ANNO XLV - N° 4 - SETTEMBRE 2013
75° DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA PARROCCHIALE - 1938
Altare negli anni ‘50
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO XLV N° 4 - SETTEMBRE 2013
IN QUESTO NUMERO:
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Editoriale del Parroco. Andare a messa
La nostra Chiesa Parrocchiale compie 75 anni. I puntata
Funerali di don Gaetano Sirtori
In memoria di don Carlo Bressan
Oratorio feriale 2013 - di Lorenzo Zito
Ceresole Reale 2013 - AA. VV.
Il Consiglio dell’Oratorio
Caritas Parrocchiale. Nuova sede per il Centro di Ascolto
Commissione Famiglia. Seratorio
Commissione Liturgica di Unità Pastorale
Ottobre missionario - a cura della Commissione Missionaria
Nuove linee diocesane per l’Iniziazione Cristiana dei fanculli
Per i più piccoli... e non…
Offerte da metà giugno a metà settembre 2013
Redazione: Innocente Campesato, Mascia Capponi, Emanuela Incicco, Giuseppino Pigaiani e i
sacerdoti di Canegrate.
Impaginazione e grafica: Giuseppino Pigaiani
Stampa: Giovanni Incicco
Copertina: Emanuela e Giovanni Incicco.
Diffusione e Abbonamenti: Addetti Buona Stampa.
Sito Internet: www.oratoriocanegrate.it (“Comunità” scaricabile in Pdf)
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
A
ANNO
XLV N° 4
SETTEMBRE
2013
volte si sente dire: il cristiano è colui che va a
Messa.
La frase è vera: il cristiano, se
vuole essere tale in maniera piena,
non può fare a meno della Messa.
Ma la frase scritta così è anche
incompleta e pure rischia di essere
ambigua e fraintesa.
Incompleta e fraintesa perché
non basta andare a Messa per dirsi
cristiano; bisogna andarci con
l’intenzione di cambiare il cuore, se
stessi; alla Messa celebrata in chiesa
deve seguire la Messa vissuta fuori
chiesa.
È vero che la Messa è la partenza di tutto, e lo spiegheremo a poco
a poco, ma non basta partire, per
dire di essere già arrivati.
Ci sono dei pericoli per uno che
va regolarmente a Messa, ci sono
degli atteggiamenti che rischiano di
annullare la grazia della Messa.
Per esempio, l’andarci solo per
dovere. Il senso del dovere non è
cosa sbagliata, ma ha bisogno di
motivazioni forti.
Spesso poi ci si va con una abitudine che è diventata abitudinarietà: l’abitudine può essere una buona
cosa, l’abitudinarietà no.
Occorre invece comprendere
che:
• vado a Messa per lavorare, non
per riposarmi. Per lavorare su me
stesso. E ciò richiede fatica. Ed è
il lavoro più faticoso e più necessario. Devo andarci con la disponibilità a lavorare su me stesso.
Vado a Messa perché non mi
sento già arrivato, già bravo. Ci
vado proprio perché mi sento
peccatore, perché mi sento troppo poco cristiano.
• Vado a Messa per cambiare il
mondo e ho capito che per cambiare il mondo non basta bronto-
lare, criticare, giudicare, tanto
meno basta pensare che debbano
cambiare questi e quelli. Vado a
Messa perché ho capito che per
cambiare il mondo, il primo da
cambiare sono io!
• Vado a Messa perché ho capito
che è Dio a cambiare l’uomo.
Non sono in grado io di cambiare me stesso. Devo togliermi di
dosso questa tremenda presunzione.
• Vado a Messa per accogliere –
ricevere il regalo di Dio, il dono
di cui ho più bisogno: la liberazione dal male.
E quindi ci vado con gioia, come
è contento chi va a prendere un
regalo, non come chi si sente
costretto a fare una cosa faticosa.
Ci vado con gioia, perché solo
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lasciandomi liberare dal male, ad
opera di Dio, divento felice di
una felicità solida e profonda.
Quindi va a Messa con frutto
solo chi è “povero nello spirito” (beati i poveri in spirito), cioè
chi è umile, chi si lascia prendere
per mano da Dio, come un bambino.
Chi si crede già grande e bravo… non ha bisogno di convertirsi e
quindi non ha bisogno di andare a
Messa …
Non per nulla Gesù diceva: “Chi
non accoglie il Regno di Dio come
un bambino, non entrerà nel Regno
di Dio”, cioè non lo capirà.
Essere umili, piccoli, è una cosa
così grande che non la possiamo
ricevere se non da Dio, da Gesù.
L’umiltà va invocata! Non dobbiamo pretendere di costruircela dentro
da soli!
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
Per questo andiamo a Messa!
Vado a Messa perché sento che
ho bisogno di attingere la mia liberazione da Dio e non presumo di
trovarla con le mie capacità, abilità,
bravure …
Questo è autentico realismo e
amore sincero alla verità.
Chi va a Messa, ci va perché è
realista e riconosce di essere peccatore. Chi va a Messa ama la verità e
la verità è che solo da Dio può venire la salvezza dell’umanità.
Se non si parte da questo atteggiamento interiore, si va a Messa
stancamente, non se ne capisce bene
il perché, la riteniamo inutile e diventa noiosissima.
ANNO
Ecco perché è così determinante preparare il cuore uscendo di casa.
È un esercizio fondamentale per
non rendere inutile per noi, cioè per
non svuotare la Messa.
Ecco perché all’inizio della Messa, di ogni Messa, dobbiamo farci
qualche domanda: perché sono qui?
Come sono qui? Con quale intenzione?
Ecco perché all’inizio della Messa si colloca sempre l’atto penitenziale: solo chi si riconosce peccatore
rende fruttuosa per sé la Messa.
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nerarsi, come bere acqua che disseta
e mangiare cibo che nutre.
È il contrario di chi dice: “Io
sono fatto così, non cambio più”.
È nutrirsi di fiducia e speranza
perché Dio non si lascia scoraggiare
dai nostri sbagli.
È aver capito che Dio ha risposto
al male degli uomini con un amore
infinito e che questo rimane l’unico
modo per sconfiggere il male.
… alla faccia di tutte le parole
vuote che gli uomini hanno detto,
dicono, diranno e alla faccia di tutte
le illusioni che hanno fatto tanto
male nella storia dell’umanità.
Venire a Messa è venire a rige-
Prendiamo da “Cento anni di storia” di Canegrate alcuni brani, ispirati dal “libro cronico” della Parrocchia. Li riprendiamo per ricordare l’anniversario, per aiutare tutti ad immergerci nel clima di quel tempo, per ritrovare nel
passato le radici genuine del nostro presente.
messe: una alle 5
e 30, per tutti
(evidentemente
erano altri tempi…), e una alle 7
per le donne.
L’ultima messa si
teneva alle 10,
anche questa per
tutti. Ma la moltiplicazione delle
celebrazioni era
solo un espediente
per tamponare un
bisogno emergente. Alla lunga, non
restava altra scelta
che
puntare
all’innalzamento
di un edificio
completamente nuovo e ben più capace della vecchia
chiesa, che non poteva essere più semplicemente ingrandita con qualche limitata aggiunta.
Il primo passo decisivo fu compiuto il 19 aprile del
… Come si dichiara apertamente all’inizio delle annotazioni del 1930, e poi di nuovo ancora nel 1932, bisognava intervenire in modo risolutivo per rimediare
all’angustia della vecchia chiesa nella piazza centrale di
Canegrate, sempre più inadeguata per contenere una
popolazione in fase di sviluppo continuo: “La chiesa è
piccola. La popolazione aumenta”. Canegrate stava
giungendo a sfiorare, allora, i 4000 abitanti. Il censimento concluso il 21 aprile 1931 attestava che i cittadini residenti in modo stabile erano 3778. Aggiungendovi i
residenti temporanei e gli assenti (per servizio militare,
lavoro, eccetera) si arrivava a 3840.
Per far fronte all’aumento dei fedeli che frequentano
la chiesa fu presa la decisione, nel corso del 1932, di
introdurre una quarta messa festiva, destinata agli uomini e collocata alle 8 e 30. La precedevano allora due
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ANNO
1930, quando il parroco don Perruzzotti concluse l’acquisto dalla signora Giustina Gaio in
Mozzoni dell’appezzamento di terreno di circa
8500 metri quadrati, alla periferia nord del
paese, verso Legnano, tra la ferrovia e l’Asilo
infantile, dove c’era tutto lo spazio per realizzare adeguate opere edilizie.
Il prezzo era di 110.000 lire e per il momento il parroco non poteva andare oltre il
versamento di una modesta caparra di 15.000.
Da quella data, il forte impegno economico a
cui tutta la comunità dovette sottoporsi costrinse a moltiplicare i sacrifici per mettere
insieme le somme che si annunciavano necessarie. Mentre diminuiva il gettito delle altre
raccolte di offerte (da quelle “comandate” fino
a quelle di interesse diocesano per il Seminario e soprattutto per le missioni), si susseguivano entrate destinate a farsi sempre più larghe sotto la voce “Pro chiesa nuova”. Dopo le
15.000 lire del 1930, le 13.000 circa del 1931
e del 1932, si salì a oltre 43.000 nel 1933, alle
54.000 dell’anno successivo, alle quasi 67.000
del 1935. Ma ormai dai preliminari si era passati
all’avvio della costruzione vera e propria che, per le dimensioni della Canegrate di allora, si poteva senza retorica definire imponente. Il progetto dell’edificio sacro
era stato a suo tempo affidato all’ingegner Giovanni
Maggi, che ne presentò una prima versione il 2 febbraio
del 1934. Nei giorni immediatamente successivi, il parroco convocò due adunanze nel salone dell’Oratorio, per
gli uomini e per le donne del paese, allo scopo di informare su quanto si era fatto fino ad allora per la costruzione della chiesa, per illustrare la proposta del progettista e raccogliere eventuali pareri o idee nuove. Il
“numero straordinario degli intervenuti”, commenta il
Libro cronico della parrocchia, era il chiaro segnale
dell’”entusiasmo” generale e della “ferrea volontà di
riuscire nell’intento”. Si erano ormai coperte le spese
per l’acquisto del terreno. Con la raccolta delle offerte, il
sistema dei contributi “proporzionali” alle entrate di ogni famiglia e le altre iniziative messe in cantiere per
racimolare fondi sembrava che ormai si fosse posta una
“base seria” al finanziamento di tutta l’impresa. Il progetto di partenza dovette apparire subito persino troppo
ambizioso.
Al progettista si chiedeva di predisporre la versione
definitiva del progetto, tenuto conto delle osservazioni
formulate. Il parroco si dichiarò comunque convinto che
la nuova chiesa sarebbe stata sufficiente per una popolazione grande “due volte l’attuale”. Per l’ampiezza e per
la modernità delle sue caratteristiche di stile, il
“monumento” si sarebbe certamente distinto da tutti gli
altri edifici sacri della zona, vecchi e nuovi, contribuendo in modo decisivo a dare “lustro e decoro” al paese.
Venuto a Canegrate per la visita pastorale nel corso
dell’anno, all’inizio del mese di luglio, l’arcivescovo
cardinal Schuster approvò il disegno dell’opera e incoraggiò “tutta la buona popolazione” a proseguire
nell’impresa grandiosa”. Già l’anno seguente, il 24 ago-
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sto 1935, di nuovo alla presenza del cardinal Schuster,
fu tenuta la cerimonia per la benedizione e la posa della
prima pietra, nel punto in cui doveva sorgere uno dei
piloni della cupola, con la pergamena commemorativa
firmata dalle autorità convenute. L’indomani mattina,
che era domenica, sul terreno che era stato consacrato
per dare inizio ai lavori nel modo migliore, con tanto di
preghiere propiziatorie e benedizione del perimetro delle
fondazioni, il parroco celebrò una messa davanti al
“numeroso popolo convenuto”. Dove si sarebbe innalzato il nuovo tempio della comunità, per ora si vedeva solo
una grande croce che dominava il vasto terreno spoglio.
Come commenta il Libro cronico, questo fu il
“coronamento di una lunga e paziente preparazione”,
segnata da tante “difficoltà superate” grazie alla volontà
di compiere “una sacra e doverosa opera di bene”. Dopo
cinque anni di tenacia, si cominciavano a vedere i primi
frutti della generosa dedizione collettiva. Lo slancio si
era ingigantito dopo la visita pastorale e l’incitamento
venuto dal pastore della diocesi nel 1934. “Da quel giorno – annota il libro delle memorie parrocchiali – fu iniziata una vera crociata per la raccolta necessaria dei fondi”. Quasi tutti gli operai e le operaie degli stabilimenti
locali si impegnarono a versare “quote personali”. Settimanalmente veniva fatta la raccolta delle uova, destinandone poi il ricavato della vendita alla cassa della nuova
chiesa. I contadini versavano una percentuale per ogni
loro quintale di frumento. Nei salvadanai distribuiti nelle famiglie i piccoli deponevano i risparmi delle loro
“preziose mortificazioni”. Non mancarono anche le offerte individuali di denaro e di oggetti d’oro, i tradizionali banchi di beneficenza e “mille altre piccole iniziative” che, messe insieme, “frutta[rono] le grosse somme
che si richiede[vano] alla bisogna”.
Prima Puntata
A cura del Prof. Danilo Zardin
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ANNO
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Funerale di Mons Gaetano Sirtori
Canegrate – 24 agosto 2013
Omelia di Mons. Mario Delpini
I
le sue confidenze, hanno cercato di
vivere della sua parola, hanno desiderato ardentemente che tutto in
loro fosse segnato, conformato, persino ferito dalla parola del Signore
come da un sigillo che scava nel
pensiero, nella carne, nei sentimenti,
l’appartenenza al Signore.
I preti sanno che cosa dire, anche
se talora parlano troppo e di cose
che non sanno e anche loro, come
tanta gente, si disperdono in chiacchiere e in curiosità.
Ma le parole che hanno da dire i
preti sono poche, sono quelle essenziali, sono le parole necessarie per
le cose serie della vita, per i passaggi decisivi: il nascere e il senso della
vita, l’amare, il soffrire, e il morire
Le parole che hanno da dire sono
parole ricevute e non finiscono nel
vento perché contengono in sé la
potenza di Colui che le ha consegnate, il Maestro e Signore.
Che cosa dicono i preti? Dicono
le parole del Vangelo che sono state
annunciate ora per il funerale di don
Gaetano.
Dicono: “questo è il mio corpo
che è dato per voi, fate questo in
memoria di me” “questo calice è la
nuova alleanza nel mio sangue che è
versato per voi” e di quel pane si
vive diventando memoria di Gesù, e
quel
sangue
è
principio
dell’alleanza nuova ed eterna che
compie la comunione con il Padre. I
preti sanno che cosa dire: ecco, se
volete vivere il pane della vita; ecco
se volete essere lieti, il vino nuovo
del regno. Ecco perché si nasce: per
vivere della vita di Dio, ecco perché
siamo capaci di amare, di soffrire,
di generare, di costruire, di servire,
perché ci è dato lo Spirito di Dio,
siamo vivi della vita di Dio.
Che cosa dicono i preti?
preti sanno che cosa dire.
I preti sono là e la gente li pretende; i preti sono là e la gente li
cerca, infatti i preti sanno che cosa
dire. In un tempo di confusione, in
un tempo in cui si è frastornati dalle
troppe notizie, troppi fatti sconcertano e spaventano, è un dono impagabile trovare un uomo che sa che cosa dire. Un uomo che sa che cosa
dire dà sicurezza a chi è incerto, dà
conforto a chi è spaventato, dà speranza a chi è disperato.
Non serve a niente chi ripete
quello che dicono tutti, chi ripete i
luoghi comuni, chi accondiscende
alle mode del tempo: un uomo che
sa che cosa dire può rendersi anche
impopolare, ma è là e indica una
direzione; un uomo che sa che cosa
dire non pretende che tutti siano
d’accordo, ma è là a testimoniare
quello che crede; un uomo che sa
che cosa dire, non pretende di avere
successo e di vedere i risultati, è
piuttosto come uno che semina: crede che il terreno è buono e ha fiducia che il seme non deluderà le attese.
Ecco i preti sono uomini che
sanno che cosa dire.
Che cosa dicono i preti
Sarebbero ingenui se pretendessero di sapere tutto e parlare di tutto; sarebbero presuntuosi se avessero la persuasione di dire cose che
hanno pensato loro, come se fosse
di qualche utilità l’esibizione
dell’originalità; sarebbero sciocchi a
pensare che basta ripetere la lezione
per sapere che cosa dire.
I preti sanno che cosa dire perché hanno ascoltato il Signore, sono
diventati suoi amici, hanno raccolto
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
Dicono: “i tuoi peccati sono perdonati” e tutta la storia di un uomo e
di una donna, con le sue speranze e
le sue confusioni, con i suoi peccati
e con le sue ferite viene come trasfigurata per opera di Spirito Santo. I
preti dicono, per grazia di Dio, la
parola che perdona e anche chi si
sente schiacciato dal male compiuto
e subito può mettersi diritto lieto
come un figlio amato, umile come
un peccatore perdonato, libero come
chi è condotto dallo Spirito di Dio.
Un prete che sa dire per ciascuno la
parola del perdono in nome di Dio
si fa eco di una parola che non si
esaurisce nel gesto sacramentale,
ma diventa lampada per il cammino
da percorrere, acqua fresca per i
momenti di arsura, abbraccio affettuoso e intuizione lungimirante perché ciascuno dia compimento alla
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ANNO
sua vocazione. Che grazia incontrare un prete che sa che cosa dire e lo
dice per me!
La gratitudine per don Gaetano,
un uomo che sapeva che cosa dire.
Forse i nostri tempi sono tempi
in cui dei preti è facile parlar male,
circola un’aria di discredito e di sospetto, si percepisce una sensazione
di irrilevanza e di inutilità. Forse
anche i preti contribuiscono a dare
una immagine senza splendore perché talora, almeno alcuni, si presentano affaticati, preoccupati, scontenti, appesantiti dalle troppe strutture
e infastiditi dalle troppe pretese.
Ma noi siamo qui oggi a rendere
grazie al Signore e ad esprimere
gratitudine e affetto per don Gaetano perché è stato un prete che sape-
uongiorno, Don …..
come sta? … la risposta arriva sempre con un sorriso e con voce
flebile.
Per me non è una domanda di cortesia, Monsignor Gaetano ha già una
certa età ma soffro solo a pensare che ci lasci, che se ne vada, … non
voglio ... dopo tanto tempo questo è il mio momento con Gesù, è intimo,
è bello ed è anche merito di Don Gaetano.
Scontata invece la risposta ma sottolinea l’indole di un sacerdote al
quale non piace parlare di sé.
No, non posso dire un amico, proprio no, ma anche perché faccio
l’errore di pensare che un padre spirituale (mamma mia che parolona, e
sicuramente non è così ma ci si avvicina abbastanza...non per suo demerito, ma per la mia poca volontà come spesso succede per il sacramento
più in crisi in questo periodo storico) debba rimanere staccato dalla mia
quotidianità. Noto comunque che molti preti fanno i km per andare dal
loro padre spirituale, quindi sono in buona compagnia.
C’è molto rispetto, c’è affetto in un certo qual modo, ma non confidenza e c’è tanta gratitudine!
Buongiorno Don, come sta?
Oh, Buongiorno, sì, sì, bene …
Mi accoglie infagottato nel suo giubbotto; stufetta, stola, apparentemente debole sicuramente Grande, un vero uomo di Dio.
Un cammino, un rapporto.
Ogni volta che ci vedevamo introduceva con un piccolo brano tratto
dalla lettura del giorno, ora se non leggo le letture del giorno mi mancano.
C’è sempre corrispondenza tra la Bibbia e la realtà che viviamo, anche se parla Giuditta, se racconta dei Maccabei, ecc.ecc. ed ogni volta il
commento di Don Gaetano mi colpiva ed era come aprire una diga.
Era bellissimo essere accolti in confessionale con la Parola di Dio, è
come offrire la cosa più buona in assoluto per l’ospite gradito … sì! mi
sentivo ospite gradito.
C’era empatia, con-divisione, com-passione..chiarezza nei ruoli: io
nel mio parlare marito, genitore, amico, collega di lavoro, Lui sacerdote
ma come se quei ruoli li avesse vissuti …
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va che cosa dire e con la sua parola,
la sua testimonianza, la sua dedizione, la sua autorevolezza ha aiutato
tanta gente dicendo le parole che il
Signore ha consegnato ai suoi discepoli.
Ciascuno di noi, i preti che
l’hanno conosciuto, le persone che
l’hanno accostato nelle parrocchie
dove ha esercitato il suo ministero e
che hanno desiderato essere presenti
per questa celebrazione di congedo,
di suffragio e di speranza, la sig.a
Teresina che l’ha accompagnato,
ascoltato, servito per tutta una vita,
ciascuno di noi ha certo ricevuto da
don Gaetano una parola, un gesto,
un segno che ha lasciato una traccia
nella sua vita, perché don Gaetano è
stato un uomo che sapeva che cosa
dire a proposito delle cose serie della vita.
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
Mi sentivo importante, ascoltato
… la sua frase una volta fu: Doriano, sei in buona compagnia anche il
cardinal Martini diceva più o meno,
che la battaglia tra il bene e il male
inizia il momento in cui si aprono
gli occhi la mattina, perché da lì si
sceglie.
Il dono dell’ascolto, poche parole, quelle che vanno dette.
Dopo la lettura il silenzio, la
confessione, poi ancora il silenzio,
ANNO
alzo la testa, i suoi occhi semiaperti,
le sue parole, le mie lacrime di dispiacere, ma anche di gioia perché il
sacco è vuoto ma non solo per quello è anche il rapporto ritrovato con
Gesù, è anche il suo tramite, il suo
prete che conta in questo ritrovamento, il suo prete che c’è ogni volta che ho bisogno come il papà col
figlio ….
Dio che regalo ci hai fatto a donarci un prete così, Grazie!
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Sei stato buono, giusto, sei con
Gesù … la speranza è di rivederla
Don..Monsignor Gaetano.
Resta qui con noi, il sole scende
già …
Resta qui tra noi, Signore è sera
ormai …
Doriano
Caro
don Gaetano,
è passata solo
qualche domenica, da quando, al termine della S. Messa
delle dieci, timidamente ci avvicinammo a
te, che, come era tua consuetudine, ti preparavi a celebrare la Messa rileggendo
l’omelia che avevi, come sempre, meditato
a lungo, preparata con cura, e scritta sul tuo
quaderno. Venivamo a chiederti se fossi
disposto a celebrare il nostro matrimonio.
Tu, dopo averci salutato calorosamente,
appoggiasti gli occhi su di noi, con quel tuo
sorriso affettuoso e paterno, ascoltasti la
nostra richiesta, e rispondesti sempre più
sorridente: “Ma certo, ma certo, io sono
sempre disponibile! Bisogna, però, sentire il
Parroco!”.
Il matrimonio è una celebrazione impegnativa: temevamo solo che tu potessi declinare il nostro invito, perché sapevamo
che la tua salute un po’ malferma, magari te
lo avrebbe imposto. E, invece, no! Infaticabile! Dopo averti detto che stavamo curando
il libretto per la Messa, i canti, tu gioiosamente ci rassicurasti e ci dicesti: “Non preoccupatevi, se il Parroco è d’accordo, vi
raccomando solo di farmi avere al più presto le letture, perché io possa preparare ciò che dovrò
dirvi … o meglio, prepararmi a dirvi ciò che altri hanno
detto, sul sacramento importante che andate a ricevere.”
Abbiamo poi saputo, da chi ti è stato vicino per tanti
anni, che fosti felicissimo che ti avessimo chiesto di
sposarci, e che ne parlasti con gioia subito, rientrato in
casa dopo aver celebrato la Messa delle 11.30, come di
una cosa inaspettata.
cazione; l’obbedienza e il senso della Chiesa, che ti hanno portato a servire la nostra parrocchia, con umiltà e
costanza, aiutando i tuoi confratelli nel sacerdozio, senza mai travalicare i ruoli costituiti, accompagnandoli col
garbato consiglio del fratello maggiore, sussurrato, con
l’autorevolezza di una saggezza profonda fondata
sull’amore per la Parola di Dio. Quella Parola di Dio
meditata continuamente, interrogata apertamente, spiegata finemente al popolo di Dio, proclamata e celebrata
solennemente nella liturgia, con la nota costante
dell’annuncio fondamentale del Cristiano, la Buona Novella: Cristo è Risorto e ha vinto la morte! Annuncio che
hai costantemente e fedelmente testimoniato nelle tue
parole e nella tue opere, sapendo raffigurare, in ogni tuo
servizio come sacerdote a ciascuna delle persone che
incontravi nella vita, il volto amorevole e misericordioso di un Dio che ci ha amato da sempre, e non ha mai
abbandonato il suo popolo, con un perdono sempre più
Caro don Gaetano, come ricordarti in poche righe, se
non dipingendoti in questo affresco di un episodio vissuto, specifico, così importante per noi, mostrando, con
qualche rapida pennellata, come nella tua quotidianità
trasparisse e si manifestassero i tratti distintivi della tua
personalità: l’autenticità, la fedeltà e la gioia della tua
vocazione sacerdotale. Infaticabilmente disponibile, nonostante la veneranda età imponesse al tuo corpo qualche limite, combattuto con la vigorosa fede alla tua vo6
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grande del peccato da
esso commesso.
Lunedì hai celebrato la
tua ultima Messa, commentando il Vangelo di
Luca sulla guarigione di
una donna inferma nel
giorno di sabato. Arrivasti
a parlare della Gerusalemme Celeste. Martedì,
ti portammo alla Messa il
nostro libretto con le letture per il matrimonio.
Accogliemmo mestamente, insieme agli altri parrocchiani, l’invito di don
Gino a pregare per te,
apprendendo che le tue
condizioni erano gravi.
Ora sei presso la Casa
del Padre, presso Colui
che hai umilmente e fedelmente servito fino alla
fine, fino all’ultimo. Ciò
che è più importante è
che, grazie anche alla tua
testimonianza di vita, sappiamo che questo è vero,
che la Gerusalemme Celeste esiste. Affidiamo
alla tua preghiera al Padre, la benedizione della
nostra unione. Ma, soprattutto, affidiamo alla tua
preghiera al Padre la nostra comunità parrocchiale perché sappia, collaborando responsabilmente
con i suoi pastori, far
fronte al vuoto lasciato da
te e da altre importanti
figure che come te, e con
te, hanno servito così preziosamente la nostra comunità e testimoniato così
vivacemente la fede che
fonda la Chiesa.
Grazie don Gaetano!
Rendiamo grazie a Dio
per il dono che hai rappresentato per la Comunità parrocchiale di Canegrate.
Con affetto,
Daniela e Alessandro
ANNO
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Canegratesi nel mondo
(dall’omelia dei funerali, 12 agosto 2013)
La
vita di Don Carlo si è sviluppata per quasi 92 anni. Era nato a Barbona, Diocesi e provincia di Padova, da papà Napoleone e da mamma Assunta Giubin. In un ambiente familiare, ricco di fede, di semplicità e di laboriosità. Il papà di Don Carlo era operaio, mentre la mamma era casalinga; i due
cari genitori sono stati collaboratori della chiamata di Dio con la vita di fede e
l’esempio e le parole.
La sua famiglia si trasferì pochissimi anni dopo a Canegrate, dove Carlo passò
l’infanzia, la fanciullezza e l’adolescenza. All’età di 18 anni dopo aver lavorato,
per un certo tempo, come apprendista sarto a Parabiago e operaio meccanico presso la Ditta Berteselli di Parabiago e la Carpenteria Testa di Canegrate, fa domanda
per entrare in Noviziato che compirà a Chieri – Villa Moglia dall’agosto 1941 al
16 Agosto del 1942 con la prima professione religiosa.
Completa poi la formazione filosofica e teologica. Viene ordinato sacerdote nel
1952. Si laurea in Lettere e Filosofia.
Il nostro Don Carlo con la professione dei consigli evangelici di obbedienza,
povertà e castità, vissuti nello spirito salesiano, si è immerso nel mare della vita,
percorrendo la strada della felicità evangelica negli impegni che ha avuto e nelle
responsabilità che gli sono state affidate. L’insegnamento e il contatto quotidiano
con i ragazzi diviene il pane quotidiano di Don Carlo per tredici anni di seguito.
Anni delicati per la vita dei ragazzi, anni che hanno visto la giovinezza salesiana
di Don Carlo totalmente votata alla formazione di tanti ragazzi, con i quali bisogna
sempre amalgamare dolcezza e fermezza, pazienza e bontà, gioia ed esigenza. La
gioia è stata una caratteristica umana e spirituale di Don Carlo, favorita dalla natura e dal carattere, ma anche approfondita e alimentata alla fonte della vera gioia:
l’incontro personale con il Signore Gesù e un’intensa vita evangelica all’insegna
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
delle beatitudini.
Nel vivere il suo ministero sacerdotale a servizio dell’educazione ha profuso le sue migliori energie e ha illuminato la cultura e le scienze con la
ricchezza della fede e la sapienza che
proviene dal vangelo.
A partire dal 1966 inizia per Don
Carlo una seconda stagione di vita salesiana: il ministero di parroco e direttore di comunità. Dal 1966 è il primo
parroco della neonata parrocchia di
Santa Maria della Speranza a Roma.
Immaginiamo con quanto entusiasmo
Don Carlo avrà vissuto quel particolare periodo della Chiesa, segnato
dall’evento del Concilio, periodo di
freschezza e di novità per tutta la chiesa, desideroso di farsi vicino a tutti,
portando il vangelo nella vita della
gente e vedendo il ministero sacerdotale nell’ottica del servizio, della comunione ecclesiale e della trasformazione
evangelica del mondo. Un tempo, però, non facile per i cambiamenti sociali
in atto nella società italiana, e non solo, e per le turbolenze del postconcilio.Terminato il servizio alla Speranza,
in forza anche della sua esperienza di
fondatore …, a Don Carlo viene affidata la nuova parrocchia di Gesù Adolescente al Borgo Ragazzi Don Bosco.
Nove anni di lavoro diuturno per impostare una nuova comunità, favorendo tutti quei processi che portano al
coinvolgimento, alla comunione e alla
missione. Anche qui, fatiche e sacrifici, insieme alla gioia e alla speranza
che animavano il nostro Don Carlo.
Nel 1986 viene nominato direttore –
parroco di Castel Gandolfo, realtà diversa e particolare rispetto a Roma,
con un onore, e un onere, di tutto rispetto: essere il parroco del Papa! Tra i due Carlo … è nata un’intensa amicizia, espressa con riconoscenza da Don Carlo anche nel
volumetto poetico “Fioretti di Papa Wojtyla”.
Nel 1994, a 73 anni, si rende disponibile per la direzione dell’Istituto Gerini; ambiente diverso, con tanti
ragazzi in età non facili e provenienti da ambienti romani poveri e problematici. Credo che il cuore salesiano e
allegro di Don Carlo non abbia trovato difficoltà ad entrare in contatto con questi ragazzi, superando barriere e
difficoltà e, da buon salesiano, facendo il primo passo.
Dopo i tre anni passati al Gerini Don Carlo viene
trasferito a Roma – Santa Maria Liberatrice come collaboratore e confessore. Vi rimane fino al 2008, anno in
cui viene accolto nella Casa di Riposo Pio XI.
Abbiamo fatto un lungo excursus di vita salesiana e
sacerdotale. Dietro queste date e questi compiti ci sono
volti, persone, situazioni, periodi storici, sfide e risposte
XLV N° 4
SETTEMBRE
2013
date al momento giusto e nel migliore dei modi.
Dice di lui un testimone: “Era sempre allegro, di
buon umore e buon canterino, amante della musica e
sempre disponibile in tutto, finché la salute glielo consentì. Correva ovunque c’era bisogno, soprattutto ai
malati e al confessionale. Spesso andava all’organo per
suonare o scendeva con la fisarmonica e ci facevamo
delle belle cantate, in modo particolare nei giorni di
festa. Dovemmo faticare abbastanza per convincerlo ad
andare al Pio XI, perché voleva e si riteneva ancora
utile nella vita pastorale. Grazie, don Carlo e arrivederci in Paradiso, dove canteremo in eterno la bontà di
Dio”.
Don Carlo ci lascia l’esempio di una vita totalmente votata all’annunzio del vangelo, sia nella giovinezza con l’insegnamento scolastico, sia nella fase matura con il lavoro parrocchiale a Roma e a Castel Gandolfo.
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLV N° 4
SETTEMBRE
2013
5
settimane
dalla prima di giugno fino
a metà luglio.
Musica, risate,
preghiera, bisticci, ragazzi, Don,
animatori, giochi,
mensa, gite, piscina, Everybody,
bans, scherzi.
L'oratorio estivo è tutto questo.
Si sentono le
voci da centinaia
di metri di distanza, sono voci divertite e gioiose.
Una
volta
dentro l'Oratorio
Maria Immacolata, si era travolti
da ragazzi che
giocavano a palla
o che si inseguivano tra di loro, tutti con facce
spensierate!
La giornata inizia con bel gioco
libero, seguito da una breve preghiera in chiesa, i ragazzi entrano
facendosi un rapido segno della croce e camminando svelti cercando di
accaparrarsi il posto vicino all'amico del cuore. Dopo la preghiera i
canti e l'inno la mattinata prosegue
con i laboratori svolti e organizzati
premurosamente dalle mamme e
nonne volontarie; durante i lavoretti
con colla legno e strass si intravede
sempre qualche faccia divertita che
corre verso il bagno con le mani
tutte pasticciate!
Il tema di quest'anno era
“Everybody, un corpo ci hai donato”.
Ogni giorno con scenette semiimprovvisate dagli animatori si rappresentava in breve l’episodio della
giornata nel quale si spiegava una
parte del corpo umano e il suo significato cristiano: occhi per VEDERE,
orecchie per SENTIRE, braccia per
AIUTARE L'AMICO IN DIFFICOLTA', gambe PRONTE A COR-
RERE INCONTRO A CHI HA BISOGNO DI UNA MANO..
Il Don rivolge molto spesso durante le sue spiegazioni domande ai
ragazzi, a rispondere sono i più piccolini, più svegli e meno vergognosi
dei ragazzi più “grandi”. Le loro
risposte a volte sono cosi ingenue
che trasmettono tenerezza..
Dopo la riflessione pomeridiana
ci sono i giochi organizzati dagli
animatori: anche se a volte è faticoso abbiamo capito che il nostro impegno garantisce un importante servizio per i ragazzi e la comunità.
Durante i giochi c’è poi il tempo
della merenda, ai ragazzi vengono
date frutta, patatine o caramelle, e
per i più golosi entrambi e contemporaneamente! Risultati e classifiche delle attività del giorno concludono la grande giornata passata insieme.
Si aprono i cancelli e i ragazzi
corrono fuori con facce stanche ma
felici; le mamme li accolgono pronte ad andare a casa, anche se con9
vincerli ad andare è una vera impresa!
Per gli animatori la giornata non
finisce quando i ragazzi escono, si
pulisce l'oratorio, si organizzano i
giochi per il giorno seguente, si stabiliscono i turni della mensa e chi
saranno i grandi eroi che si occuperanno di aprire l’oratorio la mattina
seguente alle 7.30..
Quest'anno l'oratorio estivo è
stata un'esperienza meravigliosa,
piena di gioia, voglia di scoprire
cose nuove e di divertirsi, speriamo
davvero che questa avventura con
l'oratorio non sia solo durante l'estate ma che continui domenica dopo
domenica anche con l'inizio della
scuola!
I VOSTRI ANIMATORI SARANNO LI PRONTI A FARVI
DIVERTIRE!
Grazie per i ricordi, al prossimo
anno!
Lorenzo Zito
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
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SETTEMBRE
2013
abbiamo deciso di raccoQ uest’anno
gliere i tanti pensieri e le tante emozioni che il campeggio provoca.
Abbiamo tenuto un “diario di bordo” durante le nostre settimane in alta montagna
per poi condividere con voi alcuni di questi
pensieri raccolti a Ceresole Reale.
Ogni ragazzo, ogni educatore, ogni adulto
presente o di passaggio ha potuto lasciare
liberamente un pensiero su queste giornate
passate al campo.
Anche quest’anno l’estate è finita e il
campeggio è volato via in un attimo, ma ci
restano i bei ricordi, alcuni qui riportati, che
fanno venir voglia di tornare lassù tra i monti, tra le nostre tende.
Buona lettura!
“A tutti voi cari Boiazza (e dintorni),
auguro un buonissimo soggiorno in questa
pazza comunità … come dice il nostro Papa
Francesco: meglio un manipolo di pazzi di
vita attiva, che una moltitudine di nati stanchi, depressi e infelici di tutto.
Divertitevi!”
Angelo Leoni
“Ai
ragazzi che rendono possibile
tutto questo, agli aiutanti giovani
e meno giovani il mio augurio di proseguire su
questa strada per rendere i nostri figli dei bambini migliori!”
“Primo giorno. Siamo salpati con la messa di
don Gino. L’avventura è appena incominciata e abbiamo
esplorato la nave. Siamo stati divisi in squadre (io sono
nei blu), abbiamo salutato i genitori e abbiamo giocato e
ballato. Spero di divertirmi molto a bordo del Campeggio 2013!”
Andrea, primo turno
“Spendiamo qualche bella parola per il gruppo animatori del primo turno. Nonostante le difficoltà e qualche incomprensione tra di noi, e con i bambini, stiamo
proprio bene! Un gruppo capace di correggersi e confrontarsi; sono davvero contenta di essere riuscita a passare questa settimana qui con voi, animatori!”
Anna
“martedì, 9 luglio.
Che belli e che bravi i bambini e le bambine del campeggio! Non si sono arresi durante l’escursione di oggi e
hanno proseguito con costanza… tutti sembravano degli
agili stambecchi tra le sassaie! Che coraggio che hanno
avuto!”
Rita, primo turno.
“stiamo preparando e pulendo la pagoda e il campeggio per accogliere gli amici di San Giorgio, che questa
domenica staranno qui con noi!”
“Cari animatori davvero grazie… del vostro impegno, della vostra fatica, della vostra presenza, del vostro
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
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SETTEMBRE
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esempio, della vostra scelta di esserci! Continuate così… è la strada giusta!!
Siete grandi… bravi!”
Annalisa
“Animatori VI STIMO!”
Sergio
“Tutti gli anni di campeggio trascorsi sono sempre diversi ma quello
che riscontro ogni volta è l’amore e
l’amicizia nel fare qualcosa di utile
per la comunità”
con affetto Marinella
“Mancano poche ore alla partenza e lasciare il campeggio è sempre
un dispiacere, ci mancheranno i bimbi e le loro grida
durante i giochi, siete stati davvero bravissimi! Grazie
davvero di tutto!”
Lorenzo e Simone, primo turno
“Un grande grazie a tutti coloro che hanno dedicato
tempo ed energia a questo progetto. Il nostro entusiasmo
per quest’avventura è stato impareggiabile.
Grazie per le emozioni che ci avete regalato! Grazie
per gli animatori che non hanno mai smesso di essere un
punto di riferimento. Grazie ad Annalisa per la dedizione a questo progetto. Grazie alla cucina, agli accompagnatori, a don Gino per aver aggiunto colore alla nostra
esperienza.
Un forte abbraccio”
Veronica Villa, I turno
“E siamo arrivati alla fine ...
Sembra ieri che siamo arrivati e abbiamo incominciato il nostro viaggio ... Bambini ci mancherete nonostante gli scleri che ci avete fatto venire!
Animatori, avanti così! Che squadra!”
Martina e Erika, I turno
“Ecco
arrivato il
giorno della
partenza … questi giorni trascorsi
insieme sono stati un’occasione per
conoscerci, giocare, divertirsi,
pregare e riflettere insieme! Ora
ognuno torna alla sua casa, ma nel
mio cuore c’è un posto per il ricordo
di ciascuno di voi: il gruppo animatori e le compagne di tenda, i bambini, le cuoche, i volontari, don Gino e tutti coloro che abbiamo incontrato in questi giorni …
Grazie a tutti!
Ps. Ragazzi e animatori del secondo turno vivete con gioia la vostra settimana che sta per iniziare!!!”
Rita Fallea, primo turno
“Ogni attimo passato con voi è
un attimo di gioia e felicità!”
“Domani gita … che voglia!
Grazie per la serata animatori!”
Silvia e Francesca, II turno
“Viva il campeggio 2013! Un’
esperienza unica, anche l’anno prossimo ci saremo!”
Gaia e Laura, secondo turno
“Più grande è la fatica, più glorioso è il trionfo di un uomo!”
Gita al lago Lillet, III turno
“Sono tre anni che vengo in
campeggio e non sono mai rimasta
delusa! Viva il campeggio!”
Anna , II turno
“Il campeggio è bellissimo, anche se non abbiamo dormito al rifugio. I gialli sono i migliori e vinceranno il campeggio!”
Federico, III turno
“Essere nel bel mezzo del nulla,
circondata da neve e nient’altro e
ricevere una mano per non sprofondare sia fisicamente che moralmente
da fantastici e semplicissimi ragazzini.
Questo è campeggio!”
Martina Piteri, II turno
“ Oggi è stata una giornata bellissima!!!
Siamo andati in gita in un posto
bellissimo, era vicino a un lago.
Peccato che qualcuno è rimasto al
campo!”
“Gran bella gita: 7 ore di dura
camminata ma il panorama era
FANTASTICO!”
Silvia, secondo turno
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“Oggi ultimo giorno. Non riesco
a pensare che al ritorno. La mente
piena di malinconia pensando alla
vacanza che è volata via. Ora ripenso ai momenti di allegra follia. Una
lacrima scende non riesco a mandarla via. Ora penso che manca qualche
ora, devo viverla al meglio senza
posa, senza nella testa questo tormento. La tristezza avrà spazio solo
all’ultimo momento.”
Emanuele, III turno
“ I ricordi migliori sono quelli
passati con le persone che ami di
più, nei luoghi che più ti appassionano, con esperienza travolgenti che
coinvolgono felicità e dissapori.”
Lucrezia, III turno
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“Inizio col dire che non è la prima volta che vengo in campeggio ...
È stata una bella esperienza, ho conosciuto nuove persone, mi sono
divertita davvero un mondo ed ora
che siamo giunti all’ultimo giorno
so che mi mancherà: le persone, il
dormire in tenda, le corvee, mi mancherà lo stare qui! Di certo l’anno
prossimo ci sarò! Ciao bella gente!
Se vedemo !!!”
Federica , III turno
“A furia di raccontare storie un
uomo diventa quelle storie. Esse
continuano a vivere dopo di lui e, in
questo modo, egli diventa immortale – Big Fish –
Mi piace pensare ad ogni campeggio, a questo campeggio, come a
quest’uomo; e ad ogni cosa che è
successa e ci è rimasta nel cuore
come ad una delle sue storie. Ognuno di noi porterà a casa qualcosa per
lui/lei importante: un’amicizia, una
parola, un gesto, un gioco, una gita... facciamo in modo di renderli
immortali!!!
Grazie ragazzi!”
Rebecca, III turno
“Questo campeggio mi è piaciuto un sacco, spero che l’anno prossimo sia uguale, se non meglio! Grazie per tutto un bacione grandissimo!”
“È sempre la settimana migliore
dell’anno!”
“il campeggio è stata una magnifica esperienza, piena di emozioni e
di allegria! Un bacione grandissimo!
Grazie a tutti! Un bacio enorme!”
“Credo che quest’esperienza sia
stata davvero formidabile, ho conosciuto persone nuove ed ho riscoperto amicizie prima trascurate.
Grazie mille a tutti, è sempre la parte migliore dell’anno! Ognuno di
voi è una stella fantastica!
Vi voglio bene!
Sangrate nel cuore”
Mxx, III turno
“Un campeggio fantastico e indimenticabile! … nuove amicizie … e
soprattutto ricordi che non si dimenticheranno mai!”
“Ceresole Reale.
Ogni anno, ormai da ben cinque
anni, trascorro otto giorni fantastici,
mitici, divertenti ed emozionanti.
Tutto grazie al campeggio: alle persone che vivono quest’esperienza
con me, ma anche a tutti i nostri
educatori!! Grazie mille per i vostri
sforzi e perché così riuscite a donarci molti sorrisi e risate, spero anche
io di riuscire ad essere come voi! Vi
voglio un mondo di bene.”
“Ogni anno non aspetto altro che
passare nove giorni in campeggio
… giorni fantastici, pieni di divertimento, da passare con le persone
che ti vogliono bene e a cui tu vuoi
bene!! Grazie a tutti”
“Grazie a tutti per la pappa buona, per averci fatto giocare, per il
divertimento e la compagnia. Ora ci
mancherete! Venite a trovarci se vi
va di giocare ancora con noi!”
Emanuele e Nicolò, III turno
“Ragazzi siete fantastici!! Fatevi
guidare sempre dal cuore e scegliete
sempre di stare con Gesù.”
Letizia, III turno
“E così siamo giunti al termine.
È da un po’ di anni che vengo in
campeggio, vi posso assicurare che
questa è stata una bella esperienza,
forse uno dei migliori campeggi in
assoluto, anche se il tempo è volato
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velocemente. Devo ringraziare tutti:
educatori, cuochi e soprattutto noi
ragazzi, grazie perché mi avete fatto
vivere dei giorni bellissimi e dei
momenti fantastici, grazie di tutto,
davvero…
Speriamo di rivederci presto,
magari al prossimo campeggio!
Ciao a tutti, vi voglio bene!
GRAZIE DON!”
Federica, III turno
“Grazie per avermi dato la possibilità di fare quest’esperienza e grazie a tutti per quello che mi avete
trasmesso, spero di avervi lasciato
anche io qualcosa di me. Siete meravigliosi!”
Erica, III turno
“La fatica di questi giorni è ricompensata dalla gioia che ho provato nel vedere come i ragazzi hanno apprezzato e gustato tutto quello
che abbiamo cucinato. Grazie ragazzi!”
Maria Rosa, III turno
“ Anche se hanno già scritto tutti
quello che volevo scrivere io, confermo che questo campeggio è stato
pieno di emozioni, positive e negative, ma tutte forti. Mi sono divertito
e spero di poter ripetere
quest’esperienza in futuro. Un saluto e un ringraziamento a tutti coloro
che vi hanno partecipato.”
Nicolò, III turno
“Purtroppo anche quest’anno il
campeggio sta giungendo al termi-
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ne. Mi sono divertita un sacco. È
stato bellissimo, straordinario. Grazie a tutti!”
“Avete reso facile e bellissimo
ciò che non era scontato fosse facile
e bellissimo. Grazie per l’impegno e
la passione, ma soprattutto perché
avete spazzato via tutti i miei timori.
Avanti!
Siete riusciti a rendere questo
turno qualcosa di fantastico, entusiasmante! Avete sorpassato tutti i
nostri dubbi e perplessità per creare
quello che è stato il mio miglior
terzo turno da educatore.
Viva la cucina!”
Matteo e Christian, III turno
“La paura di non essere
all’altezza, di essere quella che arri-
ANNO
va dopo, di aver perso l’entusiasmo.
Tutto è svanito appena arrivata.
Grazie a tutti perché mi avete accolta, ascoltata, mi avete fatto divertire
e mi avete arricchita tantissimo. Ogni sorriso, ogni parola, ogni gesto.
Grazie ragazzi, educatori, cuochi,
suore e don!”
Clelia, III turno
“Grazie ad ognuno di voi. Rendete tutto migliore e divertente, rendete le gite meno faticose ed è sempre unico parlarvi. Siete er mejo
gente! Vi adoro!”
Michela, III turno
“Non avrei mai immaginato che
questo campeggio sarebbe stato così
bello, divertente, fantastico e altri
millemila aggettivi positivi.
“
Consiglio”: c’è il consiglio che si chiede
all’amico, c’è il Consiglio dei Ministri, c’è il
Consiglio Pastorale, c’è il Consiglio dono dello
Spirito santo.
Ecco, forse è quest’ultimo il vero Consiglio; noi crediamo che l’amore di Dio entri nel nostro cuore grazie
all’azione dello Spirito santo che si manifesta anche come quella capacità di dire una parola saggia che è testimonianza della Parola stessa di Dio.
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Ringrazio tutti di cuore.”
“grazie a tutti per le emozioni
incredibili provate. Stare con voi
rende tutto migliore.”
Riccardo, III turno
“Prima volta in tenda: davvero
bello! Un’esperienza preziosa per
l’oratorio, per chi desidera crescere contento e fondar la vita su
quel che conta davvero.
Le lacrime dei nostri adolescenti al terzo turno durante la
riflessione spirituale sono il brivido più profondo che mi resta dentro: tutti abbiamo un sacco di bisogno e di desiderio di Dio!”
Don Andrea
con il Consiglio
pastorale parrocchiale, vi inserisce
rappresentanti degli educatori e degli animatori e da
alcuni rappresentanti dei genitori (Cost n 239 § 1). È
cosa buona che ogni oratorio abbia un progetto educativo che nel consiglio dell’oratorio si può elaborare
sempre nel confronto e nell’ascolto del Consiglio Pastorale. L’intenzione è di costituire il Consiglio d’oratorio
nelle prossime settimane chiamando a farne parte persone che rappresentino tutte le componenti della vita
oratoriana e che siano disponibili per attuare le linee
educative diocesane applicate alla realtà concreta della
comunità di Canegrate.
Così, dopo un’attenta valutazione, il 4 luglio scorso
si è radunato per la prima volta il Consiglio
dell’Oratorio (intesi insieme OSL e OMI, o alla vecchia
maniera maschile e femminile), così composto:
Lungo quest’ultimo anno pastorale è emerso in oratorio il bisogno di sapersi ascoltare e di trovare un luogo
che possa raccogliere tutte le parole sagge che chi ha a
cuore i nostri ragazzi e giovani esprime e trasmette.
Nella nostra Diocesi è previsto che ogni Oratorio
abbia un suo Consiglio e così aiutati anche dai nostri
pastori, in particolare dal nostro Vicario Generale, abbiamo mosso i passi per dar vita a questa esperienza, per
altro già vissuta nella nostra Parrocchia fino ad alcuni
anni fa.
Nell’Assemblea dell’Oratorio dello scorso maggio
mons. Mario Delpini ci ha richiamato le linee educative
essenziali che un oratorio deve seguire nella sua proposta formativa. Nella stessa occasione ci ha chiesto che
nascesse il Consiglio dell’Oratorio; così diceva il vescovo, sottolineando soprattutto l’orizzonte diocesano di cui
l’oratorio deve sentirsi parte: “Il Sinodo Diocesano 47°
suggerisce che ogni oratorio si avvalga di un Consiglio
d’oratorio per la sua conduzione : organo che sia riferimento per tutti gli attori e tutte le attività di cui
l’oratorio vive. Il Consiglio si costituisce per invito del
parroco che, confrontandosi con i suoi collaboratori e
• DON GINO (parroco)
• DON ANDREA (vice-parroco)
• AMELIA BOLLATI (bar OSL)
• NADIA ZOCCARATO (bar OMI)
• MICHELA CRIMI (Iniziazione Cristiana)
• CHIARA MAGUGLIANI (Iniziazione Cristiana)
• SIMONE PANSARDI (animazione e Calcio Canegrate)
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•
GIOVANNI MURATORE (animazione)
FEDERICO BARTESAGHI (animazione)
SARA SORMANI (animazione)
LUCREZIA CLEMENTE (animazione)
• FRANCESCO FUSI (18enni)
•
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•
•
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•
•
ANDREA CANCIANI (giovani)
RICCARDO PALUMBO (giovani)
ALESSIA AGISTRI (giovani)
CHRISTIAN FORNARA (giovani)
MARTINA PITERI (giovane)
ANNALISA CRESTA (giovane)
OSCAR CARRARA (giovane-CPP)
questo mese di settembre si sta completando il
trasferimento del Centro Ascolto
Caritas da via Zanzottera 18 a via
F.lli Bandiera 8.
C’è una prima motivazione di
questo trasloco ed è quella di dare
alla Caritas una sistemazione definitiva dopo tanti anni di “precarietà”,
una sistemazione sua propria, più
ordinata e più dignitosa.
Un intero stabile per la Caritas, a
sottolineare il valore di questo aspetto della pastorale parrocchiale.
C’è anche un’altra motivazione
per questo trasferimento.
Nell’ambito della revisione dell’uso
delle strutture della nostra parrocchia, dopo lunghe e accurate consultazioni, si è pensato non fosse opportuno l’uso della casa di via F.lli
Bandiera come abitazione (data
l’eccessiva contiguità con l’OSL).
Ci è sembrata invece molto più adatta per scopi abitativi la canonica
(solo un esempio: se dovessero arrivare le suore, dove le ospiteremmo?), e sarebbe anche più ampia
(per due appartamenti?). Ovviamente la canonica, per rispondere a questi nuovi bisogni, richiede un intervento di ristrutturazione. Ecco il
SETTEMBRE
2013
SERGIO GRITTINI (pensionati)
GIUSEPPE RAIMONDI (Cinema)
PIETRO MAGISTRELLI (pensionati)
PIETRO MERLOTTI (CAEP)
MARCO GAREGNANI (papà)
STEFANO BRANDOLESE (papà)
Come si può notare la composizione è ampia e
varia, proprio come è la realtà di un Oratorio che
abbraccia tutte le fasce di età e comprende varie missioni e servizi.
Personalmente è una grande soddisfazione, a così
poco dal mio arrivo, avere già un gruppo così numeroso e volenteroso di persone che si sono assunte una
responsabilità bella nel collaborare con me e tra loro
per rendere sempre più alta e profonda la proposta
educativa del nostro Oratorio di Canegrate.
• M. GRAZIA MERAVIGLIA (cucina)
• STEFANO PAGANI (papà)
• GIACOMO BONIZZI (gestione OMI)
In
XLV N° 4
perché di questo riordino degli spazi.
Tornando al Centro Ascolto Caritas, ovviamente il trasferimento
costituisce anche l’occasione per
una revisione del servizio, per una
maggiore chiarezza e ordine.
Cammin facendo, spiegheremo
meglio la nuova strutturazione
dell’attività del Centro d’Ascolto
Caritas.
Nel frattempo, approfittiamo per
chiedere a tutti di collaborare in maniera intelligente.
Il Centro di Ascolto Caritas in
via F.lli Bandiera 8 offrirà questi
servizi:
• colloqui per verificare i bisogni
degli utenti
• servizio documenti per gli straneri
• aiuto per cercare lavoro, badanti,
ecc.
• distribuzione viveri
• distribuzione vestiario
Gli orari, rinnovati, saranno comunicati al più presto ed esposti in
sede.
Per tutto il resto (riciclo di mo14
bili, casalinghi, giocattoli, ecc.), per
ora ci si deve rivolgere ancora in via
Zanzottera 18, nei modi e tempi che
verranno comunicati, in attesa di un
ripensamento del servizio.
Questo deve essere MOLTO CHIARO, per evitare confusioni!
IN OGNI CASO:
• chi porta del materiale alla Caritas, sappia che deve fare il gesto
prima di tutto per i poveri e non
per svuotare la propria casa
dall’ingombro. Sappia anche che
la Caritas non è la DISCARICA!
E poi non è proprio bello abbandonare il materiale fuori dal cancello!
• E invece chi viene alla Caritas a
prendere: se è povero, prenderà
gratuitamente; se invece può
dare una piccolissima offerta,
sappia che questa offerta non è
un pagamento, ma si trasformerà
in viveri ancora per i più poveri.
Facciamo appello alla sensibilità
e alla finezza dei canegratesi, affinché si arrivi a poco a poco a fare al
meglio quello che possiamo per dare una mano a chi è in difficoltà.
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLV N° 4
SETTEMBRE
2013
Dopo
qualche tentativo nello scorso
anno pastorale, che ci ha permesso di fare qualche sperimentazione utile a ritoccare la proposta, ritorna il cosiddetto SERATORIO, e cioè la proposta di una sera (il sabato) al mese, dopo cena, per coppie e famiglie.
La proposta è variamente articolata ed è sempre aperta (visto che si è fra adulti) ai suggerimenti di tutti: da
momenti seri ad altri divertenti.
Lo scopo: incontrarsi, far crescere relazioni, conoscenze, far crescere il senso di comunità, di appartenenza ad un’unica famiglia (la parrocchia), mettere a servizio di tutti e condividere i doni che Dio ha regalato “a
piene mani” a ciascuno, a ciascuna coppia, a ciascuna
famiglia, così da arricchire l’intera comunità.
È chiaro che ci vuole apertura di cuore, molta semplicità e disponibilità, un po’ di coraggio umile, lo spirito evangelico del “bambino”, la capacità di accettare i
limiti propri e quelli degli altri e tanto altro ancora!
Ma capite bene che in questo modo ci si guadagna
tutti.
Quindi, non complichiamo le cose, “buttiamoci” den-
tro, senza pretendere perfezionismi, impariamo ad avere
spirito di adattamento e così faremo una “buonissima
macedonia”.
Vi aspettiamo, dopo l’estate, per il primo incontro, sabato 28 settembre (a ottobre sabato 26, ecc.
ecc.). ore 21 circa, in Oratorio S. Luigi.
la Commissione Famiglia
Se
ne è parlato più volte in sede di Consiglio Pastorale Unitario delle due Parrocchie di Canegrate e S. Giorgio e in questi giorni
dovrebbe costituirsi e iniziare l’attività.
È anzitutto un altro passo avanti nel senso della
collaborazione tra le due parrocchie (a questo proposito ci sembra che ci siano tante positività nel
nostro camminare insieme e che le inevitabili difficoltà trovino comunque in tutti la volontà di superarle con grande spirito ecclesiale: bravi!).
Ma questa commissione è anche un gesto certamente utile affinché le celebrazioni liturgiche delle
due parrocchie siano non solo il più possibile omogenee, ma, soprattutto, siano vissute secondo lo
Uniti verso un’unica meta: solo Dio è il punto d’arrivo!!!
spirito più profondo del Vaticano II.
Dice infatti il Concilio:
ro di fede, ma che partecipino all’azione sacra consape“I riti splendano per nobile semplicità, siano chiari
volmente, pienamente e attivamente … Insieme con il
nella loro brevità e senza inutili ripetizioni; siano adatti
sacerdote imparino ad offrire se stessi e di giorno in
alla capacità di comprensione dei fedeli, né abbiano bigiorno, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra di losogno, generalmente, di molte spiegazioni” (SC 34).
ro” (SC n. 48).
E dice anche:
Con queste indicazioni autorevoli, auguriamo alla
“La Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non
Commissione: BUON LAVORO!
assistano come estranei o muti spettatori a questo miste15
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLV N° 4
SETTEMBRE
2013
A cura della Commissione Missionaria
Vi
proponiamo alcuni stralci del messaggio
di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2013
La fede è dono prezioso di Dio, il quale apre la nostra mente perché lo possiamo conoscere ed amare, Egli
vuole entrare in relazione con noi per farci partecipi della sua stessa vita e rendere la nostra vita più piena di
significato, più buona, più bella. Dio ci ama! La fede,
però, chiede di essere accolta, chiede cioè la nostra personale risposta, il coraggio di affidarci a Dio, di vivere il
suo amore, grati per la sua infinita misericordia. E' un
dono, poi, che non è riservato a pochi, ma che viene offerto con generosità. Tutti dovrebbero poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza! Ed è un dono che non si può tenere solo per se stessi,
ma che va condiviso. Se noi vogliamo tenerlo soltanto
per noi stessi, diventeremo cristiani isolati, sterili e ammalati. L’annuncio del Vangelo fa parte dell’essere discepoli di Cristo ed è un impegno costante che anima
tutta la vita della Chiesa. «Lo slancio missionario è un
segno chiaro della maturità di una comunità ecclesiale» (Benedetto XVI). Ogni comunità è “adulta” quando
professa la fede, la celebra con gioia nella liturgia, vive
la carità e annuncia senza sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle
“periferie”, soprattutto a chi non ha ancora avuto
l’opportunità di conoscere Cristo. La solidità della nostra fede, a livello personale e comunitario, si misura
anche dalla capacità di comunicarla ad altri, di diffonderla, di viverla nella carità, di testimoniarla a quanti ci
incontrano e condividono con noi il cammino della vita.
dalla buona notizia di Gesù Cristo. Viviamo poi in un
momento di crisi che tocca vari settori dell'esistenza,
non solo quello dell’economia, della finanza, della sicurezza alimentare, dell’ambiente, ma anche quello del
senso profondo della vita e dei valori fondamentali che
la animano. Anche la convivenza umana è segnata da
tensioni e conflitti che provocano insicurezza e fatica di
trovare la via per una pace stabile. In questa complessa
situazione, dove l'orizzonte del presente e del futuro
sembrano percorsi da nubi minacciose, si rende ancora
più urgente portare con coraggio in ogni realtà il Vangelo di Cristo, che è annuncio di speranza, di riconciliazione, di comunione, annuncio della vicinanza di Dio, della
sua misericordia, della sua salvezza, annuncio che la
potenza di amore di Dio è capace di vincere le tenebre
del male e guidare sulla via del bene. L’uomo del nostro
tempo ha bisogno di una luce sicura che rischiara la sua
strada e che solo l’incontro con Cristo può donare. Portiamo a questo mondo, con la nostra testimonianza, con
amore, la speranza donata dalla fede! La missionarietà
della Chiesa non è proselitismo, bensì testimonianza di
vita che illumina il cammino, che porta speranza e amore. La Chiesa - lo ripeto ancora una volta - non è
un’organizzazione assistenziale, un’impresa, una ONG,
ma è una comunità di persone, animate dall'azione dello
Spirito Santo, che hanno vissuto e vivono lo stupore
dell’incontro con Gesù Cristo e desiderano condividere
questa esperienza di profonda gioia, condividere il Messaggio di salvezza che il Signore ci ha portato. È proprio
lo Spirito Santo che guida la Chiesa in questo cammino.
* * *
Nella nostra epoca, la mobilità diffusa e la facilità di
comunicazione attraverso i new media hanno mescolato
tra loro i popoli, le conoscenze, le esperienze. Per motivi
di lavoro intere famiglie si spostano da un continente
all'altro; gli scambi professionali e culturali, poi, il turismo e fenomeni analoghi spingono a un ampio movimento di persone. A volte risulta difficile persino per le
comunità parrocchiali conoscere in modo sicuro e approfondito chi è di passaggio o chi vive stabilmente sul
territorio. Inoltre, in aree sempre più ampie delle regioni
tradizionalmente cristiane cresce il numero di coloro che
sono estranei alla fede, indifferenti alla dimensione religiosa o animati da altre credenze. Non di rado poi, alcuni battezzati fanno scelte di vita che li conducono lontano dalla fede, rendendoli così bisognosi di una “nuova
evangelizzazione”. A tutto ciò si aggiunge il fatto che
ancora un'ampia parte dell'umanità non è stata raggiunta
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
Il
documento
diocesano
inizia con questo brano
del Vangelo: “A me è stato dato
ogni potere in cielo e in terra. Andate, dunque, e fate discepoli tutti i
popoli, battezzandoli nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo e insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.
Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo” (Mt
28,18-20).
Le parole di Cristo Risorto sono
uno straordinario annuncio di speranza e svelano il senso della missione affidata alla Chiesa.
Da 15 anni è in corso nella Chiesa ambrosiana un profondo ripensamento dell'Iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi. L'Iniziazione cristiana è espressione di una comunità che educa. È necessario che alcuni assumano questo
compito in modo diretto costituendo
la Co-munità educante: adulti che
vivano le dinamiche evangeliche
della comunità, espressione della
cura del-l'intera comunità per i piccoli e i genitori.
Occorre passare dall'idea delle le
-zioni di catechismo per prepararsi
ANNO
ai Sacramenti a quella di
un cammino di introduzione progressiva alla vita
cristiana dall'infanzia sino
alla prea-dolescenza. È il
guadagno della sperimentazione
del
metodo
catecume-nale, scelta che
viene riconfermata, così
come il coinvolgimento
dei ge-nitori.
Si è così giunti al-le nuove
indicazioni pastorali del
car-dinale Angelo Scola,
espresse in comunione con
il Consiglio Episcopale, a
conclusione di ampie
consultazio-ni.
Il 28 Maggio scorso sono
state consegnate ai presbiteri, in Duomo, e prima
dell’estate ai catechisti, in
una serie di appuntamenti sul territorio le “Linee diocesane per
l’iniziazione cristiana dei fanciulli”.
Il documento è composto da sette capitoli:
• Evangelizzazione e nuova evangelizzazione
• L’Iniziazione Cristiana
• La situazione attuale
• L’Iniziazione Cristiana dei fanciulli nella Diocesi ambrosiana
• Punti fermi di un rinnovamento
• Celebrazione dei sacramenti nel
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XLV N° 4
SETTEMBRE
2013
cammino di Iniziazione Cristiana
• Il compito del clero e dei presbiteri in particolare
Cercheremo di riassumerne le
linee con le parole di Mons. Pierantonio Tremolada, vicario episcopale
per l’Evangelizzazione e i sacramenti, e di don Antonio Costabile,
responsabile del servizio per la catechesi.
“I nostri ragazzi, insieme con i
loro genitori (vale a dire i primi
educatori), vanno aiutati dalla comunità cristiana a compiere un vero
e proprio cammino di introduzione
alla vita di fede, sin dal momento
del Battesimo. Già durante i primi
sei anni di vita del bambino sarà
importante da parte della comunità
cristiana di mantenere un contatto
con i genitori nei modi più opportuni e nel quadro della condivisione
della fede. Il settimo anno, poi, cioè
l’anno di “seconda elementare”
assume un valore particolare: è
l’anno dell’accoglienza e del primo
annuncio. Si avvia o si rilancia la
fase più intensa di iniziazione cristiana, che prevede un percorso di
fede ben strutturato, ma sempre in
armonia con la vita, entro il quale
avranno un ruolo fondamentale i
sacramenti”.
“Un ruolo determinante lo assumerà la “comunità educante”. In
verità è l’intera comunità cristiana
che educa i suoi ragazzi, ed è bello
che sia così. Ma questo compito
educativo che è di tutti viene in concreto affidato a una comunità più
ristretta, costituita da quanti, per
libera e generosa scelta, si affiancano ai ragazzi giorno per giorno e li
accompagnano in una esperienza
complessiva della vita cristiana”.
“Sarà molto importante lavorare
insieme: la forza di questa azione
educativa consiste infatti nella capacità di operare concordemente a
favore dei bambini e dei ragazzi,
creando per loro un ambito di vita
sano, umanamente attraente, in cui
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLV N° 4
SETTEMBRE
2013
si riconosce la presenza del Signore risorto”.
L’attuale situazione pastorale domanda una sapiente
valutazione. Pensando anche agli anni successivi al Battesimo dei bambini la Conferenza Episcopale Italiana
osserva: “Se da un lato non va disperso quel patrimonio
che vede ancora una significativa adesione di fanciulli e
ragazzi alla catechesi, dall’altro si impone un’ulteriore
riflessione, se si vuole che le nostre parrocchie mantengano la capacità di offrire a tutti la possibilità di accedere alla fede in modo autentico e positivo”.
Si devono considerare in particolare alcuni dati significativi che rispecchiano la situazione delle Chiese di
antica tradizione cristiana bisognose di nuova evangelizzazione: in primo luogo, un crescente numero di
bambini non riceve più il Battesimo, dal momento che i
genitori non ne fanno più richiesta; in secondo luogo,
non pochi figli di battezzati o di catecumeni vengono
battezzati non più nei primi anni dell’infanzia ma negli
anni della fanciullezza, in età scolare; da ultimo, le statistiche ci dicono che la maggior parte degli immigrati
stranieri nella nostra Diocesi è di religione cattolica: che
cosa comporta questo sul versante del Battesimo dei
loro bambini e del cammino che ne segue? Si tratta di
elementi decisamente rilevanti in ordine ad una riflessione sull’Iniziazione Cristiana nella prospettiva della
nuova evangelizzazione.
Più in generale, occorre riconoscere che il contesto
sociale e familiare nel quale i ragazzi oggi crescono è
radicalmente cambiato. L’ambiente che li circonda
spesso risulta povero di esperienze e di segni cristiani. Non è più possibile presupporre tranquillamente
una vita comunitaria effettiva, una pratica di preghiera avviata, una vita morale sviluppata e una conoscenza effettiva di Gesù e della Chiesa. Più che
generare sterili lamentele, questa situazione deve diventare un invito a rivisitare il percorso dell’Iniziazione
Cristiana nella consapevolezza ritrovata dell’identità
evangelizzatrice della Chiesa. Proprio in questo senso
possiamo parlare di “ispirazione catecumenale” della
nuova proposta di introduzione alla fede. Il catecumenato faceva e fa appunto questo: conferisce all’Iniziazione
Cristiana la forma chiara di un cammino, dai primissimi
passi fino alla desiderata e piena partecipazione alla vita
della comunità cristiana. In concreto, il catecumenato
allarga lo sguardo dalla sola catechesi all’intera esperienza di fede ecclesiale, che è fede accolta e professata, celebrata e pregata, vissuta nella condivisione e
nella carità. Per questi motivi, l’apporto dell’ispirazione
catecumenale alla revisione attuale dell’Iniziazione Cristiana può essere molto utile e fecondo.
- L’ordine di celebrazione dei sacramenti sia tale da
prevedere prima la celebrazione del sacramento della
Riconciliazione,
quindi
la
celebrazione
dell’Eucaristia (Santa Messa di Prima comunione) e
infine la celebrazione della Cresima.
I momenti dell’anno liturgico più adatti per la celebrazione dei Sacramenti:
− La Quaresima del terzo anno di Iniziazione cristiana
(corrispondente normalmente al quarto anno di scuola primaria) come tempo opportuno per la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione;
− Il tempo Pasquale dello stesso anno come tempo opportuno per la celebrazione dell’Eucaristia o “Santa
Messa di Prima Comunione”;
− Il tempo Pasquale e il tempo dopo Pentecoste - fino
all’inizio del successivo tempo di Avvento - del
quarto anno di Iniziazione cristiana (corrispondente
all’ultimo anno della scuola primaria e all’anno di
avvio della scuola secondaria inferiore) per la celebrazione della Cresima.
Queste indicazioni andranno in vigore dal Settembre 2014.
Ora la strada è stata indicata. Sarà importante cogliere il punto essenziale di questa proposta e a partire da
questo guardare serenamente alla specifiche scelte pastorali riguardanti la celebrazione dei Sacramenti.
Lo Spirito del Signore Gesù, che è Spirito di sapienza e insieme Spirito di pace, guidi i nostri passi nel comune cammino che ci attende, facendo di questo impegno comune l’occasione per sperimentare ancora più
intensamente la grazia di Cristo e la bellezza di appartenere alla sua Chiesa.
In sintesi le nuove indicazioni pastorali del Cardinale
riferite alla celebrazione dei Sacramenti sono:
- La celebrazione dei Sacramenti successivi al Battesimo (Riconciliazione, Eucaristia, Cresima) avvenga
entro l’undicesimo anno di età di un ragazzo;
- I Sacramenti dell’Eucaristia e della Cresima siano
celebrati in modo distinto e in tempi successivi;
Una catechista
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SETTEMBRE
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OFFERTE DA METÀ GIUGNO A METÀ SETTEMBRE 2013
BATTESIMI
MATRIMONI
FUNERALI
€
€
€
760,00
1.400,00
2.030,00
PROVENIENTI DA:
Cassetta S. Colomba
Cassetta Sant’Antonio
Visita ai malati
Festa di Santa Colomba
€
€
€
€
901,86
200,00
880,00
1.784,47
IN MEMORIA DI:
Bertani Angela
Gaio Umberto
Alberti Enea
Croci Giampietro
€
€
€
€
300,00
300,00
900,00
1.200,00
A FAVORE DI:
Parrocchia (in genere)
Centro di Ascolto Caritas
Carità del Papa
Chiesa Antica
Duomo di Milano
Seminario
€
€
€
€
€
€
660,00
280,00
170,00
50,00
100,00
100,00
IN OCCASIONE DI:
50° di Matrimonio (per la Parrocchia)
€
1.000,00
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO XLV N° 4 - SETTEMBRE 2013
ANAGRAFE PARROCCHIALE
(riferita al periodo Giugno - Luglio - Agosto)
NUOVI FIGLI DI DIO E DELLA CHIESA
Valenti Pietro Maria - Legnano - 16 Novembre 2012
Micali Emma - Rho - 7 Ottobre 2012
Cicio Cristian - Milano - 18 Novembre 2012
Tesoro Sofia - Gallarate - 31 Ottobre 2012
Bonizzi Lorenzo - Busto A. - 17 Settembre 2012
Barberio Emily - Busto A. - 18 Dicembre 2012
Casagrande Giada - Varese - 8 Novembre 2012
Cancellara Tommaso - Legnano - 14 Ottobre 2011
Cavaleri Rachele - Legnano - 13 Febbraio 2013
Vignati Emma - Busto A. - 2 Gennaio 2013
Di Leo Sara - Busto A. - 19 Agosto 2012
Levati Leonardo - Magenta - 21 Gennaio 2013
Erindetti Federica - Legnano - 27 Dicembre 2012
Borghi Luca - Legnano - 11 Agosto 2012
Gerbino Giada - Magenta - 7 Marzo 2013
Nicoli Zoe - Milano - 24 Settembre 2012
Leoni Chiara - - 26 Novembre 2012
Mosti Martina - Milano - 1 Febbraio 2013
Cervi Giulia - Legnano - 12 Settembre 2012
Cenere Ivan - Rho - 27 Agosto 2012
Rossin Ginevra - Legnano - 24 Febbraio 2013
Di Gregorio Melissa - Legnano - 2 Settembre 2011
Biondi Giorgia - Legnano - 22 Agosto 2012
Sabatino Alessio - Legnano - 6 Marzo 2013
Colombo Federico - Legnano - 19 Marzo 2013
Pisu Melania - Busto A. - 3 Ottobre 2012
Trombetta Leonardo - Milano - 25 Aprile 2012
Lovatti Serena - Gallarate - 25 Dicembre 2012
Dalla Vecchia Rebecca - Legnano - 14 Marzo 2013
NUOVE FAMIGLIE
Merlotti Luca con De Benedittis Loreta Clara
Graziano Luigi con Alfano Alessandra
Cau Stefano con Briamonte Michela Stefania Maria
Castiglioni Cristian con Pinciroli Giuliana
De Stefano Paolo con Fornara Michela
Andrioli Alessio con Marianacci Michela
Lunardi Alessandro con Chierichetti Erika
Livigni Davide con Murgo Elisabetta
Nava Samuele con Ghizzi Miriam
Forte Antonio con Albano Francesca
I NOSTRI DEFUNTI
Airoldi Natalina, di anni 89; Casale Caterina, di anni 86; Di Nuovo Antonino, di anni 75; Ferri
Raffaele di anni 58; Casero Filippo, di anni 0; Aiuto Vincenzo, di anni 84; Cavallaro Elena, di
anni 85; Riva Maria Grazia, di anni 63; Stevanin Fausto, di anni 82; Barbieri Caterina, di anni
95; Bertani Angela, di anni 92; Vallini Elda di anni 92; Montoli Giovanni di anni 76; Bolzoni
Luciano di anni 78; Iacobacci Thomas di anni 0; Gaio Umberto di anni 78; Pasello Ugo di anni 86;
Re Teodolinda di anni 77; Graziano Michele di anni 93; Denti Francesca di anni 84; Bressan don
Carlo di anni 91; Rasera Davide di anni 85; Cozzi Esterina di anni 95; Sirtori don Gaetano di
anni 85; Vignati Ernestina di anni 73; Acconcia Gino di anni 75; Tuzza Ornella di anni 46;
Manganaro Maria di anni 84.
NOTIZIE UTILI E ORARI DELLE CELEBRAZIONI
PARROCCHIA di “CANEGRATE”
Sante Messe feriali
Sante Messe domenicali e festive
Vigiliare:
ore 18.00
Nel giorno:
ore 8.30
ore 10.00
ore 11.30
ore 18.00
In S. Pietro:
ore
Lunedì
Martedì
9.00
Mercoledì
Numeri telefonici

Parroco:
don Gino Mariani
Coadiutore: don Andrea Citterio
0331 411803
0331 403907
338 7874881
Sante Confessioni
1° Venerdì del mese
Ore 21.00 – 22.30
Sabato
Ore 15.00 – 17.45
Giovedì
Venerdì
Sabato
La SEGRETERIA PARROCCHIALE è aperta
nei seguenti giorni


8.30
20.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.30
Santa Colomba
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.30
Chiesa Antica
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.30
Chiesa Antica
17.30
Chiesa Parrocchiale
S. Antonio
8.30
8.30
Chiesa Parrocchiale

Lunedì - Mercoledì - Venerdì
18.00 – 19.30
Sabato
09.15 – 10.30
Il CENTRO ASCOLTO CARITAS è aperto nei
seguenti giorni

0331 – 403462

Domenica
10.00 – 12.00
Lunedì e Mercoledì
15.00 – 17.00

0331 – 410641
NOTIZIE UTILI E ORARI DELLE CELEBRAZIONI
PARROCCHIA di “SAN GIORGIO SU LEGNANO”
Sante Messe feriali
Sante Messe domenicali e festive
ore 17.30
ore 20.30
Nel giorno:
ore 8.00
ore 10.00
ore 11.30
ore 18.30
NB - La S. Messa delle 18.30 dalla prima domenica di
Maggio all’ultima di settembre alla Chiesa del
CROCEFISSO.

Vigiliari:
Numeri telefonici
Parroco:
don Luciano Premoli

0331 401051
Sante Confessioni
Sabato
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì

8.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.30
8.30
Chiesa Parrocchiale
Chiesa Parrocchiale
20.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.30
Chiesa Parrocchiale
9.00 – 11.00
15.00 – 17.00
Il prossimo numero uscirà il 24 novembre 2013
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Settembre 2013 - Parrocchia di Canegrate