Settimanale d’informazione ANNO LVII- N. 33 www.vocedellavallesina.it euro 1 Jesi, domenica 3 ottobre 2010 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi maiolati spontini storia La comunità saluta e ringrazia suor Saveria, arrivata 9 anni fa di Marco Palmolella 10 calamandrei psicologia Continua il viaggio nel 150° dell’Unità d’Italia Il successo dello spettacolo jesino al teatro di Cuneo 4 12 di Massimo Frittelli diocesi I nostri bambini e il computer, una porta sul mondo Il convegno pastorale in diretta radio su 95,2 Mhz 6 7 di Federico Cardinali Jesi - La parrocchia di San Francesco d’Assisi celebra il suo cinquantesimo anniversario con tante iniziative Come in famiglia per crescere nella fede La parrocchia di San Francesco d’Assisi celebra il suo cinquantesimo anniversario con tanti incontri ed iniziative di diverso genere. Le celebrazioni prendono il via sabato 2 ottobre alle ore 21,15 con il Cantico di Frate Sole, un concerto che ha anche il patrocinio di Radio Vaticana. Abbiamo chiesto al parroco padre Bruno Fioretti di condividere con il nostro settimanale questa festa e la sua esperienza. Come è nata l’idea di festeggiare? In parrocchia ci sentiamo come una famiglia, uniti, ed ecco perché abbiamo voluto ricordare questa data così importante che ci può aiutare a crescere e maturare nella fede. Quali sono le iniziative organizzate dalle diverse realtà della comunità? Abbiamo cercato di coinvolgere tutte le parti della parrocchia. Come in famiglia ci sono i bambini, gli adulti, i giovani e i malati così in parrocchia ed abbiamo sentito il bisogno di avvicinare tutti. Il 9 ottobre è la Giornata del malato e del disabile, la sera ci sarà la festa con i giovani, il 17 sarà una domenica dedicata ai bambini, il 24 metteremo al centro le famiglie. Abbiamo poi il grande onore e la grande gioia di far celebrare una Santa Messa al nostro superiore generale dei frati minori, padre Josè Rodriguez Carballo che verrà il 9 ottobre e presiederà la liturgia alle ore 19: invitiamo tutti e non solo i nostri parrocchiani ad essere presenti per ascoltare le sue esortazioni. In che modo avete coinvolto coloro che fanno parte della parrocchia? Nel mese di maggio abbiamo pubblicato il libro “In cammino da 50 anni. Storia e vita della comunità 1960-2010” in cui si racconta, con parole e immagini, la storia e la crescita della parrocchia, attingendo alle cronache parrocchiali. Il libro è stato offerto in omaggio a tutte le famiglie della parrocchia in occasione della benedizione pasquale ed è stato curato da padre Giancarlo Mandolini che, nel 1960, da poco sacerdote, è stato nominato vice-parroco di San Francesco e poi parroco dal 1966 al 1975. Chi è il parroco padre Bruno? Da dodici anni sono in questa parrocchia. Appena sacerdote sono stato parroco a Monteprandone e poi sono stato parroco per 20 anni in Argentina. Tornato in Italia nel 1987, fino al 1990 sono stato nella parrocchia di San Francesco di Jesi e poi parroco ad Osimo, a Santa Maria della Misericordia. Dal 1999 sono il parroco di questa comunità eretta il 21 novembre 1960 dal vescovo Pardini. Quali sono gli aspetti più belli della comunità da lei guidata? La caratteristica di questa parrocchia è l’apertura a tutti, in modo particolare ai giovani: si è sempre distinta per il grande numero di giovani che sono passati di qui e che ancora oggi vengono nei gruppi Scout, di Azione Cattolica, del Centro Sportivo, all’Oratorio. Si sentono coinvolti e questo è molto bello. b.t. Parrocchia S. Francesco d’Assisi 1960-2010 In cammino da 50 anni Ottobre 2010 Parrocchia in festa La mostra In occasione della festa, è stata allestita la mostra di architetture artistiche “L’arte si accende” di Giorgio Rocchegiani. Il 2 ottobre alle ore 17, nella chiesetta della Misericordia, sarà inaugurata l’esposizione di affascinanti opere realizzate in miniatura con i fiammiferi da cucina e che riproducono, tra l’altro, il santuario delle Grazie, la basilica della Santa Casa di Loreto, il Montirozzo di Jesi. L’allestimento è visitabile fino al primo novembre con orario 15,30-19.30 tutti i giorni e la mattina di venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 12. I gruppi o le scolaresche possono prenotare un orario diverso chiamando il parroco (0731 204967). Dopo le pesanti polemiche estive, Fini con il suo tardivo chiarimento non esclude la possibilità di dimettersi Presidente della Camera e del governo alla rottura finale La incredibile telenovela con gli argomenti addotti, estiva ha trovato il suo cul- non ha convinto della sua mine nella serata di sabato estraneità nell’intricata venscorso quando Fini, con una dita dell’appartamentino di dichiarazione personale via Montecarlo, avuto in eredità internet, ha fatto conoscere da Alleanza Nazionale alcuil suo punto di vista in me- ni anni fa – segretario Fini rito alle infinite notizie, con- – e rivenduto per 300.000 siderazioni e accuse perve- euro, una cifra modestissinute per due mesi da parte ma per alcuni (chi si è vodel direttore Vittorio Feltri, luto favorire? Il cognato?), direttore del “giornale di fa- congrua per altri in quanto miglia di Berlusconi” di pro- superiore all’originaria stima prietà del fratello del Cava- notarile. Per fugare sospetti liere. Fini doveva convincere di favoritismo verso un fagli italiani che le accuse era- miliare, Fini avrebbe dovuno legate “al metodo Boffo”, to dimostrare che l’apparcioè fondate su documenti tamento in questione non falsi allo scopo di calunniare è di proprietà del cognato come era avvenuto, sempre Giancarlo Tulliani. Non lo da parte di Feltri, nei con- ha potuto dimostrare in asfronti del direttore dell’Av- senza di documenti certi, venire, appunto Boffo. nonostante che il congiunto Il presidente della Camera, abbia sempre decisamente affermato di essere solo affittuario e non proprietario. Il lettore deve sapere che la difficoltà di conoscere il titolare della proprietà è data dal fatto che ogni operazione è avvenuta tramite società offshore le cui azioni sono al portatore e senza il nome del possessore. Proprio come avviene per i librettirisparmio al portatore (oggi aboliti in Italia): i soldi sono di chi ha il libretto in mano e va in banca a riscuotere, a prescindere da chi abbia fatto l’effettivo versamento al momento dell’apertura del libretto stesso. Si opera tramite offshore (cosa normalissima a Montecarlo) perché l’acquirente non vuol far sapere e punta ad evadere le tasse. Tuttavia Fini ha dato la netta impressione di sincerità e onestà, ma anche di ingenuità nell’essersi fidato troppo del cognato. Intende pagare tale ingenuità con le dimissioni da presidente della Camera se si dimostrerà con certezza, da future indagini, che Tulliani è il proprietario. *** Ma al di là di tutto, c’è la irrecuperabile spaccatura nel partito di maggioranza che dovrebbe reggere le sorti del governo. Una “furibonda lotta nel centro-destra” e un livello infimo del dibattito. Per le opposizioni di diverso colore si sta rischiando la crisi del sistema e della stessa democrazia. Se poi teniamo presente, solo a mo’ d’esem- pio, che in Sicilia – terra autonoma da oltre 60 anni - c’è una permanente crisi amministrativa e lo stravolgimento di tutte le forze politiche, che la disoccupazione aumenta, che Napoli torna a dare spettacolo al mondo per la sua sporcizia, che ristagnano i grandi lavori previsti e promessi, che la Confindustria sta per perdere la pazienza, che ancora si crede al Ponte sullo Stretto, che dall’opposizione politica viene soltanto disorientamento e dispersione fino al punto che il partito di maggior rilievo - il Pd – pensa solo a contestare il suo segretario, che si moltiplicano i partiti compreso il graffiante populismo di Grillo, che Bossi lavora contro l’Unità d’Italia, noi rischiamo una cronica ingovernabilità mentre diverse nazioni, bene o male, si stanno riprendendo dalla grave crisi economico-finanziaria. Non è proprio pensabile che il cittadino recuperi un pizzico di fiducia nei politici. Essi – così appare – si vendono per una poltrona qualsiasi e se ne fregano dei problemi della comunità nazionale, ingolfati come sono nel loro particulare. Qualcuno - anzi molti – predicano anche bene, ma si tratta solo di retorica. Da nessuna parte giunge la capacità di realizzare le vere riforme. E si sta affossando sempre di più la stessa ordinaria amministrazione. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 Voce della Vallesina Cultura e società 3 ottobre 2010 2 ottobre: un incontro al Moriconi di Jesi e la partita allo stadio di Moie Del più e del meno Qui Jesi, 1927... Testimonianze incoraggianti di Giuseppe Luconi Elia Pegolo, la studentessa jesina di cui si è scritto, qui, nel numero scorso, era stata un po’ anche giornalista. In uno dei suoi quaderni, nel 1927, aveva raccontato vicende di quell’anno. Riporterò alcune delle sue “cronache”, che erano anche riflessioni. Ma, prima, una rapidissima escursione sull’anno 1927, per ricostruirne l’immagine, ricordando che l’Italia, da cinque anni, era governata dal regime. In Italia, nel 1927 viene sciolta la Confederazione Italia del Lavoro; sono proibite le associazioni giovanili non fasciste; viene istituita un’imposta sui celibi; stipendi e salari sono ridotti del 10 per cento. A Jesi? Nel 1927 a Jesi viene inaugurata la Scuola Industriale; l’avv. Arturo Montagna è nominato podestà (primo podestà di Jesi); nasce l’unione Sportiva Jesi (l’attuale Jesina calcio); contro gli autisti che “spingono le loro macchine a velocità fantastiche”, in città non è consentito superare i 15 chilometri orari. Il 14 settembre muore il vescovo mons. Giuseppe Candolfi. è alla scomparsa del presule che si aggancia una delle cronache di Elia Pegolo: “Per la luttuosa circostanza della morte del vescovo nostro – scriveva il 2 ottobre - le feste francescane erano state rimandate ad oggi. Oggi, infatti, c’è stata la bella processione. Ieri sera alle ore 5 è arrivato il cardinale Mori (mons. Giuseppe Mori), accolto con dignità dalle autorità civili ed ecclesiastiche, con vivo entusiasmo della folla che, nonostante le strade fangose, è voluta accorrere a far ala al passaggio del Cardinale. “Erano 42 anni che a Jesi non veniva più un Cardinale! Le campane delle chiese, coi loro squilli argentini, lo salutarono. Io sono stata alla processione vestita di bianco con il velo in testa. Ho dimenticato una cosa importante: l’illuminazione. Un Paradiso! Bella la chiesa, addobbata con sfarzo di panneggi e drappi e luci, bella la facciata e il campanile illuminato, bella la piazza e gli orefici con archi di luce e infine belle quasi tutte le finestre addobbate con fiori, con palloncini o luce elettrica o semplicemente con tendine e tricolori”. All’inizio dell’anno, il 27 gennaio, aveva annotato: “E’ morta una monaca nel vicino convento delle Suore Carmelitane. Non c’era nessuno ad accompagnarla. C’era la confraternita con il sacerdote e basta. Nessuno, nessuno! Veramente c’era il più, perché c’era il ministro di Dio e che importa se il mondo non accorre?... Quanti mortori civili senza insegne della santa religione, quanta abbondanza di fiori e di altre cose inutili? Ma a che giova la folla dei popoli accorsi o per curiosità, o per criticare, o per dire bene e male secondo le circostanze, giammai per rispetto e preghiere….”. Il 4 settembre: “Questa mattina io e un’altra signorina (entrambe dell’Azione Cattolica) siamo andate cercando danari per le feste di San Francesco che dovranno essere addirittura splendide. Siamo andate giù al Prato e dico sinceramente: non credevo di trovare tanta squisitezza di modi in quelle persone di modeste condizioni e poco istruite. Siamo andate in una casa signorile, dalla moglie di un ragioniere, che gentilissimamente non ci ha dato nulla e ci ha chiuso la porta in faccia; così pure un’altra signora che ci ha mandato a dire dai bambini ch’ella non poteva scendere. E’ proprio vero: la gentilezza non si impara sui libri ma viene dal cuore. Non voglio dire che non ci siano eccezioni: queste sempre, ma i fatti di questa mattina parlano chiaro…”. Il Telefono Azzurro premia i lavori dei bambini Sensibili verso i più piccoli Una presenza ormai abi- a Voce il volontario Alestuale quella del Telefono sandro Orletti, il Telefono Azzurro di Jesi al Palazzo Azzurro jesino si impegna dei Convegni, durante la soprattutto per promuovere settimana delle fiere di San la sua opera di beneficienza, Settimio. In concomitanza ad esempio con la vendita con la festa del santo pa- delle ortensie, che avviene trono, anche quest’anno la annualmente in banchetti sede jesina dell’associazio- allestiti per le vie del cenne, che difende l’infanzia, tro, in ospedale o nei paesi ha organizzato una gran pe- vicini, dove abitano altri sca di beneficenza con ric- volontari. La promozione chi premi per tutti, grandi e dei diritti dell’infanzia passa bambini, i quali hanno gra- anche attraverso dito partecipando numero- la preparazione si. Non solo. Il gruppo dei dei “carnevaloni” volontari ha anche indetto nelle zone limiil concorso “Jesi, il luogo e trofe, l’attività dei le genti”, rivolto agli alunni “clown del sorriso”, di tutte le scuole primarie e che portano un secondarie, conclusosi con po’ di serenità ai l’assegnazione di coppe e bambini costretti medaglie realizzate per l’oc- nei letti d’ospedacasione. le per la malattia L’evento è servito anche per e l’organizzazione far conoscere, se mai ce ne del “Clown day”, fosse bisogno, l’attività del giorno dedicato ai Telefono Azzurro, guidato a più piccoli. Per quest’ultima Jesi da Ambra Collesi Mic- occasione i volontari, come ciarelli. Come ha riferito ha ricordato Orletti, fanno La “Rivincita della vita”, sabato 2 ottobre, con un doppio appuntamento: la mattina alle 10 al teatro Moriconi di Jesi e il pomeriggio alle 15 allo stadio “M. Pierucci” di Moie. La manifestazione fa seguito alla “Ri-Partita della vita” dello scorso anno a Moie, con la presentazione del film su don Pino Puglisi in cui Luca Zingaretti era attore protagonista e una partita di calcio. L’evento di quest’anno vuole dare risalto al calciatore Flavio Falzetti, attorno a cui sono nate le iniziative precedenti. “La vita di questo calciatore è un esempio di tenacia e di coraggio: egli riesce a trasmettere la sua carica emozionale e con la sua presenza vogliamo dare un segno di coraggio e di speranza per tutti. I due momenti proposti saranno così una occasione importante per riflettere sulla prevenzione delle malattie degli sportivi e sull’assicurazione dei dilettanti.” hanno detto gli organizzatori. Anche il comune di Jesi si è reso disponibile a sostenere questo progetto e nel coinvolgere i giovani al tema dello sport come veicolo per superare le difficoltà. L’incontro della mattina è destinato in particolare agli studenti che conosceranno l’esperienza di Falzetti e il suo modo di affrontare il tumore. Al Moriconi sarà proiettato un cortometraggio sulla vita di Flavio, sarà proposto un monologo tra il medico curante e Flavio e si alterneranno alcune testimonianze di sportivi e dell’allenatore Gianluca Fenucci. L’incontro lascerà poi spazio al dibattito. La partita Lo stadio “Mauro Pierucci” di Moie, dalle ore 15, ospiterà le tre squadre che competeranno nella triangolare. La concorrente di Miss Italia, Martina Verdini di Serra dè Conti, ha comunicato la sua disponibilità a fare da madrina all’evento. Saranno presenti Flavio Falzetti con la sua squadra di calcio “Life Ritorno alla vita Football club” composta da atleti che hanno avuto problemi con il cancro, da Damiano Tommasi che ha vissuto il suo essere campione in modo mol- giocare i bimbi che accorrono, mascherandoli da clown ed intrattenendoli con passatempi vari e con un buon servizio bar. Infine, non mancano gli appuntamenti a livello nazionale cui i vari Il concorso volontari possono parteci- È stata lei, Sara Trenta, la pare, in quanto membri di “Reginetta” della nona ediun’organizzazione encomia- zione del concorso di disebile e che merita tutto il so- gno “Jesi, il luogo e le genti” stegno possibile. organizzato dalla sezione Federico Catani locale di Telefono Azzurro; la giovanissima studentessa di 1/a media della Scuola “Savoia” non solo si è aggiudicata la coppa quale migliore disegnatrice nella sezione “scuole medie”, ma ha anche ottenuto il maggior numero di preferenze tra le 354 persone che, dopo aver visionato le quasi cento opere esposte, hanno scelto proprio la sua. Il giudizio espresso dalla Giuria del Premio, composta dagli Sara Trenta, alunna della pri- artisti Carlo Cecchi, Luima media “Leopardi” è stata gi Pennacchietti e Andrea la vincitrice del Concorso. Marconi, non lascia adito to semplice e da Giuseppe Materazzi in panchina. L’altra squadra sarà “Fuori dal set” con Luca Zingaretti e i suoi amici attori che avevano disputato la partita lo scorso anno dimostrando una grande sensibilità e generosità nell’accogliere l’invito degli organizzatori. La terza squadra “Quelli della ri-partita” è composta da giocatori locali, capitanati da Emilio Pierpaoli, e da alcuni giovani e vigili del fuoco di Pizzoli già venuti lo scorso anno per la “Ri-Partita”. L’incasso sarà totalmente devoluto alla squadra Life che continuerà a sostenere i ragazzi dell’oratorio di Pizzoli, un paesino vicino L’Aquila che ha subito ingenti danni dal terremoto. La prevendita è presso il Caffè Letterario della Biblioteca La Fornace di Moie e, il 2 mattina, al teatro Moriconi. L’organizzazione è a cura del Centro Sportivo Italiano, del Caffè Letterario, dei comuni di Maiolati Spontini e Jesi in collaborazione con Banca Marche, Unika Immobiliare e Banca di Credito Cooperativo di Falconara, Ristorante Jolanda e Croce Verde di Jesi. Il Panathlon di Ancona ha comunicato il suo sostegno al progetto. Il Caffè Letterario gestito dalla Tadamon, ha scelto anche quest’anno di continuare a sostenere i progetti nati dalla Ri-partita ed è sempre disponibile a organizzare e collaborare quando si cerca di contribuire a diffondere i valori del rispetto reciproco, della solidarietà, della promozione umana. L’assessore alla cultura di Maiolati Spontini, Sandro Grizi, ha partecipato alla presentazione della manifestazione sottolineando il diverso approccio nei confronti del cancro perché il parlare apertamente di questi problemi è molto importante così come ascoltare le testimonianze aiuta a non sentirsi soli. Bruna Aguzzi, l’assessore ai servizi sociali del comune di Jesi ha elogiato l’iniziativa: “Le istituzioni possono solo esprimere gratitudine per chi si impegna a lavorare su manifestazioni come queste che ci costringono a pensare alla malattia e al gioco forse troppo mitizzato e conosciuto per gli aspetti meno nobili. Dobbiamo sottolineare la grande generosità di tante persone che prestano la propria immagine per iniziative che scivolerebbero nell’indifferenza”. Lo scorso anno, nell’incontro che l’attore Zingaretti aveva avuto con la cooperativa sociale Tadamon e con gli amministratori locali aveva spiegato il motivo del suo impegno nella solidarietà e che tiene a mantenere il più possibile nella sfera privata: “Chi ha ricevuto tanto deve restituire qualcosa e poi, spesso, noi facciamo solidarietà divertendoci; siamo venuti qui a giocare a pallone, abbiamo fatto un piccolo sacrificio ma così possiamo stare insieme e fare del bene, in modo molto semplice.” Foto Giuseppe Papadia Nella foto l’attore Zingaretti e Andrea Gasparrini del Csi nel corso dell’incontro dello scorso anno. a dubbi; “Il lavoro – si legge nella motivazione – è molto curato nella grafica, efficace nell’aspetto e nella resa prospettica”. Un giudizio condiviso dal pubblico che sabato ha assistito alla premiazione delle altre categorie, cerimonia preceduta da un breve intervento della responsabile locale di Telefono Azzurro, Ambra Micciarelli, che assieme al consorte, Arnaldo, e ad altri collaboratori porta avanti da anni l’iniziativa di promozione della conoscenza dei diritti del bambino. Fedeli al tema proposto, la maggior parte dei partecipanti ha riprodotto le rinnovate bellezze presenti in piazza Federico II, dalla fontana dei Leoni all’aiola laterale con tanto di iscrizione in lingua araba, da alcuni particolari architettonici all’obelisco centrale, rappresentato nelle forme più singolari. Questi i vincitori nella sezione scuola elementare: 1° premio a Laura Ferretti della IV Classe della scuola Mestica, 2° premio a Giorgia Mosca della III Classe dello stesso plesso, 3° classificato Angelica Guidi della V Classe, sempre del Mestica, unico Istituto le insegnanti del quale hanno spronato gli allievi a partecipare al concorso. Nella categoria scuole medie, alle spalle di Sara Trenta si è piazzata Veronica Vivian classe 1/a scuola Savoia. s.b. Voce della Vallesina storia e arte Scusate il bisticcio (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it I FINIANI DI SINISTRA Hanno stilato una dichiarazione che attacca del PD la direzione. Chi? Veltroni, Fioroni e Gentiloni. (Son ben settantacinque le adesioni). NB - Ben 75. Se ne prevedevano al massimo 20. TESTIMONIAL D’ECCEZIONE Quasi omofonia - La pallavolo era, notoriamente, lo sport preferito di Vittorio Alfieri. - Ma va’! - Ma certo. Ne è prova irrefutabile la celeberrima frase del grande astigiano: VOLLEY, SEMPRE VOLLEY, FORTISSIMAMENTE VOLLEY. AI FIGLI DI OTTRANO Per le vie de Filottrà giorno e notte sbaia i cà e spaventa li cristià. PS – In dialetto locale il verbo sbaià equivale sia a “sbagliare” sia ad “abbaiare”. Fonte autorevole: una giovane, graziosa addetta - fino a qualche mese fa alla biglietteria dei treni di Marotta. SECOLI BUI Falso cambio di genere Tutti sanno che in passato vi sono stati, in seno alla Chiesa, momenti di grave decadenza spirituale e morale; decadenza che non ha risparmiato gli stessi vertici: mondanità, nepotismo ecc. (Il che non comporta assolutamente l’approvazione dei ben noti riformatori disobbedienti). In quei periodi furono elevati al cardinalato soggetti del tutto indegni di tale carica. Un nome tra tutti: il famigerato Cesare Borgia, detto il Valentino. Autentici farabutti, molto più meritevoli della prigione che del cappello cardinalizio. Insomma: più della xxxxxx che del xxxxxy. *** Soluzione del gioco precedente brandelli - Prandelli La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli 3 ottobre 2010 Fondazione Federico II Hohenstaufen: il Filo Rosso della Storia di iniziativa privata Il ricordo che vive oltre le parole Le parole spesso non bastano per ricordare la scomparsa delle persone più care. Quanto più un dolore è grande, tanto più è inesprimibile. Per questo sono stati brevi i discorsi pronunciati il 19 settembre per commemorare l’avv. Vittorio Borgiani, presidente per molti, eppure troppo pochi anni, della Fondazione Federico II Hohenstaufen. “Presidente ed amico. Ha lasciato una traccia profonda in chi lo ha conosciuto e nella vita culturale della città. Instancabile. Ha fatto giungere le iniziative della Fondazione Gianni Gualdoni in luoghi impensabili”. Così ha detto di lui il dott. Co- chiesa di S. Giovanni Battistantini, presidente pro sta, ha illustrato e poi esetempore. guito all’harmonium pagine Alle sue parole si sono ag- rarissime di autori spagnoli, giunte quelle pronuncia- inglesi, tedeschi compresi te con voce commossa da tra il XII° e il XIV° secolo, Franca Tacconi, direttrice perciò anche contemporadel Centro Studi Federicia- nei di Federico II: brani dini: “Si scade nella retorica versi, che rallegravano feste a parlare di un personaggio all’aperto o incontri consimile. Ogni definizione ri- viviali; semplici, d’improvsulta inadeguata. Ricordo visazione, appena ritmati tanto di lui, in particolare o vagamente malinconici. la fine ironia con cui tratta- Evolvendo nel tempo alcuni va qualsiasi argomento. La verranno ripresi ed elaboramanifestazione di oggi è sta- ti dalla musica sacra, altri ta voluta per lenire il gran- si trasformeranno in danze: de dolore di averlo perduto”. addirittura, nel più tipico Di questa significativa cele- ‘saltarello’. brazione commemorativa Il secondo excursus era riha spiegato poi il titolo e servato esclusivamente a lo svolgimento. Come ‘Filo musiche del XVIII° secolo. Rosso della Storia’ si è inteso “Allora la musica entrava definire l’ideale legame che in tutte le case nobiliari”, ha può raccordare passato e ricordato Gianni Gualpresente, richiamando ogni doni che ha collaborato ad spazio in cui Federico II la- organizzare la manifestasciò un segno e il profondo zione. Ha aggiunto: “Oggi radicamento nel territorio occorrerebbe riproporre non del ricordo dell’Imperatore. in modo occasionale, ma riSi è data quindi voce alla corrente e negli stessi luoghi musica, tracciando simbo- la musica dell’epoca”. Quei licamente due excursus. Nel concerti ha richiamato il M° primo Mariella Martelli, Andrea Zepponi che ad un Maestro di Cappella della elegante clavicembalo, copia di uno strumento francese del ‘700, ha brillantemente interpretato pagine di autori italiani della seconda metà del XVII° secolo: di D. Zipoli, di A. Marcello (famosissimo l’adagio del suo ‘Concerto in Re min.’) e alcune, Augusta Martelli d’esecuzione acrobatica, di D. Scarlatti nelle quali sono riconoscibili echi di chitarre e di mandolini napoletani. Altri due autori ancora: G.B. Cervellini che offre un omaggio a Pergolesi citando lo ‘Stabat’ nel suo ‘Allegretto in Re min’ Andrea Zepponi e il protoromantico G.B. Platti. Non minore interesse ha suscitato in quanti, numerosissimi, erano presenti alla manifestazione la mostra visitata nell’atrio di Palazzo Baldeschi Balleani e allestita grazie alla collaModello di Jesi di Gianfranco Colocci borazione dell’Archeoclub di Jesi, alle ricerche esemplari ornitologici; Giustoriche di Mario Livieri lia Marozzi e lo Studio Foe ad artigiani ed artisti che tografico Ubaldi che hanhanno offerto materiali no esposto rispettivamente espositivi diversi: Marco alcuni disegni tratti dal ‘De Moretti, Luciano Bologni- arte venandi cum avibus’ e ni e Gasparroni Enrico che una collezione di foto dei hanno realizzato in ferro palazzi storici di Jesi. Molti battuto l’albero genealogico dunque sono stati coinvoldi Federico II; Gianfranco ti nel nome di Federico II e Colocci che ha costruito un nel ricordo di chi con granmodellino di Jesi; Manlio de fervore di iniziative tanto Montesi, autore de una se- interesse intorno a lui è riurie di scudi con stemmi aral- scito a suscitare. dici; Carlo Alberto Raffaeli Fotoservizio che ha presentato diversi Augusta Franco Cardinali I santi I santi sono coloro che cambiano il mondo in meglio, lo trasformano in modo duraturo, immettono le energie che solo l’amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I santi sono i grandi benefattori dell’umanità! Benedetto XVI, dal discorso all’udienza generale del 15 settembre 2010, da “Avvenire” del 16 settembre, p. 21. La Pulce Tempo fa un pensionato in vena di ricerche genealogiche, chiedeva notizie all’archivio della cattedrale su parenti vissuti a metà 800. E forniva fra le altre referenze quella di un tale canonico di cui sapeva che morì di tetano in seguito a puntura d’ago mentre insegnava ricamo alle migliori signore della città”. Bei tempi, quelli. Ma non disperiamo: a volte ritornano. Il Ferrini ricomincia gli incontri L’8 ottobre con il beato Il circolo Contardo Ferrini di Jesi inaugura l’anno sociale 2010-2011 con la conversazione dell’ins. Jole Ciarmatori. Venerdì 8 ottobre alle ore 16,30 presso la sede del museo diocesano, in piazza Federico II, la relatrice proporrà una riflessione sul tema: “L’attualità della vita e le opere del beato Contardo Ferrini”. Sono invitati i soci, gli amici e quanti desiderano conoscere la vita del famoso giurista. 3 Festeggiato con un Concerto Lirico il restauro del monumento …E Pergolesi, sotto le stelle, ascoltava Conclusione appropriata alla circostanza il Concerto Lirico presentato la sera del 19 settembre a San Nicolò. Fuori era il monumento candido appena restaurato di Pergolesi al quale poteva idealmente giungere l’eco della sua musica. La eseguivano, nella chiesa vicina, cantanti e professori d’orchestra del Progetto Sipario: giovani, promettenti, ben preparati, così come sarebbe piaciuto anche al compositore. Tutto incentrato su arie tratte da ‘Il Flaminio’ il programma, opera gioiosa e sentimentale illuminata a tratti da bagliori drammatici. Cinque gli interpreti nei ruoli di personaggi diversamente caratterizzati: Maria Abbate, soprano (Agata); Yelizaveta Milovzorova, soprano (Checca); Miriam Artiaco, soprano (Flaminio); Mariangela Marini, mezzosoprano (Giustina); Giampiero Cicino, baritono (Vastiano). Il giovane M° Giorgio Paronuzzi ha tenuto rigorosamente il controllo del complesso cameristico composto da sei valenti strumentisti: Roberta Marzoli e Silvia Stella (violini); Fabio Cappella (viola); Paola Stizza (violoncello); Filippo Macchiarelli (contrabbasso); Saverio Rovetta (clavicembalo). Per i numerosi spettatori, tra i quali si contavano i soci del Lions Club di Jesi, generoso sponsor del restauro del monumento, si è trattato di un’esperienza anche rivelatrice essendo l’opera come riguardata e messa a fuoco a distanza ravvicinata. Ci si è resi conto così del segno originale della comicità di Pergolesi che con divertimento descrive le buffe schermaglie amorose di Checca e Vastiano; dello slancio anche e dell’emozione con cui il compositore riesce a descrivere passioni tempestose o teneri affetti. É apparso però non meno evidente come nel Progetto Sipario si sia lavorato con molta serietà e come vincente possa essere una scommessa che, puntando sui giovani, alimenti di nuova linfa il teatro del futuro. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto da sinistra Yelizaveta Milovzorova, Giampiero Cicino, Giorgio Paronuzzi, Maria Abbate, Mariangela Marini, Miriam Artiaco. 40 anni di grotta Il Gruppo Speleologico CAI Fabriano festeggia i 40 anni di attività con una settimana densa di appuntamenti. Gli anni della fondazione, infatti, sono stati quelli in cui sono avvenute le scoperte più esaltanti, nelle quali il Gruppo ha avuto un ruolo determinante. Dal 2 al 9 ottobre a Fabriano, mostre fotografiche e convegni ripercorreranno i momenti salienti dell’attività del Gruppo, con autorevoli relatori che si soffermeranno sul valore scientifico delle scoperte e attraverso le parole e gli scritti degli stessi autori e testimoni di questi emozionanti momenti. Sabato 2 inaugurazione della mostra fotografica e delle attrezzature speleologiche “40 anni di grotta” che si terrà dalle ore 10 alle 20 nel Loggiato San Francesco per proseguire poi domenica (dalle 10 alle 20) e tutti i giorni, sino al 9 ottobre, al Ridotto del Teatro Gentile (dalle 18 alle 20). Presso l’Oratorio della Carità si terranno tre convegni: il 7 ore 21,30 il geologo Sandro Montanari parlerà di “Speleologia e ricerca scientifica”; l’8 ore 21,30 il Gruppo presenta “Immagini dal mondo ipogeo”; il 9 ore 17 alcuni dei protagonisti parleranno della speleologia di questi 40 anni ne “La storia del Gruppo, le esperienze si raccontano…”. 4 San Giuseppe: i giovani si domandano… “Una comunità che non si lascia interrogare dai giovani rischia di morire”. Una provocazione, del parroco don Giuliano Fiorentini, stimolato da Gloriano Paoletti a proporre l’incontro di due giorni al Beato Parola. Recepiscono solo i peccati di cui è composto. I peccati degli uomini della Chiesa, che con la sua struttura ha forse troppo istituzionalizzato la Parola togliendo l’alone della profezia e della spiritualità, separando la religione dalla spiritualità. Quello che Angelo di Cupramontana. sulla realtà giovanile della parrocchia di San Giuseppe. La domanda: quanto è distante nei giovani la separazione tra il corpo e lo spirito, anche in quelli che frequentano la parrocchia? Alcuni di loro sono impegnati nei vari gruppi, altri sono frequentatori del circolo ricreativo. C’è chi vive un percorso di fede e chi è lontano. “Come arrivare ai cuori dei giovani?” L’interrogativo di Gloriano che, da cristiano, partecipa a un gruppo di ricerca biblica mentre a pochi passi da lui ci sono i giovani nel circolo, lontani dalla sua tensione e dalla sua spiritualità. Come trasmettere il Messaggio che, se viene proposto nel modo giusto, può centrare il loro interesse. In quali termini? La società sta cambiando velocemente. Nel corso della due giorni sul tema “Una comunità cristiana che non si lascia interrogare dai giovani rischia di morire” si sono alternate diverse relazioni, introdotte dal Vescovo, tra cui quella di un dirigente del Centro Sportivo Italiano, Michele Marchetti. I mezzi di comunicazione di massa hanno più presa sui giovani, addirittura possono influire sulle loro idealità, incanalandoli in una società funzionale ai consumi. Quando si toglie l’utopia del pensare, del filosofeggiare, del credere, si toglie l’anima all’uomo. Non meraviglia quindi il calo di tensione spirituale nelle nuove generazioni. Oggi la religione non attrae più i giovani. Marchetti ha presentato alcuni sondaggi dai quali è risultata evidente la distanza tra l’esigenza quotidiana e la tensione religiosa di speranza. Domandiamoci il perché. “Eliminiamo il pulviscolo che avvolge il Nucleo che è la parola di Gesù” ha detto ai presenti il giovane Francesco Collamati. Identifichiamo il pulviscolo, perché a coloro che ci si imbattono impedisce di arrivare alla separa è la credibilità della religione nei confronti della realtà che vivono. I giovani tra il “dire e il fare” hanno recepito che anche chi profetizza una società della fraternità e dell’amore, viene coinvolto nel “fare” che inevitabilmente è fatto di compromessi, di potere e perde quella profezia che diventa l’identificazione dello stare perché si affida al Messaggio. Una società che ha sempre meno bisogno della spiritualità perché ingloba meglio l’esigenza del corpo che non vuole “pensare” ma solo “consumare”. I giovani, spesso confusi, si rifugiano nell’individualismo, perdendo l’utopia del cambiamento, diventando talmente realisti senza dubbi e pensieri. La testimonianza è un valore se si affida alla Parola. Deve essere però percepita come vera, diventare carne nella storia. Oggi le sicurezze di un tempo non ci sono più. I luoghi (la famiglia, la scuola, la parrocchia, il quartiere) sono diventati limitati perché al giovane basta andare in Internet e trovare il mondo. Le famiglie di un tempo che educavano ai valori, difendevano dall’esterno, formavano le coscienze si trovano ad affrontare la nuova generazione smarrita, sola e senza strumenti. Per questo dobbiamo coinvolgere i giovani dando loro quella spiritualità che cercano, perché il mondo delle cose e dei desideri non riesce, nella sua aridità, a rispondere a domande di senso che sono fatte di speranza. Dobbiamo andare ad evangelizzare i giovani con la speranza, mettendo in positivo la vita, dandogli valore, morale e spirituale E questo lo si può fare solo intercettando le loro domande di senso. Le loro domande coinvolgono l’oggi. Il loro domani parte dall’oggi! Ora i giovani hanno necessità di speranza. Non domani! Domani potrebbe essere troppo tardi... Remo Uncini di Remo Uncini Voce della Vallesina attuALITà 3 ottobre 2010 Il panorama avvilente dell’informazione religiosa di Riccardo Ceccarelli Quando prendo in mano “Avvenire” vado subito all’ultima pagina, all’ultimo articolo del giornale: c’è una rubrica “lupus in pagina Rosso Malpelo” di Gianni Gennari. Vi si sbugiardano gli errori, le disinformazioni, le balle che si sono scritte, in genere sui giornali del giorno prima, in materia religiosa e dintorni. C’è da farsi una “cultura” sul livello di preparazione di tanti giornalisti, commentatori, opinionisti gettonati ed applauditi. Possiamo dire che Gianni Gennari riveste, nel campo dell’informazione religiosa, il ruolo di Mauro della Porta Raffo, chiamato “il gran pignolo” proprio per fare “pelo e contropelo” all’informazione giornalistica che non di rado cade in errori pacchiani che non sono sviste, lapsus, disattenzioni o, come si diceva una volta, refusi di stampa. Nel 2006 raccolse i suoi interventi in “Dieci anni di pignolerie” (Edizioni Ares), un libro più che divertente, da leggere tutto d’un fiato per rendersi conto del “livello” di cui sopra. È ovvio che si possa incorrere in qualche errore quando si scrive, non si può essere informati di tutto, ma insistervi e continuare come nulla sia capitato, far finta di nulla, non dare ai propri lettori alcuna rettifica dopo magari che altri, su altri giornali, hanno rimarcato l’inesattezza, è segno di supponenza e, non vorrei dirlo, anche di malafede. L’informazione è libera, è vero, ma la disinformazione, credo, non possa avere pari cittadinanza. Gianni Gennari, oltre che giornalista, è scrittore e teologo, è stato per anni docente universitario: per lui non è difficile cogliere le incongruenze in ambito dell’informazione religiosa che vengono gabellate come verità e bevute dai lettori senza alcuna difficoltà, garantite magari solo da una firma “illustre”, il cui nome, diventato appunto garanzia, può permettersi di dire e affermare quello che vuole. Due aspetti mi sembra di intravvedere in questa situazione. Spesso l’informazione religiosa è ideologica, cioè si applica la propria “ideologia”, la propria visione delle cose, spesso il pre-giudizio, alla religione e ai fatti religiosi, essi vengono letti con lenti colorate se non con forte ristrettezza di vedute. Si dà così importanza ad aspetti secondari se non marginali più che ai contenuti di idee e di valori (dialogo di fede e ragione, speranza per i giovani, società sempre più ingiusta) come è stato fatto da alcuni quotidiani nel recente viaggio del Papa nel Regno Unito o addirittura, nei suoi messaggi o discorsi, evidenziando particolari ininfluenti o distorcendo il senso delle sue parole, come di recente nel messaggio per la giornata della gioventù del prossimo anno, quando hanno Un perché per Terre Elementari messo in bocca al Papa la relazione tra il posto fisso di lavoro e la fede in Dio e come quest’ultima fosse più importate del lavoro. Non si sa qualche volta se hanno capito, se non hanno voluto capire e se hanno fatto finta di capire, o se c’è, come già detto, malafede. Molti di loro spesso “sanno in anticipo ciò che vogliono capire, e soprattutto ciò che non vogliono”. Libertà di opinione, di informazione, di lettura, ma anche libertà di dire che queste non sono esatte o non corrispondono del tutto al vero. Poi da sottolineare una forte dose di ignoranza nell’informazione religiosa, proprio nel senso di non conoscere sufficientemente le cose di cui si scrive, sia dei particolari come delle cose essenziali. Eppure dovrebbero sapere se fanno quel mestiere ed essere pure precisi se vogliono farlo bene. Ma si sa che l’informazione religiosa non è il “forte” di chi la fa né di chi la legge, così di strafalcioni se ne possono dire e bere a bizzeffe. Però chi la fa ha un dovere in più, quello di non dire stupidaggini. Ci sono, è vero, lodevolissime eccezioni, ma il panorama non è di molto conforto. Vogliono mettere la Bibbia come libro da studiare nelle scuole. Fosse la volta buona, almeno per la religione cristiana ci sarà occasione di meglio informarsi e di capire un po’ più la nostra cultura che in quel libro ha non poche radici. PILLOLEdiRISORGIMENTO le “tre fiere” Durante le “tre fiere di san Settimio” la nostra città aumenta l’offerta commerciale ambulante e le strade e le piazze si riempiono di persone, provenienti anche dal circondario. É un fenomeno sociale – anche se circoscritto ad un territorio locale – che si ripete da tanti anni. Venerdì 24 settembre, alle ore 18 circa pioveva e, comunque, la gente apriva l’ombrello e proseguiva il suo “pellegrinaggio” tra la bancarelle, al solito lento passo. Un passo dettato dalla curiosità e dalla voglia di comprare o non comprare. Oppure dettato dai capannelli di persone che sceglievano un luogo per scambiarsi le ultime novità o fare un piacevole gossip. Niente di nuovo, sto ripetendo un ritornello che conoscono tutti – soprattutto i miei due lettori (Lucio e Roberto) – e rischio decisamente di sprecare il mio e il tempo altrui ( in più anche lo spazio di “Voce”…). C’è però un motivo – il motivo – per cui ne scrivo e che sta alla base di queste righe: mi chiedo perché. Perché tutta quella gente affolla le strade: sapendo di trovare cose che trova un po’ dappertutto e soprattutto anche durante le settimane di tutto l’anno. A parte qualche oggetto particolare (stracci per pulizia miracolosa, solventi killer per lo sporco, affetta tutto etc.) le ban- carelle espongono prodotti che non sorprendono quasi più nessuno. E allora perché tanta gente si precipita a fare una lunga passeggiata (faticosa…) tra due ali di bancarelle colorate e luminose? Il fascino del vendere/comprare, il fascino del suk mediorientale, il fascino della tradizione secolare… che resiste e resiste e resiste. In piazza del Duomo e nel centro storico c’è il wireless (ovvero una tecnologia che permette di collegare il proprio computer a internet stando all’aperto) ma la tradizione delle tre fiere resiste. Ci deve essere un perché profondo che non appartiene alla novità tecnologica. La ricerca di questo perché me la porto tra i pensieri che mi accompagnano fuori dalle tre fiere, lungo il tragitto verso la prima periferia urbana, dove le bancarelle hanno solo l’eco dei sapori e degli odori e la luminescenza delle luci colorate e fitte lungo il percorso del mercato all’aperto. Lungo il tragitto sento che le strade sembrano improvvisamente buie, come spente. Giro lo sguardo attorno e scopro di essere quasi solo a camminare. Ecco, forse non c’è più la luce di tanta gente, la “luce degli altri” che illumina le strade e invita seduttivamente a partecipare a questo evento. Forse è una risposta al mio perché. Una risposta semplice. La scoperta dell’acqua calda, direbbero i miei due lettori (Lucio e Roberto) che abitano il centro storico e assaggiano più di me, ogni giorno, il vuoto e il pieno, passando dalla “luce degli altri” lungo corso Matteotti ai vicoli laterali. Chiedo scusa, sono arrivato tardi a capirlo. Silvano Sbarbati Negli anni tra il ’46 e il ’48 dell’Ottocento e nonostante la “crescita dell’industria”, in Europa insorgono seri problemi economici che bloccano lo sviluppo, abbassano la qualità della vita e creano malcontento. Di fatto il problema era solo uno: l’impossibilità di commerciare quanto veniva prodotto. Se da un lato lo sviluppo industriale aveva accresciuto la quantità e la qualità dei prodotti, dall’altro i lavoratori - sia agricoli che urbani - non potevano permettersi più di quanto strettamente necessario alla sopravvivenza tanto che, nella stragrande maggioranza dei casi, i salari erano destinati totalmente all’acquisto di generi alimentari. A quel tempo il sistema economico andava producendo più di quanto il “consumatore” potesse consumare. La sovrapproduzione stava frenando il mercato e ad essere penalizzato di più era il “mondo agricolo”. Contrariamente a quanto avvenuto nel settore industriale, in agricoltura le tecniche rimanevano arretrate e la capacità produttiva scarsa. Complici due anni di carestie (1845-46), i prodotti agricoli cominciarono a scarseggiare ed i prezzi a salire. Nel biennio 1846-1847, ad esempio, diminuirono gli acquisti di merci di cotone e con quella fibra si producevano i tessuti, i più indispensabili dopo gli alimentari. I magazzini si riempirono di merci invendute e molti opifici furono costretti a chiudere. Finanzieri e commercianti spesero ingenti somme per acquistare generi alimentari in paesi dove costavano di meno. Derrate che tentarono di rivendere sui mercati europei dove i prezzi continuavano a salire. Ma anch’esse rimasero invendute perché i salari della popolazione non potevano competere con quei prezzi, gravati dai costi di trasporto. Il capitale esistente, speso all’estero, diminuì. Per la sovrapproduzione, quindi, e per la successiva mancanza di capitali la crisi si aggravò e le ancora fragili strutture dell’economia europea subirono un duro colpo. Così tra gli imprenditori fu il panico, tra i salariati sommosse e tumulti. Massimo F. Frittelli CONTINUA 2 Voce della Vallesina ECOLOGIA La prima Giornata per la Salvaguardia del Creato anche a Jesi 10.10.10: una festa per vivere Qualcuno forse ricorda il precedente articolo (del 19.IX.2010) sul tema dell’ecologia. La proposta ivi contenuta era chiaramente ironica e impertinente: quella di chiedere all’ONU (più precisamente all’Unesco) di dichiarare “Tabano” (amena contrada rurale nei pressi della città) quale “patrimonio universale dell’umanità”. Un sito da salvaguardare, insomma, al pari delle Dolomiti, del Gran Canyon, della Valle dei Tempi e robette consimili. Solo che pochi giorni fa ho notato con sorpresa e piacere che ad accorgersi della bellezza (certo non travolgente, ma dolce e riservata, come la ben nota “ritrosìa marchigiana”) del luogo non è stato soltanto il sottoscritto. Mi è infatti capitato, gironzolando da quelle parti, di imbattermi in un tabellone in legno, come quelli in uso nei parchi, in cui si illustra- va in italiano e che vorremmo proporre a quanti in inglese (anche intendono celebrare in diocesi di questo è un se- Jesi la prima (per noi: in Europa è la gno delle chances quinta!) Giornata del Creato (qui a di Tabano sulla fianco il programma). In un giorno scena mondiale) del calendario che, per giunta, dal un progetto di punto di vista numerico (ma non valorizzazione c’è niente di esoterico o magico!) e salvaguardia si ricorda bene e speriamo pure della zona. Si è che “porti bene”: 10 (giorno), 10 trattato di una (mese), 10 (anno: 2010)! Ecco duniniziava portata que cosa proponiamo. Al mattino avanti dalla se- si comincia con la Messa, presieduzione locale del ta dal nostro Vescovo, ore 11,30 ai FAI (Fondo am- “Paolotti” (all’arco Clementino). La biente italiano) chiesa non è grande, ma per questo in collaborazione primo anno dobbiamo accontencon il Comune di tarci così. Oltre a parrocchiani (in Jesi, per iniziativa quel giorno inizia anche l’annuale della prof. Elisabetta Lombardi che festa della Comunità) e simpatizvi ha coinvolto nell’anno scolastico zanti, sono particolarmente invitate 2009/10 la IIIA (di cui si elencano le associazioni “ambientaliste” rapgli alunni) del nostro Liceo Scienti- presentate in città. Ognuna delle fico (per ulteriori informazioni ve- quali, all’inizio potrà fare una bredere www.ilnostropaesaggio.it). E vissima presentazione di programgiù si elencano le caratteristiche del ma e proposte da attuare in loco paesaggio e le iniziative di valoriz- nel 2010/11. Alla fine della messa zazione. Come, ad esempio, quella il Vescovo consegnerà il messaggio di posizionare ogni 2,2 km dei car- papale della Giornata della pace del telli illustrativi lungo un itinerario primo gennaio 2010 che quest’anno già segnalato e chiamato “Percorso verteva proprio sul nostro tema: “Se di Gorgolungo”. Nome pittoresco ed vuoi la pace, custodisci il Creato”. espressivo che indica un modesto Da notare che analogo messaggio fossato della rispettabile lunghezza, hanno scritto pure i vescovi italiani però, d’una decina di chilometri e per questo primo settembre. I quali che incide quelle collinette per poi al tradizionale binomio di impegno gettarsi nell’Esino. Ebbene, mi son della Chiesa per la “Giustizia e la detto, sarà proprio questo percor- Pace” hanno aggiunto pure quello so chiamato un po’ pomposamen- della “Salvaguardia del Creato”. Con te “Anello di Gorgolungo” (da non tutti gli uomini e le donne di buona confondere con l’assonante wa- volontà. gneriano “Anello dei Nibelunghi”!) Don Vittorio Magnanelli 3 ottobre 2010 V GIORNATA DEL CREATO (la prima volta nella diocesi di Jesi) DOMENICA 10 OTTOBRE Ore 11,30: chiesa di San Francesco di Paola (all’arco Clementino), S. Messa presieduta dal nostro Vescovo; all’inizio le associazioni ambientaliste esporranno brevemente per la nostra zona programma e proposte per il 2010/11; alla fine il vescovo Gerardo consegnerà il messaggio del Papa per la giornata della pace 2010: “Se vuoi la pace, difendi il creato”. Ore 15,00: percorso a piedi dell’ANELLO DI GORGOLUNGO Lunghezza km 5, interamente su strada asfaltata Tempo: circa 2 ore Partenza: presso rotatoria in fondo a via Coppi (oltre chiesa s. Massimiliano Kolbe) davanti il vivaio “Maurizi Garden”, dietro la pista pattinaggio. Prevista breve sosta al monumento ai fucilati del 20 giugno 1945 Portare: scarpe comode, K-way, qualche bevanda e/o merenda per sosta a metà del cammino; camera digitale per riprendere scorci pittoreschi (eventualmente da proiettare poi su schermo grande); zainetto e/o sacco per ripulire i bordi della strada da qualche “cartaccia” (e guanti di gomma per i più delicati). Il cammino sarà effettuato con qualunque tempo e numero di partecipanti. No telefonini, auricolari, contapassi, ecc. Si comunica che sono state recentemente realizzate al piano terra e al primo piano di Palazzo Bisaccioni (Piazza Colocci n. 4 – piazza ove è sita la Biblioteca Comunale) due sale museali, la prima per l’arte contemporanea e l’altra per l’arte antica e moderna. La visita, con l’illustrazione della guida, è gratuita e per ottenere il giorno e l’ora dell’attuazione della stessa basta semplicemente telefonare al numero della Segreteria: 0731/207523 (n. 4 linee) 5 6 3 ottobre 2010 bambini e computer Corso per le coppie di animatori commissione diocesana per la pastorale familiare Il dono dei coniugi Domenica 19 settembre, presso il Seminario, è ripreso, dopo la pausa estiva, il corso “Verso l’amore coniugale” per le coppie che accompagneranno, nella nostra diocesi, i fidanzati al matrimonio. Il tema di riflessione è stato presentato dal vescovo Gerardo, il quale ha tenuto a precisare per prima cosa che la proposta del matrimonio cristiano è una scelta ben precisa e delimitata da tutte le altre possibilità di poter rendere pubblico l’amore tra due persone. Infatti, mentre non si richiede un particolare cammino né per la convivenza (unione naturale), né per il matrimonio civile, per quello che riguarda l’unione religiosa è fondamentale la chiamata, la vocazione a seguire Cristo nel sacramento. Se l’elemento che oggi viene considerato maggiormente, anche nelle cause di annullamento, è quello del consenso, la vocazione deve assumere una forza maggiore. Non si può accedere a questo sacramento senza essere coscienti di quello che si fa, del fatto che nell’unione gli sposi rendono presente il Cristo e che il loro amore non è altro che l’incarnazione del rapporta tra Cristo e la Chiesa. Giustamente, con un confronto interessante, il Vescovo ha fatto un parallelo tra la celebrazione dell’Eucarestia e l’amore dei due coniugi. Il sacerdote nel momento della consacrazione dice: “Questo è il mio corpo e il mio sangue” non riferendo il discorso a sè, ma parlando in nome di Dio; allo stesso modo i coniugi cristiani, nel loro rapportarsi, celebrano l’Eucarestia dell’amare. Cristo muore e risorge nella vita non solo sull’altare ma anche nella relazione di due persone che, in forza del sacramento, diventano un solo corpo-donato. Tenendo conto di questa grande verità mons. Gerardo ha indicato i due aspetti fondamentali della vocazione al matrimonio: il dono e la missione. IL DONO: il fatto che si siano persone che scelgano di vivere pienamente il sacramento matrimoniale fino a poter dire: “Io sono Cristo amore”, fa sì che nella comunità questa unione diventi presenza di grazia. Non possiamo dimenticare il fatto che la famiglia deve essere all’interno della parrocchia la “Chiesa domestica”. Come Cristo ha le tre caratteristiche di essere Profeta, Sacerdote e Re, allo stesso modo anche la famiglia deve essere: Profetica, nell’ascoltare la parola di Dio, nel viverla e soprattutto nel dare esempio, come primi annunciatori, ai loro figli. Una famiglia che non legge e non vive la Parola di Dio non è più dono. Sacerdotale, in quanto per vivere una vera vita cristiana non si può assolutamente fare a meno della preghiera. Questa deve essere presente nella vita di coppia, nella vita singola del coniuge, nella vita di ogni giorno con i figli e deve essere nutrita dall’Eucarestia e dal sacramento della riconciliazione. Il Vescovo faceva notare che negli incontri con i cresimandi alla domanda: “Preghi?”, il 90% ha risposto che non prega mai, perché nelle famiglie non si prega. Non ci si può sposare in chiesa e poi non battezzare i propri figli. Regale, intesa come Cristo ha vissuto la sua regalità, come servo, pastore, crocifisso. Tutto ciò viene descritto bene dall’inno all’amore di San Paolo (Cor. 13, 4-8.13), dove troviamo gli elementi dell’amore “eterno” per far sì che la famiglia viva quei fattori che la rendono punto di riferimento per il mondo. LA MISSIONE: La famiglia deve essere chiamata a diventare ciò che deve essere. Gli sposi sono Cristo, sono chiamati a vivere Cristo-Sposo: allora il matrimonio cristiano riceve la luce dal Matrimonio di Cristo e per questo è amore indissolubile, fedele e fecondo. Amore Indissolubile: quando si ama come Cristo non si fa una scelta irresponsabile, ma si inizia un cammino che permetta all’amore di non finire mai; il matrimonio non è una gara a prendere ma a donare e per far questo è fondamentale il dialogo. Amore Fedele: è sapersi mettere davanti all’altro nella totalità, l’amore vero non può prendere una parte di noi stessi ma deve essere donazione, accettazione, sacrificio, rispetto e soprattutto non deve mai accontentarsi della mediocrità. Amore Fecondo: quando si ama non si può essere egoisti e tenere questo dono solo per sé, ma si dona nella vita. L’amore vero è fecondo e Dio ricambia in abbondanza. Il sacramento del Matrimonio ha un valore salvifico grande che fa vivere la realtà della fede e dell’amore in Cristo a quelle coppie che sanno realizzarlo in Lui fino in fondo: “Possa levarsi piena la voce giubilante dello sposo e quella della sposa, e i cori gioiosi di chi alla loro gioia si accompagna. Benedetto, o Signore, che rallegri lo sposo con la sposa” (Turoldo). Marco Mazzanti Voce della Vallesina psicologia e società di Nostro figlio Leonardo ha dodici anni. Per i compagni, gli insegnanti, i parenti lui è ‘il ragazzino elettronico’! Pensi che era venuto a casa un tale per offrire un corso sull’uso del computer e quando ha parlato con nostro figlio è rimasto di stucco: ha detto che ne sapeva più di lui! È proprio un mago del computer. Ora, però, a scuola è venuto uno psicologo che, parlando con noi genitori, ha evidenziato come i ragazzi possono correre grossi rischi entrando in certi siti come Facebook, Youtube, Messenger, le chat e altre robe simili. Noi non ci capiamo niente in tutto questo, ma siamo tranquilli perché lui sa fare molto bene ed è intelligente, sa che ci sono pericoli, i virus e tutto il resto. Che ne pensa lei? Le parole dello psicologo a scuola ci hanno preoccupato… Anna e Mario Cari genitori, credo proprio che lo psicologo avesse ragione! Voi lascereste vostro figlio in giro per la città alle due di notte, da solo? Certo che no. Girare su internet, da solo, a dodici anni, non è molto diverso dall’andarsene a passeggio, da solo, alle due di notte in una grande città. Mi dite che Leonardo è ‘un mago del computer’. E ci credo. I nostri bambini e i nostri ragazzi ci sono nati con queste tecnologie e sono molto più abili di noi adulti nell’apprenderne l’uso. Ma un conto è saper usare uno strumento, dal punto di vista tecnologico. Un altro è l’uso concreto che se ne può fare. Un computer è una porta sul mondo: da una porta si può uscire e andare dovun- Federico Cardinali que; attraverso una porta può entrare chiunque. Ora immaginate che vostro figlio sia un appassionato di meccanica e che conosca tutto di un’automobile: motore, carrozzeria, impianto elettrico. E ogni volta che succede qualcosa alla vostra auto, lui sappia subito individuarne la causa. Prima ancora, e più rapidamente, del vostro meccanico. Lo diremmo ‘un mago dell’automobile’. E lo guarderemmo con meraviglia e, perché no, anche con un pizzico di orgoglio. Ma dareste la vostra auto in mano a Leonardo perché, da solo, si faccia un bel viaggio? Penso proprio di no. Perché no? Proprio perché voi per primi vi rendete conto che una cosa è la conoscenza della tecnologia che fa funzionare bene l’automobile, altra cosa è la maturità necessaria per farne un uso corretto. Anche per il computer è un po’ così. Chi non ha una conoscenza anche elementare di questo strumento, spesso è affascinato da chi ci si muove con buona libertà. E, soprattutto, non si rende conto delle potenzialità di una ‘macchina’ di questo genere. Proviamo, allora, a guardarla un momento questa macchina. Subito ci accorgiamo che, quanto ci offre, possiamo racchiuderlo come in due grossi capitoli. Il primo. È uno strumento che può aiutarci in tanti nostri lavori. Scrivere, disegnare, preparare lezioni per la scuola, relazioni da presentare a una conferenza o a un convegno di studi. Ci offre anche la possibilità di i floppy da 5”! passarci del tempo libero, di Il punto sul quale vorrei rigiocare. Ci facilita, insomma, chiamare la vostra attenzioin tante nostre occupazioni, ne è uno soltanto. Che sapsia di lavoro che di relax. piate distinguere bene cosa Il secondo. Collegato alla significa saper usare una rete (internet) diventa una macchina dal punto di vista porta-finestra con il mondo. tecnologico, e cosa significa Sul nostro monitor possia- saper usare una macchina mo incontrare di tutto e tutti. dal punto di vista della maInviare e ricevere posta con turità intellettiva e affettiva. chiunque e da chiunque. En- Un ragazzino di dodici anni trare in contatto, parlando e - ma uno di quindici o di divedendoci, con chi sta dall’al- ciotto - può essere un genio tra parte del mondo. Visitare per le conoscenze tecnologiluoghi (siti) ricchi di storia, che. Ma non ha la maturità di cultura, di tutte le bellezze necessaria per valutare, constraordinarie di questo no- sapevolmente, l’uso che ne stro mondo. Fare ricerche su può fare. argomenti di studio, di curiosità, di cultura. Qualche consiglio pratico. Ma possiamo anche entra- Fissategli, nella sua giornare in contatto anche con chi ta, un tempo massimo da dice di essere una persona, passare davanti al computer, mentre in realtà è un’altra, trascorso il quale, deve chiuentrare in luoghi di malaf- dere. Non lasciatelo mai da fare, di vendita di sostanze solo davanti al suo pc. Voi pericolose, di sesso a buon non potrete stare sempre lì, mercato, di pornografia. E di naturalmente. Allora mettepedofilia. E non è che chi vo- te il computer nella stanza in lesse approfittare di un bam- cui ci sono anche gli altri delbino, entrandoci in contatto, la famiglia, in soggiorno, per gli dice: “Ciao, io sono un pe- esempio. Se, invece, l’avete dofilo. Vuoi fare dei giochini già collocato nella sua stansessuali con me?”. za, che lasci sempre la porta aperta: lui deve sapere che la Cari genitori, mi dite anche mamma o il babbo possono che vostro figlio ha un pro- sempre guardare ciò che sta filo su Facebook. Avete visto facendo. Leggete la sua corche cosa ha messo in rete per rispondenza. Controllate i presentare sé stesso? Qua- siti che frequenta. Ma lui ha li foto, per esempio. Quali tutte password! Eh, ve le fate recapiti: indirizzo, telefono? dare. Chi sono i suoi ‘amici’. Quali sono i suoi contatti, più o Vi dico queste cose perché se meno frequenti. Avete mai vi ponete il problema, è seguardato la posta che riceve gno che ci tenete a lui. Allora e che invia? non dimenticate che vostro figlio ha solo dodici anni: Ora, non è che io voglio pre- non pretendete che abbia la sentarvi il computer come maturità di uno di venti! l’orco cattivo. Io lo uso nel Per crescere bene ha bisomio lavoro da oltre trent’an- gno anche della vostra proni: dai tempi in cui usavamo tezione. Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI VANGELO, SAN FRANCESCO E L’ATTUALITÀ: un nuovo trimestrale La cooperativa “Fratelli è possibile” Prima idraulici, imbianchini e muratori. Poi editori di quello che è già un piccolo caso nel vasto mondo dell’editoria religiosa. È la storia della cooperativa “Fratelli è possibile”, nata nel 2006 all’interno dell’Ordine Francescano Secolare di Cesena, in Romagna, che da due anni pubblica “Momenti francescani”, la prima testata periodica edita in Italia a proporre la lettura quotidiana del Vangelo abbinata a un brano delle Fonti Francescane e ad una breve attualizzazione. Uno strumento già apprezzato da migliaia di lettori in tutte le regioni, che, con il quarto numero del 2010 si rinnova e cambia veste grafica. “Fratelli è possibile” svolge servizi nell’ambito dell’artigianato edile. Ma gli utili prodotti vengono reinvestiti in attività sociali e di promozione umana, nello spirito della nuova evangelizzazione. “Momenti francescani” è oggi il principale frutto di questo impegno. La rivista esce con cadenza trimestrale in un agile formato tascabile o, se si preferisce, da comodino (cm 11x16). La nuova veste di Momenti Francescani sarà presentata a Reggio Emilia dal primo al 3 ottobre nell’ambito della seconda edizione del Festival Francescano, una grande kermesse tra cultura, spettacolo e spiritualità che nell’edizione di esordio del 2009 ha convogliato nella città emiliana oltre 25.000 persone da tutta Italia. La rivista si riceve in abbonamento al costo di 16 euro l’anno. Inviando una email all’indirizzo [email protected] si possono ottenere tutte le informazioni necessarie, anche sulle altre attività della cooperativa. IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 - www.fazibattaglia.com Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 Voce della Vallesina vita ecclesiale LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Giovedì 30 settembre Ore 18.15: Seminario, Diocesano pastorale Venerdì 1° ottobre Ore 7.15: Cappella Suore del Duomo, S. Messa nella festa di Santa Teresa di G.B. Ore 17.30: Chiesa delle Carmelitane, S. Messa nella festa di Santa Teresa di G.B. Ore 18.15: Seminario, Convegno pastorale Diocesano Sabato 2 ottobre Ore 16: Seminario, Convegno pastorale Diocesano Ore 21: Parrocchia San Francesco d’Assisi, Concerto Domenica 3 ottobre Ore 11: Parrocchia Regina della Pace, S. Messa e amministrazione della Cresima Ore 17: Penna San Giovanni, S. Messa nella “Festa del Creato” Regionale Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale Lunedì 4 ottobre Ore 18: Parrocchia San Pietro Martire, S. Messa nella Festa di San Francesco della Conferenza Mercoledì 6 ottobre Ore 10: Commissione Diocesana per i Beni Culturali Ore 16.30: Parrocchia Divino Amore, Incontro con i Ragazzi della Cresima Giovedì 7 ottobre Ore 18,45: Ripresa del Corso per il Diaconato abbiamo il coraggio di porre la fiducia in gesù In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e a vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola?”. Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu?”. Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Commento Gesù continua ad annunciare le esigenze radicali per agire secondo l’interpretazione data da lui alla legge e invita a prendere posizione decisa contro gli attacchi delle ricchezze. Gli apostoli hanno capito che la loro fede è insufficiente e si aspettano da Gesù la forza necessaria per dare compimento a ciò che egli esige. Egli fa capire ai suoi che per raggiungere la salvezza occorre realizzare le condizioni che lui pone e tra queste c’è proprio il problema dell’uso della ricchezza materiale. Mi soffermo su due espressioni: Se aveste fede quanto un granello di senape… e poi: Siamo servi inutili (in greco: a-khrèios). Se aveste fede quanto un granello di senape Per raggiungere la salvezza occorre sfruttare al massimo il dono della fede. Solo attraverso essa possiamo superare anche le difficoltà che possono sembrare insuperabili. Il granello di senape è il più piccolo di tutti i semi delle graminacee, è quasi invisibile. Questo significa che anche il più piccolo gesto di donazione a OGGI SPOSI 2 ottobre: Sergio Tiberi e Antonietta Schiavoni a San Giuseppe di Jesi Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Dio e agli altri, fatto con fede, produce la salvezza. Non si dice a un gelso, ma a un sicomòro (in greco: sukàminos): Sradicati e vai a piantarti… È una pianta enorme che può vivere fino a 600 anni ed ha radici profondissime ed estese; inoltre è molto resistente alle burrasche e ai forti venti. Eppure bastano pochissime parole pronunciate con fede per sradicarlo e piantarlo nel Mare di Galilea o Lago di Gennesaret. È Dio che dona la forza divina per attuare le richieste di Gesù, come è avvenuto lungo la storia del cristianesimo: basta pensare a S. Francesco d’Assisi nel 13° secolo e nei nostri giorni alla Beata Teresa di Calcutta. Occorre avere il coraggio di porre ogni fiducia in Gesù Salvatore, in quello che ha annunciato e operato nella sua vita, per ottenere la salvezza definitiva. È lui che ci ha rivelato il Dio Padre misericordioso e ha costituito questo Regno di giustizia, di amore e di pace. Chi è capace di riconoscere la propria meschinità e incapacità e si butta fra le braccia di questo Padre misericordioso, grazie a Gesù Cristo, farà esperienza della vita nuova. È la fede che ci fa partecipi dell’onnipotenza di Quarto convegno pastorale: in diretta radio Vivere da cristiani coinvolti “Lasciarsi coinvolgere: esperienza eucaristica e maturità del cristiano”: su questo tema si svolgerà il quarto convegno pastorale diocesano che si svolgerà nei giorni 30 settembre, 1 e 2 ottobre al seminario di via Lorenzo Lotto. Venerdì 8 ottobre Ore 9.45: Seminario, incontro con Parroci e CSI per oratori Ore 19: Ritiro per Giovani UNITALSIANI Sabato 9 ottobre Ore 19: S. Kolbe, S. Messa e Rito di ammissione fra i Candidati al Diaconato Domenica 10 ottobre Ore 11.30: Parrocchia S. Francesco di P. S. Messa e amministrazione della Cresima Ore 15.30: Celebrazione della Giornata del Malato Ore 17.30: Montecarotto, Processione nella festa di San Placido Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale 7 3 ottobre 2010 - 27a domenica del tempo ordinario - anno c Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,5-10) Convegno Martedì 5 ottobre Ascoli Piceno, Riunione Episcopale Marchigiana Parola di Dio 3 ottobre 2010 Il programma del 30 settembre e del primo ottobre prevede l’inizio dei lavori alle ore 18,15, la meditazione, la relazione principale, la risonanza, la cena, il dialogo con l’assemblea e la conclusione alle 22. Sabato 2 ottobre i lavori inizieranno alle 16, la relazione sarà alle 16,30 ed il Vescovo concluderà alle 19,30. Quest’anno proporranno le loro relazioni, nell’ordine dei giorni, il prof. Giorgio Campanini, la prof. Paola Bignardi e il dott. Luigi Accattoli. Sono stati chiamati a guidare le risonanze Tommaso Cioncolini e Giulia Cerioni della commissione diocesana della famiglia; Maurizio Bevilacqua, direttore dell’Azienda Sanitaria, zona di Jesi e Paolo Cingolani, presidente del consiglio comunale di Jesi. Le relazioni di Campanini, della Bignardi e di Accattoli saranno trasmesse in diretta da Radio Duomo Senigallia in Blu (95,2 Mhz) Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. Dio: onnipotente nella salvezza. So seriamente affidarmi a questo Padre amoroso e ricco di misericordia? Siamo servi inutili L’espressione servo inutile (dùlos akhrèios) non si intende in senso dispregiativo, ma riguarda l’atteggiamento che ogni persona umana deve avere verso Dio: sentirsi servitore di un incarico che egli ha dato a ciascuno. Mentre Dio non deve nulla all’uomo, l’uomo invece deve tutto a Dio; perciò non deve avanzare pretese nei suoi confronti, perché non è obbligato a nessuna ricompensa e a nessun riconoscimento. È il modo di essere servo al tempo di Gesù: ha fatto tutto ciò che gli è stato chiesto e quindi ha compiuto semplicemente il suo dovere. Gesù, in effetti, presenta, senza riguardi umani, i diritti divini, perché questa è la strada dell’uomo per liberarsi, per svuotarsi e aprirsi ai doni di Dio, come dice Gesù nel discorso delle beatitudini: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3). Al tempo di Gesù i farisei e i dottori della Legge pensano al rapporto fra Dio e l’uomo con la mentalità del contratto: io ti do tanto e tu mi dai tanto; per cui se ho fatto ciò che tu mi hai chiesto, tu mi devi dare la ricompensa. Gesù condanna un tale modo di pensare: Dio non può essere debitore di nulla, nemmeno di un ringraziamento, perché l’uomo è chiamato al servizio e la ricompensa non è secondo la prestazione dell’uomo, ma è solo dono della sua bontà. Ho coscienza che tutto ciò che ho non mi appartiene, ma è solo ed esclusivamente dono di Dio? P. Silvio Capriotti ofm 8 Voce della Vallesina pastorale 3 ottobre 2010 Canti per la Liturgia: Cielo nuovo Ricordo Io farò di te la mia città ”Cielo nuovo” é l’Inno del Terzo Convegno della Chiesa Italiana (Palermo 1995) che ha elaborato il “Progetto culturale” per l’evangelizzazione. Musica di mons. G. Liberto, testo di L. Di Simone; editrice Cei. Un inno liturgico da meditare e da cantare più spesso, sia per la bellezza della melodia che procede solenne, in tonalità di fa maggiore, sia per il mistico dinamismo del messaggio cristiano che conduce la Chiesa dal “già” al “non-ancora”, verso l’oltre… in una forte tensione escatologica. Troviamo il testo al n. 26 de “I Canti per la liturgia” della Diocesi di Jesi. Cinque quartine e il ritornello, delicato ricamo dello Spirito. Rit. Cielo nuovo è la Tua Parola/ nuova terra la Tua Carità;/ Agnello immolato e vittorioso, Cristo Gesù,/ Signore che rinnovi l’universo! La posizione di due termini ripetuti in ordine inverso nella frase (chiasmo =X), cielo nuovo... nuova terra, sottolinea la “novità” della redenzione, che é nuova creazione. Gesù, l’Agnello di Dio, che sacrificando se stesso ha vinto il peccato e la morte, rinnova l’universo, ieri, oggi, sempre, con la potenza dello Spirito. “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo” profetizzava Ezechiele nel VI secolo a. C. (Ez 36,26). Il nuovo popolo di Dio, generato dal sangue di Cristo, esprime nell’Eucaristia la gioia per la salvezza: “Mistero della fede! Annunciamo la tua morte, o Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua Venuta!”. Cielo nuovo é il Verbo Incarnato, Parola perfetta e definitiva del Padre. Scrive san Giovanni della Croce: “Dal momento in cui Dio ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva Parola, Dio ci ha detto tutto in una sola volta in questa sua Parola e non ha più nulla da dire”. La Carità (=Amore) rigenera la terra dei viventi: Dio è amore; chi vive nell’amore dimora in Dio e Dio in lui (1Gv 4,16). Chi ci separerà dall’amore di Cristo?… Niente e nessuno (Rm 8,35). Sii fedele! 23-1-1943 28-8-2010 Leggiamo: 1. Déstati dal sonno che ti opprime,/ apri gli occhi sulla povertà,/ Chiesa cui lo SpiMistero nuziale rito ripete:/ “Ti ho sposata nella fedeltà”. 2. Vòltati e guarda la mia voce,/ nessun Tutto il canto è illuminato dal mistero uomo dice verità. /Vedi che germoglia nuziale della salvezza. Lo Spirito invita proprio adesso/ questa luce nell’oscurità. la Sposa a lasciare la dimora del padre 3. Apri gli orizzonti del tuo cuore/ al per andare incontro allo Sposo. EspliciVangelo della Carità;/sciolti sono i vin- to il richiamo al salmo 44 (le nozze fra coli di morte:/ io farò di te la mia città. Jhavé e Israele): Ascolta, figlia, guarda, Maria Rosa Ragni 4. Lascia la dimora di tuo padre,/ corri porgi l’orecchio:/dimentica la casa di tuo in Palmieri incontro all’umanità;/ fascia le ferite de- padre.… gli oppressi:/ la tua veste splendida sarà. Popolo di Dio, ascolta la voce dello 5. Resta nell’amore del tuo Sposo,/ la mia Spirito, esci dal “tempio” e corri in- Marosa forza non ti lascerà;/ noi faremo insieme contro all’umanità: fascia le ferite degli Vivendo con gli altri un mondo nuovo:/ ciò che muore presto oppressi (quanta tenerezza in quel fa- hai avuto la vita: rivivrà. scia!) e sarai una Sposa bellissima per nel lavoro Nelle frasi, brevi e simmetriche, preva- il tuo Sposo, che vive nel povero, nello il dovere le la funzione linguistica “conatìva” (di straniero, nel malato, nel disperato… esortazione). I nove verbi all’imperativo “Ogni volta che avete fatto ciò ad uno l’amore nel dare rivolti alla Chiesa, comunità dei creden- solo di questi miei fratelli più piccoli, prima del ricevere. ti, pellegrina nella storia, indicano vie di l’avete fatto a me” (Mt 25,40). apertura profetica per la missione. Sii fedele! Insieme noi faremo un mondo Lievito nel pane giornaliero La Parola, l’Eucarestia, la Carità, la testi- nuovo: tutto il creato risorgerà a nuova il tuo coraggio monianza viva degli apostoli e dei mar- vita nella gioia senza fine. È la grande a sfamare ogni necessità tiri di ieri e di oggi sono sorgenti di luce Speranza! nel comune viaggio per i sacerdoti e i fedeli laici docili allo Uno sguardo contemplativo ad alcuni Spirito che anima la Chiesa e la rinnova versetti dell’Apocalisse conclude la no- senza scuse dal di dentro. Questo slancio profeti- stra lettura con il sigillo della Parola di né gloria co (profeta è chi annuncia la Verità), fa Dio: emergere la distanza fra lo spirito del Vidi un nuovo cielo e una nuova terra, presenza importante mondo e lo Spirito di Cristo che chiama perché il cielo e la terra di prima erano genuina accoglienza per tutl’uomo a vivere la legge dell’Amore. scomparse… Vidi anche la città santa, ti Svégliati, apri gli occhi e guarda: quan- la nuova Gerusalemme, scendere dal lungo i sentieri non sempre te povertà! Persone prive del cibo e del cielo, da Dio, pronta come una sposa facili vestito…, della dignità e della libertà, adorna per il suo sposo. Udii allora una della vita. che hanno “fame” di giustizia e di amo- voce potente… Ecco la dimora di Dio con re, che cercano Dio… “Ascoltate la mia gli uomini!/.... E tergerà ogni lacrima dai Maria Giannetta Grizi voce, non indurite i vostri cuori…”, dice loro occhi;/ non ci sarà più la morte/ né il Signore. lutto, né lamento, né affanno…. La città In vòltati e guarda la mia voce, l’unio- non ha bisogno della luce del sole, né delne di sfere sensoriali diverse (sineste- la luce della luna, perché la gloria di Dio sia), la vista e l’udito, rende bene l’idea la illumina e la sua lampada è l’Agnello del rimanere assorti nell’ascolto della (Ap 21, 1- 5;23). Parola. Dalla voce alla luce, con una freMaria Crisafulli rezione. “È un crocifisso senza croce – ha detto il Vescovo Mons. Claudio Giuliodori – un Cristo con le braccia allargate su tutta la regione che ci invita a vivere un amore senza confini”, soffermandosi poi sul dualismo delle due mani del crocifisso: l’una contratta dal dolore e dal chiodo del supplizio, l’altra libera ed aperta verso l’infinito del creato, dei Monti Azzurri e dell’Adriatico che da Avenale si scopre. Dedicata, come riferito dallo stesso artista, a tutti i marchigiani abbracciati dal Cristo morto e risorto, l’opera, alta 2,70 metri, intende rappresentare il Cristo che si fa uomo per insegnare l’amore: «Per mesi ho dialogato con questa pietra – ha rivelato Rocchetti – e, terminandola, mi sono emozionato di fronte Cara nonna Villelmina, la tua vita terrena si è conclusa dieci anni fa, ma la tua anima è sempre presente a proteggere e consigliare, con il ricordo del tuo esempio terreno, me e tutti coloro ai quali hai voluto bene. Grazie, nonna. Emanuela 4° Anniversario 3.11.1939 14-10-2006 Tutto parla di te nel nostro cuore. Tu dal cielo prega su di noi. La moglie Marisa, i figli Massimo e Monica e le nipoti Elena e Maria. Partecipazione alla sacralità della figura del Figlio di Dio: una sensazione che spero di trasmettere anche al pubblico». Un nero profondo quello del materiale nel quale la scultura è stata fusa. Bianchissima, invece, la pietra, il “Calvario”, gran masso della terra cingolana sul quale è stato innalzato il Cristo. Su tutto, un gioco di luci nelle diverse ore del giorno e di contesto, una delle più belle cornici naturalistiche del territorio. Diverse le autorità presenti, ma soprattutto tanta gente, insieme alla presentazione del critico d’arte jesino Armando Ginesi e l’intervento di religiosi venuti dalla Toscana. Maria Chiara La Rovere CONCERTO D’ORGANO A JESI Il 6 a Santa Maria del Piano Dopo un lungo itinerario che ha cuni attribuito all’organaro recatoccato Staffolo, Apiro, Serra San natese Luigi Crudeli: la tradizioQuirico, Cingoli e Poggio San Vi- ne vuole che il piccolo Gaspare cino, la XVI Rassegna Organisti- Spontini, ospitato dal parroco ca “Suoni dal Passato” giungerà a don Giuseppe Spontini suo zio, Jesi, nell’ormai consueto appunta- abbia appreso su questo strumenmento musicale nella Chiesa di to i primi rudimenti musicali (il Santa Maria del Piano, previsto “passaggio” del compositore è doper mercoledì 6 ottobre alle ore cumentato da un graffito di suo 21.15 e con ingresso libero. pugno sulla cassa lignea dell’orLa chiesa custodisce un organo gano). anonimo del XVIII secolo, da al- Per esibirsi, perciò, sull’organo Villelmina Silvestrini ved. Santarelli Mario Venanzi Cristo senza croce, uomo nel mondo plasmare, dapprima con opere di scultura, poi anche con la pittura. Nato a Filottrano, Rocchetti a Cingoli opera e vive. Non a caso inaugurata il primo settembre nella Quinta Giornata per la Salvaguardia del Creato, il Cristo nero richiama certo la Madonna nera di Loreto ma innanzitutto è carico di umanità prima ancora che di religiosità. Il granito nero è un pezzo del continente africano: in lui, dunque, la sofferenza e la speranza di un popolo spesso dimenticato. E l’assenza materiale della croce, che nello stesso tempo diventa presenza di tante, come a lasciare libero lo spazio del dolore, che per ognuno, è una croce diversa, il dolore del mondo. Ma è una mancanza che richiama anche il momento seguente, quello della risur- 20-8-1905 19-10-2000 sca metafora: germoglia proprio adesso questa luce…. Spunta ora, nelle tenebre, la luce della Verità come germoglio di vita nuova. Chiesa, annuncia il Vangelo dell’Amore e sarai per sempre la mia città. A Cingoli ‘Il Cristo delle Marche’, ultima scultura di Nazzareno Rocchetti Il nero del granito d’Africa, il bianco della pietra del territorio cingolano, le braccia al cielo e simbolicamente su tutta la regione. È un Cristo che lascia in riflessione, che scuote prima di essere trasfigurato in simbolo, presenza di impressione e impatto prima che rappresentazione. Un Cristo senza croce. Lo hanno chiamato «Il Cristo delle Marche», voluto dalla Diocesi di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia, ma pensato per tutta la regione, a cui si rivolge dalla terrazza della Domus san Bonfiglio in località Internone di Avenale di Cingoli. È l’ultima opera dell’artista Nazzareno Rocchetti: una vita da fisioterapista della Nazionale Italiana di Atletica Leggera, ma da alcuni anni dedicata anche all’arte, al tocco della materia per Anniversario dove si esercitava il piccolo Spontini, è stata scelta una giovane e promettente organista: Lucia Ameli. Originaria di Cupramarittima, Lucia Ameli frequenta il Liceo Classico a S. Benedetto del Tronto e studia Organo e Composizione Organistica al Conservatorio di Fermo, sotto la guida del M° Simonetta Fraboni. Ha vinto un concorso organistico, tenuto già vari concerti e frequentato corsi con varie personalità del mondo organistico (L.F. Tagliavini, W. Zerer, L. Scandali, M. Imbruno). In programma musiche di G. Frescobaldi, J.P. Sweelinck, J. Pachelbel, J.F. Handel, A. Corelli, G.B. Pergolesi, Anonimo Pistoiese, N. Moretti. Il concerto, organizzato dall’Associazione Organistica Vallesina, è dedicato all’AVIS di Jesi. Saverio Santoni La direzione e la redazione di Voce della Vallesina si uniscono nell’affetto e nella preghiera all’amministratore, il diacono Antonio Quaranta, per la perdita della sorella che affidano all’amore misericordioso del Padre. Giornata del malato Domenica 10 ottobre, la Diocesi celebra la Giornata del Malato. Il programma prevede l’arrivo e l’accoglienza in Cattedrale alle ore 15,30 dove il Vescovo celebrerà la Santa Messa alle ore 16. Seguirà la presentazione del tema unitalsiano dell’anno “Il segno della Croce”, come è stato vissuto nei pellegrinaggi di Lourdes e di Loreto. Chi è disponibile ad accompagnare in auto coloro che hanno difficoltà a camminare, può chiedere una autorizzazione all’ingresso in piazza Federico II rivolgendosi a don Aldo Anderlucci, cappellano dell’Ospedale del Viale o alla sede dell’Avulss in piazza Federico II o dell’Unitalsi in corso Matteotti. Voce della Vallesina in diocesi 3 ottobre 2010 9 San Giuseppe: Incontro dei giovani, degli animatori e degli adulti che amano la comunità per una maggiore partecipazione Nasce il progetto giovani, un tempo dedicato Storico è un aggettivo spesso abusato ma per la due-giorni organizzata dalla parrocchia San Giuseppe lo scorso fine settimana al Beato Angelo di Cupra Montana, appare azzeccatissimo. Presso la badia del Beato Angelo si sono ritrovati oltre una trentina di educatori delle varie realtà giovanili che animano la parrocchia, fatto questo mai accaduto prima. Un incontro utile per fare il punto della situazione su quella che il Santo Padre ha definito “Emergenza Educativa”. Emblematico il titolo della due-giorni: “Una comunità cristiana che non si lascia interrogare dai giovani, rischia di morire”. A sottolineare l’importanza dell’iniziativa, anche la presenza del vescovo Rocconi, che nel suo intervento ha sottolineato proprio l’unità. “La vostra parrocchia cammina in un progetto diocesano – ha detto – vogliamo sostituire la parola “collaboratori” con “corresponsabili”, cioè persone responsabili in prima persona ad una vocazione. Non dimentichiamo che educare è un fatto di amore. Cerchiamo di valorizzare le risorse che abbiamo”. Don Gerardo ha anche accennato al progetto per supportare i giovani educatori. “Non sempre sono all’altezza del ruolo che svolgono. Vogliamo affiancarli, senza giudicarli. È la realtà ed è urgente questo servizio. Vogliamo proporre un anno come servizio previo ai giovani educatori. Il Papa ha detto che “i giovani cercano una compagnia affidabile, qualcuno che li affianchi”. Non dobbiamo aver paura di indicare Gesù come uomo vero”. Motori dell’iniziativa sono stati Gloriano Paoletti ed il parroco don Giuliano Fiorentini. Paoletti oltre a soffermarsi sulla “caduta di religiosità in Italia” ha anche proposto una interessante iniziativa per la apertura del “cortile dei Gentili” qua- le luogo d’incontro religioso culturale fra i cristiani ed i non credenti”. Brevissimo don Giuliano: “Per un sacerdote non c’è nulla di più bello che vedere la fede crescere nel cuore di un ragazzo. I giovani fanno casino, forse perché nessuno li ascolta”. L’intervento centrale e molto atteso della giornata di sabato 25 settembre, era quello di Michele Marchetti, dirigente nazionale del Centro Sportivo. Le cifre ed i dati snocciolati hanno dipinto un’epoca di scristianizzazione, in cui i pochi credenti vanno seguiti ed amati. Fra i giovani inoltre, c’è una spinta verso una fede individualistica ed un contemporaneo abbandono della dimensione comunitaria. Hanno preso poi, la parola alcuni giovani di San Giuseppe: Sonia Coppa dell’oratorio Csi, Gianni Centanni del grup- CUPRAMONTANA, INIZIA L’ANNO CATECHISTICO po spontaneo, Francesco Collamati, giovane jesino studente di Fisica all’università “La Sapienza” di Roma, Lucia Barchi dell’Agesci e Giacomo Bortoluzzi delle Acli. Anche i loro interventi erano tutti incentrati sul rapporto fra i giovani e la fede. A chiudere la serie, sono stati Andrea, Francesco e Nicole, tre ragazzi che hanno lasciato la loro casa (due sono di Alfonsine, uno di Brescia) per impegnarsi come “missionari” nell’oratorio di Ginestreto, paese in provincia di Pesaro. Molto interessante lo spazio dedicato ai laboratori condotti da Massimo Massaccesi e da Marina Girini che hanno raccolto impressioni e commenti sulle interessanti relazioni e le hanno riportate nel contesto parrocchiale. Durante i lavori sono emerse anche delle idee per intercettare i giovani e mettersi in loro ascolto, per ricercare i migliori mezzi di comu- nicazione per annunciare in maniera chiara e forte il messaggio della buona novella nella difficile realtà del quartiere di San Giuseppe. La domenica mattina, con il coordinamento dei lavori di Andrea Bordoni, organizzatore dell’incontro, ci si è completamente dedicati alla elaborazione delle idee per il “progetto giovani, un tempo dedicato”, individuando degli obiettivi prioritari, delle mete da raggiungere nel medio e breve periodo e delle piste da percorrere, cioè cose concrete da realizzare. Ci sarà da lavorare ancora molto, ha affermato don Giuliano, concludendo l’incontro con la celebrazione della santa Messa nella chiesetta del Beato Angelo, soddisfatto dell’esperienza vissuta ha sottolineato come una comunità che sa interrogarsi, sa anche rinnovarsi e mantenersi viva e accogliente per tutti coloro che la abitano. Giuseppe Papadia Ricordato San Settimio Gli amici di Gesù ‘navigano’ felici Impariamo dal patrono Per l’anno catechistico appena inaugurato, il parroco don Maurizio Fileni ha invitato le catechiste ad aprirsi ad un’ulteriore modalità di comunicare la catechesi, utilizzando anche la ‘rete’ per portare l’annuncio.“Gli amici di Gesù” è il tema scelto: un percorso che accompagnerà i ragazzi alle origini della Chiesa, attraverso il racconto di vicende dei primi che lo hanno incontrato, alcuni dei quali hanno deciso di non abbandonarlo mai più. Ora le catechiste ed il parroco propongono ai ragazzi di rispondere ed aderire a questa “Richiesta di amicizia” fatta da Gesù seppur in circostanze apparentemente dissimili da quelle di allora. Sull’altare della Chiesa di San Lo- renzo, in occasione della lezione inaugurale dell’anno catechistico, alla quale sono invitati bambini, ragazzi e genitori, viene collocata una rappresentazione di Gesù in 3D, seduto davanti ad un Pc. Il motore, l’origine di questo anno da trascorrere con i bambini, sarà dunque Gesù con la sua domanda di misericordiosa compagnia nei confronti di ciascuno; sarà accompagnato dai suoi amici Giovanni, Pietro, Andrea, Zaccheo che per primi hanno risposto all’Amore del Signore; sarà sostenuto dalla seppur umile, ma disponibile, testimonianza delle catechiste, che si avvarranno, accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella generazione di audiovisivi- foto, video, animazioni, blog, siti web, e-mail- che rappresentano occasioni di dialogo ulteriore ed utili mezzi per l’evangelizzazione e la catechesi. È interessante come questa iniziativa vada a calcare il tragitto di una “storia nuova” in cui ‘il mondo digitale -afferma il Santo Padre- pone a disposizione mezzi che consentono una capacità di espressione pressoché illimitata, apre notevoli prospettive ed attualizzazioni all’esortazione paolina: “Guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1 Cor. 9,16)’ Nessuna strada infatti può essere preclusa a chi, nel nome del Cristo Risorto, si impegna a farsi sempre più vicino all’uomo. Giovanna Ortolani La diocesi e la città hanno festeggiato il patrono Settimio nelle celebrazioni religiose, negli appuntamenti culturali e nelle fiere, quest’anno di quattro giorni. Molto partecipata la Santa Messa presieduta dal vescovo Gerardo in Cattedrale, nel pomeriggio del 22 settembre con la partecipazione dei sacerdoti diocesani, dei diaconi e dei seminaristi. Nell’occasione ha annunciato che il prossimo 13 novembre il diacono Enrico Maria Mimmotti, dell’Ordine dei Frati Minori, sarà consacrato sacerdote. Richiamandosi alla vita del patrono, il Vescovo ha invitato ad avere la consapevolezza di essere strumenti di Dio e che da soli non si fa niente. “Compito di ogni cristiano e sacerdote è essere la via di Dio ma è necessaria una grande generosità e il vivere in comunione nella Chiesa, in obbedienza reciproca – ha detto il Vescovo – il martirio di oggi è la necessità di fare un passo indietro e non lasciare spazio all’orgoglio ma vivere una vita autenticamente eucaristica”. Parrocchia San Massimiliano Kolbe - Jesi 3-10 ottobre 2010 25° anniversario della comunità parrocchiale ► Venerdì 1 ottobre: ore 21,15: incontro sul tema “La Famiglia” ► Sabato 2 ottobre: ore 18,30 inaugurazione della pesca e della mostra fotografica; alle ore 19 esposizione della statua del Santo e celebrazione dell’Eucaristia Dal 4 al 7 ottobre: celebrazione dell’Eucaristia alle ore 19 ► Domenica 3 ottobre: SS. Messe alle 8,30; 10 e 12 a Tabano. Alle 11,30 celebrazione degli anniversari di Matrimonio. Alle ore 16 Santa Messa in lingua inglese ► Giovedì 7 ottobre ore 21,15: “La vita per un ideale”: storia di san Massimiliano Kolbe inserita in un contesto di preghiera comunitaria ► Venerdì 8 ottobre: ore 16,30 S. Messa per gli anziani e malati e, per quanti lo desiderano, del Sacramento dell’Unzione; ore 21,30: tavola rotonda vocazionale per tutti i giovani introdotta da un momento di festa per i diciottenni ► Sabato 9 ottobre: dalle ore 16 alle 18,30: Adorazione eucaristica e tempo disponibile per le Confessioni; ore 18,30: celebrazione del Vespro in onore di san Massimiliano Kolbe; ore 19: santa Messa festiva presieduta dal vescovo Gerardo che ammetterà al diaconato Stefano Rossolini ► Domenica 10 ottobre Sante Messe celebrate alle 8,30 dal parroco don Franco Rossetti; alle 10 da don Luca Giuliani, coadiutore dal 2000 al 2007 e alle 11,30 da don Nello Barboni, primo parroco dal 1985 al 2000. Alle ore 16: celebrazione del Vespro e alle 16,30 omaggio floreale al Santo con fiori rossi e bianchi da parte di tutti i bambini e i ragazzi e consacrazione della parrocchia alla Madonna. Alle ore 17 giochi con le famiglie animati dai gruppi Catechisti, Ac, Agesci, Csi; sono invitati tutti i bambini e i ragazzi del catechismo. 10 Voce della Vallesina vallesina 3 ottobre 2010 La giornata dei familiari dei missionari saveriani delle Marche: STORIA E PROSPETTIVE Da Poggio San Marcello nel mondo “Il Vangelo ci invita a creare amicizia con i doni che abbiamo: è la solitudine la grande malattia di oggi e noi, familiari dei missionari, siamo chiamati a creare una fraternità cristiana, una amicizia tra di noi e con i nostri vicini”. Con queste parole padre Giuseppe Veniero, attuale superiore della “Casa di formazione per giovani futuri missionari e animazione missionaria di Ancona”, ha dato il benvenuto ai familiari dei missionari marchigiani che si sono ritrovati, domenica 19 settembre, nella casa missionaria. Tutta la comunità, composta da otto sacerdoti e dai due novizi, Diego di Posatora di Ancona e Alessio di Lissone in provincia di Monza Brianza, hanno partecipato alla giornata. Un incontro annuale per ricordare e condividere, oltre che per sostenere le missioni dei Saveriani in tanti paesi del mondo e “per far sentire il valore della famiglia e della vocazione” ha detto ancora padre Giuseppe che lo scorso anno è tornato in Italia dopo 47 anni trascorsi in Africa, nella terra del Congo, una zona difficile dove lo stesso missionario ha sperimentato, oltre la gioia dell’annuncio cristiano e della condivisione, anche tanti momenti drammatici che hanno messo a rischio la sua vita. La giornata di domenica ha permesso una grande fraternità nel corso della celebrazione eucaristica e anche nel momento del pranzo tra i familiari provenienti dai diversi paesi e città delle Marche. Grazie al collegamento via computer con Manila, nelle Filippine, il padre Sandro Barchiesi, anconetano, ha salutato la mamma e gli altri suoi parenti ed ha presentato l’attività della sua parrocchia, composta da 70mila anime con tre sacerdoti di diverse nazionalità che devono gestire 25 cappelle locali e che la domenica celebrano 14 sante Messe. Un bel gruppo dei presenti proveniva da Poggio San Marcello: erano i familiari di padre Mario Tassi, di padre Nazareno Bramati e di padre Angelo Cappannini, tre missionari partiti da questo piccolo paese, in cui è stata attiva la Casa Saveriana dal 1925 al 1947 per dedicarsi alla evangelizzazione delle terre più lontane dal Vangelo. Padre Mario, che ha accolto gli ospiti, è ad Ancona dal 1996 e cura i rapporti con i benefattori; è stato per 34 anni in Congo, nella regione più orientale che confina con il Burundi e con il Rwanda e dove la guerra civile si protrae da anni. “È una delle missioni più promettenti, con 2700 battezzati all’anno e dieci giovani che sono diventati saveriani – racconta padre Mario – non dobbiamo confrontarci con i musulmani e sperimentiamo tanta vicinanza ed affetto dalla popolazione locale. In Congo, per alcuni anni, eravamo arrivati ad essere 75 saveriani, quando le parrocchie erano tutte affidate a noi: ora ci sono sacerdoti locali che si prendono a cuore le comunità”. Padre Mario conosce bene la potenzialità e le tragedie di questo paese, grande come un quarto dell’Europa, troppo ricco per essere lasciato in pace e dove si intrecciano gli interessi di tanti Paesi per impossessarsi delle immense risorse naturali di cui dispone: oro, diamanti, uranio, cobalto, rame e coltan (columbite-tantalite, metallo utilizzato nella telefonia cellulare e per le componenti informatiche), legno pregiato e gomma arabica. “Nella Repubblica Democratica del Congo si consuma una delle più gravi crisi umanitarie al mondo – si legge nei documenti dell’Unicef - con povertà e guerra civile che hanno causato, dal 1998 a oggi, 5 milioni di morti, il bilancio più sanguinoso dalla Seconda guerra mondiale. La quasi totalità delle vittime sono civili, la metà delle quali bambini, che costituiscono oltre il 50% della popolazione congolese”. Era presente il fratello, la cognata e il nipote di padre Bramati, attualmente a riposo a Parma ma che, pur limitato nei movimenti, segue le attività missionarie anche grazie al telefono e al computer. Maria Cappannini, zia di padre Angelo Cappannini, da 35 anni in Indonesia, ha voluto ricordare il nipote con il canto dedicato ai saveriani in partenza ed ha invitato ad essere vicini all’opera Majolati Spontini: il saluto della Comunità majolatese a suor Saveria, nove anni dopo La gratitudine della casa di riposo e del paese Dopo nove anni di lavoro e di dedizione verso gli anziani dell’Ospizio Spontini, suor Saveria, al secolo Manijeganathan Savari Motcham, sarà trasferita in altra sede. Domenica 26 settembre, alla Casa di Riposo di Majolati, si è fatto festa e si è ringraziato suor Saveria per tanti anni di lavoro all’Ospizio Spontini al servizio degli anziani. Nella mattinata è stata celebrata la Messa con una vastissima partecipazione di Majolatesi, congiunti dei ricoverati nella Casa di Riposo e la Reggenza delle Opere Pie Gaspare Spontini. Il Vescovo mons. Gerardo Rocconi ha voluto partecipare al saluto affettuoso celebrando la Messa nella cappella di San Giovanni, annessa all’Ospizio Spontini, insieme al parroco don Marco Cecconi. Durante la Messa il Vescovo ha parlato della condizione dei religiosi che, nella vita, per spirito di servizio, sono chiamati a cambiamenti, a nuovi incarichi, ma questo è anche un bene perché permette di ricominciare l’attività verso il prossimo con maggiore lena ed impegno. In questi cambiamenti è possibile anche leggere un disegno, il Signore entra nella storia, entra nella nostra vita. Il Vescovo ha parlato anche dei sentimenti, se c’è un po’ di nostalgia, un po’ di dispiacere, questo è il segno che ci si è voluti bene e quindi è un’attestazione di stima per il lavoro svolto. Al termine della funzione religiosa, don Marco Cecconi, a nome della Comunità parrocchiale majolatese, ha offerto a Suor Saveria un omaggio, accompagnato dall’immagine della Madonna del Colle Celeste. Suor Saveria, prendendo la parola, ha ringraziato la comunità majolatese per questi nove anni trascorsi insieme, dove ha goduto la stima di tutti. Suor Saveria, religiosa delle Suore di Sant’Anna, ordine religioso indiano con la Casa Generale situata a Tiruchirappalli, nella regione Tamil, è giunta a Majolati l’11 settembre 2001, senza aver avuto altre esperienze in Italia. Per questa permanenza lavorativa e religiosa suor Saveria ricorderà sempre con affetto Majolati, ha promesso che quando sarà in questa zona non mancherà di salire fino al paese, perché proprio qui ha appreso sia la lingua, sia le norme per la conduzione della Casa di Riposo, diventandone, poco dopo, Direttrice e Superiora. Suor Saveria ci ha confidato che questi nove anni sono trascorsi veloci, ma è stata felice a Majolati per aver conosciuto tanta gente buona: “A Majolati ho vissuto come se fossi stata in famiglia, ho lavorato sempre con il cuore e la passione, sono molto soddisfatta di questa esperienza lavorativa e religiosa”. Ora suor Saveria andrà a Inverigo, in provincia di Como, in un modernissimo centro della Fondazione Don Carlo Gnocchi, dove si occuperà di bambini in situazione di handicap. L’Istituto della Fondazione Don Carlo Gnocchi, che in questi ultimi anni ha sempre investito sull’attività migliorando le prestazioni che eroga ai diversamente abili, ha dimostrato un’ottima gestione a vantaggio dell’assistenza e della riabilitazione. Nel pomeriggio, presso il Salone della Casa di Riposo, si è svolta una bella festa, con dolci ed altri intrattenimenti. Gli abitanti di Majolati, gli anziani e i loro familiari, i dipendenti della Casa di Riposo, i sacerdoti dei paesi vicini e gli Amministratori hanno dimostrato tanta riconoscenza per il lavoro di suor Saveria all’Ospizio Spontini. In questa occasione festosa il sindaco Giancarlo Carbini, presente insieme alla Giunta municipale, ha espresso il ringraziamento della comunità civile, parimenti il Presidente della Reggenza Pierluigi Ruggeri, presente con tutti i Reggenti, ha ringraziato la religiosa per l’impegno quotidiano a vantaggio dell’istituzione. Nell’occasione suor Saveria ha ricevuto molti regali sia dagli Amministratori, sia da molte famiglie che in questo modo hanno espresso sentimenti di gratitudine ed affetto. Con un commosso ringraziamento di Suor Saveria si è concluso un ciclo che tutti i Majolatesi ricorderanno con grande commozione. Marco Palmolella Autoscuole Corinaldesi s.r.l. Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215 Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi) Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia dei missionari con la preghiera. Un video ha poi presentato la vita del fondatore, Guido Maria Conforti che il prossimo anno, quasi sicuramente, sarà proclamato santo: i Saveriani sono ora una congregazione internazionale presente in Cina, prima terra di missione, Giappone, Taiwan, Bangladesh, Indonesia, Filippine, Congo, Burundi, Sierra Leone, Mozambico, Brasile, Messico, Ciad, Colombia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna. Non riuscendo a diventare missionario con i gesuiti o i salesiani, monsignor Conforti vescovo di Parma, trovò il modo di far nascere un Istituto nuovo per evangelizzare dapprima la Cina e poi tante altre terre. Da allora questa congregazione, attraverso tanti uomini e donne generosi, capaci di fidarsi di Dio e della sua Provvidenza, continua ad annunciare il Vangelo e a farsi compagna di viaggio di tutti coloro che incontra, nei luoghi più poveri e sofferenti della terra. I missionari Saveriani di Ancona sono disponibili per fare incontri con i giovani nelle parrocchie sul tema della missione; inoltre seguono itinerari di formazione per preparare i giovani a vivere esperienze di un mese in terra di missione. b.t. Pellegrinaggio a Lourdes Unitalsi diocesana Lunedì 27 settembre è partito il Treno nazionale dell’Unitalsi per Lourdes. Dalla diocesi hanno preso parte a questa esperienza di fede e di condivisione circa 70 persone (di cui cinquanta partiti in treno e gli altri in aereo il giorno dopo) accompagnati da alcuni membri del consiglio direttivo (Antonia Giordano, Roberto Corsetti ed Emanuele Fioretti). Accoglienza, Abbraccio, Benedizione, Testimonianza, Impegno: sono i punti cardinali delle riflessioni spirituali del Pellegrinaggio Nazionale orientato sul tema pastorale “Fare il Segno di Croce con Bernadette” e al quale hanno preso parte più di 14mila pellegrini tra volontari e malati. Nella foto una parte del gruppo partito da Moie, lunedì mattina. Unitalsi Giovani Dopo la bella esperienza dei tre giorni a Loreto, riprendono le attività del Gruppo Giovani dell’Unitalsi diocesana. Il prossimo appuntamento è per venerdì 8 ottobre alle ore 19 presso il salone parrocchiale della chiesa Cristo Redentore a Moie. Il vescovo Gerardo guiderà una riflessione del programma “Cammino dei Giovani” proposto dalla presidenza nazionale. Sono invitati i giovani dell’Unitalsi che negli ultimi anni hanno preso parte alle esperienze dell’associazione e desiderano approfittare di questo momento per rinsaldare le amicizie e crescere insieme nella fede. Il terzo incontro regionale si svolgerà nei giorni 23 e 24 ottobre ad Ascoli Piceno. Voce della Vallesina jesi 3 ottobre 2010 Alla Galleria degli Stucchi una serata PIENA DI MUSICA D’ALTRI TEMPI Nel salotto di Gioacchino Rossini Ci si è ritrovati nella Galleria degli Stucchi, il 22 settembre, come un tempo ci si incontrava nelle ‘soirées musicales’ di Rossini, quando il compositore e sua moglie, Olympe Pélissier, riunivano nella loro villa a Passy, presso Parigi, personaggi noti e meno noti, amanti della musica, compositori, strumentisti. Si eseguivano e si ascoltavano soprattutto pagine rossiniane, specie quei “Pêchés de vieillesse” che il Pesarese, ormai in età avanzata, amava comporre, si potrebbe dire, solamente per diletto personale. Si tratta di brani di libera ispirazione, per questo non facilmente catalogabili in un genere musicale specifico. Vi affiorano diffusamente ricordi; si ripensano affetti, preghiere, echi di poesie, fugaci immagini di scenari esotici. Sono riconoscibili anche sentimenti personali profondi, non però apertamente palesati, ma velati da qualche malinconia o anche da un’ombra di autoironia. Le composizioni hanno strutture varie, a volte bizzarre: spesso di melodie o di canzoni. Sono tanti, questi ‘Peccati di vecchiaia’ (anche il titolo è ironico) che fanno parte di una raccolta di quattordici album. È da questa collezione musicale che sono stati tratti quasi tutti i brani del concerto “Un rendez-vous”. Due soli gli interpreti, ma eccezionali: il pianista Marco Marzocchi che, presentato da un curriculum a cinque stelle, ha dimostrato una confidenza eccezionale con Rossini, e Anna Bonitatibus, oggi tra le più ricercate specialiste di canto barocco. Ha la voce che il compositore più di ogni altra prediligeva; di mezzo soprano ‘naturale’, flessibilissima ed educata alle più raffinate ricercatezze del bel canto. Nel suo repertorio sono elencate rarità e perle musicali riportate anche in una lunga serie di CD. L’ultimo di questi è appunto intitolato ‘Un rendez-vous’: ariette e canzoni rossiniane pubblicate dalla Sony per la RCA. Molto vasto il programma della serata: ventidue brani, se pure di breve durata, che Eduardo Rescigno, critico musicale, scrittore, docente di Storia della Musica, ha preliminarmente illustrato con affabile, gentile umorismo. Di un Rossini ‘informale’ come quello ascoltato c’è molto da ammirare: pagine in stile arcaico di cristallina bellezza modellate su testi di Metastasio; una purissima ‘Ave Maria’, parafrasi su due sole note ‘trasfigurate’; una canzone spagnola che fa pensare ad un Bizet ‘ante litteram’ e che rivela l’interesse del compositore per un esotismo musicale evidente anche in alcune pagine ‘à la chinoise’. E c’è ancora di che stupirsi con la trasposizio- A San Settimio: il concerto della Banda Musicale cittadina I giovanissimi si presentano bene Come ti chiami? Quanti anni hai?” ha chiesto il presentatore ai musicisti più giovani della banda musicale “Giovanni Battista Pergolesi”. Con queste domande rivolte ai più piccoli, si è animata l’ultima parte del concerto che la banda cittadina ha offerto alla cittadinanza, nel pomeriggio della festa del patrono San Settimio, mercoledì 22 settembre. In tanti, accorsi in piazza delle Monnighette per onorare questa tradizione, hanno apprezzato l’impegno della banda. E così si sono presentati Giuseppe di 9 anni, Andrea di 10 anni e gli altri otto bambini che hanno intrapreso lo studio del sassofono, della tromba, del clarinetto, del flauto o del bombardino alla scuola della banda. L’ applauso scattava ad ogni nome. In platea i genitori cercavano di non emozionarsi: vedere i loro figli sul palco, dopo averli apprezzati nel suonare così sicuri, sentirli pronunciare il proprio nome, ha lasciato avvertire loro lo scorrere del tempo. Quello strumento, comprato pochi anni prima, era diventato ora la voce musicale del proprio figlio. La scuola di orientamento musicale ha un approccio didattico basato sulla pratica dello strumento, sia individuale con le singole lezioni, sia attraverso la musica d’insieme, per favorire il senso di appartenenza al gruppo che si riconosce nella pratica strumentale. Nel suo piccolo, la banda rappresenta una forma di democrazia dove generazioni diverse dialogano, ma soprattutto sanno stare insieme, per raggiungere l’obiettivo di suonare bene e con impegno, con amicizia, sperimentando la fiducia negli altri e l’ascolto reciproco. Una piccola scuola di vita. La musica insegna con le sue regole, i suoi ritmi, la sua armonia. Il direttore del concerto Tommaso Uncini, ventisette anni, uno dei maestri della scuola, ha proposto brani adatti ai più piccoli per coinvolgerli nello spettacolo ufficiale della banda che da tanti anni, il giorno di San Settimio, offre un concerto alla città. Il presentatore Sedulio Brazzini ha valorizzato il clima di festa e amicizia. Ha reso protagonisti quei giovanissimi che quasi si nascondevano tra gli anziani, con strumenti più grandi di loro, intervistandoli e facendoli alzare in piedi. Così la banda si è presentata alla città: giovani e meno giovani insieme. Ai giovani e alla loro passione è legato il futuro della Banda Musicale. Lo studio di uno strumento li sosterrà nella vita, aiutandoli a superare gli inevitabili momenti di solitudine che incontreranno. Come un vero amico. Remo Uncini 11 La silenziosa protesta dei musicisti A rischio il lavoro della Form ne in un recitativo ritmato dei versi danteschi che descrivono l’amore di Paolo e Francesca (pochissimi altri autori hanno osato confrontarsi con l’altissimo poeta); con un ‘Requiem’ davvero struggente che Rossini dedica (senza malizia!) alla suocera; con una canzonetta da cabaret che descrive una Napoli tipica quale immaginavano allora i parigini; con una ‘Nuova melodia’ tipicamente operistica, ma di stile belliniano. Richiamati da entusiastici applausi i due interpreti hanno aggiunto, fuori programma, due ‘birichinate Sabato scorso, fuori dal temusicali’ di Rossini: le ariet- atro Pergolesi, prima che te ‘Nella stagion di maggio’ e prendesse il via il concerto ‘La chanson du bebé’. Chiaro: diretto dal maestro Claudio il compositore amava scher- Abbado, i musicisti dell’orzare e ridere, a volte con so- chestra regionale delle Marche hanno distribuito nora impertinenza. Poiché nella casa del com- un volantino in cui espripositore tutti i salmi fini- mevano la protesta per sul vano sempre in gloria, cioè trattamento riservato alla con un incontro conviviale, Form negli ultimi anni. Ne al termine del concerto an- riportiamo alcune parti. che ai presenti è stato offer- “Noi professori d’orchestra Regionato un prelibato ‘intratteni- dell’Orchestra mento gastronomico’. Tra le delle Marche vogliamo un pasticcino e l’altro, tra comunicare al pubblico un brindisi e l’altro, scambi del Teatro Pergolesi di Jesi, di idee e commenti; come a cui ci legano tanti anni pure certamente avveniva di qualificati eventi musicali, una grande preoccunel salotto di Passy. Fotoservizio pazione ed una profonda Augusta Franco Cardinali amarezza che derivano Nelle foto, dalla forte riduzione della partecipazione nella prosEduardo Rescigno sima Stagione Lirica di Jesi e Anna Bonitatibus della nostra Orchestra, che, unita al taglio del finanziamento pubblico alla cultura operato dal Governo, comporterà la perdita di numerose giornate lavorative, determinando una reale difficoltà per noi e per le nostre famiglie. E l’amarezza originata dal vedere affievolire la nostra presenza sul palcoscenico del Teatro Pergolesi. Ed è proprio per questo forte sodalizio artistico, culturale e umano con questo pubblico e per rispetto della musica, che questa sera manifestiamo in silenzio, malgrado a repentaglio ci siano il nostro lavoro, la serenità nostra e delle nostre famiglie ed anche la nostra stessa dignità professionale.” Foto avv Jesi: inaugurazione di un nuovo scuolabus Grazie alla Fondazione Carisj “Continueremo a garantire il servizio negli orari, itinerari, assistenza con gli stessi standard di qualità degli anni passati” ha detto l’assessore Bruna Aguzzi annunciando la donazione di un nuovo scuolabus a metano da parte della fondazione Carisj e ringraziando per la sensibilità che permette di avere una risorsa straordinaria destinata al miglioramento del servizio pubblico. Attualmente sono 12 gli scuolabus in servizio per i bambini, di cui quattro acquistati lo scorso anno e uno inaugurato la mattina del 27 settembre. Fornitore di questi ultimi mezzi, a metano, è la concessionaria Maresca e Fiorentino spa di Jesi il cui venditore, Fabrizio Tarsi, ha preso parte alla presentazione. Il presidente della Fondazione Carisj, dott. Federico Tardioli, si è detto orgoglioso di aver sostenuto in questo modo il comune e di continuare ad essere sempre di aiuto alla città. Le Fondazioni in genere cercano di essere presenti e vicine ai comuni e alla sanità pubblica, in modo organico. “Avvertiamo che in questo periodo è importante intervenire nei servizi sociali e questo le sentiamo anche nel confronto con le altre 89 Fondazioni - ha spiegato il presidente Tardioli - anche in regioni come la Lombardia è aumentata la richiesta di interventi di beneficienza nei servizi sociali. Sollecitati dal comune di Jesi, abbiamo capito che l’acquisto era necessario anche se molto oneroso, la spesa è stata infatti di circa 100mila euro.” Il dott. Tardioli si è poi soffermato sul fatto che questi interventi sono resi possibili grazie ai risparmi e alla partecipazione azionaria in Banca delle Marche che sta avendo buoni risultati. Impegnativi sono i progetti e le realizzazioni su Jesi sostenuti dalla Fondazione Carisj: il grande investimento nella Fondazione Colocci e per il teatro di tradizione e l’acquisto del blocco operatorio del nuovo ospedale di Jesi sono alcuni di questi impegni. “Desideriamo dare un contributo al completamento delle grandi opere cittadine – ha concluso Tardioli – senza tralasciare le associazioni e altri enti del territorio che partecipano al bando annuale con il quale distribuiamo, tra la Vallesina e la Valmisa, circa 200mila euro”. L’assessore Aguzzi spiega così la scelta dell’amministrazione comunale: “l’idea di acquistare nuovi mezzi deriva da una rilevazione dello stato di salute del parco macchine degli scuolabus, che da un punto di vista di età cominciano un po’ a preoccupare, perché molti mezzi erano stati acquistati prima del 1995. Abbiamo, quindi, fatto con molto coraggio un investimento forte. Nello scorso anno abbiamo acquistato quattro nuovi mezzi; questo, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, è il quinto e con un contributo della Regione riusciremo ad acquistare anche il sesto scuolabus. Questo ci permette di poter completare il parco macchine facendo sì che tutti i bambini trasportati possano avere dei mezzi dotati di comfort, sicuri e non inquinanti. Penso che la volontà, anche in un momento di crisi, di intervenire sui servizi rivolti ai bambini sia la migliore dimostrazione di quali siano le priorità dell’assessorato e dell’amministrazione comunale”. Sara Federici 1923 12 Voce della Vallesina jesi 3 ottobre 2010 STRAORDINARIO successo della produzione jesina “festa grande di Aprile” con la partecipazione degli Onafifetti e la regia di Frelli Il presidente Ciampi invia la sua calorosa partecipazione La produzione jesina del Centro Calamandrei, per la regia di Gianfranco Frelli, con gli Onafifetti, “Festa grande di Aprile”, ha riportato un successo incredibile nella rappresentazione al Teatro Toselli di Cuneo, la sera di sabato 18 settembre. Un pubblico entusiasta, commosso e felice al tempo stesso, ha applaudito a lungo e in piedi i bravissimi attori, i sempre impeccabili Giovanni Filosa Piergiorgio Memè e Mario Sardella, ‘Gli Onafifetti’, chiamati a lungo al bis e, per la prima volta in assoluto, i due eccellenti strumentisti Tommaso Uncini al sassofono e Giacomo Rotatori alla fisarmonica. Il lavoro teatrale, uscito in prima nazionale al Pergolesi di Jesi il 25 aprile scorso, è stato, per l’occasione, rivisto con molta sapienza dall’ottimo regista Gianfranco Frelli, che lo ha ‘asciugato’ di alcuni elementi retorici e dilettantistici che avevano suscitato qualche perplessità nella edizione jesina, facendone un prodotto di assoluto valore teatrale. “Festa grande di Aprile”, alla cui riduzione per il palcoscenico aveva lavorato anche il presidente del Calamandrei, Gian Franco Berti, è stato invitato a Cuneo nell’ambito delle celebrazioni per la ‘Carovana della Pace-Biennale della Memoria’, quale momento centrale, insieme alla marcia Cuneo-Boves, del ricordo delle vittime civili della rappresaglia nazista del 1943 a Boves. L’autore del testo, Franco Antonicelli, era il Presidente del CLN Piemonte, ed è stato ricordato, nella sua introduzione allo spettacolo, da don Aldo Benevelli, il quasi novantenne prete partigiano che presiede, attualmente il “Comitato Nazionale 8 Settembre-Associazione Partigiana Ignazio Vian”. E a don Benevelli, animatore dell’iniziativa, Il Presidente Emerito della Repubblica sen. Carlo Azeglio Ciampi fa riferimento con il messaggio inviato a Berti e che di seguito riproduciamo. b.t. Il messaggio della figlia di Antonicelli Leggo con grandissima emozione dell’iniziativa “Carovana della Pace” a cui il Centro Piero Calamandrei prende parte con “Festa Grande”. Ricordare il passato e figure come don Aldo Benevelli è non solo un doveroso ricordo per le vittime e le persone coraggiose ma un importante segnale per confermare che non si dimentica il passato, che seppur tragico e triste, deve guidarci nel mondo di oggi e nel futuro. Sono felice che, come nel passato quando poteva intervenire personalmente, il mio papà sia ancora presente oggi alla manifestazione di commemorazione. Grazie al Centro e al Vian per il loro impegno. Patrizia Antonicelli Quale presidente onorario del Di questo appuntamento nella “Centro Calamandrei” di Jesi, “provincia granda” che fa menon posso non salutare con moria di uomini e di vicende soddisfazione la partecipazio- che segnarono la rinascita del ne del Centro alla IX edizione nostro popolo e la ritrovata della Carovana della pace che, dignità di una Nazione dobmovendo da Cuneo, arriverà biamo rendere merito e mania Boves per ricordare l’eccidio festare profonda, non convendel 19 settembre del 1943 e il zionale gratitudine a don Aldo sacrificio di tante vittime in- Benevelli, da oltre sessant’anni nocenti, spesso colpevoli solo valoroso e infaticabile “operadi un gesto di altruismo e di tore di pace”. solidarietà con i perseguitati A Lui, caro Berti, La prego di dalla spietatezza dei nazi - fa- trasmettere il mio saluto più scisti. cordiale insieme con l’espresPortare “Festa grande di aprile” sione del mio apprezzamento nei luoghi dove Franco Anto- e della mia profonda stima per nicelli visse, dove si formò la l’azione instancabile e generosa sua coscienza di militante per svolta per il riscatto e la prola causa della libertà e della mozione della persona umana, democrazia, assume un valore dovunque essa sia umiliata e particolare, che ne rafforza la oltraggiata dalla miseria, dalla suggestione, il potere evoca- sopraffazione, dalla violenza. tivo. Sono certo che si rinno- Una azione in cui s’incarnano veranno il calore e la parteci- e prendono forma valori e idepazione con cui il pubblico ha ali autenticamente cristiani. accolto la rappresentazione a Ai partecipanti alla Carovana Jesi lo scorso aprile. della pace e alle altre manifeLa “Carovana della pace” è di- stazioni programmate invio il venuta ormai una importante mio saluto più affettuoso. e significativa consuetudine. Carlo Azeglio Ciampi I ragazzi del “Leonardo da Vinci” ricevuti al Quirinale dal Capo dello Stato GIORGIO NAPOLITANO CHE SI CONGRATULA Il valore dello studio nella formazione integrale del cittadino Per otto studenti del Liceo scorso si sono diplomati; Scientifico “Leonardo da e sviluppando i temi della Vinci” di Jesi, il nuovo anno mafia e dell’antimafia con scolastico si è aperto con l’obiettivo di costruire una una celebrazione impor- cultura della cittadinanza tante che, nella giornata di nei ragazzi. Il progetto si è martedì 21, li ha visti pro- concluso con la pubblicatagonisti a Roma, nel cor- zione di un libro intitolato tile d’onore del Palazzo del “Lo specchio del giudice”, a Quirinale, assieme ad altre cui hanno partecipato la scuole, alla presenza del casa editrice Libera, il CoCapo dello Stato Giorgio mune di Jesi e la Provincia Napolitano e delle massime di Ancona. È stato un perautorità. corso complesso, che ha L’iniziativa, dal titolo “Tutti portato i ragazzi ad incona scuola”, si colloca nell’am- trare una giudice, Alessanbito delle celebrazioni pro- dra Camassa, che lavora a grammate per il 150° anni- Trapani; e a studiare i dati versario dell’Unità d’Italia dispositivi di sentenza che e la scuola jesina ha potu- la giudice stessa ha messo to prendervi parte avendo loro a disposizione. Quanpartecipato, in precedenza, to fatto dai ragazzi che al progetto sui 150 anni di l’anno scorso sono usciti, Cittadinanza e Costituzio- ha permesso a questi che ne, curato dalla professo- frequentano oggi il Liceo di ressa Alessandra Catalani. incontrare il presidente del“Si trattava, da parte della la Repubblica e di ascoltare presidenza della Repubbli- il suo discorso: una sorta ca, di verificare quali zone di passaggio del testimone, - sul territorio nazionale - insomma, sui temi della avessero lavorato sui temi cittadinanza. Da qui ripardella Cittadinanza e Costi- tiamo per dare continuità tuzione o in particolare sui al progetto, per rinforzatemi della celebrazione dei re una cultura della citta150 anni dell’Unità di Italia dinanza che, comunque, - spiega la prof.ssa Catalani nella scuola si fa sempre”. - Noi abbiamo partecipa- “Gli otto ragazzi sono stato presentando un lavoro ti individuati tra coloro che è stato fatto in questa che, nel corso degli anni, scuola nell’arco di un trien- hanno mostrato maggiore nio, da alunni che l’anno impegno sul fronte della partecipazione, della de- Tozzo, 4^B Jesi; Riccardo mocrazia, della disponibili- Battistelli, 3^B Chiaravalle. tà a mettersi al servizio del Chiediamo loro qualche bene degli altri; e tra colo- commento. ro che hanno la media più “La mia impressione peralta - ha sottolineato la di- sonale è stata quella di una rigente scolastica dell’Isti- gita altamente istruttiva dal tuito, dott.ssa Bruna Aguz- punto di vista civile e scolazi - Tre ragazzi membri stico - ci racconta Francesco del Consiglio di Istituto (la Pacini - Il discorso del prequarta è uscita perché si è sidente Giorgio Napolitadiplomata a giugno) e cin- no ha toccato tematiche di que - tre ragazzi e due ra- viva attualità tra cui quello gazze - premiati per il me- sull’Unità. Il ministro Gelrito. Sono di Jesi e dei paesi mini ha invece illustrato il vicini: Chiaravalle, Mergo, percorso storico e culturale Falconara. Una rappresen- della scuola. È stata un’espetanza di tutta la scuola”. rienza positiva e istruttiva Questi i nomi: Filippo Fer- perché abbiamo visitato il ranti, 1^C; Edoardo Maria Quirinale e abbiamo avuto Martini, 5^ B Jesi; Elena modo di conoscerci tra noi”. Brilli, 4^ AL, Falconara; “Un raccordo tra scuola e Francesco Pacini, 5^ A, Jesi; istituzioni a livelli alti, molFrancesco Possanzini, 5^ B, to importante per noi giovaChiaravalle; Agnese Gala- ni perché serve a stimolare tolo, 2^CL, Mergo; Jacopo il senso dello Stato, la voglia DAL 1923 di capire come funziona…” tagliati momenti distinti e commenta Francesco Pos- adeguati ai diversi ordini di sanzini. scuola presenti - conferma “Ci fa sentire di più il senso Elena - Per quello che ci ridell’effettività, ci fa sentire guarda, si poteva sottolineapiù parte dello Stato. Ci fa re maggiormente quella che toccare con mano il fatto che è la componente prima della dobbiamo sentirci e siamo scuola ovvero lo studio, la direttamente collegati con cultura, l’approfondimento, tutto quello che è lo Stato. la formazione del pensiero Anche se magari, a volte, ci critico…” sentiamo quasi un po’ ab- “È importante che siano i bandonati… Questa visita, giovani a chiedere più serietà assieme a quello della let- - chiude la dirigente - Il lavotura del libro realizzato dai ro fondamentale, tra l’altro, nostri compagni, sono un nell’educazione alla Cittadipunto di partenza per svi- nanza, si fa proprio attraverluppare una consapevolezza so ciò che hanno detto ora i maggiore del momento che ragazzi: attraverso il rigore stiamo vivendo, di quello che dello studio innanzitutto, ci ritroviamo tra le mani e di perché è così che si forma il come può essere migliorato. cittadino. E rigore significa Momenti importanti sono anche il rigore del rispetto stati offerti dai due discorsi delle regole dentro la scuola; del presidente e del ministro significa che nella scuola ci dell’Istruzione che ha sotto- sono doveri e diritti; signifilineato il ruolo della scuola ca, per tutte le componenti, nell’integrazione e nell’eman- il rispetto di questo patto; cipazione della donna… Mi significa chiedere ai ragazzi, sono sentita particolarmen- sempre di più, la consapevote toccata dall’esecuzione lezza che qualunque risultadell’inno nazionale”. to è frutto di fatica… Se non “Mi è dispiaciuto un po’ che passa questo, noi non facciaci sia stata una spettacolariz- mo il nostro dovere. L’eduzazione della cerimonia che cazione alla Cittadinanza si pertanto è risultata imbastita può sviluppare solo in quepiù per un pubblico televisi- sto modo. Il resto può essere vo e meno pensata per noi” solo finzione, spettacolarizconclude Jacopo. zazione... Proprio ciò che essi “Nel corso della manifesta- rimproverano poc’anzi”. zione potevano essere riFotoservizio Paola Cocola Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it Voce della Vallesina vallesina 3 ottobre 2010 13 Carifac: dopo l’accordo con Veneto Banca il bilancio torna positivo, buone le prospettive Cresce la fiducia della clientela La Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana ha comunicato i dati della semestrale nel corso di una conferenza stampa a Fabriano, lo scorso 21 settembre. “Con soddisfazione presentiamo questo bilancio – ha detto il presidente Domenico Giraldi - dopo un 2009 che è stato un anno difficilissimo, presentiamo una nuova banca, risanata e potenziata grazie alle sinergie e che di fatto è entrata a far parte di un grande gruppo bancario, Veneto Banca Holding. Il 2010 è un anno cruciale e significativo, il primo passo per la realizzazione del nostro progetto di costruire una banca interregionale che si candida ad operare nelle Marche e nell’Umbria ma anche in altre aree dell’Italia centrale, nel Lazio, in Romagna e Toscana. Attualmente sono 59 sportelli gli sportelli aperti e a breve ne saranno inaugurati quattro (Tolentino, Riccione, Rimini e Città di Castello) e altri entro il 2012: la rete sul territorio si sta dunque ampliando e arriveremo a 79 sportelli nell’Italia centrale”. La Carifac rimane legata al suo territorio pur dopo la partecipazione in Veneto Banca Holding. “I dati della semestrale sono per noi molto importanti, costituiscono la base per dire se siamo in grado di realizzare il rilancio – ha continuato il presidente - l’utile di 298.000 mila euro e l’aumento della raccolta diretta del 2,57% sono un risultato straordinario, considerato ciò che abbiamo vissuto in negativo. La situazione rimane ancora delicata ma siamo fiduciosi che i dati positivi crescano”. Carifac si presenta dunque come una nuova banca e in fase di graduale cambiamento. Anche il nome è oggetto di discussione: un nome che racconta la lunga storia della banca, iniziata 160 anni fa, ma che è strettamente identificativo dei due territori. Il presidente, il consiglio di amministrazione ed i soci hanno iniziato a pensare a un nuovo nome che esprima il desiderio della banca di essere un riferimento per una zona più vasta, di guardare al futuro, senza dimenticare il passato e le radici. Abbiamo iniziato a fare queste riflessioni con i nostri soci e con la Fondazione per prendere una decisione in tempi abbastanza rapidi. Il direttore generale Paolo Mariani si è soffermato sui dati di bilancio e sul progetto nato con Veneto Banca, una popolare con 50mila soci, ad azionariato diffuso. “Sia Veneto Banca che la Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, che sono i nostri azionisti – ha detto Mariani - hanno inte- resse a far crescere questa banca nel centro Italia. La presenza sul territorio sarà sempre forte perché crediamo che questa sia una ricchezza per questa zona. Carifac sta vivendo un momento delicato di grande cambiamento: apertura di nuove filiali e un modo nuovo di proporsi e di lavorare. Il punto di svolta c’è stato in questi primi sei mesi dell’anno durante i quali l’economia non è migliorata. Il nostro portafoglio crediti è di buona qualità, gli impieghi sono saliti del 4% e non abbiamo fatto mancare credito alle imprese del territorio. La raccolta è in crescita e questo vuol dire che la gente non ci ha tolto la fiducia perché ha valutato la qualità dei servizi bancari. Siamo riusciti a fare economie sui costi amministrativi ed abbiamo ottimizzato tutto ciò che potevamo. L’aumento di capitale di 140milioni di euro ha ristabilito la piena normalità dei coefficienti di solvency ed ora anche le direttive di Basilea 3 ci trovano preparati.” Il vicepresidente Vittorio Gagliardini ha poi annunciato che a breve sarà inaugurata la nuova filiale alla zona industriale di Jesi, sede anche dell’area territoriale Carifac della Vallesina. Nella foto da sinistra il vicepresidente Gagliardini, il presidente Giraldi e il direttore generale Mariani Cupramontana: presentati i risultati e le linee dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini Il futuro dell’enologia marchigiana “Il futuro del nostro vino è legato alla capacità di concentrare la produzione e di sfruttare le opportunità offerte dall’Unione Europea per il settore vitivinicolo. In altre parole, non più fondi destinati a distruggere impianti, ma risorse finalizzate a promuovere e a far conoscere i nostri vini nel mondo, mettendo in risalto il vitigno ed il territorio”. Secondo Alberto Mazzoni, Direttore di I.M.T.-Istituto Marchigiano di Tutela Vini, è questo il binomio vincente “destinato ad avere successo, tanto più quanto sapremo spiegare le specificità e le peculiarità dei nostri prodotti!”. Un messaggio molto chiaro, scaturito dal convegno svoltosi a Cupramon- tana per illustrare “risultati, obiettivi e strategie” dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, il consorzio presieduto da Giancarlo Garofoli che si è costituito nel 1999 e che oggi può contare su circa 1200 viticoltori associati delle Province di Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino, i quali rappresentano una massa critica pari ad oltre il 90% del vino esportato dalla nostra regione. Dopo i saluti di Fabio Fazi, sindaco di Cupramontana, e di Doriano Marchetti, vicepresidente di I.M.T., Mazzoni ha illustrato il ruolo strategico del consorzio tra presente e futuro, sottolineando che “l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini è divenuto il perno intorno al quale ruota tut- ta l’attività promozionale del settore vitivinicolo il quale, ora più che mai, ha bisogno di un forte aiuto per poter penetrare sui mercati, soprattutto terzi, nei quali i singoli produttori, da soli, non potrebbero mai emergere!”. Al confronto, moderato dal giornalista Angelo Serri, hanno partecipato anche i responsabili per le Marche di due prestigiose guide: Pierpaolo Rastelli per la Guida ai Vini d’Italia, del Gambero Rosso Editore, e Francesco Quercetti per Slow Wine, la guida di Slow Food Editore. Al termine dell’incontro è stato conferito il premio “Medagliere del Verdicchio” alle aziende che nel 2009 hanno ottenuto significativi riconoscimenti dalle principa- li guide di settore. In questa edizione, ben undici i produttori che si sono aggiudicati la medaglia: Gioacchino Garofoli Spa, Azienda Agricola Lucangeli Aymerich di Laconi-Tenuta di Tavignano, Soc. Agr. Sartarelli di Sartarelli Donatella e Chiacchiarini Patrizio, Azienda Vinicola Umani Ronchi Spa, Terre Cortesi Moncaro, Soc. coop arl Azienda Agricola Vallerosa Bonci di Bonci Giuseppe s.a.s., Montecappone s.a.r.l., Azienda Agricola F.lli Bucci, Az. Agricola Ceci Enrico, Colonnara Soc. Coop.arl, Azienda Santa Barbara. Nella foto, i titolari e i rappresentanti delle aziende premiate. Latte Fresco Alta Qualità 14 IL PALAZZO E DINTORNI “Corsivi corsari” Cara Valentina, stai tranquilla: non ti rubo il bel titolo della tua rubrica che, purtroppo, non ho mai seguito anche se acquisto il tuo quotidiano. Mi è sempre sfuggita. Trascuro troppo la pagina delle lettere! Ma la tua rubrica merita di stare nelle pagine della Regione. Mi piace Corsivi corsari anche perché mi richiama gli Scritti corsari di Pasolini. Ho letto il tuo scritto di domenica scorsa, 26 settembre e vedo che anche tu sei un po’ arrabbiata (altrimenti che corsara saresti?) per tutti quei soldi in vista del congresso eucaristico. Secondo te sono tre milioni e rotti. Io non lo so. So che la Regione (ma anche altri enti pubblici) stanno collaborando con l’apposito comitato promotore. E, certo, di soldi ce ne vorranno. Pagheranno un po’ tutti. Anche i fedeli. Fa anche pensare, come dici tu, che quei soldi, in tempi di carestia, si potrebbero spendere meglio; per esempio, per la cultura che sta subendo tagli fortissimi. Tu ti preoccupi anche perchè, non credente, hai paura che quei soldi servano “per trasformare i cittadini in credenti”. Oddio: nel passato è successo anche questo. Ma, almeno di questi tempi – stai tranquilla – non ci sarà nessuna violenza teologico-religiosa. Vale la co- Voce della Vallesina pagina aperta 3 ottobre 2010 scienza di ciascuno. Quello che mi meraviglia è che, assessore alla cultura fino all’anno scorso ed espressione di una casa editrice, in un congresso nazionale (Ancona), in una settimana nazionale (Fabriano) ed in tante altre iniziative che verranno (tutte di carattere interregionale o nazionale), non riesci a vedere, tu laico-laicista, l’aspetto economico-turistico-culturale dell’iniziativa. Tutte le città fanno a gara per avere incontri di alto livello che richiamino tanta gente. E poi c’è anche il Papa: non richiamerà un po’ di gente? Magari andrai anche tu a sentirlo… per motivi solo culturali. Nessuno ti può chiedere la fede. Tutti ti chiedono di considerare il possibile ritorno economicosocio-turistico-culturale. Direttamente o indirettamente (pubblicità su tutti i mass-media per Ancona e per le Marche) saranno soldi che ritorneranno. E ti pare niente? Quanto ha investito la Regione per la pubblicità con Hoffman? Ha avuto buoni ritorni. Chi non ha il dono della fede dovrebbe aiutarsi con queste riflessioni pratiche e vedrà che il tutto forse vale quanto un Leopardi sulla bocca di un grande attore. Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum est v.m. Lettera aperta all’arch. Giampiero Cardinali di Jesi Sulla zona di San Nicolò Gent.mo architetto, qualche settimana fa sul Corriere Adriatico c’era la notizia di un recupero di appartamenti nel centro storico di Jesi, e si faceva riferimento anche all’ex convento delle suore Giuseppine. Italia Nostra si è interessata alla notizia, perché riguarda anche la possibile liberazione della chiesa di S. Nicolò dalla struttura addossata e la restituzione alla cittadinanza, alla Chiesa jesina, oltre che ai turisti (Jesi è qualificata Città d’Arte) della visione completa della sua più antica chiesa. Parte dell’edifico monumentale è già stato recuperato per merito del dott. Alvise Cherubini, allora assessore comunale, con l’idea di completare il recupero successivamente. A questo progetto, discusso ultimamente in una “tavola rotonda” molto qualificata indetta da Italia Nostra il 15 novembre 2007, ella si era detto favorevole, sia pure con qualche condizione da discutere con il Comune. Aveva aggiunto: “Io ho avuto molto dalla mia città, e in qualche modo, voglio ricambiare”. Ora le si chiede di fare un grosso dono alla città, per cui sarà ricordato, liberando la chiesa di S. Nicolò dalla struttura addossata e mantenendo una distanza di rispetto dall’abside, eventualmente eliminando quella parte di costruzione più recente che non rispetta tale distanza. Questo consiglio sa richiederle di rinunciare ad un possibile notevole guadagno, ma la rivalutazione del resto dell’edificio e la nuova destinazione d’uso, che il Comune sicuramente le concederà, potranno compensarla, almeno in parte; e il compenso migliore sarà la gratitudine dei suoi concittadini, e in particolare della Chiesa jesina. A nome del consiglio direttivo la saluto cordialmente. Il presidente Aldo Impiglia Nota della redazione. Una lettera simile il presidente di Italia Nostra l’ha inoltrata anche al sindaco e agli assessori alla cultura, ai progetti speciali e all’urbanistica. Congratulazioni, Margherita! Tantissimi auguri e complimenti a Margherita Zannini per la sua laurea in archeologia, conseguita con la votazione finale di 110 e lode, e a Michele Zannini neo vigile urbano, dai cugini Francesco e Francesca Zannini e da Sandro e Anna Casoni. All’Oikos il ricavato della Lotteria del Palio Novità e solidarietà “Ente Palio di San Floriano” è il nuovo nome dell’associazione Amici del Palio di San Floriano che ha la sua sede in via Andrea da Jesi. Questo cambiamento è nato nell’ottica di permettere di partecipare alla manifestazione le associazioni cittadine che già collaborano con la realizzazione del Palio. Fanno parte del sodalizio il presidente della Pro Loco Matteo Stronati e degli Arcieri Milites Contado Carlos Alberto Owen. Questo è un organismo più ampio perché tutta la città si senta protagonista e possa partecipare più liberamente. Il direttivo è stato rinnovato e ne fanno parte Giancar- “L’Oikos ha avuto tanta visibilità in questo lo Catani, Mauro Boccacci, Rolando Fabbro, periodo, segno che ciò che noi facciamo è Liolita Ulissi, Matteo Giampieri, Dario Mag- sentito dalle persone e dalle altre associaziogi, Manuela Menghi, Adriano Bugatti e Gio- ni – ha spiegato il vicepresidente dell’Oikos, vanni Mengoni. Nel corso di una conferenza Carlo Bellocchi - siamo presenti da venti stampa hanno annunciato che, entro il mese anni e forse anche per questo abbiamo avudi ottobre, inizieranno i nuovi corsi per i to più solidarietà. Vorremmo costruire un gruppi storici e riprenderanno i rapporti con villaggio e questi fondi che ci donate sono i le scuole per riavvicinare i ragazzi alle radici primi mattoni per realizzare questa comue alle tradizioni della città. Tra le prossime nità”. Una scelta obbligata è la nuova sede iniziative la presenza alla Festa della Sapa a delle diverse attività per rispettare le leggi: Rosora, il 17 ottobre. è più economico costruire da nuovo piuttosto che adattare le vecchie strutture dove In occasione della lotteria del Palio dello si svolgono i diversi servizi. “Noi continuescorso maggio, era stato deciso di destina- remo a lavorare ma senza la solidarietà dei re il ricavato all’Oikos: la consegna ufficiale nostri concittadini non potremo fare molto” è avvenuta nel pomeriggio di San Settimio, ha concluso Bellocchi ringraziando per il mercoledì 22 settembre- “Ringrazio questa contributo che è anche un incoraggiamento associazione per ciò che fa a favore dei gio- al lavoro nel settore della prevenzione tra i vani e della città e auguriamo che il vostro giovani e le famiglie, un impegno che coinimpegno continui nel tempo” ha detto il pre- volge 84 volontari e 44 dipendenti. sidente Catani al rappresentante dell’Oikos Nella foto, da sinistra il presidente dell’Ente ed ha poi sottolineato il desiderio del Palio Palio Giancarlo Catani e il vice-presidente di essere vicini al sociale e alla solidarietà. dell’Oikos Carlo Bellocchi. Un servizio di informazioni sui servizi sociali Consulenza gratuita per i cittadini È iniziato l’8 settembre un servizio sociale finanziato dalla Provincia di Ancona (Progetto Sollievo) organizzato dall’Associazione Agalma onlus con la collaborazione del Dipartimento di Salute Mentale (Asur Z.T.5) e dei medici di Medicina Generale. Si tratta di un call center che fornisce informazioni sui servizi sociali esistenti sul territorio, i servizi di riabilitazione, di cura primaria, i servizi di psichiatria, la guardia medica, la farmacia di turno ecc… L’Associazione Agalma accogliendo così le richieste dei numerosi iscritti, (oltre 70 famiglie) ha messo a disposizione 10 volontarie formate dal Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dott. Massimo Mari e dalla stessa presidente dell’associazione dott.ssa Sabina Zucchi, un avvocato per la consulenza legale e quattro psicologi per il sostegno psicologico. Accanto al call center, infatti, l’Associazione con la collaborazione dell’assessore Gianni Fiorentini, ha creato il Centro di ascolto gratuito, per il sostegno degli adolescenti, attraverso gli interventi nelle Scuole Superiori (l’anno precedente sono state coinvolte le classi terze dell’ITCG Cuppari con una conferenza finale per tutti i genitori ed insegnanti); degli adulti per il benessere lavorativo, ascoltando e sostenendo chiunque viva un momento di disagio legato alle dinamiche lavorative (mobbing); sostenendo le famiglie interessate da problematiche psichiatriche, intervenendo inoltre su problematiche legate all’ansia, all’angoscia alla depressione, anoressia, bulimia, obesità, problemi di coppia e familiari. Il servizio nasce a seguito della delicata situazione finanziaria ed economica che vede numerose persone che hanno perso il lavoro e con un disagio finanziario non potersi permettere un sostegno psicologico. E’ comunque aperto a tutta la cittadinanza, italiana e straniera. La sensibilità dell’assessore provinciale Gianni Fiorentini e la collaborazione dell’assessore di Jesi Bruna Aguzzi che ha agevolato la sua inclusione al Progetto Sollievo, ha fatto sì che questo servizio potesse essere messo a disposizione gratu- itamente a tutta la popolazione dei 21 comuni facenti parte dell’Ambito Territoriale Sociale IX. I numeri sono: 0731 212738 per il Call Center aperto il martedì e mercoledì dalle 15.30 alle 17.30 e 3664851863 per il sostegno psicologico aperto il martedì e venerdì dalle 17 alle 20. Infine è stato attivato su richiesta delle famiglie interessate da problematiche psichiatriche il servizio di Assistenza Domiciliare Psichiatrica finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. È una particolare assistenza che consente di modellare l’intervento sulle esigenze del paziente in quanto personalizzata per ogni singolo individuo facilitando un re-inserimento sociale. Oltre alle finalità terapeutiche comporta un miglior adattamento all’ambiente e spesso un miglioramento della capacità dell’individuo di relazionarsi socialmente. È di alto livello in quanto effettuata da psicologi qualificati e ha uno scopo soprattutto terapeutico e non solo assistenziale. Si accede chiamando i numeri dell’Associazione. Voce della Vallesina sport e tempo libero Jesi: inaugura il ristorante La Rotonda del Federico II 3 ottobre 2010 15 BASKET-FILENI BPA: si gioca alle 17. Diretta SportItalia 2. Tradizione e cucina del territorio Via al campionato: Reggio al PalaTriccoli Una serata particolare all’Hotel Federico II di Jesi per festeggiare il nuovo look del ristorante La Rotonda: un ambiente raffinato, moderno e suggestivo, dove si respira tranquillità e accoglienza. Il 23 settembre scorso, alle 20.30, Gabriele Pieralisi ha ufficialmente inaugurato il locale per rilanciare un’atmosfera nuova, con l’ambizione di diventare punto di riferimento per la città di Jesi e per il territorio. «Sarà un ambiente caldo, ma non esclusivo, accessibile a tutti - spiega Andrea Ferrari Acciajoli, amministratore unico del ristorante e direttore generale dell’intera struttura – la cucina sarà caratterizzata da qualità e genuinità. Piatti tipici, per favorire la riscoperta dei gusti e dei sapori della tradizione e per aprirci alla cultura culinaria del territorio. Inoltre, periodiche serate a tema per offrire momenti in cui il piatto diventa una creazione frutto di armonia di forme e colori, all’insegna della competenza professionale e dell’estro dei nostri chef. Anche lo staff del ristorante A Casale Monferrato, la Fileni Bpa ha steccato il suo primo impegno ufficiale della nuova stagione. La corsa degli arancio-blu verso le finali di Coppa Italia infatti, si è fermata subito nella semifinale del girone di qualificazione, che si era tenuto lo scorso fine settimana in Piemonte. Sabato ad estromettere gli jesini sono stati proprio i padroni di casa (vincitori poi, del girone), vittoriosi per 74 a 71 al termine di una gara equilibrata. Il tecnico Cioppi aveva dovuto rinunciare a Mobley (nella foto di Candolfi), rientrato in patria nella giornata di giovedì 23 per motivi personali. Il giocatore statunitense è tornato a Jesi martedì 28. La Fileni non è riuscita nemmeno ad aggiudicarsi la finalina di consolazione, disputata domenica contro il Casalpusterlengo. I lombardi hanno vinto 83 a 66. Oggi, domenica 3 ottobre, l’Aurora Basket state e tv locali e rappresentanti dell’associazionismo. Un’elegante raffinatezza e una bellezza limpida, senza sfarzo, hanno contraddistinto il momento di convivialità, composto di essenzialità, ricerca della particolarità del gusto e dell’idea del piatto come opera d’arte. In armonia con il resto del complesso alberghiero intitolato al grande imperatore del medioevo nato a Jesi. Una struttura polivalente diventata un simbolo della città e dell’intera regione. Tiziana Tobaldi Foto Anna Vincenzoni Moie: la bocciofila Campanelli ha festeggiato 30 anni Poche regole, molta tattica Trent’anni appena compiuti. Una storia ricca di persone, gare e tornei, momenti di aggregazione e di festa. Una storia che guarda al futuro: progetti e iniziative. Una realtà viva e presente nel territorio e nella cittadina di Moie. La società bocciofila Ermanno Campanelli conta oggi 280 soci. È un luogo d’incontro che nelle serate estive diventa un centro vitale per tanti giovani… di tutte le età. Si gioca a bocce, ma anche a carte e a biliardo. Ci si sente a casa, al “boccio”. Abbiamo incontrato il presidente Giancarlo Fabbretti alla fine dell’estate, quando ancora si respirava nell’aria la festa di compleanno della bocciofila, a cui hanno partecipato circa 250 persone. Fabbretti guida la società da oltre dieci anni, dopo Achille Pierantoni, primo presidente, e Augusto Cesaroni. Presidente, quali sono le attività e le iniziative della bocciofila? Ogni anno nel nostro bocciodromo (e in altre strutture marchigiane individuate dalla federazione), durante il mese di febbraio, viene disputata una gara regionale di bocce, a cui partecipano circa 400 coppie provenienti dal centro Italia, tra cui moltissimi giovani. Per questo appuntamento è necessario un allenamento quotidiano e una buona preparazione, poiché è molto difficile giocare a bocce sulle corsie. A dicembre, invece, si svolge la tradizionale gara sociale. Ogni anno, poi, organizziamo delle gite culturali a cui partecipano tantissimi soci e le loro famiglie. Le bocce: un gioco dalla tradizione antichissima. In Turchia sono state ritrovate alcune sfere in pietra, antenate delle attuali bocce, che risalgono circa al 7000 a.C.; anche in Egitto sono stati rinvenuti degli oggetti simili in una tomba, risalenti al II millennio a.C.. Come si svolge que- sto gioco, e come è cambiato nel tempo? È un gioco che ha subìto molte evoluzioni nel corso della storia. Poche regole, molta tattica. Fino ad alcuni decenni fa si praticava su strade sterrate, prati, o terreni di fortuna. Ora il gioco si è affinato e si svolge su pista. Negli ultimi anni si sta tentando di portare questo sport alle Olimpiadi, ma la cosa ancora non è riuscita, probabilmente perché il percorso è molto lungo e articolato. Vengono disputati tuttavia i campionati italiani, che noi abbiamo vinto per ben due volte: nel 1991 a coppia, con Enrico Verdenelli e Sauro Priori, e nel 2002 nell’individuale, con Silvano Brunori, oltre a tantissime gare nazionali. Abilità e strategia: questo è fondamentalmente il gioco delle bocce. Si può gareggiare uno contro uno, oppure a coppie. Ciascun giocatore a turno fa rotolare (accostare) la boccia verso il pallino (la boccia più piccola), precedentemente lanciato sul campo. I punti vengono assegnati ai giocatori le cui bocce si sono avvicinate di più al pallino. I giocatori possono inoltre lanciare la boccia con la tecnica del volo per colpire e quindi spostare le proprie bocce allo scopo di ottenere più punti. È anche possibile spostare le bocce degli altri giocatori e il pallino. Esistono molte varianti al gioco. Quali sono i vostri progetti per il futuro? Ci piacerebbe avvicinare i ragazzi al gioco delle bocce. E creare una scuola che avvicini i giovani a questo straordinario sport. È un obiettivo che contiamo di realizzare nel prossimo futuro. Intanto, nel mese di ottobre prenderà il via sicuramente un corso per ragazzi con disabilità e in situazione di disagio. Saranno seguiti da istruttori federali e sarà una prima esperienza molto importante per l’attenzione rivolta ad alcune fasce deboli della popolazione. Il gioco che integra, diverte e aiuta a socializzare. Con un “accosto”: un lancio di precisione sulla vita e le sue possibilità. Un gioco che punta alla vittoria. Con una “bocciata” che, dopo una rincorsa, colpisce ogni ostacolo e punta ad arrivare fino in fondo. Un gioco proprio per tutti. Tiziana Tobaldi Nella foto un momento della festa del trentennale Finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Arteterapia per bambini e adolescenti Riprende a fine settembre il progetto di arteterapia a sostegno di bambini ed adolescenti curato dall’Associazione “il Camaleonte”, presso la sede di largo Saponari a Jesi. Gli incontri, organizzati in collaborazione con l’Asur 5 di Jesi, sono rivolti ad una fascia d’età compresa tra 4 e i 18 anni. L’iniziativa, resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, si basa sulla capacità di comunicare le emozioni attraverso le arti visive e plastiche allo scopo di favorire ed aumentare il benessere psicofisico dei partecipanti. I corsi specifici, a contenuto e orario personalizzati, consistono in un percorso individuale sviluppato secondo le peculiarità e capacità relazionali del bambino. Ogni incontro ha una durata di 45 minuti. L’Arteterapia si rivolge a tutte le fasce d’età, ma con bambini ed adolescenti si è dimostrata particolarmente efficace poiché fornisce loro un canale comunicativo alternativo, più spontaneo ed immediato. Il corso, attivato nell’area dell’Asur 5 grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, si concretizza attraverso un’attività creativa mediata da materiali artistici. I partecipanti possono esprimere completamente le proprie emozioni beneficiando della funzione liberatoria di tale processo. È così che in un ambiente accogliente e ricco di stimoli, accompagnati dall’arteterapeuta Giorgia Filippone del “Camaleonte”, i soggetti hanno la possibilità di trasformare e rielaborare con la fantasia ciò che rappresenta un ostacolo o un disagio, valorizzando al contempo ciò che invece li fa stare bene. Il San Settimio dell’Oikos in piazza La lotteria di solidarietà Anche quest’anno il 22 settembre l’Asso- nea Club: n. 0396; 4° Premio – Borsa: n. ciazione Oikos onlus è tornata in Piazza 3092; 5° Premio – Misuratore di Presdella Repubblica per aprire i festeggia- sione Visomat: n. 0500; 6° Premio – Misuratore di Pressione Visomat: n. 2775; menti alla fiera di San Settimio. La diretta di Rve – Radio Vallesina – ha 7° Premio – Borsa: n. 3573; 8° Premio – dato inizio alla manifestazione intorno Completo lenzuola: n. 3676; 9° Premio – alle 18, accompagnando poi l’Oikos du- Buono cena da € 50 “Al Settimo Cielo”: rante il brindisi del vice presidente Oi- n. 1418; 10° Premio – Buono cena da € kos Carlo Bellocchi, dei rappresentanti 50 “Al Settimo Cielo”: n. 3690; 11° Predella locale sezione Avis, capitanati dal mio – Confezione 6 vini Fazi e BattaPresidente Sandro Brilli, e del Presiden- glia: n. 3353; 12° Premio – Lettore Mp3: te dell’Associazione Volontariato Marche n. 0763; 13° Premio – Buono piega per capelli: n. 3246; 14° Premio – Buono provinciale Mario Argentati. Filo conduttore di tutta la manifestazio- piega per capelli: n. 3743; 15° Premio ne l’animazione dei clown per i bambini – Buono piega per capelli: n. 3640; 16° e la degustazione dei vini delle aziende Premio – Buono piega per capelli: n. vinicole Fazi e Battaglia e Zannotti e degli 0175; 17° Premio – Buono piega per caaffettati del salumificio di Monsano. In- pelli: n. 0146. torno alle 19 ha avuto luogo l’estrazione L’Associazione ringrazia tutti i volondella Lotteria di solidarietà dell’Oikos, il tari che hanno collaborato nella vendicui ricavato sarà destinato in favore dei ta dei biglietti e augura buona fortuna bambini e ragazzi ospiti nelle comuni- a chi li possiede. tà dell’associazione. I numeri vincenti Il “San Settimio dell’Oikos” è stato sono i seguenti: 1° Premio - Viaggio per organizzato in collaborazione con l’Avis 2 persone Agenzia Viaggi Incontri Euro- Jesi, Rve Radio Vallesina, il Salumifipei: n. 1724; 2° Premio – Televisore Phi- cio di Monsano, le aziende vinicole Fazi lips – Euronics Jesi: n. 2346; 3° Premio e Battaglia e Zannotti, il Caffé Imperiale, – Abbonamento annuale palestra Li- la Digit All. CALCIO è rinnovato, con Cristiano Giambenedetti nuovo Maitre d’Hotel.» Circa cento invitati hanno partecipato alla serata: Giovanni Fileni e diversi rappresentanti del mondo dell’imprenditoria, il primario neurologo Elvio Giaccaglini e altri medici della Vallesina, esponenti dell’arte e della cultura locale, fra cui l’amministratore delegato della Fondazione Pergolesi Spontini William Graziosi, il prof. Armando Ginesi, console onorario della Federazione Russa di Ancona, l’artista Luciana Zanetti. Inoltre giornalisti di te- debutta in campionato, ospitando al PalaTriccoli il Reggio Emilia (ore 17), una delle avversarie storiche degli jesini. Sulla panchina reggiana siede proprio uno dei giocatori che hanno fatto la storia dell’allora Sicc targata Baldinelli: Piero Coen. Nella rosa spiccano l’ex, Salvi, il messicano Castro ed il talentuoso play Fultz. La gara sarà trasmessa in diretta su SportItalia 2 (canale 226 di Sky), che da quest’anno affiancherà Rai Sport come tv ufficiale della Lega due. Sul calendario ha detto la sua il presidente Carlo Barchiesi. “È un inizio di sicuro molto duro ma prima o poi devi incontrarle tutte. Comunque il fatto di giocare subito contro delle favorite come Casale, Veroli e Venezia, quando forse non saranno ancora rodate, potrebbe essere un vantaggio”. Giuseppe Papadia Serie D Dal campo di Fossombrone, la Jesina esce vittoriosa e capolista del campionato. Non vi sappiamo descrivere l’esultanza in mezzo ai leoncelli e ai dirigenti commossi. Tra gli spettatori è più che scontata! Il dopo-partita non finirebbe più. Tanti festeggiamenti in particolare al grande Tom Gabrielloni, autorevole bomber, il cui gol ha timbrato la vittoria nel difficile derby forsempronese, al 13’ della ripresa. Vogliamo gettare sul piatto della bilancia una traversa di Negro ed una super parata del portiere locale, che ha impedito il secondo tiro a rete. Mister Fenucci, nelle dichiarazioni di fine gara, ci tiene a mantenere i piedi per terra: “Sono molto contento soprattutto per i tifosi che anche oggi ci hanno seguito in tantissimi, questo primato scatena il loro entusiasmo, ma devono ricordarsi che questa squadra è costruita per altri obiettivi, ovvero la salvezza”. Ora però torniamo sereni e non esageriamo nel festeggiare: pena qualche brutta delusione da mancanza di umiltà. Nel prossimo turno viene al Carotti la squadra di Miglianico con 7 punti in classifica. La Jesina veleggia a quota 12. Vir 16 Voce della Vallesina esperienze 3 ottobre 2010 Majolati Spontini: alla scoperta delle belle fonti di Tajano e Cerreto che andrebbero recuperate e valorizzate, quanto prima Quando il lavatoio era luogo di socializzazione In questi ultimi anni abbiamo visto spendere cifre consistenti nel nome del tempo libero, dei percorsi ecologici, della natura e questo, in prevalenza lungo il fiume Esino. In verità questo impiego di risorse ha dato risultati, tantissime persone percorrono queste stradine o sostano nelle aree attrezzate, magari consumando un bel pranzetto. Questo fenomeno salutistico-ricreativo si registra però anche in collina, dove non ci sono piste ciclabili e sono presenti un minor numero di aree attrezzate. Questa premessa è solo per attirare l’attenzione verso altri luoghi nascosti nelle colline soprastanti il fiume Esino, come le fonti storiche majolatesi, che parimenti si prestano per il tempo libero, per la passeggiata, per la camminata. Per Majolati un inventario di queste acque ci viene dal dott. Noè Cenni che nel 1846 descrisse le più importanti fonti idriche majolatesi. Leggiamo il passo: “Majolati ebbe da natura un’aria pura e balsamica, ebbe pure delle acque potabili in tanta quantità, e di natura sì eccellenti, che non so, se altro paese montanino possa vantare le uguali. Tre grosse fonti egli possiede di pubblica pertinenza l’una a nord est del Paese detta la fonte di Tajano distante mezzo miglio circa, l’altra al sud distante un quarto di miglio chiamata la fonte di S. Anna, e la terza a questa poco sotto detta del Fossato, dove ha il pubblico lavatojo. La prima è abbondantissima in ogni stagione, e viene da luoghi ghiaiosi, e di eccellente natura sicché dà un’acqua purissima, e leggera così, che paragonata coll’acqua distillata al peso di libbre sei, non si ha la differenza in più che di mezz’oncia appena. É così gustosa a bersi, e di tale freschezza, che chiunque l’assaggia meraviglia tanta bontà di acqua. Tale non è quella di S. Anna, e del Fossato, ma se non serve a bersi, è atta però a tutti gli usi famigliari, ed esse pure ne danno sufficiente copia, ed in ogni tempo. V’hanno altre tre fonti pubbliche, una detta della Masserella a levante del Paese mezzo-miglio distante; l’altra di Carnevale al Nord a un miglio di distanza; la terza detta di Cerreto a Nord Ovest, ma non sono così abbondanti, come le tre prime. Que- ste sono le fonti pubbliche”. Il testo continua con l’esame di altri fonti, pozzi, delle acque del Fossato e del canale che “mercé una chiusa riceve l’acqua del fiume Esio, la quale serve per far girare un mulino a tre macine che rimane circa due miglia dall’abitato a piedi del colle”. Proprio sulla Fonte di Tajano si vuole portare l’attenzione, si trova in una valle incantata, dove è raro incontrare delle auto, in quanto il territorio è compreso tra l’Esino e il castello, in una zona intermedia. Sul valore di queste acque vale anche la memoria; infatti, fino agli anni ses- santa, quando i mezzadri si prestavano ad ogni richiesta dei “padroni”, damigiane con queste acque, su richiesta di urologi, erano spedite con la corriera fino ad Ancona, allo stesso modo delle acque dei frati di Cupra Montana. Il recupero della Fonte di Tajano riveste un valore storico ed antropico. Ora la fonte è nascosta anche dalla elevazione di tutto il fondo stradale di San Sisto realizzato con inerti che ha, anche in questo caso, innalzato il livello stradale e completamente affossato il manufatto, una volta invece era facilmente accessibile dalla strada. La fonte ora è irriconoscibile, interamente colonizzata dalla vegetazione. Le parti essenziali di questa fonte erano: a nord, una vasca di raccolta delle acque protetta da una copertura a volta utilizzata per l’uso domestico, qui si riempivano le brocche o si abbeveravano gli animali; a sud, a destra guardando la fonte principale, c’erano due vasche, in entrambe confluivano altre bocche della sorgente, per prassi condivisa una vasca era utilizzata per lavare i panni, l’altra per il risciacquo. Le due vasche del lavatoio avevano lastre di pietra inclinate e lisce per l’uso, destinate a lavatoio. Nella superficie antistante le tre vasche c’era una pavimentazione in pietra arenaria squadrata, la stessa che stava davanti ad ogni casa colonica e che si usava anche per la battitura del grano. Infine nel lato opposto alle vasche lavatoio c’erano dei sedili realizzati con blocchi di pietra. Ora, a parte la fitta vegetazione, purtroppo una parte dei sedili, delle vasche di raccolta e dei ripiani in pietra dei lavatoi sono stati demoliti in occasione di passate ricerche idriche intorno agli anni ottanta e non più risistemati. Anche molte pietre, ben squadrate, sono state utilizzate per altri recuperi edili, facendo perdere il ricordo di forme antiche, ma cariche di lavoro ed umanità. Questo luogo, insieme alla soprastante Fonte di Cerreto da cui è stato asportato un termine in pietra che ricordava il 1861, anno dell’Unità italiana, erano luoghi molti familiari ai Majolatesi che scendevano lungo la strada della Ripa per procurarsi acqua di ottima qualità. Questi antichi ruderi meritano di essere restaurati e riportati, per quello che sarà possibile, alla loro originale funzione, cioè servizio idrico e luogo d’aggregazione, anche a ricordo di trascorse necessità. Sicuramente anche alla Fonte di Tajano potranno essere organizzate merende e passeggiate e tutta la valle, da Collefreddo, San Sisto e Roncone potrà tornare a risuonare di voci e di canti come quando accadeva quando le donne lavavano i panni in queste limpide acque. Marco Palmolella CUPRAMONTANA: La Sagra dell’Uva nel fine settimana, fino al 3 ottobre Al via la kermesse cuprense Sono stati impiegati dei mesi di progettazione, organizzazione ed impegno per valicare il traguardo dell’inaugurazione della sagra di Cupramontana che da quest’anno è stata dotata di una nuova realtà giuridica, la Fondazione Sagra dell’Uva, che le sarà garante di un futuro certo e trasparente in quanto a principi e capitali. Una tradizionale e sempre più consolidata sinergia di forze proveniente dalle varie associazioni, case vinicole, gruppi che si adoperano nella costruzione degli stands gastronomici e dei carri allegorici sta alla base della struttura della sagra. Gli ingredienti del successo che Cupramontana riscuote in crescendo ogni anno, sono l’accostamento dell’enogastronomia, della tradizio- ne, con il divertimento e la musi- per la domenica pomeriggio. La ca proposti ininterrottamente per i sagra dell’uva è quest’anno anche quattro giorni dedicati al protago- l’occasione per ospitare gli ammininista indiscusso: il Verdicchio. Nel stratori della cittadina turca Kalkan, programma primeggiano artisti di da poco gemellata con il paese del fama nazionale come Irene Grandi Verdicchio e presentare loro il noin concerto venerdì sera, Le Vibra- stro prodotto da commercializzare zioni il sabato, l’Orchestra di Mirko e le ricchezze del nostro territorio. Casadei la domenica pomeriggio. Presso le Sale Raul Bartoli sarà posDi grande spessore per chi della sibile visitare la mostra fotografica festa vorrà cogliere i tratti più tra- “Città di Kalkan” per conoscere più dizionali sono inoltre il palio della da vicino uno splendido scorcio di pigiatura in programma per il po- mediterraneo che gode di impormeriggio del sabato e la sfilata dei tanti siti archeologici romani e di carri allegorici con l’esibizione del grande fama turistica. Gruppo Folk “Massaccio” e la Ban- Negli stessi locali è stata allestita da “N.Bonanni” di Cupramontana una Mostra Fotografica”La Sagra dell’Uva dal 1928”. Nato con l’intento di valorizzare la qualità del prodotto celebrato, il Centro Degustazioni allestito presso i Magazzini dell’Abbondanza dall’Associazione Pro-Cupra offre al visitatore, ad appassionati ed esperti, l’opportunità di assaggiare i vini locali abbinati ai cibi tradizionali. L’ingresso è a pagamento dal venerdì e i biglietti potranno essere acquistati in prevendita o alle porte d’ingresso. Si potrà usufruire dell’ampio parcheggio a pagamento nell’ex Campo Sportivo, o seguire le indicazioni per altri parcheggi segnalati. Giovanna Ortolani