1 ARRIVATA QUI TITOLO: MA QUANDO DORMIVAMO? 2012 27 MAGGIO 26 Maggio 25 maggio 24 MAGGIO 140238 LE PARTI EVIDENZIATEIN GIALLO SONO DA UNA VITA ALL’IMPROVVISA, QUELLE IN BLUETTE SONO NUOVE Vedere in fila incidente Genova e25 pisodio con Raffaella Carrà: lascio Dario in diretta MA QUANDO DORMIVAMO? Di palla in frasca Franca: io Quando sono nata? nel 1929. 2 Dove? Mi pacerebbe dire NY ma inizio a respirate a occhi spalancati a Parabiago in provincia di Milano. Pia, Lina, Enrico: le mie sorelle e mio fratello Emilia: nostra madre Domenico: nostro padre. Ecco la mia famiglia. La nostra professione? Teatranti. Via-via ci conosceremo meglio. SINTETIZZARE DA UNA VITA ALL’IMPROVVISA 1932 "E' ora che Franca incominci a recitare." - è mia madre che parla. La prima parte che ho imparato a memoria, me l'ha insegnata lei, "bocca a bocca", così si diceva a casa mia, mot- a mot, parola per parola. Non sapevo leggere. Avevo tre anni. Aveva deciso - era sempre lei che prendeva le decisioni importanti in famiglia - che avrei fatto un angiolino di supporto all'angelo vero, che veniva recitato da mia sorella Pia in "La passione del Signore" atto V, orto dei Gezzemani. "Pentiti Giuda traditore che per trenta monete d'argento hai venduto il tuo Signore! Pentiti! Pentiti!” - dovevo gridare di quando in quando. La parte non era lunga. Non ci devo aver messo molto ad impararla. "Ripeti! " e ancora e ancora: "Ripeti" diceva la mia mamma paziente mentre pelava le patate per il minestrone. "Ripeti! " Mia madre per i suoi figli era ambiziosissima. Per l'occasione mi aveva cucito un bellissimo abito bianco da angelo, con due grandi 3 ali bianche e oro appoggiate sulle spalle. Seppur credente non andava mai in chiesa ma aveva uno zio prete. Lei, lo sapeva benissimo che gli angeli erano vestiti così! Mio padre, ormai entrato nel gioco, mi mise in testa una coroncina di lampadine. E' ora d'andare in scena e tutti: "Ma che bell'angiolino! Ma che bel vestito!" La mia mamma faceva andare la coda. Non avevo fatto nessuna prova. Sapevo solo che ad un certo punto avrei dovuto seguire mia sorella Pia nell'entrata in scena e ad un segnale della mia mamma sistemata in quinta avrei dovuto gridare "pentiti Giuda" e quel che segue. Il guaio, l'imprevisto che più imprevisto di così non si poteva immaginare fu che il personaggio di Giuda era interpretato da mio zio Tommaso, un uomo che avevo sempre visto calmo, sorridente, che mi raccontava storie bellissime, mi regalava un sacco di divertimenti, al quale volevo molto bene e vedermelo lì, proprio vicino-vicino, con una parruccaccia nera in testa. Gli occhi che lanciavano saette tra un tuonar e lampeggiar minaccioso, che disperato gridava: "Possano i corvi divorarmi le budella, le aquile strapparmi gli occhi! - e altri animali che non ricordo - mi divorino un pezzetto alla volta ad incominciare dalla lingua" e via che roteava gli occhi che lanciavano fiamme dell’inferno. Mamma mia che terribile effetto… che spavento! Cosa stava capitando?! Ero stravolta, me lo ricordo benissimo. Ma quello che mi buttò completamente fuori, fu il vedere mia sorella, solitamente rispettosa ed educata, che per nulla intimorita gliene stava dicendo di tutti i colori! Una sfuriata in piena regola e che trascinavano il nostro povero zio in una disperazione sempre più nera. "Ma cosa sta capitando? Perché lo zio Tommaso fa così?" Il groppo che mi sentivo in gola stava per scoppiare; mia madre dalla quinta mi faceva gesti più che perentori. Giuro che avrei potuto parlare, ma non me la sentivo proprio di infierire su quel povero uomo già tanto prostrato. No, io no, allo zio Tommaso non dico proprio un bel niente. ! Non so cosa gli sia capitato. Forse è impazzito. "Anzi. A piccoli passi, camminando come pensavo camminassero gli angeli, seppur spaventatina, gli sono andata vicino, lui era in ginocchio e gridava più che mai. Dio che paura! Senza dire una parola mi sono arrampicata al suo collo e l'ho abbracciato, tempestandogli la faccia di baci. Insomma cercavo con i mezzi che avevo a disposizione, di calmarlo e piangevo nel silenzio che era calato in palcoscenico. Pia s'è ammutolita. In quinta mia madre faceva segnali che non prespettavano niente di buono. Lo zio-Giuda si blocca per non più di tre secondi, lo giuro. E poi con voce profonda (intanto con la mano mi solleticava la mia e con gli occhi mi rideva per tranquillizzarmi) dice: "Dio, sei grande! A QUEST'ORRENDO PECCATORE MANDI IL CONFORTO… un piccolo angelo… mi tendi la mano. No, no, non me lo merito! e, dal momento che lo spettacolo doveva pur terminare, taglia corto, M'impicco! ". 4 Deve usare un po' di forza per liberarsi da me che proprio non ne voglio sapere di lasciarlo andare. Grida: "L'albero più alto. . . dov'è l'albero più alto. . . Lasciami andare angiolino. Lasciami: "e con un urlo agghiacciante esce di scena. Mia sorella (l'unica volta nella sua vita, credo) non sapendo più che fare, camminando anche lei sulle punte, immediatamente lo segue. Grande applauso. Tutti mi chiamano in quinta con grandi cenni. Non so se la paura d'essere sgridata o il "senso del dovere" che maledizione da che sono nata è lì, a spingermi ( a pigiarmi ) la coscienza, fatto si è che dopo un attimo di silenzio con voce chiara e mesta quel tanto che serve dico "S'impicca! Non s'è pentito. Giuda traditore che per trenta monete d'argento ha venduto il suo Signore. Non s'è pentito! " e via che esco. Ce l'avevo fatta: l'avevo detta tutta! Da allora in poi, "la passione del Signore" ha sempre avuto due angiolini, con il più piccolo che abbraccia Giuda a mostrare la grandezza di Dio. E tutti giù a piangere. A 5 anni: "Gli spazzacamini della valle d'Aosta”, un drammone dell’ottocento. Com'è che succedeva? Come arrivavo la prima volta in scena con un personaggio che non avevo mai interpretato prima? Non me lo ricordo, ma so con certezza di non aver mai provato prima di un nuovo spettacolo. La parte come sempre fino a che ho imparato a leggere, me la insegnava la mia mamma, la imparavo velocissimamente, era come se 5 la sapessi già. Anzi, la sapevo già. Quante volte mi ero addormentata nella cassa dei costumi, o nella bara di Giulietta e Romeo, o in qualsiasi altro posto che mi permettesse di addormentarmi, mentre i miei recitavano una sera dopo l'altra! Non c’era possibilità che io rimanessi sola a casa. 6 Qui il manifesto dello spettacolo, “I poveri spazzacamini della valle d’Aosta, opera dei miei che possedevano una “macchina” apposita per stampare i 7 manifestini, adesso. i volantini di Gino – io - il protagonista, figlio di Luisa una povera ma avvenente incintata da un blasonato, il "contino" che passava di lì. Il padre, puro sangue blu, impone all’erede del suo nome e cospicua ricchezza, seppur innamorato della ragazza, a troncare la relazione. Luisa, causa la miseria in cui nascono quasi sempre le incintate all’improvviso, decide di vendereil figlioletto come facevan tutte le famiglie della valle per potersi sfamare la famiglia, nonostante la tenera età,augurandosi che lavorando per quel uomo dall’aria bonaria 8 e ben vestito col cappello a bombetta, signore di città, potesse guadagnarsi due pasti al giorno, magari anche un frutto, e non vivere nella misera e precarietà della famiglia. L’assoluta povertà impone spesso eventi dolorosi. La storia è piena di madri che vendono i figli. Disperazioni che regala la vita. Ma il signore bonario e ben vestito col la bombetta non è altro che un "mercante di carne umana"!, un infame che specula sui bimbi che gli vengono affidati, mandandoli spesso a morire nel tentativo di pulire, in quanto smilzi e denutriti, la cappa di un camino. 9 La madre dello spazzacamino accompagnata a suo padre, si reca a Torino per rivedere dopo mesi di lontananza il suo Gino… abbracciarlo. Le viene indicato dove sta lavorando il bimbo. Corre palpitante… arriva… frastuono, grida, fumo… “E’ morto uno spazzacamino!” si urla da ogni parte. “Presto tiratelo fuori!” “Ma chi è morto?” - chiede il nonno ad un bimbo sporco di fuliggine che mormora piangendo: “Il mio amico Gino… era di turno oggi..” Luisa manda un urlo e per il di dolore, impazzisce. Ma che sfortunata ragazza! 10 Ma il suo Gino, che quel giorno, in quanto ammalato era stato sostituito nel lavoro da certo Carletto… un compagno, che muore al suo posto. Questa per il misero Gino è una giornata davvero fortunosa, non solo non è morto ma pure conosce il suo genitore:il vecchio conte padre dell’incintatore è schiattato e suoi figlio è finalmente libero di seguire il suo cuore… corre al paese, cerca suo figlio, lo trova, e felice ce lo presenta vestito da vero signore. E’ ora di raggiungere la mamma. Si recano alla vecchia casa. 11 Silenzio ovunque. Gino vorrebbe entrare, ma una risata sgangherata e acuta lo blocca. Padre e figlio decidono d’entrare: si presenta loro uno spettacolo agghiacciante:Luisa scarmigliata ride e piange senza controllo chiamando il suo Gino. Accanto il nonno che cerca di consolarla. Gino chiama: “mamma… mamma… e si precipita ad abbracciarla. La pazza lo respinge: “Zitto! Tu non sei il mio bimbo… Gino era sempre nero di fuliggine… vattene!”. Il bimbo s’apparta piangendo disperato, poi s’illumina. Ecco cosa farà per far rinsavire la 12 mamma: riveste i miseri panni da spazzacamino e si annerisce il viso: “Eccomi mamma… sono tornato…” Il pubblico in quel momento non respirava più. Luisa lo guarda indifferente per qualche attimo e poi: “Ginooooo” “Mamma”. Grande abbraccio tra felicità e commozione. E il drammone conclude con una gran festa per le nozze, tra risate, lacrime, singhiozzi e applausi. Quanto piangeva il pubblico! Sentivamo i singhiozzi delle mamme sino in palcoscenico. “Gli spazzacamini..” 5 atti, con la comica finale per non mandare a casa la gente 13 intristita. Cos’era la “Comica finale”? La farsa Lombardia popolare in Le compagnie di giro come la nostra, nel periodo compreso tra il 1800 e il 1950, per circa cioè oltre un secolo e mezzo, recitavano sulla scena di piccoli teatri della provincia lombarda e 14 al terminedei drammoni strazia lacrime, chiudevano la serata con una farsa. La mia famiglia che era una delle più famose e antiche ‘compagnie di giro minime’, lombarde, possedeva un vasto e cospicuo patrimonio di farse: il clou dello spettacolo. ‘Compagnie di giro minime’ oppure guitti. Questo termine ora è usato erroneamente: è diventato un dispregiativo. “Quell’attore è un guitto” “quella è una compagnia di guitti.” “Sei un guittone!” Eccetera. Nulla di più sbagliato. Guitto significa girovago. OK? Ok. SGUERCINA da “Una vita all’improvvisa” LA SGUERCINA A scuola ero sempre un po’ isolata a causa della mia famiglia. Parlando di me, le mie compagne dicevano: “è quella del teatro…” e non suonava come un complimento. C’era disprezzo. Cosa significasse per quelle bimbe di 7-8 anni considerarmi “quella del teatro” non lo saprò mai. Non ho mai osato chiederlo. Comunque, doveva essere giudicata una cosa non bella… forse, “disonorevole”. 15 Ero a disagio… soffrivo. Guardavo la mia famiglia tanto unita… la mia bellissima mamma, mio padre con i suoi capelli bianchi… (li aveva così sin da giovane) mio fratello, le sorelle, i miei parenti e non vedevo nulla di diverso dalle altre famiglie. Quella ha il babbo che fa il droghiere, l’altra il medico, l’altra ancora il calzolaio, l’altra il tappezziere… la parrucchiera. I miei genitori facevano il teatro. E allora? Portavo vestiti del tutto simili a quelli delle mie compagne. Ero tirata a pomice dalla mia mamma… ero educata, gentile. Niente. Nessuno mi dimostrava attenzione. Non riuscivo a farmi un’amica. Ero intristita. Forse quel loro atteggiamento dipendeva dal fatto di non esser nata in quel paese, venivo da fuori. Noi si stava fermi, con casa e tutto per un certo periodo, poi ci si spostava… Attori girovaghi. Un giorno mi sono avvicinata ad un gruppetto di bambine, ero in terza elementare… parlavano fitto… poi sono scoppiate a ridere. Non sapevo perché, ma ho riso anch’io… forte, per farmi notare pensando anche di far loro piacere. Si zittiscono di colpo. Una, la capa, mi guarda esprimendo tutta l’antipatia possibile e mi sibila un: “Vattene sguercina.” “Marchiata da Dio!” - mi dice un’altra e nessuna sorride. Mi sono allontanata senza capire. “Marchiata da Dio!” “Sguercina!” Perché? Cosa vuol dire? L’ho chiesto alla maestra… ho in mente una anziana grassa signora con l’aria da nonna… ho avuto difficoltà ad esprimermi… ero molto agitata. Lei mi guarda imbarazzata. Con delicatezza accenna al mio strabismo. Non sapevo nemmeno di esser strabica. Nessuno in famiglia mi aveva mai detto niente. “Ma non farci caso, sono cattive e tu sei una bellissima bambina”. In quel momento ho realizzato nella carne che ero diversa dalle altre. Dagli altri. Ho gli occhi storti. “Marchiata da Dio!” Oddio, che faccio? Ero sconvolta. Sembra niente… ma vi assicuro che improvvisamente avevo perso la voglia di ridere, parlare, studiare… mangiare. M’era presa la vergogna di essere al mondo, di essere guardata. Entravo in classe tenendo gli occhi chiusi, raggiungevo il mio posto toccando i banchi, mi sedevo e non c’ero più. Uscita, assente. La maestra viveva la mia disperata malinconia e non sapeva come aiutarmi. Mi chiamava per interrogarmi, andavo alla cattedra sempre da cieca, e pur conoscendo la risposta, stavo zitta. Lei insisteva appena e poi – “Tranquilla… riproviamo domani. Ti ho portato un regalino…” e mi dava 2 caramelle. Mentre tornavo al posto sentivo i suoi occhi che mi seguivano e al tempo stesso guardava le altre bambine con disapprovazione. Ne ero certa. Ogni giorno uguale all’altro. Ero in sciopero dalla vita. Parlo pesante, ma ho veramente vissuto tutto questo. I tentativi della maestra di sbloccare il groppo che avevo in gola non servivano. Nell’intervallo io me ne stavo per mio conto con gli occhi sempre chiusi sbirciando con odio il mondo, appoggiata al muro. Un giorno, una della mia classe mi si avvicina… io immobile… lei mi sorride, io, come non vedessi. Lei mi prende una mano, la apre e mi ci mette sopra una caramella. Nessuna reazione. Ero di sale. Manco ho detto grazie. 16 Non mi usciva un respiro. Me la sono ficcata in tasca e l’ho conservata non so per quanto tempo. Era la “caramella” della mia vita. Il ponte dell’amicizia. Mai mangiata. Persa. Smarrita. I traslochi. Peccato. Quella caramella, quel gesto m’ha dato molto da pensare. Sì, mi avevano detto “sguercina”, e “marchiata da Dio!” ma forse non era una cosa così brutta come pensavo... La caramella donata all’improvviso, mi aveva messo in crisi. Erano state cattive… o ero io ad essere permalosa oltremisura, come mi diceva sempre la mia mamma? A quell’età e soprattutto in quelle situazione non si vivono le cose con il metro giusto. Né da una parte, né dall’altra. Forse ho esagerato a prendermela tanto… sì, devo proprio aver esagerato… mi ero anche chiusa come un riccio… forse ero diventata proprio antipatica… anche la maestra così gentile e io sempre a non rispondere alle interrogazioni… Che fare? Penso. Deciso. Pasqua. A Pasqua… Lavoro sodo con carta velina colorata e forbici. Mia zia Ida mi aveva insegnato a fare cose miracolose con la carta velina. Taglia, incolla, ritaglia e appiccica carta, colora… forza… Quante me ne mancano? Finalmente: finito! Arrivo a scuola con addosso l’incertezza di quanto stavo per fare… non mi sentivo sicura di niente… ero proprio una collezione di complessi sin d’allora, vado al mio posto con gli occhi chiusi come sempre… e mi si ferma il cuore: il mio banco è ricolmo di caramelle, bigliettini di tutte le forme… a cuore, dorati… disegnati… insomma, stupende cortesie. Che potevo fare dopo tanto tempo trascorso nella silenziosa disperazione se non scoppiare a piangere? Tutte le bimbe mi vengono intorno, mi abbracciano, si stringono a me… arriva anche la maestra… anche lei mi abbraccia. “Buona Pasqua!” gridano in coro. Estraggo dalla cartella i, credo 18, pacchettini posandoli sul banco, più uno per la signora maestra: “Buon Pasqua anche da parte mia” bisbiglio tirando su col naso. Curiose, scartavano il mio regalino. Esclamazioni di meraviglia. Cosa ci avevo messo dentro? Avevo per ognuna ritagliato nella carta velina il nome, poi contornato con fiorellini d’argento, d’oro, rosati... Per la maestra avevo ritagliato 18 testoline con i nomi di tutte le sue alunne. Una lavorata!!! Proprio in quell’istante entra in aula la direttrice: “Che sta succedendo qui? - dice a gran voce - Cos’è ‘sto bailamme?” “Oh, niente signora… ci si stava esercitando sul tema dell’amicizia e del bene…” – dice la maestra. “Amicizia e bene?- chiede la direttrice. “Sì, domani è Pasqua… e ci sarà il rito del contento, all’Alleluia il vescovo dirà “Siate in armonia col Figlio di Dio che è risorto. Abbracciatevi e datevi affetto l’un l’altro. Su, su ragazzine Facciamo la prova, datevi il contento.” E ecco che felici ridenti, ognuna abbraccia la compagna più vicina. Tutti si fanno carinerie, si danno baci; io abbraccio la maestra, l’unica rimasta sola e confusa è la direttrice che si guarda intorno come imbesuita. Pace era fatta. Contentaaa! Nel grande cortile dove abitavamo a Varese, sorgeva un modesto stabile a 3 pianiAl primo piano il nostro appartamentino. Un’ampia anticamera con divano libreria dove dormiva mio fratello. 17 CucinaDESCRIVERE Enrico. abbastanza grande, camera da letto con lettone matrimoniale e due lettini per Pia a me. Mia sorella Lina si era sposata e non abitava con noi. Un grande armadio, il comò, comodini, due abajur, due sedie imbottite. Scendiletti. Un Poi c’era una sala da pranzo, tavolo in marmo verde rilegato con legno mogano chiaro, buffet e contro buffet del color del legno che rilegava il tavolo, di cui mia madre andava molto orgogliosa. Al piano terra il nostro magazzinodove erano sistemate tutte le scene arrotolate una sopra l’altra, erano centinaia bellissime, dipinte da un pittore del Teatro della Scala, Lualdi che veniva a passare le sue vacanze da noi. Dovevano pagare molto poco ai pittori della Scala! Ricordo che durante la permanenza di Lualdi a casa nostra mio padre, stendeva due o tre scene nel cortile, e 18 tutti insieme cantando e ridendo, sotto la guida dello scaligero pittore, con le pennellesse, rinfrescavamo le scene. Erano momenti molto gioiosi. Nel grande magazzino c’era pure un lungoarmadio stracolmo di costumi, un altro di scarpe di tutte le misure e fogge,spade, fioretti, pugnali pugnaletti, stampelle, gobbe, sederi per ingrassarsi, ventri per simulare gravidanza. Mobili e attrezzature scenografiche. Avevamo Al primo piano il nostro appartamentino: anticamera grandina con un divano libreria dove dormiva mio fratello Enrico. Cucina abbastanza 19 grande, camera da letto con letto matrimoniale e due lettini per Pia a me. Poi c’era una sala da pranzo, tavolo in marmo verde, bufé e contro bufé, di cui mia madre andava molto orgogliosa. Il 9 aprile del 1936 ci fu grande festa per festeggiare il titolo di cavaliere di cui mio padre era stato insignito da Sua Maestà il re d’Italia. Ma pensa te?! 20 Erano arrivate tutte le persone che conoscevamo al mondo. Mamma aiutata da tutte le casalinghe del vicinato aveva preparato un pranzo magnifico. Io mi davo un gran daffare per aiutare le cuoche… pulivo le patate, tritavo il prezzemolo… infilavo un dito nella crema di zabaione me lo succhiavogolosa… “Franchina non mettere le dita nella crema… 21 eccoti un cucchiaino…” mamma, dolce mamma. – Venne allestito nel gran cortile di casa nostra un tavolo che si snodava a ferro di cavallo: poteva ospitare più di cento persone. Le sedie ce le prestarono tutti gli abitanti della zona. Ero emozionatissima. Mamma mi dedicò il suo tempo tanto pressato per vestirmi e pettinarmi a dovere. Quando mi specchiai mi uscì un sospiro appagato… ero molto soddisfatta: lunghi cannellotti mi adornavano il viso, l’abito di taffetà lilla chiaro a volant che mi aveva cucito mamma, mi stava un amore, le scarpette nella tinta del vestito. Ma chi ero? Una principessa? Quando scesi con mamma in cortile pieno di gente, cercai con gli occhi mio padre… era pazzo di gioia…“e cavaliere di qua, e 22 cavaliere di là”… ci vide, ci venne incontro, e disse agli amici: “Ecco Emila… e Franca, la mia bambina più bella.” Pia lanciò un urlo geloso che non prometteva nulla di buono, Lina, la mia sorella maggiore, mi prese in braccio e mi diede un gran bacio… Enrico, ridendo, mi tirò i capelli. Tutti in festa! Mi fu assegnato il mio posto. Stavo composta come fossi a tavola con la famiglia reale. Mangiai pochissimo. emozionata. Ero Aspettavo il gelato che mia mamma aveva ordinato in una pasticceria rinomata: la Coppa del Nonno della Motta. Mai ho dimenticato nella vita quel buon gelato. E tutte le volte che mi capita di passare davanti alla Motta… non resisto: entro e me ne compero una coppetta e di 23 colpo mi trovo nel vecchio cortile di casa mia. Bimba. ‘Na bellezza! Da quel giorno ho voluto molto bene al nostro re. Tanto bene che quando è morto mi sono messa un nastro nero al braccio. Tutti a chiedere “Ma chi ti è morto?” Col naso in su rispondevo “Il re!” rispondevo trionfante. Vittorio Emanuele III di Savoia (Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia; Napoli, 11 novembre1869 – Alessandria d'Egitto, 28 dicembre1947) fu re d'Italia (dal 1900 al 1946), imperatore d'Etiopia (dal 1936 al 1943) e re d'Albania (dal 1939 al 1943). Abdicò il 9 maggio1946 e gli succedette il figlio Umberto II. Figlio di Umberto I di Savoia e di Margherita di Savoia, ricevette alla nascita il titolo di principe di Napoli, nell'evidente intento di 24 sottolineare l'unità nazionale, raggiunta da poco. Il suo lungo regno (quarantasei anni) vide, oltre alle due guerre mondiali, l'introduzione del suffragio universale maschile (1912), delle prime importanti forme di protezione sociale, il declino e il crollo dello Stato liberale (1900-1922), la nascita e il crollo dello Stato fascista (19251943), la composizione della Questione romana (1929), il raggiungimento dei massimi confini territoriali dell'Italia unita, le maggiori conquiste in ambito coloniale (Libia ed Etiopia). Morì quasi due anni dopo la caduta del Regno d'Italia. Per la sua partecipazione a due guerre mondiali, e la vittoria nella prima fu soprannominato Re soldato e Re vittorioso[1]. A scuola non ero brava per niente. Avevo sempre un gran sonno: lavoravo con i miei quasi 25 tutte le sere, sia andava a letto tardi. Riscritto sintetizzato e Mi vedo a 15 anni ad un banco del Liceo, che non ho terminato, entra il bidello e sussurra qualcosa nell’orecchio della professoressa. Lei porto gli occhi su di me. Oddio? Chi è morto? Sempre stata sull’orlo della tragedia a furia di interpretar drammoni. Mi fa un cenno e senzaprofferir parola usciamo dalla classe e andiamo nell’ufficio del preside. entra in classe il preside, scambia due parole con la professoressa, che mi chiama e Lì, impettiti, c’erano tre fascisti tutti neri, faccia e divisa. Quello che brillava più degli altri, stupiva per la sua mole. Gli altri due, anonimi, ma con l’aria di chi comanda. insieme ci trasferiamo nello studio del Preside. 26 Che sta succedendo? Non mi sentivo più una goccia di sangue in viso, per via del terrore che si potesse sentire il ballar furioso del mio cuore. Pensavo, ora mi portano a "Villa triste…" Villa triste era una villetta grigia con le persiane sempre chiuse all'inizio della strada che portava al mio Istituto, dove venivano interrogati e torturati i partigiani.Tutti in città lo sapevano. Quando si passava lì davanti, si chinava la testa, abbassava la voce e si diceva un Requiem eternam amen. "Stai tranquilla - mi dicevo - stai tranquilla" Poi di colpo, alla prima domanda ho capito tutto. E il cuore a battere più forte. "Forse muoio." "Conosci Enrico Mazzucchetti?” "Si" "Dov'é?" 27 "Non lo so". Enrico, detto Bubi, era il mio amore dei quindici anni: un amore dolce e delicato. Ci siam scambiati qualche bacio a mani avvinghiate madide di emozione. La sera, quando andavo a letto mi addormentavo con i suoi occhi azzurri nei miei. “Non lo vedo da un po'" Sapevo che era andato nei partigiani, ma qualche giorno prima l'avevo visto, era venuto sotto casa mia per darmi una incombenza. Mi parlava fitto-fitto. Lo ascoltavo attenta, tremando. Dio mio, che era successo? "Allora?" incalzano i fasci. Erano minacciosi. "Non lo vedo più… forse è sfollato con la sua famiglia…” Chiedono alla professoressa di togliermi tutto dalle tasche. 28 Viene portata anche la mia cartella e fatto passere con grande meticolosità, foglio per foglio di ogni libro, quaderno. Mi era venuta addosso la calma della condannata a morte. Fredda come il ghiaccio, ma riuscendo ad apparire serena. “Raccogli le tue cose e vattene.” mi dice il grassone. Mi dirigo alla mia aula con le mani sudate, seguita dalla professoressa. Lei mi appoggia una mano sulla spalla e stringe forte. Non la dimenticherò mai. Respiriamo a fondo tutte e due. Il pulsare disordinato del mio cuore rallenta. Entriamo in classe: il paradiso terreste. “ E facendo il segno della croce benedicevo l’idea che avevo avuto di stracciare in piccoli pezzi il 29 biglietto con la missiva dopo essermela imparata a memoria, parola per parola. Qualche mattina dopo andando a scuola vengo fermata da una ragazza che non avevo mai visto, alla sua domanda, pronunciata con grande determinazione: «E Bubi come sta?». “Non ho idea… forse è sfollato con..” Lei imperterrita ripete: «E Bubi come sta?» Non una volta sola. «E Bubi come sta?». «E Bubi come sta?». «E Bubi come sta?». Mi punta un dito tra le costole, pigiando. 30 “Ahiaaaa… ma che fai?” - grido a occhi spaventati. «E Bubi come sta?» la sua voce si era alzata un attimo e il dito pigiava un po’ più forte. «E Bubi come sta?» Mi guardava senza simpatia come fossi scema. E aveva ragione. Quando ho realizzata di trovarmi davanti la ragazza che stavo aspettando con trepidazione, mi son sentita bollire le guancie. Ho tirato un profondissimo respiro, poi ho detto tutto d’un fiato quel che dovevo dire e sono svenuta. La staffetta, dandomi schiaffi dopo schiaffi, m’ha fatto rinvenire. 31 “Scusami tanto per gli schiaffi… ma ho fretta.” E se ne è andata. Maledizione… svenire! Ma che figura ho fatto? Ma come si fa a essere così fragili ed emotivi? Non avrei mai potuto diventare una partigiana… neanche una staffetta…e ingoiavo l’umiliazione e la malinconia. Italia il 31 ottobre1922 era salito al governoBenito Mussolini. Con questi ebbe inizio una politica espansionistica, e il 2 ottobre1935 prese il via la campagna d'Etiopia, tesa a creare un impero coloniale. Il 9 maggio1936 venne proclamato l'Impero. Il 7 aprile1939 l'Italia 32 invase l'Albania e due giorni dopo ne sancì l'annessione. Nonostante la tensione tra Italia e Germania creatasi al momento dell'annessione dell'Austria, nel maggio 1939 Mussolini strinse il "Patto d'acciaio" con la Germania, per poi dichiararsi, allo scoppio del conflitto, non belligerante. La seconda guerra mondiale è il conflitto che tra il 1939 e il 1945 vide confrontarsi da un lato le potenze dell'Asse e dall'altro i paesi alleati. Viene definito «mondiale» in quanto, così come già accaduto per la Grande Guerra, vi parteciparono nazioni di tutti i continenti e le operazioni belliche interessarono gran parte del pianeta. Iniziò il 1º settembre 1939 con l'invasione della Polonia da parte della Germania; terminò, nel teatro europeo, l'8 maggio 33 1945 con la resa tedesca e, nel teatro asiatico, il successivo 2 settembre con la resa dell'Impero giapponese a seguito dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. È considerato il più grande conflitto armato della storia, costato all'umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri per un totale di 55 milioni di morti. Le popolazioni civili si trovarono, infatti, direttamente coinvolte nel conflitto a causa dell'utilizzo di armi sempre più potenti e distruttive, spesso deliberatamente indirizzate contro obiettivi non militari. Nel corso della guerra si consumò anche la tragedia dell'Olocausto perpetrata dai nazisti nei confronti degli ebrei, delle etnie Rom e Sinti, degli omosessuali, dei Testimoni di Geova, dei Polacchi e di altre popolazioni slave. Al termine del conflitto si instaurò un nuovo ordine mondiale fondato sulla contrapposizione tra Stati Uniti ed Unione 34 Sovietica nota come "guerra fredda", mentre l'Europa, ridotta ad un cumulo di macerie, proseguendo l'involuzione iniziata con il primo conflitto mondiale, perse definitivamente la propria egemonia sul pianeta. È il 25 aprile, la guerra è finita. A Varese per la piazza Impero sfilano i partigiani. Fra loro ci sono ragazzi che conosco. Erano del primo gruppo di combattenti che si era formato sulle montagne della Val Cuvia appena dopo l’8 settembre. Si erano arroccati sul Monte Grino e sul Cuvignone. I tedeschi li avevano attaccati sparando con artiglierie pesanti, un vero massacro, in pochi si erano salvati attraverso le gallerie scavate nella prima guerra mondiale; erano quasi tutti abitanti della valle, gli unici che conoscevano a menadito il percorso di quegli antichi camminamenti. Per festeggiare la liberazione, per le strade si era rovesciata una marea di gente: a un certo punto dal fondo scorgo venire avanti un gruppo armato. Con loro c’era una donna. Era la madre di uno dei caduti di Monte Grino. In molti la riconoscevano e l’applaudivano. Qualcuno andava ad abbracciarla. A un tratto lei si fermò e si sedette su un muretto, facendo cenno agli altri di proseguire: l’emozione era troppo grande e non ce la faceva più a camminare fra gli applausi e le grida. Italia 25 aprile 1945. La guerra é finita; sono arrivati i "liberatori". Li avevamo visti sui camion il pomeriggio, intorno per la città. Erano arrivati anche nella mia strada. Ci buttavano cioccolato e sigarette. Arrossisco al pensiero di essermi fiondata con gli altri per tentare di raccogliere qualcosa. La sera, nel cortile di casa mia, gran festa. Un giradischi, e ballare e ridere. Poi guardo su, verso la finestra buia del primo piano: casa mia. Più che vederla, l'intuisco: mia madre é lì, ci sta guardando. 35 Conosco i suoi pensieri, il suo struggimento quotidiano: mio fratello deportato in campo di concentramento in Germania, non dà notizie da oltre due anni. In un attimo le sono accanto vergognandomi della mia allegria. Mi stringo forte a lei. E due mesi dopo vedo lei che grida, grida seduta su di un gradino della scala di casa nostra, perché le gambe non la reggono. Si stringe addosso il figlio, pallido, smagrito, impolverato che si é fatto centinaia di chilometri a piedi. Quel urlare intenso che esprimeva gioia, l'ho sentito identico molto anni dopo (1973) in circostanza ben diversa per dolore e drammaticità. Ancora seduta, su di una sedia ora, con la testa buttata all' indietro, grida senza controllo, come allora, dopo che ha indovinato più dalla mia faccia che dalle mie reticenti parole che mia sorella Lina era morta. RiscrittaIl giorno dopo mi capita di assistere a una scena che ho sulla pelle ancora oggi. … Un gruppo di uominicon mitra a tracolla e fazzoletto rosso al collo, che chiaramente erano partigiani, spingeva senza complimenti, tre ragazze sgargiatamente vestite, e altre due molto giovani che conoscevo. Erano le figlie di un generale fascista Orengo. S’era formata una specie di processione, conMolta gente li seguiva urlando e 36 insultando, fra loro anche qualche donna. Arrivati nello slargo di piazza Beccaria la gente si dispose in cerchio, qualcuno portò delle sedie sulle quali fecero sedere la malcapitate. In molti gridavano: «I capelli, tagliatele i capelli! Rapatela!» Un ragazzetto impugnando una forbice solleva una treccia dalla capigliatura della più giovane e comincia a tagliare. Io ero lì in mezzo a quella folla vociante, mi sentivo male. Di certo ero sbianchita in viso come quella ragazza che stavano rapando a zero. All’istante s’è sentito un grido: «No! Ma vi sembra questo il modo migliore di festeggiare la liberazione?» Chi parlava era la madre del partigiano caduto, che il giorno prima avevamo visto uscire dal corteo per sedersi affranta sul muretto. Ora si stava facendo largo fra la gente e aveva raggiunto il gruppo delle donne sedute da punire. Uno dei partigiani disse a gran voce: «Ma sono andate coi fascisti, perfino con i tedeschi! Quelle due, poi, sono le figlie del generale!» E la madre gli rispose: «Hai ragione, noi dobbiamo fargliela pagare. Proprio come avrebbero fatto i tedeschi e i fascisti nei riguardi delle vostre donne se le avessero scoperte a farsela con dei comunisti come voi. Io credevo che il nostro programma fosse liberarsi da ogni miseria, compresa quella della vendetta e della mortificazione; cambiare vita e regole; soprattutto, cercare di vivere da umani, non da assatanati». Nessuno fiatava. Si era creato un grande imbarazzo in ognuno. Qualcuno cercava di farsi indietro e scantonare. «È per questo che abbiamo rischiato la vita» continuava la madre «e qualcuno, come mio figlio, l’ha perduta? Per mortificare delle donne che hanno sbagliato? Per non parlare di queste due ragazzine che hanno la colpa molto grave di essere nate da un capo dell’esercito fascista. Svergogniamo le figlie per punire il padre? Bella lezione di civiltà stiamo proponendo! Allora, sapete cosa vi dico? Che io mi siedo qui, con queste 37 svergognate, e vi prego, tagliate i capelli anche a me.» Si levò un mormorio strozzato; qualcuno commentò: «Quella donna ha ragione». Pian piano s’allontanarono quasi tutti. Anch’io mi avviai. Avrei voluto andare vicino a quella madre e dirle tutta la mia ammirazione, ma timidezza e commozione me lo impedivano. Il nostro era un teatro realmente e totalmente "all'improvviso" che si basava su trame semplici e stringate, TEATRO POPOLARE appunto, nella tradizione della COMMEDIA DELL'ARTE… noi non si recitava, si parlava. Il teatro naturalista messo in scena dalle grandi e illustri compagnie che agivano nelle grandi città era il teatro del “birignao”. Il nostro successo stava tutto in questa differenza. 38 Avevamo un repertorio vastissimo: dalle più famose tragedie di Shakespeare ai drammmoni ottocenteschi, alle commedie di autori moderni a quei tempi, Niccodemi, Giacosa, Rosso di San Secondo, alle comiche finali. Il tutto senza aver mai studiato una parte a memoria su di un copione. Non esistevano copioni di testi teatrali veri e propri, ma dei cannovacci e per molti testi non esisteva nemmeno il canovacccio. Ce li avevamo nella testa da sempre. Eravamo bravi? Non lo so. So solo che i teatri erano sempre pieni, che si lavorava 39 tutti i giorni, si riposava solo il venerdì santo, e il 2 dei morti, a novembre. O se c'era il funerale di un defunto importante del paese: il prefetto, il sindaco, il dottore, il prete il farmacista. E quando in un paese o in una cittadina avevamo fatto tutto il nostro repertorio, replicato sei sere la Giulietta, sei la passione, "Il povero fornaretto di Venezia” e non mi ricordo più quali altri drammoni avessero successo, mio padre o mio zio, si leggevano un romanzo, ci riunivano e ce lo raccontavano. "Tu fai questo, tu questo e tu questo, e via che il giorno dopo si andava in scena. 40 Sulle quinte, in bella calligrafia, la scaletta dei punti chiave, il susseguirsi degli avvenimenti. “Una causa celebre” Scena PRIMA: Trama 41 Un soldato diserta il suo battaglione per correre a salutare moglie paese vicino. Un abbraccio veloce alla sposa e alla bimba. Le consegna una borsa raccomandandole: “Nascondila, ora son disertore e non posso farlo, ma quando tornerò la consegnerò alla polizia.” E se ne va. Entra nella casa un ladro fuggiasco, la donna urla spaventata, per zittirla l’uomo davanti agli occhi della bimba senza esitare, la uccide. Ruba la borsa contenente documenti e la preziosa collana e fugge. Indagini carabinieri per morte madre. Interrogatorio alla bambina. 42 “Chi c’era in casa?” ”Il papà” Il soldato innocente viene condannato all’ergastolo. Le sue ultime parole alla figlia “Ti amo e ti perdono”. Il non crede alla colpevolezza del suo soldato. Adotta l’orfana che alleverà come una figlia.E’ tale l’affetto che lega le due bimbe che il padre decide di non separarle. Tutte e due andranno in un collegio lusso e durante le vacanze si trasferiranno nella grande villa del Generale. Si presenta alla villa del generale, uno sconosciuto che si dichiara padre di ADRIANA che come primo atto d’amore le posa al collo una splendida e preziosa collana: “Era di tua madre”. La giovane lo abbraccia con evidente freddezza. Arrivo di della tradotta ergastolani. Il Maresciallo 43 chiede per pausa ospitalità carcerati. viaggio, su ordine, servitù rifocilla criminali. Ringraziamento di ergastolano ai padroni di casa. E chi può essere il carcerato che viene a ringraziare il generale? Ma il padre innocente. Entra umilmente indossando l’abito a righe dei prigionieri. Si avvicina timidamente al gruppo dei “signori” li guarda e poi ha un malore e sviene gridando “La collana della morta”. Il generale capisce tutto, fa un cenno ad un inserviente. Entrano in scena i carabinieri che arrestano il malfattore che sarà giustiziato con il taglio della testa. Gaudio e felicità! 44 Non c'è personaggio che a secondo dell'età non abbia interpretato. Neonati - 8 giorni in braccio alla mia mamma - in la Genoveffa di Brabante. Bambini o bambine, ragazzini, signorine, giovanotti, suore, cortigiane, prostitute. Una volta ho fatto persino, il “cuciniero” Dracco. La storia nel ricordo, mi fa ancora ridere. Ero cresciuta e la Genoveffa che Dio la maledica, quanto ho odiato sta noiosa! - ora la interpretavo io. Giovane e bella moglie del re alla guerra, sola nella reggia viene insidiata da Golo, un 45 primo ministro della situazione, che lei respinge furente e offesa. La giovane donna decide di inviare una missiva al marito tramite il cuciniero Dracco: l'unico che a corte le sia rimasto fedele, per avvertirlo del tradimento del suo braccio destro. "Torna o mio dolce sposo, torna! che quel maialone del Golo vuole fare con me, proprio quella cosa là! " Il maledetto, che è sempre lì a origliare, scopre tutto e zak!, pugnala il poveraccio e manda a dire al re che Genoveffa è incinta del cuciniero. 46 "Ti ha tradito o mio re, che vergogna, con un cuciniero!" Il re ci casca, fuori dalla grazia di dio "un cuciniero no!" ordina il taglio della testa della fedifraga e anche del bambino nato nel frattempo. TRANQUILLI CHE POI TUTTO, COME SEMPRE, FINISCE IN GLORIA. Arriviamo su piazza e ci rendiamo conto che ci manca l'attore che avrebbe dovuto interpretare il ruolo del cuciniero. SINTETIZZARE Il personaggio in questione ha solo due parole che si possono anche tagliare, ma fisicamente deve essere in scena. Ci ragioniamo sopra un 47 attimo studiamo risolvere. Bene. come Ci siamo. Facciamo così. Al momento cruciale, vado alla quinta di destra. Il perfido Golo mi spia dalla quinta di sinistra. Parlo, guardando fuori scena con il cuciniero che non c'è, fingo di consegnargli il messaggio e poi, affranta, esco seguendolo. Velocissimi mi mettono sulle spalle un mantellaccio con cappuccio, che mi copre dalla testa ai piedi. Rientro in scena di spalle con la missiva bene in evidenza in mano, qualche passo come se ora parlassi a Genoveffa, Golo si 48 precipita su di me "Muori, spione di un cuciniero!” E via che mi pugnala. Cado morta. Golo mi trascina fuori scena a sinistra, cioè dalla parte opposta da cui sono entrata. Mi tolgono il mantello, mi raddrizzo la parrucca bionda dalle lunghe trecce, corro velocissima dall'altra parte. Rientro in scena e vedo Golo che pulisce il pugnale intriso di sangue nel mantellaccio che indossavo fino ad un secondo fa. "L'avete ucciso! Assassino!" Ansimo un po’ per via della corsa, ma sono perfettamente in parte e nessuno si accorge di niente. 49 A proposito di questa Genoveffa m’è capitato un altro strano fatto. Stavamo a cena da signorotti milanesi, non ricordo per quale ragione. Ero molto intimidita da tanto lusso e dal numero delle forchette che mi trovavo accanto al piatto di porcellana finissima. Attira la mia attenzione un dipinto che copriva una parete da terra al soffitto. Continuavo ad osservarlo perché mi era famigliare. Di colpo con un sobbalzo riconosco la scena della Genoveffa nel bosco dove partorirà il suo bimbo. “Dove avete trovato questo enorme quadro?” 50 “Da un antiquario…” Sono senza parole. Poi ho scoperto che lo zio Tommaso ne aveva venduta più di una delle nostre scene. Ok. Va bene così. Con la nostra compagnia eravamo in grado di andare in scena senza prova alcuna, con un testo nuovo allestito di sana pianta. Arrivavamo ad esempio in una piazza nel giorno in cui in paese si festeggiava la santa patrona, ebbene si debuttava con la storia di quella “benedetta” sulla quale mio padre e mio zio avevano giorni prima letto e ascoltato dalla gente, vita morte e miracoli. Distribuiti i ruoli e se i costumi adatti non 51 c'erano si rimediavano, e via che si andava in scena. Se si confronta con i 90 o addirittura i 180 giorni di prova delle compagnie di oggi… Ma certo che allora, sovvenzioni ministeriali o regionali o provinciali o comunali, non ce ne erano, quindi giocando sui soldi tuoi, ti dovevi sbrigare eccome. Il responsabile della compagnia era mio padre, che oltretutto ricopriva il ruolo di presidente dei circhi e di tutte le compagnie minime di giro, nonché delle giostre e spettacoli da fiera. Ma il suo non era assolutamente un ruolo decorativo-onorifico, giacché con i suoi interventi nei vari ministeri competenti era riuscito a far accettare l’intero assetto dei circensi e commedianti girovaghi nella 52 categoria professionale, che finalmente poteva godere di detrazioni fiscali, di un riconoscimento burocratico e, seppur minimi, di sovvenzioni e rientri sui diritti d’autore. Grazie al fatto che mio padre era presidente dei circensi, avevo la possibilità di entrare gratuitamente a vedermi un bello spettacolo, sentirmi la puzza dei leoni… toccare la proboscide di un elefante e chiamarla a gran voce “Rosetta”. Incredibile nome per una bestiona di non so quante tonnellate. E poi via!, a volteggiare con i capelli al vento sulle giostre, vedere tutto ciò che mi piaceva. Nessuno mi crede quando racconto questa storia… sono entrata in una specie di capanna ed ho potuto vedere con meraviglia una signora in abito 53 laminato lungo sino a terra che ammaestrava pulci. Sì. Pulci ammaestrate. Indossavano un gonnellino di carta velina rosa, rosso, verde, blu… Facevan di tutto queste pulci, saltavano nel cerchio di fuoco… camminavano in punta di piedi… giuro… su una trave… e poi di colpo si riunivano in gruppo e pareva cantassero. Spettacolo finito. A testimonianza di quanto ho raccontato leggetevi quanto segue che ho trovato su google. VALENTINO’S FLEA CIRCUS – La storia Alla fine del 1800, un fotografo di Buenos Aires di nome Valentino si innamorò perdutamente di Lux, avvenente domatrice di pulci in un circo di passaggio. Il giovane, dopo aver tentato invano di trattenere con legami d’amore l’artista girovaga, si 54 ritrovò a custodire, quasi come ricordo, una delle di lei pulci ammaestrate. Utilizzando la scatola di una delle sue macchine fotografiche come contenitore della più piccola pista di circo mai immaginata, Valentino intraprese così, per nostalgia e curiosità, la carriera di domatore di pulci. Il suo originale circo, nel quale le bestiole si esibivano per un solo spettatore alla volta, divenne celebre in tutto il mondo, richiesto dai più grandi teatri americani ed europei. Ma Valentino dovette aspettare anni, prima che l’incontro con una giovane fanciulla romagnola, anch’essa fotografa, gli si presentasse come l’occasione giusta per restituire le sue, ormai molte, pulci a sapienti mani femminili. Stella Rossini, a partire dal 1927 divenne la prima di una lunga serie di domatrici che hanno portato il “Valentino’s Flea Circus” fino ai giorni nostri. 55 Io sono l’ultima di queste custodi e sono lieta di raccontarvi la nostra storia e farvi assistere a un numero di circo eseguito per i vostri soli occhi. L’INCONTRO “FIDANZATOLI”: CON I Sempre passeggiando nel parco dei divertimenti, ad un certo punto alle mie spalle sento tintinnare un campanellino come quelli del santus in chiesa. Mi volto e, su un trespolo 56 troneggiava una casetta con il suo tetto, le finestre, le porte, non più alta di 50 centimetri, e l’imbonitore decantava la straordinarietà di una bellissima donna nana. Con gli occhi spalancati entro, tiro per la manica la mia amica Luisa che era sempre con me, entriamo dicendo siamo le figlie del Rame…e scappavo perché mi vergognavo e venivo subito con simpatia e sorrisi dall’imbonitore “venite, entrate bambine”. Entrate aspettiamo frementi e curiose l”evento”. Finalmente, tra squillanti trombe entra in un lungo abito di raso bianco con le scarpette dal tacco alto, una magnifica donna formato esiguo… una vera nana, la padrona della manina, e non è finita qui. Altro squillo di trombe e l’imbonitore: “Ed ora a voi il suo “fidanzàtolo”: entra un giovane 57 uomo in miniatura elegantissimo in un frak blu. Credevo di impazzire, li avrei baciati, ero emozionata e sono corsa a casa a raccontare tutto alla mia mamma… che ha raccontato tutto al mio papà. Il Domenico si recò al parco dei divertimenti e si diede da fare finché rintracciò la roulotte dei due nanetti. Li invitò a pranzo da noi con tutti i circensi suoi amici… si preparò la solita tavola a ferro di cavallo in cortile e la mamma con il solito aiuto delle vicine preparò le tagliatelle fatte a mano con il ragù. Sulla sedia dei nanetti c’erano tre cuscinoni per farli arrivare al tavolo. Piccoli, ma mangioni e hanno anche bevuto il vino. Passammo un bellissimo pomeriggio a raccontarci tutte le storie nostre e ad ascoltar le loro e invitammo i piccoli amici ad 58 intervenire nella serata nella “comica finale”. Il soggetto venne improvvisato in quattro e quattrotto: entrava in scena il nanetto piangente perché aveva perduto alla fiera la sua “fidanzàtola”. Tutti si impegnavano nella ricerca, ognuno raccontava le difficoltà di non averla purtroppo trovata, “Non c’è…non c’è…è fuggita!” Il fidanzatolo tra un singhiozzo e l’altro, disperato gridava: “Sì, sì… è fuggita con un uomo alto 5 volte me… un gigante!... Che umiliazione! Mi uccido!... mi ‘masso’!” “Fermo! Fermo! Sta arrivando un viaggiatore, forse porta un regalo per te…” Entra un viaggiatore sugli sci con ombrello, cappello, una valigetta rossa e rivolgendosi al piccolo al fidanzatolo disperato: “Tieni, qui c’è tutto quello che è rimasto del 59 tuo amore!” singhiozzi. e scoppia in Tremando, il nanetto si avvicina alla valigia facendo pantomime varie, si ritrae, si riavvicina, china la testa, accende una sigaretta, mima di volersi strozzare con la sciarpa, insomma… ne fa di tutte, poi finalmente apre la piccola valigia e ZAC: sorte la nanetta che lo abbraccia felice! Cala il sipario tra gli applausi del pubblico. FINE ARRIVATA QUI Ma tornando alla famiglia Rame, quando si trattava di prendere decisioni importanti che riguardavano il programma da mettere in atto nelle varie piazze (nel gergo teatrale ‘piazza’ indica particolarmente ‘città’ o luogo’), ecco che l’ultima parola in merito toccava alla signora Emilia, che nel teatro viaggiante 60 era considerata come una regiora (appellativo lombardo che significa ‘colei che regge la comunità’; si distingueva in particolare dal mazzo di chiavi che le pendeva dalla cintura). Eravamo agli inizi del Novecento. L’aspetto di Emilia Baldini in Rame era davvero maestoso: era alta, slanciata, con un volto aristocratico issato su un lungo collo. Portava cappelli ampi di gusto francese, indossava abiti che si confezionava da sé e che le conferivano un’eleganza straordinaria. Per finire, l’intiera famiglia contava un maggior numero di donne, esattamente sette femmine contro tre maschi. Tre erano le figlie di Domenico, due quelle del fratello Tommaso, senza dimenticarci le due rispettive mogli e l’unico figlio maschio della grande madre Emilia. 61 Franca era l’ultima nata della covata teatrale, come dicevamo straricca di femmine. Questo sbilanciamento produceva una notevole difficoltà nella distribuzione dei ruoli sul palcoscenico, giacché è risaputo che in gran parte delle opere teatrali antiche e moderne i personaggi maschili si presentano normalmente in maggior numero rispetto a quelli femminili. Basta dare un’occhiata ai ruoli di testi elisabettiani o a quelli del teatro romantico dell’800 per constatare che il rapporto maschi/femmine è di dieci a due, massimo tre, a vantaggio dei ruoli maschili. Non si poteva certo risolvere con la messa in scena di sole opere come Le tre Sorelle di Checov, Le Comari di Windsor o la Lisistrata di Aristofane. Come tutte le compagnie di giro, anche quella dei Rame esibiva in cartellone un 62 vario e vasto repertorio: commedie comiche, drammi storici, opere moderne e perfino sceneggiati tratti da romanzi di successo. Quindi, per una corretta messa in scena, la compagnia era costretta ad ingaggiare attori che coprissero i ruoli maschili scoperti e a coinvolgere anche dilettanti, possibilmente di talento. Eravamo nel ’45 quando, fra gli aspiranti, capitò un ragazzo che conosceva a memoria una notevole quantità di testi classici, da Shakespeare a Moliére. Il giovane si chiamava Enrico Maria Salerno, che, più tardi, entrando in formazioni primarie, 63 raggiunse un notevole successo, tanto da guadagnarsi il ruolo di capocomico. Al Contrasto – così nel gergo dei girovaghi venivano chiamati gli attori di professione - appena giunto nella compagnia dei Rame fu affidato il ruolo di Romeo, in coppia con Franca che allora aveva sedici anni e che naturalmente interpretava Giulietta. Franca ricordava spesso il turbamento e l’imbarazzo provati da entrambi durante quella rappresentazione: Tommaso, zio di Franca, in veste di drammaturgo, come suo solito aveva trasformato in forme più semplici e comprensibili al pubblico popolare l’opera di Shakespeare, e soprattutto lasciato una discreta libertà di azione agli interpreti, anche in rapporto al testo. In compagnia era del tutto normale andare all’improvviso (a soggetto) e inventarsi sul momento passaggi 64 di dialogo e variazioni di battuta. Salerno all’inizio fu sorpreso e provò subito grande difficoltà a restare “in parte” con quelle varianti inaspettate; poi, deciso, tirò dritto per la propria strada recitando alla lettera il testo originale, costringendo Franca e tutti gli altri attori a rincorrerlo lungo il percorso classico. Ne sortì una rappresentazione completamente fuori chiave con andamenti astrusi e stonati; soprattutto la storia aveva perso di freschezza e magia. Alla fine il pubblico confuso non riusciva più a seguire lo svolgersi del dramma e giustamente si indispettiva; nemmeno la scena del suicidio dei due giovani amanti salvò lo spettacolo. In poche parole, come diceva il MIO padre di Franca, non si può sbattere l’olio con l’acqua: il risultato è che il liquido che ne sortisce non lo puoi né bere né friggere. 65 Franca racconta cheDopo quel disastro, ci aspettavamo che il Salerno, sconvolto, desse forfait e se ne andasse dalla compagnia. Invece, con grande sorpresa, il ragazzo il giorno appresso andò dallo zio Tommaso e gli disse: “Io sono venuto qui per imparare. Sono già stato allievo di una accademia d’arte, ma dopo un mese mi sono reso conto che stavo perdendo il mio tempo. Qui invece sento che mi posso arricchire di qualcosa. Per favore, insegnatemi a recitare alla vostra maniera”. Con uno splendido sorriso e una manata sulla spalla lo zio rispose: “Accomodati, sei dei nostri. Provaci anche tu, se ci riesci, a diventare un guitto di talento”. 66 DOVE SONO FAMIGLIA RAME NATA SCUOLA BUBI VENGO A MLANO DA PIA Arrivata qui Quando Dario prese il premio Nobel, fra le tante congratulazioni, regali ecc. è arrivato anche un cesto di fiori. Esagerato: 500 rose rosse. Il biglietto d’accompagnamento diceva: “DIETRO UN GRANDE UOMO C’è SEMPRE UNA GRANDE DONNA”, firmato Marta Marzotto. Ringraziando Marta, (una tra le pochissime persona generose che io abbia incontrato), commentando quanto mi aveva scritto nel 67 biglietto, con un sorriso le ho detto: “Marta, per favore, mettimi almeno “al fianco” del grande uomo… l’immagine che mi arriva dall’essere posta dietro non m’entusiasma.” Dietro. Mi vedevo, gobba, trafelata, arrancante nel tentativo di stare al passo del “grande uomo”. La condizione della donna, nell’immaginario collettivo è che il posto della femmina “DEVE ESSERE” dietro all’uomo. Ciò che meraviglia oltremodo, è che ci siano pure donne a proiettare questa malinconica visione. Bah… 68 Nascere donne è una professione ed io mi sono laureata a pieni voti in questa snervante occupazione. Fa pure rima ah ahhan . E’ chiaro che Dario occupi il posto che occupa nella società e che la gente lo ami, lo stimi, lo rispetti: l’autore vivente più rappresentato nel mondo. Premio Nobel per la letteratura, occupa pure, in una statistica inglese il settimo posto su cento intellettuali come genio. Onorata. Emozionante consorte! averlo per Quando l’ho conosciuto in compagnia con le Sorelle Nava (1951) era un tipo diverso da 69 tutti gli attori che avevo incontrato.DUE PAROLA DA BIOGRAFIA STAMPATA)Silenzioso, riservato. Attento e assente nello stesso tempo. Era l’insieme di tutte queste cose che mi attirava. Soprattutto l’essere ignorata da lui. Ma pensa te! Corteggiata com’ero, come si permette questo lungone di cancellarmi dal contesto in cui vivevamo? Mi capitava di ricevere cesti di fiori esagerati da sconosciuti, che restavano tali. Ricordo un collier di smeraldi e brillanti che fece impazzire le me colleghe… a me fece avvampare le guance. 70 Ringraziando lo rimandato al mittente. Come mia madre mi aveva insegnato, “non dare confidenza a nessuno. Non accettare nulla dagli uomini. Ricordati che quelli vogliono soltanto quella cosa là.” E non m’ha mai detto cosa fosse “quella cosa là”. Ora a 22 anni, sapevo cos’era quella cosa là… quindi, nisba. Uscivo da teatro e via, di corsa a casa. In tram. Disdegnando orgogliosa ogni profferta di un gentile passaggio su macchine lunghe da qui a là. Quel lungone con gli occhi azzurri in giù, cominciò a far parte dei miei pensieri. 71 Durante le prove l’indifferenza che mi regalava, mi cimentava. In più avevo scoperto che non appena mi accorgevo dei suoi occhi puntati su di me, girava la testa da un'altra parte. Brutto stupido, te la faccio vedere io! Poi sa debutta… Una sera di botto, mentre passavamo durante lo spettacolo dietro alla scenografia, l’ho letteralmente sbattuto contro il muro e gli ho dato un gran bacio. Ripensandoci mi dico: e se ti avesse respinto? Ma non l’ha fatto. Da quel momento abbiamo iniziato a uscire insieme alla 72 fine del lavoro. Si andava con gli altri a mangiare qualcosa… Avevamo la stessa paga £.1.000 al giorno. Quante volte gli ho offerto un panino? Avevo meno spese di lui, ed ero pure economa. (BIANCACONTROLLARE POTERE DI ACQUISTO 1951) Dopo il panino, lunghe camminate… si parlava con l’affanno e la gioia di raccontarci. E poi arrivò il primo bacio e poi la prima volta dell’amore. E poi il “Matrimonio” A Abbiamo camminato vivendo la vita mano nella mano. Cresciuto lui, ma certamente, un po’ cresciuta anch’io… 73 anche se ora, proprio in questo momento mi sento “pochissimo”, al suo confronto. Non sto facendo la servetta dell’umiltà. Quella che m’ha pesato MAGGIORMENTE è stato vivere “la condizione della moglie”. Brutta posizione: una pizza schiacciata. Tu come moglie quasi sempre vieni cancellata, perdi fisionomia, identità Nascessi un’altra volta, pur avendo avuto un matrimonio felice, non mi sposerei. Che dire… E’ come se tu non esistessi. 74 Non è che io abbia golosia di apparire, mi piacerebbe solo esistere. Non sto esagerando. Un esempio? Il primo che mi viene in mete. Negli anni caldi del femminismo, eran proprio le più scatenate liderine della sinistra extraparlamentare a mancarmi di rispetto trattandomi come fossi trasparente. Arrivavano in Palazzina Liberty, magari stavo con la scopa in mano, non è che mi chiedessero, che so… hai bisogno di aiuto… com’è che da famosa attrice ti sei ridotta a spazzare a terra… No: Dov’è Dario? Dobbiamo parlar con lui. Le solite intellettuali, quasi tutte saccenti, esibenti, sprizzanti 75 “cultura” da ogni poro, usanti un linguaggio da casta per "quella" casta, la loro, senza la minima preoccupazione di essere capite da chi avrebbe avuto (sto parlando degli anni 70 in cui la donna cercava di crescere e di "liberarsi") la necessità urgente di capire, protese a correre una più dell'altra per essere lì, pronte a “brancarsi" il primo posto, dirigere, liderscippare, un po' troppo arroganti o troppo accondiscendenti, che gridavano "siamo sorelle" e in nome della sorellanza alla prima occasione ti fregavano. Esagero? Forse. Ma ho visto e conosciuto molte donne troppo simili all'uomo nel loro modo di 76 essere. Insomma, tutto quello che ho sempre rifiutato… e anche un po’ disprezzato. Agli inizi ci rimanevo male. Poi mi sono abituata. E’ difficile abituarsi all’indelicatezza, alla rozzaggine e mancanza di rispetto. Ma ce l’ho fatta. E’ bello crescere. Ora vedo Dario come un monumento…. E avere per marito un monumento, può sembrare facile ma non lo è. Mi vedo, piegata, ben piantata sui piedi, con le mani appoggiate a terra. Che ci faccio in scomoda posizione? questa Sorreggo il monumento. E ci faccio sopra una risata. 77 No, non mi sto buttando giù… Sono tranquilla, sapendo molto bene quanta sia stata importante nella vita di Dario, la mia esistenza. E’ un fatto codificato, riconosciuto: amicizia, rispetto e stima mi viene regalata, da molti, ogni giorno. Ma… Che ho fatto in questi 54 anni da moglie? Che ho fatto prima di sposarmi? Che tipo di vita ho avuto? Vissuto? Sento l'esigenza di puntualizzarmi, di cercarmi. Oh mio dio, cos'è, sto cercando me stessa? Il mio io? Sono rovinata. 78 Mi viene da ridere. Ci ho tanto ironizzato sopra nei nostri spettacoli… Ma ora qualcosa di concreto mi urge. Devo fissare qualche punto. Me ne sto a guardare fuori dalla finestra con il cervello completamente vuoto, come se per tutti questi anni, e sono tanti, non avessi vissuto, lavorato incontrato gente, parlato, riso, fatto all'amore, pianto. Niente. Non mi viene niente. Ho la testa pressata da pensieri confusi, suoni, rumori, parole, facce, e fra tanto disordine non riesco a trovare la parola giusta, il ricordo giusto che mi dia 79 modo di iniziare con un minimo di coerenza. Forse potrei partire dalla prima grande emozione che ricordo. 25 settembre 1945. La guerra é finita; sono arrivati i "liberatori". Li avevamo visti sui camion il pomeriggio, intorno per la città. Erano arrivati anche nella mia strada. Ci buttavano cioccolato e sigarette. Arrossisco al pensiero di essermi fiondata con gli altri per tentare di raccogliere qualcosa. La sera, nel cortile di casa mia, gran festa. Un giradischi, e ballare e ridere. Poi guardo su, verso la finestra buia del primo piano: casa mia. 80 Più che vederla, l'intuisco: mia madre é lì, ci sta guardando. Conosco i suoi pensieri, il suo struggimento quotidiano: mio fratello deportato in campo di concentramento in Germania, non dà notizie da oltre due anni. In un attimo le sono accanto vergognandomi della mia allegria. Mi stringo forte a lei. E due mesi dopo vedo lei che grida, grida seduta su di un gradino della scala di casa nostra, perché le gambe non la reggono. Si stringe addosso il figlio, pallido, smagrito, impolverato che si é fatto centinaia di chilometri a piedi. Quel urlare intenso che esprimeva gioia, l'ho sentito identico molto anni dopo 81 (1973) in circostanza ben diversa per dolore e drammaticità. Ancora seduta, su di una sedia ora, con la testa buttata all' indietro, grida senza controllo, come allora, dopo che ha indovinato più dalla mia faccia che dalle mie reticenti parole che mia sorella Lina era morta. La notorietà… m'é piombata addosso… non che mi dispiacesse, una certa sera, a Cesena. Compagnia Franco Parenti e le tre sorelle Nava. Io dicevo una battuta: "Il Coriolano é in cinque atti", ma ero lunga, bionda, con i seni rotondi, e mi si vedeva. Alla fine dello spettacolo, si presenta in camerino un tipo 82 con macchina fotografica “sono un giornalista posso farle una foto? Posso dire che un produttore americano la lancerà come la Rita Haiwort italiana?”. L’ho guardato come si guardano i matti. Con un sorriso, mi metto in posa. Dopo due giorni esce la mia fotografia sul Resto del Carlino. Immediatamente giornalisti, fotografi mi danno la caccia. Io mi nascondo. Non sono preparata a una storia così… per di più tutta inventata. B Milano -:"Il Dito nell'occhio" 1953. Con Franco Parenti e Giustino Durano Dario scrive il "Dito nell'occhio" testo di critica politica e sociale che fece grande scalpore e per i 83 contenuti e per lo stile teatrale ben diverso dagli steriotipi del teatro così detto "leggero" di quegli anni. Lo spettacolo ha un grandissimo successo e gira per una stagione intera tutta Italia. Io debutto con loro nella stagione invernale. (ricordarsi "spettacolo sconsigliato" fuori dalle chiese. 1954 -giugno. Dario debutta al Piccolo Teatro sempre con Parenti e Durano con un altro testo scritto da loro: "I sani da legare". Io ho un gran magone, perché Parenti non mi vuole in compagnia. Non è che non volesse me in particolare.. non voleva le fidanzate, compresa la sua. 84 Lo capisco anche se nessuno esplicitamente me lo dice. Ma ad un certo punto Dario, con molto imbarazzo e malinconia, nel bar di una piazzetta vicino a casa mia, me lo comunica, ma in contemporanea mi chiede di sposarlo. Lui dice di no, nega, ma io sostengo, conoscendolo, che mi ha chiesto in moglie per cancellare il dolore che sapeva che mi avrebbe procurato l'essere scartata. 1954- Il 24 giugno ci sposiamo. In sant'Ambrogio! Dario, notoriamente ateo, metterà il fatto di essersi sposato in chiesa addirittura ne "Gli arcangeli non giocano al flipper": "Sposato in chiesa per accontentare madre di lei molto credente". Il 85 matrimonio è stato bellissimo. La notte prima l'ho passata sveglia non per l'emozione, ma perché stavamo nel lettone della mia mamma in cinque: io e quattro amiche venute da Varese per farmi festa. E a chiacchierare, a ricordare, a ridere. Notte dolce. La mattina è arrivato il Felice, padre di Dario, con una macchinona presa a nolo, scendo le scale della casa di mia madre e lì, tutti gli inquilini del palazzo a buttarmi manciate di riso… a farmi gli auguri, a strigermi la mano… e io... giù a piangere. Poi arrivo in chiesa. I giornali avevano da giorni annunciato le nostre nozze, quindi, folla, fotografi oltre ai parenti e agli amici… 86 e un'amica, che forse non mi era tanto amica, mi allunga, proprio un attimo prima che entrassi in chiesa, un magnifico buchè: gigli simbolo di purezza. Faceva l'amore con Dario da due anni, senza nasconderlo… (solo mia madre non ne era al corrente), e questi gigli li avrei mangiati volentieri. Non ho potuto. Pranzo con gli invitati all'Hotel Milan in via Manzoni, offriamo agli ospiti i confetti, e poi ce la svigniamo col babbo di Dario. Ci rechiamo, soli soletti in un ristorante alla periferia di Milano. La "prima sera", io sono in televisione, non ricordo più con che spettacolo, Dario al Piccolo 87 con "I SANI". Sono andata ad abitare nella casa dei genitori di Dario, una villetta dei ferrovieri (mio suocero era capostazione) in via… . (controllare archivio, c'è una foto simpatica "la sposa d'italia") L'indomani mattina, telefono a mia madre per salutarla… e non so com'è, m'è venuto un gran magone. Mi sono emozionata. Era veramente fatta. Ero uscita di casa. E la mia mamma, e qui si può leggere tutto il suo candore: "Che c'è?... Non ti ha trovato in ordine?". Andiamo ad abitare con mia suocera. Non ci stavo bene. Decidiamo di affittare una casa e strarcene per nostro conto. Piazza Mentana. Un 88 appartamento borghesino, in un palazzotto qualsiasi, con Dario che ha voluto le pareti, soffitto compreso, dipinte nei più svariati colori: rosso, giallo, nero. Con gli imbianchini che scuotevano la testa interdetti… “Si sa… gli artisti…” Eravamo allegri. Amore-amore. Con una casa nostra di colpo sono diventata una moglie… in cinta. Che fa una moglie incinta che vomita ogni tre minuti? Cucina il cibo per il pranzo e vomita, vomita, si occupa di portare gli abiti in tintoria, rifà il letto, riordina la casa, 89 tiene il conto delle spese di famiglia. Le entrate e le uscite. Con ordine. E VOMITA. E poi? Riceve gli amici di lui, quelli di Brera, Emilio Tadini, Alik Cavaliere, Bobo Piccoli e altri, invitati a pranzo. TREPIDATE e agitata. Mai cucinato un pasto in vita mia. Voglio fare bella figura. Penso al menù: "Farò gli ossibuchi col risotto". Gli amici di Dario hanno fatto onore ai miei ossibuchi. Appagata. Gli ossibuchi mi venivano bene. La prima volta che li ho 90 cucinati, aggrappata al filo telefonico in diretta con mia madre, scrivevo la ricetta. “Ossibuchi di vitello. Impanarli con farina bianca. Soffriggere cipolla, aglio, sedano, carote, patate, piselli, il tutto tritato, meno i pisetti. Soffriggere in altro tegami gli ossibuchi. Quando sono dorati spruzzarli con vino bianco, manciatina di sale grosso. Unire la verdura alla carne, un mestolo d’acqua, meglio se brodo. Fuoco lento. Devono bollire almeno 2 ora. Aggiungere acqua. Aggiungere acqua. Se si vuole si può fare come contorno anche il puré di patate. (Comunque, la sua morte - che strano modo di 91 dire! - è milanese). il risotto alla Mi accingo a cucinare il gran piatto. Assaggio. Mamma mia che buoni! Anche Dario non finiva più di complimentarmi: “Che buoni, che buoni! Sei una grande cuoca!” Rossa d’orgoglio e emozionata abbassavo gli occhi. Mi veniva da piangere. Emotiiivaaaa! Ho continuato a cucinare ossibuchi per almeno tre settimane. E il povero Dario sempre a dire ma che buoni. Poi, al ventitreesimo giorno s’è ammutolito. Ho capito che era tempo di cambiare menù.. 92 Ora, li mangiamo non più di tre volte all'anno. Ma Dario sempre ripete - Ma che buoni che buoni. Gli fa eco Jacopo: "Ma che buoni-che buoni”. Poi lo ripetono in coro e scoppiano a ridere. L'impatto con la vita maritocasa-famiglia è stato un po’ problematico. Mi cimentavo con la cucina, ma non avendo mai avuto niente del genere come mia diretta e totale responsabilità, avevo qualche difficoltà con le dosi. Eravamo in due, ma rimanevano tali quantità di cibo bastanti per una caserma. Ricordo una sera a cena da noi Eugenio Tacchini, amico d'infanzia di Dario che si mangiò almeno cinque piatti di 93 minestrone. Mi riusciva bene anche quello. Ero un pò preoccupata. "Basta, Eugenio, starai male.” "No, no. E' tanto buono" Poi però al cinema Orfeo, dove mi aveva accompagnato a vedere "Roma città aperta" (Dario alla sera era in sena al Piolo teatro d Milano on i Sani da legare…) durante la scena delle torture è svenuto. "Accendete la luce – grido c'è un ragazzo che sta male". Arriva la polizia (a quel tempo nei locali pubblici c’erano sempre due poliziotti), lo portano nella hall, lo osano su una poltrona… lui si riprende... apre gli occhi… si guarda intorno, vede i poliziotti, e 94 ancora sotto lo shok del film, grida: "Non sono stato io! Sono innocente! Non torturatemi!" Volevo morire. Poi s'è alzato, è corso in bagno e ha vomitato tutto il mio minestrone. Della nascita di Jacopo ho già raccontato ne “La vita all’improvvisa. Quindi solo qualche altro ricordo. NASCE IL FANTOLINO Sento un vagito. "Brava signora. 3 chilogrammi e 9. "Ho fregato la Clara. La Clara era una brava ragazza moglie di mio cognato Fulvio, che era molto quotata all'interno della famiglia, e quando dico famiglia intendo mia suocera, in quanto professoressa di lettere, non attrice come me. 95 Quindi sicuramente migliore di "quella lì che non solo fa l'attrice, ma mi ha anche portato via el me teston. Sì, all'inizio mia suocera era solo mia suocera. Non aveva simpatia per me e devo dire che faceva l'impossibile per farmelo capire. Ricordo una volte, in cui mi sono rivolta a lei chiamandola con grande timidezza, “mamma” mi ha ghiacciato con un “Chiama mamma tua mamma. Io non sono tua mamma.” E morta lì. Mi addolorava molto non essere amata da lei. Ma si sa, gli inizi qualsiasi cosa tu intraprenda trovi difficoltà, figuriamoci il rapporto con la “mamma di lui”. 96 Dopo anni di frequentazione, dal glaciale la signora Pina è passata all’affetto: è diventata per me “la mamma Fo”, e mi ha amata profondamente, come profondamente io ho amato lei. La frase che mi diceva con orgoglio era “io l'ho messo al mondo, tu l'hai fatto". La ricordo, con struggente tenerezza, poco prima che se ne andasse, nel letto d’ospedale: i capelli ritti intorno alla testa, ancora neri con ciocche grigie… gli occhi vispi…: raccontava storie delle suore che si occupavano di lei, delle provocazioni che faceva a quelle povere donne… Avevamo deciso che avesse una infermiera ad assisterla 97 ogni giorno. “Mamma Fo, è bene che tu abbia una infermiera anche durante la notte, puoi aver bisogno di qualcosa e negli ospedali il servizio notturno è scadente.” Ero sempre io che all’interno della famiglia decidevo il da farsi. Dario era troppo preso dal suo lavoro. “Ma costa molto…” quasi bisbiglia. “Oh mamma! Che vai dicendo?... Non devi stare sola!” Lei guarda fuori dalla finestra… zitta. Dopo un po’ con una voce che non le conoscevo mi dice: “Fin che c’è qualcuno che ti vuole così bene… non si muore mai.” Quando si lasciava andare era dolcissima. La frase che mi diceva con 98 orgoglio era "Io l'ho messo al mondo, tu l'hai fatto". Ma pensa te! Ce ne vuole è!! Dove ero? Jacopino. Ah sì… nasce Con la leggerezza dei pazzi usciamo dalla clinica con il nostro fantolino in fasce e ci "accasiamo" ospiti di un fotografo di cui non ricordo il nome, che aveva una splendida casa in via Parioni;Davvero splendido appartamento. L'unico difetto non indifferente per una coppia con un bambino di 8 giorni che questa principesca dimora, era completamente priva di mobili, (se li era portati via il padre dopo una lite. Ma erano mesi che l'appartamento era in queste condizioni). Due 99 brande, una sedia per comodino;un tavolo in cucina, qualche sedi, forse, e un telefono con un fili chilometrico che il nostro amico si portava sempre appresso. Non volendo umiliare la sua generosità (forse era ubriaco quando ce l'ha proposto, non so) ci siamo sistemati alla belle e meglio. Il bambino ha pianto per 8 giorni di fila. Per quanto spirito di adattamento avessimo non riuscivamo proprio a comunicarlo a questo tipo appena nato, che non sapeva proprio niente della vita. a cavarcela e per le scomodità e per la mia inesperienza. Al nono giorno, decidiamo di tornare in clinica. Ci hanno presi a 100 braccia aperte. Ci hanno dato una bellissima camera, vicino alla sala parto. Ci siamo addormentati tutti e tre e abbiamo dormito per almeno un giorno finalmente rilassati;Dario come vedeva in corridoi un padre in apprensione per la nascita del suo bimbo si avvicinava e s'informava. parto cesareo. "Sa, è un . "E Dario: "non si preoccupi anche Franca ha avuto ilcesareo. . è una sciocchezza. . vedrà"E quello si consolava. E un altro" è messo di piedi! ""Non si preoccupi, anche nostro figlio è nato di piedi… è andato tutto benissimo… il ginecologo è straordinario", Solo quando un padre era preoccupato perché la moglie 101 stava facendo 2 gemelli D. è stato senza parole. Non poteva dire: anche Franca … E via di questo passo. Ci siamo stati tre mesi. Quanti padri e quante madri abbiamo rinfrancato. Qualcuna ci viene ancora a trovare con i il figlio nato proprio in quei giorni. Che benissimo! Intanto, abbiamo comperato una casa in via Nomentana, l'abbiamo arredata e finalmente ci siamo andati ad abitare. Tutti tre. Il bambino facciamo film. cresce. Noi Il primo "Lo svitato" 1956. Il soggetto era di Dario. L'aveva letto a Zavattini che ne parlava in giro entusiasta. Spuntò la Galatea film che si 102 offrì di produrre i film. Regia di Carlo Lizzani. Dario era troppo inesperto per aver voce in capitolo con gli sceneggiatori che gli avevano messo al fianco "sei autori in cerca del personaggio" li definì Nello Santi, il produttore. Ne è uscito un film sbagliato con qua e là momenti da cineteca. Avremmo dovuto avere i mezzi e la forza di ritiralo, rigirare quello che non funzionava e riproporlo. Ma non ci abbiamo nemmeno provato. Forse non l'abbiamo nemmeno pensato. Clamoroso insuccesso. (troppo avanti Ricordarsi TATI) Credo che sia il film che ha incassato 103 meno negli ultimo 50 anni. Dopo lo Svitato decidiamo di trasferirci a Roma. Affittiamo un appartamento in via Bruno Buozzi. Piccolo, ma bellissimo, con un enorme terrazzo. Ricordo che al tempo dello scandalo internazionale, Ingri Bergam lascia il marito e si mette con Roberto Rossellini e vengono ad abitare nel palazzo vicino al nostro, gli amici fotografi appostati sul nostro terrazzo in attesa di scattare qualche foto dei due innamorati. A proposito di questo grande amore ricordo un fatto che stava sulla bocca di tutti noi dell’ambiente. Rossellini da anni stava con Anna Magnani. Era un amore di vecchia data. 104 I giornali iniziano a mormorare del rapporto Rossellini-Bergam. Un giorno Rossellini che alloggiava all’hotel Exelsior in via Veneto scende e sussurra al portiere: Aspetto un telegramma. Non me lo consegni. Verrò io a ritirarlo. Poi se ne va tranquillo al ristorante dell’hotel a pranzo con la grande Anna Magnani. Evidentemente per un disguido il telegramma viene portato al tavolo del ristorante. Rossellini fa buon viso a cattiva sorte: dà un’occhiata di sfuggita indifferente come fosse un messaggio di poca importanza, certamente nascondendo l’agitazione e mandando 105 accidenti al maledetto portiere e se lo mette n tasca. Come ogni donna sensibile e innamorata, Anna capisce immediatamente il “latore della presente”: In quel momento sta ordinando degli spaghetti. Il cameriere premuroso, prende nota. “Matriciana… ci metta molto pomodoro… possiamo aggiungere anche acciughe… lo so che non ci andrebbero… ma io ho desiderio di un piatto forte… Pepe… tanto pepe… e salmone ne avete? Sì.. pure quello! Mi raccomando! Doppia porzione!” Il cameriere interdetto. se ne va I due parlano del più e del meno. 106 Sereni. Arrivano gli spaghetti. Anna si complimenta per il gran piatto e con molta calma, si alza e con un gesto da grande attrice, solleva la straboccante porzione e la versa tutta sulla testa di Rossellini, e se ne esce con passo da pantera, dalla comune. Quante donne dorrebbero avere la fantasia e la forza di rovesciare pentoloni di minestrone bollente sulla testa dei mariti! Dario alterna al lavoro di attore quello di sceneggiatore, e viene addirittura scritturato fisso alla Ponti de Laurentis come 107 gags-man a 2.000.000 di lire al mese. Una cifra! Collabora con sceneggiatori del calibro di Age Scarpelli Pinelli (sceneggiatore di Fellini) Antonio Pietrangeli. (indicare films. Titolo). Io interpreto partacce in film tutti lacrime, core, cosce e zinne. Sono quasi sempre in cartellone come "partecipazione 108 straordinaria". Ero ben retribuita, ma quei film di straordinario non avevano null'altro che il materiale umano col quale, a volte, venivo in contatto. L’incontro, ad esempio con TINA PICA una caratterista di gran valore, è stato uno di quelli. Film: la zia d’America va a sciare. Orrendo. Tina Pica era una donna formidabile, diventata celebre con i film di De Sica. Il suo successo oltre alla naturale bravura era dovuto anche alla sua voce e al suo viso: una maschera da Commedia dell’arte. Si parlava spesso insieme durante le pause e il pranzo. Ci siamo affiatate subito. Era figlia d’arte come me e le 109 piaceva un sacco raccontare della sua vita e sentire della mia. Ad un certo punto parlando delle commedie che le nostre famiglie rappresentavano, le accennai al mio debutto a tre anni nella Passione del Signore. “Anch’io l’ho fatta… interpretavo Giuda!” Me la son vista davanti impegnata in quell’insolito ruolo per una donna e non ho potuto far a meno di scoppiare in una risata. Riprendiamo a girare, e come la Pica inizia a pronunciare la sua battuta, non riesco a trattenere il riso. “Rifacciamo” dice il regista calmo. “Scusate…” mormoro seria. Arrivati al nono ciak, nel nervosismo generale le mie risate squillanti non davano 110 tregua. Pausa. Uscivo, mi mettevo a correre per almeno 7 minuti (correre mi ha molto aiutato nella mia vita). “Smettila – mi dicevo – bell’attrice! Vergognati!!” Tornavo sul set ricomposta. Serissima. “Scusatemi…” “Si riprende!” E via che mi ristoppiava la ridarola. Ormai era una reazione nervosa. Volevo morire. Ed ho continuato a ridere per almeno un'altra mezzora. Questa mia condizione quasi isterica, ha costretto il regista, dal momento che il film doveva pur finire, a girare le nostre scene in momenti diversi, divise, campo e controcampo. Lui diceva la battuta della Pica e io, a tono rispondevo. Questo, nei miei 111 ricordi è simpatici. uno tra i più Nel ’57 vengo scritturata dal teatro Arlecchino di Roma, per interpretare un testo di Feiduau che sembrava scritto per me: "Non andartene in giro tutta nuda" con Gianni Agus e altri attori… ora tutti scomparsi. Sono una vecchia signora. Modestia a parte, posso dire di aver avuto un gran successo. Dario, si stacca con la testa dal suo lavoro di sceneggiatore cinematografico, e punta gli occhi su gli atti unici. Lo coinvolge l’idea di raccontare una storia che si risolve in una sola ora. Di botto scrive per i fratelli Bonos, due clown, un 112 fantastico atto unico "Gli imbianchini non hanno ricordi"… troppo avanti per quei cervelli: non ne hanno fatto nulla. L’idea di “atti unici” lo attrae. Ne scrive un altro. “L’uomo nudo, l’uomo in frack” E un altro: “Non tutti i ladri vengono per nuocere”, Ci ha preso la mano. Sta dieci ore filate alla sua Olivetti 22. Ecco che fresco fresco, mi serve sul piatto a pranzo: “Gli imbianchini non hanno ricordi”. Jacopo, un frugolino di due anni, ascolta suo padre quando mi legge testi e ride come un matto. Non penso riuscisse a capire il contenuto… era Dario che lo divertiva…FARE MEGLIO 113 Sono entusiasta. A quel punto gli propongo di ritornare a Milano e farci una compagnia tutta nostra. Ci proponiamo a Paolo Grassi – 1957 allora direttore del Piccolo Teatro che ci regala fiducia, amicizia dandoci la possibilità di debuttare da lui, durante i mesi estivi. ANDIAMO IN SCENA con "Ladri, manichini donne nude",quattro storie che si avvalgono del classico gioco dell’equivoco, scambi di persone, scale infinite che attraversano la scena e gag clownesche. Debuttiamo in un caldo infernale, tutti soli, (sì, c'erano altri attori da noi scritturati, ma la 114 responsabilità della compagnia era tutta nostra. I denari ce li aveva prestati il padre di Dario) Scritto diretto e interpretato dal mio grande marito, sue erano anche le scene e i costumi. Io facevo l'attrice ma mi occupavo di un sacco di cose. Mio fratello Enrico era il nostro amministratore, pure attore se necessario. Ha guidato la nostra compagnia con grande abilità, riuscendo a farci stare in piedi anche senza alcun aiuto ministeriale né dell'ETI (Ente teatrale italiano) che avrebbe dovuto appoggiare più che mai la nostra compagnia in quanto recitava opere di autore italiano. 115 Ma sia noi che EDUARDO De Filippo abbiamo avuto grazie alle nostre scelte politiche, vita grama con tutte le forza statali e parastatali. Invisi al potere. A proposito di Eduardo ho un ricordo bello da una parte e agghiacciante dall’altra. Recitavo “Tutta casa, letto e chiesa” nel 77 al cinemateatro Espero, in via Nomentana. Un cinemone periferico, esaurito tutte le sere. “Tutta casa…” era u un fantastico testo sulla condizione della donna, non in chiave piagnone come erano i testi femministi di quegli anni, ma in chiave satiricogrottesco, pieno di risate, disperazione e malinconia. 116 Grandissimo successo. Le donne si riconoscevano… gli uomini pure. Una sera mi comunicano che Eduardo era in platea. È’ difficile che mi emozioni… ma era proprio emozionata di avere tra il pubblico Eduardo. Alla fine dello spettacolo mi arriva in camerino, lui, in persona, il grande attore-autore. Emozionata lo abbraccio. Mi batteva il cuore. Mi ha detto cose bellissime. Sincere. Io stavo male. Avevo un braccio molto dolente. Ne parlerò più avanti. Per lenire il dolore continuo, Dario aveva saputo di una formidabile macchinetta americana, che ponendo gli elettrodi in due punti precisi del polso, producevano come “una 117 parete” tra te e il tuo il cervello togliendoti così il dolore. Non so spiegare meglio. Come Eduardo mi parla di un gran dolore dietro al collo che lo tormenta, impedendogli quasi di lavorare, come un fulmine gli mostro la mia macchinetta del miracolo e insisto perché la provi. “Te la metto io… è semplicissimo…. Vedrai come ti sentirai bene…” Poi riflettendo dico: Chiedi al tuo medico quali sono i punti su cui è bene applicare gli elettrodi.” Lassù qualcuno mi ama. L’indomani mattina Eduardo mi telefona. “Meno male che non mi hai applicato la tua macchina infernale. Ho il pacemaker. Sarei andato in 118 tilt.” A momenti svengo. Maledizione alla mia mania di aiutare il prossimo. Mi sarei trovata Eduardo morto in camerino! Prosegue: “Posso rubarti ancora un minuto?” Pensate voi, uno come Eduardo che chiede a me il permesso di rubarmi ancora un minuto. BIANCA ARRIVATA QUI Non avevo parole. “Vorrei girare per la televisione il mio atto unico: il monumento. Ho un lungo carteggio tra me e la Magnani… ma mi vuole imporre un attore che non mi interessa. Lo farei volentieri con te.” Respiro fondo. “Quanto durerebbe l’impegno?” “Io giro un minuto al giorno.” Si trattava di oltre 119 un mese di lavoro. Non ho potuto digli “Sìììììì!” Stavo troppo male col braccio, ne parlerò più avanti. Morfina 2 volte al giorno. Ho rinunciato con gran dolore. Non mi sarebbe più capitata un occasione così in tutta la mia vita. Porto “Tutta casa…” intorno per l’Italia. L’ho tenuto in cartellone sino all’88. ARRIVATA QUI Salto qua e là… mi è difficile andare con ordine. Alla mente mi saltano fatti e storie in quantità esagerata. Dove ero rimasta? Ah sì, "Ladri, manichini donne nude" ACCENNARE CONTENUTO E NUOVO TIPO DI TEATRO 120 Sull’onda del successo ottenuto a Milano, nel 58, riceviamo la proposta di avere uno spazio all’interno della stagione teatrale del Teatro Stabile di Torino. Dario scrive "Comica finale", quattro atti unici ambientati nell’800. Mi aveva ascoltato quando raccontavo a Jacopo per farlo addormentare, le comiche che recitavo con i miei. Le “butta giù”, me le legge… OK: “sono bellissime!”. Le hai riscritte migliorandole… attualizzandole. Bravo!” Ma di quelle storie leggere che gli avevo passato "bocca a bocca", la migliore era "un Morto da vendere" che aveva completamente creato, ambientandolo nell'800 come gli altri. Il migliore. Non si pensi che accecata dall'amore possa dare a Dario meriti che non ha. Non l'ho mai fatto. D'altro canto basta leggersi i testi pubblicati 121 da Einaudi per constatarlo. 122 Terminato il contratto con Torino, formiamo compagnia, rileviamo scene e costumi dallo Stabile, e portiamo lo spettacolo in tournée alternandolo a “Ladri, manichini e donne nude” per altri 6 mesi. Riprende il grande boicottaggio governativo e dell’ETI (Ente teatrale 123 italiano, che, come già abbiamo detto, ma non è mai male ricordarlo, avrebbe dovuto appoggiare la nascita di compagnie di giovani, invece non solo non ci dava piazze, ma le rare ci venivano retribuite con cifre vergognose. Ministro della cultura a quel tempo era Andreotti). Difficoltà finanziarie, superate solo perché le colonne della compagnia eravamo noi, quindi la retribuzione la prendevamo quando c’era. La nostra forza, erano i diritti d’autore con i quali praticamente, si viveva. Paolo Grassi, ancora direttore del Piccolo Teatro, viene in nostro aiuto offrendoci il Gerolamo di Milano, magnifico teatro 124 "all’italiana" dei primi dell’800 di soli 200 posti e con palchi, conosciuto come teatro delle marionette, (ci lavoravano stabilmente i fratelli Colla celebri marionettisti). RICORDARSI DIFFICOLTà FINANFIARIE. STABILE TORINO; EPISODIO "CANNAS L'AMORE è PIù FORTE Siamo al teatro Gerolamo di Milano. Andiamo avanti con grande fatica. Il teatro è conosciuto come teatro delle marionette. Se il mio cuore aveva un fremito al ricordo della mia famiglia, questo fremito non poteva riempirci il teatro. Il debutto fu un disastro. 125 Abituati ai palcosceninci grandi, il trovarci senza prova alcuna in uno spazio grande come il bagno di casa mia, ci ha messi in grande difficoltà. Devo riconoscere, che come unica volta nella storia della nostra compagnia, la critica ufficiale presente allo spettacolo non ha menzionato i 3OOO incidenti che si sono susseguiti nelle tre ore. Eravamo contenti di aver trovato una tregua all’affannosa ricerca di piazze. Terminata la stagione al Gerolamo, partiamo in tournèe. Quante difficoltà! Boicottaggio generale. Ci si misero anche i preti. All’ingresso delle chiese, in 126 bella vista, c’era un comunicato che sconsigliava ai fedeli di vedere i nostri spettacoli. Finalmente la nostra tournèe termina il 3 giugno… ma siamo ottimisti: Proprio in quel teatro, quasi sempre vuoto ci è arrivata inaspettata la possibilità di debuttare in un grande teatro: il teatro Odeo. Papa, il proprietario del grande Teatro Odeon di Milano, dopo averci visti al Gerolamo ci contatta: “Caro Dario, complimenti! Lo spettacolo è straordinario, voi tutti siete bravissimi. Se ce la fai a scrivermi una novità… a settembre ti do l’apertura della stagione.” 127 FESTIVAL DELL’UNITA’ Vediamo un po'... cos'era?... il 67... 68?... 41 anni fa! Me ne sono fatta un sacco di festival dell'Unità... c'era sempre Pajetta per il comizio di chiusura, e io che gli offrivo un cestino vietnamita. Tutti gli anni col cestino vietnamita!... e sono certa che il cestino era lo stesso. Mi facevo il mio stand... vendevo di tutto, un anno libri... un altro prodotti russi... Una volta perfino scarpe, ho venduto scarpe per bambini. Era il 1966. 128 Ero andata in una ditta vicino a Como... zona bianca. Tutta D.C e destra. ed il Festival era per la sezione del P.C. di Cernobbio, il paese dove abitavo con mia madre, Dario, e i miei figli. Sì, ho detto "miei figli". Tre. Personalmente ne ho confezionato uno solo... Jacopo, ma ho tirato su altre due bambine; Gaia figlia di mia sorella divisa dal marito e Enrica, figlia di mio fratello diviso dalla moglie... Quando i genitori si separano, i figli pagano il conto. Mia sorella dopo la separazione dal marito riprese a lavorare e mise Gaia in collegio. Andavo a trovarla. La lasciavo con il cuore stretto. L’estate lo passava con noi, al mare. Anche 129 Le due bimbe vivevano una situazione difficile, con tristezza. Per prima ho preso Gaia. In 'sta ditta di scarpe, mi hanno fatto una gran festa...: "Oh signora, che onore! Me la ricordo in Canzonissima... "Tutti si ricordano di Canzonissima. Come mio suocero della guerra 15-18, s'è preso anche una medaglia d'oro, e... un ginocchio d'argento. "Brava, brava com'era brava! Anche suo marito, bravo, bravissimo!" "Grazie... grazie... Avrei bisogno di comperare... delle scarpe non troppo costose...per... una... festa benefica..." "Che festa benefica è?" "Ma... per dei bambini..." Se avessi detto: Festival dell'Unità, mi 130 avrebbero aizzato contro i cani. "Le do tutto il campionario... a mille lire... " 1000 lire?! In negozio le avrebbero pagate almeno 20.000: scarpe magnifiche! Io le ho vendevo a 10.000 e chi le comperava, faceva un affare. Scarpe, tortini dolci, "pesca" dopo aver girato casa per casa a chiedere roba vecchia da buttare... vasetti di fiori... Le solite cose, insomma. Abbiamo lavorato come belve per tre giorni. Ero contenta come una Pasqua... avevamo incassato un sacco. Contavo i soldi con i compagni...più di tre milioni! Poi ho scoperto che tutto il nostro attivo più "un debito" che ci siamo dovuti accollare 131 tutti noi iscritti, erano serviti per pagare una cantante che il segretario della sezione aveva ingaggiato a una cifra astronomica senza dire niente a nessuno. "Ma come, qui ci siamo fatti un mazzo così per tirare su quattro lire e tu le vai a buttare, tutto per tuo conto... per di più ti indebiti anche... per una che viene a cantare... di cui a nessuno frega niente... e tutto per sfiducia nelle nostre forze! E tutto per scopiazzare quei megalomani dei compagni delle città che sono loro che sostengono il mercato del disco facendo cantare i cantanti ai festival... per di più li strapagano... in una sera si beccano cifre che 132 un operaio non vede in due anni. (Cambia tono) Un po' di demagogia. (riprende a gridare) Tutto da solo decidi!! Bel centralismo democratico! Sai cosa sei? Uno stronzo! E io straccio la tessera!" E tutti che gridavano "Sì sei uno stronzo!! Stracciamo la tessera stracciamo la tessera!" Alla fine per evitare un esodo in massa, ho dovuto far da pacere e perdonare il Rocca... si chiamava così il segretario della sezione... Rocca... ma che però ha dovuto fare l'autocritica, seduta stante, davanti a tutti... Poi, abbiamo brindato alla pace e hann fatto bere anche me notoriamente astemia... 133 stanchi morti e un po' ciucchi, abbiamo cantato Bandiera rossa e l'Internazionale ... e ci veniva da piangere. A quei tempi ci si commuoveva facile. La sezione di Cernobbio... Ci venivano anche i miei figli... si organizzavano serate... dibattiti... litigate... Jacopo e le bambine erano i più giovani iscritti alla F.G.C.I della Lombardia. Avevano 11 anni e facevano la prima media. (JACOPO CERCA DI PRECISARE, non mi ricordo bene) Erano molto attivi... passavano tutte le loro ore libere dalla scuola, a fare inchieste. In una zona bianca come il comasco... la brianza, ad esempio, con carta e penna o registratore fermavano le donne del paese e candidi 134 chiedevano:"Cosa ne pensa signora della pillola? Lei la prende?" Immaginatevi le reazioni! Oppure tornavano a casa e: "Da oggi, tutto quello che è americano...( si era durante la guerra nel Vietnam in questa casa non entrerà!" A conti fatti si poteva mangiare solo pane riso spaghetti. Via la Coca-cola, via questo via quello. Ogni cibo confezionato veniva scrutato con grande diffidenza e doveva essere solo Made in Italy, massimo roba Svizzera. Jacopo, s'è preso anche uno schiaffo da un insegnante... c'era uno sciopero degli studenti a livello nazionale... loro tre, gli unici, stavano davanti ai cancelli della scuola 135 e cercavano di convincere i compagni a scioperare, il professore di ginnastica li tira per un braccio, li spintona e cerca di farli entrare in classe... loro fanno resistenza e via che vola un ceffone sulla faccia del "mio bambino"!! Quel che è successo dopo non ve lo posso neanche descrivere. Sono venuti tutti i professori, preside compreso, a casa nostra a chiedere pietà per il malcapitato. Avevano saputo che stavamo organizzando la " marcia sulla scuola" di Cernobbio, anche con i miei compagni della sezione Garibaldi... di Milano, la più battagliera della città. Abbiamo perdonato, ma abbiamo preteso un cartello affisso davanti alla scuola 136 dove il professore chiedeva scusa ai ragazzi malmenati e dove si ribadiva il diritto costituzionale di sciopero anche del cittadino al di sotto dei 14 anni. Mi ricordo che per le elezioni del... (non mi ricordo la data) mia mamma, 80 anni era a Montecatini, mi telefona e mi fa: "Devo tornare a votare..." "Mamma, non preoccuparti... " dico senza neanche un briciolo di vergogna "stai lì tranquilla... gli anziani possono votare anche dopo..." Che stesse pure a bersi le acque. Sapevo che se fosse tornata in tempo avrebbe votato D.C.! La sera in sezione preoccupata ne parlo con i compagni, ben decisa a non fare avere un voto in più alla Dc. e sbotto 137 solenne: "Compagni!, se mia mamma torna, facciamo un seggio finto qui, in sezione, le diamo una scheda di quelle per la propaganda.. e la faccio votare qui." Silenzio di tomba! Pausa. Il il segretario Rocca, con la sua faccia onesta e pulita paonazza di indignazione, fa per parlare e un compagno gli grida: "Zitto tu, che hai speso i soldi per la cantante che ancora stiamo pagando i debiti!" Ricade il silenzio di tomba... Tutto il direttivo... che erano poi in tre... quasi in coro fa: “Pensiamoci su..." poi uno intona "Avanti o popolo alla riscossa..." gli facciamo coro, commossi da tanto ardire! Poi, per fortuna mia madre se ne è 138 dimenticata... Mi sono iscritta al Pci... alla fine degli anni 50... Ricordo che avevo partecipato all’occupazione di un grande ospedale in appoggio al movimento che femminista il cui slogan era: ABORTO LIBERO! Tra la gente che ci guardava c’era una donna sui 60 anni, che ad un certo punto mi si avvicinò. “Che fate? Perché dimostrate? Cosa volete?” Noto i suo abbigliamento dove trionfava il nero, gli occhi spenti, malinconici… lo stesso sguardo di molte altre donne: “La possibilità di fare figli quando siamo pronte per questo grande momento e non di restare in cinta quando lui 139 si distrae o è ubriaco.” Mi guarda silenziosa e interdetta. “Venga questa sera a teatro… le piacerà lo spettacolo… le lascio i biglietti.” “Ma…” Non verrà, penso. Invece è venuta. Alla fine della serata mi viene a ringraziare. L’anno dopo me la ritrovo davanti dopo uno spettacolo. I vestiti sono sempre neri, ma al collo brilla una scarpetta rossa. Sciarpetta rossa e una forza nuova negli occhi: “Signora… sono tornata a vedere il suo spettacolo, soprattutto per dirle che dall’anno scorso ad oggi… poco… ma qualcosa nella mia 140 vita è cambiato. Grazie!” e mi abbraccia. SEQUESTRO - STUPRO. Incidente genova “In quel periodo stavo assai male per via di un braccio infortunato. Era capitato a Genova. Dovevo tenere all'Italsider il mio spettacolo "Tutta casa letto e chiesa" 2000 biglietti venduti e l’incasso andava agli opera in occupazione.. Arrivo in città la sera prima. Era notte. Prima di entrare in albergo avevo visto nell'altro lato della strada, una farmacia aperta. Volevo lavarmi i capelli e così avvertii i compagni che mi seguivano 141 sempre, allora, Piero e Roberto: "Vado in farmacia. Torno subito" - "Aspetta ti accompagniamo" dicono loro. Dopo il sequestro di Milano non sono mai uscita sola. "Ma no, vado da sola, torno subito.” La farmacia è illuminata e splendente. Io finalmente libera mi sento felice, compro saponette, detergenti, shampoo e non so che altro. Mi pareva di essere in vacanza. Con le mie compere in mano esco dalla farmacia e... mi sveglio al Pronto soccorso dell'Ospedale San Martino. Più tardi vengo a sapere che ero stata travolta da un auto guidata da un uomo angosciato e fuori di 142 sé perché era appena tornato dallo stesso ospedale, il San Martino, in cui avevano ricoverato la figlia anche lei vittima di un incidente d'auto. Che jella! Ho passato la prima notte, sulla barella del pronto soccorso. Non c'erano posti letto. Ma tanto io non capivo nulla. Ricordo assai vagamente la corsa dell'autoambulanza, e un gran dolore al braccio sinistro, omero fratturato, lamentavo un bruciore al gomito, in poche ore il dolore si propaga all'avambraccio, poi alla mano. Mi diagnosticano: "causalgia" cioé dolore urente, bruciante. In due giorni ho perso sensibilità alle dita, alla mano 143 tutta, al braccio. Insomma paralisi. Un ematoma (toltomi due mesi dopo dal Prof. Morelli, una montagna di abilità e umanità che opera all'ospedale di Legnano) strozzava i tre nervi, ulnare, radiale e mediano. Dopo tre giorni dal ricovero mi ingessarono. Tre ore d'intervento assai difficile, eseguito dal Prof. Roncalli. Sono stata a piangere 24 ore su 24 per mesi e mesi: antidolorifici potenti e in dosi massicce minacciavano di fare di me una tossicodipendente. Più di una volta ho pensato al suicidio. Mi hanno salvato l'amore dei miei, in particolare Dario e Jacopo. Di grande aiuto mi fu il lavoro. 144 Infatti dopo otto mesi d'immobilità decisi di riprendere. Ora, ho imparato a convivere col dolore, mi sono quasi abituata. Sono passati 14 anni. Al di fuori del nostro teatro, per la RAI ho fatto per pochissimo. "La professione della signora Warren" di Shaw con la regia di Gorgio Albertazzi e qualche altra partecipazione. Ho debuttato a otto giorni, ne il figlio della "Genoveffa di Brabante", in braccio alla mia mamma. Non parlavo tanto quella sera lì...Via via che crescevo, ho interpretato tutti i ruoli possibili ed immaginabili maschili e 145 femminili. Andavo a scuola, e lavoravo la sera... Quante volte mi sono addormentata nelle casse dei costumi? Poi è arrivata la guerra. A Varese dove avevamo sede fissa... i bombardamenti non si sentivano... Sì, qualche volta buttavan qualche bomba sulla fabbrica d'aerei, la Macchi... ma non la beccavano mai. Si recitava a Varese e nei paesi intorno. Si circolava con un permesso speciale per le ore del coprifuoco, ci spostavamo con una corriera che chiamavamo "Balorda" a causa del comportamento bizzarro che aveva, che più che al suo cattivo carattere andava attribuito agli anni. In certi paesi, nei quali ad una certa ora del giorno si passava, nei 146 turnichè particolarmente ripidi, c'erano sempre dei ragazzi che ci aspettavano... ci spingevano ridendo come matti, poi la sera ci raggiungevano ed entravano a godersi lo spettacolo gratis. "Siamo quelli che abbiamo spinto la "Balorda." "Passate". Non era bello girare di notte... durante la guerra ma noi ragazzi, non ce ne accorgevamo... si cantava, si rideva... evitando di guardare fuori dai finestrini... Non si vedeva una luce! Una notte un gruppo di tedeschi e camicie nere ci hanno tenuti bloccati sino all'alba. Se quell'alba avesse portato la notizia di una missione tedesca andata male ci avrebbero fucilati tutti. L'abbiamo saputo 147 qualche giorno dopo. Altre volte,capitava che ci fermassero dei partigiani. Non dicevano "siamo partigiani" ma erano in borghese con i mitra! "Signor Rame - facevano a mio padre ci dà un passaggio?" Li facevamo salire. Più avanti capitava d'incontrare picchetti fascisti che ci fermavano. Un'occhiata al lasciapassare "Buona sera signor Rame... com'è andata la serata?""Benissimo!" "Buona notte."... "Buona notte" e via che ce ne andavamo... senza un goccio di sangue in faccia a cantare con più forza di prima. Anche i partigiani cantavano. Gridavano più di tutti! Dicevo che mi ero iscritta al PCI alla fine degli 148 anni 50. Mi ricordo che il giorno dell'iscrizione ero molto emozionata. Ci sarebbero voluti due compagni a presentarmi, ma ero conosciuta... quindi se ne è fatto a meno. Ho fatto il mio primo colloquio politico con Tortorella... me lo ricordo dietro alla scrivania... molto compreso nel suo ruolo... un po' imbarazzato.. ma serio... fin troppo. Quanti anni sono passati... quanti salti all'indietro abbiamo fatto! Quanta "roba" è crollata, muri... fede, ideali, ideologie... speranze...illusioni...(Ricordars i manifestazione blocco giro d'Italia. "Siamo con te Dario"). Nei primi anni del settanta... 149 non mi sono più riconosciuta nel PCI. vedevo che teoria e pratica se ne andavano per strade diverse... che quello che mi capitava intorno, non corrispondeva a quanto stava scritto dietro la mia tessera... allora, come tanti, me ne sono uscita. (1) Ho scritto un monologo che a distanza di tanti anni mi diverte farvelo leggere. IL SODALIZIO INFAME! "Come hai dormito..." mi fa..."Bene...." "Scendi a fare colazione?" ..."No, non subito...(si schiarirsi la voce) Ti devo parlare.... Stiamo calmi però... Siediti... sopratutto non alziamo la voce... c'è gente in casa e non vorrei...." 150 Lui si siede sul letto passandosi una mano sulla fronte. Ogni qualvolta si affronta (naturalmente sono sempre io che parto) questo argomento e lui "sa qual'è", in un secondo è madido di sudore... ma proprio bagnato fradicio. Mai vista una cosa così repentina. Come girare un interruttore. Gli prende un'emozione che gli parte... dal profondo... diciamo... della coscienza... sono tutti i suoi sensi di colpa, che gli affiorano insieme. BUM!: ecco l'effetto sauna". "Caro, vorrei andassi...." che te ne "Perché?!" Gli manca il fiato. "Non reggo più la vita che stiamo facendo. Non ce la 151 faccio più a stare con te... Negli ultimi 20 anni sei sempre stato innamorato. Sempre di un'altra... e mai la stessa. E d'estate di più. Ed ora siamo in pieno luglio!Non ce la faccio più a vederti dalla mattina alla sera guardare l'orologio per controllare se "è l'ora buona" per telefonare... alla fidanzata di turno... Con questa, dalle 11 alle 11 e mezza, non ti tiene più nessuno... e poi anche dalle due alle tre... la sera... dalle 7 alle 8. Non sopporto più il tuo evidenziare, senza volerlo per carità, ogni tuo rapporto con l'altro sesso con movimenti telefonici... senza misura... e sopratutto senza tenere conto che ci sono anch'io al mono, e al tuo fianco, per di 152 più. Anche se sei innamorato pazzo... ed è legittimo... anzi, beato te!, mi disturbi troppo... le scuse che tiri fuori per uscire a telefonare... mi fanno imbestialire perché sono un oltraggio alla mia intelligenza... : riprendo, "vado dal parrucchiere"-"ma è lunedì...""Ah sì?..." - pausa "Ti andrebbe di mangiare del pesce ?"-"Ho già fatto il lesso...""Ma m'è venuta voglia di un bel pesce... vado a comprarlo... così mi sgranchisco anche un po'...""Sta diluviando...""L'acqua fa bene... fa diventare più alti""Guarda che a 66 anni...non si cresce più... ( al pubblico) Una toccatina alla tasca posteriore dei pantaloni per essere certi che l'agendina 153 nera dell'amore sia lì... anche la tesserina della Sip... sì, c'è... bene... "Torno subito... Vuoi qualcosa cara?..." e tornava quasi subito... con pesce per 30 persone, non è stato mai capace a regolarsi con la spesa... e con 24 rose rosa del "nostro" colore... e un bigliettino "Ti amo cara tanto tanto." Il bello è che è vero. E' vero! Lui mi ama. Tanto tanto. qualche volta mi viene da pensare: "Chissà cosa succederebbe se mi odiasse. Mi strapperebbe i denti ad uno ad uno senza anestesia... gli occhi... le unghie. Ho sofferto molto in questi ultimi 20 anni. Lui non se ne rende conto. Lui, non capisce. "Tu hai il fuoco di Sant'Antonio nello stomaco per non dire nel ..." 154 "Vedi caro"... io sono molto più creativa. Mi muovo meglio... voglio dire... mi sono "sempre" mossa, quando mi muovevo... meglio di te. Ora sono immobile - qui ho dato giù un po' con la voce, bassa intensa, sofferta... ma attenti, soffrivo davvero - come una casa popolare senza nemmeno un inquilino: un palazzone orribile pieno di stanze vuote... pronto per l'autocrollo" Come mi sia uscita una frase così, di luglio... con quasi 40 gradi, non lo saprò mai. Non lo saprò mai! Ci devo far sopra una canzone... Non ci sono mai canzoni sulla disperazione di una donna "vecchia" 155 abbandonata dal marito o "col marito coglione"...(inventare qualche strofa) o che parli della menopausa... (Consigli sulla menopausa, proseguire,pillole cerotti. Continuare insomma.) No, solo canzone d'amore... o di sesso. (Citarne qualcuna ridicola la devo trovare perché non ascolto più la musica. Perché non ascolto più la musica?) (al pubblico) Non ho capito che mestiere faccia la "turnante"... Non so chi sia... E' che il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Sono andata a trovarlo, stava fuori Italia per lavoro, dopo sua, più che insistente richiesta via fax, 11 fogli, per convincermi a 156 raggiungerlo... (che, visti gli avvenimenti del proseguo, mai capirò il perché.) " Vieni ti prego, ti voglio vedere stare con te amore vienivienivieni.. ecc. Vado. Tutto bene, sembravamo persino felici...Qualche tensione trattenuta tra le mie budelle quelle due o 5 volte, (un ossessione? a quell'età lì, capita) che spariva per telefonare... tanto da procurarmi una fibrillazione acuta, due medici nella notte, elettrocardiogramma, per fortuna niente di grave tolto le occhiaie il giorno dopo. Per il resto, tutto bene, come ho detto, sembravamo felici. Come al solito, le cose più noiose le faccio io, (forse 157 m'ha fatto venire per quello): prenotare gli aerei, fare le valigie, pagare il conto... e col conto, mi ammollano 5 fogli con la trascrizione elettronica delle telefonate. Do una guardata ai 5 fogli 5 e mi siedo... Sono molto emotiva... Sto per svenire. Ma sì, lo so che ha la ragazza, lo so che le telefona, ma non vi nascondo che fa una certa impressione vedere nero su bianco, per pagine e pagine ore 23 e 5 numero telefonico mio.... ore 23 e 8 numero telefonico della ragazza... ore 10 e 15 il mio, ore 10 e 21 ... A me, sempre la precedenza... eh... sono la moglie. e via così per telefonate e telefonate... ore 5, e 27 numero della 158 ragazza... Meno male che non ha chiamato me, alle 5 e 20 che lo ammazzavo. Perché la chiama alle 5 e 27?!! Poi ore 4 e 50... ma che cazzo di lavoro fa?... Poi di colpo nessuna telefonata al numero amato: per tre giorni solo telefonate a me e tante, come sempre. Ecco, l'aveva raggiunto. Come in un film a doppia velocità mi sono rivista tutta la mia vita e la sua, dell'ultimo periodo attraverso quelle telefonate. Tutta la nostra vita. Sono stata seduta una ventina di minuti. Mi girava tutto. Mi sentivo svenire. Come quella volta che eravamo al mare... In quel periodo lui stava "assolutamente" solo con me... Eravamo sposati da 159 poco... No, non ridete... per almeno 20 anni mio marito m'è stato fedelissimo. Forse. E' negli ultimi 20 anni che... Vi stavo dicendo del mare... io stavo a riva con mio figlio che aveva come un 5 anni... mio marito faceva il bagno, appena appena un cento metri più in là, con la mia migliore amica... un'amica vera. Ne esistono sapete. Beh... ad un certo punto, non so per quale effetto ottico... li ho visto avvinghiati. Forse stavo avendo una visione negativa mandatami dal diavolo o dal Signore per mettermi alla prova... Non so... Sono svenuta. svenuta! Veramente: Mi sono rispresa con le urla 160 strazianti del mio bambino "mamma mamma... aiuto la mamma muore" e stavo proprio morendo in quanto ero caduta in avanti con la testa in acqua... che per quanto bassa sia, sull' Adriatico, bastava per affogarmi: mi stavo autoaffogando per amore. Io voglio molto bene a mio marito... anzi... lo amo... Il disastro sta tutto qui: Che lo amo ancora dopo 40 anni. Mio figlio dice: "guarda che non è più quello che hai conosciuto... sono passati molti anni... Anche tu sei cambiata... anche tu non sei più quella che lui ha conosciuto. Tu sei innamorata di una persona che non esiste 161 più. Tu sei innamorata di un ricordo." "No, io sono innamorata di lui!" Lui, lo conoscete tutti... lui è veramente extra, delicato, spiritoso, ironico, di una intelligenza superiore... canta, dipinge, scia... le ha tutte... eclettico... geniale, anzi è un genio riconosciuto... Per bene... ha un gran fascino... Ma oggi... in questa mattinata dove sono decisa a dire "basta", penso che forse ha ragione mio figlio: sono innamorata di un ricordo. Guardo mio marito... e di colpo lo vedo com'è... non come l'ho "sempre" visto... come è realmente. Di colpo vedo le sue gambette corte... Beh, le ha sempre 162 avute corte, non è che gli si siano accorciate con l'età... è che quando era snello... non si notavano tanto... le sue braccia... che impazzivo quando mi abbracciava... Ma erano quelle cose lì? Due braccettine senza tono muscolare... da imprenditorintellettual... stomaco e ventre prominenete... un po' ... (si esprime con un gesto) pettorali che.. insomma, un po' giù... Gli occhi così intensi, neri come il carbon... che quando si perdevano nei miei, mi facevano tremare... svenire... ora li vedo sbiaditi... quattro capelli in testa... la faccia stanca... le guance... che se gira la testa di colpo... vola via. Ciò nonostante c'è una parte di me... che anche in 163 questo momento, sente una grande tenerezza per lui. Maledizione, s'invecchia? ma perché Dovrebbe farsi la plastica penso... dovrebbe farla. La plastica NON LEGGERE SUICIDIO Io l'ho fatta... mi sono tirata via di colpo quei dieci anni che m'intristivano... è stato quando lui si era fidanzato ufficialmente con... Quando ho avuto la certezza che mio marito faceva sul serio con una ragazza di 37 anni... più giovane di lui, che se ne andava in giro, che si faceva vedere che frequentava gli amici comuni che" attenti a 164 non fare gaffe, che stassera arriva la moglie" ho fatto il giro delle farmacie di Milano... non che meditassi chissà che... ero come in trance... una bustina per volta, e Veronal e Veramon e Gibalgina e Optalido... Le comperavo così... senza determinazione... Non si sa mai. Sempre meglio essere pronti all'occorrenza... Per tre giorni ho girato farmacie. Poi sono andata da lui e gli ho detto che partivo. "Dove vai?..." "Non so...." "Ma perché te ne vai... io ti amo... tu conti più di tutti al mondo..." "Sì. Ciao" Salita in macchina di colpo non mi è venuto in mente neanche un posto dove mi sarebbe piaciuto andare. Li ho fatti 165 passare tutti. Ho pensato anche all'estero vado a Parigi... Londra... Bruxelles... Dopo un'ora di riflessioni e giri turistici col cervello, prendo tempo e vado in ufficio. E' sabato pomeriggio. Non c'è nessuno ne deve venire nessuno. Sì, nel mio ufficio: 360 metro quadrati, 11 stanze. Beh, a parte questo fatto, vado nel mio ufficio. Imprevisto! C'è mio nipote e un nostro collaboratore: Walter. "Che fate qui?" "Nulla... avevamo da chiudere una storia... stavamo andandocene. E tu che fai?" "ho da fare..." Loro se ne vanno. Mi sono guardata intorno... Pensavo a lui, che sicuramente aveva già 166 telefonoato alla ragazza del momento: si chiamava Maria, o Stella, o... non mi ricordo più...:"è partita puoi venire". Tolgo dalla borsetta tutto quello che ho,libretti degli assegni, chiavi di casa, della cassaforte. Non mi viene da scrivere niente. A chi dovrei chiedere perdono? E perché? A mio figlio forse... Ma no, sta crescendo, ha la sua vita... io non servo più nemmeno a lui. Forse ero un po' depressa (ride). Sentivo che già non esistevo più, che ero già morta. Senza interessi per niente e nessuno. Brutta storia. Casermona popolare trecento appartamenti nessuno dentro. di con 167 Ho tolto dal cartoncino...tutte le mie pastiglie... ne ho fatto un bel mucchietto davanti a me. Ho preso una scodella, l'ho riempita d'acqua ne ho messe tre o quattro in bocca e giù a bere. Su un foglietto ho annotato: 3 e giù a bere, più 3.... e, fanno 6... più 3 e fanno nove... Devo dire che si fa una gran fatica... ti si impasta la bocca... non riesci a deglutire... ti viene voglia di smettere... ancora 5... Ma cosa sto facendo?! ancora tre... e 5... Credo di essere arrivata a 50...Da un pò non segnavo nulla sul foglietto... Chissà perché mi era venuta questa idea del segnare... forse per potermi 168 regolare quando stendermi. Ora mi mi gira la testa... mi vado a stendere... continuerò a prenderle da stesa... Arrivo al divano... mi gira tutto... bevo un po' d'acqua ancora... poi la scodella mi cade... e non ci sono più... "Che bellezza è finalmente finita... adesso sì, che dormo!!" credo sia stato l'ultimo pensiero. Invece no. Sento che mi sollevano di peso, mi costringono a camminare... mi parlano, gridano, io mi lascio andare non reagisco, non voglio reagire "deve camminare non fermarti! Falla camminare!" ma chi parla?...Chiama il marito... telefona all'ambulanza..."Quante ne hai 169 prese parla!" E' la voce di mia sorella... "Pensa a tuo figlio, maledizione quante ne hai prese?" chi è questo...mio marito... Ci sono proprio tutti. Tutti uniti. Una festa di famiglia. "Sbrighiamoci... ha 21 pulsazioni... portiamola via" Chi ha parlato... gli infermieri dell'autoambulanza. M'infilano in un lenzuolo per trasportarmi... mi sento urlare... e non so proprio forse la rabbia mi faceva uscire il fiato o forse l'ho sognato "voglio morire!!! Lasciatemi maledetti voglio morire!!!" Per un anno intiero non sono andata nel mio ufficio. Morivo di vergogna. Non capita tutti i giorni di essere trasportata 170 per le scale avvolta in un lenzuola perché la barella non passa, tra gli sguardi degli inquilini allibiti "una signora così per bene!...pensa te!..." finire al Pronto soccorso seguita da una decina di parenti mariti sorelle e la gente che ti guarda e i medici gentili che ti fanno iniezioni da ogni parte, una flebo nel braccio... ti fanno bere un 700 litri d'acqua con dentro non so che... "vomiti signora coraggio" e tu che tiri su l'anima e tutti sono contenti e non ti trattengono perché sei persona conosciuta sì, capiscono....ma certo lo scandalo, i giornali... si figuri... e via che torni a casa e dormi per un 5 giorni e quando ti svegli sei così debole che non 171 capisci se è bene che ti sia andata bene, e se ti è andata bene veramente. Riprendi a vivere la tua bella vita di merda... un po' imbarazzata... senza il coraggio di guardare la gente negli occhi.. e tutti che ti trattano come una che è matta... e non come una che ha bisogno d'amore. Ho sempre avuto un morboso bisogno d'amore. Da piccola, avevo un 5, 6 anni e per attirare l'attenzione dei miei, ho rovesciato qualche goccia d'inchiostro rosso nel mio vasino della pipì. La mia mamma, sconvolta... mio dio, s'è sviluppata a sei anni!... No, no.. forse è un fatto renale, chiama il dottore, chiama il 172 dottore, tutti gridavano, piangevano... e quando, felice di tanta attenzione ho tirato fuori la bottiglietta d'inchiosto rosso, hanno capito... m'è arrivato un ceffone dalla mia mamma, che ogni volta che sento l'odore dell'inchiostro, mi tocco una guancia. Meno male che inventato le biro! hanno "La prossima volta mi andrà meglio." Ho avuto addosso per anni la voglia di ammazzarmi... specialmente quando scoprivo un nuovo amore di mio marito. Maledicevo la mia debolezza...la mia incapacità di reazione, di prendere su, come si dice, e andarmene. Stavo lì come una lumacona... 173 senza forza ne idee... a crogiolarmi nelle mie disperazioni invece di... che so, andarmene... ammazzarlo... bruciarlo... Cos'è?... non mi verrete a dire che voi mai... mai neanche una volta avete pensato o tentato di ammazzarvi. E allora ho fatto il liftingh. Il liftingh l'ha fatto, a parte le attrici, anche quelle che minacciano querele se qualcuno dice che hanno fatto la plastica, anche Mastroianni... Manfredi... lo so di certo... l'han fatta un sacco di uomini politici... anche in America. Ieri sera guardavo De Mita in televisione... e l'ho trovato, nonostante le preoccupazioni... ringiovanito... 174 per me l'ha fatta anche lui. Dovrebbero passarlo come servizio sociale, il lifthing... sì, con la mutua... sai quanta gente triste tornerebbe a ridere? Conosco un medico che li fa a rate... che una, ora che ha finito di pagarlo è già tutta ricrollata e deve ricominciare da capo. Tira su sederi, toglie le "borse" (accenna gli occhi) la pappagorgia... ti tira su... ti tira via tanta di quella pelle in più da ricoprirci una poltrona. Ti ringiovanisce anche le mani, se vuoi... tutta... che se incontri la tua mamma, ti porta a fare la prima comunione. No, caro figlio mio, io lo amo il tuo papà, altro che storie... 175 "amo lui"... lo amo così com'è. Che m'importa se è invecchiato... anch'io sono invecchiata... Lui è i miei ricordi, la mia vita... Sono i sentimenti che contano... In quel famoso fax di 11 pagine m'ha scritto: "non lasciarmi, le altre non contano, conti solo tu, dobbiamo stare insieme, è con te che sono stato al mondo." Ho pianto. E' quello che mi dà, che conta... Sì è vero... lavoro tanto per lui... quando è a casa mi sembra di avere intorno un bambino spastico: "e dov'è questo? e dov'è quello? Mi dai la gomma grazie, vorrei un paio di calze... OGGI farei il bagno in piscina ma solo tu sai dov'è il costume..." 176 Certo, è famiglia! un segreto di Sempre svagato... distrattissimo. Solo quando deve organizzarsi le storie con le sue ragazze, diventa attento, memorizza tutto, pare uno della CIA. Gentile, generoso, intelligente... ma devo dire che in questi ultimi dieci anni è diventato un po' più pesante dei primi trenta... Se penso che da quarantanni sto sempre con lo stesso uomo mi sento prendere da un'ondata d'ira omicida. Ma perché?! Colpa della mia mamma... dell'educazione che mi ha dato... Del CATTIVO ESEMPIO che m'ha dato: fedele a suo marito come una 177 suora di clausura! (cambia tono) Non che io sia stata fedele a mio marito come una suora... Per la carità! Ho avuto eccome le mie storie, ma non abbastanza... e per fortuna che le ho avute!, altrimenti adesso starei tutto il giorno a sputarmi in faccia. Però diciamo che vivevo malissimo i miei tradimenti... le mie "trasgressioni". Sensi di colpa da perdere sonno, appetito, pianti disperati in segretitudine... singhiozzi tra le braccia di lui, del tradente... "oddio cosa sto facendo?!..." singhiozzi tra le braccia di lui, del tradito: "Oddio che ho fatto!" "Micina amore tesoro perché piangi?!"-"...non so... così... per 178 niente... sono una sciocca""Calmati amore... non piangere micino mio... Mi ami?" Mi usciva tra i singhiozzi un urlo strozzato. "Tanto!!!" "Non gridare così... ti sente tutto il palazzo" Come soffrivo! L'ho tradito, ma lui ha sempre occupato il primo posto nella mia vita. Il primo! E non l'ho mai fatto soffrire! (Cambia tono) Sì, dovrebbe proprio farsi la plastica... non tanto... una tiratina... No, non per me... io lo amo così com'è... ma per le ragazze... anche per non essere scambiato per il padre. Se pensate che sono cattiva non vi sbagliate... Lasciatemi almeno essere cattiva. Lui va pazzo per le 179 ragazze... C'è chi va pazzo dei bomboloni, lui... E' questo l'argomento del mio bloccarlo in camera questa mattina. Le ragazze. E lui lo sa e suda. Mi spiace farlo stare male... ma.... non posso più rimandare. (Prende il fiato) Devo assolutamente parlare. (riprende il fiato) Definire... (C.S.) Finire. Se no, scoppio. "Ma via!... dopo 40 anni di matrimonio stai ancora a rompere perché lui... Ma lascialo tranquillo... lascia che si sfoghi... tanto lui ti ama! Non se ne andrà mai da te!" Chi è che parla? Tutti quelli che conosco. E' quel "non se ne andrà mai" che ora m'ha messo in crisi. Un po' di tempo fa ho chiesto 180 al mio medico: "quando, gli uomini smettono di fare all'amore?" "Hai voglia, ragazza, (sono 40 anni che mi chiama "ragazza": tu hai due età, quella anagrafica e quella biologica, cara "ragazza"...) hai voglia! Gli uomini fanno l'amore fino a 80 anni!" E' orgoglioso. "Fino a 80 anni???!!! Dunque, lui ne ha 66 e io dovrei andare avanti ancora per 14 anni così? No." "Tu hai il fuoco di sant' Antonio nello stomaco... per non dire nel ...." Non mi piace mai essere volgare in momenti così... anzi, mi disturbano molto quelle donne che perdono il controllo... il senso della misura, che danno fuori, 181 che spaccano oggetti in casa. Per la verità, quando lui ha detto dopo che io gli ho detto del fuoco di Sant'Antonio: "No, guarda che ti sbagli..io..." e si stava avviando alla porta per andarsene... ho sentito nello stomaco una cosa proprio brutta. L'istinto omicida che ognuno di noi ha in fondo all'anima... Ma sì, che ce l'avete anche voi! Dai... Proprio mai avete pensato in un momento di disperazione estrema... di esasperazione estrema, "adesso l'ammazzo"? Non importa chi: il marito, il padre, la madre, il professore, uno stronzo in un momento "no" che vi sbava addosso un complimento troppo pesante... o il capo ufficio... o una ingiustizia... 182 No, no... zitti, zitte!, non dite niente. Ora, mentireste. E se invece non mentite, e siete presi da una improvvisa ondata di sincerità, mi mettete paura. Stiamo calmi. Non vorrei che qualcuno si alzasse e si mettesse ad urlare: "Sì!!!!! l'ammazzo!!!" e via che salta addosso al vicino, alla vicina di poltrona e lo o la strozza, qui in mezzo a tutti. Zitti, calmi e fermi. Continuiamo a mentire per ora, l'ammazzere alla prima occasione. E mi raccomando, non reprimetevi, fate le cose per bene. Rimandiamo: lo farete questa sera a casa vostra. "E' meglio che ti sieda 183 immediatamente o entro cinque minuti hai la casa distrutta.... rompo tutto il rompibile, vetri compresi e forse rompo anche te." Non ho alzato la voce. Ci conosciamo da quarant'anni. Capisce che non sto scherzando. Lui torna a sedersi sul letto... si passa la mano sulla faccia sempre più sudata... poi si stende... asciugandosi il sudore... "Ti stavo dicendo che vorrei che te ne andassi. Il nostro, ormai è un sodalizio infame... è ora di romperlo. " "Oh, esagerata... perché infame... Io sto bene con te..." "Io no, io non sto bene con te. 184 Sai come mi sento "con te"? Agli arresti domiciliari... da più di vent'anni. Sono un detenuto in attesa di giudizio... la sentenza che sto aspettando? Condanna a morte." Lui fa un sospiro proprio di quelli che straziano... pardon, che mi straziavano. E sì... non era la prima volta che dicevo una cosa così... Non che l'abbia ripetuta tante volte... ma qualche volta sì... Di solito a 'sto punto, mi commuovevo talmente per quello che stavo dicendo... che non riuscivo a trattenere le lacrime... lui sospirava... allungava una mano... "ma io ti amo!..." e io giù a caragnare senza ritegno... "sì...condannata a 185 morte sono!" Mi usciva costruita così la frase...non "sono condannata a morte" ma "condannata a morte sono!" Chissà perché... mi veniva di dirlo alla meridionale. (piange) "condannata a morte sogno... voglio dire... sono..." arrancando già col corpaccione qualche millimetro verso di lui..., pronta ad essere afferrata tra le braccia incantatrici... "Amore ma perché dici così... lo sai che ti amo... lo sai che conti solo tu... lo sai che le altre sono solo..."-"No, no...lasciami...lasciami...Voglio morire!..." ma ero con la testa sulla sua spalla e singhiozzavo rilassata... "Micina mia... bambinona..." "Amore... non farmi più soffrire...Ti amo 186 tanto..." "Anch'io ti amo..." E via che tutto ricominciava da capo. No, non finiva con una scopata... pardon, volevo dire... non facevamo l'amore... Io e mio marito l'amore non lo facciamo da 20 anni, per l'esattezza da 22 anni. Perché? Non lo so. Non saprei proprio spiegare come ci si sia arrivati... fatto è che ad un certo punto non ci siamo più interessati sessualmente. Veramente non so chi abbia incominciato... A pensarci bene... forse lui. Il fatto è che era scoppiata la "rivoluzione". Sì... sto parlando del 68. Mamma mia è stato veramente un Sessantotto per me! Una gran confusione di pensieri idee ideologie falsi ideali... e le manifestazioni e la polizia e 187 le botte e ragazzi che morivano e le occupazioni e le canzoni... e i ragazzi che morivano e gli operai che venivano licenziati e il blocco dei cancelli alla Fiat all'Alfa e l'amore libero e la liberazione sessuale e i ragazzi che morivano... e le ragazze di 16 anni col bidet fatto e le mutande in mano pronte come il Nescafé... e le galere e la polizia e le ragazze... e le manifestazioni e le occupazioni e i ragazzi pronti come il Nescafè... e le manifestazioni e le... e ragazzi che morivano... Scusate, mi sono fatta prendere un po' la mano... è che mi è difficile tenere il filo del discorso... Dove eravamo... A sì... che io e lui non facevamo più l'amore... 188 Beh, ora che importanza ha stabilire chi dei due s'è stancato dell'altro o se ci siamo stancati tutti e due... o se uno ha sofferto perché l'altro s'è stancato... Non serve a nulla... Fatto stà che: basta. Fine Abbiamo chiuso col sesso. Tra di noi. L'abbiamo fatto con altri "sesso" e tutta la pazzia sta proprio qui. Aver accettato che l'"amore" tra noi fosse finito... quell'"AMORE"... e continuare a vivere insieme. Finisce sempre che uno dei due paga un po' di più dell'altro. Purtroppo sono stata io a pagare... e con gli interessi! Attenzione, non è che mi stia 189 piangendo addosso. E' che per una donna è diverso. Lo è veramente. Non abbiamo per niente, i seni prominenti e i fianchi larghi. Veramente ci sono sempre più ragazze con il fisico da ragazzo... se ne vedono sempre meno con i fianchi larghi... Chissà perché...Chissà da che dipende questo cambiamento di razza... forse è genetico. Non so. Dunque dicevo che 'sto fatto di fare l'amore con altri... Seppur umano il bisogno di avere distrazioni, più che comprensibile... ma negli ultimi 20 anni gli è scoppiata come una pazzia. A poco per volta, sempre più intrepido, deciso... spavaldo: innamorato di 190 un'altra, poi un'altra ecc. poi un'altra, ecc. ma sempre con me. "Non ti lascerò mai amore... Tu per me sei tutto... come mia madre!" Non mi ha mai lasciata. Forse una volta era sul punto di farlo... ma poi... Dunque dicevo che 'sto fatto di fare l'amore con altri... 'sta stronzata della coppia aperta è stata proprio una stronzata. Chi arriva alla coppia aperta senza soffrire vuol dire che non ama più... o che è stato educato in una certa maniera in una famiglia speciale. Io non conosco nessuno, dico nessuno, che abbia vissuto questa esperienza senza morirci dentro. Non sto facendo la tragica. Ho detto "morirci". E' un fatto culturale da centinaia 191 di anni... forse un duemila... di una certa educazione... ma vedo che anche quelli che hanno 20 anni, non ci vivono bene dentro a 'sta storia... soffrono come cani sgozzati. Solo uno dei due, naturalmente. Fingendo oltre tutto di stare benissimo... poi si trovano con 4000 pastiglie di Veronal nello stomaco e hai voglia a fare lavande gastriche, che poi si sta malissimo. Si sta malissimo. Sto male di salute,ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le malattie che io sono riuscita (un vero primato!) ad accumulare negli anni (che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghie- 192 ,tricotillomania-strapparsi capelli,attorciliarli stretti al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili.Quando uno è in ansia,si strappa i capelli ,se sola,si mangia le unghie in presenza di altri.)E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello che ho avuto negli ultimi due mesi a Boston."Oh,ma come sono felice,rilassata!"Un bubbone della grandezza di un mandarino nel seno sinistro,proprio sopra a quello che chiamiamo cuore,dolore ai reni con perdita di sangue,lastre,calcoli frantumati,tracce anche in vescica,dolori muscolari alle gambe,crampi durante il sonno,gamba sinistra,dopo immobilità di qualche ora,non 193 rehhe e duole."Cos'è,il lazzaretto tutto di un colpo?"NO,è che il tuo fisico si fifende come può.lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione che tu vivi male.Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni,gli interventi,malattie inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite che ti scoppia oggi,inizio di una commedia che non ti piace e che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo.Tu come un pappagallo ripeti"sto bene"e sei pure convinta,invece"credi" di star bene,ma nel tuo subconscio stai malissimo?Tutta la colpa è del subconscio.Froid ha detto un sacco di cose 194 relativammente importanti,cose che anche altri avevano detto,l'unica sua* scoperta essenziale per la vita dell'uomo per la sua mente è 'sta storia del subconscio.'Sta storia del subconscio deve essere vera.Mi viene in mente una tipa di Torino che lavora all'Einaudi,si chiama Emilia,l'ho conosciuta tanto tempo fa,mi raccontava della sua vita,nel dibattersi nei problemi col marito da cui si era separata,i figli,la suocere,l'amante del marito,la moglie del marito.Tutti questi problemi le procuravano fenomeni fisici stregoneschi,reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato su alcun 195 paziente.Che so,le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare,oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste,tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele.Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi sbatterti,riuscire a scavare,a ricordare,a scoprire cosa hai dentro realmente,quale fatto vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi andare indietro, indietro mamma."Mi sono presa un registratore e via a parlare a ruota libera.Come premo il tasto per la registrazione,non mi viene in mente niente.Cerco di ralassarmi.Vediamo..il primo trauma..per me è stato un trauma e grosso.anche se 196 poi,ora,30 anni dopo,mi rendo conto di aver guardato i fatti con ecessiva enfasi.HO scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore.L'ho vissuta malissimo.Ho cercato di parlarne con lui,ma subito mi sono interrotta, imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata,incolta sul sesso:è la prima cosa che ricordo in questa incursione nella mia vita. Il mio rapporto con l'altro sesso è statoo per moltissimi anni un rapporto "al servizio";mai avuto stimoli sessuali,la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava...ma scivolavo nel rapporto senza un grande desiderio di sesso..ero 197 portata ad assecondare il suo di desiderio.Del sesso,non sapevo nulla.quello che facevamo,era venuto da solo,l'avevamo scoperto insieme.autodidatti.Ora,per fortuna è diverso.I giovani sanno tutto.prima ancora di avicinar si ad una donna.Mio figlio aveva un 13 anni e già se ne stava con un libro di anatomia in mano.(IMENE,vedevo soltanto un orecchio).L'orgasmo,l'ho raggiunto molto dopo che praticavo il sesso.Prima fingevo. Non me ne sono mai fatta un problema. PENSIERI:LA COPPIA 1) Riuscirò fino alla morte a tenere per me che tu sei solo 198 un uomo?Io cerco di capire tutto... i tuoi bisogni... mi sforzo di non dare maggior significato alle "cose" di quanto in realtà non abbiano..di leggerle per quello che sono: SESSO E GRATIFICAZIONE ma non mi posso impedire di soffrireper queste nostre due vite così unite e così irreversibilmente staccate. Due vite tronche,che vivono solo se congiunte ma si logorano e muoiono nella congiunzione.E' molto che sono morta.E' il saperti distratto da altro che mi ha tolto la vita.Senza di te non posso vivere, ma quanto pago questo mio vitale bisogno.Sono riuscita a superare tutto ciò che ho subito.Mi credevo armai 199 forte.ma il dolore torna ogni volta come trentaanni fa.Sto vivendo un disperata e allo stesso tempo afettuosa solitudine.Gironzolo per questo mondo come un ombra; pensieri bui mi schiacciano. Brontola la mia anima,il mio cuore,i miei sentimenti ti si rivoltano contro,il mio orgoglio di essere donna? Umiliato. E il non sentirmi "nessuno". Non mi accontenta essere "prima" nella tua vita..è nel mio sesso a ridere che ti voglio tenere.Ti guardo davanti ad una ragazza qualsiasi,trasformato,ti rappresenti,ti dai un gra daffare,senza misura ne controllo.Ed io sono condannata da me stessa a 200 starti a guardare,come tu,per tua scelta sei condannato a vivere con me. Che fare? Il responsabile ultimo della situazione tragica dove siamo arrivati, non è Andreotti, ma sono le nostre insicurezze. 201 Poi Dario, che sta sempre alla sua lettera 22. Scrive, scrive e scrive. Opere teatrali, articoli, monologhi, ricerche. Ogni pagina me la passa e chiede: “Come ti pare?” Leggevo un po’ a disagio. Mi preoccupava e anche imbarazzava dover esprimere giudizi sul suo lavoro. Non mi sentivo all’altezza. Non è falsa modestia. Giuro. Ma per onestà intellettuale, (quanto non mi piace questa frase!) magari con fatica esprimevo il mio pensiero. Con la commedia “Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri”arrivai al massimo della mia tensione interiore. La leggo. Non mi convince. La trovavo lunga, troppe parole. 202 Troppi rallentamenti. Mancanza di sintesi. Esprimo il mio pensiero. Dario mi ascolta in silenzio, poi dice: “Può essere che tu abbia ragione, ma io voglio sentire il pubblico.” Andiamo inscena. Tiepido successo. Non era il “trionfo” a cui eravamo abituati. Vado in camerino poco dopo arriva Dario con il copione in mano: “Fai i tagli che avevi suggerito.” Da quel giorno sono salita di grado. E peggio per me quando dovevo esprimermi su una nuova commedia. Posizione pesante. Nei 1963 Einaudi, nella persona del Dottor Cerati, 203 (oggi presidente della Einaudi) ci propone di pubblicare le commedie di Dario. Esce un bellissimo volume, copertina in cartone tra il verde e il celestino con 6 commedie: Gli arcangeli no giocano al flipper, Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri, Chi ruba un piede è fortunato in amore, Isabella, te caravelle e un cacciaballe, Settimo ruba un po’ meno, La colpa è sempre del diavolo. Non c’è prefazione e nemmeno chi li ha curati. Ero troppo timida e insicure per metterci il mio nome. Eppure avevo lavorato un sacco: approntare una commedia per l’editore ( e che 204 editore!!!) non è come fare l’editing di un romanzo. No. Sono indispensabili le didascalie, (esempio: Arcangeli: (‘s’innarca’ – ‘gli molla un colpo di taglio con la mano’, ‘si stende di botto’ e così via sino all’ultima scena – ‘prende Angela per mano e se ne va correndo con lei verso il fondo’ – musica- sipario) entrate uscite, i cambi di luce. Come va detta una battuta… ironica, triste, epica. Insomma, l’avete capito: una lavorata. Solo nelle ristampe è arrivato un riconoscimento al mio lavoro. Da molti anni, 205 addirittura sono sulla copertina. Bene. Appagata. Dario ha scritto un numero imprecisato, ma molto alto (300? Andate sul nostro archivio e contatele, poi mi fate sapere – grazie!) di commedie, monologhi, favole, storie varie (lasciando fuori gli articoli). E io lì, a “curare” “curare” e “curare”. Ora col computer (che Dio lo benedica) è tutto più facile anche se ci ho passato la vita davanti. MATERIALE VECCHIO Turbata, con una gran voglia di piangere. Corro indietro velocemente lungo la mia vita: rabbia, paura angoscia, commozione meraviglia, furore, amore, solitudine, 206 felicita piccole e grandi, inaspettate, inaudite, così i dolori, ma in questa gamma di sentimenti, sensazione, quello che sto provando ora, non c'e. Rossella (tra le moltissime donne incontrate ' e un'amica che non ho perso per strada) m'ha regalato un libro"Le lettere del mio nome"di Grazia LIVI, "é importante, leggilo". Il titolo cosi ermetico non mi sollecita. Leggo in contro-copertina la presentazione dell'editore: Il tema appasionato di questo romanzo-saggio é il divenire della donna. Mi blocco. Oddio, ci risiamo. La solita "menata" femminista socialsociologopolitica, scritta dalla solita intellettuale per altre 207 intellettuali, quasi tutte saccenti, esibenti "cultura", usanti un linguaggio da casta per "quella" casta, senza la minima preoccupazione di essere capite da chi avrebbe avuto (sto parlando degli anni 70 in cui la donna cercava di crescere e di "liberarsi") la necessità urgente di capire, protese a correre una più dell'altra per essere lì, pronte a brancarsi" il primo posto, dirigere, liderscippare un po' arroganti o troppo accondiscendenti, che gridavano "siamo sorelle" e in nome della sorellanza alla prima occasione ti fregavano. Esagero? Sì. Ma ho visto e conosciuto molte donne troppo simili 208 all'uono nel loro modo di essere, insomma, tutto quello che ho sempre rifiutato. Parto a leggere indifferente e diffidente. “Qualche pagina e poi smetto” - mi dico. E invece no, qualche pagina e ci sono dentro. Ma questa chi é? La conosco? Non lo so. Conosco tanta gente, ma i nomi non me li ricordo, di molti non li ho nemmeno mai saputi. M'ha tirato dentro la chiarezza né facile né semplecistica con cui ti racconta la vita, le scelte, le fatiche la crescita di un personaggio donna, come te lo ripropone tutto, secca e piena, leggera, meticolosa 209 delicata, mai invadente, umile, poetica quel tanto che non disturba, è una magnifica scrittura, priva di elucubrazioni intellettualistiche, priva di fronzoli, con una gran sintesi. Di ogni donna di cui parla, ti presenta le piu remote sensaziuioni, ogni personaggio é da lei scandagliato nel profondo, c'e tutto quello che hanno detto gli altri e quello che non hanno scritto, i sentimenti, i dolori, le insicurezze, le certezze e molto altro che ora non mi riesce di esprimere. Poche pagine te ne dà l'essenza. Ecco Simone De Beauvoir. NON Mì é mai stata completamente simpatica. A 210 volte m'é capitato di giudicare qualche sua scelta egoista. Il suo evidente essere una intellettuale aristocratica me l'ha sempre allontanata. In casa di Sartre a Parigi, dopo un girar di chiavi nella toppa ce la siamo trovata davanti: borsa della spesa in mano, fazzoletto dentro testa. Ha lanciato un "pas fumée" a Sartre e si é ritirata in cucina. Dario ed io ci siamo guardati interdetti, "e questa chi é?" Sartre, come un bambino scoperto a rubare la marmellata, ha spento la sigaretta o il sigaro, non ricordo, "Simon. . . ", ha mormorato. 211 Ah, era lei! Dario meno, ma io ci sono rimasta un po' male. Forse credevo che il fatto di essere una donna mi desse il diritto ad un saluto. Ma ora, la Simon, del ragionato-Livi é una donna che capisco e ammiro di più. Altre biografie di donne. Leggere, conoscere, approfondire, passare il tempo con loro, con la loro forza, la loro caparbietà persistenza, lucidita, intelligenza, sapere, donne che sono riuscite ad emergere dallo sterminato femminile sommerso, in un modo al maschile, mi costringe ad interrompere la lettura e a ragionarmi addoso. Il mio 212 "dentro" s'é messo in movimento e non riesco a bloccarlo. Mi sento come se queste signore abbiano espresso, pensieri miei, situazioni mie; insicurezze, certezze, domande, scelte mie. Mi sento "loro", e allo steso tempo le sento discoste da me, lontane, in alto, irraggiungibili. 213 Sono confusa. Confusa, a disagio, turbata, sconbussolata. Di colpo mi sento come se non avessi mai pensato. Non ho visto, non ho notato, non ho desiderato. Mi sento addoso il peso di non essermi mai sentita in lizza con nessuno, non perché mancasse la gara, figuriamoci! , ma perché ero certa di non possedere i numeri, le capacità per poter participare. Mi sembra di essere passata tra le cose senza emozione. Sono certa di non aver mai voluto con forza, qualcosa per me. Gia arresa, prima di essere vinta. Chi l’ha detto? Catullo? Ammazzalo! Ma come 214 parlo?! Starò mica diventando una intellettuale? Mi sento come se in questa mia frenetica vita non avessi vissuto. Mi sento inutile, banale, vuota come un libro rilegato con nelle pagine bianche solo il numero in calce: I giorni della mia vita : 22.630 , sessantadue anni. Quanti! Appresso, nessun bagaglio… così mi sembra. A 'sto punto mi hai scombussolata, cara Grazia Livi. Possibilie? E' così. Sento l'esigenza di esprimermi, di puntualizzarmi, di cercarmi. Oh mio dio, cos'è, sto cercando me 215 stessa? rovinata. Il mio io? Sono Mi viene da ridere. Ci ho tanto ironizzato sopra nei nostri spettacoli… Ma ora qualcosa di concreto mi urge. Devo fissare qualche punto. Me ne sto a guardare fuori dalla finestra con il cervello completamente vuoto, come se per tutti questi anni, e sono tanti, non avessi vissuto, lavorato incontrato gente, parlato, riso, fatto all'amore, pianto. Niente. Non mi viene niente. Ho la testa pressata da pensieri confusi, suoni, rumori, parole, facce, e fra tanto disordine non riesco a trovare la parola giusta, il ricordo giusto che mi dia modo di iniziare con un minimo 216 di coerenza. Forse potrei partire dalla prima grande emozione che ricordo. 25 settembre 1945. La guerra é finita; sono arrivati i "liberatori". Li avevamo visti sui camion il pomeriggio, intorno per la città. Erano arrivati anche nella mia strada. Ci buttavano cioccolato e sigarette. Arrossisco al pensiero di essermi buttata con gli altri per tentare di raccogliere qualcosa. La sera, nel cortile di casa mia, gran festa. Un giradischi, e ballare e ridere. Poi guardo su, verso la finestra buia del primo piano: casa mia. Più che vederla, l'intuisco: mia madre é lì, ci 217 sta guardando. Conosco i suoi pensieri, il suo tormento: mio fratello deportato in campo di concentramento in Germania, non dà notizie da oltre due anni. In un attimo le sono vicina vergognandomi della mia allegria. Mi stringo forte a lei. E due mesi dopo vedo lei che grida, grida seduta su di un gradino della scala di casa nostra, perché le gambe non la reggono. Si stringe addosso il figlio, pallido, magro, impolverato che si é fatto centinaia di chilometri a piedi. Quell’urlare intenso che esprimeva gioia, l'ho sentito identico molto anni dopo (1973) in circostanza ben diversa per dolore e drammaticità. Ancora seduta, su di una sedia ora, con la 218 testa buttata all' indietro, grida senza controllo, come allora, dopo che ha indovinato più dalla mia faccia che dalle mie reticenti parole che mia sorella Lina era morta. La notorietà… m'é piombata addosso… non che mi dispiacesse, una certa sera, a Cesena. Compagnia Franco Parenti e le tre sorelle Nava. Io dicevo una battuta: "Il Coriolano é in cinque atti", ma ero lunga, bionda, con i seni rotondi, e mi si vedeva. Alla fine dello spettacolo, si presenta in camerino un tipo con macchina fotografica"sono un giornalista posso farle una foto? Posso dire che un 219 produttore americano la lancerà come la Rita Haiwort italiana? " Il giorno dopo esce la moa fotografia sul Resto del Carlino. Immediatamente giornalisti, fotografi mi danno la caccia. Io mi nascondo. Non sono preparata a una storia così. 1953. Con Franco Parenti e Giustino Durano Dario scrive il "Dito nell'occhio" testo di critica politica e sociale che fece grande scalpore e per i contenuti e per lo stile di treatro ben diverso dagli steriotipi del teatro così detto "leggero" di quegli anni. Lo spettacolo ha un grandissimo successo e gira per una stagione intera tutta 220 Italia. Io debutto con loro nella stagione invernale. 1954 -giugno. Dario debutta al Piccolo Teatro sempre con Parenti e Durano con un altro testo scritto da loro: "I sani da legare". Ho un gran magone, perchè Parenti non mi vuole in compagnia; Lo capisco anche se nessuno esplicitamente me lo dice. Ma ad un certo punto Dario, con molto imbarazzo e malinconia, nel bar di una piazzetta vicino a casa mia, me lo comunica, ma contemporaneamente mi chiede di sposarlo. Lui dice di no, nega, ma io sostengo, conoscendolo, che mi abbia chiesto di sposarlo per pareggiare il dolore che 221 sapeva che mi avrebbe procurato l'essere scartata. 1954- 24 giugno. Ci sposiamo. In sant'Ambrogio! Dario metterà il fatto di essersi sposato in chiesa addirittura ne "Gli arcangeli non giocano al flipper": "sposato in chiesa per accontentare madre di lei molto credente". Il matrimonio è stato bellissimo. La notte prima l'ho passata sveglia non per l'emozione, ma perchè stavamo nel lettone della mia mamma in cinque. Io e quattro amiche venute da Varese per farmi festa. E a chiaccherare a ricordare, a ridere. E' stata una bellissima notte. La mattina è arrivato il Felice, padre di Dario, con una macchinona 222 presa a nolo, scendo le scale della casa della mia mamma e lì, tutti gli inquilini del palazzo a buttarmi manciate di riso… a farmi gli auguri, a strigermi la mano… e io… giù a piangere. Poi arrivo in chiesa. I giornali avevano da giorni annunciato le nostre nozze, quindi, folla, fotografi oltre ai parenti e agli amici… e un'amica, che forse non mi era tanto amica, mi allunga, proprio un secondo prima che entrassi in chiesa, davanti a tutti, un magnifico buchè: gigli simbolo di purezza. Facevo l'amore con Dario da due anni, senza nasconderlo altri che alla mia mamma, e questi gigli li avrei mangiati volentieri. Non ho potuto. 223 Pranzo con gli invitati all'Hotel Milan, offriamo i confetti, e poi ce la svignamo e andiamo a pranzo col babbo di Dario, il papà Fo. La "prima sera", io sono in televisione, non ricordo più con che spettacolo, Dario al Piccolo con "I SANI da legate". Sono andata ad abitare nella casa dei genitori di Dario. (controllare archivio, c'è una foto simpatica"la sposa d'italia") L'indomani mattina, telefono a mia madre per salutarla. . e non so com'è, m'è venuto un gran magone. Mi sono emozionata. Era 224 veramente fatta. Ero uscita di casa. E la mia mamma, e qui si può leggere tutto il suo candore: "Che c'è?… Non ti ha trovato in ordine? ". L'impatto con la vita maritocasa-famiglia è stato come un gioco. Mi cimentavo con la cucina, ma non avendo mai avuto niente del genere come mia diretta e totale responsabilità, avevo qualche problema. Primo tra tutti, le dosi: far da mangiare per due. C'erano sempre tali quantità di cibo bastanti per una caserma. Ricordo una sera a cena Eugenio Tacchini, amico d'infanzia di Dario che si mangiò almeno 5 piatti di minestrone. Io ero un pò 225 preoccupata. "Basta, Eugenio, starai male. "No, no. E' tanto buono! " Poi però al cinema Orfeo, dove mi aveva accompagnato a vedere "Roma città aperta" durante la scena delle torture è svenuto. "Accendete la luce – grido c'è un ragazzo che sta male! ". Arriva la polizia, lo portano fuori, nella hall lui si riprende… Si guarda intorno, vede i poliziotti, e ancora sotto lo shok del film, gridava "non sono stato io! Sono innocente! " Volevo morire. Poi s'è alzato, è corso in bagno e ha vomitato tutto il mio minestrone. Anche gli ossibuchi mi venivano bene. La prima volta che li ho fatti, stando col filo 226 telefonico diretto con mia madre, Dario non finiva più di dirmi-che buoni che buoni. Poi ha invitato i suoi amici di Brera, Emilio Tadini, Alik Cavaliere e altri. Ero un pò preocupata. Un pranzo con ospiti, non l'avevo mai retto. 1"Farò gli ossibuchi col risotto". Ho fatto la mia bella figura. E Dario-ma che buoni -ma che buoni! Ho continuato per almeno tre settimane. E il povero Dario sempre a dire ma che buoni. Al ventesimo giorno mi ha guardato ammutolito: “Usciamo… andiamo al ristorante… oggi è festa.” Ora, li mangiamo non più di tre volte all'anno. Al suo "ma che buono che buono s'è aggiunto 227 Jacopo. Lo dicono insieme e poi scoppiano a ridere. 2) 20 minuti dopo le nozze, si fa per dire, resto incinta. Jacopo (un nome che mi piace proprio come quasi tutte le cose che fanno quei due tipi lì,) è nato il 31 marzo del 55 a Roma. Esattamente nove mesi e sei giorni dal 24 giugno dell'anno prima, quando ci siamo sposati. Gravidanza terribile. Ho vomitato sempre. Mi disturbavano gli odori, perfino i colori. Mai più potuto mangiare ne vedere un piatto di spaghetti. La sera del 30, stavo nel camerino del Teatro Quattro Fontane dove Dario recitava. 2) Chiedevo a sua madre, la mamma Fo, "come sono le doglie? Cosa si 228 sente? Come si capisce che è ora?" E lei, "quando senti una mano che ti strappa le viscere… "e un'amica, anche lei anziana "No Pina, non ti ricordi più. Quando senti…" Nulla che mi tranquillizzasse. Anzi! Mi ritiro, nella pensioncina vicina al teatro, un pò prima di Dario. Ormai ci dovremmo essere… pensavo. Preparo la valigia, roba per me, vestaglia camicie ecc. e roba per il bambino. (A quei tempi non si sapeva prima se fosse maschio o femmina. Ti dovevi fidare delle anziane: la pancia è così, allora è maschio. No, per me è femmina, non vedi come è messa? E via di 'sto passo. Comunque sempre "bambino" 229 si diceva. Se poi femmina… pazienza!) era Ero emozionata. Arriva Dario. Baci baci. Poi si infila a letto, io mi accoccolo accanto a lui che si mette a leggere "il Mondo". Ho odiato molto quel giornale per la sua grandezza. Ogni volta che D. voltava pagina mi arrivava un gran vento, e via che sternutivo. "Dario, mi sento strana… 3) ""Dormi Nanina… chiamava così. " Mi Dopo un pò: "Dario… " "Dormi Nanina"… e via a girar pagine… Non mi viene da dormire, mi alzo, giro per la stanza… 230 "Dario credo che mi si siano rotte le acque… " "Dormi Nanina… “Dormi cosa, che sono in piedi! Faccio pipì ma non mi scappa! Mi si sono rotte le acque!” "Di corsa un taxi. Ora siamo emozionati tutti e due. 3) Clinica Salus. Mi avevano promesso che mi avrebbero dato dell'etere. In sala parto grido “Etere! Etere!” La levatrice mi dà una carezza: "Sì cara, sì, suo marito è fuori” “Etere!!” urlo con tutto il fiato che mi rimaneva, senza risultato alcuno. Il fatto è che la signora in questione era veneta e pensava che nel momento supremo io chiamassi mio marito: Ettore! Ettore! La possino! 231 Poi finalmente è arrivato il medico. Sento un vagito. "Brava signora. 3 chilogrammi e 9. 4)""Ho fregato la Clara. La Clara era una brava ragazza moglie di mio cognato Fulvio, (aveva partorito da poco il figlio di 3 kg e 3 etti) molto quotata all'interno della famiglia, e quando dico famiglia intendo mia suocera, in quanto professoressa di lettere, non attrice. Quindi sicuramente migliore di "quella lì chenon solo fa l'attrice, ma mi ha anche portato via ei me testun." 5)Sì, all'inizio mia suocera era solo mia suocera. Non aveva simpatia per me e devo dire che faceva l'impossibile per 232 dimostrarmelo. Mi addolorava molto non essere amata da lei. Ma si sa, gli inizi per qualsiasi cosa tu intraprenda trovi difficoltà, figuriamoci il rapporto con la mamma di “lui”. Dopo anni di frequentazione, dal glaciale la signora Pina è passata all’affetto: 6) è diventata per me la mamma Fo, e mi ha amata profondamente, come profondamente io ho amato lei. La frase che mi diceva con orgoglio era “io l'ho messo al mondo, tu l'hai fatto". Ma pensa te! Ce ne vuole èh !! La ricordo, con struggente tenerezza, poco prima che se ne andasse, nel letto d’ospedale: i capelli ritti 233 intorno alla testa, ancora neri con ciocche grigie… gli occhi vispi…: raccontava storie delle suore, le provocazioni che faceva a quelle povere donne… e ci faceva ridere… Ad un certo punto le chiesi dell’infermiera. “Che orari fa? Come mai non è qui?” “Viene alla notte” risponde. “No mamma Fo, avevo stabilito che fosse presente anche di giorno…” Ero sempre io che all’interno della famglia decidevo il da farsi. Dario era troppo preso dal suo lavoro. “Ma costa molto…” quasi bisbiglia. “Oh mamma! Che vai dicendo?... Non devi stare sola!” Lei guarda fuori dalla finestra… zitta. Dopo un po’ con una voce che non le conoscevo mi dice: 7) 234 “Fin che c’è qualcuno che ti vuole così bene… non si muore.” Dove ero? Jacopino. Ah sì… nasce Con la leggerezza dei pazzi usciamo dalla clinica con il nostro fantolino in fasce e ci "accasiamo" ospiti di un fotografo di cui non ricordo il nome, che aveva una splendida casa in via Parioni. Davvero splendido appartamento. L'unico difetto, non indifferente per una coppia con un bambino di 4 giorni, che questa principesca dimora, era completamente priva di mobili, (se li era portati via il padre dopo una lite. Ma erano mesi che 235 l'appartamento era in queste condizioni). 9) Due brande, una sedia per comodino, un tavolo in cucina, qualche sedia, forse… e un telefono con un filo chilometrico che il nostro amico si portava sempre appresso. Non volendo umiliare la sua generosità (forse era ubriaco quando ce l'ha proposto, non so) ci siamo sistemati alla bellemeglio. Il bambino ha pianto per 8 giorni di fila. Non riuscivamo proprio a comunicare a questo esserino appena nato, che non sapeva proprio niente della vita, che ci trovavamo in qualche difficoltà… Aveva ragione lui, povero bimbo. 236 Per quanto spirito di adattamento avessimo, non riuscivamo proprio a cavarcela, e per le scomodità e per la mia inesperienza. 10) Al nono giorno, decidiamo di tornare in clinica. Che festa ci hanno fatto! Ci hanno presi a braccia aperte. Ci hanno sistemati in una bellissima camera, vicino alla sala parto. Ci siamo addormentati tutti e tre e abbiamo dormito per almeno un giorno finalmente rilassati. Dario come vedeva in corridoi un padre in apprensione per la nascita del suo bimbo si avvicinava e s'informava. “Parto cesareo?” E Dario: 11) "Non si preoccupi anche Franca ha avuto il cesareo… è 237 una sciocchezza… vedrà." E quello si consolava. E un altro: "E’ messo di piedi!" "Non si preoccupi, anche nostro figlio è nato di piedi.... è andato tutto benissimo… il ginecologo è straordinario" . Solo quando un padre era preoccupato perchè la moglie stava facendo 2 gemelli Dario è rimasto senza parole. Non poteva dire: anche Franca… E via di questo passo. Ci siamo stati tre mesi. Quanti padri e quante madri abbiamo rinfrancato. Qualcuna ci viene ancora a trovare con i il figlio nato proprio in quei giorni. Che benissimo! 12) Intanto, abbiamo comperato una casa in via 238 Nomentana, l'abbiamo arredata e finalmente ci siamo andati ad abitare. Tutti tre. Il bambino cresce. facciamo film. Noi 12) Il primo "Lo svitato". (1955) Dario scrive il soggetto cinematografico de "Lo svitato". L'aveva letto al grande Cesare Zavattini che ne fu entusiasta. Si trova il produttore, Nello Santi della Galatea film, e il regista: Carlo Lizzani. Durante la stesura della sceneggiatura, ogni volta che Dario cercava di difendere il suo testo, veniva zittito dai 5 sceneggiatori di cui Nello Santi l’aveva circondato: Fulvio Fo, Bruno Vailati, lo 239 stesso Lizzani, Augusto Frassinetti, Massimo Mida. “ Sì, avresti ragione de fosse teatro, ma questo è cinema.” era troppo giovane per riuscire ad aver voce in capitolo con quei professionisti sceneggiatori che gli avevano messo al fianco… 13----"sei autori in cerca del personaggio" li definì il produttore. In autunno iniziano le riprese del film che il 2 marzo del 56 esce nelle sale cinematografiche: la pellicola racconta di un apprendista reporter-fotografo pieno di energia, che concepisce il dar notizia come una gara di intraprendenza e rapidità. Fin dal suo risveglio si mette in moto correndo, superando 240 tram, gettandosi a capofitto giù per le scale, distribuendo comunicati stampa con rapidità inaudita. Fanatico dell’efficienza, sempre alla ricerca dello scoop, perennemente in agguato per scoprire fatti di cronaca straordinari in una specie di sequenza spasmodica ed ossessiva, si innamora di due ragazze allo stesso tempo. Tutto è sorretto da una fantasia surreale con riferimenti continui alla cronaca e alla satira politica e di costume. I giovani apprezzano il tema e l’azione paradossale che il film esprime, ma la maggior parte degli spettatori non accoglie quel linguaggio. Di fatto, la 241 proiezione del film si risolve in un insuccesso. Ma dopo una decina d’anni ecco che la pellicola viene riproiettata dalle cineteche e dai circoli culturali di tutta Europa, viene trasmessa più volte anche in televisione. Evidentemente il pubblico che partecipò alla prima emissione non si trovava preparato ad apprezzare quel linguaggio e quello spirito, forse troppo ironico e provocatorio. 14) e “Amore a quattro dimensioni” diretto da Massimo Mida. 242 15 28 giugno1956, ci trasferiamo momentaneamente a Milano per realizzare una trasmissione radiofonico dal titolo “Non si vive di solo pane” con Durano e Parenti. regia di Giulio Scarnicci, musiche di Fiorenzo Carpi. 16) Dopo la registrazione delle varie puntate rientriamo a Roma. Dario alterna al lavoro di attore quello di sceneggiatore, e viene addirittura scritturato fisso 17- alla Ponti de Laurentis per 2 anni, come gags-man a 2.000.000 al mese. La cifra. A quel tempo, era astronomica. 243 Lavora con sceneggiatori del calibro di Age, Scalpelli, Pinelli (collabotore fisso di Fellini) Antonio Pietrangeli per i film : “Le chiacchierate”, “Nata di marzo” e altri. 18) Io, faccio “la mamma”a tempo pieno aiutata dalla signora Pina Fo. Nell’autunno dell’anno dopo vengo scritturata dal Teatro Stabiledi Bolzano, con il grande attore 19) Memo Benassi per interpretare Gonerilla nella tragedia Shakespeariana "Re Lear". La regia è curata da Fantasio Piccoli, direttore dello Stabile, ma non andremo in scena per sopraggiunta grave malattia di Benassi: un ictus. 244 Con Benassi si era creato un bel rapporto da quando durante una cena raccontavo della mia famiglia. Scoprendo che ero figlia d’arte, mi avava portata al suo livello (che onore!) e in ogni momento mi dimostrava la sua simpatia. Insomma mi dava “confidenza”. Anche troppa. Capitava che mi svegliasse alle due di notte: sono Memo… vieni a trovarmi… così ripassiamo la parte.” Come dirgli di no? Mi ricordava mio padre: mi vedevo nella stessa condizione accanto al suo letto a recitare a soggetto le nostre commedie. Memo, parlava a fatica, offeso com’era dalla paralisi che aveva colpito la parte 245 destra del suo corpo. Ricordo che durante una di queste visite ad un certo punto, indicandomi il baule armadio che accompagna sempre negli hotel gli attori celebri (anche qualche ricco non attore) mi dice. “Guarda nel terzo cassetto… a sinistra… ecco lì… prendi quel fazzoletto avvolto nella carta velina… è di Dina Galli. Te lo regalo!” Non so come ringraziare… sono commossa ed emozionata. Dalla luna mi fanno scendere i miei compagni di lavoro quando mostro loro, orgogliosa il bel regalo: “Li compera a dozzine al mercato… l’ha regalato anche a noi…” Pazienza. L’ho conservo tuttora come fosse autentico. 246 Nella speranza che Benassi si potesse rimettere presto, continuavano le prove senza di lui. Memo mi chiede di scrivere una lettera a 20) Rizzoli, l’editore, dove l’avvertivo dell’ictus e gli chiedevo, (rossa in faccia) un aiuto finanziario per lui. Rizzoli, come sempre fu generoso. Mi mandò una lettera con allegato un assegno di un milione di lire, dove mi diceva: “compera fiori per Memo”. Gli invio un telegramma dandogli la bella notizia. Mi risponde immediatamente: “Se arrivi con un fiore ti uccido”. Memo Benassi, morì pochi mesi dopo. Al suo funerale 247 eravamo in due, cameriera ed io. la sua Malinconia. 21) In quegli anni interpreto film, così detti, “di cassetta”: “Amarti è il mio destino” con il cantante Narciso Parisi, “Caporale di giornata” Maurizio Arena con “Rascel FifÍ” con Renato Rascel, e Dario. 22--- 1957 Dario scrive un Soggetto cinematografico “I balordi” con Guido Leoni. 23--- in quell’anno VENGO SCRITTURATA DAL TEATRO ARLECChino di Roma, con 248 valenti attori tra cui Valeria Moriconi, per interpretare un testo di Feyduau che sembrava scritto per me: "Non andartene in giro tutta nuda", Ho avuto un bellissimo successo, mentre Dario scrive per i fratelli Bonos, che poi non ne hanno fatto nulla, un atto unico" straordinario, “Gli imbianchini non hanno ricordi". 24---In quell’occasione Dario, su mia spinta, scrive un atto unico bellissimo.: “Gli imbianchini non hanno ricordi”. Bellissimo!, lo ripeto. Lo proponiamo al regista… ma non piace! OK. Lo mettiamo nel cassetto… a per poco. Dario, come si dice, “prende la mano”, insomma si appassiona a scrivere atti 249 unici. E’ certamente materiale che non si butterà no. 25---Durante l’estate sono in scena a Milano al Teatro Olimpia: “Tre e simpatia” una rivista con Raffaele Pisu e altri. 1958 26--- Dopo la disastrosa esperienza cinematografica, abbandoniamo il cinema, vendiamo l’appartamento rimettendoci, torniamo a Milano decisi a fondare la nostra compagnia, e mettere 250 in scena gli atti unici che Dario aveva scritto. Formiamo la "Compagnia FoRame" di cui Dario è autore, attore, regista, scenografo e costumista. Da questo momento sarò la principale collaboratrice e interprete dei suoi testi e inoltre mi accollerò il compito di organizzatrice, aiutando mio fratello Enrico e Fulvio, fratello di Dario, amministratori della compagnia. Mia sorella Pia, si occuperà della realizzazione dei costumi: 27--- "tutto in famiglia" come ai bei tempi della Famiglia Rame. 28--- Ci proponiamo a Paolo Grassi allora direttore del Piccolo teatro di Milano che ci 251 regala la consueta fiducia, amicizia dandoci spazio per ben tre mesi. Debuttiamo così, il 6 giugno in un caldo infernale, tutti soli, (sì, c'erano altri attori da noi scritturati, ma la responsabilità della compagnia era solo nostra) con "Ladri, manichini donne nuda" quattro atti unici - "L'uomo nudo e l'uomo in frack" - "Non tutti i ladri vengono per nuocere" "Gli imbianchini non hanno ricordi" - "I cadaveri si spediscono e le donne si spogliano" Scritto diretto e interpretato da Dario, sue erano anche le scene e i costumi. Io facevo l'attrice ma mi occupavo di un sacco di cose. Mio fratello Enrico era il nostro amministratore-attore 252 se necessario. Ha guidato la nostra compagnia con grande abilità, riuscendo a farci stare in piedi anche senza alcun aiuto ministeriale ne dell'ETI (ente teatrale italiano che avrebbe dovuto appoggiare più che mai la nostra compagnia in quanto recitava opere di autore ITALIANO. Ma sia noi che EDUARDO De FilippO abbiamo avuto grazie alle nostre scelte politiche , vita grama con tutte le forza statali e parastatali). Grandissimo successo e ci restiamo sino al 3 settembre. Tre mesi consecutivi! 253 Le quattro storie si avvalgono del classico gioco dell’equivoco, scambi di persone, scale infinite che attraversano la scena e gag clownesche. 29--- Sull’onda del successo ottenuto a Milano, nel 58, riceviamo la proposta di avere uno spazio all’interno della stagione teatrale del Teatro Stabile di Torino. Dario scrive "Comica finale", quattro atti unici ambientati nell’800. Mi aveva ascoltato quando raccontavo a Jacopo per farlo addormentare, le comiche che recitavo con i miei. Le “butta giù”, me le legge… OK: “sono bellissime!”. Le hai riscritte migliorandole… attualizzandole. 254 Bravo!” Ma di quelle storie leggere che gli avevo passato "bocca a bocca", la migliore era "un Morto da vendere" che aveva completamente creato, ambientandolo nell'800 come gli altri. Il migliore. Non si pensi che accecata dall'amore possa dare a Dario meriti che non ha. Non l'ho mai fatto. D'altro canto basta leggersi i testi pubblicati da Einaudi per constatarlo. " 255 30--- Terminato il contratto con Torino, formiamo compagnia, rileviamo scene e costumi dallo Stabile, e portiamo lo spettacolo in 256 tournée alternandolo a “Ladri, manichini e donne nude” per altri 6 mesi. Riprende il grande boicottaggio governativo e dell’ETI (Ente teatrale italiano, che, come già abbiamo detto, ma non è mai male ricordarlo, avrebbe dovuto appoggiare la nascita di compagnie di giovani, invece non solo non ci dava piazze, ma le rare ci venivano retribuite con cifre vergognose. Ministro della cultura a quel tempo era Andreotti). Difficoltà finanziarie, superate solo perché le colonne della compagnia eravamo noi, quindi la retribuzione la prendevamo quando c’era. La nostra forza, erano i diritti d’autore con i quali praticamente, si viveva. 257 31--- Paolo Grassi, ancora direttore del Piccolo Teatro, viene in nostro aiuto offrendoci il Gerolamo di Milano, magnifico teatro "all’italiana" dei primi dell’800 di soli 200 posti e con palchi, conosciuto come teatro delle marionette, (ci lavoravano stabilmente i fratelli Colla celebri marionettisti). Se il mio cuore aveva un fremito al ricordo della mia famiglia, questo fremito non poteva riempirci il teatro. Andavamo malissimo. La prima fu un disastro. Abituati ai palcoscenici grandi, il trovarci senza prova alcuna in uno spazio piccolo come il bagno di casa nostra, ci ha messi in grande difficoltà. Devo 258 riconoscere, che come unica volta nella storia della nostra compagnia, la critica ufficiale presente allo spettacolo non ha menzionato i 3OOO incidenti che si sono susseguiti nelle tre ore Eravamo contenti di aver trovato una tregua all’affannosa ricerca di piazze. Terminata la stagione al Gerolamo, partiamo in tournèe. Quante difficoltà! Boicottaggio generale. Ci si misero anche i preti. All’ingresso delle chiese, in bella vista, c’era un comunicato che sconsigliava ai fedeli di vedere i nostri spettacoli. Finalmente la nostra tournèe termina il 3 giugno… ma siamo ottimisti: 259 Papa, il proprietario del grande Teatro Odeon di Milano, dopo averci visti al Gerolamo ci contatta: “Caro Dario, complimenti! Lo spettacolo è straordinario, voi tutti siete bravissimi. Se ce la fai a scrivermi una novità… a settembre ti do l’apertura della stagione.” Dati statistici: Repliche di “Ladri e manichini 76 ..” “Comica finale” 114, per un totale di 190 spettacoli, compresi i matinée e i lunedì: allora non si riposava. Tempi duri! Torniamo a Roma. Dario lavora in televisione in una commedia leggera in due atti: “Monetine 260 da cinque lire” trasmessa da RAI 1, con grande successo. 34) Io interpreto partacce in film tutti lacr ime, core, co sce e zinne. Sono quasi sempre in cartello come "partecipazione straordinari", mi pagavano bene, ma quei film di straordinario non avevano null'altro che il materiale umano col quale venivo, grazie a loro, in contatto, ad esempio 261 34) TINA PICA. Era una caratterista straordinaria. Durante la pausa pranzo si stava a tavola insieme. Chiaccherava in continuazione e mi divertiva assai ascoltarla. Le piaceva il vino bianco e ne beveva in abbondanza col marito che le brontolava dietro. Quando ha scoperto che ero figlia d’arte, m’ha costretta a fare un brindisi… Cercavo di farlo con l’acqua, in quanto astemia, ma ho dovuto per forza, sorseggiare un sorso di vino. “Anch’io son figlia d’arte! Con la mia famiglia nella Passione del Signore… facevo Giuda! Cin Cin.” ARRIVATA QUI 262 AVEVAMO SCRITTO UN PEZZO, MA NON LO TROVO CI SONO ANCHE ALTRE CORREZIONI CHE NON STANNO QUI, 35) Dario non si riposa. Non si è mai riposato in tutta la sua vita. Scrive “Il 999° dei mille”: atto unico, che viene rappresentato a Milano il 209-59 al teatro-circo realizzato da Galassi Beria, Il Globo. Dopo il “il 999°” 36) Dario scrive "Gli arcangeli non giocano a flipper" commedia in tre atti. Papa la legge e si entusiasma e via che ci siamo. Ecco tutto per noi il Teatro Odeon: mille posti. Che batticuore! Proviamo entusiasti, mai 263 stanchi. Debuttiamo l’ 11 settembre. Grande successo di critica e di pubblico. Tutte le sere "il Bossino" che in realtà si chiamava Bossi, direttore del teatro, non appena lo spettacolo iniziava si metteva in quinta con un foglio sistemato sulla fronte, con scritto in grande l'incasso della serata. È un successo a livello nazionale. La commedia è in testa agli incassi teatrali italiani, vengono eseguite, in questa stagione teatrale ben 192 repliche. E ci becchiamo 192 denunce per non aver rispettato i tagli effettuati dalla censura, la 264 sera della prova generale. In più di una occasione rischiavamo di non poter andare in scena. Ci aspettavamo processi uno dopo l’altro… ma stranamente non vi è stata alcuna conseguenza. Percorsi durante la stagione 8.153 Km. 11 settembre al 20 marzo1960. TURNé . 37 Durante la tournée Dario scrive "La storia vera di Pietro D'angera, che alla crociata non c'era", realizzato più tardi solo da altre compagnie con notevole successo Durante l’estate partiamo per Cesenatico dove passiamo da anni le vacanze, Dario scrive la nuova commedia da provare 265 in agoso. Viene in spiaggia a farsi un bagno veloce con i nostri bambini, poi via!, a lavorare alla sua fedele Olivetti lettera 21. (1960-61) 38 Debuttiamo come ancora al teatro Odeon con: “Avevava due pistole con gli occhi bianchi e neri". Quest’opera tratta della connivenza tra fascismo e borghesia, tra malavita organizzata e potere. L'intervento della censura è pesantissimo, ci massacrò letteralmente. Decidemmo di andare in scena egualmente senza tenere in conto alcuno i tagli imposti. Ci fu un braccio di ferro piuttosto teso tra noi e il prefetto di Milano che ci minacciò di arresto immediato, ma alla fine, preoccupato dello scandalo che ne sarebbe venuto, il 266 Ministero Turismo spettacolo, tolse i tagli. e E' con questa commedia che mi conquisto agli occhi di mio marito, un ruolo diverso da quello di sempre. Quando Dario scrive una nuova commedia, mi legge, giorno dopo giorno il suo lavoro. Ascolto seria e attenta. Qualcosa non mi convince nel testo… mi si legge in faccia. “Che c’è? Non ti piace?” -mi chiede. “Sì, bello… ma… “ Ho difficoltà a continuare. Vedo la fatica che fa ogni giorno: ore e ore alla macchina da scrivere. A volte si dimentica persino di mangiare. “Ma, cosa…?” 267 No so trovare le parole : “La chiave è bella… ma…” Dario si innervosisce. Mio figlio aveva sei anni e ancora se lo ricorda. Credo sia stata la prima discussione accesa alla quale asssistesse. Non ci aveva mai visti così, era un pò spaventato. "Dimmi cos'è che non funziona! Dimmelo! "e io: "Non lo so". Dario alza la voce: "Dimmelo! " "Non lo so… c'è qualcosa che non va…. “ "(Quante volte negli anni futuri s'è ripetuta questa scena? ) Jacopo piange senza gridare, e anch'io scoppio a piangere come un bambino disperato. Era la prima volta, da quando lo conosco che vedo Dario fuori dalla grazia di Dio. "Ora, lo rileggo tutto… 268 cercherò di individuare… capire… poi ti dico… ". di Leggo e prendo appunti. Dario, per tutto il tempo ma guarda serio. In piedi. Mi stavo innervosendo. Dopo due ore, più imbarazzata che mai: "taglierei qui… qui… e qui. "Dario tira un gran sospiro. Ci pensa un pò su, e poi: "Forse hai ragione, ma prima preferisco provarlo col pubblico. " Debutto: successo di stima, non il solito entusiasmo. Lasciamo il palcoscenico senza la solita felicità. Dario va deciso nel suo camerino, ne esce dopo un secondo, mi raggiunge nel mio. Pone il copione delle Pistole sul 269 tavolo: "Fai i tagli che proponevi" e mi stringe forte. L’indomani come si alza si mette alla macchina da scrivere. Lavora, lavora senza alzare la testa. Fuma e lavora. Lo guardo in silenzio. Verso sera mi chiama. Mi mostra il copione “Vedi un po’ come ti pare.” Mi batte il cuore, forte. La sera andiamo in scena. La commedia “vola”! Dati statistici: rappresentato in 50 piazze, repliche: 206, media: 450 spettatori a recita, incasso lordo: £. 117.340.860. 1960 Debutto a Zagabria,Varsavia, Parigi, Praga: “Gli arcangeli non giocano a flipper”. 1961 270 Va in scena a Parigi “Comica finale” al Teatro Gramont REGIA. Altri dati???? All'Arena Teatern di Stoccolma e a Sofia in Polonia va in scena:“Ladri, manichini e donne nude". REGIA???? 1961-62: 8 settembre al 25 febbraio - Milano – Al Teatro Odeon debutta: 39 "Chi ruba un piede è fortunato in amore". Satira sociale. Quella politica non si poteva fare! Tournée. Dati statistici: repliche 172, piazze 28 media presene 461 incasso 107.742.262. "Chi ruba un piede fortunato in amore". è 271 Dopo sporadiche apparizioni nella TV. di stato approdiamo alla televisione sulla neonata seconda rete, (1962 PRIMAVERA) con sei puntate tutte nostre: "Chi l'ha visto? ". Subito dopo dalla direzione Rai ci viene proposto di condurre "Canzonissima" il grande concorso canoro abbinato alla lotteria di capodanno, la trasmissione di 272 maggior interesse popolare dell'Ente. Regia di Vito Molinari. Dario scrive i testi che prima dell'inizio della trasmissione ricevono il benestare della direzione nella persona del dott. Pugliese direttore generale (? ). 41 Iniziamo. Alla terza puntata scoppia il finimondo. Portiamo alla gente problemi legati alla vita reale come le malattie professionali dell’intera famiglia di una casellante, i muratori che muoiono precipitando dalle impalcature e così via. Per la prima volta in televisione si odono pronunciare parole come "morti bianche", "serrata", "sciopero", "mafia". La novità lessicale provoca delle vere e proprie levate di scudi di politici indignati. Escono articoli FATTO INSERIRE FOTO ???? stigmatizzanti che chiedono la 273 testa degli scellerati responsabili del programma: volano accuse di oscenità politica. In particolare riguardo uno sketch sulla mafia nel quale una donna siciliana racconta in modo apparentemente paradossale ad un giornalista il susseguirsi di ammazzamenti di sindacalisti, contadini, cronisti troppo curiosi che a cadenza ad orologeria vengono eliminati, con esplosioni che vanno all’unisono col battere del tempo. Il gioco satirico determina il finimondo: si arriva a interrogazioni parlamentari. Malagodi, FATTO INSERIRE FOTO???? senatore liberale, interviene alla Commissione di Vigilanza sulla Televisione del Parlamento italiano, protestando perché: "Si insulta l'onore del popolo siciliano sostenendo l'esistenza di un'organizzazione criminale chiamata mafia!". Indignato prende anche la parola il cardinale di Palermo, ???, che assicura: “In Sicilia la mafia non esiste”. 274 Riceviamo anche minacce di morte scritte col sangue e la tipica bara di legno in miniatura e minacce di sequestro ed eliminazione per il figlio Jacopo di 6 anni, che da quel momento vivrà sotto scorta della polizia. FATTO INSERIRE FOTO Il successo popolare del programma è incredibile. La direzione della RAI, sotto la pressione dei politici più reazionari, inizia a dimostrare un certo nervosismo preoccupato e, nonostante i testi siano già stati approvati dal direttore generale Dott. Pugliesi, si decide di revisionare l’intero copione: canzoni, sketch e battute che alludano, se pur in modo blando, a fatti di cronaca e ad azioni politiche vengono drasticamente eliminate. Inizia un braccio di ferro con la RAI sulla censura: poche ore prima dell’andata in onda dell’ottava puntata, la direzione RAI comunica il taglio di tre sketch. Dario e Franca, ricordando 275 che erano già stati approvati dal Dott. Pugliesi, propongono, onde poter ripristinare con altri scritti le scene tagliate, di sospendere l’emissione per una settimana (adducendo come pretesto una malattia di Fo). Durante quest’incontro con due alti dirigenti, Fo e la Rame vengono velatamente minacciati, se persistono con il voler sospendere il programma, di denuncia certa per danni e anche di possibile arresto. Con molta tensione, con i loro avvocati attendono la decisione RAI che arriva a 15 minuti dall’inizio della trasmissione. O si va in onda con i tagli o niente. Decidiamo per il "NIENTE". Un’annunciatrice a inizio trasmissione comunica il nostro abbandono. All’uscita del Palazzo della Fiera, una gran folla di spettatori ci attende. RITAGLIO GIORNALE CREDO CORRIERE Manifestazioni e attestati di solidarietà sono espressi in 276 centinaia e centinaia di telegrammi e lettere. FATTO INSERIRE TELEGRAMMI La RAI tenta, ma non riesce, di sostituire Fo e Rame con altri presentatori, poiché tutti gli attori italiani e stranieri tra i quali Ives Montan interpellati, seguendo le indicazioni della SAI (Sindacato-attori) rifiutano l’atto di crumiraggio. CONTRoLLARE SU STAMPA o archivio ??? Si arriva all’azione legale: ABBIAMO QUALCOSA RISPETTO AL PROCESSO? CI DEVE ESERE MATEIALE IN ARCHIVIO nei primi due processi i giudici ci danno ragione e impongono alla RAI di risarcire i danni materiali. Si giunge al terzo processo: il tribunale rimanda il tutto alla Cassazione. Quindi (era da aspettarselo) il tribunale superiore rovescia il decreto e dà ragione alla RAI e torto alla coppia Fo-Rame: devono rimborsare i danni subiti dall’Ente Rai. ARRIVATA QUI 277 Per 16 anni la coppia degli autoriattori sarà totalmente esclusa sia dai programmi radiofonici e Tv, a quei tempi monopolio esclusivo dello Stato Democristiano, che dalle campagne pubblicitarie. Cioè la RAI rifiuta di mandare in onda la loro voce e la loro immagine indipendentemente dal contesto in cui si propongono, anche quelle inerenti a caroselli o spot pubblicitari di qualsiasi tipo. Inoltre la direzione INCASINATO RAI vieta che l’annuncio dei loro spettacoli teatrali o canori, riguardanti la critica tradizionale, vengano posti in rete. Per 16 anni il nome Fo-Rame non sarà mai pronunciato in televisione. Ma già alla prima puntata la stampa reazionaria si scatena criticando ferocemente la più che delicata critica politicosociale contenuta nei testi. Di puntata in puntata gli 278 attacchi, le polemiche sulla stampa non si contano. L'indice di ascolto è altissimo (anche se al processo, uno dei tanti che c'è stato la direzione Rai tentava di sminuirci, dicendo che nessuno ci vedeva. TAXISTI RICORDARSI) l'Italia era divisa in due: chi ci ama, e chi ci odia, ma tutti lì, davanti al televisore il sabato sera. Ad ogni trasmissione ci vengono imposti tagli e censure sempre più pesanti. (FIORI SENO. GAMBA SINISTRA) All'ottava puntata decidiamo di abbandonare la trasmissione. La famosa "Canzonissima", il FANTASTICO DI OGGI, va in onda senza presentatori. (RICORDARSI WALTER 279 CHIARI E BRAMIERI)e quando l'annunciatrice all'inizio della trasmissione dice: d. FO e F. Rame si sono tritirati, una quantità incredibile di telespettatori si rovescia nelle strade di Milano, tutti quanti diretti al palazzo della fiera dove si teneva la trasmissione. Quando usciamo(eravamo stati su consiglio dei nostri legali nei camerini nostri fino alla fine della trasmissione) ci troviamo davanti una folla di gionalisti, fotografi e migliaia di persone. In molti erano venuti per dimostrarci la loro calda e commossa solidarietà. Questa fu la prima e credo l'unica volta nella storia della Rai che due "attori" rifiutarono di "abbioccarsi" 280 d'innanzi alle imposizioni, ai tagli, all' “arroganza del padrone" ai soprusi. L'impegno l"ho preso, ma da un'ora almeno, me ne sto a guardare fuori dalla finestra con il cervello completamente vuoto, come se per tutti questi anni, e sono tanti, non avessi vissuto, lavorato, incontrato gente parlato, riso, pianto ecc. Niente. Non mi viene niente. Ho la testa affollata di pensieri confusi, suoni, rumori, parole, facce(si scrive con la i, o no? )e fra tanto disordine, non riesco a trovare la parola giusta che mi dia modo di iniziare con un minimo di coerenza. Da cosa parto? Da dove? Sono nata 281 eccetere eccetera. . Cosa faccio, anno dopo anno, avvenimento dopo avvenimento in ordine cronologico. . Per l'amor del cielo. Sono certa che arrivata alla prima elementare, spengo la macchina e non ci penso più. Non mi viene propio niente. Forse potrei partire dalla prima grande emozione che non ho mai dimenticato. . Veramente sono due le grandi emozioni della mia vita. Ma che dico, due. . Molte di più, ma queste due sono le più grandi. La prima: "Dario, sono in cinta". 1951. Inutile spendere parole per raccontare le difficolta in cui ci siamotrovati, mi sono trovata. Immaturi, 282 impreparati in tutti i sensi. Spaventati. Non in condizionedi fare un figlio, senza contare mia madre, cattolica convinta. ecc. ecc. Inutile spendere parole. Ho abortito. 30. 000 lire più la paura, e qualcosa addoso e negli occhi, che per mesi non m'ha lasciato. Di quell'ora passata in una specie di ambulatorio, non certo atrezzato per un intervento chirurgico, ricordo il freddo, il buio che c'era fuori, era notte, l'indifferenza e la tensione del medico e dell'infermiera-non gridi per favore, altrimente non la opero. C'era paura in quella stanza, la loro e la mia. 283 1951. Per l'aborto si finiva in carcere. Oltre a "quella" paura per me c'era il terrore per l'intervento che affrontavo senza saperne assolutamente niente. Niente altro che mi sarebbe stato fatto senza anestesia, per me, e tutto per me, c'era anche il peso di quello che stavo facendo. Pensavo a mia madre, e ho veramente desiderato di morire. Se ha paura se ne vada. Non ho gridato. Credo di aver pianto, ma non me lo ricordo. Sicuramente ho pianto dopo, quando Dario che stava ad aspettarmi m'ha abbraciata. Stavamo male tutti e due, in più io mi sentivo così colpevole d'essere certa che non avrei più osato guardare negli occhi 284 mia madre. 2000 anni di pregiudizi erano il pane quotidiano che molta gente ha mangiato. Io, con mia madre onestamente cattolica osservante e convintapoi ne ho fatto indigestione. Per Dario era diverso. (parlare di Brera architettura, lotte operaie;blu di metilene ecc. ) Ho incontrato altre volte quel medico. Non ci siamo mai nemmeno salutati. Lui e diventato famoso. Ricchissimo. Non ha mai fatto obiezione di coscienza, dopo la legalizzazione dell'aborto. Ho saputo che nulla era cambiato nella sua attivita abortista. Solo la tariffa. "Sono in cinta! ". Il punto esclamativo sta a sottolineare il cambiamento dei miei sentimenti nel 285 comunicare questa notizia a Dario, mio marito. . Siamo nel luglio del 1954. Mi sono sposata il 24 giugno. Tutto è regolare. Sono, in regola. Il giorno dopo "la prima notte" legale che io e Dario avevamo consumato già due anni prima, telefonai appena sveglia alla mia mamma. Nel sentire la sua voce, mi venne un nodo di commozione. Ero uscita di casa. . avevo una casa mia. . insomma m'é venuto il magone. "Che succede? C'era apprensione, preoccupazione, imbarazzo e non so che altro nella sua voce non ti ha trovato in ordine? "Cara dolce mamma, pulita, ingenua, tenera, così sicura di quanto mi avevi insegnato da non essere mai stata nemmeno 286 sfiorata dal dubbio che tua figlia, che se ne stava per mesi in turné, potesse avere rapporti "stretti" con il ragazzo con cui "filava" e col quale lavorava. Al "magone" s'é sostituito l'imbarazzo d'aver tradito la sua fiducia. Non lo vedevi di buon occhio quel matrimonio, mamma: "é un attore, uno spiantato, non fara mai niente nella vita. Stai lontana dagli attori. Prendono in giro le ragazze, si divertono e poi le piantano". E dietro a quel"si divertono" si nascondevano nefandezze innominabili. 287 BIOGRAFIA TENTATIVO FRANCA- Sto male di salute, ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le malattie che io sono riuscita(un vero primato! ) ad accumulare negli anni(che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghie-, tricotillomania-strapparsi capelli, attorciliarli stretti al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili. Quando uno è in ansia, si strappa i capelli , se sola, si mangia le unghie in presenza di altri. )E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello che ho avuto negli ultimi due mesi a Boston. "Oh, ma come 288 sono felice, rilassata! "Un bubbone della grandezza di un mandarino nel seno sinistro, proprio sopra a quello che chiamiamo cuore, dolore ai reni con perdita di sangue, lastre, calcoli frantumati, tracce anche in vescica, dolori muscolari alle gambe, crampi durante il sonno, gamba sinistra, dopo immobilità di qualche ora, non rehhe e duole. "Cos'è, il lazzaretto tutto di un colpo? "NO, è che il tuo fisico si fifende come può. lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione che tu vivi male. Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni, gli interventi, malattie inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite 289 che ti scoppia oggi, inizio di una commedia che non ti piace e che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo. Tu come un pappagallo ripeti"sto bene"e sei pure convinta, invece"credi" di star bene, ma nel tuo subconscio stai malissimo? Tutta la colpa è del subconscio. Froid ha detto un sacco di cose relativammente importanti, cose che anche altri avevano detto, l'unica sua* scoperta essenziale per la vita dell'uomo per la sua mente è 'sta storia del subconscio. 'Sta storia del subconscio deve essere vera. Mi viene in mente una tipa di Torino che lavora all'Einaudi, si chiama Emilia, l'ho 290 conosciuta tanto tempo fa, mi raccontava della sua vita, nel dibattersi nei problemi col marito da cui si era separata, i figli, la suocere, l'amante del marito, la moglie del marito. Tutti questi problemi le procuravano fenomeni fisici stregoneschi, reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato su alcun paziente. Che so, le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare, oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste, tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele. Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi sbatterti, riuscire a scavare, a ricordare, a scoprire cosa hai dentro realmente, quale fatto 291 vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi andare indietro, indietro mamma. "Mi sono presa un registratore e via a parlare a ruota libera. Come premo il tasto per la registrazione, non mi viene in mente niente. Cerco di ralassarmi. Vediamo. . il primo trauma. . per me è stato un trauma e grosso. anche se poi, ora, 30 anni dopo, mi rendo conto di aver guardato i fatti con ecessiva enfasi. HO scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore. L'ho vissuta malissimo. Ho cercato di parlarne con lui, ma subito mi sono interrotta, imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata, incolta sul sesso: è la prima 292 cosa che ricordo in questa incursione nella mia vita. Il mio rapporto con l'altro sesso è stato per moltissimi anni un rapporto "al servizio"; mai avuto stimoli sessuali, la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava. . . ma scivolavo nel rapporto senza un grande desiderio di sesso. . ero portata ad assecondare il suo di desiderio. Del sesso, non sapevo nulla. quello che facevamo, era venuto da solo, l'avevamo scoperto insieme. autodidatti. Ora, per fortuna è diverso. I giovani sanno tutto. prima ancora di avicinar si ad una donna. Mio figlio aveva un 13 anni e già se ne stava con un libro di 293 anatomia in mano. (IMENE, vedevo soltanto un orecchio). L'orgasmo, l'ho raggiunto molto dopo che praticavo il sesso. Prima fingevo. Non me ne sono mai fatta un problema. PENSIERI: LA COPPIA Riuscirò fino alla morte a tenere per me che tu sei solo un uomo? Io cerco di capire tutto. . i tuoi bisogni. . mi sforzo di non dare maggior significato alle "cose" di quanto in realtà non abbiano. . di leggerle per quello che sono: SESSO E GRATIFICAZIONE ma non mi posso impedire di soffrireper queste nostre due vite così unite e così irreversibilmente 294 staccate. Due vite tronche, che vivono solo se congiunte ma si logorano e muoiono nella congiunzione. E' molto che sono morta. E' il saperti distratto da altro che mi ha tolto la vita. Senza di te non posso vivere, ma quanto pago questo mio vitale bisogno. Sono riuscita a superare tutto ciò che ho subito. Mi credevo armai forte. ma il dolore torna ogni volta come trentaanni fa. Sto vivendo un disperata e allo stesso tempo afettuosa solitudine. Gironzolo per questo mondo come un ombra;pensieri bui mi schiacciano. Brontola la mia anima, il mio cuore, i miei sentimenti ti si rivoltano contro, il mio orgoglio di essere donna? Umiliato. E il 295 non sentirmi "nessuno". Non mi accontenta essere "prima" nella tua vita. . è nel mio sesso a ridere che ti voglio tenere. Ti guardo davanti ad una ragazza qualsiasi, trasformato, ti rappresenti, ti dai un gra daffare, senza misura ne controllo. Ed io sono condannata da me stessa a starti a guardare, come tu, per tua scelta sei condannato a vivere con me. Che fare? 296 NOTE PER BIOGRAFIA 5-93 21- 1) L'impegno l"ho preso, ma da un'ora almeno, me ne sto a guardare fuori dalla finestra con il cervello completamente vuoto, come se per tutti questi anni, e sono tanti, non avessi vissuto, lavorato, incontrato gente parlato, riso, pianto ecc. Niente. Non mi viene niente. Ho la testa affollata di pensieri confusi, suoni, rumori, parole, facce(si scrive con la i, o no?)e fra tanto disordine, non riesco a trovare la parola giusta che mi dia modo di iniziare con un minimo di coerenza. Da cosa parto? Da dove? Sono nata eccetere eccetera. . . Cosa 297 faccio, anno dopo anno, avvenimento dopo avvenimento in ordine cronologico. . . Per l'amor del cielo. Sono certa che arrivata alla prima elementare, spengo la macchina e non ci penso più. Non mi viene propio niente. Forse potrei partire dalla prima grande emozione che non ho mai dimenticato. . Veramente sono due le grandi emozioni della mia vita. Ma che dico, due. . Molte di più, ma queste due sono le più grandi. La prima: "Dario, sono in cinta". 1951. Inutile spendere parole per raccontare le difficolta in cui ci siamotrovati, mi sono trovata. Immaturi, 298 impreparati in tutti i sensi. Spaventati. Non in condizionedi fare un figlio, senza contare mia madre, cattolica convinta. ecc. ecc. Inutile spendere parole. Ho abortito. 30. 000 lire più la paura, e qualcosa addoso e negli occhi, che per mesi non m'ha lasciato. Di quell'ora passata in una specie di ambulatorio, non certo atrezzato per un intervento chirurgico, ricordo il freddo, il buio che c'era fuori, era notte, l'indifferenza e la tensione del medico e dell'infermiera-non gridi per favore, altrimente non la opero. C'era paura in quella stanza, la loro e la mia. 1951. Per l'aborto si finiva in 299 carcere. Oltre a "quella" paura per me c'era il terrore per l'intervento che affrontavo senza saperne assolutamente niente. Niente altro che mi sarebbe stato fatto senza anestesia, per me, e tutto per me, c'era anche il peso di quello che stavo facendo. Pensavo a mia madre, e ho veramente desiderato di morire. Se ha paura se ne vada. Non ho gridato. Credo di aver pianto, ma non me lo ricordo. Sicuramente ho pianto dopo, quando Dario che stava ad aspettarmi m'ha abbraciata. Stavamo male tutti e due, in più io mi sentivo così colpevole d'essere certa che non avrei più osato guardare negli occhi mia madre. 2000 anni di 300 pregiudizi erano il pane quotidiano che molta gente ha mangiato. Io, con mia madre onestamente cattolica osservante e convintapoi ne ho fatto indigestione. Per Dario era diverso. (parlare di Brera architettura, lotte operaie; blu di metilene ecc. ) Ho incontrato altre volte quel medico. Non ci siamo mai nemmeno salutati. Lui e diventato famoso. Ricchissimo. Non ha mai fatto obiezione di coscienza, dopo la legalizzazione dell'aborto. Ho saputo che nulla era cambiato nella sua attivita abortista. Solo la tariffa. "Sono in cinta! ". Il punto esclamativo sta a sottolineare il cambiamento dei miei sentimenti nel 301 comunicare questa notizia a Dario, mio marito. . Siamo nel luglio del 1954. Mi sono sposata il 24 giugno. Tutto è regolare. Sono, in regola. Il giorno dopo "la prima notte" legale che io e Dario avevamo consumato già due anni prima, telefonai appena sveglia alla mia mamma. Nel sentire la sua voce, mi venne un nodo di commozione. Ero uscita di casa. . . avevo una casa mia. . insomma m'é venuto il magone. "Che succede?C'era apprensione, preoccupazione, imbarazzo e non so che altro nella sua voce non ti ha trovato in ordine?"Cara dolce mamma, pulita, ingenua, tenera, così sicura di quanto mi avevi insegnato da non essere mai stata nemmeno 302 sfiorata dal dubbio che tua figlia, che se ne stava per mesi in turné, potesse avere rapporti "stretti" con il ragazzo con cui "filava" e col quale lavorava. Al "magone" s'é sostituito l'imbarazzo d'aver tradito la sua fiducia. Non lo vedevi di buon occhio quel matrimonio, mamma: "é un attore, uno spiantato, non fara mai niente nella vita. Stai lontana dagli attori. Prendono in giro le ragazze, si divertono e poi le piantano". E dietro a quel"si divertono" si nascondevano nefandezze innominabili. 1) A 20 anni, seguendo l'esempio di mia sorella Pia e mio fratello Enrico, lascio la nostra compagnia e inizio la 303 mia carriera nel mondo "ufficiale" dello spettacolo. Si possono immaginare le difficoltà di una simile scelta in quel periodo del dopoguerra , siamo negli anni 50 e quindi alterno momenti neri a buone scritture nelle compagnie di varietà più famose. E' proprio in una di queste compagnie che conosco il Dario Fo, anche lui alle prime armi, che s'innamora subito di questa "sventola dolcissima", (così mi chiamava)e si prende una cotta da imbesuimento(così dice lui): "7 giorni a Milano", ditta: le tre sorelle Nava e Franco Parenti. M'é piombata addosso, é propio il caso di dirlo senza che la cercassi, ne sollecitassi nulla, per averla. Parlo di lei, 304 della notorietà. Di questo mio mestiere non me ne é importato mai niente. Si stenta a crederlo, ma é così. non ho mai mosso un dito per avere di più, anzi, tutto quello che negli anni ho ricevuto, di cui ho beneficiato, l'ho avuto, "nonostante me". Ora che ci penso bene, e mi sconcerto, non posso nascondermi di non aver mai desiderato qualcosa in particolare. Non ricordo di aver mai detto, ne pensato"se potessi avere. . ""vorrei""per avere quella cosa farei. . . "E non perché avessi tutto, chi mai ha tutto?Qualcosa certo l'ho desiderato, che so, che non mi si ammalasse nessuno in famiglia, che mia madre non morisse mai, che i miei figli 305 stessero bene. . . ma insomma, tutte cose, normali. Del resto, pellicce, vestiti, gioielli, parti, partone, niente. Forse perché mi arrivava tutto di da solo. Forse perché non mi restava il tempo di desiderarle. Beh questo può valere per quando ho iniziato a guadagnare, ma per prima?Era così anche prima?Sì. Era così. Forse mi ci vuole uno psicanalista. Dicevo che m'é piombata addosso la"notorieta", non che mi dispiacesse, una certa sera a Cesena. Compagnia Franco Parenti e le tre sorelle Nava. Io dicevo una battuta: "Il Coriolano é in cinque atti", ma ero lunga, bionda, con i seni rotondi, e mi si vedeva. Alla fine dello spettacolo, si 306 presenta in camerino un tipo con macchina fotografica "sono un giornalista posso farle una foto? Posso dire che un produttore americano la lancerà come la Rita Haiwort italiana?" 1953. Con Franco Parenti e Giustino Durano Dario scrive il "Dito nell'occhio" testo di critica politica e sociale che fece grande scalpore e per i contenuti e per lo stile di treatro ben diverso dagli steriotipi del teatro così detto "leggero" di quegli anni. Lo spettacolo ha un grandissimo successo e gira per una stagione intiera tutta Italia. Io debutto con loro nella stagione invernale. (ricordarsi "spettacolo 307 sconsigliato" fuori dalle chiese. 1954 -giugno. Dario debutta al Piccolo Teatro sempre con Parenti e Durano con un altro testo scritto da loro: "I sani da legare". Io ho un gran magone, perché Parenti non mi vuole in compagnia;Lo capisco anche se nessuno esplicitamente me lo dice. Ma ad un certo punto Dario, con molto imbarazzo e malinconia, nel bar di una piazzetta vicino a casa mia, me lo comunica, ma in contemporanea mi chiede di sposarlo. Lui dice di no, nega, ma io sostengo, conoscendolo, che mi ha chiesto di sposarlo per pareggiare il dolore che sapeva che mi avrebbe procurato l'essere scartata. 308 1954- 24 giugno. Ci sposiamo. In sant'Ambrogio! Dario metterà il fatto di essersi sposato in chiesa addirittura ne"gli arcangeli non giocano al flipper": "sposato in chiesa per accontentare madre di lei molto credente". Il matrimonio è stato bellissimo. La notte prima l'ho passata sveglia non per l'emozione, ma perché stavamo nel lettone della mia mamma in cinque. Io e quattro amiche venute da Varese per farmi festa. E a chiaccherare a ricordare, a ridere. E' stata una bellissima notte. La mattina è arrivato il Felice, padre di Dario, con una macchinona presa a nolo, scendo le scale 309 della casa della mia mamma e lì, tutti gli inquilini -del palazzo a buttarmi manciate di riso. . . a farmi gli auguri, a strigermi la mano. . . e io. . . giù a piangere. Poi arrivo in chiesa. I giornali avevano da giorni annunciato le nostre nozze, quindi, folla, fotografi oltre ai parenti e agli amici. e un'amica , che forse non mi era tanto amica, mi allunga, proprio un secondo prima che entrassi in chiesa, davanti a tutti un magnifico buchè: gigli simbolo di purezza. Facevo l'amore con Dario da due anni, senza nasconderla altri che alla mia mamma, e questi gigli li avrei mangiati volentieri. Non ho potuto. Pranzo con gli invitati all'Htel Milan, offriamo i confetti, e poi ce la 310 svignamo e andiamo a pranzo col babbo di Dario. La "prima sera", io sono in televisione, non ricordo più con che spettacolo, Dario al Piccolo con "I SANI". Sono andata ad abitare nella casa dei genitori di Dario. (controllare archivio, c'è una foto simpatica"la sposa d'italia")L'indomani mattina, telefono a mia madre per salutarla. . . e non so com'è, m'è venuto un gran magone. Mi sono emozionata. Era veramente fatta. Ero uscita di casa. E la mia mamma, e qui si può leggere tutto il suo candore: "Che c'è?. . Non ti ha trovato in ordine?". L'impatto con la vita maritocasa-famiglia è stato un gioco. 311 Mi cimentavo con la cucina, ma non avendo mai avuto niente del genere come mia diretta e totale responsabilità, avevo qualche problema. Primo tra tutti, le dosi. Far da mangiare per due. C'erano sempre tali quantità di cibo bastanti per una caserma. Ricordo una sera a cena Eugenio Tacchini, amico di Dario d'infanzia che si mangiò almeno sette piatti di minestrone. Io ero un pò preoccupata. "Basta, Eugenio, starai male. "No, no. E' tanto buono" Poi però al cinema Orfeo, dove mi aveva accompagnato a vedere "Roma città aperta" durante la scena delle torture è svenuto. "Accendete la luce-grido-c'è un ragazzo che sta male". 312 Arriva 23 la polizia, lo portano fuori, nella hALL lui si riprende. . . Si guarda intorno, vede i poliziotti, e ancora sotto lo shok del film, gridava"non sono stato io! Sono innocente! "Volevo morire. Poi s'è alzato, è corso in bagno e ha vomitato totto il mio minestrone. Gli ossibuchi mi venivano bene. La prima volta che li ho fatti, stando col filo telefonico diretto con mia madre, Dario non finiva più di dirmi-che buono che buono. Poi ha invitato i suoi amici di Brera, Emilio Tadini, Alik Cavaliere e altri . Ero un pò preocupata. Un pranzo da sola, non l'avevo mai retto. "Farò gli ossibuchi col risotto". Ho fatto la mia bella figura. E Dario-ma che 313 buoni -ma che buoni! Ho continuato per almeno tre settimane. E il povero Dario sempre a dire ma che buoniPoi, al ventesimo giorno credo si sia finalmente ammutolito. Ora, li mangiamo non più di tre volte all'anno. Al suo "ma che buono che buono s'è aggiunto Jacopo. Lo dicono insieme e poi scoppiano a ridere. 20 minuti dopo le nozze, si fa per dire, resto incinta. Jacopo (un nome che mi piace proprio come quasi tutte le cose che fanno quei due tipi lì, dice nostro figlio) è nato il 31 marzo del 55 a Roma. Esattamente nove mesi e sei giorni dal 24 giugno dell'anno prima. Gravidanza terribile. 314 Ho vomitato sempre. Mi disturbavano gli odori, perfino i colori. Mai più potuto mangiare ne vedere un piatto di spaghetti. La sera del trenta, stavo nel camerino del Teatro Quattro Fontane dove Dario recitava. Chiedevo a sua madre; la mamma Fo, "come sono le doglie?Cosa si sente?Come si capisce che è ora?"E lei, "quando senti una mano che ti strappa le viscere. . . "e un'amica, anche lei anziana"No Pina, non ti ricordi più. Quando senti. . ". Nulla che mi tranquillizzasse. Anzi! Mi ritiro un pò prima di Dario. Ormai ci dovremmo essere. . . Preparo la valigia, roba per 25 me, vestaglia camicie ecc. e roba per il bambino. (A quei 315 tempi non si sapeva prima se fosse maschio o femmina. Ti dovevi fidare delle anziane: la pancia è così, allora è maschio. No, per me è femmina, non vedi come è messa?E via di 'sto passo. Comunque sempre"bambino" si diceva. Se poi era femmina. . . Ero emozionata. Arriva Dario. Baci baci. Poi si mette a letto e si mette a leggere "il Mondo" . Ho odiato molto quel giornale per la sua grandezza. Ogni volta che D. voltava pagina mi faceva un gran vento. E io sternutivo. "Dario, mi sento strana. . . ""Dormi Nanina. . ". Dopo un pò: "Dario. . . "-"Dormi Nanina". . e via a girar pagine. . "Dario credo che mi si sono rotte le acque. . 316 ". "Dormi Nanina. . ""Ma Dario! ! ! "Di corsa un taxi. Ora siamo emozionati tutti e due. Clinica Salus. Mi avevano promesso che mi avrebbero dato dell'etere. In sala parto grido;Etere! Etere! La levatrice mi dà una carezza;"sì cara, sì, suo marito è fuori"Etere! ! "Il fatto è che la signora in questione era veneta e pensava che nel momento supremo io chiamassi mio marito: Ettore! Ettore! Poi finalmente è arrivato il medico. Sento un vagito. "Brava signora. 3 chilogrammi e 9. "Ho fregato la Clara. La Clara era una brava ragazza moglie di mio cognato Fulvio, che però era molto quotata all'interno della 317 famiglia, e quando dico famiglia intendo mia suocera, in quanto professoressa di lettere, non attrice. Quindi sicuramente migliore di"quella lì che 26 non solo fa l'attrice, ma mi ha anche portato via ei me testun. "Sì, all'inizio mia suocera era solo mia suocera;Non aveva simpatia per me e devo dire chefaceva l'impossibile per farmelo capire. Mi addolorava molto non essere amata da lei. Ma si sa, gli inizi per qualsiasi cosa tu intraprenda trovi difficoltà, figuriamoci il rapporto con la mamma di lui. Mia suocera m'ha conosciuto bene. E' diventata per me la mamma Fo, e mi ha amata profondamente, come profondamente io ho amato 318 lei. La frase che mi diceva con orgoglio era "io l'ho messo al mondo, tu l'hai fatto". Ma pensa te! Ce ne vuole èh ! ! Con la leggerezza dei pazzi usciamo dalla clinica con il nostro fantolino in fasce e ci "accasiamo" ospiti di un fotografo di cui non ricordo il nome, che aveva una splendida casa in via Parioni;Davvero splendido appartamento. L'unico difetto non indifferente per una coppia con un bambino di 8 giorni che questa principesca dimora, era completamente priva di mobili, (se li era portati via il padre dopo una lite. Ma erano mesi che l'appartamento era in queste condizioni). Due brande, una sedia per 319 comodino;un tavolo in cucina, qualche sedi, forse, e un telefono con un fili chilometrico che il nostro amico si portava sempre appresso. Non volendo umiliare la sua generosità (forse era ubriaco quando ce l'ha proposto, non so) ci siamo sistemati alla bellemeglio. Il bambino ha pianto per 8 giorni di fila. Per quanto spirito di adattamento avessimo non riuscivamo proprio a comunicarlo a questo tipo appena nato, che non sapeva proprio niente della vita. a cavarcela e per le scomodità e per la mia inesperienza. Al nono giorno, decidiamo di tornare in clinica. Ci hanno presi a braccia aperte. Ci hanno dato una bellissima 320 camera, vicino alla sala parto. Ci siamo addormentati tutti e tre e abbiamo dormito per almeno un giorno finalmente rilassati;Dario come vedeva in corridoi un padre in apprensione per la nascita del suo bimbo si avvicinava e s'informava. parto cesareo. 27 "Sa, è un . "E Dario: "non si preoccupi anche Franca ha avuto ilcesareo. . è una sciocchezza. . vedrà"E quello si consolava. E un altro" è messo di piedi! ""Non si preoccupi, anche nostro figlio è nato di piedi. . è andato tutto benissimo. . il ginecologo è straordinario" . Solo quando un padre era preoccupato perché la moglie stava facendo 2 gemelli D. è stato senza parole. Non 321 poteva dire: anche Franca. . E via di questo passo. Ci siamo stati tre mesi. Quanti padri e quante madri abbiamo rinfrancato. Qualcuna ci viene ancora a trovare con i il figlio nato proprio in quei giorni. Che benissimo! Intanto, abbiamo comperato una casa in via Nomentana, l'abbiamo arredata e finalmente ci siamo andati ad abitare. Tutti tre. Il bambino cresce. Noi facciamo films. Il primo "Lo svitato". Il soggetto era di Dario. L'aveva letto a Zavattini che ne fu entusiasta. Regia di Carlo Lizzani. Dario era troppo inisperto per aver voce in capitolo con gli sceneggiatori 322 che gli avevano messo al fianco"sei autori in cerca del personaggio" li definì Nello Santi, il produttore. Ne è uscito un film sbagliato con qua e là momenti da cineteca. Avremmo dovuto avevre i mezzi e la forza di ritiralo, rigirare quello che ci sembrava sbagliato e riproporlo. Ma non ci abbiamo nemmeno provato. Forse non l'abbiamo nemmeno pensato. Clamoroso insuccesso. (troppo avanti _Ricordarsi TATI) Credo che sia il film che incassato meno negli ultimo 50 anni. Dopo lo svitato Dario alterna al lavoro di attore quello di sceneggiatore, e viene addirittura scritturato fisso alla Ponti de Laurentis come 323 gags-man a 2. 000. 000 al mese. La cifra era astronomica. Lavora con sceneggiatori del calibro di Age Scarpelli Pinelli(sceneggiatore di Fellini) Antonio Pietrangeli. (indicare films. Titolo) Io interpreto partacce in films tutti lacrime, core, cosce e zinne. Sono 28 quasi sempre in cartello come "partecipazione straordinari", mi pagavanp bene, ma quei films di straordinario non avevano null'Altro che il materiale umano col quale venivo, grazie a loro, in contatto. Torniamo a Roma. Dario lavora in televisione in una commedia leggera in due atti: “Monetine da cinque lire” 324 trasmessa da RAI grande successo. 1, con 34) Io interpreto partacce in film tutti lacr ime, core, co sce e zinne. Sono quasi sempre in cartello come "partecipazione straordinari", mi pagavano bene, ma quei film di straordinario non avevano null'altro che il materiale umano col quale venivo, grazie a loro, in contatto, ad esempio 325 TINA PICA-GIUDA. POI VENGO SCRITTURATA DAL TEATRO ARLECChino a Roma, per interpretare un testo di Feiduau che sembrava scritto per me: "non andartene in giro tutta nuda"Dario scrive per i fratelli Bonos, che poi non ne hanno fatto nulla un atto unico"gli imbianchini non hanno ricordi". A quel punto gli propongo di ritornare a Milano e farci una compagnia nostra. Ci proponiamo a Paolo Grassi allora direttore del Piccolo teatro che ci regala fiducia, amicizia dandoci il teatro per ben tre mesi. Debuttiamo così, in un caldo infernale, tutti soli, (sì, c'erano altri attori da noi scritturati, ma la responsabilità della compagnia 326 era solo nostra) con "Ladri, manichini donne nuda". Scritto diretto e interpretato da Dario, sue erano anche le scene e i costumi. Io facevo l'attrice ma mi occupavo di un sacco di cose;Mio fratello Enrico era il nostro amministratore-attore se necessario. Ha guidato la nostra compagnia con grande abilità, riuscendo a farci stare in pieda anche senza alcun aiuto ministeriale ne dell'ETI(ente teatrale italiano che avrebbe dovuto appoggiare più che mai la nosytra compagnia in quanto recitava opere di autore ITALIANO. Ma sia noi che EDUARDO De FilippO abbiamo avuto grazie alle nostre scelte politiche , vita 327 grama con tutte le forza statali e parastatali). 1958: "Comica finale" quattro atti unici scritti da Dario, su canovacci della mia famiglia. Dario aveva sentito queste storie mentre io le raccontavo a Jacopo per farlo addormentare. Ma de gli atti, che gli ho passato "bocca a bocca", il migliore era "un morto da vendere" che aveva completamente scritto, ambientandolo nell'800 come gli altri. Il migliore. Non si pensi che accecata dall'amore io possa dare a Dario meriti che non ha. Non l'ho mai fattao. D'altro canto basta leggersi le "comica finale pubblicato da Einaudi per vederlo. 328 RICORDARSI DIFFICOLTà FINANzIARIE. STABILE TORINO;EPISODIO "CANNAS L'AMORE è PIù FORTE Siamo al teatro Gerolamo di Milano. Andiamo avanti con grande fatica. Il teatro è conosciuto come teatro delle marionette. Se il mio cuore aveva un fremito al ricordo della mia famiglia, questo fremito non poteva riempirci il teatro. La prima fu un disastro. Abituati ai palcosceninci grandi, il trovarci senza prova alcuna in uno spazio grande come il bagno di casa mia, ci ha messi in grande difficoltà. Devo riconoscere, che come unica volta nella storia della nostra 329 compagnia, la critica ufficiale presente allo spettacolo non ha menzionato i 3OOO incidenti che si sono susseguiti nelle tre ore. Proprio in quel teatro, quasi sempre vuoto ci è arrivata inaspettata la possibilità di debuttare in un grande teatro: il teatro Odeo. Stagione 1959-60-"Gli arcangeli non giocano al flipper" teatro Odeon di Milano. Mille posti. Grande successo di critica e di pubblico. Tutte le sere "il Bossino" che in realtà si chiamava Bossi direttore del teatro, non appena lo spettacolo iniziava si metteva in quainta con un foglio sistemato sulla fronte, con 330 scritto in grande l'incasso della serata. Il copione di questo spettacolo ci fu sequestrato per le troppe battute a soggetto che abbiamo aggiunto, non autorizzati. Abbiamo collezionato "rapporti al questore di ogni città dove si lavorava, per un totale di 280, tanti, quanti furono le repliche dello spettacolo. questura" Abbiamo girato tutta l'Italia facendo esaurito ovunque. DATI STATISTICI E INCASSI NUMERO SPETTACOLI DENUNCIA POLIZIA PER CENSURA. inpiù di una occasione rischiamo di non poter andare in scena. 331 1960-61 -"Avevav due pistole con gli occhi bianchi e neri". opera che tratta della connivenza tra fascismo e borghesia, tra malavita organizzata e potere. L'intervento della censura è pesantissimo, ci massacrò letteralmente Decidemmo di andare in scena egualmente senza tenere in conto alcuno i tagli. Ci fu un braccio di ferro piuttosto teso tra noi e il prefetto di Milano che ci minacciò di arresto immediato, ma alla fine, preoccupato dello scandalo che ne sarebbe venutoo, il ministero tolse i tagli. il testoE' con questo spettacolo che mi conquisto agli occhi di mio marito, un ruolo diverso da quello di sempre. Per la 332 prima volta non accetto il testo a scatola chiusa certa del successo di sempre. Qualcosa non mi convince. Lo comunico a Dario. Si è discusso mica male. Mio figlio aveva sei anni e ancora se lo ricorda. Credo sia stata la prima discussione accesa alla quale asssistesse. Non ci aveva mai visti così, era un pò spaventato. "Dimmi cos'è che non funziona! Dimmelo! "e io: "non lo so". "più forte il Dario: "dimmelo! " "Non lo so, ma c'è qualcosa che non va. "(Quante volte negli anni futuri s'è ripetuta questa scena?) Jacopo piange senza gridare, e anch'io scppio a piangere gridando come un bambino disperato. Era la prima volta che vedevo Dario 333 fuori dalla grazia di Dio. "Ora, lo rileggo tutto. . cercherò di individuare. . . di capire. . . poi ti dirò. . . ". Leggo e prendo appunti. Dario, per tutto il tempo ma guarda serio. In piedi. Mi stavo innervosendo. Dopo due ore, più imbarazzata che mai: "taflierei qui, qu, e qui. "D. ci pensa un pò su, e poi: "forse hai ragione, ma prima preferisco provarlo col pubblico. " Debutto: successo di stima. Il giorno dopo D. mi dà il copione: "fai i tagli che proponevi". 1961-62: 39 "Chi ruba un piede è fortunato in amore". Dopo sporadiche apparizioni nella TV. di stato 334 approdiamo alla televisione sulla neonata seconda rete, (1962 PRIMAVERA) con sei puntate tutte nostre: 40 "Chi l'ha visto?". Subito dopo dalla direzione Rai ci viene proposto di condurre 41 "Canzonissima"il grande concorso canoro abbinato alla lotteria di capodanno la trasmissione di maggior interesse popolare dell'ente. Dario scrive i testi che prima dell'inizio della trasmissione ricevono il benestare della direzione nella persona del dott. Pugliese direttore generale(?). Ma già alla prima puntata la stampa reazionaria si scatena criticando ferocemente la più che delicata critica politico 335 sociale contenuta neitesti. Di puntata in puntata gli attacchi, le polemiche sulla stampa non si contano. L'indice di ascolto è altissimo (anche se al processo, uno dei tanti che c'è stato la direzione Rai tentava di sminuirci. dicendo che nessuno ci vedeva. TAXISTI RICORDARSI) l'Italia era divisa in due: chi ci ama, e chi ci odia, ma tutti lì, davanti al televisore il sabato sera. Ad ogni trasmissione ci vengono imposti tagli e censure sempre più pesanti. (FIORI SENO. GAMBA SINISTRA)fino a che all'ottava puntata decidiamo di abbandonare la trasmissione. La famosa "Canzonissima", il 336 FANTASTICO DI OGGI, va in obda senza presentatori. (RICORDARSI WALTER CHIARI E BRAMIERI)e quando l'annunciatrice all'inizio della trasmissione dice: d. FO e F. Rame si sono tritirati, una quantità incredibile di telespettatori si rovescia nelle strade di Milano, tutti quanti diretti al palazzo della fiera dove si teneva la trasmissione. 42 Quando usciamo (eravamo stati su consiglio dei nostri legali nei camerini nostri fino alla fine della trasmissione) ci troviamo davanti una folla di giornalisti, fotografi e migliaia di persone. In molti erano venuti per dimostrarci la loro calda e commossa solidarietà. 337 Questa fu la prima e credo l'unica volta nella storia della Rai che due "attori" rifiutarono di "abbioccarsi" d'innanzi alle imposizioni ai tagli, all'arroganza del "padrone", ai soprusi. 1963 Teatro Municipale di Modena Fo realizza la regia, "Gli amici della battoneria" TROVARE TITOLO ORIGINALE di Marcel Achard (riadattamento di Fo dal testo originale francese) con la Compagnia autonoma Cornica??? Ditta: Elena Cotta e Carlo Alighiero. Partecipano alla commedia anche Pia Rame e Gigi Pistilli. La commedia verrà presentata in 14 piazze con 32 repliche registrando un incasso lordo di L. 92.620.083 1963 6 settembre – 20 marzo Milano – Al Teatro Odeon va in scena la commedia scritta durante 338 l’estate: "Isabella, tre caravelle e un cacciaballe" . Quest’opera satirica è frutto di ricerche documentate sulla grande impresa di Cristoforo Colombo, sulle difficoltà incontrate nell’allestimento della spedizione e sui compromessi, sulle scaltrezze messe in atto dallo scopritore e di contro dalla corte di Spagna, dai consiglieri regali, spesso legati al mondo clericale locale e romano. FOTO 339 Si tratta dell'inizio di una vasta inchiesta storico-politica che si estenderà per lunghi anni sulla storia e sui "dogmi" della cultura dominante e le relative lotte dei sottomessi nel tentativo di arginare la costante sopraffazione del potere. Lo spettacolo, fortemente demistificatore della "storia scolastica" e della retorica militarista e patriottica, viene duramente contestato da destra; Dario e Franca, a Roma, vengono aggrediti, all'uscita del Teatro Valle, da un gruppo di fascisti, e in altre città - come azione di disturbo – arrivano telefonate durante gli spettacoli che annunciano l’imminente scoppio di una bomba.Solo la presenza di gruppi di operai, studenti e militanti della sinistra garantisce che le rappresentazioni continuino. Tournée. 1963 Helsinki (Finlandia) data va in scena "Chi ruba un piede è fortunato in amore" allestito dalla Compagnia del Lilla Theater con 340 la regia di Fo, direttrice dell’equipe Vivica Bandler. 1964 Al teatro Odeon di Milano dal 4 settembre a fine maggio, va in scena “Settimo: ruba un po’ meno”, commedia in due atti. Scritto e dedicato a Franca. Il suo nome, come protagonista, è stampato sul frontespizio del testo. L’attrice si ritrova qui a interpretare il ruolo di un personaggio del tutto insolito: una becchina in servizio al camposanto Monumentale di Milano. La strana casque mort, che spesso si ubriaca per sopportare il clima dell’ambiente in cui opera, è la classica ingenua un po’ sciocca della commedia dell’Arte. Rimanendo nella tradizione degli antichi comici italiani, essa all’improvviso dimostra di possedere un senso quasi metafisico della vita e dei suoi valori. Senza battere ciglio si esibisce in sconvolgenti 341 metamorfosi. Così la vediamo nei panni di una prostituta, poi di una suora e perfino nel ruolo di una irriducibile pasionaria di stampo anarco-socialista. FOTO O ARTICOLO O RECENSIONE I temi svolti nella commedia si riferiscono alla valanga di corruttele, intrallazzi, furfanterie che iniziavano a diventare normale costume già fin d’allora (quasi quarant’anni fa). Così assistiamo alla grottesca ma, ahimè, reale sfilata delle varie amministrazioni pubbliche e private coinvolte in un carosello di tangenti che facevano esclamare al pubblico indignato: “Ma in che mondo stiamo vivendo?”. Di certo né gli spettatori né noi stessi ci aspettavamo che quello fosse solo un gentile preambolo. Ma non è da credere che si trattasse solo di una gioiosa satira. In verità si scopriva essere una commedia fortemente provocatoria e carica di una satira graffiante. Debutta nella nostra compagnia Mariangela Melato nei 342 panni di una giovane prostituta che fa da maestra di vita alla Becchina. Turnée. Dati statistici: Repliche: 171, incasso lordo: L.147.777.783, media spettatori giornaliera: 637. 343 1965 “Settimo: ruba un po’ meno” va in scena a Zagabria, regia di Anton Marti. METTEREI MANIFESTO si trova cercando ZAGABRIA dal 10 settembre a…. 65Teatro di Sarajevo mette in scena “La colpa è sempre del diavolo”, Dopo soli tre mesi (il tempo di scrivere una nuova commedia) la compagnia debutta sempre al Teatro Odeon di Milano con: "La colpa è sempre del diavolo". 344 Commedia ambientata nella Milano medioevale dei Visconti, FOTO ARTICOLO O RECENSIONE VEDERE DOVE CI SIA LA STORIA con scene truculente di ammazzamenti contrappuntate da Sabba, con diavoli nani diabolici e streghe. Tournée. Trovare dati amministrativi.??? 1966 Einaudi editore Le commedie di Dario Fo. (Gli arcangeli non giocano a flipper. Aveva due pistole con gli 345 occhi bianchi e neri. Chi ruba un piede è fortunato in amore. Isabella, tre caravelle e un cacciaballe. Settimo: ruba un po’ meno. La colpa è sempre del diavolo). Sc, 1966, 19722, pp. 625. Rilegato. Nota introduttiva di Franco Quadri. Per Franca anno sabbatico: terminata la turnée di “La colpa…” sospende l’attività di attrice per poter seguire Jacopo e le nipotine Gaia ed Enrica, che vivono con lei e Dario, nel passaggio dalla V elementare alla prima media. Tutti promossi. 1966 Rajko Radojkovic mette in scena “Settimo: ruba un po’ meno” in Slovenia. DATA? Nanni Ricordi, forma una compagnia di cantori popolari e Dario dirige l’allestimento “Ci ragiono e canto” (n° 1”). durante 346 la turnée. Regia, scene e costumi di Dario Fo. 26 aprile a Milano, al Teatro Manzoni – In prima nazionale va in scena “Ci ragiono e canto” (n° 1”). METTERE LIBRETTO STAMPATO SITO cercare Ci ragiono e cantoGli interpreti, oltre che nel canto, si esibiscono in pantomime e azioni sceniche che sostengono il racconto musicale. 1967 15 settembre chiusura amministrazione - Milano – Al Teatro di via Manzoni va in scena: "La Signora è da buttare!" 347 Commedia musicale, feroce satira grottesca ambientata in un grande circo equestre dove si racconta la storia degli Stati Uniti, con guerre, stragi di mafia e ammazzamenti di Presidenti, giocato da clown, acrobati, domatori, donne cannone, danzato con il sostegno di un’orchestra in scena, cantante Oscar Prudenti. FOTO VEDERE DOVE è MEGLIO inserirle Nella commedia, insieme all’equipe di Franca e Dario, recita un’autentica compagnia di clown, i famosi “Colombaioni”. 348 A Siena Dario Fo, alla fine dello spettacolo viene caricato su una camionetta della polizia e portato in questura per non aver rispettato i tagli di censura. Tutto il pubblico presente in sala, circa mille persone si porta, con Franca, sotto il comando di polizia: dopo due ore, Dario sarà rilasciato. Tournée. Terminata la tournée in Italia la Compagnia Fo-Rame porta “La signora è da buttare” a Stoccolma (Svezia) e il 24 agosto a Bruxelles al Theatre National du Belgique. Manifesti? lettera? Contratti, foto? Vedere cosa c’è. SPAZIO 1968 Dopo l'invasione russa della Cecoslovacchia, Dario Fo, in solidarietà con la popolazione, rifiuta di concedere l'autorizzazione a rappresentare i suoi testi a Praga e nell’intera nazione. Blocca inoltre la messa in scena de "La Signora è da buttare!" e altre sue opere teatrali in Unione 349 Sovietica per le manipolazioni censorie inaccettabili, proposte dai dirigenti culturali sovietici. (!!) DATA Milano - Teatro Odeon. Debutto con grande successo di Enzo Jannacci in un grande teatro milanese: "22 Canzoni" Testi e musiche di Jannacci e Fo, regia di Dario. 67: “La Signora è da buttare” va in scena al Teatro Det Kongelige in Danimarca. Compagnia? Manifesto? Dati? 1968 al 69 Durante l’estate, sulla spinta degli avvenimenti politici di quegli anni, Dario e Franca sciolgono la loro compagnia e fondano, con un gruppo teatrale di giovani: “Il teatro D’ottobre” l'Associazione Nuova Scena, composta da oltre quaranta verificare giovani tra attrici, attori e tecnici; un Collettivo teatrale indipendente, articolato all’inizio in due gruppi (che in seguito diventeranno tre), che gira l'Italia recitando, 350 soprattutto di fronte ad un pubblico popolare e operaio, in locali alternativi al circuito teatrale ufficiale, come Case del popolo, palazzetti dello sport, cinema, bocciodromi, piazze. L’esigenza più sentita era quella di coinvolgere una gran parte di persone che normalmente non si avvicinavano al teatro, spesso per la semplice ragione che in quelle sale di spettacolo si sentivano estranei: erano spazi creati da una classe a cui non appartenevano. “Nuova Scena” risolse: dal momento che era difficile per quella popolazione andare a teatro, la soluzione ottimale era che il teatro andasse da loro. L’unica era farsi itineranti e recarsi ad allestire spettacoli negli ambienti da loro stessi creati, come appunto le case del popolo, i bocciodromi e le cosiddette balere. Ancora più importante era cambiare l’idea di committenza: fino ad allora il pubblico che frequentava i teatri era di estrazione piccolo-medio 351 borghese, quindi il linguaggio e i temi che l’autore doveva proporre rispecchiavano gusti, consuetudini e problemi del loro mondo. La nuova compagnia di attori itineranti doveva al contrario mettere in scena temi che trattassero della vita di operai, contadini e di quegli studenti che da questa classe provenivano o avevano deciso di sostenere. Loro erano i nuovi committenti: il pubblico voleva sentir parlare della propria storia, dei propri problemi ridendone magari e prendendone coscienza. INSERIRE STATUTO E DOCUMENTAZIONE Più RICCA non cìè niente, vedere dal notaio Schiavo-chiedere ad ambrosino. Per riuscire nell'impresa vengono ideati palcoscenici adattabili ad ogni spazio e smontabili, su progetto di Fo. I due capocomici mettono anche a disposizione del collettivo tutto il loro materiale messo insieme in venti anni di lavoro: costumi, luce e fonica. Foto scenografia 352 25 ottobre - Nuova Scena debutta alla Casa del popolo di San Egidio (Cesena) con "Grande pantomima per pupazzi piccoli e medi". TROVARE RECENSIONE CON STORIA COMMEDIA O ARTICOLO DARIOKAOS - foto Lo spettacolo verrà portato anche alla Camera del lavoro di Milano e in tournée. Trovare dati amministrativi. temo non esista nulla(Trovato nulla) TURNé San Egidio (Cesena) 1969 Viene rimesso in scena: “Ci ragiono e canto n°2” trovare “torcitua borgomaneroimportante SPAZIO Avevamo già accennato come l’ensemble di “Nuova scena” il primo anno fosse composto da due compagnie. La seconda 353 metteva in scena uno spettacolo che dibatteva proprio il problema del realizzare un testo che si rivolgesse a quel nuovo pubblico: “Dato che”. Si viaggiava con un doppio assetto tecnico, completo anche di camion e strutture sceniche. La compagnia con dario e franca fungeva da traino. In questo modo si realizzavano due spettacoli su ogni piazza. Il successo cresceva al punto che “Nuova scena” decide di formare un terzo gruppo di cui Franca Rame si accollerà il compito direttivo. 1969 ??? non sono sicura della dataGenova – Al Teatro della Gioventù, Franca, con la sua compagnia va in scena con due nuove commedie di Fo: foto articoli"L'operaio conosce 300 parole, il padrone 1000, per questo lui è il padrone" e sotto il titolo "Legami pure, tanto spacco tutto lo stesso!" (due atti unici: "Il telaio" e "Il funerale del padrone") Tournée. A causa delle critiche che queste opere teatrali muovono allo Stalinismo e alle posizioni socialdemocratiche del Pci, la 354 tournée viene pesantemente criticata e sabotata dal vertice del Partito comunista. Decine di rappresentazioni vengono annullate. TROVARE ARTICOLO LAZZaRI che stronca spettacolo, qui è succeso un gram casino, ma forse è meglio lasciare perdere, tutto.UNITà. Anche Augias su Espresso. E' un momento molto duro. A Franca viene negata La Camera del Lavoro di Milano dove avrebbe dovuto debuttare. Indignata riconsegna a Enrico Berlinguer, segretario del PCI, la sua tessera (Dario non si è mai iscritto). La compagnia, senza perdere tempo, né scoraggiarsi, 2 giorni dopo la cacciata dalla Camera del lavoo, trova ospitalità al "Circo Medini", un vero chapiteaux per spettacoli equestri con tigri, leoni ed elefanti, per fortuna chiusi nelle gabbie. Luogo insolito per uno spettacolo di prosa. Vedere articoli giornali. Spazio Dopo un primo sbandamento, grazie alla mobilitazione di compagni della base del 355 PCI in disaccordo con i vertici, e della sinistra extraparlamentare. Il Collettivo continua a portare i suoi spettacoli in torno per l’Italia, con enorme adesione di pubblico. In quel periodo il secondo gruppo mette in scena “MTM: Metodi, Tempi, Moduli”, una satira didattica sul nuovo sfruttamento in fabbrica.Manifesto o articolo. Foto Trovare. Credo non ci sia nulla, forse articoli Sto inserendo qui un pezzo che stava molto più in giù, ma non aveva senso. Bisogna riflettere se va qui. Qui gran casino- Nel secondo anno di attività a Milano, Nuova Scena non trova spazi teatrali dove agire. Affitta quindi una vecchia fabbrica in disuso nei pressi di Porta Romana tramutandola in un centro teatrale, che diventerà sede stabile del Collettivo: "Il Capannone di Via Colletta". Questo spazio viene gestito dal collettivo teatrale e dal Circolo la Comune, un numerosissimo gruppo di associati, lavoratori e studenti, 356 INTELLETTUALI, che offrono un importante apporto creativo e organizzativo. 1969 Durante l’estate QUANDO AVVIENE LA ROTTURA CON NUOVA SCENA??? QUANDO ABBIAMO FATTO RIUNIONE A MONTE ROSSO? SIAMO SEMPRE NEL SECONDO ANNO DI ATTIVITàDario approfondisce la sua ricerca sui Vangeli apocrifi e nasce 357 " 358 ". Sperimenta la “giullarata” con letture in case del Popolo e Università prima del debutto vero e proprio che sarà il I° ottobre a La Spezia al Teatro Ariston. 359 Quest’opera si inserisce nel dibattito vivo in quel tempo fra gli studiosi di cultura e tradizioni popolari. Con questa giullarata si vuol dimostrare che è falsa la tesi secondo cui le classi sottomesse non posseggono una propria autonomia creativa, ma che si ispirano imitandole alle opere della classe dominante. TROVARE MATERIALE, FOTO E ARTICOLI. È una vera e propria lezione di storia della letteratura, che parte dalla contestazione delle antologie scolastiche, soffermandosi in particolare su "Rosa fresca e aulentissima", uno dei primi testi poetici presentato e commentato da dotti "Soloni" delle università come opera di trovatori eruditi. Nella lezione-spettacolo si sottolinea in particolare la preoccupazione, alle volte spasmodica, di presentare questi contrasti mascherando e censurando ogni gioco scurrile o allusione di satira politica che 360 immancabilmente affiora dalle giullarate. Dario Fo tenta di ricostruire il linguaggio e la ritmica dei giullari medioevali e recita i loro monologhi rendendoli però accessibili al grande pubblico. Il successo è incredibile: si replica addirittura nelle arene e nei palazzetti dello sport con migliaia di spettatori. È lo spettacolo che più di ogni altro lo renderà famoso nel mondo (oltre 5000 repliche). 361 1968 al 69 Durante l’estate, sulla spinta degli avvenimenti politici di quegli anni, Dario e Franca sciolgono la loro compagnia e fondano, con un gruppo teatrale di giovani: “Il teatro D’ottobre” l'Associazione Nuova Scena, composta da oltre quaranta verificare giovani tra attrici, attori e tecnici; un Collettivo teatrale indipendente, articolato all’inizio in due gruppi (che in seguito diventeranno tre), che gira l'Italia recitando, soprattutto di fronte ad un pubblico popolare e operaio, in locali alternativi al circuito teatrale ufficiale, come Case del popolo, palazzetti dello sport, cinema, bocciodromi, piazze. L’esigenza più sentita era quella di coinvolgere una gran parte di persone che normalmente non si avvicinavano al teatro, spesso per la semplice ragione che in quelle sale di spettacolo si sentivano estranei: erano spazi creati da una classe a cui non appartenevano. 362 “Nuova Scena” risolse: dal momento che era difficile per quella popolazione andare a teatro, la soluzione ottimale era che il teatro andasse da loro. L’unica era farsi itineranti e recarsi ad allestire spettacoli negli ambienti da loro stessi creati, come appunto le case del popolo, i bocciodromi e le cosiddette balere. Ancora più importante era cambiare l’idea di committenza: fino ad allora il pubblico che frequentava i teatri era di estrazione piccolo-medio borghese, quindi il linguaggio e i temi che l’autore doveva proporre rispecchiavano gusti, consuetudini e problemi del loro mondo. La nuova compagnia di attori itineranti doveva al contrario mettere in scena temi che trattassero della vita di operai, contadini e di quegli studenti che da questa classe provenivano o avevano deciso di sostenere. Loro erano i nuovi committenti: il pubblico voleva sentir parlare della propria storia, dei propri problemi 363 ridendone magari e prendendone coscienza. INSERIRE STATUTO E DOCUMENTAZIONE Più RICCA non cìè niente, vedere dal notaio Schiavo-chiedere ad ambrosino. Per riuscire nell'impresa vengono ideati palcoscenici adattabili ad ogni spazio e smontabili, su progetto di Fo. I due capocomici mettono anche a disposizione del collettivo tutto il loro materiale messo insieme in venti anni di lavoro: costumi, luce e fonica. Foto scenografia 25 ottobre - Nuova Scena debutta alla Casa del popolo di San Egidio (Cesena) con "Grande pantomima per pupazzi piccoli e medi". TROVARE RECENSIONE CON STORIA COMMEDIA O ARTICOLO DARIOKAOS - foto 364 Lo spettacolo verrà portato anche alla Camera del lavoro di Milano e in tournée. Trovare dati amministrativi. temo non esista nulla(Trovato nulla) TURNé San Egidio (Cesena) 1969 Viene rimesso in scena: “Ci ragiono e canto n°2” trovare “torcitua borgomaneroimportante SPAZIO Avevamo già accennato come l’ensemble di “Nuova scena” il primo anno fosse composto da due compagnie. La seconda metteva in scena uno spettacolo che dibatteva proprio il problema del realizzare un testo che si rivolgesse a quel nuovo pubblico: “Dato che”. Si viaggiava con un doppio assetto tecnico, completo anche di camion e strutture sceniche. La compagnia con dario e franca fungeva da traino. In questo modo si realizzavano due spettacoli su ogni piazza. Il successo cresceva al punto che “Nuova scena” decide di formare 365 un terzo gruppo di cui Franca Rame si accollerà il compito direttivo. 1969 ??? non sono sicura della data-Genova – Al Teatro della Gioventù, Franca, con la sua compagnia va in scena con due nuove commedie di Fo: foto articoli"L'operaio conosce 300 parole, il padrone 1000, per questo lui è il padrone" e sotto il titolo "Legami pure, tanto spacco tutto lo stesso!" (due atti unici: "Il telaio" e "Il funerale del padrone") Tournée. A causa delle critiche che queste opere teatrali muovono allo Stalinismo e alle posizioni socialdemocratiche del Pci, la tournée viene pesantemente criticata e sabotata dal vertice del Partito comunista. Decine di rappresentazioni vengono annullate. TROVARE ARTICOLO LAZZaRI che stronca spettacolo, qui è succeso un gram casino, ma forse è meglio lasciare 366 perdere, tutto.UNITà. Anche Augias su Espresso. E' un momento molto duro. A Franca viene negata La Camera del Lavoro di Milano dove avrebbe dovuto debuttare. Indignata riconsegna a Enrico Berlinguer, segretario del PCI, la sua tessera (Dario non si è mai iscritto). La compagnia, senza perdere tempo, né scoraggiarsi, 2 giorni dopo la cacciata dalla Camera del lavoo, trova ospitalità al "Circo Medini", un vero chapiteaux per spettacoli equestri con tigri, leoni ed elefanti, per fortuna chiusi nelle gabbie. Luogo insolito per uno spettacolo di prosa. Vedere articoli giornali. Spazio Dopo un primo sbandamento, grazie alla mobilitazione di compagni della base del PCI in disaccordo con i vertici, e della sinistra extraparlamentare. Il Collettivo continua a portare i suoi spettacoli in torno per l’Italia, con enorme adesione di pubblico. 367 In quel periodo il secondo gruppo mette in scena “MTM: Metodi, Tempi, Moduli”, una satira didattica sul nuovo sfruttamento in fabbrica.Manifesto o articolo. Foto Trovare. Credo non ci sia nulla, forse articoli Sto inserendo qui un pezzo che stava molto più in giù, ma non aveva senso. Bisogna riflettere se va qui. Qui gran casino- Nel secondo anno di attività a Milano, Nuova Scena non trova spazi teatrali dove agire. Affitta quindi una vecchia fabbrica in disuso nei pressi di Porta Romana tramutandola in un centro teatrale, che diventerà sede stabile del Collettivo: "Il Capannone di Via Colletta". Questo spazio viene gestito dal collettivo teatrale e dal Circolo la Comune, un numerosissimo gruppo di associati, lavoratori e studenti, INTELLETTUALI, che offrono un importante apporto creativo e organizzativo. 1969 368 Durante l’estate QUANDO AVVIENE LA ROTTURA CON NUOVA SCENA??? QUANDO ABBIAMO FATTO RIUNIONE A MONTE ROSSO? SIAMO SEMPRE NEL SECONDO ANNO DI ATTIVITàDario approfondisce la sua ricerca sui Vangeli apocrifi e nasce 369 " 370 ". Sperimenta la “giullarata” con letture in case del Popolo e Università prima del debutto vero e proprio che sarà il I° ottobre a La Spezia al Teatro Ariston. 371 Quest’opera si inserisce nel dibattito vivo in quel tempo fra gli studiosi di cultura e tradizioni popolari. Con questa giullarata si vuol dimostrare che è falsa la tesi secondo cui le classi sottomesse non posseggono una propria autonomia creativa, ma che si ispirano imitandole alle opere della classe dominante. TROVARE MATERIALE, FOTO E ARTICOLI. È una vera e propria lezione di storia della letteratura, che parte dalla contestazione delle antologie scolastiche, soffermandosi in particolare su "Rosa fresca e aulentissima", uno dei primi testi poetici presentato e commentato da dotti "Soloni" delle università come opera di trovatori eruditi. Nella lezione-spettacolo si sottolinea in particolare la preoccupazione, alle volte spasmodica, di presentare questi contrasti mascherando e censurando ogni gioco scurrile o allusione di satira politica che 372 immancabilmente affiora dalle giullarate. Dario Fo tenta di ricostruire il linguaggio e la ritmica dei giullari medioevali e recita i loro monologhi rendendoli però accessibili al grande pubblico. Il successo è incredibile: si replica addirittura nelle arene e nei palazzetti dello sport con migliaia di spettatori. È lo spettacolo che più di ogni altro lo renderà famoso nel mondo (oltre 5000 repliche). 373 1969 “Ci ragiono e canto” viene messo in scena nel cortile della ”Torcitura”, una fabbrica di Borgomanero a sostegno delle maestranze . Il successo cresceva al punto che “Nuova scena” decide di formare un terzo gruppo di cui Franca Rame si accollerà il compito direttivo oltre quello di prima attrice. Il 374 5 No ve mb re -Teatro della Gioventù, Genova: Franca, con la sua compagnia va in scena con due nuove commedie di Fo: "L'operaio conosce 300 parole, il padrone 1000, per questo lui è il padrone" e sotto il titolo "Legami pure, tanto spacco tutto lo stesso!" (due atti unici: "Il telaio" e "Il funerale del padrone") METTEREI FOTO TELAIO VEDIAMO INSIEME Tournée. A causa delle critiche che queste opere teatrali muovono allo Stalinismo e alle posizioni socialdemocratiche del Pci, la tournée viene pesantemente criticata e sabotata dal vertice del Partito comunista. Decine di rappresentazioni vengono annullate. TROVARE ARTICOLO LAZZaRI che stronca 375 spettacolo, qui è succeso un gram casino, ma forse è meglio lasciare perdere, tutto.UNITà. Anche Augias su Espresso. FRANCA DIMMI TU E' un momento molto duro. A Franca viene negata La Camera del Lavoro di Milano dove avrebbe dovuto debuttare. Indignata riconsegna a Enrico Berlinguer, segretario del PCI, la sua tessera (Dario non si è mai iscritto). La compagnia, senza perdere tempo, né scoraggiarsi, 2 giorni dopo la cacciata dalla Camera del lavoro trova ospitalità al "Circo Medini", un vero chapiteaux per spettacoli equestri con tigri, leoni ed elefanti, per fortuna chiusi nelle gabbie. Luogo insolito per uno spettacolo di prosa. Vedere articoli giornali = non ho trovato niente. Possibile? Dopo un primo sbandamento, grazie alla mobilitazione di compagni della base del PCI in disaccordo con i vertici, e della 376 sinistra extraparlamentare frase troncata!!!! Il Collettivo continua a portare i suoi spettacoli in torno per l’Italia, con enorme adesione di pubblico. In quel periodo il secondo gruppo mette in scena “MTM: Metodi, Tempi, Moduli”, una satira didattica sul nuovo sfruttamento in fabbrica. Sto inserendo qui un pezzo che stava molto più in giù, ma non aveva senso. Bisogna riflettere se va qui. Qui gran casino-Nel secondo anno di attività a Milano, Nuova Scena non trova spazi teatrali dove agire. Affitta quindi una vecchia fabbrica in disuso nei pressi di Porta Romana tramutandola in un centro 377 teatrale, che diventerà sede stabile del Collettivo: "Il Capannone di Via Colletta". Questo spazio viene gestito dal collettivo teatrale e dal Circolo la Comune, un numerosissimo gruppo di associati, lavoratori e studenti, intellettuali, che offrono un importante apporto creativo e organizzativo. Durante l’estate Dario Fo intanto approfondisce la sua ricerca sui Vangeli apocrifi, nasce così “Mistero buffo”. Sperimenta la “giullarata” con letture in Case del Popolo e Università prima del debutto vero e proprio che sarà il I° ottobre a La Spezia al Teatro Ariston. Quest’opera si inserisce nel dibattito vivo in quel tempo fra gli studiosi di cultura e tradizioni popolari. Con questa giullarata si vuol dimostrare che è falsa la tesi secondo cui le classi sottomesse non posseggono una 378 propria autonomia creativa, ma che si ispirano imitandole alle opere della classe dominante. È una vera e propria lezione di storia della letteratura, che parte dalla contestazione delle antologie scolastiche, soffermandosi in particolare su "Rosa fresca e aulentissima", uno dei primi testi poetici presentato e commentato da dotti "Soloni" delle università come opera di trovatori eruditi. Nella lezione-spettacolo si sottolinea in particolare la preoccupazione, alle volte spasmodica, di presentare questi contrasti mascherando e censurando ogni gioco scurrile o allusione di satira politica che 379 immancabilmente affiora dalle giullarate. Dario Fo tenta di ricostruire il linguaggio e la ritmica dei giullari medioevali e recita i loro monologhi rendendoli però accessibili al grande pubblico. Il successo è incredibile: si replica addirittura nelle arene e nei palazzetti dello sport con migliaia di spettatori. È lo spettacolo che più di ogni altro lo renderà famoso nel mondo (oltre 5000 repliche). 6665 1968 Durante l’estate, sulla spinta degli avvenimenti politici di quegli anni, Dario e Franca sciolgono la loro compagnia e fondano, con un gruppo teatrale di giovani: “Il teatro D’ottobre” l'Associazione Nuova Scena, composta da oltre quaranta verificare giovani tra attrici, attori e tecnici; un Collettivo teatrale indipendente, articolato all’inizio in due gruppi (che in seguito diventeranno tre), che gira l'Italia recitando, 380 soprattutto di fronte ad un pubblico popolare e operaio, in locali alternativi al circuito teatrale ufficiale, come Case del popolo, palazzetti dello sport, cinema, bocciodromi, piazze. L’esigenza più sentita era quella di coinvolgere una gran parte di persone che normalmente non si avvicinavano al teatro, spesso per la semplice ragione che in quelle sale di spettacolo si sentivano estranei: erano spazi creati da una classe a cui non appartenevano. “Nuova Scena” risolse: dal momento che era difficile per quella popolazione andare a teatro, la soluzione ottimale era che il teatro andasse da loro. L’unica era farsi itineranti e recarsi ad allestire spettacoli negli ambienti da loro stessi creati, come appunto le case del popolo, i bocciodromi e le cosiddette balere. Ancora più importante era cambiare l’idea di committenza: fino ad allora il pubblico che frequentava i teatri era di estrazione piccolo-medio 381 borghese, quindi il linguaggio e i temi che l’autore doveva proporre rispecchiavano gusti, consuetudini e problemi del loro mondo. La nuova compagnia di attori itineranti doveva al contrario mettere in scena temi che trattassero della vita di operai, contadini e di quegli studenti che da questa classe provenivano o avevano deciso di sostenere. Loro erano i nuovi committenti: il pubblico voleva sentir parlare della propria storia, dei propri problemi ridendone magari e prendendone coscienza. INSERIRE STATUTO E DOCUMENTAZIONE Più RICCA non cìè niente, vedere dal notaio Schiavo-chiedere ad ambrosino. Per riuscire nell'impresa vengono ideati palcoscenici adattabili ad ogni spazio e smontabili, su progetto di Fo. I due capocomici mettono anche a disposizione del collettivo tutto il loro materiale messo insieme in venti anni di lavoro: costumi, luce e fonica. Foto scenografia 382 25 ottobre - Nuova Scena debutta alla Casa del popolo di San Egidio (Cesena) con "Grande pantomima per pupazzi piccoli e medi". TROVARE RECENSIONE CON STORIA COMMEDIA O ARTICOLO DARIOKAOS - foto Lo spettacolo verrà portato anche alla Camera del lavoro di Milano e in tournée. Trovare dati 383 amministrativi. temo non esista nulla(Trovato nulla) TURNé San Egidio (Cesena) 1969 Viene rimesso in scena: “Ci ragiono e canto n°2” trovare “torcitua borgomaneroimportante SPAZIO Avevamo già accennato come l’ensamble di “Nuova scena” il primo anno fosse composto da due compagnie. La seconda metteva in scena uno spettacolo che dibatteva proprio il problema del realizzare un testo che si rivolgesse a quel nuovo pubblico: “Dato che”. Si viaggiava con un doppio assetto tecnico, completo anche di camion e strutture sceniche. DARIO METTERE MEGLIO, NON CHIARO La prima equipe giungeva “sulla piazza” , montava lo spettacolo aiutata dagli organizzatori di case del popolo, recitava, teneva un dibattito sullo spettacolo, quindi ripartiva per un’altra sede dove trovava già allestito palcoscenico, fonica e 384 luci, il tutto opera dell’altra compagnia. Quest’ultima, terminata la performance, smontava la struttura teatrale e caricava il tutto sul proprio camion, quindi ripartiva per altra destinazione. C’è da spiegare che noi eravamo il traino, loro erano sconosciuti ed avevano pubblico –Tessare per due spettacoli_ In questo modo si realizzavano due spettacoli su ogni piazza. Il successo cresceva al punto che “Nuova scena” decide di formare un terzo gruppo di cui Franca Rame si accollerà il compito direttivo. DARIOLA VERITà ERA CHE AVEVAMO GRANDI DIFFICOLTà FINANZIARIE, ERAVAMO IN MOLTI, ANCHE SE LA PAGA ERA LA STESSA PER TUTTI E MINIMA, 5.000 LIRE AL GIORNO, CON GLII INCASSI NON CE LA FACEVAMO, è PER QUELLO CHE ABBIAMO FATTO 3 GRUPPI, NOI, NON DIMENTICARE CI SIAMO 385 VENDUTI GLI APPARTAMENTI. 1969 5 novembre – APPUNTO PER CERCARE DI FARE LUCE SU STO CASINO DI DATE. QUESTO è IL SECONDO ANNO DI ATTIVITà Genova – Al Teatro della Gioventù, Franca, con la sua compagnia va in scena con due nuove commedie di Fo: foto articoli cerco io TROVARE ARTICOLO LAZZIRI UNITà. Anche augias su espresso "L'operaio conosce 300 parole, il padrone 1000, per questo lui è il padrone" e sotto il titolo "Legami pure, tanto spacco tutto lo stesso!" (due atti unici: "Il telaio" e "Il funerale del padrone") Tournée. A causa delle critiche che queste opere teatrali muovono allo Stalinismo e alle posizioni socialdemocratiche del Pci, la tournée viene pesantemente criticata e sabotata dal vertice del Partito comunista. Decine di rappresentazioni vengono annullate. 386 E' un momento molto duro. A Franca viene negata La Camera del Lavoro di Milano dove avrebbe dovuto debuttare. Indignata riconsegna a Enrico Berlinguer, segretario del PCI, la sua tessera (Dario non si è mai iscritto).va messo meglio… era da tempo che vedevamo nel pci cose che non andavno, ci vorrebbe una paginetta sulle posizioni del pci. La compagnia, senza perdere tempo, né scoraggiarsi, 2 giorni dopo la cacciata dalla Camera del lavoo, trova ospitalità al "Circo Medini", un vero chapiteaux per spettacoli equestri con tigri, leoni ed elefanti, per fortuna chiusi nelle gabbie. Luogo insolito per uno spettacolo di prosa. Vedere articoli giornali. Spazio Dopo un primo sbandamento, grazie alla mobilitazione di compagni della base del PCI in disaccordo con i vertici, e della sinistra extraparlamentare. 387 Il Collettivo continua a portare i suoi spettacoli in torno per l’Italia, con enorme adesione di pubblico. In quel periodo il secondo gruppo mette in scena uno spettacolo dal titolo “MTM: Metodi, Tempi, Moduli”, una satira didattica sul nuovo sfruttamento in fabbrica.Manifesto o articolo. Foto Trovare. Sto inserendo qui un pezzo che stava molto più in giù, ma non aveva senso. Bisogna riflettere se va qui. Nel secondo anno di attività a Milano, Nuova Scena prima non trova spazi teatrali dove agire. Affitta quindi una vecchia fabbrica in disuso nei pressi di Porta Romana tramutandola in un centro teatrale, che diventerà sede stabile del Collettivo: "Il Capannone di Via Colletta". Questo spazio viene gestito dal collettivo teatrale e dal Circolo la Comune, un numerosissimo gruppo di associati, lavoratori e studenti, INTELLETTUALI, che offrono un 388 importante apporto creativo e organizzativo. 1969 Durante l’estate QUANDO AVVIENE LA ROTTURA CON NUOVA SCENA??? QUANDO ABBIAMO FATTO RIUNIONE A MONTE ROSSO? SIAMO SEMPRE NEL SECONDO ANNO DI ATTIVITàDario approfondisce la sua ricerca sui Vangeli apocrifi e nasce 389 " 390 ". 391 392 393 Sperimenta la “giullarata” con letture in case del Popolo e Università prima del debutto vero e proprio che sarà il I° ottobre a La Spezia al Teatro Ariston. Quest’opera si inserisce nel dibattito vivo in quel tempo fra gli studiosi di cultura e tradizioni popolari. Con questa giullarata si vuol dimostrare che è falsa la tesi secondo cui le classi sottomesse non posseggono una propria autonomia creativa, ma che si ispirano imitandole alle opere della classe dominante. TROVARE MATERIALE, FOTO E ARTICOLI. È una vera e propria lezione di storia della letteratura, che parte dalla contestazione delle antologie 394 scolastiche, soffermandosi in particolare su "Rosa fresca e aulentissima", uno dei primi testi poetici presentato e commentato da dotti "Soloni" delle università come opera di trovatori eruditi. Nella lezione-spettacolo si sottolinea in particolare la preoccupazione, alle volte spasmodica, di presentare questi contrasti mascherando e censurando ogni gioco scurrile o allusione di satira politica che immancabilmente affiora dalle giullarate. Dario Fo tenta di ricostruire il linguaggio e la ritmica dei giullari medioevali e recita i loro monologhi rendendoli però accessibili al grande pubblico. Il successo è incredibile: si replica addirittura nelle arene e nei palazzetti dello sport con migliaia di spettatori. È lo spettacolo che più di ogni altro lo renderà famoso nel mondo (oltre 5000 repliche). 1970 QUI C’è CASINO, LEGGERE ATTENTAMENTE. 395 IN VIA COLLETTA ERAVAMO ANCORA UNITI PERCHé mi ricodi gli spettacoli fatti lì con piccardi, ciarchi ecc. tutti uniti tutti insieme ma scusa… Durante l’estate si organizza un lungo e approfondito dibattito sul programma da realizzare nella successiva stagione. Nascono divergenze sui temi da presentare al pubblico dei nuovi committenti, riuniti in assemblea per la loro approvazione. I due gruppi continuano a trovarsi discordi sia sugli argomenti da affrontare che sull’appoggio del movimento e dei partiti tradizionali della sinistra, compresi i sindacati. Il gruppo opposto NOMI a quello diretto da Franca e Dario vota perché si ritorni sotto l’egida dell’ARCI e dei partiti tradizionali della sinistra. È lo scisma: “Nuova scena” si divide in due diversi gruppi autonomi. Per evitare confusione fra i due gruppi scissi si decide che il collettivo del quale fanno parte 396 Franca e Dario si chiamerà "La Comune". 1970 27 ottobre - Milano - Capannone di via Colletta, va in scena: "Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente" di Fo, in collaborazione con il Comitato Vietnam. Nel primo tempo, un susseguirsi di testimonianze inedite dei protagonisti della resistenza italiana, i partigiani, uomini e donne che hanno partecipato alla resistenza. Mentre invece il secondo è dedicato alla terribile lotta del popolo palestinese, per la sua liberazione. Si eseguono per la prima volta in pubblico, canti provenienti dalle 397 valli lombarde e venete, scritti da combattenti di quelle zone. Come finale di spettacolo viene intonato da tutta la compagnia un canto palestinese molto suggestivo in arabo, forse un po’ approssimativo, e un altro in lingua greca, scritto da Teodorakis avevamo avuto una audio cassetta clandestina, lui era in carcere . INSERIRE PAROLE Quest’ultimo viene eseguito con maggiore professionalità, ottenendo un successo notevole. È TIRATO MOLTO VIA e non mi sembra giusta la data.-??? 1970 10 dicembre - Milano Capannone di via Colletta. A un solo anno dalla strage di Piazza Fontana, alla Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano, la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, “suicidato” in questura di Milano e l’arresto di Pietro Valpreda, Dario Fo scrive e mette in scena un altro dei suoi testi più famosi nel mondo, sulla 398 strage di Stato: "Morte accidentale di un anarchico". Tournée .ci sono dati ??? La rappresentazione va in scena proprio nel momento in cui al vicino Palazzo del tribunale della città, si celebra un processo davvero epocale: la questura di Milano nelle persone del commissario Calabresi, del prefetto ???? e del questore ha querelato il giornale “Lotta continua” che da tempo li denuncia come responsabili della morte di Pinelli. Lo svolgimento del processo prosegue, in un contrappunto tragico e grottesco di colpi di scena. La compagnia che recita “Morte accidentale” ne approfitta inserendo nella 399 commedia le varianti a grande effetto che ogni giorno il processo offre alla cronaca. TIRATO UN PO’ VIA Nasce "Soccorso Rosso", TROVARE QUALCHE INTERVISTA MIA. movimento in sostegno a molti giovani, studenti e operai arrestati durante picchettaggi alle fabbriche, alle scuole, e durante le manifestazioni antifasciste. Franca porterà avanti questo impegno sino all’85. 1971 27 marzo - Milano - Capannone di via Colletta: "Tutti uniti! Tutti insieme! Ma, scusa, quello non è il padrone?!", commedia sulla nascita del Partito Comunista Italiano nel 1921 interpretato da Franca Rame e altri. Tournée. 400 1971 Nel MESE ARTICOLO GIORNALI l’editore e imprenditore Feltrinelli perde la vita nel tentativo di porre un ordigno esplosivo su un traliccio dell’alta tensione. Nell’ambiente della sinistra sono in molti a sospettare la messa in atto di una trappola che è scattata uccidendo il “dinamitardo”. La Comune inizia subito le prove di unO progetto SPETTACOLO in gran parte mimato sulla tragedia in questione che avrà per titolo “Il traliccio di Stato” 1971 Fine ottobre la Compagnia Theatre de la Ville, Parigi, mette 401 in scena “Isabella tre caravelle…” La stessa Compagnia presenta l’opera al Palazzo dei Papi ad Avignone con allestimento di Arturo Corso INTERPRETATO E SCRITTO DA…... 4 dicembre - Milano - Capannone di via Colletta: "Morte e resurrezione di un pupazzo", riproposizione FORSE è MEGLIO RILABORAZIONE COMUNQUE “BRUTTINO” con alcuni interventi sull’attualità, di "Grande Pantomima con bandiere e pupazzi piccoli e medi", che aveva segnato la rottura con il cosiddetto teatro borghese. 1972 controllare data Mostra a Bologna: “Tra rivolta e rivoluzione, immagine e progetto”. Controllare il titolo. C’è articolo gennaio - Milano – Capannone di via Colletta: "Fedayin" Franca Rame, con l’appoggio del Fronte Popolare democratico, 402 porta in Italia dieci autentici Fedayin (palestinesi combattenti) da lei stessa scelti, visitando i campi militari in Libano E SIRIA, fra i più dotati di qualità canore e attoriali. Su testimonianze dirette dei combattenti trasformati in interpreti delle stesse vicende delle quali sono stati protagonisti e testimoni. Dario scrive il testo dello spettacolo, del quale curerà anche la regia; monologhi, musiche, canti e danze della tradizione palestinese che narrano la storia del conflitto con Israele e la nascita di una presa di coscienza nazionale di quei popoli, dopo la grande sconfitta subita qualche anno prima. Conduce la serata Franca Rame. Tournée. Durante gli spettacoli Franca invita il pubblico a donare medicinale, indumenti ecc. da inviare nei campi profughi libanesi che vengono settimanalmente spedite. 403 Gli incassi delle serate vengono devoluti alla Resistenza palestinese al Fronte Popolare democratico. 1972 Attentato contro la villa a Cernobbio. Denuncia di Franca e Dario Manca data precisa Che giorno? novembre - Milano Capannone di via Colletta: "Ordine! Per dio.ooo.ooo.ooo" riscrittura aggiornata di “Legami pure che spacco tutto lo stesso” con Franca Rame e altri. Tournée. Nello stesso periodo Dario Fo gira l’Italia con "Mistero buffo N. 2". 1972 dicembre. Il Collettivo Teatrale "La Comune" è costretto a lasciare il Capannone di via Colletta: il contratto, intestato a Nanni Ricordi, è scaduto e non viene da lui rinnovato. Il Ricordi si trova in disaccordo con il programma in atto, votato dalla maggioranza dei soci. Ancora, in conseguenza di ciò decade il suo incarico direttivo, sia come organizzatore del gruppo, sia come 404 socio direttivo del CIRCOLO La Comune e dà le dimissione. Dario Fo e Franca Rame con i loro compagni non si scoraggiano. Affittano il cinema Rossini a Quarto Oggiaro, nell’estrema periferia milanese. In quegli anni, causa la grande crisi economica, molte fabbriche vengono chiuse. In difesa del posto di lavoro gli operai scioperano e le occupano. In sostegno a queste lotte, il Collettivo Teatrale La Comune, interverrà con i propri spettacoli in centinaia di fabbriche occupate o in chiese sconsacrate, palazzetti dello sport e perfino nelle piazze (dal 1971 all’85) QUESTO DEL DENARO ALLE FABBRICHE AVVIENE IN PALAZZINA devolvendo alle organizzazioni pare al sindacato operaie l’intero incasso, per l’ammontare di oltre 1 miliardo di lire di quel tempo tenendo conto che tessera e il biglietto costavano 500 + 500 lire CONTROLLARE. 405 Una cifra davvero impressionante se si pensa che la perdita di valore della nostra moneta ha subito da trent’anni un decalage di circa un decimo (CONTROLLARE)! Questo mi sembra inutile, s possono fare altri paragoni, per esempio la paga di un operaio 1972 7 dicembre: "Pum pum! Chi è? La polizia!" (sulle stragi di Stato) con Dario Fo e altri attori in solidarietà con Pietro ValpredaCOSA VUOL DIRE? e gli altri anarchici incarcerati con lui. Tournée. SPAZIO Il Collettivo Teatrale è soggetto a varie azioni repressive da parte 406 della polizia e a pesanti tentativi di censura. Il manifesto DI "Pum pum! Chi è? La polizia!" raffiguraRANTE una famiglia, padre, madre e bambina, con gli abiti sporchi di sangue (chiara allusione alle stragi di Stato), viene denunciato per oltraggio alla polizia dal Giudice Viola del Tribunale di Milano. 1973 25 febbraio – Milano. Al Cinema Rossini va in scena: "Ci ragiono e canto n.3" scritto da Fo per il cantastorie siciliano Ciccio Busacca. Partecipano allo spettacolo anche le figlie, Pina e Concetta Busacca e Piero Sciotto canta e accompagna con la sua chitarra. 407 9 marzo - Milano - Un gruppo di fascisti sequestra, sevizia e violenta Franca Rame. Con questo gesto infame si vuole punire l’attività politica di Franca, Dario e del loro figlio Jacopo, politicamente molto attivo al Liceo Berchet, ma soprattutto il lavoro che Franca porta avanti dal '70 nelle carceri ITALIANE. Grande indignazione e solidarietà in tutta Italia. Inserire manifesto ESCO DALLA COMUNE TROVARE MATERIALE. 24 maggio-"Basta con i fascisti". Dopo due mesi di inattività, Franca Rame torna in scena e rappresenta alla Casa del Popolo di Milano il 408 recital, che si avvale di monologhi scritti in collaborazione con Dario e curati da Lanfranco Binni, con proiezioni e filmati sul fascismo e la sua violenza. Lo spettacolo racconta e documenta l’effettiva presenza culturale e politica del fascismo nello Stato Italiano e il ruolo di manovalanza criminale svolto dalle sue frange armate estremiste al servizio dei corpi speciali della Polizia dello Stato. È gestendo quei gruppi che lo Stato realizza vere e proprie spedizioni punitive, attentati e sequenze di stragi con migliaia di vittime fra la popolazione. Tournée. SPAZIO La richiesta di interventi in tutta Italia, comprese le isole, cresce a dismisura: sono circa ottanta i circoli e i collettivi che partecipano alla distribuzione degli spettacoli della Comune. È l’unico momento in cui gruppi estraparlamentari diversi si associano per rendere possibile la messa in scena degli interventi del Collettivo. In questa 409 situazione è logico che qualche direzione di quel variegato movimento pensi di incorporarsi a proprio totale vantaggio tutto intiero il Collettivo, un’equipe autonomamente organizzata, che riesce a gestire la presenza di diecine di migliaia di partecipanti. Così si può dire che a tormentone appaiono uno dietro l’altro incaricati di gruppi diversi, che giungono a proporre una collaborazione unica con la loro organizzazione. Una appresso all’altra le sirene movimentiste vengono allontanate, finché il colpo grosso riesce ad “Avanguardia Operaia”, detta in gergo del movimento “i Paguri”, abili molluschi che riescono con blandizie raffinate ad impossessarsi dei gusci costruiti da altri invertebrati di mare. Fatto è che gran parte del Collettivo “La Comune” si lascia abbindolare dalle promesse di forte intervento economico e organizzativo da parte dei “Paguri” e passa armi e 410 bagagli ai ladri di gusci. Armi e bagagli nel senso che il gruppo traslocante si impossessa di tutti i mezzi tecnici, DI PROPRIETà DEI FO comprese le strutture scenografiche e il pulmino, lasciando, i dissidenti, Dario, Franca, Carpo Lanzi del Trio Piadena, Ciccio Busacca e Piero Sciotto letteralmente in braghe di tela. Dopo un primo notevole smarrimento gli sconfitti e abbandonati ricominciano a organizzarsi. Che fine ha fatto Milone, Piero? Quando arriva e quando se ne va? 12 DICEMBRE 1973 Nasce il terzo nuovoCollettivo Teatrale che si chiamerà "La Comune di Dario Fo" diretto da Dario Fo. c’era anche Binni? 1974 marzo - Dopo aver invano cercato una sede permanente, La Comune di Fo, occupa un edificio fatiscente, abbandonato, in un gran parco nel centro di Milano, la Palazzina Liberty (ex verziere) in 411 Piazza Marinai d’Italia, che ristruttura con l’aiuto del quartiere, degli studenti e degli operai di Milano e dintorni. Solo a Milano, raccoglierà in un anno più di 80.000 abbonati. (Ricordiamo che il Piccolo Teatro, con due miliardi verificare di sovvenzione, ne riusciva a raccogliere al massimo 15.000). Da questo momento Arturo Corso, che già era stato attore e assistente di Dario in passato, coprirà il ruolo di collaboratore alle regie delle opere di Dario in Italia e all’estero. 1973 Manca data precisa: intervista a Dario Fo sulla SCISSIONE COLLETTIVO TEATRALE LA COMUNE cercare e vedere dove inserirla non sono certa credo 1974 CHIEDERE A PIERO SCIOTTO DOPO OCCUPAZIONE RISTRUTTURIAMO, VEDI FOTO, MATTA ECC PALAZZINA, POI PROVIAMO CILE 20 ottobre - A pochi giorni dall’uccisione del 412 presidente del Cile, Salvador Allende, va in scena al Palazzetto dello Sport di Bolzano, il nuovo spettacolo di Dario con Franca, Piero Sciotto, Lanzi e Busacca: "Guerra di Popolo in Cile", spettacolo sulla resistenza cilena, a cui si devolvono gli incassi. Tra monologhi e canzoni cilene o scritte ad oc da Dario, lo spettacolo gioca su una serie di vere e proprie provocazioni organizzate, contrappuntate da beffe a trappola. In poche parole, mentre sul palcoscenico si va eseguendo lo spettacolo si inseriscono incidenti costruiti ad hoc che di fatto si 413 trasformeranno in elementi portanti di tutto lo svolgimento teatrale. Si inizia con l’inserto di un “disturbo” fonico, cioè la radio di una volante della polizia si intromette nel circuito auditivo della compagnia. Il pubblico così ascolta i dialoghi fra le varie macchine in servizio di guardia e viene a sapere che la questura è stata posta in stato di allerta: si temono colpi eversivi, non si sa prodotti da chi e come. Una spettatrice trafelata, irrompe in teatro (in verità si tratta di una attrice della compagnia), e gridando blocca lo spettacolo per dare notizia di strani movimenti di auto blindate in transito nella città e dà l’avviso che la televisione e le radio non trasmettono i programma annunciati, compresi i telegiornali. Si crea un dibattito spontaneo, naturalmente diretto sapientemente dagli attori che minimizzano, fanno dell’ironia, rimbeccati da altri attori, inseriti fra il pubblico, che invece ???? 414 caricano di tensione l’andamento scenico. Di questo passo si viene immancabilmente a discutere del rischio di un probabile colpo di Stato. Non dimentichiamo che in quegli anni si realizzavano uno dietro l’altro capovolgimenti politici messi in atto dai generali, sostenuti dalle destre reazionarie di molti Paesi dell’America Latina e del Mediterraneo, vedi Grecia e il persistere di una situazione di regime fascista in Spagna E L’ITALIA??? . All’istante si scopriva che fra il pubblico erano presenti dei poliziotti IN BORGHESE. La Comune si valeva della legge costituzionale che impediva alle forze dell’ordine di presenziare a spettacoli allestiti da associazioni culturali. Si individuava uno dei poliziotti, un carabiniere, ancora interpretato da un attore della Comune che, snocciolando i soliti luoghi comuni retorici e privi di logica civile faceva resistenza ma alla fine veniva invitato a lasciare la sala. 415 Ma ecco che entrava in scena, proveniente dal fondo dalla platea, addirittura un commissario, seguito di lì a poco da un vicequestore. Quest’ultimo estraeva un foglio su cui erano elencati i nominativi di un certo numero di presenti in teatro. Si trattava di ragazzi e ragazze dell’associazione che aveva organizzato la serata (preavvertiticomplici, ma il pubblico non lo sapeva), ben conosciuti in città per il loro impegno politico. Il vicequestore pregava i nominati di non fare resistenza e di salire tutti sul palcoscenico; quindi sarebbero stati accompagnati in questura solo per controlli e accertamenti. Di qui esplodeva un vero e proprio diverbio spettacolare: in qualcuno tra il pubblico si creava una situazione di panico, con immancabile catarsi liberatoria finale NON CHIARO, MANCA FINALE SPETTACOLO . Ma la provocazione aveva raggiunto il 416 suo scopo, quello di far prendere coscienza. Tournée. 1973 “Guerra di popolo in Cile” alla raffineria Augusta a sostegno dei lavoratori. Manca data precisa Mistero Buffo al Festival di Avignone con regia di Arturo Corso in francese DATA, VEDI E INSERISCE GIORNALI C’è ANCHE FOTO DAVANTI UNIVERSITà E CARCERE Durante la turnée di "Guerra di Popolo in Cile" a Sassari Fo viene arrestato per essersi opposto, con tutto il suo Collettivo e i compagni organizzatori della serata, all'ingresso in teatro della polizia che cercava provocatoriamente di bloccare 1o spettacolo. Rimosso il prefetto di Sassari Tempi di grande repressione, molti della sinistra sono in carcere, ALLARGARE, FO inizia a SCRIVEre UN TESTO SULLE 417 CARCERI, ma si ferma per mancanza di tempo. Incontro di Dario Fo con gli studenti della Sapienza per la pubblicazione del testo “Dialogo provocatorio sul comico, il tragico, la follia e la ragione” di Allegri e Fo. DATE?? 1974 4 al 23 gennaio - Parigi: al Théâtre National Populaire, Salle Gemier-Trocadero, Dario Fo debutta con "Mistero buffo". Grandissimo successo di critica e di pubblico. La giullarata sarà replicata per un mese. Pubblicata storia della Palazzina, dall’occupazione al 1974 Einaudi editore I: Gli arcangeli non giocano a flipper. Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri. Chi ruba un piede è fortunato in amore. St 54, 1974, 199710, pp. xiv-299. 418 Einaudi 1974Morte accidentale di un anarchico. Nc 70, , 19877, pp. 121. Einaudi editore II: Isabella, tre caravelle e un cacciaballe. Settimo: ruba un po’ meno. La colpa è sempre del diavolo. St 55, 1974, 200310, pp. v-325. Einaudi Manuale minimo dell’attore. St 315, con un intervento di Franca Rame, 1987, 19969, pp. 374 con 28 figure nel testo. 1988 A Torre Annunziata (NA) , dal 22 aprile al 22 maggio (o 14 APRILE 25 MAGGIO??): “Il teatro dell’occhio” di Dario Fo Al Palazzo del Turismo di Riccione: “Il teatro dell’occhio” di Dario Fo. A Bari, S. Scolastica dall’1 al 30 giugno: “Il teatro dell’occhio” di Dario Fo 419 A Londra, Riverside Studios dal 9 luglio al 13 agosto: “Il teatro dell’occhio” di Dario Fo Expo Phase One-Italian Contemporary Theatre dal 18 luglio. All’interno la mostra. VANNO BENE LE DATE?? Altrove scritto il 21 luglio. A Stoccolma, Kulturhuset, dal 3 al 27 marzo: “Il teatro dell’occhio” di Dario Fo. Curata da Sergio Martin, prodotta da Emmecinque, coordinata da Franco Quadri. 27/28 maggio: comune di Milano decide per lo sgombero della Palazzina. Intervento del collettivo La Comune. Lettera di Dario Fo al Comune in cui richiede di poter usare la Palazzina per eventi culturali Tornando alla rappresentazione in Italia, durante un dibattito dopo lo spettacolo "Guerra di Popolo in Cile", un gruppo di operai presenti 420 in platea invita La Comune a considerare l’assurdo della situazione che vede le lotte sindacali condotte per migliorare la condizione economica dei salariati vanificate in modo grottesco dagli immediati rialzi dei prezzi in tutti i supermercati. Da qui, parte l’indagine sul problema e la scrittura dell’opera teatrale "Non si paga! Non si paga!" nella quale l’autore si immagina una scena iniziale in cui qualche centinaio di casalinghe, appoggiate da operai in sciopero, entrambi indignati per il rincaro ingiustificato dei prezzi, fa irruzione in un supermercato e impone la spesa proletaria, cioè a dire impone prezzi calmierati e si ritira con le borse stracolme prima dell’arrivo della polizia chiamata dai dirigenti. LA STORIA CONTINUA, CERACRE RIASSUNTO O RECENSIONE O PRESENTAZIONE LIBRO O FOTO . 421 Un anno dopo si verificano numerosi assalti ai supermercati di Milano. Molte donne vengono arrestate. Il PM, durante il processo, chiede l’incriminazione di Dario Fo come ispiratore all’evento. Il giudice, dopo un lungo silenzio, risponde al Pubblico Ministero più o meno con queste parole: “Certo, se noi si dovesse applicare la logica secondo cui è concesso, anzi ritenuto legale, punire gli autori di teatro e di cinema, nonché i romanzieri, che si siano permessi di prevedere azioni drammatiche, fino a spingersi a descriverle magari con fantasia realistica, di questi liberi pensatori dovremmo riempire le nostre carceri e riprocessare anche gli autori defunti, a cominciare da Shakespeare a Molière e di seguito Rousseau, Defoe, Swift etc. etc.”. 422 HO CONFUSIONE DATE SPETTACOLI DEVO VEDERE ELNCO SU COPIONI MIEI 1974 3 ottobre - Milano - Palazzina Liberty: "Non si paga! Non si paga!". Tournée. Nell'arco della stagione teatrale nell’antico verziere vanno in scena spettacoli, dibattiti, manifestazioni, concerti in solidarietà con fabbriche occupate e situazioni di lotta in generale. Spettacoli anche in appoggio alla campagna per il Referendum sul divorzio. Negli spazi del seminterrato della Palazzina, molti immigrati di origine asiatica e africana (Eritrei) 423 finalmente trovano una sede dove riunirsi per discutere dei loro problemi. Sul palcoscenico rappresentano spettacoli con danze e canti provenienti dalla loro tradizione e ritualità. 1975 1 febbraio - Su indicazione di un gruppo di intellettuali svedesi, Dario Fo viene proposto per il Premio Nobel. 1975 Invito a rappresentare uno spettacolo (QUALE?) nella fabbrica occupata SITE Einaudi editore 1975 III: Grande pantomima con bandiere e pupazzi piccoli e medi. L’operaio conosce 300 parole il padrone 1000 per questo lui è il padrone. Legami pure che tanto io spacco tutto lo stesso. St 78, a cura di Franca Rame, , 19978, pp. xv217. Richiesta “Mistero Buffo” Novi Ligure per cassa integrati e licenziati 424 Invito a rappresentare “Mistero Buffo” per Evanitalia di Sovere: 600 operaie licenziate 11 marzo al Palalido di Milano: Mistero Buffo con Dario Fo Franca Rame Cicciu Busacca a favore dei diritti fondamentali del cittadino Mistero Buffo alla Palazzina. Date?? Mistero Buffo alla fabbrica occupata sartotecnica di Milano. Date?? 5 giugno - Milano - Palazzina Liberty. Va in scena: "Il Fanfani rapito", scritto da Dario Fo in 4 giorni, in appoggio alla campagna "REFERENDUM per la legalizzazione dell’aborto" voluta dal partito radicale. 425 Non c’è tempo per provare la commedia ma, vista l’importanza politica del momento, viene messa in scena ugualmente e gli attori recitano leggendo il copione a vista. Accordo fra Comune di Milano e il C.T. La Comune per l’utilizzo decennale della Palazzina, con decorrenza 1/1/75 1976 Einaudi La signora è da buttare. Ct 206, 1976, 19833, pp. 115. 426 “Fanfani rapito” all’Ospedale Psichiatrico di Trieste Date?? “Fanfani rapito” all’Università di Brescia Date?? “Fanfani rapito”, film con regia Dimitris Makris proiettato in diverse località italiane Terremoto in Friuli: richiesta di aiuto con spettacoli Tounée in Belgio e Francia: calendario Dario Fo partecipa al primo Festival di Teatro comico di Nancy Tournée di “La giullarata” nel Sud della Francia e in Belgio Dario Fo tiene una lezione spettacolo all’Accademia nazionale d’arte drammatica. SU CHE COSA??? Franca Rame e Dario Fo: Mistero Buffo a Giacinto Grecia. Date?? 427 Richiesta di rappresentazione de “I tre bravi” con traduzione francese Giornata di solidarietà con il popolo di Dohofar alla Palazzina. Manca data precisa Il collettivo parte per la tournée. In quel periodo difficilmente si trovano locali disposti ad accettare il prezzo bassissimo del biglietto (mille lire, più mille per la tessera di iscrizione al Circolo La Comune: abbiamo aumentato i prezzi!!). I proprietari dei teatri si giustificano affermando che questo eccessivo abbattimento dei prezzi li metterebbe in difficoltà presso il loro abituale pubblico, che richiederebbe lo stesso sconto per gli spettacoli già programmati. Si tratta di un pretesto: in verità i gestori trovano politicamente provocatori i temi trattati dalla Compagnia. E si sa… i metodi di censura sono infiniti. Ma recita un vecchio adagio: “Non tutti i guai e gli impedimenti vengono per 428 nuocere, spesso si risolvono in straordinari vantaggi”. Infatti quella censura impone alla Compagnia di rischiare, pur di ritrovare spazi idonei. I Fo affittano palazzetti ABBIAMO INIZIATO PRIMA dello sport, 10 mila presenze a sera, e a Roma un circo equestre di 2500 posti a sedere, in piazza Mazzini dove per 2 mesi recitano tutte le loro commedie scritte dal ’68 al ’75. Sempre esaurito. Nello stesso anno Dario Fo mette in scena "La Giullarata", spettacolo sul teatro popolare siciliano, interpretato dal cantastorie Cicciu Busacca e dalle figlie Pina e Concetta, canta e accompagna con la sua chitarra Piero Sciotto.Nelle correzioni ho scritto aggiungere ragiono e canto n° 3ma non mi ricordo perché 429 Data e dati Mettere le cose come stanno, non possiamo dire cose che poi vengono smentite sul sito da documenti, Il Collettivo La Comune realizza un viaggio di un mese nella Repubblica Popolare Cinese. Finalmente un po’ di vacanza! Questo viaggio nasce dall’invito del Ministero dello Spettacolo del governo cinese. Con loro ci sono alcuni scienziati e ricercatori delle Università italiane e un gruppo di operai e Mario Capanna leader del Movimento studentesco. 430 “Fanfani rapito”, film con regia Dimitris Makris proiettato in diverse località italiane Terremoto in Friuli: richiesta di aiuto con spettacoli Tounée in Belgio e Francia: calendario Dario Fo partecipa al primo Festival di Teatro comico di Nancy Tournée di “La giullarata” nel Sud della Francia e in Belgio Dario Fo tiene una lezione spettacolo all’Accademia nazionale d’arte drammatica. SU CHE COSA??? Franca Rame e Dario Fo: Mistero Buffo a Giacinto Grecia. Date?? Richiesta di rappresentazione de “I tre bravi” con traduzione francese POSSIBILE CHE DA GIUGNO DEL 75 A MArZO 76 NON SI SIA FATTO NIENTE?! 431 2 marzo - Milano - Palazzina Liberty - Si affronta il fenomeno della droga che inizia a dilagare anche in Italia. Alla palazzina si allestisce lo spettacolo "La marijuana della mamma è la più bella". Tournée. È la storia di un ragazzo che, PRENDEREI LA STORIA DA UNA RECENSIONE O ARTICOLO KAOS, METTERE FOTO tornando a casa dopo un’assenza di qualche mese, scopre che la mamma e il nonno 432 fumano haschish e si impasticcano di stupefacenti vari. Non solo, ma producono, coltivandole sul terrazzo, erbe da fumo. DARIO, RAGAZZACCIO, NON SI Può TRONCARE QUI SPAZIO Intanto il contenzioso fra l’Associazione teatrale e il comune continua: pur di bloccare la produzione satirico-teatrale ed eliminare un centro di aggregazione sociale, il cui esempio produce la nascita di altri collettivi, il Comune denuncia e porta in tribunale i responsabili dell’occupazione della Palazzina Liberty. Nel processo che segue, il giudice dà ragione alla Comune, poiché in un primo tempo il sindaco era assessore allora Tognoli aveva consegnato le chiavi dell’antico verziere a Fo perché potesse condurre un sopralluogo nello stabile fatiscente, onde constatare lo stato di degrado in cui si trovava la Palazzina. Quindi ne conseguiva 433 che il sindaco aveva già deliberato di cedere, se ritenuto idoneo, quello spazio al gruppo culturale della Comune. È nello stesso periodo che sul lato ovest dello stabile viene posta, inserita in una nicchia muraria dell’esterno, una carica di tritolo. L’ordigno esplode nella notte. Per fortuna il gruppo dei compagni del Collettivo, a cui era stato affidato il l’incarico di vigilanza, qualche ora prima si era spostato verso l’abside opposta, dove stava riposando. La deflagrazione fu potente, al punto che tutte le lastre di vetro armate in ferro (numerose in quella costruzione) andarono in frantumi. Egualmente centinaia di vetri dei palazzi che s’affacciano sul parco furono abbattuti. La polizia indaga, ma nessun responsabile viene individuato. 1976 Dopo 16 anni di ostracismo, su invito del Dott. Massimo Fichera, direttore di RAI 2, La Comune torna in televisione con 434 "Il teatro di Dario Fo". Vengono registrate le seguenti opere: "Mistero buffo", "Settimo: ruba un po' meno!", "Ci ragiono e canto", "Isabella, tre caravelle e un cacciaballe", "La signora è da buttare", "Parliamo di donne" (per 21 ore di trasmissione). Tutte le commedie vengono recitate e riprese alla Palazzina Liberty, con la presenza del pubblico. Le trasmissioni andranno in onda nel ’77. 1977 Einaudi editore IV 1977,: Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente. Tutti uniti! tutti insieme! Ma scusa, quello non è il padrone? Fedayn. St 125, a cura di Franca Rame19975, pp. 217. EINAUDI ??? Et 492, serie Stile libero, nuova edizione a cura di Franca Rame, 1997, pp. 382 con numerose figure in bianco e nero nel testo. (cfr. anche Lezioni di teatro, 2001). 435 EINAUDI Mistero buffo. Et 1106, nuova edizione integrale, a cura di Franca Rame, 2003, pp. 410 con 15 immagini in bianco e nero nel testo. (Già pubblicato in questa collana, serie Stile libero, nel 1997, con il n. 487, anche con videocassetta). A Vispa di Carcare (GE) e Venezia: Mistero Buffo con nuovi brani sui Vangeli Apocrifi. QUALI?? Maggio- Milano - Palazzina Liberty: "Mistero buffo N° 3 " edizione. Tournée. 30 giugno - Roma -Teatro in Trastevere - ???? qui c’è casino, il premio idi l’ha ritirato mia sorella, io stavo male col braccio vedere giornali "Maschera con lauro d'oro" Franca Rame vince la "Maschera con lauro d'oro" del Premio IDI, come migliore attrice televisiva per la trasmissione "Parliamo di donne" INSERIRE GIORNALI E MOTIVAZIONE. 436 In questi anni Fo si afferma come autore vivente, più rappresentato al mondo: i suoi testi sono recitati in oltre 50 paesi e tradotti in più di 30 lingue QUANDO GIOVANNI CI DARà NUMERO REPL. CE LO METTIAMO. 1977 6 dicembre - Milano – Alla Palazzina Liberty va in scena: "Tutta casa, letto e chiesa" di Dario Fo e Franca Rame. Opera in chiave comico-tragicogrottesca sulla condizione della donna. Unica interprete Franca, che per la prima volta firma il testo con Fo. Questa giullarata l 437 femminile verrà replicato da Franca sia in Italia che all’estero sino all’88, oltre 3000 volte. Inserire recensioni e foto LE MESSE IN SCENA DELLA….. ALL’ESTERO SONO STATE…manifesto. estero 1978- VERIFICARE DATA E ANNO 2 febbraio INCIDENTE GENOVA FRANCA VA SCRITTO Più CHIARAMENTE.Dopo un anno di chiusura PER… FRANCA ECC. DATA Durante l’estate, Dario scrive "La tragedia di Aldo Moro" sul sequestro e assassinio del dirigente democristiano ad opera delle Brigate Rosse (mai rappresentato). Il testo è condotto sulla chiave del "Filotete" di Sofocle. Dario Fo rinviato a giudizio per i fatti di Sassari 438 “Non si paga! Non si paga!” messo in scena dal Berliner Ensemble cercare manifesto Chiesti i diritti per Mistero Buffo in Australia. E Messo in scena da Teatro Vivo in Guatemala 1979 Manifestazione organizzata da Biblioteca Civica di Cologno Monzese in difesa del posto di lavoro degli operai Trapani Rosa. “Tutta casa…” Incasso ai lavoratori 16/31 Marzo: spettacoli in Palazzina Liberty Calendario programma Cantautore e chitarrista argentino Yanquestruz alla palazzina Angelo Bertoli e AllaPalazzina? Date? Gruppo. Alla Palazzina la compagnia francese Les Baladins du Rhin 439 rappresenta Mistero Buffo in francese Data? Atto di citazione per occupazione della Palazzina Liberty Dario Fo e altri nove imputati prosciolti dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale: nel 1970 proibito accesso a polizia al Teatro di Pordenone “Storia di una tigre” al Quasar di Ellera di Perugia. DATE?? Seminari Spettacolo di Dario Fo al Festival di Santarcangelo “Autobiografia di un impegno”. DATA? 19/11: Teatar IDT di Zagabria – “Morte accidentale di un anarchico” Festival delle Nazioni di Amburgo. Dario Fo partecipa con Mistero Buffo. Date 440 “Non si paga” in Inghilterra da altra compagnia Il Collettivo la Comune comunica la costituzione dell’Associazione libera Università di Alcatraz DATA debutta: "Storia della tigre e altre storie", rielaborazione di Fo del canovaccio di un racconto popolare cinese sulla Lunga Marcia, ascoltato durante il viaggio nella regione di Shangai. Settembre - Berlino, Festival Internazionale a cui Dario e Franca partecipano con "Mistero buffo" e "Tutta casa, letto e chiesa". 18 novembre. Per il bicentenario del Teatro alla Scala Dario Fo realizza la regia, sue anche scene e costumi de "L'histoire du soldat" di Igor Stravinskij che debutta a Cremona, al Teatro Ponchielli. 441 Fo, in seguito a un’indagine riguardante la messa in scena dell’originale opera di Stravinskij avvenuta durante la prima guerra mondiale in Svizzera, scopre che il sogno del compositore era quello di realizzare uno spettacolo molto più articolato e vasto, il che avrebbe comportato l’impiego di un maggior numero di interpreti e di musici. La situazione precaria determinata dall’esplosione del conflitto, aveva imposto di ridurne drasticamente le spese d’impianto. Fo, d’accordo con il Maestro Abbado, decide di realizzare il sogno di Stravinskij e scrittura la bellezza di più di trenta mimi, maschi e femmine, più qualche attore professionista. I mimi provengono dalle varie scuole di 442 teatro di Milano, prima tra tutte quella fondata da "Paolo Grassi" quando era direttore del Piccolo Teatro. Fo, immagina una scena mobile spostata e composta di volta on volta dagli stessi interpreti che si muovono su un grande palcoscenico con una apertura di almeno sedici metri. Ritmi e andamenti gestuali si ispirano al teatro cinese. L’opera viene replicata nelle più importanti città d’Italia, nei teatri lirici e nei palazzetti dello sport, davanti a migliaia di spettatori. 1979 febbraio - Roma, Teatro Belli: viene presentato il testo inedito di Dario Fo "La fine del mondo" per la regia di José Quaglio. E’ l’avventura di un operaio addetto alle fognature della città; per il suo lavoro si ritrova ad operare nel sottostrato a d una notevole profondità. Da quel livello sente vibrare fortemente il terreno, alcune gallerie franano. Fortunatamente si salva e risale in 443 superficie. Appena affiora si ritrova in un semi-deserto: l’intera città con i suoi palazzi, le torri e perfino i ponti, è stata letteralmente succchiata da un turbine ascensionale di forza inaudita. Disperato vaga fra i resti di quello sconquasso, chiama aiuto. Ma nessuno gli risponde, alla fine gli appare una donna carica di pellicce e vesti sontuose che gli punta un fucile. E’ terrorizzata all’idea che l’uomo la possa avvicinare. Appare, quando tra i due s’è creata una certa amicizia, appare un altro personaggio, si tratta di uno scienziato impegnato nella ricerca bellica. Spiega che quel cataclisma è causato da alcuni forti esplosioni che hanno determinato una incredibile accelerazione del moto rotatorio terrestre. Il fenomeno ha letteralmente proiettato per centrifugazione ogni costruzione o struttura architettonica fuori dalla cresta terrestre. Da qui nascono conflitti, equivoci, alleanze e odi, 444 che si sviluppano fino al paradosso. Di questa opera esistono due versione, la prima con il protagonista maschile, che risale dal sottosuolo, una seconda versione dove il personaggio principale è una donna. NON ABBIAMO FATTO ALTRO? 1980 SALA DI CESENATICO 29 LUGLIO 1992 . . . e speriamo bene! 1) LIBERA ASSOCIAZIONE DI IDEE scaletta avvenimenti da arricchire e tagliare Buona seraaaa! Da quando non partecipo ad un festival dell'Unità. . . pardon. . . . del PCI. . . Oddio ho sbagliato ancora. . . Beh, insomma, ci 445 siamo capiti. Vediamo un po'. . . cos'era?. . . il 67. . . 68?. . . 25 anni fa! (Cambia tono) Me ne sono fatta un sacco di festival dell'Unità. . . c'era sempre Pajetta per il comizio di chiusura, e io che gli offrivo un cestino vietnamita. Tutti gli anni col cestino vietnamita! . . . a parte che ho il dubbio che il cestino fosse sempre quello. Mi facevo il mio stand. . . vendevo di tutto, una volta libri. . . l'altra prodotti russi. . . Una volta perfino scarpe, ho venduto al Festival. . . scarpe per bambini. Era il 1966. Ero andata in una ditta vicino a Como. . . ed il Festival era per la sezione di Cernobbio, il paese dove abitavo con mia madre, Dario, e i miei figli. Sì, ho detto "miei figli". Tre. Personalmente ne ho confezionato uno solo. . . Jacopo, ma ho tirato su altre due bambine; Gaia figlia di mia sorella divisa dal marito e Enrica, figlia di mio fratello diviso dalla moglie. . . In 'sta ditta di scarpe, mi hanno fatto una gran festa. . . : "Oh signora, che 446 onore! Me la ricordo in Canzonissima. . . "Tutti si ricordano di Canzonissima. Come mio suocero della guerra 15-18, s'è preso anche una medaglia d'oro, e. . . un ginocchio d'argento. "Brava, brava com'era brava! Anche suo marito, bravo, bravissimo! " "Grazie. . . grazie. . . Avrei bisogno di comperare. . . delle scarpe non troppo costose. . . per. . . una. . . festa benefica. . . " "Che festa benefica è?" "Ma. . . per dei bambini. . . " Se avessi detto: Festival dell'Unità, mi avrebbero aizzato contro i cani. "Le do tutto il campionario. . . a mille lire. . . " 1000 lire?! In negozio le avrebbero pagate almeno 20. 000: scarpe magnifiche! Io le ho vendevo a 10. 000 e chi le comperava, faceva un affare. Scarpe, tortini dolci, "pesca" dopo aver girato casa per casa a chiedere roba vecchia da buttare. . . vasetti di fiori. . . Le solite cose, insomma. Abbiamo lavorato come belve per tre giorni. Ero contenta come una Pasqua. . . avevamo incassato un sacco. Contavo i soldi con i compagni. . . più di tre milioni! Poi ho scoperto che 447 tutto il nostro attivo più "un debito" che ci siamo dovuti accollare tutti noi iscritti, erano serviti per pagare una cantante che il segretario della sezione aveva ingaggiato a una cifra astronomica senza dire niente a nessuno. "Ma come, qui ci siamo fatti un mazzo così per tirare su quattro lire e tu le vai a buttare, tutto per tuo conto. . . per di più ti indebiti anche. . . per una che viene a cantare. . . di cui a nessuno frega niente. . . e tutto per sfiducia nelle nostre forze! E tutto per scopiazzare quei megalomani dei compagni delle città che sono loro che sostengono il mercato del disco facendo cantare i cantanti ai festival. . . per di più li strapagano. . . in una sera si beccano cifre che un operaio non vede in due anni. (Cambia tono) Un po' di demagogia. (riprende a gridare) Tutto da solo decidi! ! Bel centralismo democratico! Sai cosa sei? Uno stronzo! E io straccio la tessera! " E tutti che gridavano "Sì sei uno stronzo! ! Stracciamo la tessera stracciamo la tessera! " 448 Alla fine per evitare un esodo in massa, ho dovuto far da pacere e perdonare il Rocca. . . si chiamava così il segretario della sezione. . . Rocca. . . ma che però ha dovuto fare l'autocritica, seduta stante, davanti a tutti. . . Poi, abbiamo brindato alla pace e hann fatto bere anche me notoriamente astemia. . . stanchi morti e un po' ciucchi, abbiamo cantato Bandiera rossa e l'Internazionale . . . e ci veniva da piangere. A quei tempi ci si commuoveva facile. La sezione di Cernobbio. . . Ci venivano anche i miei figli. . . si organizzavano serate. . . dibattiti. . . litigate. . . Jacopo e le bambine erano i più giovani iscritti alla F. G. C. I della Lombardia. Avevano 11 anni e facevano la prima media. (JACOPO CERCA DI PRECISARE, non mi ricordo bene) Erano molto attivi. . . passavano tutte le loro ore libere dalla scuola, a fare inchieste. In una zona bianca come il comasco. . . la brianza, ad esempio, con carta e penna o registratore fermavano le donne del paese e candidi chiedevano: 449 "Cosa ne pensa signora della pillola? Lei la prende?" Immaginatevi le reazioni! Oppure tornavano a casa e: "Da oggi, tutto quello che è americano. . . ( si era durante la guerra nel Vietnam in questa casa non entrerà! " A conti fatti si poteva mangiare solo pane riso spaghetti. Via la Coca-cola, via questo via quello. Ogni cibo confezionato veniva scrutato con grande diffidenza e doveva essere solo Made in Italy, massimo roba Svizzera. Jacopo, s'è preso anche uno schiaffo da un insegnante. . . c'era uno sciopero degli studenti a livello nazionale. . . loro tre, gli unici, stavano davanti ai cancelli della scuola e cercavano di convincere i compagni a scioperare, il professore di ginnastica li tira per un braccio, li spintona e cerca di farli entrare in classe. . . loro fanno resistenza e via che vola un ceffone sulla faccia del "mio bambino"! ! Quel che è successo dopo non ve lo posso neanche descrivere. Sono venuti tutti i professori, preside compreso, a casa nostra a chiedere pietà per il malcapitato. Avevano saputo che stavamo organizzando la " marcia sulla 450 scuola" di Cernobbio, anche con i miei compagni della sezione Garibaldi. . . di Milano, la più battagliera della città. Abbiamo perdonato, ma abbiamo preteso un cartello affisso davanti alla scuola dove il professore chiedeva scusa ai ragazzi malmenati e dove si ribadiva il diritto costituzionale di sciopero anche del cittadino al di sotto dei 14 anni. Mi ricordo che per le elezioni del. . . (non mi ricordo la data) mia mamma, 80 anni era a Montecatini, mi telefona e mi fa: "Devo tornare a votare. . . " "Mamma, non preoccuparti. . . " dico senza neanche un briciolo di vergogna "stai lì tranquilla. . . gli anziani possono votare anche dopo. . . " Che stesse pure a bersi le acque. Sapevo che se fosse tornata in tempo avrebbe votato D. C. ! La sera in sezione preoccupata ne parlo con i compagni, ben decisa a non fare avere un voto in più alla Dc. e sbotto solenne: "Compagni! , se mia mamma torna, facciamo un seggio finto qui, in sezione, le diamo una scheda di quelle per la propaganda. . e la faccio votare qui. " Silenzio di tomba! Pausa. Il il 451 segretario Rocca, con la sua faccia onesta e pulita paonazza di indignazione, fa per parlare e un compagno gli grida: "Zitto tu, che hai speso i soldi per la cantante che ancora stiamo pagando i debiti! " Ricade il silenzio di tomba. . . Tutto il direttivo. . . che erano poi in tre. . . quasi in coro fa: "Pensiamoci su. . . " poi uno intona "Avanti o popolo alla riscossa. . . " gli facciamo coro, commossi da tanto ardire! Poi, per fortuna mia madre se ne è dimenticata. . . Mi sono iscritta al Pci. . . alla fine degli anni 50. . . Ho debuttato a otto giorni, ne il figlio della "Genoveffa di Brabante", in braccio alla mia mamma. Non parlavo tanto quella sera lì. . . Via via che crescevo, ho interpretato tutti i ruoli possibili ed immaginabili maschili e femminili. Andavo a scuola, e lavoravo la sera. . . Quante volte mi sono addormentata nelle casse dei costumi? Poi è arrivata la guerra. A Varese dove avevamo sede fissa. . . i bombardamenti non si sentivano. . . Sì, qualche volta buttavan qualche bomba sulla fabbrica d'aerei, la Macchi. . . ma 452 non la beccavano mai. Si recitava a Varese e nei paesi intorno. Si circolava con un permesso speciale per le ore del coprifuoco, ci spostavamo con una corriera che chiamavamo "Balorda" a causa del comportamento bizzarro che aveva, che più che al suo cattivo carattere andava attribuito agli anni. In certi paesi, nei quali ad una certa ora del giorno si passava, nei turnichè particolarmente ripidi, c'erano sempre dei ragazzi che ci aspettavano. . . ci spingevano ridendo come matti, poi la sera ci raggiungevano ed entravano a godersi lo spettacolo gratis. "Siamo quelli che abbiamo spinto la "Balorda. " "Passate". Non era bello girare di notte. . . durante la guerra ma noi ragazzi, non ce ne accorgevamo. . . si cantava, si rideva. . . evitando di guardare fuori dai finestrini. . . Non si vedeva una luce! Una notte un gruppo di tedeschi e camicie nere ci hanno tenuti bloccati sino all'alba. Se quell'alba avesse portato la notizia di una missione tedesca andata male ci avrebbero fucilati tutti. L'abbiamo saputo qualche giorno dopo. 453 Altre volte,capitava che ci fermassero dei partigiani. Non dicevano "siamo partigiani" ma erano in borghese con i mitra! "Signor Rame - facevano a mio padre ci dà un passaggio?" Li facevamo salire. Più avanti capitava d'incontrare picchetti fascisti che ci fermavano. Un'occhiata al lasciapassare "Buona sera signor Rame. . . com'è andata la serata?""Benissimo! " "Buona notte. ". . . "Buona notte" e via che ce ne andavamo. . . senza un goccio di sangue in faccia a cantare con più forza di prima. Anche i partigiani cantavano. Gridavano più di tutti! Dicevo che mi ero iscritta al PCI alla fine degli anni 50. Mi ricordo che il giorno dell'iscrizione 454 ero molto emozionata. Ci sarebbero voluti due compagni a presentarmi, ma ero conosciuta. . . quindi se ne è fatto a meno. Ho fatto il mio primo colloquio politico con Tortorella. . . me lo ricordo dietro alla scrivania. . . molto compreso nel suo ruolo. . . un po' imbarazzato. . ma serio. . . fin troppo. Quanti anni sono passati. . . quanti salti all'indietro abbiamo fatto! Quanta "roba" è crollata, muri. . . fede, ideali, ideologie. . . speranze. . . illusioni. . . ( Ricordarsi manifestazione blocco giro d'Italia. "Siamo con te Dario"). Nei primi anni del settanta. . . non mi sono più riconosciuta 455 nel PCI. vedevo che teoria e pratica se ne andavano per strade diverse. . . che quello che mi capitava intorno, non corrispondeva a quanto stava scritto dietro la mia tessera. . . allora, come tanti, me ne sono uscita. (1) ACCENNARE PERIODO STORICO, MANIFESTAZIONI, SALTO A parlar di DONNE. Non è una storia mia. . . è mia (indica il pubblico) è tua e sua . . . tante storie messe insieme. . . ecc. 1) IL SODALIZIO INFAME! "Come hai dormito. . . " mi fa. . . "Bene. . . . " "Scendi a fare colazione?" . . . "No, non subito. . . (si schiarirsi la 456 voce)Ti devo parlare. . . . Stiamo calmi però. . . Siediti. . . sopratutto non alziamo la voce. . . c'è gente in casa e non vorrei. . . . " Lui si siede sul letto passandosi una mano sulla fronte. Ogni qualvolta si affronta (naturalmente sono sempre io che parto) questo argomento e lui "sa qual'è", in un secondo è madido di sudore. . . ma proprio bagnato fradicio. Mai vista una cosa così repentina. Come girare un interruttore. Gli prende un'emozione che gli parte. . . dal profondo. . . diciamo. . . della coscienza. . . sono tutti i suoi sensi di colpa, che gli affiorano insieme. BUM! : ecco l'effetto sauna". 457 "Caro, vorrei andassi. . . . " che te ne "Perché?! " Gli manca il fiato. "Non reggo più la vita che stiamo facendo. Non ce la faccio più a stare con te. . . Negli ultimi 20 anni sei sempre stato innamorato. Sempre di un'altra. . . e mai la stessa. E d'estate di più. Ed ora siamo in pieno luglio! Non ce la faccio più a vederti dalla mattina alla sera guardare l'orologio per controllare se "è l'ora buona" per telefonare. . . alla fidanzata di turno. . . Con questa, dalle 11 alle 11 e mezza, non ti tiene più nessuno. . . e poi anche dalle due alle tre. . . la sera. . . dalle 7 alle 8. Non sopporto 458 più il tuo evidenziare, senza volerlo per carità, ogni tuo rapporto con l'altro sesso con movimenti telefonici. . . senza misura. . . e sopratutto senza tenere conto che ci sono anch'io al mono, e al tuo fianco, per di più. Anche se sei innamorato pazzo. . . ed è legittimo. . . anzi, beato te! , mi disturbi troppo. . . le scuse che tiri fuori per uscire a telefonare. . . mi fanno imbestialire perché sono un oltraggio alla mia intelligenza. . . : riprendo, "vado dal parrucchiere"-"ma è lunedì. . . ""Ah sì?. . . " - pausa - "Ti andrebbe di mangiare del pesce ?"-"Ho già fatto il lesso. . . ""Ma m'è venuta voglia di un bel pesce. . . vado a comprarlo. . . così mi 459 sgranchisco anche un po'. . . ""Sta diluviando. . . ""L'acqua fa bene. . . fa diventare più alti"-"Guarda che a 66 anni. . . non si cresce più. . . ( al pubblico) Una toccatina alla tasca posteriore dei pantaloni per essere certi che l'agendina nera dell'amore sia lì. . . anche la tesserina della Sip. . . sì, c'è. . . bene. . . "Torno subito. . . Vuoi qualcosa cara?. . . " e tornava quasi subito. . . con pesce per 30 persone, non è stato mai capace a regolarsi con la spesa. . . e con 24 rose rosa del "nostro" colore. . . e un bigliettino "Ti amo cara tanto tanto. " Il bello è che è vero. E' vero! Lui mi ama. Tanto tanto. qualche volta mi viene da pensare: "Chissà cosa 460 succederebbe se mi odiasse. Mi strapperebbe i denti ad uno ad uno senza anestesia. . . gli occhi. . . le unghie. Ho sofferto molto in questi ultimi 20 anni. Lui non se ne rende conto. Lui, non capisce. "Tu hai il fuoco di Sant'Antonio nello stomaco per non dire nel ..." "Vedi caro". . . io sono molto più creativa. Mi muovo meglio. . . voglio dire. . . mi sono "sempre" mossa, quando mi muovevo. . . meglio di te. Ora sono immobile - qui ho dato giù un po' con la voce, bassa intensa, sofferta. . . ma attenti, soffrivo davvero come una casa popolare senza nemmeno un inquilino: un palazzone orribile pieno di 461 stanze vuote. . . l'autocrollo" pronto per Come mi sia uscita una frase così, di luglio. . . con quasi 40 gradi, non lo saprò mai. Non lo saprò mai! Ci devo far sopra una canzone. . . Non ci sono mai canzoni sulla disperazione di una donna "vecchia" abbandonata dal marito o "col marito coglione". . . (inventare qualche strofa) o che parli della menopausa. . . (Consigli sulla menopausa, proseguire,pillole cerotti. Continuare insomma. ) No, solo canzone d'amore. . . o di sesso. (Citarne qualcuna ridicola la devo trovare perché non ascolto più la 462 musica. Perché non ascolto più la musica?) (al pubblico) Non ho capito che mestiere faccia la "turnante". . . Non so chi sia. . . E' che il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Sono andata a trovarlo, stava fuori Italia per lavoro, dopo sua, più che insistente richiesta via fax, 11 fogli, per convincermi a raggiungerlo. . . (che, visti gli avvenimenti del proseguo, mai capirò il perché. ) " Vieni ti prego, ti voglio vedere stare con te amore vienivienivieni. . ecc. Vado. Tutto bene, sembravamo persino felici. . . Qualche tensione trattenuta tra le mie budelle quelle due o 5 volte, (un ossessione? a quell'età lì, 463 capita) che spariva per telefonare. . . tanto da procurarmi una fibrillazione acuta, due medici nella notte, elettrocardiogramma, per fortuna niente di grave tolto le occhiaie il giorno dopo. Per il resto, tutto bene, come ho detto, sembravamo felici. Come al solito, le cose più noiose le faccio io, (forse m'ha fatto venire per quello): prenotare gli aerei, fare le valigie, pagare il conto. . . e col conto, mi ammollano 5 fogli con la trascrizione elettronica delle telefonate. Do una guardata ai 5 fogli 5 e mi siedo. . . Sono molto emotiva. . . Sto per svenire. Ma sì, lo so che ha la ragazza, lo so che le telefona, ma non 464 vi nascondo che fa una certa impressione vedere nero su bianco, per pagine e pagine ore 23 e 5 numero telefonico mio. . . . ore 23 e 8 numero telefonico della ragazza. . . ore 10 e 15 il mio, ore 10 e 21 . . . A me, sempre la precedenza. . . eh. . . sono la moglie. e via così per telefonate e telefonate. . . ore 5, e 27 numero della ragazza. . . Meno male che non ha chiamato me, alle 5 e 20 che lo ammazzavo. Perché la chiama alle 5 e 27?! ! Poi ore 4 e 50. . . ma che cazzo di lavoro fa?. . . Poi di colpo nessuna telefonata al numero amato: per tre giorni solo telefonate a me e tante, come sempre. Ecco, l'aveva raggiunto. 465 Come in un film a doppia velocità mi sono rivista tutta la mia vita e la sua, dell'ultimo periodo attraverso quelle telefonate. Tutta la nostra vita. Sono stata seduta una ventina di minuti. Mi girava tutto. Mi sentivo svenire. Come quella volta che eravamo al mare. . . In quel periodo lui stava "assolutamente" solo con me. . . Eravamo sposati da poco. . . No, non ridete. . . per almeno 20 anni mio marito m'è stato fedelissimo. Forse. E' negli ultimi 20 anni che. . . Vi stavo dicendo del mare. . . io stavo a riva con mio figlio che aveva come un 5 anni. . . mio marito faceva il bagno, appena appena un cento metri più in là, con la mia 466 migliore amica. . . un'amica vera. Ne esistono sapete. Beh. . . ad un certo punto, non so per quale effetto ottico. . . li ho visto avvinghiati. Forse stavo avendo una visione negativa mandatami dal diavolo o dal Signore per mettermi alla prova. . . Non so. . . Sono svenuta. svenuta! Veramente: Mi sono rispresa con le urla strazianti del mio bambino "mamma mamma. . . aiuto la mamma muore" e stavo proprio morendo in quanto ero caduta in avanti con la testa in acqua. . . che per quanto bassa sia, sull' Adriatico, bastava per affogarmi: mi stavo auto- 467 affogando per amore. Io voglio molto bene mio marito. . . anzi. . . lo amo. . . Il disastro sta tutto qui: Che lo amo ancora dopo 40 anni. Mio figlio dice: "guarda che non è più quello che hai conosciuto. . . sono passati molti anni. . . Anche tu sei cambiata. . . anche tu non sei più quella che lui ha conosciuto. Tu sei innamorata di una persona che non esiste più. Tu sei innamorata di un ricordo. " "No, io sono innamorata di lui! " Lui, lo conoscete tutti. . . lui è veramente extra, delicato, spiritoso, ironico, di una intelligenza superiore. . . canta, dipinge, scia. . . le ha tutte. . . eclettico. . . geniale, 468 anzi è un genio riconosciuto. . . Per bene. . . Non si può dire che sia bello. . . ma ha un gran fascino. . . Ma oggi. . . in questa mattinata dove sono decisa a dire "basta", penso che forse ha ragione mio figlio: sono innamorata di un ricordo Guardo mio marito. . . e di colpo lo vedo com'è. . . non come l'ho "sempre" visto. . . come è realmente. Di colpo vedo le sue gambette corte. . . Beh, le ha sempre avute corte, non è che gli si siano accorciate con l'età. . . è che quando era snello. . . non si notavano tanto. . . le sue braccia. . . che impazzivo quando mi abbracciava. . . Ma erano quelle cose lì? Due braccettine senza tono 469 muscolare. . . da imprenditorintellettual. . . stomaco e ventre prominenete. . . un po' . . . (si esprime con un gesto) pettorali che. . insomma, un po' giù. . . Gli occhi così intensi, neri come il carbon. . . che quando si perdevano nei miei, mi facevano tremare. . . svenire. . . ora li vedo sbiaditi. . . quattro capelli in testa. . . la faccia stanca. . . le guance. . . che se gira la testa di colpo. . . vola via. Ciò nonostante c'è una parte di me. . . che anche in questo momento, sente una grande tenerezza per lui. Maledizione, s'invecchia? ma perché Dovrebbe farsi la plastica penso. . . dovrebbe farla. 470 Io l'ho fatta. . . mi sono tirata via di colpo quei dieci anni che m'intristivano. . . è stato quando lui si era fidanzato ufficialmente con. . . Quando ho avuto la certezza che mio marito faceva sul serio con una ragazza di 37 anni. . . più giovane di lui, che se ne andava in giro, che si faceva vedere che frequentava gli amici comuni che" attenti a non fare gaffe, che stassera arriva la moglie" ho fatto il giro delle farmacie di Milano. . . non che meditassi chissà che. . . ero come in trance. . . una bustina per volta, e Veronal e Veramon e Gibalgina e Optalido. . . Le comperavo così. . . senza determinazione. . . Non si sa mai. Sempre 471 meglio essere pronti all'occorrenza. . . Per tre giorni ho girato farmacie. Poi sono andata da lui e gli ho detto che partivo. "Dove vai?. . . " "Non so. . . . " "Ma perché te ne vai. . . io ti amo. . . tu conti più di tutti al mondo. . . " "Sì. Ciao" Salita in macchina di colpo non mi è venuto in mente neanche un posto dove mi sarebbe piaciuto andare. Li ho fatti passare tutti. Ho pensato anche all'estero vado a Parigi. . . Londra. . . Bruxelles. . . Dopo un'ora di riflessioni e giri turistici col cervello, prendo tempo e vado in ufficio. E' sabato pomeriggio. Non c'è nessuno ne deve venire nessuno. Sì, nel mio 472 ufficio: 360 metro quadrati, 11 stanze. Beh, a parte questo fatto, vado nel mio ufficio. Imprevisto! C'è mio nipote e un nostro collaboratore: Walter. "Che fate qui?" "Nulla. . . avevamo da chiudere una storia. . . stavamo andandocene. E tu che fai?" "ho da fare. . . " Loro se ne vanno. Mi sono guardata intorno. . . Pensavo a lui, che sicuramente aveva già telefonoato alla ragazza del momento: si chiamava Maria, o Stella, o. . . non mi ricordo più. . . : "è partita puoi venire". Tolgo dalla borsetta tutto quello che ho,libretti degli assegni, chiavi di casa, della cassaforte. Non mi viene da 473 scrivere niente. A chi dovrei chiedere perdono? E perché? A mio figlio forse. . . Ma no, sta crescendo, ha la sua vita. . . io non servo più nemmeno a lui. Forse ero un po' depressa (ride). Sentivo che già non esistevo più, che ero già morta. Senza interessi per niente e nessuno. Brutta storia. Casermona popolare trecento appartamenti nessuno dentro. di con Ho tolto dal cartoncino. . . tutte le mie pastiglie. . . ne ho fatto un bel mucchietto davanti a me. Ho preso una scodella, l'ho riempita d'acqua ne ho messe 474 tre o quattro in bocca e giù a bere. Su un foglietto ho annotato: 3 e giù a bere, più 3. . . . e, fanno 6. . . più 3 e fanno nove. . . Devo dire che si fa una gran fatica. . . ti si impasta la bocca. . . non riesci a deglutire. . . ti viene voglia di smettere. . . ancora 5. . . Ma cosa sto facendo?! ancora tre. . . e 5. . . Credo di essere arrivata a 50. . . Da un pò non segnavo nulla sul foglietto. . . Chissà perché mi era venuta questa idea del segnare. . . forse per potermi regolare quando stendermi. Ora mi mi gira la testa. . . mi vado a stendere. . . continuerò a prenderle da stesa. . . Arrivo al divano. . . 475 mi gira tutto. . . bevo un po' d'acqua ancora. . . poi la scodella mi cade. . . e non ci sono più. . . "Che bellezza è finalmente finita. . . adesso sì, che dormo! ! " credo sia stato l'ultimo pensiero. Invece no. Sento che mi sollevano di peso, mi costringono a camminare. . . mi parlano, gridano, io mi lascio andare non reagisco, non voglio reagire "deve camminare non fermarti! Falla camminare! " ma chi parla?. . . Chiama il marito. . . telefona all'ambulanza. . . "Quante ne hai prese parla! " E' la voce di mia sorella. . . "Pensa a tuo figlio, maledizione quante ne hai prese?" chi è questo. . . 476 mio marito. . . Ci sono proprio tutti. Tutti uniti. Una festa di famiglia. "Sbrighiamoci. . . ha 21 pulsazioni. . . portiamola via" Chi ha parlato. . . gli infermieri dell'autoambulanza. M'infilano in un lenzuolo per trasportarmi. . . mi sento urlare. . . e non so proprio forse la rabbia mi faceva uscire il fiato o forse l'ho sognato "voglio morire! ! ! Lasciatemi maledetti voglio morire! ! ! " Per un anno intiero non sono andata nel mio ufficio. Morivo di vergogna. Non capita tutti i giorni di essere trasportata per le scale avvolta in un lenzuola perché la barella non passa, tra gli sguardi degli inquilini 477 allibiti "una signora così per bene! . . . pensa te! . . . " finire al Pronto soccorso seguita da una decina di parenti mariti sorelle e la gente che ti guarda e i medici gentili che ti fanno iniezioni da ogni parte, una flebo nel braccio. . . ti fanno bere un 700 litri d'acqua con dentro non so che. . . "vomiti signora coraggio" e tu che tiri su l'anima e tutti sono contenti e non ti trattengono perché sei persona conosciuta sì, capiscono. . . . ma certo lo scandalo, i giornali. . . si figuri. . . e via che torni a casa e dormi per un 5 giorni e quando ti svegli sei così debole che non capisci se è bene che ti sia andata bene, e se ti è andata bene 478 veramente. Riprendi a vivere la tua bella vita di merda. . . un po' imbarazzata. . . senza il coraggio di guardare la gente negli occhi. . e tutti che ti trattano come una che è matta. . . e non come una che ha bisogno d'amore. Ho sempre avuto un morboso bisogno d'amore. Da piccola, avevo un 5, 6 anni e per attirare l'attenzione dei miei, ho rovesciato qualche goccia d'inchiostro rosso nel mio vasino della pipì. La mia mamma, sconvolta. . . mio dio, s'è sviluppata a sei anni! . . . No, no. . forse è un fatto renale, chiama il dottore, chiama il dottore, tutti gridavano, piangevano. . . e 479 quando, felice di tanta attenzione ho tirato fuori la bottiglietta d'inchiosto rosso, hanno capito. . . m'è arrivato un ceffone dalla mia mamma, che ogni volta che sento l'odore dell'inchiostro, mi tocco una guancia. Meno male che inventato le biro! hanno "La prossima volta mi andrà meglio. " Ho avuto addosso per anni la voglia di ammazzarmi. . . specialmente quando scoprivo un nuovo amore di mio marito. Maledicevo la mia debolezza. . . la mia incapacità di reazione, di prendere su, come si dice, e andarmene. Stavo lì come una lumacona. . . senza forza ne idee. . . a crogiolarmi nelle 480 mie disperazioni invece di. . . che so, andarmene. . . ammazzarlo. . . bruciarlo. . . Cos'è?. . . non mi verrete a dire che voi mai. . . mai neanche una volta avete pensato o tentato di ammazzarvi. E allora ho fatto il liftingh. Il liftingh l'ha fatto, a parte le attrici, anche quelle che minacciano querele se qualcuno dice che hanno fatto la plastica, anche Mastroianni. . . Manfredi. . . lo so di certo. . . l'han fatta un sacco di uomini politici. . . anche in America. Ieri sera guardavo De Mita in televisione. . . e l'ho trovato, nonostante le preoccupazioni. . . ringiovanito. . . per me l'ha 481 fatta anche lui. Dovrebbero passarlo come servizio sociale, il lifthing. . . sì, con la mutua. . . sai quanta gente triste tornerebbe a ridere? Conosco un medico che li fa a rate. . . che una, ora che ha finito di pagarlo è già tutta ricrollata e deve ricominciare da capo. Tira su sederi, toglie le "borse" (accenna gli occhi) la pappagorgia. . . ti tira su. . . ti tira via tanta di quella pelle in più da ricoprirci una poltrona. Ti ringiovanisce anche le mani, se vuoi. . . tutta. . . che se incontri la tua mamma, ti porta a fare la prima comunione. No, caro figlio mio, io lo amo il tuo papà, altro che storie. . . 482 "amo lui". . . lo amo così com'è. Che m'importa se è invecchiato. . . anch'io sono invecchiata. . . Lui è i miei ricordi, la mia vita. . . Sono i sentimenti che contano. . . In quel famoso fax di 11 pagine m'ha scritto: "non lasciarmi, le altre non contano, conti solo tu, dobbiamo stare insieme, è con te che sono stato al mondo. " Ho pianto. E' quello che mi dà, che conta. . . Sì è vero. . . lavoro tanto per lui. . . quando è a casa mi sembra di avere intorno un bambino spastico. . . : "e dov'è questo? e dov'è quello? Mi dai la gomma grazie, vorrei un paio di calze. . . farei il bagno ma solo tu sai dov'è il costume. . . " 483 Certo, è famiglia! un segreto di Sempre svagato. . . distrattissimo. Solo quando deve organizzarsi le storie con le sue ragazze, diventa attento, memorizza tutto, pare uno della CIA. Gentile, generoso, intelligente. . . ma devo dire che in questi ultimi dieci anni è diventato un po' più pesante dei primi trenta. . . Se penso che da quarantanni sto sempre con lo stesso uomo mi sento prendere da un'ondata d'ira omicida. Ma perché?! Colpa della mia mamma. . . dell'educazione che mi ha dato. . . Del CATTIVO ESEMPIO che m'ha dato: fedele a suo marito come una 484 suora di clausura! (cambia tono) Non che io sia stata fedele a mio marito come una suora. . . Per la carità! Ho avuto eccome le mie storie, ma non abbastanza. . . e per fortuna che le ho avute! , altrimenti adesso starei tutto il giorno a sputarmi in faccia. Però diciamo che vivevo malissimo i miei tradimenti. . . le mie "trasgressioni". Sensi di colpa da perdere sonno, appetito, pianti disperati in segretitudine. . . singhiozzi tra le braccia di lui, del tradente. . . "oddio cosa sto facendo?! . . . " singhiozzi tra le braccia di lui, del tradito: "Oddio che ho fatto! " "Micina amore tesoro perché 485 piangi?! "-". . . non so. . . così. . . per niente. . . sono una sciocca"-"Calmati amore. . . non piangere micino mio. . . Mi ami?" Mi usciva tra i singhiozzi un urlo strozzato. "Tanto! ! ! " "Non gridare così. . . ti sente tutto il palazzo" Come soffrivo! L'ho tradito, ma lui ha sempre occupato il primo posto nella mia vita. Il primo! E non l'ho mai fatto soffrire! (Cambia tono) Sì, dovrebbe proprio farsi la plastica. . . non tanto. . . una tiratina. . . No, non per me. . . io lo amo così com'è. . . ma per le ragazze. . . anche per non essere scambiato per il padre. Se pensate che sono cattiva 486 non vi sbagliate. . . Lasciatemi almeno essere cattiva. Lui va pazzo per le ragazze. . . C'è chi va pazzo dei bomboloni, lui. . . E' questo l'argomento del mio bloccarlo in camera questa mattina. Le ragazze. E lui lo sa e suda. Mi spiace farlo stare male. . . ma. . . . non posso più rimandare. (Prende il fiato) Devo assolutamente parlare. (riprende il fiato) Definire. . . (C. S. ) Finire. Se no, scoppio. "Ma via! . . . dopo 40 anni di matrimonio stai ancora a rompere perché lui. . . Ma lascialo tranquillo. . . lascia che si sfoghi. . . tanto lui ti ama! Non se ne andrà mai da te! " Chi è che parla? Tutti quelli 487 che conosco. E' quel "non se ne andrà mai" che ora m'ha messo in crisi. Un po' di tempo fa ho chiesto al mio medico: "quando, gli uomini smettono di fare all'amore?" "Hai voglia, ragazza, (sono 40 anni che mi chiama "ragazza": tu hai due età, quella anagrafica e quella biologica, cara "ragazza". . . ) hai voglia! Gli uomini fanno l'amore fino a 80 anni! " E' orgoglioso. "Fino a 80 anni???! ! ! Dunque, lui ne ha 66 e io dovrei andare avanti ancora per 14 anni così? No. " "Tu hai il fuoco di sant' Antonio nello stomaco. . . per non dire nel . . . . " Non mi piace mai essere volgare in 488 momenti così. . . anzi, mi disturbano molto quelle donne che perdono il controllo. . . il senso della misura, che danno fuori, che spaccano oggetti in casa. Per la verità, quando lui ha detto dopo che io gli ho detto del fuoco di Sant'Antonio: "No, guarda che ti sbagli. . io. . . " e si stava avviando alla porta per andarsene. . . ho sentito nello stomaco una cosa proprio brutta. L'istinto omicida che ognuno di noi ha in fondo all'anima. . . Ma sì, che ce l'avete anche voi! Dai. . . Proprio mai avete pensato in un momento di disperazione estrema. . . di esasperazione estrema, "adesso l'ammazzo"? Non importa chi: il marito, il padre, la madre, il 489 professore, uno stronzo in un momento "no" che vi sbava addosso un complimento troppo pesante. . . o il capo ufficio. . . o una ingiustizia. . . No, no. . . zitti, zitte! , non dite niente. Ora, mentireste. E se invece non mentite, e siete presi da una improvvisa ondata di sincerità, mi mettete paura. Stiamo calmi. Non vorrei che qualcuno si alzasse e si mettesse ad urlare: "Sì! ! ! ! ! l'ammazzo! ! ! " e via che salta addosso al vicino, alla vicina di poltrona e lo o la strozza, qui in mezzo a tutti. Zitti, calmi e fermi. Continuiamo a mentire per ora, l'ammazzere alla prima occasione. E mi raccomando, non 490 reprimetevi, fate le cose per bene. Rimandiamo: lo farete questa sera a casa vostra. "E' meglio che ti sieda immediatamente o entro cinque minuti hai la casa distrutta. . . . rompo tutto il rompibile, vetri compresi e forse rompo anche te. " Non ho alzato la voce. Ci conosciamo da quarant'anni. Capisce che non sto scherzando. Lui torna a sedersi sul letto. . . si passa la mano sulla faccia sempre più sudata. . . poi si stende. . . asciugandosi il sudore. . . "Ti stavo dicendo che vorrei che te ne andassi. Il nostro, 491 ormai è un sodalizio infame. . . è ora di romperlo. " "Oh, esagerata. . . perché infame. . . Io sto bene con te. .." "Io no, io non sto bene con te. Sai come mi sento "con te"? Agli arresti domiciliari. . . da più di vent'anni. Sono un detenuto in attesa di giudizio. . . la sentenza che sto aspettando? Condanna a morte. " Lui fa un sospiro proprio di quelli che straziano. . . pardon, che mi straziavano. E sì. . . non era la prima volta che dicevo una cosa così. . . Non che l'abbia ripetuta tante volte. . . ma qualche volta sì. . . Di solito a 'sto punto, mi commuovevo talmente per quello che stavo 492 dicendo. . . che non riuscivo a trattenere le lacrime. . . lui sospirava. . . allungava una mano. . . "ma io ti amo! . . . " e io giù a caragnare senza ritegno. . . "sì. . . condannata a morte sono! " Mi usciva costruita così la frase. . . non "sono condannata a morte" ma "condannata a morte sono! " Chissà perché. . . mi veniva di dirlo alla meridionale. (piange) "condannata a morte sogno. . . voglio dire. . . sono. . . " arrancando già col corpaccione qualche millimetro verso di lui. . . , pronta ad essere afferrata tra le braccia incantatrici. . . "Amore ma perché dici così. . . lo sai che ti amo. . . lo sai che conti solo tu. . . lo sai che le altre sono solo. . . "-"No, no. . . 493 lasciami. . . lasciami. . . Voglio morire! . . . " ma ero con la testa sulla sua spalla e singhiozzavo rilassata. . . "Micina mia. . . bambinona. . . " "Amore. . . non farmi più soffrire. . . Ti amo tanto. . . " "Anch'io ti amo. . . " E via che tutto ricominciava da capo. No, non finiva con una scopata. . . pardon, volevo dire. . . non facevamo l'amore. . . Io e mio marito l'amore non lo facciamo da 20 anni, per l'esattezza da 22 anni. Perché? Non lo so. Non saprei proprio spiegare come ci si sia arrivati. . . fatto è che ad un certo punto non ci siamo più interessati sessualmente. Veramente non so chi abbia incominciato. . . A pensarci bene. . . forse lui. Il fatto è 494 che era scoppiata la "rivoluzione". Sì. . . sto parlando del 68. Mamma mia è stato veramente un Sessantotto per me! Una gran confusione di pensieri idee ideologie falsi ideali. . . e le manifestazioni e la polizia e le botte e ragazzi che morivano e le occupazioni e le canzoni. . . e i ragazzi che morivano e gli operai che venivano licenziati e il blocco dei cancelli alla Fiat all'Alfa e l'amore libero e la liberazione sessuale e i ragazzi che morivano. . . e le ragazze di 16 anni col bidet fatto e le mutande in mano pronte come il Nescafé. . . e le galere e la polizia e le ragazze. . . e le manifestazioni e le occupazioni e i ragazzi pronti 495 come il Nescafè. . . e le manifestazioni e le. . . e ragazzi che morivano. . . Scusate, mi sono fatta prendere un po' la mano. . . è che mi è difficile tenere il filo del discorso. . . Dove eravamo. . . A sì. . . che io e lui non facevamo più l'amore. . . Beh, ora che importanza ha stabilire chi dei due s'è stancato dell'altro o se ci siamo stancati tutti e due. . . o se uno ha sofferto perché l'altro s'è stancato. . . Non serve a nulla. . . Fatto stà che: basta. Abbiamo chiuso col sesso. Tra di noi. L'abbiamo fatto con altri "sesso" e tutta la pazzia sta proprio qui. Aver accettato che l'"amore" tra 496 noi fosse finito. . . quell'"AMORE". . . e continuare a vivere insieme. Finisce sempre che uno dei due paga un po' di più dell'altro. Purtroppo sono stata io a pagare. . . e con gli interessi! Attenzione, non è che mi stia piangendo addosso. E' che per una donna è diverso. Lo è veramente. Non abbiamo per niente, i seni prominenti e i fianchi larghi. Veramente ci sono sempre più ragazze con il fisico da ragazzo. . . se ne vedono sempre meno con i fianchi larghi. . . Chissà perché. . . Chissà da che dipende questo cambiamento di razza. . . forse è genetico. Non so. Dunque dicevo che 'sto fatto di fare l'amore con 497 altri. . . Seppur umano il bisogno di avere distrazioni, più che comprensibile. . . ma negli ultimi 20 anni gli è scoppiata come una pazzia. A poco per volta, sempre più intrepido, deciso. . . spavaldo: innamorato di un'altra, poi un'altra ecc. poi un'altra, ecc. ma sempre con me. "Non ti lascerò mai amore. . . Tu per me sei tutto. . . come mia madre! " Non mi ha mai lasciata. Forse una volta era sul punto di farlo. . . ma poi. . . Dunque dicevo che 'sto fatto di fare l'amore con altri. . . 'sta stronzata della coppia aperta è stata proprio una stronzata. Chi arriva alla coppia aperta senza soffrire 498 vuol dire che non ama più. . . o che è stato educato in una certa maniera in una famiglia speciale. Io non conosco nessuno, dico nessuno, che abbia vissuto questa esperienza senza morirci dentro. Non sto facendo la tragica. Ho detto "morirci". E' un fatto culturale da centinaia di anni. . . forse un duemila. . . di una certa educazione. . . ma vedo che anche quelli che hanno 20 anni, non ci vivono bene dentro a 'sta storia. . . soffrono come cani sgozzati. Solo uno dei due, naturalmente. Fingendo oltre tutto di stare benissimo. . . poi si trovano con 4000 pastiglie di Veronal nello stomaco e hai voglia a fare lavande gastriche, che 499 poi si sta malissimo. malissimo. Si sta 1) BIOGRAFIA FRANCATENTATIVO Sto male di salute,ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le malattie che io sono riuscita(un vero primato! ) ad accumulare negli anni (che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghie,tricotillomania-strapparsi capelli,attorciliarli stretti al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili. Quando uno è in ansia,si strappa i capelli ,se sola,si mangia le unghie in presenza di altri. )E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello 500 che ho avuto negli ultimi due mesi a Boston. "Oh,ma come sono felice,rilassata! "Un bubbone della grandezza di un mandarino nel seno sinistro,proprio sopra a quello che chiamiamo cuore,dolore ai reni con perdita di sangue,lastre,calcoli frantumati,tracce anche in vescica,dolori muscolari alle gambe,crampi durante il sonno,gamba sinistra,dopo immobilità di qualche ora,non rehhe e duole. "Cos'è,il lazzaretto tutto di un colpo?"NO,è che il tuo fisico si fifende come può. lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione che tu vivi male. Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni,gli 501 interventi,malattie inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite che ti scoppia oggi,inizio di una commedia che non ti piace e che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo. Tu come un pappagallo ripeti"sto bene"e sei pure convinta,invece"credi" di star bene,ma nel tuo subconscio stai malissimo?Tutta la colpa è del subconscio. Froid ha detto un sacco di cose relativammente importanti,cose che anche altri avevano detto,l'unica sua* scoperta essenziale per la vita dell'uomo per la sua mente è 'sta storia del subconscio. 'Sta storia del subconscio deve essere vera. Mi viene in mente una tipa di 502 Torino che lavora all'Einaudi,si chiama Emilia,l'ho conosciuta tanto tempo fa,mi raccontava della sua vita,nel dibattersi nei problemi col marito da cui si era separata,i figli,la suocere,l'amante del marito,la moglie del marito. Tutti questi problemi le procuravano fenomeni fisici stregoneschi,reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato su alcun paziente. Che so,le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare,oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste,tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele. Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi 503 sbatterti,riuscire a scavare,a ricordare,a scoprire cosa hai dentro realmente,quale fatto vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi andare indietro, indietro mamma. "Mi sono presa un registratore e via a parlare a ruota libera. Come premo il tasto per la registrazione,non mi viene in mente niente. Cerco di ralassarmi. Vediamo. . il primo trauma. . per me è stato un trauma e grosso. anche se poi,ora,30 anni dopo,mi rendo conto di aver guardato i fatti con ecessiva enfasi. HO scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore. L'ho vissuta malissimo. Ho cercato di parlarne con lui,ma subito mi sono interrotta, 504 imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata,incolta sul sesso: è la prima cosa che ricordo in questa incursione nella mia vita. Il mio rapporto con l'altro sesso è statoo per moltissimi anni un rapporto "al servizio";mai avuto stimoli sessuali,la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava. . . ma scivolavo nel rapporto senza un grande desiderio di sesso. . ero portata ad assecondare il suo di desiderio. Del sesso,non sapevo nulla. quello che facevamo,era venuto da solo,l'avevamo scoperto insieme. autodidatti. Ora,per fortuna è diverso. I giovani sanno tutto. prima ancora di avicinar si ad una donna. Mio 505 figlio aveva un 13 anni e già se ne stava con un libro di anatomia in mano. (IMENE,vedevo soltanto un orecchio). L'orgasmo,l'ho raggiunto molto dopo che praticavo il sesso. Prima fingevo. Non me ne sono mai fatta un problema. PENSIERI: LA COPPIA 1) Riuscirò fino alla morte a tenere per me che tu sei solo un uomo?Io cerco di capire tutto. . . i tuoi bisogni. . . mi sforzo di non dare maggior significato alle "cose" di quanto in realtà non abbiano. . di leggerle per quello che sono: SESSO E GRATIFICAZIONE ma non mi posso impedire di soffrireper 506 queste nostre due vite così unite e così irreversibilmente staccate. Due vite tronche,che vivono solo se congiunte ma si logorano e muoiono nella congiunzione. E' molto che sono morta. E' il saperti distratto da altro che mi ha tolto la vita. Senza di te non posso vivere, ma quanto pago questo mio vitale bisogno. Sono riuscita a superare tutto ciò che ho subito. Mi credevo armai forte. ma il dolore torna ogni volta come trentaanni fa. Sto vivendo un disperata e allo stesso tempo afettuosa solitudine. Gironzolo per questo mondo come un ombra; pensieri bui mi schiacciano. Brontola la mia anima,il mio cuore,i miei 507 sentimenti ti si rivoltano contro,il mio orgoglio di essere donna? Umiliato. E il non sentirmi "nessuno". Non mi accontenta essere "prima" nella tua vita. . è nel mio sesso a ridere che ti voglio tenere. Ti guardo davanti ad una ragazza qualsiasi,trasformato,ti rappresenti,ti dai un gra daffare,senza misura ne controllo. Ed io sono condannata da me stessa a starti a guardare,come tu,per tua scelta sei condannato a vivere con me. Che fare? Mogli dipendente comunale che trova i soldi in tasca al marito e li butta dalla finestra. Inserire il discorso del grande 508 mondo, o no? Il grosso della vita sta fuori. Perché la gente lascia fare ai nostri sgovernanti? Perché accettiamo tutto? Chi sono i critici presenti allo spettacolo 'sta sera? C'è Raboni del Corriere? NO?. . . Lo sapevo. La differenza tra uomo e donna la vedi anche da qui. "indelicati" Borsellino o un altro è morto, saltato per aria: " come si sente signora? Sta male?" Perché la signora non tira un calcio nei coglioni? perché non gli salta addosso e lo strangola ficcandogli le dita negli occhi? 509 Ognuno di noi vive nel seminterrato della sua anima. La televisione! ! Casalinghe che si spogliano (Colpogrosso) come si muovono che livelli di volgarità riescono a raggiungere. Non si fermano più! Il responsabile ultimo della situazione tragica dove siamo arrivati, non è Andreotti, ma sono le nostre insicurezze. Serpente a sonagli. Ridurre una persona a poltiglia Perché la gente è così debole che uno può manipolarla come vuole? Perché? Papuasia: leggere origini e costumi. Rapportso sessuale libero. I bambini sono nel grembo della donna e si nutrono di sperma. 510 Ma che trovata! ! Che civiltà. Il maschio sceglie la femmina per la vita. Il matrimonbio tra un maschio e una femmina è indissolubile. Protezione militare, non sessuale. Cucitura sesso bambine, riaperto a 20 anni. LA CHIACCHERATA O IL PROCESSO 1) T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo? Peggiorate. La vera differenza tra un uomo e una donna, credo, consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso dell'onestà, (non tutte) della giustizia, dell'integrità. 511 Siamo soggetti morali, (non tutte! ) e a volte purtroppo solo moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, è forza, denaro. FASCINO. BELLEZZA. Tutte "QUALITA' ", privilegi, che ti derivano dal potere. IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUO' PROCURARE. Con il potere che ti balla intorno anche tu ne vorresti un po'? No? Essere donne continua ad essere difficile, e nel cammino della vita (è con rammarico, 512 che sono costretta a riconoscerlo) ti senti con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci si aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri essere come te, anime del tuo stesso sesso. Sì, amarezza e sconvolgimento. La donna è troppo spesso, la maggior nemica della donna. Nel lavoro e nella vita. Giovani o vecchie che siano. Interrogate, provate ad interrogare. Quasi tutte, 513 fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ma vero è che l'amore l'uomo lo fa quasi sempre con una donna. O giovane come te, o molto molto più giovane di lui. E tu stai a guardare. Si fa per dire. Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in discussione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, è vecchio. L'impegno, per la giovane in questione, sarà minimo. In tutti i sensi. Intendiamoci, può, anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono 514 allegerirlo assai, come peso. E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia. . . di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU SAI GIA' TUTTO. PERCHE' E' IL RIPETERSI, del ripetersi, del ripetersi. Aspetti. . . inutilmente. Cosa aspetti? Che succeda quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di. . . sì, che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta sposare uno scrittore importante per scrivere un buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un pittore, sempre importante, 515 per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di potere, puoi correre nella carriere, ma se non hai nella testa le cose giuste. . . dove corri? Ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto tuo, guardalo: che non si vede per quello che è realmente, 516 abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. DALL'AUTOBIOGRAFIA DI FRANCA RAME di prossima pubblicazione: "Il nostro era un teatro realmente e totalmente "all'improvviso" che si basava su trame semplici e stringate, Teatro Popolare appunto, nella tradizione della Commedia dell'arte, completamente opposto al teatro letterario e naturalista messo in scena dalle grandi e illustri compagnie che agivano nelle grandi città e imitato in tutto il suo negativo dalle piccole compagnie, come la nostra, che agiva no in provincia. Il nostro successo stava tutto in questa differenza. Il nostro 517 repertorio era vastissimo: dalle più famose tragedie di Shakespeare ai drammmoni ottocenteschi, alle commedie di autori moderni a quei tempi (Niccodemi, Giacos, Rosso di San Secondo, alle comiche finali. Il tutto senza aver mai studiato una parte a memoria su di un copione. Nella mia fimiglia non esistevano copioni di testi teatrali veri e propri, ma una specie di cannovacci e per molti testi non esisteva nemmeno il cannovacccio. Ce li avevamo nella testa da sempre. Eravamo bravi? Non lo so. So solo che i teatri erano sempre pieni, che si lavorava tutti i giorni, si riposava solo il venerdì santo, e il 2 dei morti, a novembre. O se c'era il funerale di un 518 personaggio importante del paese: il prefetto, il sindaco, il dottore, il prete il farmacista. E quando in un paese avevamo fatto tutto il nostro repertorio, (replicato 6 sere la Giulitta, 6 la passione, "Il povero fornaretto di Venezia " e non mi ricordo più quali altri drammoni avessere successo) mio padre o mio zio, si leggevano un romanzo, ci riunivano e ci raccontavano a sommi capi l'intreccio, distribuivano i ruoli, se i costumi adatti non c'erano, si rimediavano, e via che il giorno dopo si andava in scena. Sulle quinte laterali, in bella calligrafia, la scaletta dei punti chiave, il susseguirsi degli avvenimenti. 519 BIOGRAFIA ENCICLOPEDIA SALA PER TRECCANI DI CESENATICO SETTEM. 1992 20 Franca Rame debutta in teatro a otto giorni, tra le braccia di sua madre, nel ruolo della figlia della Genoveffa del Brabante. La sua è ultima ed una delle più importanti famiglie di attori girovaghi. Rappresentano, nell'Italia settentrionale, un repertorio assai vasto. Stralci dell'autobiografia di Franca Rame di prossima pubblicazione: "La mia famiglia è di origine lombarda, nasce agli inizi del 600, con marionette e 520 burattini, (conoscevano entrambi le tecniche assai diverse tra loro). Ho debuttato ad 8 giorni in braccio alla mia mamma. Nella mia famiglia era un fatto naturale: appena nasceva un figlio lo si metteva in palcoscenico. L'Accademia di arte drammatica, l'ho fatta lì, con loro (con mio padre, suo fratello le rispettive mogli, i figli, gli scritturati). M'è cascato sulla testa il ciclone "fica" Ad ogni grande emozione mi si scarioca l'orologio. Su ogni individuo vengono commessi degli omicidi, ai quali siamo impreparati. Molta gente é già morta pur 521 continuando ridere. a parlare e Io ne conosco. Specialmente donne. Strepitiamo per le scortesie, le volgarità, le ingiustizie che subiamo, ma non ci accorgiamo di quello che facciamo subire agli altri. Cerco sempre di riflettere prima di muovermi, non mi basta più contare fino a dieci. . . a volte conto fino a cento, perché so con certezza che 'gli altri' sono molto importanti. Tutti. L'errore di base nella vita di molti (di noi donne, specialmente) è di non saperci difendersi dai sentimenti, dal farci travolgere, dallo 'sbatterci dentro tutto', in quello che si ritiene essenziale per vivere: 522 "l'amore". L'amore ci vuole, ma a dosi ragionevoli, controllabili. Dovrebbe essere proibito dalla legge, farsi mangiare, dall'amore. . . anche se è bello, perdersi, nell'amore. Ebbene sì, sono romantica. L'ho capito tardi. Ora, l'averlo capito. . . la saggezza faticosamente acquisita negli anni, mi serve pochissimo. La metto a disposizione. Ho intenzione di aprire una scuola per mogli. Io me ne intendo. Ho vissuto momenti d'infelicità profonda, totale. So cosa significhi il "non voler più vivere, (contributo non indifferente l'ho ricevuto dal dolore fisico continuo per anni e anni, vedi braccio). Mi sono molto criticata per questo. Ora è 523 "passato". E' lì, nei ricordi. Non che pensassi di Dario chissà che, ma, ad un certo punto della nostra vita, nelle storie di "ragazze", (per la verità, sempre disponibili e pronte come il Nescafè) non nascondo che trovarlo uguale nella banalità di tanti "maschi", m'ha deluso. Anche se mi sono più volte chiesta: "ma perché dovrebbe essere diverso? Forse perché lo è stato per 25 anni, diverso? Cosa pretendi, che "teoria e pratica" vadano per tutta la vita insieme? Anche i santi cadono in tentazione. " E così ho capito che il sesso, (per gli uomini al primo posto culturalmente e ideologicamente) il desiderio 524 di "fare sesso" nell'uomo permane per tutto l'arco di una vita (ci sono novantenni neanche tanto arzilli che davanti ad un bel sedere non resistono ad allungare le mani). C'è chi per il sesso, da via di testa, va in galera, stupri. . . violenze su minori, incesti, famiglie che saltano. . . figli di qua e di là. Se Dario, che non ha mai violentato nessuno, (anzi, deve stare attento a non essere lui, violentato) non ha fatto figli fuori casa, (almeno che io sappia) e che non ha nemmeno 9O anni, sente il bisogno d'avere storie con ragazze varie, non mi tormenta più. Non mi secco se va a farsi tagliare i capelli, o dal 525 dentista. . . Sono bisogni del corpo. . . e (non voglio essere né volgare, né banale) sicuramente anche del cuore. . . bisogno di sentirsi qualcuno intorno con cui fare "birichinate" (chiamiamole così. Forse, (non ne ho mai parlato con lui) credo contribuisca anche l'angoscia del sentirsi invecchiare. Sì. E' giusto così. Anche se un tempo, ho voluto morire. E sì, ci sono passata anch'io. E poi tutto, poco per volta, ti è chiaro. Ti è chiaro che hai sbagliato. Tu. T'è parso di non essere più essenziale per il tuo "lui" di non 'contare' tanto, da voler sbattere via la vita. E' pazzesco che in momenti così, 526 non ti salti agli occhi nulla che ti interessi. Non esiste più nessuno. Ti senti più niente. Perché? Chi c'è passato, mi capisce. E poi, eccomi qua, calma. La donna invecchiando (e ragazze, succede a tutte d'invecchiare) si acquieta. . . (è vero che qualcuna in menopausa dà via di testa, ma è abbastanza insolito). Il segreto è camminare dignitosamente con i propri anni, rispettarsi. Non rincorrere le illusioni. . . non perdere mai il senso del ridicolo. . . e anche "comprendere". Molte cose se ne vanno. Quello che rimane, prepotente è il bisogno d'amore da parte di 527 tutti quelli a cui vuoi bene: i figli. . . l'attenzione di chi ti sta vicino, bisogno di carezze, di dormire abbracciati, di svegliarsi la mattina e dirsi "ciao". Di tenersi per mano, di ridere insieme o di stare in silenzio, insieme, di lavorare insieme. E tutto questo ce l'ho. E giuro, non è poco! Rimpianti? Certo. Struggenti? Un po', ma chi non ce li ha? Se guardo indietro e do una sguardata a questo mare di anni di vita. . . con Dario. . . se penso alle tante persone che ho conosciuto. . . a mio figlio, a Gaia ed Enrica. . . i loro figli. . . al piacere di essere nonna di Mattea. . . mi sento nello stomaco un qualcosa che mi fa venire il magone dall'emozione. 528 Quante cose ho fatto! Quanta simpatia ho sentito intorno a me e, sì, anche rispetto e amore, l'amore di Dario e di tanta gente. Ho avuto molto. Si può ritentare. . . in un altra vita. Ci stai Dario? E così. . . giovani il libero". . . anche . . giovani. s'è infiltrata tra i concetto "amore nei giovani. . . e . in quelli meno Tra gli animali, il leone ad esempio, sceglie la femmina per la "vita", il loro matrimonio, pur non essendo celebrato in chiesa è indissolubile. Ma c'è assoluta libertà nel rapporto sessuale. . . per tutti e due. . . Quella del maschio per la femmina, 529 la "sua" femmina, protezione militare, difesa della vita, sessuale. è una cioè non Quanti di voi vorrebbero essere un leone?. . . una leonessa? (ruggito) Fuori la verità! (ruggito). Questo per gli animali. . . In molti popoli primitivi, l'amore libero è praticato da sempre. Il rapporto sessuale libero! Come vorreste essere un primitivo, lo sento! Il più creativo in fatto d'amore libero fra tutti, è il popolo della Papuasia. Creatività. . . senza offesa. . . che non può che essere femminile. . . Non so se ancora oggi. . . ma in Papuasia 530 l'hanno inventata bella per fare sesso libero, e lì la donna è padrona e il maschio in soggezione, c'è addirittura la convinzione, che i bambini siano nel grembo della donna dalla sua nascita, voglio dire della donna, ma per crescere. . . e di conseguenza, nascere, devono essere nutriti. . . con sperma. Vi immaginate la scena? Ogni volta che la donna. . . la DONNA! , ha voglia di fare l'amore urla: " il bambino ha fame! ! Il bambino ha fame! ! " e via. . . tutti gli uomini della tribù che corrono a nutrirlo. . . "Adesso basta. . . ha mangiato abbastanza! Via, andate via! " La cosa più bella, che "il figlio" quando nasce 531 non è figlio tuo e tuo o tuo, non c'è paternità individuale, ma collettiva: il figlio è di tutti! Se Dio fosse stato della Papuasia il paradiso terrestre l'Eva avesse impostato il suo rapporto con Adamo come le donne della Papuasia, pensa te che sconvolgimento! La storia del mondo sarebbe cambiata, così gli usi. . . i costumi. . . Che civiltà. Mao -TZE _TUNG Con "Le-nin le- nin le-nin. . . ah. . le-nin ah. . . . Stalin. l'amore a quei tempi si faceva così. Ma sì che lo conoscete mio marito. . . . è quel tipi non tanto alto. . . quattro capelli in testa. . . ventre prominente. . . beh diciamo 532 che gli batte sui testicolo. . . le guance gli arrivano qui. . . denti appena rifatti. . . disturbi alla prostata. . . Beh, questo non si vede. . . ma si sà. Ecco sì. . . propio quello lì. 1 IL SODALIZIO INFAME! Sto uscendo da un periodo di almeno 20 anni di coma profondo. Sì, avete capito bene. Coma profondo - in piedi. - Si può? Si può. Guardatevi intorno. C'è un sacco di gente che ha 'sta malattia, il "coma profondo in piedi". . . Non li vedete? Nessuno di voi è in coma? (Come a rispondere ad una domanda del pubblico) Com'è 533 il coma profondo in piedi? Io ho sempre camminato, parlato, mangiato, dormito ma in coma - e profondo Che so. . . parli con la gente, ma non ci sei - non ti accorgi se c'è il sole o piove - e se c'è il sole, non te ne importa niente. Somatizzi tutto quello che ti succede intorno, senza accorgertene. . . Stai male da morire ma nessuno lo vede. Sorridi, ma solo con la bocca, così: (esegue) meccanicamente. Non c'è nulla che ti emozioni o emozionerà, nulla che ti squota, che ti interessi, né i figli, il lavoro, le vacanze, il successo, l'amore. Niente. Il tempo passa e niente cambia. Non c'è niente, che ti spinga 534 a fare niente. Cammini, mangi, parli, dormi, ma non ci sei. Dormi sul tuo letto sospesa senza manco toccarlo. . . tutta tesa. Quando dormi pensi alla morte senza accorgerti di pensarci. Una mattina ti svegli e di colpo ti rendi conto che sì, oggi, lo farai. Ma andiamo con ordine. "Come hai dormito. . . " mi fa. . . "Bene. . . . " "Scendi a fare colazione?". . . "No, non subito. . . (si schiarirsi la voce) Ti devo parlare. . . . Stiamo calmi però. . . " "Lui" si siede sul letto passandosi una mano sulla fronte. 535 Ogni qualvolta si affronta questo argomento e lui "sa qual'è", in un secondo è madido di sudore. . . ma proprio bagnato fradicio. Mai vista una cosa così repentina. Come girare un interruttore. Gli prende un'emozione che gli parte. . . dal profondo. . . diciamo della coscienza. . . sono tutti i suoi sensi di colpa, che gli affiorano insieme: BUM! ecco l'effetto "sauna"! "Caro, vorrei che te ne andassi. . . . " "Perché?! " Gli manca il fiato. " Non mi va più di stare con te. . . Non reggo più la vita che stiamo facendo. Negli ultimi 20 anni sei sempre stato innamorato. Sempre di un'altra. . . e mai la stessa. E 536 d'estate di più. Ed ora siamo in pieno luglio! Non sopporto "più" il tuo evidenziare, senza volerlo per carità, ogni rapporto con l'altro sesso con irrazionali movimenti telefonici. . . senza misura. . . e sopratutto senza tenere conto che ho occhi ed orecchie. Va bene che stiamo insieme, ma non stiamo più insieme. . . da 20 anni. (al pubblico) Io e mio marito non facciamo più l'amore. . . (A marito) Non mi disturba più il tuo credere di essere innamorato pazzo. . . perché so benissimo che non sei innamorato di questa o di quella, ma che sei innamorato dei vent'anni che non hai più. Mi disturbano troppo. . . le 537 scuse che tiri fuori per uscire a telefonare. . . mi fanno imbestialire perché sono un oltraggio alla mia intelligenza. . . : "vado dal parrucchiere" "ma è lunedì. . . " "Ah sì?. . . " pausa - "Ti andrebbe di mangiare del pesce ?"-"Ho gli ossibuchi pronti. . . "-"Ma m'è venuta voglia di un bel pesce. . . vado a comprarlo. . . così mi sgranchisco anche un po'. . . ""Sta diluviando . . . " "L'acqua fa bene. . . fa diventare più alti"-"Guarda che a 68 anni. . . non si cresce più. . . " (al pubblico) Non mi sta già più ascoltando. . . Una toccatina alla tasca posteriore dei pantaloni per essere certi che l'agendina nera con i numeri dell'amore sia lì. . . anche la tesserina della Sip. . . sì, c'è. 538 . . bene. . . "Torno subito. . . Vuoi qualcosa cara?. . . " e tornava quasi subito. . . con pesce per 30 persone. . . non s'è mai saputo regolare con la spesa . . . e 24 rose rosa del "nostro" colore. . . e un bigliettino "Ti amo cara, tanto tanto! ! " Il bello è che è vero. E' vero! Lui mi ama. Tanto tanto. Qualche volta mi viene da pensare: "Chissà cosa succederebbe se mi odiasse. Mi trapanerebbe i denti me li strapperebbe ad uno ad uno senza anestesia. . . le unghie. Al marito: "Tu hai il fuoco di Sant'Antonio nel . . . " Mi sono intelrrotta. Non mi piace mai essere volgare in momenti così. . . anzi, mi 539 disturbano molto quelle donne che perdono il controllo. . . il senso della misura, che danno fuori, che spaccano oggetti in casa. Per la verità, quando lui ha detto dopo che io gli ho detto del fuoco di Sant'Antonio: "No, guarda che ti sbagli. . . io. . . " e si stava avviando alla porta per andarsene. . . ho sentito nello stomaco una cosa proprio brutta. L'istinto omicida che ognuno di noi ha in fondo all'anima. . . Ma sì, che ce l'avete anche voi! Dai. . . Proprio mai avete pensato in un momento di disperazione estrema. . . di esasperazione estrema, "adesso l'ammazzo"? Non importa chi: il marito, il padre, la madre, il professore, uno stronzo in 540 un momento "no" che vi sbava addosso un complimento troppo pesante. . . o il capo ufficio. . . o una ingiustizia. . . No, no. . . zitti, zitte! , non dite niente. Ora, mentireste. E se invece non mentite, e siete presi da una improvvisa ondata di sincerità, mi mettete paura. Stiamo calmi. Non vorrei che qualcuno si alzasse e si mettesse ad urlare: "Sì! ! ! ! ! l'ammazzo! ! ! " e via che salta addosso al vicino, alla vicina di poltrona e lo o la strozza, qui in mezzo a tutti. Zitti, calmi e fermi. Continuiamo a mentire per ora, rimandiamo: lo farete questa sera a casa vostra. "E' meglio che ti sieda 541 immediatamente o entro cinque minuti hai la casa distrutta. . . . rompo tutto il rompibile, vetri compresi e forse rompo anche te. " Non ho alzato la voce. Ci conosciamo da quarant 'anni. Capisce che non sto scherzando. Lui torna a sedersi sul letto. . . si passa la mano sulla faccia sempre più sudata. . . poi rassegnato si stende. . . "Ti stavo dicendo che vorrei che te ne andassi. Il nostro, ormai è un sodalizio infame. . . è ora di romperlo. " "Oh, esagerata. . . perché infame. . . Io sto bene con te. . . " "Io no, io non sto bene con te. Sai come mi sento "con te"? Agli arresti domiciliari. . . da 542 più di vent'anni. Un condannato a morte in attesa di essere graziato. " Lui fa un sospiro proprio di quelli che straziano. . . pardon, che mi straziavano. E sì. . . non era la prima volta che dicevo "adesso basta". Non che l'abbia ripetuta tante volte. . . ma qualche volta sì. . . Di solito a 'sto punto, mi commuovevo talmente per quello che stavo dicendo. . . che non riuscivo a trattenere le lacrime. . . lui sospirava. . . allungava una mano. . . "ma io ti amo! . . . " e io giù a caragnare senza ritegno. . . "sì. . . condannata a morte sono! " Mi usciva costruita così la frase. . . non "sono condannata a morte" ma 543 "condannata a morte sono! " Chissà perché. . . mi veniva di dirlo alla meridionale. (piange) "condannata a morte sogno. . . voglio dire. . . sono. . . " strisciando lentamente verso di lui millimetro dopo millimetro. . . , pronta ad essere afferrata tra le braccia incantatrici. . . "Amore ma perché dici così. . . lo sai che ti amo. . . lo sai che conti solo tu. . . lo sai che le altre sono solo. . . " - "No, no. . . lasciami. . . lasciami. . . Voglio morire! . . . " ma ero già con la testa sulla sua spalla e singhiozzavo rilassata. . . "Micina mia. . . bambinona. . . " "Amore. . . non farmi più soffrire. . . Ti amo tanto. . . " "Anch'io ti amo. . . " E via che tutto ricominciava da capo. 544 No, non finiva con una scopata. . . Come state pensando. Pardon, volevo dire. . . non facevamo l'amore. . . Io e mio marito l'amore non lo facciamo da 20 anni, per l'esattezza da 22 anni. Perché? Non lo so. Non saprei proprio spiegare come ci si sia arrivati. . . fatto è che ad un certo punto non ci siamo più interessati sessualmente. Veramente non so chi abbia incominciato. . . A pensarci bene. . . forse lui. Il fatto è che era scoppiata la "rivoluzione". Sì. . . sto parlando del 68. Mamma mia è stato veramente un Sessantotto per me! Una gran confusione di pensieri idee ideologie falsi ideali. . . e le manifestazioni e la polizia 545 e le botte e ragazzi che morivano e le occupazioni e le canzoni. . . e i ragazzi che morivano e gli operai che venivano licenziati e il blocco dei cancelli alla Fiat all'Alfa e l'amore libero e la liberazione sessuale e i ragazzi che morivano. . . e il Vietnam e le ragazze di 16 anni col bidet fatto e le mutande in mano pronte come il Nescafé. . . e le galere e la polizia e le ragazze. . . e le manifestazioni e le occupazioni e i ragazzi pronti come il Nescafè. . . e le manifestazioni e le. . . e ragazzi che morivano. . . Scusate, mi sono fatta prendere un po' la mano. . . è che mi è difficile tenere il filo del discorso. . . Dove 546 eravamo. . . A sì. . . che io e lui non facevamo più l'amore. . . Beh, ora che importanza ha stabilire chi dei due s'è stancato dell'altro o se ci siamo stancati tutti e due. . . o se uno ha sofferto perché l'altro s'è stancato. . . Non serve a nulla. . . Fatto stà che: basta. Abbiamo sublimato il rapporto. Abbiamo chiuso col sesso. Tra di noi. L'abbiamo fatto con altri "sesso". Tutta la pazzia sta proprio qui. Aver accettato che "l'amore" tra noi fosse finito. . . quell'"AMORE". . . e continuare a vivere insieme. Finisce sempre che uno dei due paga un po' di più dell'altro. Purtroppo sono stata io a pagare. . . e con gli 547 interessi! Attenzione, non è che mi stia piangendo addosso. E' che per una donna è diverso. Lo è veramente. Non abbiamo per niente, i seni prominenti e i fianchi larghi. Veramente ci sono sempre più ragazze con il fisico da ragazzo. . . se ne vedono sempre meno con i fianchi larghi. . . Chissà perché. . . Chissà da che dipende questo cambiamento di razza. . . forse è genetico. Non so. Dunque dicevo che 'sto fatto di fare l'amore con altri. . . "Vedi caro". . . io sono molto più creativa. Mi muovo meglio. . . voglio dire. . . mi sono "sempre" mossa, quando mi muovevo. . . meglio di te. 548 (QUI E' SALTATO UN PEZZO) Ora sono immobile qui ho dato giù un po' con la voce, bassa intensa, sofferta. . . ma attenti, soffrivo davvero - immobile come un palazzone orribile. . . pieno di stanze vuote. . . pronto per "l'autocrollo"Come mi sia uscita una frase così, di luglio. . . con quasi 40 gradi e il 95% d'umidità, non lo saprò mai. Ci devo far sopra una canzone. . . "Disperazione di una donna che sta invecchiando" "Qui. . . nel palazzo vuoto del mio cuore. . . ieri. . . ho avuto. . . una caldana. . . tremenda. . . la prima! Oggi. . . anche oggi. . . ancora caldana. . ancora caldana. . . una 549 caldana tremenda. . . è finita. ... è finita. . . è finita! Ero un fiore così. . . rosa verde e lillàe poi. . . e poi. . . ho scoperto che vecchia e sola son. . perché. . . perché. . . ho un marito coglion! "E' tutto da mettere in discussione, si fa presto a dire marito coglione. . . (insero codina- menopausapipistrelli, Consigli sulla menopausa, proseguire, pillole cerotti. Continuare insomma. ) Il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Sono andata a trovarlo, stava fuori Italia per lavoro, dopo sua, più che insistente richiesta "via fax", 11 fogli, per convincermi a raggiungerlo. . . (che, visti gli 550 avvenimenti del proseguo, mai ne capirò il perché. ) che finiva con " Vieni ti prego, ti voglio vedere stare con te amore vienivienivieni. " ecc. Vado. Tutto bene, sembravamo persino felici. Come al solito, le cose più noiose le faccio io, (forse m'ha fatto venire per quello): prenotare gli aerei, fare le valigie, pagare il conto. . . e col conto, mi ammollano 5 fogli con la trascrizione elettronica delle telefonate. Do una guardata ai 5 fogli 5 e mi siedo. . . Sono molto emotiva. . . Sto per svenire. Ma sì, lo so lo so che le vi nascondo impressione che ha la ragazza, telefona, ma non che fa una certa vedere nero su 551 bianco, per pagine e pagine ore 23 e 5 numero telefonico mio. . . . ore 23 e 8 numero telefonico della ragazza. . . ore 10 e 15 il mio, ore 10 e 21 . . . A me, sempre la precedenza. . . eh. . . sono la moglie. e via così per telefonate e telefonate. . . ore 5, e 27 numero della ragazza. . . Meno male che non ha chiamato me, alle 5 e 20 che lo ammazzavo. Perché la chiama alle 5 e 27?! ! Poi ore 4 e 50. . . ma che cazzo di lavoro fa?. . . Poi di colpo nessuna telefonata al numero amato: per tre giorni solo telefonate a me e tante, come sempre. Ecco, l'aveva raggiunto. Come in un film a doppia 552 velocità mi sono rivista tutta la mia vita e la sua dell'ultimo periodo attraverso quelle telefonate. E anche tutta la nostra vita. Sono stata seduta una ventina di minuti. Mi girava tutto. Mi sentivo svenire. Come quella volta che eravamo al mare. . . In quel periodo lui stava "assolutamente" "solo" con me. . . Eravamo sposati da poco. . . No, non ridete. . . per almeno 20 anni mio marito m'è stato fedelissimo. Forse. intelligente. . . ma devo dire che in questi ultimi dieci anni è diventato un po' più pesante dei primi trenta. . . Non si può dire che sia bello. . . ma ha un gran fascino. . . 553 Ma oggi. . . in questa mattinata dove sono decisa a dire "basta", penso che forse ha ragione mio figlio: sono innamorata di un ricordo. Guardo mio marito. . . e di colpo lo vedo com'è. . . non come l'ho "sempre" visto. . . come è realmente. LA CHIACCHERATA arrivo 4/08/92 La mia idea sarebbe quella di farvi una chiaccherata un pò scherzosa su quello che sta succedendo oggi in Italia sugli scandali, le ruberie, gli arresti in massa come se mi trovassi a sconfinare in un terreno che non è il mio. E perchè? Perche sono una donna, per carità, lo so, i tempi son cambiati, non siam più all'epoca in cui si 554 gridava alle donne che si azzardavano a chiacchierare di politica: vai a far la calza. Lo so che c'è stato il '68. L'emancipazione femminile ci siamo liberate. . . in tutti i sensi. . . Specie in quello sessuale, diciamo perfino: cazzo! Ma sotto, sotto, a noi femmine quando si tratta di andare sul politico siamo bloccate. . Ci rigurgita il complesso del gineceo. . Discorsi di politica anche se scherzosi non sono discorsi da donna. No, non sto esagerando! Fin quando se ne parlotta così in famiglia o in treno, tanto per passare il tempo. . "e va beh, passi. " Ma appena una donna sale su una pedana, o un 555 palco, dietro un microfono allora senti subito mugugnare: "Ma che vuole quella? Adesso ci tocca sorbirci anche sta Femmina-Politicizzata. Chi l'ha messa su? Di chi è l'amica?" E questo, non dite no. . . E' un classico. . . . In ogni occasione spunta il tormentone: "Con chi va a letto Quella? Con chi se la fa?" Se una monta un gradino c'è sempre dietro il maschio che regge, spinge! ! E questo vale tanto che tu femmina vada a mostrarti in teatro, appari sullo schermo, nel mondo della finanza o nella politica. Ho sentito io un compagno del vecchio PCI, mentre parlava la Jotti commentare: " Si, si, è 556 brava, preparata. . . E' pure una simpatica signora, fine, ci ha pure dei bei collettini di pizzo, ma io avrei voluto vedere se non ci avesse avuto di dietro il Palmiro. . . se arrivava al posto di presidente della Camera. . . "Ma cosa dici?" gli son saltata addosso io. . "Quando l'hanno eletta suo marito era morto da almeno dieci anni! " "Si," fa lui "ma vuoi mettere essere la vedova di un Togliatti? Scherziamo? Palmiro è un morto sacro dall'onda lunga! " Beh, ad ogni modo. Vada come vada, io ci provo lo stesso. Come dicevo, vi parlerò di ladroneria e politica. Quasi trent'anni fa con Dario abbiamo allestito uno 557 spettacolo che aveva per titolo: SETTIMO RUBA UN PO' MENO. . . . Più attuale di così! ! Allora aveva il suono di una battuta a sfottò IPERBOLICA. Con tutto che, alcuni storici, se pur sottovoce assicurano si rubacchiasse già allora! Forse con un pò più di discrezione. Ad ogni modo in quel tempo noi, come si fa sempre nel TEATRO DI SATIRA, andavamo giù un pò pesante. Si spingeva fino all'impossibile con la fantasia! Avavamo addirittura inventato che nel Cimitero Comunale di Milano si commerciava in cadaveri. . si vendevano loculi sottobanco e si speculava sulle tombe. . Nel nostro gioco al paradosso 558 avevamo inventato che, grazie a una delibera infame, si stava sgomberando una vasta area del Cimitero di Musocco per farne un bel parco e così far crescere anzi triplicare il valore dei terreni circostanti. Ebbene oggi, l'avrete letto su tutti i giornalei, l'hanno fatto davvero CI HANNO COPIATO. . CI HANNO SPUDORATAMENTE RUBATO L'IDEA. . . . E SENZA PAGARCI I DIRITTI DI AUTORE! E sono andati pure oltre! Hanno imposto tangenti con tanto di pizzo su cadaveri per conceder loro il diritto di sepoltura, hanno piazzato tangenti sui funerali, tangenti sulle tombe singole e comulative, hanno riciclato 559 vecchie lastre tombali rivendendole per nuove. . . Hanno organizzato perfino il reciclaggio delle nuove corone mortuarie. . Non era ancora finito il servizio funebre che appositi addetti facevano sparire corbelle di gigli, cuscini di rose, corone rimpinzate di garofani e velocissimi trasportavano il tutto agli appositi negozi di arredi funebri. . . Perchè fossero rivendute ancora belle fresche per il prossimo cadavere in transito. Spesso, le medesime decorazioni floreali sono state smontate e rimontate in altro ???????? per adornare addobbi di matrimoni e battesimi. Credo che al massimo dei grottesco si sia arrivati nel momento in 560 cui ???del Don Carlos alla Scala ci fu una grande richiesta di fiori confezionati a mazzi di varie misure da lanciare alla fine dell'opera. La richiesta fu esorbitante e improvvisa ma i procacciatori di plausi floreali non si persero d'animo, montarono corbelle e corone giunte fresche di ritorno dai vari funerali. . . . . Così nel grande tripudio del finale Verdiano, nella esclusionissima prima dei VIP, si sono visti piovere dai palchi e da tutto il loggione una quantità incredibile di mazzi, mazzolini e mazzoloni mortuari. . . addosso ai tenori, alla soprano ai baritoni. . che inchinandosi li 561 raccoglievano e li rigettavano festanti sulle teste dei signori e delle signore plaudenti in platea. Certamente i morti a Musocco e al Monumentale nelle loro tombe strapagate, quella notte si son fatti delle risate proprio da morire! A proposito di teatri e di prime ho saputo oggi con gran piacere che in settimana verranno ripresi i lavori per portare a termine il nuovo Grande Piccolo di Milano. . Era ora! Siamo in ritardo di due anni! Avrete sicuramente letto delle ruberie che ci sono state. . . Il progetto iniziale era di qualche miliardo. . . senenson gia spesi tre volte tanto. Ad un certo punto si sono accorti che sotto ci 562 passava la metropolitana così ogni volta che transitava un convoglio del Metrò, di sopra. . per il fracasso e i sobbalzi bisognava smettere di recitare. . . accennare una piccola danza tanto per mimettizzare. . . e via da capo. Per attutire il tutto al posto delle solite traversine rigide hanno piazzato duemila traversine di gomma. . . Così adesso quando ci passa sopra il Metrò. . i viaggiatori accusano vibrazioni da ballo di S. Vito HOP, HOP! E anche li si son fatti la cresta: Prezzi maggiorati, Tangenti. Ad ogni modo è certo che entro la fine dell'anno prossimo ci sarà l'inaugurazione. . . e per il debutto è stabilito che si andrà in scena con: "IL 563 BALLO DEI LADRI" di ?????A proposito di tutti questi scandali, dobbiamo confessare, anzi denunciare che noi del teatro satirico abbiamo più di una responsabilità; siamo colpevoli se non altro di una certa incoscienza. . Noi si sale sul palcoscenico, e, pur di strappare qualche risata in più esprimiamo giudizi o sollecitazioni paradossali senza badare a quello che possiamo causare. Nella nostra superficialità ??? in battute spregiudicate dicendoci: "Tanto è tutto solo per ridere mica ci prenderanno sul serio! " E no, invece spesso ci prendono proprio sul serio. . . manco recitassimo il Vangelo! 564 Tanto per fare un esempio quattro anni fa, con Dario, mettemmo su uno spettacolo agile da recitare quasi improvvisato. . . a base di provocazioni dirette sul pubblico. Debuttammo, mi ricordo, al Festival Nazionale dell'Unità di Bologna. C'era ancora il vecchio P. C. I. . . e c'era ancora Natta come segretario. Cominciammo con una specie di elogio assurdo e sperticato in favore del partito socialista. . . . e lo slogan che tirammo fuori era questo! Il P. S. I. guadagna voti ad ogni elezione perchè è più simpatico. . . ed è più simpatico perchè è ??? I suoi dirigenti sono spacciati, si danno un sacco di botte e rubano a man bassa. Per di 565 più sono veramente vicini alla gente, sanno tutto dei loro problemi più privati ??? ben dire che conoscono le tasche dei cittadini come fossero le loro. Poi ancora, bisogna ammettere che sono ??? non cercano di nascondere la mano come, fanno i democristiani quando vengono sorpresi a rubare "No, non è vero. Ma che s'è messo in testa? Giuro che non ho toccato una lira. Ho giurato sulla Santa salma di Forlani. "Al contrario tu sorprendi un socialista con le mani nel sacco. . . "Ehi ma tu rubi! " E lui "Si rubo! E allora! ? Che ci hai da dire?" Sono veramente degli impuniti e e impunibili. Invece VOI COMUNISTI, con sta storia delle mani pulite storica 566 propagata strombazzata su tutti i manifesti in tutti i dibattiti, siete negativi. Guarda qua: "Noi abbiamo le mani pulite! " Beh, mi dispiace, è proprio per questo che non date affidamento. Perchè la gente pensa: "Quei socialisti rubano. . . questo vuol dire che ci sanno fare, sono spregiudicati, ma anche attivi, creativi. . è gente che sa rischiare. . . . e alla fine riesce pure a cascare sempre in piedi. . . a non farsi sbattere in galera. Ebbene se ci sanno fare per loro ci sapranno fare anche per me quindi, io li voto! Invece quando la gente pensa a Voi Comunisti. . . così?? per ??? perfino modesti. . . Esclama: Ma chi si fida di quelli. . una razza di moralisti 567 romantici. A parte che mi viene il sospetto che non rubano solo perchè non sono cpaci. . . e hanno paura. . . . E' gente inaffidabile che non potrà mai andare al governo. . Figurati cosa ce ne facciamo di un governo di??. . moralisti e pulitini. GENTE DI GRINTA CI VUOLE! ! E poi aggiungevamo: spudoratamente al??? a quei compagni attoniti del P. C. I. Vlete divenire simpatici anche voi, avere successo? E allora: rubate! Imparate a rubare, e a truffare dentro e fuori delle Istituzioni, ricattate gli imprenditori, sgraffignate sugli appalti, sui progetti, imponete il pizzo sulle costruzioni, sulle sovvenzioni 568 ministeriali, sugli asili nido e sugli orfanotrofi. . . MANGIATE! Il vostro nuovo slogan deve essere: "Appropiazione indebita continuata e senza pietà. Basta con le mani pulite! " "MANI ZOZZE E ARRAFFATUTTO! "Un attimo di perplessità e poi è scoppiato un grande applauso. Festoso e compiaciuto. Noi, avevamo scherzato, era logico. . . . ma era logico solo per noi. Infatti è passato qualche anno. . . . . i comunisti si sono tolti la falce e il martello di dosso. . . . . si sono fatti chiamare con un altro nome meno segnativo, e: ALLEGRIA! Li avete visti! ? Giù a rubare anche loro come 569 socialisti e democristiani di gran mestiere! E tutto perchè noi li avevamo provocati, incitati per gioco! D'accordo. . . . . . d'accordo. Non è soltanto a causa del nostro incitamento, che si sono buttati, all'?? Siamo ben consci che il fatto di essersi buttati via di dosso quel simbolo austero della falce d martello. . . così pregno di valori: "Lotta di classe, solidarietà" Il mito glorioso del sacrificio e dell'onestà con tutti i trionfalismi della ?? proletaria. . . . . E come facevi a rubare tranquillo? Anche i vecchi socialisti. . . . fin quando con il 570 simbolo del libro aperto????? se pur in piccolo avevano la falce e il martello???? E qual'è stato il vero, straordinario cambiamento portato da Craxi nel partito socialista? Quello, davvero rivoluzionario di togliere la falce e martello dal simbolo e piazzarci un garofano. . . . . un fiore culinario. Coi chiodi di garofano si fanno stracotti, la ribollita, ogni tipo di cacciagione insomma un fiore simbolo del buon appetito e della grande abbuffata così me li ha spinti e incitati fino alla furfanteria più smodata e inarrestabile. Fino allo sbragamento totale! Fino alla perdita di ogni ritegno. Li ha messi allo 571 scoperto completo. . . . . tanto da trasformarsi in una specie di tirasegno per giudici fanatici della giustizia ad ogni costo. E il paradosso è che questa operazione da ammazzasette si chiamerà proprio "mani pulite" per me l'hanno fatto apposta per sfottere i compagni del vecchio P. C. I. ! Vi vantavate delle mani pulite? E allora eccovele! In galera i vostri dirigenti. . . più intraprendenti e moderni. INTERVISTA GENTe siamo siatemati alla bellemeglio. Il bambino ha pianto per quattro giorni di fila. Per quanto spirito di adattamento avessimo noi, non riuscivamo proprio a 572 comunicarlo a questo tipo appena nato che non sapeva niente della vita. Comunque faticavamo anche noi a cavarcela e per le scomodità e per la mia totale inesperienza "Piange? Avrà fame" Lo attaccavo al seno, lui ciucciava un po' e poi di nuovo "uhèèè uuuhèèèè! ""Oddio, forse è ammalato! " Al quinto giorno decidiamo di tornare in clinica e stabilirci lì. Il nostro ritorno è stato festeggiato dal personale con brindisi e abbracci. S'è scoperto subito la causa degli uhè del bambino: io avevo poco latte e lui aveva fame. Dopo aver nutrito il fantolino, ci hanno sistemati in una bellissima camera vicinissima 573 alla sala parto. Ci siamo addormentati immediatamente tutti e tre ed abbiamo dormito per almeno giorno intiero, finalmente rilassati. Ci siamo insriti molto bene in questa nostra insolita vita, abitavamo lì e cercavamo casa. Come vedevamo in carridoio davanti alla porta della sala parto un padre in angosciosa attesa Dario subito s'informava: "Sa è un parto cesareo! " E Dario: "non si preoccupi, anche Franca ha avuto un cesareo. . . Vero Franca?" e io "Sì, sì. . . è una sciocchezza, vedrà" E quello si calmava. E un altro: è messo di piedi". . . "Non si preoccupi, anche nostro figlio è nato di piedi… e tutto è 574 andato benissimo. Vero Franca?" Solo quando un padre era preoccupato perché la moglie stava partorendo 2 gemelli siamo rimasti senza parole. Tutti sapevano che avevamo un figlio solo. Ci siamo stati tre mesi in quella clinica. Quanti padri e quante madri abbiamo rinfrancato. Qualcuno ci viene ancora a trovare con i figlio nato proprio in quei giorni. Che benissimo! Finalmente abbiamo trovato una casa in via Bruno Buozzi e ci siamo trasferiti. Una casa piccola con un terrazzo enorme. Nel palazzo vicino al nostro vivevano Roberto Rossellini ed Ingrid Bergam al tempo della loro "colpevole" 575 passione. Avevamo sempre amici fotografi che ci scongiuravano di poter stare nel nostro terrazzo per poter riprendere i due importantissimi innamorati. ed ero sempre la vamp del cast, la padrona di un night, qualche volta sola, qualche volta con un amante delinquente. Indossavo grepier, calze nere o abiti talmente stretti che spesso me li cucivano lettaralmente addosso al mattino e me li scucivano la sera. Non potevo fare la pipì, non potevo sedermi ed in più mi sentivo frustata dalla testa ai piedi. Ho avuto in quegli anni, due grandi occasioni 576 cinematografiche. Michelangeli Antognoni e Luchino Visconti. Per "Cronaca di un amore" Antognoni aveva scelto me. Io, allora, avevo un grande complesso (complesso che in parte, nonostante varie operazioni ho ancora oggi): ero strabica - strabica, timida e insicura. Nascondevo i miei occhi sotto a degli occhialini lunghi, stretti e scuri. "Lo so che sei strabica, ma per farti fare il film, devo vedere i tuoi occhi. Su. . . coraggio, togliti gli occhiali". Me lo ha chiesto almeno tre volte, paziente e gentile. Beh, non ce l'ho fatta e la parte la interpretò Lucia Bosé. 577 Visconti si era intestardito su di me, per un ruolo in "senso". Io stavo in tournée con Dario a Trieste. Telefonate sopra telefonate. E mi spiaceva lasciare la compagnia, Dario e mi sentivo come sempre insicura. "Sì, scendo, faccio il provino poi magari mi dicono di no. . . " - "No, ti prende a scatola chiusa gli abbiamo portato tutte le bionde d'Italia, non gliene va bene nessuna. Se vuoi ti mandiamo il contratto. " Niente non me la sono sentita, qualcosa mi ha bloccato. Il ruolo è andato a Marcella Mariani bruna, fragile, ex miss Italia, completamente diversa da me. Visconti aveva cambiato tipo. 578 Il giorno della prima del film a Bruxelles, Marcella Mariani è partita in aereo per quella città. Se io avessi interpretato quel personaggio quasi sicuramente sarei stata al suo posto. L'aereo è precipitato. Tutti morti. Ecco cosa mi aveva bloccato. Il mio sesto senso mi aveva salvato la vita, come è capitato altre volte. Da quel giorno, se qualcosa mi salta nel lavoro od altro, penso che così doveva essere, il negativo diventa positivo "doveva andare così". Nel '57 mi sembra vengo scritturata dal Teatro Arlecchino a Roma, per interpretare un testo di Feydeau che sembrava scritto 579 per me: "Non andartene in giro tutta nuda". Dario scrive per i fratelli Bonos, che poi non ne hanno fatto nulla, un atto unico "Gli imbianchini non hanno ricordi" Ci prende gusto e ne scrive altri. A quel punto gli propongo di ritornare a Milano e farci una compagnia nostra. Interpelliamo Paolo Grassi allora direttore del Piccolo Nella sua vita c'è stato un altro grande incidente vuole raccontare di Genova? Dovevo tenere all'Italsider il mio spettacolo "Tutta casa letto e chiesa". Arrivai in città la sera prima. Prima di entrare in albergo avevo visto nell'altro lato della strada, una farmaci aperta. Volevo 580 lavarmi i capelli e così avvertii i compagni che mi seguivano sempre, allora, Piero e Roberto: "Vado in farmacia. Torno subito" - "Aspetta ti accompagnamo" dissero loro. Dall'episodio di Milano non sono mai uscita sola. "Ma no, vado da sola, torno subito. La farmacia illuminata e splendente. Io finalemnte libera mi sentivo felice, compravo saponette, detergenti, oltre allo shampoo; mi pareva di essere in vacanza. Con le mie compere in mano uscii dalla farmacia e. . . mi svegliai al Pronto soccorso dell'Ospedale San Martino. Più tardi seppi che ero stata travolta da un auto guidata da un uomo angosciato e fuori di sé 581 perché era appena tornato dallo stesso ospedale, il San Martino, in cui avevano ricoverato la figlia anche lei vittima di un incidente d'auto. Che jella! Ho passato la prima notte, sulla barella del pronto soccorso. Non c'erano posti letto. Ma tanto io non capivo nulla. Ricordo assai vagamente la corsa dell'autombulanza, e un gran dolore al braccio sinistro , omero fratturato, lamentavo un bruciore al gomito, più avanti a tutto l'avambraccio, poi alla mano. Mi hanno detto che era "causalgia" cioé dolore urente, bruciante. Poi a poco a poco (in due giorni) ho perso sensibilità alle dita, 582 alla mano tutta, al braccio. Insomma paralisi. Un ematoma (toltomi due mesi dopo dal Prof. Morelli, una montagna di abilità e umanità che opera all'ospedale di Legnano) strozzava i tre nervi, ulnare, radiale e mediano. Dopo tre giorni dal ricovero mi ingessarono. Tre ore d'intervento assai difficile, eseguito dal Prof. Roncalli. Sono stata a piangere 24 ore su 24 per mesi e mesi: antidoilorifici potenti e in dosi massicce minacciavano di fare di me una tossicodipendente. Più di una volta ho pensato al suicidio. Mi hanno salvato l'amore dei miei in particolare Dario, Jacopo mia sorella, gli 583 amici. . . Mi salvò il lavoro. Infatti dopo otto mesi d'immobilità decisi di riprendere. Ora, ho imparato a conviviere col dolore, mi sono quasi abituata. Sono passati 14 anni. IL SUO RAPPORTO CON LA RAI Al di fuori del nostro teatro , per la RAI ho fatto pochissimo "La professione della signora Warren" di Shaw con la regia di Albertazzi e qualche altra partecipazione… Ora mi piacerebbe poter dare in TV lo spettacolo di quest' anno "L' eroina " e "La donna grassa" Molte madri ci hanno portato i loro figli, mi hanno ringraziata dicendomi: 584 "Ha fatto più effetto a mio figlio il suo spettacolo che cento discorsi nostri" Per la donna grassa ho avuto degli incontri magnifici con donne che si identificavano col personaggio e ne ricevevano forza oltre che gran divertimento. Sono più che consapevole dell' importanza della televisione. Il contatto diretto col pubblico in teatro è insostituibile, ma in teatro raggiungi al massimo centomila persone in un anno mentre invece in televisione mal che vada , in una sera ti vedono almeno due milioni di persone . due volte ho provato sulla mia pelle il potere del mezzo televisivo : la prima é stata con Celentano, la seconda é una trasmissione della Carrà 585 dove dissi che mi separavo da Dario mentre in ascolto c' erano 12/15mila persone: sono cifre che fanno paura. Non bastano dieci vite per una teatrante per arrivare ad un così numeroso pubblico. Quella volta, della Carrà, non avevo assolutamente programmato di dire che stavo lasciando Dario. Lei intervistandomi scherzava dicendo: " Ma è vero che Dario . . . . . ma è vero che Dario. . . . ?" alludendo alle numerose ragazze che sempre gli girano intorno. Lei scherzava, ma io , al quarto "ma è vero che" non ho potuto fare a meno di rispondere: " Sì, è vero, ma è anche vero che l'ho lasciato. " Ho avuto subito la sensazione del 586 clamore che avrebbe suscitato la mia dichiarazione. Fuori dallo studio c'era una giornalista, che stravolta mi ha chiesto: " Ma è vero?! " E' scoppiato il finimondo! Giornalisti mi davano la caccia persino dall'estero. Ho dovuto cambiare albergo. Poi trovavo gente, separata anche tre volte, che mi diceva: " Ma tu non puoi! ". Che assurdità! Perché mai io non avrei dovuto potere? E' PENTITA DI AVER FATTO QUELL'ANNUNCIO IN DIRETTA? No, non mi sono pentita, ero depressa, avevo voglia di verità. La Carrà poi, è stata molto simpatica: subito dopo la trasmissione esplosiva, mi 587 ha regalato un servizio per la pìrima colazione con una sola tazzina e tanti auguri. Poi quando Dario ed io siamo tornati insieme (praticamente quasi subito) mi ha inviato anche l'altra. Gentile e spiritosa. L'unica cosa di cui mi sono pentita è l'aver sofferto tanto. Ora, a distanza di anni, mi sono resa conto che la storia forse non era tanto importante come mi era sembrata, tantè che è finita in nulla. Ma è difficile essere sempre lucide e razionali. A volte ci riesco. Altre, no. Mi sono fatta una grande esperienza in fatto di matrimonio, convivenza, ragazze che vogliono tuo 588 marito a tutti i costi, pronte come il NESCAFE', col bidè già fatto. . . . Potrei aprire una scuola per mogli; mi piacerebbe poter tenere le mie lezioni in una trasmissione televisiva. Chissà quante donne verrebbero a scuola! L'omportante è capire l'uomo con cui stiamo, l'uomo che amiamo, l'uomo al quale teniamo. Capire che tipo di rapporto c'è tra noi. Importante? Indispensabile? In questo caso occorre riflessione profonda. Decidere la strada da prendere che non deve essere quella delle scenate e delle tragedie. Se c'è casino in casa pensa che liberazione andare dalla nuova fidanzata fresca, giovane e sempre 589 allegra. Dobbiamo capire anche che il nostro commpagno sta invecchiando, come noi del resto, (anche se noi donne siamo più coscienti degli anni che passano, accettiamo la maturità, la vecchiaia, per cultura in modo diverso, con maggiore consapevolezza, dignità) avere quindi comprensione per i suoi "ultimi colpi". Fa malinconia? Ci credo e mi dispiace, ma è così. Anche questo è amore a 18 carati. Invece se il rapporto non vale granché. . . ebbene, lasciatelo andare e che vada a morì ammazzato. Si fa per dire. Sto ovviamente semplificando. L'interrogativo è perché ragazze di 20 anni si mettano con uno che ne ha trenta 590 quaranta più di loro. Naturalmente è sempre uno importante: il grande pittore chirurgo attore cantante regista scrittore ecc. Non si conoscono storie d'amori travolgenti tra una ventenne ed un pensionato dell'Imps. Sì, è vero, il pensionato è molto meno affascinante. Comunque, se un rapporto è importante, ed il rapporto mio con Dariop lo è, è inutile mettersi in mezzo, si diventa solo strumento di divertimento e di piacere dell'uomo. Un'altra volta al suo servizio. Punto e basta. PARLIAMO DI ALCATRAZ L'anno scorso ad Alcatraz c'è stato un ragazzo particolrarmente difficile, 591 non parlava, sembrava che nemmeno sentisse, non stava ritto in piedi doveva essere addirittura imboccato, accudito da quattro persono che si alternavano nelle 24 ore. (Se non sapete come sono fatti i santi, dovreste conoscere queste assistenti sociali) Per tutto l'anno Adamo, questo è il suo nome, stava in un istituto, istituto che chiude in agosto! ! L'Usl non sapeva dove portarlo. Per un mese Jacopo l'ha ospitato. Aveva messo materassi alle pareti e a terra, gli si portava il pranzo in camera, , insomma si cercava di stargli vicino ed è stato per me un momento di profonda emozione quando ho capito che riconosceva la mia 592 voce. Questo è il lavoro di mio figlio, lavoro che porta avanti con gioia e fatica, senza mettersi fiori all'occhiello. Ogni tanto penso che avrebbe potuto scegliersi un'altra strada, che so, disegnare (è un bravo disegnatore satirico) o scrivere ( scrive benissimo) insomma fare un lavoro più vicino al nostro, faticare di meno e forse avere maggiori gratificazioni, ma lui è felice così. E noi con lui. ***fino al '68, alla decisione, presa con Dario di lasciare il teatro tradizionale e di mettere a disposizione il nostro lavoro per sollecitare una presa di coscienza. La simpatia per la classe 593 operaia non bastava più. La lezione ci veniva direttamente dalle straordinarie lotte operaie, dal nuovo impulso che tutti i giovani stavano dando nelle scuole alla lotta contro l'autoritarismo, l'ingiustizia sociale, le spinte per un nuovo rapporto con le classi sfruttate, per creare una nuova cultura. Dovevamo smettere di fare gli intellettuali che, comodamente sistemati dentro e sopra i propri privilegi di casta, si degnano, bontà loro, di trattare anche i problemi degli sfruttati. Dovevamo deciderci a metterci interamente al loro servizio: diventare i giullari degli sfruttati? Questo voleva dire andare a recitare in 594 strutture che fossero gestite da loro, dalla classe operaia. Ecco perché subito pensammo alle case del popolo. Facemmo teatro nelle case del popolo, nelle piazze, nei bocciodromi, poi in una capanna di via Colletta a Milano, alla famosa palazzina Liberty, sempre a Milano, che ristrutturammo completamente e che poi ci fu tolta. Sono stati anni di lotte dure, manifestazioni, sindacato, licenziamenti, Vietnam (vedi biografia), feste dell'Unita, e i garofani rossi del P. C. I. ad ogni prima, e Togliatti quando è venuto al Teatro Eliseo 1962 e l'amicizia con Amendola e sua moglie, e le migliaia di compagni che si 595 conoscevano, e gli spettacoli per le fabbriche in occupazione. . . e . . . e. . . (pezzo manoscritto dietro la pagina numero 5 inserto 1 Cinzia) Ma il mio partito era lì, immobile, senza niente vedere, capace solo di sbraitare contro i gruppi che loro chiamavano gruppazzi. . . di chiedere che "si facesse luce" ad ogni atto criminale sul quale la luce già brillava a denunziare con evidenza il colpevole. . . in coda su tutto, arrancante ed elefantiaco. . . pieno di case del popolo svuotate di ogni ideologia. . . senza più una biblioteca. . . dove importante era "incassare" fare soldi. 596 Il tutto con la persuasione che è inutile sollecitare lo sviluppo di una cultura proletaria, giacché non esiste né può esistere. "Esiste una sola cultura, - dicono quelli " che sanno ", - al di sopra delle classi. La cultura è una, così come è una la una e uno è il sole che splendono indifferentemente per tutti quelli che se ne vogliono e se ne sanno servire. Facemmo teatro nelle case del popolo, nelle piazze, nei bocciodromi, poi in una capanna di via Colletta a Milano, alla famosa palazzina Liberty, sempre a Milano, che ristrutturammo completamente e che poi ci fu tolta. 597 Bene, se penso a quei momenti - lì - io oggi - beh non mi sembra possibile averli vissuti. Oggi - che il coma è finito - Io quella là? Io volevo morire. Che scema! Non sono stata normale per anni. Zitta. Non parlavo più. Zitta - anche se parlavo seria anche se ridevo. Senza amore per niente. Per nessuno. Solo quel trascinarmi nelle cose senza entusiasmo. Senza esserci fino "al fondo" di qualche mese fa. Per giorni sono stata a pensare al modo migliore per uccidermi. All'estero senza documenti. Pastiglie; Macchina-benzina; Overdoseeroina; vene tagliate-bagno; 598 Fon-bagno. Niente mi andava bene. Volevo morire ma non trovavo nessun mezzo che mi soddisfacesse. Sfinita, dopo sette films visti in cinque ore, mi sono presa un libro dei 20 che mi ero portata appresso con un titolo assai lontano da quello che mi sentivo addosso: La coppia amorosa. La sfida delle relazioni umane. Le prime venticinque pagine le ho lette senza fare attenzione ad una sola parola. Come? Torna da capo. Rileggere. Pagina 50 e 100. E: E' finito. Da capo, subito. Ma chi è questo? Che ha scritto ancora? Comprare. Leggere. Rileggere. Sbagliato. Tutto sbagliato. 599 Ho sbagliato tutto. Da capo. capo. Ricominciare da Chi sono? Come mi chiamo? Nome, cognome, coniugata. Figli uno. Cosa faccio? Da dove vengo dove voglio andare. Ricominciare. A. E. I. U. O. A. B. C. D. E. F. G. . . MAM. . . MA. . . mamma. . . papà. . scuola. Chiesa. Dio. Comunismo. Sole. Terra. Vento. Mare. Amore. IO. IO. TE. Io e Te. IO e NOI. NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO. IO. NOI. AMORE. Nome. Cognome. Sesso. IO RACCONTACI IL PRIMO INCONTRO DARIO. TUO CON Le nostre strade s'incontrano 600 ad un certo punto delle nostre vite, ma partono da punti assai diversi. Io nasco da una famiglia d'attori girovaghi, ed ho debuttato ad otto giorni, ne il figlio della "Genoveffa di Brabante", in braccio alla mia mammma. Via via che crescevo, ho interpretato tutti i ruoli possibili ed immaginabili maschili e femminili, finche, dopo i vent'anni ho lasciato la mia famiglia per seguire mia sorella Pia che abitava a Milano in quel tempo ed era prima attrice giovane con Renzo Ricci. Il mio desiderio era di riuscire a mia volta entrare in una compagnia primaria. Un gran salto! 601 Dario invece, studiava architettura al politecnico, e per passione raccontava favole grottesche agli amici, racconta oggi, racconta domani, s'è trovato scritturato nella compagnia di rivista, "Franco Parenti sorelle Nava". Nella stessa compagnia c'ero io. Il capocomico era di Carlo Mezzadri, l'allora marito di mia sorella Pia, che per strada ha lasciato il mestiere d'attrice per aprire una sartoria teatrale. Oggi Pia è una affermatissima creatrice ed esecutrice di costumi teatrali. E' arrivata fino a Las Vega con le sue creazioni. Ha fatto una figlia, ha scritto un libro sulla nostra famiglia, gioca a poker, ama il tennis 602 seguendolo sul teleschermo, la musica classica, legge molto, è curiosa, dimostra un vent'anni in meno di quelli che ha, ma quello che più conta, è che è generosa, spiritosa, caustica, insomma è il personaggio più divertente, poliedrico che io abbia intorno. Ci vogliamo molto bene. Abitiamo nella stessa casa, ci capita anche di litigare a volte, ma ci siamo l'una per l'altra, sempre. E' lì che io e Dario ci siamo incontrati. Lui s'innamora subito di "questa sventola dolcissima", così mi chiamava. Si prende un imbesuimento di terzo grado. S'innamora subito, ma se lo tiene per se. Anzi non mi guarda per niente 603 e se mi guarda non mi vede: come fossi trasparente! Com'è?! Seni tondi, gambe lunghe, capelli biondi eccetera eccetara. . . piena di ragazzi che mi giravano intorno e lui , 'sto spillungone anche bruttino, (ora è bellissimo! ) niente. Non faceva una piega! Non mi guardi? Ti castigo! Una sera, si provava lo spettacolo al cinema Colosseo, l'ho preso per le mani, l'ho messo contro il muro, e gli ho dato un gran bacio, ma proprio un bacio bacio! E mi sono scoperta innamorata pazza. Il "da ridere" è che tutto è successo per scommessa. Siamo andati avanti per due anni tra baci e litigi. . . . classico degli innamorati, fino 604 al giorno che ci siamo sposati: 24 giugno 1954 in Sant Ambrogio! Dario, metterà una battuta, per il fatto di essersi sposato in chiesa (lui, quasi ateomarxista) addirittura nello spettacolo "Gli arcangeli non giocano al flipper": "Sposato in chiesa per accontentare madre di lei molto credente. " Milano - Teatro Odeon: "Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri" commedia in tre atti. 605 Storia ispirata dal famoso caso "Bruneri e Canella" lo smemorato di Collegno ARRIVATA QUI Debutto a Zagabria,Varsavia, Parigi, Praga:“Gli arcangeli non giocano a flipper”. 1961 Va in scena a Parigi “Comica finale” al Teatro Gramont REGIA. Altri dati???? All'Arena Teatern di Stoccolma e a Sofia in Polonia va in 606 scena:“Ladri, manichini e donne nude". 8 settembre al 25 febbraio Milano – Al Teatro Odeon debutta: "Chi ruba un piede è fortunato in amore". Tournée. Dati statistici: repliche 172, piazze 28 media presene 461 incasso 107.742.262. VEDERE SE ESISTONO ALTRI DATI 10 maggio - RAI 2: "Chi l'ha visto?" 6 PUNTATE, rivista televisiva con Fo-Rame e altri. Visto il grande successo ottenuto 607 dalla trasmissione, la RAI affida a loro la conduzione di Canzonissima la popolarissima trasmissione legata alla lotteria nazionale. L'evento televisivo di inizio anni sessanta è la nascita del "secondo programma", detto familiarmente "il secondo". Dopo anticipazioni di palinsesto (n. 2/1961), indiscrezioni sulle future annunciatrici (n. 15, 30, 40/1961), consigli su "come provvedere alla conversione degli apparecchi" (n. 28/1961), "Sorrisi" può finalmente titolare "Secondo canale: sipario alzato" (n. 44/1961), e svelare in anteprima i dettagli del battesimo televisivo: "Una piccola guerra tra le annunciatrici per presentare la serata inaugurale del 4 novembre. Tre milioni a settimana a Caterina Valente, vedette dello spettacolo di varietà della domenica sera. (...) Vedremo i cacciatori di teste del Borneo e i fumatori d'oppio della 608 Thailandia in una "reportages" di serie di viaggio". Le trasmissioni tivù e i personaggi più popolari del piccolo schermo cominciano a fare concorrenza ai divi di celluloide e alle stelle della canzone, nell'interesse del pubblico e sulle pagine dei giornali. Grande spazio è dedicato alla vicenda di "Canzonissima 1962", presentata da Dario Fo e Franca Rame, e naufragata dopo poche puntate fra censure e polemiche. È la stessa Franca a spiegare le ragioni dell'abbandono, in una diario scritto di suo pugno per "Sorrisi": "Dunque è finita. Da oggi finisce questo settimanale colloquio con voi (almeno nella mia veste di presentatrice di "Canzonissima") e mi rincresce. Questo è un rincrescimento autentico, senza attenuanti, perché mi ero abituata anch'io al nostro appuntamento di 609 "dopoteatro". (...) Delusione, amarezza e anche, perché no?, rabbia, si sono alternate nel mio animo fino alle 21 di giovedì 29 novembre; poi, quando ho avuto la certezza che non c'era più niente da fare, che il capitolo di "Canzonissima" per me e per Dario era veramente finito, ho sentito un'immensa serenità, come se avessi preso un meraviglioso tranquillante. (...) Io non voglio entrare nel merito della questione; se ne occupano Dario e i suoi coautori, anzi, per dirla in modo più solenne, la parola è ai legali" ("È finita la tortura cinese", Sorrisi n. 49/1962). 11 ottobre RAI 1: "Canzonissima" con Fo-Rame. Dario scrive i testi e cura la regia con Vito Molinari. Gli sketch di Fo diventano un caso nazionale, scatenando violente polemiche. Si trattano problemi legati alla vita reale come le malattie 610 professionali dell’intera famiglia di una casellante, i muratori che muoiono precipitando dalle impalcature e così via. Per la prima volta in televisione si odono pronunciare parole come "morti bianche", "serrata", "sciopero", "mafia". La novità lessicale provoca delle vere e proprie levate di scudi di politici indignati. Escono articoli FATTO INSERIRE FOTO ???? stigmatizzanti che chiedono la testa degli scellerati responsabili del programma: volano accuse di oscenità politica. In particolare riguardo uno sketch sulla mafia nel quale una donna siciliana racconta in modo apparentemente paradossale ad un giornalista il susseguirsi di ammazzamenti di sindacalisti, contadini, cronisti troppo curiosi che a cadenza ad orologeria vengono eliminati, con esplosioni che vanno all’unisono col battere del tempo. Il gioco satirico determina il finimondo: si arriva a interrogazioni 611 parlamentari. Malagodi, FATTO INSERIRE FOTO???? senatore liberale, interviene alla Commissione di Vigilanza sulla Televisione del Parlamento italiano, protestando perché: "Si insulta l'onore del popolo siciliano sostenendo l'esistenza di un'organizzazione criminale chiamata mafia!". Indignato prende anche la parola il cardinale di Palermo, ???, che assicura: “In Sicilia la mafia non esiste”. 612 La coppia Fo-Rame riceve anche minacce di morte scritte col sangue e la tipica bara di legno in miniatura e minacce di sequestro ed eliminazione per il figlio Jacopo di 6 anni, che da quel momento vivrà sotto scorta della polizia. FATTO INSERIRE FOTO Il successo popolare del programma è incredibile. La 613 direzione della RAI, sotto la pressione dei politici più reazionari, inizia a dimostrare un certo nervosismo preoccupato e, nonostante i testi siano già stati approvati dal direttore generale Dott. Pugliesi, si decide di revisionare l’intero copione: canzoni, sketch e battute che alludano, se pur in modo blando, a fatti di cronaca e ad azioni politiche vengono drasticamente eliminate. Inizia un braccio di ferro con la RAI sulla censura: poche ore prima dell’andata in onda dell’ottava puntata, la direzione RAI comunica il taglio di tre sketch. Dario e Franca, ricordando che erano già stati approvati dal Dott. Pugliesi, propongono, onde poter ripristinare con altri scritti le scene tagliate, di sospendere l’emissione per una settimana (adducendo come pretesto una malattia di Fo). Durante quest’incontro con due alti dirigenti, Fo e la Rame vengono 614 velatamente minacciati, se persistono con il voler sospendere il programma, di denuncia certa per danni e anche di possibile arresto. Con molta tensione, con i loro avvocati attendono la decisione RAI che arriva a 15 minuti dall’inizio della trasmissione. O si va in onda con i tagli o niente. FO-RAME Decidono per il "NIENTE". Un’annunciatrice a inizio trasmissione comunica il loro abbandono. All’uscita del Palazzo della Fiera, una gran folla di spettatori li attende. RITAGLIO GIORNALE CREDO CORRIERE Manifestazioni e attestati di solidarietà sono espressi in centinaia e centinaia di telegrammi e lettere. FATTO INSERIRE TELEGRAMMI La RAI tenta, ma non riesce, di sostituire Fo e Rame con altri presentatori, poiché tutti gli attori italiani e stranieri tra i quali Ives Montan interpellati, seguendo le indicazioni della SAI 615 (Sindacato-attori) rifiutano l’atto di crumiraggio. CONTRoLLARE SU STAMPA o archivio ??? Si arriva all’azione legale: ABBIAMO QUALCOSA RISPETTO AL PROCESSO? CI DEVE ESERE MATEIALE IN ARCHIVIO nei primi due processi i giudici danno ragione alla coppia Fo-Rame e impongono alla RAI di risarcire i danni materiali. Si giunge al terzo processo: il tribunale rimanda il tutto alla Cassazione. Quindi (era da aspettarselo) il tribunale superiore rovescia il decreto e dà ragione alla RAI e torto alla coppia Fo-Rame: devono rimborsare i danni subiti dall’Ente Rai. Per 16 anni la coppia degli autoriattori sarà totalmente esclusa sia dai programmi radiofonici e Tv, a quei tempi monopolio esclusivo dello Stato Democristiano, che dalle campagne pubblicitarie. Cioè la RAI rifiuta di mandare in onda la loro voce e la loro immagine indipendentemente dal contesto in 616 cui si propongono, anche quelle inerenti a caroselli o spot pubblicitari di qualsiasi tipo. Inoltre la direzione INCASINATO RAI vieta che l’annuncio dei loro spettacoli teatrali o canori, riguardanti la critica tradizionale, vengano posti in rete. Per 16 anni il nome Fo-Rame non sarà mai pronunciato in televisione. 617 La coppia Fo-Rame riceve anche minacce di morte scritte col sangue e la tipica bara di legno in miniatura e minacce di sequestro ed eliminazione per il figlio Jacopo di 6 anni, che da quel momento vivrà sotto scorta della polizia. FATTO INSERIRE FOTO Il successo popolare del programma è incredibile. La 618 direzione della RAI, sotto la pressione dei politici più reazionari, inizia a dimostrare un certo nervosismo preoccupato e, nonostante i testi siano già stati approvati dal direttore generale Dott. Pugliesi, si decide di revisionare l’intero copione: canzoni, sketch e battute che alludano, se pur in modo blando, a fatti di cronaca e ad azioni politiche vengono drasticamente eliminate. Inizia un braccio di ferro con la RAI sulla censura: poche ore prima dell’andata in onda dell’ottava puntata, la direzione RAI comunica il taglio di tre sketch. Dario e Franca, ricordando che erano già stati approvati dal Dott. Pugliesi, propongono, onde poter ripristinare con altri scritti le scene tagliate, di sospendere l’emissione per una settimana (adducendo come pretesto una malattia di Fo). Durante quest’incontro con due alti dirigenti, Fo e la Rame vengono 619 velatamente minacciati, se persistono con il voler sospendere il programma, di denuncia certa per danni e anche di possibile arresto. Con molta tensione, con i loro avvocati attendono la decisione RAI che arriva a 15 minuti dall’inizio della trasmissione. O si va in onda con i tagli o niente. FO-RAME Decidono per il "NIENTE". Un’annunciatrice a inizio trasmissione comunica il loro abbandono. All’uscita del Palazzo della Fiera, una gran folla di spettatori li attende. RITAGLIO GIORNALE CREDO CORRIERE Manifestazioni e attestati di solidarietà sono espressi in centinaia e centinaia di telegrammi e lettere. FATTO INSERIRE TELEGRAMMI La RAI tenta, ma non riesce, di sostituire Fo e Rame con altri presentatori, poiché tutti gli attori italiani e stranieri tra i quali Ives Montan interpellati, seguendo le indicazioni della SAI 620 (Sindacato-attori) rifiutano l’atto di crumiraggio. CONTRoLLARE SU STAMPA o archivio ??? Si arriva all’azione legale: ABBIAMO QUALCOSA RISPETTO AL PROCESSO? CI DEVE ESERE MATEIALE IN ARCHIVIO nei primi due processi i giudici danno ragione alla coppia Fo-Rame e impongono alla RAI di risarcire i danni materiali. Si giunge al terzo processo: il tribunale rimanda il tutto alla Cassazione. Quindi (era da aspettarselo) il tribunale superiore rovescia il decreto e dà ragione alla RAI e torto alla coppia Fo-Rame: devono rimborsare i danni subiti dall’Ente Rai. Per 16 anni la coppia degli autoriattori sarà totalmente esclusa sia dai programmi radiofonici e Tv, a quei tempi monopolio esclusivo dello Stato Democristiano, che dalle campagne pubblicitarie. Cioè la RAI rifiuta di mandare in onda la loro voce e la loro immagine indipendentemente dal contesto in 621 cui si propongono, anche quelle inerenti a caroselli o spot pubblicitari di qualsiasi tipo. Inoltre la direzione INCASINATO RAI vieta che l’annuncio dei loro spettacoli teatrali o canori, riguardanti la critica tradizionale, vengano posti in rete. Per 16 anni il nome Fo-Rame non sarà mai pronunciato in televisione. 1963 Teatro Municipale di Modena Fo realizza la regia, "Gli amici della battoneria" TROVARE TITOLO ORIGINALE di Marcel Achard (riadattamento di Fo dal testo originale francese) con la Compagnia autonoma Cornica??? Ditta: Elena Cotta e Carlo Alighiero. Partecipano alla commedia anche Pia Rame e Gigi Pistilli. La commedia verrà presentata in 14 piazze con 32 repliche registrando un incasso lordo di L. 92.620.083 1963 6 settembre – 20 marzo Milano – Al Teatro Odeon va in 622 scena la commedia scritta durante l’estate: "Isabella, tre caravelle e un cacciaballe" . Quest’opera satirica è frutto di ricerche documentate sulla grande impresa di Cristoforo Colombo, sulle difficoltà incontrate nell’allestimento della spedizione e sui compromessi, sulle scaltrezze messe in atto dallo scopritore e di contro dalla corte di Spagna, dai consiglieri regali, spesso legati al 623 mondo clericale locale e romano. FOTO Si tratta dell'inizio di una vasta inchiesta storico-politica che si estenderà per lunghi anni sulla storia e sui "dogmi" della cultura dominante e le relative lotte dei sottomessi nel tentativo di arginare la costante sopraffazione del potere. Lo spettacolo, fortemente demistificatore della "storia scolastica" e della retorica militarista e patriottica, viene duramente contestato da destra; Dario e Franca, a Roma, vengono aggrediti, all'uscita del Teatro Valle, da un gruppo di fascisti, e in altre città - come azione di disturbo – arrivano telefonate durante gli spettacoli che annunciano l’imminente scoppio di una bomba.Solo la presenza di gruppi di operai, studenti e militanti della sinistra garantisce che le rappresentazioni continuino. Tournée. 1963 Helsinki (Finlandia) data va in scena "Chi ruba un piede è 624 fortunato in amore" allestito dalla Compagnia del Lilla Theater con la regia di Fo, direttrice dell’equipe Vivica Bandler. 1964 Al teatro Odeon di Milano dal 4 settembre a fine maggio, va in scena “Settimo: ruba un po’ meno”, commedia in due atti. Scritto e dedicato a Franca. Il suo nome, come protagonista, è stampato sul frontespizio del testo. L’attrice si ritrova qui a interpretare il ruolo di un personaggio del tutto insolito: una becchina in servizio al camposanto Monumentale di Milano. La strana casque mort, che spesso si ubriaca per sopportare il clima dell’ambiente in cui opera, è la classica ingenua un po’ sciocca della commedia dell’Arte. Rimanendo nella tradizione degli antichi comici italiani, essa all’improvviso dimostra di possedere un senso quasi metafisico della vita e dei suoi 625 valori. Senza battere ciglio si esibisce in sconvolgenti metamorfosi. Così la vediamo nei panni di una prostituta, poi di una suora e perfino nel ruolo di una irriducibile pasionaria di stampo anarco-socialista. FOTO O ARTICOLO O RECENSIONE I temi svolti nella commedia si riferiscono alla valanga di corruttele, intrallazzi, furfanterie che iniziavano a diventare normale costume già fin d’allora (quasi quarant’anni fa). Così assistiamo alla grottesca ma, ahimè, reale sfilata delle varie amministrazioni pubbliche e private coinvolte in un carosello di tangenti che facevano esclamare al pubblico indignato: “Ma in che mondo stiamo vivendo?”. Di certo né gli spettatori né noi stessi ci aspettavamo che quello fosse solo un gentile preambolo. Ma non è da credere che si trattasse solo di una gioiosa satira. In verità si scopriva essere una commedia fortemente provocatoria e carica di una satira 626 graffiante. Debutta nella nostra compagnia Mariangela Melato nei panni di una giovane prostituta che fa da maestra di vita alla Becchina. Turnée. Dati statistici: Repliche: 171, incasso lordo: L.147.777.783, media spettatori giornaliera: 637. 1965 “Settimo: ruba un po’ meno” va in scena a Zagabria, regia di Anton Marti. METTEREI MANIFESTO si trova cercando ZAGABRIA dal 10 settembre a…. 65Teatro di Sarajevo mette in scena “La colpa è sempre del diavolo”, Dopo soli tre mesi (il tempo di scrivere una nuova commedia) la compagnia debutta sempre al Teatro Odeon di Milano con: "La colpa è sempre del diavolo". 627 Commedia ambientata nella Milano medioevale dei Visconti, FOTO ARTICOLO O RECENSIONE VEDERE DOVE CI SIA LA STORIA con scene truculente di ammazzamenti contrappuntate da Sabba, con diavoli nani diabolici e streghe. Tournée. Trovare dati amministrativi.??? Dopo la clamorosa rottura 628 per Canzonissima, la TV ci era proibita, ma c'era sempre il teatro. Nel '63 ci fu il nostro spettacolo su Colombo "Isabella, tre caravelle e un cacciaballe", che quest'anno verrà presentato per le Colombiadi, in spagnolo a Valencia, con la regia di Arturo Corso e anche trasmesso dalla II rete in ottobre. L'anno dopo "Settimo ruba un po' meno" e via via, ogni anno uno spettacolo nuovo, di successo, fino al '68, alla decisione, presa con Dario di lasciare il teatro tradizionale e di mettere a disposizione il nostro lavoro per sollecitare una presa di coscienza. Non ne parlo volentieri. 629 Sono passati quasi 20 anni, ma mi basta un niente per ritrovarmici dentro di colpo. Nessuna donna che abbia subito violenza sessuale, potrà mai staccarsi completamente da quel momento orribile. Sono stata caricata su di un furgoncino da tre individui e poi scaricata stravolta e sanguinante vicino alla metropolitana di via Dante. Non ho detto a nessuno quello che mi era realmente accaduto. Nemmeno a mio marito. L'umiliazione della violenza sessuale, lo sfregio, era sopratutto per lui e per mio figlio. No, me ne sono stata zitta: più dignitose "le botte". Mi sono tenuta tutto 630 dentro, ma ho sbagliato. Il non averne parlato con nessuno , l'essermi tenuta tutto dentro (anche se tutti avevano intuito quello che realmente mi era successo) mi teneva in una continua tensione. Un caro amico, il professor MACACCARO, che mi era stato molto vicino con gli avvocati in quei giorni così pesanti, mi ha consigliato un' analista donna, ma io non me la sono senita. Dopo tre anni ho deciso di scrivere quanto mi era successo. . . Senza una parola ho passato i fogli a Dario. Li ha letti. Senza una parola mi ha abbracciato. Finalmente ce l'avevo fatta! Un nodo, il primo, si era sciolto. Poi, in appoggio alla campagna che si stava 631 facendo in quegli anni per l'approvazione di una legge contro la violenza sessuale, ho deciso di portare quanto avevo scritto in teatro. Andai di colpo in scena, senza provarlo (non riuscivo) e senza che nessuno della compagnia lo sapesse. Solo Dario ed io ne eravamo al corrente. All'ultimo momento, invece di recitare "il risveglio" annunciai un brano nuovo. " Ho trovato questa testimonianza su di un giornale e ve la recito" Da quella sera ho replicato "lo stupro" (questo è il titolo del brano) almeno duemila volte. E via, anche il secondo nodo si stava sciogliendo. Mio figlio dice: "sei andata in analisi davanti a migliaia di persone. " Poi l'ho 632 recitato anche in Fantastico, quello di Celentano. E' andata così. Gli atti di violenza sessuale contro ragazze erano all'ordine del giorno. Processi, stupri, violenze fisiche e morali contro le donne. Sono sempre più impegnata in questo campo. Propongo il brano a Celentano. Accetta. Ci sono resistenze da parte della prima rete, ma lui ha un contratto di ferro. e alle 20, 30 finalmente mi comunicano che prenderò parte alla trasmissione. . La voce è circolata in sala stampa. Due giornaliste vengono in delegazione e mi chiedono una conferenza stampa dopo la trasmissione. Va bene. Eseguo il brano, precisando come sempre che è 633 una testimonianza di una donna che ho trovato su di un giornale. Sono molto tesa. I fotografi non stanno fermi un attimo. Per riuscire ad arrivare alla fine mi devo concentrare completamente. Ci sono dentro in pieno. Soffro come allora. Rabbia, umiliazione, terrore. Un brutto momento. Alla conferenza stampa qualcuno accenna al fatto che quella storia era la mia. ( a suo tempo ci fu gran chiasso e solidarietà sui giornali) Ho negato molto decisa ma egualmente qualcuno privo di sentimenti e di rispetto me l'ha attribuita sui giornali del giorno dopo. Per me è stato duro. Fin che la gente non sapeva, diciamo, magari 634 qualcuno lo intuiva ma con me non ne parlavano, io potevo portare quell'esperienza in teatro, ma da quando si è saputo ho deciso di non farlo più. Non avrei potuto, a parte che sarebbe stato anche di cattivo gusto. Sala 8 - 8 - 93 Non è per riprendere vecchi discorsi, ne per recriminare, ma alla tua lettera devo una risposta, per tutti e due. Parto dicendoti subito che non sono in guerra con te. Sono calma e tranquilla, come sai dormo addirittura senza sonnifero, ed erano anni che non succedeva. Ma come ti dissi in una telefonata il giorno del mio compleanno 635 (che per almeno una decina d'anni ho passato da sola - la prima volta è stato per la storia con Maria, la maestra di ginnastica che stava ad Alcatraz) la situazione da marremotata com'è non può più, col passar del tempo ristabilirsi tranquilla, come è sempre successo. "Tra un po' le passa. ". Non più, alle stesse condizioni. Per pochi minuti mi occorre la tua attenzione. Fai uno sforzo, ma concedimela tutta. Vorrei che per una volta le mie parole non ti passassero davanti agli occhi, come sempre è capitato in passato, ma che ti entrassero nel cervello. Il contenuto della tua lettera, 636 come tu stesso dici, è identico al contenuto di altre, ripeti le stesse cose che mi dici da anni, e senza offesa, ritengo le tue, lacrime da coccodrillo. Io, con questa mia, cercherò di fare un passo avanti, nell'ultimo tentativo di raggiungere un accordo. Tu: "Non ho mai smesso di volerti bene, anzi di amarti come la persona più cara importante insostituibile che io abbia mai conosciuto". . . "sei l'unica donna che conti per me". Beh. . . per troppe volte mi hai cancellata completamente, (e non sto drammatizzando, ti assicuro) per crederci. Il fatto che tu ti sia dato da fare nel lavoro per aiutarmi, 637 non è così importante per me, dal momento che m'hai tolto l'essenza del rapporto tra di noi, cioè l'amore. Non parlo di quello fisico, anche se è importatnte. E non mi giudicare ingrata. Per le tue storie d'amore chiedi il perdono, vuoi l'assoluzione. Ti perdono, ma non posso cancellare 25 anni di solitudine e morte. (Non l'hai mai provato, quindi non puoi sapere fin dove può arrivare la disperazione. Meglio sarebbe stato morire quando ci ho provato. A tanto sono arrivata, ma tu non ne hai tenuto conto: non sono per te importante come dici, credimi). Peggio per me se 638 non sono stata capace di risolvere la mia vita per il meglio. Non ti posso rimproverare perché hai smesso d'amarmi. Mi chiedi di aiutarti. Volentieri, ma a me, chi mi aiuta? Chiedi di aiurtarti a diventare migliore, sereno e disteso. Devi trovarla dentro di te la serenità, a 'sto punto io non ci posso fare più niente. Non ti chiedo di rinunciare alle tue storie, (hai detto a Ja. che senza ragazze muori) ma se vuoi continuare a stare con me devi viverle con misura, per Dio, senza conseguente perdita di testa e cadute verticali, condite di intollerabili meschinità, 639 perdita di stile, e il tutto sulle mie spalle. E c'è dell'altro: il non tenere conto che faccio questo lavoro da una vita, (64 anni) il farmi osservazioni (e nota bene, solo quando siamo in pubblico. Il culmine l'hai raggiunto con il Ruzzante) come ad una principiante, m'è diventato insopportabile. Non che io disdegni i tuoi suggerimenti, le tue indicazioni per arroganza, no, è che esigo siano intelligenti: non mi puoi spiegare il significato di una battuta traducendomela dal dialetto. E' una vita che preparo la traduzione dei tuoi testa per noi e per Einaudi e per Giunti. Sei ancora lì, dopo 40 anni di lavoro insieme a non 640 aver capito che io, se non so la parte, non parlo. Non sarebbe ora di smetterla di fare il "regista" con me e non mettermi sempre in inbarazzo? Io ti porto rispetto e quindi lo pretendo per me. Questo è il punto a cui è arrivata la nostra situazione. Perché continui a vivere e a lavorare con te, occorre che tarriviamo ad un accordo e rispettarlo. Se non ho la garanzia di non trovarmi mai più in queste tristissime situazioni, donne, lavoro, non ci sto. Se non te la senti di darmi la certezza di poter invecchiare con un po' di serenità, lascia 641 perdere. Non ci dividiamo (una separazione alla nostra età. . . c'è anche il senso del ridicolo. . . C'è anche Jacopo al quale non intendo dare più malinconie e dolori) continueremo a vivere insieme come fanno tanti altri disperati. Sì, anche noi, separati in casa! Siamo tanto moderni! Se anni fa mi avessero fatto vedere il film di questa nostra vita, non ci avrei proprio creduto. Pazienza. Non ho rancore alcuno nei tuoi confronti, sono andata oltre. . . Sappiami dire, tenendo presente che così com'è, la storia, non m'interessa 642 davvero più. Vi mando un pezzettino della mia biografia che sto scrivendo che chissà quando riuscirò a terminare. Forse può servirvi. Attenzione, sinistra a rileggerla. è scritta da destra senza Forse ora posso correre all'inizio della mia vita. L'unico posto, luogo dove io mi senta a mio agio è il palcoscenico. No, non per via: ama la polvere del palcoscenico. No. Sono allergica alla polvere, alle banalità, alla rettorica. Sto bene in palcoscenico perché è casa mia. In qualsiasi città 643 mi trovi, quando sono in teatro sono a casa. Entrando nella hall di un teatro, non m'è mai capitato di dovere chiedere"scusi, dov'è il palcoscenico?"Conosco automaticamente la strada, dove sono i camerini, il gabinetto. "Ma ci sei già stata qui?""No, è la prima volta""Non ti credo" -"Sì, forse ci sono già stata". Sto bene nei camerini, anche se squallidi. No, non li addobbo con sete colorate. L'ho fatto qualche volta. senza accorgermi andavo dietro all'onda, voglio dire alle usanze degli attori, ma erano 100 anni fa. Poi ho scoperto che non mi ci trovavo con QUEGLI addobbi intorno, non 644 sentivo il bisogno di ricostruirmi il "salotto"di casa mia, anche se il camerino era un cesso. E DIO sa quanti camerini "cesso" trovano gli attori nei teatri e nei cinema di casa nostra. L'unica cosa alla quale non rinuncio è la luce. "Lino! ! (è il tecnico delle luci) La luce"Lino arriva e mi piazza certi 5OO da accecare. Io ci sto bene. La luce e il mio baule, ora i miei bauli. Mi piacciono i miei bauli. E' un classico baule armadio d'attori, verde fuori a fiorellini l'interno. Ci sono i cassetti e nei cassetti di tutto: golf, libri, fogli, macchina da scriverecomputer, pennarelli, lettere 645 e cianferi d'ogni genere. Il primo baule della mia vita l'ho comperato a rate nel 51, non appena arivata in compagnia primaria. Dentro non c'era quasi niente, ma quel sacramento, che si apre all'impiedi dividendosi in due e diventa un armadio, con cassetti e reparto per i cappotti, con tanto di targhetta in metallo con il mio nome, mi dava una gran sicurezza. Per la verità era una sicurezza del tutto speciale: la sicurezza di avere anch'io il baule come tutti gli altri. Credo che quella sia stata l'unica sicurezza di quesgli anni e per molti anni dopo. Credo anche di essere la persona più insicura che io conosca. Il mio baule, il suo 646 contenuto, il camerino il palcoscenico: sono a casa. Io non mi consiero un'attrice. Sono "anche " un'attrice. In casa mia ho imparato tutto quello che può servire per poter fare questo lavoro: attrice, elettricista, fonico, costumista, trovarobe, direttore di scena, servo di scena, piazzare le luci, suggerire, sarta, vendere i biglietti, truccare, pettinare, ballare, cantare (sono un po' troppo timida, seppur molto intonata! Me l'ha detto Giovanna Marini, e se lo dice lei. . . )la ricerca delle piazza l'amministratore, fare un borderò, (ora è però diventato difficilissimo) Ogni giorno cambiavamo piazza, (dico piazza per dire "paese", 647 non recitavamo in piazza ma in locali chiusi, teatri, cinema, oratori, quindi ogni giorno si dovevano montare -26-scene e luci. Anche i nostri costumi erano belli. Figuriamoci! Mio padre, tramite l'amico Lualdi, li comperava in blocco dal Teatro della Scala. E se per un nuovo testo mancava qualche costume, ce lo facevamo in quattro e quattrotto. Mia madre, maestra diciottenne, figlia dell'ingegnere del comune dove risiedeva (Bobbio) e di una casalinga si era innamorata di questo "girovago marionettista"che un giorno era passato di lì, e con grande scandalo dalla famiglia-(povera come l'acqua, ma di una classe sociale 648 superiore a quella di mio padre)e del paese se l'era sposato. Mia madre, era bellissima e quando dico bellissima voglio proprio dire"bellissima"senza artificio alcuno. Nessuno di noi, quattro figli, pur assomigliandole, s'è avvicinato a tanto; Bellissima, giovane, innamorata, aiuta Domenico (il marito) e Tommaso (fratello del marito e Stella, (sorella del marito) in tutto quello che può . Cerca con tutte le sue forze di adeguarsi alla nuova vita, tanto diversa da quella che aveva condotto sino a quel giorno. Non sa manovrare le marionette, ma si ingegna a vestirle. Poi, più avanti, dirà 649 qualche battuta. Con l'avvento del cinema (1920)) i due fratelli intuiscono che "il teatro delle marionette" sarà presto messo in crisi, subissato, da questo nuovo fantasctico mezzo di spettacolo. Decidono un cambiamento radicale(con grande dolore del nonnno Pio, un amate di Garibaldi, l'unico ritratto in nostro possesso lo raffigura vestito e somigliante all'eroe! )" Entreremo in scena noi, al posto delle marionette, reciteremo noi inostri spettacoli "Così mio padre con la propria famiglia aggiunta alla famiglia di mio zio Tommaso si sostituiscono ai pupazzi di legno, vere e proprie sculture, tre delle 650 quali sono esposte al Museo del teatro della Scala di Milano. E quando inizieranno a recitAre di" persona", a portare loro stessi in palcoscenico i testi, i personaggi che avevano fino allora interpretato muovendo e doppiando pupazzi di legno, lei, la mia mamma, diventa la prima attrice della compagnia. Un'attrice che di giorno tirava su i figli, li faceva-28studiare, si occupava della casa, e come una più che provetta caslinga( a tutti gli effetti)teneva l'amministrazione della compagnia come fosse quella di un normale menage familiare, si occupava dei costumi, aveva imparato pure a cucire, e alla sera, via! , E 651 Giulietta e Tosca, e la Suora Bianca, e la Fantina dei Miserabili, tutti -28- ruoli che via via, abbiamo interpretato anche noi figlie e le cugine Ines e Lucia. Percorro così l'apprendistato dei teatranti interpretando via via che cresco, tutti i ruoli maschili e femminili adatti alla mia età. Il vantaggio della compagnia di mio padre rispetto alle altre compagnie di giro, (così si chiamavano le piccole compagnie di provincia) è l'invenzione di impiegare tutti i trucchi scenici del teatro magico delle marionette, nel "teatro di persona"": montagne che si spaccano in quattro a vista, palazzi che crollano, unn treno che appariva piccolissimo lassù 652 nella montagna e che man mano che scendeva s'ingrandiva fino ad entrare in scena con il muso della locomotiva a grandezza naturale. Mari in tempesta, nubi che solcavano minacciose il cielo tra lampi e tuoni, gente che volava. scene in tulle in proscenio, che illuminate a dovere ti facevano vedere come era il paradiso. Insomma tutti gli espedienti tecnici dell'antico teatro seicentesco dei Bibbiena, che viveva ancora, dentro la scenotecnica delle marionette. soltanto che in quel teatro tutto era stato miniaturizzato, si trattava adesso di eseguire una operazione da Gulliver alla rovescia: da minuto che era 653 ingrandire ogni oggetto, aggeggio, marchingegno fino a renderlo identico alla realtà. In questa nuova veste"il teatro di persona" la compagnia di mio padre realizza un successo insperatoo. Si lavora come sempre a tempo pieno. Mio padre , il capo, con il ruolo di primo attore, menager P. r. , lo zio Tommaso nel ruolo dell'antagonista, del comicobrillante a secondo dei testi e di drammaturgo-poeta di compagnia;le mogli, i figli, gli attori scritturati;i dilettanti gli amici componevano la nostra compagnia. Giravamo cittadine, paesotti e paesini del nord Italia su di una corriera che chiamavamo 654 "Balorda" a causa del comportamento bizzarro che aveva, che più che al suo cattivo carattere andava attribuiito agli anni. In certi paesi nei quali ad una certa ora del giorno si passava, nei turnichè particolarmente ripidi, c'erano sempre dei ragazzi che ci aspettavano. Ci spingevano fra tante risate, poi la sera ci raggiungevano ed entravano a godersi lo spettacolo gratis. "Siamo quelli che abbiamo spinto. " "Passate". Mio padre, amava la Balorda , e zingarone com'era, gioiva tutto nel vedersela rilucente di colori sgargianti. Mia madre, ogni volta che lui le cambiava colore: "non 655 sposeremo mai le nostre figlie ! " "Hai ragione Milietta. domani le cambio colore"E l'indomani quando "Emilietta" si affacciava in cortile, ecco la Balorda ridipinta: d'argento! "Non sposeremo mai le nostre figlie! "Arriva la guerra, finisce la guerra. Bombardamenti non ne avevamo avuti. Qualche bomba sulla fabbrica di aerei: la Macchi, lontana dal centro, alla periferia di Varese, a Masnago. Ricordo a proposito di questo paese, una sera che si tornava a casa dopo lo spettacolo veniamo fermati, sia noio che tutti quelli che passavano per quella strada dopo di noi, da un gruppo di fascisti e S. S. Ci hanno fatto entrare in un 656 cortile, (era quello dove anbitava uno dei nostri dilettanti, chisamato"luigino cassa da morto, perché suo padre le fabbricava) dove siamo stati per ore bloccati. Solo all'alba ci hanno lasciati andare. Non è stato per niente drammatico. L'aria, nonostante i tedeschi era di festa a causa della inconsuetudine dell'avvenimento. Si sà, i giovani trovano sempre la maniera di di superare le tensioni. Sarebbe però, tanta allegia finita in tragedia se quell'alba avesse portato la notizia di una missione tedesca andata male. Ci avrebbero fucilati tutti. l'abbiamo saputo qualche giono dopo. Per fortuna 657 l'abbiamo scampata. Altre volte, capitava che ci fermassero dei partigiani. Non dicevano "siamo partigiani" ma erano in borghese con i mitra "Signor Rame, ci dà un passaggio?" Li facevamo salire. Più avanti capitava d'incontrare picchetti fascisti che ci fermavano. Ci conoscevano. Avevamo un permesso speciale per il coprifuoco. "Buona sera signor Rame. Com'è andata?" "Benissimo! " "buona notte. "Ce ne andavamo;nonostante il buoio, sicuramente pallidi. Si riprendeva a cantare con più forza di prima. E anche i poartigiani cantavano. Gridavano più di tutti. (ricordarsi inserire malattia- 658 corso infermiera-morte padre) del A 20 anni, seguendo l'esempio di mia sorella Pia e mio fratello Enrico, lascio la nostra compagnia e inizio la mia carriera nel mondo "ufficiale" dello spettacolo. Si possono immaginare le difficoltà di una simile scelta in quel periodo del dopoguerra , siamo negli anni 50 e quindi alterno momenti neri a buone scritture nelle compagnie di varietà più famose. E' proprio in una di queste compagnie che conosco il Dario Fo, anche lui alle prime armi, che s'innamora subito di questa "sventola dolcissima", (così mi chiamava)e si prende una cotta da 659 imbesuimento(così dice lui): "7 giorni a Milano", ditta: le tre sorelle Nava e Franco Parenti. M'é piombata addosso, é propio il caso di dirlo senza che la cercassi, ne sollecitassi nulla, per averla. Parlo di lei, della notorietà. Di questo mio mestiere non me ne é importato mai niente. Si stenta a crederlo, ma é così. non ho mai mosso un dito per avere di più, anzi, tutto quello che negli anni ho ricevuto, di cui ho beneficiato, l'ho avuto, "nonostante me". Ora che ci penso bene, e mi sconcerto, non posso nascondermi di non aver mai desiderato qualcosa in particolare. Non ricordo di aver mai detto, ne pensato"se potessi avere. . "vorrei""per avere quella cosa farei. . "E 660 non perché avessi tutto, chi mai ha tutto? Qualcosa certo l'ho desiderato, che so, che non mi si ammalasse nessuno in famiglia, che mia madre non morisse mai, che i miei figli stessero bene. . . ma insomma, tutte cose, normali. Del resto, pellicce, vestiti, gioielli, parti, partone, niente. Forse perché mi arrivava tutto di da solo. Forse perché non mi restava il tempo di desiderarle. Beh questo può valere per quando ho iniziato a guadagnare, ma per prima?Era così anche prima?Sì. Era così. Forse mi ci vuole uno psicanalista. Dicevo che m'é piombata addosso la"notorieta", non che mi dispiacesse, una certa sera a Cesena. Compagnia Franco 661 Parenti e le tre sorelle Nava. Io dicevo una battuta: "Il Coriolano é in cinque atti", ma ero lunga, bionda, con i seni rotondi, e mi si vedeva. Alla fine dello spettacolo, si presenta in camerino un tipo con macchina fotografica"sono un giornalista posso farle una foto?Posso dire che un produttore americano la lancerà come la Rita Haiwort italiana?" 662 1953. Con Franco Parenti e Giustino Durano Dario scrive il "Dito nell'occhio" testo di critica-34- politica e sociale che fece grande scalpore e per i contenuti e per lo stile di treatro ben diverso dagli steriotipi del teatro così detto "leggero" di quegli anni. Lo spettacolo ha un grandissimo successo e gira per una stagione intiera tutta Italia. Io debutto con loro nella stagione invernale. (ricordarsi "spettacolo sconsigliato" fuori dalle chiese. ) 1954 -giugno . Dario debutta al Piccolo Teatro sempre con Parenti e Durano con un altro testo scritto da loro: "I sani da legare". Io ho un gran 663 magone, perché Parenti non mi vuole in compagnia;Lo capisco anche se nessuno esplicitamente me lo dice. Ma ad un certo punto Dario, con molto imbarazzo e malinconia, nel bar di una piazzetta vicino a casa mia, me lo comunica, ma in contemporanea mi chiede di sposarlo. Lui dice di no, nega, ma io sostengo, conoscendolo, che mi ha chiesto di sposarlo per pareggiare il dolore che sapeva che mi avrebbe procurato l'essere scartata. 1954- 24 giugno. Ci sposiamo. In sant'Ambrogio! Dario metterà il fatto di essersi sposato in chiesa addirittura ne"gli arcangeli non giocano al 664 flipper": "sposato in chiesa per accontentare madre di lei molto credente". Il matrimonio è stato bellissimo. La notte prima l'ho passata sveglia non per l'emozione, ma perché stavamo nel lettone della mia mamma in cinque. Io e quattro amiche venute da Varese per farmi festa. E a chiaccherare a ricordare, a ridere. E' stata una bellissima notte. La mattina è arrivato il Felice, padre di Dario, con una macchinona presa a nolo, scendo le scale della casa della mia mamma e lì, tutti gli inquilini -35-del palazzo a buttarmi manciate di riso. . a farmi gli auguri, a strigermi la mano. . e io. 665 . giù a piangere. Poi arrivo in chiesa. I giornali avevano da giorni annunciato le nostre nozze, quindi, folla, fotografi oltre ai parenti e agli amici. e un'amica , che forse non mi era tanto amica, mi allunga, proprio un secondo prima che entrassi in chiesa, davanti a tutti un magnifico buchè: gigli simbolo di purezza. Facevo l'amore con Dario da due anni, senza nasconderla altri che alla mia mamma, e questi gigli li avrei mangiati volentieri. Non ho potuto. Pranzo con gli invitati all'Htel Milan, offriamo i confetti, e poi ce la svignamo e andiamo a pranzo col babbo di Dario. La "prima sera", io sono in televisione, non ricordo più con che spettacolo, Dario al Piccolo 666 con "I SANI". Sono andata ad abitare nella casa dei genitori di Dario. (controllare archivio, c'è una foto simpatica"la sposa d'italia")L'indomani mattina, telefono a mia madre per salutarla. . e non so com'è, m'è venuto un gran magone. Mi sono emozionata. Era veramente fatta. Ero uscita di casa. E la mia mamma, e qui si può leggere tutto il suo candore: "Che c'è?. . Non ti ha trovato in ordine?". L'impatto con la vita maritocasa-famiglia è stato un gioco. Mi cimentavo con la cucina, ma non avendo mai avuto niente del genere come mia diretta e totale responsabilità, avevo qualche problema. Primo tra 667 tutti, le dosi. Far da mangiare per due. C'erano sempre tali quantità di cibo bastanti per una caserma. Ricordo una sera a cena Eugenio Tacchini, amico di Dario d'infanzia che si mangiò almeno sette piatti di minestrone. Io ero un pò preoccupata. "Basta, Eugenio, starai male. "No, no. E' tanto buono" Poi però al cinema Orfeo, dove -36- mi aveva accompagnato a vedere "Roma città aperta" durante la scena delle torture è svenuto. "Accendete la lucegrido-c'è un ragazzo che sta male". Arriva 23 la polizia, lo portano fuori, nella hALL lui si riprende. . . Si guarda intorno, vede i poliziotti, e ancora sotto lo shok del film, 668 gridava"non sono stato io! Sono innocente! "Volevo morire. Poi s'è alzato, è corso in bagno e ha vomitato totto il mio minestrone. Gli ossibuchi mi venivano bene. La prima volta che li ho fatti, stando col filo telefonico diretto con mia madre, Dario non finiva più di dirmi-che buono che buono. Poi ha invitato i suoi amici di Brera, Emilio Tadini, Alik Cavaliere e altri . Ero un pò preocupata. Un pranzo da sola, non l'avevo mai retto. "Farò gli ossibuchi col risotto". Ho fatto la mia bella figura. E Dario-ma che buoni -ma che buoni! Ho continuato per almeno tre settimane. E il povero Dario sempre a dire ma che buoniPoi, al ventesimo giorno credo 669 si sia finalmente ammutolito. Ora, li mangiamo non più di tre volte all'anno. Al suo "ma che buono che buono s'è aggiunto Jacopo. Lo dicono insieme e poi scoppiano a ridere. 20 minuti dopo le nozze, si fa per dire, resto incinta. Jacopo (un nome che mi piace proprio come quasi tutte le cose che fanno quei due tipi lì, dice nostro figlio) è nato il 31 marzo del 55 a Roma. Esattamente nove mesi e sei giorni dal 24 giugno dell'anno prima. Gravidanza terribile. Ho vomitato sempre. Mi disturbavano gli odori, perfino i colori. Mai più potuto mangiare ne vedere un piatto di spaghetti. La sera del 670 trenta, stavo nel camerino del Teatro Quattro Fontane dove Dario recitava. Chiedevo a sua madre;la mamma Fo, "come sono le doglie?Cosa si sente?Come si capisce che è ora?"E lei, "quando senti una mano che ti strappa le viscere. . "e un'amica, anche lei anziana"No Pina, non ti ricordi più. Quando senti. . ". Nulla che mi tranquillizzasse. Anzi! Mi ritiro un pò prima di Dario. Ormai ci dovremmo essere. . . Preparo la valigia, roba per 25 me, vestaglia camicie ecc. e roba per il bambino. (A quei tempi non si sapeva prima se fosse maschio o femmina. Ti dovevi fidare delle anziane: la pancia è così, allora è maschio. No, per me è femmina, non 671 vedi come è messa?E via di 'sto passo. Comunque sempre"bambino" si diceva. Se poi era femmina. . ) Ero emozionata. Arriva Dario. Baci baci. Poi si mette a letto e si mette a leggere "il Mondo" . Ho odiato molto quel giornale per la sua grandezza. Ogni volta che D. voltava pagina mi faceva un gran vento. E io sternutivo. "Dario, mi sento strana. . . ""Dormi Nanina. . ". Dopo un pò: "Dario. . ""Dormi Nanina". . e via a girar pagine. . "Dario credo che mi si sono rotte le acque. . ". "Dormi Nanina. . ""Ma Dario! ! ! "Di corsa un taxi. Ora siamo emozionati tutti e due. Clinica Salus. Mi avevano promesso che mi 672 avrebbero dato dell'etere. In sala parto grido;Etere! Etere! La levatrice mi dà una carezza;"sì cara, sì, suo marito è fuori"Etere! ! "Il fatto è che la signora in questione era veneta e pensava che nel momento supremo io chiamassi mio marito: Ettore! Ettore! Poi finalmente è arrivato il medico. Sento un vagito. "Brava signora. 3 chilogrammi e 9. "Ho fregato la Clara. La Clara era una brava ragazza moglie di mio cognato Fulvio, che però era molto quotata all'interno della famiglia, e quando dico famiglia intendo mia suocera, in quanto professoressa di lettere, non attrice. Quindi sicuramente migliore di"quella 673 lì che 26 non solo fa l'attrice, ma mi ha anche portato via ei me testun. "Sì, all'inizio mia suocera era solo mia suocera;Non aveva simpatia per me e devo dire chefaceva l'impossibile per farmelo capire. Mi addolorava molto non essere amata da lei. Ma si sa, gli inizi per qualsiasi cosa tu intraprenda trovi difficoltà, figuriamoci il rapporto con la mamma di lui. Mia suocera m'ha conosciuto bene. E' diventata per me la mamma Fo, e mi ha amata profondamente, come profondamente io ho amato lei. La frase che mi diceva con orgoglio era "io l'ho messo al mondo, tu l'hai fatto". Ma pensa te! Ce ne vuole èh ! ! 674 Con la leggerezza dei pazzi usciamo dalla clinica con il nostro fantolino in fasce e ci "accasiamo" ospiti di un fotografo di cui non ricordo il nome, che aveva una splendida casa in via Parioni;Davvero splendido appartamento. L'unico difetto non indifferente per una coppia con un bambino di 8 giorni che questa principesca dimora, era completamente priva di mobili, (se li era portati via il padre dopo una lite. Ma erano mesi che l'appartamento era in queste condizioni). Due brande, una sedia per comodino;un tavolo in cucina, qualche sedi, forse, e un telefono con un fili chilometrico che il nostro amico si portava sempre 675 appresso. Non volendo umiliare la sua generosità (forse era ubriaco quando ce l'ha proposto, non so) ci siamo sistemati alla bellemeglio. Il bambino ha pianto per 8 giorni di fila. Per quanto spirito di adattamento avessimo non riuscivamo proprio a comunicarlo a questo tipo appena nato, che non sapeva proprio niente della vita. a cavarcela e per le scomodità e per la mia inesperienza. Al nono giorno, decidiamo di tornare in clinica. Ci hanno presi a braccia aperte. Ci hanno dato una bellissima camera, vicino alla sala parto. Ci siamo addormentati tutti e tre e abbiamo dormito per almeno un giorno finalmente rilassati;Dario come vedeva in 676 corridoi un padre in apprensione per la nascita del suo bimbo si avvicinava e s'informava. parto cesareo. 27 "Sa, è un . "E Dario: "non si preoccupi anche Franca ha avuto ilcesareo. . è una sciocchezza. . vedrà"E quello si consolava. E un altro" è messo di piedi! ""Non si preoccupi, anche nostro figlio è nato di piedi. . è andato tutto benissimo. . il ginecologo è straordinario" . Solo quando un padre era preoccupato perché la moglie stava facendo 2 gemelli D. è stato senza parole. Non poteva dire: anche Franca. . E via di questo passo. Ci siamo stati tre mesi. Quanti padri e quante madri abbiamo rinfrancato. Qualcuna ci 677 viene ancora a trovare con i il figlio nato proprio in quei giorni. Che benissimo! Intanto, abbiamo comperato una casa in via Nomentana, l'abbiamo arredata e finalmente ci siamo andati ad abitare. Tutti tre. Il bambino cresce. Noi facciamo films. Il primo "Lo svitato". Il soggetto era di Dario. L'aveva letto a Zavattini che ne fu entusiasta. Regia di Carlo Lizzani. Dario era troppo inisperto per aver voce in capitolo con gli sceneggiatori che gli avevano messo al fianco"sei autori in cerca del personaggio" li definì Nello Santi, il produttore. Ne è uscito un film sbagliato con 678 qua e là momenti da cineteca. Avremmo dovuto avevre i mezzi e la forza di ritiralo, rigirare quello che ci sembrava sbagliato e riproporlo. Ma non ci abbiamo nemmeno provato. Forse non l'abbiamo nemmeno pensato. Clamoroso insuccesso. (troppo avanti _Ricordarsi TATI) Credo che sia il film che incassato meno negli ultimo 50 anni. Dopo lo svitato Dario alterna al lavoro di attore quello di sceneggiatore, e viene addirittura scritturato fisso alla Ponti de Laurentis come gags-man a 2. 000. 000 al mese. La cifra era astronomica. Lavora con sceneggiatori del calibro di Age Scarpelli 679 Pinelli(sceneggiatore di Fellini) Antonio Pietrangeli. (indicare films. Titolo) Io interpreto partacce in films tutti lacrime, core, cosce e zinne. Sono 28 quasi sempre in cartello come "partecipazione straordinari", mi pagavanp bene, ma quei films di straordinario non avevano null'Altro che il materiale umano col quale venivo, grazie a loro, in contatto. TINA PICAGIUDA. POI VENGO SCRITTURATA DAL TEATRO ARLECChino a Roma, per interpretare un testo di Feiduau che sembrava scritto per me: "non andartene in giro tutta nuda"Dario scrive per i fratelli Bonos, che poi non ne hanno fatto nulla un atto 680 unico"gli imbianchini non hanno ricordi". A quel punto gli propongo di ritornare a Milano e farci una compagnia nostra. Ci proponiamo a Paolo Grassi allora direttore del Piccolo teatro che ci regala fiducia, amicizia dandoci il teatro per ben tre mesi. Debuttiamo così, in un caldo infernale, tutti soli, (sì, c'erano altri attori da noi scritturati, ma la responsabilità della compagnia era solo nostra) con "Ladri, manichini donne nuda". Scritto diretto e interpretato da Dario, sue erano anche le scene e i costumi. Io facevo l'attrice ma mi occupavo di un sacco di cose;Mio fratello Enrico era il nostro amministratore-attore se 681 necessario. Ha guidato la nostra compagnia con grande abilità, riuscendo a farci stare in pieda anche senza alcun aiuto ministeriale ne dell'ETI(ente teatrale italiano che avrebbe dovuto appoggiare più che mai la nosytra compagnia in quanto recitava opere di autore ITALIANO. Ma sia noi che EDUARDO De FilippO abbiamo avuto grazie alle nostre scelte politiche , vita grama con tutte le forza statali e parastatali). 1958: "Comica finale" quattro atti unici scritti da Dario, su canovacci della mia famiglia. Dario aveva sentito queste storie mentre io le raccontavo a Jacopo per farlo 682 addormentare. Ma de gli atti, che gli ho passato "bocca a bocca", il migliore era "un morto da vendere" che aveva completamente scritto, ambientandolo nell'800 come gli altri. Il migliore. Non si pensi che accecata dall'amore io possa dare a Dario meriti che non ha. Non l'ho mai fattao. D'altro canto basta leggersi le "comica finale pubblicato da Einaudi per vederlo. RICORDARSI DIFFICOLTà FINANFIARIE. STABILE TORINO;EPISODIO 2CANNAS L'AMORE è PIù FORTE; Siamo al teatro Gerolamo di Milano. Andiamo avanti con grande fatica. Il teatro è 683 conosciuto come teatro delle marionette. Se il mio cuore aveva un fremito al ricordo della mia famiglia, questo fremito non poteva riempirci il teatro. La prima fu un disastro. Abituati ai palcosceninci grandi, il trovarci senza prova alcuna in uno spazio grande come il bagno di casa mia, ci ha messi in grande difficoltà. Devo riconoscere, che come unica volta nella storia della nostra compagnia, la critica ufficiale presente allo spettacolo non ha menzionato i 3OOO incidenti che si sono susseguiti nelle tre ore. Proprio in quel teatro, quasi sempre vuoto ci è arrivata inaspettata la possibilità di 684 debuttare in un grande teatro: il teatro Odeo. Stagione 1959-60-"Gli arcangeli non giocano al flipper" teatro Odeon di Milano. Mille posti. Grande successo di critica e di pubblico. Tutte le sere "il Bossino" che in realtà si chiamava Bossi direttore del teatro, non appena lo spettacolo iniziava si metteva in quainta con un foglio sistemato sulla fronte, con scritto in grande l'incasso della serata. Il copione di questo spettacolo ci fu sequestrato per le troppe battute a soggetto che abbiamo aggiunto, non autorizzati. Abbiamo collezionato "rapporti al 685 questore di ogni città dove si lavorava, per un totale di 280, tanti, quanti furono le repliche dello spettacolo. questura" Abbiamo girato tutta l'Italia facendo esaurito ovunque. DATI STATISTICI E INCASSI NUMERO SPETTACOLI DENUNCIA POLIZIA PER CENSURA. inpiù di una occasione rischiamo di non poter andare in scena. 1960-61 -"Avevav due pistole con gli occhi bianchi e neri". opera che tratta della connivenza tra fascismo e borghesia, tra malavita organizzata e potere. L'intervento della censura è pesantissimo, ci massacrò 686 letteralmente Decidemmo di andare in scena egualmente senza tenere in conto alcuno i tagli. Ci fu un braccio di ferro piuttosto teso tra noi e il prefetto di Milano che ci minacciò di arresto immediato, ma alla fine, preoccupato dello scandalo che ne sarebbe venutoo, il ministero tolse i tagli. il testoE' con questo spettacolo che mi conquisto agli occhi di mio marito, un ruolo diverso da quello di sempre. Per la prima volta non accetto il testo a scatola chiusa certa del successo di sempre. Qualcosa non mi convince. Lo comunico a Dario. Si è discusso mica male. Mio figlio aveva sei anni e ancora se lo ricorda. Credo sia stata 687 la prima discussione accesa alla quale asssistesse. Non ci aveva mai visti così, era un pò spaventato. "Dimmi cos'è che non funziona! Dimmelo! "e io: "non lo so". "più forte il Dario: "dimmelo! " "Non lo so, ma c'è qualcosa che non va. "(Quante volte negli anni futuri s'è ripetuta questa scena?) Jacopo piange senza gridare, e anch'io scppio a piangere gridando come un bambino disperato. Era la prima volta che vedevo Dario fuori dalla grazia di Dio. "Ora, lo rileggo tutto. . cercherò di individuare. . di capire. . poi ti dirò. . ". Leggo e prendo appunti. Dario, per tutto il tempo ma guarda serio. In piedi. Mi stavo innervosendo. Dopo 688 due ore, più imbarazzata che mai: "taflierei qui, qu, e qui. "D. ci pensa un pò su, e poi: "forse hai ragione, ma prima preferisco provarlo col pubblico. " Debutto: successo di stima. Il giorno dopo D. mi dà il copione: "fai i tagli che proponevi". 1961-62: "Chi ruba un piede è fortunato in amore". Dopo sporadiche apparizioni nella TV. di stato approdiamo alla televisione sulla neonata seconda rete, (1962 PRIMAVERA) con sei puntate tutte nostre: "Chi l'ha visto?". Subito dopo dalla direzione Rai ci viene proposto di condurre "Canzonissima"il grande 689 concorso canoro abbinato alla lotteria di capodanno la trasmissione di maggior interesse popolare dell'ente. D. scrive i testi che prima dell'inizio della trasmissione ricevono il benestare della direzione nella persona del dott. Pugliese direttore generale(?). Ma già alla prima puntata la stampa reazionaria si scatena criticando ferocemente la più che delicata critica politico sociale contenuta neitesti. Di puntata in puntata gli attacchi, le polemiche sulla stampa non si contano. L'indice di ascolto è altissimo (anche se al processo, uno dei tanti che c'è stato la direzione Rai tentava di sminuirci. dicendo che 690 nessuno ci vedeva. TAXISTI RICORDARSI) l'Italia era divisa in due: chi ci ama, e chi ci odia, ma tutti lì, davanti al televisore il sabato sera. Ad ogni trasmissione ci vengono imposti tagli e censure sempre più pesanti. (FIORI SENO. GAMBA SINISTRA)fino a che all'ottava puntata decidiamo di abbandonare la trasmissione. La famosa "Canzonissima", il FANTASTICO DI OGGI, va in onda senza presentatori. (RICORDARSI WALTER CHIARI E BRAMIERI)e quando l'annunciatrice all'inizio della trasmissione dice: d. FO e F. Rame si sono tritirati, una quantità incredibile di telespettatori si 691 rovescia nelle strade di Milano, tutti quanti diretti al palazzo della fiera dove si teneva la trasmissione. Quando usciamo(eravamo stati su consiglio dei nostri legali nei camerini nostri fino alla fine della trasmissione) ci troviamo davanti una folla di gionalisti, fotografi e migliaia di persone. In molti erano venuti per dimostrarci la loro calda e commossa solidarietà. Questa fu la prima e credo l'unica volta nella storia della Rai che due "attori" rifiutarono di "abbioccarsi" d'innanzi alle imposizioni ai tagli, all'arroganza del "padrone"ai soprusi. INTERVISTA GENTe 692 SALTO SALTO FOTOCOPIARE PAGINE siamo siatemati alla bellemeglio. Il bambino ha pianto per quattro giorni di fila. Per quanto spirito di adattamento avessimo noi, non riuscivamo proprio a comunicarlo a questo tipo appena nato che non sapeva niente della vita. Comunque faticavamo anche noi a cavarcela e per le scomodità e per la mia totale inesperienza "Piange? Avrà fame" Lo attaccavo al seno, lui ciucciava un po' e poi di nuovo "uhèèè uuuhèèèè! ""Oddio, forse è ammalato! " Al quinto giorno decidiamo di tornare in clinica e stabilirci lì. Il nostro ritorno è stato 693 festeggiato dal personale con brindisi e abbracci. S'è scoperto subito la causa degli uhè del bambino: io avevo poco latte e lui aveva fame. Dopo aver nutrito il fantolino, ci hanno sistemati in una bellissima camera vicinissima alla sala parto. Ci siamo addormentati immediatamente tutti e tre ed abbiamo dormito per almeno giorno intiero, finalmente rilassati. Ci siamo insriti molto bene in questa nostra insolita vita, abitavamo lì e cercavamo casa. Come vedevamo in carridoio davanti alla porta della sala parto un padre in angosciosa attesa Dario subito s'informava: "Sa è un parto 694 cesareo! " E Dario: "non si preoccupi, anche Franca ha avuto un cesareo. . . Vero Franca?" e io "Sì, sì. . . è una sciocchezza, vedrà" E quello si calmava. E un altro: è messo di piedi". . . "Non si preoccupi, anche nostro figlio è nato di piedi. . . e tutto è andato benissimo. Vero Franca?" Solo quando un padre era preoccupato perché la moglie stava partorendo 2 gemelli siamo rimasti senza parole. Tutti sapevano che avevamo un figlio solo. Ci siamo stati tre mesi in quella clinica. Quanti padtri e quante madri abbiamo rinfrancato. Qualcuno ci viene ancora a trovare con i 695 figlio nato proprio in quei giorni. Che benissimo! Finalmente abbiamo trovato una casa in via Bruno Buozzi e ci siamo trasferiti. Una casa piccola con un terrazzo enorme. Nel palazzo vicino al nostro vivevano Roberto Rossellini ed Ingrid Bergam al tempo della loro "colpevole" passione. Avevamo sempre amici fotografi che ci scongiuravano di poter stare nel nostro terrazzo per poter riprendere i due importantissimi innamorati. ed ero sempre la vamp del casta, la padrona di un night, qualche volta sola, qualche volta con un amante delinquente. Indossavo grepier, calze nere o abiti 696 talmente stretti che spesso me li cucivano lettaralmente addosso al mattino e me li scucivano la sera. Non potevo fare la pipì, non potevo sedermi ed in più mi sentivo frustata dalla testa ai piedi. Ho avuto in quegli anni, due grandi occasioni cinematografiche. Michelangeli Antognoni e Luchino Visconti. Per "Cronaca di un amore" Antognoni aveva scelto me. Io, allora, avevo un grande complesso (complesso che in parte, nonostante varie operazioni ho ancora oggi): ero strabica - strabica, timida e insicura. Nascondevo i miei occhi sotto 697 a degli occhialini lunghi, stretti e scuri. "Lo so che sei strabica, ma per farti fare il film, devo vedere i tuoi occhi. Su. . . coraggio, togliti gli occhiali". Me lo ha chiesto almeno tre volte, paziente e gentile. Beh, non ce l'ho fatta e la parte la interpretò Lucia Bosé. Visconti si era intestardito su di me, per un ruolo in "senso". Io stavo in tournée con Dario a Trieste. Telefonate sopra telefonate. E mi spiaceva lasciare la compagnia, Dario e mi sentivo come sempre insicura. "Sì, scendo, faccio il provino poi magari mi dicono di no. . . " - "No, ti prende a scatola chiusa gli abbiamo portato tutte le 698 bionde d'Italia, non gliene va bene nessuna. Se vuoi ti mandiamo il contratto. " Niente non me la sono sentita, qualcosa mi ha bloccato. Il ruolo è andato a Marcella Mariani bruna, fragile, ex miss Italia, completamente diversa da me. Visconti aveva cambiato tipo. Il giorno della prima del film a Bruxelles, Marcella Mariani è partita in aereo per quella città. Se io avessi interpretato quel personaggio quasi sicuramente sarei stata al suo posto. L'aereo è precipitato. Tutti morti. Ecco cosa mi aveva bloccato. Il mio sesto senso mi aveva salvato la vita, come è capitato altre volte. Da quel 699 giorno, se qualcosa mi salta nel lavoro od altro, penso che così doveva essere, il negativo diventa positivo "doveva andare così". Nel '57 mi sembra vengo scritturata dal Teatro Arlecchino a Roma, per interpretare un testo di Feydeau che sembrava scritto per me: "Non andartene in giro tutta nuda". Dario scrive per i fratelli Bonos, che poi non ne hanno fatto nulla, un atto unico "Gli imbianchini non hanno ricordi" Ci prende gusto e ne scrive altri. A quel punto gli propongo di ritornare a Milano e farci una compagnia nostra. Interpelliamo Paolo Grassi allora direttore del Piccolo 700 Dopo la clamorosa rottura per Canzonissima, la TV ci era proibita, ma c'era sempre il teatro. Nel '63 ci fu il nostro spettacolo su Colombo "Isabella, tre caravelle e un cacciaballe", che quest'anno verrà presentato per le Colombiadi, in spagnolo a Valencia, con la regia di Arturo Corso e anche trasmesso dalla II rete in ottobre. L'anno dopo "Settimo ruba un po' meno" e via via, ogni anno uno spettacolo nuovo, di successo, fino al '68, alla decisione, presa con Dario di lasciare il teatro tradizionale e di mettere a disposizione il 701 nostro lavoro per sollecitare una presa di coscienza. La simpatia per la classe operaia non bastava più. Non ne parlo volentieri. Sono passati quasi 20 anni, ma mi basta un niente per ritrovarmici dentro di colpo. Nessuna donna che abbia subito violenza sessuale, potrà mai staccarsi completamente da quel momento orribile. Sono stata caricata su di un furgoncino da tre individui e poi scaricata stravolta e sanguinante vicino alla metropolitana di via Dante. Non ho detto a nessuno quello che mi era realmente accaduto. Nemmeno a mio marito. L'umiliazione della 702 violenza sessuale, lo sfregio, era sopratutto per lui e per mio figlio. No, me ne sono stata zitta: più dignitose "le botte". Mi sono tenuta tutto dentro, ma ho sbagliato. Il non averne parlato con nessuno , l'essermi tenuta tutto dentro (anche se tutti avevano intuito quello che realmente mi era successo) mi teneva in una continua tensione. Un caro amico, il professor MACACCARO, che mi era stato molto vicino con gli avvocati in quei giorni così pesanti, mi ha consigliato un' analista donna, ma io non me la sono senita. Dopo tre anni ho deciso di scrivere quanto mi era successo. . . Senza una parola ho passato i fogli a Dario. Li ha letti. Senza 703 una parola mi ha abbracciato. Finalmente ce l'avevo fatta! Un nodo, il primo, si era sciolto. Poi, in appoggio alla campagna che si stava facendo in quegli anni per l'approvazione di una legge contro la violenza sessuale, ho deciso di portare quanto avevo scritto in teatro. Andai di colpo in scena, senza provarlo (non riuscivo) e senza che nessuno della compagnia lo sapesse. Solo Dario ed io ne eravamo al corrente. All'ultimo momento, invece di recitare "il risveglio" annunciai un brano nuovo. " Ho trovato questa testimonianza su di un giornale e ve la recito" Da quella sera ho replicato "lo stupro" (questo è il titolo del 704 brano) almeno duemila volte. E via, anche il secondo nodo si stava sciogliendo. Mio figlio dice: "sei andata in analisi davanti a migliaia di persone. " Poi l'ho recitato anche in Fantastico, quello di Celentano. E' andata così. Gli atti di violenza sessuale contro ragazze erano all'ordine del giorno. Processi, stupri, violenze fisiche e morali contro le donne. Sono sempre più impegnata in questo campo. Propongo il brano a Celentano. Accetta. Ci sono resistenze da parte della prima rete, ma lui ha un contratto di ferro. e alle 20, 30 finalmente mi comunicano che prenderò parte alla trasmissione. . La voce è circolata in sala 705 stampa. Due giornaliste vengono in delegazione e mi chiedono una conferenza stampa dopo la trasmissione. Va bene. Eseguo il brano, precisando come sempre che è una testimonianza di una donna che ho trovato su di un giornale. Sono molto tesa. I fotografi non stanno fermi un attimo. Per riuscire ad arrivare alla fine mi devo concentrare completamente. Ci sono dentro in pieno. Soffro come allora. Rabbia, umiliazione, terrore. Un brutto momento. Alla conferenza stampa qualcuno accenna al fatto che quella storia era la mia. ( a suo tempo ci fu gran chiasso e solidarietà sui giornali) Ho negato molto decisa ma 706 egualmente qualcuno privo di sentimenti e di rispetto me l'ha attribuita sui giornali del giorno dopo. Per me è stato duro. Fin che la gente non sapeva, diciamo, magari qualcuno lo intuiva ma con me non ne parlavano, io potevo portare quell'esperienza in teatro, ma da quando si è saputo ho deciso di non farlo più. Non avrei potuto, a parte che sarebbe stato anche di cattivo gusto. Nella sua vita c'è stato un altro grande incidente vuole raccontare di Genova? Dovevo tenere all'Italsider il mio spettacolo "Tutta casa letto e chiesa". Arrivai in città la sera prima. Prima di entrare in albergo avevo visto 707 nell'altro lato della strada, una farmaci aperta. Volevo lavarmi i capelli e così avvertii i compagni che mi seguivano sempre, allora, Piero e Roberto: "Vado in farmacia. Torno subito" - "Aspetta ti accompagnamo" dissero loro. Dall'episodio di Milano non sono mai uscita sola. "Ma no, vado da sola, torno subito. La farmacia illuminata e splendente. Io finalemnte libera mi sentivo felice, compravo saponette, detergenti, oltre allo shampoo; mi pareva di essere in vacanza. Con le mie compere in mano uscii dalla farmacia e. . . mi svegliai al Pronto soccorso dell'Ospedale San Martino. Più tardi seppi che ero stata travolta da un 708 auto guidata da un uomo angosciato e fuori di sé perché era appena tornato dallo stesso ospedale, il San Martino, in cui avevano ricoverato la figlia anche lei vittima di un incidente d'auto. Che jella! Ho passato la prima notte, sulla barella del pronto soccorso. Non c'erano posti letto. Ma tanto io non capivo nulla. Ricordo assai vagamente la corsa dell'autombulanza, e un gran dolore al braccio sinistro , omero fratturato, lamentavo un bruciore al gomito, più avanti a tutto l'avambraccio, poi alla mano. Mi hanno detto che era "causalgia" cioé dolore urente, 709 bruciante. Poi a poco a poco (in due giorni) ho perso sensibilità alle dita, alla mano tutta, al braccio. Insomma paralisi. Un ematoma (toltomi due mesi dopo dal Prof. Morelli, una montagna di abilità e umanità che opera all'ospedale di Legnano) strozzava i tre nervi, ulnare, radiale e mediano. Dopo tre giorni dal ricovero mi ingessarono. Tre ore d'intervento assai difficile, eseguito dal Prof. Roncalli. Sono stata a piangere 24 ore su 24 per mesi e mesi: antidoilorifici potenti e in dosi massicce minacciavano di fare di me una tossicodipendente. Più di una volta ho pensato al suicidio. Mi hanno salvato 710 l'amore dei miei in particolare Dario Iacopo mia sorella, gli amici. . . Mi salvò il lavoro. Infatti dopo otto mesi d'immobilità decisi di riprendere. Ora, ho imparato a conviviere col dolore, mi sono quasi abituata. Sono passati 14 anni. SALTO SALTO SALTO IL SUO RAPPORTO CON LA RAI Al di fuori del nostro teatro , per la RAI ho fatto per pochissimo "La professione della signora Warren" di Shaw con la regia di Albertazzi e qualche altra partecipazione . . Ora mi piacerebbe poter dare in TV lo spettacolo di quest' anno "L' eroina " e "La donna grassa" Molte madri ci 711 hanno portato i loro figli , mi hanno ringraziata dicendomi: "Ha fatto più effetto a mio figlio il suo spettacolo che cento discorsi nostri" Per la donna grassa ho avuto degli incontri magnifici con donne che si identificavano col personaggio e ne ricevevano forza oltre che gran divertimento. Sono più che consapevole dell' importanza della televisione . Il contatto diretto col pubblico in teatro è insostituibile, ma in teatro raggiungi al massimo centomila persone in un anno mentre invece in televisione mal che vada , in una sera ti vedono almeno due milioni di persone . due volte ho provato sulla mia pelle il potere del mezzo televisivo : 712 la prima é stata con Celentano, la seconda é una trasmissione della Carrà dove dissi che mi separavo da Dario mentre in ascolto c' erano 12/15mila persone: sono cifre che fanno paura. Non bastano dieci vite per una teatrante per arrivare ad un così numeroso pubblico . Quella volta , della Carrà , non avevo assolutamente programmato di dire che stavo lasciando Dario . Lei intervistandomi scherzava dicendo: " Ma è vero che Dario . . . . . ma è vero che Dario. . . . ?" alludendo alle numerose ragazze che sempre gli girano intorno. Lei scherzava, ma io , al quarto "ma è vero che" non ho potuto fare a meno di rispondere: " 713 Sì, è vero, ma è anche vero che l'ho lasciato. " Ho avuto subito la sensazione del clamore che avrebbe suscitato la mia dichiarazione. Fuori dallo studio c'era una giornalista, che stravolta mi ha chiesto: " Ma è vero?! " E' scoppiato il finimondo! Giornalisti mi davano la caccia persino dall'estero. Ho dovuto cambiare albergo. Poi trovavo gente, separata anche tre volte, che mi diceva: " Ma tu non puoi! " . Che assurdità! Perché mai io non avrei dovuto potere? E' PENTITA DI AVER FATTO QUELL'ANNUNCIO IN DIRETTA? No, non mi sono pentita, ero depressa, avevo voglia di 714 verità. La Carrà poi, è stata molto simpatica: subito dopo la trasmissione esplosiva, mi ha regalato un servizio per la pìrima colazione con una sola tazzina e tanti auguri. Poi quando Dario ed io siamo tornati insieme (praticamente quasi subito) mi ha inviato anche l'altra. Gentile e spiritosa. L'unica cosa di cui mi sono pentita è l'aver sofferto tanto. Ora, a distanza di anni, mi sono resa conto che la storia forse non era tanto importante come mi era sembrata, tantè che è finita in nulla. Ma è difficile essere sempre lucide e 715 razionali. Altre, no. A volte ci riesco. Mi sono fatta una grande esperienza in fatto di matrimonio, convivenza, ragazze che vogliono tuo marito a tutti i costi, pronte come il NESCAFE', col bidè già fatto. . . . Potrei aprire una scuola per mogli; mi piacerebbe poter tenere le mie lezioni in una trasmissione televisiva. Chissà quante donne verrebbero a scuola! L'omportante è capire l'uomo con cui stiamo, l'uomo che amiamo, l'uomo al quale teniamo. Capire che tipo di rapporto c'è tra noi. Importante? Indispensabile? In questo caso occorre riflessione profonda. 716 Decidere la strada da prendere che non deve essere quella delle scenate e delle tragedie. Se c'è casino in casa pensa che liberazione andare dalla nuova fidanzata fresca, giovane e sempre allegra. Dobbiamo capire anche che il nostro commpagno sta invecchiando, come noi del resto, (anche se noi donne siamo più coscienti degli anni che passano, accettiamo la maturità, la vecchiaia, per cultura in modo diverso , con maggiore consapevolezza, dignità) avere quindi comprensione per i suoi "ultimi colpi". Fa malinconia? Ci credo e mi dispiace, ma è così. Anche questo è amore a 18 carati. Invece se il rapporto non vale 717 granché. . . ebbene, lasciatelo andare e che vada a morì ammazzato. Si fa per dire. Sto ovviamente semplificando. L'interrogativo è perché ragazze di 20 anni si mettano con uno che ne ha trenta quaranta più di loro. Naturalmente è sempre uno importante: il grande pittore chirurgo attore cantante regista scrittore ecc. Non si conoscono storie d'amori travolgenti tra una ventenne ed un pensionato dell'Imps. Sì, è vero, il pensionato è molto meno affascinante. Comunque, se un rapporto è importante, ed il rapporto mio con Dariop lo è, è inutile mettersi in mezzo, si diventa solo strumento di 718 divertimento e di piacere dell'uomo. Un'altra volta al suo servizio. Punto e basta. PARLIAMO DI ALCATRAZ L'anno scorso ad Alcatraz c'è stato un ragazzo particolrarmente difficile, non parlava, sembrava che nemmeno sentisse, non stava ritto in piedi doveva essere addirittura imboccato, accudito da quattro persono che si alternavano nelle 24 ore. ( Se non sapete come sono fatti i santi, dovreste conoscere queste assistenti sociali) Per tutto l'anno Adamo, questo è il suo nome, stava in un istituto, istituto che chiude in agosto! ! L'Usl non sapeva dove portarlo. Per un mese Jacopo l'ha 719 ospitato. Aveva messo materassi alle pareti e a terra, gli si portava il pranzo in camera, , insomma si cercava di stargli vicino ed è stato per me un momento di profonda emozione quando ho capito che riconosceva la mia voce. Questo è il lavoro di mio figlio, lavoro che porta avanti con gioia e fatica, senza mettersi fiori all'occhiello. Ogni tanto penso che avrebbe potuto scegliersi un'altra strada, che so, disegnare (è un bravo disegnatore satirico) o scrivere ( scrive benissimo) insomma fare un lavoro più vicino al nostro, faticare di meno e forse avere maggiori 720 gratificazioni, ma lui è felice così. E noi con lui. ***fino al '68, alla decisione, presa con Dario di lasciare il teatro tradizionale e di mettere a disposizione il nostro lavoro per sollecitare una presa di coscienza. La simpatia per la classe operaia non bastava più. La lezione ci veniva direttamente dalle straordinarie lotte operaie, dal nuovo impulso che tutti i giovani stavano dando nelle scuole alla lotta contro l'autoritarismo, l'ingiustizia sociale, le spinte per un nuovo rapporto con le classi sfruttate, per creare una nuova cultura. Dovevamo smettere di fare gli intellettuali che, 721 comodamente sistemati dentro e sopra i propri privilegi di casta, si degnano, bontà loro, di trattare anche i problemi degli sfruttati. Dovevamo deciderci a metterci interamente al loro servizio: diventare i giullari degli sfruttati? Questo voleva dire andare a recitare in strutture che fossero gestite da loro, dalla classe operaia. Ecco perché subito pensammo alle case del popolo. Facemmo teatro nelle case del popolo, nelle piazze, nei bocciodromi, poi in una capanna di via Colletta a Milano, alla famosa palazzina Liberty, sempre a Milano, che ristrutturammo 722 completamente e che poi ci fu tolta. VEDERE DOVE INSEREIRE "MAMMA FRICCHETTONA" UN PEZZETTO. No S Vi vogli Rilassat Sto rig O 723 Donna. Buonasera. Lo spettacolo di questa sera, poco ha a che fara col teatro, anzi, non è per niente, né spettacolo né spettacolare. La decisione di farvi passare 2 ore, mi auguro, diverse, m'è venuta leggendo alcuni libri, qualche tempo fa. Ci ho pensato sopra, e m'è parso che qualcosa contenuto in quei libri, si è andato perduto in questa nostra vita che va sempre più di corsa. C'è rimasto poco tempo, per noi stessi, per i sentimenti. . . per gli altri. Ho rapportato la mia vita a quei discorsi, e da qui, sono partita per una grande analisi sui miei anni passati, quella che ero. . . quella che sono diventata. 724 SULLO SCHERMO SONO MIGLIORATA? PEGGIO scoprire gli errori nostri e d'altri dietro ai quali corriamo, nei quali ci esaltiamo o commiseriamo - ci distruggiamo - ' mettere la scoperta. Sperando di arrivarci, a disposizione. . . FATE T P SBA 725 Donna - Non date retta a quelle scritte. E' la parte più banale di me, che si proietta su quello schermo. Dunque, vi dicevo che stavo rileggendo gli appunti per una lezione. D Beh, si mi piacerebbe essere già docente. . . No, questa qualifica è troppo grande per me, ora, forse più avanti, chissà, diciamo che mi sono auto promossa: M 726 Ma no! Una buona allieva. . . Ecco sì. . . Cercherò di passarvi quello che ho acquisito con diligenza. NON I Beh, cercherò. . . farò il possibile di esserlo in questa occasione. . . Salita in macchina di colpo non mi è venuto in mente neanche un posto dove mi sarebbe piaciuto andare. Li ho fatti passare tutti. Ho pensato anche all'estero vado a Parigi. 727 . . Londra. . . Bruxelles. . . Dopo un'ora di riflessioni e giri turistici col cervello, prendo tempo e vado in ufficio. E' sabato pomeriggio. Non c'è nessuno ne deve venire nessuno. Sì, nel mio ufficio: 360 metro quadrati, 11 stanze. Beh, a parte questo fatto, vado nel mio ufficio. Imprevisto! C'è mio nipote e un nostro collaboratore: Walter. "Che fate qui?" "Nulla. . . avevamo da chiudere una storia. . . stavamo andandocene. E tu che fai?" "ho da fare. . . " Loro se ne vanno. Mi sono guardata intorno. . . 728 Più avanti - dallo schermo che ripete fedelmente le sue parole, il pubblico capirà che si è bloccata, e che è arrivata ad una lettura fedele di quello che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di conoscenza, di se, attraverso i ricordi. Sono stati anni di lotte fure, manifestazioni, sindacato, licenziamenti, Vietnam (vedi biografia), feste dell'Unita, e i garofani rossi del P. C. I. ad ogni prima, e Togliatti quando è venuto al Teatro Eliseo 1962 e l'amicizia con Amendola e sua moglie, e le migliaia di compagni che si conoscevano, e gli spettacoli 729 per le fabbriche occupazione. . . e . . . e. (pezzo manoscritto dietro pagina numero 5 inserto Cinzia) in . . la 1 Ma il mio partito era lì, immobile, senza niente vedere, capace solo di sbraitare contro i gruppi che loro chiamavano gruppazzi. . . di chiedere che "si facesse luce" ad ogni atto criminale sul quale la luce già brillava a denunziare con evidenza il colpevole. . . in coda su tutto, arrancante ed elefantiaco. . . 730 pieno di case del popolo svuotate di ogni ideologia. . . senza più una biblioteca. . . dove importante era "incassare" fare soldi. Il tutto con la persuasione che è inutile sollecitare lo sviluppo di una cultura proletaria, giacché non esiste né può esistere. "Esiste una sola cultura, - dicono quelli " che sanno ", - al di sopra delle classi. La cultura è una, così come è una la una e uno è il sole che splendono indifferentemente per tutti quelli che se ne vogliono e se ne sanno servire. 731 Facemmo teatro nelle case del popolo, nelle piazze, nei bocciodromi, poi in una capanna di via Colletta a Milano, alla famosa palazzina Liberty, sempre a Milano, che ristrutturammo completamente e che poi ci fu tolta. PROLOGO Sto uscendo da un periodo di almeno 15 anni di coma profondo. Si, avete capito bene. Coma profondo - in piedi. Ho sempre camminato, parlato, mangiato, dormito ma ero in coma - e profondo - 732 Guardatevi intorno. Ce ne sono tanti che hanno 'sta malattia, perché, di malattia, si tratta. Non li vedete? Nessuno di voi è in coma? Com'è il coma profondo? Che so. . . parli con la gente, ma non ci sei - non ti accorgi se c'è il sole o piove - e se c'è il sole, non te ne importa niente. Sorridi, ma senza gioia solo con la bocca meccanicamente. Non c'è nulla che ti emozionerà, nulla che ti squota, che ti interessi, né il lavoro, le vacanze, il successo, l'amore. Niente. Non ti importa niente di niente. 733 Il tempo passa e niente cambia, niente ti spinge a fare niente. Dormi sospesa sul tuo letto tutta tesa Arrivi a pensare alla morte sempre con più frequenza. Guardi a lei come all'unica soluzione dei tuoi problemi. Ricordo per esempio, che cinque o sei anni fa - ad un certo punto sono uscita da casa dicendo che stando le cose come stanno - è secondario che vi racconti come stessero - io me ne andavo. Avevo un gran bisogno di togliermi di torno. Mi sembrava l'unica soluzione praticabile, per allontanarmi 734 da una situazione che mi straziava. Sì, sì - il termine è grosso - ma dovete abituarvi, altri ne sentirete. E anche ora riguardando indietro. Anche se mi dico che sbagliavo ad estremizzare tutto - non trovo altro vocabolo per descrivervi il momento - Sì. Ero proprio straziata. "Me ne vado - me ne vado - via via. Per carità. " Apro un flacone dopo l'altro. Mi sono presa una farmacia intiera con lo spazzolino da denti, mucchietti di pastiglie uno dopo l'altro, ben divise, colore per colore. Riempio con metodo, né troppo poche, né troppe. Non adagio né troppo in fretta. Una scodella d'acqua e via a mandare giù. 735 Carta e penna: tenere il conto. E 5 più - 5 più 8 - più 10+10, ne ho già ingerite 38; devo superare il cento. Con cento è fatta. Forza, ora 15. Forza - mi viene da vomitare ancora 15. E' meglio che mi stenda. Non voglio cascare per terra. Lunedì si riapre l'ufficio. Penso alle persone che lavorano qui. Non me ne importa niente. Di nessuno m'importa. Non sentivo niente. Ancora una manciata. Che fatica. Mi stendo. Chiudo gli occhi. Non ricordo nessun "ultimo pensiero". Più di una volta, in questi anni di coma ripensando a quell'ultimo momento di lucidità, quando con determinazione ho ingoiato 736 l'ultima manciata, a quello che non sono riuscita a portare a termine, ho provato una stretta al cuore. Ora, fuori dal coma - se penso a quei momenti - agli infermieri che mi hanno portata di sotto stesa in un lenzuolo. "21 battiti, sbrighiamoci" "Quante ne hai prese? Quante?" Qualcuno urla. Dormo - svengo - sono sveglia - voglio morire - Non so se lo grido o credo di gridarlo. E poi vomito - e mi fanno bere e vomito - eccetera eccetera. Bene, se penso a quei momenti - lì - io oggi - beh non mi sembra possibile averli vissuti. Oggi - che il coma è finito - Io quella là? Io volevo morire. Che scema! 737 Non sono stata normale per anni. Zitta. Non parlavo più. Zitta - anche se parlavo seria anche se ridevo. Senza amore per niente. Per nessuno. Solo quel trascinarmi nelle cose senza entusiasmo. Senza esserci fino "al fondo" di qualche mese fa. Per giorni sono stata a pensare al modo migliore per uccidermi. All'estero senza documenti. Pastiglie; Macchina-benzina; Overdoseeroina; vene tagliate-bagno; Fon-bagno. Niente mi andava bene. Volevo morire ma non trovavo nessun mezzo che mi soddisfacesse. Sfinita, dopo sette films visti in cinque ore, mi sono presa 738 un libro dei 20 che mi ero portata appresso con un titolo assai lontano da quello che mi sentivo addosso: La coppia amorosa. La sfida delle relazioni umane. Le prime venticinque pagine le ho lette senza fare attenzione ad una sola parola. Come? Torna da capo. Rileggere. Pagina 50 e 100. E: E' finito. Da capo, subito. Ma chi è questo? Che ha scritto ancora? Comprare. Leggere. Rileggere. Sbagliato. Tutto sbagliato. Ho sbagliato tutto. Da capo. capo. Ricominciare da Chi sono? Come mi chiamo? Nome, cognome, coniugata. 739 Figli uno. Cosa faccio? Da dove vengo dove voglio andare. Ricominciare. A. E. I. U. O. A. B. C. D. E. F. G. . . MAM. . . MA. . . mamma. . . papà. . scuola. Chiesa. Dio. Comunismo. Sole. Terra. Vento. Mare. Amore. IO. IO. TE. Io e Te. IO e NOI. NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO. IO. NOI. AMORE. Nome. Cognome. Sesso. IO LA CHIACCHERATA O IL PROCESSO LUOGHI DEPUTATI: TRIBUNALE UN L L 740 L'INFINITO: Così viene chiamato il fondale azzurro chiaro che gira tuttintorno al palcoscenico) nel quale LA DONNA agirà rivolgendosi direttamente al pubblico. Che porterà via via, dall'analista, o al tribunale e viceversa. Nell'infinito, la donna commenterà e denuncerà via via i fatti. Interpellerà il pubblico, con domande precise. Ed esigerà risposte precise. Per agevolare il dialogo si avvarrà della collaborazione di attori e attrici compresi in platea tra il pubblico. 741 LO DELL'ANALISTA: STUDIO La nostra donna c'è andata controvoglia. Non ha fiducia. Mentre parla, su di uno schermo vengono proiettati i suoi pensieri: l'esatto contrario di quanto va dicendo. Mente su ogni cosa. Pensa al costo dell'analisi. Quanto sta spendendo, all'ora, quanto spenderà in un anno. Ecc. Sente l'inutilità di quanto sta facendo. Si ripromette di smettere. Ma ogni 3 giorni è lì, come tossicodipendente dell'ora di protagonismo che si regala. L'ORA in cui esiste in cui c'è. 742 Più avanti - dallo schermo che ripete fedelmente le sue parole, il pubblico capirà che si è bloccata, e che è arrivata ad una lettura fedele di quello che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di conoscenza, di se, attraverso i ricordi: 1) Violentata dal padre a 10 anni. Violenza che lei, credeva legittima, in quanto pensava "è mio padre, se l'ha fatto vuol dire che è naturale, che doveva farlo. Ha accettato la violenza del padre, come la varicella, la scarlattina, le mestruazioni. Nessun trauma, è mio padre, mi vuole bene. DA LUI male non me ne può arrivare. Solo 743 più tardi, capirà l'errore di valutazioni. Ma ancora oggi non sa che peso quella violenza abbia avuto sulla sua vita. 2) Studiato con indifferenza per la promozione: diplomata? Laureata? Studiato con grande curiosità e letto tutto (si fa per dire) per un suo bisogno di sapere. Si è specializzata, (diciamo fissata?) sulla vita dei filosofi, ed ha elaborato alcuni concetti filosofici a suo uso e consumo. Per la verità scoccia anche gli altri, ma alcune volte se ne trae anche un buon profitto per l'anima. Ha fatto suo una tra le regole più strane osservate dalla "setta"(scuola) fondata da 744 Pitagora: NON MANGIARE LE FAVE. Questo è il "comandamento" più bizzarro del catechismo pitagorico. Aristotele dice che era per via di una qualche rassomiglianza con l'organo maschile, da ciò diciamo che Pitagora doveva essere un gran bigotta. E qui a questa versione (spiegazione) che la nostra donna si attiene: se un pensiero così, ripeto "bizzarro", astuto è diventato un "comandamento" di una scuola filosofica fondata da Pitagora, un presocratico, vissuto secoli e secoli A. C. , beh, qualchecosa deve pur significare. 745 3) Sposata, con amore, ma perché ci si sposava tutte. 4) Avuto figli, non particolarmente desiderati, né programmati perché così era sempre stato. 5) Vissuto la vita coscienza alcuna. senza Abortito senza riflessione. Non desiderato niente di particolare. Tutto quello che "NONOSTANTE LEI" 6) Sofferto come tutte. Subito come tutte. ha è 746 Pianto come tutte. E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA Ribelle come tutte. Sul grande schermo scritto in diverse dimensioni appare a questo punto del dialogo con l'analista: abbiamo piccoli stacchi e ci troviamo in Tribunale al PROCESSO. TRIBUNALE: E' un processo che la nostra DONNA vuole. E' molto incerta. Chi vuole processare? "La Società? L'educazione? La famiglia? La madre. . . " Non mi ha mai detto niente. Mi hai insegnato l'onestà facendomela vedere con la sua vita. 747 La morale o il moralismo? Cos'è il SESSO? Nessuno me ne ha mai parlato. Il padre. Amico? Nemico? Gli amici? Il marito? I figli? E' confusa. Lentamente progredisce nell'inchiesta, nel domandarsi e alla fine il processo lo chiede per lei. E' lei che si accusa. "Ho vissuto come una capra. Ho accettato tutto pensando, seguendo i mille luoghi comuni che la società ti dà con la prima poppata. Voglio essere processata e condannata per non essere riuscita, nonostante l'essere stata militante politica, forse anche un'avanguardia femminista, piena di ottime 748 teorie per le altre e minima pratica verso me stessa. Ribellioni e una presa reale di coscienza . E qui escono tutti gli errori di una donna della mia generazione. Errori che forse potranno servire per un miglioramento della qualità della vita. Scelte programmate, meditate, ecc. DIO: il primo maschilista. (voluto inventato dagli uomini) Eva tentatora peccatrice. Perché non Adamo? Mosè sul Monte siani: tavole Le I comandamenti NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI (Siamo fin da allora OGGETTI. 749 Non desiderare l'uomo d'altri: undicesimo comandamento. Nell'etica della nostra vita ci vorrebbe. I FIGLI L'unica cosa che non può fare l'uomo sono i figli. NOI POSSIAMO CREARE UN INDIVIDUO. DICI NIENTE? Che uso ne facciamo di questo potere divino? Troppo spesso è un potere male usato. E quando ci separiamo, i figli non sono spesso usati come materia di ricatto? Cosa pagano i figli per i nostri errori? 750 LISISTRATA: Uomini volete la guerra? Niente amore. DONNA OGGI: creare una creatura umana è un miracolo. Ho questo potere io, solo io. Smettiamo di fare figli per almeno tre anni. Ragionamoci bene sopra a 'sta incredibile ricchezza che solo noi possiamo elargire. Valutiamone il profondo significato, poi, con le idee finalmente chiare, riprendiamo a far miracoli, facendo ben sentire all'uomo che è un miracolo al quale sta assistendo. Così finalmente le donne saranno rispettate. Se non altro durante la gravidanza. L'ABORTO 751 I contraccettivi nelle scuole. L'educazione sessuale. Abortire è un trauma. Non puoi abortire come andare dal parrucchiere, con la stessa facilità. Come ti senti dopo che hai abortito? Ti rimane addosso qualcosa? La prossima volta che farai? IL MATRIMONIO Tutti ne parlano male e tutti ci si rompono la testa. L'uomo che hai sposato ragazzo (giovane) quasi sempre, poco ha in comune col vecchio signore che hai al fianco, con cui hai diviso la vita, gioie e dolori. Nonostante questo ti 752 ostini, per via della prima poppata piena di ideologie sbagliate a vivergli accanto. A QUALSIASI COSTO. Ovunque in tutti questi anni ho ascoltato discorsi di donne disperate, la canzone è sempre la stessa. La storia di Medea si ripete nei tempi, uguale, a qualsiasi classe sociale tu appartenga. L'IDENTICA CANZONE, raccontata, tra lacrime, o freddamente, o con rabbia o con rassegnato dolore, o su di un letto, dopo un tentato suicidio, o in casa di cura se sei ricca, in manicomio se sei povera. Sono storie di anni di umiliazioni, di tentativi di ogni tipo. "Sta invecchiando. . 753 . sono gli ultimi colpi" e poi ti accorgi che non sono gli ultimi, né saranno i penultimi. Stai zitta, e aspetti. Gridi, e aspetti. Ti allontani, e aspetti. Ma cosa cazzo aspetti? Cos'è che ti schiaccia? Cos'è che t'ha cancellato il sorriso? Cos'è che ti ha messo la faccia a lutto? Cos'è che ti ha convinta che sei morta? Perché non dormi, perché pensi, perché sei fissata? Sei fissata? SEI FISSATA. Che meccanismi sono? L'orgoglio, paura della solitudine? I soldi? LUI? L'AMORE? L'AMORE? Ma dai, guardalo bene, porta gli anni meno bene di te. E' ancora divertente, spiritoso, 754 affascinante come 20, 30 anni fa? I programmi televisivi chi li sceglie? Il peso delle cose più noiose sulle spalle di chi, è appoggiato? Com'è la tua giornata con lui? Le tue serate, le tue notti? Cosa vi dite ancora? Cosa ti dà? Analizza, analizza. T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo, peggiorate. La vera differenza tra un uomo e una donna redo consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso dell'onestà, (non tutte) della 755 giustizia, dell'integrità. Siamo soggetti morali, (non tutte) e a volte purtroppo solo moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, forza, denaro. FASCINO. BELLEZZA. Tutte QUALITA' privilegi che ti derivano dal potere. IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUO' PROCURARTI. Con il potere che ti balla intorno anche ne vorresti un po'? No? Essere donne continua ad essere difficile, e nel 756 cammino della vita (è con rammarico, che sono costretta a riconoscerlo) ti senti con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri essere come te, anime del tuo stesso sesso. Sì, amarezza e sconvolgimento. La donna è troppo spesso, la maggior 757 nemica della donna. lavoro e nella vita. Nel Giovani o vecchie, interrogate, provate ad interrogare. Quasi tutte, fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ma vero è che l'amore uomo lo fa quasi sempre con una donna. O giovane come te, o molto molto più giovane di lui. E tu stai a guardare. Si fa per dire. Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in discussione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, o vecchio. L'impegno, per la giovane in 758 questione, sarà minimo. In tutti i sensi. Intendiamoci, può anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono allegerirlo assai, come peso. E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia, di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU SAI GIA' TUTTO. PERCHE' E' IL RIPETERSI, del ripetersi, del ripetersi. Aspetti, ed a volte inutilmente. Non succede nulla, o succede proprio quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di è che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di 759 oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta sposare uno scrittore importante per scrivere un buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un pittore, sempre importante, per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di potere, puoi correre nella carriere, ma se non hai nella testa le cose giuste. Sembra che tu. . . ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) 760 La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto tuo, guardalo: che non si vede per quello che è realmente, abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. TESTO CON LA LAVAGNA LUMINOSA . ALL'ENTRATA IN PLATEA A TUTTI GLI SPETTATORI, VERRÁ CONSEGNATO UN BLOCCHETTO ED UNA MATITA. 761 All'alzarsi del sipario troviamo in controluce una donna seduta davanti ad una scrivania, sta leggendo alcuni fogli. Gli effetti luce durante il susseguirsi degli avvenimenti, i cambi di luogo e situazioni saranno indispensabili. La donna interpreterà via via i vari personaggi che distingueremo con prima donna-seconda donna, magistrato, ecc. Indispensabile, in certi momenti il cambiamento di luce e accompagnamento di chitarra. Sul fondo scena, un grande schermo sul quale appare una scritta dopo un minuto dall'inizio. : Buonasera a tutti. 762 Non innervositevi se non parlo. Sto zitta per voi. Vi voglio regalare istante di silenzio. Rilassatevi. vostro agio. ASSAPORATE MERAVIGLIA "SILENZIO". . . qualche Mettetevi a LA DEL INTANTO CHE VOI ASCOLTATE IL SILENZIO. . . 763 Io riguardo gli appunti per la lezione che vi terrò. . . tra qualche istante. Ora incomincio. (Luce piena) I Donna: Buonasera. Lo spettacolo di questa sera, poco ha a che fare col teatro, anzi, non è né spettacolo né spettacolare. Vorrei stare con voi il tempo che ci pare. . . (non quello che ci servirebbe. . . sarebbe troppo. . . Quando siete stanchi, non temete di dirmi "Basta". Non mi offendo. Ce ne andiamo e buona notte a tutti). Dicevo vorrei stare con voi per 764 cercare di ritrovare insieme, qualcosa che a mio avviso è andato perduto in questa nostra vita che va sempre più di corsa. . . dove non c'è rimasto quasi niente, né per i sentimenti. . . né per noi stessi, né per gli altri. Ho messo insieme storie di donne e di uomini. . . tragitti collettivi e personali. . . avvenimenti politici. Sono partita da una grande analisi dei miei anni passati, dei miei problemi, guardando quella che ero. . . quella che sono diventata. (Sullo schermo appare la scritta) MIGLIORATA? 765 PEGGIORATA? I Donna- Non lo so. Quello che m'importa, è tramite avvenimenti, banali, comuni o insoliti, miei e di altri, "scoprire" gli errori dietro ai quali corriamo, nei quali ci esaltiamo o commiseriamo, ci distruggiamo! Se ci riusciremo, metteremo la nostra "scoperta", a disposizione. . . (Mentre a squarciagola una voce fuori campo ripete quanto visualizzato, sullo schermo appare: ) FATE TESORO DELLE ESPERIENZE ALTRUI! (Altra voce fuori campo) 766 Posso tenerne conto. . . MA ANCH'IO VOGLIO SBATTERCI LA TESTA! (Altra voce cretina) SBAGLIANDO S'IMPARA! I Donna - Non date retta a quelle scritte. E' la parte più banale di me, e anche vostra. . . che si proietta su quello schermo. Fate molta attenzione con i pensieri. . . tutto può finire lì. Dunque, vi dicevo che stavo rileggendo gli appunti per una lezione. . . 767 (Voce presuntuosa a sfottere) DOCENTE IN AMORE? I Donna- (al pubblico) Chi l'ha pensato? Anche se mi piacerebbe questa qualifica è troppo grande per me ora. . . forse più avanti, chissà. Tra qualche anno. Diciamo che mi sono auto-promossa. . . (c. s. ) AMORE? MAESTRA IN I Donna- Ma no! Una buona allieva. . . questo sì. . . Cercherò di passarvi quello che ho acquisito e analizzato con diligenza. 768 NON SEI DILIGENTE MAI STATA IN TUTTA LA TUA VITA. I Donna- (Al pubblico) C'è una madre qua intorno? Per fortuna mamma! ! (cambia tono) Ma in questa occasione cercherò. . . di esserlo. . . farò il possibile. . . No, maestra troppo. . . d'amore è (c. s. ) MAESTRA DI VITA? I Donna- Sì, modestamente. . . Alla mia età. . . qualcosa ho imparato. Forse può andare. . . oppure. . . (c. s. ) "Corso d'amore. . . " 769 . . . . e dillo che non ne puoi più! (Sullo schermo si susseguono, molte scritte uguali con diversi caratteri, sulle quali ne primeggia una: ) OK. VADA PER IL CORSO D'AMORE I Donna(Indica la proiezione) Mi fa piacere sentirvi d'accordo con me. . . e se non sbaglio, interessati. Dunque cominciamo: (dà un'occhiata ai fogli). Un certo Leo Buscaglia (molti dicono che sia un coglione. ) nel 69 a S. Francisco, decide di dare inizio ad un corso 770 sperimentale gratuito all'università di Barkley(?): "Corso d'amore". Siamo nel '92 e il suo discorso è attualissimo. Forse non è un coglione. (sullo schermo leggeremo Leo Buscaglia -) E' da lì che ho preso lo spunto "Sì, sono tutto amore, e non me ne vergogno. Ho un unico messaggio e posso fornirvelo seduta stante. Viviamo in un'epoca che comincia realmente ad esortarci a cogliere i significati della vita. Ci andiamo abituando ad una nuova nomenclatura. "condizionamento" "forme e modifiche del comportamento" "ciò che è necessario rafforzare" "ciò 771 che è rafforzato" e che probabilmente determinerà il comportamento. Per rafforzarci ci serviamo del denaro, delle campagne, dell'elettroshock, e perfino dei dolciumi. Quando qualcuno si comporta nel modo giusto gli ficchiamo una caramella in bocca. Il mio messaggio odierno è: la miglior caramella del mondo è un essere umano, caldo, palpitante, che non si scioglie affatto. Quella chicca, sei TU. " (SPARISCE LA SCRITTA BUSCAGLIA) Come si fa a diventare un essere umano, palpitante? Vorrei essere "la miglior caramella del mondo". Ma come? 772 La strada è lunga. Coraggio, facciamola di corsa. (schermo) INTERROGATIVI interrogati. Interrogati. Interrogatiiii! ! ! Qual'è stato il nostro rapporto con i nostri padre e madre? Qual'è quello con i nostri figli? Come siamo cresciuti? 1) Quale rapporto abbiamo avuto col padre e la madre? Abbiamo"parlato" con loro? 773 "Parliamo" con i nostri figli? Il figlio è quella cosa alla quale si mette il golfino se la mamma sente freddo, o lasciamo che sia lui a dirci, mamma ho freddo e gli crediamo se dice d'aver caldo? Come siamo cresciuti? Abbiamo ricevuto "onestà" dai nostri padre e madre? Come cresciamo i nostri figli? Siamo "onesti" con loro? SCUOLA Come sono stati "insegnanti"? i nostri 774 PALLOSI? REAZIONARI? INTELLIGENTI, Hanno influito sulla formazione del nostro carattere? Nella nostra vita? TANTO? POCO? Ne ricordiamo qualcuno? SI? NO? PERCHÈ? AMICIZIA 775 Esiste? Sì, esiste. Abbiamo amici? Teniamo all'amicizia? NOI Come siamo? Come ci giudichiamo? Come stiamo tra la gente? Cos'è la gente per noi? Ci importa degli altri? Amiamo gli altri? Quanti ne amiamo? Amiamo i pranzi di Natale, i pic-nic? AMORE Nel rapporto con l'altro sesso, come sei? Timida, sfacciata, intraprendente, esigente, ti accontenti. . . ecc. 776 Come preferisce accesa, spenta? la luce: VITA Ti senti una persona libera? "Liberata"? Siamo riusciti ad essere "magnifici" qualche volta? Qualcuno ha detto che ognuno di noi vive nel seminterrato della propria anima? E' vero? Dov'è il seminterrato dell'anima? Sotto i piedi? I piedi di chi? Anche sotto ai tuoi? Abbiamo permesso a qualcuno di ridurre un essere umano, "noi", in poltiglia? Quante volte? Almeno una! 777 POLITICA Che peso ha la politica nella tua vita? Fai politica? Ragioni con la tua testa o deleghi? Chi deleghi? I nostri "sgovernanti"?. . . il marito, il figlio, la moglie, il vicino di casa, il capoufficio. . . il. . . il. . il. . . Siamo, forse, così deboli che uno può manipolarci come vuole? I governanti, il marito, la moglie, il figlio, il vicino di casa, il. . . Perché? Perché la gente (me compresa) accetta tutto? Perché lasciamo fare? Perché accettiamo di fare le code per sapere quali siano gli 778 "estimi" da pagare? Siamo pazzi? Perché dopo una tragedia, che so, la morte brutale di un figlio poliziotto o un altro morto, permettiamo che qualche cronista televisivo col pelo sullo stomaco ci chieda: "Quando ha saputo che suo figlio è saltato per aria cosa ha provato signora?" Com'è che la signora non tira un calcio nella pancia del cronista? Perché non gli salta addosso e lo strangola ficcandogli le dita negli occhi? Perché? Perché non insorgiamo tutti? (proiettato sullo schermo appare: Buscaglia)! L'essere umano è la cosa più strepitosa del mondo, dobbiamo però 779 riscoprire ridere. l'arte di saper Abbiamo creato il tempo. Dopo di ché ne siamo diventati schiavi. Le parole congelano la realtà. Etichettiamo. Quanti bambini non hanno ricevuto un'adeguata educazione perché prima o poi durante l'infanzia ci si è premurati di etichettarli: è uno stupido, un ritardato mentale ecc. Le etichette allontanano gli uomini, li distolgono gli uni dagli altri. Negro. Che cos'è un negro? Mai conosciuto due negri uguali in vita mia. Sa amare? Sa soffrire? E' bello, felice? La sua famiglia? Sa 780 dare qualcosa agli altri? Sono queste le cose che contano e non che sia negro, povero, ricco. (Sparisce la scritta Buscaglia) Mi viene un dubbio: che il responsabile ultimo della situazione tragica a cui siamo arrivati, non sia Andreotti, ma siano le nostre insicurezze, il nostro accettare, il nostro subire. DA CAPO. RICOMINCIARE DA CAPO. Chi sei? Chi sono? Come mi chiamo? Nome, cognome, coniugata. Figli? Cosa faccio? 781 Da dove vengo dove voglio andare. Ricominciare da capo. A. E. I. U. O. A. B. C. D. E. F. G. . . MAM. . . MA . . . mamma. . . papà. . scuola. Chiesa. Dio. Oddio! Odio! . . . Comunismo. Sole. Terra. Vento. Mare. Amore. IO. IO. TE. Io e Te. IO e NOI. NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO. IO. NOI. AMORE. Nome. Cognome. Sesso. IO (si abbassa la luce appare la Scritta su Schermo) LUOGHI DEPUTATI: LO STUDIO DI UN ANALISTA UN TRIBUNALE L'INFINITO! 782 LA CASA. . . LA STRADA. . . Donna- (a commento di ogni scritta, con tono di voce alto, ma impersonale) L'INFINITO: Così viene chiamato il fondale azzurro chiaro che gira tutt'intorno al palcoscenico nel quale la protagonista della nostra storia agirà, enuncerà, commenterà e denuncerà i fatti della sua vita, si avvarrà della vostra collaborazione, interpellandovi con domande precise. Ed esigerà risposte precise. Se proprio non ve la sentite di parlare, d'intervenire, per insicurezza, per timidezza, 783 scrivete le risposte, parlate dei vostri problemi sul blocchetto che vi è stato consegnato all'ingresso. . . Di volta in volta sarà lo studio dell'analista, o il tribunale o la casa, o la camera da letto. . . o la strada. Alla vostra intelligenza scoprirlo. Non vi posso dire tutto. (Sullo schermo appare: ) STUDIO DELL'ANALISTA La nostra donna c'è andata controvoglia dall'analista. Non ha fiducia. Mente su ogni cosa e pensa: " 80 mila a seduta, tre sedute la settimana, 240 mila. . . 960 mila. . . Al mese? 784 L'anno?. . . Quello che faccio non mi servirà a niente. . . devo smettere. . . sì, è l'ultima volta". Ma ogni 3 giorni è lì, come tossicodipendente "dell'ora di protagonismo" che si regala. L'ORA in cui esiste, c'è. in cui "Coraggio signora. . . mi dica, lei si sente o non si sente amata. . . Qual'é l'indispensabile potenziale d'affetto di cui ha bisogno? "Ho sempre avuto un morboso bisogno d'amore. " Da piccola, avevo un 5, 6 anni e per attirare l'attenzione dei miei, ho rovesciato qualche goccia d'inchiostro rosso nel mio vasino della pipì. La mia 785 mamma, sconvolta. . . mio dio, s'è sviluppata a sei anni! . . . No, no, forse è un fatto renale, chiama il dottore, chiama il dottore, tutti gridavano, piangevano. . . mi accarezzavano, baciavano. . . Felice di tanta attenzione ho tirato fuori la bottiglietta d'inchiostro rosso. . . hanno capito. . . m'è arrivato un ceffone dalla mia mamma, che ogni volta che sento l'odore dell'inchiostro, mi tocco una guancia. Meno male che inventato le biro! hanno 786 Sono stata violentata da mio padre a 10 anni, una volta sola. Dico, "violentata", ma il termine è errato. Più giusto dire: "Ho avuto un rapporto sessuale con mio padre, senza nessun trauma, senza capire quello che mi stava capitando. Ripeto, avevo 10 anni. Volevo molto bene a mio padre e lui voleva molto bene a me. Troppo. . . Non c'è stata violenza alcuna. . . non pensavo fosse "male", solo da adulta ho capito tutto l'orrore di quell'atto: una terribile violenza alla mia innocenza. Molte volte ci ho pensato da grande. Allora, in quel momento forse incoscientemente, mi son 787 detta: "E' mio padre, mi vuole bene, da lui male non me ne può arrivare. E' mio padre, se l'ha fatto vuol dire che è naturale, che doveva farlo. L'ho accettata come la varicella, la scarlattina, le mestruazioni. E' mio padre. E non ci ho pensato più. In un attimo avevo rimosso, cancellato tutto. E chi si ricorda della varicella, del morbillo? (SCHERMO) 788 "I PRIMI RAPPORTI DI SESSO. . . DOPO?" "Ma. . . non ricordo bene. . . La prima volta è stato con un ragazzo che veniva a scuola con me. . . no, non della mia classe. . più alto. . . Ricordo solo che cercava con tutte le sue forze di ficcarmi la lingua in bocca. . . che mi veniva da vomitare. . . mi strizzava un seno. . . e che mi spingeva qualcosa di duro contro il pube. . . Ero preoccupata. . . Ma cos'ha lì. . . una bottiglietta?. . No, forse è una zucchina o un cetriolo. . . Ma perché, mi spinge 'sto cetriolo contro il pube e fa ah, ah? Forse è pazzo. 789 Non ho più permesso che mi si avvicinasse. Ho avuto il pube tumefatto per giorni. Poi un'altra volta la stessa storia. . . Non mi capacitavo che tutti i ragazzi girassero sempre con una zucchina nelle mutande. Avrei avuto piacere di scoprire il perché, ma non sapevo a chi chiedere. Poi le mie amiche una sera d'agosto parlottavano. . si era al mare: "Lui è venuto, ci siamo baciati, poi lui è venuto. " "Come - faccio io - è venuto, poi vi siete baciati e lui è venuto. Venuto dove se era già lì. Sarà andato. " "Che scema, sei proprio una scema! " e mi hanno spiegato tutto, e l'amore, e il sesso e come nascono i bambini! Un trauma volevo morire. ! 790 Sono stata in confusione per una settimana. Che nessuno maschio mi venisse più vicino con il suo cetriolo. . . che poi magari resto incinta. Avevo 14 anni. ( inserire il pezzo sul sesso di quando era adulta) I Donna - Studiato con indifferenza per la promozione: diplomata? Laureata? Fa lo stesso. Sulla filosofia ha elaborato alcuni concetti filosofici a suo uso e consumo e alcune volte ne trae anche un buon profitto per l'anima. Ha fatto suo una tra le regole più strane osservate dalla "setta"(scuola) fondata da Pitagora: II Donna (infervorata) NON MANGIARE LE FAVE. 791 Questo è il "comandamento" più bizzarro del catechismo pitagorico. Aristotele dice che era per via di una qualche rassomiglianza con l'organo maschile, da ciò diciamo che Pitagora doveva essere un gran bigottone. I Donna - E qui a questa versione (spiegazione) che la nostra donna si attiene: II Donna se un pensiero così "bizzarro", astruso è diventato un "comandamento" di una scuola filosofica fondata da Pitagora, un presocratico, vissuto secoli e secoli A. C. , beh, qualchecosa deve pur significare. (Istintivamente avevo ragione, col cetriolo, ma. . . ) 792 I Donna - Sposata, ma perché ci si sposava tutte. Avuto figli, non particolarmente desiderati, né programmati solo perché così era sempre stato. La nonna, la madre, la vicina di casa. . . Vissuto la vita senza desideri particolarmente eccessivi. Sofferto come tutte. Subito come tutte. Pianto come tutte. Ribelle come tutte. II Donna - "Oddio, quando?" I Donna - La sua colpa più grave? II Donna - "Nonostante blaterassi nel far politica, convinta d'avere la verità in 793 tasca, non ho mai avuto la forza di "scegliere" per me. (Sullo schermo) MICIDIALE! ! ! PERCHÈ? APPARE-SCOMPARE-APPARE PERCHÈ -PERCHÈ PERCHÈ - -PERCHÈ - II Donna - Non lo so. "Sì, ma dopo che lui. . . " "Zitta. " "Ho tentato di uccidermi! " "Ah brava. Per il rimorso?" 794 Quando ho avuto la certezza che mio marito faceva sul serio con una ragazza di 37 anni. . . più giovane di lui. . . che si faceva vedere in giro. . . che frequentava gli amici comuni che "attenti a non fare gaffe, che stasera arriva la moglie ho fatto il giro delle farmacie di Milano. . . una bustina per volta, e Veronal e Veramon e Gibalgina e Optalidon. . . poi sono andata da lui e gli ho detto che partivo. "Dove vai?. . . " "Non so. . . . " "Ma perché te ne vai. . . io ti amo. . . tu conti più di tutti al mondo. . . " "Sì. Ciao". Sbatto la borsa con tre cose dentro - in macchina - e vado . 795 Duecento metri dopo - mi fermo - Poi riparto - poi mi rifermo. - Penso a tutti i posti che conosco - alla città alle persone amiche - Penso. Senza accorgermene mi trovo in ufficio. Nel mio ufficio. Non ho più voglia di andarmene da nessuna parte. Non c'è luogo né persona che mi attiri. Nulla che senta amico. Vuoto totale. Penso a "lui", che sicuramente ha già telefonato alla ragazza del momento: Maria, Stella, o. . . non mi ricordo più. . . : "E' partita puoi venire". Tolgo dalla borsetta tutto quello che ho, libretti degli assegni, chiavi di casa, della cassaforte. Non mi viene da scrivere niente. Mi sento 796 come una casermona popolare di trecento appartamenti con nessuno dentro. . . e nessuno che suoni il campanello. Ho tolto dal cartoncino. . . tutte le mie pastiglie. . . ne ho fatto un bel mucchietto davanti a me. Ho preso una scodella, l'ho riempita d'acqua ne ho messe tre in bocca e giù a bere. Su un foglietto ho annotato: 3. Poi, più 3. . . . e, fanno 6. . . più 3 e fanno nove. . . e giù a bere. Devo arrivare almeno a cento. Si fa una gran fatica. . . ti si impasta la bocca. . . non riesci a deglutire. . . ti viene voglia di smettere. . . ancora 5. . . Ma cosa sto facendo?! ancora tre. . . e 5. . . Credo di essere arrivata a 50. . . 797 Forza, ora 5. Forza - mi viene da vomitare - ancora 7. E' meglio che mi stenda. Non voglio cascare per terra. Lunedì si riapre l'ufficio. Che sorpresa! Ancora una manciata. Mi stendo. Chiudo gli morendo. occhi. Sto Non ricordo nessun "ultimo pensiero". ADDIOOOOO. . . Invece no. Sento che mi sollevano di peso, mi costringono a camminare. . . mi parlano, gridano, io mi lascio andare non reagisco, non voglio reagire "Deve camminare non fermarti! Falla camminare! " ma chi parla?. . . Chiama il 798 marito. . . telefona all'ambulanza. . . "Quante ne hai prese parla! " E' la voce di mia sorella. . . "Pensa a tuo figlio, maledizione quante ne hai prese?" chi è questo. . . mio marito. . . Ci sono proprio tutti. Tutti uniti. Una festa di famiglia. "Sbrighiamoci. . . ha 21 pulsazioni. . . portiamola via" Chi ha parlato. . . gli infermieri dell'autoambulanza. M'infilano in un lenzuolo per trasportarmi. . . mi sento urlare. . . e non so proprio forse la rabbia mi faceva uscire il fiato o forse l'ho sognato "voglio morire! ! ! Lasciatemi maledetti voglio morire! ! ! " Per un anno intiero non sono andata nel mio 799 ufficio. Morivo di vergogna. Non capita tutti i giorni di essere trasportata per le scale avvolta in un lenzuola perché la barella non passa, tra gli sguardi degli inquilini allibiti "una signora così per bene! . . . pensa te! . . . " finire al Pronto soccorso seguita da una decina di parenti mariti sorelle e la gente che ti guarda e i medici gentili che ti fanno iniezioni da ogni parte, una flebo nel braccio. . . ti fanno bere un 700 litri d'acqua con dentro non so che. . . "vomiti signora coraggio" e tu che tiri su l'anima e tutti sono contenti e non ti trattengono perché sei persona conosciuta sì, capiscono. . . . ma certo lo scandalo, i giornali. . . si 800 figuri. . . e via che torni a casa e dormi per un 5 giorni e quando ti svegli sei così debole che non capisci se è bene che ti sia andata bene, e se ti è andata bene veramente. Riprendi a vivere la tua bella vita di merda. . . un po' imbarazzata. . . senza il coraggio di guardare la gente negli occhi. . . e tutti che ti trattano come una che è matta. . . e non come una che ha bisogno d'amore. (sullo schermo ripetuto dall'attrice) presa di coscienza del suo essere donna (insopportabile! ! ) 801 del suo maturare da oggetto a soggetto. (più che insopportabile! ! ! ) Donna- VOGLIO FARE UNA DENUNCIA! ! VOGLIO UN PROCESSO SUBITO! TRIBUNALE "Voglio un processo. . . "Contro chi?" (schermo a commento) E' incerta. . . Subito spiazzata. "Chi vuole processare signora? La Società? La religione? "Sì. . . DIO: il primo maschilista, voluto inventato 802 dagli uomini. peccatrice. Adamo? Eva tentatora Perché non Mosè sul Monte Siani: Le tavole. . . I comandamenti (da sintetizzare) NON DESIDERARE DONNA D'ALTRI LA Siamo appena nate ed eccoci lì, già OGGETTI. L'undicesimo comandamento, nell'etica della nostra vita ci vorrebbe: non desiderare l'uomo d'altri "Non dica sciocchezze! Figuriamoci! L'undicesimo comandamento! Si vergogni! Andiamo avanti, chi vuole 803 processare? L'educazione? La famiglia? La madre. . . " "Sì. . lei ha delle responsabilità. . . e grandi. . . Non mi ha mai detto niente. Mi ha insegnato l'onestà facendomela vedere con la sua vita. . . ma non ne ha mai discusso con me. . . e così non se aveva una morale o se era solo moralità. " "C'è differenza?" "Sostanziale! ! " "Non è una colpa. . . evidentemente non avevate un dialogo. . . Andiamo avanti, chi vuole processare la morale o il moralismo ?" "Contro il SESSO?" "Nessuno parlato. " me ne ha mai 804 "E allora? Vuole processare qualcuno perché nessuno le ha mai parlato di sesso? Chi processiamo, il sesso? Il sesso in genere o uno in particolare ( ) "Insomma, contro chi. . . chi vuole che sia processato? Il padre-Amico-Nemico? Il marito? I figli? Gli amici??" "No, non voglio processare i figli. . . anzi voglio innalzarli al loro valore effettivo. E anche la donna voglio innalzare. . . voglio darle il posto che le spetta. NOBEL; L'unica cosa che non può fare l'uomo sono i figli. Creare una creatura umana è un miracolo. Ho questo potere ce l'ho io, solo io. 805 Che uso ne facciamo di questo potere "divino"? E quando ci separiamo, i figli non sono spesso usati come materia di ricatto? Cosa pagano i figli per i nostri errori? Smettiamo di fare figli per almeno tre anni. Ragioniamoci bene sopra. Valutiamone il profondo significato, poi, con le idee finalmente chiare, riprendiamo a far miracoli, facendo ben sentire all'uomo che è un miracolo quello al quale sta assistendo. Finalmente le donne saranno rispettate. Se non altro durante la gravidanza. . . Una volta ho visto un uomo che prendeva a calci nel ventre sua moglie incinta. 806 "Ma basta! ! ! Lei sta farneticando. . . E' troppo confusa disordinata nei suoi ragionamenti. Stia zitta e risponda: E' sposata? " "E' felice? Ha tradito suo marito?" "Ma io volevo denunciare. . . " "Zitta e risponda: ha tradito suo marito? "Sì. . . Tutti ne parlano male e tutti ci si rompono la testa col matrimonio. L'uomo che hai sposato ragazzo (giovane) quasi sempre, poco ha in comune col vecchio signore che hai al fianco, con cui hai diviso la vita, gioie e dolori. Nonostante questo ti ostini, per via della prima poppata 807 piena di ideologie sbagliate a vivergli accanto. A QUALSIASI COSTO. "Ha figli?. . . Ha abortito?" "Ma che c'entra?. . . io. . . Abortito senza riflessione, ne particolare esigenza. "Ma che c'entra? Sì. . . due volte. . . Perché? Ma, non era il momento. . . contraccettivi nelle scuole. L'educazione sessuale. Abortire è un trauma. Non puoi abortire come andare dal parrucchiere, con la stessa facilità. Come ti senti dopo che hai abortito? Ti rimane addosso qualcosa? La prossima volta 808 che farai l'amore ricorderai?" te ne Sono confusa. . . non gridi tanto. . . sono confusa. . . lasciatemi pensare un attimo. . . Calma. . . calma. . . non. . . Sì. . . ho trovato. Io. . . io devo essere processata. . . Io sono colpevole. Denuncio me stessa. " "Ah, volevo ben dire! Forza, si confessi! . . voglio dire. . . Parli! . . . e niente chiamate di correo! " "Io sono colpevole. . . Solo io. Ho vissuto come una capra. Ho accettato tutto pensando, seguendo i mille luoghi comuni che la società ti dà con la prima poppata. 809 Voglio essere processata per non essere riuscita, nonostante l'essere stata militante politica, forse anche un'avanguardia femminista, piena di ottime teorie per le altre ma non messe in pratica verso me stessa. Processata e condannata. Il prezzo è altissimo. E paghiamo, paghiamo. Ovunque in tutti questi anni ho ascoltato discorsi di donne disperate, la canzone è sempre la stessa, uguale, a qualsiasi classe sociale tu appartenga, raccontata, tra lacrime, o freddamente, o con rabbia o con rassegnato dolore, o su di un letto, dopo un tentato suicidio, o in casa 810 di cura se sei ricca, in manicomio se sei povera. Sono storie di anni di umiliazioni, di tentativi di ogni tipo. "Sta invecchiando. . . sono gli ultimi colpi" e poi ti accorgi che non sono gli ultimi, né saranno i penultimi. Stai zitta, e aspetti. Gridi, e aspetti. Ti allontani, e aspetti. Ma cosa cazzo aspetti? Cos'è che ti schiaccia? Cos'è che t'ha cancellato il sorriso? Cos'è che ti ha messo la faccia a lutto? Cos'è che ti ha convinta che sei morta? Perché non dormi, perché pensi, perché sei fissata? Sei fissata? SEI FISSATA! Che meccanismi L'orgoglio, paura sono? della 811 solitudine? I soldi? LUI? L'AMORE? L'AMORE?! Non mi dire! Ma dai, guardalo bene, porta gli anni meno bene di te. Tu ti puoi fare il lifting e lui, lo farebbe subito, ma si vergogna. E' ancora divertente, spiritoso, affascinante come 20, 30 anni fa? I programmi televisivi chi li sceglie? Il peso delle cose più noiose sulle spalle di chi, è appoggiato? Com'è la tua giornata con lui? Le tue serate, le tue notti? Cosa vi dite ancora? Cosa ti dà? Analizza, analizza. T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? 812 E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo, peggiorate. La vera differenza tra un uomo e una donna credo consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso dell'onestà, (non tutte) della giustizia, dell'integrità. Siamo soggetti morali, (non tutte) e a volte purtroppo solo moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, forza, denaro. 813 FASCINO. BELLEZZA. Tutte QUALITÁ privilegi che ti derivano dal potere. IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUÒ PROCURARTI. Con il potere che ti balla intorno anche (verificare originale) tu ne vorresti un pò? No? Essere donne continua ad essere difficile, e nel cammino della vita (è con rammarico, che sono costretta a riconoscerlo) ti scontri con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da 814 come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci si aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri esseri come te, anime del tuo stesso sesso. "Le famose sorellanze! " La donna è troppo spesso, la maggior nemica della donna. Nel lavoro e nella vita. Giovani o vecchie, interrogate, provate ad interrogare. Quasi tutte, fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ha le stesse responsabilità dell'uomo, l'amore l'uomo lo fa quasi sempre con una donna. (vedere originale) O giovane come te, quando sei giovane, o molto molto più giovane di 815 lui, quando tu sei vecchia. E tu stai a guardare fingendo di niente. Si fa per dire. Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in questione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, o vecchio, ma VIP! L'impegno sessuale, per la giovane in questione, sarà forse pesante per via dello stomaco. In tutti i sensi. Intendiamoci, può anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono allegerirlo il peso dell'impegno. 816 E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia, di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU SAI GIÁ TUTTO. PERCHÈ È IL RIPETERSI, del ripetersi, del ripetersi. Aspetti, ed a volte inutilmente che succeda qualcosa. Non succede nulla, o succede proprio quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di sicurezza (?) è che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta sposare uno scrittore importante per scrivere un buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un pittore, sempre importante, 817 per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di potere, puoi correre nella carriera, ma se non hai nella testa le cose giuste. Sembra che tu. . . ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto tuo, guardalo: che non si 818 vede per quello che è realmente, abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. Il vero amore è un fenomeno prettamente, totalmente umano. Non insegno l'amore nel senso stretto del termine, mi limito a facilitare il fiorire dell'amore. (Alcune domande: inserto 1) Il fenomeno - amore - è un quidi che noi scopriamo. L'essere umano crede nel cambiamento, se non apprezziamo la situazione nella quale versiamo, in termini d'amore, siamo in grado di modificarla di dare vita ad un nuovo scenario. 819 Possiamo donare solo ciò che abbiamo, in questo sta il miracolo. Se abbiamo amore, possiamo donarlo, se non ne abbiamo, è impossibile. Non è tanto una questione di dare, ma di condividere, spartire. Ti rendo partecipe, e non la perdo, perché già ce l'ho. "L'affetto quale elemento modificatore del comportamento umano. " Gli scienziati, psicologi, antropologi, sociologi hanno ignorato l'amore, è sconvolgente, perché tutti ne abbiamo bisogno ed aneliamo ad esso senza posa. Tuttavia non è fatta materia d'insegnamento. Si dà per scontato che l'amore ci venga 820 fornito tramite e per effetto di una misteriosa forza vitale. "Viviamo tutti in comunità, tuttavia moriamo tutti di solitudine. " L'individuo capace di amare deve aver cura di se stesso. Badare realmente alla sostanza della propria personalità: "Ogni cosa viene filtrata attraverso me, quanto migliore sono, tanto maggiore è ciò che ho da dare. Tutto devo fare, per essere il più bello, il più straordinario, il più fantastico, tenero affettuoso essere umano del mondo. In noi si manifesta solamente una minima porzione di ciò che realmente siamo. Nondimeno ci sentiamo 821 perfettamente paghi essere quel che siamo. di Lo psichiatra londinese R. D. Laing avanza un'ipotesi provocatoria e suggestiva: "Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo, amiamo molto meno di ciò che esiste ed in tal senso siamo molto meno di ciò che siamo. " Su tali premesse dovremmo sentirci spronati senza di diventare. . . . . un quidi, riposto nel profondo di ciascuno di noi che differisce da individuo a individuo. fine buscaglia (?) LIBERA D'IDEE ASSOCIAZIONE 822 Monologo eroina? ho fatto la plastica. (?) Mogli dipendente comunale che trova i soldi in tasca al marito e li butta dalla finestra. Inserire il discorso del grande mondo, o no? Il grosso della vita sta fuori. quando ho avuto la certezza che mio marito faceva sul serio con una ragazza di 37 anni più giovane di lui, che se ne andava in giro, che si faceva vedere che frequentava gli amici comuni che" attenti a non fare gaffe, che stasera arriva la moglie" ho fatto il giro delle farmacie di Milano. . . una bustina per 823 volta, e veronal e veramon e gibalgina e optalidon. . . Le comperavo così. . . senza determinazione. . . Non si sa mai. Sempre meglio essere pronti all'occorrenza. . . Per tre giorni ho girato farmacie. Poi sono andata da lui e gli ho detto che partivo. "Dove vai?. . . " "Non so. . . . " "Ma perché te ne vai. . . io ti amo. . . tu conti più di tutti al mondo. . . " "Io vado. Ciao" Salita in macchina di colpo non mi è venuto in mente neanche un posto dove mi sarebbe piaciuto andare. Li ho fatti passare tutti. Ho pensato anche all'estero vado a Parigi. . . Londra. . . Bruxelles. . . Dopo un'ora di riflessioni e giri turistici col cervello 824 prendo tempo e vado in ufficio. E' sabato pomeriggio. Non c'è nessuno ne deve venire nessuno. Sì, nel mio ufficio: 360 metri quadrati, 11 stanze. Mio marito ha visto il nostro ufficio, ufficio che avevo comperato, un anno dopo, perché erano venuti i ladri e io non ero a Milano. . . ha dovuto andarci per la denuncia. Beh, a parte questo fatto, vado nel mio ufficio. Imprevisto! C'è mio nipote e un nostro collaboratore: Walter. "Che fate qui?" "Nulla. . . avevamo da chiudere una storia. . . stavamo andandocene. E tu che fai?" "Devo mettere a 825 posto l'archivio. . . ho da fare. . . " Loro se ne vanno. Mi sono guardata intorno. . . guardavo guardavo e tutto quello che vedevo non mi dava niente. Né la più piccola spinta a lavorare, né un spintarella emotiva. Non sentivo nulla. Casermona popolare di trecento appartamenti con nessuno dentro. Non ci ho pensato molto. Ho tirato fuori tutte le mie pastiglie. . . le ho tolte dal cartoncino. . . ne ho fatto un bel mucchietto. Ho preso una scodella, l'ho riempita d'acqua ne ho messe tre o quattro in bocca e giù a bere. Su un foglietto annotavo: più 3 e giù a bere, più 3. . . . e, 826 fanno 6. . . più 3 e fanno nove. . . Devo dire che si fa una gran fatica. . . ti si impasta la bocca. . . non riesci a degluttire. . . ti viene voglia di smettere. . . ancora 5. . . Ma cosa sto facendo?! ancora tre. . . e 5. . . Credo di essere arrivata a 50. . . Da un pò non segnavo nulla sul foglietto. . . Chissà perché mi era venuta questa idea del segnare. . . forse per potermo regolare???quando stendermi. Ora mi vado a stendere. . . mi gira la testa. . . continuerò a prenderle da stesa. . . Arrivo al divano. . . mi gira tutto. . . bevo un po' d&acqua ancora. . . poi la scodella mi cade. . . e non ci sono più. . . Che bellezza è finita credo sia stato l'ultimo pensiero. 827 Invece no. Mi sollevano di peso, mi costringono a camminare. . . mi parlano gridano io mi lascio andare non reagisco, non voglio reagire"deve camminare non fermarti" ma chi parla?. . . Chiama il marito. . . telefona all'ambulanza. . . "Quante ne hai prese parla! "E' la voce di mia sorelle. . . Pensa a tuo figlio, maledizione quante ne hai prese. . . chi è questo. . . mio marito. . . Ci sono proprio tutti, maledizione. "sbrighiamoci. . . ha 21 pulsazioni. . . portiamola via"Chi ha parlato. . . sono gli infermieri. M'infilano in un lenzuolo per trasportarmi. . . mi sento urlare. . . e non so proprio forse la rabbia mi faceva uscire il fiato o forse 828 l'ho sognato "voglio morire! ! ! Lasciatemi maledetti voglio morire! ! ! " Per un anno intiero non sono andata nel mio ufficio. Morivo di vergogna. Non capita tutti i giorni di essere trasportata per le scale avvolta in un lenzuola perché la barella non passa, tra gli sguardi degli inquilini "una signora così per bene! . . . pensa te! . . . " finire al Pronto soccorso seguita da una decina di parenti mariti sorelle e la gente che ti guarda e i medici gentili che ti fanno bere un 700 litri d'acqua. . . e la voglia di vomitare e "vomiti signora coraggio" e tu che tiri su l'anima e tutti sono contenti e non ti trattengono perché sei persona conosciuta sì, 829 capiscono. . . . ma certo lo scandalo si figuri. . . e via che torni a casa, dormi per un 5 giorni e quando ti svegli sei così debole che non ti puoi neanche incazzare perché non ti hanno permesso di morire. Riprendi a vivere la tua bella vita di merda. . . "La prossima volta mi andrà meglio. " Ho avuto addosso per anni la voglia di ammazzarmi. . . specialmente quando scoprivo un nuovo amore di mio marito. Maledicevo la mia debolezza. . . la mia incapacità di reazione di prendere su, come si dice, e andarmene. Stavo lì come una lumacona. . . senza forza ne idee. . . mi crogiolavo nelle mie disperazioni invece di. . . 830 BIOGRAFIA TENTATIVO FRANCA- Sto male di salute, ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le malattie che io sono riuscita (un vero primato! ) ad accumulare negli anni (che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghietricotillomania-strapparsi capelli, attorciliarli stretti al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili. Quando uno è in ansia, si strappa i capelli, se sola, si 831 mangia le unghie in presenza di altri. ) E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello che ho avuto negli ultimi due mesi a Boston. "Oh, ma come sono felice, rilassata! " Un bubbone della grandezza di un mandarino nel seno sinistro, proprio sopra a quello che chiamiamo cuore, dolore ai reni con perdita di sangue, lastre, calcoli frantumati, tracce anche in vescica, dolori muscolari alle gambe, crampi durante il sonno, gamba sinistra, dopo immobilità di qualche ora, non rene e duole. "Cos'è, il lazzaretto tutto di un colpo? "NO, è che il tuo fisico si difende come può. lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione 832 che tu vivi male. Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni, gli interventi, malattie inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite che ti scoppia oggi, inizio di una commedia che non ti piace e che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo. Tu come un pappagallo ripeti "sto bene"e sei pure convinta, invece "credi" di star bene, ma nel tuo subconscio stai malissimo?Tutta la colpa è del subconscio. Freud ha detto un sacco di cose relativammente importanti, cose che anche altri avevano detto, l'unica sua scoperta essenziale per la vita dell'uomo per la sua mente è 'sta storia del subconscio. 833 'Sta storia del subconscio deve essere vera. Mi viene in mente una tipa di Torino che lavora all'Einaudi, si chiama Emilia, l'ho conosciuta tanto tempo fa, mi raccontava della sua vita, nel dibattersi nei problemi col marito da cui si era separata, i figli, la suocere, l'amante del marito, la moglie del marito. Tutti questi problemi le procuravano fenomeni fisici stregoneschi, reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato su alcun paziente. Che so, le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare, oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste, tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele. 834 Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi sbatterti, riuscire a scavare, a ricordare, a scoprire cosa hai dentro realmente, quale fatto vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi andare indietro, indietro mamma. "Mi sono presa un registratore e via a parlare a ruota libera. Come premo il tasto per la registrazione, non mi viene in mente niente. Cerco di ralassarmi. Vediamo… il primo trauma… per me è stato un trauma e grosso. anche se poi, ora, 30 anni dopo, mi rendo conto di aver guardato i fatti con ecessiva enfasi. HO scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore. L'ho vissuta 835 malissimo. Ho cercato di parlarne con lui, ma subito mi sono interrotta, imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata, incolta sul sesso: è la prima cosa che ricordo in questa incursione nella mia vita. Il mio rapporto con l'altro sesso è stato per moltissimi anni un rapporto "al servizio";mai avuto stimoli sessuali, la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava. . . ma scivolavo nel rapporto senza un grande desiderio di sesso. . ero portata ad assecondare il suo di desiderio. Del sesso, non sapevo nulla. quello che facevamo, era venuto da solo, l'avevamo scoperto insieme. 836 autodidatti. Ora, per fortuna è diverso. I giovani sanno tutto. prima ancora di avicinar si ad una donna. Mio figlio aveva un 13 anni e già se ne stava con un libro di anatomia in mano. (IMENE, vedevo soltanto un orecchio). L'orgasmo, l'ho raggiunto molto dopo che praticavo il sesso. Prima fingevo. Non me ne sono mai fatta un problema. PENSIERI: LA COPPIA Riuscirò fino alla morte a tenere per me che tu sei solo un uomo? Io cerco di capire tutto. . i tuoi bisogni. . mi sforzo di non dare maggior significato alle "cose" di 837 quanto in realtà non abbiano. . ; di leggerle per quello che sono: SESSO E GRATIFICAZIONE ma non mi posso impedire di soffrireper queste nostre due vite così unite e così irreversibilmente staccate. Due vite tronche, che vivono solo se congiunte ma si logorano e muoiono nella congiunzione. E' molto che sono morta. E' il saperti distratto da altro che mi ha tolto la vita. Senza di te non posso vivere, ma quanto pago questo mio vitale bisogno. Sono riuscita a superare tutto ciò che ho subito. Mi credevo armai forte. ma il dolore torna ogni volta come trentaanni fa. Sto vivendo un disperata e allo stesso tempo afettuosa solitudine. 838 Gironzolo per questo mondo come un ombra;pensieri bui mi schiacciano. Brontola la mia anima, il mio cuore, i miei sentimenti ti si rivoltano contro, il mio orgoglio di essere donna?Umiliato. E il non sentirmi "nessuno". Non mi accontenta essere "prima" nella tua vita. . è nel mio sesso a ridere che ti voglio tenere. Ti guardo davanti ad una ragazza qualsiasi, trasformato, ti rappresenti, ti dai un gra daffare, senza misura ne controllo. Ed io sono condannata da me stessa a starti a guardare, come tu, per tua scelta sei condannato a vivere con me. Che fare? 839 Intervista GENTE: FRANCA, TORNIAMO INDIETRO DI 40 ANNI, RACCONTACI IL TUO PRIMO INCONTRO CON DARIO. Le nostre strade s'incontrano ad un certo punto delle nostre vite, ma partono da punti assai diversi. Io nasco da una famiglia d'attori girovaghi, ed ho debuttato ad otto giorni, ne il figlio della "Genoveffa di Brabante", in braccio alla mia mammma. Via via che crescevo, ho interpretato tutti i ruoli possibili ed immaginabili maschili e femminili, finche, dopo i vent'anni ho lasciato la mia famiglia per seguire mia 840 sorella Pia che abitava a Milano in quel tempo ed era prima attrice giovane con Renzo Ricci. Il mio desiderio era di riuscire a mia volta entrare in una compagnia primaria. Un gran salto! Dario invece, studiava architettura al politecnico, e per passione raccontava favole grottesche agli amici, racconta oggi, racconta domani, s'è trovato scritturato nella compagnia di rivista, "Franco Parenti sorelle Nava". Nella stessa compagnia c'ero io. Il capocomico era di Carlo Mezzadri, l'allora marito di mia sorella Pia, che per strada ha lasciato il mestiere d'attrice per aprire una sartoria teatrale. Oggi Pia è 841 una affermatissima creatrice ed esecutrice di costumi teatrali. E' arrivata fino a Las Vega con le sue creazioni. Ha fatto una figlia, ha scritto un libro sulla nostra famiglia, gioca a poker, ama il tennis seguendolo sul teleschermo, la musica classica, legge molto, è curiosa, dimostra un vent'anni in meno di quelli che ha, ma quello che più conta, è che è generosa, spiritosa, caustica, insomma è il personaggio più divertente, poliedrico che io abbia intorno. Ci vogliamo molto bene. Abitiamo nella stessa casa, ci capita anche di litigare a volte, ma ci siamo l'una per l'altra, sempre. 842 E' lì che io e Dario ci siamo incontrati. Lui s'innamora subito di "questa sventola dolcissima", così mi chiamava. Si prende un imbesuimento di terzo grado. S'innamora subito, ma se lo tiene per se. Anzi non mi guarda per niente e se mi guarda non mi vede: come fossi trasparente! Com'è?! Seni tondi, gambe lunghe, capelli biondi eccetera eccetara. . . piena di ragazzi che mi giravano intorno e lui , 'sto spillungone anche bruttino, (ora è bellissimo! ) niente. Non faceva una piega! Non mi guardi? Ti castigo! Una sera, si provava lo spettacolo al cinema Colosseo, l'ho preso per le mani, l'ho messo contro il muro, e gli ho dato 843 un gran bacio, ma proprio un bacio bacio! E mi sono scoperta innamorata pazza. Il "da ridere" è che tutto è successo per scommessa. Siamo andati avanti per due anni tra baci e litigi. . . . classico degli innamorati, fino al giorno che ci siamo sposati: 24 giugno 1954 in Sant Ambrogio! Dario, metterà una battuta, per il fatto di accontentare madre di lei molto credente. " SALTO-FOTOCOPIARE PAGINE siamo sistemati alla bellemeglio. Il bambino ha pianto per quattro giorni di fila. Per quanto spirito di adattamento avessimo noi, 844 non riuscivamo proprio a comunicarlo a questo tipo appena nato che non sapeva niente della vita. Comunque faticavamo anche noi a cavarcela e per le scomodità e per la mia totale inesperienza "Piange? Avrà fame" Lo attaccavo al seno, lui ciucciava un po' e poi di nuovo "uhèèè uuuhèèèè! ""Oddio, forse è ammalato! " Al quinto giorno decidiamo di tornare in clinica e stabilirci lì. Il nostro ritorno è stato festeggiato dal personale con brindisi e abbracci. S'è scoperto subito la causa degli uhè del bambino: io avevo poco latte e lui aveva fame. Dopo aver nutrito il fantolino, ci hanno sistemati in una 845 bellissima camera vicinissima alla sala parto. Ci siamo addormentati immediatamente tutti e tre ed abbiamo dormito per almeno giorno intiero, finalmente rilassati. Ci siamo insriti molto bene in questa nostra insolita vita, abitavamo lì e cercavamo casa. Come vedevamo in carridoio davanti alla porta della sala parto un padre in angosciosa attesa Dario subito s'informava: "Sa è un parto cesareo! " E Dario: "non si preoccupi, anche Franca ha avuto un cesareo. . . Vero Franca?" e io "Sì, sì. . . è una sciocchezza, vedrà" E quello si calmava. E un altro: è messo di piedi". . . "Non si preoccupi, anche nostro figlio 846 è nato di piedi. . . e tutto è andato benissimo. Vero Franca?" Solo quando un padre era preoccupato perché la moglie stava partorendo 2 gemelli siamo rimasti senza parole. Tutti sapevano che avevamo un figlio solo. Ci siamo stati tre mesi in quella clinica. Quanti padtri e quante madri abbiamo rinfrancato. Qualcuno ci viene ancora a trovare con i figlio nato proprio in quei giorni. Che benissimo! Finalmente abbiamo trovato una casa in via Bruno Buozzi e ci siamo trasferiti. Una casa piccola con un terrazzo enorme. Nel palazzo vicino al nostro vivevano Roberto Rossellini ed Ingrid Bergam al 847 tempo della loro "colpevole" passione. Avevamo sempre amici fotografi che ci scongiuravano di poter stare nel nostro terrazzo per poter riprendere i due importantissimi innamorati. ed ero sempre la vamp del casta, la padrona di un night, qualche volta sola, qualche volta con un amante delinquente. Indossavo grepier, calze nere o abiti talmente stretti che spesso me li cucivano lettaralmente addosso al mattino e me li scucivano la sera. Non potevo fare la pipì, non potevo sedermi ed in più mi sentivo frustata dalla testa ai piedi. 848 Ho avuto in quegli anni, due grandi occasioni cinematografiche. Michelangeli Antognoni e Luchino Visconti. Per "Cronaca di un amore" Antognoni aveva scelto me. Io, allora, avevo un grande complesso (complesso che in parte, nonostante varie operazioni ho ancora oggi): ero strabica - strabica, timida e insicura. Nascondevo i miei occhi sotto a degli occhialini lunghi, stretti e scuri. "Lo so che sei strabica, ma per farti fare il film, devo vedere i tuoi occhi. Su. . . coraggio, togliti gli occhiali". Me lo ha chiesto almeno tre volte, paziente e gentile. Beh, non 849 ce l'ho fatta e la parte la interpretò Lucia Bosé. Visconti si era intestardito su di me, per un ruolo in "senso". Io stavo in tournée con Dario a Trieste. Telefonate sopra telefonate. E mi spiaceva lasciare la compagnia, Dario e mi sentivo come sempre insicura. "Sì, scendo, faccio il provino poi magari mi dicono di no. . . " - "No, ti prende a scatola chiusa gli abbiamo portato tutte le bionde d'Italia, non gliene va bene nessuna. Se vuoi ti mandiamo il contratto. " Niente non me la sono sentita, qualcosa mi ha bloccato. Il ruolo è andato a Marcella Mariani bruna, fragile, ex miss Italia, completamente 850 diversa da me. aveva cambiato tipo. Visconti Il giorno della prima del film a Bruxelles, Marcella Mariani è partita in aereo per quella città. Se io avessi interpretato quel personaggio quasi sicuramente sarei stata al suo posto. L'aereo è precipitato. Tutti morti. Ecco cosa mi aveva bloccato. Il mio sesto senso mi aveva salvato la vita, come è capitato altre volte. Da quel giorno, se qualcosa mi salta nel lavoro od altro, penso che così doveva essere, il negativo diventa positivo "doveva andare così". Nel '57 mi sembra vengo scritturata dal Teatro Arlecchino a Roma, per 851 interpretare un testo di Feydeau che sembrava scritto per me: "Non andartene in giro tutta nuda". Dario scrive per i fratelli Bonos, che poi non ne hanno fatto nulla, un atto unico "Gli imbianchini non hanno ricordi" Ci prende gusto e ne scrive altri. A quel punto gli propongo di ritornare a Milano e farci una compagnia nostra. Interpelliamo Paolo Grassi allora direttore del Piccolo Dopo la clamorosa rottura per Canzonissima, la TV ci era proibita, ma c'era sempre il teatro. Nel '63 ci fu il nostro spettacolo su Colombo "Isabella, tre caravelle e un cacciaballe", che quest'anno 852 verrà presentato per le Colombiadi, in spagnolo a Valencia, con la regia di Arturo Corso e anche trasmesso dalla II rete in ottobre. L'anno dopo "Settimo ruba un po' meno" e via via, ogni anno uno spettacolo nuovo, di successo, fino al '68, alla decisione, presa con Dario di lasciare il teatro tradizionale e di mettere a disposizione il nostro lavoro per sollecitare una presa di coscienza. La simpatia per la classe operaia non bastava più. La lezione ci veniva direttamente dalle straordinarie lotte operaie, dal nuovo impulso che tutti i giovani stavano dando nelle scuole alla lotta 853 contro l'autoritarismo, l'ingiustizia sociale, le spinte per un nuovo rapporto con le classi sfruttate, per creare una nuova cultura. Dovevamo smettere di fare gli intellettuali che, comodamente sistemati dentro e sopra i propri privilegi di casta, si degnano, bontà loro, di trattare anche i problemi degli sfruttati. Dovevamo deciderci a metterci interamente al loro servizio: diventare i giullari degli sfruttati? Questo voleva dire andare a recitare in strutture che fossero gestite da loro, dalla classe operaia. Ecco perché subito pensammo alle case del popolo. 854 Facemmo teatro nelle case del popolo, nelle piazze, nei bocciodromi, poi in una capanna di via Colletta a Milano, alla famosa palazzina Liberty, sempre a Milano, che ristrutturammo completamente e che poi ci fu tolta. Nel '73 ci fu anche un episodio terribile nella sua vita. Vuole parlarne? Non ne parlo volentieri. Sono passati quasi 20 anni, ma mi basta un niente per ritrovarmici dentro di colpo. Nessuna donna che abbia subito violenza sessuale, potrà mai staccarsi completamente da quel momento orribile. 855 Sono stata caricata su di un furgoncino da tre individui e poi scaricata stravolta e sanguinante vicino alla metropolitana di via Dante. Non ho detto a nessuno quello che mi era realmente accaduto. Nemmeno a mio marito. L'umiliazione della violenza sessuale, lo sfregio, era sopratutto per lui e per mio figlio. No, me ne sono stata zitta: più dignitose "le botte". Mi sono tenuta tutto dentro, ma ho sbagliato. Il non averne parlato con nessuno , l'essermi tenuta tutto dentro (anche se tutti avevano intuito quello che realmente mi era successo) mi teneva in una continua tensione. Un caro amico, il professor MACACCARO, che 856 mi era stato molto vicino con gli avvocati in quei giorni così pesanti, mi ha consigliato un' analista donna, ma io non me la sono senita. Dopo tre anni ho deciso di scrivere quanto mi era successo. . . Senza una parola ho passato i fogli a Dario. Li ha letti. Senza una parola mi ha abbracciato. Finalmente ce l'avevo fatta! Un nodo, il primo, si era sciolto. Poi, in appoggio alla campagna che si stava facendo in quegli anni per l'approvazione di una legge contro la violenza sessuale, ho deciso di portare quanto avevo scritto in teatro. Andai di colpo in scena, senza provarlo (non riuscivo) e senza che nessuno della compagnia lo sapesse. Solo Dario ed io ne 857 eravamo al corrente. All'ultimo momento, invece di recitare "il risveglio" annunciai un brano nuovo. " Ho trovato questa testimonianza su di un giornale e ve la recito" Da quella sera ho replicato "lo stupro" (questo è il titolo del brano) almeno duemila volte. E via, anche il secondo nodo si stava sciogliendo. Mio figlio dice: "sei andata in analisi davanti a migliaia di persone. " Poi l'ho recitato anche in Fantastico, quello di Celentano. E' andata così. Gli atti di violenza sessuale contro ragazze erano all'ordine del giorno. Processi, stupri, violenze fisiche e morali contro le donne. Sono sempre più 858 impegnata in questo campo. Propongo il brano a Celentano. Accetta. Ci sono resistenze da parte della prima rete, ma lui ha un contratto di ferro. e alle 20, 30 finalmente mi comunicano che prenderò parte alla trasmissione. . La voce è circolata in sala stampa. Due giornaliste vengono in delegazione e mi chiedono una conferenza stampa dopo la trasmissione. Va bene. Eseguo il brano, precisando come sempre che è una testimonianza di una donna che ho trovato su di un giornale. Sono molto tesa. I fotografi non stanno fermi un attimo. Per riuscire ad arrivare alla fine mi devo concentrare completamente. Ci sono dentro in pieno. 859 Soffro come allora. Rabbia, umiliazione, terrore. Un brutto momento. Alla conferenza stampa qualcuno accenna al fatto che quella storia era la mia. ( a suo tempo ci fu gran chiasso e solidarietà sui giornali) Ho negato molto decisa ma egualmente qualcuno privo di sentimenti e di rispetto me l'ha attribuita sui giornali del giorno dopo. Per me è stato duro. Fin che la gente non sapeva, diciamo, magari qualcuno lo intuiva ma con me non ne parlavano, io potevo portare quell'esperienza in teatro, ma da quando si è saputo ho deciso di non farlo più. Non avrei potuto, a parte che sarebbe stato anche di cattivo gusto. 860 Nella sua vita c'è stato un altro grande incidente vuole raccontare di Genova? Dovevo tenere all'Italsider il mio spettacolo "Tutta casa letto e chiesa". Arrivai in città la sera prima. Prima di entrare in albergo avevo visto nell'altro lato della strada, una farmaci aperta. Volevo lavarmi i capelli e così avvertii i compagni che mi seguivano sempre, allora, Piero e Roberto: "Vado in farmacia. Torno subito" - "Aspetta ti accompagnamo" dissero loro. Dall'episodio di Milano non sono mai uscita sola. "Ma no, 861 vado da sola, torno subito. La farmacia illuminata e splendente. Io finalemnte libera mi sentivo felice, compravo saponette, detergenti, oltre allo shampoo; mi pareva di essere in vacanza. Con le mie compere in mano uscii dalla farmacia e. . . mi svegliai al Pronto soccorso dell'Ospedale San Martino. Più tardi seppi che ero stata travolta da un auto guidata da un uomo angosciato e fuori di sé perché era appena tornato dallo stesso ospedale, il San Martino, in cui avevano ricoverato la figlia anche lei vittima di un incidente d'auto. Che jella! 862 Ho passato la prima notte, sulla barella del pronto soccorso. Non c'erano posti letto. Ma tanto io non capivo nulla. Ricordo assai vagamente la corsa dell'autombulanza, e un gran dolore al braccio sinistro , omero fratturato, lamentavo un bruciore al gomito, più avanti a tutto l'avambraccio, poi alla mano. Mi hanno detto che era "causalgia" cioé dolore urente, bruciante. Poi a poco a poco (in due giorni) ho perso sensibilità alle dita, alla mano tutta, al braccio. Insomma paralisi. Un ematoma (toltomi due mesi dopo dal Prof. Morelli, una montagna di abilità e umanità che opera 863 all'ospedale di Legnano) strozzava i tre nervi, ulnare, radiale e mediano. Dopo tre giorni dal ricovero mi ingessarono. Tre ore d'intervento assai difficile, eseguito dal Prof. Roncalli. Sono stata a piangere 24 ore su 24 per mesi e mesi: antidoilorifici potenti e in dosi massicce minacciavano di fare di me una tossicodipendente. Più di una volta ho pensato al suicidio. Mi hanno salvato l'amore dei miei in particolare Dario Iacopo mia sorella, gli amici. . . Mi salvò il lavoro Infatti dopo otto mesi d'immobilità decisio di riprendere. Ora, ho imparato a conviviere col dolore, mi sono quasi 864 abituata. anni. Sono passati 14 SALTO SALTO SALTO IL SUO RAPPORTO CON LA RAI Al di fuori del nostro teatro , per la RAI ho fatto per pochissimo "La professione della signora Warren" di Shaw con la regia di Albertazzi e qualche altra partecipazione . . Ora mi piacerebbe poter dare in TV lo spettacolo di quest' anno "L' eroina " e "La donna grassa" Molte madri ci hanno portato i loro figli , mi hanno ringraziata dicendomi: "Ha fatto più effetto a mio figlio il suo spettacolo che cento discorsi nostri" Per la 865 donna grassa ho avuto degli incontri magnifici con donne che si identificavano col personaggio e ne ricevevano forza oltre che gran divertimento. Sono più che consapevole dell' importanza della televisione . Il contatto diretto col pubblico in teatro è insostituibile, ma in teatro raggiungi al massimo centomila persone in un anno mentre invece in televisione mal che vada , in una sera ti vedono almeno due milioni di persone . due volte ho provato sulla mia pelle il potere del mezzo televisivo : la prima é stata con Celentano, la seconda é una trasmissione della Carrà dove dissi che mi separavo da Dario mentre in ascolto c' erano 866 12/15mila persone: sono cifre che fanno paura. Non bastano dieci vite per una teatrante per arrivare ad un così numeroso pubblico . Quella volta , della Carrà , non avevo assolutamente programmato di dire che stavo lasciando Dario . Lei intervistandomi scherzava dicendo: " Ma è vero che Dario… ma è vero che Dario?" alludendo alle numerose ragazze che sempre gli girano intorno. Lei scherzava, ma io , al quarto "ma è vero che" non ho potuto fare a meno di rispondere: " Sì, è vero, ma è anche vero che l'ho lasciato. " Ho avuto subito la sensazione del clamore che avrebbe suscitato la mia dichiarazione. Fuori dallo 867 studio c'era una giornalista, che stravolta mi ha chiesto: " Ma è vero?! " E' scoppiato il finimondo! Giornalisti mi davano la caccia persino dall'estero. Ho dovuto cambiare albergo. Poi trovavo gente, separata anche tre volte, che mi diceva: " Ma tu non puoi! " . Che assurdità! Perché mai io non avrei dovuto potere? E' PENTITA DI AVER FATTO QUELL'ANNUNCIO IN DIRETTA? No, non mi sono pentita, ero depressa, avevo voglia di verità. La Carrà poi, è stata molto simpatica: subito dopo la trasmissione esplosiva, mi ha regalato un servizio per la 868 pìrima colazione con una sola tazzina e tanti auguri. Poi quando Dario ed io siamo tornati insieme (praticamente quasi subito) mi ha inviato anche l'altra. Gentile e spiritosa. L'unica cosa di cui mi sono pentita è l'aver sofferto tanto. Ora, a distanza di anni, mi sono resa conto che la storia forse non era tanto importante come mi era sembrata, tantè che è finita in nulla. Ma è difficile essere sempre lucide e razionali. A volte ci riesco. Altre, no. Mi sono fatta una grande esperienza in fatto di matrimonio, convivenza, 869 ragazze che vogliono tuo marito a tutti i costi, pronte come il NESCAFE', col bidè già fatto. . . . Potrei aprire una scuola per mogli; mi piacerebbe poter tenere le mie lezioni in una trasmissione televisiva. Chissà quante donne verrebbero a scuola! L'omportante è capire l'uomo con cui stiamo, l'uomo che amiamo, l'uomo al quale teniamo. Capire che tipo di rapporto c'è tra noi. Importante? Indispensabile? In questo caso occorre riflessione profonda. Decidere la strada da prendere che non deve essere quella delle scenate e delle tragedie. Se c'è casino in casa pensa che liberazione andare dalla nuova fidanzata 870 fresca, giovane e sempre allegra. Dobbiamo capire anche che il nostro commpagno sta invecchiando, come noi del resto, (anche se noi donne siamo più coscienti degli anni che passano, accettiamo la maturità, la vecchiaia, per cultura in modo diverso , con maggiore consapevolezza, dignità) avere quindi comprensione per i suoi "ultimi colpi". Fa malinconia? Ci credo e mi dispiace, ma è così. Anche questo è amore a 18 carati. Invece se il rapporto non vale granché. . . ebbene, lasciatelo andare e che vada a morì ammazzato. Si fa per dire. Sto ovviamente semplificando. L'interrogativo è perché 871 ragazze di 20 anni si mettano con uno che ne ha trenta quaranta più di loro. Naturalmente è sempre uno importante: il grande pittore chirurgo attore cantante regista scrittore ecc. Non si conoscono storie d'amori travolgenti tra una ventenne ed un pensionato dell'Imps. Sì, è vero, il pensionato è molto meno affascinante. Comunque, se un rapporto è importante, ed il rapporto mio con Dariop lo è, è inutile mettersi in mezzo, si diventa solo strumento di divertimento e di piacere dell'uomo. Un'altra volta al suo servizio. Punto e basta. PARLIAMO DI ALCATRAZ 872 L'anno scorso ad Alcatraz c'è stato un ragazzo particolrarmente difficile, non parlava, sembrava che nemmeno sentisse, non stava ritto in piedi doveva essere addirittura imboccato, accudito da quattro persono che si alternavano nelle 24 ore. ( Se non sapete come sono fatti i santi, dovreste conoscere queste assistenti sociali) Per tutto l'anno Adamo, questo è il suo nome, stava in un istituto, istituto che chiude in agosto! ! L'Usl non sapeva dove portarlo. Per un mese Jacopo l'ha ospitato. Aveva messo materassi alle pareti e a terra, gli si portava il pranzo in camera, , insomma si cercava di stargli vicino ed è 873 stato per me un momento di profonda emozione quando ho capito che riconosceva la mia voce. Questo è il lavoro di mio figlio, lavoro che porta avanti con gioia e fatica, senza mettersi fiori all'occhiello. Ogni tanto penso che avrebbe potuto scegliersi un'altra strada, che so, disegnare (è un bravo disegnatore satirico) o scrivere ( scrive benissimo) insomma fare un lavoro più vicino al nostro, faticare di meno e forse avere maggiori gratificazioni, ma lui è felice così. E noi con lui. 874 lo studio di un analista INFINITO L'INFINITO: Così viene chiamato il fondale azzurro chiaro che gira tuttintorno al palcoscenico) nel quale LA DONNA agirà rivolgendosi direttamente al pubblico. Che porterà via via, dall'analista, o al tribunale e viceversa. Nell'infinito, la donna commenterà e denuncerà i fatti. Interpellerà il pubblico, con domande precise. Ed esigerà risposte precise. Per agevolare il dialogo si avvarrà della collaborazione del pubblico. Non avete il 875 coraggio Scrivete, insieme. d'intervenire? ne discuteremo LO DELL'ANALISTA: STUDIO La nostra donna c'è andata controvoglia. Non ha fiducia. Mentre parla, su di uno schermo vengono proiettati i suoi pensieri: l'esatto contrario di quanto va dicendo. Mente su ogni cosa. Parla e pensa al costo dell'analisi. 400 mila lire la settimana, 80 mila lire l'ora per 3 giorni, per 12 mesi. 20 milioni l'anno. Quello che sto facendo è inutile. "Devo smettere. " Ma ogni 3 giorni è lì, come 876 tossicodipendente dell'ora di protagonismo che si regala. L'ORA in cui esiste in cui c'è. Più avanti - dallo schermo che ripete fedelmente le sue parole, il pubblico capirà che si è bloccata, e che è arrivata ad una lettura fedele di quello che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di conoscenza, di se, attraverso i ricordi: Violentata dal padre a 10 anni. Violenza che lei, credeva legittima, in quanto pensava "è mio padre, se l'ha fatto vuol dire che è naturale, che doveva farlo. Ha accettato la violenza del padre, come la varicella, la scarlattina, le mestruazioni. Nessun trauma, è mio padre, mi vuole bene. 877 DA LUI male non me ne può arrivare. Solo più tardi, capirà l'errore di valutazioni. Ma ancora oggi non sa che peso quella violenza abbia avuto sulla sua vita. INSERIRE PRIMI RAPPORTI CON L'ALTRO SESSO Studiato con indifferenza per la promozione: diplomata? Laureata? Studiato con grande curiosità e letto tutto (si fa per dire) per un suo bisogno di sapere. Si è specializzata, (diciamo fissata?) sulla vita dei filosofi, ed ha elaborato alcuni concetti filosofici a suo uso e consumo. Per la verità scoccia anche gli altri, ma alcune volte se ne trae anche 878 un buon profitto per l'anima. Ha fatto suo una tra le regole più strane osservate dalla "setta" si chiamava così, (scuola) fondata da Pitagora: NON MANGIARE LE FAVE. Questo è il "comandamento" più bizzarro del catechismo pitagorico. Aristotele dice che era per via di una qualche rassomiglianza con l'organo maschile, da ciò deduciamo che Pitagora doveva essere un gran bigottone. E qui a questa versione (spiegazione) che la nostra donna si attiene: se un pensiero così, ripeto "bizzarro", astuto è diventato un "comandamento" di una scuola filosofica fondata da Pitagora, un presocratico, vissuto secoli e secoli A. C. , beh, 879 qualchecosa significare. deve pur 3) Sposata, con amore, ma perché ci si sposava tutte. 4) Avuto figli, non particolarmente desiderati, né programmati perché così era sempre stato. 5) Vissuto la vita coscienza alcuna. senza Abortito senza riflessione. Non desiderato niente di particolare. Tutto quello che "NONOSTANTE LEI" ha è 880 6) Sofferto come tutte. Subito come tutte. Pianto come tutte. E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA Ribelle come tutte. Sul grande schermo scritto in diverse dimensioni appare a questo punto del dialogo con l'analista: PERC APPARE Di pari passo alla presa di coscienza del suo essere donna della nostra donna, del suo maturare - da oggetto a soggetto - abbiamo piccoli stacchi e ci troviamo in Tribunale al PROCESSO. 881 TRIBUNALE: E' un processo che la nostra DONNA vuole. E' molto incerta. Chi vuole processare? "La Società? L'educazione? La famiglia? La madre. . . " Non mi ha mai detto niente. Mi hai insegnato l'onestà facendomela vedere con la sua vita. La morale o il moralismo? Cos'è il SESSO? Nessuno me ne ha mai parlato. Il padre. Amico? Nemico? Gli amici? Il marito? I figli? E' confusa. Lentamente progredisce nell'inchiesta, 882 nel domandarsi e alla fine il processo lo chiede per lei. E' lei che si accusa. "Ho vissuto come una capra. Ho accettato tutto pensando, seguendo i mille luoghi comuni che la società ti dà con la prima poppata. Voglio essere processata e condannata per non essere riuscita, nonostante l'essere stata militante politica, forse anche un'avanguardia femminista, piena di ottime teorie per le altre e minima pratica verso me stessa. Ribellioni e una presa reale di coscienza . E qui escono tutti gli errori di una donna della mia generazione. Errori che forse potranno servire per un miglioramento della qualità 883 della vita. Scelte programmate, meditate, ecc. DIO: il primo maschilista. (voluto inventato dagli uomini) Eva tentatora peccatrice. Perché non Adamo? Mosè sul Monte siani: tavole Le I comandamenti NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI (Siamo fin da allora OGGETTI. Non desiderare l'uomo d'altri: undicesimo comandamento. Nell'etica della nostra vita ci vorrebbe. 884 I FIGLI L'unica cosa che non può fare l'uomo sono i figli. NOI POSSIAMO CREARE UN INDIVIDUO. DICI NIENTE? Che uso ne facciamo di questo potere divino? Troppo spesso è un potere male usato. E quando ci separiamo, i figli non sono spesso usati come materia di ricatto? Cosa pagano i figli per i nostri errori? LISISTRATA: Uomini volete la guerra? Niente amore. 885 DONNA OGGI: creare una creatura umana è un miracolo. Ho questo potere io, solo io. Smettiamo di fare figli per almeno tre anni. Ragionamoci bene sopra a 'sta incredibile ricchezza che solo noi possiamo elargire. Valutiamone il profondo significato, poi, con le idee finalmente chiare, riprendiamo a far miracoli, facendo ben sentire all'uomo che è un miracolo al quale sta assistendo. Così finalmente le donne saranno rispettate. Se non altro durante la gravidanza. L'ABORTO 886 I contraccettivi nelle scuole. L'educazione sessuale. Abortire è un trauma. Non puoi abortire come andare dal parrucchiere, con la stessa facilità. Come ti senti dopo che hai abortito? Ti rimane addosso qualcosa? La prossima volta che farai? IL MATRIMONIO Tutti ne parlano male e tutti ci si rompono la testa. L'uomo che hai sposato ragazzo (giovane) quasi sempre, poco ha in comune col vecchio signore che hai al fianco, con cui hai diviso la vita, gioie e 887 dolori. Nonostante questo ti ostini, per via della prima poppata piena di ideologie sbagliate a vivergli accanto. A QUALSIASI COSTO. Ovunque in tutti questi anni ho ascoltato discorsi di donne disperate, la canzone è sempre la stessa. La storia di Medea si ripete nei tempi, uguale, a qualsiasi classe sociale tu appartenga. L'IDENTICA CANZONE, raccontata, tra lacrime, o freddamente, o con rabbia o con rassegnato dolore, o su di un letto, dopo un tentato suicidio, o in casa di cura se sei ricca, in manicomio se sei povera. Sono storie di anni di umiliazioni, di tentativi di 888 ogni tipo. "Sta invecchiando. . . sono gli ultimi colpi" e poi ti accorgi che non sono gli ultimi, né saranno i penultimi. Stai zitta, e aspetti. Gridi, e aspetti. Ti allontani, e aspetti. Ma cosa cazzo aspetti? Cos'è che ti schiaccia? Cos'è che t'ha cancellato il sorriso? Cos'è che ti ha messo la faccia a lutto? Cos'è che ti ha convinta che sei morta? Perché non dormi, perché pensi, perché sei fissata? Sei fissata? SEI FISSATA. Che meccanismi sono? L'orgoglio, paura della solitudine? I soldi? LUI? L'AMORE? L'AMORE? Ma dai, guardalo bene, porta gli anni meno bene di te. E' 889 ancora divertente, spiritoso, affascinante come 20, 30 anni fa? I programmi televisivi chi li sceglie? Il peso delle cose più noiose sulle spalle di chi, è appoggiato? Com'è la tua giornata con lui? Le tue serate, le tue notti? Cosa vi dite ancora? Cosa ti dà? Analizza, analizza. T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo, peggiorate. La vera differenza tra un uomo e una donna credo consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso 890 dell'onestà, (non tutte) della giustizia, dell'integrità. Siamo soggetti morali, (non tutte) e a volte purtroppo solo moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, forza, denaro. FASCINO. BELLEZZA. Tutte QUALITA' privilegi che ti derivano dal potere. IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUO' PROCURARTI. Con il potere che ti balla intorno anche ne vorresti un po'? No? Essere donne continua ad 891 essere difficile, e nel cammino della vita (è con rammarico, che sono costretta a riconoscerlo) ti senti con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri essere come te, anime del tuo stesso sesso. Sì, amarezza e sconvolgimento. La donna è troppo spesso, la maggior 892 nemica della donna. lavoro e nella vita. Nel Giovani o vecchie, interrogate, provate ad interrogare. Quasi tutte, fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ma vero è che l'amore uomo lo fa quasi sempre con una donna. O giovane come te, o molto molto più giovane di lui. E tu stai a guardare. Si fa per dire. Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in discussione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, o vecchio. L'impegno, per la giovane in 893 questione, sarà minimo. In tutti i sensi. Intendiamoci, può anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono allegerirlo assai, come peso. E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia, di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU SAI GIA' TUTTO. PERCHE' E' IL RIPETERSI, del ripetersi, del ripetersi. Aspetti, ed a volte inutilmente. Non succede nulla, o succede proprio quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di è che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di 894 oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta sposare uno scrittore importante per scrivere un buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un pittore, sempre importante, per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di potere, puoi correre nella carriere, ma se non hai nella testa le cose giuste. Sembra che tu. . . ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) 895 La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto tuo, guardalo: che non si vede per quello che è realmente, abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. &&& BUSCAGLIA Nell'inverno del '69 nell'Università di a S. Francesco il prof. Leo Buscaglia decide di dare inizio ad un corso sperimentale gratuito, liberi gli studenti di nadare e venire a loro piacimento, dedicato alla 896 crescita e individuale. all'evoluzione Suo desiderio era che quel corso si risolvesse in un'esperienza del tutto inedita nel campo dell'insegnamento, e che fosse per lo studente di grande interesse e di amplissima portata, in attinenza con le sue esperienze immediate: "CORSO D'AMORE". Lui stesso aveva sull'argomento conoscenze ed esperienze limitate, come i suoi studenti, e quindi si sarebbero tutti attivamente impegnati nella scoperta dei veri significati insiti nella parola AMORE. 897 Sì, sono tutto amore, e non me ne vergogno. Ho un unico messaggio e posso fornirvelo seduta stante. Viviamo in un'epoca che comincia realmente ad esortarci a cogliere i significati della vita. Ci andiamo abituando ad una nuova nomenclatura. "Condizionamento" "forme e modifiche del comportamento. " "Ciò che è necessario rafforzare" "ciò che è rafforzato" e che probabilmente determinerà il comportamento. Per raffozzarci ci serviamo del denaro, delle campagne, dell'elettroshock, e perfino dei dolciumi. Quando qualcuno si comporta nel modo giusto gli ficchiamo una caramella in bocca. 898 Il mio messaggio odierno è: la miglior caramella del mondo è un essere umano, caldo, palpitante, che non si scioglie affatto. Quella chicca, sei TU. Il vero amore è un fenomeno prettamente, totalmente umano. Non insegno l'amore nel senso stretto del termine, mi limito a facilitare il fiorire dell'amore. Il fenomeno - amore - è un quid che noi scopriamo. L'essere umano crede nel cambiamento, se non apprezziamo la situazione nella quale versiamo, in termini d'amore, siamo in grado di modificarla di dare vita ad un nuovo scenario. 899 Possiamo donare solo ciò che abbiamo, in questo sta il miracolo. Se abbiamo amore, possiamo donarlo, se non ne abbiamo, agli altri è impossibile. Non è tanto una questione di dare, ma di condividere, spartire. Ti rendo partecipe, e non la perdo, perché già ce l'ho. "L'affetto quale elemento modificatore del comportamento umano. " Gli scienziati, psicologi, antropologi, sociologi hanno ignorato l'amore, è sconvolgente, perché tutti ne abbiamo bisogno ed aneliamo ad esso senza posa. Tuttavia non è fatta materia d'insegnamento. Si dà per scontato che l'amore ci venga 900 fornito tramite e per effetto di una misteriosa forza vitale. "Viviamo tutti in comunità, tuttavia moriamo tutti di solitudine. " L'individuo capace di amare deve aver cura di se stesso. Badare realmente alla sostanza della propria personalità: "Ogni cosa viene filtrata attraverso me, quanto migliore sono, tanto maggiore è ciò che ho da dare. Tutto devo fare, per essere il più bello, il più straordinario, il più fantastico, tenero affettuoso essere umano del mondo. In noi si manifesta solamente una minima porzione di ciò che realmente siamo. Nondimeno ci sentiamo 901 perfettamente paghi essere quel che siamo. di Lo psichiatra londinese R. D. Laing avanza un'ipotesi provocatoria e suggestiva: "Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo, amiamo molto meno di ciò che esiste ed in tal senso siamo molto meno di ciò che siamo. " Su tali premesse dovremmo sentirci spronati senza di diventare. . . un quid, riposto nel profondo di ciascuno di noi che differisce da individuo a individuo. lavorare su questa stesura 30 LUGLUO &&& 902 Sto male di salute, ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le malattie che io sono riuscita(un vero primato! ) ad accumulare negli anni(che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghie-, tricotillomania-strapparsi capelli, attorciliarli stretti al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili. Quando uno è in ansia, si strappa i capelli , se sola, si mangia le unghie in presenza di altri. )E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello che ho avuto negli ultimi due mesi a Boston. "Oh, ma come sono felice, rilassata! "Un bubbone della grandezza di un mandarino 903 nel seno sinistro, proprio sopra a quello che chiamiamo cuore, dolore ai reni con perdita di sangue, lastre, calcoli frantumati, tracce anche in vescica, dolori muscolari alle gambe, crampi durante il sonno, gamba sinistra, dopo immobilità di qualche ora, non rehhe e duole. "Cos'è, il lazzaretto tutto di un colpo?"NO, è che il tuo fisico si fifende come può. lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione che tu vivi male. Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni, gli interventi, malattie inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite che ti scoppia oggi, inizio di una commedia che non ti piace 904 e che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo. Tu come un pappagallo ripeti"sto bene"e sei pure convinta, invece"credi" di star bene, ma nel tuo subconscio stai malissimo?Tutta la colpa è del subconscio. Freud ha detto un sacco di cose relativamente importanti, cose che anche altri avevano detto, l'unica sua* scoperta essenziale per la vita dell'uomo per la sua mente è 'sta storia del subconscio. 'Sta storia del subconscio deve essere vera. Mi viene in mente una tipa di Torino che lavora all'Einaudi, si chiama Emilia, l'ho conosciuta tanto tempo fa, mi raccontava della sua vita, nel 905 dibattersi nei problemi col marito da cui si era separata, i figli, la suocere, l'amante del marito, la moglie del marito. Tutti questi problemi le procuravano fenomeni fisici stregoneschi, reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato su alcun paziente. Che so, le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare, oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste, tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele. Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi sbatterti, riuscire a scavare, a ricordare, a scoprire cosa hai dentro realmente, quale fatto vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi 906 andare indietro, indietro mamma. "Mi sono presa un registratore e via a parlare a ruota libera. Come premo il tasto per la registrazione, non mi viene in mente niente. Cerco di ralassarmi. Vediamo. . il primo trauma. . per me è stato un trauma e grosso. anche se poi, ora, 30 anni dopo, mi rendo conto di aver guardato i fatti con ecessiva enfasi. HO scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore. L'ho vissuta malissimo. Ho cercato di parlarne con lui, ma subito mi sono interrotta, imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata, incolta sul sesso: è la prima cosa che 907 ricordo in questa incursione nella mia vita. Il mio rapporto con l'altro sesso è statoo per moltissimi anni un rapporto "al servizio";mai avuto stimoli sessuali, la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava. . . ma scivolavo nel rapporto senza un grande desiderio di sesso. . . ero portata ad assecondare il suo di desiderio. Del sesso, non sapevo nulla. quello che facevamo, era venuto da solo, l'avevamo scoperto insieme. autodidatti. Ora, per fortuna è diverso. I giovani sanno tutto. prima ancora di avicinar si ad una donna. Mio figlio aveva un 13 anni e già se ne stava con un libro di 908 anatomia in mano. (IMENE, vedevo soltanto un orecchio). L'orgasmo, l'ho raggiunto molto dopo che praticavo il sesso. Prima fingevo. Non me ne sono mai fatta un problema. SALTO E SI ARRIVA A PARLARE DELLA COPIA APERTA. E così. . . s'è infiltrata tra i giovani il concetto "amore libero". . . nei giovani. . . e anche . . . in quelli meno giovani. Tra gli animali, il leone ad esempio, sceglie la femmina per la "vita", il loro matrimonio, pur non essendo celebrato in chiesa è 909 indissolubile. Ma c'è assoluta libertà nel rapporto sessuale. . . per tutti e due. . . Quella del maschio per la femmina, la "sua" femmina, è una protezione militare, cioè difesa della vita, non sessuale. Quanti di voi vorrebbero essere un leone?. . . una leonessa? (ruggito) Fuori la verità! (ruggito). Questo per gli animali. . . In molti popoli primitivi, l'amore libero è praticato da sempre. Il rapporto sessuale libero! Come vorreste essere un primitivo, lo sento! Il più creativo in fatto d'amore libero fra tutti, è il popolo della Papuasia. 910 Creatività. . . senza offesa. . . che non può che essere femminile. . . Non so se ancora oggi. . . ma in Papuasia l'hanno inventata bella per fare sesso libero, e lì la donna è padrona e il maschio in soggezione, c'è addirittura la convinzione, che i bambini siano nel grembo della donna dalla sua nascita, voglio dire della donna, ma per crescere. . . e di conseguenza, nascere, devono essere nutriti. . . con sperma. Vi immaginate la scena? Ogni volta che la donna. . . la DONNA! , ha voglia di fare l'amore urla: " il bambino ha fame! ! Il bambino ha fame! ! " e via. . . tutti gli uomini della tribù che corrono a 911 nutrirlo. . . "Adesso basta. . . ha mangiato abbastanza! Via, andate via! " La cosa più bella, che "il figlio" quando nasce non è figlio tuo e tuo o tuo, non c'è paternità individuale, ma collettiva: il figlio è di tutti! Se Dio fosse stato della Papuasia il paradiso terrestre l'Eva avesse impostato il suo rapporto con Adamo come le donne della Papuasia, pensa te che sconvolgimento! La storia del mondo sarebbe cambiata, così gli usi. . . i costumi. . . Che civiltà. BIOGRAFIA TENTATIVO FRANCA- 912 Sto male di salute, ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le malattie che io sono riuscita(un vero primato! ) ad accumulare negli anni(che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghie-, tricotillomania-strapparsi capelli, attorciliarli stretti al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili. Quando uno è in ansia, si strappa i capelli , se sola, si mangia le unghie in presenza di altri. )E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello che ho avuto negli ultimi due mesi a Boston. "Oh, ma come sono felice, rilassata! "Un bubbone della grandezza di un mandarino 913 nel seno sinistro, proprio sopra a quello che chiamiamo cuore, dolore ai reni con perdita di sangue, lastre, calcoli frantumati, tracce anche in vescica, dolori muscolari alle gambe, crampi durante il sonno, gamba sinistra, dopo immobilità di qualche ora, non rene e duole. "Cos'è, il lazzaretto tutto di un colpo?"NO, è che il tuo fisico si fifende come può. lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione che tu vivi male. Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni, gli interventi, malattie inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite che ti scoppia oggi, inizio di una commedia che non ti piace 914 e che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo. Tu come un pappagallo ripeti"sto bene"e sei pure convinta, invece"credi" di star bene, ma nel tuo subconscio stai malissimo?Tutta la colpa è del subconscio. Froid ha detto un sacco di cose relativammente importanti, cose che anche altri avevano detto, l'unica sua scoperta essenziale per la vita dell'uomo per la sua mente è 'sta storia del subconscio. 'Sta storia del subconscio deve essere vera. Mi viene in mente una tipa di Torino che lavora all'Einaudi, si chiama Emilia, l'ho conosciuta tanto tempo fa, mi raccontava della sua vita, nel dibattersi nei problemi col marito da cui si era separata, 915 i figli, la suocere, l'amante del marito, la moglie del marito. Tutti questi problemi le procuravano fenomeni fisici stregoneschi, reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato su alcun paziente. Che so, le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare, oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste, tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele. Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi sbatterti, riuscire a scavare, a ricordare, a scoprire cosa hai dentro realmente, quale fatto vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi andare indietro, indietro mamma. "Mi sono presa un 916 registratore e via a parlare a ruota libera. Come premo il tasto per la registrazione, non mi viene in mente niente. Cerco di ralassarmi. Vediamo. . il primo trauma. . per me è stato un trauma e grosso. anche se poi, ora, 30 anni dopo, mi rendo conto di aver guardato i fatti con ecessiva enfasi. HO scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore. L'ho vissuta malissimo. Ho cercato di parlarne con lui, ma subito mi sono interrotta, imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata, incolta sul sesso: è la prima cosa che ricordo in questa incursione nella mia vita. 917 Il mio rapporto con l'altro sesso è statoo per moltissimi anni un rapporto "al servizio";mai avuto stimoli sessuali, la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava. . . ma scivolavo nel rapporto senza un grande desiderio di sesso. . ero portata ad assecondare il suo di desiderio. Del sesso, non sapevo nulla. quello che facevamo, era venuto da solo, l'avevamo scoperto insieme. autodidatti. Ora, per fortuna è diverso. I giovani sanno tutto. prima ancora di avicinar si ad una donna. Mio figlio aveva un 13 anni e già se ne stava con un libro di anatomia in mano. (IMENE, vedevo soltanto un orecchio). L'orgasmo, l'ho raggiunto 918 molto dopo che praticavo il sesso. Prima fingevo. Non me ne sono mai fatta un problema. CONTINUAZIONE DONNA GRASSA 1(AMMAZZAMENTO DUE GEMELLI ODPEDALE ROMA; Dopo la prima e la seconda scena, ritroviamo la nostra donna grassa che sta leggendo il giornale, è illuminata da un cono di luce in modo da rendere il cambio di ambiente il più veloce possibiole. ATTENZIONE QUESTO DUE FRASI LE HO PRESE DA 2DONNE2 HO TENTATO DI FARE UN TRASFERIMENTO 919 E MI E' RIUSCITOòOGGI SONO RIUSCITA A METTERE ANCHE I NUMERI ALLE PAGINE E TUTTO DA SOLAòò LO STUDIO ANALISTA DI UN L'INFINITO: Così viene chiamato il fondale azzurro chiaro che gira tuttintorno al palcoscenico) nel quale LA DONNA agirà rivolgendosi direttamente al pubblico. Che porterà via via, dall'analista, o al tribunale e viceversa. Nell'infinito, la donna commenterà e denuncerà i 920 fatti. Interpellerà il pubblico, con domande precise. Ed esigerà risposte precise. Per agevolare il dialogo si avvarrà della collaborazione del pubblico. Non avete il coraggio d'intervenire? Scrivete, ne discuteremo insieme. LO DELL'ANALISTA: STUDIO La nostra donna c'è andata controvoglia. Non ha fiducia. Mentre parla, su di uno schermo vengono proiettati i suoi pensieri: l'esatto contrario di quanto va dicendo. Mente su ogni cosa. Parla e pensa al costo dell'analisi. 921 400 mila lire la settimana, 80 mila lire l'ora per 3 giorni, per 12 mesi. 20 milioni l'anno. Quello che sto facendo è inutile. "Devo smettere. " Ma ogni 3 giorni è lì, come tossicodipendente dell'ora di protagonismo che si regala. L'ORA in cui esiste in cui c'è. Più avanti - dallo schermo che ripete fedelmente le sue parole, il pubblico capirà che si è bloccata, e che è arrivata ad una lettura fedele di quello che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di conoscenza, di se, attraverso i ricordi: Violentata dal padre a 10 anni. Violenza che lei, credeva legittima, in quanto pensava "è mio padre, se l'ha fatto 922 vuol dire che è naturale, che doveva farlo. Ha accettato la violenza del padre, come la varicella, la scarlattina, le mestruazioni. Nessun trauma, è mio padre, mi vuole bene. DA LUI male non me ne può arrivare. Solo più tardi, capirà l'errore di valutazioni. Ma ancora oggi non sa che peso quella violenza abbia avuto sulla sua vita. INSERIRE PRIMI RAPPORTI CON L'ALTRO SESSO Studiato con indifferenza per la promozione: diplomata? Laureata? Studiato con grande curiosità e letto tutto (si fa per dire) per un suo 923 bisogno di sapere. Si è specializzata, (diciamo fissata?) sulla vita dei filosofi, ed ha elaborato alcuni concetti filosofici a suo uso e consumo. Per la verità scoccia anche gli altri, ma alcune volte se ne trae anche un buon profitto per l'anima. Ha fatto suo una tra le regole più strane osservate dalla "setta" si chiamava così, (scuola) fondata da Pitagora: NON MANGIARE LE FAVE. Questo è il "comandamento" più bizzarro del catechismo pitagorico. Aristotele dice che era per via di una qualche rassomiglianza con l'organo maschile, da ciò deduciamo che Pitagora doveva essere un gran bigottone. E qui a questa versione (spiegazione) che la 924 nostra donna si attiene: se un pensiero così, ripeto "bizzarro", astuto è diventato un "comandamento" di una scuola filosofica fondata da Pitagora, un presocratico, vissuto secoli e secoli A. C. , beh, qualchecosa deve pur significare. 3) Sposata, con amore, ma perché ci si sposava tutte. 4) Avuto figli, non particolarmente desiderati, né programmati perché così era sempre stato. 5) Vissuto la vita coscienza alcuna. senza 925 Abortito senza riflessione. Non desiderato niente di particolare. Tutto quello che "NONOSTANTE LEI" ha è 6) Sofferto come tutte. Subito come tutte. Pianto come tutte. E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA Ribelle come tutte. Sul grande schermo scritto in diverse dimensioni appare a questo punto del dialogo con l'analista: PERC APPARE 926 Di pari passo alla presa di coscienza del suo essere donna della nostra donna, del suo maturare - da oggetto a soggetto - abbiamo piccoli stacchi e ci troviamo in Tribunale al PROCESSO. TRIBUNALE: E' un processo che la nostra DONNA vuole. E' molto incerta. Chi vuole processare? "La Società? L'educazione? La famiglia? La madre. . . " Non mi ha mai detto niente. Mi hai insegnato l'onestà facendomela vedere con la sua vita. La morale o il moralismo? 927 Cos'è il SESSO? Nessuno me ne ha mai parlato. Il padre. Amico? Nemico? Gli amici? Il marito? I figli? E' confusa. Lentamente progredisce nell'inchiesta, nel domandarsi e alla fine il processo lo chiede per lei. E' lei che si accusa. "Ho vissuto come una capra. Ho accettato tutto pensando, seguendo i mille luoghi comuni che la società ti dà con la prima poppata. Voglio essere processata e condannata per non essere riuscita, nonostante l'essere stata militante politica, forse anche un'avanguardia femminista, piena di ottime teorie per le altre e minima 928 pratica verso me stessa. Ribellioni e una presa reale di coscienza . E qui escono tutti gli errori di una donna della mia generazione. Errori che forse potranno servire per un miglioramento della qualità della vita. Scelte programmate, meditate, ecc. DIO: il primo maschilista. (voluto inventato dagli uomini) Eva tentatora peccatrice. Perché non Adamo? Mosè sul Monte siani: tavole I comandamenti Le 929 NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI (Siamo fin da allora OGGETTI. Non desiderare l'uomo d'altri: undicesimo comandamento. Nell'etica della nostra vita ci vorrebbe. I FIGLI L'unica cosa che non può fare l'uomo sono i figli. NOI POSSIAMO CREARE UN INDIVIDUO. DICI NIENTE? Che uso ne facciamo di questo potere divino? Troppo spesso è un potere male usato. 930 E quando ci separiamo, i figli non sono spesso usati come materia di ricatto? Cosa pagano i figli per i nostri errori? LISISTRATA: Uomini volete la guerra? Niente amore. DONNA OGGI: creare una creatura umana è un miracolo. Ho questo potere io, solo io. Smettiamo di fare figli per almeno tre anni. Ragionamoci bene sopra a 'sta incredibile ricchezza che solo noi possiamo elargire. Valutiamone il profondo significato, poi, con le idee finalmente chiare, riprendiamo a far miracoli, 931 facendo ben sentire all'uomo che è un miracolo al quale sta assistendo. Così finalmente le donne saranno rispettate. Se non altro durante la gravidanza. L'ABORTO I contraccettivi nelle scuole. L'educazione sessuale. Abortire è un trauma. Non puoi abortire come andare dal parrucchiere, con la stessa facilità. Come ti senti dopo che hai abortito? Ti rimane addosso qualcosa? La prossima volta che farai? IL MATRIMONIO 932 Tutti ne parlano male e tutti ci si rompono la testa. L'uomo che hai sposato ragazzo (giovane) quasi sempre, poco ha in comune col vecchio signore che hai al fianco, con cui hai diviso la vita, gioie e dolori. Nonostante questo ti ostini, per via della prima poppata piena di ideologie sbagliate a vivergli accanto. A QUALSIASI COSTO. Ovunque in tutti questi anni ho ascoltato discorsi di donne disperate, la canzone è sempre la stessa. La storia di Medea si ripete nei tempi, uguale, a qualsiasi classe sociale tu appartenga. L'IDENTICA CANZONE, 933 raccontata, tra lacrime, o freddamente, o con rabbia o con rassegnato dolore, o su di un letto, dopo un tentato suicidio, o in casa di cura se sei ricca, in manicomio se sei povera. Sono storie di anni di umiliazioni, di tentativi di ogni tipo. "Sta invecchiando. . . sono gli ultimi colpi" e poi ti accorgi che non sono gli ultimi, né saranno i penultimi. Stai zitta, e aspetti. Gridi, e aspetti. Ti allontani, e aspetti. Ma cosa cazzo aspetti? Cos'è che ti schiaccia? Cos'è che t'ha cancellato il sorriso? Cos'è che ti ha messo la faccia a lutto? Cos'è che ti ha convinta che sei morta? Perché non dormi, perché 934 pensi, perché sei fissata? Sei fissata? SEI FISSATA. Che meccanismi sono? L'orgoglio, paura della solitudine? I soldi? LUI? L'AMORE? L'AMORE? Ma dai, guardalo bene, porta gli anni meno bene di te. E' ancora divertente, spiritoso, affascinante come 20, 30 anni fa? I programmi televisivi chi li sceglie? Il peso delle cose più noiose sulle spalle di chi, è appoggiato? Com'è la tua giornata con lui? Le tue serate, le tue notti? Cosa vi dite ancora? Cosa ti dà? Analizza, analizza. T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? 935 E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo, peggiorate. La vera differenza tra un uomo e una donna redo consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso dell'onestà, (non tutte) della giustizia, dell'integrità. Siamo soggetti morali, (non tutte) e a volte purtroppo solo moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, forza, denaro. 936 FASCINO. BELLEZZA. Tutte QUALITA' privilegi che ti derivano dal potere. IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUO' PROCURARTI. Con il potere che ti balla intorno anche ne vorresti un po'? No? Essere donne continua ad essere difficile, e nel cammino della vita (è con rammarico, che sono costretta a riconoscerlo) ti senti con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da 937 come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri essere come te, anime del tuo stesso sesso. Sì, amarezza e sconvolgimento. La donna è troppo spesso, la maggior nemica della donna. Nel lavoro e nella vita. Giovani o vecchie, interrogate, provate ad interrogare. Quasi tutte, fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ma vero è che l'amore uomo lo fa quasi sempre con una donna. O giovane come te, o molto molto più giovane di lui. E tu stai a guardare. Si fa per dire. 938 Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in discussione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, o vecchio. L'impegno, per la giovane in questione, sarà minimo. In tutti i sensi. Intendiamoci, può anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono allegerirlo assai, come peso. E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia, di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU SAI GIA' TUTTO. PERCHE' E' IL RIPETERSI, del 939 ripetersi, del ripetersi. Aspetti, ed a volte inutilmente. Non succede nulla, o succede proprio quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di è che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta sposare uno scrittore importante per scrivere un buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un pittore, sempre importante, per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di potere, puoi correre nella carriere, ma se non hai nella testa le cose giuste. Sembra 940 che tu. . . ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto tuo, guardalo: che non si vede per quello che è realmente, abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. 941 All'alzarsi del sipario troviamo una donna seduta davanti ad una scrivania, sta leggendo. Schermo grande sul fondo scena, sul quale appare una scritta dopo un minuto dall'inizio . B No 942 S Vi voglio re Rilassat Sto riguar O Donna. Buonasera. Lo spettacolo di questa sera, poco ha a che fara col teatro, anzi, non è per niente, né spettacolo né spettacolare. La decisione di farvi passare 2 ore, mi auguro, diverse, m'è venuta leggendo alcuni libri, qualche tempo fa. Ci ho pensato sopra, e m'è parso 943 che qualcosa contenuto in quei libri, si è andato perduto in questa nostra vita che va sempre più di corsa. C'è rimasto poco tempo, per noi stessi, per i sentimenti. . . per gli altri. Ho rapportato la mia vita a quei discorsi, e da qui, sono partita per una grande analisi sui miei anni passati, quella che ero. . . quella che sono diventata. SULLO SCHERMO SONO MIGLIORATA? PEGGIORA 2 ISCHIA 944 Donna - Non lo so- Quello che m'importa, è tramite fatti miei, e fatti di altri, scoprire gli errori nostri e d'altri dietro ai quali corriamo, nei quali ci esaltiamo o commiseriamo - ci distruggiamo - ' mettere la scoperta. Sperando di arrivarci, a disposizione. . . FATE T P MA ANCH'I 945 SBA Donna - Non date retta a quelle scritte. E' la parte più banale di me, che si proietta su quello schermo. Dunque, vi dicevo che stavo rileggendo gli appunti per una lezione. D Beh, si mi piacerebbe essere già docente. . . No, questa qualifica è troppo grande per me, ora, forse più avanti, chissà, diciamo che mi sono auto promossa: M 946 Ma no! Una buona allieva. . . Ecco sì. . . Cercherò di passarvi quello che ho acquisito con diligenza. NON I Beh, cercherò. . . farò il possibile di esserlo in questa occasione. . . 3 ISCHIA COR di LE 947 Nell'inverno del '69 nell'Università di a S. Francesco il prof. Leo Buscaglia decide di dare inizio ad un corso sperimentale gratuito, liberi gli studenti di nadare e venire a loro piacimento, dedicato alla crescita e all'evoluzione individuale. Suo desiderio era che quel corso si risolvesse in un'esperienza del tutto inedita nel campo dell'insegnamento, e che fosse per lo studente di grande interesse e di amplissima portata, in attinenza con le sue esperienze immediate: "CORSO D'AMORE". 948 Lui stesso aveva sull'argomento conoscenze ed esperienze limitate, come i suoi studenti, e quindi si sarebbero tutti attivamente impegnati nella scoperta dei veri significati insiti nella parola AMORE. 4 ISCHIA Sì, sono tutto amore, e non me ne vergogno. Ho un unico messaggio e posso fornirvelo seduta stante. Viviamo in un'epoca che comincia realmente ad esortarci a cogliere i significati della vita. Ci andiamo abituando ad una nuova nomenclatura. "Condizionamento" "forme e 949 modifiche del comportamento. " "Ciò che è necessario rafforzare" "ciò che è rafforzato" e che probabilmente determinerà il comportamento. Per raffozzarci ci serviamo del denaro, delle campagne, dell'elettroshock, e perfino dei dolciumi. Quando qualcuno si comporta nel modo giusto gli ficchiamo una caramella in bocca. Il mio messaggio odierno è: la miglior caramella del mondo è un essere umano, caldo, palpitante, che non si scioglie affatto. Quella chicca, sei TU. Il vero amore è un fenomeno prettamente, totalmente umano. 950 Non insegno l'amore nel senso stretto del termine, mi limito a facilitare il fiorire dell'amore. Il fenomeno - amore - è un quid che noi scopriamo. L'essere umano crede nel cambiamento, se non apprezziamo la situazione nella quale versiamo, in termini d'amore, siamo in grado di modificarla di dare vita ad un nuovo scenario. Possiamo donare solo ciò che abbiamo, in questo sta il miracolo. Se abbiamo amore, possiamo donarlo, se non ne abbiamo, agli altri è impossibile. Non è tanto una questione di dare, ma di condividere, spartire. Ti 951 rendo partecipe, e non la perdo, perché già ce l'ho. "L'affetto quale elemento modificatore del comportamento umano. " Gli scienziati, psicologi, antropologi, sociologi hanno ignorato l'amore, è sconvolgente, perché tutti ne abbiamo bisogno ed aneliamo ad esso senza posa. Tuttavia non è fatta materia d'insegnamento. Si dà per scontato che l'amore ci venga fornito tramite e per effetto di una misteriosa forza vitale. "Viviamo tutti in comunità, tuttavia moriamo tutti di solitudine. " L'individuo capace di amare deve aver cura di se stesso. Badare realmente alla 952 sostanza della propria personalità: "Ogni cosa viene filtrata attraverso me, quanto migliore sono, tanto maggiore è ciò che ho da dare. Tutto devo fare, per essere il più bello, il più straordinario, il più fantastico, tenero affettuoso essere umano del mondo. In noi si manifesta solamente una minima porzione di ciò che realmente siamo. Nondimeno ci sentiamo perfettamente paghi di essere quel che siamo. 5 ISCHIA Lo psichiatra londinese R. D. Laing avanza un'ipotesi provocatoria e suggestiva: "Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo 953 molto meno di quanto amiamo, amiamo molto meno di ciò che esiste ed in tal senso siamo molto meno di ciò che siamo. " Su tali premesse dovremmo sentirci spronati senza di diventare. . . . . un quid, riposto nel profondo di ciascuno di noi che differisce da individuo a individuo. UNICITA' DEL SINGOLO E se qualcuno incontrando un altro dicesse: "Sono proprio contento che tu sia unico, diversa. Mostrami in cosa consistono le tue diversità, avrò modo di trarne qualche 954 insegnamento" immaginatevi cosa sarebbe il mondo. . . . insegnante di disegno: Oggi, disegniamo un albero". Va alla lavagna e disegni il "SUO" albero. Una specie di pallone verde con un piccolo basamento marrone. Un lecca-lecca. Tutti disegnano. Più ti avvicini al lecca-lecca e migliore sarà il voto. Se tu, con tutti i colori fai un albero, come lo vedi e conosci "Tu devi avere un baco nel cervello! " . . . Facciamo di tutto perché ciascuno sia uguale ad ogni altro. La capacità di "conformarsi" costituisce la premessa indispensabile per approdare al successo. Sii te 955 stesso. Non rinunciare mai al TUO ALBERO. Tu sei il sole, l'unico a STESSO. Il miglior stesso, ma voler essere altro sarai sempre semplicemente il miglior n. TE te un e 2. GIUDICATA una persona per quello che HA. Non per chi e che cosa è. L'essere umano è la cosa più strepitosa del mondo, dobbiamo però riscoprire l'arte di saper ridere. Abbiamo creato il tempo. Dopo di ché ne siamo diventati schiavi. LA PAROLA. Le parole congelano la realtà. Etichettiamo. 956 Quanti bambini non hanno ricevuto un'adeguata educazione perché prima o poi durante l'infanzia ci si è premurati di etichettarli? E' uno stupido, un ritardato mentale ecc. Le etichette allontanano gli uomini, li distolgono gli uni dagli altri. Negro, che cos'è un negro? Mai conosciuto due negri uguali in vita mia. Sa amare? Sa soffrire? E' bello, felice? La sua famiglia? Sa dare qualcosa agli altri? Sono queste le cose che contano e non che sia negro, povero, ricco. UOMO in posizione svantaggio culturale. di 957 Nessuno mi è venuto abbastanza vicino per contagiarmi con i suoi germi. In ogni creatura umana sono racchiuse troppe meraviglie per poterle bollare con un epiteto e metterle in disparte. Non c'è al mondo responsabilità maggiore dell'essere un essere umano e fareste bene a persuadervene. Mc Luhan ha dimostrato che i bambini quando mettono piede all'asilo quasi tutti hanno già visto 5000 ore di televisione, delitti, stupri, intrighi amorosi, immagini di morti violente e autentiche. Dopo di ché li portiamo a scuola. Domandarsi, chi è il bambino nuovo che dobbiamo educare, 958 istruire? (Padre nave spaziale. Pag. 39) Oggi non basta vivere, imparare, dobbiamo SOGNARE, vedere con gli occhi della fantasia come sarà il mondo di qui a 50 anni. Salita in macchina di colpo non mi è venuto in mente neanche un posto dove mi sarebbe piaciuto andare. Li ho fatti passare tutti. Ho pensato anche all'estero vado a Parigi. . . Londra. . . Bruxelles. . . Dopo un'ora di riflessioni e giri turistici col cervello, prendo tempo e vado in ufficio. E' sabato pomeriggio. Non c'è nessuno ne deve 959 venire nessuno. Sì, nel mio ufficio: 360 metro quadrati, 11 stanze. Beh, a parte questo fatto, vado nel mio ufficio. Imprevisto! C'è mio nipote e un nostro collaboratore: Walter. "Che fate qui?" "Nulla. . . avevamo da chiudere una storia. . . stavamo andandocene. E tu che fai?" "ho da fare. . . " Loro se ne vanno. Mi sono guardata intorno. . . Perché la gente lascia fare ai nostri sgovernanti? Perché accettiamo tutto? Chi sono i critici presenti allo spettacolo 'sta sera? C'è Raboni del Corriere? NO?. . . Lo sapevo. La differenza 960 tra uomo e donna la vedi anche da qui. Papuasia: costumi. libero. leggere origini e Rapporto sessuale I bambini sono nel grembo della donna e si nutrono di sperma. Ma che trovata! ! Che civiltà. Il maschio sceglie la femmina per la vita. Il matrimonio tra un maschio e una femmina è indissolubile. Protezione sessuale. militare, Cucitura sesso riaperto a 20 anni. non bambine, 961 962 lavorare su questa stesura 30 LUGLUO LAVORO IN CORSO SALA DI CESENATICO 29 LUGLIO 1992 . . . e speriamo bene! LIBERA ASSOCIAZIONE DI IDEE scaletta avvenimenti arricchire e tagliare da Buona seraaaa! Da quando non partecipo ad un festival dell'Unità. . . pardon. . . . del PCI. . . Oddio ho sbagliato ancora. . . Beh, insomma, ci siamo capiti. Vediamo un po'. . . cos'era?. . . il 67. . . 68?. . . 25 anni fa! (Cambia tono) Me ne sono fatta un sacco di festival dell'Unità. . . c'era 963 sempre Pajetta per il comizio di chiusura, e io che gli offrivo un cestino vietnamita. Tutti gli anni col cestino vietnamita! . . . a parte che sono sicura che il cestino fosse sempre quello. Mi facevo il mio stand. . . vendevo di tutto, una volta libri. . . l'altra prodotti russi. . . Una volta perfino scarpe, ho venduto al Festival. . . scarpe per bambini. Era il 1966. Ero andata in una ditta vicino a Como. . . ed il Festival era per la sezione di Cernobbio, il paese dove abitavo con mia madre, Dario, e i miei figli. Sì, ho detto "miei figli". Tre. Personalmente ne ho confezionato uno solo. . . 964 Jacopo, ma ho tirato su altre due bambine; Gaia figlia di mia sorella divisa dal marito e Enrica, figlia di mio fratello diviso dalla moglie. . . In 'sta ditta di scarpe, mi hanno fatto una gran festa. . . : "Oh signora, che onore! Me la ricordo in Canzonissima. . . "Tutti si ricordano di Canzonissima. Come mio suocero della guerra 15-18, s'è preso anche una medaglia d'oro, e. . . un ginocchio d'argento. "Brava, brava com'era brava! Anche suo marito, bravo, bravissimo! " "Grazie. . . grazie. . . Avrei bisogno di comperare. . . delle scarpe non troppo costose. . . per. . . una. . . festa benefica. . . " "Che festa benefica è?" "Ma. . . per dei bambini. . . " 965 Se avessi detto: Festival dell'Unità, mi avrebbero aizzato contro i cani. "Le do tutto il campionario. . . a mille lire. . . " 1000 lire?! In negozio le avrebbero pagate almeno 20. 000: scarpe magnifiche! Io le ho vendevo a 10. 000 e chi le comperava, faceva un affare. Scarpe, tortini dolci, "pesca" dopo aver girato casa per casa a chiedere roba vecchia da buttare. . . vasetti di fiori. . . Le solite cose, insomma. Abbiamo lavorato come belve per tre giorni. Ero contenta come una Pasqua. . . avevamo incassato un sacco. Contavo i soldi con i compagni. . . più di tre milioni! Poi ho scoperto che tutto il nostro attivo più 966 "un debito" che ci siamo dovuti accollare tutti noi iscritti, erano serviti per pagare una cantante che il segretario della sezione aveva ingaggiato a una cifra astronomica senza dire niente a nessuno. "Ma come, qui ci siamo fatti un mazzo così per tirare su quattro lire e tu le vai a buttare, tutto per tuo conto. . . per di più ti indebiti anche. . . per una che viene a cantare. . . di cui a nessuno frega niente. . . e tutto per sfiducia nelle nostre forze! E tutto per scopiazzare quei megalomani dei compagni delle città che sono loro che sostengono il mercato del disco facendo cantare i 967 cantanti ai festival. . . per di più li strapagano. . . in una sera si beccano cifre che un operaio non vede in due anni. (Cambia tono) Un po' di demagogia. (riprende a gridare) Tutto da solo decidi! ! Bel centralismo democratico! Sai cosa sei? Uno stronzo! E io straccio la tessera! " E tutti che gridavano "Sì sei uno stronzo! ! Stracciamo la tessera stracciamo la tessera! " Alla fine per evitare un esodo in massa, ho dovuto far da pacere e perdonare il Rocca. . . si chiamava così il segretario della sezione. . . Rocca. . . ma che però ha dovuto fare l'autocritica, seduta stante, davanti a 968 tutti. . . Poi, abbiamo brindato alla pace e hann fatto bere anche me notoriamente astemia. . . stanchi morti e un po' ciucchi, abbiamo cantato Bandiera rossa e l'Internazionale . . . e ci veniva da piangere. A quei tempi ci si commuoveva facile. La sezione di Cernobbio. . . Ci venivano anche i miei figli. . . si organizzavano serate. . . dibattiti. . . litigate. . . Jacopo e le bambine erano i più giovani iscritti alla F. G. C. I della Lombardia. Avevano 11 anni e facevano la prima media. (JACOPO CERCA DI PRECISARE, non mi ricordo bene) Erano molto attivi. . . passavano tutte le loro ore 969 libere dalla scuola, a fare inchieste. In una zona bianca come il comasco. . . la brianza, ad esempio, con carta e penna o registratore fermavano le donne del paese e candidi chiedevano: "Cosa ne pensa signora della pillola? Lei la prende?" Immaginatevi le reazioni! Oppure tornavano a casa e: "Da oggi, tutto quello che è americano. . . ( si era durante la guerra nel Vietnam in questa casa non entrerà! " A conti fatti si poteva mangiare solo pane riso spaghetti. Via la Coca-cola, via questo via quello. Ogni cibo confezionato veniva scrutato con grande diffidenza e doveva essere solo Made in Italy, massimo roba Svizzera. 970 Jacopo, s'è preso anche uno schiaffo da un insegnante. . . c'era uno sciopero degli studenti a livello nazionale. . . loro tre, gli unici, stavano davanti ai cancelli della scuola e cercavano di convincere i compagni a scioperare, il professore di ginnastica li tira per un braccio, li spintona e cerca di farli entrare in classe. . . loro fanno resistenza e via che vola un ceffone sulla faccia del "mio bambino"! ! Quel che è successo dopo non ve lo posso neanche descrivere. Sono venuti tutti i professori, preside compreso, a casa nostra a chiedere pietà per il malcapitato. Avevano saputo 971 che stavamo organizzando la " marcia sulla scuola" di Cernobbio, anche con i miei compagni della sezione Garibaldi. . . di Milano, la più battagliera della città. Abbiamo perdonato, ma abbiamo preteso un cartello affisso davanti alla scuola dove il professore chiedeva scusa ai ragazzi malmenati e dove si ribadiva il diritto costituzionale di sciopero anche del cittadino al di sotto dei 14 anni. Mi ricordo che per le elezioni del. . . (non mi ricordo la data) mia mamma, 80 anni era a Montecatini, mi telefona e mi fa: "Devo tornare a votare. . . " "Mamma, non preoccuparti. . . " dico senza 972 neanche un briciolo di vergogna "stai lì tranquilla. . . gli anziani possono votare anche dopo. . . " Che stesse pure a bersi le acque. Sapevo che se fosse tornata in tempo avrebbe votato D. C. ! La sera in sezione preoccupata ne parlo con i compagni, ben decisa a non fare avere un voto in più alla Dc. e sbotto solenne: "Compagni! , se mia mamma torna, facciamo un seggio finto qui, in sezione, le diamo una scheda di quelle per la propaganda. . e la faccio votare qui. " Silenzio di tomba! Pausa. Il il segretario Rocca, con la sua faccia onesta e pulita paonazza di 973 indignazione, fa per parlare e un compagno gli grida: "Zitto tu, che hai speso i soldi per la cantante che ancora stiamo pagando i debiti! " Ricade il silenzio di tomba. . . Tutto il direttivo. . . che erano poi in tre. . . quasi in coro fa: "Pensiamoci su. . . " poi uno intona "Avanti o popolo alla riscossa. . . " gli facciamo coro, commossi da tanto ardire! Poi, per fortuna mia madre se ne è dimenticata. . . Mi sono iscritta al Pci. . . alla fine degli anni 50. . . I miei avevano una compagnia teatrale. . . giravano il nord Italia. . . erano socialisti. . . quando essere socialisti era una cosa seria. . . Ho nel mio archivio documenti che so. . . della Camera del lavoro di 974 Castellanza, Legnano. . . dove si ringrazia la "Famiglia Rame" per aver fatto spettacoli, lasciando tutto l'incasso, in sostegno dei grandi scioperi delle filande occupate dalle maestranze, durante la guerra 15-18. Ho debuttato a otto giorni, ne il figlio della "Genoveffa di Brabante", in braccio alla mia mamma. Non parlavo tanto quella sera lì. . . Nella mia famiglia era un fatto naturale, appena nasceva un figlio, lo si metteva in palcoscenico. A 35 anni, avrei dovuto andare in pensione. Via via che crescevo, ho interpretato tutti i ruoli possibili ed immaginabili maschili e femminili. Andavo a scuola, 975 e lavoravo la sera. . . Quante volte mi sono addormentata nelle casse dei costumi? Poi è arrivata la guerra. A Varese dove avevamo sede fissa. . . i bombardamenti non si sentivano. . . Sì, qualche volta buttavan qualche bomba sulla fabbrica d'aerei, la Macchi. . . ma non la beccavano mai. Si recitava a Varese e nei paesi intorno. Si circolava con un permesso speciale per le ore del coprifuoco, ci spostavamo con una corriera che chiamavamo "Balorda" a causa del comportamento bizzarro che aveva, che più che al suo cattivo carattere andava attribuito agli anni. In certi paesi, nei quali ad una certa ora del giorno si passava, nei 976 turnichè particolarmente ripidi, c'erano sempre dei ragazzi che ci aspettavano. . . ci spingevano ridendo come matti, poi la sera ci raggiungevano ed entravano a godersi lo spettacolo gratis. "Siamo quelli che abbiamo spinto la "Balorda. " "Passate". Non era bello girare di notte. . . durante la guerra ma noi ragazzi, non ce ne accorgevamo. . . si cantava, si rideva. . . evitando di guardare fuori dai finestrini. . . Non si vedeva una luce! Una notte un gruppo di tedeschi e camicie nere ci hanno tenuti bloccati sino all'alba. Se quell'alba avesse portato la notizia di una missione 977 tedesca andata male ci avrebbero fucilati tutti. L'abbiamo saputo qualche giorno dopo. Altre volte, capitava che ci fermassero dei partigiani. Non dicevano "siamo partigiani" ma erano in borghese con i mitra! "Signor Rame - facevano a mio padre ci dà un passaggio?" Li facevamo salire. Più avanti capitava d'incontrare picchetti fascisti che ci fermavano. Un'occhiata al lasciapassare "Buona sera signor Rame. . . com'è andata la serata?""Benissimo! " "Buona notte. ". . . "Buona notte" e via che ce ne andavamo. . . senza un goccio di sangue in faccia a cantare con più forza di prima. Anche i partigiani cantavano. 978 Gridavano più di tutti! (FORSE NADA PASINI?) Dicevo che mi ero iscritta al PCI alla fine degli anni 50. Mi ricordo che il giorno dell'iscrizione ero molto emozionata. Ci sarebbero voluti due compagni a presentarmi, ma ero conosciuta. . . quindi se ne è fatto a meno. Ho fatto il mio primo colloquio politico con Tortorella. . . me lo ricordo dietro alla scrivania. . . molto compreso nel suo ruolo. . . un po' imbarazzato. . . ma serio. . . fin troppo. Come mi sono iscritta a PCI, mi aspettavo che mi capitasse chissà che. . . no, non che mi trasferissero alla segreteria del comitato centrale. . . ma 979 riunioni, discussioni, scuola quadri, sì. Invece, niente. Solo il cestino a Pajetta al festival dell'Unità, fare uno spettacolo per la sezione della tal città dove i fascisti avevano spaccato tutti i vetri. . . raccogliete fondi per "la befana dell'Unità"( cioé per fare regali ai bambini ) a Torino, dal momento che ero lì con lo spettacolo mi hann mandata intorno per la periferia, accompagnata dai vari segretari di sezione. Erano anni molto duri quelli per la classe operaia. . . e lo dico con un certo imbarazzo. . . dire: "anni duri" . . . d'allora ad oggi la classe operaia ha sempre avuto anni duri. E questi che verranno com'è che saranno? Morbidi? 980 Giravo nelle sezioni. . . le compagne i compagni mi abbracciavano, mi ringraziavano come stessi facendo chissà che, e poi uno ad uno, mi davano quello che potevano, "scusa se è poco, ma hanno licenziato mio marito. . . " oppure, "Questa è la mia macchina fotografica, vendetela, vale un sacco! Non ho altro! " Certo, che quei compagni là. . . della barriera di Torino, come tanti altri che hanno creduto, hanno pagato sulla loro pelle e quella delle loro famiglie, con licenziamenti, ecc. il fatto di essere comunisti e nella fabbrica e fuori, non sono stati molto contenti di scoprire che i loro dirigenti hanno rubato. 981 Il PCI era il partito "veramente" delle "mani pulite! E chi gliele ha inzozzate deve non solo, restituire ma anche pagare nel senso che deve essere cacciato" . Cestino a Pajetta, Befana dell'Unita ecc. tutte cose che facevo volentieri, per carità. Sì, ho conosciuto Togliatti, abbiamo avuto Dario ed io una bella amicizia con Amendola e sua moglie. . . La prima volta che ho ricevuto una lettera con sulla busta scritto "camera dei deputati" ero così emozionata che non riuscivo ad aprirla. . . Berlinguer, me lo ricordo giovanissimo. . . E Terracini? Che compagno! "Nevero cara Rame. . . nevero. . . ". 982 Tutti i compagni, federazione compresa a Roma come nelle altre città venivano a vedere i nostri spettacoli. . . Mi offrivano anche dei grandissimi cesti di garofani rossi, allora non era ancora il simbolo di (devo trovare qualcosa di più spiritoso) associazione a delinquere. . . Parlo ovviamente della dirigenza. . . la base non c'entra. Tutto bene, bastava. ma non mi Non mi bastava essere considerata "artista" (che a me quella parola lì, mi mette in un imbarazzo tremendo. . . artista io?! )) democratica iscritta al Pci, in quanto piena di simpatia per la classe 983 operaia e per gli sfruttati in genere. Avevo bisogno di impegnarmi di più. d'impegnarmi tutta e non solo di essere "usata" per il richiamo che aveva il mio nome, non m'interessava d'essere il fiore all'occhiello del partito. Volevo "essere" attivamente nel partito, e non solo alle feste comandate. La lezione mi veniva direttamente dalle straordinarie lotte operaie, dal nuovo impulso che tutti i giovani stavano dando nelle scuole, alla lotta contro l'autoritarismo, l'ingiustizia sociale. . . le spinte per un nuovo rapporto con le classi sfruttate, sentivo il bisogno di creare una "nuova cultura". 984 Di anni da allora, ne sono passati tanti. . . e quanti salti. . . all'indietro abbiamo fatto! Quanta "roba" è crollata, muri. . . fede, ideali, ideologie. . . speranze. . . illusioni. . . ( Ricordarsi manifestazione blocco giro d'Italia. "Siamo con te Dario"). "Settimo ruba un po' meno" e via via, ogni anno uno spettacolo nuovo, di successo, fino al '68, alla decisione, presa con Dario di lasciare il teatro tradizionale e di mettere a disposizione il nostro lavoro per sollecitare una presa di coscienza. Sono stata male per un po' di anni, come tanti mi sentivo come se "avessi perso la mamma". Non mi sono inserita 985 in nessun gruppo. . . Tutto era politico, qualsiasi sacrificio si faceva volentieri perché così si doveva fare, perché era "politico". Convinti o no. Non c'era stanchezza, c'era solo la voglia da fare. . . fare. . . cambiare, cambiare la vita, per noi, per i nostri figli. . . la qualità della vita, essere generosi, altruisti. . . cambiare il mondo insomma! Sì, proprio così! E così. . . s'è incominciato ad infiltrare tra i giovani il concetto "amore libero". . . nei giovani. . . e anche . . . in quelli meno giovani. Tra gli animali, il leone ad esempio, sceglie la femmina per la "vita", il loro matrimonio, pur non essendo 986 celebrato in chiesa è indissolubile. Ma c'è assoluta libertà nel rapporto sessuale. . . per tutti e due. . . Quella del maschio per la femmina, la "sua" femmina è una protezione militare, cioé difesa della vita, non sessuale. Quanti di voi vorrebbero essere un leone?. . . una leonessa? (ruggito) Fuori la verità! (ruggito). Questo per gli animali. . . In molti popoli primitivi, l'amore libero è praticato da sempre. Il rapporto sessuale libero! Come vorreste essere un primitivi, lo sento! Il più originale fra tutti è il popolo della Papuasia. 987 C'è una grande creatività. . . senza offesa. . . che non può che essere femminile. . . Non so se ancora oggi. . . ma in Papuasia addirittura c'è la convinzione, che i bambini siano nel grembo della donna dalla sua nascita, voglio dire della donna, ma per crescere. . . e di conseguenza, nascere, devono essere nutriti. . . con sperma. Vi immaginate la scena? Ogni volta che la donna. . . LA DONNA! , ha voglia di fare l'amore urla: " il bambino ha fame! ! Il bambino ha fame! ! " e via. . . tutti gli uomini della tribù che corrono a nutrirlo. . . "Adesso basta. . . ha mangiato abbastanza! Via, andate via! " La cosa più bella, 988 che "il figlio" quando nasce non è figlio tuo e tuo o tuo, non c'è paternità individuale, ma collettiva: il figlio è di tutti! Ma che trovata! ! Chissà chi l'ha avuta. . . Se Dio fosse stato della Papuasia il paradiso terrestre l'Eva avesse impostato il suo rapporto con Adamo come le donne della Papuasia, pensa te che sconvolgimento! La storia del mondo sarebbe cambiata, così gli usi. . . i costumi. . . Che civiltà. La lezione mi veniva direttamente dalle straordinarie lotte operaie, dal nuovo impulso che tutti i giovani stavano dando nelle scuole, alla lotta contro 989 l'autoritarismo, l'ingiustizia sociale. . . le spinte per un nuovo rapporto con le classi sfruttate, sentivo il bisogno di creare una "nuova cultura". Con questa logica come meravigliarsi che si sia arrivati dove siamo arrivati? Di anni da allora, ne sono passati tanti. . . e quanti salti. . . all'indietro abbiamo fatto! Quanta "roba" è crollata, muri. . . fede, ideali, ideologie. . . speranze. . . illusioni. . . ("Settimo ruba un po' meno" e via via, ogni anno uno spettacolo nuovo, di successo, fino al '68, alla decisione, presa con Dario di lasciare il teatro tradizionale e di mettere a disposizione il 990 nostro lavoro per sollecitare una presa di coscienza. Una vampata mi va alla testa. Menopausa? Ira? Pazzia? Vorrei sgozzarlo, incendiarlo triturarlo, brutto schifoosotraditore-cane-bastardoinfingardo! (riprende il diamogo col marito) Mi sembri il bambino che dice la bugia alla mamma, ma porco Giuda io non sono la tua mamma anche se tu sei convinto che io lo sia! ! ! ! Seppur umano il bisogno di avere distrazioni, più che comprensibile. . . ma negli ultimi 20 anni gli è scoppiata come una pazzia. A poco per volta, sempre più intrepido, deciso. . . spavaldo: innamorato di un'altra, poi 991 un'altra ecc. poi un'altra, ecc. ma sempre con me. "Non ti lascerò mai amore. . . Tu per me sei tutto. . . come mia madre! " (INSERTO COPPIA APERTA) Non mi ha mai lasciata. Forse una volta era sul punto di farlo. . . ma poi. . . Dunque dicevo che 'sto fatto di fare l'amore con altri. . . 'sta stronzata della coppia aperta è stata proprio una stronzata. Chi arriva alla coppia aperta senza soffrire vuol dire che non ama più. . . o che è stato educato in una certa maniera in una famiglia speciale. Io non conosco nessuno, dico nessuno, che abbia vissuto questa esperienza senza morirci dentro. 992 Non sto facendo la tragica. Ho detto "morirci". E' un fatto culturale da centinaia di anni. . . forse un duemila. . . di una certa educazione. . . ma vedo che anche quelli che hanno 20 anni, non ci vivono bene dentro a 'sta storia. . . soffrono come cani sgozzati. Solo uno dei due, naturalmente. Fingendo oltre tutto di stare benissimo. . . poi si trovano con 4000 pastiglie di Veronal nello stomaco e hai voglia a fare lavande gastriche, che poi si sta malissimo. Si sta malissimo. 993 (cambia tono) Poi ci penso su. . . e allora quando tu. . . Questo pensiero mi viene ogni volta che sono presa da un'ondata di gelosia terribile. Ma per me era un'altra cosa. "Lui non lo sapeva! " Questo è un concetto magnifico, l'unico che abbia espresso in tutta la sua vita, da una mia mica, l'Antonia, una stupenda tutta sedere e seno occhi blu, sempre piena di storie tormentate, di amori straordinari con conti e quasi re, giocatori di ragby e sciatori, una "allegra" insomma, non che fosse una puttana, scherziamo?. . era una che amava! . . . Quando ha saputo, dicevo, che il marito che credeva fedelissimo, la tradiva, al mio 994 farle notare -"però anche tu. . . lei m'ha risposto tra disperati singhiozzi: "MA LUI NON LO SAPEVA" che è poi un alto concetto filosofico: non lo sa, quindi non soffre. Punto. Semplice. l'importante, ricordatevi è che l'altro, non sappia! Invece io, sapevo e soffrivo come un cane. Anche se cercavo di farmene una ragione. . . di capire: sta invecchiando, sono gli ultimi. . . - GLI ULTIMI? Speriamo! -. . . colpi. . . Mette i fiori nel vaso. . . chissà perché è un lavoro che gli piace fare. L'unico, "casalingo". . . sì, qualche volta fa da mangiare anche cose buone, ma dobbiamo 995 stargli intorno in diciotto e ci vogliono quelle 6 ore a riordinare la cucina e a lavare pentole ecc. Mette i fiori nel vaso. . . " Guarda che belle. . . le NOSTRE ROSE! ! ! Ti amo tanto! ! ! " Il bello è che è vero. E' vero. Lui mi ama. Tanto tanto. Ogni tanto mi viene da pensare: "Chissà cosa succederebbe se mi odiasse. Mi strapperebbe i denti ad uno ad uno senza anestesia. . . gli occhi. . . le unghie. Ho sofferto molto in questi ultimi 20 anni. Beh, l'avrete capito, no? Lui non se ne rende conto. Lui, non capisce. LIBERA D'IDEE ASSOCIAZIONE 996 Monologo eroina? ho fatto la plastica. (?) Mogli dipendente comunale che trova i soldi in tasca al marito e li butta dalla finestra. Inserire il discorso del grande mondo, o no? Il grosso della vita sta fuori. _o, quando ho avuto la certezza che mio marito faceva sul serio con una ragazza di 37 anni più giovane di lui, che se ne andava in giro, che si faceva vedere che frequentava gli amici comuni che" attenti a non fare gaffe, che stasera arriva la moglie" ho fatto il giro delle farmacie di Milano. . . una 997 bustina per volta, e veronal e veramon e gibalgina e optalido. . . Le comperavo così. . . senza determinazione. . . Non si sa mai. Sempre meglio essere pronti all'occorrenza. . . Per tre giorni ho girato farmacie. Poi sono andata da lui e gli ho detto che partivo. "Dove vai?. . . " "Non so. . . . " "Ma perché te ne vai. . . io ti amo. . . tu conti più di tutti al mondo. . . " "Io vado. Ciao" Salita in macchina di colpo non mi è venuto in mlente neanche un posto dove mi sarebbe piaciuto andare. Li ho fatti passare tutti. Ho pensato anche all'estero vado a Parigi. . . Londra. . . Bruxelles. . . Dopo un'ora di riflessioni e giri turistici col cervello 998 prendo tempo e vado in ufficio. E' sabato pomeriggio. Non c'è nessuno ne deve venire nessuno. Sì, nel mio ufficio: 360 metro quadrati, 11 stanze. Mio marito ha visto il nostro ufficio, ufficio che avevo comperato, un anno dopo, perché erano venuti i ladri e io non ero a Milano. . . ha dovuto andarci per la denuncia. Beh, a parte questo fatto, vado nel mio ufficio. Imprevisto! C'è mio nipote e un niostro collaboratore: Walter. "Che fate qui?" "Nulla. . . avevamo da chiudere una storia. . . stavamo andandocene. E tu che fai?" "Devo mettere a 999 posto l'archivio. . . ho da fare. . . " Loro se ne vanno. Mi sono guardata intorno. . . guardavo guardavo e tutto quello che vedevo non mi dava niente. Né la più piccola spinta a lavorare, né un spintarella emotiva. Non sentivo nulla. Casermona popolare di trecento appartamenti con nessuno dentro. Non ci ho pensato molto. Ho tirato fuori tutte le mie pastiglie. . . le ho tolte dal cartoncino. . . ne ho fatto un bel mucchietto. Ho preso una scodella, l'ho riempita d'acqua ne ho messe tre o quattro in bocca e giù a bere. Su un foglietto annotavo: più 3 e giù a bere, più 3. . . . e, 1000 fanno 6. . . più 3 e fanno nove. . . Devo dire che si fa una gran fatica. . . ti si impasta la bocca. . . non riesci a degluttire. . . ti viene voglia di smettere. . . ancora 5. . . Ma cosa sto facendo?! ancora tre. . . e 5. . . Credo di essere arrivata a 50. . . Da un pò non segnavo nulla sul foglietto. . . Chissà perché mi era venuta questa idea del segnare. . . forse per potermo regolAre???quando stendermi. Ora mi vado a stendere. . . mi gira la testa. . . continuerò a prenderle da stesa. . . Arrivo al divano. . . mi gira tutto. . . bevo un po' d&acqua ancora. . . poi la scodella mi cade. . . e non ci sono più. . . Che bellezza è finita credo sia stato l'ultimo pensiero. 1001 Invece no. Mi sollevano di peso, mi costringono a camminare. . . mi parlano gridano io mi lascio andare non reagisco, non voglio reagire"deve cammibare non fermarti" ma chi parla?. . . Chiama il marito. . . teklefona all'ambulanza. . . "Quante ne hai prese parla! "E' la voce di mia sorelle. . . Pensa a tuo figlio, maledizione quqnte ne ghai prese. . . chi è questo. . . mio marito. . . Ci sono proprio tutti, maledizione. "sbrighiamici. . . ha 21 pulsazioni. . . portiamola via"Chi ha parlato. . . sono gli infermieri. M'infilano in un lenzuolo per trasportarmi. . . mi sento urlare. . . e non so proprio forse la rabbia mi faceva uscire il fiato o forse 1002 l'ho sognato "voglio morire! ! ! Lasciatemi maledetti voglio morire! ! ! " Per un anno intirop non sono andata nel mio ufficio. Morivo di vergogna. Non capita tuttii i giorni di essere trasportata per le scale avvolta in un lenzuola perché la barella non passa, tra gli sguardi diegli inquilini "una signora così oper bene! . . . pensa te! . . . " finire al Pronto soccorso seguita da una decina di parenti mariti sorelle e la gente che ti guarda e i medici gentili che ti fanno bere un 700 litri d'acqua. . . e la voglia di vomitare e "vomiti signora coraggio" e tu che tiru su l'anima e tutti sono contenti e non ti trattengono perché sei persona conosciuta sì, 1003 capiscono . . . . ma verto lo scandalo si figuri. . . e via che torni a casa dormi per un 5 giorni e quando ti svegli sei così debole che non ti pìuoi neanche incazzare perché non ti hanno lasciato morire e pensi che sì, forse é meglio così. Riprendi a vivere la tua bella vita di merda. . . "La prossima volta mi andrà meglio. " Ho avuto addosso per anni la voglia di ammazzarmi. . . specialmente quando scoprivo un nuovo amore di mio marito. Maledicevo la mia debolezza. . . la mia capacità di reazione di prendere su, come si dice, e andarmene. Stavo lì come una lumacona. . . senza forza ne idee. . . mi crogiolavo nelle mie disperazioni invece di. . . 1004 I GIORNALI Nei primi 18 anni della mia vita, non ho mai letto un giornale. E questo che c'entra?Nulla. Sto cercando di tirar fuori fatti lontani, che disordinatamente affiorano al mio cervello vuoto Non ho mai letto i giornali. Lo dico con meraviglia. Possibile?In casa mia c'erano, la mia era una famiglia socialista quando esserlo costava qualche cosa. Si pagava, senza ricevere nulla in cambio: con quella tessera in tasca allora carriera o posti di comando, non ne ricevevi. I giornali c'erano, li toccavo quando li raccoglievo da terra dopo che mio padre li 1005 aveva letti. (incredibile quanto mio marito assomigli a mio padre: anche lui, li butta per terra! ) per riporli o buttarli, ma io sono sicura di non averne mai aperto uno fino ad un certo giorno. Cioè quando sono andata a sbattere con la mia bicicletta addosso ad una Topolino (in realtà gli ho sfiorato un parafango). La reazione del "guidante" è terribile e immediata e assolutamente fuori posto "Ecco chi rovina l'Italia! ""No, guardi io" "Silenzio! Voi 10 giovani che delegate. Delegate e non leggete i giornali! ". Allibita, senza parole. E' da qul giorno che dei giornali leggo tutto, dalle inserzioni agli annunci mortuari. Grazie isterico 1006 signore Grazie. della topolino. Forse ora posso correre all'inizio della mia vita. 1932 "E' ora che Franca incominci a recitare. "è mia madre che parla. La prima parte che ho imparato a memoria, me l'ha insegnata lei, "bocca a bocca", così si diceva a casa mia, mot- a mot, parola per parola. Non sapevo leggere. Avevo tre anni. . Aveva deciso (era sempre lei che prendeva le decisioni importanti in famiglia) che avrei fatto un angiolino di supporto all'angelo vero, che veniva recitato da mia sorella Pia in "la passione del Signore"atto V, orto dei Gezzemani. . "Pentiti Giuda 1007 11traditore che per trenta monete d'argento hai venduto il tuo Signore! Pentiti ! pentiti! "dovevo gridare di quando in quando. La parte non era lunga. . non ci devo aver messo molto ad impararla. "Ripeti! "e ancora e ancora. "ripeti" diceva la mia mamma paziente mentre pelava le patate per il minestrone. "Ripeti! "Mia madre per i suoi figli era ambiziosissima . Per l'occasione mi aveva cucito un bellissimo abito bianco da angelo, con due grandi ali bianche e oro appoggiate sulle spalle. seppur credente non andava mai in chiesa ma aveva uno zio prete. Lei, lo sapeva benissimo che gli angeli erano vestiti così! Mio padre, ormai 1008 entrato nel gioco, mi mise in testa una coroncina di lampadine . E' ora d'andare in scena e tutti: "ma che bell'angiolino! Ma che bel vestito! " La mia mamma faceva andare la coda. Non avevo fatto nessuna prova. Sapevo solo che ad un certo punto avrei dovuto seguire mia sorella Pia nell'entrata in scena ed ad un segnale della mia mamma sistemata in quinta avrei dovuto gridare "pentiti Giuda "e quel 12che segue. Il guaio, l'imprevisto che più imprevisto di così non si poteva immaginare fu che il personaggio di Giuda era interpretato da mio zio Tommaso, un uomo che avevo sempre visto calmo, sorridente, che mi raccontava 1009 storie bellissime, mi regalava un sacco di divertimenti, al quale volevo molto bene e vedermelo lì, proprio vicino vicino, con una parruccaccia nera in testa. . gli occhi che lanciavano saette tra un tuonar e lampeggiar minaccioso , che disperato gridava: "possano i corvi divorarmi le budella , le aquile strapparmi gli occhi ! " e altri animali che non ricordo "mi divorino un pezzetto alla volta ad incominciare dalla lingua" , mi fece un terribile effetto. Mamma mia che spavento! Cosa stava capitando?! Ero stravolta, me lo ricordo benissimo. Ma quello che mi buttò completamente fuori, fu il vedere mia sorella , 1010 solitamente rispettosa ed educata, che per nulla intimorita gli e ne stava dicendo di tutti i colori! Una sfuriata in piena regola e che trascinavano il nostro povero zio in una disperazione sempre più nera. "Ma cosa 13sta capitando?Perché lo zio Tommaso fa così?" Il groppo che mi sentivo in gola stava per scoppiare;Mia madre dalla quinta mi faceva gesti più che perentoi. Giuro che avrei potuto parlare, ma non me la sentivo proprio di rincarare la dose. No, io no, allo zio Tommaso . non dico proprio un bel niente. ! Non so cosa gli sia capitato. Forse è impazzito. " Anzi. A piccoli passi, camminando come pensavo camminassero gli 1011 angeli, seppur spaventatina, gli sono andata vicino, lui era in ginocchio e gridava più che mai. Dio che paura! Senza dire una parola mi sono arrampicata al suo collo e l'ho abbracciato, tempestandogli la faccia di baci. Insomma cercavo con i mezzi che avevo a disposizione, di calmarlo e piangevo nel silenzio che era calato in palcoscenico. Pia s'è ammutolita. In quinta mia madre faceva segnali che non prespettavano niente di buono. . Lo zio-Giuda si blocca per non più di tre secondi, lo giuro. e poi con voce profonda (intanto con la mano mi solleticava la mia e con gli occhi mi rideva per tranquillizzarmi) dice: "Dio, 1012 sei grande! A QUEST'ORRENDO PECCATORE MANDI IL CONFORTO. . . un piccolo angelo. . . mi tendi la mano. . No, no, non me lo merito! -e , dal momento che lo spettacolo doveva pur terminare, taglia corto-M'impicco! ". Deve usare un po' di forza per liberarsi da me che proprio non ne voglio sapere di lasciarlo andare. Grida: "L'albero più alto. . dov'è l'albero più alto. . Lasciami andare angiolino. . Lasciami. . " e con un urlo agghiacciante esce di scena. Mia sorella(l'unica volta nella sua vita , credo)non sapendo più che fare, camminando anche lei sulle punte, immediatamente lo segue. 1013 Grande applauso. Tutti mi chiamano in quinta con grandi cenni. Non so se la paura d'essere sgridata o il "senso del dovere" che maledizione da che sono nata è lì, a spingermi( a pigiarmi ) la coscienza, fatto si è che dopo un attimo di silenzio con voce chiara e mesta quel tanto che serve dico"S'impicca! Non s'è pentito. . Giuda traditore che per trenta monete d'argento ha venduto il suo Signore. . Non s'è pentito! " e via che esco. . Ce l'avevo fatta: l'avevo detta tutta! Da allora in poi, "la passione del Signore" ha sempre avuto due angiolini, con il più piccolo che abbraccia Giuda a mostrare la 1014 grandezza di Dio. a piangere. E tutti giù A 5 anni: "gli spazzacamini della valle d'Aosta. Com'è che succedeva? Come arrivavo la prima volta in scena con un personaggio che non avevo mai interpretato prima? Non me lo ricordo, ma so con certezza di non aver mai provato prima di un nuovo spettacolo. La parte come sempre fino a che ho 4 imparato a leggere, me la insegnava la mia mamma, la imparavo velocissimamente , era come se la sapessi già. Anzi, la sapevo già. Quante volte mi ero addormentata nella cassa dei costumi, o nella bara di Giulietta quella del Romeo, o in qualsiasi altro 1015 posto che mi permettesse di addormentarmi, mentre i miei recitavano una sera dopo l'altra?"Gli spazzacamini" un drammone. Gino, (io, )il protagonista, figlio di una povera ma bella incintata e poi abbandonata dal figlio del conte. . vengo, a causa della miseria in cui nascono quasi sempre quelle incintate dai "contini", NONOSTANTE LA TENERA ETà affidato ad un "mercante di carne umana"! , un delinquente che specula sui bambini che gli vengono affidati, mandandoli spesso a morire nel tentativo di pulire, in quanto smilzi e denutriti (quanto piangeva la gente! ) la cappa di un camino. E' quando, la mia mamma che per fortuna era venuta a trovarmi 1016 a Torino col mio nonno sennò chissaà come avrebbe mai fatto a tornarsene a casa, crede che il suo Gino sia morto nella cappa del camino "Oh che tremendo dolore! " e via che Impazzisce. La ragazza in questione era proprio sfigata. Ma il suo GIno, che quel giorno lì in quanto ammalato, era stato sotituito nel lavoro da un compagno, certo Carletto, che muore al suo posto. (Mai essere generosi! ) Questa è per Gino una giornata davvero fortunata. Il vecchio conte è schiattato nel frattempo, ed il contino, vale a dire il suo papà, decide in quanto sempre innamorato della mia mamma, di riparare al malfatto e di sposarla. Ci sono un po' di 1017 problemi per far rinsavire la povera ma onesta sfigata, ma alla fine tutto finisce in gloria tra lacrime e singhiozzi e applausi. 5 atti, con la comica finale per -17 -non mandare a casa la gente con il magone. Il nostro era un teatro realmente e totalmente "all'improvviso" che si basava su trame semplici e stringate, TEATRO POPOLARE appunto, nella tradizione della COMMEDIA DELL'ARTE , completamente opposto al teatro letterario e naturalista messo in scena dalle grandi e illustri compagnie che agivano nelle grandi città e imitato in tutto il suo negativo dalle piccole compagnie , come la nostra , che agiva no in 1018 provincia. Il nostro successo stava tutto in questa differenzenza. Il nostro repertorio era vastissimo: dalle più famose tragedie di Shakespeare ai drammmoni ottocenteschi, alle commedie di autori moderni a quei tempi (Niccodemi, Giacos, Rosso di San Secondo, alle comiche finali. Il tutto senza aver mai studiato una parte a memoria su di un copione. Non esistevano copioni di testi teatrali veri e propri, ma una specie di cannovacci e per molti testi non esisteva nemmeno il cannovacccio. Ce li avevamo _18_ nella testa da sempre. Eravamo bravi?Non lo so. So solo che i teatri eran( sempre pieni, che si lavorava tutti i giorni, si 1019 riposava solo il venerdì santo, e il 2 dei morti, a novembre. O se c'era il funerale di un defunto importante del paese: il prefetto, il sindaco, il dottore, il prete il farmacista. E quando in un paese avevamo fatto tutto il nostro repertorio, (replicato 6 sere la Giulitta, 6 la passione, "il povero fornaretto di venezia e non mi ricordo più quali altri drammoni avessere successo)mio padre o mio zio, si leggevano un romanzo, ci riunivano e ce lo raccontavano. "Tu fai questo, tu questo e tu questo. , . e via che il giorno dopo si andava in scena. Sulle quinte laterali, in bella calligrafia, la scaletta dei punti chiave, il susseguirsi degli avvenimenti. 1020 "L'assassino del corriere di Lione" . Scena PRIMA: la ragazza s'incontra col padre, che non aveva mai conosciuto , partito povero , tanti anni addietro, torna ricco, riempie la ragazza di doni, ma lei non riesce a sentire nulla per lui, anzi solo repulsione. - 19Manifestare freddezza e imbarazzo. Ricordarsi che la madre è morta. Scena seconda: un uomo(lo stesso attore che interpreta il personaggio delpadre) languisce in una cella, è un innocente caduto in un errore giudiziario terribile. Accenni all'assassinio di un corriere a Lione. Acceni alla moglie morta e alla piccola bimba 1021 lasciate al paese. ancora vive? Saranno Solo nel V atto tutto si risolverà: il buono premiato con la libertà e l'onore restituito mentre il cattivo (fratello gemello del buono), smascherato da una collana rubata al corriere di Lione, sarà punito con la forca. Gaudio e felicità. Ricordarsi della madre morta. Comica finale. Non c'è pesonaggio nel repertorio della mia famiglia che a secondo dell'età non abbia interpretato. Neonati(8 giorni in braccio alla mia mamma-in la Genoveffa di Brabante), 20 -bambini o bambine, ragazzini signorine, giovanotti, suore, cortigiane, 1022 prostitute. Una volta ho fatto persino, il cuciniere Dracco. La storia nel ricordo, mi fa ancora ridere. Ero cresciuta e la Genoveffa(che dio la maledica, quanto ho odiato sta noiosa! ) ora la facevo io. Giovane e bella moglie del re alla guerra, sola nella raggia viene insidiata da Golo, un primo ministro della situazione, che lei respinge furente e offesa. La donna giovane donna decide di inviare una missiva al marito tramite il cuciniero Dracco: l'unico che a corte le sia rimasto fedele. per avvertirlo del tradimento del suo braccio destro. "Torna o mio dolce sposo, torna! che quel maialone del Golo vuole 1023 fare con me, proprio quella cosa là! " Golo che è sempre lì a origliare , scopre tutto e zak! , pugnala il poveraccio e manda a dire al re che Genoveffa è incinta del cuciniero. "Ti ha tradito o mio re, che vergogna con un cuciniero! "Il re ci casca, fuori dalla grazia di dio "un cuciniero no! "ordina il taglio della testa della la fedifraga e anche del bambino nato nel frattempo. BIOGRAFIA TENTATIVO FRANCA- Sto male di salute, ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le malattie che io sono 1024 riuscita(un vero primato! ) ad accumulare negli anni(che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghie-, tricotillomania-strapparsi capelli, attorciliarli stretti al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili. Quando uno è in ansia, si strappa i capelli , se sola, si mangia le unghie in presenza di altri. )E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello che ho avuto negli ultimi due mesi a Boston. "Oh, ma come sono felice, rilassata! "Un bubbone della grandezza di un mandarino nel seno sinistro, proprio sopra a quello che chiamiamo cuore, dolore ai reni con perdita di sangue, lastre, calcoli frantumati, tracce 1025 anche in vescica, dolori muscolari alle gambe, crampi durante il sonno, gamba sinistra, dopo immobilità di qualche ora, non rehhe e duole. "Cos'è, il lazzaretto tutto di un colpo?"NO, è che il tuo fisico si fifende come può. lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione che tu vivi male. Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni, gli interventi, malattie inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite che ti scoppia oggi, inizio di una commedia che non ti piace e che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo. Tu come un pappagallo ripeti"sto bene"e sei pure convinta, invece"credi" di star bene, ma 1026 nel tuo subconscio stai malissimo?Tutta la colpa è del subconscio. Froid ha detto un sacco di cose relativammente importanti, cose che anche altri avevano detto, l'unica sua* scoperta essenziale per la vita dell'uomo per la sua mente è 'sta storia del subconscio. 'Sta storia del subconscio deve essere vera. Mi viene in mente una tipa di Torino che lavora all'Einaudi, si chiama Emilia, l'ho conosciuta tanto tempo fa, mi raccontava della sua vita, nel dibattersi nei problemi col marito da cui si era separata, i figli, la suocere, l'amante del marito, la moglie del marito. Tutti questi problemi le 1027 procuravano fenomeni fisici stregoneschi, reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato su alcun paziente. Che so, le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare, oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste, tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele. Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi sbatterti, riuscire a scavare, a ricordare, a scoprire cosa hai dentro realmente, quale fatto vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi andare indietro, indietro mamma. "Mi sono presa un registratore e via a parlare a ruota libera. Come premo il tasto per la registrazione, non 1028 mi viene in mente niente. Cerco di ralassarmi. Vediamo. . il primo trauma. . per me è stato un trauma e grosso. anche se poi, ora, 30 anni dopo, mi rendo conto di aver guardato i fatti con ecessiva enfasi. HO scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore. L'ho vissuta malissimo. Ho cercato di parlarne con lui, ma subito mi sono interrotta, imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata, incolta sul sesso: è la prima cosa che ricordo in questa incursione nella mia vita. Il mio rapporto con l'altro sesso è statoo per moltissimi anni un rapporto "al 1029 servizio";mai avuto stimoli sessuali, la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava. . . ma scivolavo nel rapporto senza un grande desiderio di sesso. . ero portata ad assecondare il suo di desiderio. Del sesso, non sapevo nulla. quello che facevamo, era venuto da solo, l'avevamo scoperto insieme. autodidatti. Ora, per fortuna è diverso. I giovani sanno tutto. prima ancora di avicinar si ad una donna. Mio figlio aveva un 13 anni e già se ne stava con un libro di anatomia in mano. (IMENE, vedevo soltanto un orecchio). L'orgasmo, l'ho raggiunto molto dopo che praticavo il sesso. Prima fingevo. 1030 Non me ne sono mai fatta un problema. FRANCA, TORNIAMO INDIETRO DI 40 ANNI, RACCONTACI IL TUO PRIMO INCONTRO CON DARIO. No S Vi voglio re Rilassatevi. vostro agio. Mettetevi a 1031 to riguardan ora incomincio. Donna. Buonasera. Lo spettacolo di questa sera, poco ha a che fara col teatro, anzi, non è per niente, né spettacolo né spettacolare. La decisione di farvi passare 2 ore, mi auguro, diverse, m'è venuta leggendo alcuni libri, qualche tempo fa. Ci ho pensato sopra, e m'è parso che qualcosa contenuto in quei libri, si è andato perduto in questa nostra vita che va sempre più di corsa. C'è rimasto poco tempo, per noi stessi, per i sentimenti. . . per gli altri. Ho rapportato la mia vita a quei discorsi, e da 1032 qui, sono partita per una grande analisi sui miei anni passati, quella che ero. . . quella che sono diventata. SULLO SCHERMO SONO MIGLIORATA? PEGGIORA 2 ISCHIA Donna - Non lo so- Quello che m'importa, è tramite fatti miei, e fatti di altri, scoprire gli errori nostri e d'altri dietro ai quali 1033 corriamo, nei quali esaltiamo o commiseriamo distruggiamo - ' mettere scoperta. Sperando arrivarci, a disposizione. . . ci ci la di FATE T Posso tenerne conto MA ANCH'I SBAGLIANDO S'IMPARA Donna - Non date retta a quelle scritte. E' la parte più 1034 banale di me, che si proietta su quello schermo. Dunque, vi dicevo che stavo rileggendo gli appunti per una lezione. DOCENTE IN AMORE. Beh, si mi piacerebbe essere già docente. . . No, questa qualifica è troppo grande per me, ora, forse più avanti, chissà, diciamo che mi sono auto promossa: M Ma no! Una buona allieva. . . Ecco sì. . . Cercherò di 1035 passarvi quello che acquisito con diligenza. ho NON I Beh, cercherò. . . farò il possibile di esserlo in questa occasione. . . 3 ISCHIA COR di LE Nell'inverno del '69 nell'Università di a S. Francesco il prof. Leo Buscaglia decide di dare inizio 1036 ad un corso sperimentale gratuito, liberi gli studenti di nadare e venire a loro piacimento, dedicato alla crescita e all'evoluzione individuale. Suo desiderio era che quel corso si risolvesse in un'esperienza del tutto inedita nel campo dell'insegnamento, e che fosse per lo studente di grande interesse e di amplissima portata, in attinenza con le sue esperienze immediate: "CORSO D'AMORE". Lui stesso aveva sull'argomento conoscenze ed esperienze limitate, come i suoi studenti, e quindi si sarebbero tutti attivamente 1037 impegnati nella scoperta dei veri significati insiti nella parola AMORE. 4 ISCHIA Sì, sono tutto amore, e non me ne vergogno. Ho un unico messaggio e posso fornirvelo seduta stante. Viviamo in un'epoca che comincia realmente ad esortarci a cogliere i significati della vita. Ci andiamo abituando ad una nuova nomenclatura. "Condizionamento" "forme e modifiche del comportamento. " "Ciò che è necessario rafforzare" "ciò che è rafforzato" e che probabilmente determinerà il 1038 comportamento. Per raffozzarci ci serviamo del denaro, delle campagne, dell'elettroshock, e perfino dei dolciumi. Quando qualcuno si comporta nel modo giusto gli ficchiamo una caramella in bocca. Il mio messaggio odierno è: la miglior caramella del mondo è un essere umano, caldo, palpitante, che non si scioglie affatto. Quella chicca, sei TU. Il vero amore è un fenomeno prettamente, totalmente umano. Non insegno l'amore nel senso stretto del termine, mi limito a facilitare il fiorire dell'amore. Il fenomeno - amore - è un quid che noi scopriamo. 1039 L'essere umano crede nel cambiamento, se non apprezziamo la situazione nella quale versiamo, in termini d'amore, siamo in grado di modificarla di dare vita ad un nuovo scenario. Possiamo donare solo ciò che abbiamo, in questo sta il miracolo. Se abbiamo amore, possiamo donarlo, se non ne abbiamo, agli altri è impossibile. Non è tanto una questione di dare, ma di condividere, spartire. Ti rendo partecipe, e non la perdo, perché già ce l'ho. "L'affetto quale elemento modificatore del comportamento umano. " Gli scienziati, psicologi, antropologi, sociologi hanno 1040 ignorato l'amore, è sconvolgente, perché tutti ne abbiamo bisogno ed aneliamo ad esso senza posa. Tuttavia non è fatta materia d'insegnamento. Si dà per scontato che l'amore ci venga fornito tramite e per effetto di una misteriosa forza vitale. "Viviamo tutti in comunità, tuttavia moriamo tutti di solitudine. " L'individuo capace di amare deve aver cura di se stesso. Badare realmente alla sostanza della propria personalità: "Ogni cosa viene filtrata attraverso me, quanto migliore sono, tanto maggiore è ciò che ho da dare. Tutto devo fare, per essere il più bello, il più straordinario, 1041 il più fantastico, tenero affettuoso essere umano del mondo. In noi si manifesta solamente una minima porzione di ciò che realmente siamo. Nondimeno ci sentiamo perfettamente paghi di essere quel che siamo. 5 ISCHIA Lo psichiatra londinese R. D. Laing avanza un'ipotesi provocatoria e suggestiva: "Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo, amiamo molto meno di ciò che esiste ed in tal senso siamo molto meno di ciò che siamo. " 1042 Su tali premesse dovremmo sentirci spronati senza di diventare. . . . . un quid, riposto nel profondo di ciascuno di noi che differisce da individuo a individuo. UNICITA' DEL SINGOLO E se qualcuno incontrando un altro dicesse: "Sono proprio contento che tu sia unico, diversa. Mostrami in cosa consistono le tue diversità, avrò modo di trarne qualche insegnamento" immaginatevi cosa sarebbe il mondo. . . . insegnante di disegno: Oggi, disegniamo un albero". Va alla lavagna e disegni il 1043 "SUO" albero. Una specie di pallone verde con un piccolo basamento marrone. Un lecca-lecca. Tutti disegnano. Più ti avvicini al lecca-lecca e migliore sarà il voto. Se tu, con tutti i colori fai un albero, come lo vedi e conosci "Tu devi avere un baco nel cervello! " . . . Facciamo di tutto perché ciascuno sia uguale ad ogni altro. La capacità di "conformarsi" costituisce la premessa indispensabile per approdare al successo. Sii te stesso. Non rinunciare mai al TUO ALBERO. Tu sei il sole, l'unico a TE STESSO. Il miglior te stesso, ma voler essere un 1044 altro sarai sempre e semplicemente il miglior n. 2. GIUDICATA una persona per quello che HA. Non per chi e che cosa è. L'essere umano è la cosa più strepitosa del mondo, dobbiamo però riscoprire l'arte di saper ridere. Abbiamo creato il tempo. Dopo di ché ne siamo diventati schiavi. LAPAROLA. Le parole congelano la realtà. Etichettiamo. Quanti bambini non hanno ricevuto un'adeguata educazione perché prima o poi durante l'infanzia ci si è premurati di etichettarli? E' 1045 uno stupido, mentale ecc. un ritardato Le etichette allontanano gli uomini, li distolgono gli uni dagli altri. Negro, che cos'è un negro? Mai conosciuto due negri uguali in vita mia. Sa amare? Sa soffrire? E' bello, felice? La sua famiglia? Sa dare qualcosa agli altri? Sono queste le cose che contano e non che sia negro, povero, ricco. UOMO in posizione svantaggio culturale. di Nessuno mi è venuto abbastanza vicino per contagiarmi con i suoi germi. In ogni creatura umana sono racchiuse troppe meraviglie per poterle bollare con un 1046 epiteto e metterle in disparte. Non c'è al mondo responsabilità maggiore dell'essere un essere umano e fareste bene a persuadervene. Mc Luhan ha dimostrato che i bambini quando mettono piede all'asilo quasi tutti hanno già visto 5000 ore di televisione, delitti, stupri, intrighi amorosi, immagini di morti violente e autentiche. Dopo di ché li portiamo a scuola. Domandarsi, chi è il bambino nuovo che dobbiamo educare, istruire? (Padre nave spaziale. Pag. 39) Oggi non imparare, SOGNARE, basta vivere, dobbiamo vedere con gli 1047 occhi della fantasia come sarà il mondo di qui a 50 anni. Salita in macchina di colpo non mi è venuto in mente neanche un posto dove mi sarebbe piaciuto andare. Li ho fatti passare tutti. Ho pensato anche all'estero vado a Parigi. . . Londra. . . Bruxelles. . . Dopo un'ora di riflessioni e giri turistici col cervello, prendo tempo e vado in ufficio. E' sabato pomeriggio. Non c'è nessuno ne deve venire nessuno. Sì, nel mio ufficio: 360 metro quadrati, 11 stanze. Beh, a parte questo fatto, vado nel mio ufficio. 1048 Imprevisto! C'è mio nipote e un nostro collaboratore: Walter. "Che fate qui?" "Nulla. . . avevamo da chiudere una storia. . . stavamo andandocene. E tu che fai?" "ho da fare. . . " Loro se ne vanno. Mi sono guardata intorno. . . Più avanti - dallo schermo che ripete fedelmente le sue parole, il pubblico capirà che si è bloccata, e che è arrivata ad una lettura fedele di quello che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di conoscenza, di se, attraverso i ricordi. 1049 Sono stati anni di lotte fure, manifestazioni, sindacato, licenziamenti, Vietnam (vedi biografia), feste dell'Unita, e i garofani rossi del P. C. I. ad ogni prima, e Togliatti quando è venuto al Teatro Eliseo 1962 e l'amicizia con Amendola e sua moglie, e le migliaia di compagni che si conoscevano, e gli spettacoli per le fabbriche in occupazione. . . e . . . e. . . (pezzo manoscritto dietro la pagina numero 5 inserto 1 Cinzia) 1050 Ma il mio partito era lì, immobile, senza niente vedere, capace solo di sbraitare contro i gruppi che loro chiamavano gruppazzi. . . di chiedere che "si facesse luce" ad ogni atto criminale sul quale la luce già brillava a denunziare con evidenza il colpevole. . . in coda su tutto, arrancante ed elefantiaco. . . pieno di case del popolo svuotate di ogni ideologia. . . senza più una biblioteca. . . dove importante era "incassare" fare soldi. Il tutto con la persuasione che è inutile sollecitare lo sviluppo di una cultura proletaria, giacché non esiste 1051 né può esistere. "Esiste una sola cultura, - dicono quelli " che sanno ", - al di sopra delle classi. La cultura è una, così come è una la una e uno è il sole che splendono indifferentemente per tutti quelli che se ne vogliono e se ne sanno servire. Facemmo teatro nelle case del popolo, nelle piazze, nei bocciodromi, poi in una capanna di via Colletta a Milano, alla famosa palazzina Liberty, sempre a Milano, che ristrutturammo completamente e che poi ci fu tolta. 1052 Ho tolto dal cartoncino. . . tutte le mie pastiglie. . . ne ho fatto un bel mucchietto davanti a me. Ho preso una scodella, l'ho riempita d'acqua ne ho messe tre o quattro in bocca e giù a bere. Su un foglietto ho annotato: 3 e giù a bere, più 3. . . . e, fanno 6. . . più 3 e fanno nove. . . Devo arrivare almeno a cento. Si fa una gran fatica. . . ti si impasta la bocca. . . non riesci a deglutire. . . ti viene voglia di smettere. . . ancora 5. . . Ma cosa sto facendo?! ancora tre. . . e 5. . . Credo di essere arrivata a 50. . . Forza, ora 5. Forza - mi viene da vomitare - ancora 7. 1053 E' meglio che mi stenda. Non voglio cascare per terra. Lunedì si riapre l'ufficio. Penso alle persone che lavorano qui. Non me ne importa niente. Di nessuno m'importa. Non sento niente. Ancora una manciata. Che fatica. Mi stendo. Chiudo gli morendo. occhi. Sto Non ricordo nessun "ultimo pensiero". Invece no. LA CHIACCHERATA O IL PROCESSO 1054 LUOGHI DEPUTATI: TRIBUNALE UN L L L'INFINITO: Così viene chiamato il fondale azzurro chiaro che gira tuttintorno al palcoscenico) nel quale LA DONNA agirà rivolgendosi direttamente al pubblico. Che porterà via via, dall'analista, o al tribunale e viceversa. Nell'infinito, la donna commenterà e denuncerà via via i fatti. Interpellerà il pubblico, con domande precise. Ed esigerà risposte precise. Per agevolare il 1055 dialogo si avvarrà della collaborazione di attori e attrici compresi in platea tra il pubblico. LO DELL'ANALISTA: STUDIO La nostra donna c'è andata controvoglia. Non ha fiducia. Mentre parla, su di uno schermo vengono proiettati i suoi pensieri: l'esatto contrario di quanto va dicendo. Mente su ogni cosa. Pensa al costo dell'analisi. Quanto sta spendendo, all'ora, quanto spenderà in un anno. Ecc. Sente l'inutilità di quanto sta facendo. Si ripromette di 1056 smettere. Ma ogni 3 giorni è lì, come tossicodipendente dell'ora di protagonismo che si regala. L'ORA in cui esiste in cui c'è. Più avanti - dallo schermo che ripete fedelmente le sue parole, il pubblico capirà che si è bloccata, e che è arrivata ad una lettura fedele di quello che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di conoscenza, di se, attraverso i ricordi: 1) Violentata dal padre a 10 anni. Violenza che lei, credeva legittima, in quanto pensava "è mio padre, se l'ha fatto vuol dire che è naturale, che doveva farlo. Ha accettato la violenza del 1057 padre, come la varicella, la scarlattina, le mestruazioni. Nessun trauma, è mio padre, mi vuole bene. DA LUI male non me ne può arrivare. Solo più tardi, capirà l'errore di valutazioni. Ma ancora oggi non sa che peso quella violenza abbia avuto sulla sua vita. 2) Studiato con indifferenza per la promozione: diplomata? Laureata? Studiato con grande curiosità e letto tutto (si fa per dire) per un suo bisogno di sapere. Si è specializzata, (diciamo fissata?) sulla vita dei filosofi, ed ha elaborato alcuni concetti filosofici a suo uso e consumo. Per la verità scoccia anche gli altri, ma 1058 alcune volte se ne trae anche un buon profitto per l'anima. Ha fatto suo una tra le regole più strane osservate dalla "setta"(scuola) fondata da Pitagora: NON MANGIARE LE FAVE. Questo è il "comandamento" più bizzarro del catechismo pitagorico. Aristotele dice che era per via di una qualche rassomiglianza con l'organo maschile, da ciò diciamo che Pitagora doveva essere un gran bigotta. E qui a questa versione (spiegazione) che la nostra donna si attiene: se un pensiero così, ripeto "bizzarro", astuto è diventato un "comandamento" di una scuola filosofica fondata da Pitagora, un presocratico, vissuto secoli e 1059 secoli A. qualchecosa significare. C. , deve beh, pur 3) Sposata, con amore, ma perché ci si sposava tutte. 4) Avuto figli, non particolarmente desiderati, né programmati perché così era sempre stato. 5) Vissuto la vita coscienza alcuna. senza Abortito senza riflessione. Non desiderato niente di particolare. Tutto quello che "NONOSTANTE LEI" ha è 1060 6) Sofferto come tutte. Subito come tutte. Pianto come tutte. E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA Ribelle come tutte. Sul grande schermo scritto in diverse dimensioni appare a questo punto del dialogo con l'analista: PERC APPARE Di pari passo alla presa di coscienza del suo essere donna della nostra donna, del suo maturare - da oggetto a soggetto - abbiamo piccoli stacchi e ci troviamo in Tribunale al PROCESSO. 1061 TRIBUNALE: E' un processo che la nostra DONNA vuole. E' molto incerta. Chi vuole processare? "La Società? L'educazione? La famiglia? La madre. . . " Non mi ha mai detto niente. Mi hai insegnato l'onestà facendomela vedere con la sua vita. La morale o il moralismo? Cos'è il SESSO? Nessuno me ne ha mai parlato. Il padre. Amico? Nemico? Gli amici? Il marito? I figli? E' confusa. Lentamente progredisce nell'inchiesta, 1062 nel domandarsi e alla fine il processo lo chiede per lei. E' lei che si accusa. "Ho vissuto come una capra. Ho accettato tutto pensando, seguendo i mille luoghi comuni che la società ti dà con la prima poppata. Voglio essere processata e condannata per non essere riuscita, nonostante l'essere stata militante politica, forse anche un'avanguardia femminista, piena di ottime teorie per le altre e minima pratica verso me stessa. Ribellioni e una presa reale di coscienza . E qui escono tutti gli errori di una donna della mia generazione. Errori che forse potranno servire per un miglioramento della qualità 1063 della vita. Scelte programmate, meditate, ecc. DIO: il primo maschilista. (voluto inventato dagli uomini) Eva tentatora peccatrice. Perché non Adamo? Mosè sul Monte siani: tavole Le I comandamenti NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI (Siamo fin da allora OGGETTI. Non desiderare l'uomo d'altri: undicesimo comandamento. Nell'etica della nostra vita ci vorrebbe. 1064 I FIGLI L'unica cosa che non può fare l'uomo sono i figli. NOI POSSIAMO CREARE UN INDIVIDUO. DICI NIENTE? Che uso ne facciamo di questo potere divino? Troppo spesso è un potere male usato. E quando ci separiamo, i figli non sono spesso usati come materia di ricatto? Cosa pagano i figli per i nostri errori? LISISTRATA: Uomini volete la guerra? Niente amore. 1065 DONNA OGGI: creare una creatura umana è un miracolo. Ho questo potere io, solo io. Smettiamo di fare figli per almeno tre anni. Ragionamoci bene sopra a 'sta incredibile ricchezza che solo noi possiamo elargire. Valutiamone il profondo significato, poi, con le idee finalmente chiare, riprendiamo a far miracoli, facendo ben sentire all'uomo che è un miracolo al quale sta assistendo. Così finalmente le donne saranno rispettate. Se non altro durante la gravidanza. L'ABORTO 1066 I contraccettivi nelle scuole. L'educazione sessuale. Abortire è un trauma. Non puoi abortire come andare dal parrucchiere, con la stessa facilità. Come ti senti dopo che hai abortito? Ti rimane addosso qualcosa? La prossima volta che farai? IL MATRIMONIO Tutti ne parlano male e tutti ci si rompono la testa. L'uomo che hai sposato ragazzo (giovane) quasi sempre, poco ha in comune col vecchio signore che hai al fianco, con cui hai diviso la vita, gioie e dolori. Nonostante questo ti 1067 ostini, per via della prima poppata piena di ideologie sbagliate a vivergli accanto. A QUALSIASI COSTO. Ovunque in tutti questi anni ho ascoltato discorsi di donne disperate, la canzone è sempre la stessa. La storia di Medea si ripete nei tempi, uguale, a qualsiasi classe sociale tu appartenga. L'IDENTICA CANZONE, raccontata, tra lacrime, o freddamente, o con rabbia o con rassegnato dolore, o su di un letto, dopo un tentato suicidio, o in casa di cura se sei ricca, in manicomio se sei povera. Sono storie di anni di umiliazioni, di tentativi di ogni tipo. "Sta invecchiando. . . sono gli ultimi colpi" e poi ti 1068 accorgi che non sono gli ultimi, né saranno i penultimi. Stai zitta, e aspetti. Gridi, e aspetti. Ti allontani, e aspetti. Ma cosa cazzo aspetti? Cos'è che ti schiaccia? Cos'è che t'ha cancellato il sorriso? Cos'è che ti ha messo la faccia a lutto? Cos'è che ti ha convinta che sei morta? Perché non dormi, perché pensi, perché sei fissata? Sei fissata? SEI FISSATA. Che meccanismi sono? L'orgoglio, paura della solitudine? I soldi? LUI? L'AMORE? L'AMORE? Ma dai, guardalo bene, porta gli anni meno bene di te. E' ancora divertente, spiritoso, affascinante come 20, 30 1069 anni fa? I programmi televisivi chi li sceglie? Il peso delle cose più noiose sulle spalle di chi, è appoggiato? Com'è la tua giornata con lui? Le tue serate, le tue notti? Cosa vi dite ancora? Cosa ti dà? Analizza, analizza. T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo, peggiorate. La vera differenza tra un uomo e una donna redo consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso dell'onestà, (non tutte) della giustizia, dell'integrità. 1070 Siamo soggetti morali, (non tutte) e a volte purtroppo solo moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, forza, denaro. FASCINO. BELLEZZA. Tutte QUALITA' privilegi che ti derivano dal potere. IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUO' PROCURARTI. Con il potere che ti balla intorno anche ne vorresti un po'? No? Essere donne continua ad essere difficile, e nel cammino della vita (è con 1071 rammarico, che sono costretta a riconoscerlo) ti senti con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri essere come te, anime del tuo stesso sesso. Sì, amarezza e sconvolgimento. La donna è troppo spesso, la maggior nemica della donna. Nel lavoro e nella vita. 1072 Giovani o vecchie, interrogate, provate ad interrogare. Quasi tutte, fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ma vero è che l'amore uomo lo fa quasi sempre con una donna. O giovane come te, o molto molto più giovane di lui. E tu stai a guardare. Si fa per dire. Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in discussione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, o vecchio. L'impegno, per la giovane in questione, sarà minimo. In tutti i sensi. Intendiamoci, 1073 può anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono allegerirlo assai, come peso. E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia, di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU SAI GIA' TUTTO. PERCHE' E' IL RIPETERSI, del ripetersi, del ripetersi. Aspetti, ed a volte inutilmente. Non succede nulla, o succede proprio quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di è che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta 1074 sposare uno scrittore importante per scrivere un buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un pittore, sempre importante, per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di potere, puoi correre nella carriere, ma se non hai nella testa le cose giuste. Sembra che tu. . . ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, 1075 diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto tuo, guardalo: che non si vede per quello che è realmente, abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. 1 ISCHIA All'alzarsi del sipario troviamo una donna seduta davanti ad una scrivania, sta leggendo. Schermo grande sul fondo scena, sul quale appare una scritta dopo un minuto dall'inizio . Sto male di salute, ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le 1076 malattie che io sono riuscita (un vero primato! ) ad accumulare negli anni, che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghie, tricotillomania-strapparsi i capelli, attorcigliarli stretti al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili. Quando uno è in ansia, si strappa i capelli, se sola, si mangia le unghie in presenza di altri. E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello che ho avuto negli ultimi due mesi. "Oh, ma come sono felice, rilassata! Mi dicevo. . . e mi sembrava proprio di esserlo. " Un bubbone della grandezza di un mandarino nel seno sinistro, proprio sopra al cuore, dolore ai reni con perdita di sangue durante 1077 la. . . minzione, cioè quando faccio la pipì. . . Radiografia: calcoli frantumati, tracce anche in vescica. Dolorosi crampi muscolari alle gambe durante il sonno, gamba sinistra, dopo immobilità di qualche ora, non regge. . . cado. "Cos'è, il Lazzaretto, tutto di un colpo? "NO, è che il tuo fisico si difende come può, lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione che tu vivi male. Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni, gli interventi, malattie inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite che ti scoppia oggi, che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo. Tu 1078 come un pappagallo ripeti " sto bene " e sei pure convinta, invece"credi" di star bene, ma nel tuo subconscio stai malissimo. "Tutta la colpa è del subconscio. Freud ha detto un sacco di cose relativamente importanti, cose che anche altri avevano detto, l'unica sua scoperta "essenziale per la vita dell'uomo" per la sua mente è 'sta storia del subconscio". 'Sta storia del subconscio deve essere vera. Mi viene in mente una tipa di Torino che lavora all'Einaudi, si chiama Emilia, l'ho conosciuta tanto tempo fa, mi raccontava della sua vita passata nel dibattersi tra(?) i 1079 problemi del marito da cui si era separata, dell'amante del marito, la seconda moglie del marito. Il figlio, la moglie del figlio, il bambino del figlio che lei, la moglie non gli fa vedere perché lui ha un amante. La suocera, il suocero e l'amante del suocero. Tutti questi problemi le procuravano fenomeni fisici stregoneschi, reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato in alcun paziente. Che so, le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare, oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste, tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele. Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi 1080 sbatterti, riuscire a scavare, a ricordare, a scoprire cosa hai dentro realmente, quale fatto vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi andare indietro, indietro mamma. "Mi sono presa un registratore e via a parlare a ruota libera. Come premo il tasto per registrare, non mi viene in mente niente. Cerco di rilassarmi. Vediamo. . . il primo trauma. . . per me è stato un trauma e grosso. Anche se poi, ora, 30 anni dopo, mi rendo conto di aver guardato i fatti con eccessiva enfasi. Ho scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore. L'ho vissuta malissimo. Ho cercato di parlarne con lui, ma subito mi sono interrotta, 1081 imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata, incolta sul sesso: è la prima cosa che ricordo in questa incursione nella mia vita. Il mio rapporto con l'altro sesso è stato per moltissimi anni un rapporto "al servizio"; mai avuto stimoli sessuali, la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava. . . scivolando nel rapporto senza un grande desiderio di sesso. . . ero portata ad assecondare il suo di desiderio, nessuno mi aveva spiegato che potevo averne anch'io di desideri. Del sesso, non sapevo nulla. Quello che facevamo, era venuto da solo, l'avevamo scoperto insieme. 1082 Autodidatti. Ora, per fortuna è diverso. I giovani sanno tutto, prima ancora di avvicinar si ad una donna. Mio figlio aveva un 13 anni e già se ne stava con un libro di anatomia in mano. (IMENE, vedevo soltanto un orecchio). L'orgasmo, l'ho raggiunto molto dopo che praticavo il sesso. Prima fingevo. Non me ne sono mai fatta un problema. ALL'ENTRATA IN PLATEA A TUTTI GLI SPETTATORI, VERRA' CONSEGNATO UN BLOCCHETTO ED UNA MATITA. All'alzarsi del sipario troviamo in controluce una donna seduta davanti ad una 1083 scrivania, sta leggendo alcuni fogli. Sul fondo scena, uno schermo grande sul quale appare una scritta dopo un minuto dall'inizio: Gli effetti luce durante il susseguirsi degli avvenimenti, i cambi di luogo e situazioni saranno indispensabili. La donna interpreterà via via i vari personaggi che distingueremo con prima donna-seconda donna, magistrato, ecc. Indispensabile, in certi momenti il cambiamento di luce e accompagnamento di chitarra. 1084 Buonasera a tutti. Non innervositevi se non parlo. Sto zitta per voi. Vi voglio regalare qualche istante di silenzio. Rilassatevi. Mettetevi a vostro agio. ASSAPORATE LA MERAVIGLIA DEL "SILENZIO". . . INTANTO CHE VOI ASCOLTATE IL SILENZIO. . . Io riguardo gli appunti per la lezione che vi terrò. . . tra qualche istante. O I Donna. Buonasera. Lo spettacolo di questa sera, poco ha a che fare col teatro, anzi, non è né spettacolo né spettacolare. Vorrei stare 1085 con voi il tempo che ci pare. . . (non quello che ci servirebbe. . . sarebbe troppo. . . Quando siete stanchi, non temete di dirmi "Basta". Non mi offendo. Ce ne andiamo e buona notte a tutti). Dicevo vorrei stare con voi per cercare di ritrovare insieme, qualcosa che a mio avviso è andato perduto in questa nostra vita che va sempre più di corsa. . . dove non c'è rimasto quasi niente, né per i sentimenti. . . né per noi stessi, né per gli altri. Ho messo insieme storie di donne e di uomini. . . tragitti collettivi e personali. . . avvenimenti politici. Sono partita da una grande analisi dei miei anni passati, dei miei problemi, guardando quella 1086 che ero. . . quella che sono diventata. (Sullo schermo appare la scritta) MIGLIORATA?PEGGIORATA ? I Donna- Non lo so. Quello che m'importa, è tramite avvenimenti, banali, comuni o insoliti, miei e di altri, "scoprire" gli errori dietro ai quali corriamo, nei quali ci esaltiamo o commiseriamo, ci distruggiamo! Se ci riusciremo, metteremo la nostra "scoperta", a disposizione. . . (sullo schermo appare): (Mentre a squarciagola una voce fuori campo ripete quanto visualizzato. ) 1087 FATE TESORO DELLE ESPERIENZE ALTRUI! (Altra voce fuori campo) Posso tenerne conto. . . MA ANCH'IO VOGLIO SBATTERCI LA TESTA! (Altra voce cretina) SBAGLIANDO S'IMPARA! I Donna - Non date retta a quelle scritte. E' la parte più banale di me, e anche vostra. . . che si proietta su quello schermo. Fate molta 1088 attenzione con i pensieri. . . tutto può finire lì. Dunque, vi dicevo che stavo rileggendo gli appunti per una lezione. . . (Voce presuntuosa a sfottere) DOCENTE IN AMORE? I Donna- (al pubblico) Chi l'ha pensato? Anche se mi piacerebbe questa qualifica è troppo grande per me ora. . . forse più avanti, chissà. Tra qualche anno. Diciamo che mi sono auto-promossa. . . (c. s. ) AMORE? MAESTRA IN 1089 I Donna- Ma no! Una buona allieva. . . questo sì. . . Cercherò di passarvi quello che ho acquisito e analizzato con diligenza. NON SEI DILIGENTE MAI STATA IN TUTTA LA TUA VITA. I Donna- (Al pubblico) C'è una madre qua intorno? Per fortuna mamma! ! (cambia tono) Ma in questa occasione cercherò. . . di esserlo. . . farò il possibile. . . No, maestra troppo. . . d'amore (c. s. ) MAESTRA DI VITA? è 1090 I Donna- Sì, modestamente. . . Alla mia età. . . qualcosa ho imparato. Forse può andare. . . oppure. . . (c. s. ) "Corso d'amore. . . " . . . . e dillo che non ne puoi più! (Sullo schermo si susseguono, molte scritte uguali con diversi caratteri, sulle quali ne primeggia una: ) OK. VADA PER IL CORSO D'AMORE I Donna(Indica la proiezione) Mi fa piacere sentirvi d'accordo con me. . . 1091 e se non sbaglio, interessati. Dunque cominciamo: (dà un'occhiata ai fogli). Un certo Leo Buscaglia (molti dicono che sia un coglione. ) nel 69 a S. Francisco, decide di dare inizio ad un corso sperimentale gratuito all'università di Barkley(?): "Corso d'amore". Siamo nel '92 e il suo discorso è attualissimo. Forse non è un coglione. (sullo schermo leggeremo Leo Buscaglia -) E' da lì che ho preso lo spunto "Sì, sono tutto amore, e non me ne vergogno. Ho un unico messaggio e posso fornirvelo seduta stante. Viviamo in un'epoca che comincia realmente ad esortarci a 1092 cogliere i significati della vita. Ci andiamo abituando ad una nuova nomenclatura. "condizionamento" "forme e modifiche del comportamento" "ciò che è necessario rafforzare" "ciò che è rafforzato" e che probabilmente determinerà il comportamento. Per rafforzarci ci serviamo del denaro, delle campagne, dell'elettroshock, e perfino dei dolciumi. Quando qualcuno si comporta nel modo giusto gli ficchiamo una caramella in bocca. Il mio messaggio odierno è: la miglior caramella del mondo è un essere umano, caldo, palpitante, che non si scioglie affatto. Quella chicca, sei 1093 TU. " (SPARISCE SCRITTA BUSCAGLIA) LA Come si fa a diventare un essere umano, palpitante? Vorrei essere "la miglior caramella del mondo". Ma come? La strada è lunga. Coraggio, facciamola di corsa. (schermo) INTERROGATIVI interrogati. Interrogati. Interrogatiiii! ! ! Qual'è stato il nostro rapporto con i nostri padre e madre? Qual'è quello con i nostri figli? Come siamo cresciuti? 1094 1) Quale rapporto abbiamo avuto col padre e la madre? Abbiamo"parlato" con loro? "Parliamo" con i nostri figli? Il figlio è quella cosa alla quale si mette il golfino se la mamma sente freddo, o lasciamo che sia lui a dirci, mamma ho freddo e gli crediamo se dice d'aver caldo? Come siamo cresciuti? Abbiamo ricevuto "onestà" dai nostri padre e madre? Come cresciamo i nostri figli? Siamo "onesti" con loro? 1095 SCUOLA Come sono stati "insegnanti"? i nostri PALLOSI? REAZIONARI? INTELLIGENTI, Hanno influito sulla formazione del nostro carattere? Nella nostra vita? TANTO? POCO? Ne ricordiamo qualcuno? 1096 SI? NO? PERCHE'? AMICIZIA Esiste? Sì, esiste. Abbiamo amici? Teniamo all'amicizia? NOI Come siamo? Come ci giudichiamo? Come stiamo tra la gente? Cos'è la gente per noi? Ci importa degli altri? Amiamo gli altri? Quanti ne amiamo? Amiamo i pranzi di Natale, i pic-nic? 1097 AMORE Nel rapporto con l'altro sesso, come sei? Timida, sfacciata, intraprendente, esigente, ti accontenti. . . ecc. Come preferisce accesa, spenta? la luce: VITA Ti senti una persona libera? "Liberata"? Siamo riusciti ad essere "magnifici" qualche volta? Qualcuno ha detto che ognuno di noi vive nel seminterrato della propria anima? E' vero? Dov'è il seminterrato dell'anima? Sotto i piedi? I 1098 piedi di chi? Anche sotto ai tuoi? Abbiamo permesso a qualcuno di ridurre un essere umano, "noi", in poltiglia? Quante volte? Almeno una! POLITICA Che peso ha la politica nella tua vita? Fai politica? Ragioni con la tua testa o deleghi? Chi deleghi? I nostri "sgovernanti"?. . . il marito, il figlio, la moglie, il vicino di casa, il capoufficio. . . il. . . il. . il. . . Siamo, forse, così deboli che uno può manipolarci come vuole? I governanti, il marito, la moglie, il figlio, il vicino di casa, il. . . Perché? 1099 Perché la gente (me compresa) accetta tutto? Perché lasciamo fare? Perché accettiamo di fare le code per sapere quali siano gli "estimi" da pagare? Siamo pazzi? Perché dopo una tragedia, che so, la morte brutale di un figlio poliziotto o un altro morto, permettiamo che qualche cronista televisivo col pelo sullo stomaco ci chieda: "Quando ha saputo che suo figlio è saltato per aria cosa ha provato signora?" Com'è che la signora non tira un calcio nella pancia del cronista? Perché non gli salta addosso e lo strangola ficcandogli le dita negli occhi? Perché? 1100 Perché non insorgiamo tutti? (proiettato sullo schermo appare: Buscaglia)! L'essere umano è la cosa più strepitosa del mondo, dobbiamo però riscoprire l'arte di saper ridere. Abbiamo creato il tempo. Dopo di ché ne siamo diventati schiavi. Le parole congelano la realtà. Etichettiamo. Quanti bambini non hanno ricevuto un'adeguata educazione perché prima o poi durante l'infanzia ci si è premurati di etichettarli: è uno stupido, un ritardato mentale ecc. Le etichette allontanano gli uomini, li distolgono gli uni 1101 dagli altri. Negro. Che cos'è un negro? Mai conosciuto due negri uguali in vita mia. Sa amare? Sa soffrire? E' bello, felice? La sua famiglia? Sa dare qualcosa agli altri? Sono queste le cose che contano e non che sia negro, povero, ricco. (Sparisce la scritta Buscaglia) Mi viene un dubbio: che il responsabile ultimo della situazione tragica a cui siamo arrivati, non sia Andreotti, ma siano le nostre insicurezze, il nostro accettare, il nostro subire. DA CAPO. RICOMINCIARE DA CAPO. 1102 Chi sei? Chi sono? Come mi chiamo? Nome, cognome, coniugata. Figli? Cosa faccio? Da dove vengo dove voglio andare. Ricominciare da capo. A. E. I. U. O. A. B. C. D. E. F. G. . . MAM. . . MA . . . mamma. . . papà. . scuola. Chiesa. Dio. Oddio! Odio! . . . Comunismo. Sole. Terra. Vento. Mare. Amore. IO. IO. TE. Io e Te. IO e NOI. NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO. IO. NOI. AMORE. Nome. Cognome. Sesso. IO (si abbassa la luce appare la Scritta su Schermo) LUOGHI DEPUTATI: LO STUDIO DI UN ANALISTA 1103 UN TRIBUNALE L'INFINITO! LA CASA. . . LA STRADA. . . Donna- (a commento di ogni scritta, con tono di voce alto, ma impersonale) L'INFINITO: Così viene chiamato il fondale azzurro chiaro che gira tutt'intorno al palcoscenico nel quale la protagonista della nostra storia agirà, enuncerà, commenterà e denuncerà i fatti della sua vita, si avvarrà della vostra collaborazione, interpellandovi con domande 1104 precise. precise. Ed esigerà risposte Se proprio non ve la sentite di parlare, d'intervenire, per insicurezza, per timidezza, scrivete le risposte, parlate dei vostri problemi sul blocchetto che vi è stato consegnato all'ingresso. . . Di volta in volta sarà lo studio dell'analista, o il tribunale o la casa, o la camera da letto. . . o la strada. Alla vostra intelligenza scoprirlo. Non vi posso dire tutto. (Sullo schermo appare: ) STUDIO DELL'ANALISTA 1105 La nostra donna c'è andata controvoglia dall'analista. Non ha fiducia. Mente su ogni cosa e pensa: " 80 mila a seduta, tre sedute la settimana, 240 mila. . . 960 mila. . . Al mese? L'anno?. . . Quello che faccio non mi servirà a niente. . . devo smettere. . . sì, è l'ultima volta". Ma ogni 3 giorni è lì, come tossicodipendente "dell'ora di protagonismo" che si regala. L'ORA in cui esiste, c'è. in cui "Coraggio signora. . . mi dica, lei si sente o non si sente amata. . . Qual'é l'indispensabile potenziale d'affetto di cui ha bisogno? 1106 "Ho sempre avuto un morboso bisogno d'amore. " Da piccola, avevo un 5, 6 anni e per attirare l'attenzione dei miei, ho rovesciato qualche goccia d'inchiostro rosso nel mio vasino della pipì. La mia mamma, sconvolta. . . mio dio, s'è sviluppata a sei anni! . . . No, no, forse è un fatto renale, chiama il dottore, chiama il dottore, tutti gridavano, piangevano. . . mi accarezzavano, baciavano. . . Felice di tanta attenzione ho tirato fuori la bottiglietta d'inchiostro rosso. . . hanno capito. . . m'è arrivato un ceffone dalla mia mamma, che ogni volta che sento l'odore dell'inchiostro, mi tocco una guancia. 1107 Meno male che inventato le biro! hanno 1108 Sono stata violentata da mio padre a 10 anni, una volta sola. Dico, "violentata", ma il termine è errato. Più giusto dire: "Ho avuto un rapporto sessuale con mio padre, senza nessun trauma, senza capire quello che mi stava capitando. Ripeto, avevo 10 anni. Volevo molto bene a mio padre e lui voleva molto bene a me. Troppo. . . Non c'è stata violenza alcuna. . . non pensavo fosse "male", solo da adulta ho capito tutto l'orrore di quell'atto: una terribile violenza alla mia innocenza. Molte volte ci ho pensato da grande. Allora, in quel momento forse incoscientemente, mi son 1109 detta: "E' mio padre, mi vuole bene, da lui male non me ne può arrivare. E' mio padre, se l'ha fatto vuol dire che è naturale, che doveva farlo. L'ho accettata come la varicella, la scarlattina, le mestruazioni. E' mio padre. E non ci ho pensato più. In un attimo avevo rimosso, cancellato tutto. E chi si ricorda della varicella, del morbillo? (SCHERMO) 1110 "I PRIMI RAPPORTI DI SESSO. . . DOPO?" "Ma. . . non ricordo bene. . . La prima volta è stato con un ragazzo che veniva a scuola con me. . . no, non della mia classe. . più alto. . . Ricordo solo che cercava con tutte le sue forze di ficcarmi la lingua in bocca. . . che mi veniva da vomitare. . . mi strizzava un seno. . . e che mi spingeva qualcosa di duro contro il pube. . . Ero preoccupata. . . Ma cos'ha lì. . . una bottiglietta?. . No, forse è una zucchina o un cetriolo. . . Ma perché, mi spinge 'sto cetriolo contro il pube e fa ah, ah? Forse è pazzo. 1111 Non ho più permesso che mi si avvicinasse. Ho avuto il pube tumefatto per giorni. Poi un'altra volta la stessa storia. . . Non mi capacitavo che tutti i ragazzi girassero sempre con una zucchina nelle mutande. Avrei avuto piacere di scoprire il perché, ma non sapevo a chi chiedere. Poi le mie amiche una sera d'agosto parlottavano. . si era al mare: "Lui è venuto, ci siamo baciati, poi lui è venuto. " "Come - faccio io - è venuto, poi vi siete baciati e lui è venuto. Venuto dove se era già lì. Sarà andato. " "Che scema, sei proprio una scema! " e mi hanno spiegato tutto, e l'amore, e il sesso e come nascono i bambini! Un trauma volevo morire. ! 1112 Sono stata in confusione per una settimana. Che nessuno maschio mi venisse più vicino con il suo cetriolo. . . che poi magari resto incinta. Avevo 14 anni. ( inserire il pezzo sul sesso di quando era adulta) I Donna - Studiato con indifferenza per la promozione: diplomata? Laureata? Fa lo stesso. Sulla filosofia ha elaborato alcuni concetti filosofici a suo uso e consumo e alcune volte ne trae anche un buon profitto per l'anima. Ha fatto suo una tra le regole più strane osservate dalla "setta"(scuola) fondata da Pitagora: II Donna (infervorata) NON MANGIARE LE FAVE. 1113 Questo è il "comandamento" più bizzarro del catechismo pitagorico. Aristotele dice che era per via di una qualche rassomiglianza con l'organo maschile, da ciò diciamo che Pitagora doveva essere un gran bigottone. I Donna - E qui a questa versione (spiegazione) che la nostra donna si attiene: II Donna se un pensiero così "bizzarro", astruso è diventato un "comandamento" di una scuola filosofica fondata da Pitagora, un presocratico, vissuto secoli e secoli A. C. , beh, qualchecosa deve pur significare. (Istintivamente avevo ragione, col cetriolo, ma. . . ) 1114 I Donna - Sposata, ma perché ci si sposava tutte. Avuto figli, non particolarmente desiderati, né programmati solo perché così era sempre stato. La nonna, la madre, la vicina di casa. . . Vissuto la vita senza desideri particolarmente eccessivi. Sofferto come tutte. Subito come tutte. Pianto come tutte. Ribelle come tutte. II Donna - "Oddio, quando?" I Donna - La sua colpa più grave? II Donna - "Nonostante blaterassi nel far politica, convinta d'avere la verità in 1115 tasca, non ho mai avuto la forza di "scegliere" per me. (Sullo schermo) MICIDIALE! ! ! PERCHE'? APPARE-SCOMPARE-APPARE PERCHE'-PERCHE'-PERCHE'PERCHE'- II Donna - Non lo so. "Sì, ma dopo che lui. . . " "Zitta. " "Ho tentato di uccidermi! " "Ah brava. Per il rimorso?" 1116 Quando ho avuto la certezza che mio marito faceva sul serio con una ragazza di 37 anni. . . più giovane di lui. . . che si faceva vedere in giro. . . che frequentava gli amici comuni che "attenti a non fare gaffe, che stasera arriva la moglie ho fatto il giro delle farmacie di Milano. . . una bustina per volta, e Veronal e Veramon e Gibalgina e Optalidon. . . poi sono andata da lui e gli ho detto che partivo. "Dove vai?. . . " "Non so. . . . " "Ma perché te ne vai. . . io ti amo. . . tu conti più di tutti al mondo. . . " "Sì. Ciao". Sbatto la borsa con tre cose dentro - in macchina - e vado . 1117 Duecento metri dopo - mi fermo - Poi riparto - poi mi rifermo. - Penso a tutti i posti che conosco - alla città alle persone amiche - Penso. Senza accorgermene mi trovo in ufficio. Nel mio ufficio. Non ho più voglia di andarmene da nessuna parte. Non c'è luogo né persona che mi attiri. Nulla che senta amico. Vuoto totale. Penso a "lui", che sicuramente ha già telefonato alla ragazza del momento: Maria, Stella, o. . . non mi ricordo più. . . : "E' partita puoi venire". Tolgo dalla borsetta tutto quello che ho, libretti degli assegni, chiavi di casa, della cassaforte. Non mi viene da scrivere niente. Mi sento 1118 come una casermona popolare di trecento appartamenti con nessuno dentro. . . e nessuno che suoni il campanello. Ho tolto dal cartoncino. . . tutte le mie pastiglie. . . ne ho fatto un bel mucchietto davanti a me. Ho preso una scodella, l'ho riempita d'acqua ne ho messe tre in bocca e giù a bere. Su un foglietto ho annotato: 3. Poi, più 3. . . . e, fanno 6. . . più 3 e fanno nove. . . e giù a bere. Devo arrivare almeno a cento. Si fa una gran fatica. . . ti si impasta la bocca. . . non riesci a deglutire. . . ti viene voglia di smettere. . . ancora 5. . . Ma cosa sto facendo?! ancora tre. . . e 5. . . Credo di essere arrivata a 50. . . 1119 Forza, ora 5. Forza - mi viene da vomitare - ancora 7. E' meglio che mi stenda. Non voglio cascare per terra. Lunedì si riapre l'ufficio. Che sorpresa! Ancora una manciata. Mi stendo. Chiudo gli morendo. occhi. Sto Non ricordo nessun "ultimo pensiero". ADDIOOOOO. . . Invece no. Sento che mi sollevano di peso, mi costringono a camminare. . . mi parlano, gridano, io mi lascio andare non reagisco, non voglio reagire "Deve camminare non fermarti! Falla camminare! " ma chi parla?. . . Chiama il 1120 marito. . . telefona all'ambulanza. . . "Quante ne hai prese parla! " E' la voce di mia sorella. . . "Pensa a tuo figlio, maledizione quante ne hai prese?" chi è questo. . . mio marito. . . Ci sono proprio tutti. Tutti uniti. Una festa di famiglia. "Sbrighiamoci. . . ha 21 pulsazioni. . . portiamola via" Chi ha parlato. . . gli infermieri dell'autoambulanza. M'infilano in un lenzuolo per trasportarmi. . . mi sento urlare. . . e non so proprio forse la rabbia mi faceva uscire il fiato o forse l'ho sognato "voglio morire! ! ! Lasciatemi maledetti voglio morire! ! ! " Per un anno intiero non sono andata nel mio 1121 ufficio. Morivo di vergogna. Non capita tutti i giorni di essere trasportata per le scale avvolta in un lenzuola perché la barella non passa, tra gli sguardi degli inquilini allibiti "una signora così per bene! . . . pensa te! . . . " finire al Pronto soccorso seguita da una decina di parenti mariti sorelle e la gente che ti guarda e i medici gentili che ti fanno iniezioni da ogni parte, una flebo nel braccio. . . ti fanno bere un 700 litri d'acqua con dentro non so che. . . "vomiti signora coraggio" e tu che tiri su l'anima e tutti sono contenti e non ti trattengono perché sei persona conosciuta sì, capiscono. . . . ma certo lo scandalo, i giornali. . . si 1122 figuri. . . e via che torni a casa e dormi per un 5 giorni e quando ti svegli sei così debole che non capisci se è bene che ti sia andata bene, e se ti è andata bene veramente. Riprendi a vivere la tua bella vita di merda. . . un po' imbarazzata. . . senza il coraggio di guardare la gente negli occhi. . . e tutti che ti trattano come una che è matta. . . e non come una che ha bisogno d'amore. (sullo schermo ripetuto dall'attrice) presa di coscienza del suo essere donna (insopportabile! ! ) 1123 del suo maturare da oggetto a soggetto. (più che insopportabile! ! ! ) Donna- VOGLIO FARE UNA DENUNCIA! ! VOGLIO UN PROCESSO SUBITO! TRIBUNALE "Voglio un processo. . . "Contro chi?" (schermo a commento) E' incerta. . . Subito spiazzata. "Chi vuole processare signora? La Società? La religione? "Sì. . . DIO: il primo maschilista, voluto inventato 1124 dagli uomini. peccatrice. Adamo? Eva tentatora Perché non Mosè sul Monte Siani: Le tavole. . . I comandamenti (da sintetizzare) NON DESIDERARE DONNA D'ALTRI LA Siamo appena nate ed eccoci lì, già OGGETTI. L'undicesimo comandamento, nell'etica della nostra vita ci vorrebbe: non desiderare l'uomo d'altri "Non dica sciocchezze! Figuriamoci! L'undicesimo comandamento! Si vergogni! Andiamo avanti, chi vuole 1125 processare? L'educazione? La famiglia? La madre. . . " "Sì. . lei ha delle responsabilità. . . e grandi. . . Non mi ha mai detto niente. Mi ha insegnato l'onestà facendomela vedere con la sua vita. . . ma non ne ha mai discusso con me. . . e così non se aveva una morale o se era solo moralità. " "C'è differenza?" "Sostanziale! ! " "Non è una colpa. . . evidentemente non avevate un dialogo. . . Andiamo avanti, chi vuole processare la morale o il moralismo ?" "Contro il SESSO?" "Nessuno parlato. " me ne ha mai 1126 "E allora? Vuole processare qualcuno perché nessuno le ha mai parlato di sesso? Chi processiamo, il sesso? Il sesso in genere o uno in particolare ( ) "Insomma, contro chi. . . chi vuole che sia processato? Il padre-Amico-Nemico? Il marito? I figli? Gli amici??" "No, non voglio processare i figli. . . anzi voglio innalzarli al loro valore effettivo. E anche la donna voglio innalzare. . . voglio darle il posto che le spetta. NOBEL; L'unica cosa che non può fare l'uomo sono i figli. Creare una creatura umana è un miracolo. Ho questo potere ce l'ho io, solo io. 1127 Che uso ne facciamo di questo potere "divino"? E quando ci separiamo, i figli non sono spesso usati come materia di ricatto? Cosa pagano i figli per i nostri errori? Smettiamo di fare figli per almeno tre anni. Ragioniamoci bene sopra. Valutiamone il profondo significato, poi, con le idee finalmente chiare, riprendiamo a far miracoli, facendo ben sentire all'uomo che è un miracolo quello al quale sta assistendo. Finalmente le donne saranno rispettate. Se non altro durante la gravidanza. . . Una volta ho visto un uomo che prendeva a calci nel ventre sua moglie incinta. 1128 "Ma basta! ! ! Lei sta farneticando. . . E' troppo confusa disordinata nei suoi ragionamenti. Stia zitta e risponda: E' sposata? " "E' felice? Ha tradito suo marito?" "Ma io volevo denunciare. . . " "Zitta e risponda: ha tradito suo marito? "Sì. . . Tutti ne parlano male e tutti ci si rompono la testa col matrimonio. L'uomo che hai sposato ragazzo (giovane) quasi sempre, poco ha in comune col vecchio signore che hai al fianco, con cui hai diviso la vita, gioie e dolori. Nonostante questo ti ostini, per via della prima poppata piena di ideologie sbagliate a 1129 vivergli accanto. QUALSIASI COSTO. A "Ha figli?. . . Ha abortito?" "Ma che c'entra?. . . io. . . Abortito senza riflessione, ne particolare esigenza. "Ma che c'entra? Sì. . . due volte. . . Perché? Ma, non era il momento. . . contraccettivi nelle scuole. L'educazione sessuale. Abortire è un trauma. Non puoi abortire come andare dal parrucchiere, con la stessa facilità. Come ti senti dopo che hai abortito? Ti rimane addosso qualcosa? La prossima volta che farai l'amore te ne ricorderai?" 1130 Sono confusa. . . non gridi tanto. . . sono confusa. . . lasciatemi pensare un attimo. . . Calma. . . calma. . . non. . . Sì. . . ho trovato. Io. . . io devo essere processata. . . Io sono colpevole. Denuncio me stessa. " "Ah, volevo ben dire! Forza, si confessi! . . voglio dire. . . Parli! . . . e niente chiamate di correo! " "Io sono colpevole. . . Solo io. Ho vissuto come una capra. Ho accettato tutto pensando, seguendo i mille luoghi comuni che la società ti dà con la prima poppata. Voglio essere processata per non essere riuscita, nonostante l'essere stata militante politica, forse 1131 anche un'avanguardia femminista, piena di ottime teorie per le altre ma non messe in pratica verso me stessa. Processata e condannata. Il prezzo è altissimo. E paghiamo, paghiamo. Ovunque in tutti questi anni ho ascoltato discorsi di donne disperate, la canzone è sempre la stessa, uguale, a qualsiasi classe sociale tu appartenga, raccontata, tra lacrime, o freddamente, o con rabbia o con rassegnato dolore, o su di un letto, dopo un tentato suicidio, o in casa di cura se sei ricca, in manicomio se sei povera. Sono storie di anni di umiliazioni, di tentativi di 1132 ogni tipo. "Sta invecchiando. . . sono gli ultimi colpi" e poi ti accorgi che non sono gli ultimi, né saranno i penultimi. Stai zitta, e aspetti. Gridi, e aspetti. Ti allontani, e aspetti. Ma cosa cazzo aspetti? Cos'è che ti schiaccia? Cos'è che t'ha cancellato il sorriso? Cos'è che ti ha messo la faccia a lutto? Cos'è che ti ha convinta che sei morta? Perché non dormi, perché pensi, perché sei fissata? Sei fissata? SEI FISSATA! Che meccanismi sono? L'orgoglio, paura della solitudine? I soldi? LUI? L'AMORE? L'AMORE?! Non mi dire! 1133 Ma dai, guardalo bene, porta gli anni meno bene di te. Tu ti puoi fare il lifting e lui, lo farebbe subito, ma si vergogna. E' ancora divertente, spiritoso, affascinante come 20, 30 anni fa? I programmi televisivi chi li sceglie? Il peso delle cose più noiose sulle spalle di chi, è appoggiato? Com'è la tua giornata con lui? Le tue serate, le tue notti? Cosa vi dite ancora? Cosa ti dà? Analizza, analizza. T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo, peggiorate. 1134 La vera differenza tra un uomo e una donna credo consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso dell'onestà, (non tutte) della giustizia, dell'integrità. Siamo soggetti morali, (non tutte) e a volte purtroppo solo moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, forza, denaro. FASCINO. BELLEZZA. Tutte QUALITA' privilegi che ti derivano dal potere. 1135 IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUO' PROCURARTI. Con il potere che ti balla intorno anche (verificare originale) tu ne vorresti un po'? No? Essere donne continua ad essere difficile, e nel cammino della vita (è con rammarico, che sono costretta a riconoscerlo) ti scontri con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci si aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri 1136 esseri come te, anime del tuo stesso sesso. "Le famose sorellanze! " La donna è troppo spesso, la maggior nemica della donna. Nel lavoro e nella vita. Giovani o vecchie, interrogate, provate ad interrogare. Quasi tutte, fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ha le stesse responsabilità dell'uomo, l'amore l'uomo lo fa quasi sempre con una donna. (vedere originale) O giovane come te, quando sei giovane, o molto molto più giovane di lui, quando tu sei vecchia. E tu stai a guardare fingendo di niente. Si fa per dire. 1137 Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in questione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, o vecchio, ma VIP! L'impegno sessuale, per la giovane in questione, sarà forse pesante per via dello stomaco. In tutti i sensi. Intendiamoci, può anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono allegerirlo il peso dell'impegno. E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia, di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU 1138 SAI GIA' TUTTO. PERCHE' E' IL RIPETERSI, del ripetersi, del ripetersi. Aspetti, ed a volte inutilmente che succeda qualcosa. Non succede nulla, o succede proprio quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di sicurezza (?)è che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta sposare uno scrittore importante per scrivere un buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un pittore, sempre importante, per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di 1139 potere, puoi correre nella carriere, ma se non hai nella testa le cose giuste. Sembra che tu. . . ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto tuo, guardalo: che non si vede per quello che è realmente, abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. 1140 Il vero amore è un fenomeno prettamente, totalmente umano. Non insegno l'amore nel senso stretto del termine, mi limito a facilitare il fiorire dell'amore. (Alcune domande: inserto 1) Il fenomeno - amore - è un quidi che noi scopriamo. L'essere umano crede nel cambiamento, se non apprezziamo la situazione nella quale versiamo, in termini d'amore, siamo in grado di modificarla di dare vita ad un nuovo scenario. Possiamo donare solo ciò che abbiamo, in questo sta il miracolo. Se abbiamo amore, 1141 possiamo donarlo, se non ne abbiamo, agli altri è impossibile. Non è tanto una questione di dare, ma di condividere, spartire. Ti rendo partecipe, e non la perdo, perché già ce l'ho. "L'affetto quale elemento modificatore del comportamento umano. " Gli scienziati, psicologi, antropologi, sociologi hanno ignorato l'amore, è sconvolgente, perché tutti ne abbiamo bisogno ed aneliamo ad esso senza posa. Tuttavia non è fatta materia d'insegnamento. Si dà per scontato che l'amore ci venga fornito tramite e per effetto di una misteriosa forza vitale. "Viviamo tutti in comunità, 1142 tuttavia moriamo tutti solitudine. "(inserito 6) di L'individuo capace di amare deve aver cura di se stesso. Badare realmente alla sostanza della propria personalità: "Ogni cosa viene filtrata attraverso me, quanto migliore sono, tanto maggiore è ciò che ho da dare. Tutto devo fare, per essere il più bello, il più straordinario, il più fantastico, tenero affettuoso essere umano del mondo. In noi si manifesta solamente una minima porzione di ciò che realmente siamo. Nondimeno ci sentiamo perfettamente paghi di essere quel che siamo. Lo psichiatra londinese R. D. Laing avanza un'ipotesi 1143 provocatoria e suggestiva: "Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo, amiamo molto meno di ciò che esiste ed in tal senso siamo molto meno di ciò che siamo. " Su tali premesse dovremmo sentirci spronati senza di diventare. . . . . un quidi, riposto nel profondo di ciascuno di noi che differisce da individuo a individuo. UNICITA' DEL SINGOLO E se qualcuno incontrando un altro dicesse: "Sono proprio contento che tu sia unico, diversa. Mostrami in cosa consistono le tue diversità, 1144 avrò modo di trarne qualche insegnamento" immaginatevi cosa sarebbe il mondo. . . . insegnante di disegno: Oggi, disegniamo un albero". Va alla lavagna e disegni il "SUO" albero. Una specie di pallone verde con un piccolo basamento marrone. Un lecca-lecca. Tutti disegnano. Più ti avvicini al lecca-lecca e migliore sarà il voto. Se tu, con tutti i colori fai un albero, come lo vedi e conosci "Tu devi avere un baco nel cervello! " . . . Facciamo di tutto perché ciascuno sia uguale ad ogni altro. La capacità di "conformarsi" costituisce la premessa indispensabile per approdare al successo. Sii te 1145 stesso. Non rinunciare mai al TUO ALBERO. Tu sei il sole, l'unico a STESSO. Il miglior stesso, ma voler essere altro sarai sempre semplicemente il miglior n. TE te un e 2. GIUDICA una persona per quello che HA. Non per chi e che cosa è. L'essere umano è la cosa più strepitosa del mondo, dobbiamo però riscoprire l'arte di saper ridere. Abbiamo creato il tempo. Dopo di ché ne siamo diventati schiavi. (inserto 7) LA PAROLA. Le parole congelano la realtà. Etichettiamo. 1146 Quanti bambini non hanno ricevuto un'adeguata educazione perché prima o poi durante l'infanzia ci si è premurati di etichettarli? E' uno stupido, un ritardato mentale ecc. Le etichette allontanano gli uomini, li distolgono gli uni dagli altri. Negro, che cos'è un negro? Mai conosciuto due negri uguali in vita mia. Sa amare? Sa soffrire? E' bello, felice? La sua famiglia? Sa dare qualcosa agli altri? Sono queste le cose che contano e non che sia negro, povero, ricco. UOMO in posizione svantaggio culturale. di 1147 Nessuno mi è venuto abbastanza vicino per contagiarmi con i suoi germi. In ogni creatura umana sono racchiuse troppe meraviglie per poterle bollare con un epiteto e metterle in disparte. Non c'è al mondo responsabilità maggiore dell'essere un essere umano e fareste bene a persuadervene. Mc Luhan ha dimostrato che i bambini quando mettono piede all'asilo quasi tutti hanno già visto 5000 ore di televisione, delitti, stupri, intrighi amorosi, immagini di morti violente e autentiche. Dopo di ché li portiamo a scuola. Domandarsi, chi è il bambino nuovo che dobbiamo educare, 1148 istruire? (Padre nave spaziale. Pag. 39) Oggi non basta vivere, imparare, dobbiamo SOGNARE, vedere con gli occhi della fantasia come sarà il mondo di qui a 50 anni. SALA DI CESENATICO 29 LUGLIO 1992 LIBERA ASSOCIAZIONE DI IDEE Buona seraaaa! Eccomi qua! Sono molti anni che non partecipo ad un festival dell'Unità. . . pardon. . . . del PCI. . . Oddio ho sbagliato ancora. . . Beh, insomma, ci siamo capiti. Vediamo un po'. 1149 . . cos'era?. . . il 67. . . 68?. . . 25 anni fa! (Cambia tono) Me ne sono fatta un sacco, io, di festival dell'Unità. . . c'era sempre Pajetta per il comizio di chiusura, e io che gli offrivo un cestino vietnamita. "Ed ora la compagna Franca Rame. . . Per me, il cestino era sempre quello. Mi facevo il mio stand. . . vendevo di tutto, una volta perfino scarpe per bambini. Era il 1966, ed il Festival era per la sezione di Cernobbio, il paese dove abitavo con mia madre, Dario, e i miei figli. . . Ero andata in una ditta di scarpe per bambini, vicino a Como. . . 1150 "mi servono per una festa benefica. . . per bambini. . . " Se avessi detto che erano per il Festival dell'Unità, mi avrebbero aizzato contro i cani. Commossi, mi hanno saldato tutto il campionario a mille lire il paio! Un regalo! In negozio era roba da almeno 20. 000: scarpe magnifiche! Io le ho vendute a 10. 000 e chi le ha comperate, ha fatto un affare. Abbiamo lavorato come belve per organizzare e per tre giorni di festival. . . Avevamo incassato un sacco. . . più di tre milioni! 1151 Poi ho scoperto che tutto il nostro attivo più "un debito" che ci siamo dovuti accollare tutti noi iscritti, erano serviti per pagare una cantante che il Rocca, segretario della sezione aveva ingaggiato a una cifra astronomica senza dire niente a nessuno. "Ma come, qui ci siamo fatti un mazzo così per tirare su quattro lire e tu le vai a buttare, tutto per tuo conto. . . per di più ti indebiti anche. . . per una che viene a cantare. . . di cui a nessuno è fregato niente. . . e tutto per sfiducia nelle nostre forze! 1152 E tutto per scopiazzare quei megalomani dei compagni delle città che sono loro che sostengono il mercato del disco facendo pubblicità e facendoli cantare ai festival. . . strapagati perchè vanno a cantare dai comunisti. In una sera si beccano cifre che un operaio non vede in due anni di lavoro. Vergogna! "(Cambia tono) Un po' di demagogia. " (riprende a gridare) "Tutto da solo decidi! ! Bel centralismo democratico! Sai cosa sei? Uno stronzo! E io straccio la tessera! " E tutti che gridavano "Sì, sei uno stronzo! ! Stracciamo la 1153 tessera stracciamo la tessera stronzo stronzo! " Alla fine per evitare il colpo di stato in sezione, ho dovuto far da pacere e perdonare il Rocca. . . che però ha dovuto fare l'autocritica, seduta stante, davanti a tutti. . . Erano altri tempi quelli. Poi, abbiamo cantato Bandiera rossa e l'Internazionale. . . e ci veniva da piangere. A quei tempi, oltre ad essere onesti, ci si commuoveva anche facile. 1154 La sezione di Cernobbio. . . Ci venivano anche i miei figli. . . si organizzavano serate. . . dibattiti. . . litigate. . . Jacopo e le bambine erano i più giovani iscritti alla F. G. C. I. della Lombardia. Avevano 12 anni e facevano la prima media. Erano molto attivi. . . politicamente impegnati nonostante l'età; passavano tutte le loro ore libere dalla scuola, a fare inchieste. In una zona bianca come il comasco. . . ad esempio, con carta e penna o registratore fermavano le donne e candidi chiedevano: "Signora prende la pillola? 1155 Che contraccettivo usa?" Immaginatevi le reazioni! M'ha chiamato persino il Sindaco: "Signora i suoi figli. .." Oppure tornavano a casa e: "Da oggi, tutto quello che è americano. . . ( si era durante la guerra nel Vietnam) in questa casa non entrerà! " A conti fatti si poteva mangiare solo pane, riso, spaghetti. Via la Coca-cola, via i gins, via questo via quello. Jacopo, s'è preso anche uno schiaffo da un insegnante. . . c'era uno sciopero degli studenti 1156 a livello nazionale. . . loro tre, credo gli unici in tutto il comasco, stavano davanti ai cancelli della scuola e cercavano di convincere i compagni a scioperare, il professore di ginnastica li tira per un braccio, li spintona e cerca di farli entrare in classe. . . loro fanno resistenza e via che vola un ceffone sulla faccia del "mio bambino"! ! Quel che è successo dopo non ve lo posso neanche descrivere. Il preside ha dovuto affiggere un cartello davanti alla scuola 1157 dove si ribadiva il diritto costituzionale di sciopero anche del cittadino al di sotto dei 12 anni. (Si può inserire episodio "blocco del giro d'italia in piazza Duomo con TV e Zavoli, il commosso viaggiatore e carica polizia a mezzanotte) Mi ricordo, che per le elezioni. . . (non mi ricordo la data) sempre a proposito della mia sezione di Cernobbio, mia mamma, 80 anni era a Montecatini. Mi telefona e mi fa: "Devo tornare a votare. . . " "Mamma, non preoccuparti. . . stai lì tranquilla. . . 1158 gli anziani possono anche dopo. . . " votare dico senza neanche un briciolo di vergogna. Che stesse pure a bersi le acque. Sapevo che se fosse tornata avrebbe votato D. C. ! La sera in sezione preoccupata, ne parlo con i compagni: "Compagni! , se mia mamma torna, facciamo un seggio finto qui, in sezione, le diamo una scheda di quelle per la propaganda. . . e la faccio votare qui. " Silenzio di tomba! Il segretario Rocca, fa per parlare e un compagno gli grida: "Zitto tu, che hai speso i soldi per la cantante che ancora stiamo pagando i 1159 debiti! " Ricade il silenzio di tomba. . . poi un compagno del direttivo. . . che erano poi in tre. . . fa: "Vedremo. . . " (canta sottovoce): "Avanti o popolo alla riscossa. . " Poi, per fortuna mia madre se ne è dimenticata. . . Mi sono iscritta al Pci. . . alla fine degli anni 50. . . I miei avevano una compagnia teatrale. . . giravano il nord Italia. . . erano socialisti, quando essere socialisti era una cosa seria. . . si andava in galera, e non per la tangente! Ho nel mio archivio documenti che so. . . della Camera del lavoro di Castellanza, Legnano. . . dove si ringrazia 1160 la mia famiglia per aver fatto spettacoli, lasciando l'incasso, in sostegno dei grandi scioperi e occupazioni delle filandere durante la guerra 15-18. Ho debuttato a otto giorni, ne "Il figlio della Genoveffa di Brabante", in braccio alla mia mamma. Non parlavo tanto quella sera lì. . . Nella mia famiglia era un fatto naturale, appena nasceva un figlio, lo si metteva in palcoscenico. Andavo a scuola, e lavoravo la sera. . . Quante volte mi sono addormentata nelle casse dei costumi? Era bellissimo. Poi è arrivata la guerra nel 39. Avevo 10 anni. . . . Sì, fate pure i conti, ne ho 63. . . Abitavamo a Varese. . . Si 1161 recitava lì e anche nei paesi intorno. Avevamo un permesso speciale per girare nelle ore del coprifuoco. Ci spostavamo con una corriera che chiamavamo "Balorda" a causa del comportamento bizzarro che aveva, che, più che al suo cattivo carattere andava attribuito agli anni. Non era bello girare di notte durante la guerra, ma noi giovani, non ce ne accorgevamo. . . si cantava, si rideva. . . evitando di guardare fuori dai finestrini. . . Non si vedeva una luce! Una notte un gruppo di tedeschi e camicie nere ci hanno tenuti bloccati sino all'alba. Se quell'alba avesse portato la notizia di una missione tedesca andata male ci 1162 avrebbero fucilati tutti. L'abbiamo saputo qualche giorno dopo. Altre volte, capitava che ci fermassero dei partigiani. Non è che dicessero "siamo partigiani" ma erano in borghese con i mitra e neanche li nascondevano! "Signor Rame facevano a mio padre - ci dà un passaggio?" Li facevamo salire. Più avanti capitava d'incontrare picchetti fascisti che ci fermavano. Un'occhiata al lasciapassare "Buona sera signor Rame. . . com'è andata la serata?" "Benissimo! " "Buona notte. " - "Buona notte" e via che ce ne andavamo. . . senza un goccio di sangue in faccia si riprendeva a cantare e i 1163 partigiani tutti! gridavano più di Dicevo che mi ero iscritta al PCI alla fine degli anni 50. Mi ricordo che il giorno dell'iscrizione ero molto emozionata. Entrare in un partito come il "Partito Comunista Italiano" era una scelta, una decisione molto seria. Il mio primo colloquio politico l'ho fatto con Tortorella. . . me lo ricordo dietro alla scrivania. . . molto compreso nel suo ruolo. . . fin troppo. Come mi sono iscritta a PCI, mi aspettavo che mi capitasse chissà che. . . no, non che mi mandassero a dirigere il comitato centrale. . . ma riunioni, discussioni, scuola 1164 quadri, questo sì. Invece, niente. Solo il cestino a Pajetta al festival dell'Unità, fare di quando in quando uno spettacolo per raccogliere denari per la sezione della tal città dove i fascisti avevano spaccato tutti i vetri. . . e dal momento che mi trovava a Torino con Dario e la nostra compagnia per Natale, mi hanno mandato intorno per la periferia, accompagnata dai vari segretari di sezione a raccogliete fondi per "la befana dell'Unità", e poter fare regali ai bambini. (FORSE QUESTO DI AMENDOLA E' INUTILE) Eravamo nel 64 tanto per capirci, quando Amendola, scrisse il primo articolo su Rinascita, dove parlava della 1165 necessità di "iniziare" il "dialogo con i cattolici" ve lo ricordate, no? (Accennare incontro con Novelli allora direttore Unità e giornalisti: non sapevano niente, non avevano letto Rinascita articolo Amendola) Erano anni particolarmente duri quelli per gli operai. . . tipo questi che verranno. . . e che forse saranno pure peggiori. Giravo nelle sezioni. . . le compagne i compagni mi abbracciavano, mi ringraziavano come stessi facendo chissà che, e poi uno ad uno, mi davano quello che potevano. Chi 1000 lire, chi 5000 raccolte sul luogo di lavoro. Un compagno mi fa: "Questa è la mia macchina fotografica. Non ho soldi, mi hanno licenziato. " Che 1166 effetto avrà fatto a quei compagni scoprire che i loro dirigenti hanno rubato. Che vergogna! Siamo diventati piccoli piccoli. Siamo diventati come gli altri. Un pò come Woody Allen! A proposito di ladroneria e politica, quasi trent'anni fa, nel 64, gli anni del boom economico, delle grandi speculazioni edilizie, era uscita sui giornali la notizia di un probabile trasferimento del centralissimo ed elegantissimo cimitero comunale di Milano, il Monumentale. Dario ci ha scritto sopra una commedia: "Settimo ruba un po' meno" Spingendosi fino all'impossibile 1167 con la fantasia, andando giù un pò pesante, come si fa sempre nel teatro satirico, aveva addirittura inventato nel gioco al paradosso che che, grazie a una delibera infame. . . si stava sgomberando dai cadaveri tramite un "cadaverodotto", una vasta area del centralissimo Cimitero Monumentale per farne un bel parco e così far triplicare il valore dei terreni circostanti. Si raccontava di commercio di cadaveri, vendita di loculi sottobanco e speculazioni sulle tombe. Un' iperbole! Ebbene oggi, l'avrete letto su tutti i giornali, l'hanno fatto davvero , ci hanno copiato. . . ci hanno spudoratamente 1168 rubato l'idea, e senza pagarci i diritti d'autore. E sono andati pure oltre! Hanno imposto pizzi sui cadaveri per conceder loro il diritto di sepoltura. Hanno piazzato tangenti sui funerali, tangenti sulle tombe singole e comulative, hanno riciclato vecchie lastre tombali rivendendole per nuove. . . Hanno organizzato perfino il riciclaggio delle nuove corone mortuarie. Non era ancora finito il servizio funebre che appositi addetti facevano sparire corbelle di gigli, cuscini di rose, corone rimpinzate di garofani e velocissimi, trasportavano il tutto, agli appositi negozi di arredi funebri. . . per essere rivenduti al prossimo cadavere 1169 in transito. . . Bastava cambiare il nastro col nome del defunto. Spesso, le medesime decorazioni floreali sono state smontate e rimontate per matrimoni e battesimi. Credo che al massimo dei grottesco si sia arrivati nel momento in cui per la prima del Don Carlos alla Scala ci fu un'esorbitante e improvvisa richiesta di fiori confezionati a mazzi di varie misure da lanciare alla fine dell'opera. I procacciatori di plausi floreali non si persero d'animo, caricarono mazzi, corbelle e cuscini giunti freschi di ritorno dai vari funerali e li portarono alla Scala. 1170 Così nel grande tripudio del finale Verdiano, nella esclusivissima prima dei VIP, si sono visti piovere dai palchi e da tutto il loggione una quantità incredibile di mazzi, mazzolini e mazzoloni mortuari. . . addosso ai tenori, alla soprano ai baritoni. . . che inchinandosi li raccoglievano e li rigettavano velocemente, sbalorditi e inorriditi, sulle teste dei signori e delle signore plaudenti in platea. Certamente i morti a Musocco e al Monumentale nelle loro tombe strapagate, quella notte si son fatti delle risate proprio da morire! 1171 Qualche anno fa abbiamo messo su uno spettacolo agile da recitare quasi improvvisato, a base di provocazioni dirette sul pubblico. Abbiamo debuttato al Festival Nazionale dell'Unità di Bologna. C'era ancora il vecchio P. C. I. . . e c'era ancora Natta come segretario. S'è cominciato, tra la meraviglia dei compagni del PCI, con un elogio sperticato in favore del partito socialista. . . "il P. S. I. guadagna voti ad ogni elezione perchè è più simpatico. . . ed 1172 è più simpatico perchè i suoi dirigenti sono sfacciati, si danno un sacco di fotte e rubano a man bassa. Per di più sono veramente vicini alla gente, sanno tutto dei loro problemi più privati. . . si può ben dire che conoscono le tasche dei cittadini come fossero le loro. Non cercano di nascondere la mano come fanno i democristiani quando vengono sorpresi a rubare "No, non è vero. Giuro che non ho toccato una lira. " I socialisti sono leali! "Ehi ma tu rubi! " E lui "Sì rubo! E allora! ?" La gente pensa: "Quei socialisti rubano. . . questo 1173 vuol dire che sono spregiudicati, ma anche attivi, creativi. . è gente che sa rischiare. . . . e alla fine riesce pure a cascare sempre in piedi. . . a non farsi sbattere in galera. Se ci sanno fare per loro ci sapranno fare anche per me. Quindi, io li voto! " Invece quando la gente pensa a voi Comunisti. . . così retti, per bene. . . perfino modesti. . . con 'sta mania delle "mani pulite": "Ma chi si fida di quelli. . una razza di moralisti romantici. E' gente incapace di rubare. . . che non potrà mai andare al governo. . . Gente di grinta, ci vuole! " E giù a votare PSI. 1174 Volete diventare simpatici anche voi, avere successo? si continuava - E allora: rubate! Imparate a rubare, e a truffare dentro e fuori delle Istituzioni, ricattate gli imprenditori, sgraffignate sugli appalti, sui progetti, imponete il pizzo sulle costruzioni, sulle sovvenzioni ministeriali, sugli asili nido e sugli orfanotrofi. . . MANGIATE! Il vostro nuovo slogan deve essere: "Appropriazione indebita continuata e senza pietà! Basta con le mani pulite! " "MANI ZOZZE e arraffatutto! " Un attimo di perplessità e poi è scoppiato un grande applauso compiaciuto. 1175 Avevano capito provocazione. la E' passato qualche anno. . . i comunisti si sono tolti la falce e il martello di dosso. . . si sono fatti chiamare con un altro nome meno impegnativo, e: ALLEGRIA! Giù a rubare anche loro come socialisti e democristiani di gran mestiere! Certo che essersi buttati via di dosso quel simbolo austero della falce e martello. . . così pregno di valori: Lotta di classe, solidarietà, il mito glorioso del sacrificio e dell'onestà con tutti i trionfalismi della moralità proletaria. . . ha aiutato molto. 1176 Anche i vecchi socialisti. . . . fin quando con il simbolo del libro aperto, sopra, se pur in piccolo avevano la falce e il martello, al tempo dei Nenni per capirci, mica riuscivano a rubare bene. . . rubacchiavano perfino stitici, e poi gli prendevano dei sensi di colpa da schiattare. . . E qual'è stato il vero, straordinario cambiamento portato da Craxi nel partito socialista? Quello, davvero rivoluzionario, di togliere la falce e martello dal simbolo e piazzarci un garofano: "IL GAROFANO! " Un fiore culinario. Coi chiodi di garofano si fanno stracotti, la ribollita, ogni tipo di cacciagione, insomma 1177 un fiore simbolo del buon appetito e della grande abbuffata. . . Così me li ha spinti e incitati fino alla furfanteria più smodata e inarrestabile, fino allo sbragamento totale! Alla perdita di ogni ritegno. Che se capitano in mano alla base, li ammazzano a sassate. . . Come la Maddalena. ( li cucinano a fuoco lento. Barzelletta Craxi che mangia le patatine) Li ha messi allo scoperto completo. . . tanto da trasformarsi in una specie di tirassegno per giudici fanatici della giustizia ad ogni costo. E il paradosso è che questa operazione da ammazzasette si chiama proprio "mani 1178 pulite". Per me l'hanno fatto apposta per sfottere i compagni del vecchio P. C. I. ! "Vi vantavate delle mani pulite? E allora eccovele! In galera i vostri dirigenti. . . più intraprendenti e moderni. " A proposito di tradizione, nei tempi antichi, il trattamento riservato agli imbroglioni e ai ladri, specie della cosa pubblica, era assolutamente severo. Altro che tempi bui! Davanti ad una condanna per imbroglio, non scappava nessuno. Negli antichi statuti comunali di Lucca, Treviso e Milano scopriamo che agli imbroglioni, colpevoli di truffa ai danni delle casse della comunità, si 1179 imponeva il castigo della "culata". Venivano sollevati di peso a gambe ripiegate, da due giustizieri e quindi lasciati cadere di schianto su una pietra che, a furia di sederate, diventava concava. La condanna si chiamava anche sacrasgnacca. . . per via dell'osso-sacro sgnaccato. I pluri-sgnaccati di sedere si riconoscevano all'istante in quanto, causa i contraccolpi della culata gli si incassava il collo, la testa si rincalcava fortemente fra le spalle tanto da farli sembrare tartarughe col vestito. Vi ricorda qualcuno? V'è venuto in mente Andreotti? Sì, parlo proprio di lui. . . Tra parentesi. . . avete visto che 1180 da che è morto Lima non ha più aperto bocca? Ha aumentato solo, prima di andarsene, del 25% lo stipendio dei suoi amici Vip dei baracconi statali. Nella sua eterna carriera di governo ha combinato truffalderie e imbrogli a non finire. . . Un sacco di volte s'è tentato di beccarlo in castagna, ma lui, con straordinari colpi di reni, se l'è sempre cavata. Credo che, uomo di cultura com'è, sia a conoscenza del castigo della culata! e addirittura soffra della sindrome. . . Sono certa che il suo aspetto sia la conseguenza di una memoria genetica. . . trasmessa dai suoi avi, che sicuramente 1181 hanno subito una serie notevole di culate. . . "nei secoli dei secoli. " Un altro castigo che si imponeva ai furfanti pubblici nel medioevo era quello dell'imbrattata di pece, detta anche l'incatramata. Fino al sedicesimo secolo, a Venezia, come un amministratore della Serenissima veniva beccato a sgraffignare o a truffaldare, veniva portato di peso in piazza San Nicolò, sotto le arcate del giudicario e lì, fra l'euforia sboccata del popolino, gli veniva rovesciato in testa un secchio di grasso da lampada o catrame da calafatura. A Venezia. (pausa)Siete dei maligni. . . 1182 Io credo che, come Andreotti con l'effetto della rincalcata, anche De Michelis detto, per il gran turbinare di avvisi di reato che gli danzano sempre più d'appresso: l'avanzo di balera. . . soffra di una sindrome analoga. Avete in mente De Michelis con quei suoi capelli sempre imbrattati impattacati? E' chiaro! Se la versa lui da solo la secchiata! Ogni mattina si incatrama la capigliatura. . . per bene. Così, quando fra poco lo beccheranno, finalmente, lui ci s'è già abituato. E nessuno se n'accorgerà. . . della differenza. - Tanto di cappello - levo il cappello - frangetta- marchio sulla fronte. 1183 LA GOGNA: ognuno nella piazza della sua città. Certo che a pensarci bene, c'è da restarci allocchiti. In pochi anni le cose (controllare originale) della morale e della politica in tutto il mondo e, in particolare, in Italia si sono trasformate al punto, che se un compagno addormentatosi 15-20 anni fa, si dovesse risvegliare oggi, non ci capirebbe più niente, forse impazzirebbe in quattro e quattrotto nello scoprire il crollo del muro, i popoli del grande impero russo che si scannano con odio quasi religioso-fanatico, la Romania. . . la miseria disperata con relativo sbarco degli albanesi, la fine del 1184 comunismo nell'est. . . la Iugoslavia. . . il travestimento sbragato di alcuni dirigenti comunisti. . . il cambio del nome. . . E perché? Di che cosa si doveva vergognare il PCI? Una grande dimostrazione di insicurezza, debolezza, paura. Se mai, cambia la linea. . . poi con calma, magari anche il nome. Immaginate gli occhi sbarrati, attoniti del nostro ipotetico risorto alla luce: "Ma dove sono capitato?" E per fargli saltare il cranio come un tappo di spumante basterebbe portare il nostro risvegliato di fresco a visitare un festival dell'Unità oggi. . . per esempio quello di Firenze che ha aperto la serie del rinnovamento e della grande 1185 svolta DEL CHI SE NE FREGA-ORMAIFACCIAMOCI-GLI-AFFARINOSTRI! L'avrete letto, sui giornali: a Firenze i compagni hanno aperto un casinò, ripeto, casinò, con l'accento sulla o, che l'altro senza l'accento, sarebbe stato molto più dignitoso e accettabile. Insomma m'hanno messo giù un certo numero di roulette. . . con tanto di banco e tappeto verde. . . casella numerata e pallina che gira. . . croupié in smoking che gridano il RienNe-Va-Plus. . . pile di fiches. Giocata minima 5000 (roba popolare) "Forza! Puntate compagni! Il pari vince, il proletario perde. . . pardon, 1186 il dispari perde. . . "cavallo e careé! " siamo a Alla notizia della roulette di Firenze era inevitabile che qualche vecchio compagno vetero-moralista si indignasse. . . stracciasse la tessere appena rinnovata con tanto di quercia e ghiande, in faccia al segretario di sezione. . . E' difficile per gente che ha vissuto intrisa di ideali, di favole e miti sulla rivoluzione. . . digerire all'istante certe innovazioni! Ancora c'è chi s'è divertito a sfotterli pure, questi indignati: m'han raccontato che al Festival di Firenze un compagno buontempone cercare di calmare un compagno fuori di sé per la 1187 roulette: "No, compagno. . . hai letto male, non si tratta di roulette ma di roulotte. . . cioè camper, meglio, case viaggianti non per giochi d'azzardo. . . ma per giochi erotici. " "Ma che dici giochi erotici?! ?" "Sì, il partito ha piazzato un centinaio di queste roulotte nel parco, fra gli alberi. . . e i compagni che amano il genere. . . se ne servono. . . 100 mila. . . profilattico compreso, massima garanzia igienica. " "Mi vuoi dire che quelle roulotte sono dei bordelli?" "Bordelli?! No, case chiuse semoventi. " "E le puttane. . . prendono?" dove le 1188 "Ma che dici, puttane! Mi meraviglio che tu compagno ti esprima con certi linguaggi. . . sono compagne che lavorano, si sacrificano per il partito! " "Mi stai a sfottere?" "Beh, puoi sincerartene da te: in ogni roulotte c'è la moglie o la figlia di un nostro compagno generoso che ha firmato tanto di concessione davanti al notaio. " "E l'introito. . . sì voglio dire, quello che incassano, va tutto sempre per il partito?" "Ah sì, su questa cosa il partito non transige! Guai se una volontaria erotica viene beccata a farsi la cresta sulle marchette. . . viene immediatamente radiata con 1189 ignominia. . . e disprezzo. . . come fosse una puttana qualsiasi! Per questo il partito ha ingaggiato dei finti clienti, che in verità sono segretari di sezione truccati, che entrano, si fanno il loro amplesso erotico. . . pagano. . . e poi controllano se non c'è stata cresta. E ti dirò - va giù pesante il compagno burlone che questa campagna dal titolo: "Fornicate per il partito" sta avendo successo enorme. Sta prendendo davvero piede. . . meglio, fianchi, glutei, zinne, e tutto il resto, in ogni festival dell'Unità. Purtroppo data l'enorme richiesta scarseggia la materia prima. . . " 1190 "Le femmine?" chiede candido il vecchio compagno "Sì, quelle. . . purtroppo molti compagni, specie nel sud sono rimasti all'antica e son restii a concedere mogli, sorelle e figlie. . . così ci s'è dovuto rivolgersi all'estero. Naturalmente a quei paesi che hanno un passato di socialismo reale. . . così, ai nostri festival, stanno arrivando un sacco di ragazze polacche, cecoslovacche, serbe, ungheresi e russe. Tutte selezionate, s'intende. . . ragazze sane che possono vantare un passato di militanza seria nel partito. "Sì d'accordo" fa il vecchio leninista, "mi va bene 1191 l'ideologia. . . dico. . . ma son pure belle?" "Certo belle e preparate. . . all'amore libero e appassionato! ! Non ti crederai che con queste ragazze si vada così: "Quant'è per un'ora? D'accordo. . . allora mi calo i pantaloni! " No, prima ci si commuove sui bei tempi della lotta e della speranza. . . Si parla della rivoluzione tradita. . . si fa qualche triste considerazione, se uno vuole può anche lasciarsi andare/scoppiare perfino a piangere sconsolato. . . e poi, ecco che lei ti rincuora, ti sbaciucchia. . . "Non piangere compagno! Sulla breccia ritorneremo! " Ti si stringe al 1192 petto. . . e si fa l'amore. . . con un appropriato sottofondo musicale. . . naturalmente. " "Qualche bella romanza napoletana? Un blues?" "Macché blues, roba classica. . . Chopin, Brahms. . . C'è chi preferisce ascoltare inni eroici: l'Iinternazionale per esempio. . . o addirittura: "Bandiera rossa! " Avanti popolo, alla riscossa, puttana rossa ci salverà! ! " STRINGERE A proposito di gioco degli equivoci, m'è venuto in mente che, sempre restando in tema di roulette, si potrebbe ricalcare il tormentone delle vecchie quanto famose vignette di Guareschi. . . Un pò pesanti sui trinariciuti del P. C. I. ve 1193 li ricordate? "Contrordine compagni. . . ecc. " Ecco, anche con la svolta del Festival di Firenze si potrebbe fare altrettanto: "Contrordine compagni. . . l'avviso apparso su l'Unità secondo cui i partecipanti al Festival medesimo potranno scommettere i propri quattrini alla roulette, è sbagliato e incompleto, e pertanto dovrà leggersi così. "I compagni potranno scommettere i propri quattrini alla roulette russa, cioè puntare a turno una pistola a tamburo alla propria tempia. . . o alla tempia del proprio dirigente preferito. . . e scommettere che partirà o non partirà il colpo. 1194 Certo che nel caso dei dirigenti fareste loro un enorme favore tanto la loro tendenza al suicidio è così palese! E' un'ansia che manifestano in ogni occasione politica. Il loro slogan è "viva l'abbiocco, e l'astensione"! Lasciano passare leggi infami, leggi a strozzo sul lavoro, rapine sulla busta paga, cancellazione di tutte le posizioni raggiunte in anni di battaglie sindacali. E poi cos'è 'sto tormentone delle nuove svolte politiche? Ogni giorno senti l'Ochetto che ti viene a raccontare festante: "Siamo alla grande svolta! D'accordo è vero, anche i nostri dirigenti 1195 rubano, Facciamo morale! " ma niente paura! una bella svolta Il P. D. S. entra al governo di Palermo con la D. C. , "tutti calmi è una svolta transitoria a gomito con ritorno rovesciato. Caliamo le braghe con le leggi antimafia, molliamo come culinterra per la scala mobile. . . Siamo ad una rapida svolta di assestamento prima del grande Tourniché di recupero! Niente di grave! " Siamo davvero ad una grande svolta, ma si tratta di una svolta del lessico e dei valori, specie, di quella comunemente detta "della morale civile. " 1196 Infatti ormai il termine, l'espressione "persona per bene" non ha più senso comune, non parliamo poi del "senso dell'onore! " Ci basta osservare l'espressione che ci offrono questi inquisiti arrestati, appena escono da S. Vittore. E' come venissero fuori dal palazzo del Festival Del Cinema comico a Montecatini Terme. . . sono allegri e soddisfatti, sfoderano sorrisi disinvolti e compiaciuti, vanno stringendo mani e concedendosi in spregiudicate interviste alle TV, sia di Stato che private. . . Hanno davvero del singolare! E sono pure spiritosi! 1197 "Beh sì, ci siamo fatti beccare come dilettanti. " Giornalista: "Come si trovava là dentro?" "Senz'altro al fresco. Ah, ah! Scherzi a parte è stata un'esperienza di vita. . . che mi ha fatto un gran bene. No, non mi ritiro dalla politica, agirò con più grinta! ! " Sportivi eh! "Com'è andata col giudice Di Pietro?" "Gli devo gratitudine. . . grazie a lui mi sono liberato, ho trovato in quel giudice una persona davvero corretta e piena di comprensione. . . Mi spiace quasi di non incontrarlo più tutte le mattine per l'interrogatorio. E' un uomo 1198 che sa ascoltare, mancherà. " mi Quella di farsi arrestare, manette ai polsi rischia di diventare una moda di grande successo fra le classi del ceto medio alto. Invece di sborsare 5 milioni per iscriversi e partecipare ai cimenti di sopravvivenza, durata un mese, nella savana. . . dentro spaventosi torrenti zeppi di rapide, appesi a ponti aerei nel Gran Canyon, uno si fa arrestare, trascinare per quattro settimane gratis a San Vittore: cella con bugliolo. . . come massimo comfort: cesso alla turca. . . lampadina accesa giorno e notte. . . controlli improvvisi. . . cigolio di catenacci. . . 1199 puzzo a non finire, isolamento una settimana, poi in compagnia di tossico dipendente possibilmente siero positivo in crisi d'astinenza, che urla tutta la notte. . . Ti lamenti? Ti sistemano con un marocchino mussulmano. . . che fa il Ramadan e prega a voce alta con vocalizzi un'ora sì e un'ora no. . . senza sosta notte e dì! Pensa cosa ne hai da raccontare dopo, quando appena liberato te ne vai con tutti gli amici della dorata società a Porto Rotondo e alle Eolie! Per tutta l'estate sei al centro d'ogni attenzione. . . tutti t'invitano, tutti ti 1200 vogliono: racconta! " "Racconta, "Sai stasera viene da noi l'assessore carcerato. . . non mancare. . . sarà uno spasso! " E' il trionfo! Ecco un uomo che ha raggiunto il vero successo! Un grande sociologo, Irvin-Moresson, diceva che la nostra società non sente più vergogna anche per le nefandezze più smaccate. Importante è che la società le accetti e le esalti, anzi l'unica vergogna, oggi, consiste nel non essere nessuno. . . un nulla sepolto fra la massa inodore e incolore. "Ma dove si trova a viaggiare questo nostro partito? esclama incazzato il nostro compagno. Una svolta 1201 di qua, una controsvolta: è un labirinto di colon discendenti e rimontanti da voltastomaco. . . Curve o controcurve del genere si ritrovano solo dentro il budello d'un intestino. E si sa dove va a sboccare un intestino. . . ! E poi l'intestino di chi? Dell'internazionale socialista? Della D. C. ? Di 'sto governo? Certo che ritrovarsi ingoiati, digeriti, e alla fine espulsi da un simile sfintere, non è un gran bel programma, compagni! Ad ogni modo sempre avanti: "Pugno chiuso e naso tappato! " 1202 LIBERTA' E DIRITTO DI PAROLA (E DI RACCONTO) 1203 In ogni vera democrazia ogni cittadino ha, a sua disposizione, i mezzi di informazione. E bisogna ammettere che, anche da noi, se uno ha delle storie interessanti, avvincenti da raccontare, il suo sacrosanto spazio sui giornali, settimanali e sopratutto in T. V. lo trova sempre. Ma devono essere storie possibilmente trucide, sconvolgenti. . . condite di sesso. . . violenza. . . e compagnia bella. Se una donna, per esempio, vuol essere accettata in T. V. a parlare di se, deve perlomeno presentarsi a raccontare di essere stata violentata per tre giorni consecutivi da dieci energumeni infoiati. . . 1204 seviziata e poi abbandonata nuda sull'autostrada, di notte coi camion sfreccianti e rombanti. . . fasci di luce che l'attraversano. . . lei si sbraccia. . . Un camionista da un Tir la vede: sagoma bianca di donna nuda che sembra danzare. . . ! Frena all'istante, sbanda, altri camion arrivano gli piombano nel sedere. Tamponamenti a catena, 8 Tir, 30 auto intorcinate. 11 morti. 35 feriti. Un pullman di suore che se n'esce di carreggiata e va a sfondare il frontale del santuario di San Cristoforo in Pieve bassa. . . protettore dei viandanti! E tutto per colpa di sta svergognata che si sbraccia 1205 nuda, senza pudore in autostrada. Arriva la polizia e l'arresta per atti osceni in corsia di sorpasso. Ecco, solo una storia del genere, tra orrore e sghignazzo può trovare spazio in televisione. Funziona anche se vieni a mostrare un bambino in coma per le botte somministrategli da una madre alcolizzata che lo teneva legato con una catena dentro la cuccia del cane. Se poi il bimbo mostra vistose morsicature di topi allora il successo è fortemente assicurato. Contrario, è logico che, se si presenta un operaio che viene a raccontare d'essere stato licenziato ingiustamente e di 1206 ritrovarsi per di più sbattuto sul lastrico con tutta la famiglia, quello, giustamente, lo cacciano a pedate in faccia. Se vuol riuscire a farsi ascoltare deve salire, come minimo, sul campanile più alto della zona, impiccarsi con le corde di almeno tre campane, buttarsi nel vuoto e suonare, con armonia, le campane stesse, a festa! A sto punto, se casualmente passa di sotto una troup televisiva. . . che lo riprende. . . ammesso che riesca a sopravvivere, potrà perfino rischiare d'essere intervistato e ingaggiato per giochi senza frontiere. Se poi ha un santo che lo protegge arriva perfino a 1207 partecipare ad una trasmissione del genere Costanzo Show, seduto fra una vecchietta di 103 anni prossima alle nozze con un giovanotto deficiente di 24 e un nano di 45 centimetri che vive dentro ad un orologio a cucù. . . e naturalmente esce dallo sportellino ogni orapuntuale, a dare il segnale, ma avendo un difetto di pronuncia, invece di cù-cù gli esce: ciù-ciù. . . e tutti ridono come matti. Non c'è niente da fare, i mass-media hanno senz'altro accellerato ingigantito il nostro rimbecillimento, la nostra superficialità e sopratutto il nostro egoismo per non parlare della crudeltà, 1208 e non credano di salvarsi poi, i televisivi col mandare in onda qualche spot di commossa denuncia sul solito povero cane abbandonato d'estate sulla strada deserta. Tanto non serve! Invece di diminuire, ogni anno, i randagi si raddoppiano, le autorità sono arrivate al punto di imporre a tutti i proprietari di cani di tatuare il proprio nome e cognome indirizzo e numero di telefono sull'orecchio sinistro del cane stesso. Nello stesso tempo dal Parlamento è arrivata la proposta di tatuare un orecchio anche ai vecchi pensionati in miseria, per evitare che vengano abbandonati dai propri figli magari benestanti. 1209 Ultimamente si sono già scoperti parecchi anziani mancanti di ambo le orecchie. Per fortuna, sempre a proposito di cani, leggiamo sui giornali di gesti straordinari di cinofili meravigliosi: un ricco signore trovandosi in vacanza sulla costa mediterranea in un'isola molto inn, si accorge che il suo cane soffre di asma. . . fatica a respirare. Telefona alla clinica per cani più vicina che si trova in continente a 600 Km di distanza. Il veterinario -un primario- dice dovrei vederlo. Detto fatto, il generoso padrone telefona all'aereoporto privato di Fiumicino e fa venire all'isola un elicottero. Poi carica il 1210 cane lo porta alla clinica, dove gli diagnosticano: "il cane s'è preso un gran colpo di sole. . . bisogna tenergli una borsa di ghiaccio in testa per una giornata intiera. L'operazione "cane che scotta per il coccolone" è costata qualche milione. . . Ma che cosa vuoi che siano. . . quando si è sensibili e generosi. . . con le bestie. Per inciso s'è venuto a sapere che lo stesso signore, la sera stessa, ha preso a calci un Vu-Cumprà che insisteva per vendergli un accendino e un paio di occhiali da sole. Qui parte la provocazione, l'assoluta mancanza di interesse e di affetto da parte dei padroni di cani per i 1211 Vu-Cumprà è determinata dal fatto che non si beccano mai un colpo di sole. . . e per di più non sanno abbaiare né muovere la coda. A proposito di animali devoti, megli anime devote e festanti davanti al proprio padrone. . . credo che, fra gli esseri umani nessuno eguagli la dedizione delle segretarie. E' una dedizione quasi eroica. . . direi mitica. . . L'avrete letto. . . ormai non fa quasi più notizia. "Segretaria di noto. . . amministratore nel momento stesso in cui viene arrestato il suo superiore, si getta dalla finestra. Siamo al rito tragico, così come si svolge in India quando si da fuoco alla 1212 catasta di legna sulla quale è la salma del Rajà. . . allo stesso tempo ci si butta sopra, nolente o volente anche la sua vedova. Cominciò la serie del rito la segretaria di Calvi, l'amministratore del Banco Ambrosiano. La donna gli aveva dedicato al vita. . . come ogni segretaria che si rispetti. Al momento dell'arresto per bancarotta fraudolenta la poverina raccolse su di se tutta la vergogna, l'umiliazione dell'arresto. . . e come capro espiatorio, salì sul davanzale della finestra e si gettò! Qualche tempo dopo altre segretarie hanno ripreso l'esempio e si sono immolate 1213 allo stesso modo. Qualcuna si è salvata in estremis. . . ma il fatto è raro. Avrete notato, questo gesto sacrificale assomiglia molto al mito di Alcesti che dona la propria vita per salvare quella del marito Admeo, re di Fere, colpito da un terribile morbo (attenti all'allegoria) ma intervengono gli Dei che decretano: "Se Admeo troverà qualcuno disposto a sacrificarsi al posto suo. . . gli Dei gli concederanno salva la vita. " Tutti, parenti e amici, scantonano, si offre solo la moglie. . . pronta a morire per lui. Un gesto straordinario che oggi sono disposte a ripetere solo le segretarie! 1214 Come tutti sanno, ogni rito impone la ripetitività senza variante. Così, appena i carabinieri entrano in un ufficio per arrestare il dirigente ladrone e portarselo via, come hanno traslocato il furfante, tutti gli altri impiegati, con molta discrezione stazionano per un attimo il corridoio e sbirciano la segretaria che s'appresta al grande gesto. Se la donna indugia, loro i colleghi, rientrano per farle coraggio. . . darle un appoggio morale: "Ci permetta di dirle che è bello, anzi magnifico, signorina, il gesto che lei sta per compiere. Un atto sublime di persona sensibile e generosa. Un gesto che influenzerà senz'altro i 1215 giudici al momento del processo. Un gesto irripetibile che commuoverà l'opinione pubblica e anche la giuria per il verdetto. Ma che fa signorina tergiversa? Non si butta? Non vorrà darci una simile delusione? Non può farci una cosa simile. . . a noi e a tutto il Paese! Guardi giù ci sono i giornalisti. . . su si sbrighi. L'aiutiamo noi presto salga sul parapetto. . . E non scalci! La reggiamo solo per darle coraggio. Soltanto una spintarella. Le facciamo la bilancia? E uno. . . e due. . . hoplà. Ahaaaaa. . . . aa. S'è buttata. . . che donna straordinaria. . . eroica! A proposito della gestione corretta della cosa pubblica 1216 mi viene in mente un divertente aforisma. . . eccolo: "Si racconta che Caligola, l'imperatore, disprezzò il Senato eleggendo il proprio cavallo alla carica di senatore. No, non lo fece in verità per compiere un gesto denigratorio, ma per essere certo che, almeno uno dei rappresentanti del governo di Roma fosse onesto. Infatti è molto problematico rubare usando degli zoccoli. " Sempre a proposito di arresti dobbiamo rilevare un difetto comune a noi tutti, ci troviamo talmente bombardati da notizie che, spesso, leggiamo i giornali solo scorrendo i titoli. Così ci perdiamo particolari 1217 importanti, il corpo essenziale della notizia. Infatti se noi analizziamo nei minimi particolari le sequenze in progressione degli arresti che hanno fatto scalpore ci rendiamo conto che l'avvenimento si rivela molto più spettacolare e grottesco di quanto ci dicessero i semplici titoli. Prendiamo per esempio l'arresto di Mario Chiesa. Ricordate è stato il primo della grande catena di Sant'Antonio dei ladroni s'è fatto incastrare con 7 milioni appena intascati dal gestore di un'impresa delle pulizie, nel suo proprio ufficio di presidenza del Pio Istituto Trivulzio. Naturalmente il 1218 pagatore dei 7 milioni di tangente (davvero una miseria) era d'accordo con la polizia, infatti era munito di microfono spia, cosìcche, il dialogo col Mario Chiesa veniva interamente registrato. L'ingegner Chiesa pretendeva un pizzo di 14 milioni pari al 10% del prezzo d'appalto di lire 40 milioni. Il pulitore si scusa, ne ha con se solo la metà, per adesso. Il Chiesa tratta a pesci in faccia il pulitore. Poi afferra il malloppo, e noncurante, lo getta, con disprezzo dentro un cassetto della scrivania. Zam! Si spalanca la porta ed entra la polizia con tanto di giudice Di Pietro al seguito. "Fermi tutti! Abbiamo sentito ogni cosa, tutto registrato! " 1219 Un appuntato apre il cassetto, tira fuori il pacchetto dei 7 milioni. "Cosa sono questi?" L'ingegnere fa lo gnorri. . . impunito. "Soldi miei personali. . . tengo sempre un pò di liquido a disposizione per le piccole spese! " Il giudice Di Pietro sorride: " il guaio è che qui, caro ingegnere, tutti i numeri di serie sono registrati. I 7 milioni glieli abbiamo prestati noi al qui presente pulitore, tanto per incastrarla. A Mario Chiesa gli prende il coccolone. . . è tutto smorto: "Scusi, signor giudice, non mi sento troppo bene. Potrei andare a vomitare un attimo in bagno?" 1220 "Per carità, s'accomodi. " prego, E intanto che i poliziotti e il giudice vanno rovistando in tutti i cassetti, lui, l'incastrato dei Pio Trivulzio va in bagno, ci si rinchiude e, velocissimo estrae dalla giacca un pacco di 35 milioni di un precedente pizzo intascati proprio 20 minuti prima che arrivasse quel bastardo del pulitore spia. Sono trentacinquemilioni in biglietti da 100 e 50 mila. "E dove li caccio questi?" Calma, tanto per prender tempo si cala le braghe, gli è preso un colpo di dissenteria. S'accuccia. . . evaqua. . . Tira la catena. . . Gli viene un'idea! "Butto tutti 'sti biglietti da 1221 100 e 50 mila nella tazza del water. " Li getta sparpagliandoli, ma sono una quantità incredibile e fanno un gran malloppo. Una cosa come 500 bigliettoni che intasano il cesso. Tira la catena. Straborda l'acqua e il liquame immondo l'ingegnere fruga nel water con lo spazzolone. S'intasa peggio. Per l'agitazione gli vien davvero da vomitare. Esegue. Altro strappo alla catena. Altro sciacquone. L'acqua fetida di liquame puzzolente con contorno di biglietti galleggianti si riversa sul pavimento. I poliziotti, al ripetersi di tutta 'sta sciacquoneria, si preoccupano. Scorgono, oltretutto, spuntare del liquame sospetto 1222 proveniente da di sotto la porta. "Che succede ingegnere? Sta tracimando? Si sente male?" Buttano giù la porta con una spallata, sorprendono l'ingegnere che, nel tentativo disperato di sgorgare s'è buttato a frugare con le mani nel water. In più scorgono sul pavimento stomachevole. " Ingegnere! " commenta l'appuntato un pò grassolano. "Scusi ma stavolta lei mi pare proprio nella merda! " Dopo quel primo arresto storico gli altri arresti si sono succeduti, e continuano, con un ritmo e un andamento da pochade. C'è chi viene arrestato mentre sta facendo 1223 l'amore con l'amica, chi su una spiaggia molto esclusiva e riservata, completamente nudo. . . mentre si crogiola al sole. I carabinieri non possono manco palparlo per verificare se nasconde qua In una situazione del genere i delinquenti ci sguazzano infatti è successo su una spiaggia di Porto Rotondo che due carabinieri si siano presentati al Dott. Ravizza titolare della FebaCostruzioni di Sesto-Monza. L'imprenditore se ne stava spaparanzato, come di regola, nudo sulla sua spiaggia privata. Gli hanno posato sul pisello manageriale il mandato 1224 d'arresto e quindi: pregata di seguirci. " "E Il Ravizza non ha fatto una piega, ha solo commentato fra i denti "Quel Ligresti faceva tanto il duro e invece ha sbragato subito come una cagliata! " Nemmeno i familiari suoi hanno fatto commenti. . . In fondo se lo aspettavano, con tutti gli intrallazzi che aveva in piedi! Gli hanno portato di che vestirsi e l'hanno abbracciato. Poi si sono rivolti ai carabinieri "Vi ringraziamo per la discrezione. . . per non aver dato pubblicità alla stampa. . . e a quei cornuti della televisione che si sarebbero catapultati qui come tante iene. Siete stati molto 1225 corretti, voi. " ci ricorderemo di Mai frase è stata tanto veritiera. Altro che ricordarsi di quei due carabinieri. In verità erano due briganti, rapitori travestiti. Naturalmente il mandato di cattura era falso, se ne sono accorti due giorni dopo, quando alla famiglia è arrivata una richiesta di riscatto di un miliardo. Dilettanti. Neanche un terzo di quello che l'imprenditore aveva guadagnato con l'ultimo appalto truccato. Gli è andata bene! Un assessore di nome Giovanni Vizzini è stato arrestato al rientro da una vacanza in Svizzera proprio alla 1226 frontiera. La finanza aveva spalancato il portabagagli della sua macchina. Gli avevano trovato qualche stecca in più di sigarette. . . e lui, da spocchioso. . . grave errore, quando gli han detto "Siamo costretti a perquisirgliele" s'è lasciato scappare "E va bene, fumatevele tutte alla mia salute! " Non l'avesse mai detto, il brigadiere incazzoso è sbottato! Ah, sì, il signore offende. . . e allora. . . perquisizione totale. Gli hanno sbattuto all'aria la macchina e dentro una valigia ti hanno trovato un astuccio con dentro una collana di brillanti e smeraldi di notevole valore. 1227 "Da dove vengono questi?" "Li avevo già con me quando sono entrato, sono di mia moglie" "La signora che è con lei è sua moglie?" "Sono tenuto a rispondere? Ad ogni modo no, non è mia moglie. " E altro grave errore, il Vizzini si ricorda di essere un'autorità e fa l'offeso arrogante: "A parte che, chiedo, cosa interessa a lei chi sia la signora che sta con me? Si limiti a fare il suo mestiere. " "Per carità, a proposito di fare il nostro mestiere lei può mostrarci la denuncia del gioiello?" "Che denuncia?" 1228 "Se lei passa la frontiera con preziosi, è tenuto a fare regolare denuncia onde essere in grado, al rientro di mostrare il documento stesso ai finanzieri. Altrimenti noi siamo costretti a confiscare l'astuccio con collana. . . " "Ma dico scherziamo? Io sono transitato decine di volte con signore che indossavano gioielli anche più importanti di questi. . . e nessuno mi ha mai fermato. . . " "Le è andata bene" non è che lei per caso traffica in gioielli?" "Non faccia lo spiritoso sa. . . e lì, grave errore il Vizzini si lascia scappare il classico "Lei non sa chi sono io! " 1229 "O sentiamo, ci interessa. . . così approfittiamo per redigere il verbale di confisca dei preziosi! " "Lei non confisca un bel niente. . . io sono l'assessore per gli impianti sportivi della regione e se non cambia tono io la faccio sbattere in Calabria. " "Oh grazie, ho fatto appunto domanda di tornarmene dalle mie parti! " A 'sto punto il Vizzini furioso estrae il telefonino digitale dalla tasca posteriore dei pantaloni, come fosse una pistola. "E adesso telefono al questore. . . che è amico mio. . . e vedrete. Pronto, il 1230 questore. A quest'ora in questura non c'è, mi passi il suo vice. . . e giù uno sproloquio infuocato. . . con intercalare perentorio. 1231 SALTO E SI ARRIVA A PARLARE DELLA COPIA APERTA. E così. . . s'è infiltrata tra i giovani il concetto "amore libero". . . nei giovani. . . e anche . . . in quelli meno giovani. Tra gli animali, il leone ad esempio, sceglie la femmina per la "vita", il loro matrimonio, pur non essendo celebrato in chiesa è indissolubile. Ma c'è assoluta libertà nel rapporto sessuale. . . per tutti e due. . . Quella del maschio per la femmina, la "sua" femmina, è una protezione militare, cioè difesa della vita, non sessuale. 1232 Quanti di voi vorrebbero essere un leone?. . . una leonessa? (ruggito) Fuori la verità! (ruggito). Questo per gli animali. . . In molti popoli primitivi, l'amore libero è praticato da sempre. Il rapporto sessuale libero! Come vorreste essere un primitivo, lo sento! Il più creativo in fatto d'amore libero fra tutti, è il popolo della Papuasia. Creatività. . . senza offesa. . . che non può che essere femminile. . . Non so se ancora oggi. . . ma in Papuasia l'hanno inventata bella per fare sesso libero, e lì la donna è padrona e il maschio in soggezione, c'è addirittura 1233 la convinzione, che i bambini siano nel grembo della donna dalla sua nascita, voglio dire della donna, ma per crescere. . . e di conseguenza, nascere, devono essere nutriti. . . con sperma. Vi immaginate la scena? Ogni volta che la donna. . . la DONNA! , ha voglia di fare l'amore urla: " il bambino ha fame! ! Il bambino ha fame! ! " e via. . . tutti gli uomini della tribù che corrono a nutrirlo. . . "Adesso basta. . . ha mangiato abbastanza! Via, andate via! " La cosa più bella, che "il figlio" quando nasce non è figlio tuo e tuo o tuo, non c'è paternità individuale, ma collettiva: il figlio è di tutti! 1234 Se Dio fosse stato della Papuasia il paradiso terrestre l'Eva avesse impostato il suo rapporto con Adamo come le donne della Papuasia, pensa te che sconvolgimento! La storia del mondo sarebbe cambiata, così gli usi. . . i costumi. . . Che civiltà. 1235 BIOGRAFIA TENTATIVO FRANCA- Sto male di salute, ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le malattie che io sono riuscita(un vero primato! ) ad accumulare negli anni(che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghie-, tricotillomania-strapparsi capelli, attorciliarli stretti al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili. Quando uno è in ansia, si strappa i capelli , se sola, si mangia le unghie in presenza di altri. )E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello che ho avuto negli 1236 ultimi due mesi a Boston. "Oh, ma come sono felice, rilassata! "Un bubbone della grandezza di un mandarino nel seno sinistro, proprio sopra a quello che chiamiamo cuore, dolore ai reni con perdita di sangue, lastre, calcoli frantumati, tracce anche in vescica, dolori muscolari alle gambe, crampi durante il sonno, gamba sinistra, dopo immobilità di qualche ora, non rene e duole. "Cos'è, il lazzaretto tutto di un colpo?"NO, è che il tuo fisico si fifende come può. lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione che tu vivi male. Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni, gli interventi, malattie 1237 inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite che ti scoppia oggi, inizio di una commedia che non ti piace e che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo. Tu come un pappagallo ripeti"sto bene"e sei pure convinta, invece"credi" di star bene, ma nel tuo subconscio stai malissimo?Tutta la colpa è del subconscio. Froid ha detto un sacco di cose relativammente importanti, cose che anche altri avevano detto, l'unica sua scoperta essenziale per la vita dell'uomo per la sua mente è 'sta storia del subconscio. 'Sta storia del subconscio deve essere vera. Mi viene in mente una tipa di Torino che lavora all'Einaudi, si chiama Emilia, l'ho 1238 conosciuta tanto tempo fa, mi raccontava della sua vita, nel dibattersi nei problemi col marito da cui si era separata, i figli, la suocere, l'amante del marito, la moglie del marito. Tutti questi problemi le procuravano fenomeni fisici stregoneschi, reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato su alcun paziente. Che so, le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare, oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste, tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele. Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi sbatterti, riuscire a scavare, a ricordare, a scoprire cosa hai dentro realmente, quale fatto 1239 vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi andare indietro, indietro mamma. "Mi sono presa un registratore e via a parlare a ruota libera. Come premo il tasto per la registrazione, non mi viene in mente niente. Cerco di ralassarmi. Vediamo. . il primo trauma. . per me è stato un trauma e grosso. anche se poi, ora, 30 anni dopo, mi rendo conto di aver guardato i fatti con ecessiva enfasi. HO scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore. L'ho vissuta malissimo. Ho cercato di parlarne con lui, ma subito mi sono interrotta, imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata, incolta sul 1240 sesso: è la prima cosa che ricordo in questa incursione nella mia vita. Il mio rapporto con l'altro sesso è statoo per moltissimi anni un rapporto "al servizio";mai avuto stimoli sessuali, la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava. . . ma scivolavo nel rapporto senza un grande desiderio di sesso. . ero portata ad assecondare il suo di desiderio. Del sesso, non sapevo nulla. quello che facevamo, era venuto da solo, l'avevamo scoperto insieme. autodidatti. Ora, per fortuna è diverso. I giovani sanno tutto. prima ancora di avicinar si ad una donna. Mio figlio aveva un 13 anni e già se 1241 ne stava con un libro di anatomia in mano. (IMENE, vedevo soltanto un orecchio). L'orgasmo, l'ho raggiunto molto dopo che praticavo il sesso. Prima fingevo. Non me ne sono mai fatta un problema. PROLOGO A BUSCAGLIA Sto uscendo da un periodo di almeno 20 anni di coma profondo. Sì, avete capito bene: "coma profondo. . . - in piedi. Ho sempre camminato, parlato, mangiato, dormito ma ero in coma - e profondo Guardatevi intorno. C'è un sacco di gente che ha 'sta 1242 malattia: "Il come profondo in piedi". Non li vedete? Nessuno di voi è in coma? Com'è il coma profondo da in piedi? Che so. . . parli con la gente, ma non ci sei - non ti accorgi se c'è il sole o piove - e se c'è il sole, non te ne importa niente, somatizzi tutto quello che c'è intorno. Stai male da morire. Ma nessuno lo vede. Sorridi, ma senza gioia, solo con la bocca, così, (esegue) meccanicamente. Non c'è nulla che ti emozioni, nulla che ti squota, che ti interessi, né il lavoro, né i figli, le vacanze, il successo, l'amore. Niente. Non ti importa niente di niente. 1243 Il tempo passa e niente cambia. Non c'è niente, che ti spinga a fare niente. Dormi sul tuo letto sospesa, senza manco toccarlo - tutta tesa Pensi alla morte senza accorgerti di pensarci. Sempre. Una mattina ti svegli di colpo e ti rendi conto che è l'unica soluzione ai tuoi problemi. Ricordo per esempio, che sei anni fa - ad un certo punto sono uscita da casa dicendo che "stando le cose come stanno" - è secondario che vi racconti come stessero - io me ne andavo. Avevo un gran bisogno di togliermi di torno. Mi 1244 sembrava l'unica soluzione praticabile, per allontanarmi da una situazione che mi straziava. Sì, sì - il termine è grosso - ma dovete abituarvi, altri ne sentirete. E anche ora riguardando indietro, anche se mi dico che forse sbagliavo ad estremizzare tutto - non trovo altro vocabolo per descrivervi il momento - Ero "straziata". "Me ne vado - me ne vado - via via. Per carità. " Apro un flacone dopo l'altro. Mi sono presa una farmacia intiera con lo spazzolino da denti, mucchietti di pastiglie uno dopo l'altro, ben divise, colore per colore. Riempio con metodo, né troppo poche, né troppe. Non adagio né 1245 troppo in fretta. Una scodella d'acqua e via a mandare giù. Carta e penna: "E' importante tenere il conto". E 3 più - 3 più 5 - più 5+5, ne ho già ingerite 21; Sono passati 30 minuti. Devo superare il cento. Con cento è fatta. Forza, ora 10. Forza - mi viene da vomitare - ancora 10. Tutte rosse. E' meglio che mi stenda. Non voglio cascare per terra. Lunedì si riapre l'ufficio. Penso alle persone che lavorano qui. Non me ne importa niente. Di nessuno m'importa. Non sento niente. Ancora una manciata. Che fatica. Mi stendo. Chiudo gli occhi. 1246 Non ricordo nessun "ultimo pensiero". Sono morta. Più di una volta, in questi anni di coma ripensando a quell'ultimo momento di lucidità, quando con determinazione ho ingoiato l'ultima manciatina rossa, a quello che non sono riuscita a portare a termine, ho provato una stretta al cuore. Ora, fuori dal coma se penso a quei momenti - agli infermieri che mi hanno portata di sotto stesa in un lenzuolo. "21 battiti, sbrighiamoci" "Quante ne hai prese? Quante?" Qualcuno urla. Dormo - svengo - sono sveglia - voglio morire - Non so se lo grido o credo di gridarlo. E poi vomito - e mi fanno bere - e vomito eccetera eccetera. 1247 Bene, se penso a quei momenti - lì - io oggi - beh non mi sembra possibile di averli vissuti. Oggi - che il coma è finito - Io quella là? Io volevo morire. Deficiente! Non sono stata normale per anni. Zitta. Non parlavo più. Zitta - anche se parlavo seria anche se ridevo. Senza amore per niente. Per nessuno. Solo quel trascinarmi nelle cose senza entusiasmo. Senza esserci fino "al fondo" di qualche mese fa. Per giorni sono stata a pensare al modo migliore per uccidermi. All'estero senza documenti. Pastiglie; Macchina-benzina; Overdoseeroina; vene tagliate-bagno; 1248 Fon-bagno. Niente mi andava bene. Volevo morire ma non trovavo nessun mezzo che mi soddisfacesse. Sfinita, dopo sette films visti in cinque ore, mi sono presa un libro dei 20 che mi ero portata appresso con un titolo assai lontano da quello che mi sentivo addosso: La coppia amorosa. La sfida delle relazioni umane. Le prime venticinque pagine le ho lette senza fare attenzione ad una sola parola. Come? Torna da capo. Rileggere. Pagina 50 e 100. E: E' finito. Da capo, subito. Ma chi è questo? Che ha scritto ancora? Comprare. Leggere. Rileggere. 1249 Sbagliato. Tutto sbagliato. Ho sbagliato tutto. Da capo. capo. Ricominciare da Chi sono? Come mi chiamo? Nome, cognome, coniugata. Figli uno. Cosa faccio? Da dove vengo dove voglio andare. Ricominciare. A. E. I. U. O. A. B. C. D. E. F. G. . . MAM. . . MA. . . mamma. . . papà. . scuola. Chiesa. Dio. Comunismo. Sole. Terra. Vento. Mare. Amore. IO. IO. TE. Io e Te. IO e NOI. NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO. IO. NOI. AMORE. Nome. Cognome. Sesso. IO LA CHIACCHERATA O IL PROCESSO 1250 LUOGHI DEPUTATI: TRIBUNALE UN L L L'INFINITO: Così viene chiamato il fondale azzurro chiaro che gira tuttintorno al palcoscenico) nel quale LA DONNA agirà rivolgendosi direttamente al pubblico. Che porterà via via, dall'analista, o al tribunale e viceversa. Nell'infinito, la donna commenterà e denuncerà i fatti. Interpellerà il pubblico, con domande precise. Ed 1251 esigerà risposte precise. Per agevolare il dialogo si avvarrà della collaborazione del pubblico. Non avete il coraggio d'intervenire? Scrivete, ne discuteremo insieme. LO DELL'ANALISTA: STUDIO La nostra donna c'è andata controvoglia. Non ha fiducia. Mentre parla, su di uno schermo vengono proiettati i suoi pensieri: l'esatto contrario di quanto va dicendo. Mente su ogni cosa. Parla e pensa al costo dell'analisi. 400 mila lire la settimana, 80 1252 mila lire l'ora per 3 giorni, per 12 mesi. 20 milioni l'anno. Quello che sto facendo è inutile. "Devo smettere. " Ma ogni 3 giorni è lì, come tossicodipendente dell'ora di protagonismo che si regala. L'ORA in cui esiste in cui c'è. Più avanti - dallo schermo che ripete fedelmente le sue parole, il pubblico capirà che si è bloccata, e che è arrivata ad una lettura fedele di quello che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di conoscenza, di se, attraverso i ricordi: Violentata dal padre a 10 anni. Violenza che lei, credeva legittima, in quanto pensava "è mio padre, se l'ha fatto vuol dire che è naturale, che 1253 doveva farlo. Ha accettato la violenza del padre, come la varicella, la scarlattina, le mestruazioni. Nessun trauma, è mio padre, mi vuole bene. DA LUI male non me ne può arrivare. Solo più tardi, capirà l'errore di valutazioni. Ma ancora oggi non sa che peso quella violenza abbia avuto sulla sua vita. INSERIRE PRIMI RAPPORTI CON L'ALTRO SESSO Studiato con indifferenza per la promozione: diplomata? Laureata? Studiato con grande curiosità e letto tutto (si fa per dire) per un suo bisogno di sapere. Si è 1254 specializzata, (diciamo fissata?) sulla vita dei filosofi, ed ha elaborato alcuni concetti filosofici a suo uso e consumo. Per la verità scoccia anche gli altri, ma alcune volte se ne trae anche un buon profitto per l'anima. Ha fatto suo una tra le regole più strane osservate dalla "setta" si chiamava così, (scuola) fondata da Pitagora: NON MANGIARE LE FAVE. Questo è il "comandamento" più bizzarro del catechismo pitagorico. Aristotele dice che era per via di una qualche rassomiglianza con l'organo maschile, da ciò deduciamo che Pitagora doveva essere un gran bigottone. E qui a questa versione (spiegazione) che la nostra donna si attiene: se un 1255 pensiero così, ripeto "bizzarro", astuto è diventato un "comandamento" di una scuola filosofica fondata da Pitagora, un presocratico, vissuto secoli e secoli A. C. , beh, qualchecosa deve pur significare. 3) Sposata, con amore, ma perché ci si sposava tutte. 4) Avuto figli, non particolarmente desiderati, né programmati perché così era sempre stato. 5) Vissuto la vita coscienza alcuna. senza Abortito senza riflessione. 1256 Non desiderato niente di particolare. Tutto quello che "NONOSTANTE LEI" ha è 6) Sofferto come tutte. Subito come tutte. Pianto come tutte. E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA Ribelle come tutte. Sul grande schermo scritto in diverse dimensioni appare a questo punto del dialogo con l'analista: PERC APPARE 1257 Di pari passo alla presa di coscienza del suo essere donna della nostra donna, del suo maturare - da oggetto a soggetto - abbiamo piccoli stacchi e ci troviamo in Tribunale al PROCESSO. TRIBUNALE: E' un processo che la nostra DONNA vuole. E' molto incerta. Chi vuole processare? "La Società? L'educazione? La famiglia? La madre. . . " Non mi ha mai detto niente. Mi hai insegnato l'onestà facendomela vedere con la sua vita. La morale o il moralismo? 1258 Cos'è il SESSO? Nessuno me ne ha mai parlato. Il padre. Amico? Nemico? Gli amici? Il marito? I figli? E' confusa. Lentamente progredisce nell'inchiesta, nel domandarsi e alla fine il processo lo chiede per lei. E' lei che si accusa. "Ho vissuto come una capra. Ho accettato tutto pensando, seguendo i mille luoghi comuni che la società ti dà con la prima poppata. Voglio essere processata e condannata per non essere riuscita, nonostante l'essere stata militante politica, forse anche un'avanguardia femminista, piena di ottime teorie per le altre e minima 1259 pratica verso me stessa. Ribellioni e una presa reale di coscienza . E qui escono tutti gli errori di una donna della mia generazione. Errori che forse potranno servire per un miglioramento della qualità della vita. Scelte programmate, meditate, ecc. DIO: il primo maschilista. (voluto inventato dagli uomini) Eva tentatora peccatrice. Perché non Adamo? Mosè sul Monte siani: tavole Le I comandamenti NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI (Siamo fin da allora OGGETTI. 1260 Non desiderare l'uomo d'altri: undicesimo comandamento. Nell'etica della nostra vita ci vorrebbe. I FIGLI L'unica cosa che non può fare l'uomo sono i figli. NOI POSSIAMO CREARE UN INDIVIDUO. DICI NIENTE? Che uso ne facciamo di questo potere divino? Troppo spesso è un potere male usato. E quando ci separiamo, i figli non sono spesso usati come materia di ricatto? Cosa pagano i figli per i nostri errori? 1261 LISISTRATA: Uomini volete la guerra? Niente amore. DONNA OGGI: creare una creatura umana è un miracolo. Ho questo potere io, solo io. Smettiamo di fare figli per almeno tre anni. Ragionamoci bene sopra a 'sta incredibile ricchezza che solo noi possiamo elargire. Valutiamone il profondo significato, poi, con le idee finalmente chiare, riprendiamo a far miracoli, facendo ben sentire all'uomo che è un miracolo al quale sta assistendo. Così finalmente le donne saranno rispettate. Se non altro durante la gravidanza. L'ABORTO 1262 I contraccettivi nelle scuole. L'educazione sessuale. Abortire è un trauma. Non puoi abortire come andare dal parrucchiere, con la stessa facilità. Come ti senti dopo che hai abortito? Ti rimane addosso qualcosa? La prossima volta che farai? IL MATRIMONIO Tutti ne parlano male e tutti ci si rompono la testa. L'uomo che hai sposato ragazzo (giovane) quasi sempre, poco ha in comune col vecchio signore che hai al fianco, con cui hai diviso la vita, gioie e dolori. Nonostante questo ti ostini, per via della prima poppata piena di ideologie 1263 sbagliate a vivergli accanto. A QUALSIASI COSTO. Ovunque in tutti questi anni ho ascoltato discorsi di donne disperate, la canzone è sempre la stessa. La storia di Medea si ripete nei tempi, uguale, a qualsiasi classe sociale tu appartenga. L'IDENTICA CANZONE, raccontata, tra lacrime, o freddamente, o con rabbia o con rassegnato dolore, o su di un letto, dopo un tentato suicidio, o in casa di cura se sei ricca, in manicomio se sei povera. Sono storie di anni di umiliazioni, di tentativi di ogni tipo. "Sta invecchiando. . . sono gli ultimi colpi" e poi ti accorgi che non sono gli ultimi, né saranno i penultimi. Stai 1264 zitta, e aspetti. Gridi, e aspetti. Ti allontani, e aspetti. Ma cosa cazzo aspetti? Cos'è che ti schiaccia? Cos'è che t'ha cancellato il sorriso? Cos'è che ti ha messo la faccia a lutto? Cos'è che ti ha convinta che sei morta? Perché non dormi, perché pensi, perché sei fissata? Sei fissata? SEI FISSATA. Che meccanismi sono? L'orgoglio, paura della solitudine? I soldi? LUI? L'AMORE? L'AMORE? Ma dai, guardalo bene, porta gli anni meno bene di te. E' ancora divertente, spiritoso, affascinante come 20, 30 anni fa? I programmi televisivi chi li sceglie? Il 1265 peso delle cose più noiose sulle spalle di chi, è appoggiato? Com'è la tua giornata con lui? Le tue serate, le tue notti? Cosa vi dite ancora? Cosa ti dà? Analizza, analizza. T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo, peggiorate. La vera differenza tra un uomo e una donna redo consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso dell'onestà, (non tutte) della giustizia, dell'integrità. Siamo soggetti morali, (non tutte) e a volte purtroppo solo 1266 moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, forza, denaro. FASCINO. BELLEZZA. Tutte QUALITA' privilegi che ti derivano dal potere. IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUO' PROCURARTI. Con il potere che ti balla intorno anche ne vorresti un po'? No? Essere donne continua ad essere difficile, e nel cammino della vita (è con rammarico, che sono costretta a riconoscerlo) ti 1267 senti con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri essere come te, anime del tuo stesso sesso. Sì, amarezza e sconvolgimento. La donna è troppo spesso, la maggior nemica della donna. Nel lavoro e nella vita. Giovani o interrogate, vecchie, provate ad 1268 interrogare. Quasi tutte, fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ma vero è che l'amore uomo lo fa quasi sempre con una donna. O giovane come te, o molto molto più giovane di lui. E tu stai a guardare. Si fa per dire. Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in discussione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, o vecchio. L'impegno, per la giovane in questione, sarà minimo. In tutti i sensi. Intendiamoci, può anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone 1269 prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono allegerirlo assai, come peso. E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia, di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU SAI GIA' TUTTO. PERCHE' E' IL RIPETERSI, del ripetersi, del ripetersi. Aspetti, ed a volte inutilmente. Non succede nulla, o succede proprio quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di è che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta sposare uno scrittore importante per scrivere un 1270 buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un pittore, sempre importante, per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di potere, puoi correre nella carriere, ma se non hai nella testa le cose giuste. Sembra che tu. . . ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. 1271 E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto tuo, guardalo: che non si vede per quello che è realmente, abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. All'alzarsi del sipario troviamo una donna seduta davanti ad una scrivania, sta leggendo. Schermo grande sul fondo scena, sul quale appare una scritta dopo un minuto dall'inizio Donna. Buonasera. Lo spettacolo di questa sera, poco ha a che fara col teatro, anzi, non è per niente, né spettacolo né spettacolare. La decisione di farvi passare 2 ore, mi auguro, diverse, m'è venuta leggendo alcuni libri, 1272 qualche tempo fa. Ci ho pensato sopra, e m'è parso che qualcosa contenuto in quei libri, si è andato perduto in questa nostra vita che va sempre più di corsa. C'è rimasto poco tempo, per noi stessi, per i sentimenti. . . per gli altri. Ho rapportato la mia vita a quei discorsi, e da qui, sono partita per una grande analisi sui miei anni passati, quella che ero. . . quella che sono diventata. SULLO SCHERMO SONO MIGLIORATA? 2 ISCHIA Donna - Non lo soQuello che m'importa, è tramite fatti miei, e fatti di altri, scoprire gli errori 1273 nostri e d'altri dietro ai quali corriamo, nei quali ci esaltiamo o commiseriamo - ci distruggiamo - ' mettere la scoperta. Sperando di arrivarci, a disposizione. . . Donna - Non date retta a quelle scritte. E' la parte più banale di me, che si proietta su quello schermo. Dunque, vi dicevo che stavo rileggendo gli appunti per una lezione. Beh, si mi piacerebbe essere già docente. . . No, questa qualifica è troppo grande per me, ora, forse più avanti, chissà, diciamo che mi sono auto promossa: Ma no! Una buona allieva. . . Ecco sì. . . Cercherò di 1274 passarvi quello che acquisito con diligenza. ho Beh, cercherò. . . farò il possibile di esserlo in questa occasione. . . . CONTINUAZIONE DONNA GRASSA 1(AMMAZZAMENTO DUE GEMELLI ODPEDALE ROMA; Dopo la prima e la seconda scena, ritroviamo la nostra donna grassa che sta leggendo il giornale, è illuminata da un cono di luce in modo da rendere il cambio di ambiente il più veloce possibiole. ATTENZIONE QUESTO DUE FRASI LE HO PRESE DA 1275 2DONNE2 HO TENTATO DI FARE UN TRASFERIMENTO E MI E' RIUSCITOòOGGI SONO RIUSCITA A METTERE ANCHE I NUMERI ALLE PAGINE E TUTTO DA SOLAòò Buonasera a tutti¯ No S Vi voglio re Rilassat Sto riguar O CHIACCHERATA 1276 Donna. Buonasera. Lo spettacolo di questa sera, poco ha a che fara col teatro, anzi, non è per niente, né spettacolo né spettacolare. La decisione di farvi passare 2 ore, mi auguro, diverse, m'è venuta leggendo alcuni libri, qualche tempo fa. Ci ho pensato sopra, e m'è parso che qualcosa contenuto in quei libri, si è andato perduto in questa nostra vita che va sempre più di corsa. C'è rimasto poco tempo, per noi stessi, per i sentimenti. . . per gli altri. Ho rapportato la mia vita a quei discorsi, e da qui, sono partita per una grande analisi sui miei anni passati, quella che ero. . . quella che sono diventata. 1277 SULLO SCHERMO SONO MIGLIORATA? PEGGIORA Donna - Non lo so- Quello che m'importa, è tramite fatti miei, e fatti di altri, scoprire gli errori nostri e d'altri dietro ai quali corriamo, nei quali ci esaltiamo o commiseriamo - ci distruggiamo - ' mettere la scoperta. Sperando di arrivarci, a disposizione. . . FATE T P 1278 MA ANCH'I SBA Donna - Non date retta a quelle scritte. E' la parte più banale di me, che si proietta su quello schermo. Dunque, vi dicevo che stavo rileggendo gli appunti per una lezione. D Beh, si mi piacerebbe essere già docente. . . No, questa qualifica è troppo grande per me, ora, forse più avanti, 1279 chissà, diciamo che mi sono auto promossa: M Ma no! Una buona allieva. . . Ecco sì. . . Cercherò di passarvi quello che ho acquisito con diligenza. NON I Beh, cercherò. . . farò il possibile di esserlo in questa occasione. . . 3 ISCHIA 1280 COR di LE Nell'inverno del '69 nell'Università di a S. Francesco il prof. Leo Buscaglia decide di dare inizio ad un corso sperimentale gratuito, liberi gli studenti di nadare e venire a loro piacimento, dedicato alla crescita e all'evoluzione individuale. Suo desiderio era che quel corso si risolvesse in un'esperienza del tutto inedita nel campo dell'insegnamento, e che fosse per lo studente di grande interesse e di amplissima portata, in 1281 attinenza con le sue esperienze immediate: "CORSO D'AMORE". Lui stesso aveva sull'argomento conoscenze ed esperienze limitate, come i suoi studenti, e quindi si sarebbero tutti attivamente impegnati nella scoperta dei veri significati insiti nella parola AMORE. 4 ISCHIA Sì, sono tutto amore, e non me ne vergogno. Ho un unico messaggio e posso fornirvelo seduta stante. Viviamo in un'epoca che comincia realmente ad esortarci a cogliere i significati della vita. 1282 Ci andiamo abituando ad una nuova nomenclatura. "Condizionamento" "forme e modifiche del comportamento. " "Ciò che è necessario rafforzare" "ciò che è rafforzato" e che probabilmente determinerà il comportamento. Per raffozzarci ci serviamo del denaro, delle campagne, dell'elettroshock, e perfino dei dolciumi. Quando qualcuno si comporta nel modo giusto gli ficchiamo una caramella in bocca. Il mio messaggio odierno è: la miglior caramella del mondo è un essere umano, caldo, palpitante, che non si scioglie affatto. Quella chicca, sei TU. Il vero amore è un 1283 fenomeno prettamente, totalmente umano. Non insegno l'amore nel senso stretto del termine, mi limito a facilitare il fiorire dell'amore. Il fenomeno - amore - è un quid che noi scopriamo. L'essere umano crede nel cambiamento, se non apprezziamo la situazione nella quale versiamo, in termini d'amore, siamo in grado di modificarla di dare vita ad un nuovo scenario. Possiamo donare solo ciò che abbiamo, in questo sta il miracolo. Se abbiamo amore, possiamo donarlo, se non ne abbiamo, agli altri è impossibile. Non è tanto una 1284 questione di dare, ma di condividere, spartire. Ti rendo partecipe, e non la perdo, perché già ce l'ho. "L'affetto quale elemento modificatore del comportamento umano. " Gli scienziati, psicologi, antropologi, sociologi hanno ignorato l'amore, è sconvolgente, perché tutti ne abbiamo bisogno ed aneliamo ad esso senza posa. Tuttavia non è fatta materia d'insegnamento. Si dà per scontato che l'amore ci venga fornito tramite e per effetto di una misteriosa forza vitale. "Viviamo tutti in comunità, tuttavia moriamo tutti di solitudine. " 1285 L'individuo capace di amare deve aver cura di se stesso. Badare realmente alla sostanza della propria personalità: "Ogni cosa viene filtrata attraverso me, quanto migliore sono, tanto maggiore è ciò che ho da dare. Tutto devo fare, per essere il più bello, il più straordinario, il più fantastico, tenero affettuoso essere umano del mondo. In noi si manifesta solamente una minima porzione di ciò che realmente siamo. Nondimeno ci sentiamo perfettamente paghi di essere quel che siamo. 5 ISCHIA Lo psichiatra londinese R. D. Laing avanza un'ipotesi 1286 provocatoria e suggestiva: "Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo, amiamo molto meno di ciò che esiste ed in tal senso siamo molto meno di ciò che siamo. " Su tali premesse dovremmo sentirci spronati senza di diventare. . . . . un quid, riposto nel profondo di ciascuno di noi che differisce da individuo a individuo. UNICITA' DEL SINGOLO E se qualcuno incontrando un altro dicesse: "Sono proprio contento che tu sia unico, diversa. Mostrami in cosa 1287 consistono le tue diversità, avrò modo di trarne qualche insegnamento" immaginatevi cosa sarebbe il mondo. . . . insegnante di disegno: Oggi, disegniamo un albero". Va alla lavagna e disegni il "SUO" albero. Una specie di pallone verde con un piccolo basamento marrone. Un lecca-lecca. Tutti disegnano. Più ti avvicini al lecca-lecca e migliore sarà il voto. Se tu, con tutti i colori fai un albero, come lo vedi e conosci "Tu devi avere un baco nel cervello! " . . . Facciamo di tutto perché ciascuno sia uguale ad ogni altro. La capacità di "conformarsi" costituisce la premessa indispensabile per 1288 approdare al successo. Sii te stesso. Non rinunciare mai al TUO ALBERO. Tu sei il sole, l'unico a TE STESSO. Il miglior te stesso, ma voler essere un altro sarai sempre e semplicemente il miglior n. 2. GIUDICATA una persona per quello che HA. Non per chi e che cosa è. L'essere umano è la cosa più strepitosa del mondo, dobbiamo però riscoprire l'arte di saper ridere. Abbiamo creato il tempo. Dopo di ché ne siamo diventati schiavi. LAPAROLA. Le parole congelano la realtà. Etichettiamo. 1289 Quanti bambini non hanno ricevuto un'adeguata educazione perché prima o poi durante l'infanzia ci si è premurati di etichettarli? E' uno stupido, un ritardato mentale ecc. Le etichette allontanano gli uomini, li distolgono gli uni dagli altri. Negro, che cos'è un negro? Mai conosciuto due negri uguali in vita mia. Sa amare? Sa soffrire? E' bello, felice? La sua famiglia? Sa dare qualcosa agli altri? Sono queste le cose che contano e non che sia negro, povero, ricco. UOMO in posizione svantaggio culturale. di 1290 Nessuno mi è venuto abbastanza vicino per contagiarmi con i suoi germi. In ogni creatura umana sono racchiuse troppe meraviglie per poterle bollare con un epiteto e metterle in disparte. Non c'è al mondo responsabilità maggiore dell'essere un essere umano e fareste bene a persuadervene. Mc Luhan ha dimostrato che i bambini quando mettono piede all'asilo quasi tutti hanno già visto 5000 ore di televisione, delitti, stupri, intrighi amorosi, immagini di morti violente e autentiche. Dopo di ché li portiamo a scuola. Domandarsi, chi è il bambino nuovo che dobbiamo educare, 1291 istruire? (Padre nave spaziale. Pag. 39) Oggi non basta vivere, imparare, dobbiamo SOGNARE, vedere con gli occhi della fantasia come sarà il mondo di qui a 50 anni. Salita in macchina di colpo non mi è venuto in mente neanche un posto dove mi sarebbe piaciuto andare. Li ho fatti passare tutti. Ho pensato anche all'estero vado a Parigi. . . Londra. . . Bruxelles. . . Dopo un'ora di riflessioni e giri turistici col cervello, prendo tempo e vado in ufficio. E' sabato pomeriggio. Non c'è nessuno ne deve venire nessuno. Sì, nel mio ufficio: 360 metro quadrati, 11 stanze. Beh, a 1292 parte questo fatto, vado nel mio ufficio. Imprevisto! C'è mio nipote e un nostro collaboratore: Walter. "Che fate qui?" "Nulla. . . avevamo da chiudere una storia. . . stavamo andandocene. E tu che fai?" "ho da fare. . . " Loro se ne vanno. Mi sono guardata intorno. . . Più avanti - dallo schermo che ripete fedelmente le sue parole, il pubblico capirà che si è bloccata, e che è arrivata ad una lettura fedele di quello che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di conoscenza, di se, attraverso i ricordi. 1293 Sono stati anni di lotte fure, manifestazioni, sindacato, licenziamenti, Vietnam (vedi biografia), feste dell'Unita, e i garofani rossi del P. C. I. ad ogni prima, e Togliatti quando è venuto al Teatro Eliseo 1962 e l'amicizia con Amendola e sua moglie, e le migliaia di compagni che si conoscevano, e gli spettacoli per le fabbriche in occupazione. . . e . . . e. . . (pezzo manoscritto dietro la pagina numero 5 inserto 1 Cinzia) 1294 Ma il mio partito era lì, immobile, senza niente vedere, capace solo di sbraitare contro i gruppi che loro chiamavano gruppazzi. . . di chiedere che "si facesse luce" ad ogni atto criminale sul quale la luce già brillava a denunziare con evidenza il colpevole. . . in coda su tutto, arrancante ed elefantiaco. . . pieno di case del popolo svuotate di ogni ideologia. . . senza più una biblioteca. . . dove importante era "incassare" fare soldi. 1295 Il tutto con la persuasione che è inutile sollecitare lo sviluppo di una cultura proletaria, giacché non esiste né può esistere. "Esiste una sola cultura, - dicono quelli " che sanno ", - al di sopra delle classi. La cultura è una, così come è una la una e uno è il sole che splendono indifferentemente per tutti quelli che se ne vogliono e se ne sanno servire. Facemmo teatro nelle case del popolo, nelle piazze, nei bocciodromi, poi in una capanna di via Colletta a Milano, alla famosa palazzina Liberty, sempre a Milano, che ristrutturammo completamente e che poi ci fu tolta. 1296 Ho tolto dal cartoncino. . . tutte le mie pastiglie. . . ne ho fatto un bel mucchietto davanti a me. Ho preso una scodella, l'ho riempita d'acqua ne ho messe tre o quattro in bocca e giù a bere. Su un foglietto ho annotato: 3 e giù a bere, più 3. . . . e, fanno 6. . . più 3 e fanno nove. . . Devo arrivare almeno a cento. Si fa una gran fatica. . . ti si impasta la bocca. . . non riesci a deglutire. . . ti viene voglia di smettere. . . ancora 5. . . Ma cosa sto facendo?! 1297 ancora tre. . . e 5. . . Credo di essere arrivata a 50. . . Forza, ora 5. Forza - mi viene da vomitare - ancora 7. E' meglio che mi stenda. Non voglio cascare per terra. Lunedì si riapre l'ufficio. Penso alle persone che lavorano qui. Non me ne importa niente. Di nessuno m'importa. Non sento niente. Ancora una manciata. Che fatica. Mi stendo. Chiudo gli morendo. occhi. Sto Non ricordo nessun "ultimo pensiero". Invece no. 1298 LA CHIACCHERATA O IL PROCESSO LUOGHI DEPUTATI: TRIBUNALE UN L L L'INFINITO: Così viene chiamato il fondale azzurro chiaro che gira tuttintorno al palcoscenico) nel quale LA DONNA agirà rivolgendosi direttamente al pubblico. Che porterà via via, dall'analista, o al tribunale e viceversa. Nell'infinito, la donna commenterà e denuncerà via 1299 via i fatti. Interpellerà il pubblico, con domande precise. Ed esigerà risposte precise. Per agevolare il dialogo si avvarrà della collaborazione di attori e attrici compresi in platea tra il pubblico. LO DELL'ANALISTA: STUDIO La nostra donna c'è andata controvoglia. Non ha fiducia. Mentre parla, su di uno schermo vengono proiettati i suoi pensieri: l'esatto contrario di quanto va dicendo. Mente su ogni cosa. Pensa al costo dell'analisi. Quanto sta 1300 spendendo, all'ora, quanto spenderà in un anno. Ecc. Sente l'inutilità di quanto sta facendo. Si ripromette di smettere. Ma ogni 3 giorni è lì, come tossicodipendente dell'ora di protagonismo che si regala. L'ORA in cui esiste in cui c'è. Più avanti - dallo schermo che ripete fedelmente le sue parole, il pubblico capirà che si è bloccata, e che è arrivata ad una lettura fedele di quello che è del suo essere donnapersona. Via via la presa di conoscenza, di se, attraverso i ricordi: 1) Violentata dal padre a 10 anni. Violenza che lei, 1301 credeva legittima, in quanto pensava "è mio padre, se l'ha fatto vuol dire che è naturale, che doveva farlo. Ha accettato la violenza del padre, come la varicella, la scarlattina, le mestruazioni. Nessun trauma, è mio padre, mi vuole bene. DA LUI male non me ne può arrivare. Solo più tardi, capirà l'errore di valutazioni. Ma ancora oggi non sa che peso quella violenza abbia avuto sulla sua vita. 2) Studiato con indifferenza per la promozione: diplomata? Laureata? Studiato con grande curiosità e letto tutto (si fa per dire) per un suo bisogno di sapere. Si è specializzata, (diciamo 1302 fissata?) sulla vita dei filosofi, ed ha elaborato alcuni concetti filosofici a suo uso e consumo. Per la verità scoccia anche gli altri, ma alcune volte se ne trae anche un buon profitto per l'anima. Ha fatto suo una tra le regole più strane osservate dalla "setta"(scuola) fondata da Pitagora: NON MANGIARE LE FAVE. Questo è il "comandamento" più bizzarro del catechismo pitagorico. Aristotele dice che era per via di una qualche rassomiglianza con l'organo maschile, da ciò diciamo che Pitagora doveva essere un gran bigotto. E qui a questa versione (spiegazione) che la nostra donna si attiene: se un pensiero così, ripeto 1303 "bizzarro", astuto è diventato un "comandamento" di una scuola filosofica fondata da Pitagora, un presocratico, vissuto secoli e secoli A. C. , beh, qualchecosa deve pur significare. 3) Sposata, con amore, ma perché ci si sposava tutte. 4) Avuto figli, non particolarmente desiderati, né programmati perché così era sempre stato. 5) Vissuto la vita coscienza alcuna. senza Abortito senza riflessione. 1304 Non desiderato niente di particolare. Tutto quello che "NONOSTANTE LEI" ha è 6) Sofferto come tutte. Subito come tutte. Pianto come tutte. E CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA Ribelle come tutte. Sul grande schermo scritto in diverse dimensioni appare a questo punto del dialogo con l'analista: PERC APPARE 1305 Di pari passo alla presa di coscienza del suo essere donna della nostra donna, del suo maturare - da oggetto a soggetto - abbiamo piccoli stacchi e ci troviamo in Tribunale al PROCESSO. TRIBUNALE: E' un processo che la nostra DONNA vuole. E' molto incerta. Chi vuole processare? "La Società? L'educazione? La famiglia? La madre. . . " Non mi ha mai detto niente. Mi hai insegnato l'onestà facendomela vedere con la sua vita. La morale o il moralismo? 1306 Cos'è il SESSO? Nessuno me ne ha mai parlato. Il padre. Amico? Nemico? Gli amici? Il marito? I figli? E' confusa. Lentamente progredisce nell'inchiesta, nel domandarsi e alla fine il processo lo chiede per lei. E' lei che si accusa. "Ho vissuto come una capra. Ho accettato tutto pensando, seguendo i mille luoghi comuni che la società ti dà con la prima poppata. Voglio essere processata e condannata per non essere riuscita, nonostante l'essere stata militante politica, forse anche un'avanguardia femminista, piena di ottime teorie per le altre e minima 1307 pratica verso me stessa. Ribellioni e una presa reale di coscienza . E qui escono tutti gli errori di una donna della mia generazione. Errori che forse potranno servire per un miglioramento della qualità della vita. Scelte programmate, meditate, ecc. DIO: il primo maschilista. (voluto inventato dagli uomini) Eva tentatora peccatrice. Perché non Adamo? Mosè sul Monte siani: tavole I comandamenti Le 1308 NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI (Siamo fin da allora OGGETTI. Non desiderare l'uomo d'altri: undicesimo comandamento. Nell'etica della nostra vita ci vorrebbe. I FIGLI L'unica cosa che non può fare l'uomo sono i figli. NOI POSSIAMO CREARE UN INDIVIDUO. DICI NIENTE? Che uso ne facciamo di questo potere divino? Troppo spesso è un potere male usato. 1309 E quando ci separiamo, i figli non sono spesso usati come materia di ricatto? Cosa pagano i figli per i nostri errori? LISISTRATA: Uomini volete la guerra? Niente amore. DONNA OGGI: creare una creatura umana è un miracolo. Ho questo potere io, solo io. Smettiamo di fare figli per almeno tre anni. Ragionamoci bene sopra a 'sta incredibile ricchezza che solo noi possiamo elargire. Valutiamone il profondo significato, poi, con le idee finalmente chiare, riprendiamo a far miracoli, 1310 facendo ben sentire all'uomo che è un miracolo al quale sta assistendo. Così finalmente le donne saranno rispettate. Se non altro durante la gravidanza. L'ABORTO I contraccettivi nelle scuole. L'educazione sessuale. Abortire è un trauma. Non puoi abortire come andare dal parrucchiere, con la stessa facilità. Come ti senti dopo che hai abortito? Ti rimane addosso qualcosa? La prossima volta che farai? IL MATRIMONIO 1311 Tutti ne parlano male e tutti ci si rompono la testa. L'uomo che hai sposato ragazzo (giovane) quasi sempre, poco ha in comune col vecchio signore che hai al fianco, con cui hai diviso la vita, gioie e dolori. Nonostante questo ti ostini, per via della prima poppata piena di ideologie sbagliate a vivergli accanto. A QUALSIASI COSTO. Ovunque in tutti questi anni ho ascoltato discorsi di donne disperate, la canzone è sempre la stessa. La storia di Medea si ripete nei tempi, uguale, a qualsiasi classe sociale tu appartenga. L'IDENTICA CANZONE, 1312 raccontata, tra lacrime, o freddamente, o con rabbia o con rassegnato dolore, o su di un letto, dopo un tentato suicidio, o in casa di cura se sei ricca, in manicomio se sei povera. Sono storie di anni di umiliazioni, di tentativi di ogni tipo. "Sta invecchiando. . . sono gli ultimi colpi" e poi ti accorgi che non sono gli ultimi, né saranno i penultimi. Stai zitta, e aspetti. Gridi, e aspetti. Ti allontani, e aspetti. Ma cosa cazzo aspetti? Cos'è che ti schiaccia? Cos'è che t'ha cancellato il sorriso? Cos'è che ti ha messo la faccia a lutto? Cos'è che ti ha convinta che sei morta? Perché non dormi, perché 1313 pensi, perché sei fissata? Sei fissata? SEI FISSATA. Che meccanismi sono? L'orgoglio, paura della solitudine? I soldi? LUI? L'AMORE? L'AMORE? Ma dai, guardalo bene, porta gli anni meno bene di te. E' ancora divertente, spiritoso, affascinante come 20, 30 anni fa? I programmi televisivi chi li sceglie? Il peso delle cose più noiose sulle spalle di chi, è appoggiato? Com'è la tua giornata con lui? Le tue serate, le tue notti? Cosa vi dite ancora? Cosa ti dà? Analizza, analizza. T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? 1314 E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo, peggiorate. La vera differenza tra un uomo e una donna redo consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso dell'onestà, (non tutte) della giustizia, dell'integrità. Siamo soggetti morali, (non tutte) e a volte purtroppo solo moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, forza, denaro. 1315 FASCINO. BELLEZZA. Tutte QUALITA' privilegi che ti derivano dal potere. IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUO' PROCURARTI. Con il potere che ti balla intorno anche ne vorresti un po'? No? Essere donne continua ad essere difficile, e nel cammino della vita (è con rammarico, che sono costretta a riconoscerlo) ti senti con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da 1316 come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri essere come te, anime del tuo stesso sesso. Sì, amarezza e sconvolgimento. La donna è troppo spesso, la maggior nemica della donna. Nel lavoro e nella vita. Giovani o vecchie, interrogate, provate ad interrogare. Quasi tutte, fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ma vero è che l'amore uomo lo fa quasi sempre con una donna. O giovane come te, o molto molto più giovane di lui. E tu stai a guardare. Si fa per dire. 1317 Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in discussione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, o vecchio. L'impegno, per la giovane in questione, sarà minimo. In tutti i sensi. Intendiamoci, può anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono allegerirlo assai, come peso. E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia, di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU SAI GIA' TUTTO. PERCHE' E' IL RIPETERSI, del 1318 ripetersi, del ripetersi. Aspetti, ed a volte inutilmente. Non succede nulla, o succede proprio quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di è che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta sposare uno scrittore importante per scrivere un buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un pittore, sempre importante, per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di potere, puoi correre nella carriere, ma se non hai nella testa le cose giuste. Sembra 1319 che tu. . . ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto tuo, guardalo: che non si vede per quello che è realmente, abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. 1 ISCHIA 1320 All'alzarsi del sipario troviamo una donna seduta davanti ad una scrivania, sta leggendo. Schermo grande sul fondo scena, sul quale appare una scritta dopo un minuto dall'inizio . Sto male di salute, ma mi sembra di stare molto bene d'umore, mentre invece mio figlio dice che tutte le malattie che io sono riuscita (un vero primato! ) ad accumulare negli anni, che vanno dall'onicofagiamangiarsi le unghie, tricotillomania-strapparsi i capelli, attorcigliarli stretti 1321 al dito anulare e infine nasconderli sotto ai mobili. Quando uno è in ansia, si strappa i capelli, se sola, si mangia le unghie in presenza di altri. E me l'ha dimostrato enumerandomi tutto quello che ho avuto negli ultimi due mesi. "Oh, ma come sono felice, rilassata! Mi dicevo. . . e mi sembrava proprio di esserlo. " Un bubbone della grandezza di un mandarino nel seno sinistro, proprio sopra al cuore, dolore ai reni con perdita di sangue durante la. . . minzione, cioè quando faccio la pipì. . . Radiografia: calcoli frantumati, tracce anche in vescica. Dolorosi crampi muscolari alle gambe durante il sonno, gamba sinistra, dopo immobilità di 1322 qualche ora, non regge. . . cado. "Cos'è, il Lazzaretto, tutto di un colpo? "NO, è che il tuo fisico si difende come può, lanciandoti campanelle d'allarme da una situazione che tu vivi male. Fai l'elenco di tutte le malattie che hai avuto negli ultimi anni, gli interventi, malattie inimmaginabili ma ben tangibili che vanno da una congiuntivite che ti scoppia oggi, che ti sparisce il giorno dopo l'ultimo spettacolo. Tu come un pappagallo ripeti " sto bene " e sei pure convinta, invece"credi" di star bene, ma nel tuo subconscio stai malissimo. "Tutta la subconscio. colpa è del Freud ha detto 1323 un sacco di cose relativamente importanti, cose che anche altri avevano detto, l'unica sua scoperta "essenziale per la vita dell'uomo" per la sua mente è 'sta storia del subconscio". 'Sta storia del subconscio deve essere vera. Mi viene in mente una tipa di Torino che lavora all'Einaudi, si chiama Emilia, l'ho conosciuta tanto tempo fa, mi raccontava della sua vita passata nel dibattersi tra(?) i problemi del marito da cui si era separata, dell'amante del marito, la seconda moglie del marito. Il figlio, la moglie del figlio, il bambino del figlio che lei, la moglie non gli fa vedere perché lui ha un 1324 amante. La suocera, il suocero e l'amante del suocero. Tutti questi problemi le procuravano fenomeni fisici stregoneschi, reazioni sul suo corpo che nessun medico aveva mai registrato in alcun paziente. Che so, le lenti a contatto che si gonfiavano a dismisura fino a scoppiare, oppure che si bucherellavano tutte. Robe mai viste, tanto che l'assicurazione si rifiutava di rimborsargliele. Mio figlio ha certamente ragione. "Tu devi sbatterti, riuscire a scavare, a ricordare, a scoprire cosa hai dentro realmente, quale fatto vicino o lontano ti ha portato a questo malessere. Devi andare indietro, indietro mamma. "Mi sono presa un 1325 registratore e via a parlare a ruota libera. Come premo il tasto per registrare, non mi viene in mente niente. Cerco di rilassarmi. Vediamo. . . il primo trauma. . . per me è stato un trauma e grosso. Anche se poi, ora, 30 anni dopo, mi rendo conto di aver guardato i fatti con eccessiva enfasi. Ho scambiato una storia del tutto naturale per una mancanza d'amore. L'ho vissuta malissimo. Ho cercato di parlarne con lui, ma subito mi sono interrotta, imbarazzata dal suo imbarazzo. Impreparata, incolta sul sesso: è la prima cosa che ricordo in questa incursione nella mia vita. 1326 Il mio rapporto con l'altro sesso è stato per moltissimi anni un rapporto "al servizio"; mai avuto stimoli sessuali, la voglia di fare all'amore mi veniva se ci si abbracciava e baciava. . . scivolando nel rapporto senza un grande desiderio di sesso. . . ero portata ad assecondare il suo di desiderio, nessuno mi aveva spiegato che potevo averne anch'io di desideri. Del sesso, non sapevo nulla. Quello che facevamo, era venuto da solo, l'avevamo scoperto insieme. Autodidatti. Ora, per fortuna è diverso. I giovani sanno tutto, prima ancora di avvicinar si ad una donna. Mio figlio aveva un 13 anni e già se ne stava con un libro di 1327 anatomia in mano. (IMENE, vedevo soltanto un orecchio). L'orgasmo, l'ho raggiunto molto dopo che praticavo il sesso. Prima fingevo. Non me ne sono mai fatta un problema. ALL'ENTRATA IN PLATEA A TUTTI GLI SPETTATORI, VERRA' CONSEGNATO UN BLOCCHETTO ED UNA MATITA. All'alzarsi del sipario troviamo in controluce una donna seduta davanti ad una scrivania, sta leggendo alcuni fogli. 1328 Sul fondo scena, uno schermo grande sul quale appare una scritta dopo un minuto dall'inizio: Gli effetti luce durante il susseguirsi degli avvenimenti, i cambi di luogo e situazioni saranno indispensabili. La donna interpreterà via via i vari personaggi che distingueremo con prima donna-seconda donna, magistrato, ecc. Indispensabile, in certi momenti il cambiamento di luce e accompagnamento di chitarra. Buonasera a tutti. 1329 Non innervositevi se non parlo. Sto zitta per voi. Vi voglio regalare istante di silenzio. Rilassatevi. vostro agio. ASSAPORATE MERAVIGLIA "SILENZIO". . . qualche Mettetevi a LA DEL INTANTO CHE VOI ASCOLTATE IL SILENZIO. . . 1330 Io riguardo gli appunti per la lezione che vi terrò. . . tra qualche istante. Ora incomincio. (Luce piena) I Donna. Buonasera. Lo spettacolo di questa sera, poco ha a che fare col teatro, anzi, non è né spettacolo né spettacolare. Vorrei stare con voi il tempo che ci pare. . . (non quello che ci servirebbe. . . sarebbe troppo. . . Quando siete stanchi, non temete di dirmi "Basta". Non mi offendo. Ce ne andiamo e buona notte a tutti). Dicevo vorrei stare con voi per 1331 cercare di ritrovare insieme, qualcosa che a mio avviso è andato perduto in questa nostra vita che va sempre più di corsa. . . dove non c'è rimasto quasi niente, né per i sentimenti. . . né per noi stessi, né per gli altri. Ho messo insieme storie di donne e di uomini. . . tragitti collettivi e personali. . . avvenimenti politici. Sono partita da una grande analisi dei miei anni passati, dei miei problemi, guardando quella che ero. . . quella che sono diventata. (Sullo schermo appare la scritta) MIGLIORATA? 1332 PEGGIORATA? I Donna- Non lo so. Quello che m'importa, è tramite avvenimenti, banali, comuni o insoliti, miei e di altri, "scoprire" gli errori dietro ai quali corriamo, nei quali ci esaltiamo o commiseriamo, ci distruggiamo! Se ci riusciremo, metteremo la nostra "scoperta", a disposizione. . . (sullo schermo appare): (Mentre a squarciagola una voce fuori campo ripete quanto visualizzato. ) 1333 FATE TESORO DELLE ESPERIENZE ALTRUI! (Altra voce fuori campo) Posso tenerne conto. . . MA ANCH'IO VOGLIO SBATTERCI LA TESTA! (Altra voce cretina) SBAGLIANDO S'IMPARA! I Donna - Non date retta a quelle scritte. E' la parte più banale di me, e anche vostra. . . che si proietta su quello schermo. Fate molta 1334 attenzione con i pensieri. . . tutto può finire lì. Dunque, vi dicevo che stavo rileggendo gli appunti per una lezione. . . (Voce presuntuosa a sfottere) DOCENTE IN AMORE? I Donna- (al pubblico) Chi l'ha pensato? Anche se mi piacerebbe questa qualifica è troppo grande per me ora. . . forse più avanti, chissà. Tra qualche anno. Diciamo che mi sono auto-promossa. . . (c. s. ) AMORE? MAESTRA IN 1335 I Donna- Ma no! Una buona allieva. . . questo sì. . . Cercherò di passarvi quello che ho acquisito e analizzato con diligenza. NON SEI DILIGENTE MAI STATA IN TUTTA LA TUA VITA. I Donna- (Al pubblico) C'è una madre qua intorno? Per fortuna mamma! ! (cambia tono) Ma in questa occasione cercherò. . . di esserlo. . . farò il possibile. . . No, maestra troppo. . . d'amore (c. s. ) MAESTRA DI VITA? è 1336 I Donna- Sì, modestamente. . . Alla mia età. . . qualcosa ho imparato. Forse può andare. . . oppure. . . (c. s. ) "Corso d'amore. . . " . . . . e dillo che non ne puoi più! (Sullo schermo si susseguono, molte scritte uguali con diversi caratteri, sulle quali ne primeggia una: ) OK. VADA PER IL CORSO D'AMORE I Donna(Indica la proiezione) Mi fa piacere sentirvi d'accordo con me. . . 1337 e se non sbaglio, interessati. Dunque cominciamo: (dà un'occhiata ai fogli). Un certo Leo Buscaglia (molti dicono che sia un coglione. ) nel 69 a S. Francisco, decide di dare inizio ad un corso sperimentale gratuito all'università di Barkley(?): "Corso d'amore". Siamo nel '92 e il suo discorso è attualissimo. Forse non è un coglione. (sullo schermo leggeremo Leo Buscaglia -) E' da lì che ho preso lo spunto "Sì, sono tutto amore, e non me ne vergogno. Ho un unico messaggio e posso fornirvelo seduta stante. Viviamo in un'epoca che comincia realmente ad esortarci a 1338 cogliere i significati della vita. Ci andiamo abituando ad una nuova nomenclatura. "condizionamento" "forme e modifiche del comportamento" "ciò che è necessario rafforzare" "ciò che è rafforzato" e che probabilmente determinerà il comportamento. Per rafforzarci ci serviamo del denaro, delle campagne, dell'elettroshock, e perfino dei dolciumi. Quando qualcuno si comporta nel modo giusto gli ficchiamo una caramella in bocca. Il mio messaggio odierno è: la miglior caramella del mondo è un essere umano, caldo, palpitante, che non si scioglie affatto. Quella chicca, sei 1339 TU. " (SPARISCE SCRITTA BUSCAGLIA) LA Come si fa a diventare un essere umano, palpitante? Vorrei essere "la miglior caramella del mondo". Ma come? La strada è lunga. Coraggio, facciamola di corsa. (schermo) INTERROGATIVI interrogati. Interrogati. Interrogatiiii! ! ! Qual'è stato il nostro rapporto con i nostri padre e madre? Qual'è quello con i nostri figli? Come siamo cresciuti? 1340 1) Quale rapporto abbiamo avuto col padre e la madre? Abbiamo"parlato" con loro? "Parliamo" con i nostri figli? Il figlio è quella cosa alla quale si mette il golfino se la mamma sente freddo, o lasciamo che sia lui a dirci, mamma ho freddo e gli crediamo se dice d'aver caldo? Come siamo cresciuti? Abbiamo ricevuto "onestà" dai nostri padre e madre? Come cresciamo i nostri figli? Siamo "onesti" con loro? 1341 SCUOLA Come sono stati "insegnanti"? i nostri PALLOSI? REAZIONARI? INTELLIGENTI, Hanno influito sulla formazione del nostro carattere? Nella nostra vita? TANTO? POCO? Ne ricordiamo qualcuno? 1342 SI? NO? PERCHE'? AMICIZIA Esiste? Sì, esiste. Abbiamo amici? Teniamo all'amicizia? NOI Come siamo? Come ci giudichiamo? Come stiamo tra la gente? Cos'è la gente per noi? Ci importa degli altri? Amiamo gli altri? Quanti ne amiamo? Amiamo i pranzi di Natale, i pic-nic? 1343 AMORE Nel rapporto con l'altro sesso, come sei? Timida, sfacciata, intraprendente, esigente, ti accontenti. . . ecc. Come preferisce accesa, spenta? la luce: VITA Ti senti una persona libera? "Liberata"? Siamo riusciti ad essere "magnifici" qualche volta? Qualcuno ha detto che ognuno di noi vive nel seminterrato della propria anima? E' vero? Dov'è il seminterrato dell'anima? Sotto i piedi? I piedi di chi? Anche sotto ai 1344 tuoi? Abbiamo permesso a qualcuno di ridurre un essere umano, "noi", in poltiglia? Quante volte? Almeno una! POLITICA Che peso ha la politica nella tua vita? Fai politica? Ragioni con la tua testa o deleghi? Chi deleghi? I nostri "sgovernanti"?. . . il marito, il figlio, la moglie, il vicino di casa, il capoufficio. . . il. . . il. . il. . . Siamo, forse, così deboli che uno può manipolarci come vuole? I governanti, il marito, la moglie, il figlio, il vicino di casa, il. . . Perché? 1345 Perché la gente (me compresa) accetta tutto? Perché lasciamo fare? Perché accettiamo di fare le code per sapere quali siano gli "estimi" da pagare? Siamo pazzi? Perché dopo una tragedia, che so, la morte brutale di un figlio poliziotto o un altro morto, permettiamo che qualche cronista televisivo col pelo sullo stomaco ci chieda: "Quando ha saputo che suo figlio è saltato per aria cosa ha provato signora?" Com'è che la signora non tira un calcio nella pancia del cronista? Perché non gli salta addosso e lo strangola ficcandogli le dita negli occhi? Perché? 1346 Perché non insorgiamo tutti? (proiettato sullo schermo appare: Buscaglia)! L'essere umano è la cosa più strepitosa del mondo, dobbiamo però riscoprire l'arte di saper ridere. Abbiamo creato il tempo. Dopo di ché ne siamo diventati schiavi. Le parole congelano la realtà. Etichettiamo. Quanti bambini non hanno ricevuto un'adeguata educazione perché prima o poi durante l'infanzia ci si è premurati di etichettarli: è uno stupido, un ritardato mentale ecc. Le etichette allontanano gli uomini, li distolgono gli uni 1347 dagli altri. Negro. Che cos'è un negro? Mai conosciuto due negri uguali in vita mia. Sa amare? Sa soffrire? E' bello, felice? La sua famiglia? Sa dare qualcosa agli altri? Sono queste le cose che contano e non che sia negro, povero, ricco. (Sparisce la scritta Buscaglia) Mi viene un dubbio: che il responsabile ultimo della situazione tragica a cui siamo arrivati, non sia Andreotti, ma siano le nostre insicurezze, il nostro accettare, il nostro subire. DA CAPO. RICOMINCIARE DA CAPO. Chi sei? Chi sono? Come mi chiamo? Nome, cognome, 1348 coniugata. Figli? Cosa faccio? Da dove vengo dove voglio andare. Ricominciare da capo. A. E. I. U. O. A. B. C. D. E. F. G. . . MAM. . . MA . . . mamma. . . papà. . scuola. Chiesa. Dio. Oddio! Odio! . . . Comunismo. Sole. Terra. Vento. Mare. Amore. IO. IO. TE. Io e Te. IO e NOI. NOI. NOI. A. E. I. O. U. IO. IO. NOI. AMORE. Nome. Cognome. Sesso. IO (si abbassa la luce appare la Scritta su Schermo) LUOGHI DEPUTATI: LO STUDIO DI UN ANALISTA UN TRIBUNALE L'INFINITO! 1349 LA CASA. . . LA STRADA. . . Donna- (a commento di ogni scritta, con tono di voce alto, ma impersonale) L'INFINITO: Così viene chiamato il fondale azzurro chiaro che gira tutt'intorno al palcoscenico nel quale la protagonista della nostra storia agirà, enuncerà, commenterà e denuncerà i fatti della sua vita, si avvarrà della vostra collaborazione, interpellandovi con domande precise. Ed esigerà risposte precise. Se proprio non ve la sentite di parlare, d'intervenire, per insicurezza, per timidezza, 1350 scrivete le risposte, parlate dei vostri problemi sul blocchetto che vi è stato consegnato all'ingresso. . . Di volta in volta sarà lo studio dell'analista, o il tribunale o la casa, o la camera da letto. . . o la strada. Alla vostra intelligenza scoprirlo. Non vi posso dire tutto. (Sullo schermo appare: ) STUDIO DELL'ANALISTA La nostra donna c'è andata controvoglia dall'analista. Non ha fiducia. Mente su ogni cosa e pensa: " 80 mila a seduta, tre sedute la settimana, 240 mila. . . 960 mila. . . Al mese? 1351 L'anno?. . . Quello che faccio non mi servirà a niente. . . devo smettere. . . sì, è l'ultima volta". Ma ogni 3 giorni è lì, come tossicodipendente "dell'ora di protagonismo" che si regala. L'ORA in cui esiste, c'è. in cui "Coraggio signora. . . mi dica, lei si sente o non si sente amata. . . Qual'é l'indispensabile potenziale d'affetto di cui ha bisogno? "Ho sempre avuto un morboso bisogno d'amore. " Da piccola, avevo un 5, 6 anni e per attirare l'attenzione dei miei, ho rovesciato qualche goccia d'inchiostro rosso nel mio vasino della pipì. La mia 1352 mamma, sconvolta. . . mio dio, s'è sviluppata a sei anni! . . . No, no, forse è un fatto renale, chiama il dottore, chiama il dottore, tutti gridavano, piangevano. . . mi accarezzavano, baciavano. . . Felice di tanta attenzione ho tirato fuori la bottiglietta d'inchiostro rosso. . . hanno capito. . . m'è arrivato un ceffone dalla mia mamma, che ogni volta che sento l'odore dell'inchiostro, mi tocco una guancia. Meno male che inventato le biro! hanno 1353 Sono stata violentata da mio padre a 10 anni, una volta sola. Dico, "violentata", ma il termine è errato. Più giusto dire: "Ho avuto un rapporto sessuale con mio padre, senza nessun trauma, senza capire quello che mi stava capitando. Ripeto, avevo 10 anni. Volevo molto bene a mio padre e lui voleva molto bene a me. Troppo. . . Non c'è stata violenza alcuna. . . non pensavo fosse "male", solo da adulta ho capito tutto l'orrore di quell'atto: una terribile violenza alla mia innocenza. Molte volte ci ho pensato da grande. Allora, in quel momento forse incoscientemente, mi son 1354 detta: "E' mio padre, mi vuole bene, da lui male non me ne può arrivare. E' mio padre, se l'ha fatto vuol dire che è naturale, che doveva farlo. L'ho accettata come la varicella, la scarlattina, le mestruazioni. E' mio padre. E non ci ho pensato più. In un attimo avevo rimosso, cancellato tutto. E chi si ricorda della varicella, del morbillo? (SCHERMO) 1355 "I PRIMI RAPPORTI DI SESSO. . . DOPO?" "Ma. . . non ricordo bene. . . La prima volta è stato con un ragazzo che veniva a scuola con me. . . no, non della mia classe. . più alto. . . Ricordo solo che cercava con tutte le sue forze di ficcarmi la lingua in bocca. . . che mi veniva da vomitare. . . mi strizzava un seno. . . e che mi spingeva qualcosa di duro contro il pube. . . Ero preoccupata. . . Ma cos'ha lì. . . una bottiglietta?. . No, forse è una zucchina o un cetriolo. . . Ma perché, mi spinge 'sto cetriolo contro il pube e fa ah, ah? Forse è pazzo. 1356 Non ho più permesso che mi si avvicinasse. Ho avuto il pube tumefatto per giorni. Poi un'altra volta la stessa storia. . . Non mi capacitavo che tutti i ragazzi girassero sempre con una zucchina nelle mutande. Avrei avuto piacere di scoprire il perché, ma non sapevo a chi chiedere. Poi le mie amiche una sera d'agosto parlottavano. . si era al mare: "Lui è venuto, ci siamo baciati, poi lui è venuto. " "Come - faccio io - è venuto, poi vi siete baciati e lui è venuto. Venuto dove se era già lì. Sarà andato. " "Che scema, sei proprio una scema! " e mi hanno spiegato tutto, e l'amore, e il sesso e come nascono i bambini! Un trauma volevo morire. ! 1357 Sono stata in confusione per una settimana. Che nessuno maschio mi venisse più vicino con il suo cetriolo. . . che poi magari resto incinta. Avevo 14 anni. ( inserire il pezzo sul sesso di quando era adulta) I Donna - Studiato con indifferenza per la promozione: diplomata? Laureata? Fa lo stesso. Sulla filosofia ha elaborato alcuni concetti filosofici a suo uso e consumo e alcune volte ne trae anche un buon profitto per l'anima. Ha fatto suo una tra le regole più strane osservate dalla "setta"(scuola) fondata da Pitagora: II Donna (infervorata) NON MANGIARE LE FAVE. 1358 Questo è il "comandamento" più bizzarro del catechismo pitagorico. Aristotele dice che era per via di una qualche rassomiglianza con l'organo maschile, da ciò diciamo che Pitagora doveva essere un gran bigottone. I Donna - E qui a questa versione (spiegazione) che la nostra donna si attiene: II Donna se un pensiero così "bizzarro", astruso è diventato un "comandamento" di una scuola filosofica fondata da Pitagora, un presocratico, vissuto secoli e secoli A. C. , beh, qualchecosa deve pur significare. (Istintivamente avevo ragione, col cetriolo, ma. . . ) 1359 I Donna - Sposata, ma perché ci si sposava tutte. Avuto figli, non particolarmente desiderati, né programmati solo perché così era sempre stato. La nonna, la madre, la vicina di casa. . . Vissuto la vita senza desideri particolarmente eccessivi. Sofferto come tutte. Subito come tutte. Pianto come tutte. Ribelle come tutte. II Donna - "Oddio, quando?" I Donna - La sua colpa più grave? II Donna - "Nonostante blaterassi nel far politica, convinta d'avere la verità in 1360 tasca, non ho mai avuto la forza di "scegliere" per me. (Sullo schermo) MICIDIALE! ! ! PERCHE'? APPARE-SCOMPARE-APPARE PERCHE'-PERCHE'-PERCHE'PERCHE'- II Donna - Non lo so. "Sì, ma dopo che lui. . . " "Zitta. " "Ho tentato di uccidermi! " "Ah brava. Per il rimorso?" 1361 Quando ho avuto la certezza che mio marito faceva sul serio con una ragazza di 37 anni. . . più giovane di lui. . . che si faceva vedere in giro. . . che frequentava gli amici comuni che "attenti a non fare gaffe, che stasera arriva la moglie ho fatto il giro delle farmacie di Milano. . . una bustina per volta, e Veronal e Veramon e Gibalgina e Optalidon. . . poi sono andata da lui e gli ho detto che partivo. "Dove vai?. . . " "Non so. . . . " "Ma perché te ne vai. . . io ti amo. . . tu conti più di tutti al mondo. . . " "Sì. Ciao". Sbatto la borsa con tre cose dentro - in macchina - e vado . 1362 Duecento metri dopo - mi fermo - Poi riparto - poi mi rifermo. - Penso a tutti i posti che conosco - alla città alle persone amiche - Penso. Senza accorgermene mi trovo in ufficio. Nel mio ufficio. Non ho più voglia di andarmene da nessuna parte. Non c'è luogo né persona che mi attiri. Nulla che senta amico. Vuoto totale. Penso a "lui", che sicuramente ha già telefonato alla ragazza del momento: Maria, Stella, o. . . non mi ricordo più. . . : "E' partita puoi venire". Tolgo dalla borsetta tutto quello che ho, libretti degli assegni, chiavi di casa, della cassaforte. Non mi viene da scrivere niente. Mi sento 1363 come una casermona popolare di trecento appartamenti con nessuno dentro. . . e nessuno che suoni il campanello. Ho tolto dal cartoncino. . . tutte le mie pastiglie. . . ne ho fatto un bel mucchietto davanti a me. Ho preso una scodella, l'ho riempita d'acqua ne ho messe tre in bocca e giù a bere. Su un foglietto ho annotato: 3. Poi, più 3. . . . e, fanno 6. . . più 3 e fanno nove. . . e giù a bere. Devo arrivare almeno a cento. Si fa una gran fatica. . . ti si impasta la bocca. . . non riesci a deglutire. . . ti viene voglia di smettere. . . ancora 5. . . Ma cosa sto facendo?! ancora tre. . . e 5. . . Credo di essere arrivata a 50. . . 1364 Forza, ora 5. Forza - mi viene da vomitare - ancora 7. E' meglio che mi stenda. Non voglio cascare per terra. Lunedì si riapre l'ufficio. Che sorpresa! Ancora una manciata. Mi stendo. Chiudo gli morendo. occhi. Sto Non ricordo nessun "ultimo pensiero". ADDIOOOOO. . . Invece no. Sento che mi sollevano di peso, mi costringono a camminare. . . mi parlano, gridano, io mi lascio andare non reagisco, non voglio reagire "Deve camminare non fermarti! Falla camminare! " ma chi parla?. . . Chiama il 1365 marito. . . telefona all'ambulanza. . . "Quante ne hai prese parla! " E' la voce di mia sorella. . . "Pensa a tuo figlio, maledizione quante ne hai prese?" chi è questo. . . mio marito. . . Ci sono proprio tutti. Tutti uniti. Una festa di famiglia. "Sbrighiamoci. . . ha 21 pulsazioni. . . portiamola via" Chi ha parlato. . . gli infermieri dell'autoambulanza. M'infilano in un lenzuolo per trasportarmi. . . mi sento urlare. . . e non so proprio forse la rabbia mi faceva uscire il fiato o forse l'ho sognato "voglio morire! ! ! Lasciatemi maledetti voglio morire! ! ! " Per un anno intiero non sono andata nel mio 1366 ufficio. Morivo di vergogna. Non capita tutti i giorni di essere trasportata per le scale avvolta in un lenzuola perché la barella non passa, tra gli sguardi degli inquilini allibiti "una signora così per bene! . . . pensa te! . . . " finire al Pronto soccorso seguita da una decina di parenti mariti sorelle e la gente che ti guarda e i medici gentili che ti fanno iniezioni da ogni parte, una flebo nel braccio. . . ti fanno bere un 700 litri d'acqua con dentro non so che. . . "vomiti signora coraggio" e tu che tiri su l'anima e tutti sono contenti e non ti trattengono perché sei persona conosciuta sì, capiscono. . . . ma certo lo scandalo, i giornali. . . si 1367 figuri. . . e via che torni a casa e dormi per un 5 giorni e quando ti svegli sei così debole che non capisci se è bene che ti sia andata bene, e se ti è andata bene veramente. Riprendi a vivere la tua bella vita di merda. . . un po' imbarazzata. . . senza il coraggio di guardare la gente negli occhi. . . e tutti che ti trattano come una che è matta. . . e non come una che ha bisogno d'amore. (sullo schermo ripetuto dall'attrice) presa di coscienza del suo essere donna (insopportabile! ! ) 1368 del suo maturare da oggetto a soggetto. (più che insopportabile! ! ! ) Donna- VOGLIO FARE UNA DENUNCIA! ! VOGLIO UN PROCESSO SUBITO! TRIBUNALE "Voglio un processo. . . "Contro chi?" (schermo a commento) E' incerta. . . Subito spiazzata. "Chi vuole processare signora? La Società? La religione? "Sì. . . DIO: il primo maschilista, voluto inventato 1369 dagli uomini. peccatrice. Adamo? Eva tentatora Perché non Mosè sul Monte Siani: Le tavole. . . I comandamenti (da sintetizzare) NON DESIDERARE DONNA D'ALTRI LA Siamo appena nate ed eccoci lì, già OGGETTI. L'undicesimo comandamento, nell'etica della nostra vita ci vorrebbe: non desiderare l'uomo d'altri "Non dica sciocchezze! Figuriamoci! L'undicesimo comandamento! Si vergogni! Andiamo avanti, chi vuole 1370 processare? L'educazione? La famiglia? La madre. . . " "Sì. . lei ha delle responsabilità. . . e grandi. . . Non mi ha mai detto niente. Mi ha insegnato l'onestà facendomela vedere con la sua vita. . . ma non ne ha mai discusso con me. . . e così non se aveva una morale o se era solo moralità. " "C'è differenza?" "Sostanziale! ! " "Non è una colpa. . . evidentemente non avevate un dialogo. . . Andiamo avanti, chi vuole processare la morale o il moralismo ?" "Contro il SESSO?" "Nessuno parlato. " me ne ha mai 1371 "E allora? Vuole processare qualcuno perché nessuno le ha mai parlato di sesso? Chi processiamo, il sesso? Il sesso in genere o uno in particolare "Insomma, contro chi. . . chi vuole che sia processato? Il padreAmico-Nemico? Il marito? I figli? Gli amici??" "No, non voglio processare i figli. . . anzi voglio innalzarli al loro valore effettivo. E anche la donna voglio innalzare. . . voglio darle il posto che le spetta. NOBEL; L'unica cosa che non può fare l'uomo sono i figli. Creare una creatura umana è un miracolo. Ho questo potere ce l'ho io, solo io. 1372 Che uso ne facciamo di questo potere "divino"? E quando ci separiamo, i figli non sono spesso usati come materia di ricatto? Cosa pagano i figli per i nostri errori? Smettiamo di fare figli per almeno tre anni. Ragioniamoci bene sopra. Valutiamone il profondo significato, poi, con le idee finalmente chiare, riprendiamo a far miracoli, facendo ben sentire all'uomo che è un miracolo quello al quale sta assistendo. Finalmente le donne saranno rispettate. Se non altro durante la gravidanza. . . Una volta ho visto un uomo che prendeva a calci nel ventre sua moglie incinta. 1373 "Ma basta! ! ! Lei sta farneticando. . . E' troppo confusa disordinata nei suoi ragionamenti. Stia zitta e risponda: E' sposata? " "E' felice? Ha tradito suo marito?" "Ma io volevo denunciare. . . " "Zitta e risponda: ha tradito suo marito? "Sì. . . Tutti ne parlano male e tutti ci si rompono la testa col matrimonio. L'uomo che hai sposato ragazzo (giovane) quasi sempre, poco ha in comune col vecchio signore che hai al fianco, con cui hai diviso la vita, gioie e dolori. Nonostante questo ti ostini, per via della prima poppata 1374 piena di ideologie sbagliate a vivergli accanto. A QUALSIASI COSTO. "Ha figli?. . . Ha abortito?" "Ma che c'entra?. . . io. . . Abortito senza riflessione, ne particolare esigenza. "Ma che c'entra? Sì. . . due volte. . . Perché? Ma, non era il momento. . . contraccettivi nelle scuole. L'educazione sessuale. Abortire è un trauma. Non puoi abortire come andare dal parrucchiere, con la stessa facilità. Come ti senti dopo che hai abortito? Ti rimane addosso qualcosa? La prossima volta 1375 che farai l'amore ricorderai?" te ne Sono confusa. . . non gridi tanto. . . sono confusa. . . lasciatemi pensare un attimo. . . Calma. . . calma. . . non. . . Sì. . . ho trovato. Io. . . io devo essere processata. . . Io sono colpevole. Denuncio me stessa. " "Ah, volevo ben dire! Forza, si confessi! . . voglio dire. . . Parli! . . . e niente chiamate di correo! " "Io sono colpevole. . . Solo io. Ho vissuto come una capra. Ho accettato tutto pensando, seguendo i mille luoghi comuni che la società ti dà con la prima poppata. 1376 Voglio essere processata per non essere riuscita, nonostante l'essere stata militante politica, forse anche un'avanguardia femminista, piena di ottime teorie per le altre ma non messe in pratica verso me stessa. Processata e condannata. Il prezzo è altissimo. E paghiamo, paghiamo. Ovunque in tutti questi anni ho ascoltato discorsi di donne disperate, la canzone è sempre la stessa, uguale, a qualsiasi classe sociale tu appartenga, raccontata, tra lacrime, o freddamente, o con rabbia o con rassegnato dolore, o su di un letto, dopo un tentato suicidio, o in casa 1377 di cura se sei ricca, in manicomio se sei povera. Sono storie di anni di umiliazioni, di tentativi di ogni tipo. "Sta invecchiando. . . sono gli ultimi colpi" e poi ti accorgi che non sono gli ultimi, né saranno i penultimi. Stai zitta, e aspetti. Gridi, e aspetti. Ti allontani, e aspetti. Ma cosa cazzo aspetti? Cos'è che ti schiaccia? Cos'è che t'ha cancellato il sorriso? Cos'è che ti ha messo la faccia a lutto? Cos'è che ti ha convinta che sei morta? Perché non dormi, perché pensi, perché sei fissata? Sei fissata? SEI FISSATA! Che meccanismi L'orgoglio, paura sono? della 1378 solitudine? I soldi? LUI? L'AMORE? L'AMORE?! Non mi dire! Ma dai, guardalo bene, porta gli anni meno bene di te. Tu ti puoi fare il lifting e lui, lo farebbe subito, ma si vergogna. E' ancora divertente, spiritoso, affascinante come 20, 30 anni fa? I programmi televisivi chi li sceglie? Il peso delle cose più noiose sulle spalle di chi, è appoggiato? Com'è la tua giornata con lui? Le tue serate, le tue notti? Cosa vi dite ancora? Cosa ti dà? Analizza, analizza. T'ho umiliata? Quante volte? Qual'è l'ultima volta? E il rispetto? Dove lo metti? 1379 E noi come siamo? Come siamo? Migliorate col tempo, peggiorate. La vera differenza tra un uomo e una donna credo consista in questo: le donne conservano un po' più dell'uomo, il senso dell'onestà, (non tutte) della giustizia, dell'integrità. Siamo soggetti morali, (non tutte) e a volte purtroppo solo moraliste. All'uomo è stata inculcato, sempre con quella prima fatale poppata, il piacere per la lotta, la lotta con qualsiasi mezzo per ottenere, raggiungere, impossessarsi del POTERE. Il POTERE è comando, forza, denaro. 1380 FASCINO. BELLEZZA. Tutte QUALITA' privilegi che ti derivano dal potere. IL POTERE ti procura tutto ciò che il POTERE PUO' PROCURARTI. Con il potere che ti balla intorno anche (verificare originale) tu ne vorresti un po'? No? Essere donne continua ad essere difficile, e nel cammino della vita (è con rammarico, che sono costretta a riconoscerlo) ti scontri con un fatto che sicuramente, dopo il turbamento che ti procura, ti lascia amarezza e sconvolgimento addosso, cioè, la scoperta, che le tue difficoltà di vita, di sentimenti, le tue insicurezze, dipendono sì da 1381 come è strutturata la società, dagli uomini, da quello che ci si aspetta da te, ecc. ecc. ma dipendono anche da altri esseri come te, anime del tuo stesso sesso. "Le famose sorellanze! " La donna è troppo spesso, la maggior nemica della donna. Nel lavoro e nella vita. Giovani o vecchie, interrogate, provate ad interrogare. Quasi tutte, fottute da un'altra. Sì, c'entra anche lei, ha le stesse responsabilità dell'uomo, l'amore l'uomo lo fa quasi sempre con una donna. (vedere originale) O giovane come te, quando sei giovane, o molto molto più giovane di 1382 lui, quando tu sei vecchia. E tu stai a guardare fingendo di niente. Si fa per dire. Naturalmente storie di questo tipo si verificano quando il lui, è un vero LUI. Se è giovane va benissimo, ma andrà ancor più bene, se il LUI in questione è senza giovinezza, è adulto, è vecchino, o vecchio, ma VIP! L'impegno sessuale, per la giovane in questione, sarà forse pesante per via dello stomaco. In tutti i sensi. Intendiamoci, può anzi dovrebbe essere pesantissimo, ma buone prospettive, vuoi di vita, vuoi sociali, artistiche possono allegerirlo il peso dell'impegno. 1383 E tu stai a gurardare. Hai una conoscenza della storia, di quello che passa, del senso di quello che sta accadendo. TU SAI GIA' TUTTO. PERCHE' E' IL RIPETERSI, del ripetersi, del ripetersi. Aspetti, ed a volte inutilmente che succeda qualcosa. Non succede nulla, o succede proprio quello che tu non vorresti. L'unico pensiero che ti deve dare un minimo di sicurezza , è che anche tu sei stata giovane, e anche la giovane di oggi, con fortuna, o senza fortuna, (a volte non basta sposare uno scrittore importante per scrivere un buon romanzo, vedi MORAVIA; o darsi ad un 1384 pittore, sempre importante, per dipingere un bel quadro ecc. ecc. Come a dire che se hai doti, certo con l'uomo di potere, puoi correre nella carriere, ma se non hai nella testa le cose giuste. Sembra che tu. . . ti sembra di correre, ma non appena ti fermerai per riprendere fiato, voltandoti indietro, scoprirai di aver perso per strada qualcosa che sarebbe stato più importante tenere, e ben stretto. ) La giovane che oggi ti mette pesantemente davanti alla tua età, alla tua realtà, diventerà vecchia, esattamente come sei tu ora. E questo uomo, che tu presuntuosamente hai creduto 1385 tuo, guardalo: che non si vede per quello che è realmente, abbarbicato ciecamente alle sue illusioni. Il vero amore è un fenomeno prettamente, totalmente umano. Non insegno l'amore nel senso stretto del termine, mi limito a facilitare il fiorire dell'amore. (Alcune domande: inserto 1) Il fenomeno - amore - è un quidi che noi scopriamo. L'essere umano crede nel cambiamento, se non apprezziamo la situazione nella quale versiamo, in termini d'amore, siamo in 1386 grado di modificarla di dare vita ad un nuovo scenario. Possiamo donare solo ciò che abbiamo, in questo sta il miracolo. Se abbiamo amore, possiamo donarlo, se non ne abbiamo, agli altri è impossibile. Non è tanto una questione di dare, ma di condividere, spartire. Ti rendo partecipe, e non la perdo, perché già ce l'ho. "L'affetto quale elemento modificatore del comportamento umano. " Gli scienziati, psicologi, antropologi, sociologi hanno ignorato l'amore, è sconvolgente, perché tutti ne abbiamo bisogno ed aneliamo ad esso senza posa. Tuttavia non è fatta materia 1387 d'insegnamento. Si dà per scontato che l'amore ci venga fornito tramite e per effetto di una misteriosa forza vitale. "Viviamo tutti in comunità, tuttavia moriamo tutti di solitudine. "(inserito 6) L'individuo capace di amare deve aver cura di se stesso. Badare realmente alla sostanza della propria personalità: "Ogni cosa viene filtrata attraverso me, quanto migliore sono, tanto maggiore è ciò che ho da dare. Tutto devo fare, per essere il più bello, il più straordinario, il più fantastico, tenero affettuoso essere umano del mondo. In noi si manifesta solamente una minima porzione di ciò che realmente 1388 siamo. Nondimeno ci sentiamo perfettamente paghi di essere quel che siamo. Lo psichiatra londinese R. D. Laing avanza un'ipotesi provocatoria e suggestiva: "Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. Sappiamo molto meno di quanto amiamo, amiamo molto meno di ciò che esiste ed in tal senso siamo molto meno di ciò che siamo. " Su tali premesse dovremmo sentirci spronati senza di diventare. . . . . un quidi, riposto nel profondo di ciascuno di noi che differisce da individuo a individuo. UNICITA' DEL SINGOLO 1389 E se qualcuno incontrando un altro dicesse: "Sono proprio contento che tu sia unico, diversa. Mostrami in cosa consistono le tue diversità, avrò modo di trarne qualche insegnamento" immaginatevi cosa sarebbe il mondo. . . . insegnante di disegno: Oggi, disegniamo un albero". Va alla lavagna e disegni il "SUO" albero. Una specie di pallone verde con un piccolo basamento marrone. Un lecca-lecca. Tutti disegnano. Più ti avvicini al lecca-lecca e migliore sarà il voto. Se tu, con tutti i colori fai un albero, come lo vedi e conosci "Tu devi avere un baco nel cervello! " 1390 . . . Facciamo di tutto perché ciascuno sia uguale ad ogni altro. La capacità di "conformarsi" costituisce la premessa indispensabile per approdare al successo. Sii te stesso. Non rinunciare mai al TUO ALBERO. Tu sei il sole, l'unico a STESSO. Il miglior stesso, ma voler essere altro sarai sempre semplicemente il miglior n. TE te un e 2. GIUDICA una persona per quello che HA. Non per chi e che cosa è. L'essere umano è la cosa più strepitosa del mondo, dobbiamo però riscoprire l'arte di saper ridere. Abbiamo creato il tempo. 1391 Dopo di ché ne siamo diventati schiavi. (inserto 7) LA PAROLA. Le parole congelano la realtà. Etichettiamo. Quanti bambini non hanno ricevuto un'adeguata educazione perché prima o poi durante l'infanzia ci si è premurati di etichettarli? E' uno stupido, un ritardato mentale ecc. Le etichette allontanano gli uomini, li distolgono gli uni dagli altri. Negro, che cos'è un negro? Mai conosciuto due negri uguali in vita mia. Sa amare? Sa soffrire? E' bello, felice? La sua famiglia? Sa dare qualcosa agli altri? Sono queste le cose che contano e 1392 non che sia negro, ricco. povero, UOMO in posizione svantaggio culturale. di Nessuno mi è venuto abbastanza vicino per contagiarmi con i suoi germi. In ogni creatura umana sono racchiuse troppe meraviglie per poterle bollare con un epiteto e metterle in disparte. Non c'è al mondo responsabilità maggiore dell'essere un essere umano e fareste bene a persuadervene. Mc Luhan ha dimostrato che i bambini quando mettono piede all'asilo quasi tutti hanno già visto 5000 ore di televisione, delitti, stupri, intrighi 1393 amorosi, immagini di morti violente e autentiche. Dopo di ché li portiamo a scuola. Domandarsi, chi è il bambino nuovo che dobbiamo educare, istruire? (Padre nave spaziale. Pag. 39) Oggi non basta vivere, imparare, dobbiamo SOGNARE, vedere con gli occhi della fantasia come sarà il mondo di qui a 50 anni. Poi, abbiamo cantato Bandiera rossa e l'Internazionale. . . e ci veniva da piangere. A quei tempi, oltre ad essere onesti, ci si commuoveva anche facile. 1394 La sezione di Cernobbio. . . Ci venivano anche i miei figli. . . si organizzavano serate. . . dibattiti. . . litigate. . . Jacopo e le bambine erano i più giovani iscritti alla F. G. C. I. della Lombardia. Avevano 12 anni e facevano la prima media. Erano molto attivi. . . politicamente impegnati nonostante l'età; passavano tutte le loro ore libere dalla scuola, a fare inchieste. In una zona bianca come il comasco. . . ad esempio, con carta e penna o registratore fermavano le donne e candidi 1395 chiedevano: la pillola? "Signora prende Che contraccettivo usa?" Immaginatevi le reazioni! M'ha chiamato persino il Sindaco: "Signora i suoi figli. .." Oppure tornavano a casa e: "Da oggi, tutto quello che è americano. . . ( si era durante la guerra nel Vietnam) in questa casa non entrerà! " A conti fatti si poteva mangiare solo pane, riso, spaghetti. Via la Coca-cola, via i gins, via questo via quello. 1396 Jacopo, s'è preso anche uno schiaffo da un insegnante. . . c'era uno sciopero degli studenti a livello nazionale. . . loro tre, credo gli unici in tutto il comasco, stavano davanti ai cancelli della scuola e cercavano di convincere i compagni a scioperare, (Si può inserire episodio "blocco del giro d'italia in piazza Duomo con TV e Zavoli, il commosso viaggiatore e carica polizia a mezzanotte) "Vedremo. . . " (canta sottovoce): "Avanti o popolo alla riscossa. . " (Accennare incontro con Novelli allora direttore Unità e giornalisti: non sapevano 1397 niente, non avevano letto Rinascita articolo Amendola) Che vergogna! Siamo diventati piccoli piccoli. Siamo diventati come gli altri. Un pò come Woody Allen! Qualche anno fa abbiamo messo su uno spettacolo agile da recitare quasi improvvisato, a base di provocazioni dirette sul pubblico. Abbiamo debuttato al Festival Nazionale dell'Unità di Bologna. C'era ancora il vecchio P. C. I. . . e c'era ancora Natta come segretario. S'è cominciato, tra la meraviglia dei compagni del PCI, con un elogio sperticato in favore del partito socialista. . . 1398 Barzelletta Craxi che mangia le patatine) D'altra parte, bisogna mettersi in testa che la ladroneria è legata alla nostra tradizione popolare. . . anche religiosa. . . Non per niente Cristo fu inchiodato in mezzo ai ladroni: cioè fra gente simpatica, di compagnia. . . mica fra due brave persone noiose e rompiballe. A proposito di tradizione, nei tempi antichi, il trattamento riservato agli imbroglioni e ai ladri, specie della cosa pubblica, era assolutamente severo. - Tanto di cappello - levo il cappello - frangetta- marchio sulla fronte. 1399 LA GOGNA: ognuno nella piazza della sua città. Ai colpevoli di truffa ai danni delle casse della comunità, si imponeva il castigo della "culata". Venivano sollevati di peso a gambe ripiegate, da due giustizieri e quindi lasciati cadere di schianto su una pietra che, a furia di sederate, diventava concava. I castigatidi sedere si riconoscevano all'istante in quanto, causa i contraccolpi della culata gli si incassava il collo, la testa si rincalcava fortemente fra le spalle tanto da farli sembrare tartarughe col vestito. Vi ricorda qualcuno? V'è venuto in mente Andreotti? Sì, parlo proprio di lui. . . Tra 1400 parentesi. . . avete visto che da che è morto Lima non ha più aperto bocca? Ha aumentato solo, prima di andarsene, del 25% lo stipendio dei suoi amici Vip dei baracconi statali. Nella sua eterna carriera di governo ha combinato truffalderie e imbrogli a non finire. . . Un sacco di volte s'è tentato di beccarlo in castagna, ma lui, con straordinari colpi di reni, se l'è sempre cavata. Credo che, uomo di cultura com'è, sia a conoscenza del castigo della culata! e addirittura soffra della sindrome. . . Sono certa che il suo aspetto sia la conseguenza di una memoria genetica. . . trasmessa dai 1401 suoi avi, che sicuramente hanno subito una serie notevole di culate. . . "nei secoli dei secoli. " del lessico e dei specie, di comunemente detta morale civile. " valori, quella "della 1402 DALL'AUTOBIOGRAFIA DI FRANCA RAME di prossima pubblicazione: "Il nostro era un teatro realmente e totalmente "all'improvviso" che si basava su trame semplici e stringate, Teatro Popolare appunto, nella tradizione della Commedia dell'arte, completamente opposto al teatro letterario e naturalista messo in scena dalle grandi e illustri compagnie che agivano nelle grandi città e imitato in tutto il suo negativo dalle piccole compagnie, come la nostra, che agiva no in provincia. Il nostro successo stava tutto in questa differenza. Il nostro repertorio era vastissimo: dalle più famose tragedie di 1403 Shakespeare ai drammmoni ottocenteschi, alle commedie di autori moderni a quei tempi (Niccodemi, Giacos, Rosso di San Secondo, alle comiche finali. Il tutto senza aver mai studiato una parte a memoria su di un copione. Nella mia fimiglia non esistevano copioni di testi teatrali veri e propri, ma una specie di cannovacci e per molti testi non esisteva nemmeno il cannovacccio. Ce li avevamo nella testa da sempre. Eravamo bravi? Non lo so. So solo che i teatri erano sempre pieni, che si lavorava tutti i giorni, si riposava solo il venerdì santo, e il 2 dei morti, a novembre. O se c'era il funerale di un personaggio importante del paese: il prefetto, il sindaco, 1404 il dottore, il prete il farmacista. E quando in un paese avevamo fatto tutto il nostro repertorio, (replicato 6 sere la Giulitta, 6 la passione, "Il povero fornaretto di Venezia " e non mi ricordo più quali altri drammoni avessere successo) mio padre o mio zio, si leggevano un romanzo, ci riunivano e ci raccontavano a sommi capi l'intreccio, distribuivano i ruoli, se i costumi adatti non c'erano, si rimediavano, e via che il giorno dopo si andava in scena. Sulle quinte laterali, in bella calligrafia, la scaletta dei punti chiave, il susseguirsi degli avvenimenti. 1405 "L'assassino del corriere di Lione". "Scena prima: la ragazza s'incontra col padre, che non aveva mai conosciuto, partito povero, tanti anni addietro, torna ricco, riempie la ragazza di doni, ma lei non riesce a sentire nulla per lui, anzi solo repulsione. Manifestare freddezza e imbarazzo. Ricordarsi che la madre è morta. Scena seconda: un uomo(lo stesso attore che interpreta il personaggio delpadre) languisce in una cella, è un innocente caduto in un errore giudiziario terribile. Accenni all'assassinio di un corriere a Lione. Acceni alla moglie morta e alla piccola bimba 1406 lasciate al paese. ancora vive? Saranno Solo nel V atto tutto si risolverà: il buono premiato con la libertà e l'onore restituito mentre il cattivo (fratello gemello del buono), smascherato da una collana rubata al corriere di Lione, sarà punito con la forca. Gaudio e felicità. Ricordarsi della madre morta. Comica finale: I tre gobbi. " Un altro esmpio di teatro "all'improvviso": Arrivavamo in una paese nel giorno in cui si festeggiava la santa patrona, ebbene, debuttavamo con la storia di quella santa, sulla quale mio padre e mio zio avevano giorni prima letto e ascoltato dalla 1407 gente, vita morte e miracoli. Anche lì, senza prove. Non c'è pesonaggio nel repertorio della mia famiglia che a secondo dell'età non abbia interpretato. Neonati(8 giorni in braccio alla mia mamma-in la Genoveffa di Brabante), bambini o bambine, ragazzini signorine, giovanotti, suore, cortigiane, prostitute. Una volta ho fatto persino, il cuciniere Dracco, alla corte di Genoveffa di Brabante. La storia nel ricordo, mi fa ancora ridere. Ero cresciuta e la Genoveffa(che dio la maledica, quanto ho odiato sta noiosa! ) ora la facevo io. Giovane e bella moglie del re alla guerra, sola nella raggia viene insidiata da Golo, un 1408 primo ministro della situazione, che lei respinge furente e offesa. La donna giovane donna decide di inviare una missiva al marito tramite il cuciniero Dracco: l'unico che a corte le sia rimasto fedele. per avvertirlo del tradimento del suo braccio destro. "Torna o mio dolce sposo, torna! che quel maialone del Golo vuole fare con me, proprio quella cosa là! " Golo che è sempre lì a origliare , scopre tutto e zak! , pugnala il poveraccio e manda a dire al re che Genoveffa è incinta del cuciniero. "Ti ha tradito o mio re, che vergogna con un cuciniero! "Il re ci casca, fuori dalla grazia di dio "un cuciniero no! "ordina il taglio 1409 della testa della la fedifraga e anche del bambino nato nel frattempo. (TRANQUILLI CHE POI TUTTO , COME SEMPRE, FINISCE IN GLORIA ) - Arriviamo sulla piazza e ci rendiamo conto che ci manca l'attore che avrebbe dovuto interpretare il ruoli del cuciniero D'accordo, sono due parole che si possono anche tagliare, ma fisicamente deve essere in scena. Ci ragioniamo sopra un attimo per vedere come risolvere. Bene. Ci siamo. Facciamo così. Al momento cruciale, vado alla quinta di destra. Il perfido Golo mi spia dalla quinta di sinistra. Parlo, guardando fuori scena con il cuciniere che non c'è, fingo di consegnargli il 1410 messaggio e poi, affranta, esco. Velocissimi mi mettono sulle spalle un mantellaccio con capuccio, che mi copre dalla testa ai piedi. Rientro in scena con la missiva bene in evidenza in mano, faccio qualche passo come se ora io parlassi a Genoveffa, Golo si precipita su di me"muori, spione di un cuciniero! E via che mi pugnala. Cado morta. Golo mi trascina fuori scena a sinistra, cioè dalla parte opposta da cui sono entrata. Mi tolgono il mantello, mi raddrizzo la parrucca biona dalle lunghe trecce, corro velocissima dall'altra parte. Rientro in scena e vedo Golo che pulisce il pugnale assassino nel mantellaccio che 1411 indossavo fino ad un secondo fa. "L'avete ucciso! Assassino! ! "Ansimo un pò, per via della corsa, ma sono perfettamente in parte e nessuno s'è accorto di niente. Noi eravamo in grado di andare in scena senza prova alcuna, con un testo nuovo allestito di sana pianta. Arrivavamo ad esempio in una piazza nel giorno in cui in paese si festeggiava la santa patrona, ebbene, debuttavamo con la storia di quella santa sulla quale mio pdre e mio zio avevano giorni prima letto e ascoltato dalla gente, vita morte e miracoli. Avevavno riunito la compagnia, raccontato a sommi capi l'intreccio, distribuiti i ruoli se i costumi adatti non 1412 c'erano si rimediavano, e via che si debuttava. Senza prove. Se si confronta con i 90 o addirittura i 180 giorni di prova delle compagnie di oggi. . Ma certo che allora, sovvenzioni ministeriali o regionali o provinciali o comunali, non ce ne erano, quindi giocando sui soldi tuoi, ti dovevi sbrigare eccome. L'unico posto, luogo dove io mi senta a mio agio è il palcoscenico. No, non per via "dell'ama la polvere del palcoscenico". No. Sono allergica alla polvere, alle banalità, alla retorica. Sto bene in palcoscenico perché ci sono nata, perché è casa mia. In qualsiasi città mi trovi, 1413 quando sono in teatro sono a casa. 20 minuti dopo le nozze, si fa per dire, resto incinta. Jacopo (un nome che mi piace proprio come quasi tutte le cose che fanno quei due tipi lì, dice nostro figlio) è nato il 31 marzo del 55 a Roma. Esattamente nove mesi e sei giorni dal 24 giugno dell'anno prima. Gravidanza terribile. Ho vomitato sempre. Mi disturbavano gli odori, perfino i colori. Mai più potuto mangiare ne vedere un piatto di spaghetti. La sera del trenta, stavo nel camerino del Teatro Quattro Fontane dove Dario recitava. Chiedevo a sua madre;la mamma Fo, "come sono le doglie?Cosa si 1414 sente?Come si capisce che è ora?"E lei, "quando senti una mano che ti strappa le viscere. . "e un'amica, anche lei anziana"No Pina, non ti ricordi più. Quando senti. . ". Nulla che mi tranquillizzasse. Anzi! Mi ritiro un pò prima di Dario. Ormai ci dovremmo essere. . . Preparo la valigia, roba per 25 me, vestaglia camicie ecc. e roba per il bambino. (A quei tempi non si sapeva prima se fosse maschio o femmina. Ti dovevi fidare delle anziane: la pancia è così, allora è maschio. No, per me è femmina, non vedi come è messa?E via di 'sto passo. Comunque sempre"bambino" si diceva. Se poi era femmina. . ) Ero emozionata. Arriva Dario. 1415 Baci baci. Poi si mette a letto e si mette a leggere "il Mondo" . Ho odiato molto quel giornale per la sua grandezza. Ogni volta che D. voltava pagina mi faceva un gran vento. E io sternutivo. "Dario, mi sento strana. . . ""Dormi Nanina. . ". Dopo un pò: "Dario. . ""Dormi Nanina". . e via a girar pagine. . "Dario credo che mi si sono rotte le acque. . ". "Dormi Nanina. . ""Ma Dario! ! ! "Di corsa un taxi. Ora siamo emozionati tutti e due. Clinica Salus. Mi avevano promesso che mi avrebbero dato dell'etere. In sala parto grido;Etere! Etere! La levatrice mi dà una carezza;"sì cara, sì, suo marito è fuori"Etere! ! "Il 1416 fatto è che la signora in questione era veneta e pensava che nel momento supremo io chiamassi mio marito: Ettore! Ettore! Poi finalmente è arrivato il medico. Sento un vagito. "Brava signora. 3 chilogrammi e 9. "Ho fregato la Clara. La Clara era una brava ragazza moglie di mio cognato Fulvio, che però era molto quotata all'interno della famiglia, e quando dico famiglia intendo mia suocera, in quanto professoressa di lettere, non attrice. Quindi sicuramente migliore di"quella lì che 26 non solo fa l'attrice, ma mi ha anche portato via ei me testun. "Sì, all'inizio mia suocera era solo mia suocera;Non aveva simpatia 1417 per me e devo dire chefaceva l'impossibile per farmelo capire. Mi addolorava molto non essere amata da lei. Ma si sa, gli inizi per qualsiasi cosa tu intraprenda trovi difficoltà, figuriamoci il rapporto con la mamma di lui. Mia suocera m'ha conosciuto bene. E' diventata per me la mamma Fo, e mi ha amata profondamente, come profondamente io ho amato lei. La frase che mi diceva con orgoglio era "io l'ho messo al mondo, tu l'hai fatto". Ma pensa te! Ce ne vuole èh ! ! Con la leggerezza dei pazzi usciamo dalla clinica con il nostro fantolino in fasce e ci "accasiamo" ospiti di un fotografo di cui non ricordo il 1418 nome, che aveva una splendida casa in via Parioni;Davvero splendido appartamento. L'unico difetto non indifferente per una coppia con un bambino di 8 giorni che questa principesca dimora, era completamente priva di mobili, (se li era portati via il padre dopo una lite. Ma erano mesi che l'appartamento era in queste condizioni). Due brande, una sedia per comodino;un tavolo in cucina, qualche sedi, forse, e un telefono con un fili chilometrico che il nostro amico si portava sempre appresso. Non volendo umiliare la sua generosità (forse era ubriaco quando ce l'ha proposto, non so) ci siamo sistemati alla bellemeglio. Il 1419 bambino ha pianto per 8 giorni di fila. Per quanto spirito di adattamento avessimo non riuscivamo proprio a comunicarlo a questo tipo appena nato, che non sapeva proprio niente della vita. a cavarcela e per le scomodità e per la mia inesperienza. Al nono giorno, decidiamo di tornare in clinica. Ci hanno presi a braccia aperte. Ci hanno dato una bellissima camera, vicino alla sala parto. Ci siamo addormentati tutti e tre e abbiamo dormito per almeno un giorno finalmente rilassati;Dario come vedeva in corridoi un padre in apprensione per la nascita del suo bimbo si avvicinava e s'informava. parto cesareo. 27 "Sa, è un . "E Dario: "non 1420 si preoccupi anche Franca ha avuto ilcesareo. . è una sciocchezza. . vedrà"E quello si consolava. E un altro" è messo di piedi! ""Non si preoccupi, anche nostro figlio è nato di piedi. . è andato tutto benissimo. . il ginecologo è straordinario" . Solo quando un padre era preoccupato perché la moglie stava facendo 2 gemelli D. è stato senza parole. Non poteva dire : anche Franca. . E via di questo passo. Ci siamo stati tre mesi. Quanti padri e quante madri abbiamo rinfrancato. Qualcuna ci viene ancora a trovare con i il figlio nato proprio in quei giorni. Che benissimo! Intanto, abbiamo comperato una casa in via Nomentana, 1421 l'abbiamo arredata e finalmente ci siamo andati ad abitare. Tutti tre. Il bambino cresce. Noi facciamo films. Il primo "Lo svitato". Il soggetto era di Dario. L'aveva letto a Zavattini che ne fu entusiasta. Regia di Carlo Lizzani. Dario era troppo inisperto per aver voce in capitolo con gli sceneggiatori che gli avevano messo al fianco"sei autori in cerca del personaggio" li definì Nello Santi, il produttore. Ne è uscito un film sbagliato con qua e là momenti da cineteca. Avremmo dovuto avevre i mezzi e la forza di ritiralo, rigirare quello che ci sembrava sbagliato e 1422 riproporlo. Ma non ci abbiamo nemmeno provato. Forse non l'abbiamo nemmeno pensato. Clamoroso insuccesso. (troppo avanti _Ricordarsi TATI)Credo che sia il film che incassato meno negli ultimo 5o anni. Dopo lo svitato Dario alterna al lavoro di attore quello di sceneggiatore, e viene addirittura scritturato fisso alla Ponti de Laurentis come gags-man a 2. 000. 000 al mese. La cifra era astronomica. Lavora con sceneggiatori del calibro di Age Scarpelli Pinelli(sceneggiatore di Fellini) Antonio Pietrangeli. (indicare films. Titolo) Io interpreto partacce in films tutti lacrime, core, cosce e 1423 zinne. Sono 28 quasi sempre in cartello come "partecipazione straordinari", mi pagavanp bene, ma quei films di straordinario non avevano null'Altro che il materiale umano col quale venivo, grazie a loro, in contatto. TINA PICAGIUDA. POI VENGO SCRITTURATA DAL TEATRO ARLECChino a Roma, per interpretare un testo di Feiduau che sembrava scritto per me: "non andartene in giro tutta nuda"Dario scrive per i fratelli Bonos, che poi non ne hanno fatto nulla un atto unico"gli imbianchini non hanno ricordi". A quel punto gli propongo di ritornare a Milano e farci una compagnia nostra. 1424 Ci proponiamo a Paolo Grassi allora direttore del Piccolo teatro che ci regala fiducia, amicizia dandoci il teatro per ben tre mesi. Debuttiamo così, in un caldo infernale, tutti soli, (sì, c'erano altri attori da noi scritturati, ma la responsabilità della compagnia era solo nostra) con "Ladri, manichini donne nuda". Scritto diretto e interpretato da Dario, sue erano anche le scene e i costumi. Io facevo l'attrice ma mi occupavo di un sacco di cose;Mio fratello Enrico era il nostro amministratore-attore se necessario. Ha guidato la nostra compagnia con grande abilità, riuscendo a farci stare in pieda anche senza alcun aiuto ministeriale ne 1425 dell'ETI(ente teatrale italiano che avrebbe dovuto appoggiare più che mai la nosytra compagnia in quanto recitava opere di autore ITALIANO. Ma sia noi che EDUARDO De FilippO abbiamo avuto grazie alle nostre scelte politiche , vita grama con tutte le forza statali e parastatali). 1958: "Comica finale" quattro atti unici scritti da Dario, su canovacci della mia famiglia. Dario aveva sentito queste storie mentre io le raccontavo a Jacopo per farlo addormentare. Ma de gli atti, che gli ho passato "bocca a bocca", il migliore era "un morto da vendere" che aveva completamente 1426 scritto, ambientandolo nell'800 come gli altri. Il migliore. Non si pensi che accecata dall'amore io possa dare a Dario meriti che non ha. Non l'ho mai fattao. D'altro canto basta leggersi le "comica finale pubblicato da Einaudi per vederlo. RICORDARSI DIFFICOLTà FINANFIARIE. STABILE TORINO;EPISODIO 2CANNAS L'AMORE è PIù FORTE; Siamo al teatro Gerolamo di Milano. Andiamo avanti con grande fatica. Il teatro è conosciuto come teatro delle marionette. Se il mio cuore aveva un fremito al ricordo della mia famiglia, questo fremito non poteva riempirci 1427 il teatro. La prima fu un disastro. Abituati ai palcosceninci grandi, il trovarci senza prova alcuna in uno spazio grande come il bagno di casa mia, ci ha messi in grande difficoltà. Devo riconoscere, che come unica volta nella storia della nostra compagnia, la critica ufficiale presente allo spettacolo non ha menzionato i 3OOO incidenti che si sono susseguiti nelle tre ore. Proprio in quel teatro, quasi sempre vuoto ci è arrivata inaspettata la possibilità di debuttare in un grande teatro: il teatro Odeo. Stagione 1959-60-"Gli arcangeli non giocano al flipper" teatro Odeon di 1428 Milano. Mille posti. Grande successo di critica e di pubblico. Tutte le sere "il Bossino" che in realtà si chiamava Bossi direttore del teatro, non appena lo spettacolo iniziava si metteva in quainta con un foglio sistemato sulla fronte, con scritto in grande l'incasso della serata. Il copione di questo spettacolo ci fu sequestrato per le troppe battute a soggetto che abbiamo aggiunto, non autorizzati. Abbiamo collezionato "rapporti al questore di ogni città dove si lavorava, per un totale di 280, tanti, quanti furono le repliche dello spettacolo. questura" 1429 Abbiamo girato tutta l'Italia facendo esaurito ovunque. DATI STATISTICI E INCASSI NUMERO SPETTACOLI DENUNCIA POLIZIA PER CENSURA. in più di una occasione rischiamo di non poter andare in scena. 1960-61 -"Avevav due pistole con gli occhi bianchi e neri". opera che tratta della connivenza tra fascismo e borghesia, tra malavita organizzata e potere. L'intervento della censura è pesantissimo, ci massacrò letteralmente Decidemmo di andare in scena egualmente senza tenere in conto alcuno i tagli. Ci fu un braccio di ferro piuttosto teso tra noi e il prefetto di Milano che ci 1430 minacciò di arresto immediato, ma alla fine, preoccupato dello scandalo che ne sarebbe venutoo, il ministero tolse i tagli. il testoE' con questo spettacolo che mi conquisto agli occhi di mio marito, un ruolo diverso da quello di sempre. Per la prima volta non accetto il testo a scatola chiusa certa del successo di sempre. Qualcosa non mi convince. Lo comunico a Dario. Si è discusso mica male. Mio figlio aveva sei anni e ancora se lo ricorda. Credo sia stata la prima discussione accesa alla quale asssistesse. Non ci aveva mai visti così, era un pò spaventato. "Dimmi cos'è che non funziona! Dimmelo! "e io: "non lo so". "più forte il 1431 Dario: "dimmelo! " "Non lo so, ma c'è qualcosa che non va. "(Quante volte negli anni futuri s'è ripetuta questa scena?) Jacopo piange senza gridare, e anch'io scppio a piangere gridando come un bambino disperato. Era la prima volta che vedevo dario fuori dalla grazia di Dio. "Ora, lo rileggo tutto. . cercherò di individuare. . di capire. . poi ti dirò. . ". Leggo e prendo appunti. Dario, per tutto il tempo ma guarda serio. In piedi. Mi stavo innervosendo. Dopo due ore, più imbarazzata che mai: "taglierei qui, qui, e qui. "D. ci pensa un pò su, e poi: "forse hai ragione, ma prima preferisco provarlo col pubblico. " 1432 Debutto: successo di stima. Il giorno dopo D. mi dà il copione: "fai i tagli che proponevi". 1961-62: "Chi ruba un piede è fortunato in amore". Dopo sporadiche apparizioni nella TV di stato approdiamo alla televisione sulla neonata seconda rete, (1962 PRIMAVERA) con sei puntate tutte nostre: "Chi l'ha visto?". Subito dopo dalla direzione Rai ci viene proposto di condurre "Canzonissima"il grande concorso canoro abbinato alla lotteria di capodanno la trasmissione di maggior interesse popolare dell'ente. D. scrive i testi che prima dell'inizio della trasmissione ricevono il 1433 benestare della direzione nella persona del dott. Pugliese direttore generale(?). Ma già alla prima puntata la stampa reazionaria si scatena criticando ferocemente la più che delicata critica politico sociale contenuta neitesti. Di puntata in puntata gli attacchi, le polemiche sulla stampa non si contano. L'indice di ascolto è altissimo (anche se al processo, uno dei tanti che c'è stato la direzione Rai tentava di sminuirci. dicendo che nessuno ci vedeva. TAXISTI RICORDARSI) l'Italia era divisa in due: chi ci ama, e chi ci odia, ma tutti lì, davanti al televisore il sabato sera. Ad ogni trasmissione ci vengono 1434 imposti tagli e censure sempre più pesanti. (FIORI SENO. GAMBA SINISTRA)fino a che all'ottava puntata decidiamo di abbandonare la trasmissione. La famosa "Canzonissima", il FANTASTICO DI OGGI, va in obda senza presentatori. (RICORDARSI WALTER CHIARI E BRAMIERI)e quando l'annunciatrice all'inizio della trasmissione dice: d. FO e F. Rame si sono tritirati, una quantità incredibile di telespettatori si rovescia nelle strade di Milano, tutti quanti diretti al palazzo della fiera dove si teneva la trasmissione. Quando usciamo(eravamo stati su consiglio dei nostri 1435 legali nei camerini nostri fino alla fine della trasmissione) ci troviamo davanti una folla di gionalisti, fotografi e migliaia di persone. In molti erano venuti per dimostrarci la loro calda e commossa solidarietà. Questa fu la prima e credo l'unica volta nella storia della Rai che due "attori" rifiutarono di "abbioccarsi" d'innanzi alle imposizioni ai tagli, all'arroganza del "padrone"ai soprusi. BIOGRAFIA ENCICLOPEDIA SALA PER TRECCANI DI CESENATICO SETTEM. 1992 20 Franca Rame debutta in teatro a otto giorni, tra le 1436 braccia di sua madre, nel ruolo della figlia della Genoveffa del Brabante. La sua è ultima ed una delle più importanti famiglie di attori girovaghi. Rappresentano, nell'Italia settentrionale, un repertorio assai vasto. Stralci dell'autobiografia di Franca Rame di prossima pubblicazione: "La mia famiglia è di origine lombarda, nasce agli inizi del 600, con marionette e burattini, (conoscevano entrambi le tecniche assai diverse tra loro). Ho debuttato ad 8 giorni in braccio alla mia mamma. Nella mia famiglia era un fatto naturale: appena nasceva un figlio lo si metteva in 1437 palcoscenico. L'Accademia di arte drammatica, l'ho fatta lì, con loro (con mio padre, suo fratello le rispettive mogli, i figli, gli scritturati).