La Convenzione delle Alpi: quali opportunitá per il territorio? Pozza di Fassa, Auditorium delle Scuole Medie di Pozza, 9 Maggio 2007 Temi trattati Introduzione La Convenzione delle Alpi: Ratifica Organi, Struttura e Protocolli Attuazione La Convenzione delle Alpi in Italia Casi Pratici: Le Alpi nella lista del Patrimonio mondiale dell‘UNESCO Trasporti, turismo, energia e clima L‘impatto del cambiamento climatico sulle Alpi e prealpi italiane Introduzione: il territorio alpino • Austria • Svizzera • Germania • Francia • Liechtenstein • Italia • Monaco • Slovenia • Unione Europea Principali vie di comunicazione nelle Alpi L‘agricoltura nelle Alpi Il turismo alpino La distribuzione di energia nelle Alpi Lingue e Alpi La Convenzione delle Alpi La Convenzione per la protezione delle Alpi (meglio nota come Convenzione delle Alpi), posta alla firma a Salisburgo, in Austria, nel 1991 ed entrata in vigore a livello internazionale nel Marzo del 1995. La Slovenia ha sottoscritto la Convenzione nel marzo del 1993 e Monaco ne è divenuto membro sulla base di un protocollo aggiuntivo. Finalità della Convenzione delle Alpi La Convenzione per la protezione delle Alpi ha lo scopo di salvaguardare l'ecosistema naturale delle Alpi, unico in Europa, e promuovere lo sviluppo sostenibile in quest'area, tutelando anche gli interessi economici e culturali delle popolazioni residenti. La Convenzione per la protezione delle Alpi è una ConvenzioneQuadro che prevede dei Protocolli di attuazione in alcuni settori specfici. Lo Sviluppo sostenibile Garantire una migliore qualità della vita per tutti, nel presente e per le generazioni future. Migliorare la qualità della vita, integrando tre diversi fattori: • Sviluppo economico • Tutela dell'ambiente • Responsabilità sociale Come in uno sgabello a tre piedi, questi tre fattori devono lavorare insieme per garantire che il sedile sia semplice ma stabile. Nessuno dei tre basta da solo. Gli Organi della Convenzione delle Alpi La Conferenza delle Alpi, costituita dai Ministri dell‘Ambiente degli Stati membri, è l‘organo decisionale e si riunisce ogni due anni (Alpbach, 2006) La Convenzione per la protezione delle Alpi opera attraverso un Comitato Permanente e diversi gruppi di lavoro, ai quali sono ammessi anche organismi non governativi, e un Segretario Permanente istituito nel 2002, con sedi a Innsbruck e Bolzano. Come funziona la Convenzione delle Alpi Member States Presidency Alpine Conference Working Group Ob ser ver s Presidency Permanent Committee Working Group 1 Working Group 3 Working Group IBK Permanent Secretariat BZ Ob ser ver s Settori di azione della Convenzione delle Alpi Gli impegni che gli Stati hanno preso firmando e ratificando la Convenzione delle Alpi riguardano molti settori, anche regolati da specifici Protocolli di attuazione, che sono: • • • • • • • • • • • • Popolazione e cultura Qualità dell’aria Pianificazione territoriale Difesa del suolo Idroeconomia Turismo e attività del tempo libero Protezione della natura e tutela del paesaggio Agricoltura di montagna Foreste montane Trasporti Energia Economia dei rifiuti Protocollo sui Trasporti Firmato a Lucerna nell‘ ottobre 2000 Entrato in vigore nel Dicembre 2002 Non e‘ stato fino ad ora ratificato da tutti gli Stati membri Obiettivi: • Promozione rete di trasporto integrata • Potenziamento infrastrutture ferroviarie e trasferimento trasporto su strada a trasporto su ferrovia • Potenziamento sistemi di trasporto pubblico ecocompatibili • Divieto costruzione strade di grande comunicazione per trasporto transalpino e realizzazione strade di grande comunicazione per trasporto intraalpino a determinate condizioni Protocollo sull‘Energia Firmato a Bled (Slovenia) nell‘ ottobre 1998 Entrato in vigore nel Dicembre2002 Non e‘ stato fino ad ora ratificato da tutti gli Stati membri Obiettivi: • Promozione uso energie rinnovabili • Assicurare, per quanto riguarda l'energia idroelettrica, la funzionalità ecologica dei corsi d'acqua e l'integrità paesaggistica • Promozione risparmio energetico (promozione e progettazione edifici che adottino tecnologie a basso consumo energetico, calcolo individuale dei costi di riscaldamento e di acqua calda,…) Protocollo sul Turismo Firmato a Bled (Slovenia) nell‘ ottobre 1998 Entrato in vigore nel Luglio 2002 Non e‘ stato fino ad ora ratificato da tutti gli Stati membri Obiettivi: • Zone di preservazione in cui si rinuncia agli impianti turistici • Limitazione costruzione nuova infrastrutture turistiche • Riduzione traffico a motore nelle zone turistiche • Gestione flussi turistici attraverso lo scaglionamento delle vacanze e prolungamento delle stagioni turistiche • Controllo attivita‘ sportive all‘aperto, in particolare delle attivita‘ sciisitiche Protocollo sull‘agricoltura di montagna Firmato a Chambery (Francia)nel dicembre 1994 Entrato in vigore nel Dicembre 2002 Non e‘ stato fino ad ora ratificato da tutti gli Stati membri Obiettivi: • Incentivazione agricoltura di montagna • Metodi di coltivazione estensiva adatti alla natura del luogo • Tutela e valorizzazione prodotti agricoli tipici • Promozione commercializzazione prodotti agricoltura di montagna sia in loco che sui mercati nazionali e internazionali Popolazione e Cultura Dichiarazione non vincolante adottata in occasione dell‘ultima Conferenza delle Alpi del novembre 2006 Finalità: Tutela identita‘ sociale e culturale delle popolazioni alpine Promozione pluralismo linguistico Promozione relazioni di collaborazione tra popolazioni alpine ed extra alpine Garanzia servizi essenziali Offerta sufficente a attrattiva di posti di lavoro Riconoscimento importanza citta‘ intralpine soprattutto in qunto centri di prestazioni sovracomunali sociali, culturali ed economiche jn interazione con le loro aree limitrofe La Convenzione delle Alpi e l’Italia La Convenzione delle Alpi è in vigore in Italia dal 1999 quando è stata ratificata con la legge n. 403. La competenza circa l’applicazione della Convenzione delle Alpi è assegnata al Ministero per l’Ambiente, che coopera con i Ministeri di volta in volta competenti e con la Consulta Stato-Regioni dell’Arco Alpino. L'Italia è l'unico Paese alpino il cui territorio abbraccia l'intera catena, specificità che ha portato a differenze geografiche e naturalistiche, storiche, culturali ed economiche, che non trovano corrispondenza nelle altre Nazioni firmatarie La Convenzione delle Alpi e l’Italia Nord-Ovest Nord-Est Piemonte Torino, Vercelli, Novara, Cuneo, Verbano Cusio Ossola, Biella Valle d'Aosta Aosta Liguria Imperia, Savona Lombardia Varese, Como, Sondrio, Bergamo, Brescia, Lecco Trentino-A.A. Bolzano,Trento Veneto Verona, Vicenza, Belluno, Treviso Friuli-Venezia G. Pordenone, Udine, Gorizia La Convenzione delle Alpi nella provincia di Trento Trasporti: Atto di indirizzo della mobilitá teso a promuovere una mobilita‘ sostenibile Energia: Incentivi per adozione da parte di aziende agricole di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili fino al 50% della spesa Agricoltura e turismo: valorizzazione delle produzioni agricole tradizionali („Atlante die prodotti tradizionali trentini“) Popolazione e cultura: contributo per esercizi commerciali in aree marginali e svantaggiate Geographic distribution of the Alpine sites in the UNESCO World Heritage List Jungfrau-Aletsch-Bietschhorn Cultural Landscape of Halls Monte San Giorgio Sacred Mountains of Piemonte and Lombardia La procedura di candidatura alla LPM: 1. Scheda tecnica per inserimento della candidatura del sito nella tentative list nazionale 2. Dossier tecnico-scientifico di accompagnamento alla candidatura formale del sito 3. Elaborazione di un adeguato piano di gestione del sito candidato I criteri per l‘accesso alla LPM: •Capolavoro del genio creativo umano •Testimonianza di un importante interscambio culturale •Carattere di eccezionalità in vari campi Linee guida per la Convenzione PM (Feb 2005): • Armonizzazione regionale e tematica delle liste (73) • Possibilità di candidatura transfrontaliera (134): candidatura e organismo di gestione internazionale congiunto • Candidatura seriale (138) • Ruolo degli stakeholders (117) Aspetti operativi di una candidatura dell‘arco alpino alla WHL UNESCO • Non ammessa candidatura di aree limitate (eccetto MB e Dolomiti) • Operazione di „lungo periodo“ •Convenzione delle Alpi: cornice • Rispondenza a diversi criteri WHL •Inserimento Alpi nelle tentative list di ogni Paese alpino coinvolto • Concorrenza di interessi nazionali •Ammessa candidatura differita •Necessità di premettere descrizione dell‘insieme in ogni candidatura • Area geografica vasta • Caratteri della candidatura: TRANSFRONTALIERA SERIALE DIFFERITA Istituzione Gruppo di Lavoro della Convenzione delle Alpi per la candidatura delle Alpi alla WHL UNESCO (Italia; primo incontro: Bolzano, marzo 2007) Il ruolo delle amministrazioni locali: il caso della candidatura delle Dolomiti Preparazione del DOSSIER di candidatura Elaborazione del Piano di Gestione del bene candidato Cura del coinvolgimento della popolazione locale e degli stakeholder Problematiche nel caso delle Dolomiti: Necessità di individuare un unico referente per UNESCO Necessità di comporre una carta unica per l‘intera candidatura (22 siti) Coinvolgimento istituzionale dei comuni Processo di condivisione e accettazione del Piano di Gestione Opportunità per la valorizzazione di un territorio PM UNESCO TRASPORTI: Percentuale traffico su strada e su ferrovia nei principali valichi alpini Strada: 70.1 % Fonte Alpinfo, 2004 Ferrovia: 29.9% Fonte Alpinfo, 2004 Incremento del traffico nella regione alpina dal 1991 al 2004 1991: 92 mio tonnes 2001: 129 mio tonnes 2002: 140 mio tonnes 2003: 145 mio tonnes 2004: 150 mio tonnes Incremento del 60% ! Fonte Alpinfo Previsione traffico nella regione alpina Incremento del 75% entro il 2010! Fonte Alptransit Tunnel del Brennero 2003: progetto preliminare 30–06-2006: primo colpo di piccone Situazione attuale: istruttoria del progetto Preparazione aree di cantiere Previsone realizzazione opera: 2020 Costo previsto: 6 miliardi di Euro Lunghezza: 56 Km Previsione traffico merci su strada 2003-2025: da 31,5 a 44,7 tonnellate (CAFT 2004) Fonte: BBT-SE Il turismo nelle Alpi Alcuni dati globali: 5 milioni di posti letto offerti ogni anno e 60 milioni di turisti raggiungono ogni anno le Alpi per soggiornarvi e almeno altrettanti le visitano in giornata Fatturato: 23.000 milioni di euro, 5% del fatturato turistico mondiale Come incrementare il turismo rispettando l‘ambiente: l‘esperienza di Werfenweng Progetto austriaco „Sustainable mobility car free tourism“ Pacchetti turistici: „Holidays from car“ Sviluppo mezzi di trasporto pubblico ed eco-compatibili Efficente sistema informativo sui mezzi di trasporto pubblici Incremento zone pedonali e piste ciclabili Risultati: Riduzione di 375 tonnellate di gas serra e incremento del +56% di turisti nel periodo invernale e + 60% in quello estivo dal 1997 al 2004 Cambiamenti climatici e turismo: l‘esperienza di Arosa Arosa (Svizzera) ha introdotto una schema di compensazione di CO2 prodotto dai turisti nella stazioni sciistiche. Il calcolo prende in considerazione: Modo di trasporto e distanza percorsa Categoria hotel Skipass Ad esempio e‘ stato calcolato che una coppia di sciatori che viaggiano in auto da Francoforte ad Arosa producono circa 307 Kg di CO2. Se viaggiano in treno le emissioni scendono a 130,8. Per compensare la CO2 emessa viene prodotto un ammontare corrispondente di energia rinnovabile (Biogas). Finanziamento: tassa di soggiorno CAMBIAMENTI CLIMATICI NELL’ARCO ALPINO Il cambiamento climatico globale esercita effetti particolarmente marcati sul territorio alpino (aumento temperatura 3 volte più intenso della media mondiale) si manifesta anche attraverso l’incremento dei pericoli naturali ed è visibile nel progressivo scioglimento dei ghiacciai e del permafrost DICHIARAZIONE DELLA IX CONFERENZA DELLE ALPI SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI NELLE ALPI Richiede insistentemente l’attuazione a livello mondiale della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici e del Protocollo di Kyoto nonché la definizione di ambiziosi obiettivi di riduzione dei gas serra per il periodo successivo al 2012 Richiede di sviluppare, per l’arco alpino, idonee strategie e attività di adeguamento alle conseguenze, derivanti dai cambiamenti climatici Promuove lo scambio transfrontaliero di esperienze Promuove l’avvio di iniziative internazionali di ricerca Raccomandazioni, volte a prevenire i cambiamenti climatici e ad adeguarvisi 1. Prevenzione: misure di riduzione delle emissioni di gas serra (miglioramento dell’efficienza energetica, maggiore utilizzo delle energie rinnovabili, un'edilizia a risparmio energetico) 2. Adeguamento: sviluppo di strategie concrete, la creazione di condizioni organizzative, giuridiche e finanziarie, l’attuazione di misure, la formazione di una coscienza ambientale e una ricerca mirata Strategie di Adattamento settori economici particolarmente colpiti, quali l’agricoltura, l’economia forestale e il turismo (in particolare il turismo invernale) l’adeguamento dello sfruttamento del suolo allo spostamento delle zone di vegetazione e al variare dei potenziali di rischio la protezione e il risanamento delle foreste montane armonizzazione delle misure di pianificazione territoriale sistemi di allarme, pianificazione delle emergenze e gestione integrata, e all’occorrenza transfrontaliera, delle catastrofi sostegno alle amministrazioni regionali e locali Un progetto internazionale di ricerca sul cambiamento climatico nelle Alpi: ClimChAlp “Climate Change, impacts and adaption strategies in the Alpine Space” http://www.climchalp.org 22 Partner da tutto l’arco alpino (LP Min.Ambiente Baviera) Ruolo rilevante per l’Italia (Min.Ambiente, Prov. Bolzano, VdA, FVG, Piemonte) Analisi di serie storiche e modelli climatici Effetti dei cambiamenti climatici su erosione suoli, ecosistemi, ghiacciai, foreste Effetti dei cambiamenti climatici sui principali settori economici alpini Pericoli naturali nelle Alpi e sistemi di risposta e gestione del rischio Conferenza internazionale “Come cambia il clima sulle Alpi: tendenze, rischi naturali e impatto sul territorio”: mercoledi 16 maggio all'EURAC di Bolzano + STAND Fiera Bolzano 18-19 maggio Verso un‘analisi dell‘impatto del cambiamento climatico sul turismo invernale nelle Alpi e prealpi italiane (Min. Ambiente & EURAC per OCSE) 1. 1. Le stazioni sciistiche nelle Alpi italiane Number of ski resorts in Italian Alps[1] Ski resorts distribution (Italian Alps) Valle d'Aosta Valle d’Aosta[2] 2% 25 10% Piemonte 22% Piemonte [3] 54 Lombardia 21% Lombardia[4] 33 Veneto[5] 46 Trentino[6] 34 Alto Adige[7] 54 Friuli Venezia Giulia[8] 5 Veneto Trentino Tot. Ski resorts (Italian Alps) 251 14% Alto Adige 13% 18% Friuli Venezia Giulia 2. Individuazione dell’altitudine media delle stazioni sciistiche delle Alpi italiane Average of altitudes of ski resorts in the Italian Alps MAX MIN MEAN Altitudinal difference (MAX – MIN) Italian Alps 2072 1314 1689 758 Valle d’Aosta 2308 1512 1910 796 Piemonte 1918 1250 1554 668 Lombardia 1987 1354 1671 633 Veneto 1934 1353 1644 581 Trentino 1966 1428 1697 538 Alto Adige 2497 1316 1906 1181 Friuli Venezia Giulia 1894 985 1439 909 3. La Snow-reliability delle stazioni sciistiche delle Alpi italiane e scenari climatici Snow reliable >1500 ski stations (UCC) >1650 (+1°C) >1800 (+2°C) >2100 (+4°C) Valle d’Aosta 22 20 16 5 Piemonte 30 22 16 6 Lombardia 21 14 11 6 Veneto 14 12 8 2 Trentino 25 17 14 4 Alto Adige 54 46 23 7 Friuli Venezia Giulia 1 0 0 0 Italy 131 88 30 167 4. Come potrebbe cambiare la SRL nelle Alpi italiane (scenari +1, +2, +4 C) ? 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 >2100 (+4°C) >1800 (+2°C) >1650 (+1°C) ITALY >1500 (UCC) No. of ski resorts Change in snow reliability (Italian Alps) Temperature increase and altitude of SRL 5. Strategie di adattamento: innevamento artificiale Artificial Snowmaking facilities (Italian Alps) 120% 100% 80% 100,00% 100,00% A lto A dige Friuli Venezia Giulia 91,20% 80,00% 68,50% 66,70% 60% 52,20% 40% 20% 0% Valle d'A o sta P iemo nte Lo mbardia Veneto Trentino 6. Innevamento artificiale: una pratica diffusa ma difficilmente quantificabile No. of ski areas with with artificial No. of ski snow snowmaking areas facilities (TOTAL) Ski runs artificial facilities Ski areas with artificial snowmaking facilities (in %) Valle d’Aosta 20 25 80,0% Piemonte 37 54 68,5% Lombardia 22 33 66,7% Veneto 24 46 52,2% Trentino 31 34 91,2% Alto Adige 54 54 100,0% 5 5 100,0% 193 251 76,9% Friuli Giulia Venezia Total (No. / %) 7. Alcuni dati più precisi (case studies) 241 ha 1305,7 ha 3779,7 ha Valle d’Aosta Friuli Venezia Giulia Provincia Autonoma di Bolzano Ski domain covered by artificial snowmaking 236 ha (ca) 98% 2233,3 ha 59,10% 647,2 ha 0% 49,60% 20% 40% 60% 80% 100% 120% E ora… qualche domanda ? Grazie per l’attenzione ! [email protected] [email protected]