La Girandola Periodico della Scuola del Sacro Cuore (Opera Sant’Alessandro) di Villa d’Adda (Bg) - nr. 26 ottobre 2009 A caccia di ...mummie Venerdi 9 ottobre noi alunni delle classi quarte, accompagnati dai maestri Elisa, Mariangela e Roberto, siamo andati in gita al Museo di Bolzano, per vedere le mummie, ma soprattutto per vedere “OTZI”, l’uomo venuto dal ghiaccio. E’ stato proprio sensazionale vedere un uomo così importante venire dal passato! Arrivati al Museo, dopo circa tre ore di viaggio, ci siamo suddivisi in tre gruppi, ognuno con un insegnante diverso. Abbiamo visto, inizialmente, una mummia di iena morta intrappolata dentro una grotta. Successivamente abbiamo notato uno scheletro di volpe, della quale si sono conservati persino i baffi!! La guida ci ha poi portato a vedere le mummie egizie, ci ha spiegato che ai defunti inizialmente toglievano i polmoni, poi l’intestino, il fegato e lo stomaco; il cuore, invece, veniva lasciato, mentre il cervello veniva frullato. Poi finalmente abbiamo visto Otzi, morto a causa di un uomo che gli ha tirato una freccia nella spalla sinistra. Ci hanno spiegato che Otzi al momento della morte indossava una mantella d’erbe intrecciate e pelli di animali, portava scarponi imbottiti di fieno per ripararsi dal freddo. Il suo mondo era quello di 5300 anni fa. Continua in quarta Vacanze in bicicletta La brezza leggera mi porta alle narici l’odore del mare. Lo sciacquio delle onde ritorna pigro sempre identico a sé stesso: se voglio mi posso sporgere da una balaustra e guardare dentro il mare stesso. Il cielo da grigio chiaro, come praticamente rimane per giornate intere qui, si trasforma in una tinta di color ciano, che smussa le linee degli edifici: in uno di questi, con i suoi tavolini invitanti e i suoi menù disposti a bell’agio dei turisti, mi fermerò a mangiare per assaporare nuovi gusti e differenti accostamenti, che sanno un po’ di Francia. Questa è la Bretagna, la regione nord-occidentale della terra transalpina che si protende verso l’Oceano Atlantico. Alle mie spalle i quasi mille chilometri di aereo e treno che mi hanno separato dalla Lombardia; davanti a me i quasi settecento che percorrerò sulle due ruote. La mia bicicletta, infatti, mi sta proprio di fronte, parcheggiata ad una colonnina di metallo. L’ho portata con me dall’Italia: le voglio far visitare un’altra terra straniera. Il progetto è chiaro nella mia mente: percorrere la Bretagna e buona parte della Normandia, viaggiando verso est, tra i 600 e i 700 chilometri, per terre verdeggianti e agricole, incontrando le suggestioni medievali tipiche della terra dei nostri “cugini” e i luoghi che hanno cambiato la storia d’Europa poco più di sessant’anni fa da queste parti. Le gambe mi dovranno guidare dentro Saint Malo, Dinan, Bayeux, Mont Saint Michel, Combourg, che sono alcuni pittoreschi paesi dal sapore di Europa antica, fino alle spiagge dello “sbarco” per eccellenza, quello a Utah Beach e Omaha Beach degli Statunitensi all’assalto dell’impero nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Non vi starò a raccontare cosa si può osservare attraversando chilometro per chilometro le strade bretoni: perlopiù molte distese verdi, interrotte con una frequenza per noi impensabile tanto è rada da qualche paesino, quale più bello quale più anonimo, campi coltivati tutto intorno e una segnaletica stradale estremamente precisa che facilita davvero il cicloturista. Né vi racconterò delle “impossibili” strade normanne con gli inesorabili e interminabili saliscendi che mettono a dura prova i polpacci; salvo poi, ogni tanto, ricompensare con squarci di asfalto a breve distanza dal mare. Non vi parlerò dei cieli perennemente grigi, anche se mai carichi di pioggia; delle temperature fresche in agosto (soprattutto di prima mattina) e della gradevole cupola color cenere, la quale sovrasta di continuo villaggi che vi fanno chiedere come mai apparirebbero se spruzzati da un’occhiata di sole. Non vi parlerò nemmeno del cibo francese, meno ricercato di quanto si pensi – perlomeno in questa zona di Francia – molto più centroeuropeo, lontano dai sapori vari e ottimi della cucina italiana eppure interessante e soddisfacente. Detto tra noi: provate sempre, lontani da ogni diffidenza, i cibi che vi cucinano secondo la tradizione locale quando visitate un altro Paese. Gli odori, i sapori, Continua in ultima Racconti dalla quarta a BIANCHINO IL FANTASMINO In una casa diroccata alla periferia di una grande città, abitava un fantasmino che amava i colori e non sopportava di essere tutto bianco. Un pomeriggio decise di andare in città a vedere se trovava qualche idea per risolvere questo problema. Passò davanti a un grande negozio e in vetrina vide un’infinità di colori stupendi! Decise che li avrebbe usati per colorarsi. Il problema era come fare a prenderli infatti il negozio era pieno di umani e lui di certo non sarebbe passato inosservato. Decise di attuare un piano: aspettò che si svuotasse il negozio e quando c’ era soltanto la commessa, vi entrò e comprò tutti i tipi di colori anche quelli più bizzarri, sotto lo sguardo spaventato e incredulo della ragazza. Tornò a casa sua e si tuffò nella tinozza dove aveva versato tutti i colori. Finalmente non era più bianco e visse felice e contento di essere un fantasmino colorato. Pietro R. 4^ A primaria Tanto tempo fa in una casa bianca, viveva un fantasmino che si chiamava Bianchino, era bianco come il latte, ma voleva diventare tutto colorato. Una notte decise di andare a comprare le tempere e così fece. “Evviva!” Esclamò Bianchino. “Finalmente ho i colori”.In quel momento un cane glieli strappò dalle mani e si mise a correre. “Ritorna qui!” Gridò Bianchino inutilmente perché l’animale continuò a scappare. Il fantasmino si limitò ad inseguirlo. Ad un certo punto il cane inciampò e perse tutto ciò che aveva rubato. Bianchino velocemente riprese le sue tempere, ma si accorse che mancava il pennello e andò a comprare anche quello. Successivamente tornò a casa, aprì i colori e si mise a colorarne le pareti. Alla fine si accorse che non c’erano più colori per lui e andò a cercarli nel suo armadio. Trovò un baule con dei colori, per i fantasmi! Cominciò a dipingersi di blu, rosso, giallo, verde, viola e arancione. A quel punto era felicissimo per se stesso e per la sua casa colorata che sembrava un castello multicolore. Visse per sempre felice e contento insieme ai suoi nuovi colori. Filippo T. 4^ A primaria IL FRIGORIFERO FREDDOLOSO Nella cucina di Milena c’era un frigorifero che si lamentava perché ha molto freddo. Un pomeriggio mentre la bambina faceva la merenda, sentì una strana voce che proveniva dall’angolo della cucina. Aspettò qualche minuto e cominciò ad avere un po’ paura. Allora andò dalla mamma che le disse: “Penso che tu abbia la febbre, ma ora non posso stare con te, devo andare a lavorare!” Milena provò ad andare di nuovo in cucina, si avvicinò e sentì: “Brrr!Che freddo!Signor yogurt cosa posso fare?Se vado avanti così mi verrà un bel raffreddore.” Allora intervenne la mozzarella che disse: “Ma come? Non sei abituato a sentire questo freddo?” Milena che era accanto al frigorifero, sentiva più voci di prima, si fece coraggio e lo aprì: tutto era immobile e silenzioso. Allora lo richiuse e ricominciò a sentir parlare. Chiamò suo papà e gli spiegò la situazione. Anche lui improvvisamente sentì un “brrr” provenire dal frigorifero. Decise di staccare la spina e di chiamare al più presto un tecnico per visionare il frigorifero. Giorgia F.4^ A primaria LA NUVOLA VANITOSA C’ era una volta una nuvola vanitosa che era la più grande di tutte e si vantava con le sue amiche. Un pomeriggio videro nel cielo un castello molto lontano. Decisero di raggiungerlo e lì trovarono degli orchi che stavano facendo un torneo di salto in lungo. Accanto al castello c’era un bar dove comprarono una bibita, quella della vanitosetta scoppiò pag. 2 mentre la beveva e lei divenne un po’ più piccola. Mentre assistevano alla gara, un gigante fece un balzo lunghissimo e stava per vincere. La nuvola vanitosa disse agli altri orchi che era impossibile raggiungerlo. Invece un altro orco saltò ancora più lungo e superò l’altro compagno. Visto che la vanitosa era molto grande si prese l’ orco in piena faccia e scoppiò. A quel punto le sue amiche minuscole si misero a ridere e lei si disperse per sempre nel cielo. Marco C. 4^ A primaria IL LETTO CHE RUSSAVA Nella cantina di un negozio di mobili, c’era un letto che russava;durante la notte il rumore era così fastidioso che nemmeno la guardia notturna riusciva a dormire. Una mattina, stufa per le molte notti insonni, la guardia andò dal Signor Rossi che era il direttore e gli raccontò tutto dei rumori notturni che provenivano dalla cantina. Il direttore e la guardia scesero al piano inferiore e non videro altro che letti, armadi e comodini, ma ad un tratto sentirono che da una larga fessura di un letto usciva un rumore simile a quello di una persona che russava.La guardia pensò che era strano perché sul letto non c’era nessuno. Il Signor Rossi provò ad alzare il materasso, il letto si svegliò e disse: “Stavo facendo il mio sonnellino!Perché mi avete svegliato?”La guardia terrorizzata disse: “Parla! Il letto parla!” Il direttore con un filo di voce chiese: “Mi scusi signor letto, ma lei sa dirci perché russa?” “Sa che non lo so proprio! Ogni notte sento uno strano solletichino!” “Ma certo!” Urlò il capo. “Che cosa?” Chiese allora la guardia. “Le piume che escono dal materasso solleticano il letto e lui invece di ridere russa! Semplice no?” Esclamò il direttore. Allora insieme cambiarono il materasso e il letto li ringraziò. A quel punto tornarono nel negozio orgogliosi di aver risolto il caso. Adele P. 4^ A primaria Settimana del libro … LETTURE PER ARIA … I bambini della terza B primaria hanno assistito ad uno spettacolo molto paricolare proposto da PROMOISOLA in collaborazione con la FIERA DEL LIBRO; ecco alcune delle loro impressioni estrapolate dai testi. Lo spettacolo parlava di due storie, la prima era del sole che non tramontava mai e la seconda di un francese che parlava ai pesci. Le storie erano così belle che mi hanno fatto ridere e divertire tanto! Terminata la scuola ho raccontato ai miei genitori come ho trascorso la bella giornata. Miguel Il naratore era un robusto signore che ci ha cantato un po’ di canzoni e raccontato delle storie. Quella che ho preferito è stata l’ultima canzone dei saluti perché è durata molto e il signore cambiava sempre voce.Lo spettacolo però non mi è piaciuto molto non mi sono divertito. Francesco T. Durante lo spettacolo un signore ci ha raccontato due storie, tre canzoni e due poesie. Lo spettacolo è stato bello, le canzoni era divertenti e la storia dell’amico dei pesci che parlava francese era bellissima! Finito lo spettacolo la maestra ci ha portato in una stanza dove c’erano dei libri che potevamo guardare. Questa gita mi è piaciuta molto! Roges Mercoledì sono andata alla fiera del libro con i miei compagni. Ci hanno raccontato una storia molto bella e fatto ascoltare delle canzoni buffe. Lo spettacolo mi è piaciuto tanto perché la storia del capitano francese mi ha fatto ridere tanto! Sono stata contenta di aver partecipato allo spettacolo. Alessandra Mercoledì sette ottobre io e la mia classe siamo andati a vedere uno spettacolo di “Letture per Aria”. Un signore ci ha raccontato delle poesie e delle storie divertenti. Finito lo spettacolo abbiamo visto molti libri e salutato le nostre ex compagne di classe Sofia e Beatrice, poi siamo risaliti sul pulmino Sala per tornare a scuola. In questa lunghissima gita devo dire che mi sono divertita molto. Mi sono piaciute le canzoni e sono contenta perché ho rivisto le mie amiche. Marta Mercoledì sette ottobre sono andata in gita con la mia classe; abbiamo conosciuto un signore che amava leggere e cantare. Le sue canzoni erano allegre e mi facevano ridere tanto! Abbiamo incontrato anche le nostre ex compagne Sofia e Beatrice, dopo averle salutate ed abbracciate siamo tornati a scuola. È stata una bella esperienza! Laura Mercoledì sette ottobre io e i miei compagni siamo andati in gita alla fiera del libro e abbiamo visitato la casa di riposo. C’ erano tante nonnette, alcune malate ed altre no; una signora mi ha colpito perché era molto vecchia e ammalata. Si è presentato poi un signore che si chiamava Ferruccio e ci ha raccontato storie molto buffe, divertenti ed interessanti. Questo spettacolo mi è piaciuto perché mi sono divertito tanto! Matteo A. Un signore robusto e anziano ci ha raccontato delle storie e cantato delle canzoni divertenti . la storia che mi è piaciuta di più è stata quella che raccontava di un cane che voleva fermare il sole. Questa gita mi è piaciuta perché mi sono divertita. pag. 3 Emanuela La fiera del libro era allestita in una casa di riposo. Ci siamo accomodati in un salone e u signore ci ha cantato canzoni divertenti e ci ha letto due libri interi di fiabe buffe. Conclusa la lettura siamo usciti e abbiamo visto molti libri. Questa gita mi è piaciuta molto perché c’erano tante persone che ci facevano divertire e abbiamo incontrato due nostre vecchie compagne. Matteo G. Mercoledì otto ottobre io e la mia classe siamo andati in gita a Brembate a vedere uno spettacolo di storie e canzoni in una casa di riposo per anziani. C’ erano anche molti libri di dinosauri, bibbie e tante storie belle, fantastiche e animate. Delle storie che ci hanno raccontato quella che ho preferito è stata la fiaba del cagnolino che voleva cercare la luna per far tornare la notte. Questa gita mi è piaciuta perché i personaggi delle storie erano simpatici e buffi. Riccardo Io e la mia classe siamo andati a Brembate per conoscere un signore che leggeva e suonava la chitarra. Ha letto un libro che parlava del sole e poi ha cantato una canzone che faceva ridere. Lo spettacolo mi è piaciuto molto perché il signore era divertente . Cristiano Mentre aspettavamo che lo spettacolo iniziasse abbiamo incontrato Sofia e Beatrice che sono state nostre compagne di classe e le abbiamo salutate. Durante lo spettacolo un signore ci leggeva delle storie divertenti e ci cantava delle filastrocche. Mi ha fatto ridere tanto la filastrocca della torre di Pisa storta. Questa gita mi è piaciuta perché il narratore ci ha raccontato storie davvero divertenti. Francesco B. emozioni QUEST’ESTATE HO LETTO UN LIBRO… Titolo: LE FIABE DI CAPUANA Autore: LUIGI CAPUANA In questo libro ci sono tre fiabe.Una di queste parla di un postino povero, chiamato Saetta perché era molto veloce. Un giorno alla porta di Saetta bussò un nano che gli disse di consegnare uno scatolino al mago e di riportargli la ricevuta. In cambio il nano avrebbe dato a Saetta due monete d’oro. Saetta accettò la proposta e partì. Arrivato a metà strada, sentì una vocina provenire dallo scatolino che gli disse di non portarlo dal mago perché lui era il re di Spagna. Saetta cercò di ripetere la filastrocca che serviva per liberare il re, ma non ci riuscì. Saetta allora riprese la strada e arrivò dal mago. Invece della ricevuta il mago gli consegnò un grosso uovo. Saetta tornò dal nano per dargli l’uovo, ma il nano decise di lascarglielo perché sapeva che sarebbe diventato un bambino. Dopo qualche giorno l’uovo si schiuse e nacque una tartaruga con la faccia da bambino che Saetta e la sua moglie chiamarono Tartarughino. Dopo dieci anni venne il re di Spagna e liberò T a r t a r u g h i n o dall’incantesimo. Tartarughino diventò un bambino. Classe 3^A primaria A caccia di mummie dalla prima Quando hanno scoperto che aveva con sè delle armi, gli studiosi hanno pensato che si trattasse di un guerriero, ma la sua identità è ancora un mistero. L’hanno scoperto due turisti che hanno visto da lontano qualcosa che sembrava un cappotto, ma quando si sono avvicinati, si sono accorti che era un cadavere, ed hanno chiamato la polizia. Quando la polizia è arrivata, è stato usato il martello pneumatico per togliere il corpo dal ghiaccio, che ogni sera si riformava. Quando finalmente sono riusciti a toglierlo dal ghiaccio, l’hanno portato al museo. Dopo aver visitato il museo, ci siamo recati in un oratorio per pranzare. Mentre pranzavamo le nostre maestre urlavano per farci stare in silenzio. Durante il pranzo ci siamo divertiti molto nel giocare, parlare e guardare fuori dalla finestra mentre pioveva. Nel pomeriggio, abbiamo fatto una piccola passeggiata. Successivamente abbiamo preso il pullman e dopo circa tre ore di viaggio siamo finalmente arrivati a scuola, felici di aver vissuto questa giornata. Per la IV A: Beatrice C, Giorgia F., Leonardo, Filippo Per la IV B: Diana, Caterina, 21 settembre Caro diario, oggi è il mio compleanno e ho festeggiato i nove anni. La mamma mi ha preparato due torte: una supermegacioccolatosissima, l’altra, invece, al limone con la faccia di Spongebob (almeno lo diceva la mamma, ma a me non è sembrato). Sulle torte c’erano candeline blu, e su quella al limone c’erano 4 lecca-lecca con le rispettive forme: hot dog, hamburger, pizza e patatine. Ciao, il tuo amico di 9 anni. P.S. Ieri ho giocato un’amichevole, vinta 13 - 1 : purtroppo mi sono preso uno strappo, quindi non posso correre per una settimana. Guglielmo IV B primaria pag. 4 Dietro le … quinte Un nonno per amico Mio nonno si chiama Luigino, ma tutti lo chiamano Gigi. Ha settantasei anni ed è in pensione, pero’ si dà da fare in ogni momento, per qualsiasi cosa. Lui è un po’ grasso e ha una corporatura robusta; è di altezza media, ha una faccia rotonda con le guance paffute. Le sue mani sono gigantesche e le usa per lanciarmi le ciabatte, coltivare l’orto, mangiare e svolgere le sue attività. Ha capelli ben curati, sono neri con dei ciuffetti bianchi; la fronte è alta e rugosa, gli occhi grandi e marroni, le ciglia sono folte, le sopracciglia nere e regolate nella giusta misura. Il naso è grande e ben proporzionato. Il suo modo di vestire è sempre classico ed elegante; infatti il nonno ha sempre buon gusto. Generalmente, ha un carattere molto serio e, quando deve fare qualcosa, si concentra tantissimo; tuttavia quando c’è da scherzare lui è sempre disponibile. E’ molto credente e va spesso a messa. E’ un uomo allegro e di compagnia ed ha una dote particolare: quando gli si chiede qualcosa, non si tira mai indietro. Lui quando deve mangiare è il primo della famiglia che si siede a tavola, il suo piatto preferito sono i casoncelli alla bergamasca. Mio nonno è molto curioso perché rispetto ad ogni cosa che succede lui vuole sapere proprio tutto. Ha un punto debole: si addormenta subito appena si siede sulla poltrona della mia bisnonna e lo tiene sveglio solo una buona partita di calcio. I suoi hobby preferiti sono tanti e divertentissimi tra loro; dal giardinaggio allo sport e dalla cucina ai viaggi; gli piace portare in giro Lara, il mio cane. Sono proprio fortunato ad avere un nonno così, perché mi vuole un mare di bene e non mi lascia mai solo; quando gioco a basket fa un tifo pazzesco; quando deve occuparsi di giardinaggio vuole solo me. E’ proprio un nonno fantastico e pieno di risorse!! Alberto 5^A primaria Mia nonna si chiama Grace. Ha settantacinque anni ed è ormai in pensione. E’ alta circa un metro e sessanta ed è abbastanza magra. Ha un bel volto paffuto e la carnagione scura. I suoi capelli, biondi con qualche ciocca castana, sembrano cespugli perché li ha ricci, ricci e sempre ha ordinati. Le sue bellissime sopracciglia sono folte, le ciglia invece, sono arcuate e sempre ricoperte dal mascara. Luminosi ed espressivi sono i suoi occhi, infatti quando mi guarda capisco subito quello che mi deve dire. Il suo naso è abbastanza grande, insomma, di una grandezza giusta per adorare tutto ciò che la circonda. Le orecchie piccole, ma sempre abbellite con orecchini di diamanti e di perle, sono sempre pronte ad udire tutto anche le parolacce che ogni tanto scappano a me e a mio fratello. La bocca è grande come un forno e sempre intenta a chiedermi “Posso raccontarti le mie storie?” Le labbra sottili, ma larghe, sono sempre ricoperte da un bel rossetto rosso. Le piace molto truccarsi, infatti quando si trucca sembra un’altra persona, inoltre le piace parlare con me in inglese o in francese. Segue spesso la messa alla televisione: questa è una sua abitudine. Quando vado a trovarla lei mi prepara sempre il pane con il “zatar”, un piatto arabo. Si veste sempre in modo elegante, anche se sta in casa, e sembra quasi che debba andare ad un matrimoni !!! Abitualmente le piace indossare una gonna con una camicia o un vestito a fiori o con disegnate delle farfalle. Il suo piatto preferito è il riso con lo spezzatino, accompagnato da verdure crude. Non pratica sport, qualche volta è andata in palestra con la sua amica Nicole. Guardare la televisione non le piace molto, preferisce seguire “Radio Zeta” pag. 5 per ascoltare le tipiche canzoni degli anni ottanta. Quello che non le piace è invece avere la casa in disordine. Questa è mia nonna, alla quale voglio un sacco di bene! Nora Grace 5^A primaria Mio nonno si chiama Pietro. Ha settantasei anni ed è in pensione da parecchio tempo, ma lavora come volontario nel gruppo Alpini di Villa d’Adda. E’ alto un metro e settantacinque, è robusto e molto grasso. Ha un bel viso paffutello e roseo, ha pochi capelli e davanti un solo lungo ciuffo che pettina all’indietro per sembrare più giovane e per coprire la “pelata”. Ha gli occhi grandi, di color verde con delle sfumature azzurre. Il suo naso è così grosso che sembra la proboscide di un elefante ; anche le sue orecchie sono grandi e riesce a muoverle senza toccarle! Una volta ha agganciato ad un orecchio una penna ed è riuscito a muoverla senza toccarla. E’ molto simpatico e tutte le volte che vado a trovarlo mi racconta le barzellette o le storie di quando era militare. A volte è molto buffo: quest’anno mentre eravamo in spiaggia lui e un suo amico si mettevano in strane e spiritose posizioni da “macho” e tutti lo guardavano. Solo la nonna faceva finta di non conoscerlo! Ogni mattina fa parecchi chilometri a piedi per tenersi in forma. Ha molta cura del suo giardino, che è molto bello e pieno di fiori, e dello stagno nel quale vivono pesci e rane; però ha cura soprattutto del cane di mia cugina che abita nella stessa casa. Lui ha anche un piccolo vignetoe ogni mattina va a controllare che il cane non abbia distrutto qualcosa. Il suo piatto preferito è formato da polenta, coniglio e porcini. Quello che vi ho descritto è il mio adorato nonnino!! Pietro 5^A primaria Continua nella pagina seguente Dietro le … quinte Un tuffo nel passato Mi stavo divertendo in giardino con la palla, quando mi sono accorto che nell’aria c’era l’odore di salame al tartufo, del formaggio e dei funghetti; provenivano da un passante che teneva in mano delle buste della spesa Allora mi è venuta in mente quella volta che io e la mia famiglia siamo andati a Bergamo a vedere le bancarelle. Passando davanti alle bancarelle gustavo gli assaggi con felicità, come il salame al tartufo che era morbido e molto buono; il formaggio molto gustoso perché aveva conservato il sapore del latte e i funghi cosparsi d’olio che emanavano un odore che faceva venire l’acquolina in bocca. C’erano anche pupazzetti e abiti di lana fine che ti tenevano caldo il corpo e se li toccavi ti sembrava di toccare le nuvole. I commercianti erano tutti sorridenti e gentili e invitavano i passanti ad avvicinarsi. I signori anziani continuavano a spingere e a parlare molto forte perché alcuni di loro erano un po’ sordi, ma quello che ci preoccupava di più erano i ladri che potevano rubare il portafoglio a mio padre e quindi gli sono stato dietro per controllare che nessuno glielo rubasse. Infine ci siamo mangiati un cono gelato perché eravamo molto stanchi e affamati. Improvvisamente il mio ricordo svanì perché mia madre mi chiamò per la cena. Francesco 5^B primaria L’anno scorso, ero fuori in giardino da solo e mentre guardavo la neve scendere molto lentamente, mi sono ricordato di un episodio successo quando ero in prima elementare. Era inverno e dopo una lunga notte di neve mio nonno si è alzato presto per spalare il cortile e permettere così alle auto di passare. Quel giorno dovevo andare a scuola e mi accompagnarono mio zio e mia nonna perché né la mamma, né il papà erano in casa. Appena messe le catene alle ruote della macchina grigia, partimmo. Quando arrivai a scuola vidi che Un nonno per amico dalla pagina preceente La mia nonna materna si chiama Albina e ha settant’anni. E’ abbastanza alta e magra. Ha il volto ovale e abbastanza scarno, con molte lentiggini; la sua pelle è flaccida. I capelli sono castani, un po’ mossi; viene dalla mamma a farseli pettinare e se glieli tocchi quando è ben pettinata, si arrabbia. I suoi occhi sono grandi e marroni; il naso è lungo, le orecchie sono piccole, ma abbellite con orecchini diversi. Il suo carattere è buono, però se comincia a parlare ti stressa. Se deve andare ad una festa, mi chiede sempre quali vestiti potrebbe indossare e che orecchini mettere. Ha la mania di pulire sempre la casa, a volte ci chiama per andare in montagna o per fare una passeggiata con il cane. Quando faccio uno sport nuovo, com’è successo per lo snowboard, dice che è pericoloso e si lamenta fino a quando non smetto di farlo. I suoi hobby sono andare in piscina e girare per negozi a fare compere. Un giorno, quando eravamo in vacanza, io, lei e la mamma siamo andate sulla piattaforma in mezzo al mare; il papà diceva che la nonna non riusciva a raggiungere la piattaforma senza materassino, invece c’è riuscita. La nonna prende quasi sempre i “Gratta e Vinci”, ma non vince niente! I suoi piatti preferiti sono la piadina, la carne con la polenta; è molto golosa infatti si porta sempre le caramelle in borsa. Greta 5^A primaria il preside spalava il cortile per via dei cumuli di neve che si erano formati. Dopo qualche minuto di discussione, mio zio stava per ripartire. Io avevo aperto la portiera congelata dal freddo per scendere, ma mio zio mi bloccò e mi disse che quel giorno non ci sarebbe stata scuola! Tornai a casa e con mia nonna costruii un bel pupazzo di neve congelandomi i guanti, giocai a palla e poi salii insieme al nonno sulla ruspa, che faceva molto rumore, per spalare via tutta quella neve, lasciando ovviamente intero il mio bel pupazzo… stavo pensando a tutto ciò quando mia mamma mi chiamò per cenare e tornai al presente. Roberto 5^B primaria Quest’anno mia mamma per il mio compleanno ha preparato una torta. Ero in cucina con mio papà ad aspettare che la preparazione fosse ultimata e quando me l’ha mostrata, mi sono stupito perché era grande, tutta fatta di cioccolato con un sacco di morbida glassa e mi ha fatto ricordare il mio primo compleanno. Ero piccolo ed eravamo a casa di mia zia, c’erano tutti: cugini, zii, genitori e nonni; sul tavolo c’era la torta, era uguale alla torta di quest’anno, era enorme, fatta di cioccolato con molta glassa, profumava di cioccolato al latte e di cacao. Era stato molto bello soprattutto per i regali: mi avevano regalato una macchinina rossa fatta di ferro, con delle gomme grigie, profumava di nuovo e per farla andare bisognava tirarla all’indietro e poi lasciarla; la conservo sullo scaffale della mia camera. Un altro dono era una ruspa che conservo nel mio armadietto: è arancio costruita in plastica, molto grande, con gomme nere e molli e per farla andare la si deve spingere. Vorrei mangiare ancora quella torta, ma mia mamma ha detto che non la prepara più perché ormai sono grande! Thomas 5^B primaria pag. 6 Composizione a ruota libera Una giornata speciale delle mie vacanze Quest’anno sono andato in montagna e l’ultimo giorno di vacanza un amico di famiglia mi ha portato al bivacco, una capanna in mezzo al verde nel parco dello Stelvio. Abbiamo mangiato a casa mia e dopo circa un quarto d’ora siamo arrivati all’inizio del sentiero. Abbiamo lasciato lì la macchina e abbiamo proseguito a piedi. Il viaggio sembrava interminabile ma dopo un’ora e trenta siamo arrivati ad un agriturismo dove abbiamo fatto merenda e ci siamo riposati. Successivamente siamo ripartiti più stanchi che mai e dopo due ore siamo arrivati al bivacco. Ci siamo recati al piano di sopra a preparare i sacchi a pelo e poi siamo andati a vedere i cervi! Ne abbiamo visti una ventina sulle montagne ma, rientrati, era già ora di cena e allora siamo andati a prendere la legna nella legnaia per accendere la stufa e cucinare. Dopo una bella mangiata siamo andati ancora ad osservare i cervi che erano a circa 500 metri da noi: una cosa incredibile! Dopo tutto questo divertimento siamo andati a dormire. Al mattino, quando siamo scesi, è arrivato un temporale e quindi ci siamo bagnati; anche se c’era la pioggia è stata comunque una bellissima esperienza da ricordare con piacere. Andrea T. 1^B Sec. La giornata più speciale delle mie vacanze l’ho trascorsa al city camp della scuola. Era il giorno dei giochi d’acqua e al mattino abbiamo però iniziato subito, appena arrivati, a studiare sui libri distribuiti dal tutor. Tutti i ragazzi che frequentavano il campus sono sempre stati in attesa del giorno dei giochi d’acqua! Quel giorno la mattina è volata via come una foglia secca in autunno. In mensa si sentivano frasi come:” Che giochi faremo secondo voi?” o magari anche: “ Non vedo l’ora di poter giocare!” Come al solito l’intervallo era stato tranquillo, i ragazzi hanno giocato a calcio sul campo e le tutor Rachel, Nev e Rose si sono sdraiate a prendere il sole. Tornati in classe abbiamo costruito la scenografia per lo show del giorno dopo, anche se i ragazzi e le ragazze non stavano più nella pelle. Debora, la direttrice del city camp, è arrivata con la merenda e tutti noi ci siamo lanciati fuori dalla classe correndo all’impazzata per aggiudicarci i pochi posti all’ombra e i panini più grossi con la nutella. Dopo la merenda i bagni erano affollati da bambine e bambini con i baffi di cioccolato che arrivavano al naso! Finalmente il momento tanto atteso dei giochi d’acqua era giunto: le quattro squadre si sono sistemate e, mentre i tutor spiegavano, tutti si toglievano le scarpe e i calzini per prepararsi. Tutti ci siamo messi in cerchio seduti, con i tutor che, girandoci attorno, ci versavano bottiglie d’acqua in testa. Alla fine del primo gioco eravamo già tutti fradici e grondanti d’acqua! Finito anche il secondo gioco tutti si sono trovati più bagnati di prima; sembravamo fontanelle umane! Finalmente ecco la battaglia che aspettavamo: tutti si sono armati di bottiglie, bottigliette, bicchieri, bicchierini e pure palloncini e, spingendosi, cercavano di riempire per primi le bottiglie vuote. Quando tutti pag. 7 hanno fatto il pieno hanno lanciato acqua a tutti gli altri. I tutor scappavano ma era ormai troppo tardi: erano circondati da secchi d’acqua pieni che aspettavano solo si svuotarsi! Alla fine tutti gocciolanti siamo entrati in palestra per andarci a cambiare. Ci siamo lasciate alla spalle tante piccole impronte di piedi che si dirigevano allo spogliatoio. Alcune ragazze si sono chiuse in bagno e ci sono rimaste almeno un quarto d’ora...che noia! Il city camp ora mi manca molto; spero di poter rivivere un’avventura così! Marina M. 1^B Sec La mia passione è... La mia passione è fare la cavallerizza perché mi piacciono molto i cavalli. La prima volta che sono andata su un cavallo avevo sei anni ed era stato molto divertente. Vorrei riprovare questa esperienza, solo che la scuola mi occupa molto tempo, quindi devo lavorare sodo ed impegnarmi. Questa passione è nata perchè quando ero piccola giocavo con molti animali di plastica, soprattutto con cavalli e pony. Mia nonna sapeva costruire dei cavalli di legno con le scope, così potevo sbizzarrirmi nel gioco quanto volevo. Il particolare che apprezzo di più dei cavalli è la loro coda, così lunga e di vari colori, oppure il manto con tante chiazze di varie sfumature marroni, bianche e di colori molto vivaci. Da grande magari avrò un mio cavallo e salterò con lui libera nel vento. Potrò anche spazzolarlo, pulirlo e dargli da mangiare; gli insegnerò a saltare gli ostacoli e a correre veloce, così insieme potremo partecipare a tante gare e vincere delle coppe. Composizione a ruota libera Potremmo fare lunghe passeggiate nel bosco...così sarebbe bellissimo e il mio sogno sarebbe davvero realizzato! Eleonora B. 1^B Sec. Gli oggetti comuni possono essere magici! Il giorno del mio compleanno il mio amico Michele mi ha regalato un cappellino; questo regalo, fra tutti quelli che ho ricevuto, è quello che mi è piaciuto di più. E’ di colore giallo con una scritta “Los Angeles Lakers”, che è il nome di una squadra di basket, lo sport che preferisco. Ogni tanto sogno che questo cappellino abbia dei poteri magici: si trasforma in un tappeto rosso che vola e viaggia per il mondo e quando lo indosso mi trasformo in un cantante famoso! Questi sono solo sogni perchè nella realtà non è così; spero solo che qualcuno di essi si possa realizzare...vorrei diventare un giocatore di basket o un cantante conosciuto in tutto il mondo. Nicolò M. 1^B Sec Era un sabato qualunque ed aprii il mio astuccio per estrarre una matita; all’improvviso venni risucchiata in un altro mondo dove i colori dominavano: non c’era un edificio non colorato, perfino il cielo aveva una sfumatura diversa, diciamo quasi surreale. Io, incuriosita, feci un giro nella città fantastica e trovai un fiume sul quale navigavano dei folletti a bordo dei miei pastelli. Girai per ore nella città osservando temperini volanti e gomme che andavano sull’altalena! Dov’ero capitata? All’improvviso trovai la mia matita vestita da scolaretta e allora la ricorsi, l’acchiappai e mi ritrovai di nuovo seduta alla mia scrivania. Che avventura incredibile! Chiara Z. 1^B Sec S.O.S. Peschiera Un giorno vidi, fuori dalla finestra della mia classe, il professor Maver che s’incamminava verso il parco di Peschiera. Allora a me venne un sospetto e decisi di seguirlo. Chiesi al professor Breviario se potevo uscire per andare in bagno, ma come al solito lui mi disse di no e allora io, mentre lui era voltato da un’altra parte, scappai con Giacomo: insieme seguimmo il professor Maver. Arrivò dietro il santuario e noi due lo vedemmo con un pacco di Marlboro Gold in mano. Io e Giacomo ci nascondemmo dietro il cestino dell’immondizia e lo vedemmo che si era messo a fumare una sigaretta; quando ebbe finito di fumarla la buttò addosso al santuario e scappò. Io mi accorsi che il santuario stava andando a fuoco a causa di quella sigaretta. Io e Giacomo andammo in bagno a prendere 20 fusti d’acqua fredda, ma non riuscimmo a portarla; quindi io andai dai muratori che stavano ristrutturando le case delle suore e rubai loro il camioncino. Arrivai al bagno dove caricammo i fusti d’acqua senza farci vedere dalle telecamere e da Nives. Andammo al santuario, passando davanti alla nostra classe, dove ci vide Breviario che di colpo svenne. Accelerammo al massimo e arrivammo al santuario che stava bruciando; allora gettammo l’acqua, ma il fuoco non si spense. In lontananza arrivarono Marco e Manuel con il trattore delle suore e portarono altri 20 fusti pag. 8 d’acqua, così riuscimmo a spegnere il fuoco del santuario. Sentendo questi rumori, il prof. Gualandris e la prof.ssa Brembilla arrivarono su una Ducati Monster e quando scesero ci espulsero. Ma noi spiegammo a Gualandris che Maver con una sigaretta aveva incendiato il santuario e noi lo avevamo salvato; allora Gualandris e la Brembilla si inginocchiarono davanti a noi per chiederci scusa e per nominare noi e tutto l’esercito delle suore i ”fantastici quattro”, per aver salvato la scuola. Infine, Breviario se ne andò, perché si era ritrovato nel laghetto e Maver fu licenziato per sempre. Luca S. 2^a Gite e nuove esperienze CHE AVVENTURA... La prima settimana di scuola il professor Marco Cortinovis ci ha chiesto l’adesione per l’uscita alla Roncola. Tutti eravamo molto sorpresi e contenti. Il professore ci spiegò che la gita serviva per conoscere meglio i e stare insieme ai nuovi compagni di classe. Lunedì 21 settembre arrivò il gran giorno: noi ragazzi eravamo molto emozionati e agitati. Appena partiti, sul pullman abbiamo fatto un momento di preghiera e poi i tre professori che ci accompagnavano ci hanno diviso in tre gruppi. Giunti al “Parco Avventura”, siamo rimasti stupiti dalla sua bellezza e dai percorsi che c’erano. Entrati, le guide ci hanno fatto indossare le imbragature, che servivano per la nostra sicurezza. La prova durava tre ore e c’erano percorsi di tutti i tipi: azzurro, giallo, marrone e verde sono stati i percorsi che ci hanno fatto fare; invece il blu e il rosso non li abbiamo potuti fare perché erano troppo pericolosi per noi. A mezzogiorno siamo andati a mangiare in un posto al coperto. Terminato il pranzo, noi maschi ci siamo recati al campo di calcio per fare una partita. Nel pomeriggio ci siamo mossi verso il bosco dove una signora aveva organizzato per noi una caccia al tesoro. Eravamo sempre divisi nei tre gruppi e dovevamo trovare più biglietti possibili. Conclusa la caccia al tesoro l’organizzatrice ci ha dato il compito di scegliere il più giovane del gruppo che doveva fare da portavoce nel rispondere ad alcune domande. Completate queste ultime abbiamo fatto la piramide umana, che ci è uscita anche bene! Il tempo era passato velocemente perché era già ora di tornare a scuola. Alla fine abbiamo ringraziato il professor Cortinovis per la bellissima gita, che è servita oltre che a rafforzare le nostre abilità e le nostre forze fisiche anche a rafforzare la conoscenza reciproca. Alex Z. I^ A secondaria Lunedì 21 settembre, la mia classe e la IB sono andate in gita alla Roncola insieme ad alcuni dei nostri insegnanti: il professor Cortinovis, la professoressa Brembilla e la professoressa Minelli. Alle ore 8.00 ci siamo ritrovati a scuola e abbiamo aspettato con ansia il pullman che ci avrebbe portato alla Roncola. Durante il viaggio ho chiacchierato con i miei amici e anche con i nuovi compagni conosciuti quest’anno. Appena arrivati ci siamo resi conto dei percorsi che avremmo dovuto affrontare, mentre le guide ci attrezzavano di moschettoni e carrucola, e subito siamo partiti ad affrontare le sfide. Le guide ci hanno diviso in due gruppi ed io ero nel gruppo di Manuel, un vero pag. 9 esperto, il quale ci ha mostrato come usare in modo corretto la carrucola e i moschettoni. Dopo la spiegazione ho fatto il percorso pratica per due volte, perché la prima ho sbagliato ad usare la carrucola. Il secondo percorso, quello azzurro, è stato il più divertente, anche se un po’ difficile perché soffro di vertigini. In seguito sono andato a fare il percorso giallo, che sinceramente non mi è piaciuto molto, così ho rifatto quello azzurro. Verso le ore 12,30 abbiamo pranzato al sacco e poi alcuni di noi hanno giocato a calcio e altri hanno fatto una bella passeggiata nella natura, visto che c’erano anche alcuni cavalli e due cani da vedere. Nel pomeriggio abbiamo fatto un grande caccia al tesoro: intorno al parco c’erano centinaia di bigliettini che dovevamo trovare. Io purtroppo ne ho trovato solo uno, ma la mia squadra era comunque in vantaggio. Per concludere la sfida abbiamo dovuto rispondere ad alcune domande e creare una piramide umana, ma la mia squadra alla fine purtroppo ha perso la gara. Verso le ore 16.00 abbiamo preso il pullman per rientrare a scuola e ci siamo raccontati alcuni episodi della giornata, divertendoci a commentarli. In questa gita mi sono divertito molto e vorrei tanto tornare alla Roncola; inoltre ho avuto anche la possibilità di conoscere i miei nuovi compagni della scuola media. Lorenzo P. IA secondaria Gite e nuove esperienze Le mie impressioni sulla scuola media Il primo giorno della scuola media ero impaurito, tutti i miei amici mi dicevano: “Le medie?!? Che paura devi avere, compiti difficili, verifiche all’ordine del giorno … se riesci a passare sicuramente sei un secchione!” Io, a dirla tutta, non avevo così paura, anche perchè contemporaneamente gli adulti mi rassicuravano dicendomi che era il ripasso della quinta elementare, che in fondo non era stata per me poi così difficile. Arrivò il quindici settembre: l’inizio delle misteriose medie. Ero curioso di sapere come erano davvero: compagni nuovi, professori nuovi, libri nuovi, tutte cose che magicamente erano nuove. Entrai nel refettorio: c’erano più genitori che ragazzini, cosa che non mi piacque, ma fortunatamente riuscii a scovare i miei vecchi amici, meno male!! Salutai la mamma e mi sedetti vicino a loro. Dopo un discorso del preside andammo in classe, dove ascoltammo un altro discorso dei professori di italiano e tecnica che, alla prima impressione, sembravano bravi. Chi prima chi poi tutti noi perdemmo la paura e i genitori se ne andarono. Alle undici andammo a fare l’intervallo di metà mattina con i ragazzi di seconda e di terza, che avevano già fatto un giorno di scuola, sfortuna loro.... Tornammo dall’intervallo; mi ero divertito e avevo conosciuto i miei nuovi compagni, erano simpatici. In quell’ora avremmo dovuto avere italiano, ma come nelle altre ore successive, parlammo di come avevamo trascorso le vacanze: che nostalgia di quei giorni al mare! Successivamente finì la giornata; la mamma mi venne a prendere: ero entusiasta della giornata stessa. La settimana passò velocemente, come le tre seguenti, ed io ho ancora un’idea positiva delle medie, anche se a volte mi mancano le giornate al mare!!! Alessandro A. 1^A secondaria Il primo giorno della prima media è stato fantastico, perché mi sono sentito più grande, più responsabile, e i professori mi sono sembrati bravi e gentili. Nell’aula di attesa vidi la mia ex insegnante della quinta elementare, la cosa che mi fece ricordare tanti bei momenti vissuti con lei… quando ci pensavo mi sentivo piccolo e comandato. Il cibo della mensa era squisito, soprattutto la pizza, che è il cibo più buono. Le lezioni sono molto interessanti e belle. Spero che questo programma scolastico resti sempre così. Leonardo M. 1^A secondaria L’angolo della poesia La Conoscenza La conoscenza è una porta aperta sul mondo e ai saggi, nella vita, fa da sfondo; la conoscenza è un dono prezioso che va custodito senza riposo; la conoscenza è il niente ed il tutto può farti ridere o metterti in lutto; sapienti non si nasce, sapienti si cresce; volete che la conoscenza vi apra tutte le porte? Be’, tutta la conoscenza si ha solo dopo la morte. quando a casa ritornerò, il portafoglio vuoto avrò, i soldi al nonno chiederò. Il mare Mia sorella Michele P. III A sec. Oggi sono al mare, ho voglia di nuotare, e prendere il solleone, stesa sul salviettone. Sulla sabbia dorata, mi bevo un’aranciata, è molto dissetante, è tutto rilassante. Ma un triste pensiero già ho, pag. 10 Giulia R. II A sec. Mia sorella si è addormentata, la maestra si è arrabbiata, grida forte all’impazzata e le dà una strapazzata. E’ proprio sbadatona ma e sempre la mia Tatona.. Beatrice F. 3^A Un po’ di critica IL DIVIETO DI GIOCARE A CALCIO Secondo me, il calcio è uno sport che, come tutte le attività, ha delle regole che vanno sempre rispettate. Quindi il problema del rischio e della pericolosità del gioco non si dovrebbe verificare o sarebbe minimo se tutti i ragazzi rispettassero le regole e non scambiassero il momento del gioco come un momento di sfogo in cui tutto è permesso. Se così fosse i docenti potrebbero controllare tutte le attività dell’intervallo da una certa distanza e si risparmierebbe l’organizzazione laboriosa dei tornei, che fra l’altro non occupano tutti gli intervalli pomeridiani. Se quindi noi ragazzi fossimo più rispettosi delle regole, potremmo essere più liberi di giocare senza il controllo dei professori, che a volte un po’ ci soffoca e ci limita. Le norme calcistiche riguardano il gioco e, principalmente, il comportamento dei giocatori, perché insegnano il rispetto dell’avversario e ci aiutano a dominare l’aggressività che nel gioco viene fuori: servono nello sport, ma in un certo senso possono essere anche utili nella vita di tutti i giorni. Inoltre, gli alunni che partecipano ai giochi devono assumersi la responsabilità del loro comportamento, essere corretti e se non lo sono devono accettare di essere puniti in modo adeguato. I ragazzi che sono inesperti nel calcio, non lo praticano e non sono abituati agli scontri fisici dovrebbero all’inizio essere solo spettatori, per poi introdursi gradualmente nel gioco, dopo aver acquisito una preparazione adeguata, per non farsi male. Dato che sono sempre numerosi i ragazzi che vogliono giocare al calcio e un campo non basta per tutti, si potrebbe suddividere il campo in tre aree: una per le prime medie, una per le seconde e infine una zona per le terze… ma il mio sogno sarebbe poter giocare sull’erba del parco! Federico V. II A secondaria IL REGOLAMENTO DI VILLA PESCHIERA Come ogni scuola ha un proprio regolamento, così anche Villa Peschiera ne ha uno. La classe 2^a della secondaria ha commentato qualcuna di queste. 1.5 Le assenze vanno giustificate tramite libretto ed è vietata la contraffazione della firma del docente o del genitore per il permesso di uscita anticipata. Secondo alcuni studenti questa regola è opportuna, perchè sarebbe “insignificante” contraffare la firma del docente o del genitore. 1.9 La divisa scolastica è obbligatoria per l’ora di educazione fisica Secondo tutti gli studenti la divisa è di colore bianca e blu e quindi sarebbe inutile non metterla per mettere una tuta bianca e blu qualunque. 1.10 Ë assolutamente vietato portare il cellulare a scuola e fumare. Secondo tutti gli studenti sarebbe meglio portare il cellulare per qualsiasi evenienza, anche se bisogna ammettere che esiste il telefono della segreteria per fare delle chiamate. Invece riguardo al secondo punto è bene quello che dice la regola, perchè altrimenti si va incontro a dei rischi per la propria salute o per la salute degli altri. 2.10 Il gioco del calcio è vietato al terzo piano sia nell’intervallo che dopo la mensa Per molti compagni questa regola è sbagliata dal momento che non capiscono perchè i professori debbano abolire solo il gioco del calcio; invece per alcuni altri questa regola è giusta, perchè se con una pallonata si colpisce una persona in faccia si può anche farle male o peggio. 2.11 Recarsi ai servizi solo alla terza e alla quinta e alla settima ora Tutti i compagni affermano che sia giusto andare alle ore prestabilite, ma se uno ad un certo punto ci si sente male anche il docente deve capire le necessità dell’alunno. Edoardo C. II A secondaria pag. 11 Dalla prima... Vacanze in bicicletta Dalla prima le sensazioni che se ne ricavano, anche se non sempre possono risultare piacevoli – dipende poi dai palati – saranno comunque una parte originale del vostro viaggio. Accenno soltanto a due meraviglie davvero uniche che capita di incontrare da queste parti. Mont Saint Michel, cattedrale, abbazia e villaggio posti su una piccolissima isola che tale non è durante la bassa marea, quando il mare può ritirarsi per quasi quindici chilometri lasciando tutto intorno al “monte” una distesa lunare e desertica fatta del fondale marino che si mostra nudo della propria coperta, e tale diventa quando la luna spinge invece le acque a circondarlo. Fantastico osservare dal sagrato della cattedrale, in cima al monte, l’ipotesi del mare, perché questo non c’è, e sta svariati chilometri lontano da voi, mentre il tramonto fa brillare le chiazze d’acqua che interrompono l’uniforme tappeto di sabbia. Fantastico osservare Mont Saint Michel da qualche chilometro alle sue spalle, pensando, mentre le scarpe affondano nella ghiaia, che si sta praticamente in mezzo al mare in assenza delle acque che la fanno sempre da padrone. Tantissima gente; una mobilità che sfida la pazienza; code da fare e da prendere con la dovuta calma: ma una notte nel borgo ne vale davvero la pena. Bellissimo alzarsi la mattina presto poi, quando il flusso dei turisti non è ancora cominciato e i commercianti cominciano placidi ad alzare le serrande, per passeggiare per l’isola come in un altro mondo, dove ogni vicolo è tuo e il silenzio ti lascia solo a goderti le tue emozioni. E a proposito di emozioni è un ridda quella che si affolla alla mente mentre si calpesta la spiaggia dello sbarco in Normandia. Per non parlare del cimitero americano vicino ad Arromanches, che con il suo silenzio rispettoso e il colpo d’occhio delle migliaia di piccole croci bianche disposte in una simmetria perfetta su un prato verde brillante invita davvero a fermarsi a pensare al sacrificio consumato da tutti quei giovani durante quei giorni che ogni studente studia anno dopo anno sulle pagine del libro di storia. Viaggiare in bicicletta non è una stranezza. Percorrere tutti quei chilometri non è una follia. Semplicemente è la voglia di far diventare il viaggio stesso la vacanza, di far diventare il viaggio stesso l’esperienza da portarsi a casa, anziché puro spostamento per raggiungere una meta da consumare. Se poi sentite il desiderio di sperimentare dei momenti di riflessione con voi stessi, in cui tutto vi si può fare più chiaro, perché il silenzio che c’è intorno a voi e il tempo che scorre lontano da qualsiasi tipo di incombenza – orari di cena e pranzo, organizzazione delle attività durante la giornata, orologi che scandiscono la preparazione per l’uscita serale – amplificano la possibilità di stare soli a riflettere con sé stessi; se tutto questo vi pare un po’ appetibile, ecco che non c’è niente di meglio che stare sulla sella o accanto alla vostra bicicletta in un paese straniero, sapendo che tutto ciò che c’è al di là e in più dei chilometri che avete pedalato è un regalo che la giornata che state vivendo vi fa. Certo è dura riuscire a percorrere una bella distanza ogni giorno per arrivare alla tappa successiva. È dura dover risolvere i problemi contingenti legati al viaggiate in bici – una gomma che si fora, una vite che salta, il cambio che fa i capricci. Non è facile riuscire ad interagire con le altre persone spiaccicando solo le nozioni scolastiche che si hanno della lingua. Non è facile raccapezzarsi in una grande città come Parigi dovendo spostare una trentina di chili di equipaggiamento. Ma non so che farci: ogni volta che guardo la mia bicicletta in fotografia o qui vicino a me non posso che pensarci con la voglia di darle una bella pacca di soddisfazione sul sellino; perché in fondo è proprio quella che lei ha dato a me accompagnandomi in una vacanza come sempre, come tutti le estati in cui vado all’estero a pedalare, piena di emozioni, da raccontare agli amici più cari e non solo. Il viaggio dopotutto non è anche questo? Christian Perego Notizie brevi * Durante l’estate Madre Mariarosa Urru, economa delle Madri, è stata trasferita a Genova. La ricordiamo per la sua schiettezza e per la sua energia. Un ringraziamento per la grande disponibilità in questi anni; un augurio per il suo nuovo servizio. * Amadei Dennis (classe 2^A primaria) e Marca Margot (classe 1^B primaria) si sono classificati rispettivamente al primo e al terzo posto al Concorso “.....” promosso dalla Biblioteca Comunale “David Maria Turoldo”di Villa d’Adda * Il 30 ottobre 2009 il Vescovo Sua Ecc. mons Francesco Beschi visiterà la nostra scuola e inaugurerà ufficialmente i locali della scuola dell’Infanzia, riaperti dopo un’ampia ristrutturazione. pag. 12