In Missione Sabato, 12 febbraio 2011 15 Don Giorgio Quaglia. Un ricordo dal Perù. “Un uomo libero che amava la Chiesa” Don Umberto Gosparini e don Savio Castelli hanno condiviso con lui gli anni delle missione in Argentina. Pubblichiamo una lettera arrivata in redazione dai nostri missionari fidei donum in Perù. Un ricordo di don Giorgio Quaglia scomparso lo scorso primo febbraio a Ponte Tresa dove era parroco. G iorgio era e rimane un amico fraterno da una vita. Sempre alla ricerca di nuovi rapporti, ma capace di affetti profondi e duraturi. Come compagno di missione per tanti anni, il suo ricordo si mescola e si sovrappone con la terra, le strade polverose, il sole, il vento, la gente di Santiago dell’Estero. Abbiamo vissuto insieme una bella esperienza in Argentina. E ora, dopo i primi momenti di tristezza per la sua partenza, ci è facile pensarlo insieme e accanto a noi sulle strade di San Pedro di Carabayllo, per certi aspetti simili a quelli di Forres, Beltran e Garza. Ci siamo accompagnati, con semplicità e comprensione reciproca, anche negli ultimi anni di esperienza pastorale in Italia, per lui a Ponte Tresa. Era contento della sua gente, della sua Chiesa, del suo paese. “Qui le cose vanno bene” ce lo ha detto l’ultima volta che lo abbiamo sentito. La missione a Ponte Tresa, come a Forres, era la sua vita. Era spinto prima di tutto, dalla Fede in Cristo e nel Vangelo. Da tanti anni partecipava fedelmente agli incontri di “Jesus Caritas” dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld. Era animato dall’affetto della “sua gent e e per la sua gente” soprattutto i più poveri. Sentiva il bisogno di questo affetto e lo cercava. Aveva una grande passione per la Chiesa che a volte criticava, perché avrebbe desiderato che fosse più evangelica. Nelle immagini don Giorgio durante una visita in Argentina alle parrocchie che facevano parte della missione diocesana di santiago del estero Giorgio era sempre di corsa, come volesse arrivare dovunque, incontrare tutti, provare le più diverse esperienze. Era libero. Si sentiva soddisfatto della sua vita, abbiamo sorriso con simpatia, rileggendo ancora una volta nelle sue riflessioni del giorno prima di andarsene, la citazione di un poeta latinoamericano che gli piaceva: “Confesso di aver vissuto”. Adesso vive una vita ancora più libera e bella. Può volare dove vuole. Lo sentiamo vicino. Dall’Argentina. La lettera di don Angelo Introzzi da Clodomira - Santiago del Estero E i fu. Quanti chilometri… Sei arrivato al cielo! Fosti nominato Vicario a Fino mentre io ero alunno di Teologia. Eri atipico. (Un sacerdote amico, di Santiago, ha detto di te , in questi giorni, “un anormale”). Mai avevo conosciuto un prete così! Non era solo questione di carattere, avevi nella testa una teologia diversa che si transformava in vita, che liberava, che si incarnava, si faceva carità e fantasia di Dio con la gente occasionale che ti cercava con la propria umanità ferita dalla povertà, dall’ handicap, dall’ignoranza religiosa o culturale o con coloro che recentemente arrivavano dalla terra del Sud e si trasformarono nella tua amatissima “Andrate”. Mi colpivano e mi affascinavano le tue liturgie: piene di vita, di partecipazione, di attenzione alla gente, alle situazioni; soprattutto gli sposalizi diventavano spazi di felicità dove l`amore di Dio invadeva visibilmente la vita di quelle coppie fortunate ad averti come celebrante. Le Messe cariche di sensibilità che facevano proprie le abitudini e la religiosità popolare di chi veniva da altre culture: avvertivi un Dio che si relazionava con gli uomini e li interpellava. Uscivi dalla Chiesa e ti sentivi vivo, pieno di entusiasmo...non avevi sopportato una cerimonia in più. “Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio, sorge or commosso al subito sparir di tanto raggio” ( Cinque maggio di Alessandro Manzoni - in morte di Napoleone). Sulla porta di casa un invito ti faceva sentire accolto, aspettato, che appartenevi a quella canonica dove ti accingevi a entrare. In caratteri cubitali, nel salottino circondato da cassette di Con gratitudine... LA CHIESA COSTRUITA DA DON GIORGIO IN ARGENTINA Nella pagina dedicata alle Valli Varesine (pag. 28) pubblichiamo un testo scritto proprio da don Giorgio il giorno prima di morire e destinato al libretto in preparazione per la quaresima di fraternità Il 5 febbraio a Colico la consulta missionaria diocesana i è riunita sabato 5 febbraio a S Colico la consulta missionaria diocesana. L’incontro è stato frutta ripitturate che servivano da panche per sederci, campeggiava una frase di San Agostino: “ama e fa ciò che vuoi”. Penso sia stato il programma della tua vita. Quanti amici, soprattutto immigrati, quanti “diversi”, quanti incontri... Un giorno partisti per l´Argentina. La ricorresti tutta da Ovest a Est, da Nord a Sud: ovunque per incontri di comunità di base, di catechesi, per visitare parrocchie e amici che poco per volta aumentarono fino ad essere notizia nazionale nei canali televisivi e nelle testate dei giornali il tuo viaggio al cielo. Forres, Brea Pozo, Santiago del Estero “racchiusero” la tua vita missionaria in terra Latino-Americana. Tu non fosti missionario per essere partito introdotto dalla riflessione di padre Claudio Madasi, sacerdote originario di Como, ma incardinato nella diocesi di Macapà in Brasile, che ha commentato il brano di Vangelo che racconta la vicenda dei discepoli di Emmaus. Successivamente Gabriella Roncoroni, direttore dell’Ufficio Missionario diocesano, ha presentato alla Consulta il Vademecum per le parrocchie, frutto dei lavori delle precedenti consulte e dell’ultima assemblea missionaria. Si tratta di un documento contenente alcune indicazioni pratiche per l’animazione missionaria nelle zone e nelle comunità della diocesi. Il testo, approvato dalla Consulta, sarà ora sottoposto al Vescovo che deciderà sulla sua eventuale diffusione. Durante la riunione sono stati presentante anche le nuove equipe verso altre terre, lo eri in seminario, da vicario a Fino, in Sudamerica e ultimamente a Ponte Tresa. Tutto il tuo essere vibrava di quello spirito che animò pionieri e fondatori di congregazioni “ad gentes”. Dovunque la vita ti condusse sempre dimostrasti un’intelligenza critica e una capacità grande di costruire il Regno in strutture che il più delle volte sentivi strette come quando indossi un capo di vestiario di alcune taglie inferiori alla tua. Sei nato artista, con tutte le contraddizioni proprie dei geni. “Noi chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui del Creator Suo Spirito, piu´ vasta orma stampar” ( Cinque maggio di Alessandro Manzoni - in morte di Napoleone). Molti non abbiamo inteso le tue opere d´arte, questo non significa che non lo fossero. Il tuo ministero sacerdotale è la più bella opera d´arte che ci hai lasciato! I poveri, i lontani, gli esclusi gli immigrati lo hanno apprezzato e lo porteranno vivo nel loro cuore e nella loro mente. Una luce si è spenta: ci sentiamo più poveri senza di te, qui in Santiago e sicuramente anche nella nostra amatissima diocesi di Como. Voglia lo Spirito che questa luce risplenda in tutti coloro che ti hanno apprezzato e amato. Benedetta sia Ponte Tresa che accoglie le tue spoglie mortali nell´attesa del reincontro nell´eternità. “A egregie cose accendono le alme le urne dei forti e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta”. (Ugo Foscolo dei sepolcri). Con gratitudine per avere respirato, anche se in tempi diversi, la stessa aria, in Seminario - a Trento - a Fino Mornasco e Andrate – in Argentina - a Rebbio - e nelle Valli Varesine. della Commissione missionaria: l’equipe che si occupa delle proposte per i giovani, l’equipe “comunicazione” che si occupa della collaborzione con “Il Settimanale” e del sito internet www. centromissionariocomo.it e, infine, la nuova equipe “mondo” che ha l’obiettivo di proporre incontri di riflessione e approfondimento su tematiche di interesse missionario ma anche sociale.