CLUB TRE EMME
Mogli degli ufficiali della Marina Militare
Sede di Livorno
DIARIO DI BORDO
Febbraio- Marzo-Aprile
2015
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Calendario ....................................................................................................................................................... 3
Editoriale Rosetta .......................................................................................................................................... 4
Nel Segno dell’8 Marzo……………………………………………………………………………5
Una Donna d’altri tempi………………………………………………………………………….6
Una donna dei nostri tempi ............................................................................................................... 8
Un film da rivedere ............................................................................................................................ 9
Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore Firenze ........................................................................... 10
L’Angolo della cucina ...................................................................................................................... 12
Convenzioni ................................................................................................................................................... 13
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CLUB TRE EMME LIVORNO
CALENDARIO DI FEBBRAIO–MARZO-APRILE
-Lunedì 16 Marzo Assemblea delle Socie alle 16,30
- Per il mese di Aprile la data degli appuntamenti verrà affissa in bacheca
e inviata alle socie per e-mail.
Per comunicare con noi telefonare a: Rosetta Rossi tel. 0586-578827
Paola Favaro tel. 0586- 813704; Diana Perrone tel.0586-813028;
Anna Rossi tel. 0586-889032; Patrizia Bella tel. 0586-891620
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EDITORIALE PER IL GIORNALINO
Care amiche
E’ il mese della festa della donna e, poiché il nostro è un Club femminile, non
possiamo lasciar passare questa ricorrenza senza neppure un accenno. Vi dico subito,
a scanso di equivoci, che personalmente non ho mai amato la retorica, spesso
strumentale e talvolta stucchevole che solitamente accompagna questo evento: sono
felice di essere nata donna e non mi sono mai sentita sminuita o discriminata per il
mio genere. Nell’archivio della mia memoria familiare conservo ancora vivo il
ricordo di una mamma dal carattere forte e abbastanza autoritario, malgrado il suo
aspetto fragile ed i suoi modi dolcemente femminili; immagine contrapposta a quella
di un padre alto e robusto, ostentatamente virile in omaggio agli stereotipi della sua
generazione, che in realtà in casa era quel che si dice…una pasta d’uomo. Già da
bambina percepivo questo contrasto come vagamente irritante, tanto che se talvolta
mi capitava di assistere a qualche loro discussione, mi schieravo istintivamente dalla
parte del babbo.
Perdonatemi questa parentesi personale: era per dire che le opinioni di sistema su
questo argomento, così care ai mass media e rigorosamente allineate alla moda del
pensiero unico “politicamente corretto”, mi lasciano alquanto indifferente. Tanto per
intenderci, penso che la proposta delle quote rosa sia assimilabile al concetto dei posti
riservati sull’autobus ai “diversamente abili”; un’idea che mi appare tutt’altro che
rispettosa per la dignità di ogni donna. La Storia ci ha consegnato numerose figure di
donne straordinarie che non ebbero bisogno di alcuna corsia preferenziale. E cosa
dire della cancelliere di ferro che tiene sotto scacco l’Europa dei nostri giorni?
Questo non significa affatto sottovalutare i tanti problemi che ancora, dopo oltre un
secolo di battaglie femministe, affliggono la società in cui viviamo;
la
discriminazione di genere esiste eccome, rannicchiata e spesso invisibile tra le mura
domestiche, nei luoghi di lavoro, nella violenza fisica e psicologica ( ..la più
subdola!) subìta quotidianamente da donne che, per paura piuttosto che per malinteso
amore, spesso non hanno il coraggio di confessare e denunciare. Un problema di
natura soprattutto culturale, che siamo ben lontani dall’avere risolto nonostante
recenti normative. A fronte di queste riflessioni, appare tragicamente stridente il
confronto con i modelli culturali che ci provengono, in modo sempre più incalzante,
dal mondo dell’immigrazione.
Lascio a voi ogni altra considerazione sul futuro dell’integrazione globale declinata al
femminile…
Parafrasando un famoso “best seller” ..noi speriamo che ce la caviamo!!
Buona festa della donna a tutte
Rosetta
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Nel Segno dell’8 Marzo
a cura di Giovanna Casale
Auguri a tutte le donne di ieri, di oggi e domani.
Auguri alle donne di tutto il mondo: alle mamme, alle figlie, alle lavoratrici, alle
persone comuni che ogni giorno svolgono piccole grandi gesta, a tutte le donne
straordinariamente tenaci nel cercare la propria strada nella vita e coraggiose nel
difendere le proprie scelte, a tutte quelle che sono accomunate da uno stesso
elemento, l’amore. Un amore che non vede ostacoli che intuisce soluzioni
imprevedibili, che sa mettere in gioco la propria vita.
Auguri a tutte le madri che amano teneramente e che con coraggio sanno andare più
in là di quanto sia umanamente concepibile e accettabile.
Nel Segno dell’8 Marzo per non dimenticare le 129 operaie morte a New York nella
Cotton tessile per lo scoppio di un incendio.
Non è una festa dunque, ma un giorno per riflettere sulla condizione femminile di ieri
come di oggi in un processo continuo e attuale.
Con il passare degli anni si è perso il significato vero di tale ricorrenza, e mentre la
maggioranza delle donne occidentali approfitta di questa giornata per uscire da sole o
con le amiche per concedersi una serata diversa, i commercianti ne approfittano per
sfruttare tutte le potenzialità commerciali.
Pertanto, bisognerebbe riappropriarsi del vero significato di tale ricorrenza.
Mi sono chiesta:” Perché non c’è la festa dell’uomo?”
Ma perché la festa dell’uomo esiste e dura tutto l’anno. L’uomo ha sempre goduto di
maggiori vantaggi culturali e sociali.
E mi chiedo ancora: “ Perché c’è bisogno di una festa della donna?”
“Forse perché la donna ha dovuto accontentarsi di un ruolo subalterno all’uomo. Ha
subìto e continua tuttora a subire violenze e vessazioni e l’essere donna l’ha costretta
a non esprimersi al meglio.
Credo che, sia il genere maschile che quello femminile, non siano esenti da difetti
come da pregi e, pertanto, dovrebbero essere valorizzate le differenze per vivere un
rapporto sereno, consapevole, scevro da atteggiamenti e comportamenti aggressivi, o
violenti. Non ha senso che il 9 marzo ci si ritrovi come il 7, solo perché c’è stato un 8
di mezzo.
Quando l’essere donna non verrà celebrato in un giorno specifico, allora i pari diritti
e le pari opportunità saranno la normalità.
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UNA DONNA D’ALTRI TEMPI
Breve storia della vita di Maria Stuarda
(a cura di Maria Rosa Sorrentino)
Lev Tolstoi ha scritto:
"Un re è schiavo della storia. La storia, che è l'inconscia vita collettiva dell'umanità,
sfrutta ogni istante della vita dei re come strumento per i propri fini". Questa
riflessione mi sembra particolarmente appropriata per Maria Stuart, più conosciuta
come Maria Stuarda, figlia di Giacomo V di Scozia che la fece diventare regina
all'età di due giorni, morendo il 14 Dicembre 1542, in un inverno burrascoso e gelido
al punto che le navi rimasero bloccate dai ghiacci nel porto di Newcastle. Queste
rigide condizioni metereologiche trovarono una sinistra corrispondenza nel clima
politico che regnava all'epoca tra Scozia e Inghilterra.
La povera Maria era una neonata debole e malaticcia che, divenuta adulta, ha sempre
dovuto affrontare situazioni difficili e personaggi ostili, facendo del suo meglio per
adempiere a quelli che considerava i suoi doveri, primo fra tutti far rispettare la
propria regale dignità, a cui teneva moltissimo.
Le situazioni difficili consistevano nella rissosità dei nobili scozzesi, nei contrasti
religiosi, negli amori quasi sempre infelici, sfortunati, qualche volta sbagliati, nella
presenza scomoda e incombente della potente Inghilterra.
I personaggi ostili erano soprattutto due: Caterina de' Medici, sua suocera, le cui abili
e insidiose trame matrimoniali a favore delle figlie erano ostacolate dalla presenza a
corte della nuora, bella e vedova, e l'amata-odiata cugina, la regina Elisabetta, molto
più potente di lei.
Non vi voglio annoiare con lunghe digressioni storiche, ma per cercare di
comprendere questo sensibile ed infelice personaggio femminile non si può
dimenticare che, malgrado le difficoltà dei primi anni di vita, sembrava destinata ad
un avvenire radioso e brillante in quanto sposa del delfino di Francia, una nazione
ricca, potente, raffinata rispetto alla selvaggia Scozia.
Invece rimase vedova giovanissima senza aver concepito un erede (sembra addirittura
che il matrimonio non sia stato consumato per gravi problemi fisici del giovane
marito, che malgrado tutto lei amava) per cui dopo un po' di tempo rientrò in Scozia
sperando di riuscire in qualche modo a governare la sua patria.
Iniziarono così le dolorose vicissitudini della sua vita, anche se sembrava che stesse
riuscendo a pacificare gli animi, infiammati da forti contrasti religiosi (cattolici, come
Maria, e protestanti).
Si sposò, ebbe un figlio, partorito in una specie di cella nel castello di Edimburgo (vi
assicuro che visitandola si può facilmente comprendere quanto sia stata dura la vita di
questa regina). Successivamente entrò in un gioco di potere più grande di lei, si trovò
spesso in situazioni molto pericolose arrivando addirittura, può sembrare incredibile,
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a chiedere protezione alla regina Elisabetta che la temeva in quanto rappresentava un
pericoloso riferimento per gli Stati cattolici e, per sua sicurezza, desiderava tenerla
sotto controllo.
Gli ultimi anni della vita di Maria Stuarda sono un pellegrinaggio da un castello
all'altro dell' Inghilterra, tenuta prigioniera anche se mai maltrattata.
Il figlio, rimasto in Scozia e cresciuto dai lords scozzesi, trovò più opportuno
dimenticarsi della madre sempre per motivi politici.
Accusata ingiustamente di aver congiurato contro la regina Elisabetta, subì un lungo
processo, si difese con coraggio ("ricordate che il teatro del mondo è più vasto del
regno di Inghilterra" disse ai suoi giudici), fu giustiziata l' 8 Febbraio 1587. Non
ebbe neanche un'adeguata sepoltura forse nel tentativo di nascondere quello che molti
consideravano un assassinio.
Circa vent'anni dopo la sua morte, il figlio, divenuto il re d'Inghilterra, decise di far
trasferire il feretro di sua madre nell'abbazia di Westminster, dove fu costruito un
imponente monumento in cui il corpo dell'infelice regina di Scozia trovò il suo
estremo luogo di riposo. La statua che sovrasta la tomba la raffigura a grandezza
naturale: Maria Stuarda era altissima con lunghi capelli ramati una carnagione
d'avorio, dita lunghe e affusolate; i pochi ritratti che ci sono rimasti testimoniano la
sua notevole bellezza.
Si può pensare a Maria Stuarda nel giorno della festa della donna? Credo proprio di
si, se pensiamo a quante donne, vittime di soprusi, hanno dovuto, devono e dovranno
affrontare nella loro vita infinite difficoltà, anche se in contesti storici e sociali diversi
senza però mai rinunciare alla loro dignità di esseri umani.
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E ANCORA NEL SEGNO DELL’8 MARZO PER RICORDARE LA DONNA
D’ACCIAIO
CHE AMAVA LE MIMOSE E LE IDEE DI LIBERTA’: TERESA
MATTEI.
UNA DONNA DEI NOSTRI TEMPI.
(a cura di Giovanna Casale)
Fu
Teresa
Mattei
che
ideò
la
mimosa
dell’8
Marzo.
Nata a Genova, è morta a Lari nel Marzo del 2013. E’ stata la deputata più giovane
dell’Assemblea Costituente e a lei si deve la scrittura dell’articolo 3 della Costituzione.
L’8 Marzo del 1947 prese la parola in aula e chiese di apportare la dicitura “di fatto”
nell’articolo 3 della Costituzione sul tema dell’uguaglianza: “Tutti i cittadini hanno
pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche e sociali. E’ compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di
fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione politica, economica e sociale del Paese.”
Napolitano nell’apprendere della sua scomparsa ha detto: “ Ella è rimasta sempre
coerente
con
gli
ideali
di
libertà
e
democrazia.
Patrizia Pacini nel suo libro “La Costituente: storia di Teresa Mattei”, giovane
partigiana a Firenze la descrive come una donna ribelle e anticonformista,
una vita la sua, vissuta per la difesa dei più deboli. Un racconto teso ed emozionante
che si legge d’un fiato. Dice: ” E’ stata una donna che ha lottato per la libertà del
nostro Paese, rischiato la vita e provato sulla sua pelle la ferocia nazista.
Fu nel lontano 1946, anno in cui le donne poterono esprimere per la prima volta il
voto che la Mattei come dirigente dell’Udi (unione donne italiane), in occasione
delle manifestazioni per l’8 Marzo propose la mimosa, il fiore più povero che si trova
in campagna prima dell’arrivo della primavera. L’idea le venne in mente anche
perché era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette, le ricordava la lotta sulle
montagne, cresceva ovunque e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente.
E la mimosa diventò un simbolo.
Forse la Mattei non immaginava il business che sarebbe nato dietro al mazzolino
d’oro però i simboli hanno sempre la loro importanza.
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UN FILM DA RIVEDERE
Paisà di Rossellini
Alla figura di Teresa Mattei, detta Chicchi, si ispirò Roberto Rossellini per l’episodio
di Firenze del celebre ”Paisà” per sottolineare il ruolo delle donne durante la
resistenza.
Il film è diviso in sei episodi, distinti sotto il profilo narrativo e ripercorre l’avanzata
delle truppe alleate dalla Sicilia al Po, descrivendo di episodio in episodio, alcune
situazioni emblematiche che mettono a fuoco i rapporti tra i singoli personaggi e la
guerra.
Gli episodi sono dedicati alla liberazione della Sicilia, di Napoli, di Roma, di Firenze,
dell’Appennino Emiliano e di Porto Tolle.
E’ proprio il quarto episodio che è dedicato ad una Firenze distrutta dalle mine
tedesche. L’episodio fiorentino, con al centro gli scontri armati tra alleati e partigiani
da una parte e gli occupanti tedeschi dall’ altra, narra la storia della giovane
infermiera inglese Harriet, in servizio in Toscana, che entra in Firenze sotto assedio
per ritrovare Guido Lombardi, un capo partigiano che ama, ma che la guerra ha
disperso.
Il cast di attori non professionisti, aventi accenti e dialetti tipici di diverse regioni del
nostro Paese rendono più difficile la comprensione, ma così facendo, si raggiungono
vette di verosimiglianza inimmaginabili: Rossellini si limita a riprendere il popolo
così com’è, tramutandosi in un narratore esterno similmente a Verga con i suoi
“Malavoglia”.
Un film indimenticabile e imprescindibile del passato culturale dell’Italia.
Non un film sul neorealismo, ma del neorealismo.
( G.C. )
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Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore
FIRENZE
a cura di M. Grazia De Palo
Inaugurato nel 1891 su progetto dell'architetto Luigi del Moro, il museo1 fu
ristrutturato dopo l'alluvione del 1966 e nel 1999 è stato ampliato e rinnovato.
Custodisce opere d'arte di grande valore artistico provenienti dal Duomo, dal
campanile di Giotto e dal Battistero, capolavori che vanno dal Trecento a tutto il
Cinquecento: infatti l'esposizione annovera non solo sculture, ma anche dipinti,
oreficerie, parati liturgici, antichi strumenti di lavoro, modelli e progetti
architettonici.
Questo inestimabile patrimonio è custodito ancor oggi dall'Opera di S. Maria del
Fiore, istituzione fondata alla fine del Duecento dalla Repubblica fiorentina per
sovrintendere alla costruzione della Cattedrale.
Al piano terreno incontriamo le sculture di Arnolfo di Cambio per la prima
parziale facciata della cattedrale, la stupenda Porta del Paradiso per il Battistero
di Lorenzo Ghiberti e l'Altare di San Giovanni capolavoro dell'oreficeria
fiorentina (1366-1480), realizzato per il Battistero da artisti quali Michelozzo,
Verrocchio, Antonio del Pollaiolo.
Da non dimenticare i vari modelli lignei della cupola, una serie di strumenti che
documentano l'attività delle maestranze dell'epoca, nonché una vasta collezione
di arte sacra: dipinti a fondo oro, la Cappella delle croci, reliquiari dal Duecento
al Settecento come il celebre Reliquiario del Libretto ecc….
Lungo la scala che porta al primo piano si apre la saletta dove nel 1980 fu
collocata la"Pietà" di Michelangiolo, opera commovente e di grande impatto
spirituale che esprime la vigorosa e tormentata psicologia della vecchiaia del
maestro che, ormai anziano, fece per la propria tomba. Scolpita in un unico
blocco di marmo, è composta da un gruppo di quattro persone: il corpo di Gesù è
sorretto dalla Maddalena aiutata da Nicodemo sopra di lei e dalla Vergine sulla
destra.
Arrivati al piano superiore troviamo la sala delle Cantorie2 realizzate da Luca
della Robbia (1431-38) e da Donatello (1433-39 che sono tra i più significativi
momenti della scultura rinascimentale, sia dal punto di vista architettonico che
scultoreo: ma un confronto rende bene l'idea di come fossero profondamente
diversi i due artisti.
Al centro della sala si può ammirare la "Maddalena penitente" commovente
scultura lignea di Donatello: il viso ed il corpo della donna sono straziati dal
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Si trova in piazza Duomo n.9
La cantoria è un balcone marmoreo che ospitava i coristi addetti ai canti liturgici.
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dolore per la morte di Gesù. L'immagine rimane una delle più intense ed
indimenticabili della scultura di quegli anni.
Attualmente il museo è chiuso perché in fase d'ampliamento grazie all'acquisto
del vicino Teatro degli Intrepidi che arricchirà lo spazio espositivo con circa
2.500 metri quadrati.
La pietà (Michelangiolo)
La " Cantoria" di Donatello
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L’ANGOLO DELLA CUCINA
RICETTA D’ALTRI TEMPI (tratto da 140 maniere di cucinare la carne )
ED. SALANI (Firenze 1911)
In occasione della Santa Pasqua proponiamo una ricetta tradizionale fiorentina:
Agnello arrosto in “Cazzaruola.”
Prendete un quarto d’agnello; steccatelo con fette di lardone, ramerino, sale e
pepe, mettetela in “cazzaruola” con un poco di olio.
Allora mettetelo sul fuoco e fatelo cuocere, avvertendo di rivoltarlo più volte
onde farlo rosolare egualmente da ogni parte.
Avvertite di tener coperta la cazzaruola, perché la carne possa cuocer meglio
anche internamente, per la forza del vapore che si sviluppa.
BUON APPETITO E BUONA PASQUA
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Auguri a tutte le socie che compiono gli anni nei mesi di Febbraio,Marzo,
Febbraio,
Aprile.
CONVENZIONI
Mannocci Roberto, massaggiatore e fisioterapista, tel.3400986390.
Dott. Andrea Mirandoli, dentista e medico estetico, cell. 347 5944898
Natalia Pollifrone massaggiatrice Shatzu, Cell. 328 1637331
Foto Ricordo
Convenzione Nazionale 2015-Roma
2015
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Febbraio/Marzo/Aprile - Mogli Marina Militare