dell’apposizione della linea delimitante lo
stato.
I confini del Dipartimento
Sulla sponda occidentale del fiume Sesia, si
trovava la zona occupata direttamente dalle
Già all’atto della sua creazione, sorsero, per il
Dipartimento
dell’Agogna,
truppe francesi, essendo stato il governo dei
rilevanti
Savoia abbattuto, e la casa regnante costretta a
problematiche, destinate a scaturire in vere e
proprie
dispute,
inerenti
riparare rapidamente nell’isola di Sardegna.
l’esatta
Un altro storico fornì un resoconto abbastanza
localizzazione dei propri confini. La vicenda,
dettagliato di ciò che avvenne, durante le
nel suo complesso, non fu semplice da
prime fasi della campagna militare di
dirimere poiché la morfologia del suo
Napoleone, ad ovest del Sesia: “Circa la metà
territorio e la sua stessa localizzazione
di maggio del 1800 corse la fama inaspettata
geografica che lo vide quale baluardo
che il giovane generale Bonaparte varcava il
occidentale della Repubblica, prima, e del
Gran San Bernardo con un poderoso esercito.
Regno, poi, pose il novarese a diretto contatto
Infatti partito da Parigi il sei di maggio,
con due realtà estere: il territorio svizzero e la
passò quell’alto monte il dì 20, e già dalla
parte di Piemonte che non venne acclusa nel
mattina del 28 entravano alcune truppe
disegno di uno stato italico formalmente
francesi a Vercelli. Ciò saputosi dagli
indipendente.
Già
all’indomani
Dipartimento,
e
della
costituzione
della
austriaci accantonati al di là del Sesia sotto
del
gli ordini del generale Fustemberg, gettarono
conseguente
alcune granate reali con pregiudizio di
apposizione della frontiera occidentale della
alcune case e di qualche abitante che dallo
seconda Repubblica Cisalpina lungo il corso
scoppio ne rimase ferito, e quindi si
del fiume Sesia, sorsero accesissime dispute
proprio
intorno
ritirarono
all’interpretazione
1
sopra
Novara
seguitati
dal
principal nerbo delle forze repubblicane che
all’interno della quale lamentò le ingiuste
transitò per Vercelli nei giorni 29 e 30. In
ingerenze attuate dagli organi amministrativi
questo ultimo dì, susseguito dalla numerosa
del Dipartimento dell’Agogna su alcuni paesi
Guardia consolare, tutta composta dei più
posti sulla riva occidentale del Sesia, non di
eletti militi, giungeva verso le ore undici
propria competenza. La risposta del governo
antimeridiane
di
in
Vercelli
il
generale
Milano,
indirizzata
ai
vertici
Bonaparte: alloggiò al palazzo del conte
dell’amministrazione novarese, non si fece
della Motta, e s’affacciò al balcone con Soult
attendere
e Murat, plaudente immenso popolo. Al
cardinale
Martiniana
che
si
recò
a
“REPUBBLICA CISALPINA
complimentarlo, Bonaparte dichiarò che era
Milano 18 messidoro anno IX
risoluto di ben vedere colla Santa Sede di
Il Ministro della giustizia e Polizia
riconciliare la rivoluzione francese colla
Generale
Chiesa, e di sostenerla ben anco contro i suoi
Al Commissario di governo
nemici, se il nuovo Pontefice si mostrasse
dell’Agogna
ragionevole e capisse la situazione attuale
della Francia e del mondo.1”
Il generale Jourdan amministratore
Il generale Jourdan, che ricopriva la
generale del Piemonte si è lagnato presso il
suprema amministrazione civile e militare del
ministro
Piemonte occupato dalle armi francesi, ebbe
autorità Cisalpine vengono trasmessi degli
modo di inviare direttamente al ministro degli
ordini ad alcune Comuni, che sono al di là
esteri della Repubblica Cisalpina una missiva
della Sesia, per cui le medesime tentano di
straordinario
Petiet
che
dalle
rifiutarsi a quelli che gli sono spediti da
1
Dionisotti C., Memorie storiche della città di
Vercelli, Biella, Tipografia di Giuseppe
Amosso, 1861, Tomo II, pag. 335-336.
competenti
2
e
legittimi
loro
Magistrati.
Premuroso quindi il Comitato di Governo di
a Napoleone come “prescritta dalla natura”
far cessare tale abuso ha richiamato le
non risultò tale anche agli occhi dei magistrati
antecedenti di lui disposizioni, e mi ha
locali.
risposto di prevenirvi, perché ingiungiate alle
Malgrado
i
ripetuti
interventi
autorità Giudiziarie di codesto Dipartimento
legislativi, l’incerta definizione della frontiera
da
dal
occidentale dello stato italico si trascinò nel
pronunciare, o far continuare alcuno atto
corso degli anni. Il decreto consolare del 10
nella
e
germinale dell’anno IX (31 marzo 1801)
sono
individuò una prima soluzione amministrativa
Voi
dipendente
estensione
dall’immischiarsi
di
nelle
di
astenersi
quelle
affari
Comuni,
che
relativi alle medesime.
per quanto concerne quella parte del Piemonte
rimasta esclusa dalla restaurazione della
Saluti e Fratellanza2”
Cisalpina, trasformando il territorio posto ad
occidente del fiume Sesia nella 27esima
Divisione Militare della Repubblica Francese,
Evidentemente quella frontiera che
ripartita, al suo interno, in sei dipartimenti. La
Ruga, Visconti e Sommariva avevano definito
città
di
Vercelli
venne
indicata
quale
capoluogo del Dipartimento del Sesia3. Nelle
2
ASNO – Fondo Prefettura Dipartimento dell’Agogna
– Cartella 583. Nel Fondo della Prefettura del
Dipartimento dell’Agogna, presso l’Archivio di Stato
di Novara, è conservata una quantità notevole di
missive, relativamente a queste questioni, fra le
amministrazioni civili piemontesi e lombarde. Un
curioso documento afferma, infatti: “In Nome della
Nazione Piemontese – La Municipalità di Serravalle
Vercellese – Li 30 Germinale anno IX Repubblica –
Dichiara e certifica, che il piccolo Ramo attualmente
esistente su Gabbi si Sesia, non deriva già dal Fiume
Sesia, ma bensì dal torrente Sesera, cosicché detto
Ramo non fa il confine tra il Piemonte e la Cisalpina
bensì il corpo principale del fiume a termini del
decreto del primo Console Bonaparte delli 20
Fruttidoro. F.to Francesco Vinnova Presidente”.
ASNO Fondo Prefettura Agogna – Cartella 582.
3
“Il circondario di Vercelli era diviso in otto cantoni,
cioè Agnona, Crepacuore, Gattinara, tesserano,
Quinto, Stroppiana, Trino e Vercelli. Era composto di
49 comuni…. La circoscrizione dei compartimento
(sic) fu confermata col senatoconsulto del 24 fruttidoro
anno X (11 settembre 1802) che riunì il Piemonte alla
Francia. Esso confinava a levante col compartimento
dell’Agogna (regno d’Italia), dal quale era separato
dal fiume Sesia, che formò l’estremo limite
dell’Impero; ad ostro col Po e con una parte del
compartimento di Marengo; a ponente colla Dora
Baltea, ed una parte del compartimento di tal nome; a
borea colla catena delle Alpi, di cui è parte il Morosa
d’onde scaturisce il Sesia.” Dionisotti C., Memorie
storiche della città di Vercelli cit., tomo II, pag. 338.
3
intenzioni del governo francese, che da Parigi
“A Tenore del decreto del primo
prendeva le decisioni riguardanti questa
Console la sinistra della Sesia si è il confine
regione
di
del territorio Cisalpino, non ostante la
chilometri, la questione dei confini dello stato
chiarezza di tale decreto d’ordine del vostro
doveva apparire risolta a tal punto da emanare
governo
un provvedimento normativo riguardante
d’Agogna ed altre adiacenti situate sul
addirittura la competenza sull’alveo del
territorio piemontese, ed unite a questa
fiume. Il decreto del 23 pratile anno XIII (12
provincia da un decreto del mio governo,
giugno 1804) dichiarò, infatti, di pertinenza
come già v’annunziai. Io voglio credere che
del demanio francese il letto del fiume Sesia,
una tale organizzazione siasi fatta senza le
le isole, la pesca, i passaggi e tutto ciò che
successive autorizzazioni del comune di
concerneva la navigazione e la polizia. A
Astolfi e che abbia questi ecceduto entro i
partire dal 1804, come si è sopra visto,
limiti della sua autorità, e perciò vi prego di
l’amministrazione delle attività svolte lungo il
diffidare le comuni organizzate sulla destra
corso del fiume Sesia passò integralmente alla
del Sesia, che esse non fanno parte della
Repubblica Francese.
Repubblica
distante
svariate
centinaia
si
organizzavano
Cisalpina,
le
altrimenti
comuni
mio
Sulla carta, la stabilizzazione della
malgrado sarò costretto di servirmi della
linea di confine avrebbe dovuto , in tal modo,
forza armata per procedere ad una tale
sentirsi assolutamente salda eppure, ancora
organizzazione, dal che vi potrebbero nascere
nel 1805, cinque anni dopo l’istituzione del
disordini. Io nutro il più sincero desiderio di
Dipartimento dell’Agogna, il rappresentante
vedere ristabilita la nuova armonia tra il
del governo, da Torino, indirizzò un’ennesima
Piemonte e la Cisalpina. Scorgo che si
missiva alla Prefettura, in Novara:
frappongono ogni giorno nuovi ostacoli ai
miei ardenti voti, sono e saranno sempre gli
4
stessi i miei sentimenti, ma dovrò in avvenire
condizione
porre in opra i mezzi che sono in mio potere
mantenimento dei buoni rapporti fra gli stati.
per conservare illesi gli interessi della mia
“Il Governo della Repubblica Elvetica, col
Nazione in questa provincia.
mezzo del di lui Incaricato d’Affari, qui
So
che
voi
siete
l’amico
indispensabile
per
il
nato
residente, mi ha fatto presentare nota
dell’unione tra i vicini popoli, interessatevi
ufficiale, in cui si asserisce, che nel finire
perciò a stabilirla, e mi troverete sempre
dell’anno scorso venne svelto un termine di
disposto per tale oggetto.
confine nella linea dividente il Territorio di
Saluti e Fratellanza.4”
Astano e di Drumenza, precisamente al sito
importante
dell’Alpe,
detta
Falcorella,
marcato colla lettera R. A fine di togliere
Indecisa risultò, ancora per molti anni,
qualunque occasione di disputa e provvedere
anche l’esatta ubicazione di taluni tratti del
alla conservazione della buona vicinanza fra
confine
dipartimento
le due comunità confinanti, chiede il Governo
dell’Agogna. Il 12 agosto 1802, infatti, il
Elvetico che si deleghi per parte nostra
ministro degli esteri della Repubblica Italiana
qualche Persona onde procedere di concerto
indirizzò una lunga missiva al Prefetto
col Prefetto di Lugano, da Lui incaricato, alla
dell’Agogna nella quale affrontò la questione
ripristinazione
del ripristino di alcuni termini di confine con
distrutto, dietro le asserzioni degli abitanti
la
in
probi ed intelligenti delle due comunità.
scritto,
Dovendosi, al presente, trovare in visita,
riproposto di seguito, emerge l’importanza
verso quelle parti, l’Ingegnere Campari, per
della certezza della linea di confine quale
terminare, in un unione del mentovato
settentrionale
Repubblica
circostanze
non
del
Elvetica,
chiarite.
abbattuti
Dallo
del
termine
di
Confine
Prefetto di Lugano, le differenze Territoriali
4
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 582.
5
fra i Comuni di Craveggia Italiana ed
parte del risultato, ed intanto vi saluto con
Onzernone Svizzero, potrà il medesimo
tutta stima.
L’Incaricato del Portafoglio5”.
occuparsi nel tempo stesso di quest’altro
interessante oggetto.
V’invito quindi di
scrivergli a tal uopo, senza ritardo, e
Onzernone
d’incaricarlo di verificare bene quanto dal
Domodossola
Governo
Elvetico
vien
supposto,
onde
procedere in seguito agli atti che saranno
Intra
Craveggia
giudicati i più convenienti. Voi ben sapete,
Cittadino Prefetto, di quanta importanza sia
E’
la materia de’ Confini la quale a Voi
curioso
osservare
come,
in
direttamene è affidata. Procurate perciò
mancanza di indicazioni certe circa il
d’invigilare perché dalle autorità da voi
posizionamento del precedente termine andato
dipendenti vi si abbia una particolar cura e
smarrito, le autorità dei differenti dipartimenti
non trascurisi di far da tempo in tempo delle
abbiano avuto la facoltà di rivolgersi ad
visite
Termini
abitanti della zona in grado di fornire una
Territoriali e ne siti, soprattutto, in cui più
testimonianza più o meno attendibile. La
facilmente possano alterarsi i Confini. In tal
disputa di cui fa menzione il documento
guisa si potranno sovente
prevenire le
appena analizzato riguardante il comune di
questioni fra gli abitanti limitrofi che, alle
Craveggia si trascinò ancora per lungo tempo,
volte, possono compromettere le amichevoli
tanto che un anno più tardi, il 22 agosto 1803,
relazioni che li rispettivi Governi desiderano
il
di conservare inalterabilmente. Mi darete
nuovamente far sentire la propria voce presso
lungo
l’estensione
de’
5
ministro
degli
affari
interni
dovette
ASNO – Fondo Prefettura Dipartimento Agogna –
Cartella 583.
6
il Prefetto dell’Agogna. Dall’incartamento,
Si osserva, in questo interessantissimo
emerge, finalmente, il motivo concreto della
scritto ministeriale, come le dispute di
questione incorsa fra le autorità italiane e
confine, capaci da sole di mettere in moto i
quelle elvetiche. “prevenuto questo ministero
pesanti ingranaggi dell’alta burocrazia statale,
dall’Incaricato
delle
avessero sempre una motivazione economica
Relazioni Estere d’essersi rinnovati gli uffici
alla propria base. Le problematiche insorte fra
al Governo Elvetico per la definizione delle
questi due comuni coinvolsero una vasta serie
vertenze territoriali insorte tra la comune di
di attività: raccolta della legna e della resina,
Craveggia e la Terra di Onzernone ; ha
ma anche sfruttamento dei terreni da pascolo7.
stimato
al
L’ingiusto sfruttamento dei pascoli alpini da
medesimo Incaricato l’anonima memoria
parte degli abitanti elvetici a danno del
trasmessa col vostro rapporto del 18 corrente
territorio del Dipartimento dell’Agogna vide
ed il suggerimento di promuovere la rinuncia
un nuovo interveto dell’ingegnere Campari,
del
opportuno
Portafoglio
di
comunicare
del diritto che hanno gli Onzernonesi di
7
“La comune di Craveggia ha rinnovate le sue istanze
al Vice Presidente della Repubblica perché s’imponga
un freno alla licenza degli abitanti di Onzernone in
Territorio Elvetico di condurre al pascolo le loro
bestie nel Territorio della nostra Repubblica…” Dal
ministero degli affari interni al Prefetto del
Dipartimento dell’Agogna, 8 agosto 1803. ASN –
Fondo Prefettura Agogna – Cartella 583.
“Richiamandovi il mio rapporto delli 22 maggio…
vengo a dirvi, Cittadino Prefetto, che gli Onzernonesi
hanno provocato ora col fatto che non avevano
rinunciato all’idea di repplicare gli attentati altre volte
messi in opera per impadronirsi delle Alpi di Monte
Fracchio e di Medaro appartenenti alla nostra
Repubblica. Ieri l’altro informata la Municipalità di
Craveggia che si trovavano nelle Alpi suddette
moltissime bestie bovine degli Onzernonesi oltre ad
una quantità di capre, quali avevano già consumata la
metà dei Pascoli, spedì sul luogo il proprio Cursore a
farne di esse l’opportuna appignorazione, come infatti
seguì, essendo stato appignorate cinquanta bovine e
settantaquattro capre…” Lettera del Vice prefetto del
circondario d’Intra al Prefetto dell’Agogna in data 29
luglio 1803. Ibidem.
boscare e raccogliere la resina nell’Alpe di
Montefracchio. Nel tempo stesso ha fatto
sentire al Vice Prefetto d’Intra che in
pendenza
della
trattativa
qualora
emergessero nuovi inconvenienti sull’oggetto
in questione, si limiti ad informare questo
Ministero per metterlo in grado d’interessare
gli uffici del Ministero delle Relazioni Estere
a misura delle circostanze.6”
6
Ibidem
7
nuovamente in visita alla zona di confine.
giorno undici successivo nel luogo detto del
“Mentre il Delegato del nostro Governo e di
Piano di Bozza di Monte Fracchio, di tutte le
quello Elvetico cittadino Pampuri e Prefetto
quali cinque sole vennero condotte in
di Lugano si trovavano il giorno dieci agosto
Craveggia a titolo di pegno per i danni, e
in Aqua Falda luogo vicino all’Alpe Monte
spese incontrate in detto sequestro.”8
Fracchio alla ricognizione dei rispettivi
territoriali
confini
alla
esente da discussioni, nel corso degli anni.
li
Nel 1802, infatti, venne presentato ricorso
accompagnava, che nello stesso giorno si
agli organi competenti del governo a causa
trovavano
Cima
dell’aggregazione di vari comuni al distretto
Montefracchio di ragione di quella Comune
di Pavia9. Il commissario straordinario Lizzoli
Deputazione
di
al
venne
sporto
Anche il confine meridionale non fu
Craveggia,
pascolo
che
nell’Alpe
molte bestie dei particolari della vicina
8
ASNO. Fondo Prefettura Agogna – Cartella 583.
Malgrado gli sforzi delle autorità, le incomprensioni e
le rivalità fra le due cittadinanze proseguirono con
intensità crescente. Il 28 settembre 1803 una nota del
ministro dell’Interno menziona il furto di alcuni capi di
bestiame da parte di cittadini elvetici in danno, ancora
una volta, del comune di Craveggio. Una disposizione
del Vice-prefetto di Intra ordina, il 14 ottobre, l’arresto
del Francesco Sartoris, elvetico, identificato quale
autore di uno dei tanti soprusi perpetrati in quei mesi ai
danni dei cittadini del Dipartimento dell’Agogna.
9
“Rappresentasi per parte del Cittadino Massimiliano
Robolino possessore di alcuni bei siti nel territorio di
Zinasco Scrivano San Nazar del Bosco Sommo e S.
Fedele di aver avuto ricorso al Cessato Comitato di
Governo poiché nella distribuzione de dipartimenti di
codesta Repubblica seguita sotto il giorno 18 piovoso
anno 9 Repubblicano furono posti sotto il Dipartimento
d’Olona distretto di Pavia Sommo e S. Fedele avendo
disposto con giuste e chiare ragioni il forte danno che
apporterebbe ad esso ed a tutti li altri nominati tale
separazione epperò chiese per li sottoscritti motivi che
rimanessero detti Territori tutti censiti sotto il
Dipartimento d’Olona Distretto di Pavia. Primo
perché dette comuni sono sempre state riunite tanto
per li affari di comunità come per il giudiziario e sono
li beni intersecati tra di loro e non vi è alcuna
separazione ne segnale che li dividano conducendosi li
prodotti in Sairano che si raccolgono nel Comune di
Comune di Onzernone, quali poco prima alla
presenza
dei
l’usurpazione
Delegati
negato
che
essi
da
avevano
dissero
i
Craveggiani si commetteva a loro danno
nell’alpe suddetta. Si spedirono quindi di
concerto col Delegato Campari da detta
Deputazione alcuni uomini a farne seguire il
fermo di dette bestie e col mezzo di queste ne
furono intenzionate nel luogo denominato di
Fornale di Cima Monte Fracchio proprio
come si disse della Comune di Craveggia
quarantacinque bovine ed altre venti nel
8
incaricò l’ingegnere dipartimentale Bollini di
menzionati comuni sotto l’estimo pavese
pronunciarsi in merito alla convenienza o
anziché novarese.
meno del passaggio dei comuni di Zinasco,
Sairano, San Nazaro del Bosco Sommo e
Prervido con san Michele all’amministrazione
L’abbattimento degli alberi
di Pavia. L’intervento non poté essere
eseguito,
quanto
ad
della Libertà
amministrazione
burocratica, tuttavia, se non fu possibile
rettificare la linea di confine dipartimentale,
vennero elaborati studi per poter porre i
La stagione del governo napoleonico
Sommo e S. Fedele, Distretto di Pavia, quando che
vennero ad essere tutte le dette comuni aggregate sotto
il Dipartimento d’Olona sarebbe più regolare la
separazione essendovi per confine verso messo giorno
il fiume Po verso ponente il Terdoppio verso
settentrione strada pubblica ed a levante il distretto di
Pavia. Secondo, tutti li maggiori estimari de detti
Territorio abitando nella città di Pavia hanno collà
tutte le loro relazioni tanto per li interessi, condotte de
generi requisizioni e non hanno alcuna relazione con
Vigevano. Terzo, se si lasciasse questa piccola parte de
Territori sotto il Distretto di Vigevano riuscirebbe di
troppo pregiudizio la lontananza essendo distanti da
collà miglia 15 – e sei da Pavia, ove le possessioni
hanno la loro abitazione, per cui continuamente sono
nella necessità d’avere innumerevoli contratti anche di
poca entità ove dovendo per le discordie andare a
Vigevano sarebbero soggetti a gravi incomodi, spese,
pericoli per il viaggio e sarebbe con forte pregiudizio
tanto per l’amministrazione come per il giudiziario,
poiché avendo li beniche si conducono li prodotti ad un
sol Caseggiato, quali sono parte il Distretto di Pavia, e
parte sotto quello di Vigevano succederebbero molti
inconvenienti massima nelle requisizioni condotte de
generi per li militari i quali apparterrebbero al
dipartimento d’Agogna e così non si potrebbe con
prontezza obbedire alli comandi militari oltre li altri
pregiudizi….” Ibidem. Il ricorso in questione,
indirizzato al Vice Presidente della Repubblica, si
concluse con la richiesta, in deroga a quanto previsto
dalla legge, di non integrare i comuni citati all’interno
del Dipartimento dell’Agogna ma di aggregarli al
distretto di Pavia.
in Italia si aprì all’insegna della difficoltà. La
creazione del Dipartimento dell’Agogna, allo
sguardo della popolazione, non avrebbe
rappresentato solamente il risultato di un
mutamento del regime amministrativo, bensì
una decisiva svolta anche dal punto di vista
politico ed ideologico. Nel Novarese un primo
effetto, sotto questo punto di vista, fu
osservato già a partire dai primissimi giorni
del nuovo assetto istituzionale e si inserì
all’interno di un controverso quadro politico,
che interessò l’intera nazione. Gli italiani che
si trovarono sotto le insegne del potere
napoleonico manifestarono le proprie reazioni
9
talvolta in modo clamoroso. Fatti tumultuosi,
nella loro rozza ed incomposta gestione
di diversa natura, avrebbero caratterizzato
esprimevano un loro sia pur acerbo carattere
tutta la vita della Repubblica Cisalpina,
di classe, una confusa opposizione alla
prima, della Repubblica Italiana e del Regno,
gestione borghese del capitale e della
poi. Lo storico Carlo Zaghi, in proposito,
società”10.
precisa:
“Un
discorso
merita
Il Dipartimento dell’Agogna non fu,
l’insorgenza del Regno. Un fenomeno, questo,
certamente, esente da tale tipo di disordini,
che si intreccia col brigantaggio e con la
verificatisi soprattutto nei primi anni della
diserzione, ma con motivazioni diverse, anche
propria
se in essi, al pari della guerra e delle rivolte
provvedimenti scaturenti dai Comizi di Lione
popolari
e dalla straordinaria stagione legislativa di
contro
gli
a
parte
aggravi
fiscali,
esistenza.
In
l’insorgenza trovava i mezzi e gli strumenti
inizio
per
politico-amministrativo
operare.
Sono
rivolte
incomposte,
Ottocento
attesa
sistemassero
che
i
l’assetto
dell’Italia
disordinate, senza precisi e stretti legami
Settentrionale, si cercò di organizzare un
esterni,
improvvisati,
governo stabile anche se non propriamente
pressoché digiuni dalle più elementari nozioni
autonomo rispetto all’influenza francese. La
militari, operanti autonomamente, spesso con
nuova creazione disorientò ed indispettì
l’assistenza dei sacerdoti, ai margini o a
quella parte della popolazione che, per ragioni
ridosso delle operazioni belliche, o per loro
di natura politica, vedeva nella neonata
indiretta suggestione, prive di qualsiasi luce
Repubblica una propaggine degli ideali
ideale, le quali non prevedevano altro sbocco
rivoluzionari che, sul finire del Settecento,
politico e sociale che non fosse un ritorno
avevano perduto molto fascino agli occhi di
dirette
da
capi
elementare delle popolazioni sotto il governo
austriaco o pontificio o duchista, e che pur
10
10
C. Zaghi, L’Italia cit., pag. 334.
una popolazione spaventata dalle stragi del
notte poi da qualche altra partita di persone
Terrore e della guerra.
si appiccò il fuoco ad una croce di legno, che
Il nuovo regime repubblicano in Italia
si
premurò
immediatamente
di
è stata piantata nel tempo, che eran qui le
render
truppe tedesche, in surrogazione dell’albero
manifesti alla popolazione i propri simboli,
di libertà che esisteva avanti il Pretorio, ma
fra i quali l’erezione dell’Albero della Libertà
però quell’incendio non ebbe parimenti il suo
in ogni comune. Il nuovo emblema, malgrado
effetto, mentre la croce rimase soltanto
le aspettative dell’autorità, non riscosse
affumicata, ed esiste”11.
l’entusiasmo della popolazione, parte della
Non è ben chiaro quale causa fosse
quale iniziò, già dai primi giorni, a prodigarsi
l’ispiratrice di tali azioni. Carlo Zaghi ne
in sinistre attenzioni. Il 25 luglio 1800
attribuisce la responsabilità, almeno in questa
l’Avvocato Fiscale dalla Valsesia inviò una
prima stagione di vita della Repubblica, alla
lettera
11
al
cittadino
Bono,
commissario
ASNO - Fondo Prefettura dell’Agogna - Cartella
861. In quegli stessi giorni un proclama venne affisso
sui muri del comune di Carpignano: “Concittadini!
Alcuni mal intenzionati osarono nella notte scorsa
atterrare l’albero della libertà…. Questo è delitto di
Lesa Costituzione, e fra i delitti che in un Comune
posson occorrere questo è il peggiore. Da ciò ne può
derivare al Comune un gran disagio. Per ovviare un
funesto esempio che può occorrere in questo Comune
per il seguito atterramento dell’albero, Invita i buoni
cittadini, Coloro che sono amanti dell’ordine e della
pubblica tranquillità, a voler operare onde fra quattro
ore dalla pubblicazione del presente, sii di nuovo
innalzato l’albero, mentre in caso contrario suo
malgrado questa municipalità a scarico della propria
Contabilità, sarà costretta a partecipare l’occorso
all’Autorità Superiore.
Se alcuno d’ora in avanti ordirà perturbare l’ordine, e
alterare la pubblica quiete, questo sarà di esempio al
Comune mentre un sol perturbatore non deve dar
occasione che venga un pubblico castigo per suo voto”.
Ibidem. Lo stesso “Delitto di lesa Costituzione”
lamentato dal Sindaco di Carpignano, venne segnalato al
Commissario Bono anche da altri soggetti. Il 21 luglio
1800 l’amministrazione municipale di Sizzano informò
il Commissario di Governo che alcuni ignoti avevano
abbattuto il suo albero della libertà. L’8 luglio era stata
la volta dell’albero della libertà di Grignasco.
dell’Alto e Basso Novarese, nella quale, fra le
altre cose, si può leggere: “…Approfitto di
questa occasione per notificarvi di quanto
avvenne in questa comune. Al mio arrivo mi
si
raccontò che qualche
individui
della
tentarono
libertà
di
innalzato
notte fa
alcuni
recidere l’albero
avanti
la Casa
Comunale, ma non si ultimò il taglio di modo
che tuttora esiste in piedi, e la municipalità
pubblicò in seguito un avviso di doverlo
rispettare come era di dovere. Nella scorsa
11
chiesa, operante, più o meno indisturbata, su
l’intervento operato da taluni individui per
tutto il territorio dello Stato. Questo dato parte
ottenere uno sgombero coatto della paglia
dalla considerazione sulla freddezza con la
ammassata nella chiesa in questione da parte
quale gli organi ecclesiastici avevano accolto
di autorità militari avvertite come occupanti13.
gli ideali portati dai francesi nella Penisola.
E’ naturale supporre che l’autorità
Per quanto concerne gli avvenimenti novaresi,
religiosa osteggiasse un tale stato di azioni in
alcune carte potrebbero avvalorare la tesi
danno ai propri beni, benché, in realtà, si
sostenuta da Zaghi. In una lettera anonima,
possiedono solo poche ed indirette prove circa
proveniente dalla cittadina di Orta, si legge:
un
“Anche nell’interno della Repubblica sono
nell’attività di resistenza politica. Nonostante
molti parroci nemici, che ne giorni festivi
le promettenti dichiarazioni rilasciate dallo
sono troppo lunghi colle loro prediche,
stesso Bonaparte ai vescovi di Vercelli e
confessioni e dottrine”12. All’interno di una
Novara, va precisato che talune azioni di
lettera del 17 Piovoso anno X, conservata
governo andarono ad urtare direttamente il
nelle carte dell’Archivio di Stato di Novara,
prestigio e la stessa consistenza del potere
un cittadino del comune di Grumello informa
13
dalla
requisizione
operata
dall’esercito in ordine ai beni della chiesa
locale e dalla avvenuta trasformazione di
questa in fienile. Dallo scritto traspare lo
sdegno popolare riguardo l’azione intrapresa
contro la chiesa. In particolar modo si segnalò
12
diretto
dei
parroci
Nel periodo preso in considerazione, venne inviata al
Dicastero Centrale di Polizia un singolare rapporto, dal
Comune di Mortara, circa l’attività di taluni frati e
devoti, la quale potesse, sotto le spoglie della
predicazione, celare altro tipo di attività avversa alla
Repubblica: “Si è saputo che giorni sono venti uomini
armati partiti dalla Comune di Grumello siano andati
a quella di san Giorgio per incontrare un certo Frate
che lo volevano a predicare in Grumello. Oggi
l’Agente Municipale di Grumello ci fa sentire che non
pochi divoti ed addetti alla Religione Cristiana lo
incalzarono per lo stesso soggetto. Non avendo noi
notizia che il frate abbia ottenuta la Fede di Civismo e
dietro quella la Licenza di predicare altronde
essendoci nota la qualità delle persone (…) abbiamo in
mancanza di altri mezzi invitato questo Cittadino
Comandante Francese di spedire come ha spedito una
forza di otto uomini a Cavallo alla Comune di
Grumello per vegliare e dipendere dai suggerimenti di
quell’Agente Municipale.” ASNO Fondo Prefettura
Agogna – Cartella 861.
la polizia circa il malcontento generale
provocato
coinvolgimento
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 861.
12
temporale della chiesa anche nel Novarese.
mostrasse ragionevole e capisse la situazione
Solo poche settimana precedenti l’azione
attuale della Francia e del mondo15.” Sulla
condotta sulla chiesa di Grumello, lo stesso
base di queste testimonianze parrebbe di poter
Primo Console, in occasione della sua
affermare che gli intendimenti rispettosi della
permanenze in Novara aveva avuto occasione
religione manifestati dallo stesso Napoleone
di rassicurare il vescovo della città. Lo storico
fallirono nel giro di pochissimo tempo,
Bianchini,
così
considerando il giudizio fornito da Zaghi sulla
rimembrò l’accaduto: “Al vescovo Vittorio
quasi certa implicazione degli ecclesiastici
Filippo Melano disse ch’egli non era venuto
soprattutto intorno agli abbattimenti degli
per disturbare la religione, anzi voler egli che
Alberi della Libertà. Il 5 fruttodoro dell’anno
si onorassero i chierici ed i sacerdoti a
VII si era registrata notizia che il cittadino
condizione che non s’immischiassero delle
Avvocato
faccende
loro
ecclesiastico di cui non declinò il nome sono
ministero e predicassero la sana morale14.”
gli autori dell’abbattimento dell’Albero della
Le stesse assicurazioni erano state proferite
Libertà in Fara16.”
che
scrisse
politiche,
nel
1829,
accudissero
al
Anighini
“unitamente
ad
un
dallo stesso Napoleone nel corso del suo
Gli abbattimenti in questione, in
ingresso a Vercelli, come testimonia il
particolare nel territorio novarese, sono stati
Dionisotti: “Al cardinale Martirana che si
interpretati anche secondo una connotazione
recò a complimentarlo, Bonaparte dichiarò
politica differente rispetto a quella descritta da
che era risoluto di ben vivere colla Santa
Zaghi.
Sede, di riconciliare la rivoluzione francese
fianco della resistenza di natura ecclesiastica,
colla Chiesa, e di sostenerla ben anco contro
si fosse formato in Piemonte anche un
i suoi nemici, se il nuovo
Pontefice si
15
14
Lo storico Notario narra come, al
Dionisotti, Memorie storiche della città di Vercelli
cit., tomo II, pag. 335-336.
16
Ibidem.
Bianchini, op. cit., pag. 27.
13
movimento popolare, alimentato dalle voci,
militare che si presentava sempre più
del tutto infondate occorre dire, di una
invadente. A Casale, dove per ordine del
prossima restaurazione sabauda:17 “Fin dal
comandante francese una banda girava per le
luglio 1800, appena un mese dopo la
strade suonando arie patriottiche, si udirono
riconquista francese, incominciarono un po’
fischi e voci inneggianti ai sovrani sabaudi. A
ovunque,
città,
Savigliano, un aiutante maggiore francese
preoccupanti disordini. Dissipata l’ebbrezza
venne ucciso in piazza con un colpo di
creatasi intorno agli alberi della libertà, la
archibugio e i patrioti, accorsi in suo aiuto,
popolazione si scontrò con la dura realtà dei
furono assaliti e costretti alla fuga; a Canale,
postumi della guerra e con un’occupazione
una compagnia di soldati quasi soccombette
in
campagna
e
in
nello scontro con un centinaio di contadini
17
“Almeno fino al momento dell’annessione, cioè fino
a quando non morirono le speranze di un ritorno dei
Savoia, si verificarono infatti ovunque in Piemonte
episodi di ribellione armata, i cui connotati e confusi
con il brigantaggio vero e proprio”. Notario P., Il
Piemonte nell’età napoleonica, in Galasso, Storia
d’Italia cit., vol. VIII, tomo II, pag. 18. Non era la
prima volta che la reazione sabauda faceva, in qualche
modo, sentire la propria voce. Gli ideali rivoluzionari
avevano trovato, in Piemonte, una certa diffidenza fra
la popolazione già nel corso della prima occupazione
francese dell’Italia. “A Cherasco il 21 gennaio 1798 i
Francesi avevano bruciato un pupazzo di paglia che
rappresentava Luigi XVI, dopo averlo decapitato. Ma
la popolazione si era rifiutata di partecipare alla
macabra cerimonia. Anche i ragazzi, secondo la
relazione, avevano seignificativamene disertato la
festa. Una lettera di un cheraschese al fratello Carlo
Ghigne, che lavorava alla segreteria degli esteri,
chiariva i risvolti provocatori. L’effige del re era
quella di Luogi XVI, ma non mancarono riferimenti a
quello sardo, tanto “che alcuni si campagna cedettero
che quella funzione fosse destinata a nostro sovrano”.
Questa cerimonia non piacque neppure a una parte dei
Francesi, tanto che il giovane ufficiale che l’aveva
ideata era stato trasferito. Ma le provocazioni
continuarono sulle vie ormai percorse dai militari:
Asti, Susa, Aosta. Qualche volta, come a Susa, si erano
avute reazioni violente”. Ricuperati G., Lo stato
sabaudo nel Settecento, Torino, 2001, Utet, pag. 404405.
armati;
ad
strapparono
Alba,
alcuni
pubblicamente
nostalgici
dai
muri
i
manifesti del governo repubblicano18.”
L’opposizione all’albero della Libertà,
quale simbolo della Repubblica ebbe modo di
manifestarsi
dipartimentale.
su
tutto
il
territorio
Singolarmente
pittoresco
appare uno scritto proveniente dalla cittadina
di Varallo Sesia, datato 14 settembre 1800:
“Nella mattina venne(…) la notizia che nella
precedente notte individui si erano fatti lecito
di
18
14
perturbare
la
Notario, op. cit., pag. 18.
pubblica
quiete
con
passeggiare per le contrade armati di fucile,
alcune considerazioni circa le caratteristiche
suonando il tamburo con schiamazzi ed
personali dei fermati21. Fino a questo punto il
insultando vari particolari, ed in specie il
rapporto parrebbe riferirsi ad un semplice
sindaco Municipale (che tuttora conserva tal
caso di disturbo alla pubblica quiete senza
nome
nei
paesi
e
Giacomo
danno a nessuno. Tuttavia, nelle righe
della
Guardia
successive, lo scrivente fornisce la chiave di
Nazionale, facendo anche colpi d’arma da
lettura dell’intera vicenda, facendo emergere
fuoco, senza offesa però di persona alcuna, e
un disegno politico ben più rilevante di
finalmente appiccarono un Rogo sul ponte,
quanto fino a questo momento supposto:
che si ritrova in totale vicinanza dell’abitato,
“Oggi poi sento vociferare che (…)l’oggetto
per la formazione del quale andavano nelli
ne fosse unicamente il voler spiantare
cortili di alcuni particolari a prendere dei
l’albero della libertà, e che siano falsi li
fasci di canapa, e quindi acceso il Rogo
allegati insulti, li quali si attribuiscono ad
suddetto continuavano a far schiamazzi come
un’impostura fattasi dal suddetto Capitano
prima. Il timore che il fuoco del rogo potesse
Giacomo Depubbaini.” L’avvocato fiscale si
cagionare incendio nell’abitato, fece risolvere
rivolse al commissario straordinario Bono
il sindaco di suonare la Campana a martello,
“per invitarvi a farmi pervenire le vostre
Depubbiani
alpestri)
Capitano
che invitò la popolazione ad uscire per
estinguere
il
rogo,
ed
arrestare
li
pistola difettosa (…) oltre al fucile di cui era munito,
ed alli altri nulla gli si rinvenne di influente al delitto.”
Ibidem.
21
“(…) appaiono però le cattive qualità personali delli
tre primi, che da qualcheduno dei testi vengono
qualificati per persone torbide, ed anzi sospetti in
genere di furti (…) ma però questa circostanza non è
paranco ben verificata e quanto al Gio Battista
Levarallo si può convenientemente credere di buone
qualità personali, e che solo per accidente siasi
ritrovato fra le persone tumultuanti, giacchè non
risulta eziandio essere un nome arrestato, e che non
diede luogo alla minima doglianza sulla di lui
condotta.” Ibidem.
perturbatori…19” La missiva proseguì citando
i nomi degli arrestati e gli oggetti rinvenuti a
seguito della perquisizione20 e fornendo
19
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 861.
“(…) al primo dei quali gli si ritrovò in dopo un
coltello, che io non avevo di genere proibito, ed una
20
15
determinazioni sul proposito…22”. La missiva
Stato, le autorità dipartimentali mantennero il
del fiscale di Varallo Sesia mise in moto la
massimo
macchina investigativa dipartimentale. Quello
accadimenti pittoreschi e privi di un reale
che
disegno politico furono percepiti come serie
all’apparenza
sembrava
essere
un
livello
di
attenzione.
Anche
semplice incidente di poco conto per la quieta
minacce.
vita della Valsesia, secondo l’autorità di
proveniente dal comune di Grignasco, relativo
governo avrebbe potuto celare un preciso
all’anno
significato politico. Dopo attenta indagine il
decisamente
Reggente del ministero di polizia generale, da
cittadini Francesco e Giuseppe Fratelli
Torino, concluse affermando “che la causa
Danollini
che diede luogo al fatto ivi narrato sia
Boddone tutti di Grignasco essere stato in
l’intenzione
della
quella comune sino allo scorso mese di
Libertà23”. Sorprende, tuttavia che, provata la
maggio atterrato l’Albero della Libertà,
natura politica della contestazione, il ministro
essendo rimasto appoggiato al coperto di una
abbia ordinato
casa del cittadino Giovanni Gibellini per cui
imponendo
di
spiantar
l’Albero
il rilascio degli arrestati,
1801,
dipinge
singolare:
Pietro
una
situazione
“Rappresento
Giuglione
ed
li
Antonio
fiscale di
non solo minacciava pericolo ma impediva
tenerne sotto controllo le future mosse e di far
eziandio il passaggio in modo che diversi
pervenire al suo ufficio ogni informazione
abitanti ebbero a riclamare presso questa
circa ulteriori fatti delittuosi.
deputazione all’Estimo affinché venisse detto
Non tutti gli atti della popolazione contro
Albero ripristinato, o del tutto rimosso. Ciò
l’Albero della Libertà ebbero però una
non ostante vi restò detto Albero nella
matrice tumultuosa. Preoccupate dal numero
medesima posizione sino alli ventuno dello
di segnalazioni di attentati al simbolo dello
scorso mese di Agosto, giorno in cui gli
22
Esponenti pensavano a rimuoverlo come
23
semplicemente al
L’ultimo documento analizzato,
Ibidem.
Ibidem.
16
fecero colla maggior quiete, avendolo riposto
sull’accaduto. N.d.A) cui in occasione che si
in un angolo della Piazza, e ciò unicamente
trasferì a detta Comune si fece osservare
per togliere un ostacolo al passaggio tanto
quanto imbarazzasse la posizione in cui
più nel momento in cui si trasportavano i
trovarsi lo stesso Albero e venne invitato a
prodotti della campagna. Una tale visione
provvedervisi.25” Il documento si conclude
venne riportata come un attentato diretto a
con la supplica, indirizzata al Prefetto del
sconvolgere il buon ordine per cui dietro ad
dipartimento, di “far sospendere le ulteriori
esagerato rapporto si videro gli Esponenti
molestie
minacciati del carcere e pretesi colpevoli di
tranquillamente rimanersi presso le loro
un debito che posto sulla Bilancia della
mogli e figli26”. La franca semplicità di tale
Giustizia
ultima
non
può
in
verun
modo
agli
Esponenti
vicenda
onde
fornisce
possino
un’ulteriore
sussistere.24” Lo scritto prosegue affermando
immagine di vita della popolazione del
come l’intera faccenda si fosse trattata, nella
Dipartimento
realtà,
che
abbattuto per motivi evidentemente politici,
erano
venne semplicemente spostato da ignari
segnalati, in diverse occasioni, per l’opera di
cittadini per le loro normali esigenze di vita.
innalzamento di quegli stessi simboli che in
Questi contadini, che si trovarono nella
questo
oltraggiati:
necessità di dover accedere alle proprie
“Pertanto la per essi fatta rimozione non
abitazioni o a dover trasportare derrate
ebbe altro oggetto se non quello di aprire il
agricole, procedettero alla rimozione dei resti
libero passaggio alle loro case, come potrà
del
far fede il Cancelliere Aggiunto del Distretto
sicuramente, di attirare le ire della fin troppo
(mobilitato
suscettibile amministrazione. Colpisce, in
di
un
coinvolgeva
caso
colossale
personaggi
si
malinteso,
che
ritenevano
anch’egli
nelle
si
indagini
25
24
26
Ibidem.
17
manufatto
Ibidem.
Ibidem.
dell’Agogna.
non
L’albero,
immaginando,
chiusura
della
dell’intervento
lettera,
della
la
prefettizia
impone contribuzioni intollerabili, enormi
e
frais de table alle Municipalità, le quali fanno
l’apposizione della firma col segno della
il vuoto nelle casse dipartimentali, e durante
croce da parte dei tre individui coinvolti nella
le marce di trasferimento delle truppe
vicenda. Trattandosi di analfabeti, sembra del
sequestra carri, bestiame, cavalli, vettovaglie,
tutto
alla
oggetti di vestiario, grano, fieno, ecc…
giustificazione da loro fornita, potesse celarsi
rilasciando ai fittavoli e ai contadini dei
un messaggio politico di qualsiasi sorta.
semplici buoni di carta con l’impegno di
improbabile
bontà
richiesta
che,
dietro
pagarli, che i proprietari, dopo aver atteso a
lungo un saldo che non veniva e bussato a
tutte le porte, disperati, erano costretti a
vendere a vil prezzo27”.
Tumulti e disordini di natura fiscale
Durante i primi anni di governo napoleonico,
dopo
la
rifondazione
della
Repubblica
Il protrarsi delle operazioni belliche, che per
Cisalpina, le autorità imposero ai territori
quasi quattro anni avevano attraversato la
controllati
Penisola Italica fra il 1796 ed il 1800, provocò
Occorreva, in qualche modo, ripagare le spese
una
finanziario
contratte durante il conflitto e, al contempo,
particolarmente evidente, come puntualizzato
risanare le casse francesi, messe anch’esse in
dallo
crisi dalla guerra. Inoltre, per poter creare un
situazione
storico
di
dissesto
Zaghi:
“Grassazioni,
un
pesante
fardello
fiscale.
sono
governo dotato di una certa autorità, fu
all’ordine del giorno in tutto il territorio,
necessario dotare lo Stato di una base
mentre
finanziaria cospicua, rastrellando in tutti i
malversazioni,
una
disordini,
soldataglia
tumulti
invadente
e
27
Zaghi, L’Italia di Napoleone cit., in Galasso, op. cit.,
vol. XVIII, tomo I, pag. 252.
un’ufficialità sfrenata taglieggia il paese,
18
dipartimenti le necessarie imponenti risorse.
2.750.000
Tutti
urtare
contemporaneamente da 4 a 6 milioni con le
profondamente le popolazioni ed i governanti
forniture, le spese di casermaggio, di
dei locali dipartimenti, i quali videro deluse le
abbigliamento, di specialità e sussistenze
aspettative riposte nel “francese liberatore28”,
varie29.”
come
Si trattava, come si può immaginare, di cifre
questi
fatti
ricordato
iniziarono
ancora
da
ad
Zaghi:“Una
nell’agosto
1801,
per
salire
Cisalpina <spolpata sino al midollo>, è la
enormi
che
superavano
conclusione del Marescalchi, che a Parigi
disponibilità
finanziarie
implora interventi meno drastici, riduzione di
Repubblica Cisalpina. Nel periodo compreso
pesi, pietà per le condizioni del paese. Dal
tra il 2 giugno 1800 e il 21 marzo 1801 il
primo giorno dell’ingresso dei francesi in
governo di Milano versò alle casse francesi la
Milano una valanga di pesi era piombata sul
stratosferica cifra di 70 milioni di lire, contro
paese liberato con una frequenza tale da
un’entrata complessiva stimata intorno ai 45
lasciare allibiti e un <modo d’esigerli
milioni.
barbaro non rare volte>, mentre lo scutato
provvisorio, fino alla conclusione dei Comizi
saliva a 108 denari e il contributo mensile
di Lione, gli esborsi raggiunsero la quota
alla Francia per un esercito di 45 mila
complessiva di 200 milioni.
uomini (che il governo di Milano aveva
Il Novarese non fu risparmiato da tale
inutilmente tentato di ridurre a 30 mila), con
capillare attività di perequazione, anche se
la
dal
essa non poté essere realizzata, almeno al
generale Murat, passava da 2 milioni a
principio, senza alcune difficoltà. Una delle
28
singolarità
convenzione
provvisoria
firmata
“Dalla licenza dei singoli si passa al saccheggio
ufficiale delle risorse pubbliche e private della
repubblica condotto dal governo e dall’armata
francese d’occupazione con fredda determinazione,
giustificato dallo stato di guerra e di conquista” Zaghi,
op. cit. vol XVIII, tomo I, pag. 253.
dovette
29
19
Ibidem.
Nei
diciotto
che
decisamente
della
mesi
di
l’ordinamento
fronteggiare
fin
dal
le
stessa
governo
tributario
1800
fu
rappresentata dalla lentezza con la quale le
servizio di affissione delle leggi e degli editi,
amministrazioni mettevano al corrente le
in particolar modo di quelle di natura fiscale,
popolazioni circa i loro doveri di contribuenti.
costrinse l’Amministrazione Dipartimentale
In molte parti del carteggio conservato in
ad intervenire con proroghe e aggiustamenti
Novara si ritrovano tracce di disguidi di
delle difficili operazioni di esazione delle
carattere burocratico riguardanti i ritardi con i
imposte. Un tale stato di inefficienza attirò
quali le autorità facevano pervenire ai diversi
l’attenzione del Ministero delle Finanze, che
comuni i dispacci relativi alle imposte da
iniziò, fin da quel 1801, ad inviare una serie
applicare.
di solleciti e richieste di chiarimenti. In tale
Appare così
paradossalmente,
giustificato
che,
molte comunità fossero
circostanza,
l’Amministrazione
raggiunte da solleciti di pagamento prima
Dipartimentale, cui erano state demandate le
ancora di aver ricevuto le disposizioni
operazioni relative ai prelievi fiscali, si trovò
generali riguardo alle nuove tasse introdotte.
costantemente nella necessità di dover a sua
Il 18 Nevoso dell’anno IX (8 gennaio 1801) il
volta indagare su ogni anomalia e giustificare
commissario Bono lamentò la lentezza con la
ogni ritardo. Nel verbale di una seduta di
quale venivano diramate ai comuni le
detto
disposizioni riguardanti la materia fiscale:
commissario di governo Bono nel 1801, si
“Con quest’opportunità debbo pervenirvi
può leggere: “Il presidente fa presente
essersi elevate appresso moltissime comuni
all’Amministrazione l’impossibilità in cui
delle doglianze per la lenta diramazione che
sono stati li Possessori di pagare fra tutto
si pratica delle leggi…30”. Nonostante gli
l’ora scorso Maggio la metà dell’imposta dei
inviti più volte sollecitati da parte del
due
commissario Bono, il mal funzionamento del
venticinque or scorso Fiorile, sì perché le
organo,
denari
cui
stabilita
partecipò
colla
lo
Legge
stesso
delli
Istruzioni del Ministero di Finanze relative
30
ASNO – Fondo Prefettura Agogna - 986
20
alla stessa Legge non sono pervenute
come si è visto con notevole lentezza, solo
all’Amministrazione che la mattina del giorno
pochissime copie dei provvedimenti, i quali
otto corrente Pratile (corrispondente alli 28
avrebbero dovuto essere affissi in tutti i
Maggio v.s.), come perché sebbene nel giorno
comuni del Dipartimento. Il commissario
stesso sia stata sollecitata l’Amministrazione
Bono fu costretto a precisare, in un suo
di diramare le stesse Istruzioni, non hanno
successivo intervento, che i provvedimenti
esse potuto giungere al loro destino riguardo
provenienti da Milano necessitarono in più di
alle Comuni più lontane in tempo d’essere
un’occasione di una ristampa realizzata dalla
pubblicate prima della scadenza di Maggio,
Stamperia di Giuseppe Rasario, in Novara, in
attese le dirotte piogge, e le escrescenza
modo da poter essere diramati a tutti i comuni
de’Fiumi occorse negli or scorsi giorni. (…)
del territorio dipartimentale32. E’ evidente che
Si accorda ai Possessori una proroga di
questa seconda operazione di stampa avrebbe
giorni dieci dalla data della presente per
richiesto ulteriore tempo rispetto a quanto
eseguire il pagamento della metà dell’imposta
previsto da Milano. Il commissario Bono
di denari due portata dalla legge delli 25
tentò in più di un’occasione di giustificare
scorso Fiorile31”.
questo tipo di ritardo spiegandone le ragioni
Molto spesso i ritardi lamentati dal governo di
direttamente al Governo. Sembrerebbe che i
Milano
all’inefficienza
Ministri non avessero tenuto nelle debite
dipartimentale,
considerazioni
e
attribuiti
dell’amministrazioni
computo
riprodurre
del
in
tempo
soprattutto per quanto riguarda le scadenze di
necessario
natura tributaria, avrebbero dovuto essere
sufficiente le poche copie delle disposizioni
ascritte alla mancanza di duttilità degli stessi
inviate ai singoli enti territoriali.
ministeri milanesi, che inviavano, talvolta
32
31
per
il
numero
“Le leggi stampate in Milano nella Stamperia di
Luigi Veladini il più delle volte vengono ristampate in
Novara nella Stamperia di Giuseppe Rasario per
ordine del Governo”. Ibidem.
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986.
21
Altre volte, invece, i ritardi nelle operazioni di
che simile inconveniente sia arrivato in altre
esazione
stesse
comuni, così v’invito di ingiungere nella
comunità, le quali manifestarono il proprio
distribuzione delle leggi alle Amministrazioni
rifiuto a sottomettersi a talune imposte. Tale
distrettuali di mandarvi entro un termine
forma di protesta si concretizzò nella mancata
prefigendo le relazioni delle pubblicazioni
pubblicazione, da parte dei singoli comuni,
seguite, il che seguirà di vostra e mia
dei
giustificazione33”.
furono
manifesti
direttamente
causati
di
legge
dalle
provenienti
dall’Amministrazione
occasione
il
Pare
che
commissario
in
di
questa
governo
Dipartimentale di Novara. In una lettera
sospettasse talune amministrazioni comunali
inviata all’Amministrazione Dipartimentale
di ricercare ogni tipo di pretesto per aggirare
nel 1801, il commissario Bono lamentò
le talvolta rigide disposizioni di natura fiscale
quanto segue: “Con somma sorpresa vengo al
provenienti dal governo. L’introduzione del
momento informato che alcune comuni si
dazio consumo rappresentò un provvedimento
sono fatte lecito di non pubblicare le due
assolutamente impopolare per le autorità di
leggi delli 29 frimale anno 9 portanti
governo. Queste, considerato lo stato delle
l’imposizione territoriale ed il dazio consumo,
risorse finanziarie generali, furono costrette al
così per esempio è accaduto nella Valle
una perequazione molto spesso inflessibile,
Anzasca distretto di Vogogna. Il motivo per
giungendo all’introduzione di tale imposta
cui non furono pubblicate le dette leggi si è
contro la quale, come visto, si adoperarono
miserabile appiglio che hanno quei popoli dei
anche gli stessi comuni.
loro privilegi e statuti. Col corriere d’oggi
Nei primi giorni del mese repubblicano di
scrivo alla Municipalità di Vogogna per far
Pratile (20 maggio-18 giugno) dell’anno IX
correggere tanto grave disordine. Siccome
(1800) l’introduzione dello stesso dazio di
però questo speciale fatto mi lascia dubbio
33
22
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986.
consumo
provocò
propria
Comissario Bono, che assistette alla scena
insurrezione anche nella città di Novara.
dalle finestre del palazzo di governo, la folle
Indispettita
la
chiese il ritiro immediato del Dazio Consumo
cittadinanza si radunò minacciosa di fronte
appena introdotto. Spaventato dalla reazione
all’ufficio del dazio, lo assalì, ne smontò,
popolare, Bono decise il pronto ritiro del
pezzo a pezzo gli arredi, depositando il tutto
provvedimento, cosa che riportò quiete nella
di fronte al palazzo del governo locale34. Al
cittadinanza
da
una
questa
vera
e
introduzione,
infuriata.
Malgrado
la
spettacolarità dell’avvenimento, si trattò di
34
“Tra le diverse gravezze del governo Cisalpino in
Novara introdotte, quella eziandio fu del dazio di
consumazione che cagionato aveva un aumento alla
tassa delle grascie. Malcontento il popolo di quella
gabella si ammutinò, e tolti agli ufficj daziarj i registri,
le misure ed i pesi, annullò quel balzello. Noviziato
della sommossa il governo inviò sopra di Novara con
delle artiglierie una numerosa legione capitanata dal
generale Majnoni, impose a’ cittadini una taglia di
centomila franchi,, diede a’ municipalilo scambio, il
commissario privò dell’ufficio, licenziò la guardia
nazionale, ripristinò l’abborrito tributo, e nella
persona di certo Borri eletto in commissario
straordinario
concentrò
tutti
i
poteri
e
l’amministrazione
dello
intero
dipartimento”.
Bianchini, Storia di Novara cit., vol. 1, pag. 321. “Tra
i gravi pesi che il governo della Cisalpina addossò alla
città di Novara vi fu quello del dazio consumo. Esso
provocò malcontenti e tumulto. In conseguenza di
questo, l’amministrazione dipartimentale fu destituita
dal comitato di governo. Essa presentò a sua
giustificazione un memoriale pieno di interesse (12
pratile a. IX). La legge 29 frimaio a. IX aveva stabilito
nella Repubblica cisalpina il dazio sui generi di
consumo: la Regolatoria dipartimentale delle finanze
ne fissò l’attivazione al 1° fiorile. Il popolo <ciò si
perdona sempre di giudicare dall’interesse presente
ricevette quella legge con indignazione. La persona al
servizio e le persone messe alle porte della città, con i
loro modi, velando agli occhi del popolo l’autorità
della legge, non lasciarono comparire che l’arbitrio,
l’insulto, il furto del pubblicano. L’amministrazione
dipartimentale trascurò di far cessare gli abusi; nel
timore che molti cittadini attentassero all’esercizio del
dazio, col proclama del 20 fiorile richiamò i cittadini
alla obbedienza della legge, si rivolse però insieme al
governo centrale perché intervenisse, ma inutilmente>.
Il malcontento nella popolazione si aggravò: nel
pomeriggio dell11 pratile una folla non armata e non
una
manifestazione,
all’apparenza
senza
danno per le persone, ma che avrebbe
prodotto conseguenze politiche incisive, fra le
quali la destituzione dell’amministrazione
dipartimentale, accusata di non esser stata in
grado di affrontare la situazione con la dovuta
fermezza35. Nella seduta del 12 di quello
minacciosa accompagnata dalla guardia nazionale
circondò le camere del Dazio alle porte della città,
raccolse i registri, i pesi, tutta la suppellettile, staccò i
cartelli e portò il tutto al palazzo comunale. La fola
chiese ora il ribasso delle tasse sulle carni e dei dazi.
L’amministrazione per mezzo di staffette informò il
governo di Milano, ma credette opportuno cedere al
popolo tumultuante”. Cognasso, Storia di Novara cit.,
pag. 493.
35
“Ora da Milano vennero rimproverati alla
Amministrazione dipartimentale di non aver
prontamente fatto ricorso alla autorità militare
francese per sciogliere l’assembramento e di avere
violato le leggi acconsentendo al ribasso dei dazi.
Senz’altro il commissario Bono fu destituito e con lui le
amministrazioni dipartimentale e comunale: la città di
Novara fu colpita con una multa di 100.000 franchi da
pagarsi nelle 48 ore dai principali cittadini. Anche i
capi della Guardia Nazionale vennero destituiti, tutto il
corpo della Guardia fu sospeso. Relazioni ufficiali
23
stesso mese, il governo provvide alla nomina
Considerando che tanto il Commissario, che
di un nuovo Commissario Straordinario per il
l’Amministrazione hanno omesso di ricorrere
Dipartimento
all’Autorità Militare francese, onde dissipare
dell’Agogna,
il
cittadino
Borri36. Questi venne incaricato di riportare
l’attruppamento,
l’ordine nella città e di assicurare la dovuta
pubblica tranquillità;
esazione fiscale: “Sentito il Rapporto del
Considerando che il suddetto Commissario,
Ministero di Finanza con cui partecipa che il
ed
Regolatore di Finanza in Novara col mezzo di
all’addimandato ribasso de’ generi si sono
staffetta lo ha informato, che in quella
implicitamente resi colpevoli della violazione
Comune si è ieri tumultuariamente radunato
della Legge;
il Popolo, che portatosi in folla alle Porte
Considerando,
della Città ha levato i Cartelli del Dazio
Centrale non ha prese le dovute misure per
consumo, i libri, le pese, ed ogni altro oggetto
impedire, e sciogliere la sommossa accaduta;
inserviente al detto Dazio; che in appresso si
Sentiti anche li Ministri della Giustizia, e
portò
Polizia, e quello dell’Interno,
alla
Casa
dell’Amministrazione
e quindi compromessa la
Amministrazione
che
coll’avere
anche
il
annuito
Dicastero
Dipartimentale instando, che fosse diminuita
DETERMINA:
la tassa de’ generi, perché cessato il Dazio
Il Commissario Cittadino Bono, non che gli
consumo; che la predetta Amministrazione ha
Amministratori
aderito all’istanza levando il Dazio suddetto;
dell’Agogna, e li Membri componenti il
del
Dipartimento
Dicastero Centrale nella Comune di Novara
sono destituiti;
dell’accaduto vennero inviate al ministro straordinario
della Repubblica francese, al Generale in capo”.
Cognasso, op. cit., pag. 493-494.
36
“A Novara ora venne come commissario
straordinario il cittadino Bozzi (sic.) dell’Olona con
l’incarico di provvedere alla nomina di nuove
amministrazioni. Per assicurare l’ordine arrivò a
Novara un corpo di truppe con doppio soldo sotto gli
ordini del generale Mainoni”. Ibidem
Il
Cittadino
Dipartimentale
Borri
d’Olona
amministratore
è
nominato
Commissario Straordinario del Governo nel
24
Dipartimento dell’Agogna, e sono in lui
mantenere l’ordine, e la pubblica tranquillità,
concentrate le funzioni tanto di Commissario
avesse in vece fomentato il disordine. Ma i
Ordinario,
successivi rapporti dimostrarono la falsità di
quanto
dell’Amministrazione
Dipartimentale….37”
questa supposizione. Il Governo, ed il
Il 21 Pratile dell’anno IX (10 giugno 1801)
Generale in Capo furono illuminati, ed io mi
venne affisso sui muri della città un apposito
sono fatto un dovere di sventare ogni traccia,
proclama del neocommissario straordinario
che potesse essere stata apposta al Popolo di
Borri relativo ai tumulti prodottisi a seguito
quella Comune, ed al Corpo della Guardia
dell’introduzione
Consumo:
Nazionale, che non ebbe alcuna parte
“Alcuni traviati hanno tentato per un istante
nell’accaduto, e che non ha cessato un
di turbare la tranquillità di questa Comune
momento di ben meritare dalla Patria.
sul
Dazj
Egli è quindi, che con tutto il trasporto il
Consumo, i quali per generale disposizione
rendo noto al Pubblico, che la sospensione
devono
questo
della Guardia Nazionale determinata dal
Dipartimento, come lo sono egualmente in
Governo, viene dal medesimo levata, e
tutta l’estensione della Repubblica, ai quali
l’onore alla medesima restituito.
però in breve deve succedere la cessassione
Il Governo, che ha preso il più vivo interesse
dei Dazj intermedi.
al vantaggio di questa buona, e brava
Fra gli individui, che presero parte nel
Popolazione poc’anzi per somma ventura
movimento che ebbe luogo, furono pure
riunita agli antichi suoi vicini, da cui era
osservati alcuni coll’uniforme della Guardia
stata disgiunta; e che egualmente ha preso
Nazionale; ciò ha fatto credere, che la
parte al decoro della Guardia Nazionale di
Guardia Nazionale stessa, il cui scopo è di
questa Comune, mi ha partecipato un articolo
motivo
del
Dazio
dell’introduzione
essere
in
attività
dei
in
37
di Lettera del Generale in Capo, nel quale
ASNO Fondo Prefettura Agogna, cartella
861.
25
egli interessa le premure del Governo per la
al principio, rifiutarono, poi acconsentirono
ripristinazione della Guardia stessa.
solo
Io mi affretto perciò all’esecuzione di questa
documentazione, la loro protesta circa la
superiore determinazione.
destituzione.
Cittadini componenti la Guardia Nazionale!
Cognasso, “finì la giornata della ribellione
La gioja comparisca fra di voi; riunitevi sotto
fiscale di Novara. Poi fu necessario pagare la
gli stendardi dell’onore; riprendete le vostre
taglia di guerra ridotta però a metà; ma vi
armi, e proseguite i vostri servigi per la
era il doppio soldo per le truppe in più: si
Patria. Io sarò a parte del vostro giubbilo, ed
prese da vari cittadini in prestito lire 54.850;
io stesso vi vedrò riprendere quei posti, che
la cassa dipartimentale diede 13.000 lire. Si
per un momento avete dovuto abbandonare. Il
pagò in tutto lire 67.850. Poi si fece il reparto
mantenimento del buon ordine, la pubblica
sui cittadini, da pagarsi in due rate”39.
dopo
che
venne
“Così”,
allegata,
narra
lo
nella
storico
tranquillità, la conservazione delle Leggi
sono apoggiatea voi. Il Governo confida in
voi, ed è nella persuasione, che non
smentirete le di lui speranze, e che la vostra
Patria vedrà in voi de’ figli benemeriti38.”
Dovette, inoltre, intervenire nei fatti violenti
che, progressivamente, si verificarono in città.
Convocò i membri dell’amministrazione che
erano stati destituiti, intimando loro di
consegnare tutti i documenti ancora in loro
possesso e di firmare il processo verbale. Essi,
38
ASNO – Fondo Prefettura Agogna –
cartella 861.
39
26
Cognasso, Storia di Novara cit., pag. 494.
(Proclama del generale Moncey circa i disordini
verificatisi in Novara a causa della rivolta contro il
Dazio Consumo. ASN Novara)
(Proclama del commissario straordinario Borri contro i
tumulti verificatisi e di reintroduzione del Dazio
Consumo)
In quegli stessi giorni del 1801, dal comune di
(
Proclama
di
insediamento
del
Varallo Sesia giunse la notizia di una
commissario
imminente sollevazione. In una confusa
straordinario di governo Borri.)
missiva indirizzata al neocommissario Borri
si afferma che gli animi della cittadinanza si
stavano sempre più riscaldando a causa
dell’atteggiamento della Guardia Nazionale e
dei suoi ufficiali, ormai decaduti dall’incarico
per motivi di anzianità. Il fatto, narrato in toni
abbastanza
27
oscuri,
suscitò
l’immediato
intervento da parte del Commissario, il quale
di
era stato insediato proprio coll’incarico di
commissario Borri il testo di una curiosa ed
sedare ogni tumulto. Il 22 pratile (11 giugno),
insolita missiva. In essa si può apprezzare il
in risposta al rapporto da questi inviato, il
resoconto dei fatti così come osservato dalla
governo milanese espresse il proprio plauso
cittadinanza locale. Le accuse relative ai
per la fermezza dimostrata: “Commendevole è
tumulti vennero decisamente respinte e si poté
stata la condotta della Sezione di Polizia
assicurare, grazie ad una petizione firmata dai
nella Comune di Varallo, ma i disordini che
capi delle famiglie e dai membri stessi della
hanno avuto luogo, l’effervescenza degli
Guardia Nazionale, la fedeltà di Varallo alla
animi che tutt’ora vi si mantiene m’inducono
Repubblica ed alle sue leggi, bollando l’intero
a concorrere nel vostro sentimento di farla
accaduto come una spiacevole calunnia fatta
cessare momentaneamente dalle sue funzioni.
circolare in danno della municipalità e della
Approvo quindi tutto quello che voi avete
popolazione di Varallo41.
approvato in questo emergente, e tutte le
Accadde,
misure da voi proposte nel rapporto N.
quale talune località pagarono i tributi fosse
2741”40.
Con
questo
documento
si
premurò
di
inviare
al
talvolta, che la regolarità con la
pare
41
“Venne sparso in codesto vostro Comune un
clamoroso allarme, che Varallo fosse in sommossa
sorto li 14 e 15 cadente Pratile contro la Repubblica, e
suoi Magistrati, come dalle circolari delli 15 stesso
Pratile direttevi. La saggezza e prudenza vostra non
volle credere sì nera calunnia, meno dare ascolto
all’invito fattovi di mettere in piena attività di servizio
la Guardia Nazionale, per sedare li supposti tumulti.
Non si cessa tuttora di spargere nuovi sussurri e di
dare ad intendere a questi tranquilli Popoli contro
verità, che la Comune di Varallo, e con essa la
maggior parte delle persone più probe ed estimate,
abbia inoltrata Petizione al Cittadino Borri
Commissario di Governo Straordinario, per destituire
la Municipalità Distrettuale.
A smentire tali ingiuriose vociferazioni, si trova in
dovere di notificarvi colla copia conforme, il tenore di
detta Petizione, ed il Voto enerale della Popolazione
Varallese”. ASNO – Fondo Prefettura Agogna –
Cartella 861.
definitivamente conclusa la questione dei
disordini nella zona in questione. L’intervento
delle nuove nomine operate dal commissario
straordinario trovò il plauso governativo.
Questa, almeno, fu la versione ufficiale
fornita dai vertici dello Stato. Otto giorni più
tardi (il 30 Pratile-19 giugno) la popolazione
40
Varallo
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 861
28
riconosciuta pubblicamente ed indicata quale
solamente a sanzionare gli evasori o i
modello
popolazione
tumultuosi, ma anche a premiare in quale
dipartimentale quale esempio da seguire. In
modo i virtuosi. Nel suo proclama, il
quel medesimo anno IX del calendario
commissario Lizzoli elogiò, in modo anche
repubblicano il commissario straordinario
piuttosto teatrale, la collaborazione fornita
Lizzoli
dalla
al
resto
(subentrato
della
al
Borri
nel
corso
comunità
del
Distretto
di
Orta,
dell’estate) fece affiggere sui muri dei comuni
rivolgendosi agli altri abitanti del distretto
del dipartimento un particolare elogio rivolto
perché prendessero
al popolo di Orta per la sollecitudine nel
comportamento. Chiuse il proprio intervento
pagamento delle imposte42. Un tale fatto,
con un sottile avvertimento rivolto a quei
però, vuol contribuire ad affermare come lo
cittadini che avessero pensato di restare
spirito della Repubblica fosse concentrato non
morosi: “Le Bollette dei Numeri sono
42
pervenute, e saranno presto distribuite giusta
“Cittadini: il zelo, e l’interessamento dimostrato per
la Causa pubblica dal Distretto di Orta nel pagare per
intiero la quota assegnatali colla Legge 12 Messidoro
p p. merita di essere nella forma più solenne notificato
al Governo, ed alla Repubblica; mancherei quindi a un
doppio dovere se non pubblicassi questo tratto di
patriottismo, e se nel parteciparlo al Governo non
avanzassi la mia influenza sino al punto di dichiararlo
benemerito alla Patria. Possa la generosità dei virtuosi
Abitatori del Distretto di Orta destare una virtuosa
emulazione in quelli delle contrade più uberose, e più
commerciali! Possano con uguale prontezza i bisogni
dello Stato essere riparati! Cittadini dell’Agogna! Non
son nuovi per voi gli elogi del Governo per la
sollecitudine, con cui pagaste altri contributi. Or che i
sagrifizj vanno a cessare; or che la Repubblica si
avvicina alla sua politica consistenza, oscurerete voi
quella gloria, che la Nazione vi ha attribuita in altre
occasioni? Compite solleciti i doveri, che la Legge
v’impone; soddisfate alle sue prescrizioni, e mentre la
Commissione Apposita da me stabilita si affatica per
riparare gli errori del riparto, risparmiate a me il
dolore, che proverei nell’usare contro i morosi i mezzi
di compulsione prescrittimi sotto la più stretta
responsabilità, ed emulando gli Abitatori di Orta, fate
arrossire i nemici della Patria, e della tranquillità
pubblica….” ASNO – Fondo Prefettura Agogna –
Cartella 986.
a
modello
un
tale
l’Articolo 7 del Piano primo Termidoro a
misura che i miei Delegati ne avranno
compiuta la vidimazione. L’unico pretesto che
serviva di base alla renitenza di molti Quotati
è in questa guisa annientato: ed è in questa
guisa che il Governo nel dare una prova sì
incontrastabile della sua lealtà è nel dovere
di dare anche quella della di lui fermezza43”.
Il
rigore
imposto
all’amministrazione
dipartimentale a seguito della nomina del
43
29
Ibidem.
Borri, prima, e del Lizzoli, poi, si manifestò
pure in altri ambiti del controllo civile e
La pressione fiscale ebbe modo di scatenare
tributario. Anche i questuanti furono oggetto
l’ira
di disposizioni da parte del commissario
concomitanza agli stati di guerra, quando
Lizzoli. Essi furono visti come un elemento di
maggiormente si fece sentire l’imposizione
perturbazione dell’ordine pubblico e di quello
tributaria. Il 12 febbraio 1805 l’ufficio di
fiscale, non pagando imposte su quanto
Contabilità del Dipartimento dell’Agogna
percepito. In un provvedimento, del 9
stilò un corposo rapporto sull’operato del
fruttidoro dell’anno IX (27 agosto 1801),
delegato
Lizzoli si scagliò contro i religiosi che
Vigevano per la soppressione dei disordini
attraversavano i confini dipartimentali con lo
scatenatisi nella cittadina di Garlasco. Lo
scopo della questua. Senza la dovuta licenza,
stanziamento in zona di truppe di Cavalleria
infatti, a nessun soggetto era concesso
produsse ulteriori complicazioni soprattutto
riscuotere denaro da parte della popolazione44.
per il vettovagliamento. A causa del mancato
I
arrivo degli appaltatori dell’esercito incaricati
tempi
della
accomodante
del
politica
tollerante
Commissario
ed
Bono
di
della
popolazione
di
Pretura
effettuare
i
soprattutto
del
circondario
pagamenti
necessari
in
di
al
parevano ormai conclusi definitivamente.
foraggiamento dei cavalli, l’intero peso del
44
mantenimento
IL COMMISSARIO STRAORDINARIO DI
GOVERNO Informato il Comitato di Governo, che
molti forestieri, frà i quali anche dei Frati mendicanti,
si fanno lecito di passare sul territorio della
Repubblica per questuare, ha ordinato con Decreto del
giorno 12 corrente al Ministero della Giustizia, e
Polizia Generale di dare le necessarie disposizioni
onde togliere un abuso tanto pernicioso allo stato. In
esecuzione quindi di tale Decreto esternandomi dal
prelodato Ministro con sua Circolare… v’invito a
diramare gli ordini più precisi in proposito, ed a
prendere le misure più coercitive perché venga
efficacemente impeditoa tutti gli esteri di questuare in
questo Dipartimento qualunque sia il motivo, o
pretesto che adducano per continuare, o per ottenerne
il permesso…”. Ibidem.
delle
truppe
fu
posto
ingiustamente a carico dell’amministrazione
comunale
che
aveva
chiesto
aiuto,
provocando in tal modo ulteriori malcontenti,
soprattutto nei cittadini che si videro colpiti
dagli ordini di requisizione. La municipalità
di Garlasco fu costretta, in tal modo, ad
30
inviare alla Prefettura, a Novara, il conto della
coinvolgendo singoli dipartimenti. Nel 1809,
spesa cui aveva dovuto far fronte45, ma dal
al contrario, la rivolta scatenatasi fu generale,
governo dipartimentale non giunse risposta.
interessando quasi tutte le regioni dell’Italia
La ripresa della guerra contro l’Impero
Settentrionale. Alla disfatta di Salice del 13
Austriaco, nel 1809, rappresentò per l’Italia
aprile il Governo non ebbe altra alternativa se
napoleonica l’apertura di una profonda crisi.
non l’innalzamento delle imposte il quale
La sconfitta dell’Armata d’Italia presso Salice
avrebbe consentito di alimentare la macchina
aprì parte del Veneto all’invasione straniera.
bellica in crisi e di arruolare nuovi contingenti
Con l’improvvisa flessione delle fortune delle
per il soffocamento dei disordini interni. Il
armi italiane e del morale interno al Regno, cui
morale della popolazione, già fiaccato dalle
si
cattive
accompagnò
irrigidimento
un
insostenibile
pressione
notizie
militari,
si
deteriorò
fiscale,
ulteriormente allorché iniziarono a comparire,
scoppiarono in modo generalizzato una serie di
sui muri, manifesti filo-austriaci stampati
tumulti e sollevazioni in quasi tutto il territorio
clandestinamente. “Milanesi, toscani, veneti,
dello Stato. Si trattò di un fatto molto più grave
piemontesi, e voi dell’Italia popoli tutti!
e generale rispetto a tutti i disordini interni fino
Ricordatevi dei tempi della passata vostra
a quel momento registrati. Questi, nei nove
esistenza. (…) Questi giorni di prosperità e di
precedenti anni di vita dello stato, avevano
pace possono ritornare, e divenire eziandio
avuto
migliori, se voi colla vostra cooperazione ve
un
della
quasi
carattere assolutamente locale,
ne dimostrate degni. Italiani! Vogliatelo e
45
“Razioni 250 di foraggio somministrate, nel giorno
11 giugno 1804, ad un simil numero d’uomini e cavalli
a sol. 30 per ogni razione. Razioni simili di pane a sol.
46. Razioni 70 foraggi al Distaccamento rimasto nel
giorno successivo dopo la partenza del restante del
Corpo. Simili di pane. Razioni 100 foraggi alla Truppa
composta d’Usseri e Gendarmi spediti per l’esecuzione
della Sentenza pronunciata dalla Commissione
Militare. Razioni 116 Pane a sol. 4.6. Totale 584.2”
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 862.
sarete italiani, gloriosi quanto gli antichi,
felici e contenti quanto lo foste nei migliori
31
vostri
giorni46”.
La
rivolta,
all’inizio
rinunziare a causa del grave fermento
interessante i Dipartimenti veneti che più da
suscitato dovunque48”.
vicino osservavano l’andamento disastroso
gravi crisi coinvolgesse la quasi totalità dello
delle operazioni belliche, divampò inarrestata
stato, le carte conservate all’archivio di Stato
in brevissimo tempo47. La causa detonante fu
di Novara mostrano pochi accenni circa
rappresentata, in primo luogo, dall’aumento
disordini
dei costi dei generi di prima necessità, unita
Dipartimento
alla richiesta da parte del Governo del
connessi al clima di generale ribellione.
pagamento anticipato, per esigenze belliche, di
48
fatto ancor più grave, un decreto fiscale
relativo alla tassa sul dazio-macina, “che
secondo
“indiscriminatamente
tutti
portavano
ai
il
grano
Zaghi,
quelli
mulini,
che
cioè
il
dell’Agogna
territorio
che
del
fossero
Ibidem. “In Istria, dopo la rivolta di Rovino e la
fuga del prefetto, l’insorgenza dilaga nel Dignarese e
nella Polesana fino a Parendo, distruggendo archivi ed
imponendo tributi. Nel Feltrino, nel Trentino e nelle
Valli del Tirolo dove Hofer domina pressoché
incontrastato, scorrazzano Giovanne d’Arco in armi,
alla testa di schiere di donzelle ( come la contessa di
Hernbach), sventolando bandiere imperiali e
diffondendo bollettini di grandi vittorie. Nel Veronese
la rivolta si estende a Legnano, a Villafranca, a
Lonigo, Zevio, Cologna,Bovolone, Arzignano, ecc.; nel
Vicentino, a Schio, a Bassano, a Tiene, ad Asiago, nei
Sette Comuni, ad Ancoretta, a Recoaro, a Valdagno,
ecc.; nel Padovano, ad Este, a Cittadella, a Granze, a
Ospedaletto, a Baldovina, ecc.; nel Polesine di Rovigo,
a Stanghella, a Boara, Grignano, Occhiobello, Stienta,
Lendinara, Adria, Villamarzana, Cavarzere, Porto olle
ecc.; nel Basso Po, a Ferrara, Bondeno, Copparo,
Baura,
Argenta,
Porto-Maggiore,
ecc.;
nel
dipartimento del Reno, a Cento, Minerbio, Bodrio,
Galliera, Castel San Pietro, Molinella, Imola, Bazzano,
Porretta, Loiano, Pianoro, San Giovanni in Persicelo,
Vergato, Castiglion dei Pepoli, Angola, Savigno, ecc.;
nel dipartimento del Panaro, a Spilanbergo, Bazzano,
Vignola, Sassuolo, Montefiorino, Castelfranco,
Maranello, Fiumalbo,Finale, Formigine, Castelvetro,
Pavullo, Castelnuovo in Piano ecc.; nel Mincio, a
Ostiglia, Sernide, Revere, Poggiorusco, Coreggioli,
ecc.. Nelle Marche, dove già nel 1808, pochi mesi dopo
l’annessione al Regno, si erano avute azioni di
brigantaggio nelle località di Roccacontrada, di
Staffolo, di Sassoferrato, di Forte e Montegallo,
l’insorgenza fa la sua comparsa a Troviggiano,
Cingoli, Loreto, Osimo, Pioraco, Fabriano, Fermo,
Villa Torre, Tomba, Ascoli, ecc., favorita anche da
infiltrazione di rivoltosi napoletani operanti nel
dipartimento del Tronto, ai confini degli Abruzzi”.
Zaghi, op. cit., pag. 335.
due rate dell’imposta prediale. Fu introdotto,
colpiva”,
riguardanti
Nonostante questa
i
proprietari, contadini e lavoratori: una tassa
che il passato governo pontificio aveva tentato
d’introdurre e alla quale aveva dovuto
46
Zaghi, L’Italia di Napoleone cit., pag. 335.
“La crisi più grave si ebbe nel 1809, dove per la
prima volta l’insorgenza, in concomitanza con
l’invasione austriaca, spintasi a ridosso dei
dipartimenti del Basso Po e del Reno, trovava un
solido alleato nelle disastrose condizioni economiche
dei territori e nella trasformazione operatasi nel
Regno, passato rapidamente dallo status giuridico e
morale d’un governo protetto e alleato a quello
prettamente economico di colonia, che metteva in
difficoltà l’agricoltura, colpiva le esportazioni
commerciali, comprimeva la produzione industriale del
paese”. Zaghi, L’Ialia di Napoleone cit., pag. 326.
47
32
Nonostante il fatto che il Novarese si
del Consiglio di Stato il quale vide una
mantenne fermo e quieto per tutta la durata
correlazione con le altre rivolte dell’anno
della guerra e delle problematiche ad essa
precedente. Nel comune di Ribello, nella vice-
connessa,
prefettura di Intra, si segnalarono disordini
si
invitarono
gli
organi
amministrativi di ogni livello alla massima
piuttosto
attenzione e vigilanza. Così, in una missiva
realizzata con la massima fermezza e diligenza
inviata alla Squadra di Finanza della Val
proprio per impedire l’accensione di un nuovo
Vigezzo in quel medesimo 1809, si legge: “Io
focolaio di rivolta, chiarì l’intera questione, la
la invito, Sig. Prefetto, (…) a dare i
quale venne ristretta all’opera di singoli
provvedimenti
per
cittadini. Si precisò tempestivamente che gli
prevenire qualunque disordine, ed a riferirmi
arrestati non avevano avuto parte alla rivolta
con ritorno delle carte il risultato delle prese
degli altri dipartimenti50 e ciò permise di
informazioni e delle disposizioni che al caso
identificare l’intera faccenda, per quanto
avesse creduto di prendere49”. Malgrado il
grave, nel novero di semplici disordini di
numero dei riferimenti circa rivolte di natura
rilevanza locale.
fiscale, connessi alla situazione generale
profondamente la vita del Regno e l’operato
del
proprio
istituto
gravi.
La
successiva
inchiesta,
L’anno 1809 segnò
prodottasi in quel 1809, sia relativamente
50
“…Dalla lettura di queste carte, ed essendomi
sempre più emersa l’affermazione che nella confusione
del successo fosse addebitabile l’occorso ai soli
individui particolari, che animati da ebbrezza, e
nequizia, vi ebbero parte, e non a probe intenzioni ed
opera della intiera popolazione, trovo sempre più
evidente la convenienza rimarcatale nell’ultima mia n.
15 di giovarsi della buona disposizione di alcuni degli
abitanti del comune suaccennato per procurare
l’effettivo arresto dei prevenuti del tumulto avvenuto
nello scorso luglio, e degli indiziati rei della recente
opposizione alla Forza armata dell’enunciato giorno
24. Intanto eccito la di lei attività a tenere esattamente
informata questa Direzione dell’andamento, ed esito
della relativa procedura pendente avanti la competente
giudicatura di pace”. ASN – Fondo Prefettura Agogna
862.
basso, va tuttavia segnalato il sensibile
aumento del numero delle condanne penali
comminate dai tribunali dipartimentali proprio
negli anni 1809-1810, inasprite dal clima di
rigore maturato in tutto lo stato. Un fatto,
registrato il 5 gennaio 1810, attirò l’attenzione
49
ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 862.
33
successivo dei governanti ne fu sensibilmente
Nazionale. La città e i vari paesi si richiusero
condizionato. La guerra contro l’Impero
nella propria paura. Il transito in talune zone
d’Austria si dimostrò molto dura ed influì
della Lomellina, nei pressi di Pavia, risultò
pesantemente su di una situazione economica
proibitivo anche durante le ore diurne, tale fu
già in crisi.
l’attività del brigantaggio locale. A tutto
degli
La rivolta scoppiata sulla scia
avvenimenti
bellici
felici
questo, soprattutto per quanto interessò il
rappresentò un preoccupante segnale d’allarme
Dipartimento dell’Agogna, si aggiunse, in
interessante
maniera del tutto inaspettata dalle autorità, il
l’interezza
poco
del
sistema
napoleonico51.
fenomeno
Il Dipartimento dell’Agogna, come visto, fu
considerazione nella zona delle valli.
del
contrabbando,
in
special
interessato solo indirettamente dalla rivolta
ma, proprio a causa di essa e dell’ondata
Un Novarese illustre: Giuseppe Prina
criminosa scatenatasi nello stato, si registrò un
aumento inaudito degli eventi criminali su
Nel quadro delle vicende tributarie italiane, un
tutto il proprio territorio, tanto che la
posto di rilievo merita il ministro delle finanze
circolazione nelle ore notturne risultò di fatto
Giuseppe Prina. Nato a Novara il 20 luglio
rischiosa
1766, si laureò in giurisprudenza a Pavia nel
anche
per
la
stessa
Guardia
1789. Dopo aver esercitato la professione di
51
“Per le proporzioni che ebbe, le forze militari che
mobilitò, le resistenze che incontrò, le paure e i danni
che provocò, la violenza con cui fu combattuta,
gl’interessi che coinvolse, le conseguenze che ebbe
sullo spirito pubblico e la lunga scia di sangue e di
lutti che lasciò in quasi tutto il Regno, l’insorgenze del
1809 ha tutti i caratteri di una vera e propria guerra
civile, combattuta dovunque senza esclusione di colpi
da una parte e dall’altra, e talmente grave da mettere a
dura prova l’esistenza stessa del Regno. Una guerra
spietata…. Sotto molti aspetti subdola e impenetrabile
per le diffuse complicità che l’alimentava e i mille
collegamenti e le molte simpatie che aveva saputo
raccogliere tra la piccola e la media borghesia e i ceti
popolari e contadini”. Zaghi, op. cit., pag. 340.
legale a Novara, nel 1791 entrò a far parte
dell’amministrazione sabauda. L’armistizio di
Cherasco
e
la
conseguente
occupazione
francese del Piemonte provocò una battuta
d’arresto nella sua carriera, a causa della sua
fedeltà a Casa Savoia, in questa fase della sua
34
vita. La sua figura riapparve nel campo
gabellieri, ad inventare l’imposta di famiglia
politico ai Comizii di Lione del 1801, dove
che colpiva il tenore di vita dei più agiati. Fu
rappresentò la città di Novara, insieme
ancora il Prina ad aumentare le imposte
all’avvocato Giuseppe Cotta Morandini, per
indirette che taglieggiavano
Vigevano, al notaio Michele Cuse, per Varallo,
indiscriminatamente, attirando su di sé l’odio
e all’avvocato Giuseppe Faa, rappresentante,
e il disprezzo sia dei ricchi sia dei poveri, tutti
questo,
uniti senza distinzione sociale nell’imprecare
il
Dipartimento
nella
sua
tutti
quanti
manifestazione globale52. A 35 anni, Prina fu
contro il nostro rigoroso concittadino”53.
nominato
del
Il ricordo di Giuseppe Prina è ancora oggi
1802
legato alla pressione fiscale, ritenuta eccessiva
Napoleone, che aveva apprezzato il lavoro
dai suoi contemporanei e considerata dagli
svolto dal novarese, lo designò come ministro
storici
delle finanze della Repubblica Italiana. Precisò
Dall’opinione pubblica fu considerato come un
Barisozzo: “Le spese di Napoleone per far
esattore inflessibile e senza scrupoli, strumento
fronte all’esigentissimo ménage e per coprire
del giogo napoleonico.
il costo ingente dell’esercito sembravano fatte
Il giudizio che la storiografia formulò su
apposta per mettere a dura prova l’acume e la
questa figura risulta, in realtà, diametralmente
fantasia del ministro Prina il quale, per far
opposto.
quadrare la contabilità, ogni giorno era
Prina in materia finanziaria”, scrive Carlo
costretto ad escogitare i più raffinati sistemi
Zaghi, “i giudizi dei contemporanei sono
fiscali per torchiare i contribuenti che, allora
unanimi, aldilà della valutazione della sua
come oggi, non è che amassero tasse ed
opera di governo. Melzi, che nel febbraio 1802
esattori. Fu proprio il Prina, principe dei
lo aveva prescelto tra Forni e Venéri, sia per il
da
Dipartimento
Bonaparte
tesoriere
dell’Agogna.
Nel
53
52
causa
della
sua
“Sull’eccezionale
violenta
competenza
R. Barisozzo, La mia fatal Novara, Interlinea
Edizioni, Novara 1997, Pag. 41.
Fonte Cognasso, op. cit.
35
fine.
di
suo carattere <secco e fermo>, sia come
povertà della maggior parte della popolazione.
l’unico, non essendo olonista, in grado di
La struttura statale sorta intorno a Milano,
tener
vecchi
nuova capitale, avrebbe richiesto in modo
dipartimenti, al momento di lasciare il
pressante una non indifferente quantità di
governo lo presenterò all’imperatore come il
risorse
migliore e il più capace di tutti i ministri. Un
l’edificazione
giudizio
burocratico
testa
alle
che
raccomandandolo
pressioni
dei
Napoleone
al
suo
Eugenio,
indispensabili
ex-novo
sul
quale
per
dell’apparato
avrebbe
fatto
al
affidamento l’azione di governo. I trattati
momento di lasciare l’Italia, come l’unico
siglati con la Francia avrebbero rappresentato
uomo
<veramente essenziale> al Regno.
un’ulteriore emorragia di preziose risorse.
Stendhal, che visse l’atmosfera dei giorni del
Inoltre, ulteriori fonti di forte spesa furono
Regno, lo definisce un <uomo forte> e non sa
rappresentati dalla presenza quasi ininterrotta
trovare un termine di paragone che in
di situazioni di crisi nel contesto dell’ordine
Colbert… con una differenza sostanziale che
pubblico dei vari dipartimenti, compreso
Colbert morì ricchissimo e Prina povero”54.
quello
Nominato ministro, Prina dovette risolvere una
mantenimento di un forte apparato poliziesco.
situazione finanziaria assolutamente critica. Il
In qualità di alleato dell’Impero francese, la
Paese su cui avrebbe esercitato la sua opera
Repubblica Italiana, prima, e il Regno d’Italia,
aveva appena superato cinque anni di guerra,
poi, avrebbe avuto l’obbligo di costituire un
combattuta sulla quasi totalità del suo stesso
sempre più numeroso esercito e di partecipare,
territorio. Le devastazioni e le requisizioni
con esso, alle campagne militari napoleoniche.
avevano
l’apparato
Fu calcolato che, durante il periodo compreso
produttivo, incrementando ancor più lo stato di
tra il 14 febbraio 1802 e il 31 dicembre 1804,
fortemente
viceré
fece
finanziarie
indebolito
dell’Agogna,
richiedenti
il
la Repubblica Italiana registrò fra le spese di
54
C. Zaghi, Storia d’Italia cit., pag. 516.
36
competenza militare l’esborso di 60.972.899
Prina volle sostituire a questa realtà un sistema
lire, unite a 11.388.360 lire necessarie per le
basato sulla regolarità del sistema finanziario,
opere di fortificazione realizzate. “A queste
in maniera da riaccendere la fiducia dei
fonti devono aggiungersi” precisa Zaghi,
cittadini nel Paese. Punto fermo della sua
“80.183.170 lire date al governo francese in
politica fu la moderata applicazione delle
conto contribuzioni mensili ed altre forniture
imposte
varie”55.
amministrazione di quelle indirette. In effetti
Una tale situazione rappresentò senza alcun
l’opera
dubbio un gravissimo onere gravante in modo
considerando le condizioni nelle quali fu
determinante sull’economia italica, quindi
esplicitata ed i risultati che ottenne. Se lo stato
anche sull’opera del ministro Prina. La
italiano fu in grado di sostenere i quattordici
maggior preoccupazione del ministro delle
anni della sua attività civile, unita alle ingenti
finanze fu il mantenimento dell’equilibrio di
spese militari ed ai contributi versati alla
bilancio
Francia, esso fu merito dell’opera di Giuseppe
in una situazione oppressa dalle
dirette,
del
unita
ministro
ad
fu
una
senza
rigida
pari,
premesse elencate. L’esperienza dei governi
Prina.
rivoluzionari aveva messo drammaticamente in
Tuttavia
luce la devastante politica finanziaria operata
esercitata in un Paese che, come l’Italia, si era
da
disastro
sempre trovato ad esistere in un contesto di
economico causato non solamente alla Francia
frammentazione politica e di disorganizzazione
ma anche alla Repubblica Cisalpina. La
pratica, contribuì ad accendere l’odio popolare
precarietà dei governi proiettò i propri effetti
verso l’apparato fiscale in generale e contro il
anche sulla politica finanziaria, contribuendo a
ministro Prina in particolare.
rendere mal sicura la stabilità dello stato.
Va notato come, nella storia, la figura del
questi
con
il
conseguente
un’azione
fiscale
puntigliosa,
gabelliere non abbia mai riscosso il favore
55
Zaghi, L’Italia di Napoleone cit., pag. 253.
37
dell’opinione pubblica e, in questo, il Prina fu
perdurare della
senza dubbio in sintonia con il suo ruolo.56
situazione,
La politica da questi esercitata ebbe effetti
continuamente a privarsi di una fetta non
alterni anche sul piano economico. L’aumento
indifferente delle sue risorse in favore delle
del prezzo dei generi alimentari favorì in modo
contribuzioni dovute allo stato francese “In un
sensibile i proprietari dei fondi ed i lavoratori
tempo”, scrisse Melzi, “in cui le classi sono
ma segnò, nella medesima circostanza, un
gravate o dolenti, l’opinione pubblica è
aumento generale del costo della vita. A questi
gravemente urtata da un sistema di spese che
dati si aggiunse, fra il 1810 e il 1812, una
appaiono eccedenti e non controllate”57.
grave crisi economica che colpì tutto il Regno.
Alla fine del 1812 sopraggiunse il definitivo
Il 29 luglio 1811 Francesco Melzi d’Eril inviò
collasso.
una lettera al Viceré nella quale attaccò
Napoleone di abolire le contribuzioni dovute
pesantemente la politica seguita dal ministro
da parte del Regno d’Italia all’Impero58, ma la
delle finanze. Il Regno, osservò il duca di
risposta, come diversamente non avrebbe
Lodi, si trovava ad affrontare una pesante
potuto essere considerando la stato in cui si
difficoltà economica, aggravata dalle crescenti
trovavano in quel momento anche le finanze
spese registrate dal bilancio militare dovute al
francesi, fu negativa. Lo stesso Viceré,
esso
Il
guerra.
si
ministro
Eppure,
vedeva
Aldini
in
tale
costretto
suggerì
a
interpellato dal Melzi, si rese non responsabile
56
“Se infatti nei primi tre anni della Repubblica
Italiana le imposte dirette furono mantenute ad un
livello pressoché costante (31.735.892 lire nel 1802;
37.847.798 nel 1803; 35.162.070 nel 1804); quelle
indirette, invece, sottoposte a continui ritocchi,a più
rigidi controlli,a più radicali misure, ed estese in breve
a nuove voci, aumentarono progressivamente: da
29.499.132 lire nel 1802 si passa a 46.408.025 nel
1803, a 47.408.382 nel 1904, per un totale di
123.704.540 lire, contro 104.744.762 delle dirette. Un
aumento progressivo cui corrisponde un progressivo
aumento del bilancio dello stato: 80.074.344 lire nel
1802; 90.194.426 nel 1803; 106.649.585 nel 1804, con
supplemento fino al 31 marzo 1805” Zaghi, Storia
d’Italia cit., XVIII, pag. 529.
della situazione, rimandandone la soluzione
alla decisione imperiale: “Quant au budget
pour 1813 ce n’est pas à moi qu’il appartien
de le déterminer… il faut s’en reporter
57
58
38
Carteggi Melzi cit., pag. 157-159.
Cfr. ASM Fondo Aldini Cartella 17 Fascicolo 894.
entierment à la sapesse et à la bonté de
S.M.”59.
Il dissesto finanziario fu incontrollabile. Il
deficit dello stato salì a 44.118.699 lire60 alla
fine del 1812. Nel 1813, all’inizio della
campagna d’Italia, i fornitori militari, non più
soddisfatti,
sospesero
le
forniture
alle
piazzeforti. Privato delle sue risorse, il Regno
aveva le ore contate.
Il linciaggio di Giuseppe Prina in una stampa
dell’Ottocento.
Sui muri dell’abitazione del ministro delle
finanze, in Piazza San Fedele a Milano, fu
scritta, da mani ignote, questa lugubre
profezia:
“PRINA PRINA
IL TUO GIORNO SI AVVICINA!”61.
La situazione politica precipitò. Il 20 aprile
1814 una folla inferocita assaltò il palazzo ove
risiedeva il ministro delle finanze, prelevò lo
sfortunato e lo trucidò sulla pubblica via a
colpi d’ombrello. “Una gran brutta fine… la
fine del povero Prina!”62.
59
Carteggi Melzi cit., pag. 316-317.
Fonte Zaghi, op. cit.
61
Barisozzo, La mia fatal Novara cit., pag. 41.
62
Barisozzo, op. cit., pag. 42.
60
39
Cesare
Francesco
Magnani-Ricotti
alla campagna del 1859, dove fu decorato
con l’Ordine Militare di Savoia. Nel 1860
venne promosso prima Colonnello e poi
Maggior Generale, comandante della
Brigata Aosta, con la quale partecipò alle
operazioni militari del 1860-61. Venne
nominato direttore delle armi speciali al
Ministero della Guerra. Nel 1866 fu
nominato comandante della 12° divisione.
Comandò, in seguito, le divisioni militari
di Milano e di Parma. Diede inizio anche
alla propria carriera politica. Fu ministro
della Guerra, a partire dal 1870, nei
governi Lanza, Minghetti II, Depretis VI,
Depretis VII, Depretis VIII e Starabba II.
Attivò una serie di riforme che
riorganizzarono profondamente l’Esercito
Italiano. Toccò l’apice della carriera
militare con la nomina a comandante del
IV Corpo’Armata, prima di ricoprire per
le ultime volte il ruolo ministeriale.
Rappresentò politicamente anche il
proprio territorio d’origine, ricoprendo la
carica di deputato dall’XI alla XVI
Legislatura per il collegio di Novara. Nel
1890 fu nominato Senatore del Regno dal
Sovrano e nel 1896 fu insignito del
Collare dell’Annunziata. Morì a Novara il
4 Agosto 1917. La città ricorda la sua
memoria con l’intitolazione di una delle
principali vie della città.
Nacque a Borgolavezzaro il 30 gennaio
1822. Entrò nell’esercito sardo come
giovane cadetto. Nel 1840 fu nominato
sottotenente. Nel corso della campagna
militare del 1848, promosso Capitano per
meriti di guerra, fu ferito a Peschiera.
Prese parte anche alla breve campagna del
1849. Nel 1852 fu decorato con la
medaglia d’argento al valor militare per il
coraggio dimostrato e per l’opera di
salvataggio
dei
feriti
a
seguito
dell’esplosione della polveriera di Borgo
Dora. Prese parte anche alla campagna in
Crimea, dove ottenne una Menzione
Onorevole. Fu nominato capo di stato
maggiore della 3° divisione e partecipò
vie del centro storico.
40
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libretto 2 - Storia di Novara ai tempi di Bonaparte parte seconda