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ARRIVATA QUI
TITOLO:
MA QUANDO DORMIVAMO?
2012
27 MAGGIO
26 Maggio
25 maggio
24 MAGGIO
140238
LE
PARTI
EVIDENZIATEIN
GIALLO SONO DA UNA VITA
ALL’IMPROVVISA, QUELLE IN
BLUETTE SONO NUOVE
Vedere in fila incidente Genova
e25 pisodio con Raffaella Carrà:
lascio Dario in diretta
MA QUANDO DORMIVAMO?
Di palla in frasca
Franca: io
Quando sono nata? nel 1929.
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Dove? Mi pacerebbe dire NY ma
inizio
a
respirate
a
occhi
spalancati
a
Parabiago
in
provincia di Milano.
Pia, Lina, Enrico: le mie sorelle e
mio fratello
Emilia: nostra madre
Domenico: nostro padre.
Ecco la mia famiglia.
La nostra professione?
Teatranti. Via-via ci conosceremo
meglio.
SINTETIZZARE DA UNA
VITA ALL’IMPROVVISA
1932 "E' ora che Franca incominci a recitare." - è mia madre che
parla. La prima parte che ho imparato a memoria, me l'ha
insegnata lei, "bocca a bocca", così si diceva a casa mia, mot- a
mot, parola per parola.
Non sapevo leggere.
Avevo tre anni.
Aveva deciso - era sempre lei che prendeva le decisioni importanti
in famiglia - che avrei fatto un angiolino di supporto all'angelo
vero, che veniva recitato da mia sorella Pia in "La passione del
Signore" atto V, orto dei Gezzemani.
"Pentiti Giuda traditore che per trenta monete d'argento hai
venduto il tuo Signore! Pentiti! Pentiti!” - dovevo gridare di
quando in quando. La parte non era lunga.
Non ci devo aver messo molto ad impararla.
"Ripeti! " e ancora e ancora: "Ripeti" diceva la mia mamma
paziente mentre pelava le patate per il minestrone. "Ripeti! "
Mia madre per i suoi figli era ambiziosissima. Per l'occasione mi
aveva cucito un bellissimo abito bianco da angelo, con due grandi
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ali bianche e oro appoggiate sulle spalle. Seppur credente non
andava mai in chiesa ma aveva uno zio prete.
Lei, lo sapeva benissimo che gli angeli erano vestiti così!
Mio padre, ormai entrato nel gioco, mi mise in testa una coroncina
di lampadine. E' ora d'andare in scena e tutti: "Ma che
bell'angiolino! Ma che bel vestito!"
La mia mamma faceva andare la coda. Non avevo fatto nessuna
prova. Sapevo solo che ad un certo punto avrei dovuto seguire
mia sorella Pia nell'entrata in scena e ad un segnale della mia
mamma sistemata in quinta avrei dovuto gridare "pentiti Giuda" e
quel che segue.
Il guaio, l'imprevisto che più imprevisto di così non si poteva
immaginare fu che il personaggio di Giuda era interpretato da mio
zio Tommaso, un uomo che avevo sempre visto calmo, sorridente,
che mi raccontava storie
bellissime, mi regalava un sacco di
divertimenti, al quale volevo molto bene e vedermelo lì, proprio
vicino-vicino, con una parruccaccia nera in testa. Gli occhi che
lanciavano saette tra un tuonar e lampeggiar minaccioso, che
disperato gridava: "Possano i corvi divorarmi le budella, le aquile
strapparmi gli occhi! - e altri animali che non ricordo - mi divorino
un pezzetto alla volta ad incominciare dalla lingua" e via che
roteava gli occhi che lanciavano fiamme dell’inferno. Mamma mia
che terribile effetto… che spavento! Cosa stava capitando?!
Ero stravolta, me lo ricordo benissimo.
Ma quello che mi buttò completamente fuori, fu il vedere mia
sorella,
solitamente rispettosa ed educata,
che per nulla
intimorita gliene stava dicendo di tutti i colori! Una sfuriata in
piena regola e che trascinavano il nostro povero zio in una
disperazione sempre più nera. "Ma cosa sta capitando? Perché lo
zio Tommaso fa così?"
Il groppo che mi sentivo in gola stava per scoppiare; mia madre
dalla quinta mi faceva gesti più che perentori. Giuro che avrei
potuto parlare, ma non me la sentivo proprio di infierire su quel
povero uomo già tanto prostrato. No, io no, allo zio Tommaso
non dico proprio un bel niente. ! Non so cosa gli sia capitato.
Forse è impazzito. "Anzi. A piccoli passi, camminando come
pensavo camminassero gli angeli, seppur spaventatina, gli sono
andata vicino, lui era in ginocchio e gridava più che mai. Dio che
paura! Senza dire una parola mi sono arrampicata al suo collo e
l'ho abbracciato, tempestandogli la faccia di baci. Insomma
cercavo con i mezzi che avevo a disposizione, di calmarlo e
piangevo nel silenzio che era calato in palcoscenico. Pia s'è
ammutolita.
In quinta mia madre faceva segnali che non
prespettavano niente di buono. Lo zio-Giuda si blocca per non più
di tre secondi, lo giuro. E poi con voce profonda (intanto con la
mano mi solleticava la mia e con gli occhi mi rideva per
tranquillizzarmi) dice: "Dio, sei grande! A QUEST'ORRENDO
PECCATORE MANDI IL CONFORTO… un piccolo angelo… mi
tendi la mano. No, no, non me lo merito! e, dal momento che lo
spettacolo doveva pur terminare, taglia corto, M'impicco! ".
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Deve usare un po' di forza per liberarsi da me che proprio non ne
voglio sapere di lasciarlo andare. Grida: "L'albero più alto. . .
dov'è l'albero più alto. . . Lasciami andare angiolino. Lasciami: "e
con un urlo agghiacciante esce di scena. Mia sorella (l'unica volta
nella sua vita, credo) non sapendo più che fare, camminando
anche lei sulle punte, immediatamente lo segue. Grande applauso.
Tutti mi chiamano in quinta con grandi cenni. Non so se la paura
d'essere sgridata o il "senso del dovere" che maledizione da che
sono nata è lì, a spingermi ( a pigiarmi ) la coscienza, fatto si è
che dopo un attimo di silenzio con voce chiara e mesta quel tanto
che serve dico "S'impicca! Non s'è pentito. Giuda traditore che
per trenta monete d'argento ha venduto il suo Signore. Non s'è
pentito! " e via che esco. Ce l'avevo fatta: l'avevo detta tutta!
Da allora in poi, "la passione del Signore" ha sempre avuto due
angiolini, con il più piccolo che abbraccia Giuda a mostrare la
grandezza di Dio. E tutti giù a piangere.
A 5 anni: "Gli spazzacamini
della valle d'Aosta”, un
drammone dell’ottocento.
Com'è che succedeva? Come
arrivavo la prima volta in
scena con un personaggio che
non avevo mai interpretato
prima? Non me lo ricordo, ma
so con certezza di non aver
mai provato prima di un nuovo
spettacolo. La parte come
sempre fino a che ho imparato
a leggere, me la insegnava la
mia mamma, la imparavo
velocissimamente, era come se
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la sapessi già. Anzi, la sapevo
già. Quante volte mi ero
addormentata nella cassa dei
costumi, o nella bara di
Giulietta e Romeo, o in
qualsiasi altro posto che mi
permettesse
di
addormentarmi, mentre i miei
recitavano una sera dopo
l'altra!
Non c’era possibilità che io
rimanessi sola a casa.
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Qui
il
manifesto
dello
spettacolo,
“I
poveri
spazzacamini
della
valle
d’Aosta, opera dei miei che
possedevano una “macchina”
apposita per stampare i
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manifestini,
adesso.
i
volantini
di
Gino – io - il protagonista,
figlio di Luisa una povera ma
avvenente incintata da un
blasonato, il "contino" che
passava di lì.
Il padre, puro sangue blu,
impone all’erede del suo nome
e cospicua ricchezza, seppur
innamorato della ragazza, a
troncare la relazione.
Luisa, causa la miseria in cui
nascono quasi sempre le
incintate
all’improvviso,
decide di vendereil figlioletto
come
facevan
tutte
le
famiglie della valle per potersi
sfamare
la
famiglia,
nonostante
la
tenera
età,augurandosi che lavorando
per quel uomo dall’aria bonaria
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e ben vestito col cappello a
bombetta, signore di città,
potesse guadagnarsi due pasti
al giorno, magari anche un
frutto,
e non vivere nella
misera e precarietà della
famiglia.
L’assoluta povertà impone
spesso eventi dolorosi.
La storia è piena di madri che
vendono i figli. Disperazioni
che regala la vita.
Ma il signore bonario e ben
vestito col la bombetta non è
altro che un "mercante di
carne umana"!, un infame che
specula sui bimbi che gli
vengono affidati, mandandoli
spesso a morire nel tentativo
di pulire, in quanto smilzi e
denutriti, la cappa di un
camino.
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La madre dello spazzacamino
accompagnata a suo padre, si
reca a Torino per rivedere
dopo mesi di lontananza il suo
Gino… abbracciarlo. Le viene
indicato dove sta lavorando il
bimbo.
Corre palpitante… arriva…
frastuono, grida, fumo…
“E’ morto uno spazzacamino!”
si urla da ogni parte.
“Presto tiratelo fuori!”
“Ma chi è morto?” - chiede il
nonno ad un bimbo sporco di
fuliggine
che
mormora
piangendo: “Il mio amico Gino…
era di turno oggi..”
Luisa manda un urlo e per il di
dolore, impazzisce. Ma che
sfortunata ragazza!
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Ma il suo Gino, che quel
giorno, in quanto ammalato
era stato sostituito nel lavoro
da
certo
Carletto…
un
compagno, che muore al suo
posto.
Questa per il misero Gino
è
una
giornata
davvero
fortunosa, non solo non è
morto ma pure conosce il suo
genitore:il
vecchio
conte
padre
dell’incintatore
è
schiattato e suoi figlio è
finalmente libero di seguire il
suo cuore… corre al paese,
cerca suo figlio, lo trova, e
felice ce lo presenta vestito
da vero signore.
E’ ora di raggiungere la
mamma. Si recano alla vecchia
casa.
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Silenzio ovunque.
Gino vorrebbe entrare, ma una
risata sgangherata e acuta lo
blocca.
Padre e figlio decidono
d’entrare: si presenta loro uno
spettacolo agghiacciante:Luisa
scarmigliata ride e piange
senza controllo chiamando il
suo Gino. Accanto il nonno che
cerca di consolarla.
Gino
chiama:
“mamma…
mamma… e si precipita ad
abbracciarla.
La pazza lo respinge: “Zitto!
Tu non sei il mio bimbo… Gino
era sempre nero di fuliggine…
vattene!”.
Il bimbo s’apparta piangendo
disperato, poi s’illumina. Ecco
cosa farà per far rinsavire la
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mamma: riveste i miseri panni
da
spazzacamino
e
si
annerisce il viso: “Eccomi
mamma… sono tornato…”
Il pubblico in quel momento
non respirava più.
Luisa lo guarda indifferente
per qualche attimo e poi:
“Ginooooo”
“Mamma”.
Grande abbraccio tra felicità
e commozione. E il drammone
conclude con una gran festa
per le nozze, tra risate,
lacrime, singhiozzi e applausi.
Quanto piangeva il pubblico!
Sentivamo i singhiozzi delle
mamme sino in palcoscenico.
“Gli spazzacamini..” 5 atti, con
la comica finale per non
mandare a casa la gente
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intristita.
Cos’era la “Comica finale”?
La
farsa
Lombardia
popolare
in
Le compagnie di giro come la
nostra, nel periodo compreso tra
il 1800 e il 1950, per circa cioè
oltre un secolo e mezzo,
recitavano sulla scena di piccoli
teatri della provincia lombarda e
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al terminedei drammoni strazia
lacrime, chiudevano la serata
con una farsa.
La mia famiglia che era una delle
più
famose
e
antiche
‘compagnie di giro minime’,
lombarde, possedeva un vasto e
cospicuo patrimonio di farse: il
clou dello spettacolo.
‘Compagnie di giro minime’
oppure guitti. Questo termine
ora è usato erroneamente: è
diventato un dispregiativo.
“Quell’attore è un guitto”
“quella è una compagnia di
guitti.” “Sei un guittone!”
Eccetera.
Nulla di più sbagliato. Guitto
significa girovago. OK?
Ok.
SGUERCINA da “Una vita all’improvvisa”
LA SGUERCINA
A scuola ero sempre un po’ isolata a causa della mia famiglia. Parlando di me, le mie compagne
dicevano: “è quella del teatro…” e non suonava come un complimento.
C’era disprezzo.
Cosa significasse per quelle bimbe di 7-8 anni considerarmi “quella del teatro” non lo saprò mai.
Non ho mai osato chiederlo.
Comunque, doveva essere giudicata una cosa non bella… forse, “disonorevole”.
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Ero a disagio… soffrivo.
Guardavo la mia famiglia tanto unita… la mia bellissima mamma, mio padre con i suoi capelli
bianchi… (li aveva così sin da giovane) mio fratello, le sorelle, i miei parenti e non vedevo nulla di
diverso dalle altre famiglie. Quella ha il babbo che fa il droghiere, l’altra il medico, l’altra ancora il
calzolaio, l’altra il tappezziere… la parrucchiera. I miei genitori facevano il teatro. E allora?
Portavo vestiti del tutto simili a quelli delle mie compagne. Ero tirata a pomice dalla mia mamma…
ero educata, gentile.
Niente. Nessuno mi dimostrava attenzione.
Non riuscivo a farmi un’amica.
Ero intristita.
Forse quel loro atteggiamento dipendeva dal fatto di non esser nata in quel paese, venivo da fuori.
Noi si stava fermi, con casa e tutto per un certo periodo, poi ci si spostava… Attori girovaghi.
Un giorno mi sono avvicinata ad un gruppetto di bambine, ero in terza elementare… parlavano
fitto… poi sono scoppiate a ridere. Non sapevo perché, ma ho riso anch’io… forte, per farmi notare
pensando anche di far loro piacere.
Si zittiscono di colpo.
Una, la capa, mi guarda esprimendo tutta l’antipatia possibile e mi sibila un: “Vattene sguercina.”
“Marchiata da Dio!” - mi dice un’altra e nessuna sorride.
Mi sono allontanata senza capire. “Marchiata da Dio!” “Sguercina!” Perché? Cosa vuol dire?
L’ho chiesto alla maestra… ho in mente una anziana grassa signora con l’aria da nonna… ho avuto
difficoltà ad esprimermi… ero molto agitata.
Lei mi guarda imbarazzata.
Con delicatezza accenna al mio strabismo.
Non sapevo nemmeno di esser strabica. Nessuno in famiglia mi aveva mai detto niente.
“Ma non farci caso, sono cattive e tu sei una bellissima bambina”.
In quel momento ho realizzato nella carne che ero diversa dalle altre.
Dagli altri.
Ho gli occhi storti.
“Marchiata da Dio!”
Oddio, che faccio?
Ero sconvolta.
Sembra niente… ma vi assicuro che improvvisamente avevo perso la voglia di ridere, parlare,
studiare… mangiare.
M’era presa la vergogna di essere al mondo, di essere guardata.
Entravo in classe tenendo gli occhi chiusi, raggiungevo il mio posto toccando i banchi, mi sedevo e
non c’ero più.
Uscita, assente.
La maestra viveva la mia disperata malinconia e non sapeva come aiutarmi.
Mi chiamava per interrogarmi, andavo alla cattedra sempre da cieca, e pur conoscendo la risposta,
stavo zitta.
Lei insisteva appena e poi – “Tranquilla… riproviamo domani. Ti ho portato un regalino…” e mi
dava 2 caramelle.
Mentre tornavo al posto sentivo i suoi occhi che mi seguivano e al tempo stesso guardava le altre
bambine con disapprovazione.
Ne ero certa.
Ogni giorno uguale all’altro.
Ero in sciopero dalla vita.
Parlo pesante, ma ho veramente vissuto tutto questo.
I tentativi della maestra di sbloccare il groppo che avevo in gola non servivano. Nell’intervallo io me
ne stavo per mio conto con gli occhi sempre chiusi sbirciando con odio il mondo, appoggiata al
muro.
Un giorno, una della mia classe mi si avvicina… io immobile… lei mi sorride, io, come non vedessi.
Lei mi prende una mano, la apre e mi ci mette sopra una caramella.
Nessuna reazione.
Ero di sale.
Manco ho detto grazie.
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Non mi usciva un respiro.
Me la sono ficcata in tasca e l’ho conservata non so per quanto tempo. Era la “caramella” della mia
vita.
Il ponte dell’amicizia.
Mai mangiata.
Persa.
Smarrita.
I traslochi.
Peccato.
Quella caramella, quel gesto m’ha dato molto da pensare. Sì, mi avevano detto “sguercina”, e
“marchiata da Dio!” ma forse non era una cosa così brutta come pensavo...
La caramella donata all’improvviso, mi aveva messo in crisi.
Erano state cattive… o ero io ad essere permalosa oltremisura, come mi diceva sempre la mia
mamma?
A quell’età e soprattutto in quelle situazione non si vivono le cose con il metro giusto. Né da una
parte, né dall’altra.
Forse ho esagerato a prendermela tanto… sì, devo proprio aver esagerato… mi ero anche chiusa
come un riccio… forse ero diventata proprio antipatica… anche la maestra così gentile e io sempre a
non rispondere alle interrogazioni…
Che fare?
Penso.
Deciso.
Pasqua. A Pasqua…
Lavoro sodo con carta velina colorata e forbici. Mia zia Ida mi aveva insegnato a fare cose
miracolose con la carta velina. Taglia, incolla, ritaglia e appiccica carta, colora… forza…
Quante me ne mancano?
Finalmente: finito!
Arrivo a scuola con addosso l’incertezza di quanto stavo per fare… non mi sentivo sicura di niente…
ero proprio una collezione di complessi sin d’allora, vado al mio posto con gli occhi chiusi come
sempre… e mi si ferma il cuore: il mio banco è ricolmo di caramelle, bigliettini di tutte le forme… a
cuore, dorati… disegnati… insomma, stupende cortesie.
Che potevo fare dopo tanto tempo trascorso nella silenziosa disperazione se non scoppiare a
piangere?
Tutte le bimbe mi vengono intorno, mi abbracciano, si stringono a me… arriva anche la maestra…
anche lei mi abbraccia. “Buona Pasqua!” gridano in coro.
Estraggo dalla cartella i, credo 18, pacchettini posandoli sul banco, più uno per la signora maestra:
“Buon Pasqua anche da parte mia” bisbiglio tirando su col naso.
Curiose, scartavano il mio regalino. Esclamazioni di meraviglia. Cosa ci avevo messo dentro? Avevo
per ognuna ritagliato nella carta velina il nome, poi contornato con fiorellini d’argento, d’oro,
rosati... Per la maestra avevo ritagliato 18 testoline con i nomi di tutte le sue alunne.
Una lavorata!!!
Proprio in quell’istante entra in aula la direttrice: “Che sta succedendo qui? - dice a gran voce - Cos’è
‘sto bailamme?” “Oh, niente signora… ci si stava esercitando sul tema dell’amicizia e del bene…” –
dice la maestra.
“Amicizia e bene?- chiede la direttrice. “Sì, domani è Pasqua… e ci sarà il rito del contento,
all’Alleluia il vescovo dirà “Siate in armonia col Figlio di Dio che è risorto. Abbracciatevi e datevi
affetto l’un l’altro. Su, su ragazzine Facciamo la prova, datevi il contento.”
E ecco che felici ridenti, ognuna abbraccia la compagna più vicina. Tutti si fanno carinerie, si danno
baci; io abbraccio la maestra, l’unica rimasta sola e confusa è la direttrice che si guarda intorno
come imbesuita.
Pace era fatta.
Contentaaa!
Nel grande cortile dove abitavamo a Varese, sorgeva un modesto stabile
a 3 pianiAl primo piano il nostro appartamentino. Un’ampia anticamera
con
divano
libreria
dove
dormiva
mio
fratello.
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CucinaDESCRIVERE
Enrico.
abbastanza grande, camera da letto con lettone matrimoniale e due
lettini per Pia a me. Mia sorella Lina si era sposata e non abitava con noi.
Un grande armadio, il comò, comodini, due abajur, due sedie imbottite.
Scendiletti.
Un
Poi c’era una sala da pranzo, tavolo in marmo verde rilegato con legno
mogano chiaro, buffet e contro buffet del color del legno che rilegava il
tavolo, di cui mia madre andava molto orgogliosa.
Al piano terra il nostro
magazzinodove
erano
sistemate tutte le scene
arrotolate una sopra l’altra,
erano centinaia bellissime,
dipinte da un pittore del
Teatro della Scala, Lualdi che
veniva a passare le sue
vacanze da noi. Dovevano
pagare molto poco ai pittori
della Scala!
Ricordo
che
durante
la
permanenza di Lualdi a casa
nostra mio padre, stendeva
due o tre scene nel cortile, e
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tutti insieme cantando e
ridendo, sotto la guida dello
scaligero pittore, con le
pennellesse, rinfrescavamo le
scene.
Erano momenti molto gioiosi.
Nel grande magazzino c’era
pure
un
lungoarmadio
stracolmo di costumi, un altro
di scarpe di tutte le misure e
fogge,spade,
fioretti,
pugnali
pugnaletti,
stampelle, gobbe, sederi per
ingrassarsi,
ventri
per
simulare gravidanza.
Mobili
e
attrezzature
scenografiche. Avevamo Al
primo
piano
il
nostro
appartamentino:
anticamera
grandina con un divano libreria
dove dormiva mio fratello
Enrico. Cucina abbastanza
19
grande, camera da letto con
letto matrimoniale e due
lettini per Pia a me.
Poi c’era una sala da pranzo,
tavolo in marmo verde, bufé e
contro bufé, di cui mia madre
andava molto orgogliosa.
Il 9 aprile del 1936 ci fu
grande festa per festeggiare
il titolo di cavaliere di cui mio
padre era stato insignito da
Sua Maestà il re d’Italia.
Ma pensa te?!
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Erano arrivate tutte le persone
che conoscevamo al mondo.
Mamma aiutata da tutte le
casalinghe del vicinato aveva
preparato un pranzo magnifico.
Io mi davo un gran daffare per
aiutare le cuoche… pulivo le
patate, tritavo il prezzemolo…
infilavo un dito nella crema di
zabaione
me
lo
succhiavogolosa…
“Franchina
non mettere le dita nella crema…
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eccoti un cucchiaino…”
mamma, dolce mamma.
–
Venne allestito nel gran cortile di
casa nostra un tavolo che si
snodava a ferro di cavallo:
poteva ospitare più di cento
persone. Le sedie ce le
prestarono tutti gli abitanti della
zona.
Ero emozionatissima. Mamma
mi dedicò il suo tempo tanto
pressato
per
vestirmi
e
pettinarmi a dovere. Quando mi
specchiai mi uscì un sospiro
appagato…
ero
molto
soddisfatta: lunghi cannellotti mi
adornavano il viso, l’abito di
taffetà lilla chiaro a volant che mi
aveva cucito mamma, mi stava
un amore, le scarpette nella tinta
del vestito.
Ma chi ero? Una principessa?
Quando scesi con mamma in
cortile pieno di gente, cercai con
gli occhi mio padre… era pazzo
di gioia…“e cavaliere di qua, e
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cavaliere di là”… ci vide, ci venne
incontro, e disse agli amici: “Ecco
Emila… e Franca, la mia bambina
più bella.”
Pia lanciò un urlo geloso che non
prometteva nulla di buono, Lina,
la mia sorella maggiore, mi prese
in braccio e mi diede un gran
bacio… Enrico, ridendo, mi tirò i
capelli.
Tutti in festa!
Mi fu assegnato il mio posto.
Stavo composta come fossi a
tavola con la famiglia reale.
Mangiai
pochissimo.
emozionata.
Ero
Aspettavo il gelato che mia
mamma aveva ordinato in una
pasticceria rinomata: la Coppa
del Nonno della Motta. Mai ho
dimenticato nella vita quel buon
gelato. E tutte le volte che mi
capita di passare davanti alla
Motta… non resisto: entro e me
ne compero una coppetta e di
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colpo mi trovo nel vecchio
cortile di casa mia. Bimba.
‘Na bellezza!
Da quel giorno ho voluto molto
bene al nostro re. Tanto bene
che quando è morto mi sono
messa un nastro nero al
braccio. Tutti a chiedere “Ma
chi ti è morto?” Col naso in su
rispondevo “Il re!” rispondevo
trionfante. Vittorio Emanuele
III di Savoia (Vittorio Emanuele
Ferdinando Maria Gennaro di
Savoia; Napoli, 11 novembre1869
– Alessandria d'Egitto, 28
dicembre1947) fu re d'Italia (dal
1900 al 1946), imperatore
d'Etiopia (dal 1936 al 1943) e re
d'Albania (dal 1939 al 1943).
Abdicò il 9 maggio1946 e gli
succedette il figlio Umberto II.
Figlio di Umberto I di Savoia e di
Margherita di Savoia, ricevette alla
nascita il titolo di principe di
Napoli, nell'evidente intento di
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sottolineare l'unità nazionale,
raggiunta da poco.
Il suo lungo regno (quarantasei
anni) vide, oltre alle due guerre
mondiali, l'introduzione del
suffragio universale maschile
(1912), delle prime importanti
forme di protezione sociale, il
declino e il crollo dello Stato
liberale (1900-1922), la nascita e il
crollo dello Stato fascista (19251943), la composizione della
Questione romana (1929), il
raggiungimento dei massimi
confini territoriali dell'Italia unita,
le maggiori conquiste in ambito
coloniale (Libia ed Etiopia). Morì
quasi due anni dopo la caduta del
Regno d'Italia. Per la sua
partecipazione a due guerre
mondiali, e la vittoria nella prima
fu soprannominato Re soldato e Re
vittorioso[1].
A scuola non ero brava per
niente. Avevo sempre un gran
sonno: lavoravo con i miei quasi
25
tutte le sere, sia andava a letto
tardi.
Riscritto
sintetizzato
e
Mi vedo a 15 anni ad un banco
del Liceo, che non ho terminato,
entra il bidello e sussurra
qualcosa nell’orecchio della
professoressa. Lei porto gli occhi
su di me. Oddio? Chi è morto?
Sempre stata sull’orlo della
tragedia a furia di interpretar
drammoni. Mi fa un cenno e
senzaprofferir parola usciamo
dalla
classe
e
andiamo
nell’ufficio del preside. entra in classe il
preside, scambia due parole con la professoressa, che mi chiama e
Lì,
impettiti, c’erano tre fascisti
tutti neri, faccia e divisa. Quello
che brillava più degli altri,
stupiva per la sua mole. Gli altri
due, anonimi, ma con l’aria di chi
comanda.
insieme
ci
trasferiamo
nello
studio
del
Preside.
26
Che sta succedendo?
Non mi sentivo più una goccia di
sangue in viso, per via del
terrore che si potesse sentire il
ballar furioso del mio cuore.
Pensavo, ora mi portano a "Villa
triste…" Villa triste era una
villetta grigia con le persiane
sempre chiuse all'inizio della
strada che portava al mio
Istituto,
dove
venivano
interrogati
e
torturati
i
partigiani.Tutti in città lo
sapevano. Quando si passava lì
davanti, si chinava la testa,
abbassava la voce e si diceva un
Requiem eternam amen.
"Stai tranquilla - mi dicevo - stai
tranquilla" Poi di colpo, alla
prima domanda ho capito tutto.
E il cuore a battere più forte.
"Forse muoio."
"Conosci Enrico Mazzucchetti?”
"Si"
"Dov'é?"
27
"Non lo so".
Enrico, detto Bubi, era il mio
amore dei quindici anni: un
amore dolce e delicato. Ci siam
scambiati qualche bacio a mani
avvinghiate madide di emozione.
La sera, quando andavo a letto
mi addormentavo con i suoi
occhi azzurri nei miei.
“Non lo vedo da un po'"
Sapevo che era andato nei
partigiani, ma qualche giorno
prima l'avevo visto, era venuto
sotto casa mia per darmi una
incombenza.
Mi parlava fitto-fitto.
Lo
ascoltavo attenta, tremando.
Dio mio, che era successo?
"Allora?" incalzano i fasci.
Erano minacciosi.
"Non lo vedo più… forse è
sfollato con la sua famiglia…”
Chiedono alla professoressa di
togliermi tutto dalle tasche.
28
Viene portata anche la mia
cartella e fatto passere con
grande meticolosità, foglio per
foglio di ogni libro, quaderno.
Mi era venuta addosso la calma
della condannata a morte.
Fredda come il ghiaccio, ma
riuscendo ad apparire serena.
“Raccogli le tue cose e vattene.” mi dice il grassone. Mi dirigo alla
mia aula con le mani sudate,
seguita dalla professoressa. Lei
mi appoggia una mano sulla
spalla e stringe forte. Non la
dimenticherò mai.
Respiriamo a fondo tutte e due.
Il pulsare disordinato del mio
cuore rallenta. Entriamo in classe:
il paradiso terreste.
“
E facendo il segno della croce
benedicevo l’idea che avevo avuto
di stracciare in piccoli pezzi il
29
biglietto con la missiva dopo
essermela imparata a memoria,
parola per parola. Qualche mattina
dopo andando a scuola vengo
fermata da una ragazza che non
avevo mai visto, alla sua domanda,
pronunciata
con
grande
determinazione: «E Bubi come
sta?». “Non ho idea… forse è
sfollato con..”
Lei imperterrita ripete: «E Bubi
come sta?»
Non una volta sola.
«E Bubi come sta?».
«E Bubi come sta?».
«E Bubi come sta?».
Mi punta un dito tra le costole,
pigiando.
30
“Ahiaaaa… ma che fai?” - grido a
occhi spaventati.
«E Bubi come sta?» la sua voce si
era alzata un attimo e il dito
pigiava un po’ più forte.
«E Bubi come sta?»
Mi guardava senza simpatia come
fossi scema.
E aveva ragione.
Quando ho realizzata di trovarmi
davanti la ragazza che stavo
aspettando con trepidazione, mi
son sentita bollire le guancie.
Ho tirato un profondissimo respiro,
poi ho detto tutto d’un fiato quel
che dovevo dire e sono svenuta.
La staffetta, dandomi schiaffi dopo
schiaffi,
m’ha
fatto
rinvenire.
31
“Scusami tanto per gli schiaffi…
ma ho fretta.” E se ne è andata.
Maledizione… svenire! Ma che
figura ho fatto? Ma come si fa a
essere così fragili ed emotivi?
Non avrei mai potuto diventare
una partigiana… neanche una
staffetta…e ingoiavo l’umiliazione
e la malinconia.
Italia il 31 ottobre1922 era salito
al governoBenito Mussolini. Con
questi ebbe inizio una politica
espansionistica, e il 2
ottobre1935 prese il via la
campagna d'Etiopia, tesa a creare
un impero coloniale. Il 9
maggio1936 venne proclamato
l'Impero. Il 7 aprile1939 l'Italia
32
invase l'Albania e due giorni
dopo ne sancì l'annessione.
Nonostante la tensione tra Italia
e Germania creatasi al momento
dell'annessione dell'Austria, nel
maggio 1939 Mussolini strinse il
"Patto d'acciaio" con la
Germania, per poi dichiararsi,
allo scoppio del conflitto, non
belligerante.
La seconda guerra mondiale è il conflitto
che tra il 1939 e il 1945 vide confrontarsi
da un lato le potenze dell'Asse e dall'altro i
paesi alleati. Viene definito «mondiale» in
quanto, così come già accaduto per la
Grande Guerra, vi parteciparono nazioni
di tutti i continenti e le operazioni belliche
interessarono gran parte del pianeta.
Iniziò il 1º settembre 1939 con l'invasione
della Polonia da parte della Germania;
terminò, nel teatro europeo, l'8 maggio
33
1945 con la resa tedesca e, nel teatro
asiatico, il successivo 2 settembre con la
resa dell'Impero giapponese a seguito dei
bombardamenti atomici di Hiroshima e
Nagasaki.
È considerato il più grande conflitto
armato della storia, costato all'umanità sei
anni di sofferenze, distruzioni e massacri
per un totale di 55 milioni di morti. Le
popolazioni civili si trovarono, infatti,
direttamente coinvolte nel conflitto a
causa dell'utilizzo di armi sempre più
potenti e distruttive, spesso
deliberatamente indirizzate contro
obiettivi non militari. Nel corso della
guerra si consumò anche la tragedia
dell'Olocausto perpetrata dai nazisti nei
confronti degli ebrei, delle etnie Rom e
Sinti, degli omosessuali, dei Testimoni di
Geova, dei Polacchi e di altre popolazioni
slave.
Al termine del conflitto si instaurò un
nuovo ordine mondiale fondato sulla
contrapposizione tra Stati Uniti ed Unione
34
Sovietica nota come "guerra fredda",
mentre l'Europa, ridotta ad un cumulo di
macerie, proseguendo l'involuzione
iniziata con il primo conflitto mondiale,
perse definitivamente la propria egemonia
sul pianeta.
È il 25 aprile, la guerra è finita. A Varese per la piazza Impero sfilano i partigiani. Fra loro ci sono
ragazzi che conosco. Erano del primo gruppo di combattenti che si era formato sulle montagne della
Val Cuvia appena dopo l’8 settembre. Si erano arroccati sul Monte Grino e sul Cuvignone. I
tedeschi li avevano attaccati sparando con artiglierie pesanti, un vero massacro, in pochi si erano
salvati attraverso le gallerie scavate nella prima guerra mondiale; erano quasi tutti abitanti della
valle, gli unici che conoscevano a menadito il percorso di quegli antichi camminamenti. Per
festeggiare la liberazione, per le strade si era rovesciata una marea di gente: a un certo punto dal
fondo scorgo venire avanti un gruppo armato. Con loro c’era una donna. Era la madre di uno dei
caduti di Monte Grino. In molti la riconoscevano e l’applaudivano. Qualcuno andava ad
abbracciarla. A un tratto lei si fermò e si sedette su un muretto, facendo cenno agli altri di
proseguire: l’emozione era troppo grande e non ce la faceva più a camminare fra gli applausi e le
grida.
Italia
25 aprile 1945.
La guerra é finita; sono arrivati i "liberatori". Li avevamo visti
sui camion il pomeriggio, intorno per la città. Erano arrivati anche
nella mia strada. Ci buttavano cioccolato e sigarette.
Arrossisco al pensiero di essermi fiondata con gli altri per
tentare di raccogliere qualcosa.
La sera, nel cortile di casa mia, gran festa. Un giradischi, e
ballare e ridere. Poi guardo su, verso la finestra buia del primo
piano: casa mia.
Più che vederla, l'intuisco: mia madre é lì, ci sta guardando.
35
Conosco i suoi pensieri, il suo struggimento quotidiano: mio
fratello deportato in campo di concentramento in Germania, non
dà notizie da oltre due anni. In un attimo le sono accanto
vergognandomi della mia allegria. Mi stringo forte a lei. E due
mesi dopo vedo lei che grida, grida seduta su di un gradino della
scala di casa nostra, perché le gambe non la reggono. Si stringe
addosso il figlio, pallido, smagrito, impolverato che si é fatto
centinaia di chilometri a piedi. Quel urlare intenso che esprimeva
gioia, l'ho sentito identico molto anni dopo (1973) in circostanza
ben diversa per dolore e drammaticità. Ancora seduta, su di una
sedia ora, con la testa buttata all' indietro, grida senza
controllo, come allora, dopo che ha indovinato più dalla mia faccia
che dalle mie reticenti parole che mia sorella Lina era morta.
RiscrittaIl giorno dopo mi capita di
assistere a una scena che ho sulla pelle
ancora oggi. … Un gruppo di uominicon
mitra a tracolla e fazzoletto rosso al collo,
che chiaramente erano partigiani, spingeva
senza
complimenti,
tre
ragazze
sgargiatamente vestite, e altre due molto
giovani che conoscevo. Erano le figlie di
un generale fascista Orengo.
S’era formata una specie di processione,
conMolta gente li seguiva urlando e
36
insultando, fra loro anche qualche donna.
Arrivati nello slargo di piazza Beccaria la gente si dispose in cerchio,
qualcuno portò delle sedie sulle quali fecero sedere la malcapitate. In molti
gridavano: «I capelli, tagliatele i capelli! Rapatela!» Un ragazzetto
impugnando una forbice solleva una treccia dalla capigliatura della più
giovane e comincia a tagliare. Io ero lì in mezzo a quella folla vociante, mi
sentivo male. Di certo ero sbianchita in viso come quella ragazza che
stavano rapando a zero. All’istante s’è sentito un grido: «No! Ma vi
sembra questo il modo migliore di festeggiare la liberazione?» Chi parlava
era la madre del partigiano caduto, che il giorno prima avevamo visto
uscire dal corteo per sedersi affranta sul muretto. Ora si stava facendo
largo fra la gente e aveva raggiunto il gruppo delle donne sedute da punire.
Uno dei partigiani disse a gran voce: «Ma sono andate coi fascisti, perfino
con i tedeschi! Quelle due, poi, sono le figlie del generale!» E la madre gli
rispose: «Hai ragione, noi dobbiamo fargliela pagare. Proprio come
avrebbero fatto i tedeschi e i fascisti nei riguardi delle vostre donne se le
avessero scoperte a farsela con dei comunisti come voi. Io credevo che il
nostro programma fosse liberarsi da ogni miseria, compresa quella della
vendetta e della mortificazione; cambiare vita e regole; soprattutto, cercare
di vivere da umani, non da assatanati». Nessuno fiatava. Si era creato un
grande imbarazzo in ognuno. Qualcuno cercava di farsi indietro e
scantonare. «È per questo che abbiamo rischiato la vita» continuava la
madre «e qualcuno, come mio figlio, l’ha perduta? Per mortificare delle
donne che hanno sbagliato? Per non parlare di queste due ragazzine che
hanno la colpa molto grave di essere nate da un capo dell’esercito fascista.
Svergogniamo le figlie per punire il padre? Bella lezione di civiltà stiamo
proponendo! Allora, sapete cosa vi dico? Che io mi siedo qui, con queste
37
svergognate, e vi prego, tagliate i capelli anche a me.» Si levò un
mormorio strozzato; qualcuno commentò: «Quella donna ha ragione».
Pian piano s’allontanarono quasi tutti. Anch’io mi avviai. Avrei voluto
andare vicino a quella madre e dirle tutta la mia ammirazione, ma
timidezza e commozione me lo impedivano.
Il nostro era un teatro
realmente
e
totalmente
"all'improvviso" che si basava
su trame semplici e stringate,
TEATRO POPOLARE appunto,
nella
tradizione
della
COMMEDIA DELL'ARTE… noi
non si recitava, si parlava. Il
teatro naturalista messo in
scena dalle grandi e illustri
compagnie che agivano nelle
grandi città era il teatro del
“birignao”.
Il nostro successo stava tutto
in questa differenza.
38
Avevamo
un
repertorio
vastissimo: dalle più famose
tragedie di Shakespeare ai
drammmoni
ottocenteschi,
alle commedie di autori
moderni
a
quei
tempi,
Niccodemi, Giacosa, Rosso di
San Secondo, alle comiche
finali. Il tutto senza aver mai
studiato una parte a memoria
su di un copione.
Non
esistevano copioni di testi
teatrali veri e propri, ma dei
cannovacci e per molti testi
non esisteva nemmeno il
canovacccio. Ce li avevamo
nella
testa
da
sempre.
Eravamo bravi?
Non lo so.
So solo che i teatri erano
sempre pieni, che si lavorava
39
tutti i giorni, si riposava solo il
venerdì santo, e il 2 dei morti,
a novembre.
O se c'era il funerale di un
defunto importante del paese:
il prefetto, il sindaco, il
dottore,
il
prete
il
farmacista.
E quando in un paese o in una
cittadina avevamo fatto tutto
il nostro repertorio, replicato
sei sere la Giulietta, sei la
passione,
"Il
povero
fornaretto di Venezia” e non
mi ricordo più quali altri
drammoni avessero successo,
mio padre o mio zio, si
leggevano un romanzo,
ci
riunivano e ce lo raccontavano.
"Tu fai questo, tu questo e tu
questo, e via che il giorno
dopo si andava in scena.
40
Sulle
quinte,
in
bella
calligrafia, la scaletta dei
punti chiave, il susseguirsi
degli avvenimenti.
“Una
causa
celebre”
Scena PRIMA:
Trama
41
Un soldato diserta il suo
battaglione per correre a
salutare moglie paese vicino.
Un abbraccio veloce alla sposa
e alla bimba. Le consegna una
borsa
raccomandandole:
“Nascondila, ora son disertore
e non posso farlo, ma quando
tornerò la consegnerò alla
polizia.” E se ne va.
Entra nella casa un ladro
fuggiasco, la donna urla
spaventata, per zittirla l’uomo
davanti agli occhi della bimba
senza esitare, la uccide. Ruba
la
borsa
contenente
documenti e la preziosa
collana e fugge.
Indagini carabinieri per morte
madre.
Interrogatorio alla bambina.
42
“Chi c’era in casa?”
”Il papà”
Il soldato innocente viene
condannato all’ergastolo.
Le sue ultime parole alla figlia
“Ti amo e ti perdono”.
Il non crede alla colpevolezza del suo
soldato. Adotta l’orfana che alleverà
come una figlia.E’ tale l’affetto che lega le due bimbe che il padre
decide di non separarle. Tutte e due andranno in un collegio lusso e durante le vacanze si
trasferiranno nella grande villa del Generale.
Si presenta alla villa del
generale, uno sconosciuto che
si dichiara padre di ADRIANA
che come primo atto d’amore
le posa al collo una splendida
e preziosa collana: “Era di
tua madre”. La giovane lo
abbraccia
con
evidente
freddezza.
Arrivo
di
della tradotta
ergastolani. Il Maresciallo
43
chiede per pausa
ospitalità carcerati.
viaggio,
su ordine, servitù rifocilla criminali.
Ringraziamento
di
ergastolano ai padroni di casa.
E chi può essere il carcerato
che viene a ringraziare il
generale?
Ma
il
padre
innocente.
Entra umilmente indossando
l’abito a righe dei prigionieri.
Si avvicina timidamente al
gruppo dei “signori” li guarda
e poi ha un malore e sviene
gridando “La collana della
morta”. Il generale capisce
tutto, fa un cenno ad un
inserviente. Entrano in scena i
carabinieri che arrestano il
malfattore
che
sarà
giustiziato con il taglio della
testa. Gaudio e felicità!
44
Non c'è personaggio che a
secondo dell'età non abbia
interpretato.
Neonati - 8
giorni in braccio alla mia
mamma - in la Genoveffa di
Brabante.
Bambini o bambine, ragazzini,
signorine, giovanotti, suore,
cortigiane, prostitute.
Una
volta ho fatto persino, il
“cuciniero” Dracco.
La storia nel ricordo, mi fa
ancora ridere.
Ero cresciuta e la Genoveffa che Dio la maledica, quanto ho
odiato sta noiosa! - ora la
interpretavo io.
Giovane e bella moglie del re
alla guerra, sola nella reggia
viene insidiata da Golo, un
45
primo
ministro
della
situazione, che lei respinge
furente e offesa.
La giovane donna decide di
inviare una missiva al marito
tramite il cuciniero Dracco:
l'unico che a corte le sia
rimasto fedele, per avvertirlo
del tradimento del suo braccio
destro.
"Torna o mio dolce sposo,
torna! che quel maialone del
Golo vuole fare con me,
proprio quella cosa là! "
Il maledetto, che è sempre lì
a origliare, scopre tutto e
zak!, pugnala il poveraccio e
manda a dire al re che
Genoveffa è incinta del
cuciniero.
46
"Ti ha tradito o mio re, che
vergogna, con un cuciniero!"
Il re ci casca, fuori dalla
grazia di dio "un cuciniero no!"
ordina il taglio della testa
della fedifraga e anche del
bambino nato nel frattempo.
TRANQUILLI
CHE
POI
TUTTO,
COME
SEMPRE,
FINISCE IN GLORIA.
Arriviamo su piazza e ci
rendiamo conto che ci manca
l'attore che avrebbe dovuto
interpretare il ruolo del
cuciniero.
SINTETIZZARE
Il
personaggio in questione ha
solo due parole che si possono
anche
tagliare,
ma
fisicamente deve essere in
scena. Ci ragioniamo sopra un
47
attimo
studiamo
risolvere. Bene.
come
Ci siamo.
Facciamo così.
Al momento cruciale, vado alla
quinta di destra. Il perfido
Golo mi spia dalla quinta di
sinistra.
Parlo, guardando fuori scena
con il cuciniero che non c'è,
fingo
di
consegnargli
il
messaggio e poi,
affranta,
esco
seguendolo.
Velocissimi mi mettono sulle
spalle un mantellaccio con
cappuccio, che mi copre dalla
testa ai piedi.
Rientro in
scena di spalle con la missiva
bene in evidenza in mano,
qualche passo come se ora
parlassi a Genoveffa, Golo si
48
precipita su di me "Muori,
spione di un cuciniero!”
E via che mi pugnala.
Cado morta.
Golo mi trascina fuori scena a
sinistra, cioè dalla parte
opposta da cui sono entrata.
Mi tolgono il mantello, mi
raddrizzo la parrucca bionda
dalle lunghe
trecce, corro
velocissima dall'altra parte.
Rientro in scena e vedo Golo
che pulisce il pugnale intriso
di sangue nel mantellaccio che
indossavo fino ad un secondo
fa.
"L'avete ucciso! Assassino!"
Ansimo un po’ per via della
corsa,
ma
sono
perfettamente in parte e
nessuno si accorge di niente.
49
A
proposito
di
questa
Genoveffa m’è capitato un
altro strano fatto. Stavamo a
cena da signorotti milanesi,
non ricordo per quale ragione.
Ero molto intimidita da tanto
lusso e dal numero delle
forchette che mi trovavo
accanto al piatto di porcellana
finissima.
Attira la mia attenzione un
dipinto che copriva una
parete da terra al soffitto.
Continuavo
ad
osservarlo
perché mi era famigliare.
Di colpo con un sobbalzo
riconosco la scena della
Genoveffa nel bosco dove
partorirà il suo bimbo.
“Dove avete trovato questo
enorme quadro?”
50
“Da un antiquario…”
Sono senza parole. Poi ho
scoperto che lo zio Tommaso
ne aveva venduta più di una
delle nostre scene. Ok. Va
bene così.
Con la nostra compagnia
eravamo in grado di andare in
scena senza prova alcuna, con
un testo nuovo allestito di
sana pianta.
Arrivavamo ad
esempio in una piazza nel
giorno in cui in paese si
festeggiava la santa patrona,
ebbene si debuttava con la
storia di quella “benedetta”
sulla quale mio padre e mio zio
avevano giorni prima letto e
ascoltato dalla gente, vita
morte e miracoli. Distribuiti i
ruoli e se i costumi adatti non
51
c'erano si rimediavano, e via
che si andava in scena.
Se si confronta con i 90 o
addirittura i 180 giorni di
prova delle compagnie di oggi…
Ma
certo
che
allora,
sovvenzioni
ministeriali
o
regionali o provinciali o
comunali, non ce ne erano,
quindi giocando sui soldi tuoi,
ti dovevi sbrigare eccome.
Il responsabile della compagnia
era mio padre, che oltretutto
ricopriva il ruolo di presidente
dei circhi e di tutte le compagnie
minime di giro, nonché delle
giostre e spettacoli da fiera.
Ma il suo non era assolutamente
un ruolo decorativo-onorifico,
giacché con i suoi interventi nei
vari ministeri competenti era
riuscito a far accettare l’intero
assetto
dei
circensi
e
commedianti girovaghi nella
52
categoria professionale, che
finalmente poteva godere di
detrazioni
fiscali,
di
un
riconoscimento burocratico e,
seppur minimi, di sovvenzioni e
rientri sui diritti d’autore.
Grazie al fatto che mio padre era
presidente dei circensi, avevo la
possibilità
di
entrare
gratuitamente a vedermi un
bello spettacolo, sentirmi la
puzza dei leoni… toccare la
proboscide di un elefante e
chiamarla a gran voce “Rosetta”.
Incredibile nome per una
bestiona di non so quante
tonnellate.
E poi via!, a volteggiare con i
capelli al vento sulle giostre,
vedere tutto ciò che mi piaceva.
Nessuno mi crede quando
racconto questa storia… sono
entrata in una specie di capanna
ed ho potuto vedere con
meraviglia una signora in abito
53
laminato lungo sino a terra che
ammaestrava pulci.
Sì. Pulci ammaestrate.
Indossavano un gonnellino di
carta velina rosa, rosso, verde,
blu… Facevan di tutto queste
pulci, saltavano nel cerchio di
fuoco… camminavano in punta di
piedi… giuro… su una trave… e
poi di colpo si riunivano in
gruppo e pareva cantassero.
Spettacolo finito.
A testimonianza di quanto ho
raccontato leggetevi quanto
segue che ho trovato su google.
VALENTINO’S FLEA CIRCUS
– La storia
Alla fine del 1800, un fotografo di
Buenos Aires di nome Valentino si
innamorò perdutamente di Lux,
avvenente domatrice di pulci in un
circo
di
passaggio.
Il giovane, dopo aver tentato
invano di trattenere con legami
d’amore l’artista girovaga, si
54
ritrovò a custodire, quasi come
ricordo, una delle di lei pulci
ammaestrate.
Utilizzando la scatola di una delle
sue macchine fotografiche come
contenitore della più piccola pista
di
circo
mai
immaginata,
Valentino intraprese così, per
nostalgia e curiosità, la carriera di
domatore
di
pulci.
Il suo originale circo, nel quale
le bestiole si esibivano per un solo
spettatore alla volta, divenne
celebre in tutto il mondo, richiesto
dai più grandi teatri americani ed
europei. Ma Valentino dovette
aspettare
anni,
prima
che
l’incontro con una giovane
fanciulla romagnola, anch’essa
fotografa, gli si presentasse come
l’occasione giusta per restituire le
sue, ormai molte, pulci a sapienti
mani
femminili.
Stella Rossini, a partire dal 1927
divenne la prima di una lunga
serie di domatrici che hanno
portato il “Valentino’s Flea
Circus” fino ai giorni nostri.
55
Io sono l’ultima di queste custodi e
sono lieta di raccontarvi la nostra
storia e farvi assistere a un
numero di circo eseguito per i
vostri soli occhi.
L’INCONTRO
“FIDANZATOLI”:
CON
I
Sempre passeggiando nel parco
dei divertimenti, ad un certo
punto alle mie spalle sento
tintinnare un campanellino come
quelli del santus in chiesa. Mi
volto e, su un trespolo
56
troneggiava una casetta con il
suo tetto, le finestre, le porte,
non più alta di 50 centimetri, e
l’imbonitore
decantava
la
straordinarietà di una bellissima
donna nana. Con gli occhi
spalancati entro, tiro per la
manica la mia amica Luisa che
era sempre con me, entriamo
dicendo siamo le figlie del
Rame…e scappavo perché mi
vergognavo e venivo subito con
simpatia
e
sorrisi
dall’imbonitore “venite, entrate
bambine”. Entrate aspettiamo
frementi e curiose l”evento”.
Finalmente, tra squillanti trombe
entra in un lungo abito di raso
bianco con le scarpette dal tacco
alto, una magnifica donna
formato esiguo… una vera nana,
la padrona della manina, e non è
finita qui.
Altro squillo di trombe e
l’imbonitore: “Ed ora a voi il suo
“fidanzàtolo”: entra un giovane
57
uomo in miniatura elegantissimo
in un frak blu.
Credevo di impazzire, li avrei
baciati, ero emozionata e sono
corsa a casa a raccontare tutto
alla mia mamma… che ha
raccontato
tutto al mio papà.
Il Domenico si recò al parco dei
divertimenti e si diede da fare
finché rintracciò la roulotte dei
due nanetti. Li invitò a pranzo da
noi con tutti i circensi suoi
amici… si preparò la solita tavola
a ferro di cavallo in cortile e la
mamma con il solito aiuto delle
vicine preparò le tagliatelle fatte
a mano con il ragù.
Sulla sedia dei nanetti c’erano
tre cuscinoni per farli arrivare al
tavolo. Piccoli, ma mangioni e
hanno anche bevuto il vino.
Passammo
un
bellissimo
pomeriggio a raccontarci tutte le
storie nostre e ad ascoltar le loro
e invitammo i piccoli amici ad
58
intervenire nella serata nella
“comica finale”.
Il soggetto venne improvvisato
in quattro e quattrotto: entrava
in scena il nanetto piangente
perché aveva perduto alla fiera
la sua “fidanzàtola”. Tutti si
impegnavano
nella
ricerca,
ognuno raccontava le difficoltà
di non averla purtroppo trovata,
“Non c’è…non c’è…è fuggita!” Il
fidanzatolo tra un singhiozzo e
l’altro, disperato gridava: “Sì, sì…
è fuggita con un uomo alto 5
volte me… un gigante!... Che
umiliazione! Mi uccido!... mi
‘masso’!”
“Fermo! Fermo! Sta arrivando un
viaggiatore, forse porta un
regalo per te…”
Entra un viaggiatore sugli sci con
ombrello, cappello, una valigetta
rossa e rivolgendosi al piccolo al
fidanzatolo disperato: “Tieni, qui
c’è tutto quello che è rimasto del
59
tuo amore!”
singhiozzi.
e
scoppia
in
Tremando, il nanetto si avvicina
alla valigia facendo pantomime
varie, si ritrae, si riavvicina,
china la testa, accende una
sigaretta, mima di volersi
strozzare
con
la
sciarpa,
insomma… ne fa di tutte, poi
finalmente apre la piccola valigia
e ZAC: sorte la nanetta che lo
abbraccia felice! Cala il sipario
tra gli applausi del pubblico.
FINE
ARRIVATA QUI
Ma tornando alla famiglia Rame,
quando si trattava di prendere
decisioni
importanti
che
riguardavano il programma da
mettere in atto nelle varie piazze
(nel gergo teatrale ‘piazza’ indica
particolarmente ‘città’ o luogo’),
ecco che l’ultima parola in
merito toccava alla signora
Emilia, che nel teatro viaggiante
60
era considerata come una
regiora (appellativo lombardo
che significa ‘colei che regge la
comunità’; si distingueva in
particolare dal mazzo di chiavi
che le pendeva dalla cintura).
Eravamo
agli
inizi
del
Novecento. L’aspetto di Emilia
Baldini in Rame era davvero
maestoso: era alta, slanciata, con
un volto aristocratico issato su
un lungo collo. Portava cappelli
ampi
di
gusto
francese,
indossava
abiti
che
si
confezionava da sé e che le
conferivano
un’eleganza
straordinaria.
Per finire, l’intiera famiglia
contava un maggior numero di
donne,
esattamente
sette
femmine contro tre maschi. Tre
erano le figlie di Domenico, due
quelle del fratello Tommaso,
senza dimenticarci le due
rispettive mogli e l’unico figlio
maschio della grande madre
Emilia.
61
Franca era l’ultima nata della
covata teatrale, come dicevamo
straricca di femmine. Questo
sbilanciamento produceva una
notevole
difficoltà
nella
distribuzione dei ruoli sul
palcoscenico, giacché è risaputo
che in gran parte delle opere
teatrali antiche e moderne i
personaggi
maschili
si
presentano normalmente in
maggior numero rispetto a quelli
femminili.
Basta
dare
un’occhiata ai ruoli di testi
elisabettiani o a quelli del teatro
romantico
dell’800
per
constatare che il rapporto
maschi/femmine è di dieci a due,
massimo tre, a vantaggio dei
ruoli maschili. Non si poteva
certo risolvere con la messa in
scena di sole opere come Le tre
Sorelle di Checov, Le Comari di
Windsor o la Lisistrata di
Aristofane. Come tutte le
compagnie di giro, anche quella
dei Rame esibiva in cartellone un
62
vario e vasto repertorio:
commedie comiche, drammi
storici, opere moderne e perfino
sceneggiati tratti da romanzi di
successo.
Quindi, per una corretta messa
in scena, la compagnia era
costretta ad ingaggiare attori
che coprissero i ruoli maschili
scoperti e a coinvolgere anche
dilettanti,
possibilmente
di
talento.
Eravamo nel ’45 quando, fra gli
aspiranti, capitò un ragazzo che
conosceva a memoria una
notevole quantità di testi classici,
da Shakespeare a Moliére. Il
giovane si chiamava Enrico
Maria Salerno, che, più tardi,
entrando in formazioni primarie,
63
raggiunse un notevole successo,
tanto da guadagnarsi il ruolo di
capocomico. Al Contrasto – così
nel gergo dei girovaghi venivano
chiamati gli attori di professione
- appena giunto nella compagnia
dei Rame fu affidato il ruolo di
Romeo, in coppia con Franca che
allora aveva sedici anni e che
naturalmente
interpretava
Giulietta.
Franca ricordava
spesso
il
turbamento
e
l’imbarazzo provati da entrambi
durante
quella
rappresentazione: Tommaso, zio
di
Franca,
in
veste
di
drammaturgo, come suo solito
aveva trasformato in forme più
semplici e comprensibili al
pubblico popolare l’opera di
Shakespeare,
e
soprattutto
lasciato una discreta libertà di
azione agli interpreti, anche in
rapporto al testo. In compagnia
era del tutto normale andare
all’improvviso (a soggetto) e
inventarsi sul momento passaggi
64
di dialogo e variazioni di battuta.
Salerno all’inizio fu sorpreso e
provò subito grande difficoltà a
restare “in parte” con quelle
varianti inaspettate; poi, deciso,
tirò dritto per la propria strada
recitando alla lettera il testo
originale, costringendo Franca e
tutti gli altri attori a rincorrerlo
lungo il percorso classico. Ne
sortì
una
rappresentazione
completamente fuori chiave con
andamenti astrusi e stonati;
soprattutto la storia aveva perso
di freschezza e magia. Alla fine il
pubblico confuso non riusciva
più a seguire lo svolgersi del
dramma e giustamente si
indispettiva; nemmeno la scena
del suicidio dei due giovani
amanti salvò lo spettacolo.
In poche parole, come diceva il
MIO padre di Franca, non si può
sbattere l’olio con l’acqua: il
risultato è che il liquido che ne
sortisce non lo puoi né bere né
friggere.
65
Franca racconta cheDopo quel
disastro, ci aspettavamo che il
Salerno, sconvolto, desse forfait
e se ne andasse dalla compagnia.
Invece, con grande sorpresa, il
ragazzo il giorno appresso andò
dallo zio Tommaso e gli disse: “Io
sono venuto qui per imparare.
Sono già stato allievo di una
accademia d’arte, ma dopo un
mese mi sono reso conto che
stavo perdendo il mio tempo. Qui
invece sento che mi posso
arricchire di qualcosa. Per
favore, insegnatemi a recitare
alla vostra maniera”. Con uno
splendido sorriso e una manata
sulla spalla lo zio rispose:
“Accomodati, sei dei nostri.
Provaci anche tu, se ci riesci, a
diventare un guitto di talento”.
66
DOVE
SONO
FAMIGLIA RAME
NATA
SCUOLA BUBI
VENGO A MLANO DA PIA
Arrivata qui
Quando Dario prese il premio
Nobel,
fra
le
tante
congratulazioni, regali ecc. è
arrivato anche un cesto di
fiori. Esagerato: 500 rose
rosse.
Il
biglietto
d’accompagnamento
diceva:
“DIETRO
UN
GRANDE
UOMO C’è SEMPRE UNA
GRANDE DONNA”, firmato
Marta Marzotto.
Ringraziando Marta, (una tra
le
pochissime
persona
generose
che
io
abbia
incontrato),
commentando
quanto mi aveva scritto nel
67
biglietto, con un sorriso le ho
detto: “Marta, per favore,
mettimi almeno “al fianco” del
grande uomo… l’immagine che
mi arriva dall’essere posta
dietro non m’entusiasma.”
Dietro.
Mi vedevo, gobba, trafelata,
arrancante nel tentativo di
stare al passo del “grande
uomo”.
La condizione della donna,
nell’immaginario collettivo è
che il posto della femmina
“DEVE ESSERE”
dietro
all’uomo. Ciò che meraviglia
oltremodo, è che ci siano pure
donne a proiettare questa
malinconica visione.
Bah…
68
Nascere
donne
è
una
professione ed io mi sono
laureata a pieni voti in questa
snervante occupazione. Fa
pure rima ah ahhan .
E’ chiaro che Dario occupi il
posto che occupa nella società
e che la gente lo ami, lo stimi,
lo rispetti: l’autore vivente più
rappresentato
nel mondo.
Premio
Nobel
per
la
letteratura, occupa pure, in
una statistica inglese il
settimo posto su cento
intellettuali come genio.
Onorata.
Emozionante
consorte!
averlo
per
Quando l’ho conosciuto in
compagnia con le Sorelle Nava
(1951) era un tipo diverso da
69
tutti gli attori che avevo
incontrato.DUE PAROLA DA
BIOGRAFIA
STAMPATA)Silenzioso,
riservato. Attento e assente
nello stesso tempo. Era
l’insieme di tutte queste cose
che mi attirava. Soprattutto
l’essere ignorata da lui.
Ma pensa te!
Corteggiata com’ero, come si
permette questo lungone di
cancellarmi dal contesto in cui
vivevamo? Mi capitava di
ricevere
cesti
di
fiori
esagerati da sconosciuti, che
restavano tali. Ricordo un
collier di smeraldi e brillanti
che fece impazzire le me
colleghe…
a
me
fece
avvampare le guance.
70
Ringraziando lo rimandato al
mittente. Come mia madre mi
aveva insegnato, “non dare
confidenza a nessuno. Non
accettare nulla dagli uomini.
Ricordati che quelli vogliono
soltanto quella cosa là.” E non
m’ha mai detto cosa fosse
“quella cosa là”.
Ora a 22 anni, sapevo cos’era
quella cosa là… quindi, nisba.
Uscivo da teatro e via, di
corsa a casa.
In tram.
Disdegnando orgogliosa ogni
profferta di un gentile
passaggio su macchine lunghe
da qui a là.
Quel lungone con gli occhi
azzurri in giù, cominciò a far
parte dei miei pensieri.
71
Durante
le
prove
l’indifferenza che mi regalava,
mi cimentava. In più avevo
scoperto che non appena mi
accorgevo dei suoi occhi
puntati su di me, girava la
testa da un'altra parte.
Brutto stupido, te la faccio
vedere io!
Poi sa debutta…
Una sera di botto, mentre
passavamo
durante
lo
spettacolo
dietro
alla
scenografia,
l’ho
letteralmente sbattuto contro
il muro e gli ho dato un gran
bacio. Ripensandoci mi dico: e
se ti avesse respinto?
Ma non l’ha fatto.
Da quel momento abbiamo
iniziato a uscire insieme alla
72
fine del lavoro. Si andava con
gli altri a mangiare qualcosa…
Avevamo la stessa paga
£.1.000 al giorno. Quante
volte gli ho offerto un panino?
Avevo meno spese di lui, ed
ero
pure
economa.
(BIANCACONTROLLARE
POTERE
DI
ACQUISTO
1951) Dopo il panino, lunghe
camminate… si parlava con
l’affanno e la gioia di
raccontarci.
E poi arrivò il primo bacio e
poi la prima volta dell’amore.
E poi il “Matrimonio”
A
Abbiamo camminato vivendo la
vita
mano
nella
mano.
Cresciuto lui, ma certamente,
un po’ cresciuta anch’io…
73
anche se ora, proprio in
questo momento mi sento
“pochissimo”, al suo confronto.
Non sto facendo la servetta
dell’umiltà.
Quella che m’ha pesato
MAGGIORMENTE è stato
vivere
“la condizione della
moglie”.
Brutta posizione: una pizza
schiacciata.
Tu come moglie quasi sempre
vieni
cancellata,
perdi
fisionomia, identità
Nascessi un’altra volta, pur
avendo avuto un matrimonio
felice, non mi sposerei.
Che dire… E’ come se tu non
esistessi.
74
Non è che io abbia golosia di
apparire, mi piacerebbe solo
esistere.
Non sto esagerando.
Un esempio? Il primo che mi
viene in mete. Negli anni caldi
del femminismo, eran proprio
le più scatenate liderine della
sinistra extraparlamentare a
mancarmi
di
rispetto
trattandomi
come
fossi
trasparente. Arrivavano in
Palazzina
Liberty,
magari
stavo con la scopa in mano,
non è che mi chiedessero, che
so… hai bisogno di aiuto…
com’è che da famosa attrice ti
sei ridotta a spazzare a
terra… No: Dov’è Dario?
Dobbiamo parlar con lui. Le
solite intellettuali, quasi tutte
saccenti, esibenti, sprizzanti
75
“cultura” da ogni poro, usanti
un linguaggio da casta per
"quella" casta, la loro, senza
la minima preoccupazione di
essere capite da chi avrebbe
avuto (sto parlando degli anni
70 in cui la donna cercava di
crescere e di "liberarsi") la
necessità urgente di capire,
protese a correre una più
dell'altra per essere lì,
pronte a “brancarsi" il primo
posto, dirigere, liderscippare,
un po' troppo arroganti o
troppo accondiscendenti, che
gridavano "siamo sorelle" e in
nome della sorellanza alla
prima occasione ti fregavano.
Esagero? Forse.
Ma ho visto e conosciuto
molte donne troppo simili
all'uomo nel loro modo di
76
essere. Insomma, tutto quello
che ho sempre rifiutato… e
anche un po’ disprezzato.
Agli inizi ci rimanevo male. Poi
mi sono abituata. E’ difficile
abituarsi
all’indelicatezza,
alla rozzaggine e mancanza di
rispetto. Ma ce l’ho fatta.
E’ bello crescere.
Ora vedo Dario come un
monumento…. E avere per
marito un monumento, può
sembrare facile ma non lo è.
Mi vedo, piegata, ben piantata
sui piedi,
con le mani
appoggiate a terra.
Che ci faccio in
scomoda posizione?
questa
Sorreggo il monumento. E ci
faccio sopra una risata.
77
No, non mi sto buttando giù…
Sono tranquilla, sapendo molto
bene
quanta
sia
stata
importante nella vita di Dario,
la mia esistenza. E’ un fatto
codificato,
riconosciuto:
amicizia, rispetto e stima mi
viene regalata, da molti, ogni
giorno.
Ma…
Che ho fatto in questi 54 anni
da moglie? Che ho fatto prima
di sposarmi? Che tipo di vita
ho avuto? Vissuto?
Sento
l'esigenza
di
puntualizzarmi, di cercarmi.
Oh mio dio, cos'è, sto
cercando me stessa? Il mio
io? Sono rovinata.
78
Mi viene da ridere. Ci ho
tanto ironizzato sopra nei
nostri spettacoli… Ma ora
qualcosa di concreto mi urge.
Devo fissare qualche punto.
Me ne sto a guardare fuori
dalla finestra con il cervello
completamente vuoto, come se
per tutti questi anni, e sono
tanti, non avessi vissuto,
lavorato incontrato gente,
parlato, riso, fatto all'amore,
pianto.
Niente.
Non mi viene niente.
Ho la testa pressata da
pensieri
confusi,
suoni,
rumori, parole, facce, e fra
tanto disordine non riesco a
trovare la parola giusta, il
ricordo giusto che mi dia
79
modo di iniziare con un minimo
di coerenza.
Forse potrei
partire dalla prima grande
emozione che ricordo.
25 settembre 1945.
La
guerra é finita; sono arrivati i
"liberatori". Li avevamo visti
sui camion il pomeriggio,
intorno per la città. Erano
arrivati anche nella mia
strada.
Ci buttavano
cioccolato e sigarette.
Arrossisco al pensiero di
essermi fiondata con gli altri
per tentare di raccogliere
qualcosa.
La sera, nel cortile di casa
mia,
gran
festa.
Un
giradischi, e ballare e ridere.
Poi guardo su, verso la
finestra buia del primo piano:
casa mia.
80
Più che vederla, l'intuisco:
mia madre é lì, ci sta
guardando.
Conosco i suoi pensieri, il suo
struggimento quotidiano: mio
fratello deportato in campo di
concentramento in Germania,
non dà notizie da oltre due
anni. In un attimo le sono
accanto vergognandomi della
mia allegria. Mi stringo forte
a lei. E due mesi dopo vedo
lei che grida, grida seduta su
di un gradino della scala di
casa nostra, perché le gambe
non la reggono. Si stringe
addosso il figlio, pallido,
smagrito, impolverato che si é
fatto centinaia di chilometri a
piedi. Quel urlare intenso che
esprimeva gioia, l'ho sentito
identico molto anni dopo
81
(1973) in circostanza ben
diversa
per
dolore
e
drammaticità. Ancora seduta,
su di una sedia ora, con la
testa buttata all' indietro,
grida senza controllo, come
allora, dopo che ha indovinato
più dalla mia faccia che dalle
mie reticenti parole che mia
sorella Lina era morta.
La notorietà… m'é piombata
addosso…
non
che
mi
dispiacesse, una certa sera, a
Cesena.
Compagnia Franco
Parenti e le tre sorelle Nava.
Io dicevo una battuta: "Il
Coriolano é in cinque atti", ma
ero lunga, bionda, con i seni
rotondi, e mi si vedeva. Alla
fine dello spettacolo, si
presenta in camerino un tipo
82
con
macchina
fotografica
“sono un giornalista posso
farle una foto? Posso dire che
un produttore americano la
lancerà come la Rita Haiwort
italiana?”. L’ho guardato come
si guardano i matti. Con un
sorriso, mi metto in posa.
Dopo due giorni esce la mia
fotografia sul Resto del
Carlino.
Immediatamente
giornalisti, fotografi mi danno
la caccia. Io mi nascondo.
Non sono preparata a una
storia così… per di più tutta
inventata.
B Milano -:"Il Dito nell'occhio"
1953. Con Franco Parenti e
Giustino Durano Dario scrive il
"Dito nell'occhio" testo di
critica politica e sociale che
fece grande scalpore e per i
83
contenuti e per lo stile
teatrale ben diverso dagli
steriotipi del teatro così
detto "leggero" di quegli anni.
Lo
spettacolo
ha
un
grandissimo successo e gira
per una stagione intera tutta
Italia.
Io debutto con loro
nella
stagione
invernale.
(ricordarsi
"spettacolo
sconsigliato"
fuori
dalle
chiese.
1954 -giugno. Dario debutta al
Piccolo Teatro sempre con
Parenti e Durano con un altro
testo scritto da loro: "I sani
da legare".
Io ho un gran
magone, perché Parenti non mi
vuole in compagnia. Non è che
non volesse me in particolare..
non voleva le fidanzate,
compresa la sua.
84
Lo capisco anche se nessuno
esplicitamente me lo dice.
Ma ad un certo punto Dario,
con
molto
imbarazzo
e
malinconia, nel bar di una
piazzetta vicino a casa mia,
me lo
comunica, ma in
contemporanea mi chiede di
sposarlo. Lui dice di no, nega,
ma io sostengo, conoscendolo,
che mi ha chiesto in moglie
per cancellare il dolore che
sapeva
che mi avrebbe
procurato l'essere scartata.
1954- Il 24 giugno ci
sposiamo. In sant'Ambrogio!
Dario, notoriamente ateo,
metterà il fatto di essersi
sposato in chiesa addirittura
ne "Gli arcangeli non giocano
al flipper": "Sposato in chiesa
per accontentare madre di lei
molto credente".
Il
85
matrimonio è stato bellissimo.
La notte prima l'ho passata
sveglia non per l'emozione, ma
perché stavamo nel lettone
della mia mamma in cinque: io
e quattro amiche venute da
Varese per farmi festa.
E a chiacchierare, a ricordare,
a ridere. Notte dolce.
La mattina è arrivato il Felice,
padre di Dario, con una
macchinona presa a nolo,
scendo le scale della casa di
mia madre e lì, tutti gli
inquilini del palazzo a buttarmi
manciate di riso… a farmi gli
auguri, a strigermi la mano… e
io... giù a piangere. Poi arrivo
in chiesa. I giornali avevano
da giorni annunciato le nostre
nozze, quindi, folla, fotografi
oltre ai parenti e agli amici…
86
e un'amica, che forse non mi
era tanto amica, mi allunga,
proprio un attimo prima che
entrassi
in
chiesa,
un
magnifico buchè: gigli simbolo
di purezza.
Faceva l'amore
con Dario da due anni, senza
nasconderlo… (solo mia madre
non ne era al corrente), e
questi gigli li avrei mangiati
volentieri.
Non ho potuto.
Pranzo
con
gli
invitati
all'Hotel Milan in via Manzoni,
offriamo agli ospiti i confetti,
e poi ce la svigniamo col babbo
di Dario. Ci rechiamo, soli
soletti in un ristorante alla
periferia di Milano. La "prima
sera", io sono in televisione,
non ricordo più con che
spettacolo, Dario al Piccolo
87
con "I SANI". Sono andata
ad abitare nella casa dei
genitori di Dario, una villetta
dei ferrovieri (mio suocero
era capostazione) in via… .
(controllare archivio, c'è una
foto simpatica "la sposa
d'italia") L'indomani mattina,
telefono a mia madre per
salutarla… e non so com'è,
m'è venuto un gran magone.
Mi sono emozionata.
Era
veramente fatta. Ero uscita
di casa. E la mia mamma, e
qui si può leggere tutto il suo
candore: "Che c'è?... Non ti ha
trovato in ordine?".
Andiamo ad abitare con mia
suocera. Non ci stavo bene.
Decidiamo di affittare una
casa e strarcene per nostro
conto. Piazza Mentana. Un
88
appartamento borghesino, in
un palazzotto qualsiasi, con
Dario che ha voluto le pareti,
soffitto compreso, dipinte nei
più svariati colori: rosso,
giallo, nero. Con gli imbianchini
che scuotevano la testa
interdetti…
“Si
sa…
gli
artisti…”
Eravamo allegri.
Amore-amore.
Con una casa nostra di colpo
sono diventata una moglie… in
cinta.
Che fa una moglie incinta che
vomita ogni tre minuti?
Cucina il cibo per il pranzo e
vomita, vomita, si occupa di
portare gli abiti in tintoria,
rifà il letto, riordina la casa,
89
tiene il conto delle spese di
famiglia.
Le entrate e le uscite. Con
ordine. E VOMITA.
E poi?
Riceve gli amici di lui, quelli di
Brera, Emilio Tadini, Alik
Cavaliere, Bobo Piccoli e altri,
invitati a pranzo.
TREPIDATE e agitata.
Mai cucinato un pasto in vita
mia.
Voglio fare bella figura.
Penso al menù: "Farò gli
ossibuchi col risotto". Gli
amici di Dario hanno fatto
onore ai miei ossibuchi.
Appagata.
Gli ossibuchi mi venivano bene.
La prima volta che li ho
90
cucinati, aggrappata al filo
telefonico in diretta con mia
madre, scrivevo la ricetta.
“Ossibuchi
di
vitello.
Impanarli con farina bianca.
Soffriggere cipolla, aglio,
sedano, carote, patate, piselli,
il tutto tritato, meno i pisetti.
Soffriggere in altro tegami gli
ossibuchi. Quando sono dorati
spruzzarli con vino bianco,
manciatina di sale grosso.
Unire la verdura alla carne, un
mestolo d’acqua, meglio se
brodo. Fuoco lento. Devono
bollire almeno 2 ora.
Aggiungere acqua.
Aggiungere acqua.
Se si vuole si può fare come
contorno anche il puré di
patate. (Comunque, la sua
morte - che strano modo di
91
dire! - è
milanese).
il
risotto
alla
Mi accingo a cucinare il gran
piatto.
Assaggio.
Mamma mia che buoni!
Anche Dario non finiva più di
complimentarmi: “Che buoni,
che buoni! Sei una grande
cuoca!” Rossa d’orgoglio e
emozionata
abbassavo
gli
occhi. Mi veniva da piangere.
Emotiiivaaaa!
Ho continuato a cucinare
ossibuchi per almeno tre
settimane. E il povero Dario
sempre a dire ma che buoni.
Poi, al ventitreesimo giorno s’è
ammutolito. Ho capito che era
tempo di cambiare menù..
92
Ora, li mangiamo non più di tre
volte all'anno.
Ma Dario
sempre ripete - Ma che buoni
che buoni. Gli fa eco Jacopo:
"Ma che buoni-che buoni”. Poi
lo ripetono in coro e scoppiano
a ridere.
L'impatto con la vita maritocasa-famiglia è stato un po’
problematico. Mi cimentavo
con la cucina, ma non avendo
mai avuto niente del genere
come mia diretta e totale
responsabilità, avevo qualche
difficoltà
con
le
dosi.
Eravamo
in
due,
ma
rimanevano tali quantità di
cibo bastanti per una caserma.
Ricordo una sera a cena da noi
Eugenio
Tacchini,
amico
d'infanzia di Dario che si
mangiò almeno cinque piatti di
93
minestrone. Mi riusciva bene
anche quello.
Ero un pò preoccupata.
"Basta, Eugenio, starai male.”
"No, no. E' tanto buono" Poi
però al cinema Orfeo, dove mi
aveva accompagnato a vedere
"Roma città aperta" (Dario
alla sera era in sena al Piolo
teatro d Milano on i Sani da
legare…) durante la scena
delle torture è svenuto.
"Accendete la luce – grido c'è un ragazzo che sta male".
Arriva la polizia (a quel tempo
nei locali pubblici c’erano
sempre due poliziotti), lo
portano nella hall, lo osano su
una poltrona… lui si riprende...
apre gli occhi… si guarda
intorno, vede i poliziotti, e
94
ancora sotto lo shok del film,
grida: "Non sono stato io!
Sono
innocente!
Non
torturatemi!" Volevo morire.
Poi s'è alzato, è corso in
bagno e ha vomitato tutto il
mio minestrone. Della nascita
di Jacopo ho già raccontato
ne “La vita all’improvvisa.
Quindi solo qualche altro
ricordo.
NASCE IL FANTOLINO
Sento un vagito.
"Brava
signora. 3 chilogrammi e 9.
"Ho fregato la Clara. La Clara
era una brava ragazza moglie
di mio cognato Fulvio, che era
molto quotata all'interno della
famiglia,
e
quando
dico
famiglia intendo mia suocera,
in quanto professoressa di
lettere, non attrice come me.
95
Quindi sicuramente migliore
di "quella lì che non solo fa
l'attrice, ma mi ha anche
portato via el me teston.
Sì, all'inizio mia suocera era
solo mia suocera. Non aveva
simpatia per me e devo dire
che faceva l'impossibile per
farmelo capire. Ricordo una
volte, in cui mi sono rivolta a
lei chiamandola con grande
timidezza, “mamma” mi ha
ghiacciato con un “Chiama
mamma tua mamma. Io non
sono tua mamma.” E morta lì.
Mi addolorava molto non
essere amata da lei. Ma si sa,
gli inizi qualsiasi cosa tu
intraprenda trovi difficoltà,
figuriamoci il rapporto con la
“mamma di lui”.
96
Dopo anni di frequentazione,
dal glaciale la signora Pina è
passata
all’affetto:
è
diventata per me “la mamma
Fo”,
e
mi
ha
amata
profondamente,
come
profondamente io ho amato
lei. La frase che mi diceva
con orgoglio era “io l'ho messo
al mondo, tu l'hai fatto".
La ricordo, con struggente
tenerezza, poco prima che se
ne
andasse,
nel
letto
d’ospedale: i capelli ritti
intorno alla testa, ancora neri
con ciocche grigie… gli occhi
vispi…: raccontava storie delle
suore che si occupavano di lei,
delle provocazioni che faceva
a quelle povere donne…
Avevamo deciso che avesse
una infermiera ad assisterla
97
ogni giorno. “Mamma Fo, è
bene che tu abbia una
infermiera anche durante la
notte, puoi aver bisogno di
qualcosa e negli ospedali il
servizio notturno è scadente.”
Ero sempre io che all’interno
della famiglia decidevo il da
farsi. Dario era troppo preso
dal suo lavoro. “Ma costa
molto…” quasi bisbiglia. “Oh
mamma! Che vai dicendo?...
Non devi stare sola!” Lei
guarda fuori dalla finestra…
zitta. Dopo un po’ con una voce
che non le conoscevo mi dice:
“Fin che c’è qualcuno che ti
vuole così bene… non si muore
mai.”
Quando si lasciava andare era
dolcissima.
La frase che
mi diceva con
98
orgoglio era "Io l'ho messo al
mondo, tu l'hai fatto".
Ma pensa te! Ce ne vuole è!!
Dove ero?
Jacopino.
Ah
sì…
nasce
Con la leggerezza dei pazzi
usciamo dalla clinica con il
nostro fantolino in fasce e ci
"accasiamo" ospiti di un
fotografo di cui non ricordo il
nome, che aveva una splendida
casa in via Parioni;Davvero
splendido
appartamento.
L'unico
difetto
non
indifferente per una coppia
con un bambino di 8 giorni che
questa principesca dimora, era
completamente priva di mobili,
(se li era portati via il padre
dopo una lite. Ma erano mesi
che l'appartamento era in
queste condizioni).
Due
99
brande,
una
sedia
per
comodino;un tavolo in cucina,
qualche sedi, forse, e un
telefono
con
un
fili
chilometrico che il nostro
amico si portava sempre
appresso.
Non volendo
umiliare la sua generosità
(forse era ubriaco quando ce
l'ha proposto, non so) ci siamo
sistemati alla belle e meglio.
Il bambino ha pianto per 8
giorni di fila.
Per quanto
spirito
di
adattamento
avessimo
non
riuscivamo
proprio a comunicarlo a questo
tipo appena nato, che non
sapeva proprio niente della
vita.
a cavarcela e per le
scomodità e per la mia
inesperienza. Al nono giorno,
decidiamo di tornare in
clinica.
Ci hanno presi a
100
braccia aperte.
Ci hanno
dato una bellissima camera,
vicino alla sala parto.
Ci
siamo addormentati tutti e
tre e abbiamo dormito per
almeno un giorno finalmente
rilassati;Dario come vedeva in
corridoi
un
padre
in
apprensione per la nascita del
suo bimbo si avvicinava e
s'informava.
parto cesareo.
"Sa, è un . "E Dario: "non si
preoccupi anche Franca ha
avuto ilcesareo.
.
è una
sciocchezza.
.
vedrà"E
quello si consolava.
E un
altro" è messo di piedi! ""Non
si preoccupi, anche nostro
figlio è nato di piedi…
è
andato tutto benissimo…
il
ginecologo è straordinario",
Solo quando un padre era
preoccupato perché la moglie
101
stava facendo 2 gemelli D. è
stato senza parole.
Non
poteva dire: anche Franca …
E via di questo passo.
Ci
siamo stati tre mesi. Quanti
padri e quante madri abbiamo
rinfrancato.
Qualcuna ci
viene ancora a trovare con i il
figlio nato proprio in quei
giorni.
Che benissimo!
Intanto, abbiamo comperato
una casa in via Nomentana,
l'abbiamo
arredata
e
finalmente ci siamo andati ad
abitare. Tutti tre.
Il
bambino
facciamo film.
cresce.
Noi
Il primo "Lo svitato" 1956. Il
soggetto
era
di
Dario.
L'aveva letto a Zavattini che
ne parlava in giro entusiasta.
Spuntò la Galatea film che si
102
offrì di produrre i film. Regia
di Carlo Lizzani. Dario era
troppo inesperto per aver
voce in capitolo con gli
sceneggiatori che gli avevano
messo al fianco "sei autori in
cerca del personaggio" li
definì
Nello
Santi,
il
produttore.
Ne è uscito un film sbagliato
con qua e là
momenti da
cineteca.
Avremmo dovuto
avere i mezzi e la forza di
ritiralo, rigirare quello che
non funzionava e riproporlo.
Ma non ci abbiamo nemmeno
provato.
Forse non l'abbiamo nemmeno
pensato.
Clamoroso
insuccesso.
(troppo avanti
Ricordarsi TATI) Credo che
sia il film che ha incassato
103
meno negli ultimo 50 anni.
Dopo lo Svitato decidiamo di
trasferirci
a
Roma.
Affittiamo un appartamento
in via Bruno Buozzi. Piccolo,
ma bellissimo, con un enorme
terrazzo. Ricordo che al
tempo
dello
scandalo
internazionale, Ingri Bergam
lascia il marito e si mette con
Roberto Rossellini e vengono
ad abitare nel palazzo vicino
al nostro, gli amici fotografi
appostati sul nostro terrazzo
in attesa di scattare qualche
foto dei due innamorati. A
proposito di questo grande
amore ricordo un fatto che
stava sulla bocca di tutti noi
dell’ambiente. Rossellini da
anni stava con Anna Magnani.
Era un amore di vecchia data.
104
I
giornali
iniziano
a
mormorare
del
rapporto
Rossellini-Bergam. Un giorno
Rossellini
che
alloggiava
all’hotel Exelsior in via Veneto
scende e sussurra al portiere:
Aspetto un telegramma. Non
me lo consegni. Verrò io a
ritirarlo. Poi se ne va
tranquillo
al
ristorante
dell’hotel a pranzo con la
grande Anna Magnani.
Evidentemente
per
un
disguido il telegramma viene
portato
al
tavolo
del
ristorante. Rossellini fa buon
viso a cattiva sorte: dà
un’occhiata
di
sfuggita
indifferente come fosse un
messaggio di poca importanza,
certamente
nascondendo
l’agitazione
e
mandando
105
accidenti
al
maledetto
portiere e se lo mette n tasca.
Come ogni donna sensibile e
innamorata,
Anna
capisce
immediatamente il “latore
della presente”: In quel
momento sta ordinando degli
spaghetti.
Il
cameriere
premuroso,
prende
nota.
“Matriciana… ci metta molto
pomodoro…
possiamo
aggiungere anche acciughe… lo
so che non ci andrebbero… ma
io ho desiderio di un piatto
forte… Pepe… tanto pepe… e
salmone ne avete? Sì.. pure
quello! Mi raccomando! Doppia
porzione!”
Il cameriere
interdetto.
se
ne
va
I due parlano del più e del
meno.
106
Sereni.
Arrivano gli spaghetti.
Anna si complimenta per il
gran piatto e con molta calma,
si alza e con un gesto da
grande attrice, solleva la
straboccante porzione e la
versa tutta sulla testa di
Rossellini, e se ne esce con
passo
da pantera,
dalla
comune.
Quante donne dorrebbero
avere la fantasia e la forza di
rovesciare
pentoloni
di
minestrone
bollente
sulla
testa dei mariti!
Dario alterna al lavoro di
attore
quello
di
sceneggiatore,
e
viene
addirittura scritturato fisso
alla Ponti de Laurentis come
107
gags-man a 2.000.000 di lire
al mese. Una cifra!
Collabora con sceneggiatori
del calibro di Age Scarpelli
Pinelli
(sceneggiatore
di
Fellini) Antonio Pietrangeli.
(indicare films.
Titolo).
Io interpreto partacce in film
tutti lacrime, core, cosce e
zinne. Sono quasi sempre in
cartellone
come
"partecipazione
108
straordinaria".
Ero ben
retribuita, ma quei film di
straordinario non avevano
null'altro che il materiale
umano col quale, a volte,
venivo in contatto. L’incontro,
ad esempio con TINA PICA
una caratterista di gran
valore, è stato uno di quelli.
Film: la zia d’America va a
sciare. Orrendo. Tina Pica era
una
donna
formidabile,
diventata celebre con i film di
De Sica. Il suo successo oltre
alla naturale bravura era
dovuto anche alla sua voce e al
suo viso: una maschera da
Commedia dell’arte.
Si parlava spesso insieme
durante le pause e il pranzo.
Ci siamo affiatate subito. Era
figlia d’arte come me e le
109
piaceva un sacco raccontare
della sua vita e sentire della
mia. Ad un certo punto
parlando delle commedie che
le
nostre
famiglie
rappresentavano, le accennai
al mio debutto a tre anni nella
Passione del Signore. “Anch’io
l’ho
fatta…
interpretavo
Giuda!” Me la son vista davanti
impegnata in quell’insolito
ruolo per una donna e non ho
potuto far a meno di
scoppiare in una risata.
Riprendiamo a girare, e come
la Pica inizia a pronunciare la
sua battuta, non riesco a
trattenere
il
riso.
“Rifacciamo” dice il regista
calmo. “Scusate…” mormoro
seria. Arrivati al nono ciak, nel
nervosismo generale le mie
risate squillanti non davano
110
tregua. Pausa. Uscivo, mi
mettevo a correre per almeno
7 minuti (correre mi ha molto
aiutato
nella
mia
vita).
“Smettila – mi dicevo –
bell’attrice!
Vergognati!!”
Tornavo sul set ricomposta.
Serissima. “Scusatemi…” “Si
riprende!” E via che mi
ristoppiava la ridarola. Ormai
era una reazione nervosa.
Volevo
morire.
Ed
ho
continuato a ridere per
almeno
un'altra
mezzora.
Questa mia condizione quasi
isterica, ha costretto il
regista, dal momento che il
film doveva pur finire,
a
girare le nostre scene in
momenti diversi, divise, campo
e controcampo. Lui diceva la
battuta della Pica e io, a tono
rispondevo. Questo, nei miei
111
ricordi è
simpatici.
uno
tra
i
più
Nel ’57 vengo scritturata dal
teatro Arlecchino di Roma,
per interpretare un testo di
Feiduau che sembrava scritto
per me: "Non andartene in
giro tutta nuda" con Gianni
Agus e altri attori… ora tutti
scomparsi. Sono una vecchia
signora. Modestia a parte,
posso dire di aver avuto un
gran successo.
Dario, si stacca con la testa
dal
suo
lavoro
di
sceneggiatore
cinematografico, e punta gli
occhi su gli atti unici. Lo
coinvolge l’idea di raccontare
una storia che si risolve in una
sola ora. Di botto scrive per i
fratelli Bonos, due clown, un
112
fantastico atto unico "Gli
imbianchini
non
hanno
ricordi"… troppo avanti per
quei cervelli: non ne hanno
fatto nulla. L’idea di “atti
unici” lo attrae. Ne scrive un
altro. “L’uomo nudo, l’uomo in
frack” E un altro: “Non tutti
i ladri vengono per nuocere”,
Ci ha preso la mano. Sta dieci
ore filate alla sua Olivetti 22.
Ecco che fresco fresco, mi
serve sul piatto a pranzo:
“Gli imbianchini non hanno
ricordi”.
Jacopo, un frugolino di due
anni, ascolta suo padre quando
mi legge testi e ride come un
matto. Non penso riuscisse a
capire il contenuto… era Dario
che
lo
divertiva…FARE
MEGLIO
113
Sono entusiasta. A quel punto
gli propongo di ritornare a
Milano e farci una compagnia
tutta nostra.
Ci proponiamo a Paolo Grassi –
1957 allora direttore del
Piccolo Teatro che ci regala
fiducia, amicizia dandoci la
possibilità di debuttare da lui,
durante
i
mesi
estivi.
ANDIAMO IN SCENA con
"Ladri,
manichini
donne
nude",quattro storie che si
avvalgono del classico gioco
dell’equivoco,
scambi
di
persone, scale infinite che
attraversano la scena e gag
clownesche.
Debuttiamo in un caldo
infernale, tutti soli, (sì,
c'erano altri attori da noi
scritturati,
ma
la
114
responsabilità della compagnia
era tutta nostra. I denari ce li
aveva prestati il padre di
Dario) Scritto diretto e
interpretato dal mio grande
marito, sue erano anche le
scene e i costumi.
Io facevo l'attrice ma mi
occupavo di un sacco di cose.
Mio fratello Enrico era il
nostro amministratore, pure
attore se necessario.
Ha
guidato la nostra compagnia
con grande abilità, riuscendo a
farci stare in piedi anche
senza alcun aiuto ministeriale
né dell'ETI (Ente teatrale
italiano) che avrebbe dovuto
appoggiare più che mai la
nostra compagnia in quanto
recitava opere di autore
italiano.
115
Ma sia noi che EDUARDO De
Filippo abbiamo avuto grazie
alle nostre scelte politiche,
vita grama con tutte le forza
statali e parastatali.
Invisi al potere.
A proposito di Eduardo ho un
ricordo bello da una parte e
agghiacciante
dall’altra.
Recitavo “Tutta casa, letto e
chiesa” nel 77 al cinemateatro
Espero,
in
via
Nomentana.
Un
cinemone
periferico, esaurito tutte le
sere. “Tutta casa…” era u un
fantastico
testo
sulla
condizione della donna, non in
chiave piagnone come erano i
testi femministi di quegli anni,
ma
in
chiave
satiricogrottesco, pieno di risate,
disperazione e malinconia.
116
Grandissimo
successo.
Le
donne si riconoscevano… gli
uomini pure. Una sera mi
comunicano che Eduardo era
in platea. È’ difficile che mi
emozioni… ma era proprio
emozionata di avere tra il
pubblico Eduardo. Alla fine
dello spettacolo mi arriva in
camerino, lui, in persona, il
grande
attore-autore.
Emozionata lo abbraccio. Mi
batteva il cuore. Mi ha detto
cose bellissime. Sincere. Io
stavo male. Avevo un braccio
molto dolente. Ne parlerò più
avanti. Per lenire il dolore
continuo, Dario aveva saputo
di
una
formidabile
macchinetta americana, che
ponendo gli elettrodi in due
punti
precisi
del
polso,
producevano
come
“una
117
parete” tra te e il tuo il
cervello togliendoti così il
dolore. Non so spiegare
meglio. Come Eduardo mi parla
di un gran dolore dietro al
collo
che
lo
tormenta,
impedendogli
quasi
di
lavorare, come un fulmine gli
mostro la mia macchinetta del
miracolo e insisto perché la
provi. “Te la metto io… è
semplicissimo…. Vedrai come
ti
sentirai
bene…”
Poi
riflettendo dico: Chiedi al tuo
medico quali sono i punti su cui
è bene applicare gli elettrodi.”
Lassù qualcuno mi ama.
L’indomani mattina Eduardo mi
telefona. “Meno male che non
mi hai applicato la tua
macchina infernale. Ho il
pacemaker. Sarei andato in
118
tilt.” A momenti svengo.
Maledizione alla mia mania di
aiutare il prossimo. Mi sarei
trovata Eduardo morto in
camerino! Prosegue: “Posso
rubarti ancora un minuto?”
Pensate voi, uno come Eduardo
che chiede a me il permesso di
rubarmi ancora un minuto.
BIANCA ARRIVATA QUI
Non avevo parole. “Vorrei
girare per la televisione il mio
atto unico: il monumento. Ho
un lungo carteggio tra me e la
Magnani… ma mi vuole imporre
un attore che non mi
interessa. Lo farei volentieri
con
te.”
Respiro
fondo.
“Quanto
durerebbe
l’impegno?” “Io giro un minuto
al giorno.” Si trattava di oltre
119
un mese di lavoro. Non ho
potuto digli “Sìììììì!” Stavo
troppo male col braccio, ne
parlerò più avanti. Morfina 2
volte al giorno. Ho rinunciato
con gran dolore. Non mi
sarebbe più capitata un
occasione così in tutta la mia
vita.
Porto “Tutta casa…” intorno
per l’Italia. L’ho tenuto in
cartellone sino all’88.
ARRIVATA QUI
Salto qua e là… mi è difficile
andare con ordine. Alla mente
mi saltano fatti e storie in
quantità esagerata. Dove ero
rimasta?
Ah
sì,
"Ladri,
manichini
donne
nude"
ACCENNARE CONTENUTO E
NUOVO TIPO DI TEATRO
120
Sull’onda del successo ottenuto a
Milano, nel 58, riceviamo la
proposta di avere uno spazio
all’interno della stagione teatrale
del Teatro Stabile di Torino. Dario
scrive "Comica finale", quattro atti
unici ambientati nell’800. Mi
aveva ascoltato quando raccontavo
a Jacopo per farlo addormentare, le
comiche che recitavo con i miei.
Le “butta giù”, me le legge… OK:
“sono bellissime!”. Le hai riscritte
migliorandole… attualizzandole.
Bravo!” Ma
di quelle storie
leggere che gli avevo passato
"bocca a bocca", la migliore era
"un Morto da vendere" che aveva
completamente
creato,
ambientandolo nell'800 come gli
altri.
Il migliore.
Non si pensi che accecata
dall'amore possa dare a Dario
meriti che non ha.
Non l'ho mai fatto. D'altro canto
basta leggersi i testi pubblicati
121
da
Einaudi
per
constatarlo.
122
Terminato il contratto con
Torino, formiamo compagnia,
rileviamo scene e costumi
dallo Stabile, e portiamo lo
spettacolo
in
tournée
alternandolo
a
“Ladri,
manichini e donne nude” per
altri 6 mesi.
Riprende
il
grande
boicottaggio governativo e
dell’ETI
(Ente
teatrale
123
italiano,
che,
come
già
abbiamo detto, ma non è mai
male
ricordarlo,
avrebbe
dovuto appoggiare la nascita
di compagnie di giovani, invece
non solo non ci dava piazze, ma
le rare ci venivano retribuite
con cifre vergognose. Ministro
della cultura a quel tempo era
Andreotti).
Difficoltà
finanziarie, superate solo
perché
le
colonne
della
compagnia eravamo noi, quindi
la retribuzione la prendevamo
quando c’era. La nostra forza,
erano i diritti d’autore con i
quali praticamente, si viveva.
Paolo
Grassi,
ancora
direttore del Piccolo Teatro,
viene
in
nostro
aiuto
offrendoci il
Gerolamo di
Milano,
magnifico
teatro
124
"all’italiana"
dei
primi
dell’800 di soli 200 posti e
con palchi, conosciuto come
teatro delle marionette, (ci
lavoravano
stabilmente
i
fratelli
Colla
celebri
marionettisti).
RICORDARSI DIFFICOLTà
FINANFIARIE.
STABILE
TORINO;
EPISODIO
"CANNAS L'AMORE è PIù
FORTE
Siamo al teatro Gerolamo di
Milano. Andiamo avanti con
grande fatica.
Il teatro è
conosciuto come teatro delle
marionette.
Se il mio
cuore aveva un fremito al
ricordo della mia famiglia,
questo fremito non poteva
riempirci il teatro.
Il
debutto fu un disastro.
125
Abituati
ai
palcosceninci
grandi, il trovarci senza
prova alcuna in uno spazio
grande come il bagno di casa
mia, ci ha messi in grande
difficoltà.
Devo
riconoscere, che come unica
volta
nella
storia
della
nostra compagnia, la critica
ufficiale
presente
allo
spettacolo
non
ha
menzionato i 3OOO incidenti
che si sono susseguiti nelle
tre ore.
Eravamo contenti di aver
trovato
una
tregua
all’affannosa ricerca di piazze.
Terminata la stagione al
Gerolamo,
partiamo
in
tournèe. Quante difficoltà!
Boicottaggio generale. Ci si
misero
anche
i
preti.
All’ingresso delle chiese, in
126
bella
vista,
c’era
un
comunicato che sconsigliava ai
fedeli di vedere i nostri
spettacoli.
Finalmente
la
nostra tournèe termina il 3
giugno… ma siamo ottimisti:
Proprio in quel teatro, quasi
sempre vuoto ci è arrivata
inaspettata la possibilità di
debuttare in un grande
teatro: il teatro Odeo. Papa,
il proprietario del grande
Teatro Odeon di Milano, dopo
averci visti al Gerolamo ci
contatta:
“Caro
Dario,
complimenti! Lo spettacolo è
straordinario, voi tutti siete
bravissimi. Se ce la fai a
scrivermi una novità… a
settembre ti do l’apertura
della stagione.”
127
FESTIVAL DELL’UNITA’
Vediamo un po'... cos'era?... il
67... 68?... 41 anni fa! Me ne
sono fatta un sacco di festival
dell'Unità...
c'era sempre
Pajetta per il comizio di
chiusura, e io che gli offrivo
un cestino vietnamita. Tutti
gli
anni
col
cestino
vietnamita!... e sono certa che
il cestino era lo stesso.
Mi facevo il mio stand...
vendevo di tutto, un anno
libri... un altro prodotti russi...
Una volta perfino scarpe, ho
venduto scarpe per bambini.
Era il 1966.
128
Ero andata in una ditta vicino
a Como... zona bianca. Tutta
D.C e destra. ed il Festival era
per la sezione del P.C. di
Cernobbio, il paese dove
abitavo con mia madre, Dario,
e i miei figli. Sì, ho detto
"miei
figli".
Tre.
Personalmente
ne
ho
confezionato
uno
solo...
Jacopo, ma ho tirato su altre
due bambine; Gaia figlia di mia
sorella divisa dal marito e
Enrica, figlia di mio fratello
diviso dalla moglie... Quando i
genitori si separano, i figli
pagano il conto. Mia sorella
dopo la separazione dal marito
riprese a lavorare e mise Gaia
in collegio. Andavo a trovarla.
La lasciavo con il cuore
stretto. L’estate lo passava
con noi, al mare. Anche
129
Le due bimbe vivevano una
situazione
difficile,
con
tristezza. Per prima ho preso
Gaia. In 'sta ditta di scarpe,
mi hanno fatto una gran
festa...: "Oh signora, che
onore! Me la ricordo in
Canzonissima...
"Tutti
si
ricordano di Canzonissima.
Come mio suocero della guerra
15-18, s'è preso anche una
medaglia
d'oro,
e...
un
ginocchio d'argento. "Brava,
brava com'era brava! Anche
suo
marito,
bravo,
bravissimo!" "Grazie... grazie...
Avrei bisogno di comperare...
delle scarpe non troppo
costose...per... una... festa
benefica..."
"Che
festa
benefica è?" "Ma... per dei
bambini..." Se avessi detto:
Festival
dell'Unità,
mi
130
avrebbero aizzato contro i
cani.
"Le do tutto il campionario... a
mille lire... " 1000 lire?! In
negozio le avrebbero pagate
almeno
20.000:
scarpe
magnifiche! Io le ho vendevo a
10.000 e chi le comperava,
faceva un affare. Scarpe,
tortini dolci, "pesca" dopo
aver girato casa per casa a
chiedere roba vecchia da
buttare... vasetti di fiori... Le
solite cose, insomma. Abbiamo
lavorato come belve per tre
giorni. Ero contenta come una
Pasqua... avevamo incassato un
sacco. Contavo i soldi con i
compagni...più di tre milioni!
Poi ho scoperto che tutto il
nostro attivo più "un debito"
che ci siamo dovuti accollare
131
tutti noi iscritti, erano serviti
per pagare una cantante che il
segretario della sezione aveva
ingaggiato
a
una
cifra
astronomica senza dire niente
a nessuno.
"Ma come, qui ci siamo fatti
un mazzo così per tirare su
quattro lire e tu le vai a
buttare, tutto per tuo conto...
per di più ti indebiti anche...
per una che viene a cantare...
di cui a nessuno frega niente...
e tutto per sfiducia nelle
nostre forze! E tutto per
scopiazzare quei megalomani
dei compagni delle città che
sono loro che sostengono il
mercato del disco facendo
cantare i cantanti ai festival...
per di più li strapagano... in
una sera si beccano cifre che
132
un operaio non vede in due
anni. (Cambia tono) Un po' di
demagogia.
(riprende
a
gridare) Tutto da solo decidi!!
Bel centralismo democratico!
Sai cosa sei? Uno stronzo! E
io straccio la tessera!" E tutti
che gridavano "Sì sei uno
stronzo!!
Stracciamo
la
tessera
stracciamo
la
tessera!"
Alla fine per evitare un esodo
in massa, ho dovuto far da
pacere e perdonare il Rocca...
si chiamava così il segretario
della sezione... Rocca... ma che
però
ha
dovuto
fare
l'autocritica, seduta stante,
davanti a tutti... Poi, abbiamo
brindato alla pace e hann
fatto
bere
anche
me
notoriamente
astemia...
133
stanchi morti e un po' ciucchi,
abbiamo cantato Bandiera
rossa e l'Internazionale ... e ci
veniva da piangere. A quei
tempi ci si commuoveva facile.
La sezione di Cernobbio... Ci
venivano anche i miei figli... si
organizzavano
serate...
dibattiti... litigate... Jacopo e
le bambine erano i più giovani
iscritti alla F.G.C.I della
Lombardia. Avevano 11 anni e
facevano la prima media.
(JACOPO
CERCA
DI
PRECISARE, non mi ricordo
bene) Erano molto attivi...
passavano tutte le loro ore
libere dalla scuola, a fare
inchieste. In una zona bianca
come il comasco... la brianza,
ad esempio, con carta e penna
o registratore fermavano le
donne del paese e candidi
134
chiedevano:"Cosa ne pensa
signora della pillola? Lei la
prende?" Immaginatevi le
reazioni! Oppure tornavano a
casa e: "Da oggi, tutto quello
che è americano...( si era
durante la guerra nel Vietnam
in questa casa non entrerà!" A
conti fatti si poteva mangiare
solo pane riso spaghetti. Via la
Coca-cola, via questo via
quello. Ogni cibo confezionato
veniva scrutato con grande
diffidenza e doveva essere
solo Made in Italy, massimo
roba Svizzera.
Jacopo, s'è preso anche uno
schiaffo da un insegnante...
c'era uno sciopero degli
studenti a livello nazionale...
loro tre, gli unici, stavano
davanti ai cancelli della scuola
135
e cercavano di convincere i
compagni a scioperare, il
professore di ginnastica li tira
per un braccio, li spintona e
cerca di farli entrare in
classe... loro fanno resistenza
e via che vola un ceffone sulla
faccia del "mio bambino"!!
Quel che è successo dopo non
ve
lo
posso
neanche
descrivere. Sono venuti tutti i
professori, preside compreso,
a casa nostra a chiedere pietà
per il malcapitato. Avevano
saputo
che
stavamo
organizzando la " marcia sulla
scuola" di Cernobbio, anche
con i miei compagni della
sezione Garibaldi... di Milano,
la più battagliera della città.
Abbiamo
perdonato,
ma
abbiamo preteso un cartello
affisso davanti alla scuola
136
dove il professore chiedeva
scusa ai ragazzi malmenati e
dove
si ribadiva il diritto
costituzionale di sciopero
anche del cittadino al di sotto
dei 14 anni. Mi ricordo che per
le elezioni del... (non mi
ricordo la data) mia mamma,
80 anni era a Montecatini, mi
telefona e mi fa: "Devo
tornare a votare..." "Mamma,
non preoccuparti... " dico
senza neanche un briciolo di
vergogna "stai lì tranquilla...
gli anziani possono votare
anche dopo..." Che stesse pure
a bersi le acque. Sapevo che
se fosse tornata in tempo
avrebbe votato D.C.! La sera
in sezione preoccupata ne
parlo con i compagni, ben
decisa a non fare avere un
voto in più alla Dc. e sbotto
137
solenne: "Compagni!, se mia
mamma torna, facciamo un
seggio finto qui, in sezione, le
diamo una scheda di quelle per
la propaganda.. e la faccio
votare qui." Silenzio di tomba!
Pausa. Il il segretario Rocca,
con la sua faccia onesta e
pulita
paonazza
di
indignazione, fa per parlare e
un compagno gli grida: "Zitto
tu, che hai speso i soldi per la
cantante che ancora stiamo
pagando i debiti!" Ricade il
silenzio di tomba... Tutto il
direttivo... che erano poi in
tre... quasi in coro fa:
“Pensiamoci su..." poi uno
intona "Avanti o popolo alla
riscossa..." gli facciamo coro,
commossi da tanto ardire! Poi,
per fortuna mia madre se ne è
138
dimenticata... Mi sono iscritta
al Pci... alla fine degli anni 50...
Ricordo che avevo partecipato
all’occupazione di un grande
ospedale
in
appoggio
al
movimento che femminista il
cui slogan era: ABORTO
LIBERO!
Tra la gente che ci guardava
c’era una donna sui 60 anni,
che ad un certo punto mi si
avvicinò. “Che fate? Perché
dimostrate? Cosa volete?”
Noto i suo abbigliamento dove
trionfava il nero, gli occhi
spenti, malinconici… lo stesso
sguardo di molte altre donne:
“La possibilità di fare figli
quando siamo pronte per
questo grande momento e non
di restare in cinta quando lui
139
si distrae o è ubriaco.” Mi
guarda
silenziosa
e
interdetta. “Venga questa
sera a teatro… le piacerà lo
spettacolo…
le
lascio
i
biglietti.” “Ma…” Non verrà,
penso.
Invece è venuta. Alla fine
della serata mi viene a
ringraziare.
L’anno dopo me la ritrovo
davanti dopo uno spettacolo. I
vestiti sono sempre neri, ma al
collo brilla una scarpetta
rossa. Sciarpetta rossa e una
forza nuova negli occhi:
“Signora… sono tornata a
vedere il suo spettacolo,
soprattutto per dirle che
dall’anno scorso ad oggi…
poco… ma qualcosa nella mia
140
vita è cambiato. Grazie!” e mi
abbraccia.
SEQUESTRO - STUPRO.
Incidente genova
“In quel periodo stavo assai
male per via di un braccio
infortunato.
Era capitato a Genova.
Dovevo tenere all'Italsider il
mio spettacolo "Tutta casa
letto e chiesa" 2000 biglietti
venduti e l’incasso andava agli
opera in occupazione.. Arrivo
in città la sera prima. Era
notte. Prima di entrare in
albergo avevo visto nell'altro
lato della strada, una farmacia
aperta.
Volevo lavarmi i
capelli e così avvertii i
compagni che mi seguivano
141
sempre,
allora,
Piero e
Roberto: "Vado in farmacia.
Torno subito" - "Aspetta ti
accompagniamo" dicono loro.
Dopo il sequestro di Milano
non sono mai uscita sola. "Ma
no, vado da sola,
torno
subito.”
La farmacia è illuminata e
splendente.
Io finalmente libera mi sento
felice,
compro saponette,
detergenti, shampoo e non so
che altro. Mi pareva di essere
in vacanza.
Con le mie
compere in mano esco dalla
farmacia e...
mi sveglio al
Pronto soccorso dell'Ospedale
San Martino. Più tardi vengo
a sapere che ero stata
travolta da un auto guidata da
un uomo angosciato e fuori di
142
sé perché era appena tornato
dallo stesso ospedale, il San
Martino,
in cui avevano
ricoverato la figlia anche lei
vittima di un incidente d'auto.
Che jella!
Ho passato la prima notte,
sulla barella del pronto
soccorso. Non c'erano posti
letto. Ma tanto io non capivo
nulla. Ricordo assai vagamente
la corsa dell'autoambulanza, e
un gran dolore al braccio
sinistro,
omero fratturato,
lamentavo un bruciore al
gomito, in poche ore il dolore
si propaga
all'avambraccio,
poi alla mano.
Mi diagnosticano: "causalgia"
cioé dolore urente, bruciante.
In due giorni ho perso
sensibilità alle dita, alla mano
143
tutta, al braccio. Insomma
paralisi.
Un ematoma
(toltomi due mesi dopo dal
Prof. Morelli, una montagna
di abilità e umanità che opera
all'ospedale
di
Legnano)
strozzava i tre nervi, ulnare,
radiale e mediano.
Dopo tre giorni dal ricovero
mi ingessarono.
Tre ore
d'intervento assai difficile,
eseguito dal Prof. Roncalli.
Sono stata a piangere 24 ore
su 24 per mesi e mesi:
antidolorifici potenti e in dosi
massicce minacciavano di fare
di me una tossicodipendente.
Più di una volta ho pensato al
suicidio.
Mi hanno salvato
l'amore
dei
miei,
in
particolare Dario e Jacopo. Di
grande aiuto mi fu il lavoro.
144
Infatti
dopo
otto
mesi
d'immobilità
decisi
di
riprendere. Ora, ho imparato
a convivere col dolore, mi
sono quasi abituata. Sono
passati 14 anni.
Al di fuori del nostro teatro,
per la RAI ho fatto per
pochissimo. "La professione
della signora Warren" di Shaw
con la regia di Gorgio
Albertazzi e qualche altra
partecipazione.
Ho debuttato a otto giorni, ne
il figlio della "Genoveffa di
Brabante", in braccio alla mia
mamma. Non parlavo tanto
quella sera lì...Via via che
crescevo, ho interpretato
tutti i ruoli possibili ed
immaginabili
maschili
e
145
femminili. Andavo a scuola, e
lavoravo la sera... Quante
volte mi sono addormentata
nelle casse dei costumi? Poi è
arrivata la guerra. A Varese
dove avevamo sede fissa... i
bombardamenti
non
si
sentivano... Sì, qualche volta
buttavan qualche bomba sulla
fabbrica d'aerei, la Macchi...
ma non la beccavano mai. Si
recitava a Varese e nei paesi
intorno. Si circolava con un
permesso speciale per le ore
del coprifuoco, ci spostavamo
con
una
corriera
che
chiamavamo "Balorda" a causa
del comportamento bizzarro
che aveva, che più che al suo
cattivo
carattere
andava
attribuito agli anni. In certi
paesi, nei quali ad una certa
ora del giorno si passava, nei
146
turnichè
particolarmente
ripidi, c'erano sempre dei
ragazzi che ci aspettavano... ci
spingevano
ridendo
come
matti,
poi
la
sera
ci
raggiungevano ed entravano a
godersi lo spettacolo gratis.
"Siamo quelli che abbiamo
spinto la "Balorda." "Passate".
Non era bello girare di notte...
durante la guerra ma noi
ragazzi,
non
ce
ne
accorgevamo... si cantava, si
rideva... evitando di guardare
fuori dai finestrini... Non si
vedeva una luce! Una notte un
gruppo di tedeschi e camicie
nere ci hanno tenuti bloccati
sino all'alba. Se quell'alba
avesse portato la notizia di
una missione tedesca andata
male ci avrebbero fucilati
tutti.
L'abbiamo
saputo
147
qualche giorno dopo. Altre
volte,capitava
che
ci
fermassero dei partigiani.
Non
dicevano
"siamo
partigiani"
ma
erano
in
borghese con i mitra! "Signor
Rame - facevano a mio padre ci dà un passaggio?" Li
facevamo salire. Più avanti
capitava
d'incontrare
picchetti fascisti
che ci
fermavano. Un'occhiata al
lasciapassare "Buona sera
signor Rame... com'è andata la
serata?""Benissimo!" "Buona
notte."... "Buona notte" e via
che ce ne andavamo... senza un
goccio di sangue in faccia a
cantare con più forza di
prima. Anche i partigiani
cantavano. Gridavano più di
tutti! Dicevo che mi ero
iscritta al PCI alla fine degli
148
anni 50. Mi ricordo che il
giorno
dell'iscrizione
ero
molto
emozionata.
Ci
sarebbero voluti due compagni
a
presentarmi,
ma
ero
conosciuta... quindi se ne è
fatto a meno. Ho fatto il mio
primo colloquio politico con
Tortorella... me lo ricordo
dietro alla scrivania... molto
compreso nel suo ruolo... un
po' imbarazzato.. ma serio...
fin troppo. Quanti anni sono
passati...
quanti
salti
all'indietro abbiamo fatto!
Quanta "roba" è crollata,
muri... fede, ideali, ideologie...
speranze...illusioni...(Ricordars
i manifestazione blocco giro
d'Italia.
"Siamo
con
te
Dario").
Nei primi anni del settanta...
149
non mi sono più riconosciuta
nel PCI. vedevo che teoria e
pratica se ne andavano per
strade diverse... che quello
che mi capitava intorno, non
corrispondeva a quanto stava
scritto dietro la mia tessera...
allora, come tanti, me ne sono
uscita. (1)
Ho scritto un monologo che a
distanza di tanti anni mi
diverte farvelo leggere. IL
SODALIZIO INFAME!
"Come hai dormito..." mi
fa..."Bene...." "Scendi a fare
colazione?"
..."No,
non
subito...(si schiarirsi la voce)
Ti devo
parlare.... Stiamo
calmi
però...
Siediti...
sopratutto non alziamo la
voce... c'è gente in casa e non
vorrei...."
150
Lui
si siede
sul
letto
passandosi una mano sulla
fronte. Ogni qualvolta si
affronta (naturalmente sono
sempre io che parto) questo
argomento e lui "sa qual'è", in
un secondo è madido di
sudore... ma proprio bagnato
fradicio. Mai vista una cosa
così repentina. Come girare un
interruttore.
Gli
prende
un'emozione che gli parte...
dal profondo... diciamo... della
coscienza... sono tutti i suoi
sensi di colpa, che gli
affiorano insieme. BUM!: ecco
l'effetto sauna".
"Caro, vorrei
andassi...."
che
te
ne
"Perché?!" Gli manca il fiato.
"Non reggo più la vita che
stiamo facendo. Non ce la
151
faccio più a stare con te...
Negli ultimi 20 anni sei
sempre stato innamorato.
Sempre di un'altra... e mai la
stessa. E d'estate di più. Ed
ora siamo in pieno luglio!Non
ce la faccio più a vederti dalla
mattina alla sera guardare
l'orologio per controllare se
"è
l'ora
buona"
per
telefonare... alla fidanzata di
turno... Con questa, dalle 11
alle 11 e mezza, non ti tiene
più nessuno... e poi anche dalle
due alle tre... la sera... dalle 7
alle 8. Non sopporto più il tuo
evidenziare, senza volerlo per
carità, ogni tuo rapporto con
l'altro sesso con movimenti
telefonici... senza misura... e
sopratutto
senza
tenere
conto che ci sono anch'io al
mono, e al tuo fianco, per di
152
più. Anche se sei innamorato
pazzo... ed è legittimo... anzi,
beato te!, mi disturbi troppo...
le scuse che tiri fuori per
uscire a telefonare... mi fanno
imbestialire perché sono un
oltraggio
alla
mia
intelligenza... : riprendo, "vado
dal
parrucchiere"-"ma
è
lunedì...""Ah sì?..." - pausa "Ti andrebbe di mangiare del
pesce ?"-"Ho già fatto il
lesso...""Ma m'è venuta voglia
di un bel pesce... vado a
comprarlo...
così
mi
sgranchisco anche un po'...""Sta diluviando...""L'acqua fa
bene... fa diventare più alti""Guarda che a 66 anni...non si
cresce più... ( al pubblico) Una
toccatina
alla
tasca
posteriore dei pantaloni per
essere certi che l'agendina
153
nera dell'amore sia lì... anche
la tesserina della Sip... sì,
c'è... bene... "Torno subito...
Vuoi qualcosa cara?..."
e
tornava quasi subito... con
pesce per 30 persone, non è
stato mai capace a regolarsi
con la spesa... e con 24 rose
rosa del "nostro" colore... e un
bigliettino "Ti amo cara tanto
tanto." Il bello è che è vero.
E' vero! Lui mi ama. Tanto
tanto. qualche volta mi viene
da pensare: "Chissà cosa
succederebbe se mi odiasse.
Mi strapperebbe i denti ad
uno ad uno senza anestesia...
gli occhi... le unghie. Ho
sofferto molto in questi ultimi
20 anni. Lui non se ne rende
conto. Lui, non capisce. "Tu hai
il fuoco di Sant'Antonio nello
stomaco per non dire nel ..."
154
"Vedi caro"... io sono molto più
creativa. Mi muovo meglio...
voglio dire... mi sono "sempre"
mossa, quando mi muovevo...
meglio di te. Ora sono
immobile - qui ho dato giù un
po' con la voce, bassa intensa,
sofferta...
ma
attenti,
soffrivo davvero - come una
casa popolare senza nemmeno
un inquilino: un palazzone
orribile pieno di stanze
vuote...
pronto
per
l'autocrollo"
Come mi sia uscita una frase
così, di luglio... con quasi 40
gradi, non lo saprò mai. Non lo
saprò mai!
Ci devo far sopra una
canzone... Non ci sono mai
canzoni sulla disperazione di
una
donna
"vecchia"
155
abbandonata dal marito o "col
marito coglione"...(inventare
qualche strofa) o che parli
della menopausa...
(Consigli sulla menopausa,
proseguire,pillole
cerotti.
Continuare insomma.)
No, solo canzone d'amore... o
di sesso. (Citarne qualcuna
ridicola la devo trovare
perché non ascolto più la
musica. Perché non ascolto più
la musica?)
(al pubblico) Non ho capito
che
mestiere
faccia
la
"turnante"... Non so chi sia...
E' che il diavolo fa le pentole
e non i coperchi. Sono andata
a trovarlo, stava fuori Italia
per lavoro, dopo sua, più che
insistente richiesta via fax, 11
fogli, per convincermi a
156
raggiungerlo... (che, visti gli
avvenimenti del proseguo, mai
capirò il perché.) " Vieni ti
prego, ti voglio vedere stare
con te amore vienivienivieni..
ecc.
Vado.
Tutto
bene,
sembravamo
persino
felici...Qualche
tensione
trattenuta tra le mie budelle
quelle due o 5 volte, (un
ossessione? a quell'età lì,
capita) che spariva per
telefonare...
tanto
da
procurarmi una fibrillazione
acuta, due medici nella notte,
elettrocardiogramma,
per
fortuna niente di grave tolto
le occhiaie il giorno dopo.
Per il resto, tutto bene, come
ho detto, sembravamo felici.
Come al solito, le cose più
noiose le faccio io, (forse
157
m'ha fatto venire per quello):
prenotare gli aerei, fare le
valigie, pagare il conto... e col
conto, mi ammollano 5 fogli
con la trascrizione elettronica
delle telefonate.
Do una
guardata ai 5 fogli 5 e mi
siedo... Sono molto emotiva...
Sto per svenire.
Ma sì, lo so che ha la ragazza,
lo so che le telefona, ma non
vi nascondo che fa una certa
impressione vedere nero su
bianco, per pagine e pagine
ore 23 e 5 numero telefonico
mio.... ore 23 e 8 numero
telefonico della ragazza... ore
10 e 15 il mio, ore 10 e 21 ... A
me, sempre la precedenza...
eh... sono la moglie. e via così
per telefonate e telefonate...
ore 5, e 27 numero della
158
ragazza... Meno male che non
ha chiamato me, alle 5 e 20
che lo ammazzavo. Perché la
chiama alle 5 e 27?!! Poi ore 4
e 50... ma che cazzo di lavoro
fa?... Poi di colpo nessuna
telefonata al numero amato:
per tre giorni solo telefonate
a me e tante, come sempre.
Ecco, l'aveva raggiunto.
Come in un film a doppia
velocità mi sono rivista tutta
la mia vita e la sua, dell'ultimo
periodo
attraverso
quelle
telefonate. Tutta la nostra
vita. Sono stata seduta una
ventina di minuti. Mi girava
tutto. Mi sentivo svenire.
Come quella volta che eravamo
al mare... In quel periodo lui
stava "assolutamente" solo
con me... Eravamo sposati da
159
poco... No, non ridete... per
almeno 20 anni mio marito m'è
stato fedelissimo.
Forse. E' negli ultimi 20 anni
che... Vi stavo dicendo del
mare... io stavo a riva con mio
figlio che aveva come un 5
anni... mio marito faceva il
bagno, appena appena un cento
metri più in là, con la mia
migliore
amica...
un'amica
vera. Ne esistono sapete.
Beh... ad un certo punto, non
so per quale effetto ottico... li
ho visto avvinghiati. Forse
stavo avendo una visione
negativa
mandatami
dal
diavolo o dal Signore per
mettermi alla prova... Non so...
Sono svenuta.
svenuta!
Veramente:
Mi sono rispresa con le urla
160
strazianti del mio bambino
"mamma mamma... aiuto la
mamma muore" e
stavo
proprio morendo in quanto
ero caduta in avanti con la
testa in acqua... che per
quanto
bassa
sia,
sull'
Adriatico,
bastava
per
affogarmi: mi stavo autoaffogando per amore.
Io voglio molto bene a mio
marito... anzi... lo amo... Il
disastro sta tutto qui: Che lo
amo ancora dopo 40 anni.
Mio figlio dice: "guarda che
non è più quello che hai
conosciuto...
sono
passati
molti anni... Anche tu sei
cambiata... anche tu non sei
più
quella
che
lui
ha
conosciuto. Tu sei innamorata
di una persona che non esiste
161
più. Tu sei innamorata di un
ricordo."
"No,
io
sono
innamorata di lui!" Lui, lo
conoscete
tutti...
lui
è
veramente extra, delicato,
spiritoso, ironico, di una
intelligenza superiore... canta,
dipinge, scia... le ha tutte...
eclettico... geniale, anzi è un
genio
riconosciuto...
Per
bene... ha un gran fascino... Ma
oggi... in questa mattinata
dove sono decisa a dire
"basta", penso che forse ha
ragione mio figlio: sono
innamorata di un ricordo.
Guardo mio marito... e di colpo
lo vedo com'è... non come l'ho
"sempre" visto... come è
realmente.
Di colpo vedo le sue gambette
corte... Beh, le ha sempre
162
avute corte, non è che gli si
siano accorciate con l'età... è
che quando era snello... non si
notavano tanto... le sue
braccia...
che
impazzivo
quando mi abbracciava... Ma
erano quelle cose lì? Due
braccettine
senza tono
muscolare... da imprenditorintellettual...
stomaco
e
ventre prominenete... un po' ...
(si esprime con un gesto)
pettorali che.. insomma, un po'
giù... Gli occhi così intensi,
neri come il carbon... che
quando si perdevano nei miei,
mi
facevano
tremare...
svenire... ora li vedo sbiaditi...
quattro capelli in testa... la
faccia stanca... le guance... che
se gira la testa di colpo... vola
via. Ciò nonostante c'è una
parte di me... che anche in
163
questo momento, sente una
grande tenerezza per lui.
Maledizione,
s'invecchia?
ma
perché
Dovrebbe farsi la plastica penso... dovrebbe farla.
La plastica
NON LEGGERE
SUICIDIO
Io l'ho fatta... mi sono tirata
via di colpo quei dieci anni che
m'intristivano...
è
stato
quando lui si era fidanzato
ufficialmente con... Quando ho
avuto la certezza che mio
marito faceva sul serio con
una ragazza di 37 anni... più
giovane di lui, che se ne
andava in giro, che si faceva
vedere che frequentava gli
amici comuni che" attenti a
164
non fare gaffe, che stassera
arriva la moglie" ho fatto il
giro delle farmacie di Milano...
non che meditassi chissà che...
ero come in trance... una
bustina per volta, e Veronal e
Veramon
e
Gibalgina
e
Optalido...
Le
comperavo
così... senza determinazione...
Non si sa mai. Sempre meglio
essere pronti all'occorrenza...
Per tre giorni ho girato
farmacie. Poi sono andata da
lui e gli ho detto che partivo.
"Dove vai?..." "Non so...." "Ma
perché te ne vai... io ti amo...
tu conti più di tutti al
mondo..." "Sì. Ciao"
Salita in macchina di colpo non
mi è venuto in mente neanche
un posto dove mi sarebbe
piaciuto andare. Li ho fatti
165
passare tutti. Ho pensato
anche all'estero vado a
Parigi... Londra... Bruxelles...
Dopo un'ora di riflessioni e
giri turistici col cervello,
prendo tempo e vado in
ufficio. E' sabato pomeriggio.
Non c'è nessuno ne deve
venire nessuno. Sì, nel mio
ufficio: 360 metro quadrati,
11 stanze. Beh, a parte questo
fatto, vado nel mio ufficio.
Imprevisto! C'è mio nipote e
un
nostro
collaboratore:
Walter. "Che fate qui?"
"Nulla... avevamo da chiudere
una
storia...
stavamo
andandocene. E tu che fai?"
"ho da fare..." Loro se ne
vanno. Mi sono guardata
intorno... Pensavo a lui, che
sicuramente
aveva
già
166
telefonoato alla ragazza del
momento: si chiamava Maria, o
Stella, o... non mi ricordo
più...:"è partita puoi venire".
Tolgo dalla borsetta tutto
quello che ho,libretti degli
assegni, chiavi di casa, della
cassaforte. Non mi viene da
scrivere niente. A chi dovrei
chiedere perdono? E perché?
A mio figlio forse... Ma no, sta
crescendo, ha la sua vita... io
non servo più nemmeno a lui.
Forse ero un po' depressa
(ride). Sentivo che già non
esistevo più, che ero già
morta. Senza interessi per
niente e nessuno. Brutta
storia.
Casermona
popolare
trecento appartamenti
nessuno dentro.
di
con
167
Ho tolto dal cartoncino...tutte
le mie pastiglie... ne ho fatto
un bel mucchietto davanti a
me.
Ho preso una scodella, l'ho
riempita d'acqua ne ho messe
tre o quattro in bocca e giù a
bere.
Su un foglietto ho annotato: 3
e giù a bere, più 3.... e, fanno
6... più 3 e fanno nove... Devo
dire che si fa una gran
fatica... ti si impasta la
bocca...
non
riesci
a
deglutire... ti viene voglia di
smettere... ancora 5... Ma cosa
sto facendo?! ancora tre... e
5... Credo di essere arrivata a
50...Da un pò non segnavo nulla
sul foglietto... Chissà perché
mi era venuta questa idea del
segnare... forse per potermi
168
regolare quando stendermi.
Ora mi mi gira la testa... mi
vado a stendere... continuerò
a prenderle da stesa... Arrivo
al divano... mi gira tutto...
bevo un po' d'acqua ancora...
poi la scodella mi cade... e non
ci sono più... "Che bellezza è
finalmente finita... adesso sì,
che dormo!!" credo sia stato
l'ultimo pensiero.
Invece no.
Sento che mi sollevano di
peso,
mi
costringono
a
camminare...
mi
parlano,
gridano, io mi lascio andare
non reagisco, non voglio
reagire "deve camminare non
fermarti! Falla camminare!"
ma chi parla?...Chiama il
marito...
telefona
all'ambulanza..."Quante ne hai
169
prese parla!" E' la voce di mia
sorella... "Pensa a tuo figlio,
maledizione quante ne hai
prese?" chi è questo...mio
marito... Ci sono proprio tutti.
Tutti uniti.
Una festa di famiglia.
"Sbrighiamoci...
ha
21
pulsazioni... portiamola via"
Chi ha parlato... gli infermieri
dell'autoambulanza. M'infilano
in
un
lenzuolo
per
trasportarmi...
mi
sento
urlare... e non so proprio forse
la rabbia mi faceva uscire il
fiato o forse l'ho sognato
"voglio morire!!! Lasciatemi
maledetti voglio morire!!!" Per
un anno intiero non sono
andata nel mio ufficio. Morivo
di vergogna. Non capita tutti i
giorni di essere trasportata
170
per le scale avvolta in un
lenzuola perché la barella non
passa, tra gli sguardi degli
inquilini allibiti "una signora
così per bene!...pensa te!..."
finire al Pronto soccorso
seguita da una decina di
parenti mariti sorelle e la
gente che ti guarda e i medici
gentili che ti fanno iniezioni
da ogni parte, una flebo nel
braccio... ti fanno bere un 700
litri d'acqua con dentro non so
che...
"vomiti
signora
coraggio" e tu che tiri su
l'anima e tutti sono contenti e
non ti trattengono perché sei
persona
conosciuta
sì,
capiscono....ma
certo
lo
scandalo, i giornali... si figuri...
e via che torni a casa e dormi
per un 5 giorni e quando ti
svegli sei così debole che non
171
capisci se è bene che ti sia
andata bene, e se ti è andata
bene veramente.
Riprendi a vivere la tua bella
vita di merda... un po'
imbarazzata...
senza
il
coraggio di guardare la gente
negli occhi.. e tutti che ti
trattano come una che è
matta... e non come una che ha
bisogno d'amore.
Ho sempre avuto un morboso
bisogno d'amore.
Da piccola, avevo un 5, 6 anni
e per attirare l'attenzione dei
miei, ho rovesciato qualche
goccia d'inchiostro rosso nel
mio vasino della pipì. La mia
mamma, sconvolta... mio dio,
s'è sviluppata a sei anni!... No,
no.. forse è un fatto renale,
chiama il dottore, chiama il
172
dottore,
tutti
gridavano,
piangevano... e quando, felice
di tanta attenzione ho tirato
fuori
la
bottiglietta
d'inchiosto
rosso,
hanno
capito... m'è arrivato un
ceffone dalla mia mamma, che
ogni volta che sento l'odore
dell'inchiostro, mi tocco una
guancia.
Meno
male
che
inventato le biro!
hanno
"La prossima volta mi andrà
meglio." Ho avuto addosso per
anni la voglia di ammazzarmi...
specialmente quando scoprivo
un nuovo amore di mio marito.
Maledicevo
la
mia
debolezza...la mia incapacità
di reazione, di prendere su,
come si dice, e andarmene.
Stavo lì come una lumacona...
173
senza forza ne idee... a
crogiolarmi
nelle
mie
disperazioni invece di... che
so, andarmene... ammazzarlo...
bruciarlo...
Cos'è?... non mi verrete a dire
che voi mai... mai neanche una
volta avete pensato o tentato
di ammazzarvi.
E allora ho fatto il liftingh.
Il liftingh l'ha fatto, a parte
le attrici, anche quelle che
minacciano
querele
se
qualcuno dice che hanno fatto
la
plastica,
anche
Mastroianni... Manfredi... lo so
di certo... l'han fatta un sacco
di uomini politici... anche in
America. Ieri sera guardavo
De Mita in televisione... e l'ho
trovato,
nonostante
le
preoccupazioni... ringiovanito...
174
per me l'ha fatta anche lui.
Dovrebbero passarlo come
servizio sociale, il lifthing... sì,
con la mutua... sai quanta
gente triste tornerebbe a
ridere?
Conosco un medico che li fa a
rate... che una, ora che ha
finito di pagarlo è già tutta
ricrollata e deve ricominciare
da capo. Tira su sederi, toglie
le "borse" (accenna gli occhi)
la pappagorgia... ti tira su... ti
tira via tanta di quella pelle in
più da ricoprirci una poltrona.
Ti ringiovanisce anche le mani,
se vuoi... tutta... che se
incontri la tua mamma, ti
porta
a fare la prima
comunione.
No, caro figlio mio, io lo amo il
tuo papà, altro che storie...
175
"amo lui"... lo amo così com'è.
Che
m'importa
se
è
invecchiato... anch'io sono
invecchiata... Lui è i miei
ricordi, la mia vita... Sono i
sentimenti che contano... In
quel famoso fax di 11 pagine
m'ha scritto: "non lasciarmi,
le altre non contano, conti
solo tu, dobbiamo stare
insieme, è con te che sono
stato al mondo." Ho pianto. E'
quello che mi dà, che conta...
Sì è vero... lavoro tanto per
lui... quando è a casa mi
sembra di avere intorno un
bambino spastico: "e dov'è
questo? e dov'è quello? Mi dai
la gomma grazie, vorrei un
paio di calze... OGGI farei il
bagno in piscina ma solo tu sai
dov'è il costume..."
176
Certo, è
famiglia!
un
segreto
di
Sempre
svagato...
distrattissimo. Solo quando
deve organizzarsi le storie
con le sue ragazze, diventa
attento, memorizza tutto,
pare uno della CIA.
Gentile,
generoso,
intelligente... ma devo dire
che in questi ultimi dieci anni
è diventato un po' più pesante
dei primi trenta... Se penso
che
da
quarantanni
sto
sempre con lo stesso uomo mi
sento prendere da un'ondata
d'ira omicida. Ma perché?!
Colpa della mia mamma...
dell'educazione che mi ha
dato...
Del
CATTIVO
ESEMPIO che m'ha dato:
fedele a suo marito come una
177
suora di clausura! (cambia
tono) Non che io sia stata
fedele a mio marito come una
suora... Per la carità!
Ho avuto eccome le mie
storie, ma non abbastanza... e
per fortuna che le ho avute!,
altrimenti adesso starei tutto
il giorno a sputarmi in faccia.
Però diciamo che vivevo
malissimo i miei tradimenti...
le mie "trasgressioni".
Sensi di colpa da perdere
sonno,
appetito,
pianti
disperati in segretitudine...
singhiozzi tra le braccia di lui,
del tradente... "oddio cosa sto
facendo?!..." singhiozzi tra le
braccia di lui, del tradito:
"Oddio che ho fatto!" "Micina
amore
tesoro
perché
piangi?!"-"...non so... così... per
178
niente... sono una sciocca""Calmati amore... non piangere
micino mio... Mi ami?"
Mi usciva tra i singhiozzi un
urlo
strozzato.
"Tanto!!!"
"Non gridare così... ti sente
tutto
il
palazzo"
Come
soffrivo!
L'ho tradito, ma lui ha sempre
occupato il primo posto nella
mia vita. Il primo! E non l'ho
mai fatto soffrire!
(Cambia tono) Sì, dovrebbe
proprio farsi la plastica... non
tanto... una tiratina... No, non
per me... io lo amo così com'è...
ma per le ragazze... anche per
non essere scambiato per il
padre. Se pensate che sono
cattiva non vi sbagliate...
Lasciatemi almeno essere
cattiva. Lui va pazzo per le
179
ragazze... C'è chi va pazzo dei
bomboloni, lui... E' questo
l'argomento del mio bloccarlo
in camera questa mattina. Le
ragazze. E lui lo sa e suda. Mi
spiace farlo stare male... ma....
non posso più rimandare.
(Prende
il
fiato)
Devo
assolutamente
parlare.
(riprende il fiato) Definire...
(C.S.) Finire. Se no, scoppio.
"Ma via!... dopo 40 anni di
matrimonio stai ancora a
rompere perché lui... Ma
lascialo tranquillo... lascia che
si sfoghi... tanto lui ti ama!
Non se ne andrà mai da te!"
Chi è che parla? Tutti quelli
che conosco.
E' quel "non se ne andrà mai"
che ora m'ha messo in crisi.
Un po' di tempo fa ho chiesto
180
al mio medico: "quando, gli
uomini smettono di fare
all'amore?"
"Hai
voglia,
ragazza, (sono 40 anni che mi
chiama "ragazza": tu hai due
età, quella anagrafica e quella
biologica, cara "ragazza"...)
hai voglia! Gli uomini fanno
l'amore fino a 80 anni!" E'
orgoglioso.
"Fino a 80 anni???!!! Dunque,
lui ne ha 66 e io dovrei andare
avanti ancora per 14 anni così?
No."
"Tu hai il fuoco di sant'
Antonio nello stomaco... per
non dire nel ...." Non mi piace
mai essere volgare in momenti
così... anzi, mi disturbano
molto
quelle
donne
che
perdono il controllo... il senso
della misura, che danno fuori,
181
che spaccano oggetti in casa.
Per la verità, quando lui ha
detto dopo che io gli ho detto
del fuoco di Sant'Antonio:
"No, guarda che ti sbagli..io..."
e si stava avviando alla porta
per andarsene... ho sentito
nello stomaco una cosa proprio
brutta. L'istinto omicida che
ognuno di noi ha in fondo
all'anima... Ma sì, che ce
l'avete anche voi! Dai...
Proprio mai avete pensato in
un momento di disperazione
estrema... di esasperazione
estrema,
"adesso
l'ammazzo"? Non importa chi:
il marito, il padre, la madre, il
professore, uno stronzo in un
momento "no" che vi sbava
addosso
un
complimento
troppo pesante... o il capo
ufficio... o una ingiustizia...
182
No, no... zitti, zitte!, non dite
niente. Ora, mentireste. E se
invece non mentite, e siete
presi da una improvvisa
ondata
di
sincerità,
mi
mettete paura. Stiamo calmi.
Non vorrei che qualcuno si
alzasse e si mettesse ad
urlare: "Sì!!!!! l'ammazzo!!!" e
via che salta addosso al vicino,
alla vicina di poltrona e lo o la
strozza, qui in mezzo a tutti.
Zitti,
calmi
e
fermi.
Continuiamo a mentire per
ora, l'ammazzere alla prima
occasione.
E
mi
raccomando,
non
reprimetevi, fate le cose per
bene.
Rimandiamo: lo farete questa
sera a casa vostra.
"E'
meglio
che
ti
sieda
183
immediatamente
o
entro
cinque minuti hai la casa
distrutta.... rompo tutto il
rompibile, vetri compresi e
forse rompo anche te."
Non ho alzato la voce. Ci
conosciamo da quarant'anni.
Capisce
che
non
sto
scherzando.
Lui torna a sedersi sul letto...
si passa la mano sulla faccia
sempre più sudata... poi si
stende...
asciugandosi
il
sudore...
"Ti stavo dicendo che vorrei
che te ne andassi. Il nostro,
ormai è un sodalizio infame... è
ora di romperlo. "
"Oh,
esagerata...
perché
infame... Io sto bene con te..."
"Io no, io non sto bene con te.
184
Sai come mi sento "con te"?
Agli arresti domiciliari... da
più di vent'anni.
Sono un detenuto in attesa di
giudizio... la sentenza che sto
aspettando?
Condanna
a
morte." Lui fa un sospiro
proprio
di
quelli
che
straziano... pardon, che mi
straziavano. E sì... non era la
prima volta che dicevo una
cosa così... Non che l'abbia
ripetuta tante volte... ma
qualche volta sì... Di solito a
'sto punto, mi commuovevo
talmente per quello che stavo
dicendo... che non riuscivo a
trattenere le lacrime... lui
sospirava...
allungava
una
mano... "ma io ti amo!..." e io
giù
a
caragnare
senza
ritegno... "sì...condannata a
185
morte
sono!"
Mi
usciva
costruita così la frase...non
"sono condannata a morte" ma
"condannata a morte sono!"
Chissà perché... mi veniva di
dirlo alla meridionale. (piange)
"condannata a morte sogno...
voglio
dire...
sono..."
arrancando
già
col
corpaccione
qualche
millimetro verso di lui...,
pronta ad essere afferrata
tra le braccia incantatrici...
"Amore ma perché dici così...
lo sai che ti amo... lo sai che
conti solo tu... lo sai che le
altre
sono
solo..."-"No,
no...lasciami...lasciami...Voglio
morire!..." ma ero con la testa
sulla sua spalla e singhiozzavo
rilassata...
"Micina
mia...
bambinona..." "Amore... non
farmi più soffrire...Ti amo
186
tanto..." "Anch'io ti amo..." E
via che tutto ricominciava da
capo. No, non finiva con una
scopata... pardon, volevo dire...
non facevamo l'amore... Io e
mio marito l'amore non lo
facciamo da 20 anni, per
l'esattezza da 22 anni.
Perché? Non lo so. Non saprei
proprio spiegare come ci si sia
arrivati... fatto è che ad un
certo punto non ci siamo più
interessati
sessualmente.
Veramente non so chi abbia
incominciato...
A
pensarci
bene... forse lui. Il fatto è che
era scoppiata la "rivoluzione".
Sì... sto parlando del 68.
Mamma mia è stato veramente
un Sessantotto per me! Una
gran confusione di pensieri
idee ideologie falsi ideali... e
le manifestazioni e la polizia e
187
le botte e ragazzi che
morivano e le occupazioni e le
canzoni... e i ragazzi che
morivano e gli operai che
venivano licenziati e il blocco
dei cancelli alla Fiat all'Alfa e
l'amore libero e la liberazione
sessuale e i ragazzi che
morivano... e le ragazze di 16
anni col bidet fatto e le
mutande in mano pronte come
il Nescafé... e le galere e la
polizia e le ragazze... e le
manifestazioni
e
le
occupazioni e i ragazzi pronti
come il Nescafè... e le
manifestazioni e le... e ragazzi
che morivano... Scusate, mi
sono fatta prendere un po' la
mano... è che mi è difficile
tenere il filo del discorso...
Dove eravamo... A sì... che io e
lui non facevamo più l'amore...
188
Beh, ora che importanza ha
stabilire chi dei due s'è
stancato dell'altro o se ci
siamo stancati tutti e due... o
se uno ha sofferto perché
l'altro s'è stancato... Non
serve a nulla... Fatto stà che:
basta.
Fine
Abbiamo chiuso col sesso. Tra
di noi. L'abbiamo fatto con
altri "sesso" e tutta la pazzia
sta
proprio
qui.
Aver
accettato che l'"amore" tra
noi
fosse
finito...
quell'"AMORE"... e continuare
a vivere insieme. Finisce
sempre che uno dei due paga
un po' di più dell'altro.
Purtroppo sono stata io a
pagare... e con gli interessi!
Attenzione, non è che mi stia
189
piangendo addosso. E' che per
una donna è diverso. Lo è
veramente. Non abbiamo per
niente, i seni prominenti e i
fianchi larghi. Veramente ci
sono sempre più ragazze con il
fisico da ragazzo... se ne
vedono sempre meno con i
fianchi
larghi...
Chissà
perché...Chissà da che dipende
questo
cambiamento
di
razza... forse è genetico. Non
so. Dunque dicevo che 'sto
fatto di fare l'amore con
altri...
Seppur umano il bisogno di
avere distrazioni, più che
comprensibile... ma negli ultimi
20 anni gli è scoppiata come
una pazzia. A poco per volta,
sempre più intrepido, deciso...
spavaldo:
innamorato
di
190
un'altra, poi un'altra ecc. poi
un'altra, ecc. ma sempre con
me. "Non ti lascerò mai
amore... Tu per me sei tutto...
come mia madre!" Non mi ha
mai lasciata. Forse una volta
era sul punto di farlo... ma
poi... Dunque dicevo che 'sto
fatto di fare l'amore con
altri... 'sta stronzata della
coppia aperta è stata proprio
una stronzata. Chi arriva alla
coppia aperta senza soffrire
vuol dire che non ama più... o
che è stato educato in una
certa maniera in una famiglia
speciale. Io non conosco
nessuno, dico nessuno, che
abbia
vissuto
questa
esperienza
senza
morirci
dentro. Non sto facendo la
tragica. Ho detto "morirci". E'
un fatto culturale da centinaia
191
di anni... forse un duemila... di
una certa educazione... ma
vedo che anche quelli che
hanno 20 anni, non ci vivono
bene dentro a 'sta storia...
soffrono come cani sgozzati.
Solo
uno
dei
due,
naturalmente. Fingendo oltre
tutto di stare benissimo... poi
si trovano con 4000 pastiglie
di Veronal nello stomaco e hai
voglia
a
fare
lavande
gastriche, che poi si sta
malissimo. Si sta malissimo.
Sto male di salute,ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
malattie che io sono riuscita
(un
vero
primato!)
ad
accumulare negli anni (che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghie-
192
,tricotillomania-strapparsi
capelli,attorciliarli stretti al
dito
anulare
e
infine
nasconderli
sotto
ai
mobili.Quando uno è in ansia,si
strappa i capelli ,se sola,si
mangia le unghie in presenza
di altri.)E me l'ha dimostrato
enumerandomi tutto quello
che ho avuto negli ultimi due
mesi a Boston."Oh,ma come
sono
felice,rilassata!"Un
bubbone della grandezza di un
mandarino
nel
seno
sinistro,proprio sopra a quello
che chiamiamo cuore,dolore ai
reni
con
perdita
di
sangue,lastre,calcoli
frantumati,tracce anche in
vescica,dolori muscolari alle
gambe,crampi
durante
il
sonno,gamba
sinistra,dopo
immobilità di qualche ora,non
193
rehhe
e
duole."Cos'è,il
lazzaretto
tutto
di
un
colpo?"NO,è che il tuo fisico
si
fifende
come
può.lanciandoti
campanelle
d'allarme da una situazione
che tu vivi male.Fai l'elenco di
tutte le malattie che hai
avuto negli ultimi anni,gli
interventi,malattie
inimmaginabili ma ben tangibili
che vanno da una congiuntivite
che ti scoppia oggi,inizio di
una commedia che non ti piace
e che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo.Tu
come un pappagallo ripeti"sto
bene"e
sei
pure
convinta,invece"credi" di star
bene,ma nel tuo subconscio
stai malissimo?Tutta la colpa
è del subconscio.Froid ha
detto un sacco di cose
194
relativammente
importanti,cose che anche
altri avevano detto,l'unica
sua* scoperta essenziale per
la vita dell'uomo per la sua
mente è 'sta storia del
subconscio.'Sta storia del
subconscio
deve
essere
vera.Mi viene in mente una
tipa di Torino che lavora
all'Einaudi,si
chiama
Emilia,l'ho conosciuta tanto
tempo fa,mi raccontava della
sua vita,nel dibattersi nei
problemi col marito da cui si
era
separata,i
figli,la
suocere,l'amante del marito,la
moglie del marito.Tutti questi
problemi
le
procuravano
fenomeni
fisici
stregoneschi,reazioni sul suo
corpo che nessun medico
aveva mai registrato su alcun
195
paziente.Che so,le lenti a
contatto che si gonfiavano a
dismisura
fino
a
scoppiare,oppure
che
si
bucherellavano tutte. Robe
mai
viste,tanto
che
l'assicurazione si rifiutava di
rimborsargliele.Mio figlio ha
certamente ragione. "Tu devi
sbatterti,riuscire a scavare,a
ricordare,a scoprire cosa hai
dentro realmente,quale fatto
vicino o lontano ti ha portato
a questo malessere. Devi
andare
indietro,
indietro
mamma."Mi sono presa un
registratore e via a parlare a
ruota libera.Come premo il
tasto per la registrazione,non
mi viene in mente niente.Cerco
di ralassarmi.Vediamo..il primo
trauma..per me è stato un
trauma e grosso.anche se
196
poi,ora,30 anni dopo,mi rendo
conto di aver guardato i fatti
con
ecessiva
enfasi.HO
scambiato una storia del tutto
naturale per una mancanza
d'amore.L'ho
vissuta
malissimo.Ho
cercato
di
parlarne con lui,ma subito mi
sono interrotta, imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,incolta
sul
sesso:è la prima cosa che
ricordo in questa incursione
nella
mia vita. Il mio
rapporto con l'altro sesso è
statoo per moltissimi anni un
rapporto "al servizio";mai
avuto stimoli sessuali,la voglia
di fare all'amore mi veniva se
ci
si
abbracciava
e
baciava...ma
scivolavo
nel
rapporto senza un grande
desiderio
di
sesso..ero
197
portata ad assecondare il suo
di desiderio.Del sesso,non
sapevo
nulla.quello
che
facevamo,era
venuto
da
solo,l'avevamo
scoperto
insieme.autodidatti.Ora,per
fortuna è diverso.I giovani
sanno tutto.prima ancora di
avicinar si ad una donna.Mio
figlio aveva un 13 anni e già se
ne stava con un libro di
anatomia
in
mano.(IMENE,vedevo soltanto
un
orecchio).L'orgasmo,l'ho
raggiunto molto dopo che
praticavo
il
sesso.Prima
fingevo.
Non me ne sono mai fatta un
problema.
PENSIERI:LA
COPPIA
1) Riuscirò fino alla morte a
tenere per me che tu sei solo
198
un uomo?Io cerco di capire
tutto... i tuoi bisogni... mi
sforzo di non dare maggior
significato alle "cose" di
quanto
in
realtà
non
abbiano..di leggerle per quello
che
sono:
SESSO
E
GRATIFICAZIONE ma non mi
posso impedire di soffrireper
queste nostre due vite così
unite e così irreversibilmente
staccate.
Due
vite
tronche,che vivono solo se
congiunte ma si logorano e
muoiono nella congiunzione.E'
molto che sono morta.E' il
saperti distratto da altro che
mi ha tolto la vita.Senza di te
non posso vivere, ma quanto
pago
questo
mio
vitale
bisogno.Sono
riuscita
a
superare tutto ciò che ho
subito.Mi
credevo
armai
199
forte.ma il dolore torna ogni
volta come trentaanni fa.Sto
vivendo un disperata e allo
stesso
tempo
afettuosa
solitudine.Gironzolo
per
questo
mondo
come
un
ombra;
pensieri
bui
mi
schiacciano. Brontola la mia
anima,il mio cuore,i miei
sentimenti ti si rivoltano
contro,il mio orgoglio di
essere donna? Umiliato. E il
non sentirmi "nessuno". Non
mi accontenta essere "prima"
nella tua vita..è nel mio sesso
a ridere che ti voglio
tenere.Ti guardo davanti ad
una
ragazza
qualsiasi,trasformato,ti
rappresenti,ti dai un gra
daffare,senza
misura
ne
controllo.Ed
io
sono
condannata da me stessa a
200
starti a guardare,come tu,per
tua scelta sei condannato a
vivere con me.
Che fare?
Il responsabile ultimo della
situazione tragica dove siamo
arrivati, non è Andreotti, ma
sono le nostre insicurezze.
201
Poi Dario, che sta sempre alla
sua lettera 22. Scrive, scrive
e scrive. Opere teatrali,
articoli, monologhi, ricerche.
Ogni pagina me la passa e
chiede: “Come ti pare?”
Leggevo un po’ a disagio. Mi
preoccupava
e
anche
imbarazzava dover esprimere
giudizi sul suo lavoro. Non mi
sentivo all’altezza. Non è falsa
modestia. Giuro.
Ma per onestà intellettuale,
(quanto non mi piace questa
frase!) magari con fatica
esprimevo il mio pensiero.
Con la commedia “Aveva due
pistole con gli occhi bianchi e
neri”arrivai al massimo della
mia tensione interiore. La
leggo. Non mi convince. La
trovavo lunga, troppe parole.
202
Troppi
rallentamenti.
Mancanza di sintesi.
Esprimo il mio pensiero. Dario
mi ascolta in silenzio, poi dice:
“Può essere che tu abbia
ragione, ma io voglio sentire il
pubblico.”
Andiamo
inscena.
Tiepido
successo. Non era il “trionfo”
a cui eravamo abituati.
Vado in camerino poco dopo
arriva Dario con il copione in
mano: “Fai i tagli che avevi
suggerito.”
Da quel giorno sono salita di
grado. E peggio per me quando
dovevo esprimermi su una
nuova commedia. Posizione
pesante.
Nei
1963
Einaudi,
nella
persona del Dottor Cerati,
203
(oggi presidente della Einaudi)
ci propone di pubblicare le
commedie di Dario. Esce un
bellissimo volume, copertina in
cartone tra il verde e il
celestino con 6 commedie: Gli
arcangeli no giocano al flipper,
Aveva due pistole con gli occhi
bianchi e neri, Chi ruba un
piede è fortunato in amore,
Isabella, te caravelle e un
cacciaballe, Settimo ruba un
po’ meno, La colpa è sempre
del diavolo.
Non c’è prefazione e nemmeno
chi li ha curati.
Ero troppo timida e insicure
per
metterci il mio nome.
Eppure avevo lavorato un
sacco:
approntare
una
commedia per l’editore ( e che
204
editore!!!) non è come fare
l’editing di un romanzo.
No.
Sono
indispensabili
le
didascalie,
(esempio:
Arcangeli: (‘s’innarca’ – ‘gli
molla un colpo di taglio con la
mano’, ‘si stende di botto’ e
così via sino all’ultima scena –
‘prende Angela per mano e se
ne va correndo con lei verso il
fondo’ – musica- sipario)
entrate uscite, i cambi di luce.
Come va detta una battuta…
ironica, triste, epica.
Insomma, l’avete capito: una
lavorata.
Solo nelle ristampe è arrivato
un riconoscimento al mio
lavoro.
Da
molti
anni,
205
addirittura
sono
sulla
copertina. Bene. Appagata.
Dario ha scritto un numero
imprecisato, ma molto alto
(300? Andate sul nostro
archivio e contatele, poi mi
fate sapere – grazie!) di
commedie, monologhi, favole,
storie varie (lasciando fuori
gli articoli). E io lì, a “curare”
“curare” e “curare”. Ora col
computer
(che
Dio
lo
benedica) è tutto più facile
anche se ci ho passato la vita
davanti.
MATERIALE VECCHIO
Turbata, con una gran voglia
di piangere.
Corro indietro
velocemente lungo la mia vita:
rabbia,
paura
angoscia,
commozione
meraviglia,
furore, amore, solitudine,
206
felicita piccole e grandi,
inaspettate, inaudite, così i
dolori, ma in questa gamma di
sentimenti, sensazione, quello
che sto provando ora, non c'e.
Rossella (tra le moltissime
donne incontrate ' e un'amica
che non ho perso per strada)
m'ha regalato un libro"Le
lettere del mio nome"di
Grazia LIVI, "é importante,
leggilo".
Il titolo cosi
ermetico non mi sollecita.
Leggo in contro-copertina la
presentazione dell'editore: Il
tema appasionato di questo
romanzo-saggio é il divenire
della donna.
Mi blocco.
Oddio, ci risiamo. La solita
"menata"
femminista
socialsociologopolitica,
scritta
dalla
solita
intellettuale
per
altre
207
intellettuali,
quasi
tutte
saccenti, esibenti "cultura",
usanti un linguaggio da casta
per "quella" casta, senza la
minima
preoccupazione
di
essere capite da chi avrebbe
avuto (sto parlando degli anni
70 in cui la donna cercava di
crescere e di "liberarsi") la
necessità urgente di capire,
protese a correre una più
dell'altra per essere lì,
pronte a brancarsi" il primo
posto, dirigere, liderscippare
un po' arroganti o troppo
accondiscendenti,
che
gridavano "siamo sorelle" e in
nome della sorellanza alla
prima occasione ti fregavano.
Esagero? Sì.
Ma ho visto e conosciuto
molte donne troppo simili
208
all'uono nel loro modo di
essere, insomma, tutto quello
che ho sempre rifiutato.
Parto a leggere indifferente e
diffidente.
“Qualche pagina e poi smetto”
- mi dico.
E invece no, qualche pagina e
ci sono dentro. Ma questa chi
é? La conosco? Non lo so.
Conosco tanta gente, ma i
nomi non me li ricordo, di
molti non li ho nemmeno mai
saputi.
M'ha
tirato
dentro
la
chiarezza
né
facile
né
semplecistica con cui ti
racconta la vita, le scelte, le
fatiche la crescita di un
personaggio donna, come te lo
ripropone tutto,
secca e
piena, leggera, meticolosa
209
delicata,
mai
invadente,
umile, poetica quel tanto che
non disturba, è una magnifica
scrittura,
priva
di
elucubrazioni
intellettualistiche, priva di
fronzoli, con una gran sintesi.
Di ogni donna di cui parla, ti
presenta
le
piu
remote
sensaziuioni, ogni personaggio
é da lei scandagliato nel
profondo, c'e tutto quello che
hanno detto gli altri e quello
che non hanno scritto, i
sentimenti,
i
dolori,
le
insicurezze, le certezze e
molto altro che ora non mi
riesce di esprimere.
Poche
pagine te ne dà l'essenza.
Ecco Simone De Beauvoir.
NON Mì é mai stata
completamente simpatica. A
210
volte m'é capitato di giudicare
qualche sua scelta egoista. Il
suo evidente essere una
intellettuale aristocratica me
l'ha sempre allontanata.
In casa di Sartre a Parigi,
dopo un girar di chiavi nella
toppa ce la siamo trovata
davanti: borsa della spesa in
mano,
fazzoletto
dentro
testa. Ha lanciato un "pas
fumée" a Sartre e si é
ritirata in cucina. Dario ed io
ci siamo guardati interdetti,
"e questa chi é?"
Sartre,
come un bambino
scoperto
a
rubare
la
marmellata,
ha spento la
sigaretta o il sigaro, non
ricordo, "Simon. . . ", ha
mormorato.
211
Ah, era lei! Dario meno, ma io
ci sono rimasta un po' male.
Forse credevo che il fatto di
essere una donna mi desse il
diritto ad un saluto. Ma ora,
la Simon, del ragionato-Livi é
una donna che capisco e
ammiro di più.
Altre biografie di donne.
Leggere,
conoscere,
approfondire,
passare
il
tempo con loro, con la loro
forza, la loro
caparbietà
persistenza,
lucidita,
intelligenza, sapere, donne
che sono riuscite ad emergere
dallo sterminato femminile
sommerso, in un modo al
maschile, mi costringe ad
interrompere la lettura e a
ragionarmi addoso.
Il mio
212
"dentro"
s'é
messo
in
movimento e non riesco a
bloccarlo. Mi sento come se
queste
signore
abbiano
espresso,
pensieri
miei,
situazioni mie;
insicurezze,
certezze, domande, scelte
mie.
Mi sento "loro", e allo
steso tempo le sento discoste
da me, lontane, in alto,
irraggiungibili.
213
Sono confusa.
Confusa, a
disagio,
turbata,
sconbussolata.
Di colpo mi
sento come se non avessi mai
pensato. Non ho visto, non ho
notato, non ho desiderato. Mi
sento addoso il peso di non
essermi mai sentita in lizza
con nessuno,
non perché
mancasse la gara, figuriamoci!
, ma perché ero certa di non
possedere
i
numeri,
le
capacità
per
poter
participare.
Mi sembra di essere passata
tra le cose senza emozione.
Sono certa di non aver mai
voluto con forza, qualcosa per
me.
Gia arresa, prima di
essere vinta. Chi l’ha detto?
Catullo? Ammazzalo! Ma come
214
parlo?! Starò mica diventando
una intellettuale?
Mi sento come se in questa
mia frenetica vita non avessi
vissuto.
Mi sento inutile,
banale, vuota come un libro
rilegato con nelle pagine
bianche solo il numero in
calce: I giorni della mia vita :
22.630 , sessantadue anni.
Quanti!
Appresso, nessun
bagaglio… così mi sembra.
A
'sto
punto
mi
hai
scombussolata, cara Grazia
Livi. Possibilie?
E' così.
Sento
l'esigenza
di
esprimermi, di puntualizzarmi,
di cercarmi.
Oh mio dio,
cos'è, sto cercando me
215
stessa?
rovinata.
Il mio io? Sono
Mi viene da ridere. Ci ho
tanto ironizzato sopra nei
nostri spettacoli… Ma ora
qualcosa di concreto mi urge.
Devo fissare qualche punto.
Me ne sto a guardare fuori
dalla finestra con il cervello
completamente vuoto, come se
per tutti questi anni, e sono
tanti, non avessi vissuto,
lavorato incontrato gente,
parlato, riso, fatto all'amore,
pianto. Niente. Non mi viene
niente. Ho la testa pressata
da pensieri confusi, suoni,
rumori, parole, facce, e fra
tanto disordine non riesco a
trovare la parola giusta, il
ricordo giusto che mi dia
modo di iniziare con un minimo
216
di coerenza.
Forse potrei
partire dalla prima grande
emozione che ricordo.
25 settembre 1945.
La
guerra é finita; sono arrivati i
"liberatori". Li avevamo visti
sui camion il pomeriggio,
intorno per la città. Erano
arrivati anche nella mia
strada.
Ci buttavano
cioccolato e sigarette.
Arrossisco al pensiero di
essermi buttata con gli altri
per tentare di raccogliere
qualcosa.
La sera, nel cortile di casa
mia,
gran
festa.
Un
giradischi, e ballare e ridere.
Poi guardo su, verso la
finestra buia del primo piano:
casa mia.
Più che vederla,
l'intuisco: mia madre é lì, ci
217
sta guardando. Conosco i suoi
pensieri, il suo tormento: mio
fratello deportato in campo di
concentramento in Germania,
non dà notizie da oltre due
anni. In un attimo le sono
vicina vergognandomi della mia
allegria.
Mi stringo forte a
lei. E due mesi dopo vedo lei
che grida, grida seduta su di
un gradino della scala di casa
nostra, perché le gambe non la
reggono. Si stringe addosso il
figlio,
pallido,
magro,
impolverato che si é fatto
centinaia di chilometri a piedi.
Quell’urlare
intenso
che
esprimeva gioia, l'ho sentito
identico molto anni dopo
(1973) in circostanza ben
diversa
per
dolore
e
drammaticità. Ancora seduta,
su di una sedia ora, con la
218
testa buttata all' indietro,
grida senza controllo, come
allora, dopo che ha indovinato
più dalla mia faccia che dalle
mie reticenti parole che mia
sorella Lina era morta.
La notorietà… m'é piombata
addosso…
non
che
mi
dispiacesse, una certa sera, a
Cesena.
Compagnia Franco
Parenti e le tre sorelle Nava.
Io dicevo una battuta: "Il
Coriolano é in cinque atti", ma
ero lunga, bionda, con i seni
rotondi, e mi si vedeva. Alla
fine dello spettacolo, si
presenta in camerino un tipo
con
macchina
fotografica"sono
un
giornalista posso farle una
foto? Posso dire che un
219
produttore
americano
la
lancerà come la Rita Haiwort
italiana? " Il giorno dopo esce
la moa fotografia sul Resto
del Carlino. Immediatamente
giornalisti, fotografi mi danno
la caccia. Io mi nascondo.
Non sono preparata a una
storia così.
1953. Con Franco Parenti e
Giustino Durano Dario scrive il
"Dito nell'occhio" testo di
critica politica e sociale che
fece grande scalpore e per i
contenuti e per lo stile di
treatro ben diverso dagli
steriotipi del teatro così
detto "leggero" di quegli anni.
Lo
spettacolo
ha
un
grandissimo successo e gira
per una stagione intera tutta
220
Italia. Io debutto con loro
nella stagione invernale.
1954 -giugno. Dario debutta
al Piccolo Teatro sempre con
Parenti e Durano con un altro
testo scritto da loro: "I sani
da legare".
Ho un gran
magone, perchè Parenti non mi
vuole in compagnia; Lo capisco
anche
se
nessuno
esplicitamente me lo dice. Ma
ad un certo punto Dario, con
molto imbarazzo e malinconia,
nel bar di una piazzetta vicino
a casa mia, me lo comunica,
ma contemporaneamente mi
chiede di sposarlo.
Lui dice di no, nega, ma io
sostengo, conoscendolo, che
mi abbia chiesto di sposarlo
per pareggiare il dolore che
221
sapeva
che mi avrebbe
procurato l'essere scartata.
1954- 24 giugno. Ci sposiamo.
In sant'Ambrogio!
Dario
metterà il fatto di essersi
sposato in chiesa addirittura
ne "Gli arcangeli non giocano
al flipper": "sposato in chiesa
per accontentare madre di lei
molto
credente".
Il
matrimonio è stato bellissimo.
La notte prima l'ho passata
sveglia non per l'emozione, ma
perchè stavamo nel lettone
della mia mamma in cinque. Io
e quattro amiche venute da
Varese per farmi festa.
E a chiaccherare a ricordare,
a ridere.
E' stata una
bellissima notte. La mattina è
arrivato il Felice, padre di
Dario, con una macchinona
222
presa a nolo, scendo le scale
della casa della mia mamma e
lì, tutti gli inquilini del palazzo
a buttarmi manciate di riso… a
farmi gli auguri, a strigermi la
mano… e io… giù a piangere.
Poi arrivo in chiesa. I giornali
avevano da giorni annunciato
le nostre nozze, quindi, folla,
fotografi oltre ai parenti e
agli amici… e un'amica, che
forse non mi era tanto amica,
mi allunga, proprio un secondo
prima che entrassi in chiesa,
davanti a tutti, un magnifico
buchè:
gigli simbolo di
purezza.
Facevo l'amore con Dario da
due anni, senza nasconderlo
altri che alla mia mamma, e
questi gigli li avrei mangiati
volentieri.
Non ho potuto.
223
Pranzo con gli
invitati
all'Hotel
Milan,
offriamo i confetti, e poi ce la
svignamo e andiamo a pranzo
col babbo di Dario, il papà Fo.
La "prima sera", io sono in
televisione, non ricordo più
con che spettacolo, Dario al
Piccolo
con "I SANI da
legate".
Sono andata ad abitare nella
casa dei genitori di Dario.
(controllare archivio, c'è una
foto
simpatica"la
sposa
d'italia") L'indomani mattina,
telefono a mia madre per
salutarla. . e non so com'è,
m'è venuto un gran magone.
Mi sono emozionata.
Era
224
veramente fatta. Ero uscita
di casa. E la mia mamma, e qui
si può leggere tutto il suo
candore: "Che c'è?… Non ti
ha trovato in ordine? ".
L'impatto con la vita maritocasa-famiglia è stato come un
gioco. Mi cimentavo con la
cucina, ma non avendo mai
avuto niente del genere come
mia
diretta
e
totale
responsabilità, avevo qualche
problema.
Primo tra tutti, le dosi: far
da mangiare per due. C'erano
sempre tali quantità di cibo
bastanti per una caserma.
Ricordo una sera a cena
Eugenio
Tacchini,
amico
d'infanzia di Dario che si
mangiò almeno 5 piatti di
minestrone.
Io ero un pò
225
preoccupata. "Basta, Eugenio,
starai male. "No, no. E' tanto
buono! " Poi però al cinema
Orfeo,
dove
mi
aveva
accompagnato a vedere "Roma
città aperta" durante la scena
delle torture è svenuto.
"Accendete la luce – grido c'è un ragazzo che sta male! ".
Arriva la polizia, lo portano
fuori, nella hall lui si
riprende… Si guarda intorno,
vede i poliziotti, e ancora
sotto lo shok del film, gridava
"non sono stato io!
Sono
innocente! " Volevo morire.
Poi s'è alzato, è corso in
bagno e ha vomitato tutto il
mio minestrone.
Anche
gli
ossibuchi
mi
venivano bene. La prima volta
che li ho fatti, stando col filo
226
telefonico diretto con mia
madre, Dario non finiva più di
dirmi-che buoni che buoni. Poi
ha invitato i suoi amici di
Brera, Emilio Tadini, Alik
Cavaliere e altri. Ero un pò
preocupata. Un pranzo con
ospiti, non l'avevo mai retto.
1"Farò
gli ossibuchi col
risotto".
Ho fatto la mia
bella figura. E Dario-ma che
buoni -ma che buoni!
Ho
continuato per almeno tre
settimane. E il povero Dario
sempre a dire ma che buoni.
Al ventesimo giorno mi ha
guardato
ammutolito:
“Usciamo…
andiamo
al
ristorante… oggi è festa.”
Ora, li mangiamo non più di tre
volte all'anno. Al suo "ma che
buono che buono s'è aggiunto
227
Jacopo. Lo dicono insieme e
poi scoppiano a ridere.
2) 20 minuti dopo le nozze,
si fa per dire, resto incinta.
Jacopo (un nome che mi piace
proprio come quasi tutte le
cose che fanno quei due tipi
lì,) è nato il 31 marzo del 55 a
Roma. Esattamente nove mesi
e sei giorni dal 24 giugno
dell'anno prima, quando ci
siamo sposati.
Gravidanza
terribile.
Ho
vomitato
sempre. Mi disturbavano gli
odori, perfino i colori. Mai più
potuto mangiare ne vedere un
piatto di spaghetti. La sera
del 30, stavo nel camerino del
Teatro Quattro Fontane dove
Dario recitava. 2) Chiedevo a
sua madre, la mamma Fo,
"come sono le doglie? Cosa si
228
sente? Come si capisce che è
ora?" E lei, "quando senti una
mano che ti strappa le
viscere… "e un'amica, anche
lei anziana "No Pina, non ti
ricordi più. Quando senti…"
Nulla che mi tranquillizzasse.
Anzi!
Mi ritiro, nella pensioncina
vicina al teatro, un pò prima di
Dario.
Ormai ci dovremmo
essere… pensavo. Preparo la
valigia, roba per me, vestaglia
camicie ecc.
e roba per il
bambino. (A quei tempi non si
sapeva prima se fosse maschio
o femmina. Ti dovevi fidare
delle anziane: la pancia è così,
allora è maschio. No, per me
è femmina, non vedi come è
messa? E via di 'sto passo.
Comunque sempre "bambino"
229
si diceva.
Se poi
femmina… pazienza!)
era
Ero emozionata. Arriva Dario.
Baci baci. Poi si infila a letto,
io mi accoccolo accanto a lui
che si mette a leggere "il
Mondo".
Ho odiato molto quel giornale
per la sua grandezza. Ogni
volta che D. voltava pagina mi
arrivava un gran vento, e via
che sternutivo.
"Dario, mi sento strana…
3) ""Dormi Nanina…
chiamava così.
" Mi
Dopo un pò: "Dario… " "Dormi
Nanina"… e via
a girar
pagine…
Non mi viene da
dormire, mi alzo, giro per la
stanza…
230
"Dario credo che mi si siano
rotte le acque… "
"Dormi Nanina… “Dormi cosa,
che sono in piedi! Faccio pipì
ma non mi scappa! Mi si sono
rotte le acque!” "Di corsa un
taxi. Ora siamo emozionati
tutti e due. 3) Clinica Salus.
Mi avevano promesso che mi
avrebbero dato dell'etere. In
sala parto grido “Etere!
Etere!” La levatrice mi dà una
carezza: "Sì cara, sì, suo
marito è fuori” “Etere!!” urlo
con tutto il fiato che mi
rimaneva,
senza
risultato
alcuno.
Il fatto è che la
signora in questione era
veneta e pensava che nel
momento supremo io chiamassi
mio marito: Ettore! Ettore!
La possino!
231
Poi finalmente è arrivato il
medico.
Sento un vagito.
"Brava signora. 3 chilogrammi
e 9.
4)""Ho fregato la Clara. La
Clara era una brava ragazza
moglie di mio cognato Fulvio,
(aveva partorito da poco il
figlio di 3 kg e 3 etti) molto
quotata
all'interno
della
famiglia,
e
quando
dico
famiglia intendo mia suocera,
in quanto professoressa di
lettere, non attrice. Quindi
sicuramente
migliore
di
"quella lì chenon solo fa
l'attrice, ma mi ha anche
portato via ei me testun."
5)Sì, all'inizio mia suocera era
solo mia suocera. Non aveva
simpatia per me e devo dire
che faceva l'impossibile per
232
dimostrarmelo. Mi addolorava
molto non essere amata da lei.
Ma si sa, gli inizi per qualsiasi
cosa tu intraprenda trovi
difficoltà,
figuriamoci
il
rapporto con la mamma di
“lui”.
Dopo anni di frequentazione,
dal glaciale la signora Pina è
passata all’affetto: 6) è
diventata per me la mamma
Fo,
e
mi
ha
amata
profondamente,
come
profondamente io ho amato
lei. La frase che mi diceva
con orgoglio era “io l'ho messo
al mondo, tu l'hai fatto".
Ma pensa te! Ce ne vuole èh !!
La ricordo, con struggente
tenerezza, poco prima che se
ne
andasse,
nel
letto
d’ospedale: i capelli ritti
233
intorno alla testa, ancora neri
con ciocche grigie… gli occhi
vispi…: raccontava storie delle
suore, le provocazioni che
faceva a quelle povere donne…
e ci faceva ridere… Ad un
certo
punto
le
chiesi
dell’infermiera. “Che orari fa?
Come mai non è qui?” “Viene
alla notte” risponde. “No
mamma Fo, avevo stabilito che
fosse presente anche di
giorno…” Ero sempre io che
all’interno
della
famglia
decidevo il da farsi. Dario era
troppo preso dal suo lavoro.
“Ma costa molto…” quasi
bisbiglia. “Oh mamma! Che vai
dicendo?... Non devi stare
sola!” Lei guarda fuori dalla
finestra… zitta. Dopo un po’
con una voce che non le
conoscevo mi dice: 7)
234
“Fin che c’è qualcuno che ti
vuole così bene… non si
muore.”
Dove ero?
Jacopino.
Ah
sì…
nasce
Con la leggerezza dei pazzi
usciamo dalla clinica con il
nostro fantolino in fasce e ci
"accasiamo" ospiti di un
fotografo di cui non ricordo il
nome, che aveva una splendida
casa in via Parioni. Davvero
splendido
appartamento.
L'unico
difetto,
non
indifferente per una coppia
con un bambino di 4 giorni,
che
questa
principesca
dimora, era completamente
priva di mobili, (se li era
portati via il padre dopo una
lite.
Ma erano mesi che
235
l'appartamento era in queste
condizioni).
9) Due brande, una sedia per
comodino, un tavolo in cucina,
qualche sedia, forse… e un
telefono
con
un
filo
chilometrico che il nostro
amico si portava sempre
appresso.
Non volendo
umiliare la sua generosità
(forse era ubriaco quando ce
l'ha proposto, non so) ci siamo
sistemati alla bellemeglio.
Il bambino ha pianto per 8
giorni di fila. Non riuscivamo
proprio a comunicare a questo
esserino appena nato, che non
sapeva proprio niente della
vita, che ci trovavamo in
qualche difficoltà… Aveva
ragione lui, povero bimbo.
236
Per
quanto
spirito
di
adattamento avessimo, non
riuscivamo
proprio
a
cavarcela, e per le scomodità
e per la mia inesperienza.
10) Al nono giorno, decidiamo
di tornare in clinica.
Che
festa ci hanno fatto! Ci hanno
presi a braccia aperte. Ci
hanno
sistemati
in
una
bellissima camera, vicino alla
sala
parto.
Ci
siamo
addormentati tutti e tre e
abbiamo dormito per almeno
un giorno finalmente rilassati.
Dario come vedeva in corridoi
un padre in apprensione per la
nascita del suo bimbo si
avvicinava
e
s'informava.
“Parto cesareo?” E Dario:
11) "Non si preoccupi anche
Franca ha avuto il cesareo… è
237
una sciocchezza… vedrà." E
quello si consolava. E un altro:
"E’ messo di piedi!" "Non si
preoccupi, anche nostro figlio
è nato di piedi.... è andato
tutto benissimo…
il
ginecologo è straordinario" .
Solo quando un padre era
preoccupato perchè la moglie
stava facendo 2 gemelli Dario
è rimasto senza parole. Non
poteva dire: anche Franca… E
via di questo passo. Ci siamo
stati tre mesi. Quanti padri e
quante
madri
abbiamo
rinfrancato.
Qualcuna ci
viene ancora a trovare con i il
figlio nato proprio in quei
giorni.
Che benissimo!
12)
Intanto,
abbiamo
comperato una casa in via
238
Nomentana,
l'abbiamo
arredata e finalmente ci
siamo andati ad abitare. Tutti
tre.
Il bambino cresce.
facciamo film.
Noi
12) Il primo "Lo svitato".
(1955)
Dario
scrive
il
soggetto cinematografico de
"Lo svitato". L'aveva letto al
grande Cesare Zavattini che
ne fu entusiasta. Si trova il
produttore, Nello Santi della
Galatea film, e il regista:
Carlo Lizzani. Durante la
stesura della sceneggiatura,
ogni volta che Dario cercava
di difendere il suo testo,
veniva
zittito
dai
5
sceneggiatori di cui Nello
Santi
l’aveva
circondato:
Fulvio Fo, Bruno Vailati, lo
239
stesso
Lizzani,
Augusto
Frassinetti, Massimo Mida. “
Sì, avresti ragione de fosse
teatro, ma questo è cinema.”
era
troppo
giovane
per
riuscire ad aver voce in
capitolo
con
quei
professionisti sceneggiatori
che gli avevano messo al
fianco… 13----"sei autori in
cerca del personaggio" li
definì il produttore.
In autunno iniziano le riprese
del film che il 2 marzo del 56
esce
nelle
sale
cinematografiche: la pellicola
racconta di un apprendista
reporter-fotografo pieno di
energia, che concepisce il dar
notizia come una gara di
intraprendenza e rapidità. Fin
dal suo risveglio si mette in
moto correndo, superando
240
tram, gettandosi a capofitto
giù per le scale, distribuendo
comunicati
stampa
con
rapidità inaudita. Fanatico
dell’efficienza, sempre alla
ricerca
dello
scoop,
perennemente in agguato per
scoprire fatti di cronaca
straordinari in una specie di
sequenza
spasmodica
ed
ossessiva, si innamora di due
ragazze allo stesso tempo.
Tutto è sorretto da una
fantasia
surreale
con
riferimenti
continui
alla
cronaca e alla satira politica e
di costume.
I giovani apprezzano il tema e
l’azione paradossale che il film
esprime, ma la maggior parte
degli spettatori non accoglie
quel linguaggio. Di fatto, la
241
proiezione del film si risolve
in un insuccesso.
Ma dopo una decina d’anni
ecco che la pellicola viene
riproiettata dalle cineteche e
dai circoli culturali di tutta
Europa, viene trasmessa più
volte anche in televisione.
Evidentemente il pubblico che
partecipò alla prima emissione
non si trovava preparato ad
apprezzare quel linguaggio e
quello spirito, forse troppo
ironico e provocatorio.
14) e “Amore a quattro
dimensioni” diretto da Massimo
Mida.
242
15
28
giugno1956,
ci
trasferiamo
momentaneamente a Milano
per
realizzare
una
trasmissione radiofonico dal
titolo “Non si vive di solo
pane” con Durano e Parenti.
regia di Giulio Scarnicci,
musiche di Fiorenzo Carpi.
16) Dopo la registrazione delle
varie puntate rientriamo a
Roma.
Dario alterna al lavoro di
attore
quello
di
sceneggiatore,
e
viene
addirittura scritturato fisso
17- alla Ponti de Laurentis
per 2 anni, come gags-man a
2.000.000 al mese.
La cifra. A quel tempo, era
astronomica.
243
Lavora con sceneggiatori del
calibro di Age, Scalpelli,
Pinelli (collabotore fisso di
Fellini) Antonio Pietrangeli
per i film :
“Le
chiacchierate”,
“Nata
di
marzo” e altri.
18) Io, faccio “la mamma”a
tempo pieno aiutata dalla
signora Pina Fo. Nell’autunno
dell’anno
dopo
vengo
scritturata
dal
Teatro
Stabiledi Bolzano, con il
grande attore 19) Memo
Benassi
per
interpretare
Gonerilla
nella
tragedia
Shakespeariana "Re Lear". La
regia è curata da Fantasio
Piccoli,
direttore
dello
Stabile, ma non andremo in
scena per sopraggiunta grave
malattia di Benassi: un ictus.
244
Con Benassi si era creato un
bel rapporto
da quando
durante una cena raccontavo
della mia famiglia. Scoprendo
che ero figlia d’arte, mi avava
portata al suo livello (che
onore!) e in ogni momento mi
dimostrava la sua simpatia.
Insomma
mi
dava
“confidenza”. Anche troppa.
Capitava che mi svegliasse alle
due di notte: sono Memo…
vieni
a
trovarmi…
così
ripassiamo la parte.” Come
dirgli di no? Mi ricordava mio
padre: mi vedevo nella stessa
condizione accanto al suo
letto a recitare a soggetto le
nostre commedie.
Memo, parlava a fatica,
offeso com’era dalla paralisi
che aveva colpito la parte
245
destra del suo corpo. Ricordo
che durante una di queste
visite ad un certo punto,
indicandomi il baule armadio
che accompagna sempre negli
hotel gli attori celebri (anche
qualche ricco non attore) mi
dice. “Guarda nel terzo
cassetto… a sinistra… ecco lì…
prendi quel fazzoletto avvolto
nella carta velina… è di Dina
Galli. Te lo regalo!” Non so
come
ringraziare…
sono
commossa ed emozionata.
Dalla luna mi fanno scendere i
miei compagni di lavoro quando
mostro loro, orgogliosa il bel
regalo: “Li compera a dozzine
al mercato… l’ha regalato
anche a noi…”
Pazienza.
L’ho
conservo
tuttora come fosse autentico.
246
Nella speranza che Benassi si
potesse rimettere presto,
continuavano le prove senza di
lui.
Memo mi chiede di
scrivere una lettera a
20) Rizzoli, l’editore, dove
l’avvertivo dell’ictus e gli
chiedevo, (rossa in faccia) un
aiuto finanziario per lui.
Rizzoli, come sempre fu
generoso. Mi mandò una
lettera
con
allegato
un
assegno di un milione di lire,
dove mi diceva: “compera fiori
per Memo”.
Gli invio un
telegramma dandogli la bella
notizia.
Mi
risponde
immediatamente: “Se arrivi
con un fiore ti uccido”.
Memo Benassi, morì pochi
mesi dopo. Al suo funerale
247
eravamo in due,
cameriera ed io.
la
sua
Malinconia.
21) In quegli anni interpreto film,
così detti, “di cassetta”: “Amarti è
il mio destino” con il cantante
Narciso Parisi,
“Caporale di giornata”
Maurizio Arena
con
“Rascel FifÍ”
con Renato
Rascel, e Dario.
22--- 1957 Dario scrive un
Soggetto cinematografico “I
balordi” con Guido Leoni.
23--- in quell’anno VENGO
SCRITTURATA DAL TEATRO
ARLECChino di Roma, con
248
valenti attori tra cui Valeria
Moriconi, per interpretare un
testo di Feyduau
che
sembrava scritto per me:
"Non andartene in giro tutta
nuda", Ho avuto un bellissimo
successo, mentre Dario scrive
per i fratelli Bonos, che poi
non ne hanno fatto nulla, un
atto unico" straordinario, “Gli
imbianchini non hanno ricordi".
24---In quell’occasione Dario,
su mia spinta, scrive un atto
unico
bellissimo.:
“Gli
imbianchini non hanno ricordi”.
Bellissimo!, lo ripeto. Lo
proponiamo al regista… ma non
piace! OK. Lo mettiamo nel
cassetto… a per poco. Dario,
come si dice,
“prende la mano”, insomma si
appassiona
a scrivere atti
249
unici. E’ certamente materiale
che non si butterà no.
25---Durante l’estate sono in
scena
a Milano al Teatro
Olimpia: “Tre e simpatia” una
rivista con Raffaele Pisu e
altri.
1958
26--- Dopo la disastrosa
esperienza cinematografica,
abbandoniamo
il
cinema,
vendiamo
l’appartamento
rimettendoci,
torniamo
a
Milano decisi a fondare la
nostra compagnia, e mettere
250
in scena gli atti unici che
Dario aveva scritto.
Formiamo la "Compagnia FoRame" di cui Dario è autore,
attore, regista, scenografo e
costumista.
Da
questo
momento sarò la principale
collaboratrice e interprete
dei suoi testi e inoltre mi
accollerò
il
compito
di
organizzatrice, aiutando mio
fratello Enrico e Fulvio,
fratello
di
Dario,
amministratori
della
compagnia.
Mia sorella Pia, si occuperà
della
realizzazione
dei
costumi: 27--- "tutto in
famiglia" come ai bei tempi
della Famiglia Rame.
28--- Ci proponiamo a Paolo
Grassi allora direttore del
Piccolo teatro di Milano che ci
251
regala la consueta fiducia,
amicizia dandoci spazio per
ben tre mesi.
Debuttiamo
così, il 6 giugno in un caldo
infernale, tutti soli, (sì,
c'erano altri attori da noi
scritturati,
ma
la
responsabilità della compagnia
era solo nostra) con "Ladri,
manichini donne nuda" quattro
atti unici - "L'uomo nudo e
l'uomo in frack" - "Non tutti i
ladri vengono per nuocere" "Gli imbianchini non hanno
ricordi" - "I cadaveri si
spediscono e le donne si
spogliano" Scritto diretto e
interpretato da Dario, sue
erano anche le scene e i
costumi. Io facevo l'attrice
ma mi occupavo di un sacco di
cose. Mio fratello Enrico era il
nostro amministratore-attore
252
se necessario. Ha guidato la
nostra compagnia con grande
abilità, riuscendo a farci
stare in piedi anche senza
alcun aiuto ministeriale ne
dell'ETI
(ente
teatrale
italiano che avrebbe dovuto
appoggiare più che mai la
nostra compagnia in quanto
recitava opere di autore
ITALIANO. Ma sia noi che
EDUARDO
De
FilippO
abbiamo avuto grazie alle
nostre scelte politiche , vita
grama con tutte le forza
statali e parastatali).
Grandissimo successo e ci
restiamo sino al 3 settembre.
Tre mesi consecutivi!
253
Le quattro storie si avvalgono
del
classico
gioco
dell’equivoco,
scambi
di
persone, scale infinite che
attraversano la scena e gag
clownesche.
29--- Sull’onda del successo
ottenuto a Milano, nel 58,
riceviamo la proposta di avere uno
spazio all’interno della stagione
teatrale del Teatro Stabile di
Torino. Dario scrive "Comica
finale",
quattro
atti
unici
ambientati nell’800. Mi aveva
ascoltato quando raccontavo a
Jacopo per farlo addormentare, le
comiche che recitavo con i miei.
Le “butta giù”, me le legge… OK:
“sono bellissime!”. Le hai riscritte
migliorandole… attualizzandole.
254
Bravo!” Ma
di quelle storie
leggere che gli avevo passato
"bocca a bocca", la migliore era
"un Morto da vendere" che aveva
completamente
creato,
ambientandolo nell'800 come gli
altri.
Il migliore.
Non si pensi che accecata
dall'amore possa dare a Dario
meriti che non ha.
Non l'ho mai fatto. D'altro canto
basta leggersi i testi pubblicati
da Einaudi per constatarlo.
"
255
30--- Terminato il contratto
con
Torino,
formiamo
compagnia, rileviamo scene e
costumi dallo Stabile, e
portiamo lo spettacolo in
256
tournée alternandolo a “Ladri,
manichini e donne nude” per
altri 6 mesi.
Riprende
il
grande
boicottaggio governativo e
dell’ETI
(Ente
teatrale
italiano,
che,
come
già
abbiamo detto, ma non è mai
male
ricordarlo,
avrebbe
dovuto appoggiare la nascita
di compagnie di giovani, invece
non solo non ci dava piazze, ma
le rare ci venivano retribuite
con cifre vergognose. Ministro
della cultura a quel tempo era
Andreotti).
Difficoltà
finanziarie, superate solo
perché
le
colonne
della
compagnia eravamo noi, quindi
la retribuzione la prendevamo
quando c’era. La nostra forza,
erano i diritti d’autore con i
quali praticamente, si viveva.
257
31--- Paolo Grassi, ancora
direttore del Piccolo Teatro,
viene
in
nostro
aiuto
offrendoci il
Gerolamo di
Milano,
magnifico
teatro
"all’italiana" dei primi dell’800
di soli 200 posti e con palchi,
conosciuto come teatro delle
marionette, (ci lavoravano
stabilmente i fratelli Colla
celebri marionettisti). Se il
mio cuore aveva un fremito al
ricordo della mia famiglia,
questo fremito non poteva
riempirci il teatro. Andavamo
malissimo. La prima fu un
disastro.
Abituati
ai
palcoscenici grandi, il trovarci
senza prova alcuna in uno
spazio piccolo come il bagno di
casa nostra, ci ha messi in
grande difficoltà.
Devo
258
riconoscere, che come unica
volta nella storia della nostra
compagnia, la critica ufficiale
presente allo spettacolo non
ha
menzionato
i
3OOO
incidenti
che
si
sono
susseguiti nelle tre ore
Eravamo contenti di aver
trovato
una
tregua
all’affannosa ricerca di piazze.
Terminata la stagione al
Gerolamo,
partiamo
in
tournèe. Quante difficoltà!
Boicottaggio generale. Ci si
misero
anche
i
preti.
All’ingresso delle chiese, in
bella
vista,
c’era
un
comunicato che sconsigliava ai
fedeli di vedere i nostri
spettacoli.
Finalmente
la
nostra tournèe termina il 3
giugno… ma siamo ottimisti:
259
Papa, il proprietario del
grande Teatro Odeon di
Milano, dopo averci visti al
Gerolamo ci contatta: “Caro
Dario,
complimenti!
Lo
spettacolo è straordinario, voi
tutti siete bravissimi. Se ce la
fai a scrivermi una novità… a
settembre ti do l’apertura
della stagione.”
Dati statistici: Repliche di
“Ladri e manichini 76 ..”
“Comica finale” 114, per un
totale di 190 spettacoli,
compresi i matinée e i lunedì:
allora non si riposava. Tempi
duri!
Torniamo a Roma. Dario lavora
in televisione in una commedia
leggera in due atti: “Monetine
260
da cinque lire” trasmessa da
RAI 1, con grande successo.
34) Io interpreto partacce in
film tutti lacr
ime, core, co
sce
e zinne. Sono quasi sempre in
cartello come "partecipazione
straordinari",
mi pagavano
bene, ma quei film di
straordinario non avevano
null'altro che il materiale
umano col quale venivo, grazie
a loro, in contatto, ad esempio
261
34) TINA PICA. Era una
caratterista
straordinaria.
Durante la pausa pranzo si
stava
a
tavola
insieme.
Chiaccherava in continuazione
e mi divertiva assai ascoltarla.
Le piaceva il vino bianco e ne
beveva in abbondanza col
marito che le brontolava
dietro. Quando ha scoperto
che ero figlia d’arte, m’ha
costretta a fare un brindisi…
Cercavo di farlo con l’acqua, in
quanto astemia, ma ho dovuto
per forza, sorseggiare un
sorso di vino. “Anch’io son
figlia d’arte! Con la mia
famiglia nella Passione del
Signore… facevo Giuda! Cin
Cin.”
ARRIVATA QUI
262
AVEVAMO SCRITTO UN
PEZZO, MA NON LO TROVO
CI SONO ANCHE ALTRE
CORREZIONI
CHE
NON
STANNO QUI,
35) Dario non si riposa. Non
si è mai riposato in tutta la
sua vita. Scrive “Il 999° dei
mille”: atto unico, che viene
rappresentato a Milano il 209-59
al
teatro-circo
realizzato da Galassi Beria, Il
Globo.
Dopo il “il 999°”
36) Dario scrive "Gli arcangeli
non
giocano
a
flipper"
commedia in tre atti. Papa la
legge e si entusiasma e via
che ci siamo. Ecco tutto per
noi il Teatro Odeon: mille
posti.
Che
batticuore!
Proviamo
entusiasti,
mai
263
stanchi. Debuttiamo
l’ 11
settembre.
Grande successo di critica e
di pubblico. Tutte le sere "il
Bossino" che in realtà si
chiamava Bossi, direttore del
teatro,
non appena lo
spettacolo iniziava si metteva
in quinta con un foglio
sistemato sulla fronte, con
scritto in grande l'incasso
della serata.
È un successo a livello nazionale.
La commedia è in testa agli incassi
teatrali italiani, vengono eseguite,
in questa stagione teatrale ben 192
repliche. E ci becchiamo 192
denunce per non aver rispettato i
tagli effettuati dalla censura, la
264
sera della prova generale. In più
di una occasione rischiavamo
di non poter andare in scena.
Ci aspettavamo processi uno dopo
l’altro… ma stranamente non vi è
stata alcuna conseguenza.
Percorsi durante la stagione 8.153
Km. 11 settembre al 20
marzo1960. TURNé .
37 Durante la tournée Dario scrive
"La storia vera di Pietro D'angera,
che alla crociata non c'era",
realizzato più tardi solo da altre
compagnie con notevole successo
Durante l’estate partiamo per
Cesenatico dove passiamo da
anni le vacanze, Dario scrive
la nuova commedia da provare
265
in agoso. Viene in spiaggia a
farsi un bagno veloce con i
nostri bambini, poi via!, a
lavorare alla sua fedele
Olivetti lettera 21.
(1960-61) 38 Debuttiamo come
ancora al teatro Odeon con:
“Avevava due pistole con gli occhi
bianchi e neri". Quest’opera tratta
della connivenza tra fascismo e
borghesia, tra malavita organizzata
e potere.
L'intervento della
censura
è
pesantissimo,
ci
massacrò
letteralmente.
Decidemmo di andare in scena
egualmente senza tenere in conto
alcuno i tagli imposti.
Ci fu un braccio di ferro
piuttosto teso tra noi e il
prefetto di Milano che ci
minacciò
di
arresto
immediato, ma alla fine,
preoccupato dello scandalo
che ne sarebbe venuto, il
266
Ministero
Turismo
spettacolo, tolse i tagli.
e
E' con questa commedia che
mi conquisto agli occhi di mio
marito, un ruolo diverso da
quello di sempre.
Quando
Dario
scrive
una
nuova
commedia, mi legge, giorno
dopo giorno il suo lavoro.
Ascolto seria e attenta.
Qualcosa non mi convince nel
testo… mi si legge in faccia.
“Che c’è? Non ti piace?” -mi
chiede. “Sì, bello… ma… “ Ho
difficoltà a continuare. Vedo
la fatica che fa ogni giorno:
ore e ore alla macchina da
scrivere. A volte si dimentica
persino di mangiare. “Ma,
cosa…?”
267
No so trovare le parole : “La
chiave è bella… ma…” Dario si
innervosisce.
Mio figlio aveva sei anni e
ancora se lo ricorda. Credo
sia stata la prima discussione
accesa alla quale asssistesse.
Non ci aveva mai visti così,
era un pò spaventato. "Dimmi
cos'è che non funziona!
Dimmelo! "e io: "Non lo so".
Dario alza la voce: "Dimmelo!
" "Non lo so… c'è qualcosa che
non va…. “ "(Quante volte negli
anni futuri s'è ripetuta questa
scena? ) Jacopo piange senza
gridare, e anch'io scoppio a
piangere come un bambino
disperato. Era la prima volta,
da quando lo conosco
che
vedo Dario fuori dalla grazia
di Dio. "Ora, lo rileggo tutto…
268
cercherò di individuare…
capire… poi ti dico… ".
di
Leggo e prendo appunti.
Dario, per tutto il tempo ma
guarda serio. In piedi.
Mi stavo innervosendo. Dopo
due ore, più imbarazzata che
mai: "taglierei qui… qui… e qui.
"Dario tira un gran sospiro.
Ci pensa un pò su, e poi:
"Forse hai ragione, ma prima
preferisco
provarlo
col
pubblico. "
Debutto: successo di stima,
non il solito entusiasmo.
Lasciamo il palcoscenico senza
la solita felicità. Dario va
deciso nel suo camerino, ne
esce dopo un secondo, mi
raggiunge nel mio. Pone il
copione delle Pistole sul
269
tavolo: "Fai i tagli che
proponevi" e mi stringe forte.
L’indomani come si alza si
mette alla macchina da
scrivere. Lavora, lavora senza
alzare la testa. Fuma e lavora.
Lo guardo in silenzio. Verso
sera mi chiama. Mi mostra il
copione “Vedi un po’ come ti
pare.” Mi batte il cuore,
forte. La sera andiamo in
scena.
La commedia “vola”!
Dati statistici: rappresentato in
50 piazze, repliche: 206, media:
450 spettatori a recita, incasso
lordo: £. 117.340.860. 1960
Debutto a Zagabria,Varsavia,
Parigi, Praga: “Gli arcangeli non
giocano a flipper”.
1961
270
Va in scena a Parigi “Comica
finale” al Teatro Gramont
REGIA. Altri dati????
All'Arena Teatern di Stoccolma e
a Sofia in Polonia va in
scena:“Ladri, manichini e donne
nude". REGIA????
1961-62: 8 settembre al 25
febbraio - Milano – Al Teatro
Odeon debutta: 39 "Chi ruba un
piede è fortunato in amore".
Satira sociale. Quella politica
non si poteva fare! Tournée.
Dati statistici: repliche 172, piazze
28 media presene 461 incasso
107.742.262.
"Chi ruba un piede
fortunato in amore".
è
271
Dopo sporadiche apparizioni
nella TV. di stato approdiamo
alla televisione sulla neonata
seconda
rete,
(1962
PRIMAVERA) con sei puntate
tutte nostre: "Chi l'ha visto?
". Subito dopo dalla direzione
Rai ci viene proposto di
condurre "Canzonissima" il
grande
concorso
canoro
abbinato alla lotteria di
capodanno, la trasmissione di
272
maggior interesse popolare
dell'Ente.
Regia
di
Vito
Molinari. Dario scrive i testi
che prima dell'inizio della
trasmissione
ricevono
il
benestare della direzione
nella
persona
del
dott.
Pugliese direttore generale (?
). 41 Iniziamo. Alla terza
puntata scoppia il finimondo.
Portiamo alla gente
problemi
legati alla vita reale come le
malattie professionali dell’intera
famiglia di una casellante, i
muratori che muoiono precipitando
dalle impalcature e così via. Per la
prima volta in televisione si odono
pronunciare parole come "morti
bianche", "serrata", "sciopero",
"mafia". La novità lessicale
provoca delle vere e proprie levate
di scudi di politici indignati.
Escono
articoli
FATTO
INSERIRE
FOTO
????
stigmatizzanti che chiedono la
273
testa degli scellerati responsabili
del programma: volano accuse di
oscenità politica. In particolare
riguardo uno sketch sulla mafia nel
quale una donna siciliana racconta
in
modo
apparentemente
paradossale ad un giornalista il
susseguirsi di ammazzamenti di
sindacalisti, contadini, cronisti
troppo curiosi che a cadenza ad
orologeria vengono eliminati, con
esplosioni che vanno all’unisono
col battere del tempo. Il gioco
satirico determina il finimondo: si
arriva
a
interrogazioni
parlamentari. Malagodi, FATTO
INSERIRE FOTO???? senatore
liberale,
interviene
alla
Commissione di Vigilanza sulla
Televisione
del
Parlamento
italiano, protestando perché: "Si
insulta l'onore del popolo siciliano
sostenendo
l'esistenza
di
un'organizzazione
criminale
chiamata
mafia!".
Indignato
prende anche la parola il cardinale
di Palermo, ???, che assicura: “In
Sicilia la mafia non esiste”.
274
Riceviamo anche minacce di morte
scritte col sangue e la tipica bara di
legno in miniatura e minacce di
sequestro ed eliminazione per il
figlio Jacopo di 6 anni, che da quel
momento vivrà sotto scorta della
polizia. FATTO INSERIRE FOTO
Il
successo
popolare
del
programma è incredibile. La
direzione della RAI, sotto la
pressione
dei
politici
più
reazionari, inizia a dimostrare un
certo nervosismo preoccupato e,
nonostante i testi siano già stati
approvati dal direttore generale
Dott. Pugliesi, si decide di
revisionare
l’intero
copione:
canzoni, sketch e battute che
alludano, se pur in modo blando, a
fatti di cronaca e ad azioni
politiche vengono drasticamente
eliminate.
Inizia un braccio di ferro con la
RAI sulla censura: poche ore
prima
dell’andata
in
onda
dell’ottava puntata, la direzione
RAI comunica il taglio di tre
sketch. Dario e Franca, ricordando
275
che erano già stati approvati dal
Dott. Pugliesi, propongono, onde
poter ripristinare con altri scritti le
scene tagliate, di sospendere
l’emissione per una settimana
(adducendo come pretesto una
malattia
di
Fo).
Durante
quest’incontro con due alti
dirigenti, Fo e la Rame vengono
velatamente
minacciati,
se
persistono con il voler sospendere
il programma, di denuncia certa
per danni e anche di possibile
arresto. Con molta tensione, con i
loro avvocati
attendono la
decisione RAI che arriva a 15
minuti
dall’inizio
della
trasmissione. O si va in onda con i
tagli o niente.
Decidiamo per il "NIENTE".
Un’annunciatrice
a
inizio
trasmissione comunica il nostro
abbandono. All’uscita del Palazzo
della Fiera, una gran folla di
spettatori ci attende. RITAGLIO
GIORNALE CREDO CORRIERE
Manifestazioni e attestati di
solidarietà sono espressi in
276
centinaia e centinaia di telegrammi
e lettere. FATTO INSERIRE
TELEGRAMMI La RAI tenta, ma
non riesce, di sostituire Fo e Rame
con altri presentatori, poiché tutti
gli attori italiani e stranieri tra i
quali Ives Montan interpellati,
seguendo le indicazioni della SAI
(Sindacato-attori) rifiutano l’atto di
crumiraggio.
CONTRoLLARE SU STAMPA o
archivio ??? Si arriva all’azione
legale: ABBIAMO QUALCOSA
RISPETTO AL PROCESSO? CI
DEVE ESERE MATEIALE IN
ARCHIVIO nei primi due processi
i giudici ci danno ragione e
impongono alla RAI di risarcire i
danni materiali. Si giunge al terzo
processo: il tribunale rimanda il
tutto alla Cassazione. Quindi (era
da aspettarselo) il tribunale
superiore rovescia il decreto e dà
ragione alla RAI e torto alla coppia
Fo-Rame: devono rimborsare i
danni subiti dall’Ente Rai.
ARRIVATA QUI
277
Per 16 anni la coppia degli autoriattori sarà totalmente esclusa sia
dai programmi radiofonici e Tv, a
quei tempi monopolio esclusivo
dello Stato Democristiano, che
dalle campagne pubblicitarie. Cioè
la RAI rifiuta di mandare in onda
la loro voce e la loro immagine
indipendentemente dal contesto in
cui si propongono, anche quelle
inerenti a caroselli o spot
pubblicitari di qualsiasi tipo.
Inoltre la direzione INCASINATO
RAI vieta che l’annuncio dei loro
spettacoli teatrali o canori,
riguardanti la critica tradizionale,
vengano posti in rete.
Per 16 anni il nome Fo-Rame non
sarà
mai
pronunciato
in
televisione.
Ma già alla prima puntata la
stampa reazionaria si scatena
criticando ferocemente la più
che delicata critica politicosociale contenuta nei testi. Di
puntata
in
puntata
gli
278
attacchi, le polemiche sulla
stampa
non
si
contano.
L'indice di ascolto è altissimo
(anche se al processo, uno dei
tanti che c'è stato la
direzione Rai tentava di
sminuirci,
dicendo che
nessuno ci vedeva. TAXISTI
RICORDARSI) l'Italia era
divisa in due: chi ci ama, e chi
ci odia, ma tutti lì, davanti al
televisore il sabato sera. Ad
ogni trasmissione ci vengono
imposti
tagli
e
censure
sempre più pesanti. (FIORI
SENO. GAMBA SINISTRA)
All'ottava puntata decidiamo
di
abbandonare
la
trasmissione.
La famosa
"Canzonissima",
il
FANTASTICO DI OGGI, va in
onda
senza
presentatori.
(RICORDARSI
WALTER
279
CHIARI
E
BRAMIERI)e
quando
l'annunciatrice
all'inizio della trasmissione
dice: d. FO e F. Rame si sono
tritirati,
una
quantità
incredibile di telespettatori si
rovescia nelle strade di
Milano, tutti quanti diretti al
palazzo della fiera dove si
teneva
la
trasmissione.
Quando
usciamo(eravamo
stati su consiglio dei nostri
legali nei camerini nostri fino
alla fine della trasmissione) ci
troviamo davanti una folla di
gionalisti, fotografi e migliaia
di persone. In molti erano
venuti per dimostrarci la loro
calda e commossa solidarietà.
Questa fu la prima e credo
l'unica volta nella storia della
Rai
che
due
"attori"
rifiutarono di "abbioccarsi"
280
d'innanzi alle imposizioni, ai
tagli, all' “arroganza del
padrone" ai soprusi.
L'impegno l"ho preso, ma da
un'ora almeno, me ne sto a
guardare fuori dalla finestra
con il cervello completamente
vuoto, come se per tutti
questi anni, e sono tanti, non
avessi
vissuto,
lavorato,
incontrato gente parlato, riso,
pianto ecc. Niente. Non mi
viene niente.
Ho la testa
affollata di pensieri confusi,
suoni, rumori, parole, facce(si
scrive con la i, o no? )e fra
tanto disordine, non riesco a
trovare la parola giusta che mi
dia modo di iniziare con un
minimo di coerenza. Da cosa
parto? Da dove? Sono nata
281
eccetere eccetera. . Cosa
faccio, anno dopo anno,
avvenimento
dopo
avvenimento
in
ordine
cronologico. . Per l'amor del
cielo. Sono certa che arrivata
alla prima elementare, spengo
la macchina e non ci penso più.
Non mi viene propio niente.
Forse
potrei partire dalla
prima grande emozione che
non ho mai dimenticato.
.
Veramente sono due le grandi
emozioni della mia vita. Ma
che dico, due. . Molte di più,
ma queste due sono le più
grandi. La prima: "Dario, sono
in cinta".
1951. Inutile spendere parole
per raccontare le difficolta in
cui ci siamotrovati, mi sono
trovata.
Immaturi,
282
impreparati in tutti i sensi.
Spaventati.
Non
in
condizionedi fare un figlio,
senza contare mia madre,
cattolica convinta. ecc. ecc.
Inutile spendere parole. Ho
abortito. 30. 000 lire più la
paura, e qualcosa addoso e
negli occhi, che per mesi non
m'ha lasciato.
Di quell'ora
passata in una specie di
ambulatorio,
non
certo
atrezzato per un intervento
chirurgico, ricordo il freddo,
il buio che c'era fuori, era
notte, l'indifferenza e la
tensione
del
medico
e
dell'infermiera-non gridi per
favore, altrimente non la
opero. C'era paura in quella
stanza, la loro e la mia.
283
1951. Per l'aborto si finiva in
carcere.
Oltre a "quella"
paura per me c'era il terrore
per
l'intervento
che
affrontavo senza saperne
assolutamente niente. Niente
altro che mi sarebbe stato
fatto senza anestesia, per me,
e tutto per me, c'era anche il
peso di quello che stavo
facendo.
Pensavo a mia
madre, e ho veramente
desiderato di morire. Se ha
paura se ne vada. Non ho
gridato. Credo di aver pianto,
ma non me lo ricordo.
Sicuramente ho pianto dopo,
quando Dario che stava ad
aspettarmi m'ha abbraciata.
Stavamo male tutti e due, in
più io mi sentivo così colpevole
d'essere certa che non avrei
più osato guardare negli occhi
284
mia madre.
2000 anni di
pregiudizi erano il pane
quotidiano che molta gente ha
mangiato. Io, con mia madre
onestamente
cattolica
osservante e convintapoi ne
ho fatto indigestione.
Per
Dario era diverso. (parlare di
Brera
architettura,
lotte
operaie;blu di metilene ecc. )
Ho incontrato altre volte quel
medico.
Non ci siamo mai
nemmeno salutati.
Lui e
diventato
famoso.
Ricchissimo. Non ha mai fatto
obiezione di coscienza, dopo la
legalizzazione dell'aborto. Ho
saputo che nulla era cambiato
nella sua attivita abortista.
Solo la tariffa. "Sono in cinta!
". Il punto esclamativo sta a
sottolineare il cambiamento
dei
miei
sentimenti
nel
285
comunicare questa notizia a
Dario, mio marito. . Siamo nel
luglio del 1954.
Mi sono
sposata il 24 giugno. Tutto è
regolare. Sono, in regola. Il
giorno dopo "la prima notte"
legale che io e Dario avevamo
consumato già due anni prima,
telefonai appena sveglia alla
mia mamma. Nel sentire la
sua voce, mi venne un nodo di
commozione.
Ero uscita di
casa. . avevo una casa mia. .
insomma m'é venuto il magone.
"Che
succede?
C'era
apprensione, preoccupazione,
imbarazzo e non so che altro
nella sua voce non ti ha
trovato in ordine? "Cara dolce
mamma,
pulita,
ingenua,
tenera, così sicura di quanto
mi avevi insegnato da non
essere mai stata nemmeno
286
sfiorata dal dubbio che tua
figlia, che se ne stava per
mesi in turné, potesse avere
rapporti "stretti" con il
ragazzo con cui "filava" e col
quale lavorava. Al "magone"
s'é sostituito l'imbarazzo
d'aver tradito la sua fiducia.
Non lo vedevi di buon occhio
quel matrimonio, mamma: "é un
attore, uno spiantato, non
fara mai niente nella vita.
Stai lontana dagli attori.
Prendono in giro le ragazze, si
divertono e poi le piantano".
E dietro a quel"si divertono"
si nascondevano nefandezze
innominabili.
287
BIOGRAFIA
TENTATIVO
FRANCA-
Sto male di salute, ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
malattie
che
io
sono
riuscita(un vero primato! ) ad
accumulare negli anni(che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghie-,
tricotillomania-strapparsi
capelli, attorciliarli stretti al
dito
anulare
e
infine
nasconderli sotto ai mobili.
Quando uno è in ansia, si
strappa i capelli , se sola, si
mangia le unghie in presenza
di altri. )E me l'ha dimostrato
enumerandomi tutto quello
che ho avuto negli ultimi due
mesi a Boston. "Oh, ma come
288
sono felice, rilassata! "Un
bubbone della grandezza di un
mandarino nel seno sinistro,
proprio sopra a quello che
chiamiamo cuore, dolore ai
reni con perdita di sangue,
lastre, calcoli frantumati,
tracce anche in vescica, dolori
muscolari alle gambe, crampi
durante il sonno, gamba
sinistra, dopo immobilità di
qualche ora, non rehhe e
duole. "Cos'è, il lazzaretto
tutto di un colpo? "NO, è che
il tuo fisico si fifende come
può.
lanciandoti campanelle
d'allarme da una situazione
che tu vivi male. Fai l'elenco
di tutte le malattie che hai
avuto negli ultimi anni, gli
interventi,
malattie
inimmaginabili ma ben tangibili
che vanno da una congiuntivite
289
che ti scoppia oggi, inizio di
una commedia che non ti piace
e che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo. Tu
come un pappagallo ripeti"sto
bene"e sei pure convinta,
invece"credi" di star bene, ma
nel
tuo
subconscio
stai
malissimo? Tutta la colpa è
del subconscio.
Froid ha
detto un sacco di cose
relativammente
importanti, cose che anche
altri avevano detto, l'unica
sua* scoperta essenziale per
la vita dell'uomo per la sua
mente è 'sta storia del
subconscio. 'Sta storia del
subconscio deve essere vera.
Mi viene in mente una tipa di
Torino che lavora all'Einaudi,
si
chiama Emilia, l'ho
290
conosciuta tanto tempo fa, mi
raccontava della sua vita, nel
dibattersi nei problemi col
marito da cui si era separata,
i figli, la suocere, l'amante del
marito, la moglie del marito.
Tutti questi problemi le
procuravano fenomeni fisici
stregoneschi, reazioni sul suo
corpo che nessun medico
aveva mai registrato su alcun
paziente. Che so, le lenti a
contatto che si gonfiavano a
dismisura fino a scoppiare,
oppure che si bucherellavano
tutte. Robe mai viste, tanto
che
l'assicurazione
si
rifiutava di rimborsargliele.
Mio figlio ha certamente
ragione. "Tu devi sbatterti,
riuscire
a
scavare,
a
ricordare, a scoprire cosa hai
dentro realmente, quale fatto
291
vicino o lontano ti ha portato
a questo malessere.
Devi
andare
indietro,
indietro
mamma. "Mi sono presa un
registratore e via a parlare a
ruota libera. Come premo il
tasto per la registrazione, non
mi viene in mente niente.
Cerco di ralassarmi. Vediamo.
. il primo trauma. . per me è
stato un trauma e grosso.
anche se poi, ora, 30 anni
dopo, mi rendo conto di aver
guardato i fatti con ecessiva
enfasi.
HO scambiato una
storia del tutto naturale per
una mancanza d'amore. L'ho
vissuta malissimo. Ho cercato
di parlarne con lui, ma subito
mi
sono
interrotta,
imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,
incolta sul sesso: è la prima
292
cosa che ricordo in questa
incursione nella mia vita.
Il mio rapporto con l'altro
sesso è stato per moltissimi
anni un rapporto "al servizio";
mai avuto stimoli sessuali, la
voglia di fare all'amore mi
veniva se ci si abbracciava e
baciava. . . ma scivolavo nel
rapporto senza un grande
desiderio di sesso. . ero
portata ad assecondare il suo
di desiderio. Del sesso, non
sapevo nulla.
quello che
facevamo, era venuto da solo,
l'avevamo scoperto insieme.
autodidatti. Ora, per fortuna
è diverso. I giovani sanno
tutto.
prima ancora di
avicinar si ad una donna. Mio
figlio aveva un 13 anni e già se
ne stava con un libro di
293
anatomia in mano. (IMENE,
vedevo soltanto un orecchio).
L'orgasmo, l'ho raggiunto
molto dopo che praticavo il
sesso. Prima fingevo.
Non me ne sono mai fatta un
problema.
PENSIERI: LA COPPIA
Riuscirò fino alla morte a
tenere per me che tu sei solo
un uomo? Io cerco di capire
tutto. . i tuoi bisogni. . mi
sforzo di non dare maggior
significato alle "cose" di
quanto in realtà non abbiano. .
di leggerle per quello che
sono:
SESSO
E
GRATIFICAZIONE ma non mi
posso impedire di soffrireper
queste nostre due vite così
unite e così irreversibilmente
294
staccate. Due vite tronche,
che vivono solo se congiunte
ma si logorano e muoiono nella
congiunzione. E' molto che
sono morta.
E' il saperti
distratto da altro che mi ha
tolto la vita. Senza di te non
posso vivere, ma quanto pago
questo mio vitale bisogno.
Sono riuscita a superare tutto
ciò che ho subito. Mi credevo
armai forte.
ma il dolore
torna
ogni
volta
come
trentaanni fa. Sto vivendo un
disperata e allo stesso tempo
afettuosa
solitudine.
Gironzolo per questo mondo
come un ombra;pensieri bui
mi schiacciano. Brontola la
mia anima, il mio cuore, i miei
sentimenti ti si rivoltano
contro, il mio orgoglio di
essere donna? Umiliato. E il
295
non sentirmi "nessuno". Non
mi accontenta essere "prima"
nella tua vita. . è nel mio
sesso a ridere che ti voglio
tenere. Ti guardo davanti ad
una
ragazza
qualsiasi,
trasformato, ti rappresenti, ti
dai un gra daffare, senza
misura ne controllo. Ed io
sono condannata da me stessa
a starti a guardare, come tu,
per tua scelta sei condannato
a vivere con me. Che fare?
296
NOTE PER BIOGRAFIA
5-93
21-
1) L'impegno l"ho preso, ma
da un'ora almeno, me ne sto a
guardare fuori dalla finestra
con il cervello completamente
vuoto, come se per tutti
questi anni, e sono tanti, non
avessi
vissuto,
lavorato,
incontrato gente parlato, riso,
pianto ecc. Niente. Non mi
viene niente.
Ho la testa
affollata di pensieri confusi,
suoni, rumori, parole, facce(si
scrive con la i, o no?)e fra
tanto disordine, non riesco a
trovare la parola giusta che mi
dia modo di iniziare con un
minimo di coerenza. Da cosa
parto? Da dove? Sono nata
eccetere eccetera. . . Cosa
297
faccio, anno dopo anno,
avvenimento
dopo
avvenimento
in
ordine
cronologico. . . Per l'amor del
cielo.
Sono certa che
arrivata
alla
prima
elementare,
spengo
la
macchina e non ci penso più.
Non mi viene propio niente.
Forse
potrei partire dalla
prima grande emozione che
non ho mai dimenticato.
.
Veramente sono due le grandi
emozioni della mia vita. Ma
che dico, due. . Molte di più,
ma queste due sono le più
grandi.
La prima: "Dario,
sono in cinta".
1951. Inutile spendere parole
per raccontare le difficolta in
cui ci siamotrovati, mi sono
trovata.
Immaturi,
298
impreparati in tutti i sensi.
Spaventati.
Non
in
condizionedi fare un figlio,
senza contare mia madre,
cattolica convinta.
ecc.
ecc. Inutile spendere parole.
Ho abortito. 30. 000 lire più
la paura, e qualcosa addoso e
negli occhi, che per mesi non
m'ha lasciato.
Di quell'ora
passata in una specie di
ambulatorio,
non
certo
atrezzato per un intervento
chirurgico, ricordo il freddo,
il buio che c'era fuori, era
notte, l'indifferenza e la
tensione
del
medico
e
dell'infermiera-non gridi per
favore, altrimente non la
opero. C'era paura in quella
stanza, la loro e la mia.
1951. Per l'aborto si finiva in
299
carcere.
Oltre a "quella"
paura per me c'era il terrore
per
l'intervento
che
affrontavo senza saperne
assolutamente
niente.
Niente altro che mi sarebbe
stato fatto senza anestesia,
per me, e tutto per me, c'era
anche il peso di quello che
stavo facendo. Pensavo a mia
madre, e ho veramente
desiderato di morire. Se ha
paura se ne vada.
Non ho
gridato.
Credo di aver
pianto, ma non me lo ricordo.
Sicuramente ho pianto dopo,
quando Dario che stava ad
aspettarmi m'ha abbraciata.
Stavamo male tutti e due, in
più io mi sentivo così colpevole
d'essere certa che non avrei
più osato guardare negli occhi
mia madre.
2000 anni di
300
pregiudizi erano il pane
quotidiano che molta gente ha
mangiato. Io, con mia madre
onestamente
cattolica
osservante e convintapoi ne
ho fatto indigestione.
Per
Dario era diverso. (parlare di
Brera
architettura,
lotte
operaie; blu di metilene ecc.
) Ho incontrato altre volte
quel medico.
Non ci siamo
mai nemmeno salutati. Lui e
diventato
famoso.
Ricchissimo.
Non ha mai
fatto obiezione di coscienza,
dopo
la
legalizzazione
dell'aborto.
Ho saputo che
nulla era cambiato nella sua
attivita abortista.
Solo la
tariffa. "Sono in cinta! ". Il
punto esclamativo sta a
sottolineare il cambiamento
dei
miei
sentimenti
nel
301
comunicare questa notizia a
Dario, mio marito. . Siamo
nel luglio del 1954. Mi sono
sposata il 24 giugno. Tutto è
regolare. Sono, in regola. Il
giorno dopo "la prima notte"
legale che io e Dario avevamo
consumato già due anni prima,
telefonai appena sveglia alla
mia mamma.
Nel sentire la
sua voce, mi venne un nodo di
commozione.
Ero uscita di
casa. . . avevo una casa mia. .
insomma m'é venuto il magone.
"Che
succede?C'era
apprensione, preoccupazione,
imbarazzo e non so che altro
nella sua voce non ti ha
trovato in ordine?"Cara dolce
mamma,
pulita,
ingenua,
tenera, così sicura di quanto
mi avevi insegnato da non
essere mai stata nemmeno
302
sfiorata dal dubbio che tua
figlia, che se ne stava per
mesi in turné, potesse avere
rapporti "stretti" con il
ragazzo con cui "filava" e col
quale lavorava. Al "magone"
s'é sostituito l'imbarazzo
d'aver tradito la sua fiducia.
Non lo vedevi di buon occhio
quel matrimonio, mamma: "é un
attore, uno spiantato, non
fara mai niente nella vita.
Stai lontana dagli attori.
Prendono in giro le ragazze, si
divertono e poi le piantano".
E dietro a quel"si divertono"
si nascondevano nefandezze
innominabili.
1) A 20 anni, seguendo
l'esempio di mia sorella Pia e
mio fratello Enrico, lascio la
nostra compagnia e inizio la
303
mia carriera nel mondo
"ufficiale" dello spettacolo.
Si possono immaginare le
difficoltà di una simile scelta
in quel periodo del dopoguerra
, siamo negli anni 50 e quindi
alterno momenti neri a buone
scritture nelle compagnie di
varietà più famose.
E'
proprio in una di queste
compagnie che
conosco il
Dario Fo, anche lui alle prime
armi, che s'innamora subito di
questa "sventola dolcissima",
(così mi chiamava)e si prende
una
cotta
da
imbesuimento(così dice lui): "7
giorni a Milano", ditta: le tre
sorelle Nava e Franco Parenti.
M'é piombata addosso, é
propio il caso di dirlo senza
che la cercassi, ne sollecitassi
nulla, per averla. Parlo di lei,
304
della notorietà.
Di questo
mio mestiere non me ne é
importato mai niente.
Si
stenta a crederlo, ma é così.
non ho mai mosso un dito per
avere di più, anzi, tutto quello
che negli anni ho ricevuto, di
cui ho beneficiato, l'ho avuto,
"nonostante me". Ora che ci
penso bene, e mi sconcerto,
non posso nascondermi di non
aver mai desiderato qualcosa
in particolare. Non ricordo di
aver mai detto, ne pensato"se
potessi
avere.
.
""vorrei""per avere quella
cosa farei. . . "E non perché
avessi tutto, chi mai ha
tutto?Qualcosa certo l'ho
desiderato, che so, che non mi
si ammalasse nessuno in
famiglia, che mia madre non
morisse mai, che i miei figli
305
stessero bene. . .
ma
insomma, tutte cose, normali.
Del resto, pellicce, vestiti,
gioielli,
parti,
partone,
niente.
Forse perché mi
arrivava tutto di da solo.
Forse perché non mi restava il
tempo di desiderarle.
Beh
questo può valere per quando
ho iniziato a guadagnare, ma
per prima?Era così anche
prima?Sì. Era così. Forse mi
ci vuole uno psicanalista.
Dicevo che m'é piombata
addosso la"notorieta", non che
mi dispiacesse, una certa sera
a Cesena. Compagnia Franco
Parenti e le tre sorelle Nava.
Io dicevo una battuta: "Il
Coriolano é in cinque atti", ma
ero lunga, bionda, con i seni
rotondi, e mi si vedeva. Alla
fine dello spettacolo, si
306
presenta in camerino un tipo
con
macchina
fotografica
"sono un giornalista posso
farle una foto? Posso dire che
un produttore americano la
lancerà come la Rita Haiwort
italiana?"
1953. Con Franco Parenti e
Giustino Durano Dario scrive il
"Dito nell'occhio" testo di
critica politica e sociale che
fece grande scalpore e per i
contenuti e per lo stile di
treatro ben diverso dagli
steriotipi del teatro così
detto "leggero" di quegli anni.
Lo
spettacolo
ha
un
grandissimo successo e gira
per una stagione intiera tutta
Italia.
Io debutto con loro
nella
stagione
invernale.
(ricordarsi
"spettacolo
307
sconsigliato"
fuori
dalle
chiese.
1954 -giugno. Dario
debutta al Piccolo Teatro
sempre con Parenti e Durano
con un altro testo scritto da
loro: "I sani da legare". Io ho
un gran magone, perché
Parenti non mi vuole in
compagnia;Lo capisco anche se
nessuno esplicitamente me lo
dice. Ma ad un certo punto
Dario, con molto imbarazzo e
malinconia,
nel bar di una
piazzetta vicino a casa mia,
me lo
comunica, ma in
contemporanea mi chiede di
sposarlo. Lui dice di no, nega,
ma io sostengo, conoscendolo,
che mi ha chiesto di sposarlo
per pareggiare il dolore che
sapeva
che mi avrebbe
procurato l'essere scartata.
308
1954- 24 giugno. Ci sposiamo.
In
sant'Ambrogio!
Dario
metterà il fatto di essersi
sposato in chiesa addirittura
ne"gli arcangeli non giocano al
flipper": "sposato in chiesa
per accontentare
madre di lei molto credente".
Il
matrimonio
è
stato
bellissimo.
La notte prima
l'ho passata sveglia non per
l'emozione,
ma
perché
stavamo nel lettone della mia
mamma in cinque.
Io e
quattro amiche venute da
Varese per farmi festa.
E a chiaccherare a ricordare,
a ridere.
E' stata una
bellissima notte. La mattina
è arrivato il Felice, padre di
Dario, con una macchinona
presa a nolo, scendo le scale
309
della casa della mia mamma e
lì, tutti gli inquilini -del
palazzo a buttarmi manciate
di riso. . . a farmi gli auguri, a
strigermi la mano. . . e io. . .
giù a piangere. Poi arrivo in
chiesa. I giornali avevano da
giorni annunciato le nostre
nozze, quindi, folla, fotografi
oltre ai parenti e agli amici. e
un'amica , che forse non mi
era tanto amica, mi allunga,
proprio un secondo prima che
entrassi in chiesa, davanti a
tutti un magnifico buchè: gigli
simbolo di purezza.
Facevo
l'amore con Dario da due anni,
senza nasconderla altri che
alla mia mamma, e questi gigli
li avrei mangiati volentieri.
Non ho potuto. Pranzo con gli
invitati
all'Htel
Milan,
offriamo i confetti, e poi ce la
310
svignamo e andiamo a pranzo
col babbo di Dario. La "prima
sera", io sono in televisione,
non ricordo più con che
spettacolo, Dario al Piccolo
con "I SANI". Sono andata
ad abitare nella casa dei
genitori
di
Dario.
(controllare archivio, c'è una
foto
simpatica"la
sposa
d'italia")L'indomani mattina,
telefono a mia madre per
salutarla. . . e non so com'è,
m'è venuto un gran magone.
Mi sono emozionata.
Era
veramente fatta. Ero uscita
di casa. E la mia mamma, e
qui si può leggere tutto il suo
candore: "Che c'è?. . Non ti
ha trovato in ordine?".
L'impatto con la vita maritocasa-famiglia è stato un gioco.
311
Mi cimentavo con la cucina, ma
non avendo mai avuto niente
del genere come mia diretta e
totale responsabilità, avevo
qualche problema. Primo tra
tutti, le dosi.
Far da
mangiare per due.
C'erano
sempre tali quantità di cibo
bastanti per una caserma.
Ricordo una sera a cena
Eugenio Tacchini, amico di
Dario d'infanzia che si mangiò
almeno
sette
piatti
di
minestrone.
Io ero un pò
preoccupata.
"Basta,
Eugenio, starai male. "No, no.
E' tanto buono" Poi però al
cinema Orfeo, dove mi aveva
accompagnato a vedere "Roma
città aperta" durante la scena
delle torture è svenuto.
"Accendete la luce-grido-c'è
un ragazzo che sta male".
312
Arriva 23 la polizia, lo portano
fuori, nella hALL lui si
riprende. . .
Si guarda
intorno, vede i poliziotti, e
ancora sotto lo shok del film,
gridava"non sono stato io!
Sono
innocente!
"Volevo
morire.
Poi s'è alzato, è
corso in bagno e ha vomitato
totto il mio minestrone. Gli
ossibuchi mi venivano bene.
La prima volta che li ho fatti,
stando col filo telefonico
diretto con mia madre, Dario
non finiva più di dirmi-che
buono che buono.
Poi ha
invitato i suoi amici di Brera,
Emilio Tadini, Alik Cavaliere e
altri . Ero un pò preocupata.
Un pranzo da sola, non l'avevo
mai retto. "Farò gli ossibuchi
col risotto". Ho fatto la mia
bella figura. E Dario-ma che
313
buoni -ma che buoni! Ho
continuato per almeno tre
settimane. E il povero Dario
sempre a dire ma che buoniPoi, al ventesimo giorno credo
si sia finalmente ammutolito.
Ora, li mangiamo non più di tre
volte all'anno.
Al suo "ma
che buono che buono s'è
aggiunto Jacopo.
Lo dicono
insieme e poi scoppiano a
ridere.
20 minuti dopo le nozze, si fa
per
dire,
resto
incinta.
Jacopo (un nome che mi piace
proprio come quasi tutte le
cose che fanno quei due tipi lì,
dice nostro figlio) è nato il 31
marzo del 55 a Roma.
Esattamente nove mesi e sei
giorni dal 24 giugno dell'anno
prima.
Gravidanza terribile.
314
Ho vomitato sempre.
Mi
disturbavano gli odori, perfino
i colori.
Mai più potuto
mangiare ne vedere un piatto
di spaghetti.
La sera del
trenta, stavo nel camerino del
Teatro Quattro Fontane dove
Dario recitava.
Chiedevo a
sua madre; la mamma Fo,
"come sono le doglie?Cosa si
sente?Come si capisce che è
ora?"E lei, "quando senti una
mano che ti strappa le
viscere. . . "e un'amica, anche
lei anziana"No Pina, non ti
ricordi più. Quando senti. .
".
Nulla
che
mi
tranquillizzasse.
Anzi! Mi
ritiro un pò prima di Dario.
Ormai ci dovremmo essere. . .
Preparo la valigia, roba per 25
me, vestaglia camicie ecc.
e
roba per il bambino. (A quei
315
tempi non si sapeva prima se
fosse maschio o femmina. Ti
dovevi fidare delle anziane: la
pancia è così, allora è maschio.
No, per me è femmina, non
vedi come è messa?E via di
'sto passo.
Comunque
sempre"bambino" si diceva.
Se poi era femmina. . . Ero
emozionata.
Arriva Dario.
Baci baci.
Poi si mette a
letto e si mette a leggere "il
Mondo" .
Ho odiato molto
quel giornale per la sua
grandezza. Ogni volta che D.
voltava pagina mi faceva un
gran vento. E io sternutivo.
"Dario, mi sento strana. . .
""Dormi Nanina. . ". Dopo
un pò: "Dario. . . "-"Dormi
Nanina".
.
e via a girar
pagine. . "Dario credo che
mi si sono rotte le acque. .
316
". "Dormi Nanina. . ""Ma
Dario! ! ! "Di corsa un taxi.
Ora siamo emozionati tutti e
due.
Clinica Salus.
Mi
avevano promesso che mi
avrebbero dato dell'etere.
In sala parto grido;Etere!
Etere! La levatrice mi dà una
carezza;"sì cara, sì, suo
marito è fuori"Etere! ! "Il
fatto è che la signora in
questione
era
veneta
e
pensava che nel momento
supremo io chiamassi mio
marito: Ettore! Ettore! Poi
finalmente è arrivato il
medico.
Sento un vagito.
"Brava
signora.
3
chilogrammi e 9. "Ho fregato
la Clara.
La Clara era una
brava ragazza moglie di mio
cognato Fulvio, che però era
molto quotata all'interno della
317
famiglia,
e
quando
dico
famiglia intendo mia suocera,
in quanto professoressa di
lettere, non attrice. Quindi
sicuramente migliore di"quella
lì che 26 non solo fa l'attrice,
ma mi ha anche portato via ei
me testun. "Sì, all'inizio mia
suocera
era
solo
mia
suocera;Non aveva simpatia
per me e devo dire chefaceva
l'impossibile
per
farmelo
capire. Mi addolorava molto
non essere amata da lei. Ma si
sa, gli inizi per qualsiasi cosa
tu
intraprenda
trovi
difficoltà,
figuriamoci
il
rapporto con la mamma di lui.
Mia suocera m'ha conosciuto
bene. E' diventata per me la
mamma Fo, e mi ha amata
profondamente,
come
profondamente io ho amato
318
lei. La frase che mi diceva
con orgoglio era "io l'ho messo
al mondo, tu l'hai fatto". Ma
pensa te! Ce ne vuole èh ! !
Con la leggerezza dei pazzi
usciamo dalla clinica con il
nostro fantolino in fasce e ci
"accasiamo" ospiti di un
fotografo di cui non ricordo il
nome, che aveva una splendida
casa in via Parioni;Davvero
splendido
appartamento.
L'unico
difetto
non
indifferente per una coppia
con un bambino di 8 giorni che
questa principesca dimora, era
completamente priva di mobili,
(se li era portati via il padre
dopo una lite. Ma erano mesi
che l'appartamento era in
queste condizioni).
Due
brande,
una
sedia
per
319
comodino;un tavolo in cucina,
qualche sedi, forse, e un
telefono
con
un
fili
chilometrico che il nostro
amico si portava sempre
appresso.
Non volendo
umiliare la sua generosità
(forse era ubriaco quando ce
l'ha proposto, non so) ci siamo
sistemati alla bellemeglio. Il
bambino ha pianto per 8 giorni
di fila. Per quanto spirito di
adattamento avessimo non
riuscivamo
proprio
a
comunicarlo a questo tipo
appena nato, che non sapeva
proprio niente della vita.
a
cavarcela e per le scomodità e
per la mia inesperienza.
Al
nono giorno, decidiamo di
tornare in clinica.
Ci hanno
presi a braccia aperte.
Ci
hanno dato una bellissima
320
camera, vicino alla sala parto.
Ci siamo addormentati tutti e
tre e abbiamo dormito per
almeno un giorno finalmente
rilassati;Dario come vedeva in
corridoi
un
padre
in
apprensione per la nascita del
suo bimbo si avvicinava e
s'informava.
parto cesareo.
27 "Sa, è un . "E Dario: "non
si preoccupi anche Franca ha
avuto ilcesareo.
.
è una
sciocchezza.
.
vedrà"E
quello si consolava.
E un
altro" è messo di piedi! ""Non
si preoccupi, anche nostro
figlio è nato di piedi.
.
è
andato tutto benissimo. . il
ginecologo è straordinario" .
Solo quando un padre era
preoccupato perché la moglie
stava facendo 2 gemelli D. è
stato senza parole.
Non
321
poteva dire: anche Franca. .
E via di questo passo.
Ci
siamo stati tre mesi. Quanti
padri e quante madri abbiamo
rinfrancato.
Qualcuna ci
viene ancora a trovare con i il
figlio nato proprio in quei
giorni.
Che benissimo!
Intanto, abbiamo comperato
una casa in via Nomentana,
l'abbiamo
arredata
e
finalmente ci siamo andati ad
abitare. Tutti tre.
Il bambino cresce.
Noi
facciamo films. Il primo "Lo
svitato". Il soggetto era di
Dario.
L'aveva letto a
Zavattini
che
ne
fu
entusiasta.
Regia di Carlo
Lizzani.
Dario era troppo
inisperto per aver voce in
capitolo con gli sceneggiatori
322
che gli avevano messo al
fianco"sei autori in cerca del
personaggio" li definì Nello
Santi, il produttore.
Ne è
uscito un film sbagliato con
qua e là momenti da cineteca.
Avremmo dovuto avevre i
mezzi e la forza di ritiralo,
rigirare
quello
che
ci
sembrava
sbagliato
e
riproporlo.
Ma non ci
abbiamo nemmeno provato.
Forse non l'abbiamo nemmeno
pensato.
Clamoroso
insuccesso.
(troppo avanti
_Ricordarsi TATI) Credo che
sia il film che incassato meno
negli ultimo 50 anni. Dopo lo
svitato Dario alterna al lavoro
di
attore
quello
di
sceneggiatore,
e
viene
addirittura scritturato fisso
alla Ponti de Laurentis come
323
gags-man a 2. 000. 000 al
mese.
La cifra era
astronomica.
Lavora con
sceneggiatori del calibro di
Age
Scarpelli
Pinelli(sceneggiatore
di
Fellini) Antonio Pietrangeli.
(indicare films.
Titolo) Io
interpreto partacce in films
tutti lacrime, core, cosce e
zinne. Sono 28 quasi sempre
in
cartello
come
"partecipazione straordinari",
mi pagavanp bene, ma quei
films di straordinario non
avevano null'Altro che il
materiale umano col quale
venivo, grazie a loro, in
contatto. Torniamo a Roma.
Dario lavora in televisione in
una commedia leggera in due
atti: “Monetine da cinque lire”
324
trasmessa da RAI
grande successo.
1,
con
34) Io interpreto partacce in
film tutti lacr
ime, core, co
sce
e zinne. Sono quasi sempre in
cartello come "partecipazione
straordinari",
mi pagavano
bene, ma quei film di
straordinario non avevano
null'altro che il materiale
umano col quale venivo, grazie
a loro, in contatto, ad esempio
325
TINA PICA-GIUDA.
POI
VENGO SCRITTURATA DAL
TEATRO ARLECChino a Roma,
per interpretare un testo di
Feiduau che sembrava scritto
per me: "non andartene in giro
tutta nuda"Dario scrive per i
fratelli Bonos, che poi non ne
hanno fatto nulla un atto
unico"gli imbianchini non hanno
ricordi".
A quel punto gli
propongo di ritornare a Milano
e farci una compagnia nostra.
Ci proponiamo a Paolo Grassi
allora direttore del Piccolo
teatro che ci regala fiducia,
amicizia dandoci il teatro per
ben tre mesi.
Debuttiamo
così, in un caldo infernale,
tutti soli, (sì, c'erano altri
attori da noi scritturati, ma la
responsabilità della compagnia
326
era solo nostra) con "Ladri,
manichini
donne
nuda".
Scritto diretto e interpretato
da Dario, sue erano anche le
scene e i costumi. Io facevo
l'attrice ma mi occupavo di un
sacco di cose;Mio fratello
Enrico
era
il
nostro
amministratore-attore
se
necessario.
Ha guidato la
nostra compagnia con grande
abilità, riuscendo a farci
stare in pieda anche senza
alcun aiuto ministeriale ne
dell'ETI(ente
teatrale
italiano che avrebbe dovuto
appoggiare più che mai la
nosytra compagnia in quanto
recitava opere di autore
ITALIANO. Ma sia noi che
EDUARDO
De
FilippO
abbiamo avuto grazie alle
nostre scelte politiche , vita
327
grama con tutte le forza
statali e parastatali).
1958: "Comica finale" quattro
atti unici scritti da Dario, su
canovacci della mia famiglia.
Dario aveva sentito queste
storie mentre io le raccontavo
a
Jacopo
per
farlo
addormentare.
Ma de gli
atti, che gli ho passato "bocca
a bocca", il migliore
era "un morto da vendere"
che aveva completamente
scritto,
ambientandolo
nell'800 come gli altri.
Il
migliore.
Non si pensi che
accecata dall'amore io possa
dare a Dario meriti che non
ha.
Non l'ho mai fattao.
D'altro canto basta leggersi
le "comica finale pubblicato da
Einaudi per vederlo.
328
RICORDARSI DIFFICOLTà
FINANzIARIE.
STABILE
TORINO;EPISODIO
"CANNAS L'AMORE è PIù
FORTE
Siamo al teatro Gerolamo di
Milano.
Andiamo avanti con
grande fatica.
Il teatro è
conosciuto come teatro delle
marionette. Se il mio cuore
aveva un fremito al ricordo
della mia famiglia, questo
fremito non poteva riempirci
il teatro.
La prima fu un
disastro.
Abituati ai
palcosceninci
grandi,
il
trovarci senza prova alcuna in
uno spazio grande come il
bagno di casa mia, ci ha messi
in grande difficoltà.
Devo
riconoscere, che come unica
volta nella storia della nostra
329
compagnia, la critica ufficiale
presente allo spettacolo non
ha
menzionato
i
3OOO
incidenti
che
si
sono
susseguiti nelle tre ore.
Proprio in quel teatro, quasi
sempre vuoto ci è arrivata
inaspettata la possibilità di
debuttare in un grande
teatro: il teatro Odeo.
Stagione
1959-60-"Gli
arcangeli non giocano al
flipper" teatro Odeon di
Milano. Mille posti. Grande
successo di critica e di
pubblico.
Tutte le sere "il
Bossino" che in realtà si
chiamava Bossi direttore del
teatro,
non appena lo
spettacolo iniziava si metteva
in quainta con un foglio
sistemato sulla fronte, con
330
scritto in grande l'incasso
della serata.
Il copione di
questo spettacolo ci fu
sequestrato per le troppe
battute a soggetto che
abbiamo
aggiunto,
non
autorizzati.
Abbiamo
collezionato "rapporti
al
questore di ogni città dove si
lavorava, per un totale di 280,
tanti,
quanti
furono
le
repliche dello spettacolo.
questura"
Abbiamo girato tutta l'Italia
facendo esaurito ovunque.
DATI
STATISTICI
E
INCASSI
NUMERO
SPETTACOLI
DENUNCIA
POLIZIA PER CENSURA.
inpiù
di
una
occasione
rischiamo di non poter andare
in scena.
331
1960-61 -"Avevav due pistole
con gli occhi bianchi e neri".
opera che tratta
della
connivenza tra fascismo e
borghesia,
tra
malavita
organizzata
e
potere.
L'intervento della censura è
pesantissimo, ci massacrò
letteralmente Decidemmo di
andare in scena egualmente
senza tenere in conto alcuno i
tagli.
Ci fu un braccio di
ferro piuttosto teso tra noi e
il prefetto di Milano che ci
minacciò
di
arresto
immediato, ma alla fine,
preoccupato dello scandalo
che ne sarebbe venutoo, il
ministero tolse i tagli.
il
testoE' con questo spettacolo
che mi conquisto agli occhi di
mio marito, un ruolo diverso
da quello di sempre.
Per la
332
prima volta non accetto il
testo a scatola chiusa certa
del successo di sempre.
Qualcosa non mi convince. Lo
comunico a Dario.
Si è
discusso mica male.
Mio
figlio aveva sei anni e ancora
se lo ricorda. Credo sia stata
la prima discussione accesa
alla quale asssistesse. Non ci
aveva mai visti così, era un pò
spaventato.
"Dimmi cos'è
che non funziona! Dimmelo! "e
io: "non lo so". "più forte il
Dario: "dimmelo! " "Non lo so,
ma c'è qualcosa che non va.
"(Quante volte negli anni
futuri s'è ripetuta questa
scena?) Jacopo piange senza
gridare, e anch'io scppio a
piangere gridando come un
bambino disperato.
Era la
prima volta che vedevo Dario
333
fuori dalla grazia di Dio.
"Ora, lo rileggo tutto.
.
cercherò di individuare. . . di
capire. . . poi ti dirò. . . ".
Leggo e prendo appunti.
Dario, per tutto il tempo ma
guarda serio. In piedi. Mi
stavo innervosendo.
Dopo
due ore, più imbarazzata che
mai: "taflierei qui, qu, e qui.
"D.
ci pensa un pò su, e poi:
"forse hai ragione, ma prima
preferisco
provarlo
col
pubblico. "
Debutto: successo di stima.
Il giorno dopo D.
mi dà il
copione: "fai i tagli che
proponevi".
1961-62: 39 "Chi ruba un
piede è fortunato in amore".
Dopo sporadiche apparizioni
nella TV.
di stato
334
approdiamo alla televisione
sulla neonata seconda rete,
(1962 PRIMAVERA) con sei
puntate tutte nostre: 40 "Chi
l'ha visto?".
Subito dopo
dalla direzione Rai ci viene
proposto di condurre 41
"Canzonissima"il
grande
concorso canoro abbinato alla
lotteria di capodanno
la
trasmissione di
maggior
interesse popolare dell'ente.
Dario
scrive i testi che
prima
dell'inizio
della
trasmissione
ricevono
il
benestare della direzione
nella
persona
del
dott.
Pugliese
direttore
generale(?). Ma già alla prima
puntata la stampa reazionaria
si
scatena
criticando
ferocemente
la più che
delicata
critica
politico
335
sociale contenuta neitesti. Di
puntata
in
puntata
gli
attacchi, le polemiche sulla
stampa
non
si
contano.
L'indice di ascolto è altissimo
(anche se al processo, uno dei
tanti che c'è stato la
direzione Rai tentava di
sminuirci.
dicendo che
nessuno ci vedeva. TAXISTI
RICORDARSI) l'Italia era
divisa in due: chi ci ama, e chi
ci odia, ma tutti lì, davanti al
televisore il sabato sera. Ad
ogni trasmissione ci vengono
imposti
tagli
e
censure
sempre più pesanti. (FIORI
SENO.
GAMBA
SINISTRA)fino
a
che
all'ottava puntata decidiamo
di
abbandonare
la
trasmissione.
La famosa
"Canzonissima",
il
336
FANTASTICO DI OGGI, va in
obda
senza
presentatori.
(RICORDARSI
WALTER
CHIARI
E
BRAMIERI)e
quando
l'annunciatrice
all'inizio della trasmissione
dice: d. FO e F.
Rame si
sono tritirati, una quantità
incredibile di telespettatori si
rovescia nelle strade di
Milano, tutti quanti diretti al
palazzo della fiera dove si
teneva la trasmissione. 42
Quando usciamo (eravamo
stati su consiglio dei nostri
legali nei camerini nostri fino
alla fine della trasmissione) ci
troviamo davanti una folla di
giornalisti, fotografi e migliaia
di persone.
In molti erano
venuti per dimostrarci la loro
calda e commossa solidarietà.
337
Questa fu la prima e credo
l'unica volta nella storia della
Rai
che
due
"attori"
rifiutarono di "abbioccarsi"
d'innanzi alle imposizioni ai
tagli,
all'arroganza
del
"padrone", ai soprusi.
1963
Teatro Municipale di Modena Fo
realizza la regia, "Gli amici della
battoneria" TROVARE TITOLO
ORIGINALE di Marcel Achard
(riadattamento di Fo dal testo
originale
francese)
con
la
Compagnia autonoma Cornica???
Ditta: Elena Cotta e Carlo
Alighiero.
Partecipano
alla
commedia anche Pia Rame e Gigi
Pistilli. La commedia verrà
presentata in 14 piazze con 32
repliche registrando un incasso
lordo di L. 92.620.083
1963 6 settembre – 20 marzo
Milano – Al Teatro Odeon va in
scena la commedia scritta durante
338
l’estate: "Isabella, tre caravelle e
un cacciaballe" .
Quest’opera satirica è frutto di
ricerche documentate sulla grande
impresa di Cristoforo Colombo,
sulle
difficoltà
incontrate
nell’allestimento della spedizione e
sui compromessi, sulle scaltrezze
messe in atto dallo scopritore e di
contro dalla corte di Spagna, dai
consiglieri regali, spesso legati al
mondo clericale locale e romano.
FOTO
339
Si tratta dell'inizio di una vasta
inchiesta storico-politica che si
estenderà per lunghi anni sulla
storia e sui "dogmi" della cultura
dominante e le relative lotte dei
sottomessi
nel tentativo di
arginare la costante sopraffazione
del
potere.
Lo
spettacolo,
fortemente demistificatore della
"storia scolastica" e della retorica
militarista e patriottica, viene
duramente contestato da destra;
Dario e Franca, a Roma, vengono
aggrediti, all'uscita del Teatro
Valle, da un gruppo di fascisti, e in
altre città - come azione di
disturbo – arrivano telefonate
durante
gli
spettacoli
che
annunciano l’imminente scoppio di
una bomba.Solo la presenza di
gruppi di operai, studenti e
militanti della sinistra garantisce
che le rappresentazioni continuino.
Tournée.
1963 Helsinki (Finlandia) data va
in scena "Chi ruba un piede è
fortunato in amore" allestito dalla
Compagnia del Lilla Theater con
340
la regia di Fo, direttrice
dell’equipe Vivica Bandler.
1964
Al teatro Odeon di Milano dal 4
settembre a fine maggio, va in
scena “Settimo: ruba un po’
meno”, commedia in due atti.
Scritto e dedicato a Franca.
Il suo nome, come protagonista, è
stampato sul frontespizio del testo.
L’attrice si ritrova qui a
interpretare il ruolo di un
personaggio del tutto insolito: una
becchina in servizio al camposanto
Monumentale di Milano.
La
strana casque mort, che spesso si
ubriaca per sopportare il clima
dell’ambiente in cui opera, è la
classica ingenua un po’ sciocca
della
commedia
dell’Arte.
Rimanendo nella tradizione degli
antichi comici italiani, essa
all’improvviso
dimostra
di
possedere
un senso quasi
metafisico della vita e dei suoi
valori. Senza battere ciglio si
esibisce
in
sconvolgenti
341
metamorfosi. Così la vediamo nei
panni di una prostituta, poi di una
suora e perfino nel ruolo di una
irriducibile pasionaria di stampo
anarco-socialista. FOTO
O
ARTICOLO O RECENSIONE
I temi svolti nella commedia si
riferiscono alla valanga di
corruttele, intrallazzi, furfanterie
che iniziavano a diventare
normale costume già fin d’allora
(quasi quarant’anni fa). Così
assistiamo alla grottesca ma,
ahimè, reale sfilata delle varie
amministrazioni
pubbliche
e
private coinvolte in un carosello di
tangenti che facevano esclamare al
pubblico indignato: “Ma in che
mondo stiamo vivendo?”. Di certo
né gli spettatori né noi stessi ci
aspettavamo che quello fosse solo
un gentile preambolo. Ma non è da
credere che si trattasse solo di una
gioiosa satira. In verità si scopriva
essere una commedia fortemente
provocatoria e carica di una satira
graffiante. Debutta nella nostra
compagnia Mariangela Melato nei
342
panni di una giovane prostituta che
fa da maestra di vita alla Becchina.
Turnée.
Dati statistici: Repliche: 171,
incasso lordo: L.147.777.783,
media spettatori giornaliera: 637.
343
1965
“Settimo: ruba un po’ meno” va
in scena a Zagabria, regia di
Anton Marti.
METTEREI MANIFESTO si trova
cercando ZAGABRIA
dal 10 settembre a….
65Teatro di Sarajevo mette in
scena “La colpa è sempre del
diavolo”,
Dopo soli tre mesi (il tempo di
scrivere una nuova commedia) la
compagnia debutta sempre al
Teatro Odeon di Milano con: "La
colpa è sempre del diavolo".
344
Commedia
ambientata
nella
Milano medioevale dei Visconti,
FOTO
ARTICOLO
O
RECENSIONE VEDERE
DOVE CI SIA LA STORIA con
scene truculente di ammazzamenti
contrappuntate da Sabba, con
diavoli nani diabolici e streghe.
Tournée.
Trovare
dati
amministrativi.???
1966
Einaudi editore
Le commedie di Dario Fo.
(Gli arcangeli non giocano a
flipper. Aveva due pistole con gli
345
occhi bianchi e neri. Chi ruba un
piede è fortunato in amore.
Isabella, tre caravelle e un
cacciaballe. Settimo: ruba un po’
meno. La colpa è sempre del
diavolo). Sc, 1966, 19722, pp. 625.
Rilegato.
Nota introduttiva di Franco
Quadri.
Per Franca anno sabbatico:
terminata la turnée di “La colpa…”
sospende l’attività di attrice per
poter seguire Jacopo e le nipotine
Gaia ed Enrica, che vivono con lei
e Dario, nel passaggio dalla V
elementare alla prima media. Tutti
promossi.
1966
Rajko Radojkovic mette in scena
“Settimo: ruba un po’ meno” in
Slovenia. DATA?
Nanni
Ricordi,
forma
una
compagnia di cantori popolari e
Dario dirige l’allestimento “Ci
ragiono e canto” (n° 1”). durante
346
la turnée. Regia, scene e costumi
di Dario Fo.
26 aprile a Milano, al Teatro
Manzoni – In prima nazionale va
in scena “Ci ragiono e canto” (n°
1”).
METTERE
LIBRETTO
STAMPATO SITO cercare Ci
ragiono e cantoGli interpreti, oltre
che nel canto, si esibiscono in
pantomime e azioni sceniche che
sostengono il racconto musicale.
1967
15
settembre
chiusura
amministrazione - Milano – Al
Teatro di via Manzoni va in scena:
"La Signora è da buttare!"
347
Commedia musicale, feroce satira
grottesca ambientata in un grande
circo equestre dove si racconta la
storia degli Stati Uniti, con guerre,
stragi di mafia e ammazzamenti di
Presidenti, giocato da clown,
acrobati, domatori, donne cannone,
danzato con il sostegno di
un’orchestra in scena, cantante
Oscar Prudenti. FOTO VEDERE
DOVE è MEGLIO inserirle
Nella
commedia,
insieme
all’equipe di Franca e Dario, recita
un’autentica compagnia di clown, i
famosi “Colombaioni”.
348
A Siena Dario Fo, alla fine dello
spettacolo viene caricato su una
camionetta della polizia e portato
in questura per non aver rispettato
i tagli di censura. Tutto il pubblico
presente in sala, circa mille
persone si porta, con Franca, sotto
il comando di polizia: dopo due
ore, Dario sarà rilasciato. Tournée.
Terminata la tournée in Italia la
Compagnia Fo-Rame porta “La
signora è da buttare” a
Stoccolma (Svezia) e il 24 agosto
a Bruxelles al Theatre National
du Belgique. Manifesti? lettera?
Contratti, foto? Vedere cosa c’è.
SPAZIO
1968 Dopo l'invasione russa della
Cecoslovacchia, Dario Fo, in
solidarietà con la popolazione,
rifiuta
di
concedere
l'autorizzazione a rappresentare i
suoi testi a Praga e nell’intera
nazione.
Blocca inoltre la messa in scena de
"La Signora è da buttare!" e altre
sue opere teatrali in Unione
349
Sovietica per le manipolazioni
censorie inaccettabili, proposte dai
dirigenti culturali sovietici. (!!)
DATA Milano - Teatro Odeon.
Debutto con grande successo di
Enzo Jannacci in un grande teatro
milanese: "22 Canzoni" Testi e
musiche di Jannacci e Fo, regia di
Dario.
67: “La Signora è da buttare” va
in scena al Teatro Det Kongelige
in
Danimarca.
Compagnia?
Manifesto? Dati?
1968 al 69
Durante l’estate, sulla spinta degli
avvenimenti politici di quegli anni,
Dario e Franca sciolgono la loro
compagnia e fondano, con un
gruppo teatrale di giovani: “Il
teatro D’ottobre” l'Associazione
Nuova Scena, composta da oltre
quaranta verificare giovani tra
attrici, attori e tecnici; un
Collettivo teatrale indipendente,
articolato all’inizio in due gruppi
(che in seguito diventeranno tre),
che
gira
l'Italia
recitando,
350
soprattutto di fronte ad un pubblico
popolare e operaio, in locali
alternativi al circuito teatrale
ufficiale, come Case del popolo,
palazzetti dello sport, cinema,
bocciodromi, piazze.
L’esigenza più sentita era quella di
coinvolgere una gran parte di
persone che normalmente non si
avvicinavano al teatro, spesso per
la semplice ragione che in quelle
sale di spettacolo si sentivano
estranei: erano spazi creati da una
classe a cui non appartenevano.
“Nuova Scena” risolse: dal
momento che era difficile per
quella popolazione andare a teatro,
la soluzione ottimale era che il
teatro andasse da loro. L’unica era
farsi itineranti e recarsi ad allestire
spettacoli negli ambienti da loro
stessi creati, come appunto le case
del popolo, i bocciodromi e le
cosiddette balere. Ancora più
importante era cambiare l’idea di
committenza: fino ad allora il
pubblico che frequentava i teatri
era di estrazione piccolo-medio
351
borghese, quindi il linguaggio e i
temi che l’autore doveva proporre
rispecchiavano gusti, consuetudini
e problemi del loro mondo. La
nuova compagnia di attori
itineranti doveva al contrario
mettere in scena temi che
trattassero della vita di operai,
contadini e di quegli studenti che
da questa classe provenivano o
avevano deciso di sostenere. Loro
erano i nuovi committenti: il
pubblico voleva sentir parlare della
propria storia, dei propri problemi
ridendone magari e prendendone
coscienza. INSERIRE STATUTO E
DOCUMENTAZIONE Più RICCA
non cìè niente, vedere dal notaio
Schiavo-chiedere ad ambrosino.
Per riuscire nell'impresa vengono
ideati palcoscenici adattabili ad
ogni spazio e smontabili, su
progetto di Fo. I due capocomici
mettono anche a disposizione del
collettivo tutto il loro materiale
messo insieme in venti anni di
lavoro: costumi, luce e fonica.
Foto scenografia
352
25 ottobre - Nuova Scena debutta
alla Casa del popolo di San Egidio
(Cesena) con "Grande pantomima
per pupazzi piccoli e medi".
TROVARE RECENSIONE CON
STORIA
COMMEDIA
O
ARTICOLO DARIOKAOS - foto
Lo spettacolo verrà portato anche
alla Camera del lavoro di Milano e
in
tournée.
Trovare
dati
amministrativi. temo non esista
nulla(Trovato nulla) TURNé
San Egidio (Cesena)
1969 Viene rimesso in scena: “Ci
ragiono e canto n°2”
trovare “torcitua borgomaneroimportante
SPAZIO
Avevamo già accennato come l’ensemble di
“Nuova scena” il primo anno fosse
composto da due compagnie. La seconda
353
metteva in scena uno spettacolo che
dibatteva proprio il problema del realizzare
un testo che si rivolgesse a quel nuovo
pubblico: “Dato che”. Si viaggiava con un
doppio assetto tecnico, completo anche di
camion e strutture sceniche.
La compagnia con dario e franca fungeva
da traino.
In questo modo si realizzavano due
spettacoli su ogni piazza. Il successo
cresceva al punto che “Nuova scena” decide
di formare un terzo gruppo di cui Franca
Rame si accollerà il compito direttivo.
1969 ??? non sono sicura della dataGenova – Al Teatro della Gioventù,
Franca, con la sua compagnia va in scena
con due nuove commedie di Fo: foto
articoli"L'operaio conosce 300 parole, il padrone
1000, per questo lui è il padrone" e sotto il
titolo "Legami pure, tanto spacco tutto lo
stesso!" (due atti unici: "Il telaio" e "Il
funerale del padrone") Tournée.
A causa delle critiche che queste opere
teatrali muovono allo Stalinismo e alle
posizioni socialdemocratiche del Pci, la
354
tournée viene pesantemente criticata e
sabotata dal vertice del Partito comunista.
Decine di rappresentazioni vengono
annullate. TROVARE ARTICOLO
LAZZaRI che stronca spettacolo, qui è
succeso un gram casino, ma forse è meglio
lasciare perdere, tutto.UNITà. Anche
Augias su Espresso.
E' un momento molto duro.
A Franca viene negata La Camera del
Lavoro di Milano dove avrebbe dovuto
debuttare. Indignata riconsegna a Enrico
Berlinguer, segretario del PCI, la sua
tessera (Dario non si è mai iscritto).
La compagnia, senza perdere tempo, né
scoraggiarsi, 2 giorni dopo la cacciata
dalla Camera del lavoo, trova ospitalità al
"Circo Medini", un vero chapiteaux per
spettacoli equestri con tigri, leoni ed
elefanti, per fortuna chiusi nelle gabbie.
Luogo insolito per uno spettacolo di prosa.
Vedere articoli giornali.
Spazio
Dopo un primo sbandamento, grazie alla
mobilitazione di compagni della base del
355
PCI in disaccordo con i vertici, e della
sinistra extraparlamentare.
Il Collettivo continua a portare i suoi
spettacoli in torno per l’Italia, con enorme
adesione di pubblico.
In quel periodo il secondo gruppo mette in
scena “MTM: Metodi, Tempi, Moduli”,
una satira didattica sul nuovo sfruttamento
in fabbrica.Manifesto o articolo. Foto
Trovare. Credo non ci sia nulla, forse
articoli
Sto inserendo qui un pezzo che stava molto
più in giù, ma non aveva senso. Bisogna
riflettere se va qui.
Qui gran casino- Nel secondo anno di
attività a Milano, Nuova Scena non trova
spazi teatrali dove agire. Affitta quindi
una vecchia fabbrica in disuso nei pressi di
Porta Romana tramutandola in un centro
teatrale, che diventerà sede stabile del
Collettivo: "Il Capannone di Via
Colletta". Questo spazio viene gestito dal
collettivo teatrale e dal Circolo la Comune,
un numerosissimo gruppo di associati,
lavoratori
e
studenti,
356
INTELLETTUALI, che offrono un
importante apporto creativo e organizzativo.
1969
Durante l’estate QUANDO AVVIENE
LA ROTTURA CON NUOVA
SCENA??? QUANDO ABBIAMO
FATTO RIUNIONE A MONTE
ROSSO?
SIAMO SEMPRE NEL SECONDO
ANNO
DI
ATTIVITàDario
approfondisce la sua ricerca sui
Vangeli apocrifi e nasce
357
"
358
".
Sperimenta la “giullarata” con
letture in case del Popolo e
Università prima del debutto vero
e proprio che sarà il I° ottobre a La
Spezia al Teatro Ariston.
359
Quest’opera si inserisce nel
dibattito vivo in quel tempo fra gli
studiosi di cultura e tradizioni
popolari. Con questa giullarata si
vuol dimostrare che è falsa la tesi
secondo cui le classi sottomesse
non posseggono una propria
autonomia creativa, ma che si
ispirano imitandole alle opere della
classe dominante. TROVARE
MATERIALE,
FOTO
E
ARTICOLI.
È una vera e propria lezione di
storia della letteratura, che parte
dalla contestazione delle antologie
scolastiche,
soffermandosi
in
particolare su "Rosa fresca e
aulentissima", uno dei primi testi
poetici presentato e commentato
da dotti "Soloni" delle università
come opera di trovatori eruditi.
Nella
lezione-spettacolo
si
sottolinea in particolare la
preoccupazione,
alle
volte
spasmodica, di presentare questi
contrasti
mascherando
e
censurando ogni gioco scurrile o
allusione di satira politica che
360
immancabilmente affiora dalle
giullarate.
Dario Fo tenta di ricostruire il
linguaggio e la ritmica dei giullari
medioevali e recita i loro
monologhi
rendendoli
però
accessibili al grande pubblico.
Il successo è incredibile: si replica
addirittura nelle arene e nei
palazzetti dello sport con migliaia
di spettatori. È lo spettacolo che
più di ogni altro lo renderà famoso
nel mondo (oltre 5000 repliche).
361
1968 al 69
Durante l’estate, sulla spinta degli
avvenimenti politici di quegli anni,
Dario e Franca sciolgono la loro
compagnia e fondano, con un
gruppo teatrale di giovani: “Il
teatro D’ottobre” l'Associazione
Nuova Scena, composta da oltre
quaranta verificare giovani tra
attrici, attori e tecnici; un
Collettivo teatrale indipendente,
articolato all’inizio in due gruppi
(che in seguito diventeranno tre),
che
gira
l'Italia
recitando,
soprattutto di fronte ad un pubblico
popolare e operaio, in locali
alternativi al circuito teatrale
ufficiale, come Case del popolo,
palazzetti dello sport, cinema,
bocciodromi, piazze.
L’esigenza più sentita era quella di
coinvolgere una gran parte di
persone che normalmente non si
avvicinavano al teatro, spesso per
la semplice ragione che in quelle
sale di spettacolo si sentivano
estranei: erano spazi creati da una
classe a cui non appartenevano.
362
“Nuova Scena” risolse: dal
momento che era difficile per
quella popolazione andare a teatro,
la soluzione ottimale era che il
teatro andasse da loro. L’unica era
farsi itineranti e recarsi ad allestire
spettacoli negli ambienti da loro
stessi creati, come appunto le case
del popolo, i bocciodromi e le
cosiddette balere. Ancora più
importante era cambiare l’idea di
committenza: fino ad allora il
pubblico che frequentava i teatri
era di estrazione piccolo-medio
borghese, quindi il linguaggio e i
temi che l’autore doveva proporre
rispecchiavano gusti, consuetudini
e problemi del loro mondo. La
nuova compagnia di attori
itineranti doveva al contrario
mettere in scena temi che
trattassero della vita di operai,
contadini e di quegli studenti che
da questa classe provenivano o
avevano deciso di sostenere. Loro
erano i nuovi committenti: il
pubblico voleva sentir parlare della
propria storia, dei propri problemi
363
ridendone magari e prendendone
coscienza. INSERIRE STATUTO E
DOCUMENTAZIONE Più RICCA
non cìè niente, vedere dal notaio
Schiavo-chiedere ad ambrosino.
Per riuscire nell'impresa vengono
ideati palcoscenici adattabili ad
ogni spazio e smontabili, su
progetto di Fo. I due capocomici
mettono anche a disposizione del
collettivo tutto il loro materiale
messo insieme in venti anni di
lavoro: costumi, luce e fonica.
Foto scenografia
25 ottobre - Nuova Scena debutta
alla Casa del popolo di San Egidio
(Cesena) con "Grande pantomima
per pupazzi piccoli e medi".
TROVARE RECENSIONE CON
STORIA
COMMEDIA
O
ARTICOLO DARIOKAOS - foto
364
Lo spettacolo verrà portato anche
alla Camera del lavoro di Milano e
in
tournée.
Trovare
dati
amministrativi. temo non esista
nulla(Trovato nulla) TURNé
San Egidio (Cesena)
1969 Viene rimesso in scena: “Ci
ragiono e canto n°2”
trovare “torcitua borgomaneroimportante
SPAZIO
Avevamo già accennato come
l’ensemble di “Nuova scena” il
primo anno fosse composto da due
compagnie. La seconda metteva in
scena uno spettacolo che dibatteva
proprio il problema del realizzare
un testo che si rivolgesse a quel
nuovo pubblico: “Dato che”. Si
viaggiava con un doppio assetto
tecnico, completo anche di camion
e strutture sceniche.
La compagnia con dario e franca
fungeva da traino.
In questo modo si realizzavano due
spettacoli su ogni piazza. Il
successo cresceva al punto che
“Nuova scena” decide di formare
365
un terzo gruppo di cui Franca
Rame si accollerà il compito
direttivo.
1969 ??? non sono sicura della
data-Genova – Al Teatro della
Gioventù, Franca, con la sua
compagnia va in scena con due
nuove commedie di Fo: foto
articoli"L'operaio conosce 300 parole, il
padrone 1000, per questo lui è il
padrone" e sotto il titolo "Legami
pure, tanto spacco tutto lo stesso!"
(due atti unici: "Il telaio" e "Il
funerale del padrone") Tournée.
A causa delle critiche che queste
opere teatrali muovono allo
Stalinismo e alle posizioni
socialdemocratiche del Pci, la
tournée
viene
pesantemente
criticata e sabotata dal vertice del
Partito comunista. Decine di
rappresentazioni
vengono
annullate.
TROVARE
ARTICOLO LAZZaRI che stronca
spettacolo, qui è succeso un gram
casino, ma forse è meglio lasciare
366
perdere,
tutto.UNITà.
Anche
Augias su Espresso.
E' un momento molto duro.
A Franca viene negata La Camera
del Lavoro di Milano dove avrebbe
dovuto
debuttare.
Indignata
riconsegna a Enrico Berlinguer,
segretario del PCI, la sua tessera
(Dario non si è mai iscritto).
La compagnia, senza perdere tempo, né
scoraggiarsi, 2 giorni dopo la cacciata
dalla Camera del lavoo, trova ospitalità al
"Circo Medini", un vero chapiteaux per
spettacoli equestri con tigri, leoni ed
elefanti, per fortuna chiusi nelle gabbie.
Luogo insolito per uno spettacolo di prosa.
Vedere articoli giornali.
Spazio
Dopo un primo sbandamento, grazie alla
mobilitazione di compagni della base del
PCI in disaccordo con i vertici, e della
sinistra extraparlamentare.
Il Collettivo continua a portare i suoi
spettacoli in torno per l’Italia, con enorme
adesione di pubblico.
367
In quel periodo il secondo gruppo mette in
scena “MTM: Metodi, Tempi, Moduli”,
una satira didattica sul nuovo sfruttamento
in fabbrica.Manifesto o articolo. Foto
Trovare. Credo non ci sia nulla,
forse articoli
Sto inserendo qui un pezzo che
stava molto più in giù, ma non
aveva senso. Bisogna riflettere se
va qui.
Qui gran casino- Nel secondo anno
di attività a Milano, Nuova Scena
non trova spazi teatrali dove agire.
Affitta quindi una vecchia fabbrica
in disuso nei pressi di Porta
Romana tramutandola in un centro
teatrale, che diventerà sede stabile
del Collettivo: "Il Capannone di
Via Colletta". Questo spazio viene
gestito dal collettivo teatrale e dal
Circolo
la
Comune,
un
numerosissimo gruppo di associati,
lavoratori
e
studenti,
INTELLETTUALI, che offrono un
importante apporto creativo e
organizzativo.
1969
368
Durante
l’estate
QUANDO
AVVIENE LA ROTTURA CON
NUOVA SCENA??? QUANDO
ABBIAMO FATTO RIUNIONE
A MONTE ROSSO?
SIAMO SEMPRE NEL SECONDO
ANNO
DI
ATTIVITàDario
approfondisce la sua ricerca sui
Vangeli apocrifi e nasce
369
"
370
".
Sperimenta la “giullarata” con
letture in case del Popolo e
Università prima del debutto vero
e proprio che sarà il I° ottobre a La
Spezia al Teatro Ariston.
371
Quest’opera si inserisce nel
dibattito vivo in quel tempo fra gli
studiosi di cultura e tradizioni
popolari. Con questa giullarata si
vuol dimostrare che è falsa la tesi
secondo cui le classi sottomesse
non posseggono una propria
autonomia creativa, ma che si
ispirano imitandole alle opere della
classe dominante. TROVARE
MATERIALE,
FOTO
E
ARTICOLI.
È una vera e propria lezione di
storia della letteratura, che parte
dalla contestazione delle antologie
scolastiche,
soffermandosi
in
particolare su "Rosa fresca e
aulentissima", uno dei primi testi
poetici presentato e commentato
da dotti "Soloni" delle università
come opera di trovatori eruditi.
Nella
lezione-spettacolo
si
sottolinea in particolare la
preoccupazione,
alle
volte
spasmodica, di presentare questi
contrasti
mascherando
e
censurando ogni gioco scurrile o
allusione di satira politica che
372
immancabilmente affiora dalle
giullarate.
Dario Fo tenta di ricostruire il
linguaggio e la ritmica dei giullari
medioevali e recita i loro
monologhi
rendendoli
però
accessibili al grande pubblico.
Il successo è incredibile: si replica
addirittura nelle arene e nei
palazzetti dello sport con migliaia
di spettatori. È lo spettacolo che
più di ogni altro lo renderà famoso
nel mondo (oltre 5000 repliche).
373
1969
“Ci ragiono e
canto”
viene
messo in scena
nel cortile della
”Torcitura”, una
fabbrica
di
Borgomanero a
sostegno delle
maestranze .
Il successo cresceva al punto che
“Nuova scena” decide di formare
un terzo gruppo di cui Franca
Rame si accollerà il compito
direttivo oltre quello di prima
attrice. Il
374
5
No
ve
mb
re
-Teatro della Gioventù, Genova:
Franca, con la sua compagnia va in
scena con due nuove commedie di
Fo: "L'operaio conosce 300
parole, il padrone 1000, per
questo lui è il padrone" e sotto il
titolo "Legami pure, tanto spacco
tutto lo stesso!" (due atti unici: "Il
telaio" e "Il funerale del padrone")
METTEREI FOTO
TELAIO
VEDIAMO INSIEME
Tournée.
A causa delle critiche che queste
opere teatrali muovono allo
Stalinismo e alle posizioni
socialdemocratiche del Pci, la
tournée
viene
pesantemente
criticata e sabotata dal vertice del
Partito comunista. Decine di
rappresentazioni
vengono
annullate.
TROVARE
ARTICOLO LAZZaRI che stronca
375
spettacolo, qui è succeso un gram
casino, ma forse è meglio lasciare
perdere,
tutto.UNITà.
Anche
Augias su Espresso.
FRANCA DIMMI TU
E' un momento molto duro.
A Franca viene negata La Camera
del Lavoro di Milano dove avrebbe
dovuto
debuttare.
Indignata
riconsegna a Enrico Berlinguer,
segretario del PCI, la sua tessera
(Dario non si è mai iscritto).
La compagnia, senza perdere
tempo, né scoraggiarsi, 2 giorni
dopo la cacciata dalla Camera del
lavoro trova ospitalità al "Circo
Medini", un vero chapiteaux per
spettacoli equestri con tigri, leoni
ed elefanti, per fortuna chiusi nelle
gabbie. Luogo insolito per uno
spettacolo di prosa. Vedere articoli
giornali = non ho trovato niente.
Possibile?
Dopo un primo sbandamento,
grazie alla mobilitazione di
compagni della base del PCI in
disaccordo con i vertici, e della
376
sinistra extraparlamentare frase
troncata!!!!
Il Collettivo
continua a
portare
i
suoi
spettacoli in
torno
per
l’Italia, con
enorme
adesione di
pubblico.
In
quel
periodo il secondo gruppo mette in
scena “MTM: Metodi, Tempi,
Moduli”, una satira didattica sul
nuovo sfruttamento in fabbrica.
Sto inserendo qui un pezzo che
stava molto più in giù, ma non
aveva senso. Bisogna riflettere se
va qui.
Qui gran casino-Nel secondo anno
di attività a Milano, Nuova Scena
non trova spazi teatrali dove agire.
Affitta quindi una vecchia fabbrica
in disuso nei pressi di Porta
Romana tramutandola in un centro
377
teatrale, che diventerà sede stabile
del Collettivo: "Il Capannone di
Via Colletta". Questo spazio viene
gestito dal collettivo teatrale e dal
Circolo
la
Comune,
un
numerosissimo gruppo di associati,
lavoratori e studenti, intellettuali,
che offrono un importante apporto
creativo e organizzativo.
Durante l’estate
Dario Fo intanto approfondisce la
sua ricerca sui Vangeli apocrifi,
nasce così “Mistero buffo”.
Sperimenta la “giullarata” con
letture in Case del Popolo e
Università prima del debutto vero
e proprio che sarà il I°
ottobre a La Spezia al
Teatro Ariston.
Quest’opera
si
inserisce nel dibattito
vivo in quel tempo fra
gli studiosi di cultura e
tradizioni popolari. Con questa
giullarata si vuol dimostrare che è
falsa la tesi secondo cui le classi
sottomesse non posseggono una
378
propria autonomia creativa, ma che
si ispirano imitandole alle opere
della classe dominante.
È una vera e propria lezione di
storia della
letteratura,
che parte
dalla
contestazione
delle
antologie
scolastiche,
soffermandosi
in
particolare su "Rosa fresca e
aulentissima", uno dei primi testi
poetici presentato e commentato
da dotti "Soloni" delle università
come opera di trovatori eruditi.
Nella
lezione-spettacolo
si
sottolinea in particolare la
preoccupazione,
alle
volte
spasmodica, di presentare questi
contrasti
mascherando
e
censurando ogni gioco scurrile o
allusione di satira politica che
379
immancabilmente affiora dalle
giullarate.
Dario Fo tenta di ricostruire il
linguaggio e la ritmica dei giullari
medioevali e recita i loro
monologhi
rendendoli
però
accessibili al grande pubblico.
Il successo è incredibile: si replica
addirittura nelle arene e nei
palazzetti dello sport con migliaia
di spettatori. È lo spettacolo che
più di ogni altro lo renderà famoso
nel mondo (oltre 5000 repliche).
6665
1968
Durante l’estate, sulla spinta degli
avvenimenti politici di quegli anni,
Dario e Franca sciolgono la loro
compagnia e fondano, con un
gruppo teatrale di giovani: “Il
teatro D’ottobre” l'Associazione
Nuova Scena, composta da oltre
quaranta verificare giovani tra
attrici, attori e tecnici; un
Collettivo teatrale indipendente,
articolato all’inizio in due gruppi
(che in seguito diventeranno tre),
che
gira
l'Italia
recitando,
380
soprattutto di fronte ad un pubblico
popolare e operaio, in locali
alternativi al circuito teatrale
ufficiale, come Case del popolo,
palazzetti dello sport, cinema,
bocciodromi, piazze.
L’esigenza più sentita era quella di
coinvolgere una gran parte di
persone che normalmente non si
avvicinavano al teatro, spesso per
la semplice ragione che in quelle
sale di spettacolo si sentivano
estranei: erano spazi creati da una
classe a cui non appartenevano.
“Nuova Scena” risolse: dal
momento che era difficile per
quella popolazione andare a teatro,
la soluzione ottimale era che il
teatro andasse da loro. L’unica era
farsi itineranti e recarsi ad allestire
spettacoli negli ambienti da loro
stessi creati, come appunto le case
del popolo, i bocciodromi e le
cosiddette balere. Ancora più
importante era cambiare l’idea di
committenza: fino ad allora il
pubblico che frequentava i teatri
era di estrazione piccolo-medio
381
borghese, quindi il linguaggio e i
temi che l’autore doveva proporre
rispecchiavano gusti, consuetudini
e problemi del loro mondo. La
nuova compagnia di attori
itineranti doveva al contrario
mettere in scena temi che
trattassero della vita di operai,
contadini e di quegli studenti che
da questa classe provenivano o
avevano deciso di sostenere. Loro
erano i nuovi committenti: il
pubblico voleva sentir parlare della
propria storia, dei propri problemi
ridendone magari e prendendone
coscienza. INSERIRE STATUTO E
DOCUMENTAZIONE Più RICCA
non cìè niente, vedere dal notaio
Schiavo-chiedere ad ambrosino.
Per riuscire nell'impresa vengono
ideati palcoscenici adattabili ad
ogni spazio e smontabili, su
progetto di Fo. I due capocomici
mettono anche a disposizione del
collettivo tutto il loro materiale
messo insieme in venti anni di
lavoro: costumi, luce e fonica.
Foto scenografia
382
25 ottobre - Nuova Scena debutta
alla Casa del popolo di San Egidio
(Cesena) con "Grande pantomima
per pupazzi piccoli e medi".
TROVARE RECENSIONE CON
STORIA
COMMEDIA
O
ARTICOLO DARIOKAOS - foto
Lo spettacolo verrà portato anche
alla Camera del lavoro di Milano e
in
tournée.
Trovare
dati
383
amministrativi. temo non esista
nulla(Trovato nulla) TURNé
San Egidio (Cesena)
1969 Viene rimesso in scena: “Ci
ragiono e canto n°2”
trovare “torcitua borgomaneroimportante
SPAZIO
Avevamo già accennato come
l’ensamble di “Nuova scena” il
primo anno fosse composto da due
compagnie. La seconda metteva in
scena uno spettacolo che dibatteva
proprio il problema del realizzare
un testo che si rivolgesse a quel
nuovo pubblico: “Dato che”. Si
viaggiava con un doppio assetto
tecnico, completo anche di camion
e strutture sceniche. DARIO
METTERE MEGLIO,
NON
CHIARO La prima equipe
giungeva “sulla piazza” , montava
lo
spettacolo
aiutata
dagli
organizzatori di case del popolo,
recitava, teneva un dibattito sullo
spettacolo, quindi ripartiva per
un’altra sede dove trovava già
allestito palcoscenico, fonica e
384
luci, il tutto opera dell’altra
compagnia.
Quest’ultima,
terminata
la
performance,
smontava la struttura teatrale e
caricava il tutto sul proprio
camion, quindi ripartiva per altra
destinazione.
C’è da spiegare che noi eravamo il
traino, loro erano sconosciuti ed
avevano pubblico –Tessare per due
spettacoli_ In questo modo si
realizzavano due spettacoli su ogni
piazza. Il successo cresceva al
punto che “Nuova scena” decide di
formare un terzo gruppo di cui
Franca Rame si accollerà il
compito direttivo. DARIOLA
VERITà ERA CHE AVEVAMO
GRANDI
DIFFICOLTà
FINANZIARIE, ERAVAMO IN
MOLTI, ANCHE SE LA PAGA
ERA LA STESSA PER TUTTI E
MINIMA, 5.000 LIRE AL
GIORNO, CON GLII INCASSI
NON CE LA FACEVAMO, è
PER QUELLO CHE ABBIAMO
FATTO 3 GRUPPI, NOI, NON
DIMENTICARE
CI
SIAMO
385
VENDUTI
GLI
APPARTAMENTI.
1969 5 novembre – APPUNTO
PER CERCARE DI FARE LUCE
SU STO CASINO DI DATE.
QUESTO è IL SECONDO ANNO
DI ATTIVITà Genova – Al Teatro
della Gioventù, Franca, con la sua
compagnia va in scena con due
nuove commedie di Fo: foto
articoli cerco io TROVARE
ARTICOLO LAZZIRI UNITà.
Anche augias su espresso
"L'operaio conosce 300 parole, il
padrone 1000, per questo lui è il
padrone" e sotto il titolo "Legami
pure, tanto spacco tutto lo stesso!"
(due atti unici: "Il telaio" e "Il
funerale del padrone") Tournée.
A causa delle critiche che queste
opere teatrali muovono allo
Stalinismo e alle posizioni
socialdemocratiche del Pci, la
tournée
viene
pesantemente
criticata e sabotata dal vertice del
Partito comunista. Decine di
rappresentazioni
vengono
annullate.
386
E' un momento molto duro.
A Franca viene negata La Camera
del Lavoro di Milano dove avrebbe
dovuto
debuttare.
Indignata
riconsegna a Enrico Berlinguer,
segretario del PCI, la sua tessera
(Dario non si è mai iscritto).va
messo meglio… era da tempo che
vedevamo nel pci cose che non
andavno,
ci
vorrebbe
una
paginetta sulle posizioni del pci.
La compagnia, senza perdere
tempo, né scoraggiarsi, 2 giorni
dopo la cacciata dalla Camera del
lavoo, trova ospitalità al "Circo
Medini", un vero chapiteaux per
spettacoli equestri con tigri, leoni
ed elefanti, per fortuna chiusi nelle
gabbie. Luogo insolito per uno
spettacolo di prosa. Vedere articoli
giornali.
Spazio
Dopo un primo sbandamento,
grazie alla mobilitazione di
compagni della base del PCI in
disaccordo con i vertici, e della
sinistra extraparlamentare.
387
Il Collettivo continua a portare i
suoi spettacoli in torno per l’Italia,
con enorme adesione di pubblico.
In quel periodo il secondo gruppo
mette in scena uno spettacolo dal
titolo “MTM: Metodi, Tempi,
Moduli”, una satira didattica sul
nuovo
sfruttamento
in
fabbrica.Manifesto o articolo. Foto
Trovare.
Sto inserendo qui un pezzo che
stava molto più in giù, ma non
aveva senso. Bisogna riflettere se
va qui.
Nel secondo anno di attività a
Milano, Nuova Scena prima non
trova spazi teatrali dove agire.
Affitta quindi una vecchia fabbrica
in disuso nei pressi di Porta
Romana tramutandola in un centro
teatrale, che diventerà sede stabile
del Collettivo: "Il Capannone di
Via Colletta". Questo spazio viene
gestito dal collettivo teatrale e dal
Circolo
la
Comune,
un
numerosissimo gruppo di associati,
lavoratori
e
studenti,
INTELLETTUALI, che offrono un
388
importante apporto creativo e
organizzativo.
1969
Durante
l’estate
QUANDO
AVVIENE LA ROTTURA CON
NUOVA SCENA??? QUANDO
ABBIAMO FATTO RIUNIONE
A MONTE ROSSO?
SIAMO SEMPRE NEL SECONDO
ANNO
DI
ATTIVITàDario
approfondisce la sua ricerca sui
Vangeli apocrifi e nasce
389
"
390
".
391
392
393
Sperimenta la “giullarata” con
letture in case del Popolo e
Università prima del debutto vero
e proprio che sarà il I° ottobre a La
Spezia al Teatro Ariston.
Quest’opera si inserisce nel
dibattito vivo in quel tempo fra gli
studiosi di cultura e tradizioni
popolari. Con questa giullarata si
vuol dimostrare che è falsa la tesi
secondo cui le classi sottomesse
non posseggono una propria
autonomia creativa, ma che si
ispirano imitandole alle opere della
classe dominante. TROVARE
MATERIALE,
FOTO
E
ARTICOLI.
È una vera e propria lezione di
storia della letteratura, che parte
dalla contestazione delle antologie
394
scolastiche,
soffermandosi
in
particolare su "Rosa fresca e
aulentissima", uno dei primi testi
poetici presentato e commentato
da dotti "Soloni" delle università
come opera di trovatori eruditi.
Nella
lezione-spettacolo
si
sottolinea in particolare la
preoccupazione,
alle
volte
spasmodica, di presentare questi
contrasti
mascherando
e
censurando ogni gioco scurrile o
allusione di satira politica che
immancabilmente affiora dalle
giullarate.
Dario Fo tenta di ricostruire il
linguaggio e la ritmica dei giullari
medioevali e recita i loro
monologhi
rendendoli
però
accessibili al grande pubblico.
Il successo è incredibile: si replica
addirittura nelle arene e nei
palazzetti dello sport con migliaia
di spettatori. È lo spettacolo che
più di ogni altro lo renderà famoso
nel mondo (oltre 5000 repliche).
1970
QUI
C’è
CASINO,
LEGGERE ATTENTAMENTE.
395
IN VIA COLLETTA ERAVAMO
ANCORA UNITI PERCHé mi
ricodi gli spettacoli fatti lì con
piccardi, ciarchi ecc. tutti uniti tutti
insieme ma scusa…
Durante l’estate si organizza un
lungo e approfondito dibattito sul
programma da realizzare nella
successiva stagione. Nascono
divergenze sui temi da presentare
al pubblico dei nuovi committenti,
riuniti in assemblea per la loro
approvazione. I due gruppi
continuano a trovarsi discordi sia
sugli argomenti da affrontare che
sull’appoggio del movimento e dei
partiti tradizionali della sinistra,
compresi i sindacati. Il gruppo
opposto NOMI a quello diretto da
Franca e Dario vota perché si
ritorni sotto l’egida dell’ARCI e
dei partiti tradizionali della
sinistra. È lo scisma: “Nuova
scena” si divide in due diversi
gruppi autonomi.
Per evitare confusione fra i due
gruppi scissi si decide che il
collettivo del quale fanno parte
396
Franca e Dario si chiamerà "La
Comune".
1970
27 ottobre - Milano - Capannone
di via Colletta, va in scena: "Vorrei
morire anche stasera se dovessi
pensare che non è servito a niente"
di Fo, in collaborazione con il
Comitato Vietnam. Nel primo
tempo,
un
susseguirsi
di
testimonianze
inedite
dei
protagonisti
della
resistenza
italiana, i partigiani, uomini e
donne che hanno partecipato alla
resistenza. Mentre invece il
secondo è dedicato alla terribile
lotta del popolo palestinese, per la
sua liberazione.
Si eseguono per la prima volta in
pubblico, canti provenienti dalle
397
valli lombarde e venete, scritti da
combattenti di quelle zone. Come
finale di spettacolo viene intonato
da tutta la compagnia un canto
palestinese molto suggestivo in
arabo,
forse
un
po’
approssimativo, e un altro in
lingua greca, scritto da Teodorakis
avevamo avuto una audio cassetta
clandestina, lui era in carcere .
INSERIRE
PAROLE
Quest’ultimo viene eseguito con
maggiore
professionalità,
ottenendo un successo notevole.
È TIRATO MOLTO VIA e non mi
sembra giusta la data.-???
1970 10 dicembre - Milano Capannone di via Colletta.
A un solo anno dalla strage di
Piazza Fontana, alla Banca
Nazionale
dell'Agricoltura
di
Milano, la morte dell’anarchico
Giuseppe Pinelli, “suicidato” in
questura di Milano e l’arresto di
Pietro Valpreda, Dario Fo scrive e
mette in scena un altro dei suoi
testi più famosi nel mondo, sulla
398
strage di Stato: "Morte accidentale
di un anarchico".
Tournée .ci sono dati ??? La
rappresentazione va in scena
proprio nel momento in cui al
vicino Palazzo del tribunale della
città, si celebra un processo
davvero epocale: la questura di
Milano
nelle
persone
del
commissario
Calabresi,
del
prefetto ???? e del questore ha
querelato il giornale “Lotta
continua” che da tempo li
denuncia come responsabili della
morte di Pinelli. Lo svolgimento
del processo prosegue, in un
contrappunto tragico e grottesco di
colpi di scena. La compagnia che
recita “Morte accidentale” ne
approfitta
inserendo
nella
399
commedia le varianti a grande
effetto che ogni giorno il processo
offre alla cronaca.
TIRATO UN PO’ VIA Nasce
"Soccorso Rosso", TROVARE
QUALCHE INTERVISTA MIA.
movimento in sostegno a molti
giovani, studenti e operai arrestati
durante picchettaggi alle fabbriche,
alle scuole, e durante le
manifestazioni antifasciste. Franca
porterà avanti questo impegno sino
all’85.
1971
27 marzo - Milano - Capannone di
via Colletta: "Tutti uniti! Tutti
insieme! Ma, scusa, quello non è il
padrone?!",
commedia
sulla
nascita del Partito Comunista
Italiano nel 1921 interpretato da
Franca Rame e altri. Tournée.
400
1971
Nel
MESE
ARTICOLO
GIORNALI
l’editore
e
imprenditore Feltrinelli perde la
vita nel tentativo di porre un
ordigno esplosivo su un traliccio
dell’alta tensione. Nell’ambiente
della sinistra sono in molti a
sospettare la messa in atto di una
trappola che è scattata uccidendo il
“dinamitardo”. La Comune inizia
subito le prove di unO progetto
SPETTACOLO in gran parte
mimato sulla tragedia in questione
che avrà per titolo “Il traliccio di
Stato”
1971 Fine ottobre la Compagnia
Theatre de la Ville, Parigi, mette
401
in scena “Isabella tre caravelle…”
La stessa Compagnia presenta
l’opera al Palazzo dei Papi ad
Avignone con allestimento di
Arturo Corso
INTERPRETATO E SCRITTO
DA…...
4 dicembre - Milano - Capannone
di via Colletta: "Morte e
resurrezione di un pupazzo",
riproposizione FORSE è MEGLIO
RILABORAZIONE
COMUNQUE “BRUTTINO” con
alcuni interventi sull’attualità, di
"Grande Pantomima con bandiere
e pupazzi piccoli e medi", che
aveva segnato la rottura con il
cosiddetto teatro borghese.
1972 controllare data
Mostra a Bologna:
“Tra rivolta e rivoluzione,
immagine e progetto”. Controllare
il titolo. C’è articolo
gennaio - Milano – Capannone di
via Colletta: "Fedayin"
Franca Rame, con l’appoggio del
Fronte Popolare democratico,
402
porta in Italia dieci autentici
Fedayin (palestinesi combattenti)
da lei stessa scelti, visitando i
campi militari in Libano E SIRIA,
fra i più dotati di qualità canore e
attoriali. Su testimonianze dirette
dei combattenti trasformati in
interpreti delle stesse vicende delle
quali sono stati protagonisti e
testimoni.
Dario scrive il testo dello
spettacolo, del quale curerà anche
la regia; monologhi, musiche, canti
e danze della tradizione palestinese
che narrano la storia del conflitto
con Israele e la nascita di una presa
di coscienza nazionale di quei
popoli, dopo la grande sconfitta
subita qualche anno prima.
Conduce la serata Franca Rame.
Tournée.
Durante gli spettacoli Franca invita
il pubblico a donare medicinale,
indumenti ecc. da inviare nei
campi profughi libanesi che
vengono settimanalmente spedite.
403
Gli incassi delle serate vengono
devoluti alla Resistenza palestinese
al Fronte Popolare democratico.
1972 Attentato contro la villa a
Cernobbio. Denuncia di Franca e
Dario Manca data precisa
Che giorno? novembre - Milano Capannone di via Colletta:
"Ordine! Per dio.ooo.ooo.ooo"
riscrittura aggiornata di “Legami
pure che spacco tutto lo stesso”
con Franca Rame e altri. Tournée.
Nello stesso periodo Dario Fo gira
l’Italia con "Mistero buffo N. 2".
1972 dicembre. Il Collettivo
Teatrale "La Comune" è costretto a
lasciare il Capannone di via
Colletta: il contratto, intestato a
Nanni Ricordi, è scaduto e non
viene da lui rinnovato. Il Ricordi si
trova in disaccordo con il
programma in atto, votato dalla
maggioranza dei soci. Ancora, in
conseguenza di ciò decade il suo
incarico direttivo, sia come
organizzatore del gruppo, sia come
404
socio direttivo del CIRCOLO La
Comune e dà le dimissione.
Dario Fo e Franca Rame con i loro
compagni non si scoraggiano.
Affittano il cinema Rossini a
Quarto Oggiaro, nell’estrema
periferia milanese.
In quegli anni, causa la grande
crisi economica, molte fabbriche
vengono chiuse. In difesa del posto
di lavoro gli operai scioperano e le
occupano. In sostegno a queste
lotte, il Collettivo Teatrale La
Comune, interverrà con i propri
spettacoli in centinaia di fabbriche
occupate o in chiese sconsacrate,
palazzetti dello sport e perfino
nelle piazze (dal 1971 all’85)
QUESTO DEL DENARO ALLE
FABBRICHE
AVVIENE
IN
PALAZZINA devolvendo alle
organizzazioni pare al sindacato
operaie l’intero incasso, per
l’ammontare di oltre 1 miliardo di
lire di quel tempo tenendo conto
che tessera e il biglietto costavano
500 + 500 lire CONTROLLARE.
405
Una cifra davvero impressionante
se si pensa che la perdita di valore
della nostra moneta ha subito da
trent’anni un decalage di circa un
decimo
(CONTROLLARE)!
Questo mi sembra inutile, s
possono fare altri paragoni, per
esempio la paga di un operaio
1972 7 dicembre: "Pum pum! Chi
è? La polizia!" (sulle stragi di
Stato) con Dario Fo e altri attori in
solidarietà
con
Pietro
ValpredaCOSA VUOL DIRE? e
gli altri anarchici incarcerati con
lui. Tournée.
SPAZIO
Il Collettivo Teatrale è soggetto a
varie azioni repressive da parte
406
della polizia e a pesanti tentativi di
censura. Il manifesto DI "Pum
pum! Chi è? La polizia!"
raffiguraRANTE una famiglia,
padre, madre e bambina, con gli
abiti sporchi di sangue (chiara
allusione alle stragi di Stato), viene
denunciato per oltraggio alla
polizia dal Giudice Viola del
Tribunale di Milano.
1973 25 febbraio – Milano. Al
Cinema Rossini va in scena: "Ci
ragiono e canto n.3" scritto da Fo
per il cantastorie siciliano Ciccio
Busacca.
Partecipano
allo
spettacolo anche le figlie, Pina e
Concetta Busacca e Piero Sciotto
canta e accompagna con la sua
chitarra.
407
9 marzo - Milano - Un gruppo di
fascisti sequestra, sevizia e
violenta Franca Rame. Con questo
gesto infame si vuole punire
l’attività politica di Franca, Dario e
del
loro
figlio
Jacopo,
politicamente molto attivo al Liceo
Berchet, ma soprattutto il lavoro
che Franca porta avanti dal '70
nelle carceri ITALIANE. Grande
indignazione e solidarietà in tutta
Italia. Inserire manifesto
ESCO
DALLA
COMUNE
TROVARE MATERIALE.
24 maggio-"Basta con i fascisti".
Dopo due mesi di inattività, Franca
Rame torna in scena e rappresenta
alla Casa del Popolo di Milano il
408
recital, che si avvale di monologhi
scritti in collaborazione con Dario
e curati da Lanfranco Binni, con
proiezioni e filmati sul fascismo e
la sua violenza. Lo spettacolo
racconta e documenta l’effettiva
presenza culturale e politica del
fascismo nello Stato Italiano e il
ruolo di manovalanza criminale
svolto dalle sue frange armate
estremiste al servizio dei corpi
speciali della Polizia dello Stato. È
gestendo quei gruppi che lo Stato
realizza vere e proprie spedizioni
punitive, attentati e sequenze di
stragi con migliaia di vittime fra la
popolazione. Tournée.
SPAZIO
La richiesta di interventi in tutta
Italia, comprese le isole, cresce a
dismisura: sono circa ottanta i
circoli e i collettivi che partecipano
alla distribuzione degli spettacoli
della Comune. È l’unico momento
in cui gruppi estraparlamentari
diversi si associano per rendere
possibile la messa in scena degli
interventi del Collettivo. In questa
409
situazione è logico che qualche
direzione di quel variegato
movimento pensi di incorporarsi a
proprio totale vantaggio tutto
intiero il Collettivo, un’equipe
autonomamente organizzata, che
riesce a gestire la presenza di
diecine di migliaia di partecipanti.
Così si può dire che a tormentone
appaiono uno dietro l’altro
incaricati di gruppi diversi, che
giungono
a
proporre
una
collaborazione unica con la loro
organizzazione. Una appresso
all’altra le sirene movimentiste
vengono allontanate, finché il
colpo
grosso
riesce
ad
“Avanguardia Operaia”, detta in
gergo del movimento “i Paguri”,
abili molluschi che riescono con
blandizie
raffinate
ad
impossessarsi dei gusci costruiti da
altri invertebrati di mare. Fatto è
che gran parte del Collettivo “La
Comune” si lascia abbindolare
dalle promesse di forte intervento
economico e organizzativo da
parte dei “Paguri” e passa armi e
410
bagagli ai ladri di gusci. Armi e
bagagli nel senso che il gruppo
traslocante si impossessa di tutti i
mezzi tecnici, DI PROPRIETà
DEI FO comprese le strutture
scenografiche e il pulmino,
lasciando, i dissidenti, Dario,
Franca, Carpo Lanzi del Trio
Piadena, Ciccio Busacca e Piero
Sciotto letteralmente in braghe di
tela. Dopo un primo notevole
smarrimento gli sconfitti e
abbandonati
ricominciano
a
organizzarsi. Che fine ha fatto
Milone, Piero? Quando arriva e
quando se ne va?
12 DICEMBRE 1973 Nasce il
terzo nuovoCollettivo Teatrale che
si chiamerà "La Comune di Dario
Fo" diretto da Dario Fo. c’era
anche Binni?
1974 marzo - Dopo aver invano
cercato una sede permanente, La
Comune di Fo, occupa un edificio
fatiscente, abbandonato, in un gran
parco nel centro di Milano, la
Palazzina Liberty (ex verziere) in
411
Piazza Marinai d’Italia, che
ristruttura con l’aiuto del quartiere,
degli studenti e degli operai di
Milano e dintorni.
Solo a Milano, raccoglierà in un
anno più di 80.000 abbonati.
(Ricordiamo che il Piccolo Teatro,
con due miliardi verificare di
sovvenzione, ne riusciva a
raccogliere al massimo 15.000).
Da questo momento Arturo Corso,
che già era stato attore e assistente
di Dario in passato, coprirà il ruolo
di collaboratore alle regie delle
opere di Dario in Italia e all’estero.
1973
Manca
data
precisa:
intervista a Dario Fo sulla
SCISSIONE
COLLETTIVO
TEATRALE
LA
COMUNE
cercare e vedere dove inserirla
non sono certa credo 1974
CHIEDERE A PIERO SCIOTTO
DOPO
OCCUPAZIONE
RISTRUTTURIAMO,
VEDI
FOTO, MATTA ECC PALAZZINA,
POI PROVIAMO CILE 20 ottobre
- A pochi giorni dall’uccisione del
412
presidente del Cile, Salvador
Allende, va in scena al Palazzetto
dello Sport di Bolzano, il nuovo
spettacolo di Dario con Franca,
Piero Sciotto, Lanzi e Busacca:
"Guerra di Popolo in Cile",
spettacolo sulla resistenza cilena, a
cui si devolvono gli incassi.
Tra monologhi e canzoni cilene o
scritte ad oc da Dario, lo spettacolo
gioca su una serie di vere e proprie
provocazioni
organizzate,
contrappuntate da beffe a trappola.
In poche parole, mentre sul
palcoscenico si va eseguendo lo
spettacolo si inseriscono incidenti
costruiti ad hoc che di fatto si
413
trasformeranno
in
elementi
portanti di tutto lo svolgimento
teatrale. Si inizia con l’inserto di
un “disturbo” fonico, cioè la radio
di una volante della polizia si
intromette nel circuito auditivo
della compagnia. Il pubblico così
ascolta i dialoghi fra le varie
macchine in servizio di guardia e
viene a sapere che la questura è
stata posta in stato di allerta: si
temono colpi eversivi, non si sa
prodotti da chi e come. Una
spettatrice trafelata, irrompe in
teatro (in verità si tratta di una
attrice della compagnia), e
gridando blocca lo spettacolo per
dare notizia di strani movimenti di
auto blindate in transito nella città
e dà l’avviso che la televisione e le
radio
non
trasmettono
i
programma annunciati, compresi i
telegiornali. Si crea un dibattito
spontaneo, naturalmente diretto
sapientemente dagli attori che
minimizzano, fanno dell’ironia,
rimbeccati da altri attori, inseriti
fra il pubblico, che invece ????
414
caricano di tensione l’andamento
scenico. Di questo passo si viene
immancabilmente a discutere del
rischio di un probabile colpo di
Stato. Non dimentichiamo che in
quegli anni si realizzavano uno
dietro
l’altro
capovolgimenti
politici messi in atto dai generali,
sostenuti dalle destre reazionarie di
molti Paesi dell’America Latina e
del Mediterraneo, vedi Grecia e il
persistere di una situazione di
regime fascista in Spagna E
L’ITALIA??? . All’istante si
scopriva che fra il pubblico erano
presenti
dei
poliziotti
IN
BORGHESE. La Comune si
valeva della legge costituzionale
che impediva alle forze dell’ordine
di presenziare a spettacoli allestiti
da associazioni culturali. Si
individuava uno dei poliziotti, un
carabiniere, ancora interpretato da
un attore della Comune che,
snocciolando i soliti luoghi comuni
retorici e privi di logica civile
faceva resistenza ma alla fine
veniva invitato a lasciare la sala.
415
Ma ecco che entrava in scena,
proveniente dal fondo dalla platea,
addirittura
un
commissario,
seguito di lì a poco da un
vicequestore.
Quest’ultimo
estraeva un foglio su cui erano
elencati i nominativi di un certo
numero di presenti in teatro. Si
trattava di ragazzi e ragazze
dell’associazione
che
aveva
organizzato la serata (preavvertiticomplici, ma il pubblico non lo
sapeva), ben conosciuti in città per
il loro impegno politico. Il
vicequestore pregava i nominati di
non fare resistenza e di salire tutti
sul palcoscenico; quindi sarebbero
stati accompagnati in questura solo
per controlli e accertamenti. Di qui
esplodeva un vero e proprio
diverbio spettacolare: in qualcuno
tra il pubblico si creava una
situazione
di
panico,
con
immancabile catarsi liberatoria
finale NON CHIARO, MANCA
FINALE SPETTACOLO . Ma la
provocazione aveva raggiunto il
416
suo scopo, quello di far prendere
coscienza. Tournée.
1973 “Guerra di popolo in Cile”
alla raffineria Augusta a sostegno
dei lavoratori. Manca data precisa
Mistero Buffo al Festival di
Avignone con regia di Arturo
Corso in francese
DATA, VEDI
E INSERISCE
GIORNALI C’è ANCHE FOTO
DAVANTI
UNIVERSITà
E
CARCERE
Durante la turnée di "Guerra di
Popolo in Cile" a Sassari Fo viene
arrestato per essersi opposto, con
tutto il suo Collettivo e i compagni
organizzatori
della
serata,
all'ingresso in teatro della polizia
che cercava provocatoriamente di
bloccare 1o spettacolo. Rimosso il
prefetto di Sassari
Tempi di grande repressione, molti
della sinistra sono in carcere,
ALLARGARE, FO inizia a
SCRIVEre UN TESTO SULLE
417
CARCERI, ma si ferma per
mancanza di tempo.
Incontro di Dario Fo con gli
studenti della Sapienza per la
pubblicazione del testo “Dialogo
provocatorio sul comico, il tragico,
la follia e la ragione” di Allegri e
Fo. DATE??
1974 4 al 23 gennaio - Parigi: al
Théâtre National Populaire, Salle
Gemier-Trocadero,
Dario
Fo
debutta con "Mistero buffo".
Grandissimo successo di critica e
di pubblico. La giullarata sarà
replicata per un mese.
Pubblicata storia della Palazzina,
dall’occupazione al
1974
Einaudi editore I: Gli arcangeli
non giocano a flipper. Aveva due
pistole con gli occhi bianchi e
neri. Chi ruba un piede è
fortunato in amore. St 54, 1974,
199710, pp. xiv-299.
418
Einaudi 1974Morte accidentale
di un anarchico. Nc 70, , 19877,
pp. 121.
Einaudi editore II: Isabella, tre
caravelle e un cacciaballe.
Settimo: ruba un po’ meno. La
colpa è sempre del diavolo. St 55,
1974, 200310, pp. v-325.
Einaudi
Manuale
minimo
dell’attore. St 315, con un
intervento di Franca Rame,
1987, 19969, pp. 374 con 28
figure nel testo.
1988
A Torre Annunziata (NA) , dal 22
aprile al 22
maggio (o 14
APRILE 25 MAGGIO??): “Il teatro
dell’occhio” di Dario Fo
Al Palazzo del Turismo di
Riccione: “Il teatro dell’occhio” di
Dario Fo.
A Bari, S. Scolastica dall’1 al 30
giugno: “Il teatro dell’occhio” di
Dario Fo
419
A Londra, Riverside Studios dal 9
luglio al 13 agosto: “Il teatro
dell’occhio” di Dario Fo
Expo
Phase
One-Italian
Contemporary Theatre dal 18
luglio. All’interno la mostra.
VANNO BENE LE DATE?? Altrove
scritto il 21 luglio.
A Stoccolma, Kulturhuset, dal 3
al 27 marzo: “Il teatro
dell’occhio” di Dario Fo. Curata
da Sergio Martin, prodotta da
Emmecinque, coordinata da
Franco Quadri.
27/28 maggio: comune di Milano
decide per lo sgombero della
Palazzina.
Intervento
del
collettivo La Comune. Lettera di
Dario Fo al Comune in cui
richiede di poter usare la
Palazzina per eventi culturali
Tornando alla rappresentazione in
Italia, durante un dibattito dopo lo
spettacolo "Guerra di Popolo in
Cile", un gruppo di operai presenti
420
in platea invita La Comune a
considerare
l’assurdo
della
situazione che vede le lotte
sindacali condotte per migliorare
la condizione economica dei
salariati vanificate in modo
grottesco dagli immediati rialzi dei
prezzi in tutti i supermercati. Da
qui, parte l’indagine sul problema
e la scrittura dell’opera teatrale
"Non si paga! Non si paga!" nella
quale l’autore si immagina una
scena iniziale in cui qualche
centinaio di casalinghe, appoggiate
da operai in sciopero, entrambi
indignati
per
il
rincaro
ingiustificato dei prezzi, fa
irruzione in un supermercato e
impone la spesa proletaria, cioè a
dire impone prezzi calmierati e si
ritira con le borse stracolme prima
dell’arrivo della polizia chiamata
dai dirigenti. LA STORIA
CONTINUA,
CERACRE
RIASSUNTO O RECENSIONE O
PRESENTAZIONE LIBRO O
FOTO .
421
Un anno dopo si verificano
numerosi assalti ai supermercati di
Milano. Molte donne vengono
arrestate. Il PM, durante il
processo, chiede l’incriminazione
di Dario Fo come ispiratore
all’evento. Il giudice, dopo un
lungo silenzio, risponde al
Pubblico Ministero più o meno con
queste parole: “Certo, se noi si
dovesse applicare la logica
secondo cui è concesso, anzi
ritenuto legale, punire gli autori di
teatro e di cinema, nonché i
romanzieri, che si siano permessi
di prevedere azioni drammatiche,
fino a spingersi a descriverle
magari con fantasia realistica, di
questi liberi pensatori dovremmo
riempire le nostre carceri e
riprocessare anche gli autori
defunti,
a
cominciare
da
Shakespeare a Molière e di seguito
Rousseau, Defoe, Swift etc. etc.”.
422
HO
CONFUSIONE
DATE
SPETTACOLI DEVO VEDERE
ELNCO SU COPIONI MIEI 1974
3 ottobre - Milano - Palazzina
Liberty: "Non si paga! Non si
paga!". Tournée.
Nell'arco della stagione teatrale
nell’antico verziere vanno in scena
spettacoli, dibattiti, manifestazioni,
concerti
in
solidarietà
con
fabbriche occupate e situazioni di
lotta in generale. Spettacoli anche
in appoggio alla campagna per il
Referendum sul divorzio.
Negli spazi del seminterrato della
Palazzina, molti immigrati di
origine asiatica e africana (Eritrei)
423
finalmente trovano una sede dove
riunirsi per discutere dei loro
problemi.
Sul
palcoscenico
rappresentano spettacoli con danze
e canti provenienti dalla loro
tradizione e ritualità.
1975 1 febbraio - Su indicazione di
un gruppo di intellettuali svedesi,
Dario Fo viene proposto per il
Premio Nobel.
1975
Invito a rappresentare uno
spettacolo
(QUALE?)
nella
fabbrica occupata SITE
Einaudi editore 1975 III: Grande
pantomima con bandiere e
pupazzi piccoli e medi. L’operaio
conosce 300 parole il padrone
1000 per questo lui è il padrone.
Legami pure che tanto io spacco
tutto lo stesso. St 78, a cura di
Franca Rame, , 19978, pp. xv217.
Richiesta “Mistero Buffo” Novi
Ligure per cassa integrati e
licenziati
424
Invito a rappresentare “Mistero
Buffo” per Evanitalia di Sovere:
600 operaie licenziate
11 marzo al Palalido di Milano:
Mistero Buffo con Dario Fo
Franca Rame Cicciu Busacca a
favore dei diritti fondamentali
del cittadino
Mistero Buffo alla Palazzina.
Date??
Mistero Buffo alla fabbrica
occupata sartotecnica di Milano.
Date??
5 giugno - Milano - Palazzina
Liberty. Va in scena: "Il Fanfani
rapito", scritto da Dario Fo in 4
giorni, in appoggio alla campagna
"REFERENDUM
per
la
legalizzazione dell’aborto" voluta
dal partito radicale.
425
Non c’è tempo per provare la
commedia ma, vista l’importanza
politica del momento, viene messa
in scena ugualmente e gli attori
recitano leggendo il copione a
vista.
Accordo fra Comune di Milano e il
C.T. La Comune per l’utilizzo
decennale della Palazzina, con
decorrenza 1/1/75
1976
Einaudi La signora è da buttare.
Ct 206, 1976, 19833, pp. 115.
426
“Fanfani rapito” all’Ospedale
Psichiatrico di Trieste Date??
“Fanfani rapito” all’Università di
Brescia Date??
“Fanfani rapito”, film con regia
Dimitris Makris proiettato in
diverse località italiane
Terremoto in Friuli: richiesta di
aiuto con spettacoli
Tounée in Belgio e Francia:
calendario
Dario Fo partecipa al primo
Festival di Teatro comico di
Nancy
Tournée di “La giullarata” nel
Sud della Francia e in Belgio
Dario Fo tiene una lezione
spettacolo
all’Accademia
nazionale d’arte drammatica. SU
CHE COSA???
Franca Rame e Dario Fo: Mistero
Buffo a Giacinto Grecia. Date??
427
Richiesta di rappresentazione de
“I tre bravi” con traduzione
francese
Giornata di solidarietà con il
popolo di Dohofar alla Palazzina.
Manca data precisa
Il collettivo parte per la tournée. In
quel periodo difficilmente si
trovano locali disposti ad accettare
il prezzo bassissimo del biglietto
(mille lire, più mille per la tessera
di iscrizione al Circolo La
Comune: abbiamo aumentato i
prezzi!!). I proprietari dei teatri si
giustificano affermando che questo
eccessivo abbattimento dei prezzi
li metterebbe in difficoltà presso il
loro abituale pubblico, che
richiederebbe lo stesso sconto per
gli spettacoli già programmati. Si
tratta di un pretesto: in verità i
gestori trovano politicamente
provocatori i temi trattati dalla
Compagnia. E si sa… i metodi di
censura sono infiniti. Ma recita un
vecchio adagio: “Non tutti i guai e
gli impedimenti vengono per
428
nuocere, spesso si risolvono in
straordinari vantaggi”.
Infatti
quella censura impone alla
Compagnia di rischiare, pur di
ritrovare spazi idonei. I Fo
affittano palazzetti ABBIAMO
INIZIATO PRIMA dello sport, 10
mila presenze a sera, e a Roma un
circo equestre di 2500 posti a
sedere, in piazza Mazzini dove per
2 mesi recitano tutte le loro
commedie scritte dal ’68 al ’75.
Sempre esaurito.
Nello stesso anno Dario Fo mette
in
scena
"La
Giullarata",
spettacolo sul teatro popolare
siciliano,
interpretato
dal
cantastorie Cicciu Busacca e dalle
figlie Pina e Concetta, canta e
accompagna con la sua chitarra
Piero Sciotto.Nelle correzioni ho
scritto aggiungere ragiono e canto
n° 3ma non mi ricordo perché
429
Data e dati
Mettere le cose come stanno, non
possiamo dire cose che poi
vengono smentite sul sito da
documenti, Il Collettivo La
Comune realizza un viaggio di un
mese nella Repubblica Popolare
Cinese. Finalmente un po’ di
vacanza! Questo viaggio nasce
dall’invito del Ministero dello
Spettacolo del governo cinese. Con
loro ci sono alcuni scienziati e
ricercatori delle Università italiane
e un gruppo di operai e Mario
Capanna leader del Movimento
studentesco.
430
“Fanfani rapito”, film con regia
Dimitris Makris proiettato in
diverse località italiane
Terremoto in Friuli: richiesta di
aiuto con spettacoli
Tounée in Belgio e Francia:
calendario
Dario Fo partecipa al primo
Festival di Teatro comico di
Nancy
Tournée di “La giullarata” nel
Sud della Francia e in Belgio
Dario Fo tiene una lezione
spettacolo
all’Accademia
nazionale d’arte drammatica. SU
CHE COSA???
Franca Rame e Dario Fo: Mistero
Buffo a Giacinto Grecia. Date??
Richiesta di rappresentazione de
“I tre bravi” con traduzione
francese
POSSIBILE CHE DA GIUGNO
DEL 75 A MArZO 76 NON SI
SIA FATTO NIENTE?!
431
2 marzo - Milano - Palazzina
Liberty - Si affronta il fenomeno
della droga che inizia a dilagare
anche in Italia. Alla palazzina si
allestisce lo spettacolo "La
marijuana della mamma è la più
bella". Tournée.
È
la storia di un ragazzo che,
PRENDEREI LA STORIA DA
UNA
RECENSIONE
O
ARTICOLO KAOS, METTERE
FOTO tornando a casa dopo
un’assenza di qualche mese,
scopre che la mamma e il nonno
432
fumano haschish e si impasticcano
di stupefacenti vari. Non solo, ma
producono,
coltivandole
sul
terrazzo, erbe da fumo. DARIO,
RAGAZZACCIO, NON SI Può
TRONCARE QUI
SPAZIO
Intanto
il
contenzioso
fra
l’Associazione teatrale e il comune
continua: pur di bloccare la
produzione satirico-teatrale ed
eliminare
un
centro
di
aggregazione sociale, il cui
esempio produce la nascita di altri
collettivi, il Comune denuncia e
porta in tribunale i responsabili
dell’occupazione della Palazzina
Liberty. Nel processo che segue, il
giudice dà ragione alla Comune,
poiché in un primo tempo il
sindaco era assessore allora
Tognoli aveva consegnato le
chiavi dell’antico verziere a Fo
perché potesse condurre un
sopralluogo
nello
stabile
fatiscente, onde constatare lo stato
di degrado in cui si trovava la
Palazzina. Quindi ne conseguiva
433
che il sindaco aveva già deliberato
di cedere, se ritenuto idoneo,
quello spazio al gruppo culturale
della Comune.
È nello stesso periodo che sul lato
ovest dello stabile viene posta,
inserita in una nicchia muraria
dell’esterno, una carica di tritolo.
L’ordigno esplode nella notte. Per
fortuna il gruppo dei compagni del
Collettivo, a cui era stato affidato
il l’incarico di vigilanza, qualche
ora prima si era spostato verso
l’abside opposta, dove stava
riposando. La deflagrazione fu
potente, al punto che tutte le lastre
di vetro armate in ferro (numerose
in quella costruzione) andarono in
frantumi. Egualmente centinaia di
vetri dei palazzi che s’affacciano
sul parco furono abbattuti.
La polizia indaga, ma nessun
responsabile viene individuato.
1976 Dopo 16 anni di ostracismo,
su invito del Dott. Massimo
Fichera, direttore di RAI 2, La
Comune torna in televisione con
434
"Il teatro di Dario Fo". Vengono
registrate le seguenti opere:
"Mistero buffo", "Settimo: ruba un
po' meno!", "Ci ragiono e canto",
"Isabella, tre caravelle e un
cacciaballe", "La signora è da
buttare", "Parliamo di donne" (per
21 ore di trasmissione). Tutte le
commedie vengono recitate e
riprese alla Palazzina Liberty, con
la presenza del pubblico. Le
trasmissioni andranno in onda nel
’77.
1977
Einaudi editore IV 1977,: Vorrei
morire anche stasera se dovessi
pensare che non è servito a niente.
Tutti uniti! tutti insieme! Ma
scusa, quello non è il padrone?
Fedayn. St 125, a cura di Franca
Rame19975, pp. 217.
EINAUDI ??? Et 492, serie Stile
libero, nuova edizione a cura di
Franca Rame, 1997, pp. 382 con
numerose figure in bianco e nero
nel testo. (cfr. anche Lezioni di
teatro, 2001).
435
EINAUDI Mistero buffo. Et 1106,
nuova edizione integrale, a cura di
Franca Rame, 2003, pp. 410 con
15 immagini in bianco e nero nel
testo. (Già pubblicato in questa
collana, serie Stile libero, nel
1997, con il n. 487, anche con
videocassetta).
A Vispa di Carcare (GE) e
Venezia: Mistero Buffo con nuovi
brani sui Vangeli Apocrifi.
QUALI??
Maggio- Milano - Palazzina
Liberty: "Mistero buffo N° 3 "
edizione. Tournée.
30 giugno - Roma -Teatro in
Trastevere - ???? qui c’è casino, il
premio idi l’ha ritirato mia sorella,
io stavo male col braccio vedere
giornali "Maschera con lauro
d'oro"
Franca Rame vince la "Maschera
con lauro d'oro" del Premio IDI,
come migliore attrice televisiva
per la trasmissione "Parliamo di
donne" INSERIRE GIORNALI E
MOTIVAZIONE.
436
In questi anni Fo si afferma come
autore vivente, più rappresentato al
mondo: i suoi testi sono recitati in
oltre 50 paesi e tradotti in più di 30
lingue QUANDO GIOVANNI CI
DARà NUMERO REPL. CE LO
METTIAMO.
1977 6 dicembre - Milano – Alla
Palazzina Liberty va in scena:
"Tutta casa, letto e chiesa" di
Dario Fo e Franca Rame.
Opera in chiave comico-tragicogrottesca sulla condizione della
donna. Unica interprete Franca,
che per la prima volta firma il testo
con Fo. Questa giullarata l
437
femminile verrà replicato da
Franca sia in Italia che all’estero
sino all’88, oltre 3000 volte.
Inserire recensioni e foto LE
MESSE IN SCENA DELLA…..
ALL’ESTERO
SONO
STATE…manifesto. estero
1978- VERIFICARE DATA E
ANNO
2 febbraio
INCIDENTE GENOVA FRANCA
VA
SCRITTO
Più
CHIARAMENTE.Dopo un anno
di chiusura PER… FRANCA
ECC.
DATA Durante l’estate, Dario
scrive "La tragedia di Aldo Moro"
sul sequestro e assassinio del
dirigente democristiano ad opera
delle
Brigate
Rosse
(mai
rappresentato). Il testo è condotto
sulla chiave del "Filotete" di
Sofocle.
Dario Fo rinviato a giudizio per i
fatti di Sassari
438
“Non si paga! Non si paga!”
messo in scena dal Berliner
Ensemble cercare manifesto
Chiesti i diritti per Mistero Buffo
in Australia. E Messo in scena da
Teatro Vivo in Guatemala
1979
Manifestazione organizzata da
Biblioteca Civica di Cologno
Monzese in difesa del posto di
lavoro degli operai Trapani Rosa.
“Tutta
casa…”
Incasso
ai
lavoratori
16/31
Marzo:
spettacoli
in
Palazzina Liberty
Calendario
programma
Cantautore
e
chitarrista
argentino
Yanquestruz
alla
palazzina
Angelo Bertoli e
AllaPalazzina? Date?
Gruppo.
Alla Palazzina la compagnia
francese Les Baladins du Rhin
439
rappresenta Mistero Buffo in
francese
Data? Atto di citazione per
occupazione della Palazzina
Liberty
Dario Fo e altri nove imputati
prosciolti
dall’accusa
di
resistenza a pubblico ufficiale:
nel 1970 proibito accesso a
polizia al Teatro di Pordenone
“Storia di una tigre” al Quasar di
Ellera di Perugia. DATE??
Seminari Spettacolo di Dario Fo
al Festival di Santarcangelo
“Autobiografia di un impegno”.
DATA?
19/11: Teatar IDT di Zagabria –
“Morte accidentale di un
anarchico”
Festival
delle
Nazioni
di
Amburgo. Dario Fo partecipa con
Mistero Buffo. Date
440
“Non si paga” in Inghilterra da
altra compagnia
Il Collettivo la Comune comunica
la costituzione dell’Associazione
libera Università di Alcatraz
DATA debutta: "Storia della tigre
e altre storie", rielaborazione di Fo
del canovaccio di un racconto
popolare cinese sulla Lunga
Marcia, ascoltato durante il
viaggio nella regione di Shangai.
Settembre - Berlino, Festival
Internazionale a cui Dario e Franca
partecipano con "Mistero buffo" e
"Tutta casa, letto e chiesa".
18 novembre. Per il bicentenario
del Teatro alla Scala Dario Fo
realizza la regia, sue anche scene e
costumi de "L'histoire du soldat"
di Igor Stravinskij che debutta a
Cremona, al Teatro Ponchielli.
441
Fo, in seguito a un’indagine
riguardante la messa in scena
dell’originale opera di Stravinskij
avvenuta durante la prima guerra
mondiale in Svizzera, scopre che il
sogno del compositore era quello
di realizzare uno spettacolo molto
più articolato e vasto, il che
avrebbe comportato l’impiego di
un maggior numero di interpreti e
di musici. La situazione precaria
determinata dall’esplosione del
conflitto, aveva imposto di ridurne
drasticamente le spese d’impianto.
Fo, d’accordo con il Maestro
Abbado, decide di realizzare il
sogno di Stravinskij e scrittura la
bellezza di più di trenta mimi,
maschi e femmine, più qualche
attore professionista. I mimi
provengono dalle varie scuole di
442
teatro di Milano, prima tra tutte
quella fondata da "Paolo Grassi"
quando era direttore del Piccolo
Teatro. Fo, immagina una scena
mobile spostata e composta di
volta on volta dagli stessi interpreti
che si muovono su un grande
palcoscenico con una apertura di
almeno sedici metri. Ritmi e
andamenti gestuali si ispirano al
teatro cinese. L’opera viene
replicata nelle più importanti città
d’Italia, nei teatri lirici e nei
palazzetti dello sport, davanti a
migliaia di spettatori.
1979
febbraio - Roma, Teatro Belli:
viene presentato il testo inedito di
Dario Fo "La fine del mondo" per
la regia di José Quaglio. E’
l’avventura di un operaio addetto
alle fognature della città; per il
suo lavoro si ritrova ad operare nel
sottostrato a d una notevole
profondità. Da quel livello sente
vibrare fortemente il terreno,
alcune
gallerie
franano.
Fortunatamente si salva e risale in
443
superficie. Appena affiora si
ritrova in un semi-deserto: l’intera
città con i suoi palazzi, le torri e
perfino
i
ponti,
è
stata
letteralmente succchiata da un
turbine ascensionale di forza
inaudita. Disperato vaga fra i resti
di quello sconquasso, chiama
aiuto. Ma nessuno gli risponde,
alla fine gli appare una donna
carica di pellicce e vesti sontuose
che gli punta un fucile. E’
terrorizzata all’idea che l’uomo la
possa avvicinare. Appare, quando
tra i due s’è creata una certa
amicizia,
appare
un
altro
personaggio, si tratta di uno
scienziato impegnato nella ricerca
bellica. Spiega che quel cataclisma
è causato da alcuni forti esplosioni
che hanno determinato una
incredibile accelerazione del moto
rotatorio terrestre. Il fenomeno ha
letteralmente
proiettato
per
centrifugazione ogni costruzione o
struttura architettonica fuori dalla
cresta terrestre. Da qui nascono
conflitti, equivoci, alleanze e odi,
444
che si sviluppano fino al
paradosso. Di questa opera
esistono due versione, la prima con
il protagonista maschile, che risale
dal sottosuolo, una seconda
versione dove il personaggio
principale è una donna.
NON
ABBIAMO
FATTO
ALTRO?
1980
SALA DI CESENATICO 29
LUGLIO 1992 . . . e speriamo
bene!
1) LIBERA ASSOCIAZIONE
DI IDEE scaletta avvenimenti
da arricchire e tagliare
Buona seraaaa! Da quando non
partecipo ad un festival dell'Unità. . .
pardon. . . . del PCI. . . Oddio ho
sbagliato ancora. . . Beh, insomma, ci
445
siamo capiti. Vediamo un po'. . .
cos'era?. . . il 67. . . 68?. . . 25 anni
fa! (Cambia tono) Me ne sono fatta un
sacco di festival dell'Unità. . . c'era
sempre Pajetta per il comizio di chiusura,
e io che gli offrivo un cestino vietnamita.
Tutti gli anni col cestino vietnamita! . . .
a parte che ho il dubbio che il cestino fosse
sempre quello.
Mi facevo il mio stand. . . vendevo di
tutto, una volta libri. . . l'altra prodotti
russi. . . Una volta perfino scarpe, ho
venduto al Festival. . . scarpe per
bambini. Era il 1966.
Ero andata in una ditta vicino a Como. .
. ed il Festival era per la sezione di
Cernobbio, il paese dove abitavo con mia
madre, Dario, e i miei figli. Sì, ho detto
"miei figli". Tre. Personalmente ne ho
confezionato uno solo. . . Jacopo, ma ho
tirato su altre due bambine; Gaia figlia di
mia sorella divisa dal marito e Enrica,
figlia di mio fratello diviso dalla moglie. .
. In 'sta ditta di scarpe, mi hanno fatto
una gran festa. . . : "Oh signora, che
446
onore! Me la ricordo in Canzonissima. . .
"Tutti si ricordano di Canzonissima.
Come mio suocero della guerra 15-18, s'è
preso anche una medaglia d'oro, e. . . un
ginocchio d'argento.
"Brava, brava
com'era brava! Anche suo marito, bravo,
bravissimo! " "Grazie. . . grazie. . .
Avrei bisogno di comperare. . . delle
scarpe non troppo costose. . . per. . .
una. . . festa benefica. . . " "Che festa
benefica è?" "Ma. . . per dei bambini. . .
" Se avessi detto: Festival dell'Unità, mi
avrebbero aizzato contro i cani.
"Le do tutto il campionario. . . a mille
lire. . . " 1000 lire?! In negozio le
avrebbero pagate almeno 20. 000: scarpe
magnifiche! Io le ho vendevo a 10. 000 e
chi le comperava, faceva un affare.
Scarpe, tortini dolci, "pesca" dopo aver
girato casa per casa a chiedere roba vecchia
da buttare. . . vasetti di fiori. . . Le
solite cose, insomma. Abbiamo lavorato
come belve per tre giorni. Ero contenta
come una Pasqua. . . avevamo incassato
un sacco. Contavo i soldi con i compagni.
. . più di tre milioni! Poi ho scoperto che
447
tutto il nostro attivo più "un debito" che ci
siamo dovuti accollare tutti noi iscritti,
erano serviti per pagare una cantante che il
segretario della sezione aveva ingaggiato a
una cifra astronomica senza dire niente a
nessuno.
"Ma come, qui ci siamo fatti un mazzo così
per tirare su quattro lire e tu le vai a
buttare, tutto per tuo conto. . . per di più
ti indebiti anche. . . per una che viene a
cantare. . . di cui a nessuno frega niente.
. . e tutto per sfiducia nelle nostre forze!
E tutto per scopiazzare quei megalomani
dei compagni delle città che sono loro che
sostengono il mercato del disco facendo
cantare i cantanti ai festival. . . per di
più li strapagano. . . in una sera si
beccano cifre che un operaio non vede in due
anni.
(Cambia tono) Un po' di
demagogia. (riprende a gridare) Tutto da
solo decidi! ! Bel centralismo democratico!
Sai cosa sei? Uno stronzo! E io straccio
la tessera! " E tutti che gridavano "Sì sei
uno stronzo! ! Stracciamo la tessera
stracciamo la tessera! "
448
Alla fine per evitare un esodo in massa, ho
dovuto far da pacere e perdonare il Rocca.
. . si chiamava così il segretario della
sezione. . . Rocca. . . ma che però ha
dovuto fare l'autocritica, seduta stante,
davanti a tutti. . . Poi, abbiamo brindato
alla pace e hann fatto bere anche me
notoriamente astemia. . . stanchi morti e
un po' ciucchi, abbiamo cantato Bandiera
rossa e l'Internazionale . . . e ci veniva
da piangere.
A quei tempi ci si
commuoveva facile.
La sezione di
Cernobbio. . . Ci venivano anche i miei
figli. . . si organizzavano serate. . .
dibattiti. . . litigate. . . Jacopo e le
bambine erano i più giovani iscritti alla F.
G. C. I della Lombardia. Avevano 11
anni e facevano la prima media.
(JACOPO
CERCA
DI
PRECISARE, non mi ricordo bene)
Erano molto attivi. . . passavano tutte le
loro ore libere dalla scuola, a fare
inchieste. In una zona bianca come il
comasco. . . la brianza, ad esempio, con
carta e penna o registratore fermavano le
donne del paese e candidi chiedevano:
449
"Cosa ne pensa signora della pillola? Lei
la prende?" Immaginatevi le reazioni!
Oppure tornavano a casa e: "Da oggi,
tutto quello che è americano. . . ( si era
durante la guerra nel Vietnam in questa
casa non entrerà! " A conti fatti si poteva
mangiare solo pane riso spaghetti. Via la
Coca-cola, via questo via quello. Ogni
cibo confezionato veniva scrutato con grande
diffidenza e doveva essere solo Made in
Italy, massimo roba Svizzera.
Jacopo, s'è preso anche uno schiaffo da un
insegnante. . . c'era uno sciopero degli
studenti a livello nazionale. . . loro tre,
gli unici, stavano davanti ai cancelli della
scuola e cercavano di convincere i compagni
a scioperare, il professore di ginnastica li
tira per un braccio, li spintona e cerca di
farli entrare in classe. . . loro fanno
resistenza e via che vola un ceffone sulla
faccia del "mio bambino"! ! Quel che è
successo dopo non ve lo posso neanche
descrivere. Sono venuti tutti i professori,
preside compreso, a casa nostra a chiedere
pietà per il malcapitato. Avevano saputo
che stavamo organizzando la " marcia sulla
450
scuola" di Cernobbio, anche con i miei
compagni della sezione Garibaldi. . . di
Milano, la più battagliera della città.
Abbiamo perdonato, ma abbiamo preteso un
cartello affisso davanti alla scuola dove il
professore chiedeva scusa ai ragazzi
malmenati e dove si ribadiva il diritto
costituzionale di sciopero anche del cittadino
al di sotto dei 14 anni. Mi ricordo che per
le elezioni del. . . (non mi ricordo la
data) mia mamma, 80 anni era a
Montecatini, mi telefona e mi fa: "Devo
tornare a votare. . . " "Mamma, non
preoccuparti. . . " dico senza neanche un
briciolo di vergogna "stai lì tranquilla. . .
gli anziani possono votare anche dopo. . . "
Che stesse pure a bersi le acque. Sapevo
che se fosse tornata in tempo avrebbe votato
D. C. ! La sera in sezione preoccupata
ne parlo con i compagni, ben decisa a non
fare avere un voto in più alla Dc. e sbotto
solenne: "Compagni! , se mia mamma
torna, facciamo un seggio finto qui, in
sezione, le diamo una scheda di quelle per
la propaganda. . e la faccio votare qui. "
Silenzio di tomba! Pausa. Il il
451
segretario Rocca, con la sua faccia onesta
e pulita paonazza di indignazione, fa per
parlare e un compagno gli grida: "Zitto
tu, che hai speso i soldi per la cantante che
ancora stiamo pagando i debiti! " Ricade
il silenzio di tomba. . . Tutto il direttivo.
. . che erano poi in tre. . . quasi in coro
fa: "Pensiamoci su. . . " poi uno intona
"Avanti o popolo alla riscossa. . . " gli
facciamo coro, commossi da tanto ardire!
Poi, per fortuna mia madre se ne è
dimenticata. . . Mi sono iscritta al Pci.
. . alla fine degli anni 50. . . Ho
debuttato a otto giorni, ne il figlio della
"Genoveffa di Brabante", in braccio alla
mia mamma. Non parlavo tanto quella
sera lì. . . Via via che crescevo, ho
interpretato tutti i ruoli possibili ed
immaginabili maschili e femminili.
Andavo a scuola, e lavoravo la sera. . .
Quante volte mi sono addormentata nelle
casse dei costumi? Poi è arrivata la
guerra. A Varese dove avevamo sede fissa.
. . i bombardamenti non si sentivano. . .
Sì, qualche volta buttavan qualche bomba
sulla fabbrica d'aerei, la Macchi. . . ma
452
non la beccavano mai. Si recitava a
Varese e nei paesi intorno. Si circolava
con un permesso speciale per le ore del
coprifuoco, ci spostavamo con una corriera
che chiamavamo "Balorda" a causa del
comportamento bizzarro che aveva, che più
che al suo cattivo carattere andava
attribuito agli anni. In certi paesi, nei
quali ad una certa ora del giorno si
passava, nei turnichè particolarmente
ripidi, c'erano sempre dei ragazzi che ci
aspettavano. . . ci spingevano ridendo
come matti, poi la sera ci raggiungevano ed
entravano a godersi lo spettacolo gratis.
"Siamo quelli che abbiamo spinto la
"Balorda. " "Passate". Non era bello
girare di notte. . . durante la guerra ma
noi ragazzi, non ce ne accorgevamo. . . si
cantava, si rideva. . . evitando di
guardare fuori dai finestrini. . . Non si
vedeva una luce! Una notte un gruppo di
tedeschi e camicie nere ci hanno tenuti
bloccati sino all'alba. Se quell'alba avesse
portato la notizia di una missione tedesca
andata male ci avrebbero fucilati tutti.
L'abbiamo saputo qualche giorno dopo.
453
Altre volte,capitava che ci fermassero
dei partigiani. Non dicevano
"siamo partigiani" ma erano in
borghese con i mitra! "Signor
Rame - facevano a mio padre ci dà un passaggio?" Li
facevamo salire. Più avanti
capitava
d'incontrare
picchetti fascisti
che ci
fermavano.
Un'occhiata al
lasciapassare "Buona sera
signor Rame. . . com'è andata
la
serata?""Benissimo!
"
"Buona notte. ". . . "Buona
notte" e via che ce ne
andavamo. . . senza un goccio
di sangue in faccia a cantare
con più forza di prima. Anche
i
partigiani
cantavano.
Gridavano più di tutti! Dicevo
che mi ero iscritta al PCI alla
fine degli anni 50. Mi ricordo
che il giorno dell'iscrizione
454
ero molto emozionata.
Ci
sarebbero voluti due compagni
a
presentarmi,
ma
ero
conosciuta. . . quindi se ne è
fatto a meno. Ho fatto il mio
primo colloquio politico con
Tortorella. . . me lo ricordo
dietro alla scrivania. . . molto
compreso nel suo ruolo. . . un
po' imbarazzato. . ma serio. . .
fin troppo. Quanti anni sono
passati. . .
quanti salti
all'indietro abbiamo fatto!
Quanta "roba" è crollata,
muri. . .
fede, ideali,
ideologie. . . speranze. . .
illusioni. . . ( Ricordarsi
manifestazione blocco giro
d'Italia.
"Siamo con te
Dario").
Nei primi anni del settanta. . .
non mi sono più riconosciuta
455
nel PCI. vedevo che teoria e
pratica se ne andavano per
strade diverse. . . che quello
che mi capitava intorno, non
corrispondeva a quanto stava
scritto dietro la mia tessera. .
.
allora, come tanti, me ne
sono uscita. (1)
ACCENNARE
PERIODO
STORICO,
MANIFESTAZIONI,
SALTO A parlar di DONNE.
Non è una storia mia. . . è mia
(indica il pubblico) è tua e sua
. . .
tante storie messe
insieme. . . ecc.
1) IL SODALIZIO INFAME!
"Come hai dormito. . . " mi fa. .
. "Bene. . . . " "Scendi a fare
colazione?" . . . "No, non
subito. . . (si schiarirsi la
456
voce)Ti devo parlare. . . .
Stiamo calmi però. . . Siediti.
. . sopratutto non alziamo la
voce. . . c'è gente in casa e
non vorrei. . . . "
Lui
si siede
sul
letto
passandosi una mano sulla
fronte.
Ogni qualvolta si
affronta (naturalmente sono
sempre io che parto) questo
argomento e lui "sa qual'è", in
un secondo è madido di
sudore. . . ma proprio bagnato
fradicio. Mai vista una cosa
così repentina. Come girare
un interruttore. Gli prende
un'emozione che gli parte. . .
dal profondo. . . diciamo. . .
della coscienza. . . sono tutti i
suoi sensi di colpa, che gli
affiorano insieme.
BUM! :
ecco l'effetto sauna".
457
"Caro, vorrei
andassi. . . . "
che
te
ne
"Perché?! " Gli manca il fiato.
"Non reggo più la vita che
stiamo facendo. Non ce la
faccio più a stare con te. . .
Negli ultimi 20 anni sei
sempre stato innamorato.
Sempre di un'altra. . . e mai
la stessa. E d'estate di più.
Ed ora siamo in pieno luglio!
Non ce la faccio più a vederti
dalla
mattina
alla
sera
guardare
l'orologio
per
controllare se "è l'ora buona"
per telefonare. . .
alla
fidanzata di turno. . . Con
questa, dalle 11 alle 11 e
mezza, non ti tiene più
nessuno. . . e poi anche dalle
due alle tre. . . la sera. . .
dalle 7 alle 8. Non sopporto
458
più il tuo evidenziare, senza
volerlo per carità, ogni tuo
rapporto con l'altro sesso con
movimenti telefonici. . . senza
misura. . . e sopratutto senza
tenere conto che ci sono
anch'io al mono, e al tuo
fianco, per di più. Anche se
sei innamorato pazzo. . . ed è
legittimo. . . anzi, beato te! ,
mi disturbi troppo. . . le scuse
che tiri fuori per uscire a
telefonare. . .
mi fanno
imbestialire perché sono un
oltraggio alla mia intelligenza.
. . : riprendo, "vado dal
parrucchiere"-"ma è lunedì. . .
""Ah sì?. . . " - pausa - "Ti
andrebbe di mangiare del
pesce ?"-"Ho già fatto il lesso.
. . ""Ma m'è venuta voglia di un
bel pesce. . .
vado a
comprarlo. . .
così mi
459
sgranchisco anche un po'. . . ""Sta diluviando. . . ""L'acqua
fa bene. . . fa diventare più
alti"-"Guarda che a 66 anni. . .
non si cresce più. . . ( al
pubblico) Una toccatina alla
tasca posteriore dei pantaloni
per
essere
certi
che
l'agendina nera dell'amore sia
lì. . . anche la tesserina della
Sip. . . sì, c'è. . . bene. . .
"Torno subito. . .
Vuoi
qualcosa cara?. . . " e tornava
quasi subito. . . con pesce per
30 persone, non è stato mai
capace a regolarsi
con la
spesa. . . e con 24 rose rosa
del "nostro" colore. . . e un
bigliettino "Ti amo cara tanto
tanto. " Il bello è che è vero.
E' vero! Lui mi ama. Tanto
tanto. qualche volta mi viene
da pensare:
"Chissà cosa
460
succederebbe se mi odiasse.
Mi strapperebbe i denti ad
uno ad uno senza anestesia. . .
gli occhi. . . le unghie. Ho
sofferto molto in questi ultimi
20 anni. Lui non se ne rende
conto. Lui, non capisce. "Tu
hai il fuoco di Sant'Antonio
nello stomaco per non dire nel
..."
"Vedi caro". . . io sono molto
più creativa. Mi muovo meglio.
. . voglio dire. . . mi sono
"sempre" mossa, quando mi
muovevo. . . meglio di te. Ora
sono immobile - qui ho dato
giù un po' con la voce, bassa
intensa, sofferta. . .
ma
attenti, soffrivo davvero come una casa popolare senza
nemmeno un inquilino:
un
palazzone orribile pieno di
461
stanze vuote. . .
l'autocrollo"
pronto per
Come mi sia uscita una frase
così, di luglio. . . con quasi 40
gradi, non lo saprò mai. Non lo
saprò mai!
Ci devo far sopra una canzone.
. . Non ci sono mai canzoni
sulla disperazione di una
donna "vecchia" abbandonata
dal marito o "col marito
coglione".
.
.
(inventare
qualche strofa) o che parli
della menopausa. . .
(Consigli sulla menopausa,
proseguire,pillole
cerotti.
Continuare insomma. )
No, solo canzone d'amore. . .
o di sesso. (Citarne qualcuna
ridicola la devo trovare
perché non ascolto più la
462
musica. Perché non ascolto
più la musica?)
(al pubblico) Non ho capito
che
mestiere
faccia
la
"turnante". . . Non so chi sia. .
.
E' che il diavolo fa le
pentole e non i coperchi. Sono
andata a trovarlo, stava fuori
Italia per lavoro, dopo sua, più
che insistente richiesta via
fax, 11 fogli, per convincermi
a raggiungerlo. . . (che, visti
gli avvenimenti del proseguo,
mai capirò il perché. ) " Vieni
ti prego, ti voglio vedere
stare
con
te
amore
vienivienivieni. . ecc. Vado.
Tutto
bene,
sembravamo
persino felici. . . Qualche
tensione trattenuta tra le mie
budelle quelle due o 5 volte,
(un ossessione? a quell'età lì,
463
capita) che spariva per
telefonare. . .
tanto da
procurarmi una fibrillazione
acuta, due medici nella notte,
elettrocardiogramma,
per
fortuna niente di grave tolto
le occhiaie il giorno dopo.
Per il resto, tutto bene, come
ho detto, sembravamo felici.
Come al solito, le cose più
noiose le faccio io, (forse
m'ha fatto venire per quello):
prenotare gli aerei, fare le
valigie, pagare il conto. . . e
col conto, mi ammollano 5 fogli
con la trascrizione elettronica
delle telefonate.
Do una
guardata ai 5 fogli 5 e mi
siedo. . . Sono molto emotiva.
. . Sto per svenire.
Ma sì, lo so che ha la ragazza,
lo so che le telefona, ma non
464
vi nascondo che fa una certa
impressione vedere nero su
bianco, per pagine e pagine
ore 23 e 5 numero telefonico
mio. . . . ore 23 e 8 numero
telefonico della ragazza. . .
ore 10 e 15 il mio, ore 10 e 21 .
. .
A me, sempre la
precedenza. . . eh. . . sono la
moglie.
e via così per
telefonate e telefonate. . .
ore 5, e 27 numero della
ragazza. . . Meno male che
non ha chiamato me, alle 5 e
20 che lo ammazzavo. Perché
la chiama alle 5 e 27?! ! Poi
ore 4 e 50. . . ma che cazzo di
lavoro fa?. . . Poi di colpo
nessuna telefonata al numero
amato: per tre giorni solo
telefonate a me e tante, come
sempre.
Ecco,
l'aveva
raggiunto.
465
Come in un film a doppia
velocità mi sono rivista tutta
la mia vita e la sua, dell'ultimo
periodo
attraverso
quelle
telefonate. Tutta la nostra
vita. Sono stata seduta una
ventina di minuti. Mi girava
tutto.
Mi sentivo svenire.
Come quella volta che eravamo
al mare. . . In quel periodo lui
stava "assolutamente" solo
con me. . . Eravamo sposati da
poco. . . No, non ridete. . .
per almeno 20 anni mio marito
m'è stato fedelissimo.
Forse. E' negli ultimi 20 anni
che. . . Vi stavo dicendo del
mare. . . io stavo a riva con
mio figlio che aveva come un 5
anni. . . mio marito faceva il
bagno, appena appena un cento
metri più in là, con la mia
466
migliore amica. . . un'amica
vera.
Ne esistono sapete.
Beh. . . ad un certo punto, non
so per quale effetto ottico. . .
li ho visto avvinghiati. Forse
stavo avendo una visione
negativa
mandatami
dal
diavolo o dal Signore per
mettermi alla prova. . . Non
so. . .
Sono svenuta.
svenuta!
Veramente:
Mi sono rispresa con le urla
strazianti del mio bambino
"mamma mamma. . . aiuto la
mamma muore" e
stavo
proprio morendo in quanto
ero caduta in avanti con la
testa in acqua. . . che per
quanto
bassa
sia,
sull'
Adriatico,
bastava
per
affogarmi:
mi stavo auto-
467
affogando per amore.
Io voglio molto bene
mio
marito. . . anzi. . . lo amo. . .
Il disastro sta tutto qui: Che
lo amo ancora dopo 40 anni.
Mio figlio dice: "guarda che
non è più quello che hai
conosciuto. . . sono passati
molti anni. . . Anche tu sei
cambiata. . . anche tu non sei
più
quella
che
lui
ha
conosciuto. Tu sei innamorata
di una persona che non esiste
più. Tu sei innamorata di un
ricordo. " "No, io sono
innamorata di lui! " Lui, lo
conoscete tutti. . .
lui è
veramente extra, delicato,
spiritoso, ironico, di una
intelligenza superiore. . .
canta, dipinge, scia. . . le ha
tutte. . . eclettico. . . geniale,
468
anzi è un genio riconosciuto. . .
Per bene. . . Non si può dire
che sia bello. . . ma ha un gran
fascino. . . Ma oggi. . . in
questa mattinata dove sono
decisa a dire "basta", penso
che forse ha ragione mio
figlio: sono innamorata di un
ricordo Guardo mio marito. . .
e di colpo lo vedo com'è. . .
non come l'ho "sempre" visto.
. . come è realmente.
Di colpo vedo le sue gambette
corte. . . Beh, le ha sempre
avute corte, non è che gli si
siano accorciate con l'età. . .
è che quando era snello. . .
non si notavano tanto. . . le
sue braccia. . . che impazzivo
quando mi abbracciava. . . Ma
erano quelle cose lì? Due
braccettine
senza tono
469
muscolare. . . da imprenditorintellettual. . .
stomaco e
ventre prominenete. . . un po'
. . . (si esprime con un gesto)
pettorali che. . insomma, un
po' giù. . . Gli occhi così
intensi, neri come il carbon. . .
che quando si perdevano nei
miei, mi facevano tremare. . .
svenire. . . ora li vedo sbiaditi.
. . quattro capelli in testa. . .
la faccia stanca. . . le guance.
. . che se gira la testa di
colpo. . .
vola via.
Ciò
nonostante c'è una parte di
me. . . che anche in questo
momento, sente una grande
tenerezza per lui.
Maledizione,
s'invecchia?
ma
perché
Dovrebbe farsi la plastica penso. . . dovrebbe farla.
470
Io l'ho fatta. . . mi sono
tirata via di colpo quei dieci
anni che m'intristivano. . . è
stato quando lui si era
fidanzato ufficialmente con. .
. Quando ho avuto la certezza
che mio marito faceva sul
serio con una ragazza di 37
anni. . . più giovane di lui, che
se ne andava in giro, che si
faceva
vedere
che
frequentava gli amici comuni
che" attenti a non fare gaffe,
che stassera arriva la moglie"
ho fatto il giro delle farmacie
di Milano. . .
non che
meditassi chissà che. . . ero
come in trance. . . una bustina
per volta, e Veronal e
Veramon
e
Gibalgina
e
Optalido. . . Le comperavo
così. . . senza determinazione.
. . Non si sa mai. Sempre
471
meglio
essere
pronti
all'occorrenza. . .
Per tre
giorni ho girato farmacie. Poi
sono andata da lui e gli ho
detto che partivo. "Dove vai?.
. . " "Non so. . . . " "Ma perché
te ne vai. . . io ti amo. . . tu
conti più di tutti al mondo. . . "
"Sì. Ciao"
Salita in macchina di colpo non
mi è venuto in mente neanche
un posto dove mi sarebbe
piaciuto andare. Li ho fatti
passare tutti.
Ho pensato
anche all'estero vado a Parigi.
. . Londra. . . Bruxelles. . .
Dopo un'ora di riflessioni e
giri turistici col cervello,
prendo tempo e vado in
ufficio. E' sabato pomeriggio.
Non c'è nessuno ne deve
venire nessuno. Sì, nel mio
472
ufficio: 360 metro quadrati,
11 stanze.
Beh, a parte
questo fatto, vado nel mio
ufficio.
Imprevisto! C'è mio nipote e
un
nostro
collaboratore:
Walter.
"Che fate qui?"
"Nulla. . .
avevamo da
chiudere una storia. . .
stavamo andandocene. E tu
che fai?" "ho da fare. . . "
Loro se ne vanno. Mi sono
guardata intorno. . . Pensavo a
lui, che sicuramente aveva già
telefonoato alla ragazza del
momento: si chiamava Maria,
o Stella, o. . . non mi ricordo
più. . . : "è partita puoi venire".
Tolgo dalla borsetta tutto
quello che ho,libretti degli
assegni, chiavi di casa, della
cassaforte. Non mi viene da
473
scrivere niente. A chi dovrei
chiedere perdono? E perché?
A mio figlio forse. . . Ma no,
sta crescendo, ha la sua vita. .
. io non servo più nemmeno a
lui.
Forse ero un po' depressa
(ride). Sentivo che già non
esistevo più, che ero già
morta. Senza interessi per
niente e nessuno.
Brutta
storia.
Casermona
popolare
trecento appartamenti
nessuno dentro.
di
con
Ho tolto dal cartoncino. . .
tutte le mie pastiglie. . .
ne
ho fatto un bel mucchietto
davanti a me.
Ho preso una scodella, l'ho
riempita d'acqua ne ho messe
474
tre o quattro in bocca e giù a
bere.
Su un foglietto ho annotato:
3 e giù a bere, più 3. . . . e,
fanno 6. . . più 3 e fanno nove.
. . Devo dire che si fa una
gran fatica. . . ti si impasta la
bocca. . .
non riesci a
deglutire. . . ti viene voglia di
smettere. . . ancora 5. . . Ma
cosa sto facendo?!
ancora
tre. . . e 5. . . Credo di essere
arrivata a 50. . . Da un pò non
segnavo nulla sul foglietto. . .
Chissà perché mi era venuta
questa idea del segnare. . .
forse per potermi regolare
quando stendermi.
Ora mi mi gira la testa. . . mi
vado
a
stendere.
.
.
continuerò a prenderle da
stesa. . . Arrivo al divano. . .
475
mi gira tutto. . . bevo un po'
d'acqua ancora. . .
poi la
scodella mi cade. . . e non ci
sono più. . . "Che bellezza è
finalmente finita. . . adesso
sì, che dormo! ! " credo sia
stato l'ultimo pensiero.
Invece no.
Sento che mi sollevano di
peso,
mi
costringono
a
camminare. . .
mi parlano,
gridano, io mi lascio andare
non reagisco, non voglio
reagire "deve camminare non
fermarti! Falla camminare! "
ma chi parla?. . . Chiama il
marito.
.
.
telefona
all'ambulanza. . . "Quante ne
hai prese parla! " E' la voce di
mia sorella. . . "Pensa a tuo
figlio, maledizione quante ne
hai prese?" chi è questo. . .
476
mio marito. . . Ci sono proprio
tutti. Tutti uniti.
Una festa di famiglia.
"Sbrighiamoci. . .
ha 21
pulsazioni. . . portiamola via"
Chi ha parlato. . .
gli
infermieri dell'autoambulanza.
M'infilano in un lenzuolo per
trasportarmi. . .
mi sento
urlare. . . e non so proprio
forse la rabbia mi faceva
uscire il fiato o forse l'ho
sognato "voglio morire! ! !
Lasciatemi maledetti voglio
morire! ! ! " Per un anno intiero
non sono andata nel mio
ufficio. Morivo di vergogna.
Non capita tutti i giorni di
essere trasportata per le
scale avvolta in un lenzuola
perché la barella non passa,
tra gli sguardi degli inquilini
477
allibiti "una signora così per
bene! . . . pensa te! . . . " finire
al Pronto soccorso seguita da
una decina di parenti mariti
sorelle e la gente che ti
guarda e i medici gentili che ti
fanno iniezioni da ogni parte,
una flebo nel braccio. . . ti
fanno bere un 700 litri
d'acqua con dentro non so
che. . .
"vomiti signora
coraggio" e tu che tiri su
l'anima e tutti sono contenti e
non ti trattengono perché sei
persona
conosciuta
sì,
capiscono. . . . ma certo lo
scandalo, i giornali. . .
si
figuri. . . e via che torni a
casa e dormi per un 5 giorni e
quando ti svegli sei così
debole che non capisci se è
bene che ti sia andata bene, e
se
ti
è
andata
bene
478
veramente.
Riprendi a vivere la tua bella
vita di merda. . .
un po'
imbarazzata. . .
senza il
coraggio di guardare la gente
negli occhi. . e tutti che ti
trattano come una che è
matta. . . e non come una che
ha bisogno d'amore.
Ho sempre avuto un morboso
bisogno d'amore.
Da piccola, avevo un 5, 6 anni
e per attirare l'attenzione dei
miei, ho rovesciato qualche
goccia d'inchiostro rosso nel
mio vasino della pipì. La mia
mamma, sconvolta. . . mio dio,
s'è sviluppata a sei anni! . . .
No, no. . forse è un fatto
renale, chiama il dottore,
chiama il dottore, tutti
gridavano, piangevano. . . e
479
quando,
felice
di
tanta
attenzione ho tirato fuori la
bottiglietta d'inchiosto rosso,
hanno capito. . . m'è arrivato
un ceffone dalla mia mamma,
che ogni volta che sento
l'odore dell'inchiostro, mi
tocco una guancia.
Meno
male
che
inventato le biro!
hanno
"La prossima volta mi andrà
meglio. " Ho avuto addosso
per
anni
la
voglia
di
ammazzarmi. . . specialmente
quando scoprivo un nuovo
amore
di
mio
marito.
Maledicevo la mia debolezza. .
. la mia incapacità di reazione,
di prendere su, come si dice, e
andarmene. Stavo lì come una
lumacona. . . senza forza ne
idee. . . a crogiolarmi nelle
480
mie disperazioni invece di. . .
che so, andarmene. . .
ammazzarlo. . . bruciarlo. . .
Cos'è?. . . non mi verrete a
dire che voi mai. . .
mai
neanche una volta avete
pensato
o
tentato
di
ammazzarvi.
E allora ho fatto il liftingh.
Il liftingh l'ha fatto, a parte
le attrici, anche quelle che
minacciano
querele
se
qualcuno dice che hanno fatto
la plastica, anche Mastroianni.
. . Manfredi. . . lo so di certo.
. . l'han fatta un sacco di
uomini politici. . . anche in
America. Ieri sera guardavo
De Mita in televisione. . . e
l'ho trovato, nonostante le
preoccupazioni.
.
.
ringiovanito. . . per me l'ha
481
fatta anche lui.
Dovrebbero passarlo come
servizio sociale, il lifthing. . .
sì, con la mutua. . . sai quanta
gente triste tornerebbe a
ridere?
Conosco un medico che li fa a
rate. . . che una, ora che ha
finito di pagarlo è già tutta
ricrollata e deve ricominciare
da capo. Tira su sederi, toglie
le "borse" (accenna gli occhi)
la pappagorgia. . . ti tira su. . .
ti tira via tanta di quella pelle
in più da ricoprirci una
poltrona.
Ti ringiovanisce
anche le mani, se vuoi. . .
tutta. . . che se incontri la tua
mamma, ti porta a fare la
prima comunione.
No, caro figlio mio, io lo amo il
tuo papà, altro che storie. . .
482
"amo lui". . .
lo amo così
com'è. Che m'importa se è
invecchiato. . . anch'io sono
invecchiata. . . Lui è i miei
ricordi, la mia vita. . . Sono i
sentimenti che contano. . . In
quel famoso fax di 11 pagine
m'ha scritto: "non lasciarmi,
le altre non contano, conti
solo tu, dobbiamo stare
insieme, è con te che sono
stato al mondo. " Ho pianto.
E' quello che mi dà, che conta.
. . Sì è vero. . . lavoro tanto
per lui. . . quando è a casa mi
sembra di avere intorno un
bambino spastico. . . : "e dov'è
questo? e dov'è quello? Mi dai
la gomma grazie, vorrei un
paio di calze. . . farei il bagno
ma solo tu sai dov'è il
costume. . . "
483
Certo, è
famiglia!
un
segreto
di
Sempre
svagato.
.
.
distrattissimo. Solo quando
deve organizzarsi le storie
con le sue ragazze, diventa
attento, memorizza tutto,
pare uno della CIA.
Gentile,
generoso,
intelligente. . . ma devo dire
che in questi ultimi dieci anni
è diventato un po' più pesante
dei primi trenta. . . Se penso
che
da
quarantanni
sto
sempre con lo stesso uomo mi
sento prendere da un'ondata
d'ira omicida. Ma perché?!
Colpa della mia mamma. . .
dell'educazione che mi ha
dato. . .
Del CATTIVO
ESEMPIO che m'ha dato:
fedele a suo marito come una
484
suora di clausura!
(cambia
tono) Non che io sia stata
fedele a mio marito come una
suora. . . Per la carità!
Ho avuto eccome le mie
storie, ma non abbastanza. . .
e per fortuna che le ho avute!
, altrimenti adesso starei
tutto il giorno a sputarmi in
faccia.
Però diciamo che vivevo
malissimo i miei tradimenti. . .
le mie "trasgressioni".
Sensi di colpa da perdere
sonno,
appetito,
pianti
disperati in segretitudine. . .
singhiozzi tra le braccia di lui,
del tradente. . . "oddio cosa
sto facendo?! . . . " singhiozzi
tra le braccia di lui, del
tradito: "Oddio che ho fatto!
" "Micina amore tesoro perché
485
piangi?! "-". . . non so. . . così. .
. per niente. . . sono una
sciocca"-"Calmati amore. . .
non piangere micino mio. . . Mi
ami?"
Mi usciva tra i singhiozzi un
urlo strozzato. "Tanto! ! ! "
"Non gridare così. . . ti sente
tutto
il
palazzo"
Come
soffrivo!
L'ho tradito, ma lui ha sempre
occupato il primo posto nella
mia vita. Il primo! E non l'ho
mai fatto soffrire!
(Cambia tono) Sì, dovrebbe
proprio farsi la plastica. . .
non tanto. . . una tiratina. . .
No, non per me. . . io lo amo
così com'è. . . ma per le
ragazze. . . anche per non
essere scambiato per il padre.
Se pensate che sono cattiva
486
non vi sbagliate. . . Lasciatemi
almeno essere cattiva. Lui va
pazzo per le ragazze. . . C'è
chi va pazzo dei bomboloni, lui.
. . E' questo l'argomento del
mio bloccarlo in camera
questa mattina. Le ragazze.
E lui lo sa e suda. Mi spiace
farlo stare male. . . ma. . . .
non posso più rimandare.
(Prende
il
fiato)
Devo
assolutamente
parlare.
(riprende il fiato) Definire. . .
(C. S. ) Finire. Se no, scoppio.
"Ma via! . . . dopo 40 anni di
matrimonio stai ancora a
rompere perché lui. . . Ma
lascialo tranquillo. . . lascia
che si sfoghi. . . tanto lui ti
ama! Non se ne andrà mai da
te! "
Chi è che parla? Tutti quelli
487
che conosco.
E' quel "non se ne andrà mai"
che ora m'ha messo in crisi.
Un po' di tempo fa ho chiesto
al mio medico: "quando, gli
uomini smettono di fare
all'amore?"
"Hai
voglia,
ragazza, (sono 40 anni che mi
chiama "ragazza": tu hai due
età, quella anagrafica e quella
biologica, cara "ragazza". . . )
hai voglia! Gli uomini fanno
l'amore fino a 80 anni! " E'
orgoglioso.
"Fino a 80 anni???! ! ! Dunque,
lui ne ha 66 e io dovrei andare
avanti ancora per 14 anni così?
No. "
"Tu hai il fuoco di sant'
Antonio nello stomaco. . . per
non dire nel . . . . " Non mi
piace mai essere volgare in
488
momenti così. . .
anzi, mi
disturbano molto quelle donne
che perdono il controllo. . . il
senso della misura, che danno
fuori, che spaccano oggetti in
casa. Per la verità, quando lui
ha detto dopo che io gli ho
detto
del
fuoco
di
Sant'Antonio:
"No, guarda
che ti sbagli. . io. . . " e si
stava avviando alla porta per
andarsene. . . ho sentito nello
stomaco una cosa proprio
brutta. L'istinto omicida che
ognuno di noi ha in fondo
all'anima. . . Ma sì, che ce
l'avete anche voi! Dai. . .
Proprio mai avete pensato in
un momento di disperazione
estrema. . . di esasperazione
estrema,
"adesso
l'ammazzo"? Non importa chi:
il marito, il padre, la madre, il
489
professore, uno stronzo in un
momento "no" che vi sbava
addosso
un
complimento
troppo pesante. . . o il capo
ufficio. . . o una ingiustizia. . .
No, no. . . zitti, zitte! , non
dite niente. Ora, mentireste.
E se invece non mentite, e
siete presi da una improvvisa
ondata
di
sincerità,
mi
mettete paura. Stiamo calmi.
Non vorrei che qualcuno si
alzasse e si mettesse ad
urlare: "Sì! ! ! ! ! l'ammazzo! !
! " e via che salta addosso al
vicino, alla vicina di poltrona e
lo o la strozza, qui in mezzo a
tutti. Zitti, calmi e fermi.
Continuiamo a mentire per
ora, l'ammazzere alla prima
occasione.
E
mi
raccomando,
non
490
reprimetevi, fate le cose per
bene.
Rimandiamo: lo farete questa
sera a casa vostra.
"E' meglio che ti sieda
immediatamente
o
entro
cinque minuti hai la casa
distrutta. . . . rompo tutto il
rompibile, vetri compresi e
forse rompo anche te. "
Non ho alzato la voce. Ci
conosciamo da quarant'anni.
Capisce
che
non
sto
scherzando.
Lui torna a sedersi sul letto. .
. si passa la mano sulla faccia
sempre più sudata. . . poi si
stende. . .
asciugandosi il
sudore. . .
"Ti stavo dicendo che vorrei
che te ne andassi. Il nostro,
491
ormai è un sodalizio infame. . .
è ora di romperlo. "
"Oh, esagerata. . . perché
infame. . . Io sto bene con te.
.."
"Io no, io non sto bene con te.
Sai come mi sento "con te"?
Agli arresti domiciliari. . . da
più di vent'anni.
Sono un detenuto in attesa di
giudizio. . .
la sentenza che
sto aspettando? Condanna a
morte. " Lui fa un sospiro
proprio di quelli che straziano.
. . pardon, che mi straziavano.
E sì. . . non era la prima volta
che dicevo una cosa così. . .
Non che l'abbia ripetuta
tante volte. . . ma qualche
volta sì. . . Di solito a 'sto
punto,
mi
commuovevo
talmente per quello che stavo
492
dicendo. . . che non riuscivo a
trattenere le lacrime. . . lui
sospirava. . . allungava una
mano. . . "ma io ti amo! . . . " e
io giù a caragnare senza
ritegno. . . "sì. . . condannata a
morte sono! " Mi usciva
costruita così la frase. . . non
"sono condannata a morte" ma
"condannata a morte sono! "
Chissà perché. . . mi veniva di
dirlo
alla
meridionale.
(piange) "condannata a morte
sogno. . . voglio dire. . . sono. .
. " arrancando già col
corpaccione
qualche
millimetro verso di lui. . . ,
pronta ad essere afferrata
tra le braccia incantatrici. . .
"Amore ma perché dici così. . .
lo sai che ti amo. . . lo sai che
conti solo tu. . . lo sai che le
altre sono solo. . . "-"No, no. . .
493
lasciami. . . lasciami. . . Voglio
morire! . . . " ma ero con la
testa sulla sua spalla e
singhiozzavo rilassata. . .
"Micina mia. . . bambinona. . . "
"Amore. . . non farmi più
soffrire. . . Ti amo tanto. . . "
"Anch'io ti amo. . . " E via che
tutto ricominciava da capo.
No, non finiva con una
scopata. . . pardon, volevo
dire. . . non facevamo l'amore.
. . Io e mio marito l'amore
non lo facciamo da 20 anni,
per l'esattezza da 22 anni.
Perché? Non lo so. Non saprei
proprio spiegare come ci si sia
arrivati. . . fatto è che ad un
certo punto non ci siamo più
interessati
sessualmente.
Veramente non so chi abbia
incominciato. . . A pensarci
bene. . . forse lui. Il fatto è
494
che
era
scoppiata
la
"rivoluzione".
Sì. . .
sto
parlando del 68. Mamma mia
è
stato
veramente
un
Sessantotto per me! Una gran
confusione di pensieri idee
ideologie falsi ideali. . . e le
manifestazioni e la polizia e le
botte e ragazzi che morivano
e le occupazioni e le canzoni. .
. e i ragazzi che morivano e
gli
operai
che
venivano
licenziati e il blocco dei
cancelli alla Fiat all'Alfa e
l'amore libero e la liberazione
sessuale e i ragazzi che
morivano. . . e le ragazze di
16 anni col bidet fatto e le
mutande in mano pronte come
il Nescafé. . . e le galere e la
polizia e le ragazze. . . e le
manifestazioni
e
le
occupazioni e i ragazzi pronti
495
come il Nescafè. . . e le
manifestazioni e le. . .
e
ragazzi che morivano. . .
Scusate,
mi
sono
fatta
prendere un po' la mano. . . è
che mi è difficile tenere il filo
del discorso. . .
Dove
eravamo. . . A sì. . . che io e
lui non facevamo più l'amore. .
. Beh, ora che importanza ha
stabilire chi dei due s'è
stancato dell'altro o se ci
siamo stancati tutti e due. . .
o se uno ha sofferto perché
l'altro s'è stancato. . . Non
serve a nulla. . . Fatto stà
che: basta.
Abbiamo chiuso col sesso.
Tra di noi. L'abbiamo fatto
con altri "sesso" e tutta la
pazzia sta proprio qui. Aver
accettato che l'"amore" tra
496
noi
fosse
finito.
.
.
quell'"AMORE". . .
e
continuare a vivere insieme.
Finisce sempre che uno dei
due paga un po' di più
dell'altro.
Purtroppo sono
stata io a pagare. . . e con gli
interessi! Attenzione, non è
che
mi
stia
piangendo
addosso.
E' che per una
donna è diverso.
Lo è
veramente. Non abbiamo per
niente, i seni prominenti e i
fianchi larghi. Veramente ci
sono sempre più ragazze con il
fisico da ragazzo. . . se ne
vedono sempre meno con i
fianchi larghi. . .
Chissà
perché. . . Chissà da che
dipende questo cambiamento
di razza. . . forse è genetico.
Non so. Dunque dicevo che
'sto fatto di fare l'amore con
497
altri. . .
Seppur umano il bisogno di
avere distrazioni, più che
comprensibile. . . ma negli
ultimi 20 anni gli è scoppiata
come una pazzia. A poco per
volta, sempre più intrepido,
deciso.
.
.
spavaldo:
innamorato di un'altra, poi
un'altra ecc. poi un'altra, ecc.
ma sempre con me. "Non ti
lascerò mai amore. . . Tu per
me sei tutto. . . come mia
madre! " Non mi ha mai
lasciata. Forse una volta era
sul punto di farlo. . . ma poi. . .
Dunque dicevo che 'sto fatto
di fare l'amore con altri. . .
'sta stronzata della coppia
aperta è stata proprio una
stronzata.
Chi arriva alla
coppia aperta senza soffrire
498
vuol dire che non ama più. . . o
che è stato educato in una
certa maniera in una famiglia
speciale.
Io non conosco
nessuno, dico nessuno, che
abbia
vissuto
questa
esperienza
senza
morirci
dentro. Non sto facendo la
tragica. Ho detto "morirci".
E' un fatto culturale da
centinaia di anni. . . forse un
duemila. . .
di una certa
educazione. . . ma vedo che
anche quelli che hanno 20
anni, non ci vivono bene dentro
a 'sta storia. . . soffrono
come cani sgozzati. Solo uno
dei
due,
naturalmente.
Fingendo oltre tutto di stare
benissimo. . . poi si trovano
con 4000 pastiglie di Veronal
nello stomaco e hai voglia a
fare lavande gastriche, che
499
poi si sta malissimo.
malissimo.
Si sta
1) BIOGRAFIA FRANCATENTATIVO
Sto male di salute,ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
malattie
che
io
sono
riuscita(un vero primato! ) ad
accumulare negli anni (che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghie,tricotillomania-strapparsi
capelli,attorciliarli stretti al
dito
anulare
e
infine
nasconderli sotto ai mobili.
Quando uno è in ansia,si
strappa i capelli ,se sola,si
mangia le unghie in presenza
di altri. )E me l'ha dimostrato
enumerandomi tutto quello
500
che ho avuto negli ultimi due
mesi a Boston. "Oh,ma come
sono
felice,rilassata!
"Un
bubbone della grandezza di un
mandarino
nel
seno
sinistro,proprio sopra a quello
che chiamiamo cuore,dolore ai
reni
con
perdita
di
sangue,lastre,calcoli
frantumati,tracce anche in
vescica,dolori muscolari alle
gambe,crampi
durante
il
sonno,gamba
sinistra,dopo
immobilità di qualche ora,non
rehhe e duole. "Cos'è,il
lazzaretto
tutto
di
un
colpo?"NO,è che il tuo fisico
si
fifende
come
può.
lanciandoti
campanelle
d'allarme da una situazione
che tu vivi male. Fai l'elenco
di tutte le malattie che hai
avuto negli ultimi anni,gli
501
interventi,malattie
inimmaginabili ma ben tangibili
che vanno da una congiuntivite
che ti scoppia oggi,inizio di
una commedia che non ti piace
e che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo. Tu
come un pappagallo ripeti"sto
bene"e
sei
pure
convinta,invece"credi" di star
bene,ma nel tuo subconscio
stai malissimo?Tutta la colpa
è del subconscio. Froid ha
detto un sacco di cose
relativammente
importanti,cose che anche
altri avevano detto,l'unica
sua* scoperta essenziale per
la vita dell'uomo per la sua
mente è 'sta storia del
subconscio. 'Sta storia del
subconscio deve essere vera.
Mi viene in mente una tipa di
502
Torino
che
lavora
all'Einaudi,si
chiama
Emilia,l'ho conosciuta tanto
tempo fa,mi raccontava della
sua vita,nel dibattersi nei
problemi col marito da cui si
era
separata,i
figli,la
suocere,l'amante del marito,la
moglie del marito. Tutti questi
problemi
le
procuravano
fenomeni
fisici
stregoneschi,reazioni sul suo
corpo che nessun medico
aveva mai registrato su alcun
paziente. Che so,le lenti a
contatto che si gonfiavano a
dismisura
fino
a
scoppiare,oppure
che
si
bucherellavano tutte.
Robe
mai
viste,tanto
che
l'assicurazione si rifiutava di
rimborsargliele. Mio figlio ha
certamente ragione. "Tu devi
503
sbatterti,riuscire a scavare,a
ricordare,a scoprire cosa hai
dentro realmente,quale fatto
vicino o lontano ti ha portato
a questo malessere.
Devi
andare
indietro,
indietro
mamma. "Mi sono presa un
registratore e via a parlare a
ruota libera. Come premo il
tasto per la registrazione,non
mi viene in mente niente.
Cerco di ralassarmi. Vediamo.
. il primo trauma. . per me è
stato un trauma e grosso.
anche se poi,ora,30 anni
dopo,mi rendo conto di aver
guardato i fatti con ecessiva
enfasi. HO scambiato una
storia del tutto naturale per
una mancanza d'amore. L'ho
vissuta malissimo. Ho cercato
di parlarne con lui,ma subito
mi
sono
interrotta,
504
imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,incolta sul sesso:
è la prima cosa che ricordo in
questa incursione nella
mia
vita.
Il mio rapporto con
l'altro sesso è statoo per
moltissimi anni un rapporto "al
servizio";mai avuto stimoli
sessuali,la voglia di fare
all'amore mi veniva se ci si
abbracciava e baciava. . . ma
scivolavo nel rapporto senza
un grande desiderio di sesso. .
ero portata ad assecondare il
suo di desiderio. Del sesso,non
sapevo nulla. quello che
facevamo,era
venuto
da
solo,l'avevamo
scoperto
insieme. autodidatti. Ora,per
fortuna è diverso. I giovani
sanno tutto. prima ancora di
avicinar si ad una donna. Mio
505
figlio aveva un 13 anni e già se
ne stava con un libro di
anatomia
in
mano.
(IMENE,vedevo soltanto un
orecchio).
L'orgasmo,l'ho
raggiunto molto dopo che
praticavo il sesso. Prima
fingevo.
Non me ne sono mai fatta un
problema.
PENSIERI: LA COPPIA
1) Riuscirò fino alla morte a
tenere per me che tu sei solo
un uomo?Io cerco di capire
tutto. . . i tuoi bisogni. . . mi
sforzo di non dare maggior
significato alle "cose" di
quanto in realtà non abbiano. .
di leggerle per quello che
sono:
SESSO
E
GRATIFICAZIONE ma non mi
posso impedire di soffrireper
506
queste nostre due vite così
unite e così irreversibilmente
staccate.
Due
vite
tronche,che vivono solo se
congiunte ma si logorano e
muoiono nella congiunzione. E'
molto che sono morta. E' il
saperti distratto da altro che
mi ha tolto la vita. Senza di te
non posso vivere, ma quanto
pago
questo
mio
vitale
bisogno. Sono riuscita a
superare tutto ciò che ho
subito. Mi credevo armai
forte. ma il dolore torna ogni
volta come trentaanni fa. Sto
vivendo un disperata e allo
stesso
tempo
afettuosa
solitudine.
Gironzolo
per
questo
mondo
come
un
ombra;
pensieri
bui
mi
schiacciano. Brontola la mia
anima,il mio cuore,i miei
507
sentimenti ti si rivoltano
contro,il mio orgoglio di
essere donna? Umiliato. E il
non sentirmi "nessuno". Non
mi accontenta essere "prima"
nella tua vita. . è nel mio sesso
a ridere che ti voglio tenere.
Ti guardo davanti ad una
ragazza
qualsiasi,trasformato,ti
rappresenti,ti dai un gra
daffare,senza
misura
ne
controllo.
Ed
io
sono
condannata da me stessa a
starti a guardare,come tu,per
tua scelta sei condannato a
vivere con me. Che fare?
Mogli dipendente comunale
che trova i soldi in tasca al
marito e li butta dalla
finestra.
Inserire il discorso del grande
508
mondo, o no?
Il grosso della vita sta fuori.
Perché la gente lascia fare ai
nostri sgovernanti? Perché
accettiamo tutto?
Chi sono i critici presenti allo
spettacolo 'sta sera?
C'è Raboni del Corriere? NO?.
. . Lo sapevo. La differenza
tra uomo e donna la vedi
anche da qui.
"indelicati" Borsellino o un
altro è morto, saltato per
aria:
" come si sente signora? Sta
male?"
Perché la signora non tira un
calcio nei coglioni? perché non
gli salta addosso e lo
strangola ficcandogli le dita
negli occhi?
509
Ognuno di noi vive nel
seminterrato della sua anima.
La televisione! !
Casalinghe che si spogliano
(Colpogrosso) come si muovono
che livelli di volgarità riescono
a raggiungere.
Non si
fermano più!
Il responsabile ultimo della
situazione tragica dove siamo
arrivati, non è Andreotti, ma
sono le nostre insicurezze.
Serpente a sonagli.
Ridurre una persona a poltiglia
Perché la gente è così debole
che uno può manipolarla come
vuole?
Perché?
Papuasia:
leggere origini e costumi.
Rapportso sessuale libero. I
bambini sono nel grembo della
donna e si nutrono di sperma.
510
Ma che trovata! ! Che civiltà.
Il maschio sceglie la femmina
per la vita. Il matrimonbio
tra un maschio e una femmina
è indissolubile.
Protezione
militare,
non
sessuale.
Cucitura
sesso
bambine,
riaperto a 20 anni.
LA CHIACCHERATA O IL
PROCESSO
1) T'ho umiliata? Quante
volte? Qual'è l'ultima volta? E
il rispetto? Dove lo metti? E
noi come siamo? Come siamo?
Migliorate
col
tempo?
Peggiorate.
La
vera
differenza tra un uomo e una
donna, credo, consista in
questo: le donne conservano
un po' più dell'uomo, il senso
dell'onestà, (non tutte) della
giustizia,
dell'integrità.
511
Siamo soggetti morali, (non
tutte! ) e a volte purtroppo
solo moraliste.
All'uomo è stata inculcato,
sempre con quella prima
fatale poppata, il piacere per
la lotta, la lotta con qualsiasi
mezzo
per
ottenere,
raggiungere, impossessarsi del
POTERE.
Il POTERE è
comando, è forza, denaro.
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte "QUALITA' ", privilegi,
che ti derivano dal potere. IL
POTERE ti procura tutto ciò
che il POTERE
PUO'
PROCURARE. Con il potere
che ti balla intorno anche tu
ne vorresti un po'? No?
Essere donne
continua ad
essere difficile, e nel cammino
della vita (è con rammarico,
512
che
sono
costretta
a
riconoscerlo) ti senti con un
fatto che sicuramente, dopo il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta, che le tue
difficoltà
di
vita,
di
sentimenti, le tue insicurezze,
dipendono sì da come è
strutturata la società, dagli
uomini, da quello che ci si
aspetta da te, ecc. ecc. ma
dipendono anche da altri
essere come te, anime del tuo
stesso sesso. Sì, amarezza e
sconvolgimento. La donna è
troppo spesso, la maggior
nemica della donna.
Nel
lavoro e nella vita. Giovani o
vecchie
che
siano.
Interrogate,
provate
ad
interrogare.
Quasi tutte,
513
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei, ma vero è
che l'amore l'uomo lo fa quasi
sempre con una donna.
O
giovane come te, o molto
molto più giovane di lui. E tu
stai a guardare. Si fa per
dire. Naturalmente storie di
questo tipo si verificano
quando il lui, è un vero LUI.
Se è giovane va benissimo, ma
andrà ancor più bene, se il
LUI in discussione è senza
giovinezza,
è
adulto,
è
vecchino,
è
vecchio.
L'impegno, per la giovane in
questione, sarà minimo.
In tutti i sensi. Intendiamoci,
può, anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma
buone
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali, artistiche possono
514
allegerirlo assai, come peso. E
tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia. . . di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
SAI GIA' TUTTO. PERCHE'
E'
IL
RIPETERSI,
del
ripetersi,
del
ripetersi.
Aspetti. . . inutilmente. Cosa
aspetti?
Che succeda quello che tu non
vorresti. L'unico pensiero che
ti deve dare un minimo di. . .
sì, che anche tu sei stata
giovane, e anche la giovane di
oggi, con fortuna, o senza
fortuna, (a volte non basta
sposare
uno
scrittore
importante per scrivere un
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
pittore, sempre importante,
515
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
potere, puoi correre nella
carriere, ma se non hai nella
testa le cose giuste. . . dove
corri?
Ti sembra di correre, ma non
appena
ti
fermerai
per
riprendere fiato, voltandoti
indietro, scoprirai di aver
perso per strada qualcosa che
sarebbe stato più importante
tenere, e ben stretto. )
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età, alla tua realtà, diventerà
vecchia, esattamente come sei
tu ora. E questo uomo, che tu
presuntuosamente hai creduto
tuo, guardalo: che non si vede
per quello che è realmente,
516
abbarbicato ciecamente alle
sue illusioni.
DALL'AUTOBIOGRAFIA DI
FRANCA RAME di prossima
pubblicazione: "Il nostro era
un
teatro
realmente
e
totalmente
"all'improvviso"
che si basava su trame
semplici e stringate, Teatro
Popolare
appunto,
nella
tradizione della Commedia
dell'arte,
completamente
opposto al teatro letterario e
naturalista messo in scena
dalle
grandi
e
illustri
compagnie che agivano nelle
grandi città e imitato in tutto
il suo negativo dalle piccole
compagnie, come la nostra,
che agiva no in provincia. Il
nostro successo stava tutto in
questa differenza. Il nostro
517
repertorio era vastissimo:
dalle più famose tragedie di
Shakespeare ai drammmoni
ottocenteschi, alle commedie
di autori moderni a quei tempi
(Niccodemi, Giacos, Rosso di
San Secondo, alle comiche
finali. Il tutto senza aver mai
studiato una parte a memoria
su di un copione. Nella mia
fimiglia non esistevano copioni
di testi teatrali veri e propri,
ma una specie di cannovacci e
per molti testi non esisteva
nemmeno il cannovacccio. Ce
li avevamo nella testa da
sempre. Eravamo bravi? Non
lo so. So solo che i teatri
erano sempre pieni, che si
lavorava tutti i giorni,
si
riposava solo il venerdì santo,
e il 2 dei morti, a novembre.
O se c'era il funerale di un
518
personaggio importante del
paese: il prefetto, il sindaco,
il
dottore,
il
prete
il
farmacista. E quando in un
paese avevamo fatto tutto il
nostro repertorio, (replicato
6 sere la Giulitta,
6 la
passione,
"Il
povero
fornaretto di Venezia " e non
mi ricordo più quali altri
drammoni avessere successo)
mio padre o mio zio,
si
leggevano un romanzo,
ci
riunivano e ci raccontavano a
sommi
capi
l'intreccio,
distribuivano i ruoli,
se i
costumi adatti non c'erano, si
rimediavano,
e via che il
giorno dopo si andava in scena.
Sulle quinte laterali, in bella
calligrafia,
la scaletta dei
punti chiave, il susseguirsi
degli avvenimenti.
519
BIOGRAFIA
ENCICLOPEDIA
SALA
PER
TRECCANI
DI
CESENATICO
SETTEM. 1992
20
Franca Rame debutta in
teatro a otto giorni, tra le
braccia di sua madre, nel ruolo
della figlia della Genoveffa
del Brabante. La sua è ultima
ed una delle più importanti
famiglie di attori girovaghi.
Rappresentano,
nell'Italia
settentrionale, un repertorio
assai vasto.
Stralci dell'autobiografia di
Franca Rame di
prossima
pubblicazione:
"La mia famiglia è di origine
lombarda, nasce agli inizi del
600,
con marionette e
520
burattini,
(conoscevano
entrambi le tecniche assai
diverse tra loro).
Ho
debuttato ad 8 giorni in
braccio alla mia mamma. Nella
mia famiglia era un fatto
naturale: appena nasceva un
figlio lo si metteva in
palcoscenico. L'Accademia di
arte drammatica, l'ho fatta
lì, con loro (con mio padre,
suo fratello le rispettive
mogli, i figli, gli scritturati).
M'è cascato sulla testa il
ciclone "fica"
Ad ogni grande emozione mi si
scarioca l'orologio.
Su ogni individuo vengono
commessi degli omicidi, ai
quali siamo impreparati.
Molta gente é già morta pur
521
continuando
ridere.
a
parlare
e
Io ne conosco. Specialmente
donne.
Strepitiamo per le scortesie,
le volgarità, le ingiustizie che
subiamo, ma non ci accorgiamo
di quello che facciamo subire
agli altri. Cerco sempre di
riflettere prima di muovermi,
non mi basta più contare fino
a dieci. . . a volte conto fino a
cento, perché so con certezza
che 'gli altri' sono molto
importanti. Tutti. L'errore di
base nella vita di molti (di noi
donne, specialmente) è di non
saperci
difendersi
dai
sentimenti,
dal
farci
travolgere, dallo 'sbatterci
dentro tutto', in quello che si
ritiene essenziale per vivere:
522
"l'amore". L'amore ci vuole,
ma
a
dosi
ragionevoli,
controllabili.
Dovrebbe
essere proibito dalla legge,
farsi mangiare, dall'amore. . .
anche se è bello, perdersi,
nell'amore. Ebbene sì, sono
romantica. L'ho capito tardi.
Ora, l'averlo capito. . . la
saggezza
faticosamente
acquisita negli anni, mi serve
pochissimo.
La metto a
disposizione. Ho intenzione di
aprire una scuola per mogli.
Io me ne intendo. Ho vissuto
momenti d'infelicità profonda,
totale. So cosa significhi il
"non
voler
più
vivere,
(contributo non indifferente
l'ho ricevuto dal dolore fisico
continuo per anni e anni, vedi
braccio).
Mi sono molto
criticata per questo. Ora è
523
"passato". E' lì, nei ricordi.
Non che pensassi di Dario
chissà che, ma, ad un certo
punto della nostra vita, nelle
storie di "ragazze", (per la
verità, sempre disponibili e
pronte come il Nescafè) non
nascondo che trovarlo uguale
nella
banalità
di
tanti
"maschi", m'ha deluso. Anche
se mi sono più volte chiesta:
"ma perché dovrebbe essere
diverso? Forse perché lo è
stato per 25 anni, diverso?
Cosa pretendi, che "teoria e
pratica" vadano per tutta la
vita insieme? Anche i santi
cadono in tentazione. " E così
ho capito che il sesso, (per gli
uomini
al
primo
posto
culturalmente
e
ideologicamente) il desiderio
524
di "fare sesso" nell'uomo
permane per tutto l'arco di
una vita (ci sono novantenni
neanche tanto arzilli che
davanti ad un bel sedere non
resistono ad allungare le
mani). C'è chi per il sesso, da
via di testa, va in galera,
stupri. . . violenze su minori,
incesti, famiglie che saltano. .
. figli di qua e di là. Se Dario,
che non ha mai violentato
nessuno, (anzi, deve stare
attento a non essere lui,
violentato) non ha fatto figli
fuori casa, (almeno che io
sappia) e che non ha nemmeno
9O anni, sente il bisogno
d'avere storie con ragazze
varie, non mi tormenta più.
Non mi secco se va a farsi
tagliare
i capelli, o dal
525
dentista. . . Sono bisogni del
corpo. . . e (non voglio essere
né
volgare,
né
banale)
sicuramente anche del cuore. .
. bisogno di sentirsi qualcuno
intorno
con
cui
fare
"birichinate"
(chiamiamole
così.
Forse, (non ne ho mai parlato
con lui) credo contribuisca
anche l'angoscia del sentirsi
invecchiare. Sì. E' giusto
così. Anche se un tempo, ho
voluto morire. E sì, ci sono
passata anch'io. E poi tutto,
poco per volta, ti è chiaro. Ti
è chiaro che hai sbagliato. Tu.
T'è parso di non essere più
essenziale per il tuo "lui" di
non 'contare' tanto, da voler
sbattere via la vita.
E'
pazzesco che in momenti così,
526
non ti salti agli occhi nulla che
ti interessi. Non esiste più
nessuno. Ti senti più niente.
Perché? Chi c'è passato, mi
capisce. E poi, eccomi qua,
calma.
La donna invecchiando (e
ragazze, succede a tutte
d'invecchiare) si acquieta. . .
(è vero che qualcuna in
menopausa dà via di testa, ma
è abbastanza insolito).
Il
segreto
è
camminare
dignitosamente con i propri
anni,
rispettarsi.
Non
rincorrere le illusioni. . . non
perdere mai il senso del
ridicolo. . .
e anche
"comprendere". Molte cose
se ne vanno.
Quello che
rimane, prepotente è il
bisogno d'amore da parte di
527
tutti quelli a cui vuoi bene: i
figli. . . l'attenzione di chi ti
sta vicino, bisogno di carezze,
di dormire abbracciati, di
svegliarsi la mattina e dirsi
"ciao". Di tenersi per mano, di
ridere insieme o di stare in
silenzio, insieme, di lavorare
insieme. E tutto questo ce
l'ho. E giuro, non è poco!
Rimpianti? Certo. Struggenti?
Un po', ma chi non ce li ha? Se
guardo indietro e do una
sguardata a questo mare di
anni di vita. . . con Dario. . .
se penso alle tante persone
che ho conosciuto. . . a mio
figlio, a Gaia ed Enrica. . . i
loro figli. . . al piacere di
essere nonna di Mattea. . . mi
sento
nello
stomaco
un
qualcosa che mi fa venire il
magone dall'emozione.
528
Quante
cose
ho
fatto!
Quanta simpatia ho sentito
intorno a me e, sì, anche
rispetto e amore, l'amore di
Dario e di tanta gente. Ho
avuto molto. Si può ritentare.
. . in un altra vita. Ci stai
Dario?
E così. . .
giovani il
libero". . .
anche . .
giovani.
s'è infiltrata tra i
concetto "amore
nei giovani. . . e
. in quelli meno
Tra gli animali, il leone ad
esempio, sceglie la femmina
per la "vita",
il loro
matrimonio, pur non essendo
celebrato
in
chiesa
è
indissolubile. Ma c'è assoluta
libertà nel rapporto sessuale. .
. per tutti e due. . . Quella
del maschio per la femmina,
529
la "sua" femmina,
protezione militare,
difesa della vita,
sessuale.
è una
cioè
non
Quanti di voi vorrebbero
essere un leone?. . .
una
leonessa? (ruggito) Fuori la
verità! (ruggito).
Questo per gli animali. . .
In molti popoli primitivi,
l'amore libero è praticato da
sempre. Il rapporto sessuale
libero! Come vorreste essere
un primitivo, lo sento!
Il più creativo in fatto
d'amore libero fra tutti, è il
popolo della Papuasia.
Creatività. . . senza offesa. . .
che non può che essere
femminile. . .
Non so se
ancora oggi. . . ma in Papuasia
530
l'hanno inventata bella per
fare sesso libero,
e lì la
donna è padrona e il maschio
in soggezione, c'è addirittura
la convinzione, che i bambini
siano nel grembo della donna
dalla sua nascita, voglio dire
della donna, ma per crescere.
. . e di conseguenza, nascere,
devono essere nutriti. . . con
sperma.
Vi immaginate la scena? Ogni
volta che la donna. . .
la
DONNA! , ha voglia di fare
l'amore urla: " il bambino ha
fame! ! Il bambino ha fame! !
" e via. . . tutti gli uomini
della tribù che corrono a
nutrirlo. . . "Adesso basta. . .
ha mangiato abbastanza! Via,
andate via! " La cosa più bella,
che "il figlio" quando nasce
531
non è figlio tuo e tuo o tuo,
non c'è paternità individuale,
ma collettiva: il figlio è di
tutti!
Se Dio fosse stato della
Papuasia il paradiso terrestre
l'Eva avesse impostato il suo
rapporto con Adamo come le
donne della Papuasia, pensa
te che sconvolgimento!
La
storia del mondo sarebbe
cambiata, così gli usi. . . i
costumi. . . Che civiltà.
Mao -TZE _TUNG
Con "Le-nin le- nin le-nin. . .
ah. . le-nin ah. . . . Stalin.
l'amore a quei tempi si faceva
così. Ma sì che lo conoscete
mio marito. . . .
è quel tipi
non tanto alto. . . quattro
capelli in testa. . . ventre
prominente. . . beh diciamo
532
che gli batte sui testicolo. . .
le guance gli arrivano qui. . .
denti appena rifatti. . .
disturbi alla prostata. . . Beh,
questo non si vede. . . ma si
sà.
Ecco sì. . . propio quello
lì.
1 IL SODALIZIO INFAME!
Sto uscendo da un periodo
di almeno 20 anni di coma
profondo. Sì, avete capito
bene.
Coma profondo - in
piedi. - Si può? Si può.
Guardatevi intorno. C'è un
sacco di gente che ha 'sta
malattia, il "coma profondo in
piedi". . .
Non li vedete? Nessuno di voi
è in coma?
(Come a rispondere ad una
domanda del pubblico) Com'è
533
il coma profondo in piedi?
Io ho sempre camminato,
parlato, mangiato, dormito ma in coma - e profondo Che
so. . . parli con la gente, ma
non ci sei - non ti accorgi se
c'è il sole o piove - e se c'è il
sole,
non te ne importa
niente. Somatizzi tutto quello
che ti succede intorno, senza
accorgertene. . . Stai male da
morire ma nessuno lo vede.
Sorridi, ma solo con la bocca,
così:
(esegue)
meccanicamente.
Non c'è
nulla che ti emozioni o
emozionerà,
nulla che ti
squota, che ti interessi, né i
figli, il lavoro, le vacanze, il
successo, l'amore. Niente. Il
tempo passa e niente cambia.
Non c'è niente, che ti spinga
534
a fare niente.
Cammini, mangi, parli, dormi,
ma non ci sei.
Dormi sul tuo letto sospesa
senza manco toccarlo. . .
tutta tesa.
Quando dormi pensi alla morte
senza accorgerti di pensarci.
Una mattina ti svegli e di
colpo ti rendi conto che sì,
oggi, lo farai.
Ma andiamo con ordine.
"Come hai dormito. . . " mi fa. .
. "Bene. . . . " "Scendi a fare
colazione?". . .
"No,
non
subito. . . (si schiarirsi la
voce) Ti devo parlare. . . .
Stiamo calmi però. . . "
"Lui" si siede sul letto
passandosi una mano sulla
fronte.
535
Ogni qualvolta si affronta
questo argomento e lui "sa
qual'è",
in un secondo è
madido di sudore. . .
ma
proprio bagnato fradicio. Mai
vista una cosa così repentina.
Come girare un interruttore.
Gli prende un'emozione che gli
parte. . . dal profondo. . .
diciamo della coscienza. . .
sono tutti i suoi sensi di colpa,
che gli affiorano insieme:
BUM! ecco l'effetto "sauna"!
"Caro,
vorrei che te ne
andassi. . . . "
"Perché?! " Gli manca il fiato.
" Non mi va più di stare con
te. . . Non reggo più la vita
che stiamo facendo.
Negli
ultimi 20 anni sei sempre
stato innamorato. Sempre di
un'altra. . . e mai la stessa. E
536
d'estate di più. Ed ora siamo
in pieno luglio!
Non sopporto "più" il tuo
evidenziare, senza volerlo per
carità,
ogni rapporto con
l'altro sesso con irrazionali
movimenti telefonici. . . senza
misura. . . e sopratutto senza
tenere conto che ho occhi ed
orecchie. Va bene che stiamo
insieme, ma non stiamo più
insieme. . . da 20 anni.
(al pubblico) Io e mio marito
non facciamo più l'amore. . .
(A marito) Non mi disturba
più il tuo credere di essere
innamorato pazzo. . . perché
so benissimo che non sei
innamorato di questa o di
quella, ma che sei innamorato
dei vent'anni che non hai più.
Mi disturbano troppo. . . le
537
scuse che tiri fuori per uscire
a telefonare. . . mi fanno
imbestialire perché sono un
oltraggio alla mia intelligenza.
. . : "vado dal parrucchiere" "ma è lunedì. . . " "Ah sì?. . . " pausa - "Ti andrebbe di
mangiare del pesce ?"-"Ho gli
ossibuchi pronti. . . "-"Ma m'è
venuta voglia di un bel pesce. .
. vado a comprarlo. . . così mi
sgranchisco anche un po'. . . ""Sta diluviando . . . " "L'acqua
fa bene. . . fa diventare più
alti"-"Guarda che a 68 anni. . .
non si cresce più. . . " (al
pubblico) Non mi sta già più
ascoltando. . . Una toccatina
alla tasca posteriore dei
pantaloni per essere certi che
l'agendina nera con i numeri
dell'amore sia lì. . . anche la
tesserina della Sip. . . sì, c'è.
538
. . bene. . . "Torno subito. . .
Vuoi qualcosa cara?. . . " e
tornava quasi subito. . . con
pesce per 30 persone. . . non
s'è mai saputo regolare con la
spesa . . . e 24 rose rosa del
"nostro" colore. . .
e un
bigliettino "Ti amo cara,
tanto tanto! ! " Il bello è che è
vero. E' vero! Lui mi ama.
Tanto tanto.
Qualche volta
mi viene da pensare: "Chissà
cosa succederebbe se mi
odiasse. Mi trapanerebbe i
denti me li strapperebbe ad
uno ad uno senza anestesia. . .
le unghie.
Al marito: "Tu hai il fuoco di
Sant'Antonio nel . . . "
Mi sono intelrrotta. Non mi
piace mai essere volgare in
momenti così. . . anzi, mi
539
disturbano molto quelle donne
che perdono il controllo. . . il
senso della misura, che danno
fuori, che spaccano oggetti in
casa.
Per la verità, quando
lui ha detto dopo che io gli ho
detto
del
fuoco
di
Sant'Antonio: "No, guarda
che ti sbagli. . . io. . . " e si
stava avviando alla porta per
andarsene. . . ho sentito nello
stomaco una cosa proprio
brutta.
L'istinto omicida
che ognuno di noi ha in fondo
all'anima. . . Ma sì, che ce
l'avete anche voi! Dai. . .
Proprio mai avete pensato in
un momento di disperazione
estrema. . . di esasperazione
estrema,
"adesso
l'ammazzo"? Non importa chi:
il marito, il padre, la madre,
il professore, uno stronzo in
540
un momento "no" che vi sbava
addosso
un
complimento
troppo pesante. . . o il capo
ufficio. . . o una ingiustizia. . .
No, no. . . zitti, zitte! , non
dite niente.
Ora,
mentireste.
E se invece non
mentite, e siete presi da una
improvvisa ondata di sincerità,
mi mettete paura.
Stiamo
calmi.
Non vorrei che
qualcuno si alzasse e si
mettesse ad urlare: "Sì! ! ! ! !
l'ammazzo! ! ! " e via che salta
addosso al vicino, alla vicina
di poltrona e lo o la strozza,
qui in mezzo a tutti.
Zitti,
calmi e fermi. Continuiamo a
mentire per ora, rimandiamo:
lo farete questa sera a casa
vostra.
"E'
meglio
che
ti
sieda
541
immediatamente
o
entro
cinque minuti hai la casa
distrutta. . . . rompo tutto il
rompibile, vetri compresi e
forse rompo anche te. " Non
ho alzato la voce.
Ci
conosciamo da quarant 'anni.
Capisce
che
non
sto
scherzando.
Lui torna a
sedersi sul letto. . . si passa
la mano sulla faccia sempre
più sudata. . . poi rassegnato
si stende. . .
"Ti stavo
dicendo che vorrei che te ne
andassi.
Il nostro, ormai è
un sodalizio infame. . . è ora
di romperlo. " "Oh, esagerata.
. . perché infame. . . Io sto
bene con te. . . "
"Io no, io non sto bene con te.
Sai come mi sento "con te"?
Agli arresti domiciliari. . . da
542
più di vent'anni.
Un condannato a morte in
attesa di essere graziato. "
Lui fa un sospiro proprio di
quelli che straziano. . .
pardon, che mi straziavano.
E sì. . . non era la prima volta
che dicevo "adesso basta".
Non che l'abbia ripetuta
tante volte. . . ma qualche
volta sì. . . Di solito a 'sto
punto,
mi
commuovevo
talmente per quello che stavo
dicendo. . . che non riuscivo a
trattenere le lacrime. . . lui
sospirava. . . allungava una
mano. . . "ma io ti amo! . . . " e
io giù a caragnare senza
ritegno. . . "sì. . . condannata a
morte sono! " Mi usciva
costruita così la frase. . . non
"sono condannata a morte" ma
543
"condannata a morte sono! "
Chissà perché. . . mi veniva di
dirlo
alla
meridionale.
(piange) "condannata a morte
sogno. . . voglio dire. . . sono. .
. " strisciando lentamente
verso di lui millimetro dopo
millimetro. . . , pronta ad
essere afferrata tra le
braccia
incantatrici.
.
.
"Amore ma perché dici così. . .
lo sai che ti amo. . . lo sai che
conti solo tu. . . lo sai che le
altre sono solo. . . " - "No, no.
. . lasciami. . . lasciami. . .
Voglio morire! . . . " ma ero già
con la testa sulla sua spalla e
singhiozzavo rilassata. . .
"Micina mia. . . bambinona. . . "
"Amore. . . non farmi più
soffrire. . . Ti amo tanto. . . "
"Anch'io ti amo. . . " E via che
tutto ricominciava da capo.
544
No,
non finiva con una
scopata. . .
Come state
pensando.
Pardon,
volevo
dire. . . non facevamo l'amore.
. . Io e mio marito l'amore
non lo facciamo da 20 anni,
per l'esattezza da 22 anni.
Perché? Non lo so.
Non
saprei proprio spiegare come
ci si sia arrivati. . . fatto è
che ad un certo punto non ci
siamo
più
interessati
sessualmente.
Veramente
non so chi abbia incominciato.
. . A pensarci bene. . . forse
lui.
Il fatto è che era
scoppiata la "rivoluzione".
Sì. . . sto parlando del 68.
Mamma mia è stato veramente
un Sessantotto per me! Una
gran confusione di pensieri
idee ideologie falsi ideali. . .
e le manifestazioni e la polizia
545
e le botte e ragazzi che
morivano e le occupazioni e le
canzoni. . . e i ragazzi che
morivano e gli operai che
venivano licenziati e il blocco
dei cancelli alla Fiat all'Alfa e
l'amore libero e la liberazione
sessuale e i ragazzi che
morivano. . . e il Vietnam e le
ragazze di 16 anni col bidet
fatto e le mutande in mano
pronte come il Nescafé. . . e
le galere e la polizia e le
ragazze.
.
.
e
le
manifestazioni
e
le
occupazioni e i ragazzi pronti
come il Nescafè. . . e le
manifestazioni e le. . .
e
ragazzi che morivano. . .
Scusate,
mi sono fatta
prendere un po' la mano. . . è
che mi è difficile tenere il filo
del discorso. . .
Dove
546
eravamo. . . A sì. . . che io e
lui non facevamo più l'amore. .
. Beh, ora che importanza ha
stabilire chi dei due s'è
stancato dell'altro o se ci
siamo stancati tutti e due. . .
o se uno ha sofferto perché
l'altro s'è stancato. . . Non
serve a nulla. . . Fatto stà
che:
basta.
Abbiamo
sublimato
il
rapporto.
Abbiamo chiuso col sesso.
Tra di noi.
L'abbiamo fatto
con altri "sesso". Tutta la
pazzia sta proprio qui. Aver
accettato che "l'amore" tra
noi
fosse
finito.
.
.
quell'"AMORE". . .
e
continuare a vivere insieme.
Finisce sempre che uno dei
due paga un po' di più
dell'altro.
Purtroppo sono
stata io a pagare. . . e con gli
547
interessi! Attenzione, non è
che
mi
stia
piangendo
addosso.
E' che per una
donna è diverso.
Lo è
veramente. Non abbiamo per
niente, i seni prominenti e i
fianchi larghi. Veramente ci
sono sempre più ragazze con il
fisico da ragazzo. . . se ne
vedono sempre meno con i
fianchi larghi. . .
Chissà
perché. . . Chissà da che
dipende questo cambiamento
di razza. . . forse è genetico.
Non so.
Dunque dicevo che
'sto fatto di fare l'amore con
altri. . .
"Vedi caro". . . io sono molto
più creativa. Mi muovo meglio.
. . voglio dire. . . mi sono
"sempre" mossa, quando mi
muovevo. . . meglio di te.
548
(QUI E' SALTATO UN
PEZZO) Ora sono immobile qui ho dato giù un po' con la
voce,
bassa
intensa,
sofferta. . .
ma attenti,
soffrivo davvero - immobile
come un palazzone orribile. . .
pieno di stanze vuote. . .
pronto per "l'autocrollo"Come
mi sia uscita una frase così,
di luglio. . . con quasi 40 gradi
e il 95% d'umidità, non lo
saprò mai. Ci devo far sopra
una canzone. . . "Disperazione
di una donna che sta
invecchiando" "Qui. . . nel
palazzo vuoto del mio cuore. . .
ieri. . .
ho avuto. . . una
caldana. . . tremenda. . . la
prima! Oggi. . .
anche oggi. . . ancora caldana.
.
ancora caldana. . . una
549
caldana tremenda. . . è finita.
...
è finita. . . è finita! Ero
un fiore così. . . rosa verde e
lillàe poi. . . e poi. . . ho
scoperto che
vecchia e sola son. . perché. . .
perché. . . ho un marito
coglion! "E' tutto da mettere
in discussione, si fa presto a
dire marito coglione. . .
(insero codina- menopausapipistrelli,
Consigli sulla
menopausa,
proseguire,
pillole cerotti.
Continuare
insomma. ) Il diavolo fa le
pentole e non i coperchi.
Sono andata a trovarlo, stava
fuori Italia per lavoro, dopo
sua,
più che insistente
richiesta "via fax", 11 fogli,
per
convincermi
a
raggiungerlo. . . (che, visti gli
550
avvenimenti del proseguo, mai
ne capirò il perché. ) che
finiva con " Vieni ti prego, ti
voglio vedere stare con te
amore vienivienivieni. " ecc.
Vado.
Tutto
bene,
sembravamo persino felici.
Come al solito, le cose più
noiose le faccio io, (forse
m'ha fatto venire per quello):
prenotare gli aerei, fare le
valigie, pagare il conto. . . e
col conto, mi ammollano 5
fogli con la trascrizione
elettronica delle telefonate.
Do una guardata ai 5 fogli 5 e
mi siedo. . .
Sono molto
emotiva. . . Sto per svenire.
Ma sì, lo so
lo so che le
vi nascondo
impressione
che ha la ragazza,
telefona, ma non
che fa una certa
vedere nero su
551
bianco, per pagine e pagine
ore 23 e 5 numero telefonico
mio. . . .
ore 23 e 8 numero
telefonico della ragazza. . .
ore 10 e 15 il mio, ore 10 e 21
. . .
A me,
sempre la
precedenza. . . eh. . . sono la
moglie.
e via così per
telefonate e telefonate. . .
ore 5, e 27 numero della
ragazza. . . Meno male che
non ha chiamato me, alle 5 e
20
che
lo
ammazzavo.
Perché la chiama alle 5 e 27?!
! Poi ore 4 e 50. . . ma che
cazzo di lavoro fa?. . . Poi di
colpo nessuna telefonata al
numero amato: per tre giorni
solo telefonate a me e tante,
come sempre.
Ecco, l'aveva raggiunto.
Come in un film a doppia
552
velocità mi sono rivista tutta
la mia vita e la sua dell'ultimo
periodo
attraverso
quelle
telefonate. E anche tutta la
nostra vita.
Sono stata
seduta una ventina di minuti.
Mi girava tutto. Mi sentivo
svenire.
Come quella volta
che eravamo al mare. . . In
quel
periodo
lui
stava
"assolutamente" "solo" con
me. . . Eravamo sposati da
poco. . . No, non ridete. . .
per almeno 20 anni mio marito
m'è stato fedelissimo.
Forse.
intelligente. . . ma devo
dire che in questi ultimi dieci
anni è diventato un po' più
pesante dei primi trenta. . .
Non si può dire che sia bello. .
. ma ha un gran fascino. . .
553
Ma oggi. . .
in questa
mattinata dove sono decisa a
dire "basta", penso che forse
ha ragione mio figlio: sono
innamorata di un ricordo.
Guardo mio marito. . . e di
colpo lo vedo com'è. . . non
come l'ho "sempre" visto. . .
come è realmente.
LA
CHIACCHERATA
arrivo 4/08/92
La mia idea sarebbe quella di
farvi una chiaccherata un pò
scherzosa su quello che sta
succedendo oggi in Italia sugli
scandali, le ruberie, gli arresti
in massa come se mi trovassi a
sconfinare in un terreno che
non è il mio. E perchè? Perche
sono una donna, per carità, lo
so, i tempi son cambiati, non
siam più all'epoca in cui si
554
gridava alle donne che si
azzardavano a chiacchierare
di politica: vai a far la calza.
Lo so che c'è stato il '68.
L'emancipazione femminile ci
siamo liberate. . . in tutti i
sensi. . . Specie in quello
sessuale, diciamo perfino:
cazzo! Ma sotto, sotto, a noi
femmine quando si tratta di
andare sul politico siamo
bloccate. . Ci rigurgita il
complesso del gineceo. .
Discorsi di politica anche se
scherzosi non sono discorsi da
donna.
No,
non
sto
esagerando!
Fin quando se ne parlotta così
in famiglia o in treno, tanto
per passare il tempo. . "e va
beh, passi. " Ma appena una
donna sale su una pedana, o un
555
palco, dietro un microfono
allora senti subito mugugnare:
"Ma che vuole quella? Adesso
ci tocca sorbirci anche sta
Femmina-Politicizzata.
Chi
l'ha messa su? Di chi è
l'amica?"
E questo, non dite no. . . E' un
classico. . . . In ogni occasione
spunta il tormentone: "Con
chi va a letto Quella? Con chi
se la fa?" Se una monta un
gradino c'è sempre dietro il
maschio che regge, spinge! ! E
questo vale tanto che tu
femmina vada a mostrarti in
teatro, appari sullo schermo,
nel mondo della finanza o nella
politica.
Ho sentito io un compagno del
vecchio PCI, mentre parlava la
Jotti commentare: " Si, si, è
556
brava, preparata. . . E' pure
una simpatica signora, fine, ci
ha pure dei bei collettini di
pizzo, ma io avrei voluto
vedere se non ci avesse avuto
di dietro il Palmiro. . . se
arrivava al posto di presidente
della Camera. . .
"Ma cosa dici?" gli son saltata
addosso io. . "Quando l'hanno
eletta suo marito era morto
da almeno dieci anni! " "Si," fa
lui "ma vuoi mettere essere la
vedova
di
un
Togliatti?
Scherziamo? Palmiro è un
morto sacro dall'onda lunga! "
Beh, ad ogni modo. Vada come
vada, io ci provo lo stesso.
Come dicevo, vi parlerò di
ladroneria e politica. Quasi
trent'anni fa con Dario
abbiamo
allestito
uno
557
spettacolo che aveva per
titolo: SETTIMO RUBA UN
PO' MENO. . . . Più attuale di
così! ! Allora aveva il suono di
una
battuta
a
sfottò
IPERBOLICA. Con tutto che,
alcuni
storici,
se
pur
sottovoce
assicurano
si
rubacchiasse già allora! Forse
con un pò più di discrezione.
Ad ogni modo in quel tempo
noi, come si fa sempre nel
TEATRO
DI
SATIRA,
andavamo giù un pò pesante.
Si spingeva fino all'impossibile
con la fantasia!
Avavamo
addirittura inventato che nel
Cimitero Comunale di Milano si
commerciava in cadaveri. . si
vendevano loculi sottobanco e
si speculava sulle tombe. . Nel
nostro gioco al paradosso
558
avevamo inventato che, grazie
a una delibera infame, si stava
sgomberando una vasta area
del Cimitero di Musocco per
farne un bel parco e così far
crescere anzi triplicare il
valore dei terreni circostanti.
Ebbene oggi, l'avrete letto su
tutti i giornalei, l'hanno fatto
davvero
CI
HANNO
COPIATO. . CI HANNO
SPUDORATAMENTE
RUBATO L'IDEA. . . . E
SENZA PAGARCI I DIRITTI
DI AUTORE! E sono andati
pure oltre!
Hanno imposto
tangenti con tanto di pizzo su
cadaveri per conceder loro il
diritto di sepoltura, hanno
piazzato tangenti sui funerali,
tangenti sulle tombe singole e
comulative, hanno riciclato
559
vecchie
lastre
tombali
rivendendole per nuove. . .
Hanno organizzato perfino il
reciclaggio delle nuove corone
mortuarie. . Non era ancora
finito il servizio funebre che
appositi addetti facevano
sparire corbelle di gigli,
cuscini
di
rose,
corone
rimpinzate di garofani e
velocissimi trasportavano il
tutto agli appositi negozi di
arredi funebri. . . Perchè
fossero
rivendute
ancora
belle fresche per il prossimo
cadavere in transito. Spesso,
le
medesime
decorazioni
floreali sono state smontate e
rimontate in altro ????????
per adornare addobbi di
matrimoni e battesimi. Credo
che al massimo dei grottesco
si sia arrivati nel momento in
560
cui ???del Don Carlos alla
Scala ci fu una grande
richiesta di fiori confezionati
a mazzi di varie misure da
lanciare alla fine dell'opera.
La richiesta fu esorbitante e
improvvisa ma i procacciatori
di plausi floreali non si
persero d'animo, montarono
corbelle e corone giunte
fresche di ritorno dai vari
funerali. . . . .
Così nel grande tripudio del
finale
Verdiano,
nella
esclusionissima prima dei VIP,
si sono visti piovere dai palchi
e da tutto il loggione una
quantità incredibile di mazzi,
mazzolini
e
mazzoloni
mortuari. . .
addosso ai
tenori,
alla
soprano
ai
baritoni. . che inchinandosi li
561
raccoglievano e li rigettavano
festanti sulle teste dei signori
e delle signore plaudenti in
platea. Certamente i morti a
Musocco e al Monumentale
nelle loro tombe strapagate,
quella notte si son fatti delle
risate proprio da morire!
A proposito di teatri e di
prime ho saputo oggi con gran
piacere che
in settimana
verranno ripresi i lavori per
portare a termine il nuovo
Grande Piccolo di Milano. . Era
ora! Siamo in ritardo di due
anni!
Avrete sicuramente
letto delle ruberie che ci sono
state. . . Il progetto iniziale
era di qualche miliardo. . .
senenson gia spesi tre volte
tanto. Ad un certo punto si
sono accorti che sotto ci
562
passava la metropolitana così
ogni volta che transitava un
convoglio del Metrò, di sopra.
. per il fracasso e i sobbalzi
bisognava
smettere
di
recitare. . . accennare una
piccola danza tanto per
mimettizzare. . . e via da capo.
Per attutire il tutto al posto
delle solite traversine rigide
hanno
piazzato
duemila
traversine di gomma. . . Così
adesso quando ci passa sopra
il Metrò. . i viaggiatori
accusano vibrazioni da ballo di
S. Vito HOP, HOP! E anche li
si son fatti la cresta: Prezzi
maggiorati, Tangenti. Ad ogni
modo è certo che entro la fine
dell'anno prossimo ci sarà
l'inaugurazione. . . e per il
debutto è stabilito che si
andrà in scena con:
"IL
563
BALLO
DEI
LADRI"
di
?????A proposito di tutti
questi scandali, dobbiamo
confessare, anzi denunciare
che noi del teatro satirico
abbiamo
più
di
una
responsabilità; siamo colpevoli
se non altro di una certa
incoscienza. . Noi si sale sul
palcoscenico,
e,
pur
di
strappare qualche risata in più
esprimiamo
giudizi
o
sollecitazioni
paradossali
senza badare a quello che
possiamo causare.
Nella
nostra superficialità ??? in
battute
spregiudicate
dicendoci: "Tanto è tutto solo
per
ridere
mica
ci
prenderanno sul serio! " E no,
invece spesso ci prendono
proprio sul serio. . . manco
recitassimo il Vangelo!
564
Tanto per fare un esempio
quattro anni fa, con Dario,
mettemmo su uno spettacolo
agile
da
recitare
quasi
improvvisato. . . a base di
provocazioni
dirette
sul
pubblico.
Debuttammo, mi
ricordo, al Festival Nazionale
dell'Unità di Bologna. C'era
ancora il vecchio P. C. I. . . e
c'era ancora Natta come
segretario. Cominciammo con
una specie di elogio assurdo e
sperticato in favore del
partito socialista. . . . e lo
slogan che tirammo fuori era
questo! Il P. S. I. guadagna
voti ad ogni elezione perchè è
più simpatico. . . ed è più
simpatico perchè è ??? I suoi
dirigenti sono spacciati, si
danno un sacco di botte e
rubano a man bassa. Per di
565
più sono veramente vicini alla
gente, sanno tutto dei loro
problemi più privati ??? ben
dire che conoscono le tasche
dei cittadini come fossero le
loro.
Poi ancora, bisogna
ammettere che sono ??? non
cercano di nascondere la mano
come, fanno i democristiani
quando vengono sorpresi a
rubare "No, non è vero. Ma
che s'è messo in testa? Giuro
che non ho toccato una lira.
Ho giurato sulla Santa salma
di Forlani. "Al contrario tu
sorprendi un socialista con le
mani nel sacco. . . "Ehi ma tu
rubi! " E lui "Si rubo! E allora!
? Che ci hai da dire?" Sono
veramente degli impuniti e e
impunibili.
Invece
VOI
COMUNISTI, con sta storia
delle mani pulite storica
566
propagata strombazzata su
tutti i manifesti in tutti i
dibattiti,
siete
negativi.
Guarda qua: "Noi abbiamo le
mani pulite! " Beh, mi dispiace,
è proprio per questo che non
date affidamento. Perchè la
gente pensa: "Quei socialisti
rubano. . . questo vuol dire che
ci
sanno
fare,
sono
spregiudicati, ma anche attivi,
creativi. . è gente che sa
rischiare. . . . e alla fine riesce
pure a cascare sempre in
piedi. . . a non farsi sbattere
in galera. Ebbene se ci sanno
fare per loro ci sapranno fare
anche per me quindi, io li voto!
Invece quando la gente pensa
a Voi Comunisti. . . così?? per
??? perfino modesti. . .
Esclama: Ma chi si fida di
quelli. . una razza di moralisti
567
romantici. A parte che mi
viene il sospetto che non
rubano solo perchè non sono
cpaci. . . e hanno paura. . . . E'
gente inaffidabile che non
potrà mai andare al governo. .
Figurati cosa ce ne facciamo
di un governo di??. . moralisti
e pulitini.
GENTE DI
GRINTA CI VUOLE! !
E
poi
aggiungevamo:
spudoratamente al??? a quei
compagni attoniti del P. C. I.
Vlete divenire simpatici anche
voi, avere successo? E allora:
rubate! Imparate a rubare, e
a truffare dentro e fuori
delle Istituzioni, ricattate gli
imprenditori,
sgraffignate
sugli appalti, sui progetti,
imponete
il
pizzo
sulle
costruzioni, sulle sovvenzioni
568
ministeriali, sugli asili nido e
sugli
orfanotrofi.
.
.
MANGIATE! Il vostro nuovo
slogan
deve
essere:
"Appropiazione
indebita
continuata e senza pietà.
Basta con le mani pulite! "
"MANI
ZOZZE
E
ARRAFFATUTTO! "Un attimo
di perplessità e poi è
scoppiato un grande applauso.
Festoso e compiaciuto.
Noi, avevamo scherzato, era
logico. . . . ma era logico solo
per noi. Infatti è passato
qualche anno. . . . . i comunisti
si sono tolti la falce e il
martello di dosso. . . . . si sono
fatti chiamare con un altro
nome meno segnativo, e:
ALLEGRIA! Li avete visti! ?
Giù a rubare anche loro come
569
socialisti e democristiani di
gran mestiere!
E tutto
perchè
noi
li
avevamo
provocati, incitati per gioco!
D'accordo. . . . . . d'accordo.
Non è soltanto a causa del
nostro incitamento, che si
sono buttati, all'??
Siamo ben consci che il fatto
di essersi buttati via di dosso
quel simbolo austero della
falce d martello. . . così
pregno di valori: "Lotta di
classe, solidarietà"
Il mito glorioso del sacrificio
e dell'onestà con tutti i
trionfalismi
della
??
proletaria. . . . .
E come facevi a rubare
tranquillo? Anche i vecchi
socialisti. . . . fin quando con il
570
simbolo del libro aperto?????
se pur in piccolo avevano la
falce e il martello???? E
qual'è
stato
il
vero,
straordinario
cambiamento
portato da Craxi nel partito
socialista? Quello, davvero
rivoluzionario di togliere la
falce e martello dal simbolo e
piazzarci un garofano. . . . . un
fiore culinario.
Coi chiodi di garofano si fanno
stracotti, la ribollita, ogni tipo
di cacciagione insomma un
fiore
simbolo
del
buon
appetito e della grande
abbuffata così me li ha spinti
e incitati fino alla furfanteria
più smodata e inarrestabile.
Fino allo sbragamento totale!
Fino alla perdita di ogni
ritegno.
Li ha messi allo
571
scoperto completo. . . . . tanto
da trasformarsi in una specie
di tirasegno per giudici
fanatici della giustizia ad ogni
costo. E il paradosso è che
questa
operazione
da
ammazzasette si chiamerà
proprio "mani pulite" per me
l'hanno fatto apposta per
sfottere i compagni del
vecchio P. C. I. ! Vi vantavate
delle mani pulite? E allora
eccovele! In galera i vostri
dirigenti. . . più intraprendenti
e moderni.
INTERVISTA GENTe
siamo
siatemati
alla
bellemeglio.
Il bambino ha
pianto per quattro giorni di
fila.
Per quanto spirito di
adattamento avessimo noi,
non riuscivamo proprio a
572
comunicarlo a questo tipo
appena nato che non sapeva
niente della vita. Comunque
faticavamo
anche
noi
a
cavarcela e per le scomodità e
per la mia totale inesperienza
"Piange? Avrà fame" Lo
attaccavo al seno,
lui
ciucciava un po' e poi di nuovo
"uhèèè uuuhèèèè! ""Oddio,
forse è ammalato! " Al quinto
giorno decidiamo di tornare in
clinica e stabilirci lì.
Il
nostro
ritorno
è
stato
festeggiato dal personale con
brindisi e abbracci.
S'è
scoperto subito la causa degli
uhè del bambino:
io avevo
poco latte e lui aveva fame.
Dopo aver nutrito il fantolino,
ci hanno sistemati in una
bellissima camera vicinissima
573
alla sala parto.
Ci siamo
addormentati
immediatamente tutti e tre
ed abbiamo dormito per
almeno
giorno
intiero,
finalmente rilassati.
Ci
siamo insriti molto bene in
questa nostra insolita vita,
abitavamo lì e cercavamo casa.
Come vedevamo in carridoio
davanti alla porta della sala
parto un padre in angosciosa
attesa
Dario
subito
s'informava: "Sa è un parto
cesareo! " E Dario: "non si
preoccupi, anche Franca ha
avuto un cesareo. . . Vero
Franca?" e io "Sì, sì. . . è una
sciocchezza, vedrà" E quello
si calmava.
E un altro: è
messo di piedi". . .
"Non si
preoccupi, anche nostro figlio
è nato di piedi… e tutto è
574
andato benissimo.
Vero
Franca?" Solo quando un
padre era preoccupato perché
la moglie stava partorendo 2
gemelli siamo rimasti senza
parole.
Tutti sapevano che
avevamo un figlio solo.
Ci siamo stati tre mesi in
quella clinica. Quanti padri e
quante
madri
abbiamo
rinfrancato.
Qualcuno ci
viene ancora a trovare con i
figlio nato proprio in quei
giorni.
Che
benissimo!
Finalmente abbiamo trovato
una casa in via Bruno Buozzi e
ci siamo trasferiti. Una casa
piccola con un terrazzo
enorme.
Nel palazzo vicino
al nostro vivevano Roberto
Rossellini ed Ingrid Bergam al
tempo della loro "colpevole"
575
passione.
Avevamo sempre
amici
fotografi
che
ci
scongiuravano di poter stare
nel nostro terrazzo per poter
riprendere
i
due
importantissimi innamorati.
ed ero sempre la vamp del
cast, la padrona di un night,
qualche volta sola, qualche
volta
con
un
amante
delinquente.
Indossavo
grepier, calze nere o abiti
talmente stretti che spesso
me li cucivano lettaralmente
addosso al mattino e me li
scucivano la sera.
Non
potevo
fare la pipì,
non
potevo sedermi ed in più mi
sentivo frustata dalla testa ai
piedi.
Ho avuto in quegli anni, due
grandi
occasioni
576
cinematografiche.
Michelangeli
Antognoni
e
Luchino Visconti.
Per
"Cronaca
di
un
amore"
Antognoni aveva scelto me.
Io, allora, avevo un grande
complesso (complesso che in
parte,
nonostante varie
operazioni ho ancora oggi):
ero strabica - strabica,
timida
e
insicura.
Nascondevo i miei occhi sotto
a degli occhialini lunghi,
stretti e scuri.
"Lo so che
sei strabica, ma per farti
fare il film, devo vedere i
tuoi occhi. Su. . . coraggio,
togliti gli occhiali". Me lo ha
chiesto almeno tre volte,
paziente e gentile. Beh, non
ce l'ho fatta e la parte la
interpretò Lucia Bosé.
577
Visconti si era intestardito su
di me, per un ruolo in "senso".
Io stavo in tournée con Dario
a Trieste. Telefonate sopra
telefonate.
E mi spiaceva
lasciare la compagnia, Dario e
mi sentivo come sempre
insicura.
"Sì,
scendo,
faccio il provino poi magari mi
dicono di no. . . " - "No, ti
prende a scatola chiusa gli
abbiamo portato tutte le
bionde d'Italia, non gliene va
bene nessuna.
Se vuoi ti
mandiamo il contratto.
"
Niente non me la sono sentita,
qualcosa mi ha bloccato.
Il ruolo è andato a Marcella
Mariani bruna, fragile, ex
miss Italia, completamente
diversa da me.
Visconti
aveva cambiato tipo.
578
Il giorno della prima del film a
Bruxelles, Marcella Mariani è
partita in aereo per quella
città.
Se io avessi
interpretato quel personaggio
quasi sicuramente sarei stata
al suo posto.
L'aereo è
precipitato.
Tutti morti.
Ecco cosa mi aveva bloccato.
Il mio sesto senso mi aveva
salvato la vita,
come è
capitato altre volte. Da quel
giorno, se qualcosa mi salta
nel lavoro od altro, penso che
così doveva essere,
il
negativo
diventa
positivo
"doveva andare così".
Nel '57 mi sembra vengo
scritturata
dal
Teatro
Arlecchino a Roma,
per
interpretare un testo di
Feydeau che sembrava scritto
579
per me: "Non andartene in
giro tutta nuda".
Dario
scrive per i fratelli Bonos,
che poi non ne hanno fatto
nulla,
un atto unico "Gli
imbianchini non hanno ricordi"
Ci prende gusto e ne scrive
altri.
A quel punto gli
propongo di ritornare a Milano
e farci una compagnia nostra.
Interpelliamo Paolo Grassi
allora direttore del Piccolo
Nella sua vita c'è stato un
altro grande incidente vuole
raccontare di Genova?
Dovevo tenere all'Italsider il
mio spettacolo "Tutta casa
letto e chiesa".
Arrivai in
città la sera prima. Prima di
entrare in albergo avevo visto
nell'altro lato della strada,
una farmaci aperta.
Volevo
580
lavarmi i capelli e così avvertii
i compagni che mi seguivano
sempre,
allora,
Piero e
Roberto: "Vado in farmacia.
Torno subito" - "Aspetta ti
accompagnamo" dissero loro.
Dall'episodio di Milano non
sono mai uscita sola. "Ma no,
vado da sola, torno subito.
La farmacia illuminata e
splendente.
Io finalemnte
libera mi sentivo felice,
compravo
saponette,
detergenti,
oltre
allo
shampoo; mi pareva di essere
in vacanza.
Con le mie
compere in mano uscii dalla
farmacia e. . . mi svegliai al
Pronto soccorso dell'Ospedale
San Martino. Più tardi seppi
che ero stata travolta da un
auto guidata da un uomo
angosciato e fuori di sé
581
perché era appena tornato
dallo stesso ospedale, il San
Martino,
in cui avevano
ricoverato la figlia anche lei
vittima di un incidente d'auto.
Che jella!
Ho passato la prima notte,
sulla barella del pronto
soccorso. Non c'erano posti
letto. Ma tanto io non capivo
nulla.
Ricordo assai
vagamente
la
corsa
dell'autombulanza, e un gran
dolore al braccio sinistro ,
omero fratturato, lamentavo
un bruciore al gomito, più
avanti a tutto l'avambraccio,
poi alla mano. Mi hanno detto
che era "causalgia" cioé
dolore urente, bruciante. Poi
a poco a poco (in due giorni)
ho perso sensibilità alle dita,
582
alla mano tutta, al braccio.
Insomma paralisi.
Un
ematoma (toltomi due mesi
dopo dal Prof.
Morelli, una
montagna di abilità e umanità
che opera all'ospedale di
Legnano) strozzava i tre
nervi,
ulnare,
radiale e
mediano. Dopo tre giorni dal
ricovero mi ingessarono. Tre
ore
d'intervento
assai
difficile, eseguito dal Prof.
Roncalli.
Sono stata a piangere 24 ore
su 24 per mesi e mesi:
antidoilorifici potenti e in dosi
massicce minacciavano di fare
di me una tossicodipendente.
Più di una volta ho pensato al
suicidio.
Mi hanno salvato
l'amore dei miei in particolare
Dario, Jacopo mia sorella, gli
583
amici. . .
Mi salvò il lavoro.
Infatti
dopo
otto
mesi
d'immobilità
decisi
di
riprendere.
Ora, ho
imparato a conviviere col
dolore,
mi sono quasi
abituata.
Sono passati 14
anni.
IL SUO RAPPORTO CON LA
RAI
Al di fuori del nostro teatro ,
per
la
RAI
ho
fatto
pochissimo "La professione
della signora Warren" di Shaw
con la regia di Albertazzi e
qualche altra partecipazione…
Ora mi piacerebbe poter
dare in TV lo spettacolo di
quest' anno "L' eroina " e "La
donna grassa" Molte madri ci
hanno portato i loro figli, mi
hanno ringraziata dicendomi:
584
"Ha fatto più effetto a mio
figlio il suo spettacolo che
cento discorsi nostri" Per la
donna grassa ho avuto degli
incontri magnifici con donne
che si identificavano col
personaggio e ne ricevevano
forza
oltre
che
gran
divertimento. Sono più che
consapevole dell' importanza
della televisione. Il contatto
diretto col pubblico in teatro
è insostituibile, ma in teatro
raggiungi al massimo centomila
persone in un anno mentre
invece in televisione mal che
vada , in una sera ti vedono
almeno due milioni di persone .
due volte ho provato sulla mia
pelle il potere del mezzo
televisivo : la prima é stata
con Celentano, la seconda é
una trasmissione della Carrà
585
dove dissi che mi separavo da
Dario mentre in ascolto c'
erano
12/15mila
persone:
sono cifre che fanno paura.
Non bastano dieci vite per una
teatrante per arrivare ad un
così
numeroso
pubblico.
Quella volta, della Carrà, non
avevo
assolutamente
programmato di dire che
stavo lasciando Dario.
Lei
intervistandomi
scherzava
dicendo: " Ma è vero che
Dario . . . . . ma è vero che
Dario. . . . ?" alludendo alle
numerose ragazze che sempre
gli girano intorno.
Lei
scherzava, ma io , al quarto
"ma è vero che" non ho potuto
fare a meno di rispondere: "
Sì, è vero, ma è anche vero
che l'ho lasciato. " Ho avuto
subito la sensazione del
586
clamore
che
avrebbe
suscitato la mia dichiarazione.
Fuori dallo studio c'era una
giornalista, che stravolta mi
ha chiesto: " Ma è vero?! " E'
scoppiato
il
finimondo!
Giornalisti mi davano la caccia
persino dall'estero.
Ho
dovuto cambiare albergo. Poi
trovavo gente,
separata
anche tre volte,
che mi
diceva: " Ma tu non puoi! ".
Che assurdità! Perché mai io
non avrei dovuto potere?
E'
PENTITA
DI
AVER
FATTO QUELL'ANNUNCIO
IN DIRETTA?
No, non mi sono pentita, ero
depressa,
avevo voglia di
verità. La Carrà poi, è stata
molto simpatica: subito dopo
la trasmissione esplosiva, mi
587
ha regalato un servizio per la
pìrima colazione con una sola
tazzina e tanti auguri.
Poi
quando Dario ed io siamo
tornati insieme (praticamente
quasi subito) mi ha inviato
anche l'altra.
Gentile e
spiritosa. L'unica cosa di cui
mi sono pentita è l'aver
sofferto tanto.
Ora, a distanza di anni, mi
sono resa conto che la storia
forse
non
era
tanto
importante come mi era
sembrata, tantè che è finita
in nulla.
Ma è difficile
essere sempre lucide e
razionali.
A volte ci riesco.
Altre, no. Mi sono fatta una
grande esperienza in fatto di
matrimonio,
convivenza,
ragazze che vogliono tuo
588
marito a tutti i costi, pronte
come il NESCAFE', col bidè
già fatto. . . . Potrei aprire
una scuola per mogli; mi
piacerebbe poter tenere le
mie lezioni in una trasmissione
televisiva.
Chissà quante
donne verrebbero a scuola!
L'omportante è capire l'uomo
con cui stiamo, l'uomo che
amiamo,
l'uomo al quale
teniamo.
Capire che tipo di
rapporto
c'è
tra
noi.
Importante? Indispensabile?
In questo caso occorre
riflessione
profonda.
Decidere
la
strada
da
prendere che non deve essere
quella delle scenate e delle
tragedie.
Se c'è casino in
casa pensa che liberazione
andare dalla nuova fidanzata
fresca,
giovane e sempre
589
allegra.
Dobbiamo capire
anche
che
il
nostro
commpagno sta invecchiando,
come noi del resto, (anche se
noi donne siamo più coscienti
degli
anni
che
passano,
accettiamo la maturità,
la
vecchiaia, per cultura in modo
diverso,
con
maggiore
consapevolezza,
dignità)
avere quindi comprensione per
i suoi "ultimi colpi".
Fa
malinconia? Ci credo e mi
dispiace, ma è così.
Anche
questo è amore a 18 carati.
Invece se il rapporto non vale
granché. . . ebbene, lasciatelo
andare e che vada a morì
ammazzato. Si fa per dire.
Sto ovviamente semplificando.
L'interrogativo
è
perché
ragazze di 20 anni si mettano
con uno che ne ha trenta
590
quaranta
più
di
loro.
Naturalmente è sempre uno
importante: il grande pittore
chirurgo
attore
cantante
regista scrittore ecc. Non si
conoscono
storie
d'amori
travolgenti tra una ventenne
ed un pensionato dell'Imps.
Sì, è vero, il pensionato è
molto
meno
affascinante.
Comunque, se un rapporto è
importante,
ed il rapporto
mio con Dariop lo è, è inutile
mettersi in mezzo, si diventa
solo
strumento
di
divertimento e di piacere
dell'uomo. Un'altra volta al
suo servizio. Punto e basta.
PARLIAMO DI ALCATRAZ
L'anno scorso ad Alcatraz c'è
stato
un
ragazzo
particolrarmente
difficile,
591
non parlava, sembrava che
nemmeno sentisse, non stava
ritto in piedi doveva essere
addirittura
imboccato,
accudito da quattro persono
che si alternavano nelle 24
ore. (Se non sapete come
sono fatti i santi, dovreste
conoscere queste assistenti
sociali) Per tutto l'anno
Adamo, questo è il suo nome,
stava in un istituto, istituto
che chiude in agosto! ! L'Usl
non sapeva dove portarlo.
Per un mese Jacopo l'ha
ospitato.
Aveva
messo
materassi alle pareti e a
terra, gli si portava il pranzo
in camera, , insomma si
cercava di stargli vicino ed è
stato per me un momento di
profonda emozione quando ho
capito che riconosceva la mia
592
voce. Questo è il lavoro di
mio figlio, lavoro che porta
avanti con gioia e fatica,
senza
mettersi
fiori
all'occhiello.
Ogni tanto penso che avrebbe
potuto
scegliersi un'altra
strada, che so, disegnare (è
un bravo disegnatore satirico)
o scrivere ( scrive benissimo)
insomma fare un lavoro più
vicino al nostro, faticare di
meno e forse avere maggiori
gratificazioni, ma lui è felice
così. E noi con lui.
***fino al '68, alla decisione,
presa con Dario di lasciare il
teatro tradizionale e di
mettere a disposizione il
nostro lavoro per sollecitare
una presa di coscienza.
La
simpatia
per
la
classe
593
operaia non bastava più.
La
lezione ci veniva direttamente
dalle
straordinarie
lotte
operaie,
dal nuovo impulso
che tutti i giovani stavano
dando nelle scuole alla lotta
contro
l'autoritarismo,
l'ingiustizia sociale, le spinte
per un nuovo rapporto con le
classi sfruttate, per creare
una nuova cultura. Dovevamo
smettere
di
fare
gli
intellettuali
che,
comodamente
sistemati
dentro e sopra i propri
privilegi di casta, si degnano,
bontà loro, di trattare anche
i problemi degli sfruttati.
Dovevamo
deciderci
a
metterci interamente al loro
servizio: diventare i giullari
degli sfruttati? Questo voleva
dire andare a recitare in
594
strutture che fossero gestite
da loro, dalla classe operaia.
Ecco perché subito pensammo
alle case del popolo. Facemmo
teatro nelle case del popolo,
nelle piazze, nei bocciodromi,
poi in una capanna di via
Colletta a Milano, alla famosa
palazzina Liberty, sempre a
Milano, che ristrutturammo
completamente e che poi ci fu
tolta.
Sono stati anni di lotte dure,
manifestazioni,
sindacato,
licenziamenti, Vietnam (vedi
biografia), feste dell'Unita,
e i garofani rossi del P. C. I.
ad ogni prima,
e Togliatti
quando è venuto al Teatro
Eliseo 1962 e l'amicizia con
Amendola e sua moglie, e le
migliaia di compagni che si
595
conoscevano, e gli spettacoli
per
le
fabbriche
in
occupazione. . . e . . . e. . .
(pezzo manoscritto dietro la
pagina numero 5 inserto 1
Cinzia)
Ma il mio partito era lì,
immobile,
senza niente
vedere,
capace solo di
sbraitare contro i gruppi che
loro chiamavano gruppazzi. . .
di chiedere che "si facesse
luce" ad ogni atto criminale
sul quale la luce già brillava a
denunziare con evidenza il
colpevole. . . in coda su tutto,
arrancante ed elefantiaco. . .
pieno di case del popolo
svuotate di ogni ideologia. . .
senza più una biblioteca. . .
dove
importante
era
"incassare" fare soldi.
596
Il tutto con la persuasione
che è inutile sollecitare lo
sviluppo
di
una
cultura
proletaria, giacché non esiste
né può esistere. "Esiste una
sola cultura, - dicono quelli "
che sanno ", - al di sopra delle
classi. La cultura è una, così
come è una la una e uno è il
sole
che
splendono
indifferentemente per tutti
quelli che se ne vogliono e se
ne sanno servire.
Facemmo teatro nelle case del
popolo,
nelle piazze,
nei
bocciodromi,
poi in una
capanna di via Colletta a
Milano, alla famosa palazzina
Liberty,
sempre a Milano,
che
ristrutturammo
completamente e che poi ci fu
tolta.
597
Bene,
se penso a quei
momenti - lì - io oggi - beh non mi sembra possibile averli
vissuti. Oggi - che il coma è
finito - Io quella là? Io volevo
morire. Che scema!
Non sono stata normale per
anni. Zitta. Non parlavo più.
Zitta - anche se parlavo seria anche se ridevo. Senza
amore per niente.
Per
nessuno.
Solo
quel
trascinarmi nelle cose senza
entusiasmo. Senza esserci fino "al fondo" di qualche
mese fa.
Per giorni sono stata a
pensare al modo migliore per
uccidermi. All'estero senza
documenti.
Pastiglie;
Macchina-benzina; Overdoseeroina; vene tagliate-bagno;
598
Fon-bagno. Niente mi andava
bene. Volevo morire ma non
trovavo nessun mezzo che mi
soddisfacesse.
Sfinita, dopo sette films visti
in cinque ore, mi sono presa
un libro dei 20 che mi ero
portata appresso con un titolo
assai lontano da quello che mi
sentivo addosso: La coppia
amorosa.
La sfida delle
relazioni umane.
Le prime venticinque pagine le
ho
lette
senza
fare
attenzione ad una sola parola.
Come?
Torna
da
capo.
Rileggere. Pagina 50 e 100.
E: E' finito. Da capo, subito.
Ma chi è questo? Che ha
scritto ancora? Comprare.
Leggere. Rileggere.
Sbagliato.
Tutto sbagliato.
599
Ho sbagliato tutto.
Da capo.
capo.
Ricominciare da
Chi sono? Come mi chiamo?
Nome, cognome, coniugata.
Figli uno. Cosa faccio? Da
dove vengo dove voglio andare.
Ricominciare. A. E. I. U. O.
A. B. C. D. E. F. G. . . MAM. . .
MA. . . mamma. . . papà. .
scuola.
Chiesa.
Dio.
Comunismo.
Sole.
Terra.
Vento. Mare. Amore. IO.
IO. TE. Io e Te. IO e NOI.
NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO.
IO. NOI. AMORE. Nome.
Cognome. Sesso. IO
RACCONTACI
IL
PRIMO INCONTRO
DARIO.
TUO
CON
Le nostre strade s'incontrano
600
ad un certo punto delle nostre
vite,
ma partono da punti
assai diversi.
Io nasco da una famiglia
d'attori girovaghi,
ed ho
debuttato ad otto giorni, ne il
figlio della "Genoveffa di
Brabante", in braccio alla mia
mammma.
Via via che
crescevo,
ho interpretato
tutti i ruoli possibili ed
immaginabili
maschili
e
femminili,
finche,
dopo i
vent'anni ho lasciato la mia
famiglia per seguire mia
sorella Pia che abitava a
Milano in quel tempo ed era
prima attrice giovane con
Renzo Ricci. Il mio desiderio
era di riuscire a mia volta
entrare in una compagnia
primaria.
Un gran salto!
601
Dario
invece,
studiava
architettura al politecnico, e
per
passione
raccontava
favole grottesche agli amici,
racconta oggi,
racconta
domani,
s'è
trovato
scritturato nella compagnia di
rivista,
"Franco Parenti
sorelle Nava". Nella stessa
compagnia c'ero io.
Il
capocomico era di Carlo
Mezzadri, l'allora marito di
mia sorella Pia,
che per
strada ha lasciato il mestiere
d'attrice per aprire una
sartoria teatrale. Oggi Pia è
una affermatissima creatrice
ed esecutrice
di costumi
teatrali. E' arrivata fino a
Las Vega con le sue creazioni.
Ha fatto una figlia, ha scritto
un libro sulla nostra famiglia,
gioca a poker, ama il tennis
602
seguendolo sul teleschermo, la
musica classica, legge molto,
è curiosa,
dimostra un
vent'anni in meno di quelli che
ha, ma quello che più conta, è
che è generosa, spiritosa,
caustica,
insomma è il
personaggio più divertente,
poliedrico
che
io
abbia
intorno.
Ci vogliamo molto
bene. Abitiamo nella stessa
casa,
ci capita anche di
litigare a volte, ma ci siamo
l'una per l'altra, sempre.
E' lì che io e Dario ci siamo
incontrati.
Lui s'innamora
subito di "questa sventola
dolcissima", così mi chiamava.
Si prende un imbesuimento di
terzo grado.
S'innamora
subito, ma se lo tiene per se.
Anzi non mi guarda per niente
603
e se mi guarda non mi vede:
come
fossi
trasparente!
Com'è?! Seni tondi, gambe
lunghe,
capelli
biondi
eccetera eccetara. . . piena di
ragazzi che mi giravano
intorno e lui , 'sto spillungone
anche
bruttino,
(ora
è
bellissimo! ) niente.
Non
faceva una piega!
Non mi
guardi? Ti castigo! Una sera,
si provava lo spettacolo al
cinema Colosseo, l'ho preso
per le mani,
l'ho messo
contro il muro, e gli ho dato
un gran bacio, ma proprio un
bacio bacio!
E mi sono
scoperta innamorata pazza. Il
"da ridere" è che tutto è
successo
per
scommessa.
Siamo andati avanti per due
anni tra baci e litigi. . . .
classico degli innamorati, fino
604
al giorno che ci siamo sposati:
24 giugno 1954 in Sant
Ambrogio!
Dario, metterà una battuta,
per il fatto di essersi sposato
in chiesa (lui,
quasi ateomarxista) addirittura
nello
spettacolo "Gli arcangeli non
giocano al flipper": "Sposato
in chiesa per accontentare
madre di lei molto credente. "
Milano - Teatro Odeon: "Aveva
due pistole con gli occhi bianchi e
neri" commedia in tre atti.
605
Storia ispirata dal famoso caso
"Bruneri e Canella" lo smemorato
di Collegno
ARRIVATA QUI
Debutto a Zagabria,Varsavia,
Parigi, Praga:“Gli arcangeli non
giocano a flipper”.
1961
Va in scena a Parigi “Comica
finale” al Teatro Gramont
REGIA. Altri dati????
All'Arena Teatern di Stoccolma e
a Sofia in Polonia va in
606
scena:“Ladri, manichini e donne
nude".
8 settembre al 25 febbraio Milano – Al Teatro Odeon debutta:
"Chi ruba un piede è fortunato in
amore". Tournée.
Dati statistici: repliche 172, piazze
28 media presene 461 incasso
107.742.262.
VEDERE SE ESISTONO ALTRI
DATI
10 maggio - RAI 2: "Chi l'ha
visto?" 6 PUNTATE, rivista
televisiva con Fo-Rame e altri.
Visto il grande successo ottenuto
607
dalla trasmissione, la RAI affida a
loro
la
conduzione
di
Canzonissima la popolarissima
trasmissione legata alla lotteria
nazionale. L'evento televisivo di
inizio anni sessanta è la nascita
del "secondo programma", detto
familiarmente "il secondo".
Dopo anticipazioni di palinsesto
(n. 2/1961), indiscrezioni sulle
future annunciatrici (n. 15, 30,
40/1961), consigli su "come
provvedere alla conversione
degli apparecchi" (n. 28/1961),
"Sorrisi" può finalmente titolare
"Secondo canale: sipario alzato"
(n. 44/1961), e svelare in
anteprima
i
dettagli
del
battesimo
televisivo:
"Una
piccola
guerra
tra
le
annunciatrici per presentare la
serata
inaugurale
del
4
novembre.
Tre
milioni
a
settimana a Caterina Valente,
vedette dello spettacolo di
varietà della domenica sera. (...)
Vedremo i cacciatori di teste del
Borneo e i fumatori d'oppio della
608
Thailandia in una
"reportages"
di
serie di
viaggio".
Le trasmissioni tivù e i
personaggi più popolari del
piccolo schermo cominciano a
fare concorrenza ai divi di
celluloide e alle stelle della
canzone,
nell'interesse
del
pubblico e sulle pagine dei
giornali. Grande spazio è
dedicato
alla
vicenda
di
"Canzonissima 1962", presentata
da Dario Fo e Franca Rame, e
naufragata dopo poche puntate
fra censure e polemiche. È la
stessa Franca a spiegare le
ragioni dell'abbandono, in una
diario scritto di suo pugno per
"Sorrisi": "Dunque è finita. Da
oggi finisce questo settimanale
colloquio con voi (almeno nella
mia veste di presentatrice di
"Canzonissima") e mi rincresce.
Questo è un rincrescimento
autentico, senza attenuanti,
perché mi ero abituata anch'io al
nostro
appuntamento
di
609
"dopoteatro".
(...)
Delusione, amarezza e anche,
perché no?, rabbia, si sono
alternate nel mio animo fino alle
21 di giovedì 29 novembre; poi,
quando ho avuto la certezza che
non c'era più niente da fare, che
il capitolo di "Canzonissima"
per me e per Dario era
veramente finito, ho sentito
un'immensa serenità, come se
avessi preso un meraviglioso
tranquillante. (...) Io non voglio
entrare
nel
merito
della
questione; se ne occupano Dario
e i suoi coautori, anzi, per dirla
in modo più solenne, la parola è
ai legali" ("È finita la tortura
cinese", Sorrisi n. 49/1962).
11
ottobre
RAI
1:
"Canzonissima" con Fo-Rame.
Dario scrive i testi e cura la regia
con Vito Molinari. Gli sketch di Fo
diventano un caso nazionale,
scatenando violente polemiche. Si
trattano problemi legati alla vita
reale
come
le
malattie
610
professionali dell’intera famiglia di
una casellante, i muratori che
muoiono
precipitando
dalle
impalcature e così via. Per la prima
volta in televisione si odono
pronunciare parole come "morti
bianche", "serrata", "sciopero",
"mafia". La novità lessicale
provoca delle vere e proprie levate
di scudi di politici indignati.
Escono
articoli
FATTO
INSERIRE
FOTO
????
stigmatizzanti che chiedono la
testa degli scellerati responsabili
del programma: volano accuse di
oscenità politica. In particolare
riguardo uno sketch sulla mafia nel
quale una donna siciliana racconta
in
modo
apparentemente
paradossale ad un giornalista il
susseguirsi di ammazzamenti di
sindacalisti, contadini, cronisti
troppo curiosi che a cadenza ad
orologeria vengono eliminati, con
esplosioni che vanno all’unisono
col battere del tempo. Il gioco
satirico determina il finimondo: si
arriva
a
interrogazioni
611
parlamentari. Malagodi, FATTO
INSERIRE FOTO???? senatore
liberale,
interviene
alla
Commissione di Vigilanza sulla
Televisione
del
Parlamento
italiano, protestando perché: "Si
insulta l'onore del popolo siciliano
sostenendo
l'esistenza
di
un'organizzazione
criminale
chiamata
mafia!".
Indignato
prende anche la parola il cardinale
di Palermo, ???, che assicura: “In
Sicilia la mafia non esiste”.
612
La coppia Fo-Rame riceve anche
minacce di morte scritte col sangue
e la tipica bara di legno in
miniatura e minacce di sequestro
ed eliminazione per il figlio Jacopo
di 6 anni, che da quel momento
vivrà sotto scorta della polizia.
FATTO INSERIRE FOTO
Il
successo
popolare
del
programma è incredibile. La
613
direzione della RAI, sotto la
pressione
dei
politici
più
reazionari, inizia a dimostrare un
certo nervosismo preoccupato e,
nonostante i testi siano già stati
approvati dal direttore generale
Dott. Pugliesi, si decide di
revisionare
l’intero
copione:
canzoni, sketch e battute che
alludano, se pur in modo blando, a
fatti di cronaca e ad azioni
politiche vengono drasticamente
eliminate.
Inizia un braccio di ferro con la
RAI sulla censura: poche ore
prima
dell’andata
in
onda
dell’ottava puntata, la direzione
RAI comunica il taglio di tre
sketch. Dario e Franca, ricordando
che erano già stati approvati dal
Dott. Pugliesi, propongono, onde
poter ripristinare con altri scritti le
scene tagliate, di sospendere
l’emissione per una settimana
(adducendo come pretesto una
malattia
di
Fo).
Durante
quest’incontro con due alti
dirigenti, Fo e la Rame vengono
614
velatamente
minacciati,
se
persistono con il voler sospendere
il programma, di denuncia certa
per danni e anche di possibile
arresto. Con molta tensione, con i
loro avvocati
attendono la
decisione RAI che arriva a 15
minuti
dall’inizio
della
trasmissione. O si va in onda con i
tagli o niente.
FO-RAME Decidono per il
"NIENTE".
Un’annunciatrice
a
inizio
trasmissione comunica il loro
abbandono. All’uscita del Palazzo
della Fiera, una gran folla di
spettatori li attende. RITAGLIO
GIORNALE CREDO CORRIERE
Manifestazioni e attestati di
solidarietà sono espressi in
centinaia e centinaia di telegrammi
e lettere. FATTO INSERIRE
TELEGRAMMI La RAI tenta, ma
non riesce, di sostituire Fo e Rame
con altri presentatori, poiché tutti
gli attori italiani e stranieri tra i
quali Ives Montan interpellati,
seguendo le indicazioni della SAI
615
(Sindacato-attori) rifiutano l’atto di
crumiraggio.
CONTRoLLARE SU STAMPA o
archivio ??? Si arriva all’azione
legale: ABBIAMO QUALCOSA
RISPETTO AL PROCESSO? CI
DEVE ESERE MATEIALE IN
ARCHIVIO nei primi due processi
i giudici danno ragione alla coppia
Fo-Rame e impongono alla RAI di
risarcire i danni materiali. Si
giunge al terzo processo: il
tribunale rimanda il tutto alla
Cassazione. Quindi (era da
aspettarselo) il tribunale superiore
rovescia il decreto e dà ragione alla
RAI e torto alla coppia Fo-Rame:
devono rimborsare i danni subiti
dall’Ente Rai.
Per 16 anni la coppia degli autoriattori sarà totalmente esclusa sia
dai programmi radiofonici e Tv, a
quei tempi monopolio esclusivo
dello Stato Democristiano, che
dalle campagne pubblicitarie. Cioè
la RAI rifiuta di mandare in onda
la loro voce e la loro immagine
indipendentemente dal contesto in
616
cui si propongono, anche quelle
inerenti a caroselli o spot
pubblicitari di qualsiasi tipo.
Inoltre la direzione INCASINATO
RAI vieta che l’annuncio dei loro
spettacoli teatrali o canori,
riguardanti la critica tradizionale,
vengano posti in rete.
Per 16 anni il nome Fo-Rame non
sarà
mai
pronunciato
in
televisione.
617
La coppia Fo-Rame riceve anche
minacce di morte scritte col sangue
e la tipica bara di legno in
miniatura e minacce di sequestro
ed eliminazione per il figlio Jacopo
di 6 anni, che da quel momento
vivrà sotto scorta della polizia.
FATTO INSERIRE FOTO
Il
successo
popolare
del
programma è incredibile. La
618
direzione della RAI, sotto la
pressione
dei
politici
più
reazionari, inizia a dimostrare un
certo nervosismo preoccupato e,
nonostante i testi siano già stati
approvati dal direttore generale
Dott. Pugliesi, si decide di
revisionare
l’intero
copione:
canzoni, sketch e battute che
alludano, se pur in modo blando, a
fatti di cronaca e ad azioni
politiche vengono drasticamente
eliminate.
Inizia un braccio di ferro con la
RAI sulla censura: poche ore
prima
dell’andata
in
onda
dell’ottava puntata, la direzione
RAI comunica il taglio di tre
sketch. Dario e Franca, ricordando
che erano già stati approvati dal
Dott. Pugliesi, propongono, onde
poter ripristinare con altri scritti le
scene tagliate, di sospendere
l’emissione per una settimana
(adducendo come pretesto una
malattia
di
Fo).
Durante
quest’incontro con due alti
dirigenti, Fo e la Rame vengono
619
velatamente
minacciati,
se
persistono con il voler sospendere
il programma, di denuncia certa
per danni e anche di possibile
arresto. Con molta tensione, con i
loro avvocati
attendono la
decisione RAI che arriva a 15
minuti
dall’inizio
della
trasmissione. O si va in onda con i
tagli o niente.
FO-RAME Decidono per il
"NIENTE".
Un’annunciatrice
a
inizio
trasmissione comunica il loro
abbandono. All’uscita del Palazzo
della Fiera, una gran folla di
spettatori li attende. RITAGLIO
GIORNALE CREDO CORRIERE
Manifestazioni e attestati di
solidarietà sono espressi in
centinaia e centinaia di telegrammi
e lettere. FATTO INSERIRE
TELEGRAMMI La RAI tenta, ma
non riesce, di sostituire Fo e Rame
con altri presentatori, poiché tutti
gli attori italiani e stranieri tra i
quali Ives Montan interpellati,
seguendo le indicazioni della SAI
620
(Sindacato-attori) rifiutano l’atto di
crumiraggio.
CONTRoLLARE SU STAMPA o
archivio ??? Si arriva all’azione
legale: ABBIAMO QUALCOSA
RISPETTO AL PROCESSO? CI
DEVE ESERE MATEIALE IN
ARCHIVIO nei primi due processi
i giudici danno ragione alla coppia
Fo-Rame e impongono alla RAI di
risarcire i danni materiali. Si
giunge al terzo processo: il
tribunale rimanda il tutto alla
Cassazione. Quindi (era da
aspettarselo) il tribunale superiore
rovescia il decreto e dà ragione alla
RAI e torto alla coppia Fo-Rame:
devono rimborsare i danni subiti
dall’Ente Rai.
Per 16 anni la coppia degli autoriattori sarà totalmente esclusa sia
dai programmi radiofonici e Tv, a
quei tempi monopolio esclusivo
dello Stato Democristiano, che
dalle campagne pubblicitarie. Cioè
la RAI rifiuta di mandare in onda
la loro voce e la loro immagine
indipendentemente dal contesto in
621
cui si propongono, anche quelle
inerenti a caroselli o spot
pubblicitari di qualsiasi tipo.
Inoltre la direzione INCASINATO
RAI vieta che l’annuncio dei loro
spettacoli teatrali o canori,
riguardanti la critica tradizionale,
vengano posti in rete.
Per 16 anni il nome Fo-Rame non
sarà
mai
pronunciato
in
televisione.
1963
Teatro Municipale di Modena Fo
realizza la regia, "Gli amici della
battoneria" TROVARE TITOLO
ORIGINALE di Marcel Achard
(riadattamento di Fo dal testo
originale
francese)
con
la
Compagnia autonoma Cornica???
Ditta: Elena Cotta e Carlo
Alighiero.
Partecipano
alla
commedia anche Pia Rame e Gigi
Pistilli. La commedia verrà
presentata in 14 piazze con 32
repliche registrando un incasso
lordo di L. 92.620.083
1963 6 settembre – 20 marzo
Milano – Al Teatro Odeon va in
622
scena la commedia scritta durante
l’estate: "Isabella, tre caravelle e
un cacciaballe" .
Quest’opera satirica è frutto di
ricerche documentate sulla grande
impresa di Cristoforo Colombo,
sulle
difficoltà
incontrate
nell’allestimento della spedizione e
sui compromessi, sulle scaltrezze
messe in atto dallo scopritore e di
contro dalla corte di Spagna, dai
consiglieri regali, spesso legati al
623
mondo clericale locale e romano.
FOTO
Si tratta dell'inizio di una vasta
inchiesta storico-politica che si
estenderà per lunghi anni sulla
storia e sui "dogmi" della cultura
dominante e le relative lotte dei
sottomessi
nel tentativo di
arginare la costante sopraffazione
del
potere.
Lo
spettacolo,
fortemente demistificatore della
"storia scolastica" e della retorica
militarista e patriottica, viene
duramente contestato da destra;
Dario e Franca, a Roma, vengono
aggrediti, all'uscita del Teatro
Valle, da un gruppo di fascisti, e in
altre città - come azione di
disturbo – arrivano telefonate
durante
gli
spettacoli
che
annunciano l’imminente scoppio di
una bomba.Solo la presenza di
gruppi di operai, studenti e
militanti della sinistra garantisce
che le rappresentazioni continuino.
Tournée.
1963 Helsinki (Finlandia) data va
in scena "Chi ruba un piede è
624
fortunato in amore" allestito dalla
Compagnia del Lilla Theater con
la regia di Fo, direttrice
dell’equipe Vivica Bandler.
1964
Al teatro Odeon di Milano dal 4
settembre a fine maggio, va in
scena “Settimo: ruba un po’
meno”, commedia in due atti.
Scritto e dedicato a Franca.
Il suo nome, come protagonista, è
stampato sul frontespizio del testo.
L’attrice si ritrova qui a
interpretare il ruolo di un
personaggio del tutto insolito: una
becchina in servizio al camposanto
Monumentale di Milano.
La
strana casque mort, che spesso si
ubriaca per sopportare il clima
dell’ambiente in cui opera, è la
classica ingenua un po’ sciocca
della
commedia
dell’Arte.
Rimanendo nella tradizione degli
antichi comici italiani, essa
all’improvviso
dimostra
di
possedere
un senso quasi
metafisico della vita e dei suoi
625
valori. Senza battere ciglio si
esibisce
in
sconvolgenti
metamorfosi. Così la vediamo nei
panni di una prostituta, poi di una
suora e perfino nel ruolo di una
irriducibile pasionaria di stampo
anarco-socialista. FOTO
O
ARTICOLO O RECENSIONE
I temi svolti nella commedia si
riferiscono alla valanga di
corruttele, intrallazzi, furfanterie
che iniziavano a diventare
normale costume già fin d’allora
(quasi quarant’anni fa). Così
assistiamo alla grottesca ma,
ahimè, reale sfilata delle varie
amministrazioni
pubbliche
e
private coinvolte in un carosello di
tangenti che facevano esclamare al
pubblico indignato: “Ma in che
mondo stiamo vivendo?”. Di certo
né gli spettatori né noi stessi ci
aspettavamo che quello fosse solo
un gentile preambolo. Ma non è da
credere che si trattasse solo di una
gioiosa satira. In verità si scopriva
essere una commedia fortemente
provocatoria e carica di una satira
626
graffiante. Debutta nella nostra
compagnia Mariangela Melato nei
panni di una giovane prostituta che
fa da maestra di vita alla Becchina.
Turnée.
Dati statistici: Repliche: 171,
incasso lordo: L.147.777.783,
media spettatori giornaliera: 637.
1965
“Settimo: ruba un po’ meno” va
in scena a Zagabria, regia di
Anton Marti.
METTEREI MANIFESTO si trova
cercando ZAGABRIA
dal 10 settembre a….
65Teatro di Sarajevo mette in
scena “La colpa è sempre del
diavolo”,
Dopo soli tre mesi (il tempo di
scrivere una nuova commedia) la
compagnia debutta sempre al
Teatro Odeon di Milano con: "La
colpa è sempre del diavolo".
627
Commedia
ambientata
nella
Milano medioevale dei Visconti,
FOTO
ARTICOLO
O
RECENSIONE VEDERE
DOVE CI SIA LA STORIA con
scene truculente di ammazzamenti
contrappuntate da Sabba, con
diavoli nani diabolici e streghe.
Tournée.
Trovare
dati
amministrativi.???
Dopo la clamorosa rottura
628
per Canzonissima, la TV ci era
proibita, ma c'era sempre il
teatro. Nel '63 ci fu il nostro
spettacolo
su
Colombo
"Isabella, tre caravelle e un
cacciaballe", che quest'anno
verrà presentato per le
Colombiadi,
in spagnolo a
Valencia,
con la regia di
Arturo
Corso
e
anche
trasmesso dalla II rete in
ottobre.
L'anno
dopo
"Settimo ruba un po' meno" e
via via,
ogni anno uno
spettacolo nuovo, di successo,
fino al '68, alla decisione,
presa con Dario di lasciare il
teatro tradizionale e di
mettere a disposizione il
nostro lavoro per sollecitare
una presa di coscienza.
Non
ne
parlo
volentieri.
629
Sono passati quasi 20 anni,
ma mi basta un niente per
ritrovarmici dentro di colpo.
Nessuna donna che abbia
subito
violenza
sessuale,
potrà
mai
staccarsi
completamente
da
quel
momento orribile.
Sono stata caricata su di un
furgoncino da tre individui e
poi scaricata
stravolta e
sanguinante
vicino
alla
metropolitana di via Dante.
Non ho detto a nessuno quello
che
mi
era
realmente
accaduto.
Nemmeno a mio
marito.
L'umiliazione della
violenza sessuale, lo sfregio,
era sopratutto per lui e per
mio figlio. No, me ne sono
stata zitta: più dignitose "le
botte". Mi sono tenuta tutto
630
dentro, ma ho sbagliato. Il
non
averne
parlato
con
nessuno , l'essermi tenuta
tutto dentro (anche se tutti
avevano intuito quello che
realmente mi era successo) mi
teneva
in
una
continua
tensione. Un caro amico, il
professor MACACCARO, che
mi era stato molto vicino con
gli avvocati in quei giorni così
pesanti, mi ha consigliato un'
analista donna, ma io non me
la sono senita. Dopo tre anni
ho deciso di scrivere quanto
mi era successo. . . Senza una
parola ho passato i fogli a
Dario. Li ha letti. Senza una
parola mi ha abbracciato.
Finalmente ce l'avevo fatta!
Un nodo, il primo, si era
sciolto. Poi, in appoggio alla
campagna
che
si
stava
631
facendo in quegli anni per
l'approvazione di una legge
contro la violenza sessuale,
ho deciso di portare quanto
avevo scritto in teatro. Andai
di colpo in scena,
senza
provarlo (non riuscivo) e senza
che nessuno della compagnia lo
sapesse. Solo Dario ed io ne
eravamo
al
corrente.
All'ultimo momento, invece di
recitare
"il
risveglio"
annunciai un brano nuovo. " Ho
trovato questa testimonianza
su di un giornale e ve la
recito" Da quella sera ho
replicato "lo stupro" (questo
è il titolo del brano) almeno
duemila volte. E via, anche il
secondo
nodo
si
stava
sciogliendo. Mio figlio dice:
"sei andata in analisi davanti a
migliaia di persone. " Poi l'ho
632
recitato anche in Fantastico,
quello di Celentano. E' andata
così.
Gli atti di violenza
sessuale contro ragazze erano
all'ordine
del
giorno.
Processi,
stupri,
violenze
fisiche e morali contro le
donne.
Sono sempre più
impegnata in questo campo.
Propongo il brano a Celentano.
Accetta. Ci sono resistenze
da parte della prima rete, ma
lui ha un contratto di ferro. e
alle 20, 30 finalmente mi
comunicano
che
prenderò
parte alla trasmissione. . La
voce è circolata in sala
stampa.
Due giornaliste
vengono in delegazione e mi
chiedono
una
conferenza
stampa dopo la trasmissione.
Va bene.
Eseguo il brano,
precisando come sempre che è
633
una testimonianza di una
donna che ho trovato su di un
giornale. Sono molto tesa. I
fotografi non stanno fermi un
attimo.
Per riuscire ad
arrivare alla fine mi devo
concentrare completamente.
Ci sono dentro in pieno.
Soffro come allora. Rabbia,
umiliazione,
terrore.
Un
brutto
momento.
Alla
conferenza stampa qualcuno
accenna al fatto che quella
storia era la mia. ( a suo
tempo ci fu gran chiasso e
solidarietà sui giornali) Ho
negato molto decisa ma
egualmente qualcuno privo di
sentimenti e di rispetto me
l'ha attribuita sui giornali del
giorno dopo. Per me è stato
duro. Fin che la gente non
sapeva,
diciamo,
magari
634
qualcuno lo intuiva ma con me
non ne parlavano, io potevo
portare quell'esperienza in
teatro, ma da quando si è
saputo ho deciso di non farlo
più.
Non avrei potuto,
a
parte che sarebbe stato
anche di cattivo gusto.
Sala 8 - 8 - 93
Non è per riprendere vecchi
discorsi, ne per recriminare,
ma alla tua lettera devo una
risposta, per tutti e due.
Parto dicendoti subito che non
sono in guerra con te. Sono
calma e tranquilla, come sai
dormo
addirittura
senza
sonnifero, ed erano anni che
non succedeva. Ma come ti
dissi in una telefonata il
giorno del mio compleanno
635
(che per almeno una decina
d'anni ho passato da sola - la
prima volta è stato per la
storia con Maria, la maestra
di ginnastica che stava ad
Alcatraz) la situazione da
marremotata com'è non può
più, col passar del tempo
ristabilirsi tranquilla, come è
sempre successo. "Tra un po'
le passa. ".
Non più, alle
stesse condizioni.
Per pochi minuti mi occorre la
tua attenzione.
Fai uno
sforzo, ma concedimela tutta.
Vorrei che per una volta le
mie parole non ti passassero
davanti agli occhi, come
sempre è capitato in passato,
ma che ti entrassero nel
cervello.
Il contenuto della tua lettera,
636
come tu stesso dici, è identico
al contenuto di altre, ripeti le
stesse cose che mi dici da
anni, e senza offesa, ritengo
le tue, lacrime da coccodrillo.
Io, con questa mia, cercherò
di fare un passo avanti,
nell'ultimo
tentativo
di
raggiungere un accordo.
Tu: "Non ho mai smesso di
volerti bene, anzi di amarti
come la persona più cara
importante insostituibile che
io abbia mai conosciuto". . .
"sei l'unica donna che conti
per me". Beh. . . per troppe
volte
mi
hai
cancellata
completamente, (e non sto
drammatizzando, ti assicuro)
per crederci.
Il fatto che tu ti sia dato da
fare nel lavoro per aiutarmi,
637
non è così importante per me,
dal momento che m'hai tolto
l'essenza del rapporto tra di
noi, cioè l'amore. Non parlo di
quello fisico, anche se è
importatnte.
E non mi
giudicare ingrata.
Per le tue storie d'amore
chiedi
il
perdono,
vuoi
l'assoluzione.
Ti perdono, ma non posso
cancellare
25
anni
di
solitudine e morte. (Non l'hai
mai provato, quindi non puoi
sapere fin dove può arrivare
la disperazione.
Meglio
sarebbe stato morire quando
ci ho provato. A tanto sono
arrivata, ma tu non ne hai
tenuto conto: non sono per te
importante
come
dici,
credimi). Peggio per me se
638
non sono stata capace di
risolvere la mia vita per il
meglio.
Non ti posso
rimproverare
perché
hai
smesso d'amarmi.
Mi
chiedi
di
aiutarti.
Volentieri, ma a me, chi mi
aiuta?
Chiedi
di aiurtarti a
diventare migliore, sereno e
disteso. Devi trovarla dentro
di te la serenità, a 'sto punto
io non ci posso fare più niente.
Non ti chiedo di rinunciare
alle tue storie, (hai detto a
Ja. che senza ragazze muori)
ma se vuoi continuare a stare
con me devi viverle con
misura,
per
Dio,
senza
conseguente perdita di testa
e cadute verticali, condite di
intollerabili
meschinità,
639
perdita di stile, e il tutto sulle
mie spalle.
E c'è dell'altro: il non tenere
conto che faccio questo lavoro
da una vita, (64 anni) il farmi
osservazioni (e nota bene, solo
quando siamo in pubblico. Il
culmine l'hai raggiunto con il
Ruzzante)
come ad
una
principiante, m'è diventato
insopportabile.
Non che io
disdegni i tuoi suggerimenti,
le
tue
indicazioni
per
arroganza, no, è che esigo
siano intelligenti: non mi puoi
spiegare il significato di una
battuta traducendomela dal
dialetto.
E' una vita che
preparo la traduzione dei tuoi
testa per noi e per Einaudi e
per Giunti. Sei ancora lì, dopo
40 anni di lavoro insieme a non
640
aver capito che io, se non so la
parte, non parlo. Non sarebbe
ora di smetterla di fare il
"regista" con me e non
mettermi
sempre
in
inbarazzo?
Io ti porto rispetto e quindi lo
pretendo per me.
Questo è il punto a cui è
arrivata la nostra situazione.
Perché continui a vivere e a
lavorare con te, occorre che
tarriviamo ad un accordo e
rispettarlo.
Se non ho la garanzia di non
trovarmi mai più in queste
tristissime situazioni, donne,
lavoro, non ci sto. Se non te
la senti di darmi la certezza
di poter invecchiare con un
po'
di
serenità,
lascia
641
perdere.
Non
ci
dividiamo
(una
separazione alla nostra età. . .
c'è anche il senso del ridicolo.
. . C'è anche Jacopo al quale
non
intendo
dare
più
malinconie
e
dolori)
continueremo a vivere insieme
come
fanno
tanti
altri
disperati.
Sì, anche noi,
separati in casa! Siamo tanto
moderni!
Se anni fa mi
avessero fatto vedere il film
di questa nostra vita, non ci
avrei
proprio
creduto.
Pazienza.
Non ho rancore alcuno nei tuoi
confronti, sono andata oltre. .
.
Sappiami
dire,
tenendo
presente che così com'è, la
storia,
non
m'interessa
642
davvero più.
Vi mando un pezzettino della
mia
biografia
che
sto
scrivendo che chissà quando
riuscirò a terminare. Forse
può servirvi.
Attenzione,
sinistra a
rileggerla.
è scritta da
destra senza
Forse ora posso correre
all'inizio della mia vita.
L'unico posto, luogo dove io mi
senta a mio agio è il
palcoscenico. No, non per via:
ama
la
polvere
del
palcoscenico.
No.
Sono
allergica alla polvere, alle
banalità, alla rettorica. Sto
bene in palcoscenico perché è
casa mia.
In qualsiasi città
643
mi trovi, quando sono in teatro
sono a casa. Entrando nella
hall di un teatro, non m'è mai
capitato
di
dovere
chiedere"scusi,
dov'è
il
palcoscenico?"Conosco
automaticamente la strada,
dove sono i camerini, il
gabinetto.
"Ma ci sei già
stata qui?""No, è la prima
volta""Non ti credo" -"Sì,
forse ci sono già stata".
Sto bene nei camerini, anche
se squallidi.
No, non li
addobbo con sete colorate.
L'ho fatto qualche volta.
senza
accorgermi
andavo
dietro all'onda, voglio dire alle
usanze degli attori, ma erano
100 anni fa. Poi ho scoperto
che non mi ci trovavo con
QUEGLI addobbi intorno, non
644
sentivo
il
bisogno
di
ricostruirmi il "salotto"di casa
mia, anche se il camerino era
un cesso.
E DIO sa quanti
camerini "cesso" trovano gli
attori nei teatri e nei cinema
di casa nostra. L'unica cosa
alla quale non rinuncio è la
luce.
"Lino! ! (è il tecnico
delle luci)
La luce"Lino arriva e mi piazza
certi 5OO da accecare. Io ci
sto bene.
La luce e il mio
baule, ora i miei bauli. Mi
piacciono i miei bauli. E' un
classico
baule
armadio
d'attori,
verde
fuori
a
fiorellini l'interno.
Ci sono i
cassetti e nei cassetti di
tutto:
golf,
libri,
fogli,
macchina
da
scriverecomputer, pennarelli, lettere
645
e cianferi d'ogni genere.
Il
primo baule della mia vita l'ho
comperato a rate nel 51, non
appena arivata in compagnia
primaria. Dentro non c'era
quasi niente,
ma quel
sacramento, che si apre
all'impiedi dividendosi in due e
diventa un armadio, con
cassetti e reparto per i
cappotti,
con
tanto
di
targhetta in metallo con il mio
nome, mi
dava una gran
sicurezza. Per la verità era
una sicurezza del tutto
speciale: la sicurezza di avere
anch'io il baule come tutti gli
altri.
Credo che quella sia
stata l'unica sicurezza di
quesgli anni e per molti anni
dopo. Credo anche di essere
la persona più insicura che io
conosca. Il mio baule, il suo
646
contenuto, il camerino il
palcoscenico: sono a casa. Io
non mi consiero un'attrice.
Sono "anche " un'attrice. In
casa mia ho imparato tutto
quello che può servire per
poter fare questo lavoro:
attrice, elettricista, fonico,
costumista,
trovarobe,
direttore di scena, servo di
scena,
piazzare le
luci,
suggerire, sarta, vendere i
biglietti,
truccare,
pettinare, ballare, cantare
(sono un po' troppo timida,
seppur molto intonata! Me l'ha
detto Giovanna Marini, e se lo
dice lei. . . )la ricerca delle
piazza l'amministratore, fare
un borderò, (ora è però
diventato difficilissimo) Ogni
giorno cambiavamo piazza,
(dico piazza per dire "paese",
647
non recitavamo in piazza ma in
locali chiusi, teatri, cinema,
oratori, quindi ogni giorno si
dovevano montare -26-scene e
luci. Anche i nostri costumi
erano belli. Figuriamoci! Mio
padre, tramite l'amico Lualdi,
li comperava in blocco dal
Teatro della Scala. E se per
un nuovo testo mancava
qualche
costume,
ce
lo
facevamo
in
quattro
e
quattrotto.
Mia madre,
maestra diciottenne, figlia
dell'ingegnere del comune
dove risiedeva (Bobbio) e di
una
casalinga
si
era
innamorata
di
questo
"girovago marionettista"che
un giorno era passato di lì, e
con grande scandalo dalla
famiglia-(povera come l'acqua,
ma di una classe sociale
648
superiore a quella di mio
padre)e del paese se l'era
sposato.
Mia madre, era
bellissima e quando dico
bellissima
voglio
proprio
dire"bellissima"senza artificio
alcuno.
Nessuno di noi, quattro figli,
pur assomigliandole,
s'è
avvicinato a tanto; Bellissima,
giovane, innamorata, aiuta
Domenico
(il
marito)
e
Tommaso (fratello del marito
e Stella, (sorella del marito)
in tutto quello che può .
Cerca con tutte le sue forze
di adeguarsi alla nuova vita,
tanto diversa da quella che
aveva condotto sino a quel
giorno. Non sa manovrare le
marionette, ma si ingegna a
vestirle. Poi, più avanti, dirà
649
qualche battuta.
Con
l'avvento del cinema (1920)) i
due fratelli intuiscono che "il
teatro delle marionette" sarà
presto
messo
in
crisi,
subissato, da questo nuovo
fantasctico
mezzo
di
spettacolo.
Decidono un
cambiamento
radicale(con
grande dolore del nonnno Pio,
un amate di Garibaldi, l'unico
ritratto in nostro possesso lo
raffigura
vestito
e
somigliante
all'eroe!
)"
Entreremo in scena noi, al
posto
delle
marionette,
reciteremo
noi
inostri
spettacoli "Così mio padre con
la propria famiglia aggiunta
alla famiglia di mio zio
Tommaso si sostituiscono ai
pupazzi di legno, vere e
proprie sculture, tre delle
650
quali sono esposte al Museo
del teatro della Scala di
Milano. E quando inizieranno
a recitAre di" persona", a
portare
loro
stessi
in
palcoscenico
i
testi,
i
personaggi che avevano fino
allora interpretato muovendo
e doppiando pupazzi di legno,
lei, la mia mamma, diventa la
prima attrice della compagnia.
Un'attrice che di giorno
tirava su i figli, li faceva-28studiare, si occupava della
casa, e come una più che
provetta caslinga( a tutti gli
effetti)teneva
l'amministrazione
della
compagnia come fosse quella
di
un
normale
menage
familiare, si occupava dei
costumi, aveva imparato pure
a cucire, e alla sera, via! , E
651
Giulietta e Tosca, e la Suora
Bianca, e la Fantina dei
Miserabili, tutti -28- ruoli che
via via, abbiamo interpretato
anche noi figlie e le cugine
Ines e Lucia.
Percorro così
l'apprendistato dei teatranti
interpretando via via che
cresco, tutti i ruoli maschili e
femminili adatti alla mia età.
Il vantaggio della compagnia
di mio padre rispetto alle
altre compagnie di giro, (così
si chiamavano le piccole
compagnie di provincia) è
l'invenzione di impiegare tutti
i trucchi scenici del teatro
magico delle marionette, nel
"teatro
di
persona"":
montagne che si spaccano in
quattro a vista, palazzi che
crollano, unn treno
che
appariva piccolissimo lassù
652
nella montagna e che man
mano
che
scendeva
s'ingrandiva fino ad entrare in
scena con il muso della
locomotiva
a
grandezza
naturale. Mari in tempesta,
nubi che solcavano minacciose
il cielo tra lampi e tuoni, gente
che volava. scene in tulle in
proscenio, che illuminate a
dovere ti facevano vedere
come
era
il
paradiso.
Insomma tutti gli espedienti
tecnici
dell'antico
teatro
seicentesco dei Bibbiena, che
viveva ancora, dentro la
scenotecnica
delle
marionette.
soltanto che in
quel teatro tutto era stato
miniaturizzato, si trattava
adesso
di
eseguire
una
operazione da Gulliver alla
rovescia: da minuto che era
653
ingrandire
ogni
oggetto,
aggeggio, marchingegno fino a
renderlo identico alla realtà.
In questa nuova veste"il
teatro
di
persona"
la
compagnia di mio padre
realizza
un
successo
insperatoo.
Si lavora come
sempre a tempo pieno.
Mio
padre , il capo, con il ruolo di
primo attore, menager P. r.
, lo zio Tommaso nel ruolo
dell'antagonista, del comicobrillante a secondo dei testi e
di
drammaturgo-poeta
di
compagnia;le mogli, i figli, gli
attori scritturati;i dilettanti
gli amici componevano la
nostra compagnia.
Giravamo cittadine, paesotti e
paesini del nord Italia su di
una corriera che chiamavamo
654
"Balorda"
a
causa
del
comportamento bizzarro che
aveva, che più che al suo
cattivo
carattere
andava
attribuiito agli anni. In certi
paesi nei quali ad una certa
ora del giorno si passava, nei
turnichè
particolarmente
ripidi, c'erano sempre dei
ragazzi che ci aspettavano.
Ci spingevano fra tante risate,
poi la sera ci raggiungevano ed
entravano
a
godersi
lo
spettacolo gratis.
"Siamo
quelli che abbiamo spinto. "
"Passate". Mio padre, amava
la Balorda , e zingarone
com'era, gioiva tutto nel
vedersela rilucente di colori
sgargianti.
Mia madre, ogni volta che lui
le cambiava colore: "non
655
sposeremo mai le nostre figlie
! " "Hai ragione Milietta.
domani le cambio colore"E
l'indomani quando "Emilietta"
si affacciava in cortile, ecco
la
Balorda
ridipinta:
d'argento! "Non sposeremo
mai le nostre figlie! "Arriva la
guerra, finisce la guerra.
Bombardamenti
non
ne
avevamo avuti.
Qualche
bomba sulla fabbrica di aerei:
la Macchi,
lontana
dal
centro, alla periferia di
Varese, a Masnago. Ricordo a
proposito di questo paese, una
sera che si tornava a casa
dopo lo spettacolo veniamo
fermati, sia noio che tutti
quelli che
passavano per
quella strada dopo di noi, da
un gruppo di fascisti e S. S.
Ci hanno fatto entrare in un
656
cortile, (era quello dove
anbitava
uno
dei
nostri
dilettanti, chisamato"luigino
cassa da morto, perché suo
padre le fabbricava) dove
siamo stati per ore bloccati.
Solo all'alba ci hanno lasciati
andare.
Non è stato per
niente drammatico.
L'aria,
nonostante i tedeschi era di
festa
a
causa
della
inconsuetudine
dell'avvenimento.
Si sà, i
giovani trovano sempre la
maniera di di superare le
tensioni. Sarebbe però, tanta
allegia finita in tragedia se
quell'alba avesse portato la
notizia
di
una
missione
tedesca andata male.
Ci
avrebbero
fucilati
tutti.
l'abbiamo
saputo
qualche
giono dopo.
Per fortuna
657
l'abbiamo scampata.
Altre
volte,
capitava
che
ci
fermassero dei partigiani.
Non
dicevano
"siamo
partigiani"
ma
erano
in
borghese con i mitra "Signor
Rame, ci dà un passaggio?" Li
facevamo salire.
Più avanti
capitava
d'incontrare
picchetti fascisti che ci
fermavano. Ci conoscevano.
Avevamo un permesso speciale
per il coprifuoco.
"Buona
sera signor Rame.
Com'è
andata?" "Benissimo! " "buona
notte.
"Ce
ne
andavamo;nonostante il buoio,
sicuramente pallidi.
Si
riprendeva a cantare con più
forza di prima.
E anche i
poartigiani
cantavano.
Gridavano
più
di
tutti.
(ricordarsi inserire malattia-
658
corso infermiera-morte
padre)
del
A 20 anni, seguendo l'esempio
di mia sorella Pia e mio
fratello Enrico, lascio la
nostra compagnia e inizio la
mia carriera nel mondo
"ufficiale" dello spettacolo.
Si possono immaginare le
difficoltà di una simile scelta
in quel periodo del dopoguerra
, siamo negli anni 50 e quindi
alterno momenti neri a buone
scritture nelle compagnie di
varietà più famose.
E'
proprio in una di queste
compagnie che
conosco il
Dario Fo, anche lui alle prime
armi, che s'innamora subito di
questa "sventola dolcissima",
(così mi chiamava)e si prende
una
cotta
da
659
imbesuimento(così dice lui): "7
giorni a Milano", ditta: le tre
sorelle Nava e Franco Parenti.
M'é piombata addosso, é
propio il caso di dirlo senza
che la cercassi, ne sollecitassi
nulla, per averla. Parlo di lei,
della notorietà.
Di questo
mio mestiere non me ne é
importato mai niente.
Si
stenta a crederlo, ma é così.
non ho mai mosso un dito per
avere di più, anzi, tutto quello
che negli anni ho ricevuto, di
cui ho beneficiato, l'ho avuto,
"nonostante me". Ora che ci
penso bene, e mi sconcerto,
non posso nascondermi di non
aver mai desiderato qualcosa
in particolare. Non ricordo di
aver mai detto, ne pensato"se
potessi avere. . "vorrei""per
avere quella cosa farei. . "E
660
non perché avessi tutto, chi
mai ha tutto? Qualcosa certo
l'ho desiderato, che so, che
non mi si ammalasse nessuno
in famiglia, che mia madre non
morisse mai, che i miei figli
stessero bene. . .
ma
insomma, tutte cose, normali.
Del resto, pellicce, vestiti,
gioielli,
parti,
partone,
niente.
Forse perché mi
arrivava tutto di da solo.
Forse perché non mi restava il
tempo di desiderarle.
Beh
questo può valere per quando
ho iniziato a guadagnare, ma
per prima?Era così anche
prima?Sì. Era così. Forse mi
ci vuole uno psicanalista.
Dicevo che m'é piombata
addosso la"notorieta", non che
mi dispiacesse, una certa sera
a Cesena. Compagnia Franco
661
Parenti e le tre sorelle Nava.
Io dicevo una battuta: "Il
Coriolano é in cinque atti", ma
ero lunga, bionda, con i seni
rotondi, e mi si vedeva. Alla
fine dello spettacolo, si
presenta in camerino un tipo
con
macchina
fotografica"sono
un
giornalista posso farle una
foto?Posso dire che un
produttore
americano
la
lancerà come la Rita Haiwort
italiana?"
662
1953. Con Franco Parenti e
Giustino Durano Dario scrive il
"Dito nell'occhio" testo di
critica-34- politica e sociale
che fece grande scalpore e
per i contenuti e per lo stile di
treatro ben diverso dagli
steriotipi del teatro così
detto "leggero" di quegli anni.
Lo
spettacolo
ha
un
grandissimo successo e gira
per una stagione intiera tutta
Italia.
Io debutto con loro
nella
stagione
invernale.
(ricordarsi
"spettacolo
sconsigliato"
fuori
dalle
chiese. )
1954 -giugno . Dario debutta
al Piccolo Teatro sempre con
Parenti e Durano con un altro
testo scritto da loro: "I sani
da legare".
Io ho un gran
663
magone, perché Parenti non mi
vuole in compagnia;Lo capisco
anche
se
nessuno
esplicitamente me lo dice.
Ma ad un certo punto Dario,
con
molto
imbarazzo
e
malinconia,
nel bar di una
piazzetta vicino a casa mia,
me lo
comunica, ma in
contemporanea mi chiede di
sposarlo. Lui dice di no, nega,
ma io sostengo, conoscendolo,
che mi ha chiesto di sposarlo
per pareggiare il dolore che
sapeva
che mi avrebbe
procurato l'essere scartata.
1954- 24 giugno. Ci sposiamo.
In
sant'Ambrogio!
Dario
metterà il fatto di essersi
sposato in chiesa addirittura
ne"gli arcangeli non giocano al
664
flipper": "sposato in chiesa
per accontentare
madre di lei molto credente".
Il
matrimonio
è
stato
bellissimo.
La notte prima
l'ho passata sveglia non per
l'emozione,
ma
perché
stavamo nel lettone della mia
mamma in cinque.
Io e
quattro amiche venute da
Varese per farmi festa.
E a chiaccherare a ricordare,
a ridere.
E' stata una
bellissima notte. La mattina
è arrivato il Felice, padre di
Dario, con una macchinona
presa a nolo, scendo le scale
della casa della mia mamma e
lì, tutti gli inquilini -35-del
palazzo a buttarmi manciate
di riso. . a farmi gli auguri,
a strigermi la mano. . e io.
665
. giù a piangere. Poi arrivo
in chiesa. I giornali avevano
da giorni annunciato le nostre
nozze, quindi, folla, fotografi
oltre ai parenti e agli amici. e
un'amica , che forse non mi
era tanto amica, mi allunga,
proprio un secondo prima che
entrassi in chiesa, davanti a
tutti un magnifico buchè: gigli
simbolo di purezza.
Facevo
l'amore con Dario da due anni,
senza nasconderla altri che
alla mia mamma, e questi gigli
li avrei mangiati volentieri.
Non ho potuto.
Pranzo con
gli invitati all'Htel Milan,
offriamo i confetti, e poi ce la
svignamo e andiamo a pranzo
col babbo di Dario. La "prima
sera", io sono in televisione,
non ricordo più con che
spettacolo, Dario al Piccolo
666
con "I SANI". Sono andata
ad abitare nella casa dei
genitori
di
Dario.
(controllare archivio, c'è una
foto
simpatica"la
sposa
d'italia")L'indomani mattina,
telefono a mia madre per
salutarla. . e non so com'è,
m'è venuto un gran magone.
Mi sono emozionata.
Era
veramente fatta. Ero uscita
di casa. E la mia mamma, e
qui si può leggere tutto il suo
candore: "Che c'è?. . Non ti
ha trovato in ordine?".
L'impatto con la vita maritocasa-famiglia è stato un gioco.
Mi cimentavo con la cucina, ma
non avendo mai avuto niente
del genere come mia diretta e
totale responsabilità, avevo
qualche problema. Primo tra
667
tutti, le dosi.
Far da
mangiare per due.
C'erano
sempre tali quantità di cibo
bastanti per una caserma.
Ricordo una sera a cena
Eugenio Tacchini, amico di
Dario d'infanzia che si mangiò
almeno
sette
piatti
di
minestrone.
Io ero un pò
preoccupata.
"Basta,
Eugenio, starai male. "No, no.
E' tanto buono" Poi però al
cinema Orfeo, dove -36- mi
aveva accompagnato a vedere
"Roma città aperta" durante
la scena delle torture è
svenuto. "Accendete la lucegrido-c'è un ragazzo che sta
male". Arriva 23 la polizia, lo
portano fuori, nella hALL lui si
riprende. . .
Si guarda
intorno, vede i poliziotti, e
ancora sotto lo shok del film,
668
gridava"non sono stato io!
Sono
innocente!
"Volevo
morire.
Poi s'è alzato, è
corso in bagno e ha vomitato
totto il mio minestrone. Gli
ossibuchi mi venivano bene.
La prima volta che li ho fatti,
stando col filo telefonico
diretto con mia madre, Dario
non finiva più di dirmi-che
buono che buono.
Poi ha
invitato i suoi amici di Brera,
Emilio Tadini, Alik Cavaliere e
altri . Ero un pò preocupata.
Un pranzo da sola, non l'avevo
mai retto. "Farò gli ossibuchi
col risotto". Ho fatto la mia
bella figura. E Dario-ma che
buoni -ma che buoni! Ho
continuato per almeno tre
settimane. E il povero Dario
sempre a dire ma che buoniPoi, al ventesimo giorno credo
669
si sia finalmente ammutolito.
Ora, li mangiamo non più di tre
volte all'anno.
Al suo "ma
che buono che buono s'è
aggiunto Jacopo.
Lo dicono
insieme e poi scoppiano a
ridere.
20 minuti dopo le nozze, si fa
per
dire,
resto
incinta.
Jacopo (un nome che mi piace
proprio come quasi tutte le
cose che fanno quei due tipi lì,
dice nostro figlio) è nato il 31
marzo del 55 a Roma.
Esattamente nove mesi e sei
giorni dal 24 giugno dell'anno
prima.
Gravidanza terribile.
Ho vomitato sempre.
Mi
disturbavano gli odori, perfino
i colori.
Mai più potuto
mangiare ne vedere un piatto
di spaghetti.
La sera del
670
trenta, stavo nel camerino del
Teatro Quattro Fontane dove
Dario recitava.
Chiedevo a
sua madre;la mamma Fo,
"come sono le doglie?Cosa si
sente?Come si capisce che è
ora?"E lei, "quando senti una
mano che ti strappa le
viscere.
.
"e un'amica,
anche lei anziana"No Pina, non
ti ricordi più. Quando senti.
.
".
Nulla che mi
tranquillizzasse.
Anzi! Mi
ritiro un pò prima di Dario.
Ormai ci dovremmo essere. . .
Preparo la valigia, roba per 25
me, vestaglia camicie ecc.
e
roba per il bambino. (A quei
tempi non si sapeva prima se
fosse maschio o femmina. Ti
dovevi fidare delle anziane: la
pancia è così, allora è maschio.
No, per me è femmina, non
671
vedi come è messa?E via di
'sto passo.
Comunque
sempre"bambino" si diceva.
Se poi era femmina. . ) Ero
emozionata.
Arriva Dario.
Baci baci.
Poi si mette a
letto e si mette a leggere "il
Mondo" .
Ho odiato molto
quel giornale per la sua
grandezza. Ogni volta che D.
voltava pagina mi faceva un
gran vento. E io sternutivo.
"Dario, mi sento strana. . .
""Dormi Nanina. . ". Dopo
un pò: "Dario.
.
""Dormi
Nanina".
.
e via a girar
pagine. . "Dario credo che
mi si sono rotte le acque. .
". "Dormi Nanina. . ""Ma
Dario! ! ! "Di corsa un taxi.
Ora siamo emozionati tutti e
due.
Clinica Salus.
Mi
avevano promesso che mi
672
avrebbero dato dell'etere.
In sala parto grido;Etere!
Etere! La levatrice mi dà una
carezza;"sì cara, sì, suo
marito è fuori"Etere! ! "Il
fatto è che la signora in
questione
era
veneta
e
pensava che nel momento
supremo io chiamassi mio
marito: Ettore! Ettore! Poi
finalmente è arrivato il
medico.
Sento un vagito.
"Brava
signora.
3
chilogrammi e 9. "Ho fregato
la Clara.
La Clara era una
brava ragazza moglie di mio
cognato Fulvio, che però era
molto quotata all'interno della
famiglia,
e
quando
dico
famiglia intendo mia suocera,
in quanto professoressa di
lettere, non attrice. Quindi
sicuramente migliore di"quella
673
lì che 26 non solo fa l'attrice,
ma mi ha anche portato via ei
me testun. "Sì, all'inizio mia
suocera
era
solo
mia
suocera;Non aveva simpatia
per me e devo dire chefaceva
l'impossibile
per
farmelo
capire. Mi addolorava molto
non essere amata da lei.
Ma
si sa, gli inizi per qualsiasi
cosa tu intraprenda trovi
difficoltà,
figuriamoci
il
rapporto con la mamma di lui.
Mia suocera m'ha conosciuto
bene. E' diventata per me la
mamma Fo, e mi ha amata
profondamente,
come
profondamente io ho amato
lei. La frase che mi diceva
con orgoglio era "io l'ho messo
al mondo, tu l'hai fatto". Ma
pensa te! Ce ne vuole èh ! !
674
Con la leggerezza dei pazzi
usciamo dalla clinica con il
nostro fantolino in fasce e ci
"accasiamo" ospiti di un
fotografo di cui non ricordo il
nome, che aveva una splendida
casa in via Parioni;Davvero
splendido
appartamento.
L'unico
difetto
non
indifferente per una coppia
con un bambino di 8 giorni che
questa principesca dimora, era
completamente priva di mobili,
(se li era portati via il padre
dopo una lite. Ma erano mesi
che l'appartamento era in
queste condizioni).
Due
brande,
una
sedia
per
comodino;un tavolo in cucina,
qualche sedi, forse, e un
telefono
con
un
fili
chilometrico che il nostro
amico si portava sempre
675
appresso.
Non volendo
umiliare la sua generosità
(forse era ubriaco quando ce
l'ha proposto, non so) ci siamo
sistemati alla bellemeglio. Il
bambino ha pianto per 8 giorni
di fila. Per quanto spirito di
adattamento avessimo non
riuscivamo
proprio
a
comunicarlo a questo tipo
appena nato, che non sapeva
proprio niente della vita.
a
cavarcela e per le scomodità e
per la mia inesperienza.
Al
nono giorno, decidiamo di
tornare in clinica.
Ci hanno
presi a braccia aperte.
Ci
hanno dato una bellissima
camera, vicino alla sala parto.
Ci siamo addormentati tutti e
tre e abbiamo dormito per
almeno un giorno finalmente
rilassati;Dario come vedeva in
676
corridoi
un
padre
in
apprensione per la nascita del
suo bimbo si avvicinava e
s'informava.
parto cesareo.
27 "Sa, è un . "E Dario: "non
si preoccupi anche Franca ha
avuto ilcesareo.
.
è una
sciocchezza.
.
vedrà"E
quello si consolava.
E un
altro" è messo di piedi! ""Non
si preoccupi, anche nostro
figlio è nato di piedi.
.
è
andato tutto benissimo. . il
ginecologo è straordinario" .
Solo quando un padre era
preoccupato perché la moglie
stava facendo 2 gemelli D. è
stato senza parole.
Non
poteva dire: anche Franca. .
E via di questo passo.
Ci
siamo stati tre mesi. Quanti
padri e quante madri abbiamo
rinfrancato.
Qualcuna ci
677
viene ancora a trovare con i il
figlio nato proprio in quei
giorni.
Che benissimo!
Intanto, abbiamo comperato
una casa in via Nomentana,
l'abbiamo
arredata
e
finalmente ci siamo andati ad
abitare. Tutti tre.
Il bambino cresce.
Noi
facciamo films. Il primo "Lo
svitato". Il soggetto era di
Dario.
L'aveva letto a
Zavattini
che
ne
fu
entusiasta.
Regia di Carlo
Lizzani.
Dario era troppo
inisperto per aver voce in
capitolo con gli sceneggiatori
che gli avevano messo al
fianco"sei autori in cerca del
personaggio" li definì Nello
Santi, il produttore.
Ne è
uscito un film sbagliato con
678
qua e là momenti da cineteca.
Avremmo dovuto avevre i
mezzi e la forza di ritiralo,
rigirare
quello
che
ci
sembrava
sbagliato
e
riproporlo.
Ma non ci
abbiamo nemmeno provato.
Forse non l'abbiamo nemmeno
pensato.
Clamoroso
insuccesso.
(troppo avanti
_Ricordarsi TATI) Credo che
sia il film che incassato meno
negli ultimo 50 anni. Dopo lo
svitato Dario alterna al lavoro
di
attore
quello
di
sceneggiatore,
e
viene
addirittura scritturato fisso
alla Ponti de Laurentis come
gags-man a 2. 000. 000 al
mese.
La cifra era
astronomica.
Lavora con
sceneggiatori del calibro di
Age
Scarpelli
679
Pinelli(sceneggiatore
di
Fellini) Antonio Pietrangeli.
(indicare films.
Titolo) Io
interpreto partacce in films
tutti lacrime, core, cosce e
zinne. Sono 28 quasi sempre
in
cartello
come
"partecipazione straordinari",
mi pagavanp bene, ma quei
films di straordinario non
avevano null'Altro che il
materiale umano col quale
venivo, grazie a loro, in
contatto.
TINA PICAGIUDA.
POI VENGO
SCRITTURATA DAL TEATRO
ARLECChino a Roma, per
interpretare un testo di
Feiduau che sembrava scritto
per me: "non andartene in giro
tutta nuda"Dario scrive per i
fratelli Bonos, che poi non ne
hanno fatto nulla un atto
680
unico"gli imbianchini non hanno
ricordi".
A quel punto gli
propongo di ritornare a Milano
e farci una compagnia nostra.
Ci proponiamo a Paolo Grassi
allora direttore del Piccolo
teatro che ci regala fiducia,
amicizia dandoci il teatro per
ben tre mesi.
Debuttiamo
così, in un caldo infernale,
tutti soli, (sì, c'erano altri
attori da noi scritturati, ma la
responsabilità della compagnia
era solo nostra) con "Ladri,
manichini
donne
nuda".
Scritto diretto e interpretato
da Dario, sue erano anche le
scene e i costumi. Io facevo
l'attrice ma mi occupavo di un
sacco di cose;Mio fratello
Enrico
era
il
nostro
amministratore-attore
se
681
necessario.
Ha guidato la
nostra compagnia con grande
abilità, riuscendo a farci
stare in pieda anche senza
alcun aiuto ministeriale ne
dell'ETI(ente
teatrale
italiano che avrebbe dovuto
appoggiare più che mai la
nosytra compagnia in quanto
recitava opere di autore
ITALIANO. Ma sia noi che
EDUARDO
De
FilippO
abbiamo avuto grazie alle
nostre scelte politiche , vita
grama con tutte le forza
statali e parastatali).
1958: "Comica finale" quattro
atti unici scritti da Dario, su
canovacci della mia famiglia.
Dario aveva sentito queste
storie mentre io le raccontavo
a
Jacopo
per
farlo
682
addormentare.
Ma de gli
atti, che gli ho passato "bocca
a bocca", il migliore
era "un morto da vendere"
che aveva completamente
scritto,
ambientandolo
nell'800 come gli altri.
Il
migliore.
Non si pensi che
accecata dall'amore io possa
dare a Dario meriti che non
ha.
Non l'ho mai fattao.
D'altro canto basta leggersi
le "comica finale pubblicato da
Einaudi
per
vederlo.
RICORDARSI DIFFICOLTà
FINANFIARIE.
STABILE
TORINO;EPISODIO
2CANNAS L'AMORE è PIù
FORTE;
Siamo al teatro Gerolamo di
Milano.
Andiamo avanti con
grande fatica.
Il teatro è
683
conosciuto come teatro delle
marionette. Se il mio cuore
aveva un fremito al ricordo
della mia famiglia, questo
fremito non poteva riempirci
il teatro.
La prima fu un
disastro.
Abituati ai
palcosceninci
grandi,
il
trovarci senza prova alcuna in
uno spazio grande come il
bagno di casa mia, ci ha messi
in grande difficoltà.
Devo
riconoscere, che come unica
volta nella storia della nostra
compagnia, la critica ufficiale
presente allo spettacolo non
ha
menzionato
i
3OOO
incidenti
che
si
sono
susseguiti nelle tre ore.
Proprio in quel teatro, quasi
sempre vuoto ci è arrivata
inaspettata la possibilità di
684
debuttare in un grande
teatro: il teatro Odeo.
Stagione
1959-60-"Gli
arcangeli non giocano al
flipper" teatro Odeon di
Milano. Mille posti. Grande
successo di critica e di
pubblico.
Tutte le sere "il
Bossino" che in realtà si
chiamava Bossi direttore del
teatro,
non appena lo
spettacolo iniziava si metteva
in quainta con un foglio
sistemato sulla fronte, con
scritto in grande l'incasso
della serata.
Il copione di
questo spettacolo ci fu
sequestrato per le troppe
battute a soggetto che
abbiamo
aggiunto,
non
autorizzati.
Abbiamo
collezionato "rapporti
al
685
questore di ogni città dove si
lavorava, per un totale di 280,
tanti,
quanti
furono
le
repliche dello spettacolo.
questura"
Abbiamo girato tutta l'Italia
facendo esaurito ovunque.
DATI
STATISTICI
E
INCASSI
NUMERO
SPETTACOLI
DENUNCIA
POLIZIA PER CENSURA.
inpiù
di
una
occasione
rischiamo di non poter andare
in scena.
1960-61 -"Avevav due pistole
con gli occhi bianchi e neri".
opera che tratta
della
connivenza tra fascismo e
borghesia,
tra
malavita
organizzata
e
potere.
L'intervento della censura è
pesantissimo, ci massacrò
686
letteralmente Decidemmo di
andare in scena egualmente
senza tenere in conto alcuno i
tagli.
Ci fu un braccio di
ferro piuttosto teso tra noi e
il prefetto di Milano che ci
minacciò
di
arresto
immediato, ma alla fine,
preoccupato dello scandalo
che ne sarebbe venutoo, il
ministero tolse i tagli.
il
testoE' con questo spettacolo
che mi conquisto agli occhi di
mio marito, un ruolo diverso
da quello di sempre.
Per la
prima volta non accetto il
testo a scatola chiusa certa
del successo di sempre.
Qualcosa non mi convince. Lo
comunico a Dario.
Si è
discusso mica male.
Mio
figlio aveva sei anni e ancora
se lo ricorda. Credo sia stata
687
la prima discussione accesa
alla quale asssistesse. Non ci
aveva mai visti così, era un pò
spaventato.
"Dimmi cos'è
che non funziona! Dimmelo! "e
io: "non lo so". "più forte il
Dario: "dimmelo! " "Non lo so,
ma c'è qualcosa che non va.
"(Quante volte negli anni
futuri s'è ripetuta questa
scena?) Jacopo piange senza
gridare, e anch'io scppio a
piangere gridando come un
bambino disperato.
Era la
prima volta che vedevo Dario
fuori dalla grazia di Dio.
"Ora, lo rileggo tutto.
.
cercherò di individuare. . di
capire. . poi ti dirò. . ".
Leggo e prendo appunti.
Dario, per tutto il tempo ma
guarda serio. In piedi. Mi
stavo innervosendo.
Dopo
688
due ore, più imbarazzata che
mai: "taflierei qui, qu, e qui.
"D.
ci pensa un pò su, e poi:
"forse hai ragione, ma prima
preferisco
provarlo
col
pubblico. "
Debutto: successo di stima.
Il giorno dopo D.
mi dà il
copione: "fai i tagli che
proponevi".
1961-62: "Chi ruba un piede è
fortunato in amore".
Dopo sporadiche apparizioni
nella TV.
di stato
approdiamo alla televisione
sulla neonata seconda rete,
(1962 PRIMAVERA) con sei
puntate tutte nostre: "Chi
l'ha visto?".
Subito dopo
dalla direzione Rai ci viene
proposto
di
condurre
"Canzonissima"il
grande
689
concorso canoro abbinato alla
lotteria di capodanno
la
trasmissione di
maggior
interesse popolare dell'ente.
D.
scrive i testi che prima
dell'inizio della trasmissione
ricevono il benestare della
direzione nella persona del
dott.
Pugliese direttore
generale(?). Ma già alla prima
puntata la stampa reazionaria
si
scatena
criticando
ferocemente
la più che
delicata
critica
politico
sociale contenuta neitesti. Di
puntata
in
puntata
gli
attacchi, le polemiche sulla
stampa
non
si
contano.
L'indice di ascolto è altissimo
(anche se al processo, uno dei
tanti che c'è stato la
direzione Rai tentava di
sminuirci.
dicendo che
690
nessuno ci vedeva. TAXISTI
RICORDARSI) l'Italia era
divisa in due: chi ci ama, e chi
ci odia, ma tutti lì, davanti al
televisore il sabato sera. Ad
ogni trasmissione ci vengono
imposti
tagli
e
censure
sempre più pesanti. (FIORI
SENO.
GAMBA
SINISTRA)fino
a
che
all'ottava puntata decidiamo
di
abbandonare
la
trasmissione.
La famosa
"Canzonissima",
il
FANTASTICO DI OGGI, va in
onda
senza
presentatori.
(RICORDARSI
WALTER
CHIARI
E
BRAMIERI)e
quando
l'annunciatrice
all'inizio della trasmissione
dice: d. FO e F.
Rame si
sono tritirati, una quantità
incredibile di telespettatori si
691
rovescia nelle strade di
Milano, tutti quanti diretti al
palazzo della fiera dove si
teneva
la
trasmissione.
Quando
usciamo(eravamo
stati su consiglio dei nostri
legali nei camerini nostri fino
alla fine della trasmissione) ci
troviamo davanti una folla di
gionalisti, fotografi e migliaia
di persone.
In molti erano
venuti per dimostrarci la loro
calda e commossa solidarietà.
Questa fu la prima e credo
l'unica volta nella storia della
Rai
che
due
"attori"
rifiutarono di "abbioccarsi"
d'innanzi alle imposizioni ai
tagli,
all'arroganza
del
"padrone"ai soprusi.
INTERVISTA GENTe
692
SALTO
SALTO
FOTOCOPIARE PAGINE
siamo
siatemati
alla
bellemeglio.
Il bambino ha
pianto per quattro giorni di
fila.
Per quanto spirito di
adattamento avessimo noi,
non riuscivamo proprio a
comunicarlo a questo tipo
appena nato che non sapeva
niente della vita. Comunque
faticavamo
anche
noi
a
cavarcela e per le scomodità e
per la mia totale inesperienza
"Piange? Avrà fame" Lo
attaccavo al seno,
lui
ciucciava un po' e poi di nuovo
"uhèèè uuuhèèèè! ""Oddio,
forse è ammalato! " Al quinto
giorno decidiamo di tornare in
clinica e stabilirci lì.
Il
nostro
ritorno
è
stato
693
festeggiato dal personale con
brindisi e abbracci.
S'è
scoperto subito la causa degli
uhè del bambino:
io avevo
poco latte e lui aveva fame.
Dopo aver nutrito il fantolino,
ci hanno sistemati in una
bellissima camera vicinissima
alla sala parto.
Ci siamo
addormentati
immediatamente tutti e tre
ed abbiamo dormito per
almeno
giorno
intiero,
finalmente rilassati.
Ci
siamo insriti molto bene in
questa nostra insolita vita,
abitavamo lì e cercavamo casa.
Come vedevamo in carridoio
davanti alla porta della sala
parto un padre in angosciosa
attesa
Dario
subito
s'informava: "Sa è un parto
694
cesareo! " E Dario: "non si
preoccupi, anche Franca ha
avuto un cesareo. . . Vero
Franca?" e io "Sì, sì. . . è una
sciocchezza, vedrà" E quello
si calmava.
E un altro: è
messo di piedi". . .
"Non si
preoccupi, anche nostro figlio
è nato di piedi. . . e tutto è
andato benissimo.
Vero
Franca?" Solo quando un
padre era preoccupato perché
la moglie stava partorendo 2
gemelli siamo rimasti senza
parole.
Tutti sapevano che
avevamo un figlio solo.
Ci siamo stati tre mesi in
quella clinica.
Quanti padtri
e quante madri abbiamo
rinfrancato.
Qualcuno ci
viene ancora a trovare con i
695
figlio nato proprio in quei
giorni. Che benissimo!
Finalmente abbiamo trovato
una casa in via Bruno Buozzi e
ci siamo trasferiti.
Una
casa piccola con un terrazzo
enorme.
Nel palazzo vicino
al nostro vivevano Roberto
Rossellini ed Ingrid Bergam al
tempo della loro "colpevole"
passione.
Avevamo sempre
amici
fotografi
che
ci
scongiuravano di poter stare
nel nostro terrazzo per poter
riprendere
i
due
importantissimi innamorati.
ed ero sempre la vamp del
casta, la padrona di un night,
qualche volta sola, qualche
volta
con
un
amante
delinquente.
Indossavo
grepier, calze nere o abiti
696
talmente stretti che spesso
me li cucivano lettaralmente
addosso al mattino e me li
scucivano la sera.
Non
potevo
fare la pipì,
non
potevo sedermi ed in più mi
sentivo frustata dalla testa ai
piedi.
Ho avuto in quegli anni, due
grandi
occasioni
cinematografiche.
Michelangeli
Antognoni
e
Luchino Visconti.
Per
"Cronaca
di
un
amore"
Antognoni aveva scelto me.
Io, allora, avevo un grande
complesso (complesso che in
parte,
nonostante varie
operazioni ho ancora oggi):
ero strabica - strabica,
timida
e
insicura.
Nascondevo i miei occhi sotto
697
a degli occhialini lunghi,
stretti e scuri.
"Lo so che
sei strabica, ma per farti
fare il film, devo vedere i
tuoi occhi. Su. . . coraggio,
togliti gli occhiali". Me lo ha
chiesto almeno tre volte,
paziente e gentile. Beh, non
ce l'ho fatta e la parte la
interpretò Lucia Bosé.
Visconti si era intestardito su
di me, per un ruolo in "senso".
Io stavo in tournée con Dario
a Trieste. Telefonate sopra
telefonate.
E mi spiaceva
lasciare la compagnia, Dario e
mi sentivo come sempre
insicura.
"Sì,
scendo,
faccio il provino poi magari mi
dicono di no. . . " - "No, ti
prende a scatola chiusa gli
abbiamo portato tutte le
698
bionde d'Italia, non gliene va
bene nessuna.
Se vuoi ti
mandiamo il contratto.
"
Niente non me la sono sentita,
qualcosa mi ha bloccato.
Il ruolo è andato a Marcella
Mariani bruna, fragile, ex
miss Italia, completamente
diversa da me.
Visconti
aveva cambiato tipo.
Il giorno della prima del film a
Bruxelles, Marcella Mariani è
partita in aereo per quella
città.
Se io avessi
interpretato quel personaggio
quasi sicuramente sarei stata
al suo posto.
L'aereo è
precipitato.
Tutti morti.
Ecco cosa mi aveva bloccato.
Il mio sesto senso mi aveva
salvato la vita,
come è
capitato altre volte. Da quel
699
giorno, se qualcosa mi salta
nel lavoro od altro, penso che
così doveva essere,
il
negativo
diventa
positivo
"doveva andare così".
Nel '57 mi sembra vengo
scritturata
dal
Teatro
Arlecchino a Roma,
per
interpretare un testo di
Feydeau che sembrava scritto
per me: "Non andartene in
giro tutta nuda".
Dario
scrive per i fratelli Bonos,
che poi non ne hanno fatto
nulla,
un atto unico "Gli
imbianchini non hanno ricordi"
Ci prende gusto e ne scrive
altri.
A quel punto gli
propongo di ritornare a Milano
e farci una compagnia nostra.
Interpelliamo Paolo Grassi
allora direttore del Piccolo
700
Dopo la clamorosa rottura per
Canzonissima, la TV ci era
proibita, ma c'era sempre il
teatro.
Nel '63 ci fu il
nostro spettacolo su Colombo
"Isabella, tre caravelle e un
cacciaballe", che quest'anno
verrà presentato per le
Colombiadi,
in spagnolo a
Valencia,
con la regia di
Arturo
Corso
e
anche
trasmesso dalla II rete in
ottobre.
L'anno dopo
"Settimo ruba un po' meno" e
via via,
ogni anno uno
spettacolo nuovo, di successo,
fino al '68, alla decisione,
presa con Dario di lasciare il
teatro tradizionale e di
mettere a disposizione il
701
nostro lavoro per sollecitare
una presa di coscienza.
La simpatia per la classe
operaia non bastava più.
Non ne parlo volentieri.
Sono passati quasi 20 anni,
ma mi basta un niente per
ritrovarmici dentro di colpo.
Nessuna donna che abbia
subito
violenza
sessuale,
potrà
mai
staccarsi
completamente
da
quel
momento orribile.
Sono stata caricata su di un
furgoncino da tre individui e
poi scaricata
stravolta e
sanguinante
vicino
alla
metropolitana di via Dante.
Non ho detto a nessuno quello
che
mi
era
realmente
accaduto.
Nemmeno a mio
marito.
L'umiliazione della
702
violenza sessuale, lo sfregio,
era sopratutto per lui e per
mio figlio.
No, me ne sono
stata zitta: più dignitose "le
botte". Mi sono tenuta tutto
dentro, ma ho sbagliato.
Il
non
averne
parlato
con
nessuno , l'essermi tenuta
tutto dentro (anche se tutti
avevano intuito quello che
realmente mi era successo)
mi teneva in una continua
tensione.
Un caro amico, il
professor MACACCARO, che
mi era stato molto vicino con
gli avvocati in quei giorni così
pesanti, mi ha consigliato un'
analista donna, ma io non me
la sono senita. Dopo tre anni
ho deciso di scrivere quanto
mi era successo. . .
Senza
una parola ho passato i fogli a
Dario.
Li ha letti.
Senza
703
una parola mi ha abbracciato.
Finalmente ce l'avevo fatta!
Un nodo, il primo, si era
sciolto. Poi, in appoggio alla
campagna
che
si
stava
facendo in quegli anni per
l'approvazione di una legge
contro la violenza sessuale,
ho deciso di portare quanto
avevo scritto in teatro.
Andai di colpo in scena, senza
provarlo (non riuscivo) e senza
che nessuno della compagnia lo
sapesse. Solo Dario ed io ne
eravamo
al
corrente.
All'ultimo momento, invece di
recitare
"il
risveglio"
annunciai un brano nuovo.
"
Ho
trovato
questa
testimonianza
su
di
un
giornale e ve la recito" Da
quella sera ho replicato "lo
stupro" (questo è il titolo del
704
brano) almeno duemila volte.
E via, anche il secondo nodo si
stava sciogliendo.
Mio figlio
dice: "sei andata in analisi
davanti a migliaia di persone.
" Poi l'ho recitato anche in
Fantastico,
quello
di
Celentano.
E' andata così.
Gli atti di violenza sessuale
contro
ragazze
erano
all'ordine
del
giorno.
Processi,
stupri,
violenze
fisiche e morali contro le
donne.
Sono sempre più
impegnata in questo campo.
Propongo il brano a Celentano.
Accetta.
Ci sono resistenze
da parte della prima rete, ma
lui ha un contratto di ferro.
e alle 20, 30 finalmente mi
comunicano
che
prenderò
parte alla trasmissione.
.
La voce è circolata in sala
705
stampa.
Due giornaliste
vengono in delegazione e mi
chiedono
una
conferenza
stampa dopo la trasmissione.
Va bene.
Eseguo il brano,
precisando come sempre che è
una testimonianza di una
donna che ho trovato su di un
giornale.
Sono molto tesa.
I fotografi non stanno fermi
un attimo.
Per riuscire ad
arrivare alla fine mi devo
concentrare completamente.
Ci sono dentro in pieno.
Soffro come allora.
Rabbia,
umiliazione, terrore.
Un
brutto momento.
Alla
conferenza stampa qualcuno
accenna al fatto che quella
storia era la mia.
( a suo
tempo ci fu gran chiasso e
solidarietà sui giornali) Ho
negato molto decisa ma
706
egualmente qualcuno privo di
sentimenti e di rispetto me
l'ha attribuita sui giornali del
giorno dopo. Per me è stato
duro.
Fin che la gente non
sapeva,
diciamo,
magari
qualcuno lo intuiva ma con me
non ne parlavano, io potevo
portare quell'esperienza in
teatro, ma da quando si è
saputo ho deciso di non farlo
più.
Non avrei potuto, a
parte che sarebbe stato
anche di cattivo gusto.
Nella sua vita c'è stato un
altro grande incidente vuole
raccontare di Genova?
Dovevo tenere all'Italsider il
mio spettacolo "Tutta casa
letto e chiesa".
Arrivai in
città la sera prima. Prima di
entrare in albergo avevo visto
707
nell'altro lato della strada,
una farmaci aperta.
Volevo
lavarmi i capelli e così avvertii
i compagni che mi seguivano
sempre,
allora,
Piero e
Roberto: "Vado in farmacia.
Torno subito" - "Aspetta ti
accompagnamo" dissero loro.
Dall'episodio di Milano non
sono mai uscita sola. "Ma no,
vado da sola, torno subito.
La farmacia illuminata e
splendente.
Io finalemnte
libera mi sentivo felice,
compravo
saponette,
detergenti,
oltre
allo
shampoo; mi pareva di essere
in vacanza.
Con le mie
compere in mano uscii dalla
farmacia e. . . mi svegliai al
Pronto soccorso dell'Ospedale
San Martino. Più tardi seppi
che ero stata travolta da un
708
auto guidata da un uomo
angosciato e fuori di sé
perché era appena tornato
dallo stesso ospedale, il San
Martino,
in cui avevano
ricoverato la figlia anche lei
vittima di un incidente d'auto.
Che jella!
Ho passato la prima notte,
sulla barella del pronto
soccorso. Non c'erano posti
letto. Ma tanto io non capivo
nulla.
Ricordo assai
vagamente
la
corsa
dell'autombulanza, e un gran
dolore al braccio sinistro ,
omero fratturato, lamentavo
un bruciore al gomito, più
avanti a tutto l'avambraccio,
poi alla mano.
Mi hanno detto che era
"causalgia" cioé dolore urente,
709
bruciante. Poi a poco a poco
(in due giorni) ho perso
sensibilità alle dita, alla mano
tutta, al braccio.
Insomma
paralisi.
Un ematoma
(toltomi due mesi dopo dal
Prof. Morelli, una montagna
di abilità e umanità che opera
all'ospedale
di
Legnano)
strozzava i tre nervi, ulnare,
radiale e mediano. Dopo tre
giorni
dal
ricovero
mi
ingessarono.
Tre ore
d'intervento assai difficile,
eseguito dal Prof. Roncalli.
Sono stata a piangere 24 ore
su 24 per mesi e mesi:
antidoilorifici potenti e in dosi
massicce minacciavano di fare
di me una tossicodipendente.
Più di una volta ho pensato al
suicidio.
Mi hanno salvato
710
l'amore dei miei in particolare
Dario Iacopo mia sorella, gli
amici. . .
Mi salvò il lavoro.
Infatti
dopo
otto
mesi
d'immobilità
decisi
di
riprendere.
Ora, ho
imparato a conviviere col
dolore,
mi sono quasi
abituata.
Sono passati 14
anni.
SALTO SALTO SALTO IL
SUO RAPPORTO CON LA RAI
Al di fuori del nostro teatro ,
per la RAI ho fatto per
pochissimo "La professione
della signora Warren" di Shaw
con la regia di Albertazzi e
qualche altra partecipazione .
.
Ora mi piacerebbe poter
dare in TV lo spettacolo di
quest' anno "L' eroina " e "La
donna grassa" Molte madri ci
711
hanno portato i loro figli , mi
hanno ringraziata dicendomi:
"Ha fatto più effetto a mio
figlio il suo spettacolo che
cento discorsi nostri" Per la
donna grassa ho avuto degli
incontri magnifici con donne
che si identificavano col
personaggio e ne ricevevano
forza
oltre
che
gran
divertimento.
Sono più che
consapevole dell' importanza
della televisione .
Il
contatto diretto col pubblico
in teatro è insostituibile, ma
in teatro raggiungi al massimo
centomila persone in un anno
mentre invece in televisione
mal che vada , in una sera ti
vedono almeno due milioni di
persone .
due volte ho
provato sulla mia pelle il
potere del mezzo televisivo :
712
la
prima
é
stata
con
Celentano, la seconda é una
trasmissione della Carrà dove
dissi che mi separavo da Dario
mentre in ascolto c' erano
12/15mila persone: sono cifre
che fanno paura.
Non
bastano dieci vite per una
teatrante per arrivare ad un
così numeroso pubblico .
Quella volta , della Carrà ,
non
avevo
assolutamente
programmato di dire che
stavo lasciando Dario .
Lei
intervistandomi
scherzava
dicendo: " Ma è vero che
Dario . . . . . ma è vero che
Dario. . . . ?" alludendo alle
numerose ragazze che sempre
gli girano intorno.
Lei
scherzava, ma io , al quarto
"ma è vero che" non ho potuto
fare a meno di rispondere: "
713
Sì, è vero, ma è anche vero
che l'ho lasciato. " Ho avuto
subito la sensazione del
clamore
che
avrebbe
suscitato la mia dichiarazione.
Fuori dallo studio c'era una
giornalista, che stravolta mi
ha chiesto: " Ma è vero?! " E'
scoppiato
il
finimondo!
Giornalisti mi davano la caccia
persino dall'estero.
Ho
dovuto
cambiare
albergo.
Poi trovavo gente, separata
anche tre volte,
che mi
diceva: " Ma tu non puoi! " .
Che assurdità! Perché mai io
non avrei dovuto potere?
E'
PENTITA
DI
AVER
FATTO QUELL'ANNUNCIO
IN DIRETTA?
No, non mi sono pentita, ero
depressa,
avevo voglia di
714
verità. La Carrà poi, è stata
molto simpatica: subito dopo
la trasmissione esplosiva, mi
ha regalato un servizio per la
pìrima colazione con una sola
tazzina e tanti auguri.
Poi
quando Dario ed io siamo
tornati insieme (praticamente
quasi subito) mi ha inviato
anche l'altra.
Gentile e
spiritosa.
L'unica cosa di cui mi sono
pentita è l'aver sofferto
tanto.
Ora, a distanza di anni, mi
sono resa conto che la storia
forse
non
era
tanto
importante come mi era
sembrata, tantè che è finita
in nulla.
Ma è difficile
essere sempre lucide e
715
razionali.
Altre, no.
A volte ci riesco.
Mi sono fatta una grande
esperienza
in
fatto
di
matrimonio,
convivenza,
ragazze che vogliono tuo
marito a tutti i costi, pronte
come il NESCAFE', col bidè
già fatto. . . . Potrei aprire
una scuola per mogli; mi
piacerebbe poter tenere le
mie lezioni in una trasmissione
televisiva.
Chissà quante
donne verrebbero a scuola!
L'omportante è capire l'uomo
con cui stiamo, l'uomo che
amiamo,
l'uomo al quale
teniamo.
Capire che tipo di
rapporto
c'è
tra
noi.
Importante? Indispensabile?
In questo caso occorre
riflessione
profonda.
716
Decidere
la
strada
da
prendere che non deve essere
quella delle scenate e delle
tragedie.
Se c'è casino in
casa pensa che liberazione
andare dalla nuova fidanzata
fresca,
giovane e sempre
allegra.
Dobbiamo capire
anche
che
il
nostro
commpagno sta invecchiando,
come noi del resto, (anche se
noi donne siamo più coscienti
degli
anni
che
passano,
accettiamo la maturità,
la
vecchiaia, per cultura in modo
diverso ,
con maggiore
consapevolezza,
dignità)
avere quindi comprensione per
i suoi "ultimi colpi".
Fa
malinconia? Ci credo e mi
dispiace, ma è così.
Anche
questo è amore a 18 carati.
Invece se il rapporto non vale
717
granché.
.
.
ebbene,
lasciatelo andare e che vada a
morì ammazzato.
Si fa per
dire.
Sto ovviamente
semplificando.
L'interrogativo
è
perché
ragazze di 20 anni si mettano
con uno che ne ha trenta
quaranta
più
di
loro.
Naturalmente è sempre uno
importante: il grande pittore
chirurgo
attore
cantante
regista scrittore ecc. Non si
conoscono
storie
d'amori
travolgenti tra una ventenne
ed un pensionato dell'Imps.
Sì, è vero, il pensionato è
molto
meno
affascinante.
Comunque, se un rapporto è
importante,
ed il rapporto
mio con Dariop lo è, è inutile
mettersi in mezzo, si diventa
solo
strumento
di
718
divertimento e di piacere
dell'uomo.
Un'altra volta al
suo servizio. Punto e basta.
PARLIAMO DI ALCATRAZ
L'anno scorso ad Alcatraz c'è
stato
un
ragazzo
particolrarmente
difficile,
non parlava, sembrava che
nemmeno sentisse, non stava
ritto in piedi doveva essere
addirittura
imboccato,
accudito da quattro persono
che si alternavano nelle 24
ore.
( Se non sapete come
sono fatti i santi, dovreste
conoscere queste assistenti
sociali) Per tutto l'anno
Adamo, questo è il suo nome,
stava in un istituto, istituto
che chiude in agosto! ! L'Usl
non sapeva dove portarlo.
Per un mese Jacopo l'ha
719
ospitato.
Aveva
messo
materassi alle pareti e a
terra, gli si portava il pranzo
in camera, , insomma si
cercava di stargli vicino ed è
stato per me un momento di
profonda emozione quando ho
capito che riconosceva la mia
voce.
Questo è il lavoro di
mio figlio, lavoro che porta
avanti con gioia e fatica,
senza
mettersi
fiori
all'occhiello.
Ogni tanto penso che avrebbe
potuto
scegliersi un'altra
strada, che so, disegnare (è
un bravo disegnatore satirico)
o scrivere ( scrive benissimo)
insomma fare un lavoro più
vicino al nostro, faticare di
meno e forse avere maggiori
720
gratificazioni, ma lui è felice
così. E noi con lui.
***fino al '68, alla decisione,
presa con Dario di lasciare il
teatro tradizionale e di
mettere a disposizione il
nostro lavoro per sollecitare
una presa di coscienza.
La simpatia per la classe
operaia non bastava più.
La
lezione ci veniva direttamente
dalle
straordinarie
lotte
operaie,
dal nuovo impulso
che tutti i giovani stavano
dando nelle scuole alla lotta
contro
l'autoritarismo,
l'ingiustizia sociale, le spinte
per un nuovo rapporto con le
classi sfruttate, per creare
una nuova cultura. Dovevamo
smettere
di
fare
gli
intellettuali
che,
721
comodamente
sistemati
dentro e sopra i propri
privilegi di casta, si degnano,
bontà loro, di trattare anche
i problemi degli sfruttati.
Dovevamo
deciderci
a
metterci interamente al loro
servizio: diventare i giullari
degli sfruttati? Questo voleva
dire andare a recitare in
strutture che fossero gestite
da loro, dalla classe operaia.
Ecco perché subito pensammo
alle case del popolo.
Facemmo teatro nelle case del
popolo,
nelle piazze,
nei
bocciodromi,
poi in una
capanna di via Colletta a
Milano, alla famosa palazzina
Liberty,
sempre a Milano,
che
ristrutturammo
722
completamente e che poi ci fu
tolta.
VEDERE DOVE INSEREIRE
"MAMMA FRICCHETTONA"
UN PEZZETTO.
No
S
Vi vogli
Rilassat
Sto rig
O
723
Donna.
Buonasera.
Lo
spettacolo di questa sera,
poco ha a che fara col teatro,
anzi, non è per niente, né
spettacolo né spettacolare.
La decisione di farvi passare 2
ore, mi auguro, diverse, m'è
venuta leggendo alcuni libri,
qualche tempo fa.
Ci ho
pensato sopra, e m'è parso
che qualcosa contenuto in quei
libri, si è andato perduto in
questa nostra vita che va
sempre più di corsa.
C'è rimasto poco tempo, per
noi stessi, per i sentimenti. . .
per gli altri. Ho rapportato la
mia vita a quei discorsi, e da
qui,
sono partita per una
grande analisi sui miei anni
passati, quella che ero. . .
quella che sono diventata.
724
SULLO
SCHERMO
SONO MIGLIORATA?
PEGGIO
scoprire gli errori nostri e
d'altri
dietro
ai
quali
corriamo,
nei quali ci
esaltiamo o commiseriamo - ci
distruggiamo - ' mettere la
scoperta.
Sperando
di
arrivarci, a disposizione. . .
FATE T
P
SBA
725
Donna - Non date retta a
quelle scritte. E' la parte più
banale di me, che si proietta
su quello schermo.
Dunque, vi dicevo che stavo
rileggendo gli appunti per una
lezione.
D
Beh, si mi piacerebbe essere
già docente. . . No, questa
qualifica è troppo grande per
me, ora, forse più avanti,
chissà, diciamo che mi sono
auto promossa:
M
726
Ma no! Una buona allieva. . .
Ecco sì. . .
Cercherò di
passarvi
quello
che
ho
acquisito con diligenza.
NON
I
Beh, cercherò. . . farò il
possibile di esserlo in questa
occasione. . .
Salita in macchina di colpo non
mi è venuto in mente neanche
un posto dove mi sarebbe
piaciuto andare.
Li ho fatti
passare tutti.
Ho pensato
anche all'estero vado a Parigi.
727
. . Londra. . . Bruxelles. . .
Dopo un'ora di riflessioni e
giri turistici col cervello,
prendo tempo e vado in
ufficio.
E' sabato
pomeriggio. Non c'è nessuno
ne deve venire nessuno.
Sì,
nel mio ufficio: 360 metro
quadrati, 11 stanze. Beh, a
parte questo fatto, vado nel
mio ufficio.
Imprevisto! C'è mio nipote e
un
nostro
collaboratore:
Walter.
"Che fate qui?"
"Nulla. . .
avevamo da
chiudere una storia. . .
stavamo andandocene.
E tu
che fai?" "ho da fare. . . "
Loro se ne vanno.
Mi sono
guardata intorno. . .
728
Più avanti - dallo schermo che
ripete fedelmente le sue
parole, il pubblico capirà che
si è bloccata, e che è arrivata
ad una lettura fedele di quello
che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di
conoscenza, di se, attraverso
i ricordi.
Sono stati anni di lotte fure,
manifestazioni,
sindacato,
licenziamenti, Vietnam (vedi
biografia), feste dell'Unita,
e i garofani rossi del P. C. I.
ad ogni prima,
e Togliatti
quando è venuto al Teatro
Eliseo 1962 e l'amicizia con
Amendola e sua moglie, e le
migliaia di compagni che si
conoscevano, e gli spettacoli
729
per
le
fabbriche
occupazione. . . e . . . e.
(pezzo manoscritto dietro
pagina numero 5 inserto
Cinzia)
in
. .
la
1
Ma il mio partito era lì,
immobile,
senza niente
vedere,
capace solo di
sbraitare contro i gruppi che
loro chiamavano gruppazzi. . .
di chiedere che "si facesse
luce" ad ogni atto criminale
sul quale la luce già brillava a
denunziare con evidenza il
colpevole. . . in coda su tutto,
arrancante ed elefantiaco. . .
730
pieno di case del popolo
svuotate di ogni ideologia. . .
senza più una biblioteca. . .
dove
importante
era
"incassare" fare soldi.
Il tutto con la persuasione
che è inutile sollecitare lo
sviluppo
di
una
cultura
proletaria, giacché non esiste
né può esistere. "Esiste una
sola cultura, - dicono quelli "
che sanno ", - al di sopra delle
classi. La cultura è una, così
come è una la una e uno è il
sole
che
splendono
indifferentemente per tutti
quelli che se ne vogliono e se
ne sanno servire.
731
Facemmo teatro nelle case del
popolo,
nelle piazze,
nei
bocciodromi,
poi in una
capanna di via Colletta a
Milano, alla famosa palazzina
Liberty,
sempre a Milano,
che
ristrutturammo
completamente e che poi ci fu
tolta.
PROLOGO
Sto uscendo da un periodo di
almeno 15 anni di coma
profondo. Si, avete capito
bene.
Coma profondo - in
piedi. Ho
sempre
camminato,
parlato, mangiato, dormito ma ero in coma - e profondo -
732
Guardatevi intorno.
Ce ne
sono tanti che hanno 'sta
malattia, perché, di malattia,
si tratta.
Non li vedete?
Nessuno di voi è in coma?
Com'è il coma profondo?
Che so. . . parli con la gente,
ma non ci sei - non ti accorgi
se c'è il sole o piove - e se
c'è il sole, non te ne importa
niente.
Sorridi, ma senza gioia solo
con la bocca meccanicamente.
Non
c'è
nulla
che
ti
emozionerà,
nulla che ti
squota, che ti interessi, né il
lavoro,
le vacanze,
il
successo, l'amore. Niente.
Non ti importa niente di
niente.
733
Il tempo passa e niente
cambia, niente ti spinge a
fare niente.
Dormi sospesa sul tuo letto tutta tesa Arrivi a pensare alla morte
sempre con più frequenza.
Guardi a lei come all'unica
soluzione dei tuoi problemi.
Ricordo per esempio,
che
cinque o sei anni fa - ad un
certo punto sono uscita da
casa dicendo che stando le
cose come stanno - è
secondario che vi racconti
come stessero - io me ne
andavo.
Avevo un gran bisogno di
togliermi di torno.
Mi
sembrava l'unica soluzione
praticabile, per allontanarmi
734
da una situazione che mi
straziava. Sì, sì - il termine è
grosso - ma dovete abituarvi,
altri ne sentirete. E anche
ora
riguardando
indietro.
Anche se mi dico che
sbagliavo ad estremizzare
tutto - non trovo altro
vocabolo per descrivervi il
momento - Sì. Ero proprio
straziata. "Me ne vado - me
ne vado - via via. Per carità. "
Apro un flacone dopo l'altro.
Mi sono presa una farmacia
intiera con lo spazzolino da
denti, mucchietti di pastiglie
uno dopo l'altro, ben divise,
colore per colore.
Riempio
con metodo, né troppo poche,
né troppe.
Non adagio né
troppo in fretta. Una scodella
d'acqua e via a mandare giù.
735
Carta e penna:
tenere il
conto. E 5 più - 5 più 8 - più
10+10, ne ho già ingerite 38;
devo superare il cento. Con
cento è fatta. Forza, ora 15.
Forza - mi viene da vomitare ancora 15. E' meglio che mi
stenda. Non voglio cascare
per terra. Lunedì si riapre
l'ufficio. Penso alle persone
che lavorano qui. Non me ne
importa niente. Di nessuno
m'importa.
Non sentivo
niente. Ancora una manciata.
Che fatica. Mi stendo.
Chiudo gli occhi.
Non ricordo nessun "ultimo
pensiero". Più di una volta, in
questi anni di coma ripensando
a quell'ultimo momento di
lucidità,
quando
con
determinazione ho ingoiato
736
l'ultima manciata,
a quello
che non sono riuscita a
portare a termine, ho provato
una stretta al cuore. Ora,
fuori dal coma - se penso a
quei momenti - agli infermieri
che mi hanno portata di sotto
stesa in un lenzuolo.
"21
battiti,
sbrighiamoci"
"Quante
ne
hai
prese?
Quante?"
Qualcuno
urla.
Dormo - svengo - sono sveglia
- voglio morire - Non so se lo
grido o credo di gridarlo. E
poi vomito - e mi fanno bere e vomito - eccetera eccetera.
Bene,
se penso a quei
momenti - lì - io oggi - beh non mi sembra possibile averli
vissuti. Oggi - che il coma è
finito - Io quella là? Io volevo
morire. Che scema!
737
Non sono stata normale per
anni. Zitta. Non parlavo più.
Zitta - anche se parlavo seria anche se ridevo. Senza
amore per niente.
Per
nessuno.
Solo
quel
trascinarmi nelle cose senza
entusiasmo. Senza esserci fino "al fondo" di qualche
mese fa.
Per giorni sono stata a
pensare al modo migliore per
uccidermi. All'estero senza
documenti.
Pastiglie;
Macchina-benzina; Overdoseeroina; vene tagliate-bagno;
Fon-bagno. Niente mi andava
bene. Volevo morire ma non
trovavo nessun mezzo che mi
soddisfacesse.
Sfinita, dopo sette films visti
in cinque ore, mi sono presa
738
un libro dei 20 che mi ero
portata appresso con un titolo
assai lontano da quello che mi
sentivo addosso: La coppia
amorosa.
La sfida delle
relazioni umane.
Le prime venticinque pagine le
ho
lette
senza
fare
attenzione ad una sola parola.
Come?
Torna
da
capo.
Rileggere. Pagina 50 e 100.
E: E' finito. Da capo, subito.
Ma chi è questo? Che ha
scritto ancora? Comprare.
Leggere. Rileggere.
Sbagliato.
Tutto sbagliato.
Ho sbagliato tutto.
Da capo.
capo.
Ricominciare da
Chi sono? Come mi chiamo?
Nome, cognome, coniugata.
739
Figli uno. Cosa faccio? Da
dove vengo dove voglio andare.
Ricominciare. A. E. I. U. O.
A. B. C. D. E. F. G. . . MAM. . .
MA. . . mamma. . . papà. .
scuola.
Chiesa.
Dio.
Comunismo.
Sole.
Terra.
Vento. Mare. Amore. IO.
IO. TE. Io e Te. IO e NOI.
NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO.
IO. NOI. AMORE. Nome.
Cognome. Sesso. IO
LA CHIACCHERATA O IL
PROCESSO
LUOGHI DEPUTATI:
TRIBUNALE
UN
L
L
740
L'INFINITO:
Così viene chiamato il fondale
azzurro chiaro che gira
tuttintorno al palcoscenico)
nel quale LA DONNA agirà
rivolgendosi direttamente al
pubblico. Che porterà via via,
dall'analista, o al tribunale e
viceversa.
Nell'infinito,
la
donna
commenterà e denuncerà via
via i fatti.
Interpellerà il
pubblico,
con domande
precise. Ed esigerà risposte
precise.
Per agevolare il
dialogo
si avvarrà della
collaborazione di attori e
attrici compresi in platea tra
il pubblico.
741
LO
DELL'ANALISTA:
STUDIO
La nostra donna c'è andata
controvoglia. Non ha fiducia.
Mentre parla,
su di uno
schermo vengono proiettati i
suoi
pensieri:
l'esatto
contrario
di
quanto
va
dicendo.
Mente su ogni cosa. Pensa al
costo dell'analisi. Quanto sta
spendendo, all'ora, quanto
spenderà in un anno. Ecc.
Sente l'inutilità di quanto sta
facendo.
Si ripromette di
smettere. Ma ogni 3 giorni è
lì,
come tossicodipendente
dell'ora di protagonismo che
si regala. L'ORA in cui esiste
in cui c'è.
742
Più avanti - dallo schermo che
ripete fedelmente le sue
parole, il pubblico capirà che
si è bloccata, e che è arrivata
ad una lettura fedele di quello
che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di
conoscenza, di se, attraverso
i ricordi:
1) Violentata dal padre a 10
anni.
Violenza che lei,
credeva legittima, in quanto
pensava "è mio padre, se l'ha
fatto vuol dire che è naturale,
che doveva farlo.
Ha
accettato la violenza del
padre, come la varicella, la
scarlattina, le mestruazioni.
Nessun trauma, è mio padre,
mi vuole bene. DA LUI male
non me ne può arrivare. Solo
743
più tardi, capirà l'errore di
valutazioni. Ma ancora oggi
non sa che peso quella violenza
abbia avuto sulla sua vita.
2) Studiato con indifferenza
per la promozione: diplomata?
Laureata?
Studiato
con
grande curiosità e letto tutto
(si fa per dire) per un suo
bisogno di sapere.
Si è
specializzata,
(diciamo
fissata?)
sulla
vita
dei
filosofi,
ed ha elaborato
alcuni concetti filosofici a suo
uso e consumo. Per la verità
scoccia anche gli altri, ma
alcune volte se ne trae anche
un buon profitto per l'anima.
Ha fatto suo una tra le regole
più strane osservate dalla
"setta"(scuola) fondata da
744
Pitagora: NON MANGIARE
LE FAVE.
Questo è il
"comandamento" più bizzarro
del catechismo pitagorico.
Aristotele dice che era per
via
di
una
qualche
rassomiglianza con l'organo
maschile, da ciò diciamo che
Pitagora doveva essere un
gran bigotta. E qui a questa
versione (spiegazione) che la
nostra donna si attiene: se un
pensiero
così,
ripeto
"bizzarro",
astuto
è
diventato un "comandamento"
di una scuola filosofica
fondata da Pitagora,
un
presocratico, vissuto secoli e
secoli A. C. ,
beh,
qualchecosa
deve
pur
significare.
745
3) Sposata, con amore, ma
perché ci si sposava tutte.
4)
Avuto
figli,
non
particolarmente
desiderati,
né programmati perché così
era sempre stato.
5) Vissuto la vita
coscienza alcuna.
senza
Abortito senza riflessione.
Non desiderato niente di
particolare.
Tutto quello che
"NONOSTANTE LEI"
6) Sofferto come tutte.
Subito come tutte.
ha
è
746
Pianto come tutte. E CHI
PIU' NE HA PIU' NE METTA
Ribelle come tutte.
Sul grande schermo scritto in
diverse dimensioni appare a
questo punto del dialogo con
l'analista:
abbiamo piccoli stacchi e ci
troviamo in Tribunale al
PROCESSO.
TRIBUNALE:
E' un processo che la nostra
DONNA vuole.
E' molto incerta.
Chi vuole processare? "La
Società? L'educazione? La
famiglia? La madre. . . " Non
mi ha mai detto niente. Mi hai
insegnato
l'onestà
facendomela vedere con la sua
vita.
747
La morale o il moralismo?
Cos'è il SESSO? Nessuno me
ne ha mai parlato.
Il padre. Amico? Nemico? Gli
amici? Il marito? I figli? E'
confusa.
Lentamente
progredisce
nell'inchiesta,
nel domandarsi e alla fine il
processo lo chiede per lei.
E' lei che si accusa.
"Ho vissuto come una capra.
Ho accettato tutto pensando,
seguendo i mille luoghi comuni
che la società ti dà con la
prima poppata.
Voglio essere processata e
condannata per non essere
riuscita, nonostante l'essere
stata militante politica, forse
anche
un'avanguardia
femminista, piena di ottime
748
teorie per le altre e minima
pratica verso me stessa.
Ribellioni e una presa reale di
coscienza . E qui escono tutti
gli errori di una donna della
mia generazione. Errori che
forse potranno servire per un
miglioramento della qualità
della
vita.
Scelte
programmate, meditate, ecc.
DIO:
il primo maschilista. (voluto
inventato dagli uomini)
Eva tentatora peccatrice.
Perché non Adamo?
Mosè sul Monte siani:
tavole
Le
I comandamenti
NON
DESIDERARE
LA
DONNA D'ALTRI (Siamo fin
da allora OGGETTI.
749
Non desiderare l'uomo d'altri:
undicesimo comandamento.
Nell'etica della nostra vita ci
vorrebbe.
I FIGLI
L'unica cosa che non può fare
l'uomo sono i figli.
NOI POSSIAMO CREARE UN
INDIVIDUO.
DICI NIENTE?
Che uso ne facciamo di questo
potere divino?
Troppo spesso è un potere
male usato.
E quando ci separiamo, i figli
non sono spesso usati come
materia di ricatto? Cosa
pagano i figli per i nostri
errori?
750
LISISTRATA: Uomini volete
la guerra? Niente amore.
DONNA OGGI: creare una
creatura umana è un miracolo.
Ho questo potere io, solo io.
Smettiamo di fare figli per
almeno tre anni. Ragionamoci
bene sopra a 'sta incredibile
ricchezza
che
solo
noi
possiamo
elargire.
Valutiamone
il
profondo
significato, poi, con le idee
finalmente
chiare,
riprendiamo a far miracoli,
facendo ben sentire all'uomo
che è un miracolo al quale sta
assistendo. Così finalmente le
donne saranno rispettate. Se
non
altro
durante
la
gravidanza.
L'ABORTO
751
I contraccettivi nelle scuole.
L'educazione
sessuale.
Abortire è un trauma. Non
puoi abortire come andare dal
parrucchiere, con la stessa
facilità.
Come ti senti dopo che hai
abortito? Ti rimane addosso
qualcosa? La prossima volta
che farai?
IL MATRIMONIO
Tutti ne parlano male e tutti
ci si rompono la testa. L'uomo
che hai sposato ragazzo
(giovane) quasi sempre, poco
ha in comune col vecchio
signore che hai al fianco, con
cui hai diviso la vita, gioie e
dolori. Nonostante questo ti
752
ostini, per via della prima
poppata piena di ideologie
sbagliate a vivergli accanto. A
QUALSIASI COSTO.
Ovunque in tutti questi anni
ho ascoltato discorsi di donne
disperate,
la canzone è
sempre la stessa. La storia di
Medea si ripete nei tempi,
uguale,
a qualsiasi classe
sociale
tu
appartenga.
L'IDENTICA
CANZONE,
raccontata, tra lacrime, o
freddamente, o con rabbia o
con rassegnato dolore, o su di
un letto,
dopo un tentato
suicidio, o in casa di cura se
sei ricca, in manicomio se sei
povera. Sono storie di anni di
umiliazioni,
di tentativi di
ogni tipo. "Sta invecchiando. .
753
. sono gli ultimi colpi" e poi ti
accorgi che non sono gli ultimi,
né saranno i penultimi. Stai
zitta, e aspetti. Gridi, e
aspetti.
Ti allontani,
e
aspetti.
Ma cosa cazzo
aspetti?
Cos'è che ti schiaccia? Cos'è
che t'ha cancellato il sorriso?
Cos'è che ti ha messo la
faccia a lutto? Cos'è che ti ha
convinta che sei morta?
Perché non dormi,
perché
pensi, perché sei fissata? Sei
fissata? SEI FISSATA.
Che
meccanismi
sono?
L'orgoglio,
paura
della
solitudine? I soldi? LUI?
L'AMORE? L'AMORE?
Ma dai, guardalo bene, porta
gli anni meno bene di te. E'
ancora divertente, spiritoso,
754
affascinante come 20,
30
anni
fa?
I
programmi
televisivi chi li sceglie? Il
peso delle cose più noiose
sulle spalle di chi,
è
appoggiato? Com'è la tua
giornata con lui? Le tue
serate, le tue notti? Cosa vi
dite ancora? Cosa ti dà?
Analizza, analizza.
T'ho umiliata? Quante volte?
Qual'è l'ultima volta? E il
rispetto? Dove lo metti?
E noi come siamo? Come
siamo? Migliorate col tempo,
peggiorate.
La vera differenza tra un
uomo e una donna redo
consista in questo: le donne
conservano
un
po'
più
dell'uomo,
il
senso
dell'onestà, (non tutte) della
755
giustizia,
dell'integrità.
Siamo soggetti morali, (non
tutte) e a volte purtroppo solo
moraliste. All'uomo è stata
inculcato, sempre con quella
prima fatale poppata,
il
piacere per la lotta, la lotta
con qualsiasi mezzo per
ottenere,
raggiungere,
impossessarsi del POTERE.
Il POTERE è comando, forza,
denaro.
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte QUALITA' privilegi
che ti derivano dal potere.
IL POTERE ti procura tutto
ciò che il POTERE
PUO'
PROCURARTI. Con il potere
che ti balla intorno anche
ne vorresti un po'? No?
Essere donne
continua ad
essere difficile,
e nel
756
cammino della vita (è con
rammarico,
che
sono
costretta a riconoscerlo) ti
senti con
un fatto che
sicuramente,
dopo
il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta,
che le tue
difficoltà di vita,
di
sentimenti,
le
tue
insicurezze, dipendono sì da
come è strutturata la società,
dagli uomini, da quello che ci
aspetta da te, ecc. ecc. ma
dipendono anche da altri
essere come te, anime del tuo
stesso sesso.
Sì,
amarezza
e
sconvolgimento. La donna è
troppo spesso,
la maggior
757
nemica della donna.
lavoro e nella vita.
Nel
Giovani
o
vecchie,
interrogate,
provate ad
interrogare.
Quasi tutte,
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei, ma vero è
che l'amore uomo lo fa quasi
sempre con una donna.
O giovane come te, o molto
molto più giovane di lui. E tu
stai a guardare. Si fa per
dire.
Naturalmente storie di questo
tipo si verificano quando il lui,
è un vero LUI. Se è giovane
va benissimo, ma andrà ancor
più bene,
se il LUI in
discussione
è
senza
giovinezza,
è adulto,
è
vecchino,
o
vecchio.
L'impegno, per la giovane in
758
questione, sarà minimo. In
tutti i sensi. Intendiamoci,
può anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma buone
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali,
artistiche possono
allegerirlo assai, come peso.
E tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia, di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
SAI GIA' TUTTO. PERCHE'
E' IL RIPETERSI,
del
ripetersi,
del ripetersi.
Aspetti,
ed
a
volte
inutilmente.
Non succede
nulla, o succede proprio quello
che tu non vorresti.
L'unico pensiero che ti deve
dare un minimo di
è
che anche tu sei stata
giovane, e anche la giovane di
759
oggi, con fortuna, o senza
fortuna, (a volte non basta
sposare
uno
scrittore
importante per scrivere un
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
pittore, sempre importante,
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
potere,
puoi correre nella
carriere, ma se non hai nella
testa le cose giuste. Sembra
che tu. . .
ti sembra di
correre, ma non appena ti
fermerai
per
riprendere
fiato,
voltandoti indietro,
scoprirai di aver perso per
strada qualcosa che sarebbe
stato più importante tenere,
e ben stretto. )
760
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età,
alla
tua
realtà,
diventerà
vecchia,
esattamente come sei tu ora.
E questo uomo,
che tu
presuntuosamente hai creduto
tuo, guardalo: che non si
vede per quello che è
realmente,
abbarbicato
ciecamente alle sue illusioni.
TESTO CON LA LAVAGNA
LUMINOSA
.
ALL'ENTRATA IN PLATEA A
TUTTI GLI SPETTATORI,
VERRÁ CONSEGNATO UN
BLOCCHETTO
ED
UNA
MATITA.
761
All'alzarsi
del
sipario
troviamo in controluce una
donna seduta davanti ad una
scrivania, sta leggendo alcuni
fogli. Gli effetti luce durante
il
susseguirsi
degli
avvenimenti, i cambi di luogo
e
situazioni
saranno
indispensabili.
La donna
interpreterà via via i vari
personaggi che distingueremo
con
prima
donna-seconda
donna,
magistrato,
ecc.
Indispensabile,
in certi
momenti il cambiamento di
luce e accompagnamento di
chitarra. Sul fondo scena, un
grande schermo sul quale
appare una scritta dopo un
minuto dall'inizio. :
Buonasera a tutti.
762
Non innervositevi se non parlo.
Sto zitta per voi.
Vi voglio regalare
istante di silenzio.
Rilassatevi.
vostro agio.
ASSAPORATE
MERAVIGLIA
"SILENZIO". . .
qualche
Mettetevi
a
LA
DEL
INTANTO
CHE
VOI
ASCOLTATE IL SILENZIO. .
.
763
Io riguardo gli appunti per la
lezione che vi terrò. . . tra
qualche istante.
Ora incomincio.
(Luce piena)
I Donna:
Buonasera.
Lo
spettacolo di questa sera,
poco ha a che fare col teatro,
anzi, non è né spettacolo né
spettacolare.
Vorrei stare
con voi il tempo che ci pare. . .
(non quello che ci servirebbe. .
. sarebbe troppo. . . Quando
siete stanchi, non temete di
dirmi "Basta".
Non mi
offendo. Ce ne andiamo e
buona notte a tutti). Dicevo
vorrei stare con voi
per
764
cercare di ritrovare insieme,
qualcosa che a mio avviso è
andato perduto in questa
nostra vita che va sempre più
di corsa. . . dove non c'è
rimasto quasi niente, né per i
sentimenti. . .
né per noi
stessi, né per gli altri. Ho
messo insieme storie di donne
e di uomini. . . tragitti
collettivi e personali. . .
avvenimenti politici.
Sono
partita da una grande analisi
dei miei anni passati, dei miei
problemi,
guardando quella
che ero. . . quella che sono
diventata.
(Sullo schermo
appare la scritta)
MIGLIORATA?
765
PEGGIORATA?
I Donna- Non lo so. Quello
che m'importa,
è tramite
avvenimenti, banali, comuni o
insoliti,
miei e di altri,
"scoprire" gli errori dietro ai
quali corriamo, nei quali ci
esaltiamo o commiseriamo, ci
distruggiamo!
Se
ci
riusciremo,
metteremo la
nostra
"scoperta",
a
disposizione. . . (Mentre a
squarciagola una voce fuori
campo
ripete
quanto
visualizzato,
sullo schermo
appare: )
FATE
TESORO
DELLE
ESPERIENZE ALTRUI!
(Altra voce fuori campo)
766
Posso tenerne conto. . .
MA
ANCH'IO
VOGLIO
SBATTERCI LA TESTA!
(Altra voce cretina)
SBAGLIANDO S'IMPARA!
I Donna - Non date retta a
quelle scritte. E' la parte più
banale di me, e anche vostra.
. . che si proietta su quello
schermo.
Fate
molta
attenzione con i pensieri. . .
tutto può finire lì.
Dunque, vi dicevo che stavo
rileggendo gli appunti per una
lezione. . .
767
(Voce presuntuosa a sfottere)
DOCENTE IN AMORE?
I Donna- (al pubblico) Chi l'ha
pensato?
Anche
se
mi
piacerebbe questa qualifica è
troppo grande per me ora. . .
forse più avanti, chissà. Tra
qualche anno. Diciamo che mi
sono auto-promossa. . .
(c. s. )
AMORE?
MAESTRA
IN
I Donna- Ma no! Una buona
allieva. . .
questo sì. . .
Cercherò di passarvi quello
che ho acquisito e analizzato
con diligenza.
768
NON SEI
DILIGENTE
MAI
STATA
IN TUTTA LA TUA VITA.
I Donna- (Al pubblico) C'è una
madre qua intorno? Per
fortuna mamma! !
(cambia
tono) Ma in questa occasione
cercherò. . .
di esserlo. . .
farò il possibile. . .
No,
maestra
troppo. . .
d'amore
è
(c. s. ) MAESTRA DI VITA?
I Donna- Sì, modestamente. .
. Alla mia età. . . qualcosa ho
imparato. Forse può andare. .
. oppure. . .
(c. s. ) "Corso d'amore. . . "
769
. . . . e dillo che non ne puoi
più!
(Sullo schermo si susseguono,
molte scritte uguali con
diversi caratteri, sulle quali
ne primeggia una: )
OK. VADA PER IL CORSO
D'AMORE
I
Donna(Indica
la
proiezione) Mi fa piacere
sentirvi d'accordo con me. . .
e se non sbaglio, interessati.
Dunque cominciamo:
(dà
un'occhiata ai fogli). Un certo
Leo Buscaglia (molti dicono
che sia un coglione. ) nel 69 a
S. Francisco, decide di dare
inizio
ad
un
corso
770
sperimentale
gratuito
all'università di Barkley(?):
"Corso d'amore". Siamo nel
'92 e il suo discorso è
attualissimo. Forse non è un
coglione.
(sullo schermo leggeremo Leo Buscaglia -)
E' da lì che ho preso lo spunto
"Sì, sono tutto amore, e non
me ne vergogno. Ho un unico
messaggio e posso fornirvelo
seduta stante.
Viviamo in
un'epoca
che
comincia
realmente ad esortarci a
cogliere i significati della vita.
Ci andiamo abituando ad una
nuova
nomenclatura.
"condizionamento" "forme e
modifiche
del
comportamento" "ciò che è
necessario rafforzare" "ciò
771
che è rafforzato" e che
probabilmente determinerà il
comportamento.
Per
rafforzarci ci serviamo del
denaro,
delle campagne,
dell'elettroshock, e perfino
dei dolciumi. Quando qualcuno
si comporta nel modo giusto
gli ficchiamo una caramella in
bocca.
Il mio messaggio odierno è: la
miglior caramella del mondo è
un essere umano,
caldo,
palpitante, che non si scioglie
affatto. Quella chicca, sei
TU.
"
(SPARISCE
LA
SCRITTA BUSCAGLIA)
Come si fa a diventare un
essere umano,
palpitante?
Vorrei essere "la miglior
caramella del mondo".
Ma
come?
772
La strada è lunga. Coraggio,
facciamola di corsa.
(schermo)
INTERROGATIVI
interrogati.
Interrogati.
Interrogatiiii! ! !
Qual'è
stato
il
nostro
rapporto con i nostri padre e
madre?
Qual'è quello con i nostri
figli?
Come siamo cresciuti?
1) Quale rapporto abbiamo
avuto col padre e la madre?
Abbiamo"parlato" con loro?
773
"Parliamo" con i nostri figli?
Il figlio è quella cosa alla
quale si mette il golfino se la
mamma sente freddo,
o
lasciamo che sia lui a dirci,
mamma ho freddo e gli
crediamo se dice d'aver
caldo?
Come siamo cresciuti?
Abbiamo ricevuto "onestà" dai
nostri padre e madre?
Come cresciamo i nostri figli?
Siamo "onesti" con loro?
SCUOLA
Come sono stati
"insegnanti"?
i
nostri
774
PALLOSI?
REAZIONARI?
INTELLIGENTI,
Hanno
influito
sulla
formazione
del
nostro
carattere? Nella nostra vita?
TANTO?
POCO?
Ne ricordiamo qualcuno?
SI?
NO?
PERCHÈ?
AMICIZIA
775
Esiste? Sì, esiste. Abbiamo
amici? Teniamo all'amicizia?
NOI
Come
siamo?
Come
ci
giudichiamo? Come stiamo tra
la gente? Cos'è la gente per
noi?
Ci importa degli altri? Amiamo
gli altri? Quanti ne amiamo?
Amiamo i pranzi di Natale, i
pic-nic?
AMORE
Nel rapporto con l'altro
sesso,
come sei? Timida,
sfacciata,
intraprendente,
esigente, ti accontenti. . .
ecc.
776
Come preferisce
accesa, spenta?
la
luce:
VITA
Ti senti una persona libera?
"Liberata"?
Siamo riusciti ad essere
"magnifici" qualche volta?
Qualcuno ha detto che ognuno
di noi vive nel seminterrato
della propria anima? E' vero?
Dov'è
il
seminterrato
dell'anima? Sotto i piedi? I
piedi di chi? Anche sotto ai
tuoi? Abbiamo permesso a
qualcuno di ridurre un essere
umano, "noi", in poltiglia?
Quante volte? Almeno una!
777
POLITICA
Che peso ha la politica nella
tua vita? Fai politica? Ragioni
con la tua testa o deleghi?
Chi
deleghi?
I
nostri
"sgovernanti"?. . . il marito, il
figlio, la moglie, il vicino di
casa, il capoufficio. . . il. . .
il. . il. . .
Siamo, forse, così deboli che
uno può manipolarci come
vuole? I governanti, il marito,
la moglie, il figlio, il vicino di
casa, il. . . Perché?
Perché
la
gente
(me
compresa) accetta tutto?
Perché lasciamo fare?
Perché accettiamo di fare le
code per sapere quali siano gli
778
"estimi" da pagare? Siamo
pazzi?
Perché dopo una tragedia,
che so, la morte brutale di un
figlio poliziotto o un altro
morto,
permettiamo che
qualche cronista televisivo col
pelo sullo stomaco ci chieda:
"Quando ha saputo che suo
figlio è saltato per aria cosa
ha provato signora?" Com'è
che la signora non tira un
calcio
nella
pancia
del
cronista? Perché non gli salta
addosso
e
lo
strangola
ficcandogli le dita negli occhi?
Perché?
Perché non insorgiamo tutti?
(proiettato sullo schermo
appare: Buscaglia)! L'essere
umano è la cosa più strepitosa
del mondo,
dobbiamo però
779
riscoprire
ridere.
l'arte
di
saper
Abbiamo creato il tempo.
Dopo di ché ne siamo diventati
schiavi.
Le parole congelano la realtà.
Etichettiamo.
Quanti bambini non hanno
ricevuto
un'adeguata
educazione perché prima o poi
durante l'infanzia ci si è
premurati di etichettarli: è
uno stupido,
un ritardato
mentale ecc.
Le etichette allontanano gli
uomini, li distolgono gli uni
dagli altri. Negro. Che cos'è
un negro? Mai conosciuto due
negri uguali in vita mia. Sa
amare? Sa soffrire? E' bello,
felice? La sua famiglia? Sa
780
dare qualcosa agli altri? Sono
queste le cose che contano e
non che sia negro, povero,
ricco.
(Sparisce la scritta Buscaglia)
Mi viene un dubbio: che il
responsabile
ultimo
della
situazione tragica a cui siamo
arrivati, non sia Andreotti,
ma
siano
le
nostre
insicurezze,
il
nostro
accettare, il nostro subire.
DA CAPO.
RICOMINCIARE DA CAPO.
Chi sei? Chi sono? Come mi
chiamo? Nome,
cognome,
coniugata. Figli? Cosa faccio?
781
Da dove vengo dove voglio
andare. Ricominciare da capo.
A. E. I. U. O. A. B. C. D. E. F.
G. . . MAM. . . MA . . . mamma.
. . papà. . scuola.
Chiesa.
Dio.
Oddio!
Odio! . . .
Comunismo.
Sole.
Terra.
Vento. Mare. Amore. IO.
IO. TE. Io e Te. IO e NOI.
NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO.
IO. NOI. AMORE. Nome.
Cognome. Sesso. IO
(si abbassa la luce appare la
Scritta su Schermo)
LUOGHI DEPUTATI:
LO
STUDIO DI UN ANALISTA
UN TRIBUNALE
L'INFINITO!
782
LA CASA. . .
LA STRADA. . .
Donna- (a commento di ogni
scritta, con tono di voce alto,
ma
impersonale)
L'INFINITO:
Così viene chiamato il fondale
azzurro chiaro che gira
tutt'intorno al palcoscenico
nel quale la protagonista della
nostra storia agirà, enuncerà,
commenterà e denuncerà i
fatti della sua vita, si avvarrà
della vostra collaborazione,
interpellandovi con domande
precise. Ed esigerà risposte
precise.
Se proprio non ve la sentite di
parlare, d'intervenire, per
insicurezza,
per timidezza,
783
scrivete le risposte, parlate
dei
vostri
problemi
sul
blocchetto che vi è stato
consegnato all'ingresso. . . Di
volta in volta sarà lo studio
dell'analista, o il tribunale o
la casa, o la camera da letto. .
. o la strada. Alla vostra
intelligenza scoprirlo. Non vi
posso dire tutto.
(Sullo schermo appare: )
STUDIO DELL'ANALISTA
La nostra donna c'è andata
controvoglia
dall'analista.
Non ha fiducia.
Mente su ogni cosa e pensa: "
80 mila a seduta, tre sedute
la settimana, 240 mila. . .
960 mila. . .
Al mese?
784
L'anno?. . . Quello che faccio
non mi servirà a niente. . .
devo smettere. . .
sì,
è
l'ultima volta".
Ma ogni 3
giorni
è
lì,
come
tossicodipendente "dell'ora di
protagonismo" che si regala.
L'ORA in cui esiste,
c'è.
in cui
"Coraggio signora. . . mi dica,
lei si sente o non si sente
amata.
.
.
Qual'é
l'indispensabile
potenziale
d'affetto di cui ha bisogno?
"Ho sempre avuto un morboso
bisogno d'amore. "
Da piccola, avevo un 5, 6 anni
e per attirare l'attenzione dei
miei, ho rovesciato qualche
goccia d'inchiostro rosso nel
mio vasino della pipì. La mia
785
mamma, sconvolta. . . mio dio,
s'è sviluppata a sei anni! . . .
No, no, forse è un fatto
renale,
chiama il dottore,
chiama il dottore,
tutti
gridavano, piangevano. . . mi
accarezzavano, baciavano. . .
Felice di tanta attenzione ho
tirato fuori la bottiglietta
d'inchiostro rosso. . . hanno
capito. . . m'è arrivato un
ceffone dalla mia mamma,
che ogni volta che sento
l'odore dell'inchiostro,
mi
tocco una guancia.
Meno
male
che
inventato le biro!
hanno
786
Sono stata violentata da mio
padre a 10 anni, una volta
sola. Dico, "violentata", ma il
termine è errato.
Più giusto dire: "Ho avuto un
rapporto sessuale con mio
padre, senza nessun trauma,
senza capire quello che mi
stava capitando.
Ripeto,
avevo 10 anni. Volevo molto
bene a mio padre e lui voleva
molto bene a me. Troppo. . .
Non c'è stata violenza alcuna.
. . non pensavo fosse "male",
solo da adulta ho capito tutto
l'orrore di quell'atto:
una
terribile violenza alla mia
innocenza.
Molte volte ci ho pensato da
grande.
Allora,
in quel
momento
forse
incoscientemente,
mi son
787
detta: "E' mio padre, mi
vuole bene, da lui male non me
ne può arrivare. E' mio padre,
se l'ha fatto vuol dire che è
naturale, che doveva farlo.
L'ho accettata come la
varicella, la scarlattina, le
mestruazioni. E' mio padre.
E non ci ho pensato più. In un
attimo
avevo
rimosso,
cancellato tutto.
E chi si
ricorda della varicella,
del
morbillo? (SCHERMO)
788
"I
PRIMI RAPPORTI DI
SESSO. . . DOPO?"
"Ma. . . non ricordo bene. . .
La prima volta è stato con un
ragazzo che veniva a scuola
con me. . . no, non della mia
classe. . più alto. . . Ricordo
solo che cercava con tutte le
sue forze di ficcarmi la lingua
in bocca. . . che mi veniva da
vomitare. . . mi strizzava un
seno. . . e che mi spingeva
qualcosa di duro contro il
pube. . . Ero preoccupata. . .
Ma cos'ha lì. . .
una
bottiglietta?. . No, forse è
una zucchina o un cetriolo. . .
Ma perché, mi spinge 'sto
cetriolo contro il pube e fa ah,
ah? Forse è pazzo.
789
Non ho più permesso che mi si
avvicinasse. Ho avuto il pube
tumefatto per giorni.
Poi
un'altra volta la stessa storia.
. . Non mi capacitavo che
tutti i ragazzi girassero
sempre con una zucchina nelle
mutande. Avrei avuto piacere
di scoprire il perché, ma non
sapevo a chi chiedere. Poi le
mie amiche una sera d'agosto
parlottavano. . si era al mare:
"Lui è venuto,
ci siamo
baciati, poi lui è venuto. "
"Come - faccio io - è venuto,
poi vi siete baciati e lui è
venuto. Venuto dove se era
già lì. Sarà andato. " "Che
scema, sei proprio una scema!
" e mi hanno spiegato tutto, e
l'amore, e il sesso e come
nascono i bambini! Un trauma
volevo morire. !
790
Sono stata in confusione per
una settimana. Che nessuno
maschio mi venisse più vicino
con il suo cetriolo. . . che poi
magari resto incinta. Avevo
14 anni. ( inserire il pezzo sul
sesso di quando era adulta)
I Donna - Studiato con
indifferenza
per
la
promozione:
diplomata?
Laureata? Fa lo stesso. Sulla
filosofia ha elaborato alcuni
concetti filosofici a suo uso e
consumo e alcune volte ne
trae anche un buon profitto
per l'anima. Ha fatto suo una
tra le regole più strane
osservate
dalla
"setta"(scuola) fondata da
Pitagora:
II Donna (infervorata)
NON
MANGIARE
LE
FAVE.
791
Questo è il "comandamento"
più bizzarro del catechismo
pitagorico.
Aristotele dice
che era per via di una qualche
rassomiglianza con l'organo
maschile, da ciò diciamo che
Pitagora doveva essere un
gran bigottone. I Donna - E
qui
a
questa
versione
(spiegazione) che la nostra
donna si attiene: II Donna se un pensiero così "bizzarro",
astruso
è
diventato
un
"comandamento" di una scuola
filosofica fondata da Pitagora,
un presocratico,
vissuto
secoli e secoli A. C. , beh,
qualchecosa
deve
pur
significare.
(Istintivamente
avevo ragione, col cetriolo,
ma. . . )
792
I Donna - Sposata, ma perché
ci si sposava tutte.
Avuto
figli,
non
particolarmente
desiderati,
né programmati solo perché
così era sempre stato. La
nonna, la madre, la vicina di
casa. . .
Vissuto la vita senza desideri
particolarmente
eccessivi.
Sofferto come tutte.
Subito come tutte.
Pianto come tutte.
Ribelle come tutte.
II Donna - "Oddio, quando?"
I Donna - La sua colpa più
grave?
II Donna - "Nonostante
blaterassi nel far politica,
convinta d'avere la verità in
793
tasca, non ho mai avuto la
forza di "scegliere" per me.
(Sullo schermo)
MICIDIALE! ! !
PERCHÈ?
APPARE-SCOMPARE-APPARE
PERCHÈ -PERCHÈ
PERCHÈ -
-PERCHÈ -
II Donna - Non lo so.
"Sì, ma dopo che lui. . . "
"Zitta. "
"Ho tentato di uccidermi! "
"Ah brava. Per il rimorso?"
794
Quando ho avuto la certezza
che mio marito faceva sul
serio con una ragazza di 37
anni. . . più giovane di lui. . .
che si faceva vedere in giro. . .
che frequentava gli amici
comuni che "attenti a non fare
gaffe, che stasera arriva la
moglie ho fatto il giro delle
farmacie di Milano. . . una
bustina per volta, e Veronal e
Veramon
e
Gibalgina
e
Optalidon. . . poi sono andata
da lui e gli ho detto che
partivo.
"Dove vai?. . . "
"Non so. . . . " "Ma perché te
ne vai. . . io ti amo. . . tu conti
più di tutti al mondo. . . " "Sì.
Ciao".
Sbatto la borsa con tre cose
dentro - in macchina - e vado .
795
Duecento metri dopo - mi
fermo - Poi riparto - poi mi
rifermo. - Penso a tutti i
posti che conosco - alla città alle persone amiche - Penso.
Senza accorgermene mi trovo
in ufficio. Nel mio ufficio.
Non
ho
più
voglia
di
andarmene da nessuna parte.
Non c'è luogo né persona che
mi attiri.
Nulla che senta
amico. Vuoto totale.
Penso a "lui", che sicuramente
ha già telefonato alla ragazza
del momento: Maria, Stella,
o. . . non mi ricordo più. . . :
"E' partita puoi venire".
Tolgo dalla borsetta tutto
quello che ho, libretti degli
assegni, chiavi di casa, della
cassaforte. Non mi viene da
scrivere niente.
Mi sento
796
come una casermona popolare
di trecento appartamenti con
nessuno dentro. . . e nessuno
che suoni il campanello.
Ho tolto dal cartoncino. . .
tutte le mie pastiglie. . . ne ho
fatto un bel mucchietto
davanti a me.
Ho preso una scodella, l'ho
riempita d'acqua ne ho messe
tre in bocca e giù a bere.
Su un foglietto ho annotato:
3. Poi, più 3. . . . e, fanno 6. .
. più 3 e fanno nove. . . e giù a
bere. Devo arrivare almeno a
cento. Si fa una gran fatica. .
. ti si impasta la bocca. . . non
riesci a deglutire. . . ti viene
voglia di smettere. . . ancora
5. . . Ma cosa sto facendo?!
ancora tre. . . e 5. . . Credo di
essere arrivata a 50. . .
797
Forza, ora 5. Forza - mi
viene da vomitare - ancora 7.
E' meglio che mi stenda. Non
voglio cascare per terra.
Lunedì si riapre l'ufficio. Che
sorpresa!
Ancora
una
manciata. Mi stendo.
Chiudo gli
morendo.
occhi.
Sto
Non ricordo nessun "ultimo
pensiero".
ADDIOOOOO. . .
Invece no.
Sento che mi sollevano di
peso,
mi costringono a
camminare. . .
mi parlano,
gridano, io mi lascio andare
non reagisco,
non voglio
reagire "Deve camminare non
fermarti! Falla camminare! "
ma chi parla?. . . Chiama il
798
marito.
.
.
telefona
all'ambulanza. . . "Quante ne
hai prese parla! " E' la voce di
mia sorella. . . "Pensa a tuo
figlio, maledizione quante ne
hai prese?" chi è questo. . .
mio marito. . . Ci sono proprio
tutti. Tutti uniti.
Una festa di famiglia.
"Sbrighiamoci. . .
ha 21
pulsazioni. . . portiamola via"
Chi ha parlato. . .
gli
infermieri dell'autoambulanza.
M'infilano in un lenzuolo per
trasportarmi. . .
mi sento
urlare. . . e non so proprio
forse la rabbia mi faceva
uscire il fiato o forse l'ho
sognato "voglio morire! ! !
Lasciatemi maledetti voglio
morire! ! ! " Per un anno intiero
non sono andata nel mio
799
ufficio.
Morivo di vergogna.
Non capita tutti i giorni di
essere trasportata per le
scale avvolta in un lenzuola
perché la barella non passa,
tra gli sguardi degli inquilini
allibiti "una signora così per
bene! . . . pensa te! . . . " finire
al Pronto soccorso seguita da
una decina di parenti mariti
sorelle e la gente che ti
guarda e i medici gentili che ti
fanno iniezioni da ogni parte,
una flebo nel braccio. . . ti
fanno bere un 700 litri
d'acqua con dentro non so
che. . .
"vomiti signora
coraggio" e tu che tiri su
l'anima e tutti sono contenti e
non ti trattengono perché sei
persona
conosciuta
sì,
capiscono. . . .
ma certo lo
scandalo, i giornali. . . si
800
figuri. . . e via che torni a
casa e dormi per un 5 giorni e
quando ti svegli sei così
debole che non capisci se è
bene che ti sia andata bene, e
se
ti
è
andata
bene
veramente.
Riprendi a vivere la tua bella
vita di merda. . .
un po'
imbarazzata. . .
senza il
coraggio di guardare la gente
negli occhi. . . e tutti che ti
trattano come una che è
matta. . . e non come una che
ha bisogno d'amore.
(sullo
schermo ripetuto dall'attrice)
presa di coscienza del suo
essere donna
(insopportabile! ! )
801
del suo maturare da oggetto a
soggetto.
(più che insopportabile! ! ! )
Donna- VOGLIO FARE UNA
DENUNCIA! ! VOGLIO UN
PROCESSO SUBITO!
TRIBUNALE
"Voglio un processo. . .
"Contro chi?"
(schermo a commento) E'
incerta. . . Subito spiazzata.
"Chi vuole processare signora?
La Società? La religione?
"Sì. . .
DIO:
il primo
maschilista, voluto inventato
802
dagli uomini.
peccatrice.
Adamo?
Eva tentatora
Perché non
Mosè sul Monte Siani:
Le
tavole. . . I comandamenti (da
sintetizzare)
NON
DESIDERARE
DONNA D'ALTRI
LA
Siamo appena nate ed eccoci
lì, già OGGETTI.
L'undicesimo comandamento,
nell'etica della nostra vita ci
vorrebbe:
non desiderare
l'uomo d'altri
"Non
dica
sciocchezze!
Figuriamoci!
L'undicesimo
comandamento! Si vergogni!
Andiamo avanti,
chi vuole
803
processare? L'educazione? La
famiglia? La madre. . . "
"Sì.
.
lei
ha
delle
responsabilità. . . e grandi. . .
Non mi ha mai detto niente.
Mi ha insegnato l'onestà
facendomela vedere con la sua
vita. . . ma non ne ha mai
discusso con me. . . e così non
se aveva una morale o se era
solo moralità. "
"C'è differenza?"
"Sostanziale! ! "
"Non è una colpa. . .
evidentemente non avevate un
dialogo. . . Andiamo avanti,
chi vuole processare la morale
o il moralismo ?"
"Contro il SESSO?"
"Nessuno
parlato. "
me
ne
ha
mai
804
"E allora? Vuole processare
qualcuno perché nessuno le ha
mai parlato di sesso? Chi
processiamo,
il sesso? Il
sesso in genere o uno in
particolare (
)
"Insomma, contro chi. . . chi
vuole che sia processato? Il
padre-Amico-Nemico?
Il
marito? I figli? Gli amici??"
"No, non voglio processare i
figli. . . anzi voglio innalzarli
al loro valore effettivo. E
anche
la
donna
voglio
innalzare. . . voglio darle il
posto che le spetta. NOBEL;
L'unica cosa che non può fare
l'uomo sono i figli.
Creare una creatura umana è
un miracolo. Ho questo potere
ce l'ho io, solo io.
805
Che uso ne facciamo di questo
potere "divino"?
E quando ci separiamo, i figli
non sono spesso usati come
materia di ricatto? Cosa
pagano i figli per i nostri
errori? Smettiamo di fare
figli per almeno tre anni.
Ragioniamoci
bene
sopra.
Valutiamone
il
profondo
significato, poi, con le idee
finalmente
chiare,
riprendiamo a far miracoli,
facendo ben sentire all'uomo
che è un miracolo quello al
quale sta assistendo.
Finalmente le donne saranno
rispettate.
Se non altro
durante la gravidanza. . . Una
volta ho visto un uomo che
prendeva a calci nel ventre
sua moglie incinta.
806
"Ma basta! ! !
Lei sta
farneticando. . . E' troppo
confusa disordinata nei suoi
ragionamenti.
Stia zitta e
risponda: E' sposata? "
"E' felice? Ha tradito suo
marito?"
"Ma io volevo denunciare. . . "
"Zitta e risponda: ha tradito
suo marito?
"Sì. . . Tutti ne parlano male e
tutti ci si rompono la testa col
matrimonio. L'uomo che hai
sposato ragazzo (giovane)
quasi sempre,
poco ha in
comune col vecchio signore
che hai al fianco, con cui hai
diviso la vita, gioie e dolori.
Nonostante questo ti ostini,
per via della prima poppata
807
piena di ideologie sbagliate a
vivergli
accanto.
A
QUALSIASI COSTO.
"Ha figli?. . . Ha abortito?"
"Ma che c'entra?. . . io. . .
Abortito senza riflessione,
ne particolare esigenza. "Ma
che c'entra? Sì. . . due volte.
. . Perché? Ma, non era il
momento. . .
contraccettivi nelle scuole.
L'educazione
sessuale.
Abortire è un trauma. Non
puoi abortire come andare dal
parrucchiere, con la stessa
facilità.
Come ti senti dopo che hai
abortito? Ti rimane addosso
qualcosa? La prossima volta
808
che farai l'amore
ricorderai?"
te
ne
Sono confusa. . . non gridi
tanto. . . sono confusa. . .
lasciatemi pensare un attimo. .
. Calma. . . calma. . . non. . .
Sì. . . ho trovato. Io. . . io
devo essere processata. . . Io
sono colpevole. Denuncio me
stessa. "
"Ah, volevo ben dire! Forza,
si confessi! . . voglio dire. . .
Parli! . . . e niente chiamate di
correo! "
"Io sono colpevole. . . Solo io.
Ho vissuto come una capra.
Ho accettato tutto pensando,
seguendo i mille luoghi comuni
che la società ti dà con la
prima poppata.
809
Voglio essere processata per
non
essere
riuscita,
nonostante l'essere stata
militante politica,
forse
anche
un'avanguardia
femminista, piena di ottime
teorie per le altre ma non
messe in pratica verso me
stessa.
Processata
e
condannata.
Il prezzo è
altissimo.
E
paghiamo,
paghiamo.
Ovunque in tutti questi anni
ho ascoltato discorsi di donne
disperate,
la canzone è
sempre la stessa, uguale, a
qualsiasi classe sociale tu
appartenga, raccontata, tra
lacrime, o freddamente, o
con rabbia o con rassegnato
dolore, o su di un letto, dopo
un tentato suicidio, o in casa
810
di cura se sei ricca,
in
manicomio se sei povera.
Sono storie di anni di
umiliazioni,
di tentativi di
ogni tipo. "Sta invecchiando. .
. sono gli ultimi colpi" e poi ti
accorgi che non sono gli ultimi,
né saranno i penultimi. Stai
zitta, e aspetti. Gridi, e
aspetti.
Ti allontani,
e
aspetti.
Ma cosa cazzo
aspetti?
Cos'è che ti schiaccia? Cos'è
che t'ha cancellato il sorriso?
Cos'è che ti ha messo la
faccia a lutto? Cos'è che ti ha
convinta che sei morta?
Perché non dormi,
perché
pensi, perché sei fissata? Sei
fissata? SEI FISSATA!
Che
meccanismi
L'orgoglio,
paura
sono?
della
811
solitudine? I soldi? LUI?
L'AMORE? L'AMORE?! Non
mi dire!
Ma dai, guardalo bene, porta
gli anni meno bene di te. Tu ti
puoi fare il lifting e lui, lo
farebbe subito,
ma si
vergogna.
E'
ancora
divertente,
spiritoso,
affascinante come 20,
30
anni
fa?
I
programmi
televisivi chi li sceglie? Il
peso delle cose più noiose
sulle spalle di chi,
è
appoggiato? Com'è la tua
giornata con lui? Le tue
serate, le tue notti? Cosa vi
dite ancora? Cosa ti dà?
Analizza, analizza.
T'ho umiliata? Quante volte?
Qual'è l'ultima volta? E il
rispetto? Dove lo metti?
812
E noi come siamo? Come
siamo? Migliorate col tempo,
peggiorate.
La vera differenza tra un
uomo e una donna credo
consista in questo: le donne
conservano
un
po'
più
dell'uomo,
il
senso
dell'onestà, (non tutte) della
giustizia,
dell'integrità.
Siamo soggetti morali, (non
tutte) e a volte purtroppo solo
moraliste. All'uomo è stata
inculcato, sempre con quella
prima fatale poppata,
il
piacere per la lotta, la lotta
con qualsiasi mezzo per
ottenere,
raggiungere,
impossessarsi del POTERE.
Il POTERE è comando, forza,
denaro.
813
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte QUALITÁ privilegi che
ti derivano dal potere.
IL POTERE ti procura tutto
ciò che il POTERE
PUÒ
PROCURARTI. Con il potere
che ti balla intorno anche
(verificare originale) tu ne
vorresti un pò? No? Essere
donne
continua ad essere
difficile, e nel cammino della
vita (è con rammarico, che
sono costretta a riconoscerlo)
ti scontri con un fatto che
sicuramente,
dopo
il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta,
che le tue
difficoltà di vita,
di
sentimenti,
le
tue
insicurezze, dipendono sì da
814
come è strutturata la società,
dagli uomini, da quello che ci
si aspetta da te, ecc. ecc.
ma dipendono anche da altri
esseri come te, anime del tuo
stesso sesso.
"Le famose
sorellanze! " La donna è
troppo spesso,
la maggior
nemica della donna.
Nel
lavoro e nella vita.
Giovani
o
vecchie,
interrogate,
provate ad
interrogare.
Quasi tutte,
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei,
ha le
stesse
responsabilità
dell'uomo, l'amore l'uomo lo
fa quasi sempre con una
donna.
(vedere originale) O giovane
come te, quando sei giovane,
o molto molto più giovane di
815
lui, quando tu sei vecchia. E
tu stai a guardare fingendo di
niente. Si fa per dire.
Naturalmente storie di questo
tipo si verificano quando il lui,
è un vero LUI. Se è giovane
va benissimo, ma andrà ancor
più bene,
se il LUI in
questione è senza giovinezza,
è adulto,
è vecchino,
o
vecchio, ma VIP! L'impegno
sessuale, per la giovane in
questione, sarà forse pesante
per via dello stomaco.
In
tutti i sensi. Intendiamoci,
può anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma buone
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali,
artistiche possono
allegerirlo
il
peso
dell'impegno.
816
E tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia, di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
SAI GIÁ TUTTO. PERCHÈ È
IL RIPETERSI, del ripetersi,
del ripetersi. Aspetti, ed a
volte inutilmente che succeda
qualcosa. Non succede nulla,
o succede proprio quello che
tu non vorresti.
L'unico pensiero che ti deve
dare
un
minimo
di
sicurezza (?) è che anche tu
sei stata giovane, e anche la
giovane di oggi, con fortuna,
o senza fortuna, (a volte non
basta sposare uno scrittore
importante per scrivere un
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
pittore, sempre importante,
817
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
potere,
puoi correre nella
carriera, ma se non hai nella
testa le cose giuste. Sembra
che tu. . .
ti sembra di
correre, ma non appena ti
fermerai
per
riprendere
fiato,
voltandoti indietro,
scoprirai di aver perso per
strada qualcosa che sarebbe
stato più importante tenere,
e ben stretto. )
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età,
alla
tua
realtà,
diventerà
vecchia,
esattamente come sei tu ora.
E questo uomo,
che tu
presuntuosamente hai creduto
tuo, guardalo: che non si
818
vede per quello che è
realmente,
abbarbicato
ciecamente alle sue illusioni.
Il vero amore è un fenomeno
prettamente,
totalmente
umano.
Non insegno l'amore nel senso
stretto del termine, mi limito
a
facilitare
il
fiorire
dell'amore.
(Alcune domande: inserto 1)
Il fenomeno - amore - è un
quidi che noi scopriamo.
L'essere umano crede nel
cambiamento,
se
non
apprezziamo la situazione
nella quale versiamo,
in
termini d'amore,
siamo in
grado di modificarla di dare
vita ad un nuovo scenario.
819
Possiamo donare solo ciò che
abbiamo,
in questo sta il
miracolo. Se abbiamo amore,
possiamo donarlo, se non ne
abbiamo,
è
impossibile. Non è tanto una
questione di dare,
ma di
condividere,
spartire.
Ti
rendo partecipe,
e non la
perdo, perché già ce l'ho.
"L'affetto quale elemento
modificatore
del
comportamento umano. "
Gli scienziati,
psicologi,
antropologi, sociologi hanno
ignorato l'amore,
è
sconvolgente, perché tutti ne
abbiamo bisogno ed aneliamo
ad esso senza posa. Tuttavia
non
è
fatta
materia
d'insegnamento.
Si dà per
scontato che l'amore ci venga
820
fornito tramite e per effetto
di una misteriosa forza vitale.
"Viviamo tutti in comunità,
tuttavia moriamo tutti di
solitudine. "
L'individuo capace di amare
deve aver cura di se stesso.
Badare
realmente
alla
sostanza
della
propria
personalità: "Ogni cosa viene
filtrata
attraverso
me,
quanto migliore sono, tanto
maggiore è ciò che ho da dare.
Tutto devo fare, per essere il
più bello, il più straordinario,
il più fantastico,
tenero
affettuoso essere umano del
mondo. In noi si manifesta
solamente
una
minima
porzione di ciò che realmente
siamo. Nondimeno ci sentiamo
821
perfettamente
paghi
essere quel che siamo.
di
Lo psichiatra londinese R. D.
Laing
avanza
un'ipotesi
provocatoria e suggestiva:
"Noi pensiamo molto meno di
quanto sappiamo.
Sappiamo
molto meno di quanto amiamo,
amiamo molto meno di ciò che
esiste ed in tal senso siamo
molto meno di ciò che siamo. "
Su tali premesse dovremmo
sentirci spronati senza
di
diventare. . . . . un quidi,
riposto nel profondo di
ciascuno di noi che differisce
da individuo a individuo.
fine buscaglia (?)
LIBERA
D'IDEE
ASSOCIAZIONE
822
Monologo eroina?
ho fatto la plastica.
(?)
Mogli dipendente comunale
che trova i soldi in tasca al
marito e li butta dalla
finestra.
Inserire il discorso del grande
mondo, o no?
Il grosso della vita sta fuori.
quando ho avuto la certezza
che mio marito faceva sul
serio con una ragazza di 37
anni più giovane di lui, che se
ne andava in giro,
che si
faceva
vedere
che
frequentava gli amici comuni
che" attenti a non fare gaffe,
che stasera arriva la moglie"
ho fatto il giro delle farmacie
di Milano. . . una bustina per
823
volta, e veronal e veramon e
gibalgina e optalidon. . . Le
comperavo così. . .
senza
determinazione. . . Non si sa
mai.
Sempre meglio essere
pronti all'occorrenza. . . Per
tre giorni ho girato farmacie.
Poi sono andata da lui e gli ho
detto che partivo.
"Dove
vai?. . . " "Non so. . . . " "Ma
perché te ne vai. . . io ti amo.
. . tu conti più di tutti al
mondo. . . " "Io vado. Ciao"
Salita in macchina di colpo non
mi è venuto in mente neanche
un posto dove mi sarebbe
piaciuto andare.
Li ho fatti
passare tutti.
Ho pensato
anche all'estero vado a Parigi.
. . Londra. . . Bruxelles. . .
Dopo un'ora di riflessioni e
giri turistici col cervello
824
prendo tempo e vado in
ufficio.
E' sabato
pomeriggio. Non c'è nessuno
ne deve venire nessuno.
Sì,
nel mio ufficio: 360 metri
quadrati, 11 stanze.
Mio
marito ha visto il nostro
ufficio,
ufficio che avevo
comperato,
un anno dopo,
perché erano venuti i ladri e
io non ero a Milano. . . ha
dovuto
andarci
per
la
denuncia.
Beh, a parte
questo fatto, vado nel mio
ufficio.
Imprevisto! C'è mio nipote e
un
nostro
collaboratore:
Walter.
"Che fate qui?"
"Nulla. . .
avevamo da
chiudere una storia. . .
stavamo andandocene.
E tu
che fai?" "Devo mettere a
825
posto l'archivio. . . ho da
fare. . . " Loro se ne vanno.
Mi sono guardata intorno. . .
guardavo guardavo e tutto
quello che vedevo non mi dava
niente.
Né la più piccola
spinta a lavorare,
né un
spintarella emotiva.
Non
sentivo
nulla.
Casermona
popolare
di
trecento appartamenti con
nessuno dentro.
Non ci ho pensato molto. Ho
tirato fuori tutte le mie
pastiglie. . . le ho tolte dal
cartoncino. . . ne ho fatto un
bel mucchietto.
Ho preso
una scodella, l'ho riempita
d'acqua ne ho messe tre o
quattro in bocca e giù a bere.
Su un foglietto annotavo: più
3 e giù a bere, più 3. . . . e,
826
fanno 6. . . più 3 e fanno nove.
. . Devo dire che si fa una
gran fatica. . . ti si impasta la
bocca. . .
non riesci a
degluttire. . . ti viene voglia
di smettere. . . ancora 5. . .
Ma cosa sto facendo?! ancora
tre. . . e 5. . . Credo di essere
arrivata a 50. . . Da un pò non
segnavo nulla sul foglietto. . .
Chissà perché mi era venuta
questa idea del segnare. . .
forse
per
potermo
regolare???quando stendermi.
Ora mi vado a stendere. . . mi
gira la testa. . . continuerò a
prenderle da stesa. . . Arrivo
al divano. . . mi gira tutto. . .
bevo un po' d&acqua ancora. . .
poi la scodella mi cade. . . e
non ci sono più. . .
Che
bellezza è finita credo sia
stato
l'ultimo
pensiero.
827
Invece no.
Mi sollevano di
peso,
mi costringono a
camminare. . .
mi parlano
gridano io mi lascio andare non
reagisco,
non
voglio
reagire"deve camminare non
fermarti" ma chi parla?. . .
Chiama il marito. . . telefona
all'ambulanza. . . "Quante ne
hai prese parla! "E' la voce di
mia sorelle. . . Pensa a tuo
figlio, maledizione quante ne
hai prese. . . chi è questo. . .
mio marito. . . Ci sono proprio
tutti,
maledizione.
"sbrighiamoci. . .
ha 21
pulsazioni. . .
portiamola
via"Chi ha parlato. . . sono gli
infermieri.
M'infilano in un
lenzuolo per trasportarmi. . .
mi sento urlare. . . e non so
proprio forse la rabbia mi
faceva uscire il fiato o forse
828
l'ho sognato "voglio morire! ! !
Lasciatemi maledetti voglio
morire! ! ! " Per un anno intiero
non sono andata nel mio
ufficio.
Morivo di vergogna.
Non capita tutti i giorni di
essere trasportata per le
scale avvolta in un lenzuola
perché la barella non passa,
tra gli sguardi degli inquilini
"una signora così per bene! . .
. pensa te! . . . " finire al
Pronto soccorso seguita da
una decina di parenti mariti
sorelle e la gente che ti
guarda e i medici gentili che ti
fanno bere un 700 litri
d'acqua. . . e la voglia di
vomitare e "vomiti signora
coraggio" e tu che tiri su
l'anima e tutti sono contenti e
non ti trattengono perché sei
persona
conosciuta
sì,
829
capiscono. . . .
ma certo lo
scandalo si figuri. . . e via che
torni a casa, dormi per un 5
giorni e quando ti svegli sei
così debole che non ti puoi
neanche incazzare perché non
ti hanno permesso di morire.
Riprendi a vivere la tua bella
vita di merda. . . "La prossima
volta mi andrà meglio. " Ho
avuto addosso per anni la
voglia di ammazzarmi. . .
specialmente quando scoprivo
un nuovo amore di mio marito.
Maledicevo la mia debolezza. .
. la mia incapacità di reazione
di prendere su, come si dice,
e andarmene.
Stavo lì come
una lumacona. . . senza forza
ne idee. . . mi crogiolavo nelle
mie disperazioni invece di. . .
830
BIOGRAFIA
TENTATIVO
FRANCA-
Sto male di salute, ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
malattie che io sono riuscita
(un vero primato! ) ad
accumulare negli anni (che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghietricotillomania-strapparsi
capelli, attorciliarli stretti al
dito
anulare
e
infine
nasconderli sotto ai mobili.
Quando uno è in ansia, si
strappa i capelli, se sola, si
831
mangia le unghie in presenza
di altri. ) E me l'ha dimostrato
enumerandomi tutto quello
che ho avuto negli ultimi due
mesi a Boston. "Oh, ma come
sono felice, rilassata! " Un
bubbone della grandezza di un
mandarino nel seno sinistro,
proprio sopra a quello che
chiamiamo cuore, dolore ai
reni con perdita di sangue,
lastre,
calcoli frantumati,
tracce anche in vescica,
dolori muscolari alle gambe,
crampi durante il sonno,
gamba
sinistra,
dopo
immobilità di qualche ora, non
rene e duole.
"Cos'è, il
lazzaretto tutto di un colpo?
"NO, è che il tuo fisico si
difende
come
può.
lanciandoti
campanelle
d'allarme da una situazione
832
che tu vivi male. Fai l'elenco
di tutte le malattie che hai
avuto negli ultimi anni, gli
interventi,
malattie
inimmaginabili ma ben tangibili
che vanno da una congiuntivite
che ti scoppia oggi, inizio di
una commedia che non ti piace
e che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo. Tu
come un pappagallo ripeti "sto
bene"e sei pure convinta,
invece "credi" di star bene,
ma nel tuo subconscio stai
malissimo?Tutta la colpa è del
subconscio. Freud ha detto
un
sacco
di
cose
relativammente
importanti,
cose che anche altri avevano
detto, l'unica sua scoperta
essenziale
per
la
vita
dell'uomo per la sua mente è
'sta storia del subconscio.
833
'Sta storia del subconscio
deve essere vera. Mi viene in
mente una tipa di Torino che
lavora all'Einaudi, si chiama
Emilia, l'ho conosciuta tanto
tempo fa, mi raccontava della
sua vita, nel dibattersi nei
problemi col marito da cui si
era separata, i figli, la
suocere, l'amante del marito,
la moglie del marito. Tutti
questi
problemi
le
procuravano fenomeni fisici
stregoneschi, reazioni sul suo
corpo che nessun medico
aveva mai registrato su alcun
paziente.
Che so, le lenti a
contatto che si gonfiavano a
dismisura fino a scoppiare,
oppure che si bucherellavano
tutte. Robe mai viste, tanto
che
l'assicurazione
si
rifiutava di rimborsargliele.
834
Mio figlio ha certamente
ragione. "Tu devi sbatterti,
riuscire a scavare,
a
ricordare, a scoprire cosa hai
dentro realmente, quale fatto
vicino o lontano ti ha portato
a questo malessere.
Devi
andare indietro,
indietro
mamma.
"Mi sono presa un
registratore e via a parlare a
ruota libera. Come premo il
tasto per la registrazione, non
mi viene in mente niente.
Cerco
di
ralassarmi.
Vediamo… il primo trauma…
per me è stato un trauma e
grosso. anche se poi, ora, 30
anni dopo, mi rendo conto di
aver guardato i fatti con
ecessiva enfasi.
HO
scambiato una storia del tutto
naturale per una mancanza
d'amore.
L'ho vissuta
835
malissimo.
Ho cercato di
parlarne con lui, ma subito mi
sono interrotta, imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,
incolta
sul
sesso: è la prima cosa che
ricordo in questa incursione
nella mia vita.
Il mio rapporto con l'altro
sesso è stato per moltissimi
anni
un
rapporto
"al
servizio";mai avuto stimoli
sessuali, la voglia di fare
all'amore mi veniva se ci si
abbracciava e baciava. . . ma
scivolavo nel rapporto senza
un grande desiderio di sesso.
. ero portata ad assecondare
il suo di desiderio. Del sesso,
non sapevo nulla. quello che
facevamo, era venuto da solo,
l'avevamo scoperto insieme.
836
autodidatti. Ora, per fortuna
è diverso.
I giovani sanno
tutto.
prima ancora di
avicinar si ad una donna. Mio
figlio aveva un 13 anni e già se
ne stava con un libro di
anatomia in mano.
(IMENE,
vedevo soltanto un orecchio).
L'orgasmo, l'ho raggiunto
molto dopo che praticavo il
sesso. Prima fingevo.
Non me ne sono mai fatta un
problema.
PENSIERI: LA COPPIA
Riuscirò fino alla morte a
tenere per me che tu sei solo
un uomo? Io cerco di capire
tutto. . i tuoi bisogni. . mi
sforzo di non dare maggior
significato alle "cose" di
837
quanto in realtà non abbiano. .
; di leggerle per quello che
sono:
SESSO
E
GRATIFICAZIONE ma non mi
posso impedire di soffrireper
queste nostre due vite così
unite e così irreversibilmente
staccate. Due vite tronche,
che vivono solo se congiunte
ma si logorano e muoiono nella
congiunzione.
E' molto che
sono morta.
E' il saperti
distratto da altro che mi ha
tolto la vita. Senza di te non
posso vivere, ma quanto pago
questo mio vitale bisogno.
Sono riuscita a superare tutto
ciò che ho subito. Mi credevo
armai forte.
ma il dolore
torna
ogni
volta
come
trentaanni fa. Sto vivendo un
disperata e allo stesso tempo
afettuosa
solitudine.
838
Gironzolo per questo mondo
come un ombra;pensieri bui
mi schiacciano.
Brontola la
mia anima, il mio cuore, i miei
sentimenti ti si rivoltano
contro, il mio orgoglio di
essere donna?Umiliato.
E il
non sentirmi "nessuno". Non
mi accontenta essere "prima"
nella tua vita. . è nel mio
sesso a ridere che ti voglio
tenere. Ti guardo davanti ad
una
ragazza
qualsiasi,
trasformato, ti rappresenti, ti
dai un gra daffare, senza
misura ne controllo.
Ed io
sono condannata da me stessa
a starti a guardare, come tu,
per tua scelta sei condannato
a vivere con me. Che fare?
839
Intervista GENTE:
FRANCA,
TORNIAMO
INDIETRO DI 40 ANNI,
RACCONTACI
IL
TUO
PRIMO INCONTRO CON
DARIO.
Le nostre strade s'incontrano
ad un certo punto delle nostre
vite,
ma partono da punti
assai diversi.
Io nasco da una famiglia
d'attori girovaghi,
ed ho
debuttato ad otto giorni, ne il
figlio della "Genoveffa di
Brabante", in braccio alla mia
mammma.
Via via che
crescevo,
ho interpretato
tutti i ruoli possibili ed
immaginabili
maschili
e
femminili,
finche,
dopo i
vent'anni ho lasciato la mia
famiglia per seguire mia
840
sorella Pia che abitava a
Milano in quel tempo ed era
prima attrice giovane con
Renzo Ricci. Il mio desiderio
era di riuscire a mia volta
entrare in una compagnia
primaria.
Un gran salto!
Dario
invece,
studiava
architettura al politecnico, e
per
passione
raccontava
favole grottesche agli amici,
racconta oggi,
racconta
domani,
s'è
trovato
scritturato nella compagnia di
rivista,
"Franco Parenti
sorelle Nava".
Nella stessa
compagnia c'ero io.
Il
capocomico era di Carlo
Mezzadri, l'allora marito di
mia sorella Pia,
che per
strada ha lasciato il mestiere
d'attrice per aprire una
sartoria teatrale. Oggi Pia è
841
una affermatissima creatrice
ed esecutrice
di costumi
teatrali.
E' arrivata fino a
Las Vega con le sue creazioni.
Ha fatto una figlia, ha scritto
un libro sulla nostra famiglia,
gioca a poker, ama il tennis
seguendolo sul teleschermo,
la musica classica,
legge
molto, è curiosa, dimostra un
vent'anni in meno di quelli che
ha, ma quello che più conta, è
che è generosa, spiritosa,
caustica,
insomma è il
personaggio più divertente,
poliedrico
che
io
abbia
intorno.
Ci vogliamo molto
bene.
Abitiamo nella stessa
casa,
ci capita anche di
litigare a volte, ma ci siamo
l'una per l'altra, sempre.
842
E' lì che io e Dario ci siamo
incontrati.
Lui s'innamora
subito di "questa sventola
dolcissima", così mi chiamava.
Si prende un imbesuimento di
terzo grado.
S'innamora
subito, ma se lo tiene per se.
Anzi non mi guarda per niente
e se mi guarda non mi vede:
come
fossi
trasparente!
Com'è?! Seni tondi, gambe
lunghe,
capelli
biondi
eccetera eccetara. . . piena
di ragazzi che mi giravano
intorno e lui , 'sto spillungone
anche bruttino,
(ora è
bellissimo! ) niente.
Non
faceva una piega!
Non mi
guardi? Ti castigo! Una sera,
si provava lo spettacolo al
cinema Colosseo, l'ho preso
per le mani,
l'ho messo
contro il muro, e gli ho dato
843
un gran bacio, ma proprio un
bacio bacio!
E mi sono
scoperta innamorata pazza.
Il "da ridere" è che tutto è
successo
per
scommessa.
Siamo andati avanti per due
anni tra baci e litigi. . . .
classico degli innamorati, fino
al giorno che ci siamo sposati:
24 giugno 1954 in Sant
Ambrogio! Dario, metterà
una battuta, per il fatto di
accontentare madre di lei
molto credente. "
SALTO-FOTOCOPIARE
PAGINE
siamo
sistemati
alla
bellemeglio.
Il bambino ha
pianto per quattro giorni di
fila.
Per quanto spirito di
adattamento avessimo noi,
844
non riuscivamo proprio a
comunicarlo a questo tipo
appena nato che non sapeva
niente della vita.
Comunque
faticavamo
anche
noi
a
cavarcela e per le scomodità e
per la mia totale inesperienza
"Piange? Avrà fame" Lo
attaccavo al seno,
lui
ciucciava un po' e poi di nuovo
"uhèèè uuuhèèèè! ""Oddio,
forse è ammalato! " Al quinto
giorno decidiamo di tornare in
clinica e stabilirci lì.
Il
nostro
ritorno
è
stato
festeggiato dal personale con
brindisi e abbracci.
S'è
scoperto subito la causa degli
uhè del bambino:
io avevo
poco latte e lui aveva fame.
Dopo aver nutrito il fantolino,
ci hanno sistemati in una
845
bellissima camera vicinissima
alla sala parto.
Ci siamo
addormentati
immediatamente tutti e tre
ed abbiamo dormito per
almeno
giorno
intiero,
finalmente rilassati.
Ci
siamo insriti molto bene in
questa nostra insolita vita,
abitavamo lì e cercavamo casa.
Come vedevamo in carridoio
davanti alla porta della sala
parto un padre in angosciosa
attesa
Dario
subito
s'informava: "Sa è un parto
cesareo! " E Dario: "non si
preoccupi, anche Franca ha
avuto un cesareo. . . Vero
Franca?" e io "Sì, sì. . . è una
sciocchezza, vedrà" E quello
si calmava.
E un altro: è
messo di piedi". . .
"Non si
preoccupi, anche nostro figlio
846
è nato di piedi. . . e tutto è
andato benissimo.
Vero
Franca?" Solo quando un
padre era preoccupato perché
la moglie stava partorendo 2
gemelli siamo rimasti senza
parole.
Tutti sapevano che
avevamo un figlio solo.
Ci siamo stati tre mesi in
quella clinica.
Quanti padtri
e quante madri abbiamo
rinfrancato.
Qualcuno ci
viene ancora a trovare con i
figlio nato proprio in quei
giorni. Che benissimo!
Finalmente abbiamo trovato
una casa in via Bruno Buozzi e
ci siamo trasferiti.
Una
casa piccola con un terrazzo
enorme.
Nel palazzo vicino
al nostro vivevano Roberto
Rossellini ed Ingrid Bergam al
847
tempo della loro "colpevole"
passione.
Avevamo sempre
amici
fotografi
che
ci
scongiuravano di poter stare
nel nostro terrazzo per poter
riprendere
i
due
importantissimi innamorati.
ed ero sempre la vamp del
casta, la padrona di un night,
qualche volta sola, qualche
volta
con
un
amante
delinquente.
Indossavo
grepier, calze nere o abiti
talmente stretti che spesso
me li cucivano lettaralmente
addosso al mattino e me li
scucivano la sera.
Non
potevo
fare la pipì,
non
potevo sedermi ed in più mi
sentivo frustata dalla testa ai
piedi.
848
Ho avuto in quegli anni, due
grandi
occasioni
cinematografiche.
Michelangeli
Antognoni
e
Luchino Visconti.
Per
"Cronaca
di
un
amore"
Antognoni aveva scelto me.
Io, allora, avevo un grande
complesso (complesso che in
parte,
nonostante varie
operazioni ho ancora oggi):
ero strabica - strabica,
timida
e
insicura.
Nascondevo i miei occhi sotto
a degli occhialini lunghi,
stretti e scuri.
"Lo so che
sei strabica, ma per farti
fare il film, devo vedere i
tuoi occhi. Su. . . coraggio,
togliti gli occhiali". Me lo ha
chiesto almeno tre volte,
paziente e gentile. Beh, non
849
ce l'ho fatta e la parte la
interpretò Lucia Bosé.
Visconti si era intestardito su
di me, per un ruolo in "senso".
Io stavo in tournée con Dario
a Trieste. Telefonate sopra
telefonate.
E mi spiaceva
lasciare la compagnia, Dario e
mi sentivo come sempre
insicura.
"Sì,
scendo,
faccio il provino poi magari mi
dicono di no. . . " - "No, ti
prende a scatola chiusa gli
abbiamo portato tutte le
bionde d'Italia, non gliene va
bene nessuna.
Se vuoi ti
mandiamo il contratto.
"
Niente non me la sono sentita,
qualcosa mi ha bloccato.
Il ruolo è andato a Marcella
Mariani bruna, fragile, ex
miss Italia, completamente
850
diversa da me.
aveva cambiato tipo.
Visconti
Il giorno della prima del film a
Bruxelles, Marcella Mariani è
partita in aereo per quella
città.
Se io avessi
interpretato quel personaggio
quasi sicuramente sarei stata
al suo posto.
L'aereo è
precipitato.
Tutti morti.
Ecco cosa mi aveva bloccato.
Il mio sesto senso mi aveva
salvato la vita,
come è
capitato altre volte. Da quel
giorno, se qualcosa mi salta
nel lavoro od altro, penso che
così doveva essere,
il
negativo
diventa
positivo
"doveva andare così".
Nel '57 mi sembra vengo
scritturata
dal
Teatro
Arlecchino a Roma,
per
851
interpretare un testo di
Feydeau che sembrava scritto
per me: "Non andartene in
giro tutta nuda".
Dario
scrive per i fratelli Bonos,
che poi non ne hanno fatto
nulla,
un atto unico "Gli
imbianchini non hanno ricordi"
Ci prende gusto e ne scrive
altri.
A quel punto gli
propongo di ritornare a Milano
e farci una compagnia nostra.
Interpelliamo Paolo Grassi
allora direttore del Piccolo
Dopo la clamorosa rottura per
Canzonissima, la TV ci era
proibita, ma c'era sempre il
teatro.
Nel '63 ci fu il
nostro spettacolo su Colombo
"Isabella, tre caravelle e un
cacciaballe", che quest'anno
852
verrà presentato per le
Colombiadi,
in spagnolo a
Valencia,
con la regia di
Arturo
Corso
e
anche
trasmesso dalla II rete in
ottobre.
L'anno dopo
"Settimo ruba un po' meno" e
via via,
ogni anno uno
spettacolo nuovo, di successo,
fino al '68, alla decisione,
presa con Dario di lasciare il
teatro tradizionale e di
mettere a disposizione il
nostro lavoro per sollecitare
una presa di coscienza.
La simpatia per la classe
operaia non bastava più.
La
lezione ci veniva direttamente
dalle
straordinarie
lotte
operaie,
dal nuovo impulso
che tutti i giovani stavano
dando nelle scuole alla lotta
853
contro
l'autoritarismo,
l'ingiustizia sociale, le spinte
per un nuovo rapporto con le
classi sfruttate, per creare
una nuova cultura. Dovevamo
smettere
di
fare
gli
intellettuali
che,
comodamente
sistemati
dentro e sopra i propri
privilegi di casta, si degnano,
bontà loro, di trattare anche
i problemi degli sfruttati.
Dovevamo
deciderci
a
metterci interamente al loro
servizio: diventare i giullari
degli sfruttati? Questo voleva
dire andare a recitare in
strutture che fossero gestite
da loro, dalla classe operaia.
Ecco perché subito pensammo
alle case del popolo.
854
Facemmo teatro nelle case del
popolo,
nelle piazze,
nei
bocciodromi,
poi in una
capanna di via Colletta a
Milano, alla famosa palazzina
Liberty,
sempre a Milano,
che
ristrutturammo
completamente e che poi ci fu
tolta. Nel '73 ci fu anche un
episodio terribile nella sua
vita. Vuole parlarne?
Non ne parlo volentieri.
Sono passati quasi 20 anni,
ma mi basta un niente per
ritrovarmici dentro di colpo.
Nessuna donna che abbia
subito
violenza
sessuale,
potrà
mai
staccarsi
completamente
da
quel
momento orribile.
855
Sono stata caricata su di un
furgoncino da tre individui e
poi scaricata
stravolta e
sanguinante
vicino
alla
metropolitana di via Dante.
Non ho detto a nessuno quello
che
mi
era
realmente
accaduto.
Nemmeno a mio
marito.
L'umiliazione della
violenza sessuale, lo sfregio,
era sopratutto per lui e per
mio figlio.
No, me ne sono
stata zitta: più dignitose "le
botte". Mi sono tenuta tutto
dentro, ma ho sbagliato.
Il
non
averne
parlato
con
nessuno , l'essermi tenuta
tutto dentro (anche se tutti
avevano intuito quello che
realmente mi era successo)
mi teneva in una continua
tensione.
Un caro amico, il
professor MACACCARO, che
856
mi era stato molto vicino con
gli avvocati in quei giorni così
pesanti, mi ha consigliato un'
analista donna, ma io non me
la sono senita. Dopo tre anni
ho deciso di scrivere quanto
mi era successo. . .
Senza
una parola ho passato i fogli a
Dario.
Li ha letti.
Senza
una parola mi ha abbracciato.
Finalmente ce l'avevo fatta!
Un nodo, il primo, si era
sciolto. Poi, in appoggio alla
campagna
che
si
stava
facendo in quegli anni per
l'approvazione di una legge
contro la violenza sessuale,
ho deciso di portare quanto
avevo scritto in teatro.
Andai di colpo in scena, senza
provarlo (non riuscivo) e senza
che nessuno della compagnia lo
sapesse. Solo Dario ed io ne
857
eravamo
al
corrente.
All'ultimo momento, invece di
recitare
"il
risveglio"
annunciai un brano nuovo.
"
Ho
trovato
questa
testimonianza
su
di
un
giornale e ve la recito" Da
quella sera ho replicato "lo
stupro" (questo è il titolo del
brano) almeno duemila volte.
E via, anche il secondo nodo si
stava sciogliendo.
Mio figlio
dice: "sei andata in analisi
davanti a migliaia di persone.
" Poi l'ho recitato anche in
Fantastico,
quello
di
Celentano.
E' andata così.
Gli atti di violenza sessuale
contro
ragazze
erano
all'ordine
del
giorno.
Processi,
stupri,
violenze
fisiche e morali contro le
donne.
Sono sempre più
858
impegnata in questo campo.
Propongo il brano a Celentano.
Accetta.
Ci sono resistenze
da parte della prima rete, ma
lui ha un contratto di ferro.
e alle 20, 30 finalmente mi
comunicano
che
prenderò
parte alla trasmissione.
.
La voce è circolata in sala
stampa.
Due giornaliste
vengono in delegazione e mi
chiedono
una
conferenza
stampa dopo la trasmissione.
Va bene.
Eseguo il brano,
precisando come sempre che è
una testimonianza di una
donna che ho trovato su di un
giornale.
Sono molto tesa.
I fotografi non stanno fermi
un attimo.
Per riuscire ad
arrivare alla fine mi devo
concentrare completamente.
Ci sono dentro in pieno.
859
Soffro come allora.
Rabbia,
umiliazione, terrore.
Un
brutto momento.
Alla
conferenza stampa qualcuno
accenna al fatto che quella
storia era la mia.
( a suo
tempo ci fu gran chiasso e
solidarietà sui giornali) Ho
negato molto decisa ma
egualmente qualcuno privo di
sentimenti e di rispetto me
l'ha attribuita sui giornali del
giorno dopo. Per me è stato
duro.
Fin che la gente non
sapeva,
diciamo,
magari
qualcuno lo intuiva ma con me
non ne parlavano, io potevo
portare quell'esperienza in
teatro, ma da quando si è
saputo ho deciso di non farlo
più.
Non avrei potuto, a
parte che sarebbe stato
anche di cattivo gusto.
860
Nella sua vita c'è stato un
altro grande incidente vuole
raccontare di Genova?
Dovevo tenere all'Italsider il
mio spettacolo "Tutta casa
letto e chiesa".
Arrivai in
città la sera prima. Prima di
entrare in albergo avevo visto
nell'altro lato della strada,
una farmaci aperta.
Volevo
lavarmi i capelli e così avvertii
i compagni che mi seguivano
sempre,
allora,
Piero e
Roberto: "Vado in farmacia.
Torno subito" - "Aspetta ti
accompagnamo" dissero loro.
Dall'episodio di Milano non
sono mai uscita sola. "Ma no,
861
vado da sola, torno subito.
La farmacia illuminata e
splendente.
Io finalemnte
libera mi sentivo felice,
compravo
saponette,
detergenti,
oltre
allo
shampoo; mi pareva di essere
in vacanza.
Con le mie
compere in mano uscii dalla
farmacia e. . . mi svegliai al
Pronto soccorso dell'Ospedale
San Martino. Più tardi seppi
che ero stata travolta da un
auto guidata da un uomo
angosciato e fuori di sé
perché era appena tornato
dallo stesso ospedale, il San
Martino,
in cui avevano
ricoverato la figlia anche lei
vittima di un incidente d'auto.
Che jella!
862
Ho passato la prima notte,
sulla barella del pronto
soccorso. Non c'erano posti
letto. Ma tanto io non capivo
nulla.
Ricordo assai
vagamente
la
corsa
dell'autombulanza, e un gran
dolore al braccio sinistro ,
omero fratturato, lamentavo
un bruciore al gomito, più
avanti a tutto l'avambraccio,
poi alla mano.
Mi hanno detto che era
"causalgia" cioé dolore urente,
bruciante. Poi a poco a poco
(in due giorni) ho perso
sensibilità alle dita, alla mano
tutta, al braccio.
Insomma
paralisi.
Un ematoma
(toltomi due mesi dopo dal
Prof. Morelli, una montagna
di abilità e umanità che opera
863
all'ospedale
di
Legnano)
strozzava i tre nervi, ulnare,
radiale e mediano. Dopo tre
giorni
dal
ricovero
mi
ingessarono.
Tre ore
d'intervento assai difficile,
eseguito dal Prof. Roncalli.
Sono stata a piangere 24 ore
su 24 per mesi e mesi:
antidoilorifici potenti e in dosi
massicce minacciavano di fare
di me una tossicodipendente.
Più di una volta ho pensato al
suicidio.
Mi hanno salvato
l'amore dei miei in particolare
Dario Iacopo mia sorella, gli
amici. . .
Mi salvò il lavoro
Infatti
dopo
otto
mesi
d'immobilità
decisio
di
riprendere.
Ora,
ho
imparato a conviviere col
dolore,
mi sono quasi
864
abituata.
anni.
Sono passati 14
SALTO SALTO SALTO
IL SUO RAPPORTO CON LA
RAI
Al di fuori del nostro teatro ,
per la RAI ho fatto per
pochissimo "La professione
della signora Warren" di Shaw
con la regia di Albertazzi e
qualche altra partecipazione .
.
Ora mi piacerebbe poter
dare in TV lo spettacolo di
quest' anno "L' eroina " e "La
donna grassa" Molte madri ci
hanno portato i loro figli , mi
hanno ringraziata dicendomi:
"Ha fatto più effetto a mio
figlio il suo spettacolo che
cento discorsi nostri" Per la
865
donna grassa ho avuto degli
incontri magnifici con donne
che si identificavano col
personaggio e ne ricevevano
forza
oltre
che
gran
divertimento.
Sono più che
consapevole dell' importanza
della televisione .
Il
contatto diretto col pubblico
in teatro è insostituibile, ma
in teatro raggiungi al massimo
centomila persone in un anno
mentre invece in televisione
mal che vada , in una sera ti
vedono almeno due milioni di
persone .
due volte ho
provato sulla mia pelle il
potere del mezzo televisivo :
la
prima
é
stata
con
Celentano, la seconda é una
trasmissione della Carrà dove
dissi che mi separavo da Dario
mentre in ascolto c' erano
866
12/15mila persone: sono cifre
che fanno paura.
Non
bastano dieci vite per una
teatrante per arrivare ad un
così numeroso pubblico .
Quella volta , della Carrà ,
non
avevo
assolutamente
programmato di dire che
stavo lasciando Dario .
Lei
intervistandomi
scherzava
dicendo: " Ma è vero che
Dario… ma è vero che Dario?"
alludendo
alle
numerose
ragazze che sempre gli girano
intorno.
Lei scherzava, ma
io , al quarto "ma è vero che"
non ho potuto fare a meno di
rispondere: " Sì, è vero, ma
è anche vero che l'ho lasciato.
"
Ho
avuto
subito
la
sensazione del clamore che
avrebbe suscitato la mia
dichiarazione.
Fuori dallo
867
studio c'era una giornalista,
che stravolta mi ha chiesto: "
Ma è vero?! " E' scoppiato il
finimondo!
Giornalisti mi
davano la caccia persino
dall'estero.
Ho dovuto
cambiare albergo.
Poi
trovavo gente,
separata
anche tre volte,
che mi
diceva: " Ma tu non puoi! " .
Che assurdità! Perché mai io
non avrei dovuto potere?
E'
PENTITA
DI
AVER
FATTO QUELL'ANNUNCIO
IN DIRETTA?
No, non mi sono pentita, ero
depressa,
avevo voglia di
verità. La Carrà poi, è stata
molto simpatica: subito dopo
la trasmissione esplosiva, mi
ha regalato un servizio per la
868
pìrima colazione con una sola
tazzina e tanti auguri.
Poi
quando Dario ed io siamo
tornati insieme (praticamente
quasi subito) mi ha inviato
anche l'altra.
Gentile e
spiritosa.
L'unica cosa di cui mi sono
pentita è l'aver sofferto
tanto.
Ora, a distanza di anni, mi
sono resa conto che la storia
forse
non
era
tanto
importante come mi era
sembrata, tantè che è finita
in nulla.
Ma è difficile
essere sempre lucide e
razionali.
A volte ci riesco.
Altre, no.
Mi sono fatta una grande
esperienza
in
fatto
di
matrimonio,
convivenza,
869
ragazze che vogliono tuo
marito a tutti i costi, pronte
come il NESCAFE', col bidè
già fatto. . . . Potrei aprire
una scuola per mogli; mi
piacerebbe poter tenere le
mie lezioni in una trasmissione
televisiva.
Chissà quante
donne verrebbero a scuola!
L'omportante è capire l'uomo
con cui stiamo, l'uomo che
amiamo,
l'uomo al quale
teniamo.
Capire che tipo di
rapporto
c'è
tra
noi.
Importante? Indispensabile?
In questo caso occorre
riflessione
profonda.
Decidere
la
strada
da
prendere che non deve essere
quella delle scenate e delle
tragedie.
Se c'è casino in
casa pensa che liberazione
andare dalla nuova fidanzata
870
fresca,
giovane e sempre
allegra.
Dobbiamo capire
anche
che
il
nostro
commpagno sta invecchiando,
come noi del resto, (anche se
noi donne siamo più coscienti
degli
anni
che
passano,
accettiamo la maturità,
la
vecchiaia, per cultura in modo
diverso ,
con maggiore
consapevolezza,
dignità)
avere quindi comprensione per
i suoi "ultimi colpi".
Fa
malinconia? Ci credo e mi
dispiace, ma è così.
Anche
questo è amore a 18 carati.
Invece se il rapporto non vale
granché.
.
.
ebbene,
lasciatelo andare e che vada a
morì ammazzato.
Si fa per
dire.
Sto ovviamente
semplificando.
L'interrogativo
è
perché
871
ragazze di 20 anni si mettano
con uno che ne ha trenta
quaranta
più
di
loro.
Naturalmente è sempre uno
importante: il grande pittore
chirurgo
attore
cantante
regista scrittore ecc. Non si
conoscono
storie
d'amori
travolgenti tra una ventenne
ed un pensionato dell'Imps.
Sì, è vero, il pensionato è
molto
meno
affascinante.
Comunque, se un rapporto è
importante,
ed il rapporto
mio con Dariop lo è, è inutile
mettersi in mezzo, si diventa
solo
strumento
di
divertimento e di piacere
dell'uomo.
Un'altra volta al
suo servizio. Punto e basta.
PARLIAMO DI ALCATRAZ
872
L'anno scorso ad Alcatraz c'è
stato
un
ragazzo
particolrarmente
difficile,
non parlava, sembrava che
nemmeno sentisse, non stava
ritto in piedi doveva essere
addirittura
imboccato,
accudito da quattro persono
che si alternavano nelle 24
ore.
( Se non sapete come
sono fatti i santi, dovreste
conoscere queste assistenti
sociali) Per tutto l'anno
Adamo, questo è il suo nome,
stava in un istituto, istituto
che chiude in agosto! ! L'Usl
non sapeva dove portarlo.
Per un mese Jacopo l'ha
ospitato.
Aveva
messo
materassi alle pareti e a
terra, gli si portava il pranzo
in camera, , insomma si
cercava di stargli vicino ed è
873
stato per me un momento di
profonda emozione quando ho
capito che riconosceva la mia
voce.
Questo è il lavoro di
mio figlio, lavoro che porta
avanti con gioia e fatica,
senza
mettersi
fiori
all'occhiello.
Ogni tanto penso che avrebbe
potuto
scegliersi un'altra
strada, che so, disegnare (è
un bravo disegnatore satirico)
o scrivere ( scrive benissimo)
insomma fare un lavoro più
vicino al nostro, faticare di
meno e forse avere maggiori
gratificazioni, ma lui è felice
così. E noi con lui.
874
lo studio di un analista
INFINITO
L'INFINITO:
Così viene chiamato il fondale
azzurro chiaro che gira
tuttintorno al palcoscenico)
nel quale LA DONNA agirà
rivolgendosi direttamente al
pubblico. Che porterà via via,
dall'analista, o al tribunale e
viceversa.
Nell'infinito,
la
donna
commenterà e denuncerà i
fatti. Interpellerà il pubblico,
con domande precise.
Ed
esigerà risposte precise. Per
agevolare il dialogo si avvarrà
della
collaborazione
del
pubblico.
Non avete il
875
coraggio
Scrivete,
insieme.
d'intervenire?
ne discuteremo
LO
DELL'ANALISTA:
STUDIO
La nostra donna c'è andata
controvoglia. Non ha fiducia.
Mentre parla,
su di uno
schermo vengono proiettati i
suoi
pensieri:
l'esatto
contrario
di
quanto
va
dicendo.
Mente su ogni cosa. Parla e
pensa al costo dell'analisi.
400 mila lire la settimana, 80
mila lire l'ora per 3 giorni,
per 12 mesi. 20 milioni l'anno.
Quello che sto facendo è
inutile. "Devo smettere. " Ma
ogni 3 giorni è lì,
come
876
tossicodipendente dell'ora di
protagonismo che si regala.
L'ORA in cui esiste in cui c'è.
Più avanti - dallo schermo che
ripete fedelmente le sue
parole, il pubblico capirà che
si è bloccata, e che è arrivata
ad una lettura fedele di quello
che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di
conoscenza, di se, attraverso
i ricordi:
Violentata dal padre a 10 anni.
Violenza che lei,
credeva
legittima, in quanto pensava
"è mio padre, se l'ha fatto
vuol dire che è naturale, che
doveva farlo. Ha accettato la
violenza del padre, come la
varicella, la scarlattina, le
mestruazioni. Nessun trauma,
è mio padre, mi vuole bene.
877
DA LUI male non me ne può
arrivare.
Solo più tardi,
capirà l'errore di valutazioni.
Ma ancora oggi non sa che
peso quella violenza abbia
avuto sulla sua vita.
INSERIRE PRIMI RAPPORTI
CON L'ALTRO SESSO
Studiato con indifferenza per
la promozione:
diplomata?
Laureata?
Studiato
con
grande curiosità e letto tutto
(si fa per dire) per un suo
bisogno di sapere.
Si è
specializzata,
(diciamo
fissata?)
sulla
vita
dei
filosofi,
ed ha elaborato
alcuni concetti filosofici a suo
uso e consumo. Per la verità
scoccia anche gli altri, ma
alcune volte se ne trae anche
878
un buon profitto per l'anima.
Ha fatto suo una tra le regole
più strane osservate dalla
"setta" si chiamava così,
(scuola) fondata da Pitagora:
NON MANGIARE LE FAVE.
Questo è il "comandamento"
più bizzarro del catechismo
pitagorico.
Aristotele dice
che era per via di una qualche
rassomiglianza con l'organo
maschile, da ciò deduciamo
che Pitagora doveva essere un
gran bigottone. E qui a questa
versione (spiegazione) che la
nostra donna si attiene: se un
pensiero
così,
ripeto
"bizzarro",
astuto
è
diventato un "comandamento"
di una scuola filosofica
fondata da Pitagora,
un
presocratico, vissuto secoli e
secoli A. C. ,
beh,
879
qualchecosa
significare.
deve
pur
3) Sposata, con amore, ma
perché ci si sposava tutte.
4)
Avuto
figli,
non
particolarmente
desiderati,
né programmati perché così
era sempre stato.
5) Vissuto la vita
coscienza alcuna.
senza
Abortito senza riflessione.
Non desiderato niente di
particolare.
Tutto quello che
"NONOSTANTE LEI"
ha
è
880
6) Sofferto come tutte.
Subito come tutte.
Pianto come tutte. E CHI
PIU' NE HA PIU' NE METTA
Ribelle come tutte.
Sul grande schermo scritto in
diverse dimensioni appare a
questo punto del dialogo con
l'analista:
PERC
APPARE
Di pari passo alla presa di
coscienza del suo essere
donna della nostra donna, del
suo maturare - da oggetto a
soggetto - abbiamo piccoli
stacchi e ci troviamo in
Tribunale al PROCESSO.
881
TRIBUNALE:
E' un processo che la nostra
DONNA vuole.
E' molto incerta.
Chi vuole processare? "La
Società? L'educazione? La
famiglia? La madre. . . " Non
mi ha mai detto niente. Mi hai
insegnato
l'onestà
facendomela vedere con la sua
vita.
La morale o il moralismo?
Cos'è il SESSO? Nessuno me
ne ha mai parlato.
Il padre. Amico? Nemico? Gli
amici? Il marito? I figli? E'
confusa.
Lentamente
progredisce
nell'inchiesta,
882
nel domandarsi e alla fine il
processo lo chiede per lei.
E' lei che si accusa.
"Ho vissuto come una capra.
Ho accettato tutto pensando,
seguendo i mille luoghi comuni
che la società ti dà con la
prima poppata.
Voglio essere processata e
condannata per non essere
riuscita, nonostante l'essere
stata militante politica, forse
anche
un'avanguardia
femminista, piena di ottime
teorie per le altre e minima
pratica verso me stessa.
Ribellioni e una presa reale di
coscienza . E qui escono tutti
gli errori di una donna della
mia generazione. Errori che
forse potranno servire per un
miglioramento della qualità
883
della
vita.
Scelte
programmate, meditate, ecc.
DIO:
il primo maschilista. (voluto
inventato dagli uomini)
Eva tentatora peccatrice.
Perché non Adamo?
Mosè sul Monte siani:
tavole
Le
I comandamenti
NON
DESIDERARE
LA
DONNA D'ALTRI (Siamo fin
da allora OGGETTI.
Non desiderare l'uomo d'altri:
undicesimo comandamento.
Nell'etica della nostra vita ci
vorrebbe.
884
I FIGLI
L'unica cosa che non può fare
l'uomo sono i figli.
NOI POSSIAMO CREARE UN
INDIVIDUO.
DICI NIENTE?
Che uso ne facciamo di questo
potere divino?
Troppo spesso è un potere
male usato.
E quando ci separiamo, i figli
non sono spesso usati come
materia di ricatto? Cosa
pagano i figli per i nostri
errori?
LISISTRATA: Uomini volete
la guerra? Niente amore.
885
DONNA OGGI: creare una
creatura umana è un miracolo.
Ho questo potere io, solo io.
Smettiamo di fare figli per
almeno tre anni. Ragionamoci
bene sopra a 'sta incredibile
ricchezza
che
solo
noi
possiamo
elargire.
Valutiamone
il
profondo
significato, poi, con le idee
finalmente
chiare,
riprendiamo a far miracoli,
facendo ben sentire all'uomo
che è un miracolo al quale sta
assistendo. Così finalmente le
donne saranno rispettate. Se
non
altro
durante
la
gravidanza.
L'ABORTO
886
I contraccettivi nelle scuole.
L'educazione
sessuale.
Abortire è un trauma. Non
puoi abortire come andare dal
parrucchiere, con la stessa
facilità.
Come ti senti dopo che hai
abortito? Ti rimane addosso
qualcosa? La prossima volta
che farai?
IL MATRIMONIO
Tutti ne parlano male e tutti
ci si rompono la testa. L'uomo
che hai sposato ragazzo
(giovane) quasi sempre, poco
ha in comune col vecchio
signore che hai al fianco, con
cui hai diviso la vita, gioie e
887
dolori. Nonostante questo ti
ostini, per via della prima
poppata piena di ideologie
sbagliate a vivergli accanto. A
QUALSIASI COSTO.
Ovunque in tutti questi anni
ho ascoltato discorsi di donne
disperate,
la canzone è
sempre la stessa. La storia di
Medea si ripete nei tempi,
uguale,
a qualsiasi classe
sociale
tu
appartenga.
L'IDENTICA
CANZONE,
raccontata, tra lacrime, o
freddamente, o con rabbia o
con rassegnato dolore, o su di
un letto,
dopo un tentato
suicidio, o in casa di cura se
sei ricca, in manicomio se sei
povera. Sono storie di anni di
umiliazioni,
di tentativi di
888
ogni tipo. "Sta invecchiando. .
. sono gli ultimi colpi" e poi ti
accorgi che non sono gli ultimi,
né saranno i penultimi. Stai
zitta, e aspetti. Gridi, e
aspetti.
Ti allontani,
e
aspetti.
Ma cosa cazzo
aspetti?
Cos'è che ti schiaccia? Cos'è
che t'ha cancellato il sorriso?
Cos'è che ti ha messo la
faccia a lutto? Cos'è che ti ha
convinta che sei morta?
Perché non dormi,
perché
pensi, perché sei fissata? Sei
fissata? SEI FISSATA.
Che
meccanismi
sono?
L'orgoglio,
paura
della
solitudine? I soldi? LUI?
L'AMORE? L'AMORE?
Ma dai, guardalo bene, porta
gli anni meno bene di te. E'
889
ancora divertente, spiritoso,
affascinante come 20,
30
anni
fa?
I
programmi
televisivi chi li sceglie? Il
peso delle cose più noiose
sulle spalle di chi,
è
appoggiato? Com'è la tua
giornata con lui? Le tue
serate, le tue notti? Cosa vi
dite ancora? Cosa ti dà?
Analizza, analizza.
T'ho umiliata? Quante volte?
Qual'è l'ultima volta? E il
rispetto? Dove lo metti?
E noi come siamo? Come
siamo? Migliorate col tempo,
peggiorate.
La vera differenza tra un
uomo e una donna credo
consista in questo: le donne
conservano
un
po'
più
dell'uomo,
il
senso
890
dell'onestà, (non tutte) della
giustizia,
dell'integrità.
Siamo soggetti morali, (non
tutte) e a volte purtroppo solo
moraliste. All'uomo è stata
inculcato, sempre con quella
prima fatale poppata,
il
piacere per la lotta, la lotta
con qualsiasi mezzo per
ottenere,
raggiungere,
impossessarsi del POTERE.
Il POTERE è comando, forza,
denaro.
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte QUALITA' privilegi
che ti derivano dal potere.
IL POTERE ti procura tutto
ciò che il POTERE
PUO'
PROCURARTI. Con il potere
che ti balla intorno anche
ne vorresti un po'? No?
Essere donne
continua ad
891
essere difficile,
e nel
cammino della vita (è con
rammarico,
che
sono
costretta a riconoscerlo) ti
senti con
un fatto che
sicuramente,
dopo
il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta,
che le tue
difficoltà di vita,
di
sentimenti,
le
tue
insicurezze, dipendono sì da
come è strutturata la società,
dagli uomini, da quello che ci
aspetta da te, ecc. ecc. ma
dipendono anche da altri
essere come te, anime del tuo
stesso sesso.
Sì,
amarezza
e
sconvolgimento. La donna è
troppo spesso,
la maggior
892
nemica della donna.
lavoro e nella vita.
Nel
Giovani
o
vecchie,
interrogate,
provate ad
interrogare.
Quasi tutte,
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei, ma vero è
che l'amore uomo lo fa quasi
sempre con una donna.
O giovane come te, o molto
molto più giovane di lui. E tu
stai a guardare. Si fa per
dire.
Naturalmente storie di questo
tipo si verificano quando il lui,
è un vero LUI. Se è giovane
va benissimo, ma andrà ancor
più bene,
se il LUI in
discussione
è
senza
giovinezza,
è adulto,
è
vecchino,
o
vecchio.
L'impegno, per la giovane in
893
questione, sarà minimo. In
tutti i sensi. Intendiamoci,
può anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma buone
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali,
artistiche possono
allegerirlo assai, come peso.
E tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia, di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
SAI GIA' TUTTO. PERCHE'
E' IL RIPETERSI,
del
ripetersi,
del ripetersi.
Aspetti,
ed
a
volte
inutilmente.
Non succede
nulla, o succede proprio quello
che tu non vorresti.
L'unico pensiero che ti deve
dare un minimo di
è
che anche tu sei stata
giovane, e anche la giovane di
894
oggi, con fortuna, o senza
fortuna, (a volte non basta
sposare
uno
scrittore
importante per scrivere un
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
pittore, sempre importante,
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
potere,
puoi correre nella
carriere, ma se non hai nella
testa le cose giuste. Sembra
che tu. . .
ti sembra di
correre, ma non appena ti
fermerai
per
riprendere
fiato,
voltandoti indietro,
scoprirai di aver perso per
strada qualcosa che sarebbe
stato più importante tenere,
e ben stretto. )
895
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età,
alla
tua
realtà,
diventerà
vecchia,
esattamente come sei tu ora.
E questo uomo,
che tu
presuntuosamente hai creduto
tuo, guardalo: che non si
vede per quello che è
realmente,
abbarbicato
ciecamente alle sue illusioni.
&&&
BUSCAGLIA
Nell'inverno
del
'69
nell'Università di
a S.
Francesco il prof.
Leo
Buscaglia decide di dare inizio
ad un corso sperimentale
gratuito, liberi gli studenti di
nadare e venire a loro
piacimento,
dedicato alla
896
crescita
e
individuale.
all'evoluzione
Suo desiderio era che quel
corso
si
risolvesse
in
un'esperienza
del
tutto
inedita
nel
campo
dell'insegnamento,
e che
fosse per lo studente di
grande
interesse
e
di
amplissima
portata,
in
attinenza
con
le
sue
esperienze
immediate:
"CORSO D'AMORE".
Lui
stesso
aveva
sull'argomento conoscenze ed
esperienze limitate, come i
suoi studenti,
e quindi si
sarebbero tutti attivamente
impegnati nella scoperta dei
veri significati insiti nella
parola AMORE.
897
Sì, sono tutto amore, e non
me ne vergogno. Ho un unico
messaggio e posso fornirvelo
seduta stante.
Viviamo in
un'epoca
che
comincia
realmente ad esortarci a
cogliere i significati della vita.
Ci andiamo abituando ad una
nuova
nomenclatura.
"Condizionamento" "forme e
modifiche del comportamento.
" "Ciò che è necessario
rafforzare"
"ciò
che
è
rafforzato"
e
che
probabilmente determinerà il
comportamento.
Per
raffozzarci ci serviamo del
denaro,
delle campagne,
dell'elettroshock, e perfino
dei dolciumi. Quando qualcuno
si comporta nel modo giusto
gli ficchiamo una caramella in
bocca.
898
Il mio messaggio odierno è: la
miglior caramella del mondo è
un essere umano,
caldo,
palpitante, che non si scioglie
affatto. Quella chicca, sei
TU.
Il vero amore è un
fenomeno
prettamente,
totalmente umano.
Non insegno l'amore nel senso
stretto del termine, mi limito
a
facilitare
il
fiorire
dell'amore.
Il fenomeno - amore - è un
quid che noi scopriamo.
L'essere umano crede nel
cambiamento,
se
non
apprezziamo la situazione
nella quale versiamo,
in
termini d'amore,
siamo in
grado di modificarla di dare
vita ad un nuovo scenario.
899
Possiamo donare solo ciò che
abbiamo,
in questo sta il
miracolo. Se abbiamo amore,
possiamo donarlo, se non ne
abbiamo,
agli altri
è impossibile. Non è tanto una
questione di dare,
ma di
condividere,
spartire.
Ti
rendo partecipe,
e non la
perdo, perché già ce l'ho.
"L'affetto quale elemento
modificatore
del
comportamento umano. "
Gli scienziati,
psicologi,
antropologi, sociologi hanno
ignorato l'amore,
è
sconvolgente, perché tutti ne
abbiamo bisogno ed aneliamo
ad esso senza posa. Tuttavia
non
è
fatta
materia
d'insegnamento.
Si dà per
scontato che l'amore ci venga
900
fornito tramite e per effetto
di una misteriosa forza vitale.
"Viviamo tutti in comunità,
tuttavia moriamo tutti di
solitudine. "
L'individuo capace di amare
deve aver cura di se stesso.
Badare
realmente
alla
sostanza
della
propria
personalità: "Ogni cosa viene
filtrata
attraverso
me,
quanto migliore sono, tanto
maggiore è ciò che ho da dare.
Tutto devo fare, per essere il
più bello, il più straordinario,
il più fantastico,
tenero
affettuoso essere umano del
mondo. In noi si manifesta
solamente
una
minima
porzione di ciò che realmente
siamo. Nondimeno ci sentiamo
901
perfettamente
paghi
essere quel che siamo.
di
Lo psichiatra londinese R. D.
Laing
avanza
un'ipotesi
provocatoria e suggestiva:
"Noi pensiamo molto meno di
quanto sappiamo.
Sappiamo
molto meno di quanto amiamo,
amiamo molto meno di ciò che
esiste ed in tal senso siamo
molto meno di ciò che siamo. "
Su tali premesse dovremmo
sentirci spronati senza
di
diventare. . . un quid, riposto
nel profondo di ciascuno di noi
che differisce da individuo a
individuo.
lavorare su questa stesura 30
LUGLUO
&&&
902
Sto male di salute, ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
malattie
che
io
sono
riuscita(un vero primato! ) ad
accumulare negli anni(che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghie-,
tricotillomania-strapparsi
capelli, attorciliarli stretti al
dito
anulare
e
infine
nasconderli sotto ai mobili.
Quando uno è in ansia, si
strappa i capelli , se sola, si
mangia le unghie in presenza
di altri.
)E me l'ha
dimostrato
enumerandomi
tutto quello che ho avuto negli
ultimi due mesi a Boston.
"Oh, ma come sono felice,
rilassata! "Un bubbone della
grandezza di un mandarino
903
nel seno sinistro, proprio
sopra a quello che chiamiamo
cuore, dolore ai reni con
perdita di sangue, lastre,
calcoli frantumati, tracce
anche in vescica, dolori
muscolari alle gambe, crampi
durante il sonno, gamba
sinistra, dopo immobilità di
qualche ora, non rehhe e
duole.
"Cos'è, il lazzaretto
tutto di un colpo?"NO, è che il
tuo fisico si fifende come può.
lanciandoti
campanelle
d'allarme da una situazione
che tu vivi male. Fai l'elenco
di tutte le malattie che hai
avuto negli ultimi anni, gli
interventi,
malattie
inimmaginabili ma ben tangibili
che vanno da una congiuntivite
che ti scoppia oggi, inizio di
una commedia che non ti piace
904
e che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo. Tu
come un pappagallo ripeti"sto
bene"e sei pure convinta,
invece"credi" di star bene, ma
nel
tuo
subconscio
stai
malissimo?Tutta la colpa è del
subconscio.
Freud ha detto
un
sacco
di
cose
relativamente
importanti, cose che anche
altri avevano detto, l'unica
sua* scoperta essenziale per
la vita dell'uomo per la sua
mente è 'sta storia del
subconscio.
'Sta storia del
subconscio deve essere vera.
Mi viene in mente una tipa di
Torino che lavora all'Einaudi,
si
chiama Emilia, l'ho
conosciuta tanto tempo fa, mi
raccontava della sua vita, nel
905
dibattersi nei problemi col
marito da cui si era separata,
i figli, la suocere, l'amante del
marito, la moglie del marito.
Tutti questi problemi le
procuravano fenomeni fisici
stregoneschi, reazioni sul suo
corpo che nessun medico
aveva mai registrato su alcun
paziente.
Che so, le lenti a
contatto che si gonfiavano a
dismisura fino a scoppiare,
oppure che si bucherellavano
tutte. Robe mai viste, tanto
che
l'assicurazione
si
rifiutava di rimborsargliele.
Mio figlio ha certamente
ragione. "Tu devi sbatterti,
riuscire
a
scavare,
a
ricordare, a scoprire cosa hai
dentro realmente, quale fatto
vicino o lontano ti ha portato
a questo malessere.
Devi
906
andare indietro,
indietro
mamma.
"Mi sono presa un
registratore e via a parlare a
ruota libera. Come premo il
tasto per la registrazione, non
mi viene in mente niente.
Cerco
di
ralassarmi.
Vediamo. . il primo trauma.
. per me è stato un trauma e
grosso. anche se poi, ora, 30
anni dopo, mi rendo conto di
aver guardato i fatti con
ecessiva enfasi.
HO
scambiato una storia del tutto
naturale per una mancanza
d'amore.
L'ho vissuta
malissimo.
Ho cercato di
parlarne con lui, ma subito mi
sono interrotta, imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,
incolta
sul
sesso: è la prima cosa che
907
ricordo in questa incursione
nella mia vita.
Il mio rapporto con l'altro
sesso è statoo per moltissimi
anni
un
rapporto
"al
servizio";mai avuto stimoli
sessuali, la voglia di fare
all'amore mi veniva se ci si
abbracciava e baciava. . . ma
scivolavo nel rapporto senza
un grande desiderio di sesso. .
. ero portata ad assecondare
il suo di desiderio. Del sesso,
non sapevo nulla. quello che
facevamo, era venuto da solo,
l'avevamo scoperto insieme.
autodidatti. Ora, per fortuna
è diverso.
I giovani sanno
tutto.
prima ancora di
avicinar si ad una donna. Mio
figlio aveva un 13 anni e già se
ne stava con un libro di
908
anatomia in mano.
(IMENE,
vedevo soltanto un orecchio).
L'orgasmo, l'ho raggiunto
molto dopo che praticavo il
sesso.
Prima fingevo. Non
me ne sono mai fatta un
problema.
SALTO E SI ARRIVA A
PARLARE
DELLA
COPIA
APERTA.
E così. . . s'è infiltrata tra i
giovani il concetto "amore
libero". . . nei giovani. . . e
anche . . . in quelli meno
giovani.
Tra gli animali, il leone ad
esempio, sceglie la femmina
per la "vita",
il loro
matrimonio, pur non essendo
celebrato
in
chiesa
è
909
indissolubile. Ma c'è assoluta
libertà nel rapporto sessuale. .
. per tutti e due. . . Quella
del maschio per la femmina,
la "sua" femmina,
è una
protezione militare,
cioè
difesa della vita,
non
sessuale.
Quanti di voi vorrebbero
essere un leone?. . .
una
leonessa? (ruggito) Fuori la
verità! (ruggito).
Questo per gli animali. . .
In molti popoli primitivi,
l'amore libero è praticato da
sempre. Il rapporto sessuale
libero! Come vorreste essere
un primitivo, lo sento!
Il più creativo in fatto
d'amore libero fra tutti, è il
popolo della Papuasia.
910
Creatività. . . senza offesa. . .
che non può che essere
femminile. . .
Non so se
ancora oggi. . . ma in Papuasia
l'hanno inventata bella per
fare sesso libero,
e lì la
donna è padrona e il maschio
in soggezione, c'è addirittura
la convinzione, che i bambini
siano nel grembo della donna
dalla sua nascita, voglio dire
della donna, ma per crescere.
. . e di conseguenza, nascere,
devono essere nutriti. . . con
sperma.
Vi immaginate la scena? Ogni
volta che la donna. . .
la
DONNA! , ha voglia di fare
l'amore urla: " il bambino ha
fame! ! Il bambino ha fame! !
" e via. . . tutti gli uomini
della tribù che corrono a
911
nutrirlo. . . "Adesso basta. . .
ha mangiato abbastanza! Via,
andate via! " La cosa più bella,
che "il figlio" quando nasce
non è figlio tuo e tuo o tuo,
non c'è paternità individuale,
ma collettiva: il figlio è di
tutti!
Se Dio fosse stato della
Papuasia il paradiso terrestre
l'Eva avesse impostato il suo
rapporto con Adamo come le
donne della Papuasia, pensa
te che sconvolgimento!
La
storia del mondo sarebbe
cambiata, così gli usi. . . i
costumi. . . Che civiltà.
BIOGRAFIA
TENTATIVO
FRANCA-
912
Sto male di salute, ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
malattie
che
io
sono
riuscita(un vero primato! ) ad
accumulare negli anni(che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghie-,
tricotillomania-strapparsi
capelli, attorciliarli stretti al
dito
anulare
e
infine
nasconderli sotto ai mobili.
Quando uno è in ansia, si
strappa i capelli , se sola, si
mangia le unghie in presenza
di altri.
)E me l'ha
dimostrato
enumerandomi
tutto quello che ho avuto negli
ultimi due mesi a Boston.
"Oh, ma come sono felice,
rilassata! "Un bubbone della
grandezza di un mandarino
913
nel seno sinistro, proprio
sopra a quello che chiamiamo
cuore, dolore ai reni con
perdita di sangue, lastre,
calcoli frantumati, tracce
anche in vescica, dolori
muscolari alle gambe, crampi
durante il sonno, gamba
sinistra, dopo immobilità di
qualche ora, non rene e duole.
"Cos'è, il lazzaretto tutto di
un colpo?"NO, è che il tuo
fisico si fifende come può.
lanciandoti
campanelle
d'allarme da una situazione
che tu vivi male. Fai l'elenco
di tutte le malattie che hai
avuto negli ultimi anni, gli
interventi,
malattie
inimmaginabili ma ben tangibili
che vanno da una congiuntivite
che ti scoppia oggi, inizio di
una commedia che non ti piace
914
e che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo. Tu
come un pappagallo ripeti"sto
bene"e sei pure convinta,
invece"credi" di star bene, ma
nel
tuo
subconscio
stai
malissimo?Tutta la colpa è del
subconscio. Froid ha detto un
sacco di cose relativammente
importanti, cose che anche
altri avevano detto, l'unica
sua scoperta essenziale per la
vita dell'uomo per la sua
mente è 'sta storia del
subconscio.
'Sta storia del
subconscio deve essere vera.
Mi viene in mente una tipa di
Torino che lavora all'Einaudi,
si
chiama Emilia,
l'ho
conosciuta tanto tempo fa, mi
raccontava della sua vita, nel
dibattersi nei problemi col
marito da cui si era separata,
915
i figli, la suocere, l'amante del
marito, la moglie del marito.
Tutti questi problemi le
procuravano fenomeni fisici
stregoneschi, reazioni sul suo
corpo che nessun medico
aveva mai registrato su alcun
paziente.
Che so, le lenti a
contatto che si gonfiavano a
dismisura fino a scoppiare,
oppure che si bucherellavano
tutte. Robe mai viste, tanto
che
l'assicurazione
si
rifiutava di rimborsargliele.
Mio figlio ha certamente
ragione. "Tu devi sbatterti,
riuscire a scavare,
a
ricordare, a scoprire cosa hai
dentro realmente, quale fatto
vicino o lontano ti ha portato
a questo malessere.
Devi
andare indietro,
indietro
mamma.
"Mi sono presa un
916
registratore e via a parlare a
ruota libera. Come premo il
tasto per la registrazione, non
mi viene in mente niente.
Cerco
di
ralassarmi.
Vediamo. . il primo trauma.
. per me è stato un trauma e
grosso. anche se poi, ora, 30
anni dopo, mi rendo conto di
aver guardato i fatti con
ecessiva enfasi.
HO
scambiato una storia del tutto
naturale per una mancanza
d'amore.
L'ho vissuta
malissimo.
Ho cercato di
parlarne con lui, ma subito mi
sono interrotta, imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,
incolta
sul
sesso: è la prima cosa che
ricordo in questa incursione
nella mia vita.
917
Il mio rapporto con l'altro
sesso è statoo per moltissimi
anni
un
rapporto
"al
servizio";mai avuto stimoli
sessuali, la voglia di fare
all'amore mi veniva se ci si
abbracciava e baciava. . . ma
scivolavo nel rapporto senza
un grande desiderio di sesso.
. ero portata ad assecondare
il suo di desiderio. Del sesso,
non sapevo nulla. quello che
facevamo, era venuto da solo,
l'avevamo scoperto insieme.
autodidatti. Ora, per fortuna
è diverso.
I giovani sanno
tutto.
prima ancora di
avicinar si ad una donna. Mio
figlio aveva un 13 anni e già se
ne stava con un libro di
anatomia in mano.
(IMENE,
vedevo soltanto un orecchio).
L'orgasmo, l'ho raggiunto
918
molto dopo che praticavo il
sesso. Prima fingevo.
Non me ne sono mai fatta un
problema.
CONTINUAZIONE DONNA
GRASSA
1(AMMAZZAMENTO
DUE
GEMELLI ODPEDALE ROMA;
Dopo la prima e la seconda
scena, ritroviamo la nostra
donna grassa che sta leggendo
il giornale, è illuminata da un
cono di luce in modo da
rendere il cambio di ambiente
il
più
veloce
possibiole.
ATTENZIONE QUESTO DUE
FRASI LE HO PRESE DA
2DONNE2 HO TENTATO DI
FARE UN TRASFERIMENTO
919
E MI E' RIUSCITOòOGGI
SONO
RIUSCITA
A
METTERE ANCHE I NUMERI
ALLE PAGINE E TUTTO DA
SOLAòò
LO
STUDIO
ANALISTA
DI
UN
L'INFINITO:
Così viene chiamato il fondale
azzurro chiaro che gira
tuttintorno al palcoscenico)
nel quale LA DONNA agirà
rivolgendosi direttamente al
pubblico. Che porterà via via,
dall'analista, o al tribunale e
viceversa.
Nell'infinito,
la
donna
commenterà e denuncerà i
920
fatti. Interpellerà il pubblico,
con domande precise.
Ed
esigerà risposte precise. Per
agevolare il dialogo si avvarrà
della
collaborazione
del
pubblico.
Non avete il
coraggio
d'intervenire?
Scrivete,
ne discuteremo
insieme.
LO
DELL'ANALISTA:
STUDIO
La nostra donna c'è andata
controvoglia. Non ha fiducia.
Mentre parla,
su di uno
schermo vengono proiettati i
suoi
pensieri:
l'esatto
contrario
di
quanto
va
dicendo.
Mente su ogni cosa. Parla e
pensa al costo dell'analisi.
921
400 mila lire la settimana, 80
mila lire l'ora per 3 giorni,
per 12 mesi. 20 milioni l'anno.
Quello che sto facendo è
inutile. "Devo smettere. " Ma
ogni 3 giorni è lì,
come
tossicodipendente dell'ora di
protagonismo che si regala.
L'ORA in cui esiste in cui c'è.
Più avanti - dallo schermo che
ripete fedelmente le sue
parole, il pubblico capirà che
si è bloccata, e che è arrivata
ad una lettura fedele di quello
che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di
conoscenza, di se, attraverso
i ricordi:
Violentata dal padre a 10 anni.
Violenza che lei,
credeva
legittima, in quanto pensava
"è mio padre, se l'ha fatto
922
vuol dire che è naturale, che
doveva farlo. Ha accettato la
violenza del padre, come la
varicella, la scarlattina, le
mestruazioni. Nessun trauma,
è mio padre, mi vuole bene.
DA LUI male non me ne può
arrivare.
Solo più tardi,
capirà l'errore di valutazioni.
Ma ancora oggi non sa che
peso quella violenza abbia
avuto sulla sua vita.
INSERIRE PRIMI RAPPORTI
CON L'ALTRO SESSO
Studiato con indifferenza per
la promozione:
diplomata?
Laureata?
Studiato
con
grande curiosità e letto tutto
(si fa per dire) per un suo
923
bisogno di sapere.
Si è
specializzata,
(diciamo
fissata?)
sulla
vita
dei
filosofi,
ed ha elaborato
alcuni concetti filosofici a suo
uso e consumo. Per la verità
scoccia anche gli altri, ma
alcune volte se ne trae anche
un buon profitto per l'anima.
Ha fatto suo una tra le regole
più strane osservate dalla
"setta" si chiamava così,
(scuola) fondata da Pitagora:
NON MANGIARE LE FAVE.
Questo è il "comandamento"
più bizzarro del catechismo
pitagorico.
Aristotele dice
che era per via di una qualche
rassomiglianza con l'organo
maschile, da ciò deduciamo
che Pitagora doveva essere un
gran bigottone. E qui a questa
versione (spiegazione) che la
924
nostra donna si attiene: se un
pensiero
così,
ripeto
"bizzarro",
astuto
è
diventato un "comandamento"
di una scuola filosofica
fondata da Pitagora,
un
presocratico, vissuto secoli e
secoli A. C. ,
beh,
qualchecosa
deve
pur
significare.
3) Sposata, con amore, ma
perché ci si sposava tutte.
4)
Avuto
figli,
non
particolarmente
desiderati,
né programmati perché così
era sempre stato.
5) Vissuto la vita
coscienza alcuna.
senza
925
Abortito senza riflessione.
Non desiderato niente di
particolare.
Tutto quello che
"NONOSTANTE LEI"
ha
è
6) Sofferto come tutte.
Subito come tutte.
Pianto come tutte. E CHI
PIU' NE HA PIU' NE METTA
Ribelle come tutte.
Sul grande schermo scritto in
diverse dimensioni appare a
questo punto del dialogo con
l'analista:
PERC
APPARE
926
Di pari passo alla presa di
coscienza del suo essere
donna della nostra donna, del
suo maturare - da oggetto a
soggetto - abbiamo piccoli
stacchi e ci troviamo in
Tribunale al PROCESSO.
TRIBUNALE:
E' un processo che la nostra
DONNA vuole.
E' molto incerta.
Chi vuole processare? "La
Società? L'educazione? La
famiglia? La madre. . . " Non
mi ha mai detto niente. Mi hai
insegnato
l'onestà
facendomela vedere con la sua
vita.
La morale o il moralismo?
927
Cos'è il SESSO? Nessuno me
ne ha mai parlato.
Il padre. Amico? Nemico? Gli
amici? Il marito? I figli? E'
confusa.
Lentamente
progredisce
nell'inchiesta,
nel domandarsi e alla fine il
processo lo chiede per lei.
E' lei che si accusa.
"Ho vissuto come una capra.
Ho accettato tutto pensando,
seguendo i mille luoghi comuni
che la società ti dà con la
prima poppata.
Voglio essere processata e
condannata per non essere
riuscita, nonostante l'essere
stata militante politica, forse
anche
un'avanguardia
femminista, piena di ottime
teorie per le altre e minima
928
pratica verso me stessa.
Ribellioni e una presa reale di
coscienza . E qui escono tutti
gli errori di una donna della
mia generazione. Errori che
forse potranno servire per un
miglioramento della qualità
della
vita.
Scelte
programmate, meditate, ecc.
DIO:
il primo maschilista. (voluto
inventato dagli uomini)
Eva tentatora peccatrice.
Perché non Adamo?
Mosè sul Monte siani:
tavole
I comandamenti
Le
929
NON
DESIDERARE
LA
DONNA D'ALTRI (Siamo fin
da allora OGGETTI.
Non desiderare l'uomo d'altri:
undicesimo comandamento.
Nell'etica della nostra vita ci
vorrebbe.
I FIGLI
L'unica cosa che non può fare
l'uomo sono i figli.
NOI POSSIAMO CREARE UN
INDIVIDUO.
DICI NIENTE?
Che uso ne facciamo di questo
potere divino?
Troppo spesso è un potere
male usato.
930
E quando ci separiamo, i figli
non sono spesso usati come
materia di ricatto? Cosa
pagano i figli per i nostri
errori?
LISISTRATA: Uomini volete
la guerra? Niente amore.
DONNA OGGI: creare una
creatura umana è un miracolo.
Ho questo potere io, solo io.
Smettiamo di fare figli per
almeno tre anni. Ragionamoci
bene sopra a 'sta incredibile
ricchezza
che
solo
noi
possiamo
elargire.
Valutiamone
il
profondo
significato, poi, con le idee
finalmente
chiare,
riprendiamo a far miracoli,
931
facendo ben sentire all'uomo
che è un miracolo al quale sta
assistendo. Così finalmente le
donne saranno rispettate. Se
non
altro
durante
la
gravidanza.
L'ABORTO
I contraccettivi nelle scuole.
L'educazione
sessuale.
Abortire è un trauma. Non
puoi abortire come andare dal
parrucchiere, con la stessa
facilità.
Come ti senti dopo che hai
abortito? Ti rimane addosso
qualcosa? La prossima volta
che farai?
IL MATRIMONIO
932
Tutti ne parlano male e tutti
ci si rompono la testa. L'uomo
che hai sposato ragazzo
(giovane) quasi sempre, poco
ha in comune col vecchio
signore che hai al fianco, con
cui hai diviso la vita, gioie e
dolori. Nonostante questo ti
ostini, per via della prima
poppata piena di ideologie
sbagliate a vivergli accanto. A
QUALSIASI COSTO.
Ovunque in tutti questi anni
ho ascoltato discorsi di donne
disperate,
la canzone è
sempre la stessa. La storia di
Medea si ripete nei tempi,
uguale,
a qualsiasi classe
sociale
tu
appartenga.
L'IDENTICA
CANZONE,
933
raccontata, tra lacrime, o
freddamente, o con rabbia o
con rassegnato dolore, o su di
un letto,
dopo un tentato
suicidio, o in casa di cura se
sei ricca, in manicomio se sei
povera. Sono storie di anni di
umiliazioni,
di tentativi di
ogni tipo. "Sta invecchiando. .
. sono gli ultimi colpi" e poi ti
accorgi che non sono gli ultimi,
né saranno i penultimi. Stai
zitta, e aspetti. Gridi, e
aspetti.
Ti allontani,
e
aspetti.
Ma cosa cazzo
aspetti?
Cos'è che ti schiaccia? Cos'è
che t'ha cancellato il sorriso?
Cos'è che ti ha messo la
faccia a lutto? Cos'è che ti ha
convinta che sei morta?
Perché non dormi,
perché
934
pensi, perché sei fissata? Sei
fissata? SEI FISSATA.
Che
meccanismi
sono?
L'orgoglio,
paura
della
solitudine? I soldi? LUI?
L'AMORE? L'AMORE?
Ma dai, guardalo bene, porta
gli anni meno bene di te. E'
ancora divertente, spiritoso,
affascinante come 20,
30
anni
fa?
I
programmi
televisivi chi li sceglie? Il
peso delle cose più noiose
sulle spalle di chi,
è
appoggiato? Com'è la tua
giornata con lui? Le tue
serate, le tue notti? Cosa vi
dite ancora? Cosa ti dà?
Analizza, analizza.
T'ho umiliata? Quante volte?
Qual'è l'ultima volta? E il
rispetto? Dove lo metti?
935
E noi come siamo? Come
siamo? Migliorate col tempo,
peggiorate.
La vera differenza tra un
uomo e una donna redo
consista in questo: le donne
conservano
un
po'
più
dell'uomo,
il
senso
dell'onestà, (non tutte) della
giustizia,
dell'integrità.
Siamo soggetti morali, (non
tutte) e a volte purtroppo solo
moraliste. All'uomo è stata
inculcato, sempre con quella
prima fatale poppata,
il
piacere per la lotta, la lotta
con qualsiasi mezzo per
ottenere,
raggiungere,
impossessarsi del POTERE.
Il POTERE è comando, forza,
denaro.
936
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte QUALITA' privilegi
che ti derivano dal potere.
IL POTERE ti procura tutto
ciò che il POTERE
PUO'
PROCURARTI. Con il potere
che ti balla intorno anche
ne vorresti un po'? No?
Essere donne
continua ad
essere difficile,
e nel
cammino della vita (è con
rammarico,
che
sono
costretta a riconoscerlo) ti
senti con
un fatto che
sicuramente,
dopo
il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta,
che le tue
difficoltà di vita,
di
sentimenti,
le
tue
insicurezze, dipendono sì da
937
come è strutturata la società,
dagli uomini, da quello che ci
aspetta da te, ecc. ecc. ma
dipendono anche da altri
essere come te, anime del tuo
stesso sesso.
Sì,
amarezza
e
sconvolgimento. La donna è
troppo spesso,
la maggior
nemica della donna.
Nel
lavoro e nella vita.
Giovani
o
vecchie,
interrogate,
provate ad
interrogare.
Quasi tutte,
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei, ma vero è
che l'amore uomo lo fa quasi
sempre con una donna.
O giovane come te, o molto
molto più giovane di lui. E tu
stai a guardare. Si fa per
dire.
938
Naturalmente storie di questo
tipo si verificano quando il lui,
è un vero LUI. Se è giovane
va benissimo, ma andrà ancor
più bene,
se il LUI in
discussione
è
senza
giovinezza,
è adulto,
è
vecchino,
o
vecchio.
L'impegno, per la giovane in
questione, sarà minimo. In
tutti i sensi. Intendiamoci,
può anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma buone
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali,
artistiche possono
allegerirlo assai, come peso.
E tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia, di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
SAI GIA' TUTTO. PERCHE'
E' IL RIPETERSI,
del
939
ripetersi,
del ripetersi.
Aspetti,
ed
a
volte
inutilmente.
Non succede
nulla, o succede proprio quello
che tu non vorresti.
L'unico pensiero che ti deve
dare un minimo di
è
che anche tu sei stata
giovane, e anche la giovane di
oggi, con fortuna, o senza
fortuna, (a volte non basta
sposare
uno
scrittore
importante per scrivere un
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
pittore, sempre importante,
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
potere,
puoi correre nella
carriere, ma se non hai nella
testa le cose giuste. Sembra
940
che tu. . .
ti sembra di
correre, ma non appena ti
fermerai
per
riprendere
fiato,
voltandoti indietro,
scoprirai di aver perso per
strada qualcosa che sarebbe
stato più importante tenere,
e ben stretto. )
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età,
alla
tua
realtà,
diventerà
vecchia,
esattamente come sei tu ora.
E questo uomo,
che tu
presuntuosamente hai creduto
tuo, guardalo: che non si
vede per quello che è
realmente,
abbarbicato
ciecamente alle sue illusioni.
941
All'alzarsi
del
sipario
troviamo una donna seduta
davanti ad una scrivania, sta
leggendo.
Schermo grande sul fondo
scena, sul quale appare una
scritta
dopo
un
minuto
dall'inizio
.
B
No
942
S
Vi voglio re
Rilassat
Sto riguar
O
Donna.
Buonasera.
Lo
spettacolo di questa sera,
poco ha a che fara col teatro,
anzi, non è per niente, né
spettacolo né spettacolare.
La decisione di farvi passare 2
ore, mi auguro, diverse, m'è
venuta leggendo alcuni libri,
qualche tempo fa.
Ci ho
pensato sopra, e m'è parso
943
che qualcosa contenuto in quei
libri, si è andato perduto in
questa nostra vita che va
sempre più di corsa.
C'è rimasto poco tempo, per
noi stessi, per i sentimenti. . .
per gli altri. Ho rapportato la
mia vita a quei discorsi, e da
qui,
sono partita per una
grande analisi sui miei anni
passati, quella che ero. . .
quella che sono diventata.
SULLO
SCHERMO
SONO MIGLIORATA?
PEGGIORA
2 ISCHIA
944
Donna - Non lo so-
Quello che m'importa,
è
tramite fatti miei, e fatti di
altri,
scoprire gli errori
nostri e d'altri dietro ai quali
corriamo,
nei quali ci
esaltiamo o commiseriamo - ci
distruggiamo - ' mettere la
scoperta.
Sperando
di
arrivarci, a disposizione. . .
FATE T
P
MA ANCH'I
945
SBA
Donna - Non date retta a
quelle scritte. E' la parte più
banale di me, che si proietta
su quello schermo.
Dunque, vi dicevo che stavo
rileggendo gli appunti per una
lezione.
D
Beh, si mi piacerebbe essere
già docente. . . No, questa
qualifica è troppo grande per
me, ora, forse più avanti,
chissà, diciamo che mi sono
auto promossa:
M
946
Ma no! Una buona allieva. . .
Ecco sì. . .
Cercherò di
passarvi
quello
che
ho
acquisito con diligenza.
NON
I
Beh, cercherò. . . farò il
possibile di esserlo in questa
occasione. . .
3 ISCHIA
COR
di LE
947
Nell'inverno
del
'69
nell'Università di
a S.
Francesco il prof.
Leo
Buscaglia decide di dare inizio
ad un corso sperimentale
gratuito, liberi gli studenti di
nadare e venire a loro
piacimento,
dedicato alla
crescita
e
all'evoluzione
individuale.
Suo desiderio era che quel
corso
si
risolvesse
in
un'esperienza
del
tutto
inedita
nel
campo
dell'insegnamento,
e che
fosse per lo studente di
grande
interesse
e
di
amplissima
portata,
in
attinenza
con
le
sue
esperienze
immediate:
"CORSO D'AMORE".
948
Lui
stesso
aveva
sull'argomento conoscenze ed
esperienze limitate, come i
suoi studenti,
e quindi si
sarebbero tutti attivamente
impegnati nella scoperta dei
veri significati insiti nella
parola AMORE.
4 ISCHIA
Sì, sono tutto amore, e non
me ne vergogno. Ho un unico
messaggio e posso fornirvelo
seduta stante.
Viviamo in
un'epoca
che
comincia
realmente ad esortarci a
cogliere i significati della vita.
Ci andiamo abituando ad una
nuova
nomenclatura.
"Condizionamento" "forme e
949
modifiche del comportamento.
" "Ciò che è necessario
rafforzare"
"ciò
che
è
rafforzato"
e
che
probabilmente determinerà il
comportamento.
Per
raffozzarci ci serviamo del
denaro,
delle campagne,
dell'elettroshock, e perfino
dei dolciumi. Quando qualcuno
si comporta nel modo giusto
gli ficchiamo una caramella in
bocca.
Il mio messaggio odierno è: la
miglior caramella del mondo è
un essere umano,
caldo,
palpitante, che non si scioglie
affatto. Quella chicca, sei
TU.
Il vero amore è un
fenomeno
prettamente,
totalmente umano.
950
Non insegno l'amore nel senso
stretto del termine, mi limito
a
facilitare
il
fiorire
dell'amore.
Il fenomeno - amore - è un
quid che noi scopriamo.
L'essere umano crede nel
cambiamento,
se
non
apprezziamo la situazione
nella quale versiamo,
in
termini d'amore,
siamo in
grado di modificarla di dare
vita ad un nuovo scenario.
Possiamo donare solo ciò che
abbiamo,
in questo sta il
miracolo. Se abbiamo amore,
possiamo donarlo, se non ne
abbiamo,
agli altri
è impossibile. Non è tanto una
questione di dare,
ma di
condividere,
spartire.
Ti
951
rendo partecipe,
e non la
perdo, perché già ce l'ho.
"L'affetto quale elemento
modificatore
del
comportamento umano. "
Gli scienziati,
psicologi,
antropologi, sociologi hanno
ignorato l'amore,
è
sconvolgente, perché tutti ne
abbiamo bisogno ed aneliamo
ad esso senza posa. Tuttavia
non
è
fatta
materia
d'insegnamento.
Si dà per
scontato che l'amore ci venga
fornito tramite e per effetto
di una misteriosa forza vitale.
"Viviamo tutti in comunità,
tuttavia moriamo tutti di
solitudine. "
L'individuo capace di amare
deve aver cura di se stesso.
Badare
realmente
alla
952
sostanza
della
propria
personalità: "Ogni cosa viene
filtrata
attraverso
me,
quanto migliore sono, tanto
maggiore è ciò che ho da dare.
Tutto devo fare, per essere il
più bello, il più straordinario,
il più fantastico,
tenero
affettuoso essere umano del
mondo. In noi si manifesta
solamente
una
minima
porzione di ciò che realmente
siamo. Nondimeno ci sentiamo
perfettamente
paghi
di
essere quel che siamo.
5 ISCHIA
Lo psichiatra londinese R. D.
Laing
avanza
un'ipotesi
provocatoria e suggestiva:
"Noi pensiamo molto meno di
quanto sappiamo.
Sappiamo
953
molto meno di quanto amiamo,
amiamo molto meno di ciò che
esiste ed in tal senso siamo
molto meno di ciò che siamo. "
Su tali premesse dovremmo
sentirci spronati senza
di
diventare.
. . . . un quid, riposto nel
profondo di ciascuno di noi
che differisce da individuo a
individuo.
UNICITA' DEL SINGOLO
E se qualcuno incontrando un
altro dicesse: "Sono proprio
contento che tu sia unico,
diversa.
Mostrami in cosa
consistono le tue diversità,
avrò modo di trarne qualche
954
insegnamento"
immaginatevi
cosa sarebbe il mondo.
. . . insegnante di disegno:
Oggi, disegniamo un albero".
Va alla lavagna e disegni il
"SUO" albero. Una specie di
pallone verde con un piccolo
basamento marrone.
Un
lecca-lecca.
Tutti
disegnano. Più ti avvicini al
lecca-lecca e migliore sarà il
voto. Se tu, con tutti i colori
fai un albero, come lo vedi e
conosci "Tu devi avere un baco
nel cervello! "
. . . Facciamo di tutto perché
ciascuno sia uguale ad ogni
altro.
La capacità di
"conformarsi" costituisce la
premessa indispensabile per
approdare al successo. Sii te
955
stesso. Non rinunciare mai al
TUO ALBERO.
Tu sei il sole, l'unico a
STESSO.
Il miglior
stesso, ma voler essere
altro
sarai
sempre
semplicemente il miglior n.
TE
te
un
e
2.
GIUDICATA una persona per
quello che HA. Non per chi e
che cosa è.
L'essere umano è la cosa più
strepitosa
del
mondo,
dobbiamo
però
riscoprire
l'arte
di
saper
ridere.
Abbiamo creato il tempo.
Dopo di ché ne siamo diventati
schiavi.
LA PAROLA.
Le parole congelano la realtà.
Etichettiamo.
956
Quanti bambini non hanno
ricevuto
un'adeguata
educazione perché prima o poi
durante l'infanzia ci si è
premurati di etichettarli? E'
uno stupido,
un ritardato
mentale ecc.
Le etichette allontanano gli
uomini, li distolgono gli uni
dagli altri. Negro, che cos'è
un negro? Mai conosciuto due
negri uguali in vita mia. Sa
amare? Sa soffrire? E' bello,
felice? La sua famiglia? Sa
dare qualcosa agli altri? Sono
queste le cose che contano e
non che sia negro, povero,
ricco.
UOMO
in
posizione
svantaggio culturale.
di
957
Nessuno
mi
è
venuto
abbastanza
vicino
per
contagiarmi con i suoi germi.
In ogni creatura umana sono
racchiuse troppe meraviglie
per poterle bollare con un
epiteto
e
metterle
in
disparte. Non c'è al mondo
responsabilità
maggiore
dell'essere un essere umano e
fareste
bene
a
persuadervene.
Mc Luhan ha dimostrato che i
bambini quando mettono piede
all'asilo quasi tutti hanno già
visto 5000 ore di televisione,
delitti,
stupri,
intrighi
amorosi, immagini di morti
violente e autentiche. Dopo di
ché li portiamo a scuola.
Domandarsi, chi è il bambino
nuovo che dobbiamo educare,
958
istruire? (Padre nave spaziale.
Pag. 39)
Oggi
non
basta
vivere,
imparare,
dobbiamo
SOGNARE,
vedere con gli
occhi della fantasia come sarà
il mondo di qui a 50 anni.
Salita in macchina di colpo non
mi è venuto in mente neanche
un posto dove mi sarebbe
piaciuto andare.
Li ho fatti
passare tutti.
Ho pensato
anche all'estero vado a Parigi.
. . Londra. . . Bruxelles. . .
Dopo un'ora di riflessioni e
giri turistici col cervello,
prendo tempo e vado in
ufficio. E' sabato pomeriggio.
Non c'è nessuno ne deve
959
venire nessuno. Sì, nel mio
ufficio: 360 metro quadrati,
11 stanze.
Beh,
a parte
questo fatto, vado nel mio
ufficio.
Imprevisto! C'è mio nipote e
un
nostro
collaboratore:
Walter.
"Che fate qui?"
"Nulla. . .
avevamo da
chiudere una storia. . .
stavamo andandocene. E tu
che fai?" "ho da fare. . . "
Loro se ne vanno. Mi sono
guardata intorno. . .
Perché la gente lascia fare ai
nostri sgovernanti? Perché
accettiamo tutto?
Chi sono i critici presenti allo
spettacolo 'sta sera?
C'è Raboni del Corriere? NO?.
. . Lo sapevo. La differenza
960
tra uomo e donna la vedi
anche da qui.
Papuasia:
costumi.
libero.
leggere origini e
Rapporto sessuale
I bambini sono nel grembo
della donna e si nutrono di
sperma.
Ma che trovata! !
Che civiltà.
Il maschio sceglie la femmina
per la vita.
Il matrimonio
tra un maschio e una femmina
è indissolubile.
Protezione
sessuale.
militare,
Cucitura
sesso
riaperto a 20 anni.
non
bambine,
961
962
lavorare su questa stesura 30
LUGLUO
LAVORO IN CORSO
SALA DI CESENATICO 29
LUGLIO 1992 . . . e speriamo
bene!
LIBERA ASSOCIAZIONE DI
IDEE
scaletta
avvenimenti
arricchire e tagliare
da
Buona seraaaa! Da quando non
partecipo ad un festival
dell'Unità. . . pardon. . . . del
PCI. . . Oddio ho sbagliato
ancora. . . Beh, insomma, ci
siamo capiti. Vediamo un po'.
. . cos'era?. . . il 67. . . 68?. .
. 25 anni fa! (Cambia tono)
Me ne sono fatta un sacco di
festival dell'Unità. . . c'era
963
sempre Pajetta per il comizio
di chiusura,
e io che gli
offrivo un cestino vietnamita.
Tutti gli anni col cestino
vietnamita! . . . a parte che
sono sicura che il cestino
fosse sempre quello.
Mi facevo il mio stand. . .
vendevo di tutto, una volta
libri. . . l'altra prodotti russi.
. . Una volta perfino scarpe,
ho venduto al Festival. . .
scarpe per bambini. Era il
1966.
Ero andata in una ditta vicino
a Como. . . ed il Festival era
per la sezione di Cernobbio, il
paese dove abitavo con mia
madre, Dario, e i miei figli.
Sì, ho detto "miei figli". Tre.
Personalmente
ne
ho
confezionato uno solo. . .
964
Jacopo, ma ho tirato su altre
due bambine; Gaia figlia di mia
sorella divisa dal marito e
Enrica, figlia di mio fratello
diviso dalla moglie. . . In 'sta
ditta di scarpe,
mi hanno
fatto una gran festa. . . : "Oh
signora, che onore! Me la
ricordo in Canzonissima. . .
"Tutti
si
ricordano
di
Canzonissima.
Come mio
suocero della guerra 15-18,
s'è preso anche una medaglia
d'oro, e. . . un ginocchio
d'argento.
"Brava, brava
com'era brava!
Anche suo
marito, bravo, bravissimo! "
"Grazie. . . grazie. . . Avrei
bisogno di comperare. . . delle
scarpe non troppo costose. . .
per. . . una. . . festa benefica.
. . " "Che festa benefica è?"
"Ma. . . per dei bambini. . . "
965
Se avessi detto:
Festival
dell'Unità,
mi avrebbero
aizzato contro i cani.
"Le do tutto il campionario. . .
a mille lire. . . " 1000 lire?! In
negozio le avrebbero pagate
almeno 20. 000:
scarpe
magnifiche! Io le ho vendevo
a 10. 000 e chi le comperava,
faceva un affare.
Scarpe,
tortini dolci,
"pesca" dopo
aver girato casa per casa a
chiedere roba vecchia da
buttare. . . vasetti di fiori. . .
Le solite cose,
insomma.
Abbiamo lavorato come belve
per tre giorni. Ero contenta
come una Pasqua. . . avevamo
incassato un sacco. Contavo i
soldi con i compagni. . . più di
tre milioni! Poi ho scoperto
che tutto il nostro attivo più
966
"un debito" che ci siamo
dovuti accollare tutti noi
iscritti,
erano serviti per
pagare una cantante che il
segretario della sezione aveva
ingaggiato
a
una
cifra
astronomica senza dire niente
a nessuno.
"Ma come, qui ci siamo fatti
un mazzo così per tirare su
quattro lire e tu le vai a
buttare, tutto per tuo conto.
. . per di più ti indebiti anche.
. .
per una che viene a
cantare. . . di cui a nessuno
frega niente. . . e tutto per
sfiducia nelle nostre forze! E
tutto per scopiazzare quei
megalomani dei compagni delle
città che sono loro che
sostengono il mercato del
disco facendo cantare i
967
cantanti ai festival. . . per di
più li strapagano. . . in una
sera si beccano cifre che un
operaio non vede in due anni.
(Cambia tono) Un po' di
demagogia.
(riprende a
gridare) Tutto da solo decidi! !
Bel centralismo democratico!
Sai cosa sei? Uno stronzo! E
io straccio la tessera! " E
tutti che gridavano "Sì sei uno
stronzo! !
Stracciamo la
tessera stracciamo la tessera!
"
Alla fine per evitare un esodo
in massa, ho dovuto far da
pacere e perdonare il Rocca. .
.
si chiamava così il
segretario della sezione. . .
Rocca. . . ma che però ha
dovuto fare l'autocritica,
seduta stante,
davanti a
968
tutti. . .
Poi,
abbiamo
brindato alla pace e hann
fatto
bere
anche
me
notoriamente astemia. . .
stanchi morti e un po' ciucchi,
abbiamo cantato Bandiera
rossa e l'Internazionale . . . e
ci veniva da piangere. A quei
tempi ci si commuoveva facile.
La sezione di Cernobbio. . . Ci
venivano anche i miei figli. . .
si organizzavano serate. . .
dibattiti. . .
litigate. . .
Jacopo e le bambine erano i
più giovani iscritti alla F. G.
C.
I della Lombardia.
Avevano 11 anni e facevano la
prima media.
(JACOPO
CERCA
DI
PRECISARE, non mi ricordo
bene) Erano molto attivi. . .
passavano tutte le loro ore
969
libere dalla scuola, a fare
inchieste.
In una zona
bianca come il comasco. . . la
brianza,
ad esempio,
con
carta e penna o registratore
fermavano le donne del paese
e candidi chiedevano: "Cosa
ne pensa signora della pillola?
Lei la prende?" Immaginatevi
le reazioni! Oppure tornavano
a casa e: "Da oggi, tutto
quello che è americano. . . ( si
era durante la guerra nel
Vietnam in questa casa non
entrerà! " A conti fatti si
poteva mangiare solo pane riso
spaghetti.
Via la Coca-cola,
via questo via quello. Ogni
cibo
confezionato
veniva
scrutato
con
grande
diffidenza e doveva essere
solo Made in Italy, massimo
roba Svizzera.
970
Jacopo, s'è preso anche uno
schiaffo da un insegnante. . .
c'era uno sciopero degli
studenti a livello nazionale. . .
loro tre, gli unici, stavano
davanti ai cancelli della scuola
e cercavano di convincere i
compagni a scioperare,
il
professore di ginnastica li tira
per un braccio, li spintona e
cerca di farli entrare in
classe. . .
loro fanno
resistenza e via che vola un
ceffone sulla faccia del "mio
bambino"! !
Quel che è successo dopo non
ve
lo
posso
neanche
descrivere. Sono venuti tutti
i
professori,
preside
compreso, a casa nostra a
chiedere
pietà
per
il
malcapitato. Avevano saputo
971
che stavamo organizzando la "
marcia
sulla
scuola"
di
Cernobbio, anche con i miei
compagni
della
sezione
Garibaldi. . . di Milano, la più
battagliera della città.
Abbiamo perdonato,
ma
abbiamo preteso un cartello
affisso davanti alla scuola
dove il professore chiedeva
scusa ai ragazzi malmenati e
dove
si ribadiva il diritto
costituzionale di sciopero
anche del cittadino al di sotto
dei 14 anni.
Mi ricordo che per le elezioni
del. . . (non mi ricordo la
data) mia mamma, 80 anni era
a Montecatini, mi telefona e
mi fa:
"Devo tornare a
votare. . . " "Mamma, non
preoccuparti. . . " dico senza
972
neanche
un
briciolo
di
vergogna "stai lì tranquilla. . .
gli anziani possono votare
anche dopo. . . " Che stesse
pure a bersi le acque.
Sapevo che se fosse tornata
in tempo avrebbe votato D. C.
!
La
sera
in
sezione
preoccupata ne parlo con i
compagni, ben decisa a non
fare avere un voto in più alla
Dc.
e sbotto solenne:
"Compagni! , se mia mamma
torna,
facciamo un seggio
finto qui, in sezione, le diamo
una scheda di quelle per la
propaganda. .
e la faccio
votare qui.
" Silenzio di
tomba! Pausa. Il il segretario
Rocca,
con la sua faccia
onesta e pulita paonazza di
973
indignazione, fa per parlare e
un compagno gli grida: "Zitto
tu, che hai speso i soldi per la
cantante che ancora stiamo
pagando i debiti! " Ricade il
silenzio di tomba. . . Tutto il
direttivo. . . che erano poi in
tre. . .
quasi in coro fa:
"Pensiamoci su. . . " poi uno
intona "Avanti o popolo alla
riscossa. . . " gli facciamo
coro,
commossi da tanto
ardire! Poi, per fortuna mia
madre se ne è dimenticata. . .
Mi sono iscritta al Pci. . . alla
fine degli anni 50. . . I miei
avevano
una
compagnia
teatrale. . . giravano il nord
Italia. . . erano socialisti. . .
quando essere socialisti era
una cosa seria. . . Ho nel mio
archivio documenti che so. . .
della Camera del lavoro di
974
Castellanza, Legnano. . . dove
si ringrazia la "Famiglia Rame"
per aver fatto spettacoli,
lasciando tutto l'incasso, in
sostegno dei grandi scioperi
delle filande occupate dalle
maestranze,
durante la
guerra 15-18.
Ho debuttato a otto giorni,
ne il figlio della "Genoveffa di
Brabante", in braccio alla mia
mamma. Non parlavo tanto
quella sera lì. . . Nella mia
famiglia era un fatto naturale,
appena nasceva un figlio, lo si
metteva in palcoscenico. A 35
anni, avrei dovuto andare in
pensione.
Via via che
crescevo,
ho interpretato
tutti i ruoli possibili ed
immaginabili
maschili
e
femminili.
Andavo a scuola,
975
e lavoravo la sera. . . Quante
volte mi sono addormentata
nelle casse dei costumi? Poi è
arrivata la guerra. A Varese
dove avevamo sede fissa. . . i
bombardamenti
non
si
sentivano. . . Sì, qualche
volta buttavan qualche bomba
sulla fabbrica d'aerei,
la
Macchi. . .
ma non la
beccavano mai.
Si recitava
a Varese e nei paesi intorno.
Si circolava con un permesso
speciale per le ore del
coprifuoco, ci spostavamo con
una corriera che chiamavamo
"Balorda"
a
causa
del
comportamento bizzarro che
aveva, che più che al suo
cattivo
carattere
andava
attribuito agli anni. In certi
paesi, nei quali ad una certa
ora del giorno si passava, nei
976
turnichè
particolarmente
ripidi,
c'erano sempre dei
ragazzi che ci aspettavano. . .
ci spingevano ridendo come
matti,
poi la sera ci
raggiungevano ed entravano a
godersi lo spettacolo gratis.
"Siamo quelli che abbiamo
spinto la "Balorda.
"
"Passate".
Non era bello girare di notte. .
. durante la guerra ma noi
ragazzi,
non
ce
ne
accorgevamo. . . si cantava, si
rideva. . .
evitando di
guardare fuori dai finestrini. .
. Non si vedeva una luce! Una
notte un gruppo di tedeschi e
camicie nere ci hanno tenuti
bloccati sino all'alba.
Se
quell'alba avesse portato la
notizia
di
una
missione
977
tedesca andata male ci
avrebbero
fucilati
tutti.
L'abbiamo saputo qualche
giorno dopo.
Altre volte,
capitava che ci fermassero
dei partigiani.
Non dicevano
"siamo partigiani" ma erano in
borghese con i mitra! "Signor
Rame - facevano a mio padre ci dà un passaggio?" Li
facevamo salire.
Più avanti
capitava
d'incontrare
picchetti fascisti
che ci
fermavano.
Un'occhiata al
lasciapassare "Buona sera
signor Rame. . . com'è andata
la
serata?""Benissimo!
"
"Buona notte. ". . . "Buona
notte" e via che ce ne
andavamo. . . senza un goccio
di sangue in faccia a cantare
con più forza di prima.
Anche i partigiani cantavano.
978
Gridavano
più
di
tutti!
(FORSE NADA PASINI?)
Dicevo che mi ero iscritta al
PCI alla fine degli anni 50.
Mi ricordo che il giorno
dell'iscrizione
ero
molto
emozionata.
Ci sarebbero
voluti
due
compagni
a
presentarmi,
ma
ero
conosciuta. . . quindi se ne è
fatto a meno.
Ho fatto il
mio primo colloquio politico
con Tortorella. . .
me lo
ricordo dietro alla scrivania. .
.
molto compreso nel suo
ruolo. . . un po' imbarazzato. .
. ma serio. . . fin troppo.
Come mi sono iscritta a PCI,
mi aspettavo che mi capitasse
chissà che. . . no, non che mi
trasferissero alla segreteria
del comitato centrale. . . ma
979
riunioni, discussioni, scuola
quadri, sì. Invece, niente.
Solo il cestino a Pajetta al
festival dell'Unità, fare uno
spettacolo per la sezione della
tal città dove i fascisti
avevano spaccato tutti i vetri.
. . raccogliete fondi per "la
befana dell'Unità"( cioé per
fare regali ai bambini ) a
Torino, dal momento che ero
lì con lo spettacolo mi hann
mandata
intorno
per
la
periferia, accompagnata dai
vari segretari di sezione.
Erano anni molto duri quelli
per la classe operaia. . . e lo
dico con un certo imbarazzo. .
.
dire:
"anni duri" . . .
d'allora ad oggi la classe
operaia ha sempre avuto anni
duri. E questi che verranno
com'è che saranno? Morbidi?
980
Giravo nelle sezioni. . . le
compagne i compagni mi
abbracciavano,
mi
ringraziavano come stessi
facendo chissà che, e poi uno
ad uno, mi davano quello che
potevano, "scusa se è poco,
ma hanno licenziato mio
marito. . . " oppure, "Questa è
la mia macchina fotografica,
vendetela, vale un sacco! Non
ho altro! " Certo, che quei
compagni là. . . della barriera
di Torino, come tanti altri
che hanno creduto,
hanno
pagato sulla loro pelle e quella
delle
loro
famiglie,
con
licenziamenti, ecc. il fatto di
essere comunisti e nella
fabbrica e fuori, non sono
stati
molto
contenti
di
scoprire che i loro dirigenti
hanno rubato.
981
Il
PCI
era
il
partito
"veramente"
delle
"mani
pulite!
E chi gliele ha
inzozzate deve non solo,
restituire ma anche pagare
nel senso che deve essere
cacciato" .
Cestino a Pajetta,
Befana
dell'Unita ecc. tutte cose che
facevo volentieri, per carità.
Sì, ho conosciuto Togliatti,
abbiamo avuto Dario ed io una
bella amicizia con Amendola e
sua moglie. . . La prima volta
che ho ricevuto una lettera
con
sulla
busta
scritto
"camera dei deputati" ero così
emozionata che non riuscivo ad
aprirla. . . Berlinguer, me lo ricordo
giovanissimo. . . E Terracini? Che
compagno! "Nevero cara Rame. . .
nevero. . . ".
982
Tutti i compagni, federazione
compresa a Roma come nelle
altre città venivano a vedere i
nostri spettacoli. . .
Mi
offrivano
anche
dei
grandissimi cesti di garofani
rossi, allora non era ancora il
simbolo di (devo trovare
qualcosa di più spiritoso)
associazione a delinquere. . .
Parlo
ovviamente
della
dirigenza. . .
la base non
c'entra.
Tutto bene,
bastava.
ma
non
mi
Non
mi
bastava
essere
considerata "artista" (che a
me quella parola lì, mi mette
in un imbarazzo tremendo. . .
artista io?! )) democratica
iscritta al Pci, in quanto piena
di simpatia per la classe
983
operaia e per gli sfruttati in
genere.
Avevo bisogno di
impegnarmi
di
più.
d'impegnarmi tutta e non solo
di essere "usata" per il
richiamo che aveva il mio
nome,
non m'interessava
d'essere il fiore all'occhiello
del partito. Volevo "essere"
attivamente nel partito, e non
solo alle feste comandate.
La
lezione
mi
veniva
direttamente
dalle
straordinarie lotte operaie,
dal nuovo impulso che tutti i
giovani stavano dando nelle
scuole,
alla lotta contro
l'autoritarismo,
l'ingiustizia
sociale. . . le spinte per un
nuovo rapporto con le classi
sfruttate, sentivo il bisogno
di creare una "nuova cultura".
984
Di anni da allora, ne sono
passati tanti. . . e quanti salti.
. . all'indietro abbiamo fatto!
Quanta "roba" è crollata,
muri. . .
fede,
ideali,
ideologie. . . speranze. . .
illusioni. . . ( Ricordarsi
manifestazione blocco giro
d'Italia.
"Siamo con te
Dario"). "Settimo ruba un po'
meno" e via via, ogni anno uno
spettacolo nuovo, di successo,
fino al '68, alla decisione,
presa con Dario di lasciare il
teatro tradizionale e di
mettere a disposizione il
nostro lavoro per sollecitare
una presa di coscienza.
Sono stata male per un po' di
anni, come tanti mi sentivo
come se "avessi perso la
mamma". Non mi sono inserita
985
in nessun gruppo. . .
Tutto
era
politico,
qualsiasi
sacrificio si faceva volentieri
perché così si doveva fare,
perché era "politico". Convinti
o no. Non c'era stanchezza,
c'era solo la voglia da fare. . .
fare. . . cambiare, cambiare
la vita, per noi, per i nostri
figli. . . la qualità della vita,
essere generosi, altruisti. . .
cambiare il mondo insomma!
Sì, proprio così!
E così. . . s'è incominciato ad
infiltrare tra i giovani il
concetto "amore libero". . .
nei giovani. . . e anche . . . in
quelli meno giovani.
Tra gli animali, il leone ad
esempio, sceglie la femmina
per la "vita",
il loro
matrimonio, pur non essendo
986
celebrato
in
chiesa
è
indissolubile. Ma c'è assoluta
libertà nel rapporto sessuale. .
. per tutti e due. . . Quella
del maschio per la femmina,
la "sua" femmina è una
protezione militare,
cioé
difesa della vita,
non
sessuale.
Quanti di voi vorrebbero
essere un leone?. . .
una
leonessa? (ruggito) Fuori la
verità! (ruggito).
Questo per gli animali. . .
In molti popoli primitivi,
l'amore libero è praticato da
sempre. Il rapporto sessuale
libero! Come vorreste essere
un primitivi, lo sento!
Il più originale fra tutti è il
popolo della Papuasia.
987
C'è una grande creatività. . .
senza offesa. . . che non può
che essere femminile. . . Non
so se ancora oggi. . . ma in
Papuasia addirittura c'è la
convinzione,
che i bambini
siano nel grembo della donna
dalla sua nascita, voglio dire
della donna, ma per crescere.
. . e di conseguenza, nascere,
devono essere nutriti. . . con
sperma.
Vi immaginate la scena? Ogni
volta che la donna. . . LA
DONNA! , ha voglia di fare
l'amore urla: " il bambino ha
fame! ! Il bambino ha fame! !
" e via. . . tutti gli uomini
della tribù che corrono a
nutrirlo. . . "Adesso basta. . .
ha mangiato abbastanza! Via,
andate via! " La cosa più bella,
988
che "il figlio" quando nasce
non è figlio tuo e tuo o tuo,
non c'è paternità individuale,
ma collettiva: il figlio è di
tutti!
Ma che trovata! ! Chissà chi
l'ha avuta. . . Se Dio fosse
stato
della
Papuasia
il
paradiso
terrestre
l'Eva
avesse impostato il suo
rapporto con Adamo come le
donne della Papuasia, pensa
te che sconvolgimento!
La
storia del mondo sarebbe
cambiata, così gli usi. . . i
costumi. . . Che civiltà.
La
lezione
mi
veniva
direttamente
dalle
straordinarie lotte operaie,
dal nuovo impulso che tutti i
giovani stavano dando nelle
scuole,
alla lotta contro
989
l'autoritarismo,
l'ingiustizia
sociale. . . le spinte per un
nuovo rapporto con le classi
sfruttate, sentivo il bisogno
di creare una "nuova cultura".
Con questa logica come
meravigliarsi
che
si
sia
arrivati dove siamo arrivati?
Di anni da allora, ne sono
passati tanti. . . e quanti salti.
. . all'indietro abbiamo fatto!
Quanta "roba" è crollata,
muri. . .
fede,
ideali,
ideologie. . . speranze. . .
illusioni. . . ("Settimo ruba un
po' meno" e via via, ogni anno
uno spettacolo nuovo,
di
successo, fino al '68, alla
decisione, presa con Dario di
lasciare il teatro tradizionale
e di mettere a disposizione il
990
nostro lavoro per sollecitare
una presa di coscienza.
Una vampata mi va alla testa.
Menopausa?
Ira?
Pazzia?
Vorrei sgozzarlo, incendiarlo
triturarlo, brutto schifoosotraditore-cane-bastardoinfingardo!
(riprende il
diamogo col marito) Mi sembri
il bambino che dice la bugia
alla mamma, ma porco Giuda
io non sono la tua mamma
anche se tu sei convinto che io
lo sia! ! ! !
Seppur umano il bisogno di
avere distrazioni,
più che
comprensibile. . . ma negli
ultimi 20 anni gli è scoppiata
come una pazzia. A poco per
volta, sempre più intrepido,
deciso.
.
.
spavaldo:
innamorato di un'altra, poi
991
un'altra ecc.
poi un'altra,
ecc.
ma sempre con me.
"Non ti lascerò mai amore. . .
Tu per me sei tutto. . . come
mia madre! " (INSERTO
COPPIA APERTA) Non mi ha
mai lasciata. Forse una volta
era sul punto di farlo. . . ma
poi. . . Dunque dicevo che 'sto
fatto di fare l'amore con
altri. . . 'sta stronzata della
coppia aperta è stata proprio
una stronzata.
Chi arriva
alla coppia aperta senza
soffrire vuol dire che non ama
più. . . o che è stato educato
in una certa maniera in una
famiglia speciale.
Io non
conosco
nessuno,
dico
nessuno, che abbia vissuto
questa
esperienza
senza
morirci dentro.
992
Non sto facendo la tragica.
Ho detto "morirci".
E' un fatto culturale da
centinaia di anni. . . forse un
duemila. . .
di una certa
educazione. . . ma vedo che
anche quelli che hanno 20
anni,
non ci vivono bene
dentro a 'sta storia. . .
soffrono come cani sgozzati.
Solo
uno
dei
due,
naturalmente.
Fingendo
oltre tutto di stare benissimo.
. . poi si trovano con 4000
pastiglie di Veronal nello
stomaco e hai voglia a fare
lavande gastriche, che poi si
sta malissimo.
Si sta malissimo.
993
(cambia tono) Poi ci penso su. .
.
e allora quando tu. . .
Questo pensiero mi viene ogni
volta che sono presa da
un'ondata di gelosia terribile.
Ma per me era un'altra cosa.
"Lui non lo sapeva! " Questo è
un concetto magnifico, l'unico
che abbia espresso in tutta la
sua vita, da una mia mica,
l'Antonia, una stupenda tutta
sedere e seno occhi blu,
sempre
piena
di
storie
tormentate,
di
amori
straordinari con conti e quasi
re,
giocatori di ragby e
sciatori,
una
"allegra"
insomma, non che fosse una
puttana,
scherziamo?.
.
era una che amava! . . .
Quando ha saputo, dicevo,
che il marito che credeva
fedelissimo, la tradiva, al mio
994
farle notare -"però anche tu. .
.
lei m'ha risposto tra
disperati singhiozzi: "MA LUI
NON LO SAPEVA" che è poi
un alto concetto filosofico:
non lo sa, quindi non soffre.
Punto.
Semplice.
l'importante,
ricordatevi è
che l'altro,
non sappia!
Invece io, sapevo e soffrivo
come un cane.
Anche se
cercavo di farmene una
ragione. . . di capire: sta
invecchiando, sono gli ultimi. .
. - GLI ULTIMI? Speriamo! -.
. . colpi. . .
Mette i fiori nel vaso. . .
chissà perché è un lavoro che
gli piace fare.
L'unico,
"casalingo". . . sì,
qualche
volta fa da mangiare anche
cose buone,
ma dobbiamo
995
stargli intorno in diciotto e ci
vogliono quelle 6 ore a
riordinare la cucina e a lavare
pentole ecc.
Mette i fiori
nel vaso. . . " Guarda che belle.
. . le NOSTRE ROSE! ! ! Ti
amo tanto! ! ! "
Il bello è che è vero.
E'
vero.
Lui mi ama.
Tanto
tanto.
Ogni tanto mi viene
da pensare:
"Chissà cosa
succederebbe se mi odiasse.
Mi strapperebbe i denti ad
uno ad uno senza anestesia. . .
gli occhi. . . le unghie.
Ho
sofferto molto in questi ultimi
20 anni.
Beh, l'avrete
capito, no? Lui non se ne
rende conto.
Lui,
non
capisce.
LIBERA
D'IDEE
ASSOCIAZIONE
996
Monologo eroina?
ho fatto la plastica.
(?)
Mogli dipendente comunale
che trova i soldi in tasca al
marito e li butta dalla
finestra.
Inserire il discorso del grande
mondo, o no?
Il grosso della vita sta fuori.
_o,
quando ho avuto la
certezza che mio marito
faceva sul serio con una
ragazza di 37 anni più giovane
di lui, che se ne andava in
giro, che si faceva vedere
che frequentava gli amici
comuni che" attenti a non fare
gaffe, che stasera arriva la
moglie" ho fatto il giro delle
farmacie di Milano. . . una
997
bustina per volta, e veronal e
veramon e gibalgina e optalido.
. . Le comperavo così. . .
senza determinazione. . . Non
si sa mai.
Sempre meglio
essere pronti all'occorrenza. .
. Per tre giorni ho girato
farmacie. Poi sono andata da
lui e gli ho detto che partivo.
"Dove vai?. . . " "Non so. . . . "
"Ma perché te ne vai. . . io ti
amo. . . tu conti più di tutti al
mondo. . . " "Io vado. Ciao"
Salita in macchina di colpo non
mi è venuto in mlente neanche
un posto dove mi sarebbe
piaciuto andare.
Li ho fatti
passare tutti.
Ho pensato
anche all'estero vado a Parigi.
. . Londra. . . Bruxelles. . .
Dopo un'ora di riflessioni e
giri turistici col cervello
998
prendo tempo e vado in
ufficio.
E' sabato
pomeriggio. Non c'è nessuno
ne deve venire nessuno.
Sì,
nel mio ufficio: 360 metro
quadrati, 11 stanze.
Mio
marito ha visto il nostro
ufficio,
ufficio che avevo
comperato,
un anno dopo,
perché erano venuti i ladri e
io non ero a Milano. . . ha
dovuto
andarci
per
la
denuncia.
Beh, a parte
questo fatto, vado nel mio
ufficio.
Imprevisto! C'è mio nipote e
un
niostro
collaboratore:
Walter.
"Che fate qui?"
"Nulla. . .
avevamo da
chiudere una storia. . .
stavamo andandocene.
E tu
che fai?" "Devo mettere a
999
posto l'archivio. . . ho da
fare. . . " Loro se ne vanno.
Mi sono guardata intorno. . .
guardavo guardavo e tutto
quello che vedevo non mi dava
niente.
Né la più piccola
spinta a lavorare,
né un
spintarella emotiva.
Non
sentivo
nulla.
Casermona
popolare
di
trecento appartamenti con
nessuno dentro.
Non ci ho pensato molto. Ho
tirato fuori tutte le mie
pastiglie. . . le ho tolte dal
cartoncino. . . ne ho fatto un
bel mucchietto.
Ho preso
una scodella, l'ho riempita
d'acqua ne ho messe tre o
quattro in bocca e giù a bere.
Su un foglietto annotavo: più
3 e giù a bere, più 3. . . . e,
1000
fanno 6. . . più 3 e fanno nove.
. . Devo dire che si fa una
gran fatica. . . ti si impasta la
bocca. . .
non riesci a
degluttire. . . ti viene voglia
di smettere. . . ancora 5. . .
Ma cosa sto facendo?! ancora
tre. . . e 5. . . Credo di essere
arrivata a 50. . . Da un pò non
segnavo nulla sul foglietto. . .
Chissà perché mi era venuta
questa idea del segnare. . .
forse
per
potermo
regolAre???quando stendermi.
Ora mi vado a stendere. . . mi
gira la testa. . . continuerò a
prenderle da stesa. . . Arrivo
al divano. . . mi gira tutto. . .
bevo un po' d&acqua ancora. . .
poi la scodella mi cade. . . e
non ci sono più. . .
Che
bellezza è finita credo sia
stato
l'ultimo
pensiero.
1001
Invece no.
Mi sollevano di
peso,
mi costringono a
camminare. . .
mi parlano
gridano io mi lascio andare non
reagisco,
non
voglio
reagire"deve cammibare non
fermarti" ma chi parla?. . .
Chiama il marito. . . teklefona
all'ambulanza. . . "Quante ne
hai prese parla! "E' la voce di
mia sorelle. . . Pensa a tuo
figlio, maledizione quqnte ne
ghai prese. . . chi è questo. . .
mio marito. . . Ci sono proprio
tutti,
maledizione.
"sbrighiamici. . .
ha 21
pulsazioni. . .
portiamola
via"Chi ha parlato. . . sono gli
infermieri.
M'infilano in un
lenzuolo per trasportarmi. . .
mi sento urlare. . . e non so
proprio forse la rabbia mi
faceva uscire il fiato o forse
1002
l'ho sognato "voglio morire! ! !
Lasciatemi maledetti voglio
morire! ! ! " Per un anno intirop
non sono andata nel mio
ufficio.
Morivo di vergogna.
Non capita tuttii i giorni di
essere trasportata per le
scale avvolta in un lenzuola
perché la barella non passa,
tra gli sguardi diegli inquilini
"una signora così oper bene! . .
. pensa te! . . . " finire al
Pronto soccorso seguita da
una decina di parenti mariti
sorelle e la gente che ti
guarda e i medici gentili che ti
fanno bere un 700 litri
d'acqua. . . e la voglia di
vomitare e "vomiti signora
coraggio" e tu che tiru su
l'anima e tutti sono contenti e
non ti trattengono perché sei
persona
conosciuta
sì,
1003
capiscono . . . . ma verto lo
scandalo si figuri. . . e via che
torni a casa dormi per un 5
giorni e quando ti svegli sei
così debole che non ti pìuoi
neanche incazzare perché non
ti hanno lasciato morire e
pensi che sì, forse é meglio
così. Riprendi a vivere la tua
bella vita di merda. . . "La
prossima volta mi andrà
meglio.
" Ho avuto addosso
per
anni
la
voglia
di
ammazzarmi. . . specialmente
quando scoprivo un nuovo
amore
di
mio
marito.
Maledicevo la mia debolezza. .
. la mia capacità di reazione di
prendere su, come si dice, e
andarmene.
Stavo lì come
una lumacona. . . senza forza
ne idee. . . mi crogiolavo nelle
mie disperazioni invece di. . .
1004
I GIORNALI
Nei primi 18 anni della mia
vita, non ho mai letto un
giornale.
E questo che
c'entra?Nulla. Sto cercando
di tirar fuori fatti lontani,
che
disordinatamente
affiorano al mio cervello vuoto
Non ho mai letto i giornali.
Lo
dico
con
meraviglia.
Possibile?In casa mia c'erano,
la mia era una famiglia
socialista
quando
esserlo
costava qualche cosa.
Si
pagava, senza ricevere nulla
in cambio: con quella tessera
in tasca allora carriera
o
posti di comando,
non ne
ricevevi. I giornali c'erano, li
toccavo quando li raccoglievo
da terra dopo che mio padre li
1005
aveva letti.
(incredibile
quanto mio marito assomigli a
mio padre: anche lui, li butta
per terra! ) per riporli o
buttarli, ma io sono sicura di
non averne mai aperto uno
fino ad un certo giorno. Cioè
quando
sono
andata
a
sbattere con la mia bicicletta
addosso ad una Topolino (in
realtà gli ho sfiorato un
parafango). La reazione del
"guidante" è terribile e
immediata e assolutamente
fuori posto "Ecco chi rovina
l'Italia! ""No,
guardi io"
"Silenzio! Voi 10 giovani che
delegate.
Delegate e non
leggete i giornali! ". Allibita,
senza parole. E' da qul giorno
che dei giornali leggo tutto,
dalle inserzioni agli annunci
mortuari.
Grazie isterico
1006
signore
Grazie.
della
topolino.
Forse ora posso correre
all'inizio della mia vita.
1932 "E' ora che Franca
incominci a recitare. "è mia
madre che parla. La prima
parte che ho imparato a
memoria, me l'ha insegnata
lei, "bocca a bocca", così si
diceva a casa mia, mot- a mot,
parola per parola. Non sapevo
leggere. Avevo tre anni.
.
Aveva deciso (era sempre lei
che prendeva le decisioni
importanti in famiglia) che
avrei fatto un angiolino di
supporto all'angelo vero, che
veniva recitato da mia sorella
Pia in "la passione del
Signore"atto V, orto dei
Gezzemani. . "Pentiti Giuda
1007
11traditore che per trenta
monete d'argento hai venduto
il tuo Signore!
Pentiti !
pentiti! "dovevo gridare di
quando in quando.
La parte
non era lunga. . non ci devo
aver messo
molto
ad
impararla. "Ripeti! "e ancora
e ancora.
"ripeti" diceva la
mia mamma paziente mentre
pelava le patate per il
minestrone.
"Ripeti! "Mia
madre per i suoi figli era
ambiziosissima .
Per
l'occasione mi aveva cucito un
bellissimo abito bianco da
angelo, con due grandi ali
bianche e oro appoggiate sulle
spalle.
seppur credente non
andava mai in chiesa ma aveva
uno zio prete. Lei, lo sapeva
benissimo che gli angeli erano
vestiti così! Mio padre, ormai
1008
entrato nel gioco, mi mise in
testa
una
coroncina
di
lampadine . E' ora d'andare
in scena e tutti: "ma che
bell'angiolino! Ma che bel
vestito! " La mia mamma
faceva andare la coda. Non
avevo fatto nessuna prova.
Sapevo solo che ad un certo
punto avrei dovuto seguire mia
sorella Pia nell'entrata in
scena ed ad un segnale della
mia mamma sistemata in
quinta avrei dovuto gridare
"pentiti Giuda "e quel 12che
segue. Il guaio, l'imprevisto
che più imprevisto di così non
si poteva immaginare fu che il
personaggio di Giuda era
interpretato
da mio zio
Tommaso, un uomo che avevo
sempre
visto
calmo,
sorridente, che mi raccontava
1009
storie
bellissime, mi
regalava
un
sacco
di
divertimenti, al quale volevo
molto bene e vedermelo lì,
proprio vicino vicino, con una
parruccaccia nera in testa. .
gli occhi che
lanciavano
saette tra un tuonar e
lampeggiar minaccioso , che
disperato gridava: "possano i
corvi divorarmi le budella , le
aquile strapparmi gli occhi ! "
e altri animali che non ricordo
"mi divorino un pezzetto alla
volta ad incominciare dalla
lingua" , mi fece un terribile
effetto.
Mamma mia che
spavento!
Cosa
stava
capitando?! Ero stravolta, me
lo ricordo benissimo.
Ma
quello
che
mi
buttò
completamente fuori, fu il
vedere
mia
sorella ,
1010
solitamente rispettosa ed
educata,
che
per
nulla
intimorita
gli e ne stava
dicendo di tutti i colori! Una
sfuriata in piena regola e che
trascinavano il nostro povero
zio in una disperazione sempre
più nera.
"Ma cosa 13sta
capitando?Perché
lo
zio
Tommaso fa così?" Il groppo
che mi sentivo in gola stava
per scoppiare;Mia madre dalla
quinta mi faceva gesti più che
perentoi.
Giuro che avrei
potuto parlare, ma non me la
sentivo proprio di rincarare la
dose.
No, io no, allo zio
Tommaso . non dico proprio
un bel niente. ! Non so cosa
gli sia capitato.
Forse è
impazzito. " Anzi. A piccoli
passi,
camminando
come
pensavo
camminassero
gli
1011
angeli, seppur spaventatina,
gli sono andata vicino, lui era
in ginocchio e gridava più che
mai.
Dio che paura! Senza
dire una parola mi sono
arrampicata al suo collo e l'ho
abbracciato, tempestandogli
la faccia di baci.
Insomma
cercavo con i mezzi che avevo
a disposizione, di calmarlo e
piangevo nel silenzio che era
calato in palcoscenico. Pia s'è
ammutolita.
In quinta mia
madre faceva segnali che non
prespettavano
niente
di
buono.
.
Lo zio-Giuda si
blocca per non più di tre
secondi, lo giuro.
e poi con
voce profonda (intanto con la
mano mi solleticava la mia e
con gli occhi mi rideva per
tranquillizzarmi) dice: "Dio,
1012
sei
grande!
A
QUEST'ORRENDO
PECCATORE
MANDI
IL
CONFORTO. . . un piccolo
angelo. . . mi tendi la mano. .
No, no, non me lo merito! -e ,
dal momento che lo spettacolo
doveva pur terminare, taglia
corto-M'impicco! ".
Deve
usare un po' di forza per
liberarsi da me che proprio
non ne voglio sapere di
lasciarlo andare.
Grida:
"L'albero più alto. . dov'è
l'albero più alto. . Lasciami
andare angiolino. . Lasciami.
.
" e con un urlo
agghiacciante esce di scena.
Mia sorella(l'unica volta nella
sua vita , credo)non sapendo
più che fare, camminando
anche
lei
sulle
punte,
immediatamente lo segue.
1013
Grande applauso.
Tutti mi
chiamano in quinta con grandi
cenni.
Non so se la paura
d'essere sgridata o il "senso
del dovere" che maledizione
da che sono nata è lì, a
spingermi( a pigiarmi ) la
coscienza, fatto si è che dopo
un attimo di silenzio con voce
chiara e mesta quel tanto che
serve dico"S'impicca! Non s'è
pentito. . Giuda traditore
che
per
trenta
monete
d'argento ha venduto il suo
Signore. . Non s'è pentito! "
e via che esco. . Ce l'avevo
fatta: l'avevo detta tutta! Da
allora in poi, "la passione del
Signore" ha sempre avuto due
angiolini, con il più piccolo che
abbraccia Giuda a mostrare la
1014
grandezza di Dio.
a piangere.
E tutti giù
A 5 anni: "gli spazzacamini
della valle d'Aosta.
Com'è
che succedeva? Come arrivavo
la prima volta in scena con un
personaggio che non avevo mai
interpretato prima? Non me lo
ricordo, ma so con certezza
di non aver mai provato prima
di un nuovo spettacolo.
La
parte come sempre fino a che
ho
4 imparato a leggere, me la
insegnava la mia mamma, la
imparavo velocissimamente ,
era come se la sapessi già.
Anzi, la sapevo già. Quante
volte mi ero addormentata
nella cassa dei costumi, o nella
bara di Giulietta quella del
Romeo, o in qualsiasi altro
1015
posto che mi permettesse di
addormentarmi, mentre i miei
recitavano una sera dopo
l'altra?"Gli spazzacamini" un
drammone.
Gino, (io, )il
protagonista,
figlio di una
povera ma bella incintata e
poi abbandonata dal figlio del
conte. . vengo, a causa della
miseria in cui nascono quasi
sempre quelle incintate dai
"contini", NONOSTANTE LA
TENERA ETà affidato ad un
"mercante di carne umana"! ,
un delinquente che specula
sui bambini che gli vengono
affidati, mandandoli spesso a
morire nel tentativo di pulire,
in quanto smilzi e denutriti
(quanto piangeva la gente! ) la
cappa di un camino.
E'
quando, la mia mamma che per
fortuna era venuta a trovarmi
1016
a Torino col mio nonno sennò
chissaà come avrebbe mai
fatto a tornarsene a casa,
crede che il suo Gino sia
morto nella cappa del camino
"Oh che tremendo dolore! " e
via che Impazzisce.
La
ragazza in questione era
proprio sfigata.
Ma il suo
GIno, che quel giorno lì in
quanto ammalato, era stato
sotituito nel lavoro da un
compagno, certo Carletto, che
muore al suo posto.
(Mai
essere generosi! ) Questa è
per Gino una giornata davvero
fortunata. Il vecchio conte è
schiattato nel frattempo, ed il
contino, vale a dire il suo papà,
decide in quanto
sempre
innamorato della mia mamma,
di riparare al malfatto e di
sposarla.
Ci sono un po' di
1017
problemi per far rinsavire la
povera ma onesta sfigata, ma
alla fine tutto finisce in gloria
tra lacrime e singhiozzi e
applausi. 5 atti, con la comica
finale per -17 -non mandare a
casa la gente con il magone.
Il nostro era un teatro
realmente
e
totalmente
"all'improvviso" che si basava
su trame semplici e stringate,
TEATRO POPOLARE appunto,
nella
tradizione
della
COMMEDIA DELL'ARTE ,
completamente opposto al
teatro letterario e naturalista
messo in scena dalle grandi e
illustri compagnie che agivano
nelle grandi città e imitato in
tutto il suo negativo dalle
piccole compagnie , come la
nostra , che agiva no in
1018
provincia. Il nostro successo
stava
tutto
in
questa
differenzenza.
Il nostro
repertorio era vastissimo:
dalle più famose tragedie di
Shakespeare ai drammmoni
ottocenteschi, alle commedie
di autori moderni a quei tempi
(Niccodemi, Giacos, Rosso di
San Secondo, alle comiche
finali.
Il tutto senza aver
mai studiato una parte a
memoria su di un copione.
Non esistevano copioni di
testi teatrali veri e propri,
ma una specie di cannovacci e
per molti testi non esisteva
nemmeno il cannovacccio. Ce
li avevamo _18_ nella testa da
sempre.
Eravamo bravi?Non
lo so.
So solo che i teatri
eran( sempre pieni, che si
lavorava tutti i giorni, si
1019
riposava solo il venerdì santo,
e il 2 dei morti, a novembre.
O se c'era il funerale di un
defunto importante del paese:
il prefetto, il sindaco, il
dottore, il prete il farmacista.
E quando in un paese avevamo
fatto
tutto
il
nostro
repertorio, (replicato 6 sere
la Giulitta, 6 la passione, "il
povero fornaretto di venezia
e non mi ricordo più quali altri
drammoni
avessere
successo)mio padre o mio zio,
si leggevano un romanzo, ci
riunivano e ce lo raccontavano.
"Tu fai questo, tu questo e tu
questo. , . e via che il giorno
dopo si andava in scena.
Sulle quinte laterali, in bella
calligrafia, la scaletta dei
punti chiave, il susseguirsi
degli avvenimenti.
1020
"L'assassino del corriere di
Lione" . Scena PRIMA:
la ragazza s'incontra col
padre, che non aveva mai
conosciuto , partito povero ,
tanti anni addietro, torna
ricco, riempie la ragazza di
doni, ma lei non riesce a
sentire nulla per lui, anzi solo
repulsione.
- 19Manifestare
freddezza
e
imbarazzo. Ricordarsi che la
madre è morta.
Scena seconda: un uomo(lo
stesso attore che interpreta
il
personaggio delpadre)
languisce in una cella, è un
innocente caduto in un errore
giudiziario terribile. Accenni
all'assassinio di un corriere a
Lione.
Acceni alla moglie
morta e alla piccola bimba
1021
lasciate al paese.
ancora vive?
Saranno
Solo nel V atto tutto si
risolverà: il buono premiato
con la libertà e l'onore
restituito mentre il cattivo
(fratello gemello del buono),
smascherato da una collana
rubata al corriere di Lione,
sarà punito con la forca.
Gaudio e felicità. Ricordarsi
della madre morta.
Comica finale.
Non c'è
pesonaggio nel repertorio
della mia famiglia che a
secondo dell'età non abbia
interpretato.
Neonati(8
giorni in braccio alla mia
mamma-in la Genoveffa di
Brabante),
20 -bambini o
bambine, ragazzini signorine,
giovanotti, suore, cortigiane,
1022
prostitute.
Una volta ho
fatto persino, il cuciniere
Dracco.
La storia nel
ricordo, mi fa ancora ridere.
Ero
cresciuta
e
la
Genoveffa(che
dio
la
maledica, quanto ho odiato sta
noiosa! ) ora la facevo io.
Giovane e bella moglie del re
alla guerra, sola nella raggia
viene insidiata da Golo, un
primo
ministro
della
situazione, che lei respinge
furente e offesa.
La donna
giovane donna decide di
inviare una missiva al marito
tramite il cuciniero Dracco:
l'unico che a corte le sia
rimasto fedele.
per
avvertirlo del tradimento del
suo braccio destro. "Torna o
mio dolce sposo, torna! che
quel maialone del Golo vuole
1023
fare con me, proprio quella
cosa là! " Golo che è sempre
lì a origliare , scopre tutto e
zak! , pugnala il poveraccio e
manda a dire al re che
Genoveffa è incinta del
cuciniero.
"Ti ha tradito o
mio re, che vergogna con un
cuciniero! "Il re ci casca,
fuori dalla grazia di dio "un
cuciniero no! "ordina il taglio
della testa della la fedifraga
e anche del bambino nato nel
frattempo.
BIOGRAFIA
TENTATIVO
FRANCA-
Sto male di salute, ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
malattie
che
io
sono
1024
riuscita(un vero primato! ) ad
accumulare negli anni(che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghie-,
tricotillomania-strapparsi
capelli, attorciliarli stretti al
dito
anulare
e
infine
nasconderli sotto ai mobili.
Quando uno è in ansia, si
strappa i capelli , se sola, si
mangia le unghie in presenza
di altri.
)E me l'ha
dimostrato
enumerandomi
tutto quello che ho avuto negli
ultimi due mesi a Boston.
"Oh, ma come sono felice,
rilassata! "Un bubbone della
grandezza di un mandarino
nel seno sinistro, proprio
sopra a quello che chiamiamo
cuore, dolore ai reni con
perdita di sangue, lastre,
calcoli frantumati, tracce
1025
anche in vescica, dolori
muscolari alle gambe, crampi
durante il sonno, gamba
sinistra, dopo immobilità di
qualche ora, non rehhe e
duole.
"Cos'è, il lazzaretto
tutto di un colpo?"NO, è che il
tuo fisico si fifende come può.
lanciandoti
campanelle
d'allarme da una situazione
che tu vivi male. Fai l'elenco
di tutte le malattie che hai
avuto negli ultimi anni, gli
interventi,
malattie
inimmaginabili ma ben tangibili
che vanno da una congiuntivite
che ti scoppia oggi, inizio di
una commedia che non ti piace
e che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo. Tu
come un pappagallo ripeti"sto
bene"e sei pure convinta,
invece"credi" di star bene, ma
1026
nel
tuo
subconscio
stai
malissimo?Tutta la colpa è del
subconscio.
Froid ha detto
un
sacco
di
cose
relativammente
importanti, cose che anche
altri avevano detto, l'unica
sua* scoperta essenziale per
la vita dell'uomo per la sua
mente è 'sta storia del
subconscio.
'Sta storia del
subconscio deve essere vera.
Mi viene in mente una tipa di
Torino che lavora all'Einaudi,
si
chiama Emilia, l'ho
conosciuta tanto tempo fa, mi
raccontava della sua vita, nel
dibattersi nei problemi col
marito da cui si era separata,
i figli, la suocere, l'amante del
marito, la moglie del marito.
Tutti questi problemi le
1027
procuravano fenomeni fisici
stregoneschi, reazioni sul suo
corpo che nessun medico
aveva mai registrato su alcun
paziente.
Che so, le lenti a
contatto che si gonfiavano a
dismisura fino a scoppiare,
oppure che si bucherellavano
tutte. Robe mai viste, tanto
che
l'assicurazione
si
rifiutava di rimborsargliele.
Mio figlio ha certamente
ragione. "Tu devi sbatterti,
riuscire
a
scavare,
a
ricordare, a scoprire cosa hai
dentro realmente, quale fatto
vicino o lontano ti ha portato
a questo malessere.
Devi
andare indietro,
indietro
mamma.
"Mi sono presa un
registratore e via a parlare a
ruota libera. Come premo il
tasto per la registrazione, non
1028
mi viene in mente niente.
Cerco
di
ralassarmi.
Vediamo. . il primo trauma.
. per me è stato un trauma e
grosso. anche se poi, ora, 30
anni dopo, mi rendo conto di
aver guardato i fatti con
ecessiva enfasi.
HO
scambiato una storia del tutto
naturale per una mancanza
d'amore.
L'ho vissuta
malissimo.
Ho cercato di
parlarne con lui, ma subito mi
sono interrotta, imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,
incolta
sul
sesso: è la prima cosa che
ricordo in questa incursione
nella mia vita.
Il mio rapporto con l'altro
sesso è statoo per moltissimi
anni
un
rapporto
"al
1029
servizio";mai avuto stimoli
sessuali, la voglia di fare
all'amore mi veniva se ci si
abbracciava e baciava. . . ma
scivolavo nel rapporto senza
un grande desiderio di sesso.
. ero portata ad assecondare
il suo di desiderio. Del sesso,
non sapevo nulla. quello che
facevamo, era venuto da solo,
l'avevamo scoperto insieme.
autodidatti. Ora, per fortuna
è diverso.
I giovani sanno
tutto.
prima ancora di
avicinar si ad una donna. Mio
figlio aveva un 13 anni e già se
ne stava con un libro di
anatomia in mano.
(IMENE,
vedevo soltanto un orecchio).
L'orgasmo, l'ho raggiunto
molto dopo che praticavo il
sesso. Prima fingevo.
1030
Non me ne sono mai fatta un
problema.
FRANCA,
TORNIAMO INDIETRO DI
40 ANNI, RACCONTACI IL
TUO PRIMO INCONTRO
CON DARIO.
No
S
Vi voglio re
Rilassatevi.
vostro agio.
Mettetevi
a
1031
to riguardan
ora incomincio.
Donna.
Buonasera.
Lo
spettacolo di questa sera,
poco ha a che fara col teatro,
anzi, non è per niente, né
spettacolo né spettacolare.
La decisione di farvi passare 2
ore, mi auguro, diverse, m'è
venuta leggendo alcuni libri,
qualche tempo fa.
Ci ho
pensato sopra, e m'è parso
che qualcosa contenuto in quei
libri, si è andato perduto in
questa nostra vita che va
sempre più di corsa.
C'è rimasto poco tempo, per
noi stessi, per i sentimenti. . .
per gli altri. Ho rapportato la
mia vita a quei discorsi, e da
1032
qui,
sono partita per una
grande analisi sui miei anni
passati, quella che ero. . .
quella che sono diventata.
SULLO
SCHERMO
SONO MIGLIORATA?
PEGGIORA
2 ISCHIA
Donna - Non lo so-
Quello che m'importa,
è
tramite fatti miei, e fatti di
altri,
scoprire gli errori
nostri e d'altri dietro ai quali
1033
corriamo,
nei quali
esaltiamo o commiseriamo distruggiamo - ' mettere
scoperta.
Sperando
arrivarci, a disposizione. . .
ci
ci
la
di
FATE T
Posso tenerne conto
MA ANCH'I
SBAGLIANDO S'IMPARA
Donna - Non date retta a
quelle scritte. E' la parte più
1034
banale di me, che si proietta
su quello schermo.
Dunque, vi dicevo che stavo
rileggendo gli appunti per una
lezione.
DOCENTE IN AMORE.
Beh, si mi piacerebbe essere
già docente. . . No, questa
qualifica è troppo grande per
me, ora, forse più avanti,
chissà, diciamo che mi sono
auto promossa:
M
Ma no! Una buona allieva. . .
Ecco sì. . .
Cercherò di
1035
passarvi
quello
che
acquisito con diligenza.
ho
NON
I
Beh, cercherò. . . farò il
possibile di esserlo in questa
occasione. . .
3 ISCHIA
COR
di LE
Nell'inverno
del
'69
nell'Università di
a S.
Francesco il prof.
Leo
Buscaglia decide di dare inizio
1036
ad un corso sperimentale
gratuito, liberi gli studenti di
nadare e venire a loro
piacimento,
dedicato alla
crescita
e
all'evoluzione
individuale.
Suo desiderio era che quel
corso
si
risolvesse
in
un'esperienza
del
tutto
inedita
nel
campo
dell'insegnamento,
e che
fosse per lo studente di
grande
interesse
e
di
amplissima
portata,
in
attinenza
con
le
sue
esperienze
immediate:
"CORSO D'AMORE".
Lui
stesso
aveva
sull'argomento conoscenze ed
esperienze limitate, come i
suoi studenti,
e quindi si
sarebbero tutti attivamente
1037
impegnati nella scoperta dei
veri significati insiti nella
parola AMORE.
4 ISCHIA
Sì, sono tutto amore, e non
me ne vergogno. Ho un unico
messaggio e posso fornirvelo
seduta stante.
Viviamo in
un'epoca
che
comincia
realmente ad esortarci a
cogliere i significati della vita.
Ci andiamo abituando ad una
nuova
nomenclatura.
"Condizionamento" "forme e
modifiche del comportamento.
" "Ciò che è necessario
rafforzare"
"ciò
che
è
rafforzato"
e
che
probabilmente determinerà il
1038
comportamento.
Per
raffozzarci ci serviamo del
denaro,
delle campagne,
dell'elettroshock, e perfino
dei dolciumi. Quando qualcuno
si comporta nel modo giusto
gli ficchiamo una caramella in
bocca.
Il mio messaggio odierno è: la
miglior caramella del mondo è
un essere umano,
caldo,
palpitante, che non si scioglie
affatto. Quella chicca, sei
TU.
Il vero amore è un
fenomeno
prettamente,
totalmente umano.
Non insegno l'amore nel senso
stretto del termine, mi limito
a
facilitare
il
fiorire
dell'amore.
Il fenomeno - amore - è un
quid che noi scopriamo.
1039
L'essere umano crede nel
cambiamento,
se
non
apprezziamo la situazione
nella quale versiamo,
in
termini d'amore,
siamo in
grado di modificarla di dare
vita ad un nuovo scenario.
Possiamo donare solo ciò che
abbiamo,
in questo sta il
miracolo. Se abbiamo amore,
possiamo donarlo, se non ne
abbiamo,
agli altri
è impossibile. Non è tanto una
questione di dare,
ma di
condividere,
spartire.
Ti
rendo partecipe,
e non la
perdo, perché già ce l'ho.
"L'affetto quale elemento
modificatore
del
comportamento umano. "
Gli scienziati,
psicologi,
antropologi, sociologi hanno
1040
ignorato l'amore,
è
sconvolgente, perché tutti ne
abbiamo bisogno ed aneliamo
ad esso senza posa. Tuttavia
non
è
fatta
materia
d'insegnamento.
Si dà per
scontato che l'amore ci venga
fornito tramite e per effetto
di una misteriosa forza vitale.
"Viviamo tutti in comunità,
tuttavia moriamo tutti di
solitudine. "
L'individuo capace di amare
deve aver cura di se stesso.
Badare
realmente
alla
sostanza
della
propria
personalità: "Ogni cosa viene
filtrata
attraverso
me,
quanto migliore sono, tanto
maggiore è ciò che ho da dare.
Tutto devo fare, per essere il
più bello, il più straordinario,
1041
il più fantastico,
tenero
affettuoso essere umano del
mondo. In noi si manifesta
solamente
una
minima
porzione di ciò che realmente
siamo. Nondimeno ci sentiamo
perfettamente
paghi
di
essere quel che siamo.
5 ISCHIA
Lo psichiatra londinese R. D.
Laing
avanza
un'ipotesi
provocatoria e suggestiva:
"Noi pensiamo molto meno di
quanto sappiamo.
Sappiamo
molto meno di quanto amiamo,
amiamo molto meno di ciò che
esiste ed in tal senso siamo
molto meno di ciò che siamo. "
1042
Su tali premesse dovremmo
sentirci spronati senza
di
diventare.
. . . . un quid, riposto nel
profondo di ciascuno di noi
che differisce da individuo a
individuo.
UNICITA' DEL SINGOLO
E se qualcuno incontrando un
altro dicesse: "Sono proprio
contento che tu sia unico,
diversa.
Mostrami in cosa
consistono le tue diversità,
avrò modo di trarne qualche
insegnamento"
immaginatevi
cosa sarebbe il mondo.
. . . insegnante di disegno:
Oggi, disegniamo un albero".
Va alla lavagna e disegni il
1043
"SUO" albero. Una specie di
pallone verde con un piccolo
basamento marrone.
Un
lecca-lecca.
Tutti
disegnano. Più ti avvicini al
lecca-lecca e migliore sarà il
voto. Se tu, con tutti i colori
fai un albero, come lo vedi e
conosci "Tu devi avere un baco
nel cervello! "
. . . Facciamo di tutto perché
ciascuno sia uguale ad ogni
altro.
La capacità di
"conformarsi" costituisce la
premessa indispensabile per
approdare al successo. Sii te
stesso. Non rinunciare mai al
TUO ALBERO.
Tu sei il sole, l'unico a TE
STESSO.
Il miglior te
stesso, ma voler essere un
1044
altro
sarai
sempre
e
semplicemente il miglior n. 2.
GIUDICATA una persona per
quello che HA. Non per chi e
che cosa è.
L'essere umano è la cosa più
strepitosa
del
mondo,
dobbiamo
però
riscoprire
l'arte
di
saper
ridere.
Abbiamo creato il tempo.
Dopo di ché ne siamo diventati
schiavi.
LAPAROLA.
Le parole congelano la realtà.
Etichettiamo.
Quanti bambini non hanno
ricevuto
un'adeguata
educazione perché prima o poi
durante l'infanzia ci si è
premurati di etichettarli? E'
1045
uno stupido,
mentale ecc.
un ritardato
Le etichette allontanano gli
uomini, li distolgono gli uni
dagli altri. Negro, che cos'è
un negro? Mai conosciuto due
negri uguali in vita mia. Sa
amare? Sa soffrire? E' bello,
felice? La sua famiglia? Sa
dare qualcosa agli altri? Sono
queste le cose che contano e
non che sia negro, povero,
ricco.
UOMO
in
posizione
svantaggio culturale.
di
Nessuno
mi
è
venuto
abbastanza
vicino
per
contagiarmi con i suoi germi.
In ogni creatura umana sono
racchiuse troppe meraviglie
per poterle bollare con un
1046
epiteto
e
metterle
in
disparte. Non c'è al mondo
responsabilità
maggiore
dell'essere un essere umano e
fareste
bene
a
persuadervene.
Mc Luhan ha dimostrato che i
bambini quando mettono piede
all'asilo quasi tutti hanno già
visto 5000 ore di televisione,
delitti,
stupri,
intrighi
amorosi, immagini di morti
violente e autentiche. Dopo di
ché li portiamo a scuola.
Domandarsi, chi è il bambino
nuovo che dobbiamo educare,
istruire? (Padre nave spaziale.
Pag. 39)
Oggi
non
imparare,
SOGNARE,
basta
vivere,
dobbiamo
vedere con gli
1047
occhi della fantasia come sarà
il mondo di qui a 50 anni.
Salita in macchina di colpo non
mi è venuto in mente neanche
un posto dove mi sarebbe
piaciuto andare.
Li ho fatti
passare tutti.
Ho pensato
anche all'estero vado a Parigi.
. . Londra. . . Bruxelles. . .
Dopo un'ora di riflessioni e
giri turistici col cervello,
prendo tempo e vado in
ufficio.
E' sabato
pomeriggio. Non c'è nessuno
ne deve venire nessuno.
Sì,
nel mio ufficio: 360 metro
quadrati, 11 stanze. Beh, a
parte questo fatto, vado nel
mio ufficio.
1048
Imprevisto! C'è mio nipote e
un
nostro
collaboratore:
Walter.
"Che fate qui?"
"Nulla. . .
avevamo da
chiudere una storia. . .
stavamo andandocene.
E tu
che fai?" "ho da fare. . . "
Loro se ne vanno.
Mi sono
guardata intorno. . .
Più avanti - dallo schermo che
ripete fedelmente le sue
parole, il pubblico capirà che
si è bloccata, e che è arrivata
ad una lettura fedele di quello
che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di
conoscenza, di se, attraverso
i ricordi.
1049
Sono stati anni di lotte fure,
manifestazioni,
sindacato,
licenziamenti, Vietnam (vedi
biografia), feste dell'Unita,
e i garofani rossi del P. C. I.
ad ogni prima,
e Togliatti
quando è venuto al Teatro
Eliseo 1962 e l'amicizia con
Amendola e sua moglie, e le
migliaia di compagni che si
conoscevano, e gli spettacoli
per
le
fabbriche
in
occupazione. . . e . . . e. . .
(pezzo manoscritto dietro la
pagina numero 5 inserto 1
Cinzia)
1050
Ma il mio partito era lì,
immobile,
senza niente
vedere,
capace solo di
sbraitare contro i gruppi che
loro chiamavano gruppazzi. . .
di chiedere che "si facesse
luce" ad ogni atto criminale
sul quale la luce già brillava a
denunziare con evidenza il
colpevole. . . in coda su tutto,
arrancante ed elefantiaco. . .
pieno di case del popolo
svuotate di ogni ideologia. . .
senza più una biblioteca. . .
dove
importante
era
"incassare" fare soldi.
Il tutto con la persuasione
che è inutile sollecitare lo
sviluppo
di
una
cultura
proletaria, giacché non esiste
1051
né può esistere. "Esiste una
sola cultura, - dicono quelli "
che sanno ", - al di sopra delle
classi. La cultura è una, così
come è una la una e uno è il
sole
che
splendono
indifferentemente per tutti
quelli che se ne vogliono e se
ne sanno servire.
Facemmo teatro nelle case del
popolo,
nelle piazze,
nei
bocciodromi,
poi in una
capanna di via Colletta a
Milano, alla famosa palazzina
Liberty,
sempre a Milano,
che
ristrutturammo
completamente e che poi ci fu
tolta.
1052
Ho tolto dal cartoncino. . .
tutte le mie pastiglie. . . ne ho
fatto un bel mucchietto
davanti a me.
Ho preso una scodella, l'ho
riempita d'acqua ne ho messe
tre o quattro in bocca e giù a
bere.
Su un foglietto ho annotato:
3 e giù a bere, più 3. . . . e,
fanno 6. . . più 3 e fanno nove.
. . Devo arrivare almeno a
cento. Si fa una gran fatica. .
. ti si impasta la bocca. . . non
riesci a deglutire. . . ti viene
voglia di smettere. . . ancora
5. . . Ma cosa sto facendo?!
ancora tre. . . e 5. . . Credo di
essere arrivata a 50. . .
Forza, ora 5. Forza - mi
viene da vomitare - ancora 7.
1053
E' meglio che mi stenda. Non
voglio cascare per terra.
Lunedì si riapre l'ufficio.
Penso
alle
persone
che
lavorano qui.
Non me ne
importa niente. Di nessuno
m'importa. Non sento niente.
Ancora una manciata.
Che
fatica. Mi stendo.
Chiudo gli
morendo.
occhi.
Sto
Non ricordo nessun "ultimo
pensiero".
Invece no.
LA CHIACCHERATA O IL
PROCESSO
1054
LUOGHI DEPUTATI:
TRIBUNALE
UN
L
L
L'INFINITO:
Così viene chiamato il fondale
azzurro chiaro che gira
tuttintorno al palcoscenico)
nel quale LA DONNA agirà
rivolgendosi direttamente al
pubblico. Che porterà via via,
dall'analista, o al tribunale e
viceversa.
Nell'infinito,
la
donna
commenterà e denuncerà via
via i fatti.
Interpellerà il
pubblico,
con domande
precise. Ed esigerà risposte
precise.
Per agevolare il
1055
dialogo
si avvarrà della
collaborazione di attori e
attrici compresi in platea tra
il pubblico.
LO
DELL'ANALISTA:
STUDIO
La nostra donna c'è andata
controvoglia. Non ha fiducia.
Mentre parla,
su di uno
schermo vengono proiettati i
suoi
pensieri:
l'esatto
contrario
di
quanto
va
dicendo.
Mente su ogni cosa. Pensa al
costo dell'analisi. Quanto sta
spendendo, all'ora, quanto
spenderà in un anno. Ecc.
Sente l'inutilità di quanto sta
facendo.
Si ripromette di
1056
smettere. Ma ogni 3 giorni è
lì,
come tossicodipendente
dell'ora di protagonismo che
si regala. L'ORA in cui esiste
in cui c'è.
Più avanti - dallo schermo che
ripete fedelmente le sue
parole, il pubblico capirà che
si è bloccata, e che è arrivata
ad una lettura fedele di quello
che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di
conoscenza, di se, attraverso
i ricordi:
1) Violentata dal padre a 10
anni.
Violenza che lei,
credeva legittima, in quanto
pensava "è mio padre, se l'ha
fatto vuol dire che è naturale,
che doveva farlo.
Ha
accettato la violenza del
1057
padre, come la varicella, la
scarlattina, le mestruazioni.
Nessun trauma, è mio padre,
mi vuole bene. DA LUI male
non me ne può arrivare. Solo
più tardi, capirà l'errore di
valutazioni. Ma ancora oggi
non sa che peso quella violenza
abbia avuto sulla sua vita.
2) Studiato con indifferenza
per la promozione: diplomata?
Laureata?
Studiato
con
grande curiosità e letto tutto
(si fa per dire) per un suo
bisogno di sapere.
Si è
specializzata,
(diciamo
fissata?)
sulla
vita
dei
filosofi,
ed ha elaborato
alcuni concetti filosofici a suo
uso e consumo. Per la verità
scoccia anche gli altri, ma
1058
alcune volte se ne trae anche
un buon profitto per l'anima.
Ha fatto suo una tra le regole
più strane osservate dalla
"setta"(scuola) fondata da
Pitagora: NON MANGIARE
LE FAVE.
Questo è il
"comandamento" più bizzarro
del catechismo pitagorico.
Aristotele dice che era per
via
di
una
qualche
rassomiglianza con l'organo
maschile, da ciò diciamo che
Pitagora doveva essere un
gran bigotta. E qui a questa
versione (spiegazione) che la
nostra donna si attiene: se un
pensiero
così,
ripeto
"bizzarro",
astuto
è
diventato un "comandamento"
di una scuola filosofica
fondata da Pitagora,
un
presocratico, vissuto secoli e
1059
secoli A.
qualchecosa
significare.
C.
,
deve
beh,
pur
3) Sposata, con amore, ma
perché ci si sposava tutte.
4)
Avuto
figli,
non
particolarmente
desiderati,
né programmati perché così
era sempre stato.
5) Vissuto la vita
coscienza alcuna.
senza
Abortito senza riflessione.
Non desiderato niente di
particolare.
Tutto quello che
"NONOSTANTE LEI"
ha
è
1060
6) Sofferto come tutte.
Subito come tutte.
Pianto come tutte. E CHI
PIU' NE HA PIU' NE METTA
Ribelle come tutte.
Sul grande schermo scritto in
diverse dimensioni appare a
questo punto del dialogo con
l'analista:
PERC
APPARE
Di pari passo alla presa di
coscienza del suo essere
donna della nostra donna, del
suo maturare - da oggetto a
soggetto - abbiamo piccoli
stacchi e ci troviamo in
Tribunale al PROCESSO.
1061
TRIBUNALE:
E' un processo che la nostra
DONNA vuole.
E' molto incerta.
Chi vuole processare? "La
Società? L'educazione? La
famiglia? La madre. . . " Non
mi ha mai detto niente. Mi hai
insegnato
l'onestà
facendomela vedere con la sua
vita.
La morale o il moralismo?
Cos'è il SESSO? Nessuno me
ne ha mai parlato.
Il padre. Amico? Nemico? Gli
amici? Il marito? I figli? E'
confusa.
Lentamente
progredisce
nell'inchiesta,
1062
nel domandarsi e alla fine il
processo lo chiede per lei.
E' lei che si accusa.
"Ho vissuto come una capra.
Ho accettato tutto pensando,
seguendo i mille luoghi comuni
che la società ti dà con la
prima poppata.
Voglio essere processata e
condannata per non essere
riuscita, nonostante l'essere
stata militante politica, forse
anche
un'avanguardia
femminista, piena di ottime
teorie per le altre e minima
pratica verso me stessa.
Ribellioni e una presa reale di
coscienza . E qui escono tutti
gli errori di una donna della
mia generazione. Errori che
forse potranno servire per un
miglioramento della qualità
1063
della
vita.
Scelte
programmate, meditate, ecc.
DIO:
il primo maschilista. (voluto
inventato dagli uomini)
Eva tentatora peccatrice.
Perché non Adamo?
Mosè sul Monte siani:
tavole
Le
I comandamenti
NON
DESIDERARE
LA
DONNA D'ALTRI (Siamo fin
da allora OGGETTI.
Non desiderare l'uomo d'altri:
undicesimo comandamento.
Nell'etica della nostra vita ci
vorrebbe.
1064
I FIGLI
L'unica cosa che non può fare
l'uomo sono i figli.
NOI POSSIAMO CREARE UN
INDIVIDUO.
DICI NIENTE?
Che uso ne facciamo di questo
potere divino?
Troppo spesso è un potere
male usato.
E quando ci separiamo, i figli
non sono spesso usati come
materia di ricatto? Cosa
pagano i figli per i nostri
errori?
LISISTRATA: Uomini volete
la guerra? Niente amore.
1065
DONNA OGGI: creare una
creatura umana è un miracolo.
Ho questo potere io, solo io.
Smettiamo di fare figli per
almeno tre anni. Ragionamoci
bene sopra a 'sta incredibile
ricchezza
che
solo
noi
possiamo
elargire.
Valutiamone
il
profondo
significato, poi, con le idee
finalmente
chiare,
riprendiamo a far miracoli,
facendo ben sentire all'uomo
che è un miracolo al quale sta
assistendo. Così finalmente le
donne saranno rispettate. Se
non
altro
durante
la
gravidanza.
L'ABORTO
1066
I contraccettivi nelle scuole.
L'educazione
sessuale.
Abortire è un trauma. Non
puoi abortire come andare dal
parrucchiere, con la stessa
facilità.
Come ti senti dopo che hai
abortito? Ti rimane addosso
qualcosa? La prossima volta
che farai?
IL MATRIMONIO
Tutti ne parlano male e tutti
ci si rompono la testa. L'uomo
che hai sposato ragazzo
(giovane) quasi sempre, poco
ha in comune col vecchio
signore che hai al fianco, con
cui hai diviso la vita, gioie e
dolori. Nonostante questo ti
1067
ostini, per via della prima
poppata piena di ideologie
sbagliate a vivergli accanto. A
QUALSIASI COSTO.
Ovunque in tutti questi anni
ho ascoltato discorsi di donne
disperate,
la canzone è
sempre la stessa. La storia di
Medea si ripete nei tempi,
uguale,
a qualsiasi classe
sociale
tu
appartenga.
L'IDENTICA
CANZONE,
raccontata, tra lacrime, o
freddamente, o con rabbia o
con rassegnato dolore, o su di
un letto,
dopo un tentato
suicidio, o in casa di cura se
sei ricca, in manicomio se sei
povera. Sono storie di anni di
umiliazioni,
di tentativi di
ogni tipo. "Sta invecchiando. .
. sono gli ultimi colpi" e poi ti
1068
accorgi che non sono gli ultimi,
né saranno i penultimi. Stai
zitta, e aspetti. Gridi, e
aspetti.
Ti allontani,
e
aspetti.
Ma cosa cazzo
aspetti?
Cos'è che ti schiaccia? Cos'è
che t'ha cancellato il sorriso?
Cos'è che ti ha messo la
faccia a lutto? Cos'è che ti ha
convinta che sei morta?
Perché non dormi,
perché
pensi, perché sei fissata? Sei
fissata? SEI FISSATA.
Che
meccanismi
sono?
L'orgoglio,
paura
della
solitudine? I soldi? LUI?
L'AMORE? L'AMORE?
Ma dai, guardalo bene, porta
gli anni meno bene di te. E'
ancora divertente, spiritoso,
affascinante come 20,
30
1069
anni
fa?
I
programmi
televisivi chi li sceglie? Il
peso delle cose più noiose
sulle spalle di chi,
è
appoggiato? Com'è la tua
giornata con lui? Le tue
serate, le tue notti? Cosa vi
dite ancora? Cosa ti dà?
Analizza, analizza.
T'ho umiliata? Quante volte?
Qual'è l'ultima volta? E il
rispetto? Dove lo metti?
E noi come siamo? Come
siamo? Migliorate col tempo,
peggiorate.
La vera differenza tra un
uomo e una donna redo
consista in questo: le donne
conservano
un
po'
più
dell'uomo,
il
senso
dell'onestà, (non tutte) della
giustizia,
dell'integrità.
1070
Siamo soggetti morali, (non
tutte) e a volte purtroppo solo
moraliste. All'uomo è stata
inculcato, sempre con quella
prima fatale poppata,
il
piacere per la lotta, la lotta
con qualsiasi mezzo per
ottenere,
raggiungere,
impossessarsi del POTERE.
Il POTERE è comando, forza,
denaro.
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte QUALITA' privilegi
che ti derivano dal potere.
IL POTERE ti procura tutto
ciò che il POTERE
PUO'
PROCURARTI. Con il potere
che ti balla intorno anche
ne vorresti un po'? No?
Essere donne
continua ad
essere difficile,
e nel
cammino della vita (è con
1071
rammarico,
che
sono
costretta a riconoscerlo) ti
senti con
un fatto che
sicuramente,
dopo
il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta,
che le tue
difficoltà di vita,
di
sentimenti,
le
tue
insicurezze, dipendono sì da
come è strutturata la società,
dagli uomini, da quello che ci
aspetta da te, ecc. ecc. ma
dipendono anche da altri
essere come te, anime del tuo
stesso sesso.
Sì,
amarezza
e
sconvolgimento. La donna è
troppo spesso,
la maggior
nemica della donna.
Nel
lavoro e nella vita.
1072
Giovani
o
vecchie,
interrogate,
provate ad
interrogare.
Quasi tutte,
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei, ma vero è
che l'amore uomo lo fa quasi
sempre con una donna.
O giovane come te, o molto
molto più giovane di lui. E tu
stai a guardare. Si fa per
dire.
Naturalmente storie di questo
tipo si verificano quando il lui,
è un vero LUI. Se è giovane
va benissimo, ma andrà ancor
più bene,
se il LUI in
discussione
è
senza
giovinezza,
è adulto,
è
vecchino,
o
vecchio.
L'impegno, per la giovane in
questione, sarà minimo. In
tutti i sensi. Intendiamoci,
1073
può anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma buone
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali,
artistiche possono
allegerirlo assai, come peso.
E tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia, di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
SAI GIA' TUTTO. PERCHE'
E' IL RIPETERSI,
del
ripetersi,
del ripetersi.
Aspetti,
ed
a
volte
inutilmente.
Non succede
nulla, o succede proprio quello
che tu non vorresti.
L'unico pensiero che ti deve
dare un minimo di
è
che anche tu sei stata
giovane, e anche la giovane di
oggi, con fortuna, o senza
fortuna, (a volte non basta
1074
sposare
uno
scrittore
importante per scrivere un
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
pittore, sempre importante,
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
potere,
puoi correre nella
carriere, ma se non hai nella
testa le cose giuste. Sembra
che tu. . .
ti sembra di
correre, ma non appena ti
fermerai
per
riprendere
fiato,
voltandoti indietro,
scoprirai di aver perso per
strada qualcosa che sarebbe
stato più importante tenere,
e ben stretto. )
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età,
alla
tua
realtà,
1075
diventerà
vecchia,
esattamente come sei tu ora.
E questo uomo,
che tu
presuntuosamente hai creduto
tuo, guardalo: che non si
vede per quello che è
realmente,
abbarbicato
ciecamente alle sue illusioni.
1 ISCHIA
All'alzarsi
del
sipario
troviamo una donna seduta
davanti ad una scrivania, sta
leggendo.
Schermo grande sul fondo
scena, sul quale appare una
scritta
dopo
un
minuto
dall'inizio
. Sto male di salute, ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
1076
malattie che io sono riuscita
(un vero primato! ) ad
accumulare negli anni,
che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghie,
tricotillomania-strapparsi
i
capelli, attorcigliarli stretti
al dito anulare e infine
nasconderli sotto ai mobili.
Quando uno è in ansia, si
strappa i capelli, se sola, si
mangia le unghie in presenza
di altri. E me l'ha dimostrato
enumerandomi tutto quello
che ho avuto negli ultimi due
mesi. "Oh, ma come sono
felice, rilassata! Mi dicevo. . .
e mi sembrava proprio di
esserlo. " Un bubbone della
grandezza di un mandarino
nel seno sinistro,
proprio
sopra al cuore, dolore ai reni
con perdita di sangue durante
1077
la. . . minzione, cioè quando
faccio la pipì. . . Radiografia:
calcoli frantumati,
tracce
anche in vescica.
Dolorosi
crampi muscolari alle gambe
durante il sonno,
gamba
sinistra, dopo immobilità di
qualche ora, non regge. . .
cado. "Cos'è, il Lazzaretto,
tutto di un colpo?
"NO, è che il tuo fisico si
difende come può, lanciandoti
campanelle d'allarme da una
situazione che tu vivi male.
Fai l'elenco di tutte le
malattie che hai avuto negli
ultimi anni,
gli interventi,
malattie inimmaginabili ma ben
tangibili che vanno da una
congiuntivite che ti scoppia
oggi, che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo. Tu
1078
come un pappagallo ripeti " sto
bene " e sei pure convinta,
invece"credi" di star bene,
ma nel tuo subconscio stai
malissimo.
"Tutta la colpa è del
subconscio. Freud ha detto
un
sacco
di
cose
relativamente
importanti,
cose che anche altri avevano
detto, l'unica sua scoperta
"essenziale
per
la
vita
dell'uomo" per la sua mente è
'sta storia del subconscio".
'Sta storia del subconscio
deve essere vera.
Mi viene in mente una tipa di
Torino che lavora all'Einaudi,
si
chiama Emilia,
l'ho
conosciuta tanto tempo fa, mi
raccontava della sua vita
passata nel dibattersi tra(?) i
1079
problemi del marito da cui si
era separata, dell'amante del
marito, la seconda moglie del
marito. Il figlio, la moglie del
figlio, il bambino del figlio
che lei, la moglie non gli fa
vedere perché lui ha un
amante.
La suocera,
il
suocero
e
l'amante
del
suocero.
Tutti
questi
problemi
le
procuravano
fenomeni fisici stregoneschi,
reazioni sul suo corpo che
nessun medico aveva mai
registrato in alcun paziente.
Che so, le lenti a contatto
che si gonfiavano a dismisura
fino a scoppiare, oppure che
si
bucherellavano
tutte.
Robe mai viste, tanto che
l'assicurazione si rifiutava di
rimborsargliele. Mio figlio ha
certamente ragione. "Tu devi
1080
sbatterti, riuscire a scavare,
a ricordare, a scoprire cosa
hai dentro realmente, quale
fatto vicino o lontano ti ha
portato a questo malessere.
Devi andare indietro, indietro
mamma.
"Mi sono presa un
registratore e via a parlare a
ruota libera. Come premo il
tasto per registrare, non mi
viene in mente niente. Cerco
di rilassarmi. Vediamo. . . il
primo trauma. . . per me è
stato un trauma e grosso.
Anche se poi, ora, 30 anni
dopo, mi rendo conto di aver
guardato i fatti con eccessiva
enfasi.
Ho scambiato una
storia del tutto naturale per
una mancanza d'amore. L'ho
vissuta malissimo.
Ho
cercato di parlarne con lui,
ma subito mi sono interrotta,
1081
imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,
incolta sul sesso: è la prima
cosa che ricordo in questa
incursione nella mia vita.
Il mio rapporto con l'altro
sesso è stato per moltissimi
anni un rapporto "al servizio";
mai avuto stimoli sessuali, la
voglia di fare all'amore mi
veniva se ci si abbracciava e
baciava. . .
scivolando nel
rapporto senza un grande
desiderio di sesso. . . ero
portata ad assecondare il suo
di desiderio,
nessuno mi
aveva spiegato che potevo
averne anch'io di desideri.
Del sesso, non sapevo nulla.
Quello che facevamo,
era
venuto da solo,
l'avevamo
scoperto
insieme.
1082
Autodidatti.
Ora,
per
fortuna è diverso. I giovani
sanno tutto, prima ancora di
avvicinar si ad una donna. Mio
figlio aveva un 13 anni e già se
ne stava con un libro di
anatomia in mano. (IMENE,
vedevo soltanto un orecchio).
L'orgasmo,
l'ho raggiunto
molto dopo che praticavo il
sesso. Prima fingevo.
Non me ne sono mai fatta un
problema.
ALL'ENTRATA IN PLATEA A
TUTTI GLI SPETTATORI,
VERRA' CONSEGNATO UN
BLOCCHETTO
ED
UNA
MATITA.
All'alzarsi
del
sipario
troviamo in controluce una
donna seduta davanti ad una
1083
scrivania, sta leggendo alcuni
fogli.
Sul fondo scena, uno schermo
grande sul quale appare una
scritta
dopo
un
minuto
dall'inizio:
Gli effetti luce durante il
susseguirsi degli avvenimenti,
i cambi di luogo e situazioni
saranno indispensabili.
La
donna interpreterà via via i
vari
personaggi
che
distingueremo
con
prima
donna-seconda
donna,
magistrato,
ecc.
Indispensabile,
in certi
momenti il cambiamento di
luce e accompagnamento di
chitarra.
1084
Buonasera a tutti.
Non
innervositevi se non parlo. Sto
zitta per voi. Vi voglio
regalare qualche istante di
silenzio.
Rilassatevi.
Mettetevi a vostro agio.
ASSAPORATE
LA
MERAVIGLIA
DEL
"SILENZIO". . . INTANTO
CHE VOI ASCOLTATE IL
SILENZIO. . . Io riguardo gli
appunti per la lezione che vi
terrò. . . tra qualche istante.
O
I Donna.
Buonasera.
Lo
spettacolo di questa sera,
poco ha a che fare col teatro,
anzi, non è né spettacolo né
spettacolare.
Vorrei stare
1085
con voi il tempo che ci pare. . .
(non quello che ci servirebbe. .
. sarebbe troppo. . . Quando
siete stanchi, non temete di
dirmi "Basta".
Non mi
offendo. Ce ne andiamo e
buona notte a tutti). Dicevo
vorrei stare con voi
per
cercare di ritrovare insieme,
qualcosa che a mio avviso è
andato perduto in questa
nostra vita che va sempre più
di corsa. . . dove non c'è
rimasto quasi niente, né per i
sentimenti. . .
né per noi
stessi, né per gli altri. Ho
messo insieme storie di donne
e di uomini. . . tragitti
collettivi e personali. . .
avvenimenti politici.
Sono
partita da una grande analisi
dei miei anni passati, dei miei
problemi,
guardando quella
1086
che ero. . . quella che sono
diventata.
(Sullo schermo
appare la scritta)
MIGLIORATA?PEGGIORATA
?
I Donna- Non lo so. Quello
che m'importa,
è tramite
avvenimenti, banali, comuni o
insoliti,
miei e di altri,
"scoprire" gli errori dietro ai
quali corriamo, nei quali ci
esaltiamo o commiseriamo, ci
distruggiamo!
Se
ci
riusciremo,
metteremo la
nostra
"scoperta",
a
disposizione. . .
(sullo
schermo appare):
(Mentre a squarciagola una
voce fuori campo ripete
quanto visualizzato. )
1087
FATE
TESORO
DELLE
ESPERIENZE ALTRUI!
(Altra voce fuori campo)
Posso tenerne conto. . .
MA
ANCH'IO
VOGLIO
SBATTERCI LA TESTA!
(Altra voce cretina)
SBAGLIANDO S'IMPARA!
I Donna - Non date retta a
quelle scritte. E' la parte più
banale di me, e anche vostra.
. . che si proietta su quello
schermo.
Fate
molta
1088
attenzione con i pensieri. . .
tutto può finire lì.
Dunque, vi dicevo che stavo
rileggendo gli appunti per una
lezione. . .
(Voce presuntuosa a sfottere)
DOCENTE IN AMORE?
I Donna- (al pubblico) Chi l'ha
pensato?
Anche
se
mi
piacerebbe questa qualifica è
troppo grande per me ora. . .
forse più avanti, chissà. Tra
qualche anno. Diciamo che mi
sono auto-promossa. . .
(c. s. )
AMORE?
MAESTRA
IN
1089
I Donna- Ma no! Una buona
allieva. . .
questo sì. . .
Cercherò di passarvi quello
che ho acquisito e analizzato
con diligenza.
NON SEI
DILIGENTE
MAI
STATA
IN TUTTA LA TUA VITA.
I Donna- (Al pubblico) C'è una
madre qua intorno? Per
fortuna mamma! !
(cambia
tono) Ma in questa occasione
cercherò. . .
di esserlo. . .
farò il possibile. . .
No,
maestra
troppo. . .
d'amore
(c. s. ) MAESTRA DI VITA?
è
1090
I Donna- Sì, modestamente. .
. Alla mia età. . . qualcosa ho
imparato. Forse può andare. .
. oppure. . .
(c. s. ) "Corso d'amore. . . "
. . . . e dillo che non ne puoi
più!
(Sullo schermo si susseguono,
molte scritte uguali con
diversi caratteri, sulle quali
ne primeggia una: )
OK. VADA PER IL CORSO
D'AMORE
I
Donna(Indica
la
proiezione) Mi fa piacere
sentirvi d'accordo con me. . .
1091
e se non sbaglio, interessati.
Dunque cominciamo:
(dà
un'occhiata ai fogli). Un certo
Leo Buscaglia (molti dicono
che sia un coglione. ) nel 69 a
S. Francisco, decide di dare
inizio
ad
un
corso
sperimentale
gratuito
all'università di Barkley(?):
"Corso d'amore". Siamo nel
'92 e il suo discorso è
attualissimo. Forse non è un
coglione.
(sullo schermo leggeremo Leo Buscaglia -)
E' da lì che ho preso lo spunto
"Sì, sono tutto amore, e non
me ne vergogno. Ho un unico
messaggio e posso fornirvelo
seduta stante.
Viviamo in
un'epoca
che
comincia
realmente ad esortarci a
1092
cogliere i significati della vita.
Ci andiamo abituando ad una
nuova
nomenclatura.
"condizionamento" "forme e
modifiche
del
comportamento" "ciò che è
necessario rafforzare" "ciò
che è rafforzato" e che
probabilmente determinerà il
comportamento.
Per
rafforzarci ci serviamo del
denaro,
delle campagne,
dell'elettroshock, e perfino
dei dolciumi. Quando qualcuno
si comporta nel modo giusto
gli ficchiamo una caramella in
bocca.
Il mio messaggio odierno è: la
miglior caramella del mondo è
un essere umano,
caldo,
palpitante, che non si scioglie
affatto. Quella chicca, sei
1093
TU.
"
(SPARISCE
SCRITTA BUSCAGLIA)
LA
Come si fa a diventare un
essere umano,
palpitante?
Vorrei essere "la miglior
caramella del mondo".
Ma
come?
La strada è lunga. Coraggio,
facciamola di corsa.
(schermo)
INTERROGATIVI
interrogati.
Interrogati.
Interrogatiiii! ! !
Qual'è
stato
il
nostro
rapporto con i nostri padre e
madre?
Qual'è quello con i nostri
figli?
Come siamo cresciuti?
1094
1) Quale rapporto abbiamo
avuto col padre e la madre?
Abbiamo"parlato" con loro?
"Parliamo" con i nostri figli?
Il figlio è quella cosa alla
quale si mette il golfino se la
mamma sente freddo,
o
lasciamo che sia lui a dirci,
mamma ho freddo e gli
crediamo se dice d'aver
caldo?
Come siamo cresciuti?
Abbiamo ricevuto "onestà" dai
nostri padre e madre?
Come cresciamo i nostri figli?
Siamo "onesti" con loro?
1095
SCUOLA
Come sono stati
"insegnanti"?
i
nostri
PALLOSI?
REAZIONARI?
INTELLIGENTI,
Hanno
influito
sulla
formazione
del
nostro
carattere? Nella nostra vita?
TANTO?
POCO?
Ne ricordiamo qualcuno?
1096
SI?
NO?
PERCHE'?
AMICIZIA
Esiste? Sì, esiste. Abbiamo
amici? Teniamo all'amicizia?
NOI
Come
siamo?
Come
ci
giudichiamo? Come stiamo tra
la gente? Cos'è la gente per
noi?
Ci importa degli altri? Amiamo
gli altri? Quanti ne amiamo?
Amiamo i pranzi di Natale, i
pic-nic?
1097
AMORE
Nel rapporto con l'altro
sesso,
come sei? Timida,
sfacciata,
intraprendente,
esigente, ti accontenti. . .
ecc.
Come preferisce
accesa, spenta?
la
luce:
VITA
Ti senti una persona libera?
"Liberata"?
Siamo riusciti ad essere
"magnifici" qualche volta?
Qualcuno ha detto che ognuno
di noi vive nel seminterrato
della propria anima? E' vero?
Dov'è
il
seminterrato
dell'anima? Sotto i piedi? I
1098
piedi di chi? Anche sotto ai
tuoi? Abbiamo permesso a
qualcuno di ridurre un essere
umano, "noi", in poltiglia?
Quante volte? Almeno una!
POLITICA
Che peso ha la politica nella
tua vita? Fai politica? Ragioni
con la tua testa o deleghi?
Chi
deleghi?
I
nostri
"sgovernanti"?. . . il marito, il
figlio, la moglie, il vicino di
casa, il capoufficio. . . il. . .
il. . il. . .
Siamo, forse, così deboli che
uno può manipolarci come
vuole? I governanti, il marito,
la moglie, il figlio, il vicino di
casa, il. . . Perché?
1099
Perché
la
gente
(me
compresa) accetta tutto?
Perché lasciamo fare?
Perché accettiamo di fare le
code per sapere quali siano gli
"estimi" da pagare? Siamo
pazzi?
Perché dopo una tragedia,
che so, la morte brutale di un
figlio poliziotto o un altro
morto,
permettiamo che
qualche cronista televisivo col
pelo sullo stomaco ci chieda:
"Quando ha saputo che suo
figlio è saltato per aria cosa
ha provato signora?" Com'è
che la signora non tira un
calcio
nella
pancia
del
cronista? Perché non gli salta
addosso
e
lo
strangola
ficcandogli le dita negli occhi?
Perché?
1100
Perché non insorgiamo tutti?
(proiettato sullo schermo
appare: Buscaglia)! L'essere
umano è la cosa più strepitosa
del mondo,
dobbiamo però
riscoprire l'arte di saper
ridere.
Abbiamo creato il tempo.
Dopo di ché ne siamo diventati
schiavi.
Le parole congelano la realtà.
Etichettiamo.
Quanti bambini non hanno
ricevuto
un'adeguata
educazione perché prima o poi
durante l'infanzia ci si è
premurati di etichettarli: è
uno stupido,
un ritardato
mentale ecc.
Le etichette allontanano gli
uomini, li distolgono gli uni
1101
dagli altri. Negro. Che cos'è
un negro? Mai conosciuto due
negri uguali in vita mia. Sa
amare? Sa soffrire? E' bello,
felice? La sua famiglia? Sa
dare qualcosa agli altri? Sono
queste le cose che contano e
non che sia negro, povero,
ricco.
(Sparisce la scritta Buscaglia)
Mi viene un dubbio: che il
responsabile
ultimo
della
situazione tragica a cui siamo
arrivati, non sia Andreotti,
ma
siano
le
nostre
insicurezze,
il
nostro
accettare, il nostro subire.
DA CAPO.
RICOMINCIARE DA CAPO.
1102
Chi sei? Chi sono? Come mi
chiamo? Nome,
cognome,
coniugata. Figli? Cosa faccio?
Da dove vengo dove voglio
andare. Ricominciare da capo.
A. E. I. U. O. A. B. C. D. E. F.
G. . . MAM. . . MA . . . mamma.
. . papà. . scuola.
Chiesa.
Dio.
Oddio!
Odio! . . .
Comunismo.
Sole.
Terra.
Vento. Mare. Amore. IO.
IO. TE. Io e Te. IO e NOI.
NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO.
IO. NOI. AMORE. Nome.
Cognome. Sesso. IO
(si abbassa la luce appare la
Scritta su Schermo)
LUOGHI DEPUTATI:
LO
STUDIO DI UN ANALISTA
1103
UN TRIBUNALE
L'INFINITO!
LA CASA. . .
LA STRADA. . .
Donna- (a commento di ogni
scritta, con tono di voce alto,
ma
impersonale)
L'INFINITO:
Così viene chiamato il fondale
azzurro chiaro che gira
tutt'intorno al palcoscenico
nel quale la protagonista della
nostra storia agirà, enuncerà,
commenterà e denuncerà i
fatti della sua vita, si avvarrà
della vostra collaborazione,
interpellandovi con domande
1104
precise.
precise.
Ed esigerà risposte
Se proprio non ve la sentite di
parlare, d'intervenire, per
insicurezza,
per timidezza,
scrivete le risposte, parlate
dei
vostri
problemi
sul
blocchetto che vi è stato
consegnato all'ingresso. . . Di
volta in volta sarà lo studio
dell'analista, o il tribunale o
la casa, o la camera da letto. .
. o la strada. Alla vostra
intelligenza scoprirlo. Non vi
posso dire tutto.
(Sullo schermo appare: )
STUDIO DELL'ANALISTA
1105
La nostra donna c'è andata
controvoglia
dall'analista.
Non ha fiducia.
Mente su ogni cosa e pensa: "
80 mila a seduta, tre sedute
la settimana, 240 mila. . .
960 mila. . .
Al mese?
L'anno?. . . Quello che faccio
non mi servirà a niente. . .
devo smettere. . .
sì,
è
l'ultima volta".
Ma ogni 3
giorni
è
lì,
come
tossicodipendente "dell'ora di
protagonismo" che si regala.
L'ORA in cui esiste,
c'è.
in cui
"Coraggio signora. . . mi dica,
lei si sente o non si sente
amata.
.
.
Qual'é
l'indispensabile
potenziale
d'affetto di cui ha bisogno?
1106
"Ho sempre avuto un morboso
bisogno d'amore. "
Da piccola, avevo un 5, 6 anni
e per attirare l'attenzione dei
miei, ho rovesciato qualche
goccia d'inchiostro rosso nel
mio vasino della pipì. La mia
mamma, sconvolta. . . mio dio,
s'è sviluppata a sei anni! . . .
No, no, forse è un fatto
renale,
chiama il dottore,
chiama il dottore,
tutti
gridavano, piangevano. . . mi
accarezzavano, baciavano. . .
Felice di tanta attenzione ho
tirato fuori la bottiglietta
d'inchiostro rosso. . . hanno
capito. . . m'è arrivato un
ceffone dalla mia mamma,
che ogni volta che sento
l'odore dell'inchiostro,
mi
tocco una guancia.
1107
Meno
male
che
inventato le biro!
hanno
1108
Sono stata violentata da mio
padre a 10 anni, una volta
sola. Dico, "violentata", ma il
termine è errato.
Più giusto dire: "Ho avuto un
rapporto sessuale con mio
padre, senza nessun trauma,
senza capire quello che mi
stava capitando.
Ripeto,
avevo 10 anni. Volevo molto
bene a mio padre e lui voleva
molto bene a me. Troppo. . .
Non c'è stata violenza alcuna.
. . non pensavo fosse "male",
solo da adulta ho capito tutto
l'orrore di quell'atto:
una
terribile violenza alla mia
innocenza.
Molte volte ci ho pensato da
grande.
Allora,
in quel
momento
forse
incoscientemente,
mi son
1109
detta: "E' mio padre, mi
vuole bene, da lui male non me
ne può arrivare. E' mio padre,
se l'ha fatto vuol dire che è
naturale, che doveva farlo.
L'ho accettata come la
varicella, la scarlattina, le
mestruazioni. E' mio padre.
E non ci ho pensato più. In un
attimo
avevo
rimosso,
cancellato tutto.
E chi si
ricorda della varicella,
del
morbillo? (SCHERMO)
1110
"I
PRIMI RAPPORTI DI
SESSO. . . DOPO?"
"Ma. . . non ricordo bene. . .
La prima volta è stato con un
ragazzo che veniva a scuola
con me. . . no, non della mia
classe. . più alto. . . Ricordo
solo che cercava con tutte le
sue forze di ficcarmi la lingua
in bocca. . . che mi veniva da
vomitare. . . mi strizzava un
seno. . . e che mi spingeva
qualcosa di duro contro il
pube. . . Ero preoccupata. . .
Ma cos'ha lì. . .
una
bottiglietta?. . No, forse è
una zucchina o un cetriolo. . .
Ma perché, mi spinge 'sto
cetriolo contro il pube e fa ah,
ah? Forse è pazzo.
1111
Non ho più permesso che mi si
avvicinasse. Ho avuto il pube
tumefatto per giorni.
Poi
un'altra volta la stessa storia.
. . Non mi capacitavo che
tutti i ragazzi girassero
sempre con una zucchina nelle
mutande. Avrei avuto piacere
di scoprire il perché, ma non
sapevo a chi chiedere. Poi le
mie amiche una sera d'agosto
parlottavano. . si era al mare:
"Lui è venuto,
ci siamo
baciati, poi lui è venuto. "
"Come - faccio io - è venuto,
poi vi siete baciati e lui è
venuto. Venuto dove se era
già lì. Sarà andato. " "Che
scema, sei proprio una scema!
" e mi hanno spiegato tutto, e
l'amore, e il sesso e come
nascono i bambini! Un trauma
volevo morire. !
1112
Sono stata in confusione per
una settimana. Che nessuno
maschio mi venisse più vicino
con il suo cetriolo. . . che poi
magari resto incinta. Avevo
14 anni. ( inserire il pezzo sul
sesso di quando era adulta)
I Donna - Studiato con
indifferenza
per
la
promozione:
diplomata?
Laureata? Fa lo stesso. Sulla
filosofia ha elaborato alcuni
concetti filosofici a suo uso e
consumo e alcune volte ne
trae anche un buon profitto
per l'anima. Ha fatto suo una
tra le regole più strane
osservate
dalla
"setta"(scuola) fondata da
Pitagora:
II Donna (infervorata)
NON
MANGIARE
LE
FAVE.
1113
Questo è il "comandamento"
più bizzarro del catechismo
pitagorico.
Aristotele dice
che era per via di una qualche
rassomiglianza con l'organo
maschile, da ciò diciamo che
Pitagora doveva essere un
gran bigottone. I Donna - E
qui
a
questa
versione
(spiegazione) che la nostra
donna si attiene: II Donna se un pensiero così "bizzarro",
astruso
è
diventato
un
"comandamento" di una scuola
filosofica fondata da Pitagora,
un presocratico,
vissuto
secoli e secoli A. C. , beh,
qualchecosa
deve
pur
significare.
(Istintivamente
avevo ragione, col cetriolo,
ma. . . )
1114
I Donna - Sposata, ma perché
ci si sposava tutte.
Avuto
figli,
non
particolarmente
desiderati,
né programmati solo perché
così era sempre stato. La
nonna, la madre, la vicina di
casa. . .
Vissuto la vita senza desideri
particolarmente
eccessivi.
Sofferto come tutte.
Subito come tutte.
Pianto come tutte.
Ribelle come tutte.
II Donna - "Oddio, quando?"
I Donna - La sua colpa più
grave?
II Donna - "Nonostante
blaterassi nel far politica,
convinta d'avere la verità in
1115
tasca, non ho mai avuto la
forza di "scegliere" per me.
(Sullo schermo)
MICIDIALE! ! !
PERCHE'?
APPARE-SCOMPARE-APPARE
PERCHE'-PERCHE'-PERCHE'PERCHE'-
II Donna - Non lo so.
"Sì, ma dopo che lui. . . "
"Zitta. "
"Ho tentato di uccidermi! "
"Ah brava. Per il rimorso?"
1116
Quando ho avuto la certezza
che mio marito faceva sul
serio con una ragazza di 37
anni. . . più giovane di lui. . .
che si faceva vedere in giro. . .
che frequentava gli amici
comuni che "attenti a non fare
gaffe, che stasera arriva la
moglie ho fatto il giro delle
farmacie di Milano. . . una
bustina per volta, e Veronal e
Veramon
e
Gibalgina
e
Optalidon. . . poi sono andata
da lui e gli ho detto che
partivo.
"Dove vai?. . . "
"Non so. . . . " "Ma perché te
ne vai. . . io ti amo. . . tu conti
più di tutti al mondo. . . " "Sì.
Ciao".
Sbatto la borsa con tre cose
dentro - in macchina - e vado .
1117
Duecento metri dopo - mi
fermo - Poi riparto - poi mi
rifermo. - Penso a tutti i
posti che conosco - alla città alle persone amiche - Penso.
Senza accorgermene mi trovo
in ufficio. Nel mio ufficio.
Non
ho
più
voglia
di
andarmene da nessuna parte.
Non c'è luogo né persona che
mi attiri.
Nulla che senta
amico. Vuoto totale.
Penso a "lui", che sicuramente
ha già telefonato alla ragazza
del momento: Maria, Stella,
o. . . non mi ricordo più. . . :
"E' partita puoi venire".
Tolgo dalla borsetta tutto
quello che ho, libretti degli
assegni, chiavi di casa, della
cassaforte. Non mi viene da
scrivere niente.
Mi sento
1118
come una casermona popolare
di trecento appartamenti con
nessuno dentro. . . e nessuno
che suoni il campanello.
Ho tolto dal cartoncino. . .
tutte le mie pastiglie. . . ne ho
fatto un bel mucchietto
davanti a me.
Ho preso una scodella, l'ho
riempita d'acqua ne ho messe
tre in bocca e giù a bere.
Su un foglietto ho annotato:
3. Poi, più 3. . . . e, fanno 6. .
. più 3 e fanno nove. . . e giù a
bere. Devo arrivare almeno a
cento. Si fa una gran fatica. .
. ti si impasta la bocca. . . non
riesci a deglutire. . . ti viene
voglia di smettere. . . ancora
5. . . Ma cosa sto facendo?!
ancora tre. . . e 5. . . Credo di
essere arrivata a 50. . .
1119
Forza, ora 5. Forza - mi
viene da vomitare - ancora 7.
E' meglio che mi stenda. Non
voglio cascare per terra.
Lunedì si riapre l'ufficio. Che
sorpresa!
Ancora
una
manciata. Mi stendo.
Chiudo gli
morendo.
occhi.
Sto
Non ricordo nessun "ultimo
pensiero".
ADDIOOOOO. . .
Invece no.
Sento che mi sollevano di
peso,
mi costringono a
camminare. . .
mi parlano,
gridano, io mi lascio andare
non reagisco,
non voglio
reagire "Deve camminare non
fermarti! Falla camminare! "
ma chi parla?. . . Chiama il
1120
marito.
.
.
telefona
all'ambulanza. . . "Quante ne
hai prese parla! " E' la voce di
mia sorella. . . "Pensa a tuo
figlio, maledizione quante ne
hai prese?" chi è questo. . .
mio marito. . . Ci sono proprio
tutti. Tutti uniti.
Una festa di famiglia.
"Sbrighiamoci. . .
ha 21
pulsazioni. . . portiamola via"
Chi ha parlato. . .
gli
infermieri dell'autoambulanza.
M'infilano in un lenzuolo per
trasportarmi. . .
mi sento
urlare. . . e non so proprio
forse la rabbia mi faceva
uscire il fiato o forse l'ho
sognato "voglio morire! ! !
Lasciatemi maledetti voglio
morire! ! ! " Per un anno intiero
non sono andata nel mio
1121
ufficio.
Morivo di vergogna.
Non capita tutti i giorni di
essere trasportata per le
scale avvolta in un lenzuola
perché la barella non passa,
tra gli sguardi degli inquilini
allibiti "una signora così per
bene! . . . pensa te! . . . " finire
al Pronto soccorso seguita da
una decina di parenti mariti
sorelle e la gente che ti
guarda e i medici gentili che ti
fanno iniezioni da ogni parte,
una flebo nel braccio. . . ti
fanno bere un 700 litri
d'acqua con dentro non so
che. . .
"vomiti signora
coraggio" e tu che tiri su
l'anima e tutti sono contenti e
non ti trattengono perché sei
persona
conosciuta
sì,
capiscono. . . .
ma certo lo
scandalo, i giornali. . . si
1122
figuri. . . e via che torni a
casa e dormi per un 5 giorni e
quando ti svegli sei così
debole che non capisci se è
bene che ti sia andata bene, e
se
ti
è
andata
bene
veramente.
Riprendi a vivere la tua bella
vita di merda. . .
un po'
imbarazzata. . .
senza il
coraggio di guardare la gente
negli occhi. . . e tutti che ti
trattano come una che è
matta. . . e non come una che
ha bisogno d'amore.
(sullo
schermo ripetuto dall'attrice)
presa di coscienza del suo
essere donna
(insopportabile! ! )
1123
del suo maturare da oggetto a
soggetto.
(più che insopportabile! ! ! )
Donna- VOGLIO FARE UNA
DENUNCIA! ! VOGLIO UN
PROCESSO SUBITO!
TRIBUNALE
"Voglio un processo. . .
"Contro chi?"
(schermo a commento) E'
incerta. . . Subito spiazzata.
"Chi vuole processare signora?
La Società? La religione?
"Sì. . .
DIO:
il primo
maschilista, voluto inventato
1124
dagli uomini.
peccatrice.
Adamo?
Eva tentatora
Perché non
Mosè sul Monte Siani:
Le
tavole. . . I comandamenti (da
sintetizzare)
NON
DESIDERARE
DONNA D'ALTRI
LA
Siamo appena nate ed eccoci
lì, già OGGETTI.
L'undicesimo comandamento,
nell'etica della nostra vita ci
vorrebbe:
non desiderare
l'uomo d'altri
"Non
dica
sciocchezze!
Figuriamoci!
L'undicesimo
comandamento! Si vergogni!
Andiamo avanti,
chi vuole
1125
processare? L'educazione? La
famiglia? La madre. . . "
"Sì.
.
lei
ha
delle
responsabilità. . . e grandi. . .
Non mi ha mai detto niente.
Mi ha insegnato l'onestà
facendomela vedere con la sua
vita. . . ma non ne ha mai
discusso con me. . . e così non
se aveva una morale o se era
solo moralità. "
"C'è differenza?"
"Sostanziale! ! "
"Non è una colpa. . .
evidentemente non avevate un
dialogo. . . Andiamo avanti,
chi vuole processare la morale
o il moralismo ?"
"Contro il SESSO?"
"Nessuno
parlato. "
me
ne
ha
mai
1126
"E allora? Vuole processare
qualcuno perché nessuno le ha
mai parlato di sesso? Chi
processiamo,
il sesso? Il
sesso in genere o uno in
particolare (
)
"Insomma, contro chi. . . chi
vuole che sia processato? Il
padre-Amico-Nemico?
Il
marito? I figli? Gli amici??"
"No, non voglio processare i
figli. . . anzi voglio innalzarli
al loro valore effettivo. E
anche
la
donna
voglio
innalzare. . . voglio darle il
posto che le spetta. NOBEL;
L'unica cosa che non può fare
l'uomo sono i figli.
Creare una creatura umana è
un miracolo. Ho questo potere
ce l'ho io, solo io.
1127
Che uso ne facciamo di questo
potere "divino"?
E quando ci separiamo, i figli
non sono spesso usati come
materia di ricatto? Cosa
pagano i figli per i nostri
errori? Smettiamo di fare
figli per almeno tre anni.
Ragioniamoci
bene
sopra.
Valutiamone
il
profondo
significato, poi, con le idee
finalmente
chiare,
riprendiamo a far miracoli,
facendo ben sentire all'uomo
che è un miracolo quello al
quale sta assistendo.
Finalmente le donne saranno
rispettate.
Se non altro
durante la gravidanza. . . Una
volta ho visto un uomo che
prendeva a calci nel ventre
sua moglie incinta.
1128
"Ma basta! ! !
Lei sta
farneticando. . . E' troppo
confusa disordinata nei suoi
ragionamenti.
Stia zitta e
risponda: E' sposata? "
"E' felice? Ha tradito suo
marito?"
"Ma io volevo denunciare. . . "
"Zitta e risponda: ha tradito
suo marito?
"Sì. . . Tutti ne parlano male e
tutti ci si rompono la testa col
matrimonio. L'uomo che hai
sposato ragazzo (giovane)
quasi sempre,
poco ha in
comune col vecchio signore
che hai al fianco, con cui hai
diviso la vita, gioie e dolori.
Nonostante questo ti ostini,
per via della prima poppata
piena di ideologie sbagliate a
1129
vivergli
accanto.
QUALSIASI COSTO.
A
"Ha figli?. . . Ha abortito?"
"Ma che c'entra?. . . io. . .
Abortito senza riflessione,
ne particolare esigenza. "Ma
che c'entra? Sì. . . due volte.
. . Perché? Ma, non era il
momento. . .
contraccettivi nelle scuole.
L'educazione
sessuale.
Abortire è un trauma. Non
puoi abortire come andare dal
parrucchiere, con la stessa
facilità.
Come ti senti dopo che hai
abortito? Ti rimane addosso
qualcosa? La prossima volta
che farai l'amore te ne
ricorderai?"
1130
Sono confusa. . . non gridi
tanto. . . sono confusa. . .
lasciatemi pensare un attimo. .
. Calma. . . calma. . . non. . .
Sì. . . ho trovato. Io. . . io
devo essere processata. . . Io
sono colpevole. Denuncio me
stessa. "
"Ah, volevo ben dire! Forza,
si confessi! . . voglio dire. . .
Parli! . . . e niente chiamate di
correo! "
"Io sono colpevole. . . Solo io.
Ho vissuto come una capra.
Ho accettato tutto pensando,
seguendo i mille luoghi comuni
che la società ti dà con la
prima poppata.
Voglio essere processata per
non
essere
riuscita,
nonostante l'essere stata
militante politica,
forse
1131
anche
un'avanguardia
femminista, piena di ottime
teorie per le altre ma non
messe in pratica verso me
stessa.
Processata
e
condannata.
Il prezzo è
altissimo.
E
paghiamo,
paghiamo.
Ovunque in tutti questi anni
ho ascoltato discorsi di donne
disperate,
la canzone è
sempre la stessa, uguale, a
qualsiasi classe sociale tu
appartenga, raccontata, tra
lacrime, o freddamente, o
con rabbia o con rassegnato
dolore, o su di un letto, dopo
un tentato suicidio, o in casa
di cura se sei ricca,
in
manicomio se sei povera.
Sono storie di anni di
umiliazioni,
di tentativi di
1132
ogni tipo. "Sta invecchiando. .
. sono gli ultimi colpi" e poi ti
accorgi che non sono gli ultimi,
né saranno i penultimi. Stai
zitta, e aspetti. Gridi, e
aspetti.
Ti allontani,
e
aspetti.
Ma cosa cazzo
aspetti?
Cos'è che ti schiaccia? Cos'è
che t'ha cancellato il sorriso?
Cos'è che ti ha messo la
faccia a lutto? Cos'è che ti ha
convinta che sei morta?
Perché non dormi,
perché
pensi, perché sei fissata? Sei
fissata? SEI FISSATA!
Che
meccanismi
sono?
L'orgoglio,
paura
della
solitudine? I soldi? LUI?
L'AMORE? L'AMORE?! Non
mi dire!
1133
Ma dai, guardalo bene, porta
gli anni meno bene di te. Tu ti
puoi fare il lifting e lui, lo
farebbe subito,
ma si
vergogna.
E'
ancora
divertente,
spiritoso,
affascinante come 20,
30
anni
fa?
I
programmi
televisivi chi li sceglie? Il
peso delle cose più noiose
sulle spalle di chi,
è
appoggiato? Com'è la tua
giornata con lui? Le tue
serate, le tue notti? Cosa vi
dite ancora? Cosa ti dà?
Analizza, analizza.
T'ho umiliata? Quante volte?
Qual'è l'ultima volta? E il
rispetto? Dove lo metti?
E noi come siamo? Come
siamo? Migliorate col tempo,
peggiorate.
1134
La vera differenza tra un
uomo e una donna credo
consista in questo: le donne
conservano
un
po'
più
dell'uomo,
il
senso
dell'onestà, (non tutte) della
giustizia,
dell'integrità.
Siamo soggetti morali, (non
tutte) e a volte purtroppo solo
moraliste. All'uomo è stata
inculcato, sempre con quella
prima fatale poppata,
il
piacere per la lotta, la lotta
con qualsiasi mezzo per
ottenere,
raggiungere,
impossessarsi del POTERE.
Il POTERE è comando, forza,
denaro.
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte QUALITA' privilegi
che ti derivano dal potere.
1135
IL POTERE ti procura tutto
ciò che il POTERE
PUO'
PROCURARTI. Con il potere
che ti balla intorno anche
(verificare originale) tu ne
vorresti un po'? No? Essere
donne
continua ad essere
difficile, e nel cammino della
vita (è con rammarico, che
sono costretta a riconoscerlo)
ti scontri con un fatto che
sicuramente,
dopo
il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta,
che le tue
difficoltà di vita,
di
sentimenti,
le
tue
insicurezze, dipendono sì da
come è strutturata la società,
dagli uomini, da quello che ci
si aspetta da te, ecc. ecc.
ma dipendono anche da altri
1136
esseri come te, anime del tuo
stesso sesso.
"Le famose
sorellanze! " La donna è
troppo spesso,
la maggior
nemica della donna.
Nel
lavoro e nella vita.
Giovani
o
vecchie,
interrogate,
provate ad
interrogare.
Quasi tutte,
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei,
ha le
stesse
responsabilità
dell'uomo, l'amore l'uomo lo
fa quasi sempre con una
donna.
(vedere originale) O giovane
come te, quando sei giovane,
o molto molto più giovane di
lui, quando tu sei vecchia. E
tu stai a guardare fingendo di
niente. Si fa per dire.
1137
Naturalmente storie di questo
tipo si verificano quando il lui,
è un vero LUI. Se è giovane
va benissimo, ma andrà ancor
più bene,
se il LUI in
questione è senza giovinezza,
è adulto,
è vecchino,
o
vecchio, ma VIP! L'impegno
sessuale, per la giovane in
questione, sarà forse pesante
per via dello stomaco.
In
tutti i sensi. Intendiamoci,
può anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma buone
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali,
artistiche possono
allegerirlo
il
peso
dell'impegno.
E tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia, di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
1138
SAI GIA' TUTTO. PERCHE'
E' IL RIPETERSI,
del
ripetersi,
del ripetersi.
Aspetti,
ed
a
volte
inutilmente
che
succeda
qualcosa. Non succede nulla,
o succede proprio quello che
tu non vorresti.
L'unico pensiero che ti deve
dare
un
minimo
di
sicurezza (?)è che anche tu
sei stata giovane, e anche la
giovane di oggi, con fortuna,
o senza fortuna, (a volte non
basta sposare uno scrittore
importante per scrivere un
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
pittore, sempre importante,
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
1139
potere,
puoi correre nella
carriere, ma se non hai nella
testa le cose giuste. Sembra
che tu. . .
ti sembra di
correre, ma non appena ti
fermerai
per
riprendere
fiato,
voltandoti indietro,
scoprirai di aver perso per
strada qualcosa che sarebbe
stato più importante tenere,
e ben stretto. )
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età,
alla
tua
realtà,
diventerà
vecchia,
esattamente come sei tu ora.
E questo uomo,
che tu
presuntuosamente hai creduto
tuo, guardalo: che non si
vede per quello che è
realmente,
abbarbicato
ciecamente alle sue illusioni.
1140
Il vero amore è un fenomeno
prettamente,
totalmente
umano.
Non insegno l'amore nel senso
stretto del termine, mi limito
a
facilitare
il
fiorire
dell'amore.
(Alcune domande: inserto 1)
Il fenomeno - amore - è un
quidi che noi scopriamo.
L'essere umano crede nel
cambiamento,
se
non
apprezziamo la situazione
nella quale versiamo,
in
termini d'amore,
siamo in
grado di modificarla di dare
vita ad un nuovo scenario.
Possiamo donare solo ciò che
abbiamo,
in questo sta il
miracolo. Se abbiamo amore,
1141
possiamo donarlo, se non ne
abbiamo,
agli altri
è impossibile. Non è tanto una
questione di dare,
ma di
condividere,
spartire.
Ti
rendo partecipe,
e non la
perdo, perché già ce l'ho.
"L'affetto quale elemento
modificatore
del
comportamento umano. "
Gli scienziati,
psicologi,
antropologi, sociologi hanno
ignorato l'amore,
è
sconvolgente, perché tutti ne
abbiamo bisogno ed aneliamo
ad esso senza posa. Tuttavia
non
è
fatta
materia
d'insegnamento.
Si dà per
scontato che l'amore ci venga
fornito tramite e per effetto
di una misteriosa forza vitale.
"Viviamo tutti in comunità,
1142
tuttavia moriamo tutti
solitudine. "(inserito 6)
di
L'individuo capace di amare
deve aver cura di se stesso.
Badare
realmente
alla
sostanza
della
propria
personalità: "Ogni cosa viene
filtrata
attraverso
me,
quanto migliore sono, tanto
maggiore è ciò che ho da dare.
Tutto devo fare, per essere il
più bello, il più straordinario,
il più fantastico,
tenero
affettuoso essere umano del
mondo. In noi si manifesta
solamente
una
minima
porzione di ciò che realmente
siamo. Nondimeno ci sentiamo
perfettamente
paghi
di
essere quel che siamo.
Lo psichiatra londinese R. D.
Laing
avanza
un'ipotesi
1143
provocatoria e suggestiva:
"Noi pensiamo molto meno di
quanto sappiamo.
Sappiamo
molto meno di quanto amiamo,
amiamo molto meno di ciò che
esiste ed in tal senso siamo
molto meno di ciò che siamo. "
Su tali premesse dovremmo
sentirci spronati senza
di
diventare.
. . . . un quidi, riposto nel
profondo di ciascuno di noi
che differisce da individuo a
individuo.
UNICITA' DEL SINGOLO
E se qualcuno incontrando un
altro dicesse: "Sono proprio
contento che tu sia unico,
diversa.
Mostrami in cosa
consistono le tue diversità,
1144
avrò modo di trarne qualche
insegnamento"
immaginatevi
cosa sarebbe il mondo.
. . . insegnante di disegno:
Oggi, disegniamo un albero".
Va alla lavagna e disegni il
"SUO" albero. Una specie di
pallone verde con un piccolo
basamento marrone.
Un
lecca-lecca. Tutti disegnano.
Più ti avvicini al lecca-lecca e
migliore sarà il voto. Se tu,
con tutti i colori fai un albero,
come lo vedi e conosci "Tu
devi avere un baco nel
cervello! "
. . . Facciamo di tutto perché
ciascuno sia uguale ad ogni
altro.
La capacità di
"conformarsi" costituisce la
premessa indispensabile per
approdare al successo. Sii te
1145
stesso. Non rinunciare mai al
TUO ALBERO.
Tu sei il sole, l'unico a
STESSO.
Il miglior
stesso, ma voler essere
altro
sarai
sempre
semplicemente il miglior n.
TE
te
un
e
2.
GIUDICA una persona per
quello che HA. Non per chi e
che cosa è.
L'essere umano è la cosa più
strepitosa
del
mondo,
dobbiamo
però
riscoprire
l'arte
di
saper
ridere.
Abbiamo creato il tempo.
Dopo di ché ne siamo diventati
schiavi. (inserto 7)
LA PAROLA.
Le parole congelano la realtà.
Etichettiamo.
1146
Quanti bambini non hanno
ricevuto
un'adeguata
educazione perché prima o poi
durante l'infanzia ci si è
premurati di etichettarli? E'
uno stupido,
un ritardato
mentale ecc.
Le etichette allontanano gli
uomini, li distolgono gli uni
dagli altri. Negro, che cos'è
un negro? Mai conosciuto due
negri uguali in vita mia. Sa
amare? Sa soffrire? E' bello,
felice? La sua famiglia? Sa
dare qualcosa agli altri? Sono
queste le cose che contano e
non che sia negro, povero,
ricco.
UOMO
in
posizione
svantaggio culturale.
di
1147
Nessuno
mi
è
venuto
abbastanza
vicino
per
contagiarmi con i suoi germi.
In ogni creatura umana sono
racchiuse troppe meraviglie
per poterle bollare con un
epiteto
e
metterle
in
disparte. Non c'è al mondo
responsabilità
maggiore
dell'essere un essere umano e
fareste
bene
a
persuadervene.
Mc Luhan ha dimostrato che i
bambini quando mettono piede
all'asilo quasi tutti hanno già
visto 5000 ore di televisione,
delitti,
stupri,
intrighi
amorosi, immagini di morti
violente e autentiche. Dopo di
ché li portiamo a scuola.
Domandarsi, chi è il bambino
nuovo che dobbiamo educare,
1148
istruire? (Padre nave spaziale.
Pag. 39)
Oggi
non
basta
vivere,
imparare,
dobbiamo
SOGNARE,
vedere con gli
occhi della fantasia come sarà
il mondo di qui a 50 anni.
SALA DI CESENATICO 29
LUGLIO 1992
LIBERA ASSOCIAZIONE DI
IDEE
Buona seraaaa! Eccomi qua!
Sono molti anni che non
partecipo ad un festival
dell'Unità. . . pardon. . . . del
PCI. . . Oddio ho sbagliato
ancora. . . Beh, insomma, ci
siamo capiti. Vediamo un po'.
1149
. . cos'era?. . . il 67. . . 68?. .
. 25 anni fa! (Cambia tono)
Me ne sono fatta un sacco, io,
di festival dell'Unità. . .
c'era sempre Pajetta per il
comizio di chiusura, e io che
gli
offrivo
un
cestino
vietnamita.
"Ed
ora
la
compagna Franca Rame. . . Per
me,
il cestino era sempre
quello.
Mi facevo il mio stand. . .
vendevo di tutto, una volta
perfino scarpe per bambini.
Era il 1966, ed il Festival era
per la sezione di Cernobbio, il
paese dove abitavo con mia
madre, Dario, e i miei figli. . .
Ero andata in una ditta di
scarpe per bambini, vicino a
Como. . .
1150
"mi servono per una festa
benefica. . . per bambini. . . "
Se avessi detto che erano per
il Festival dell'Unità,
mi
avrebbero aizzato contro i
cani.
Commossi, mi hanno saldato
tutto il campionario a mille
lire il paio! Un regalo! In
negozio era roba da almeno
20. 000: scarpe magnifiche!
Io le ho vendute a 10. 000 e
chi le ha comperate, ha fatto
un affare.
Abbiamo lavorato come belve
per organizzare e per tre
giorni di festival. . .
Avevamo incassato un sacco. .
. più di tre milioni!
1151
Poi ho scoperto che tutto il
nostro attivo più "un debito"
che ci siamo dovuti accollare
tutti noi iscritti,
erano
serviti
per
pagare
una
cantante
che
il
Rocca,
segretario della sezione aveva
ingaggiato
a
una
cifra
astronomica senza dire niente
a nessuno.
"Ma come, qui ci siamo fatti
un mazzo così per tirare su
quattro lire e tu le vai a
buttare, tutto per tuo conto.
. . per di più ti indebiti anche.
. .
per una che viene a
cantare. . . di cui a nessuno è
fregato niente. . .
e tutto per sfiducia nelle
nostre forze!
1152
E tutto per scopiazzare quei
megalomani dei compagni delle
città che sono loro che
sostengono il mercato del
disco facendo pubblicità e
facendoli cantare ai festival. .
. strapagati perchè vanno a
cantare dai comunisti.
In una sera si beccano cifre
che un operaio non vede in due
anni di lavoro.
Vergogna!
"(Cambia tono) Un po' di
demagogia. " (riprende a
gridare) "Tutto da solo decidi!
!
Bel
centralismo
democratico! Sai cosa sei?
Uno stronzo! E io straccio la
tessera! " E tutti che
gridavano "Sì,
sei uno
stronzo! !
Stracciamo la
1153
tessera stracciamo la tessera
stronzo stronzo! "
Alla fine per evitare
il colpo di stato in sezione, ho
dovuto far da pacere e
perdonare il Rocca. . . che
però
ha
dovuto
fare
l'autocritica, seduta stante,
davanti a tutti. . .
Erano altri tempi quelli.
Poi,
abbiamo
cantato
Bandiera
rossa
e
l'Internazionale. . .
e ci
veniva da piangere.
A quei tempi, oltre ad essere
onesti,
ci si commuoveva
anche facile.
1154
La sezione di Cernobbio. . .
Ci venivano anche i miei figli. .
. si organizzavano serate. . .
dibattiti. . . litigate. . .
Jacopo e le bambine erano i
più giovani iscritti alla F. G. C.
I. della Lombardia.
Avevano 12 anni
e facevano la prima media.
Erano molto attivi. . .
politicamente
impegnati
nonostante l'età; passavano
tutte le loro ore libere dalla
scuola, a fare inchieste.
In una zona bianca come il
comasco. . . ad esempio, con
carta e penna o registratore
fermavano le donne e candidi
chiedevano: "Signora prende
la pillola?
1155
Che contraccettivo usa?"
Immaginatevi le reazioni!
M'ha chiamato persino il
Sindaco: "Signora i suoi figli.
.."
Oppure tornavano a casa e:
"Da oggi, tutto quello che è
americano. . . ( si era durante
la guerra nel Vietnam) in
questa casa non entrerà! "
A conti fatti si poteva
mangiare solo pane,
riso,
spaghetti.
Via la Coca-cola,
via i gins,
via questo via
quello.
Jacopo, s'è preso anche uno
schiaffo da un insegnante. . .
c'era uno sciopero degli
studenti
1156
a livello nazionale. . . loro tre,
credo
gli unici in tutto il comasco,
stavano davanti ai cancelli
della scuola e cercavano di
convincere i compagni a
scioperare,
il professore di ginnastica li
tira per un braccio,
li
spintona e cerca di farli
entrare in classe. . . loro
fanno resistenza e via che
vola un ceffone sulla faccia
del "mio bambino"! !
Quel che è successo dopo non
ve
lo
posso
neanche
descrivere.
Il preside ha dovuto affiggere
un cartello davanti alla scuola
1157
dove si ribadiva il diritto
costituzionale di sciopero
anche del cittadino al di sotto
dei 12 anni.
(Si può inserire episodio
"blocco del giro d'italia in
piazza Duomo con TV e Zavoli,
il commosso viaggiatore e
carica polizia a mezzanotte)
Mi ricordo,
che per le
elezioni. . . (non mi ricordo la
data) sempre a proposito della
mia sezione di Cernobbio, mia
mamma,
80 anni era a
Montecatini.
Mi telefona e mi fa: "Devo
tornare a votare. . . "
"Mamma, non preoccuparti. . .
stai lì tranquilla. . .
1158
gli anziani possono
anche dopo. . . "
votare
dico senza neanche un briciolo
di vergogna.
Che stesse pure a bersi le
acque. Sapevo che se fosse
tornata avrebbe votato D. C. !
La
sera
in
sezione
preoccupata, ne parlo con i
compagni: "Compagni! , se mia
mamma torna, facciamo un
seggio finto qui, in sezione,
le diamo una scheda di quelle
per la propaganda. . . e la
faccio votare qui. "
Silenzio di tomba!
Il
segretario Rocca,
fa per
parlare e un compagno gli
grida: "Zitto tu, che hai
speso i soldi per la cantante
che ancora stiamo pagando i
1159
debiti! " Ricade il silenzio di
tomba. . . poi un compagno del
direttivo. . . che erano poi in
tre. . . fa: "Vedremo. . . "
(canta sottovoce): "Avanti o
popolo alla riscossa. . "
Poi, per fortuna mia madre se
ne è dimenticata. . .
Mi sono iscritta al Pci. . . alla
fine degli anni 50. . .
I miei avevano una compagnia
teatrale. . . giravano il nord
Italia. . . erano socialisti,
quando essere socialisti era
una cosa seria. . . si andava in
galera, e non per la tangente!
Ho nel mio archivio documenti
che so. . . della Camera del
lavoro
di
Castellanza,
Legnano. . . dove si ringrazia
1160
la mia famiglia per aver fatto
spettacoli,
lasciando
l'incasso,
in sostegno dei
grandi scioperi e occupazioni
delle filandere durante la
guerra 15-18.
Ho debuttato a otto giorni,
ne "Il figlio della Genoveffa di
Brabante", in braccio alla mia
mamma. Non parlavo tanto
quella sera lì. . . Nella mia
famiglia era un fatto naturale,
appena nasceva un figlio, lo si
metteva
in
palcoscenico.
Andavo a scuola, e lavoravo la
sera. . . Quante volte mi sono
addormentata nelle casse dei
costumi? Era bellissimo. Poi è
arrivata la guerra nel 39.
Avevo 10 anni. . . . Sì, fate
pure i conti, ne ho 63. . .
Abitavamo a Varese. . . Si
1161
recitava lì e anche nei paesi
intorno.
Avevamo
un
permesso speciale per girare
nelle ore del coprifuoco. Ci
spostavamo con una corriera
che chiamavamo "Balorda" a
causa
del
comportamento
bizzarro che aveva, che, più
che al suo cattivo carattere
andava attribuito agli anni.
Non era bello girare di notte
durante la guerra, ma noi
giovani,
non
ce
ne
accorgevamo. . . si cantava, si
rideva. . .
evitando di
guardare fuori dai finestrini. .
. Non si vedeva una luce! Una
notte un gruppo di tedeschi e
camicie nere ci hanno tenuti
bloccati sino all'alba.
Se
quell'alba avesse portato la
notizia
di
una
missione
tedesca andata male ci
1162
avrebbero
fucilati
tutti.
L'abbiamo saputo qualche
giorno dopo.
Altre volte,
capitava che ci fermassero
dei partigiani.
Non è che
dicessero "siamo partigiani"
ma erano in borghese con i
mitra
e
neanche
li
nascondevano! "Signor Rame facevano a mio padre - ci dà
un passaggio?" Li facevamo
salire.
Più avanti capitava
d'incontrare
picchetti
fascisti
che ci fermavano.
Un'occhiata al lasciapassare
"Buona sera signor Rame. . .
com'è andata la serata?" "Benissimo! " "Buona notte. "
- "Buona notte" e via che ce
ne andavamo. . . senza un
goccio di sangue in faccia si
riprendeva a cantare e i
1163
partigiani
tutti!
gridavano
più
di
Dicevo che mi ero iscritta al
PCI alla fine degli anni 50.
Mi ricordo che il giorno
dell'iscrizione
ero
molto
emozionata.
Entrare in un
partito come il "Partito
Comunista Italiano" era una
scelta, una decisione molto
seria. Il mio primo colloquio
politico
l'ho
fatto
con
Tortorella. . . me lo ricordo
dietro alla scrivania. . . molto
compreso nel suo ruolo. . . fin
troppo.
Come mi sono iscritta a PCI,
mi aspettavo che mi capitasse
chissà che. . . no, non che mi
mandassero a dirigere il
comitato centrale. . .
ma
riunioni, discussioni, scuola
1164
quadri, questo sì. Invece,
niente.
Solo il cestino a
Pajetta al festival dell'Unità,
fare di quando in quando uno
spettacolo per raccogliere
denari per la sezione della tal
città dove i fascisti avevano
spaccato tutti i vetri. . . e dal
momento che mi trovava a
Torino con Dario e la nostra
compagnia per Natale,
mi
hanno mandato intorno per la
periferia, accompagnata dai
vari segretari di sezione a
raccogliete fondi per "la
befana dell'Unità", e poter
fare
regali
ai
bambini.
(FORSE
QUESTO
DI
AMENDOLA E' INUTILE)
Eravamo nel 64 tanto per
capirci,
quando Amendola,
scrisse il primo articolo su
Rinascita, dove parlava della
1165
necessità di "iniziare" il
"dialogo con i cattolici" ve lo
ricordate,
no? (Accennare
incontro con Novelli allora
direttore Unità e giornalisti:
non sapevano niente,
non
avevano
letto
Rinascita
articolo Amendola) Erano anni
particolarmente duri quelli
per gli operai. . . tipo questi
che verranno. . . e che forse
saranno pure peggiori. Giravo
nelle sezioni. . . le compagne i
compagni mi abbracciavano,
mi ringraziavano come stessi
facendo chissà che, e poi uno
ad uno, mi davano quello che
potevano. Chi 1000 lire, chi
5000 raccolte sul luogo di
lavoro. Un compagno mi fa:
"Questa è la mia macchina
fotografica. Non ho soldi, mi
hanno
licenziato.
" Che
1166
effetto avrà fatto a
quei
compagni scoprire che i loro
dirigenti hanno rubato. Che
vergogna!
Siamo diventati
piccoli
piccoli.
Siamo
diventati come gli altri.
Un
pò come Woody Allen!
A proposito di ladroneria e
politica, quasi trent'anni fa,
nel 64,
gli anni del boom
economico,
delle grandi
speculazioni edilizie,
era
uscita sui giornali la notizia di
un probabile trasferimento
del
centralissimo
ed
elegantissimo
cimitero
comunale di Milano,
il
Monumentale.
Dario ci ha
scritto sopra una commedia:
"Settimo ruba un po' meno"
Spingendosi
fino
all'impossibile
1167
con la fantasia, andando giù
un pò pesante, come si fa
sempre nel teatro satirico,
aveva addirittura inventato
nel gioco al paradosso che
che, grazie a una delibera
infame. . .
si stava
sgomberando dai cadaveri
tramite un "cadaverodotto",
una
vasta
area
del
centralissimo
Cimitero
Monumentale per farne un bel
parco e così far triplicare il
valore dei terreni circostanti.
Si raccontava di commercio di
cadaveri,
vendita di loculi
sottobanco e speculazioni
sulle tombe. Un' iperbole!
Ebbene oggi, l'avrete letto su
tutti i giornali, l'hanno fatto
davvero , ci hanno copiato. . .
ci
hanno
spudoratamente
1168
rubato l'idea, e senza pagarci
i diritti d'autore. E sono
andati pure oltre!
Hanno
imposto pizzi sui cadaveri per
conceder loro il diritto di
sepoltura.
Hanno piazzato
tangenti sui funerali, tangenti
sulle
tombe
singole
e
comulative,
hanno riciclato
vecchie
lastre
tombali
rivendendole per nuove. . .
Hanno organizzato perfino il
riciclaggio delle nuove corone
mortuarie. Non era ancora
finito il servizio funebre che
appositi addetti facevano
sparire corbelle di gigli,
cuscini di rose,
corone
rimpinzate di garofani e
velocissimi, trasportavano il
tutto, agli appositi negozi di
arredi funebri. . . per essere
rivenduti al prossimo cadavere
1169
in transito. . .
Bastava
cambiare il nastro col nome
del defunto.
Spesso,
le
medesime decorazioni floreali
sono
state
smontate
e
rimontate per matrimoni e
battesimi.
Credo che al
massimo dei grottesco si sia
arrivati nel momento in cui
per la prima del Don Carlos
alla Scala ci fu un'esorbitante
e improvvisa richiesta di fiori
confezionati a mazzi di varie
misure da lanciare alla fine
dell'opera. I procacciatori di
plausi floreali non si persero
d'animo,
caricarono mazzi,
corbelle e cuscini giunti
freschi di ritorno dai vari
funerali e li portarono alla
Scala.
1170
Così nel grande tripudio del
finale
Verdiano,
nella
esclusivissima prima dei VIP,
si sono visti piovere dai palchi
e da tutto il loggione una
quantità incredibile di mazzi,
mazzolini
e
mazzoloni
mortuari. . .
addosso ai
tenori,
alla soprano ai
baritoni. . . che inchinandosi li
raccoglievano e li rigettavano
velocemente,
sbalorditi e
inorriditi,
sulle teste dei
signori
e
delle
signore
plaudenti
in
platea.
Certamente i morti a Musocco
e al Monumentale nelle loro
tombe strapagate,
quella
notte si son fatti delle risate
proprio da morire!
1171
Qualche anno fa abbiamo
messo su uno spettacolo agile
da
recitare
quasi
improvvisato,
a base di
provocazioni
dirette
sul
pubblico. Abbiamo debuttato
al
Festival
Nazionale
dell'Unità di Bologna. C'era
ancora il vecchio P. C. I. . . e
c'era ancora Natta come
segretario. S'è cominciato,
tra la meraviglia dei compagni
del PCI,
con un elogio
sperticato in favore del
partito socialista. . . "il P. S. I.
guadagna voti ad ogni elezione
perchè è più simpatico. . . ed
1172
è più simpatico perchè i suoi
dirigenti sono sfacciati,
si
danno un sacco di fotte e
rubano a man bassa. Per di
più sono veramente vicini alla
gente, sanno tutto dei loro
problemi più privati. . . si può
ben dire che conoscono le
tasche dei cittadini come
fossero le loro.
Non cercano di nascondere la
mano
come
fanno
i
democristiani quando vengono
sorpresi a rubare "No, non è
vero.
Giuro che non ho
toccato una lira. "
I socialisti sono leali!
"Ehi ma tu rubi! " E lui "Sì
rubo! E allora! ?"
La gente pensa:
"Quei
socialisti rubano. . . questo
1173
vuol
dire
che
sono
spregiudicati,
ma anche
attivi, creativi. . è gente che
sa rischiare. . . . e alla fine
riesce pure a cascare sempre
in piedi. . .
a non farsi
sbattere in galera.
Se ci
sanno fare per loro ci
sapranno fare anche per me.
Quindi, io li voto! "
Invece quando la gente pensa
a voi Comunisti. . . così retti,
per bene. . . perfino modesti.
. . con 'sta mania delle "mani
pulite": "Ma chi si fida di
quelli. . una razza di moralisti
romantici. E' gente incapace
di rubare. . . che non potrà
mai andare al governo. . .
Gente di grinta, ci vuole! " E
giù a votare PSI.
1174
Volete diventare simpatici
anche voi, avere successo? si continuava - E allora:
rubate! Imparate a rubare, e
a truffare dentro e fuori
delle Istituzioni, ricattate gli
imprenditori,
sgraffignate
sugli appalti,
sui progetti,
imponete
il
pizzo
sulle
costruzioni, sulle sovvenzioni
ministeriali, sugli asili nido e
sugli
orfanotrofi.
.
.
MANGIATE! Il vostro nuovo
slogan
deve
essere:
"Appropriazione
indebita
continuata e senza pietà!
Basta con le mani pulite! "
"MANI ZOZZE e arraffatutto! "
Un attimo di perplessità e poi
è
scoppiato
un
grande
applauso
compiaciuto.
1175
Avevano
capito
provocazione.
la
E' passato qualche anno. . . i
comunisti si sono tolti la falce
e il martello di dosso. . . si
sono fatti chiamare con un
altro nome meno impegnativo,
e: ALLEGRIA! Giù a rubare
anche loro come socialisti e
democristiani
di
gran
mestiere!
Certo che essersi buttati via
di dosso quel simbolo austero
della falce e martello. . . così
pregno di valori:
Lotta di
classe, solidarietà, il mito
glorioso del sacrificio e
dell'onestà
con
tutti
i
trionfalismi della moralità
proletaria. . .
ha aiutato
molto.
1176
Anche i vecchi socialisti. . . .
fin quando con il simbolo del
libro aperto, sopra, se pur in
piccolo avevano la falce e il
martello, al tempo dei Nenni
per capirci, mica riuscivano a
rubare bene. . . rubacchiavano
perfino stitici,
e poi gli
prendevano dei sensi di colpa
da schiattare. . .
E qual'è stato il vero,
straordinario
cambiamento
portato da Craxi nel partito
socialista? Quello,
davvero
rivoluzionario, di togliere la
falce e martello dal simbolo e
piazzarci un garofano:
"IL
GAROFANO! "
Un fiore culinario.
Coi chiodi di garofano si fanno
stracotti, la ribollita, ogni
tipo di cacciagione, insomma
1177
un fiore simbolo del buon
appetito e della grande
abbuffata. . . Così me li ha
spinti e incitati fino alla
furfanteria più smodata e
inarrestabile,
fino allo
sbragamento totale!
Alla
perdita di ogni ritegno. Che
se capitano in mano alla base,
li ammazzano a sassate. . .
Come la Maddalena.
( li
cucinano
a
fuoco
lento.
Barzelletta Craxi che mangia
le patatine)
Li ha messi allo scoperto
completo. . .
tanto da
trasformarsi in una specie di
tirassegno per giudici fanatici
della giustizia ad ogni costo.
E il paradosso è che questa
operazione da ammazzasette
si chiama proprio "mani
1178
pulite". Per me l'hanno fatto
apposta
per
sfottere
i
compagni del vecchio P. C. I. !
"Vi vantavate delle mani
pulite? E allora eccovele! In
galera i vostri dirigenti. . . più
intraprendenti e moderni. "
A proposito di tradizione, nei
tempi antichi, il trattamento
riservato agli imbroglioni e ai
ladri,
specie della cosa
pubblica, era assolutamente
severo. Altro che tempi bui!
Davanti ad una condanna per
imbroglio,
non scappava
nessuno.
Negli antichi statuti comunali
di Lucca, Treviso e Milano
scopriamo che agli imbroglioni,
colpevoli di truffa ai danni
delle casse della comunità, si
1179
imponeva il castigo della
"culata". Venivano sollevati di
peso a gambe ripiegate, da
due giustizieri e quindi lasciati
cadere di schianto su una
pietra che,
a furia di
sederate, diventava concava.
La condanna si chiamava anche
sacrasgnacca. . .
per via
dell'osso-sacro sgnaccato.
I pluri-sgnaccati di sedere si
riconoscevano all'istante in
quanto, causa i contraccolpi
della culata gli si incassava il
collo, la testa si rincalcava
fortemente fra le spalle tanto
da farli sembrare tartarughe
col vestito.
Vi ricorda qualcuno? V'è
venuto in mente Andreotti?
Sì, parlo proprio di lui. . . Tra
parentesi. . . avete visto che
1180
da che è morto Lima non ha
più
aperto
bocca?
Ha
aumentato solo,
prima di
andarsene,
del 25% lo
stipendio dei suoi amici Vip
dei baracconi statali.
Nella sua eterna carriera di
governo
ha
combinato
truffalderie e imbrogli a non
finire. . . Un sacco di volte
s'è tentato di beccarlo in
castagna,
ma lui,
con
straordinari colpi di reni, se
l'è sempre cavata. Credo che,
uomo di cultura com'è, sia a
conoscenza del castigo della
culata! e addirittura soffra
della sindrome. . . Sono certa
che il suo aspetto sia la
conseguenza di una memoria
genetica. . . trasmessa dai
suoi avi,
che sicuramente
1181
hanno
subito
una
serie
notevole di culate. . . "nei
secoli dei secoli. "
Un altro castigo che si
imponeva ai furfanti pubblici
nel medioevo era quello
dell'imbrattata
di
pece,
detta anche l'incatramata.
Fino al sedicesimo secolo, a
Venezia,
come
un
amministratore
della
Serenissima veniva beccato a
sgraffignare o a truffaldare,
veniva portato di peso in
piazza San Nicolò, sotto le
arcate del giudicario e lì, fra
l'euforia
sboccata
del
popolino, gli veniva rovesciato
in testa un secchio di grasso
da lampada o catrame da
calafatura.
A
Venezia.
(pausa)Siete dei maligni. . .
1182
Io credo che, come Andreotti
con l'effetto della rincalcata,
anche De Michelis detto, per
il gran turbinare di avvisi di
reato che gli danzano sempre
più d'appresso: l'avanzo di
balera. . .
soffra di una
sindrome analoga. Avete in
mente De Michelis con quei
suoi capelli sempre imbrattati
impattacati? E' chiaro! Se la
versa lui da solo la secchiata!
Ogni mattina si incatrama la
capigliatura. . .
per bene.
Così,
quando fra poco lo
beccheranno, finalmente, lui
ci s'è già abituato. E nessuno
se n'accorgerà. . .
della
differenza.
- Tanto di cappello - levo il
cappello - frangetta- marchio
sulla fronte.
1183
LA GOGNA:
ognuno nella
piazza della sua città.
Certo che a pensarci bene,
c'è da restarci allocchiti. In
pochi anni le cose (controllare
originale) della morale e della
politica in tutto il mondo e, in
particolare, in Italia si sono
trasformate al punto, che se
un compagno addormentatosi
15-20 anni fa,
si dovesse
risvegliare oggi,
non ci
capirebbe più niente, forse
impazzirebbe in quattro e
quattrotto nello scoprire il
crollo del muro, i popoli del
grande impero russo che si
scannano con odio quasi
religioso-fanatico,
la
Romania. . .
la miseria
disperata con relativo sbarco
degli albanesi,
la fine del
1184
comunismo nell'est. . .
la
Iugoslavia. . . il travestimento
sbragato di alcuni dirigenti
comunisti. . . il cambio del
nome. . . E perché? Di che
cosa si doveva vergognare il
PCI?
Una
grande
dimostrazione di insicurezza,
debolezza, paura. Se mai,
cambia la linea. . . poi con
calma, magari anche il nome.
Immaginate gli occhi sbarrati,
attoniti del nostro ipotetico
risorto alla luce: "Ma dove
sono capitato?" E per fargli
saltare il cranio come un tappo
di
spumante
basterebbe
portare il nostro risvegliato di
fresco a visitare un festival
dell'Unità oggi. . .
per
esempio quello di Firenze che
ha aperto la serie del
rinnovamento e della grande
1185
svolta DEL CHI SE NE
FREGA-ORMAIFACCIAMOCI-GLI-AFFARINOSTRI!
L'avrete letto, sui giornali: a
Firenze i compagni hanno
aperto un casinò,
ripeto,
casinò, con l'accento sulla o,
che l'altro senza l'accento,
sarebbe stato molto più
dignitoso
e
accettabile.
Insomma m'hanno messo giù
un certo numero di roulette. .
. con tanto di banco e tappeto
verde. . . casella numerata e
pallina che gira. . . croupié in
smoking che gridano il RienNe-Va-Plus. . . pile di fiches.
Giocata minima 5000 (roba
popolare) "Forza!
Puntate
compagni! Il pari vince, il
proletario perde. . . pardon,
1186
il dispari perde. . .
"cavallo e careé! "
siamo a
Alla notizia della roulette di
Firenze era inevitabile che
qualche vecchio compagno
vetero-moralista
si
indignasse. . . stracciasse la
tessere appena rinnovata con
tanto di quercia e ghiande, in
faccia
al
segretario
di
sezione. . . E' difficile per
gente che ha vissuto intrisa di
ideali, di favole e miti sulla
rivoluzione. . .
digerire
all'istante certe innovazioni!
Ancora c'è chi s'è divertito a
sfotterli
pure,
questi
indignati: m'han raccontato
che al Festival di Firenze un
compagno
buontempone
cercare
di
calmare
un
compagno fuori di sé per la
1187
roulette: "No, compagno. . .
hai letto male, non si tratta
di roulette ma di roulotte. . .
cioè camper, meglio, case
viaggianti non per giochi
d'azzardo. . . ma per giochi
erotici. "
"Ma che dici giochi erotici?! ?"
"Sì, il partito ha piazzato un
centinaio di queste roulotte
nel parco, fra gli alberi. . . e i
compagni che amano il genere.
. . se ne servono. . . 100 mila.
. .
profilattico compreso,
massima garanzia igienica. "
"Mi vuoi dire che quelle
roulotte sono dei bordelli?"
"Bordelli?! No, case chiuse
semoventi. "
"E le puttane. . .
prendono?"
dove le
1188
"Ma che dici, puttane! Mi
meraviglio che tu compagno ti
esprima con certi linguaggi. . .
sono compagne che lavorano,
si sacrificano per il partito! "
"Mi stai a sfottere?"
"Beh, puoi sincerartene da te:
in ogni roulotte c'è la moglie o
la figlia di un nostro compagno
generoso che ha firmato tanto
di concessione davanti al
notaio. "
"E l'introito. . . sì voglio dire,
quello che incassano, va tutto
sempre per il partito?"
"Ah sì,
su questa cosa il
partito non transige! Guai se
una volontaria erotica viene
beccata a farsi la cresta sulle
marchette.
.
.
viene
immediatamente radiata con
1189
ignominia. . . e disprezzo. . .
come fosse una puttana
qualsiasi! Per questo il partito
ha ingaggiato dei finti clienti,
che in verità sono segretari di
sezione
truccati,
che
entrano,
si fanno il loro
amplesso erotico. . . pagano. .
. e poi controllano se non c'è
stata cresta. E ti dirò - va giù
pesante il compagno burlone che questa campagna dal
titolo:
"Fornicate per il
partito" sta avendo successo
enorme.
Sta prendendo
davvero piede. . .
meglio,
fianchi,
glutei,
zinne,
e
tutto il resto, in ogni festival
dell'Unità.
Purtroppo data
l'enorme richiesta scarseggia
la materia prima. . . "
1190
"Le femmine?" chiede candido
il vecchio compagno
"Sì, quelle. . . purtroppo molti
compagni, specie nel sud sono
rimasti all'antica e son restii
a concedere mogli, sorelle e
figlie. . . così ci s'è dovuto
rivolgersi
all'estero.
Naturalmente a quei paesi che
hanno un passato di socialismo
reale. . .
così,
ai nostri
festival, stanno arrivando un
sacco di ragazze polacche,
cecoslovacche,
serbe,
ungheresi e russe.
Tutte
selezionate,
s'intende. . .
ragazze sane che possono
vantare
un
passato
di
militanza seria nel partito.
"Sì d'accordo" fa il vecchio
leninista,
"mi va bene
1191
l'ideologia. . . dico. . . ma son
pure belle?"
"Certo belle e preparate. . .
all'amore
libero
e
appassionato! !
Non ti
crederai che con queste
ragazze
si
vada
così:
"Quant'è
per
un'ora?
D'accordo. . . allora mi calo i
pantaloni! " No, prima ci si
commuove sui bei tempi della
lotta e della speranza. . . Si
parla della rivoluzione tradita.
. .
si fa qualche triste
considerazione, se uno vuole
può
anche
lasciarsi
andare/scoppiare perfino a
piangere sconsolato. . . e poi,
ecco che lei ti rincuora, ti
sbaciucchia. . . "Non piangere
compagno!
Sulla breccia
ritorneremo! " Ti si stringe al
1192
petto. . . e si fa l'amore. . .
con un appropriato sottofondo
musicale. . . naturalmente. "
"Qualche
bella
romanza
napoletana? Un blues?"
"Macché blues, roba classica.
. . Chopin, Brahms. . . C'è chi
preferisce
ascoltare
inni
eroici: l'Iinternazionale per
esempio. . . o addirittura:
"Bandiera rossa! " Avanti
popolo, alla riscossa, puttana
rossa ci salverà! ! "
STRINGERE A proposito di
gioco degli equivoci,
m'è
venuto in mente che, sempre
restando in tema di roulette,
si potrebbe ricalcare il
tormentone
delle
vecchie
quanto famose vignette di
Guareschi. . . Un pò pesanti
sui trinariciuti del P. C. I. ve
1193
li ricordate? "Contrordine
compagni. . .
ecc. " Ecco,
anche con la svolta del
Festival
di
Firenze
si
potrebbe fare altrettanto:
"Contrordine compagni. . .
l'avviso apparso su l'Unità
secondo cui i partecipanti al
Festival medesimo potranno
scommettere
i
propri
quattrini alla roulette,
è
sbagliato e incompleto,
e
pertanto dovrà leggersi così.
"I
compagni
potranno
scommettere
i
propri
quattrini alla roulette russa,
cioè puntare a turno una
pistola a tamburo alla propria
tempia. . . o alla tempia del
proprio dirigente preferito. . .
e scommettere che partirà o
non partirà il colpo.
1194
Certo che nel caso dei
dirigenti fareste loro un
enorme favore tanto la loro
tendenza al suicidio è così
palese!
E' un'ansia che manifestano in
ogni occasione politica. Il loro
slogan è "viva l'abbiocco, e
l'astensione"!
Lasciano
passare leggi infami, leggi a
strozzo sul lavoro,
rapine
sulla
busta
paga,
cancellazione di tutte le
posizioni raggiunte in anni di
battaglie sindacali.
E poi cos'è 'sto tormentone
delle nuove svolte politiche?
Ogni giorno senti l'Ochetto
che ti viene a raccontare
festante: "Siamo alla grande
svolta!
D'accordo è vero,
anche i nostri dirigenti
1195
rubano,
Facciamo
morale! "
ma niente paura!
una bella svolta
Il P. D. S. entra al governo di
Palermo con la D. C. , "tutti
calmi è una svolta transitoria
a
gomito
con
ritorno
rovesciato. Caliamo le braghe
con
le
leggi
antimafia,
molliamo come culinterra per
la scala mobile. . . Siamo ad
una
rapida
svolta
di
assestamento
prima
del
grande Tourniché di recupero!
Niente di grave! "
Siamo davvero ad una grande
svolta, ma si tratta di una
svolta del lessico e dei valori,
specie,
di
quella
comunemente detta "della
morale civile. "
1196
Infatti ormai il termine,
l'espressione "persona per
bene" non ha più senso
comune, non parliamo poi del
"senso dell'onore! " Ci basta
osservare l'espressione che ci
offrono
questi
inquisiti
arrestati, appena escono da
S. Vittore. E' come venissero
fuori dal palazzo del Festival
Del
Cinema
comico
a
Montecatini Terme. . . sono
allegri
e
soddisfatti,
sfoderano sorrisi disinvolti e
compiaciuti, vanno stringendo
mani
e
concedendosi
in
spregiudicate interviste alle
TV, sia di Stato che private. .
.
Hanno davvero del singolare!
E sono pure spiritosi!
1197
"Beh sì,
ci siamo fatti
beccare come dilettanti. "
Giornalista: "Come si trovava
là dentro?"
"Senz'altro al fresco.
Ah,
ah! Scherzi a parte è stata
un'esperienza di vita. . . che
mi ha fatto un gran bene. No,
non mi ritiro dalla politica,
agirò con più grinta! ! "
Sportivi eh!
"Com'è andata col giudice Di
Pietro?"
"Gli devo gratitudine. . .
grazie a lui mi sono liberato,
ho trovato in quel giudice una
persona davvero corretta e
piena di comprensione. . . Mi
spiace quasi di non incontrarlo
più tutte le mattine per
l'interrogatorio. E' un uomo
1198
che sa ascoltare,
mancherà. "
mi
Quella di farsi arrestare,
manette ai polsi rischia di
diventare una moda di grande
successo fra le classi del ceto
medio alto.
Invece di
sborsare
5
milioni
per
iscriversi e partecipare ai
cimenti
di
sopravvivenza,
durata un mese, nella savana.
. . dentro spaventosi torrenti
zeppi di rapide, appesi a ponti
aerei nel Gran Canyon, uno si
fa arrestare, trascinare per
quattro settimane gratis a
San Vittore:
cella con
bugliolo. . . come massimo
comfort: cesso alla turca. . .
lampadina accesa giorno e
notte. . . controlli improvvisi. .
.
cigolio di catenacci. . .
1199
puzzo a non finire, isolamento
una settimana,
poi in
compagnia
di
tossico
dipendente
possibilmente
siero
positivo
in
crisi
d'astinenza, che urla tutta la
notte. . .
Ti lamenti? Ti
sistemano con un marocchino
mussulmano. . .
che fa il
Ramadan e prega a voce alta
con vocalizzi un'ora sì e
un'ora no. . . senza sosta
notte e dì!
Pensa cosa ne hai da
raccontare dopo,
quando
appena liberato te ne vai con
tutti gli amici della dorata
società a Porto Rotondo e alle
Eolie! Per tutta l'estate sei al
centro d'ogni attenzione. . .
tutti t'invitano,
tutti ti
1200
vogliono:
racconta! "
"Racconta,
"Sai stasera viene da noi
l'assessore carcerato. . . non
mancare. . . sarà uno spasso! "
E' il trionfo! Ecco un uomo
che ha raggiunto il vero
successo!
Un
grande
sociologo,
Irvin-Moresson,
diceva che la nostra società
non sente più vergogna anche
per
le
nefandezze
più
smaccate. Importante è che
la società le accetti e le
esalti, anzi l'unica vergogna,
oggi, consiste nel non essere
nessuno. . . un nulla sepolto
fra la massa inodore e
incolore. "Ma dove si trova a
viaggiare
questo
nostro
partito? esclama incazzato il
nostro compagno. Una svolta
1201
di qua, una controsvolta: è un
labirinto di colon discendenti
e rimontanti da voltastomaco.
. . Curve o controcurve del
genere si ritrovano solo
dentro
il
budello
d'un
intestino. E si sa dove va a
sboccare un intestino. . . ! E
poi
l'intestino
di
chi?
Dell'internazionale socialista?
Della D. C. ? Di 'sto governo?
Certo che ritrovarsi ingoiati,
digeriti, e alla fine espulsi da
un simile sfintere, non è un
gran
bel
programma,
compagni!
Ad ogni modo sempre avanti:
"Pugno chiuso e naso tappato!
"
1202
LIBERTA' E DIRITTO DI
PAROLA (E DI RACCONTO)
1203
In ogni vera democrazia ogni
cittadino
ha,
a
sua
disposizione,
i mezzi di
informazione.
E bisogna
ammettere che, anche da noi,
se uno ha delle storie
interessanti,
avvincenti da
raccontare, il suo sacrosanto
spazio
sui
giornali,
settimanali e sopratutto in T.
V.
lo trova sempre.
Ma
devono
essere
storie
possibilmente
trucide,
sconvolgenti. . . condite di
sesso. . . violenza. . . e
compagnia bella.
Se una
donna,
per esempio,
vuol
essere accettata in T. V. a
parlare di se, deve perlomeno
presentarsi a raccontare di
essere stata violentata per
tre giorni consecutivi da dieci
energumeni
infoiati.
.
.
1204
seviziata e poi abbandonata
nuda sull'autostrada, di notte
coi camion sfreccianti e
rombanti. . . fasci di luce che
l'attraversano. . .
lei si
sbraccia. . . Un camionista da
un Tir la vede: sagoma bianca
di donna nuda che sembra
danzare. . . !
Frena
all'istante,
sbanda,
altri
camion arrivano gli piombano
nel sedere. Tamponamenti a
catena,
8 Tir,
30 auto
intorcinate.
11 morti.
35
feriti. Un pullman di suore
che se n'esce di carreggiata e
va a sfondare il frontale del
santuario di San Cristoforo in
Pieve bassa. . . protettore dei
viandanti!
E tutto per colpa di sta
svergognata che si sbraccia
1205
nuda,
senza pudore in
autostrada. Arriva la polizia e
l'arresta per atti osceni in
corsia di sorpasso.
Ecco,
solo una storia del
genere,
tra orrore e
sghignazzo può trovare spazio
in televisione. Funziona anche
se vieni a mostrare un
bambino in coma per le botte
somministrategli da una madre
alcolizzata che lo teneva
legato con una catena dentro
la cuccia del cane. Se poi il
bimbo
mostra
vistose
morsicature di topi allora il
successo
è
fortemente
assicurato.
Contrario, è logico che, se si
presenta un operaio che viene
a raccontare d'essere stato
licenziato ingiustamente e di
1206
ritrovarsi per di più sbattuto
sul lastrico con tutta la
famiglia, quello, giustamente,
lo cacciano a pedate in faccia.
Se vuol riuscire a farsi
ascoltare deve salire, come
minimo, sul campanile più alto
della zona, impiccarsi con le
corde di almeno tre campane,
buttarsi nel vuoto e suonare,
con armonia,
le campane
stesse, a festa!
A sto punto, se casualmente
passa di sotto una troup
televisiva. . . che lo riprende. .
.
ammesso che riesca a
sopravvivere, potrà perfino
rischiare
d'essere
intervistato e ingaggiato per
giochi senza frontiere.
Se poi ha un santo che lo
protegge arriva perfino a
1207
partecipare
ad
una
trasmissione
del
genere
Costanzo Show, seduto fra
una vecchietta di 103 anni
prossima alle nozze con un
giovanotto deficiente di 24 e
un nano di 45 centimetri che
vive dentro ad un orologio a
cucù. . . e naturalmente esce
dallo sportellino ogni orapuntuale, a dare il segnale,
ma avendo un difetto di
pronuncia, invece di cù-cù gli
esce: ciù-ciù. . .
e tutti
ridono come matti.
Non c'è niente da fare, i
mass-media hanno senz'altro
accellerato
ingigantito
il
nostro rimbecillimento,
la
nostra
superficialità
e
sopratutto il nostro egoismo
per non parlare della crudeltà,
1208
e non credano di salvarsi poi,
i televisivi col mandare in onda
qualche spot di commossa
denuncia sul solito povero
cane abbandonato d'estate
sulla strada deserta. Tanto
non serve!
Invece di
diminuire,
ogni anno,
i
randagi si raddoppiano,
le
autorità sono arrivate al
punto di imporre a tutti i
proprietari di cani di tatuare
il proprio nome e cognome
indirizzo e numero di telefono
sull'orecchio sinistro del cane
stesso. Nello stesso tempo
dal Parlamento è arrivata la
proposta
di
tatuare
un
orecchio anche ai vecchi
pensionati in miseria,
per
evitare
che
vengano
abbandonati dai propri figli
magari
benestanti.
1209
Ultimamente si sono già
scoperti
parecchi
anziani
mancanti di ambo le orecchie.
Per fortuna,
sempre a
proposito di cani, leggiamo sui
giornali di gesti straordinari
di cinofili meravigliosi:
un
ricco signore trovandosi in
vacanza
sulla
costa
mediterranea in un'isola molto
inn, si accorge che il suo cane
soffre di asma. . . fatica a
respirare.
Telefona alla
clinica per cani più vicina che
si trova in continente a 600
Km di distanza. Il veterinario
-un primario- dice dovrei
vederlo.
Detto fatto,
il
generoso padrone telefona
all'aereoporto
privato
di
Fiumicino e fa venire all'isola
un elicottero. Poi carica il
1210
cane lo porta alla clinica, dove
gli diagnosticano: "il cane s'è
preso un gran colpo di sole. . .
bisogna tenergli una borsa di
ghiaccio in testa per una
giornata intiera. L'operazione
"cane che scotta per il
coccolone" è costata qualche
milione. . . Ma che cosa vuoi
che siano. . . quando si è
sensibili e generosi. . . con le
bestie. Per inciso s'è venuto a
sapere che lo stesso signore,
la sera stessa, ha preso a
calci un Vu-Cumprà che
insisteva per vendergli un
accendino e un paio di occhiali
da sole.
Qui parte la provocazione,
l'assoluta
mancanza
di
interesse e di affetto da
parte dei padroni di cani per i
1211
Vu-Cumprà è determinata dal
fatto che non si beccano mai
un colpo di sole. . . e per di
più non sanno abbaiare né
muovere la coda.
A proposito di animali devoti,
megli anime devote e festanti
davanti al proprio padrone. . .
credo che,
fra gli esseri
umani nessuno eguagli la
dedizione delle segretarie. E'
una dedizione quasi eroica. . .
direi mitica. . .
L'avrete letto. . . ormai non
fa
quasi
più
notizia.
"Segretaria di noto. . .
amministratore nel momento
stesso in cui viene arrestato il
suo superiore, si getta dalla
finestra.
Siamo al rito
tragico, così come si svolge in
India quando si da fuoco alla
1212
catasta di legna sulla quale è
la salma del Rajà. . . allo
stesso tempo ci si butta
sopra,
nolente o volente
anche la sua vedova.
Cominciò la serie del rito la
segretaria
di
Calvi,
l'amministratore del Banco
Ambrosiano.
La donna gli
aveva dedicato al vita. . .
come ogni segretaria che si
rispetti.
Al
momento
dell'arresto per bancarotta
fraudolenta
la
poverina
raccolse su di se tutta la
vergogna,
l'umiliazione
dell'arresto. . . e come capro
espiatorio, salì sul davanzale
della finestra e si gettò!
Qualche tempo dopo altre
segretarie
hanno
ripreso
l'esempio e si sono immolate
1213
allo stesso modo. Qualcuna si
è salvata in estremis. . . ma il
fatto è raro.
Avrete notato, questo gesto
sacrificale assomiglia molto al
mito di Alcesti che dona la
propria vita per salvare quella
del marito Admeo, re di Fere,
colpito da un terribile morbo
(attenti
all'allegoria)
ma
intervengono gli Dei che
decretano:
"Se Admeo
troverà qualcuno disposto a
sacrificarsi al posto suo. . . gli
Dei gli concederanno salva la
vita. " Tutti, parenti e amici,
scantonano, si offre solo la
moglie. . . pronta a morire per
lui. Un gesto straordinario
che oggi sono disposte a
ripetere solo le segretarie!
1214
Come tutti sanno, ogni rito
impone la ripetitività senza
variante.
Così,
appena i
carabinieri entrano in un
ufficio per arrestare il
dirigente ladrone e portarselo
via, come hanno traslocato il
furfante,
tutti gli altri
impiegati,
con
molta
discrezione stazionano per un
attimo il corridoio e sbirciano
la segretaria che s'appresta
al grande gesto. Se la donna
indugia,
loro i colleghi,
rientrano per farle coraggio. .
. darle un appoggio morale:
"Ci permetta di dirle che è
bello,
anzi
magnifico,
signorina, il gesto che lei sta
per compiere.
Un atto
sublime di persona sensibile e
generosa.
Un gesto che
influenzerà
senz'altro
i
1215
giudici
al
momento
del
processo.
Un
gesto
irripetibile che commuoverà
l'opinione pubblica e anche la
giuria per il verdetto. Ma che
fa signorina tergiversa? Non
si butta? Non vorrà darci una
simile delusione? Non può
farci una cosa simile. . . a noi
e a tutto il Paese! Guardi giù
ci sono i giornalisti. . . su si
sbrighi. L'aiutiamo noi presto
salga sul parapetto. . . E non
scalci! La reggiamo solo per
darle coraggio. Soltanto una
spintarella.
Le facciamo la
bilancia? E uno. . . e due. . .
hoplà. Ahaaaaa. . . . aa. S'è
buttata. . .
che donna
straordinaria. . . eroica!
A proposito della gestione
corretta della cosa pubblica
1216
mi viene
in mente
un
divertente aforisma. . .
eccolo:
"Si racconta che
Caligola,
l'imperatore,
disprezzò il Senato eleggendo
il proprio cavallo alla carica di
senatore. No, non lo fece in
verità per compiere un gesto
denigratorio, ma per essere
certo che, almeno uno dei
rappresentanti del governo di
Roma fosse onesto. Infatti è
molto problematico rubare
usando degli zoccoli. "
Sempre a proposito di arresti
dobbiamo rilevare un difetto
comune a noi tutti,
ci
troviamo talmente bombardati
da notizie che,
spesso,
leggiamo
i
giornali
solo
scorrendo i titoli.
Così ci
perdiamo
particolari
1217
importanti,
il
corpo
essenziale
della
notizia.
Infatti se noi analizziamo nei
minimi particolari le sequenze
in progressione degli arresti
che hanno fatto scalpore ci
rendiamo
conto
che
l'avvenimento si rivela molto
più spettacolare e grottesco
di quanto ci dicessero i
semplici titoli.
Prendiamo
per
esempio
l'arresto di Mario Chiesa.
Ricordate è stato il primo
della
grande
catena
di
Sant'Antonio dei ladroni s'è
fatto incastrare con 7 milioni
appena intascati dal gestore
di un'impresa delle pulizie,
nel suo proprio ufficio di
presidenza del Pio Istituto
Trivulzio.
Naturalmente il
1218
pagatore dei 7 milioni di
tangente
(davvero
una
miseria) era d'accordo con la
polizia, infatti era munito di
microfono spia, cosìcche, il
dialogo col Mario Chiesa
veniva interamente registrato.
L'ingegner Chiesa pretendeva
un pizzo di 14 milioni pari al
10% del prezzo d'appalto di
lire 40 milioni. Il pulitore si
scusa, ne ha con se solo la
metà, per adesso. Il Chiesa
tratta a pesci in faccia il
pulitore.
Poi afferra il
malloppo, e noncurante, lo
getta, con disprezzo dentro
un cassetto della scrivania.
Zam! Si spalanca la porta ed
entra la polizia con tanto di
giudice Di Pietro al seguito.
"Fermi tutti! Abbiamo sentito
ogni cosa, tutto registrato! "
1219
Un appuntato apre il cassetto,
tira fuori il pacchetto dei 7
milioni. "Cosa sono questi?"
L'ingegnere fa lo gnorri. . .
impunito.
"Soldi
miei
personali. . . tengo sempre un
pò di liquido a disposizione per
le piccole spese! "
Il giudice Di Pietro sorride: "
il guaio è che qui,
caro
ingegnere, tutti i numeri di
serie sono registrati.
I 7
milioni glieli abbiamo prestati
noi al qui presente pulitore,
tanto per incastrarla.
A Mario Chiesa gli prende il
coccolone. . . è tutto smorto:
"Scusi, signor giudice, non mi
sento troppo bene.
Potrei
andare a vomitare un attimo in
bagno?"
1220
"Per
carità,
s'accomodi. "
prego,
E intanto che i poliziotti e il
giudice vanno rovistando in
tutti
i
cassetti,
lui,
l'incastrato dei Pio Trivulzio
va in bagno, ci si rinchiude e,
velocissimo estrae dalla giacca
un pacco di 35 milioni di un
precedente pizzo intascati
proprio 20 minuti prima che
arrivasse quel bastardo del
pulitore
spia.
Sono
trentacinquemilioni in biglietti
da 100 e 50 mila. "E dove li
caccio questi?"
Calma,
tanto per prender
tempo si cala le braghe, gli è
preso un colpo di dissenteria.
S'accuccia. . . evaqua. . . Tira
la catena. . . Gli viene un'idea!
"Butto tutti 'sti biglietti da
1221
100 e 50 mila nella tazza del
water.
"
Li
getta
sparpagliandoli, ma sono una
quantità incredibile e fanno un
gran malloppo. Una cosa come
500 bigliettoni che intasano il
cesso.
Tira la catena.
Straborda l'acqua e il liquame
immondo l'ingegnere fruga nel
water con lo spazzolone.
S'intasa
peggio.
Per
l'agitazione gli vien davvero
da vomitare. Esegue. Altro
strappo alla catena.
Altro
sciacquone. L'acqua fetida di
liquame
puzzolente
con
contorno
di
biglietti
galleggianti si riversa sul
pavimento. I poliziotti, al
ripetersi
di
tutta
'sta
sciacquoneria, si preoccupano.
Scorgono,
oltretutto,
spuntare del liquame sospetto
1222
proveniente da di sotto la
porta.
"Che succede ingegnere? Sta
tracimando? Si sente male?"
Buttano giù la porta con una
spallata,
sorprendono
l'ingegnere che, nel tentativo
disperato di sgorgare s'è
buttato a frugare con le mani
nel water. In più scorgono sul
pavimento stomachevole.
" Ingegnere! " commenta
l'appuntato un pò grassolano.
"Scusi ma stavolta lei mi pare
proprio nella merda! "
Dopo quel primo arresto
storico gli altri arresti si sono
succeduti, e continuano, con
un ritmo e un andamento da
pochade.
C'è chi viene
arrestato mentre sta facendo
1223
l'amore con l'amica, chi su
una spiaggia molto esclusiva e
riservata,
completamente
nudo. . . mentre si crogiola al
sole.
I carabinieri non
possono manco palparlo per
verificare
se
nasconde qua
In una situazione del genere i
delinquenti
ci
sguazzano
infatti è successo su una
spiaggia di Porto Rotondo che
due carabinieri si siano
presentati al Dott. Ravizza
titolare
della
FebaCostruzioni di Sesto-Monza.
L'imprenditore se ne stava
spaparanzato, come di regola,
nudo sulla sua spiaggia privata.
Gli hanno posato sul pisello
manageriale
il
mandato
1224
d'arresto e quindi:
pregata di seguirci. "
"E
Il Ravizza non ha fatto una
piega, ha solo commentato
fra i denti "Quel Ligresti
faceva tanto il duro e invece
ha sbragato subito come una
cagliata! " Nemmeno i familiari
suoi hanno fatto commenti. . .
In fondo se lo aspettavano,
con tutti gli intrallazzi che
aveva in piedi!
Gli hanno
portato di che vestirsi e
l'hanno abbracciato.
Poi si
sono rivolti ai carabinieri "Vi
ringraziamo
per
la
discrezione. . . per non aver
dato pubblicità alla stampa. . .
e a quei cornuti della
televisione che si sarebbero
catapultati qui come tante
iene.
Siete stati molto
1225
corretti,
voi. "
ci ricorderemo di
Mai frase è stata tanto
veritiera.
Altro
che
ricordarsi
di
quei
due
carabinieri. In verità erano
due
briganti,
rapitori
travestiti.
Naturalmente il
mandato di cattura era falso,
se ne sono accorti due giorni
dopo, quando alla famiglia è
arrivata una richiesta di
riscatto di un miliardo.
Dilettanti. Neanche un terzo
di quello che l'imprenditore
aveva guadagnato con l'ultimo
appalto truccato. Gli è andata
bene!
Un assessore di nome Giovanni
Vizzini è stato arrestato al
rientro da una vacanza in
Svizzera
proprio
alla
1226
frontiera. La finanza aveva
spalancato il portabagagli
della sua macchina.
Gli
avevano
trovato
qualche
stecca in più di sigarette. . . e
lui, da spocchioso. . . grave
errore, quando gli han detto
"Siamo
costretti
a
perquisirgliele" s'è lasciato
scappare
"E
va
bene,
fumatevele tutte alla mia
salute! " Non l'avesse mai
detto, il brigadiere incazzoso
è sbottato! Ah, sì, il signore
offende. . .
e allora. . .
perquisizione totale.
Gli
hanno sbattuto all'aria la
macchina e dentro una valigia
ti hanno trovato un astuccio
con dentro una collana di
brillanti e smeraldi di notevole
valore.
1227
"Da dove vengono questi?"
"Li avevo già con me quando
sono entrato,
sono di mia
moglie"
"La signora che è con lei è sua
moglie?"
"Sono tenuto a rispondere?
Ad ogni modo no, non è mia
moglie. " E altro grave errore,
il Vizzini si ricorda di essere
un'autorità e fa l'offeso
arrogante:
"A parte che,
chiedo, cosa interessa a lei
chi sia la signora che sta con
me? Si limiti a fare il suo
mestiere. "
"Per carità, a proposito di
fare il nostro mestiere lei può
mostrarci la denuncia del
gioiello?"
"Che denuncia?"
1228
"Se lei passa la frontiera con
preziosi,
è tenuto a fare
regolare denuncia onde essere
in grado,
al rientro di
mostrare il documento stesso
ai finanzieri. Altrimenti noi
siamo costretti a confiscare
l'astuccio con collana. . . "
"Ma dico scherziamo? Io sono
transitato decine di volte con
signore
che
indossavano
gioielli anche più importanti di
questi. . . e nessuno mi ha mai
fermato. . . "
"Le è andata bene" non è che
lei per caso traffica in
gioielli?"
"Non faccia lo spiritoso sa. . .
e lì, grave errore il Vizzini si
lascia scappare il classico "Lei
non sa chi sono io! "
1229
"O sentiamo, ci interessa. . .
così
approfittiamo
per
redigere il verbale di confisca
dei preziosi! "
"Lei non confisca un bel
niente. . . io sono l'assessore
per gli impianti sportivi della
regione e se non cambia tono
io la faccio sbattere in
Calabria. "
"Oh grazie, ho fatto appunto
domanda di tornarmene dalle
mie parti! "
A 'sto punto il Vizzini furioso
estrae il telefonino digitale
dalla tasca posteriore dei
pantaloni,
come fosse una
pistola.
"E
adesso
telefono
al
questore. . . che è amico mio. .
.
e vedrete.
Pronto,
il
1230
questore.
A quest'ora in
questura non c'è, mi passi il
suo vice. . .
e giù uno
sproloquio infuocato. . . con
intercalare perentorio.
1231
SALTO E SI ARRIVA A
PARLARE
DELLA
COPIA
APERTA.
E così. . . s'è infiltrata tra i
giovani il concetto "amore
libero". . . nei giovani. . . e
anche . . . in quelli meno
giovani.
Tra gli animali, il leone ad
esempio, sceglie la femmina
per la "vita",
il loro
matrimonio, pur non essendo
celebrato
in
chiesa
è
indissolubile. Ma c'è assoluta
libertà nel rapporto sessuale. .
. per tutti e due. . . Quella
del maschio per la femmina,
la "sua" femmina,
è una
protezione militare,
cioè
difesa della vita,
non
sessuale.
1232
Quanti di voi vorrebbero
essere un leone?. . .
una
leonessa? (ruggito) Fuori la
verità! (ruggito).
Questo per gli animali. . .
In molti popoli primitivi,
l'amore libero è praticato da
sempre. Il rapporto sessuale
libero! Come vorreste essere
un primitivo, lo sento!
Il più creativo in fatto
d'amore libero fra tutti, è il
popolo della Papuasia.
Creatività. . . senza offesa. . .
che non può che essere
femminile. . .
Non so se
ancora oggi. . . ma in Papuasia
l'hanno inventata bella per
fare sesso libero,
e lì la
donna è padrona e il maschio
in soggezione, c'è addirittura
1233
la convinzione, che i bambini
siano nel grembo della donna
dalla sua nascita, voglio dire
della donna, ma per crescere.
. . e di conseguenza, nascere,
devono essere nutriti. . . con
sperma.
Vi immaginate la scena? Ogni
volta che la donna. . .
la
DONNA! , ha voglia di fare
l'amore urla: " il bambino ha
fame! ! Il bambino ha fame! !
" e via. . . tutti gli uomini
della tribù che corrono a
nutrirlo. . . "Adesso basta. . .
ha mangiato abbastanza! Via,
andate via! " La cosa più bella,
che "il figlio" quando nasce
non è figlio tuo e tuo o tuo,
non c'è paternità individuale,
ma collettiva: il figlio è di
tutti!
1234
Se Dio fosse stato della
Papuasia il paradiso terrestre
l'Eva avesse impostato il suo
rapporto con Adamo come le
donne della Papuasia, pensa
te che sconvolgimento!
La
storia del mondo sarebbe
cambiata, così gli usi. . . i
costumi. . . Che civiltà.
1235
BIOGRAFIA
TENTATIVO
FRANCA-
Sto male di salute, ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
malattie
che
io
sono
riuscita(un vero primato! ) ad
accumulare negli anni(che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghie-,
tricotillomania-strapparsi
capelli, attorciliarli stretti al
dito
anulare
e
infine
nasconderli sotto ai mobili.
Quando uno è in ansia, si
strappa i capelli , se sola, si
mangia le unghie in presenza
di altri.
)E me l'ha
dimostrato
enumerandomi
tutto quello che ho avuto negli
1236
ultimi due mesi a Boston.
"Oh, ma come sono felice,
rilassata! "Un bubbone della
grandezza di un mandarino
nel seno sinistro, proprio
sopra a quello che chiamiamo
cuore, dolore ai reni con
perdita di sangue, lastre,
calcoli frantumati, tracce
anche in vescica, dolori
muscolari alle gambe, crampi
durante il sonno, gamba
sinistra, dopo immobilità di
qualche ora, non rene e duole.
"Cos'è, il lazzaretto tutto di
un colpo?"NO, è che il tuo
fisico si fifende come può.
lanciandoti
campanelle
d'allarme da una situazione
che tu vivi male. Fai l'elenco
di tutte le malattie che hai
avuto negli ultimi anni, gli
interventi,
malattie
1237
inimmaginabili ma ben tangibili
che vanno da una congiuntivite
che ti scoppia oggi, inizio di
una commedia che non ti piace
e che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo. Tu
come un pappagallo ripeti"sto
bene"e sei pure convinta,
invece"credi" di star bene, ma
nel
tuo
subconscio
stai
malissimo?Tutta la colpa è del
subconscio. Froid ha detto un
sacco di cose relativammente
importanti, cose che anche
altri avevano detto, l'unica
sua scoperta essenziale per la
vita dell'uomo per la sua
mente è 'sta storia del
subconscio.
'Sta storia del
subconscio deve essere vera.
Mi viene in mente una tipa di
Torino che lavora all'Einaudi,
si
chiama Emilia,
l'ho
1238
conosciuta tanto tempo fa, mi
raccontava della sua vita, nel
dibattersi nei problemi col
marito da cui si era separata,
i figli, la suocere, l'amante del
marito, la moglie del marito.
Tutti questi problemi le
procuravano fenomeni fisici
stregoneschi, reazioni sul suo
corpo che nessun medico
aveva mai registrato su alcun
paziente.
Che so, le lenti a
contatto che si gonfiavano a
dismisura fino a scoppiare,
oppure che si bucherellavano
tutte. Robe mai viste, tanto
che
l'assicurazione
si
rifiutava di rimborsargliele.
Mio figlio ha certamente
ragione. "Tu devi sbatterti,
riuscire a scavare,
a
ricordare, a scoprire cosa hai
dentro realmente, quale fatto
1239
vicino o lontano ti ha portato
a questo malessere.
Devi
andare indietro,
indietro
mamma.
"Mi sono presa un
registratore e via a parlare a
ruota libera. Come premo il
tasto per la registrazione, non
mi viene in mente niente.
Cerco
di
ralassarmi.
Vediamo. . il primo trauma.
. per me è stato un trauma e
grosso. anche se poi, ora, 30
anni dopo, mi rendo conto di
aver guardato i fatti con
ecessiva enfasi.
HO
scambiato una storia del tutto
naturale per una mancanza
d'amore.
L'ho vissuta
malissimo.
Ho cercato di
parlarne con lui, ma subito mi
sono interrotta, imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,
incolta
sul
1240
sesso: è la prima cosa che
ricordo in questa incursione
nella mia vita.
Il mio rapporto con l'altro
sesso è statoo per moltissimi
anni
un
rapporto
"al
servizio";mai avuto stimoli
sessuali, la voglia di fare
all'amore mi veniva se ci si
abbracciava e baciava. . . ma
scivolavo nel rapporto senza
un grande desiderio di sesso.
. ero portata ad assecondare
il suo di desiderio. Del sesso,
non sapevo nulla. quello che
facevamo, era venuto da solo,
l'avevamo scoperto insieme.
autodidatti. Ora, per fortuna
è diverso.
I giovani sanno
tutto.
prima ancora di
avicinar si ad una donna. Mio
figlio aveva un 13 anni e già se
1241
ne stava con un libro di
anatomia in mano.
(IMENE,
vedevo soltanto un orecchio).
L'orgasmo, l'ho raggiunto
molto dopo che praticavo il
sesso. Prima fingevo.
Non me ne sono mai fatta un
problema.
PROLOGO A
BUSCAGLIA
Sto uscendo da un periodo di
almeno 20 anni di coma
profondo. Sì, avete capito
bene: "coma profondo. . . - in
piedi. Ho
sempre
camminato,
parlato, mangiato, dormito ma ero in coma - e profondo Guardatevi intorno. C'è un
sacco di gente che ha 'sta
1242
malattia: "Il come profondo
in piedi". Non li vedete?
Nessuno di voi è in coma?
Com'è il coma profondo da in
piedi?
Che so. . . parli con la gente,
ma non ci sei - non ti accorgi
se c'è il sole o piove - e se
c'è il sole, non te ne importa
niente, somatizzi tutto quello
che c'è intorno. Stai male da
morire. Ma nessuno lo vede.
Sorridi, ma senza gioia, solo
con la bocca, così, (esegue)
meccanicamente.
Non c'è
nulla che ti emozioni, nulla
che ti squota,
che ti
interessi, né il lavoro, né i
figli, le vacanze, il successo,
l'amore.
Niente.
Non ti
importa niente di niente.
1243
Il tempo passa e niente
cambia. Non c'è niente, che
ti spinga a fare niente.
Dormi sul tuo letto sospesa,
senza manco toccarlo - tutta
tesa Pensi
alla
morte
senza
accorgerti
di
pensarci.
Sempre. Una mattina ti svegli
di colpo e ti rendi conto che è
l'unica soluzione ai tuoi
problemi.
Ricordo per esempio, che sei
anni fa - ad un certo punto
sono uscita da casa dicendo
che "stando le cose come
stanno" - è secondario che vi
racconti come stessero - io
me ne andavo.
Avevo un gran bisogno di
togliermi di torno.
Mi
1244
sembrava l'unica soluzione
praticabile, per allontanarmi
da una situazione che mi
straziava. Sì, sì - il termine è
grosso - ma dovete abituarvi,
altri ne sentirete. E anche
ora
riguardando
indietro,
anche se mi dico che forse
sbagliavo ad estremizzare
tutto - non trovo altro
vocabolo per descrivervi il
momento - Ero "straziata".
"Me ne vado - me ne vado - via
via. Per carità. "
Apro un flacone dopo l'altro.
Mi sono presa una farmacia
intiera con lo spazzolino da
denti, mucchietti di pastiglie
uno dopo l'altro, ben divise,
colore per colore.
Riempio
con metodo, né troppo poche,
né troppe.
Non adagio né
1245
troppo in fretta. Una scodella
d'acqua e via a mandare giù.
Carta e penna: "E' importante
tenere il conto". E 3 più - 3
più 5 - più 5+5, ne ho già
ingerite 21; Sono passati 30
minuti.
Devo superare il
cento.
Con cento è fatta.
Forza, ora 10. Forza - mi
viene da vomitare - ancora 10.
Tutte rosse. E' meglio che mi
stenda. Non voglio cascare
per terra. Lunedì si riapre
l'ufficio. Penso alle persone
che lavorano qui.
Non me ne importa niente. Di
nessuno m'importa.
Non
sento niente.
Ancora una
manciata.
Che fatica.
Mi
stendo.
Chiudo gli occhi.
1246
Non ricordo nessun "ultimo
pensiero". Sono morta. Più di
una volta, in questi anni di
coma ripensando a quell'ultimo
momento di lucidità, quando
con
determinazione
ho
ingoiato l'ultima manciatina
rossa, a quello che non sono
riuscita a portare a termine,
ho provato una stretta al
cuore. Ora, fuori dal coma se penso a quei momenti - agli
infermieri che mi hanno
portata di sotto stesa in un
lenzuolo.
"21
battiti,
sbrighiamoci" "Quante ne hai
prese? Quante?" Qualcuno
urla. Dormo - svengo - sono
sveglia - voglio morire - Non
so se lo grido o credo di
gridarlo. E poi vomito - e mi
fanno bere - e vomito eccetera eccetera.
1247
Bene,
se penso a quei
momenti - lì - io oggi - beh non mi sembra possibile di
averli vissuti. Oggi - che il
coma è finito - Io quella là? Io
volevo morire. Deficiente!
Non sono stata normale per
anni. Zitta. Non parlavo più.
Zitta - anche se parlavo seria anche se ridevo. Senza
amore per niente.
Per
nessuno.
Solo
quel
trascinarmi nelle cose senza
entusiasmo. Senza esserci fino "al fondo" di qualche
mese fa.
Per giorni sono stata a
pensare al modo migliore per
uccidermi. All'estero senza
documenti.
Pastiglie;
Macchina-benzina; Overdoseeroina; vene tagliate-bagno;
1248
Fon-bagno. Niente mi andava
bene. Volevo morire ma non
trovavo nessun mezzo che mi
soddisfacesse.
Sfinita, dopo sette films visti
in cinque ore, mi sono presa
un libro dei 20 che mi ero
portata appresso con un titolo
assai lontano da quello che mi
sentivo addosso: La coppia
amorosa.
La sfida delle
relazioni umane.
Le prime venticinque pagine le
ho
lette
senza
fare
attenzione ad una sola parola.
Come?
Torna
da
capo.
Rileggere. Pagina 50 e 100.
E: E' finito. Da capo, subito.
Ma chi è questo? Che ha
scritto ancora? Comprare.
Leggere. Rileggere.
1249
Sbagliato.
Tutto sbagliato.
Ho sbagliato tutto.
Da capo.
capo.
Ricominciare da
Chi sono? Come mi chiamo?
Nome, cognome, coniugata.
Figli uno. Cosa faccio? Da
dove vengo dove voglio andare.
Ricominciare. A. E. I. U. O.
A. B. C. D. E. F. G. . . MAM. . .
MA. . . mamma. . . papà. .
scuola.
Chiesa.
Dio.
Comunismo.
Sole.
Terra.
Vento. Mare. Amore. IO.
IO. TE. Io e Te. IO e NOI.
NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO.
IO. NOI. AMORE. Nome.
Cognome. Sesso. IO
LA CHIACCHERATA O IL
PROCESSO
1250
LUOGHI DEPUTATI:
TRIBUNALE
UN
L
L
L'INFINITO:
Così viene chiamato il fondale
azzurro chiaro che gira
tuttintorno al palcoscenico)
nel quale LA DONNA agirà
rivolgendosi direttamente al
pubblico. Che porterà via via,
dall'analista, o al tribunale e
viceversa.
Nell'infinito,
la
donna
commenterà e denuncerà i
fatti. Interpellerà il pubblico,
con domande precise.
Ed
1251
esigerà risposte precise. Per
agevolare il dialogo si avvarrà
della
collaborazione
del
pubblico.
Non avete il
coraggio
d'intervenire?
Scrivete,
ne discuteremo
insieme.
LO
DELL'ANALISTA:
STUDIO
La nostra donna c'è andata
controvoglia. Non ha fiducia.
Mentre parla,
su di uno
schermo vengono proiettati i
suoi
pensieri:
l'esatto
contrario
di
quanto
va
dicendo.
Mente su ogni cosa. Parla e
pensa al costo dell'analisi.
400 mila lire la settimana, 80
1252
mila lire l'ora per 3 giorni,
per 12 mesi. 20 milioni l'anno.
Quello che sto facendo è
inutile. "Devo smettere. " Ma
ogni 3 giorni è lì,
come
tossicodipendente dell'ora di
protagonismo che si regala.
L'ORA in cui esiste in cui c'è.
Più avanti - dallo schermo che
ripete fedelmente le sue
parole, il pubblico capirà che
si è bloccata, e che è arrivata
ad una lettura fedele di quello
che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di
conoscenza, di se, attraverso
i ricordi:
Violentata dal padre a 10 anni.
Violenza che lei,
credeva
legittima, in quanto pensava
"è mio padre, se l'ha fatto
vuol dire che è naturale, che
1253
doveva farlo. Ha accettato la
violenza del padre, come la
varicella, la scarlattina, le
mestruazioni. Nessun trauma,
è mio padre, mi vuole bene.
DA LUI male non me ne può
arrivare.
Solo più tardi,
capirà l'errore di valutazioni.
Ma ancora oggi non sa che
peso quella violenza abbia
avuto sulla sua vita.
INSERIRE PRIMI RAPPORTI
CON L'ALTRO SESSO
Studiato con indifferenza per
la promozione:
diplomata?
Laureata?
Studiato
con
grande curiosità e letto tutto
(si fa per dire) per un suo
bisogno di sapere.
Si è
1254
specializzata,
(diciamo
fissata?)
sulla
vita
dei
filosofi,
ed ha elaborato
alcuni concetti filosofici a suo
uso e consumo. Per la verità
scoccia anche gli altri, ma
alcune volte se ne trae anche
un buon profitto per l'anima.
Ha fatto suo una tra le regole
più strane osservate dalla
"setta" si chiamava così,
(scuola) fondata da Pitagora:
NON MANGIARE LE FAVE.
Questo è il "comandamento"
più bizzarro del catechismo
pitagorico.
Aristotele dice
che era per via di una qualche
rassomiglianza con l'organo
maschile, da ciò deduciamo
che Pitagora doveva essere un
gran bigottone. E qui a questa
versione (spiegazione) che la
nostra donna si attiene: se un
1255
pensiero
così,
ripeto
"bizzarro",
astuto
è
diventato un "comandamento"
di una scuola filosofica
fondata da Pitagora,
un
presocratico, vissuto secoli e
secoli A. C. ,
beh,
qualchecosa
deve
pur
significare.
3) Sposata, con amore, ma
perché ci si sposava tutte.
4)
Avuto
figli,
non
particolarmente
desiderati,
né programmati perché così
era sempre stato.
5) Vissuto la vita
coscienza alcuna.
senza
Abortito senza riflessione.
1256
Non desiderato niente di
particolare.
Tutto quello che
"NONOSTANTE LEI"
ha
è
6) Sofferto come tutte.
Subito come tutte.
Pianto come tutte. E CHI
PIU' NE HA PIU' NE METTA
Ribelle come tutte.
Sul grande schermo scritto in
diverse dimensioni appare a
questo punto del dialogo con
l'analista:
PERC
APPARE
1257
Di pari passo alla presa di
coscienza del suo essere
donna della nostra donna, del
suo maturare - da oggetto a
soggetto - abbiamo piccoli
stacchi e ci troviamo in
Tribunale al PROCESSO.
TRIBUNALE:
E' un processo che la nostra
DONNA vuole.
E' molto incerta.
Chi vuole processare? "La
Società? L'educazione? La
famiglia? La madre. . . " Non
mi ha mai detto niente. Mi hai
insegnato
l'onestà
facendomela vedere con la sua
vita.
La morale o il moralismo?
1258
Cos'è il SESSO? Nessuno me
ne ha mai parlato.
Il padre. Amico? Nemico? Gli
amici? Il marito? I figli? E'
confusa.
Lentamente
progredisce
nell'inchiesta,
nel domandarsi e alla fine il
processo lo chiede per lei.
E' lei che si accusa.
"Ho vissuto come una capra.
Ho accettato tutto pensando,
seguendo i mille luoghi comuni
che la società ti dà con la
prima poppata.
Voglio essere processata e
condannata per non essere
riuscita, nonostante l'essere
stata militante politica, forse
anche
un'avanguardia
femminista, piena di ottime
teorie per le altre e minima
1259
pratica verso me stessa.
Ribellioni e una presa reale di
coscienza . E qui escono tutti
gli errori di una donna della
mia generazione. Errori che
forse potranno servire per un
miglioramento della qualità
della
vita.
Scelte
programmate, meditate, ecc.
DIO:
il primo maschilista. (voluto
inventato dagli uomini)
Eva tentatora peccatrice.
Perché non Adamo?
Mosè sul Monte siani:
tavole
Le
I comandamenti
NON
DESIDERARE
LA
DONNA D'ALTRI (Siamo fin
da allora OGGETTI.
1260
Non desiderare l'uomo d'altri:
undicesimo comandamento.
Nell'etica della nostra vita ci
vorrebbe.
I FIGLI
L'unica cosa che non può fare
l'uomo sono i figli.
NOI POSSIAMO CREARE UN
INDIVIDUO.
DICI NIENTE?
Che uso ne facciamo di questo
potere divino?
Troppo spesso è un potere
male usato.
E quando ci separiamo, i figli
non sono spesso usati come
materia di ricatto? Cosa
pagano i figli per i nostri
errori?
1261
LISISTRATA: Uomini volete
la guerra? Niente amore.
DONNA OGGI: creare una
creatura umana è un miracolo.
Ho questo potere io, solo io.
Smettiamo di fare figli per
almeno tre anni. Ragionamoci
bene sopra a 'sta incredibile
ricchezza
che
solo
noi
possiamo
elargire.
Valutiamone
il
profondo
significato, poi, con le idee
finalmente
chiare,
riprendiamo a far miracoli,
facendo ben sentire all'uomo
che è un miracolo al quale sta
assistendo. Così finalmente le
donne saranno rispettate. Se
non
altro
durante
la
gravidanza.
L'ABORTO
1262
I contraccettivi nelle scuole.
L'educazione
sessuale.
Abortire è un trauma. Non
puoi abortire come andare dal
parrucchiere, con la stessa
facilità.
Come ti senti dopo che hai
abortito? Ti rimane addosso
qualcosa? La prossima volta
che farai?
IL MATRIMONIO
Tutti ne parlano male e tutti
ci si rompono la testa. L'uomo
che hai sposato ragazzo
(giovane) quasi sempre, poco
ha in comune col vecchio
signore che hai al fianco, con
cui hai diviso la vita, gioie e
dolori. Nonostante questo ti
ostini, per via della prima
poppata piena di ideologie
1263
sbagliate a vivergli accanto. A
QUALSIASI COSTO.
Ovunque in tutti questi anni
ho ascoltato discorsi di donne
disperate,
la canzone è
sempre la stessa. La storia di
Medea si ripete nei tempi,
uguale,
a qualsiasi classe
sociale
tu
appartenga.
L'IDENTICA
CANZONE,
raccontata, tra lacrime, o
freddamente, o con rabbia o
con rassegnato dolore, o su di
un letto,
dopo un tentato
suicidio, o in casa di cura se
sei ricca, in manicomio se sei
povera. Sono storie di anni di
umiliazioni,
di tentativi di
ogni tipo. "Sta invecchiando. .
. sono gli ultimi colpi" e poi ti
accorgi che non sono gli ultimi,
né saranno i penultimi. Stai
1264
zitta, e aspetti. Gridi, e
aspetti.
Ti allontani,
e
aspetti.
Ma cosa cazzo
aspetti?
Cos'è che ti schiaccia? Cos'è
che t'ha cancellato il sorriso?
Cos'è che ti ha messo la
faccia a lutto? Cos'è che ti ha
convinta che sei morta?
Perché non dormi,
perché
pensi, perché sei fissata? Sei
fissata? SEI FISSATA.
Che
meccanismi
sono?
L'orgoglio,
paura
della
solitudine? I soldi? LUI?
L'AMORE? L'AMORE?
Ma dai, guardalo bene, porta
gli anni meno bene di te. E'
ancora divertente, spiritoso,
affascinante come 20,
30
anni
fa?
I
programmi
televisivi chi li sceglie? Il
1265
peso delle cose più noiose
sulle spalle di chi,
è
appoggiato? Com'è la tua
giornata con lui? Le tue
serate, le tue notti? Cosa vi
dite ancora? Cosa ti dà?
Analizza, analizza.
T'ho umiliata? Quante volte?
Qual'è l'ultima volta? E il
rispetto? Dove lo metti?
E noi come siamo? Come
siamo? Migliorate col tempo,
peggiorate.
La vera differenza tra un
uomo e una donna redo
consista in questo: le donne
conservano
un
po'
più
dell'uomo,
il
senso
dell'onestà, (non tutte) della
giustizia,
dell'integrità.
Siamo soggetti morali, (non
tutte) e a volte purtroppo solo
1266
moraliste. All'uomo è stata
inculcato, sempre con quella
prima fatale poppata,
il
piacere per la lotta, la lotta
con qualsiasi mezzo per
ottenere,
raggiungere,
impossessarsi del POTERE.
Il POTERE è comando, forza,
denaro.
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte QUALITA' privilegi
che ti derivano dal potere.
IL POTERE ti procura tutto
ciò che il POTERE
PUO'
PROCURARTI. Con il potere
che ti balla intorno anche
ne vorresti un po'? No?
Essere donne
continua ad
essere difficile,
e nel
cammino della vita (è con
rammarico,
che
sono
costretta a riconoscerlo) ti
1267
senti con
un fatto che
sicuramente,
dopo
il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta,
che le tue
difficoltà di vita,
di
sentimenti,
le
tue
insicurezze, dipendono sì da
come è strutturata la società,
dagli uomini, da quello che ci
aspetta da te, ecc. ecc. ma
dipendono anche da altri
essere come te, anime del tuo
stesso sesso.
Sì,
amarezza
e
sconvolgimento. La donna è
troppo spesso,
la maggior
nemica della donna.
Nel
lavoro e nella vita.
Giovani
o
interrogate,
vecchie,
provate ad
1268
interrogare.
Quasi tutte,
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei, ma vero è
che l'amore uomo lo fa quasi
sempre con una donna.
O giovane come te, o molto
molto più giovane di lui. E tu
stai a guardare. Si fa per
dire.
Naturalmente storie di questo
tipo si verificano quando il lui,
è un vero LUI. Se è giovane
va benissimo, ma andrà ancor
più bene,
se il LUI in
discussione
è
senza
giovinezza,
è adulto,
è
vecchino,
o
vecchio.
L'impegno, per la giovane in
questione, sarà minimo. In
tutti i sensi. Intendiamoci,
può anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma buone
1269
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali,
artistiche possono
allegerirlo assai, come peso.
E tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia, di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
SAI GIA' TUTTO. PERCHE'
E' IL RIPETERSI,
del
ripetersi,
del ripetersi.
Aspetti,
ed
a
volte
inutilmente.
Non succede
nulla, o succede proprio quello
che tu non vorresti.
L'unico pensiero che ti deve
dare un minimo di
è
che anche tu sei stata
giovane, e anche la giovane di
oggi, con fortuna, o senza
fortuna, (a volte non basta
sposare
uno
scrittore
importante per scrivere un
1270
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
pittore, sempre importante,
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
potere,
puoi correre nella
carriere, ma se non hai nella
testa le cose giuste. Sembra
che tu. . .
ti sembra di
correre, ma non appena ti
fermerai
per
riprendere
fiato,
voltandoti indietro,
scoprirai di aver perso per
strada qualcosa che sarebbe
stato più importante tenere,
e ben stretto. )
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età,
alla
tua
realtà,
diventerà
vecchia,
esattamente come sei tu ora.
1271
E questo uomo,
che tu
presuntuosamente hai creduto
tuo, guardalo: che non si
vede per quello che è
realmente,
abbarbicato
ciecamente alle sue illusioni.
All'alzarsi
del
sipario
troviamo una donna seduta
davanti ad una scrivania, sta
leggendo.
Schermo grande sul fondo
scena, sul quale appare una
scritta
dopo
un
minuto
dall'inizio
Donna.
Buonasera.
Lo
spettacolo di questa sera,
poco ha a che fara col teatro,
anzi, non è per niente, né
spettacolo né spettacolare.
La decisione di farvi passare 2
ore, mi auguro, diverse, m'è
venuta leggendo alcuni libri,
1272
qualche tempo fa.
Ci ho
pensato sopra, e m'è parso
che qualcosa contenuto in quei
libri, si è andato perduto in
questa nostra vita che va
sempre più di corsa.
C'è rimasto poco tempo, per
noi stessi, per i sentimenti. . .
per gli altri. Ho rapportato la
mia vita a quei discorsi, e da
qui,
sono partita per una
grande analisi sui miei anni
passati, quella che ero. . .
quella che sono diventata.
SULLO
SCHERMO
SONO MIGLIORATA?
2 ISCHIA
Donna - Non lo soQuello che m'importa,
è
tramite fatti miei, e fatti di
altri,
scoprire gli errori
1273
nostri e d'altri dietro ai quali
corriamo,
nei quali ci
esaltiamo o commiseriamo - ci
distruggiamo - ' mettere la
scoperta.
Sperando
di
arrivarci, a disposizione. . .
Donna - Non date retta a
quelle scritte. E' la parte più
banale di me, che si proietta
su quello schermo.
Dunque, vi dicevo che stavo
rileggendo gli appunti per una
lezione.
Beh, si mi piacerebbe essere
già docente. . . No, questa
qualifica è troppo grande per
me, ora, forse più avanti,
chissà, diciamo che mi sono
auto promossa:
Ma no! Una buona allieva. . .
Ecco sì. . .
Cercherò di
1274
passarvi
quello
che
acquisito con diligenza.
ho
Beh, cercherò. . . farò il
possibile di esserlo in questa
occasione. . .
.
CONTINUAZIONE DONNA
GRASSA
1(AMMAZZAMENTO
DUE
GEMELLI ODPEDALE ROMA;
Dopo la prima e la seconda
scena, ritroviamo la nostra
donna grassa che sta leggendo
il giornale, è illuminata da un
cono di luce in modo da
rendere il cambio di ambiente
il
più
veloce
possibiole.
ATTENZIONE QUESTO DUE
FRASI LE HO PRESE DA
1275
2DONNE2 HO TENTATO DI
FARE UN TRASFERIMENTO
E MI E' RIUSCITOòOGGI
SONO
RIUSCITA
A
METTERE ANCHE I NUMERI
ALLE PAGINE E TUTTO DA
SOLAòò
Buonasera a tutti¯
No
S
Vi voglio re
Rilassat
Sto riguar
O
CHIACCHERATA
1276
Donna.
Buonasera.
Lo
spettacolo di questa sera,
poco ha a che fara col teatro,
anzi, non è per niente, né
spettacolo né spettacolare.
La decisione di farvi passare 2
ore, mi auguro, diverse, m'è
venuta leggendo alcuni libri,
qualche tempo fa.
Ci ho
pensato sopra, e m'è parso
che qualcosa contenuto in quei
libri, si è andato perduto in
questa nostra vita che va
sempre più di corsa.
C'è rimasto poco tempo, per
noi stessi, per i sentimenti. . .
per gli altri. Ho rapportato la
mia vita a quei discorsi, e da
qui,
sono partita per una
grande analisi sui miei anni
passati, quella che ero. . .
quella che sono diventata.
1277
SULLO
SCHERMO
SONO MIGLIORATA?
PEGGIORA
Donna - Non lo so-
Quello che m'importa,
è
tramite fatti miei, e fatti di
altri,
scoprire gli errori
nostri e d'altri dietro ai quali
corriamo,
nei quali ci
esaltiamo o commiseriamo - ci
distruggiamo - ' mettere la
scoperta.
Sperando
di
arrivarci, a disposizione. . .
FATE T
P
1278
MA ANCH'I
SBA
Donna - Non date retta a
quelle scritte. E' la parte più
banale di me, che si proietta
su quello schermo.
Dunque, vi dicevo che stavo
rileggendo gli appunti per una
lezione.
D
Beh, si mi piacerebbe essere
già docente. . . No, questa
qualifica è troppo grande per
me, ora, forse più avanti,
1279
chissà, diciamo che mi sono
auto promossa:
M
Ma no! Una buona allieva. . .
Ecco sì. . .
Cercherò di
passarvi
quello
che
ho
acquisito con diligenza.
NON
I
Beh, cercherò. . . farò il
possibile di esserlo in questa
occasione. . .
3 ISCHIA
1280
COR
di LE
Nell'inverno
del
'69
nell'Università di
a S.
Francesco il prof.
Leo
Buscaglia decide di dare inizio
ad un corso sperimentale
gratuito, liberi gli studenti di
nadare e venire a loro
piacimento,
dedicato alla
crescita
e
all'evoluzione
individuale.
Suo desiderio era che quel
corso
si
risolvesse
in
un'esperienza
del
tutto
inedita
nel
campo
dell'insegnamento,
e che
fosse per lo studente di
grande
interesse
e
di
amplissima
portata,
in
1281
attinenza
con
le
sue
esperienze
immediate:
"CORSO D'AMORE".
Lui
stesso
aveva
sull'argomento conoscenze ed
esperienze limitate, come i
suoi studenti,
e quindi si
sarebbero tutti attivamente
impegnati nella scoperta dei
veri significati insiti nella
parola AMORE.
4 ISCHIA
Sì, sono tutto amore, e non
me ne vergogno. Ho un unico
messaggio e posso fornirvelo
seduta stante.
Viviamo in
un'epoca
che
comincia
realmente ad esortarci a
cogliere i significati della vita.
1282
Ci andiamo abituando ad una
nuova
nomenclatura.
"Condizionamento" "forme e
modifiche del comportamento.
" "Ciò che è necessario
rafforzare"
"ciò
che
è
rafforzato"
e
che
probabilmente determinerà il
comportamento.
Per
raffozzarci ci serviamo del
denaro,
delle campagne,
dell'elettroshock, e perfino
dei dolciumi. Quando qualcuno
si comporta nel modo giusto
gli ficchiamo una caramella in
bocca.
Il mio messaggio odierno è: la
miglior caramella del mondo è
un essere umano,
caldo,
palpitante, che non si scioglie
affatto. Quella chicca, sei
TU.
Il vero amore è un
1283
fenomeno
prettamente,
totalmente umano.
Non insegno l'amore nel senso
stretto del termine, mi limito
a
facilitare
il
fiorire
dell'amore.
Il fenomeno - amore - è un
quid che noi scopriamo.
L'essere umano crede nel
cambiamento,
se
non
apprezziamo la situazione
nella quale versiamo,
in
termini d'amore,
siamo in
grado di modificarla di dare
vita ad un nuovo scenario.
Possiamo donare solo ciò che
abbiamo,
in questo sta il
miracolo. Se abbiamo amore,
possiamo donarlo, se non ne
abbiamo,
agli altri
è impossibile. Non è tanto una
1284
questione di dare,
ma di
condividere,
spartire.
Ti
rendo partecipe,
e non la
perdo, perché già ce l'ho.
"L'affetto quale elemento
modificatore
del
comportamento umano. "
Gli scienziati,
psicologi,
antropologi, sociologi hanno
ignorato l'amore,
è
sconvolgente, perché tutti ne
abbiamo bisogno ed aneliamo
ad esso senza posa. Tuttavia
non
è
fatta
materia
d'insegnamento.
Si dà per
scontato che l'amore ci venga
fornito tramite e per effetto
di una misteriosa forza vitale.
"Viviamo tutti in comunità,
tuttavia moriamo tutti di
solitudine. "
1285
L'individuo capace di amare
deve aver cura di se stesso.
Badare
realmente
alla
sostanza
della
propria
personalità: "Ogni cosa viene
filtrata
attraverso
me,
quanto migliore sono, tanto
maggiore è ciò che ho da dare.
Tutto devo fare, per essere il
più bello, il più straordinario,
il più fantastico,
tenero
affettuoso essere umano del
mondo. In noi si manifesta
solamente
una
minima
porzione di ciò che realmente
siamo. Nondimeno ci sentiamo
perfettamente
paghi
di
essere quel che siamo.
5 ISCHIA
Lo psichiatra londinese R. D.
Laing
avanza
un'ipotesi
1286
provocatoria e suggestiva:
"Noi pensiamo molto meno di
quanto sappiamo.
Sappiamo
molto meno di quanto amiamo,
amiamo molto meno di ciò che
esiste ed in tal senso siamo
molto meno di ciò che siamo. "
Su tali premesse dovremmo
sentirci spronati senza
di
diventare.
. . . . un quid, riposto nel
profondo di ciascuno di noi
che differisce da individuo a
individuo.
UNICITA' DEL SINGOLO
E se qualcuno incontrando un
altro dicesse: "Sono proprio
contento che tu sia unico,
diversa.
Mostrami in cosa
1287
consistono le tue diversità,
avrò modo di trarne qualche
insegnamento"
immaginatevi
cosa sarebbe il mondo.
. . . insegnante di disegno:
Oggi, disegniamo un albero".
Va alla lavagna e disegni il
"SUO" albero. Una specie di
pallone verde con un piccolo
basamento marrone.
Un
lecca-lecca.
Tutti
disegnano. Più ti avvicini al
lecca-lecca e migliore sarà il
voto. Se tu, con tutti i colori
fai un albero, come lo vedi e
conosci "Tu devi avere un baco
nel cervello! "
. . . Facciamo di tutto perché
ciascuno sia uguale ad ogni
altro.
La capacità di
"conformarsi" costituisce la
premessa indispensabile per
1288
approdare al successo. Sii te
stesso. Non rinunciare mai al
TUO ALBERO.
Tu sei il sole, l'unico a TE
STESSO.
Il miglior te
stesso, ma voler essere un
altro
sarai
sempre
e
semplicemente il miglior n. 2.
GIUDICATA una persona per
quello che HA. Non per chi e
che cosa è.
L'essere umano è la cosa più
strepitosa
del
mondo,
dobbiamo
però
riscoprire
l'arte
di
saper
ridere.
Abbiamo creato il tempo.
Dopo di ché ne siamo diventati
schiavi.
LAPAROLA.
Le parole congelano la realtà.
Etichettiamo.
1289
Quanti bambini non hanno
ricevuto
un'adeguata
educazione perché prima o poi
durante l'infanzia ci si è
premurati di etichettarli? E'
uno stupido,
un ritardato
mentale ecc.
Le etichette allontanano gli
uomini, li distolgono gli uni
dagli altri. Negro, che cos'è
un negro? Mai conosciuto due
negri uguali in vita mia. Sa
amare? Sa soffrire? E' bello,
felice? La sua famiglia? Sa
dare qualcosa agli altri? Sono
queste le cose che contano e
non che sia negro, povero,
ricco.
UOMO
in
posizione
svantaggio culturale.
di
1290
Nessuno
mi
è
venuto
abbastanza
vicino
per
contagiarmi con i suoi germi.
In ogni creatura umana sono
racchiuse troppe meraviglie
per poterle bollare con un
epiteto
e
metterle
in
disparte. Non c'è al mondo
responsabilità
maggiore
dell'essere un essere umano e
fareste
bene
a
persuadervene.
Mc Luhan ha dimostrato che i
bambini quando mettono piede
all'asilo quasi tutti hanno già
visto 5000 ore di televisione,
delitti,
stupri,
intrighi
amorosi, immagini di morti
violente e autentiche. Dopo di
ché li portiamo a scuola.
Domandarsi, chi è il bambino
nuovo che dobbiamo educare,
1291
istruire? (Padre nave spaziale.
Pag. 39)
Oggi
non
basta
vivere,
imparare,
dobbiamo
SOGNARE,
vedere con gli
occhi della fantasia come sarà
il mondo di qui a 50 anni.
Salita in macchina di colpo non
mi è venuto in mente neanche
un posto dove mi sarebbe
piaciuto andare.
Li ho fatti
passare tutti.
Ho pensato
anche all'estero vado a Parigi.
. . Londra. . . Bruxelles. . .
Dopo un'ora di riflessioni e
giri turistici col cervello,
prendo tempo e vado in
ufficio.
E' sabato
pomeriggio. Non c'è nessuno
ne deve venire nessuno.
Sì,
nel mio ufficio: 360 metro
quadrati, 11 stanze. Beh, a
1292
parte questo fatto, vado nel
mio ufficio.
Imprevisto! C'è mio nipote e
un
nostro
collaboratore:
Walter.
"Che fate qui?"
"Nulla. . .
avevamo da
chiudere una storia. . .
stavamo andandocene.
E tu
che fai?" "ho da fare. . . "
Loro se ne vanno.
Mi sono
guardata intorno. . .
Più avanti - dallo schermo che
ripete fedelmente le sue
parole, il pubblico capirà che
si è bloccata, e che è arrivata
ad una lettura fedele di quello
che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di
conoscenza, di se, attraverso
i ricordi.
1293
Sono stati anni di lotte fure,
manifestazioni,
sindacato,
licenziamenti, Vietnam (vedi
biografia), feste dell'Unita,
e i garofani rossi del P. C. I.
ad ogni prima,
e Togliatti
quando è venuto al Teatro
Eliseo 1962 e l'amicizia con
Amendola e sua moglie, e le
migliaia di compagni che si
conoscevano, e gli spettacoli
per
le
fabbriche
in
occupazione. . . e . . . e. . .
(pezzo manoscritto dietro la
pagina numero 5 inserto 1
Cinzia)
1294
Ma il mio partito era lì,
immobile,
senza niente
vedere,
capace solo di
sbraitare contro i gruppi che
loro chiamavano gruppazzi. . .
di chiedere che "si facesse
luce" ad ogni atto criminale
sul quale la luce già brillava a
denunziare con evidenza il
colpevole. . . in coda su tutto,
arrancante ed elefantiaco. . .
pieno di case del popolo
svuotate di ogni ideologia. . .
senza più una biblioteca. . .
dove
importante
era
"incassare" fare soldi.
1295
Il tutto con la persuasione
che è inutile sollecitare lo
sviluppo
di
una
cultura
proletaria, giacché non esiste
né può esistere. "Esiste una
sola cultura, - dicono quelli "
che sanno ", - al di sopra delle
classi. La cultura è una, così
come è una la una e uno è il
sole
che
splendono
indifferentemente per tutti
quelli che se ne vogliono e se
ne sanno servire.
Facemmo teatro nelle case del
popolo,
nelle piazze,
nei
bocciodromi,
poi in una
capanna di via Colletta a
Milano, alla famosa palazzina
Liberty,
sempre a Milano,
che
ristrutturammo
completamente e che poi ci fu
tolta.
1296
Ho tolto dal cartoncino. . .
tutte le mie pastiglie. . . ne ho
fatto un bel mucchietto
davanti a me.
Ho preso una scodella, l'ho
riempita d'acqua ne ho messe
tre o quattro in bocca e giù a
bere.
Su un foglietto ho annotato:
3 e giù a bere, più 3. . . . e,
fanno 6. . . più 3 e fanno nove.
. . Devo arrivare almeno a
cento. Si fa una gran fatica. .
. ti si impasta la bocca. . . non
riesci a deglutire. . . ti viene
voglia di smettere. . . ancora
5. . . Ma cosa sto facendo?!
1297
ancora tre. . . e 5. . . Credo di
essere arrivata a 50. . .
Forza, ora 5. Forza - mi
viene da vomitare - ancora 7.
E' meglio che mi stenda. Non
voglio cascare per terra.
Lunedì si riapre l'ufficio.
Penso
alle
persone
che
lavorano qui.
Non me ne
importa niente. Di nessuno
m'importa. Non sento niente.
Ancora una manciata.
Che
fatica. Mi stendo.
Chiudo gli
morendo.
occhi.
Sto
Non ricordo nessun "ultimo
pensiero".
Invece no.
1298
LA CHIACCHERATA O IL
PROCESSO
LUOGHI DEPUTATI:
TRIBUNALE
UN
L
L
L'INFINITO:
Così viene chiamato il fondale
azzurro chiaro che gira
tuttintorno al palcoscenico)
nel quale LA DONNA agirà
rivolgendosi direttamente al
pubblico. Che porterà via via,
dall'analista, o al tribunale e
viceversa.
Nell'infinito,
la
donna
commenterà e denuncerà via
1299
via i fatti.
Interpellerà il
pubblico,
con domande
precise. Ed esigerà risposte
precise.
Per agevolare il
dialogo
si avvarrà della
collaborazione di attori e
attrici compresi in platea tra
il pubblico.
LO
DELL'ANALISTA:
STUDIO
La nostra donna c'è andata
controvoglia. Non ha fiducia.
Mentre parla,
su di uno
schermo vengono proiettati i
suoi
pensieri:
l'esatto
contrario
di
quanto
va
dicendo.
Mente su ogni cosa. Pensa al
costo dell'analisi. Quanto sta
1300
spendendo, all'ora, quanto
spenderà in un anno. Ecc.
Sente l'inutilità di quanto sta
facendo.
Si ripromette di
smettere. Ma ogni 3 giorni è
lì,
come tossicodipendente
dell'ora di protagonismo che
si regala. L'ORA in cui esiste
in cui c'è.
Più avanti - dallo schermo che
ripete fedelmente le sue
parole, il pubblico capirà che
si è bloccata, e che è arrivata
ad una lettura fedele di quello
che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di
conoscenza, di se, attraverso
i ricordi:
1) Violentata dal padre a 10
anni.
Violenza che lei,
1301
credeva legittima, in quanto
pensava "è mio padre, se l'ha
fatto vuol dire che è naturale,
che doveva farlo.
Ha
accettato la violenza del
padre, come la varicella, la
scarlattina, le mestruazioni.
Nessun trauma, è mio padre,
mi vuole bene. DA LUI male
non me ne può arrivare. Solo
più tardi, capirà l'errore di
valutazioni. Ma ancora oggi
non sa che peso quella violenza
abbia avuto sulla sua vita.
2) Studiato con indifferenza
per la promozione: diplomata?
Laureata?
Studiato
con
grande curiosità e letto tutto
(si fa per dire) per un suo
bisogno di sapere.
Si è
specializzata,
(diciamo
1302
fissata?)
sulla
vita
dei
filosofi,
ed ha elaborato
alcuni concetti filosofici a suo
uso e consumo. Per la verità
scoccia anche gli altri, ma
alcune volte se ne trae anche
un buon profitto per l'anima.
Ha fatto suo una tra le regole
più strane osservate dalla
"setta"(scuola) fondata da
Pitagora: NON MANGIARE
LE FAVE.
Questo è il
"comandamento" più bizzarro
del catechismo pitagorico.
Aristotele dice che era per
via
di
una
qualche
rassomiglianza con l'organo
maschile, da ciò diciamo che
Pitagora doveva essere un
gran bigotto. E qui a questa
versione (spiegazione) che la
nostra donna si attiene: se un
pensiero
così,
ripeto
1303
"bizzarro",
astuto
è
diventato un "comandamento"
di una scuola filosofica
fondata da Pitagora,
un
presocratico, vissuto secoli e
secoli A. C. ,
beh,
qualchecosa
deve
pur
significare.
3) Sposata, con amore, ma
perché ci si sposava tutte.
4)
Avuto
figli,
non
particolarmente
desiderati,
né programmati perché così
era sempre stato.
5) Vissuto la vita
coscienza alcuna.
senza
Abortito senza riflessione.
1304
Non desiderato niente di
particolare.
Tutto quello che
"NONOSTANTE LEI"
ha
è
6) Sofferto come tutte.
Subito come tutte.
Pianto come tutte. E CHI
PIU' NE HA PIU' NE METTA
Ribelle come tutte.
Sul grande schermo scritto in
diverse dimensioni appare a
questo punto del dialogo con
l'analista:
PERC
APPARE
1305
Di pari passo alla presa di
coscienza del suo essere
donna della nostra donna, del
suo maturare - da oggetto a
soggetto - abbiamo piccoli
stacchi e ci troviamo in
Tribunale al PROCESSO.
TRIBUNALE:
E' un processo che la nostra
DONNA vuole.
E' molto incerta.
Chi vuole processare? "La
Società? L'educazione? La
famiglia? La madre. . . " Non
mi ha mai detto niente. Mi hai
insegnato
l'onestà
facendomela vedere con la sua
vita.
La morale o il moralismo?
1306
Cos'è il SESSO? Nessuno me
ne ha mai parlato.
Il padre. Amico? Nemico? Gli
amici? Il marito? I figli? E'
confusa.
Lentamente
progredisce
nell'inchiesta,
nel domandarsi e alla fine il
processo lo chiede per lei.
E' lei che si accusa.
"Ho vissuto come una capra.
Ho accettato tutto pensando,
seguendo i mille luoghi comuni
che la società ti dà con la
prima poppata.
Voglio essere processata e
condannata per non essere
riuscita, nonostante l'essere
stata militante politica, forse
anche
un'avanguardia
femminista, piena di ottime
teorie per le altre e minima
1307
pratica verso me stessa.
Ribellioni e una presa reale di
coscienza . E qui escono tutti
gli errori di una donna della
mia generazione. Errori che
forse potranno servire per un
miglioramento della qualità
della
vita.
Scelte
programmate, meditate, ecc.
DIO:
il primo maschilista. (voluto
inventato dagli uomini)
Eva tentatora peccatrice.
Perché non Adamo?
Mosè sul Monte siani:
tavole
I comandamenti
Le
1308
NON
DESIDERARE
LA
DONNA D'ALTRI (Siamo fin
da allora OGGETTI.
Non desiderare l'uomo d'altri:
undicesimo comandamento.
Nell'etica della nostra vita ci
vorrebbe.
I FIGLI
L'unica cosa che non può fare
l'uomo sono i figli.
NOI POSSIAMO CREARE UN
INDIVIDUO.
DICI NIENTE?
Che uso ne facciamo di questo
potere divino?
Troppo spesso è un potere
male usato.
1309
E quando ci separiamo, i figli
non sono spesso usati come
materia di ricatto? Cosa
pagano i figli per i nostri
errori?
LISISTRATA: Uomini volete
la guerra? Niente amore.
DONNA OGGI: creare una
creatura umana è un miracolo.
Ho questo potere io, solo io.
Smettiamo di fare figli per
almeno tre anni. Ragionamoci
bene sopra a 'sta incredibile
ricchezza
che
solo
noi
possiamo
elargire.
Valutiamone
il
profondo
significato, poi, con le idee
finalmente
chiare,
riprendiamo a far miracoli,
1310
facendo ben sentire all'uomo
che è un miracolo al quale sta
assistendo. Così finalmente le
donne saranno rispettate. Se
non
altro
durante
la
gravidanza.
L'ABORTO
I contraccettivi nelle scuole.
L'educazione
sessuale.
Abortire è un trauma. Non
puoi abortire come andare dal
parrucchiere, con la stessa
facilità.
Come ti senti dopo che hai
abortito? Ti rimane addosso
qualcosa? La prossima volta
che farai?
IL MATRIMONIO
1311
Tutti ne parlano male e tutti
ci si rompono la testa. L'uomo
che hai sposato ragazzo
(giovane) quasi sempre, poco
ha in comune col vecchio
signore che hai al fianco, con
cui hai diviso la vita, gioie e
dolori. Nonostante questo ti
ostini, per via della prima
poppata piena di ideologie
sbagliate a vivergli accanto. A
QUALSIASI COSTO.
Ovunque in tutti questi anni
ho ascoltato discorsi di donne
disperate,
la canzone è
sempre la stessa. La storia di
Medea si ripete nei tempi,
uguale,
a qualsiasi classe
sociale
tu
appartenga.
L'IDENTICA
CANZONE,
1312
raccontata, tra lacrime, o
freddamente, o con rabbia o
con rassegnato dolore, o su di
un letto,
dopo un tentato
suicidio, o in casa di cura se
sei ricca, in manicomio se sei
povera. Sono storie di anni di
umiliazioni,
di tentativi di
ogni tipo. "Sta invecchiando. .
. sono gli ultimi colpi" e poi ti
accorgi che non sono gli ultimi,
né saranno i penultimi. Stai
zitta, e aspetti. Gridi, e
aspetti.
Ti allontani,
e
aspetti.
Ma cosa cazzo
aspetti?
Cos'è che ti schiaccia? Cos'è
che t'ha cancellato il sorriso?
Cos'è che ti ha messo la
faccia a lutto? Cos'è che ti ha
convinta che sei morta?
Perché non dormi,
perché
1313
pensi, perché sei fissata? Sei
fissata? SEI FISSATA.
Che
meccanismi
sono?
L'orgoglio,
paura
della
solitudine? I soldi? LUI?
L'AMORE? L'AMORE?
Ma dai, guardalo bene, porta
gli anni meno bene di te. E'
ancora divertente, spiritoso,
affascinante come 20,
30
anni
fa?
I
programmi
televisivi chi li sceglie? Il
peso delle cose più noiose
sulle spalle di chi,
è
appoggiato? Com'è la tua
giornata con lui? Le tue
serate, le tue notti? Cosa vi
dite ancora? Cosa ti dà?
Analizza, analizza.
T'ho umiliata? Quante volte?
Qual'è l'ultima volta? E il
rispetto? Dove lo metti?
1314
E noi come siamo? Come
siamo? Migliorate col tempo,
peggiorate.
La vera differenza tra un
uomo e una donna redo
consista in questo: le donne
conservano
un
po'
più
dell'uomo,
il
senso
dell'onestà, (non tutte) della
giustizia,
dell'integrità.
Siamo soggetti morali, (non
tutte) e a volte purtroppo solo
moraliste. All'uomo è stata
inculcato, sempre con quella
prima fatale poppata,
il
piacere per la lotta, la lotta
con qualsiasi mezzo per
ottenere,
raggiungere,
impossessarsi del POTERE.
Il POTERE è comando, forza,
denaro.
1315
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte QUALITA' privilegi
che ti derivano dal potere.
IL POTERE ti procura tutto
ciò che il POTERE
PUO'
PROCURARTI. Con il potere
che ti balla intorno anche
ne vorresti un po'? No?
Essere donne
continua ad
essere difficile,
e nel
cammino della vita (è con
rammarico,
che
sono
costretta a riconoscerlo) ti
senti con
un fatto che
sicuramente,
dopo
il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta,
che le tue
difficoltà di vita,
di
sentimenti,
le
tue
insicurezze, dipendono sì da
1316
come è strutturata la società,
dagli uomini, da quello che ci
aspetta da te, ecc. ecc. ma
dipendono anche da altri
essere come te, anime del tuo
stesso sesso.
Sì,
amarezza
e
sconvolgimento. La donna è
troppo spesso,
la maggior
nemica della donna.
Nel
lavoro e nella vita.
Giovani
o
vecchie,
interrogate,
provate ad
interrogare.
Quasi tutte,
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei, ma vero è
che l'amore uomo lo fa quasi
sempre con una donna.
O giovane come te, o molto
molto più giovane di lui. E tu
stai a guardare. Si fa per
dire.
1317
Naturalmente storie di questo
tipo si verificano quando il lui,
è un vero LUI. Se è giovane
va benissimo, ma andrà ancor
più bene,
se il LUI in
discussione
è
senza
giovinezza,
è adulto,
è
vecchino,
o
vecchio.
L'impegno, per la giovane in
questione, sarà minimo. In
tutti i sensi. Intendiamoci,
può anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma buone
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali,
artistiche possono
allegerirlo assai, come peso.
E tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia, di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
SAI GIA' TUTTO. PERCHE'
E' IL RIPETERSI,
del
1318
ripetersi,
del ripetersi.
Aspetti,
ed
a
volte
inutilmente.
Non succede
nulla, o succede proprio quello
che tu non vorresti.
L'unico pensiero che ti deve
dare un minimo di
è
che anche tu sei stata
giovane, e anche la giovane di
oggi, con fortuna, o senza
fortuna, (a volte non basta
sposare
uno
scrittore
importante per scrivere un
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
pittore, sempre importante,
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
potere,
puoi correre nella
carriere, ma se non hai nella
testa le cose giuste. Sembra
1319
che tu. . .
ti sembra di
correre, ma non appena ti
fermerai
per
riprendere
fiato,
voltandoti indietro,
scoprirai di aver perso per
strada qualcosa che sarebbe
stato più importante tenere,
e ben stretto. )
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età,
alla
tua
realtà,
diventerà
vecchia,
esattamente come sei tu ora.
E questo uomo,
che tu
presuntuosamente hai creduto
tuo, guardalo: che non si
vede per quello che è
realmente,
abbarbicato
ciecamente alle sue illusioni.
1 ISCHIA
1320
All'alzarsi
del
sipario
troviamo una donna seduta
davanti ad una scrivania, sta
leggendo.
Schermo grande sul fondo
scena, sul quale appare una
scritta
dopo
un
minuto
dall'inizio
.
Sto male di salute, ma mi
sembra di stare molto bene
d'umore, mentre invece mio
figlio dice che tutte le
malattie che io sono riuscita
(un vero primato! ) ad
accumulare negli anni,
che
vanno
dall'onicofagiamangiarsi
le
unghie,
tricotillomania-strapparsi
i
capelli, attorcigliarli stretti
1321
al dito anulare e infine
nasconderli sotto ai mobili.
Quando uno è in ansia, si
strappa i capelli, se sola, si
mangia le unghie in presenza
di altri. E me l'ha dimostrato
enumerandomi tutto quello
che ho avuto negli ultimi due
mesi. "Oh, ma come sono
felice, rilassata! Mi dicevo. . .
e mi sembrava proprio di
esserlo. " Un bubbone della
grandezza di un mandarino
nel seno sinistro,
proprio
sopra al cuore, dolore ai reni
con perdita di sangue durante
la. . . minzione, cioè quando
faccio la pipì. . . Radiografia:
calcoli frantumati,
tracce
anche in vescica.
Dolorosi
crampi muscolari alle gambe
durante il sonno,
gamba
sinistra, dopo immobilità di
1322
qualche ora, non regge. . .
cado. "Cos'è, il Lazzaretto,
tutto di un colpo?
"NO, è che il tuo fisico si
difende come può, lanciandoti
campanelle d'allarme da una
situazione che tu vivi male.
Fai l'elenco di tutte le
malattie che hai avuto negli
ultimi anni,
gli interventi,
malattie inimmaginabili ma ben
tangibili che vanno da una
congiuntivite che ti scoppia
oggi, che ti sparisce il giorno
dopo l'ultimo spettacolo. Tu
come un pappagallo ripeti " sto
bene " e sei pure convinta,
invece"credi" di star bene,
ma nel tuo subconscio stai
malissimo.
"Tutta la
subconscio.
colpa è del
Freud ha detto
1323
un
sacco
di
cose
relativamente
importanti,
cose che anche altri avevano
detto, l'unica sua scoperta
"essenziale
per
la
vita
dell'uomo" per la sua mente è
'sta storia del subconscio".
'Sta storia del subconscio
deve essere vera.
Mi viene in mente una tipa di
Torino che lavora all'Einaudi,
si
chiama Emilia,
l'ho
conosciuta tanto tempo fa, mi
raccontava della sua vita
passata nel dibattersi tra(?) i
problemi del marito da cui si
era separata, dell'amante del
marito, la seconda moglie del
marito. Il figlio, la moglie del
figlio, il bambino del figlio
che lei, la moglie non gli fa
vedere perché lui ha un
1324
amante.
La suocera,
il
suocero
e
l'amante
del
suocero.
Tutti
questi
problemi
le
procuravano
fenomeni fisici stregoneschi,
reazioni sul suo corpo che
nessun medico aveva mai
registrato in alcun paziente.
Che so, le lenti a contatto
che si gonfiavano a dismisura
fino a scoppiare, oppure che
si
bucherellavano
tutte.
Robe mai viste, tanto che
l'assicurazione si rifiutava di
rimborsargliele. Mio figlio ha
certamente ragione. "Tu devi
sbatterti, riuscire a scavare,
a ricordare, a scoprire cosa
hai dentro realmente, quale
fatto vicino o lontano ti ha
portato a questo malessere.
Devi andare indietro, indietro
mamma.
"Mi sono presa un
1325
registratore e via a parlare a
ruota libera. Come premo il
tasto per registrare, non mi
viene in mente niente. Cerco
di rilassarmi. Vediamo. . . il
primo trauma. . . per me è
stato un trauma e grosso.
Anche se poi, ora, 30 anni
dopo, mi rendo conto di aver
guardato i fatti con eccessiva
enfasi.
Ho scambiato una
storia del tutto naturale per
una mancanza d'amore. L'ho
vissuta malissimo.
Ho
cercato di parlarne con lui,
ma subito mi sono interrotta,
imbarazzata
dal
suo
imbarazzo.
Impreparata,
incolta sul sesso: è la prima
cosa che ricordo in questa
incursione nella mia vita.
1326
Il mio rapporto con l'altro
sesso è stato per moltissimi
anni un rapporto "al servizio";
mai avuto stimoli sessuali, la
voglia di fare all'amore mi
veniva se ci si abbracciava e
baciava. . .
scivolando nel
rapporto senza un grande
desiderio di sesso. . . ero
portata ad assecondare il suo
di desiderio,
nessuno mi
aveva spiegato che potevo
averne anch'io di desideri.
Del sesso, non sapevo nulla.
Quello che facevamo,
era
venuto da solo,
l'avevamo
scoperto
insieme.
Autodidatti.
Ora,
per
fortuna è diverso. I giovani
sanno tutto, prima ancora di
avvicinar si ad una donna. Mio
figlio aveva un 13 anni e già se
ne stava con un libro di
1327
anatomia in mano. (IMENE,
vedevo soltanto un orecchio).
L'orgasmo,
l'ho raggiunto
molto dopo che praticavo il
sesso. Prima fingevo.
Non me ne sono mai fatta un
problema.
ALL'ENTRATA IN PLATEA A
TUTTI GLI SPETTATORI,
VERRA' CONSEGNATO UN
BLOCCHETTO
ED
UNA
MATITA.
All'alzarsi
del
sipario
troviamo in controluce una
donna seduta davanti ad una
scrivania, sta leggendo alcuni
fogli.
1328
Sul fondo scena, uno schermo
grande sul quale appare una
scritta
dopo
un
minuto
dall'inizio:
Gli effetti luce durante il
susseguirsi degli avvenimenti,
i cambi di luogo e situazioni
saranno indispensabili.
La
donna interpreterà via via i
vari
personaggi
che
distingueremo
con
prima
donna-seconda
donna,
magistrato,
ecc.
Indispensabile,
in certi
momenti il cambiamento di
luce e accompagnamento di
chitarra.
Buonasera a tutti.
1329
Non innervositevi se non parlo.
Sto zitta per voi.
Vi voglio regalare
istante di silenzio.
Rilassatevi.
vostro agio.
ASSAPORATE
MERAVIGLIA
"SILENZIO". . .
qualche
Mettetevi
a
LA
DEL
INTANTO
CHE
VOI
ASCOLTATE IL SILENZIO. .
.
1330
Io riguardo gli appunti per la
lezione che vi terrò. . . tra
qualche istante.
Ora incomincio.
(Luce piena)
I Donna.
Buonasera.
Lo
spettacolo di questa sera,
poco ha a che fare col teatro,
anzi, non è né spettacolo né
spettacolare.
Vorrei stare
con voi il tempo che ci pare. . .
(non quello che ci servirebbe. .
. sarebbe troppo. . . Quando
siete stanchi, non temete di
dirmi "Basta".
Non mi
offendo. Ce ne andiamo e
buona notte a tutti). Dicevo
vorrei stare con voi
per
1331
cercare di ritrovare insieme,
qualcosa che a mio avviso è
andato perduto in questa
nostra vita che va sempre più
di corsa. . . dove non c'è
rimasto quasi niente, né per i
sentimenti. . .
né per noi
stessi, né per gli altri. Ho
messo insieme storie di donne
e di uomini. . . tragitti
collettivi e personali. . .
avvenimenti politici.
Sono
partita da una grande analisi
dei miei anni passati, dei miei
problemi,
guardando quella
che ero. . . quella che sono
diventata.
(Sullo schermo
appare la scritta)
MIGLIORATA?
1332
PEGGIORATA?
I Donna- Non lo so. Quello
che m'importa,
è tramite
avvenimenti, banali, comuni o
insoliti,
miei e di altri,
"scoprire" gli errori dietro ai
quali corriamo, nei quali ci
esaltiamo o commiseriamo, ci
distruggiamo!
Se
ci
riusciremo,
metteremo la
nostra
"scoperta",
a
disposizione. . .
(sullo
schermo appare):
(Mentre a squarciagola una
voce fuori campo ripete
quanto visualizzato. )
1333
FATE
TESORO
DELLE
ESPERIENZE ALTRUI!
(Altra voce fuori campo)
Posso tenerne conto. . .
MA
ANCH'IO
VOGLIO
SBATTERCI LA TESTA!
(Altra voce cretina)
SBAGLIANDO S'IMPARA!
I Donna - Non date retta a
quelle scritte. E' la parte più
banale di me, e anche vostra.
. . che si proietta su quello
schermo.
Fate
molta
1334
attenzione con i pensieri. . .
tutto può finire lì.
Dunque, vi dicevo che stavo
rileggendo gli appunti per una
lezione. . .
(Voce presuntuosa a sfottere)
DOCENTE IN AMORE?
I Donna- (al pubblico) Chi l'ha
pensato?
Anche
se
mi
piacerebbe questa qualifica è
troppo grande per me ora. . .
forse più avanti, chissà. Tra
qualche anno. Diciamo che mi
sono auto-promossa. . .
(c. s. )
AMORE?
MAESTRA
IN
1335
I Donna- Ma no! Una buona
allieva. . .
questo sì. . .
Cercherò di passarvi quello
che ho acquisito e analizzato
con diligenza.
NON SEI
DILIGENTE
MAI
STATA
IN TUTTA LA TUA VITA.
I Donna- (Al pubblico) C'è una
madre qua intorno? Per
fortuna mamma! !
(cambia
tono) Ma in questa occasione
cercherò. . .
di esserlo. . .
farò il possibile. . .
No,
maestra
troppo. . .
d'amore
(c. s. ) MAESTRA DI VITA?
è
1336
I Donna- Sì, modestamente. .
. Alla mia età. . . qualcosa ho
imparato. Forse può andare. .
. oppure. . .
(c. s. ) "Corso d'amore. . . "
. . . . e dillo che non ne puoi
più!
(Sullo schermo si susseguono,
molte scritte uguali con
diversi caratteri, sulle quali
ne primeggia una: )
OK. VADA PER IL CORSO
D'AMORE
I
Donna(Indica
la
proiezione) Mi fa piacere
sentirvi d'accordo con me. . .
1337
e se non sbaglio, interessati.
Dunque cominciamo:
(dà
un'occhiata ai fogli). Un certo
Leo Buscaglia (molti dicono
che sia un coglione. ) nel 69 a
S. Francisco, decide di dare
inizio
ad
un
corso
sperimentale
gratuito
all'università di Barkley(?):
"Corso d'amore". Siamo nel
'92 e il suo discorso è
attualissimo. Forse non è un
coglione.
(sullo schermo leggeremo Leo Buscaglia -)
E' da lì che ho preso lo spunto
"Sì, sono tutto amore, e non
me ne vergogno. Ho un unico
messaggio e posso fornirvelo
seduta stante.
Viviamo in
un'epoca
che
comincia
realmente ad esortarci a
1338
cogliere i significati della vita.
Ci andiamo abituando ad una
nuova
nomenclatura.
"condizionamento" "forme e
modifiche
del
comportamento" "ciò che è
necessario rafforzare" "ciò
che è rafforzato" e che
probabilmente determinerà il
comportamento.
Per
rafforzarci ci serviamo del
denaro,
delle campagne,
dell'elettroshock, e perfino
dei dolciumi. Quando qualcuno
si comporta nel modo giusto
gli ficchiamo una caramella in
bocca.
Il mio messaggio odierno è: la
miglior caramella del mondo è
un essere umano,
caldo,
palpitante, che non si scioglie
affatto. Quella chicca, sei
1339
TU.
"
(SPARISCE
SCRITTA BUSCAGLIA)
LA
Come si fa a diventare un
essere umano,
palpitante?
Vorrei essere "la miglior
caramella del mondo".
Ma
come?
La strada è lunga. Coraggio,
facciamola di corsa.
(schermo)
INTERROGATIVI
interrogati.
Interrogati.
Interrogatiiii! ! !
Qual'è
stato
il
nostro
rapporto con i nostri padre e
madre?
Qual'è quello con i nostri
figli?
Come siamo cresciuti?
1340
1) Quale rapporto abbiamo
avuto col padre e la madre?
Abbiamo"parlato" con loro?
"Parliamo" con i nostri figli?
Il figlio è quella cosa alla
quale si mette il golfino se la
mamma sente freddo,
o
lasciamo che sia lui a dirci,
mamma ho freddo e gli
crediamo se dice d'aver
caldo?
Come siamo cresciuti?
Abbiamo ricevuto "onestà" dai
nostri padre e madre?
Come cresciamo i nostri figli?
Siamo "onesti" con loro?
1341
SCUOLA
Come sono stati
"insegnanti"?
i
nostri
PALLOSI?
REAZIONARI?
INTELLIGENTI,
Hanno
influito
sulla
formazione
del
nostro
carattere? Nella nostra vita?
TANTO?
POCO?
Ne ricordiamo qualcuno?
1342
SI?
NO?
PERCHE'?
AMICIZIA
Esiste? Sì, esiste. Abbiamo
amici? Teniamo all'amicizia?
NOI
Come
siamo?
Come
ci
giudichiamo? Come stiamo tra
la gente? Cos'è la gente per
noi?
Ci importa degli altri? Amiamo
gli altri? Quanti ne amiamo?
Amiamo i pranzi di Natale, i
pic-nic?
1343
AMORE
Nel rapporto con l'altro
sesso,
come sei? Timida,
sfacciata,
intraprendente,
esigente, ti accontenti. . .
ecc.
Come preferisce
accesa, spenta?
la
luce:
VITA
Ti senti una persona libera?
"Liberata"?
Siamo riusciti ad essere
"magnifici" qualche volta?
Qualcuno ha detto che ognuno
di noi vive nel seminterrato
della propria anima? E' vero?
Dov'è
il
seminterrato
dell'anima? Sotto i piedi? I
piedi di chi? Anche sotto ai
1344
tuoi? Abbiamo permesso a
qualcuno di ridurre un essere
umano, "noi", in poltiglia?
Quante volte? Almeno una!
POLITICA
Che peso ha la politica nella
tua vita? Fai politica? Ragioni
con la tua testa o deleghi?
Chi
deleghi?
I
nostri
"sgovernanti"?. . . il marito, il
figlio, la moglie, il vicino di
casa, il capoufficio. . . il. . .
il. . il. . .
Siamo, forse, così deboli che
uno può manipolarci come
vuole? I governanti, il marito,
la moglie, il figlio, il vicino di
casa, il. . . Perché?
1345
Perché
la
gente
(me
compresa) accetta tutto?
Perché lasciamo fare?
Perché accettiamo di fare le
code per sapere quali siano gli
"estimi" da pagare? Siamo
pazzi?
Perché dopo una tragedia,
che so, la morte brutale di un
figlio poliziotto o un altro
morto,
permettiamo che
qualche cronista televisivo col
pelo sullo stomaco ci chieda:
"Quando ha saputo che suo
figlio è saltato per aria cosa
ha provato signora?" Com'è
che la signora non tira un
calcio
nella
pancia
del
cronista? Perché non gli salta
addosso
e
lo
strangola
ficcandogli le dita negli occhi?
Perché?
1346
Perché non insorgiamo tutti?
(proiettato sullo schermo
appare: Buscaglia)! L'essere
umano è la cosa più strepitosa
del mondo,
dobbiamo però
riscoprire l'arte di saper
ridere.
Abbiamo creato il tempo.
Dopo di ché ne siamo diventati
schiavi.
Le parole congelano la realtà.
Etichettiamo.
Quanti bambini non hanno
ricevuto
un'adeguata
educazione perché prima o poi
durante l'infanzia ci si è
premurati di etichettarli: è
uno stupido,
un ritardato
mentale ecc.
Le etichette allontanano gli
uomini, li distolgono gli uni
1347
dagli altri. Negro. Che cos'è
un negro? Mai conosciuto due
negri uguali in vita mia. Sa
amare? Sa soffrire? E' bello,
felice? La sua famiglia? Sa
dare qualcosa agli altri? Sono
queste le cose che contano e
non che sia negro, povero,
ricco.
(Sparisce la scritta Buscaglia)
Mi viene un dubbio: che il
responsabile
ultimo
della
situazione tragica a cui siamo
arrivati, non sia Andreotti,
ma
siano
le
nostre
insicurezze,
il
nostro
accettare, il nostro subire.
DA CAPO.
RICOMINCIARE DA CAPO.
Chi sei? Chi sono? Come mi
chiamo? Nome,
cognome,
1348
coniugata. Figli? Cosa faccio?
Da dove vengo dove voglio
andare. Ricominciare da capo.
A. E. I. U. O. A. B. C. D. E. F.
G. . . MAM. . . MA . . . mamma.
. . papà. . scuola.
Chiesa.
Dio.
Oddio!
Odio! . . .
Comunismo.
Sole.
Terra.
Vento. Mare. Amore. IO.
IO. TE. Io e Te. IO e NOI.
NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO.
IO. NOI. AMORE. Nome.
Cognome. Sesso. IO
(si abbassa la luce appare la
Scritta su Schermo)
LUOGHI DEPUTATI:
LO
STUDIO DI UN ANALISTA
UN TRIBUNALE
L'INFINITO!
1349
LA CASA. . .
LA STRADA. . .
Donna- (a commento di ogni
scritta, con tono di voce alto,
ma
impersonale)
L'INFINITO:
Così viene chiamato il fondale
azzurro chiaro che gira
tutt'intorno al palcoscenico
nel quale la protagonista della
nostra storia agirà, enuncerà,
commenterà e denuncerà i
fatti della sua vita, si avvarrà
della vostra collaborazione,
interpellandovi con domande
precise. Ed esigerà risposte
precise.
Se proprio non ve la sentite di
parlare, d'intervenire, per
insicurezza,
per timidezza,
1350
scrivete le risposte, parlate
dei
vostri
problemi
sul
blocchetto che vi è stato
consegnato all'ingresso. . . Di
volta in volta sarà lo studio
dell'analista, o il tribunale o
la casa, o la camera da letto. .
. o la strada. Alla vostra
intelligenza scoprirlo. Non vi
posso dire tutto.
(Sullo schermo appare: )
STUDIO DELL'ANALISTA
La nostra donna c'è andata
controvoglia
dall'analista.
Non ha fiducia.
Mente su ogni cosa e pensa: "
80 mila a seduta, tre sedute
la settimana, 240 mila. . .
960 mila. . .
Al mese?
1351
L'anno?. . . Quello che faccio
non mi servirà a niente. . .
devo smettere. . .
sì,
è
l'ultima volta".
Ma ogni 3
giorni
è
lì,
come
tossicodipendente "dell'ora di
protagonismo" che si regala.
L'ORA in cui esiste,
c'è.
in cui
"Coraggio signora. . . mi dica,
lei si sente o non si sente
amata.
.
.
Qual'é
l'indispensabile
potenziale
d'affetto di cui ha bisogno?
"Ho sempre avuto un morboso
bisogno d'amore. "
Da piccola, avevo un 5, 6 anni
e per attirare l'attenzione dei
miei, ho rovesciato qualche
goccia d'inchiostro rosso nel
mio vasino della pipì. La mia
1352
mamma, sconvolta. . . mio dio,
s'è sviluppata a sei anni! . . .
No, no, forse è un fatto
renale,
chiama il dottore,
chiama il dottore,
tutti
gridavano, piangevano. . . mi
accarezzavano, baciavano. . .
Felice di tanta attenzione ho
tirato fuori la bottiglietta
d'inchiostro rosso. . . hanno
capito. . . m'è arrivato un
ceffone dalla mia mamma,
che ogni volta che sento
l'odore dell'inchiostro,
mi
tocco una guancia.
Meno
male
che
inventato le biro!
hanno
1353
Sono stata violentata da mio
padre a 10 anni, una volta
sola. Dico, "violentata", ma il
termine è errato.
Più giusto dire: "Ho avuto un
rapporto sessuale con mio
padre, senza nessun trauma,
senza capire quello che mi
stava capitando.
Ripeto,
avevo 10 anni. Volevo molto
bene a mio padre e lui voleva
molto bene a me. Troppo. . .
Non c'è stata violenza alcuna.
. . non pensavo fosse "male",
solo da adulta ho capito tutto
l'orrore di quell'atto:
una
terribile violenza alla mia
innocenza.
Molte volte ci ho pensato da
grande.
Allora,
in quel
momento
forse
incoscientemente,
mi son
1354
detta: "E' mio padre, mi
vuole bene, da lui male non me
ne può arrivare. E' mio padre,
se l'ha fatto vuol dire che è
naturale, che doveva farlo.
L'ho accettata come la
varicella, la scarlattina, le
mestruazioni. E' mio padre.
E non ci ho pensato più. In un
attimo
avevo
rimosso,
cancellato tutto.
E chi si
ricorda della varicella,
del
morbillo? (SCHERMO)
1355
"I
PRIMI RAPPORTI DI
SESSO. . . DOPO?"
"Ma. . . non ricordo bene. . .
La prima volta è stato con un
ragazzo che veniva a scuola
con me. . . no, non della mia
classe. . più alto. . . Ricordo
solo che cercava con tutte le
sue forze di ficcarmi la lingua
in bocca. . . che mi veniva da
vomitare. . . mi strizzava un
seno. . . e che mi spingeva
qualcosa di duro contro il
pube. . . Ero preoccupata. . .
Ma cos'ha lì. . .
una
bottiglietta?. . No, forse è
una zucchina o un cetriolo. . .
Ma perché, mi spinge 'sto
cetriolo contro il pube e fa ah,
ah? Forse è pazzo.
1356
Non ho più permesso che mi si
avvicinasse. Ho avuto il pube
tumefatto per giorni.
Poi
un'altra volta la stessa storia.
. . Non mi capacitavo che
tutti i ragazzi girassero
sempre con una zucchina nelle
mutande. Avrei avuto piacere
di scoprire il perché, ma non
sapevo a chi chiedere. Poi le
mie amiche una sera d'agosto
parlottavano. . si era al mare:
"Lui è venuto,
ci siamo
baciati, poi lui è venuto. "
"Come - faccio io - è venuto,
poi vi siete baciati e lui è
venuto. Venuto dove se era
già lì. Sarà andato. " "Che
scema, sei proprio una scema!
" e mi hanno spiegato tutto, e
l'amore, e il sesso e come
nascono i bambini! Un trauma
volevo morire. !
1357
Sono stata in confusione per
una settimana. Che nessuno
maschio mi venisse più vicino
con il suo cetriolo. . . che poi
magari resto incinta. Avevo
14 anni. ( inserire il pezzo sul
sesso di quando era adulta)
I Donna - Studiato con
indifferenza
per
la
promozione:
diplomata?
Laureata? Fa lo stesso. Sulla
filosofia ha elaborato alcuni
concetti filosofici a suo uso e
consumo e alcune volte ne
trae anche un buon profitto
per l'anima. Ha fatto suo una
tra le regole più strane
osservate
dalla
"setta"(scuola) fondata da
Pitagora:
II Donna (infervorata)
NON
MANGIARE
LE
FAVE.
1358
Questo è il "comandamento"
più bizzarro del catechismo
pitagorico.
Aristotele dice
che era per via di una qualche
rassomiglianza con l'organo
maschile, da ciò diciamo che
Pitagora doveva essere un
gran bigottone. I Donna - E
qui
a
questa
versione
(spiegazione) che la nostra
donna si attiene: II Donna se un pensiero così "bizzarro",
astruso
è
diventato
un
"comandamento" di una scuola
filosofica fondata da Pitagora,
un presocratico,
vissuto
secoli e secoli A. C. , beh,
qualchecosa
deve
pur
significare.
(Istintivamente
avevo ragione, col cetriolo,
ma. . . )
1359
I Donna - Sposata, ma perché
ci si sposava tutte.
Avuto
figli,
non
particolarmente
desiderati,
né programmati solo perché
così era sempre stato. La
nonna, la madre, la vicina di
casa. . .
Vissuto la vita senza desideri
particolarmente
eccessivi.
Sofferto come tutte.
Subito come tutte.
Pianto come tutte.
Ribelle come tutte.
II Donna - "Oddio, quando?"
I Donna - La sua colpa più
grave?
II Donna - "Nonostante
blaterassi nel far politica,
convinta d'avere la verità in
1360
tasca, non ho mai avuto la
forza di "scegliere" per me.
(Sullo schermo)
MICIDIALE! ! !
PERCHE'?
APPARE-SCOMPARE-APPARE
PERCHE'-PERCHE'-PERCHE'PERCHE'-
II Donna - Non lo so.
"Sì, ma dopo che lui. . . "
"Zitta. "
"Ho tentato di uccidermi! "
"Ah brava. Per il rimorso?"
1361
Quando ho avuto la certezza
che mio marito faceva sul
serio con una ragazza di 37
anni. . . più giovane di lui. . .
che si faceva vedere in giro. . .
che frequentava gli amici
comuni che "attenti a non fare
gaffe, che stasera arriva la
moglie ho fatto il giro delle
farmacie di Milano. . . una
bustina per volta, e Veronal e
Veramon
e
Gibalgina
e
Optalidon. . . poi sono andata
da lui e gli ho detto che
partivo.
"Dove vai?. . . "
"Non so. . . . " "Ma perché te
ne vai. . . io ti amo. . . tu conti
più di tutti al mondo. . . " "Sì.
Ciao".
Sbatto la borsa con tre cose
dentro - in macchina - e vado .
1362
Duecento metri dopo - mi
fermo - Poi riparto - poi mi
rifermo. - Penso a tutti i
posti che conosco - alla città alle persone amiche - Penso.
Senza accorgermene mi trovo
in ufficio. Nel mio ufficio.
Non
ho
più
voglia
di
andarmene da nessuna parte.
Non c'è luogo né persona che
mi attiri.
Nulla che senta
amico. Vuoto totale.
Penso a "lui", che sicuramente
ha già telefonato alla ragazza
del momento: Maria, Stella,
o. . . non mi ricordo più. . . :
"E' partita puoi venire".
Tolgo dalla borsetta tutto
quello che ho, libretti degli
assegni, chiavi di casa, della
cassaforte. Non mi viene da
scrivere niente.
Mi sento
1363
come una casermona popolare
di trecento appartamenti con
nessuno dentro. . . e nessuno
che suoni il campanello.
Ho tolto dal cartoncino. . .
tutte le mie pastiglie. . . ne ho
fatto un bel mucchietto
davanti a me.
Ho preso una scodella, l'ho
riempita d'acqua ne ho messe
tre in bocca e giù a bere.
Su un foglietto ho annotato:
3. Poi, più 3. . . . e, fanno 6. .
. più 3 e fanno nove. . . e giù a
bere. Devo arrivare almeno a
cento. Si fa una gran fatica. .
. ti si impasta la bocca. . . non
riesci a deglutire. . . ti viene
voglia di smettere. . . ancora
5. . . Ma cosa sto facendo?!
ancora tre. . . e 5. . . Credo di
essere arrivata a 50. . .
1364
Forza, ora 5. Forza - mi
viene da vomitare - ancora 7.
E' meglio che mi stenda. Non
voglio cascare per terra.
Lunedì si riapre l'ufficio. Che
sorpresa!
Ancora
una
manciata. Mi stendo.
Chiudo gli
morendo.
occhi.
Sto
Non ricordo nessun "ultimo
pensiero".
ADDIOOOOO. . .
Invece no.
Sento che mi sollevano di
peso,
mi costringono a
camminare. . .
mi parlano,
gridano, io mi lascio andare
non reagisco,
non voglio
reagire "Deve camminare non
fermarti! Falla camminare! "
ma chi parla?. . . Chiama il
1365
marito.
.
.
telefona
all'ambulanza. . . "Quante ne
hai prese parla! " E' la voce di
mia sorella. . . "Pensa a tuo
figlio, maledizione quante ne
hai prese?" chi è questo. . .
mio marito. . . Ci sono proprio
tutti. Tutti uniti.
Una festa di famiglia.
"Sbrighiamoci. . .
ha 21
pulsazioni. . . portiamola via"
Chi ha parlato. . .
gli
infermieri dell'autoambulanza.
M'infilano in un lenzuolo per
trasportarmi. . .
mi sento
urlare. . . e non so proprio
forse la rabbia mi faceva
uscire il fiato o forse l'ho
sognato "voglio morire! ! !
Lasciatemi maledetti voglio
morire! ! ! " Per un anno intiero
non sono andata nel mio
1366
ufficio.
Morivo di vergogna.
Non capita tutti i giorni di
essere trasportata per le
scale avvolta in un lenzuola
perché la barella non passa,
tra gli sguardi degli inquilini
allibiti "una signora così per
bene! . . . pensa te! . . . " finire
al Pronto soccorso seguita da
una decina di parenti mariti
sorelle e la gente che ti
guarda e i medici gentili che ti
fanno iniezioni da ogni parte,
una flebo nel braccio. . . ti
fanno bere un 700 litri
d'acqua con dentro non so
che. . .
"vomiti signora
coraggio" e tu che tiri su
l'anima e tutti sono contenti e
non ti trattengono perché sei
persona
conosciuta
sì,
capiscono. . . .
ma certo lo
scandalo, i giornali. . . si
1367
figuri. . . e via che torni a
casa e dormi per un 5 giorni e
quando ti svegli sei così
debole che non capisci se è
bene che ti sia andata bene, e
se
ti
è
andata
bene
veramente.
Riprendi a vivere la tua bella
vita di merda. . .
un po'
imbarazzata. . .
senza il
coraggio di guardare la gente
negli occhi. . . e tutti che ti
trattano come una che è
matta. . . e non come una che
ha bisogno d'amore.
(sullo
schermo ripetuto dall'attrice)
presa di coscienza del suo
essere donna
(insopportabile! ! )
1368
del suo maturare da oggetto a
soggetto.
(più che insopportabile! ! ! )
Donna- VOGLIO FARE UNA
DENUNCIA! ! VOGLIO UN
PROCESSO SUBITO!
TRIBUNALE
"Voglio un processo. . .
"Contro chi?"
(schermo a commento) E'
incerta. . . Subito spiazzata.
"Chi vuole processare signora?
La Società? La religione?
"Sì. . .
DIO:
il primo
maschilista, voluto inventato
1369
dagli uomini.
peccatrice.
Adamo?
Eva tentatora
Perché non
Mosè sul Monte Siani:
Le
tavole. . . I comandamenti (da
sintetizzare)
NON
DESIDERARE
DONNA D'ALTRI
LA
Siamo appena nate ed eccoci
lì, già OGGETTI.
L'undicesimo comandamento,
nell'etica della nostra vita ci
vorrebbe:
non desiderare
l'uomo d'altri
"Non
dica
sciocchezze!
Figuriamoci!
L'undicesimo
comandamento! Si vergogni!
Andiamo avanti,
chi vuole
1370
processare? L'educazione? La
famiglia? La madre. . . "
"Sì.
.
lei
ha
delle
responsabilità. . . e grandi. . .
Non mi ha mai detto niente.
Mi ha insegnato l'onestà
facendomela vedere con la sua
vita. . . ma non ne ha mai
discusso con me. . . e così non
se aveva una morale o se era
solo moralità. "
"C'è differenza?"
"Sostanziale! ! "
"Non è una colpa. . .
evidentemente non avevate un
dialogo. . . Andiamo avanti,
chi vuole processare la morale
o il moralismo ?"
"Contro il SESSO?"
"Nessuno
parlato. "
me
ne
ha
mai
1371
"E allora? Vuole processare
qualcuno perché nessuno le ha
mai parlato di sesso? Chi
processiamo,
il sesso? Il
sesso in genere o uno in
particolare
"Insomma,
contro chi. . . chi vuole che
sia processato? Il padreAmico-Nemico? Il marito? I
figli? Gli amici??"
"No, non voglio processare i
figli. . . anzi voglio innalzarli
al loro valore effettivo. E
anche
la
donna
voglio
innalzare. . . voglio darle il
posto che le spetta. NOBEL;
L'unica cosa che non può fare
l'uomo sono i figli.
Creare una creatura umana è
un miracolo. Ho questo potere
ce l'ho io, solo io.
1372
Che uso ne facciamo di questo
potere "divino"?
E quando ci separiamo, i figli
non sono spesso usati come
materia di ricatto? Cosa
pagano i figli per i nostri
errori? Smettiamo di fare
figli per almeno tre anni.
Ragioniamoci
bene
sopra.
Valutiamone
il
profondo
significato, poi, con le idee
finalmente
chiare,
riprendiamo a far miracoli,
facendo ben sentire all'uomo
che è un miracolo quello al
quale sta assistendo.
Finalmente le donne saranno
rispettate.
Se non altro
durante la gravidanza. . . Una
volta ho visto un uomo che
prendeva a calci nel ventre
sua moglie incinta.
1373
"Ma basta! ! !
Lei sta
farneticando. . . E' troppo
confusa disordinata nei suoi
ragionamenti.
Stia zitta e
risponda: E' sposata? "
"E' felice? Ha tradito suo
marito?"
"Ma io volevo denunciare. . . "
"Zitta e risponda: ha tradito
suo marito?
"Sì. . . Tutti ne parlano male e
tutti ci si rompono la testa col
matrimonio. L'uomo che hai
sposato ragazzo (giovane)
quasi sempre,
poco ha in
comune col vecchio signore
che hai al fianco, con cui hai
diviso la vita, gioie e dolori.
Nonostante questo ti ostini,
per via della prima poppata
1374
piena di ideologie sbagliate a
vivergli
accanto.
A
QUALSIASI COSTO.
"Ha figli?. . . Ha abortito?"
"Ma che c'entra?. . . io. . .
Abortito senza riflessione,
ne particolare esigenza. "Ma
che c'entra? Sì. . . due volte.
. . Perché? Ma, non era il
momento. . .
contraccettivi nelle scuole.
L'educazione
sessuale.
Abortire è un trauma. Non
puoi abortire come andare dal
parrucchiere, con la stessa
facilità.
Come ti senti dopo che hai
abortito? Ti rimane addosso
qualcosa? La prossima volta
1375
che farai l'amore
ricorderai?"
te
ne
Sono confusa. . . non gridi
tanto. . . sono confusa. . .
lasciatemi pensare un attimo. .
. Calma. . . calma. . . non. . .
Sì. . . ho trovato. Io. . . io
devo essere processata. . . Io
sono colpevole. Denuncio me
stessa. "
"Ah, volevo ben dire! Forza,
si confessi! . . voglio dire. . .
Parli! . . . e niente chiamate di
correo! "
"Io sono colpevole. . . Solo io.
Ho vissuto come una capra.
Ho accettato tutto pensando,
seguendo i mille luoghi comuni
che la società ti dà con la
prima poppata.
1376
Voglio essere processata per
non
essere
riuscita,
nonostante l'essere stata
militante politica,
forse
anche
un'avanguardia
femminista, piena di ottime
teorie per le altre ma non
messe in pratica verso me
stessa.
Processata
e
condannata.
Il prezzo è
altissimo.
E
paghiamo,
paghiamo.
Ovunque in tutti questi anni
ho ascoltato discorsi di donne
disperate,
la canzone è
sempre la stessa, uguale, a
qualsiasi classe sociale tu
appartenga, raccontata, tra
lacrime, o freddamente, o
con rabbia o con rassegnato
dolore, o su di un letto, dopo
un tentato suicidio, o in casa
1377
di cura se sei ricca,
in
manicomio se sei povera.
Sono storie di anni di
umiliazioni,
di tentativi di
ogni tipo. "Sta invecchiando. .
. sono gli ultimi colpi" e poi ti
accorgi che non sono gli ultimi,
né saranno i penultimi. Stai
zitta, e aspetti. Gridi, e
aspetti.
Ti allontani,
e
aspetti.
Ma cosa cazzo
aspetti?
Cos'è che ti schiaccia? Cos'è
che t'ha cancellato il sorriso?
Cos'è che ti ha messo la
faccia a lutto? Cos'è che ti ha
convinta che sei morta?
Perché non dormi,
perché
pensi, perché sei fissata? Sei
fissata? SEI FISSATA!
Che
meccanismi
L'orgoglio,
paura
sono?
della
1378
solitudine? I soldi? LUI?
L'AMORE? L'AMORE?! Non
mi dire!
Ma dai, guardalo bene, porta
gli anni meno bene di te. Tu ti
puoi fare il lifting e lui, lo
farebbe subito,
ma si
vergogna.
E'
ancora
divertente,
spiritoso,
affascinante come 20,
30
anni
fa?
I
programmi
televisivi chi li sceglie? Il
peso delle cose più noiose
sulle spalle di chi,
è
appoggiato? Com'è la tua
giornata con lui? Le tue
serate, le tue notti? Cosa vi
dite ancora? Cosa ti dà?
Analizza, analizza.
T'ho umiliata? Quante volte?
Qual'è l'ultima volta? E il
rispetto? Dove lo metti?
1379
E noi come siamo? Come
siamo? Migliorate col tempo,
peggiorate.
La vera differenza tra un
uomo e una donna credo
consista in questo: le donne
conservano
un
po'
più
dell'uomo,
il
senso
dell'onestà, (non tutte) della
giustizia,
dell'integrità.
Siamo soggetti morali, (non
tutte) e a volte purtroppo solo
moraliste. All'uomo è stata
inculcato, sempre con quella
prima fatale poppata,
il
piacere per la lotta, la lotta
con qualsiasi mezzo per
ottenere,
raggiungere,
impossessarsi del POTERE.
Il POTERE è comando, forza,
denaro.
1380
FASCINO.
BELLEZZA.
Tutte QUALITA' privilegi
che ti derivano dal potere.
IL POTERE ti procura tutto
ciò che il POTERE
PUO'
PROCURARTI. Con il potere
che ti balla intorno anche
(verificare originale) tu ne
vorresti un po'? No? Essere
donne
continua ad essere
difficile, e nel cammino della
vita (è con rammarico, che
sono costretta a riconoscerlo)
ti scontri con un fatto che
sicuramente,
dopo
il
turbamento che ti procura, ti
lascia
amarezza
e
sconvolgimento addosso, cioè,
la scoperta,
che le tue
difficoltà di vita,
di
sentimenti,
le
tue
insicurezze, dipendono sì da
1381
come è strutturata la società,
dagli uomini, da quello che ci
si aspetta da te, ecc. ecc.
ma dipendono anche da altri
esseri come te, anime del tuo
stesso sesso.
"Le famose
sorellanze! " La donna è
troppo spesso,
la maggior
nemica della donna.
Nel
lavoro e nella vita.
Giovani
o
vecchie,
interrogate,
provate ad
interrogare.
Quasi tutte,
fottute da un'altra.
Sì,
c'entra anche lei,
ha le
stesse
responsabilità
dell'uomo, l'amore l'uomo lo
fa quasi sempre con una
donna.
(vedere originale) O giovane
come te, quando sei giovane,
o molto molto più giovane di
1382
lui, quando tu sei vecchia. E
tu stai a guardare fingendo di
niente. Si fa per dire.
Naturalmente storie di questo
tipo si verificano quando il lui,
è un vero LUI. Se è giovane
va benissimo, ma andrà ancor
più bene,
se il LUI in
questione è senza giovinezza,
è adulto,
è vecchino,
o
vecchio, ma VIP! L'impegno
sessuale, per la giovane in
questione, sarà forse pesante
per via dello stomaco.
In
tutti i sensi. Intendiamoci,
può anzi dovrebbe essere
pesantissimo,
ma buone
prospettive, vuoi di vita, vuoi
sociali,
artistiche possono
allegerirlo
il
peso
dell'impegno.
1383
E tu stai a gurardare. Hai una
conoscenza della storia, di
quello che passa, del senso di
quello che sta accadendo. TU
SAI GIA' TUTTO. PERCHE'
E' IL RIPETERSI,
del
ripetersi,
del ripetersi.
Aspetti,
ed
a
volte
inutilmente
che
succeda
qualcosa. Non succede nulla,
o succede proprio quello che
tu non vorresti.
L'unico pensiero che ti deve
dare un minimo di sicurezza ,
è che anche tu sei stata
giovane, e anche la giovane di
oggi, con fortuna, o senza
fortuna, (a volte non basta
sposare
uno
scrittore
importante per scrivere un
buon
romanzo,
vedi
MORAVIA; o darsi ad un
1384
pittore, sempre importante,
per dipingere un bel quadro
ecc. ecc. Come a dire che se
hai doti, certo con l'uomo di
potere,
puoi correre nella
carriere, ma se non hai nella
testa le cose giuste. Sembra
che tu. . .
ti sembra di
correre, ma non appena ti
fermerai
per
riprendere
fiato,
voltandoti indietro,
scoprirai di aver perso per
strada qualcosa che sarebbe
stato più importante tenere,
e ben stretto. )
La giovane che oggi ti mette
pesantemente davanti alla tua
età,
alla
tua
realtà,
diventerà
vecchia,
esattamente come sei tu ora.
E questo uomo,
che tu
presuntuosamente hai creduto
1385
tuo, guardalo: che non si
vede per quello che è
realmente,
abbarbicato
ciecamente alle sue illusioni.
Il vero amore è un fenomeno
prettamente,
totalmente
umano.
Non insegno l'amore nel senso
stretto del termine, mi limito
a
facilitare
il
fiorire
dell'amore.
(Alcune domande: inserto 1)
Il fenomeno - amore - è un
quidi che noi scopriamo.
L'essere umano crede nel
cambiamento,
se
non
apprezziamo la situazione
nella quale versiamo,
in
termini d'amore,
siamo in
1386
grado di modificarla di dare
vita ad un nuovo scenario.
Possiamo donare solo ciò che
abbiamo,
in questo sta il
miracolo. Se abbiamo amore,
possiamo donarlo, se non ne
abbiamo,
agli altri
è impossibile. Non è tanto una
questione di dare,
ma di
condividere,
spartire.
Ti
rendo partecipe,
e non la
perdo, perché già ce l'ho.
"L'affetto quale elemento
modificatore
del
comportamento umano. "
Gli scienziati,
psicologi,
antropologi, sociologi hanno
ignorato l'amore,
è
sconvolgente, perché tutti ne
abbiamo bisogno ed aneliamo
ad esso senza posa. Tuttavia
non
è
fatta
materia
1387
d'insegnamento.
Si dà per
scontato che l'amore ci venga
fornito tramite e per effetto
di una misteriosa forza vitale.
"Viviamo tutti in comunità,
tuttavia moriamo tutti di
solitudine. "(inserito 6)
L'individuo capace di amare
deve aver cura di se stesso.
Badare
realmente
alla
sostanza
della
propria
personalità: "Ogni cosa viene
filtrata
attraverso
me,
quanto migliore sono, tanto
maggiore è ciò che ho da dare.
Tutto devo fare, per essere il
più bello, il più straordinario,
il più fantastico,
tenero
affettuoso essere umano del
mondo. In noi si manifesta
solamente
una
minima
porzione di ciò che realmente
1388
siamo. Nondimeno ci sentiamo
perfettamente
paghi
di
essere quel che siamo.
Lo psichiatra londinese R. D.
Laing
avanza
un'ipotesi
provocatoria e suggestiva:
"Noi pensiamo molto meno di
quanto sappiamo.
Sappiamo
molto meno di quanto amiamo,
amiamo molto meno di ciò che
esiste ed in tal senso siamo
molto meno di ciò che siamo. "
Su tali premesse dovremmo
sentirci spronati senza
di
diventare.
. . . . un quidi, riposto nel
profondo di ciascuno di noi
che differisce da individuo a
individuo.
UNICITA' DEL SINGOLO
1389
E se qualcuno incontrando un
altro dicesse: "Sono proprio
contento che tu sia unico,
diversa.
Mostrami in cosa
consistono le tue diversità,
avrò modo di trarne qualche
insegnamento"
immaginatevi
cosa sarebbe il mondo.
. . . insegnante di disegno:
Oggi, disegniamo un albero".
Va alla lavagna e disegni il
"SUO" albero. Una specie di
pallone verde con un piccolo
basamento marrone.
Un
lecca-lecca. Tutti disegnano.
Più ti avvicini al lecca-lecca e
migliore sarà il voto. Se tu,
con tutti i colori fai un albero,
come lo vedi e conosci "Tu
devi avere un baco nel
cervello! "
1390
. . . Facciamo di tutto perché
ciascuno sia uguale ad ogni
altro.
La capacità di
"conformarsi" costituisce la
premessa indispensabile per
approdare al successo. Sii te
stesso. Non rinunciare mai al
TUO ALBERO.
Tu sei il sole, l'unico a
STESSO.
Il miglior
stesso, ma voler essere
altro
sarai
sempre
semplicemente il miglior n.
TE
te
un
e
2.
GIUDICA una persona per
quello che HA. Non per chi e
che cosa è.
L'essere umano è la cosa più
strepitosa
del
mondo,
dobbiamo
però
riscoprire
l'arte
di
saper
ridere.
Abbiamo creato il tempo.
1391
Dopo di ché ne siamo diventati
schiavi. (inserto 7)
LA PAROLA.
Le parole congelano la realtà.
Etichettiamo.
Quanti bambini non hanno
ricevuto
un'adeguata
educazione perché prima o poi
durante l'infanzia ci si è
premurati di etichettarli? E'
uno stupido,
un ritardato
mentale ecc.
Le etichette allontanano gli
uomini, li distolgono gli uni
dagli altri. Negro, che cos'è
un negro? Mai conosciuto due
negri uguali in vita mia. Sa
amare? Sa soffrire? E' bello,
felice? La sua famiglia? Sa
dare qualcosa agli altri? Sono
queste le cose che contano e
1392
non che sia negro,
ricco.
povero,
UOMO
in
posizione
svantaggio culturale.
di
Nessuno
mi
è
venuto
abbastanza
vicino
per
contagiarmi con i suoi germi.
In ogni creatura umana sono
racchiuse troppe meraviglie
per poterle bollare con un
epiteto
e
metterle
in
disparte. Non c'è al mondo
responsabilità
maggiore
dell'essere un essere umano e
fareste
bene
a
persuadervene.
Mc Luhan ha dimostrato che i
bambini quando mettono piede
all'asilo quasi tutti hanno già
visto 5000 ore di televisione,
delitti,
stupri,
intrighi
1393
amorosi, immagini di morti
violente e autentiche. Dopo di
ché li portiamo a scuola.
Domandarsi, chi è il bambino
nuovo che dobbiamo educare,
istruire? (Padre nave spaziale.
Pag. 39)
Oggi
non
basta
vivere,
imparare,
dobbiamo
SOGNARE,
vedere con gli
occhi della fantasia come sarà
il mondo di qui a 50 anni.
Poi,
abbiamo
cantato
Bandiera
rossa
e
l'Internazionale. . .
e ci
veniva da piangere.
A quei tempi, oltre ad essere
onesti,
ci si commuoveva
anche facile.
1394
La sezione di Cernobbio. . .
Ci venivano anche i miei figli. .
. si organizzavano serate. . .
dibattiti. . . litigate. . .
Jacopo e le bambine erano i
più giovani iscritti alla F. G. C.
I. della Lombardia.
Avevano 12 anni
e facevano la prima media.
Erano molto attivi. . .
politicamente
impegnati
nonostante l'età; passavano
tutte le loro ore libere dalla
scuola, a fare inchieste.
In una zona bianca come il
comasco. . . ad esempio, con
carta e penna o registratore
fermavano le donne e candidi
1395
chiedevano:
la pillola?
"Signora prende
Che contraccettivo usa?"
Immaginatevi le reazioni!
M'ha chiamato persino il
Sindaco: "Signora i suoi figli.
.."
Oppure tornavano a casa e:
"Da oggi, tutto quello che è
americano. . . ( si era durante
la guerra nel Vietnam) in
questa casa non entrerà! "
A conti fatti si poteva
mangiare solo pane,
riso,
spaghetti.
Via la Coca-cola,
via i gins,
via questo via
quello.
1396
Jacopo, s'è preso anche uno
schiaffo da un insegnante. . .
c'era uno sciopero degli
studenti a livello nazionale. . .
loro tre, credo
gli unici in tutto il comasco,
stavano davanti ai cancelli
della scuola e cercavano di
convincere i compagni a
scioperare,
(Si può inserire episodio
"blocco del giro d'italia in
piazza Duomo con TV e Zavoli,
il commosso viaggiatore e
carica polizia a mezzanotte)
"Vedremo. . . " (canta
sottovoce): "Avanti o popolo
alla riscossa. . "
(Accennare
incontro
con
Novelli allora direttore Unità
e giornalisti: non sapevano
1397
niente,
non avevano letto
Rinascita articolo Amendola)
Che
vergogna!
Siamo
diventati
piccoli
piccoli.
Siamo diventati come gli altri.
Un pò come Woody Allen!
Qualche anno fa abbiamo
messo su uno spettacolo agile
da
recitare
quasi
improvvisato,
a base di
provocazioni
dirette
sul
pubblico. Abbiamo debuttato
al
Festival
Nazionale
dell'Unità di Bologna. C'era
ancora il vecchio P. C. I. . . e
c'era ancora Natta come
segretario. S'è cominciato,
tra la meraviglia dei compagni
del PCI,
con un elogio
sperticato in favore del
partito
socialista.
.
.
1398
Barzelletta Craxi che mangia
le patatine)
D'altra
parte,
bisogna
mettersi in testa che la
ladroneria è legata alla nostra
tradizione popolare. . . anche
religiosa. . . Non per niente
Cristo fu inchiodato in mezzo
ai ladroni:
cioè fra gente
simpatica, di compagnia. . .
mica fra due brave persone
noiose e rompiballe.
A proposito di tradizione, nei
tempi antichi, il trattamento
riservato agli imbroglioni e ai
ladri,
specie della cosa
pubblica, era assolutamente
severo.
- Tanto di cappello - levo il
cappello - frangetta- marchio
sulla fronte.
1399
LA GOGNA:
ognuno nella
piazza della sua città.
Ai colpevoli di truffa ai danni
delle casse della comunità, si
imponeva il castigo della
"culata". Venivano sollevati di
peso a gambe ripiegate, da
due giustizieri e quindi lasciati
cadere di schianto su una
pietra che,
a furia di
sederate, diventava concava.
I
castigatidi
sedere
si
riconoscevano all'istante in
quanto, causa i contraccolpi
della culata gli si incassava il
collo, la testa si rincalcava
fortemente fra le spalle tanto
da farli sembrare tartarughe
col vestito.
Vi ricorda qualcuno? V'è
venuto in mente Andreotti?
Sì, parlo proprio di lui. . . Tra
1400
parentesi. . . avete visto che
da che è morto Lima non ha
più
aperto
bocca?
Ha
aumentato solo,
prima di
andarsene,
del 25% lo
stipendio dei suoi amici Vip
dei baracconi statali.
Nella sua eterna carriera di
governo
ha
combinato
truffalderie e imbrogli a non
finire. . . Un sacco di volte
s'è tentato di beccarlo in
castagna,
ma lui,
con
straordinari colpi di reni, se
l'è sempre cavata. Credo che,
uomo di cultura com'è, sia a
conoscenza del castigo della
culata! e addirittura soffra
della sindrome. . . Sono certa
che il suo aspetto sia la
conseguenza di una memoria
genetica. . . trasmessa dai
1401
suoi avi,
che sicuramente
hanno
subito
una
serie
notevole di culate. . . "nei
secoli dei secoli. "
del lessico e dei
specie,
di
comunemente detta
morale civile. "
valori,
quella
"della
1402
DALL'AUTOBIOGRAFIA DI
FRANCA RAME di prossima
pubblicazione: "Il nostro era
un
teatro
realmente
e
totalmente
"all'improvviso"
che si basava su trame
semplici e stringate, Teatro
Popolare appunto,
nella
tradizione della Commedia
dell'arte,
completamente
opposto al teatro letterario e
naturalista messo in scena
dalle
grandi
e
illustri
compagnie che agivano nelle
grandi città e imitato in tutto
il suo negativo dalle piccole
compagnie, come la nostra,
che agiva no in provincia. Il
nostro successo stava tutto in
questa differenza. Il nostro
repertorio era vastissimo:
dalle più famose tragedie di
1403
Shakespeare ai drammmoni
ottocenteschi, alle commedie
di autori moderni a quei tempi
(Niccodemi, Giacos, Rosso di
San Secondo, alle comiche
finali. Il tutto senza aver mai
studiato una parte a memoria
su di un copione. Nella mia
fimiglia non esistevano copioni
di testi teatrali veri e propri,
ma una specie di cannovacci e
per molti testi non esisteva
nemmeno il cannovacccio. Ce
li avevamo nella testa da
sempre. Eravamo bravi? Non
lo so. So solo che i teatri
erano sempre pieni, che si
lavorava tutti i giorni,
si
riposava solo il venerdì santo,
e il 2 dei morti, a novembre.
O se c'era il funerale di un
personaggio importante del
paese: il prefetto, il sindaco,
1404
il dottore,
il prete il
farmacista.
E quando in un
paese avevamo fatto tutto il
nostro repertorio, (replicato
6 sere la Giulitta,
6 la
passione,
"Il
povero
fornaretto di Venezia " e non
mi ricordo più quali altri
drammoni avessere successo)
mio padre o mio zio,
si
leggevano un romanzo,
ci
riunivano e ci raccontavano a
sommi
capi
l'intreccio,
distribuivano i ruoli,
se i
costumi adatti non c'erano, si
rimediavano,
e via che il
giorno dopo si andava in scena.
Sulle quinte laterali, in bella
calligrafia,
la scaletta dei
punti chiave, il susseguirsi
degli avvenimenti.
1405
"L'assassino del corriere di
Lione".
"Scena prima:
la ragazza
s'incontra col padre, che non
aveva mai conosciuto, partito
povero, tanti anni addietro,
torna ricco,
riempie la
ragazza di doni, ma lei non
riesce a sentire nulla per lui,
anzi
solo
repulsione.
Manifestare
freddezza
e
imbarazzo. Ricordarsi che la
madre è morta.
Scena seconda: un uomo(lo
stesso attore che interpreta
il
personaggio delpadre)
languisce in una cella, è un
innocente caduto in un errore
giudiziario terribile. Accenni
all'assassinio di un corriere a
Lione.
Acceni alla moglie
morta e alla piccola bimba
1406
lasciate al paese.
ancora vive?
Saranno
Solo nel V atto tutto si
risolverà: il buono premiato
con la libertà e l'onore
restituito mentre il cattivo
(fratello gemello del buono),
smascherato da una collana
rubata al corriere di Lione,
sarà punito con la forca.
Gaudio e felicità. Ricordarsi
della madre morta. Comica
finale: I tre gobbi. "
Un altro esmpio di teatro
"all'improvviso": Arrivavamo
in una paese nel giorno in cui
si
festeggiava
la
santa
patrona,
ebbene,
debuttavamo con la storia di
quella santa, sulla quale mio
padre e mio zio avevano giorni
prima letto e ascoltato dalla
1407
gente, vita morte e miracoli.
Anche lì, senza prove. Non
c'è pesonaggio nel repertorio
della mia famiglia che a
secondo dell'età non abbia
interpretato.
Neonati(8
giorni in braccio alla mia
mamma-in la Genoveffa di
Brabante), bambini o bambine,
ragazzini
signorine,
giovanotti, suore, cortigiane,
prostitute.
Una volta ho
fatto persino, il cuciniere
Dracco,
alla corte di
Genoveffa di Brabante. La
storia nel ricordo, mi fa
ancora ridere. Ero cresciuta
e la Genoveffa(che dio la
maledica, quanto ho odiato sta
noiosa! ) ora la facevo io.
Giovane e bella moglie del re
alla guerra, sola nella raggia
viene insidiata da Golo, un
1408
primo
ministro
della
situazione, che lei respinge
furente e offesa.
La donna
giovane donna decide di
inviare una missiva al marito
tramite il cuciniero Dracco:
l'unico che a corte le sia
rimasto fedele.
per
avvertirlo del tradimento del
suo braccio destro. "Torna o
mio dolce sposo, torna! che
quel maialone del Golo vuole
fare con me, proprio quella
cosa là! " Golo che è sempre
lì a origliare , scopre tutto e
zak! , pugnala il poveraccio e
manda a dire al re che
Genoveffa è incinta del
cuciniero.
"Ti ha tradito o
mio re, che vergogna con un
cuciniero! "Il re ci casca,
fuori dalla grazia di dio "un
cuciniero no! "ordina il taglio
1409
della testa della la fedifraga
e anche del bambino nato nel
frattempo.
(TRANQUILLI
CHE POI TUTTO , COME
SEMPRE,
FINISCE
IN
GLORIA ) - Arriviamo sulla
piazza e ci rendiamo conto
che ci manca l'attore che
avrebbe dovuto interpretare
il
ruoli
del
cuciniero
D'accordo, sono due parole
che si possono anche tagliare,
ma fisicamente deve essere in
scena. Ci ragioniamo sopra un
attimo per vedere come
risolvere.
Bene. Ci siamo.
Facciamo così. Al momento
cruciale, vado alla quinta di
destra.
Il perfido Golo mi
spia dalla quinta di sinistra.
Parlo, guardando fuori scena
con il cuciniere che non c'è,
fingo
di
consegnargli
il
1410
messaggio e poi,
affranta,
esco.
Velocissimi mi
mettono
sulle
spalle
un
mantellaccio con capuccio, che
mi copre dalla testa ai piedi.
Rientro in scena con la missiva
bene in evidenza in mano,
faccio qualche passo come se
ora io parlassi a Genoveffa,
Golo si precipita su di
me"muori,
spione
di
un
cuciniero! E via che mi
pugnala. Cado morta. Golo
mi trascina fuori scena a
sinistra, cioè dalla parte
opposta da cui sono entrata.
Mi tolgono il mantello, mi
raddrizzo la parrucca biona
dalle lunghe
trecce, corro
velocissima dall'altra parte.
Rientro in scena e vedo Golo
che
pulisce
il
pugnale
assassino nel mantellaccio che
1411
indossavo fino ad un secondo
fa.
"L'avete ucciso!
Assassino! ! "Ansimo un pò,
per via della corsa, ma sono
perfettamente in parte e
nessuno s'è accorto di niente.
Noi eravamo in grado di
andare in scena senza prova
alcuna, con un testo nuovo
allestito di sana pianta.
Arrivavamo ad esempio in una
piazza nel giorno in cui in
paese si festeggiava la santa
patrona, ebbene, debuttavamo
con la storia di quella santa
sulla quale mio pdre e mio zio
avevano giorni prima letto e
ascoltato dalla gente, vita
morte e miracoli.
Avevavno
riunito
la
compagnia,
raccontato
a sommi capi
l'intreccio, distribuiti i ruoli
se i costumi adatti non
1412
c'erano si rimediavano, e via
che si debuttava.
Senza
prove. Se si confronta con i
90 o addirittura i 180 giorni
di prova delle compagnie di
oggi. . Ma certo che allora,
sovvenzioni
ministeriali
o
regionali o provinciali o
comunali, non ce ne erano,
quindi giocando sui soldi tuoi,
ti dovevi sbrigare eccome.
L'unico posto, luogo dove io mi
senta a mio agio è il
palcoscenico. No, non per via
"dell'ama la polvere
del
palcoscenico".
No.
Sono
allergica alla polvere, alle
banalità, alla retorica.
Sto
bene in palcoscenico perché ci
sono nata, perché è casa mia.
In qualsiasi città mi trovi,
1413
quando sono in teatro sono a
casa.
20 minuti dopo le nozze, si fa
per
dire,
resto
incinta.
Jacopo (un nome che mi piace
proprio come quasi tutte le
cose che fanno quei due tipi lì,
dice nostro figlio) è nato il 31
marzo del 55 a Roma.
Esattamente nove mesi e sei
giorni dal 24 giugno dell'anno
prima.
Gravidanza terribile.
Ho vomitato sempre.
Mi
disturbavano gli odori, perfino
i colori.
Mai più potuto
mangiare ne vedere un piatto
di spaghetti.
La sera del
trenta, stavo nel camerino del
Teatro Quattro Fontane dove
Dario recitava.
Chiedevo a
sua madre;la mamma Fo,
"come sono le doglie?Cosa si
1414
sente?Come si capisce che è
ora?"E lei, "quando senti una
mano che ti strappa le
viscere.
.
"e un'amica,
anche lei anziana"No Pina, non
ti ricordi più. Quando senti.
.
".
Nulla che mi
tranquillizzasse.
Anzi! Mi
ritiro un pò prima di Dario.
Ormai ci dovremmo essere. . .
Preparo la valigia, roba per 25
me, vestaglia camicie ecc.
e
roba per il bambino. (A quei
tempi non si sapeva prima se
fosse maschio o femmina. Ti
dovevi fidare delle anziane: la
pancia è così, allora è maschio.
No, per me è femmina, non
vedi come è messa?E via di
'sto passo.
Comunque
sempre"bambino" si diceva.
Se poi era femmina. . ) Ero
emozionata.
Arriva Dario.
1415
Baci baci.
Poi si mette a
letto e si mette a leggere "il
Mondo" .
Ho odiato molto
quel giornale per la sua
grandezza. Ogni volta che D.
voltava pagina mi faceva un
gran vento. E io sternutivo.
"Dario, mi sento strana. . .
""Dormi Nanina. . ". Dopo
un pò: "Dario.
.
""Dormi
Nanina".
.
e via a girar
pagine. . "Dario credo che
mi si sono rotte le acque. .
". "Dormi Nanina. . ""Ma
Dario! ! ! "Di corsa un taxi.
Ora siamo emozionati tutti e
due.
Clinica Salus.
Mi
avevano promesso che mi
avrebbero dato dell'etere.
In sala parto grido;Etere!
Etere! La levatrice mi dà una
carezza;"sì cara, sì, suo
marito è fuori"Etere! ! "Il
1416
fatto è che la signora in
questione
era
veneta
e
pensava che nel momento
supremo io chiamassi mio
marito: Ettore! Ettore! Poi
finalmente è arrivato il
medico.
Sento un vagito.
"Brava
signora.
3
chilogrammi e 9. "Ho fregato
la Clara.
La Clara era una
brava ragazza moglie di mio
cognato Fulvio, che però era
molto quotata all'interno della
famiglia,
e
quando
dico
famiglia intendo mia suocera,
in quanto professoressa di
lettere, non attrice. Quindi
sicuramente migliore di"quella
lì che 26 non solo fa l'attrice,
ma mi ha anche portato via ei
me testun. "Sì, all'inizio mia
suocera
era
solo
mia
suocera;Non aveva simpatia
1417
per me e devo dire chefaceva
l'impossibile
per
farmelo
capire. Mi addolorava molto
non essere amata da lei.
Ma
si sa, gli inizi per qualsiasi
cosa tu intraprenda trovi
difficoltà,
figuriamoci
il
rapporto con la mamma di lui.
Mia suocera m'ha conosciuto
bene. E' diventata per me la
mamma Fo, e mi ha amata
profondamente,
come
profondamente io ho amato
lei. La frase che mi diceva
con orgoglio era "io l'ho messo
al mondo, tu l'hai fatto". Ma
pensa te! Ce ne vuole èh ! !
Con la leggerezza dei pazzi
usciamo dalla clinica con il
nostro fantolino in fasce e ci
"accasiamo" ospiti di un
fotografo di cui non ricordo il
1418
nome, che aveva una splendida
casa in via Parioni;Davvero
splendido
appartamento.
L'unico
difetto
non
indifferente per una coppia
con un bambino di 8 giorni che
questa principesca dimora, era
completamente priva di mobili,
(se li era portati via il padre
dopo una lite. Ma erano mesi
che l'appartamento era in
queste condizioni).
Due
brande,
una
sedia
per
comodino;un tavolo in cucina,
qualche sedi, forse, e un
telefono
con
un
fili
chilometrico che il nostro
amico si portava sempre
appresso.
Non volendo
umiliare la sua generosità
(forse era ubriaco quando ce
l'ha proposto, non so) ci siamo
sistemati alla bellemeglio. Il
1419
bambino ha pianto per 8 giorni
di fila. Per quanto spirito di
adattamento avessimo non
riuscivamo
proprio
a
comunicarlo a questo tipo
appena nato, che non sapeva
proprio niente della vita.
a
cavarcela e per le scomodità e
per la mia inesperienza.
Al
nono giorno, decidiamo di
tornare in clinica.
Ci hanno
presi a braccia aperte.
Ci
hanno dato una bellissima
camera, vicino alla sala parto.
Ci siamo addormentati tutti e
tre e abbiamo dormito per
almeno un giorno finalmente
rilassati;Dario come vedeva in
corridoi
un
padre
in
apprensione per la nascita del
suo bimbo si avvicinava e
s'informava.
parto cesareo.
27 "Sa, è un . "E Dario: "non
1420
si preoccupi anche Franca ha
avuto ilcesareo.
.
è una
sciocchezza.
.
vedrà"E
quello si consolava.
E un
altro" è messo di piedi! ""Non
si preoccupi, anche nostro
figlio è nato di piedi. .
è
andato tutto benissimo. . il
ginecologo è straordinario" .
Solo quando un padre era
preoccupato perché la moglie
stava facendo 2 gemelli D. è
stato senza parole.
Non
poteva dire : anche Franca. .
E via di questo passo.
Ci
siamo stati tre mesi. Quanti
padri e quante madri abbiamo
rinfrancato.
Qualcuna ci
viene ancora a trovare con i il
figlio nato proprio in quei
giorni.
Che benissimo!
Intanto, abbiamo comperato
una casa in via Nomentana,
1421
l'abbiamo
arredata
e
finalmente ci siamo andati ad
abitare. Tutti tre.
Il bambino cresce.
Noi
facciamo films. Il primo "Lo
svitato". Il soggetto era di
Dario.
L'aveva letto a
Zavattini
che
ne
fu
entusiasta.
Regia di Carlo
Lizzani.
Dario era troppo
inisperto per aver voce in
capitolo con gli sceneggiatori
che gli avevano messo al
fianco"sei autori in cerca del
personaggio" li definì Nello
Santi, il produttore.
Ne è
uscito un film sbagliato con
qua e là momenti da cineteca.
Avremmo dovuto avevre i
mezzi e la forza di ritiralo,
rigirare
quello
che
ci
sembrava
sbagliato
e
1422
riproporlo.
Ma non ci
abbiamo nemmeno provato.
Forse non l'abbiamo nemmeno
pensato.
Clamoroso
insuccesso.
(troppo avanti
_Ricordarsi TATI)Credo che
sia il film che incassato meno
negli ultimo 5o anni. Dopo lo
svitato Dario alterna al lavoro
di
attore
quello
di
sceneggiatore,
e
viene
addirittura scritturato fisso
alla Ponti de Laurentis come
gags-man a 2. 000. 000 al
mese.
La cifra era
astronomica.
Lavora con
sceneggiatori del calibro di
Age
Scarpelli
Pinelli(sceneggiatore
di
Fellini) Antonio Pietrangeli.
(indicare films.
Titolo) Io
interpreto partacce in films
tutti lacrime, core, cosce e
1423
zinne. Sono 28 quasi sempre
in
cartello
come
"partecipazione straordinari",
mi pagavanp bene, ma quei
films di straordinario non
avevano null'Altro che il
materiale umano col quale
venivo, grazie a loro, in
contatto.
TINA PICAGIUDA.
POI VENGO
SCRITTURATA DAL TEATRO
ARLECChino a Roma, per
interpretare un testo di
Feiduau che sembrava scritto
per me: "non andartene in giro
tutta nuda"Dario scrive per i
fratelli Bonos, che poi non ne
hanno fatto nulla un atto
unico"gli imbianchini non hanno
ricordi".
A quel punto gli
propongo di ritornare a Milano
e farci una compagnia nostra.
1424
Ci proponiamo a Paolo Grassi
allora direttore del Piccolo
teatro che ci regala fiducia,
amicizia dandoci il teatro per
ben tre mesi.
Debuttiamo
così, in un caldo infernale,
tutti soli, (sì, c'erano altri
attori da noi scritturati, ma la
responsabilità della compagnia
era solo nostra) con "Ladri,
manichini
donne
nuda".
Scritto diretto e interpretato
da Dario, sue erano anche le
scene e i costumi. Io facevo
l'attrice ma mi occupavo di un
sacco di cose;Mio fratello
Enrico
era
il
nostro
amministratore-attore
se
necessario.
Ha guidato la
nostra compagnia con grande
abilità, riuscendo a farci
stare in pieda anche senza
alcun aiuto ministeriale ne
1425
dell'ETI(ente
teatrale
italiano che avrebbe dovuto
appoggiare più che mai la
nosytra compagnia in quanto
recitava opere di autore
ITALIANO. Ma sia noi che
EDUARDO
De
FilippO
abbiamo avuto grazie alle
nostre scelte politiche , vita
grama con tutte le forza
statali e parastatali).
1958: "Comica finale" quattro
atti unici scritti da Dario, su
canovacci della mia famiglia.
Dario aveva sentito queste
storie mentre io le raccontavo
a
Jacopo
per
farlo
addormentare.
Ma de gli
atti, che gli ho passato "bocca
a bocca", il migliore
era "un morto da vendere"
che aveva completamente
1426
scritto,
ambientandolo
nell'800 come gli altri.
Il
migliore.
Non si pensi che
accecata dall'amore io possa
dare a Dario meriti che non
ha.
Non l'ho mai fattao.
D'altro canto basta leggersi
le "comica finale pubblicato da
Einaudi
per
vederlo.
RICORDARSI DIFFICOLTà
FINANFIARIE.
STABILE
TORINO;EPISODIO
2CANNAS L'AMORE è PIù
FORTE;
Siamo al teatro Gerolamo di
Milano.
Andiamo avanti con
grande fatica.
Il teatro è
conosciuto come teatro delle
marionette. Se il mio cuore
aveva un fremito al ricordo
della mia famiglia, questo
fremito non poteva riempirci
1427
il teatro.
La prima fu un
disastro.
Abituati ai
palcosceninci
grandi,
il
trovarci senza prova alcuna in
uno spazio grande come il
bagno di casa mia, ci ha messi
in grande difficoltà.
Devo
riconoscere, che come unica
volta nella storia della nostra
compagnia, la critica ufficiale
presente allo spettacolo non
ha
menzionato
i
3OOO
incidenti
che
si
sono
susseguiti nelle tre ore.
Proprio in quel teatro, quasi
sempre vuoto ci è arrivata
inaspettata la possibilità di
debuttare in un grande
teatro: il teatro Odeo.
Stagione
1959-60-"Gli
arcangeli non giocano al
flipper" teatro Odeon di
1428
Milano. Mille posti. Grande
successo di critica e di
pubblico.
Tutte le sere "il
Bossino" che in realtà si
chiamava Bossi direttore del
teatro,
non appena lo
spettacolo iniziava si metteva
in quainta con un foglio
sistemato sulla fronte, con
scritto in grande l'incasso
della serata.
Il copione di
questo spettacolo ci fu
sequestrato per le troppe
battute a soggetto che
abbiamo
aggiunto,
non
autorizzati.
Abbiamo
collezionato "rapporti
al
questore di ogni città dove si
lavorava, per un totale di 280,
tanti,
quanti
furono
le
repliche dello spettacolo.
questura"
1429
Abbiamo girato tutta l'Italia
facendo esaurito ovunque.
DATI
STATISTICI
E
INCASSI
NUMERO
SPETTACOLI
DENUNCIA
POLIZIA PER CENSURA. in
più di una occasione rischiamo
di non poter andare in scena.
1960-61 -"Avevav due pistole
con gli occhi bianchi e neri".
opera che tratta
della
connivenza tra fascismo e
borghesia,
tra
malavita
organizzata
e
potere.
L'intervento della censura è
pesantissimo, ci massacrò
letteralmente Decidemmo di
andare in scena egualmente
senza tenere in conto alcuno i
tagli.
Ci fu un braccio di
ferro piuttosto teso tra noi e
il prefetto di Milano che ci
1430
minacciò
di
arresto
immediato, ma alla fine,
preoccupato dello scandalo
che ne sarebbe venutoo, il
ministero tolse i tagli.
il
testoE' con questo spettacolo
che mi conquisto agli occhi di
mio marito, un ruolo diverso
da quello di sempre.
Per la
prima volta non accetto il
testo a scatola chiusa certa
del successo di sempre.
Qualcosa non mi convince. Lo
comunico a Dario.
Si è
discusso mica male.
Mio
figlio aveva sei anni e ancora
se lo ricorda. Credo sia stata
la prima discussione accesa
alla quale asssistesse. Non ci
aveva mai visti così, era un pò
spaventato.
"Dimmi cos'è
che non funziona! Dimmelo! "e
io: "non lo so". "più forte il
1431
Dario: "dimmelo! " "Non lo so,
ma c'è qualcosa che non va.
"(Quante volte negli anni
futuri s'è ripetuta questa
scena?) Jacopo piange senza
gridare, e anch'io scppio a
piangere gridando come un
bambino disperato.
Era la
prima volta che vedevo dario
fuori dalla grazia di Dio.
"Ora, lo rileggo tutto.
.
cercherò di individuare. . di
capire. . poi ti dirò. . ".
Leggo e prendo appunti.
Dario, per tutto il tempo ma
guarda serio. In piedi. Mi
stavo innervosendo.
Dopo
due ore, più imbarazzata che
mai: "taglierei qui, qui, e qui.
"D.
ci pensa un pò su, e poi:
"forse hai ragione, ma prima
preferisco
provarlo
col
pubblico. "
1432
Debutto: successo di stima.
Il giorno dopo D.
mi dà il
copione: "fai i tagli che
proponevi".
1961-62: "Chi ruba un piede è
fortunato in amore".
Dopo sporadiche apparizioni
nella TV di stato approdiamo
alla televisione sulla neonata
seconda
rete,
(1962
PRIMAVERA) con sei puntate
tutte nostre: "Chi l'ha visto?".
Subito dopo dalla direzione
Rai ci viene proposto di
condurre
"Canzonissima"il
grande
concorso
canoro
abbinato alla lotteria di
capodanno la trasmissione di
maggior interesse popolare
dell'ente. D. scrive i testi
che prima dell'inizio della
trasmissione
ricevono
il
1433
benestare della direzione
nella
persona
del
dott.
Pugliese
direttore
generale(?). Ma già alla prima
puntata la stampa reazionaria
si
scatena
criticando
ferocemente
la più che
delicata
critica
politico
sociale contenuta neitesti. Di
puntata
in
puntata
gli
attacchi, le polemiche sulla
stampa
non
si
contano.
L'indice di ascolto è altissimo
(anche se al processo, uno dei
tanti che c'è stato la
direzione Rai tentava di
sminuirci.
dicendo che
nessuno ci vedeva. TAXISTI
RICORDARSI) l'Italia era
divisa in due: chi ci ama, e chi
ci odia, ma tutti lì, davanti al
televisore il sabato sera. Ad
ogni trasmissione ci vengono
1434
imposti
tagli
e
censure
sempre più pesanti. (FIORI
SENO.
GAMBA
SINISTRA)fino
a
che
all'ottava puntata decidiamo
di
abbandonare
la
trasmissione.
La famosa
"Canzonissima",
il
FANTASTICO DI OGGI, va in
obda
senza
presentatori.
(RICORDARSI
WALTER
CHIARI
E
BRAMIERI)e
quando
l'annunciatrice
all'inizio della trasmissione
dice: d. FO e F.
Rame si
sono tritirati, una quantità
incredibile di telespettatori si
rovescia nelle strade di
Milano, tutti quanti diretti al
palazzo della fiera dove si
teneva
la
trasmissione.
Quando
usciamo(eravamo
stati su consiglio dei nostri
1435
legali nei camerini nostri fino
alla fine della trasmissione) ci
troviamo davanti una folla di
gionalisti, fotografi e migliaia
di persone.
In molti erano
venuti per dimostrarci la loro
calda e commossa solidarietà.
Questa fu la prima e credo
l'unica volta nella storia della
Rai
che
due
"attori"
rifiutarono di "abbioccarsi"
d'innanzi alle imposizioni ai
tagli,
all'arroganza
del
"padrone"ai soprusi.
BIOGRAFIA
ENCICLOPEDIA
SALA
PER
TRECCANI
DI
CESENATICO
SETTEM. 1992
20
Franca Rame debutta in
teatro a otto giorni, tra le
1436
braccia di sua madre, nel ruolo
della figlia della Genoveffa
del Brabante. La sua è ultima
ed una delle più importanti
famiglie di attori girovaghi.
Rappresentano,
nell'Italia
settentrionale, un repertorio
assai vasto.
Stralci dell'autobiografia di
Franca Rame di
prossima
pubblicazione:
"La mia famiglia è di origine
lombarda, nasce agli inizi del
600,
con marionette e
burattini,
(conoscevano
entrambi le tecniche assai
diverse tra loro).
Ho
debuttato ad 8 giorni in
braccio alla mia mamma. Nella
mia famiglia era un fatto
naturale: appena nasceva un
figlio lo si metteva in
1437
palcoscenico. L'Accademia di
arte drammatica, l'ho fatta
lì, con loro (con mio padre,
suo fratello le rispettive
mogli, i figli, gli scritturati).
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