La
Girandola
Periodico della Scuola del Sacro Cuore (Opera Sant’Alessandro) di Villa d’Adda (Bg) - nr. 26 ottobre 2009
A caccia di
...mummie
Venerdi 9 ottobre noi alunni
delle
classi
quarte,
accompagnati dai maestri
Elisa, Mariangela e Roberto,
siamo andati in gita al Museo
di Bolzano, per vedere le
mummie, ma soprattutto per
vedere “OTZI”, l’uomo venuto
dal ghiaccio.
E’ stato proprio sensazionale
vedere un uomo così
importante venire dal
passato!
Arrivati al Museo, dopo circa
tre ore di viaggio, ci siamo
suddivisi in tre gruppi,
ognuno con un insegnante
diverso.
Abbiamo visto, inizialmente,
una mummia di iena morta
intrappolata dentro una
grotta. Successivamente
abbiamo notato uno scheletro
di volpe, della quale si sono
conservati persino i baffi!! La
guida ci ha poi portato a
vedere le mummie egizie, ci ha
spiegato che ai defunti
inizialmente toglievano i
polmoni, poi l’intestino, il
fegato e lo stomaco; il cuore,
invece, veniva lasciato,
mentre il cervello veniva
frullato.
Poi finalmente abbiamo visto
Otzi, morto a causa di un
uomo che gli ha tirato una
freccia nella spalla sinistra.
Ci hanno spiegato che Otzi al
momento
della
morte
indossava una mantella d’erbe
intrecciate e pelli di animali,
portava scarponi imbottiti di
fieno per ripararsi dal freddo.
Il suo mondo era quello di
5300 anni fa.
Continua in quarta
Vacanze in bicicletta
La brezza leggera mi porta alle
narici l’odore del mare. Lo
sciacquio delle onde ritorna
pigro sempre identico a sé
stesso: se voglio mi posso
sporgere da una balaustra e
guardare dentro il mare stesso.
Il cielo da grigio chiaro, come
praticamente rimane per
giornate intere qui, si trasforma
in una tinta di color ciano, che
smussa le linee degli edifici: in
uno di questi, con i suoi tavolini
invitanti e i suoi menù disposti a
bell’agio dei turisti, mi fermerò a
mangiare per assaporare nuovi
gusti e differenti accostamenti,
che sanno un po’ di Francia.
Questa è la Bretagna, la regione
nord-occidentale della terra
transalpina che si protende
verso l’Oceano Atlantico. Alle
mie spalle i quasi mille
chilometri di aereo e treno che
mi hanno separato dalla
Lombardia; davanti a me i quasi
settecento che percorrerò sulle
due ruote.
La mia bicicletta, infatti, mi sta
proprio di fronte, parcheggiata
ad una colonnina di metallo.
L’ho portata con me dall’Italia:
le voglio far visitare un’altra
terra straniera.
Il progetto è chiaro nella mia
mente: percorrere la Bretagna e
buona parte della Normandia,
viaggiando verso est, tra i 600 e i
700 chilometri, per terre
verdeggianti e agricole,
incontrando le suggestioni
medievali tipiche della terra dei
nostri “cugini” e i luoghi che
hanno cambiato la storia
d’Europa
poco
più
di
sessant’anni fa da queste parti.
Le gambe mi dovranno guidare
dentro Saint Malo, Dinan,
Bayeux, Mont Saint Michel,
Combourg, che sono alcuni
pittoreschi paesi dal sapore di
Europa antica, fino alle spiagge
dello “sbarco” per eccellenza,
quello a Utah Beach e Omaha
Beach degli Statunitensi
all’assalto dell’impero nazista
durante la Seconda Guerra
Mondiale.
Non vi starò a raccontare cosa si
può osservare attraversando
chilometro per chilometro le
strade bretoni: perlopiù molte
distese verdi, interrotte con una
frequenza per noi impensabile
tanto è rada da qualche paesino,
quale più bello quale più
anonimo, campi coltivati tutto
intorno e una segnaletica
stradale estremamente precisa
che facilita davvero il
cicloturista.
Né vi racconterò delle
“impossibili” strade normanne
con
gli
inesorabili
e
interminabili saliscendi che
mettono a dura prova i polpacci;
salvo
poi,
ogni
tanto,
ricompensare con squarci di
asfalto a breve distanza dal
mare.
Non vi parlerò dei cieli
perennemente grigi, anche se
mai carichi di pioggia; delle temperature fresche in agosto
(soprattutto di prima mattina)
e della gradevole cupola color
cenere, la quale sovrasta di continuo villaggi che vi fanno
chiedere
come
mai
apparirebbero se spruzzati da
un’occhiata di sole.
Non vi parlerò nemmeno del
cibo francese, meno ricercato di
quanto si pensi – perlomeno in
questa zona di Francia – molto
più centroeuropeo, lontano dai
sapori vari e ottimi della cucina
italiana eppure interessante e
soddisfacente.
Detto tra noi: provate sempre,
lontani da ogni diffidenza, i cibi
che vi cucinano secondo la
tradizione locale quando visitate
un altro Paese. Gli odori, i sapori,
Continua in ultima
Racconti dalla quarta a
BIANCHINO IL
FANTASMINO
In una casa diroccata alla
periferia di una grande città,
abitava un fantasmino che
amava i colori e non sopportava
di essere tutto bianco. Un
pomeriggio decise di andare in
città a vedere se trovava qualche
idea per risolvere questo
problema. Passò davanti a un
grande negozio e in vetrina vide
un’infinità di colori stupendi!
Decise che li avrebbe usati per
colorarsi. Il problema era come
fare a prenderli infatti il negozio
era pieno di umani e lui di certo
non
sarebbe
passato
inosservato. Decise di attuare un
piano: aspettò che si svuotasse il
negozio e quando c’ era soltanto
la commessa, vi entrò e comprò
tutti i tipi di colori anche quelli
più bizzarri, sotto lo sguardo
spaventato e incredulo della
ragazza. Tornò a casa sua e si
tuffò nella tinozza dove aveva
versato tutti i colori. Finalmente
non era più bianco e visse felice e
contento
di
essere
un
fantasmino colorato.
Pietro R. 4^ A primaria
Tanto tempo fa in una casa
bianca, viveva un fantasmino
che si chiamava Bianchino, era
bianco come il latte, ma voleva
diventare tutto colorato. Una
notte decise di andare a
comprare le tempere e così fece.
“Evviva!” Esclamò Bianchino.
“Finalmente ho i colori”.In quel
momento un cane glieli strappò
dalle mani e si mise a correre.
“Ritorna qui!” Gridò Bianchino
inutilmente perché l’animale
continuò a scappare. Il
fantasmino si limitò ad
inseguirlo. Ad un certo punto il
cane inciampò e perse tutto ciò
che aveva rubato.
Bianchino velocemente riprese
le sue tempere, ma si accorse che
mancava il pennello e andò a
comprare anche quello.
Successivamente tornò a casa,
aprì i colori e si mise a colorarne
le pareti. Alla fine si accorse che
non c’erano più colori per lui e
andò a cercarli nel suo armadio.
Trovò un baule con dei colori,
per i fantasmi! Cominciò a
dipingersi di blu, rosso, giallo,
verde, viola e arancione.
A quel punto era felicissimo per
se stesso e per la sua casa
colorata che sembrava un
castello multicolore.
Visse per sempre felice e
contento insieme ai suoi nuovi
colori.
Filippo T. 4^ A primaria
IL
FRIGORIFERO
FREDDOLOSO
Nella cucina di Milena c’era un
frigorifero che si lamentava
perché ha molto freddo.
Un pomeriggio mentre la
bambina faceva la merenda,
sentì una strana voce che
proveniva dall’angolo della
cucina.
Aspettò qualche minuto e
cominciò ad avere un po’ paura.
Allora andò dalla mamma che le
disse: “Penso che tu abbia la
febbre, ma ora non posso stare
con te, devo andare a lavorare!”
Milena provò ad andare di
nuovo in cucina, si avvicinò e
sentì: “Brrr!Che freddo!Signor
yogurt cosa posso fare?Se vado
avanti così mi verrà un bel
raffreddore.” Allora intervenne
la mozzarella che disse: “Ma
come? Non sei abituato a sentire
questo freddo?” Milena che era
accanto al frigorifero, sentiva
più voci di prima, si fece
coraggio e lo aprì: tutto era immobile e silenzioso.
Allora lo richiuse e ricominciò a
sentir parlare. Chiamò suo papà
e gli spiegò la situazione.
Anche lui improvvisamente
sentì un “brrr” provenire dal
frigorifero.
Decise di staccare la spina e di
chiamare al più presto un
tecnico per visionare il
frigorifero.
Giorgia F.4^ A primaria
LA NUVOLA VANITOSA
C’ era una volta una nuvola
vanitosa che era la più grande di
tutte e si vantava con le sue
amiche.
Un pomeriggio videro nel cielo
un castello molto lontano.
Decisero di raggiungerlo e lì
trovarono degli orchi che
stavano facendo un torneo di
salto in lungo. Accanto al
castello c’era un bar dove
comprarono una bibita, quella
della vanitosetta scoppiò
pag. 2
mentre la beveva e lei divenne
un po’ più piccola. Mentre
assistevano alla gara, un gigante
fece un balzo lunghissimo e
stava per vincere. La nuvola
vanitosa disse agli altri orchi che
era impossibile raggiungerlo.
Invece un altro orco saltò
ancora più lungo e superò l’altro
compagno. Visto che la vanitosa
era molto grande si prese l’ orco
in piena faccia e scoppiò. A quel
punto le sue amiche minuscole si
misero a ridere e lei si disperse
per sempre nel cielo.
Marco C. 4^ A primaria
IL LETTO CHE
RUSSAVA
Nella cantina di un negozio di
mobili, c’era un letto che
russava;durante la notte il
rumore era così fastidioso che
nemmeno la guardia notturna
riusciva a dormire.
Una mattina, stufa per le molte
notti insonni, la guardia andò
dal Signor Rossi che era il
direttore e gli raccontò tutto dei
rumori
notturni
che
provenivano dalla cantina.
Il direttore e la guardia scesero
al piano inferiore e non videro
altro che letti, armadi e
comodini, ma ad un tratto
sentirono che da una larga
fessura di un letto usciva un
rumore simile a quello di una
persona che russava.La guardia
pensò che era strano perché sul
letto non c’era nessuno.
Il Signor Rossi provò ad alzare il
materasso, il letto si svegliò e
disse: “Stavo facendo il mio
sonnellino!Perché mi avete
svegliato?”La
guardia
terrorizzata disse: “Parla! Il letto
parla!” Il direttore con un filo di
voce chiese: “Mi scusi signor
letto, ma lei sa dirci perché
russa?” “Sa che non lo so
proprio! Ogni notte sento uno
strano solletichino!” “Ma certo!”
Urlò il capo. “Che cosa?” Chiese
allora la guardia. “Le piume che
escono
dal
materasso
solleticano il letto e lui invece di
ridere russa! Semplice no?”
Esclamò il direttore. Allora
insieme
cambiarono
il
materasso e il letto li ringraziò.
A quel punto tornarono nel
negozio orgogliosi di aver
risolto il caso.
Adele P. 4^ A primaria
Settimana del libro
… LETTURE PER ARIA …
I bambini della terza B
primaria hanno assistito
ad uno spettacolo molto
paricolare proposto da
PROMOISOLA
in
collaborazione con la
FIERA DEL LIBRO; ecco
alcune
delle
loro
impressioni estrapolate
dai testi.
Lo spettacolo parlava di due
storie, la prima era del sole che
non tramontava mai e la
seconda di un francese che
parlava ai pesci. Le storie erano
così belle che mi hanno fatto
ridere e divertire tanto!
Terminata la scuola ho
raccontato ai miei genitori
come ho trascorso la bella
giornata.
Miguel
Il naratore era un robusto signore che ci ha cantato un po’
di canzoni e raccontato delle
storie. Quella che ho preferito
è stata l’ultima canzone dei
saluti perché è durata molto e
il signore cambiava sempre
voce.Lo spettacolo però non mi
è piaciuto molto non mi sono
divertito.
Francesco T.
Durante lo spettacolo un signore ci ha raccontato due
storie, tre canzoni e due poesie.
Lo spettacolo è stato bello, le
canzoni era divertenti e la
storia dell’amico dei pesci che
parlava francese era bellissima!
Finito lo spettacolo la maestra
ci ha portato in una stanza
dove c’erano dei libri che
potevamo guardare. Questa
gita mi è piaciuta molto!
Roges
Mercoledì sono andata alla
fiera del libro con i miei
compagni.
Ci
hanno
raccontato una storia molto
bella e fatto ascoltare delle
canzoni buffe. Lo spettacolo mi
è piaciuto tanto perché la
storia del capitano francese mi
ha fatto ridere tanto! Sono
stata contenta di aver
partecipato allo spettacolo.
Alessandra
Mercoledì sette ottobre io e la
mia classe siamo andati a
vedere uno spettacolo di
“Letture per Aria”. Un signore
ci ha raccontato delle poesie e
delle storie divertenti. Finito lo
spettacolo abbiamo visto molti
libri e salutato le nostre ex
compagne di classe Sofia e
Beatrice, poi siamo risaliti sul
pulmino Sala per tornare a
scuola. In questa lunghissima
gita devo dire che mi sono
divertita molto. Mi sono
piaciute le canzoni e sono
contenta perché ho rivisto le
mie amiche.
Marta
Mercoledì sette ottobre sono
andata in gita con la mia classe;
abbiamo conosciuto un signore che amava leggere e
cantare. Le sue canzoni erano
allegre e mi facevano ridere
tanto! Abbiamo incontrato
anche le nostre ex compagne
Sofia e Beatrice, dopo averle
salutate ed abbracciate siamo
tornati a scuola. È stata una
bella esperienza!
Laura
Mercoledì sette ottobre io e i
miei compagni siamo andati in
gita alla fiera del libro e
abbiamo visitato la casa di
riposo. C’ erano tante
nonnette, alcune malate ed
altre no; una signora mi ha
colpito perché era molto
vecchia e ammalata. Si è
presentato poi un signore che
si chiamava Ferruccio e ci ha
raccontato storie molto buffe,
divertenti ed interessanti.
Questo spettacolo mi è
piaciuto perché mi sono
divertito tanto!
Matteo A.
Un signore robusto e anziano
ci ha raccontato delle storie e
cantato
delle
canzoni
divertenti . la storia che mi è
piaciuta di più è stata quella
che raccontava di un cane che
voleva fermare il sole. Questa
gita mi è piaciuta perché mi
sono divertita.
pag. 3
Emanuela
La fiera del libro era allestita in
una casa di riposo. Ci siamo
accomodati in un salone e u signore ci ha cantato canzoni
divertenti e ci ha letto due libri
interi di fiabe buffe.
Conclusa la lettura siamo usciti
e abbiamo visto molti libri.
Questa gita mi è piaciuta molto
perché c’erano tante persone
che ci facevano divertire e
abbiamo incontrato due
nostre vecchie compagne.
Matteo G.
Mercoledì otto ottobre io e la
mia classe siamo andati in gita
a Brembate a vedere uno
spettacolo di storie e canzoni
in una casa di riposo per
anziani. C’ erano anche molti
libri di dinosauri, bibbie e tante
storie belle, fantastiche e animate. Delle storie che ci hanno
raccontato quella che ho
preferito è stata la fiaba del
cagnolino che voleva cercare la
luna per far tornare la notte.
Questa gita mi è piaciuta
perché i personaggi delle storie
erano simpatici e buffi.
Riccardo
Io e la mia classe siamo andati
a Brembate per conoscere un
signore che leggeva e suonava
la chitarra. Ha letto un libro
che parlava del sole e poi ha
cantato una canzone che
faceva ridere.
Lo spettacolo mi è piaciuto
molto perché il signore era
divertente .
Cristiano
Mentre aspettavamo che lo
spettacolo iniziasse abbiamo
incontrato Sofia e Beatrice che
sono state nostre compagne di
classe e le abbiamo salutate.
Durante lo spettacolo un signore ci leggeva delle storie
divertenti e ci cantava delle
filastrocche. Mi ha fatto ridere
tanto la filastrocca della torre
di Pisa storta. Questa gita mi è
piaciuta perché il narratore ci
ha raccontato storie davvero
divertenti.
Francesco B.
emozioni
QUEST’ESTATE
HO LETTO
UN LIBRO…
Titolo: LE FIABE DI
CAPUANA
Autore:
LUIGI
CAPUANA
In questo libro ci sono tre
fiabe.Una di queste parla di
un
postino
povero,
chiamato Saetta perché era
molto veloce. Un giorno alla
porta di Saetta bussò un
nano che gli disse di
consegnare uno scatolino al
mago e di riportargli la
ricevuta. In cambio il nano
avrebbe dato a Saetta due
monete d’oro. Saetta
accettò la proposta e partì.
Arrivato a metà strada,
sentì una vocina provenire
dallo scatolino che gli disse
di non portarlo dal mago
perché lui era il re di Spagna.
Saetta cercò di ripetere la
filastrocca che serviva per
liberare il re, ma non ci
riuscì. Saetta allora riprese
la strada e arrivò dal mago.
Invece della ricevuta il mago
gli consegnò un grosso
uovo.
Saetta tornò dal nano per
dargli l’uovo, ma il nano
decise di lascarglielo perché
sapeva
che
sarebbe
diventato un bambino.
Dopo qualche giorno l’uovo
si schiuse e nacque una
tartaruga con la faccia da
bambino che Saetta e la sua
moglie
chiamarono
Tartarughino.
Dopo dieci anni venne il re di
Spagna
e
liberò
T a r t a r u g h i n o
dall’incantesimo.
Tartarughino diventò un
bambino.
Classe 3^A primaria
A caccia di mummie
dalla prima
Quando hanno scoperto che
aveva con sè delle armi, gli
studiosi hanno pensato che si
trattasse di un guerriero, ma
la sua identità è ancora un
mistero.
L’hanno scoperto due turisti
che hanno visto da lontano
qualcosa che sembrava un
cappotto, ma quando si sono
avvicinati, si sono accorti che
era un cadavere, ed hanno
chiamato la polizia.
Quando la polizia è arrivata,
è stato usato il martello
pneumatico per togliere il
corpo dal ghiaccio, che ogni
sera si riformava.
Quando finalmente sono
riusciti a toglierlo dal
ghiaccio, l’hanno portato al
museo.
Dopo aver visitato il museo, ci
siamo recati in un oratorio
per
pranzare.
Mentre
pranzavamo le nostre
maestre urlavano per farci
stare in silenzio.
Durante il pranzo ci siamo
divertiti molto nel giocare,
parlare e guardare fuori dalla
finestra mentre pioveva.
Nel pomeriggio, abbiamo
fatto una piccola passeggiata.
Successivamente abbiamo
preso il pullman e dopo circa
tre ore di viaggio siamo
finalmente arrivati a scuola,
felici di aver vissuto questa
giornata.
Per la IV A: Beatrice C, Giorgia F.,
Leonardo, Filippo
Per la IV B: Diana, Caterina,
21 settembre
Caro diario,
oggi è il mio compleanno e ho festeggiato i nove anni.
La mamma mi ha preparato due torte: una
supermegacioccolatosissima, l’altra, invece, al limone con la
faccia di Spongebob (almeno lo diceva la mamma, ma a me
non è sembrato). Sulle torte c’erano candeline blu, e su quella
al limone c’erano 4 lecca-lecca con le rispettive forme: hot
dog, hamburger, pizza e patatine.
Ciao, il tuo amico di 9 anni.
P.S. Ieri ho giocato un’amichevole, vinta 13 - 1 : purtroppo mi
sono preso uno strappo, quindi non posso correre per una
settimana.
Guglielmo IV B primaria
pag. 4
Dietro le … quinte
Un nonno per amico
Mio nonno si chiama Luigino,
ma tutti lo chiamano Gigi.
Ha settantasei anni ed è in
pensione, pero’ si dà da fare in
ogni momento, per qualsiasi
cosa.
Lui è un po’ grasso e ha una
corporatura robusta; è di
altezza media, ha una faccia
rotonda con le guance paffute.
Le sue mani sono gigantesche e
le usa per lanciarmi le ciabatte,
coltivare l’orto, mangiare e
svolgere le sue attività.
Ha capelli ben curati, sono neri
con dei ciuffetti bianchi; la
fronte è alta e rugosa, gli occhi
grandi e marroni, le ciglia sono
folte, le sopracciglia nere e
regolate nella giusta misura. Il
naso è grande e ben
proporzionato. Il suo modo di
vestire è sempre classico ed
elegante; infatti il nonno ha
sempre
buon
gusto.
Generalmente, ha un carattere
molto serio e, quando deve fare
qualcosa,
si
concentra
tantissimo; tuttavia quando c’è
da scherzare lui è sempre
disponibile.
E’ molto credente e va spesso a
messa.
E’ un uomo allegro e di
compagnia ed ha una dote
particolare: quando gli si chiede
qualcosa, non si tira mai
indietro. Lui quando deve
mangiare è il primo della
famiglia che si siede a tavola, il
suo piatto preferito sono i
casoncelli alla bergamasca.
Mio nonno è molto curioso
perché rispetto ad ogni cosa che
succede lui vuole sapere proprio
tutto. Ha un punto debole: si
addormenta subito appena si
siede sulla poltrona della mia
bisnonna e lo tiene sveglio solo
una buona partita di calcio.
I suoi hobby preferiti sono tanti
e divertentissimi tra loro; dal
giardinaggio allo sport e dalla
cucina ai viaggi; gli piace portare
in giro Lara, il mio cane.
Sono proprio fortunato ad
avere un nonno così, perché mi
vuole un mare di bene e non mi
lascia mai solo; quando gioco a
basket fa un tifo pazzesco;
quando deve occuparsi di
giardinaggio vuole solo me. E’
proprio un nonno fantastico e
pieno di risorse!!
Alberto 5^A primaria
Mia nonna si chiama Grace.
Ha settantacinque anni ed è
ormai in pensione.
E’ alta circa un metro e sessanta
ed è abbastanza magra. Ha un
bel volto paffuto e la carnagione
scura. I suoi capelli, biondi con
qualche
ciocca
castana,
sembrano cespugli perché li ha
ricci, ricci e sempre ha ordinati.
Le sue bellissime sopracciglia
sono folte, le ciglia invece, sono
arcuate e sempre ricoperte dal
mascara. Luminosi ed espressivi
sono i suoi occhi, infatti quando
mi guarda capisco subito quello
che mi deve dire. Il suo naso è
abbastanza grande, insomma, di
una grandezza giusta per
adorare tutto ciò che la
circonda. Le orecchie piccole, ma
sempre abbellite con orecchini
di diamanti e di perle, sono
sempre pronte ad udire tutto
anche le parolacce che ogni
tanto scappano a me e a mio
fratello. La bocca è grande come
un forno e sempre intenta a
chiedermi “Posso raccontarti le
mie storie?” Le labbra sottili, ma
larghe, sono sempre ricoperte
da un bel rossetto rosso. Le piace
molto truccarsi, infatti quando
si trucca sembra un’altra persona, inoltre le piace parlare con
me in inglese o in francese.
Segue spesso la messa alla
televisione: questa è una sua
abitudine. Quando vado a
trovarla lei mi prepara sempre il
pane con il “zatar”, un piatto
arabo.
Si veste sempre in modo
elegante, anche se sta in casa, e
sembra quasi che debba andare
ad
un
matrimoni
!!!
Abitualmente le piace indossare
una gonna con una camicia o un
vestito a fiori o con disegnate
delle farfalle. Il suo piatto
preferito è il riso con lo
spezzatino, accompagnato da
verdure crude.
Non pratica sport, qualche volta
è andata in palestra con la sua
amica Nicole. Guardare la
televisione non le piace molto,
preferisce seguire “Radio Zeta”
pag. 5
per ascoltare le tipiche canzoni
degli anni ottanta. Quello che
non le piace è invece avere la
casa in disordine.
Questa è mia nonna, alla quale
voglio un sacco di bene!
Nora Grace 5^A primaria
Mio nonno si chiama Pietro. Ha
settantasei anni ed è in pensione
da parecchio tempo, ma lavora
come volontario nel gruppo
Alpini di Villa d’Adda. E’ alto un
metro e settantacinque, è
robusto e molto grasso. Ha un
bel viso paffutello e roseo, ha
pochi capelli e davanti un solo
lungo ciuffo che pettina
all’indietro per sembrare più
giovane e per coprire la “pelata”.
Ha gli occhi grandi, di color
verde con delle sfumature
azzurre. Il suo naso è così grosso
che sembra la proboscide di un
elefante ; anche le sue orecchie
sono grandi e riesce a muoverle
senza toccarle! Una volta ha
agganciato ad un orecchio una
penna ed è riuscito a muoverla
senza toccarla. E’ molto simpatico e tutte le volte che vado a
trovarlo mi racconta le
barzellette o le storie di quando
era militare.
A volte è molto buffo:
quest’anno mentre eravamo in
spiaggia lui e un suo amico si
mettevano in strane e spiritose
posizioni da “macho” e tutti lo
guardavano. Solo la nonna
faceva finta di non conoscerlo!
Ogni mattina fa parecchi
chilometri a piedi per tenersi in
forma. Ha molta cura del suo
giardino, che è molto bello e
pieno di fiori, e dello stagno nel
quale vivono pesci e rane; però
ha cura soprattutto del cane di
mia cugina che abita nella stessa
casa. Lui ha anche un piccolo
vignetoe ogni mattina va a
controllare che il cane non abbia
distrutto qualcosa. Il suo piatto
preferito è formato da polenta,
coniglio e porcini.
Quello che vi ho descritto è il
mio adorato nonnino!!
Pietro 5^A primaria
Continua nella pagina seguente
Dietro le … quinte
Un tuffo nel passato
Mi stavo divertendo in giardino
con la palla, quando mi sono
accorto che nell’aria c’era
l’odore di salame al tartufo, del
formaggio e dei funghetti;
provenivano da un passante che
teneva in mano delle buste della
spesa
Allora mi è venuta in mente
quella volta che io e la mia
famiglia siamo andati a Bergamo
a vedere le bancarelle.
Passando davanti alle bancarelle
gustavo gli assaggi con felicità,
come il salame al tartufo che era
morbido e molto buono; il
formaggio molto gustoso perché
aveva conservato il sapore del
latte e i funghi cosparsi d’olio
che emanavano un odore che
faceva venire l’acquolina in
bocca.
C’erano anche pupazzetti e abiti
di lana fine che ti tenevano caldo
il corpo e se li toccavi ti
sembrava di toccare le nuvole.
I commercianti erano tutti
sorridenti e gentili e invitavano i
passanti ad avvicinarsi.
I signori anziani continuavano a
spingere e a parlare molto forte
perché alcuni di loro erano un
po’ sordi, ma quello che ci
preoccupava di più erano i ladri
che potevano rubare il
portafoglio a mio padre e quindi
gli sono stato dietro per
controllare che nessuno glielo
rubasse.
Infine ci siamo mangiati un cono
gelato perché eravamo molto
stanchi e affamati.
Improvvisamente il mio ricordo
svanì perché mia madre mi
chiamò per la cena.
Francesco 5^B primaria
L’anno scorso, ero fuori in
giardino da solo e mentre
guardavo la neve scendere molto
lentamente, mi sono ricordato di
un episodio successo quando ero
in prima elementare.
Era inverno e dopo una lunga
notte di neve mio nonno si è
alzato presto per spalare il cortile e permettere così alle auto di
passare. Quel giorno dovevo
andare a scuola e mi
accompagnarono mio zio e mia
nonna perché né la mamma, né il
papà erano in casa. Appena
messe le catene alle ruote della
macchina grigia, partimmo.
Quando arrivai a scuola vidi che
Un nonno per amico
dalla pagina preceente
La mia nonna materna si chiama
Albina e ha settant’anni.
E’ abbastanza alta e magra.
Ha il volto ovale e abbastanza
scarno, con molte lentiggini; la
sua pelle è flaccida.
I capelli sono castani, un po’
mossi; viene dalla mamma a
farseli pettinare e se glieli tocchi
quando è ben pettinata, si
arrabbia. I suoi occhi sono
grandi e marroni; il naso è
lungo, le orecchie sono piccole,
ma abbellite con orecchini
diversi. Il suo carattere è buono,
però se comincia a parlare ti
stressa. Se deve andare ad una
festa, mi chiede sempre quali
vestiti potrebbe indossare e che
orecchini mettere.
Ha la mania di pulire sempre la
casa, a volte ci chiama per
andare in montagna o per fare
una passeggiata con il cane.
Quando faccio uno sport nuovo,
com’è successo per lo snowboard, dice che è pericoloso e si
lamenta fino a quando non
smetto di farlo. I suoi hobby
sono andare in piscina e girare
per negozi a fare compere. Un
giorno, quando eravamo in
vacanza, io, lei e la mamma
siamo andate sulla piattaforma
in mezzo al mare; il papà diceva
che la nonna non riusciva a
raggiungere la piattaforma
senza materassino, invece c’è
riuscita.
La nonna prende quasi sempre i
“Gratta e Vinci”, ma non vince
niente!
I suoi piatti preferiti sono la
piadina, la carne con la polenta;
è molto golosa infatti si porta
sempre le caramelle in borsa.
Greta 5^A primaria
il preside spalava il cortile per via
dei cumuli di neve che si erano
formati. Dopo qualche minuto di
discussione, mio zio stava per
ripartire. Io avevo aperto la
portiera congelata dal freddo
per scendere, ma mio zio mi
bloccò e mi disse che quel giorno
non ci sarebbe stata scuola!
Tornai a casa e con mia nonna
costruii un bel pupazzo di neve
congelandomi i guanti, giocai a
palla e poi salii insieme al nonno
sulla ruspa, che faceva molto
rumore, per spalare via tutta
quella
neve,
lasciando
ovviamente intero il mio bel
pupazzo… stavo pensando a tutto ciò quando mia mamma mi
chiamò per cenare e tornai al
presente.
Roberto 5^B primaria
Quest’anno mia mamma per il
mio compleanno ha preparato
una torta.
Ero in cucina con mio papà ad
aspettare che la preparazione
fosse ultimata e quando me l’ha
mostrata, mi sono stupito
perché era grande, tutta fatta di
cioccolato con un sacco di
morbida glassa e mi ha fatto
ricordare il mio primo
compleanno.
Ero piccolo ed eravamo a casa di
mia zia, c’erano tutti: cugini, zii,
genitori e nonni; sul tavolo c’era
la torta, era uguale alla torta di
quest’anno, era enorme, fatta di
cioccolato con molta glassa,
profumava di cioccolato al latte
e di cacao.
Era
stato
molto
bello
soprattutto per i regali: mi
avevano
regalato
una
macchinina rossa fatta di ferro,
con delle gomme grigie,
profumava di nuovo e per farla
andare bisognava tirarla
all’indietro e poi lasciarla; la
conservo sullo scaffale della mia
camera. Un altro dono era una
ruspa che conservo nel mio
armadietto: è arancio costruita
in plastica, molto grande, con
gomme nere e molli e per farla
andare la si deve spingere.
Vorrei mangiare ancora quella
torta, ma mia mamma ha detto
che non la prepara più perché
ormai sono grande!
Thomas 5^B primaria
pag. 6
Composizione a ruota libera
Una
giornata
speciale delle mie
vacanze
Quest’anno sono andato in
montagna e l’ultimo giorno
di vacanza un amico di
famiglia mi ha portato al
bivacco, una capanna in
mezzo al verde nel parco
dello Stelvio.
Abbiamo mangiato a casa
mia e dopo circa un quarto
d’ora siamo arrivati all’inizio
del sentiero. Abbiamo
lasciato lì la macchina e
abbiamo proseguito a piedi. Il
viaggio
sembrava
interminabile ma dopo
un’ora e trenta siamo
arrivati ad un agriturismo
dove abbiamo fatto merenda
e
ci
siamo
riposati.
Successivamente
siamo
ripartiti più stanchi che mai e
dopo due ore siamo arrivati
al bivacco.
Ci siamo recati al piano di
sopra a preparare i sacchi a
pelo e poi siamo andati a
vedere i cervi! Ne abbiamo
visti una ventina sulle
montagne ma, rientrati, era
già ora di cena e allora siamo
andati a prendere la legna
nella legnaia per accendere la
stufa e cucinare. Dopo una
bella mangiata siamo andati
ancora ad osservare i cervi
che erano a circa 500 metri
da noi: una cosa incredibile!
Dopo
tutto
questo
divertimento siamo andati a
dormire. Al mattino, quando
siamo scesi, è arrivato un
temporale e quindi ci siamo
bagnati; anche se c’era la
pioggia è stata comunque
una bellissima esperienza da
ricordare con piacere.
Andrea T. 1^B Sec.
La giornata più speciale delle
mie vacanze l’ho trascorsa al
city camp della scuola. Era il
giorno dei giochi d’acqua e al
mattino abbiamo però
iniziato subito, appena
arrivati, a studiare sui libri
distribuiti dal tutor.
Tutti
i
ragazzi
che
frequentavano il campus
sono sempre stati in attesa
del giorno dei giochi d’acqua!
Quel giorno la mattina è
volata via come una foglia
secca in autunno.
In mensa si sentivano frasi
come:” Che giochi faremo
secondo voi?” o magari
anche: “ Non vedo l’ora di
poter giocare!”
Come al solito l’intervallo era
stato tranquillo, i ragazzi
hanno giocato a calcio sul
campo e le tutor Rachel, Nev
e Rose si sono sdraiate a
prendere il sole. Tornati in
classe abbiamo costruito la
scenografia per lo show del
giorno dopo, anche se i
ragazzi e le ragazze non
stavano più nella pelle.
Debora, la direttrice del city
camp, è arrivata con la
merenda e tutti noi ci siamo
lanciati fuori dalla classe
correndo all’impazzata per
aggiudicarci i pochi posti
all’ombra e i panini più grossi
con la nutella. Dopo la
merenda i bagni erano
affollati da bambine e bambini con i baffi di cioccolato che
arrivavano al naso!
Finalmente il momento tanto
atteso dei giochi d’acqua era
giunto: le quattro squadre si
sono sistemate e, mentre i tutor spiegavano, tutti si
toglievano le scarpe e i calzini
per prepararsi. Tutti ci siamo
messi in cerchio seduti, con i
tutor che, girandoci attorno,
ci versavano bottiglie d’acqua
in testa. Alla fine del primo
gioco eravamo già tutti
fradici e grondanti d’acqua!
Finito anche il secondo gioco
tutti si sono trovati più
bagnati
di
prima;
sembravamo fontanelle
umane!
Finalmente ecco la battaglia
che aspettavamo: tutti si
sono armati di bottiglie,
bottigliette,
bicchieri,
bicchierini e pure palloncini
e, spingendosi, cercavano di
riempire per primi le
bottiglie vuote. Quando tutti
pag. 7
hanno fatto il pieno hanno
lanciato acqua a tutti gli altri.
I tutor scappavano ma era
ormai troppo tardi: erano
circondati da secchi d’acqua
pieni che aspettavano solo si
svuotarsi! Alla fine tutti
gocciolanti siamo entrati in
palestra per andarci a
cambiare. Ci siamo lasciate
alla spalle tante piccole
impronte di piedi che si
dirigevano allo spogliatoio.
Alcune ragazze si sono chiuse
in bagno e ci sono rimaste
almeno un quarto d’ora...che
noia!
Il city camp ora mi manca
molto; spero di poter rivivere
un’avventura così!
Marina M. 1^B Sec
La mia passione è...
La mia passione è fare la
cavallerizza perché mi
piacciono molto i cavalli. La
prima volta che sono andata
su un cavallo avevo sei anni
ed
era
stato
molto
divertente.
Vorrei riprovare questa
esperienza, solo che la scuola
mi occupa molto tempo,
quindi devo lavorare sodo ed
impegnarmi. Questa passione
è nata perchè quando ero
piccola giocavo con molti
animali
di
plastica,
soprattutto con cavalli e
pony.
Mia nonna sapeva costruire
dei cavalli di legno con le
scope,
così
potevo
sbizzarrirmi nel gioco quanto
volevo. Il particolare che
apprezzo di più dei cavalli è la
loro coda, così lunga e di vari
colori, oppure il manto con
tante chiazze di varie
sfumature marroni, bianche
e di colori molto vivaci.
Da grande magari avrò un
mio cavallo e salterò con lui
libera nel vento. Potrò anche
spazzolarlo, pulirlo e dargli
da mangiare; gli insegnerò a
saltare gli ostacoli e a correre
veloce, così insieme potremo
partecipare a tante gare e
vincere
delle
coppe.
Composizione a ruota libera
Potremmo fare lunghe
passeggiate nel bosco...così
sarebbe bellissimo e il mio
sogno sarebbe davvero
realizzato!
Eleonora B. 1^B Sec.
Gli oggetti comuni
possono
essere
magici!
Il giorno del mio compleanno
il mio amico Michele mi ha
regalato un cappellino;
questo regalo, fra tutti quelli
che ho ricevuto, è quello che
mi è piaciuto di più. E’ di
colore giallo con una scritta
“Los Angeles Lakers”, che è il
nome di una squadra di basket, lo sport che preferisco.
Ogni tanto sogno che questo
cappellino abbia dei poteri
magici: si trasforma in un
tappeto rosso che vola e
viaggia per il mondo e
quando lo indosso mi
trasformo in un cantante
famoso!
Questi sono solo sogni perchè
nella realtà non è così; spero
solo che qualcuno di essi si
possa realizzare...vorrei
diventare un giocatore di basket o un cantante conosciuto
in tutto il mondo.
Nicolò M. 1^B Sec
Era un sabato qualunque ed
aprii il mio astuccio per
estrarre
una
matita;
all’improvviso
venni
risucchiata in un altro
mondo dove i colori
dominavano: non c’era un
edificio non colorato, perfino
il cielo aveva una sfumatura
diversa, diciamo quasi
surreale. Io, incuriosita, feci
un giro nella città fantastica e
trovai un fiume sul quale
navigavano dei folletti a
bordo dei miei pastelli.
Girai per ore nella città
osservando temperini volanti
e gomme che andavano
sull’altalena!
Dov’ero
capitata? All’improvviso
trovai la mia matita vestita
da scolaretta e allora la
ricorsi, l’acchiappai e mi
ritrovai di nuovo seduta alla
mia scrivania. Che avventura
incredibile!
Chiara Z. 1^B Sec
S.O.S. Peschiera
Un giorno vidi, fuori dalla
finestra della mia classe, il
professor Maver che
s’incamminava verso il
parco di Peschiera. Allora a
me venne un sospetto e
decisi di seguirlo.
Chiesi
al
professor
Breviario se potevo uscire
per andare in bagno, ma
come al solito lui mi disse
di no e allora io, mentre lui
era voltato da un’altra
parte,
scappai
con
Giacomo:
insieme
seguimmo il professor
Maver.
Arrivò dietro il santuario e
noi due lo vedemmo con
un pacco di Marlboro Gold
in mano. Io e Giacomo ci
nascondemmo dietro il
cestino dell’immondizia e
lo vedemmo che si era
messo a fumare una
sigaretta; quando ebbe
finito di fumarla la buttò
addosso al santuario e
scappò.
Io mi accorsi che il
santuario stava andando a
fuoco a causa di quella
sigaretta. Io e Giacomo
andammo in bagno a
prendere 20 fusti d’acqua
fredda, ma non riuscimmo
a portarla; quindi io andai
dai muratori che stavano
ristrutturando le case delle
suore e rubai loro il
camioncino. Arrivai al
bagno dove caricammo i
fusti d’acqua senza farci
vedere dalle telecamere e
da Nives. Andammo al
santuario,
passando
davanti alla nostra classe,
dove ci vide Breviario che
di
colpo
svenne.
Accelerammo al massimo e
arrivammo al santuario
che stava bruciando; allora
gettammo l’acqua, ma il
fuoco non si spense. In
lontananza arrivarono
Marco e Manuel con il
trattore delle suore e
portarono altri 20 fusti
pag. 8
d’acqua, così riuscimmo a
spegnere il fuoco del
santuario.
Sentendo questi rumori, il
prof. Gualandris e la
prof.ssa
Brembilla
arrivarono su una Ducati
Monster e quando scesero
ci espulsero. Ma noi
spiegammo a Gualandris
che Maver con una
sigaretta aveva incendiato
il santuario e noi lo
avevamo salvato; allora
Gualandris e la Brembilla si
inginocchiarono davanti a
noi per chiederci scusa e
per nominare noi e tutto
l’esercito delle suore i
”fantastici quattro”, per
aver salvato la scuola.
Infine, Breviario se ne
andò, perché si era
ritrovato nel laghetto e
Maver fu licenziato per
sempre.
Luca S. 2^a
Gite e nuove esperienze
CHE AVVENTURA...
La prima settimana di scuola
il professor Marco Cortinovis
ci ha chiesto l’adesione per
l’uscita alla Roncola. Tutti
eravamo molto sorpresi e
contenti. Il professore ci
spiegò che la gita serviva per
conoscere meglio i e stare
insieme ai nuovi compagni di
classe.
Lunedì 21 settembre
arrivò il gran giorno:
noi ragazzi eravamo
molto emozionati e
agitati. Appena partiti,
sul pullman abbiamo
fatto un momento di
preghiera e poi i tre
professori che ci
accompagnavano ci
hanno diviso in tre
gruppi.
Giunti
al
“Parco
Avventura”, siamo
rimasti stupiti dalla sua
bellezza e dai percorsi che
c’erano. Entrati, le guide ci
hanno fatto indossare le
imbragature, che servivano
per la nostra sicurezza. La
prova durava tre ore e
c’erano percorsi di tutti i tipi:
azzurro, giallo, marrone e
verde sono stati i percorsi che
ci hanno fatto fare; invece il
blu e il rosso non li abbiamo
potuti fare perché erano
troppo pericolosi per noi.
A mezzogiorno siamo andati
a mangiare in un posto al
coperto. Terminato il pranzo,
noi maschi ci siamo recati al
campo di calcio per fare una
partita. Nel pomeriggio ci
siamo mossi verso il bosco
dove una signora aveva
organizzato per noi una
caccia al tesoro. Eravamo
sempre divisi nei tre gruppi e
dovevamo trovare più
biglietti possibili. Conclusa la
caccia
al
tesoro
l’organizzatrice ci ha dato il
compito di scegliere il più
giovane del gruppo che
doveva fare da portavoce nel
rispondere
ad
alcune
domande. Completate queste
ultime abbiamo fatto la
piramide umana, che ci è
uscita anche bene!
Il tempo era passato
velocemente perché era già
ora di tornare a scuola. Alla
fine abbiamo ringraziato il
professor Cortinovis per la
bellissima gita, che è servita
oltre che a rafforzare le
nostre abilità e le nostre
forze fisiche anche a
rafforzare la conoscenza
reciproca.
Alex Z. I^ A secondaria
Lunedì 21 settembre, la mia
classe e la IB sono andate in
gita alla Roncola insieme ad
alcuni dei nostri insegnanti: il
professor Cortinovis, la
professoressa Brembilla e la
professoressa Minelli.
Alle ore 8.00 ci siamo
ritrovati a scuola e abbiamo
aspettato con ansia il pullman che ci avrebbe portato
alla Roncola.
Durante il viaggio ho
chiacchierato con i miei amici
e anche con i nuovi compagni
conosciuti
quest’anno.
Appena arrivati ci siamo resi
conto dei percorsi che
avremmo dovuto affrontare,
mentre
le
guide
ci
attrezzavano di moschettoni
e carrucola, e subito siamo
partiti ad affrontare le sfide.
Le guide ci hanno diviso in
due gruppi ed io ero nel
gruppo di Manuel, un vero
pag. 9
esperto, il quale ci ha
mostrato come usare in
modo corretto la carrucola e
i moschettoni.
Dopo la spiegazione ho fatto
il percorso pratica per due
volte, perché la prima ho
sbagliato ad usare la
carrucola.
Il
secondo
percorso, quello azzurro,
è stato il più divertente,
anche se un po’ difficile
perché
soffro
di
vertigini. In seguito sono
andato a fare il percorso
giallo, che sinceramente
non mi è piaciuto molto,
così ho rifatto quello
azzurro.
Verso le ore 12,30
abbiamo pranzato al
sacco e poi alcuni di noi
hanno giocato a calcio e
altri hanno fatto una
bella passeggiata nella
natura, visto che c’erano
anche alcuni cavalli e due cani
da vedere.
Nel pomeriggio abbiamo
fatto un grande caccia al
tesoro: intorno al parco
c’erano
centinaia
di
bigliettini che dovevamo
trovare. Io purtroppo ne ho
trovato solo uno, ma la mia
squadra era comunque in
vantaggio.
Per concludere la sfida
abbiamo dovuto rispondere
ad alcune domande e creare
una piramide umana, ma la
mia squadra alla fine
purtroppo ha perso la gara.
Verso le ore 16.00 abbiamo
preso il pullman per
rientrare a scuola e ci siamo
raccontati alcuni episodi
della giornata, divertendoci a
commentarli.
In questa gita mi sono
divertito molto e vorrei tanto
tornare alla Roncola; inoltre
ho avuto anche la possibilità
di conoscere i miei nuovi
compagni della scuola media.
Lorenzo P. IA secondaria
Gite e nuove esperienze
Le mie impressioni sulla scuola media
Il primo giorno della scuola
media ero impaurito, tutti i
miei amici mi dicevano: “Le
medie?!? Che paura devi
avere, compiti difficili,
verifiche all’ordine del giorno
… se riesci a passare
sicuramente
sei
un
secchione!”
Io, a dirla tutta, non avevo
così paura, anche perchè
contemporaneamente gli
adulti mi rassicuravano
dicendomi che era il ripasso
della quinta elementare, che
in fondo non era stata per me
poi così difficile.
Arrivò il quindici settembre:
l’inizio delle misteriose
medie. Ero curioso di sapere
come erano davvero:
compagni nuovi, professori
nuovi, libri nuovi, tutte cose
che magicamente erano
nuove.
Entrai nel refettorio: c’erano
più genitori che ragazzini,
cosa che non mi piacque, ma
fortunatamente riuscii a
scovare i miei vecchi amici,
meno male!!
Salutai la mamma e mi
sedetti vicino a loro.
Dopo un discorso del preside
andammo in classe, dove
ascoltammo un altro
discorso dei professori di
italiano e tecnica che, alla
prima
impressione,
sembravano bravi.
Chi prima chi poi tutti noi
perdemmo la paura e i
genitori se ne andarono.
Alle undici andammo a fare
l’intervallo di metà mattina
con i ragazzi di seconda e di
terza, che avevano già fatto
un giorno di scuola, sfortuna
loro....
Tornammo dall’intervallo;
mi ero divertito e avevo
conosciuto i miei nuovi
compagni, erano simpatici.
In quell’ora avremmo dovuto
avere italiano, ma come nelle
altre
ore
successive,
parlammo di come avevamo
trascorso le vacanze: che nostalgia di quei giorni al mare!
Successivamente finì la
giornata; la mamma mi
venne a prendere: ero
entusiasta della giornata
stessa.
La
settimana
passò
velocemente, come le tre
seguenti, ed io ho ancora
un’idea positiva delle medie,
anche se a volte mi mancano
le giornate al mare!!!
Alessandro A. 1^A secondaria
Il primo giorno della prima
media è stato fantastico,
perché mi sono sentito più
grande, più responsabile, e i
professori mi sono sembrati
bravi e gentili.
Nell’aula di attesa vidi la mia
ex insegnante della quinta
elementare, la cosa che mi
fece ricordare tanti bei
momenti vissuti con lei…
quando ci pensavo mi sentivo
piccolo e comandato.
Il cibo della mensa era
squisito, soprattutto la pizza,
che è il cibo più buono.
Le lezioni sono molto
interessanti e belle.
Spero
che
questo
programma scolastico resti
sempre così.
Leonardo M. 1^A secondaria
L’angolo della poesia
La Conoscenza
La conoscenza è una porta
aperta sul mondo
e ai saggi, nella vita, fa da
sfondo;
la conoscenza è un dono
prezioso
che va custodito senza
riposo;
la conoscenza è il niente ed il
tutto
può farti ridere o metterti in
lutto;
sapienti non si nasce,
sapienti si cresce;
volete che la conoscenza vi
apra tutte le porte?
Be’, tutta la conoscenza si ha
solo dopo la morte.
quando a casa ritornerò,
il portafoglio vuoto avrò,
i soldi al nonno chiederò.
Il mare
Mia sorella
Michele P. III A sec.
Oggi sono al mare,
ho voglia di nuotare,
e prendere il solleone,
stesa sul salviettone.
Sulla sabbia dorata,
mi bevo un’aranciata,
è molto dissetante,
è tutto rilassante.
Ma un triste pensiero già ho,
pag. 10
Giulia R. II A sec.
Mia
sorella
si
è
addormentata,
la maestra si è arrabbiata,
grida forte all’impazzata
e le dà una strapazzata.
E’ proprio sbadatona
ma e sempre la mia Tatona..
Beatrice F. 3^A
Un po’ di critica
IL DIVIETO DI GIOCARE A
CALCIO
Secondo me, il calcio è uno sport che, come
tutte le attività, ha delle regole che vanno
sempre rispettate. Quindi il problema del
rischio e della pericolosità del gioco non si
dovrebbe verificare o sarebbe minimo se
tutti i ragazzi rispettassero le regole e non
scambiassero il momento del gioco come
un momento di sfogo in cui tutto è
permesso.
Se così fosse i docenti potrebbero
controllare tutte le attività dell’intervallo
da una certa distanza e si risparmierebbe
l’organizzazione laboriosa dei tornei, che
fra l’altro non occupano tutti gli intervalli
pomeridiani.
Se quindi noi ragazzi fossimo più rispettosi
delle regole, potremmo essere più liberi di
giocare senza il controllo dei professori, che
a volte un po’ ci soffoca e ci limita.
Le norme calcistiche riguardano il gioco e,
principalmente, il comportamento dei
giocatori, perché insegnano il rispetto
dell’avversario e ci aiutano a dominare
l’aggressività che nel gioco viene fuori:
servono nello sport, ma in un certo senso
possono essere anche utili nella vita di tutti
i giorni.
Inoltre, gli alunni che partecipano ai giochi
devono assumersi la responsabilità del loro
comportamento, essere corretti e se non lo
sono devono accettare di essere puniti in
modo adeguato.
I ragazzi che sono inesperti nel calcio, non
lo praticano e non sono abituati agli scontri
fisici dovrebbero all’inizio essere solo
spettatori,
per
poi
introdursi
gradualmente nel gioco, dopo aver
acquisito una preparazione adeguata, per
non farsi male.
Dato che sono sempre numerosi i ragazzi
che vogliono giocare al calcio e un campo
non basta per tutti, si potrebbe suddividere
il campo in tre aree: una per le prime medie,
una per le seconde e infine una zona per le
terze… ma il mio sogno sarebbe poter
giocare sull’erba del parco!
Federico V. II A secondaria
IL REGOLAMENTO DI VILLA
PESCHIERA
Come ogni scuola ha un proprio
regolamento, così anche Villa Peschiera ne
ha uno.
La classe 2^a della secondaria ha
commentato qualcuna di queste.
1.5 Le assenze vanno giustificate tramite
libretto ed è vietata la contraffazione
della firma del docente o del genitore per
il permesso di uscita anticipata.
Secondo alcuni studenti questa regola è
opportuna, perchè sarebbe “insignificante”
contraffare la firma del docente o del
genitore.
1.9 La divisa scolastica è obbligatoria per
l’ora di educazione fisica
Secondo tutti gli studenti la divisa è di
colore bianca e blu e quindi sarebbe inutile
non metterla per mettere una tuta bianca e
blu qualunque.
1.10 Ë assolutamente vietato portare il
cellulare a scuola e fumare.
Secondo tutti gli studenti sarebbe meglio
portare il cellulare per qualsiasi evenienza,
anche se bisogna ammettere che esiste il
telefono della segreteria per fare delle
chiamate.
Invece riguardo al secondo punto è bene
quello che dice la regola, perchè altrimenti
si va incontro a dei rischi per la propria salute o per la salute degli altri.
2.10 Il gioco del calcio è vietato al terzo
piano sia nell’intervallo che dopo la
mensa
Per molti compagni questa regola è
sbagliata dal momento che non capiscono
perchè i professori debbano abolire solo il
gioco del calcio; invece per alcuni altri
questa regola è giusta, perchè se con una
pallonata si colpisce una persona in faccia si
può anche farle male o peggio.
2.11 Recarsi ai servizi solo alla terza e alla
quinta e alla settima ora
Tutti i compagni affermano che sia giusto
andare alle ore prestabilite, ma se uno ad
un certo punto ci si sente male anche il
docente deve capire le necessità
dell’alunno.
Edoardo C. II A secondaria
pag. 11
Dalla prima...
Vacanze in bicicletta
Dalla prima
le sensazioni che se ne ricavano, anche se non
sempre possono risultare piacevoli – dipende poi dai
palati – saranno comunque una parte originale del
vostro viaggio.
Accenno soltanto a due meraviglie davvero uniche
che capita di incontrare da queste parti.
Mont Saint Michel, cattedrale, abbazia e villaggio
posti su una piccolissima isola che tale non è durante la bassa marea, quando il mare può ritirarsi
per quasi quindici chilometri lasciando tutto
intorno al “monte” una distesa lunare e desertica
fatta del fondale marino che si mostra nudo della
propria coperta, e tale diventa quando la luna
spinge invece le acque a circondarlo. Fantastico
osservare dal sagrato della cattedrale, in cima al
monte, l’ipotesi del mare, perché questo non c’è, e
sta svariati chilometri lontano da voi, mentre il
tramonto fa brillare le chiazze d’acqua che
interrompono l’uniforme tappeto di sabbia.
Fantastico osservare Mont Saint Michel da qualche
chilometro alle sue spalle, pensando, mentre le
scarpe affondano nella ghiaia, che si sta
praticamente in mezzo al mare in assenza delle
acque che la fanno sempre da padrone. Tantissima
gente; una mobilità che sfida la pazienza; code da
fare e da prendere con la dovuta calma: ma una
notte nel borgo ne vale davvero la pena. Bellissimo
alzarsi la mattina presto poi, quando il flusso dei
turisti non è ancora cominciato e i commercianti
cominciano placidi ad alzare le serrande, per
passeggiare per l’isola come in un altro mondo, dove
ogni vicolo è tuo e il silenzio ti lascia solo a goderti le
tue emozioni.
E a proposito di emozioni è un ridda quella che si
affolla alla mente mentre si calpesta la spiaggia dello
sbarco in Normandia. Per non parlare del cimitero
americano vicino ad Arromanches, che con il suo
silenzio rispettoso e il colpo d’occhio delle migliaia di
piccole croci bianche disposte in una simmetria
perfetta su un prato verde brillante invita davvero a
fermarsi a pensare al sacrificio consumato da tutti
quei giovani durante quei giorni che ogni studente
studia anno dopo anno sulle pagine del libro di
storia.
Viaggiare in bicicletta non è una stranezza.
Percorrere tutti quei chilometri non è una follia.
Semplicemente è la voglia di far diventare il viaggio
stesso la vacanza, di far diventare il viaggio stesso
l’esperienza da portarsi a casa, anziché puro
spostamento per raggiungere una meta da
consumare.
Se poi sentite il desiderio di sperimentare dei
momenti di riflessione con voi stessi, in cui tutto vi
si può fare più chiaro, perché il silenzio che c’è
intorno a voi e il tempo che scorre lontano da
qualsiasi tipo di incombenza – orari di cena e
pranzo, organizzazione delle attività durante la
giornata, orologi che scandiscono la preparazione
per l’uscita serale – amplificano la possibilità di
stare soli a riflettere con sé stessi; se tutto questo vi
pare un po’ appetibile, ecco che non c’è niente di
meglio che stare sulla sella o accanto alla vostra
bicicletta in un paese straniero, sapendo che tutto
ciò che c’è al di là e in più dei chilometri che avete
pedalato è un regalo che la giornata che state
vivendo vi fa.
Certo è dura riuscire a percorrere una bella
distanza ogni giorno per arrivare alla tappa
successiva. È dura dover risolvere i problemi
contingenti legati al viaggiate in bici – una gomma
che si fora, una vite che salta, il cambio che fa i capricci. Non è facile riuscire ad interagire con le altre
persone spiaccicando solo le nozioni scolastiche
che si hanno della lingua. Non è facile raccapezzarsi
in una grande città come Parigi dovendo spostare
una trentina di chili di equipaggiamento.
Ma non so che farci: ogni volta che guardo la mia
bicicletta in fotografia o qui vicino a me non posso
che pensarci con la voglia di darle una bella pacca di
soddisfazione sul sellino; perché in fondo è proprio
quella che lei ha dato a me accompagnandomi in
una vacanza come sempre, come tutti le estati in
cui vado all’estero a pedalare, piena di emozioni, da
raccontare agli amici più cari e non solo.
Il viaggio dopotutto non è anche questo?
Christian Perego
Notizie brevi
* Durante l’estate Madre Mariarosa Urru, economa delle Madri, è stata trasferita a
Genova. La ricordiamo per la sua schiettezza e per la sua energia. Un ringraziamento per
la grande disponibilità in questi anni; un augurio per il suo nuovo servizio.
* Amadei Dennis (classe 2^A primaria) e Marca Margot (classe 1^B primaria) si sono
classificati rispettivamente al primo e al terzo posto al Concorso “.....” promosso dalla
Biblioteca Comunale “David Maria Turoldo”di Villa d’Adda
* Il 30 ottobre 2009 il Vescovo Sua Ecc. mons Francesco Beschi visiterà la nostra scuola e
inaugurerà ufficialmente i locali della scuola dell’Infanzia, riaperti dopo un’ampia
ristrutturazione.
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