GRECIA: CORFU’- CRETA-ATENE-PELOPONNESO
20 MAGGIO-23 GIUGNO-2010
Viaggio itinerante di Ezia Cammarata
Premessa:
Quest’estate la meta del viaggio è la Grecia. Dopo aver parlato per tutto l’anno di questo viaggio
finalmente siamo al via. Abbiamo deciso questa vacanza dopo aver trascorso in anni precedenti le
nostre vacanze estive in Grecia, ma facendo sempre, ovviamente, percorsi differenti e visitando
luoghi sempre nuovi ed interessanti. Nel visitare questo paese negli anni precedenti ci siamo trovati
spesso di fronte a cartoline o poster dove venivano rappresentati paesaggi incredibili di cittadine
con case bianche con cupole blu cobalto sullo sfondo di uno splendido mare blu intenso e per
questo stimolati dalla curiosità abbiamo deciso che dovevamo ritornare in Grecia. Con molto
anticipo abbiamo cominciato ad interessarci e a pensare come giungervi. Abbiamo chiesto
materiale informativo all’Ente del turismo greco, abbiamo consultato diari di bordo scritti da altri
camperisti e reperiti su internet ed, infine, abbiamo deciso di portare con noi il prezioso libro verde
del Touring che resta sempre, per noi l’ unica Bibbia. Abbiamo preparato, quindi, scrupolosamente
un itinerario di massima in modo da poter visitare tutto quello che d’interessante avevamo appreso
dalle guide. La nostra vacanza inizia insieme ad un altro equipaggio formato da mio cognato Elio,
preziosissimo compagno di viaggio, amante e buon conoscitore della storia, ma soprattutto dotato
di un grande senso dell’orientamento, anche se qualche volta è aiutato dalla fortuna e dal suo
navigatore satellitare, che è indisciplinato, prepotente e spesso meno bravo di lui. Al suo fianco la
sua dolce metà Giovanna, amante dei mega gelati e dello shopping e per questo mia fidata alleata,
amica e soprattutto consigliera per il suo innato gusto sobrio e raffinato. Il nostro itinerario di
viaggio inizia con l’imbarco a Brindisi per la fantastica isola di Corfù la cui atmosfera è capace di
avvolgere il più stressato dei turisti in un rilassante e caloroso abbraccio. Dopo Corfù, visitiamo una
parte del Peloponneso, che è una sorta di grande penisola. staccata dal resto della Grecia dal canale
di Corinto, meta per chi cerca gli antichi fasti di una civiltà perduta, il mare ed anche lo spirito della
Grecia moderna. Gli interni sono impervi e montagnosi e sorprendono chi è abituato ad una Grecia
costiera ed insulare Tra queste montagne è stata costruita la storia del popolo ellenico, degli Achei.
Nei pressi della famosa Sparta, della quale rimangono pochi resti dell’antica civiltà, sorge l’antico
borgo di Mistras, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, da visitare perché è qui che la
ricca cultura artistica ed intellettuale dell’impero bizantino conobbe il suo ultimo momento di gloria
prima dell’invasione ottomana. Nella provincia dell’Elide non ci perdiamo di visitare l’affascinante
sito dell’antica Olimpia. Nella Messenia visitiamo, nei pressi della bella Pylos, l’interessante
Palazzo di Nestore che di tutte le regge micenee, è quella che si è conservata meglio. Facciamo,
poi, una breve visita alla graziosa località di mare di Methoni dotata di una bella spiaggia nei pressi
della quale domina il panorama una fortezza veneziana del XV secolo ed infine facciamo una sosta
molto piacevole e rilassante a Finicouda, pittoresco paesino di pescatori che sorge su di
un’insenatura. Nel nostro itinerario di viaggio in Grecia non può di certo mancare Atene, la vivace
capitale greca, dotata di grande fascino e legata alla mitologia tanto che talvolta è quasi impossibile
distinguere il mito dalla realtà. Prima, in ogni modo.,di visitare Atene decidiamo di recarci per
qualche giorno a Creta imbarcandoci al grazioso e animato porto di Githio che si trova all’estremo
sud del Peloponneso. A Githio ci attende una spiacevole e amara sorpresa. Infatti, apprendiamo con
nostro gran disappunto che, per raggiungere con il camper l’isola di Creta, dobbiamo affrontare una
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spesa non indifferente e molto maggiore di quella sostenuta per il viaggio dall’Italia alla Grecia e
ritorno, forse perché il trasferimento dall’Italia alla Grecia avviene in regime di concorrenza e
pertanto i prezzi sono, al confronto, più bassi di quelli praticati per i servizi interni che restano
riservati alle sole compagnie greche e, quindi, in regime di monopolio. Inoltre, constatiamo sia qui
che in altri porti (Igoumenitsa,Iraklio)che gli orari dei traghetti sono soggetti a frequenti variazioni e
che per andare con il camper nelle isole cicladi, ( Paros, Naxos,Ios e Santorini),non solo i prezzi
sono esorbitanti ma, non è per niente facile reperire informazioni attendibili in quanto nelle
agenzie delle varie compagnie di navigazione regna il caos totale per via degli scioperi e delle
notizie false e contraddittorie sugli imbarchi, Alla fine, purtroppo , saremo costretti a rinunciare alla
visita della bella ed incantevole isola di Santorini che resterà, per il momento un sogno da realizzare
forse nel futuro, chissà!!!!Per il momento , ci rechiamo a Creta,la quinta isola del Mediterraneo la
più grande isola della Grecia , collocata nella parte meridionale del mare Egeo e prevalentemente
montuosa. Ci accolgono rocciose coste vergini, interminabili lidi sabbiosi, monasteri che raccontano
la storia di un popolo fiero e valoroso,chiesette isolate, paesini immersi nel verde , il verde degli
ulivi, il verde dei vigneti, un verde interrotto dai colori degli agrumi e degli ortaggi. E’una terra che
presenta un incredibile mosaico di paesaggi ed angoli ancora autentici. Il suo ambiente naturale,
diverso da quello delle altre isole greche, le ha donato, senza ombra di dubbio, un volto unico ed
un’atmosfera irripetibile, ma il maggiore motivo di richiamo è l’indiscutibile bellezza delle sue
spiagge e soprattutto la fama dei siti archeologici di Cnosso e di Festo. Visitata in modo
approfondito Creta e le sue quattro province non ci resta che ritornare nel Peloponneso. Visitiamo
la frenetica Atene , poi ancora le rovine dell’antica Corinto sparse ai piedi dell’enorme rupe di
Acricorinto sulla cui cima si erge l’acropoli di Corinto e poi con grande emozione ammiriamo il
fantastico e suggestivo Canale di Corinto, opera di grande ingegno. Ci facciamo, quindi, prendere
dalla dolce magia dell’Argolide: ci fermiamo a Nauplia , ricca di palazzi veneziani e prima capitale
della Grecia indipendente. Da Nauplia ci muoviamo per una visita all’antica Micene, la celebre città
fortificata, dalle Tombe Reali, a cui si accede tramite l’imponente e famosa “Porta dei leoni”.
Osservando quelle antiche rovine, la fantasia corre lontano per immaginare la vita di un popolo
che ha dominato il mediterraneo per secoli e secoli. Dopo Micene non ci resta che visitare
Epidauro, il più famoso e meglio conservato fra i teatri antichi in Grecia e dall’acustica perfetta..
Con la visita di Epidauro si conclude la nostra vacanza esplorativa in Grecia. Ci rechiamo,quindi
all’elegante e cosmopolita porto di Patrasso per imbarcarci alla volta dell’Italia e del porto di
Brindisi. Il nostro viaggio estivo, comunque, non si può, ancora dire concluso, infatti abbiamo in
programma di interrompere il nostro viaggio di ritorno a casa con due tappe intermedie in Italia: a
San Giovanni Rotondo, per vedere la nuova chiesa dedicata a Padre Pio e poi a Pompei, al
celebre santuario della Madonna del Rosario,meta di pellegrinaggi e oggetto di grande devozione.
Dopo aver pianificato l’itinerario del viaggio a tavolino, mio marito svolge il compito di occuparsi
del mezzo facendo revisionare il camper : controllare gomme, freni, batterie olio, filtri e tutto ciò
che occorre per non avere sgradite sorprese e spiacevoli imprevisti durante il viaggio. Io,
naturalmente, mi occupo del contenuto del camper cioè dell’abbigliamento e di una sufficiente
scorta di cibarie varie e di tutto il necessario che ci permetta di mantenere una certa autonomia per
almeno un mese e mezzo .Dopo aver stipato, come il solito i bagagli nei gavoni e negli
armadietti,diamo inizio al nostro viaggio armati di spirito d’avventura. Tuttavia, prima di
intraprendere una partenza è sempre bene conoscere qualche notizia utile sul paese che si intende
visitare.
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Informazioni Generali
GRECIA
Il territorio:La Grecia è protesa nel Mediterraneo orientale ed è costituita da una grande penisola
dalle coste molto frastagliate e da moltissime isole .Il paesaggio è dominato dalla pietra e
dall’acqua, che sono i due elementi che caratterizzano la natura di quest’antica terra. Sono infatti
poche le zone in cui le montagne risultano interrotte da pianure, mentre l’acqua,( il Mar Egeo e lo
Ionio) è l’habitat dominante della miriade di isole che sono parte integrante dell’odierno territorio
nazionale. Tra le sue regioni principali che portano ancora i nomi che evocano il suo illustre
passato: nel nord vi è la Macedonia e l’Epiro ,nel centro la Tessaglia e nel sud L’Attica in cui si
trova Atene e il Peloponneso, la grande penisola separata dal continente dopo il taglio dell’istmo di
Corinto
Clima:Il clima nella maggior parte del territorio è mediterraneo , con inverni miti ed estati calde e
molto assolate ( 300 giorni di sole all’anno è un record europeo) I mesi di maggio e giugno sono i
migliori per visitare la Grecia anche perché in Inverno le infrastrutture turistiche sono chiuse, infine
al di fuori dell’alta stagione la Grecia è meno cara. .
Documenti:E’ sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio. Per la guida dei veicoli è
sufficiente la patente italiana, il libretto di circolazione , l’assicurazione stipulata in Italia è valida
anche in Grecia.
Valuta: La valuta corrente è l’euro.
Ora: La Grecia è un’ora avanti rispetto all’Italia. Anche in questo paese è in vigore l’ora legale
quindi la differenza con l’Italia rimane identica tutto l’anno.
La lingua: La lingua ufficiale è il greco. Non è difficile, tuttavia,intendersi sia usando il linguaggio
dei gesti, sia masticando un po’ d’inglese: Oggi, ormai soprattutto i giovani parlano tutte le lingue
straniere più importanti.
Rete viaria: Le principali strade sono buone.
Limiti di velocità: 120 Km/h sulle autostrade; 90km/sulle strade extraurbane e 50 km /h sulle strade
urbane.
Norme di circolazione: Sono obbligatorie le cinture di sicurezza.
Costo del gasolio:I prezzi del gasolio sono un po’ meno cari dell’Italia.. il prezzo si differenzia tra
distributori, noi abbiamo pagato un prezzo che oscilla da un minimo di 1,245 a litro a un massimo
di 1,295 a litro.
Campeggi: I Campeggi in Grecia sono abbastanza numerosi e ben distribuiti in quasi tutto il paese,
ma la maggior parte si trovano in splendida posizione ,nei pressi delle principali località turistiche.
Il campeggio libero è notoriamente proibito.
Assistenza medica : E’ riconosciuta la tessera europea di assicurazione malattia.distribuita ai
cittadini italiani che ha sostituito il modello E 111 e consente di ottenere le prestazioni sanitarie
presso gli enti mutualistici convenzionati alle stesse condizioni riservate alle assicurazioni locali.
Acquisti:Tra i prodotti alimentari non si deve mai dimenticare di acquistare un vasetto di miele
come pure un contenitore di olive. Tra gli oggetti da portare a casa vale certo la pena di acquistare
un bel variopinto tappeto artigianale . Poi, chi vuole un’autentica spugna di mare è facile che in
Grecia ne trovi da acquistare una vasta gamma, di varie grandezze nelle piccole botteghe dove si
trovano esposti saponi all’olio d’oliva confezionati in modo grazioso per regalarli quali souvenir,
ed anche vasellame, gioielli ed oggetti di metallo lavorato. Infine, gli esperti di icone sapranno
scegliere tra le tantissime e belle figure della Vergine , di Cristo e dei Santi.
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Abbigliamento:Per l’abbigliamento è sempre consigliabile vestirsi a cipolla perché il clima spesso è
variabile e poi bisogna tener conto che la sera, specialmente nelle zone di mare e di montagna, la
temperatura rinfresca sempre. E’ opportuno, prima di partire, portare con sé maglioncini di cotone ,
abiti molto leggeri di lino bianchi preferibilmente per affrontare meglio l’insopportabile calura
estiva che soprattutto in Grecia raggiunge dei picchi notevolmente alti. Infine è altresì consigliabile
portare con sé i comodi kway facilmente ripiegabili e scarpe chiuse in grado di preservare da
un’eventuale pioggia , ma soprattutto robuste per visitare i siti archeologici e comode in previsione
di macinare a piedi chilometri e chilometri lungo le stradine sterrate di molte città e villaggi.
Curiosità: Spesso abbiamo notato che i greci si fanno passare continuamente fra le dita , come
passatempo, una specie di rosario chiamato “komboloi”. Un altro fatto che mi incuriosisce molto è
constatare che in Grecia ci sono una miriade di gatti randagi, neanche li adorassero come in Egitto!
Spesso ,quando pranziamo in qualche trattoria all’aperto non è insolito vedere gatti che si aggirano
tra tavoli e a questi “di soppiatto” lanciamo ogni tanto qualche resto assistendo così alla lotta senza
quartiere tra i felini autoctoni che litigano e soffiano per aggiudicarsi “la pagnotta.”
CRONACA DEL VIAGGIO:
Giovedi 20 maggio
Rifornito il camper di acqua potabile, caricate le vettovaglie e i bagagli pre-partenza varchiamo il
cancello del rimessaggio e diamo il via alla nostra avventura in cerca del nuovo, del bello e
dell’interessante. Partiamo da Palermo in due equipaggi: il mio, composta da mio marito Guido,
amante dei viaggi, al volante e da me Ezia, che fungo da navigatore, ma non sempre , in quanto
spesso sono immersa nella lettura di uno dei miei tanti romanzi appassionanti , che non mancano
mai tra i miei bagagli. Viaggiamo su un camper Riviera 55 Special su Ducato 2800 turbo diesel,
dotato d’ogni comfort quali aria condizionata, gruppo elettrogeno e perfino antenna parabolica;
l’altro equipaggio pronto a partire con noi è formato da mio cognato Elio, un vero gentil-man,
esperto di storia, molto disponibile e paziente con me , tanto che cerca quasi sempre di venire
incontro alle mie esigenze e di esaudire ogni mio piccola richiesta e desiderio. Con lui mio marito
ha messo a punto l’itinerario del viaggio che stiamo per intraprendere ed è stato, infine , da noi
scelto , per la sua competenza e per l’autorevolezza dell’età ( in verità poco maggiore della nostra )
quale guida del gruppo. Al suo fianco viaggia sua moglie Giovanna, con la quale condivido non
solo le gioie e gli “ affanni “ del viaggio ma anche e, soprattutto, una sfrenata passione per lo
shopping, spesso non gradita ai nostri mariti. Elio e Giovanna viaggiano a bordo di un camper
Ducato King dell’Elnagh. Il nostro viaggio inizia percorrendo il tratto autostradale PalermoMessina. Dopo aver traghettato a Villa San Giovanni (pagando38 €) siamo in Calabria, dove
imbocchiamo l’autostrada A3 sino all’uscita per Sibari, che raggiungiamo attraverso la Strada E940.
Alle ore 19,15giungiamo a Sibari, dove pernottiamo in un bel campeggio sul mare, che già
conosciamo per esserci stati in un precedente viaggio. Il campeggio che si chiama Pineta di Sibari,
oltre alla spiaggia di sabbia e ghiaia, offre un ombra fitta, un’alberatura a pineta e naturalmente tutti
i confort.(bar, ristorante,pizzeria, alimentari, vuotatoio chimico, etc).
Venerdi 21 maggio
Pagati €12 al camping per il pernottamento, attorno alle ore 10 circa, ci mettiamo in cammino dalla
Marina di Sibari per imboccare la strada nazionale 106 sino a Taranto e da qui poi prendiamo la
strada E843 e poi l’autostrada A14 sino a Brindisi, dove, appena giunti ,alle ore 16 ci dirigiamo
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all’area di sosta Garage Minnuta Cannone che si trova sulla strada Minnuta 6. Anche l’anno
scorso abbiamo sostato in questo garage e ci siamo trovati bene perché risponde alle nostre
esigenze essendo custodito, recintato, con acqua, illuminazione , elettricità, servizi igienici e
pozzetto. La sera , dopo esserci sistemati decidiamo di cenare sul camper con i nostri soliti, ottimi
spaghetti al pomodoro.
Sabato 22 maggio
Dopo aver pagato 13 € andiamo via dal Garage Minnuta di buon ora per dirigerci verso il porto di
Costa Morena, dove ci imbarchiamo per la Grecia,precisamente per Corfù alle ore 12.
Sbarchiamo a Corfù alle ore 19,30 e ci dirigiamo al campeggio Karda, sulla spiaggia, in località
Dassia, dotato di eccellenti infrastrutture e ben segnalato
Domenica 23 maggio
Oggi, appena pronti usciamo dal camping e, con un taxi che ci accompagna al centro storico,
iniziamo la conoscenza dell’incantevole isola di Corfù, che fra le isole Ionie è la seconda e la più
famosa. Si tratta, infatti, della “belle e ricca” terra cantata da Omero, la fertile terra dei Feaci, ultima
tappa d’Ulisse nel suo lungo viaggio verso Itaca. Questa stupenda isola è un connubio di stupendi
paesaggi naturali e splendidi monumenti d’epoche diverse. La città più importante è Kerkira (Corfù
)tra le più incantevoli del Mediterraneo costruita al centro della costa orientale dell’isola. La città di
Corfù è dominata dall’alto da due imponenti fortificazioni erette dai Veneziani ed è suddivisa in due
zone quella settentrionale e quella meridionale. Nella prima si trova la città vecchia, tra la
Spianada e la Fortezza nuova( Neo Frourio ). La parte meridionale della città è invece occupata
dalla città moderna con servizi turistici e negozi.AD est si protende sul mare la Fortezza vecchia.
(Paleo Frourio),una cittadina militare costruita dai veneziani sui resti di un castello bizantino del
XII secolo che sorgeva sul promontorio, per difendere la città e il porticciolo in cui si riparavano le
galee. Così il lungo sperone roccioso proteso nel mare fu separato dalla terraferma da un canale e
difeso da due possenti bastioni che sorvegliano il ponte di accesso alla Fortezza vecchia . La
Vecchia Fortezza in sostanza è divisa dalla città da un fossato su cui si trova un ponte levatoio in
legno. La nostra visita ha inizio dalla Palea Poli, l’anima dell’antica città del periodo della
dominazione veneziana. La città vecchia è un intricato dedalo di strette vie d’impronta veneziana
che si estende tra la Spianada e la Fortezza nuova. La Spianada è considerata la piazza più bella
del paese. La nuova Fortezza si erge su un rilievo ad ovest della città .I suoi poderosi bastioni e le
alte mura di pietra che dominano la vasta piazza che si apre nei pressi del vecchio porto, furono
eretti tra il 1576 e il 1588 per proteggere la città dai turchi. Passeggiando per la città vecchia ci
rendiamo conto che è un vero patrimonio artistico con i suoi pittoreschi vicoletti attraversati da
monumenti, chiese bizantine e fontane di pietra. Perlustrando i vicoli della città brulicanti di gente e
pieni di negozi straripanti di mercanzie e souvenir, ci troviamo a fare un tuffo nel passato e ci
rendiamo conto che tra quei vicoli accoglienti possiamo passeggiare pur non avendo una specifica
meta. Nella nostra passeggiata a zonzo raggiungiamo infine, la spettacolare odos Spiridonas dove
un alto campanile segnala la chiesa di Agios Spiridonas,dedicata al vescovo cipriota Spiridione,
patrono della città e protettore dell’isola, il cui corpo mummificato è custodito nella chiesa in una
teca d’argento e cristallo. La chiesa di Agios Spiridonas è uno spettacolare edificio sacro del XVI
secolo che vanta un campanile davvero imponente. A Corfù moltissime persone si chiamano come
il santo patrono dell’isola, tanto che si dice, scherzando, che se si grida il nome “Spiros”mezza isola
risponde all’appello. Ci fermiamo a pranzo nella città vecchia nei pressi della chiesa di S.
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Spiridione, in un ristorantino molto grazioso sito in uno spazio sopraelevato di una stradina molto
pittoresca e animata, dove mangiamo dell’ottimo e abbondante pesce (orate, polipo e crostacei alla
griglia ), naturalmente pagato a caro prezzo. Il cameriere, in ogni modo, è molto gentile e
chiacchierone, parlucchia qualche parola d’italiano e alla fine ci offre pure del liquido bianco da
diluire con dell’acqua fredda e cubetti di ghiaccio: quel liquido bianco non è altri che “ouzo” un
liquore all’anice tipico della Grecia che si diluisce nell’acqua. Molto buono è anche lo yogurt con
aggiunta di miele che assaggiamo dopo il pasto. Continuando la nostra passeggiata senza meta ci
imbattiamo nel grande e sontuoso Palea Anaktora (Palazzo Reale) che chiude a nord come una
scena teatrale la Spianada. L’antico palazzo reale oggi ospita il museo di arte asiatica. Nel palazzo
sono evidenti i richiami classici: il lungo portico dorico, le arcate ai lati e un fregio con rilievi
allegorici che rappresentano le sette isole ioniche. Nel nostro giro ci fermiamo in una baia molto
suggestiva (Faliraki), dove c’è un bar e ristorante, un ottimo posto per rilassarci,gustare un gelato
e ammirare il panorama. Notiamo anche una piccola chiesetta; purtroppo è chiusa, forse è dedicata a
San Nikolaos, infatti, apprendiamo in seguito, che qui più di una chiesa è intitolata a San Nicola, il
protettore dei marinai Prima di rientrare in camping, in ogni modo, ci fermiamo intorno alle ore 19
circa nella Cattedrale cattolica di San Giacomo per assistere alla Santa messa. Il prete è gentile,
molto bravo e preparato, cerca, infatti, di fare partecipare alla Santa messa anche i fedeli stranieri
che sono presenti nella chiesa, celebrandola sia in italiano che in tedesco e in greco.
Lunedi 24 maggio
Oggi è il nostro secondo giorno nella bella e affascinante Corfù e ci prepariamo al nostro consueto
giro esplorativo della città che inizia dalla visita della Cattedrale ortodossa , del secolo XVI ,ricca
di icone sei-settecentesche ma famosa perché qui sono conservate in una cassa d’argento le reliquie
di S. Teodora Augusta portate da Costantinopoli insieme a quelle di S. Spiridione Visitiamo un’altra
chiesa interessante, dal momento che qui quasi tutte le chiese sono bizantine e di gran pregio,poi, .a
pranzo .ci fermiamo in un posto davvero delizioso dove già ieri avevamo fatto una piccola sosta per
il gelato, nella panoramica e fantastica baia di Faliraki. Di pomeriggio, con un taxi visitiamo i
dintorni di Corfù. Ci rechiamo nella parte sud della città dove c’è uno dei punti più splendidi e
fotografati:costituito da una stretta lingua di terra che porta al monastero di Panagia Vlaherna
piccola chiesa bizantina dalla pareti imbiancate e con un grazioso campanile sotto il quale non
possiamo fare a mena di scattare qualche fotografia di rito. In barca , infine, si può raggiungere il
vicino isolotto di Pondikonissi ,”l’isola dei topi”,quasi emblema dell’isola, riportata su moltissime
cartoline.. La tradizione dice si tratterebbe della nave dei Feaci che riportò Ulisse in patria, poi
pietrificata da Poseidone. Dopo aver visto questi interessanti luoghi, con il taxi, che pazientemente
ci ha aspettato, ci rechiamo al villaggio di Gostouri, sempre percorrendo la strada costiera che da
Corfù città scende verso sud,e ad un certo punto troviamo una deviazione che conduce a Palazzo
Achillion, la bella villa classicheggiante immersa nel verde di una collina, costruita dall’italiano
Raffaele Carito, dove l’imperatrice d’Austria ( Sissi) si ritirò dopo la morte del figlio. Il palazzo,
nei pressi di Gostouri, è riuscito a conservare il suo aspetto pittoresco e il suo fascino che incantò
tanto l’imperatrice Elisabetta (nipote del re Ottone di Grecia) a tal punto da farle costruire in questo
punto il suo rifugio. Il Palazzo è in stile neoclassico, circondato da un magnifico giardino dove sono
presenti alcune statue che raffigurano gli eroi della mitologia greca. Famosa è la statua dell’Achille
morente che la stessa Sissi volle collocare nel giardino della villa che volle proprio intitolare
all’eroe greco. L’entrata del palazzo dell’Achilleo è costituita da un cancello di ferro con la scritta
in alto del suo nome in lettere greche. Accanto all’entrata c’è la biglietteria dove naturalmente
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paghiamo il biglietto che ci consente la visita del palazzo. Appena entrati nella sala dei ricevimenti
la nostra attenzione viene atratta dalla scala che conduce ai piani superiori, con la maestosa
ringhiera bronzea. Alla base ci sono due statue, a destra Zeus con un’aquila ed un fulmine e a
sinistra Era con un pavone. Nel soffitto ammiriamo la stupenda opera “Le quattro stagioni”.
Visitiamo , dunque le altre sale del palazzo che sono aperte al pubblico e la cappella dove Sissi era
solita raccogliersi in preghiera. Dopo l’uccisione dell’imperatrice colpita a morte da un
rivoluzionario nel 1898 a Ginevra., l’Achilleion divenne proprietà di Guglielmo II di Germania che
dal 1908 vi soggiornò ogni primavera. Gugliemo II, l’imperatore che diede inizio alla I guerra
mondiale non sopportava di vedere nel giardino della sua villa Achille, un così grande eroe nel
momento della sua morte. Così egli fece trasportare la statua di Achille morente nell’attuale
collocazione e ordinò l’imponente statua bronzea di “Achille vittorioso” che oggi domina su tutta
l’area. Autore dell’opera è il tedesco Johannes Gotz. E’ forse un’opera mediocre,ma esprime lo
spirito che dominava in Germania a quell’epoca. Infatti, alla base della statua c’era un’epigrafe
scritta in greco che diceva”Questa statua di Achille fu eretta qui da Guglielmo, capo dei forti
tedeschi, perché lo ricordino i posteri”. I francesi , che la trovarono durante la I guerra mondiale la
tolsero. Dopo la visita del palazzo, siamo ormai stanchi per la giornata impegnativa e quindi
rinunciamo a vedere tutte le statue di marmo e di bronzo che si trovano nei giardini. Sono da
ammirare anche le statue delle nove muse nel peristilio della veranda posteriore perché ogni statua
ci fa cogliere il senso estetico di tutto ciò che è stato creato in quest’area e ci trasporta nell’estetica
ricca e pesante del XIX secolo. Con il taxi ritorniamo al campeggio dove ci attende la cena a base di
spaghetti e un meritato riposo.
Martedì 25 maggio
Stamane il nostro programma giornaliero comprende una gìta esplorativa della costa occidentale di
Corfù, con una macchina “Panda” che abbiamo preso a noleggio al prezzo di 40 €, che, in fin dei
conti è più conveniente che prendere il taxi , che ieri pomeriggio, ci è costato 85€. La costa
occidentale di Corfù vanta alcuni dei paesaggi rurali, delle spiagge e dei villaggi più belli di tutta la
Grecia. Ci fermiamo nella famosa e bellissima cittadina di Paleokastritsa, frequentatissimo centro
turistico a circa 26 km da Corfù città e che si stende lungo la strada per ben 3 km. Verdi alture
ammantate di ulivi fanno da sfondo alle alte scogliere tra cui si annidano piccole insenature,
spiagge e grotte fantastiche che sono accessibili con la barca, occasione che non ci facciamo di
certo sfuggire, decidendo,infatti, di fare una piacevole escursione in barca per le grotte. pagando
10€ a persona. Nel nostro giro in barca ammiriamo la grotta di Nausica ,che la tradizione indica
quale rifugio d’amore di Ulisse e Nausica, quella di S. Nicola e la grotta detta occhio blu ed infine
vediamo pure la particolare cima di una roccia che ha la forma della testa di un leone o, secondo
alcuni, la forma di una testa di scimmia. Il colore dell’acqua di quel mare ha una sorprendente e
incredibile tonalità tra l’azzurro intenso e talvolta il verde smeraldo. Ci fermiamo a pranzo in un
ristorante lungo la strada principale chiamato“Smurf’s”,un gradevole locale adagiato in una
splendida insenatura prospiciente la spiaggia dove c’è chi fa il bagno e chi si gode pigramente il
sole. In cima al promontorio roccioso che domina Paleokastritsa sorge il Moni Theotokon un
imponente monastero fondato nel XIII secolo. Dopo pranzo ci rechiamo a visitare proprio quel
monastero che custodisce numerose icone di grande valore storico e artistico. Poi, fatti pochi passi
fuori dal giardino del monastero, pieno di edera, rose e piante in vaso vediamo un piccolo museo e
un piccolo negozio che vende olio d’oliva ed erbe aromatiche. Durante il viaggio di ritorno in
macchina verso il campeggio, ci concediamo una sosta nel pittoresco paesino di Lakones,
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precisamente in un bar ristorante che si trova in una posizione strategica lungo il percorso e dove si
può godere di uno splendido panorama.
Mercoledì 26 maggio
Oggi si conclude il nostro soggiorno a Corfù,quindi, completate le operazioni di rito al camper di
carico dell’acqua potabile e di scarico delle acque grigie, ci mettiamo in marcia verso il porto dove
ci imbarchiamo per Igoumenitsa. La traversata, che ci costa 74€, dura circa un’ora e mezzo.
Arriviamo a destinazione alle ore 13 circa, prendiamo un boccone in un posto di ristoro strada
facendo e poi percorrendo la strada E55 deviando per la strada 18 giungiamo a Preveza alle ore
19,40 al camping Monolithi , che vanta ottimi servizi.
Giovedì 27 maggio
Da Preveza, che per noi è stata solo una tappa di trasferimento e non di visita, ci dirigiamo verso la
nostra prossima meta:Olimpia Appena pronti, usciamo dal campeggio e ci immettiamo nella
E55sino a Patra ,continuando a percorrerla sino a Pirgos, da dove prendiamo la strada n74 che ci
conduce ad Olimpia. Giungiamo alle ore 18,30 circa al campeggio Diana ad ovest della città, sulle
pendici di una collina: è immerso nel verde,ben segnalato e gestito con grande professionalità da
una coppia di anziani coniugi molto gentili.
Venerdi 28 maggio
Alle ore 10, dopo aver fatto colazione e dopo una corroborante doccia, siamo pronti per andare con
il taxi chiamato dallo stesso gestore del camping, alla scoperta dell’antica Olimpia, che si
raggiunge seguendo le indicazioni per la cittadina moderna: L’ingresso al sito si trova subito dopo il
ponte sul fiume Kladeos.Appena giunti, visitiamo prima il museo del sito archeologico dell’antica
Olimpia che si trova a circa 200 metri a nord della biglietteria del sito. E’ preferibile , infatti, dare
prima un’occhiata al museo per farsi un’idea di come dovevano essere gli edifici dell’antica
Olimpia. All’interno osserviamo con grande interesse le riproduzioni dei frontoni e delle metope
del Tempio di Zeus,davvero spettacolari anche se incomplete. Vi si trova raffigurato nel frontone
orientale,la corsa dei carri tra Pelope ed Enomao.Nel frontone occidentale vi è invece raffigurato il
combattimento tra i centauri e i lapiti. Le metope illustrano le dodici fatiche d’Ercole. Ammiriamo,
inoltre, la statua di marmo di Ermes di Prassitele, un capolavoro di scultura proveniente dal tempio
di Hera Altre attrattive del museo sono la statua di Nike (la vittoria alata) e le offerte votive
rinvenute nel sito. Ad Olimpia nacquero nel 1000 a.C.. i primi giochi olimpici che si svolgevano in
onore di Pelope e di Ippodamia. Anche se esclusivamente locali, i giochi gradualmente attirarono
l’interesse delle altre città vicine . Nel 776 a.C. il sovrano di Elide riorganizza le gare in onore di
Giove. Questa data segna la prima Olimpiade e da allora, ogni quattro anni, si svolgevano delle
gare panelleniche che attiravano atleti provenienti da tutte le città-stato greche. Durante la
celebrazione delle gare , tutte le ostilità erano sospese. Il premio per il vincitore era una corona di
ulivo. I giochi olimpici che comprendevano la corsa su strada, la lotta, il pugilato,il
pancrazio(combinava insieme la lotta e il pugilato), il pentatlon, le corse coi carri e le corse
ippiche,furono interrotti nel 393 d.C. dall’imperatore Teodosio I. Quindici secoli dopo i giochi
rivissero grazie al pedagogista francese De Coubertin. Da allora, ogni quattro anni, un portatore
della fiaccola(“spondoforo”) parte dall’antica Olimpia per trasportarla nel luogo in cui si
svolgeranno i giochi. Entrando nel sito archeologico dell’antica Olimpia l’emozione è garantita. Ci
rendiamo subito conto, infatti, visitandola che a Olimpia il passato e il presente si fondono come per
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magia; uscendo dalla galleria che ci conduce allo stadio olimpico ci sembra quasi di vedere la folla
degli spettatori di un tempo in festa ai lati del campo. Nell’area aleggiano ancora i fantasmi dei
lottatori e dei pugili che vi gareggiavano. I primi ruderi che incontriamo entrando nel sito sono
quelli del Gimnasium del II secolo a.C. A sud si trova la palestra.(scuola di lotta) L’edificio
successivo che vediamo è il Theokoleon, (l’abitazione dei sacerdoti),dietro al quale sorge il
laboratorio di Fidia , dove lo scultore realizzò la gigantesca statua in avorio e oro di Zeus ,
considerata una delle sette meraviglie del mondo antico. Questo edificio fu identificato dagli
archeologi perché vi scoprirono attrezzi e calchi. Dietro il Theokoleon c’è il Leonidaion, una
struttura dove alloggiavano i dignitari. Infine, nella parte centrale, più alta dell’area archeologica
vediamo i resti del tempio dorico di Zeus e un po’più a sud il bouleterion sede del senato olimpico,
e lo spettacolare stadio , dove sono ancora visibili i sedili dei giudici e le linee che indicavano la
partenza e l’arrivo della corsa. Allo stadio si accede attraverso un passaggio ad arco. Infine,
camminando ancora incontriamo il tempio dorico di Hera, la struttura meglio conservata nel sito e
dove fu rinvenuta la statua di Hermes oggi al Museo. Ad est di questo tempio ci soffermiamo ad
osservare con grande interesse il Ninfeo , grandiosa struttura semicircolare che fungeva da
acquedotto e, infine, vediamo le dodici tesorerie. Dopo la visita del sito archeologico, il tassista che
è venuto a riprenderci ci conduce a pranzo in un ristorante di sua fiducia dove fanno pure un piccolo
sconto Al ristorante che si chiama “Ambrosia” pranziamo discretamente e abbiamo pure
l’opportunità di fare un po’ di shopping, dal momento che proprio adiacente al ristorante vi sono dei
negozi ben forniti di souvenir e di ogni sorta di articoli., forse collocati strategicamente in quel
luogo per i turisti. Nel pomeriggio rimaniamo a passeggiare per le vie ben tenute della moderna
cittadina di Olimpia , dove ci imbattiamo in un infinito numero di eleganti negozi e ristoranti.
Facciamo una sosta per prendere un aperitivo in un bar del centro e infine ritorniamo al campeggio,
come sempre stremati, ma contenti e soddisfatti per la lunga giornata trascorsa.
Sabato 29 maggio
Dal campeggio andiamo via dopo aver fatto le dovute operazioni di scarico e carico d’acqua per il
camper e dopo aver pagato 45€ per due giorni di sosta. Ci rimettiamo in marcia riprendendo la
strada n74 sino a Pirgos. Quindi, ci immettiamo nella E55 sino a Kato Nero e da li imbocchiamo la
strada n 9 sino a raggiungere, per trascorrervi la notte, il campeggio ,Erodios che in greco significa
“airone”, in località Gialova Pilos . Il campeggio è molto bello, e ricco di verde per la coltivazione
d’ulivi, si affaccia sulla spiaggia ed è un moderno complesso provvisto di bungalow e d’ottimi
servizi con toilette e docce con erogazione d’acqua calda, bar, ristorante, self service, mini market
molto fornito e possiede anche una cucina ad uso comune, di cui anche noi usufruiamo perché,
talvolta è più comodo che cucinare in camper. Naturalmente, il campeggio è anche provvisto di
spazi attrezzati per il lavaggio degli utensili di cucina e luoghi per lo scarico dei rifiuti e per lo
scarico di acque grigie.
Domenica 30 maggio
Dal campeggio Erodios ci muoviamo con una macchina presa a noleggio per visitare il Palazzo di
Nestore, il museo archeologico di Hora e la cittadina di Pilos e i bei dintorni con la: Fortezza di
Methoni e la splendida spiaggia di Finikouda
Fra le regge micenee il Palazzo di Nestore è quella che si è conservata meglio. La ricchezza e lo
splendore del Palazzo di Nestore attesta la prosperità economica e l’alto livello culturale del re di
Pilo, Nestore, che fu cantato da Omero e prese parte alla guerra di Troia governando per tre
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generazioni. Entrando nel sito archeologico quella che attrae di più l’attenzione è la sala del trono
che era dedicata alle incombenze ufficiali del re. Nel centro di questa sala vediamo quello che un
tempo era un grande focolare circolare, circondato da quattro colonne decorate che sostenevano la
balconata del primo piano, come si può vedere nelle fotografie della ricostruzione del Palazzo.
Osservando,, il depliant con l’illustrazione della ricostruzione del meraviglioso Palazzo di Nestore,
che ci hanno dato al botteghino del sito, è facile immaginare la magnificenza di quella reggia ricca
di affreschi e decorazioni. Disposte,attorno alla sala del trono, c’erano, infine, altre sale adibite a
posto di guardia, dispensa, sala d’attesa, vestibolo e bagno che è la più interessante con la vasca in
terracotta ancora nella sede originaria. Alcuni fantastici affreschi rinvenuti in loco sono custoditi nel
museo del vicino villaggio di Hora, dove ci rechiamo dopo la visita del Palazzo. Nel museo si
trovano oltre ai frammenti di affreschi che decoravano il palazzo, anche splendide tazze in oro. I
pezzi più pregiati della collezione sono, naturalmente gli affreschi provenienti dalla sala del trono Il
villaggio di Hora ci appare un po’ desolato. Per le strade c’è poca gente e non è facile per noi
trovare una chiesa per assistere alla funzione domenicale della Santa Messa. Entriamo, infine, in
una chiesa chiamata dei XII Apostoli;è molto carina, ma purtroppo è vuota e non vi si celebra
alcuna funzione. Forse, in questo luogo, come cerchiamo di intendere, si celebra la Messa soltanto
una volta al giorno.e di mattina presto. All’ora di pranzo, ci rechiamo nella bella Pilo, che sorge
sulla costa. E’ una delle cittadine più pittoresche del Peloponneso grazie al suo porto naturale
chiuso dall’isolotto di Sfaktiria circondato dalle acque della baia di Navarino,famosa nella storia
perché qui si decisero le sorti della Grecia. In questa baia, infatti, nel 1827 la flotta alleata inglese,
francese e russa sconfisse i turchi che furono così costretti ad intavolare le trattative per
l’indipendenza della nazione. Lo scontro navale passò alla storia come la battaglia Navarino.
Dopo pranzo, facciamo una passeggiata in macchina sempre alla ricerca di una chiesa, la troviamo
ma anche questa è chiusa e non ci resta che guardarla soltanto dall’esterno. Ci rimettiano in
macchina per ammirare i dintorni di Pilos. Ci fermiamo nella piazzetta della graziosa località di
mare di Methoni, davanti la spiaggia sabbiosa, nei pressi della quale domina il panorama una
fortezza che la Serenissima aveva creato nel XIIIsecolo sulla punta estrema del promontorio.
Nonostante i rimaneggiamenti effettuati in epoca successiva tra il 1400 e il 1800, l’impronta
veneziana è rimasta intatta. Infine, durante la strada di ritorno verso il campeggio non ci stanchiamo
di ammirare ancora gli splendidi panorami che ci offre il villaggio di pescatori di Finicouda, una
località balneare diventata molto turistica per le sue spiagge ben tenute. Anche oggi, conclusa la
nostra giornata di visita, ritorniamo al campeggio stanchi per i così tanti avvenimenti e, dopo una
deliziosa cenetta in camper, non vediamo l’ora di abbandonarci nelle braccia di Morfeo.
Lunedi 31 maggio
Usciamo dal campeggio per un’altra destinazione nella tarda mattinata, per via di un contrattempo
dovuto ad un guasto all’aria condizionata della cabina, purtroppo alla fine ci rimettiamo in marcia
senza aver risolto lo spiacevole inconveniente. Prima, comunque di raggiungere la nostra prossima
tappa decidiamo di fermarci di nuovo a Methoni , per vedere l’interno della famosa fortezza. La
fortezza, mirabile esempio di architettura militare è una vasta struttura dall’atmosfera fortemente
suggestiva. E’ circondata dal mare su tre lati e separata dalla terraferma per mezzo di un fossato. Il
porto medievale di Methoni che sorgeva all’interno delle mura del forte fu un punto di sosta per i
pellegrini diretti in Terra Santa. Inoltre, in epoca medievale sia la fortezza di Methoni che quella
gemella di Koroni erano note come “ gli occhi della Serenissima”. Nonostante oggi faccia caldo ci
avventuriamo attraverso un sentiero acciottolato e accediamo al vasto spazio interno della fortezza ,
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che mi lascia delusa in quanto non c’è da vedere che ruderi e una piccola chiesetta che sembra
abbandonata. ,ma dentro la quale possiamo facilmente entrare muovendo un ferretto sulla porta.
Entriamo nella chiesa deserta e notiamo le solite icone e qualche candela accesa. Nella fortezza , su
una colonna e dappertutto si notano le decorazioni raffiguranti il leone di S. Marco. Dopo aver
ammirato dall’alto della fortezza di Methoni gli splendidi colori del mare sottostante, ci rimettiamo
in viaggio Ci fermiamo , per pranzare, in un ristorante sulla spiaggia di Finikis , poi, a 3 km a ovest
di Finicouda , poco lontano dalla strada che conduce a Methoni, ci fermiamo per la notte in un bel
campeggio chiamato Anemomilos.
Martedì 1 giugno
Ci muoviamo dal campeggio verso la nostra nuova tappa attorno alle ore 11, dopo aver
sbrigato,come al solito tutte le nostre incombenze mattutine. Percorrendo una strada secondaria
raggiungiamo Harokopio e sempre costeggiando il mare giungiamo a Kalamata nei pressi della
quale ci fermiamo per il pranzo., quindi imbocchiamo la 182 una tortuosa strada di montagna e
arriviamo finalmente a Sparta, al campeggio di Castle View, che si trova a 4,5 km oltre Sparta e
500 metri prima di Mistrass, che è la famosa e importante località che dobbiamo visitare domani.
Della celebre Sparta rimane, invece una piccola cittadina, dal clima quasi da deserto, in estate, con
pochi e non molto importanti resti dell’antica civiltà. Appena arrivati al camping ci rilassiamo un
po’, dal momento che la strada che abbiamo appena percorso era davvero massacrante. La sera
ceniamo all’aperto con i nostri soliti squisiti spaghetti e poi a nanna.
Mercoledì 2 giugno
Da un taxi ci facciamo accompagnare all’ingresso superiore della città fortificata di Mistrass, uno
dei siti più importanti del Peloponneso, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco per le
suggestive rovine di chiese , fortezze e palazzi che si sviluppano a grappolo e ornano la città,
attestando la ricca cultura artistica ed intellettuale dell’impero bizantino, che proprio qui conobbe
uno dei suoi più alti momenti di gloria La fortezza di Mistras fu fatta costruire dai franchi nel 1249.
Quando i bizantini sottrassero la Morea ai franchi, l’imperatore Michele VIII Paleologo elesse
Mistras a capitale e a sede del governo. A Mistras regnarono vari despota della Morea ( di solito si
trattava di un figlio o di un fratello dell’imperatore bizantino) fino al 1460, anno in cui fu occupata
dai turchi.Nel 1687 dopo la conquista da parte dei veneziani, la città conobbe nuovamente un
periodo di prosperità finchè caduta ancora una volta nelle mani dei turchi nel 1715, Mistras non si
riprese più. Intorno al 1950 ebbe inizio un’opera di restauro di vasta portata che continua tuttora,
come noi stessi abbiamo potuto constatare. Il percorso, che ci accingiamo a percorrere per visitare
la cittadella di Mistras, è molto faticoso sia che si raggiungono le rovine dalla sommità verso il
basso o viceversa , noi scegliamo di seguire il percorso in discesa perché crediamo sia più facile.In
qualsiasi caso, tuttavia, è sempre conveniente indossare scarpe comode e robuste adatte ad un
terreno scosceso. Il sito è diviso in tre parti:il Kastro (la fortezza posta sulla sommità), la città alta
e la città bassa. Percorrendo il sentiero in discesa con gran fatica per il terreno dirupato giungiamo
lasciando a destra la porta di Nauplia , alla chiesa di Agia Sofia , un tempo adibita a chiesa
palatina come luogo di culto del palazzo, dove sono ancora visibili pregevoli affreschi . Da qui
arriviamo al Palazzo dei Despoti, chiuso per lavori di restauro al momento della nostra visita, In
questo punto incontriamo pure una scolaresca accompagnata dai professori, anch’essi interessati a
visitare l’importante sito di Mistras. Dal Palazzo si diparte un sentiero acciottolato e tortuoso che
scende fino alla Porta di Monemvasia , che è l’ingresso della città bassa. Nella città bassa
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visitiamo la chiesa di Agii Theodori , con tracce di affreschi con immagini di Santi,Panagia
Odigitria (la Madonna che indica il cammino) ed infine la Mitropolis, (la Cattedrale di Agios
Dimitrios)con una bella iconostasi, di fronte alla quale si vede una lastra con un’aquila a due
teste,simbolo di Bisanzio.Un cortile ad arcate e galleria superiore accompagna il lato sinistro della
chiesa :saliamo una scala in legno e visitiamo un piccolo museo che raccoglie frammenti di sculture
e ceramiche provenienti da altre chiese di Mistras. Terminata la visita alla Cittadella saliamo sul
taxi che ci attende all’ingresso inferiore ,come da accordi presi prima. Per visitare Mistras è stata
necessaria mezza giornata, quindi, essendo ormai l’ora del pranzo, decidiamo di consumare, prima
un buon pasto nello stesso ristorante del campeggio,poi facciamo un veloce riposino e, quindi, ci
mettiamo in viaggio verso la nostra nuova tappa di Gythio. Ci rimettiamo in marcia attraverso la
strada E963 che ci conduce a Githio, fermandoci a 3 km prima, nel campeggio di Melteni per
trascorrervi la notte. Il campeggio è appena dietro la spiaggia, all’interno di un uliveto ben curato.
Giovedì 3 giugno
Appena pronti ci muoviamo dal campeggio alla volta del porto di Githio,dove dobbiamo imbarcarci
per l’isola di Creta crocevia di tre continenti (Europa, Africa ed Asia), ricca di storia perché ha
vissuto l’avvicendarsi di numerose civiltà di cui conserva numerose testimonianze. Nel periodo
minoico, Creta ospitava la civiltà più evoluta del mondo antico. Poi fu conquistata dai Micenei, dai
Dori e dai Romani. Con il declino dell’impero romano Creta fu poi annessa all’impero bizantino e
successivamente fu sotto il dominio di Venezia ed infine cadde nelle mani dei turchi e fece parte
dell’impero ottomano .Fu annessa alla Grecia nel 1913, dopo essere stata nel 1898 protettorato
britannico. Visitare Creta, per noi è come fare un viaggio a ritroso nel tempo,immergendoci nella
mitologia greca in compagnia di Minosse e del mostruoso Minotauro, di Teseo, di Arianna tradita
amante,(secondo la mitologia Arianna , figlia di Minosse fu abbandonata da Teseo nell’isola di
Naxos,quindi lasciata “in asso”ma poi vi si stabilì andando sposa a Bacco) e di Zeus e di Crono.
L’isola è oggi una regione autonoma della Grecia , costituita da quattro distretti che fanno
riferimento a quattro città importanti: Chania con capoluogo l’omonima città,Rethymno con
capoluogo la città omonima, Heraklion con capoluogo la città di Iraklion e Lassithi con
capoluogo la città di Agios Nikolaos. Prima di imbarcarci nel traghetto per Creta inganniamo
l’attesa passeggiando per l’animato lungomare di Githio, l’antico porto di Sparta ,oggi grazioso
porto di pescatori che vanta un delizioso lungomare dove ci fermiamo per il pranzo in una delle
numerose taverne specializzate in pesce e dove osserviamo con curiosità numerosi polpi appesi ed
allineati al sole. Dopo pranzo ,essendo ormai giunta l’ora, ci imbarchiamo sul traghetto per
raggiungere Creta, pagando una cifra davvero eccessiva .(300 euro).Arriviamo alle ore 22 al porto
di Kissamos, ribattezzato dai veneziani Kastelli nome che conservò fino al 1966. Percorriamo la
strada n90 e raggiungiamo la località di Drapanias dove ci fermiamo per la notte al camping di
Mithimna, ben segnalato. E’ situato sul mare in un punto della costa nord occidentale dove c’è una
lunga spiaggia di sabbia. Il campeggio offre,inoltre, ai suoi ospiti un grande estensione di verde con
alberi ombrosi e aiole fiorite. I servizi qui come negli campeggi dove siamo stati finora sono
impeccabili e pulitissimi, con acqua calda e fredda. Abbiamo naturalmente la fornitura di corrente
elettrica e possiamo usufruire di un fornito supermarket, del bar e del ristorante. Infine è possibile
noleggiare automobili, un’opportunità che cogliamo a volo, anche perché, ci siamo resi conto che è
molto più economico che muoverci in taxi.
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Venerdi 4 giugno
Oggi, appena pronti, usciamo dal campeggio con tutta tranquillità, perché abbiamo in programma di
andare a Hania, per visitarla con la macchina presa a nolo.Percorrendo la strada 90giungiamo ad
Hania,: che ha conservato in gran parte il suo aspetto antico.Hania, oltre, ad essere il capoluogo
della provincia omonima, è anche una delle più belle città della Grecia proprio perché conserva
ancora molte tracce del passato: interi quartieri veneziani, turchi ed ebraici. Si può affermare
quindi, con certezza, che Hania è una delle cittadine più cosmopolite dell’intera Grecia; è infatti
come un autentico puzzle etnico fatto di greci , arabi, turchi, ebrei, armeni, genovesi e naturalmente
veneziani. Passeggiamo nelle città vecchia, attorno al porto, dove si stringono i quartieri di
Topanas (detto così dai turchi da “topia” cannoni) e dell’antico quartiere ebraico. L’incantevole
quartiere veneziano si presenta come un fitto intrigo di suggestive viuzze che sbucano nel magnifico
porto. Le case veneziane restaurate sono state trasformate in ristoranti di classe e in hotel, mentre
quelle ancora diroccate ospitano taverne dall’atmosfera sorprendentemente suggestiva. L’antica e
grande moschea situata in prossimità del porto contribuisce ad aggiungere una nota esotica ad una
città già ricca di fascino. Camminando tra quelle strade suggestive imbocchiamo ad un certo punto
la via principale la Odos Chalidon vicino alla quale sorge la Cattedrale, un’imponente basilica, a
tre navate, costruita intorno al XIII secolo. Infine, sempre passeggiando tra quell’intrico di vicoli
arriviamo ad Agios Nikolaos, fondata dai domenicani in epoca veneziana, caratterizzata da un
campanile e da un minareto d’indubbia origine turca; infatti, sono molte le chiese dell’isola che
durante la dominazione turca furono utilizzate come moschee. Solo nel 1918, questa chiesa fu
riconvertita in chiesa ortodossa. Visitata la città di Hania, e dopo aver pranzato in un ristorante sito
in un angolo molto spettacolare, saliamo in macchina per visitare i famosi dintorni con il
Monastero di Agias Triadas. Ci dirigiamo, quindi a nord est di Hania, dove a circa 15 km, vicino
al villaggio di Koumares,nell’area di Akrotiri, circondato da un paesaggio di incredibile bellezza
naturale si erge l’imponente Moni Agias Triadas(Monastero della Santa Trinità) un complesso
fondato nel XVII secolo dal monaco veneziano Geremia Zangaroli convertitosi alla fede ortodossa
Il Monastero noto pure come Monastero Zangaroli, ospita una piccola comunità di monaci. Il
Monastero è uno dei più importanti di Creta e si staglia in tutta la sua grandezza alla fine di un viale
di cipressi La facciata della chiesa è una vera meraviglia architettonica costruita con pietre rosa
corallo , arricchita da due coppie di colonne ioniche e da una corinzia all’ingresso. Sul tetto della
facciata svetta un campanile a tre campane di influenza veneziana . L’interno della chiesa è
impreziosito da splendidi affreschi e da un’interessante collezione di meravigliose icone.. Un
piccolo negozio,attiguo alla chiesa, infine, vende cartoline, gadget e gli eccellenti prodotti del
monastero, in particolare il vino, l’olio e il raki, bevanda locale. Compriamo qualche cartolina e
andiamo via, dopo aver visitato il museo che contiene una collezione di libri antichi e di icone.
Visitato il monastero concludiamo il nostro programma giornaliero di visita e quindi non ci resta
che ritornare al campeggio per la nostra solita deliziosa cenetta intima nel camper.
Sabato 5 giugno
Hania resta il principale punto di transito degli escursionisti diretti alle famose Gole di
Samaria,dove anche noi abbiamo intenzione di andare con la macchina presa a nolo .che ci
conduce al luogo nel quale si traghetta per raggiungere il villaggio di Agia Roumeli da dove
appunto parte il sentiero che conduce alle Gole. Da Hania. imboccata la strada n 90 direzione
Vrises, attraversando una bella strada panoramica, raggiungiamo il villaggio di Hora Sfakion dove
parcheggiata l’auto, ci imbarchiamo sul traghetto che ci conduce ad Agia Roumeli, il villaggio da
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dove parte il percorso più comodo e facile (detto “ pigro”),per le Gole di Samaria. Il traghetto ci
costa 8 euro a persona ed impiega circa un’ora. Questo breve tragitto è molto piacevole perché la
traversata è interrotta da una sosta a Loutro, un incantevole porticciolo che abbiamo modo di
ammirare,e dove non ci sono case ma soltanto eleganti alberghi. Giunti ad Agia Roumeli , pieni di
buona volontà , carichi di entusiasmo e curiosità iniziamo a percorrere il sentiero per le Gole.
L’escursione è molto impegnativa , il caldo è soffocante il sentiero si presenta per il momento
praticabile ma diventerà via via più difficile, sdrucciolevole, molto aspro e per un piccolo tratto
molto stretto (largo circa 3 metri )Camminiamo per un paio d’ore sotto il sole cocente, fatti soltanto
pochi chilometri dei 16 che ci aspettano decidiamo di desistere perché non mi sento di affrontare il
terreno ripido ed impervio e tutto l’intero percorso che richiede circa sei ore e che di solito affronta
chi ha un buon allenamento alle escursioni a piedi. Nel nostro percorso “ pigrissimo” abbiamo avuto
modo di incontrare gli ultimi esemplari di una razza locale di capre selvatiche dette krikri ,che
sopravvivono in libertà. diventando quasi il simbolo dell’amore cretese per la libertà. Questo fiero
animale nei vecchi tempi viveva in tutta l’isola di Creta, ma dopo la distruzione delle foreste si
trova solo alla Gole di Samaria. Ci accorgiamo, con nostra gran meraviglia, che si arrampicano con
un’agilità impressionante e camminano sicure sul ciglio del muretto paracarri del sentiero. Dopo la
breve scarpinata , ci fermiamo in uno dei tanti graziosi ristoranti dei quali il villaggio di Agia
Roumeli offre una discreta scelta Nel pomeriggio passeggiamo nel paesino per ingannare l’attesa,
in quanto soltanto alle ore 17,30 parte il traghetto per Hora Sfackion, dove abbiamo parcheggiato
l’auto. Appena saliti in macchina, ci rimettiamo subito in marcia attraverso la bella strada
panoramica che abbiamo percorso all’andata e, dopo circa 100 km, alle ore 21, giungiamo
finalmente al campeggio.
Domenica 6 giugno
Oggi, si parte verso una nuova meta: Rethimno Dopo aver compiute tutte le varie operazioni
mattutine di rito e dopo aver caricato e scaricato l’acqua del camper ci immettiamo nella strada n90
per raggiungere Rethimno, capoluogo della provincia che porta lo stesso nome. Rethimno sorge
tra le due grandi città di Creta: ad est di Iraklion ed a ovest Hania (circa 60km di
distanza)Rethimno è per dimensioni il terzo centro urbano di Creta ed una delle città più
pittoresche dell’isola, grazie ad un porto molto affascinante e ad una possente fortezza veneziana,
Passeggiamo attraverso il suo delizioso quartiere ottomano-veneziano che è un labirinto di viuzze
su cui si affacciano case suggestive con balconi in legno e monumenti veneziani a cui i minareti
conferiscono un suggestivo tocco d’oriente. Siamo nel cuore della città e nel nostro piacevole
girovagare tra le strette strade del centro storico , di tanto in tanto ci fermiamo nei vari negozi per
fare un po’ di shopping. Tra le numerose testimonianze del periodo veneziano rimaste nel quartiere
antico che stiamo visitando spiccano la Fontana Rimondi, ornata da capitelli corinzi e pregevoli
teste di leone da cui zampilla l’acqua , e a destra la loggia veneziana , elegante costruzione del
secolo XVI. In una delle vie secondarie , proprio dietro la Fontana Rimondi, ci fermiamo per il
pranzo in un locale dall’atmosfera unica: la taverna di Kiria Maria. Preferiamo pranzare
all’interno della taverna, ma fuori, ci sono dei tavoli sotto un pergolato frondoso da cui pendono
gabbie con uccellini cinguettanti. Alla fine del pranzo paghiamo per quattro persone 61 euro, una
cifra, a mio parere, contenuta. Nel primo pomeriggio ci rimettiamo di nuovo in marcia verso la
nostra prossima destinazione. Da Rethimno imbocchiamo la strada n97 sino alla cittadina di Mires e
quindi prendiamo la strada che ci conduce a Matala. E’ Tardi , sono circa le ore 21 e con grande
difficoltà cerchiamo il campeggio per la notte. I campeggi segnalati purtroppo sono chiusi, alla fine
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ci fermiamo nel campeggio municipale della cittadina di Matala,anche se c’è buio pesto ed è
incustodito. Essendo stanchi per cenare sul camper, decidiamo di avventurarci alla ricerca di un
buon ristorante nei dintorni. Il ristorante “Lions” dove ci fermiamo per la cena è alquanto elegante.
Mentre ceniamo , godiamo dello splendido e spettacolare panorama delle grotte illuminate di
Matala che sono di fronte a noi. Queste suggestive grotte che costellano le pareti di arenaria della
scogliera sono tombe romane scavate nel I secolo d.C. e sono state abitate per secoli, anche dagli
hippy negli anni 60.
Lunedi 7 giugno
La principale peculiarità di Matala è costituita dalla presenza delle sue grotte ricche di fascino. La
sua spiaggia sabbiosa che si estende sotto le caverne, è considerata una delle più belle di Creta, ma
il suo villaggio è soprattutto importante perché costituisce un comodo punto di partenza per visitare
i siti archeologici di Festo e di Agia Triada. Appena usciti dall’orrido e squallido campeggio di
Matala ci dirigiamo al sito archeologico di Festo, dove giungiamo attorno alle ore 11. Festo era per
importanza la seconda città palaziale della Creta minoica, ma ciò che contraddistingue Festo dagli
altri centri minoici è la presenza visibile di due palazzi, l’uno sovrapposto all’altro. La planimetria
del Palazzo è identica a quella del palazzo di Cnosso: con le sale disposte intorno ad un cortile
centrale Il complesso palaziale sorgeva sul sito di una struttura più antica che andò distrutta ma gli
scavi hanno consentito di portare alla luce alcune vestigie di quel primo palazzo parzialmente
sovrapposte alla nuova costruzione. L’ingresso del palazzo più recente è costituito dalla Grande
Scalinata che conduce al lato occidentale del cortile centrale. Camminando tra gli scavi
archeologici vediamo quelli che un tempo erano i magazzini con dentro, giare in ceramica dette
“pithoi” usate, un tempo, per conservare l’olio d’oliva, il vino ed i cereali. Le parti del palazzo che
si sono conservate meglio sono le sale delle udienze e gli appartamenti privati situati a nord del
cortile centrale. Vediamo quelli che erano gli appartamenti reali: il megharon della regina e il
megaron del re e il bagno lustrale destinato alla purificazione. In un di questi bacini lustrali sono
stati trovati oggetti di culto, tra i quali un rithon con la forma di testa di toro Notiamo i tronconi
inferiori di semi colonne che fiancheggiano un maestoso portale. A differenza delle tipiche colonne
portanti minoiche, queste di Festo non sono rastremate alla base. Il famoso Disco di Festo fu
rinvenuto in un edificio situato a nord del Palazzo e attualmente è conservato presso il Museo
Archeologico di Iraklio. Si tratta di un disco d’argilla del diametro di 16 cm recante segni
pittografici(geroglifici) tuttora indecifrati e per questo dal significato misterioso. Dopo circa due ore
di visita agli scavi archeologici di Festo, ci rimettiamo in marcia, fermandoci soltanto per pranzare
in un ristorante che incontriamo per strada, nei pressi di Cortina, famosa località di un altro
importante sito archeologico, che noi decidiamo di non visitare, data la spossatezza che ci ha vinti a
causa del caldo e della lunga camminata tra gli scavi di Festo La trattoria dove ci fermiamo è
accogliente , a conduzione familiare e ci offre prodotti genuini Assaggiamo il profumato e gustoso
pane al forno, le saporite olive di loro produzione e tutto il resto e poi dopo una breve sosta ci
rimettiamo subito in cammino, perché la strada da percorrere che ci attende è ancora lunga, circa
140 km. Ritorniamo a Mires e da qui prendiamo la strada per Pirgos, quindi raggiungiamo Skinia e
poi Anovianos ed infine la costa a Mirtos e costeggiandola finalmente dopo una strada tortuosa
fiancheggiata da ulivi sempre verdi e annaffiati con cura, giungiamo ad Ierapetra, a 7 km della
quale direttamente sulla spiaggia ci fermiamo al campeggio ben segnalato di Coutsounari.
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Martedì 8 giugno
Dal campeggio ci muoviamo in direzione di Agios Nikolaos, capoluogo della provincia di Lasithi ,
attraente cittadina raccolta intorno ad un grazioso porto ed a un pittoresco laghetto collegato al
mare. Per raggiungere la nostra meta imbocchiamo una strada che taglia l’isola da sud a nord e
giungiamo a Pachia Amos e da qui poi percorriamo la superstrada 90 che ci conduce ad Agios
Nikolaos , dove appena giunti posteggiamo nei pressi del porto e iniziamo la visita alla graziosa
cittadina.. Inconfondibile caratteristica della città è il lago Voulismeni proprio al centro, che è
collegato al mare con un canale. Le due parti della città sono collegate tra loro con un ponte; questo
è un punto veramente pittoresco con molte caffetterie e ristoranti, lungo la riva. Essendo giunta
l’ora del pranzo ci dirigiamo proprio verso uno di quei ristoranti tanto invitanti soprattutto per la
loro splendida posizione in riva al lago, ma che tendono inevitabilmente ad essere una trappola per
i turisti sprovveduti.Noi, coraggiosamente rischiamo, e pranziamo in uno di questi eleganti
ristoranti, tuttavia possiamo dire, in tutta sincerità, che alla fine il conto per il nostro pasto
abbondante non è stato così esorbitante come ci aspettavamo,paghiamo infatti 75 euro per quattro
persone, un prezzo più che ragionevole. Dopo pranzo, passeggiamo ancora per le vie della graziosa
cittadina per un paio d’ore, fermandoci di tanto in tanto per fare un po’ di shopping nei vari
negozietti che incontriamo e che non mancano mai di tentarci, poi è tempo di riprendere la strada
verso il nuovo campeggio per trascorrervi la notte. Percorrendo la strada 90 giungiamo attorno alle
ore 19 a Dato Gouves nei pressi di Iraklio e ci sistemiamo nel campeggio sul mare di nome Creta
Il campeggio si trova a circa 16 km ad est di Iraklion, ben segnalato e con ottime attrezzature e
servizi, ideale per visitare i luoghi di interesse che si trovano nei dintorni
Mercoledì 9 giugno
Usciamo dal campeggio, con la macchina presa a nolo e dedichiamo la mattinata alla visita del sito
archeologico di Cnosso e all’interessante museo archeologico di Iraklion .Situata a 5 km da
Iraklio, Cnosso è stata nell’antichità la capitale della Creta minoica ed oggi costituisce la principale
attrattiva dell’isola. Gran parte di quanto oggi è visibile del Palazzo di Cnosso , dimora del mitico
re Minosse,si deve all’opera di ricostruzione voluta da Arthur Evans, che cercò di riproporre il
palazzo nel suo aspetto originario. Grazie alla sua ricostruzione sono immediatamente riconoscibili
le parti più significative del complesso , come le colonne, per la maggior parte di colore rosso scuro
con i capitelli neri bordati in oro rastremate alla base , che come ci spiega la nostra guida in lingua
italiana, sono un particolare architettonico tipico delle colonne minoiche. Il Palazzo di Cnosso ci
colpisce non solo per i suoi vivaci affreschi e le sue imponenti colonne ma per l’alto livello di
sviluppo raggiunto da quella società estremamente sofisticata. Infatti la guida che ci accompagna ci
spiega che la collocazione dei lucernari e la disposizione delle camere rispetto ai corridoi, ai portici
ed ai lucernari è studiata per mantenere gli ambienti freschi in estate e caldi in inverno. La guida ci
accompagna in una piccola stanza che ospita la riproduzione di alcuni affreschi rinvenuti nel
palazzo, i cui originali si trovano al museo di Iraklio e ci fa notare che negli affreschi il colore della
pelle delle donne è diverso da quello degli uomini. Tra questi pregevoli affreschi meritano di
essere citati:l’affresco della tauromachia , che raffigura un’acrobata nell’atto di compiere un agile
volteggio sulla groppa di un toro, l’affresco delle Signore Azzurre e l’affresco dei Grifoni nella
sala del trono. Un ambiente interessante è il magazzino delle grandi giare detto così per i colossali
pithoi dove si conservavano olio, vino e cereali. Nella sala del trono ornata di affreschi rifatti
perché gli originali si trovano nel museo di Iraklio, vediamo l’antico trono e il bacino lustrale. E’
molto probabile che questa stanza abbia un carattere religioso .Il re-sacerdote si sedeva in trono e i
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sacerdoti intorno sui banchi. L’uso rituale di questo luogo è dimostrato dal bacino di purificazione
di fronte al trono. La sala del trono prese il nome dal piccolo trono di pietra che si è salvato intatto
come si sono salvati i banchi di pietra. La cerimonia della purificazione doveva essere simbolica.
Nel megaron del re oltre al trono si vedono scudi affrescati, e doppie asce incise sul lucernaio che
rappresentano il sacro simbolo dei minoici. Dalla sala delle asce bipenni un passaggio conduce al
Megaron della regina. Sopra la porta, decorata da motivi floreali blu, è visibile una riproduzione
dell’affresco del delfino,uno dei massimi capolavori dell’arte minoica. Nella sala adiacente si trova
il bagno della sovrana completo di una vasca in terracotta. Alla fine, siamo molto soddisfatti per
aver visitato accuratamente insieme alla guida gli interessanti e splendidi resti del Palazzo di
Cnosso, che Arthur Evans ha cercato con grande abilità e maestria di riproporre nel suo aspetto
originario.e che grazie soprattutto a lui è divenuto, oggi, il principale centro archeologico dell’isola
tanto che le sue rovine si collocano tra le più significative ed importanti del Mediterraneo. Dopo
aver pranzato, nei pressi di Cnosso, ci muoviamo verso Iraklio per visitare il famoso museo
archeologico dove si trovano importanti reperti rinvenuti anche a Cnosso. Lo straordinario museo
archeologico di Iraklio, grazie alla sua incomparabile collezione di opere d’arte minoiche è unico al
mondo e secondo per dimensioni ed importanza soltanto al Museo Archeologico Nazionale di
Atene. Tra le opere da non perdere meritano di essere citate le celebri pitture murali provenienti da
Cnosso, tra cui l’affresco della Processione, l’affresco dei Grifoni la cui copia abbiamo già visto a
Cnosso nella sala del trono,l’affresco dei Delfini (dalla sala della regina) e infine l’affresco della
tauromachia , che mi ha colpito molto e la cui riproduzione avevo già visto prima, pure a Cnosso.
Un altro affresco molto importante e famoso è quello del Principe dei Gigli , un sacerdote di
Cnosso con una corona di gigli e piume di pavone. Infine mi colpisce molto il celebre affresco
ribattezzato da Arthur Evans La Parigina ; si tratta del profilo di una sacerdotessa con il nodo sacro
alla nuca. Da Cnosso provengono pure altri oggetti che sono stati riportati alla luce e che attirano in
particolar modo la nostra attenzione; tra questi una dea dei serpenti a seno nudo , raffinato
manufatto dell’arte minoica. DaFesto arriva invece il famoso Disco di Festo , le cui facce sono
ornate da segni e geroglifici. Ammiriamo pure il più famoso tra tutti i sarcofagi minoici, lo
spettacolare sarcofago di Agia Triada . Realizzato in pietra, questo sarcofago è dipinto con fiori,
motivi astratti e scene rituali con uccelli simboleggianti le divinità e frutta e libagioni sull’altare tra
due asce bipenni. Molto interessanti , tra i raffinati manufatti dell’arte minoica i Rython, molto bello
quello a testa di toro in steatite nera, cristallo di rocca e madreperla e un altro prezioso rithon a
testa di leonessa in alabastro. Dopo aver completata la visita al museo, ormai paghi dell’arte
minoica,ritorniamo al campeggio anche oggi stanchi ma soddisfatti
Giovedì 10 giugno
E’ l’ultimo giorno a Creta; nel pomeriggio ci imbarchiamo al porto di Iraklio per raggiungere
Atene, la nostra prossima tappa. In mattinata , con la macchina noleggiata visitiamo Iraklio, ( nota
con il nome di Heraklion) , capoluogo dell’isola di Creta, città popolata, dinamica con un centro
vivace, numerosi negozi eleganti, ristoranti di alto livello e caffè sempre animati. Alle ore 10,30
inizia il nostro giro per il centro storico cuore della città: Platia Venjzolui. Ammiriamo la fontana
Morosini composta da quattro leoni che gettano acqua in vasche.ornate da sculture mitologiche
molto elaborate. Nelle vicinanze , pochi passi a nord si trova la Loggia Veneziana,attuale sede del
municipio. Fu centro della vita pubblica in età veneziana. Ci dirigiamo quindi, a Platia Agias
Ekaterinis dominata dalla Cattedrale di Agios Minas,edificio neo bizantino al cui interno è custodita
una stupefacente collezione di affreschi, paramenti sacri ed icone ed anche un’iconostasi molto
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ricca , intagliata e dorata. La chiesa di Ekaterini da cui prende il nome la piazza, si trova poco
distante,ed è costruita in stile veneziano; fu trasformata poi in moschea , oggi è un museo che
accoglie una pregevole raccolta di icone , ma per il momento è chiusa. Nel nostro giro visitiamo
pure la chiesa ortodossa del ’500 di Agios Titos , nella cui cappella si conserva il prezioso reliquario
della testa di San. Tito,primo vescovo di Creta. Alle ore 13 circa facciamo una sosta per il pranzo
nella zona del mercato in una trattoria dove cucinano dell’ottimo pesce. Dopo pranzo passeggiamo
ancora un po’ e ci fermiamo presso la fontana del Bembo,trasformata in un’accogliente caffetteria
all’aperto dove prendiamo il caffè e qualche bibita. Notiamo che questa fontana costruita nella
seconda metà del secolo XVI da Giovanni Bembo è adornata da una statua romana a cui manca la
testa. Terminato il nostro girovagare per la deliziosa cittadina di Iraklio, riprendiamo la macchina e
ci avviamo al campeggio, dove riprendiamo i camper. Dopo, aver pagato il soggiorno al campeggio
e aver compiute tutte le operazioni necessarie , ritorniamo al porto di Iraklio per imbarcarci alle
18,30 per Atene.
Venerdi 11 giugno
Sulla nave,sebbene la traversata sia alquanto tranquilla, abbiamo dormito male e poco e ci siamo
svegliati alle ore 5,30 per sbarcare attorno alle ore 6 ad Atene. Appena giungiamo al campeggio
Athens, 7 km dal centro , sulla strada per Corinto , dotato di discrete strutture,ci riposiamo per
qualche ora per cercare di rimetterci in sesto dopo il sonno perduto. Quindi appena svegli, facciamo
colazione, una bella doccia rilassante e usciamo fuori dal camping per fare un primo giro di
conoscenza della città di Atene Ci rechiamo, accompagnati dal taxi al quartiere della Plaka, antico
quartiere turco dove cerchiamo un’osteria caratteristica segnalataci dalla guida, che si chiama
“Kouklis”. La sua particolarità consiste nel fatto che al posto del menù viene proposto ad ogni
commensale un’ampia scelta di antipasti molto invitanti ed alcuni dei quali tipicamente greci , tutti
serviti su grandi vassoi di legno Alla fine del pasto rimaniamo alquanto soddisfatti per le pietanze
ed anche per il prezzo del conto, molto contenuto (15 euro a persona )Terminato il pranzo ci
avventuriamo nello strano quartiere labirintico di Anafiotica situato sopra Plaka. Si tratta di uno
stretto intrico di caratteristiche case bianche, imbiancate a calce abbarbicato sul versante nord
dell’Acropoli, che ha mantenuto intatto il suo fascino. Nelle vicinanze, arroccata su un pendio della
Plaka vediamo la chiesetta di Agiou Nikolaou Rangava , una chiesa bizantina del XI secolo..
Continuando la nostra perlustrazione attraverso il quartiere della Plaka giungiamo di fronte
l’imponente mole della Grande Metropolitana, chiesa, anch’essa di stile bizantino ai piedi della
quale c’è la sorella la piccola Metropolitana cappella bizantina a croce greca eretta nel secolo XII ,
purtroppo anche questa è chiusa e non possiamo visitarla. Alle ore 19 il nostro girovagare giunge a
termine ormai stanchi e distrutti per il caldo soffocante richiamiamo un taxi per ritornare al
campeggio.
Sabato 12 giugno
Oggi ci prepariamo a visitare la massima gloria della capitale greca: Il Partenone, che domina
l’Acropoli con i propilei e l’Eretteo. L’ Acropoli che sovrasta Atene ed è visibile da quasi ogni
punto della città, ancora oggi affascina per il valore artistico e la bellezza senza tempo dei suoi
templi ,che sebbene privati di rilievi e sculture e sempre, accompagnati da impalcature di
interminabili restauri non possono che riempire i nostri cuori di gioioso stupore e per qualche
istante riescono a farci immaginare come si svolgesse la vita fra queste pietre qualche migliaio di
anni fa, Questi che vediamo non sono che i resti dell’Atene di Pericle,(495-429 a.C.) che a suo
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tempo non badò a spese, scegliendo i materiali, gli architetti, gli scultori, gli artisti migliori per
realizzare i fasti architettonici della città dedicata al culto di Diana. Per raggiungere il sito si
possono seguire diversi percorsi. L’Acropoli è sempre piena di turisti. Il biglietto per la visita per
due persone ci costa 12 euro. I sentieri attorno al sito sono sconnessi e molto sdrucciolevoli;
conviene pertanto indossare scarpe con una suola robusta, tuttavia, fortunatamente, per le persone
che hanno qualche problema di deambulazione, come la sottoscritta, l’Acropoli è accessibile tramite
un ascensore (gratuito)a gabbia che sale verticalmente lungo la roccia del versante settentrionale.
Dal momento che ci è data questa opportunità, naturalmente ne approfitto subito e, accompagnata
da Giovanna, usufruisco dell’ascensore a gabbia, che essendo un po’ inusuale mi emoziona e mi
intimorisce, ma sebbene mi senta sospesa in aria , l’ascensore è abbastanza sicuro. Appena giungo
alla cima, senza alcuna fatica, mi sento subito sollevata ed emozionata nel vedere queste opere
d’arte famose in tutto il mondo che si presentano dinanzi ai miei occhi in tutta la loro
magnificenza .Ci lasciamo invadere dalla particolare sensazione che sprigionano queste pietre che
tanto hanno visto in questi secoli. Ci ricongiungiamo con i nostri mariti che sono saliti a piedi ,
percorrendo il sentiero principale e cominciamo la nostra perlustrazione dai Propilei, l’imponente
ingresso dell’Acropoli che gareggiano con il Partenone in quanto a magnificenza e armonia. Sono
formati da un atrio centrale con due ali ai lati. Poi è la volta di ammirare il Partenone ,( significa
“dimora delle vergini), tempio dorico , famoso per le sue proporzioni perfette. Di fianco ad esso
vediamo l’Eretteo con la commovente bellezza delle sue cariatidi, quelle che vediamo sono copie in
gesso perché gli originali sono in parte al Museo dell’Acropoli e in parte al British Museum. Le
cariatidi furono chiamate così perché le donne che funsero da modelle erano di Karyai in Laconia
(forse delle prigioniere ) Sono sei bellissime ragazze che portano sulla testa un cesto , ornato con
una cornice aggettante ionica, sul quale poggia il soffitto della loggia.. Indossano una tunica lunga
fino ai piedi con pieghe, e la flessione di una gamba dona loro una particolare grazia, come se non
sentissero il peso del soffitto che reggono. Finita la visita andiamo a pranzo e quindi, decidiamo di
impiegare il pomeriggio con una visita guidata della città di Atene a bordo di quei pulman a due
piani che fanno il city tour di Atene, il cui biglietto costa 15 euro per gli adulti ed è valido per due
giorni. Il percorso del pulman copre i luoghi chiave di Atene, passando davanti a tutti i luoghi di
maggiore interesse da piazza Sintagma ( piazza della Costituzione) cuore dell’Atene moderna
intorno alla quale sorgono il quartiere centrale degli affari,il Parlamento e i negozi principali,al
Museo Archeologico, ai Mercati, ai siti antichi Il commento al tour è disponibile in otto lingue
compreso l’italiano con cuffie per ogni passeggero. E’ molto comodo e rilassante e possiamo vedere
e fotografare con tranquillità i luoghi più interessanti e famosi di Atene via via che li incontriamo.
Inoltre possiamo scendere e salire tutte le volte che vogliamo in venti e diversi punti alle varie
fermate. Terminato il tour che si chiama “hop on-hop off”, anche per oggi si può dire conclusa la
nostra giornata di visita, non ci resta quindi che ritornare al campeggio.
Domenica 13 giugno
Dopo la prima colazione e una bella doccia corroborante ci prepariamo ad uscire dal campeggio.
Poiché, oggi è domenica, dal taxi ci facciamo accompagnare, per assistere alla messa. alla
Cattedrale cattolica romana di S.DionisioAreopagita , una chiesa in stile neorinascimentale. Ci
troviamo nella zona moderna della città dove sorge l’Università l’Accademia delle Scienze. Alla
fine della funzione ci rechiamo al Mercato delle pulci di Monastiraki, antico quartiere turco. Ha
un’atmosfera festosa con i vicini caffè e i ristoranti brulicanti di gente. Al centro di platia
Monastiraki si erge la chiesa bizantina della Pantanassa o chiesa del Monastero Grande, perché un
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tempo apparteneva ad un complesso monastico molto importante, mentre l’edificio a cupola che si
erge sopra una scalinata è la Dzami tou Pazarou o moschea del bazar, oggi sede del Museo della
ceramica popolare greca. Al mercato delle pulci, i negozi permanenti che vendono antichità, mobili
e oggetti da collezione sono il posto ideale per chi ama scovare oggetti particolari. Le bancarelle
vendono soprattutto gioielli e prodotti d’artigianato. I miei compagni ed io non siamo minimamente
interessati all’acquisto di questi oggetti perché non solo non siamo degli intenditori di antiquariato
ma soprattutto sarebbe un grosso problema portarci appresso dei mobili tanto ingombranti. Dopo
aver curiosato tra il dedalo di bottegucce e di rigattieri e dopo una sosta al tavolo di una caffetteria,
ci dirigiamo verso una chiesetta bizantina piuttosto insolita perché piazzata nel bel mezzo della più
grande arteria pedonale e commerciale della città:la lunga ed animata Odos Ermou , che da platia
Sintagma scende a Monastiraki. Raggiunta la chiesetta di Kapnikarea, rimaniamo delusi perché è
chiusa e non possiamo visitarla, perciò non ci resta che ammirare dall’esterno la chiesa che nasce
dall’unione di due cappelle una del secolo XI, l’altra del XII, unite da un unico nartece, (vestibolo
addossato all’esterno della facciata).) A pranzo ci fermiamo in una taverna, nel cuore di
Monastiraki. C’è un caldo terribile, fortunatamente nella trattoria c’è l’aria condizionata . Dopo
pranzo, con il metrò ci rechiamo a piazza Sintagma (Costituzione )dove si staglia imponente sopra
una gradinata nel lato orientale della piazza il Palazzo del Parlamento , costruito come residenza
del re Ottone I. In seguito, quando la famiglia reale si trasferì in un nuovo edificio, il monumentale
palazzo divenne la sede dei principali organi politici ( Camera dei Deputati,Consiglio di Stato e
Ministro della Presidenza del Consiglio). Ai piedi della scalinata che sale al palazzo c’è il
monumento al Milite Ignoto , dove fanno la guardia due euzoni nel loro tipico costume con
gonnellino corto e fez e scarpe con pom pon: un’uniforme ispirata alla tenuta epirota dei guerrieri
delle montagne. Assistiamo al cambio della guardia che si svolge ogni ora e che gli Euzoni
eseguono con una serie di movimenti insoliti e particolari , forse , per noi , un po’ buffi. Li
guardiamo con curiosità, ma anche con grande ammirazione e tenerezza perché deve essere
veramente una grande tortura per quei giovani soldati rimanere stoicamente immobili per circa
un’ora sotto il sole cocente. Poi, comunque ci accorgiamo che per fortuna , ogni tanto c’è una
guardia addetta a bagnare con una pezza intrisa di acqua fresca il viso dei soldati che fanno la
guardia per scongiurare loro l’insolazione o qualche altro malore. Non sono proprio insensibili al
loro grande senso del dovere! Alla fine della cerimonia del cambio della guardia andiamo via per
far ritorno al campeggio dove ci prepariamo per la notte dopo la nostra solita classica spaghettata:
Lunedi 14 giugno
Pagato il campeggio e dopo aver caricato e scaricato i serbatoi dell’acqua del camper , siamo pronti
a lasciare Atene e riprendere il viaggio verso un’altra meta: il Monastero di Dafni a circa 8 km da
Atene , ma purtroppo dobbiamo rinunziare alla visita perché il lunedì il Monastero non è visitabile,
Ci dirigiamo, quindi, verso la nostra prossima tappa:Corinto. Imboccata la E94 superiamo Elefsina
e arriviamo a Corinto alle ore 16 per sostare al camping Blu Dolphin situato a circa 4 km dalla
cittadina, subito dietro le rovine dell’antico porto di Lecheon, ben organizzato e con una spiaggetta
privata di ciottoli sul golfo di Corinto,che ci permette di oziare e rilassarci fino all’ora della cena
che organizziamo con i nostri buoni e immancabili spaghetti e con il gustoso liquore al cioccolato
che conclude sempre in bellezza la nostra deliziosa cenetta
Martedì 15 giugno
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Appena pronti, chiamiamo un taxi e ci facciamo accompagnare subito al punto migliore per una
visita d’insieme al canale, proprio dove l’autostrada supera un ponte e ci sono delle passerelle che
permettono di vedere dal ponte le imbarcazioni che passano il canale di Corinto trascinate dai
rimorchiatori. Guardare dall’alto il maestoso canale è veramente emozionante, quasi mi tremano le
gambe anche se non soffro di vertigini. Questo canale artificiale,alta opera di ingegneria , è lungo
oltre sei mila metri e collega il Golfo di Corinto con il mare Egeo, tagliando in due l’istmo di
Corinto. Dopo la visita mozza fiato del Canale ci apprestiamo a fare la solita capatina ai negozi di
souvenir, che come sempre non mancano mai nei luoghi di maggiore attrazione turistica. Il taxi ci
accompagna poi al sito archeologico di Corinto che si sviluppa intorno al villaggio omonimo,
sovrastato dall’ Acrocorinto che raggiungiamo fino in cima accompagnati dal taxi che si ferma per
farci scendere e ci aspetta pazientemente. La fortezza che si trova sulla cima è la più grande e la più
antica di tutto il Peloponneso. Le fortificazioni franco-bizantine-venete(costruite sopra quelle
antiche) e quelle turche aggiunte successivamente hanno lasciato i segni indelebili delle
dominazioni subite. Il terreno è molto sconnesso e per l’ascesa alla rupe bisogna indossare scarpe
robuste. Mi limito, quindi a varcare la fortezza e mi fermo ad aspettare Guido, Elio, e Giovanna che
proseguono oltre. In alto sulla collina, da dove la vista è splendida, c’era un gran numero di templi
con dominante quello di Afrodite , mentre più in basso si trova la sorgente di nome Peirene . La
leggenda dice che una donna si trasformò in sorgente, per le lacrime che versò quando il figlio fu
ucciso da Artemide. Addentrarsi in questo scenario desolato di rovine, sebbene siano, forse,
straordinariamente spettacolari, non è per me tanto piacevole, quanto godere, da qui su, dello
splendido panorama sulle vallate e sulle colline circostanti. Con il taxi scendiamo dall’Acrocorinto
e ci fermiamo nel centro della Corinto moderna, dove ci sono moltissimi negozi che di certo non
possiamo ignorare. Quindi in una zona delimitata vediamo pure il sito archeologico dell’antica
Corinto I resti risalgono in gran parte all’epoca romana. Un’eccezione è rappresentata dal tempio
di Apollo un edificio in stile dorico costruito verso la metà del VI secolo a. C., sulle rovine di uno
più antico, ed è senza dubbio l’attrattiva più importante del sito. A sud del tempio sorge la vasta
agora. Nel VI secolo a.C. Corinto era una della città più ricche di tutta la Grecia. Questo benessere
era dovuto alla sua posizione strategica sull’istmo di Corinto. In epoca romana, quando non erano
impegnati nelle loro intense attività commerciali,gli abitanti di Corinto erano soliti rendere
omaggio alla dea dell’amore, Afrodite, nel tempio a lei dedicato. Questo significava , in pratica,
intrattenersi con i “cortigiani” sacri sia maschi che femmine , del tempio stesso. Da ciò la fama di
città lussuosa e dai costumi alquanto liberali .L’apostolo Paolo, scandalizzato da queste usanze
peccaminose, indirizzò molte lettere ai Corinzi, simbolo della dissolutezza pagana ,e trascorse in
città 18 mesi tentando inutilmente di redimere la popolazione locale. Dopo la visita alla città,
sempre con il taxi ritorniamo al campeggio,dove pranziamo per poi rimetterci sul camper di nuovo
in cammino. Da Corinto imbocchiamo la E 65 sin nei pressi degli scavi di Nemea da dove ci
immettiamo nella strada n.70 sino a Fihto e da qui prendiamo una strada secondaria che ci conduce
a Micene. La nostra destinazione prossima è il confortevole , ombreggiato e ben curato campeggio
Atreus. situato ai margini della cittadina di Micene, che visiteremo domani.
Mercoledì 16 giugno
La storia dell’antica Micene, dichiarata Patrimonio dell’Umanità, richiama alla mente personaggi
come Omero e Schliemam. Omero, nell’Iliade e nell’Odissea narra che “ Micene è ben costruita e
ricca d’oro”. Sebbene questa descrizione sia stata considerata nient’altro che una leggenda, tuttavia
l’archeologo dilettante Schielman trovò realmente l’oro prima a Troia e poi a Micene. Appena,
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pronti, usciamo dal campeggio e ci fiondiamo pieni di curiosità e di brama di conoscenza alla
scoperta del famoso sito archeologico di Micene. Alla cittadella di Micene si accede tramite
l’imponente e magnifica Porta dei Leoni stretta tra contrafforti, con funzione difensiva,
solidamente costruita con enormi blocchi di pietra sormontati da due grandi leonesse. Si ritiene che
questo motivo decorativo fosse l’emblema della dinastia di Atreo. Entrando nella cittadella sulla
destra notiamo le cosiddette tombe del circolo A , un cimitero reale con sei tombe, cinque delle
quali portate alla luce da Schielman, al cui interno l’archeologo trovò diversi oggetti in oro tra cui
una maschera funebre ben conservata che egli erroneamente attribuì ad Agamennone,ma che era
invece appartenuta ad un re ignoto morto 300 anni prima di Agamennone. Il circolo A è preceduto
da magazzini per granaglie. Il caldo soffocante non dà tregua e quindi decido di non proseguire
oltre e mentre gli altri vanno avanti con stoica sopportazione io li attendo presso la Porta dei Leoni e
guardando quelle pietre, immagino la vita di un popolo e di una civiltà molto avanzata che crebbe
tanto in ricchezza e potenza da giungere a capitanare la spedizione contro Troia con il proprio
sovrano Agamennone. Terminata la visita alla cittadella ,andiamo via e più avanti lungo la strada
vicino al parcheggio incontriamo le tombe del circolo B e nelle vicinanze, le famose tombe di
Egisto e Clitennestra. A causa del terribile caldo che distrugge la nostra resistenza rinunziamo a
visitare sia il Tesoro di Atreo che le tombe di Egisto e Clitennestra .Dopo aver visitato il museo,
pranziamo in una taverna vicino agli scavi e poi ci muoviamo di nuovo verso la prossima tappa.
Ritorniamo sulla strada n.70 sino ad arrivare a Naplio e poi da una strada secondaria raggiungiamo
a Tolo il campeggio Lido a quasi 11km da Nauplia, sulla spiaggia e ben organizzato. Appena
giunti, attorno alle ore 16, ci riposiamo e organizziamo la cena e il programma per domani.
Giovedì 17 giugno
Dal campeggio di Tolo, dove abbiamo noleggiato un auto, ci rechiamo ad Epidauro Nell’antichità
la città di Epidauro godeva di grande fama in tutto il mondo greco e romano in quanto era il luogo
dove si compivano guarigioni miracolose. I malati, infatti, per trovare una cura ai loro mali si
recavano anche dalle località più remote al santuario di Asclepio, dio della medicina. Oggi, è
invece il suo spettacolare e ben conservato teatro ad attirare i visitatori ad Epidauro, che è stato
dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il sito occupa una magnifica posizione tra colline
ammantate di pini. L’anfiteatro di Epidauro è un esempio immortale e mondiale della tecnica di
costruzione di un teatro all’aperto, con un’acustica miracolosa ed irripetibile. L’acustica del teatro è
talmente perfetta che perfino un bisbiglio si sente fino all’ultima fila di posti. Noi stessi facciamo
l’esperimento di lanciare una moneta e l’udiamo nella parte più alta degli spalti. Visitiamo il
maestoso teatro racchiuso nell’anfiteatro naturale delle colline del nord est della penisola.,sul
pendio del colle.e rimaniamo rapiti da grande ammirazione per questo magnifico teatro che, oltre
ad essere il più famoso, è anche il meglio conservato fra i teatri antichi in Grecia. Visitiamo anche il
museo attiguo e poi con la macchina ci dirigiamo a Nauplia , una delle cittadine più suggestive
della Grecia, che sorge in una posizione straordinaria su un piccolo porto e sotto la possente mole
della Fortezza di Palamede. Nauplia fu la prima capitale della Grecia dopo la conquista
dell’indipendenza ed è uno dei porti principali sin dai tempi più remoti. La sua importanza
strategica era talmente rilevante che, per difenderla, si costruirono tre fortezze. Oggi,l’animata e
fiorente Nauplia è una località balneare alla moda , un crogiolo di caffè, negozi eleganti e
confortevoli alberghi. Pranziamo in una discreta trattoria di nome “Zorbas”e poi passeggiamo per il
centro storico. Nel pomeriggio, dopo aver gustato un ottimo gelato “All’Antica Gelateria di Roma”
(segnalataci dalla nostra guida ), il cui proprietario ,un simpatico e loquace italiano ci propone dei
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gelati tradizionali all’italiana davvero squisiti, ci dirigiamo lungo la costa per raggiungere la bella e
sabbiosa spiaggia di Karathona, sulla punta estrema della Fortezza di Palamede. La passeggiata
è stata molto piacevole, ma è tempo ormai di ritornare alla base. Tuttavia, prima di rientrare al
campeggio ci fermiamo a Tolo, per un’ultima capatina ai negozi d’articoli di mare per fare
shopping finchè non siamo finalmente saturi di “pensierini”da portare a casa.
Venerdi 18 giugno
Rimaniamo al campeggio per rilassarci e fare un bel bagno approfittando della spiaggetta attrezzata
con ombrelloni e lettini sdraio che offre il camping. La splendida e fresca acqua del mare è un vero
toccasana dopo aver sofferto due giorni di caldo terribile Il campeggio si può dire buono, ma
sebbene abbia tutti i confort, tuttavia non sempre l’acqua del mare è pulita ,come oggi. La
speculazione edilizia, forse ha fatto sì che si costruissero alberghi e case, troppo vicini al mare, in
maniera indiscriminata , senza rispettare probabilmente alcun piano regolatore. Un altro lato
negativo del campeggio, nonostante tutti i suoi confort, è la mancanza d’acqua potabile perciò sono
costretta a far bollire l’acqua minerale per gli spaghetti, tuttavia, credo che forse il mio è un
eccesso di zelo. Oggi fortunatamente la temperatura è calata, non ci sono più i 40° di questi ultimi
giorni, anzi, durante la sera, scende qualche goccia di pioggia e la temperatura pare si rinfreschi
leggermente.
Sabato 19 giugno
Lasciamo il campeggio attorno alle ore 11, dopo aver naturalmente caricato e scaricato le acque del
camper e aver pagato(69€) per il soggiorno al campeggio. Percorriamo da Naplio la strada n70 sino
a Nea Epidauro , quindi sempre nella 70 raggiungiamo Corinto e percorrendo la E65 raggiungiamo
Patrasso , fermandoci prima per il pranzo durante il tragitto. Al gigantesco e cosmopolita porto di
Patrasso ,ci imbarchiamo per Brindisi. Siamo giunti alla conclusione del nostro viaggio in
Grecia,sebbene la nostra vacanza estiva ancora non possa dirsi conclusa in quanto ci aspetta ancora
qualche altro giorno di vacanza in giro in Italia. Ceniamo sulla nave dove c’è un ottimo self service
e trascorriamo una notte abbastanza tranquilla.
Domenica 20 giugno
Sbarchiamo dalla nave a Brindisi alle ore 10 e subito ci mettiamo in marcia verso S. Giovanni
Rotondo.(FG) Imboccata la E55raggiungiamo Bari, quindi percorriamo l’autostrada A14 sino a S,
Severo e da qui, attraverso la statale 272, giungiamo al P. N. del Gargano all’area di sosta DI
CERBO sulla circonvallazione sud strada Provinciale 45 bis. A pranzo ci fermiamo nella stessa
area di sosta in cui c’è un ristorante a conduzione familiare dove si mangia discretamente. L’area di
sosta è custodita, ombreggiata, con acqua, pozzetto,illuminazione, elettricità, servizi igienici con
docce e con un servizio navetta per il Santuario.
Nel pomeriggio, attorno alle ore 18,30 con la navetta , ci rechiamo al Santuario di Padre Pio. Siamo
curiosi di visitare la Chiesa Nuova, un vero trionfo dell’architetto Renzo Piano. La chiesa di Padre
Pio fu commissionata dall’Ordine dei Frati Minori Cappuccini , finanziata dalle offerte dei fedeli e
progettata dall’architetto Renzo Piano con lo scopo di contenere degnamente le migliaia di
pellegrini ( circa 6-7 milioni l’anno) che ogni anno giungono ad onorare la memoria di Padre Pio da
Petralcina..La costruzione della chiesa ha raccolto molte critiche in quanto, per alcuni,che forse
propendevano per una forma più classica, l’architettura è troppo grandiosa, priva di pregio artistico
più adatta e simile ad uno stadio. Alcuni detrattori, addirittura, lanciano accuse molto pesanti,
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insinuando che la chiesa di S. Pio si rifaccia alla simbologia e alla cultura massonica. Tutto ciò è
assurdo e per niente verosimile in quanto la costruzione della chiesa si rifà moltissimo alla Bibbia.
La chiesa ha la forma umile di una conchiglia. L’entrata è segnata da un grande arco decorato con
un’immensa vetrata. Questa vetrata che separa l’aula liturgica dal sagrato, composta da più di 100
infissi è decorata con una scena dell’apocalisse. Assieme alla struttura della chiesa vera e propria è
stato costruito un enorme sagrato a cui la chiesa è collegata attraverso l’enorme vetrata ed un viale
d’accesso. L’enorme sagrato di 8000 metri quadrati che è stato costruito per accogliere i tantissimi
fedeli è delimitato ad ovest dalla vetrata della chiesa e a nord dal boschetto di 24 ulivi secolari che
rappresentano i 12 apostoli e i 12 profeti maggiori. Ci rendiamo conto che sono stati piantati, altri
alberi nei pressi della costruzione: cipressi, ulivi, corbezzoli,e mirti , ma attirano la mia attenzione
soprattutto le 23000 piantine di lavanda che risaltano agli occhi per il loro vivace colore: Tutte le
piante vengono innaffiate con un sistema di irrigazione a goccia. L’aula liturgica divisa in tre navate
che ci accoglie e dove assistiamo alla funzione, presenta una leggera pendenza verso l’altare
centrale formando una struttura speculare a quella della copertura, permettendo così una
disposizione dei banchi simile ai teatri greci. L’altare è leggermente rialzato per mezzi di alcuni
gradini. L’intera aula liturgica è in perenne stato di penombra per favorire la concentrazione alla
preghiera dei fedeli. Al termine della messa usciamo dalla Chiesa Nuova come se fossimo invasi da
grande beatitudine e ci sentiamo molto soddisfatti perché la struttura stessa della chiesa sembra
accogliere noi e tutti i fedeli a braccia aperte, mentre l’interno della chiesa, sebbene molto ampio
suscita un grande calore e una spiritualità tale che non può non invitarci alla preghiera.
Lunedi 21 giugno
Stamane, prima di andare definitivamente via,facciamo un’altra capatina alla chiesa che ieri mi ha
molto colpito perché è veramente uno spettacolo per la sua ampiezza e per l’interno che a me
sembra un’arca con il soffitto che mi ricorda un grande ventaglio. Facciamo una preghiera assorti in
muta contemplazione, ci confessiamo e andiamo via con la mutua promessa di ritornarvi in un
prossimo futuro. Ritornati nell’area di sosta, pranziamo e poi andiamo via alla volta di Pozzuoli. Da
San Giovanni Rotondo raggiungiamo Manfredonia , percorriamo la strada n89 sino a Foggia e
quindi attraverso una superstrada ci immettiamo nell’autostrada A16sino a Napoli e poi arriviamo a
Pozzuoli alle ore 20. Ci sistemiamo per la notte nel campeggio Vulcano Solfatara , nel quale già
siamo stati in passato e che ci attrae per la sua suggestiva collocazione. In una zona del campeggio,
infatti, si vede la montagna dalle cui fenditure esce del fumo denso. Questo fenomeno è legato ad
un’attività post vulcanica.e consiste nell’emissione di vapore acqueo ed altri gas, tra cui l’idrogeno
solforato dal quale si deposita lo zolfo, da cui il nome “solfatara”. Dopo esserci sistemati nella
piazzola,scendo dal camper e mi avvicino di più alla zona nella quale si vede meglio il fenomeno e,
come sempre, mi sembra di essere in un’altra dimensione , fuori dal mondo, il panorama
tutt’intorno è desertico, surreale e fantastico. Questo campeggio, comunque è la base ideale per
visitare domani il Santuario della Madonna di Pompei. Stasera, dopo,esserci sistemati, aver visto
il panorama della solfatara, che mi lascia sempre senza fiato e aver cenato, andiamo a nanna.
Martedi 22 giugno
Ci muoviamo dal campeggio con il camper. Ci immettiamo nella tangenziale per Napoli e poi
nell’autostrada per Salerno e arriviamo a Pompei. Parcheggiato il camper in un parcheggio a
pagamento nei pressi del Santuario ci avviamo a piedi verso il celebre santuario che spunta dalle
case grazie al suo campanile quadrato e alla cupola. Appena arrivati, la visita al santuario non mi
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emoziona come quella a San Giovanni Rotondo, tuttavia è sempre un’esperienza carica di
spiritualità e oltretutto non conoscevo questo Santuario che è meta di grande pellegrinaggio .Dentro
la chiesa, all’altare maggiore c’è l’immagine della Vergine, ornata di gemme, che è oggetto di
grande devozione. Dopo aver fatto una preghiera e aver visitato la chiesa , ci rimettiamo subito in
moto verso Cirella , (CS),ultima tappa del nostro viaggio estivo , prima di giungere a casa, alla
nostra solita vita di routine . Riprendiamo l’autostrada Napoli-Salerno e poi la A3 sino a Lago
Negro e da qui scendiamo a Praia Mare ed infine imbocchiamo la strada nazionale 18 fino al km
270, giungendo alle ore 18,30 all’area di sosta Ulisse a Cirella in provincia di Cosenza.. In
quest’area di sosta ci troviamo molto bene perché è recintata,sorvegliata, con piazzole,acqua
potabile, pozzetto di scarico, elettricità, docce, lavatoi e perfino una spiaggetta privata che ci dà
l’opportunità di fare il bagno nelle limpide acque calabre. Questo soprattutto indirizza la mia scelta
verso l’area di sosta di Ulisse, insieme alla possibilità,quando ne abbiamo voglia e quando è
naturalmente in funzione, di consumare i pasti ottimi e genuini nella piccola cucina casalinga gestita
dagli stessi proprietari dell’area di sosta. Stasera, purtroppo ci tocca consumare la cena in camper
perché ancora la cuoca dell’area di sosta non ha iniziato la sua attività stagionale e quindi la cucina
non è in funzione.
Mercoledì 23 giugno
Stamane, dopo una doccia sofferta a causa dell’acqua un po’ freddina e dopo aver assolto tutti i
compiti mattutini, compreso lo scarico e il riempimento del serbatoio dell’acqua al camper,
partiamo da Cirella attorno alle 11 verso l’epilogo definitivo della nostra lunga vacanza. Non ci
resta che accettare di buon grado il tanto rinviato rientro a casa, alla vita ripetitiva d’ogni giorno e
sedentaria dinanzi alla TV. Percorriamo sempre la strada nazionale 18 sino a Falerna e da qui
c’immettiamo nell’A3e quindi avanziamo sino all’uscita di Villa San Giovanni, dove traghettiamo
alle ore 14,35 circa per Messina. A questo punto, mentre siamo sul traghetto, tiriamo le somme di
questa splendida vacanza in Grecia che, come sempre, ci ha arricchito di conoscenza e di esperienza
e ci ha regalato paesaggi e panorami mozzafiato. Andare in Grecia è stato per noi come fare un
tuffo nella mitologia, nella storia e nella natura, quella natura che premia noi camperisti che la
rispettiamo e siamo capaci, soprattutto di apprezzare tutto ciò che ci circonda , senza fretta , liberi
di andare e venire come ci pare. Ancora una volta il nostro ringraziamento più grande va al nostro
camper di cui siamo entusiasti perché non ha dato segni di cedimento ed ha compiuto il suo dovere
fino in fondo conducendoci a destinazione sani e salvi. Ad esso non rimarranno ormai soltanto che i
week end che faremo durante l’anno. Sebbene stanchi per il lungo viaggio di ritorno che porta con
sé, sempre qualche nota di malinconia, tuttavia ci consoliamo già pensando al prossimo viaggio a
cui fin d’ora vola il nostro pensiero progettando nuove e sempre magnifiche avventure per l’anno
prossimo. Ci chiediamo quale meta scegliere per la prossima estate. Finlandia, Capo
Nord….Chissà! E’un fatto risaputo che la fantasia e lo spirito libero del camperista non hanno
limiti! Giungiamo a Palermo, tagliando il nastro d’arrivo alle ore 19, avendo posto alle nostre spalle
ben 3569 km di soddisfazioni e fatiche, avendo sciupato Cira 400 litri di gasolio e avendo speso in
tutto per due persone per circa un mese e mezzo 5700 euro, considerando i biglietti della nave
dall’Italia alla Grecia e ritorno, nave per Creta, considerando che abbiamo spesso consumato il
pranzo al ristorante, essendo più comodo, perché si risparmia tempo a pranzare sul luogo che si sta
visitando anziché ritornare in camper, considerando inoltre che, spesso, per i miei problemi di
deambulazione e di stanchezza fisica abbiamo preso numerosi taxi e addirittura qualche volta in
alcuni campeggi abbiamo noleggiato un’auto per almeno due giorni. Infine abbiamo pagato i ticket
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per i musei e i siti archeologici e naturalmente le spese per i soggiorni nei campeggi, in verità
molto belli e bene attrezzati e inoltre l’irrinunciabile shopping per portare a casa i soliti souvenir
del viaggio ai figli, ai nipoti ed agli amici più intimi.
DATA
20/5
21/5
Dal 22 al 25/5
26/5
Dal 27 al 28/5
Dal 29 al 30/5
31/5
1/6
2/6
Dal 3al 5/6
6/6
7/6
Dal 8 al 9/6
Dal’11al 13/6
14/6
15/6
Dal 16 al 18/6
20/6
TABELLA INFORMATIVA CAMPEGGI E AREE DI SOSTA.
LOCALITA’
NOME
COSTO IN €
CAMPING
Sibari(CS)
Pineta Di Sibari
€12
Brindisi
Garage Minnuta
€13(10-3luce)
Dassia-Corfù
Karda Beach
€80
Preveza
Monolithi
€23,50
Olimpia
Diana
€45
Pylos Gialova
Erodios
€47
Finicouda
Anemomilos
€18
Mistrass
Castle View
€22
Githio
Meltemi
€23
Creta( Kissamos
Mithimna
€54
Chania)
Matala
Camping
gratis
municipale
Ierapetra
Coutsounari
€18
Kato
Creta
€36
Gouves(Iraklio)
Atene
Athens
€87
Corinto
BlueDolphin
€21
21/6
Micene
Tolo-Nauplia
San Giovanni
Rotondo (FG)
Pozzuoli (Na)
22/6
Cirella (CS)
Atreus
Lido
Area di sosta Di
Cerbo
Il Vulcano
Solfatara
Area di sosta
Ulisse
GIORNI DI
SOSTA
1
1
4
1
2
2
1
1
1
3
1
1
2
3
1
€18
€69
€18,20
1
3
1
€24,50
1
€8
1
26
PEDAGGI AUTOSTRADE COSTO NAVI E TRAGHETTI
AUTOSTRADE
COSTI IN €
Palermo-Messina
€9,50
Traghetto Messina Villa San Giovanni
€38
Nave Brindisi –Grecia/Patrasso-Brindisi(andata e
€260
ritorno)
Nave Corfù-Igoumenitsa
€74
Pedaggio tunnel (Preveza)Aktioy
€5
Ponte Antippion
€12
Traghetto Githio-Creta(Kissamos)
€300
Traghetto per le Gole di Samaria(andata e
€18
ritorno)
Nave Iraklio-Atene
€187
Autostrada per Corinto
€7,30
Corinto-Argo
€3,60
Autostrada per Napoli
9,10
Tangenziale Na-Pozzuoli
0,80
Tangenziale Na
0,80
A3 per Pompei Na-Sa
2,10
Na-Sa
2,10
Traghetto Caronte Villa San Giovanni- Messina
€38,50 + 5ecopas
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