SOMMARIO 1 Copertina: (foto San Marco - Civis) 2 Sommario - Orario Sante Messe - Numeri telefonici 3 Editoriale: Anno della fede - Basta aver fede 5 Questione di soldi 6 Addio "padre Volpi", testimone di carità 10 Perché i fiori ai funerali 12 Chiesa Universale - Chiesa Diocesana 16 Calendario e numeri utili 17 Roberta Parigi: lettera alla comunità 18 Riflettiamo: Messaggio di pace di una dodicenne 19 "Cantando il Natale" con il coro Effatà 20 Per chi crede che tutto sia Grazia 22 L'ultimo saluto a Padre Volpi 23L'arcobaleno 24 Associazione Anziani e Pensionati 25 La classe 1937 in festa 26Neolaureati 27 Un sarnicese ritorna ai vertici del Kiwanis del Sebino 28 Il Tabernacolo - Catechisti a Chiuduno 29 I volti: Anna Dossi 30 31 32 33 34 35 36 37 38 40 41 42 43 44 50 52 53 56 Lo spettacolo di Natale dell'Asilo Volontari, una risorsa irrinunciabile Rock 'n Sarnek Elevazione musicale - Shopping Saturday Padre Antonio e il prof. Parenzan una grande amicizia Torni in casa lo spirito di preghiera Èl saùr de la tèra Un omaggio alla nostra Protezione Civile Invecchiamento sano e attivo Amore e ADMO due A un solo cuore: salvare una vita Entusiasmo e partecipazione all'Ospedale di Sarnico Il volontario: c'è più gioia nel dare che nel ricevere I Canterini del Sebino News - Festa dell'AVIS Le pagine del Comune Come eravamo Attività dell'A.S.D. Judo Sarnico Anagrafe parrocchiale Le sorelle Bellini Novembre 2012 Il prossimo numero de “il Porto” sarà in distribuzione da giovedì 20 Dicembre 2012. Si raccomanda l'invio degli articoli in word e delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre lunedì 10 dicembre 2012, a [email protected] o la consegna Il materiale pervenuto oltre il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese successivo. Grazie per la collaborazione. Orario Sante Messe Festivo ore 8.00 - 8.45 (Ospedale) 9.30 - 11.00 - 18.00 - 20.00 (Parrocchia) Feriale ore 7.00 (Osp.) 8.00 - 16.00 - 20.00 ore 10.00 ogni giovedì (Casa di riposo) Vigilia di Festa ore 16.00 (Casa di riposo) - 18.00 - 20.00 (Parrocchia) Funerali: ore 15.15 Avvento N. Telefonici ed e-mail utili Parrocchia 035 910056 don Luciano 348 9049113 Oratorio 035 912 078 don Loris 328 3932361 Sacrista 339 2087660 Centro pr. ascolto 035 910916 Sala Giochi (Meulì) 035 912107 Cine Junior 035 910916 Centro Quader 035 912420 Centro Famiglia 035 911252 Casa di riposo 035 4261453 Il Battello 035 914421 Carabinieri 035 910031 Emergenza sanitaria 118 Guardia medica 035 914553 Ospedale 035 3062111 Farmacia 035 910152 (orari 8.30-12.30 / 15.30-19.30 Sito web: www.parrocchiasarnico.it E-mail sito web: [email protected] Sito C.SI.: www.csioratoriosarnico.it E-mail C.S.I.: [email protected] E-mail de “ilPorto: [email protected] E-mail parroco: [email protected] E-mail don Loris: [email protected] c/c postale Parrocchia: N. 49089303 Direttore responsabile: GIUSEPPE VALLI Amministrazione: don LUCIANO RAVASIO - Casa parrocchiale: Tel. 035 910 056 Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971 Stampa e inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292 Redazione: don L. Ravasio, don L. Fumagalli, M. Dometti (CIVIS), R. Gusmini e S. Marini. Collaboratori: don V. Salvoldi, A. Arcangeli, P.L. Billi, L. Cuni, G. Cadei, C. Casati, G. Dossi, G. F. Gaspari, P. Gusmini, R. Modina, G. Schivardi e S. Venchiarutti. Progetto grafico: Studio Példy - Ufficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale - Tel. 035 910 056 Anno della fede Basta aver fede? E D I T O R I A L E a cura di Don Luciano Importante non è credere in assoluto: si parla di Fede Viva T anta gente crede di più in se stessa, nelle sue capacità e non crede in Dio, in Qualcuno di superiore che guida ogni cosa verso la pienezza del suo fine. È importante capire che nella parola “fede” è contenuto il verbo affidarsi, oppure fidarsi che implica sempre il riferimento a qualcun altro. Uno non può dire di aver fede da solo perché per esprimere la fede bisogna comunque essere almeno in due. Un giorno un giovane mi chiese: «Mi aiuti ad aver fede?». Gli risposi: «Bisogna che tu incontri qualcuno da amare». Si mise a servizio dei poveri, partì per un’esperienza missionaria al posto di far le ferie sulla costa adriatica e quando tornò mi disse: «Adesso possiamo cominciare a parlare della fede!». La fede, così alimentata, non può essere pensata senza la concretezza delle opere. Qualcuno si può anche illudere di continuare a “ragionare” sulla fede, ma questo è solo un passo successivo. San Giacomo nella sua lettera scrive: «Fratelli, a che serve se uno dice: 'Io ho la fede!' e poi non lo dimostra con i fatti? Forse che quella fede può salvarlo?». Qual è la cosa più importante nella vita? Ognuno dà le sue risposte: c’è chi dice che è la salute, chi il benessere, chi l’amore. Accettando tutte le risposte che ciascuno potrebbe dare, diciamo pure che il massimo, umanamente parlando, sarebbe possedere salute e ricchezza, avere intelligenza e successo, possibilità di godere liberamente tutti i piaceri della vita. Ci sono persone che hanno queste possibilità! Nella Bibbia si legge di persone alle quali la vita sembra aver dato tutto: sapienza e intelligenza, ricchezze e piaceri di ogni genere, fama e buone prospettive, come al re Salomone. Nonostante il massimo splendore che raggiunse, qualcuno attribuì proprio a lui queste parole: La nostra fede deve essere viva, perché «la fede senza le opere è morta» (Gc 2:26). «Mi son detto: Ora voglio provare ogni specie di piacere e di soddisfazione. Ma tutto mi lasciava sempre un senso di vuoto. Il divertimento lascia insoddisfatti, l'allegria non serve a niente. Nov. 2012 ilPorto - 3 Allora ho cercato il piacere nel bere, ma senza perdere il controllo. Mi son dato alla pazza gioia. Volevo vedere se questo dà felicità all'uomo durante i pochi giorni della sua vita. Ho fatto anche grandi lavori. Ho fabbricato palazzi, ho piantato vigneti. Ho costruito giardini e parchi, dove ho piantato ogni qualità di alberi da frutto. Ho costruito serbatoi d'acqua per irrigare quegli alberi. Ho comprato schiavi e schiave; avevo molti servi in casa mia, possedevo moltissimi buoi e pecore, più di tutti i re di Gerusalemme. Ho accumulato molti oggetti d'oro e d'argento. Ho preso le ricchezze e i tesori di altri re e governanti. Ho fatto venire nel mio palazzo cantanti e ballerine: per i miei piaceri, tante belle donne. Insomma, ero diventato più ricco e più famoso di tutti i miei predecessori di Gerusalemme. Per di più, non ho mai perso la testa! Ho soddisfatto ogni mio desiderio; non ho rinunziato a nessun piacere. Sono riuscito a godere delle mie attività: questa è stata la ricompensa per tutte le mie fatiche. Che cosa conta essere sapiente? Ho tentato di fare un bilancio di tutte le opere che avevo fatte e della fatica che mi erano costate. Ma ho concluso che tutto è vanità, come inseguire il vento. In questa vita sembra tutto inutile». Salomone ebbe moltissimo, ma «che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?». Mc 8:36. Neppure il mondo intero vale quanto la nostra vita, che è la cosa più importante. Molti, parlando di salvezza avuta per fede, pensano di essere apposto perché credono. Eppure, non basta credere, perché «anche i demoni credono e rabbrividiscono» (Gc 2:19). Giacomo dice che occorrono le opere. E molti si ritengono cristiani solo perché non fanno male a nessuno, sono onesti, si comportano bene, magari parlano perfino di Dio ad altre persone. 4 - ilPorto Nov. 2012 Si tratta di una buona etica con spirito volenteroso, ma avere una fede viva è molto di più. L’apostolo Giacomo ci dice che la nostra fede deve essere viva, perché «la fede senza le opere è morta» (Gc 2:26). Giacomo, sotto ispirazione, parla sia di una fede morta e inutile e sia di una fede viva che salva. «14Fratelli, a che serve se uno dice: 'Io ho la fede!' e poi non lo dimostra con i fatti? Forse che quella fede può salvarlo? 15Supponiamo che qualcuno dei vostri, un uomo o una donna, non abbia vestiti e non abbia da mangiare a sufficienza. 16 Se voi gli dite: "Arrivederci, stammi bene. Scàldati e mangia quanto vuoi", ma poi non gli date quel che gli serve per vivere, a che valgono le vostre parole? 17Così è anche per la fede: da sola, se non si manifesta nei fatti, è morta. 18 Qualcuno potrebbe anche dire: "C'è chi ha la fede e c'è invece chi compie le opere. Ma allora mostrami come può esistere la tua fede senza le opere!". Ebbene, io ti posso mostrare la mia fede per mezzo delle mie opere, cioè con i fatti! 19Ad esempio: tu credi che esiste un solo Dio? È giusto. Ma anche i demòni ci credono, eppure tremano di paura. 20 Sciocco, vuoi dunque renderti conto che la fede non serve a niente se non è accompagnata dai fatti?». Giacomo paragona due tipi di fedeli: 1. Chi dice di avere fede, ma non ha vera fede perché non ha le opere. 2. Chi vive la fede con le opere. A che serve, se uno dice di avere fede, ma non ha opere? Facile per me dire e predicare che ho la fede! Ma è chi mi vede che deve poter dire: «Quel prete ci crede davvero!»; così penso anche per chi è sposato: si vede se ci crede sul serio perché la sua vita cambia e tutto diventa una sorpresa. Così è di chiunque, anche dei single che si lasciano guidare dallo Spirito il quale si alza al mattino per rendere “nuove” tutte le cose e per dare un nuovo slancio alla fede: Allora continuiamo a crederci! R E S T Questione di soldi Durante il mese di OTTOBRE 2012 le offerte pervenute alla parrocchia registrano l’importo di: che aggiunte a quelle pervenute dall’inizio dei lavori di restauro di: più DEPOSITI FIDUCIARI INFRUTTIFERI (prestiti privati) ammontano complessivamente al 31 OTTOBRE 2012 a: Alla stessa data risultano spesi SITUAZIONE DEBITORIA AL 31 OTTOBRE 2012 - ancora da pagare ai fornitori - debito bancario residuo del mutuo - debito bancario del fido di conto corrente - debito verso privati per PRESTITI (vedi sopra) - debiti con varie scadenze ammontanti al 31 OTTOBRE A U R I a cura del C.P.A.E. Euro Euro Euro Euro 8.955,00 1.099.825,00 125.000,00 1.233.780,00 Euro 3.320.000,00 " " " " " 150.437,00 861.011,00 386.371,00 125.000,00 1.522.819,00 Grazie a tutti gli anonimi benefattori che con generosità hanno partecipato alla raccolta delle offerte del mese di ottobre. Da segnalare : - Le offerte degli ammalati - Coloro che organizzano lotterie - Coscritti delle classi in festa del 1942, del 1950 e del 1941 - L’offerta in memoria di PADRE ANTONIO GIUDICI. Inoltre un vivo ringraziamento a coloro che in seguito al nostro S. O. S. lanciato su "il Porto" del mese di settembre scorso, hanno risposto con tempestività e generosità. Forza, ne aspettiamo altri !!! A tal proposito desideriamo precisare e rispondere ad alcuni parrocchiani che ci hanno posto la domanda : «Io non ho il conto corrente presso la Banca Popolare di Bergamo, come posso far pervenire alla Parrocchia l’importo del mio prestito ?». Nessuna preoccupazione poiché tutte le banche sono collegate tra loro per cui tutte possono inviare bonifici alla suddetta banca di cui, per comodità, di seguito ripetiamo le coordinate bancarie della stessa: IT 74 Y 05428 53470 000000001668 Intestato a : PARROCCHIA SAN MARTINO VESCOVO – SARNICO Inoltre c’è la possibilità di usare il conto corrente postale N. 49089303 Oppure consegnare personalmente i soldi direttamente al Parroco. Nov. 2012 ilPorto - 5 Addio «Padre Volpi» testimone di carità a cura di Civis A lui il Signore ha chiesto l’Evangelizzazione attraverso il “carisma dell’ascolto" C on l’improvvisa morte di don Giuliano Volpi - per tutti “Padre Volpi” - scompare un punto di riferimento importante per tante famiglie, educatori, giovani, coppie in difficoltà che si rivolgevano a lui per trovare sostegno ed ai quali offriva ascolto e attenzione non comuni. Guardando in retrospettiva gli intensi anni di lavoro da lui svolti nel Basso Sebino, ma anche leggendo attentamente il suo libretto di preghiere “Dammi fede, Signore” pubblicato pochi mesi fa, si rivela in modo ancor più preciso il progetto della sua vocazione. A lui il Signore ha chiesto l’Evangelizzazione attraverso il “carisma dell’ascolto e dell’analisi della personalità”, per dar modo alla dignità della persona di armonizzarsi con gli altri e con la volontà di Dio. Il suo non era un lavoro ma una "missione" da portare avanti con dedizione e rispetto. E così è stato per tutta la sua lunga attività al Centro Famiglia di Sarnico e non solo. Don Giuliano nasce a Saronno (Va) il 31 maggio del 1930, ordinato Sacerdote nel 1954 nella Diocesi di Milano, diventa operatore Psicologo a partire dal 1972 presso il Centro di Orientamento Professionale di Bergamo. L'8 settembre 2001 viene incardinato nella Diocesi di Bergamo. Diventa poi Psicologo e psicoterapeuta al “Centro Famiglia” di Sarnico (del quale è stato uno dei fondatori) e del Gat (Gruppo accoglienza tossicodipendenti) da lui caparbiamente voluto e diretto. A metà degli anni ’70 si dimostrò anche un grande educatore ed un supporto importante per docenti e famiglie. È soprattutto grazie a lui e alla sua incondizionata disponibilità che si cominciò a sperimentare l’inserimento di alunni disabili in un gruppo classe nella scuola media. «Don Giuliano - ha commentato con commozione il parroco don Luciano dopo ave appreso della sua morte - è stato un fratello, un dono per me e per la comunità costruendo, attraverso una notevole capacità di ascolto, una spiccata abilità nel condividere le difficoltà delle persone ad aprire agli altri il proprio vissuto». Profondamente addolorato anche il sindaco Franco Dometti che nel ringraziarlo per quanto ha fatto in questi anni per la comunità, ha sottolineato come «Don Giuliano abbia dedicato il suo impegno sacerdotale e i suoi interessi nell’aiutare gli altri a gestire situazioni problematiche o di disagio, con uno spirito nuovo improntato al miglioramento della propria coscienza al fine di trovare, nelle difficoltà, un arricchimento per la vita futura. Il responsabile del “Centro Famiglia” Alceo Gianani: «Un uomo eccezionale che con la sua trasparenza e la sua serenità ispirava fiducia, un sacerdote sensibile ed attento ai fenomeni ed alle necessità della società, ci mancherà molto». L'Omelia del Vescovo Mons. Francesco Beschi Una vita vissuta sotto il segno della carità e dell’amore F ratelli e sorelle, l'espressione di Gesù: «Come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno», penso possa essere per alcuni, non pochi, anche per la morte di don Giuliano, un’espressione applicata alla morte perché a volte è così, come una folgore, in un attimo persone che ci sono care scompaiono. Il paradosso è proprio questo, che l’annuncio cristiano di Cristo crocifisso e risorto si accompagna pure a questa immagine, e tanto è lo sconvolgimento di una morte veloce, inaspettata, tanto è la sorpresa di fronte all’annuncio della resurrezione, di una vita nuova, di una presenza di Cristo che ci accompagna lungo il cammino 6 - ilPorto Nov. 2012 dell’esistenza e poi, finalmente, introducendoci alla perfetta comunione con Dio che significa ”gioia perfetta”. Peraltro questa velocità, questi cambiamenti che avvengono in un secondo, nel tratto breve di qualche giorno, sono un segno della nostra esistenza perché, sia per quanto riguarda momenti lieti o dolorosi c’è sempre un inizio, una notizia, una parola che dice di qualche cosa che cambia la vita ed a volte addirittura introduce la morte. Io che pure ho avuto il dono di incontrarlo qualche volta, di soffermarmi con lui e di ascoltarlo soprattutto, desidero affidarlo al Signore partendo dalle parole che il Signore ci ha consegnato in questa liturgia di oggi, nella parola dell’Apostolo e del Vangelo che abbiamo appena ascoltato. Nella lettera che l’apostolo san Paolo scrive a Filemone, parla della conversione di uno schiavo, Onèsimo, che a questo punto Paolo restituisce al suo padrone non più come schiavo, ma come figlio e si appella alla fede e all’umanità di Filemone perché lo riaccolga così, non più schiavo, ma libero. Ho pensato a questa trasformazione di un uomo, ai cambiamenti che avvengono non solo esternamente, ma soprattutto interiormente. Ho pensato a tutta quell’attenzione competente che don Giuliano ha testimoniato come sacerdote e come appunto persona capace di leggere le relazioni e l’interiorità della vita delle persone, so- prattutto a partire da quella dimensione così essenziale che è la famiglia, appunto poi prendendosi cura in modo intelligente delle persone e di quegli eventi che sono eventi interiori ma che determinano poi tutta una serie di comportamenti, di trasformazioni e di cambiamenti. Anzi, lui in qualche modo, con la sua fede e con la sua competenza, è diventato protagonista di istanze, di possibilità di cambiamento all’interno della vita di molte persone. Quello che Paolo testimonia, relativamente a ciò che è avvenuto a questo schiavo, trasformato in uomo libero e trasformato in credente, e l’appello che rivolge al suo ex padrone ha a che fare con questa trasformazione di relazioni, di possibilità, di capacità, in ultima analisi ha a che fare con la speranza e io credo che don Giuliano sia stato come credente, come prete e come competente nelle relazioni, un uomo che ha introdotto molti e ha testimoniato per tutti questa capacità Evangelica di trasformazione. C’è un'altra parola che l’apostolo rivolge a Filemone proprio all’inizio di questa specie di biglietto che gli scrive: “la tua carità è stata motivo di grande gioia e consolazione perché per opera tua i santi sono stati profondamente confortati – e i santi sono i battezzati, coloro che formano la comunità e anche la vostra presenza così numerosa vuole essere un riconoscimento di una vita vissuta sotto il segno della carità e dell’amore. La tua carità è stata motivo di grande gioia e consolazione perché per opera tua i Santi, noi, siamo stai profondamente confortati. E poi la parola del Vangelo. Gesù che, interrogato su quando arriverà il regno, risponde non dicendo una cifra, ma indicando alcuni criteri di riconoscimento: “verrà senza attirare l’attenzione”. Sì, in un’epoca in cui non si esiste se non si attira attenzione, siamo sempre più consapevoli della verità di ciò che non appare, di ciò che sta nel cuore, nella psiche, nella vita delle persone. È lì che viene il regno, è lì che si può accendere una speranza che poi illumina tutta la vita perché, dice il Signore Gesù: “Il regno è lì in mezzo a voi». Che non significa al centro dell’uomo, ma in mezzo alla vostra vita, in mezzo alla vostra persona. Vogliamo proprio apprezzare questa parole di Gesù , ripeterle e tenerle raccontate anche nella nostra vita cristiana. Questo “verrà senza attirare l’attenzione” non dice soltanto di un’umiltà, ma dice piuttosto di un vicinanza, di una vicinanza reale capace di trasformare, di alimentare possibilità di vita nuova. Ecco io credo che mentre preghiamo per don Giuliano, mentre ringraziamo per don Giuliano, mentre soffriamo per don Giuliano, non possiamo non accogliere queste parole di Vangelo che ne illuminano la vita, che ne illuminano anche la morte. È l’orizzonte di quel mistero che è stato il cuore della sua esistenza di cristiano e di sacerdote, il mistero di Cristo crocifisso e risorto che ora celebriamo per lui e che lui ha sempre celebrato per noi. Il ricordo di don Luciano È sempre stato capace di ascoltare H o conosciuto don Giuliano poco più di 11 anni fa quando, come parroco di questa comunità, condividevo con lui - e l’ho fatto fino a pochi giorni fa - il pranzo. Di lui parlo con il cuore e voglio esprimere a nome di tuti il grazie al Signore per averci dato una persona così, del resto siamo qui a celebrare l’Eucarestia, con lui e per lui e Eucarestia vuol dire rendere grazie con gioia. Proprio perché sappiamo che è passato dal tempo all’eternità in un modo così semplice ed esemplare! Così ha portato a pienezza tutte le cose belle che stavano nel suo cuore. Ora Dio l’ha preso con sè Nov. 2012 ilPorto - 7 perché tutto risplendesse in eterno. Noi che siamo nel tempo abbiamo quindi il compito di far brillare almeno un raggio della sua luce. Ognuno di noi troverà il suo modo personale per dire grazie. Certamente il Signore raccoglie le lacrime di tanti di noi come in un otre prezioso e le custodisce, però nello stesso tempo ci dice: «alza lo sguardo, sappi dire grazie». Il cuore che dice grazie sa vivere l’esperienza del dono perché lui era ed è il dono più bello del Signore. Ma ci insegna a diventare anche noi dono, prova ne è che chi lo incontrava nella forma disarmante della sua semplicità e della sua povertà interiore non riusciva a dirgli di no. Tanti di voi si sono lasciati coinvolgere in un modo o nell’altro. Bisogna continuare a essere un raggio della sua luce, ben sapendo che soltanto insieme sappiamo far risplendere don Giuliano e se non lo facciamo lo lasciamo nel buio. Allora sveglia! Vivi con l’entusiasmo della fede in cui lui ha creduto e per la quale lui ha dato la vita. Direi che la cosa più appassionata in questi 11 anni è che abbiamo condiviso la gioia di essere preti. Avevamo anche noi le nostre discussioni. Al lunedì era obbligo litigare per l’Inter di cui lui era tifoso e il Milan. Immaginate che pranzi! Ma poi anche nelle divergenze semplici, che bello litigare da fratelli. Poi quando esageravamo un po’ nei toni, dieci minuti dopo ci sentivamo al telefono. Viviamo questa fraternità e condividiamo la gioia, anche noi preti dobbiamo imparare a condividere la gioia di essere preti. Don Giuliano mi ha insegnato la capacità di ascoltare, una capacità profonda. Lasciar parlare le persone senza intervenire subito con l’irruenza del cuore e non c’è bisogno di alzare la voce. Ed è proprio la sua capacità di ascolto che arrivava al cuore di tanti di noi. Sapeva intuire i bisogni veri, la bellezza dell’animo e allora è bello dire grazie al Signore, ma soprattutto a lui e speriamo di superare anche questo dolore con la gratitudine nel cuore. Con la serenità che se tutto raggiunge la sua pienezza, anche il mio amore per lui cresce, diventa infinito. La morte fa in modo che non ci sia più limite, ci ameremo per sempre, spero fino al giorno in cui ci incontreremo in un abbraccio che non avrà fine. Come non ricordare, per me, il periodo in cui lui ed in parte anch’io, abbiamo seguito la mamma, che lui ha voluto tenere qui a Sarnico. È stato un periodo molto bello. Adesso don Giuliano si incontra con quelle persone con le quali ha fondato il Centro Famiglia, ha portato avanti il GAT, ha cercato di vivere le cose più belle, ma anche quelle problematiche senza mai scoraggiarsi e senza mai agitarsi più del dovuto. Ci insegna quindi a dire grazie, mettere un po’ di gioia in quello che facciamo e tanta ma tanta capacità di ascolto. Ci sarebbe ancora tanto da dire, però mi piace ricordarlo così e vorrei che anche voi tornaste dal funerale non per rimpiangere, ma per sentirne la ricchezza. Grazie al Vescovo, al Vicario Generale e a tutti i sacerdoti. Vedete, anche quando lui parlava nel Vicariato - è bello ricordarlo ancora - lui prima ascoltava tutti, alla fine arrivava lui con la sua profondità e le sue preziose osservazioni. Era così anche nel Consiglio Pastorale Parrocchiale. È sempre stato capace di ascoltare. Allora grazie al Sindaco, all’Amministrazione e a tutti voi che siete qui. A chi continuerà il suo cammino nel Centro Famiglia, grande punto di riferimento per tutto il Vicariato. Raccomando: in suo onore rendetegli onore. La testimonianza di Padre Enea Mauri Superiore dei Comboniani di Brescia A bbiamo appena ascoltato il grazie, credo per l’ultima parte della vita di padre Giuliano, io vorrei dire quest’oggi a nome del Generale dell’Istituto dei missionari Comboniani, a nome del provinciale, il grazie per la prima parte di quella che è stata la sua vita, per quello che ha fatto per i Comboniani e quello che è stato per l’Istituto come Padre Spirituale di tanti - alcuni di noi sono qui - che abbiamo portato nel mondo, credo, quello che Padre Giuliano ci ha insegnato: un amore grande per la missione, quella missione che aveva entusiasmato il suo cuore, quell’entusiasmo e quell’amore per l’uomo, per gli ultimi e per gli emarginati. E credo che di Padre Giuliano abbiamo tutti tante cose in mente, gli anni più belli della nostra gioventù li abbiamo vissuti con lui, è stato un po’ quella luce che ci ha guidato. Di lui abbiamo portato via una cosa soprattutto, il non drammatizzare, il credere nell’uomo, credere nella persona, credere che ognuno può cambiare perché in ognuno di noi c’è qualcosa di grande e di straordinario. Quando venti giorni fa a Brescia ci siamo incontrati per l’ultima volta mi disse: «Vedi, qui nel mio portafogli ho un’immaginetta»; pensate io ero al liceo e noi liceali gliel'avevamo mandata da Lourdes e lui aggiunse: «in questa immaginetta ci siete tutti voi che avete portato nel mondo l’amore e la passione per il Signore». Allora a nome di tutto l’Istituto Comboniano, di tutti i postulanti e noviziati che fino a poco tempo fa ha sempre seguito, invio un grazie sincero a padre Giuliano, ai suoi famigliari e un grazie a Dio per quello che è stato per l’Istituto e per la Chiesa. 8 - ilPorto Nov. 2012 Un pensiero di Alceo Gianani Responsabile del Centro Famiglia Il segreto della sua vita: la gioia del dono di sè A nche se solo ora, nella sua nuova vita, lo può contemplare in pienezza, sono assolutamente convinto che padre Volpi Dio l’abbia visto qui e ne abbia fatto esperienza concreta durante tutto il tempo della sua esistenza terrena. Me lo dice il sorriso ineffabile che il suo volto ha conservato in questo passaggio così come me lo dicevano, nei lunghi anni del suo particolare apostolato, la serenità contagiosa del suo sguardo, la sua totale disponibilità, la limpidezza del suo agire, l’acutezza delle sue intuizioni. Ha visto Dio ogni volta che ha incontrato un volto sofferente, una situazione di disagio, una mano tesa a chiedere, o dare, aiuto; ha visto Dio nell’ostinazione al rifiuto dell’uomo ferito, nella rabbia del rifiutato. Cos’altro poteva alimentare l’inesauribile scorta del suo amore per il prossimo, cos’altro poteva dargli la forza sovrumana di una totale abnegazione, mai venuta meno nonostante l’avanzare degli anni e la fragilità di un corpo minato dalla malattia. Con lui se n’è andata una colonna portante del Centro Famiglia, che ha contribuito a fondare nell'anno 1975, e dell’altra sua creatura: il G.A.T. (Gruppo Accoglienza Tossicodipendenti) nato pochi anni dopo per sua iniziativa. Pensavamo, speravamo, di poterlo avere con noi ancora a lungo, forse illudendoci al pensiero di sua mamma giunta a 96 anni ancora vispa e battagliera. Ma se è indubitabile che lascia un vuoto incolmabile, e che ci mancherà moltissimo, forse col sorriso che lo accompagna nel suo viaggio verso l’eterno vuol dirci che lui la sua parte l’ha fatta per intero e comunicarci un’ultima volta il segreto della sua vita, perchè tutti lo possiamo condividere: la gioia del dono di sé. Continuiamo la strada che lui ha tracciato CENTRO FAMIGLIA G.A.T. (Gruppo Accoglienza Tossicodipendenti) Orari al pubblico della segreteria: tutti i venerdì dalle ore 20.00 alle 21.00 Orari al pubblico della segreteria: tutti i venerdì dalle ore 20.00 alle 21.00 Per qualsiasi ulteriore informazione si invita a telefonare al numero del centro: 035 911252 Lunedì dalle 17.30 alle 18.30 Mercoledì dalle 17.30 alle 18.30 Gruppo accoglienza: tutti i venerdì dalle ore 21.00 alle 23.00 Referente del G.A.T. – Centro famiglia Dott.ssa Laura Pernice Psicologa del CENTRO FAMIGLIA e G.A.T. Per qualsiasi ulteriore informazione si invita a telefonare al numero del centro: 035 911252 dal Lunedì al Venerdì dalle 17.30 alle 18.30 A breve verrà attivato un numero di cellulare al fine di ampliare l’orario di ricezione delle telefonate e garantire una maggiore assistenza. Nov. 2012 ilPorto - 9 L I T U R G I A A cura di don Luciano Ravasio Perché i fiori ai funerali Presenteremo presto alcune novità del nuovo "Rito delle Esequie" Un argomento delicato, ma profondamente liturgico che segna un affetto e un amore sia verso Dio, sia verso le persone che vogliamo onorare. Nello stesso tempo i fiori ornano diversi momenti liturgici. Queste le riflessioni di Micaela Soranzo su una delle riviste di liturgia più prestigiose. Per questo ve la trasmetto… D al 2 novembre 2012 è entrato ufficialmente in vigore per la Chiesa italiana il nuovo Rito delle Esequie, ma anche in questo testo non si parla, né si accenna all'uso dei fiori per tale celebrazione, nonostante più volte e in diversi contesti si sia affermata l'importanza dell'addobbo floreale che, con la sua presenza-assenza, diviene in qualche modo parte integrante della liturgia stessa. Nella celebrazione delle esequie poi, assistiamo spesso a un uso smodato dei fiori che, da sopra e accanto alla bara, invadono l'intero presbiterio; le stesse agenzie di onoranze funebri pro- 10 - ilPorto Nov. 2012 pongono «l'addobbo floreale» nel pacchetto di servizi offerti per il defunto. A fronte di tanto sfarzo capita poi che, visitando i cimiteri, si vedono molte tombe spoglie, abbandonate o, peggio ancora, con fiori finti. C'è, allora, forse, da fare una riflessione sul significato che hanno i fiori in relazione al defunto, sia per quanto riguarda la celebrazione, sia nella cura dei sepolcri. Il fiore ricorda il paradiso. Già per i primi cristiani la felicità eterna poteva essere evocata mediante la rappresentazione di un giardino idilliaco, dove fioriscono rose, scor- Quel giorno non c’era vento. Improvvisamente una corrente d'aria si levò e mosse le pagine del Vangelo collocato sulla bara di Giovanni Paolo II, sino a chiuderlo. Forse un segnale del destino. "Il Vangelo vivente si era chiuso per sempre”. rono ruscelli e cantano gli uccelli, come li vediamo raffigurati nelle catacombe. Questo mondo bucolico, con scene pastorali, di vendemmia e amorini, era presente già nell'arte popolare pagana, ma nell'arte delle catacombe cristiane, tutto parla di anima immortale. Le tombe dei primi cristiani si trovavano spesso in mezzo a un giardino e venivano ornate con fiori freschi, ma anche con raffigurazioni di fiori per evocare l'immagine del paradiso. Vi sono anche dei fiori che vengono colti- vati appositamente, come vediamo nel testamento di un tale Linone, che designa tre giardinieri per la coltivazione dei prati che avrebbero circondato la sua tomba. Nelle catacombe non ci si accontenta di portare bracciate di fiori, ma essi sono raffigurati dappertutto, si spargono in ghirlande, in fasci, in corone, nei vasi, nei cesti e nelle anfore. Prima di scendere nel sotterraneo era forse possibi- le che si incontrasse un mercante con la sua bancarella di fiori, ghirlande, corone o magari anche un fruttivendolo, perché anche la frutta rimanda alle gioie dell'Eden. Fra i frutti prevalgono il melograno, con i suoi tanti significati simbolici, che già nella mitologia classica era attributo di Proserpina; poi gli agrumi che, per le loro proprietà e il loro profumo, hanno un significato paradisiaco e sono legati alla redenzione dell'uomo. Ma vi sono anche grappoli d'uva, con evidente richiamo cristologico; la vendemmia e il vino, infatti, rappresentano la felicità ultraterrena anche nel simbolismo funerario dei romani, ma questo concetto, nella cultura cristiana, viene arricchito di significati sulla base delle Scritture e del commento dei Padri: «Cristo è la vera vite e i fedeli sono i tralci» (Gv 15,5). Tra i fiori spiccano la rosa, che fin dall'antichità aveva una connotazione funeraria, il croco, originariamente un fiore di morte, ma in età paleocristiana ritenuto, insieme alla rosa, al giglio e alla violetta, fiore del Paradiso. Si utilizzano, poi, abbondantemente anche piante simboliche come l'olivo, l'alloro e la palma che, grazie all'armonica disposizione delle sue foglie simili a raggi, da sempre è stata associata al mito del Sole, evocando immagini di gloria e immortalità (Ap 7,9). Fin dalle origini della Chiesa, dunque, i fedeli hanno sentito la necessità di manifestare il proprio affetto per i loro defunti attraverso l'omaggio floreale. Il pensiero dei Padri della Chiesa su questo argomento è un po' discorde: nella «Consolatio de obitu Valentiniani», Ambrogio, ad esempio, protesta contro l'offerta dei fiori alle tombe dei semplici fedeli, dicendo: «Non decorerò il suo tumulo con fiori, ma profumerò il suo spirito con il profumo di Cristo. Spargeranno altri [i pagani] gigli a pieni canestri, per noi il giglio è Cristo». I consigli dei Padri, però, non allontanano i fedeli dall’offrire fiori per la decorazione della chiesa. Si legge nell'«Ottavio» di Minucio Felice: «Questi fiori hanno un altro significato: essi evocano il giardino fiorito del Paradiso». Santa Perpetua di Cartagine scrive: «essi, i fiori, sono destinati a profumare le tombe dei martiri» e Prudenzio insegna: «Noi copriamo le ossa con viole e con spesse fronde». Nella lettera a Eliodoro, Girolamo, dopo aver constatato l'uso cristiano del suo tempo di spargere di rose, gigli e altri fiori sui sepolcri dei propri cari, quasi per lenire il dolore, tesse l'elogio di Nepoziano, un sacrista che ornava le basiliche e le cappelle dei martiri con ogni varietà di fiori, ramoscelli d'albero e tralci di vite. Attualmente non esiste una normativa ecclesiastica sull'uso dei fiori e sull'addobbo floreale della chiesa durante la celebrazione delle esequie, tranne le poche parole del Cerimoniale Episcoporum del 1984, che invita a osservare la «nobile semplicità» e afferma che l'altare non dev'essere ornato con fiori (n 824). A questo possiamo aggiungere l'indicazione, già presente nelle Premesse del Rito delle esequie del 1974 riprese dal nuovo Rito, a porre sopra il feretro il Vangelo o la Bibbia o una croce (n 59): niente, quindi «cuscini» o «copribara» fioriti. La speranza cristiana nella risurrezione possiamo meglio manifestarla con un addobbo floreale che, nel rispetto dei tempi liturgici (in Quaresima i fiori non si utilizzino!) sia immagine del Paradiso ritrovato: sull'altare è comunque sempre meglio non porre fiori, ma nel caso delle esequie, quale luogo migliore dell'ambone, spazio e memoria della risurrezione o a decoro del cero pasquale che, posto accanto al feretro, richiama il nostro morire per risorgere in Cristo? Soprattutto accanto all'ambone può trovare posto un alberello di agrumi, quale simbolo edenico, e proprio i frutti, uniti a rami di edera, ulivo, alloro e altre piante aromatiche, con i loro profumi, possono creare il giardino del paradiso anche in tempo di Quaresima. Nov. 2012 ilPorto - 11 CHIESA UNIVERSALE Sei nuovi cardinali per il mondo da “Avvenire" Benedetto XVI ha annunciato il Concistoro per il prossimo 24 Novembre Una Chiesa Viva fino agli estremi confini in grado di condividere attese e sofferenze di tutti i popoli della Terra. Soprattutto di quelli più provati e martoriati. È questa l’immagine che emerge dall’elenco dei nomi dei sei nuovi cardinali che riceveranno la porpora il prossimo 24 novembre durante il Concistoro presieduto da Benedetto XVI. A annunciarlo è stato lo stesso Pontefice al termine dell’udienza generale. «I cardinali - ha detto il Papa prima di rendere noti i nomi dei nuovi porporati hanno il compito di aiutare il Successore di Pietro nello svolgimento del suo ministero di confermare i fratelli nella fede e di essere principio e fondamento dell’unità e della comunione della Chiesa». Un servizio quello della Chiesa universale, che il primo dei nuovi cardinali, l’arcivescovo statunitense James Michael Harvey, ha vissuto finora nel particolare ambito delle mure vaticane, dove il mondo intero s’incontra attorno al Pontefice. Nato a Milwaukee il 20 ottobre 1949 e prete dal 29 giugno 1975, Harvey è prefetto della Casa Pontificia dal 7 febbraio 1998 e vescovo dal 19 marzo 1998. Un’espressione di particolare vicinanza alle popolazioni dei Paesi del Medio Oriente è di certo la prossima creazione a cardinale del libanese Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti. Nato a Himlaya, a pochi chilometri da Beirut, il 25 febbraio 1940, dopo aver emesso i voti religiosi nell’Ordine Maronita della Beata Vergine Maria è stato ordinato prete il 3 settembre 1967. Il 2 maggio 1986, il Sinodo patriarcale maronita l’ha eletto vicario patriarcale. È stato nominato vescovo il 12 luglio 1986. Sarà cardinale anche il vescovo della Chiesa siro-malankarese dell’India: Baselios Cleemis Thottunkal, arcivescovo maggiore di Trivandrum, nato il 15 giugno 1959 a Mukkoor nello stato di Kerala, è stato ordinato prete l’11 giugno 1986 . è stato nominato vescovo ausiliare dell’arcieparchia di Trivandrum dei Siro-malankaresi. È di certo pastore di una comunità dove il colore della porpora è simbolo di vero martirio John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja in Nigeria, anch’egli tra i nuovi cardinali. Nato a Kabba il 29 gennaio 1944 è stato ordinato sacerdote il 3 agosto 1969 e ordinato vescovo il 6 gennaio 1963. Riceverà la porpora anche Rubén Salazar Gòmez, arcivescovo di Bogotà, capitale della Colombia, città dove è nato il 22 settembre 1942. Ordinato sacerdote il 20 maggio 1967. Nominato vescovo di Cùcuta l’11 febbraio 1992. È stato, invece, appena eletto membro del Consiglio di segreteria del Sinodo dei vescovi l’ultimo dei nuovi cardinali Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila. È nato nella capitale delle Filippine il 21 giugno 1957 ed è prete dal 27 febbraio 1982. Dopo gli studi ha ricoperto vari incarichi a Roma. Il 22 ottobre 2001 è stato nominato vescovo di Imus divenendo arcivescovo di Manila il 12 ottobre 2011. Dopo aver dato l’annuncio il Papa ha chiesto a tutti di pregare per i nuovi eletti, «perché sappiano sempre amare con coraggio e dedizione Cristo e la sua Chiesa. Un nuovo annuncio per i giovani di Spagna A Valencia il Congresso di Pastorale Giovanile Poca teoria, molta pratica e tante testimonianze. L’obiettivo principale del primo Congresso nazionale di pastorale giovanile, organizzato dalla Conferenza episcopale spagnola (Cee), a Valencia è «scoprire nuove strade per evangelizzare i giovani e affinché loro stessi siano testimoni del Vangelo nella cultura di oggi». Il titolo scelto per l’incontro - «Anche voi darete testimonianza» (dal Vangelo di Giovanni 15,26) - sembra riflettere la necessità di una nuova evangelizzazione giovanile in un Paese sempre più secolarizzato, colpito da una profonda crisi economica, sociale e morale particolarmente dura per i ragazzi. La confusione e il relativismo rendono ancor più essenziale lo sforzo per comprendere il profilo delle nuove generazioni, spesso vittime di una profonda mancanza di speranza e prospettive future, o di false evasioni che non colmano i vuoti interiori. 12 - ilPorto Nov. 2012 A Valencia la Chiesa spagnola vorrebbe cogliere meglio il linguaggio, la psicologia, la sensibilità dei più giovani; rilanciare l’entusiasmo missionario, controcorrente rispetto alla secolarizazione della società iberica. Vorrebbe affrontare la nuova pastorale con basi teologiche più solide, in linea con i 50° anniversario del Concilio Vaticano II. Per centrare queste mete, il Congresso offre ai suoi 2,300 partecipanti (fra catechisti, animatori cristiani, giovani e meno giovani che lavorano nella pastorale giovanile, oltre a 34 vescovi) un ampio ventaglio di spunti di riflessione. Dall’Italia, fra l’altro, sono presenti le «sentinelle del mattino”. Un’iniziativa che sembra suscitare molto interesse in Spagna. Nelle varie notti i giovani partecipanti lasceranno il Congresso per fare nuova evangelizzazione fra i coetanei, lungo le strade di Valencia. Rinnoviamo la vita della Chiesa Il Papa: la nuova evangelizzazione compito urgente che chiama tutti I 262 vescovi del mondo riuniti per tre settimane nel Sinodo sulla nuova evangelizzazione hanno consegnato lo loro “propositiones” da cui il Papa elaborerà l’esortazione post-sinodale. Benedetto XVI ha indicato una sua sintesi sul modo con cui la Chiesa deve recuperare il terreno perduto per la crescente scristianizzazione della società. La Chiesa deve innanzitutto “rinnovare se stessa”, per poter “rinnovare spiritualmente il mondo secolarizzato”. E tale “rinnovamento” - ha scandito Papa Ratzinger - non potrà che venire “dalla riscoperta di Gesù Cristo, della sua verità e dalla sua grazia”. Contro l’”eclisse di Dio” nei Paesi di antica tradizione cristiana, contro quella che ha chiamato - citando nella messa Clemente d’Alessandria - l’”oblio della verità”, «la Chiesa deve quindi assumere un volto nuovo, liberarsi dalle sovrastrutture materiali, lasciarsi alle spalle i mali e gli scandali che ne hanno minato la credibilità». Per Benedetto XVI, il Sinodo che si è appena concluso è stato provvidenzialmente “un momento di forte comunione ecclesiale”, che ha mostrato “la bellezza di essere Chiesa, e di esserlo proprio oggi, in questo mondo così com’è, in mezzo a questa umanità con le sue fatiche e le sue speranze”. «Ed è un cammino che viene da lontano, quella della nuova evangelizzazione, fin da prima del Concilio di cui ricorre il cinquantenario: “non è una nostra invenzione, ma è un dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa in modo particolare dagli anni ’50 del secolo scorso, quando apparve evidente che anche i Paesi di antica tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, “terra di missione”». Il Papa ha sottolineato «l’urgenza di annunciare nuovamente Cristo là dove la luce della fede si è indebolita, là dove il fuoco di Dio è come un fuoco di brace, che chiede di essere ravvivato, perché sia fiamma viva che dà luce e calore a tutta la casa». «La nuova evangelizzazione riguarda tutta la vita della Chiesa», ha detto, indicando tre linee pastorali: «quella della preparazione ai sacramenti di iniziazione cristiana, quella della missione ‘ad gentes’, con un rinnovato dinamismo missionario». «E quella più legata alle società secolarizzate, riguardante “le persone battezzate che però non vivono le esigenze del battesimo”. E per riportare i fedeli perduti alla “pratica religiosa”, servono anche “metodi nuovi”, che aiuti ad “avvicinare le persone allontanate o in ricerca del senso della vita, della felicità e, in definitiva, di Dio”». La Chiesa dunque serra i ranghi sulla sua identità e si attiva per combattere “l’analfabetismo religioso”. Ratzinger si dice convinto che, essendo “tutta la Chiesa coinvolta” nell’impegno della nuova evangelizzazione, esso “non mancherà di dare i suoi frutti”. «Affidiamo alla Vergine Maria i frutti del lavoro dell’assise sinodale. Lei, Stella della nuova evangelizzazione, ci insegni e ci aiuti a portare a tutti Cristo con coraggio e gioia». Le parrocchie tesoro per il nuovo annuncio Gli interventi dei Cardinali Bagnasco e Vallino al Sinodo In Italia «esiste nel popolo cristiano un diffuso tesoro di eroismo umile e quotidiano, che non fa notizia ma costruisce la storia» e «in questo senso, la presenza di 25.000 parrocchie costituisce una rete di prossimità e un patrimonio da non disperdere». È la fotografia del nostro Paese scattata dal cardinale presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Angelo Bagnasco, intervenuto al Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione in Vaticano. Per questo, nel rinnovato impegno di evangelizzazione occorre «fare con animo nuovo le cose di sempre, consapevoli cioè che la gente che incontriamo nelle nostre comunità spesso deve riscoprire la fede o scoprirla». «Il nuovo slancio della pastorale territoriale si deve, poi, coniugare con la pastorale degli ambenti, realtà vastissima del vivere umano che forse dobbiamo guardare con maggior attenzione» con l’obiettivo di arrivare «con pazienza» a «una pastorale integrata con le molteplici aggregazioni locali, associazioni, movimenti, gruppi ecclesiali». Necessario, soprattutto, è «superare» quell’analfabetismo religioso oggi così diffuso» ha affermato, sulla stessa linea di Bagnasco, il cardinale vicario di Roma Agostino Vallino. Per questo ha aggiunto, «la parrocchia dovrebbe offrire itinerari di catechesi rivolti anzitutto agli adulti, in specie alle famiglie giovani». Per il cardinale la parrocchia, «nonostante abbia fatto dopo il Concilio molti passi avanti» oggi «salvo lodevoli eccezioni è ancora prevalentemente impegnata nella cura gregis, offre servizi religiosi a chi li chiede, ma fa fatica ad aprirsi a una pastorale di evangelizzazione». Di qui l’auspicio di una «conversione pastorale» volta in primo luogo a «far crescere la gioia della fede nei fedeli». Sulla centralità dell’impegno ecumenico si sono appuntati al Sinodo gli interventi dei rappresentanti delle altre Chiese cristiane. Secondo il priore della Comunità di Taizé, frère Alois, infatti «la divisione dei cristiani è un ostacolo alla trasmissione della fede, mentre «quando professiamo Cristo insieme il Vangelo risplende in modo diverso agli occhi di coloro che hanno difficoltà a credere». Il rappresentante del Patriarcato di Mosca afferma: «le nostre Chiese sono sempre più consapevoli della necessità di unire i propri sforzi affinché la risposta cristiana alle sfide della società moderna possa essere udita». Nov. 2012 ilPorto - 13 CHIESA DIOCESANA Dal vescovo Beschi il crocifisso a due missionari da “L’Eco di Bergamo” «Alla vigilia della Giornata missionaria mondiale, condividiamo il dono della missione offerto a tutti noi. Questi nostri due fratelli che si apprestano a partire sono un grande segno missionario e insieme un grande segno della comunità cristiana bergamasca». Con queste parole, nella chiesa ipogea del Seminario, alla presenza di 1300 giovani intervenuti al primo incontro della Scuola diocesana di preghiera del nuovo anno pastorale, il vescovo Francesco Beschi si è rivolto ai due missionari (un sacerdote diocesano e una laica) che hanno ricevuto il crocifisso alla vigilia della loro partenza. Il sacer- dote diocesano è don Luigi Ferri, 51 anni, nativo di Stezzano, vicario parrocchiale di Colognola, in città. Viene inviato come sacerdote donum (cioè mandato dalla Diocesi di Bergamo a servizio di una Chiesa sorella) nella missione diocesana della Costa d’Avorio, nella diocesi di Bondoukou, precisamente nella parrocchia di Tanda. La laica è Claudia Sartini, 45 anni. Nativa di Seriate, proveniente da Verdellino. Parte con un bagaglio di formazione sociosanitaria per aver lavorato in ospedale. Per tre mesi, lo scorso anno, ha vissuto una esperienza di volontariato in un piccolo ospedale del Madagascar. Partirà come missionaria laica per la Costa d’Avorio, nella diocesi di Abengourou, nella parrocchia di Agnibilekrou. La missione diocesana nella nazione africana fu avviata nel 1975 dall’allora vescovo Clemente Gaddi. La missione diocesana nella nazione africana è stata visitata dai vescovi Giulio Oggioni, Roberto Amadei e anche da Francesco Beschi. Come da tradizione, la consegna dei crocifissi ai missionari ha coinciso con l’avvio della Scuola diocesana di preghiera, che in quest’anno pastorale segue la traccia «Che ne sa Lui», con incontri mensili, sempre alle 20,30 fino a maggio nella chiesa ipogea del Seminario. «È ora che i laici abbiano più spazio nella parrocchia» «La condivisione è un segno importante della qualità evangelica della pastorale» I valori, per essere efficaci, devono incarnarsi nel tempo e nei luoghi in modi diversi, secondo i «segni» che le situazioni offrono e spesso indicano. Così il vescovo, nel consiglio presbiterale e nella lettera pastorale. La fraternità cristiana, dedicata al valore forse più cambiato dopo la globalizzazione e la crisi economica, ha avviato anche una riflessione sulle Unità pastorali. Non sugli aspetti organizzativi, quanto «sui motivi che le ispirano e le caratteristiche che le segnano» è detto nella lettera. «Per essere esatti -spiega don Mario Zanchi. Parroco di Loreto dal 2011 - proprio la presenza a Rozzano dei sacerdoti bergamaschi ha reso meno urgente per qualche anno la costituzione di unità pastorali. Tuttavia tra le 6 parrocchie di Rozzano si è lavorato immersi nel clima della pastorale d’insieme, che è il contesto delle nuove iniziative. La pastorale d’insieme è l’ottimazione sul territorio di tutte le risorse presenti per portare avanti una pastorale più efficace e coordinata». I vicariati sono le basi territoriali della pastorale d’insieme. «Le unità pastorali, così come le ho viste realizzare, sono uno strumento della pastorale d’insie- 14 - ilPorto Nov. 2012 me. Si tratta di una collaborazione non occasionale ma stabile fra parrocchie vicine che viene riconosciuta anche dal punto di vista istituzionale. Bergamo ha una forte tradizione di identificazione di parroco-parrocchia. Certo, per come la vedo io, si tratta di rimodulare il modello organizzativo sulla vita quotidiana della comunità, che è diversa per molti aspetti da mezzo secolo fa. È un cammino da fare insieme, ragionando e scegliendo che cosa è meglio per ciascuno. Per questo, saggiamente, la lettera pastorale apre solo il cammino di riflessione. .. Ma è anche tempo che i laici prendano più spazio e corresponsabilità nella vita della parrocchia. Per quanto ho potuto vedere, le unità pastorali portano cambiamenti e hanno bisogno di maturare nel consenso e nella partecipazione, tenendo conto della storia e delle esigenze delle comunità di provenienza. Ma sono anche un’opportunità di fare cose nuove, di uscire dalle ingessature dell’abitudine, del si è sempre fatto così che blocca un po’ le energie». «La vita è cambiata, le forme storiche cambiano, l’importante è trasmettere il vangelo in modo più efficace». Giovani e fede - Lezione di Giacomo Poretti Un percorso di riflessione e di confronto della Fede Un percorso di riflessione sul tema della Fede, rivolto, in particolare, ai giovani e agli studenti universitari. È l’iniziativa promossa dalla Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana) di Bergamo e dal Centro universitario Sant’Andrea. La proposta «Incontri inattesi in Università» è stata organizzata ispirandosi alla scelta di Papa Benedetto XVI di dedicare quest’anno alla riflessione sulla Fede. Il primo incontro protagonista della serata, che ha avuto per tema «Che straordinario spavento la vita», è stato Giacomo Poretti. Il famoso comico ha portato la sua testimonianza sul proprio percorso di ricerca e di riflessione sui grandi temi della vita. Seguirà l’incontro con il filosofo Giorgio Agamben: verrà affrontato il tema della fede come questione antropologica. Nel periodo quaresimale nella chiesa di Sant’Andrea verrà inoltre, proposto un incontro di meditazione e preghiera con lettura di brani biblici e dei Padri della Chiesa sull’esperienza della fede cristiana. Alcuni studenti universitari si sono poi, resi disponibili a incontrare i giovani delle parrocchie e degli oratori per testimoniare riflettere insieme sull’esperienza della fede nell’età giovanile. Don James Organisti, assistente diocesano della Fuci «ci siamo resi conto di come il tema della fede sia un po’ estraneo all’esperienza giovanile. La nostra vuole, quindi, essere una provocazione positiva e un percorso aperto a tutti, con una particolare attenzione ai giovani, per riproporre la questione della fede». Il tema della fede, prosegue don James, «emerge quando una persona non dà per scontato nulla, vive inquietudini, si pone in ricerca; la fede interseca i grandi temi e le grandi domande della vita che si ripropongono, però, in modo semplice e nel quotidiano. E l’esperienza della fede pone ancora di più l’uomo di fronte alla responsabilità di dare risposte». Don James ricorda: «Ciò che ci interessa non è il numero dei giovani che avremo la possibilità di incontrare, ma l’occasione di poter testimoniare e aprire un dialogo sull’esperienza della fede cristiana. Speriamo davvero possano arrivare richieste e inviti da parte delle parrocchie. È un modo per mantenere un legame tra la pastorale universitaria, le parrocchie e il territorio». «L’esperienza della fede è l’incontro libero con una Persona: lasciarsi interrogare dalla fede rende più profondamente uomini». «La Comunità del Paradiso sia la casa di tutti i missionari» La Comunità del Paradiso come casa di tutti i missionari. È questo il desiderio che il vescovo Francesco Beschi ha espresso in conclusione al convegno missionario diocesano dei presbiteri, che si è tenuto proprio nella Comunità del Paradiso. In evidenza il 50esimo anniversario di cooperazione fra le Chiese, cinquant’anni di missionarietà diocesana che oggi più che mai rilancia il bisogno e il valore di una Chiesa missionaria. «Tra le tante conseguenze dei 50 anni di missione - ha detto il vescovo - c’è la speranza che se la Comunità del Paradiso diventasse casa di tutti i missionari, sarebbe un segno importante per la nostra diocesi». Monsignor Beschi ha riletto questi cinquant’anni come «una storia, una profezia e una scelta». Come in una sequenza di fotogrammi, il vescovo ha evocato le persone, le realtà e i passi che hanno composto questa lunga storia di missione: i sacerdoti Fidei Donum, i laici, i vescovi, i religiosi e le religiose, i laici consacrati, la missione Santa Rosa in città, le comunità sacerdotali missionarie, il Centro missionario diocesano, la cooperazione internazionale, i gruppi missionari. «Impariamo questa storia, perché la narrazione alimenta vocazione - ha detto monsignor Beschi -. La Chiesa deve perseguire la scelta della missione, seguendo cammini di condivisione che diventano anche cooperazione fra le Chiese, testimonianza di comunione e arricchimento attraverso esperienze diversa». Al convegno ha partecipato monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina. «La parrocchia deve fare il passaggio dalla “cura animarum” alla scelta missionaria - ha detto aprendo il suo intervento e trattando il tema della unità pastorali -. L’unità pastorale è l’unico modo di dare un volto missionario alle comunità cristiane. È una scelta prima di tutto di comunione e in secondo luogo missionaria. Comunione e missione sono una cosa sola». Monsignor Sigalini ha accennato ai primi passi necessari verso le unità pastorali. «Dobbiamo conoscere di più il nostro territorio, le persone, le situazioni. Dobbiamo vivere la comunione, scambiandoci i doni che Dio ci ha dato. Noi dobbiamo proporci come comunione, non come casta. La casta fiorisce soprattutto nell’isolamento e nella chiusura su se stessi. L’unità pastorale nasce decentrata da sé e protesa al territorio e quindi alla missione». Nov. 2012 ilPorto - 15 NUMERI UTILI UFFICI COMUNALI tel. 035 924111 - fax 035 924165 Uffici Amministrativi (anagrafe) tel. 035 924126 da lunedì a venerdì 9.00 -12.30 lunedì martedì giovedì 17.30 -18.30 Ufficio Tecnico Comunale Urbanistica/Edilizia Privata tel. 035 924145 Lavori Pubblici/manutenzione tel. 035 92414 PROTEZIONE CIVILE Sede operativa: tel. 035 911893 Responsabile operativo: tel. 338 5467160 e.mail: [email protected] BIBLIOTECA COMUNALE tel. 035 912134 lunedì chiuso Martedì 14.30-19.00 Mercoledì 15.00-19.00 Giovedì 09.00-12.30 15.00-19.00 Venerdì 15.00-19.00 Sabato 09.00-12.30 / 15.00-17.00 Foto Cristina Micheli Polizia municipale tel. 035924 114 - 335 5454846 da lunedì a venerdì 9.00-12.30 /15.00 - 18.00 Ufficio assistente sociale tel. 035 924152 lunedì 17.30-18.30 mercoledì/giovedì 9.00 12.30 Ufficio tributi tel. 035 924112 lunedì mercoledì venerdì 9.00 -12.30 giovedì 17.30-18.30 SAB 1 ore 06.30Peregrinatio a Stella Maris ore 21.00Grande Concerto del Coro di Pejo Ritiro catechisti DOM 2 Prima domenica d'Avvento Family Day Presentazione bambini 1^ Comunione ore 11.00 Santa Barbara - Messa per i Marinai ore 17.00 Vespri e benedizione LUN 3 ore 17.00 Ministri straordinari dell'Eucarestia ore 20.45 Consiglio Pastorale Parr. (lettera Vescovo) MAR 4 ore 16.30 - 20.30 Catechesi adulti La Casa - separati e divorziati a VIllongo MER 5 ore 20.45 Gruppo Missionario col Parroco GIO 6 ore 21.00 Incontro con i genitori dei battezzandi VEN 7 ore 8.00Anno della Fede: Adorazione fino alle ore 24.00 SAB 8 IMMACOLATA CONCEZIONE ore 11.00 Messa Solenne ore 17.00 Vespri e Benedizione DOM 9 ore 16.00 Battesimi ore 17.00 Vespri e Benedizione MAR 11 ore 16.30 - 20.30 Catechesi adulti MER 12 ore 11.00 Matrimonio ore 16.45 Redazione de "il Porto" CONFESSIONI DICEMBRE Gio 6 ore 15.00 classe 4^ elem. Ven 14 ore 17.30 classe 1^ media Mar 18 ore 16.30 e 20.30 comunitarie VEN 14 Scuola di preghiera in seminario ore 15.00 Messa al Centro Anziani DOM16 Presentazione cresimandi e Family Day ore 17.00 Vespri e Benedizione LUN 17 ore 20.30 Auguri da bimbi scuola materna in chiesa MER 19 ore 20.00 Ufficio comunitario SAB 22 ore 21.00 Concerto del Coro Effatà chiesa parrocchiale DOM23 ore 11.00 Matrimonio Associazione Santo Rosario ore 17.00 Vespri e Benedizione LUN 24 ore 23.15 Solenne Veglia Natalizia MAR 25 SANTO NATALE ore 09.30 S. Messa con il coro Effatà Junior ore 11.00 S. Messa con il Coro Callido ore 17.00 Vespri e Benedizione ore 18.00 S. Messa con il Coro Effatà MER26 ore 11.00 Battesimi comunitari GIO 27 ore 20.45 Serata AVIS al Cine Junior VEN 28 ore 10.00 S. Messa del dolcetto: coro Effatà Junior LUN 31 ore 18.00 S. Messa Festiva di Ringraziamento e Te Deum Mer 19 Gio 20 Ven 21 Dicembre al termine dell' ufficio comunitario ore 15.00 classe 5^ elem. ore 20.30 giovani del vicariato a Sarnico ore 17.30 classe 2^ media Roberta Parigi Lettera alla comunità di Sarnico C O M U N I T À A cura di Roberta Parigi c.m. Lonato del Garda, 11 novembre 2012 Carissima Comunità di Sarnico, attraverso la gioia sperimentata il 28 ottobre durante la celebrazione delle prime professioni, voglio ringraziarvi per il sostegno che mi avete assicurato con la vostra preghiera. Durante quella celebrazione insieme a me hanno consegnato il loro "Sì" anche tre fratelli missionari: Rossella Rebaioli, Alessio Rais e Katjuscia Baraldi e due coppie di sposi missionari, Gabriele e Fabrizia Bettini, Andrea e Lidia Campana. Grazie per aver pregato con me, per me e per tutti i professandi, attraverso la presenza di don Luciano. Grazie per aver partecipato alla gioia mia e di tutta la mia famiglia con affetto e amicizia, ed un ringraziamento speciale a Silvia e Dario Tagliasacchi che come padrini mi hanno accompagnato in questo passo. Questa celebrazione è giunta dopo quattro anni di cammino all’interno della Comunità Missionaria di Villaregia. Ho scelto di intraprendere questa strada nel 2008, dopo un cammino di ricerca durato qualche anno. Il desiderio di cercare la strada che il Signore aveva tracciato per me è nato tra le mura del Meulì, attraverso la frequenza assidua ai gruppi dell’oratorio durante la mia infanzia e giovinezza. Sono sempre stata attratta dal desiderio di poter fare qualcosa per gli altri e l’animazione dei ragazzi, il catechismo e il gruppo scout hanno sempre alimentato e soddisfatto tale desiderio. Crescendo però non sono più riuscita a contenerlo, desiderando anche conoscere la missione, quella realtà di povertà di cui varie volte avevo sentito parlare. Così ho iniziato a frequentare la Comunità Missionaria di Villaregia e nel 2005 ho fatto un’esperienza in Brasile a Belo Horizonte, missione dove si trovano anche Angelo e Marilena Algisi. Quest’esperienza ha scosso la mia vita chiamandomi alla responsabilità verso i più bisognosi; pian piano ho iniziato a fare piccole scelte di condivisione, ma non sempre questo mi bastava, così ponendomi con più attenzione in ascolto della Parola del Signore ho intuito che ero chiamata ad una scelta radicale…. Non mi bastava più condividere qualcosa di me, sarei stata felice solo donando tutto, consegnando la vita al Signore, scegliendo di essere strumento nelle Sue mani per aiutare i più poveri del mondo. Continuando a rinnovare quotidianamente questa scelta sono giunta a questo momento accompagnata anche da tutti voi, con la vostra preghiera Dio si è fatto presente con il suo Amore e ha donato fiducia e forza a me e alla Comunità Missionaria di Villaregia. Vi chiedo di continuare ad accompagnare il mio cammino e quello di ogni missionario perché non venga mai a mancare la gioia di annunciare il Suo Vangelo. Un saluto carico di affetto Nov. 2012 ilPorto - 17 R I F L E T T I A M O a cura di Pier Luigi Billi Riflettiamo: Messaggio di pace di una dodicenne «Signore sono solo ed ho paura!». «Figliolo tu non sei solo, tu hai Me» Dobbiamo avere fiducia di Dio e del suo immenso amore verso di noi S iamo quasi nel 2013, periodo brusco, massacrante per la politica Italiana, nonché per molte famiglie ed uomini di buona volontà. Dobbiamo disperare, chiuderci nella nostra solitudine, macerare il nostro intimo con depressioni devastanti? No! Il cristiano non la pensa così, anche se la vita è dura. Il cristiano è forte nella fede in Cristo, che ha sbaragliato le tenebre ed ogni bruttezza di certi personaggi negativi ed egoisti. Ripropongo un mio articolo datato 1993, che per me è validissimo anche ora e lo sarà anche per i miei amici lettori che mi seguono con attenzione. Messaggio di una bambina allora dodicenne, che avrà oggi 42 o 43 anni. Ha una spontaneità enorme ed una spigliata facilità nello scrivere. Anche in quel periodo non andava bene la società e la bambina dodicenne di allora crea un dialogo tra l’uomo e Dio. Ecco il dialogo: «Ecco o mio Dio, io sono l’uomo! L’uomo che Tu hai creato a Tua immagine e somiglianza, l’uomo che con l’aiuto della scienza sta compiendo folli tentativi per annientare se stesso. Tentativi che avranno la stessa conseguenza del grande sole, frutto dell’odio umano, che si accese ad Hiroshima. Le generazioni future saranno vittime e schiave del disordine, della convivenza incivile, come Hiroshima dove si muore ancora per le radiazioni. E la causa di tutto questo sono io, l’uomo». Dio: «Figliolo ti conosco, so che sei vittima della tua debolezza, dell’ingiustizia, del disordine, dell’innato desiderio di prevalere, degli istinti primordiali che si risvegliano in te. Altrimenti perché avrei 18 - ilPorto Nov. 2012 mandato mio figlio sulla terra? In ogni cuore c’è del bene, ma spesso nella tua società gli uomini diventano belve e ordiscono tragici attentati. Mai io ho ancora fiducia nella lealtà, nell’amore e ho ancora fiducia in te. So che puoi combattere la tua battaglia dell’amore contro la violenza, so che puoi rispettare prima di demolire. Sono sicuro che puoi scovare e vincere la belva umana che è al servizio del disordine e dell’odio». L’Uomo: «Ma Signore sono solo ed ho paura! Tutti mi hanno abbandonato ed io non ho il coraggio di combattere da solo. Mi sono ritirato nella mia casa, ho chiuso le finestre, sbarrato le porte, sono diventato sordo e cieco per non vedere e non sentire tutto ciò che mi circonda in questo mondo, per non vedere l’infima bassezza dell’uomo, per non vedere la morte e per non sentire quella voce che incita a mettermi al servizio della giustizia. Io non sono niente, io sono solo!». Dio: «Ma figliolo tu no sei solo, tu hai Me, hai mio figlio, hai l’amore e la giustizia che Egli ha predicato. Vedo già il mondo devastato, arido, vedo la violenza scorrere veloce, la natura secca in attesa di una pioggia benefica, il cielo plumbeo e tutto un tragico presagio di morte. Questo sarà il mondo che l’ingiustizia avrà creato e tu ne sarai il responsabile maggiore con la tua indifferenza. È questo che vuoi figlio mio?». L’Uomo: «O Padre perché mi turbi raccontandomi tutto ciò? No, io non voglio che esista la vendetta e la morte. Sì, c’è stato un 1973 di morte, ci sono stati attentati dinamitardi, ci sono stati disordini, guerre fratricide, contrasti tra partiti politici dello stesso paese, ma voglio che nel futuro si possa dire che ci sono stati anche un 1974 e 1975 di giustizia. E nel futuro si potrà dire che l’uomo non è stato un vigliacco, che ha combattuto fino all’ultima goccia di sangue». Dio: «Figliolo, uomini, umanità, ero sicuro di voi, non avevo dubbi sul vostro coraggio: combattete la vostra battaglia, mettetevi al servizio di un’umanità più giusta e vincerete senza dubbio e nessuno soffrirà delle radiazioni dell’odio. Figli, ho bisogno di voi e della vostra buona volontà». Certo cara bambina, ora adulta, per scongiurare il male ed una possibile apocalisse, bisognerebbe cancellare dal cervello dell’uomo il concetto di guerra. Anch’io sono sicuro, senza alcuna esitazione, della fiducia di Dio verso l’uomo, la sua creatura, e del suo immenso amore verso di noi. Anche attualmente, sono sicuro, verranno superate tutte le difficoltà e saranno spazzati via tutti gli uomini corrotti e ladri. Sono sicurissimo che si formeranno veri uomini che combatteranno per il bene pubblico, sociale e non per quello personale. Bisognerà arrivare a questo per vivere nella tranquillità. "Cantando il Natale" con il Coro Effatà C O M U N I T À A cura del Coro Effatà Sabato 8 dicembre 2012 - 21.00 Capriano del Colle (BS) - Chiesa Parrocchiale Concerto “Gospel Time” Domenica 9 dicembre 2012 - 16.30 Gazzaniga (BG) - Piazza del Comune Intrattenimento Gospel: “Gospel Time” Sabato 15 dicembre 2012 - 21.00 Costa di Mezzate (BG) – Chiesa Parrocchiale Concerto “Note di Natale” Domenica 16 dicembre 2012 - 16.30 Palazzolo S/O (BS) - Piazza Roma Intrattenimento Gospel: “Gospel Time” Si presenta fittissimo il programma di concerti del Coro Effatà previsto per il mese di dicembre in attesa del Natale. Numerose sono state le richiese di concerti di musica Gospel e musica natalizia. In particolare segnaliamo il Concerto Natalizio del 22 dicembre che si terrà a Sarnico alle ore 21.00 nella Chiesa Parrocchiale. Il Coro, con la partecipazione del Coro Effatà Junior, accompagnato da una piccola orchestra di ottimi musicisti presenterà un repertorio di canti natalizi provenienti da vari Paesi del mondo per comunicare la diversità e la bellezza con cui la gente esprime la gioia del Natale! Vi aspettiamo numerosi! Sabato 22 dicembre 2012 - 21.00 Sarnico – chiesa parrocchiale Concerto “Note di Natale” Domenica 23 dicembre 2012 - 17.00 Roncadelle (BS) - Centro commerciale “Le Rondinelle” Intrattenimento Gospel: “Gospel Time” Domenica 23 dicembre 2012 - 21.00 Palosco (BG) – Salone Paolo VI Manifestazione: “Aspettando il Natale…e oltre” Concerto “Gospel Time” R I F L E T T I A M O a cura di don Valentino Salvoldi Per chi crede che tutto sia Grazia Molti giovani stanno barcamenandosi tra fede e indifferenza. Mons. Loris Capovilla in piedi accanto al Beato Giovanni XXIII del quae era segretario 20 - ilPorto S to andando a Chiavenna per celebrare la messa vespertina in onore di tutti i santi. È già buio e l’autista guida in fretta. Scoppia una gomma. Mi metto al margine della strada, sperando che un buon Samaritano si fermi. Invano. L’autista corre in cerca di aiuto verso le prime case della periferia. Passa il tempo e con esso la speranza di poter presiedere l’eucaristia. Finché il conducente dell’auto si rassegna a chiamare suo figlio per venirmi a prendere, affinché possa arrivare in tempo almeno per la conferenza. Ventisei anni. Iscritto al terzo anno di psicologia. Alto. Magro. Serio. Sguardo profondo. Fa un gesto spiazzante quando, per Nov. 2012 prima cosa, gli chiedo se abbia la fede: si guarda al dito e mi mostra la mano priva di anello. Sento che quella gomma non dovrebbe essere scoppiata per caso: suo padre mi aveva parlato del figlio come di un bravo giovane, ma che lo faceva soffrire, perché, iniziato lo studio della filosofia, aveva smesso di frequentare la chiesa. E con quel giovane comincia un discorso e una presenza che si protrarrà per ventiquattro ore. Il suo professore di filosofia gli aveva dimostrato che Dio non esiste. Ed egli aveva perso la fede. “Ateo a sedici anni?”, gli chiedo. “Le persone intelligenti non dicono di essere atee, perché un’affermazione categorica dimostrerebbe l’esistenza di una fede. Caso mai si proclamano agnostiche, vale a dire, ammettono di non sapere se esita o no un essere superiore, un “Motore Immobile”, un’Entità dalla quale tutto potrebbe provenire”. Quante volte ho ripetuto nella mia vita che Dio è indimostrabile. La ragione si ferma davanti al mistero. Ma solo le ragioni del cuore fanno capire che, tra il mistero e l’assurdo, tutto in noi invoca la presenza del Mistero. E, se “Dio è amore”, l’amore è Dio. Perciò a Lui si arriva attraverso l’esperienza di sentirsi amati e la gioia di amare. Davanti al mio interlocutore balena l’immagine dei genitori che per lui piangono e pregano, ma egli non può fare nulla contro la convinzione di questo essere che galleggia sul nulla. Mentre fa questa affermazione, penso a Sartre e a tutti i cadaveri che ha sulla coscienza: i giovani che si sono suicidati pensando al Nulla che fagocita il tutto. E anche per lo sventurato filosofo francese va la mia preghiera, in questa sera di tutti i santi… Quando accenno alla responsabilità dei cattivi maestri, il suo professore di filosofia, lapidaria è la risposta: “Meglio la nuda verità che Dio non esiste, che la pia menzogna di un’ipotetica esistenza di un Essere che addormenta e narcotizza la coscienza”. Non vedo in questo giovane, pur sensibile e desideroso di fare della sua bellezza un dono che sia di comune utilità, quella “passione per il divino” che notavo anche negli atei alla fine degli anni sessanta. Atei che lottavano per liberare l’uomo dai condizionamenti sociali e da una cattiva religione, che faceva loro dire: “Se Dio esiste, non è come lo dipingono i cristiani”. Lottavano, forse, per purificare il volto dell’eventuale Dio. Vedo un certa indifferenza al tutto, la stessa che sta minando credenti e atei. L’indifferenza di cui parlava il filosofo danese Kierkegaard: “Il capitano della nave non indica più la rotta, ma il menù della giornata”. Molti giovani stanno barcamenandosi tra fede e indifferenza. Sono sazi di beni materiali e vittime di parecchi errori della società. Si possono permettere il lusso di essere perfezionisti, perché non manca loro il pane quotidiano e la “comprensione” di genitori paghi che almeno il figlio non si droghi. Contestano i genitori “preoccupati” del raggiungimento ad ogni costo di un diploma da parte della progenie, anziché essere occupati a spendere la vita in serenità. Oltretutto i credenti non dovrebbero mai preoccuparsi, ma semplicemente occuparsi. Non dovrebbero temere perché, come dice S. Agostino: “O il male è ciò di cui si ha paura, o il male consiste nell’avere paura”. Mi ascolta il giovane interlocutore. Partecipa alla conferenza in cui sviluppo il tema: “Pensare alla morte, per innamorarsi della vita”. E non ha intenzione poi di andare a letto: davanti ad un boccale (o due) di birra, sembra che si ragioni meglio. Gli chiedo un momento di pausa per pregare. E lo faccio riandando alle beatitudini proclamate dalla liturgia odierna e da me riformulate così, nel cuore della notte: Beato chi accetta e valorizza i suoi limiti: in virtù della sua umiltà farà cose grandi, cercando Dio. Beato chi non pretende di essere amato: esulterà di intima gioia per ogni segno di amicizia. Beato chi ritiene gli altri migliori di sé: scoprirà in tutti frammenti di bontà, di bellezza, di divinità. Beato chi è assetato d’Infinito: coglierà bagliori d’eternità nella vanità del tutto. Beato chi familiarizza con il Vangelo: troverà gioia tra i piccoli, i poveri e i perdenti. Beato chi si identifica con il Figlio di Dio: inietterà nel suo sangue umano la verginità di Cristo. Beato chi, credendo, spera: godrà di quell’Amore che anticipa in terra il paradiso. Quanto vorrei che il mio interlocutore sentisse che il mio essere prete non consiste nel mettermi una divisa fuori, ma un tormento dentro: il tormento di non riuscire a fargli gustare la gioia di trovare Dio! Gli chiedo di portarmi al mio paese in macchina: ho poco tempo a disposizione perché devo partire per la Costa d’Avorio. Nel viaggio passiamo vicino a Sotto il Monte e sento che vale la pena di fargli conoscere il segretario di papa Giovanni XXIII. Ineffabile l’incontro. L’anziano arcivescovo stravede per i giovani che non osa chiamare atei, ma alla ricerca ed elenca una lunga serie di grandi pensatori che si sono lasciati cercare da Dio. L’affabilità, la mancanza di giudizio, l’anticipo di fiducia e l’entusiasmo di questo prelato ormai vicino ai cento anni hanno posto un seme che, se marcirà come il grano, come i nostri morti seminati in posizione fetale nella terra, porterà frutto, al momento opportuno, nella vera vita. Là pure io capirò che la ruota di quella macchina non è scoppiata invano. VI ASPETTIAMO Nella nostra nuova sede di Sarnico (BG) In via Cortivo, 31/b tel. 334/6607641 Si realizzano oggetti artistici in vetro su ordinazione per: - bomboniere per matrimoni, cresime, comunioni… - gadgets aziendali - oggettistica per negozi - regali personalizzati - specchi, cornici, orologi, svuota tasche, posacenere, crocifissi, bijoux ma anche oggetti che soddisfano la vostra fantasia . Nov. 2012 ilPorto - 21 Fotocronaca: L'ultimo saluto a Padre Volpi Signore, fammi amico Fa che tutti, anche senza farmelo notare, possano vedere, nel mio volto, il Tuo penetrante e suadente per il mio sorriso, sincero e costante per il mio sguardo sereno e rassicurante per la mia parola che spia il momento opportuno per lasciar cadere la tua Parola nel cuore di chi mi è vicino 22 - ilPorto Nov. 2012 a cura di Silvano Marini per la volontà impegnata ad arricchire chi sceglie la mia compagnia per la disponibilità gioiosa, rassicurante anche per un "dopo ancora" Signore, fammi amico Dal libretto delle preghiere di Padre Volpi: "Dammi fede, Signore" Preghiere per incontralo C O M L'Arcobaleno U N I T À a cura della Redazione Presentazione del libro "Il signor Colombo" Nel trentesimo anniversario della morte del "mecenate Discreto di Sarnico", comm. Rinaldo Colombo (31.12.1888 - 6.4. 1982) e nel centenario di fondazione della sua Manifattura (1911 - 2011) Gian Franco Gaspari presenterà, sabato 15 dicembre alle ore 17.30, presso il centro culturale Sebinia, il libro "Il signor Colombo". La pubblicazione, che andrà ad arricchire i Quaderni della Biblioteca, è consequenziale al libro Don Pietro Bonassi ...e i fuori tema di Mario Dometti, un susseguirsi di interventi legati alla cittadina di Sarnico, alcuni dei quali inediti, riferiti ad un uomo a cui si deve riconoscenza. Un altro lodevole impegno del nostro "Vate". Festa solenne dell'Immacolata a Sarnico Sabato 8 dicembre 2012, festa dell'Immacolata, durante la Santa Messa delle ore 11.00 interverranno la soprano sudafricana Katia Di Munno che dal 2004 ad oggi ha interpretato ruoli in varie opere, sia in Italia che all'estero e il tenore bergamasco Massimiliano Di Fino, vincitore nel 2011 del Concorso internazionale presso il Teatro alla Scala di Milano dove è tenore nel coro del teatro stesso. I due artisti interpreteranno musiche di Mozart, Saint Jean, Corna e Franck. All'organo il Maestro Giancarlo Corna. Gianfranco Gaspari Utilizza il tempo libero in modo creativo Il coro "Il Castello" organizza corsi di canto corale, di educazione ritmica, di prima lettura delle note e di ascolto di brani musicali. Tutti possono partecipare, anche chi non ha mai cantato e non conosce la musica. Vieni alle prime lezioni e vedrai che ti piacerà! Date: giovedì 6 e 13 Dicembre ore 20.45 presso l'ex Biblioteca - Piazzetta Giovanni Freti. Il Coro Castello Crescere insieme a cura del Consultorio Familiare Basso Sebino Crescere è una faccenda seria che riguarda tutti: piccoli e grandi, genitori, bambini ed insegnanti. “Crescere insieme” è un percorso di serate formative proposte in diversi paesi del Basso Sebino, aperto a tutti, non solo ai genitori con figli che frequentano la Scuola dell’Infanzia, ed è bello pensare che chi è interessato si sposti nel territorio per darsi ulteriori opportunità di crescita e di conoscenza. Non chiusura alle realtà dei singoli comuni ma una condivisione organica e a più ampio respiro di conoscenze e competenze con altre scuole dell’infanzia. Un’esperienza questa innovativa, mai sperimentata in provincia, con temi interessanti proposti all’interno di un progetto coinvolgente e competente, condotto dalla psicologa dott.ssa Alice Pezzetti e promosso dall’Ambito Territoriale e dal Consultorio Familiare Basso Sebino. Non è prevista alcuna iscrizione e ognuno può scegliere liberamente quello che ritiene possa rispondere alle proprie esigenze. La crescita fatta insieme ad altri è un'esigenza oltre che un'opportunità. Il percorso si articola in 14 incontri tra novembre 2012 e maggio 2013 ed è sostenuto da tutte, insieme alle Scuole dell’Infanzia, statali e paritarie operanti nella zona. La partecipazione alle serate è libera e gratuita. Per iscrizioni e info tel. 035-459842 Nov. 2012 ilPorto - 23 A S S O C I A Z I O N I a cura di Gian Franco Gaspari Associazione Anziani e Pensionati di meno. Se qualcuno ha difficoltà a raggiungere la sede, basta un colpo di telefono al nostro numero 035.910 912 e passerà un nostro incaricato per ritirare le quote. Grazie Vaccinazione anti-influenzale Dal mese di novembre sono in corso le vaccinazioni anti influenzali presso i rispettivi medici di famiglia per cui invitiamo tutti i nostri anziani a provvedere in merito, per un adempimento tanto importante per la nostra salute. Gara di scopone Dal 26 novembre al 1° dicembre si svolgerà la gara di scopone per i soci. Le iscrizioni si ricevono presso il Bar dell’associazione entro il 25 novembre. A nche questo mese vogliamo tenere informati i nostri iscritti dalle pagine de "il Porto" con la consueta rubrica. Santa Lucia Un novembre che ha avuto nella festa dell'Anziano il suo Anche quest’anno l’associazione festeggerà la Santa Lucia con gli ospiti della Casa di Riposo. Sono previsti animazione e rinfresco. momento più significativo. Tesseramento Con il mese di ottobre è iniziata la campagna per il tesseramento 2013, con la stessa quota di € 5,00 necessaria per far fronte al danno subito presso la nostra sede. Ci permettiamo ripetere qui la considerazione fatta anche gli anni scorsi sulla necessità di aggiornare la tessera, perché i nostri iscritti sulla carta sono mille, ma guardando gli elenchi aggiornati in base al pagamento della tessera sono molti Festa dell'Anziano Natale dell’Anziano Come è ormai consuetudine ed atteso dai nostri iscritti, anche quest’anno sarà celebrato il Natale dell’Anziano presso la nostra sala comunitaria, cui farà seguito lo scambio degli auguri ed il rinfresco offerto dall’Associazione. Il nostro Natale avrà quindi luogo venerdì 14 dicembre a partire dalle ore 15.00 con la celebrazione della Santa Messa. a cura di Civis Foto in alto il saluto della presidente Emy Ruggeri A sinistra Il signor Milesi ha un ...diavolo per capello per i conti della chiesa Sopra A questo tavolo era difficile avere l'ultima parola 24 - ilPorto Nov. 2012 Il segreto per vivere meglio: ignora, sorridi e vai avanti. È bello volersi bene. Più bello è continuare a volersi bene. Rosalia: «Mi hanno detto che è pollo! Ma dove l'hanno allevato, a Jurassik Park?» La classe 1937 in festa Signora Elisa «Ö bicér dè chèl bu al lenés tÖcc i dulùr!» I coscritti della classe 1937 si sono incontrati il giorno 11 novembre, festa di S.Martino, per festeggiare il bel traguardo del 75° compleanno. Durante la Messa di ringraziamento il Parroco Don Luciano ha ricordato i numerosi amici scomparsi ed ha rivolto ai partecipanti ed agli assenti per motivi di salute, un caloroso augurio per una vita sempre ricca di positività. Un affettuoso pensiero è stato inviato alla cara coetanea Suor Giovanna, missionaria sempre attiva nella sua Africa. Un allegro e gioioso ritrovo conviviale ha coronato la bella festa, al termine della quale tutti si sono augurati di riunirsi ancora per festeggiare i compleanni che la grazia del Signore vorrà loro concedere. Nov. 2012 ilPorto - 25 Neolaureati a cura della Redazione F rancesco Spolti si è laureato il 30 ottobre 2012 in "Economia e amministrazione delle imprese" all'Università degli Studi di Bergamo. Il titolo della tesi era "Paradisi fiscali e strategie di evasione fiscale nelle multinazionali". Il papà Giovanni, la mamma Graziella, le sorelle Alessandra, Arianna e la nonna Maria si congratulano con Francesso per il successo scolastico. D anja Spahiu si è laureata il 30 ottobre in "Management, Finanza & International Business" presso la facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Bergamo, voto 99/110. Titolo della tesi: "Il Marketing sistemico in un'ottica di pieno coinvolgimento del Persumer." La famiglia e gli amici si complimentano per il successo ottenuto. L'AVIS di Sarnico si congratula con la sua donatrice per l'importante traguardo raggiunto. M ichael Plebani il 20 luglio 2012 ha ottenuto la laurea magistrale in Chimica industriale e gestionale presso la "Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali" dell'Università degli Studi di Milano con la votazione 108/110, presentando la tesi dal titolo: "Pd su nanotubi di carbonio: effetto dell'idrofilicità del supporto in reazioni di ossidazione". La famiglia, i parenti e gli amici si congratulano con il neolaureato per il risultato raggiunto e gli augurano un futuro professionale ed una vita piena di soddisfazioni. Ai complimenti di parenti ed amici si unisce anche la Redazione de "il Porto" che augura ai due neolaureati un futuro ricco di soddisfazioni professionali. 26 - ilPorto Nov. 2012 Nell'anno del XXV un sarnicese ritorna ai vertici del Kiwanis del Sebino A S S O C I A Z I O N I a cura del Kiwanis del Sebino Mario Dometti presidente per il 2012-2013 - E per lui una prestigiosa onorificenza Venerdì 23 novembre Charter Day. Il Kiwanis club del Sebino compie venticinque anni Mario Dometti col collare dell'Hixon Fellow mentre riceve il distintivo di Presidente da Marco Orefice N ella serata che ha visto il cambio di guardia ai vertici del “Kiwanis del Sebino” da Marco Orefice al neo Presidente Mario Dometti e la nomina a futuro Presidente per il 2013-2014 di Diego Busatta (ex capogruppo degli Alpini di Foresto Sparso), il sodalizio ha consegnato nelle mani della signora Carmen Vigani, Presidente della cooperativa sociale “il Battello”, la somma di 6.000 euro. Dal canto suo la Presidente Vigani ha fatto omaggio all'avv. Orefice di un’opera in vetro realizzata dai ragazzi del “Battello” con la collaborazione del maestro vetraio Mariano Carrara. Nella stessa serata il presidente Dometti ha presentato i coniugi Roberta Martinelli e Luca Patelli dell’associazione “Angelman” di Credaro, nata per sostenere e finanziare i progetti di ricerca nazionali ed internazionali più promettenti per arrivare, quanto prima, alla cura della “Sindrome di Angelman”, una malattia genetica rara che colpisce un bambino ogni 12-15.000. Alla serata, presso il Cocca Hotel, erano presenti il Luogotenente Giovanni Carubelli, l’International Trustee Piero Grasso, l’International Trustee della Fondazione Valeria Gringeri e i rappresentanti dei club della divisione Lombardia2. Per Mario Dometti si tratta del suo secondo mandato come Presidente, carica che aveva già rivestito nell’Anno sociale 2003-2004. Degna di nota anche la prestigiosa onorificenza internazionale del «George L. Hixon Fellow» assegnata dal "Kiwanis Distretto Italia San Marino" a Mario Dometti lo scorso anno dalle mani del past governatore Valeria Gringeri. Un riconoscimento per l'impegno costante e soprattutto umanitario e sociale nei confronti dei bambini, obiettivo principale del Kiwanis International. La consegna è avvenuta alla presenza del luogotenente della Divisione Lombardia 2, dott. Giuseppe Cristaldi e del Trustee internazionale, Avv. Piero Grasso. Ora il Kiwanis del Sebino può vantare due suoi soci con questa prestigiosa onorificenza: oltre a Mario, nel 2010 era stato insignito con l’Hixon anche il past presidente Avv. Marco Orefice. I due soci inoltre sono stati insigniti come soci onorari del Kiwanis Club Ferrara. Di quanta considerazione a livello Divisione Italia goda il Club del Sebino, lo dimostra la menzione nell'anno 2009-2010, con la presidenza del dott. Roberto Giorgi, a "Club Distinto". Nel mese di dicembre, nel corso della serata degli auguri natalizi, il sodalizio del Sebino consegnerà un service di 1.000 euro all'Associazione Famiglie solidali di Sarnico. Nov. 2012 ilPorto - 27 Il Tabernacolo a cura di Gian Franco Gaspari P enso di chiudere qui le mie riflessioni riguardanti il compimento degli atti religiosi quotidiani e più comuni, partiti con la riflessione sulla genuflessione, indi con il Segno della Croce, poi con le Campane e da ultimo con la Preghiera dell’Angelus. Desidero chiudere con una riflessione sul Tabernacolo, riflessione che mi è scoppiata dentro dopo aver partecipato alla Veglia di Preghiera ”Preghiamo cantando” del 4 ottobre scorso, per ricordare Ivano e preparata assieme alla Parrocchia, al Coro Effatà in doppia versione, al Coro “Dulce Canto” e aperta e chiusa dalla benedizione del Prevosto Don Luciano.Tutto si è svolto in una atmosfera stupenda di raccoglimento intenso, con canti molto appropriati, seguiti dalla partecipazione dei presenti, coinvolti gioiosamente dal susseguirsi dei testi e dalla scenografia quanto mai opportuna. Al termine l’emozione mi ha spinto al microfono per dire che anche GESÙ nel Tabernacolo avrà gioito. Il “TABERNACOLO”: lasciate che lo scriva solo con la mia esternazione e che “Il Porto” ha acconsentito a rendere pubblica. La Chiesa, Pietra Viva, intanto c’è in quanto costruita e resa stupenda, per fare essa stessa da tabernacolo al Tabernacolo,vicino alla lucina pulsante del cero santo acceso. Quante cose, quante riflessioni sul Tabernacolo! Non ne son degno e non ho nemmeno la veste per farlo. Mi limiterò solo all’episodio raccontato, se non erro, dal Santo Curato d’Ars. La Chiesa è vuota, le funzioni sono terminate. Il Santo Curato sta per lasciare il luogo sacro, ma lì sul primo banco siede ancora il solito fedele, sempre lì da tanto tempo, senza sussurrare preghiere ma con lo sguardo fisso al Tabernacolo. Indugia un po’ il Sacerdote, ma poi, religiosamente, si avvicina e gli dice: ”Ma che fai sempre qui?”. Risposta: ”Io guardo Lui e Lui guarda me!” Una risposta autentica e altamente teologica, fatta vita. Ecco il Tabernacolo: Gesù ed io, io e Gesù… Un prima e un dopo: un bisogno, un riprendere il cammino da vero cristiano! Così io sento, io interpreto il “TABERNACOLO”. Dono immenso fatto a ciascuno di noi che solo Lui ci poteva fare! Il Vescovo ai catechisti riuniti a Chiuduno: «La fede da soli non basta, deve essere condivisa» «Ognuno porta la propria e la comunità la esprime attraverso di voi» I l Vescovo lo ha definito «un incontro di condivisione, di scambio di sguardi e di esperienze». Non è stata semplicemente la giornata dedicata ai catechisti della diocesi, ma il riconoscere che il proprio servizio all’interno di una comunità, si colloca in una condivisione più grande che si alimenta dell’esperienza e della fede di altri. Monsignor Francesco Beschi ha salutato nel Palasettembre di Chiuduno i tanti catechisti che anche quest’anno hanno raccolto l’invito. «Un’incontro importante - ha detto il vescovo - che si colloca in apertura dell’Anno della Fede e all’interno del mio cammino di incontro dei catechisti vicariali». «Mi sembra sia necessario - ha detto monsignor Beschi - alimentarci di quella convinzione per cui il soggetto fondamentale della catechesi è la comunità cristiana ed è una premessa indispensabile rispetto ad altri problemi della catechesi. Tutto parte da una comunità di credenti e, anche se le identità sono importanti, non va dimenticata l’anima, che è la condivisione della fede in Gesù Cristo». Il Vescovo ha ripreso il tema della fraternità: «Non sia una fede da soli. Non basta la fede di un vescovo o di una madre o di un catechista o di un giovane. Occorre che questa fede sia condivisa, crescendo nella consapevolezza di essere una comunità di credenti, senza giudicarci vicendevolmente, accogliendo la meraviglia di Dio 28 - ilPorto Nov. 2012 a cura della Redazione che ci viene incontro». Vi immagino spesso nel gesto concreto di trasmettere il Vangelo - ha continuato -. Evitiamo la malattia del giudizio reciproco sulla fede. Ognuno è portatore della propria poca fede e ognuno cresce della fede di tutti. La comunità esprime la sua fede attraverso voi. Toccando il tema della catechesi che accompagna i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, il vescovo ha rivelato: «Ci sono problemi concreti che non trovano soluzioni magiche o metodi decisivi se non a partire dal fatto di una comunità credente e quindi dalla priorità della catechesi degli adulti. Perché la fede degli adulti si alimenti, c’è bisogno di catechesi e di catechisti per gli adulti». Nel pomeriggio si sono aperti i laboratori. I catechisti hanno partecipato in gran numero a tutte le proposte. La giornata si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa presieduta dal vescovo. «Catechesi è aprire gli occhi e far aprire gli occhi sui gesti minuscoli che si muovono attorno a noi, nel gusto di saper riconoscere Gesù che continua a seminare fra di noi, attraverso piccoli gesti» ha detto all’omelia. Monsignor Beschi ha quindi consegnato il «Credo», simbolo della fede, recitandolo davanti ai catechisti. «Accogliete queste parole e conservatele con cuore sincero. Alla fine di quest’Anno della Fede sarete voi a riconsegnarle a me». a cura di don Loris In fondo è solo una questione di pronomi… La lettera che il Vescovo Francesco ha consegnato a noi, cristiani della Diocesi di Bergamo, porta con sé una freschezza che tenta di sollevare il peso dei pronomi sotto i quali frequentemente finiamo schiacciati… Mio, noi, tuo, loro, voi… Piccole parole della nostra lingua che dovrebbero accelerare la nostra comunicazione, ma finiscono per irrigidire le relazioni. Nel momento in cui persone di gruppi, associazioni, ricercano momenti di scambio, subito scattano e vengano a galla invalicabili confini. E siamo del medesimo paese: chissà se fossimo di etnia o religione differente! C’è una parola bellissima e scomoda che il Vescovo ripete: fraternità! Concetto che ci riporta all’impossibilità di decidere con chi avere a che fare nella vita, ma ci lascia un’immensa libertà su come darci da fare per i fratelli. Nutro il desiderio che in ogni comunità parrocchiale, religiosa o associativa e nelle più ampie forme di ecclesialità, compresa quella diocesana, si rifletta sulla concretezza della fraternità, a partire dalla fede, per poi riconoscerla e tradurla nella carità. L’articolazione di queste riflessioni può essere scandita in questo modo: lo fraternità nella parrocchia, lo fraternità tra parrocchie, lo fraternità tra esperienze diverse di vita cristiana, lo fraternità con tutti gli uomini e con le forme di condivisione sociale. Quest’ultima è una prospettiva che avverto sempre più necessaria, nei confronti della quale lo Chiesa è chiamata a porsi non solo come segno, ma anche come strumento significativo ed efficace. Se in questi anni ci siamo proposti, attraverso i programmi pastorali, di perseguire un processo di trasformazione affinché le nostre parrocchie diventino ogni giorno di più delle autentiche comunità cristiane, ritengo che l’attenzione alla vita fraterna sia assolutamente coerente con questo impegno. (Lettera pastorale LA FRATERNITÀ CRISTIANA, 2012) La concretezza invocata parte dal superamento reale di differenze storiche, reali o presunte tali. Siamo invitati a vestire un unico abito che ci libera dalle mancate responsabilità, dall’indifferenza, dalle gestioni separate, dall’orgoglio, dalla convinzione di essere migliori, dalle necessità di essere sempre un gradino sopra. Scuola, politica, società, sport, parrocchia chiedono il superamento non dei carismi, ma degli egoismi. Per non dire più: è mio oppure è vostro, ma solo: anche questo è mio fratello, anche questo mi appartiene. FOTOCRONACA Percorsi dei gruppi adolescenti: il significato nel percorso della comunità cristiana LA COMUNITÀ E LA CURA Da alcuni secoli la comunità cristiana bergamasca si prende a cuore e cura l’educazione delle giovani generazioni. Questo costituisce il punto di partenza della presente proposta. Ma non ne è la ragione profonda: tutti sanno che limitarsi al “si è sempre fatto così” nasconde il fatto di non avere ragioni più sostanziose. La cura delle giovani generazioni è qualcosa di più. È la capacità di una comunità cristiana di riconoscere che il primo atto di carità è proporre un cammino educativo che coinvolga radicalmente la fede, affinché essa sia il fondamento della stessa vita. Ciò fa riferimento diretto allo stile di Gesù e del vangelo: non abbandonare l’altro sulla sua strada nel momento del bisogno e condurlo al suo vero e profondo bisogno: credere nel Padre. E questo vale ancora di più quando la persona in questione è piccola, povera, fragile. E la crescita di una persona è momento delicatissimo, bisognoso di cura e di attenzione. Una comunità che non lascia soli i suoi piccoli nel momento della crescita, sta ripentendo e testimoniando gli stessi gesti di attenzione e cura che da sempre il Padre manifesta nei confronti dell’umanità. La sfida più importante del cammino educativo nella fede è proprio che essa riguarda non tanto alcune abilità o capacità da acquisire o migliorare, quanto la ragione stessa del vivere, di cui nessuno è maestro. L’educazione è il primo atteggiamento missionario dell’adulto cristiano, che testimonia la sua fede proprio mettendo i suoi piccoli nella condizione di apprezzare la bellezza del Regno che viene, diventando liberamente e maturamente discepoli di Gesù. Per questo una comunità che si occupa delle giovani generazioni non fa altro che esercizio di cura anche verso se stessa: c’è da decidere che cosa testimoniare e proporre a questi ragazzi, c’è da-sapere che cosa sta a cuore alla comunità, in particolare che cosa c’è nel cuore dei suoi componenti più adulti. Tutto questo avviene solo attraverso un discernimento attento della situazione stessa della comunità: essa non può dimenticare di dover tornare continuamente al Vangelo per attingere le parole, i pensieri, i gesti del Maestro, quelli che possono animare la vita dell’uomo di oggi e continuare a renderla piena. Per l’anno pastorale 2012-2013 i gruppi adolescenti si ritrovano, classe per classe, secondo questo calendario: 3a media (gruppo ’99): mercoledì dalle 18 alle 19 1a sup (gruppo ’98): mercoledì dalle 20 alle 21 2a sup (gruppo ’97): mercoledì dalle 20 alle 21 3a sup (gruppo ’96): mercoledì dalle 21 alle 22 4a sup (gruppo ’95): lunedì dalle 21 alle 22 5a sup (gruppo ’94): venerdì dalle 21 Gruppo Giovani Vicariale Anche quest’anno il vicariato punta alla formazione di un gruppo giovani vicariale, pensato per i giovani dai 18 ai 30 anni. L’occasione è quella di continuare i percorsi che si svolgono a livello parrocchiale in un contesto più ampio, per condividere oltre confini della propria parrocchia speranze, resistenze, possibilità, sogni, fede, vita, carità. Il primo incontro si è realizzato venerdì 9 novembre il prossimo incontro si terrà a Credaro, presso l’oratorio, venerdì 30 novembre a partire dalle 20.30. Per infoi: in Facebook Gruppo Giovani - vicariato di Predore Il Kayak tra lago e fiune CSI Oratorio Sarnico Raccontare del gruppo “ Sarnico Kayak” vuol dire raccontare di emozioni, di tenacia, di passione, di fatiche ma anche di soddisfazioni; vuol dire raccontare di amici che si ritrovano, con le loro sgargianti attrezzature, per solcare le acque turbolenti dei fiumi o quelle più calme del lago di Iseo. Basta un tam tam su Facebook o un giro di telefonate e l’allegra compagnia si ritrova alla base per impugnare pagaie e kayak e partire. Come è accaduto il 21 Ottobre per partecipare all’Adigemarathon 2012, 20 km di fiume da Dolcè a Pescantina ( in provincia di Verona) , discendere coi Kayak, tra acque mosse e rapide a volte impegnative. In quell’occasione, con partenza all’alba, ci si è ritrovati poi a pagaiare tutti insieme, a incoraggiarci a vicenda nei momenti di difficoltà, a fermarci nei punti di ristoro lungo il percorso per bere un fumante vin broulè, mangiare panini imbottiti di salame…o di Nutella e alla fine arrivare al traguardo e dirci con gioia “ce l’abbiamo fatta!” L’Adigemarathon è stata anche l’occasione per incontrare nuove persone, per scambiare pareri sull’ultimo modello di imbarcazione o di attrezzatura, ma soprattutto per condividere la passione del “remo”. In quell’occasione più di 1.500 persone hanno vissuto tre ore di sport, di competizione per alcuni, di svago per altri. Bambini ed adulti si sono ritrovati tra sorrisi e sforzi, a pagaiare in punti veramente belli del fiume Adige, ma anche a superare rapide dove, tra onde impetuose e correnti insidiose, c’era sempre un senso di sicurezza per la presenza dei volontari del’organizzazione e della Protezione Civile, pronti ad aiutare (e ripescare) chi in quelle acque poteva trovare difficoltà. Giunti alla meta e riposti i kayak c’è stato anche il tempo per un pranzo tutti insieme; come non gustare i piatti tipici? Dai cappelletti al cotechino con la “pearà alla veronese” e soprattutto un buon vino locale per scaldare, se ce ne fosse ancora bisogno, anima e corpo. Un giro nel paese, uno sguardo ai mercatini e alla sera il rientro; stanchi, ma soddisfatti. Sono bastati poi pochi giorni di “assenza” e ritorna l’invito a ritrovarsi per un’uscita di gruppo. L’autunno è iniziato e il lago regala la parte migliore di sé; quale migliore occasione per dare un titolo a questa nuova uscita? “I colori dell’autunno visti dal lago”. La giornata è quasi primaverile, il sole è caldo , il lago è a dir poco spettacolare e la voglia di stare insieme è tantissima. E così si riparte. L’autunno visto dal lago è davvero ancora più bello…i colori dei giardini e delle piante del litorale si rispecchiano nelle calme acque del lago; incrociamo anatre e cigni che tranquillamente si godono il “loro” lago, ma anche alcuni pescatori solitari sulle loro imbarcazioni; si passa davanti ai cantieri Riva, alla torre semi diroccata di Predore arrivando ai tassodi di Tavernola; ci si ferma tra le fronde di questi alberi possenti, che vivono con le radici perennemente affondate nell’acqua , immaginando quasi d’essere in una giungla. Sono alberi bellissimi e i loro colori ci ammaliano: si scattano foto…e ci regaliamo anche una foto di gruppo. Al ritorno lo spettacolo del tramonto ci emoziona…ognuno di noi ne rimane incantato e senza parole, un attimo per stare coi propri pensieri…è quasi un peccato rientrare alla base, ma si deve. La brezza della sera si fa sentire e ci si sta raffreddando. Arriviamo alla base, si rimettono in ordine Kayak e attrezzature, ci si saluta …pronti per il prossimo richiamo! Il lago è lì che ci attende….sempre! E noi vi aspettiamo Per eventuali contatti www.kayaksarnico.it oppure [email protected] o FB kayak sarnico Franca Perletti AVVISO Vi aspettiamo numerosi alla Cena augurale di Natale: sono invitati gli atleti di tutte le discipline, gli amici ed i sostenitori, ma soprattutto i loro familiari. Per informazioni ed iscrizioni, informatevi dai vostri allenatori. Programmazione Cine teatro Junior e spettacoli dicembre Cineforum 2012 Cinema Oratorio di Paratico e Cine Teatro Junior di Sarnico Ultime due proiezioni Giovedì 29 novembre a Paratico: Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani, ITALIA 2012 Giovedì 6 dicembre a Sarnico: Quasi amici di Olivier Nakache e Eric Toledano, FRANCIA 2011 30 novembre ore 21.00 Le donne di Malamore Con Lucrezia Lante della Rovere Regia Francesco Zecca In favore del progetto: Giorgio… La speranza in un sorriso 27 dicembre ore 20.45 Serata degli auguri dell’AVIS Cabaret alla bergamasca con: la Crazy Company for don John, i CÖntatorie di Viadanica e i Canterini del Sebino. Con la partecipazione straordinaria di LUCIANO RAVASIO cantautore bergamasco e FEDERICA MUSSINELLI di “Star Accademy” Anna Dossi Una foto rubata ad un fotografo professionista che ha ritratto Anna in gita a Ferrara lo scorso anno. Forse nemmeno lei sa dell'esistenza di questa bellissima istantanea. È un regalo per i suoi tanti anni come corista e non solo. Nov. 2012 ilPorto - 29 S C U O L A Lo spettacolo di Natale dell'Asilo a cura di Sara Venchiarutti A vrà una nuova location il tradizionale spettacolo natalizio che la scuola materna Faccanoni organizza da ormai molti anni. Dal Cine Junior, dove si svolgeva la manifestazione fino al 2011, la festa si sposterà infatti nella chiesa parrocchiale il prossimo 17 Dicembre alle ore 20.00, una scelta che vuole essere un ritorno alla tradizione per esaltare la semplicità del significato originale del Natale. Nella festa saranno coinvolti tutti i bambini che frequentano la scuola: dai più piccoli ai più grandi, tutti i 180 scolari parteciperanno a vario modo allo spettacolo, vestiti con i classici costumi di Natale che molte mamme hanno confezionato per loro. Canti, preghiere e intrattenimento faranno da sfondo alla festa in cui saranno coinvolti anche i genitori e le associazioni del territorio. Il tema al centro dello spettacolo sarà proprio Sarnico, seguendo il filo conduttore della didattica di quest’anno che si è concentrata proprio sulla conoscenza del nostro paese. L’appuntamento quindi è per lunedì 17 Dicembre alle ore 20.00 presso la chiesa parrocchiale. 30 - ilPorto Nov. 2012 Un momento dello spettacolo di Natale del 2011 sotto la tensostruttura in piazza Scuola dell'Infanzia Volontari, una risorsa a cui non possiamo rinunciare a cura del Collegio Docenti della Scuola per l'infanzia C hi sono i volontari e in cosa consiste il volontariato? VOLONTARIATO: attività volontaria e gratuita svolta da alcuni cittadini a favore della collettività, dei malati, dei bisognosi ecc. (dal Dizionario della Lingua Italiana Il Sabatini Coletti) Ecco cosa sono i volontari: persone splendide che, a titolo gratuito, decidono di spendere il loro tempo aiutando gli altri e dimostrando così dedizione e amore per il proprio paese e per la popolazione. La nostra Scuola dell’Infanzia riceve un contributo fondamentale da queste persone, generose e disponibili, che hanno deciso di mettere a disposizione dei nostri bambini il loro tempo, i loro valori e le loro capacità; una risorsa a cui il nostro asilo non può permettersi di rinunciare. Per questo, con il cuore, vogliamo ringraziare immensamente tutti i volontari che, anche quest’anno, stanno prestando servizio presso la nostra struttura senza chiedere niente in cambio: i volontari della nanna, i volontari impegnati nei progetti didattici e nei percorsi laboratori ali e i volontari che con il loro impegno ogni giorno rendono più bello il nostro asilo. Tutta la Scuola dell’Infanzia vi è immensamente grata per tutto quello che state facendo! Scuola dell'Infanzia - A. Faccanoni di Sarnico dall'alto in basso: I primi passi con il computer La nanna pomeridiana Facciamo un po' di psicomotricità a sinistra: Impariamo il mestiere di "Geppetto" Nov. 2012 ilPorto - 31 E V E N T I Rock ‘n Sarnek a cura di Mauro Demarchi Più di cinquanta e non sentirli Nella foto: Parte del gruppo cucina di Rock 'n Sarnek 32 - ilPorto N on stiamo parlando di anni e non stiamo parlando di un compleanno, ma di un gruppo fenomenale di ragazzi e di un evento estivo ormai considerato un vero e proprio appuntamento del Lago d’Iseo. Arrivati alla terza edizione è forse l’ora dei bilanci, partendo dal dato sicuramente straordinario della crescita, nel numero, del gruppo organizzatore che può vantare, come detto in indice, più di 50 persone provenienti non solo dal Comune di Sarnico, ma anche dai paesi limitrofi. Riuscendo a coinvolgere negli intenti non solo ragazzi appartenenti alla comunità Sarnicense, il gruppo Rock ‘ n Sarnek ha potuto così sviluppare, secondo diversi ambiti di competenza, una festa sempre nuova e divertente, curata nei dettagli e travolgente nello spirito. Partita quasi come una scommessa fra amici, ora è in tutto e per tutto una realtà importante dell’estate lacustre e a dimostrarlo ci sono anche i dati provenienti dal fatturato che, arrivati al terzo anno di chiusura cassa in positivo, ci permetterà anche di devolvere in beneficenza l’intero ricavato della festa, salvo avanzo cassa per poter ripartire l’anno prossimo. Infatti Rock ‘n Sarnek ha donato 2.000€ al gruppo Alpini di Sarnico per permettere, insieme ad altre associazioni del territorio, l’acquisto di un pulmino attrezzato da mettere a disposizione dell’Istituto Angelo Custode. Il poter partecipare, anche in quota economica, ad un progetto benefico del genere è per noi motivo di forte orgoglio, oltre che attestato di un lavoro fatto di sacrifici e impegno, ma anche di tanta umanità e sguardo rivolto al sociale. Nov. 2012 Quando si parla di “Festa della Birra”, spesso si viene fraintesi: non è nostro interesse trascurare assolutamente l’aspetto ludico e spensierato della manifestazione, ma ci riconosciamo in parte il merito di svolgere, come gruppo, anche un attività formativa riguardante l’organizzazione di una festa che oltre a mirare al ritrovo e alla socializzazione, punta a valorizzare anche lo spazio concesso, ovvero il bellissimo Lido Nettuno. La possibilità di usufruire di questo spazio, ci fornisce l’occasione di presentarci anche sotto altri aspetti, che oltre alla buona cucina e al bere una buona birra, ci permette di offrire un bellissimo panorama e l’utilizzo delle strutture sportive tramite i tornei organizzati ogni anno di Beach Volley e Calcio a 5. Inoltre quest’anno abbiamo avuto l’occasione di trasmettere la partita degli Europei di Calcio, ovvero i quarti di finale fra Italia e Inghilterra e abbiamo riscontrato nella presenza, un notevole successo della serata. In conclusione, crediamo di aver fatto un buon lavoro e vi invitiamo la prossima estate a passare del tempo con noi, per rendervi conto di quanto entusiasmo e quanto buono spirito trasuda dal nostro lavoro per la “Festa della Birra - Rock ‘ n Sarnek: vol. 4”. Ringraziamo vivamente tutte le nostre partnership, a partire dalla Cooperativa “Il Cantiere” nella persona in particolare di Pietro Manfredi fino ad arrivare al Centro Culturale “La Bussola” di Adrara San Martino, stringendo la mano precisamente ad Aldo Micheli e a Giancarlo Bresciani. Un sincero ringraziamento al Comune di Sarnico, al Consorzio dei Laghi, a Don Loris, insieme a tutto l’Oratorio Parrocchiale ed ultimo (ma non per ordine di importanza), la Proloco Sarnico, in particolar modo al Presidente Lorenzo Bellini, Silvia Grena e Manuela Frattini Vi aspettiamo con affetto, invitando tutti quelli che volessero partecipare, anche nelle vesti di volontari, alla prossima edizione! Per tenerti in contatto con noi: Twitter: rocksarnek Facebook: Rock 'n Sarnek a cura di Gian Franco Gaspari Stupenda elevazione musicale a Grumello del Monte S Eseguita anche ”l’Ave Maria” del maestro Giancarlo Corna i è svolta sabato 6 ottobre scorso, nella parrocchiale di Grumello del Monte, una eccezionale Elevazione Musicale in occasione dell’annuale festa della “Madonna del Voto”. Riteniamo di farne menzione non solo per il grande concerto eseguito, ma anche perché il programma prevedeva l’esecuzione dell’ “Ave Maria” del nostro Maestro G.Carlo Corna. Ma andiamo con ordine. L’elevazione è stata stupendamente diretta dal maestro Luciano Rovaris con il maestro Pietro Manenti all’organo. Il maestro Rovaris, che dirige anche il coro di Tagliuno ed i corpi musicali di Tagliuno e Chiuduno, è anche il papà del maestro Marco Rovaris che dirige il nostro coro “I Canterini del Sebino” e del maestro Corrado Rovaris, direttore artistico del Teatro di Filadelfia. Tornando al programma, sono stati eseguiti 14 brani fra i quali composizioni di Castelli, Handel, Vittadini e Rossini. Il coro di Grumello è numeroso e dotato di solisti eccezionali che formano un insieme di tutto rispetto, al quale sono andati vivissimi consensi da parte del pubblico presente, assieme ai solisti che è giusto qui elencare: Soprani: Adele Belotti (insegnante di musica a Sarnico), Cinzia Manenti ed Emilia Santini. Contralto: Giovanna Paris. Tenori: Emilio Mongodi e Roberto Perletti. Baritono: Rosino Mongodi. Basso: Angelo Lazzari. Tutti i brani sono stati eseguiti magistralmente. Il soprano Adele Belotti ha eseguito da solista l’”Ave Maria” di G.Carlo Corna, presente al concerto, al termine del quale sono stati ripetutamente applauditi. Una serata musicale che sarebbe molto gradita anche nella nostra prepositurale. Ancora complimenti vivissimi al maestro Rovaris ed a tutti i partecipanti. Il M° G.Carlo Corna si complimenta con la soprano Adele Belotti A Sarnico va in onda "Shopping Saturday" a cura di Sara Venchiarutti mento, scarpe e oggettistica che esporranno l’apposita locandina: gli sconti saranno applicati sulle nuove collezioni, con un risparmio notevole per tutti coloro interessati a fare degli acquisti o, perché no, dei regali prima di Natale. Il bandino di Sarnico aprirà la manifestazione per dare il via a questi saldi super veloci e super anticipati. Inoltre, per l’occasione, tutti i posti auto a pagamento si trasformeranno in piazzole libere: niente pagamenti quindi per i posteggi! «Questa iniziativa è una vera novità per Sarnico - ha fatto sapere Giampietro Belotti, Presidente dell’associazione commercianti- ma anche per tutto il Paese: ci è sembrato un modo originale e interessante per agevolare il consumatore ancor prima dell’apertura ufficiale dei saldi. Naturalmente shopping Saturday aiuterà anche i commercianti a risollevarsi da un periodo non propriamente favorevole». I saldi invernali inizieranno poi dopo le feste natalizie, il 5 Gennaio 2013. Ma la grande novità del periodo invernale, in particolare di quello natalizio, è che l’associazione commercianti insieme alle associazioni rriva direttamente dai paesi anglosassoni la nuova inizia- del territorio ha deciso di reintrodurre la pista di pattinaggio sul tiva che Sarnico, primo in Italia, ospiterà il prossimo 24 ghiaccio. Novembre. Da fine novembre fino a dopo San Mauro la Piazza Umberto I ospiDalle ore 10 fino alle ore 22 oltre 30 negozi apriranno i terà quindi la pista che già nelle edizioni precedenti (nel 2003, nel saldi in esclusiva soltanto per dodici ore: tutti i clienti che si reche- 2005 e nel 2007) aveva attirato migliaia di appassionati del ghiaccio: ranno a Sarnico potranno quindi aggiudicarsi capi scontati fino al basti pensare che solo nel 2007 ben 6.000 persone avevano indos30%. Una giornata intera organizzata dall’associazione commercian- sato i pattini. Le risorse degli organizzatori saranno quindi concenti in cui si potranno fare dei veri e propri affari, sfruttando i prezzi trate in questa iniziativa, sperando che cittadini, visitatori e turisti più bassi di tutto l’anno, se non si considerano naturalmente i tradi- apprezzino l’attrazione decisamente invernale. zionali periodi dei saldi. Come già nelle altre occasioni il biglietto, senza limitazioni di tempo, A partecipare all’iniziativa saranno soprattutto i negozi di abbiglia- costerà 5 Euro. A Nov. 2012 ilPorto - 33 T E S T I M O N I A N Z E a cura di Gino Marchetti Padre Antonio e il prof. Parenzan una grande amicizia «Se in me c’è una parte buona la devo a padre Antonio» Padre Antonio e il prof. Lucio Parenzan con Anna Gababo, la bambina Keniota operata grazie a "Padre cuore" 34 - ilPorto S abato 27 ottobre, presso il Centro Culturale San Bartolomeo di Bergamo, è stato presentato il libro “Lucio Parenzan e i suoi ragazzi” di F. Roncalli. Il libro narra l’impegno, la passione professionale, l’amore per la vita di uno dei più grandi pionieri della cardiochirurgia pediatrica che nell’ultimo cinquantennio ha trasformato l’Ospedale di Bergamo in un affermato polo di eccellenza di assoluto rilievo internazionale. Dal 1988 al 1995 il prof. Parenzan si dedica ad un progetto di formazione di un team di cardiologi di alta professionalità che lavoreranno in Kenya ed in altri Paesi africani. Determinante per questo progetto è stato l’incontro con il nostro indimenticabile Padre Antonio che viene descritto all’interno del libro come «una figura bonaria, vigorosa, nella più genuina tradizione missionaria che per primo aveva sollecitato il progetto e che accompagnerà l’intera impresa, tessendo e garantendo il raccordo tra quel mondo a lui caro e conosciuto e quel drappello di super tecnici occidentali che saranno chiamati a spezzare il Nov. 2012 pane delle loro conoscenze». Grazie a questo incontro Padre Antonio comincerà a portare a Bergamo – a decine – bambini kenioti che avevano urgente bisogno di interventi al cuore (per questo verrà soprannominato Padre Cuore). Di lui il prof. Donald Ross (cardiologo della famiglia reale inglese) che collaborava al progetto africano disse: «Padre Antonio sarà un membro assai valido del team, soprattutto dal punto di vista delle relazioni pubbliche, gli vogliamo un gran bene, certo ci terrà su di morale e provvederà ai nostri bisogni spirituali». Il prof.Parenzan, alla morte di Padre Antonio lo volle ricordare così: «Se in me c’è una parte buona la devo a padre Antonio: mi ha fatto capire che si può vivere con poco, mi ha insegnato che nella vita si può dare di più. L’ho aiutato tanto, ma alla fine sono io che devo dirgli grazie». Sono trascorsi dieci anni dalla morte di P. Antonio ma il suo ricordo, come menzionato in questo libro, rimane sempre vivo nella memoria di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo. R I F L E S S I O N E Torni in casa lo spirito di preghiera a cura della Redazione N elle nostre famiglie non si prega più come una volta. Eppure, è proprio attraverso la preghiera, con la quale ci si mette in relazione con Dio, che riusciamo a capire il suo Progetto su di noi e sui nostri figli. La Santa Famiglia ci insegna molto in fatto di devozione religiosa. Le esigenze di una famiglia le comprende solo chi l’ha concepita. «Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui». Lo sviluppo della famiglia e dei figli si svolge sotto lo sguardo comprensivo di Dio. Nella famiglie non c’è dialogo, la preghiera è assente, non c’è unione e quindi viene meno l’amore. Ed allora imitiamo la Famiglia di Nazaret, che vive in religiosità, semplicità e sincerità, amore e rispetto reciproco. Allora vedremo le nostre famiglie edificate sulla "Roccia di Cristo", orientate alla lode e benedizione di Dio. Preghiera rivolta a Sant'Anna, madre della Madonna "O Sant’Anna, nonna di tutte le nonne, e tu Vergine Maria, mamma di tutte le mamme, intercedete presso la Santissima Trinità affinchè nelle nostre famiglie ritorni lo spirito di preghiera. Soprattutto fate in modo che le mamme e le nonne insegnino ai bambini a pregare, cosicchè le mura della casa, le persone che ci vivono, gli stessi animali domestici sentano l’eco delle preghiere che salgono verso il Cielo. Così i giorni saranno riempiti di desiderio di bene, di pace e di carità, in attesa del ricongiungimento in Cielo di tutta la famiglia umana nell’unione con Dio, con gli angeli e i santi. Sia lode al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo". Nov. 2012 ilPorto - 35 36 - ilPorto Nov. 2012 Un omaggio alla nostra Protezione Civile I l volontario Gianni Busi al lavoro mentre pulisce da sterpaglie e rovi la zona della Croce - "Rocca De Zucchellis". Alle sue spalle un panorama mozzafiato della nostra Sarnico. Un omaggio della redazione ai volontari del gruppo ANA Protezione Civile che, togliendo ore al proprio tempo libero, operano per la nostra sicurezza. (foto di Alessandro Dometti) C O M U N I T À Invecchiamento sano, attivo e … della solidarietà fra generazioni a cura dI Sandro Arcangeli C’è la possibilità di conservare il controllo della nostra vita il più a lungo possibile. L ’anziano vede avvicinarsi, a grandi passi, la vecchiaia. Sa del terrore che ti prende quando si profila la dipendenza, la necessità di sottostare alle scelte di altri, l’umiliazione di essere considerati superflui, ma… vuole dare senso e considerare in modo positivo e attivo questo pezzo di tempo vitale, guadagnato, rispetto alla morte. Oltre gli slogan (molto usati in periodi elettorali), "gli anziani sono una RISORSA" c’è qualcosa di più? Io dico di si. Dobbiamo invecchiare rimanendo attivi. Dobbiamo esercitare il nostro ruolo nei campi in cui possiamo ancora mostrare capacità ed esperienza, partecipando attivamente alla vita sociale. 38 - ilPorto Nov. 2012 Invecchiare rimanendo attivi? Crediamo che più di così non si possa fare. Altro che Javier Zanetti! Come? Dando un contributo prezioso a chi ne ha bisogno; occupandoci dei familiari o facendo opere di volontariato. Ma l’autonomia? È noto che la nostra salute peggiora con l’avanzare dell’età; ma disponiamo di risorse (molte!!) per rallentare questo fenomeno naturale, che possono garantire un ambiente sereno alle persone che soffrono di problemi di salute o di disabilità. Insomma c’è la possibilità di conservare il controllo della nostra vita il più a lungo possibile. E allora? Dobbiamo vivere la terza e la quarta età non come la fase residuale dell’esistenza, ma piuttosto come un bene di cui beneficiare. Bisogna spingere all'«Invecchiamento attivo» in una società costruita sulla solidarietà e la cooperazione fra generazioni . Il Parlamento Europeo ha creato un fondo per “SENIOR IN AZIONE” finalizzato allo scambio transnazionale ed alla mobilità delle persone anziane. Dobbiamo continuare (a Sarnico si fa da tanto tempo) il programma dei corsi di informatica ed universitari, per arrivare (prima del loculo!!!) ad una società per tutte le età, nella diversità e nella parità dei diritti e dei doveri. Nov. 2012 ilPorto - 39 Amore e ADMO due A un solo cuore: salvare una vita a cura di Ernesto Freti - ADMO Basso Sebino Cit. «Amore salvami - vieni avanti e parlami sollevami e non lasciarmi cadere» S ullo scorso numero abbiamo visto come la carità si può anche tradurre come amore. “La carità non verrà mai meno” (1 Cor 13, 8). Vi sono molti modi di amare, ognuno meraviglioso e degno di nota. A volte non serve nemmeno una parola: basta un gesto fatto col cuore per dire al mondo che si ama. “Love Rescue Me” (“amore salvami” come nel brano degli “U2”): ci sono persone che a causa di patologie legate al sangue - leucemie e tumori hanno bisogno di un gesto concreto per poter sperare di essere salvate. Hanno bisogno che sempre più persone possano ascoltare il proprio cuore e divengano potenziali donatori di midollo osseo: un gesto d’amore verso una persona che non 40 - ilPorto Nov. 2012 si conosce a cui le si può salvare la vita. Dal punto di vista medicostatistico, vi è la probabilità di trovare solo una persona compatibile su centomila. Una persona unica quindi che può regalare un futuro a chi non lo ha. Con questo gesto di estremo amore, ci si iscrive nel registro mondiale dell’IBMDR - Italian Bone Marrow Donor Registry (Registro Italiano dei donatori di midollo osseo) -, registro che comprende chi ha ascoltato il cuore e che ha deciso di dare una mano in concreto a chi è meno fortunato. Se solo lo si vuole, si può rendere questo mondo migliore. E lo si può fare soltanto ascoltando il proprio cuore. «Ho sconfitto il mio passato - alla fine il futuro è qui. Io resto fermo all'entrata di un nuovo mondo che riesco a vedere»: questo è quello che possono finalmente dire le persone che hanno sconfitto la malattia grazie alla donazione di midollo osseo. Non perdete l’occasione di regalare questo nuovo mondo a delle persone che hanno bisogno del nostro aiuto. Per approfondimenti, maggiori ragguagli e diventare potenziali donatori di midollo osseo, non esitate a contattarci: Admo Basso Sebino tel. 3482333402 , email [email protected] Referente: Ernesto Freti S Entusiasmo e partecipazione all’Ospedale di Sarnico L a crisi economica che l’Europa sta oggi attraversando porta un senso di disorientamento nei cittadini tanto più drammatico in quanto per ora non esistono segni di inversione di tendenza. La sempre maggior attenzione al paziente e alla salvaguardia della sua salute è un obiettivo che l’ospedale di Sarnico continua a perseguire investendo risorse ed energie. L’intervento di Habilita in questi anni ha apportato benefici anche in termini di innovazione, A N I T À a cura di Elena Raspini in particolare con l’impiego di strumentazione tecnologica all’avanguardia. Anche il miglioramento e l’adeguamento della professionalità del personale sanitario costituiscono due aree privilegiate su cui Habilita ha continuato ad investire. Dall’inizio di ottobre all’ospedale di Sarnico collabora come endocrinologo il dr. Giorgio Pagani, già direttore USC Endocrinologia presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo, che vanta un curriculum di tutto rispetto. La concertazione e il pluralismo di esperienze degli operatori sanitari costituiscono le fondamenta nella realizzazione di équipe di cura sempre più competenti nella gestione della malattia e della terapia. La valorizzazione dell’innovazione e il potenziamento dell’offerta sanitaria continueranno anche nel futuro a rappresentare una delle priorità per l’Ospedale di Sarnico. V O L O N T A R I A T O Il volontariato: c'è più gioia nel dare che nel ricevere a cura di Carla Casati ligenza, promozionale e organizzativa. Il cuore e la mente: più si riesce a mettere insieme queste due anime e più il volontariato diventa bello, significativo e soprattutto dura e perdura nel tempo. L a bellezza del volontariato parte da una frase meravigliosa e io credo che chi fa il volontario ha sentito vera. È la frase del libro degli "Atti degli Apostoli" (20,35), quando Paolo, ripensando alla sua vita e citando il suo cammino, soprattutto i suoi anni di lavoro ad Efeso, “senza oro e senza argento”, arriva ad esprimere quella famosa frase: «C’è più gioia nel dare che nel ricevere». Teniamo presente questa frase, perché è la frase centrale e basilare del volontariato. Questa gioia deve essere sempre tenuta presente, perché se manca la gioia nel volontariato, manca lo stile, manca il cuore. Vengono meno i discorsi sulla efficienza nel dare, sugli stessi concetti della solidarietà e sussidiarietà pure preziosissimi. C’è più gioia nel dare che nel ricevere. E questo stile di sorriso, di gioia, deve restare sempre presente perché altrimenti, adagio adagio, un volontario diventa un funzionario, diventa un esecutore di ordini, non più un testimone dell’esperienza. Il volontariato non deve sostituire ma stimolare il mondo politico. È il luogo dove maggiormente la carità deve usare l’intelligenza ed insieme il cuore: così è fare volontariato! Le due mani del volontariato sono infatti il cuore, generoso, e l’intel- 42 - ilPorto Nov. 2012 IO SONO SEGNO DELLA GRATUITÁ DI DIO La gioia nel dare porta con sé due immediate conseguenze. La prima è il bisogno di saper rispondere alla domanda: “Perché si fa? Perché si diventa volontario?”. Si diventa volontari se si sente nel cuore un dono gratuitamente ricevuto. La gioia nasce da questo. Si è volontari per restituire, non per fare ma per restituire, perché tutto nasce dall’idea meravigliosa di aver gratuitamente ricevuto. È la frase di Gesù quando dice che: «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Non è solo una questione economica, ma è soprattutto questione di stile, di sorriso. A questo proposito mi piacerebbe rispondere alla domanda: «i ragazzi dove sono nei gruppi di volontariato?». Ci sono! Certo non dobbiamo pensare alla presenza giovanile come alla presenza tipica del volontario, ma se stimolati e responsabilizzati, con i loro tempi fanno capolino nelle diverse attività delle associazioni e gruppi del nostro territorio. Quindi un ringraziamento particolare ai gruppi di ragazzi che in occasione di San Martino, si sono alternati con premura ad aiutare gli operatori del Centro di Ascolto nella raccolta viveri. Approfitto anche per ringraziare le due ragazze che si sono avvicinate allo Spazio Gioco, dando il loro tempo a supporto dell’educatrice nelle attività con i bambini e le loro mamme, e a tutti quei giovani impegnati nelle attività dell’Oratorio. Ora la nostra comunità sta pensando ad uno spazio compiti per dare sostegno nei compiti a quei bambini che fanno un po’ fatica da soli. Quindi ragazzi fatevi avanti mettendovi in contatto con Don Loris. Sarà un’esperienza piacevole e interessante e alla fine riceverete un attestato di competenze acquisite che vi servirà per la vostra crescita curriculare. F O L "I Canterini del Sebino" News I nostri affezionati sostenitori ci chiedono spesso notizie sulle novità che riguardano il coro e approfittiamo dello spazio che “il Porto” ci concede per dare qualche informazione. Il mese di ottobre ha visto il coro protagonista di due concerti che hanno entusiasmato il caloroso pubblico presente nella sala Palafeste di Grumello. Il coro si è esibito davanti a trecento persone che festeggiavano l’Associazione Anziani di Grumello. La domenica successiva siamo stati invitati nella splendida struttura della casa di riposo “Bonomo Cacciamatta” di Tavernola B.sca: erano presenti oltre agli ospiti, anche accompagnatori esterni, rappresentanti dello staff e i responsabili della direzione. Questi i commenti che, il giorno dopo, ci hanno trasmesso per scritto: “siete stati magnifici" e avete portato una ventata di serenità e armonia. Anche oggi, incontrando ospiti e altri del pubblico, hanno detto lodi dell’iniziativa. Guardando l’uditorio durante la vostra esibizione, ho visto moltissime labbra che si muovevano cantando con voi. Avete innescato una voglia matta di cantare quello che nel passato è stato composto con tanta arte e che è stata la colonna sonora della vita di molti nostri anziani. Eseguite con belle voci, energia, sentimen- L O R E a cura di Miriam Gaspari to e armonizzazione raffinata, questi canti da voi proposti, anziché far venire nostalgia danno vigore al presente e coraggio per il futuro”. Inutile dire che questo commento ci ha davvero commosso, soprattutto perché ci ha confermato quanto il nostro scopo sia stato raggiunto e ora veniamo ai programmi futuri. I CANTERINI hanno introdotto nuovi canti della vecchia tradizione e li proporranno (insieme a quelli già collaudati) nella sera del 7 dicembre presso il Centro Culturale Sebinia (ex chiesina Nigrignano), alle ore 20,45. Sarà una serata all’insegna della beneficenza e contiamo sulla presenza sensibile di chi vuole dare una mano (economica) in favore di TELETHON. Una serata organizzata in collaborazione con il supermercato Simply . Altro appuntamento con il coro ”I canterini del Sebino” per la sera del 27 dicembre presso il cine Junior, dove il coro si esibirà insieme al cantautore bergamasco Luciano Ravasio (omonimo del nostro parroco) durante la annuale festa dell’AVIS. In questi tempi bui sappiamo che vale ancora il detto: ”canta che ti passa” e siamo certi che aiuti ad affrontare con un poco di serenità quello che ci riserva il futuro. Saluti, auguri, grazie e a presto da Miriam per il coro ”I Canterini del Sebino”. Auguri Bràa Zét!: "Cabaret alla bergamasca" Il 27 dicembre 2012 è una di quelle date da segnare in rosso sul calendario. Organizzato dall'Avis Sarnico Basso Sebino, alle ore 20.45, presso il teatro Junior si alzerà il sipario su "Auguri Bràa Zét - Cabaret alla bergamasca", uno spettacolo "tÖt dè gregnà" e la partecipazione di alcuni attori della Crazy Company for don John e dei CÖntastorie di Viadanica ne è una garanzia. Divertimento a 180° quindi in una serata da non perdere assolutamente. K Civis Ospiti graditissimi della serata saranno il cantautore bergamasco Luciano Ravasio con il figlio e i Canterini del Sebino che si esibiranno in canzoni dialettali della tradizione. Botto finale con la giovanissima cantante, nativa di Sarnico ma residente a Credaro, protagonista di "Star Accademy" su RAI2 Federica Mussinelli. Non mancherà poi la consueta estrazione della sottoscrizione a premi con il tradizionale fuoco di tronchi all'esterno del cineteatro. Vi aspettiamo! Nov. 2012 ilPorto - 43 D A L C O M U N E a cura di Sara Venchiarutti Ufficio Stampa del Comune Lo chef Marchesi taglia il nastro dell’Alberghiero Gualtiero Marchesi: «Siate curiosi ragazzi, non accontentatevi mai: continuate a chiedere, indagare, interessarvi» Nella foto: Il momento del taglio del nastro ad opera dello Chef Guatiero Marchesi Sullo sfondo il locale cucina e sala da pranzo Foto San Marco 44 - ilPorto C ’erano davvero tutti al taglio del nastro del nuovo laboratorio alberghiero dell’Istituto Serafino Riva: gli oltre 70 studenti iscritti, la Preside Romana Rosa Marchetti, il Sindaco Franco Dometti, gli assessori della Provincia di Bergamo Enrico Zucchi e Roberto Anelli, la Vice Presidente della Comunità Montana Heidi Andreina, il Vice Provveditore Vittorio Albanese, i primi cittadini dei Comuni del Sebino ed infine, colui che dall’inizio ha tenuto a battesimo il nuovo indirizzo, lo chef Gualtiero Marchesi. L’inaugurazione, avvenuta lo scorso 26 ottobre con i discorsi delle numerose autorità presenti e con un’interessante visita ai locali del nuovo laboratorio di cucina, ha svelato l’entusiasmo e le aspettative che il territorio, tutto, nutre nei confronti di questa nuova struttura. A partire dalla Preside del Serafino Riva: «Insieme all’amministrazione e alla Provincia abbiamo deciso Nov. 2012 di puntare su questo indirizzo, soprattutto in virtù delle potenzialità e della vocazione del nostro territorio. È importante formare i giovani di oggi perchè contribuiranno ad arricchire la nostra area nel prossimo futuro, sia dal punto di vista materiale che immateriale». Al saluto della Preside si è unito anche quello del Vice Provveditore Vittorio Albanese: «Doverosa la nostra partecipazione a questa giornata importante, in cui si concretizzano nuove opportunità di studio ma soprattutto di lavoro per i più giovani». Entusiasta per il lavoro svolto in questi mesi e per il grande risultato ottenuto il nostro sindaco Franco Dometti: « In questo momento di generale difficoltà, noi italiani dobbiamo sfruttare le grandi qualità che possediamo e che ci hanno sempre contraddistinto nell’Italia e nel mondo: l’estro, la creatività, la voglia di fare, di lavorare e la nostra cultura. E voi ragazzi, con queste potenzialità che ci hanno sempre permesso di credere nelle nostre possibili- tà, e con la giusta preparazione che il nostro nuovo istituto alberghiero saprà fornire, potrete crearvi il vostro futuro. Un doveroso ringraziamento va a tutti coloro che hanno voluto condividere con noi questa giornata: in primis la Provincia, che nonostante il periodo di difficoltà, ha sostenuto il lavoro della nostra amministrazione. Ma non solo: anche a tutti gli enti e i Sindaci che con noi, con grande entusiasmo, hanno condiviso sin da subito questo progetto. Un ringraziamento appassionato di musica e vero maestro di cucina, ci permettiamo di regalare una bacchetta da direttore d’orchestra. Perché anche in cucina, come in un concerto, il direttore è il vero maestro». Soddisfatto anche Enrico Zucchi, Assessore all’Istruzione della Provincia di Bergamo: «Mi fa piacere sottolineare, soprattutto davanti a questi ragazzi, come questo progetto che oggi inauguriamo sia frutto di un importante lavoro di particolare, il Sindaco lo ha dedicato al suo vice ed assessore all’istruzione Romy Gusmini per il grande impegno profuso in questa iniziativa. «Permettetemi anche un’ulteriore considerazione: non è vero che la politica e le istituzioni non mantengono le promesse fatte. Questa scuola ne è un bellissimo esempio». E il Sindaco Dometti, in rappresentanza di tutta l’amministrazione comunale, ha voluto fare un dono “simbolico” allo chef: «Un ringraziamento speciale allo chef Gualtiero Marchesi che ha preso per mano questo indirizzo e lo ha accompagnato fino all’inaugurazione di oggi. A lui, grande squadra, condotto con grande entusiasmo e gioia. Proprio a voi ragazzi dico: mettete tanto entusiasmo, tanta gioia nel frequentare questo istituto». Sono seguiti i saluti e ringraziamenti da parte dell’Assessore provinciale all’Edilizia Scolastica Roberto Anelli e della vice-presidente della Comunità Montana Heidi Andreina. A prendere la parola infine lo chef Gualtiero Marchesi, che ha risposto alle numerose domande degli alunni in divisa da cuochi e assistenti di sala, incuriositi e affascinati dal grande maestro di cucina: «Siate curiosi ragazzi, non accontentatevi mai: continuate a chiedere, indagare, inte- Il saluto del sindaco Franco Dometti a tutti gli intervenuti Il sindaco consegna a Gualtiero Marchesi, amante della musica classica, una bacchetta in argento da direttore d'orchestra Nov. 2012 ilPorto - 45 La Benedizione al nuovo istituto Alberghiero impartita dal Parrocco don Luciano Ravasio Foto San Marco ressarvi. Non fermatevi: girate il mondo e imparate l’arte della cucina, sempre in divenire. In fondo, la materia, ce l’avete: al cuoco spetta il compito di valorizzare quello che già c’è. E ricordatevi: il lavoro di tutti coloro che si occupano di cucina è un lavoro di squadra, fatto di complicità tra i cuochi e chi sta in sala. In fondo, sono loro i venditori di quello che preparano gli chef». Dopo il taglio del nastro, autorità, studenti e cittadini hanno fatto visita al nuovo laboratorio posto all’interno del cortile dell’Istituto Serafino Riva: un locale di oltre 130 mq. che ospita una cucina professionale attrezzata, una sala ristora- zione con oltre 40 posti a sedere e alcuni locali accessori tra cui magazzino e spogliatoi. Per le lezioni teoriche gli studenti del nuovo indirizzo alberghiero sono ospitati all’interno delle aule del Serafino Riva, corredate da una grafica dedicata. Il nuovo percorso scolastico quinquennale formerà quindi i nuovi albergatori e ristoratori, responsabili di agriturismi, bed and breakfast, cantine vitivinicole e, perché no, i grandi chef del domani. Gli studenti iscritti (oltre 70) provengono da Sarnico ma anche da numerosi paesi della provincia bresciana e bergamasca . Il maestro degli chef Gualtiero Marchesi fotografato all'interno della cucina professionale dell'Istituto di Sarnico, con i futuri cuochi e a destra con i futuri maitre, albergatori e ristoratori 46 - ilPorto Nov. 2012 L’Amministrazione veste il paese a festa S i respirerà aria natalizia a Sarnico grazie all’allestimento che l’amministrazione comunale sta curando per vestire a festa il paese. In questi giorni infatti il Comune sta provvedendo ad installare le tradizionali luminarie che contribuiscono a formare la magica atmosfera del Natale. Oltre 200 elementi verranno posizionati nelle vie chiave della nostra cittadina, come Via Veneto, Via Roma, Via Libertà, la contrada, le piazze e tutto il centro storico. L’allestimento, che sfrutta luminarie a risparmio energetico, sarà pronto per festeggiare il giorno dell’immacolata e rimarrà fino a dopo San Mauro. Grazie alla collaborazione con Pejo inoltre, l’amministrazione vestirà il paese in tema natalizio: oltre al tradizionale abete alto 16 metri che viene posizionato nel piazzale di fronte al Municipio infatti quest’anno arriveranno nella nostra cittadina anche 30 alberelli per completare la coreografia natalizia. Non mancheranno inoltre nemmeno le simpatiche renne che caratterizzano, da anni, l’allestimento di Sarnico. «L’amministrazione si è presa carico dell’allestimento completo della cittadina- ha fatto sapere il Sindaco Franco Dometti. Abbiamo deciso di curare questo aspetto con particolare attenzione per fare in modo che i cittadini possano godere di un’atmosfera natalizia accogliente e per invogliare anche i tanti turisti a scegliere Sarnico come meta delle loro vacanze e del loro shopping». Un ringraziamento particolare agli amici di Pejo che come ogni anno si dimostrano generosi e affettuosi nel rapporto con la nostra cittadina. E l’amicizia tra Sarnico e la cittadina trentina di Pejo è infatti longeva: il gemellaggio è nato ben 35 anni fa, grazie ad un’amicizia spontanea nata tra alcuni abitanti delle due cittadine. Ogni anno il rapporto si rinnova: nel periodo pasquale infatti una delegazione sarnicese si reca a Pejo con numerosi rami di olivo per allestire le chiese del paese trentino. I cittadini di Pejo invece ricambiano il favore con il meraviglioso allestimento natalizio che tutti gli anni Sarnico può vantare. nostro territorio. All’inaugurazione erano presenti, oltre al nostro primo cittadino, anche i Sindaci di Vigolo, di Tavernola, il Presidente di Coldiretti Bergamo e il parroco Don Luciano Ravasio per la benedizione. Ogni giorno la Cooperativa Agricola Monti e Laghi trasforma circa 60 quintali di latte e, oltre a ciò, produce anche lo stracchino Bronzone, la formaggella, il Taleggio, il primo sale, le caciotte aromatizzate, la ricotta e lo yogurt: prodotti che ora arriveranno, freschissimi, anche nella nostra cittadina grazie allo spaccio aperto in Via Libertà. Il vantaggio sarà infatti quello di avere a disposizione prodotti freschi, di qualità e legati al nostro territorio. Ma non solo. Grazie alla produzione a km 0 tutti i prodotti saranno venduti a nostra cittadina può contare su prodotti caseari freschissimi: è stato infatti con prezzi ridotti rispetto a quelli della inaugurato nelle scorse settimane il nuovo punto vendita della cooperativa grande distribuzione, con un risparmio Agricola Monti e Laghi di Vigolo, un caseificio che aggrega tredici allevatori del notevole per i clienti. Latte e prodotti caseari a Sarnico L Nov. 2012 ilPorto - 47 De Bortoli a “Sarnico incontra”: «Il merito è il motore per la mobilità» Foto Silvano Nella foto da sinistra: Paolo Gila, Ferruccio De Bortoli, Alberto Maffi, Stefano Paleari e il Sindaco Franco Dometti tidiana, non posso che essere ottimista. Lo sono in virtù delle eccellenze che il nostro Paese e il nostro territorio continuano a produrre, per noi e per le future generazioni». Al convegno è intervenuto anche Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera: «Ci sono diversi ostacoli che non consentono all’Italia di affrontare il tema scomodo della meritocrazia. In primis l’assenza o la povertà di trasparenza, bilanciata da una diffusa opacità: la trasparenza è uno strumento fondamentale per valorizzare il merito perché laddove c’è informazione c’è riconoscimento. Secondo, la diffidenza tutta italiana nei confronti della valutazione, la difficoltà a farsi valutare: una tendenza che in Italia vige in molti campi, dalla sanità al mondo universitario. Terzo, la cooptazione: nel nostro Paese spesso si preferisce premiare o scegliere chi è meno capace ma che dà meno fastidio, rispetto a chi «Il sistema educativo è fondamentale per costruire una società mobile. L’educazione è infatti il mezzo principale per l’elevazione sociale, che è alla base del merito e del suo riconoscimento». Così Stefano Paleari, rettore dell’Università di Bergamo, è intervenuto al convegno “Sarnico incontra…” che quest’anno, alla sua quarta edizione, ha affrontato il tema della politica del merito. «L’Italia è caratterizzata da un dualismo contradditorio - ha sottolineato il rettore Da un lato abbiamo un sistema economico che si muove su direzione meritocratica, ovvero che lotta e si migliora per stare al passo con la competizione, con la crescente esigenza di trasformazione e di ridefinizione; dall’altro abbiamo una società complessa, pesante, una heavy society che, basata sull’eccessiva burocratizzazione, fa di tutto per non essere meritocratica». «Come possiamo fare politiche del merito? - ha continuato il rettore - Creando opportunità. Anche piccole, ma le opportunità sono fondamentali per la crescita sociale e collettiva». Un tema di scottante attualità quello al centro della conferenza, moderata e introdotta dal giornalista di Rai 3 Paolo Gila, che è stata organizzata dallo Studio Maffi insieme alla nostra amministrazione comunale in memoria di Mario Maffi. Ad introdurre i lavori è stato proprio il nostro Sindaco Franco Dometti: «La nostra amministrazione è onorata di poter ospitare questo forum di grande interesse e attualità. La politica del merito è un tema importante e come amministratore, pur riscontrando qualche difficoltà nella gestione dell’amministrazione quo48 - ilPorto Nov. 2012 Ferruccio De Bortoli - Direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli insieme al nostro Sindaco Il pubblico presente al Convegno è veramente meritevole. Le scelte spesso vengono fatte in base alle relazioni che intercorrono tra le persone anziché valutare le competenze. E questa è una delle principali cause della mancata crescita della nostra economia». E il Direttore De Bortoli ha fatto accenno anche a due temi fortemente discussi: la legge elettorale e la giustizia. «La legge attraverso cui attualmente scegliamo la nostra rappresentanza politica non consente di tutelare il merito: la scelta dei candidati viene fatta dalle segreterie dei partiti anziché dai cittadini e la nomina viene fatta in base all’appartenenza di un gruppo. Non è un meccanismo che premia il merito, ma che si basa su un sistema di relazioni interpersonali. Lo stesso meccanismo che sta alla base delle corporazioni». E sulla giustizia De Bortoli ha affermato che «pur essendo a favore dell’indipendenza della magistratura, devo riconoscere che abbiamo una cultura giuridica troppo formalistica che si concentra più sullo svolgimento di un processo rispetto al conseguimento di un buon risultato. Credo che una politica di merito preveda, non solo grande attenzione nei confronti dei risultati, ma anche una sanzione per chi sbaglia». «C’è da dire che il nostro non è un Paese che premia solo chi non merita - ha concluso il Direttore -. Ma, per contro, va anche ammesso che abbiamo vissuto le fasi più fortunate e più brillanti della nostra economia quando l’ascensore sociale funzionava, quando il figlio di un operaio poteva aspirare a diventare un professionista. Oggi non è così: non c’è mobilità sociale». L’incontro si è concluso con il saluto ed il ringraziamento da parte di Alberto Maffi, promotore di questo convegno, il quale ha ricordato le figure di due illustri concittadini ed imprenditori recentemente scomparsi, Piero Galizzi e Gianni Carminati, ed ha dato appuntamento a tutti per il prossimo anno. Il convegno si è svolto, come ogni anno, nella splendida cornice di Villa Surre, facendo registrare il tutto esaurito con oltre cento persone in platea. Il moderatore Paolo Gila ascolta l'esposizione di Ferruccio De Bortoli Nov. 2012 ilPorto - 49 F O T O S T O R I C H E Come eravamo a cura della Redazione Prima Comunione. La "Duchessa" Angelina Giudici (così soprannominata perché figlia del Luigi “Döca”) è qui ritratta con sua nipote il giorno della Prima Comunione. Siamo nel 1956 e i comunicandi erano accompagnati dai padrini o dalle madrine che per l’occasione facevano un bel regalo. La mitica Angelina, come regalo alla sua figlioccia, creò e cucì questa preziosa “vestina” che la nipote indossò anche l’anno dopo in occasione del sacramento della Cresima. Angelina è stata una bravissima sarta, pittrice e poetessa e esprime Una fotografia di 86 anni fa. Fu scattata il 6 gennaio 1926 e ritrae, tutt’oggi la sua creatività nel suo modo di vestire, sfruttando l’arte nel giorno del loro matrimonio, i coniugi Alessandro Rossi del riciclo (di cui è maestra), con accostamenti impeccabili, abbellinato il 23 marzo 1899 (è uno dei famosi "ragazzi del '99") e la ti da bigiotterie di sua creazione sempre in sintonia. E’ proprio vero moglie Maria Rolli nata l'11 settembre 1901. che artisti si nasce! I coniugi Rossi Anno Scolastico 1956 - classe III. Maestra Maria Buelli (Maria del Paol) In alto da sinistra: Elena Cadei, Giovanna Foiadelli, Bruna Fedrighini, Flavia Sarotti, Laura Pretto, Olga Giudici, Carmelita Bellini, Miriam Besenzoni, Vanna Feni e Teresina Barcella. Fila di mezzo: Marilena Baldelli, Mariettina Busi, Giovanna Marini, Anna Maria Mussinelli, Miriam Taverna, Angela Maestrelli, Daniela Meroli, Anna Giudici, Ismana Modina, Rita Marini, Rosanna Bortolotti. In basso: Tino Marini, Giulio Marini, Alessandro Marini, Dante Varinelli, Giuseppe Arcangeli, Giuliano Grassi, Fulvia Buelli, Laura Gallinea, Ida Mazza, Giusi Fenaroli Lavinia Belussi, Rosanna Belussi e Iris Morandi. 50 - ilPorto Nov. 2012 A S S O C I A Z I O N I Attività dell'A.S.D. Judo Sarnico a cura di Giovanni Cadei Speriamo che Babbo Natale si ricordi di noi Manenti. Terzo gradino del podio per Luca Trapletti, Sofia Passamonte, Angelica Fenaroli, Ilenia Bettoni e Demis Pasinelli. Il maestro Mario Galimberti e Giuseppe Tengattini si sono mostrati molto soddisfatti ed orgogliosi dei risultati ottenuti ed hanno voluto segnalare l’ottima gara, in particolare, di quattro atleti: Demis Pasinelli, Luca Trapletti, Lucia Cadei ed Emma Bellini. Lucia ed Emma hanno in particolare brillato per la grinta e la voglia di vincere che esprimono in queste competizioni. A ttività agonistica intensissima quella delle ultime settimane. Ecco un rapido resoconto in ordine strettamente cronologico: Domenica 21/10 Ciserano: Fasi regionali di coppa Italia, Campionato Reg. categ. Esordienti B e Torneo Arcobaleno per ragazzi. Nove i nostri atleti in gara; da segnalare la medaglia d’oro di Gabriele Rossi, ed il bronzo di Federica Volpi. Buoni anche i 5° posti di Leonardo Pozzaglio, Giulio Panza e Giulia Donati. Domenica 21/10 Belgrado: Prova di Coppa Europa Seniores. Nella categoria fino a 66 kg il nostro Diego Cressi, con due vittorie e due sconfitte si classifica al 9° posto. Sabato e Domenica 27-28/10 Lignano Sabbiadoro: Finali del Campionato Italiano Under 23. Giulia Donati, neo cintura Nera, vince per ippon il primo incontro ma soccombe al secondo; si classifica al 12° posto nella categoria fino a 57kg. Nella categoria maschile fino ad 81 kg, Andrea Tengattini non va oltre il 17° posto. Domenica 11/11 Malaga (Spagna): Prova di Coppa Europa Seniores. Diego Cressi imbrocca una giornata negativa perdendo i due incontri disputati con l’olandese De Jong e lo spagnolo Pena Artiga. Domenica 11/11 Ciserano: Prova del Torneo Cinture Marroni e Nere. Tre gli atleti partecipanti e tre gli atleti medagliati: Giulia Donati è oro nella categoria fino a 57 kg. Tengattini Andrea e Oancea Relu Jonut conquistano il bronzo nella categoria 81 kg per la classe Junior e senior rispettivamente. Domenica 11/11 Ciserano: Criterium Giovanile Regionale. Ottimo il comportamento degli atleti più piccoli: vincono l’oro Lucia Cadei, Andrea Valtulini e la giovanissima Emma Bellini. Argento per Gabriele Rossi, Elisa Aloisi e Stefano 52 - ilPorto Nov. 2012 Nella foto: un podio della gara di Judo a Ciserano di Domenica 11 Novembre Seconda da sinistra la nostra atleta Lucia Cdei Anche l’attività associativa avrà a breve alcuni momenti importanti: -il 13/12 ci sarà l’Assemblea Ordinaria Elettiva per l’elezione dei dirigenti che condurranno l’associazione lungo il prossimo quadriennio olimpico. Cogliamo l’occasione per ringraziare i dirigenti sociali attualmente in carica, ed in particolare il presidente Enrico Cancelli, per l’impegno profuso in questi ultimi anni, con l’augurio che l’entusiasmo non venga mai meno e che ci accompagni anche nei prossimi anni. - il 21/12 gli atleti più giovani avranno l’onore di accogliere sul tatami un ospite di eccezione. Babbo Natale ha infatti promesso che ci verrà a trovare per farci gli auguri e per consegnare ai più piccoli un dolcetto natalizio. La festa continuerà con una “pizzata” in compagnia. In questo periodo l’associazione sta cercando di recuperare un po’ di risorse per rinnovare il “Tatami”, la materassina su cui svolgiamo il nostro sport, ormai in condizioni di usura piuttosto avanzate; chissà che Babbo Natale riesca a darci una mano anche per questo... A N A Rinati alla vita della Grazia G R A F E a cura di Rosalia Modina 34 - Gafforelli Riccardo di Luca e di Plebani Laura Nato a Iseo ( BS) il 20.06.2012 Battezzato in questa Parrocchia il 14.10.2012 Padrino: Gafforelli Geremia Madrina: Plebani Romina 35 - Meneghini Achille di Armando e di Arcangeli Clementina Nato a Brescia il 13.07.2012 Battezzato in questa Parrocchia il 14.10.2012 Padrino: Arcangeli Pietro Paolo Riccardo 36 - Barcella Elisa di Alfredo e di Podbilska Agnieszka Nata a Iseo (BS) il 05.06.2012 Battezzata in questa Parrocchia il 14.10.2012 Padrino: Podbilski Arkadiusz Madrina: Mena Rosanna Achille Elisa Sposi all'altare 12 - Martinelli Alfredo Via Mons. Bonassi con Bellini Michela Via Cortivo Data del matrimonio: 13 ottobre 2012 Testimoni: Martinelli Paola, Parzani Massimo, Bellini Quinto, Lazzaroni Savina Nov. 2012 ilPorto - 53 Nella casa del Padre 54) Biffi Maria di anni 81 Deceduta il 12.10.2012 55) Pezzini Francesco di anni 86 Deceduto il 21.10.2012 56) Mussinelli Rosolina (Dosola) di anni 100 Deceduta il 30.10.2012 Maria Non piangete la nostra assenza: siamo Beati in Dio e preghiamo per voi. Vi ameremo dal cielo come vi abbiamo amati in terra Francesco Dosola UN DOVEROSO RICORDO Quando don Carminati alla fine degli anni '60 rifondò il "Bollettino Parrocchiale", uno dei primi ad aderire alle richieste La Redazione de "il Porto" vuole ricordare la scomparsa di di collaborazione fu il Maestro Francesco Pezzini. Per due suoi preziosi collaboratori che, seppure in modalità di- quasi trent'anni scrisse di quel mondo ricco, profondo, poco verse, hanno contribuito a fare la storia del nostro mensile. conosciuto ma a volte complicato e pieno di contraddizioni Dosola Mussinelli che per un quarantennio e fino alla che è la scuola. Lo fece con competenza e buon senso in un veneranda età di 93 anni, con la sua bicicletta ha consegnato momento molto “difficile” - tempo pieno sì, tempo pieno puntualmente, con serietà e senso del dovere "il Porto" agli no - dove tutti parlavano di questo argomento come fossero esperti, ma che in realtà le loro esperienze si limitavano abbonati di sua competenza. Grazie Dosola! ai propri anni passati a scuola. Accettò le critiche e propose con pacatezza suggerimenti senza mai imporre il suo pensiero. Ciao Francesco, sei stato un vero educatore! 54 - ilPorto Nov. 2012 a cura di Civis Le sorelle Bellini: da sinistra Adele (maritata Leidi a Grumello d. M.) ed Ede (maestra elementare) che sono defunte, Dina e Irma hanno rispettivamente 96 e 93 anni, vivono a Como e Gallarate. I genitori erano: Basilio Bellini, di professione falegname - mobiliere e Rina Sandrinelli.