dell’apposizione della linea delimitante lo stato. I confini del Dipartimento Sulla sponda occidentale del fiume Sesia, si trovava la zona occupata direttamente dalle Già all’atto della sua creazione, sorsero, per il Dipartimento dell’Agogna, truppe francesi, essendo stato il governo dei rilevanti Savoia abbattuto, e la casa regnante costretta a problematiche, destinate a scaturire in vere e proprie dispute, inerenti riparare rapidamente nell’isola di Sardegna. l’esatta Un altro storico fornì un resoconto abbastanza localizzazione dei propri confini. La vicenda, dettagliato di ciò che avvenne, durante le nel suo complesso, non fu semplice da prime fasi della campagna militare di dirimere poiché la morfologia del suo Napoleone, ad ovest del Sesia: “Circa la metà territorio e la sua stessa localizzazione di maggio del 1800 corse la fama inaspettata geografica che lo vide quale baluardo che il giovane generale Bonaparte varcava il occidentale della Repubblica, prima, e del Gran San Bernardo con un poderoso esercito. Regno, poi, pose il novarese a diretto contatto Infatti partito da Parigi il sei di maggio, con due realtà estere: il territorio svizzero e la passò quell’alto monte il dì 20, e già dalla parte di Piemonte che non venne acclusa nel mattina del 28 entravano alcune truppe disegno di uno stato italico formalmente francesi a Vercelli. Ciò saputosi dagli indipendente. Già all’indomani Dipartimento, e della costituzione della austriaci accantonati al di là del Sesia sotto del gli ordini del generale Fustemberg, gettarono conseguente alcune granate reali con pregiudizio di apposizione della frontiera occidentale della alcune case e di qualche abitante che dallo seconda Repubblica Cisalpina lungo il corso scoppio ne rimase ferito, e quindi si del fiume Sesia, sorsero accesissime dispute proprio intorno ritirarono all’interpretazione 1 sopra Novara seguitati dal principal nerbo delle forze repubblicane che all’interno della quale lamentò le ingiuste transitò per Vercelli nei giorni 29 e 30. In ingerenze attuate dagli organi amministrativi questo ultimo dì, susseguito dalla numerosa del Dipartimento dell’Agogna su alcuni paesi Guardia consolare, tutta composta dei più posti sulla riva occidentale del Sesia, non di eletti militi, giungeva verso le ore undici propria competenza. La risposta del governo antimeridiane di in Vercelli il generale Milano, indirizzata ai vertici Bonaparte: alloggiò al palazzo del conte dell’amministrazione novarese, non si fece della Motta, e s’affacciò al balcone con Soult attendere e Murat, plaudente immenso popolo. Al cardinale Martiniana che si recò a “REPUBBLICA CISALPINA complimentarlo, Bonaparte dichiarò che era Milano 18 messidoro anno IX risoluto di ben vedere colla Santa Sede di Il Ministro della giustizia e Polizia riconciliare la rivoluzione francese colla Generale Chiesa, e di sostenerla ben anco contro i suoi Al Commissario di governo nemici, se il nuovo Pontefice si mostrasse dell’Agogna ragionevole e capisse la situazione attuale della Francia e del mondo.1” Il generale Jourdan amministratore Il generale Jourdan, che ricopriva la generale del Piemonte si è lagnato presso il suprema amministrazione civile e militare del ministro Piemonte occupato dalle armi francesi, ebbe autorità Cisalpine vengono trasmessi degli modo di inviare direttamente al ministro degli ordini ad alcune Comuni, che sono al di là esteri della Repubblica Cisalpina una missiva della Sesia, per cui le medesime tentano di straordinario Petiet che dalle rifiutarsi a quelli che gli sono spediti da 1 Dionisotti C., Memorie storiche della città di Vercelli, Biella, Tipografia di Giuseppe Amosso, 1861, Tomo II, pag. 335-336. competenti 2 e legittimi loro Magistrati. Premuroso quindi il Comitato di Governo di a Napoleone come “prescritta dalla natura” far cessare tale abuso ha richiamato le non risultò tale anche agli occhi dei magistrati antecedenti di lui disposizioni, e mi ha locali. risposto di prevenirvi, perché ingiungiate alle Malgrado i ripetuti interventi autorità Giudiziarie di codesto Dipartimento legislativi, l’incerta definizione della frontiera da dal occidentale dello stato italico si trascinò nel pronunciare, o far continuare alcuno atto corso degli anni. Il decreto consolare del 10 nella e germinale dell’anno IX (31 marzo 1801) sono individuò una prima soluzione amministrativa Voi dipendente estensione dall’immischiarsi di nelle di astenersi quelle affari Comuni, che relativi alle medesime. per quanto concerne quella parte del Piemonte rimasta esclusa dalla restaurazione della Saluti e Fratellanza2” Cisalpina, trasformando il territorio posto ad occidente del fiume Sesia nella 27esima Divisione Militare della Repubblica Francese, Evidentemente quella frontiera che ripartita, al suo interno, in sei dipartimenti. La Ruga, Visconti e Sommariva avevano definito città di Vercelli venne indicata quale capoluogo del Dipartimento del Sesia3. Nelle 2 ASNO – Fondo Prefettura Dipartimento dell’Agogna – Cartella 583. Nel Fondo della Prefettura del Dipartimento dell’Agogna, presso l’Archivio di Stato di Novara, è conservata una quantità notevole di missive, relativamente a queste questioni, fra le amministrazioni civili piemontesi e lombarde. Un curioso documento afferma, infatti: “In Nome della Nazione Piemontese – La Municipalità di Serravalle Vercellese – Li 30 Germinale anno IX Repubblica – Dichiara e certifica, che il piccolo Ramo attualmente esistente su Gabbi si Sesia, non deriva già dal Fiume Sesia, ma bensì dal torrente Sesera, cosicché detto Ramo non fa il confine tra il Piemonte e la Cisalpina bensì il corpo principale del fiume a termini del decreto del primo Console Bonaparte delli 20 Fruttidoro. F.to Francesco Vinnova Presidente”. ASNO Fondo Prefettura Agogna – Cartella 582. 3 “Il circondario di Vercelli era diviso in otto cantoni, cioè Agnona, Crepacuore, Gattinara, tesserano, Quinto, Stroppiana, Trino e Vercelli. Era composto di 49 comuni…. La circoscrizione dei compartimento (sic) fu confermata col senatoconsulto del 24 fruttidoro anno X (11 settembre 1802) che riunì il Piemonte alla Francia. Esso confinava a levante col compartimento dell’Agogna (regno d’Italia), dal quale era separato dal fiume Sesia, che formò l’estremo limite dell’Impero; ad ostro col Po e con una parte del compartimento di Marengo; a ponente colla Dora Baltea, ed una parte del compartimento di tal nome; a borea colla catena delle Alpi, di cui è parte il Morosa d’onde scaturisce il Sesia.” Dionisotti C., Memorie storiche della città di Vercelli cit., tomo II, pag. 338. 3 intenzioni del governo francese, che da Parigi “A Tenore del decreto del primo prendeva le decisioni riguardanti questa Console la sinistra della Sesia si è il confine regione di del territorio Cisalpino, non ostante la chilometri, la questione dei confini dello stato chiarezza di tale decreto d’ordine del vostro doveva apparire risolta a tal punto da emanare governo un provvedimento normativo riguardante d’Agogna ed altre adiacenti situate sul addirittura la competenza sull’alveo del territorio piemontese, ed unite a questa fiume. Il decreto del 23 pratile anno XIII (12 provincia da un decreto del mio governo, giugno 1804) dichiarò, infatti, di pertinenza come già v’annunziai. Io voglio credere che del demanio francese il letto del fiume Sesia, una tale organizzazione siasi fatta senza le le isole, la pesca, i passaggi e tutto ciò che successive autorizzazioni del comune di concerneva la navigazione e la polizia. A Astolfi e che abbia questi ecceduto entro i partire dal 1804, come si è sopra visto, limiti della sua autorità, e perciò vi prego di l’amministrazione delle attività svolte lungo il diffidare le comuni organizzate sulla destra corso del fiume Sesia passò integralmente alla del Sesia, che esse non fanno parte della Repubblica Francese. Repubblica distante svariate centinaia si organizzavano Cisalpina, le altrimenti comuni mio Sulla carta, la stabilizzazione della malgrado sarò costretto di servirmi della linea di confine avrebbe dovuto , in tal modo, forza armata per procedere ad una tale sentirsi assolutamente salda eppure, ancora organizzazione, dal che vi potrebbero nascere nel 1805, cinque anni dopo l’istituzione del disordini. Io nutro il più sincero desiderio di Dipartimento dell’Agogna, il rappresentante vedere ristabilita la nuova armonia tra il del governo, da Torino, indirizzò un’ennesima Piemonte e la Cisalpina. Scorgo che si missiva alla Prefettura, in Novara: frappongono ogni giorno nuovi ostacoli ai miei ardenti voti, sono e saranno sempre gli 4 stessi i miei sentimenti, ma dovrò in avvenire condizione porre in opra i mezzi che sono in mio potere mantenimento dei buoni rapporti fra gli stati. per conservare illesi gli interessi della mia “Il Governo della Repubblica Elvetica, col Nazione in questa provincia. mezzo del di lui Incaricato d’Affari, qui So che voi siete l’amico indispensabile per il nato residente, mi ha fatto presentare nota dell’unione tra i vicini popoli, interessatevi ufficiale, in cui si asserisce, che nel finire perciò a stabilirla, e mi troverete sempre dell’anno scorso venne svelto un termine di disposto per tale oggetto. confine nella linea dividente il Territorio di Saluti e Fratellanza.4” Astano e di Drumenza, precisamente al sito importante dell’Alpe, detta Falcorella, marcato colla lettera R. A fine di togliere Indecisa risultò, ancora per molti anni, qualunque occasione di disputa e provvedere anche l’esatta ubicazione di taluni tratti del alla conservazione della buona vicinanza fra confine dipartimento le due comunità confinanti, chiede il Governo dell’Agogna. Il 12 agosto 1802, infatti, il Elvetico che si deleghi per parte nostra ministro degli esteri della Repubblica Italiana qualche Persona onde procedere di concerto indirizzò una lunga missiva al Prefetto col Prefetto di Lugano, da Lui incaricato, alla dell’Agogna nella quale affrontò la questione ripristinazione del ripristino di alcuni termini di confine con distrutto, dietro le asserzioni degli abitanti la in probi ed intelligenti delle due comunità. scritto, Dovendosi, al presente, trovare in visita, riproposto di seguito, emerge l’importanza verso quelle parti, l’Ingegnere Campari, per della certezza della linea di confine quale terminare, in un unione del mentovato settentrionale Repubblica circostanze non del Elvetica, chiarite. abbattuti Dallo del termine di Confine Prefetto di Lugano, le differenze Territoriali 4 ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 582. 5 fra i Comuni di Craveggia Italiana ed parte del risultato, ed intanto vi saluto con Onzernone Svizzero, potrà il medesimo tutta stima. L’Incaricato del Portafoglio5”. occuparsi nel tempo stesso di quest’altro interessante oggetto. V’invito quindi di scrivergli a tal uopo, senza ritardo, e Onzernone d’incaricarlo di verificare bene quanto dal Domodossola Governo Elvetico vien supposto, onde procedere in seguito agli atti che saranno Intra Craveggia giudicati i più convenienti. Voi ben sapete, Cittadino Prefetto, di quanta importanza sia E’ la materia de’ Confini la quale a Voi curioso osservare come, in direttamene è affidata. Procurate perciò mancanza di indicazioni certe circa il d’invigilare perché dalle autorità da voi posizionamento del precedente termine andato dipendenti vi si abbia una particolar cura e smarrito, le autorità dei differenti dipartimenti non trascurisi di far da tempo in tempo delle abbiano avuto la facoltà di rivolgersi ad visite Termini abitanti della zona in grado di fornire una Territoriali e ne siti, soprattutto, in cui più testimonianza più o meno attendibile. La facilmente possano alterarsi i Confini. In tal disputa di cui fa menzione il documento guisa si potranno sovente prevenire le appena analizzato riguardante il comune di questioni fra gli abitanti limitrofi che, alle Craveggia si trascinò ancora per lungo tempo, volte, possono compromettere le amichevoli tanto che un anno più tardi, il 22 agosto 1803, relazioni che li rispettivi Governi desiderano il di conservare inalterabilmente. Mi darete nuovamente far sentire la propria voce presso lungo l’estensione de’ 5 ministro degli affari interni dovette ASNO – Fondo Prefettura Dipartimento Agogna – Cartella 583. 6 il Prefetto dell’Agogna. Dall’incartamento, Si osserva, in questo interessantissimo emerge, finalmente, il motivo concreto della scritto ministeriale, come le dispute di questione incorsa fra le autorità italiane e confine, capaci da sole di mettere in moto i quelle elvetiche. “prevenuto questo ministero pesanti ingranaggi dell’alta burocrazia statale, dall’Incaricato delle avessero sempre una motivazione economica Relazioni Estere d’essersi rinnovati gli uffici alla propria base. Le problematiche insorte fra al Governo Elvetico per la definizione delle questi due comuni coinvolsero una vasta serie vertenze territoriali insorte tra la comune di di attività: raccolta della legna e della resina, Craveggia e la Terra di Onzernone ; ha ma anche sfruttamento dei terreni da pascolo7. stimato al L’ingiusto sfruttamento dei pascoli alpini da medesimo Incaricato l’anonima memoria parte degli abitanti elvetici a danno del trasmessa col vostro rapporto del 18 corrente territorio del Dipartimento dell’Agogna vide ed il suggerimento di promuovere la rinuncia un nuovo interveto dell’ingegnere Campari, del opportuno Portafoglio di comunicare del diritto che hanno gli Onzernonesi di 7 “La comune di Craveggia ha rinnovate le sue istanze al Vice Presidente della Repubblica perché s’imponga un freno alla licenza degli abitanti di Onzernone in Territorio Elvetico di condurre al pascolo le loro bestie nel Territorio della nostra Repubblica…” Dal ministero degli affari interni al Prefetto del Dipartimento dell’Agogna, 8 agosto 1803. ASN – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 583. “Richiamandovi il mio rapporto delli 22 maggio… vengo a dirvi, Cittadino Prefetto, che gli Onzernonesi hanno provocato ora col fatto che non avevano rinunciato all’idea di repplicare gli attentati altre volte messi in opera per impadronirsi delle Alpi di Monte Fracchio e di Medaro appartenenti alla nostra Repubblica. Ieri l’altro informata la Municipalità di Craveggia che si trovavano nelle Alpi suddette moltissime bestie bovine degli Onzernonesi oltre ad una quantità di capre, quali avevano già consumata la metà dei Pascoli, spedì sul luogo il proprio Cursore a farne di esse l’opportuna appignorazione, come infatti seguì, essendo stato appignorate cinquanta bovine e settantaquattro capre…” Lettera del Vice prefetto del circondario d’Intra al Prefetto dell’Agogna in data 29 luglio 1803. Ibidem. boscare e raccogliere la resina nell’Alpe di Montefracchio. Nel tempo stesso ha fatto sentire al Vice Prefetto d’Intra che in pendenza della trattativa qualora emergessero nuovi inconvenienti sull’oggetto in questione, si limiti ad informare questo Ministero per metterlo in grado d’interessare gli uffici del Ministero delle Relazioni Estere a misura delle circostanze.6” 6 Ibidem 7 nuovamente in visita alla zona di confine. giorno undici successivo nel luogo detto del “Mentre il Delegato del nostro Governo e di Piano di Bozza di Monte Fracchio, di tutte le quello Elvetico cittadino Pampuri e Prefetto quali cinque sole vennero condotte in di Lugano si trovavano il giorno dieci agosto Craveggia a titolo di pegno per i danni, e in Aqua Falda luogo vicino all’Alpe Monte spese incontrate in detto sequestro.”8 Fracchio alla ricognizione dei rispettivi territoriali confini alla esente da discussioni, nel corso degli anni. li Nel 1802, infatti, venne presentato ricorso accompagnava, che nello stesso giorno si agli organi competenti del governo a causa trovavano Cima dell’aggregazione di vari comuni al distretto Montefracchio di ragione di quella Comune di Pavia9. Il commissario straordinario Lizzoli Deputazione di al venne sporto Anche il confine meridionale non fu Craveggia, pascolo che nell’Alpe molte bestie dei particolari della vicina 8 ASNO. Fondo Prefettura Agogna – Cartella 583. Malgrado gli sforzi delle autorità, le incomprensioni e le rivalità fra le due cittadinanze proseguirono con intensità crescente. Il 28 settembre 1803 una nota del ministro dell’Interno menziona il furto di alcuni capi di bestiame da parte di cittadini elvetici in danno, ancora una volta, del comune di Craveggio. Una disposizione del Vice-prefetto di Intra ordina, il 14 ottobre, l’arresto del Francesco Sartoris, elvetico, identificato quale autore di uno dei tanti soprusi perpetrati in quei mesi ai danni dei cittadini del Dipartimento dell’Agogna. 9 “Rappresentasi per parte del Cittadino Massimiliano Robolino possessore di alcuni bei siti nel territorio di Zinasco Scrivano San Nazar del Bosco Sommo e S. Fedele di aver avuto ricorso al Cessato Comitato di Governo poiché nella distribuzione de dipartimenti di codesta Repubblica seguita sotto il giorno 18 piovoso anno 9 Repubblicano furono posti sotto il Dipartimento d’Olona distretto di Pavia Sommo e S. Fedele avendo disposto con giuste e chiare ragioni il forte danno che apporterebbe ad esso ed a tutti li altri nominati tale separazione epperò chiese per li sottoscritti motivi che rimanessero detti Territori tutti censiti sotto il Dipartimento d’Olona Distretto di Pavia. Primo perché dette comuni sono sempre state riunite tanto per li affari di comunità come per il giudiziario e sono li beni intersecati tra di loro e non vi è alcuna separazione ne segnale che li dividano conducendosi li prodotti in Sairano che si raccolgono nel Comune di Comune di Onzernone, quali poco prima alla presenza dei l’usurpazione Delegati negato che essi da avevano dissero i Craveggiani si commetteva a loro danno nell’alpe suddetta. Si spedirono quindi di concerto col Delegato Campari da detta Deputazione alcuni uomini a farne seguire il fermo di dette bestie e col mezzo di queste ne furono intenzionate nel luogo denominato di Fornale di Cima Monte Fracchio proprio come si disse della Comune di Craveggia quarantacinque bovine ed altre venti nel 8 incaricò l’ingegnere dipartimentale Bollini di menzionati comuni sotto l’estimo pavese pronunciarsi in merito alla convenienza o anziché novarese. meno del passaggio dei comuni di Zinasco, Sairano, San Nazaro del Bosco Sommo e Prervido con san Michele all’amministrazione L’abbattimento degli alberi di Pavia. L’intervento non poté essere eseguito, quanto ad della Libertà amministrazione burocratica, tuttavia, se non fu possibile rettificare la linea di confine dipartimentale, vennero elaborati studi per poter porre i La stagione del governo napoleonico Sommo e S. Fedele, Distretto di Pavia, quando che vennero ad essere tutte le dette comuni aggregate sotto il Dipartimento d’Olona sarebbe più regolare la separazione essendovi per confine verso messo giorno il fiume Po verso ponente il Terdoppio verso settentrione strada pubblica ed a levante il distretto di Pavia. Secondo, tutti li maggiori estimari de detti Territorio abitando nella città di Pavia hanno collà tutte le loro relazioni tanto per li interessi, condotte de generi requisizioni e non hanno alcuna relazione con Vigevano. Terzo, se si lasciasse questa piccola parte de Territori sotto il Distretto di Vigevano riuscirebbe di troppo pregiudizio la lontananza essendo distanti da collà miglia 15 – e sei da Pavia, ove le possessioni hanno la loro abitazione, per cui continuamente sono nella necessità d’avere innumerevoli contratti anche di poca entità ove dovendo per le discordie andare a Vigevano sarebbero soggetti a gravi incomodi, spese, pericoli per il viaggio e sarebbe con forte pregiudizio tanto per l’amministrazione come per il giudiziario, poiché avendo li beniche si conducono li prodotti ad un sol Caseggiato, quali sono parte il Distretto di Pavia, e parte sotto quello di Vigevano succederebbero molti inconvenienti massima nelle requisizioni condotte de generi per li militari i quali apparterrebbero al dipartimento d’Agogna e così non si potrebbe con prontezza obbedire alli comandi militari oltre li altri pregiudizi….” Ibidem. Il ricorso in questione, indirizzato al Vice Presidente della Repubblica, si concluse con la richiesta, in deroga a quanto previsto dalla legge, di non integrare i comuni citati all’interno del Dipartimento dell’Agogna ma di aggregarli al distretto di Pavia. in Italia si aprì all’insegna della difficoltà. La creazione del Dipartimento dell’Agogna, allo sguardo della popolazione, non avrebbe rappresentato solamente il risultato di un mutamento del regime amministrativo, bensì una decisiva svolta anche dal punto di vista politico ed ideologico. Nel Novarese un primo effetto, sotto questo punto di vista, fu osservato già a partire dai primissimi giorni del nuovo assetto istituzionale e si inserì all’interno di un controverso quadro politico, che interessò l’intera nazione. Gli italiani che si trovarono sotto le insegne del potere napoleonico manifestarono le proprie reazioni 9 talvolta in modo clamoroso. Fatti tumultuosi, nella loro rozza ed incomposta gestione di diversa natura, avrebbero caratterizzato esprimevano un loro sia pur acerbo carattere tutta la vita della Repubblica Cisalpina, di classe, una confusa opposizione alla prima, della Repubblica Italiana e del Regno, gestione borghese del capitale e della poi. Lo storico Carlo Zaghi, in proposito, società”10. precisa: “Un discorso merita Il Dipartimento dell’Agogna non fu, l’insorgenza del Regno. Un fenomeno, questo, certamente, esente da tale tipo di disordini, che si intreccia col brigantaggio e con la verificatisi soprattutto nei primi anni della diserzione, ma con motivazioni diverse, anche propria se in essi, al pari della guerra e delle rivolte provvedimenti scaturenti dai Comizi di Lione popolari e dalla straordinaria stagione legislativa di contro gli a parte aggravi fiscali, esistenza. In l’insorgenza trovava i mezzi e gli strumenti inizio per politico-amministrativo operare. Sono rivolte incomposte, Ottocento attesa sistemassero che i l’assetto dell’Italia disordinate, senza precisi e stretti legami Settentrionale, si cercò di organizzare un esterni, improvvisati, governo stabile anche se non propriamente pressoché digiuni dalle più elementari nozioni autonomo rispetto all’influenza francese. La militari, operanti autonomamente, spesso con nuova creazione disorientò ed indispettì l’assistenza dei sacerdoti, ai margini o a quella parte della popolazione che, per ragioni ridosso delle operazioni belliche, o per loro di natura politica, vedeva nella neonata indiretta suggestione, prive di qualsiasi luce Repubblica una propaggine degli ideali ideale, le quali non prevedevano altro sbocco rivoluzionari che, sul finire del Settecento, politico e sociale che non fosse un ritorno avevano perduto molto fascino agli occhi di dirette da capi elementare delle popolazioni sotto il governo austriaco o pontificio o duchista, e che pur 10 10 C. Zaghi, L’Italia cit., pag. 334. una popolazione spaventata dalle stragi del notte poi da qualche altra partita di persone Terrore e della guerra. si appiccò il fuoco ad una croce di legno, che Il nuovo regime repubblicano in Italia si premurò immediatamente di è stata piantata nel tempo, che eran qui le render truppe tedesche, in surrogazione dell’albero manifesti alla popolazione i propri simboli, di libertà che esisteva avanti il Pretorio, ma fra i quali l’erezione dell’Albero della Libertà però quell’incendio non ebbe parimenti il suo in ogni comune. Il nuovo emblema, malgrado effetto, mentre la croce rimase soltanto le aspettative dell’autorità, non riscosse affumicata, ed esiste”11. l’entusiasmo della popolazione, parte della Non è ben chiaro quale causa fosse quale iniziò, già dai primi giorni, a prodigarsi l’ispiratrice di tali azioni. Carlo Zaghi ne in sinistre attenzioni. Il 25 luglio 1800 attribuisce la responsabilità, almeno in questa l’Avvocato Fiscale dalla Valsesia inviò una prima stagione di vita della Repubblica, alla lettera 11 al cittadino Bono, commissario ASNO - Fondo Prefettura dell’Agogna - Cartella 861. In quegli stessi giorni un proclama venne affisso sui muri del comune di Carpignano: “Concittadini! Alcuni mal intenzionati osarono nella notte scorsa atterrare l’albero della libertà…. Questo è delitto di Lesa Costituzione, e fra i delitti che in un Comune posson occorrere questo è il peggiore. Da ciò ne può derivare al Comune un gran disagio. Per ovviare un funesto esempio che può occorrere in questo Comune per il seguito atterramento dell’albero, Invita i buoni cittadini, Coloro che sono amanti dell’ordine e della pubblica tranquillità, a voler operare onde fra quattro ore dalla pubblicazione del presente, sii di nuovo innalzato l’albero, mentre in caso contrario suo malgrado questa municipalità a scarico della propria Contabilità, sarà costretta a partecipare l’occorso all’Autorità Superiore. Se alcuno d’ora in avanti ordirà perturbare l’ordine, e alterare la pubblica quiete, questo sarà di esempio al Comune mentre un sol perturbatore non deve dar occasione che venga un pubblico castigo per suo voto”. Ibidem. Lo stesso “Delitto di lesa Costituzione” lamentato dal Sindaco di Carpignano, venne segnalato al Commissario Bono anche da altri soggetti. Il 21 luglio 1800 l’amministrazione municipale di Sizzano informò il Commissario di Governo che alcuni ignoti avevano abbattuto il suo albero della libertà. L’8 luglio era stata la volta dell’albero della libertà di Grignasco. dell’Alto e Basso Novarese, nella quale, fra le altre cose, si può leggere: “…Approfitto di questa occasione per notificarvi di quanto avvenne in questa comune. Al mio arrivo mi si raccontò che qualche individui della tentarono libertà di innalzato notte fa alcuni recidere l’albero avanti la Casa Comunale, ma non si ultimò il taglio di modo che tuttora esiste in piedi, e la municipalità pubblicò in seguito un avviso di doverlo rispettare come era di dovere. Nella scorsa 11 chiesa, operante, più o meno indisturbata, su l’intervento operato da taluni individui per tutto il territorio dello Stato. Questo dato parte ottenere uno sgombero coatto della paglia dalla considerazione sulla freddezza con la ammassata nella chiesa in questione da parte quale gli organi ecclesiastici avevano accolto di autorità militari avvertite come occupanti13. gli ideali portati dai francesi nella Penisola. E’ naturale supporre che l’autorità Per quanto concerne gli avvenimenti novaresi, religiosa osteggiasse un tale stato di azioni in alcune carte potrebbero avvalorare la tesi danno ai propri beni, benché, in realtà, si sostenuta da Zaghi. In una lettera anonima, possiedono solo poche ed indirette prove circa proveniente dalla cittadina di Orta, si legge: un “Anche nell’interno della Repubblica sono nell’attività di resistenza politica. Nonostante molti parroci nemici, che ne giorni festivi le promettenti dichiarazioni rilasciate dallo sono troppo lunghi colle loro prediche, stesso Bonaparte ai vescovi di Vercelli e confessioni e dottrine”12. All’interno di una Novara, va precisato che talune azioni di lettera del 17 Piovoso anno X, conservata governo andarono ad urtare direttamente il nelle carte dell’Archivio di Stato di Novara, prestigio e la stessa consistenza del potere un cittadino del comune di Grumello informa 13 dalla requisizione operata dall’esercito in ordine ai beni della chiesa locale e dalla avvenuta trasformazione di questa in fienile. Dallo scritto traspare lo sdegno popolare riguardo l’azione intrapresa contro la chiesa. In particolar modo si segnalò 12 diretto dei parroci Nel periodo preso in considerazione, venne inviata al Dicastero Centrale di Polizia un singolare rapporto, dal Comune di Mortara, circa l’attività di taluni frati e devoti, la quale potesse, sotto le spoglie della predicazione, celare altro tipo di attività avversa alla Repubblica: “Si è saputo che giorni sono venti uomini armati partiti dalla Comune di Grumello siano andati a quella di san Giorgio per incontrare un certo Frate che lo volevano a predicare in Grumello. Oggi l’Agente Municipale di Grumello ci fa sentire che non pochi divoti ed addetti alla Religione Cristiana lo incalzarono per lo stesso soggetto. Non avendo noi notizia che il frate abbia ottenuta la Fede di Civismo e dietro quella la Licenza di predicare altronde essendoci nota la qualità delle persone (…) abbiamo in mancanza di altri mezzi invitato questo Cittadino Comandante Francese di spedire come ha spedito una forza di otto uomini a Cavallo alla Comune di Grumello per vegliare e dipendere dai suggerimenti di quell’Agente Municipale.” ASNO Fondo Prefettura Agogna – Cartella 861. la polizia circa il malcontento generale provocato coinvolgimento ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 861. 12 temporale della chiesa anche nel Novarese. mostrasse ragionevole e capisse la situazione Solo poche settimana precedenti l’azione attuale della Francia e del mondo15.” Sulla condotta sulla chiesa di Grumello, lo stesso base di queste testimonianze parrebbe di poter Primo Console, in occasione della sua affermare che gli intendimenti rispettosi della permanenze in Novara aveva avuto occasione religione manifestati dallo stesso Napoleone di rassicurare il vescovo della città. Lo storico fallirono nel giro di pochissimo tempo, Bianchini, così considerando il giudizio fornito da Zaghi sulla rimembrò l’accaduto: “Al vescovo Vittorio quasi certa implicazione degli ecclesiastici Filippo Melano disse ch’egli non era venuto soprattutto intorno agli abbattimenti degli per disturbare la religione, anzi voler egli che Alberi della Libertà. Il 5 fruttodoro dell’anno si onorassero i chierici ed i sacerdoti a VII si era registrata notizia che il cittadino condizione che non s’immischiassero delle Avvocato faccende loro ecclesiastico di cui non declinò il nome sono ministero e predicassero la sana morale14.” gli autori dell’abbattimento dell’Albero della Le stesse assicurazioni erano state proferite Libertà in Fara16.” che scrisse politiche, nel 1829, accudissero al Anighini “unitamente ad un dallo stesso Napoleone nel corso del suo Gli abbattimenti in questione, in ingresso a Vercelli, come testimonia il particolare nel territorio novarese, sono stati Dionisotti: “Al cardinale Martirana che si interpretati anche secondo una connotazione recò a complimentarlo, Bonaparte dichiarò politica differente rispetto a quella descritta da che era risoluto di ben vivere colla Santa Zaghi. Sede, di riconciliare la rivoluzione francese fianco della resistenza di natura ecclesiastica, colla Chiesa, e di sostenerla ben anco contro si fosse formato in Piemonte anche un i suoi nemici, se il nuovo Pontefice si 15 14 Lo storico Notario narra come, al Dionisotti, Memorie storiche della città di Vercelli cit., tomo II, pag. 335-336. 16 Ibidem. Bianchini, op. cit., pag. 27. 13 movimento popolare, alimentato dalle voci, militare che si presentava sempre più del tutto infondate occorre dire, di una invadente. A Casale, dove per ordine del prossima restaurazione sabauda:17 “Fin dal comandante francese una banda girava per le luglio 1800, appena un mese dopo la strade suonando arie patriottiche, si udirono riconquista francese, incominciarono un po’ fischi e voci inneggianti ai sovrani sabaudi. A ovunque, città, Savigliano, un aiutante maggiore francese preoccupanti disordini. Dissipata l’ebbrezza venne ucciso in piazza con un colpo di creatasi intorno agli alberi della libertà, la archibugio e i patrioti, accorsi in suo aiuto, popolazione si scontrò con la dura realtà dei furono assaliti e costretti alla fuga; a Canale, postumi della guerra e con un’occupazione una compagnia di soldati quasi soccombette in campagna e in nello scontro con un centinaio di contadini 17 “Almeno fino al momento dell’annessione, cioè fino a quando non morirono le speranze di un ritorno dei Savoia, si verificarono infatti ovunque in Piemonte episodi di ribellione armata, i cui connotati e confusi con il brigantaggio vero e proprio”. Notario P., Il Piemonte nell’età napoleonica, in Galasso, Storia d’Italia cit., vol. VIII, tomo II, pag. 18. Non era la prima volta che la reazione sabauda faceva, in qualche modo, sentire la propria voce. Gli ideali rivoluzionari avevano trovato, in Piemonte, una certa diffidenza fra la popolazione già nel corso della prima occupazione francese dell’Italia. “A Cherasco il 21 gennaio 1798 i Francesi avevano bruciato un pupazzo di paglia che rappresentava Luigi XVI, dopo averlo decapitato. Ma la popolazione si era rifiutata di partecipare alla macabra cerimonia. Anche i ragazzi, secondo la relazione, avevano seignificativamene disertato la festa. Una lettera di un cheraschese al fratello Carlo Ghigne, che lavorava alla segreteria degli esteri, chiariva i risvolti provocatori. L’effige del re era quella di Luogi XVI, ma non mancarono riferimenti a quello sardo, tanto “che alcuni si campagna cedettero che quella funzione fosse destinata a nostro sovrano”. Questa cerimonia non piacque neppure a una parte dei Francesi, tanto che il giovane ufficiale che l’aveva ideata era stato trasferito. Ma le provocazioni continuarono sulle vie ormai percorse dai militari: Asti, Susa, Aosta. Qualche volta, come a Susa, si erano avute reazioni violente”. Ricuperati G., Lo stato sabaudo nel Settecento, Torino, 2001, Utet, pag. 404405. armati; ad strapparono Alba, alcuni pubblicamente nostalgici dai muri i manifesti del governo repubblicano18.” L’opposizione all’albero della Libertà, quale simbolo della Repubblica ebbe modo di manifestarsi dipartimentale. su tutto il territorio Singolarmente pittoresco appare uno scritto proveniente dalla cittadina di Varallo Sesia, datato 14 settembre 1800: “Nella mattina venne(…) la notizia che nella precedente notte individui si erano fatti lecito di 18 14 perturbare la Notario, op. cit., pag. 18. pubblica quiete con passeggiare per le contrade armati di fucile, alcune considerazioni circa le caratteristiche suonando il tamburo con schiamazzi ed personali dei fermati21. Fino a questo punto il insultando vari particolari, ed in specie il rapporto parrebbe riferirsi ad un semplice sindaco Municipale (che tuttora conserva tal caso di disturbo alla pubblica quiete senza nome nei paesi e Giacomo danno a nessuno. Tuttavia, nelle righe della Guardia successive, lo scrivente fornisce la chiave di Nazionale, facendo anche colpi d’arma da lettura dell’intera vicenda, facendo emergere fuoco, senza offesa però di persona alcuna, e un disegno politico ben più rilevante di finalmente appiccarono un Rogo sul ponte, quanto fino a questo momento supposto: che si ritrova in totale vicinanza dell’abitato, “Oggi poi sento vociferare che (…)l’oggetto per la formazione del quale andavano nelli ne fosse unicamente il voler spiantare cortili di alcuni particolari a prendere dei l’albero della libertà, e che siano falsi li fasci di canapa, e quindi acceso il Rogo allegati insulti, li quali si attribuiscono ad suddetto continuavano a far schiamazzi come un’impostura fattasi dal suddetto Capitano prima. Il timore che il fuoco del rogo potesse Giacomo Depubbaini.” L’avvocato fiscale si cagionare incendio nell’abitato, fece risolvere rivolse al commissario straordinario Bono il sindaco di suonare la Campana a martello, “per invitarvi a farmi pervenire le vostre Depubbiani alpestri) Capitano che invitò la popolazione ad uscire per estinguere il rogo, ed arrestare li pistola difettosa (…) oltre al fucile di cui era munito, ed alli altri nulla gli si rinvenne di influente al delitto.” Ibidem. 21 “(…) appaiono però le cattive qualità personali delli tre primi, che da qualcheduno dei testi vengono qualificati per persone torbide, ed anzi sospetti in genere di furti (…) ma però questa circostanza non è paranco ben verificata e quanto al Gio Battista Levarallo si può convenientemente credere di buone qualità personali, e che solo per accidente siasi ritrovato fra le persone tumultuanti, giacchè non risulta eziandio essere un nome arrestato, e che non diede luogo alla minima doglianza sulla di lui condotta.” Ibidem. perturbatori…19” La missiva proseguì citando i nomi degli arrestati e gli oggetti rinvenuti a seguito della perquisizione20 e fornendo 19 ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 861. “(…) al primo dei quali gli si ritrovò in dopo un coltello, che io non avevo di genere proibito, ed una 20 15 determinazioni sul proposito…22”. La missiva Stato, le autorità dipartimentali mantennero il del fiscale di Varallo Sesia mise in moto la massimo macchina investigativa dipartimentale. Quello accadimenti pittoreschi e privi di un reale che disegno politico furono percepiti come serie all’apparenza sembrava essere un livello di attenzione. Anche semplice incidente di poco conto per la quieta minacce. vita della Valsesia, secondo l’autorità di proveniente dal comune di Grignasco, relativo governo avrebbe potuto celare un preciso all’anno significato politico. Dopo attenta indagine il decisamente Reggente del ministero di polizia generale, da cittadini Francesco e Giuseppe Fratelli Torino, concluse affermando “che la causa Danollini che diede luogo al fatto ivi narrato sia Boddone tutti di Grignasco essere stato in l’intenzione della quella comune sino allo scorso mese di Libertà23”. Sorprende, tuttavia che, provata la maggio atterrato l’Albero della Libertà, natura politica della contestazione, il ministro essendo rimasto appoggiato al coperto di una abbia ordinato casa del cittadino Giovanni Gibellini per cui imponendo di spiantar l’Albero il rilascio degli arrestati, 1801, dipinge singolare: Pietro una situazione “Rappresento Giuglione ed li Antonio fiscale di non solo minacciava pericolo ma impediva tenerne sotto controllo le future mosse e di far eziandio il passaggio in modo che diversi pervenire al suo ufficio ogni informazione abitanti ebbero a riclamare presso questa circa ulteriori fatti delittuosi. deputazione all’Estimo affinché venisse detto Non tutti gli atti della popolazione contro Albero ripristinato, o del tutto rimosso. Ciò l’Albero della Libertà ebbero però una non ostante vi restò detto Albero nella matrice tumultuosa. Preoccupate dal numero medesima posizione sino alli ventuno dello di segnalazioni di attentati al simbolo dello scorso mese di Agosto, giorno in cui gli 22 Esponenti pensavano a rimuoverlo come 23 semplicemente al L’ultimo documento analizzato, Ibidem. Ibidem. 16 fecero colla maggior quiete, avendolo riposto sull’accaduto. N.d.A) cui in occasione che si in un angolo della Piazza, e ciò unicamente trasferì a detta Comune si fece osservare per togliere un ostacolo al passaggio tanto quanto imbarazzasse la posizione in cui più nel momento in cui si trasportavano i trovarsi lo stesso Albero e venne invitato a prodotti della campagna. Una tale visione provvedervisi.25” Il documento si conclude venne riportata come un attentato diretto a con la supplica, indirizzata al Prefetto del sconvolgere il buon ordine per cui dietro ad dipartimento, di “far sospendere le ulteriori esagerato rapporto si videro gli Esponenti molestie minacciati del carcere e pretesi colpevoli di tranquillamente rimanersi presso le loro un debito che posto sulla Bilancia della mogli e figli26”. La franca semplicità di tale Giustizia ultima non può in verun modo agli Esponenti vicenda onde fornisce possino un’ulteriore sussistere.24” Lo scritto prosegue affermando immagine di vita della popolazione del come l’intera faccenda si fosse trattata, nella Dipartimento realtà, che abbattuto per motivi evidentemente politici, erano venne semplicemente spostato da ignari segnalati, in diverse occasioni, per l’opera di cittadini per le loro normali esigenze di vita. innalzamento di quegli stessi simboli che in Questi contadini, che si trovarono nella questo oltraggiati: necessità di dover accedere alle proprie “Pertanto la per essi fatta rimozione non abitazioni o a dover trasportare derrate ebbe altro oggetto se non quello di aprire il agricole, procedettero alla rimozione dei resti libero passaggio alle loro case, come potrà del far fede il Cancelliere Aggiunto del Distretto sicuramente, di attirare le ire della fin troppo (mobilitato suscettibile amministrazione. Colpisce, in di un coinvolgeva caso colossale personaggi si malinteso, che ritenevano anch’egli nelle si indagini 25 24 26 Ibidem. 17 manufatto Ibidem. Ibidem. dell’Agogna. non L’albero, immaginando, chiusura della dell’intervento lettera, della la prefettizia impone contribuzioni intollerabili, enormi e frais de table alle Municipalità, le quali fanno l’apposizione della firma col segno della il vuoto nelle casse dipartimentali, e durante croce da parte dei tre individui coinvolti nella le marce di trasferimento delle truppe vicenda. Trattandosi di analfabeti, sembra del sequestra carri, bestiame, cavalli, vettovaglie, tutto alla oggetti di vestiario, grano, fieno, ecc… giustificazione da loro fornita, potesse celarsi rilasciando ai fittavoli e ai contadini dei un messaggio politico di qualsiasi sorta. semplici buoni di carta con l’impegno di improbabile bontà richiesta che, dietro pagarli, che i proprietari, dopo aver atteso a lungo un saldo che non veniva e bussato a tutte le porte, disperati, erano costretti a vendere a vil prezzo27”. Tumulti e disordini di natura fiscale Durante i primi anni di governo napoleonico, dopo la rifondazione della Repubblica Il protrarsi delle operazioni belliche, che per Cisalpina, le autorità imposero ai territori quasi quattro anni avevano attraversato la controllati Penisola Italica fra il 1796 ed il 1800, provocò Occorreva, in qualche modo, ripagare le spese una finanziario contratte durante il conflitto e, al contempo, particolarmente evidente, come puntualizzato risanare le casse francesi, messe anch’esse in dallo crisi dalla guerra. Inoltre, per poter creare un situazione storico di dissesto Zaghi: “Grassazioni, un pesante fardello fiscale. sono governo dotato di una certa autorità, fu all’ordine del giorno in tutto il territorio, necessario dotare lo Stato di una base mentre finanziaria cospicua, rastrellando in tutti i malversazioni, una disordini, soldataglia tumulti invadente e 27 Zaghi, L’Italia di Napoleone cit., in Galasso, op. cit., vol. XVIII, tomo I, pag. 252. un’ufficialità sfrenata taglieggia il paese, 18 dipartimenti le necessarie imponenti risorse. 2.750.000 Tutti urtare contemporaneamente da 4 a 6 milioni con le profondamente le popolazioni ed i governanti forniture, le spese di casermaggio, di dei locali dipartimenti, i quali videro deluse le abbigliamento, di specialità e sussistenze aspettative riposte nel “francese liberatore28”, varie29.” come Si trattava, come si può immaginare, di cifre questi fatti ricordato iniziarono ancora da ad Zaghi:“Una nell’agosto 1801, per salire Cisalpina <spolpata sino al midollo>, è la enormi che superavano conclusione del Marescalchi, che a Parigi disponibilità finanziarie implora interventi meno drastici, riduzione di Repubblica Cisalpina. Nel periodo compreso pesi, pietà per le condizioni del paese. Dal tra il 2 giugno 1800 e il 21 marzo 1801 il primo giorno dell’ingresso dei francesi in governo di Milano versò alle casse francesi la Milano una valanga di pesi era piombata sul stratosferica cifra di 70 milioni di lire, contro paese liberato con una frequenza tale da un’entrata complessiva stimata intorno ai 45 lasciare allibiti e un <modo d’esigerli milioni. barbaro non rare volte>, mentre lo scutato provvisorio, fino alla conclusione dei Comizi saliva a 108 denari e il contributo mensile di Lione, gli esborsi raggiunsero la quota alla Francia per un esercito di 45 mila complessiva di 200 milioni. uomini (che il governo di Milano aveva Il Novarese non fu risparmiato da tale inutilmente tentato di ridurre a 30 mila), con capillare attività di perequazione, anche se la dal essa non poté essere realizzata, almeno al generale Murat, passava da 2 milioni a principio, senza alcune difficoltà. Una delle 28 singolarità convenzione provvisoria firmata “Dalla licenza dei singoli si passa al saccheggio ufficiale delle risorse pubbliche e private della repubblica condotto dal governo e dall’armata francese d’occupazione con fredda determinazione, giustificato dallo stato di guerra e di conquista” Zaghi, op. cit. vol XVIII, tomo I, pag. 253. dovette 29 19 Ibidem. Nei diciotto che decisamente della mesi di l’ordinamento fronteggiare fin dal le stessa governo tributario 1800 fu rappresentata dalla lentezza con la quale le servizio di affissione delle leggi e degli editi, amministrazioni mettevano al corrente le in particolar modo di quelle di natura fiscale, popolazioni circa i loro doveri di contribuenti. costrinse l’Amministrazione Dipartimentale In molte parti del carteggio conservato in ad intervenire con proroghe e aggiustamenti Novara si ritrovano tracce di disguidi di delle difficili operazioni di esazione delle carattere burocratico riguardanti i ritardi con i imposte. Un tale stato di inefficienza attirò quali le autorità facevano pervenire ai diversi l’attenzione del Ministero delle Finanze, che comuni i dispacci relativi alle imposte da iniziò, fin da quel 1801, ad inviare una serie applicare. di solleciti e richieste di chiarimenti. In tale Appare così paradossalmente, giustificato che, molte comunità fossero circostanza, l’Amministrazione raggiunte da solleciti di pagamento prima Dipartimentale, cui erano state demandate le ancora di aver ricevuto le disposizioni operazioni relative ai prelievi fiscali, si trovò generali riguardo alle nuove tasse introdotte. costantemente nella necessità di dover a sua Il 18 Nevoso dell’anno IX (8 gennaio 1801) il volta indagare su ogni anomalia e giustificare commissario Bono lamentò la lentezza con la ogni ritardo. Nel verbale di una seduta di quale venivano diramate ai comuni le detto disposizioni riguardanti la materia fiscale: commissario di governo Bono nel 1801, si “Con quest’opportunità debbo pervenirvi può leggere: “Il presidente fa presente essersi elevate appresso moltissime comuni all’Amministrazione l’impossibilità in cui delle doglianze per la lenta diramazione che sono stati li Possessori di pagare fra tutto si pratica delle leggi…30”. Nonostante gli l’ora scorso Maggio la metà dell’imposta dei inviti più volte sollecitati da parte del due commissario Bono, il mal funzionamento del venticinque or scorso Fiorile, sì perché le organo, denari cui stabilita partecipò colla lo Legge stesso delli Istruzioni del Ministero di Finanze relative 30 ASNO – Fondo Prefettura Agogna - 986 20 alla stessa Legge non sono pervenute come si è visto con notevole lentezza, solo all’Amministrazione che la mattina del giorno pochissime copie dei provvedimenti, i quali otto corrente Pratile (corrispondente alli 28 avrebbero dovuto essere affissi in tutti i Maggio v.s.), come perché sebbene nel giorno comuni del Dipartimento. Il commissario stesso sia stata sollecitata l’Amministrazione Bono fu costretto a precisare, in un suo di diramare le stesse Istruzioni, non hanno successivo intervento, che i provvedimenti esse potuto giungere al loro destino riguardo provenienti da Milano necessitarono in più di alle Comuni più lontane in tempo d’essere un’occasione di una ristampa realizzata dalla pubblicate prima della scadenza di Maggio, Stamperia di Giuseppe Rasario, in Novara, in attese le dirotte piogge, e le escrescenza modo da poter essere diramati a tutti i comuni de’Fiumi occorse negli or scorsi giorni. (…) del territorio dipartimentale32. E’ evidente che Si accorda ai Possessori una proroga di questa seconda operazione di stampa avrebbe giorni dieci dalla data della presente per richiesto ulteriore tempo rispetto a quanto eseguire il pagamento della metà dell’imposta previsto da Milano. Il commissario Bono di denari due portata dalla legge delli 25 tentò in più di un’occasione di giustificare scorso Fiorile31”. questo tipo di ritardo spiegandone le ragioni Molto spesso i ritardi lamentati dal governo di direttamente al Governo. Sembrerebbe che i Milano all’inefficienza Ministri non avessero tenuto nelle debite dipartimentale, considerazioni e attribuiti dell’amministrazioni computo riprodurre del in tempo soprattutto per quanto riguarda le scadenze di necessario natura tributaria, avrebbero dovuto essere sufficiente le poche copie delle disposizioni ascritte alla mancanza di duttilità degli stessi inviate ai singoli enti territoriali. ministeri milanesi, che inviavano, talvolta 32 31 per il numero “Le leggi stampate in Milano nella Stamperia di Luigi Veladini il più delle volte vengono ristampate in Novara nella Stamperia di Giuseppe Rasario per ordine del Governo”. Ibidem. ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986. 21 Altre volte, invece, i ritardi nelle operazioni di che simile inconveniente sia arrivato in altre esazione stesse comuni, così v’invito di ingiungere nella comunità, le quali manifestarono il proprio distribuzione delle leggi alle Amministrazioni rifiuto a sottomettersi a talune imposte. Tale distrettuali di mandarvi entro un termine forma di protesta si concretizzò nella mancata prefigendo le relazioni delle pubblicazioni pubblicazione, da parte dei singoli comuni, seguite, il che seguirà di vostra e mia dei giustificazione33”. furono manifesti direttamente causati di legge dalle provenienti dall’Amministrazione occasione il Pare che commissario in di questa governo Dipartimentale di Novara. In una lettera sospettasse talune amministrazioni comunali inviata all’Amministrazione Dipartimentale di ricercare ogni tipo di pretesto per aggirare nel 1801, il commissario Bono lamentò le talvolta rigide disposizioni di natura fiscale quanto segue: “Con somma sorpresa vengo al provenienti dal governo. L’introduzione del momento informato che alcune comuni si dazio consumo rappresentò un provvedimento sono fatte lecito di non pubblicare le due assolutamente impopolare per le autorità di leggi delli 29 frimale anno 9 portanti governo. Queste, considerato lo stato delle l’imposizione territoriale ed il dazio consumo, risorse finanziarie generali, furono costrette al così per esempio è accaduto nella Valle una perequazione molto spesso inflessibile, Anzasca distretto di Vogogna. Il motivo per giungendo all’introduzione di tale imposta cui non furono pubblicate le dette leggi si è contro la quale, come visto, si adoperarono miserabile appiglio che hanno quei popoli dei anche gli stessi comuni. loro privilegi e statuti. Col corriere d’oggi Nei primi giorni del mese repubblicano di scrivo alla Municipalità di Vogogna per far Pratile (20 maggio-18 giugno) dell’anno IX correggere tanto grave disordine. Siccome (1800) l’introduzione dello stesso dazio di però questo speciale fatto mi lascia dubbio 33 22 ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986. consumo provocò propria Comissario Bono, che assistette alla scena insurrezione anche nella città di Novara. dalle finestre del palazzo di governo, la folle Indispettita la chiese il ritiro immediato del Dazio Consumo cittadinanza si radunò minacciosa di fronte appena introdotto. Spaventato dalla reazione all’ufficio del dazio, lo assalì, ne smontò, popolare, Bono decise il pronto ritiro del pezzo a pezzo gli arredi, depositando il tutto provvedimento, cosa che riportò quiete nella di fronte al palazzo del governo locale34. Al cittadinanza da una questa vera e introduzione, infuriata. Malgrado la spettacolarità dell’avvenimento, si trattò di 34 “Tra le diverse gravezze del governo Cisalpino in Novara introdotte, quella eziandio fu del dazio di consumazione che cagionato aveva un aumento alla tassa delle grascie. Malcontento il popolo di quella gabella si ammutinò, e tolti agli ufficj daziarj i registri, le misure ed i pesi, annullò quel balzello. Noviziato della sommossa il governo inviò sopra di Novara con delle artiglierie una numerosa legione capitanata dal generale Majnoni, impose a’ cittadini una taglia di centomila franchi,, diede a’ municipalilo scambio, il commissario privò dell’ufficio, licenziò la guardia nazionale, ripristinò l’abborrito tributo, e nella persona di certo Borri eletto in commissario straordinario concentrò tutti i poteri e l’amministrazione dello intero dipartimento”. Bianchini, Storia di Novara cit., vol. 1, pag. 321. “Tra i gravi pesi che il governo della Cisalpina addossò alla città di Novara vi fu quello del dazio consumo. Esso provocò malcontenti e tumulto. In conseguenza di questo, l’amministrazione dipartimentale fu destituita dal comitato di governo. Essa presentò a sua giustificazione un memoriale pieno di interesse (12 pratile a. IX). La legge 29 frimaio a. IX aveva stabilito nella Repubblica cisalpina il dazio sui generi di consumo: la Regolatoria dipartimentale delle finanze ne fissò l’attivazione al 1° fiorile. Il popolo <ciò si perdona sempre di giudicare dall’interesse presente ricevette quella legge con indignazione. La persona al servizio e le persone messe alle porte della città, con i loro modi, velando agli occhi del popolo l’autorità della legge, non lasciarono comparire che l’arbitrio, l’insulto, il furto del pubblicano. L’amministrazione dipartimentale trascurò di far cessare gli abusi; nel timore che molti cittadini attentassero all’esercizio del dazio, col proclama del 20 fiorile richiamò i cittadini alla obbedienza della legge, si rivolse però insieme al governo centrale perché intervenisse, ma inutilmente>. Il malcontento nella popolazione si aggravò: nel pomeriggio dell11 pratile una folla non armata e non una manifestazione, all’apparenza senza danno per le persone, ma che avrebbe prodotto conseguenze politiche incisive, fra le quali la destituzione dell’amministrazione dipartimentale, accusata di non esser stata in grado di affrontare la situazione con la dovuta fermezza35. Nella seduta del 12 di quello minacciosa accompagnata dalla guardia nazionale circondò le camere del Dazio alle porte della città, raccolse i registri, i pesi, tutta la suppellettile, staccò i cartelli e portò il tutto al palazzo comunale. La fola chiese ora il ribasso delle tasse sulle carni e dei dazi. L’amministrazione per mezzo di staffette informò il governo di Milano, ma credette opportuno cedere al popolo tumultuante”. Cognasso, Storia di Novara cit., pag. 493. 35 “Ora da Milano vennero rimproverati alla Amministrazione dipartimentale di non aver prontamente fatto ricorso alla autorità militare francese per sciogliere l’assembramento e di avere violato le leggi acconsentendo al ribasso dei dazi. Senz’altro il commissario Bono fu destituito e con lui le amministrazioni dipartimentale e comunale: la città di Novara fu colpita con una multa di 100.000 franchi da pagarsi nelle 48 ore dai principali cittadini. Anche i capi della Guardia Nazionale vennero destituiti, tutto il corpo della Guardia fu sospeso. Relazioni ufficiali 23 stesso mese, il governo provvide alla nomina Considerando che tanto il Commissario, che di un nuovo Commissario Straordinario per il l’Amministrazione hanno omesso di ricorrere Dipartimento all’Autorità Militare francese, onde dissipare dell’Agogna, il cittadino Borri36. Questi venne incaricato di riportare l’attruppamento, l’ordine nella città e di assicurare la dovuta pubblica tranquillità; esazione fiscale: “Sentito il Rapporto del Considerando che il suddetto Commissario, Ministero di Finanza con cui partecipa che il ed Regolatore di Finanza in Novara col mezzo di all’addimandato ribasso de’ generi si sono staffetta lo ha informato, che in quella implicitamente resi colpevoli della violazione Comune si è ieri tumultuariamente radunato della Legge; il Popolo, che portatosi in folla alle Porte Considerando, della Città ha levato i Cartelli del Dazio Centrale non ha prese le dovute misure per consumo, i libri, le pese, ed ogni altro oggetto impedire, e sciogliere la sommossa accaduta; inserviente al detto Dazio; che in appresso si Sentiti anche li Ministri della Giustizia, e portò Polizia, e quello dell’Interno, alla Casa dell’Amministrazione e quindi compromessa la Amministrazione che coll’avere anche il annuito Dicastero Dipartimentale instando, che fosse diminuita DETERMINA: la tassa de’ generi, perché cessato il Dazio Il Commissario Cittadino Bono, non che gli consumo; che la predetta Amministrazione ha Amministratori aderito all’istanza levando il Dazio suddetto; dell’Agogna, e li Membri componenti il del Dipartimento Dicastero Centrale nella Comune di Novara sono destituiti; dell’accaduto vennero inviate al ministro straordinario della Repubblica francese, al Generale in capo”. Cognasso, op. cit., pag. 493-494. 36 “A Novara ora venne come commissario straordinario il cittadino Bozzi (sic.) dell’Olona con l’incarico di provvedere alla nomina di nuove amministrazioni. Per assicurare l’ordine arrivò a Novara un corpo di truppe con doppio soldo sotto gli ordini del generale Mainoni”. Ibidem Il Cittadino Dipartimentale Borri d’Olona amministratore è nominato Commissario Straordinario del Governo nel 24 Dipartimento dell’Agogna, e sono in lui mantenere l’ordine, e la pubblica tranquillità, concentrate le funzioni tanto di Commissario avesse in vece fomentato il disordine. Ma i Ordinario, successivi rapporti dimostrarono la falsità di quanto dell’Amministrazione Dipartimentale….37” questa supposizione. Il Governo, ed il Il 21 Pratile dell’anno IX (10 giugno 1801) Generale in Capo furono illuminati, ed io mi venne affisso sui muri della città un apposito sono fatto un dovere di sventare ogni traccia, proclama del neocommissario straordinario che potesse essere stata apposta al Popolo di Borri relativo ai tumulti prodottisi a seguito quella Comune, ed al Corpo della Guardia dell’introduzione Consumo: Nazionale, che non ebbe alcuna parte “Alcuni traviati hanno tentato per un istante nell’accaduto, e che non ha cessato un di turbare la tranquillità di questa Comune momento di ben meritare dalla Patria. sul Dazj Egli è quindi, che con tutto il trasporto il Consumo, i quali per generale disposizione rendo noto al Pubblico, che la sospensione devono questo della Guardia Nazionale determinata dal Dipartimento, come lo sono egualmente in Governo, viene dal medesimo levata, e tutta l’estensione della Repubblica, ai quali l’onore alla medesima restituito. però in breve deve succedere la cessassione Il Governo, che ha preso il più vivo interesse dei Dazj intermedi. al vantaggio di questa buona, e brava Fra gli individui, che presero parte nel Popolazione poc’anzi per somma ventura movimento che ebbe luogo, furono pure riunita agli antichi suoi vicini, da cui era osservati alcuni coll’uniforme della Guardia stata disgiunta; e che egualmente ha preso Nazionale; ciò ha fatto credere, che la parte al decoro della Guardia Nazionale di Guardia Nazionale stessa, il cui scopo è di questa Comune, mi ha partecipato un articolo motivo del Dazio dell’introduzione essere in attività dei in 37 di Lettera del Generale in Capo, nel quale ASNO Fondo Prefettura Agogna, cartella 861. 25 egli interessa le premure del Governo per la al principio, rifiutarono, poi acconsentirono ripristinazione della Guardia stessa. solo Io mi affretto perciò all’esecuzione di questa documentazione, la loro protesta circa la superiore determinazione. destituzione. Cittadini componenti la Guardia Nazionale! Cognasso, “finì la giornata della ribellione La gioja comparisca fra di voi; riunitevi sotto fiscale di Novara. Poi fu necessario pagare la gli stendardi dell’onore; riprendete le vostre taglia di guerra ridotta però a metà; ma vi armi, e proseguite i vostri servigi per la era il doppio soldo per le truppe in più: si Patria. Io sarò a parte del vostro giubbilo, ed prese da vari cittadini in prestito lire 54.850; io stesso vi vedrò riprendere quei posti, che la cassa dipartimentale diede 13.000 lire. Si per un momento avete dovuto abbandonare. Il pagò in tutto lire 67.850. Poi si fece il reparto mantenimento del buon ordine, la pubblica sui cittadini, da pagarsi in due rate”39. dopo che venne “Così”, allegata, narra lo nella storico tranquillità, la conservazione delle Leggi sono apoggiatea voi. Il Governo confida in voi, ed è nella persuasione, che non smentirete le di lui speranze, e che la vostra Patria vedrà in voi de’ figli benemeriti38.” Dovette, inoltre, intervenire nei fatti violenti che, progressivamente, si verificarono in città. Convocò i membri dell’amministrazione che erano stati destituiti, intimando loro di consegnare tutti i documenti ancora in loro possesso e di firmare il processo verbale. Essi, 38 ASNO – Fondo Prefettura Agogna – cartella 861. 39 26 Cognasso, Storia di Novara cit., pag. 494. (Proclama del generale Moncey circa i disordini verificatisi in Novara a causa della rivolta contro il Dazio Consumo. ASN Novara) (Proclama del commissario straordinario Borri contro i tumulti verificatisi e di reintroduzione del Dazio Consumo) In quegli stessi giorni del 1801, dal comune di ( Proclama di insediamento del Varallo Sesia giunse la notizia di una commissario imminente sollevazione. In una confusa straordinario di governo Borri.) missiva indirizzata al neocommissario Borri si afferma che gli animi della cittadinanza si stavano sempre più riscaldando a causa dell’atteggiamento della Guardia Nazionale e dei suoi ufficiali, ormai decaduti dall’incarico per motivi di anzianità. Il fatto, narrato in toni abbastanza 27 oscuri, suscitò l’immediato intervento da parte del Commissario, il quale di era stato insediato proprio coll’incarico di commissario Borri il testo di una curiosa ed sedare ogni tumulto. Il 22 pratile (11 giugno), insolita missiva. In essa si può apprezzare il in risposta al rapporto da questi inviato, il resoconto dei fatti così come osservato dalla governo milanese espresse il proprio plauso cittadinanza locale. Le accuse relative ai per la fermezza dimostrata: “Commendevole è tumulti vennero decisamente respinte e si poté stata la condotta della Sezione di Polizia assicurare, grazie ad una petizione firmata dai nella Comune di Varallo, ma i disordini che capi delle famiglie e dai membri stessi della hanno avuto luogo, l’effervescenza degli Guardia Nazionale, la fedeltà di Varallo alla animi che tutt’ora vi si mantiene m’inducono Repubblica ed alle sue leggi, bollando l’intero a concorrere nel vostro sentimento di farla accaduto come una spiacevole calunnia fatta cessare momentaneamente dalle sue funzioni. circolare in danno della municipalità e della Approvo quindi tutto quello che voi avete popolazione di Varallo41. approvato in questo emergente, e tutte le Accadde, misure da voi proposte nel rapporto N. quale talune località pagarono i tributi fosse 2741”40. Con questo documento si premurò di inviare al talvolta, che la regolarità con la pare 41 “Venne sparso in codesto vostro Comune un clamoroso allarme, che Varallo fosse in sommossa sorto li 14 e 15 cadente Pratile contro la Repubblica, e suoi Magistrati, come dalle circolari delli 15 stesso Pratile direttevi. La saggezza e prudenza vostra non volle credere sì nera calunnia, meno dare ascolto all’invito fattovi di mettere in piena attività di servizio la Guardia Nazionale, per sedare li supposti tumulti. Non si cessa tuttora di spargere nuovi sussurri e di dare ad intendere a questi tranquilli Popoli contro verità, che la Comune di Varallo, e con essa la maggior parte delle persone più probe ed estimate, abbia inoltrata Petizione al Cittadino Borri Commissario di Governo Straordinario, per destituire la Municipalità Distrettuale. A smentire tali ingiuriose vociferazioni, si trova in dovere di notificarvi colla copia conforme, il tenore di detta Petizione, ed il Voto enerale della Popolazione Varallese”. ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 861. definitivamente conclusa la questione dei disordini nella zona in questione. L’intervento delle nuove nomine operate dal commissario straordinario trovò il plauso governativo. Questa, almeno, fu la versione ufficiale fornita dai vertici dello Stato. Otto giorni più tardi (il 30 Pratile-19 giugno) la popolazione 40 Varallo ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 861 28 riconosciuta pubblicamente ed indicata quale solamente a sanzionare gli evasori o i modello popolazione tumultuosi, ma anche a premiare in quale dipartimentale quale esempio da seguire. In modo i virtuosi. Nel suo proclama, il quel medesimo anno IX del calendario commissario Lizzoli elogiò, in modo anche repubblicano il commissario straordinario piuttosto teatrale, la collaborazione fornita Lizzoli dalla al resto (subentrato della al Borri nel corso comunità del Distretto di Orta, dell’estate) fece affiggere sui muri dei comuni rivolgendosi agli altri abitanti del distretto del dipartimento un particolare elogio rivolto perché prendessero al popolo di Orta per la sollecitudine nel comportamento. Chiuse il proprio intervento pagamento delle imposte42. Un tale fatto, con un sottile avvertimento rivolto a quei però, vuol contribuire ad affermare come lo cittadini che avessero pensato di restare spirito della Repubblica fosse concentrato non morosi: “Le Bollette dei Numeri sono 42 pervenute, e saranno presto distribuite giusta “Cittadini: il zelo, e l’interessamento dimostrato per la Causa pubblica dal Distretto di Orta nel pagare per intiero la quota assegnatali colla Legge 12 Messidoro p p. merita di essere nella forma più solenne notificato al Governo, ed alla Repubblica; mancherei quindi a un doppio dovere se non pubblicassi questo tratto di patriottismo, e se nel parteciparlo al Governo non avanzassi la mia influenza sino al punto di dichiararlo benemerito alla Patria. Possa la generosità dei virtuosi Abitatori del Distretto di Orta destare una virtuosa emulazione in quelli delle contrade più uberose, e più commerciali! Possano con uguale prontezza i bisogni dello Stato essere riparati! Cittadini dell’Agogna! Non son nuovi per voi gli elogi del Governo per la sollecitudine, con cui pagaste altri contributi. Or che i sagrifizj vanno a cessare; or che la Repubblica si avvicina alla sua politica consistenza, oscurerete voi quella gloria, che la Nazione vi ha attribuita in altre occasioni? Compite solleciti i doveri, che la Legge v’impone; soddisfate alle sue prescrizioni, e mentre la Commissione Apposita da me stabilita si affatica per riparare gli errori del riparto, risparmiate a me il dolore, che proverei nell’usare contro i morosi i mezzi di compulsione prescrittimi sotto la più stretta responsabilità, ed emulando gli Abitatori di Orta, fate arrossire i nemici della Patria, e della tranquillità pubblica….” ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 986. a modello un tale l’Articolo 7 del Piano primo Termidoro a misura che i miei Delegati ne avranno compiuta la vidimazione. L’unico pretesto che serviva di base alla renitenza di molti Quotati è in questa guisa annientato: ed è in questa guisa che il Governo nel dare una prova sì incontrastabile della sua lealtà è nel dovere di dare anche quella della di lui fermezza43”. Il rigore imposto all’amministrazione dipartimentale a seguito della nomina del 43 29 Ibidem. Borri, prima, e del Lizzoli, poi, si manifestò pure in altri ambiti del controllo civile e La pressione fiscale ebbe modo di scatenare tributario. Anche i questuanti furono oggetto l’ira di disposizioni da parte del commissario concomitanza agli stati di guerra, quando Lizzoli. Essi furono visti come un elemento di maggiormente si fece sentire l’imposizione perturbazione dell’ordine pubblico e di quello tributaria. Il 12 febbraio 1805 l’ufficio di fiscale, non pagando imposte su quanto Contabilità del Dipartimento dell’Agogna percepito. In un provvedimento, del 9 stilò un corposo rapporto sull’operato del fruttidoro dell’anno IX (27 agosto 1801), delegato Lizzoli si scagliò contro i religiosi che Vigevano per la soppressione dei disordini attraversavano i confini dipartimentali con lo scatenatisi nella cittadina di Garlasco. Lo scopo della questua. Senza la dovuta licenza, stanziamento in zona di truppe di Cavalleria infatti, a nessun soggetto era concesso produsse ulteriori complicazioni soprattutto riscuotere denaro da parte della popolazione44. per il vettovagliamento. A causa del mancato I arrivo degli appaltatori dell’esercito incaricati tempi della accomodante del politica tollerante Commissario ed Bono di della popolazione di Pretura effettuare i soprattutto del circondario pagamenti necessari in di al parevano ormai conclusi definitivamente. foraggiamento dei cavalli, l’intero peso del 44 mantenimento IL COMMISSARIO STRAORDINARIO DI GOVERNO Informato il Comitato di Governo, che molti forestieri, frà i quali anche dei Frati mendicanti, si fanno lecito di passare sul territorio della Repubblica per questuare, ha ordinato con Decreto del giorno 12 corrente al Ministero della Giustizia, e Polizia Generale di dare le necessarie disposizioni onde togliere un abuso tanto pernicioso allo stato. In esecuzione quindi di tale Decreto esternandomi dal prelodato Ministro con sua Circolare… v’invito a diramare gli ordini più precisi in proposito, ed a prendere le misure più coercitive perché venga efficacemente impeditoa tutti gli esteri di questuare in questo Dipartimento qualunque sia il motivo, o pretesto che adducano per continuare, o per ottenerne il permesso…”. Ibidem. delle truppe fu posto ingiustamente a carico dell’amministrazione comunale che aveva chiesto aiuto, provocando in tal modo ulteriori malcontenti, soprattutto nei cittadini che si videro colpiti dagli ordini di requisizione. La municipalità di Garlasco fu costretta, in tal modo, ad 30 inviare alla Prefettura, a Novara, il conto della coinvolgendo singoli dipartimenti. Nel 1809, spesa cui aveva dovuto far fronte45, ma dal al contrario, la rivolta scatenatasi fu generale, governo dipartimentale non giunse risposta. interessando quasi tutte le regioni dell’Italia La ripresa della guerra contro l’Impero Settentrionale. Alla disfatta di Salice del 13 Austriaco, nel 1809, rappresentò per l’Italia aprile il Governo non ebbe altra alternativa se napoleonica l’apertura di una profonda crisi. non l’innalzamento delle imposte il quale La sconfitta dell’Armata d’Italia presso Salice avrebbe consentito di alimentare la macchina aprì parte del Veneto all’invasione straniera. bellica in crisi e di arruolare nuovi contingenti Con l’improvvisa flessione delle fortune delle per il soffocamento dei disordini interni. Il armi italiane e del morale interno al Regno, cui morale della popolazione, già fiaccato dalle si cattive accompagnò irrigidimento un insostenibile pressione notizie militari, si deteriorò fiscale, ulteriormente allorché iniziarono a comparire, scoppiarono in modo generalizzato una serie di sui muri, manifesti filo-austriaci stampati tumulti e sollevazioni in quasi tutto il territorio clandestinamente. “Milanesi, toscani, veneti, dello Stato. Si trattò di un fatto molto più grave piemontesi, e voi dell’Italia popoli tutti! e generale rispetto a tutti i disordini interni fino Ricordatevi dei tempi della passata vostra a quel momento registrati. Questi, nei nove esistenza. (…) Questi giorni di prosperità e di precedenti anni di vita dello stato, avevano pace possono ritornare, e divenire eziandio avuto migliori, se voi colla vostra cooperazione ve un della quasi carattere assolutamente locale, ne dimostrate degni. Italiani! Vogliatelo e 45 “Razioni 250 di foraggio somministrate, nel giorno 11 giugno 1804, ad un simil numero d’uomini e cavalli a sol. 30 per ogni razione. Razioni simili di pane a sol. 46. Razioni 70 foraggi al Distaccamento rimasto nel giorno successivo dopo la partenza del restante del Corpo. Simili di pane. Razioni 100 foraggi alla Truppa composta d’Usseri e Gendarmi spediti per l’esecuzione della Sentenza pronunciata dalla Commissione Militare. Razioni 116 Pane a sol. 4.6. Totale 584.2” ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 862. sarete italiani, gloriosi quanto gli antichi, felici e contenti quanto lo foste nei migliori 31 vostri giorni46”. La rivolta, all’inizio rinunziare a causa del grave fermento interessante i Dipartimenti veneti che più da suscitato dovunque48”. vicino osservavano l’andamento disastroso gravi crisi coinvolgesse la quasi totalità dello delle operazioni belliche, divampò inarrestata stato, le carte conservate all’archivio di Stato in brevissimo tempo47. La causa detonante fu di Novara mostrano pochi accenni circa rappresentata, in primo luogo, dall’aumento disordini dei costi dei generi di prima necessità, unita Dipartimento alla richiesta da parte del Governo del connessi al clima di generale ribellione. pagamento anticipato, per esigenze belliche, di 48 fatto ancor più grave, un decreto fiscale relativo alla tassa sul dazio-macina, “che secondo “indiscriminatamente tutti portavano ai il grano Zaghi, quelli mulini, che cioè il dell’Agogna territorio che del fossero Ibidem. “In Istria, dopo la rivolta di Rovino e la fuga del prefetto, l’insorgenza dilaga nel Dignarese e nella Polesana fino a Parendo, distruggendo archivi ed imponendo tributi. Nel Feltrino, nel Trentino e nelle Valli del Tirolo dove Hofer domina pressoché incontrastato, scorrazzano Giovanne d’Arco in armi, alla testa di schiere di donzelle ( come la contessa di Hernbach), sventolando bandiere imperiali e diffondendo bollettini di grandi vittorie. Nel Veronese la rivolta si estende a Legnano, a Villafranca, a Lonigo, Zevio, Cologna,Bovolone, Arzignano, ecc.; nel Vicentino, a Schio, a Bassano, a Tiene, ad Asiago, nei Sette Comuni, ad Ancoretta, a Recoaro, a Valdagno, ecc.; nel Padovano, ad Este, a Cittadella, a Granze, a Ospedaletto, a Baldovina, ecc.; nel Polesine di Rovigo, a Stanghella, a Boara, Grignano, Occhiobello, Stienta, Lendinara, Adria, Villamarzana, Cavarzere, Porto olle ecc.; nel Basso Po, a Ferrara, Bondeno, Copparo, Baura, Argenta, Porto-Maggiore, ecc.; nel dipartimento del Reno, a Cento, Minerbio, Bodrio, Galliera, Castel San Pietro, Molinella, Imola, Bazzano, Porretta, Loiano, Pianoro, San Giovanni in Persicelo, Vergato, Castiglion dei Pepoli, Angola, Savigno, ecc.; nel dipartimento del Panaro, a Spilanbergo, Bazzano, Vignola, Sassuolo, Montefiorino, Castelfranco, Maranello, Fiumalbo,Finale, Formigine, Castelvetro, Pavullo, Castelnuovo in Piano ecc.; nel Mincio, a Ostiglia, Sernide, Revere, Poggiorusco, Coreggioli, ecc.. Nelle Marche, dove già nel 1808, pochi mesi dopo l’annessione al Regno, si erano avute azioni di brigantaggio nelle località di Roccacontrada, di Staffolo, di Sassoferrato, di Forte e Montegallo, l’insorgenza fa la sua comparsa a Troviggiano, Cingoli, Loreto, Osimo, Pioraco, Fabriano, Fermo, Villa Torre, Tomba, Ascoli, ecc., favorita anche da infiltrazione di rivoltosi napoletani operanti nel dipartimento del Tronto, ai confini degli Abruzzi”. Zaghi, op. cit., pag. 335. due rate dell’imposta prediale. Fu introdotto, colpiva”, riguardanti Nonostante questa i proprietari, contadini e lavoratori: una tassa che il passato governo pontificio aveva tentato d’introdurre e alla quale aveva dovuto 46 Zaghi, L’Italia di Napoleone cit., pag. 335. “La crisi più grave si ebbe nel 1809, dove per la prima volta l’insorgenza, in concomitanza con l’invasione austriaca, spintasi a ridosso dei dipartimenti del Basso Po e del Reno, trovava un solido alleato nelle disastrose condizioni economiche dei territori e nella trasformazione operatasi nel Regno, passato rapidamente dallo status giuridico e morale d’un governo protetto e alleato a quello prettamente economico di colonia, che metteva in difficoltà l’agricoltura, colpiva le esportazioni commerciali, comprimeva la produzione industriale del paese”. Zaghi, L’Ialia di Napoleone cit., pag. 326. 47 32 Nonostante il fatto che il Novarese si del Consiglio di Stato il quale vide una mantenne fermo e quieto per tutta la durata correlazione con le altre rivolte dell’anno della guerra e delle problematiche ad essa precedente. Nel comune di Ribello, nella vice- connessa, prefettura di Intra, si segnalarono disordini si invitarono gli organi amministrativi di ogni livello alla massima piuttosto attenzione e vigilanza. Così, in una missiva realizzata con la massima fermezza e diligenza inviata alla Squadra di Finanza della Val proprio per impedire l’accensione di un nuovo Vigezzo in quel medesimo 1809, si legge: “Io focolaio di rivolta, chiarì l’intera questione, la la invito, Sig. Prefetto, (…) a dare i quale venne ristretta all’opera di singoli provvedimenti per cittadini. Si precisò tempestivamente che gli prevenire qualunque disordine, ed a riferirmi arrestati non avevano avuto parte alla rivolta con ritorno delle carte il risultato delle prese degli altri dipartimenti50 e ciò permise di informazioni e delle disposizioni che al caso identificare l’intera faccenda, per quanto avesse creduto di prendere49”. Malgrado il grave, nel novero di semplici disordini di numero dei riferimenti circa rivolte di natura rilevanza locale. fiscale, connessi alla situazione generale profondamente la vita del Regno e l’operato del proprio istituto gravi. La successiva inchiesta, L’anno 1809 segnò prodottasi in quel 1809, sia relativamente 50 “…Dalla lettura di queste carte, ed essendomi sempre più emersa l’affermazione che nella confusione del successo fosse addebitabile l’occorso ai soli individui particolari, che animati da ebbrezza, e nequizia, vi ebbero parte, e non a probe intenzioni ed opera della intiera popolazione, trovo sempre più evidente la convenienza rimarcatale nell’ultima mia n. 15 di giovarsi della buona disposizione di alcuni degli abitanti del comune suaccennato per procurare l’effettivo arresto dei prevenuti del tumulto avvenuto nello scorso luglio, e degli indiziati rei della recente opposizione alla Forza armata dell’enunciato giorno 24. Intanto eccito la di lei attività a tenere esattamente informata questa Direzione dell’andamento, ed esito della relativa procedura pendente avanti la competente giudicatura di pace”. ASN – Fondo Prefettura Agogna 862. basso, va tuttavia segnalato il sensibile aumento del numero delle condanne penali comminate dai tribunali dipartimentali proprio negli anni 1809-1810, inasprite dal clima di rigore maturato in tutto lo stato. Un fatto, registrato il 5 gennaio 1810, attirò l’attenzione 49 ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 862. 33 successivo dei governanti ne fu sensibilmente Nazionale. La città e i vari paesi si richiusero condizionato. La guerra contro l’Impero nella propria paura. Il transito in talune zone d’Austria si dimostrò molto dura ed influì della Lomellina, nei pressi di Pavia, risultò pesantemente su di una situazione economica proibitivo anche durante le ore diurne, tale fu già in crisi. l’attività del brigantaggio locale. A tutto degli La rivolta scoppiata sulla scia avvenimenti bellici felici questo, soprattutto per quanto interessò il rappresentò un preoccupante segnale d’allarme Dipartimento dell’Agogna, si aggiunse, in interessante maniera del tutto inaspettata dalle autorità, il l’interezza poco del sistema napoleonico51. fenomeno Il Dipartimento dell’Agogna, come visto, fu considerazione nella zona delle valli. del contrabbando, in special interessato solo indirettamente dalla rivolta ma, proprio a causa di essa e dell’ondata Un Novarese illustre: Giuseppe Prina criminosa scatenatasi nello stato, si registrò un aumento inaudito degli eventi criminali su Nel quadro delle vicende tributarie italiane, un tutto il proprio territorio, tanto che la posto di rilievo merita il ministro delle finanze circolazione nelle ore notturne risultò di fatto Giuseppe Prina. Nato a Novara il 20 luglio rischiosa 1766, si laureò in giurisprudenza a Pavia nel anche per la stessa Guardia 1789. Dopo aver esercitato la professione di 51 “Per le proporzioni che ebbe, le forze militari che mobilitò, le resistenze che incontrò, le paure e i danni che provocò, la violenza con cui fu combattuta, gl’interessi che coinvolse, le conseguenze che ebbe sullo spirito pubblico e la lunga scia di sangue e di lutti che lasciò in quasi tutto il Regno, l’insorgenze del 1809 ha tutti i caratteri di una vera e propria guerra civile, combattuta dovunque senza esclusione di colpi da una parte e dall’altra, e talmente grave da mettere a dura prova l’esistenza stessa del Regno. Una guerra spietata…. Sotto molti aspetti subdola e impenetrabile per le diffuse complicità che l’alimentava e i mille collegamenti e le molte simpatie che aveva saputo raccogliere tra la piccola e la media borghesia e i ceti popolari e contadini”. Zaghi, op. cit., pag. 340. legale a Novara, nel 1791 entrò a far parte dell’amministrazione sabauda. L’armistizio di Cherasco e la conseguente occupazione francese del Piemonte provocò una battuta d’arresto nella sua carriera, a causa della sua fedeltà a Casa Savoia, in questa fase della sua 34 vita. La sua figura riapparve nel campo gabellieri, ad inventare l’imposta di famiglia politico ai Comizii di Lione del 1801, dove che colpiva il tenore di vita dei più agiati. Fu rappresentò la città di Novara, insieme ancora il Prina ad aumentare le imposte all’avvocato Giuseppe Cotta Morandini, per indirette che taglieggiavano Vigevano, al notaio Michele Cuse, per Varallo, indiscriminatamente, attirando su di sé l’odio e all’avvocato Giuseppe Faa, rappresentante, e il disprezzo sia dei ricchi sia dei poveri, tutti questo, uniti senza distinzione sociale nell’imprecare il Dipartimento nella sua tutti quanti manifestazione globale52. A 35 anni, Prina fu contro il nostro rigoroso concittadino”53. nominato del Il ricordo di Giuseppe Prina è ancora oggi 1802 legato alla pressione fiscale, ritenuta eccessiva Napoleone, che aveva apprezzato il lavoro dai suoi contemporanei e considerata dagli svolto dal novarese, lo designò come ministro storici delle finanze della Repubblica Italiana. Precisò Dall’opinione pubblica fu considerato come un Barisozzo: “Le spese di Napoleone per far esattore inflessibile e senza scrupoli, strumento fronte all’esigentissimo ménage e per coprire del giogo napoleonico. il costo ingente dell’esercito sembravano fatte Il giudizio che la storiografia formulò su apposta per mettere a dura prova l’acume e la questa figura risulta, in realtà, diametralmente fantasia del ministro Prina il quale, per far opposto. quadrare la contabilità, ogni giorno era Prina in materia finanziaria”, scrive Carlo costretto ad escogitare i più raffinati sistemi Zaghi, “i giudizi dei contemporanei sono fiscali per torchiare i contribuenti che, allora unanimi, aldilà della valutazione della sua come oggi, non è che amassero tasse ed opera di governo. Melzi, che nel febbraio 1802 esattori. Fu proprio il Prina, principe dei lo aveva prescelto tra Forni e Venéri, sia per il da Dipartimento Bonaparte tesoriere dell’Agogna. Nel 53 52 causa della sua “Sull’eccezionale violenta competenza R. Barisozzo, La mia fatal Novara, Interlinea Edizioni, Novara 1997, Pag. 41. Fonte Cognasso, op. cit. 35 fine. di suo carattere <secco e fermo>, sia come povertà della maggior parte della popolazione. l’unico, non essendo olonista, in grado di La struttura statale sorta intorno a Milano, tener vecchi nuova capitale, avrebbe richiesto in modo dipartimenti, al momento di lasciare il pressante una non indifferente quantità di governo lo presenterò all’imperatore come il risorse migliore e il più capace di tutti i ministri. Un l’edificazione giudizio burocratico testa alle che raccomandandolo pressioni dei Napoleone al suo Eugenio, indispensabili ex-novo sul quale per dell’apparato avrebbe fatto al affidamento l’azione di governo. I trattati momento di lasciare l’Italia, come l’unico siglati con la Francia avrebbero rappresentato uomo <veramente essenziale> al Regno. un’ulteriore emorragia di preziose risorse. Stendhal, che visse l’atmosfera dei giorni del Inoltre, ulteriori fonti di forte spesa furono Regno, lo definisce un <uomo forte> e non sa rappresentati dalla presenza quasi ininterrotta trovare un termine di paragone che in di situazioni di crisi nel contesto dell’ordine Colbert… con una differenza sostanziale che pubblico dei vari dipartimenti, compreso Colbert morì ricchissimo e Prina povero”54. quello Nominato ministro, Prina dovette risolvere una mantenimento di un forte apparato poliziesco. situazione finanziaria assolutamente critica. Il In qualità di alleato dell’Impero francese, la Paese su cui avrebbe esercitato la sua opera Repubblica Italiana, prima, e il Regno d’Italia, aveva appena superato cinque anni di guerra, poi, avrebbe avuto l’obbligo di costituire un combattuta sulla quasi totalità del suo stesso sempre più numeroso esercito e di partecipare, territorio. Le devastazioni e le requisizioni con esso, alle campagne militari napoleoniche. avevano l’apparato Fu calcolato che, durante il periodo compreso produttivo, incrementando ancor più lo stato di tra il 14 febbraio 1802 e il 31 dicembre 1804, fortemente viceré fece finanziarie indebolito dell’Agogna, richiedenti il la Repubblica Italiana registrò fra le spese di 54 C. Zaghi, Storia d’Italia cit., pag. 516. 36 competenza militare l’esborso di 60.972.899 Prina volle sostituire a questa realtà un sistema lire, unite a 11.388.360 lire necessarie per le basato sulla regolarità del sistema finanziario, opere di fortificazione realizzate. “A queste in maniera da riaccendere la fiducia dei fonti devono aggiungersi” precisa Zaghi, cittadini nel Paese. Punto fermo della sua “80.183.170 lire date al governo francese in politica fu la moderata applicazione delle conto contribuzioni mensili ed altre forniture imposte varie”55. amministrazione di quelle indirette. In effetti Una tale situazione rappresentò senza alcun l’opera dubbio un gravissimo onere gravante in modo considerando le condizioni nelle quali fu determinante sull’economia italica, quindi esplicitata ed i risultati che ottenne. Se lo stato anche sull’opera del ministro Prina. La italiano fu in grado di sostenere i quattordici maggior preoccupazione del ministro delle anni della sua attività civile, unita alle ingenti finanze fu il mantenimento dell’equilibrio di spese militari ed ai contributi versati alla bilancio Francia, esso fu merito dell’opera di Giuseppe in una situazione oppressa dalle dirette, del unita ministro ad fu una senza rigida pari, premesse elencate. L’esperienza dei governi Prina. rivoluzionari aveva messo drammaticamente in Tuttavia luce la devastante politica finanziaria operata esercitata in un Paese che, come l’Italia, si era da disastro sempre trovato ad esistere in un contesto di economico causato non solamente alla Francia frammentazione politica e di disorganizzazione ma anche alla Repubblica Cisalpina. La pratica, contribuì ad accendere l’odio popolare precarietà dei governi proiettò i propri effetti verso l’apparato fiscale in generale e contro il anche sulla politica finanziaria, contribuendo a ministro Prina in particolare. rendere mal sicura la stabilità dello stato. Va notato come, nella storia, la figura del questi con il conseguente un’azione fiscale puntigliosa, gabelliere non abbia mai riscosso il favore 55 Zaghi, L’Italia di Napoleone cit., pag. 253. 37 dell’opinione pubblica e, in questo, il Prina fu perdurare della senza dubbio in sintonia con il suo ruolo.56 situazione, La politica da questi esercitata ebbe effetti continuamente a privarsi di una fetta non alterni anche sul piano economico. L’aumento indifferente delle sue risorse in favore delle del prezzo dei generi alimentari favorì in modo contribuzioni dovute allo stato francese “In un sensibile i proprietari dei fondi ed i lavoratori tempo”, scrisse Melzi, “in cui le classi sono ma segnò, nella medesima circostanza, un gravate o dolenti, l’opinione pubblica è aumento generale del costo della vita. A questi gravemente urtata da un sistema di spese che dati si aggiunse, fra il 1810 e il 1812, una appaiono eccedenti e non controllate”57. grave crisi economica che colpì tutto il Regno. Alla fine del 1812 sopraggiunse il definitivo Il 29 luglio 1811 Francesco Melzi d’Eril inviò collasso. una lettera al Viceré nella quale attaccò Napoleone di abolire le contribuzioni dovute pesantemente la politica seguita dal ministro da parte del Regno d’Italia all’Impero58, ma la delle finanze. Il Regno, osservò il duca di risposta, come diversamente non avrebbe Lodi, si trovava ad affrontare una pesante potuto essere considerando la stato in cui si difficoltà economica, aggravata dalle crescenti trovavano in quel momento anche le finanze spese registrate dal bilancio militare dovute al francesi, fu negativa. Lo stesso Viceré, esso Il guerra. si ministro Eppure, vedeva Aldini in tale costretto suggerì a interpellato dal Melzi, si rese non responsabile 56 “Se infatti nei primi tre anni della Repubblica Italiana le imposte dirette furono mantenute ad un livello pressoché costante (31.735.892 lire nel 1802; 37.847.798 nel 1803; 35.162.070 nel 1804); quelle indirette, invece, sottoposte a continui ritocchi,a più rigidi controlli,a più radicali misure, ed estese in breve a nuove voci, aumentarono progressivamente: da 29.499.132 lire nel 1802 si passa a 46.408.025 nel 1803, a 47.408.382 nel 1904, per un totale di 123.704.540 lire, contro 104.744.762 delle dirette. Un aumento progressivo cui corrisponde un progressivo aumento del bilancio dello stato: 80.074.344 lire nel 1802; 90.194.426 nel 1803; 106.649.585 nel 1804, con supplemento fino al 31 marzo 1805” Zaghi, Storia d’Italia cit., XVIII, pag. 529. della situazione, rimandandone la soluzione alla decisione imperiale: “Quant au budget pour 1813 ce n’est pas à moi qu’il appartien de le déterminer… il faut s’en reporter 57 58 38 Carteggi Melzi cit., pag. 157-159. Cfr. ASM Fondo Aldini Cartella 17 Fascicolo 894. entierment à la sapesse et à la bonté de S.M.”59. Il dissesto finanziario fu incontrollabile. Il deficit dello stato salì a 44.118.699 lire60 alla fine del 1812. Nel 1813, all’inizio della campagna d’Italia, i fornitori militari, non più soddisfatti, sospesero le forniture alle piazzeforti. Privato delle sue risorse, il Regno aveva le ore contate. Il linciaggio di Giuseppe Prina in una stampa dell’Ottocento. Sui muri dell’abitazione del ministro delle finanze, in Piazza San Fedele a Milano, fu scritta, da mani ignote, questa lugubre profezia: “PRINA PRINA IL TUO GIORNO SI AVVICINA!”61. La situazione politica precipitò. Il 20 aprile 1814 una folla inferocita assaltò il palazzo ove risiedeva il ministro delle finanze, prelevò lo sfortunato e lo trucidò sulla pubblica via a colpi d’ombrello. “Una gran brutta fine… la fine del povero Prina!”62. 59 Carteggi Melzi cit., pag. 316-317. Fonte Zaghi, op. cit. 61 Barisozzo, La mia fatal Novara cit., pag. 41. 62 Barisozzo, op. cit., pag. 42. 60 39 Cesare Francesco Magnani-Ricotti alla campagna del 1859, dove fu decorato con l’Ordine Militare di Savoia. Nel 1860 venne promosso prima Colonnello e poi Maggior Generale, comandante della Brigata Aosta, con la quale partecipò alle operazioni militari del 1860-61. Venne nominato direttore delle armi speciali al Ministero della Guerra. Nel 1866 fu nominato comandante della 12° divisione. Comandò, in seguito, le divisioni militari di Milano e di Parma. Diede inizio anche alla propria carriera politica. Fu ministro della Guerra, a partire dal 1870, nei governi Lanza, Minghetti II, Depretis VI, Depretis VII, Depretis VIII e Starabba II. Attivò una serie di riforme che riorganizzarono profondamente l’Esercito Italiano. Toccò l’apice della carriera militare con la nomina a comandante del IV Corpo’Armata, prima di ricoprire per le ultime volte il ruolo ministeriale. Rappresentò politicamente anche il proprio territorio d’origine, ricoprendo la carica di deputato dall’XI alla XVI Legislatura per il collegio di Novara. Nel 1890 fu nominato Senatore del Regno dal Sovrano e nel 1896 fu insignito del Collare dell’Annunziata. Morì a Novara il 4 Agosto 1917. La città ricorda la sua memoria con l’intitolazione di una delle principali vie della città. Nacque a Borgolavezzaro il 30 gennaio 1822. Entrò nell’esercito sardo come giovane cadetto. Nel 1840 fu nominato sottotenente. Nel corso della campagna militare del 1848, promosso Capitano per meriti di guerra, fu ferito a Peschiera. Prese parte anche alla breve campagna del 1849. Nel 1852 fu decorato con la medaglia d’argento al valor militare per il coraggio dimostrato e per l’opera di salvataggio dei feriti a seguito dell’esplosione della polveriera di Borgo Dora. Prese parte anche alla campagna in Crimea, dove ottenne una Menzione Onorevole. Fu nominato capo di stato maggiore della 3° divisione e partecipò vie del centro storico. 40