SOMMARIO
1 Copertina: (foto San Marco - Civis)
2 Sommario - Orario Sante Messe - Numeri telefonici
3 Editoriale: Anno della fede - Basta aver fede
5 Questione di soldi
6 Addio "padre Volpi", testimone di carità
10 Perché i fiori ai funerali
12 Chiesa Universale - Chiesa Diocesana
16 Calendario e numeri utili
17 Roberta Parigi: lettera alla comunità
18 Riflettiamo: Messaggio di pace di una dodicenne
19 "Cantando il Natale" con il coro Effatà
20 Per chi crede che tutto sia Grazia
22 L'ultimo saluto a Padre Volpi
23L'arcobaleno
24 Associazione Anziani e Pensionati
25 La classe 1937 in festa
26Neolaureati
27 Un sarnicese ritorna ai vertici del Kiwanis del Sebino
28 Il Tabernacolo - Catechisti a Chiuduno
29 I volti: Anna Dossi
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Lo spettacolo di Natale dell'Asilo
Volontari, una risorsa irrinunciabile
Rock 'n Sarnek
Elevazione musicale - Shopping Saturday
Padre Antonio e il prof. Parenzan una grande amicizia
Torni in casa lo spirito di preghiera
Èl saùr de la tèra
Un omaggio alla nostra Protezione Civile
Invecchiamento sano e attivo
Amore e ADMO due A un solo cuore: salvare una vita
Entusiasmo e partecipazione all'Ospedale di Sarnico
Il volontario: c'è più gioia nel dare che nel ricevere
I Canterini del Sebino News - Festa dell'AVIS
Le pagine del Comune
Come eravamo
Attività dell'A.S.D. Judo Sarnico
Anagrafe parrocchiale
Le sorelle Bellini
Novembre 2012
Il prossimo numero de “il Porto” sarà in distribuzione da giovedì 20 Dicembre 2012. Si raccomanda l'invio degli articoli
in word e delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e
non oltre lunedì 10 dicembre 2012, a [email protected] o la consegna Il materiale pervenuto oltre il
limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese
successivo.
Grazie per la collaborazione.
Orario Sante Messe
Festivo
ore 8.00 - 8.45 (Ospedale)
9.30 - 11.00 - 18.00 - 20.00 (Parrocchia)
Feriale
ore 7.00 (Osp.) 8.00 - 16.00 - 20.00
ore 10.00 ogni giovedì (Casa di riposo)
Vigilia di Festa
ore 16.00 (Casa di riposo) - 18.00 - 20.00
(Parrocchia)
Funerali: ore 15.15
Avvento
N. Telefonici ed e-mail utili
Parrocchia
035 910056
don Luciano
348 9049113
Oratorio
035 912 078
don Loris
328 3932361
Sacrista
339 2087660
Centro pr. ascolto 035 910916
Sala Giochi (Meulì) 035 912107
Cine Junior
035 910916
Centro Quader 035 912420
Centro Famiglia 035 911252
Casa di riposo
035 4261453
Il Battello
035 914421
Carabinieri
035 910031
Emergenza sanitaria 118
Guardia medica 035 914553
Ospedale
035 3062111
Farmacia
035 910152
(orari 8.30-12.30 / 15.30-19.30
Sito web: www.parrocchiasarnico.it
E-mail sito web:
[email protected]
Sito C.SI.: www.csioratoriosarnico.it
E-mail C.S.I.:
[email protected]
E-mail de “ilPorto:
[email protected]
E-mail parroco:
[email protected]
E-mail don Loris:
[email protected]
c/c postale Parrocchia:
N. 49089303
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Amministrazione: don LUCIANO RAVASIO - Casa parrocchiale: Tel. 035 910 056
Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971
Stampa e inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292
Redazione: don L. Ravasio, don L. Fumagalli, M. Dometti (CIVIS), R. Gusmini e S. Marini.
Collaboratori: don V. Salvoldi, A. Arcangeli, P.L. Billi, L. Cuni, G. Cadei, C. Casati, G. Dossi, G. F. Gaspari, P. Gusmini, R. Modina, G.
Schivardi e S. Venchiarutti.
Progetto grafico: Studio Példy - Ufficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale - Tel. 035 910 056
Anno della fede
Basta aver fede?
E D I T O R I A L E
a cura di Don Luciano
Importante non è credere in assoluto: si parla di Fede Viva
T
anta gente crede di più in se
stessa, nelle sue capacità e non
crede in Dio, in Qualcuno di superiore che guida ogni cosa verso la pienezza del suo fine.
È importante capire che nella parola “fede” è contenuto il verbo affidarsi, oppure fidarsi che implica
sempre il riferimento a qualcun altro.
Uno non può dire di aver fede da solo perché per
esprimere la fede bisogna comunque essere almeno in due.
Un giorno un giovane mi chiese: «Mi aiuti ad aver
fede?». Gli risposi: «Bisogna che tu incontri qualcuno
da amare».
Si mise a servizio dei poveri, partì per un’esperienza missionaria al posto di far le ferie sulla costa
adriatica e quando tornò mi disse: «Adesso possiamo cominciare a parlare della fede!».
La fede, così alimentata, non può essere pensata
senza la concretezza delle opere.
Qualcuno si può anche illudere di continuare a
“ragionare” sulla fede, ma questo è solo un passo
successivo. San Giacomo nella sua lettera scrive:
«Fratelli, a che serve se uno dice: 'Io ho la fede!' e poi
non lo dimostra con i fatti? Forse che quella fede può
salvarlo?».
Qual è la cosa più importante nella vita?
Ognuno dà le sue risposte: c’è chi dice che è la
salute, chi il benessere, chi l’amore.
Accettando tutte le risposte che ciascuno potrebbe dare, diciamo pure che il massimo, umanamente parlando, sarebbe possedere salute e ricchezza,
avere intelligenza e successo, possibilità di godere
liberamente tutti i piaceri della vita.
Ci sono persone che hanno queste possibilità!
Nella Bibbia si legge di persone alle quali la vita
sembra aver dato tutto: sapienza e intelligenza,
ricchezze e piaceri di ogni genere, fama e buone
prospettive, come al re Salomone.
Nonostante il massimo splendore che raggiunse,
qualcuno attribuì proprio a lui queste parole:
La nostra fede
deve essere
viva, perché
«la fede senza
le opere è
morta»
(Gc 2:26).
«Mi son detto: Ora voglio provare
ogni specie di piacere e di
soddisfazione.
Ma tutto mi lasciava sempre
un senso di vuoto.
Il divertimento lascia insoddisfatti,
l'allegria non serve a niente.
Nov. 2012
ilPorto - 3
Allora ho cercato il piacere nel bere,
ma senza perdere il controllo.
Mi son dato alla pazza gioia.
Volevo vedere se questo
dà felicità all'uomo
durante i pochi giorni della sua vita.
Ho fatto anche grandi lavori.
Ho fabbricato palazzi,
ho piantato vigneti.
Ho costruito giardini e parchi,
dove ho piantato
ogni qualità di alberi da frutto.
Ho costruito serbatoi d'acqua
per irrigare quegli alberi.
Ho comprato schiavi e schiave;
avevo molti servi in casa mia,
possedevo moltissimi buoi e pecore,
più di tutti i re di Gerusalemme.
Ho accumulato molti oggetti
d'oro e d'argento.
Ho preso le ricchezze e i tesori
di altri re e governanti.
Ho fatto venire nel mio palazzo
cantanti e ballerine:
per i miei piaceri, tante belle donne.
Insomma, ero diventato più ricco
e più famoso
di tutti i miei predecessori di Gerusalemme.
Per di più, non ho mai perso la testa!
Ho soddisfatto ogni mio desiderio;
non ho rinunziato a nessun piacere.
Sono riuscito a godere delle mie attività:
questa è stata la ricompensa
per tutte le mie fatiche.
Che cosa conta essere sapiente?
Ho tentato di fare un bilancio
di tutte le opere che avevo fatte
e della fatica che mi erano costate.
Ma ho concluso che tutto è vanità,
come inseguire il vento.
In questa vita sembra tutto inutile».
Salomone ebbe moltissimo, ma «che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?». Mc 8:36.
Neppure il mondo intero vale quanto la nostra vita, che è
la cosa più importante.
Molti, parlando di salvezza avuta per fede, pensano di essere apposto perché credono. Eppure, non basta credere,
perché «anche i demoni credono e rabbrividiscono» (Gc 2:19).
Giacomo dice che occorrono le opere. E molti si ritengono
cristiani solo perché non fanno male a nessuno, sono onesti,
si comportano bene, magari parlano perfino di Dio ad altre
persone.
4 - ilPorto
Nov. 2012
Si tratta di una buona etica con spirito volenteroso, ma avere una fede viva è molto di più.
L’apostolo Giacomo ci dice che la nostra fede deve essere
viva, perché «la fede senza le opere è morta» (Gc 2:26). Giacomo, sotto ispirazione, parla sia di una fede morta e inutile
e sia di una fede viva che salva.
«14Fratelli, a che serve se uno dice: 'Io ho la fede!' e poi
non lo dimostra con i fatti? Forse che quella fede può salvarlo? 15Supponiamo che qualcuno dei vostri, un uomo o
una donna, non abbia vestiti e non abbia da mangiare a
sufficienza.
16
Se voi gli dite: "Arrivederci, stammi bene. Scàldati e mangia quanto vuoi", ma poi non gli date quel che gli serve per
vivere, a che valgono le vostre parole? 17Così è anche per la
fede: da sola, se non si manifesta nei fatti, è morta.
18
Qualcuno potrebbe anche dire: "C'è chi ha la fede e c'è
invece chi compie le opere. Ma allora mostrami come può
esistere la tua fede senza le opere!".
Ebbene, io ti posso mostrare la mia fede per mezzo delle
mie opere, cioè con i fatti! 19Ad esempio: tu credi che esiste un solo Dio?
È giusto.
Ma anche i demòni ci credono, eppure tremano di paura.
20
Sciocco, vuoi dunque renderti conto che la fede non serve a niente se non è accompagnata dai fatti?».
Giacomo paragona due tipi di fedeli:
1. Chi dice di avere fede, ma non ha vera fede perché non
ha le opere.
2. Chi vive la fede con le opere.
A che serve, se uno dice di avere fede, ma non ha opere?
Facile per me dire e predicare che ho la fede! Ma è chi mi
vede che deve poter dire: «Quel prete ci crede davvero!»; così
penso anche per chi è sposato: si vede se ci crede sul serio
perché la sua vita cambia e tutto diventa una sorpresa.
Così è di chiunque, anche dei single che si lasciano guidare
dallo Spirito il quale si alza al mattino per rendere “nuove”
tutte le cose e per dare un nuovo slancio alla fede: Allora
continuiamo a crederci!
R
E
S
T
Questione di soldi
Durante il mese di OTTOBRE 2012 le offerte pervenute alla
parrocchia registrano l’importo di:
che aggiunte a quelle pervenute dall’inizio dei lavori di restauro di:
più DEPOSITI FIDUCIARI INFRUTTIFERI (prestiti privati)
ammontano complessivamente al 31 OTTOBRE 2012 a:
Alla stessa data risultano spesi
SITUAZIONE DEBITORIA AL 31 OTTOBRE 2012
- ancora da pagare ai fornitori
- debito bancario residuo del mutuo
- debito bancario del fido di conto corrente
- debito verso privati per PRESTITI (vedi sopra)
- debiti con varie scadenze ammontanti al 31 OTTOBRE
A
U
R
I
a cura del C.P.A.E.
Euro
Euro
Euro
Euro
8.955,00
1.099.825,00
125.000,00
1.233.780,00
Euro
3.320.000,00
"
"
"
"
"
150.437,00
861.011,00
386.371,00
125.000,00
1.522.819,00
Grazie a tutti gli anonimi benefattori
che con generosità hanno partecipato alla raccolta delle offerte del mese
di ottobre. Da segnalare :
- Le offerte degli ammalati
- Coloro che organizzano lotterie
- Coscritti delle classi in festa del
1942, del 1950 e del 1941
- L’offerta in memoria di PADRE
ANTONIO GIUDICI.
Inoltre un vivo ringraziamento a coloro che in seguito al nostro S. O. S.
lanciato su "il Porto" del mese di settembre scorso, hanno risposto con
tempestività e generosità. Forza,
ne aspettiamo altri !!!
A tal proposito desideriamo precisare e rispondere ad alcuni parrocchiani che ci hanno posto la domanda :
«Io non ho il conto corrente presso la Banca Popolare di Bergamo, come posso far pervenire alla Parrocchia l’importo del mio prestito ?».
Nessuna preoccupazione poiché tutte le banche sono collegate tra loro per cui tutte possono inviare bonifici alla suddetta banca di cui, per
comodità, di seguito ripetiamo le coordinate bancarie della stessa:
IT 74 Y 05428 53470 000000001668
Intestato a : PARROCCHIA SAN MARTINO VESCOVO – SARNICO
Inoltre c’è la possibilità di usare il conto corrente postale N. 49089303
Oppure consegnare personalmente i soldi direttamente al Parroco.
Nov. 2012
ilPorto - 5
Addio «Padre Volpi»
testimone di carità
a cura di Civis
A lui il Signore ha chiesto l’Evangelizzazione
attraverso il “carisma dell’ascolto"
C
on l’improvvisa morte di don Giuliano Volpi - per tutti
“Padre Volpi” - scompare un punto di riferimento importante per tante famiglie, educatori, giovani, coppie in difficoltà che si rivolgevano a lui per trovare sostegno ed ai
quali offriva ascolto e attenzione non comuni.
Guardando in retrospettiva gli intensi anni di lavoro da lui svolti nel
Basso Sebino, ma anche leggendo attentamente il suo libretto di
preghiere “Dammi fede, Signore” pubblicato pochi mesi fa, si
rivela in modo ancor più preciso il progetto della sua vocazione.
A lui il Signore ha chiesto l’Evangelizzazione attraverso il “carisma
dell’ascolto e dell’analisi della personalità”, per dar modo alla dignità
della persona di armonizzarsi con gli altri e con la volontà di Dio.
Il suo non era un lavoro ma una "missione" da portare avanti con
dedizione e rispetto. E così è stato per tutta la sua lunga attività al
Centro Famiglia di Sarnico e non solo.
Don Giuliano nasce a Saronno (Va) il 31 maggio del 1930, ordinato Sacerdote nel 1954 nella Diocesi di Milano, diventa operatore
Psicologo a partire dal 1972 presso il Centro di Orientamento Professionale di Bergamo. L'8 settembre 2001 viene incardinato nella Diocesi di Bergamo. Diventa poi Psicologo e psicoterapeuta al
“Centro Famiglia” di Sarnico (del quale è stato uno dei fondatori) e
del Gat (Gruppo accoglienza tossicodipendenti) da lui caparbiamente voluto e diretto.
A metà degli anni ’70 si dimostrò anche un grande educatore ed un
supporto importante per docenti e famiglie. È soprattutto grazie a
lui e alla sua incondizionata disponibilità che si cominciò a sperimentare l’inserimento di alunni disabili in un gruppo classe nella scuola
media. «Don Giuliano - ha commentato con commozione il parroco
don Luciano dopo ave appreso della sua morte - è stato un fratello,
un dono per me e per la comunità costruendo, attraverso una notevole
capacità di ascolto, una spiccata abilità nel condividere le difficoltà delle
persone ad aprire agli altri il proprio vissuto».
Profondamente addolorato anche il sindaco Franco Dometti che
nel ringraziarlo per quanto ha fatto in questi anni per la comunità,
ha sottolineato come «Don Giuliano abbia dedicato il suo impegno sacerdotale e i suoi interessi nell’aiutare gli altri a gestire situazioni problematiche o di disagio, con uno spirito nuovo improntato al miglioramento
della propria coscienza al fine di trovare, nelle difficoltà, un arricchimento per la vita futura.
Il responsabile del “Centro Famiglia” Alceo Gianani: «Un uomo eccezionale che con la sua trasparenza e la sua serenità ispirava fiducia, un
sacerdote sensibile ed attento ai fenomeni ed alle necessità della società,
ci mancherà molto».
L'Omelia del Vescovo Mons. Francesco Beschi
Una vita vissuta sotto il segno della carità e dell’amore
F
ratelli e sorelle, l'espressione di Gesù: «Come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno», penso possa essere per alcuni, non pochi,
anche per la morte di don Giuliano, un’espressione applicata
alla morte perché a volte è così, come una folgore, in un attimo
persone che ci sono care scompaiono.
Il paradosso è proprio questo, che l’annuncio cristiano di Cristo
crocifisso e risorto si accompagna pure a questa immagine, e tanto
è lo sconvolgimento di una morte veloce, inaspettata, tanto è la
sorpresa di fronte all’annuncio della resurrezione, di una vita nuova, di una presenza di Cristo che ci accompagna lungo il cammino
6 - ilPorto
Nov. 2012
dell’esistenza e poi, finalmente, introducendoci alla perfetta comunione con Dio che significa ”gioia perfetta”. Peraltro questa velocità,
questi cambiamenti che avvengono in un secondo, nel tratto breve
di qualche giorno, sono un segno della nostra esistenza perché, sia
per quanto riguarda momenti lieti o dolorosi c’è sempre un inizio,
una notizia, una parola che dice di qualche cosa che cambia la vita ed
a volte addirittura introduce la morte.
Io che pure ho avuto il dono di incontrarlo qualche volta, di soffermarmi con lui e di ascoltarlo soprattutto, desidero affidarlo al Signore partendo dalle parole che il Signore ci ha consegnato in questa
liturgia di oggi, nella parola dell’Apostolo e del Vangelo che abbiamo
appena ascoltato. Nella lettera che l’apostolo san Paolo scrive a Filemone, parla della conversione di uno
schiavo, Onèsimo, che a questo punto Paolo restituisce
al suo padrone non più come schiavo, ma come figlio e
si appella alla fede e all’umanità di Filemone perché lo
riaccolga così, non più schiavo, ma libero. Ho pensato
a questa trasformazione di un uomo, ai cambiamenti
che avvengono non solo esternamente, ma soprattutto interiormente. Ho pensato a tutta quell’attenzione
competente che don Giuliano ha testimoniato come
sacerdote e come appunto persona capace di leggere
le relazioni e l’interiorità della vita delle persone, so-
prattutto a partire da quella dimensione così essenziale che è la famiglia, appunto
poi prendendosi cura in modo intelligente delle persone e di quegli eventi che
sono eventi interiori ma che determinano poi tutta una serie di comportamenti,
di trasformazioni e di cambiamenti. Anzi, lui in qualche modo, con la sua fede e
con la sua competenza, è diventato protagonista di istanze, di possibilità di cambiamento all’interno della vita di molte persone.
Quello che Paolo testimonia, relativamente a ciò che è avvenuto a questo schiavo, trasformato in uomo libero e trasformato in credente, e l’appello che rivolge
al suo ex padrone ha a che fare con questa trasformazione di relazioni, di possibilità, di capacità, in ultima analisi ha a che fare con la speranza e io credo che
don Giuliano sia stato come credente, come prete e come competente nelle
relazioni, un uomo che ha introdotto molti e ha testimoniato per tutti questa
capacità Evangelica di trasformazione. C’è un'altra parola che l’apostolo rivolge a
Filemone proprio all’inizio di questa specie di biglietto che gli scrive: “la tua carità
è stata motivo di grande gioia e consolazione perché per opera tua i santi sono
stati profondamente confortati – e i santi sono i battezzati, coloro che formano
la comunità e anche la vostra presenza così numerosa vuole essere un riconoscimento di una vita vissuta sotto il segno della carità e dell’amore. La tua carità è
stata motivo di grande gioia e consolazione perché per opera tua i Santi, noi, siamo stai profondamente confortati. E poi la parola del Vangelo. Gesù che, interrogato su quando arriverà il regno, risponde non dicendo una cifra, ma indicando
alcuni criteri di riconoscimento: “verrà senza attirare l’attenzione”. Sì, in un’epoca
in cui non si esiste se non si attira attenzione, siamo sempre più consapevoli della
verità di ciò che non appare, di ciò che sta nel cuore, nella psiche, nella vita delle
persone. È lì che viene il regno, è lì che si può accendere una speranza che poi
illumina tutta la vita perché, dice il Signore Gesù: “Il regno è lì in mezzo a voi».
Che non significa al centro dell’uomo, ma in mezzo alla vostra vita, in mezzo alla
vostra persona. Vogliamo proprio apprezzare questa parole di Gesù , ripeterle e
tenerle raccontate anche nella nostra vita cristiana. Questo “verrà senza attirare
l’attenzione” non dice soltanto di un’umiltà, ma dice piuttosto di un vicinanza, di
una vicinanza reale capace di trasformare, di alimentare possibilità di vita nuova.
Ecco io credo che mentre preghiamo per don Giuliano, mentre ringraziamo per don
Giuliano, mentre soffriamo per don Giuliano, non possiamo non accogliere queste
parole di Vangelo che ne illuminano la vita, che ne illuminano anche la morte. È
l’orizzonte di quel mistero che è stato il cuore della sua esistenza di cristiano e di
sacerdote, il mistero di Cristo crocifisso e risorto che ora celebriamo per lui e che lui
ha sempre celebrato per noi.
Il ricordo di don Luciano
È sempre stato capace di ascoltare
H
o conosciuto don Giuliano poco più di 11
anni fa quando, come parroco di questa comunità, condividevo con lui - e l’ho fatto fino
a pochi giorni fa - il pranzo. Di lui parlo con il
cuore e voglio esprimere a nome di tuti il grazie al Signore
per averci dato una persona così, del resto siamo qui a
celebrare l’Eucarestia, con lui e per lui e Eucarestia vuol
dire rendere grazie con gioia. Proprio perché sappiamo che
è passato dal tempo all’eternità in un modo così semplice
ed esemplare! Così ha portato a pienezza tutte le cose
belle che stavano nel suo cuore. Ora Dio l’ha preso con sè
Nov. 2012
ilPorto - 7
perché tutto risplendesse in eterno.
Noi che siamo nel tempo abbiamo quindi il compito di far brillare almeno
un raggio della sua luce. Ognuno di noi troverà il suo modo personale
per dire grazie. Certamente il Signore raccoglie le lacrime di tanti di noi
come in un otre prezioso e le custodisce, però nello stesso tempo ci dice:
«alza lo sguardo, sappi dire grazie». Il cuore che dice grazie sa vivere
l’esperienza del dono perché lui era ed è il dono più bello del Signore.
Ma ci insegna a diventare anche noi dono, prova ne è che chi lo incontrava nella forma disarmante della sua semplicità e della sua povertà
interiore non riusciva a dirgli di no. Tanti di voi si sono lasciati coinvolgere
in un modo o nell’altro. Bisogna continuare a essere un raggio della sua
luce, ben sapendo che soltanto insieme sappiamo far risplendere don
Giuliano e se non lo facciamo lo lasciamo nel buio. Allora sveglia! Vivi con
l’entusiasmo della fede in cui lui ha creduto e per la quale lui ha dato la
vita. Direi che la cosa più appassionata in questi 11 anni è che abbiamo
condiviso la gioia di essere preti. Avevamo anche noi le nostre discussioni.
Al lunedì era obbligo litigare per l’Inter di cui lui era tifoso e il Milan. Immaginate che pranzi! Ma poi anche nelle divergenze semplici, che bello
litigare da fratelli. Poi quando esageravamo un po’ nei toni, dieci minuti
dopo ci sentivamo al telefono.
Viviamo questa fraternità e condividiamo la gioia, anche noi preti dobbiamo imparare a condividere la gioia di essere preti.
Don Giuliano mi ha insegnato la capacità di ascoltare, una capacità
profonda. Lasciar parlare le persone senza intervenire subito con l’irruenza del cuore e non c’è bisogno di alzare la voce. Ed è proprio la sua
capacità di ascolto che arrivava al cuore di tanti di noi. Sapeva intuire i
bisogni veri, la bellezza dell’animo e allora è bello dire grazie al Signore,
ma soprattutto a lui e speriamo di superare anche questo dolore con
la gratitudine nel cuore. Con la serenità che se tutto raggiunge la sua
pienezza, anche il mio amore per lui cresce, diventa infinito. La morte fa
in modo che non ci sia più limite, ci ameremo per sempre, spero fino al
giorno in cui ci incontreremo in un abbraccio che non avrà fine.
Come non ricordare, per me, il periodo in cui lui ed in parte anch’io, abbiamo seguito la mamma, che lui ha voluto tenere qui a Sarnico. È stato
un periodo molto bello. Adesso don Giuliano si incontra con quelle persone con le quali ha fondato il Centro Famiglia, ha portato avanti il GAT,
ha cercato di vivere le cose più belle, ma anche quelle problematiche
senza mai scoraggiarsi e senza mai agitarsi più del dovuto. Ci insegna
quindi a dire grazie, mettere un po’ di gioia in quello che facciamo e tanta
ma tanta capacità di ascolto. Ci sarebbe ancora tanto da dire, però mi
piace ricordarlo così e vorrei che anche voi tornaste dal funerale non per
rimpiangere, ma per sentirne la ricchezza.
Grazie al Vescovo, al Vicario Generale e a tutti i sacerdoti. Vedete, anche
quando lui parlava nel Vicariato - è bello ricordarlo ancora - lui prima
ascoltava tutti, alla fine arrivava lui con la sua profondità e le sue preziose osservazioni. Era così anche nel Consiglio Pastorale Parrocchiale.
È sempre stato capace di ascoltare.
Allora grazie al Sindaco, all’Amministrazione e a tutti voi che siete
qui. A chi continuerà il suo cammino nel Centro Famiglia, grande
punto di riferimento per tutto il Vicariato. Raccomando: in suo onore
rendetegli onore.
La testimonianza di Padre Enea Mauri
Superiore dei Comboniani di Brescia
A
bbiamo appena ascoltato il grazie, credo per l’ultima parte della vita
di padre Giuliano, io vorrei dire quest’oggi a nome del Generale dell’Istituto dei missionari Comboniani, a nome del provinciale, il grazie per
la prima parte di quella che è stata la sua vita, per quello che ha fatto
per i Comboniani e quello che è stato per l’Istituto come Padre Spirituale di
tanti - alcuni di noi sono qui - che abbiamo portato nel mondo, credo, quello
che Padre Giuliano ci ha insegnato: un amore grande per la missione, quella
missione che aveva entusiasmato il suo cuore, quell’entusiasmo e quell’amore
per l’uomo, per gli ultimi e per gli emarginati.
E credo che di Padre Giuliano abbiamo tutti tante cose in mente, gli anni più
belli della nostra gioventù li abbiamo vissuti con lui, è stato un po’ quella luce
che ci ha guidato.
Di lui abbiamo portato via una cosa soprattutto, il non drammatizzare, il credere nell’uomo, credere nella persona, credere che ognuno può cambiare perché
in ognuno di noi c’è qualcosa di grande e di straordinario. Quando venti giorni
fa a Brescia ci siamo incontrati per l’ultima volta mi disse: «Vedi, qui nel mio
portafogli ho un’immaginetta»; pensate io ero al liceo e noi liceali gliel'avevamo
mandata da Lourdes e lui aggiunse: «in questa immaginetta ci siete tutti voi che
avete portato nel mondo l’amore e la passione per il Signore».
Allora a nome di tutto l’Istituto Comboniano, di tutti i postulanti e noviziati che
fino a poco tempo fa ha sempre seguito, invio un grazie sincero a padre Giuliano, ai suoi famigliari e un grazie a Dio per quello che è stato per l’Istituto e
per la Chiesa.
8 - ilPorto
Nov. 2012
Un pensiero di Alceo Gianani
Responsabile del Centro Famiglia
Il segreto della sua vita: la gioia del dono di sè
A
nche se solo ora, nella sua nuova vita, lo può contemplare in pienezza, sono assolutamente convinto che padre Volpi Dio l’abbia visto qui e ne abbia fatto esperienza
concreta durante tutto il tempo della sua esistenza terrena.
Me lo dice il sorriso ineffabile che il suo volto ha conservato in questo passaggio così
come me lo dicevano, nei lunghi anni del suo particolare apostolato, la serenità contagiosa
del suo sguardo, la sua totale disponibilità, la limpidezza del suo agire, l’acutezza delle sue
intuizioni.
Ha visto Dio ogni volta che ha incontrato un volto sofferente, una situazione di disagio, una
mano tesa a chiedere, o dare,
aiuto; ha visto Dio nell’ostinazione al rifiuto dell’uomo ferito, nella
rabbia del rifiutato.
Cos’altro poteva alimentare l’inesauribile scorta del suo amore
per il prossimo, cos’altro poteva
dargli la forza sovrumana di una
totale abnegazione, mai venuta
meno nonostante l’avanzare degli anni e la fragilità di un corpo
minato dalla malattia.
Con lui se n’è andata una colonna portante del Centro Famiglia,
che ha contribuito a fondare
nell'anno 1975, e dell’altra sua
creatura: il G.A.T. (Gruppo Accoglienza Tossicodipendenti) nato
pochi anni dopo per sua iniziativa.
Pensavamo, speravamo, di poterlo avere con noi ancora a lungo,
forse illudendoci al pensiero di
sua mamma giunta a 96 anni
ancora vispa e battagliera.
Ma se è indubitabile che lascia un
vuoto incolmabile, e che ci mancherà moltissimo, forse col sorriso
che lo accompagna nel suo viaggio verso l’eterno vuol dirci che lui
la sua parte l’ha fatta per intero
e comunicarci un’ultima volta il
segreto della sua vita, perchè tutti
lo possiamo condividere: la gioia
del dono di sé.
Continuiamo la strada che lui ha tracciato
CENTRO FAMIGLIA
G.A.T. (Gruppo Accoglienza Tossicodipendenti)
Orari al pubblico della segreteria:
tutti i venerdì dalle ore 20.00 alle 21.00
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tutti i venerdì dalle ore 20.00 alle 21.00
Per qualsiasi ulteriore informazione si invita a telefonare al numero del centro: 035 911252
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Referente del G.A.T. – Centro famiglia
Dott.ssa Laura Pernice
Psicologa del CENTRO FAMIGLIA e G.A.T.
Per qualsiasi ulteriore informazione si invita a telefonare al numero del centro: 035 911252
dal Lunedì al Venerdì dalle 17.30 alle 18.30
A breve verrà attivato un numero di cellulare al
fine di ampliare l’orario di ricezione delle telefonate
e garantire una maggiore assistenza.
Nov. 2012
ilPorto - 9
L
I
T
U
R
G
I
A
A cura di don Luciano Ravasio
Perché i fiori ai funerali
Presenteremo presto alcune novità del nuovo "Rito delle Esequie"
Un argomento delicato, ma profondamente liturgico che segna un affetto e un amore sia verso Dio, sia verso le persone
che vogliamo onorare. Nello stesso tempo i fiori ornano diversi momenti liturgici. Queste le riflessioni di Micaela Soranzo
su una delle riviste di liturgia più prestigiose.
Per questo ve la trasmetto…
D
al 2 novembre 2012 è entrato ufficialmente in vigore per la Chiesa italiana
il nuovo Rito delle Esequie, ma anche
in questo testo non si parla, né si accenna all'uso dei fiori per tale celebrazione, nonostante più volte e in diversi contesti si sia affermata l'importanza dell'addobbo floreale che,
con la sua presenza-assenza, diviene in qualche
modo parte integrante della liturgia stessa.
Nella celebrazione delle esequie poi, assistiamo
spesso a un uso smodato dei fiori che, da sopra
e accanto alla bara, invadono l'intero presbiterio; le stesse agenzie di onoranze funebri pro-
10 - ilPorto
Nov. 2012
pongono «l'addobbo floreale» nel pacchetto di
servizi offerti per il defunto.
A fronte di tanto sfarzo capita poi che, visitando
i cimiteri, si vedono molte tombe spoglie, abbandonate o, peggio ancora, con fiori finti.
C'è, allora, forse, da fare una riflessione sul significato che hanno i fiori in relazione al defunto,
sia per quanto riguarda la celebrazione, sia nella
cura dei sepolcri.
Il fiore ricorda il paradiso.
Già per i primi cristiani la felicità eterna poteva
essere evocata mediante la rappresentazione di
un giardino idilliaco, dove fioriscono rose, scor-
Quel giorno non
c’era vento.
Improvvisamente una
corrente d'aria si levò
e mosse le pagine
del Vangelo collocato
sulla bara di
Giovanni Paolo II,
sino a chiuderlo.
Forse un segnale
del destino.
"Il Vangelo vivente
si era chiuso
per sempre”.
rono ruscelli e cantano gli uccelli, come
li vediamo raffigurati nelle catacombe.
Questo mondo bucolico, con scene
pastorali, di vendemmia e amorini, era
presente già nell'arte popolare pagana,
ma nell'arte delle catacombe cristiane,
tutto parla di anima immortale.
Le tombe dei primi cristiani si trovavano spesso in mezzo a un giardino e
venivano ornate con fiori freschi, ma
anche con raffigurazioni di fiori per
evocare l'immagine del paradiso. Vi
sono anche dei fiori che vengono colti-
vati appositamente, come vediamo nel
testamento di un tale Linone, che designa tre giardinieri per la coltivazione
dei prati che avrebbero circondato la
sua tomba.
Nelle catacombe non ci si accontenta di
portare bracciate di fiori, ma essi sono
raffigurati dappertutto, si spargono in
ghirlande, in fasci, in corone, nei vasi,
nei cesti e nelle anfore. Prima di scendere nel sotterraneo era forse possibi-
le che si incontrasse un mercante con
la sua bancarella di fiori, ghirlande, corone o magari anche un fruttivendolo,
perché anche la frutta rimanda alle gioie dell'Eden.
Fra i frutti prevalgono il melograno,
con i suoi tanti significati simbolici, che
già nella mitologia classica era attributo
di Proserpina; poi gli agrumi che, per le
loro proprietà e il loro profumo, hanno
un significato paradisiaco e sono legati
alla redenzione dell'uomo.
Ma vi sono anche grappoli d'uva, con
evidente richiamo cristologico; la vendemmia e il vino, infatti, rappresentano
la felicità ultraterrena anche nel simbolismo funerario dei romani, ma questo
concetto, nella cultura cristiana, viene
arricchito di significati sulla base delle
Scritture e del commento dei Padri:
«Cristo è la vera vite e i fedeli sono i tralci» (Gv 15,5).
Tra i fiori spiccano la rosa, che fin
dall'antichità aveva una connotazione
funeraria, il croco, originariamente un
fiore di morte, ma in età paleocristiana ritenuto, insieme alla rosa, al giglio
e alla violetta, fiore del Paradiso. Si utilizzano, poi, abbondantemente anche
piante simboliche come l'olivo, l'alloro
e la palma che, grazie all'armonica disposizione delle sue foglie simili a raggi,
da sempre è stata associata al mito del
Sole, evocando immagini di gloria e immortalità (Ap 7,9).
Fin dalle origini della Chiesa, dunque, i
fedeli hanno sentito la necessità di manifestare il proprio affetto per i loro
defunti attraverso l'omaggio floreale.
Il pensiero dei Padri della Chiesa su
questo argomento è un po' discorde:
nella «Consolatio de obitu Valentiniani», Ambrogio, ad esempio, protesta
contro l'offerta dei fiori alle tombe dei
semplici fedeli, dicendo: «Non decorerò il suo tumulo con fiori, ma profumerò il suo spirito con il profumo di Cristo. Spargeranno altri [i pagani] gigli a
pieni canestri, per noi il giglio è Cristo».
I consigli dei Padri, però, non allontanano i fedeli dall’offrire fiori per la decorazione della chiesa.
Si legge nell'«Ottavio» di Minucio Felice: «Questi fiori hanno un altro significato: essi evocano il giardino fiorito del
Paradiso». Santa Perpetua di Cartagine scrive: «essi, i fiori, sono destinati
a profumare le tombe dei martiri» e
Prudenzio insegna: «Noi copriamo le
ossa con viole e con spesse fronde». Nella lettera a Eliodoro, Girolamo, dopo
aver constatato l'uso cristiano del suo
tempo di spargere di rose, gigli e altri
fiori sui sepolcri dei propri cari, quasi per lenire il dolore, tesse l'elogio di
Nepoziano, un sacrista che ornava le
basiliche e le cappelle dei martiri con
ogni varietà di fiori, ramoscelli d'albero
e tralci di vite.
Attualmente non esiste una normativa
ecclesiastica sull'uso dei fiori e sull'addobbo floreale della chiesa durante la
celebrazione delle esequie, tranne le
poche parole del Cerimoniale Episcoporum del 1984, che invita a osservare
la «nobile semplicità» e afferma che
l'altare non dev'essere ornato con fiori
(n 824).
A questo possiamo aggiungere l'indicazione, già presente nelle Premesse del
Rito delle esequie del 1974 riprese dal
nuovo Rito, a porre sopra il feretro il
Vangelo o la Bibbia o una croce (n 59):
niente, quindi «cuscini» o «copribara»
fioriti.
La speranza cristiana nella risurrezione possiamo meglio manifestarla con
un addobbo floreale che, nel rispetto
dei tempi liturgici (in Quaresima i fiori
non si utilizzino!) sia immagine del Paradiso ritrovato: sull'altare è comunque
sempre meglio non porre fiori, ma nel
caso delle esequie, quale luogo migliore dell'ambone, spazio e memoria
della risurrezione o a decoro del cero
pasquale che, posto accanto al feretro,
richiama il nostro morire per risorgere
in Cristo?
Soprattutto accanto all'ambone può
trovare posto un alberello di agrumi,
quale simbolo edenico, e proprio i
frutti, uniti a rami di edera, ulivo, alloro e altre piante aromatiche, con i loro
profumi, possono creare il giardino del
paradiso anche in tempo di Quaresima.
Nov. 2012
ilPorto - 11
CHIESA UNIVERSALE
Sei nuovi cardinali per il mondo
da “Avvenire"
Benedetto XVI ha annunciato il Concistoro per il prossimo 24 Novembre
Una Chiesa Viva fino agli estremi confini in grado di condividere attese
e sofferenze di tutti i popoli della Terra. Soprattutto di quelli più provati
e martoriati. È questa l’immagine che emerge dall’elenco dei nomi dei
sei nuovi cardinali che riceveranno la porpora il prossimo 24 novembre
durante il Concistoro presieduto da Benedetto XVI. A annunciarlo è
stato lo stesso Pontefice al termine dell’udienza generale. «I cardinali
- ha detto il Papa prima di rendere noti i nomi dei nuovi porporati hanno il compito di aiutare il Successore di Pietro nello svolgimento del
suo ministero di confermare i fratelli nella fede e di essere principio e
fondamento dell’unità e della comunione della Chiesa».
Un servizio quello della Chiesa universale, che il primo dei nuovi cardinali, l’arcivescovo statunitense James Michael Harvey, ha vissuto finora
nel particolare ambito delle mure vaticane, dove il mondo intero s’incontra attorno al Pontefice. Nato a Milwaukee il 20 ottobre 1949 e
prete dal 29 giugno 1975, Harvey è prefetto della Casa Pontificia dal 7
febbraio 1998 e vescovo dal 19 marzo 1998.
Un’espressione di particolare vicinanza alle popolazioni dei Paesi del
Medio Oriente è di certo la prossima creazione a cardinale del libanese Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti. Nato a
Himlaya, a pochi chilometri da Beirut, il 25 febbraio 1940, dopo aver
emesso i voti religiosi nell’Ordine Maronita della Beata Vergine Maria
è stato ordinato prete il 3 settembre 1967. Il 2 maggio 1986, il Sinodo
patriarcale maronita l’ha eletto vicario patriarcale. È stato nominato
vescovo il 12 luglio 1986. Sarà cardinale anche il vescovo della Chiesa
siro-malankarese dell’India: Baselios Cleemis Thottunkal, arcivescovo
maggiore di Trivandrum, nato il 15 giugno 1959 a Mukkoor nello stato
di Kerala, è stato ordinato prete l’11 giugno 1986 . è stato nominato
vescovo ausiliare dell’arcieparchia di Trivandrum dei Siro-malankaresi.
È di certo pastore di una comunità dove il colore della porpora è simbolo di vero martirio John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja
in Nigeria, anch’egli tra i nuovi cardinali. Nato a Kabba il 29 gennaio
1944 è stato ordinato sacerdote il 3 agosto 1969 e ordinato vescovo
il 6 gennaio 1963. Riceverà la porpora anche Rubén Salazar Gòmez,
arcivescovo di Bogotà, capitale della Colombia, città dove è nato il 22
settembre 1942. Ordinato sacerdote il 20 maggio 1967. Nominato
vescovo di Cùcuta l’11 febbraio 1992. È stato, invece, appena eletto
membro del Consiglio di segreteria del Sinodo dei vescovi l’ultimo dei
nuovi cardinali Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila. È nato nella
capitale delle Filippine il 21 giugno 1957 ed è prete dal 27 febbraio
1982. Dopo gli studi ha ricoperto vari incarichi a Roma. Il 22 ottobre
2001 è stato nominato vescovo di Imus divenendo arcivescovo di Manila il 12 ottobre 2011. Dopo aver dato l’annuncio il Papa ha chiesto a
tutti di pregare per i nuovi eletti, «perché sappiano sempre amare con
coraggio e dedizione Cristo e la sua Chiesa.
Un nuovo annuncio per i giovani di Spagna
A Valencia il Congresso di Pastorale Giovanile
Poca teoria, molta pratica e tante testimonianze. L’obiettivo principale del primo Congresso nazionale di pastorale giovanile, organizzato dalla Conferenza episcopale spagnola (Cee), a Valencia è
«scoprire nuove strade per evangelizzare i giovani e affinché loro
stessi siano testimoni del Vangelo nella cultura di oggi». Il titolo scelto
per l’incontro - «Anche voi darete testimonianza» (dal Vangelo di
Giovanni 15,26) - sembra riflettere la necessità di una nuova evangelizzazione giovanile in un Paese sempre più secolarizzato, colpito
da una profonda crisi economica, sociale e morale particolarmente
dura per i ragazzi. La confusione e il relativismo rendono ancor più
essenziale lo sforzo per comprendere il profilo delle nuove generazioni, spesso vittime di una profonda mancanza di speranza e prospettive future, o di false evasioni che non colmano i vuoti interiori.
12 - ilPorto
Nov. 2012
A Valencia la Chiesa spagnola vorrebbe cogliere meglio il linguaggio,
la psicologia, la sensibilità dei più giovani; rilanciare l’entusiasmo missionario, controcorrente rispetto alla secolarizazione della società
iberica. Vorrebbe affrontare la nuova pastorale con basi teologiche
più solide, in linea con i 50° anniversario del Concilio Vaticano II. Per
centrare queste mete, il Congresso offre ai suoi 2,300 partecipanti
(fra catechisti, animatori cristiani, giovani e meno giovani che lavorano nella pastorale giovanile, oltre a 34 vescovi) un ampio ventaglio di
spunti di riflessione. Dall’Italia, fra l’altro, sono presenti le «sentinelle
del mattino”. Un’iniziativa che sembra suscitare molto interesse in
Spagna. Nelle varie notti i giovani partecipanti lasceranno il Congresso per fare nuova evangelizzazione fra i coetanei, lungo le strade
di Valencia.
Rinnoviamo la vita della Chiesa
Il Papa: la nuova evangelizzazione compito urgente che chiama tutti
I 262 vescovi del mondo riuniti per tre settimane nel Sinodo sulla nuova evangelizzazione hanno consegnato lo
loro “propositiones” da cui il Papa elaborerà l’esortazione
post-sinodale. Benedetto XVI ha indicato una sua sintesi
sul modo con cui la Chiesa deve recuperare il terreno
perduto per la crescente scristianizzazione della società.
La Chiesa deve innanzitutto “rinnovare se stessa”, per poter “rinnovare spiritualmente il mondo secolarizzato”. E
tale “rinnovamento” - ha scandito Papa Ratzinger - non
potrà che venire “dalla riscoperta di Gesù Cristo, della
sua verità e dalla sua grazia”. Contro l’”eclisse di Dio” nei
Paesi di antica tradizione cristiana, contro quella che ha
chiamato - citando nella messa Clemente d’Alessandria
- l’”oblio della verità”, «la Chiesa deve quindi assumere
un volto nuovo, liberarsi dalle sovrastrutture materiali, lasciarsi alle spalle i mali e gli scandali che ne hanno minato
la credibilità». Per Benedetto XVI, il Sinodo che si è appena concluso è stato provvidenzialmente “un momento di
forte comunione ecclesiale”, che ha mostrato “la bellezza di essere Chiesa,
e di esserlo proprio oggi, in questo mondo così com’è, in mezzo a questa
umanità con le sue fatiche e le sue speranze”. «Ed è un cammino che viene
da lontano, quella della nuova evangelizzazione, fin da prima del Concilio
di cui ricorre il cinquantenario: “non è una nostra invenzione, ma è un
dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa in modo particolare dagli anni
’50 del secolo scorso, quando apparve evidente che anche i Paesi di antica
tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, “terra di missione”».
Il Papa ha sottolineato «l’urgenza di annunciare nuovamente Cristo là dove
la luce della fede si è indebolita, là dove il fuoco di Dio è come un fuoco di
brace, che chiede di essere ravvivato, perché sia fiamma viva che dà luce
e calore a tutta la casa». «La nuova evangelizzazione riguarda tutta la vita
della Chiesa», ha detto, indicando tre linee pastorali: «quella della preparazione ai sacramenti di iniziazione cristiana, quella della missione ‘ad gentes’,
con un rinnovato dinamismo missionario». «E quella più legata alle società
secolarizzate, riguardante “le persone battezzate che però non vivono le
esigenze del battesimo”. E per riportare i fedeli perduti alla “pratica religiosa”, servono anche “metodi nuovi”, che aiuti ad “avvicinare le persone
allontanate o in ricerca del senso della vita, della felicità e, in definitiva,
di Dio”». La Chiesa dunque serra i ranghi sulla sua identità e si attiva
per combattere “l’analfabetismo religioso”. Ratzinger si dice convinto che,
essendo “tutta la Chiesa coinvolta” nell’impegno della nuova evangelizzazione, esso “non mancherà di dare i suoi frutti”. «Affidiamo alla Vergine
Maria i frutti del lavoro dell’assise sinodale. Lei, Stella della nuova evangelizzazione, ci insegni e ci aiuti a portare a tutti Cristo con coraggio e gioia».
Le parrocchie tesoro per il nuovo annuncio
Gli interventi dei Cardinali Bagnasco e Vallino al Sinodo
In Italia «esiste nel popolo cristiano un diffuso tesoro di eroismo
umile e quotidiano, che non fa notizia ma costruisce la storia» e
«in questo senso, la presenza di 25.000 parrocchie costituisce
una rete di prossimità e un patrimonio da non disperdere». È la
fotografia del nostro Paese scattata dal cardinale presidente della
Conferenza Episcopale Italiana, Angelo Bagnasco, intervenuto al
Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione in Vaticano. Per
questo, nel rinnovato impegno di evangelizzazione occorre «fare
con animo nuovo le cose di sempre, consapevoli cioè che la gente
che incontriamo nelle nostre comunità spesso deve riscoprire
la fede o scoprirla». «Il nuovo slancio della pastorale territoriale si deve, poi, coniugare con la pastorale degli ambenti, realtà
vastissima del vivere umano che forse dobbiamo guardare con
maggior attenzione» con l’obiettivo di arrivare «con pazienza»
a «una pastorale integrata con le molteplici aggregazioni locali,
associazioni, movimenti, gruppi ecclesiali». Necessario, soprattutto, è «superare» quell’analfabetismo religioso oggi così diffuso»
ha affermato, sulla stessa linea di Bagnasco, il cardinale vicario di
Roma Agostino Vallino. Per questo ha aggiunto, «la parrocchia
dovrebbe offrire itinerari di catechesi rivolti anzitutto agli adulti,
in specie alle famiglie giovani».
Per il cardinale la parrocchia, «nonostante abbia fatto dopo il
Concilio molti passi avanti» oggi «salvo lodevoli eccezioni è ancora prevalentemente impegnata nella cura gregis, offre servizi religiosi a chi li chiede, ma fa fatica ad aprirsi a una pastorale di evangelizzazione». Di qui l’auspicio di una «conversione pastorale»
volta in primo luogo a «far crescere la gioia della fede nei fedeli».
Sulla centralità dell’impegno ecumenico si sono appuntati al Sinodo gli interventi dei rappresentanti delle altre Chiese cristiane.
Secondo il priore della Comunità di Taizé, frère Alois, infatti «la
divisione dei cristiani è un ostacolo alla trasmissione della fede,
mentre «quando professiamo Cristo insieme il Vangelo risplende
in modo diverso agli occhi di coloro che hanno difficoltà a credere». Il rappresentante del Patriarcato di Mosca afferma: «le nostre Chiese sono sempre più consapevoli della necessità di unire
i propri sforzi affinché la risposta cristiana alle sfide della società
moderna possa essere udita».
Nov. 2012
ilPorto - 13
CHIESA DIOCESANA
Dal vescovo Beschi il crocifisso
a due missionari
da “L’Eco di Bergamo”
«Alla vigilia della Giornata missionaria
mondiale, condividiamo il dono della
missione offerto a tutti noi. Questi nostri due fratelli che si apprestano a partire sono un grande segno missionario e
insieme un grande segno della comunità
cristiana bergamasca».
Con queste parole, nella chiesa ipogea del Seminario, alla presenza di 1300 giovani intervenuti al
primo incontro della Scuola diocesana di preghiera del nuovo anno pastorale, il vescovo Francesco Beschi si è rivolto ai due missionari (un sacerdote diocesano e una laica) che hanno ricevuto il
crocifisso alla vigilia della loro partenza. Il sacer-
dote diocesano è don Luigi Ferri, 51 anni, nativo
di Stezzano, vicario parrocchiale di Colognola, in
città. Viene inviato come sacerdote donum (cioè
mandato dalla Diocesi di Bergamo a servizio di
una Chiesa sorella) nella missione diocesana della
Costa d’Avorio, nella diocesi di Bondoukou, precisamente nella parrocchia di Tanda.
La laica è Claudia Sartini, 45 anni. Nativa di Seriate, proveniente da Verdellino. Parte con un
bagaglio di formazione sociosanitaria per aver
lavorato in ospedale.
Per tre mesi, lo scorso anno, ha vissuto una esperienza di volontariato in un piccolo ospedale del
Madagascar. Partirà come missionaria laica per la
Costa d’Avorio, nella diocesi di Abengourou, nella parrocchia di Agnibilekrou.
La missione diocesana nella nazione africana fu
avviata nel 1975 dall’allora vescovo Clemente
Gaddi. La missione diocesana nella nazione africana è stata visitata dai vescovi Giulio Oggioni,
Roberto Amadei e anche da Francesco Beschi.
Come da tradizione, la consegna dei crocifissi
ai missionari ha coinciso con l’avvio della Scuola
diocesana di preghiera, che in quest’anno pastorale segue la traccia «Che ne sa Lui», con incontri mensili, sempre alle 20,30 fino a maggio nella
chiesa ipogea del Seminario.
«È ora che i laici abbiano più spazio nella parrocchia»
«La condivisione è un segno importante della qualità evangelica della pastorale»
I valori, per essere efficaci, devono incarnarsi nel tempo e nei luoghi in modi diversi, secondo i «segni» che le situazioni offrono e
spesso indicano. Così il vescovo, nel consiglio presbiterale e nella
lettera pastorale. La fraternità cristiana, dedicata al valore forse più
cambiato dopo la globalizzazione e la crisi economica, ha avviato
anche una riflessione sulle Unità pastorali. Non sugli aspetti organizzativi, quanto «sui motivi che le ispirano e le caratteristiche che le
segnano» è detto nella lettera. «Per essere esatti -spiega don Mario
Zanchi. Parroco di Loreto dal 2011 - proprio la presenza a Rozzano dei sacerdoti bergamaschi ha reso meno urgente per qualche
anno la costituzione di unità pastorali. Tuttavia tra le 6 parrocchie
di Rozzano si è lavorato immersi nel clima della pastorale d’insieme,
che è il contesto delle nuove iniziative. La pastorale d’insieme è
l’ottimazione sul territorio di tutte le risorse presenti per portare
avanti una pastorale più efficace e coordinata». I vicariati sono le basi
territoriali della pastorale d’insieme. «Le unità pastorali, così come
le ho viste realizzare, sono uno strumento della pastorale d’insie-
14 - ilPorto
Nov. 2012
me. Si tratta di una collaborazione non occasionale ma stabile fra
parrocchie vicine che viene riconosciuta anche dal punto di vista
istituzionale. Bergamo ha una forte tradizione di identificazione di
parroco-parrocchia. Certo, per come la vedo io, si tratta di rimodulare il modello organizzativo sulla vita quotidiana della comunità, che
è diversa per molti aspetti da mezzo secolo fa. È un cammino da fare
insieme, ragionando e scegliendo che cosa è meglio per ciascuno.
Per questo, saggiamente, la lettera pastorale apre solo il cammino
di riflessione. .. Ma è anche tempo che i laici prendano più spazio e
corresponsabilità nella vita della parrocchia. Per quanto ho potuto
vedere, le unità pastorali portano cambiamenti e hanno bisogno di
maturare nel consenso e nella partecipazione, tenendo conto della
storia e delle esigenze delle comunità di provenienza. Ma sono anche un’opportunità di fare cose nuove, di uscire dalle ingessature
dell’abitudine, del si è sempre fatto così che blocca un po’ le energie». «La vita è cambiata, le forme storiche cambiano, l’importante
è trasmettere il vangelo in modo più efficace».
Giovani e fede - Lezione di Giacomo Poretti
Un percorso di riflessione e di confronto della Fede
Un percorso di riflessione sul tema della Fede, rivolto, in particolare,
ai giovani e agli studenti universitari. È l’iniziativa promossa dalla Fuci
(Federazione universitaria cattolica italiana) di Bergamo e dal Centro
universitario Sant’Andrea. La proposta «Incontri inattesi in Università»
è stata organizzata ispirandosi alla scelta di Papa Benedetto XVI di dedicare quest’anno alla riflessione sulla Fede. Il primo incontro protagonista della serata, che ha avuto per tema «Che straordinario spavento
la vita», è stato Giacomo Poretti. Il famoso comico ha portato la sua
testimonianza sul proprio percorso di ricerca e di riflessione sui grandi
temi della vita.
Seguirà l’incontro con il filosofo Giorgio Agamben: verrà affrontato il
tema della fede come questione antropologica. Nel periodo quaresimale nella chiesa di Sant’Andrea verrà inoltre, proposto un incontro
di meditazione e preghiera con lettura di brani biblici e dei Padri della
Chiesa sull’esperienza della fede cristiana. Alcuni studenti universitari si
sono poi, resi disponibili a incontrare i giovani delle parrocchie e degli
oratori per testimoniare riflettere insieme sull’esperienza della fede
nell’età giovanile.
Don James Organisti, assistente diocesano della Fuci «ci siamo resi
conto di come il tema della fede sia un po’ estraneo all’esperienza giovanile. La nostra vuole, quindi, essere una provocazione positiva e un
percorso aperto a tutti, con una particolare attenzione ai giovani, per
riproporre la questione della fede». Il tema della fede, prosegue don
James, «emerge quando una persona non dà per scontato nulla, vive
inquietudini, si pone in ricerca; la fede interseca i grandi temi e le grandi
domande della vita che si ripropongono, però, in modo semplice e
nel quotidiano. E l’esperienza della fede pone ancora di più l’uomo di
fronte alla responsabilità di dare risposte».
Don James ricorda: «Ciò che ci interessa non è il numero dei giovani
che avremo la possibilità di incontrare, ma l’occasione di poter testimoniare e aprire un dialogo sull’esperienza della fede cristiana.
Speriamo davvero possano arrivare richieste e inviti da parte delle parrocchie.
È un modo per mantenere un legame tra la pastorale universitaria, le
parrocchie e il territorio». «L’esperienza della fede è l’incontro libero
con una Persona: lasciarsi interrogare dalla fede rende più profondamente uomini».
«La Comunità del Paradiso sia la casa di tutti i missionari»
La Comunità del Paradiso come casa di tutti i missionari. È questo il desiderio che il vescovo Francesco Beschi ha espresso in conclusione al convegno missionario
diocesano dei presbiteri, che si è tenuto proprio nella
Comunità del Paradiso.
In evidenza il 50esimo anniversario di cooperazione fra le Chiese,
cinquant’anni di missionarietà diocesana che oggi più che mai rilancia
il bisogno e il valore di una Chiesa missionaria. «Tra le tante conseguenze dei 50 anni di missione - ha detto il vescovo - c’è la speranza
che se la Comunità del Paradiso diventasse casa di tutti i missionari,
sarebbe un segno importante per la nostra diocesi». Monsignor Beschi ha riletto questi cinquant’anni come «una storia, una profezia
e una scelta». Come in una sequenza di fotogrammi, il vescovo ha
evocato le persone, le realtà e i passi che hanno composto questa
lunga storia di missione: i sacerdoti Fidei Donum, i laici, i vescovi,
i religiosi e le religiose, i laici consacrati, la missione Santa Rosa in
città, le comunità sacerdotali missionarie, il Centro missionario diocesano, la cooperazione internazionale, i gruppi missionari. «Impariamo questa storia, perché la narrazione alimenta vocazione - ha
detto monsignor Beschi -. La Chiesa deve perseguire la scelta della
missione, seguendo cammini di condivisione che diventano anche
cooperazione fra le Chiese, testimonianza di comunione e arricchimento attraverso esperienze diversa». Al convegno ha partecipato
monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina. «La parrocchia
deve fare il passaggio dalla “cura animarum” alla scelta missionaria
- ha detto aprendo il suo intervento e trattando il tema della unità
pastorali -. L’unità pastorale è l’unico modo di dare un volto missionario alle comunità cristiane.
È una scelta prima di tutto di comunione e in secondo luogo missionaria. Comunione e missione sono una cosa sola». Monsignor
Sigalini ha accennato ai primi passi necessari verso le unità pastorali.
«Dobbiamo conoscere di più il nostro territorio, le persone, le situazioni.
Dobbiamo vivere la comunione, scambiandoci i doni che Dio ci ha
dato. Noi dobbiamo proporci come comunione, non come casta.
La casta fiorisce soprattutto nell’isolamento e nella chiusura su se
stessi. L’unità pastorale nasce decentrata da sé e protesa al territorio
e quindi alla missione».
Nov. 2012
ilPorto - 15
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Polizia municipale tel. 035924 114 - 335 5454846
da lunedì a venerdì 9.00-12.30 /15.00 - 18.00
Ufficio assistente sociale tel. 035 924152
lunedì 17.30-18.30 mercoledì/giovedì 9.00 12.30
Ufficio tributi tel. 035 924112
lunedì mercoledì venerdì 9.00 -12.30 giovedì 17.30-18.30
SAB 1 ore 06.30Peregrinatio a Stella Maris
ore 21.00Grande Concerto del Coro di Pejo
Ritiro catechisti
DOM 2 Prima domenica d'Avvento
Family Day
Presentazione bambini 1^ Comunione
ore 11.00 Santa Barbara - Messa per i Marinai
ore 17.00 Vespri e benedizione
LUN 3 ore 17.00 Ministri straordinari dell'Eucarestia
ore 20.45 Consiglio Pastorale Parr. (lettera Vescovo)
MAR 4 ore 16.30 - 20.30 Catechesi adulti
La Casa - separati e divorziati a VIllongo
MER 5 ore 20.45 Gruppo Missionario col Parroco
GIO 6 ore 21.00 Incontro con i genitori dei battezzandi
VEN 7 ore 8.00Anno della Fede: Adorazione fino alle ore 24.00
SAB 8
IMMACOLATA CONCEZIONE
ore 11.00 Messa Solenne ore 17.00 Vespri e Benedizione
DOM 9 ore 16.00 Battesimi
ore 17.00 Vespri e Benedizione MAR 11 ore 16.30 - 20.30 Catechesi adulti
MER 12 ore 11.00 Matrimonio
ore 16.45 Redazione de "il Porto"
CONFESSIONI DICEMBRE
Gio 6 ore 15.00 classe 4^ elem.
Ven 14 ore 17.30 classe 1^ media
Mar 18 ore 16.30 e 20.30 comunitarie
VEN 14
Scuola di preghiera in seminario
ore 15.00 Messa al Centro Anziani
DOM16 Presentazione cresimandi e Family Day
ore 17.00 Vespri e Benedizione
LUN 17 ore 20.30 Auguri da bimbi scuola materna in chiesa
MER 19 ore 20.00 Ufficio comunitario
SAB 22 ore 21.00 Concerto del Coro Effatà chiesa parrocchiale
DOM23 ore 11.00 Matrimonio
Associazione Santo Rosario
ore 17.00 Vespri e Benedizione
LUN 24 ore 23.15 Solenne Veglia Natalizia
MAR 25
SANTO NATALE
ore 09.30 S. Messa con il coro Effatà Junior
ore 11.00 S. Messa con il Coro Callido
ore 17.00 Vespri e Benedizione
ore 18.00 S. Messa con il Coro Effatà
MER26 ore 11.00 Battesimi comunitari
GIO 27 ore 20.45 Serata AVIS al Cine Junior
VEN 28 ore 10.00 S. Messa del dolcetto: coro Effatà Junior
LUN 31 ore 18.00 S. Messa Festiva di Ringraziamento e
Te Deum
Mer 19
Gio 20
Ven 21
Dicembre
al termine dell' ufficio comunitario
ore 15.00 classe 5^ elem.
ore 20.30 giovani del vicariato a Sarnico
ore 17.30 classe 2^ media
Roberta Parigi
Lettera alla comunità di Sarnico
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A cura di Roberta Parigi c.m.
Lonato del Garda, 11 novembre 2012
Carissima Comunità di Sarnico,
attraverso la gioia sperimentata il 28 ottobre durante la celebrazione delle prime professioni, voglio ringraziarvi per il sostegno che
mi avete assicurato con la vostra preghiera. Durante quella celebrazione insieme a me hanno consegnato il loro "Sì" anche tre fratelli
missionari: Rossella Rebaioli, Alessio Rais e Katjuscia Baraldi e due coppie di sposi missionari, Gabriele e Fabrizia Bettini, Andrea e
Lidia Campana.
Grazie per aver pregato con me, per me e per tutti i professandi, attraverso la presenza di don Luciano. Grazie per aver partecipato
alla gioia mia e di tutta la mia famiglia con affetto e amicizia, ed un ringraziamento speciale a Silvia e Dario Tagliasacchi che come
padrini mi hanno accompagnato in questo passo.
Questa celebrazione è giunta dopo quattro anni di cammino all’interno della Comunità Missionaria di Villaregia. Ho scelto di intraprendere questa strada nel 2008, dopo un cammino di ricerca durato qualche anno. Il desiderio di cercare la strada che il Signore
aveva tracciato per me è nato tra le mura del Meulì, attraverso la frequenza assidua ai gruppi dell’oratorio durante la mia infanzia
e giovinezza. Sono sempre stata attratta dal desiderio di poter fare qualcosa per gli altri e l’animazione dei ragazzi, il catechismo e
il gruppo scout hanno sempre alimentato e soddisfatto tale desiderio. Crescendo però non sono più riuscita a contenerlo, desiderando anche conoscere la missione, quella realtà di povertà di cui varie volte avevo sentito parlare. Così ho iniziato a frequentare
la Comunità Missionaria di Villaregia e nel 2005 ho fatto un’esperienza in Brasile a Belo Horizonte, missione dove si trovano anche
Angelo e Marilena Algisi. Quest’esperienza ha scosso la mia vita chiamandomi alla responsabilità verso i più bisognosi; pian piano ho
iniziato a fare piccole scelte di condivisione, ma non sempre questo mi bastava, così ponendomi con più attenzione in ascolto della
Parola del Signore ho intuito che ero chiamata ad una scelta radicale…. Non mi bastava più condividere qualcosa di me, sarei stata
felice solo donando tutto, consegnando la vita al Signore, scegliendo di essere strumento nelle Sue mani per aiutare i più poveri
del mondo.
Continuando a rinnovare quotidianamente questa scelta sono giunta a questo momento accompagnata anche da tutti voi, con la
vostra preghiera Dio si è fatto presente con il suo Amore e ha donato fiducia e forza a me e alla Comunità Missionaria di Villaregia.
Vi chiedo di continuare ad accompagnare il mio cammino e quello di ogni missionario perché non venga mai a mancare la gioia di
annunciare il Suo Vangelo.
Un saluto carico di affetto
Nov. 2012
ilPorto - 17
R I F L E T T I A M O
a cura di Pier Luigi Billi
Riflettiamo: Messaggio di pace
di una dodicenne
«Signore sono solo ed ho paura!». «Figliolo tu non sei solo, tu hai Me»
Dobbiamo avere fiducia di Dio e del suo immenso amore verso di noi
S
iamo quasi nel 2013, periodo brusco, massacrante per la politica Italiana, nonché per molte famiglie ed uomini di buona volontà. Dobbiamo disperare, chiuderci nella nostra solitudine,
macerare il nostro intimo con depressioni devastanti? No! Il
cristiano non la pensa così, anche se la vita è dura. Il cristiano è forte
nella fede in Cristo, che ha sbaragliato le tenebre ed ogni bruttezza
di certi personaggi negativi ed egoisti.
Ripropongo un mio articolo datato 1993, che per me è validissimo
anche ora e lo sarà anche per i miei amici lettori che mi seguono con
attenzione. Messaggio di una bambina allora dodicenne, che avrà
oggi 42 o 43 anni. Ha una spontaneità enorme ed una spigliata facilità nello scrivere. Anche in quel periodo non andava bene la società
e la bambina dodicenne di allora crea un dialogo tra l’uomo e Dio.
Ecco il dialogo:
«Ecco o mio Dio, io sono l’uomo! L’uomo che Tu hai creato a Tua
immagine e somiglianza, l’uomo che con l’aiuto della scienza sta
compiendo folli tentativi per annientare se stesso. Tentativi che
avranno la stessa conseguenza del grande sole, frutto dell’odio umano, che si accese ad Hiroshima.
Le generazioni future saranno vittime e schiave del disordine, della
convivenza incivile, come Hiroshima dove si muore ancora per le
radiazioni. E la causa di tutto questo sono io, l’uomo».
Dio: «Figliolo ti conosco, so che sei vittima della tua debolezza,
dell’ingiustizia, del disordine, dell’innato desiderio di prevalere, degli istinti primordiali che si risvegliano in te. Altrimenti perché avrei
18 - ilPorto
Nov. 2012
mandato mio figlio sulla terra? In ogni cuore c’è del bene, ma spesso
nella tua società gli uomini diventano belve e ordiscono tragici attentati.
Mai io ho ancora fiducia nella lealtà, nell’amore e ho ancora fiducia
in te. So che puoi combattere la tua battaglia dell’amore contro la
violenza, so che puoi rispettare prima di demolire. Sono sicuro che
puoi scovare e vincere la belva umana che è al servizio del disordine
e dell’odio».
L’Uomo: «Ma Signore sono solo ed ho paura! Tutti mi hanno abbandonato ed io non ho il coraggio di combattere da solo. Mi sono
ritirato nella mia casa, ho chiuso le finestre, sbarrato le porte, sono
diventato sordo e cieco per non vedere e non sentire tutto ciò
che mi circonda in questo mondo, per non vedere l’infima bassezza
dell’uomo, per non vedere la morte e per non sentire quella voce
che incita a mettermi al servizio della giustizia. Io non sono niente,
io sono solo!».
Dio: «Ma figliolo tu no sei solo, tu hai Me, hai mio figlio, hai l’amore e la giustizia che Egli ha predicato. Vedo già il mondo devastato,
arido, vedo la violenza scorrere veloce, la natura secca in attesa di
una pioggia benefica, il cielo plumbeo e tutto un tragico presagio di
morte. Questo sarà il mondo che l’ingiustizia avrà creato e tu ne
sarai il responsabile maggiore con la tua indifferenza.
È questo che vuoi figlio mio?».
L’Uomo: «O Padre perché mi turbi raccontandomi tutto ciò? No,
io non voglio che esista la vendetta e la morte. Sì, c’è stato un 1973
di morte, ci sono stati attentati dinamitardi, ci sono stati disordini,
guerre fratricide, contrasti tra partiti politici dello stesso paese, ma
voglio che nel futuro si possa dire che ci sono stati anche un 1974 e
1975 di giustizia. E nel futuro si potrà dire che l’uomo non è stato un
vigliacco, che ha combattuto fino all’ultima goccia di sangue».
Dio: «Figliolo, uomini, umanità, ero sicuro di voi, non avevo dubbi
sul vostro coraggio: combattete la vostra battaglia, mettetevi al servizio di un’umanità più giusta e vincerete senza dubbio e nessuno
soffrirà delle radiazioni dell’odio. Figli, ho bisogno di voi e della vostra buona volontà».
Certo cara bambina, ora adulta, per scongiurare il male ed una possibile apocalisse, bisognerebbe cancellare dal cervello dell’uomo il
concetto di guerra.
Anch’io sono sicuro, senza alcuna esitazione, della fiducia di Dio verso l’uomo, la sua creatura, e del suo immenso amore verso di noi.
Anche attualmente, sono sicuro, verranno superate tutte le difficoltà e saranno spazzati via tutti gli uomini corrotti e ladri. Sono
sicurissimo che si formeranno veri uomini che combatteranno per il
bene pubblico, sociale e non per quello personale.
Bisognerà arrivare a questo per vivere nella tranquillità.
"Cantando il Natale"
con il Coro Effatà
C
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M
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A cura del Coro Effatà
Sabato 8 dicembre 2012 - 21.00
Capriano del Colle (BS) - Chiesa Parrocchiale
Concerto “Gospel Time”
Domenica 9 dicembre 2012 - 16.30
Gazzaniga (BG) - Piazza del Comune
Intrattenimento Gospel: “Gospel Time”
Sabato 15 dicembre 2012 - 21.00
Costa di Mezzate (BG) – Chiesa Parrocchiale
Concerto “Note di Natale”
Domenica 16 dicembre 2012 - 16.30
Palazzolo S/O (BS) - Piazza Roma
Intrattenimento Gospel: “Gospel Time”
Si presenta fittissimo il programma di concerti del Coro Effatà previsto per
il mese di dicembre in attesa del Natale. Numerose sono state le richiese di
concerti di musica Gospel e musica natalizia.
In particolare segnaliamo il Concerto Natalizio del 22 dicembre che si terrà a
Sarnico alle ore 21.00 nella Chiesa Parrocchiale. Il Coro, con la partecipazione
del Coro Effatà Junior, accompagnato da una piccola orchestra di ottimi musicisti presenterà un repertorio di canti natalizi provenienti da vari Paesi del
mondo per comunicare la diversità e la bellezza con cui la gente esprime la
gioia del Natale! Vi aspettiamo numerosi!
Sabato 22 dicembre 2012 - 21.00
Sarnico – chiesa parrocchiale
Concerto “Note di Natale”
Domenica 23 dicembre 2012 - 17.00
Roncadelle (BS) - Centro commerciale “Le Rondinelle”
Intrattenimento Gospel: “Gospel Time”
Domenica 23 dicembre 2012 - 21.00
Palosco (BG) – Salone Paolo VI
Manifestazione: “Aspettando il Natale…e oltre”
Concerto “Gospel Time”
R I F L E T T I A M O
a cura di don Valentino Salvoldi
Per chi crede che tutto sia Grazia
Molti giovani stanno barcamenandosi tra fede e indifferenza.
Mons. Loris
Capovilla in
piedi accanto
al Beato
Giovanni XXIII
del quae era
segretario
20 - ilPorto
S
to andando a Chiavenna per celebrare la messa
vespertina in onore di tutti i santi. È già buio e l’autista
guida in fretta. Scoppia una gomma. Mi metto al margine
della strada, sperando che un buon Samaritano si fermi.
Invano.
L’autista corre in cerca di aiuto verso le prime case della
periferia. Passa il tempo e con esso la speranza di poter
presiedere l’eucaristia. Finché il conducente dell’auto si rassegna
a chiamare suo figlio per venirmi a prendere, affinché possa
arrivare in tempo almeno per la conferenza.
Ventisei anni. Iscritto al terzo anno di psicologia. Alto. Magro.
Serio. Sguardo profondo. Fa un gesto spiazzante quando, per
Nov. 2012
prima cosa, gli chiedo se abbia la fede: si
guarda al dito e mi mostra la mano priva
di anello.
Sento che quella gomma non dovrebbe
essere scoppiata per caso: suo padre
mi aveva parlato del figlio come di un
bravo giovane, ma che lo faceva soffrire,
perché, iniziato lo studio della filosofia,
aveva smesso di frequentare la chiesa.
E con quel giovane comincia un discorso
e una presenza che si protrarrà per
ventiquattro ore.
Il suo professore di filosofia gli aveva
dimostrato che Dio non esiste. Ed
egli aveva perso la fede. “Ateo a
sedici anni?”, gli chiedo. “Le persone
intelligenti non dicono di essere atee,
perché un’affermazione categorica
dimostrerebbe l’esistenza di una fede.
Caso mai si proclamano agnostiche,
vale a dire, ammettono di non sapere
se esita o no un essere superiore, un
“Motore Immobile”, un’Entità dalla
quale tutto potrebbe provenire”.
Quante volte ho ripetuto nella mia vita
che Dio è indimostrabile. La ragione
si ferma davanti al mistero. Ma solo le
ragioni del cuore fanno capire che, tra
il mistero e l’assurdo, tutto in noi invoca
la presenza del Mistero. E, se “Dio è
amore”, l’amore è Dio. Perciò a Lui si
arriva attraverso l’esperienza di sentirsi
amati e la gioia di amare.
Davanti al mio interlocutore balena
l’immagine dei genitori che per lui
piangono e pregano, ma egli non può
fare nulla contro la convinzione di
questo essere che galleggia sul nulla.
Mentre fa questa affermazione, penso
a Sartre e a tutti i cadaveri che ha sulla
coscienza: i giovani che si sono suicidati
pensando al Nulla che fagocita il tutto.
E anche per lo sventurato filosofo
francese va la mia preghiera, in questa
sera di tutti i santi…
Quando accenno alla responsabilità
dei cattivi maestri, il suo professore di filosofia, lapidaria è
la risposta: “Meglio la nuda verità che Dio non esiste, che
la pia menzogna di un’ipotetica esistenza di un Essere che
addormenta e narcotizza la coscienza”.
Non vedo in questo giovane, pur sensibile e desideroso di
fare della sua bellezza un dono che sia di comune utilità, quella
“passione per il divino” che notavo anche negli atei alla fine
degli anni sessanta. Atei che lottavano per liberare l’uomo dai
condizionamenti sociali e da una cattiva religione, che faceva
loro dire: “Se Dio esiste, non è come lo dipingono i cristiani”.
Lottavano, forse, per purificare il volto dell’eventuale Dio.
Vedo un certa indifferenza al tutto, la stessa che sta minando
credenti e atei. L’indifferenza di cui parlava il filosofo danese
Kierkegaard: “Il capitano della nave non indica più la rotta, ma
il menù della giornata”.
Molti giovani stanno barcamenandosi tra fede e indifferenza.
Sono sazi di beni materiali e vittime di parecchi errori della
società. Si possono permettere il lusso di essere perfezionisti,
perché non manca loro il pane quotidiano e la “comprensione”
di genitori paghi che almeno il figlio non si droghi. Contestano
i genitori “preoccupati” del raggiungimento ad ogni costo di
un diploma da parte della progenie, anziché essere occupati
a spendere la vita in serenità. Oltretutto i credenti non
dovrebbero mai preoccuparsi, ma semplicemente occuparsi.
Non dovrebbero temere perché, come dice S. Agostino: “O
il male è ciò di cui si ha paura, o il male consiste nell’avere
paura”. Mi ascolta il giovane interlocutore. Partecipa alla
conferenza in cui sviluppo il tema: “Pensare alla morte, per
innamorarsi della vita”. E non ha intenzione poi di andare a
letto: davanti ad un boccale (o due) di birra, sembra che si
ragioni meglio.
Gli chiedo un momento di pausa per pregare. E lo faccio
riandando alle beatitudini proclamate dalla liturgia odierna e
da me riformulate così, nel cuore della notte:
Beato chi accetta e valorizza i suoi limiti: in virtù della sua
umiltà farà cose grandi, cercando Dio.
Beato chi non pretende di essere amato: esulterà di intima
gioia per ogni segno di amicizia.
Beato chi ritiene gli altri migliori di sé: scoprirà in tutti
frammenti di bontà, di bellezza, di divinità.
Beato chi è assetato d’Infinito: coglierà bagliori d’eternità
nella vanità del tutto.
Beato chi familiarizza con il Vangelo: troverà gioia tra i piccoli,
i poveri e i perdenti.
Beato chi si identifica con il Figlio di Dio: inietterà nel suo
sangue umano la verginità di Cristo.
Beato chi, credendo, spera: godrà di quell’Amore che anticipa
in terra il paradiso.
Quanto vorrei che il mio interlocutore sentisse che il mio
essere prete non consiste nel mettermi una divisa fuori,
ma un tormento dentro: il tormento di non riuscire a fargli
gustare la gioia di trovare Dio!
Gli chiedo di portarmi al mio paese in macchina: ho poco
tempo a disposizione perché devo partire per la Costa
d’Avorio.
Nel viaggio passiamo vicino a Sotto il Monte e sento che
vale la pena di fargli conoscere il segretario di papa Giovanni
XXIII. Ineffabile l’incontro.
L’anziano arcivescovo stravede per i giovani che non osa
chiamare atei, ma alla ricerca ed elenca una lunga serie di
grandi pensatori che si sono lasciati cercare da Dio. L’affabilità,
la mancanza di giudizio, l’anticipo di fiducia e l’entusiasmo di
questo prelato ormai vicino ai cento anni hanno posto un
seme che, se marcirà come il grano, come i nostri morti
seminati in posizione fetale nella terra, porterà frutto, al
momento opportuno, nella vera vita.
Là pure io capirò che la ruota di quella macchina non è
scoppiata invano.
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Nov. 2012
ilPorto - 21
Fotocronaca: L'ultimo saluto a Padre Volpi
Signore, fammi amico
Fa che tutti, anche senza farmelo
notare, possano vedere, nel mio
volto, il Tuo penetrante e suadente
per il mio sorriso, sincero e
costante per il mio sguardo sereno e rassicurante
per la mia parola
che spia il momento opportuno
per lasciar cadere la tua Parola
nel cuore di chi mi è vicino
22 - ilPorto
Nov. 2012
a cura di Silvano Marini
per la volontà impegnata ad
arricchire chi sceglie la mia
compagnia
per la disponibilità gioiosa,
rassicurante anche per
un "dopo ancora"
Signore, fammi amico
Dal libretto delle preghiere di
Padre Volpi:
"Dammi fede, Signore"
Preghiere per incontralo
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L'Arcobaleno
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a cura della Redazione
Presentazione del libro "Il signor Colombo"
Nel trentesimo anniversario della morte del "mecenate Discreto di Sarnico", comm.
Rinaldo Colombo (31.12.1888 - 6.4. 1982) e nel centenario di fondazione della sua
Manifattura (1911 - 2011) Gian Franco Gaspari presenterà, sabato 15 dicembre alle ore
17.30, presso il centro culturale Sebinia, il libro "Il signor Colombo".
La pubblicazione, che andrà ad arricchire i Quaderni della Biblioteca, è consequenziale
al libro Don Pietro Bonassi ...e i fuori tema di Mario Dometti, un susseguirsi di interventi
legati alla cittadina di Sarnico, alcuni dei quali inediti, riferiti ad un uomo a cui si deve
riconoscenza. Un altro lodevole impegno del nostro "Vate".
Festa solenne dell'Immacolata a Sarnico
Sabato 8 dicembre 2012, festa dell'Immacolata, durante la Santa Messa delle ore 11.00 interverranno la soprano sudafricana Katia Di Munno che dal 2004 ad oggi ha interpretato ruoli in
varie opere, sia in Italia che all'estero e il tenore bergamasco Massimiliano Di Fino, vincitore nel
2011 del Concorso internazionale presso il Teatro alla Scala di Milano dove è tenore nel coro
del teatro stesso. I due artisti interpreteranno musiche di Mozart, Saint Jean, Corna e Franck.
All'organo il Maestro Giancarlo Corna.
Gianfranco Gaspari
Utilizza il tempo libero in modo creativo
Il coro "Il Castello" organizza corsi di canto corale, di educazione ritmica, di prima lettura
delle note e di ascolto di brani musicali.
Tutti possono partecipare, anche chi non ha mai cantato e non conosce la musica. Vieni
alle prime lezioni e vedrai che ti piacerà! Date: giovedì 6 e 13 Dicembre ore 20.45 presso l'ex Biblioteca - Piazzetta Giovanni Freti.
Il Coro Castello
Crescere insieme
a cura del Consultorio Familiare Basso Sebino
Crescere è una faccenda seria che riguarda tutti: piccoli e grandi, genitori, bambini ed insegnanti. “Crescere insieme” è un percorso di serate formative proposte in diversi paesi
del Basso Sebino, aperto a tutti, non solo ai genitori con figli che frequentano la Scuola
dell’Infanzia, ed è bello pensare che chi è interessato si sposti nel territorio per darsi ulteriori
opportunità di crescita e di conoscenza. Non chiusura alle realtà dei singoli comuni ma una
condivisione organica e a più ampio respiro di conoscenze e competenze con altre scuole
dell’infanzia.
Un’esperienza questa innovativa, mai sperimentata in provincia, con temi interessanti proposti all’interno di un progetto coinvolgente e competente, condotto dalla psicologa dott.ssa
Alice Pezzetti e promosso dall’Ambito Territoriale e dal Consultorio Familiare Basso Sebino.
Non è prevista alcuna iscrizione e ognuno può scegliere liberamente quello che ritiene
possa rispondere alle proprie esigenze.
La crescita fatta insieme ad altri è un'esigenza oltre che un'opportunità.
Il percorso si articola in 14 incontri tra novembre 2012 e maggio 2013 ed è sostenuto da
tutte, insieme alle Scuole dell’Infanzia, statali e paritarie operanti nella zona. La partecipazione alle serate è libera e gratuita. Per iscrizioni e info tel. 035-459842
Nov. 2012
ilPorto - 23
A S S O C I A Z I O N I
a cura di Gian Franco Gaspari
Associazione Anziani e Pensionati
di meno.
Se qualcuno ha difficoltà a raggiungere la sede, basta un colpo di
telefono al nostro numero 035.910 912 e passerà un nostro incaricato per ritirare le quote. Grazie
Vaccinazione anti-influenzale
Dal mese di novembre sono in corso le vaccinazioni anti influenzali
presso i rispettivi medici di famiglia per cui invitiamo tutti i nostri
anziani a provvedere in merito, per un adempimento tanto importante per la nostra salute.
Gara di scopone
Dal 26 novembre al 1° dicembre si svolgerà la gara di scopone per
i soci. Le iscrizioni si ricevono presso il Bar dell’associazione entro il
25 novembre.
A
nche questo mese vogliamo tenere informati i nostri
iscritti dalle pagine de "il Porto" con la consueta rubrica. Santa Lucia
Un novembre che ha avuto nella festa dell'Anziano il suo Anche quest’anno l’associazione festeggerà la Santa Lucia con gli
ospiti della Casa di Riposo. Sono previsti animazione e rinfresco.
momento più significativo.
Tesseramento
Con il mese di ottobre è iniziata la campagna per il tesseramento
2013, con la stessa quota di € 5,00 necessaria per far fronte al danno subito presso la nostra sede. Ci permettiamo ripetere qui la considerazione fatta anche gli anni scorsi sulla necessità di aggiornare la
tessera, perché i nostri iscritti sulla carta sono mille, ma guardando
gli elenchi aggiornati in base al pagamento della tessera sono molti
Festa dell'Anziano
Natale dell’Anziano
Come è ormai consuetudine ed atteso dai nostri iscritti, anche
quest’anno sarà celebrato il Natale dell’Anziano presso la nostra
sala comunitaria, cui farà seguito lo scambio degli auguri ed il rinfresco offerto dall’Associazione.
Il nostro Natale avrà quindi luogo venerdì 14 dicembre a partire
dalle ore 15.00 con la celebrazione della Santa Messa.
a cura di Civis
Foto in alto
il saluto della presidente Emy Ruggeri
A sinistra
Il signor Milesi ha un ...diavolo per capello
per i conti della chiesa
Sopra
A questo tavolo era difficile avere l'ultima parola
24 - ilPorto
Nov. 2012
Il segreto per vivere meglio: ignora, sorridi e vai avanti.
È bello volersi bene.
Più bello è continuare a volersi bene.
Rosalia: «Mi hanno detto che è pollo!
Ma dove l'hanno allevato, a Jurassik Park?»
La classe 1937 in festa
Signora Elisa
«Ö bicér dè chèl bu al lenés tÖcc i dulùr!»
I
coscritti della classe 1937 si sono incontrati il giorno 11 novembre, festa
di S.Martino, per festeggiare il bel traguardo del 75° compleanno.
Durante la Messa di ringraziamento il
Parroco Don Luciano ha ricordato i numerosi amici scomparsi ed ha rivolto ai
partecipanti ed agli assenti per motivi di
salute, un caloroso augurio per una vita
sempre ricca di positività. Un affettuoso
pensiero è stato inviato alla cara coetanea Suor Giovanna, missionaria sempre
attiva nella sua Africa.
Un allegro e gioioso ritrovo conviviale
ha coronato la bella festa, al termine
della quale tutti si sono augurati di riunirsi ancora per festeggiare i compleanni che la grazia del Signore vorrà loro
concedere.
Nov. 2012
ilPorto - 25
Neolaureati
a cura della Redazione
F
rancesco Spolti si è laureato il 30 ottobre 2012 in "Economia e amministrazione delle imprese" all'Università degli Studi
di Bergamo. Il titolo della tesi era "Paradisi fiscali e strategie
di evasione fiscale nelle multinazionali". Il papà Giovanni, la
mamma Graziella, le sorelle Alessandra, Arianna e la nonna Maria si
congratulano con Francesso per il successo scolastico.
D
anja Spahiu si è laureata il 30 ottobre in "Management, Finanza & International Business" presso la facoltà
di Economia dell'Università degli Studi di Bergamo, voto
99/110. Titolo della tesi: "Il Marketing sistemico in un'ottica di pieno coinvolgimento del Persumer." La famiglia e gli amici si
complimentano per il successo ottenuto. L'AVIS di Sarnico si congratula con la sua donatrice per l'importante traguardo raggiunto.
M
ichael Plebani il 20 luglio 2012 ha ottenuto la laurea
magistrale in Chimica industriale e gestionale presso
la "Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali"
dell'Università degli Studi di Milano con la votazione
108/110, presentando la tesi dal titolo: "Pd su nanotubi di carbonio:
effetto dell'idrofilicità del supporto in reazioni di ossidazione".
La famiglia, i parenti e gli amici si congratulano con il neolaureato per
il risultato raggiunto e gli augurano un futuro professionale ed una
vita piena di soddisfazioni.
Ai complimenti di parenti ed amici si unisce anche la
Redazione de "il Porto" che augura ai due neolaureati
un futuro ricco di soddisfazioni professionali.
26 - ilPorto
Nov. 2012
Nell'anno del XXV un sarnicese
ritorna ai vertici del Kiwanis del Sebino
A S S O C I A Z I O N I
a cura del Kiwanis del Sebino
Mario Dometti presidente per il 2012-2013 - E per lui una prestigiosa onorificenza
Venerdì 23 novembre Charter Day. Il Kiwanis club del Sebino compie venticinque anni
Mario Dometti
col collare
dell'Hixon
Fellow
mentre
riceve il
distintivo di
Presidente da
Marco Orefice
N
ella serata che ha visto il cambio di guardia ai vertici del “Kiwanis del Sebino” da
Marco Orefice al neo Presidente Mario
Dometti e la nomina a futuro Presidente
per il 2013-2014 di Diego Busatta (ex capogruppo
degli Alpini di Foresto Sparso), il sodalizio ha consegnato nelle mani della signora Carmen Vigani, Presidente della cooperativa sociale “il Battello”, la somma di 6.000 euro. Dal canto suo la Presidente Vigani
ha fatto omaggio all'avv. Orefice di un’opera in vetro
realizzata dai ragazzi del “Battello” con la collaborazione del maestro vetraio Mariano Carrara.
Nella stessa serata il presidente Dometti ha presentato i coniugi Roberta Martinelli e Luca Patelli
dell’associazione “Angelman” di Credaro, nata per
sostenere e finanziare i progetti di ricerca nazionali
ed internazionali più promettenti per arrivare, quanto prima, alla cura della “Sindrome di Angelman”,
una malattia genetica rara che colpisce un bambino
ogni 12-15.000. Alla serata, presso il Cocca Hotel,
erano presenti il Luogotenente Giovanni Carubelli,
l’International Trustee Piero Grasso, l’International
Trustee della Fondazione Valeria Gringeri e i rappresentanti dei club della divisione Lombardia2. Per
Mario Dometti si tratta del suo secondo mandato come Presidente, carica che aveva già rivestito
nell’Anno sociale 2003-2004.
Degna di nota anche la prestigiosa onorificenza
internazionale del «George L. Hixon Fellow» assegnata dal "Kiwanis Distretto Italia San Marino" a
Mario Dometti lo scorso anno dalle mani del past
governatore Valeria Gringeri. Un riconoscimento
per l'impegno costante e soprattutto umanitario e
sociale nei confronti dei bambini, obiettivo principale del Kiwanis International.
La consegna è avvenuta alla presenza del luogotenente della Divisione Lombardia 2, dott. Giuseppe
Cristaldi e del Trustee internazionale, Avv. Piero
Grasso.
Ora il Kiwanis del Sebino può vantare due suoi soci
con questa prestigiosa onorificenza: oltre a Mario,
nel 2010 era stato insignito con l’Hixon anche il past
presidente Avv. Marco Orefice. I due soci inoltre
sono stati insigniti come soci onorari del Kiwanis
Club Ferrara. Di quanta considerazione a livello Divisione Italia goda il Club del Sebino, lo dimostra la
menzione nell'anno 2009-2010, con la presidenza
del dott. Roberto Giorgi, a "Club Distinto".
Nel mese di dicembre, nel corso della serata degli
auguri natalizi, il sodalizio del Sebino consegnerà un
service di 1.000 euro all'Associazione Famiglie solidali di Sarnico.
Nov. 2012
ilPorto - 27
Il Tabernacolo
a cura di Gian Franco Gaspari
P
enso di chiudere qui le mie riflessioni riguardanti il compimento degli atti religiosi quotidiani e più comuni, partiti con
la riflessione sulla genuflessione, indi con il Segno della Croce,
poi con le Campane e da ultimo con la Preghiera dell’Angelus.
Desidero chiudere con una riflessione sul Tabernacolo, riflessione
che mi è scoppiata dentro dopo aver partecipato alla Veglia di Preghiera ”Preghiamo cantando” del 4 ottobre scorso, per ricordare
Ivano e preparata assieme alla Parrocchia, al Coro Effatà in doppia
versione, al Coro “Dulce Canto” e aperta e chiusa dalla benedizione
del Prevosto Don Luciano.Tutto si è svolto in una atmosfera stupenda di raccoglimento intenso, con canti molto appropriati, seguiti
dalla partecipazione dei presenti, coinvolti gioiosamente dal susseguirsi dei testi e dalla scenografia quanto mai opportuna. Al termine
l’emozione mi ha spinto al microfono per dire che anche GESÙ nel
Tabernacolo avrà gioito.
Il “TABERNACOLO”: lasciate che lo scriva solo con la mia esternazione e che “Il Porto” ha acconsentito a rendere pubblica.
La Chiesa, Pietra Viva, intanto c’è in quanto costruita e resa stupenda, per fare essa stessa da tabernacolo al Tabernacolo,vicino alla
lucina pulsante del cero santo acceso.
Quante cose, quante riflessioni sul Tabernacolo! Non ne son degno
e non ho nemmeno la veste per farlo. Mi limiterò solo all’episodio
raccontato, se non erro, dal Santo Curato d’Ars.
La Chiesa è vuota, le funzioni sono terminate. Il Santo Curato sta
per lasciare il luogo sacro, ma lì sul primo banco siede ancora il solito
fedele, sempre lì da tanto tempo, senza sussurrare preghiere ma
con lo sguardo fisso al Tabernacolo. Indugia un po’ il Sacerdote, ma
poi, religiosamente, si avvicina e gli dice: ”Ma che fai sempre qui?”.
Risposta: ”Io guardo Lui e Lui guarda me!”
Una risposta autentica e altamente teologica, fatta vita. Ecco il Tabernacolo: Gesù ed io, io e Gesù…
Un prima e un dopo: un bisogno, un riprendere il cammino da vero
cristiano!
Così io sento, io interpreto il “TABERNACOLO”. Dono immenso
fatto a ciascuno di noi che solo Lui ci poteva fare!
Il Vescovo ai catechisti riuniti a Chiuduno: «La fede da soli non basta, deve essere condivisa»
«Ognuno porta la propria e la comunità la esprime attraverso di voi»
I
l Vescovo lo ha definito «un incontro di condivisione, di scambio di
sguardi e di esperienze». Non è stata semplicemente la giornata
dedicata ai catechisti della diocesi, ma il riconoscere che il proprio
servizio all’interno di una comunità, si colloca in una condivisione
più grande che si alimenta dell’esperienza e della fede di altri. Monsignor Francesco Beschi ha salutato nel Palasettembre di Chiuduno i
tanti catechisti che anche quest’anno hanno raccolto l’invito. «Un’incontro importante - ha detto il vescovo - che si colloca in apertura
dell’Anno della Fede e all’interno del mio cammino di incontro dei
catechisti vicariali». «Mi sembra sia necessario - ha detto monsignor
Beschi - alimentarci di quella convinzione per cui il soggetto fondamentale della catechesi è la comunità cristiana ed è una premessa
indispensabile rispetto ad altri problemi della catechesi. Tutto parte
da una comunità di credenti e, anche se le identità sono importanti,
non va dimenticata l’anima, che è la condivisione della fede in Gesù
Cristo». Il Vescovo ha ripreso il tema della fraternità: «Non sia una
fede da soli. Non basta la fede di un vescovo o di una madre o di un
catechista o di un giovane. Occorre che questa fede sia condivisa,
crescendo nella consapevolezza di essere una comunità di credenti,
senza giudicarci vicendevolmente, accogliendo la meraviglia di Dio
28 - ilPorto
Nov. 2012
a cura della Redazione
che ci viene incontro». Vi immagino spesso nel gesto concreto di
trasmettere il Vangelo - ha continuato -. Evitiamo la malattia del giudizio reciproco sulla fede. Ognuno è portatore della propria poca
fede e ognuno cresce della fede di tutti. La comunità esprime la sua
fede attraverso voi. Toccando il tema della catechesi che accompagna i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, il vescovo ha rivelato:
«Ci sono problemi concreti che non trovano soluzioni magiche o
metodi decisivi se non a partire dal fatto di una comunità credente e quindi dalla priorità della catechesi degli adulti. Perché la fede
degli adulti si alimenti, c’è bisogno di catechesi e di catechisti per gli
adulti». Nel pomeriggio si sono aperti i laboratori. I catechisti hanno
partecipato in gran numero a tutte le proposte. La giornata si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa presieduta dal vescovo.
«Catechesi è aprire gli occhi e far aprire gli occhi sui gesti minuscoli
che si muovono attorno a noi, nel gusto di saper riconoscere Gesù
che continua a seminare fra di noi, attraverso piccoli gesti» ha detto
all’omelia. Monsignor Beschi ha quindi consegnato il «Credo», simbolo della fede, recitandolo davanti ai catechisti. «Accogliete queste
parole e conservatele con cuore sincero. Alla fine di quest’Anno
della Fede sarete voi a riconsegnarle a me».
a cura di
don Loris
In fondo è solo una questione di pronomi…
La lettera che il Vescovo Francesco ha consegnato a noi, cristiani della Diocesi di Bergamo, porta
con sé una freschezza che tenta di sollevare il
peso dei pronomi sotto i quali frequentemente
finiamo schiacciati…
Mio, noi, tuo, loro, voi… Piccole parole della nostra lingua che dovrebbero accelerare la nostra
comunicazione, ma finiscono per irrigidire le relazioni. Nel momento in cui persone di gruppi,
associazioni, ricercano momenti di scambio, subito scattano e vengano a galla invalicabili confini.
E siamo del medesimo paese: chissà se fossimo
di etnia o religione differente!
C’è una parola bellissima e scomoda che il Vescovo ripete: fraternità! Concetto che ci riporta
all’impossibilità di decidere con chi avere a che
fare nella vita, ma ci lascia un’immensa libertà su
come darci da fare per i fratelli.
Nutro il desiderio che in ogni comunità parrocchiale, religiosa o associativa e nelle più ampie
forme di ecclesialità, compresa quella diocesana, si rifletta sulla concretezza della fraternità, a
partire dalla fede, per poi riconoscerla e tradurla
nella carità. L’articolazione di queste riflessioni
può essere scandita in questo modo: lo fraternità nella parrocchia, lo fraternità tra parrocchie,
lo fraternità tra esperienze diverse di vita cristiana, lo fraternità con tutti gli uomini e con le forme di condivisione sociale. Quest’ultima è una
prospettiva che avverto sempre più necessaria,
nei confronti della quale lo Chiesa è chiamata
a porsi non solo come segno, ma anche come
strumento significativo ed efficace.
Se in questi anni ci siamo proposti, attraverso i
programmi pastorali, di perseguire un processo
di trasformazione affinché le nostre parrocchie
diventino ogni giorno di più delle autentiche comunità cristiane, ritengo che l’attenzione alla vita
fraterna sia assolutamente coerente con questo
impegno. (Lettera pastorale LA FRATERNITÀ
CRISTIANA, 2012)
La concretezza invocata parte dal superamento
reale di differenze storiche, reali o presunte tali.
Siamo invitati a vestire un unico abito che ci libera dalle mancate responsabilità, dall’indifferenza,
dalle gestioni separate, dall’orgoglio, dalla convinzione di essere migliori, dalle necessità di essere
sempre un gradino sopra. Scuola, politica, società, sport, parrocchia chiedono il superamento
non dei carismi, ma degli egoismi. Per non dire
più: è mio oppure è vostro, ma solo: anche questo è mio fratello, anche questo mi appartiene.
FOTOCRONACA
Percorsi dei gruppi adolescenti:
il significato nel percorso della comunità cristiana
LA COMUNITÀ E LA CURA
Da alcuni secoli la comunità cristiana bergamasca si prende a cuore e cura l’educazione delle giovani generazioni. Questo costituisce il punto di partenza della presente
proposta. Ma non ne è la ragione profonda: tutti sanno
che limitarsi al “si è sempre fatto così” nasconde il fatto
di non avere ragioni più sostanziose. La cura delle giovani
generazioni è qualcosa di più. È la capacità di una comunità
cristiana di riconoscere che il primo atto di carità è proporre un cammino educativo che coinvolga radicalmente
la fede, affinché essa sia il fondamento della stessa vita. Ciò
fa riferimento diretto allo stile di Gesù e
del vangelo: non abbandonare l’altro sulla sua strada nel
momento del bisogno e condurlo al suo vero e profondo
bisogno: credere nel Padre. E questo vale ancora di più
quando la persona in questione è piccola, povera, fragile. E
la crescita di una persona è momento delicatissimo, bisognoso di cura e di attenzione. Una comunità che non lascia
soli i suoi piccoli nel momento della crescita, sta ripentendo e testimoniando gli stessi gesti di attenzione e cura che
da sempre il Padre manifesta nei confronti dell’umanità.
La sfida più importante del cammino educativo nella fede
è proprio che essa riguarda non tanto alcune abilità o capacità da acquisire o migliorare, quanto la ragione stessa del vivere, di cui nessuno è maestro. L’educazione è il
primo atteggiamento missionario dell’adulto cristiano, che
testimonia la sua fede proprio mettendo i suoi piccoli nella
condizione di apprezzare la bellezza del Regno che viene,
diventando liberamente e maturamente discepoli di Gesù.
Per questo una comunità che si occupa delle giovani generazioni non fa altro che esercizio di cura anche verso se
stessa: c’è da decidere che cosa testimoniare e proporre
a questi ragazzi, c’è da-sapere che cosa sta a cuore alla
comunità, in particolare che cosa c’è nel cuore dei suoi
componenti più adulti. Tutto questo avviene solo attraverso un discernimento attento della situazione stessa della
comunità: essa non può dimenticare di dover tornare continuamente al Vangelo per attingere le parole, i pensieri, i gesti del Maestro,
quelli che possono animare la vita
dell’uomo di oggi e continuare a
renderla piena.
Per l’anno pastorale 2012-2013 i gruppi adolescenti si ritrovano, classe per classe, secondo questo calendario:
3a media (gruppo ’99): mercoledì dalle 18 alle 19
1a sup (gruppo ’98): mercoledì dalle 20 alle 21
2a sup (gruppo ’97): mercoledì dalle 20 alle 21
3a sup (gruppo ’96): mercoledì dalle 21 alle 22
4a sup (gruppo ’95): lunedì dalle 21 alle 22
5a sup (gruppo ’94): venerdì dalle 21
Gruppo Giovani Vicariale
Anche quest’anno il vicariato punta alla formazione di un
gruppo giovani vicariale, pensato per i giovani dai 18 ai
30 anni. L’occasione è quella di continuare i percorsi che
si svolgono a livello parrocchiale in un contesto più ampio, per condividere oltre confini della propria parrocchia
speranze, resistenze, possibilità, sogni, fede, vita, carità. Il
primo incontro si è realizzato venerdì 9 novembre il prossimo incontro si terrà a Credaro, presso l’oratorio, venerdì 30 novembre a partire dalle 20.30.
Per infoi: in Facebook Gruppo Giovani - vicariato di Predore
Il Kayak tra lago e fiune
CSI Oratorio Sarnico
Raccontare del gruppo “ Sarnico Kayak” vuol dire raccontare di emozioni, di
tenacia, di passione, di fatiche ma anche di soddisfazioni; vuol dire raccontare
di amici che si ritrovano, con le loro sgargianti attrezzature, per solcare le acque
turbolenti dei fiumi o quelle più calme del lago di Iseo.
Basta un tam tam su Facebook o un giro di telefonate e l’allegra compagnia si
ritrova alla base per impugnare pagaie e kayak e partire.
Come è accaduto il 21 Ottobre per partecipare all’Adigemarathon 2012, 20 km
di fiume da Dolcè a Pescantina ( in provincia di Verona) , discendere coi Kayak, tra
acque mosse e rapide a volte impegnative.
In quell’occasione, con partenza all’alba, ci si è ritrovati poi a pagaiare tutti
insieme, a incoraggiarci a vicenda nei
momenti di difficoltà, a fermarci nei
punti di ristoro lungo il percorso per
bere un fumante vin broulè, mangiare
panini imbottiti di salame…o di Nutella e alla fine arrivare al traguardo e
dirci con gioia “ce l’abbiamo fatta!”
L’Adigemarathon è stata anche l’occasione per incontrare nuove persone,
per scambiare pareri sull’ultimo modello di imbarcazione o di attrezzatura, ma soprattutto per condividere la
passione del “remo”.
In quell’occasione più di 1.500 persone hanno vissuto tre ore di sport, di
competizione per alcuni, di svago per
altri. Bambini ed adulti si sono ritrovati tra sorrisi e sforzi, a pagaiare in
punti veramente belli del fiume Adige,
ma anche a superare rapide dove, tra
onde impetuose e correnti insidiose,
c’era sempre un senso di sicurezza per
la presenza dei volontari del’organizzazione e della Protezione Civile, pronti ad aiutare (e ripescare) chi in quelle acque poteva
trovare difficoltà.
Giunti alla meta e riposti i kayak c’è stato anche il tempo per un pranzo tutti insieme; come non gustare i piatti tipici? Dai cappelletti al cotechino con la “pearà alla veronese” e soprattutto un buon vino locale per scaldare, se ce ne fosse ancora bisogno,
anima e corpo. Un giro nel paese, uno sguardo ai mercatini e alla sera il rientro; stanchi, ma soddisfatti.
Sono bastati poi pochi giorni di “assenza” e ritorna l’invito a ritrovarsi per un’uscita di gruppo. L’autunno è iniziato e il lago regala
la parte migliore di sé; quale migliore occasione per dare un titolo a questa nuova uscita? “I colori dell’autunno visti dal lago”.
La giornata è quasi primaverile, il sole è caldo , il lago è a dir poco spettacolare e la voglia di stare insieme è tantissima. E così si
riparte. L’autunno visto dal lago è davvero ancora più bello…i colori dei giardini e delle piante del litorale si rispecchiano nelle
calme acque del lago; incrociamo anatre e cigni che tranquillamente si godono il “loro” lago, ma anche alcuni pescatori solitari
sulle loro imbarcazioni; si passa davanti ai cantieri Riva, alla torre semi diroccata di Predore arrivando ai tassodi di Tavernola;
ci si ferma tra le fronde di questi alberi possenti, che vivono con le radici perennemente affondate nell’acqua , immaginando
quasi d’essere in una giungla. Sono alberi bellissimi e i loro colori ci ammaliano: si scattano foto…e ci regaliamo anche una foto
di gruppo.
Al ritorno lo spettacolo del tramonto ci emoziona…ognuno di noi ne rimane incantato e senza parole, un attimo per stare
coi propri pensieri…è quasi un peccato rientrare alla base, ma si deve. La brezza della sera si fa sentire e ci si sta raffreddando.
Arriviamo alla base, si rimettono in ordine Kayak e attrezzature, ci si saluta …pronti per il prossimo richiamo! Il lago è lì che ci
attende….sempre! E noi vi aspettiamo
Per eventuali contatti www.kayaksarnico.it oppure [email protected] o FB kayak sarnico
Franca Perletti
AVVISO
Vi aspettiamo numerosi alla Cena
augurale di Natale: sono invitati
gli atleti di tutte le discipline, gli
amici ed i sostenitori, ma soprattutto i loro familiari.
Per informazioni ed iscrizioni, informatevi dai vostri allenatori.
Programmazione Cine teatro Junior e spettacoli dicembre
Cineforum 2012
Cinema Oratorio di Paratico e Cine Teatro Junior di Sarnico
Ultime due proiezioni
Giovedì 29 novembre a Paratico:
Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani, ITALIA 2012
Giovedì 6 dicembre a Sarnico:
Quasi amici di Olivier Nakache e Eric Toledano, FRANCIA 2011
30 novembre ore 21.00
Le donne di Malamore
Con Lucrezia Lante della Rovere
Regia Francesco Zecca
In favore del progetto: Giorgio…
La speranza in un sorriso
27 dicembre ore 20.45
Serata degli auguri dell’AVIS
Cabaret alla bergamasca con:
la Crazy Company for don John,
i CÖntatorie di Viadanica e
i Canterini del Sebino.
Con la partecipazione straordinaria di
LUCIANO RAVASIO cantautore bergamasco
e FEDERICA MUSSINELLI di “Star Accademy”
Anna Dossi
Una foto rubata ad un fotografo professionista che ha ritratto Anna in gita a Ferrara lo scorso anno. Forse nemmeno lei sa
dell'esistenza di questa bellissima istantanea. È un regalo per i suoi tanti anni come corista e non solo.
Nov. 2012
ilPorto - 29
S
C
U
O
L
A
Lo spettacolo di Natale dell'Asilo
a cura di Sara Venchiarutti
A
vrà una nuova location il tradizionale spettacolo natalizio che la scuola materna Faccanoni organizza da ormai molti anni.
Dal Cine Junior, dove si svolgeva la manifestazione fino al 2011, la festa si sposterà infatti nella
chiesa parrocchiale il prossimo 17 Dicembre alle
ore 20.00, una scelta che vuole essere un ritorno alla
tradizione per esaltare la semplicità del significato originale del Natale.
Nella festa saranno coinvolti tutti i bambini che frequentano la scuola: dai più piccoli ai più grandi, tutti i
180 scolari parteciperanno a vario modo allo spettacolo, vestiti con i classici costumi di Natale che molte
mamme hanno confezionato per loro.
Canti, preghiere e intrattenimento faranno da sfondo
alla festa in cui saranno coinvolti anche i genitori e le
associazioni del territorio.
Il tema al centro dello spettacolo sarà proprio Sarnico,
seguendo il filo conduttore della didattica di quest’anno che si è concentrata proprio sulla conoscenza del
nostro paese.
L’appuntamento quindi è per lunedì 17 Dicembre alle
ore 20.00 presso la chiesa parrocchiale.
30 - ilPorto
Nov. 2012
Un momento dello spettacolo di Natale del 2011
sotto la tensostruttura in piazza
Scuola dell'Infanzia
Volontari, una risorsa a cui non possiamo rinunciare
a cura del Collegio Docenti della Scuola per l'infanzia
C
hi sono i volontari e in cosa consiste il volontariato?
VOLONTARIATO: attività volontaria e gratuita
svolta da alcuni cittadini a favore della collettività, dei malati, dei bisognosi ecc.
(dal Dizionario della Lingua Italiana Il Sabatini Coletti)
Ecco cosa sono i volontari: persone splendide che, a titolo gratuito, decidono di spendere il loro tempo aiutando
gli altri e dimostrando così dedizione e amore per il proprio paese e per la popolazione.
La nostra Scuola dell’Infanzia riceve un contributo fondamentale da queste persone, generose e disponibili, che
hanno deciso di mettere a disposizione dei nostri bambini il loro tempo, i loro valori e le loro capacità; una risorsa
a cui il nostro asilo non può permettersi di rinunciare.
Per questo, con il cuore, vogliamo ringraziare immensamente tutti i volontari che, anche quest’anno, stanno prestando servizio presso la nostra struttura senza chiedere
niente in cambio: i volontari della nanna, i volontari impegnati nei progetti didattici e nei percorsi laboratori ali e
i volontari che con il loro impegno ogni giorno rendono
più bello il nostro asilo.
Tutta la Scuola dell’Infanzia vi è immensamente grata per
tutto quello che state facendo!
Scuola dell'Infanzia - A. Faccanoni di Sarnico
dall'alto in basso:
I primi passi con il computer
La nanna pomeridiana
Facciamo un po' di psicomotricità
a sinistra:
Impariamo il mestiere di "Geppetto"
Nov. 2012
ilPorto - 31
E
V
E
N
T
I
Rock ‘n Sarnek
a cura di Mauro Demarchi
Più di cinquanta e non sentirli
Nella foto:
Parte del
gruppo
cucina di
Rock 'n
Sarnek
32 - ilPorto
N
on stiamo parlando di anni e non stiamo parlando di un
compleanno, ma di un gruppo fenomenale di ragazzi e
di un evento estivo ormai considerato un vero e proprio appuntamento del Lago d’Iseo.
Arrivati alla terza edizione è forse l’ora dei bilanci, partendo dal
dato sicuramente straordinario della crescita, nel numero, del
gruppo organizzatore che può vantare, come detto in indice, più
di 50 persone provenienti non solo dal Comune di Sarnico, ma
anche dai paesi limitrofi.
Riuscendo a coinvolgere negli intenti non solo ragazzi appartenenti alla comunità Sarnicense, il gruppo Rock ‘ n Sarnek ha potuto
così sviluppare, secondo diversi ambiti di competenza, una festa
sempre nuova e divertente, curata nei dettagli e travolgente nello
spirito.
Partita quasi come una scommessa fra amici, ora è in tutto e per
tutto una realtà importante dell’estate lacustre e a dimostrarlo
ci sono anche i dati provenienti dal fatturato che, arrivati al terzo
anno di chiusura cassa in positivo, ci permetterà anche di devolvere in beneficenza l’intero ricavato della festa, salvo avanzo cassa
per poter ripartire l’anno prossimo.
Infatti Rock ‘n Sarnek ha donato 2.000€ al gruppo Alpini di Sarnico
per permettere, insieme ad altre associazioni del territorio, l’acquisto di un pulmino attrezzato da mettere a disposizione dell’Istituto
Angelo Custode.
Il poter partecipare, anche in quota economica, ad un progetto
benefico del genere è per noi motivo di forte orgoglio, oltre che
attestato di un lavoro fatto di sacrifici e impegno, ma anche di tanta
umanità e sguardo rivolto al sociale.
Nov. 2012
Quando si parla di “Festa della Birra”, spesso si
viene fraintesi: non è nostro interesse trascurare assolutamente l’aspetto ludico e spensierato
della manifestazione, ma ci riconosciamo in parte il merito di svolgere, come gruppo, anche un
attività formativa riguardante l’organizzazione di
una festa che oltre a mirare al ritrovo e alla socializzazione, punta a valorizzare anche lo spazio
concesso, ovvero il bellissimo Lido Nettuno.
La possibilità di usufruire di questo spazio, ci fornisce l’occasione di presentarci anche sotto altri
aspetti, che oltre alla buona cucina e al bere una
buona birra, ci permette di offrire un bellissimo
panorama e l’utilizzo delle strutture sportive tramite i tornei organizzati ogni anno di Beach Volley
e Calcio a 5.
Inoltre quest’anno abbiamo avuto l’occasione di
trasmettere la partita degli Europei di Calcio, ovvero i quarti di finale fra Italia e Inghilterra e abbiamo
riscontrato nella presenza, un notevole successo
della serata.
In conclusione, crediamo di aver fatto un buon
lavoro e vi invitiamo la prossima estate a passare
del tempo con noi, per rendervi conto di quanto entusiasmo e quanto buono spirito trasuda dal
nostro lavoro per la “Festa della Birra - Rock ‘ n
Sarnek: vol. 4”.
Ringraziamo vivamente tutte le nostre partnership, a partire dalla Cooperativa “Il Cantiere” nella
persona in particolare di Pietro Manfredi fino ad
arrivare al Centro Culturale “La Bussola” di Adrara
San Martino, stringendo la mano precisamente ad
Aldo Micheli e a Giancarlo Bresciani.
Un sincero ringraziamento al Comune di Sarnico,
al Consorzio dei Laghi, a Don Loris, insieme a tutto l’Oratorio Parrocchiale ed ultimo (ma non per
ordine di importanza), la Proloco Sarnico, in particolar modo al Presidente Lorenzo Bellini, Silvia
Grena e Manuela Frattini
Vi aspettiamo con affetto, invitando tutti quelli che
volessero partecipare, anche nelle vesti di volontari, alla prossima edizione! Per tenerti in contatto
con noi:
Twitter: rocksarnek
Facebook: Rock 'n Sarnek
a cura di Gian Franco Gaspari
Stupenda elevazione musicale a Grumello del Monte
S
Eseguita anche ”l’Ave Maria” del maestro Giancarlo Corna
i è svolta sabato 6 ottobre scorso, nella parrocchiale di Grumello del Monte, una eccezionale Elevazione Musicale in occasione dell’annuale festa della “Madonna del Voto”.
Riteniamo di farne menzione non solo per il grande concerto eseguito, ma anche perché il programma prevedeva l’esecuzione dell’ “Ave Maria” del nostro Maestro G.Carlo
Corna. Ma andiamo con ordine. L’elevazione è stata stupendamente diretta dal maestro Luciano Rovaris con il maestro Pietro Manenti all’organo. Il maestro Rovaris, che dirige anche il
coro di Tagliuno ed i corpi musicali di Tagliuno e Chiuduno, è anche il papà del maestro Marco
Rovaris che dirige il nostro coro “I Canterini del Sebino” e del maestro Corrado Rovaris, direttore artistico del Teatro di Filadelfia. Tornando al programma, sono stati eseguiti 14 brani
fra i quali composizioni di Castelli, Handel, Vittadini e Rossini.
Il coro di Grumello è numeroso e dotato di solisti eccezionali che formano un insieme di tutto
rispetto, al quale sono andati vivissimi consensi da parte del pubblico presente, assieme ai
solisti che è giusto qui elencare: Soprani: Adele Belotti (insegnante di musica a Sarnico), Cinzia Manenti ed Emilia Santini. Contralto: Giovanna Paris. Tenori: Emilio Mongodi e Roberto
Perletti. Baritono: Rosino Mongodi. Basso: Angelo Lazzari.
Tutti i brani sono stati eseguiti magistralmente. Il soprano Adele Belotti ha eseguito da solista
l’”Ave Maria” di G.Carlo Corna, presente al concerto, al termine del quale sono stati ripetutamente applauditi. Una serata musicale che sarebbe molto gradita anche nella nostra prepositurale. Ancora complimenti vivissimi al maestro Rovaris ed a tutti i partecipanti.
Il M° G.Carlo Corna si complimenta
con la soprano Adele Belotti
A Sarnico va in onda "Shopping Saturday"
a cura di Sara Venchiarutti
mento, scarpe e oggettistica che esporranno l’apposita locandina:
gli sconti saranno applicati sulle nuove collezioni, con un risparmio
notevole per tutti coloro interessati a fare degli acquisti o, perché
no, dei regali prima di Natale. Il bandino di Sarnico aprirà la manifestazione per dare il via a questi saldi super veloci e super anticipati.
Inoltre, per l’occasione, tutti i posti auto a pagamento si trasformeranno in piazzole libere: niente pagamenti quindi per i posteggi!
«Questa iniziativa è una vera novità per Sarnico - ha fatto sapere Giampietro Belotti, Presidente dell’associazione commercianti- ma anche
per tutto il Paese: ci è sembrato un modo originale e interessante per
agevolare il consumatore ancor prima dell’apertura ufficiale dei saldi.
Naturalmente shopping Saturday aiuterà anche i commercianti a risollevarsi da un periodo non propriamente favorevole». I saldi invernali inizieranno poi dopo le feste natalizie, il 5 Gennaio 2013.
Ma la grande novità del periodo invernale, in particolare di quello
natalizio, è che l’associazione commercianti insieme alle associazioni
rriva direttamente dai paesi anglosassoni la nuova inizia- del territorio ha deciso di reintrodurre la pista di pattinaggio sul
tiva che Sarnico, primo in Italia, ospiterà il prossimo 24 ghiaccio.
Novembre.
Da fine novembre fino a dopo San Mauro la Piazza Umberto I ospiDalle ore 10 fino alle ore 22 oltre 30 negozi apriranno i terà quindi la pista che già nelle edizioni precedenti (nel 2003, nel
saldi in esclusiva soltanto per dodici ore: tutti i clienti che si reche- 2005 e nel 2007) aveva attirato migliaia di appassionati del ghiaccio:
ranno a Sarnico potranno quindi aggiudicarsi capi scontati fino al basti pensare che solo nel 2007 ben 6.000 persone avevano indos30%. Una giornata intera organizzata dall’associazione commercian- sato i pattini. Le risorse degli organizzatori saranno quindi concenti in cui si potranno fare dei veri e propri affari, sfruttando i prezzi trate in questa iniziativa, sperando che cittadini, visitatori e turisti
più bassi di tutto l’anno, se non si considerano naturalmente i tradi- apprezzino l’attrazione decisamente invernale.
zionali periodi dei saldi.
Come già nelle altre occasioni il biglietto, senza limitazioni di tempo,
A partecipare all’iniziativa saranno soprattutto i negozi di abbiglia- costerà 5 Euro.
A
Nov. 2012
ilPorto - 33
T E S T I M O N I A N Z E
a cura di Gino Marchetti
Padre Antonio e il prof. Parenzan
una grande amicizia
«Se in me c’è una parte buona la devo a padre Antonio»
Padre Antonio
e il prof. Lucio
Parenzan con
Anna Gababo, la
bambina Keniota
operata grazie a
"Padre cuore"
34 - ilPorto
S
abato 27 ottobre, presso il Centro Culturale San Bartolomeo di Bergamo, è stato
presentato il libro “Lucio Parenzan e i suoi
ragazzi” di F. Roncalli. Il libro narra l’impegno, la passione professionale, l’amore per la vita
di uno dei più grandi pionieri della cardiochirurgia
pediatrica che nell’ultimo cinquantennio ha trasformato l’Ospedale di Bergamo in un affermato
polo di eccellenza di assoluto rilievo internazionale.
Dal 1988 al 1995 il prof. Parenzan si dedica ad
un progetto di formazione di un team di cardiologi di alta professionalità che lavoreranno in
Kenya ed in altri Paesi africani. Determinante per
questo progetto è stato l’incontro con il nostro
indimenticabile Padre Antonio che viene descritto all’interno del libro come «una figura bonaria,
vigorosa, nella più genuina tradizione missionaria
che per primo aveva sollecitato il progetto e che
accompagnerà l’intera impresa, tessendo e garantendo il raccordo tra quel mondo a lui caro
e conosciuto e quel drappello di super tecnici
occidentali che saranno chiamati a spezzare il
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pane delle loro conoscenze». Grazie a questo
incontro Padre Antonio comincerà a portare a
Bergamo – a decine – bambini kenioti che avevano urgente bisogno di interventi al cuore (per
questo verrà soprannominato Padre Cuore).
Di lui il prof. Donald Ross (cardiologo della famiglia reale inglese) che collaborava al progetto
africano disse:
«Padre Antonio sarà un membro assai valido del
team, soprattutto dal punto di vista delle relazioni pubbliche, gli vogliamo un gran bene, certo ci
terrà su di morale e provvederà ai nostri bisogni
spirituali».
Il prof.Parenzan, alla morte di Padre Antonio lo
volle ricordare così: «Se in me c’è una parte buona la devo a padre Antonio: mi ha fatto capire che
si può vivere con poco, mi ha insegnato che nella
vita si può dare di più. L’ho aiutato tanto, ma alla
fine sono io che devo dirgli grazie».
Sono trascorsi dieci anni dalla morte di P. Antonio ma il suo ricordo, come menzionato in questo libro, rimane sempre vivo nella memoria di
chi ha avuto la fortuna di incontrarlo.
R I F L E S S I O N E
Torni in casa lo spirito di preghiera
a cura della Redazione
N
elle nostre famiglie non si prega più come una volta. Eppure, è proprio attraverso la preghiera, con la quale ci si mette in relazione
con Dio, che riusciamo a capire il suo Progetto su di noi e sui nostri figli. La Santa Famiglia ci insegna molto in fatto di devozione
religiosa. Le esigenze di una famiglia le comprende solo chi l’ha concepita. «Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la
grazia di Dio era sopra di lui».
Lo sviluppo della famiglia e dei figli si svolge sotto lo sguardo comprensivo di Dio.
Nella famiglie non c’è dialogo, la preghiera è assente, non c’è unione e quindi viene meno l’amore. Ed allora imitiamo la Famiglia di Nazaret,
che vive in religiosità, semplicità e sincerità, amore e rispetto reciproco. Allora vedremo le nostre famiglie edificate sulla "Roccia di Cristo",
orientate alla lode e benedizione di Dio.
Preghiera rivolta a Sant'Anna, madre della Madonna
"O Sant’Anna, nonna di tutte le nonne, e tu Vergine Maria, mamma di tutte le
mamme, intercedete presso la Santissima Trinità affinchè nelle nostre famiglie
ritorni lo spirito di preghiera.
Soprattutto fate in modo che le mamme e le nonne insegnino ai bambini a
pregare, cosicchè le mura della casa, le persone che ci vivono, gli stessi animali
domestici sentano l’eco delle preghiere che salgono verso il Cielo.
Così i giorni saranno riempiti di desiderio di bene, di pace e di carità, in attesa
del ricongiungimento in Cielo di tutta la famiglia umana nell’unione con Dio,
con gli angeli e i santi. Sia lode al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo".
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ilPorto - 35
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Un omaggio alla nostra Protezione Civile
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l volontario Gianni Busi al lavoro mentre pulisce da sterpaglie e rovi la zona della Croce - "Rocca De Zucchellis".
Alle sue spalle un panorama mozzafiato della nostra Sarnico. Un omaggio della redazione ai volontari del gruppo ANA Protezione Civile
che, togliendo ore al proprio tempo libero, operano per la nostra sicurezza.
(foto di Alessandro Dometti)
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Invecchiamento sano, attivo
e … della solidarietà fra generazioni
a cura dI Sandro Arcangeli
C’è la possibilità di conservare il controllo della nostra vita il più a lungo possibile.
L
’anziano vede avvicinarsi, a grandi passi, la vecchiaia. Sa
del terrore che ti prende quando si profila la dipendenza, la necessità di sottostare alle scelte di altri, l’umiliazione di essere considerati superflui, ma… vuole
dare senso e considerare in modo positivo e attivo questo
pezzo di tempo vitale, guadagnato, rispetto alla morte.
Oltre gli slogan (molto usati in periodi elettorali), "gli anziani
sono una RISORSA" c’è qualcosa di più?
Io dico di si.
Dobbiamo invecchiare rimanendo attivi. Dobbiamo esercitare il nostro ruolo nei campi in cui possiamo ancora mostrare capacità ed esperienza, partecipando attivamente alla
vita sociale.
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Invecchiare
rimanendo
attivi?
Crediamo che
più di così non si
possa fare.
Altro che Javier
Zanetti!
Come? Dando un contributo prezioso
a chi ne ha bisogno; occupandoci dei
familiari o facendo opere di volontariato.
Ma l’autonomia? È noto che la nostra
salute peggiora con l’avanzare dell’età;
ma disponiamo di risorse (molte!!) per
rallentare questo fenomeno naturale,
che possono garantire un ambiente
sereno alle persone che soffrono di
problemi di salute o di disabilità. Insomma c’è la possibilità di conservare
il controllo della nostra vita il più a lungo possibile.
E allora? Dobbiamo vivere la terza e la
quarta età non come la fase residuale
dell’esistenza, ma piuttosto come un
bene di cui beneficiare.
Bisogna spingere all'«Invecchiamento
attivo» in una società costruita sulla
solidarietà e la cooperazione fra generazioni .
Il Parlamento Europeo ha creato un fondo
per “SENIOR IN AZIONE” finalizzato allo
scambio transnazionale ed alla mobilità
delle persone anziane.
Dobbiamo continuare (a Sarnico si fa da
tanto tempo) il programma dei corsi di informatica ed universitari, per arrivare (prima del loculo!!!) ad una società per tutte le
età, nella diversità e nella parità dei diritti
e dei doveri.
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ilPorto - 39
Amore e ADMO due A un solo cuore:
salvare una vita
a cura di Ernesto Freti - ADMO Basso Sebino
Cit. «Amore salvami - vieni avanti e parlami
sollevami e non lasciarmi cadere»
S
ullo scorso numero abbiamo visto come la carità si può anche tradurre
come amore. “La carità
non verrà mai meno” (1 Cor
13, 8).
Vi sono molti modi di amare,
ognuno meraviglioso e degno
di nota.
A volte non serve nemmeno
una parola: basta un gesto fatto col cuore per dire al mondo
che si ama.
“Love Rescue Me” (“amore salvami”
come nel brano degli “U2”): ci sono
persone che a causa di patologie legate al sangue - leucemie e tumori hanno bisogno di un gesto concreto
per poter sperare di essere salvate.
Hanno bisogno che sempre più persone possano ascoltare il proprio
cuore e divengano potenziali donatori di midollo osseo: un gesto d’amore verso una persona che non
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si conosce a cui le si può salvare la vita. Dal punto di vista medicostatistico, vi è la probabilità di trovare solo una persona compatibile su
centomila.
Una persona unica quindi che può regalare un futuro a chi non lo ha.
Con questo gesto di estremo amore, ci si iscrive nel registro mondiale
dell’IBMDR - Italian Bone Marrow Donor Registry (Registro Italiano
dei donatori di midollo osseo) -, registro che comprende chi ha ascoltato il cuore e che ha deciso di dare una mano in concreto a chi è meno
fortunato. Se solo lo si vuole, si può rendere questo mondo migliore. E
lo si può fare soltanto ascoltando il proprio cuore.
«Ho sconfitto il mio passato - alla fine il futuro è qui. Io resto fermo
all'entrata di un nuovo mondo che riesco a vedere»: questo è quello
che possono finalmente dire le persone che hanno sconfitto la malattia
grazie alla donazione di midollo osseo.
Non perdete l’occasione di regalare questo nuovo mondo a delle persone che hanno bisogno del nostro aiuto.
Per approfondimenti, maggiori ragguagli e diventare potenziali donatori di midollo osseo, non esitate a contattarci:
Admo Basso Sebino
tel. 3482333402 , email [email protected]
Referente: Ernesto Freti
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Entusiasmo e partecipazione
all’Ospedale di Sarnico
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a crisi economica che l’Europa sta oggi attraversando porta un senso di disorientamento nei cittadini tanto più drammatico in quanto per ora non esistono segni di inversione
di tendenza. La sempre maggior attenzione al paziente e alla salvaguardia della sua salute
è un obiettivo che l’ospedale di Sarnico continua a perseguire investendo risorse ed energie.
L’intervento di Habilita in questi anni ha apportato benefici anche in termini di innovazione,
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a cura di Elena Raspini
in particolare con l’impiego di strumentazione tecnologica all’avanguardia.
Anche il miglioramento e l’adeguamento
della professionalità del personale sanitario costituiscono due aree privilegiate su
cui Habilita ha continuato ad investire.
Dall’inizio di ottobre all’ospedale di Sarnico collabora come endocrinologo il dr.
Giorgio Pagani, già direttore USC Endocrinologia presso gli Ospedali Riuniti di
Bergamo, che vanta un curriculum di tutto
rispetto.
La concertazione e il pluralismo di esperienze degli operatori sanitari costituiscono le fondamenta nella realizzazione
di équipe di cura sempre più competenti
nella gestione della malattia e della terapia.
La valorizzazione dell’innovazione e il potenziamento dell’offerta sanitaria continueranno anche nel futuro a rappresentare una delle priorità per l’Ospedale di
Sarnico.
V O L O N T A R I A T O
Il volontariato: c'è più gioia
nel dare che nel ricevere
a cura di Carla Casati
ligenza, promozionale e organizzativa.
Il cuore e la mente: più si riesce a mettere insieme queste due anime
e più il volontariato diventa bello, significativo e soprattutto dura e
perdura nel tempo.
L
a bellezza del volontariato parte da una frase meravigliosa e
io credo che chi fa il volontario ha sentito vera. È la frase
del libro degli "Atti degli Apostoli" (20,35), quando Paolo, ripensando alla sua vita e citando il suo cammino, soprattutto i
suoi anni di lavoro ad Efeso, “senza oro e senza argento”, arriva ad
esprimere quella famosa frase: «C’è più gioia nel dare che nel ricevere».
Teniamo presente questa frase, perché è la frase centrale e basilare
del volontariato. Questa gioia deve essere sempre tenuta presente,
perché se manca la gioia nel volontariato, manca lo stile, manca il
cuore. Vengono meno i discorsi sulla efficienza nel dare, sugli stessi
concetti della solidarietà e sussidiarietà pure preziosissimi.
C’è più gioia nel dare che nel ricevere. E questo stile di sorriso, di
gioia, deve restare sempre presente perché altrimenti, adagio adagio, un volontario diventa un funzionario, diventa un esecutore di
ordini, non più un testimone dell’esperienza.
Il volontariato non deve sostituire ma stimolare il mondo politico.
È il luogo dove maggiormente la carità deve usare l’intelligenza ed
insieme il cuore: così è fare volontariato!
Le due mani del volontariato sono infatti il cuore, generoso, e l’intel-
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IO SONO SEGNO DELLA GRATUITÁ DI DIO
La gioia nel dare porta con sé due immediate conseguenze. La prima è il bisogno di saper rispondere alla domanda: “Perché si fa?
Perché si diventa volontario?”. Si diventa volontari se si sente nel
cuore un dono gratuitamente ricevuto. La gioia nasce da questo.
Si è volontari per restituire, non per fare ma per restituire, perché
tutto nasce dall’idea meravigliosa di aver gratuitamente ricevuto. È
la frase di Gesù quando dice che: «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Non è solo una questione economica, ma è soprattutto questione di stile, di sorriso. A questo
proposito mi piacerebbe rispondere alla domanda: «i ragazzi dove
sono nei gruppi di volontariato?».
Ci sono! Certo non dobbiamo pensare alla presenza giovanile come
alla presenza tipica del volontario, ma se stimolati e responsabilizzati, con i loro tempi fanno capolino nelle diverse attività delle associazioni e gruppi del nostro territorio. Quindi un ringraziamento
particolare ai gruppi di ragazzi che in occasione di San Martino, si
sono alternati con premura ad aiutare gli operatori del Centro di
Ascolto nella raccolta viveri. Approfitto anche per ringraziare le due
ragazze che si sono avvicinate allo Spazio Gioco, dando il loro tempo
a supporto dell’educatrice nelle attività con i bambini e le loro mamme, e a tutti quei giovani impegnati nelle attività dell’Oratorio. Ora
la nostra comunità sta pensando ad uno spazio compiti per dare
sostegno nei compiti a quei bambini che fanno un po’ fatica da soli.
Quindi ragazzi fatevi avanti mettendovi in contatto con Don Loris.
Sarà un’esperienza piacevole e interessante e alla fine riceverete un
attestato di competenze acquisite che vi servirà per la vostra crescita curriculare.
F
O
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"I Canterini del Sebino"
News
I
nostri affezionati sostenitori ci chiedono spesso notizie sulle novità che riguardano il coro
e approfittiamo dello spazio che “il Porto” ci concede per dare qualche informazione.
Il mese di ottobre ha visto il coro protagonista di due concerti che hanno entusiasmato
il caloroso pubblico presente nella sala Palafeste di Grumello. Il coro si è esibito davanti a trecento persone che festeggiavano l’Associazione Anziani di Grumello. La domenica
successiva siamo stati invitati nella splendida struttura della casa di riposo “Bonomo Cacciamatta” di Tavernola B.sca: erano presenti oltre agli ospiti, anche accompagnatori esterni,
rappresentanti dello staff e i responsabili della direzione.
Questi i commenti che, il giorno dopo, ci hanno trasmesso per scritto: “siete stati magnifici"
e avete portato una ventata di serenità e armonia. Anche oggi, incontrando ospiti e altri del
pubblico, hanno detto lodi dell’iniziativa. Guardando l’uditorio durante la vostra esibizione,
ho visto moltissime labbra che si muovevano cantando con voi. Avete innescato una voglia
matta di cantare quello che nel passato è stato composto con tanta arte e che è stata la
colonna sonora della vita di molti nostri anziani. Eseguite con belle voci, energia, sentimen-
L
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E
a cura di Miriam Gaspari
to e armonizzazione raffinata, questi canti
da voi proposti, anziché far venire nostalgia
danno vigore al presente e coraggio per il
futuro”. Inutile dire che questo commento ci ha davvero commosso, soprattutto
perché ci ha confermato quanto il nostro
scopo sia stato raggiunto e ora veniamo
ai programmi futuri. I CANTERINI hanno
introdotto nuovi canti della vecchia tradizione e li proporranno (insieme a quelli già
collaudati) nella sera del 7 dicembre presso il Centro Culturale Sebinia (ex chiesina
Nigrignano), alle ore 20,45. Sarà una serata
all’insegna della beneficenza e contiamo
sulla presenza sensibile di chi vuole dare
una mano (economica) in favore di TELETHON. Una serata organizzata in collaborazione con il supermercato Simply .
Altro appuntamento con il coro ”I canterini del Sebino” per la sera del 27 dicembre
presso il cine Junior, dove il coro si esibirà
insieme al cantautore bergamasco Luciano
Ravasio (omonimo del nostro parroco)
durante la annuale festa dell’AVIS. In questi
tempi bui sappiamo che vale ancora il detto: ”canta che ti passa” e siamo certi che
aiuti ad affrontare con un poco di serenità
quello che ci riserva il futuro.
Saluti, auguri, grazie e a presto da Miriam
per il coro ”I Canterini del Sebino”.
Auguri Bràa Zét!:
"Cabaret alla bergamasca"
Il 27 dicembre 2012 è una di quelle date da segnare in rosso sul calendario.
Organizzato dall'Avis Sarnico Basso Sebino, alle ore
20.45, presso il teatro Junior si alzerà il sipario su
"Auguri Bràa Zét - Cabaret alla bergamasca", uno spettacolo "tÖt dè gregnà" e la partecipazione di alcuni attori della Crazy Company for
don John e dei CÖntastorie di Viadanica ne è una
garanzia. Divertimento a 180° quindi in una serata da
non perdere assolutamente.
K
Civis
Ospiti graditissimi della serata saranno il cantautore
bergamasco Luciano Ravasio con il figlio e i Canterini del Sebino che si esibiranno in canzoni dialettali della tradizione. Botto finale con la giovanissima
cantante, nativa di Sarnico ma residente a Credaro,
protagonista di "Star Accademy" su RAI2 Federica
Mussinelli. Non mancherà poi la consueta estrazione della sottoscrizione a premi con il tradizionale
fuoco di tronchi all'esterno del cineteatro.
Vi aspettiamo!
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ilPorto - 43
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C O M U N E
a cura di Sara Venchiarutti
Ufficio Stampa del Comune
Lo chef Marchesi taglia il
nastro dell’Alberghiero
Gualtiero Marchesi: «Siate curiosi ragazzi, non accontentatevi mai: continuate a chiedere, indagare, interessarvi»
Nella foto:
Il momento
del taglio del
nastro ad
opera dello
Chef Guatiero
Marchesi
Sullo sfondo
il locale
cucina e sala
da pranzo
Foto San Marco
44 - ilPorto
C
’erano davvero tutti al taglio del nastro del nuovo laboratorio alberghiero dell’Istituto Serafino Riva: gli oltre
70 studenti iscritti, la Preside Romana
Rosa Marchetti, il Sindaco Franco Dometti, gli assessori della Provincia di Bergamo Enrico Zucchi
e Roberto Anelli, la Vice Presidente della Comunità Montana Heidi Andreina, il Vice Provveditore Vittorio Albanese, i primi cittadini dei Comuni
del Sebino ed infine, colui che dall’inizio ha tenuto
a battesimo il nuovo indirizzo, lo chef Gualtiero
Marchesi.
L’inaugurazione, avvenuta lo scorso 26 ottobre
con i discorsi delle numerose autorità presenti
e con un’interessante visita ai locali del nuovo laboratorio di cucina, ha svelato l’entusiasmo e le
aspettative che il territorio, tutto, nutre nei confronti di questa nuova struttura.
A partire dalla Preside del Serafino Riva: «Insieme
all’amministrazione e alla Provincia abbiamo deciso
Nov. 2012
di puntare su questo indirizzo, soprattutto in virtù
delle potenzialità e della vocazione del nostro territorio. È importante formare i giovani di oggi perchè
contribuiranno ad arricchire la nostra area nel prossimo futuro, sia dal punto di vista materiale che immateriale».
Al saluto della Preside si è unito anche quello del
Vice Provveditore Vittorio Albanese: «Doverosa la
nostra partecipazione a questa giornata importante,
in cui si concretizzano nuove opportunità di studio
ma soprattutto di lavoro per i più giovani».
Entusiasta per il lavoro svolto in questi mesi e
per il grande risultato ottenuto il nostro sindaco
Franco Dometti: « In questo momento di generale difficoltà, noi italiani dobbiamo sfruttare le grandi
qualità che possediamo e che ci hanno sempre contraddistinto nell’Italia e nel mondo: l’estro, la creatività, la voglia di fare, di lavorare e la nostra cultura.
E voi ragazzi, con queste potenzialità che ci hanno
sempre permesso di credere nelle nostre possibili-
tà, e con la giusta preparazione che il nostro nuovo istituto
alberghiero saprà fornire, potrete crearvi il vostro futuro. Un
doveroso ringraziamento va a tutti coloro che hanno voluto
condividere con noi questa giornata: in primis la Provincia,
che nonostante il periodo di difficoltà, ha sostenuto il lavoro
della nostra amministrazione. Ma non solo: anche a tutti gli
enti e i Sindaci che con noi, con grande entusiasmo, hanno
condiviso sin da subito questo progetto. Un ringraziamento
appassionato di musica e vero maestro di cucina, ci permettiamo di regalare una bacchetta da direttore d’orchestra.
Perché anche in cucina, come in un concerto, il direttore è il
vero maestro».
Soddisfatto anche Enrico Zucchi, Assessore all’Istruzione della Provincia di Bergamo: «Mi fa piacere sottolineare,
soprattutto davanti a questi ragazzi, come questo progetto
che oggi inauguriamo sia frutto di un importante lavoro di
particolare, il Sindaco lo ha dedicato al suo vice ed assessore all’istruzione Romy Gusmini per il grande impegno
profuso in questa iniziativa. «Permettetemi anche un’ulteriore considerazione: non è vero che la politica e le istituzioni
non mantengono le promesse fatte. Questa scuola ne è un
bellissimo esempio».
E il Sindaco Dometti, in rappresentanza di tutta l’amministrazione comunale, ha voluto fare un dono “simbolico”
allo chef: «Un ringraziamento speciale allo chef Gualtiero
Marchesi che ha preso per mano questo indirizzo e lo ha
accompagnato fino all’inaugurazione di oggi. A lui, grande
squadra, condotto con grande entusiasmo e gioia. Proprio a
voi ragazzi dico: mettete tanto entusiasmo, tanta gioia nel
frequentare questo istituto». Sono seguiti i saluti e ringraziamenti da parte dell’Assessore provinciale all’Edilizia
Scolastica Roberto Anelli e della vice-presidente della
Comunità Montana Heidi Andreina.
A prendere la parola infine lo chef Gualtiero Marchesi,
che ha risposto alle numerose domande degli alunni in
divisa da cuochi e assistenti di sala, incuriositi e affascinati
dal grande maestro di cucina: «Siate curiosi ragazzi, non
accontentatevi mai: continuate a chiedere, indagare, inte-
Il saluto del sindaco Franco Dometti a tutti gli intervenuti
Il sindaco consegna a Gualtiero Marchesi, amante della musica
classica, una bacchetta in argento da direttore d'orchestra
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ilPorto - 45
La Benedizione
al nuovo istituto
Alberghiero
impartita dal
Parrocco don
Luciano Ravasio
Foto San Marco
ressarvi. Non fermatevi: girate il mondo e imparate
l’arte della cucina, sempre in divenire. In fondo, la
materia, ce l’avete: al cuoco spetta il compito di valorizzare quello che già c’è. E ricordatevi: il lavoro di
tutti coloro che si occupano di cucina è un lavoro di
squadra, fatto di complicità tra i cuochi e chi sta in
sala. In fondo, sono loro i venditori di quello che preparano gli chef».
Dopo il taglio del nastro, autorità, studenti e
cittadini hanno fatto visita al nuovo laboratorio
posto all’interno del cortile dell’Istituto Serafino
Riva: un locale di oltre 130 mq. che ospita una
cucina professionale attrezzata, una sala ristora-
zione con oltre 40 posti a sedere e alcuni locali
accessori tra cui magazzino e spogliatoi. Per le
lezioni teoriche gli studenti del nuovo indirizzo
alberghiero sono ospitati all’interno delle aule del
Serafino Riva, corredate da una grafica dedicata.
Il nuovo percorso scolastico quinquennale formerà quindi i nuovi albergatori e ristoratori,
responsabili di agriturismi, bed and breakfast,
cantine vitivinicole e, perché no, i grandi chef del
domani.
Gli studenti iscritti (oltre 70) provengono da Sarnico ma anche da numerosi paesi della provincia
bresciana e bergamasca .
Il maestro degli chef Gualtiero Marchesi fotografato all'interno della cucina professionale dell'Istituto di Sarnico, con i futuri cuochi e
a destra con i futuri maitre, albergatori e ristoratori
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L’Amministrazione veste il paese a festa
S
i respirerà aria natalizia a Sarnico grazie all’allestimento che
l’amministrazione comunale sta curando per vestire a festa
il paese.
In questi giorni infatti il Comune sta provvedendo ad installare le tradizionali luminarie che contribuiscono a formare la magica
atmosfera del Natale. Oltre 200 elementi verranno posizionati nelle
vie chiave della nostra cittadina, come Via Veneto, Via Roma, Via
Libertà, la contrada, le piazze e tutto il centro storico.
L’allestimento, che sfrutta luminarie a risparmio energetico, sarà
pronto per festeggiare il giorno dell’immacolata e rimarrà fino a
dopo San Mauro.
Grazie alla collaborazione con Pejo inoltre, l’amministrazione vestirà il paese in tema natalizio: oltre al tradizionale abete alto 16
metri che viene posizionato nel piazzale di fronte al Municipio infatti
quest’anno arriveranno nella nostra cittadina anche 30 alberelli per
completare la coreografia natalizia.
Non mancheranno inoltre nemmeno le simpatiche renne che caratterizzano, da anni, l’allestimento di Sarnico.
«L’amministrazione si è presa carico dell’allestimento completo della cittadina- ha fatto sapere il Sindaco Franco Dometti. Abbiamo deciso di
curare questo aspetto con particolare attenzione per fare in modo che
i cittadini possano godere di un’atmosfera natalizia accogliente e per
invogliare anche i tanti turisti a scegliere Sarnico come meta delle loro
vacanze e del loro shopping».
Un ringraziamento particolare agli amici di Pejo che come ogni anno
si dimostrano generosi e affettuosi nel rapporto con la nostra cittadina.
E l’amicizia tra Sarnico e la cittadina trentina di Pejo è infatti longeva:
il gemellaggio è nato ben 35 anni fa, grazie ad un’amicizia spontanea
nata tra alcuni abitanti delle due cittadine.
Ogni anno il rapporto si rinnova: nel periodo pasquale infatti una
delegazione sarnicese si reca a Pejo con numerosi rami di olivo per
allestire le chiese del paese trentino. I cittadini di Pejo invece ricambiano il favore con il meraviglioso allestimento natalizio che tutti gli
anni Sarnico può vantare.
nostro territorio.
All’inaugurazione erano presenti, oltre
al nostro primo cittadino, anche i Sindaci di Vigolo, di Tavernola, il Presidente
di Coldiretti Bergamo e il parroco Don
Luciano Ravasio per la benedizione.
Ogni giorno la Cooperativa Agricola
Monti e Laghi trasforma circa 60 quintali di latte e, oltre a ciò, produce anche
lo stracchino Bronzone, la formaggella,
il Taleggio, il primo sale, le caciotte aromatizzate, la ricotta e lo yogurt: prodotti che ora arriveranno, freschissimi,
anche nella nostra cittadina grazie allo
spaccio aperto in Via Libertà.
Il vantaggio sarà infatti quello di avere a
disposizione prodotti freschi, di qualità
e legati al nostro territorio.
Ma non solo. Grazie alla produzione a
km 0 tutti i prodotti saranno venduti
a nostra cittadina può contare su prodotti caseari freschissimi: è stato infatti con prezzi ridotti rispetto a quelli della
inaugurato nelle scorse settimane il nuovo punto vendita della cooperativa grande distribuzione, con un risparmio
Agricola Monti e Laghi di Vigolo, un caseificio che aggrega tredici allevatori del notevole per i clienti.
Latte e prodotti caseari
a Sarnico
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ilPorto - 47
De Bortoli a “Sarnico incontra”:
«Il merito è il motore per la mobilità»
Foto Silvano
Nella foto da sinistra: Paolo Gila, Ferruccio De Bortoli, Alberto Maffi, Stefano
Paleari e il Sindaco Franco Dometti
tidiana, non posso che essere ottimista.
Lo sono in virtù delle eccellenze che il
nostro Paese e il nostro territorio continuano a produrre, per noi e per le future
generazioni».
Al convegno è intervenuto anche
Ferruccio de Bortoli, direttore del
Corriere della Sera: «Ci sono diversi
ostacoli che non consentono all’Italia di
affrontare il tema scomodo della meritocrazia. In primis l’assenza o la povertà
di trasparenza, bilanciata da una diffusa
opacità: la trasparenza è uno strumento
fondamentale per valorizzare il merito
perché laddove c’è informazione c’è riconoscimento.
Secondo, la diffidenza tutta italiana nei
confronti della valutazione, la difficoltà
a farsi valutare: una tendenza che in
Italia vige in molti campi, dalla sanità al
mondo universitario. Terzo, la cooptazione: nel nostro Paese spesso si preferisce
premiare o scegliere chi è meno capace
ma che dà meno fastidio, rispetto a chi
«Il sistema educativo è fondamentale per costruire una società
mobile. L’educazione è infatti il mezzo principale per l’elevazione
sociale, che è alla base del merito e del suo riconoscimento».
Così Stefano Paleari, rettore dell’Università di Bergamo, è intervenuto al convegno “Sarnico incontra…” che quest’anno, alla sua quarta edizione, ha affrontato
il tema della politica del merito.
«L’Italia è caratterizzata da un dualismo contradditorio - ha sottolineato il rettore Da un lato abbiamo un sistema economico che si muove su direzione meritocratica,
ovvero che lotta e si migliora per stare al passo con la competizione, con la crescente
esigenza di trasformazione e di ridefinizione; dall’altro abbiamo una società complessa, pesante, una heavy society che, basata sull’eccessiva burocratizzazione, fa di
tutto per non essere meritocratica».
«Come possiamo fare politiche del merito? - ha continuato il rettore - Creando
opportunità. Anche piccole, ma le opportunità sono fondamentali per la crescita
sociale e collettiva».
Un tema di scottante attualità quello al centro della conferenza, moderata e
introdotta dal giornalista di Rai 3 Paolo Gila, che è stata organizzata dallo Studio
Maffi insieme alla nostra amministrazione comunale in memoria di Mario Maffi.
Ad introdurre i lavori è stato proprio il nostro Sindaco Franco Dometti:
«La nostra amministrazione è onorata di poter ospitare questo forum di grande
interesse e attualità. La politica del merito è un tema importante e come amministratore, pur riscontrando qualche difficoltà nella gestione dell’amministrazione quo48 - ilPorto
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Ferruccio De Bortoli - Direttore del
Corriere della Sera
Ferruccio De Bortoli insieme al nostro Sindaco
Il pubblico presente al Convegno
è veramente meritevole. Le scelte spesso
vengono fatte in base alle relazioni che
intercorrono tra le persone anziché valutare le competenze. E questa è una delle
principali cause della mancata crescita
della nostra economia».
E il Direttore De Bortoli ha fatto accenno anche a due temi fortemente
discussi: la legge elettorale e la giustizia. «La legge attraverso cui attualmente
scegliamo la nostra rappresentanza politica non consente di tutelare il merito:
la scelta dei candidati viene fatta dalle
segreterie dei partiti anziché dai cittadini
e la nomina viene fatta in base all’appartenenza di un gruppo.
Non è un meccanismo che premia il
merito, ma che si basa su un sistema di
relazioni interpersonali. Lo stesso meccanismo che sta alla base delle corporazioni». E sulla giustizia De Bortoli ha
affermato che «pur essendo a favore
dell’indipendenza della magistratura,
devo riconoscere che abbiamo una cultura giuridica troppo formalistica che
si concentra più sullo svolgimento di un
processo rispetto al conseguimento di un
buon risultato.
Credo che una politica di merito preveda,
non solo grande attenzione nei confronti
dei risultati, ma anche una sanzione per
chi sbaglia». «C’è da dire che il nostro
non è un Paese che premia solo chi non
merita - ha concluso il Direttore -. Ma,
per contro, va anche ammesso che abbiamo vissuto le fasi più fortunate e più
brillanti della nostra economia quando
l’ascensore sociale funzionava, quando
il figlio di un operaio poteva aspirare a
diventare un professionista. Oggi non è
così: non c’è mobilità sociale».
L’incontro si è concluso con il saluto ed
il ringraziamento da parte di Alberto
Maffi, promotore di questo convegno,
il quale ha ricordato le figure di due
illustri concittadini ed imprenditori recentemente scomparsi, Piero Galizzi e
Gianni Carminati, ed ha dato appuntamento a tutti per il prossimo anno.
Il convegno si è svolto, come ogni
anno, nella splendida cornice di Villa
Surre, facendo registrare il tutto esaurito con oltre cento persone in platea.
Il moderatore Paolo Gila ascolta l'esposizione di Ferruccio De Bortoli
Nov. 2012
ilPorto - 49
F O T O
S T O R I C H E
Come eravamo
a cura della Redazione
Prima Comunione.
La "Duchessa" Angelina
Giudici (così soprannominata perché figlia del Luigi
“Döca”) è qui ritratta con
sua nipote il giorno della Prima Comunione. Siamo nel
1956 e i comunicandi erano
accompagnati dai padrini o
dalle madrine che per l’occasione facevano un bel regalo. La mitica Angelina, come
regalo alla sua figlioccia, creò
e cucì questa preziosa “vestina” che la nipote indossò
anche l’anno dopo in occasione del sacramento della
Cresima. Angelina è stata
una bravissima sarta, pittrice e poetessa e esprime
Una fotografia di 86 anni fa. Fu scattata il 6 gennaio 1926 e ritrae, tutt’oggi la sua creatività nel suo modo di vestire, sfruttando l’arte
nel giorno del loro matrimonio, i coniugi Alessandro Rossi del riciclo (di cui è maestra), con accostamenti impeccabili, abbellinato il 23 marzo 1899 (è uno dei famosi "ragazzi del '99") e la ti da bigiotterie di sua creazione sempre in sintonia. E’ proprio vero
moglie Maria Rolli nata l'11 settembre 1901.
che artisti si nasce!
I coniugi Rossi
Anno Scolastico 1956 - classe III. Maestra Maria Buelli (Maria del Paol)
In alto da sinistra: Elena Cadei, Giovanna Foiadelli, Bruna Fedrighini, Flavia Sarotti, Laura Pretto, Olga Giudici, Carmelita Bellini, Miriam
Besenzoni, Vanna Feni e Teresina Barcella. Fila di mezzo: Marilena Baldelli, Mariettina Busi, Giovanna Marini, Anna Maria Mussinelli,
Miriam Taverna, Angela Maestrelli, Daniela Meroli, Anna Giudici, Ismana Modina, Rita Marini, Rosanna Bortolotti. In basso: Tino Marini,
Giulio Marini, Alessandro Marini, Dante Varinelli, Giuseppe Arcangeli, Giuliano Grassi, Fulvia Buelli, Laura Gallinea, Ida Mazza, Giusi Fenaroli
Lavinia Belussi, Rosanna Belussi e Iris Morandi.
50 - ilPorto
Nov. 2012
A S S O C I A Z I O N I
Attività dell'A.S.D. Judo Sarnico
a cura di Giovanni Cadei
Speriamo che Babbo Natale si ricordi di noi
Manenti. Terzo gradino del podio
per Luca Trapletti, Sofia Passamonte, Angelica Fenaroli, Ilenia Bettoni
e Demis Pasinelli.
Il maestro Mario Galimberti e Giuseppe Tengattini si sono mostrati
molto soddisfatti ed orgogliosi dei
risultati ottenuti ed hanno voluto
segnalare l’ottima gara, in particolare, di quattro atleti: Demis Pasinelli, Luca Trapletti, Lucia Cadei
ed Emma Bellini. Lucia ed Emma
hanno in particolare brillato per
la grinta e la voglia di vincere che
esprimono in queste competizioni.
A
ttività agonistica intensissima quella delle ultime settimane. Ecco un rapido resoconto in ordine strettamente
cronologico:
Domenica 21/10 Ciserano: Fasi regionali di coppa Italia, Campionato Reg.
categ. Esordienti B e Torneo Arcobaleno per ragazzi. Nove i nostri atleti in
gara; da segnalare la medaglia d’oro di Gabriele Rossi, ed il bronzo di Federica Volpi. Buoni anche i 5° posti di Leonardo Pozzaglio, Giulio Panza e Giulia
Donati.
Domenica 21/10 Belgrado: Prova di Coppa Europa Seniores. Nella categoria fino a 66 kg il nostro Diego Cressi, con due vittorie e due sconfitte si
classifica al 9° posto.
Sabato e Domenica 27-28/10 Lignano Sabbiadoro: Finali del Campionato
Italiano Under 23. Giulia Donati, neo cintura Nera, vince per ippon il primo
incontro ma soccombe al secondo; si classifica al 12° posto nella categoria fino
a 57kg. Nella categoria maschile fino ad 81 kg, Andrea Tengattini non va oltre
il 17° posto.
Domenica 11/11 Malaga (Spagna): Prova di Coppa Europa Seniores.
Diego Cressi imbrocca una giornata negativa perdendo i due incontri disputati
con l’olandese De Jong e lo spagnolo Pena Artiga.
Domenica 11/11 Ciserano: Prova del Torneo Cinture Marroni e Nere.
Tre gli atleti partecipanti e tre gli atleti medagliati: Giulia Donati è oro nella
categoria fino a 57 kg. Tengattini Andrea e Oancea Relu Jonut conquistano il
bronzo nella categoria 81 kg per la classe Junior e senior rispettivamente.
Domenica 11/11 Ciserano: Criterium Giovanile Regionale. Ottimo il comportamento degli atleti più piccoli: vincono l’oro Lucia Cadei, Andrea Valtulini e
la giovanissima Emma Bellini. Argento per Gabriele Rossi, Elisa Aloisi e Stefano
52 - ilPorto
Nov. 2012
Nella foto:
un podio della
gara di Judo
a Ciserano di
Domenica 11
Novembre
Seconda da
sinistra la
nostra atleta
Lucia Cdei
Anche l’attività associativa avrà a
breve alcuni momenti importanti:
-il 13/12 ci sarà l’Assemblea Ordinaria Elettiva per l’elezione dei
dirigenti che condurranno l’associazione lungo il prossimo quadriennio
olimpico. Cogliamo l’occasione per
ringraziare i dirigenti sociali attualmente in carica, ed in particolare il
presidente Enrico Cancelli, per l’impegno profuso in questi ultimi anni,
con l’augurio che l’entusiasmo non
venga mai meno e che ci accompagni anche nei prossimi anni.
- il 21/12 gli atleti più giovani avranno l’onore di accogliere sul tatami
un ospite di eccezione. Babbo Natale ha infatti promesso che ci verrà
a trovare per farci gli auguri e per
consegnare ai più piccoli un dolcetto natalizio. La festa continuerà con
una “pizzata” in compagnia.
In questo periodo l’associazione
sta cercando di recuperare un po’
di risorse per rinnovare il “Tatami”,
la materassina su cui svolgiamo il
nostro sport, ormai in condizioni
di usura piuttosto avanzate; chissà
che Babbo Natale riesca a darci una
mano anche per questo...
A
N
A
Rinati alla vita della Grazia
G
R
A
F
E
a cura di Rosalia Modina
34 - Gafforelli Riccardo
di Luca e di Plebani Laura
Nato a Iseo ( BS) il 20.06.2012
Battezzato in questa Parrocchia il 14.10.2012
Padrino: Gafforelli Geremia
Madrina: Plebani Romina
35 - Meneghini Achille
di Armando e di Arcangeli Clementina
Nato a Brescia il 13.07.2012
Battezzato in questa Parrocchia il 14.10.2012
Padrino: Arcangeli Pietro Paolo
Riccardo
36 - Barcella Elisa
di Alfredo e di Podbilska Agnieszka
Nata a Iseo (BS) il 05.06.2012
Battezzata in questa Parrocchia il 14.10.2012
Padrino: Podbilski Arkadiusz
Madrina: Mena Rosanna
Achille
Elisa
Sposi all'altare
12 - Martinelli Alfredo Via Mons. Bonassi con
Bellini Michela Via Cortivo
Data del matrimonio: 13 ottobre 2012
Testimoni: Martinelli Paola, Parzani Massimo, Bellini Quinto,
Lazzaroni Savina
Nov. 2012
ilPorto - 53
Nella casa del Padre
54) Biffi Maria
di anni 81
Deceduta il 12.10.2012
55) Pezzini Francesco
di anni 86
Deceduto il 21.10.2012
56) Mussinelli Rosolina (Dosola)
di anni 100
Deceduta il 30.10.2012
Maria
Non piangete la nostra
assenza: siamo Beati in Dio e
preghiamo per voi.
Vi ameremo dal cielo come vi
abbiamo amati in terra
Francesco
Dosola
UN DOVEROSO RICORDO
Quando don Carminati alla fine degli anni '60 rifondò il "Bollettino Parrocchiale", uno dei primi ad aderire alle richieste
La Redazione de "il Porto" vuole ricordare la scomparsa di di collaborazione fu il Maestro Francesco Pezzini. Per
due suoi preziosi collaboratori che, seppure in modalità di- quasi trent'anni scrisse di quel mondo ricco, profondo, poco
verse, hanno contribuito a fare la storia del nostro mensile. conosciuto ma a volte complicato e pieno di contraddizioni
Dosola Mussinelli che per un quarantennio e fino alla che è la scuola. Lo fece con competenza e buon senso in un
veneranda età di 93 anni, con la sua bicicletta ha consegnato momento molto “difficile” - tempo pieno sì, tempo pieno
puntualmente, con serietà e senso del dovere "il Porto" agli no - dove tutti parlavano di questo argomento come fossero esperti, ma che in realtà le loro esperienze si limitavano
abbonati di sua competenza. Grazie Dosola!
ai propri anni passati a scuola. Accettò le critiche e propose
con pacatezza suggerimenti senza mai imporre il suo pensiero. Ciao Francesco, sei stato un vero educatore!
54 - ilPorto
Nov. 2012
a cura di Civis
Le sorelle Bellini: da sinistra Adele (maritata Leidi a Grumello d. M.) ed Ede (maestra elementare) che sono defunte, Dina e Irma hanno rispettivamente 96 e 93 anni, vivono a Como e Gallarate. I genitori erano: Basilio Bellini, di professione falegname - mobiliere e Rina Sandrinelli.
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Novembre - Parrocchia di Sarnico Bergamo