BANDA MUSICALE DI CAPRIGLIO
CENTENARIO DI FONDAZIONE: 1901 - 2001
CENTO ANNI DI MUSICA
CAPRIGLIO
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BANDA MUSICALE DI CAPRIGLIO
CENTENARIO DI FONDAZIONE: 1901 - 2001
CENTO ANNI DI MUSICA
Testimonianze, documenti e immagini
sulla Banda Musicale di Capriglio
2001
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Occhiena Michele (1878-1947)
Fondatore e Direttore della Banda Musicale di Capriglio
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INDICE
Presentazione
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Cento anni di musica
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1. ORIGINI
9
2. TRA LE DUE GUERRE
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3. IL DOPOGUERRA
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4. DALLA RINASCITA AD OGGI
15
5. BANDA E ORCHESTRINA
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6. LIBRETTI E SPARTITI
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7. E FRA CENTO ANNI...
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INDICE DEI MUSICANTI
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GLI STRUMENTI DELLA BANDA
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Presentazione
Il 27 aprile 1885 arrivò all’allora venticinquenne Maestro Alessandro Vessella, nato ad Alife il 31
marzo 1860, la lettera firmata dal sindaco di Roma, Duca Leopoldo Torlonia, con la quale veniva
nominato “Direttore della Banda Municipale di Roma”.
Questo avvenimento, oltre ad essere di sicura soddisfazione per l’uomo, si può considerare una vera
fortuna per il mondo bandistico. Infatti, con quella nomina, Vessella ebbe modo di imporsi nel
panorama bandistico italiano di allora attuando le sue idee sull’organico strumentale e sulla
trascrizione per banda. Egli si può definire, a ragione, il padre fondatore della moderna banda
musicale.
Oltre alle centinaia di partiture lasciate, fu pure autore di una storia sulla banda, costatagli 30 anni
di fatiche, e di un trattato di strumentazione per banda ancor oggi testo di riferimento nei
conservatori e nelle scuole musicali.
Nel 1896 fondò la “Scuola di Strumentazione e Composizione per Banda” presso il Liceo S.
Cecilia di Roma, e nel 1901 elaborò una riforma per le bande musicali militari presentando un
programma che riduceva l’organico: le prove fatte gli diedero ragione perché rendevano
l’esecuzione più equilibrata più potente e più brillante.
In breve tempo il successo della riforma diede nuova linfa vitale al panorama bandistico dell’Italia.
Presero vita nuovi complessi musicali (celebri sono la “Banda Comunale di Roma” e la “Banda
dell’Arma dei Carabinieri”) molti dei quali di dimensioni ridotte ma ispirati al senso della nuova
riforma. Tra quei complessi, proprio in quegli anni agli albori del nuovo secolo, nasceva la “Banda
Musicale di Capriglio”.
Oggi all’inizio di un nuovo secolo ma anche di un nuovo millennio, i “figli artistici” di quel gruppo
originario provano a raccontare un po’ della lunga storia del loro complesso musicale.
Ci auguriamo che queste poche righe infiammino il cuore di chi le legge così come riusciva all’eroe
“Niseno”, di virgiliana memoria, ad infiammarli quando suonava la tromba.
Diego Occhiena
Capriglio, 18 maggio 2001
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Cento anni di musica
Caro lettore che ti avvicini a questi pochi fogli che parlano di musica, di banda e di Capriglio, abbi
la bontà di perdonarmi se taccio il mio nome. Anch’io, come tanti altri, ho un tempo suonato nella
banda del paese e molti anni sono passati dacché ho smesso. Ho sempre nutrito un profondo amore
per la musica. Sin da bambino mi mettevo in prima fila ad ascoltare le bande musicali che
suonavano nelle piazze dei paesi: Castelnuovo, Montafia, Buttigliera e, naturalmente, Capriglio.
Ora sono un vecchio stufo delle cose della vita, a cui il buon Dio ha voluto concedere di arrivare a
vedere questo centenario, a consolazione di una vita fatta di duro lavoro nei campi.
Ancora una volta voglio servire la mia banda, affidando questa volta la mia arte non allo strumento
ma a carta e inchiostro che uso ancora, per raccontarvi la storia più appassionante ed emozionante
che io abbia mai vissuto: quella della Banda Musicale di Capriglio.
Compatitemi se nella mia narrazione userò più il cuore che la scienza, ma vi posso assicurare che
ricordare cento anni è impresa che fa tremare i polsi ad un semplice musicante quale io sono stato.
Eppure cercherò di ricordare al meglio tutti i racconti sentiti durante le veglie invernali nelle stalle
dalla bocca dei vecchi del paese. Sforzerò la memoria per rivivere i miei primi passi nel mondo
musicale, le raccomandazioni ed i consigli impartitemi dal maestro di banda, i servizi svolti, le
solennità celebrate, i momenti lieti e tristi vissuti da testimone oculare.
Il desiderio di vergare questi fogli non va cercato in sete di gloria né in ambizioni di immortalità.
Scrivo unicamente per piacere e per dire grazie a tutti i musicanti di ogni generazione che hanno
suonato nel nostro complesso. La musica è stata la mia compagna fedele in tutti questi lunghi anni
della mia vita. Con lei vicina ho sentito palpitare il cuore di gioia al suono delle marce nei momenti
felici, mi ha avvolto con le sue armonie malinconiche nelle ricorrenze tristi, ma ha anche saputo con
i suoi inni infondermi la forza di credere nella libertà nei momenti drammatici della guerra.
Don Bosco nel 1860 sognò la madre caprigliese Occhiena Margherita, ormai morta da alcuni anni,
che cantava in Paradiso accompagnata da un coro angelico “di mille voci e varietà di toni che
formavano un sol tutto”. La mia speranza è quella di potermi unire un domani a quel coro insieme a
tutti i musicanti caprigliesi, saliti in cielo, per suonare ancora per l’eternità.
Ma scusatemi, preso dalla foga delle parole non ho finito di presentarmi. Il mio nome è Gioanin,
Tonin, Pinin o quello che volete. Abito in una cascina del paese come in una frazione. Sono quel
nonno che vedi ogni tanto a spasso per le colline. Sono quel tipo di cui hai sentito parlare oppure
un’altra persona ancora. Si, ormai lo hai capito, sono un personaggio di fantasia ma per questo non
sono certo meno veritiero e credibile di un personaggio reale.
Un vecchio musicante
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1. ORIGINI
La Banda Musicale di Capriglio fondata nel 1901
La mancanza di documenti storici non mi permette di stabilire con certezza l’anno di fondazione
della Banda Musicale di Capriglio, ma i miei ricordi confortati anche da quelli di altri musicisti,
propendono a far collocare la data ad inizio ‘900.
E’ indubbio che quell’inizio secolo fu per il paese di Capriglio motivo di fermento culturale. Infatti
nel 1901, come riportato sulla bandiera, venne anche fondata la “Società Agricola” per scopi di
mutuo soccorso verso i più bisognosi e come collante di aggregazione per la popolazione stessa. Il
fondatore e maestro direttore della nostra banda è stato Michele Occhiena, nato a Castelnuovo in
frazione Morialdo al Molino “Nissone” il 20/02/1878 da Alessio e Prospera Cauda. Michele iniziò
la sua carriera musicale suonando l’ocarina nelle feste di paese accompagnato alla fisarmonica dal
papà Alessio. Dopo il matrimonio con Albina Moglia perfezionò la sua arte musicale ed oltre a
dirigere e suonare in banda come primo clarinetto, si dedicò anche alla composizione musicale di
svariati brani. Di alcuni restano ancora oggi frammenti di parti manoscritte per cornetta quali “Onda
di mare”, “Fior azzurro” e “Vieni a me” valzer, “Nella”, “Fiorentina” e “Dolcezza” mazurche,
“Furetto” polca e “Biancofiore” polca-marcia. Morì a Capriglio il 16/06/1947.
Come si vede dalla fotografia, il nucleo primitivo era composto da dodici elementi, dei quali alcuni
in grado di suonare diversi strumenti.
Pur nelle dimensioni ridotte l’organico era equilibrato: il canto veniva affidato ai clarinetti e alle
trombe, dette impropriamente cornette, il contro-canto era eseguito dai flicorni tenori,
l’accompagnamento lo realizzavano tromboni tenori e bassi gravi. La struttura ritmica era rinforzata
da tamburo, grancassa e piatti.
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Ho messo gli occhiali più “forti” e con la fotografia sotto al naso osservo i volti dei componenti. Li
riconosco quasi tutti, tranne uno, il primo in piedi a sinistra: come si vede era suonatore di genis, ma
la memoria non ricorda chi fosse. Proseguendo sulla stessa fila, compare l’addetto alla grancassa
Giovanni Ortolano (Gambiso) figlio di Francesco e Filippina Germano, marito di Metilde Peira,
nato a Capriglio il 20/09/1879 e morto il 25/05/1941. Gli altri due musicisti erano suonatori
entrambi di trombone tenore: ricordo un certo Giovanni Lattore (Postin), nato a Capriglio il
10/01/1888 figlio di Francesco e Luigia Ferrero, marito Maria Marletti e poi di Anna Caudana e
morto a Torino il 06/05/1970, ma quale dei due sia onestamente non lo so dire. L’altro deve essere
Ernesto Deorsola che suonava nella banda di allora e del quale possiedo il libretto che riporta sotto
un brano musicale la data 1 gennaio 1916 Sui due bassi gravi in fa, invece, non nutro dubbi: il
primo verso sinistra era Camillo Occhiena nato a Capriglio il 17/07/1880 da Giovanni e Eugenia
Peira, sposato con Caterina Peira e morto a Capriglio il 17/05/1975; l’altro era Lorenzo Peira (il
Bassòto) nato a Capriglio il 06/10/1884 da Giovanni e Maria Ortolano, maritato con Caterina
Omegna e morto il 19/02/1985, unico musicante della nostra banda ad aver superato, ad oggi, i
cento anni! L’ultimo componente in piedi è il suonatore di tamburo, lo si vede dalle bacchette
infilate nella tasca della divisa, e che tiene fra le mani un flicorno tenore, strumento che forse
suonava quando mancava qualche rinforzo. Era Michele Peira (Chelo) nato a Capriglio il
30/05/1889 da Maurizio e Costantina Massaia, sposato con Rosa Candelo e morto il 26/02 1968.
Passando ai suonatori seduti, e partendo sempre da sinistra, subito dopo la grancassa (quella che si
usa oggi è ancora l’originale di allora!) ecco Carlo Ortolano, che come ebbi modo di sapere, nacque
a Rosario di S. Fè in America nel 1888, ma la sua famiglia era di Capriglio: abitavano in frazione
Gaià. I suoi genitori furono Secondo e Angela Peira. Tornato in patria si sposò con Occhiena
Caterina e morì a Capriglio il 30/12/1923. Il suo strumento era il flicorno tenore, l’equivalente del
bombardino di oggi ma con canneggio più ridotto. Accanto a lui Giovanni Occhiena (Gianmaria),
clarinettista, nato a Capriglio il 08/05/1876 figlio di Severino e Ludovica Pianta, sposato con
Prosperina Rovetto e morto a Capriglio il 24/07/1929. Del fondatore ho già detto, ma qui mi limito
a farvi osservare come risalti bene il pennacchio che porta sul cappello e che impreziosiva la divisa
della nostra banda, per altro molto semplice con alamari sulle maniche e mostrine al colletto.
Ultimi, ma non per questo meno importanti, due cari amici suonatori di tromba: Lorenzo Occhiena
(Lorenssin ‘d Giano) nato a Capriglio il 12/08/1881 figlio di Filippo Gorgonio e Margherita Zucca,
sposato con Rosa Agagliate, morto a Capriglio il 14/10/1973 e Vincenzo Peira nato a Capriglio il
22/08/1885 da Paolo e Giuseppa Ortolano, coniugato con Margherita Occhiena e morto durante la
prima guerra mondiale.
La figlia Paola mi ha raccontato che ha conosciuto suo papà solo da questa immagine perché,
quando è nata, lui era al fronte a combattere e purtroppo non è più tornato. Questo fatto testimonia
sull’antichità della fotografia che si può far risalire a prima del 1915 quando Vincenzo era ancora a
casa.
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2. TRA LE DUE GUERRE
Anno 1929: Banda Musicale di Capriglio con i coscritti della leva 1909
Alla fine della prima guerra mondiale, riprendendo lentamente la vita normale nel paese, anche a
Capriglio ricomincia l’attività musicale della banda. Dopo alcuni anni di apprendistato, Luigi
Candelo sostituisce alla direzione del complesso Michele Occhiena. Il “Vigin” dei caprigliesi
diventa presto una figura famosa nella zona, imponendosi all’attenzione del pubblico per le sue
straordinarie doti di virtuoso del clarinetto.
Come ogni organismo vivente, la banda evolve nel suo organico acquistando nuovi elementi che
vanno progressivamente a sostituire i precedenti. Non è possibile seguire tutte le variazioni che ci
sono state, ma per ricordare tanti amici musicanti ho la possibilità di analizzare una fotografia
dell’epoca. Si tratta del 1929 in occasione della festa della leva del 1909. Rispetto alla banda
originaria, eravamo cresciuti di numero, variando di volta in volta tra i quindici e venti elementi.
L’organico prevedeva un flauto Albino Occhiena (Bino), due clarinetti Luigi Candelo (Vigin) anche
direttore e Lorenzo Peira (Lorenssin), due trombe Francesco Valenza (Cichinet ‘d Giorssin) e
Libero Deorsola (Liberin), un trombone cantabile Maggiorino Deorsola (Magior) e tre tromboni
tenori di accompagnamento Ettore Occhiena (Pretor), Domenico Occhiena (il Minòt) e Vincenzo
Capello (Neto), un genis Ercole Agagliate, due bassi gravi Francesco Ortolano (Cichin) e Giovanni
Occhiena (Gioanin ‘d Minat) e un tamburo Anselmo Bello. In fotografia non compare, ma suonava
grancassa e piatti anche Giuseppe Faussone (Pinin ‘d Brangion). A questo nucleo si sono uniti
progressivamente altri musicisti tra i quali ricordo: Cesario Occhiena, Ercole Camillo Occhiena e
Settimio Agugliate, tutti suonatori di clarinetto; Giuseppe Peira (Pinin) alla tromba; Remo Peira,
Domenico Rigo (Vigiu) ai genis; Secondo Candelo (Gondinet) al tamburo.
Citando questi nomi, mi ricordo del fatto di Cichinet ‘d Giorssin. Contento di avere fra le mani una
tromba nuova, un giorno partì da casa e attraversando a piedi le colline attorno a Capriglio si mise a
suonare “Bandiera Rossa” con tutto il fiato che aveva in corpo. Un tipo “originale”, neh!
Non ho ancora detto in quali occasioni interveniva la banda e perciò provvedo subito.
Sostanzialmente i nostri servizi riguardavano la commemorazione di momenti particolari della vita
civile e religiosa. Così succedeva che si suonasse per una commemorazione, per la visita pastorale
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del vescovo, per l’ingresso di un nuovo parroco, per una processione quale la solennità del “Corpus
Domini” o quella per la “Natività di B. V. Maria” all’otto di settembre, data in cui si festeggiava
anche la festa patronale. Questi sono alcuni dei servizi fatti dalla nostra banda. Nei capitoli
successivi, avvicinandosi ai giorni nostri, diventa per me più facile ricordare avvenimenti e date con
più precisione, anche perché da una certo periodo ho tenuto un piccolo diario personale delle cose
più rilevanti.
Di una circostanza sarà bene però non tacere. Si era circa all’inizio degli anni trenta, e l’allora
signor Musso di Montafia in vista di un raduno - concorso di bande a Monale, offrì l’occasione alla
banda di Capriglio di partecipare al posto dell’ormai disciolta banda di Montafia, per onorare
l’invito fatto. I musicisti accettarono e al raduno si classificarono primi suonando il valzer “Idillio”
del compositore Massimo Boario. A questo punto, indispettito, il signor Musso di Montafia
accampava i diritti sul trofeo vinto dalla mia banda. Ovviamente si litigò un bel po’ ma noi non
cedemmo. Anzi, ringalluzziti, tornati a casa organizzammo un po’ di baldoria e tra i vari brindisi,
anche il nostro Prevosto Don Faussone bevve dalla gloriosa coppa.
Permettete che aggiunga due parole sul valzer eseguito. Il pezzo iniziava con una breve
introduzione di sole quattro misure quasi volesse richiamare l’attenzione degli uditori. La prima
parte presentava il tema cantabile, che ancora adesso mi torna in mente, eseguito dapprima, caso
insolito, da tenori, baritoni e bassi, cioè le voci gravi e scure della banda e successivamente ripreso
da tutto il complesso. La seconda parte era strutturata con andamento sincopato e ricco di
modulazioni passeggere che creavano contrasto con quanto udito in precedenza. La ripetizione della
prima parte serviva a confermare la tonalità iniziale di sol maggiore. Seguiva il Trio, nel tono
classico della sottodominante do maggiore, svolto su un periodo doppio la cui melodia era affidata
alle voci baritonali contrappuntate all’ottava dalle variazioni dei clarinetti.
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3. IL DOPOGUERRA
Anno 1950: Banda Musicale di Capriglio con i coscritti della leva 1930
Passata la bufera della seconda Guerra Mondiale, il ritorno alla vita ordinaria riporta la banda di
Capriglio a riprendere i propri servizi. Il primo lo svolge subito nella seconda metà del 1945, a
Primeglio per il raduno dei reduci di guerra. Oltre a suonare per le processioni e per i festeggiamenti
patronali, la banda, per due anni consecutivi, è impegnata a Castelvecchio di Moncalieri per la
tradizionale festa di Ferragosto.
Mi ricordo anche di una trasferta fatta a Soglio, sempre in occasione della festa patronale.
Mi piace sottolineare che la banda ha sempre suonato gratuitamente per due occasioni particolari: al
funerale di un suo componente o di un familiare e alla visita di leva dei coscritti. Al riguardo, mi
ricordo come fosse allora, una sera del 1950 dopo la consueta scuola di musica, il caro Cichin
(Francesco Ortolano), apprezzato suonatore di basso e ben conosciuto nella zona, quasi per
scommessa ci incitò ad accompagnare i coscritti alla visita di leva fino a Villanova. L’idea di bere
un buon bicchiere di vino lontano da casa e, magari, di corteggiare qualche bella fanciulla,
entusiasmò gli animi, specialmente di noi più giovani. Fu detto fatto. La banda si fece carrozzare da
Bërta Merlu di Montafia col suo mitico camioncino e l’allegra brigata entrò in Villanova al suono
degli ottoni.
La fortuna ha voluto che trovassi, in un vecchio album, la foto del gruppo di quell’occasione.
Osservo i miei amici in posa e subito riconosco al clarinetto Luigi Candelo (Vigin) anche direttore,
Peira Lorenzo (Lorenssin) anche cassiere, e Massimino Occhiena. Un piccolo sforzo della mente ed
ecco il nome della tromba: Luigi Truffa (Gino); i due tromboni di accompagnamento: Vincenzo
Capello (Neto) e Carlo Gai (Carlin ‘d Gai); il trombone da canto Maggiorino Deorsola; poi il genis
Remo Peira; i due bassi gravi in fa affidati a Francesco Ortolano (Cichin) e Giovanni Occhiena
(Gioanin ‘d Minat); infine Rinaldo Candelo e Francesco Agagliate ai tamburi e Giuseppe Faussone
(Pinin ‘d Brangion) alla grancassa-piatti. A questo gruppo si aggiunse successivamente anche Primo
Candelo come suonatore di tromba.
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Prima ho accennato alla scuola di musica. Già allora era stata definita una sede regolare nel Palazzo
Comunale presso i locali del piano terra, pressappoco dove oggi è ubicato l’ambulatorio medico. In
alcuni casi, però, i principianti imparavano i primi rudimenti di teoria a casa del maestro Vigin.
Capitava qualche volta che, mentre l’allievo solfeggiava, Vigin, stanco della giornata di lavoro nei
campi, si addormentasse appoggiato al tavolo.
Arriviamo al 1956. Capriglio è nuovamente in festa per commemorare i cento anni dalla morte di
Mamma Margherita. La beatificazione e la successiva canonizzazione del figlio Don Bosco,
avvenuta nel 1934, ha reso famosa anche la mamma. In quell’occasione la Banda, che accusava i
primi sintomi di impoverimento dell’organico, non partecipò direttamente, ma alcuni suoi musicanti
si aggregarono a quelli della banda del Colle Don Bosco. Tra le composizioni venne eseguito per la
prima volta l’inno “Giù dai colli” scritto dal salesiano Rastello e strumentato per banda dal
Gregorio.
Purtroppo negli anni successivi aumentarono i “buchi” nell’organico: alcuni suonatori si ritirarono,
chi per motivi di salute chi d’età, altri, più giovani, emigrarono verso Torino in cerca di lavoro.
L’amaro risultato fu che la nostra banda tacque per circa vent’anni.
Solo nella metà degli anni ’70, grazie al coraggio di un uomo ed alla sua passione per la musica, si
riavviarono gli ingranaggi di questa nostra amata “macchina del suono”. Ma adesso sono stanco e
questa storia ve la racconterò nelle pagine seguenti dopo essermi riposato.
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4. DALLA RINASCITA AD OGGI
Anno 1975: Banda Musicale di Capriglio in occasione del 4 novembre
L’arte musicale e i suoi interpreti, nel corso della storia, hanno sempre trovato un amico che li ha
sostenuti nei momenti difficili. Basti pensare a cosa sarebbe stato Giuseppe Verdi, di cui quest’anno
ricorre il centenario della morte, se al suo fianco non ci fosse stato il Barezzi che lo aiutò nei
momenti difficili, oltre che moralmente, anche finanziariamente. Ebbene, 75 anni dopo la
fondazione, anche la banda di Capriglio trovò il suo benefattore grazie al caprigliese Lorenzo
Occhiena. Figlio d’arte del già citato Ettore ed appassionato suonatore di basso, nel 1975 assumeva
la carica di Sindaco e una delle sue preoccupazioni fu proprio quella di riavviare l’attività della
banda.
Con una brillante intuizione, seguita poi nel tempo da altri complessi, pensò a rinfoltire i ruoli
mancanti ricorrendo all’intervento di presenze esterne. In particolare l’aiuto dei Salesiani del Colle
Don Bosco, dei musicanti di Buttigliera e di Castelnuovo, “vicini di casa” di Capriglio, permise di
raggiungere l’obiettivo.
Le prime lezioni di musica, o forse sarà meglio dire i primi ripassi, e le prime prove vennero fatte
addirittura a casa del Sindaco Lorenzo in regione Cascina Barosca e tenute dal maestro salesiano
Simeoni Sante. Contemporaneamente il Sindaco faceva allestire al piano superiore del Comune una
nuova aula musicale, locale che è tuttora utilizzato dalla banda per conservare strumenti, partiture,
attrezzature, oltre che per le prove strumentali.
Tanto si industriò che al 4 novembre di quello stesso anno una nuova formazione musicale era in
grado di suonare per la ricorrenza.
Ancora una volta è una fotografia di quell’occasione a suggerire i nomi dei componenti.
Direttore del complesso era Marco Bechis di Morialdo (sax contralto). Accanto a veterani del paese
come Rinaldo Candelo (cassa e piatti), Remo Peira (genis), Maggiorino Deorsola (Magior) e
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Francesco Ortolano (Cichin) ospiti per l’occasione, facevano la loro comparsa per la prima volta
altri due caprigliesi e cioè Franco Candelo (trombone poi bombardino) e Claudio Candelo
(clarinetto). In rappresentanza di Castelnuovo suonava il clarinettista Aldo Pillone. Da Buttigliera
erano venuti Sergio Gramaglia e Eligio Gramaglia rispettivamente tromba e trombone cantabile,
Manello Giuseppe, trombone d’accompagnamento. Infine al basso suonavano il sindaco e Carlo
Musso di Piovà Massaia. In via eccezionale ha suonato anche un fisarmonicista.
A poco a poco il complesso invogliò anche ad altri musicanti a suonare, così da annoverare nei
successivi servizi l’intervento di Camillo Candelo al basso in fa, dei salesiani Luigi Zonta e Guido
Bombarda alle trombe, Emanuele Polato al clarinetto e Mario Giuseppe Bonato al basso grave.
Aiuti preziosi vennero anche dal caro Franco Goria di Maretto al genis, da Francesco Roffinello di
Castelnuovo al tamburo dall’instancabile Giuseppe Gavello di Marmorito alla tromba o al flicorno
soprano e da Claudio Biglino al flicorno baritono o al corno.
In quel periodo la banda andò a suonare anche a Chieri e a Villanova in occasione del Carnevale.
All’inizio degli anni 80 grazie all’interessamento del nuovo Sindaco Mario Visconti, si
organizzarono a Capriglio, nella sede della banda, i “corsi di orientamento musicale”, istituiti dalla
Regione Piemonte e tenuti dai maestri Giovanni Artusio e Luigi Rabbione di San Damiano. Scopo
del corso della durata di due anni era quello di avviare alla conoscenza della musica nuovi ragazzi
favorendone l’ingresso in banda.
Il corso diede buoni frutti e dall’esame finale uscirono cinque elementi: Valter Tagliaferro, Giorgio
Capello, Dario Occhiena e Diego Occhiena impostati al clarinetto soprano e caso unico nella banda,
una signorina, Daniela Peira che suonava il sassofono soprano.
Nel quinquennio 82-86 Diego Occhiena frequentava al Conservatorio G. Verdi di Torino il “corso
di perfezionamento professionale per maestri direttori di banda” e da fine corso assunse stabilmente
il ruolo di direttore della banda, mentre in precedenza la funzione era passata da Marco Bechis a
Massimino Occhiena.
Si suona sul sagrato della Chiesa dopo la processione
Anno 1984: centenario di Peira Lorenzo
Come vi avevo annunciato, è tempo che tiri fuori dal cassetto della mia scrivania il famoso diario.
Nell’elenco non compaiono quattro servizi a Capriglio perché, salvo rari casi, si sono sempre
effettuati tutti gli anni e sarebbero ripetuti inutilmente. Essi sono: processione nel mese di giugno
del “Corpus Domini”, processione a settembre e festa patronale per la “Natività B. V. Maria”,
celebrazione della ricorrenza del “4 Novembre”, festa di Santa Cecilia del 23 novembre ricordata
con Messa, concertino e lauto pranzo!
Sfogliamo insieme le pagine.
Anno 1980: benedizione nuova bandiera della Società di Capriglio.
Anno 1981: nessun servizio straordinario.
Anno 1982: inaugurazione nuovi locali Società di Capriglio; Palio degli asini a Montafia.
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Anno 1983: festa dei coscritti a Maretto e Marmorito; raduno degli alpini ad Albugnano;
matrimonio di Claudio Candelo a Marmorito; processione a Dusino San Michele; celebrazione a
Maretto del 4 novembre.
Anno 1984: carnevale a Maretto; 15/04 pranzo offerto dal parroco; raduno degli alpini ad
Andezeno; partecipazione al “Festival delle Sagre” ad Asti; 07/10 centenario di Lorenzo Peira,
basso in fa della vecchia banda; Palio degli asini a Montafia; 26/10 visita pastorale del vescovo
Mons. Franco Sibilla; celebrazione a Maretto del 4 novembre.
Anno 1985: carnevale a Maretto; Palio degli asini a Montafia; raduno alpini a Dusino; celebrazione
a Maretto del 4 novembre.
Anno 1986: carnevale a Maretto; Palio degli asini a Montafia; celebrazione a Maretto del 4
novembre.
Anno 1987: carnevale a Maretto; funerale di Maggiorino Deorsola; raduno degli alpini a Venaria;
Palio degli asini a Montafia; celebrazione a Maretto del 4 novembre.
Anno 1988: 17/04 festa a Capriglio di “Mamma Margherita” con la partecipazione del coro
polifonico di Orbassano “La Montagna” diretto da Franco don Martinacci; raduno dei donatori
AVIS a Marmorito; funerale di Giuseppe Faussone; Palio degli asini a Montafia; celebrazione a
Maretto del 4 novembre.
Anno 1989: 02/04 festa a Capriglio di “Mamma Margherita” con la partecipazione del coro
polifonico di Poirino diretto da Stefania Stella; Palio degli asini a Montafia; celebrazione a Maretto
del 4 novembre.
Anno 1990: funerale di Ettore Occhiena; Palio degli asini a Montafia; celebrazione a Maretto del 4
novembre.
Anno 1991: 07/03 festa a Capriglio di “Mamma Margherita” e visita del vescovo Mons. Severino
Poletto; celebrazione a Maretto del 4 novembre.
Anno 1992: 29/03 inaugurazione al colle Don Bosco della statua a Mamma Margherita e
ricevimento dell’ambasciatore USA Peter Secchia; 24/05 inaugurazione nuovi locali del Circolo
della Serra di Capriglio.
Anno 1993: 27/06 Messa d’oro di Bartolomeo don Novarese per i 50 anni di sacerdozio.
Anno 1994: nessun servizio straordinario.
Anno 1995: 11/03 accoglienza spoglie mortali di Natale Rigo morto in Russia nel 1943.
Anno 1996: 09/06 inaugurazione a Capriglio del museo dedicato a “Mamma Margherita”.
Anno 1997: 16/11 raduno a Piovà Massaia parenti e amici di Bartolomeo don Novarese con
intervento in Chiesa con coro “Mamma Margherita” di Capriglio.
Anno 1998:funerale di Luigi Truffa (si è fatto seppellire vestito con la divisa della banda);
inaugurazione della statua di Mamma Margherita a Capriglio; funerale di Vincenzo Capello.
Anno 1999: 09/05 festa di Mamma Margherita; 08/12 cinquantesimo dell’ingresso parrocchiale a
Capriglio di Bartolomeo don Novarese; funerali di Remo Peira e Lorenzo Peira.
Anno 2000: 23/12 concerto di Natale a Capriglio.
Come ho già detto, nel periodo più recente le bande hanno capito che per sopravvivere dovevano
aiutarsi reciprocamente. Alla fine degli anni ’90, per nuove difficoltà di organico, la banda di
Capriglio si lega in modo stabile a quella di Buttigliera (diretta dal maestro Giuseppe Manello) e,
insieme, partecipano alle varie manifestazioni.
La solidarietà verso le altre bande è sempre stata sentita dai nostri musicanti. In passato alcuni
elementi hanno suonato in altri gruppi o come rinforzi occasionali o anche per un certo periodo
come fecero Massimino Occhiena, Diego Occhiena e Daniela Peira presso la banda di Villanova
d’Asti diretta, in quel periodo, dal maestro Valerico Rosso. Sempre in questi anni nasceva la
“Banda Don Bosco” aperta a tutti i suonatori volenterosi di offrire la loro arte per solennizzare le
ricorrenze salesiane: festa di San Giovanni Bosco, processione dell’Ausiliatrice, raduni dei giovani
ex-allievi, processione della Madonna del Rosario ed altre. Diretta dal maestro Sante Simeoni e
successivamente dai maestri Giuseppe Manello e Diego Occhiena.
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5. BANDA E ORCHESTRINA
La Banda Musicale di Capriglio al Colle Don Bosco
Spero di fare cosa gradita ai non esperti di musica se a questo punto del mio racconto apro una
parentesi per presentarvi un po’ meglio il mondo della banda. I nomi, a volte strani, letti in queste
pagine e le voci tecniche non vi devono scoraggiare perché è tutto più semplice di quanto si pensi.
Lo scopo della banda è quello di allietare e divulgare al grande pubblico la sua musica. Oggi per noi
è meno evidente questo suo aspetto, ma nel passato il ruolo della banda era fondamentale nella
società perché sostituiva la radio e il giradischi. Inoltre, per coloro che non avevano possibilità di
frequentare i teatri d’opera, offriva l’occasione di ascoltare le pagine più celebri dei grandi
compositori.
La banda, per sua natura, è formata solo da strumenti a fiato e dalle percussioni. A differenza della
fanfara che raccoglie solo ottoni, la banda si può esprimere con più timbri differenti. Alla famiglia
dei fiati appartengono ottavino, flauto, oboe, fagotto, clarinetto, sassofono, trombe e tromboni (detti
di timbro chiaro) corni e flicorni (detti di timbro scuro). Tra le percussioni le più utilizzate sono il
tamburo la grancassa e i piatti. Gli strumenti delle varie famiglie vengono raggruppati e ordinati a
partire dal più acuto (note più alte) al più grave (note più basse) e prendono il nome della voce
umana che imitano: soprano, contralto, tenore, baritono, basso e contrabbasso. Così il clarinetto
soprano o il sassofono soprano sono più acuti dei rispettivi contralti o bassi così come il flicorno
baritono è più grave del corrispondente flicorno soprano. Per alcuni di questi strumenti è poi
subentrata l’abitudine di chiamarli volgarmente con un nome meno tecnico che però si è molto
diffuso. In particolare il clarinetto piccolo (un clarinetto un po’ più acuto del soprano) lo si chiama
anche “quartino”, la tromba soprano “cornetta”, il flicorno sopranino “trombino”, il flicorno
contralto “genis” e quello baritono “bombardino”. Questo termine è addirittura usato da Cesare
Pavese nel suo romanzo “La luna e i falò”.
Di tutte la famiglie citate, la più recente ma anche la più impiegata in tutti i suoi elementi è quella
dei saxofoni. Inventato da Adolphe Sax nel 1840, per consentire un collegamento tra legni e ottoni,
ha visto il suo pieno sviluppo in banda a partire dalla metà del novecento, mentre prima sia in
organico come nelle partiture dei maestri non veniva contemplato.
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Nella vita della nostra banda abbiamo avuto suonatori dei seguenti strumenti: flauto, quartino,
clarinetto soprano, sassofono soprano, contralto, tenore, tromba e trombino, flicorno soprano,
contralto, tenore, baritono e basso grave. Ovviamente c’erano tamburo, grancassa e piatti. Alcuni
musicisti sapevano alternarsi a più strumenti della stessa famiglia.
Gli strumenti impiegati anticamente erano tutti intonati al “la” della vecchia frequenza e non
possono suonare con quelli odierni perché intonati con un “corista” più basso. Inoltre si usavano
strumenti tutti “tagliati” nella stessa tonalità di Do, mentre oggi si tende ad avere in banda anche
strumenti in Sib e Mib. Questo comporta che le composizioni scritte per la banda antica debbano,
oggi, esser riviste e suonate in altra tonalità.
In simbiosi alla banda c’è l’orchestra da ballo. Specialmente negli anni passati dove i divertimenti e
la possibilità di spostarsi era limitata, l’unico diversivo erano le feste paesane. Ecco allora nascere
piccoli gruppi che sostituivano la banda per occasioni meno ufficiali e che richiedevano anche meno
suonatori. Musicanti della banda si aggregavano tra loro e con strumenti anche diversi si
dedicavano alla musica da ballo. Era anche un modo per guadagnare qualche lira in tempi di
ristrettezze economiche, ma anche occasione per fare nuovi incontri e stare in allegria suonando.
Così in due o tre con fisa clarinetto e basso si partiva da Capriglio e, a piedi, si andava nelle cascine
sperdute sui bricchi o nei centri vicini. Caldo, pioggia, vento, nebbia e neve: ogni situazione andava
bene per il ballo e la musica! Sovente poi le “trasferte” duravano giorni interi per non dire
settimane, specie nel periodo invernale quando l’attività contadina era di molto ridotta e il tempo
libero a disposizione aumentava.
Ho detto che non si suonavano solo gli strumenti impiegati in banda, ma anche altri. Tra i musicanti
della banda ricordo Giuseppe Faussone (Pinin ‘d Brangion), cantante, suonatore di violino e
contrabbasso a corda: in banda era addetto a cassa e piatti. Primo Candelo che dalla tromba passava
al violino. A proposito del violino nell’orchestra da ballo, come non correre con la mente
all’orchestra di Secondo Casadei degli anni ’30 dove il maestro suonava per l’appunto detto
strumento? Rinaldo Candelo che oltre il tamburo suonava la fisarmonica. Accennando alla
fisarmonica non posso tacere di Giuseppe Deorsola (Pinòto) che, nonostante la cecità sopraggiunta
in giovane età, con enorme volontà e grande sacrificio imparò a suonare la “fisa”. Era uno dei più
assidui partecipanti alle trasferte musicali.
Mi ricordo che una volta si tornava a casa da una festa che era notte fonda. Io giovanotto gli portavo
lo strumento e non badavo molto al sentiero che seguivo tanto che smarrii la strada per casa. Pinòto
allora mi disse di non preoccuparmi che ci avrebbe pensato lui: con il suo bastone si mise a sondare
il terreno e ben presto ritrovò la giusta via per tornare a casa. Fu così che il cieco accompagnò il
vedente e quella non fu l’unica occasione!
Pinòto era uno dei cinque fratelli Deorsola che suonavano: gli altri quattro Libero, Ernesto,
Maggiorino e Andrea suonavano rispettivamente tromba, trombone d’accompagnamento, da canto e
contrabbasso a corda. Quasi tutti i giorni dopo i lavori nei campi e nella stalla si riunivano in casa e
suonavano per qualche ora.
Una vera famiglia di musicisti, quasi come i “figli di Bach”, che allietavano papà Luigi e mamma
Luigia Norgia.
L’Orchestrina Capriglio subì nel 1975, per la volontà del già citato Lorenzo Occhiena sindaco, una
nuova trasformazione. Con l’arrivo di nuovi elementi, accanto ad alcuni di lungo corso, venne
fondata la “King Cravij Jazz Band” dal nome altisonante e di sapore americano.
La sua prima esibizione fu sul ballo a palchetto alla festa del paese dello stesso anno. Il gruppo
suonò fin verso la fine degli anni ’90. Parteciparono a più riprese i clarinetti Claudio Candelo e
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Diego Occhiena, al sassofono contralto Massimino Occhiena, alla fisarmonica Rinaldo Candelo,
alla tromba Luigi Truffa, ai bassi gravi in fa Camillo Candelo e Lorenzo Occhiena (fondatore
dell’orchestrina) e alla batteria Franco Candelo.
Un ruolo particolare che alcuni musicanti avevano era quello di coristi alle funzioni religiose.
L’attuale parroco Bartolomeo don Novarese offriva ogni anno un pranzo ai componenti per
ringraziarli del servizio svolto. Agli inizi il coro era sostenuto nell’intonazione da Lorenzo Peira al
clarinetto. Successivamente venne accompagnato all’armonium o dal parroco stesso o da Rinaldo
Candelo. Oltre ad eseguire brani scritti da Michele Occhiena (sono famosi ”Ave Maria” e ”Inno a S.
Agnese” a due voci per tenore e basso) si cantavano inni e lodi sacre quali il “Tantum Ergo” dello
Zaninetti, l’”Haec dies” dell’Ett, alcune messe del Perosi compresa quella da requiem in occasione
di funerali.
In tempi più recenti nelle solennità del santo Natale e della Santa Pasqua si è esibito nella
parrocchia di Capriglio un trio di elementi della banda composto da clarinetto, sassofono contralto e
sassofono baritono nella interpretazione di brani tradizionali e classici.
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6. LIBRETTI E SPARTITI
Spartito per cornetta del celebre valzer del M° Boario “Idillio”
Così come nel capitolo precedente vi ho parlato degli strumenti bandistici, così ora vi dico due
parole sui brani musicali. Vi parlo quindi di generi musicali e naturalmente di compositori.
Il pezzo forte della banda, inutile dirlo, sono le marce. Queste, in base allo scopo e al carattere che
hanno, si dividono in marciabili o militari e sono di ritmo allegro, religiose ad andamento moderato,
funebri di genere lento e sinfoniche con alternanza di tempo e carattere per uso concertistico.
In occasioni particolari si suonano anche inni, canti tradizionali, lodi sacre e simili, opportunamente
trascritte per l’insieme bandistico. Esistono inoltre composizioni originali, scritti appositamente per
l’organico bandistico e che alle volte esaltano un solista del gruppo. Ovviamente in ogni tempo non
sono mancate le trascrizioni dei celebri brani classici e operistici. Accanto a queste composizioni
caratteristiche per banda, trovano posto altri brani di natura “ballabile” che vengono anche suonati
dall’orchestrina, anche se con strumentale e tonalità differenti.
I generi credo siano noti a tutti, basti citare il valzer, la mazurka, la polka e altri simili. In ogni
tempo un po’ tutti i compositori hanno scritto musiche per la banda a partire dai grandi maestri
classici quali Beethoven, Mozart, Schubert, Verdi, Ponchielli, Wagner giù giù fino a noi con
maestri specializzati per la banda quali il Vessella e il piemontese Boario.
Nei cassetti del mio scrittoio conservo ancora alcuni libretti della vecchia banda, assieme ad altri
fogli di musica sciolti. Sono formati piccoli scritti a mano, sovente con calligrafia frettolosa, da far
risultare le note tante piccole macchioline di inchiostro. Leggere quella musica è un po’ come capire
la ricetta che ci prescrive il dottore!
Queste pagine ingiallite nascondono tra i pentagrammi notizie di vita quotidiana dei loro
proprietari: ora è un appunto per una somma ricevuta in Epifania, altra volta è un nome femminile a
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cui si dedica un brano e un sentimento, altra ancora la data con cui si è scritta la musica, oppure un
commento sul brano. Sul libretto musicale per trombone di Ernesto Deorsola, compaiono addirittura
i suoi commenti sui brani suonati. Ad esempio al termine del valzer n° 8 scriveva: “a l’è tut
sgarbujà” (è tutto pasticciato), al fondo di una monferrina segnava: “sta sì a fa na bela part”
(questa è una bella parte), dopo una polca si legge: “a l’è un pastiss né” (è un pasticcio).
Tra i compositori che hanno scritto musica per la vecchia banda di Capriglio, oltre al già citato
Michele Occhiena, occorre menzionare Giuseppe Sampietro. In verità i Sampietro, originari di
Tonco d’Asti, erano tutta una famiglia di musicisti ad iniziare dal padre Pietro (1871-1956) del
quale la nostra banda possiede alcune parti manoscritte. Compose marce anche per organo, come
dimostra la biblioteca comunale di Magnano presso la quale sono conservate. Il salto di qualità lo
fece il figlio Giuseppe, che dopo studi in America, tornò in patria ed aprì ad Asti in via Cavour un
negozio di musica ancora oggi esistente ma gestito da altri proprietari. Oltre alla gestione del
negozio dirigeva la Banda Musicale di Tonco e componeva musica per la banda e da ballo.
I musici di Capriglio, specie negli anni ‘40-’45 si recavano sovente al suo negozio per acquistare
qualche nuova composizione. Si partiva dal paesello in bicicletta e, arrivati ad Asti, si faceva
capolino alla bottega di musica. Dopo i soliti convenevoli, Giuseppe si sedeva al pianoforte e
improvvisava marce, valzer e quant’altro. Definiti i “pezzi” che piacevano, il maestro li scriveva sui
libretti per i vari strumenti. L’operazione poteva andare per le lunghe, in alcuni casi anche una
intera giornata, ma ai nostri musicanti non spiaceva attendere tutto quel tempo: lo usavano per
curiosare tra le vie della città che aveva sempre qualche ghiotta novità da offrire a chi arrivava dalla
campagna.
Tra le centinaia di composizioni musicali, vorrei qui ricordarne qualcuna delle più famose ed
eseguite dalla nostra banda. Perdonatemi se le elenco in ordine sparso: sono tante e un po’
mescolate tra loro.
Del citato Pietro Sampietro ecco “Minerva” marcia militare, “Castilla” paso doble, “Arcibaldo” one
step.
Come non ricordare del figlio Giuseppe almeno queste marce: “Scirè”, “Vulcania”, “Iolanda”,
“Nella”, “Lesana” e“Maria Pia”.
Sotto lo stesso nome o anche con pseudonimi o scritte da parenti come Piter, Sileo, Mister Pao,
esiste una sterminata produzione di celebri ballabili. I valzer innanzi tutto: “Parenzo”, “Allegro”,
“Così”, “Vincenzo”, “Cirrillo”, “Grillo”, “Silver”, “Trionfo”, “O Pais”, “Una foglia”, “Nilo”,
“Volontà”, “Guido”, “Ciao”, “Follie” e l’elenco non finirebbe mai. Le mazurche come: “Zitella”,
“Dori”, “Olimpia”, “Edera”, “Camelia”, “Esilda”, “Carla”. E poi polchette e one step: “Teresina”,
“Carolina”, “Annetta”, “Usco”. I tanghi: “Geri”, “Dimmi”, “Tinta”.
Conviene ancora che io parli di Massimo Boario. La sua produzione copriva l’intero panorama
musicale bandistico. Marce da sempre suonate sono: “Piemonte”, “Cortina”, “Venezia”, “Sveglia al
campo”, “Sabatino”, “Sangue piemontese”, “Palma”, “Premilitare”, “Società alpini”, “Cervino”,
“La canavese”, “Liguria” e la famosissima “Monviso” suonata da tutte le bande della zona. Anche
nel campo religioso-funebre svettano nomi importanti: “Sacro Vessillo”, “Madonna di Crea”, “San
Domenico Savio”, “Regina Virginum”, “Osanna”, “Sotto ad un cipresso”.
Nella produzione di ballabili oltre ad “Idillio” valzer, con cui la nostra banda si classificò al primo
posto al concorso di Monale, i libretti dei nostri musicanti raccoglievano altri valzer quali:
“Apollo”, “Silvio”, “T’aspetto al varco”, “Pensiero notturno”, “Primi raggi”, “Giglio appassito”,
“Baci di fuoco”, “Gli angeli” ed altri. Mazurche sempre richieste come: “Allegretta”, “Le rose”,
“Nilla”, “Mirandola”, “Licinia”. Polche brillanti: “Al circo”, “Graziosina”, “Allegri scapoli”,
“Arrivederci”, “Biondina”. Tanghi indimenticabili: “Voci nell’ombra” e “Il tango delle rose”.
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7. E FRA CENTO ANNI...
Mi piace terminare questo racconto con voi, amici della banda, fantasticando un po’ con la testa.
Noi vecchi ormai abbiamo solo più forze per pensare e dopo i ricordi vale la pena di chiedersi cosa
verrà in futuro. Nessuno di noi ha la sfera di cristallo per conoscere l’avvenire, e forse è meglio
così, ma la speranza che un sogno si avveri non muore mai. Io poi di sogni ne coltivo almeno tre.
Innanzitutto l’augurio che la banda, anche tra mille difficoltà, persista e continui la sua opera.
Da inizio ‘900 a oggi moltissime cose sono cambiate e la musica, che per sua natura tende ad essere
oltre il presente, si è proiettata verso frontiere mai immaginate. Dalla scomparsa della tonalità alla
esaltazione della ritmica all’avvento dell’elettronica e dei calcolatori, tutto sembra lasciato nelle
mani della pura scienza e della tecnologia. E se in parte ciò è vero, non bisogna dimenticare che il
vero artista usa queste risorse come mezzi per plasmare la sua opera, ma questa nasce sempre da lui,
dalle sue emozioni e dalla sua sensibilità artistica.
Così sarà anche per chi suona la musica: anche se le nuove tecnologie avanzano prepotentemente
tra noi, simulando sempre meglio il suono degli strumenti, l’interpretazione e l’emissione di una
certa nota dipenderà sempre dal labbro del musicista.
Il mio secondo sogno riguarda i giovani. Se anche uno solo tra loro leggendo queste pagine, anche
per caso, restasse folgorato dalla passione per la musica, così da volerne sapere di più e si
avvicinasse alla banda, io non avrei scritto invano questi fogli.
Ai giovani voglio ricordare che la musica è un’arte ma anche una disciplina: non la si impara in
poche ore come tanti mistificatori vogliono far credere. Occorre quindi prima ancora della voglia di
studiarla sentire dentro il fuoco divoratore per impararla. Detto questo però non si deve neppure
credere a chi dipinge questo studio come diabolico. La disciplina, cioè l’arte di dosare e regolare gli
sforzi in modo logico e ordinato renderà lo studio gradevole e presto la musica ricompenserà dei
sacrifici fatti accompagnandovi per tutta la vita da sincera amica.
Sogno ultimo, della mia debolezza umana, è la consolazione che qualcuno, tra altri cento anni,
continui questa mia storia: sarebbe il segno evidente che la mia speranza si è realizzata e il mio
lavoro non è stato inutile.
Il mio racconto si ferma qui.
La nostra comune patrona Santa Cecilia abbia la bontà di proteggere sempre la cara “Banda
Musicale di Capriglio”.
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INDICE DEI MUSICANTI
Peira Remo e Truffa Luigi
Gli elenchi riassumono i musicisti citati nel testo. I dati che non si sono potuti rintracciare o
verificare per certi, sono stati indicati con i punti di domanda “???”, quelli approssimati seguiti dal
simbolo “~”.
Musicanti di Capriglio
COGNOME E
NOME
ANNO DI NASCITA
ANNO DI MORTE
Agagliate Ercole
Agagliate Francesco
Agagliate Settimio
Bello Anselmo
Candelo Camillo
Candelo Claudio
1897
1934
1911
1904
1936
1957
1981
Vivente
1978
1975
Vivente
Vivente
Candelo Franco
1950
Vivente
Candelo Luigi (Vigin)
Candelo Primo
Candelo Rinaldo
1898
1927
1926
1971
Vivente
Vivente
Candelo Secondo
(Gondinet)
1920
1944
STRUMENTO
SUONATO
Flicorno Contralto
Tamburo
Clarinetto Soprano
Tamburo
Basso Grave in Fa
Clarinetto, Sassofono
Contralto e Tenore
Flicorno Baritono,
Trombone Tenore,
Batteria
Clarinetto Soprano
Tromba, Violino
Tamburo, Grancassa e
Piatti, Fisarmonica,
Harmonium
Tamburo
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COGNOME E
NOME
ANNO DI NASCITA
ANNO DI MORTE
STRUMENTO
SUONATO
Capello Vincenzo
(Neto)
Deorsola Andrea
(Andrijn)
Deorsola Ernesto
Deorsola Giuseppe
(Pinòto)
Deorsola Libero
(Liberin)
Deorsola Maggiorino
(Magior)
Faussone Giuseppe
(Pinin ‘d Brangion)
1902
1998
Trombone Tenore
1896
1980
Contrabbasso a corda
1899
1894
???
1979
Trombone Tenore
Fisarmonica
1903
1966
Tromba
1906
1986
Trombone Tenore
1902
1988
Gai Carlo (Carlin ‘d
Gai)
Lattore Giovanni
(Postin)
Meriano Franco
Occhiena Albino
(Bino)
Occhiena Camillo
Occhiena Cesario
Occhiena Dario
Occhiena Diego
Occhiena Domenico
(Minòt)
Occhiena Ercole,
Camillo
Occhiena Ettore
(Pretor)
Occhiena Giovanni
(Gianmaria)
Occhiena Giovanni
(Gioanin ‘d Minat)
Occhiena Lorenzo
Occhiena Lorenzo
(Lorenssin ‘d Giano)
Occhiena Massimino
1918
Vivente
Grancassa e Piatti,
Violino, Contrabbasso
a corda, Cantante
Trombone Tenore
1888
1970
Trombone Tenore
1938
1905
Vivente
1979
Clarinetto Soprano
Flauto
1880
1893
1966
1960
1905
1975
1953
Vivente
Vivente
1980
Basso Grave in Fa
Clarinetto Soprano
Clarinetto Soprano
Clarinetto Soprano
Trombone Tenore
1906
1988
Clarinetto Soprano
1899
1990
Trombone Tenore
1876
1929
Clarinetto Soprano
1907
1967
Basso Grave in Fa
1930
1881
Vivente
1973
Basso Grave in Fa
Tromba
1931
Vivente
1878
1888
1902
1947
1923
1983
Clarinetto Soprano,
Sassofono Contralto e
Tenore
Clarinetto Soprano
Flicorno Tenore
Basso Grave in Fa
1879
1941
Grancassa e Piatti
1969
Vivente
Sassofono Soprano
Occhiena Michele
Ortolano Carlo
Ortolano Francesco
(Cichin)
Ortolano Giovanni
(Gambiso)
Peira Daniela
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COGNOME E
NOME
Peira Giuseppe (Pinin)
Peira Lorenzo
(Bassòto)
ANNO DI NASCITA
ANNO DI MORTE
1914
1884
1941
1985
STRUMENTO
SUONATO
Tromba
Basso Grave in Fa
Peira Lorenzo
(Lorenssin)
Peira Michele (Chelo)
1907
1999
Clarinetto Soprano
1889
1968
Peira Remo
Peira Vincenzo
Rigo Domenico (Vigiu)
Tagliaferro Valter
Truffa Luigi (Gino)
Valenza Francesco
(Cichinet ‘d Giorssin)
1913
1885
1914
1964
1916
1901
1999
1915 (~)
1994
Vivente
1998
1980
Tamburo, Flicorno
Tenore (~)
Flicorno Contralto
Tromba
Flicorno Contralto
Clarinetto Soprano
Tromba
Tromba
Musicanti di altri paesi
COGNOME E NOME
Gramaglia Eligio
Gramaglia Sergio
Manello Giuseppe
Capello Giorgio
Pillone Aldo
Roffinello Francesco
Bombarda Guido
Bonato Mario, Giuseppe
Polato Emanuele
Zonta Luigi
Biglino Claudio
Bechis Marco
Goria Franco
Gavello Giuseppe
Musso Carlo
LOCALITÀ
Buttigliera d’Asti
Buttigliera d’Asti
Buttigliera d’Asti
Castelnuovo don Bosco
Castelnuovo don Bosco
Castelnuovo don Bosco
Colle don Bosco (Castelnuovo)
Colle don Bosco (Castelnuovo)
Colle don Bosco (Castelnuovo)
Colle don Bosco (Castelnuovo)
Fraz. Mondonio (Castelnuovo)
Fraz. Morialdo (Castelnuovo)
Maretto
Marmorito
Piovà Massaia
STRUMENTO SUONATO
Trombone Tenore
Tromba
Trombone Tenore
Clarinetto Soprano
Clarinetto
Tamburo
Tromba
Basso Grave
Clarinetto Soprano
Tromba
Flicorno Baritono
Sassofono Contralto
Flicorno Contralto
Tromba, Flicorno Soprano
Basso Grave
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GLI STRUMENTI DELLA BANDA
A seconda del tipo di strumenti che la compongono, della loro quantità e dei loro raddoppi si usa
dividere le bande in tre categorie: piccola banda (max. 30 elementi), media banda (max. 45-50
elementi), grande banda (max. 80-100 elementi). Di seguito vengono indicati tutti gli strumenti (dal
più acuto al più grave) che compongono la grande banda.
Ottavino
Flauto
Oboe
Fagotto e Controfagotto
Clarinetto piccolo in Mib e Lab (Quartino)
Clarinetto soprano in Sib
Clarinetto contralto in Mib
Clarinetto basso in Sib (Clarone)
Sassofono soprano in Sib
Sassofono contralto in Mib
Sassofono tenore in Sib
Sassofono baritono in Mib
Sassofono basso in Sib
Cornetta in Sib
Corno in Fa e Mib
Tromba in Sib
Tromba media e bassa in Mib e Sib
Trombone Tenore
Trombone Basso e Contrabbasso
Flicorno sopranino in Mib
Flicorno soprano in Sib
Flicorno contralto in Mib (Genis)
Flicorno tenore in Sib
Flicorno Baritono e Basso/Eufonio (Bombardino)
Flicorno basso grave in Mib e Fa
Flicorno contrabbasso in Sib
Timpani
Tamburo
Grancassa e Piatti
Campane, Gong, Tam-Tam, Triangolo, ecc.
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banda musicale di capriglio