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bergamo
L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 2 GENNAIO 2008
CAPODANNO 2008
LA MARCIA PER LA PACE
Anche dalla Puglia per l’appuntamento
organizzato da Pax Christi, Caritas
italiana, Cei e diocesi di Bergamo.
In cammino lungo il percorso di sei
chilometri c’erano tanti giovani
e famiglie con bambini
Da Seriate a Bergamo
La marcia dei tremila
in nome della pace
Sono arrivati da tutta Italia per l’iniziativa di Capodanno
Popolo senza etichette, a passo spedito tra canti e preghiere
■ Illumina il libretto delle preghiere Alta per chiudere il 2007 dietro un
con la luce blu dello schermo del cel- unico striscione: quello con il messaglulare mentre l’amica legge: «Aspetta, gio di Papa Benedetto XVI per la Gioraspetta, cerco la frase che secondo me nata mondiale della pace «Famiglia
è proprio giusta» dice Eleonora, 16 an- umana, comunità di pace». L’unico
ni, la portavoce del gruppetto di tre striscione per una camminata senza
amiche mentre camminano per via facili slogan, senza bandiere (poche
Porta Dipinta in un ultimo dell’anno arcobaleno), senza autorità in prima
senza botti. «Eccola: la violenza e il fila. Semplicemente persone, piccoli
terrorismo nel nome della religione gruppi di famiglia, giovani e anziani,
sono una negazione della religione! che, ognuno con il proprio passo, voQuesta è proprio giusta» dice soddi- levano esserci. E guarda caso si sono
sfatta e sghignazza con il suo accen- trovati poi a essere almeno 2.700 perto torinese. Con un gruppo di famiglie, sone secondo gli organizzatori di Pax
una cinquantina di persone, dell’o- Christi, Caritas italiana e Cei oltre alla diocesi di Bergamo.
ratorio di Romano Canavese, hanno deciso di partecipare alla 40ª Marcia
Savino Pezzotta: NIENTE FACILI SLOGAN
nazionale per la pace.
L’invito a spogliarsi del«La pace
«Dai, pensavo che facesle etichette, dei giudizi fanon è solo
se più freddo e che fosse
cili, delle sovrastrutture,
più pesante» aggiunge Saè arrivato da monsignor
l’assenza
ra mentre a Camilla le paArrigo Miglio, presidente
di guerra
role le devi tirare fuori con
della Commissione Cei
le pinze. Jeans che scenper i problemi sociali,
ma un cammino
dono stretti, bomber bianquando a conclusione
da costruire
co, grosso ciuffo davanti,
della tavola rotonda nella
attraverso la
sciarpa griffata. Adolechiesa di Sant’Anna, ha
scenti, come quelle che
ricordato che bisogna torragionevolezza»
vedi in via XX Settembre
nare all’uomo, alle sue raa fare shopping, e non ti
dici comuni anche nelle
aspetteresti di trovartele lì nella notte tre grandi religioni monoteiste del nodi Capodanno a parlarti di terrorismo stro tempo, l’islam, l’ebraismo e il criche non può andare a spasso con la re- stianesimo. Poche ore prima anche i
ligione. Ma questa Marcia della pace rappresentanti delle chiese cristiane
è stata così. «No logo», verrebbe da di- al centro pastorale di Seriate avevano
re. Senza etichette. In cui quelle ado- ricordato come la natura dell’uomo
lescenti che di solito gli opinion maker è fatta per prendersi cura dell’altro, per
definiscono in massa come generazio- dare e ricevere amore. In quello il banne in crisi, ti parlano, a loro modo, dolo della matassa, il superamento delschernendosi e ridacchiando, di quel- le differenze, il faticoso tentativo di inlo che sentono. Senza etichette, così traprendere una pace con noi stessi,
erano le quasi tremila persone che han- da allenare nelle famiglie e nelle cono percorso i sei chilometri dal centro munità. E chi si è messo in cammino
pastorale di Paderno di Seriate a Città lo ha fatto proprio con questo spirito
di presenza e testimonianza. I 2.500 guerra ma un cammino da costruire
zainetti distribuiti alla partenza del- attraverso la ragionevolezza. Diciamo
la Marcia per la pace sono volati: den- che non mi sento un pacifista, ma certro il libretto di preghiere, una cartina, co di essere un uomo pacifico in camuna torcia con la dinamo, un po’ d’ac- mino sulla strada della non violenza».
qua e una ciambella, il calendario di Il passo è spedito, i tempi della marPax Christi per il nuovo anno e un’im- cia rispettati a pieno. Il corteo si sfilacmagine di Papa Giovanni XXIII. Uno cia, ognuno prende il suo passo. Pax
zainetto blu, con la piccola scritta do- Christi da Catania porta un piccolo strirata della marcia. Discreto, sobrio ed scione, svetta un cartello con scritto
essenziale, come tutta l’organizzazio- Verona. Ma ci sono partecipanti anche
ne. Un servizio d’ordine munito di tor- da Roma e dalla Puglia. Attirano l’atce antivento e di pettorine gialle ha ac- tenzione con dei palloncini colorati
compagnato il cammino, senza strap- appesi agli zainetti, quattro amici di
pi, imprevisti. Quaranta giovani della Grontardo in provincia di Cremona.
Caritas diocesana berga«Ai palloncini – spiega
masca, ma anche i vecchi
Franco Carrara, originario
scout del Masci, i volondi Alzano Lombardo, ma
Monsignor
tari della parrocchia di Seche vive nel cremonese –
Bettazzi:
riate e dell’oratorio di Bolsono attaccati i messaggi
«La prima marcia di pace dei bambini delle
gare. Per la sicurezza la
presenza delle forze delscuole elementari».
è nata
l’ordine di Seriate e Berin Santa Lucia.
gamo.
VOCI DEL QUOTIDIANO
È fatta così, di gesti semRicordo
plici,
quotidiani questa
DON MAZZI E PEZZOTTA
Sotto il Monte
marcia. Per tutta la prima
Una notte fredda, ma
e il cammino con
parte non ci sono canti,
non troppo, con un cielo
preghiere, inni. Solo camstellato che si è aperto per
padre Turoldo»
mino, e un leggero bisbitutti lungo la via Lunga,
glio. Ognuno parla di coattraverso i campi della
periferia della città fin dentro via Bor- sa fanno gli amici per Capodanno, di
go Palazzo. Bisogna camminare tra la come lo hanno passato gli anni scorsi,
folla per trovare alcuni «volti noti». dei problemi di famiglia, del ramma«Ma lei mi dica un po’ chi è» dice un rico per i figli più grandi che hanno degiovane. «Sono don Mazzi» gli rispon- ciso di festeggiare con gli amici. «Siade il sacerdote dei giovani. «Al di là mo un gruppo di famiglie che fanno
delle preoccupazioni per la pace nel esperienza di vita comunitaria – spiemondo – racconta don Antonio Maz- ga Raffaele Casamenti, per mano la fizi senza fermarsi – la concordia è una glia – delle Querce di Mamre di Tredimensione da vivere in famiglia e io violo. I miei figli più grandi non ci soche vivo con tanti ragazzi con disagio no ma non importa. Abbiamo mangiapenso che sia fondamentale». Poco to qualcosa velocemente con i ragazzi
più avanti c’è anche Savino Pezzot- e poi abbiamo raggiunto il gruppo dota: «La pace non è solo l’assenza di po la tavola rotonda in Sant’Anna». Eh
sulle parole di padre Davide Maria Turoldo e di Papa Giovanni XXIII. «Avevamo già fatto esperienze di route internazionali – ricorda monsignor Bettazzi – poi Paolo VI istituì la Giornata
mondiale per la pace il primo giorno
dell’anno e così pensammo a una marcia notturna per Capodanno. Fu TuI RICORDI DI 40 ANNI FA
Qualche timida torcia accesa, la lu- roldo ad aiutarci nella meditazione.
ce di Betlemme davanti portata dagli Ricordo il valore dirompente della
scout, il vescovo di Bergamo Rober- “Pacem in terris”, il documento di Gioto Amadei, che di buon passo ha cam- vanni XXIII che chiedeva a gran vominato fino al Seminario vescovile. ce che la Chiesa entrasse nella società».
Tra i partecipanti gli organizzatori ber- «Avevo 17 anni a Sotto Il Monte – rigamaschi, don Claudio Visconti, vice- corda Paola Bertulessi, di Castagneta,
con due amiche –: avevo
direttore della Caritas diofatto un voto per i miei
cesana bergamasca, don
sette fratelli di percorrerFrancesco Poli, responsaContenti gli
la tutta e questa volta cambile del Centro diocesano
organizzatori:
mino per la mia famiglia».
di pastorale sociale. Ma
«Volevamo
anche tanti esponenti della politica locale, dell’asCANTI IN CITTÀ ALTA
un percorso
sociazionismo, dei sindaNell’ultimo tratto Città
in sobrietà
cati, come il segretario
Alta, porta Sant’Agostino,
della Cisl Gigi Petteni. A
via Porta Dipinta regalaper far sentire
Bergamo in quest’occasiono quel tocco magico alla
tutti
ne anche i vertici di Pax
nottata. Alcuni escono dai
come a casa.
Christi (monsignor Tombar o si affacciano alle fimaso Valentinetti), della
nestre per applaudire il
Così è stato»
Cei (il direttore monsignor
passaggio dei pellegrini.
Paolo Tarchi) e della CariSi sale, ma il passo procetas Italiana (il direttore monsignor Vit- de spedito. Qui accompagnato dai cantorio Nozza. Zainetto in spalla, c’è an- ti, leggeri e avvolgenti, di pace. Di quelche monsignor Luigi Bettazzi vesco- li che conoscono tutti, perché s’impavo emerito di Ivrea che riabbraccia l’a- rano da piccoli in oratorio. Familiamico monsignor Cesare Bonicelli, ve- ri. C’è chi indica la casa in cui è nato
scovo di Parma. Sono loro che nel no- agli amici, chi parla del più e del mevembre del 1968 si sono inventati la no. Con semplicità. Si sta insieme e
Marcia per la pace, l’ultimo giorno del- basta. «Era quello che volevamo – spiel’anno. L’idea è nata nella chiesa di ga Ettore Gasparini, tra gli organizzaSanta Lucia. Perché la Marcia torna tori del Centro diocesano pastorale soa Bergamo dopo 40 anni. La prima da ciale –: una marcia semplice, sobria,
Sotto Il Monte a Città Alta aveva visto in cui tutti si sentissero un po’ a cala partecipazione di 600 persone, so- sa. E così è stato».
prattutto giovani che si erano mossi
Elena Catalfamo
sì, perché anche in questo ognuno ha
scelto la sua modalità di esserci. C’è
chi ha seguito solo la tavola rotonda,
chi ha voluto percorrere tutto il tragitto, tanti quelli che si sono uniti per l’ultimo tratto. Il più suggestivo.
Tra passeggini, fiaccole e bandiere
«Veglione in cammino, che emozione»
■ Sono tanti, sorridenti, pensierosi, festanti, a tratti un po’
infreddoliti e assonnati. Sono
i volti della marcia, degli entusiasti camminatori che hanno
animato il Capodanno bergamasco. Ci sono famiglie, giovani,
anziani e sacerdoti. C’è chi è
venuto da solo, chi con un piccolo gruppo, e chi ha organizzato un intero pullman. Chi arriva da dietro l’angolo, e chi ha
fatto un lungo viaggio. Tutti
con la stessa convinzione, che
a dirla così sembra una follia,
come questa notte di freddo e
di piedi indolenziti: la guerra
non è una fatalità inevitabile.
La pace si può fare. Ne è certo Lorenzo Sangiorgi, zaino in
spalla, arrivato da Bologna con
un gruppo di 12 amici: «Frequento Pax Christi da una decina d’anni, e mi è cara l’esperienza della marcia della pace.
È un modo intenso di finire
l’anno e di esprimere speranza,
soprattutto adesso che parlare
di pace sembra così difficile. Il
riarmo nucleare rende necessario un impegno sempre più forte per una cultura della non
violenza, e credo che il messaggio del Papa contenga spunti di
riflessione di grandissimo interesse in questo senso».
Per le famiglie, la marcia è
anche l’occasione di vivere un
momento speciale insieme ai
propri bambini: «Vogliamo che
nostro figlio impari a essere attento a questi problemi, a pensare agli altri, a chi vive nel dolore – dice Damiana Battaglia di
Curno, in cammino con il figlio
Giulio, 10 anni, e il marito –.
Durante le vacanze di Natale il
bambino deve scrivere un tema
su come ha trascorso il Capodanno; di sicuro dopo questa
serata potrà fare un racconto insolito e significativo». Da Romano Canavese (Ivrea) è arrivata una truppa di ben 60 persone, capitanata dal parroco don
Angelo Bianchi: «Per la nostra
parrocchia questo è l’anno della famiglia, quindi ho invitato
tutti i genitori a venire qui con
i loro figli, e molti hanno accettato». Tra loro Mariacristina Cresto, giunta a Seriate con il marito e i tre figli di 5, 3 e un anno: «Ci siamo attrezzati con tre
passeggini per far riposare i
bambini quando saranno stanchi. Ci sembra un bel modo di
festeggiare insieme l’anno nuovo, riflettendo su temi importanti». E, se la compagnia è allegra, la marcia diventa un gioco: «Sono qui con un gruppetto di famiglie bergamasche che
frequento da tempo – racconta Sandro Giussani –. Abbiamo
una bella squadra di figli, di età
compresa tra i 7 e i 14 anni, che
si stanno divertendo moltissimo. Per loro è un Capodanno
fantastico».
In cammino ci sono anche
numerosi adolescenti e giovani che hanno rinunciato a botti e serate danzanti per essere
qui a parlare di pace: Denis Gerevini, tredicenne di Cremona,
ha accettato di venire alla marcia con il papà Fausto perché
«di sicuro sarà un’emozione
nuova, diversa dalle solite feste in paese». Silvia Cornali, 20
anni, è invece arrivata da Mapello con gli amici: «La proposta è venuta dal nostro curato,
l’abbiamo accolta perché eravamo curiosi di vedere questo
evento di cui tutti ci hanno parlato bene».
In gruppo si può anche decidere di dare una mano all’organizzazione, per sentirsi partecipi fino in fondo dell’iniziativa: «Sono stata coinvolta da
un’amica – racconta Laura Pelliccioli, volontaria alle prese
con la distribuzione degli zainetti –. Mi è sembrata un bella occasione per vivere un San
Silvestro speciale». C’è anche
chi si muove da solo, perché
comunque sa di essere «in buona compagnia». Come Alessandro Marchetti, arrivato da Albino per «fare festa in modo insolito, e aiutare tutti a capire
che la pace è possibile, l’importante è crederci, tutti insieme».
E mettersi in fila, con le fiaccole accese, per raccontarlo al
mondo.
F. M.
Da sinistra in alto,
Alessandro Marchetti,
Damiana Battaglia, Denis
Gerevini, Laura
Pelliccioli, don Angelo
Bianchi. Da sinistra,
Sandro Giussani, Lorenzo
Sangiorgi, Silvia Cornali
e Mariacristina Cresto
con uno dei tre figli
L’incontro di preghiera ecumenica nella tappa a Paderno di Seriate
«Cristo ha abbattuto ogni steccato»
■ Si richiamava alla terza Assemblea soni, presidente della Caritas dioceecumenica europea svoltasi a Sibiu, sana bergamasca, e dal pastore Salvain Romania, l’incontro di preghiera tore Ricciardi, rappresentante della
che si è tenuto nella chiesa Beato Gio- Comunità evangelica di Bergamo.
L’incontro di preghiera, condotto
vanni XXIII di Paderno di Seriate come «tappa intermedia» della 40ª Mar- dal delegato diocesano per l’ecumenismo monsignor Patrizio
cia per la pace. A Sibiu, lo
Rota Scalabrini e preceduscorso settembre, i rappreto da un breve indirizzo di
sentanti di diverse confesIl momento ha
saluto del vescovo Robersioni cristiane avevano
to Amadei, ha anche comdialogato sul tema «La lucompreso anche
preso una serie di letture
ce di Cristo illumina tutuna serie
dal Messaggio finale delti. Speranza di rinnovadi letture
l’Assemblea di Sibiu e
mento e unità in Europa»;
dall’enciclica «Pacem in
a Seriate, lunedì sera,
dall’enciclica
di Giovanni XXIII:
sempre ispirandosi al
«Pacem in terris» terris»
con questo documento rimotto «La luce di Cristo
di Giovanni XXIII voluzionario, pubblicato
illumina tutti!», la prel’11 aprile 1963, Papa
ghiera è stata scandita in
più fasi, con meditazioni su testi bi- Roncalli si rivolgeva non solo ai catblici condotte rispettivamente da pa- tolici, ma a «tutti gli uomini di buodre Vladimir Zelinsky, sacerdote del- na volontà», esortandoli ad adempiela Chiesa ortodossa di Brescia (dipen- re al «compito immenso (…) di ricomdente dal Patriarcato di Costantino- porre i rapporti della convivenza nelpoli), da monsignor Maurizio Gerva- la verità, nella giustizia, nell’amore,
nella libertà. (…) Compito nobilissimo quale è quello di attuare la vera
pace nell’ordine stabilito da Dio».
Nel corso della preghiera, padre Zelinsky ha sviluppato una riflessione
sul secondo capitolo degli Atti degli
Apostoli, in cui viene descritto l’atteggiamento della primitiva comunità
cristiana di Gerusalemme, dopo la
Pentecoste: «Tutti coloro che erano
diventati credenti stavano insieme e
tenevano ogni cosa in comune; chi
aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il
bisogno di ciascuno». «L’esempio della condivisione dei beni materiali, di
cui parla questo brano degli Atti – ha
detto padre Zelinsky -, può essere
esteso anche ai doni spirituali, ai carismi conferiti da Dio alle diverse tradizioni cristiane d’Oriente e d’Occidente. In passato tra queste tradizioni vi sono stati dei momenti di
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Da Seriate a Bergamo La marcia dei tremila in nome della pace