Settimanale d’informazione
ANNO LVII- N. 33
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Jesi, domenica 3 ottobre 2010
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
maiolati spontini
storia
La comunità saluta e ringrazia suor
Saveria, arrivata
9 anni fa
di Marco Palmolella
10
calamandrei
psicologia
Continua il
viaggio nel 150°
dell’Unità d’Italia
Il successo dello
spettacolo jesino
al teatro
di Cuneo
4
12
di Massimo Frittelli
diocesi
I nostri bambini
e il computer,
una porta
sul mondo
Il convegno
pastorale in
diretta radio
su 95,2 Mhz
6
7
di Federico Cardinali
Jesi - La parrocchia di San Francesco d’Assisi celebra il suo cinquantesimo anniversario con tante iniziative
Come in famiglia per crescere nella fede
La parrocchia di San Francesco
d’Assisi celebra il suo cinquantesimo
anniversario con tanti incontri
ed iniziative di diverso genere.
Le celebrazioni prendono il via sabato
2 ottobre alle ore 21,15 con il Cantico
di Frate Sole, un concerto che ha anche
il patrocinio di Radio Vaticana.
Abbiamo chiesto al parroco padre
Bruno Fioretti di condividere con
il nostro settimanale questa festa
e la sua esperienza.
Come è nata l’idea di festeggiare?
In parrocchia ci sentiamo come una famiglia,
uniti, ed ecco perché abbiamo voluto ricordare
questa data così importante che ci può aiutare a
crescere e maturare nella fede.
Quali sono le iniziative organizzate dalle diverse realtà della comunità?
Abbiamo cercato di coinvolgere tutte le parti della parrocchia. Come in famiglia ci sono i bambini,
gli adulti, i giovani e i malati così in parrocchia
ed abbiamo sentito il bisogno di avvicinare tutti.
Il 9 ottobre è la Giornata del malato e del disabile,
la sera ci sarà la festa con i giovani, il 17 sarà una
domenica dedicata ai bambini, il 24 metteremo al
centro le famiglie. Abbiamo poi il grande onore e
la grande gioia di far celebrare una Santa Messa
al nostro superiore generale dei frati minori, padre Josè Rodriguez Carballo che verrà il 9 ottobre
e presiederà la liturgia alle ore 19: invitiamo tutti
e non solo i nostri parrocchiani ad essere presenti per ascoltare le sue esortazioni.
In che modo avete coinvolto coloro che fanno
parte della parrocchia?
Nel mese di maggio abbiamo pubblicato il libro
“In cammino da 50 anni. Storia e vita della comunità 1960-2010” in cui si racconta, con parole e
immagini, la storia e la crescita della parrocchia,
attingendo alle cronache parrocchiali. Il libro è
stato offerto in omaggio a tutte le famiglie della
parrocchia in occasione della benedizione pasquale ed è stato curato da padre Giancarlo Mandolini che, nel 1960, da poco sacerdote, è stato
nominato vice-parroco di San Francesco e poi
parroco dal 1966 al 1975.
Chi è il parroco padre Bruno?
Da dodici anni sono in questa parrocchia. Appena sacerdote sono stato parroco a Monteprandone e poi sono stato parroco per 20 anni in Argentina. Tornato in Italia nel 1987, fino al 1990
sono stato nella parrocchia di San Francesco di
Jesi e poi parroco ad Osimo, a Santa Maria della
Misericordia. Dal 1999 sono il parroco di questa
comunità eretta il 21 novembre 1960 dal vescovo
Pardini.
Quali sono gli aspetti più belli della comunità
da lei guidata?
La caratteristica di questa parrocchia è l’apertura
a tutti, in modo particolare ai giovani: si è sempre distinta per il grande numero di giovani che
sono passati di qui e che ancora oggi vengono
nei gruppi Scout, di Azione Cattolica, del Centro
Sportivo, all’Oratorio. Si sentono coinvolti e questo è molto bello.
b.t.
Parrocchia S. Francesco d’Assisi
1960-2010
In cammino da 50 anni
Ottobre 2010
Parrocchia in festa
La mostra
In occasione della festa, è stata allestita la mostra di architetture artistiche “L’arte si accende”
di Giorgio Rocchegiani. Il 2 ottobre alle ore 17,
nella chiesetta della Misericordia, sarà inaugurata l’esposizione di affascinanti opere realizzate in miniatura con i fiammiferi da cucina e
che riproducono, tra l’altro, il santuario delle
Grazie, la basilica della Santa Casa di Loreto, il
Montirozzo di Jesi. L’allestimento è visitabile
fino al primo novembre con orario 15,30-19.30
tutti i giorni e la mattina di venerdì, sabato e
domenica dalle 9 alle 12. I gruppi o le scolaresche possono prenotare un orario diverso chiamando il parroco (0731 204967).
Dopo le pesanti polemiche estive, Fini con il suo tardivo chiarimento non esclude la possibilità di dimettersi
Presidente della Camera e del governo alla rottura finale
La incredibile telenovela con gli argomenti addotti,
estiva ha trovato il suo cul- non ha convinto della sua
mine nella serata di sabato estraneità nell’intricata venscorso quando Fini, con una dita dell’appartamentino di
dichiarazione personale via Montecarlo, avuto in eredità
internet, ha fatto conoscere da Alleanza Nazionale alcuil suo punto di vista in me- ni anni fa – segretario Fini
rito alle infinite notizie, con- – e rivenduto per 300.000
siderazioni e accuse perve- euro, una cifra modestissinute per due mesi da parte ma per alcuni (chi si è vodel direttore Vittorio Feltri, luto favorire? Il cognato?),
direttore del “giornale di fa- congrua per altri in quanto
miglia di Berlusconi” di pro- superiore all’originaria stima
prietà del fratello del Cava- notarile. Per fugare sospetti
liere. Fini doveva convincere di favoritismo verso un fagli italiani che le accuse era- miliare, Fini avrebbe dovuno legate “al metodo Boffo”, to dimostrare che l’apparcioè fondate su documenti tamento in questione non
falsi allo scopo di calunniare è di proprietà del cognato
come era avvenuto, sempre Giancarlo Tulliani. Non lo
da parte di Feltri, nei con- ha potuto dimostrare in asfronti del direttore dell’Av- senza di documenti certi,
venire, appunto Boffo.
nonostante che il congiunto
Il presidente della Camera, abbia sempre decisamente
affermato di essere solo affittuario e non proprietario.
Il lettore deve sapere che la
difficoltà di conoscere il titolare della proprietà è data
dal fatto che ogni operazione è avvenuta tramite società offshore le cui azioni sono
al portatore e senza il nome
del possessore. Proprio
come avviene per i librettirisparmio al portatore (oggi
aboliti in Italia): i soldi sono
di chi ha il libretto in mano
e va in banca a riscuotere,
a prescindere da chi abbia
fatto l’effettivo versamento
al momento dell’apertura
del libretto stesso. Si opera
tramite offshore (cosa normalissima a Montecarlo)
perché l’acquirente non vuol
far sapere e punta ad evadere le tasse.
Tuttavia Fini ha dato la netta impressione di sincerità e
onestà, ma anche di ingenuità nell’essersi fidato troppo
del cognato. Intende pagare
tale ingenuità con le dimissioni da presidente della Camera se si dimostrerà con
certezza, da future indagini,
che Tulliani è il proprietario.
***
Ma al di là di tutto, c’è la irrecuperabile spaccatura nel
partito di maggioranza che
dovrebbe reggere le sorti del
governo. Una “furibonda lotta nel centro-destra” e un livello infimo del dibattito. Per
le opposizioni di diverso colore si sta rischiando la crisi
del sistema e della stessa democrazia. Se poi teniamo
presente, solo a mo’ d’esem-
pio, che in Sicilia – terra autonoma da oltre 60 anni - c’è
una permanente crisi amministrativa e lo stravolgimento di tutte le forze politiche, che la disoccupazione
aumenta, che Napoli torna
a dare spettacolo al mondo
per la sua sporcizia, che ristagnano i grandi lavori previsti e promessi, che la Confindustria sta per perdere la
pazienza, che ancora si crede al Ponte sullo Stretto, che
dall’opposizione politica viene soltanto disorientamento
e dispersione fino al punto
che il partito di maggior rilievo - il Pd – pensa solo a
contestare il suo segretario,
che si moltiplicano i partiti
compreso il graffiante populismo di Grillo, che Bossi
lavora contro l’Unità d’Italia,
noi rischiamo una cronica
ingovernabilità mentre diverse nazioni, bene o male,
si stanno riprendendo dalla
grave crisi economico-finanziaria. Non è proprio pensabile che il cittadino recuperi
un pizzico di fiducia nei politici. Essi – così appare – si
vendono per una poltrona
qualsiasi e se ne fregano dei
problemi della comunità nazionale, ingolfati come sono
nel loro particulare. Qualcuno - anzi molti – predicano
anche bene, ma si tratta solo
di retorica. Da nessuna parte giunge la capacità di realizzare le vere riforme. E si
sta affossando sempre di più
la stessa ordinaria amministrazione.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2
Voce della
Vallesina
Cultura e società
3 ottobre 2010
2 ottobre: un incontro al Moriconi di Jesi e la partita allo stadio di Moie
Del più e del meno
Qui Jesi, 1927...
Testimonianze incoraggianti
di Giuseppe Luconi
Elia Pegolo, la studentessa jesina di cui
si è scritto, qui, nel numero scorso, era stata un po’ anche giornalista. In uno dei suoi
quaderni, nel 1927, aveva raccontato vicende di quell’anno. Riporterò alcune delle
sue “cronache”, che erano anche riflessioni. Ma, prima, una rapidissima escursione
sull’anno 1927, per ricostruirne l’immagine,
ricordando che l’Italia, da cinque anni, era
governata dal regime.
In Italia, nel 1927 viene sciolta la Confederazione Italia del Lavoro;
sono proibite le associazioni giovanili non fasciste; viene istituita un’imposta sui celibi; stipendi
e salari sono ridotti del
10 per cento. A Jesi? Nel
1927 a Jesi viene inaugurata la Scuola Industriale;
l’avv. Arturo Montagna è
nominato podestà (primo podestà di Jesi); nasce l’unione Sportiva Jesi
(l’attuale Jesina calcio); contro gli autisti
che “spingono le loro macchine a velocità
fantastiche”, in città non è consentito superare i 15 chilometri orari. Il 14 settembre
muore il vescovo mons. Giuseppe Candolfi.
è alla scomparsa del presule che si aggancia una delle cronache di Elia Pegolo:
“Per la luttuosa circostanza della morte del
vescovo nostro – scriveva il 2 ottobre - le
feste francescane erano state rimandate ad
oggi. Oggi, infatti, c’è stata la bella processione. Ieri sera alle ore 5 è arrivato il cardinale Mori (mons. Giuseppe Mori), accolto
con dignità dalle autorità civili ed ecclesiastiche, con vivo entusiasmo della folla che,
nonostante le strade fangose, è voluta accorrere a far ala al passaggio del Cardinale.
“Erano 42 anni che a Jesi non veniva più
un Cardinale! Le campane delle chiese, coi
loro squilli argentini, lo salutarono. Io sono
stata alla processione vestita di bianco con
il velo in testa. Ho dimenticato una cosa
importante: l’illuminazione. Un Paradiso!
Bella la chiesa, addobbata con sfarzo di
panneggi e drappi e luci, bella la facciata e
il campanile illuminato, bella la piazza e gli
orefici con archi di luce e infine belle quasi tutte le finestre addobbate con fiori, con
palloncini o luce elettrica o semplicemente
con tendine e tricolori”.
All’inizio dell’anno, il 27 gennaio, aveva
annotato: “E’ morta
una monaca nel vicino
convento delle Suore
Carmelitane. Non c’era
nessuno ad accompagnarla. C’era la confraternita con il sacerdote
e basta. Nessuno, nessuno! Veramente c’era
il più, perché c’era il
ministro di Dio e che
importa se il mondo
non accorre?... Quanti mortori civili senza
insegne della santa religione, quanta abbondanza di fiori e di altre
cose inutili? Ma a che giova la folla dei popoli accorsi o per curiosità, o per criticare, o
per dire bene e male secondo le circostanze,
giammai per rispetto e preghiere….”.
Il 4 settembre: “Questa mattina io e
un’altra signorina (entrambe dell’Azione
Cattolica) siamo andate cercando danari
per le feste di San Francesco che dovranno
essere addirittura splendide. Siamo andate
giù al Prato e dico sinceramente: non credevo di trovare tanta squisitezza di modi
in quelle persone di modeste condizioni e
poco istruite. Siamo andate in una casa signorile, dalla moglie di un ragioniere, che
gentilissimamente non ci ha dato nulla e
ci ha chiuso la porta in faccia; così pure
un’altra signora che ci ha mandato a dire
dai bambini ch’ella non poteva scendere.
E’ proprio vero: la gentilezza non si impara sui libri ma viene dal cuore. Non voglio
dire che non ci siano eccezioni: queste
sempre, ma i fatti di questa mattina parlano chiaro…”.
Il Telefono Azzurro premia i lavori dei bambini
Sensibili verso i più piccoli
Una presenza ormai abi- a Voce il volontario Alestuale quella del Telefono sandro Orletti, il Telefono
Azzurro di Jesi al Palazzo Azzurro jesino si impegna
dei Convegni, durante la soprattutto per promuovere
settimana delle fiere di San la sua opera di beneficienza,
Settimio. In concomitanza ad esempio con la vendita
con la festa del santo pa- delle ortensie, che avviene
trono, anche quest’anno la annualmente in banchetti
sede jesina dell’associazio- allestiti per le vie del cenne, che difende l’infanzia, tro, in ospedale o nei paesi
ha organizzato una gran pe- vicini, dove abitano altri
sca di beneficenza con ric- volontari. La promozione
chi premi per tutti, grandi e dei diritti dell’infanzia passa
bambini, i quali hanno gra- anche attraverso
dito partecipando numero- la preparazione
si. Non solo. Il gruppo dei dei “carnevaloni”
volontari ha anche indetto nelle zone limiil concorso “Jesi, il luogo e trofe, l’attività dei
le genti”, rivolto agli alunni “clown del sorriso”,
di tutte le scuole primarie e che portano un
secondarie, conclusosi con po’ di serenità ai
l’assegnazione di coppe e bambini costretti
medaglie realizzate per l’oc- nei letti d’ospedacasione.
le per la malattia
L’evento è servito anche per e l’organizzazione
far conoscere, se mai ce ne del “Clown day”,
fosse bisogno, l’attività del giorno dedicato ai
Telefono Azzurro, guidato a più piccoli. Per quest’ultima
Jesi da Ambra Collesi Mic- occasione i volontari, come
ciarelli. Come ha riferito ha ricordato Orletti, fanno
La “Rivincita della vita”, sabato 2 ottobre, con
un doppio appuntamento: la mattina alle 10 al
teatro Moriconi di Jesi e il pomeriggio alle 15
allo stadio “M. Pierucci” di Moie. La manifestazione fa seguito alla “Ri-Partita della vita” dello
scorso anno a Moie, con la presentazione del
film su don Pino Puglisi in cui Luca Zingaretti
era attore protagonista e una partita di calcio.
L’evento di quest’anno vuole dare risalto al calciatore Flavio Falzetti, attorno a cui sono nate le
iniziative precedenti. “La vita di questo calciatore è un esempio di tenacia e di coraggio: egli
riesce a trasmettere la sua carica emozionale e
con la sua presenza vogliamo dare un segno di
coraggio e di speranza per tutti. I due momenti
proposti saranno così una occasione importante per riflettere sulla prevenzione delle malattie
degli sportivi e sull’assicurazione dei dilettanti.”
hanno detto gli organizzatori. Anche il comune
di Jesi si è reso disponibile a sostenere questo
progetto e nel coinvolgere i giovani al tema dello sport come veicolo per superare le difficoltà.
L’incontro della mattina è destinato in particolare agli studenti che conosceranno l’esperienza
di Falzetti e il suo modo di affrontare il tumore.
Al Moriconi sarà proiettato un cortometraggio
sulla vita di Flavio, sarà proposto un monologo
tra il medico curante e Flavio e si alterneranno
alcune testimonianze di sportivi e dell’allenatore Gianluca Fenucci. L’incontro lascerà poi spazio al dibattito.
La partita
Lo stadio “Mauro Pierucci” di Moie, dalle ore 15,
ospiterà le tre squadre che competeranno nella
triangolare. La concorrente di Miss Italia, Martina Verdini di Serra dè Conti, ha comunicato
la sua disponibilità a fare da madrina all’evento. Saranno presenti Flavio Falzetti con la sua
squadra di calcio “Life Ritorno alla vita Football
club” composta da atleti che hanno avuto problemi con il cancro, da Damiano Tommasi che
ha vissuto il suo essere campione in modo mol-
giocare i bimbi che accorrono, mascherandoli da clown
ed intrattenendoli con passatempi vari e con un buon
servizio bar. Infine, non
mancano gli appuntamenti
a livello nazionale cui i vari Il concorso
volontari possono parteci- È stata lei, Sara Trenta, la
pare, in quanto membri di “Reginetta” della nona ediun’organizzazione encomia- zione del concorso di disebile e che merita tutto il so- gno “Jesi, il luogo e le genti”
stegno possibile.
organizzato dalla sezione
Federico Catani locale di Telefono Azzurro;
la giovanissima studentessa di 1/a media della Scuola “Savoia” non solo si è
aggiudicata la coppa quale
migliore disegnatrice nella
sezione “scuole medie”, ma
ha anche ottenuto il maggior numero di preferenze
tra le 354 persone che, dopo
aver visionato le quasi cento
opere esposte, hanno scelto proprio la sua. Il giudizio espresso dalla Giuria
del Premio, composta dagli
Sara Trenta, alunna della pri- artisti Carlo Cecchi, Luima media “Leopardi” è stata gi Pennacchietti e Andrea
la vincitrice del Concorso.
Marconi, non lascia adito
to semplice e da Giuseppe Materazzi in panchina. L’altra squadra sarà “Fuori dal set” con Luca
Zingaretti e i suoi amici attori che avevano disputato la partita lo scorso anno dimostrando
una grande sensibilità e generosità nell’accogliere l’invito degli organizzatori. La terza squadra
“Quelli della ri-partita” è composta da giocatori
locali, capitanati da Emilio Pierpaoli, e da alcuni giovani e vigili del fuoco di Pizzoli già venuti lo scorso anno per la “Ri-Partita”. L’incasso
sarà totalmente devoluto alla squadra Life che
continuerà a sostenere i ragazzi dell’oratorio di
Pizzoli, un paesino vicino L’Aquila che ha subito ingenti danni dal terremoto. La prevendita
è presso il Caffè Letterario della Biblioteca La
Fornace di Moie e, il 2 mattina, al teatro Moriconi. L’organizzazione è a cura del Centro Sportivo Italiano, del Caffè Letterario, dei comuni di
Maiolati Spontini e Jesi in collaborazione con
Banca Marche, Unika Immobiliare e Banca di
Credito Cooperativo di Falconara, Ristorante Jolanda e Croce Verde di Jesi. Il Panathlon
di Ancona ha comunicato il suo sostegno al
progetto. Il Caffè Letterario gestito dalla Tadamon, ha scelto anche quest’anno di continuare
a sostenere i progetti nati dalla Ri-partita ed è
sempre disponibile a organizzare e collaborare
quando si cerca di contribuire a diffondere i valori del rispetto reciproco, della solidarietà, della promozione umana.
L’assessore alla cultura di Maiolati Spontini,
Sandro Grizi, ha partecipato alla presentazione della manifestazione sottolineando il
diverso approccio nei confronti del cancro
perché il parlare apertamente di questi problemi è molto importante così come ascoltare
le testimonianze aiuta a non sentirsi soli.
Bruna Aguzzi, l’assessore ai servizi sociali del
comune di Jesi ha elogiato l’iniziativa: “Le istituzioni possono solo esprimere gratitudine
per chi si impegna a lavorare su manifestazioni come queste che ci costringono a pensare
alla malattia e al gioco forse troppo mitizzato
e conosciuto per gli aspetti meno nobili. Dobbiamo sottolineare la grande generosità di
tante persone che prestano la propria immagine per iniziative che scivolerebbero nell’indifferenza”. Lo scorso anno, nell’incontro che
l’attore Zingaretti aveva avuto con la cooperativa sociale Tadamon e con gli amministratori
locali aveva spiegato il motivo del suo impegno nella solidarietà e che tiene a mantenere il più possibile nella sfera privata: “Chi ha
ricevuto tanto deve restituire qualcosa e poi,
spesso, noi facciamo solidarietà divertendoci;
siamo venuti qui a giocare a pallone, abbiamo
fatto un piccolo sacrificio ma così possiamo
stare insieme e fare del bene, in modo molto
semplice.”
Foto Giuseppe Papadia
Nella foto l’attore Zingaretti e Andrea
Gasparrini del Csi nel corso
dell’incontro dello scorso anno.
a dubbi; “Il lavoro – si legge nella motivazione – è
molto curato nella grafica,
efficace nell’aspetto e nella
resa prospettica”. Un giudizio condiviso dal pubblico
che sabato ha assistito alla
premiazione delle altre categorie, cerimonia preceduta da un breve intervento
della responsabile locale di
Telefono Azzurro, Ambra
Micciarelli, che assieme al
consorte, Arnaldo, e ad altri
collaboratori porta avanti
da anni l’iniziativa di promozione della conoscenza
dei diritti del bambino.
Fedeli al tema proposto, la
maggior parte dei partecipanti ha riprodotto le rinnovate bellezze presenti
in piazza Federico II, dalla
fontana dei Leoni all’aiola
laterale con tanto di iscrizione in lingua araba, da
alcuni particolari architettonici all’obelisco centrale,
rappresentato nelle forme
più singolari.
Questi i vincitori nella sezione scuola elementare:
1° premio a Laura Ferretti
della IV Classe della scuola
Mestica, 2° premio a Giorgia Mosca della III Classe
dello stesso plesso, 3° classificato Angelica Guidi della V
Classe, sempre del Mestica,
unico Istituto le insegnanti
del quale hanno spronato
gli allievi a partecipare al
concorso. Nella categoria
scuole medie, alle spalle di
Sara Trenta si è piazzata
Veronica Vivian classe 1/a
scuola Savoia.
s.b.
Voce della
Vallesina
storia e arte
Scusate il bisticcio
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
I FINIANI DI SINISTRA
Hanno stilato una dichiarazione
che attacca del PD la direzione.
Chi? Veltroni, Fioroni e Gentiloni.
(Son ben settantacinque le adesioni).
NB - Ben 75. Se ne prevedevano al massimo 20.
TESTIMONIAL D’ECCEZIONE
Quasi omofonia
- La pallavolo era, notoriamente, lo sport preferito di
Vittorio Alfieri.
- Ma va’!
- Ma certo. Ne è prova irrefutabile la celeberrima frase
del grande astigiano: VOLLEY, SEMPRE VOLLEY,
FORTISSIMAMENTE VOLLEY.
AI FIGLI DI OTTRANO
Per le vie de Filottrà
giorno e notte sbaia i cà
e spaventa li cristià.
PS – In dialetto locale il verbo sbaià equivale sia a
“sbagliare” sia ad “abbaiare”. Fonte autorevole: una
giovane, graziosa addetta - fino a qualche mese fa alla biglietteria dei treni di Marotta.
SECOLI BUI
Falso cambio di genere Tutti sanno che in passato vi sono stati, in seno alla
Chiesa, momenti di grave decadenza spirituale e
morale; decadenza che non ha risparmiato gli stessi
vertici: mondanità, nepotismo ecc. (Il che non
comporta assolutamente l’approvazione dei ben noti
riformatori disobbedienti). In quei periodi furono
elevati al cardinalato soggetti del tutto indegni di tale
carica. Un nome tra tutti: il famigerato Cesare Borgia,
detto il Valentino. Autentici farabutti, molto più
meritevoli della prigione che del cappello cardinalizio.
Insomma:
più della xxxxxx che del xxxxxy.
***
Soluzione del gioco precedente
brandelli - Prandelli
La Citazione
a cura di Riccardo Ceccarelli
3 ottobre 2010
Fondazione Federico II Hohenstaufen: il Filo Rosso della Storia di iniziativa privata
Il ricordo che vive oltre le parole
Le parole spesso non bastano per ricordare la scomparsa delle persone più care.
Quanto più un dolore è
grande, tanto più è inesprimibile. Per questo sono stati
brevi i discorsi pronunciati
il 19 settembre per commemorare l’avv. Vittorio Borgiani, presidente per molti,
eppure troppo pochi anni,
della Fondazione Federico
II Hohenstaufen. “Presidente ed amico. Ha lasciato
una traccia profonda in chi
lo ha conosciuto e nella vita
culturale della città. Instancabile. Ha fatto giungere le
iniziative della Fondazione Gianni Gualdoni
in luoghi impensabili”. Così
ha detto di lui il dott. Co- chiesa di S. Giovanni Battistantini, presidente pro sta, ha illustrato e poi esetempore.
guito all’harmonium pagine
Alle sue parole si sono ag- rarissime di autori spagnoli,
giunte quelle pronuncia- inglesi, tedeschi compresi
te con voce commossa da tra il XII° e il XIV° secolo,
Franca Tacconi, direttrice perciò anche contemporadel Centro Studi Federicia- nei di Federico II: brani dini: “Si scade nella retorica versi, che rallegravano feste
a parlare di un personaggio all’aperto o incontri consimile. Ogni definizione ri- viviali; semplici, d’improvsulta inadeguata. Ricordo visazione, appena ritmati
tanto di lui, in particolare o vagamente malinconici.
la fine ironia con cui tratta- Evolvendo nel tempo alcuni
va qualsiasi argomento. La verranno ripresi ed elaboramanifestazione di oggi è sta- ti dalla musica sacra, altri
ta voluta per lenire il gran- si trasformeranno in danze:
de dolore di averlo perduto”. addirittura, nel più tipico
Di questa significativa cele- ‘saltarello’.
brazione commemorativa Il secondo excursus era riha spiegato poi il titolo e servato esclusivamente a
lo svolgimento. Come ‘Filo musiche del XVIII° secolo.
Rosso della Storia’ si è inteso “Allora la musica entrava
definire l’ideale legame che in tutte le case nobiliari”, ha
può raccordare passato e ricordato Gianni Gualpresente, richiamando ogni doni che ha collaborato ad
spazio in cui Federico II la- organizzare la manifestasciò un segno e il profondo zione. Ha aggiunto: “Oggi
radicamento nel territorio occorrerebbe riproporre non
del ricordo dell’Imperatore.
in modo occasionale, ma riSi è data quindi voce alla corrente e negli stessi luoghi
musica, tracciando simbo- la musica dell’epoca”. Quei
licamente due excursus. Nel concerti ha richiamato il M°
primo Mariella Martelli, Andrea Zepponi che ad un
Maestro di Cappella della elegante clavicembalo, copia
di uno strumento
francese del ‘700,
ha brillantemente
interpretato
pagine di autori
italiani della seconda metà del
XVII° secolo: di D.
Zipoli, di A. Marcello (famosissimo l’adagio del
suo ‘Concerto in
Re min.’) e alcune,
Augusta Martelli
d’esecuzione acrobatica, di D. Scarlatti nelle quali
sono riconoscibili
echi di chitarre e
di mandolini napoletani. Altri due
autori ancora: G.B.
Cervellini che offre
un omaggio a Pergolesi citando lo
‘Stabat’ nel suo ‘Allegretto in Re min’
Andrea Zepponi
e il protoromantico G.B. Platti.
Non minore interesse ha suscitato
in quanti, numerosissimi, erano presenti alla manifestazione la mostra
visitata nell’atrio di
Palazzo Baldeschi
Balleani e allestita
grazie alla collaModello di Jesi di Gianfranco Colocci
borazione dell’Archeoclub di Jesi, alle ricerche esemplari ornitologici; Giustoriche di Mario Livieri lia Marozzi e lo Studio Foe ad artigiani ed artisti che tografico Ubaldi che hanhanno offerto materiali no esposto rispettivamente
espositivi diversi: Marco alcuni disegni tratti dal ‘De
Moretti, Luciano Bologni- arte venandi cum avibus’ e
ni e Gasparroni Enrico che una collezione di foto dei
hanno realizzato in ferro palazzi storici di Jesi. Molti
battuto l’albero genealogico dunque sono stati coinvoldi Federico II; Gianfranco ti nel nome di Federico II e
Colocci che ha costruito un nel ricordo di chi con granmodellino di Jesi; Manlio de fervore di iniziative tanto
Montesi, autore de una se- interesse intorno a lui è riurie di scudi con stemmi aral- scito a suscitare.
dici; Carlo Alberto Raffaeli
Fotoservizio
che ha presentato diversi
Augusta Franco Cardinali
I santi
I santi sono coloro che cambiano il mondo in meglio, lo
trasformano in modo duraturo, immettono le energie che
solo l’amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I santi
sono i grandi benefattori dell’umanità!
Benedetto XVI, dal discorso all’udienza generale del 15
settembre 2010, da “Avvenire” del 16 settembre, p. 21.
La Pulce
Tempo fa un pensionato in vena di ricerche genealogiche,
chiedeva notizie all’archivio della cattedrale su parenti
vissuti a metà 800. E forniva fra le altre referenze quella
di un tale canonico di cui sapeva che morì di tetano in
seguito a puntura d’ago mentre insegnava ricamo alle migliori signore della città”. Bei tempi, quelli. Ma non disperiamo: a volte ritornano.
Il Ferrini ricomincia gli incontri
L’8 ottobre con il beato
Il circolo Contardo Ferrini di Jesi inaugura l’anno sociale 2010-2011 con la conversazione dell’ins. Jole Ciarmatori. Venerdì 8 ottobre alle ore 16,30 presso la sede del museo
diocesano, in piazza Federico II, la relatrice proporrà una riflessione sul tema: “L’attualità della vita e le opere del beato
Contardo Ferrini”. Sono invitati i soci, gli amici e quanti desiderano conoscere la vita del famoso giurista.
3
Festeggiato con un Concerto Lirico il restauro del monumento
…E Pergolesi, sotto le stelle, ascoltava
Conclusione appropriata
alla circostanza il Concerto Lirico presentato la sera
del 19 settembre a San
Nicolò. Fuori era il monumento candido appena
restaurato di Pergolesi al
quale poteva idealmente giungere l’eco della sua
musica. La eseguivano,
nella chiesa vicina, cantanti e professori d’orchestra del Progetto Sipario:
giovani, promettenti, ben
preparati, così come sarebbe piaciuto anche al compositore.
Tutto incentrato su arie tratte da ‘Il
Flaminio’ il programma, opera gioiosa
e sentimentale illuminata a tratti da bagliori drammatici. Cinque gli interpreti nei ruoli di personaggi diversamente
caratterizzati: Maria Abbate, soprano
(Agata); Yelizaveta Milovzorova, soprano (Checca); Miriam Artiaco, soprano (Flaminio); Mariangela Marini,
mezzosoprano (Giustina); Giampiero
Cicino, baritono (Vastiano). Il giovane
M° Giorgio Paronuzzi ha tenuto rigorosamente il controllo del complesso
cameristico composto da sei valenti
strumentisti: Roberta Marzoli e Silvia Stella (violini); Fabio Cappella
(viola); Paola Stizza (violoncello); Filippo Macchiarelli (contrabbasso);
Saverio Rovetta (clavicembalo).
Per i numerosi spettatori, tra i quali
si contavano i soci del Lions Club di
Jesi, generoso sponsor del restauro del
monumento, si è trattato di un’esperienza anche rivelatrice essendo l’opera come riguardata e messa a fuoco a
distanza ravvicinata. Ci si è resi conto
così del segno originale della comicità
di Pergolesi che con divertimento descrive le buffe schermaglie amorose di
Checca e Vastiano; dello slancio anche
e dell’emozione con cui il compositore riesce a descrivere passioni tempestose o teneri affetti. É apparso però
non meno evidente come nel Progetto
Sipario si sia lavorato con molta serietà e come vincente possa essere una
scommessa che, puntando sui giovani,
alimenti di nuova linfa il teatro del futuro.
Fotoservizio Augusta Franco Cardinali
Nella foto da sinistra Yelizaveta
Milovzorova, Giampiero Cicino, Giorgio
Paronuzzi, Maria Abbate, Mariangela
Marini, Miriam Artiaco.
40 anni di grotta
Il Gruppo Speleologico CAI
Fabriano festeggia i 40 anni
di attività con una settimana
densa di appuntamenti. Gli
anni della fondazione, infatti,
sono stati quelli in cui sono
avvenute le scoperte più esaltanti, nelle quali il Gruppo
ha avuto un ruolo determinante. Dal 2 al 9 ottobre a
Fabriano, mostre fotografiche
e convegni ripercorreranno i
momenti salienti dell’attività
del Gruppo, con autorevoli relatori che si soffermeranno sul
valore scientifico delle scoperte e attraverso le parole e gli
scritti degli stessi autori e testimoni di questi emozionanti
momenti.
Sabato 2 inaugurazione della
mostra fotografica e delle attrezzature speleologiche “40
anni di grotta” che si terrà dalle ore 10 alle 20 nel Loggiato
San Francesco per proseguire
poi domenica (dalle 10 alle
20) e tutti i giorni, sino al 9
ottobre, al Ridotto del Teatro
Gentile (dalle 18 alle 20).
Presso l’Oratorio della Carità
si terranno tre convegni: il 7
ore 21,30 il geologo Sandro
Montanari parlerà di “Speleologia e ricerca scientifica”; l’8
ore 21,30 il Gruppo presenta
“Immagini dal mondo ipogeo”;
il 9 ore 17 alcuni dei protagonisti parleranno della speleologia di questi 40 anni ne “La
storia del Gruppo, le esperienze si raccontano…”.
4
San Giuseppe: i giovani
si domandano…
“Una comunità che non si
lascia interrogare dai giovani rischia di morire”. Una
provocazione, del parroco
don Giuliano Fiorentini,
stimolato da Gloriano Paoletti a proporre l’incontro di due giorni al Beato
Parola. Recepiscono solo
i peccati di cui è composto. I peccati degli uomini
della Chiesa, che con la sua
struttura ha forse troppo
istituzionalizzato la Parola togliendo l’alone della
profezia e della spiritualità,
separando la religione dalla spiritualità. Quello che
Angelo di Cupramontana.
sulla realtà giovanile della
parrocchia di San Giuseppe. La domanda: quanto è
distante nei giovani la separazione tra il corpo e lo
spirito, anche in quelli che
frequentano la parrocchia?
Alcuni di loro sono impegnati nei vari gruppi, altri
sono frequentatori del circolo ricreativo. C’è chi vive
un percorso di fede e chi è
lontano. “Come arrivare ai
cuori dei giovani?” L’interrogativo di Gloriano che,
da cristiano, partecipa a un
gruppo di ricerca biblica
mentre a pochi passi da lui
ci sono i giovani nel circolo,
lontani dalla sua tensione e
dalla sua spiritualità. Come
trasmettere il Messaggio
che, se viene proposto nel
modo giusto, può centrare
il loro interesse. In quali termini? La società sta
cambiando
velocemente.
Nel corso della due giorni
sul tema “Una comunità
cristiana che non si lascia
interrogare dai giovani rischia di morire” si sono
alternate diverse relazioni,
introdotte dal Vescovo, tra
cui quella di un dirigente
del Centro Sportivo Italiano, Michele Marchetti. I
mezzi di comunicazione
di massa hanno più presa sui giovani, addirittura
possono influire sulle loro
idealità, incanalandoli in
una società funzionale ai
consumi. Quando si toglie
l’utopia del pensare, del filosofeggiare, del credere,
si toglie l’anima all’uomo.
Non meraviglia quindi il
calo di tensione spirituale nelle nuove generazioni.
Oggi la religione non attrae
più i giovani. Marchetti ha
presentato alcuni sondaggi
dai quali è risultata evidente la distanza tra l’esigenza
quotidiana e la tensione
religiosa di speranza. Domandiamoci il perché. “Eliminiamo il pulviscolo che
avvolge il Nucleo che è la
parola di Gesù” ha detto ai
presenti il giovane Francesco Collamati. Identifichiamo il pulviscolo, perché a
coloro che ci si imbattono
impedisce di arrivare alla
separa è la credibilità della
religione nei confronti della
realtà che vivono.
I giovani tra il “dire e il
fare” hanno recepito che
anche chi profetizza una
società della fraternità e
dell’amore, viene coinvolto
nel “fare” che inevitabilmente è fatto di compromessi, di potere e perde
quella profezia che diventa
l’identificazione dello stare perché si affida al Messaggio. Una società che ha
sempre meno bisogno della
spiritualità perché ingloba
meglio l’esigenza del corpo che non vuole “pensare” ma solo “consumare”. I
giovani, spesso confusi, si
rifugiano nell’individualismo, perdendo l’utopia del
cambiamento,
diventando talmente realisti senza
dubbi e pensieri. La testimonianza è un valore se
si affida alla Parola. Deve
essere però percepita come
vera, diventare carne nella storia. Oggi le sicurezze
di un tempo non ci sono
più. I luoghi (la famiglia,
la scuola, la parrocchia, il
quartiere) sono diventati
limitati perché al giovane
basta andare in Internet e
trovare il mondo. Le famiglie di un tempo che educavano ai valori, difendevano
dall’esterno, formavano le
coscienze si trovano ad affrontare la nuova generazione smarrita, sola e senza
strumenti. Per questo dobbiamo coinvolgere i giovani
dando loro quella spiritualità che cercano, perché il
mondo delle cose e dei desideri non riesce, nella sua
aridità, a rispondere a domande di senso che sono
fatte di speranza. Dobbiamo andare ad evangelizzare i giovani con la speranza,
mettendo in positivo la vita,
dandogli valore, morale e
spirituale E questo lo si può
fare solo intercettando le
loro domande di senso. Le
loro domande coinvolgono
l’oggi. Il loro domani parte
dall’oggi! Ora i giovani hanno necessità di speranza.
Non domani! Domani potrebbe essere troppo tardi...
Remo Uncini
di Remo Uncini
Voce della
Vallesina
attuALITà
3 ottobre 2010
Il panorama avvilente
dell’informazione religiosa
di Riccardo Ceccarelli
Quando prendo in mano “Avvenire”
vado subito all’ultima pagina, all’ultimo articolo del giornale: c’è una rubrica “lupus in pagina Rosso Malpelo” di
Gianni Gennari. Vi si sbugiardano gli
errori, le disinformazioni, le balle che
si sono scritte, in genere sui giornali
del giorno prima, in materia religiosa e dintorni. C’è da farsi una “cultura” sul livello di preparazione di tanti
giornalisti, commentatori, opinionisti
gettonati ed applauditi. Possiamo dire
che Gianni Gennari riveste, nel campo
dell’informazione religiosa, il ruolo di
Mauro della Porta Raffo, chiamato “il
gran pignolo” proprio per fare “pelo e
contropelo” all’informazione giornalistica che non di rado cade in errori
pacchiani che non sono sviste, lapsus,
disattenzioni o, come si diceva una volta, refusi di stampa. Nel 2006 raccolse
i suoi interventi in “Dieci anni di pignolerie” (Edizioni Ares), un libro più
che divertente, da leggere tutto d’un
fiato per rendersi conto del “livello” di
cui sopra. È ovvio che si possa incorrere in qualche errore quando si scrive, non si può essere informati di tutto,
ma insistervi e continuare come nulla
sia capitato, far finta di nulla, non dare
ai propri lettori alcuna rettifica dopo
magari che altri, su altri giornali, hanno rimarcato l’inesattezza, è segno di
supponenza e, non vorrei dirlo, anche
di malafede. L’informazione è libera,
è vero, ma la disinformazione, credo, non possa avere pari cittadinanza.
Gianni Gennari, oltre che giornalista, è
scrittore e teologo, è stato per anni docente universitario: per lui non è difficile cogliere le incongruenze in ambito
dell’informazione religiosa che vengono gabellate come verità e bevute dai
lettori senza alcuna difficoltà, garantite
magari solo da una firma “illustre”, il
cui nome, diventato appunto garanzia,
può permettersi di dire e affermare
quello che vuole. Due aspetti mi sembra di intravvedere in questa situazione. Spesso l’informazione religiosa è
ideologica, cioè si applica la propria
“ideologia”, la propria visione delle cose,
spesso il pre-giudizio, alla religione e
ai fatti religiosi, essi vengono letti con
lenti colorate se non con forte ristrettezza di vedute. Si dà così importanza
ad aspetti secondari se non marginali
più che ai contenuti di idee e di valori
(dialogo di fede e ragione, speranza per
i giovani, società sempre più ingiusta)
come è stato fatto da alcuni quotidiani
nel recente viaggio del Papa nel Regno
Unito o addirittura, nei suoi messaggi
o discorsi, evidenziando particolari
ininfluenti o distorcendo il senso delle
sue parole, come di recente nel messaggio per la giornata della gioventù
del prossimo anno, quando hanno
Un perché per
Terre
Elementari
messo in bocca al Papa la relazione tra
il posto fisso di lavoro e la fede in Dio
e come quest’ultima fosse più importate del lavoro. Non si sa qualche volta
se hanno capito, se non hanno voluto
capire e se hanno fatto finta di capire, o
se c’è, come già detto, malafede. Molti di loro spesso “sanno in anticipo ciò
che vogliono capire, e soprattutto ciò
che non vogliono”. Libertà di opinione, di informazione, di lettura, ma anche libertà di dire che queste non sono
esatte o non corrispondono del tutto
al vero. Poi da sottolineare una forte
dose di ignoranza nell’informazione
religiosa, proprio nel senso di non conoscere sufficientemente le cose di cui
si scrive, sia dei particolari come delle
cose essenziali. Eppure dovrebbero sapere se fanno quel mestiere ed essere
pure precisi se vogliono farlo bene. Ma
si sa che l’informazione religiosa non è
il “forte” di chi la fa né di chi la legge,
così di strafalcioni se ne possono dire
e bere a bizzeffe. Però chi la fa ha un
dovere in più, quello di non dire stupidaggini. Ci sono, è vero, lodevolissime eccezioni, ma il panorama non è
di molto conforto. Vogliono mettere
la Bibbia come libro da studiare nelle
scuole. Fosse la volta buona, almeno
per la religione cristiana ci sarà occasione di meglio informarsi e di capire
un po’ più la nostra cultura che in quel
libro ha non poche radici.
PILLOLEdiRISORGIMENTO
le “tre fiere”
Durante le “tre fiere di san Settimio” la nostra città aumenta
l’offerta commerciale ambulante
e le strade e le piazze si riempiono di persone, provenienti
anche dal circondario. É un fenomeno sociale – anche se circoscritto ad un territorio locale
– che si ripete da tanti anni. Venerdì 24 settembre, alle ore 18
circa pioveva e, comunque, la
gente apriva l’ombrello e proseguiva il suo “pellegrinaggio” tra
la bancarelle, al solito lento passo. Un passo dettato dalla curiosità e dalla voglia di comprare o
non comprare. Oppure dettato
dai capannelli di persone che
sceglievano un luogo per scambiarsi le ultime novità o fare un
piacevole gossip. Niente di nuovo, sto ripetendo un ritornello
che conoscono tutti – soprattutto i miei due lettori (Lucio e
Roberto) – e rischio decisamente di sprecare il mio e il tempo
altrui ( in più anche lo spazio di
“Voce”…).
C’è però un motivo – il motivo
– per cui ne scrivo e che sta alla
base di queste righe: mi chiedo perché. Perché tutta quella
gente affolla le strade: sapendo
di trovare cose che trova un po’
dappertutto e soprattutto anche
durante le settimane di tutto
l’anno.
A parte qualche oggetto particolare (stracci per pulizia miracolosa, solventi killer per lo
sporco, affetta tutto etc.) le ban-
carelle espongono
prodotti che non
sorprendono quasi più nessuno. E
allora perché tanta
gente si precipita
a fare una lunga
passeggiata (faticosa…) tra due ali
di bancarelle colorate e luminose?
Il fascino del vendere/comprare,
il fascino del suk
mediorientale, il
fascino della tradizione secolare…
che resiste e resiste e resiste. In
piazza del Duomo e nel centro
storico c’è il wireless (ovvero
una tecnologia che permette di
collegare il proprio computer a
internet stando all’aperto) ma la
tradizione delle tre fiere resiste.
Ci deve essere un perché profondo che non appartiene alla
novità tecnologica. La ricerca di
questo perché me la porto tra i
pensieri che mi accompagnano
fuori dalle tre fiere, lungo il tragitto verso la prima periferia urbana, dove le bancarelle hanno
solo l’eco dei sapori e degli odori e la luminescenza delle luci
colorate e fitte lungo il percorso
del mercato all’aperto. Lungo il
tragitto sento che le strade sembrano improvvisamente buie,
come spente. Giro lo sguardo
attorno e scopro di essere quasi solo a camminare. Ecco, forse
non c’è più la luce di tanta gente,
la “luce degli altri” che illumina
le strade e invita seduttivamente a partecipare a questo evento. Forse è una risposta al mio
perché. Una risposta semplice.
La scoperta dell’acqua calda, direbbero i miei due lettori (Lucio
e Roberto) che abitano il centro
storico e assaggiano più di me,
ogni giorno, il vuoto e il pieno,
passando dalla “luce degli altri”
lungo corso Matteotti ai vicoli
laterali.
Chiedo scusa, sono arrivato tardi a capirlo.
Silvano Sbarbati
Negli anni tra il ’46 e il ’48 dell’Ottocento
e nonostante la “crescita dell’industria”, in
Europa insorgono seri problemi economici che bloccano lo sviluppo, abbassano la
qualità della vita e creano malcontento. Di
fatto il problema era solo uno: l’impossibilità di commerciare quanto veniva prodotto.
Se da un lato lo sviluppo industriale aveva
accresciuto la quantità e la qualità dei prodotti, dall’altro i lavoratori - sia agricoli che
urbani - non potevano permettersi più di
quanto strettamente necessario alla sopravvivenza tanto che, nella stragrande maggioranza dei casi, i salari erano destinati
totalmente all’acquisto di generi alimentari.
A quel tempo il sistema economico andava
producendo più di quanto il “consumatore” potesse consumare. La sovrapproduzione stava frenando il mercato e ad essere
penalizzato di più era il “mondo agricolo”.
Contrariamente a quanto avvenuto nel settore industriale, in agricoltura le tecniche
rimanevano arretrate e la capacità produttiva scarsa. Complici due anni di carestie
(1845-46), i prodotti agricoli cominciarono
a scarseggiare ed i prezzi a salire. Nel biennio 1846-1847, ad esempio, diminuirono
gli acquisti di merci di cotone e con quella fibra si producevano i tessuti, i più indispensabili dopo gli alimentari. I magazzini
si riempirono di merci invendute e molti
opifici furono costretti a chiudere. Finanzieri e commercianti spesero ingenti somme per acquistare generi alimentari in paesi
dove costavano di meno. Derrate che tentarono di rivendere sui mercati europei dove
i prezzi continuavano a salire. Ma anch’esse rimasero invendute perché i salari della
popolazione non potevano competere con
quei prezzi, gravati dai costi di trasporto.
Il capitale esistente, speso all’estero, diminuì. Per la sovrapproduzione, quindi, e
per la successiva mancanza di capitali la
crisi si aggravò e le ancora fragili strutture
dell’economia europea subirono un duro
colpo. Così tra gli imprenditori fu il panico,
tra i salariati sommosse e tumulti.
Massimo F. Frittelli
CONTINUA 2
Voce della
Vallesina
ECOLOGIA
La prima Giornata per la Salvaguardia del Creato anche a Jesi
10.10.10: una festa per vivere
Qualcuno forse ricorda il precedente articolo (del 19.IX.2010) sul
tema dell’ecologia. La proposta ivi
contenuta era chiaramente ironica
e impertinente: quella di chiedere
all’ONU (più precisamente all’Unesco) di dichiarare “Tabano” (amena contrada rurale nei pressi della
città) quale “patrimonio universale
dell’umanità”. Un sito da salvaguardare, insomma, al pari delle Dolomiti, del Gran Canyon, della Valle
dei Tempi e robette consimili. Solo
che pochi giorni fa ho notato con
sorpresa e piacere che ad accorgersi
della bellezza (certo non travolgente, ma dolce e riservata, come la ben
nota “ritrosìa marchigiana”) del luogo non è stato soltanto il sottoscritto. Mi è infatti capitato, gironzolando da quelle parti, di imbattermi in
un tabellone in legno, come quelli
in uso nei parchi, in cui si illustra-
va in italiano e che vorremmo proporre a quanti
in inglese (anche intendono celebrare in diocesi di
questo è un se- Jesi la prima (per noi: in Europa è la
gno delle chances quinta!) Giornata del Creato (qui a
di Tabano sulla fianco il programma). In un giorno
scena mondiale) del calendario che, per giunta, dal
un progetto di punto di vista numerico (ma non
valorizzazione c’è niente di esoterico o magico!)
e salvaguardia si ricorda bene e speriamo pure
della zona. Si è che “porti bene”: 10 (giorno), 10
trattato di una (mese), 10 (anno: 2010)! Ecco duniniziava portata que cosa proponiamo. Al mattino
avanti dalla se- si comincia con la Messa, presieduzione locale del ta dal nostro Vescovo, ore 11,30 ai
FAI (Fondo am- “Paolotti” (all’arco Clementino). La
biente italiano) chiesa non è grande, ma per questo
in collaborazione primo anno dobbiamo accontencon il Comune di tarci così. Oltre a parrocchiani (in
Jesi, per iniziativa quel giorno inizia anche l’annuale
della prof. Elisabetta Lombardi che festa della Comunità) e simpatizvi ha coinvolto nell’anno scolastico zanti, sono particolarmente invitate
2009/10 la IIIA (di cui si elencano le associazioni “ambientaliste” rapgli alunni) del nostro Liceo Scienti- presentate in città. Ognuna delle
fico (per ulteriori informazioni ve- quali, all’inizio potrà fare una bredere www.ilnostropaesaggio.it). E vissima presentazione di programgiù si elencano le caratteristiche del ma e proposte da attuare in loco
paesaggio e le iniziative di valoriz- nel 2010/11. Alla fine della messa
zazione. Come, ad esempio, quella il Vescovo consegnerà il messaggio
di posizionare ogni 2,2 km dei car- papale della Giornata della pace del
telli illustrativi lungo un itinerario primo gennaio 2010 che quest’anno
già segnalato e chiamato “Percorso verteva proprio sul nostro tema: “Se
di Gorgolungo”. Nome pittoresco ed vuoi la pace, custodisci il Creato”.
espressivo che indica un modesto Da notare che analogo messaggio
fossato della rispettabile lunghezza, hanno scritto pure i vescovi italiani
però, d’una decina di chilometri e per questo primo settembre. I quali
che incide quelle collinette per poi al tradizionale binomio di impegno
gettarsi nell’Esino. Ebbene, mi son della Chiesa per la “Giustizia e la
detto, sarà proprio questo percor- Pace” hanno aggiunto pure quello
so chiamato un po’ pomposamen- della “Salvaguardia del Creato”. Con
te “Anello di Gorgolungo” (da non tutti gli uomini e le donne di buona
confondere con l’assonante wa- volontà.
gneriano “Anello dei Nibelunghi”!)
Don Vittorio Magnanelli
3 ottobre 2010
V GIORNATA DEL CREATO
(la prima volta nella
diocesi di Jesi)
DOMENICA 10 OTTOBRE
Ore 11,30:
chiesa di San Francesco di Paola (all’arco Clementino), S. Messa presieduta dal nostro Vescovo; all’inizio le associazioni ambientaliste
esporranno brevemente per la nostra zona programma e proposte per il 2010/11; alla fine il vescovo Gerardo consegnerà il messaggio del Papa
per la giornata della pace 2010: “Se vuoi la pace,
difendi il creato”.
Ore 15,00:
percorso a piedi dell’ANELLO
DI GORGOLUNGO
Lunghezza km 5, interamente su strada asfaltata
Tempo: circa 2 ore
Partenza: presso rotatoria in fondo a via Coppi (oltre chiesa s. Massimiliano Kolbe) davanti
il vivaio “Maurizi Garden”, dietro la pista pattinaggio.
Prevista breve sosta al monumento ai fucilati del
20 giugno 1945
Portare: scarpe comode, K-way, qualche bevanda e/o merenda per sosta a metà del cammino;
camera digitale per riprendere scorci pittoreschi
(eventualmente da proiettare poi su schermo
grande); zainetto e/o sacco per ripulire i bordi
della strada da qualche “cartaccia” (e guanti di
gomma per i più delicati).
Il cammino sarà effettuato con qualunque tempo e numero di partecipanti.
No telefonini, auricolari, contapassi, ecc.
Si comunica che sono state recentemente realizzate al piano terra e al
primo piano di Palazzo Bisaccioni (Piazza Colocci n. 4 – piazza ove è sita la
Biblioteca Comunale) due sale museali, la prima per l’arte contemporanea
e l’altra per l’arte antica e moderna. La visita, con l’illustrazione della guida,
è gratuita e per ottenere il giorno e l’ora dell’attuazione della stessa basta
semplicemente telefonare al numero della Segreteria:
0731/207523 (n. 4 linee)
5
6
3 ottobre 2010
bambini e computer
Corso per le coppie di animatori
commissione diocesana per la pastorale familiare
Il dono dei coniugi
Domenica 19 settembre, presso il Seminario, è
ripreso, dopo la pausa estiva, il corso “Verso l’amore
coniugale” per le coppie che accompagneranno,
nella nostra diocesi, i fidanzati al matrimonio. Il
tema di riflessione è stato presentato dal vescovo
Gerardo, il quale ha tenuto a precisare per prima
cosa che la proposta del matrimonio cristiano
è una scelta ben precisa e delimitata da tutte le
altre possibilità di poter rendere pubblico l’amore
tra due persone. Infatti, mentre non si richiede
un particolare cammino né per la convivenza
(unione naturale), né per il matrimonio civile,
per quello che riguarda l’unione religiosa è
fondamentale la chiamata, la vocazione a seguire
Cristo nel sacramento. Se l’elemento che oggi
viene considerato maggiormente, anche nelle
cause di annullamento, è quello del consenso, la
vocazione deve assumere una forza maggiore.
Non si può accedere a questo sacramento senza
essere coscienti di quello che si fa, del fatto che
nell’unione gli sposi rendono presente il Cristo e
che il loro amore non è altro che l’incarnazione
del rapporta tra Cristo e la Chiesa. Giustamente,
con un confronto interessante, il Vescovo ha fatto
un parallelo tra la celebrazione dell’Eucarestia e
l’amore dei due coniugi. Il sacerdote nel momento
della consacrazione dice: “Questo è il mio
corpo e il mio sangue” non riferendo il discorso
a sè, ma parlando in nome di Dio; allo stesso
modo i coniugi cristiani, nel loro rapportarsi,
celebrano l’Eucarestia dell’amare. Cristo muore
e risorge nella vita non solo sull’altare ma anche
nella relazione di due persone che, in forza del
sacramento, diventano un solo corpo-donato.
Tenendo conto di questa grande verità mons.
Gerardo ha indicato i due aspetti fondamentali
della vocazione al matrimonio: il dono e la
missione.
IL DONO: il fatto che si siano persone che
scelgano di vivere pienamente il sacramento
matrimoniale fino a poter dire: “Io sono Cristo
amore”, fa sì che nella comunità questa unione
diventi presenza di grazia. Non possiamo
dimenticare il fatto che la famiglia deve essere
all’interno della parrocchia la “Chiesa domestica”.
Come Cristo ha le tre caratteristiche di essere
Profeta, Sacerdote e Re, allo stesso modo anche
la famiglia deve essere:
Profetica, nell’ascoltare la parola di Dio, nel
viverla e soprattutto nel dare esempio, come
primi annunciatori, ai loro figli. Una famiglia che
non legge e non vive la Parola di Dio non è più
dono.
Sacerdotale, in quanto per vivere una vera vita
cristiana non si può assolutamente fare a meno
della preghiera. Questa deve essere presente
nella vita di coppia, nella vita singola del coniuge,
nella vita di ogni giorno con i figli e deve essere
nutrita dall’Eucarestia e dal sacramento della
riconciliazione. Il Vescovo faceva notare che negli
incontri con i cresimandi alla domanda: “Preghi?”,
il 90% ha risposto che non prega mai, perché
nelle famiglie non si prega. Non ci si può sposare
in chiesa e poi non battezzare i propri figli.
Regale, intesa come Cristo ha vissuto la sua
regalità, come servo, pastore, crocifisso. Tutto
ciò viene descritto bene dall’inno all’amore di San
Paolo (Cor. 13, 4-8.13), dove troviamo gli elementi
dell’amore “eterno” per far sì che la famiglia viva
quei fattori che la rendono punto di riferimento
per il mondo.
LA MISSIONE: La famiglia deve essere chiamata
a diventare ciò che deve essere. Gli sposi sono
Cristo, sono chiamati a vivere Cristo-Sposo:
allora il matrimonio cristiano riceve la luce
dal Matrimonio di Cristo e per questo è amore
indissolubile, fedele e fecondo.
Amore Indissolubile: quando si ama come Cristo
non si fa una scelta irresponsabile, ma si inizia un
cammino che permetta all’amore di non finire
mai; il matrimonio non è una gara a prendere
ma a donare e per far questo è fondamentale il
dialogo.
Amore Fedele: è sapersi mettere davanti all’altro
nella totalità, l’amore vero non può prendere
una parte di noi stessi ma deve essere donazione,
accettazione, sacrificio, rispetto e soprattutto non
deve mai accontentarsi della mediocrità.
Amore Fecondo: quando si ama non si può essere
egoisti e tenere questo dono solo per sé, ma si
dona nella vita. L’amore vero è fecondo e Dio
ricambia in abbondanza.
Il sacramento del Matrimonio ha un valore
salvifico grande che fa vivere la realtà della fede
e dell’amore in Cristo a quelle coppie che sanno
realizzarlo in Lui fino in fondo: “Possa levarsi
piena la voce giubilante dello sposo e quella
della sposa, e i cori gioiosi di chi alla loro gioia si
accompagna. Benedetto, o Signore, che rallegri lo
sposo con la sposa” (Turoldo).
Marco Mazzanti
Voce della
Vallesina
psicologia e società
di
Nostro figlio Leonardo ha dodici anni. Per i compagni, gli
insegnanti, i parenti lui è ‘il
ragazzino elettronico’! Pensi
che era venuto a casa un tale
per offrire un corso sull’uso
del computer e quando ha
parlato con nostro figlio è rimasto di stucco: ha detto che
ne sapeva più di lui! È proprio un mago del computer.
Ora, però, a scuola è venuto
uno psicologo che, parlando
con noi genitori, ha evidenziato come i ragazzi possono
correre grossi rischi entrando
in certi siti come Facebook,
Youtube, Messenger, le chat e
altre robe simili. Noi non ci
capiamo niente in tutto questo, ma siamo tranquilli perché lui sa fare molto bene ed
è intelligente, sa che ci sono
pericoli, i virus e tutto il resto.
Che ne pensa lei? Le parole
dello psicologo a scuola ci
hanno preoccupato…
Anna e Mario
Cari genitori, credo proprio
che lo psicologo avesse ragione! Voi lascereste vostro
figlio in giro per la città alle
due di notte, da solo? Certo
che no. Girare su internet,
da solo, a dodici anni, non è
molto diverso dall’andarsene
a passeggio, da solo, alle due
di notte in una grande città.
Mi dite che Leonardo è ‘un
mago del computer’. E ci
credo. I nostri bambini e i
nostri ragazzi ci sono nati
con queste tecnologie e sono
molto più abili di noi adulti
nell’apprenderne l’uso. Ma
un conto è saper usare uno
strumento, dal punto di vista
tecnologico. Un altro è l’uso
concreto che se ne può fare.
Un computer è una porta
sul mondo: da una porta si
può uscire e andare dovun-
Federico Cardinali
que; attraverso una porta
può entrare chiunque.
Ora immaginate che vostro
figlio sia un appassionato di
meccanica e che conosca tutto di un’automobile: motore,
carrozzeria, impianto elettrico. E ogni volta che succede
qualcosa alla vostra auto, lui
sappia subito individuarne
la causa. Prima ancora, e
più rapidamente, del vostro
meccanico. Lo diremmo ‘un
mago dell’automobile’. E lo
guarderemmo con meraviglia e, perché no, anche con
un pizzico di orgoglio.
Ma dareste la vostra auto in
mano a Leonardo perché, da
solo, si faccia un bel viaggio?
Penso proprio di no. Perché
no? Proprio perché voi per
primi vi rendete conto che
una cosa è la conoscenza della tecnologia che fa funzionare bene l’automobile, altra
cosa è la maturità necessaria
per farne un uso corretto.
Anche per il computer è un
po’ così.
Chi non ha una conoscenza
anche elementare di questo
strumento, spesso è affascinato da chi ci si muove con
buona libertà. E, soprattutto,
non si rende conto delle potenzialità di una ‘macchina’
di questo genere.
Proviamo, allora, a guardarla
un momento questa macchina. Subito ci accorgiamo che,
quanto ci offre, possiamo
racchiuderlo come in due
grossi capitoli.
Il primo. È uno strumento che può aiutarci in tanti
nostri lavori. Scrivere, disegnare, preparare lezioni per
la scuola, relazioni da presentare a una conferenza o
a un convegno di studi. Ci
offre anche la possibilità di i floppy da 5”!
passarci del tempo libero, di Il punto sul quale vorrei rigiocare. Ci facilita, insomma, chiamare la vostra attenzioin tante nostre occupazioni, ne è uno soltanto. Che sapsia di lavoro che di relax.
piate distinguere bene cosa
Il secondo. Collegato alla significa saper usare una
rete (internet) diventa una macchina dal punto di vista
porta-finestra con il mondo. tecnologico, e cosa significa
Sul nostro monitor possia- saper usare una macchina
mo incontrare di tutto e tutti. dal punto di vista della maInviare e ricevere posta con turità intellettiva e affettiva.
chiunque e da chiunque. En- Un ragazzino di dodici anni
trare in contatto, parlando e - ma uno di quindici o di divedendoci, con chi sta dall’al- ciotto - può essere un genio
tra parte del mondo. Visitare per le conoscenze tecnologiluoghi (siti) ricchi di storia, che. Ma non ha la maturità
di cultura, di tutte le bellezze necessaria per valutare, constraordinarie di questo no- sapevolmente, l’uso che ne
stro mondo. Fare ricerche su può fare.
argomenti di studio, di curiosità, di cultura.
Qualche consiglio pratico.
Ma possiamo anche entra- Fissategli, nella sua giornare in contatto anche con chi ta, un tempo massimo da
dice di essere una persona, passare davanti al computer,
mentre in realtà è un’altra, trascorso il quale, deve chiuentrare in luoghi di malaf- dere. Non lasciatelo mai da
fare, di vendita di sostanze solo davanti al suo pc. Voi
pericolose, di sesso a buon non potrete stare sempre lì,
mercato, di pornografia. E di naturalmente. Allora mettepedofilia. E non è che chi vo- te il computer nella stanza in
lesse approfittare di un bam- cui ci sono anche gli altri delbino, entrandoci in contatto, la famiglia, in soggiorno, per
gli dice: “Ciao, io sono un pe- esempio. Se, invece, l’avete
dofilo. Vuoi fare dei giochini già collocato nella sua stansessuali con me?”.
za, che lasci sempre la porta
aperta: lui deve sapere che la
Cari genitori, mi dite anche mamma o il babbo possono
che vostro figlio ha un pro- sempre guardare ciò che sta
filo su Facebook. Avete visto facendo. Leggete la sua corche cosa ha messo in rete per rispondenza. Controllate i
presentare sé stesso? Qua- siti che frequenta. Ma lui ha
li foto, per esempio. Quali tutte password! Eh, ve le fate
recapiti: indirizzo, telefono? dare.
Chi sono i suoi ‘amici’. Quali sono i suoi contatti, più o Vi dico queste cose perché se
meno frequenti. Avete mai vi ponete il problema, è seguardato la posta che riceve gno che ci tenete a lui. Allora
e che invia?
non dimenticate che vostro
figlio ha solo dodici anni:
Ora, non è che io voglio pre- non pretendete che abbia la
sentarvi il computer come maturità di uno di venti!
l’orco cattivo. Io lo uso nel Per crescere bene ha bisomio lavoro da oltre trent’an- gno anche della vostra proni: dai tempi in cui usavamo tezione.
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
VANGELO, SAN FRANCESCO E L’ATTUALITÀ: un nuovo trimestrale
La cooperativa “Fratelli è possibile”
Prima idraulici, imbianchini e muratori. Poi editori di quello che è già un piccolo caso nel vasto mondo dell’editoria
religiosa. È la storia della cooperativa
“Fratelli è possibile”, nata nel 2006 all’interno dell’Ordine Francescano Secolare
di Cesena, in Romagna, che da due anni
pubblica “Momenti francescani”, la prima
testata periodica edita in Italia a proporre
la lettura quotidiana del Vangelo abbinata
a un brano delle Fonti Francescane e ad
una breve attualizzazione. Uno strumento già apprezzato da migliaia di lettori in
tutte le regioni, che, con il quarto numero
del 2010 si rinnova e cambia veste grafica.
“Fratelli è possibile” svolge servizi nell’ambito dell’artigianato edile. Ma gli utili prodotti vengono reinvestiti in attività sociali
e di promozione umana, nello spirito della nuova evangelizzazione.
“Momenti francescani” è oggi il principale frutto di questo impegno. La rivista
esce con cadenza trimestrale in un agile
formato tascabile o, se si preferisce, da
comodino (cm 11x16). La nuova veste
di Momenti Francescani sarà presentata
a Reggio Emilia dal primo al 3 ottobre
nell’ambito della seconda edizione del
Festival Francescano, una grande kermesse tra cultura, spettacolo e spiritualità che nell’edizione di esordio del 2009
ha convogliato nella città emiliana oltre
25.000 persone da tutta Italia. La rivista
si riceve in abbonamento al costo di 16
euro l’anno. Inviando una email all’indirizzo [email protected] si
possono ottenere tutte le informazioni
necessarie, anche sulle altre attività della cooperativa.
IMPIANTI IDRAULICI
ASSISTENZA TECNICA
MATERIALI PER BAGNI
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di GIANFRANCO MUZI
Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117
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Tel. 0731 200337 - 335.247108
Voce della
Vallesina
vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Giovedì 30 settembre
Ore 18.15: Seminario,
Diocesano
pastorale
Venerdì 1° ottobre
Ore 7.15: Cappella Suore del Duomo, S. Messa
nella festa di Santa Teresa di G.B.
Ore 17.30: Chiesa delle Carmelitane, S. Messa
nella festa di Santa Teresa di G.B.
Ore 18.15: Seminario, Convegno pastorale
Diocesano
Sabato 2 ottobre
Ore 16: Seminario, Convegno pastorale
Diocesano
Ore 21: Parrocchia San Francesco d’Assisi,
Concerto
Domenica 3 ottobre
Ore 11: Parrocchia Regina della Pace, S. Messa e
amministrazione della Cresima
Ore 17: Penna San Giovanni, S. Messa nella “Festa
del Creato” Regionale
Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
Lunedì 4 ottobre
Ore 18: Parrocchia San Pietro Martire, S. Messa
nella Festa di San Francesco
della
Conferenza
Mercoledì 6 ottobre
Ore 10: Commissione Diocesana per i Beni
Culturali
Ore 16.30: Parrocchia Divino Amore, Incontro
con i Ragazzi della Cresima
Giovedì 7 ottobre
Ore 18,45: Ripresa del Corso per il Diaconato
abbiamo il coraggio di porre la fiducia in gesù
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il
Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire
a questo gelso: “Sradicati e a vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando
rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola?”. Non gli dirà piuttosto:
“Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu?”. Avrà forse gratitudine verso
quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando
avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili.
Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Commento
Gesù continua ad annunciare le esigenze
radicali per agire secondo l’interpretazione data da lui alla legge e invita a prendere posizione decisa contro gli attacchi
delle ricchezze. Gli apostoli hanno capito
che la loro fede è insufficiente e si aspettano da Gesù la forza necessaria per dare
compimento a ciò che egli esige. Egli fa
capire ai suoi che per raggiungere la salvezza occorre realizzare le condizioni che
lui pone e tra queste c’è proprio il problema dell’uso della ricchezza materiale.
Mi soffermo su due espressioni: Se aveste
fede quanto un granello di senape… e poi:
Siamo servi inutili (in greco: a-khrèios).
Se aveste fede quanto un granello
di senape
Per raggiungere la salvezza occorre sfruttare al massimo il dono della fede. Solo
attraverso essa possiamo superare anche
le difficoltà che possono sembrare insuperabili. Il granello di senape è il più
piccolo di tutti i semi delle graminacee,
è quasi invisibile. Questo significa che
anche il più piccolo gesto di donazione a
OGGI SPOSI
2 ottobre: Sergio Tiberi
e Antonietta Schiavoni
a San Giuseppe di Jesi
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
Dio e agli altri, fatto con fede, produce la
salvezza. Non si dice a un gelso, ma a un
sicomòro (in greco: sukàminos): Sradicati
e vai a piantarti… È una pianta enorme
che può vivere fino a 600 anni ed ha radici profondissime ed estese; inoltre è
molto resistente alle burrasche e ai forti
venti. Eppure bastano pochissime parole pronunciate con fede per sradicarlo e
piantarlo nel Mare di Galilea o Lago di
Gennesaret. È Dio che dona la forza divina per attuare le richieste di Gesù, come
è avvenuto lungo la storia del cristianesimo: basta pensare a S. Francesco d’Assisi
nel 13° secolo e nei nostri giorni alla Beata
Teresa di Calcutta. Occorre avere il coraggio di porre ogni fiducia in Gesù Salvatore,
in quello che ha annunciato e operato nella
sua vita, per ottenere la salvezza definitiva.
È lui che ci ha rivelato il Dio Padre misericordioso e ha costituito questo Regno di
giustizia, di amore e di pace. Chi è capace
di riconoscere la propria meschinità e incapacità e si butta fra le braccia di questo
Padre misericordioso, grazie a Gesù Cristo, farà esperienza della vita nuova. È la
fede che ci fa partecipi dell’onnipotenza di
Quarto convegno pastorale: in diretta radio
Vivere da cristiani coinvolti
“Lasciarsi coinvolgere: esperienza eucaristica e maturità
del cristiano”:
su questo tema
si svolgerà il
quarto convegno
pastorale diocesano che si svolgerà nei giorni
30 settembre, 1
e 2 ottobre al
seminario di via
Lorenzo Lotto.
Venerdì 8 ottobre
Ore 9.45: Seminario, incontro con Parroci e CSI
per oratori
Ore 19: Ritiro per Giovani UNITALSIANI
Sabato 9 ottobre
Ore 19: S. Kolbe, S. Messa e Rito di ammissione
fra i Candidati al Diaconato
Domenica 10 ottobre
Ore 11.30: Parrocchia S. Francesco di P. S. Messa e
amministrazione della Cresima
Ore 15.30: Celebrazione della Giornata del
Malato
Ore 17.30: Montecarotto, Processione nella festa
di San Placido
Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
7
3 ottobre 2010 - 27a domenica del tempo ordinario - anno c
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,5-10)
Convegno
Martedì 5 ottobre
Ascoli Piceno, Riunione
Episcopale Marchigiana
Parola
di Dio
3 ottobre 2010
Il programma del 30 settembre e del primo ottobre prevede l’inizio dei lavori alle ore
18,15, la meditazione, la relazione principale, la risonanza,
la cena, il dialogo con l’assemblea e la conclusione alle 22.
Sabato 2 ottobre i lavori inizieranno alle 16, la relazione sarà
alle 16,30 ed il Vescovo concluderà alle 19,30.
Quest’anno proporranno le
loro relazioni, nell’ordine dei
giorni, il prof. Giorgio Campanini, la prof. Paola Bignardi e
il dott. Luigi Accattoli. Sono
stati chiamati a guidare le risonanze Tommaso Cioncolini
e Giulia Cerioni della commissione diocesana della famiglia; Maurizio Bevilacqua, direttore dell’Azienda Sanitaria,
zona di Jesi e Paolo Cingolani,
presidente del consiglio comunale di Jesi.
Le relazioni di Campanini, della Bignardi e di Accattoli saranno trasmesse in diretta da
Radio Duomo Senigallia in Blu
(95,2 Mhz)
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
Fax 0731.208145
[email protected]
www.vocedellavallesina.it
c/c postale 13334602
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del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it •
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redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi
Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo
a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge.
Dio: onnipotente nella salvezza. So seriamente affidarmi a questo Padre amoroso e
ricco di misericordia?
Siamo servi inutili
L’espressione servo inutile (dùlos akhrèios) non si intende in senso dispregiativo, ma riguarda l’atteggiamento che
ogni persona umana deve avere verso
Dio: sentirsi servitore di un incarico che
egli ha dato a ciascuno. Mentre Dio non
deve nulla all’uomo, l’uomo invece deve
tutto a Dio; perciò non deve avanzare
pretese nei suoi confronti, perché non è
obbligato a nessuna ricompensa e a nessun riconoscimento. È il modo di essere
servo al tempo di Gesù: ha fatto tutto ciò
che gli è stato chiesto e quindi ha compiuto semplicemente il suo dovere. Gesù,
in effetti, presenta, senza riguardi umani,
i diritti divini, perché questa è la strada
dell’uomo per liberarsi, per svuotarsi e
aprirsi ai doni di Dio, come dice Gesù nel
discorso delle beatitudini: «Beati i poveri
in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3).
Al tempo di Gesù i farisei e i dottori della
Legge pensano al rapporto fra Dio e l’uomo con la mentalità del contratto: io ti
do tanto e tu mi dai tanto; per cui se ho
fatto ciò che tu mi hai chiesto, tu mi devi
dare la ricompensa. Gesù condanna un
tale modo di pensare: Dio non può essere
debitore di nulla, nemmeno di un ringraziamento, perché l’uomo è chiamato al
servizio e la ricompensa non è secondo
la prestazione dell’uomo, ma è solo dono
della sua bontà.
Ho coscienza che tutto ciò che ho non mi
appartiene, ma è solo ed esclusivamente
dono di Dio?
P. Silvio Capriotti ofm
8
Voce della
Vallesina
pastorale
3 ottobre 2010
Canti per la Liturgia: Cielo nuovo
Ricordo
Io farò di te la mia città
”Cielo nuovo” é l’Inno del Terzo Convegno della Chiesa Italiana (Palermo
1995) che ha elaborato il “Progetto culturale” per l’evangelizzazione. Musica
di mons. G. Liberto, testo di L. Di Simone; editrice Cei.
Un inno liturgico da meditare e da cantare più spesso, sia per la bellezza della
melodia che procede solenne, in tonalità
di fa maggiore, sia per il mistico dinamismo del messaggio cristiano che conduce la Chiesa dal “già” al “non-ancora”,
verso l’oltre… in una forte tensione escatologica.
Troviamo il testo al n. 26 de “I Canti per
la liturgia” della Diocesi di Jesi. Cinque
quartine e il ritornello, delicato ricamo
dello Spirito.
Rit. Cielo nuovo è la Tua Parola/ nuova
terra la Tua Carità;/ Agnello immolato
e vittorioso, Cristo Gesù,/ Signore che
rinnovi l’universo!
La posizione di due termini ripetuti in
ordine inverso nella frase (chiasmo =X),
cielo nuovo... nuova terra, sottolinea la
“novità” della redenzione, che é nuova
creazione. Gesù, l’Agnello di Dio, che
sacrificando se stesso ha vinto il peccato
e la morte, rinnova l’universo, ieri, oggi,
sempre, con la potenza dello Spirito.
“Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro
di voi uno spirito nuovo” profetizzava
Ezechiele nel VI secolo a. C. (Ez 36,26).
Il nuovo popolo di Dio, generato dal
sangue di Cristo, esprime nell’Eucaristia
la gioia per la salvezza: “Mistero della
fede! Annunciamo la tua morte, o Signore, proclamiamo la tua risurrezione,
nell’attesa della tua Venuta!”.
Cielo nuovo é il Verbo Incarnato, Parola
perfetta e definitiva del Padre. Scrive san
Giovanni della Croce: “Dal momento in
cui Dio ci ha donato il Figlio suo, che è
la sua unica e definitiva Parola, Dio ci
ha detto tutto in una sola volta in questa sua Parola e non ha più nulla da dire”.
La Carità (=Amore) rigenera la terra dei
viventi: Dio è amore; chi vive nell’amore
dimora in Dio e Dio in lui (1Gv 4,16).
Chi ci separerà dall’amore di Cristo?…
Niente e nessuno (Rm 8,35).
Sii fedele!
23-1-1943
28-8-2010
Leggiamo:
1. Déstati dal sonno che ti opprime,/ apri
gli occhi sulla povertà,/ Chiesa cui lo SpiMistero nuziale
rito ripete:/ “Ti ho sposata nella fedeltà”.
2. Vòltati e guarda la mia voce,/ nessun Tutto il canto è illuminato dal mistero
uomo dice verità. /Vedi che germoglia nuziale della salvezza. Lo Spirito invita
proprio adesso/ questa luce nell’oscurità.
la Sposa a lasciare la dimora del padre
3. Apri gli orizzonti del tuo cuore/ al per andare incontro allo Sposo. EspliciVangelo della Carità;/sciolti sono i vin- to il richiamo al salmo 44 (le nozze fra
coli di morte:/ io farò di te la mia città.
Jhavé e Israele): Ascolta, figlia, guarda,
Maria Rosa Ragni
4. Lascia la dimora di tuo padre,/ corri porgi l’orecchio:/dimentica la casa di tuo
in Palmieri
incontro all’umanità;/ fascia le ferite de- padre.…
gli oppressi:/ la tua veste splendida sarà. Popolo di Dio, ascolta la voce dello
5. Resta nell’amore del tuo Sposo,/ la mia Spirito, esci dal “tempio” e corri in- Marosa
forza non ti lascerà;/ noi faremo insieme contro all’umanità: fascia le ferite degli Vivendo con gli altri
un mondo nuovo:/ ciò che muore presto oppressi (quanta tenerezza in quel fa- hai avuto la vita:
rivivrà.
scia!) e sarai una Sposa bellissima per nel lavoro
Nelle frasi, brevi e simmetriche, preva- il tuo Sposo, che vive nel povero, nello il dovere
le la funzione linguistica “conatìva” (di straniero, nel malato, nel disperato…
esortazione). I nove verbi all’imperativo “Ogni volta che avete fatto ciò ad uno l’amore nel dare
rivolti alla Chiesa, comunità dei creden- solo di questi miei fratelli più piccoli, prima del ricevere.
ti, pellegrina nella storia, indicano vie di l’avete fatto a me” (Mt 25,40).
apertura profetica per la missione.
Sii fedele! Insieme noi faremo un mondo Lievito nel pane giornaliero
La Parola, l’Eucarestia, la Carità, la testi- nuovo: tutto il creato risorgerà a nuova il tuo coraggio
monianza viva degli apostoli e dei mar- vita nella gioia senza fine. È la grande a sfamare ogni necessità
tiri di ieri e di oggi sono sorgenti di luce Speranza!
nel comune viaggio
per i sacerdoti e i fedeli laici docili allo Uno sguardo contemplativo ad alcuni
Spirito che anima la Chiesa e la rinnova versetti dell’Apocalisse conclude la no- senza scuse
dal di dentro. Questo slancio profeti- stra lettura con il sigillo della Parola di né gloria
co (profeta è chi annuncia la Verità), fa Dio:
emergere la distanza fra lo spirito del Vidi un nuovo cielo e una nuova terra, presenza importante
mondo e lo Spirito di Cristo che chiama perché il cielo e la terra di prima erano genuina accoglienza per tutl’uomo a vivere la legge dell’Amore.
scomparse… Vidi anche la città santa, ti
Svégliati, apri gli occhi e guarda: quan- la nuova Gerusalemme, scendere dal lungo i sentieri non sempre
te povertà! Persone prive del cibo e del cielo, da Dio, pronta come una sposa facili
vestito…, della dignità e della libertà, adorna per il suo sposo. Udii allora una della vita.
che hanno “fame” di giustizia e di amo- voce potente… Ecco la dimora di Dio con
re, che cercano Dio… “Ascoltate la mia gli uomini!/.... E tergerà ogni lacrima dai
Maria Giannetta Grizi
voce, non indurite i vostri cuori…”, dice loro occhi;/ non ci sarà più la morte/ né
il Signore.
lutto, né lamento, né affanno…. La città
In vòltati e guarda la mia voce, l’unio- non ha bisogno della luce del sole, né delne di sfere sensoriali diverse (sineste- la luce della luna, perché la gloria di Dio
sia), la vista e l’udito, rende bene l’idea la illumina e la sua lampada è l’Agnello
del rimanere assorti nell’ascolto della (Ap 21, 1- 5;23).
Parola. Dalla voce alla luce, con una freMaria Crisafulli
rezione. “È un crocifisso senza
croce – ha detto il Vescovo
Mons. Claudio Giuliodori –
un Cristo con le braccia allargate su tutta la regione che ci
invita a vivere un amore senza confini”, soffermandosi poi
sul dualismo delle due mani
del crocifisso: l’una contratta dal dolore e dal chiodo
del supplizio, l’altra libera
ed aperta verso l’infinito del
creato, dei Monti Azzurri e
dell’Adriatico che da Avenale si scopre.
Dedicata, come riferito dallo
stesso artista, a tutti i marchigiani abbracciati dal Cristo morto e risorto, l’opera,
alta 2,70 metri, intende rappresentare il Cristo che si fa
uomo per insegnare l’amore:
«Per mesi ho dialogato con
questa pietra – ha rivelato
Rocchetti – e, terminandola,
mi sono emozionato di fronte
Cara nonna Villelmina, la
tua vita terrena si è conclusa
dieci anni fa, ma la tua anima è sempre presente a proteggere e consigliare, con
il ricordo del tuo esempio
terreno, me e tutti coloro ai
quali hai voluto bene.
Grazie, nonna.
Emanuela
4° Anniversario
3.11.1939 14-10-2006
Tutto parla di te nel nostro
cuore. Tu dal cielo prega su
di noi.
La moglie Marisa,
i figli Massimo e Monica
e le nipoti Elena e Maria.
Partecipazione
alla sacralità della figura del
Figlio di Dio: una sensazione
che spero di trasmettere anche al pubblico».
Un nero profondo quello del
materiale nel quale la scultura è stata fusa. Bianchissima,
invece, la pietra, il “Calvario”,
gran masso della terra cingolana sul quale è stato innalzato il Cristo. Su tutto, un
gioco di luci nelle diverse ore
del giorno e di contesto, una
delle più belle cornici naturalistiche del territorio.
Diverse le autorità presenti,
ma soprattutto tanta gente,
insieme alla presentazione del
critico d’arte jesino Armando
Ginesi e l’intervento di religiosi venuti dalla Toscana.
Maria Chiara La Rovere
CONCERTO D’ORGANO A JESI
Il 6 a Santa Maria del Piano
Dopo un lungo itinerario che ha cuni attribuito all’organaro recatoccato Staffolo, Apiro, Serra San natese Luigi Crudeli: la tradizioQuirico, Cingoli e Poggio San Vi- ne vuole che il piccolo Gaspare
cino, la XVI Rassegna Organisti- Spontini, ospitato dal parroco
ca “Suoni dal Passato” giungerà a don Giuseppe Spontini suo zio,
Jesi, nell’ormai consueto appunta- abbia appreso su questo strumenmento musicale nella Chiesa di to i primi rudimenti musicali (il
Santa Maria del Piano, previsto “passaggio” del compositore è doper mercoledì 6 ottobre alle ore cumentato da un graffito di suo
21.15 e con ingresso libero.
pugno sulla cassa lignea dell’orLa chiesa custodisce un organo gano).
anonimo del XVIII secolo, da al- Per esibirsi, perciò, sull’organo
Villelmina Silvestrini
ved. Santarelli
Mario Venanzi
Cristo senza croce, uomo nel mondo
plasmare, dapprima con opere di scultura, poi anche con
la pittura. Nato a Filottrano,
Rocchetti a Cingoli opera e
vive. Non a caso inaugurata il
primo settembre nella Quinta
Giornata per la Salvaguardia del Creato, il Cristo nero
richiama certo la Madonna
nera di Loreto ma innanzitutto è carico di umanità prima
ancora che di religiosità. Il
granito nero è un pezzo del
continente africano: in lui,
dunque, la sofferenza e la
speranza di un popolo spesso
dimenticato. E l’assenza materiale della croce, che nello
stesso tempo diventa presenza di tante, come a lasciare
libero lo spazio del dolore,
che per ognuno, è una croce
diversa, il dolore del mondo. Ma è una mancanza che
richiama anche il momento
seguente, quello della risur-
20-8-1905 19-10-2000
sca metafora: germoglia proprio adesso
questa luce…. Spunta ora, nelle tenebre,
la luce della Verità come germoglio di
vita nuova. Chiesa, annuncia il Vangelo
dell’Amore e sarai per sempre la mia
città.
A Cingoli ‘Il Cristo delle Marche’, ultima scultura di Nazzareno Rocchetti
Il nero del granito d’Africa, il
bianco della pietra del territorio cingolano, le braccia
al cielo e simbolicamente su
tutta la regione. È un Cristo
che lascia in riflessione, che
scuote prima di essere trasfigurato in simbolo, presenza
di impressione e impatto prima che rappresentazione. Un
Cristo senza croce. Lo hanno
chiamato «Il Cristo delle Marche», voluto dalla Diocesi di
Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia, ma
pensato per tutta la regione,
a cui si rivolge dalla terrazza
della Domus san Bonfiglio in
località Internone di Avenale
di Cingoli. È l’ultima opera
dell’artista Nazzareno Rocchetti: una vita da fisioterapista della Nazionale Italiana di
Atletica Leggera, ma da alcuni anni dedicata anche all’arte, al tocco della materia per
Anniversario
dove si esercitava il piccolo Spontini, è stata scelta una giovane
e promettente organista: Lucia
Ameli. Originaria di Cupramarittima, Lucia Ameli frequenta il
Liceo Classico a S. Benedetto del
Tronto e studia Organo e Composizione Organistica al Conservatorio di Fermo, sotto la guida del
M° Simonetta Fraboni. Ha vinto
un concorso organistico, tenuto
già vari concerti e frequentato
corsi con varie personalità del
mondo organistico (L.F. Tagliavini, W. Zerer, L. Scandali, M. Imbruno). In programma musiche
di G. Frescobaldi, J.P. Sweelinck, J.
Pachelbel, J.F. Handel, A. Corelli,
G.B. Pergolesi, Anonimo Pistoiese, N. Moretti.
Il concerto, organizzato dall’Associazione Organistica Vallesina,
è dedicato all’AVIS di Jesi.
Saverio Santoni
La direzione e la redazione di Voce della Vallesina si
uniscono nell’affetto e nella
preghiera all’amministratore,
il diacono Antonio Quaranta, per la perdita della sorella
che affidano all’amore misericordioso del Padre.
Giornata del malato
Domenica 10 ottobre, la Diocesi celebra la Giornata del
Malato. Il programma prevede l’arrivo e l’accoglienza
in Cattedrale alle ore 15,30
dove il Vescovo celebrerà la
Santa Messa alle ore 16. Seguirà la presentazione del
tema unitalsiano dell’anno
“Il segno della Croce”, come è
stato vissuto nei pellegrinaggi di Lourdes e di Loreto.
Chi è disponibile ad accompagnare in auto coloro che
hanno difficoltà a camminare, può chiedere una autorizzazione all’ingresso in piazza
Federico II rivolgendosi a don
Aldo Anderlucci, cappellano dell’Ospedale del Viale o
alla sede dell’Avulss in piazza
Federico II o dell’Unitalsi in
corso Matteotti.
Voce della
Vallesina
in diocesi
3 ottobre 2010
9
San Giuseppe: Incontro dei giovani, degli animatori e degli adulti che amano la comunità per una maggiore partecipazione
Nasce il progetto giovani, un tempo dedicato
Storico è un aggettivo spesso
abusato ma per la due-giorni
organizzata dalla parrocchia
San Giuseppe lo scorso fine
settimana al Beato Angelo
di Cupra Montana, appare
azzeccatissimo. Presso la badia del Beato Angelo si sono
ritrovati oltre una trentina
di educatori delle varie realtà giovanili che animano
la parrocchia, fatto questo
mai accaduto prima. Un incontro utile per fare il punto della situazione su quella
che il Santo Padre ha definito “Emergenza Educativa”.
Emblematico il titolo della
due-giorni: “Una comunità
cristiana che non si lascia interrogare dai giovani, rischia
di morire”.
A sottolineare l’importanza
dell’iniziativa, anche la presenza del vescovo Rocconi,
che nel suo intervento ha
sottolineato proprio l’unità.
“La vostra parrocchia cammina in un progetto diocesano – ha detto – vogliamo
sostituire la parola “collaboratori” con “corresponsabili”,
cioè persone responsabili in
prima persona ad una vocazione. Non dimentichiamo
che educare è un fatto di
amore. Cerchiamo di valorizzare le risorse che abbiamo”. Don Gerardo ha anche
accennato al progetto per
supportare i giovani educatori. “Non sempre sono
all’altezza del ruolo che svolgono. Vogliamo affiancarli,
senza giudicarli. È la realtà
ed è urgente questo servizio. Vogliamo proporre un
anno come servizio previo ai
giovani educatori. Il Papa ha
detto che “i giovani cercano
una compagnia affidabile,
qualcuno che li affianchi”.
Non dobbiamo aver paura di
indicare Gesù come uomo
vero”.
Motori dell’iniziativa sono
stati Gloriano Paoletti ed il
parroco don Giuliano Fiorentini. Paoletti oltre a soffermarsi sulla “caduta di religiosità in Italia” ha anche
proposto una interessante
iniziativa per la apertura
del “cortile dei Gentili” qua-
le luogo d’incontro religioso
culturale fra i cristiani ed i
non credenti”. Brevissimo
don Giuliano: “Per un sacerdote non c’è nulla di più bello che vedere la fede crescere nel cuore di un ragazzo. I
giovani fanno casino, forse
perché nessuno li ascolta”.
L’intervento centrale e molto
atteso della giornata di sabato 25 settembre, era quello
di Michele Marchetti, dirigente nazionale del Centro
Sportivo. Le cifre ed i dati
snocciolati hanno dipinto
un’epoca di scristianizzazione, in cui i pochi credenti vanno seguiti ed amati.
Fra i giovani inoltre, c’è una
spinta verso una fede individualistica ed un contemporaneo abbandono della
dimensione comunitaria.
Hanno preso poi, la parola alcuni giovani di San Giuseppe:
Sonia Coppa dell’oratorio Csi,
Gianni Centanni del grup-
CUPRAMONTANA, INIZIA L’ANNO CATECHISTICO
po spontaneo, Francesco
Collamati, giovane jesino
studente di Fisica all’università “La Sapienza” di Roma,
Lucia Barchi dell’Agesci e
Giacomo Bortoluzzi delle Acli. Anche i loro interventi erano tutti incentrati
sul rapporto fra i giovani e
la fede. A chiudere la serie,
sono stati Andrea, Francesco e Nicole, tre ragazzi che
hanno lasciato la loro casa
(due sono di Alfonsine, uno
di Brescia) per impegnarsi
come “missionari” nell’oratorio di Ginestreto, paese in
provincia di Pesaro.
Molto interessante lo spazio dedicato ai laboratori
condotti da Massimo Massaccesi e da Marina Girini
che hanno raccolto impressioni e commenti sulle
interessanti relazioni e le
hanno riportate nel contesto parrocchiale. Durante
i lavori sono emerse anche
delle idee per intercettare i giovani e mettersi in
loro ascolto, per ricercare
i migliori mezzi di comu-
nicazione per annunciare
in maniera chiara e forte il
messaggio della buona novella nella difficile realtà del
quartiere di San Giuseppe.
La domenica mattina, con il
coordinamento dei lavori di
Andrea Bordoni, organizzatore dell’incontro, ci si è
completamente dedicati alla
elaborazione delle idee per
il “progetto giovani, un tempo dedicato”, individuando
degli obiettivi prioritari,
delle mete da raggiungere
nel medio e breve periodo
e delle piste da percorrere,
cioè cose concrete da realizzare. Ci sarà da lavorare
ancora molto, ha affermato
don Giuliano, concludendo
l’incontro con la celebrazione della santa Messa nella
chiesetta del Beato Angelo,
soddisfatto
dell’esperienza vissuta ha sottolineato
come una comunità che sa
interrogarsi, sa anche rinnovarsi e mantenersi viva e
accogliente per tutti coloro
che la abitano.
Giuseppe Papadia
Ricordato San Settimio
Gli amici di Gesù ‘navigano’ felici Impariamo dal patrono
Per l’anno catechistico appena
inaugurato, il parroco don Maurizio Fileni ha invitato le catechiste ad aprirsi ad un’ulteriore
modalità di comunicare la catechesi, utilizzando anche la ‘rete’
per portare l’annuncio.“Gli amici
di Gesù” è il tema scelto: un percorso che accompagnerà i ragazzi alle origini della Chiesa, attraverso il racconto di vicende dei
primi che lo hanno incontrato,
alcuni dei quali hanno deciso di
non abbandonarlo mai più. Ora
le catechiste ed il parroco propongono ai ragazzi di rispondere
ed aderire a questa “Richiesta di
amicizia” fatta da Gesù seppur
in circostanze apparentemente dissimili da quelle di allora.
Sull’altare della Chiesa di San Lo-
renzo, in occasione della lezione
inaugurale dell’anno catechistico,
alla quale sono invitati bambini,
ragazzi e genitori, viene collocata
una rappresentazione di Gesù in
3D, seduto davanti ad un Pc.
Il motore, l’origine di questo
anno da trascorrere con i bambini, sarà dunque Gesù con la sua
domanda di misericordiosa compagnia nei confronti di ciascuno; sarà accompagnato dai suoi
amici Giovanni, Pietro, Andrea,
Zaccheo che per primi hanno
risposto all’Amore del Signore;
sarà sostenuto dalla seppur umile, ma disponibile, testimonianza
delle catechiste, che si avvarranno, accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella
generazione di audiovisivi- foto,
video, animazioni, blog, siti web,
e-mail- che rappresentano occasioni di dialogo ulteriore ed utili
mezzi per l’evangelizzazione e la
catechesi.
È interessante come questa iniziativa vada a calcare il tragitto
di una “storia nuova” in cui ‘il
mondo digitale -afferma il Santo
Padre- pone a disposizione mezzi
che consentono una capacità di
espressione pressoché illimitata,
apre notevoli prospettive ed attualizzazioni all’esortazione paolina: “Guai a me se non annuncio
il Vangelo!” (1 Cor. 9,16)’
Nessuna strada infatti può essere preclusa a chi, nel nome del
Cristo Risorto, si impegna a farsi
sempre più vicino all’uomo.
Giovanna Ortolani
La diocesi e la città hanno festeggiato il patrono Settimio nelle celebrazioni religiose, negli appuntamenti
culturali e nelle fiere, quest’anno di
quattro giorni.
Molto partecipata la Santa Messa
presieduta dal vescovo Gerardo in
Cattedrale, nel pomeriggio del 22
settembre con la partecipazione dei
sacerdoti diocesani, dei diaconi
e dei seminaristi. Nell’occasione
ha annunciato che il prossimo
13 novembre il diacono Enrico
Maria Mimmotti, dell’Ordine
dei Frati Minori, sarà consacrato sacerdote. Richiamandosi
alla vita del patrono, il Vescovo
ha invitato ad avere la consapevolezza di essere strumenti di
Dio e che da soli non si fa niente. “Compito di ogni cristiano e
sacerdote è essere la via di Dio ma è
necessaria una grande generosità e
il vivere in comunione nella Chiesa,
in obbedienza reciproca – ha detto
il Vescovo – il martirio di oggi è la
necessità di fare un passo indietro e
non lasciare spazio all’orgoglio ma
vivere una vita autenticamente eucaristica”.
Parrocchia San Massimiliano Kolbe - Jesi
3-10 ottobre 2010
25° anniversario della comunità parrocchiale
► Venerdì 1 ottobre:
ore 21,15: incontro sul tema “La Famiglia”
► Sabato 2 ottobre:
ore 18,30 inaugurazione della pesca e della mostra fotografica;
alle ore 19 esposizione della statua del Santo e celebrazione
dell’Eucaristia
Dal 4 al 7 ottobre:
celebrazione dell’Eucaristia alle ore 19
► Domenica 3 ottobre:
SS. Messe alle 8,30; 10 e 12 a Tabano. Alle 11,30 celebrazione degli
anniversari di Matrimonio. Alle ore 16 Santa Messa in lingua inglese
► Giovedì 7 ottobre
ore 21,15: “La vita per un ideale”: storia di san Massimiliano Kolbe
inserita in un contesto di preghiera comunitaria
► Venerdì 8 ottobre:
ore 16,30 S. Messa per gli anziani e malati e, per quanti lo desiderano,
del Sacramento dell’Unzione; ore 21,30: tavola rotonda vocazionale per
tutti i giovani introdotta da un momento di festa per i diciottenni
► Sabato
9 ottobre:
dalle ore 16 alle 18,30: Adorazione eucaristica e tempo disponibile
per le Confessioni; ore 18,30: celebrazione del Vespro in onore di
san Massimiliano Kolbe; ore 19: santa Messa festiva presieduta dal
vescovo Gerardo che ammetterà al diaconato Stefano Rossolini
► Domenica
10 ottobre
Sante Messe celebrate alle 8,30 dal parroco don Franco Rossetti;
alle 10 da don Luca Giuliani, coadiutore dal 2000 al 2007 e alle 11,30
da don Nello Barboni, primo parroco dal 1985 al 2000.
Alle ore 16: celebrazione del Vespro e alle 16,30 omaggio floreale al
Santo con fiori rossi e bianchi da parte di tutti i bambini e i ragazzi e
consacrazione della parrocchia alla Madonna.
Alle ore 17 giochi con le famiglie animati dai gruppi Catechisti, Ac,
Agesci, Csi; sono invitati tutti i bambini e i ragazzi del catechismo.
10
Voce della
Vallesina
vallesina
3 ottobre 2010
La giornata dei familiari dei missionari saveriani delle Marche: STORIA E PROSPETTIVE
Da Poggio San Marcello nel mondo
“Il Vangelo ci invita a creare amicizia con i doni che abbiamo: è la solitudine la grande malattia di oggi e
noi, familiari dei missionari, siamo
chiamati a creare una fraternità cristiana, una amicizia tra di noi e con
i nostri vicini”. Con queste parole
padre Giuseppe Veniero, attuale
superiore della “Casa di formazione per giovani futuri missionari e
animazione missionaria di Ancona”,
ha dato il benvenuto ai familiari dei
missionari marchigiani che si sono
ritrovati, domenica 19 settembre,
nella casa missionaria. Tutta la comunità, composta da otto sacerdoti
e dai due novizi, Diego di Posatora
di Ancona e Alessio di Lissone in
provincia di Monza Brianza, hanno
partecipato alla giornata. Un incontro annuale per ricordare e condividere, oltre che per sostenere le missioni dei Saveriani in tanti paesi del
mondo e “per far sentire il valore
della famiglia e della vocazione” ha
detto ancora padre Giuseppe che lo
scorso anno è tornato in Italia dopo
47 anni trascorsi in Africa, nella
terra del Congo, una zona difficile
dove lo stesso missionario ha sperimentato, oltre la gioia dell’annuncio cristiano e della condivisione,
anche tanti momenti drammatici
che hanno messo a rischio la sua
vita. La giornata di domenica ha
permesso una grande fraternità nel
corso della celebrazione eucaristica
e anche nel momento del pranzo
tra i familiari provenienti dai diversi paesi e città delle Marche. Grazie
al collegamento via computer con
Manila, nelle Filippine, il padre
Sandro Barchiesi, anconetano, ha
salutato la mamma e gli altri suoi
parenti ed ha presentato l’attività
della sua parrocchia, composta da
70mila anime con tre sacerdoti di
diverse nazionalità che devono gestire 25 cappelle locali e che la domenica celebrano 14 sante Messe.
Un bel gruppo dei presenti proveniva da Poggio San Marcello: erano
i familiari di padre Mario Tassi, di
padre Nazareno Bramati e di padre
Angelo Cappannini, tre missionari
partiti da questo piccolo paese, in
cui è stata attiva la Casa Saveriana
dal 1925 al 1947 per dedicarsi alla
evangelizzazione delle terre più
lontane dal Vangelo. Padre Mario,
che ha accolto gli ospiti, è ad Ancona dal 1996 e cura i rapporti con
i benefattori; è stato per 34 anni in
Congo, nella regione più orientale
che confina con il Burundi e con
il Rwanda e dove la guerra civile si
protrae da anni. “È una delle missioni più promettenti, con 2700
battezzati all’anno e dieci giovani
che sono diventati saveriani – racconta padre Mario – non dobbiamo confrontarci con i musulmani
e sperimentiamo tanta vicinanza
ed affetto dalla popolazione locale.
In Congo, per alcuni anni, eravamo arrivati ad essere 75 saveriani,
quando le parrocchie erano tutte
affidate a noi: ora ci sono sacerdoti
locali che si prendono a cuore le
comunità”. Padre Mario conosce
bene la potenzialità e le tragedie
di questo paese, grande come un
quarto dell’Europa, troppo ricco
per essere lasciato in pace e dove
si intrecciano gli interessi di tanti Paesi per impossessarsi delle
immense risorse naturali di cui
dispone: oro, diamanti, uranio,
cobalto, rame e coltan (columbite-tantalite, metallo utilizzato
nella telefonia cellulare e per le
componenti informatiche), legno pregiato e
gomma arabica.
“Nella
Repubblica Democratica del Congo
si consuma una
delle più gravi
crisi umanitarie
al mondo – si
legge nei documenti dell’Unicef - con povertà e guerra civile
che hanno causato, dal 1998 a
oggi, 5 milioni di morti, il bilancio più sanguinoso dalla Seconda
guerra mondiale. La quasi totalità
delle vittime sono civili, la metà
delle quali bambini, che costituiscono oltre il 50% della popolazione congolese”.
Era presente il fratello, la cognata
e il nipote di padre Bramati, attualmente a riposo a Parma ma
che, pur limitato nei movimenti,
segue le attività missionarie anche
grazie al telefono e al computer.
Maria Cappannini, zia di padre
Angelo Cappannini, da 35 anni
in Indonesia, ha voluto ricordare il nipote con il canto dedicato
ai saveriani in partenza ed ha invitato ad essere vicini all’opera
Majolati Spontini: il saluto della Comunità majolatese a suor Saveria, nove anni dopo
La gratitudine della casa di riposo e del paese
Dopo nove anni di lavoro e di dedizione verso gli anziani dell’Ospizio Spontini, suor Saveria, al secolo Manijeganathan Savari Motcham, sarà trasferita
in altra sede. Domenica 26 settembre,
alla Casa di Riposo di Majolati, si è
fatto festa e si è ringraziato suor Saveria per tanti anni di lavoro all’Ospizio
Spontini al servizio degli anziani.
Nella mattinata è stata celebrata la
Messa con una vastissima partecipazione di Majolatesi, congiunti dei ricoverati nella Casa di Riposo e la Reggenza delle Opere Pie Gaspare Spontini.
Il Vescovo mons. Gerardo Rocconi ha
voluto partecipare al saluto affettuoso celebrando la Messa nella cappella
di San Giovanni, annessa all’Ospizio Spontini, insieme al parroco don
Marco Cecconi. Durante la Messa il
Vescovo ha parlato della condizione
dei religiosi che, nella vita, per spirito
di servizio, sono chiamati a cambiamenti, a nuovi incarichi, ma questo
è anche un bene perché permette di
ricominciare l’attività verso il prossimo con maggiore lena ed impegno. In
questi cambiamenti è
possibile anche leggere
un disegno, il Signore
entra nella storia, entra
nella nostra vita. Il Vescovo ha parlato anche
dei sentimenti, se c’è
un po’ di nostalgia, un
po’ di dispiacere, questo è il segno che ci si
è voluti bene e quindi è
un’attestazione di stima
per il lavoro svolto. Al
termine della funzione
religiosa, don Marco
Cecconi, a nome della
Comunità parrocchiale majolatese, ha
offerto a Suor Saveria un omaggio, accompagnato dall’immagine della Madonna del Colle Celeste.
Suor Saveria, prendendo la parola, ha
ringraziato la comunità majolatese
per questi nove anni trascorsi insieme,
dove ha goduto la stima di tutti.
Suor Saveria, religiosa delle Suore di
Sant’Anna, ordine religioso indiano
con la Casa Generale situata a Tiruchirappalli, nella regione Tamil, è giunta
a Majolati l’11 settembre 2001, senza
aver avuto altre esperienze in Italia.
Per questa permanenza lavorativa e religiosa suor Saveria ricorderà sempre
con affetto Majolati, ha promesso che
quando sarà in questa zona non mancherà di salire fino al paese, perché
proprio qui ha appreso sia la lingua, sia
le norme per la conduzione della Casa
di Riposo, diventandone, poco dopo,
Direttrice e Superiora.
Suor Saveria ci ha confidato che questi
nove anni sono trascorsi veloci, ma è
stata felice a Majolati per aver conosciuto tanta gente buona: “A Majolati
ho vissuto come se fossi stata in famiglia, ho lavorato sempre con il cuore e
la passione, sono molto soddisfatta di
questa esperienza lavorativa e religiosa”.
Ora suor Saveria andrà a Inverigo, in
provincia di Como, in un modernissimo centro della Fondazione Don Carlo
Gnocchi, dove si occuperà di bambini
in situazione di handicap. L’Istituto
della Fondazione Don Carlo Gnocchi,
che in questi ultimi anni ha sempre
investito sull’attività migliorando le
prestazioni che eroga ai diversamente
abili, ha dimostrato un’ottima gestione
a vantaggio dell’assistenza e della riabilitazione.
Nel pomeriggio, presso il Salone della Casa di Riposo, si è svolta una bella
festa, con dolci ed altri intrattenimenti.
Gli abitanti di Majolati, gli anziani e i
loro familiari, i dipendenti della Casa
di Riposo, i sacerdoti dei paesi vicini e
gli Amministratori hanno dimostrato
tanta riconoscenza per il lavoro di suor
Saveria all’Ospizio Spontini. In questa
occasione festosa il sindaco Giancarlo
Carbini, presente insieme alla Giunta
municipale, ha espresso il ringraziamento della comunità civile, parimenti
il Presidente della Reggenza Pierluigi
Ruggeri, presente con tutti i Reggenti,
ha ringraziato la religiosa per l’impegno quotidiano a vantaggio dell’istituzione. Nell’occasione suor Saveria
ha ricevuto molti regali sia dagli Amministratori, sia da molte famiglie che
in questo modo hanno espresso sentimenti di gratitudine ed affetto. Con
un commosso ringraziamento di Suor
Saveria si è concluso un ciclo che tutti
i Majolatesi ricorderanno con grande
commozione.
Marco Palmolella
Autoscuole
Corinaldesi s.r.l.
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Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia
dei missionari con la preghiera.
Un video ha poi presentato la vita
del fondatore, Guido Maria Conforti che il prossimo anno, quasi
sicuramente, sarà proclamato santo: i Saveriani sono ora una congregazione internazionale presente in Cina, prima terra di missione,
Giappone, Taiwan, Bangladesh, Indonesia, Filippine, Congo, Burundi,
Sierra Leone, Mozambico, Brasile, Messico, Ciad, Colombia, Stati
Uniti, Gran Bretagna, Spagna. Non
riuscendo a diventare missionario
con i gesuiti o i salesiani, monsignor Conforti vescovo di Parma,
trovò il modo di far nascere un
Istituto nuovo per evangelizzare
dapprima la Cina e poi tante altre
terre. Da allora questa congregazione, attraverso tanti uomini e
donne generosi, capaci di fidarsi di
Dio e della sua Provvidenza, continua ad annunciare il Vangelo e a
farsi compagna di viaggio di tutti
coloro che incontra, nei luoghi più
poveri e sofferenti della terra.
I missionari Saveriani di Ancona
sono disponibili per fare incontri
con i giovani nelle parrocchie sul
tema della missione; inoltre seguono itinerari di formazione per
preparare i giovani a vivere esperienze di un mese in terra di missione.
b.t.
Pellegrinaggio a Lourdes
Unitalsi diocesana
Lunedì 27 settembre è partito il Treno nazionale dell’Unitalsi per Lourdes. Dalla diocesi hanno preso parte a questa
esperienza di fede e di condivisione circa 70 persone (di cui
cinquanta partiti in treno e gli altri in aereo il giorno dopo)
accompagnati da alcuni membri del consiglio direttivo
(Antonia Giordano, Roberto Corsetti ed Emanuele Fioretti).
Accoglienza, Abbraccio, Benedizione, Testimonianza, Impegno: sono i punti cardinali delle riflessioni spirituali del
Pellegrinaggio Nazionale orientato sul tema pastorale “Fare
il Segno di Croce con Bernadette” e al quale hanno preso
parte più di 14mila pellegrini tra volontari e malati.
Nella foto una parte del gruppo partito da Moie, lunedì
mattina.
Unitalsi Giovani
Dopo la bella esperienza dei tre giorni a Loreto, riprendono le attività del Gruppo Giovani dell’Unitalsi diocesana. Il prossimo appuntamento è per venerdì 8 ottobre alle ore 19 presso il salone parrocchiale
della chiesa Cristo Redentore a Moie. Il vescovo Gerardo guiderà una riflessione del programma “Cammino dei Giovani” proposto dalla presidenza nazionale.
Sono invitati i giovani dell’Unitalsi che negli ultimi anni
hanno preso parte alle esperienze dell’associazione e desiderano approfittare di questo momento per rinsaldare le
amicizie e crescere insieme nella fede.
Il terzo incontro regionale si svolgerà nei giorni 23 e 24 ottobre ad Ascoli Piceno.
Voce della
Vallesina
jesi
3 ottobre 2010
Alla Galleria degli Stucchi una serata PIENA DI MUSICA D’ALTRI TEMPI
Nel salotto di Gioacchino Rossini
Ci si è ritrovati nella Galleria degli Stucchi, il 22 settembre, come un tempo ci si
incontrava nelle ‘soirées musicales’ di Rossini, quando il
compositore e sua moglie,
Olympe Pélissier, riunivano
nella loro villa a Passy, presso Parigi, personaggi noti
e meno noti, amanti della
musica, compositori, strumentisti. Si eseguivano e si
ascoltavano soprattutto pagine rossiniane, specie quei
“Pêchés de vieillesse” che il Pesarese, ormai in età avanzata,
amava comporre, si potrebbe
dire, solamente per diletto
personale. Si tratta di brani
di libera ispirazione, per questo non facilmente catalogabili in un genere musicale
specifico. Vi affiorano diffusamente ricordi; si ripensano affetti, preghiere, echi di
poesie, fugaci immagini di
scenari esotici. Sono riconoscibili anche sentimenti
personali profondi, non però
apertamente palesati, ma
velati da qualche malinconia o anche da un’ombra di
autoironia. Le composizioni
hanno strutture varie, a volte
bizzarre: spesso di melodie o
di canzoni. Sono tanti, questi
‘Peccati di vecchiaia’ (anche il
titolo è ironico)
che fanno parte
di una raccolta
di quattordici
album.
È da questa collezione musicale che sono stati
tratti quasi tutti
i brani del concerto “Un rendez-vous”. Due
soli gli interpreti, ma eccezionali: il pianista
Marco Marzocchi che, presentato da un curriculum a
cinque stelle, ha dimostrato
una confidenza eccezionale
con Rossini, e Anna Bonitatibus, oggi tra le più ricercate specialiste di canto
barocco. Ha la voce che il
compositore più di ogni altra
prediligeva; di mezzo soprano ‘naturale’, flessibilissima
ed educata alle più raffinate ricercatezze del bel canto. Nel suo repertorio sono
elencate rarità e perle musicali riportate anche in una
lunga serie di CD. L’ultimo
di questi è appunto intitolato ‘Un rendez-vous’: ariette
e canzoni rossiniane pubblicate dalla Sony per la RCA.
Molto vasto il programma
della serata: ventidue brani,
se pure di breve durata, che
Eduardo Rescigno, critico
musicale, scrittore, docente di Storia della Musica, ha
preliminarmente illustrato
con affabile, gentile umorismo.
Di un Rossini ‘informale’
come quello ascoltato c’è
molto da ammirare: pagine
in stile arcaico di cristallina
bellezza modellate su testi
di Metastasio; una purissima ‘Ave Maria’, parafrasi su
due sole note ‘trasfigurate’;
una canzone spagnola che fa
pensare ad un Bizet ‘ante litteram’ e che rivela l’interesse del compositore per un
esotismo musicale evidente
anche in alcune pagine ‘à la
chinoise’. E c’è ancora di che
stupirsi con la trasposizio-
A San Settimio: il concerto della Banda Musicale cittadina
I giovanissimi si presentano bene
Come ti chiami? Quanti anni
hai?” ha chiesto il presentatore ai musicisti più giovani della banda musicale “Giovanni
Battista Pergolesi”. Con queste
domande rivolte ai più piccoli,
si è animata l’ultima parte del
concerto che la banda cittadina
ha offerto alla cittadinanza, nel
pomeriggio della festa del patrono San Settimio, mercoledì
22 settembre. In tanti, accorsi
in piazza delle Monnighette
per onorare questa tradizione,
hanno apprezzato l’impegno
della banda. E così si sono presentati Giuseppe di 9 anni, Andrea di 10 anni e gli altri otto
bambini che hanno intrapreso
lo studio del sassofono, della tromba, del clarinetto, del
flauto o del bombardino alla
scuola della banda. L’ applauso
scattava ad ogni nome.
In platea i genitori cercavano di
non emozionarsi: vedere i loro
figli sul palco, dopo averli apprezzati nel suonare così sicuri,
sentirli pronunciare il proprio
nome, ha lasciato avvertire loro
lo scorrere del tempo. Quello
strumento, comprato pochi
anni prima, era diventato ora
la voce musicale del proprio
figlio. La scuola di orientamento musicale ha un approccio
didattico basato sulla pratica dello strumento, sia individuale con le singole lezioni, sia
attraverso la musica d’insieme, per favorire
il senso di appartenenza al gruppo che si riconosce nella pratica strumentale. Nel suo
piccolo, la banda rappresenta una forma di
democrazia dove generazioni diverse dialogano, ma soprattutto sanno stare insieme,
per raggiungere l’obiettivo di suonare bene
e con impegno, con amicizia, sperimentando la fiducia negli altri e l’ascolto reciproco.
Una piccola scuola di vita. La musica insegna con le sue regole, i suoi ritmi, la sua
armonia. Il direttore del concerto Tommaso Uncini, ventisette anni, uno dei maestri
della scuola, ha proposto brani adatti ai più
piccoli per coinvolgerli nello spettacolo ufficiale della banda che da tanti anni, il giorno
di San Settimio, offre un concerto alla città.
Il presentatore Sedulio Brazzini ha valorizzato il clima di festa e amicizia. Ha reso
protagonisti quei giovanissimi che quasi si
nascondevano tra gli anziani, con strumenti
più grandi di loro, intervistandoli e facendoli
alzare in piedi. Così la banda si è presentata
alla città: giovani e meno giovani insieme. Ai
giovani e alla loro passione è legato il futuro
della Banda Musicale. Lo studio di uno strumento li sosterrà nella vita, aiutandoli a superare gli inevitabili momenti di solitudine
che incontreranno. Come un vero amico.
Remo Uncini
11
La silenziosa protesta dei musicisti
A rischio il lavoro della Form
ne in un recitativo ritmato
dei versi danteschi che descrivono l’amore di Paolo e
Francesca (pochissimi altri
autori hanno osato confrontarsi con l’altissimo poeta);
con un ‘Requiem’ davvero
struggente che Rossini dedica (senza malizia!) alla
suocera; con una canzonetta
da cabaret che descrive una
Napoli tipica quale immaginavano allora i parigini; con
una ‘Nuova melodia’ tipicamente operistica, ma di stile
belliniano.
Richiamati da entusiastici applausi i due interpreti
hanno aggiunto, fuori programma, due ‘birichinate Sabato scorso, fuori dal temusicali’ di Rossini: le ariet- atro Pergolesi, prima che
te ‘Nella stagion di maggio’ e prendesse il via il concerto
‘La chanson du bebé’. Chiaro: diretto dal maestro Claudio
il compositore amava scher- Abbado, i musicisti dell’orzare e ridere, a volte con so- chestra regionale delle
Marche hanno distribuito
nora impertinenza.
Poiché nella casa del com- un volantino in cui espripositore tutti i salmi fini- mevano la protesta per sul
vano sempre in gloria, cioè trattamento riservato alla
con un incontro conviviale, Form negli ultimi anni. Ne
al termine del concerto an- riportiamo alcune parti.
che ai presenti è stato offer- “Noi professori d’orchestra
Regionato un prelibato ‘intratteni- dell’Orchestra
mento gastronomico’. Tra le delle Marche vogliamo
un pasticcino e l’altro, tra comunicare al pubblico
un brindisi e l’altro, scambi del Teatro Pergolesi di Jesi,
di idee e commenti; come a cui ci legano tanti anni
pure certamente avveniva di qualificati eventi musicali, una grande preoccunel salotto di Passy.
Fotoservizio pazione ed una profonda
Augusta Franco Cardinali amarezza che derivano
Nelle foto, dalla forte riduzione della
partecipazione nella prosEduardo Rescigno
sima Stagione Lirica di Jesi
e Anna Bonitatibus
della nostra Orchestra, che,
unita al taglio del finanziamento pubblico alla cultura operato dal Governo,
comporterà la perdita di
numerose giornate lavorative, determinando una
reale difficoltà per noi e per
le nostre famiglie. E l’amarezza originata dal vedere
affievolire la nostra presenza sul palcoscenico del Teatro Pergolesi. Ed è proprio
per questo forte sodalizio
artistico, culturale e umano
con questo pubblico e per
rispetto della musica, che
questa sera manifestiamo
in silenzio, malgrado a repentaglio ci siano il nostro
lavoro, la serenità nostra e
delle nostre famiglie ed anche la nostra stessa dignità
professionale.”
Foto avv
Jesi: inaugurazione di un nuovo scuolabus
Grazie alla Fondazione Carisj
“Continueremo a garantire
il servizio negli orari, itinerari, assistenza con gli
stessi standard di qualità
degli anni passati” ha detto
l’assessore Bruna Aguzzi
annunciando la donazione di un nuovo scuolabus
a metano da parte della
fondazione Carisj e ringraziando per la sensibilità
che permette di avere una
risorsa straordinaria destinata al miglioramento del
servizio pubblico. Attualmente sono 12 gli scuolabus in servizio per i bambini, di cui quattro
acquistati lo scorso anno e uno inaugurato
la mattina del 27 settembre. Fornitore di
questi ultimi mezzi, a metano, è la concessionaria Maresca e Fiorentino spa di Jesi il
cui venditore, Fabrizio Tarsi, ha preso parte alla presentazione.
Il presidente della Fondazione Carisj, dott.
Federico Tardioli, si è detto orgoglioso di
aver sostenuto in questo modo il comune
e di continuare ad essere sempre di aiuto
alla città. Le Fondazioni in genere cercano
di essere presenti e vicine ai comuni e alla
sanità pubblica, in modo organico. “Avvertiamo che in questo periodo è importante
intervenire nei servizi sociali e questo le
sentiamo anche nel confronto con le altre
89 Fondazioni - ha spiegato il presidente
Tardioli - anche in regioni come la Lombardia è aumentata la richiesta di interventi di
beneficienza nei servizi sociali. Sollecitati
dal comune di Jesi, abbiamo capito che l’acquisto era necessario anche se molto oneroso, la spesa è stata infatti di circa 100mila
euro.” Il dott. Tardioli si è poi soffermato sul
fatto che questi interventi sono resi possibili grazie ai risparmi e alla partecipazione
azionaria in Banca delle Marche che sta
avendo buoni risultati. Impegnativi sono i
progetti e le realizzazioni su Jesi sostenuti
dalla Fondazione Carisj: il grande investimento nella Fondazione Colocci e per il
teatro di tradizione e l’acquisto del blocco
operatorio del nuovo ospedale di Jesi sono
alcuni di questi impegni. “Desideriamo
dare un contributo al completamento delle
grandi opere cittadine – ha concluso Tardioli – senza tralasciare le associazioni e
altri enti del territorio che partecipano al
bando annuale con il quale distribuiamo,
tra la Vallesina e la Valmisa, circa 200mila
euro”.
L’assessore Aguzzi spiega così la scelta
dell’amministrazione comunale: “l’idea di
acquistare nuovi mezzi deriva da una rilevazione dello stato di salute del parco macchine degli scuolabus, che da un punto di
vista di età cominciano un po’ a preoccupare, perché molti mezzi erano stati acquistati
prima del 1995. Abbiamo, quindi, fatto con
molto coraggio un investimento forte. Nello scorso anno abbiamo acquistato quattro
nuovi mezzi; questo, grazie alla Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi, è il quinto e con
un contributo della Regione riusciremo ad
acquistare anche il sesto scuolabus. Questo
ci permette di poter completare il parco
macchine facendo sì che tutti i bambini trasportati possano avere dei mezzi dotati di
comfort, sicuri e non inquinanti. Penso che
la volontà, anche in un momento di crisi, di
intervenire sui servizi rivolti ai bambini sia
la migliore dimostrazione di quali siano le
priorità dell’assessorato e dell’amministrazione comunale”.
Sara Federici
1923
12
Voce della
Vallesina
jesi
3 ottobre 2010
STRAORDINARIO successo della produzione jesina “festa grande di Aprile” con la partecipazione degli Onafifetti e la regia di Frelli
Il presidente Ciampi invia la sua calorosa partecipazione
La produzione jesina del Centro Calamandrei,
per la regia di Gianfranco Frelli, con gli Onafifetti,
“Festa grande di Aprile”, ha riportato un successo
incredibile nella rappresentazione al Teatro Toselli di Cuneo, la sera di sabato 18 settembre.
Un pubblico entusiasta, commosso e felice al
tempo stesso, ha applaudito a lungo e in piedi i
bravissimi attori, i sempre impeccabili Giovanni
Filosa Piergiorgio Memè e Mario Sardella, ‘Gli
Onafifetti’, chiamati a lungo al bis e, per la prima volta in assoluto, i due eccellenti strumentisti
Tommaso Uncini al sassofono e Giacomo Rotatori alla fisarmonica.
Il lavoro teatrale, uscito in prima nazionale al
Pergolesi di Jesi il 25 aprile scorso, è stato, per
l’occasione, rivisto con molta sapienza dall’ottimo regista Gianfranco Frelli, che lo ha ‘asciugato’ di alcuni elementi retorici e dilettantistici che
avevano suscitato qualche perplessità nella edizione jesina, facendone un prodotto di assoluto
valore teatrale. “Festa grande di Aprile”, alla cui
riduzione per il palcoscenico aveva lavorato anche il presidente del Calamandrei, Gian Franco
Berti, è stato invitato a Cuneo nell’ambito delle
celebrazioni per la ‘Carovana della Pace-Biennale della Memoria’, quale momento centrale, insieme alla marcia Cuneo-Boves, del ricordo delle
vittime civili della rappresaglia nazista del 1943
a Boves. L’autore del testo, Franco Antonicelli,
era il Presidente del CLN Piemonte, ed è stato
ricordato, nella sua introduzione allo spettacolo,
da don Aldo Benevelli, il quasi novantenne prete
partigiano che presiede, attualmente il “Comitato Nazionale 8 Settembre-Associazione Partigiana Ignazio Vian”.
E a don Benevelli, animatore dell’iniziativa, Il
Presidente Emerito della Repubblica sen. Carlo
Azeglio Ciampi fa riferimento con il messaggio
inviato a Berti e che di seguito riproduciamo. b.t.
Il messaggio della figlia di Antonicelli
Leggo con grandissima emozione dell’iniziativa “Carovana della
Pace” a cui il Centro Piero Calamandrei prende parte con “Festa
Grande”. Ricordare il passato e
figure come don Aldo Benevelli è
non solo un doveroso ricordo per
le vittime e le persone coraggiose ma un importante segnale per
confermare che non si dimentica
il passato, che seppur tragico e
triste, deve guidarci nel mondo di
oggi e nel futuro. Sono felice che,
come nel passato quando poteva
intervenire personalmente, il mio
papà sia ancora presente oggi alla
manifestazione di commemorazione. Grazie al Centro e al Vian
per il loro impegno.
Patrizia Antonicelli
Quale presidente onorario del Di questo appuntamento nella
“Centro Calamandrei” di Jesi, “provincia granda” che fa menon posso non salutare con moria di uomini e di vicende
soddisfazione la partecipazio- che segnarono la rinascita del
ne del Centro alla IX edizione nostro popolo e la ritrovata
della Carovana della pace che, dignità di una Nazione dobmovendo da Cuneo, arriverà biamo rendere merito e mania Boves per ricordare l’eccidio festare profonda, non convendel 19 settembre del 1943 e il zionale gratitudine a don Aldo
sacrificio di tante vittime in- Benevelli, da oltre sessant’anni
nocenti, spesso colpevoli solo valoroso e infaticabile “operadi un gesto di altruismo e di tore di pace”.
solidarietà con i perseguitati A Lui, caro Berti, La prego di
dalla spietatezza dei nazi - fa- trasmettere il mio saluto più
scisti.
cordiale insieme con l’espresPortare “Festa grande di aprile” sione del mio apprezzamento
nei luoghi dove Franco Anto- e della mia profonda stima per
nicelli visse, dove si formò la l’azione instancabile e generosa
sua coscienza di militante per svolta per il riscatto e la prola causa della libertà e della mozione della persona umana,
democrazia, assume un valore dovunque essa sia umiliata e
particolare, che ne rafforza la oltraggiata dalla miseria, dalla
suggestione, il potere evoca- sopraffazione, dalla violenza.
tivo. Sono certo che si rinno- Una azione in cui s’incarnano
veranno il calore e la parteci- e prendono forma valori e idepazione con cui il pubblico ha ali autenticamente cristiani.
accolto la rappresentazione a Ai partecipanti alla Carovana
Jesi lo scorso aprile.
della pace e alle altre manifeLa “Carovana della pace” è di- stazioni programmate invio il
venuta ormai una importante mio saluto più affettuoso.
e significativa consuetudine.
Carlo Azeglio Ciampi
I ragazzi del “Leonardo da Vinci” ricevuti al Quirinale dal Capo dello Stato GIORGIO NAPOLITANO CHE SI CONGRATULA
Il valore dello studio nella formazione integrale del cittadino
Per otto studenti del Liceo scorso si sono diplomati;
Scientifico “Leonardo da e sviluppando i temi della
Vinci” di Jesi, il nuovo anno mafia e dell’antimafia con
scolastico si è aperto con l’obiettivo di costruire una
una celebrazione impor- cultura della cittadinanza
tante che, nella giornata di nei ragazzi. Il progetto si è
martedì 21, li ha visti pro- concluso con la pubblicatagonisti a Roma, nel cor- zione di un libro intitolato
tile d’onore del Palazzo del “Lo specchio del giudice”, a
Quirinale, assieme ad altre cui hanno partecipato la
scuole, alla presenza del casa editrice Libera, il CoCapo dello Stato Giorgio mune di Jesi e la Provincia
Napolitano e delle massime di Ancona. È stato un perautorità.
corso complesso, che ha
L’iniziativa, dal titolo “Tutti portato i ragazzi ad incona scuola”, si colloca nell’am- trare una giudice, Alessanbito delle celebrazioni pro- dra Camassa, che lavora a
grammate per il 150° anni- Trapani; e a studiare i dati
versario dell’Unità d’Italia dispositivi di sentenza che
e la scuola jesina ha potu- la giudice stessa ha messo
to prendervi parte avendo loro a disposizione. Quanpartecipato, in precedenza, to fatto dai ragazzi che
al progetto sui 150 anni di l’anno scorso sono usciti,
Cittadinanza e Costituzio- ha permesso a questi che
ne, curato dalla professo- frequentano oggi il Liceo di
ressa Alessandra Catalani.
incontrare il presidente del“Si trattava, da parte della la Repubblica e di ascoltare
presidenza della Repubbli- il suo discorso: una sorta
ca, di verificare quali zone di passaggio del testimone,
- sul territorio nazionale - insomma, sui temi della
avessero lavorato sui temi cittadinanza. Da qui ripardella Cittadinanza e Costi- tiamo per dare continuità
tuzione o in particolare sui al progetto, per rinforzatemi della celebrazione dei re una cultura della citta150 anni dell’Unità di Italia dinanza che, comunque,
- spiega la prof.ssa Catalani nella scuola si fa sempre”.
- Noi abbiamo partecipa- “Gli otto ragazzi sono stato presentando un lavoro ti individuati tra coloro
che è stato fatto in questa che, nel corso degli anni,
scuola nell’arco di un trien- hanno mostrato maggiore
nio, da alunni che l’anno impegno sul fronte della
partecipazione, della de- Tozzo, 4^B Jesi; Riccardo
mocrazia, della disponibili- Battistelli, 3^B Chiaravalle.
tà a mettersi al servizio del Chiediamo loro qualche
bene degli altri; e tra colo- commento.
ro che hanno la media più “La mia impressione peralta - ha sottolineato la di- sonale è stata quella di una
rigente scolastica dell’Isti- gita altamente istruttiva dal
tuito, dott.ssa Bruna Aguz- punto di vista civile e scolazi - Tre ragazzi membri stico - ci racconta Francesco
del Consiglio di Istituto (la Pacini - Il discorso del prequarta è uscita perché si è sidente Giorgio Napolitadiplomata a giugno) e cin- no ha toccato tematiche di
que - tre ragazzi e due ra- viva attualità tra cui quello
gazze - premiati per il me- sull’Unità. Il ministro Gelrito. Sono di Jesi e dei paesi mini ha invece illustrato il
vicini: Chiaravalle, Mergo, percorso storico e culturale
Falconara. Una rappresen- della scuola. È stata un’espetanza di tutta la scuola”. rienza positiva e istruttiva
Questi i nomi: Filippo Fer- perché abbiamo visitato il
ranti, 1^C; Edoardo Maria Quirinale e abbiamo avuto
Martini, 5^ B Jesi; Elena modo di conoscerci tra noi”.
Brilli, 4^ AL, Falconara; “Un raccordo tra scuola e
Francesco Pacini, 5^ A, Jesi; istituzioni a livelli alti, molFrancesco Possanzini, 5^ B, to importante per noi giovaChiaravalle; Agnese Gala- ni perché serve a stimolare
tolo, 2^CL, Mergo; Jacopo il senso dello Stato, la voglia
DAL 1923
di capire come funziona…” tagliati momenti distinti e
commenta Francesco Pos- adeguati ai diversi ordini di
sanzini.
scuola presenti - conferma
“Ci fa sentire di più il senso Elena - Per quello che ci ridell’effettività, ci fa sentire guarda, si poteva sottolineapiù parte dello Stato. Ci fa re maggiormente quella che
toccare con mano il fatto che è la componente prima della
dobbiamo sentirci e siamo scuola ovvero lo studio, la
direttamente collegati con cultura, l’approfondimento,
tutto quello che è lo Stato. la formazione del pensiero
Anche se magari, a volte, ci critico…”
sentiamo quasi un po’ ab- “È importante che siano i
bandonati… Questa visita, giovani a chiedere più serietà
assieme a quello della let- - chiude la dirigente - Il lavotura del libro realizzato dai ro fondamentale, tra l’altro,
nostri compagni, sono un nell’educazione alla Cittadipunto di partenza per svi- nanza, si fa proprio attraverluppare una consapevolezza so ciò che hanno detto ora i
maggiore del momento che ragazzi: attraverso il rigore
stiamo vivendo, di quello che dello studio innanzitutto,
ci ritroviamo tra le mani e di perché è così che si forma il
come può essere migliorato. cittadino. E rigore significa
Momenti importanti sono anche il rigore del rispetto
stati offerti dai due discorsi delle regole dentro la scuola;
del presidente e del ministro significa che nella scuola ci
dell’Istruzione che ha sotto- sono doveri e diritti; signifilineato il ruolo della scuola ca, per tutte le componenti,
nell’integrazione e nell’eman- il rispetto di questo patto;
cipazione della donna… Mi significa chiedere ai ragazzi,
sono sentita particolarmen- sempre di più, la consapevote toccata dall’esecuzione lezza che qualunque risultadell’inno nazionale”.
to è frutto di fatica… Se non
“Mi è dispiaciuto un po’ che passa questo, noi non facciaci sia stata una spettacolariz- mo il nostro dovere. L’eduzazione della cerimonia che cazione alla Cittadinanza si
pertanto è risultata imbastita può sviluppare solo in quepiù per un pubblico televisi- sto modo. Il resto può essere
vo e meno pensata per noi” solo finzione, spettacolarizconclude Jacopo.
zazione... Proprio ciò che essi
“Nel corso della manifesta- rimproverano poc’anzi”.
zione potevano essere riFotoservizio Paola Cocola
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Voce della
Vallesina
vallesina
3 ottobre 2010
13
Carifac: dopo l’accordo con Veneto Banca il bilancio torna positivo, buone le prospettive
Cresce la fiducia della clientela
La Cassa di Risparmio di Fabriano e
Cupramontana ha comunicato i dati
della semestrale nel corso di una conferenza stampa a Fabriano, lo scorso
21 settembre. “Con soddisfazione
presentiamo questo bilancio – ha
detto il presidente Domenico Giraldi - dopo un 2009 che è stato un anno
difficilissimo, presentiamo una nuova
banca, risanata e potenziata grazie
alle sinergie e che di fatto è entrata a
far parte di un grande gruppo bancario, Veneto Banca Holding. Il 2010
è un anno cruciale e significativo, il
primo passo per la realizzazione del
nostro progetto di costruire una banca interregionale che si candida ad
operare nelle Marche e nell’Umbria
ma anche in altre aree dell’Italia centrale, nel Lazio, in Romagna e Toscana. Attualmente sono 59 sportelli gli
sportelli aperti e a breve ne saranno
inaugurati quattro (Tolentino, Riccione, Rimini e Città di Castello) e altri
entro il 2012: la rete sul territorio si
sta dunque ampliando e arriveremo
a 79 sportelli nell’Italia centrale”. La
Carifac rimane legata al suo territorio
pur dopo la partecipazione in Veneto
Banca Holding. “I dati della semestrale sono per noi molto importanti, costituiscono la base per dire se siamo
in grado di realizzare il rilancio – ha
continuato il presidente - l’utile di
298.000 mila euro e l’aumento della raccolta diretta del 2,57% sono un
risultato straordinario, considerato
ciò che abbiamo vissuto in negativo.
La situazione rimane ancora delicata
ma siamo fiduciosi che i dati positivi
crescano”. Carifac si presenta dunque come una nuova banca e in fase
di graduale cambiamento. Anche il
nome è oggetto di discussione: un
nome che racconta la lunga storia
della banca, iniziata 160 anni fa, ma
che è strettamente identificativo dei
due territori. Il presidente, il consiglio
di amministrazione ed i soci hanno
iniziato a pensare a un nuovo nome
che esprima il desiderio della banca
di essere un riferimento per una zona
più vasta, di guardare al futuro, senza
dimenticare il passato e le radici. Abbiamo iniziato a fare queste riflessioni
con i nostri soci e con la Fondazione
per prendere una decisione in tempi
abbastanza rapidi. Il direttore generale Paolo Mariani si è soffermato sui
dati di bilancio e sul progetto nato
con Veneto Banca, una popolare con
50mila soci, ad azionariato diffuso.
“Sia Veneto Banca che la Fondazione
Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, che sono i nostri azionisti – ha detto Mariani - hanno inte-
resse a far crescere questa
banca nel centro Italia.
La presenza sul territorio
sarà sempre forte perché
crediamo che questa sia
una ricchezza per questa
zona. Carifac sta vivendo
un momento delicato di grande cambiamento: apertura di nuove filiali e
un modo nuovo di proporsi e di lavorare. Il punto di svolta c’è stato in questi primi sei mesi dell’anno durante i
quali l’economia non è migliorata. Il
nostro portafoglio crediti è di buona
qualità, gli impieghi sono saliti del 4%
e non abbiamo fatto mancare credito
alle imprese del territorio. La raccolta
è in crescita e questo vuol dire che la
gente non ci ha tolto la fiducia perché
ha valutato la qualità dei servizi bancari. Siamo riusciti a fare economie
sui costi amministrativi ed abbiamo
ottimizzato tutto ciò che potevamo.
L’aumento di capitale di 140milioni di
euro ha ristabilito la piena normalità
dei coefficienti di solvency ed ora anche le direttive di Basilea 3 ci trovano
preparati.”
Il vicepresidente Vittorio Gagliardini
ha poi annunciato che a breve sarà
inaugurata la nuova filiale alla zona
industriale di Jesi, sede anche dell’area
territoriale Carifac della Vallesina.
Nella foto da sinistra il
vicepresidente Gagliardini, il
presidente Giraldi e il direttore
generale Mariani
Cupramontana: presentati i risultati e le linee dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini
Il futuro dell’enologia marchigiana
“Il futuro del nostro vino è legato
alla capacità di concentrare la produzione e di sfruttare le opportunità offerte dall’Unione Europea per il
settore vitivinicolo. In altre parole,
non più fondi destinati a distruggere impianti, ma risorse finalizzate a promuovere e a far conoscere
i nostri vini nel mondo, mettendo
in risalto il vitigno ed il territorio”.
Secondo Alberto Mazzoni, Direttore
di I.M.T.-Istituto Marchigiano di Tutela Vini, è questo il binomio vincente
“destinato ad avere successo, tanto più
quanto sapremo spiegare le specificità e le peculiarità dei nostri prodotti!”.
Un messaggio molto chiaro, scaturito
dal convegno svoltosi a Cupramon-
tana per illustrare “risultati, obiettivi
e strategie” dell’Istituto Marchigiano
di Tutela Vini, il consorzio presieduto
da Giancarlo Garofoli che si è costituito nel 1999 e che oggi può contare su circa 1200 viticoltori associati
delle Province di Ancona, Macerata
e Pesaro-Urbino, i quali rappresentano una massa critica pari ad oltre
il 90% del vino esportato dalla nostra
regione. Dopo i saluti di Fabio Fazi,
sindaco di Cupramontana, e di Doriano Marchetti, vicepresidente di
I.M.T., Mazzoni ha illustrato il ruolo
strategico del consorzio tra presente
e futuro, sottolineando che “l’Istituto
Marchigiano di Tutela Vini è divenuto il perno intorno al quale ruota tut-
ta l’attività promozionale del settore
vitivinicolo il quale, ora più che mai,
ha bisogno di un forte aiuto per poter penetrare sui mercati, soprattutto
terzi, nei quali i singoli produttori, da
soli, non potrebbero mai emergere!”.
Al confronto, moderato dal giornalista Angelo Serri, hanno partecipato
anche i responsabili per le Marche di
due prestigiose guide: Pierpaolo Rastelli per la Guida ai Vini d’Italia, del
Gambero Rosso Editore, e Francesco
Quercetti per Slow Wine, la guida di
Slow Food Editore. Al termine dell’incontro è stato conferito il premio
“Medagliere del Verdicchio” alle aziende che nel 2009 hanno ottenuto significativi riconoscimenti dalle principa-
li guide di settore. In questa edizione,
ben undici i produttori che si sono
aggiudicati la medaglia: Gioacchino
Garofoli Spa, Azienda Agricola Lucangeli Aymerich di Laconi-Tenuta di
Tavignano, Soc. Agr. Sartarelli di Sartarelli Donatella e Chiacchiarini Patrizio, Azienda Vinicola Umani Ronchi Spa, Terre Cortesi Moncaro, Soc.
coop arl Azienda Agricola Vallerosa
Bonci di Bonci Giuseppe s.a.s., Montecappone s.a.r.l., Azienda Agricola
F.lli Bucci, Az. Agricola Ceci Enrico,
Colonnara Soc. Coop.arl, Azienda
Santa Barbara.
Nella foto, i titolari
e i rappresentanti
delle aziende premiate.
Latte Fresco
Alta Qualità
14
IL PALAZZO E DINTORNI
“Corsivi corsari”
Cara Valentina,
stai tranquilla: non ti rubo il bel
titolo della tua rubrica che, purtroppo, non ho mai seguito anche se acquisto il tuo quotidiano.
Mi è sempre sfuggita. Trascuro
troppo la pagina delle lettere!
Ma la tua rubrica merita di stare nelle pagine della Regione. Mi
piace Corsivi corsari anche perché mi richiama gli Scritti corsari di Pasolini.
Ho letto il tuo scritto di domenica scorsa, 26 settembre e vedo
che anche tu sei un po’ arrabbiata (altrimenti che corsara
saresti?) per tutti quei soldi in
vista del congresso eucaristico.
Secondo te sono tre milioni e
rotti. Io non lo so. So che la Regione (ma anche altri enti pubblici) stanno collaborando con
l’apposito comitato promotore.
E, certo, di soldi ce ne vorranno.
Pagheranno un po’ tutti. Anche
i fedeli. Fa anche pensare, come
dici tu, che quei soldi, in tempi
di carestia, si potrebbero spendere meglio; per esempio, per
la cultura che sta subendo tagli
fortissimi. Tu ti preoccupi anche
perchè, non credente, hai paura
che quei soldi servano “per trasformare i cittadini in credenti”.
Oddio: nel passato è successo
anche questo. Ma, almeno di
questi tempi – stai tranquilla
– non ci sarà nessuna violenza
teologico-religiosa. Vale la co-
Voce della
Vallesina
pagina aperta
3 ottobre 2010
scienza di ciascuno.
Quello che mi meraviglia è che,
assessore alla cultura fino all’anno scorso ed espressione di una
casa editrice, in un congresso
nazionale (Ancona), in una settimana nazionale (Fabriano) ed
in tante altre iniziative che verranno (tutte di carattere interregionale o nazionale), non riesci
a vedere, tu laico-laicista, l’aspetto economico-turistico-culturale
dell’iniziativa. Tutte le città fanno a gara per avere incontri di
alto livello che richiamino tanta
gente. E poi c’è anche il Papa:
non richiamerà un po’ di gente?
Magari andrai anche tu a sentirlo… per motivi solo culturali.
Nessuno ti può chiedere la fede.
Tutti ti chiedono di considerare
il possibile ritorno economicosocio-turistico-culturale. Direttamente o indirettamente (pubblicità su tutti i mass-media
per Ancona e per le Marche)
saranno soldi che ritorneranno.
E ti pare niente?
Quanto ha investito la Regione
per la pubblicità con Hoffman?
Ha avuto buoni ritorni. Chi non
ha il dono della fede dovrebbe
aiutarsi con queste riflessioni
pratiche e vedrà che il tutto forse vale quanto un Leopardi sulla
bocca di un grande attore.
Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum est
v.m.
Lettera aperta all’arch. Giampiero Cardinali di Jesi
Sulla zona di San Nicolò
Gent.mo architetto,
qualche settimana fa sul Corriere Adriatico
c’era la notizia di un recupero di appartamenti
nel centro storico di Jesi, e si faceva riferimento anche all’ex convento delle suore Giuseppine.
Italia Nostra si è interessata alla notizia, perché
riguarda anche la possibile liberazione della
chiesa di S. Nicolò dalla struttura addossata e
la restituzione alla cittadinanza, alla Chiesa jesina, oltre che ai turisti (Jesi è qualificata Città
d’Arte) della visione completa della sua più antica chiesa. Parte dell’edifico monumentale è
già stato recuperato per merito del dott. Alvise
Cherubini, allora assessore comunale, con l’idea
di completare il recupero successivamente. A
questo progetto, discusso ultimamente in una
“tavola rotonda” molto qualificata indetta da Italia Nostra il 15 novembre 2007, ella si era detto
favorevole, sia pure con qualche condizione da
discutere con il Comune. Aveva aggiunto: “Io ho
avuto molto dalla mia città, e in qualche modo,
voglio ricambiare”. Ora le si chiede di fare un
grosso dono alla città, per cui sarà ricordato,
liberando la chiesa di S. Nicolò dalla struttura
addossata e mantenendo una distanza di rispetto dall’abside, eventualmente eliminando quella
parte di costruzione più recente che non rispetta tale distanza.
Questo consiglio sa richiederle di rinunciare ad
un possibile notevole guadagno, ma la rivalutazione del resto dell’edificio e la nuova destinazione d’uso, che il Comune sicuramente le concederà, potranno compensarla, almeno in parte;
e il compenso migliore sarà la gratitudine dei
suoi concittadini, e in particolare della Chiesa
jesina.
A nome del consiglio direttivo la saluto cordialmente.
Il presidente Aldo Impiglia
Nota della redazione. Una lettera simile il
presidente di Italia Nostra l’ha inoltrata anche al sindaco e agli assessori alla cultura, ai
progetti speciali e all’urbanistica.
Congratulazioni, Margherita! Tantissimi auguri e complimenti
a Margherita Zannini per la sua
laurea in archeologia, conseguita
con la votazione finale di 110
e lode, e a Michele Zannini neo
vigile urbano, dai cugini Francesco
e Francesca Zannini e da Sandro
e Anna Casoni.
All’Oikos il ricavato della Lotteria del Palio
Novità e solidarietà
“Ente Palio di San Floriano” è il nuovo
nome dell’associazione Amici del Palio
di San Floriano che ha la sua sede in via
Andrea da Jesi. Questo cambiamento è
nato nell’ottica di permettere di partecipare alla manifestazione le associazioni
cittadine che già collaborano con la realizzazione del Palio. Fanno parte del
sodalizio il presidente della Pro Loco
Matteo Stronati e degli Arcieri Milites
Contado Carlos Alberto Owen. Questo
è un organismo più ampio perché tutta la città si senta protagonista e possa
partecipare più liberamente. Il direttivo
è stato rinnovato e ne fanno parte Giancar- “L’Oikos ha avuto tanta visibilità in questo
lo Catani, Mauro Boccacci, Rolando Fabbro, periodo, segno che ciò che noi facciamo è
Liolita Ulissi, Matteo Giampieri, Dario Mag- sentito dalle persone e dalle altre associaziogi, Manuela Menghi, Adriano Bugatti e Gio- ni – ha spiegato il vicepresidente dell’Oikos,
vanni Mengoni. Nel corso di una conferenza Carlo Bellocchi - siamo presenti da venti
stampa hanno annunciato che, entro il mese anni e forse anche per questo abbiamo avudi ottobre, inizieranno i nuovi corsi per i to più solidarietà. Vorremmo costruire un
gruppi storici e riprenderanno i rapporti con villaggio e questi fondi che ci donate sono i
le scuole per riavvicinare i ragazzi alle radici primi mattoni per realizzare questa comue alle tradizioni della città. Tra le prossime nità”. Una scelta obbligata è la nuova sede
iniziative la presenza alla Festa della Sapa a delle diverse attività per rispettare le leggi:
Rosora, il 17 ottobre.
è più economico costruire da nuovo piuttosto che adattare le vecchie strutture dove
In occasione della lotteria del Palio dello si svolgono i diversi servizi. “Noi continuescorso maggio, era stato deciso di destina- remo a lavorare ma senza la solidarietà dei
re il ricavato all’Oikos: la consegna ufficiale nostri concittadini non potremo fare molto”
è avvenuta nel pomeriggio di San Settimio, ha concluso Bellocchi ringraziando per il
mercoledì 22 settembre- “Ringrazio questa contributo che è anche un incoraggiamento
associazione per ciò che fa a favore dei gio- al lavoro nel settore della prevenzione tra i
vani e della città e auguriamo che il vostro giovani e le famiglie, un impegno che coinimpegno continui nel tempo” ha detto il pre- volge 84 volontari e 44 dipendenti.
sidente Catani al rappresentante dell’Oikos
Nella foto, da sinistra il presidente dell’Ente
ed ha poi sottolineato il desiderio del Palio
Palio Giancarlo Catani e il vice-presidente
di essere vicini al sociale e alla solidarietà.
dell’Oikos Carlo Bellocchi.
Un servizio di informazioni sui servizi sociali
Consulenza gratuita per i cittadini
È iniziato l’8 settembre un
servizio sociale finanziato
dalla Provincia di Ancona
(Progetto Sollievo) organizzato dall’Associazione Agalma onlus con la collaborazione del Dipartimento di
Salute Mentale (Asur Z.T.5)
e dei medici di Medicina
Generale. Si tratta di un call
center che fornisce informazioni sui servizi sociali
esistenti sul territorio, i servizi di riabilitazione, di cura
primaria, i servizi di psichiatria, la guardia medica,
la farmacia di turno ecc…
L’Associazione Agalma accogliendo così le richieste
dei numerosi iscritti, (oltre 70 famiglie) ha messo
a disposizione 10 volontarie formate dal Direttore
del Dipartimento di Salute Mentale dott. Massimo
Mari e dalla stessa presidente dell’associazione dott.ssa
Sabina Zucchi, un avvocato
per la consulenza legale e
quattro psicologi per il sostegno psicologico.
Accanto al call center, infatti, l’Associazione con la collaborazione dell’assessore
Gianni Fiorentini, ha creato
il Centro di ascolto gratuito,
per il sostegno degli adolescenti, attraverso gli interventi nelle Scuole Superiori
(l’anno precedente sono state coinvolte le classi terze
dell’ITCG Cuppari con una
conferenza finale per tutti i
genitori ed insegnanti); degli adulti per il benessere
lavorativo, ascoltando e sostenendo chiunque viva un
momento di disagio legato
alle dinamiche lavorative
(mobbing); sostenendo le
famiglie interessate da problematiche
psichiatriche,
intervenendo inoltre
su
problematiche legate all’ansia, all’angoscia alla depressione, anoressia, bulimia,
obesità, problemi di coppia
e familiari.
Il servizio nasce a seguito
della delicata situazione
finanziaria ed economica
che vede numerose persone
che hanno perso il lavoro
e con un disagio finanziario non potersi permettere
un sostegno psicologico. E’
comunque aperto a tutta la
cittadinanza, italiana e straniera.
La sensibilità dell’assessore provinciale Gianni Fiorentini e la collaborazione
dell’assessore di Jesi Bruna
Aguzzi che ha agevolato la
sua inclusione al Progetto
Sollievo, ha fatto sì che questo servizio potesse essere
messo a disposizione gratu-
itamente a tutta la popolazione dei 21 comuni facenti
parte dell’Ambito Territoriale Sociale IX.
I numeri sono: 0731 212738
per il Call Center aperto il martedì e mercoledì dalle 15.30 alle 17.30 e
3664851863 per il sostegno
psicologico aperto il martedì e venerdì dalle 17 alle 20.
Infine è stato attivato su
richiesta delle famiglie
interessate da problematiche psichiatriche il servizio di Assistenza Domiciliare
Psichiatrica
finanziato dalla Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi.
È una particolare assistenza
che consente di modellare
l’intervento sulle esigenze
del paziente in quanto personalizzata per ogni singolo individuo facilitando
un re-inserimento sociale.
Oltre alle finalità terapeutiche comporta un miglior
adattamento all’ambiente
e spesso un miglioramento
della capacità dell’individuo
di relazionarsi socialmente.
È di alto livello in quanto effettuata da psicologi qualificati e ha uno scopo soprattutto terapeutico e non solo
assistenziale.
Si accede chiamando i numeri dell’Associazione.
Voce della
Vallesina
sport e tempo libero
Jesi: inaugura il ristorante La Rotonda del Federico II
3 ottobre 2010
15
BASKET-FILENI BPA: si gioca alle 17. Diretta SportItalia 2.
Tradizione e cucina del territorio
Via al campionato: Reggio al PalaTriccoli
Una
serata
particolare
all’Hotel Federico II di Jesi
per festeggiare il nuovo look
del ristorante La Rotonda:
un ambiente raffinato, moderno e suggestivo, dove
si respira tranquillità e accoglienza. Il 23 settembre
scorso, alle 20.30, Gabriele
Pieralisi ha ufficialmente
inaugurato il locale per rilanciare un’atmosfera nuova,
con l’ambizione di diventare
punto di riferimento per la
città di Jesi e per il territorio.
«Sarà un ambiente caldo, ma
non esclusivo, accessibile a
tutti - spiega Andrea Ferrari Acciajoli, amministratore
unico del ristorante e direttore generale dell’intera
struttura – la cucina sarà
caratterizzata da qualità e
genuinità. Piatti tipici, per
favorire la riscoperta dei gusti e dei sapori della tradizione e per aprirci alla cultura
culinaria del territorio. Inoltre, periodiche serate a tema
per offrire momenti in cui il
piatto diventa una creazione frutto di armonia di forme e colori, all’insegna della
competenza professionale
e dell’estro dei nostri chef.
Anche lo staff del ristorante
A Casale Monferrato, la Fileni Bpa ha steccato il suo primo
impegno ufficiale della nuova
stagione. La corsa degli arancio-blu verso le finali di Coppa
Italia infatti, si è fermata subito
nella semifinale del girone di
qualificazione, che si era tenuto
lo scorso fine settimana in Piemonte. Sabato ad estromettere
gli jesini sono stati proprio i padroni di casa (vincitori poi, del
girone), vittoriosi per 74 a 71 al
termine di una gara equilibrata.
Il tecnico Cioppi aveva dovuto rinunciare a
Mobley (nella foto di Candolfi), rientrato in
patria nella giornata di giovedì 23 per motivi
personali. Il giocatore statunitense è tornato a
Jesi martedì 28. La Fileni non è riuscita nemmeno ad aggiudicarsi la finalina di consolazione, disputata domenica contro il Casalpusterlengo. I lombardi hanno vinto 83 a 66.
Oggi, domenica 3 ottobre, l’Aurora Basket
state e tv locali e rappresentanti dell’associazionismo.
Un’elegante raffinatezza e
una bellezza limpida, senza
sfarzo, hanno contraddistinto il momento di convivialità, composto di essenzialità,
ricerca della particolarità del
gusto e dell’idea del piatto
come opera d’arte. In armonia con il resto del complesso alberghiero intitolato al
grande imperatore del medioevo nato a Jesi. Una struttura polivalente diventata un
simbolo della città e dell’intera regione.
Tiziana Tobaldi
Foto Anna Vincenzoni
Moie: la bocciofila Campanelli ha festeggiato 30 anni
Poche regole, molta tattica
Trent’anni appena compiuti. Una storia ricca di persone, gare e tornei, momenti di aggregazione e di festa. Una storia che guarda
al futuro: progetti e iniziative. Una realtà
viva e presente nel territorio e nella cittadina di Moie. La società bocciofila Ermanno
Campanelli conta oggi 280 soci. È un luogo
d’incontro che nelle serate estive diventa un
centro vitale per tanti giovani… di tutte le
età. Si gioca a bocce, ma anche a carte e a
biliardo. Ci si sente a casa, al “boccio”. Abbiamo incontrato il presidente Giancarlo
Fabbretti alla fine dell’estate, quando ancora
si respirava nell’aria la festa di compleanno
della bocciofila, a cui hanno partecipato circa 250 persone. Fabbretti guida la società
da oltre dieci anni, dopo Achille Pierantoni,
primo presidente, e Augusto Cesaroni.
Presidente, quali sono le attività e le iniziative della bocciofila?
Ogni anno nel nostro bocciodromo (e in
altre strutture marchigiane individuate dalla federazione), durante il mese di febbraio,
viene disputata una gara regionale di bocce,
a cui partecipano circa 400 coppie provenienti dal centro Italia, tra cui moltissimi
giovani. Per questo appuntamento è necessario un allenamento quotidiano e una buona preparazione, poiché è molto difficile
giocare a bocce sulle corsie. A dicembre,
invece, si svolge la tradizionale gara sociale.
Ogni anno, poi, organizziamo delle gite culturali a cui partecipano tantissimi soci e le
loro famiglie.
Le bocce: un gioco dalla tradizione antichissima. In Turchia sono state ritrovate
alcune sfere in pietra, antenate delle attuali bocce, che risalgono circa al 7000
a.C.; anche in Egitto sono stati rinvenuti
degli oggetti simili in una tomba, risalenti
al II millennio a.C.. Come si svolge que-
sto gioco, e come è cambiato nel tempo?
È un gioco che ha subìto molte evoluzioni
nel corso della storia. Poche regole, molta
tattica. Fino ad alcuni decenni fa si praticava
su strade sterrate, prati, o terreni di fortuna.
Ora il gioco si è affinato e si svolge su pista. Negli ultimi anni si sta
tentando di portare questo
sport alle Olimpiadi, ma la
cosa ancora non è riuscita, probabilmente perché
il percorso è molto lungo e
articolato. Vengono disputati tuttavia i campionati
italiani, che noi abbiamo
vinto per ben due volte: nel
1991 a coppia, con Enrico
Verdenelli e Sauro Priori, e
nel 2002 nell’individuale,
con Silvano Brunori, oltre
a tantissime gare nazionali.
Abilità e strategia: questo è
fondamentalmente il gioco
delle bocce. Si può gareggiare uno contro uno, oppure a coppie. Ciascun giocatore a turno fa
rotolare (accostare) la boccia verso il pallino
(la boccia più piccola), precedentemente
lanciato sul campo. I punti vengono assegnati ai giocatori le cui bocce si sono avvicinate di più al pallino. I giocatori possono
inoltre lanciare la boccia con la tecnica del
volo per colpire e quindi spostare le proprie
bocce allo scopo di ottenere più punti. È
anche possibile spostare le bocce degli altri
giocatori e il pallino. Esistono molte varianti
al gioco.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Ci piacerebbe avvicinare i ragazzi al gioco
delle bocce. E creare una scuola che avvicini i giovani a questo straordinario sport. È
un obiettivo che contiamo di realizzare nel
prossimo futuro. Intanto, nel mese di ottobre prenderà il via sicuramente un corso
per ragazzi con disabilità e in situazione di
disagio. Saranno seguiti da istruttori federali
e sarà una prima esperienza molto importante per l’attenzione rivolta ad alcune fasce
deboli della popolazione.
Il gioco che integra, diverte e aiuta a socializzare. Con un “accosto”: un lancio di precisione sulla vita e le sue possibilità. Un gioco
che punta alla vittoria. Con una “bocciata”
che, dopo una rincorsa, colpisce ogni ostacolo e punta ad arrivare fino in fondo. Un gioco
proprio per tutti.
Tiziana Tobaldi
Nella foto un momento
della festa del trentennale
Finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.
Arteterapia per bambini e adolescenti
Riprende a fine settembre
il progetto di arteterapia
a sostegno di bambini ed
adolescenti curato dall’Associazione “il Camaleonte”,
presso la sede di largo Saponari a Jesi. Gli incontri,
organizzati in collaborazione con l’Asur 5 di Jesi, sono
rivolti ad una fascia d’età
compresa tra 4 e i 18 anni.
L’iniziativa, resa possibile grazie al sostegno della
Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, si basa sulla
capacità di comunicare le
emozioni attraverso le arti
visive e plastiche allo scopo
di favorire ed aumentare
il benessere psicofisico dei
partecipanti. I corsi specifici, a contenuto e orario
personalizzati, consistono
in un percorso individuale
sviluppato secondo le peculiarità e capacità relazionali
del bambino. Ogni incontro
ha una durata di 45 minuti.
L’Arteterapia si rivolge a
tutte le fasce d’età, ma con
bambini ed adolescenti si è
dimostrata particolarmente
efficace poiché fornisce loro
un canale comunicativo alternativo, più spontaneo ed
immediato. Il corso, attivato
nell’area dell’Asur 5 grazie
alla Fondazione Cassa di
Risparmio di Jesi, si concretizza attraverso un’attività
creativa mediata da materiali artistici. I partecipanti
possono esprimere completamente le proprie emozioni
beneficiando della funzione
liberatoria di tale processo.
È così che in un ambiente
accogliente e ricco di stimoli, accompagnati dall’arteterapeuta Giorgia Filippone
del “Camaleonte”, i soggetti
hanno la possibilità di trasformare e rielaborare con la
fantasia ciò che rappresenta
un ostacolo o un disagio, valorizzando al contempo ciò
che invece li fa stare bene.
Il San Settimio dell’Oikos in piazza
La lotteria di solidarietà
Anche quest’anno il 22 settembre l’Asso- nea Club: n. 0396; 4° Premio – Borsa: n.
ciazione Oikos onlus è tornata in Piazza 3092; 5° Premio – Misuratore di Presdella Repubblica per aprire i festeggia- sione Visomat: n. 0500; 6° Premio – Misuratore di Pressione Visomat: n. 2775;
menti alla fiera di San Settimio.
La diretta di Rve – Radio Vallesina – ha 7° Premio – Borsa: n. 3573; 8° Premio –
dato inizio alla manifestazione intorno Completo lenzuola: n. 3676; 9° Premio –
alle 18, accompagnando poi l’Oikos du- Buono cena da € 50 “Al Settimo Cielo”:
rante il brindisi del vice presidente Oi- n. 1418; 10° Premio – Buono cena da €
kos Carlo Bellocchi, dei rappresentanti 50 “Al Settimo Cielo”: n. 3690; 11° Predella locale sezione Avis, capitanati dal mio – Confezione 6 vini Fazi e BattaPresidente Sandro Brilli, e del Presiden- glia: n. 3353; 12° Premio – Lettore Mp3:
te dell’Associazione Volontariato Marche n. 0763; 13° Premio – Buono piega per
capelli: n. 3246; 14° Premio – Buono
provinciale Mario Argentati.
Filo conduttore di tutta la manifestazio- piega per capelli: n. 3743; 15° Premio
ne l’animazione dei clown per i bambini – Buono piega per capelli: n. 3640; 16°
e la degustazione dei vini delle aziende Premio – Buono piega per capelli: n.
vinicole Fazi e Battaglia e Zannotti e degli 0175; 17° Premio – Buono piega per caaffettati del salumificio di Monsano. In- pelli: n. 0146.
torno alle 19 ha avuto luogo l’estrazione L’Associazione ringrazia tutti i volondella Lotteria di solidarietà dell’Oikos, il tari che hanno collaborato nella vendicui ricavato sarà destinato in favore dei ta dei biglietti e augura buona fortuna
bambini e ragazzi ospiti nelle comuni- a chi li possiede.
tà dell’associazione. I numeri vincenti Il “San Settimio dell’Oikos” è stato
sono i seguenti: 1° Premio - Viaggio per organizzato in collaborazione con l’Avis
2 persone Agenzia Viaggi Incontri Euro- Jesi, Rve Radio Vallesina, il Salumifipei: n. 1724; 2° Premio – Televisore Phi- cio di Monsano, le aziende vinicole Fazi
lips – Euronics Jesi: n. 2346; 3° Premio e Battaglia e Zannotti, il Caffé Imperiale,
– Abbonamento annuale palestra Li- la Digit All.
CALCIO
è rinnovato, con Cristiano
Giambenedetti nuovo Maitre d’Hotel.» Circa cento
invitati hanno partecipato
alla serata: Giovanni Fileni
e diversi rappresentanti del
mondo dell’imprenditoria,
il primario neurologo Elvio
Giaccaglini e altri medici
della Vallesina, esponenti
dell’arte e della cultura locale, fra cui l’amministratore
delegato della Fondazione
Pergolesi Spontini William
Graziosi, il prof. Armando
Ginesi, console onorario
della Federazione Russa di
Ancona, l’artista Luciana Zanetti. Inoltre giornalisti di te-
debutta in campionato, ospitando al PalaTriccoli il Reggio
Emilia (ore 17), una delle avversarie storiche degli jesini. Sulla
panchina reggiana siede proprio uno dei giocatori che hanno fatto la storia dell’allora Sicc
targata Baldinelli: Piero Coen.
Nella rosa spiccano l’ex, Salvi, il
messicano Castro ed il talentuoso play Fultz. La gara sarà
trasmessa in diretta su SportItalia 2 (canale 226 di Sky), che da
quest’anno affiancherà Rai Sport
come tv ufficiale della Lega due. Sul calendario ha detto la sua il presidente Carlo Barchiesi. “È un inizio di sicuro molto duro ma
prima o poi devi incontrarle tutte. Comunque
il fatto di giocare subito contro delle favorite
come Casale, Veroli e Venezia, quando forse
non saranno ancora rodate, potrebbe essere
un vantaggio”.
Giuseppe Papadia
Serie D
Dal campo di Fossombrone, la Jesina
esce vittoriosa e capolista del campionato. Non vi sappiamo descrivere
l’esultanza in mezzo ai leoncelli e ai
dirigenti commossi. Tra gli spettatori è più che scontata! Il dopo-partita
non finirebbe più. Tanti festeggiamenti in particolare al grande Tom
Gabrielloni, autorevole bomber, il
cui gol ha timbrato la vittoria nel
difficile derby forsempronese, al 13’
della ripresa. Vogliamo gettare sul
piatto della bilancia una traversa
di Negro ed una super parata del
portiere locale, che ha impedito il
secondo tiro a rete. Mister Fenucci,
nelle dichiarazioni di fine gara, ci
tiene a mantenere i piedi per terra:
“Sono molto contento soprattutto
per i tifosi che anche oggi ci hanno
seguito in tantissimi, questo primato scatena il loro entusiasmo,
ma devono ricordarsi che questa
squadra è costruita per altri obiettivi, ovvero la salvezza”. Ora però
torniamo sereni e non esageriamo
nel festeggiare: pena qualche brutta
delusione da mancanza di umiltà.
Nel prossimo turno viene al Carotti
la squadra di Miglianico con 7 punti
in classifica. La Jesina veleggia a
quota 12.
Vir
16
Voce della
Vallesina
esperienze
3 ottobre 2010
Majolati Spontini: alla scoperta delle belle fonti di Tajano e Cerreto che andrebbero recuperate e valorizzate, quanto prima
Quando il lavatoio era luogo di socializzazione
In questi ultimi anni abbiamo
visto spendere cifre consistenti nel nome del tempo libero,
dei percorsi ecologici, della
natura e questo, in prevalenza
lungo il fiume Esino. In verità
questo impiego di risorse ha
dato risultati, tantissime persone percorrono queste stradine o sostano nelle aree attrezzate, magari consumando
un bel pranzetto. Questo fenomeno salutistico-ricreativo
si registra però anche in collina, dove non ci sono piste
ciclabili e sono presenti un
minor numero di aree attrezzate. Questa premessa è solo
per attirare l’attenzione verso
altri luoghi nascosti nelle colline soprastanti il fiume Esino,
come le fonti storiche majolatesi, che parimenti si prestano per il tempo libero, per la
passeggiata, per la camminata. Per Majolati un inventario
di queste acque ci viene dal
dott. Noè Cenni che nel 1846
descrisse le più importanti
fonti idriche majolatesi.
Leggiamo il passo: “Majolati
ebbe da natura un’aria pura e
balsamica, ebbe pure delle acque potabili in tanta quantità,
e di natura sì eccellenti, che
non so, se altro paese montanino possa vantare le uguali.
Tre grosse fonti egli possiede
di pubblica pertinenza l’una
a nord est del Paese detta la
fonte di Tajano distante mezzo miglio circa, l’altra al sud
distante un quarto di miglio
chiamata la fonte di S. Anna,
e la terza a questa poco sotto
detta del Fossato, dove ha il
pubblico lavatojo.
La prima è abbondantissima
in ogni stagione, e viene da
luoghi ghiaiosi, e di eccellente natura sicché dà un’acqua
purissima, e leggera così, che
paragonata coll’acqua distillata al peso di libbre sei, non
si ha la differenza in più che
di mezz’oncia appena. É così
gustosa a bersi, e di tale freschezza, che chiunque l’assaggia meraviglia tanta bontà
di acqua. Tale non è quella di
S. Anna, e del Fossato, ma se
non serve a bersi, è atta però
a tutti gli usi famigliari, ed
esse pure ne danno sufficiente copia, ed in ogni tempo.
V’hanno altre tre fonti pubbliche, una detta della Masserella a levante del Paese
mezzo-miglio distante; l’altra
di Carnevale al Nord a un miglio di distanza; la terza detta
di Cerreto a Nord Ovest, ma
non sono così abbondanti, come le tre prime. Que-
ste sono le fonti pubbliche”.
Il testo continua con l’esame
di altri fonti, pozzi, delle acque del Fossato e del canale
che “mercé una chiusa riceve
l’acqua del fiume Esio, la quale serve per far girare un mulino a tre macine che rimane
circa due miglia dall’abitato a
piedi del colle”.
Proprio sulla Fonte di Tajano
si vuole portare l’attenzione,
si trova in una valle incantata,
dove è raro incontrare delle
auto, in quanto il territorio
è compreso tra l’Esino e il
castello, in una zona intermedia. Sul valore di queste
acque vale anche la memoria; infatti, fino agli anni ses-
santa, quando i mezzadri si
prestavano ad ogni richiesta
dei “padroni”, damigiane con
queste acque, su richiesta di
urologi, erano spedite con la
corriera fino ad Ancona, allo
stesso modo delle acque dei
frati di Cupra Montana.
Il recupero della Fonte di Tajano riveste un valore storico
ed antropico. Ora la fonte è
nascosta anche dalla elevazione di tutto il fondo stradale di
San Sisto realizzato con inerti
che ha, anche in questo caso,
innalzato il livello stradale e
completamente affossato il
manufatto, una volta invece era facilmente accessibile
dalla strada. La fonte ora è
irriconoscibile, interamente
colonizzata dalla vegetazione. Le parti essenziali di questa fonte erano: a nord, una
vasca di raccolta delle acque
protetta da una copertura a
volta utilizzata per l’uso domestico, qui si riempivano le
brocche o si abbeveravano
gli animali; a sud, a destra
guardando la fonte principale, c’erano due vasche, in
entrambe confluivano altre
bocche della sorgente, per
prassi condivisa una vasca
era utilizzata per lavare i
panni, l’altra per il risciacquo.
Le due vasche del lavatoio
avevano lastre di pietra inclinate e lisce per l’uso, destinate a lavatoio. Nella superficie antistante le tre vasche
c’era una pavimentazione in
pietra arenaria squadrata, la
stessa che stava davanti ad
ogni casa colonica e che si
usava anche per la battitura
del grano.
Infine nel lato opposto alle
vasche lavatoio c’erano dei
sedili realizzati con blocchi
di pietra. Ora, a parte la fitta
vegetazione, purtroppo una
parte dei sedili, delle vasche
di raccolta e dei ripiani in
pietra dei lavatoi sono stati demoliti in occasione di
passate ricerche idriche intorno agli anni ottanta e non
più risistemati. Anche molte
pietre, ben squadrate, sono
state utilizzate per altri recuperi edili, facendo perdere il
ricordo di forme antiche, ma
cariche di lavoro ed umanità.
Questo luogo, insieme alla
soprastante Fonte di Cerreto
da cui è stato asportato un
termine in pietra che ricordava il 1861, anno dell’Unità
italiana, erano luoghi molti
familiari ai Majolatesi che
scendevano lungo la strada
della Ripa per procurarsi acqua di ottima qualità.
Questi antichi ruderi meritano di essere restaurati e
riportati, per quello che sarà
possibile, alla loro originale
funzione, cioè servizio idrico e luogo d’aggregazione,
anche a ricordo di trascorse
necessità.
Sicuramente anche alla Fonte
di Tajano potranno essere organizzate merende e passeggiate e tutta la valle, da Collefreddo, San Sisto e Roncone
potrà tornare a risuonare di
voci e di canti come quando
accadeva quando le donne lavavano i panni in queste limpide acque.
Marco Palmolella
CUPRAMONTANA: La Sagra dell’Uva nel fine settimana, fino al 3 ottobre
Al via la kermesse cuprense
Sono stati impiegati dei mesi di
progettazione, organizzazione ed
impegno per valicare il traguardo
dell’inaugurazione della sagra di
Cupramontana che da quest’anno
è stata dotata di una nuova realtà giuridica, la Fondazione Sagra
dell’Uva, che le sarà garante di un
futuro certo e trasparente in quanto
a principi e capitali.
Una tradizionale
e sempre più consolidata sinergia di
forze proveniente
dalle varie associazioni, case vinicole, gruppi che si adoperano nella
costruzione degli stands gastronomici e dei carri allegorici sta alla
base della struttura della sagra. Gli
ingredienti del successo che Cupramontana riscuote in crescendo
ogni anno, sono l’accostamento
dell’enogastronomia, della tradizio-
ne, con il divertimento e la musi- per la domenica pomeriggio. La
ca proposti ininterrottamente per i sagra dell’uva è quest’anno anche
quattro giorni dedicati al protago- l’occasione per ospitare gli ammininista indiscusso: il Verdicchio. Nel stratori della cittadina turca Kalkan,
programma primeggiano artisti di da poco gemellata con il paese del
fama nazionale come Irene Grandi Verdicchio e presentare loro il noin concerto venerdì sera, Le Vibra- stro prodotto da commercializzare
zioni il sabato, l’Orchestra di Mirko e le ricchezze del nostro territorio.
Casadei la domenica pomeriggio. Presso le Sale Raul Bartoli sarà posDi grande spessore per chi della sibile visitare la mostra fotografica
festa vorrà cogliere i tratti più tra- “Città di Kalkan” per conoscere più
dizionali sono inoltre il palio della da vicino uno splendido scorcio di
pigiatura in programma per il po- mediterraneo che gode di impormeriggio del sabato e la sfilata dei tanti siti archeologici romani e di
carri allegorici con l’esibizione del grande fama turistica.
Gruppo Folk “Massaccio” e la Ban- Negli stessi locali è stata allestita
da “N.Bonanni” di Cupramontana una Mostra Fotografica”La Sagra
dell’Uva dal 1928”. Nato con l’intento di valorizzare la qualità del
prodotto celebrato, il Centro Degustazioni allestito presso i Magazzini
dell’Abbondanza dall’Associazione
Pro-Cupra offre al visitatore, ad appassionati ed esperti, l’opportunità
di assaggiare i vini locali abbinati ai
cibi tradizionali. L’ingresso è a pagamento dal venerdì e i biglietti potranno essere acquistati in prevendita o alle porte d’ingresso. Si potrà
usufruire dell’ampio parcheggio a
pagamento nell’ex Campo Sportivo, o seguire le indicazioni per altri
parcheggi segnalati.
Giovanna Ortolani
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