il Basco Azzurro
­Periodico­dell’Associazione­Nazionale­Aviazione­dell’Esercito
Poste Italiane Spa spedizione in a.p. 70% DCB Viterbo
Anno XXX N. 4 Ottobre/Novembre/Dicembre 2012
CH47
eserCIto ItalIano
I quarant’annI del
dell’
sommario
numero 4/2012 - Ottobre/Novembre/Dicembre
Il CH47 compie quarant’anni
9
Tre giorni in Libano con i nostri soldati
L’AVES in Antartide
12
31
Cronaca delle Sezioni e dei Reparti
Notiziario
43
21
Ali al vento
San Francesco e Maometto
39
14
La “FRIULI” in Libano
Esercitazione “Notte scura”
27
10
Anniversario costituzione “SIRIO”
Cambio Comandanti
17
4
41
Ricordiamoli
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autori. La direzione si riserva, a termini di legge, di modificare e ridurre gli
articoli quando necessario e/o per esigenze tipografiche di spazio.
editoriale
Carissimi Baschi Azzurri,
ancora una volta la nostra Associazione ha evidenziato
quelle elevate qualità che la caratterizzano, partecipando, presso l'Ippodromo di Tor di Quinto in Roma, alla
“Giornata delle Associazioni” voluta da ASSOARMA
con il Labaro, i Vessilli e un nutrito gruppo di generosi,
fieri, entusiasti ed orgogliosi Soci. Molto apprezzato dalle Autorità e dal pubblico presenti lo sfilamento della
nostra “compagine azzurra” per l'impeccabile “uniforme
sociale” e il grintoso “assetto formale”!
Veramente bisogna riconoscere che la passione per il volo, lo spirito di appartenenza e l'amore per questa splendida e giovane Specialità ci trascinano a vivere, ancora
oggi, queste attività con genuina determinazione e forte
partecipazione!
Come già annunciato nel precedente editoriale, il 18°
Raduno Nazionale si svolgerà per ristrettezze economiche a Viterbo, il 10 maggio 2013, in concomitanza del
62° Anniversario dell'AVES.
Sono certo che l'ANAE potrà festeggiare i suddetti
eventi e i suoi 30 Anni di vita con una presenza massiccia e numerosa di Soci, in particolare della Sezione
“Muscarà” deputata all'organizzazione della manifestazione.
Mi piace, altresì, sottolineare, nel rispetto della concreta
e piena sinergia esistente fra l'ANAE e l'AVES, che il 5
dicembre 2012 si è concluso il 2° Corso di Formazione
Qualificata di Primo Soccorso Sanitario con consegna di
diploma, organizzato e condotto dal nostro Socio, Dottor
Giancarlo Giovannetti, presso il 4° Rgt. Sost. AVES
“Scorpione”!
A chiusura di un altro proficuo anno, sento il dovere di
ringraziare con affetto e riconoscenza i trainanti, costruttivi, equilibrati Presidenti di Sezione e i coraggiosi, efficaci, generosi “Baschi Azzurri” in servizio!
A tutti Voi, Soci in quiescenza e in servizio, a tutti i vostri Cari, a tutti i Familiari dei nostri “Caduti”, ai quali
va il nostro riconoscente e referente pensiero, i più sinceri, fervidi, affettuosi auguri di Buon Natale e sereno
Anno Nuovo!
Il Presidente Nazionale
Antonio Lattanzio
Il Basco Azzurro - 3
cronaca
IL CH47
COMPIE 40 ANNI
Il 10 febbraio 1973 alle ore 17.10 il primo
CH47C ritirato a Vergiate dalla ditta Agusta
atterrava all’aeroporto di Viterbo.
Era l’EI801 M.M. 80823.
di Vincenzo Rapposelli
D
al libretto di volo di Pierprimo
Leporatti riproduciamo la pagina 74 che fissa inequivocabilmente lo storico momento in cui l’Esercito Italiano cominciò ad utilizzare questa prestigiosa macchina, segnando una
delle pietre miliari dell’armonico sviluppo della sua Aviazione.
La seconda macchina, l’EI800 M.M.
80822, veniva ritirata il giorno 1° marzo
1973, come si evince dalla stessa pagina
74 del libretto di Leporatti, che sento il
dovere di ringraziare per averci fornito
questo prezioso documento, insieme ad
una attinente serie di foto d’epoca.
Abbiamo voluto ricercare con determinazione le prove documentate dell’inizio
dell’avventura CH47C, perché troppo
spesso siamo costretti a inseguire pezzettini della nostra storia con scarso successo e siamo perfettamente consci che
ogni elemento certo e documentato potrà essere estremamente utile per quelli
che, come noi, sono amanti della ricerca
della nostra storia, nonché per quelli
che, innamorati della Specialità, vorranno fissarne nel futuro con prove documentate le sue tappe fondamentali.
Una riprova della bontà di questa ricerca
risiede nel fatto che tutti i documenti
dell’epoca, stampa, lettere, didascalie di
foto ecc., parlano della cerimonia di
consegna dei CH47C all’Esercito Italiano, avvenuta a Viterbo il 16 febbraio
1973, dando per certa la falsa notizia
che i CH47 consegnati erano due, men-
4 - Il Basco Azzurro
La pagina 74 del libretto di volo di Leporatti
tre sull’aeroporto di Viterbo era presente soltanto l’EI801. Addirittura
un film Luce dell’epoca accredita una immaginifica data del 9 gennaio
1973 che non ha nessuna attinenza con la realtà!
Quella del 16 febbraio 1973 fu una grande cerimonia alla presenza del
Ministro della Difesa Tanassi e dei Capi di Stato Maggiore della Difesa
Amm. Eugenio Henke e dell’EI Gen. Mereu. Le due foto che punteggiano questo momento ci mostrano l’unico CH47C consegnato, con il
proprio equipaggio formato da D’Auria e Tech piloti e Bianchi e Longo
specialisti, mentre l’onorevole Tanassi passa in rivista lo schieramento,
con l’EI801 che fa bella mostra di sé sullo sfondo. Grande fu la risonanza sulla stampa italiana; la sensibilità del Ten. Col. Federici, Aiutante
Maggiore del 4° “Scorpione”, ha raccolto in unico quadro esposto nel
suo ufficio gli articoli, le foto ed una lettera del CSM Mereu che invita
il Conte Agusta alla cerimonia del 16 febbraio sull’aeroporto di Viterbo.
Proponiamo la lettera ai nostri lettori. Quella di Federici è stata un’iniziativa meritoria dalla quale abbiamo potuto prendere le mosse per la
stesura di questo articolo. Grazie Caro Federici!
Due anni prima l’Aviazione dell’Esercito si era preparata con accuratezza ad accogliere il rivoluzionario evento, selezionando un gruppetto di
piloti e specialisti che gestirono poi magnificamente le
prime fasi dell’impiego “dell’elicottero più grande
d’Europa”, come sentenziò “Il Messaggero” dalle sue
pagine del 17 febbraio 1973.
Il gruppetto cominciò con un corso di lingua inglese
presso l’High School di Camp Darby (LI), per completarlo con un altro corso presso la Scuola Lingue Estere a
Roma, gli esami presso l’Ambasciata americana sempre
a Roma e poi… il grande volo per la frequenza dei corsi
di pilotaggio e di gestori della manutenzione negli USA.
Pierprimo Leporatti fu selezionato per frequentare sia il
corso piloti che quello di specialista di CH47C. Fu poi il
primo collaudatore di produzione dell’Aviazione dell’Esercito, sempre se altre prove documentali, differenti da
quelle che proponiamo, non dimostrino il contrario. Gli
specialisti CH47C frequentarono il corso a Fort Eustis in
Virginia nella seconda metà del 1971. Nelle due foto vediamo il benvenuto alla base (22 luglio 1971) che il Col.
Jones rivolge ad un giovanissimo Leporatti e la foto finale “after graduation” (1 ottobre 1971).
Tornando alla cerimonia il Ministro Tanassi nel suo intervento diceva: “L’Esercito Italiano dà oggi una risposta concreta ai problemi di progresso tecnologico, di impegno economico e produttivo, di esperienza operativa,
di solidarietà fra Forze Armate e Paese. Riceve uno dei
mezzi più adeguati per l’incremento della sua mobilità
tattica, mezzo realizzato con mano d’opera italiana che
sta cogliendo importanti successi anche sul mercato internazionale.”
Un elicottero possente da 46.000 libbre entrava così in
esercizio veicolando nel sistema Aviazione dell’Esercito
nuove e più sofisticate tecnologie e dando per la prima
volta un serio impulso alla utilizzazione ed alla conoscenza dell’avionica applicata.
Fu per supportare gli impegni onerosi e rivoluzionari per
l’epoca che fu costituito a Viterbo il Nucleo Tecnico Logistico CH47C alle dipendenze di un serio e preparato
Ufficiale del Servizio Tecnico della Motorizzazione, il
Ten. Col. Adalberto Carbone, e di un dinamico giovane
Sarebbe molto lungo parlare (ci vorrebbe un libro!) dei
molteplici e variegati successi conseguiti da questo particolare Reparto; mi limiterò, pertanto, ad evidenziare soltanto tre grandi affermazioni. Ma voglio prima ricordarne altre due che mettono in chiara evidenza quale era la
mentalità che si era venuta a creare nel personale del reparto. La prima: dalla propensione “a non fermarsi mai
alla prima osteria”, ma di approfondire le problematiche,
lottando anche contro la norma, nacque un nuovo sistema di ispezione dei serbatoi combustibile di tutti gli aeromobili dell’AVES che si riverberò con effetto estremamente positivo anche su tutte le FF.AA. e i Corpi SepaIl Basco Azzurro - 5
cronaca
L’onorevole Tanassi passa in rivista lo schieramento
ingegnere, sempre del Corpo Tecnico della Motorizzazione, il Cap. Giuseppe Caleca, suo Vice Comandante. Il
nucleo diveniva, il 15 giugno 1976, il 4° Reparto Riparazione Aviazione Leggera dell’Esercito che, senza tema di
smentite, si impose con lo sviluppo armonico di temi legati a nuove visioni innovative della logistica e dell’informatica. Le due foto che offriamo all’attenzione dei
lettori riguardano gli eroici momenti iniziali del Nucleo
T.L. CH47. In baracche preesistenti, con raccogliticci
mobili di legno delle camerette Ufficiali e Sottufficiali, si
inizia a lavorare intensamente sulle problematiche logistiche e tecniche. In una foto si nota un giovanissimo
Cap. Caleca, in discussione con il personale Agusta distaccato a Viterbo a supporto del programma ed in prima
fila il suo scritturale Serg. Magg. Vettorel, mentre nell’altra è ripreso un embrione di Ufficio Rifornimenti nel
quale riconosco in piedi il Maresciallo Evangelista e seduti i Sergenti Maggiori Mereu e Diodato.
cronaca
rati dello Stato; il nuovo sistema instaurava l’ispezione
dei serbatoi da imbarcati impedendo la loro sostituzione
ogni 5 anni. Ciò comportò un risparmio di molti miliardi
di vecchie lire ogni anno con un recupero notevole dell’operatività… di tutti, ditte produttrici incluse!
La seconda: dopo il disastroso incidente di Mannheim in
cui perirono una trentina di militari statunitensi, per il difettoso funzionamento di una trasmissione posteriore,
Costarmaereo emise una prescrizione tecnica (CH 206)
che imponeva lo sbarco di tutte le trasmissioni anteriori,
posteriori e combinatrici per un loro controllo di 3° livello tecnico, fatto nelle officine del 4° RRALE. Ebbene,
nel giro di sei mesi il personale del reparto fu in grado di
ripristinare la completa efficienza della flotta, facendo
anche turni notturni e con un movimento forsennato di
più di un centinaio di trasmissioni. Il tutto fu reso possibile anche dai progressi fatti a livello informatico che
muoveva i primi decisivi passi, presso la nostra Sezione
Tecnica. L’attuale Luogotenente Zuccaccia, allora sergente appena arrivato al reparto, mi ha ricordato questo
evento che rimase evidentemente scolpito nella sua giovane mente come una magnifica espressione corale di lavorazione elicotteri, dai risvolti a quanto pare, aggiungo
io, eminentemente pedagogici.
E veniamo a quelle che ritengo essere le tre affermazioni
più importanti.
La costituzione del Gruppo Squadroni Elettronici (che si
affiancò al Gruppo Squadroni Riparazione Elicotteri, già
esistente in organico) portò il prestigioso team di Vittorio
Ansalone a risultati mai raggiunti e nemmeno sperati prima: dopo due o tre anni di attività di 3° livello tecnico, il
Gruppo raggiunse il magnifico traguardo di riparare
presso i propri laboratori tutto il materiale radio comunicazione e navigazione di tutti i reparti dell’AVES, con
una proiezione altissima verso la riparazione del materiale elettronico utilizzato (scatole di controllo, attuatori,
speed trim, alternatori, ecc. ecc.), soprattutto dai CH47C.
Fu dato un grandissimo impulso all’informatica che in
quegli anni faceva i primi passi. Cesare Rutili fu candidato alla frequenza di adeguati corsi sia civili che militari
e, debbo dire, che ripagò il Reparto con una magnifica e
capillare informatizzazione del suo sistema tecnico logistico. Il suo lavoro di informatizzazione del 2° L.T., unito a quello altrettanto meritevole riguardante il 1° L.T.
che Luigi Minissi aveva realizzato presso il 1° Raggruppamento Antares, permise di raggiungere traguardi molto apprezzati in campo nazionale. Grazie a questo brillante risultato il Comando Materiali ALE mi mise a dirigere il progetto di informatizzazione della logistica dell’ALE. Infine, nella seconda metà degli anni ottanta la
flotta fu potenziata con profonde modifiche in campo dinamico, elettronico e strutturale e con turbomotori che
erogavano ciascuno 1000 HP in più. Furono introdotte,
fra l’altro, le pale in fibra, sostituite le cinque trasmissioni e tutti gli alberi di sincronizzazione, portando il peso
6 - Il Basco Azzurro
Da­sinistra­in­piedi: Tech - Malachini - Leporatti - 2 insegnanti - Tamburrini - D'Afghanistan. Accosciati: Longo - Bianchi - Vico - De Rosa.
Foto fatta a Camp Darby (LI) nel 1971 durante la frequenza del corso di lingua
inglese propedeutico all'invio del personale negli USA per il corso sul CH47 C.
Leporatti riceve il Benvenuto a Fort Eustis (Virginia) dal Comandante della base Col. Jones.
Leporatti, D’Afghanistan, Bianchi e Vico ritratti insieme agli istruttori della “Transportation School” al termine del corso di manutenzione dei CH47C.
cronaca
massimo al decollo da 46.000 a 50.000 libbre.
Nel passaggio alla nuova versione si verificò una sfasatura nei programmi di potenziamento previsti. La Piaggio, incaricata della trasformazione dei turbomotori, terminò nei tempi programmati il progetto mentre l’Agusta
accusò un ritardo nella più complessa acquisizione o
modifica dei materiali dinamici, strutturali ed elettronici.
Le cose si misero molto male: si trattava in definitiva di
far funzionare i vecchi CH con una potenza erogata superiore di 2000 HP. Gli organi centrali interpellarono le
quattro ditte principali per una idonea soluzione, anche
se pro tempore. La risposta della Agusta/Boeing e della
Piaggio/ Lycoming fu che occorreva aspettare un paio di
anni per la qualificazione dei nuovi meccanismi di comando dei turbomotori, in quanto nel mondo non era
mai esistita la versione ibrida del “CH47C plus”, dalla
quale attingere materiali già qualificati. Questo fatto significava in definitiva che la flotta CH poteva sfruttare
per circa due anni soltanto il 15% della propria operatività, anche ricorrendo all’operazione estrema di bloccare
il piccolo resto del programma di trasformazione dei turbomotori. La raffinata professionalità acquisita dal personale del 4° Rep. RALE, da anni a contatto quotidiano
con il mastodonte dell’aria, risolse brillantemente il problema inventando un sistema di parzializzazione della
potenza erogata che riguardava sia la parte meccanica
che quella elettronica dei turbomotori.
Gli artefici furono il sottoscritto, da sei-sette anni Vice
Comandante e Capo Reparto Tecnico dell’unità, ed il più
brillante motorista che abbia mai conosciuto nell’AVES:
il Maresciallo Pompei, senza tacere il grande merito del
Gruppo Squadroni Elettronici al comando dell’impagabile Vittorio Ansalone. Una proposta di prescrizione tecnica, da me firmata, fu accettata in tempi molto ristretti
da Costarmaereo e… la flotta CH poté essere così impiegata per tutta la propria potenzialità!
La grande aviorimessa officina del 4° RRALE nella seconda metà
degli anni ottanta.
Gli Ufficiali del Reparto Tecnico a metà degli anni ottanta.
Da sinistra Canzano, Ansalone, Rapposelli, Dormino, Rutili, Padrin.
Il Basco Azzurro - 7
ROMA 7 NOVEMBRE 2012
cronaca
GIORNATA DELLE
ASSOCIAZIONI D’ARMA
Tenda Bresciani nel teatro operativo afgano. Mille metri quadri,
11 metri di altezza, riscaldata. Un vero gioiello per le manutenzioni campali del CH47.
Il raffinato passo avanti, poi, realizzato dal Reparto in
campo informatico, ci permise di gestire adeguatamente
il periodo abbastanza lungo e delicato della promiscuità
dei complessivi occorrenti per sostenere sia la nuova che
la vecchia flotta che a mano a mano veniva potenziata.
Mi si passi l’autoreferenzialità ma “pro bono veritatis”
ho inteso celebrare i 40 anni di questa portentosa macchina, raccontando particolari altrimenti passati nel dimenticatoio, anche perché a suo tempo non fu dato alcun
risalto “concreto” (a buon intenditore… poche parole)
alle eccezionali performances. A quel tempo non esisteva il progetto di “spending review” del Governo Italiano
e sembrava un fatto assolutamente normale creare maggiore efficienza, spendendo molti miliardi di lire in meno!
Quaranta anni di onesta attività stanno per passare, ma la
storia della flotta CH continua in maniera concreta ed
esaltante. Nel 2013 vedremo arrivare a Viterbo, con molta probabilità, il primo dei 16 CH47F il cui contratto, per
un ammontare di 900 milioni di Euro, fu firmato a Roma
il 13 maggio 2009. Evidentemente il lavoro egregio dell’AVES in questi anni ha meritato una risposta lusinghiera da parte delle Istituzioni. Non sarò più in prima persona a parlare di CH47, lascio il compito a chi lo gestirà
nel futuro auspicando che questa macchina sia sempre
amata e gestita come noi veterani abbiamo costantemente e tenacemente fatto. Rileggendo queste note mi accorgo che ho parlato solo dal punto di vista tecnico-logistico
e d’altra parte non potevo fare diversamente visto i miei
trascorsi lavorativi. Prima di chiuderle è giusto che io ricordi l’azione capillare, concreta e sempre puntuale dell’Ufficio Rifornimenti del reparto, retto per tanti anni da
un magnifico Angelo Aquilani; mi scusino gli altri non
menzionati, ma, come ho già detto, ci vorrebbe un libro!
Invito, inoltre, qualche volenteroso pilota di CH a completare questo excursus parlandoci della operatività di
questo elicottero. Il 10 febbraio 2013 il CH47 compirà
40 anni di vita; in ambiente ristretto lo abbiamo sempre
considerato “un buon padre di famiglia” che ha puntualmente ricambiato tutto il rispetto e l’affetto che gli abbiamo sempre donato.
8 - Il Basco Azzurro
I
n una splendida giornata di sole si è celebrata presso l’Ippodromo Militare “Pietro Giannattasio” di
Tor di Quinto, la Giornata delle Associazioni d’Arma che ha visto schierarsi e sfilare un migliaio di rappresentanti di tutte le Associazioni Militari convenute
da ogni parte d’Italia. L’ANAE era presente con una
rappresentanza di tutte le sue Sezioni, comprese quelle
del Nord e Sud d’Italia, con una cinquantina di Baschi
Azzurri che nello sfilamento finale si sono imposti all’attenzione del pubblico per la proprietà delle uniformi e l’assetto formale che contraddistingue sempre
questa particolare formazione. L’iniziativa, organizzata
da Assoarma e con il contributo delle 37 Associazioni,
è stata celebrata alla presenza del Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, del Sindaco di Roma e del
Presidente del Consiglio Nazionale Permanente delle
Associazioni d'Arma, Gen. C.A. (c.a.) Mario Buscami,
che hanno rivolto agli astanti discorsi consoni ed adeguati lumeggiando il ruolo odierno delle Associazioni
come trasmissione alle nuove leve di italiani dei valori
universali che hanno sempre animato il loro operare in
servizio.
Presente altresì il Capo di Stato Maggiore della Difesa
Biagio Abrate.
Un piacevolissimo carosello storico del 1° Reggimento
“Granatieri di Sardegna” ed una esibizione equestre
del Reggimento “Lancieri di Montebello” hanno concluso degnamente la manifestazione.
Nelle foto lo sfilamento dell’ANAE ed il Labaro Nazionale con i Marescialli Pascarella e Chiossi.
TRE GIORNI IN LIBANO CON I NOSTRI SOLDATI
cronaca
di Andrea Santarossa
G
iornate intense di visite, incontri e donazioni in
Libano presso il contingente italiano di UNIFIL
e ITALAIR da parte del Presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, del suo vice, Assessore Eligio Grizzo (già Aiutante degli Alpini), del
Col. Andrea Santarossa, Presidente della Sezione ANAE
“Rigel” di Casarsa, e dell'Addetto Stampa della Provincia, Dott. Alberto Parigi.
“Fondamentale il lavoro dei nostri soldati” ha affermato
Ciriani riferendosi in particolare ai soldati della Brigata
corazzata Ariete e agli equipaggi di volo della Task Force ITALAIR. La delegazione il 14 ottobre scorso è stata
accolta nella base UNIFIL di Shama, nel sud del Libano,
dal Gen.B. Gaetano Zauner, comandante dell'Ariete e, in
Teatro Operativo, comandante del Sector West e responsabile del Peace Keeping in tale area. Al comando del
Gen. Zauner, migliaia di uomini e donne di diversi paesi,
compresi anche militari coreani e del Brunei. Durante il
primo giorno, il Presidente Ciriani ha voluto consegnare
al Gen. Zauner la bandiera della Provincia che vuole rappresentare tutti i militari dell'Ariete. Significative le parole di Ciriani: “I nostri militari impegnati in questo Teatro, incarnano al meglio i sentimenti di patriottismo e di
legame con l'Italia e ne tengono alto il prestigio”.
Zauner ha ringraziato per la sensibilità dimostrata dalla
delegazione e la conseguente scelta di condivisione con i
soldati della nostra provincia, sottolineando che molti
militari dell'Ariete provengono dal sud dell'Italia, si innamorano della nostra provincia e scelgono di viverci e
metter su famiglia.
Il giorno 15 ottobre la delegazione ha reso visita al Comandante di UNIFIL, Gen.D. Paolo Serra, già comandante della Julia. Nei giorni successivi, presso il villaggio cristiano di Rhmace si è svolta la cerimonia di consegna, da parte della Provincia e dell'ANAE Rigel, di un
gruppo elettrogeno alla locale sezione della CRI allo
scopo di alimentare una piccola scuola. Si è anche visita-
ta la base di Al Mansouri, sede di ITALBATT 1, su base
32° Reggimento carri, comandato dal Colonnello Ferdinado Frigo. Particolarmente toccante e significativo l'incontro con il Presidente delle comunità cittadine di Tiro
(omologo di Ciriani), Sig. Abdel Al Husseini, figura carismatica e affezionatissima agli italiani. I due Presidenti
hanno ipotizzato possibili collaborazioni in campo economico e culturale. Non dimentichiamo che Tiro è ricca
di vestigia romane. Particolarmente emozionante per il
Col. Santarossa ritornare, dopo 30 anni, a ITALAIR e incontrare il Comandante, Ten.Col. Innecco, e i suoi equipaggi. Grande anche l'emozione nel rivedere l'antico barista della Task Force, il vecchio amico libanese Youssef.
Il giorno 16, prima di congedarsi dal contingente per recarsi, durante un normale trasporto di truppe, scortati ed
equipaggiati con elmetto e giubbetto antiproiettile, all'Aeroporto di Beirut per l'imbarco su un KC 767 della
nostra Aeronautica Militare, il Presidente Ciriani ha voluto, ancora una volta, esternare il saluto di tutto il consiglio provinciale pordenonese. Dal canto suo, il Gen.
Zauner ha sottolineato che i nostri militari hanno apprezzato la visita pordenonese per l'affetto e l'attenzione dimostrate per il capillare lavoro che portano avanti i militari italiani. La visita di Ciriani e della sua delegazione,
ha proseguito Zauner, è stata una iniziativa coraggiosa e
il segno della reciproca stima tra le istituzioni locali del
pordenonese e i militari del nostro territorio.
Il Basco Azzurro - 9
cronaca
L’AVES IN ANTARTIDE
Abbiamo chiesto al Tenente Colonnello Malaguti qualche informazione su questa
nuova avventura di personale dell’AVES in Antartide (Stazione antartica Mario
Zucchelli a Terranova Bay). Ci sembra interessante pubblicare la sua mail di risposta
con la foto che lo ritrae insieme al Maggiore Pagnanelli. Inoltre il Ten. col. Malaguti
ci ha fatto pervenire la breve nota sulle sensazioni/emozioni provate a 74° di
latitudine Sud che volentieri proponiamo, subito dopo la mail, ai nostri lettori!
Buongiorno,
felice di sentirvi anche qui, praticamente alla fine (o all'inizio secondo i punti di vista), del
mondo. Ecco i nostri dati come richiesto:
- Ten.Col. f. (AVES) rs POA Roberto Malaguti 28º Gruppo Squadroni AVES "TUCANO".
Giunto a baia Terranova il 15 ottobre 2012 di previsto rientro il 20 novembre 2012;
- Magg. c. (AVES) rs POE Bruno Pagnanelli Comando Aviazione Esercito Ufficio Sicurezza volo e legale.
Giunto a Baia Terranova il 23 ottobre 2012 e di previsto rientro il 4 febbraio 2013.
Il terzo basco blu sarà il Cap. c. (AVES ) rs POE Stefano Zalla 5º Reggimento AVES “RIGEL”, il cui previsto arrivo in Antartide è per il 20 novembre 2012 e il rientro è per il 6 febbraio 2013.
Il totale del personale impegnato presso la base è piuttosto variabile e dipende dai periodi di attività, la media è intorno alle 100 unità, di esse il personale militare, invece, è più stabile ed assommerà per quasi tutta la durata della missione a 16 unità così ripartite: 6 ufficiali (4 EI e 2 AM) e 10 SU (7 EI e 3 MM).
Se avete bisogno di ulteriori informazioni siamo a Vostra disposizione.
Un caloroso (visto da dove parte) saluto a tutti Voi!
Emozioni di
un Basco
Azzurro in
Antartide
R
itornare indietro di una vita,
tornare indietro per un solo
attimo, per poter riprovare le
emozioni di allora. Se mai fosse possibile, in quale posto si potrebbe fare
se non qui. Dove il “qui” è un punto
impercettibile sopra un’infinità di
ghiaccio, fra montagne nere come
l'inferno ed un mare immobile, cristallizzato nei mille colori della sua
enormità.
Dove la destinazione vuol dire tornare alla paura ed alle speranze di una
selezione che sembrava impossibile,
10 - Il Basco Azzurro
in un tempo in cui tremava la voce
al solo pensiero di poter volare.
Tornare alla gioia pura del primo
giorno di corso, tra orgoglio e terrore
di non essere all'altezza. Tornare a rivedere i volti da ragazzi dei compagni di corso, alla luce dei capelli, pochi e bianchi, e delle rughe che la vita ci ha generosamente donato.
Poi quel momento in cui un’aquila
d'oro ci è stata appuntata, per la vita,
sulla giacca e le lacrime di mio padre nel regalarmi il basco azzurro.
Lacrime più calde le mie ora che lui
se ne è andato, ora che non posso
più condividere con lui l'orgoglio e
la felicità di essere qui e di cui, oggi
che ricorre il primo anno, non posso
non ricordarne la figura.
Quanta vita sotto quelle ali, sotto
quel basco, invidiato e ricercato, criticato ed ambito, ammirato sempre e
sempre amato. Dalle foci dello Zambesi, alle montagne della Bosnia, dal
polveroso Kosovo al torrido Afghanistan, fino a qui, fino alla fine del
mondo. Quante volte lo abbiamo
sentito dire, fino alla fine del mondo...
Da non crederci, sono arrivato alla
fine del mondo, ed il mio sguardo si
perde nel bianco abbagliante del mare gelato della baia di Terranova. Un
nome, una speranza, forse.
Nell'ultimo posto dove possa sventolare una bandiera, in un posto sognato da bambino sui libri dei grandi
esploratori, con un profondo ed inconfessabile senso di sconforto, nel
pensare che quella eroica stagione
era finita per sempre ed io, nato troppo tardi, non ne avevo potuto respirare l'aria. Un sogno cresciuto ad occhi aperti, ogni volta che fissavo una
carta geografica, ogni volta che sulle
pagine di un atlante scrivevo con la
fantasia le storie più incredibili che
si potessero immaginare.
DON ANGELO MASSI
VIterbo 7 ottobre 2012
Bruno Pagnanelli e Roberto Malaguti (seduto)
Poi quasi all'improvviso la porta delle meraviglie che si
apre, ed il sogno che diventa realtà, nel modo più bello.
Tutto quello che hai fatto fino ad oggi si rivela, e ti dice
che puoi essere la persona giusta, e allora ti lancia la corda e parti toccando tutti i posti che avevi solo sognato,
Hong Kong, Sidney, la verdissima Nuova Zelanda.
Tutto di seguito senza darti il tempo di realizzare che sei
dalla parte opposta del tuo mondo, e che non è ancora finita, un altro salto e sei alla fine, alla fine del mondo.
Scendi da un aereo e ti assale la luce più splendente che
potevi immaginare, in un attimo, senza darti tempo di respirare ti prende il freddo più tagliente che hai mai provato, al centro dello spazio più grande che hai mai dovuto affrontare. Qui la maestosità della natura ha ancora un
significato assoluto.
Onore a coloro che soli e senza pensarci hanno osato sfidarla, su gusci di noce o a piedi, senza certezze, con l'unico supporto di una fede incrollabile nelle loro capacità,
nella loro caparbietà.
A noi, generazione digitale, non resta che ammirare basiti, stringere i nostri touch screen e darsi da fare per trasmettere alla prossima quanto di quella generazione è rimasto. A noi non resta che vivere le nostre emozioni,
quelle meravigliose, quelle che giustificano una vita di
sacrifici imposti anche a chi ci ama, a chi con noi condivide la solitudine e quel particolare nodo in gola.
Quel nodo in gola che ti prende, quando indossi ancora il
basco azzurro sotto il sole di 74º di latitudine sud, quando abbracci i tuoi cari la mattina di un’altra partenza,
quando il Tricolore sale verso un altro cielo, quando sai
di aver calpestato tutti e sei i continenti, quando pensi di
aver visto tanto, e tanto ancora vorresti vedere. Quando
senti di fare un buon lavoro per gli altri, per il tuo Paese,
per quel basco azzurro che una volta calzato non esce
più dal tuo cuore e dalla tua anima e anche se non lo indossi, sai di averlo sempre in testa.
Roberto Malaguti
D
opo 21 anni ha lasciato il ministero pastorale
della Parrocchia Basilica Santuario di Santa
Maria della Quercia al nuovo parroco, Don
Massimiliano Balsi. Il rito dell’inizio del ministero pastorale del nuovo parroco è stato presieduto da sua Eccellenza il Mons. Lino Fumagalli, Arcivescovo di Viterbo. Don Angelo era stato Cappellano del CAALE e
dell’AVES per ben 18 anni dal 1976 al 1984 e continuerà ad essere “Socio Attivo” dell’ANAE in quanto
iscritto da sempre alla Sezione “Muscarà” di Viterbo.
Quante riunioni dell’ANAE si sono svolte nella bella
sala parrocchiale che ha sempre messa a nostra disposizione!
Ricordiamo tutti il servizio attento, sensibile ed evangelico nei nostri confronti e nei riguardi delle nostre
famiglie e lo vogliamo ringraziare per il suo ministero
che ha sparso pace e bene a iosa, seminando e curando
“alberi” divenuti rigogliosi e pieni di magnifici frutti.
Le due foto che proponiamo lo ritraggono il giorno
della “consegna” nelle mani del nuovo parroco della
sua prestigiosa Parrocchia e in una foto di repertorio
che lo vede, in divisa di Ufficiale dell’AVES e Cappellano, nell’aeroporto di Beirut insieme all’equipaggio di un C130 dell’AM ed ad altri personaggi AVES
fra i quali riconosciamo Leporatti, Bonvicini, Raggi,
Hofer (sicuramente non individuo altri). Il suo ministero di Cappellano è stato a suo tempo a tutto tondo!
Vincenzo Rapposelli
Il Basco Azzurro - 11
cronaca
CAPPELLANO DELL’AVES DAL 1976 AL 1984
cronaca
16° ANNIVERSARIO COSTITUZIONE
2° REGGIMENTO AVIAZIONE
DELL’ESERCITO “SIRIO”
I
l 3 ottobre, alla presenza del Prefetto di Catanzaro
dott. Reppucci Antonio, del Presidente della Provincia di Catanzaro dott.ssa Wanda Ferro, del Sindaco
di Lamezia Terme prof. Gianni Speranza, del Procuratore della Repubblica dott. Domenico Prestinenzi, del Comandante regionale G.d.F. Gen. Div. Michele Calandro e
del Comandante della Regione Carabinieri Gen.B. Adelmo Lusi, della Signora Emanuela Calò (figlia della Medaglia d’Oro al Valor Militare “Alla Memoria” Col. Carmine Calò cui è intitolata la caserma), si è celebrato il
16° anniversario della costituzione del 2° Reggimento
Aviazione dell’Esercito “SIRIO”.
Il Reparto di volo dell’Esercito Italiano, unico nell’Italia
meridionale, fu fondato il 3 ottobre 1996 nella base di
Lamezia Terme (CZ), nel quadro della ristrutturazione
della Forza Armata. Dopo aver inglobato, nel corso della
fase iniziale, i Gruppi di volo di stanza a Catania, Pontecagnano e Cagliari, attualmente il Reggimento si compone di un Gruppo, il 30° “PEGASO”, la cui linea di volo
è composta da elicotteri AB 212 e AB 412.
Oltre agli innumerevoli contesti, sia nazionali che internazionali, in cui il Reggimento è stato impiegato in questi sedici anni, in particolare numerosi concorsi in favore
del Dipartimento della Protezione Civile e la missione
nei Balcani (2000/2004), dal 2008 gli uomini e le donne
del “SIRIO” sono impegnati nella missione “LEONTE
2” in Libano. In occasione della cerimonia, ricca di significato, è stata deposta dal Comandante una corona dinanzi al nuovo monumento ai Caduti del Reggimento,
12 - Il Basco Azzurro
cui sono stati resi gli onori militari; quei nomi incisi su
una pietra, sono i nostri colleghi, i nostri amici che vivono nei nostri ricordi. Essere accolti, entrando in caserma,
dai loro nomi tra le ali di un L-21 ed un AB 206, aeromobili su cui loro e noi abbiamo volato, è un po’ come
averli tra noi… Anche se molto si è trasformato, ha sottolineato il Comandante nella sua allocuzione, è importante riconoscere che ci sono pietre miliari nella nostra
solida base che non cambieranno mai e questi sono i valori intrinseci della nostra organizzazione: dovere, onore,
coraggio, integrità, lealtà, rispetto della persona e altruismo. Valori che rendono la nostra professione unica.
Testimone di questa tradizione e continuità è la Sezione
Simone Cola dell’Associazione Nazionale Aviazione
dell’Esercito, che è intervenuta nella cerimonia. I nostri
baschi azzurri hanno gli occhi espressivi, di un vissuto
indelebile nel tempo, pionieri dell’aria sulle prime macchine volanti, che diedero forza, espressione e concretezza al più grande sogno dell’uomo, quello di volare. E ritornano alla mente i sentimenti di allora: la determinazione, la tensione emotiva, la salda convinzione, le
aspettative, la sfida e l’intesa, lo spirito di corpo.
Continuità e cambiamento: con queste due semplici ma
complesse parole si dipinge oggi questo mondo complesso, fatto di risorse umane di alta professionalità e di
tecnologie sempre più sofisticate, di operatività delicata
in un ambiente vasto e mutevole che è connubio tra terra
ed aria. La terza dimensione, elemento in cui la specialità si misura quotidianamente, che si impegna a rinno-
è
varsi adeguandosi all’evoluzione dei
tempi, sia nell’organizzazione, nella
struttura ma soprattutto negli uomini.
Tutto ciò con una mentalità aperta al
nuovo, pronta a rivedere i propri obiettivi e le strade più adatte a raggiungerli,
mantenendo, nella continuità, i riferimenti solidi, le basi che l’hanno sempre
caratterizzata.
L’impegno degli uomini e delle donne
del “SIRIO” nel corso di questi 16 anni,
sia in Patria, al fianco delle altre Forze
Armate, Forze dell’Ordine e Corpi dello Stato, sia all’Estero ha fatto si che il
reparto si è inserito in questa bella terra,
divenendone orgogliosamente parte integrante, al servizio della popolazione.
In ultimo, ma di eguale importanza, l’estensione di questo sentimento di riconoscenza anche a coloro che vivono in
azzurro “dietro le quinte”, ai familiari,
ai parenti, agli amici, perché questa sia
anche la loro festa e perché, nell’essere
partecipi, possano sentirsi importanti
per il sostegno tanto prezioso che danno, soprattutto nei momenti di maggiore impegno e lontananza dagli affetti.
Grazie di essere con noi
passato un altro anno. Ci siamo ritrovati questo fine settimana,
ancora una volta da quando, dopo aver commemorato il venticinquennale ed il quarantennale dell’inizio della nostra avventura quali Piloti Osservatori dell’A.L.E., abbiamo deciso di ritrovarci
ogni anno a Settembre anche in compagnia delle nostre mogli, un
po’ per rivangare i nostri ricordi aviatori, un po’ per la gioia di ritrovarci, un po’, perché no, per esorcizzare il passare del tempo e darci la
possibilità di contarci e vederci tutti presenti in buona salute.
E così nel 2005 a Viterbo, nel 2009 a Firenze, nel 2010 a Pisa, nel 2011
a Padova e quest’anno a Bologna, con la collaborazione e la buona volontà ogni volta di un collega diverso, abbiamo passato un
week end veramente indimenticabile.
Quest’anno è toccato al nostro amico Gabriele, che con ottimo fiuto è riuscito a metterci a nostro agio nella splendida città Emiliana,
fornendoci un programma agile e simpatico che ci ha visti il sabato
turisti interessati al seguito di un’esperta guida alla scoperta veloce
delle meraviglie di Bologna e la domenica in visita al 2° Rgt. di Sostegno “Orione” (per noi sempre 2° RRALE) per scoprire le ultime novità
delle nuove macchine e per partecipare ad una coinvolgente e
sentita S. Messa, in cui sono stati commemorati i sei colleghi che sono
andati avanti. Il tutto, naturalmente, intervallato da un’ottima esperienza della cucina emiliana. Sembra poco? Forse si, ma vi assicuro
che è stato importante: ricordare le nostre esperienze, i nostri timori,
le nostre speranze, i nostri aneddoti più strani, le nostre simpatie, le
nostre antipatie, tutta una nostra vita vissuta in un anelito unico verso
il volo, verso la soddisfazione di essere stati tutti insieme e di esserci
conosciuti e, perché no, voluti bene. Ed in questa bellezza non può
logicamente mancare il ricordo di tutti i 25 piloti che hanno terminato il corso, proprio di tutti: dei 5 che sono passati nella nostra compagnia di bandiera, dei 6 che ci hanno abbandonati, degli assenti per
motivi più diversi, ma comunque moralmente presenti. Ed il prossimo
anno? Il prossimo, già lo sappiamo, sarà a Viterbo. Perché anche il
prossimo? Ve lo dico io che faccio da segretario e con computer e
telefono ho il compito di raccogliere le adesioni. Perché ci saranno
dei dubbi sulla possibilità di partecipazione a causa di problemi di salute e/o familiari, ci sarà il desiderio di restare a casa senza cercare i
disagi di un pur piccolo viaggio, ma, vi assicuro, in tutti i miei contatti
di questi ultimi 5 anni ho sempre sentito nelle voci dei miei colleghi il
desiderio di esserci, il desiderio di convivere queste piccole esperienze sui ricordi del passato, il desiderio di ritrovare in questi nostri raduni
la gioia e la soddisfazione di risentire quella giovinezza che la nostra
esperienza nell’A.L.E. ci ha sempre donato. Allora, amici, a Settembre del prossimo anno.
Gerardo De Grado
Il Basco Azzurro - 13
cronaca
23°­CORSO­PILOTI­OSSERVATORI
IL­PIACERE­DI­RITROVARSI
cambio­comandanti
Zinno consegna
nelle mani di Durante
lo Stendardo da
Combattimento del
3° Reggimento “Aquila”
28 settembre 2012
P
resso l’aeroporto A. Locatelli di Orio al Serio è
avvenuta la cerimonia del cambio del Comandante del 3° Reggimento di Sostegno “Aquila”. Lo
Stendardo da Combattimento è passato solennemente
dalle mani del Col. Stefano Zinno a quelle del neo Comandante Col. Daniele Durante.
L’autorità rassegnatrice era rappresentata dal Comandante del neo Comando Sostegno Aviazione Esercito che ha
perso la denominazione di “Nucleo Iniziale di Formazione” quattro giorni fa, il 24 settembre 2012. Il Gen.B.
Fortunato Di Marzio ha, come noto, alle dipendenze i
quattro Reggimenti di Sostegno AVES di stanza a Bracciano, Bologna, Viterbo ed Orio al Serio. La banda della
Brigata Aeromobile “Friuli” ha punteggiato con i suoi
potenti ed intonati contrappunti musicali i momenti salienti della cerimonia.
Le massime autorità civili e militari di Bergamo e Provincia non hanno fatto mancare la propria presenza a testimonianza della qualificata e riconosciuta eccellente at-
tività del Reggimento e dell’affetto che i bergamaschi dimostrano all’unica compagine AVES della Lombardia.
Per l’ANAE erano presenti oltre ad una nutrita rappresentanza dei Soci della locale Sezione MOVM “F. Ramacci” con in testa il loro Presidente, Gen. Taviani, il
Presidente dell’ANAE ed il Segretario Generale, Generali Lattanzio e Casamassima.
Brevi note sul Col. Stefano Zinno
Nato a Napoli il 26 marzo 1963. Proveniente da 163° Corso Accademia di Modena, inizia la propria carriera come Ufficiale dell’Arma Trasporti e Materiali. Nell’89-90 frequenta il corso per Ufficiali Tecnici Elettronici dell’Aviazione Esercito. Ha
partecipato a varie missioni in teatri operativi esteri dal 1999 al 2001.
Dal 2002 al 2005 è stato responsabile per i sistemi di missione dell’elicottero NH90 Versione Esercito Italiano nella NAHEMA
ad Aix en Provence. Ha comandato il Reparto Sostegno del 1° Reggimento Sostegno AVES “IDRA” in Bracciano (Roma) dal 2005 al 2007. Successivamente dal 2007 al 2010 ha ricoperto diversi incarichi presso il Comando di Corpo d’Armata di Reazione Rapida della NATO in Solbiate Olona (VA). E’ laureato in Tecnologie industriali applicate. Lascia l’incarico di Comandante del 3° Reggimento Sostegno Aviazione Esercito “AQUILA” per assumere l’incarico di Comandante
del Centro Documentale di Brescia.
Brevi note sul Col. Daniele Durante
Il Col. Daniele Durante è nato a Verona il 15 agosto 1964. Nel 1983 è entrato all’Accademia Militare di Modena con il
165° Corso “Fierezza”. Nominato Sottotenente dell'Arma TRAMAT nel 1985, ha frequentato il biennio di Applicazione. Ha
frequentato il 17° Corso per Ufficiali specialisti dell'Aviazione dell'Esercito conseguendo il brevetto di “Specialista di aerei
leggeri” e di “Specialista di elicotteri”.
Nel 2001 ha frequentato il 127º corso di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra e, di seguito, il 2° Corso Pluritematico
presso la Scuola di Applicazione. Ha frequentato il 6° Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze nell’anno accademico 2003-2004. Dopo la nomina a Tenente Colonnello ha comandato il Reparto Sostegno del 4° Reggimento di sostegno
AVES “Scorpione” dal settembre 2005 al settembre 2007.
Trasferito al Comando Forze Operative Terrestri di Verona, nei 5 anni di permanenza ha svolto servizio di Stato Maggiore
quale “Capo Sezione esercitazioni e poligoni”, “Capo Sezione pianificazione addestrativa e studi” ed, infine, Capo Sezione pianificazione logistica e trasporti. E' laureato in “Tecnologie industriali applicate” ed in “Scienze Internazionali e Diplomatiche”. Nel 2002 ha conseguito il Master di secondo livello in “Scienze strategiche” e nel 2004 quello in “Studi Internazionali strategico-militari”.
14 - Il Basco Azzurro
cambio­comandanti
Lo Stendardo di
“Orione” passa dalle
mani di Benvenuto
a quelle di Orsolini
26 ottobre 2012
P
resso l’aeroporto “G. Marconi” di Bologna ha
avuto luogo il cambio del Comandante del 2°
Reggimento Sostegno Aviazione dell’Esercito
“Orione”. Il Col. Giuseppe Benvenuto ha lasciato il comando del Reggimento dopo 44 mesi durante i quali il
personale del reparto ha fornito il supporto tecnico-logistico a favore dell’Unità di volo impegnata nell’ambito
della missione ISAF in Afghanistan: in particolare ha curato l’immissione in teatro operativo del nuovo elicottero
da trasporto tattico NH90. In virtù della sua esperienza
l’ufficiale è stato assegnato ad un prestigioso incarico
presso il Comando Logistico dell’Esercito. Il subentrante, Col. Guido Orsolini, proviene dal IV Reparto Logistico dello Stato Maggiore dell’Esercito ed ha maturato varie esperienze presso le Unità operative ed i Comandi di
vertice. Alla cerimonia, ha presenziato il Gen.B. Fortunato Mario Teodoro di Marzio, Comandante del Sostegno Aviazione dell’Esercito, unitamente alle principali
autorità civili e religiose locali.
Brevi note sul Col. Guido Orsolini
Il Col. Guido Orsolini è nato a Montalto delle Marche (Ascoli Piceno) il 26 luglio 1967. Nel 1987 è entrato all’Accademia
Militare di Modena con il 169° Corso “Orgoglio”. Nominato Sottotenente dell'Arma del Genio nel 1989, ha frequentato il
biennio di Applicazione. Ha frequentato il 22° Corso per Ufficiali specialisti dell'Aviazione dell'Esercito conseguendo il brevetto di “Specialista di aerei leggeri” e di “Specialista di elicotteri”. Nel 2002 ha frequentato il 128º corso di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra e, di seguito, il 3° Corso Pluritematico presso la Scuola di Applicazione. Ha frequentato il 7°
Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze nell’anno accademico 2004-2005. Dal giugno 2005 è stato assegnato allo
Stato Maggiore dell’Esercito - IV Reparto Logistico dove ha ricoperto l'incarico di “Ufficiale addetto alla Direzione Programma NH90”. Ha comandato il Reparto Sostegno del 2° Reggimento di sostegno AVES “Orione” dal luglio 2008 al settembre 2009. Il 1 luglio 2012 è stato promosso al grado di Colonnello. E' laureato in Ingegneria Civile ed ha conseguito
l’abilitazione all’esercizio della professione di Ingegnere presso l’Università degli Studi del Politecnico di Torino. Nel 2002
ha conseguito il Master di secondo livello in “Scienze strategiche” e nel 2005 quello in “Studi Internazionali strategico-militari”.
Brevi note sul Col. Giuseppe Benvenuto
Il Col. Giuseppe Benvenuto è nato a Lecce il 13 febbraio 1962. Ha frequentato il 162° Corso dell'Accademia Militare di
Modena e la Scuola di Applicazione. Nominato Ufficiale nell’Arma TRAMAT ha ricoperto diversi incarichi di Comando
presso il Battaglione Logistico Paracadutisti “Folgore” ed il 1° Reggimento Sostegno AVES “Idra”. E' stato impiegato dal
1996 al 1999 quale Ufficiale Addetto alla Sezione AVES dello SME - Ufficio Mobilità Tattica e successivamente al termine
del 2° Corso Superiore Stati Maggiori Interforze, dal 2000 al 2003 quale Ufficiale Addetto dello SME - Direzione Programma NH90. Ha comandato il Reparto Sostegno del 1° Reggimento Sostegno AVES “Idra” (2003-2005). Dal 9 settembre
2005 al 26 gennaio 2009 ha ricoperto l’incarico di Direttore del Programma NH90 presso lo SME. Il 6 febbraio 2009 ha assunto l’incarico di Comandante del 2° Reggimento Sostegno Aviazione Esercito “ORIONE” che lascia il 25 ottobre 2012
per assumere l’incarico di Capo Ufficio Armamento presso il Comando Logistico dell'Esercito. Ha conseguito la Laurea in
Tecnologie Industriali Applicate presso l’Università “La Sapienza” di Roma, la Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Trieste, due Master di secondo livello in Studi Europei ed Internazionali.
Il Basco Azzurro - 15
teatri­operativi
LA “FRIULI” IN LIBANO
FABRIZIO­SALVATORE­BARONE­
bologna 12 ottobre 2012
I
l Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, ha
salutato questa mattina a Bologna i militari
della Brigata aeromobile “Friuli” che assumerà,
in Libano, la responsabilità del Settore Ovest di
UNIFIL (United Nation Interim Force In Lebanon), nell’ambito dell’operazione “Leonte 13”.
Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, dopo
aver rivolto un doveroso pensiero ai Caduti e feriti in operazione, ha ringraziato le autorità civili
intervenute, la cui presenza, ha sottolineato il
Gen. Graziano, testimonia il forte legame tra le
Istituzioni e l’Esercito.
Già Comandante della missione UNIFIL dal
2007 al 2010, il Gen. Graziano, rivolgendosi
al Gen. Antonio Bettelli e a tutti gli uomini e donne della Brigata aeromobile “Friuli” ha detto: “Il
ruolo che vi attende non è dei più semplici, il Sud
del Libano è un’area estremamente delicata in cui
UNIFIL sta garantendo il mantenimento del cessate il fuoco tra Libano ed Israele contribuendo
così, in collaborazione con le Forze Armate libanesi, al mantenimento della pace e più in generale
alla stabilità del Paese”.
Presenti alla cerimonia il Gen. Roberto Bernardini, Comandante delle Forze Operative Terrestri, e
il Prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia.
Il Gen. Graziano ha poi consegnato la Medaglia
di Bronzo al Valore dell’Esercito al Col. Fabrizio
Salvatore Barone, Comandante nel 2009 della Task Force dell’Aviazione Esercito, nell’ambito dell’operazione ISAF, e al Col. Giuseppe Potenza,
che ha comandato nel 2010 la Task Force “Fenice” in Afghanistan. Sono circa 1100, attualmente,
i militari italiani della Joint Task Force Lebanon,
su un totale di oltre 12.000 provenienti da 35 Paesi. L’operazione “Leonte 13” (dal nome del fiume
libanese che attraversa quei territori) è la settima
missione all’estero condotta della Brigata aeromobile “Friuli” dopo Albania nel 1997, Bosnia
nel 1998, Kosovo nel 2000, Iraq nel 2004, Afghanistan nel 2008 e Libano 2009.
Buon lavoro… Friuli!
16 - Il Basco Azzurro
Decorato con la Medaglia di
Bronzo al Valor dell’Esercito.
Pilota dell’AVES nato a Bivona il
19 aprile 1965
azIone del 10 noVembre 2009 a marI CHaq (afgHanIstan)
“Brillante Comandante della Task Force dell’Aviazione dell’Esercito
nell’ambito dell’operazione ISAF, in occasione di aspri scontri con gli
insorti presso un posto di controllo, conduceva personalmente, con
spiccato coraggio e singolare perizia, una rischiosa operazione. Atterrando all’interno della zona di contatto, faceva sbarcare un plotone aeromobile mettendo in sicurezza le unità della coalizione alleata. Successivamente, nonostante la violenta reazione avversaria, ripiegava il
dispositivo esfiltrando l’unità intervenuta e il personale del posto di
controllo, concludendo con successo l’operazione. Ufficiale superiore
di assoluto valore, contribuiva a dare lustro alla Forza Armata e ad accrescerne il prestigio in ambito internazionale”.
Roma 21 maggio 2012
F.to Il Direttore Generale D.G.P.M.
Gen. C.A. Francesco Tarricone
GIUSEPPE POTENZA
Decorato con la Medaglia di
Bronzo al Valor dell’Esercito
Pilota dell’AVES, nato a
Foligno il 17 febbraio 1966
azIone del 25 marzo 2010 a Herat (afgHanIstan)
“Pilota di elicottero e Comandante del gruppo di volo della Task Force
“Fenice” nell’ambito dell’operazione ISAF, riceveva il compito di decollare per supportare un posto di controllo della polizia nazionale afgana sotto attacco degli insorti. Giunto all’obiettivo, sebbene investito
da fuoco nemico, reagiva con spiccato coraggio e, dopo quasi un’ora
di combattimento, neutralizzava la minaccia garantendo la tenuta della
posizione. Chiarissimo esempio di Comandante, contribuiva ad accrescere il prestigio dell’Esercito nel contesto intenazionale”.
Roma 21 maggio 2012
F.to Il Direttore Generale D.G.P.M.
Gen. C.A. Francesco Tarricone
CAMBIO AD ITALAIR
teatri­operativi
LA BRIGATA “FRIULI”
SOSTITUISCE “ARIETE “
lIbano 9 ottobre 2012
sHama (lIbano del sud) 13 noVembre 2012
P
resso la base “Millevoi” a Shama nel Libano del Sud ha avuto luogo il passaggio di responsabilità alla guida del Contingente italiano
e del Settore Ovest di UNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon). Ad avvicendarsi: la 132ª Brigata corazzata “Ariete”, comandata
dal Gen. Gaetano Zauner, sostituita dalla Brigata aeromobile “Friuli”, comandata dal Gen. Antonio Bettelli. Alla cerimonia per l’assunzione della
responsabilità della “Brigata di Bologna” hanno partecipato il Sottosegretario alla Difesa, Gianluigi Magri, bolognese di nascita, giunto a Shama
con il Comandante del Comando Operativo Interforze, Generale di Corpo
d’Armata Marco Bertolini e l’Ambasciatore italiano in Libano Giuseppe
Morabito. Nel corso del suo discorso il rappresentante del Governo italiano ha posto l’accento sul significato e sull’importanza che il Paese attribuisce alla missione in Libano, ricordando i risultati del lavoro svolto dai
militari italiani e riconoscendo i meriti del contingente nazionale. Il passaggio di responsabilità del Comando del Settore Ovest è stato presieduto
dal Comandante di UNIFIL, il Gen.D. Paolo Serra, ed è stato salutato da
numerose autorità civili, religiose e militari libanesi e folte rappresentanze
dei diversi contingenti di UNIFIL. Durante gli ultimi sei mesi, il Contingente multinazionale del Settore Ovest guidato dal Gen. Zauner, composto
da circa 1100 soldati italiani e da ulteriori 2300 militari provenienti da
Ghana, Corea del sud, Malesia, Irlanda, Finlandia, Slovenia e Brunei, ha
operato in stretto coordinamento con le Forze Armate Libanesi per garantire sicurezza e stabilità nel Sud del Libano.
Le attività condotte giornalmente dall’Ariete hanno garantito il controllo
del territorio, attraverso circa 500.000 km di pattuglie condotte in diverse
configurazioni, molte delle quali congiunte con le forze armate libanesi,
altre connesse al blue line marking project hanno riguardato lo sminamento di ben 4 corridoi lungo la blue line nei quali sono state trovate e distrutte 51 mine antiuomo e 5 anticarro; inoltre, attraverso la realizzazione di
progetti di cooperazione civile e militare di vario genere, i corazzati dell’Ariete hanno concorso al miglioramento delle condizioni di vita della
popolazione locale ed al supporto allo sviluppo dell’area, intrattenendo
continue e proficue relazioni con tutte le autorità civili e religiose del sud e
favorendo il dialogo interconfessionale.
Per i militari della Brigata Friuli si tratta di un ritorno nella “Terra dei Cedri”, ove permarranno nei prossimi sei mesi continuando l’opera iniziata
nell’agosto 2006 dai contingenti italiani.
I
l Ten. Col. Andrea Cercolani ha
ceduto il comando di ITALAIR,
unità storica di UNIFIL (United
Nations Interim Force in Lebanon), al
Ten. Col. Giuliano Innecco. La cerimonia militare, seguita al conferimento al personale italiano della medaglia
ONU, si è svolta presso il comando di
ITALAIR alla presenza del Force
Commander e Capo della missione
UNIFIL, Gen. D. Paolo Serra, del Comandante del contingente italiano e
del Settore Ovest di UNIFIL, Gen.B.
Gaetano Zauner, del Comandante del
contingente nazionale di Naqoura,
Col. Giacomo Lipari, e di numerose
autorità civili e militari del sud del Libano. Il Gen. Serra, nel corso della cerimonia, dopo aver ricordato i Caduti
di ITALAIR che nel 1997 persero la
vita nell’adempimento della missione
sui cieli del Libano, ha definito la medaglia ONU un segno di meritato riconoscimento all’eccellente contributo per la pace in Libano, ha sottolineato come “dal 1979 i nostri elicotteri di
ITALAIR svolgono costantemente un
ruolo importante nella condotta delle
operazioni di UNIFIL”. Nei sei mesi
di missione, ITALAIR ha effettuato
oltre 400 ore di volo e otto attività di
evacuazione sanitaria a favore dei caschi blu di UNIFIL.
ITALAIR opera da 33 anni con attività di ricognizione, trasporto medico,
ricerca e soccorso, supporto logistico.
La componente interforze di UNIFIL
della terza dimensione è composta da
una task force di elicotteri AB212 dell’Aviazione dell’Esercito italiano, su
base 2° reggimento “Sirio” nonché da
equipaggi di volo dell’Aeronautica e
della Marina militare Italiana
Il Basco Azzurro - 17
attualità
LIBANO
NOTIZIE DALLA BRIGATA AEROMOBILE “FRIULI”
La Brigata aeromobile “Friuli” con proprio personale tratto dal
reggimento Savoia Cavalleria di Grosseto e dal 66° Reggimento
con sede a Forlì è giunta in Libano per assumere il 13 novembre 2012
la guida del Settore Ovest
beIrut 12 noVembre 2012
O
ltre 33000 persone hanno preso parte ieri alle diverse gare inserite nella “Blom Beirut Marathon”. Una nutrita rappresentanza di oltre 500
caschi blu della missione UNIFIL provenienti da 20 nazioni, di cui 111 militari italiani, ha partecipato all’evento che rientra nell’ambito delle principali manifestazioni
sportive libanesi. La regina delle competizioni podistiche, la maratona da 42 chilometri, è partita alle 07.00 dopo l’inno nazionale libanese ed il tradizionale colpo di
pistola a salve. Il primo classificato in assoluto, l’etiope
Kadir Pecaro, ha attraversato il traguardo dopo 2 ore e
12 minuti. Per i militari Italiani significativo il tempo di
3 ore e 58 minuti del Basco Azzurro, Gen. Antonio Bettelli, a breve prossimo Comandante della missione
“Leonte 13”. La gara si è svolta in una cornice festosa di
pubblico a testimonianza dell’universalità di quei valori
che lo sport si prefigge: amicizia, fratellanza tra i popoli,
lealtà, sana e sportiva competizione.
Il Gen.D. Paolo Serra, Force Commander e Capo della
Missione UNIFIL, partecipando alla manifestazione assieme all’Ambasciatore d’Italia Giuseppe Morabito, ha
detto: “Correre insieme alla popolazione libanese è il
raggiungimento di un grande traguardo, infatti, ogni pea-
18 - Il Basco Azzurro
cekeeper sa che il nostro primo dovere consiste nell’assolvere al mandato contenuto nella risoluzione 1701 del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite teso a costruire un futuro di libertà e pace. La nostra presenza oggi è il segno concreto dell’unità del nostro intento”.
La missione UNIFIL, al momento si compone di 12.000
militari provenienti da 37 Nazioni e 1000 rappresentanti
civili, di cui 700 locali e 300 internazionali. Il dato fornito comprende anche la componente navale forte di 8 navi e di 1000 marinai, costituenti la Maritime Task Force
operante lungo le coste libanesi e l’Aviation force di 10
elicotteri di cui 3 imbarcati.
sHama 17 noVembre 2012
P
rimo giro di visite nei giorni
scorsi per il Comandante della
Joint Task Force Lebanon con
sede a Shama, sud del Libano.
Durante il fine settimana il Gen. Antonio Bettelli ha incontrato le principali cariche religiose che risiedono
nella città di Tiro.
In particolare il Comandante ha incontrato il Vescovo della comunità
greco cattolica di tutto il sud del Libano, Georges Bacouni, il quale ha
mostrato la propria chiesa eretta nel
centro della comunità cattolica in Tiro ed ha illustrato i rituali religiosi
fondamentali della propria tradizione.
Differente l’approccio con il Muftì,
lo sceicco Hassan Abdallah, autorità
giuridica islamica sciita, che ha
espresso parole di profondo rispetto
per l’operato italiano, sottolineando
il sentito legame fra il popolo libane-
se ed il ruolo ricoperto dai militari
italiani in queste terre.
In particolare il Muftì ha lanciato diversi appelli sulla speranza di risolvere quelle tematiche che affliggono
la popolazione nel sud del Libano.
“Tutte le religioni” ha detto, “hanno
un solo messaggio, un solo Dio, e
tutte quante sono state create per regolare le persone affinché queste si
comportino bene”.
Ten. Col. Andrea Martorana
Nella “Cronaca di Rimini”
del 10 settembre 2012 è
apparso questo articolo
che proponiamo all’attenzione dei nostri lettori a
testimonianza delle attività che l’Esercito svolge
a favore della comunità
civile.
La nostra rubrica “ANAE e
Società” potrebbe, qualora la parte attiva dell’AVES alimentasse questo filone, diventare “L’AVES e
l’ANAE nella società”.
La Redazione lo spera!
Il Basco Azzurro - 19
attualità
IL GENERALE BETTELLI
INCONTRA LE AUTORITÀ
RELIGIOSE DI TIRO
attualità
LA BATTAGLIA PER CELLENO
Un episodio della Seconda Guerra
Mondiale poco conosciuto
22 settembre 2012
grotte santo stefano - loCalItÀ PIan del gatto
U
na significativa iniziativa del Comune di Grotte
Santo Stefano è stata raccolta dalla società
“Ecomuseo della Tuscia” che è riuscita a promuovere una sobria ed intensa cerimonia dedicata all’inaugurazione del monumento ai soldati Caduti nella battaglia per Celleno, avvenuta il 10 giugno 1944.
E’ intervenuto il prof. Raffaele Moncada, ordinario di
storia nella Scuola Miltare Teuliè di Milano ed autore del
libro che rievoca un anno di guerra fra il 1943 ed il 1944
nell’Alto Lazio. La sua lucida rievocazione della cruenta
battaglia ha fornito una capillare descrizione dei fatti, dei
reparti tedeschi ed alleati che si sono fronteggiati e gli armamenti dislocati nel campo di battaglia.
Il 29 luglio 1943, il primo bombardamento dell'aeroporto di Viterbo fa precipitare la cittadina laziale e la sua
provincia nel tragico turbine della guerra.
Il territorio sarà il crocevia di fatti importanti che riassumono tutti i volti della seconda guerra mondiale in Italia:
dalla preparazione tedesca del balzo su Roma nelle ore
successive all'armistizio dell'8 settembre, contrastato dal
valore senza speranza della Divisione corazzata Ariete a
Monterosi, all'allestimento delle basi della Luftwaffe tedesca nelle campagne della provincia, alla prima battaglia di temporaneo arresto dopo la caduta di Roma, che
permetterà alle truppe tedesche di Kesselring di guadagnare il tempo necessario per evitare la temutissima manovra a tenaglia alleata lungo la Valle del Tevere. Raffaele Moncada nel suo libro “Un lungo anno di guerra. Alto
Lazio luglio 1943 giugno 1944”, svolgendo accurate ricerche negli archivi militari stranieri e in quelli italiani,
ha ricostruito dettagliatamente, oltre ai combattimenti del
settembre 1943 e agli accadimenti militari e civili nella
provincia di Viterbo tra 1943 e 1944, lo scenario delle
battaglie “per Celleno” e “di Bagnoregio”, che figurano
nell'albo d'onore dei reparti sudafricani e inglesi che le
hanno combattute, mostrandone nel contempo le implicazioni operative e strategiche, fino ad ora ampiamente
sottovalutate.
Il 10 giugno del 1944, nelle vicinanze del sottopasso della linea Viterbo-Attigliano, in località Pian del Gatto, si
scontrarono il XIII British Corps Inglese ed il I Fallschirm-Korps Tedesco in una sanguinosa e cruenta batta-
20 - Il Basco Azzurro
Foto­di­Ombretta­Ercolani
glia con la quale le truppe tedesche avevano il compito
di ritardare al massimo l’avanzata degli alleati per permettere una ritirata ordinata verso la Linea Gotica.
La battaglia, che registrò centinaia di Caduti da ambo le
parti, si svolse su quella che il Comando tedesco chiamò
linea Dora, che partendo da Orbetello si congiungeva
con il lago di Bolsena e proseguiva per Terni e Rieti.
Nella battaglia “per Celleno” duecento cinquanta tedeschi persero la vita; molti di essi erano giovani sotto i
venti anni. Li si è commemorati ricordandoli, insieme ai
soldati alleati Caduti con la cerimonia odierna, affratellati dal comune gesto del dono della vita.
Erano presenti alla cerimonia numerose autorità civili e
militari, fra le quali rappresentanze significative dell’ANAE e dell’AVES. Molto commovente il gesto della deposizione della corona da parte degli addetti militari di
Germania ed Inghilterra, accomunati nel ricordo dei propri compatrioti Caduti.
Vincenzo Rapposelli
S
i è svolta dall’1 al 12 ottobre
scorso lo scopo è stato quello
di verificare e confermare la
capacità delle Forze Operative Speciali di concepire, organizzare e condurre Operazioni Speciali in un contesto pluriforze articolato e, nel contempo, verificare che le unità di supporto dell’Esercito, Marina ed Aeronautica fossero in grado di esprimere
e schierare unità riunite sotto un unico comando capaci di pianificare,
organizzare e condurre tutta la gamma di operazioni a supporto delle
FOS.
Il “TUCANO” ha preso parte all’esercitazione rischierando un velivolo
DO-228 con un equipaggio “rinforzato” composto da 3 U e 2 SU per
far fronte alle varie tipologie di missione anche in un contesto di impiego
di volo “sostenuto”.
Sono state svolte in totale 8 mix
(esclusi trasferimenti da e per la zona
di rischiaramento sull’aeroporto di
Sigonella). All’esercitazione hanno
preso parte, altresì, 1 C27J AMI, 2
AB-212 AMI, 1 CH 47C EI, 2 AB
412 EI, 2 EH-101 MM.
Lo Scenario Operativo simulava una
situazione in un contesto tipo “Primavera Araba” in una fittizia penisola italiana sotto un regime dittatoriale di tipo militarista dove i rivoltosi
ricevevano il supporto delle unità
della coalizione.
Il Teatro Operativo si estendeva
quindi in un’area che comprendeva
la Sicilia, la Calabria e la Puglia. Il
Dornier si è inserito in tale contesto
per la sua capacità di effettuare aviorifornimenti di carichi leggeri sia di
giorno che di notte, per la capacità di
atterrare su strisce semi preparate per
il recupero di distaccamenti operativi
ed, infine, la possibilità anche se poco sfruttata in questa occasione di
fornire una piattaforma per le comunicazioni.
Cap. Francesco Ludovico
Il Basco Azzurro - 21
addestramento
Esercitazione
“NOTTE SCURA” 2012
addestramento
CONTRATTO T129 TURCHIA
D
opo ben due anni di ininterrotta attività addestrativa di volo a favore di ventisette piloti turchi
della TLF (Turkish Land Forces) e tre della TAI
(Turkey Aerospace Industry), nell’ambito di tre consecutivi contratti di elevata rilevanza internazionale sia economica sia politica, stipulati tra la società Agusta e l’Amministrazione della Difesa, si è conclusa l’attività prevista
nei contratti nel pieno rispetto dei tempi e dei modi con-
cordati e senza alcun inconveniente di volo! Sono state
volate circa 700 ore di volo con A-129, circa 1000 di simulatore, sono stati sparati 7700 colpi di cannone e 392
razzi da 70mm. Di seguito la mail che l'addetto militare
turco, presente alla cena finale con cerimonia di premiazione avvenuta il 15 novembre 2012, presso il ristorante
“La Zaffera”, ha inviata al Col. Giovanni Falchi Capo
Team Istruttori del T129 Attak Program.
VIterbo 16 noVembre 2012
“Grazie mille a te, ho avuto una serata molto bella e molto commovente. Sono rimasto molto contento sia dal punto di vista professionale che umano, nel vedere questa armonia e l'atmosfera d'amicizia tra i nostri piloti e tutti gli amici italiani coinvolti in questo programma.
Grazie per il tuo gentile invito, spero di incontrarti presto.
Se passi da Roma, mi farebbe molto piacere offrirti un caffé turco nel mio ufficio.
Ti saluto cordialmente.
A presto. Col. Omer Arik”
...i turchi avrebbero dovuto raccontare la loro esperienza per scritto...
hanno però espresso verbalmente i
loro complimenti...
Così inizia una email inviata alla redazione dal Col. Falchi. che prosegue auspicando che il racconto dell’evento fosse fatto ad esempio dal
Ten. Col. Guidolin, dal Ten. Col.
Boccolieri, dal Magg. Sottocorona, il
Magg. Vita, dal 1° Mar. Tridici, dal
1° Mar. Isidori, dal M.C. Schitti, dal
1°Mar. Iacarelli tutti sempre presenti… insomma da chi è meno di parte. Falchi prosegue dicendo: “mi farebbe più piacere sentire i loro commenti per come abbiamo gestito questa missione non solo dalla parte addestrativa ma sopratutto nei riguardi
di quella diplomatica e economica,
strategica per il paese... (se adesso
anche l'Algeria è interessata, forse
un po’ di merito è anche nostro... e
poi chissà quanti paesi ancora stanno dialogando con i turchi per saperne di più sul Mangusta che noi
gli abbiamo fatto conoscere senza
segreti)”.
E poi il racconto di una curiosità: “i
piloti turchi di attacco usano avere
22 - Il Basco Azzurro
dei nick names... e chi lo sceglie di
solito è il loro Comandante di squadrone.
Negli ultimi due corsi i capi corso
mi hanno chiesto di scegliere il nick
name da combattimento a due loro
tenenti ancora privi. Al primo, dopo
averci volato per tutta la fase notturna con NVG gli ho dato il nick name
Hawk Eye, (occhio di falco), sia perché molto in gamba sia perché l'ho
martellato nell'osservare lontano e
quindi scovare ostacoli imprevisti, e
in una missione li ha scovati.
Al secondo tenente, sia perché bravissimo e sia perché mio ultimo allievo, giacché sono prossimo alla
pensione, ho dato il nick name Last
hawk (ultimo falco). In entrambe le
cerimonie di consegna dei brevetti
per la celebrazione dei nick names,
che ricordo per loro molto sentita
perché il nick name rimane per tutta
la vita, i tenenti si sono emozionati
nel ricevere la piastrina da me preparata... è stato bello sentirsi dire
con le lacrime agli occhi... “Sir, it is
an honour for me to have this nick
name from you because you're famous in Turkish among our attack
pilots, I hope to honour it forever”...
Queste sono le vere soddisfazioni
della nostra vita!
Questo soprannome l'avevo conservato per mio figlio Federico (prossimo corso piloti… spero), ma mio figlio non so ancora se lo meriterà... e
poi non sarà mio allievo (meglio così... questo è un altro motivo che ha
pesato sulla mia scelta)… era più
giusto darlo all'ultimo mio vero allievo militare che il destino ha voluto essere un pilota turco da combattimento molto in gamba e molto sveglio… sono veramente contento e
onorato!
Noi in Italia non usiamo dare nick
name… peccato! Io ce l'ho ma è un
caso… dal 26° Giove di Pisa mi misero il nominativo DURACELL per
via del mio dinamismo... io do al
mio nick name il significato particolare perché mi autoalimento con le
mie inevitabili c...te, ma anche con
quelle degli altri. Un grosso abbraccio...
ah, dimenticavo… il 31 dicembre
2012 andrò in ARQ. Un caro saluto
azzurro-amaranto.
Giovanni Falchi”
addestramento
GREEN BLADE 2012 PEGASUS
European Defence Agency
Helicopter Training Program
KleIne brogel 5 ottobre 2012
D
al 17 settembre al 5 ottobre, presso l’aeroporto
militare di Kleine Brogel (Belgio) si è svolta
l’esercitazione internazionale “Green Blade
2012” organizzata dalla European Defense Agency
(EDA). L’esercitazione, inserita all’interno dell’Helicopter Training Program (HTP), vede la partecipazione di
tre paesi (Belgio, Italia, Germania) e ha lo scopo di integrare la componente elicotteri dei paesi europei sviluppando tattiche, tecniche e procedure comuni. L’addestramento si integra con la concomitante esercitazione internazionale delle forze speciali “Pegasus 2012”.
L’Aviazione dell’Esercito, rappresentata da un Task
Group strutturato dal 5° rgt. AVES “RIGEL” e 1° rgt.
AVES “ANTARES”, ha impiegato due elicotteri da
esplorazione e scorta A-129 “Mangusta” e due elicotteri
da trasporto CH-47 “Chinook”. Il Task Group, a guida
49° gr. sqd. AVES “Capricorno”, è costituito da personale in approntamento per il prossimo impiego in teatro
operativo afgano. Durante la densa attività addestrativa
svolta, gli equipaggi hanno pianificato e condotto numerose missioni di volo, diurne e notturne, con formazioni
di elicotteri di diversa tipologia e nazionalità.
La presenza delle forze speciali ha inoltre consentito di
utilizzare le più evolute tecniche di infiltrazione ed esfiltrazione in ambiente ostile (Fast Rope, SPIE Rig), e di
integrarle con il supporto di fuoco degli elicotteri da
esplorazione e scorta, Close Combat Attack (CCA), in
uno scenario che ha richiesto anche l’impiego della capacità Forward Medevac e Personnel Recovery.
Al Task Group italiano è stato richiesto di prendere la
leadership della maggior parte delle missioni di volo,
esercitando la funzione di Air Mission Commander
(AMC), e di arricchire i contenuti addestrativi e operativi
dell’esercitazione, fornendole una connotazione spiccatamente practice-based.
Il 49° Task Group ha inoltre organizzato, su richiesta
dell’EDA, un simposio per condividere con le altre nazioni partecipanti le esperienze maturate nei diversi teatri
operativi e, in particolare, in Afghanistan. L’esercitazione
si è conclusa il giorno 2 ottobre con il Distinguished Visitors Day (DVD), durante il quale gli equipaggi dei paesi partecipanti, guidati dal Ten. Col. Massimiliano Belladonna, AMC designato, hanno dato dimostrazione del livello di integrazione raggiunta nell’esecuzione di una
missione complessa in supporto alle forze speciali, alla
presenza del Ministro della Difesa belga.
Il Basco Azzurro - 23
operatività
oPerazIone grassHoPPers
7° REGGIMENTO AVES “VEGA” AVIATION BATTALION
Herat 16 ottobre 2012
U
na Task Force di elicotteri
afgani e del Regional Command West trasporta un battaglione dell’esercito afgano in Gulistan. L’operazione si è conclusa con
successo! Ha visto il trasporto di un
battaglione del 207° Corpo afgano
da Farah alla base in Gulistan da
parte di una task-force di quindici
elicotteri formata da due velivoli
Mi17 dell’aviazione afgana, quattro
A129 Mangusta e un NH90 dell’Aviazione dell’Esercito, sei CH47
‘Chinook’ - forniti in ugual misura
da Italia, Spagna e USA - e infine
24 - Il Basco Azzurro
due AH64 statunitensi.
L’operazione, coordinata dalla Task
Force South e destinata all’avvicendamento di oltre 250 militari dell’Esercito afgano schierati in Gulistan,
si è sviluppata per tre giorni con nove missioni che hanno totalizzato oltre cento ore di volo.
La prima fase della ‘Grasshoppers’
ha visto l’air assault di un plotone di
alpini del 3° Reggimento che hanno
garantito la sicurezza della zona di
atterraggio in prossimità della base
operativa avanzata presidiata in passato dalla Task Force South East.
Nella seconda fase si sono succeduti
i voli di trasporto dei Mi17 e dei
CH47 che in più mandate hanno trasportato gli uomini del 207° Corpo
accompagnati dai Military Advisor
Team e da un plotone del 9° Reggimento alpini.
Oltre sessanta i militari impiegati
dalla Task Force ‘Fenice’ dell’Aviation Battalion comandato dal Col.
Annigliato; la nostra Unità ha sostenuto lo sforzo principale nel corso
della più complessa e articolata operazione di volo compiuta dal Regional Command West di ISAF, il comando a guida italiana responsabile
per la regione occidentale dell’Afghanistan comandato dal generale
Dario Ranieri.
L 21B CONTORSIONISTI!
I RICORDI CON FINALE DA
di Giampietro Mariotti
I
l velivolo L-21B è stato il primo aeromobile che ha
portato l’ALE ad operare materialmente con i reparti
terrestri. E’ stato il primo di una lunga serie di mezzi
alati, concretizzatasi negli anni quasi ad effetto “domino”, fino a quelli che, per la tecnologia avanzata, congiuntamente alle specifiche tecniche ed operative, hanno
portato oggi l’Aviazione Esercito ad occupare una rilevante posizione di prestigio nell’ambito dell’Esercito Italiano e non solo. Ma come dimenticare il mitico L-21B
con il quale sono nate e cresciute diverse generazioni di
Piloti Osservatori? I meno giovani della nostra meravigliosa famiglia ANAE, ricorderanno certamente quella
attività estrema svolta da strisce tattiche a volta “impossibili” a favore dei Comandi terrestri, ancora increduli e,
a volte, anche invidiosi nei confronti del personale della
nascente Aviazione Leggera dell’Esercito. Chi di questi
meno giovani baschi azzurri, ripensando ad un atterraggio su quelle strisce, non sente ancora quel leggero inizio
di “mancamento” nel fondo schiena, che stava ad indicare l’imminente distacco dei filetti fluidi dalle superfici
alari del nostro L-21B? E Lui, da buon “padre di famiglia”, ha sempre pazientemente risposto alle nostre sollecitazioni, a volte spinte al limite della sopportazione. Per
quanto mi riguarda ricordo sempre con molta nostalgia
l’intensa attività di volo svolta negli anni sessanta tra gli
alpini della gloriosa “Julia”. Ricordo che, sullo stimolo
dell’indimenticabile comandante della SAL, Capitano
Giampietro Zane, di concerto con i singoli Battaglioni
Alpini e con i Gruppi di Artiglieria da Montagna, era stata messa in atto una accurata organizzazione al fine di
garantire, giornalmente, l’attivazione di una o più strisce,
a favore dei singoli Comandi, in base alle loro esigenze
di ricognizioni e di controllo dei dipendenti reparti in attività esterna, spesso in quota. I nostri L-21B, ottimamente manutenzionati dall’allora Sergente Maggiore
Diego Rebecchi e dai giovani Sergenti Silvano Trangoni
e Flaviano Plazzotta, risalivano rombanti le valli carniche per andare ad operare dalle varie strisce di Amaro,
Villa Santina, Case Moscardo (Paluzza), Tarvisio, Sappada ed ultimamente Casera Razzo.
Avendo avuto l’onore di subentrare al Capitano Zane nel
comando della prestigiosa SAL “Julia”, mi sia consentito
Il Basco Azzurro - 25
ricordi
1971. Personale della SAVA del CAALE sul monte Cherz con due L-21B muniti di complesso ruota-sci. Sono riconoscibili da sinistra: Mariotti, Cecchini, Del Carretto, un Sott.le Specialista, Castagna, Ufficiale Medico, Triaca della Base di Dobbiaco.
ricordi
di ricordare molto affettuosamente i miei validi collaboratori Piloti Osservatori: Maurizio De Stefani, Scipioni
Tantulli e Franco Villano.
Prima ancora del massiccio avvento degli elicotteri, proprio presso i reparti alpini il “nostro” L-21B, dotato del
complesso ruota-sci, veniva impiegato sfruttando tutta la
sua versatilità. Ricordo infatti la esaltante attività svolta
in montagna per la frequenza del corso ruota-sci (6° Corso) con i più esperti piloti del IV RAL di Bolzano, inizialmente indottrinati sulla tecnica del volo in montagna
ed atterraggi su campi innevati ad alta quota, dal famoso
pilota dei ghiacciai lo svizzero Hermann Geiger. Atterraggi e decolli spettacolari sui pendii del Renon, dello
Sciliar, del Livrio, sulle Alpe di Sennes, sul Monte
Cherz, sull’Alpe di Siusi. Una preziosa esperienza tornata molto utile qualche anno dopo (1971), quando da Viterbo la SAVA si portava sull’aeroporto di Dobbiaco, per
svolgere attività reciproca tra gli istruttori di volo, al fine
di acquisire omogeneamente la tecnica del volo in montagna, da travasare poi ai nuovi Piloti Osservatori al termine dei corsi formativi. Rientrata la SAVA a Viterbo, rimaneva a Dobbiaco un nostro velivolo con il complesso
ruota-sci. Fu questa l’occasione per far rimanere il sottoscritto con un giovane pilota osservatore che, avendo appena ultimato il corso da istruttore di volo, doveva completare l’addestramento con il volo in montagna.
Proprio a questo “giovane” vorrei dedicare il ricordo di
due momenti curiosi vissuti in quella occasione. Sono sicuro che non li avrà dimenticati e che vorrà riviverli con
piacere. Ci faceva da assistenza l’equipaggio di un AB
206 pilotato dal Capitano Roberto Punzo. Si arrivò al termine dell’attività con la piena soddisfazione del giovane
istruttore che, avendo effettuato una serie di atterraggi da
istruttore sul Monte Cherz, sotto la minaccia di una nevicata, volle offrire a tutti i presenti una corroborante bevuta sulla base di Dobbiaco.
Al momento di saldare il conto la sorpresa: non si trovava più il portafoglio! Poteva averlo perso soltanto sul
Monte Cherz nel fare il cambio del posto di pilotaggio.
Partenza rapida del 206 verso il Cherz, già investito da
una copiosa nevicata che stava cancellando ogni traccia
dell’attività fatta con l’aereo.
Appena in tempo per poter sbirciare, tra la neve fresca,
l’unico spigolo ancora visibile del portafoglio.
Un colpo di fortuna meritevole di una ulteriore bevuta,
piacevolmente offerta dal nuovo istruttore della SAVA
per il fortunoso ritrovamento. Il giorno seguente partenza
per Viterbo con il nostro L-21B ben appesantito dal complesso sci, pieno di carburante, bagagli personali arricchiti dei tradizionali acquisti di spek, strudel e genziana.
Bilanciamento… quasi perfetto! Decollo “strappato” dalla neve a fine pista. Sembrava che il velivolo, immerso
ormai da tempo in quel fantastico ambiente alpino, non
volesse più abbandonarlo. Arrancando, costone dopo costone, salutammo molto da vicino quelle cime immacolate che per alcuni giorni avevano allietato la nostra attività. Il sottoscritto primo pilota ed il neo istruttore secondo. Ci aspettava in pianura una grigia cappa di foschia
che avrebbe ben presto reso il nostro volo così monotono, da conciliare un riposante sonnellino. Ma, da primo
pilota, non sarebbe stato molto salutare né educativo abbandonarsi “fra le braccia di Morfeo”.
Non ricordo bene di chi fu la brillante idea di cambiarci
di posto. Ricordo però chiaramente l’intreccio di due
corpi che contemporaneamente scivolavano uno in avanti e l’altro verso il retro. Uno sul lato del finestrino e l’altro lungo il lato di accesso alla cabina. Braccia e gambe
si incrociavano in alto ed in basso per effettuare lo scavalcamento simultaneo della spalliera del 1° pilota, fino a
raggiungere la normale posizione di seduti a posti invertiti. Una manovra da perfetti contorsionisti alternandoci
sui comandi, senza mai far variare l’assetto del velivolo,
salvaguardando quindi anche l’aspetto della sicurezza del
volo. Non potevo allora sapere che quel giovane istruttore così agile e spigliato sarebbe diventato un giorno il 9°
Ispettore dell’AVES. Grazie Signor Generale Pasqualino
Verdecchia per aver voluto condividere questi singolari e
piacevoli ricordi.
Calendario ANAE 2013
L'ANAE, fedele ai compiti dello Statuto e pensando di fare cosa gradita ai suoi
Soci, ha voluto ricordare nel 2013 le basi sui cui l'ALE ha operato in passato e
che sono state dismesse. Questo ricordo, oltre ad altri valori, va considerato un
prezioso tassello nella ricostruzione documentata della nostra storia che altrimenti andrebbe collocata in un limbo ovattato in cui si perdono informazioni
preziose sul nostro passato.
Il costo per copia (€ 5) è stato contenuto a quello degli anni passati nella speranza che sia largamente acquistato da associati… e non.
Sfogliatelo e richiedetelo alla Segreteria dell’ANAE
[email protected] Tel/fax 0761 345893
(in allegato a questo numero i Soci ne ricevono una copia)
26 - Il Basco Azzurro
di Silverio Balloi
S
iamo agli inizi degli anni sessanta. E’ il periodo
nel quale l'Aviazione dell'Esercito muove i suoi
primi passi. Essendo nata, infatti, il 10 Maggio del
1951.
Noi giovanissimi specialisti di aeroplani, appena brevettati su L-18C ed L-21B venimmo assegnati alle linee di
volo. Per noi, non ci fu premio migliore! La conoscenza
progressiva delle macchine ci entusiasmava ogni volta
che ci avvicinavamo a loro, per la quotidiana manutenzione; per noi era motivo di orgoglio ed affettuosa appartenenza. Facevamo parte integrante della nuova Specialità appena nata. L'attività di volo era diventata molto
frenetica dopo il trasferimento dei Reparti di volo da
Campo dell'Oro di Bracciano alla sede di Viterbo. Ogni
giorno volavano parecchi aeroplani. Si incominciava la
mattina presto, per finire la sera tardi. Le giornate di lavoro erano piene. Nel cuore avevamo quegli ideali, che
hanno sempre forgiato gli uomini pieni di carattere e di
sicuro affidamento. La retta serietà, appresa tra i banchi
delle aule didattiche, aveva creato in ognuno di noi il
senso fermo di probi specialisti, pronti per qualsiasi tipo
d'impegno. Un addestramento duro, specifico e formato,
capace e attentamente preparato. Non avevamo problemi, per qualsiasi difetto che l'aeroplano potesse presentare. Le migliaia di ore di volo effettuate in quegli anni ne
sono la riprova più evidente. Si possono verificare ancora oggi, consultando le statistiche storiche che risiedono
presso gli archivi del nostro comando.
L'affiatamento tra l'uomo e la macchina aveva creato una
simbiosi che era facilmente riconoscibile; si vedeva lontano un miglio che eravamo una cosa sola! Ognuno di
noi aveva in consegna un aeroplano. Ecco perché esisteva quell'unione, che l'espressione: “quello è il mio aereo”, pienamente giustificava.
Si viveva, senza considerare alcun demerito, un po' virtualmente, il possesso. Gli aeroplani, allora, non avevano
l'immatricolazione militare ma bensì quella civile. Infatti
il velivolo L-18C, elegantemente esposto sul piazzale
della caserma Chelotti di Viterbo, con la sigla EIMU, ne
conferma l’evidenza.
Tutta questa piccola premessa, per introdurre un evento
capitato in quegli anni sessanta che voglio raccontare,
anche per capire ancora meglio quell'aderente attaccamento alle nostre macchine, gli slanci che richiamavano
in ognuno di noi quel futuro da scoprire, che si stava presentando in punta di piedi e dal quale non ci saremmo
mai più allontanati. Quell'anno 1961, verso il mese di dicembre, soffiava in maniera quasi predominante un vento di tramontana. Era già da qualche giorno che spirava
con una certa violenza, tanto che per camminare dovevamo stringerci gli uni con gli altri per non cadere. I voli
erano stati sospesi. Era un giovedì. Lo ricordo ancora come se fosse oggi. La serata lavorativa era finita come le
altre. Solo che quel vento dava talmente fastidio, che
avevamo difficoltà a stare in piedi. Per recarci al campo
di volo e ritornare in caserma a piedi si andava inquadrati. Ci comandava, cioè, un sottufficiale più anziano, responsabile del trasferimento quotidiano. Rammento che
indossavamo le giacche a vento. Il bavero, pur piccolo
che fosse, ci poteva offrire un po' di riparo alle orecchie,
ma le rigide regole militari non consentivano l'alzata di
quel colletto che, in qualche maniera, poteva mitigare il
gelido vento. Era una vera sofferenza. Pazienza! La noIl Basco Azzurro - 27
ricordi
ALI AL VENTO
ricordi
1° CORSO P.O.
stra giovane età era sempre una garanzia, anche per quei
terribili effetti meteorologici.
Il circolo sottufficiali ci ospitava egregiamente bene. I
freddi invernali, con quella confortevole accoglienza,
riuscivamo a sopportarli senza problemi. In quelle serate
la voglia di uscire in città era poca. Meglio un bel riposo,
perché l'indomani si doveva ritornare in linea di volo.
Verso l'una di notte, quando stavamo bene immersi nel
mondo dei sogni, l'ufficiale di picchetto, presentatosi nelle nostre camerate, accese le luci e con tono perentorio ci
svegliò di soprassalto.
“Presto, presto, alzatevi, in fretta. Dovete andare al campo di volo a tenere le ali degli aeroplani”.
Furono quelli gli ordini dell'ufficiale, decisi e indiscutibili che nessuno di noi si permise di contestare.
E aggiunse: “Anzi vi dico pure, che appena siete pronti,
troverete il pullman presso la porta carraia, che vi accompagnerà al campo di volo”.
Furono gli ultimi ordini che eseguimmo immediatamente. Qualcuno di noi, parlando sottovoce, si meravigliò
nel sentire l'ufficiale dire che dovevamo andare a tenere
le ali degli aeroplani. “Ma gli aerei non erano ancorati
con le catene sotto le ali?” Commentò uno di noi. In effetti era cosi. Solo che il vento era talmente impetuoso,
che c'era il rischio di svergolamento delle ali. Insomma,
tra una brusca sveglia, la corsa, la paura, la gravità della
situazione, salimmo tutti sul pullman. In pochi minuti
stavamo aggrappati alle ali degli aerei. Li salvammo tutti. Tranne uno, esattamente: l'EIWE. Con nostro grande
rammarico e dispiacere, trovammo quell'aeroplano con
un'ala rovinata. Dopo aver trascorso tutta la notte a tenere le ali degli aerei, il vento come per grazia impetrata
cessò. Avevamo protetto tutta la flotta. I complimenti del
Comandante, per la grande collaborazione, ci gratificò,
anche se il sacrificio contribuì molto, per non dire che fu
indispensabile e determinante. E nel cuore ci rimase la
gioia di continuare a volare sui cieli azzurri, insieme ai
piloti della nostra prestigiosa Aviazione.
28 - Il Basco Azzurro
Questa che pubblichiamo è la foto del 1° Corso P.O, si
riconoscono: Bonanni Caione, Bonini, D'Esposito,
Melodia, De Castiglioni ed altri.
Il corso dovrebbe essersi svolto all'aeroporto URBE di
Roma con il locale Aero Club, mentre il Generale Serpe ci informa che fu fatto a Bracciano con gli istruttori
nostri brevettati in USA (Moizo, Macchitella, Coppi,
etc.). Da Giovanni Tonicchi, l’acribico ed indefesso ricercatore della nostra storia, viene una osservazione rilevata dalla foto del corso che proponiamo.
A Monte dell’Oro in Bracciano, nel 1952-1953, non
avrebbe dovuto esserci quella pavimentazione!
La domanda che rivolgiamo ai nostri lettori è la seguente: “Chi sa dire dove è stata fatta questa foto?”
C’è qualcuno dei nostri vegliardi che può darci più
chiarimenti e notizie in merito al famoso 1° Corso
P.O.? Restiamo in attesa di chiarire aspetti che non
vengano creduti leziosi ed irrilevanti. La nostra storia o
la completiamo adesso oppure elementi, anche se marginali, non li appureremo mai più!
FONDAZIONE LUxOTTICA
La Fondazione Luxottica ha lo scopo, tra l’altro, di restituire e preservare la vista a centinaia di milioni di
persone, in particolare bambini e bisognosi in genere,
che non possono permettersi le più elementari cure
mediche visive.
Quest’anno la Fondazione ha visitato, con propri medici e tecnici, circa diecimila persone, tra bambini e
adulti, nell’area del Chiapas in Messico, donando loro
occhiali e permettendo a moltissime di queste di risolvere il problema della vista consentendogli di frequentare la scuola. Per proseguire in questo ambizioso
obiettivo la Sezione ANAE “F. Muscarà”, si è fatta
promotrice di raccogliere occhiali di qualsiasi tipo, in
disuso, da riciclare e donare.
Si confida nella generosità di tutti i Baschi Azzurri, anche nel diffondere l’iniziativa ad altri ambienti ed organizzazioni.
Uno spaccato della storia dell’AVES sgorga direttamente dalla penna del Gen.
C.A. Antonio Serpe che, stimolato dal Segretario della Sezione ANAE “Rigel”, Colonnello Franco Frondaroli, ci racconta sotto forma di lettera, un decennio abbondante degli inizi della nostra amata Specialità. Debbo dire che ho gustato moltissimo i dettagli e la maniera con la quale
vengono raccontati; il fluido racconto ha
contribuito a farmi entrare nel vivo delle
attività di coloro che hanno gettato fondamenta solidissime sulle quali si è sviluppata l’Aviazione dell’Esercito di oggi.
Vincenzo Rapposelli
PadoVa, maggIo 2012
Carissimo Frondaroli,
visto che con insistenza mi hai chiesto di fare un po' la
“nostra storia”, cercherò di accontentarti, sperando di
riuscirci.
Agli inizi del 1953 fu indetto il primo corso per Ufficiali
Piloti Osservatori dell'Esercito, al quale fu assegnato il
numero di terzo dato che il primo era stato, nel 1951,
quello di Fort Sill (U.S.A.) e il secondo, nel 1952, quello
di Bracciano formato solo da Osservatori.
Quindi, il terzo fu il primo corso di “analfabeti” del volo,
visto che l'unico Osservatore era il noto Emidio Valente.
Fu così che il 9 Maggio del 1953 mi ritrovai con altri 30
(o 33, non ricordo bene) nell'Aeroporto dell'Urbe, a Roma, presso l’Aeroclub di Roma a frequentare un corso di
pilotaggio per prendere il brevetto civile di 1° grado. Tra
i nostri istruttori c'era anche un pilota che nella Grande
Guerra aveva volato nella squadriglia di Baracca.
Il fatto che partecipassimo a tutto l'addestramento in abiti
civili, ci fece sentire tutti molto uguali (poiché non si vedevano gradi) agli ordini del capo-corso Burla. Ne nacque un profondissimo cameratismo.
Dopo circa 8 ore di volo, fummo lasciati a fare i “solisti”
e dopo circa 20 ore ricevemmo il brevetto di 1° grado
con gli F.L.3. (potenza! 60 H.P.) per passare sempre all'Urbe, sul Piper L18C (90 H.P.) di proprietà dell'Esercito
ma immatricolato civile, col quale, dopo 25 ore, conseguimmo il brevetto di 2° grado (28 Luglio 1953).
Dopo un mese di licenza, ci trasferimmo a Bracciano,
sull'Aeroporto di Monte dell'Oro, dove iniziò il corso vero e proprio. Le lezioni teoriche furono “abbondanti”; ci
si insegnò di tutto, dalla Meteorologia al “nodo Seine”,
alla vernice “emailite trasparente”, utilizzata per la rifinitura delle riparazioni sulla tela della fusoliera e delle ali
(7 mani). E incominciamo a volare col Piper L21 B, il
“giallone” (ben 135 HP).
L'addestramento al volo era piuttosto intenso e severo,
con “check” ogni tante ore, ma gli istruttori (gli Americani, come battezzammo quelli di Fort Sill), erano bravi
e pazienti. Finalmente il 6 Ottobre 1954, avendo ricevuta
l'Aquila di Piloti-Osservatori dell'Esercito, con un bagaglio di 186:50 ore di volo, una bella tuta invernale, (la
tuta estiva, il casco, il paracadute e la radio di bordo sarebbero arrivati molto tempo dopo) ed a bordo un meraviglioso meccanico (erano veramente degli “Archimede
Pitagorico” quei nostri primi tutori tecnici), si formarono
nel nord le prime S.A.L. (Sezione Aerei Leggeri).
A Treviso arrivarono la S.A.L. del 41° Reggimento Artiglieria Pesante Campale, dislocato a Padova, con Serpe,
Tudisco e Paviolo piloti e Romano e Borzachiello meccanici (il Marconista, Grisolia, mago delle trasmissioni,
lo trovammo in attesa sull'Aeroporto) e quella del 3°
Reggimento Artiglieria Pesante Campale, dislocato a Vicenza che darà poi vita al 3° Reggimento Artiglieria
Missili, sempre a Vicenza con Bocchi, Codipietro e
Mangiacapra. Perché i Reggimenti a Padova e Vicenza e
le S.A.L. a Treviso? Perché l'Aeronautica non ci aveva
“gradito”, primo nostro dispiacere. Ma il secondo ci venne dai Reggimenti (a causa delle indennità di volo). Si
incominciò a sentire il termine M.A.F. (Muscarà AIR
FORCE) e poi anche M.A.F.I.A. (Muscarà AIR FORCE
ITALIAN ARMY). Per fortuna, almeno per quanto riguarda la SAL del 41°, solo dopo un mese dalla nostra
assegnazione arrivò un nuovo comandante di Reggimento, il Colonnello De Gennaro, il quale, assertore dell'utilità dell'Aviazione Leggera dell'Esercito e fanatico ammiratore del mezzo aereo, prese il brevetto di pilota civile dopo essere stato addestrato al pilotaggio da me (come
lui ha sempre voluto ricordare fino oltre gli 80 anni di
età, ogni volta che si nominava Serpe). Cosa abbiamo
fatto da quel momento in poi? Di tutto e di più (come si
dice ora), abbiamo “offerto” le nostre capacità a tutti i
Comandi del Veneto: la S.A.L. del 41° ha effettuato missioni per il comando F.T.A.S.E. di Verona, per il Comando della Terza Armata di Padova, per il Comando del
Quinto Corpo d'Armata di Vittorio Veneto (per il quale,
oltre il resto, omologò la striscia di San Giacomo di Veglia che poi fu acquistata dal'Esercito e diventò quello
che è ora), per il Comando della Brigata Missili di Vicenza alla sua costituzione, per il Comando del Raggruppamento Lagunari di Venezia, per il Comando Gruppo
Mortai di Rovigo, per il Comando della Marina di Ancona (stralcio del Notiziario del C.A.A.L.E. anno III n. 4
anno 1960). Missioni di tutti i tipi e non solo “Lancio e
raccolta messaggi” come spesso si è letto.
Dal 10 Maggio 1961 in poi passammo quasi tutti (credo)
dalla Scuola di Volo dell'A.M. di Alghero, dove fummo
avviati al volo strumentale e notturno. Alcuni di noi furono inviati presso la 110ª Compagnia dell'Aviazione
Il Basco Azzurro - 29
la nostra STORIA
Il generale serPe
CI raCConta glI alborI dell’ale
la nostra STORIA
Serpe a bordo con il Sergente Grisolia a terra
dell'Esercito U.S.A. a Boscomantico (Verona) per il passaggio sull'aereo OtterU.I.A. (11 passeggeri più 2 piloti e
meccanico di bordo) e gli elicotteristi, sull'elicottero
Choctaw, in previsione dell'acquisto di mezzi più potenti
da parte dell'Esercito. Vi ho volato per circa 100 ore dal
30 Ottobre 1962 al 10 Luglio 1963 ottenendo il brevetto
U.S.A. e la qualifica di “extranumerary” (allegata la foto
della consegna del brevetto).
Vi fu, in quel periodo, un intervallo di un mese - maggio
1963 - per il passaggio, a Viterbo, sugli L 19 E, finalmente con i contrassegni militari: eravamo diventati AVIAZIONE DELL'ESERCITO!
Molti furono assorbiti dall'Alitalia ed alcuni dai Sultanati
Arabi quali istruttori per le loro nascenti Aviazioni. In tutti
quegli anni e quei luoghi il nostro fu sempre un cameratismo a tutta prova. Eravamo pieni di entusiasmo, fanatici
delle specialità e consapevoli di avere aperto una via nuova alle possibilità dell'Esercito, cosa che sappiamo di aver
lasciato in eredità a chi ci ha seguito. Ci furono, naturalmente delle dimostrazioni di spigliatezza, quale qualche
atterraggio sulla battigia. Ma ci fu anche lavoro serio: la
S.A.L. del 41°, con l'aiuto di un mio compagno di corso
dell'Accademia, diventato direttore del Laboratorio Elettronico delle Trasmissioni, realizzò un “marchingegno”
che applicato alla radio dell'aereo consentiva di realizzare
un ponte radio da Padova a Udine-Trieste. Inoltre, poiché
l'avvento del Liquigas ci aveva tolto il fumo dalle case coloniche e, la quasi totale sparizione delle greggi, la posizione delle pecore rispetto al vento con i quali ci orientavamo prima di atterrare sulle strisce, scovammo in un Deposito Munizioni dei candelotti fumogeni color Artiglieria
che lanciavamo dall'aereo con ottimi risultati. Parentesi.
Sull'aeroporto di Treviso era dislocata la “Pattuglia Acrobatica” del 51° Stormo (allora non c'erano ancora le
“Frecce Tricolore”) ed i piloti di allora (ricordo solo il nome del capo-pattuglia Di Lollo e di un gregario, Pisano,
divenuto poi capo di S.M. dell' A.M.) ogni tanto ci chiedevano di fare un volo con noi per volare “coi nervi distesi”.
Altra parentesi: nel frattempo gli ufficiali dell'A.M. avendo constatato che volavamo sul serio e bene, ci avevano
accolti nei loro Circoli come “fratelli minori”, ma fratelli
nel volo. Torniamo agli acrobati: volando con noi ci avevano insegnato a fare formazione e noi la facevamo, felici, in occasione di cerimonie reggimentali, passando sui
reparti schierati. Inoltre, ricorrendo ai famosi candelotti
30 - Il Basco Azzurro
gialli, fissati ai montanti delle ali e azionati a comando dal
passeggero, i nostri meccanici, si sentivamo, ci si perdoni,
tanto “pattuglia acrobatica”.
“IN FUNDO”: il capitano Serpe reduce dal corso di Alghero con l'abilitazione al volo notturno, volle dimostrare
che l'osservazione del tiro d'artiglieria notturno era più rapida e precisa dall'aereo che non da terra, così nel mese di
luglio, in occasione della scuola di tiro del Reggimento, in
quel di Asiago, attrezzammo con cinesini luminosi e tutto
quel che riguardava i vari ostacoli e si effettuò la missione
di osservazione del tiro con risultati esaltanti per noi e per
i responsabili del Reggimento.
C'era anche la luna piena. Qualche giorno dopo il Comandante del Reggimento, incontrando il colonnello Muscarà,
arrivato in zona col Nucleo di standardizzazione, elogiò la
missione. Il colonnello Muscarà disse a Serpe: “Se lo farà
ancora la faccio radiare dall'A.L.E., l'osservazione del tiro
notturno non è ancora prevista per gli aerei leggeri.
Comunque, bravi”. Frondaroli, sicuramente sono stato
Il Magg. Antonio Serpe ed il Cap. Carlo Surrentino ricevono a
Boscomantino le “US Army Aviator Wings” per aver completato,
presso la 110th Avn Co, il passaggio sugli aeromobili statunitensi
U-1A, Otter Fixed-wing Aircraft e CH34 Choctaw.
prolisso, ma altrettanto sicuramente tu avrai delle forbici.
Ho parlato della S.A.L. del 41° perché con quella ho volato per 9 anni, per oltre 2500 ore, allora era così. Poi ho
dovuto lasciare il volo perché assegnato ad un Gruppo
Missili per effettuare il periodo di comando. Poi incarichi
al Comando di Reggimento ed infine io stesso a comandare un Reggimento. Ma la mia aquila ha continuato a
volare con un giovane (allora) pilota, lo sapete, e poiché
ora sono in “corto finale” quando vado in vacanza ad
Asiago, da sempre, vado a salutare due dei nostri ragazzi
che la sfortuna, nel 1960, ha chiamato in cielo prima del
tempo, Chiaruttini e Domini. Ti ringrazio se sei arrivato
fin qui e ti abbraccio “in massima prestazione”. A proposito, ho volato col Tenente Frondaroli, per allenamento,
con l'E.I. 24, a Vittorio Veneto, il 23 Dicembre 1963, dalle
10.05 alle 11.05. Non è memoria, ma libretto di volo.
Antonio Serpe
di Vincenzo Rapposelli
M
entre preparavo questa mia
conferenza su S. Francesco
pensavo che l’umanità riceve in dono di tanto in tanto dei personaggi eletti.
Infatti, se guardiamo indietro nel
tempo, vi sono stati, nei grandi momenti più critici della storia, degli
uomini che hanno riassunto in sé le
necessità, le ansie, le aspirazioni e
gli stessi destini dell’umanità.
Emerson (Filosofo americano dell’800
- Boston 1802-1882 - Trascendentalista) li chiama “uomini rappresentativi”. Tali uomini sono sostanzialmente degli “iniziatori” nel percorso dello sviluppo dell’umanità. Perché?
Ma perché aprono nuove vie all’intelligenza, nuove speranze all’anima,
rinnovano i cuori, operano una metanoia (poenitentia nella vulgata).
Un cambiamento cioè profondo delle mentalità. Diventano presto la luce e lo specchio della loro età; da essi attinge poi buona parte del pensiero, dell’arte e della poesia dell’epoca. E tale divenne S. Francesco. Tutta la basilica di Assisi è un museo
dell’arte italiana dai celebri affreschi
di Giotto a Cimabue, dalle opere di
Simone Martini a quelle di Pietro
Lorenzetti, senza parlare delle loro
scuole. Il “cantico delle creature” è
una delle prime testimonianze della
letteratura italiana. Il suo pensiero ha
influenzato fortemente la filosofia di
vita del mondo intero.
Francesco, in realtà, ha posto in essere tutte quelle che sono le intime
istanze e le capacità virtuali e potenziali che rimangono quasi sempre
nascoste negli uomini, offuscate dalle cose del mondo. Il calendario 2013
di Frate Indovino riporta nella sua copertina questo verso di Dante del canto XI del Paradiso, per celebrare in
maniera semplice ma efficace il Poverello d’Assisi.
Dante fa parlare Tommaso d’Aquino che dice “… e nacque al mondo
un sole” ed il redattore aggiunge:
Francesco d’Assisi, un dono all’umanità.
Nel giorno della sua festa cercheremo di celebrarlo anche noi spero in
maniera degna, accettando l’invito
di Padre Agostino della Basilica di
S. Francesco alla Rocca di Viterbo,
che fra i temi sottoposti ha scelto subito quello di “S. Francesco e Maometto”, alias “S. Francesco e l’Islam”.
Il tema incuriosiva anche me ed eccomi a raccontare un episodio della
vita di S. Francesco relativo al suo
incontro con l’Islam.
Parlare di S. Francesco in rapporto
all’Islam, infatti, può offrire spunti
per chi oggi cerca modelli di dialogo
tra le religioni e le culture. La memoria di Francesco e lo stile francescano possono dare un suggerimento di ottimismo ed allo stesso tempo
essere di stimolo e di proiezione nella direzione di un incontro pacifico
tra differenze tanto grandi, quali sembrano essere quelle che oppongono
Islam e Cristianesimo.
Prima di parlare dell’episodio della
vita di S. Francesco che lo lega ai
rapporti con l’Islam, apriamo una
parentesi cercando di lumeggiare
sinteticamente in cosa consiste oggi
il terrorismo islamico, proprio perché l’esempio di F. va nella direzione opposta ed il raffronto induce elementi importanti di riflessione, comprensione e valutazione.
Non è facile dare una definizione
esaustiva del terrorismo islamico
perché assume aspetti e caratteri
molto diversi. Per semplificare al
massimo diciamo che il carattere che
più lo contraddistingue è il suicidio
religioso. Il combattente islamico
porta la strage nell’ambito di coloro
che ritiene “nemici” facendosi saltare con l’esplosivo nella prospettiva
di raggiungere immediatamente il
paradiso. In occidente viene impropriamente chiamato “kamikaze” ma
egli si considera uno “shaid”, termine coranico che significa martire nel
significato originale greco di “testimone”. E’ interessante sottolineare la
differenza che viene attribuita al termine di testimone! Nel cristianesimo
è “testimone della fede” mentre nell’islamismo la testimonianza prende
la forma del “morire combattendo
contro gli infedeli”. Fu proprio questa formula religiosa che determinò
il successo arabo a partire dall’ottavo
secolo d.C., quando il Mediterraneo
stava per diventare “un lago arabo”
se nel 712 Carlo Martello non li
avesse fermati a Poitier; oggi assistiamo ad una forma degenerata del
concetto ripreso dal terrorismo islamico che lo propugna come “gihad”,
la guerra santa. In realtà il termine
significa in arabo “sforzo”… sforzo
dell’essere per raggiungere la fede in
Allah.
Il fenomeno del terrorismo islamico
è complesso e generalmente noi occidentali tendiamo ad identificarlo
con quello di Al Qaeda con la sua
massima espressione dell’11 settemIl Basco Azzurro - 31
ANAE­e­SOCIETà
SAN FRANCESCO E MAOMETTO
ANAE­e­SOCIETà
bre 2001 a New York, ma in realtà
esisteva molto prima. La serie di attentati precedenti e seguenti alle torri
gemelle hanno la caratteristica comune di non essere rivendicati né
sottesi a nessuna richiesta specifica.
E’ lotta fondamentalista contro gli
infedeli. Una piccolissima minoranza del mondo arabo insegue con il
sangue i propri fini “religiosi” o
pseudo religiosi, strumentalizzando
con ogni pretesto lo scontro violento.
Mi fermo qui aggiungendo solo che
è una categoria di concetti completamente avulsi dal comune pensare del
mondo occidentale che vive ormai
da secoli in un orizzonte laico, credenti compresi. Per semplificare dirò
che da una parte un fumetto o un
film scatenano manifestazioni violente, dall’altra un recentissimo manifesto apparso a Viterbo con Gesù
che lascia gli Apostoli nel cenacolo e
va a mangiare “meglio” in un noto
ristorante della zona… passa inosservato. Ma veniamo a San Francesco. Nel 1187 Saladino riprende Gerusalemme ai cristiani. Francesco ha
appena 5 anni e vive in una atmosfera caratterizzata dalla grande angoscia che attanaglia il mondo cristiano
per la grande perdita. La terza crociata con Riccardo Cuor di Leone
1188-1190 fallisce e così anche fallisce miseramente la sciagurata marcia dei 50000 fanciulli nella quarta
del 1212. In questo caso il fondamentalismo ed il fanatismo erano
partiti dal mondo occidentale!
Nel corso della quinta crociata (12171221), voluta da Innocenzo III e
bandita da Onorio III, Francesco si
imbarca ad Ancona con alcuni confratelli e raggiunge la Terra Santa.
La crociata ristagna stancamente da
mesi a Damietta sul delta del Nilo,
assediata dai cristiani. La parte mussulmana è capeggiata dal Sultano
d’Egitto Malik el Kamil, nipote del
Grande Saladino.
Siamo nell’estate del 1219.
L’incontro tra Malik el Kamil e S.
Francesco rappresenta uno dei più
straordinari gesti di pace nella storia
del dialogo fra Islam e Cristianesi32 - Il Basco Azzurro
mo. Lo storico colloquio, avvenuto a
pochi chilometri di distanza dal Cairo, è ancor oggi così significativo ed
attuale per le sue conseguenze nel
dialogo interreligioso e per la pace
mondiale, da rimanere, a distanza di
molti secoli, l’avvenimento unico ed
esclusivo che indica un percorso da
seguire nella ricerca di intesa e di armonia fra Oriente ed Occidente. Un
libro di padre Gwenolé Jeusset,
componente della fraternità Internazionale di Istanbul per il dialogo interreligioso e Presidente della Commissione Internazionale Francescana
per le relazioni con i mussulmani, ci
aiuta a conoscere e comprendere la
forza di quell’evento (San Francesco
e l’Islam: l’attualità di un incontro
possibile, Ed. Terra Santa, 48 pagg.).
Francesco voleva andare a tutti i costi tra i mussulmani, tanto che per
ben tre volte fece i suoi tentativi,
senza scoraggiarsi dei fallimenti.
Il terzo tentativo fu quello buono per
l’incontro con Malik el Kamil. Non
fu facile arrivare dal Sultano; aveva
chiesto l’autorizzazione del legato
del Papa in Terrasanta, il Cardinale
portoghese Pelagio Galvao che tentò
in tutti i modi di scoraggiarlo. Con
rude franchezza il Cardinale disse ai
due frati Francesco e Illuminato (che
l’accompagnava) “Né per mia licenza né per mio comando, voi vi andrete!” Non intendeva infatti mandarli a morte certa ben sapendo che
non sarebbero tornati vivi. Aggiunse
che vi era un premio di un bisante
d’oro per ogni testa di cristiano portata al Sultano. Concedetemi una digressione numismatica, mia passione
vera. Il bisante era una moneta d’oro
originale degli Imperatori di Bisanzio, a sua volta derivata dall’aureus
della riforma monetale di Costantino; fu ripresa poi dai Sultani fatemidi d’Egitto e di Siria ed era del peso
di 3,80 gr.
Di fronte alle insistenze di Francesco
alla fine Pelagio disse: “Va bene andate pure, se a voi così piace, ma ricordatevi che non sono io che vi
mando!”
Questo colloquio ed i seguenti sono
stati ripresi dalla Cronaca di Ernoul,
un cronista che visse le crociate all’epoca di Francesco.
Francesco andò… accompagnato da
Illuminato, proprio come era stato
sanzionato durante il primo capitolo
generale della Pentecoste del 1217,
ripreso poi dalla regola non bollata
varata nella sua versione completa
dopo l’esperienza dell’incontro di
cui parliamo. Diceva:
“In nome di Dio, andate a due a due
umilmente, modestamente ed in istretto silenzio annunziando il Vangelo”.
In questo proposito F. racchiudeva
l’annuncio della pace da offrire a tutti, anche ai mussulmani. Attualizzando potremmo dire: solo dei cristiani
che hanno assaporato la pace delle
beatitudini possono accettare di non
rispondere al male con il male!
I due frati entrarono nel territorio nemico cantando il versetto di David
“Anche se camminerò in mezzo alle
tribolazioni non temerò nulla di male, perché tu sei con me, Signore!”.
Arrivati al campo saraceno furono
subito presi, legati, malmenati e si
salvarono perché F. cominciò a gridare: “Soldano, Soldano!” I Saraceni
pensando che i due curiosi personaggi avessero qualche messaggio importante per il Sultano, li portarono
al padiglione di Malik el Kamil.
“Siete venuti messaggeri di pace ovvero come adoratori del vero Allah?” Domandò il Sultano squadrando quelle improbabili figure.
Francesco rispose: “Io sono mandato
dall’Altissimo e non da uomo del
mondo per insegnare la via della salvezza a te ed al popolo tuo e annunciarti la verità del Vangelo di Cristo”… e predicò con tanto fervore
che il Sultano, un arabo intelligente
e colto, rimase ammirato e giudicò
quel cristiano poverello non indegno
di figurare tra i sapienti della sua
corte. Gli propose quindi di restare
alla sua corte. Era tale il carisma che
F. emanava che anche un saraceno
alla fine desiderava la sua compagnia. F. rispose: “Se tu ed il popolo
tuo vi volete convertire a Cristo starò
con te volentieri. Se dubiti invece di
che non aveva mai trovato un uomo
pronto a buttarsi nel fuoco per la
salvezza dell’anima di un fratello, gli
presentò oro, argento, drappi di seta,
oggetti preziosi dicendo a F. di prender tutto ciò che voleva. F. rifiutò
con crescente stupore di Malik, il
quale per provarlo di più gli offrì
ogni sorta di onori, cariche e piaceri
e Francesco rispondeva di no a tutte
le lusinghe.
Malik allora convocò tutti i propri
sapienti per sapere il loro parere sui
due prigionieri ed il parere fu che li
decapitasse senza misericordia, perché predicavano contro la legge di
Maometto ed egli come supremo custode della legge non poteva permettere un simile sacrilegio.
Il Sultano invece li lasciò liberi con
un suo lasciapassare per tutte le terre
saracene, compresa tutta la Palestina
e il Santo Sepolcro in Gerusalemme.
Francesco ne approfittò e sempre
cercando di evangelizzare per via,
visitò con una commozione destinata a portare frutti importantissimi nel
culto cattolico, Betlemme, Gerusalemme, il Calvario, ma poiché i due
scopi della sua crociata che erano la
conversione dei fedeli e il martirio
(sia chiaro! Non cercava la morte,
era solo pronto a pagare la vittoria e
la sua testimonianza con la morte)
non si realizzavano, decise di rimpatriare, anche perché dall’Italia venivano notizie non belle. Il Sultano era
stato toccato da S. Francesco, era
pronto anche ad abbracciare la fede
di Cristo ma non lo poteva fare per
questioni legate alla sua posizione di
supremo capo saraceno; fra l’altro
sarebbe stato ucciso insieme ai due
frati. Passarono sette anni Francesco
morì sulla nuda terra; passarono dodici anni ed anche il Sultano morì,
facendosi battezzare e morendo cristiano fra i saraceni.
Per sottolineare come questo episodio fosse incredibilmente singolare,
in un ambiente estremamente violento, basti pensare che il 5 novembre 1219, dopo pochi mesi dalla visita di Francesco, Damietta cadde in
mani crociate e dei suoi 70.000 abi-
tanti soltanto 3000 erano sopravvissuti agli stenti e alle violenze della
guerra.
Concludo! Forse in virtù della sua
santità, dove egli iniziò personalmente le missioni, là l’idea francescana si è sviluppata con maggior vigore. La custodia di Terra Santa è rimasta per sempre francescana. Oggi
ciò che vi è di meglio in Palestina è
francescano ed italiano. I francescani
sono là a testimoniare al mondo intero cosa vuol dire tolleranza, rispetto
e convivenza fra le confessioni religiose.
Al suo Ordine S. Francesco ha allargato i confini di tutte le patrie ed ha
posto le basi perché, nei posti dove
più religioni convivono, vi sia una
presenza francescana che esprime
una spiritualità mite, amorevole e
leale, che avvince e conquista, in definitiva, senza l’uso delle armi e della violenza, che offre una testimonianza della fede cristiana senza la
minima ricerca del proprio tornaconto politico-economico!
sullo sfondo la basIlICa dI
san franCesCo In assIsI
è il luogo che dal 1230 conserva e
custodisce le spoglie mortali del
santo serafico. Voluta da papa
Gregorio IX quale specialis ecclesia, venne insignita dallo stesso
Pontefice del titolo di Caput et
Mater dell'Ordine minoritico e
contestualmente affidata in perpetuo agli stessi frati.
Nella complessa storia che ha
segnato l'evoluzione dell'Ordine, la
basilica (e l'annesso Sacro
Convento) fu sempre custodita
dai cosiddetti "frati della
comunità", il gruppo che andò in
seguito a costituire l'Ordine dei
Frati Minori Conventuali.
Dal 1796 ha la dignità di Basilica
papale. Nell'anno 2000, insieme
ad altri siti francescani del
circondario, la basilica è stata inserita nella Lista del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Il Basco Azzurro - 33
ANAE­e­SOCIETà
lasciare la fede di Maometto per la
fede di Cristo, comanda che sia acceso un gran fuoco e fa entrare me e
i sacerdoti di Maometto nelle fiamme e poi credi nella fede di quello di
noi che uscirà salvo dal rogo.”
Il Sultano era un uomo saggio e notando che qualcuno dei suoi dotti se
l’era svignata rispose: “… Temo che
nessuno fra i miei sacerdoti vorrà
sottoporsi alla prova per difender la
nostra fede!” Francesco allora tentò
un ultimo sforzo: “Ebbene purché tu
creda mi butterò io fra le fiamme e
se brucerò, dì pure che è per causa
dei miei peccati, ma se ne uscirò vivo, riconosci Cristo per vero Dio e
Salvatore del mondo!”
Qui occorre aprire una parentesi per
sfatare l’immaginario collettivo che
rappresenta il mondo arabo del tempo
come feroce e sanguinario. Come al
solito dipende dal punto di vista storico con il quale si raccontano i fatti.
La verità storica è un bene da inseguire sempre attraverso la ricerca
non offuscata da visioni di parte! I
cavalieri arabi erano moderati e rifuggivano dal fanatismo, avevano
spirito cavalleresco e grande magnanimità; qualità mediamente superiori
a quelle che si riscontravano nel
mondo occidentale e soprattutto in
campo crociato. Erano degni rappresentanti della razza araba che tanta
luce di civiltà sparse nel mondo del
Medioevo, parlavano anche la lingua
provenzale (l’inglese dei tempi),
molti di essi erano stati educati nelle
corti occidentali. La loro cultura era
molto ampia. A loro dobbiamo il salvataggio di quasi tutta la letteratura
filosofica di Aristotele. Filosofi come Avicenna ed Averroè hanno illuminato la metafisica occidentale.
Ci hanno trasmesso la matematica,
l’algebra in particolare, l’astronomia,
la medicina e… insomma hanno arricchito la cultura occidentale del
tempo.
Francesco, allievo-cavaliere nella
sua gioventù e di madre francese,
parlava probabilmente con Malik in
provenzale!
Ma torniamo all’episodio. Il Sultano
storia­e­storie
I TRE PRINCIPI TRADIZIONALI SUI QUALI SI
FONDANO I GOVERNI DEI PAESI MEDIORIENTALI
di Salvatore Parisi
L
a città di Hama è situata a meno di 50 km a Nord
della città di Horns, in Siria. Ambedue possono
essere considerate città martiri. La prima venne
rasa al suolo dal dittatore Hafez al Assad, già Colonnello
dell'esercito siriano e padrone assoluto del paese, nel
febbraio 1982; per la seconda, e per il resto della Siria,
non si sa ancora quando avrà termine il loro martirio imposto dal figlio di Hafez, il dottor Bashir al Assad, successore dinastico del primo.
Vi è forse qualche differenza comportamentale tra i due
tiranni? O tra questi due e gli altri dittatori arabi? Dai recenti avvenimenti, che hanno provocato notevoli cambiamenti nella società di alcune nazioni del Mediterraneo, e ora in Siria, appare chiaro che c'è parecchia similitudine. Per quanto abbastanza note le violenze del tiranno Bashir in questi ultimi tempi in tutta la Siria, tuttavia
non si intravede ancora la fine della rivolta popolare siriana. Di ciò che avvenne ad Hama, per mano del padre,
Hafez al Assad, si sa ormai tutto. E si può assicurare che
almeno nel metodo non c'e alcuna differenza! Esso risponde a precise regole adottate da tutti i dittatori arabi.
La ferocia con la quale questi tiranni reprimono ogni sollevazione popolare è finalizzata ad evitare qualsiasi richiesta di liberta. Gli esempi, nel recente passato, non
sono mancati: in tutti i paesi arabi che si affacciano sulle
rive del Mediterraneo le sommosse sono sempre state feroci e cruente, fino alla detronizzazione del tiranno.
La migliore maniera per ben comprendere quello che è
successo, e sta ancora succedendo nei citati paesi arabi,
consiste nel ricordare che la politica mediorientale, a differenza di quella perseguita nelle nazioni occidentali, è la
combinazione di tre diverse tradizioni politiche che sono
contemporaneamente all' opera.
La prima è la più antica
Essa è la politica di tipo tribale, cioè quella dei legami
molto forti esistenti in una tribù, in un clan, tra i membri
di una setta religiosa, tra gli abitanti di un villaggio, tra
amici abitanti di uno stesso quartiere o tra militari appartenenti ad uno stesso reparto. Saddam Hussein con
l'appoggio degli altri nativi del suo villaggio natale, Tikrit, nel 1968 si impadronì del governo dell'Iraq; Muammar al Ghaddafi, con alcuni colleghi del suo stesso reparto militare, strappò il potere a Re Idriss in Libia; in
Libano emerse come comunità dominante quella Maronita, appoggiata dai francesi; l'Arabia Saudita è tuttora
dominata dalla tribù Saud; in Giordania, Abdullah, non34 - Il Basco Azzurro
Hafez al Assad. Sotto il figlio Bashir al Assad.
no del più famoso re Hussein, capo di tribù beduine dominanti in Giordania, fu posto sul trono dagli imperialisti
inglesi; Hafez al Assad prese il potere in Siria aiutato
dalla sua setta musulmana degli Alawiti nel 1970. A permettere a costoro di imporre il loro dominio sugli altri è
stata di solito la loro forte solidarietà tribale, ben differente da quella dovuta alla comunità nazionale di appartenenza, poiché questa è sempre stata scarsamente sentita.
Ad Hama, città dominata dalla Fratellanza Musulmana
(sunnita), in aperto contrasto con il governo alawita, Assad capì subito che era in pericolo il suo potere. Se avesse permesso alla Fratellanza il dominio di un solo quartiere di Hama, la minaccia contro gli Alawiti si sarebbe
diffusa a macchia d'olio in tutta Hama e poi in Siria ed
egli avrebbe perso il controllo dell'intero paese.
Ecco perché intervenne con estrema feroce decisione.
Non sarebbe bastato l'arresto o lo sterminio dei soli ribelli, occorreva dare una pesante lezione: per giorni interi,
cannoni, carri armati, aerei ed elicotteri rasero al suolo
mezza città. Le macerie seppellirono buona parte dei
ventimila oppositori (tra morti e feriti). Lo scempio ri-
La seconda tradizione é politica ed ha
profonde radici nel Medio Oriente
Essa consiste nell'autoritarismo, cioè nella concentrazione del potere nelle mani, in genere, di una sola persona.
Anche questa tradizione è legata all'esistenza dei legami
primordiali tribali. Essi condizionano a tal punto le identità e i comportamenti, che le popolazioni mediorientali,
arabe in genere, raramente hanno dato vita a propri stati
nazionali e tanto meno sono mai riuscite a resistere alle
invasioni straniere. Buona parte delle tribù non sono state in grado di raggiungere quel consenso necessario per
la costituzione di un ordinamento politico, poiché ogni
comunità, setta o clan non era, e ancor oggi non è, disposta a lasciarsi governare dagli altri clan. Come conseguenza, succedeva spesso (e, probabilmente, succederà
ancora!) che una tribù imponeva il proprio dominio sulle
altre mediante l'uso della forza e della brutalità. L'autoritarismo nella versione mediorientale ha assunto da secoli
due forme diverse: una morbida, ed era quella mantenuta
dagli ottomani nei confronti dei popoli conquistati; essi
premiavano l'elemento meritevole, indipendentemente
dalla sua fede professata, dal clan di appartenenza e dalla
sua condizione sociale, mentre l'altra forma è l'autoritarismo brutale, perseguita tuttora dai vari tiranni mediorientali. Quest'ultima forma di autoritarismo brutale prevale,
o è fino a poco tempo fa prevalso, in Siria, Iraq, Libano,
Yemen, Libia, Tunisia, Egitto - in cui le società sono ampiamente frammentate tra sette, clan e tribù e in cui i governanti non sono mai riusciti ad assicurarsi sufficiente
legittimità. Ma tribalismo e autoritarismo non sono sufficienti a spiegare pienamente né l'episodio di Hama, con
le sue terribili regole, né l'attuale politica mediorientale.
E' qui presente infatti una terza tradizione, imposta sin
dall'inizio del secolo scorso dai colonizzatori occidentali,
inglesi e francesi in particolare: il moderno stato nazionale. Trattasi di un concetto inedito per il Medio Oriente,
abituato ad una lunga tradizione di dinastie autoritarie;
paesi in cui le identità politiche derivavano piuttosto, come si è detto, da affiliazioni religiose o da parentele locali, si trattasse della tribù, del clan, del villaggio, del quartiere, della setta o altro.
La terza tradizione venne imposta, durante il
secolo scorso, da alcuni invasori occidentali inglesi e
francesi in particolare e riguarda, come già detto,
la costituzione del moderno stato nazionale.
Dopo la fine della 1ª guerra mondiale, Gran Bretagna e
Francia, sconfitto e distrutto l'impero ottomano, ne ritagliarono una serie di stati nazionali, i cui confini non tenendo in alcun conto del comune retaggio storico o dei
legami etnici e linguistici dei popoli, seguivano un rigido
andamento geometrico in netto contrasto con la realtà
del terreno. I confini vennero tracciati esclusivamente in
base alle esigenze della politica estera dei colonizzatori,
delle comunicazioni e delle proprie esigenze petrolifere,
con nessuna attenzione alle contiguità etniche, tribali,
linguistiche e religiose.
La conseguenza fu che quei clan, tribù ecc. così diversi
tra loro, tuttavia costretti entro confini imposti dalle potenze occidentali, furono indotti con la forza a divenire
una nazione, a rispettare le stesse regole e la stessa bandiera. Così, invece di essere lo stato a sorgere dalla nazione, si pretese che fosse la nazione a sorgere dallo stato.
Hama è una città
della Siria centrale,
a poco più di 50 km
a settentrione di
Homs e a poco più di
150 km a meridione
di Aleppo. In antichità era conosciuta
per molto tempo come Epifania di Siria
Il Basco Azzurro - 35
storia­e­storie
mase, come monito, sotto gli occhi dei siriani per alcuni
giorni, a cielo aperto. Poi i bulldozer con i loro pesanti
cingoli seppellirono morti, feriti e suppellettili, senza
stendervi sopra un velo di terra e di pietà!
Per Assad, i sunniti di Hama, in un certo senso, non erano suoi concittadini ma nemici, membri di una tribù
estranea e dichiarati usurpatori del dominio alawita.
II motivo per cui nei paesi mediorientali sono ancora in
atto conflitti tribali va sicuramente ricercato nel fatto che
gran parte dei suoi abitanti non hanno ancora tagliato
completamente le radici con le loro identità d'origine, sebbene ormai vivano in apparenti moderni stati nazionali.
lettere al direttore
Vi è stato un seguito alla lettera del C.M. Mitrugno pubblicata nel precedente numero. Ve la proponiamo insieme alle due foto che cortesemente ci ha inviate.
brIndIsI 1 agosto 2012
Preg.mo Dir. Rapposelli,
La ringrazio per l’attenzione e l’iscrizione alla Sezione
“Muscarà” di Viterbo.
Le rimetto le foto già inviate all’email:
[email protected]
Grazie per l’indicazione dei dati del Col. Rino Rettore
col quale gioiosamente mi sono già sentito telefonicamente e dietro sue indicazioni ho parlato, con grande reciproca emozione, con il Gen. Augustale Cecchetti, che
vive anche lui a Viterbo, alla veneranda età di 94 anni.
Le due foto allegate riguardano tutto il II contingente
1972 con al centro il Comandante Piccolo, mentre nel-
l’altra l’allora Cap. Magg. Bruno Mitrugno parla al suo
contingente di leva alla presenza del Col. Piccolo.
Cordiali saluti azzurri
Cav. Bruno Mitrugno
Egregio Direttore,
sono Stefano Lupieri, leggo sempre con molto interesse il nostro periodico e stando fuori Italia per lavoro mi piacerebbe vedere pubblicata questa mia nota con una mia recente foto, anche per salutare tutti gli amici dell’Aviazione
dell’Esercito che ho servito per 28 anni con sempre azzurra passione.
Una volta congedato sono stato più di 5 anni in AgustaWestland dove ho ricoperto l'incarico di Pilota istruttore di volo
e su simulatore.
Presso l'Azienda ho svolto anche l'incarico di Vice Capo Pilota degli Istruttori di Volo su Simulatori. Dal 5 ottobre
scorso, anche grazie al supporto fantastico avuto dalla mia famiglia, ho portato le mie “ali” negli Emirati Arabi Uniti
dove svolgo l'incarico di Pilota Operativo e Mentor/Istruttore, per i piloti locali, presso l'Abu Dhabi Police Airwing.
Un caro saluto a tutti i Soci dell’ANAE ed in particolare a quelli
della mia Sezione “Muscarà”.
La mail ha poi avuto questo seguito “di servizio” che proponiamo ai lettori!
Inutile dire che sono onorato e vi ringrazio dell'opportunità che Lei e il mio “Presidente”, nonché amico Cesare Rutili, mi avete voluto offrire.
Per quanto riguarda la foto sarebbe cosa graditissima poter pubblicare quella in cui si evidenzia
la targhetta porta-nome con la nostra Aquila che ho sempre indossato durante il mio periodo in
AgustaWestland e continuerò ad indossare orgogliosamente anche in Terra straniera. Le rinnovo
i miei ringraziamenti e auguro a Lei è a tutti i Baschi Azzurri un sincero Ad Maiora!
36 - Il Basco Azzurro
Gentilissimo Direttore,
Le scrivo per raccontare brevemente quella che è stata la mia esperienza di servizio nell'ambito dell'AVES.
Ricevuta la cartolina di precetto nel febbraio del '95, dopo il periodo
di addestramento venni assegnato all'Istituto Geografico Militare
dove, dopo aver conseguito le patenti militari, rimasi in forza per sole circa due o tre settimane; infatti in quel periodo stavo conseguendo il brevetto di pilota di aeroplano presso l'Aeroclub di Arezzo ed
appena possibile chiesi di poter essere ricevuto dal Comandante del
Reparto Comando IGM chiedendogli se fosse stato possibile trasferirmi presso il 27° Gr. Sqd. AVES "Mercurio", motivando la mia richiesta affermando che si trattava di un reparto di volo e che avrei
potuto trarne nozioni utili alla mia passione ed attività di volo. Il
Comandante mi guardò un po' perplesso per la mia stravagante richiesta: in fin dei conti l'IGM era considerato un albergo e in quanto
conduttore di automezzi, ero totalmente esentato dai servizi di caserma che invece avrei svolto al 27°; io però non avevo nessuna intenzione di cambiare idea ed egli dopo aver fatto spallucce (e probabilmente pensando che fossi un po' strano!) diede il suo consenso.
Detto fatto, dopo un paio di giorni mi trovai nella nuova realtà con
tanto di basco e mostrine azzurre, in un ambiente in cui tutto intorno
a me era familiare: l'odore del cherosene, gli aerei e gli elicotteri,
l'aeroporto e tutti i suoi suoni che “taluni” definiscono rumori... ma
che per me e che per chiunque voli sono musica!
Adesso, oramai dopo diversi anni, i miei ricordi di quei mesi sono
ancora vivi e cristallini dentro di me, che con orgoglio conservo ancora il mio bel Basco Azzurro, le mie mostrine... e quei ricordi ogni
volta vengono ancora in volo con me!
Purtroppo il 27° non è più a Firenze, la base è stata smantellata e anche la caserma dei gloriosi “Lupi di Toscana” dove ero alloggiato, è
abbandonata a se stessa. Ma sono sicuro di ritrovare nell'Associazione tutti quei ricordi e gli insegnamenti ricevuti, tutti quei valori che
la nostra società troppo spesso dimentica di tramandare alle nuove
generazioni che crescono senza la percezione di ciò che realmente
sia la nostra Patria, come scie che si dissolvono nel cielo...
Vi comunico che ho ricevuto sia il materiale dell'Associazione che
le copie arretrate, e veramente molto gradite, della rivista "il Basco
Azzurro"; devo dire che questa è davvero ben fatta e mi riporta con
la mente e il cuore ai bei tempi con le mostrine azzurre!
Grazie e un caro saluto,
Filippo Mosti
VOGLIAMO­FESTEGGIARE­IL­
CINQUANTENARIO­DELLA­
COSTITUZIONE­DEL­RAL­“LEGNANO”?
Nel mese di luglio del 1963 veniva costituito sulla Base Aerea in Orio al Serio
il R.A.L. “Legnano” la cui vita operativa, durata poco più di tredici anni, ebbe
termine a seguito della ristrutturazione
del 1976 che ridimensionò la Divisione
f. “Legnano” in Brigata col conseguente
scioglimento del Reparto.
Ebbi il privilegio di far parte di quel Reparto dal primo giorno della sua costituzione sino a quello dello scioglimento e
ciò mi consentì di conoscere tutto il Personale che - per brevi o lunghi periodi fu effettivo al R.A.L. “Legnano”.
Nel cinquantenario della costituzione,
sarebbe bello ritrovarsi tra ex appartenenti di quel Reparto per rivivere qualche ricordo legato all’allora verde età.
Sarò ben felice di concordare, unitamente a coloro che intendessero partecipare alla “rimpatriata”, data, luogo e
quant’altro necessario per la buona riuscita della stessa.
Un caro saluto a tutti.
Giovanni Marinelli Socio della Sezione
“Ramacci”
e-mail: [email protected]
99°­CORSO­SOTTUFFICIALI­PILOTI­
OSSERVATORI­ELICOTTERO
Maurizio Magnolini e Giuliano Gualdo
hanno fatto pervenire le loro osservazioni sulla famosa foto pubblicata da
“il Basco Azzurro”. Li ringraziamo di
cuore e terremo presenti le preziose
informazioni.
La Redazione, comunque, pensa di essere arrivata ad una definizione vicinissima alla identificazione di tutti i personaggi ritratti.
Le lettere al direttore vanno
inviate via email al seguente
indirizzo:
[email protected]
Il Basco Azzurro - 37
lettere al direttore
FILIPPO­MOSTI­
NEO­SOCIO­“MUSCARà”­
GIà­SOLDATO­PRESSO­IL­
27°­“MERCURIO”­
libri
aldo rossI
CONOSCERE PER VINCERE
LA PAURA DI VOLARE
La danza delle tre farfalle
L’
autore è un pilota che ha iniziato a volare nel 1967 in Aeronautica Militare con gli F104S del 22° Gruppo Caccia
Intercettatori del 51° Stormo. Dopo circa 12 anni è passato
all’Aviazione Civile dove è stato nominato Comandante in Alitalia.
In 40 anni di attività ha accumulato 15.000 ore di volo.
Il suo libro propone magistralmente ai lettori uno spaccato di vita
aeronautica dove in una prima parte descrive, sotto un profilo tecnico-pratico, cosa avviene durante il volo all’interno di una cabina di
pilotaggio, mentre in una seconda parte propone, usando il tema di
un volo andata-ritorno Roma-New York, un “romanzo tecnico adattato” dove realtà operativa, amore e passione, misticismo e contemplazione si fondono in colorati registri espressivi, delicate sfumature
di vita e dolcissimi ricordi.
Alcuni eventi personali descritti risalgono ad anni ormai lontani ma
le tecnologie aeronautiche richiamate sono quelle recentissime che
interessano gli aerei commerciali di ultima generazione.
Traspare dalla sua lettura che è un libro scritto con il Cuore!
Tenendoci per mano ci invita ad entrare nell’affascinante realtà della
terza dimensione, anticipando le nostre domande e facendoci comprendere e controllare le ataviche paure “di volare”.
Muoversi, infatti, in una dimensione non abituale comporta diffidenza, timore, paura e talvolta anche panico. Chi vola affida la propria
vita a persone che non conosce e che nessuno, nella maggior parte
dei casi, può vedere. La cabina di pilotaggio di un aereo commerciale è sempre chiusa per ovvi motivi e non poter guardare negli occhi
coloro a cui affidiamo la vita, comporta un certo disagio. L’intento
del libro è quello di far conoscere la dinamica delle varie azioni di
un pilota nelle varie fasi del volo, nella certezza che la paura può essere tenuta sotto controllo, conoscendo ciò che riteniamo indefinito
ed incommensurabile.
L’imperativo è conoscere per capire!
E’ quello che fa con perizia Aldo Rossi soffermandosi sull’enorme
bagaglio di esperienza accumulata nel tempo dai piloti, sulle interazioni di tutto l’equipaggio, sulle nuovissime tecnologie di costruzione, intese a fornire standard di sicurezza sempre più elevati. Ci illustra come nulla viene lasciato al caso e come tutte le operazioni devono necessariamente rispondere a ineludibili standard qualitativi e
quantitativi che consentono lo svolgimento del volo nella massima
sicurezza.
Durante la lettura affiorano anche dei simpatici ed accattivanti ricordi personali, semplici scorci di comune umanità che anche lassù,
lungo le autostrade del cielo, caratterizzano marcatamente la vita di
chi abitualmente opera in terza dimensione.
“Benvenuti a bordo!” Sembra dirci il Comandante Rossi da tutte le
pagine della sua opera. Sarà un viaggio entusiasmante.
38 - Il Basco Azzurro
formato 15x21
192 PagIne
€ 18,00. edItrICe “la grafICa”
tel.+39 0464 917444
www.lagrafICa.net [email protected]
38065 morI (tn) VIa matteottI,16 z.a.
Questo spazio è direttamente gestito dalle Sezioni e dai Reparti per le loro esigenze di comunicazione
e di visibilità. La redazione caldeggia l’uso di vettori informatici per la trasmissione dei dati.
[email protected] (senza accento finale)
Bagnaia 9 novembre L’Associazione “Amici di Bagnaia”, in collaborazione con il Comando AVES ed Assoarma Provinciale, ha ricordato la festività delle Forze
Armate con la celebrazione di una S. Messa, in suffragio
dei Caduti di tutte le guerre, nella chiesa parrocchiale di
San Giovanni Battista. Al termine della funzione un corteo ha sfilato sino al Sacrario ai Caduti, nella chiesa di S.
Rocco, dove alla presenza di un picchetto armato con
trombettiere è stata scoperta una lapide in ricordo dei due
Caduti di Bagnaia in missione di pace, il Mar. Ca. Fiorenzo Ramacci caduto nel 1992 in Croazia ed il Mar. Ca.
Marco Cirillo caduto nel 2005 in Irak. La Sezione ha
partecipato con una significativa rappresentanza.
Il CONI provinciale di Terni ha concluso venerdì 7 dicembre il primo corso abilitante all’uso dei defibrillatori.
Il corso è stato curato dal nostro socio dott. Giancarlo
Giovannetti che si è reso disponibile a organizzare lo
stesso corso anche per i Soci dell’ANAE/AVES.
Sezione “SAVINI”
Con grande piacere comunico che il nostro Socio
1°M.llo AV.ES. p. Salvatore Dionisi è stato insignito
della onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana. La nomina è stata concessa su proposta avanzata dal V. Presidente dell'Associazione Combattenti e
Reduci - Sez. di Bracciano - per l'opera svolta dal Dionisi nel prodigarsi con impegno a reperire testimonianze
per la costituzione e l’ampliamento del Sacrario ai Caduti e per mantenere viva la memoria dei cittadini nei confronti dei Combattenti, Reduci ed Invalidi di guerra di
Bracciano. Attualmente il 1°M.llo Dionisi svolge l'incarico di Segretario del suddetto Sacrario che è visitabile il
sabato dalle ore 10:00 alle ore 12:00.
Mi congratulo, anche a nome di tutti i Soci della Sezione
“O. Savini” per il meritato riconoscimento.
Il Presidente Gen. Giuseppe Cocchis
La Sezione “O. Savini” esprime profonde condoglianze
al Presidente Gen. Giuseppe Cocchis per il decesso della
cognata.
Il Segretario 1°M.llo Manunta
Sezione “RIGEL”
Varie attività hanno coinvolto la Sezione nell'ultimo trimestre con la partecipazione di numerosi Soci che hanno
sempre risposto positivamente alle molte esigenze.
Nella prima quindicina del mese di ottobre, il Presidente della Sezione Rigel, Col. A. Santarossa, su suo interessamento, ha accompagnato per una breve visita in
Libano, il Presidente della Provincia di Pordenone, dott.
Alessandro Ciriani, il Vice Presidente, Sig. Eligio Grizzo
(già Luogotenente degli Alpini) e l'addetto stampa, dott.
Alberto Parigi. Il viaggio è stato effettuato con vettori
militari pianificati. Si legga l’articolo dedicato.
Il 27 ottobre, su iniziativa del Circolo dei Sardi “MONTANARI” di Udine, presso un'Area Verde denominata
“Regione Sardegna” dal comune di Udine in onore dei
sardi ivi residenti si è inaugurato un monumento alla Brigata Sassari. Hanno partecipato alcuni nostri Soci, compreso il Vice Presidente Col. Lorenzo Ferro e il nostro
Vessillo.
Le festività e cerimonie del 1° e 4 di novembre sono
state davvero intense per la Sezione Rigel, a Pordenone,
Casarsa, Istrago, San Vito e Bertiolo e culminate con la
grande cerimonia di Redipuglia.
Nelle località citate hanno presenziato numerosi Soci con
vessillo, in particolare a Bertiolo (UD), città d'origine del
Col. E. Borgo, l'allocuzione commemorativa è stata tenuta dallo stesso. A Redipuglia, sotto una pioggia battente,
alla presenza del Presidente della Camera, unitamente a
tutte le Associazioni d'Arma, hanno presenziato con Vessillo, il Col. Santarossa, il Col. Deganis, il Col. Ferro, alIl Basco Azzurro - 39
cronaca delle Sezioni e dei Reparti
Sezione “MUSCARà”
cronaca delle Sezioni e dei Reparti
fiere il Socio Serg. Faorlin. Numerose riprese per TV locali sono state effettuate dal nostro Socio Mauro Florio.
con il suo elicottero presso il Passo di Sant'Osvaldo, località di Erto, nella tragedia del Vajont di oltre 40 anni fa.
Il 7 novembre, presso il centro ippico militare di Tor di
Quinto a Roma si è tenuto un raduno di Assoarma, alla
presenza del Ministro della Difesa e dei Capi di SS.MM..
Erano presenti con Vessillo il Presidente della Sez. Rigel,
Col. Santarossa e il Socio Ispett. di PS Raffaele Padrone.
Il 27 novembre, la Città di Pordenone ha salutato con
una solenne cerimonia la Brigata corazzata Ariete, da poco rientrata dal Teatro Libanese. Con l'occasione è stato
anche celebrato l'85° anniversario della costituzione della
Specialità “Carrista”. Oltre alle autorità civili, hanno presenziato il Capo di SM dell'Esercito, il Comandante delle
FOTER e il Comandante del 1° FOD. Nutrita la partecipazione della nostra Sezione ANAE “Rigel” con il Presidente e numerosi Soci.
Anche quest'anno, il Col. Franco Frondaroli ha voluto
partecipare il 10 novembre alla Messa in ricordo del Comandante Giovanni Zanelli, caduto per incidente di volo
Sezione “NATALE”
Il Socio ed ex Consigliore 1°Mar. Lgt. Giuseppe Santeramo è stato nominato “Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana” con decreto del Presidente della Repubblica il 27 Dicembre 2011.
Complimenti e congratulazioni vivissime per la prestigiosa nomina a Cavaliere.
“COMANDO­AVES”
24 settembre Con l’entrata in vigore dei nuovi organici
il Comando Sostegno AVES perde la parte finale della
precedente denominazione relativa al “Nucleo Iniziale di
Formazione”.
23 settembre La sala operativa del Comando Aviazione
dell'Esercito compie dieci anni di vita. Sono gli organizzatori, angeli custodi e coordinatori di tutte le variegate
attività richieste alla Specialità, in primo luogo quelle in
cui sono stati impiegati i nostri aeromobili. Nella foto sopra i componenti del reparto.
Campagna antincendio estiva 2012 Si è conclusa la
campagna estiva che ha visto l’AVES impegnata in concorso con la Protezione Civile, nella lotta agli incendi
boschivi. L'Esercito ha partecipato con gli elicotteri dislocati sulle basi di Viterbo, Cagliari e Lamezia. Sono state totalizzate oltre 200 ore di volo e sganciate
40 - Il Basco Azzurro
sul fuoco oltre 3700 tonnellate di acqua.
Task Force ITALAIR a Naqoura 8 ottobre 2012
A meno di 48 ore dal Transfer of Authority con la Task
Force uscente, la 39ª Task Force “ITALAIR”, al comando del Tenente Colonnello Giuliano Innecco, è stata subito chiamata ad operare in una missione di evacuazione
ferito a favore di un militare in servizio ad UNIFIL.
A seguito di un incidente stradale nel quale rimanevano
coinvolti almeno due militari di nazionalità nepalese, si
rendeva necessario lo sgombero aereo di uno dei militari
che versava in gravi condizioni. Ricevuto l’allertamento
ed imbarcato il team aero-medico francese, l’elicottero
AB 212 decollava in circa 7 minuti dall’ordine esecutivo
ricevuto completando l’intervento in circa un’ora.
Cap. Gianluca Carofalo,
Capo Cellula S3 TF “ITALAIR”
Viterbo 24 novembre Siglato presso il Comando dell'Aviazione dell'Esercito un accordo tra l'Esercito e la
Marina Militare che riguarda la futura capacità di impiego degli elicotteri A129 Mangusta dell'Esercito da bordo
delle navi della Marina, consentendo di integrare le capacità di “proiezione dal mare”. La firma del documento “apre nuove prospettive - sottolineano allo Stato maggiore della Marina - per l'estensione delle capacità operative delle due forze armate”, con l'obiettivo ultimo di
abilitare gli equipaggi dell'esercito nell'impiego a bordo
delle navi della Marina.
CI HANNO LASCIATO
SEZIONE­“MUSCARà”
29 agosto Gen. Ciro Sorrentino della Sezione “Muscarà” di Viterbo.
25 settembre Sig.ra Pierina Paolucci, madre della Socia della Sezione “Muscarà”, Sig.ra Adriana Braconi
Cervellini, vedova Cervellini.
10 ottobre Gen. Duilio Micarelli, Socio Simpatizzante
della Sezione Savini di Bracciano.
19 ottobre E’ venuta a mancare la consorte del Socio
“Sanna”, Magg. Giovanni Manunta.
23 ottobre E’ scomparso improvvisamente Bruno, fratello del Socio “Ramacci” Aiutante Giuseppe Maiu.
18 novembre La suocera del Socio “Muscarà”, Col. Antonino Nicolosi.
15 e 22 novembre Sono scomparsi prima il padre Salvatore e poi la madre Antonietta del Socio della “Muscarà”
Col. Cosimo Ilio Buffelli.
27 novembre Ha ripiegato le sue ali il Gen. D. Gian
Alemano Del Carretto, Socio della Sezione “Altair”.
7 dicembre E' deceduto il Socio "Rigel", Gen. B. Aldo
Treu.
Cap.le Filippo Mosti; M.M.A. Rinaldo Vico; Ten. (R.O.)
Maurizio Zaccaria; Sig. Antonio Frascino “amico dei
Baschi Azzurri”.
SEZIONE­MOVM­“SILVANO­NATALE”
M.M.A. Renzo Moretti; Sig. Renato Nicoli e Sig. Leopoldo Cremonini Bortolazzi “amici dei Baschi Azzurri”.
SEZIONE­MOVM­“FIORENZO­RAMACCI”
Ten. Col. Pietro Paolo Zamboli.
NASCITE
11 luglio E’ nata Agata terzogenita del Socio “S.Cola”
Maresciallo Giovanni Arlotta e della Signora Graziella
Lombardo.
12 settembre E’ nata Chiara terzogenita del Socio
“Muscarà” Ten. Col. Alessandro Ansalone.
23 ottobre E’ nata Gaia, seconda nipotina del Socio
“Ramacci” Aiutante Gianluigi Gaggia.
24 ottobre Una coppia di gemellini, Mattia e Lucia,
hanno reso felice il neo nonno Aiutante Giancarlo Marinoni, Socio della Sezione “Ramacci”.
24 ottobre Il Socio Sezione “Cola” CMS Francesco
Scalise e la sua consorte Elena Vaccaro sono stati allietati dalla nascita di Noemi.
8 novembre Il Socio Sezione “Cola” Alex Posteraro e la
sua consorte Maria Antonietta Plastina sono stati allietati
dalla nascita di Ambra.
8 novembre E’ nato Lorenzo, nipote del Socio “Muscarà” MMA Francesco Santonocito. Ne danno lieti l’annuncio il padre Patrizio Santonocito e la madre Signora
Francesca.
Auguri di vivo cuore ai genitori e
ai parenti dei “nuovi arrivati”.
MATRIMONI
15 settembre Giuseppe, figlio del Socio “Muscarà” Col.
Francesco Berardino, si è unito in matrimonio con la Signorina Vanessa Sansoni.
22 settembre Il figlio Stefano della Socia “Muscarà”
Sig.ra Sara Sabatelli Maglie si è unito in matrimonio con
la Signorina Milena Cosentino presso la chiesa SS Immacolata in Napoli.
A tutti i neo sposi gli auguri più sinceri
delle Sezioni ANAE di appartenenza e dei componenti
della Sede Nazionale.
Ci è pervenuta notizia del decesso di alcuni Baschi Azzurri, non soci dell’ANAE, che riportiamo all’attenzione
dei nostri iscritti:
15 ottobre Aiutante Gavino Cossu, già stimatissimo
Specialista del 4° R.R.A.L.E.
17 novembre Maresciallo Ketriss Palazzani effettivo
al 5° rgt. AVES “Rigel”.
La Redazione esprime le più sentite condoglianze
anche da parte di tutti i Soci.
VARIE
E' in preparazione un volume dedicato agli aerei leggeri
Piper (L 18C ed L 21B) nel loro impiego nell'ALE dal
1952 al 1979.
Chiunque avesse fotografie con tali aerei è pregato di inviarle alla redazione del Basco Azzurro specificando il
reparto di appartenenza e l'anno della foto.
Riconoscimento di medaglia di lunga navigazione aerea
per il personale tecnico facente parte degli equipaggi fissi di volo.
Nella riunione annuale del Signor Ministro della Difesa
con i rappresentanti delle Associazioni, l’ANAE ha rinnovato ancora una volta una istanza sulla nota problematica. L’argomento non è stato inserito nell’agenda dei lavori, ma il “Gabinetto del Ministro” ha assicurato che saranno interessati in materia le competenti articolazioni
della Difesa.
Il Basco Azzurro - 41
notiziario
NUOVI ISCRITTI
notiziario
SI fANNO ONORE
LORENZO­RUTILI
Durante una suggestiva cerimonia svoltasi nello splendido teatro adiacente la
sede della Chichester University, in Gran Bretagna, il 5 ottobre è stato consegnato il diploma di Master of Arts a Lorenzo Rutili, figlio del Consigliere Nazionale, Col. Cesare Rutili.
Il Master è stato conseguito partecipando ad un apposito corso biennale presso la prestigiosa Academy of Contemporary Music di Guilford (UK), che Lorenzo però è riuscito a completare in un solo anno accademico.
Nel 2010 Lorenzo Rutili aveva già conseguito la laurea triennale in Lingue e
Culture Moderne presso l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo.
Nella foto Lorenzo con i suoi genitori.
CLAUDIA­TAVANI
Franco Tavani è “amico dei Baschi Azzurri” della Sezione “Sanna”. Sua figlia Claudia è Ph.D.
(2010) in Law, University of Essex, coopera con diverse ONG ed università, inclusa quella di
Cagliari. Suoi interessi di ricerca sono l'identità e i diritti culturali, la tutela delle minoranze, la
non-discriminazione, i diritti collettivi ed umani in generale. Ha pubblicato recentemente il libro di cui riproduciamo la copertina con una breve introduzione del libro stesso.
L'uso di meccanismi centrati puramente sulla protezione dei diritti umani individuali è sufficiente a proteggere l'identità culturale delle minoranze? Si può ottenere di più adottando un sistema che applichi i principi di eguaglianza e non-discriminazione, e che comprenda il riconoscimento al diritto collettivo dell'identità culturale. Cultura ed identità culturale sono davvero
importanti per identificare gruppi ed etnie. Ma i Rom sono un gruppo etnico? Per rispondere a
queste domande, l'Italia viene usata come caso di studio nell'illustrare i limiti delle disposizioni anti-discriminazione
e la necessità di riconoscere il diritto collettivo all'identità culturale.
Volume in lingua inglese edito da Brill Academic pub – Leider, Olanda
ENNIO­BUTTAZZO
Il Cav. Ennio Buttazzo è Socio della Sezione ANAE “Altair”. La sua attività
artistica lo porta spesso all’attenzione della cronaca ed anche noi vogliamo
conferirgli onore riportando la pagina del giornale di Vercelli che informa del
gemellaggio artistico fra la sua città e la Thailandia, con il conseguente dono
di una sua opera. Non lo conosco di persona, anche perché non mi pare di
averlo visto mai ai nostri incontri ufficiali; mi piacerebbe incontrarlo al 18°
Raduno ANAE a Viterbo nel prossimo mese di maggio… altrimenti (e vuol essere una terribile minaccia) questa è l’ultima volta che la Redazione gli dedica attenzione.
Vincenzo Rapposelli
42 - Il Basco Azzurro
Ciro Sorrentino e Gian Aleramo Del Carretto
ricordiamoli
Q
uando frequentavo al CAALE di Viterbo la seconda fase del 18° corso P.O., nel
1962, mi ricordo che la Sezione
Standardizzazione del Volo era per
noi allievi una sorta di empireo dove
regnavano i principi del volo che ci
dovevano esaminare e decidere se
fare di noi un pilota dell'Esercito o
rimandarci ingloriosamente ai reparti di appartenenza. Fra questi ufficiali ce n'erano due che, rispetto ad alcuni altri, ci mettevano a nostro agio
per la loro bonomia e pazienza, il
Cap. P.O. di fanteria Ciro Sorrentino
ed il Cap. P.O. a. Gian Aleramo Del
Carretto di Ponte e Sessame. La loro
preparazione veniva da lontano perché avevano frequentato rispettivamente il 3° ed il 10° (nel 1954 e nel
1958) e noi, implumi apprendisti del
volo, li guardavamo con timore e riverenza. Mi ricordo che in un volo
di controllo Sorrentino mi fece eseguire con l'L 21 un “otto lento” e me
lo commentò dicendo: “Deve immaginare che sul mozzo dell'elica ci sia
una matita che durante l'esecuzione
della manovra disegna nel cielo un
otto perfetto”.
Il Del Carretto invece con i suoi
baffi alla Vittorio Emanuele II quando scoprì che ero piemontese come
lui mi appellò subito “Giuanin” e mi
esonerò dal portargli entrambi i due
cuscini che tradizionalmente l'allievo recava all'aereo per l'istruttore
che, sedendosi nel posto posteriore
dell'L 21, lo sollevava in altezza
permettendogli di vedere gli strumenti del cruscotto.
I due “maestri” sono stati accomunati nel tempo da diverse attività di
sperimentazione dei nuovi aerei che
l'ALE andava valutando per sostituire la linea “turistica” dei Piper e
la foto che proponiamo li ritrae a
Dobbiaco negli ani '70 con l'aereo
AM 3C. Negli scorsi mesi di ottobre
e novembre la sala operativa celeste
ha stabilito per entrambi l'ultimo decollo mandandoli ad atterrare su
quel campo di volo ideale degli
aviatori dove, ritrovando amici e
colleghi, potranno ancora discutere
di “pallina e paletta, di viti e chandelles”.
Giovanni Tonicchi
Ketriss Palazzani ha ripiegato le sue ali
Q
uasi tutti i media del Triveneto continuano a riportare
la notizia del fatale incidente di montagna occorso a Ketriss Palazzani, membro del soccorso alpino
del pordenonese, valente guida alpina ed esperto e riconosciuto rocciatore. Egli è caduto per una triste fatalità che, a volte, colpisce proprio
coloro che amano e rispettano
profondamente la montagna e forse,
nella disgrazia, è il tipo di morte che
lui si sarebbe aspettato. La signora
dal nero mantello se lo è portato via
sabato pomeriggio da una parete di
Schievenin nel bellunese.
Pochi media hanno aggiunto che
Ketriss era, soprattutto, un bravissi-
mo e stimato Maresciallo Capo del
5° Reggimento Aviazione dell'Esercito “Rigel”. Esperto tecnico di volo, particolarmente addestrato e preparato ai recuperi con il verricello
del nostro infaticabile AB205.
Un ragazzo di 40 anni lascia un
vuoto tremendo nella sua famiglia,
ma lascia anche un vuoto tremendo
tra i suoi fratelli militari del “Rigel”
dove, con essi, aveva condiviso tanti
anni e tante missioni in Teatri Operativi come l'Afghanistan, mettendo
continuamente a rischio la propria
vita per il bene di altri e della pace
perché la scelta della vita militare, il
fare servizio, tanto ti richiede.
Mercoledì pomeriggio, 21 novem-
bre, Ketriss che ha ripiegato le sue
ali è stato salutato per l'ultima volta
nella sua Valdobbiadene, scortato da
alcuni suoi colleghi del “Rigel” in
combinazione da volo e dal Comandante del 1° F.O.D., Gen.C.A. Pilota
Danilo Errico, già suo Comandante
al 5° Rigel. Numerosi alle esequie
anche i Soci della Sezione ANAE
“Rigel”. Onore!
Andrea Santarossa
Il Basco Azzurro - 43
18° RADUNO NAZIONALE ANAE
62° Anniversario Costituzione AVES
30° Anniversario Costituzione ANAE
VITERBO 9 - 10 maggio 2013
P r o g r a m m a
(potrebbero essere apportare delle variazioni)
gIoVedì 9 maggIo
mattIna arrIVo deI ParteCIPantI e sIstemazIone In albergo
ore 15.30 - 18.00 assemblea nazIonale Presso Hotel Per I solI delegatI
ore 18.00 - 20.00 a dIsPosIzIone
ore 20.00 “serata azzurra” Presso Hotel
Venerdì 10 maggIo
CerImonIa dePosIzIone Corona dI alloro al monumento nazIonale aI CadutI dell’aVes
ParteCIPazIone alla CerImonIa del 62° annIVersarIo della CostItuzIone dell’aVes
alloCuzIonI PresIdente anae - Comandante aVes – massIma autorItÀ
sfIlamento In Parata del bloCCo anae/rePartI aVes
Pranzo dI CorPo (modalItÀ da IndIVIduare)
al termIne rIentro deI radunIstI alle ProPrIe sedI
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Numero 4 - ottobre/novembre/dicembre