GRAND TOUR: CORNOVAGLIA, ALLA RICERCA DI ARTU’
ARENA
AGENT PROVOCATEUR: LALA MC CALLAN, “IL” SOPRANO
WEB MAGAZINE
ANNO II
MARZO 2016
MEDIASTAR
ph. Federica Putelli
Arena Mediastar supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly Magazine - Anno I 12 /2015 registr. al Tribunale di Pavia n. 673 dell’11/5/2007
Pasqua in giro
per Relais
Annalisa Scarrone (fisico) e Samantha Christoforetti (astronauta)
Ingegneria, biochimica, astronomia, ecologia, robotica
Drink gourmet:
il Moscato
Fate largo alle donne della
SCIENZA
FASHION TRENDS: FLUO,
SPORTY, NEOROMANTIC,
ARCOBALENO, 3D, PRINT
www.arenamediastar.com
MALTA, ECCO
L’ISOLA DEI
FAMOSI HUB
PER IMPRESE
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Editoriale
IN COPERTINA: Samantha Cristoforetti e Annalisa Scarrone
due scienziate che hanno trovato il successo su strade diverse
Katia Ferri Melzi d’Eril
Direttore
responsabile di Commodity World Weekly e
supplemento
Arena Media Star
ritratta dal pittore
Luigi Ontani, 1983
ARENA MEDIASTAR, supplemento di Commodity World Weekly Magazine, è il mensile in
cui le materie prime diventano prodotto finito: cibi sopraffini, gioielli, oggetti per la casa, automobili, inimitabili pezzi d’arte.
Questo mese ci occupiamo di donne di scienza, valorizziamo le eccellenze nella ricerca che operano
nelle Università, al Cnr, negli organismi internazionali e ricordiamo i grandi nomi al femminile che
hanno segnato la storia dell’innovazione in tutti i campi, dalla fisica alla chimica, dall’astronautica
alla medicina, dall’ingegneria alla biologia fino alle scienze naturali. In copertina, due scienziate
che hanno trovato il successo su strade diverse: Samantha Cristoforetti nell’astronautica e Annalisa
Scarrone nella musica e nello spettacolo. Nelle pagine Grand Tour andiamo nei migliori Relais d’Italia per Pasqua e sulle spiagge ventose della Cornovaglia. Suggeriamo Malta come prossima meta di
piacere (o di business) e le grandi mostre a Roma e Bologna. Con il guardaroba giusto, naturalmente, che potrete scoprire nelle nostre pagine fashion e make up. E non dimenticate, in questi giorni,
un brindisi in onore delle donne con il nuovo aperitivo cult (con i salumi): il moscato d’Asti. O, se
proprio non bevete, con un chinotto Doc di Savona.
Katia Ferri Melzi d’Eril ([email protected])
Contributors di questo numero:
Stories
Giuseppe Bruni
Lorenzo Bersani
Lorena S. Leuzzi
Andrea Marazzina
Grazia Mantelli
Rubriche
Daniele Bertoni
Timur De Angeli
Giulia Ferri
Galeazzo Melzi d’Eril
Claudia Palmucci
Fiammetta Trallo
Grafica e web
Photographers &
Alessandro Chiara Illustrators
Grazia Mantelli
Simone Saccani
Si ringrazia l’ufficio
stampa della cantante
Annalisa Scarrone per
la collaborazione e
’immagine di copertina
di Federica Putelli.
ARENA MEDIA STAR anno II n.15 marzo 2016 web magazine, supplemento mensile di Commodity World Weekly
Magazine registrato presso il Tribunale di Pavia n. 673 dell’ 11/5/2007
Edito da Katia Ferri Melzi d’Eril in collaborazione con l’associazione culturale non profit Arena Media Star
Sede legale: Via S. Giovannino 5, 27100 Pavia
tel. 0039 349 8610239 www.arenamediastar.com; [email protected]
Le pagine pubblicitarie (mostre o campagne sociali) sono scelte ogni mese dalla redazione e inserite a fronte di nessun compenso
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MAGAZINE
n.15 3/2016
Sommario
SPECIALE MALTA: La perla del Mediterraneo vuol attirare
imprese di servizi da tutto il mondo, con un’astuta normativa
Marzo 2016
Rubriche:
Cover Story| 12-19
Libri &T| 20
Grand Tour| 24-31
Top Nightlife| 22-23
Donne della Scienza nella
storia e nell’Italia di oggi
Pasqua nei Relais e Chateaux più raffinati d’Italia
I top thriller americani da
portare in viaggio
Vecchie e nuove coppie di
primavera nello showbiz
Food| 30-31
Junior| 42-43
che conquista
caso di aggressione
Chinotto, l’agrume amaro
Le app per chiamare aiuto in
Wine| 32-33
Salute| 54-55
d’Asti (in Usa e non solo)
quante bufale in giro
Grand Tour|36-41
Speciale| 60-61
una costa tutta da scoprire
imprese da tutto il mondo
Tutti pazzi per il Moscato
Cornovaglia mon amour,
Fashion| 46-51
I trend di primavera: fluo,
neoromantic, basic, sporty
Adolescenti e contraccettivi,
Malta apre un hub attira-
A.Provocateur|66
Lala Mc Callan è ‘un’ soprano. Ogni mattina fa la barba
SOTTO: La principessa Kate partecipa all’evento “Tennis on the road”. Al centro, wellness e spa ad alta quota nel circuito
Relais & Chateau. A destra, Maria Sharapova, sospesa dalle gare di tennis dalla Federazione Internazionale, per doping
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n.15 3/2016
Eventi Nord
MATISSE E IL SUO TEMPO
MUCHS A MILANO
VALLE D’AOSTA/ BARD, FORTE DI BARD
Golden Age Rubens, Jordaen, Brugel
Fino al 2 luglio 2016
Tel. +39 0125 833811 e-mail: [email protected]
LOMBARDIA/ MILANO, MUSEO MUDEC
Joan Mirò. La forza della materia
24 marzo – 11 settembre 2016
LOMBARDIA/MILANO/PALAZZO REALE
Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau
10 dicembre – 20 marzo 2016
PAVIA/PALAZZO VISTARINO
Picasso e le sue passioni
19 dicembre 2015 – 20 marzo 2016
LIGURIA/ GENOVA, PALAZZO DUCALE
Dagli Impressionisti a Picasso. The Masterpieces from The Detroit Institute Of Arts
fino al 30 aprile 2016
Tel. 010 81716 04/65 e-mail per ticket: [email protected]
PIEMONTE/ TORINO/PALAZZO CHIABLESE
“Matisse e il suo tempo
fino al 15 maggio 2016
VENEZIA
Collezione Peggy Guggenheim
Postwar Era: una storia recente. Omaggio a Jack Tworkov e Claire Falkenstein
23 gennaio – 4 aprile 2016
Gallerie dell’Accademia, Ala Palladio
Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia
19 marzo – 19 giugno 2016
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n.15 3/2016
Eventi Nord
SIMBOLISMO IN EUROPA
MUNCH A MILANO
LOMBARDIA/MILANO/FABBRICA DEL VAPORE
Klaus Munch “Gocce di spazi paralleli”
fino al 23 marzo 2016
LOMBARDIA/MILANO/PALAZZO REALE
Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra
fino al 5 giugno 2016
LOMBARDA/MILANO/CATTEDRALE DELLA FABBRICA DEL VAPORE
Uffizi, virtual experience da Giotto a Caravaggio
fino al 10 marzo 2016
TORINOPalazzo Chiablese
Matisse e il suo tempo
12 dicembre – 15 maggio 2016
Palazzo Madama
Da Poussin agli Impressionisti. Tre secoli di pittura francese dall’Ermitage
10 marzo – 30 giugno 2016
VENETO/ VENEZIA/MUSEO CORRER
Splendori del Rinascimento Veneziano, Andrea Schiavone tra Tiziano, Tintoretto e Parmigianino
fino al 10 aprile 2016 San Marco 52 [email protected]
VENETO/VENEZIA/ BASSANO DEL GRAPPA/MUSEO CIVICO DI BASSANO
“Il magnifico guerriero”
fino al 31 gennaio 2017
FRIULI VENEZIA GIULIA/CODROIPO/VILLA MANIN
Joan Mirò a Villa Manin solo di notte
fino al 3 aprile 2016
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n.15 3/2016
Eventi Centro
DE CHIRICO A FERRARA
50 ANNI DI FUMETTO
EMILIA ROMAGNA/BOLOGNA/Palazzo Fava
Guido Reni e i Carracci. Un atteso ritorno. Capolavori bolognesi dei Musei Capitolini
5 dicembre 2015 – 13 marzo 2016
Museo Civico Archeologico: Egitto. Splendore millenario
fino al 17 luglio 2016
Galleria d’Arte Maggiore G.A.M.
Robert Indiana 18 gennaio – 31 marzo 2016
TOSCANA/FIRENZE/PALAZZO MEDICI RICCARDI
Nexus, incontro tra macchina e umano nell’immaginario, nella tecnica e scienza contemporanei
fino al 15 marzo 2016
LAZIO/ROMA/MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE
Fumetto italiano, 50 anni di romanzi disegnati
fino al 24 aprile 2016
LAZIO/ROMA/ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO
Bar, bellezza, arte, ristoro, architettura, cibo e design nell’Italia del Novecento
fino al 26 marzo 2016
prenotazioni 06/54548538
TOSCANA/FIRENZE/GALLERIE DELL’ACCADEMIA
Carlo Portelli. Pittore eccentrico tra Rosso Fiorentino e Vasari
22 dicembre 2015 – 30 aprile 2016
TOSCANA/FIRENZE/PALAZZO PITTI
Firenze Capitale. 1865 – 2015. I doni e le collezioni del Re
fino al 3 aprile 2016
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n.15 3/2016
Eventi Sud
ALBERTO BURRI A RENDE
ITALIA IN GUERRA
SICILIA(PALERMO/ORATORIO DI SAN LORENZO
Next. Igor Scalisi Palminteri
fino al 15 maggio 2016
SICILIA/AGRIGENTO/ BIBLIOTECA LUCCHESIANA
Il Vescovo Andrea Lucchesi Palli e la Lucchesiana dalla fondazione ad oggi
fino al 4 marzo 2016
solo per gruppi, prenotazione obbligatoria
tel 0922/22217
SICILIA/CATANIA/PALAZZO DELLA CULTURA
Fino all’ultimo respiro, una generazione stellare
fino al 20 marzo 2016
CAMPANIA/SALERNO/ARCHIVIO DI STATO
L’Italia in guerra
23 maggio 2015 – 1 maggio 2016
ABRUZZO/PESCARA/MUSEO FONDAZIONE PAPARELLA
Costantino Barbella
8 dicembre 2015 – 15 maggio 2016
CAMPANIA/NAPOLI/MUSEO DELLA CERAMICA DUCA DI MARTINA
Viaggiare ad arte, conversazioni in floridiana tra arte, letteratura, teatro e musica
fino al 28 maggio 2016
GENOVA/APPARTAMENTO DEL DOGE
Dagli Impressionisti a Picasso. I capolavori del Detroit Institute of Arts
fino al 10 aprile 2016
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n.15 3/2016
Mostre Top
“Fece di scoltura di legname e
Scultura lignea del ‘400 21/3-28/8 di colori”, agli Uffizi di Firenze
by Timur de Angeli
L
a Galleria degli Uffizi dal 21 marzo al 28 agosto 2016 ospiterà un’esposizione temporanea che si propone per la prima
volta d’indagare, attraverso un nucleo di circa quaranta opere, la vicenda della scultura in legno dipinto del Quattrocento fiorentino, un tema studiato con passione da Margrit Lisner e da Alessandro Parronchi, ma mai illustrato in una mostra.
Nel Quattrocento la scultura dipinta, in linea col primato artistico della scultura, costituì un imprescindibile modello per tutti
gli artisti. Infatti, un tema come quello del corpo sofferente sulla croce espresso con un nuovo naturalismo nei crocifissi di
Donatello e Brunelleschi fu oggetto di riferimento per l’espressione artistica delle successive generazioni.
Il Vasari, poco incline nel tessere le lodi della scultura in legno dipinto, perché a tale materiale non «si dà mai la freschezza del
marmo», nell’elenco di sculture lignee elencate nelle ‘Vite’, le classifica per la loro funzione devozionale nella quale sembra
esaurirsi ogni apprezzamento. A Firenze, accanto alla qualificata produzione di crocifissi, si intagliarono anche statue della
Madonna, di sante e santi eremiti dai corpi tormentati o preservati dal dolore, busti-ritratto, statue al centro di polittici misti e
statue per l’arredo liturgico.
Donatello e Brunelleschi dipingevano le loro opere e fu una scultura in legno dipinto come il Battista dei Frari, richiesto a Donatello dai confratelli della «nazione fiorentina» a Venezia, che annunciò le novità della città toscana.
Altri scultori si rivolgevano per dipingere le loro opere a pittori. Neri di Bicci, che aveva in via Porta Rossa una bottega avviata, dipingeva busti intagliati da Desiderio da Settignano e crocifissi per Benedetto da Maiano; con un monaco-scultore, don
Romualdo da Candeli, il pittore intrattiene un rapporto di stretta collaborazione, descritto nelle sue ‘Ricordanze’, ed attestato
dalla Maddalena al Museo di Empoli. Proprio la ‘Maddalena’, in virtù di quella eseguita da Donatello, oggi al Museo Opera
del Duomo, costituirà un tema prediletto dagli scultori, come attesta l’avvenente Maddalena di Desiderio da Settignano in
Santa Trinita, terminata da Giovanni d’Andrea, un allievo del Verrocchio.
Un altro momento di collaborazione tra pittori e scultori si realizza attraverso i polittici-misti, grandi altari con al centro una
statua in legno e pannelli laterali dipinti. La bellezza di queste scenografiche composizioni, che spiccavano nello spazio liturgico, è restituita dal polittico Bernardi, a Lucca, di Filippino Lippi e Benedetto da Maiano, e dal Tabernacolo di San Sebastiano
in Sant’Ambrogio a Firenze, intagliato da Leonardo del Tasso e dipinto da Filippino Lippi.
Nell’ultimo quarto del secolo alcune grandi botteghe a conduzione familiare, sollecitate dalle richieste del mercato artistico,
si specializzarono nella realizzazione di crocifissi collocati nelle chiese e destinati anche alla devozione privata e conventuale.
Tale produzione fu predominante negli esponenti della più alta tradizione dell’intaglio ligneo fiorentino: i fratelli Giuliano e
Benedetto da Maiano, i Sangallo, i Del Tasso e Baccio da Montelupo.
Nella mostra saranno inoltre indagate le presenze di maestri stranieri attivi a Firenze: come il misterioso Giovanni teutonico,
un artista itinerante, autore in città di alcuni lavori tra i quali un crocifisso in Sant’Jacopo Soprarno.
Il commento del Vasari al San Rocco di «Ianni Franzese» all’Annunziata, oggi riferito allo scultore tedesco Veit Stoss, sintetizza
il suo pensiero sulla scultura lignea. Vasari apprezza la statua «senza alcuna coperta di colore». Nella cultura classicista della
quale era prestigioso esponente, il colore, nella scultura, veniva ormai percepito come il retaggio di un favoloso passato. I
colori, sentenziò, in pieno Cinquecento, l’erudito Borghini, «non sono degli scultori». Oggi che siamo sensibili verso i valori
espressivi della scultura in legno dipinto, nessuno condividerebbe un giudizio simile.
La mostra a cura, come il catalogo edito da Giunti, di Alfredo Bellandi è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la Galleria degli Uffizi.
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n.15 3/2016
Cover Story
by Katia Ferri Melzi d’Eril
Le donne della scienza
Da Ipazia a Samantha Cristoforetti, da Emile du
Chatelet a Maria Curie, alle signore della robotica che oggi
ci fanno sognare con i loro arditi prototipi. Un piccolo
viaggio alla ricerca della conoscenza e dell’eccellenza
tutta al femminile
12
Samantha Cristoforetti racconta la sua straordinaria esperienza di scienziata nell’Aula
del ‘400 all’Università degli Studi di Pavia, il 5 marzo 2016. L’astronauta italiana ha
raggiunto in sei ore di volo la Stazione Spaziale Internazionale, dove è rimasta per sei
mesi. È decollata da Bajkonur, in Kazakhstan, con un razzo Soyuz.
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n.15 3/2016
Cover Story
L
a storia delle donne della
scienza va vista alla luce di quella
dell’intera cultura al femminile. E
stata una storia di emarginazione
sino alla fine dell’Ottocento e in
gran parte ancora fino alla metà del
Novecento, almeno nei Paesi industrializzati. In molti Paesi in via di
sviluppo, salvo rare eccezioni, ancor oggi le donne sono ben lontane
non solo dall’aver raggiunto la parità con l’altro sesso. E nei Paesi guidati da governi islamici integralisti,
anche dal vedere loro riconosciuti i
più elementari diritti di esseri umani. Dunque neanche i progressi della scienza e della medicina, e le conseguenti applicazioni tecnologiche
hanno annullato in un certo senso
la condanna biblica; “uomo lavorerai con fatica, donna partorirai con
dolore”.
Per secoli le donne che potevano
a
A sinistra, l’astronauta italiana, Samantha Christoforetti
durante la sua conferenza
all’Università di Pavia.
Nel riquadro, ritratto del capitano prima della partenza per
la stazione spaziale. Qui sopra
la protagnista della nostra copertina, la cantante Annalisa
Scarrone, fisico, conduttrice di
una trasmissione scientifica su
Italia 1 (vedi a pag. 21)
avere accesso all’istruzione erano
quelle rinchiuse nei conventi. Forse
per questo quelle emerse in passato erano soprattutto umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, molto più
raramente scienziate. Infatti chi ha
attitudini artistiche o letterarie può
emergere anche senza una preparazione specifica. Mentre le scienze, e
in particolare le cosiddette scienze
“dure” come matematica e fisica richiedono una preparazione di base,
senza la quale è quasi impossibile
progredire. Solo quelle poche favorite dall’avere un padre, un fratello
o un marito scienziato disposto a
condividere le proprie cognizioni, potevano costruirsi una cultura scientifica. Basta ricordare che
ancora all’inizio del XX secolo in
molti Paesi europei alle ragazze era
precluso l’accesso alle università ed
anche ai licei.
Malgrado le difficoltà incontrate,
non sono poche le scienziate che hanno
portato importanti contributi allo sviluppo umano. La storia ci tramanda i nomi
di alcune: una ventina nell’antichità, fra
cui emerge il nome della giovane Ipazia.
figlia del matematico e filosofo Teone.
Diventò capo di una scuola platonica
di Alessandria d’Egitto frequentata da
molti giovani. Fu uccisa barbaramente
perché tanta genialità matematica in una
donna poteva sembrare indice di empietà. Sono noti solo una decina di nomi
nel Medioevo, soprattutto nei conventi,
quasi nessuna tra il 1400 e il 1500, 16 nel
1600, 24 nel 1700, come Madame Emile
du Chatelet, amica di Voltaire, che tradusse in francese i Principia di Newton e
faceva esperimenti nel suo castello sulla
conservazione dell’energia e dell’impulso. Oggi solo nel campo dell’astronomia
sono più di 2000 le scienziate attive, ed
in ogni campo dei sapere le ricercatrici
universitarie superano il 50%, con punte
ded’80% nelle facoltà umanistiche, del
LA PRIMA FU IPAZIA DI ALESSANDRIA
Ipazia, visse ad Alessandria d’Egitto fra la fine del IV e l’inizio del V secolo. Non si crea
che Ipazia si fosse avvicinata da sola agli studi scientifici; fu il padre Teone ad indirizzarla
su questa via, come lui stesso ci tramanda; nell’intestazione del III libro del suo commento
al Sistema matematico di Tolomeo, troviamo scritto: “Commento di Teone di Alessandria al
terzo libro del Sistema matematico di Tolomeo. Edizione controllata dalla filosofa Ipazia,
mia figlia”. Ipazia fu una grande studiosa di matematica dunque, ma, ed è questo l’aspetto
più significativo, anche una straordinaria insegnante: “Introdusse molti alle scienze matematiche” ci dice Filostorgio, e numerose altre testimonianze ci attestano addirittura di sue
opere autografe, purtroppo però ora scomparse. Pare comunque che una delle discipline in
cui Ipazia seppe distinguersi di più fosse l’astronomia. Ancora Filostorgio e poi Suda, ci
informano di interessanti scoperte compiute da quella che oggi si definisce a buon conto la
prima scienziata della storia, a proposito del moto degli astri, scoperte che ella rese accessibili ai suoi contemporanei con un testo, intitolato “Canone astronomico”. Ma Ipazia fu anche
una filosofa molto apprezzata: Socrate Scolatico parla di lei come della terza caposcuola del
Platonismo, dopo Platone e Plotino. Damascio ci spiega come seppe passare dalla semplice
erudizione alla sapienza filosofica. Pallada poi, in un epigramma, tesse uno degli elogi più
belli di Ipazia: nel terzo verso si legge: “Verso il cielo è rivolto ogni tuo atto”.
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n.15 3/2016
Cover Story
Maria Curie vinse due Premi
Nobel: per la chimica e la fisica
60% in quelle di scienze biologiche,
dal 30 al 40% nelle scienze biologiche, più dei 50% nelle matematiche,
mentre sono ancora al di sotto dei
20% in ingegneria e agraria. Maria
Gaetana Agnesi (1718-1799) fu la
prima donna ad essere chiamata a
ricoprire una cattedra universitaria,
all’Università di Bologna, e Sophie
Germain (1776-1831) fu una riconosciuta esperta di teoria dei numeri
e di fisica. Nel XIX secolo ci sono
numerose grandi matematiche, fra
le quali emergono soprattutto Sofia Kovaleskaja (1850-1891), professore all’Università di Stoccolma, e Emmy Noether (1882-1935),
fondatrice dell’algebra moderna.
Fra le matematiche italiane di questo secolo ricordiamo Pia Nalli (
1866-1964) professore ordinario di
analisi matematica all’università
di Cagliari e poi di Catania; Maria
Pastori (1895-1975) ordinario di
Meccanica Razionale all’università
di Messina, Maria Cibrario Cinquini (1905-1992), ordinario di Analisi
matematica a Cagliari e professore
emerito dell’università di Pavia,
Maria Biggiogero Masotti ordinario
di geometria presso il Politecnico di
Milano.
Fra le fisiche e le astrofisiche vanno
ricordate, naturalmente Marie Sklodwska Curie (1867-1934), premio
Nobel per la fisica nel 1903 e per
la chimica nel 1911, e prima donna
professore alla Sorbona. Madame
Curie, va sottolineato, partecipò, insieme ai piu’ grandi fisici del primo
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Novecento tra cui Einstein, Perrin, Lagevin,
De Broglie,alla I° Conferenza Solvay a Bruxelles nel 1911. Fu geniale anche sua figlia
Irene Curie (1897-1956) premio Nobel per la
chimica nel 1935; Lise Meitner (1878-1856) fu
premio Nobel per la chimica nel 1935; Lise
Meitner (1878-1968) che scopre il fenomeno della fissione nucleare è la prima donna
ad avere una cattedra universitaria di fisica
in Germania; Marie Goeppert Mayer (19061972) premio Nobel per la fisica nel 1963 fu
celebre per la sua teoria sui “numeri magici”
che determinano la stabilità degli atomi; Wu
Chieng-Shiung (1913-1997), professore di fisica alla Columbia University, è la scopritrice
della non conservazione della parità nelle interazioni deboli.
Fra le astronome e astrofisiche va ricordata
Caroline Herschel (1750-1848) che insieme al
fratello William iniziò lo studio fisico del cielo, occupandosi di quello sfondo di stelle fino
allora considerato poco più di uno scenario
su cui si muovevano i pianeti. A loro si deve
lo studio delle nubi interstellari, la scoperta
di regioni apparentemente prive di stelle, che
oggi sappiamo essere regioni ricche di polveri che ci nascondono le stelle retrostanti, e
lo studio della distribuzione delle stelle sulla
volta celeste.
Maria Mitchell (1818-1889) è stata la prima
famosa astronoma americana, docente di
astronomia al Vassar College e direttrice di
quell’osservatorio, che ha preso il suo nome.
Un terzetto di astronome americane che hanno legato il loro nome a scoperte e ricerche
fondamentali per la moderna astrofisica sono
Henrietta Swan Leavitt (1868-1921), Anne
Cannon (1863-1941) e Antonia Maury (18661952).
La prima scoprì la relazione che lega il perio-
“A
strosamantha” come ormai
chiamano Samantha L’antico
Cristoforetti,
astronauta dell’Agenziapalazzetto
spaziale europea e capitano dell’Aeronautica Militare, è ‘atterrata’ a Pavia Amarelli,
qualche giorno
fa, sabato 5 marzo, grazie al Centro
Tecnologie per la Salute dell’Università di Pavia (Cht) che l’ha invitata a raccontare la sua straordinaria avventura
nello spazio.
L’incontro tenutosi nell’Aula del ‘400
e in collegamento nell’aula Disegno, è
stato inaugurato dal Magnifico Rettore
prof. Fabio Rugge con i prorettori prof.
Giampaolo Azzoni e Francesco Svelto.
L’incontro è iniziato con gli interventi
dei referenti del progetto strategico del
Cht Riccardo Bellazzi, Carlomaurizio
Montecucco e la tenacissima Livia Visai, che ha lavorato strenuamente per
portare l’astronauta italiana a Pavia.
E’ seguita poi una presentazione della
Missione Futura a cura di Gabriele Mascetti (Agenzia Spaziale Italiana), completata dall’intervento di Fabrizio Carrai, della pioneristica società Kayser
Italia, che ha partecipato a questa e altre 60 missioni spaziali controllando a
terra delle attività dell’astronauta.
Samantha Cristoforetti, 38 anni, ha
raccontato poi della missione e degli
esperimenti condotti, anche per conto
dell’Università di Pavia.
L’astronauta applaudita dalle autorità
e dalla cittadinanza che l’ha attesa per
ore anche fuori dall’incontro, è stata
premiata dal Rettore con la Medaglia
Teresiana, la massima onoreficienza
dell’Ateneo Pavese.
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n.15 3/2016
Cover Story
È cominciata con il respiro mozzato da una pressione
fortissima sul petto l’avventura di Samantaha per Futura, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa),
la seconda di lunga durata (sei mesi) dell’Agenzia spaziale italiana. La prima aveva portato in orbita Luca
Parmitano. Insieme alla Cristoforetti c’erano a bordo
il comandante della Soyuz, il russo Anton Shkaplerov,
seduto nel seggiolino centrale. Alla sua sinistra la Cristoforetti e alla destra l’americano Terry Virts.
Nata a Milano, ma di origine trentina e cresciuta a Malè
Samantha Cristoforetti è divenuta ingegnere e solo
dopo pilota militare: ha potuto entrare in aeronautica
quando l’arma è stata aperta alle donne giusto per un
soffio (per l’età) e far valere i suoi titoli universitari,
la sua conoscenza perfetta dell’inglese e del russo, la
sua condizione fisica eccellente. Nessuno avrebbe mai
scommesso che la giovane capitano dell’aeronautica
sarebbe partita per lo spazio, per svolgere i difficili
compiti di ricerca, sperimentazione e manutenzione
operativa del laboratorio spaziale, che - quanti lo sanno? - è grande come un campo da calcio ma ha pochissimi spazi per la privacy dei suoi abitanti. In questa
missione l’Italia è stata protagonista, ha riraccontato
Samantha Cristoforetti. Che attraverso i social network ha trasmesso centinaia di immagini della terra e
dello spazio. “La più grande emozione della mia vita
è stata vederla apparire sotto di me, durante il decollo.
Non esiste niente di più strabiliante”. Ecco le 10 ricerche condotte nello spazio da Samantha Cristoforetti.
1) L’esperimento ‘Drai Brain’, coordinato da Paolo
Qui sopra : Samantha Cristoforetti esegue uno degli esperimenti di
ricerca nel laboratorio, durante la missione spaziale
Zamboni (Centro per le malattie vascolari,
Università di Ferrara): doveva verificare
l’ipotesi secondo cui una delle cause della
sclerosi multipla potrebbe essere il restringimento dei vasi sanguigni di testa e collo.
2) Wearable monitoring: è stata indossata
una maglietta equipaggiata con sensori in
grado di misurare ritmo del cuore e del respiro durante il sonno, e l’Unità elettronica
portatile per raccogliere i dati.
3) Nello spazio è’ stata testata una macchina per il caffè espresso. La macchina è stata
costruita in Italia, dalla collaborazione fra
Argotec, Lavazza e Finmeccanica-Selex Es.
4) E’ stata provata una stampante in 3D
italiana, costruita da Altran e dalla Thales
Alenia Space.
5) Sono state effettuate rilevazioni sul comportamento dei fluidi.
6) Sono state sperimentate nuove tecniche di
decontaminazione dai batteri (sviluppate da
Vable, università della Tuscia)
7) E’ stato studiato il comportamento delle cellule in assenza di peso (Cytospace, Sapienza
università di Roma e Kayser Italia)
8) E’ stata studiata la perdita di massa muscolare (Bone-Muscke Check, università di Salerno)
9) Sono state testate speciali Nanoparticelle
contro l’osteoporosi nel test Nato (spedite nello
spazio dal Cht dell’Università di Pavia),
10) L’adattamento del cervello allo spazio è studiato da Slink (Politecnico di Milano).
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n.15 3/2016
Cover Story
Tra le prime studiose della galassia, Beatrice Tinsley
do di variazione di luce di una classe di stelle variabili dette
“Cefeidi” al loro splendore assoluto, facendo di questa classe
di stelle uno dei migliori mezzi per la determinazione delle
distanze delle galassie.
Alla seconda si deve la classificazione degli spettri di più di
225.000 stelle; il risultato del suo lavoro è raccolto nel poderoso catologo “Henry Draper” (dal nome dei finanziatone
dell’opera) che è ancora oggi largamente consultato.
La terza scoprì alcune caratteristiche degli spettri stellari, che
permettevano di stabilire lo splendore assoluto di una stella,
e quindi - misurato lo splendore apparente - risalire alla distanza.
Essa ha anticipato di almeno due decenni il metodo di determinazione delle distanze dal semplice studio dello spettro.
Una grande astrofisica, iniziatrice dei metodi di studio delle
atmosfere stellari e della determinazione della loro composizione chimica è stata Cecilia Payne Gaposchkin (1890-1979).
Iniziatrice dello studio dell’evoluzione chimica della Galassia
è stata una giovane astrofisica, Beatrice Tinsley, purtroppo è
scomparsa prematuramente una ventina di anni fa.
Oggi sono numerosissime le astrofisiche di fama internazionale che guidano gruppi di ricerca nei più svariati campi, dalla
fisica stellare alla cosmologia, e delle più svariate nazionalità.
Si può stimare che in tutto il mondo rappresentino dal 25 al
30% di tutti gli astronomi e astrofisici.
Altrettanto numerose sono le scienziate nel campo della biologia e delle scienze mediche, molte insignite di premio Nobel.
Fra tutte ricordiamo Rita Levi- Montalcini (1909), scomparsa
nel 2012 all’età di 103 anni.
Cecilia Payne Gaposchkin, grande
astrofisica, iniziatrice dei metodi di
studio delle atmosfere stellari
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Rita Levi Montalcini nel 1986 vinse il Premio Nobel per la
medicina grazie alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa. È stata, inoltre, la
prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia
delle Scienze.
Nel 2001 fu nominata senatrice a vita, dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che la scelse
per i suoi meriti sociali e scientifici.
All’età di vent’anni entrò nella scuola medica dell’istologo
Giuseppe Levi (padre di Natalia Ginzburg), dove cominciò gli studi sul sistema nervoso che avrebbe proseguito
per tutta la vita. Ebbe come compagni universitari due futuri premi Nobel, Salvador Luria e Renato Dulbecco.
Tutti e tre furono studenti di Giuseppe Levi verso il quale
si sentirono in debito per la formazione in scienze biologiche e per aver insegnato loro come affrontare i problemi
scientifici in modo rigoroso, in un momento in cui tale approccio era ancora abbastanza inusuale; fu lo stesso Levi a
introdurre in Italia il metodo di coltivazione in vitro.
Nel 1936 il rettore dell’Università di Torino, Silvio Pivano,
le conferì la laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e lode,
successivamente si specializzò in neurologia e psichiatria,
ancora incerta se dedicarsi completamente alla professione medica o allo stesso tempo portare avanti le ricerche in
neurologia.
A seguito delle leggi razziali del 1938 in quanto ebrea sefardita, Rita fu costretta a emigrare in Belgio con Giuseppe
Levi, sebbene stesse ancora terminando gli studi specialistici di psichiatria e neurologia.
Beatrice Tinsley, astrofisica, iniziatrice
dello studio dell’evoluzione chimica
delle galassie
L’astrofisica italiana Margherita
Hack, ha diretto per molti anni
l’osservatorio di Trieste
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n.15 3/2016
Due toscane fra le donne più influenti nella robotica
Sino all’invasione tedesca del Belgio (primavera del 1940),
fu ospite dell’istituto di neurologia dell’Università di Bruxelles dove continuò gli studi sul differenziamento del sistema nervoso. Poco prima dell’invasione del Belgio tornò
a Torino, dove, durante l’inverno del 1940, allestì un laboratorio domestico situato nella sua camera da letto per
proseguire le sue ricerche, ispirate da un articolo di Viktor
Hamburger del 1934 che riferiva sugli effetti dell’estirpazione degli arti negli embrioni di pulcini.
Il suo progetto era appena partito quando Giuseppe Levi,
scappato dal Belgio invaso dai nazisti, ritornò a Torino e si
unì a lei, diventando così, con suo grande orgoglio, il suo
primo e unico assistente.
Il loro obiettivo era quello di comprendere il ruolo dei fattori genetici e di quelli ambientali nella differenziazione
dei centri nervosi. In quel laboratorio Rita Levi-Montalcini
scoprì il meccanismo della morte di intere popolazioni
nervose nelle fasi iniziali del loro sviluppo, fenomeno riconosciuto solo tre decenni più tardi (1972) e definito con
il termine apoptosi.
Un altro doveroso tributo spetta all’astrofisica Margherita
Hack, che ha diretto per molti anni l’Osservatorio astronomico di Trieste, scomparsa nel 2013.
Margherita Hack ha firmato durante la sua carriera centinaia di studi su riviste scientifiche internazionali, principalmente sulle emissioni spettrali, oltre che numerosi
volumi di divulgazione scientifica.
Ha studiato un tema difficile, le variabili Cefeidi, uno specialissimo tipo di stella che viene utilizzata per misurare la
Chiara Albicocco, conduttrice del programma radiofonico di scienza “Moebius”, in
onda su Radio24 (Gruppo Sole 24 Ore)
Cover Story
T
ra le 25 donne più influenti nella robotica, secondo l’ultima classifica stilata da RoboHub, una delle maggiori associazioni scientifiche in questo campo, ci sono Cecilia Laschi
della Scuola Superiore di S. Anna di Pisa e Barbara Mazzolai,
dell’istituto italiano di Teecnologia di Genova.
Dalle due scienziate è nata una seconda generazione di automi assolutamente rivoluzionaria, perchè si ispira alla natura.
La prima, Cecilia Laschi, ha pensato ad un polpo robotico, un
anumale che non ha parti rigide e può afferrare facilmente gli
oggetti. E’ modello eccellente che riesce a gestire otto braccia
attraverso un cervello.
Barbala Mazzolai, biologa esperta di inquinanti, ha progettato invece i suoi robot ispirandosi alle piante. La sua prima
idea è stata quella di monitorare la qualità del suolo.
I vegetali sono gli esseri viventi in assoluto più capaci di penetrare il terreno tramite le radici, sono capaci di dirigersi
verso l’acqua o minerali che occorrono loro come nutrimento.
I robot creati da Barbara Mazzolai si differenziano dagli altri,
inoltre, perchè ‘crescono’ grazie a materiali termoplastici interni. Il vantaggio è che somigliano ad esser umani e possono
essere utili in molti campi, per esempio in questo medico.
Il suo invertebrato è già un prototipo di endoscopio chirurgico.
Ora la biologa toscana sta lavorando a una versione ‘domestica’ del suo robot ‘vegetale’, vuole che aiuti gli anziani a
fare la doccia a casa o in ospedale, rispettando indipendenza
e privacy.
Silvia Priori, direttore scientifico della
Fondazione Maugeri di Pavia. Ha individuato il gene che causa le morti in culla.
Nicoletta Protti, fisico, vincitrice del Premio l’Oreal per la scienza. Per distruggere
le cellule tumorali, utilizza i protoni.
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n.15 3/2016
Cover Story
Guest dell’ evento pavese “11 donne della scienza all’Università di Pavia” è stata la dott.ssa Annalisa Buffa (CNR, terza
da sinistra nella foto ). 43 anni, dirige l’istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche (IMATI) del CNR che
ha una sede a Pavia.
Per i suoi studi sull’analisi numerica dalle equazioni alle
derivate parziali, con applicazioni derivanti da vari campi
fra cui l’elettromagnetismo, ha ottenuto importanti premi
internazionali fra cui il Collatz Prize. E’ oratrice nelle conferenze mondiali di settore e anche alle conferenze generali di
matematica come ICM e ECM.
luminosità assoluta di tutte le altre stelle. Sebbene oggi i contributi delle donne alla scienza vengano riconosciuti, resta il fatto che le
scienziate per emergere devono generalmente lavorare di più dei loro colleghi e devono ancora superare numerosi pregiudizi, che, contrariamente a quanto si crede, sono maggiori nei paesi anglosassoni che non in quelli latini. avendo la costanza di perseguire lo scopo di
battere un record o di ottenere un risultato scientifico, senza scoraggiarsi davanti agli insuccessi, perseverando con costanza. Malgrado
i grandi progressi fatti dalle donne, ci sono ancora notevoli disparità nel mondo del lavoro, della politica e della ricerca. Al governo dei
comuni sono ancora una minoranza le donne sindaco, mentre sono frequenti gli assessorati alla cultura assegnati a donne. Nelle università le ricercatrici sono ormai più della metà di tutti i ricercatori, ma appena si passa al livello superiore, quello dei professori associati,
le.donne sono meno del 30% e al più alto livello dei professori ordinari sono appena il 10%.
Questo dato è stato ricordato anche il 5 marzo scorso durante il talk show intitolato “11 donne della scienza” che si è tenuto al Museo
della Tecnica Elettrica dell’Università degli Studi di Pavia, condotto da Chiara Albicocco, giornalista scientifica del programma radiofonico Moebius, in onda su Radio24 (Gruppo Sole 24 Ore). Le scienziate prescelte per il talk sono notissime risultati ottenuti nei rispettivi
campi di ricerca e per la grande dedizione che le contraddistingue. Alcune di loro, paradossalmente, sono più famose all’estero che in
Italia, altre hanno conseguito importanti premi nazionali e internazionali per la loro tenacia e soprattutto per l’innovazione che ha guidato i loro progetti e il raggiungimento degli straordinari risultati, applauditi e premiati in tutto il mondo. Alessandra Albertini, 64 anni,
è il Direttore del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “L. Spallanzani”, studiosa internazionale di genetica molecolare batterica e di
biotecnologie microbiche, è autrice di due brevetti. Segue vari filoni di ricerca fra cui quella sulle tecnologie di ingegneria cromosomica
e di sequenziamento dei genomi batterici. Norma Anglani, 48 anni, è ricercatrice presso la Facoltà di Ingegneria nel campo della pianificazione energetica e dell’ottimizzazione delle risorse energetiche nei processi industriali e civili. Dal 2011 è responsabile del Labac,
laboratorio sull’efficienza energetica nei sistemi aria compressa, laboratorio unico nel suo genere in Italia e completamente finanziato da
un gruppo di industrie leader nel settore. Sarah Caronni, 38 anni, è cultore della materia in ecologia marina sperimentale e geobotanica
presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente. Finanzia le sue ricerche grazie a premi, riconoscimenti e borse di studio
offerte da enti e istituzioni pubbliche e private. Nel 2014 ha vinto il premio L’Oreal-Unesco Women for Science con un progetto dedicato
all’invasione delle microalghe. Maria Daglia, 50 anni, è professore associato di Chimica degli Alimenti presso il Dipartimento di Scienze
del Farmaco. Esperta di Nutraceutica, segue numerosi filoni di ricerca, tra cui lo studio dell’influenza degli alimenti sul tono dell’umore
e sul dolore osteoarticolare. Ha in atto numerose collaborazioni con aziende del settore nutraceutico e alimentare, da cui ottiene cospicui
finanziamenti per la ricerca e che garantiscono il placement dei giovani ricercatori che afferiscono la suo gruppo. Antonella Ferrara, 52
anni, professore ordinario di Automatica presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione, è un’esperta internazionale di sistemi dinamici e di controllo e loro applicazione in campo automobilistico, del controllo del traffico veicolare e in robotica. E’
chair del gruppo internazionale IEEE Women in Control.Sabina Merlo, 53 anni, professore associato di elettronica al Dipartimento di
Ingegneria Industriale e dell’Informazione, si occupa di optoelettronica e delle sue applicazioni in vari settori, dalle comunicazioni alla
medicina. È referente del Corso di Laurea Magistrale in Electronic Engineering. Silvia Giuliana Priori, 55 anni, professore ordinario di
cardiologia al Dipartimento di Medicina Molecolare e Direttore Scientifico Centrale della Fondazione Salvatore Maugeri Clinica del
Lavoro e della Riabilitazione ICCRS. Si occupa da vent’anni di aritmie cardiache su base genetica, i cui risultati sono stati avallati dal
conferimento di importanti riconoscimenti internazionali. Ha identificato il gene RyR2, la cui alterazione è causa di una forma di aritmia cardiaca maligna che provoca morte improvvisa. Al momento sta sviluppando nuove strategie di Gene-Therapy per la cura delle
patologie aritmogene ereditarie. Nicoletta Protti, 31 anni, laurea in fisica, opera presso il Dipartimento di Fisica e la sezione di Pavia
dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) nel settore della Terapia per Cattura Neutronica con Boro (BNCT) per tumori polmonari
diffusi. Finora la sua attività scientifica è stata sostenuta da assegni di ricerca finanziati dall’Univesità di Pavia e dall’INFN. Nel 2015 ha
vinto il premio L’Oreal-UNESCO For Women in Science grazie a cui sta attualmente svolgendo la sua attività di ricerca sulla terapica per
cattura neutronica nel trattamento della malattia di Alzheimer. E’ la candidata presentata da L’Oreal Italia per l’edizione 2016 del premio
internazionale L’Oreal-UNESCO For Women in Science International Rising Talents. 2016 grazie alla sua ricerca. Giovanna Riccardi, 63
anni, professore ordinario presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, è un’autorità internazionale nel campo della ricerca sulla
tubercolosi e sulla fibrosi cistica. Il suo laboratorio ha lavorato su un nuovo farmaco tubercolare attualmente in sperimentazione preclinica. Questo successo è stato pubblicato su Science e definito da Nature Medecine uno dei key papers internazionali per l’anno 2009.
Orsetta Zuffardi, 69 anni, professore ordinario di genetica umana al Dipartimento di Medicina Molecolare che dirige dal 2013, è un’autorità internazionale nel campo della citogenetica. La sua ricerca spazia dall’infertilità maschile e femminile allo studio dei genomi e delle
malformazioni congenite.
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n.15 3/2016
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Annalisa Scarrone, la regina della musica
pop de “Il diluvio universale” è anche una
scienziata: ha in tasca una laurea in fisica
M
usica o scienza? Il dilemma non
la preoccupa affatto, anzi la diverte a tal
punto che ha deciso di fare tutte e due le
cose : la cantante, e ci riesce alla grande,
come si è visto all’ultimo Sanremo e in
questi anni di continui album dopo la
quasi vittoria al talent Amci. E anche la
scienziata (essendo una scienziata vera,
laurea in fisica nel 2009). Magari però
fuori dal laboratorio: sul set di un film
(Babbo Natale non arriva dal Nord) e
in un docufilm scientifico di Italia1. Se
Piero Angela si stufasse di condurre
Quark, ingaggerebbero subito lei, Annalisa Scarrone.
Deve il suo successo di cantautrice alla
voce potente e profonda, il viso diafano
da sfinge e una personalità eclettica che
incanta. Risulta irresistibile e misteriosa tanto quando tiene le note alte, tanto
quando vuol inchiodare gli spettatori
alla poltrona, mentre tratta temi ‘ostici’
come l’attività del Cern.
Annalisa, stella della nuova canzone
italiana del Terzo Millennio, ha sempre
la scienza nelle sue canzoni. Tra ‘Splende’ e la bella “Il Diluvio Universale”,
c’è stata la mssa in onda di “Tutta
colpa di Einstein-Quelli del CERN”
programma di Italia 1, andato in onda
per tre puntate a partire dal 13 dicembre. ‘E’ stata un’esperienza molto bella’,
ha dichiarato alla stampa Annalisa, ‘la
cosa che mi ha affascinato subito è stato raccontare il CERN e farlo in modo
semplice, mettendo l’accento sulla creatività’. Nelle tre puntate del docu-viaggio in chiave pop, Annalisa ha svelato
ai telespettatori cosa accade dentro il
Cern: questa esperienza è stata la sua
Quest’inverno ha recitato in un film e ha
condotto un programma televisivo su Italia1:
“Tutta colpa di Einstein - Quelli del Cern”
prima prova televisiva da conduttrice,
anche se lei stessa preferisce definirsi
traghettatrice. Ora è la musica il suo
pane quotidiano: ma la scienza le ha
portato fortuna anche nello show business. “Dopo la laurea in fisica ho intrapreso un’altra strada e con mia grande
gioia ho scoperto che al CERN è pieno
di artisti’, racconta.
Tutta colpa di Einstein è un docuviaggio: Annalisa non presenta su un
palco o in uno studio, ma parte da casa
sua verso il CERN di Ginevra e tutto è
stato documentato, comprese le persone
che ha incontrato, dagli gli scienziati
agli studenti. “Certo, il mio bagaglio
culturale mi ha aiutata. Nel programma, quando facevo le domande, sapevo
di cosa parlavo. Seguivo il filo del discorso e questo mi permetteva di interagire autonomamente con la persona che
avevo davanti.”
Annalisa ha preso fin da subito molto
sul serio il suo impegno con la musica. “Sin dal primo album ho cercato di
mettere me stesse dentro ogni singola
canzone. Ma fare musica e fare dischi
non sono la stessa cosa, per realizzare
un album entrano in ballo anche altre
professionalità. Devo ringraziare le persone con cui ho avuto modo di lavorare,
mi hanno permesso di imparare da loro,
di apprendere e studiare” Ogni disco
è un passo in avanti, spiega Annalisa,
divenuta ormai cantautrice. “Ho contribuito alla scrittura dei brani. Magari
partendo con un’idea, o partendo dalle
idee degli autori con cui ho collaborato.
Chiaramente se viene da me un autore
che ha finito un brano in cui mi sento
a mio agio, che capisco mi rappresenti,
non mi tiro certo indietro”.
A destra, l’ultimo album di
Annalisa. Sotto,
un intenso
ritratto della
cantante che ha
sempre un po’
di scienza nelle
sue canzoni.
L’ultimo brano
è “Il diluvio
universale”
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n.15 3/2016
Libri & Co
I SUPER KILLER
Ecco i nuovi romanzi che stanno sbaragliando le
classifiche del genere thriller e noir. L’ultimo di John
Grisham e l’inquietante lavoro di Harry MacLean.
by Edoardo Barbieri
I
l romanzo “L’Avvocato Canaglia” (Rogue Lawyer), edito da
Mondadori, è l’ultima fatica di John
Grisham. La sua ultima opera segue
le vicende di Sebastian Rudd, avvocato atipico che segue un codice morale tutto proprio. Il suo altrettanto
atipico studio ha le quattro ruote di
un furgone blindato nero dotato di
ogni comfort: computer, internet,
frigorifero, divanetti e poltroncine e
armadietto per le armi. Al suo fianco quello che chiama Partner, un
uomo che ha salvato in passato da
un brutto affare e adesso si presta in
base alle necessità come suo socio,
autista, guardia del corpo e fidato
consigliere. Sebastian Rudd accetta
i peggiori clienti, il tipo di persone
che nessuno vorrebbe incontrare
per strada, i casi peggiori, i casi disperati. Un avvocato che crede che
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A sinistra la copertina di “L’avvocato canaglia”, ultimo lavoro di John Grisham. A destra, la copertina di sapore vintage de “La gioia di uccidere” di
Harry Mac Lean, osannato dalle colonne del New York Times.
tutti abbiano diritto a un equo processo e a una giusta difesa, un uomo
che vede il marcio delle istituzioni
anche sotto la patina di apparente
rispettabilità. Narrato in prima persona, L’Avvocato Canaglia ci permette di seguire la vita lavorativa
e privata di Sebastian - sarcastico,
caustico, anticonformista, disilluso
e con una profonda sfiducia verso
le istituzioni - alle prese con i casi
più strani, contorti e disparati. Grisham sfrutta il suo personaggio per
mettere alla berlina il peggio della
società americana, basata sul consenso e sull’apparenza, soprattutto
quando si parla di giustizia, quando
sono in gioco le vite delle persone.
Un antieroe con tutti i crismi: parte
del sistema, lo contrasta dall’interno. Un protagonista umanamente
verosimile e credibile che porta il
lettore a identificarsi con lui.
Lo scrittore di gialli giudiziari John
Grisham è nato nel 1955 a Jonesboro,
in Arkansas in una modesta famiglia
.Diviene un avido lettore, soprattutto
di John Steinbeck. Dopo la laurea in
legge nel 1981, esercita la professione di
avvocato a Southaven. Nel 1983 viene
eletto per i Democratici alla Camera dei
Rappresentanti del Mississippi, dove
resta fino al 1990, pur continuando a
esercitare la sua professione Nel tempo
libero Grisham scrive il suo primo romanzo “Il momento di uccidere”, pubblicato da Wynwood Press, nel 1988.
Il secondo, “Il socio”, fu il settimo romanzo più venduto del 1991 e ispirò il
film con Tom Cruise. Seguirono “Il rapporto Pelican”, “Il cliente”, “L’uomo
della pioggia”, “Il partner”. Grisham
ha venduto più di 60 milioni di copie.
È sposato dal 1981 con Renee Jones,
hanno due figli, Shea e Ty. Vivono tra
Oxford (Mississippi), Charlottesville.
GIOIA DI UCCIDERE
Esce in questi giorni il
thriller noir “La gioia
di Uccidere”, scritto
da Harry Mac Lean,
pubblicato da Fazi
Editore. «Era dai tempi di American Psycho
che non si vedeva un
romanzo inquietante
e inarrestabile come
questo»
commenta
dalle colonne del NY
Times Gregg Olsen. E
ha perfettamente ragione.
Questo romanzo ha
avuto un esordio strabiliante, che in America ha suscitato molto
clamore e raccolto importanti paragoni con
pietre miliari del genere noir, del calibro di
Edgar Allan Poe e Bret
Easton Ellis appunto.
L’autore ci propone la
sua bella scrittura lirica, un gioco di rimandi e di specchi costruito
magistralmente.
Egli propone al lettore
una vorticosa riflessione sul desiderio, sulla
violenza, sulla colpa,
che ribalta i canoni del
thriller convenzionale.
Si legge tutto d’un fiato dalla prima all’ultima pagina. Insomma,
non perdetelo, è una
vera scoperta.
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15
3/2016
n.1 12/2014
Musica/Musical
Notre Dame de Paris in tour
by Paola Herrera
La Parigi del 1482 invasa dai sans papier ci ricorda
l’Europa presa d’assalto dagli immigrati di oggi. E
Riccardo Cocciante riprende in mano il suo capolavoro
A
rriva a Milano Notre Dame de Paris, il romanzo storico di Victor Hugo riletto
da Riccardo Cocciante su libretto di Luc Plamondon, trasformato in un’opera popolare. La storia è ambientata nel 1482, anno in cui la città è invasa dai sans papier,
immigrati sprovvisti di documenti di identità e cittadinanza. Un po’ quel che avviene oggi in Europa. Giò Di Tonno e Lola Ponce tornano sul palco ad interpretare
i protagonisti di questa storia di passione e disperazione: l’aitante militare Febo, la
bella zingara Esmeralda, l’ambiguo prete Frollo e il mostruoso gobbo Quasimodo.
Il fascino della gitana è anche la sua condanna a morte: resta vittima di un amore
conteso che non trova pace e si vendica. Nell’atmosfera ieratica della cattedrale
parigina, si dipanano le arie pop dello show che dopo 15 anni torna sui grandi palcoscenici europei con tutto o quasi il cast originale.
Giò di Tonno e Lola Ponce sono sempre straordinari. Riccardo Cocciante, con la sua
musica e il cast ha saputo instaurare un rapporto profondo con il pubblico. Lo spettacolo dopo il debutto del 3 marzo a Milano prosegue in giro per tutta la penisola,
con gran finale il 4 settembre all’Arena di Verona. Il progetto nella versione italiana
ha previsto un complesso adattamento a cura di Pasquale Panella. Ma in queste settimane si sta pensando anche a una versione per il Sudamerica e gli Usa. In Corea,
cantato nella lingua locale, è diventato uno spettacolo cult. Riccardo Cocciante in
questi anni ha vinto un’altra scommessa impossibile, creare un musical sulla storia
del Piccolo Principe. E’ stato già proposto con successo in Francia. Una versione
italiana non è semplice da realizare, perchè la scrittura di Saint Exupéry è bivalente:
sembra un libro per bambini, in realtà è quasi un trattato di filosofia.
FRANCO BATTIATO E ALICE IN TOUR
A volte ritornano. Il maestro catanese Franco Battiato e la sua amica, la cantautrice
forlivese Alice tornano sulle scene come nei primi anni Ottanta. Ciascuno dei due
artisti in seguito scelse un percorso musicale diverso, aderente alle proprie corde
espressive e compositive.
Questo nuovo progetto e viaggio li riporta inseme, suggella l’amicizia duratura
e l’intesa professionale. I due si esibiranno in tutta Italia con una serie di live e
saranno accompagnati dalla Ensemble Symphony Orchestra. L’anteprima, che si è
tenuta il 13 febbraio scorso a Carpi è stata un successo. Dunque il tour ora prosegue
da Trieste a Milano, passando per Firenze e Roma. Il gran finale si terrà l’8 aprile
prossimo al Teatro Biondo di Palermo.
LUCA BARBAROSSA PER LIBERA
Il cantautore Luca Barbarossa festeggia i 20 anni di Libera, l’associazione di Don
Luigi Ciotti che combatte le mafie, con un album intitolato Radio Duets Musica
Libera, che ripropone i più bei duetti di Luca Barbarossa, registrati in presa diretta
durante la conduzione del programma radiofonico Radio Due Social Club. Tra i
partner canori ci sono Lucio Dalla, Malika Ayane, Franco Califano e Giuliano Sangiorgi.
A fianco, Riccardo
Cocciante, autore
delle musiche di Notre
Dame de Paris.
Sotto, uno spettacolare salto dell’etoile
Giuseppe Picone,
che sta preparando
il suo debutto nella
coreografia con Romeo
e Giulietta
GIUSEPPE PICONE E’ IL CIGNO NERO
Torna in Italia una star mondiale della danza, l’etoile Giuseppe Picone, che incanterà la platea del
Teatro Nuovo di Torino l’11 e il 12 marzo con un
Gran Galà della Danza intitolato il Cigno Nero, una
produzione di Daniele Cipriani creata sull’onda del
successo del film omonimo, basata sul libretto del
Lago dei Cigni. Il momento top naturalmente è il
pas de deux del terzo atto, un’esibizione sensuale
e provocatoria. Bello e scultoreo, il balllerino italiano che ha mosso i primi passi sulle scene con Carla
Fracci a 9 anni, ha debuttato a Nancy. Nel giro di
pochissimo è volato al National Ballet di Londra
dove è rimasto 4 anni, trasferendosi poi all’American Ballet Theatre di New York. Nella sua carriera
rapidissima ha lavorato con grandissimi artisti e
ha al suo attivo duetti con Andrea Bocelli e un’esperienza anche nel musical. John Clifford ha creato
per lui il ruolo di Humprey Bogart nel musical Casablanca. Fra un mese Giuseppe Picone debutterà
come coreografo di un intero spettacolo a Belgrado:
Romeo e Giulietta.
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News, coppie e gossip di primavera in Italia,
Usa ed Europa, raccolti dalla
redazione del nostro reality show
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ARENA
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MAGAZINE
n.15 3/2016
TopNightlife
Angelina e Brad si trasferiscono nel Surrey. Briatore perde 16 kg
L
a primavera porta nuove coppie.
Ma anche l’avvicinarsi delle riprese
del nostro programma televisivo Top
Nightlife. Chi saranno le vittime della quarta puntata?
Kathy Perry e Orlando Bloom(1,2)
La diva di Roar ha conquistato uno
degli uomini più belli del mondo. Le
voci di una loro liaison si inseguivano da settimane, e adesso ecco la
conferma: Orlando Bloom, 39 anni,
e Katy Perry, 31, stanno insieme, ma
non si nascondono più. Dopo il colpo di fulmine al party del Golden
Globe, sono stati immortalati nella
loro prima uscita pubblica alle Hawaii, dove hanno trascorso qualche
giorno a due tra sport, passeggiate
mano nella mano e cene romantiche.
Mitica Naomi (5) Naomi Campbell
sarà la musa di TCC e testimonial
per la nuova linea di gioielli The
Liora Collection del’azienda. «Siamo
davvero lieti di avere il brand Naomi Campbell tra i nostri principali
partner - ha detto Bruno Figliuzzi,
direttore generale di TCC Italia -.
Naomi Campbell è probabilmente la
top model più conosciuta al mondo e
il suo nome e la sua immagine sono
sinonimo di moda e glamour. Creado linee esclusive di prodotti che si
ispirano al suo nome e stile, crediamo di interessare i consumatori dei
nostri clienti così che siano più fedeli
nel loro comportamento d’acquisto».
Madonna (3) triste sul palco di Melbourne, canta vestita da clown con la
foto di suo figlio Rocco sullo sfondo.
Il ragazzo, alla fine di una tesa vicenda giudiziaria, è stato affidato al padre Guy Ritchie. Il video è stato pubblicato dalla cantante sul suo profilo
Instagram.
I cattivissimi (6) Hanno esaminato
quasi 4mila performer in otto puntate di audizioni, registrate a Milano,
Vicenza e Catanzaro. Claudio Bisio,
Luciana Littizzetto, Frank Matano e
Nina Zilli promettono una selezione
durissima per l’edizione 2016 di Italia’s Got Talents che va in onda dal
16 marzo su Tv8, il nuovo acquisto
di Sly.
SuperFlavio (4,11). L’imprenditore
Flavio Briatore stupisce tutti con un
nuovo look: con la barba e 17 chili di
meno. E niente, lifting come ha confermato anche a Giuseppe Cruciani
del programma radiofonico La Zanzara. Il lifting? Macchè. Ma la rete
è perplessa, la Littizzetto impazza e
tutti scrutano lo scatto di Superflavio al fianco di Elisabetta Gregoraci,
dove appare cambiato. Il commento
più feroce? Sembri un mix tra Marlon Brando e Franco Califano.
Il rifiuto di Sophie (7). Clamoroso
gesto di protesta dell’attrice francese
Sophie Marceau, che ha rifiutato la
più alta onorificenza francese, che il
presidente Hollande avrebbe dovuto
consegnarle - la Legion d’Onore - per
protesta contro il conferimento dello stesso premio, pochi giorni fa, al
principe ereditario saudita.
Su Twitter, la Marceau ha scritto
«Legion d’Onore e decapitazioni»,
chiaro riferimento all’attribuzione
dell’onorificenza della Repubblica al
principe ereditario e primo ministro
dell’Arabia Saudita, Mohammed
ben Nayef, rappresentante di una
monarchia accusata di gravi violazioni dei diritti umani.
Isabel (10) Il terzogenito della coppia Totti Blasi è una bimba, si chiama
Isabel e arriva dopo Cristian e Chanel, nata allla clinica Mater Dei di
Roma, quartiere Parioli.
Kate in verde.(8) La moglie del principe William insiste nel riciclare più
volte gli abiti che indossa durante le
cerimonie pubbliche. Eccola per la
terza volta col cappottino verde. Ma
in fondo, che male c’è?
Oscar, finalmente (9) Arriva il sospirato Osca r per l’attore Leonardo Di
Caprio, che lo aveva in realtà già guadagnato,
secondo noi, almeno altre due volte. la vittoria
di DiCaprio come miglior attore abbia generato quasi 440mila tweet al minuto (!!!) e 67
milioni di interazioni su Facebook.Gli hashtag
#Oscar2016 e #CongratsLeo hanno quindi
spopolato sui social network e in Italia sono
stati in piacevole compagnia di #EnnioMorricone, altra gioia per tutti. Il post di ringraziamento sul profilo twitter ufficiale di Leonardo
DiCaprio conta 360.000 retweet e 560.000 like.
Vai Salvo (12) Il nostro Salvo Sottile col fiatone durante le prove di Ballando con le Stelle, il
programma del sabato sera condotto da Milly
Carlucci. Il conduttore di Domenica In è stanco morto per le prove ma la ballerina Alessandra Tripoli non demorde e gli concede solo
brevi pause di riposo negli studi del talent.
Alec, e tre (13) Terzo figlio in arrivo per l’attore Alec Baldwin, sposato da tre anni con Hilarya Thomas.
Morgan hip hop (15) è stato il mattatore della terza puntata dello show del sabato sera
condotto da Gabriella Carlucci e Paolo Belli.
Il frontman dei Bluvertigo ha portato in pista
una coreografia molto hip hop, La presenza di
Morgan ha chiuso sulla polemica della scorsa
settimana scoppiata tra Asia Argento (ex del
cantante e madre della loro bambina) e Selvaggia Lucarelli.
Arrivano i Pitt (15) Angelina Jolie e Brad Pitt
hanno lasciato la soleggiata Los Angeles e
fanno ora base nel Surrey, Inghilterra, dove
vivono in una lussuosa casa da 19mila euro
al mese.
Insieme alla coppia ci sono anche i sei figli,
e l’intera famiglia rimarrà nel Vecchio Continente per i prossimi sei mesi, durante i quali
Brad filmerà il sequel del fortunato film del
2013 «World War Z». Stando a quanto riporta Us Weekly, l’immobile scelto dai due vip è
«splendido, tutto bianco e in stile vittoriano,
e ricorda vagamente la Casa Bianca». La proprietà è situata lungo il Tamigi, non molto lontano da Londra, e vanta otto camere da letto,
una palestra attrezzata e una piscina coperta.
Oltretutto, George e Amal Clooney abitano a
poca distanza, e Brad e Angie possono raggiungerli quando vogliono in soli 40 minuti.
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n.15 3/2016
Grand Tour
Vintage
FUGA (GOURMET)
DI PASQUA
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Le nostre mete di fascino preferite, per
godersi il mare o i monti, Oppure per
restare a un tiro di schioppo da casa
e dall’ufficio.
Consigliate per i workhaholic che
hanno bisogno di ‘staccare’...
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n.15 3/2016
Grand Tour
Per far conoscere e apprezzare al meglio
questa ricchezza locale, la dimora organizza
visite presso i frantoi della zona e lezioni di
cucina per preparare piatti tipici della tradizione.
A sinistra, la bella Villa Crespi che si affaccia sul Lago d’Orta. Qui sopra tutti al caldo
nella lounge dell’hotel spa Rosa Alpina a San Cassiano in Badia, con vista Dolomiti
by Grazia Mantelli
Q
uest’anno l’arrivo della primavera precede di poco la Pasqua,
dunque si crea l’occasione perfetta
per godere a pieno dei pochi giorni di vacanza concessi a tutti, per
regalarsi progetti ricchi di vita ed
energia: visite alle città d’arte oppure soggiorni in luoghi in cui la
natura sboccia in modo incantevole e i paesaggi si vestono di colori e
sfumature indimenticabili. Ogni località turistica italiana si prepara a
dare il benvenuto alla bella stagione
e a rendere la Pasqua un momento
speciale, offrendo tante opportunità ai turisti per conoscere da vicino
l’immenso patrimonio territoriale,
enogastronomico e culturale di cui
dispongono. Ecco qualche idea per
chi non vuole andare nei soliti posti,
abbinata a una location del circuito
Relais & Chateau.
SAVONA E GARLENDA
Il profumo del timo e della salvia
inebriano le strade che si snodano in questa provincia, tra i monti a picco sul mare. L’arrivo della
primavera in terra ligure è molto
suggestivo. Abbiamo scelto la zona
di Garlenda e la location La Meridiana: qui si gode del clima mite
della Riviera e ci si può dedicare a
qualcosa di tranquillo, per esempio cimentarsi nel campo da golf a
18 buche del vicino Country Club
o organizzare un’escursione nella
vecchia Alassio. Al Relais La Meridiana Alessandra ed Edmondo
Segre riaprono in marzo le porte di
questa villa di campagna, dove il
lusso è fatto di accoglienza e cura
per i dettagli. Il richiamo alla vicina
Provenza è presente sia nello stile degli ambienti, caratterizzati da
grandi archi, pietre a vista e tetti in
coppi antichi, sia nella joie de vivre
e nella pace che circonda la dimora.
La cucina gourmet del ristorante
Rosmarino è italianissima, curata
personalmente da Edmondo, che
con grande attenzione seleziona i
migliori prodotti locali. Fra i prodotti liguri d’eccellenza utilizzati
spicca l’olio extravergine d’oliva,
protagonista di tante ricette del ristorante Rosmarino, come il pesto
preparato insieme a foglie di basilico fresco, pinoli e parmigiano.
LAGO D’ORTA E ISOLA DI SAN GIULIO
Per chi non può allontanarsi troppo dal lavoro nella frenetica Milano, proponiamo una
fuga romantica e gourmet sul Lago d’Orta e
l’incantevole Isola di San Giulio. Il lago d’Orta è piacevolissimo da navigare in proprio o
con il battello che collega l’isola alla costa. E
le sue rive sono punteggiate di deliziosi paesini. Qui abbiamo scelto una location famossima e prestigiosa, la Villa Crespi di Orta San
Giulio. Varcando il suo portone ci si trova
immersi in una nuova dimensione, dove sogno e realtà si fondono in un connubio magico. L’architettura arabeggiante della dimora,
voluta dal proprietario originario Cristoforo
Benigno Crespi, commerciante di cotone in
Oriente, contribuisce a rendere unica questa
perla sul lago d’Orta, regno di Cinzia Primatesta e Antonino Cannavacciuolo, star di Cucine da Incubo e Masterchef che abbiamo già
celebrato poco più di un anno fa sulle nostre
pagine.
Il celebre chef di Vico Equense combina sapientemente i sapori della grande tradizione
culinaria napoletana e di quella piemontese,
dando vita a una cucina elegante e piena
di creatività. Per Pasqua la dimora propone
un’esperienza pensata apposta per le esigenze e il divertimento di tutta la famiglia:
proprio per questo, il menu degustazione
del pranzo della domenica avrà una golosa
variante dedicata ai gusti dei piccoli ospiti,
che potranno poi partecipare alla caccia alle
uova nei giardini della Villa e assistere a
un’originale dimostrazione di campane tibetane. Nel frattempo, i genitori potranno concedersi un esclusivo Champagne afternooon
tea o rilassarsi con un massaggio ayurvedico
Abhyangam per la totale rigenerazione del
viso. In questa location l’attenzione all’ambiente è un vanto della dimora, che utilizza
tecniche all’avanguardia per la pulizia delle camere con il vapore e speciali aspiratori
che utilizzano l’energia dell’acqua. In cuci-
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Grand Tour
Nel cuore dell’Umbria e dell’Alta Badia due borghi-gioiello
na sono proposti prodotti biologici e di produzione locale,
mentre l’acqua potabile viene vitalizzata con un sistema di
depurazione che conferisce un sapore più naturale ai cibi.
BELLA UMBRIA A MONTEPETRIOLO
Invece delle solite mete come Gubbio o Spello, ecco un angolo di Umbria meno conosciuto, Montepetriolo. Un paesino circondato da una magnifica cornice di fiori dove sorge
il Resort Borgo dei Conti, antica fortezza medievale immersa nel verde dell’Umbria . Anche il giardino di Borgo dei
Conti Resort è un tripudio di colori e profumi che invita ad
assaporare fino in fondo l’atmosfera d’altri tempi di questa oasi di quiete. La sua posizione strategica permette di
raggiungere facilmente Perugia, Gubbio o Spoleto, oltre a
tutte le valli ideali per praticare sport all’aria aperta, tra cui
il golf, l’equitazione e la pesca.
Il periodo di Pasqua è perfetto per scoprire i territori ricchi
di storia e bellezze naturali che circondano la dimora, come
ad esempio il Lago Trasimeno e le sue isole, da percorrere in
mountain bike, o per conoscere i segreti del vino e dell’olio
di oliva umbri visitando le magnifiche tenute della zona.
La cucina che si degusta al Borgo dei Conti rispecchia la
ricchezza enogastronomica di questi luoghi e viene valorizzata nelle creazioni dello chef Marco Matteucci: le specialità
regionali e i piatti originali rendono il menu un viaggio nel
gusto indimenticabile, esaltato da una ricercata selezione di
vini.
Sulla tavola dell’antico maniero arrivano i tesori dell’orto
biologico privato, che rifornisce quotidianamente la cucina
del ristorante di verdure di stagione ed erbe aromatiche che
conferiscono un tocco unico ai piatti. L’impiego di prodotti
di ottima qualità e l’attenzione alle materie prime del territorio hanno portato molto in alto le quotazioni del ristorante La Limonaia.
NEVI E SPA A SAN CASSIANO IN BADIA
Montagne innevate e natura incontaminata sono la prerogativa del paesaggio che circonda San Cassiano in Badia, la
meta insolita sulle Dolomiti che vi proproniamo, in provin-
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In questa pagina: il suggestivo borgo umbro di Montepetriolo, a poca
distanza da Perugia e Gubbio. Qui sopra San Cassiano in Alta Badia
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Grand Tour
Sport e relax si accompagnano a esperienze gastronomiche ‘cult’
cia di Bolzano.
In questo affascinante borgo abbiamo scelto di visitare l’Hotel & Spa Rosa Alpina, una struttura con vista mozzafiato
sulle montagne.
Qui, l’accoglienza della famiglia Pizzinini fa sì che tutto si
trasformi subito in “casa” e che il fascino di questi luoghi si
fonda completamente con la dimora: ne è un esempio la sua
terrazza, da cui si può ammirare l’Enrosadira, che in ladino
indica il colore rosso che tinge le montagne al tramonto, regalando uno spettacolo mozzafiato.
Per festeggiare la Pasqua sulla neve, Hotel & Spa Rosa Alpina propone un soggiorno per assaporare al meglio la varietà
gastronomica proposta dal Wine & Grill Bar, dall’accogliente Fondue Stube e dal bi-stellato Restaurant St. Hubertus
(che a giugno festeggerà 20 anni di successo con un’iniziativa speciale insieme allo chef Norbert Niederkofler), senza
rinunciare al brunch della domenica di Pasqua.
Durante i giorni di Pasqua, viste le recenti nevicate, sarà ancora possibile sciare su piste perfette - non per nulla siamo
in uno dei comprensori più famosi al mondo - oppure partecipare a escursioni con guide alpinistiche professioniste
alla volta di siti storici di grande fascino. Nel pomeriggio,
lo shopping di prodotti tipici. In Alta Badia la passione per
l’ospitalità si tramanda da padre in figlio. In particolare in
questo sito, da quando nel 1939 la famiglia Pizzinini ha acquistato il podere e i terreni della dimora: da quel momento
non ha mai smesso di accogliere visitatori rendendo il loro
soggiorno in questo gioiello di montagna indimenticabile.
In alto: zuppa di lenticchie umbre con strangozzi. Qui sopra: bagno
alle erbe in vasca di legno, una tradizione tipica della Val Badia
Calcolando che siamo in alta montagna, e che c’è bisogno
di rigenerarsi e riprendersi dalle fatiche delle camminate e
delle sciate, la cucina dell’Alta Badia è fatta di prodotti locali, sapori genuini e dedicati a chi ama la tradizione, anche
se rivisitata. Pesce e carne convivono nella cucina ladina
accompagnati da maiale e fritti; immancabile lo strudel seguito dell’ottima grappa locale. Da provare la zuppa d’orzo
accompagnata con le turtres, frittelle salata farcite con ricotta, spinaci o crauti, e dai cajincì arestis, frittelle di patate
con ripieno di spinaci. Se lo stinco di maiale è uno dei piatti
più conosciuti dell’Alto Adige, le costine vi sapranno stupire specie se li accompagnate con gulasch, polenta e crauti.
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TUTTI I VINI DELLA LIGURIA IN 4 WINE POINT
Se volete conoscere i segreti, le storie e i sapori dei vini di tutta la Liguria vi basta andare in un solo luogo. Anzi, quattro: l’Enoteca
Regionale della Liguria, con sede principale a Castelnuovo Magra, e distaccamenti nelle province a Genova, Ortovero (Sv) e Dolceacqua (Im). Nata nel 2011 su proposta dei quattro Comuni che la ospitano, l’Enoteca è un vero e proprio centro di informazione e degustazione per turisti e visitatori. «Quando uno pensa alla Liguria, non pensa subito al vino» spiega il presidente Federico Ricci: « A un
turista vengono in mente prima il mare, il pesto, le Cinque Terre. Ma la verità è che il vino ligure è un vino di qualità: le nostre terre
sono caratterizzate da molti vitigni autoctoni, e non c’è altra regione che possa vantare una produzione di vino naturale paragonabile
a quella ligure, visto che sui terrazzamenti la vendemmia non si può fare che a mano». Molte delle eccellenze del patrimonio enologico
della Liguria sono Doc e Igt: basti pensare a vini come il Cinque Terre Sciacchetrà o il Rossese di Dolceacqua, e poi il Vermentino,
il Pigato, il Ciliegiolo, la Bianchetta genovese, l’Ormeasco di Pornassio. Obiettivo dell’Enoteca Regionale è quello di promuovere e
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valorizzare un patrimonio di enorme valore. Attualmente sono associate oltre 110 aziende vitivinicole da Levante a Ponente.
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DIECI COSE DA GUSTARE A VENEZIA
COCKTAIL: BELLINI DELL’HARRY’S
BAR
Succo fresco di pesca bianca e prosecco: è
il Bellini, aperitivo planetariamente noto e
copiato, il cui originale transita solo sul bancone dell’Harry’s bar. Servito molto freddo e
alla velocità della luce dal barman di Arrigo
Cipriani, è il nettare per la gola preferito da
Woody Allen.
Venezia: Palazzo Trevisan Cappello, Rio della Canonica e Ponte dei Sospiri
NELLA CITTA DEI DOGI
La Pasqua a Venezia è un classico
che non si può dimenticare. Ma se
si vuol trascorrere una festa indimenticabile, ecco alcune indicazioni
utili. Innanzitutto, scegliere un albergo di fascino oppure con vista.
Ce ne sono per tutte le tasche: Casa
Verardo offre l’atmosfera di un antico palazzetto veneziano. L’hotel
Paganelli sulla Riva degli Schiavoni è abbordabile e offre una vista
mozzafiato. Anche il Londra Palace con le sue 100 finestre affacciate
sul bacino di San Marco regala una
vista spettacolare. Da oltre 140 anni
incanta artisti, uomini di cultura e
viaggiatori. A Venezia, la dimora è
sinonimo di tradizione ed eccellenza. Nelle sue camere hanno soggiornato personalità come Tchaikovskij,
D’Annunzio, Borges, Brodskij: oggi
l’Hotel Londra Palace si contraddistingue per la capacità di coniugare
il lusso con la modernità, calando
l’ospite nell’affascinante storia della Serenissima. Dalla sua Altana si
può ammirare la città da una prospettiva a 360°, con l’arrivo della
bella stagione, approfittarne per gustare un originale pic-nic con i cestini pieni di deliziose specialità venete preparate dallo chef Loris Indri.
Per Pasqua, lo chef del ristorante
Do Leoni ha ideato un menu partendo dalle classiche ricette legate
alla ricorrenza, creando piatti originali e di classe come il “Fondente
d’agnello, purè di sedano rapa, patate americane fiammifero”. Prima
del pranzo, ci si può concedere un
aperitivo al LondraBar e assaggiare
uno dei fantastici cocktail preparati dai talentuosi bar tender. Fra gli
altri ristoranti da non perdere, a
pochi passi quello della Pensione
Wildner con cucina internazionale.
Verso Rialto il migliore è la Trattoria Da Mario, con cucina tipica
veneta, proprio dietro il negozio
della Disney. Andando verso il ponte dell’Accademia è imperdibile il
Beccafico, con straordinaria cucina
siciliana. Se si va per isole, si mangia bene al Gatto Nero a Burano.
Avendo tempo e un buon budget, la
Locanda Cipriani a Torcello. Mai dimenticare una sosta al Caffè Florian
in piazza San Marco, anche per un
espresso in piedi, entrando in fondo c’è il bancone ma da fuori non
si vede. Qui si può acquistare anche
un delizioso cadeau da portare a
casa: le buste della cioccolata in tazza da fare a casa. Caffè e cioccolata
sono prodotti in proprio da Florian
e sono davvero squisiti.
DOLCI : TORTA I TRE CIOCCOLATI DA
ROSA SALVA, DOGARESSA DA BONIFACIO, FRITTELLE DI TONOLO
In versione mignon o da venti persone, la
torta di cioccolato migiiore si trova da Rosa
Salva nelle Mercerie e in calle Fiubera. La
Torta Dogaressa di Bonifacio è una delicata
sfoglia alla crema e cioccolato, anche coperta
di meringa. D’inverno le migliori frittelle e i
mamaluchi si gustano da Tonolo.
SNACK: MOZZARELLA IN CARROZZA
DI GISLON O FRITTI AL MURO
E’ un attentato al fegato ma ne vale decisamente la pena. La mozzarella in carrozza di
Gislon, al sotoportego della Bissa, può essere
al prosciutto o alle acciughe e in entrambi i
casi si scioglie in bocca. Spettacolari al sabato
i cicchetti fritti al Muro, al mercato di Rialto.
RISO: DA MARIO, ALLA MADONNA
Va in cottura ogni dieci minuti e viene esaurito in un battibaleno. Specialissimo in due
ristoranti, Da Mario alla Fava a Rialto e alla
Madonna in zona Mercato.
FEGATO ALLA VENETA: DA MARISA
Fegato alla veneziana, nervetti, trippa, brodo
con l’occhio di bue. Alla trattoria da Marisa,
a Cannaregio, si gustano piatti un po’ gotici
ma deliziosi: sono quelli a base di frattaglie
nobilitate dagli ingredienti segreti.
GELATI: IL GIANDUIOTTO DI NICO
E’ una barra di gelato di gianduia affogato
in una nuvola di panna montata. Servito “da
passeggio” in un bicchiere di cartone, accompagna i veneziani lungo le Zattere, nella
bella stagione.
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Food & Co
E’
tornato di moda (anche in versione artigianale) il chinotto, la gustosissima bevanda amara ricavata da uno straordinario agrume che è uno dei simboli della città
ligure di Savona. Prodotto di eccellenza distribuito in tutta Italia ed esportato all’estero
ha il colore della cola, ma tutto un altro sapore.
L’albero che produce questo frutto sembra essere stato importato dalla Cina in questa
regione nel 1500, nel periodo del Rinascimento, da un navigatore. Sin da allora è considerato fonte di proprietà benefiche e terapeutiche, per cui il frutto viene trasformato
in rimedi curativi dai farmacisti sin dal ‘600. Le favorevoli caratteristiche climatiche
hanno permesso che saggi mastri canditori lo tramandassero fino ad oggi in forma
zuccherina. Il primo produttore industriale pare iniziò a commercializzare uno sciroppo per bibita nel 1932.
Negli anni ‘50 nasce e decolla la bibita analcolica gassata, che si mette a seguire le orme
della bevanda americana con l’aggiunta di zucchero poiché al naturale sarebbe molto
amara; uno degli elementi della ricetta è, come per la cola, il contenuto di caffeina. Un
bel salto dunque rispetto al consumo abituale di questo frutto, solitamente trasformato
in canditi, confetture, marmellate, dolci, caramelle, sciroppi. Dalla buccia poi si ricava
un estratto oleoso importantissimo per la produzione dei profumi. Attualmente col
chinotto si producono anche mostarde e liquori.
La produzione del chinotto è estesa da molto tempo lungo la Riviera di Ponente (da
Varazze a Pietra Ligure). Ma i frutti arrivano anche dal Sud, poichè viene coltivato
con successo anche nell’area di Taormina in Sicilia. Si può inoltre produrre in Toscana
e Calabria, grazie alle adeguate condizioni climatiche delle stagioni. Il chinotto nano
coltivato a scopo ornamentale può stare anche in un vaso. Altrimenti occorre il terreno,
alcune varietà raggiungono anche i tre metri di altezza. I frutti si raccolgono immaturi
o maturi tra la metà di giugno e di dicembre, sono color arancione, ma non sono commestibili a crudo.
La prima bottega di canditura italiana fu aperta a Savona nel 1877. Alcune aziende che
trasformavano il frutto del chinotto in squisite opere dolciarie sono ancora operative
oggi, sin dal 1860. Durante la Belle Epoque (1871-1914), periodo del successo politico
della borghesia e dell’affrancamento dell’imperialismo, si usavano i chinotti ancora
non maturi per trattarli con sciroppo di acqua e zucchero, in modo da togliere il gu-
La riscossa del Chinotto
by Giuseppe Bruni
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E’ uno degli agrumi più
utilizzati per la produzione di canditi.
Nei profumi si sente spesso la sua nota di
testa. Ma noi lo conosciamo
soprattutto per la bevanda bruna
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Food & Co
Dal frutto dorato si ricavano sciroppi, profumi e deliziose bibite
sto eccessivamente amaro, ed erano
consumati con bevande alcoliche:
l’assenzio in particolare.
Questo arco temporale ha visto il rivelarsi di molte scoperte importanti.
L’illuminazione elettrica, la radio,
l’automobile, il cinema, la pastorizzazione, il vaccino per il colera: i
benefici di queste scoperte e i nuovi
standard di comodità che svilupparono e contribuirono al miglioramento delle condizioni di vita e
al diffondersi di un nuovo senso di
ottimismo, favorirono la diffusione
di una abitudine nuova: la villeggiatura estiva, durante la quale si cominiciarono a gustare maggiormente
sia i gelati sia le bibite, i liquori e gli
sciroppi, anche la bibita al chinotto.
Nel secolo scorso sono state riconosciute e valorizzate le proprietà del
frutto del chinotto come prodotto
alimentare moderno, la sua ricchezza di vitamina C e di beta-carotene,
Il chinotto ha una forte azione antiossidante e anti-invecchiamento.
Inoltre anche il chinotto come la cola
è un’ ottima bevanda digestiva. Oggi
lo si trova facilmente. E’ inserito nella gamma delle bibite di San Pellegrino e San Benedetto, lo producono
anche le label dei supermercati come
Auchan. Certamente tra i brand migliori figurano Siete Fuentes, Polara,
Chin8 Neri e Lurisia, che lo producono secondo l’antica ricetta savonese.
Così come Besio offre gli amaretti al
chinotto e un’ottima marmellata di
chinotto. Mentre Parodi mette sotto
vetro i chinotti sciroppati.
Ma vediamo ora qualche cocktail
da realizzare a casa utilizzando il
chinotto in bottiglietta della marca
preferita.
Cocktail al rhum e chinotto. Questo
aperitivo alcolico è particolarmente
apprezzato prima dei pasti. E’ piacevole e aromatico, abbina il gusto del
chinotto e del limone. Dopo aver lavato un limone se ne taglia una fetta
sottile e si spreme un poco di succo.
Si deve bagnare il bordo superiore
del bicchiere con il succo di limone
e lo si immrege nello zucchero semolato, per formare una
simpatica decorazione.
Ora si aggiungono tre
cubetti di ghiaccio, in
fine, una parte di rhum
e tre parti di chinotto.
Si immerge una mezza
fetta di limone e si serve. Volendo creare una
analoga bevanda adatta
ai bambini, bisogna sostituire la parte di rhum
con il succo di frutta
all’arancia, per accompagnare il chinotto.
Senza entrare nello
specifico di una ricetta
casalinga, si può gustare un delizioso liquore al chinotto come digestivo.
Avendo a disposizione un po’ di tempo, ecco come si fanno i chinotti canditi. Si inizia lavando bene alcuni chinotti, poi si devono bucare in tre o quattro
punti con un grosso ago, dopodichè
vanno messi in una terrina con tanta
acqua fredda, coperti completamente.
Bisogna tenerli per due giorni in questo tipo di immersione, cambiando
spesso l’acqua, almeno due o te volte
al giorno. Poi vanno messi a cuocere in
pentola con acqua fredda e far bollire a
fuoco dolce per un quarto d’ora.
Intanto si deve aver portato ad ebollizione un altra pentola d’acqua dove
versare i chinotti, scolati dalla prima
pentola, per cuocerli ancora per dieci
minuti. Si tolgono i chinotti con un
mestolo bucato e l’acqua di questa seconda pentola dove essere messa in un
tegame con un chilo di zucchero; si lascia poi rapprendere lo sciroppo.
La soluzione di espulsione di succo
del chinotto combinata con acqua e
zucchero, deve addensarsi fino al momento in cui ncomincia l’ebollizione,
poi si aggiungono i frutti e li si cuociono per due o tre minuti. Dopo questo
breve processo si versa il tutto in una
terrina. Il procedimento non è ancora
finito. Si lascia riposare per 24 ore il
composto, dopo si versa solo lo sciroppo in un tegame e si porta a bollitura,
in qel momento vi si versano i chinotti.
Per completare il processo di confettura, quest’ultima operazione di cottura deve essere ripetuto 5 volte. Se si
desidera, quando sono tiepidi si può
aggiungere un bichiere di grappa e il
giorno dopo si possono mettere in un
barattolo di vetro a bocca larga, chiudendolo ermeticamente.
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Tutti pazzi per il moscato
by Andrea Marazzina
Dopo la fatwa di Jay-Z contro lo champagne, per il nettare italiano
fioccano brindisi e complimenti da parte del monto rap e hip hop. E
ora anche da noi si tornano a scoprire cantine e piccole produzioni
Q
uando si dice il potere della musica. Qualche mese fa Mr
Shawn Corey Carter, in arte Jay-Z, professione rapper e produttore
musicale stratosferico (e fidanzato di Beyoncè Knowles, ndr) ha
dichiarato guerra allo champagne: ha assistito per puro caso all’intervista di un noto dirigente di una ancor più nota maison del vino
frizzante francese più celebre del mondo, mentre quello dichiarava
che vedere preziose e raffinate bottiglie tra le mani sgraziate dei
rapper fa bene al business ma non all’immagine. Apriti cielo, non
ci ha visto più. In men che non si dica ha aizzato l’intera comunità
dei rapper e degli hip hop dj contro i signori dello champagne, raccontando ovunque l’episodio e ha tuonato contro l’ingratitudine
degli altezzosi francesi. Ma c’è di più. Ha consigliato a tutti una
svolta che gli ha guadagnato migliaia di benedizioni a casa nostra:
l’addio alle altezzose bollicine francesi per l’italianissimo Moscato,
il vino dolce che da noi si beve (troppo poco) a Natale e fra poco a
Pasqua, giusto per accompagnare panettoni fetenti e colombe scadenti. La fatwa di Jay-Z contro lo champagne ha dato subito i suoi
frutti in Piemonte, tra Langhe e Monferrato, dove poco tempo fa
la star del rap e la consorte star del pop hanno organizzato un tour
con gli amici. E hanno degustato vini, tartufi, formaggi e salumi
per vari giorni, portandone a casa in gran quantità, per riempire
cantine e dispense delle loro ville e dimore negli Usa.
In un battibaleno il fatturato del moscato italiano è schizzato alle
stelle, da 20 milioni si è passati a 30 milioni di bottiglie vendute in
pochissime settimane. Ed è stato solo l’inizio, il 2016 si preannuncia davvero interessante. I produttori sono molto cauti, un trend
prima di essere definito tale, deve essere confermato nel tempo. Va
detto però che i rapper che si sono affezionati al moscato sono aumentati: il canadese Drake ha inserito un ‘consiglio per gli acquisti’
in uno dei suoi ultimi brani dedicato al nettare italiano. Rimando,
dice che il moscato è perfetto con i crostacei: aragoste, gamberi
e astice. Anche Kendrick Lamar dalla California ha mandato un
messaggio d’amore al vino italiano. In un brano spiega a tutti che è
il Moscato ad aiutarlo quando deve risolvere un problema. Un’altra star della musica come Franck Ocean dal suo profilo Instagram
ha informato il mondo su cosa beve quando fa qualcosa che non
sia cantare o suonare: il Moscato. Per non parlare di Nicky Minaj,
rapper e imprenditrice, che ha firmato una marea di prodotti, tra
cui profumi e cosmetici: si è messa a cavalcare il trend del Moscato,
creando un prodotto suo, il “Moscato fusion”, un vino dolce ai vari
sapori, dal cocco alla pesca alla vodka.
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Qui sopra: l’ingresso della Sala Pagano con le nature morte dei prodotti più difficili da reclamizzare (aglio e cipolla) dipinte da Marinella
Ottini. Sotto: Frank Sinatra fotografato di nascosto sul set Perugina.
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Wine&Co
Da solo, aromatizzato con pesca, cocco, lampone e altri frutti.
Oppure invecchiato, per degustarlo fra qualche anno, tra amici
Qui sopra: il colore ambrato del moscato piemontese di Asti, Canelli. Abbinato con arancio, pesca, albicocca, cocco e succhi di frutta,
sta diventando un vero cult in Usa, anche grazie alla bassa gradazione. Come aperitivo è perfetto con salumi e formaggi erborinati
Vedendo il boom di immagine, il successo di
vendita in Usa e i volumi di export che fanno
titolo sui giornali economici, anche i nostri altezzosi sommelier e i giornalisti enologi, che
avevano sempre ampiamente sputtanato il
moscato così come hanno fatto con un altro
prodotto piemontese - il barbera - hanno cominciato a fare dietro front. A far sparire dal
web i loro articoli dove dichiaravano di bere
un moscato solo per accompagnare, come già
detto, un panettone fetente. E a dire ai microfoni che il moscato è uno dei vitigni più
importanti d’Italia: un vitigno nobilissimo,
aromatico, con note dolci, con cui si possono
produrre cose notevoli, sia come spumante
sia come passito. Il grande appassionato di
vini non abbocca e tende ancora a non berne
un granché e lo fa quando ci sono in giro torte, panettoni, pandori. Ma quanti sono questi
appassionati? Guardando la loro spesa pro
capite, vien da sorridere. Meglio, molto meglio gli ‘sgraziati’ rapper, con i loro catenoni
sul petto e le capsule per i denti d’oro che disturbano tanto le maison dello champagne,
fanno ordini ‘pesanti’ e fatturato.
Gli aristochef invece hanno raccolto l’appello
dei produttori, che finalmente si godono un
po’ di celebrità. E si sono messi a spiegare
che, a parte il dolce, bisogna provare il mo-
MOSCATO BIANCO O GIALLO?
L’uva più diffusa in Italia è il Moscato Bianco, noto anche come Moscato d’Asti o di Canelli. Ma sono ottimi anche il Moscadello di
Montalcino, il Moscato di Noto, di Siracusa,
il Moscato Reale di Trani. Presenta un grappolo non molto grande, spesso alato, con
acini piccoli. Il Moscato Giallo (detto anche
Moscato Sirio, o di Cipro, o Moscato Fiori
d’Arancio) è coltivato in Trentino Alto Adige
e Veneto. Presenta un grappolo più spargolo
e più grande, e anche l’acino è più grande.
scato con nuovi abbinamenti, per esempio
quelli “salati”. Funzionano?
Vediamo un po’. Oltre la dolcezza, l’acidità
rende il Moscato adatto ad accompagnare
piatti grassi come il foie gras, i formaggi morbidi, erborinati. Ma sta benissimo anche con
una merenda a base di pane e salame perché è
un vino poco alcolico, adatto ad ogni momento della giornata: sì, dopo i salumi val la pena
di sgrassare la bocca con la piacevolezza e la
freschezza delle bollicine.
Insomma, il trend sta prendendo piede anche
da noi e il business prospera. Fra l’altro il Moscato è un vitigno poco problematico, molto
produttivo, per questo i vini che si ricavano
costano relativamente poco, anche i migliori.
Il trend sta beneficiando ovviamente i
grandi nomi, ma anche i piccoli produttori, che offrono proposte tutte da
provare. Nel passato i contadini conferivano le uve ai grandi produttori
ed erano pochi quelli che mettevano
a vinificare in proprio. In terra di nebbiolo, di barolo, di barbera, erano un
mondo a parte, una riserva indiana.
Una nicchia di produttori con storie e
vini considerati ora molto affascinanti.
Ora tutti si vogliono occupare di loro,
delle loro storie e delle loro cantine. I
migliori ristoranti mettono in evidenza le bottiglie di Saracco, Ezio Cerutti e soprattutto di Cà d’Gal, azienda
guidata da una famiglia di produttori
di Moscato di Canelli che ha dato l’anima e lavorato molti per la riqualificazione di questo vino. I piccoli produttori lavorano con amore le vigne
vecchie, il loro Moscato non ha nulla a
che vedere con la robaccia che si trova
nei discount. E delle poche migliaia di
bottiglie che producono, ogni anno ne
conservano un po’ per gli anni a venire. lo invecchiano, lo tramandano.
E fanno vini meravigliosi con note di
affinamento, che sanno di salvia pura.
33
Patrocinio
Organizzata da
Media Partner
Progetto: Associazione Arena Media Star
a cura di Edoardo Barbieri
hanno collaborato:
Lorena Leuzzi
Giorgia Pertosa
Opere di Gabriele Bassini
(tecnica mista)
Tratta da:
ELEKTRO-SPOT
(1957-1988)
mostra fotografica e artistica
sui backstage dei caroselli
5-15 MARZO 2016
MUSEO DELLA TECNICA ELETTRICA
Via Ferrata 6
PAVIA
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.1 12/2014
n.15
3/2016
Sport & Co
Sharapova, che scivolone
M
by Claudia Palmucci
L’Agenzia americana antidoping mette al bando anche
un farmaco utilizzato per la prevenzione del diabete. Che
migliorava la resistenza e la potenza della star del tennis
aria Juryevvna Sharapova ha sempre acceso i riflettori su di sè. A 4 anni
cominciò a prendere confidenza con palla e racchetta, per poi a 6 anni incontrare
Martina Navrátilová, che intravedendo in lei delle grandi potenzialità, le consiglia
di trasferirsi negli Stati Uniti. A 9 anni, con il finanziamento di IMG, si iscrive all’
Accademia di Nick Bollettieri. A soli 18 anni batte Serena William al Torneo di Wimbledon, divenendo la terza più giovane vincitrice di un titolo al torneo londinese
(dopo Lottie Dod e Martina Hingis) e anche la prima giocatrice russa ad aver vinto
il singolare femminile a Wimbledon. Fu un anno splendido, coronato con l’assegnazione per la prima volta della prima posizione nel ranking. Attualmente al numero
7, la WTA l’ha classificata come numero 1 al mondo in singolare in cinque diverse
occasioni, per un totale di 21 settimane: l’ultima volta per quattro settimane dall’11
giugno all’8 luglio 2012. Ha sempre spiccato nel circuito femminile per l’aggressività
del suo stile di gioco e soprattutto per la forza mentale e spirito competitivo, anche
nelle situazioni peggiori. John McEnroe l’ha definita per questo una delle sportive
più competitive di sempre. Grazie a queste caratteristiche e alla sua tecnica ha vinto
35 tornei in singolare, tra cui tutti i tornei del Grande Slam (2 volte a Parigi), le WTA
Finals nel 2004 e 12 tornei “Premier” (seconda tennista in assoluto ad averne vinti di
più dopo Serena Williams). È la terza giocatrice in attività per numero di titoli vinti
in singolare, dietro a Serena e Venus Williams. Nel 2012 si è aggiudicata la medaglia
d’argento in singolare alle Olimpiadi di Londra. Nonostante i numerosi infortuni,
Maria Sharapova è una delle giocatrici più longeve del circuito femminile, vincendo
almeno un torneo in singolare per tredici anni consecutivi (un anno in meno rispetto
alle sole Steffi Graf, Martina Navrátilová e Chris Evert). Aggiudicandosi il Roland
Garros nel 2012, è diventata anche la sesta donna nell’Era Open (la decima in assoluto) a completare il Carrer Grand Slam, prima russa a riuscirci. La sua carriera nel
circuito spiega come la tennista russa sia la seconda giocatrice di sempre (dietro a
Serena Williams) che abbia guadagnato di più dai montepremi dei tornei a cui ha
partecipato: 36,5 milioni di dollari. La tennista russa richiama l’attenzione anche per
il suo aspetto fisico e la sua bellezza, che le hanno permesso di ottenere contratti
milionari per servizi pubblicitari e capi di abbigliamento. Forbes dichiara annualmente dal 2006 che è la tennista più pagata al mondo, davanti anche a Li Na e Serena
Williams e per 5 anni (2005-2009) la stessa rivista la inserì nella lista delle celebrità
più potenti del mondo. Il suo patrimonio netto si aggirerebbeattorno ai 195 milioni
di dollari, di cui solamente 34 milioni sono dati dal prize money. Il restante capitale è
stato guadagnato in seguito alle numerose sponsorizzazioni e ad alcuni investimenti.
Nel 2015 è eletta (per l’undicesimo anno consecutivo) sportiva più ricca del mondo.
Nel 2013 creò insieme a Jeff Rubin: “Sugarpova”, una linea di caramelle, acquistabili
solo sul suo sito personale e disponibili in 12 gusti, che vanno dall’”innamorato” allo
“sportivo”, dal “particolare” all’”allegro”. Parte dei ricavi derivati dalla vendita dei
dolciumi vengono devoluti in beneficenza all’associazione no profit della tennista.
La Sharapova è anche la regina dei social network: i “mi piace” su Facebook sono
15,1 milioni, si piazza davanti anche a Rafael Nadal (14,5 milioni) e Roger Federer
(14,4 milioni). Su Twitter, con più di 1,88 milioni di followers, è la seconda tennista
donna più popolare dietro a Serena Williams, che ne ha più di 5 milioni. E’ nota al
grande pubblico anche per le sue urla mentre gioca: alcune hanno raggiunto anche i
A fianco, la tennista
Maria Sharapova che
è risultata positiva
al doping a causa
del Meldonium, un
farmaco per il diabete
da poco inserito nella
lista delle sostanze
proibite dalla Wda,
l’agenzia incaricata
della vigilanza dalla
federazione tennis Usa
105 decibel. Secondo alcune ricerche, l’emissione del
cosiddetto grunting aumenterebbe di media la velocità di un colpo del 3,8% .
Dunque la sorpresa è stata enorme nei giorni scorsi, quando Maria ha indetto d’urgenza sul suo sito
una conferenza stampa per dare un annuncio molto importante. In effetti ha ricevuto una lettera dell’
Itf (International Tennis Federation) che la dichiara
positiva nei test, in pratica sta usando un farmaco
proibito. La campionessa precisa fin da subito che
si assume la piena responsabilità di questi risultati, ma che questo farmaco lo assume da 10 anni, è il
Mildronate. Il suo medico di famiglia glielo aveva
prescritto a partire dal 2006 dati i continui problemi
di salute riscontrati e per la famigliarità del diabete
nella storia medica della famiglia. La tennista russa
ha ammesso di aver scoperto solo dopo aver ricevuto la lettera dell’ITF, che questo farmaco è chiamato
anche Meldonium e che dal primo gennaio 2016 è
considerato una sostanza illegale in quanto altera il
metabolismo e aiuta a migliorare la resistenza, accelerare i tempi di recupero e attivare la risposta del
sistema nervoso centrale e superare meglio lo stress.
Il 22 dicembre 2015 la tennista aveva ricevuto una
lista da parte dell’agenzia antidoping Wada in cui
si elencavano i cambiamenti che sarebbero stati apportati nel 2016, tra cui appunto l’introduzione del
Meldonium come sostanza proibita. Forse non l’ha
neanche letta. L’ITF ha dichiarato che il test è stato
effettuato il 26 gennaio 2016 dopo l’Australian Open
Ora Maria rischia quattro anni di sospensione, ridotti a due se si riscontrasse la non intenzionalità. Nike
ha però intanto rescisso ogni contratto pubblicitario.
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n.15 3/2016
Grand Tour
Vintage
NELLA MAGICA
CORNOVAGLIA
NE
Leggende, misteri, riviere e scogliere a picco
sul mare. Questa regione è ideale per chi ama i
siti archeologici, i parchi, l’adrenalina ma anche
l’ottima cucina. Questo mix esplosivo attrae oltre
cinque milioni di visitatori l’anno in questa
regione, molto amata anche dagli inglesi
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Grand Tour
Qui sopra: spiaggia della Cornovaglia nella stagione estiva. Oggi il turismo é la
principale fonte di entrata dell’economia locale, molte città vivono solo di questo
by Lorena Siqueira Leuzzi
L
‘estremità a sud dell’Inghilterra è occupata dalla penisola della
Cornovaglia, che oltre alla contea
omonima comprende anche il Devon e una parte del Somerset.
Considerata dagli antichi romani la
fine del mondo, in questa regione
si respira un’aria diversa rispetto
al resto dell’isola con un clima più
mite e continentale, anche se (è
sempre l’Inghilterra!) non mancano
le cattive sorprese. Il consiglio per
chi vuole immergersi in questi luoghi, quindi, è di essere attrezzati per
qualsiasi evenienza e di prepararsi
a forti acquazzoni accompagnati da
mareggiate che portano via l’auto.
Questa regione rappresenta la meta
ideale per coloro che in un viaggio
ricercano non solo un modo per
staccare dalla vita frenetica della
città, ma anche un momento di approfondimento culturale e naturalistico, nonché sportivo.
Molte sono, infatti, le attività che
possono essere sperimentate: dalle
esplorazioni di siti archeologici, alle
escursioni in grandi parchi naturali, dal lasciarsi affascinare dai miti
e dalle leggende che alleggiano su
questi territori fino ad assaporare il
brivido adrenalinico del kitesurf.
La Cornovaglia, grazie al suo clima
mite e alle sue spiagge, è considerata dagli inglesi la meta per eccellenza delle loro vacanze estive. La
sua costa meridionale è chiamata
“riviera” per i chilometri di spiagge
di sabbia e ghiaia che la adornano,
mentre in quella settentrionale, più
aspra e selvaggia, si possono ammirare delle meravigliose scogliere a
picco sul mare.
Questa regione particolarmente intrigante attrae circa più di cinque
milioni di visitatori l’anno. A catturare i turisti stranieri sono soprattutto le storie reali e fantastiche che
sono sorte su questi territori, due
dei più grandi scrittori al mondo di
gialli, Conan Doyle e Agatha Christie.
I due grandi scrittori hanno preso in
prestito per gli scenari dei loro romanzi i paesaggi della Cornovaglia.
ma pare che Re Artù sia proprionato qui in un castello nei a nord della
penisola; che dal porto di Plymouth
siano partiti i padri pellegrini che
avrebbero poi fondato la prima colonia americana, il “New England”.
Per non parlare della cultura celtica, alla quale gli abitanti della regione sono ancora molto legati, tanto da riportare in vita il cornico,
la lingua locale imparentata con il bretone e
il gallese.
La Cornovaglia insieme alla Bretagna, al Galles, all’Irlanda, all’isola di Man e alla Scozia
fa parte delle sei regioni celtiche. Sono più
di dieci i siti della penisola che appartengono al patrimonio dell’UNESCO, tra questi in
particolare troviamo le miniere dismesse che
un tempo erano la fonte principale di sostentamento economico della regione. Oggi le
cose sono bene diverse, non si può di certo
dire che la regione goda di un elevato benessere, anzi è considerata una delle regioni più
povere di tutta l’Inghilterra, il cui contributo all’economia del paese è pressoché nullo.
La principale fonte di entrata è rappresentata dal turismo, molte città cercano infatti di
sfruttare all’eccesso questo fatto, snaturando
i luoghi d’interesse.
La durata ideale del viaggio per avere la possibilità di esplorare la regione è di almeno
sette giorni, e il mezzo migliore per spostarsi
è senza dubbio l’automobile (attenzione alla
guida a sinistra!) che permette di visitare più
luoghi nella modalità “on the road”. Ci sono
degli autobus che collegano le principali città tra di loro, ma le destinazione più isolate
sono difficilmente raggiungibili.
Il modo più conveniente per raggiungere
questa zona è prendere un volo per Bristol,
città universitaria alquanto giovane e vivace,
molto attiva dal punto di vista artistico e musicale.
Dopo aver noleggiato l’auto, per raggiungere il Devon bisogna attraversare il Somerset.
Qui sicuramente una visita è meritata da
Bath, patrimonio dell’umanità dal 1987, città
famosa per i suoi bagni termali, caratteristica
che si intuisce anche dal suo nome, in inglese
“bath” significa appunto bagno. Le sue terme costruite dagli antichi romani nel 43 d.C.
sono le uniche terme naturali del Regno Unito.
Più a sud ci si imbatte nella caratteristica cit-
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n.15 3/2016
Grand Tour
Glastombury è la meta degli appassionati del mito di Artù
tadina di Glastonbury, identificata da alcuni come la leggendaria isola di Avalon, legata al mito della Tavola Rotonda.
Secondo la leggenda il Re Artù e la regina Ginevra furono
sepolti a Glastbury Tor, una torre arroccata su una collina intorno alla quale nel passato c’era un fossato, tale da essere
considerata un’isola.
I monaci che fondarono l’abbazia dopo aver ritrovato i resti,
tra cui una bara con l’iscrizione “Qui giace sepolto l’inclito re Artù nell’isola di Avalon” li sotterrarono sotto l’altare
centrale. Non si è certi sulla veridicità di questa storia, ma
sicuramente è riuscita ad attrarre molti appassionati di miti
e leggende. La cittadina di Glastonbury, che vive un po’ su
questo mito, è davvero particolare e ha saputo sfruttare al
massimo il suo fascino magico ed esoterico, molti sono i negozi che trattano di arti occulte, cartomanzia, cristalloterapia,
perfino gli abitanti hanno un modo di vestire che ricorda la
tradizione celtica di fate, maghi ed elfi. Questo naturalmente ha attirato soprattutto hippies e gli appartenenti al movimento New Age, anche grazie alla presenza di un festival
pop/rock che si tiene d’estate. Finalmente possiamo dedicarci alla penisola della Cornovaglia. La maggior parte dei luoghi di interesse si concentrano lungo la costa con l’eccezione
dell’altopiano del Dortmoor e di Bodmin. Durante la seconda guerra mondiale questa regione ha subito molti bombardamenti. La prima città che incontriamo è Exeter, capoluogo
della contea del Devon, piccola città universitaria pregna di
storia. Nata come fortezza romana fu assediata da Guglielmo
il Conquistatore nel 1067. Nel Medioevo conobbe prosperità
grazie alla commercio della lana. Fu la base della flotta che
distrusse l’Invincibile Armada Spagnola. Il monumento più
importante della città è la sua cattedrale, un edificio in stile
gotico di origine romanica. Nella città molti sono gli edifici
medievali conservati tra cui la Ship Inn , una locanda storica
che pare fosse frequentata da sir Francis Drake. Lungo il fiume Exe sono presenti numerosi locali e negozi e alcuni edifici storici tra cui la customs House, la vecchia dogana Royal
Albert Memorial Museum eletto nel 2012 museo dell’anno al
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cui interno è possibile conoscere tutta la storia della città.
Nella bella città di Salisbury si visita la cattedrale al cui interno si trova l’orologio funzionante più antico d’Europa anche se
tutto sembra tranne che un orologio e dal bellissimo chiostro si
accede alla Chapter House dove è conservata una copia della Magna Charta. Nei dintorni della cattedrale si trovano numerosi e
bellissimi edifici. Degni di nota anche il municipio, la chiesa di
S.Tommaso e il centro caratterizzato da edifici e viuzze così deliziose da sembrare un set cinematografico. L’ufficio del turismo
è in Fish Row. Salite in auto e dirigetevi a Nord, per visitare Stonehenge, un sito davvero emozionante, dove ogni anno si svolge
la festa del solstizio (21 giugno). Si prosegue poi verso Bath, la
città dove si parla il miglior inglese di tutta l’Inghilterra. L’ufficio
del turismo si trova nella Piazza delle Terme. E’ una città molto
signorile, dominata da una abbazia molto famosa. Sulla facciata si
vedono angeli che salgano e scendono le scale (per ricordare il sogno del vescovo che la fece costruire). Il Pulneney Bridge ricorda
vagamente il Ponte Vecchio di Firenze per la presenza dei negozi
e botteghe. Sul lungofiume si trovano scorci molto belli. Il Circus
ed il Royal Crescent sono complessi residenziali disposti a forma
circolare ed ellittica nel secondo, piuttosto curiosi.
Volendo proseguire il tour si può raggiungere Wells, con la sua
bella cattedrale è in stile gotico, con il classico praticello verdissimo fuori e dentro gli archi a forbice. Ogni quarto d’ora suona un
orologio del quale si può ammirare la giostra dei cavalieri; tramite
degli scalini si arriva alla sala capitolare di forma ottagonale.
Dopo Tintagel, in due ore di autostrada si può raggiungereBoscatle. Questo paese venne distrutto a causa di un’alluvione nel
2004, ma ora e’ stato ricostruito. Dopo la visita del paesino tutti consigliano di andare verso il ponte e seguire la scogliera fino
all’insenatura. Poi guardando l’insenatura, bisogna arrampicarsi
sulla destra, sembra un sentiero difficile ma lo è solo all’inizio e
salire verso una torretta bianca...il panorama che si gode da lassù
ripaga senza dubbio la fatica della passeggiata. Lì vicino c’è un
museo delle streghe, ma molti preferiscono infilarsi in pasticceria
e dedicarsi alla merenda tipica della Cornovaglia: il Cream Tea; si
mangiano dei panini dolci farciti di crema di panna e marmellata
ARENA
Tra cielo, mare e scogliere fiorite, si trascorrono giorni bellissimi
MEDIASTAR
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n.15 3/2016
Grand Tour
St.Yves, è un sito privilegiato per osservare le scogliere della punta estrema, ma da lì si possono raggiungere anche le altre
attrattive della zona: i giardini quasi tropicali, inaspettati in questa zona, il museo della cultura locale di Zennor, con la sua
cappella nel cimitero con i cuscini ricamati dalle famiglie del luogo, l’atmosfera in bilico fra ambiente artistico e attività di
pesca del paese. Ma è il paesaggio della costa che attira ogni sguardo. Fermarsi qualche giorno ci consente di apprezzarne
vari aspetti: da quello malinconico o drammatico a seconda dell’intensità del tempo cattivo a quello quasi mediterraneo che
assume con il sole. Il famoso tempo inglese con i suoi mutamenti rapidi e continui ci fa passare da un’atmosfera ad un’altra
nel giro di poche ore. Percorrendo in macchina la strada costiera è facile fermarsi e trovare sentieri che conducono al mareAttenzione al ‘parcheggio libero’: controllate bene se lasciate l’auto in zona alta marea, per non ritrovarla più e avvistarla a
largo, mentre veleggia sull’Atlantico. Di questo angolo d’Inghilterra potrete apprezzare i campi di erica, i cavalli selvatici ,
i fiumi impetuosi e limpidissimi, la quantità di appassionati di auto d’epoca che sfrecciano sulle strade sinuose della Cornovaglia guidando magnifiche, antiche vetture.
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n.15 3/2016
Grand Tour
Per i cinefili, i musei di Vivian Leigh e Agatha Christie
di fragole e lamponi, accompagnati da thè e latte.
Per i cinefili è da visitare Topsham, che si trova in un’incantevole posizione sull’estuario del fiume Exe, dove è
presente un museo dedicato a un mito di Hollywood. La
direttrice che lo fondò molti anni fa era la cognata della
famosa attrice Vivian Leigh. Le ha appunto dedicato una
sala con cimeli e immagini inedite, come ad esempio una
camicia da notte indossata sul set di “Via col vento”.
La costa sud della regione è occupata dalla Torbay, composta dalle tre città balneari Torquay, Brixham e Paington.
Il clima molto mite e la presenza di palme lungo le spiagge le ha consacrate quale “riviera inglese”. Torquay è il
luogo di nascita della scrittrice Agatha Christie, nel museo della città è presente una sala a lei dedicata.
Molte sono le spiagge nascoste, la più importante e più
adatta alle famiglie è Babbacombe. Da questa si può godere di una vista a picco sul mare sulle caratteristiche
rocce rosse.
Una bellissima passeggiata lungo il sentiero marittimo
offre scorci d’insenature e ville costruite facendo attenzione alla loro integrazione con il paesaggio. Questo percorso è inserito nel Sputh West Path, un percorso di 35
km che attraversa tutta la cornovaglia e il devon, ma che
di solito viene fatto spezzettato.
All’estremità a sud della contea del Devon è occupata
da Plymouth, il più grande porto naturale. Nel 1620 i
pilgrim fathers sono salpati da Southhampton fecero
l’ultimo scalo qui alla volta del nuovo mondo a bordo
della Mayflower. Una lapide commemora il punto di
partenza.
Ma passiamo alla gastronomia della Cornovaglia, una
meta perfetta per gli amanti del mare, della natura,
dell’arte ma anche del cibo. Sulle sue fertili terre, oltre
a bellissimi giardini, crescono frutta e ortaggi saporiti
– qui nascono i migliori sidri del Regno Unito, ma anche interessanti vini - le sue acque sono ricche di pesci,
molluschi e crostacei (da non perdere le saporite cozze
coltivate lungo l’estuario del fiume Fowey e gli ottimi
granchi di Newlyn).
Non si puo’ trascorrere qualche giorno da queste parti
senza aver assaggiato almeno un versione delle famose
Cornish pasties, sorta di calzoni farciti con ogni ben di
Dio (nella versione classica: spezzatino di manzo, lardo, cipolle e patate oppure nella versione fish, con teste
di pesce che escono in modo inquietante dall’impasto)
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ARENA
MEDIASTAR
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n.15 3/2016
La costa Nord è punteggiata di ristoranti dei celebrity chef
e i gelati locali (da provare quelli della
Roskilly’s Farm, con punti vendita nei
principali centri).
Specialmente lungo la costa Nord - poco
nota in Italia ma molto amata dai turisti
britannici - non mancano ottimi indirizzi
per assaggiare la cucina locale: dai pub e
i localini “da spiaggia” fino ai ristoranti stellati dove operano alcuni dei celebrity chef inglesi come Rick Stein. Paul
Ainworth. Bisogna prenotare per tempo per mangiare al ristorante Fifhteen
Cornwall On The Beach, dello chef Jamie
Olivier, a Watergate Bay, sede locale del
suo “format” (reclamizzato attraverso
siti e programm tv sulla BBC). Propone
piatti ispirati alla cucina italiana realizzati da giovani disoccupati del luogo
con alle spalle storie difficili, che sono
stati appositamente selezionati e formati
dallo chef.
Poco lontano da qui, si trova Padstow
che offre il suo delizioso porticciolo di
pescatori. Con un ingegnoso sistema
di dighe, aprono e chiudono in base
alle maree. Qui si trova un’alta concentrazione di ottimi ristoranti. Padstow è
il regno di Rick Stein, famoso star chef
che ha aperto qui numerosi locali. Paul
Ainsworth, che propone ottimi cocktail e
piatti creativi a base di prodotti “poveri”
locali e di stagione.
Per il pranzo, una buona idea è prendere il traghetto che in pochi minuti conduce a Rocks, un piccolo villaggio sulla
sponda opposta dell’estuario del fiume
Camel che da qui si butta in mare, e fare
tappa al Mariners Inn per un sandwich o
un gustoso fish&chips; se volete invece
fermarvi per un dinner, al piano di sopra
c’è il Tides Restaurant dove lo chef Tom
Scade prepara soprattutto piatti a base di
pesce e molluschi locali.
A Padstow, alla centralissima Chough
Bakery potrete anche assaggiare tra le
più buone e interamente artigianali cor-
A destra: immagini delle magnifiche spiaggie e
delle alte scogliere della costa nord. Qui sopra la
Duchessa di Cornovaglia e il famoso chef Jamie
Olivier, che ha un ristorante a Watergate Bay
Grand Tour
nish pasties. Per dormire un’ottima
soluzione sono le graziose camere
del B&B Strand House, affacciate
sulla bella piazzetta del Drang e
sul porto. Proseguendo verso l’estremità della costa c’è la famosa
Land’s End immortalata da Carlo
Verdone nel film Maledetto il giorno che t’ho incontrato, ormai ridotta a poco più di un centro commerciale. A seguire il delizioso paese
di St. Ives,
centro di artisti e sede di altri interessanti indirizzi gastronomici. Il
più scenografico è il Porthminster
Cafè proprio sulla bella spiaggia di
Porthminster.
Proprio all’inizio del porto c’è The
Alba dove lo chef Grant Nethercott propone piatti a base di pesce,
carne e verdure locali. Nell’interno
The Garrack offre una cucina creativa e moderna a base di pesce e
granchio in un ambiente elegante.
Per fermarsi a dormire da queste
parti, oltre al Garrack c’è il bellissimo boutique B&B Salt House con
una vista mozzafiato sul faro di
Godrevy o il delizioso Dean Court
Hotel, una bella casa d’epoca restaurata con cura dai proprietari a
pochi passi dalla spiaggia di Porthminster.
Approfittando del bel tempo – la
zona ha il clima migliore di tutto
il Regno Unito, anche se conta le
maggiori precipitazioni dell’Est del
Paese – fate una passeggiata lungo
la costa, e fermatevi per un pranzo
al Sand Sifter per un gustoso panino o un fish&chips ben fatto; magari dopo un bel bagno se la stagione
lo permette.
O regalatevi una passeggiata al
faro di Godrevey per vedere le foche che si risposano al sole Da bere,
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15 - 3/2016
Junior Zone
Sicuri con una app
Prima di conoscere qualcuno, si
dovrà guardare su Peeple?
by Galeazzo Melzi d’Eril
CHI HA PAURA DI FINIRE SU PEEPLE?
V
isto che siamo nel mese della
festa delle donne, invece di regalare
una mimosa, scrivo sulle app dedicate alla sicurezza delle ragazze.
A colmare questa che era una evidente lacuna nel mare magnum
delle applicazioni, è ora disponibile - sia per piattaforma iOS (Apple)
sia per Android- “Siamo Sicure”
una app gratuita che trasforma gli
smartphone in un buon alleato nelle situazioni di potenziale pericolo.
A sviluppare l’idea è stata la società
di comunicazione multicanale Kulta con sede a milano e base operativa a Genova) che si distingue nei
progetti digitali di edutainment. Si
tratta di un prodotto completamente fatto in casa, articolato in quattro
sezioni. Le prime tre consistono in
strumenti di difesa e soccorso che
sfruttano alcune funzionalità diffuse su tutti i modelli di smartphone: luce, suoni, geolocalizzazione
42
e tasto per le chiamate rapide. Il
telefono emette allarmi acustici e
luminosi che dovrebbero attirare
l’attenzione in caso di minaccia e/o
dissuadere il molestatore che non
capisce che cosa succede. Tramite la
localizzazione è possibile effettuare
la chiamata rapida dei soccorsi e
l’invio di sms. Si sfruttano le coordinate geografiche e si imposta una
lista di numeri. Per chiamare aiuto,
insomma, basta toccare lo schermo
due volte. L’obiettivo della app
non è però la difesa, nè tantomeno
è il soccorso. Michela Paparella,
co-fondatrice di Kulta spiega che
quando una ragazza si sente inseguita da qualcuno probabilmente
non basta attivare un allarme acustico o luminoso per salvarsi. La
cosa più importante è non andare a
finire nel vicolo buio e da sole. Per
questo motivo, in abbinamento alla
app c’è un decalogo, l’elenco delle
dieci regole di buon senso che de-
vono essere applicate per prevenire,
per non trovarsi in una situazione
di pericolo. Il testo spiega come diventare un bersaglio difficile, quale
comportamento verbale bisogna tenere, la necessità di mantenere una
buona soglia di attenzione quando
ci si trova nelle situazioni a rischio
(niente musica in cuffia ad esempio quando si cammina da sole di
notte in città). Sono consigli che, se
rispettati, consentono di evitare la
maggior parte dei casi di aggressione. Siamo Sicure ha già ottenuto
un riconoscimento, quello di Civic
App (ovvero applicazione di utilità civile) conferito dal comune di
Firenze che ha concesso anche il
patrocinio all’iniziativa. Il software
appare davvero utile ed è anche ben
disegnato. E’ disponibile anche la
versione in inglese per il mercato
internazionale. Anche lì infatti i servizi di tutela delle donne sono poco
considerati dagli sviluppatori.
Dopo le recensioni di
locali e divertimenti, è
arrivata l’app per recensire le persone. E fa
paura. Dopo un anno
di gestazione, Peeple è
sbarcata su iOS con la
sua idea innovativa e
carica di interrogativi:
consente di esprimere
pareri sulle persone dandogli un voto in tre aree,
professionale, personale
e dating,
Come se fossimo un ristorante, una discoteca o
un cellulare, diventiamo
oggetto delle opinioni
altrui, con recensioni
dettagliate che indicano
se e quanto siamo bravi
oppure quali sono le nostre carenze.
L’applicazione trasforma il carattere e l’indole
di una persona in una
sorta di moneta che dà
valore a chi ci sta intorno, permettendoci di
gestire la nostra reputazione ma anche di conoscere chi ci sta intorno.
E naturalmente ora il
giochetto fa paura, soprattutto alle generazioni più giovani. Chi
prenderà meno stelle su
Peeple potrà mai trovare
un lavoro o un fidanzato?
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Junior Zone
Gelato? Arrivo..
by Giulia Ferri
Il gelato mi piace da morire, ma prima di oggi non sapevo che, volendo, potrei diventare una assaggiatrice professionista. Giuro che
non è uno scherzo. Sono appena usciti dall’esame i primi diplomati in Italia e nel mondo del corso di “Analisi sensoriale dedicato al
gelato” (nella foto) organizzato dalla Carpigiani Gelato University
di Anzola Emilia (Bologna) e dal Centro Studi Assaggiatori di Brescia. Come succede per i sommelier o per i degustatori di caffè e
di cioccolato, anche gli assaggiatori di gelato imparano le tecniche
di base per distinguere un buon prodotto artigianale piacevole al
palato e di buona fattura da un gelato fatto con le polverine.
Il percorso formativo, della durata di 8 ore, è stato studiato per
avvicinare gelatieri, chef, pasticceri e golosi alle basi scientifiche
dell’assaggio del gelato imparando a riconoscere pregi e difetti
dell’alimento. Nel 2016 sono previste altre due date - il 14 maggio e il 9 luglio – ma visto il grande interesse già dimostrato da
pubblico e professionisti si sta già pensando all’ampliamento del
calendario.
Pensandoci bene, è un corso perfetto per prepararsi alla stagione
calda e stupire gli amici con la professionalità di un vero assaggiatore. Ma c’è anche ci può applicare le conoscenze conseguite
alle proprie creazioni in gelateria, in pasticceria o al ristorante per
coinvolgere ancora di più i propri clienti. Il corso per assaggiatrice di gelato parte dalle basi teoriche dell’analisi sensoriale e della
produzione del gelato per arrivare alle esercitazioni pratiche con
il bilanciamento degli ingredienti e la lavorazione dell’alimento. A
fine giornata l’attesa degustazione con test di gradimento ed esame finale. Che scorpacciata..
Il corso di “Analisi sensoriale del gelato” è il risultato di un percorso di approfondimento condotto da Carpigiani Gelato University
e il Centro Studi Assaggiatori di Brescia, il più avanzato in Italia e
con oltre 25 anni di esperienza. Sarà integrato da quest’anno anche
nel programma ufficiale della scuola per gelatieri di Anzola Emilia e nelle altre 11 sedi nel mondo. Carpigiani Gelato University
è stata fondata nel 2003 come divisione formativa del Carpigiani
Group, è oggi riconosciuta a livello internazionale perchè crea dei
gelatieri di successo. Quest’anno sono stati organizzati oltre 400
corsi in 10 lingue per circa 12.000 ore di docenza, i corsi sono quasi triplicati in 3 anni. La sede principale della Scuola è ad Anzola
dell’Emilia (Bologna), e la formazione avviene inoltre in altre 11
sedi nel mondo. Lanciato a settembre 2013, il percorso formativo
“Diventa gelatiere” ha segnato il record di iscrizioni: sempre più
studenti scelgono di completarlo in 4 settimane, per passare subito
allo stage. che si conclude con uno stage formativo in gelateria.
Per gli addetti ai lavori, ma anche per i soli
appassionati, il corso per assaggiatori di gelato,
con esame finale e diploma. Dopo sarà difficile
godersi un cono senza fare l’analisi sensoriale..
IL MITO MINNIE FA IMPAZZIRE HOLLYWOOD
Chi l’ha detto che tra i miti delle ragazze c’è solo Barbie?
Mentre a Milano si festeggia la Barbie Night, a Los Angeles si va
oltre e si fa festa a Minne, alla quale è stata dedicata una grande
mostra a base di fiocchi e pois.
La fidanzata di Topolino, copiatissima dalle star, ha meritato una
mostra intitolata “Minnie Rocks the Dots”. Lo stilista Christian
Siriano che l’ha definita ‘downtown chic’ le ha regalato un nuovo look rosa shocking con tanto di scarpe viola luccicanti. L’eroina dei cartoon ha influenzato fortemente la moda.
Tra le ultime craezioni sulle passerelle, ispirate al suo look, quelle di Carolina Herrera: i suoi trench e pois giganti sono stati indossati per l’inaugurazione della mostra dedicata a Minnie dalla potentissima attrice e produttrice Drew Barrymore. tissima
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Arte & Co
Campidoglio star
by Katia Ferri Melzi d’Eril
Archelogia, storia, costume e un inedito Turner
Da sinistra: “Campo Vaccino” di Turner. Le rovine del Campidoglio nel dopoguerra. A destra: Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato
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ari documenti d’archivio, dipinti, incisioni, sculture e inediti
reperti archeologici sono stati organizzati panzientemente per narrare
le trasformazioni urbanistiche del
Campidoglio, cuore religioso e civile di Roma antica, da dove William
Turner dipinse Modern Rome.
E per premiare il paziente lavoro dei
ricercatori, arriva anche il quadro
“Campo Vaccino”, eccezionalmente
in prestito dal Getty Museum, e per
la prima volta esposto a Roma nella
mostra “Campidoglio. Mito, memoria, archeologia” ospitata dai Musei
Capitolini fino al 19 giugno.
Nessun luogo a Roma, forse, raccoglie in sé un insieme di suggestioni,
storie e leggende pari al Campidoglio.
Uno degli artisti più celebri ad averne subito il fascino di questo luogo
fu William Turner che nel 1839, circa 10 anni dopo il suo ultimo viaggio a Roma, dipinse “Modern Rome
– Campo Vaccino” rappresentando
la città eterna immersa in un velo
di memoria, tra chiese barocche e
antiche rovine che si dissolvono in
una luce crescente generata dal tramonto.
“Campo vaccino” è un’opera di
grande suggestione che sarà esposta per la prima volta a Roma grazie
ad un importante prestito del Getty
Museum e che sarà il punto di partenza della mostra. Il nome, Campo
Vaccino, attestato in una bolla pontificia di papa Sisto V del 1589, deriva dal mercato delle vacche che vi
si teneva, regolato dal “governatore
della dogana di Campo Vaccino”.
Con l’occupazione napoleonica e in
seguito, sotto papa Pio VII, si iniziarono i lavori di scavo nel Foro e si
pose fine al mercato.
L’esposizione, promossa da Roma
Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema
Progetto Cultura, è curata da Alberto Danti e Claudio Parisi Presicce.
Per raccontare le trasformazioni del
tessuto urbano del Colle, accanto
all’opera di Turner saranno esposti
tre plastici del Campidoglio, recentemente recuperati e poco noti al
grande pubblico, un ricco apparato
scientifico-documentario e diverse
opere precedenti e contemporanee
a quella di Turner che raccontano
la suggestione poetica suscitata dal
Campidoglio fino all’inizio del XIX
secolo: basti citare le bellissime vedute di Giovan Battista Piranesi e
Filippo Juvarra.
Partendo così dalla visione mitica e
romantica (sezione 1) si esaminerà
il percorso storico-urbanistico del
Campidoglio (in particolare del
versante sud) che dalla fine del Settecento ai nostri giorni è profondamente mutato, fino a divenire sede
dell’amministrazione capitolina.
Attraverso documenti d’archivio
e opere conservate essenzialmente
presso le collezioni capitoline, nella sezione successiva si analizzerà
il periodo in cui i Caffarelli, dalla
fine del Cinquecento, occuparono
la sommità del colle con il loro palazzo.
Qui verrà esposta anche una selezio
I PALAZZI DEL POTERE A ROMA
Carlo d’Orta e Vito Tenore pubblicano con
Palombi Editori un
bel volume fotografico dedicato ai Palazzi
del potere. Parlamento, Presidenza della
Repubblica, Ministeri,
magistrature e Banca
d’Italia, Palazzo Spada
dove ha sede il consiglio di Stato sono immortalati con il loro fascino simbolico, con le
loro storie e significati.
Ogni pagina è fatta per
ammirare finalmente
affreschi decorazioni,
volte e arredi straordinari che sono spesso
inaccessibili al pubblico o comunque visitabili per pochissimo
tempo.
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Arte & Co.
Bologna celebra il mito Pasolini
Sopra e a fianco: le immagini della grande mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini al Museo d’arte Moderna di Bologna fino al 28 marzo
ne di affreschi delle prime fasi edilizie
del palazzo (sezione 2). Quindi si approfondirà il periodo in cui i Prussiani
si stabilirono in Campidoglio ampliando le loro proprietà con nuovi edifici
come l’Istituto Archeologico e l’Ospedale Teutonico (sezione 3). A seguire si
illustreranno i cambiamenti successivi
allaproclamazione di Roma Capitale
d’Italia nel 1870 e durante il Governatorato, caratterizzata dalle demolizioni
attuate per riportare alla luce la mitica
Rupe Tarpea (sezione 4 e 5). Una sezione, infine, sarà dedicata alla più recente storia degli scavi del tempio di Giove Capitolino avviati con regolarità dal
1865 e alle opere scultoree emerse durante gli sventramenti lungo il margine
di Via della Consolazione. Si conclude
poi con gli inediti risultati emersi dalle
indagini che hanno rimesso in luce il
numeroso materiale (terrecotte architettoniche e frammenti di scultura fittile) attribuibile alla fase arcaica e medio
repubblicana dell’antico Capitolium
(sezione 6). Sono previsti percorsi didattici e laboratori per adulti e scuole.
OFFICINA PASOLINI A BOLOGNA
Pier Paolo Pasolini rinasce in un percorso narrato e ragionato nell’esposizione che porta il nome della rivista da lui
fondata. Bolgona gli dedica quest tributo
fino al 28 marzo al Mambo, il Museo
d’Arte Moderna.
L’intellettuale scomparso 40 anni fa è
ricordato dagli anni della formazione
fino al fiml uscito postumo Salò o le 120
giornate di Sodoma, fino al romanzo incompiuto Petrolio.
L’indagine attraversa, esamina e collega
i capisaldi della sua poetica, evidenzia i
tratti ben conosciuti come la figura della
madre, la tragedia greca, le cisioni di altri mondo e di popoli arcaici, la presenza
del sacro, il degrado delle borgate, il potere neocapitalistico.
Lo spazio espositivo è l’imponente Sala
delle Ciminiere, trasformata per l’coccasione in una sorta di cattedrale contemporanea, trasformata nel mondo
architettonico e figurativo amato dallo
scrittore. In osgni sezione sono esposti
filmati, foto, dipinti, disegni, testi originali, costumi di scena.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Fashion&Co
I nuovi must have
Basic, romantico, vitaminico, da
guerriera, rock’n chic, print-aolic
Un guardaroba tutto da cambiare
by Christian Gravanati
S
Qui so
e avete l’armadio sempre troppo pieno, ecco come rigirarlo, aggiungendo i
pezzi giusti di stagione che sicuramente
vi mancano, per poter uscire ogni giorno,
con uno stile diverso.
NEOROMANTICO
Intramontabile, delicato, sta bene a quasi
tutte. La preziosità del pizzo va accostata
a stampe floreali non troppo grandi e non
troppo fitte, osando tinte aree come il lilla,
l’azzurro in tutte le nuance e il verde acqua. Grande ritorno dello chemisier, della
camicetta bon ton, del camicione prezioso
e trasparente per tutte le ore, dell’abitino
a palloncino o a pieghe strategiche. Chanel propone il pizzo rosa abbinato alla
pelle nera da motociclista.
BASIC & BASIC
La comodità innanzitutto, con un tocco
di Giappone che sta bene a tutte le età e
soprattutto alle meno giovani. Se i pezzi
basic non li avete già, approfittate per acquistarli in tonalità diverse o con proporzioni rivisitate. Si parte dalla tuta intera
in jeans o in cotone azzurro avio, che si
porta con una sciarpona. La felpa abbondante grigio perla che va praticamente su
tutto, dal jeans alla gonna alla caviglia.
Il jeans finalmente normale, non skinny,
la t shirt blu cobalto a manica tre quarti.
I soprabiti sono a tutto relax: a forma di
kimono giapponese, ma in jeans o in cotone garzato color grafite, anche finestrati,
tipo lavagna. Oppure si può optare per il
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parka verde militare ma in versione corta,
milletasche, senza rinunciare al cappuccio.
O ancora per il bomber, ma in nylon leggero e rosa baby. Per un pomeriggio al museo,
camicione bianco oversize, gonna nera alla
caviglia e sandali infradito di corda, oppure
mocassini superlight. Per le amanti del minimal mood, i pezzi base sono le camicie in
organza senza maniche, i soprabiti kimono
con chiusura a nodo, i pantaloni oversize
con tasche laterali, le camicie asimmetriche
con collo alla coreana e le camicie con grandi
maniche e scolli tondi.
ARCOBALENO
Una tendenza che non piace a tutte e che
non sta bene a tutte, ma di certo divertente.
Se non ve la sentite di osare una camicia millerighe, il leggins sfumatissimo dal grigio
al rosa in meno di due metri, o una gonna
plissè soleil con ardite sfumature tra l’arancio e il viola, tornate al total look, ma vitaminico: chemisier arancio fluo, giubbino in
nylon giallo evidenziatore, sneakers verde
acido Diadora, costume da bagno che abbina albicocca, fragola e lampone, la borsa a
frange e gli occhiali di un colore deciso, prugna, che di sicuro farà vivare ogni altra mise
verso il mix arcobaleno.
ROCK’N CHIC
Un trend trascinante grazie al grande ritorno di Grease, con il musical Grease Live, nel
quale Vanessa Hudgens interpreta la ribelle
Rizzo. Per chi detesta i pizzi, le sdolcinatezze e acor più i colori accesi, il grande ritorno
della rete, della pelle borchiata e delle superfici metal, da giocare con il classico bianconero, giallo er carminio. Il chiodo, se non
l’avete, è in camoscio o in ecopelle e possibilmente gagliato corto, sopra il punto vita
o sotto il seno, perchè si porta con i leggins
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Fashion&Co
Grande ritorno dei pattern ipnotici,
delle catene, delle minibag, delle
camicione oversize, dei sandali platform, delle chiusure a nodo e kimono
bianchi ma lucidissimi oppure la gonnellona glam. L’abitino a contrasto bianco-nero
che spesso si ha già da qualche parte, si rinnova con intarsi in pizzo e l’abbinamento
con i polacchini di rete che salgono fino alla caviglia e la punta aperta. La bigiotteria
arriva direttamente dal mondo bike: grandi bracciali color acciaio o fatti con materiali
di riciclo in alluminio, catene in plastica grossa ovunque dal sandalo all’orecchino.
Unici colori ammessi: quelli accesissimi per la borsa. La bag è mini e hot: contiene solo
l’indispensabile per truccarsi telefonare o pagare l’aperitivo. Colori: arancio, giallo fluo,
viola fluo, verde salvia, rosa, pesca, rosso geranio.
PRINTS PARTY
Grande ritorno dei pattern ipnotici, sopratutto per i capospalla e gli abiti, da alternare
a fantasie tropicali o righe alla marinara. Il tutto va indossato con zoccoli di legno e
giacche di camoscio cadenti, con uno stile hipster, insomma: poco decorato e non troppo pettinato. Il pantalone ampio e morbido di seta a fantasia tropicale si sposa con la
giacca in camoscio e con la camicia tinta unita in colori insoliti e forti, come giallo, viola
verde acido. Il soprabito bon ton diventa ipnotico con un pattern colorato (es. azzurro
acqua su fondo panna). L’abitino per la passeggiata sul lungomare è sicuramente ispirato alle mattonelle degli hammam di Casablanca. Grande ritorno delle maxi stampe di
fogliami tropicali su fondi scuri e di fiori della giungla su fondo nero. Sì alle zeppe anche altissime, purchè movimentate da geometrie. E alle righe alla marinara, in bianco e
nero e viceversa, purchè si tratti di camicioni oversize, niente silhouette da gondoliere.
Dall’alto: co.
PASSIONE LATINA
Anche questo è un grande ritorno che permette di fare grandi ripescaggi nell’armadio e
nei mercatini vintage. Sarà un’estate molto torrida, ricca di abiti alla Carmen con o senza maniche, con cintura in vita. Sì alle gonne da gitana, alle ruches in rosso, ai pantaloni
avvitati da ballerino di flamenco, alle ballerine con i lacci che salgono alla caviglia, alle
camicie che lasciano scoperte le spalle, da portare con gonne a balze anche multicolor
ad ogni ora del giorno. I grandi stilisti che hanno scelto questo trend sono Michael Kors,
Proenza Schouler, Salvatore Ferragamo e, ca va sans dire, Oscar De La Renta.
STAR WARS
Abitini corti, dalla linea design, tagliati e traforati al laser, richci di paillettes lucenti,
glitter, effetti metallici. Il look ‘guerre stellari’ vince ancora, Da portare con tacchi a
spillo da principessa dello spazio o con sandali platform dall’effetto lunare. Oppure
giacca e dolcevita in tulle bianco, da portare con pantaloni palazzo bianchi e sandali
space blu elettrico.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Fashion &Co
TUTTI IN CAMPO
Completo donna Head
primavera 2016. A fianco:
la duchessa di Cambridge
Kate partecipa all’evento “Tennis on the Road”
sponsorizzato da Peugeot.
Modella: Erika Ghisolfi,
Styling Giorgia Pertosa
Foto: Simone Saccani) .
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ARENA
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MAGAZINE
n.1 12/2014
n.15
3/2016
Fashion &Co
ILEGGENDE IN CAMPO
Giacca impermeabile e t
shirt di Hally Hansen. A
fianco: Andrè Agassi in
campo per il Duel of Legend, grand prix organizzato da Porsche.
Modella: Erika GhisolfiStyling: Giorgia Pertosa
Foto: Simone Saccani
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MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Fashion & Co
L
a parola d’ordine per la moda maschile primavera estate è libertà, come sostengono Miuccia Prada che sdogana gli shorts, e Dsquared2 brand che più degli altri si
fa portavoce di uno stile irriverente ed estroso. Il guardaroba maschile meno classico
è sfrontato e ricco di sovrapposizioni, sfida i canoni dell’eleganza dell’haute couture
con un look casual e contemporaneo fortemente contrastato: sportivo-sartoriale, neovintage, workwear di lusso. Insomma, da un lato resta viva la classicità, l’uniforme
dal taglio sartoriale, semplice e discreta, ma non mancano anche in questo campo righe scintillanti di brillantini o dettagli che richiamano l’intima atmosfera della vestaglia da camera. E dall’altro prolifera ogni tipo di trend: ritornano il bomber e il parka
da N°21 e da Diesel Black Gold. Novità assoluta: l’inserimento nella linea maschile
del pizzo in tutte le sue varianti, nuovo trend di stagione al limite dell’ambiguità
erotica del latin lover. Sono proposti mix unici ed esplosivi, con sguardi che spaziano
dall’Oriente (quelli di Dolce & Gabbana, Louis Vuitton e Gucci) al mondo fresco ed
energico del surf per Dsquared2.
La cromia si fa riflesso della stravaganza della nuova collezione: leVintage
dieci nuove brillanti tonalità di tendenza decretate da Pantone sono un’esplosione di colore. Trionfa
l’azzurro, che va dal Limpet Shell, alla sofisticatezza del Serenity, fino al formale e
intenso Snorkel Blue; il rosso scarlatto è stato altresì tra i più apprezzati protagonisti
delle sfilate p/e, ma si vede anche il rosa quarzo, eletto da Pantone colore dell’anno
2016, ritrovato tra le proposte di Marc Jacobs e Ermenegildo Zegna. Rimanendo sulle
sfumature del rosso, ecco l’Orange Peach, utilizzato da Walter Van Beirendonck. E
ancora tornano il Lilla, il Blue Navy, il Buttercup, senza dimenticare tutte le calde tonalità Sunset proposte da Prabal Gurung, Carven e Prada. Meno presente il tropicale
Green Flash, che invece ha invaso le passerelle femminili. Non mancano comunque
nuances più sobrie quali il Lilac Grey, prediletto dal maestro Giorgio Armani, e l’Iced Coffee, sfoggiato orgogliosamente da Polo Ralph Lauren, Dsquared2 e Haider
Ackermann.
by Ivana
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Pizzo, l’ultima
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MAGAZINE
n.15 3/2016
Fashion & Co
Un guardaroba da giocare su ispirazioni surf, Cina imperiale, sea life
Ma ecco le altre tendenze da non perdere per la stagione primavera/estate 2016:
Tema Seafaring Life: Un mare profondo e sinuoso
ispira Giorgio Armani: toni mauve, grigi sfumati, azzurri nuvola e glicine; i tessuti seguono l’andamento
ondulatorio del mare, basti vedere le linee degli abiti
che sono morbidi, decostruiti. Legata invece al mondo del surf la visione di Dsquared2, che propone corpi tatuati da “mute” full body tattoo, pantaloncini da
surfer incrostati di ricami multicolor, jeans oversize e
poncho fuoriscala portati come mantelli. Anche per
Antonio Marras, Brioni e Canali la parola d’ordine è
blue sea in tutte le sfumature: giacche doppio petto
bianche e blu, abiti slim chiusi in vita da una cintura
a evidenziarne la silhouette e spolverini leggeri elegantissimi, disegnati da linee geometriche, da portare con sandali in pelle a doppia fascia.
Tema Oriente: Ancora Armani, senza alcun eccesso: i colori sono grigio, blu, sabbia, fango, declinati
per ampi pantaloni con pince profonde e baschi coordinati che danno un sapore tutto metropolitano
alla collezione. Ma anche Dolce e Gabbana rendono
omaggio alle sete stampate della Città Proibita, riprendendo la bellezza esotica della cineseria e accostando le colorate forme geometriche ai motivi folk
siciliani che da sempre caratterizzano la maison. Non
mancano stampe di colibrì e pappagalli, blazer con
fiori di bambù e ricami sontuosi in filigrana d’oro.
tentazione
Torna il neoclassico: rilanciato da Zegna Couture, che mescolando con maestria unica linee che aderiscono al corpo
pur rimanendo morbide e fluide, come
nei suoi Broken Suit, a dettagli della contemporaneità che si inseriscono
nella più classica sartorialità. Si punta
su madras color pastello e tonalità neutre, intervallate da bianchi ottici e total
black, completando il look fluttuante
con coat e trench chiusi fino al colletto, gilet multitasche, bomber e blouson
drappeggiati. Diversa la visione di neo
classicismo di Salvatore Ferragamo, che
mescola aspetti classici e sartoriali con
il mondo dello sport, inserendo dettagli
per certi versi futuristici e utilizzando
colori bruciati ma intensi.
L’Unconventional: Blazer e bermuda
per Corneliani, che rilancia un rigore anticonformista dove lunghi trench
scorrono fluidi fino alle caviglie e Tshirt in pelle di ampio volume si portano con pantaloni con stringi vita che
disegnano la silhouette. Marni propone
le tonalità del blu, del verde bosco e del
bordeaux per abiti dalle linee essenziali
che riprendono però field jacket di gusto casual su pantaloni ampi ma corti
alla caviglia o bermuda oversize.
Originale Jil Sander, che trasforma
il tessuto più tecnico in abito sartoriale, donando dignità all’impermeabile, mentre il coat si fa ampio
e rigido disegnando mantelle con
cappuccio in vernice color ghiaccio
o total black. Genderless pare essere
la nuova parola d’ordine dell’uomo
anticonformista, che non disprezza
tuniche lunghe, maglie oversize su
bermuda e una certa attitudine rilassata che dallo sportswear si fonde con i dettagli bespoke.
Il poetico: Abiti in seta raffinati,
camicie in georgette di chiffon, decorazioni floreali come giardini incantati e ricami preziosi come i pappagalli che si posano leggeri sulle
maglie dai colori raggianti proposte
da Gucci e Alessandro Michele.
Lo sportivo casual chic: Mentre
Moncler Gamme Bleu si ispira al
mondo del canottaggio, Calvin
Klein sceglie uno sportswear sartoriale che non smentisce le origini
americane del brand, propone il
giubbino denim in tonalità neutre e
il classico jeans.
IL DENIM? SI FA SARTORIALE
Il jeans si affianca ai tradizionali tessuti sartoriali, la nobilitazione del “denim sartoriale” lo rende adatto anche alle occasioni più formali; ma non si
slega dalla visione tradizionale, che lo vede abbinato alla t-shirt bianca , il
classico di Calvin Klein. Esplorato in tutte le sue forme e sfumature, sempre
più complesso nelle lavorazioni e nei dettagli, il jeans impazza in versione street e urban, sofisticato e bon chic; si va dal bluejeans modello culotte di Stradivarius alla salopette con farfalle ricamate di Valentino, nella sua
versione con patchworks e applicazioni ton sur ton oppure délavé. Sono in
particolare Dean e Dan Caten di Dsquared2 a dettare le nuove tendenze del
jeans maschile: torna l’oversize, dove tale abbondanza è da intendersi “spiegazzata” oppure “crumpled”;sopravvive lo skinny, con sbiaditure che assumono talvolta un andamento ondulato in linea con il tema Wave Chasers”
Nella pagina a fianco: tendenze moda maschile per la primavera estate 2016 alle
sfilate di New York e outfit Louis Vuitton. In questa pagina, le geometrie di Givenchy da alternare al workwear postindustriale, per nulla rigoroso: Prada decora la
t shirt con ricami ironici di coniglietti pop, razzi, macchinine da corsa.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Beauty&Co
Cambio di pelle
by Daniele Bertoni, make up artist
Tra una stagione e l’altra, è tempo di
idratare e nutrire con le creme adatte. A
Bologna tutto pronto per il Cosmoprof
Da sinistra: idratazione profonda con le creme giuste. A destra il manifesto di Cosmoprof, fiera mondiale della bellezza
I
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l viso è la prima parte del corpo che risente dei cambiamenti
climatici tra una stagione e l’altra.
Durante i mesi freddi non è difficile riscontrare fenomeni di arrossamento, secchezza, desquamazione
sull’epidermide: tutti sintomi collegati ai frequenti sbalzi di temperatura propri della stagione invernale,
Dunque è giusto intervenire prima
possibile, optando per prodotti
idratanti e creme dalla texture corposa, in grado di restituire il giusto
apporto d’acqua e di sostanze essenziali.
Si possono scegliere sia creme emollienti che sieri, prodotti decisamente più specifici, che penetrano in
profondità nell’epidermide e svolgono un’azione mirata. Essi nutrono la pelle donandole subito grande luminosità. Ma se le creme non
bastassero? Cosa potremmo osare
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in piu? Esistono numerose tipologie di trattamenti estetici dedicati
al viso e alle sue esigenze. Prevenire
la couperose, per esempio. Contro
questo inestetismo sono utili i prodotti a base di piante officinali come
la calendula e la lavanda, dall’azione lenitiva e calmante. E il mirtillo, che oltre ad essere assunto per
bocca, va integrato sulla pelle. Le
proprietà del mirtillo rinforzano le
pareti venose e dei capillari, responsabili delle macchie e dei reticolati
arrossati. Gli esperti di bellezza
consigliano a tutte di approfittare
della primavera per lavorare sul
corretto apporto d’acqua. Gli effetti si vedono subito sui contorni
dell’ovale che tornano più elastici.
E’ il momento ideale per fare uno
scrub alla settimana, con malva, lavanda e burro di karitè di cui sono
noti gli effetti curativi. Volendo, alla
propria crema idratante preferita si
può aggiungere qualche goccia di
olio essenziale di iperico oppure di
mandorle Non può mancare, sempre una volta alla settimana, una
buona maschera nutriente. Quelle
più efficaci e fai da te sono a base di
cera d’api, si trovano in erboristeria.
Per migliorare il preparato si possono aggiungere alcune gocce di olio
di calendula, di iperico e di olio di
oliva.
Durante le pause di attesa fra un
trattamento e l’altro, ricordiamoci
di mangiare una mela, frutto ineguagliabile per le sue proprietà
disintossicantai, dermopurificanti
e calmanti. Fra le pratiche più recenti e più piacevoli da scoprire, la
vinoterapia: essa svolge la sua azione sfruttando il potere degli acini
dell’uva, altamente antiossidanti
per la massiccia presenza di polifenoli, calcio, vitamine e flavonoidi. Il
trattamento consiste in un peeling
che aiuta a purificare la pelle e a dilatare i pori.
Cosmoprof Worldwide Bologna, salone
leader internazionale
sulle tendenze beauty
in scena nella capitale emiliana dal 18 al
21 marzo è una fiera
attesa non solo dagli
addetti ai lavori, ma
anche da operatori
professionali, buyer. A
un passo dal cinquantennale e supportato
dal Ministero per lo
Sviluppo Economico,
Cosmoprof si è saputo rinnovare mantenendo l’obiettivo di
promuovere l’innovazione nella bellezza
a 360 gradi. Il trend
di quest’anno è la cosmetica naturale e bio,
con un area espositiva
dedicata per i certificati HALAL (“leciti”
in arabo). Quest’anno
si terrà anche il primo
Barber Show rispondendo alla pressante
richiesta di styling
dedicati all’uomo, Si
espande anche l’universo nail (nuance,
sfumature, long lasting, tecniche e decorazioni) e quello hair.
Sono sempre affollatissimi gli show “Onhair” che presentano
nuovi look firmati dai
migliori hair-stylist internazionali.
ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Beauty &Co
Il make up? E’ molecolare
Sveliamo le note chiave del profumo Dior
Sauvage, è stato eletto fragranza dell’anno
A
rriva finalmente anche in Italia. Stiamo parlando di Six, il
primo trattamento di bellezza bio-cellulare che prende campo a livello mondiale e sta spopolando anche dai noi tra i più prestigiosi
centri di benessere: questi prodotti coniugano textures sublimate
alle vitamine con i principi attivi d’avanguardia di estratti vegetali,
e risultano potenti rafforzativi della vitalità cellulare della pelle. Si
ottiene il maggior risultato nel minor tempo possibile, insomma.
Cosa si può volere di più?
SIX Cosmetics è un’azienda francese che ha pensato bene di formulare questa linea cosmetica partendo da alcune principali esigenze della pelle e, considerando anche i diversi fattori (età, ormonali, ambientali etc.) che influiscono sul suo aspetto e le sue
necessità, ha messo a punto sei formule in grado di soddisfare i
suoi più importanti “bisogni vitali”.
Il trattamento Six dona ongevità alla cellula epiteriale grazie ai soli
principi attivi naturali, senza parabeni, agisce contro i segni del
tempo e anche contro le avversità atmosferiche.
Questa linea di prodotti inaugura la diffusione su vasta scala della
osmetologia molecolare – naturale e sensoriale: con glicoproteine,
polisaccaroidi e peptidi delle piante selezionate per un’azione globale.
Idratanti, rassodanti, leviganti, anti age, lucidanti, rimpolpanti
sono contenuti in 6 specifiche confezioni a forma di ‘uovo’. La
profumazione e la colorazione sono del tutto natuarli grazie all’essenza della pianta o del frutto del principale attivo.
Nella linea SIX si trovano uno struccante bifasico a base di oli floreali che rendono piacevolissima la pulizia del viso dopo il make
up, più nutriente e levigato il viso grazie ai principi vegetali che
donano idratazione profonda per 12 ore.
SIX propone anche una crema per le mani ricca di vitamina E che
rigenera il pigmento della pelle dai segni del tempo, anti age e anti
macchia: ricostruisce la melanina mancante, oltre a rinforzare le
unghie.
Un’altra novità assoluta di questa linea è il primo balsamo per le
labbra all’acido ialuronico che volumizza naturalmente le labbra
grazie alla stimolazione del collagene.Questa linea esclusiva viene
usata in pochissime SPA italiane ma ora è possibile trovarla anche
in un buon numero di parafarmacie e farmacie e in alcune profumerie.
SAUVAGE BY DIOR E’ PROCLAMATO PROFUMO DELL’ANNO
Ispirato al viaggio, l’avventura il nuovo profumo da uomo Sauvage
byDior Sauvage porta nella elite dei profumi di lusso la contemporaneità degli ingredienti. La maison dichiara che non è stato facile per il famosissimo naso François Demachy creare questa nuova fragranza. Un ingrediente come la lavanda viene volutamente
‘imbrogliato’ con note agrumate, l’etimantolo che ricorda l’odore
del pop corn lo rende fragrante e unico all’olfatto, il bergamotto di
Calabria si fonde con un pepe fumè davvero stravagante.
Il testimonial ideale per incarnare questa creazione, una meravigliosa illusione, è il grande Jhonny Deep che lo interpreta alla perfezione vestendolo nel ricordo del maschio cittadino con velleità di
avventuriero. Ecco ‘il dandy moderno’ controcorrente che lascia la
sua impronta nel mondo.
Quello di Depp per Dior è un viaggio sinergico, dalla città al deserto e alla terra, si percepisce l’ardore, il caldo asciutto. Questa è la
sensazione che si prova quando si indossa Sauvage by Dior che incendia grazie anche al patchouli voluttuoso e il labdano. C’è anche
un tocco di vetiver che non guasta anzi che ci rende tutta l’armonia
di un uomo carnale anche nelle situazioni meno intense. Sauvage
by Dior è un profumo d’atmosfera che si rinnova ad ogni ora del
giorno e si adatta ad ogni situazione. Un flacone blu simile ad un
cono tagliato lo avvolge nella sua misteriosa allure.
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Salute& Co
E’
by Fiammetta Trallo
specialista in ginecologia
ripartita da Rimini la campagna 2016 di “Love it! Sesso consapevole” promossa
da SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) in collaborazione con La pillola
senza pillola, il progetto educazionale di MSD Italia. Come nelle passate edizioni, l’iniziativa si propone di spiegare alle ragazze l’importanza della contraccezione e come
vivere la sessualità in maniera responsabile. Nella scorsa edizione, a visitare i gazebo
“Love It” nelle principali piazze italiane del tour anche un 18% di ragazzi perché,
quando si parla di contraccezione consapevole, anche loro vogliono essere informati.
Love it! Sesso consapevole - uno spazio per approfondire i temi della sessualità e consultare gratuitamente e in forma anonima un team di ginecologi a cui porre domande,
dubbi e curiosità su sessualità e contraccezione. Presso gli stand Love it! vengono
distribuiti il bracciale simbolo della campagna Love it! e la Guida alla contraccezione
E ora parliamo della pillola senza pillola.
La campagna è prevista in dieci città e si concluderà presso la Fiera del Levante a Bari.
Date e tappe sul sito www.lapillolasenzapillola.it. Sul medesimo sito, a grande richiesta, torna la Love Band, la squadra di giovani ginecologhe che forniscono
consulenze
Vintage
online nella più assoluta riservatezza.Dai dati di un’indagine condotta in 12 Paesi su
oltre 5.900 donne tra 20 e 30 anni, di cui 500 italiane, nonostante più di un terzo delle
under 30 vuole più informazioni su benessere e salute sotto le lenzuola e una su due
desidera saperne di più su tutti i metodi contraccettivi disponibili, una buona parte
si informa sul web e consulta il ginecologo solo in un secondo momento. Il 22% delle
italiane tra i 20 e i 30 anni usa internet come prima fonte di informazioni sulla contraccezione e solo il 16% si rivolge al ginecologo. Tra le bufale in rete c’è anche quella
che la coca cola è spermicida e che il coito interrotto è un sistema sicuro. E molte
ragazze ignorano anche l’esistenza della pillola trimestrale o stagionale, pensata per
avere solo quattro cicli mestruali in un anno, uno ogni tre mesi. Ai ginecologi capita
di sentirsi chiedere di passare dalla pillola al cerotto o all’anello ritenendo che questi
Love.it, il sesso
La società di ginecologia e ostetricia
lancia anche quest’anno la campagna
di informazione sulla contraccezione.
E cerca di far luce sulle tante ‘bufale’
diffuse tra gli adolescenti
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Salute&Co
La Sigo ha lanciato sul web una specie di ‘consultorio on line’
dispositivi non siano base ormonale.
Per questo la SIGO ha deciso di istituire campagne
di informazione anche attraverso l’istituzione di siti
affidabili e certificati come www.sceglitu.it , un vero
e proprio “consultorio on line”. Inoltre, ha aperto anche un proprio profilo Facebook e Twitter, interviene
nei forum, blog e portali frequentati dai giovani per
aiutarli a riconoscere le bufale della rete e ha realizzato il booklet Tutto quello che devi sapere sulla contraccezione “fit and forget” in distribuzione presso
gli ambulatori di ginecologia e nei consultori.
Le pillole anticoncezionali attualmente in commercio
sono praticamente prive di effetti collaterali. L’assunzione và verificata con il ginecologo o il medico di
famiglia che valuteranno eventuali controindicazioni
assolute come i disturbi della coagulazione su base
genetica. In allattamento può essere usata la pillola
senza estrogeni, a base solo di progesterone che è
anche indicata nelle donne che soffrono di cefalea.
Quando si dimentica una pillola o si assumono alcuni antibiotici che possono ridurre l’effetto anticoncezionale è indispensabile proteggere i rapporti
fino alla fine della confezione. Con quella successiva
ritorna la copertura anticoncezionale. Questo non capita con i sistemi fit and forget ovvero metti e dimentica. Impianto sottocutaneo e spirale smart ormonale
sono metodi in grado di proteggere per
3-5 anni senza compromettere la fertilità
futura. Insieme a cerotto e anello sono
a basso dosaggio ormonale, sicuri ed
efficaci e non avendo la routine dell’assunzione quotidiana sono a prova di dimenticanza. Attenzione per le ragazze
grassottelle: il cerotto non và applicato
su cuscinetti adiposi perché gli ormoni
non vengono ben assorbiti.
I contraccettivi ormonali hanno anche
vantaggi extra: annullano il dolore mestruale e la sindrome premestruale, riducono i flussi abbondanti, curano l’endometriosi e le cisti ovariche benigne.
La contraccezione ormonale non protegge tuttavia dalle malattie sessuali.
Anche se si assume la pillola è consigliabile usare il condom tutte le volte che si
hanno rapporti occasionali o si inizia
una nuova relazione.
Femidon o Female Condom è il preservativo femminile. Non lo conosce quasi
nessuno, medici inclusi. In Italia si trova
solo nei sexy shop o via web. In nitrile, ha una sensazione tattile migliore e
consapevole
non dà allergie. Si applica 6 a 8 ora
prima di un rapporto. Rape-aXe è
il preservativo antistupro, formato
da una membrana di plastica dura
che va inserita in vagina. Sembra un
normale condom. Nella parte esterna ha però protuberanze a forma di
denti che a contatto con il pene causano dolori atroci. Si asporta solo
con intervento chirurgico.
London C-Card è un servizio che
fornisce gratuitamente preservativi
a giovani londinesi tra 14-24 anni.
La C-Card viene erogata presso
punti di registrazione dove personale esperto spiega come usare un
preservativo in modo corretto e cosa
fare e dove andare se si rompe
Preservativi extra small per teenagers sessualmente attivi anni sono
in vendita in Svizzera. La Lamprecht, leader nel settore, ha accolto
la richiesta di organizzazioni anti
AIDS e associazioni di genitori per
garantire preservativi adatti alle dimensioni del pene degli adolescenti.
Visto il tema di questo mese, non si può non citare la notizia più curiosa dell’ultimo anno, l’apertura a Parigi di una curiosa parafarmacia
‘monoprodotto’ con l’insegna “Le Roi de la Capote”. Marc Pointel, il
proprietario ha chiesto un finanziamento in banca per aprire un negozio di questo tipo. Dopo i primi dinieghi, ce l’ha fatta. Sugli scaffali,
c’è un assortimento più vasto di quel che si potrebbe immaginare. Ce
ne sono di sottili, stimolanti, ritardanti, colorati, aromatizzati alla frutta, al gusto cocktail, i fluo, quelli specializzati per i circoncisi, quelli
neri o con texture particolari, quelli verdi “Shrek” , quelli profumati
alla cannabis. Un’azienda inglese ne produce di 95 misure diverse, a
seconda del diametro e della lunghezza che occorrono (volendo si può
prendere la misura appartandosi con un apposito centimetro di carta
stampato su un foglio A4). Sugli scaffali del reparto donna, si notano
la schiuma bio all’essenza di rosa per agevolare e tutta una gamma ricchissima di olii lubrificanti: a base d’acqua, silicone, bio, aromatizzati,
effetto caldo, effetto fresco, eccitanti, per il massaggio Nuru, all’acido
jaluronico, commestibili (sulla pelle, non per condire l’insalata).
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ARENA
MEDIASTAR
MAGAZINE
n.15 3/2016
Società & Co,
In pensione a 80 anni
E’ la nuova idea che si fa strada in
Gran Bretagna, ma non mancano i
governi pronti ad applicarla altrove
C
In questa pagina: gruppi di pensionati a riposo,
alle prese con la tecnologia. E pronti a scendere
in piazza, per ribattere a chi li accusa di percepire assegni troppo ricchi, soprattutto se confrontati
con quelli medi della popolazione di origine. Ora il
nuovo rischio è un altro;: posticipare la pensione
finchè si può evitare di darla o di vederla chiedere
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on il progresso, l’innovazione e le nuove tecnologie l’umanità
dovrebbe in futuro poter lavorare
meno ma con maggiore produttività ed efficienza. Ma questa è solo
una favola. Il risultato più probabile, invece, è proprio il contrario.
Che per via dell’invecchiamento
della popolazione e delle scelte avventate di governi come quello di
David Cameron nel Regno Unito,
non andremo in pensione prima
degli 81 anni e dovremo lavorare
ancora in età avanzata.
Secondo alcuni economisti, i percorsi professionali come gli conosciamo ora non saranno più gli stessi
fra pochissimo tempo. L’alternativa all’accumulo di risparmi per riuscire ad avere un assegno pensionistico decente è solo una: quella di
“rimandare l’appuntamento con la
pensione, possibilmente in maniera
indefinita”.È questo il messaggio a
dir poco allarmante lanciato da un
report sul sistema previdenziale
britannico pubblicato la settimana
scorsa da un gruppo indipendente
e commissionato dal Partito Labourista al fine di rivelare le anomalie
e falle della riforma delle pensioni
decisa dal partito conservatore al
governo.
La riforma che si starebbe studiando darebbe ai lavoratori la libertà
di gestire i contributi pensionistici
a piacimento, come una sorta di trattamento di fine rapporto potenziato.
Al compimento del 55esimo anno di
età si potranno prseto recuperare tutti i contributi versati per la pensione.
Il problema di un sistema flessibile
di questo tipo è che, dando liquidità
direttamente in mano ai cittadini così
presto, sono di più i rischi di perdere
quei soldi in investimenti o acquisti
sbagliati: quanti saranno capaci di gestirsi la pensione col fai da te? Tanti
cittadini non hanno le conoscenze e
capacità per gestire correttamente i
risparmi di una vita e indirizzare al
meglio – in maniera efficiente e diversificata – gli investimenti. Dunque in
ogni nazione il divario sociale risulterà enorme. L’imminente, radicale
riforma delle pensioni mondiali è da
attribuirsi a un fatto: molte persone
nel mondo, anche per via della crisi
del mercato occupazionale e dell’ instabilità degli impieghi, non stanno
mettendo da parte abbastanza soldi
per poter arrivare alla fine del mese
con un assegno pensionistico che è
dovuto loro dallo Stato.
Rischiano, insomma, di dover lavorare fino agli ultimi giorni della loro vita
per potersi garantire una sopravvivenza. La media dell’età pensionabile nel
Regno Unito per i giovani della nuova
generazione sarà di 81 anni secondo il
report. La notizia sta creando un gran
subbuglio, perchè altri governi hanno cominciato ad occuparsi di questo
tema, senza giungere a conclusioni di-
ARENA
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n.15 3/2016
Società & Co
verse.Il giornalista Michael Skapinker ha
provato a immaginare sul Financial Times
cinque scenari possibili in una società che
in futuro non riuscirà più a garantire una
pensione decente a tutti prima dei 65 anni:
primo scenario, i datori di lavoro decidono
che la pensione non è un loro problema,
ma dei dipendenti. Che dovranno pertanto cercare un modo di risparmiare per
conto proprio, investendo in fondi privati
parte dei loro salari. Queso probabilmente è lo scenario peggiore, più rischioso e
meno sostenibile: con l’invecchiamento
della popolazione più si andrà avanti. Anche perchè saranno meno i giovani dipendenti in grado di prendere i posti dei freschi pensionati.Seconda ipotesi: aziende e
lavoratori capiscono che la gente non può
più lavorare fino ai 60-65 anni e quindi
che le loro carriere professionali dureranno di più. La scalata nella gerarchia sarà
più lenta e graduale e lo stesso sarà per il
cambiamento generazionale. L’ultima promozione potrebbe arrivare a cavallo tra i
50 e i 60 anni.
Questo scenario funzionam ma compli-
IL PENSIONATO PIU’ RICCO D’ITALIA
E’ ’ingegner Mauro Sentinelli, il pensionato più
ricco d’Italia con i suoi 91.337,18 euro al mese.
Lo ha citato tra gli altri Matteo Renzi, e su lui e
i suoi nove colleghi superpensionati d’Italia (il
decimo prende 41mila euro al mese) verte una
interrogazione parlamentare di Deborah Bergamini, Pdl, cui ha risposto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini. L’ingegner Sentinelli
non è stato un “fannullone”: lauree e master
prestigiosi in ingegneria elettronica, entrato
nella Sip nel 1974, tra le altre cose è stato l’ideatore della TimCard, la schedina ricaricabile che
ha fatto guadagnare miliardi alla sua azienda.
Insomma, non è il primo venuto. Tanto è vero
che oggi (da pensionato) è nel Cda di Telecom.
Egli non ha violato alcuna legge: guadagnava
alla fine 9 milioni di euro. l’anno; versava con-
cherebbe però l’inserimento nel mondo del
lavoro dei più giovani, che già oggi faticano a farsi assumere a tempo indeterminato
in ruoli che corrispondano al loro livello di
istruzione. I contratti in effetti si firmano, ma
soano tanti quelli sottoscritti da neolaureati
in economia che si adattano a fare i portalettere di Poste Italiane, pur di aggiudicarsi uno
stipendio. Chissà perchè, per affidare queste
‘mansioni chiave’, Poste Italiane a Napoli
indica un concorso riservato a giovani che
si sono laureati con un voto pari almeno a
102 Già oggi la laurea non è più un ascensore
sociale. Sta anche diventando un problema,
una zavorra, un risultato da nascondere.
«Sei troppo qualificato» è uno stucchevole
mantra che gli uffici del personale regalano.
ai candidati.. Chi cerca occupazione, allora,
li nasconde e presenta curriculum vitae su
misura: in alcuni casi la laurea è specificata,
più spesso appare solo il diploma, a volte è
sufficiente segnalare “esame di Stato di terza
media” per essere selezionati.
Nell’Italia della precarietà il lavoro che si
offre è sempre più dequalificato: serve chi
sa rispondere al telefono di un call center,
occuparsi degli scaffali e della cassa nei
supermercati, assolvere compiti di segreteria pura. Basta una conoscenza di base
del linguaggio dei computer per tutto
questo). Imprese dove quattro titolari
ogni dieci hanno la terza media (fonte Almalaurea) hanno sempre più bisogno di
manovalanza e sempre meno di pensiero
e conoscenza. Un’età pensionistica più
avanzata introdurrebbe però una vera e
propria epoca d’oro per le donne. Nel Regno Unito il divario salariale tra uomini e
donne con meno di 30 anni è stato quasi
azzerato. Si amplia quando le donne hanno figli e di solito rimane alto finché gli
uomini continuano a dominare nei ruoli
meglio pagati, come quello di amministratore delegato, presidente, general manager e dirigente d’impresa.Le società seguono l’esempio di Carlos Slim. Nel 2014
il magnate messicano delle telecomunicazioni ha detto alle sue maestranze che
anziché andare in pensione, i dipendenti
più anziani avrebbero dovuto gradualmente ridurre il numero di ore lavorate,
passando a tre giorni a settimana.
tributi nel fondo dei dipendenti telefonici;
grazie alle leggi di allora è andato in pensione con l’80% dello stipendio medio degli ultimi dieci anni. E sempre grazie a una
legge, la sua pensione è stata moltiplicata
da benefit e stock option percepiti durante
la carriera. Più o meno lo stesso discorso
vale per il numero due della classifica (Alberto De Petris, ex manager di Infostrada,
66.436,88 euro mensili) e Mauro Gambaro
(ex presidente della scomparsa compagnia
aerea Volare, 51.781,93 euro). Pensioni
legali, dunque. Ma talmente ricche da risultare obiettivamente scandalose.Nella risposta all’interrogazione diil ministro Giovannini ha detto di essere consapevole. Ma
una recente sentenza della Consulta rende
difficile intervenire con prelievi e contributi
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MAGAZINE
n.15 3/2016
SpecialeSudTirolo
MALTA, NUOVO ELDORADO
by Andrea Marazzina
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In queste pagine: Cappella Sistina, particolare
del Giudizio Universale
di Michelangelo. In alto:
il simbolo del Giubileo
della Misericordia 2015
ARENA
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MAGAZINE
n.15 3/2016
Speciale SudTirol
by Filippo Bortolan
NEL MAR MEDITERRANEO
La perla del Mediterraneo è divenuta una location
allettante per impiantare società di servizi, specie
nel settore della finanza. E adesso rilancia...
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ARENA
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n.15 3/2016
SpecialeMalta
Il tasso fiscale per società e persone è pari al 35%
S
e dovesse aprire un’azienda oggi, dove andrebbe? Di fronte a questa domanda (off the records) vari imprenditori italiani
rispondono; Malta. La ‘perla’ del Mediterraneo ha sviluppato
pacchetti di accoglienza per chi vuole fare business nel settore
dei servizi piuttosto allettanti. Abbiamo preso un volo e siamo
andati a vedere perchè. Di italiani ce ne sono molti in giro tra
banche e uffici e non mancano anche gli esperti ai quali appoggiarsi per aprire una società. Dall’alto l’isola è magnifica, con
le sue spiaggie e i quartieri degli affari a La Valletta che non
hanno nulla da invidiare a quelli di Lugano o Montecarlo.
Malta, situata nel cuore del Mediterraneo, ha ottenuto la sua
indipendenza dalla corona Britannica nel 1964 sviluppandosi
in una Repubblica Democratica i cui principi dell’ordinamento
giuridico e della protezione dei diritti umani sono conservati
nella sua costituzione scritta.
L’ingresso nell’UE nel 2004, la competente forza-lavoro, e
l’inglese quale lingua ufficiale hanno fatto sì che Malta guadagnasse una reputazione di stato tecnologicamente e dinamicamente avanzato con un’economia basata sempre più sui
servizi, in particolare sui servizi finanziari e sul settore turistico. Le attività d’intermediazione finanziaria di per sé, infatti,
contribuiscono direttamente a produrre il 7% del PIL.
Negli ultimi vent’anni Malta ha sviluppato enormemente la
sua legislazione nell’ambito dei servizi finanziari, portandola
al passo con le direttive e i regolamenti dell’Unione Europea e
assicurando un efficace piano di regolamentazione, sostenuto
da molteplici incentivi volti a portare al termine le attività in
A Malta i profitti vengono tassati in base alla
località di provenienza, se interna o esterna
all’isola, divenuta indipendente nel 1964.
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esso contenute. Tutto ciò unito alle eccellenti strutture di
telecomunicazione e alla presenza di regolatori professionali e pro-business, cioè i componenti dell’autorità maltese
per i servizi finanziari (Malta Financial Services Authority
MFSA) ha reso Malta un centro competitivo e allettante nel
campo dei servizi.
Gli esperti di Assoconsulenza ci spiegano che e compagnie
vengono registrate a Malta secondo la prassi definita nel
Companies Act del 1995: devono avere la loro sede legale
a Malta a meno che la loro gestione e il loro controllo non
vengano esercitati dall’estero.
Le entrate fiscali maltesi derivano in parte dalla tassazione
diretta sui redditi (che includono anche imposte sui redditi di capitale) e dall’altra dalla tassazione indiretta sotto
forma di imposta sul valore aggiunto (IVA). Inoltre un’imposta di bollo è imponibile sul trasferimento di proprietà
immobili. Malta non impone imposte di successione oltre
a quella sulla cessione in eredità di proprietà immobili situate a Malta e di azioni possedute in compagnie maltesi
le cui proprietà siano principalmente immobili. Tasse sulle
importazioni vengono imposte solo su beni provenienti da
paesi al di fuori dell’UE.
Il sistema fiscale maltese è chiaro e inequivocabile dunque,
specialmente per quanto concerne problemi relativi alle
imposte internazionali attraverso disposizioni anticipate
sui ricavi.
Il tasso fiscale imposto alle compagnie e il più alto tasso
fiscale imposto a un singolo sono pari al 35%. Tuttavia,
una delle caratteristiche essenziali della legislazione fisca-
Le entrate fiscali maltesi derivano
in parte dalla tassazione diretta sui
redditi, inclusi quelli di capitale.
Nel 2006 il governo ha concluso un
accordo con l’Ue per evitare la doppia
imposizione sui profitti.
ARENA
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n.15 3/2016
Speciale Malta
Il sistema maltese utilizza diversi tipi di conti fiscali
le maltese è il sistema di imputazione completa.
Attraverso tale sistema le tasse pagate a livello di una compagnia vengono considerate come un pagamento anticipato delle tasse che gli azionisti devono versare sulla ipotetica distribuzione dei profitti. Pertanto, dopo che i dividendi
sono stati pagati il 35% pagato dalla compagnia viene
consegnato come accredito per le tasse dovute dall’azionista, sia che egli risieda a Malta o meno. Se il contributo
fiscale dell’azionista è inferiore al 35% esso può richiedere
un rimborso delle tasse pagate dalla compagnia. Tale sistema riduce le distorsioni economiche create dal sistema
di imposizione fiscale ed evita la doppia imposizione sui
profitti della compagnia. Il governo di Malta ha concluso un accordo nel 2006 con la Comunità Europea che va
a salvaguardare concretamente il sistema di imputazione
completa.
Inoltre il sistema fiscale maltese utilizza differenti tipi di
conti fiscali, precisamente il conto fiscale maltese, il conto
fiscale in valuta straniera e il conto non tassato. La separazione dei profitti in differenti conti fiscali è importante poiché le entrate riunite in un conto di fiscale in valuta estera
beneficia anche di imposte ad aliquota fissa previste dal
metodo di tassazione dei fondi in valuta estera che evita la
doppia-imposizione ed è anche agevolato da alcune disposizioni per il rimborso tasse.
Il sistema di conto fiscale assicura che i profitti vengano
trattati in base alla loro provenienza. Le entrate prodotte
a Malta verranno tassate interamente, mentre le entrate
provenienti dall’estero verranno situate nel conto fiscale
Vista della Valletta dal Forte. Una delle
caratteristiche più speciali di Malta è la
bellissima luce del pomeriggio
COSA VISITARE A MALTA
Lo stato maltese è costituito da tre isole: Malta, Gozo e Comino. L’isola di Malta è quella più estesa e costituita da innumerevoli “villaggi”, costruiti per lo più l’uno accanto all’altro, caratterizzati da una
cultura antica, un mare favoloso, dei colori mozzafiato e un’ottima
enogastronomia.
La Valletta
E’ la capitale moderna di Malta, un villaggio fortificato costruito su
una penisola. Il suo porto, il Grand Harbour, è considerato il più profondo di tutto il Mar Mediterraneo.
Tra le attrazioni principali da visitare ci sono il Palazzo del Gran
Maestro, la Co-cattedrale di San Giovanni, Casa Rocca Piccola –
un’antica casa dell’ordine dei Cavalieri di Malta del 1600 – il Forte
Sant’Elmo – utilizzato come set del film “Fuga di mezzanotte” – e i
giardini Upper Barakka che si affacciano sul porto e sulle Tre Città,
Vittoriosa, Senglea e Cospicua.
Mdina
E’ la sua antica capitale, situata su un promontorio nell’entroterra
dell’isola. Questa cittadella barocca fortificata del 1600 è caratterizzata dalle tipiche case di pietra maltesi, vie strette, lanterne alle finestre,
è aornata da bellissimi balconi colorati che le danno ancor più fascino.
La sua chiesa, la Cattedrale di San Paolo, è la più grande dell’isola
mentre la parte più alta di questo piccolo villaggio costituisce l’antica
roccaforte dei Cavalieri di Malta con uno stupendo belvedere che consente di ammirare i villaggi sottostanti con una visuale fino al mare.
Da visitare anche il Palazzo Falson e il Convento dei Carmelitani.
Vista aerea della città, ben collegata con tutti i principali aeroporti
dell’Europa
In spiaggia per un bagno a Malta, tra
banche e grattacieli finanziari
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n.15 3/2016
Speciale Malta
I non residenti chiedono il rimborso di 6/7 delle tasse
in valuta straniera che porta significativi vantaggi quando tali
entrate vengono distribuite attraverso i dividendi agli azionisti non residenti a Malta.
Poiché a partire dal 1 gennaio 2007 i non- residenti possono
richiedere il rimborso di 6/7 delle tasse versate a Malta, ciò
risulta nell’ effettivo pagamento di un tasso fiscale a Malta
pari al 5% sugli utili esteri distribuiti.
Inoltre un sistema vantaggioso per le holding assicura che
in situazioni in cui vi sia una “società in partecipazione” gli
azionisti non residenti possano qualificarsi per un rimborso
del 100% sulle tasse pagate sulle entrate provenienti da holding straniere dietro distribuzione dei profitti. Una società in
partecipazione si ha quando una compagnia maltese possiede
direttamente almeno il 10 per cento delle azioni della compagnia straniera che distribuisce i dividendi.
Esenzione dalla doppia imposizione
Un altro aspetto positivo della legge fiscale maltese è la possibilità di esenzione dalla doppia imposizione. Malta vanta una
lunga lista di accordi relativi alla doppia imposizione con oltre 40 stati in Europa, Nord America, Africa e Medio Oriente.
Tali trattati si basano principalmente sul modello dell’OCSE
(Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Inoltre un ulteriore allegerimento è previsto da regole locali sottoforma di sgravio unilaterale e dal credito sulle tasse
straniere forfetario (Flat-Rate Foreign Tax Credit FRFTC).
Gli sgravi unilaterali portano alleviamenti dalla doppia imposizione su base unilaterale laddove le tasse oltremare vengano applicate in un paese con il quale Malta non ha stretto
Cereali
I quartieri de La Valletta offrono scorci
molto suggestivi e ospitano deliziosi
ristorantini.
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accordi fiscali. Tali tassazioni oltremare vengono disposte
come credito contro le tasse pagabili a Malta sull’ammontare lordo in modo tale che il credito non ecceda il debito
d’imposta totale a Malta.
D’altra parte, il FRFTC è applicabile a compagnie maltesi, che ricevono entrate o guadagni in capitale oltremare
messi a disposizione dei conti fiscali stranieri.
Tale tasso forfetario applicabile a tasse straniere dovute è
fissato al 25% anche se non sono state concretamente imposte delle tasse straniere e costituisce pertanto un’opzione allettante.
Malta offre anche incentivi sulle tassazioni di gruppo attraverso i quali i gruppi possono evitare perdite fiscali in
modo tale da controbilanciare i profitti delle tasse di un
altro gruppo. Inoltre, una compagnia che chieda danni a
una compagnia del suo stesso gruppo utilizzare l’ammontare per controbilanciare i profitti futuri.
Il trasferimento di beni tra compagnie di gruppo non dà
vita a tasse sui guadagni di capitale e i diritti doganali
sono devono essere versati nella ristrutturazione in una
compagnia di gruppo tra fusioni di società, scissioni, integrazione d’aziende e riorganizzazioni all’interno di una
compagnia di gruppo.
La costituzione di una società
Per essere registrata a Malta, qualunque società a responsabilità limitata deve iscrivere nel registro delle società
(Registrar of Companies) il suo documento informativo e
lo statuto societario.
Tra le antiche chiese di Malta non può
mancare una autentica cabina telefonica
inglese
Le chiese maltesi hanno due orologi, uno
segna l’ora e l’altro serve a ingannare il
Diavolo, perchè non disturbi la messa
ARENA
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n.15 3/2016
Le società maltesi possono avere da 1 a 50 soci
10 CURIOSITA’ SU MALTA
1 La bomba inesplosa. Durante un lungo bombardamento della II
Guerra Mondiale, una bomba colpì la chiesa di Mosta proprio durante la messa. Perforò la cupola ma non esplose. Una riproduzione
della bomba (200kg) è esposta nella Sacrestia.
2 La capitale più piccola d’Europa è Valletta, con meno di 1km2 di
estensione.
3 I templi maltesi sono pià antichi delle Piramidi egizie. I templi di
Ggantjia, sull’Isola di Gozo sono di un periodo tra il 3600 – 3200a.C,
almeno 1000 anni più antichi delle piramidi egizie.
4 Gli orologi del Diavolo. Tutte le chiese di Malta hanno due orologi
sulla facciata, di cui uno solo segna l’ora esatta. L’altro serve ad
ingannare il diavolo, e permettere che le funzioni religiose vengano
portate a termine senza problemi…
5 L’opera autografa di Caravaggio All’interno della Cattedrale di
San Giovanni si trova l’unica opera firmata di Caravaggio (e la più
grande in termini di dimensione): “La Decapitazione di San Giovanni Battista”.
6 Malta come Hollywood. L’arcipelago maltese è stato scenario di
molte produzioni americane, tra cui Il Gradiatore, Troy, e Munich.
7 Una chiesa per ogni giorno dell’anno. Le chiese dell’arcipelago
maltese sono 359
8 Il tempio preistorico sotterraneo. E l’Ipogeo di Hal safieni, un monumento unico, rislaente al 3600 a.C. (visitabile).
9 La finestra sul Mediterraneo: la famosa “finestra sul mare” dell’isola di Gozo è un impressionante monumento naturale, nato per
effetto dell’erosione del mare e del vento. Il simbolo di Malta.
10 Le barche contro il malocchio. Le barche da pesca maltesi (Iuzzus), riportano su ogni lato il disegno dell’occhio di Osiride
Il corteo dei Re Magi a Fiè allo Scilar. Tradizioni e rievocazioni sono molto vive soprattutto nei villaggi, dove
molti artigiani hanno deciso di aprire i loro shop.
Speciale Malta
Il documento informativo deve consistere di:
1. nome, cognome e residenza di ciascuno dei sottoscrittori;
2. nome della compagnia;
3. sede legale registrata a Malta;
4. i fini della compagnia;
5. la quantità di capitale azionario con il quale la compagnia
chiede di essere registrata, la suddivisione in azioni di un
ammontare fisso, il numero di azioni detenute da ciascun
sottoscrittore e l’ammontare pagato per ciascuna azione.
6. il numero di direttori e il nome e cognome del direttore e
degli amministratori, e nel caso in cui un direttore sia una
persona giuridica, il nome della persona giuridica.
Naturalmente il consiglio d’amministrazione dovrà tenere le
sue riunioni nel territorio maltese.
Ma quale tipo di compagnia privata si può aprire a Malta?
Una compagnia privata, in base alla legge maltese è una
compagnia che attraverso il suo documento informativo o
i suoi articoli:
1. limita il diritto di trasferire le sue azioni;
2. limita il numero dei suoi componenti a un massimo di 50;
3. evita ogni invito al pubblico di sottoscrivere per ogni azione o titolo di debito della compagnia.
Sono accettabili compagnie composte da un solo membro. In
tal caso gli obiettivi della compagnia dovranno specificare
l’attività commerciale principale della compagnia e gli affair
della compagnia dovranno consistere principalmente di tale
attività.
Ecco quali sono le informazioni che vengono normalmente
richieste dall’amministrazione fiascale maltese per poter av-
I megaliti di Malta sono più antichi delle
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Piramidi egizie, risalgono al 3600 a.C
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Speciale Malta
Il capitale azionario minimo deve essere pari a 1250 euro di cui
almeno il 20% deve essere pagato come deposito in una banca maltese
Sopra: feste nei grandi alberghi di lusso maltesi. La
vista sul porto turistico dall’hotel Hilton. Qui sotto,
hotel Kempinsky sull’isola di Gozo, con splendida spa
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viare una compagnia:
(a) Copia certificata del passaporto
e conferma dell’indirizzo di residenza permanente degli azionisti;
se gli azionisti sono delle personalità giuridiche verranno richiesti
tutti i documenti di costituzione, ad
esempio il documento informativo,
lo statuto societario e il certificato
di registrazione presso le autorità
locali.
(b) Nome proposto per la società,
con eventuali nomi alternativi,
(c) Dettagli completi relativi al direttore e ai segretari .
(d) Il capitale azionario proposto
(pari a un minimo di € 1250 o equivalente in altre valute) del quale un
minimo del 20% deve essere pagato come deposito in una banca e la
ricevuta di deposito che deve poi
essere messa a disposizione per gli
scopi di registrazione della compagnia.
(e) Referenze opportune per i componenti realizzate da personalità
accreditate (avvocati, contabili, revisori) e/o referenze relative all’integrità finanziaria realizzate da una
banca straniera accreditata per ogni
azionista e ogni direttore.
Registro delle compagnie
Le spese imponibili a una compagnia del registro delle compagnie al
momento della registrazione vengono calcolate in base al capitale
azionario autorizzato.
Richieste di rimborso tasse
In seguito al pagamento delle tasse
dovute da parte di una compagnia,
la richiesta per un rimborso deve
essere presentata dall’azionista
tramite un modulo di richiesta e il
rimborso viene valutato ed eventualmente restituito presso la banca
indicata nel modulo di richiesta.
GOZO, L’ISOLA DI CALYPSO
L’isola di Gozo è senza dubbio la protagonista principale delle antiche leggende maltesi. Secondo le ricostruzioni degli storici,
l’odierna Gozo corrisponderebbe a Ogygia,
l’isola abitata dalla leggendaria Calipso e
narrata nell’Odissea di Omero.
A Ogygia Calipso, dea di straordinaria bellezza dotata di poteri straordinari e figlia
di Atlante, tenne prigioniero per sette anni
Ulisse, incantandolo con la sua soave voce,
prima di liberarlo permettendogli così di
proseguire il suo viaggio.
Verità o leggenda, a parte, a Gozo si può
sicuramente vivere un’esperienza di viaggio in pieno relax, soprattutto se ci si ferma qualche giorno in una delle ottime spa
presenti nei principali hotel internazionali
che hanno scelto di fare base in questo sito,
più tranquillo rispetto all’isola principale dell’arcipelago.Il Kempinski Hotel San
Lawrence, resort di lusso situato a Triq irRokon, a breve distanza dal centro dell’isola e dal porto, offre una luxury spa ispirata
al ciclo delle stagioni. Oltre al Kempinski
Hotel San Lawrence, a Gozo segnaliamo
l’Hotel Xlendi Resort and Spa. Nell’area
di St. Julian’s sono invece presenti il The
George Urban Boutique Hotel Malta e l’Intercontinental. A St Pauls Bay si trovano il
Seashells Resort e il San Antonio Hotel &
Spa. Mellieha ospita infine il Solana Hotel
& Spa, il The Pergola Club Hotel & Spa e il
Radisson Blu Resort & Spa.
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Speciale Malta
Fra le specialità gastronomiche maltesi, i pastizzi ripieni di ricotta o
con piselli. E la fenkata, uno spezzatino di coniglio servito con patate
GRAND TOUR NELLA CUCINA MALTESE
La cucina maltese, come si puà immaginare, à un misto di tutte le tradizioni dei dintorni: Italia, Grecia e cucina araba si fondono in un mix irresistibile.
I Pastizzi
Se ne trovano essenzialmente di due tipi, con ricotta o con piselli. Le pastizzerie si
trovano praticamente ovunque. I pastizzi si mangiano bollenti. I pastizzi sono essenzialmente delle sfogliatelle salate ripiene di ricotta o piselli e decisamente deliziose.
Il costo unitario è intorno ai 50 centesimi di euro.
Fenkata e altri piatti forti
E’ il piatto tipico, per eccellenza, di Malta, il coniglio maltese! Potete gustare questo
pistto in uno dei classici ristoranti che serve cucina tipica, ma informatevi bene prima
di entrare. Il coniglio viene cucinato con pomodoro e servito solitamente con patate e
la carne è tenerissima. Le porzioni sono abbondanti.
Un’altra specialità è il fenek biz zalza, il coniglio al vino con cipolle ed erbette, mentre se vi capita sotto gli occhi la torta talfenek, sappiate che non è altro che il pasticcio di coniglio. Sono ottime anche le salsicce maltesi aromatizzate al coriandolo e lo
stufatt tal-qarnit, il polpo stufato cotto con vino rosso. Il pesce migliore si gusta nel
villaggio dei pescatori a Marsaxlokk. Ottima anche l’Aljotta, una zuppa preparata con
pesce fresco e tantissimo aglio.
Timpana
E’ un timballo di pasta al forno, con carne di bue e di maiale, fegatini di pollo, il tutto
cotto nel forno in crosta di pasta sfoglia. Una cosa abbastanza impegnativa da mangiare. Oltre a questa ricetta il timpana può essere preparato con carne trita e pancetta
affumicata. Entrambe le preparazioni offrono a chi le assaggia un mix di sapori esaltati dalle spezie dell’Africa.
Gbejniet
Il formaggio maltese, gbejniet, è un prodotto tipico dell’isola fatto esclusivamente
dal latte di pecora, può essere acquistato sull’Isola di Gozo. Si può mangiare senza
niente o con l’aggiunta di pepe, spezie ed erbette. Il formaggio di Gozo si trova stagionato o molle. Infine, se andate in un ristorante che serve piatti maltesi, lo potrete
trovare anche fuso.
Qaghaq tal-ghasel e altri dolci
E’ un anello al miele fatto con molasses, lo zucchero nero, un po’ di cannella e fichi. La
vicina Sicilia importa qui i Kannoli, da noi sono ovviamente i cannoli: pasta ripiena
di ricotta dolce, canditi o pezzi di cioccolato. Helwa tat Tork è chiamato anche il dolce
dei turchi, ed è fatto di mandorle tritate e intere.
Bevande locali
La birra locale è la Cisk, la troverete in tutti i ristoranti, bar e supermercati. L’aperitivo Dall’alto: altre suggestive immagini di Malta,
nazionale invece è lo zinnie: succo di arancia e Martini che da noi sono un po’ come vista dal porto e dall’aereo. Qui sopra, la classica fenkata con pomodoro, patate e piselli.
il classico spritz.
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Agent Provocateur
Ho più voce della Callas
by Lorenzo Bersani
“Parola di Daniele Pacini, cantante e performer che si è
inventato un affascinante personaggio: Lalà Mc Callan,
che si veste con enormi costumi e abiti da sera classici...
A sinistra, un ritratto di Daniele Pacini al naturale. A fianco, nei panni di Lalà Mc Callan, una diva che aspetta l’arrivo del suo innamorato. Tutti i costumi di scena sono stati disegnati appositamente per Lalà da importanti designer,
soprattutto le scarpe.
S
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e vi piace l’opera lirica, se avreste voluto sentire la voce di Maria
Callas, c’è una sola strada. Scrivete
a Daniele Pacini e chiedetegli quando e dove farà il suo prossimo recital nei panni di LaLa McCallan.
Daniele inizia la sua attivitá professionale come cantante e attore a 20
anni con la tourné dello spettacolo
“Cartoline da Broadway”. Seguono
le tournée del musical “Valentino”,
operette e concerti. Nel 1995 si trasferisce a Londra dove si diploma
in Performing Arts alla Mountview
Academy of Theatre Arts. Da allora
é protagonista negli USA e in Sud
America di 14 riviste musicali per
le compagnie Royal Caribbean International e Celebrity Cruises, per
un totale di oltre 900 repliche. Tornato in Italia, nel 2004 ha fondato
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con Stuart Lindsay la compagnia
di produzioni indipendente Starstruck Productions, con la quale in
poco più di due anni ha prodotto
quattro riviste musicali, tre serie
di concerti, due spettacoli aziendali, e la tournèe del celebre musical
di Andrew Lloydd Webber “Jesus
Christ Superstar”, nel quale interpretava il ruolo del titolo. Recentemente Daniele è stato protagonista
di Broadway Celebration, rivista
musicale di Fabrizio Angelini. Poi,
visto il crescente successo di LaLa
McCallan, ha deciso di dedicarsi
completamente a questo personaggio: una Diva en travesti che canta
dal vivo su una estensione vocale di
oltre tre ottave, usate senza soluzione di continuità, grazie alla quale si
annullano i limiti imposti da maschile e femminile. Le strabilianti
performances di LaLa McCallan includono divertite reinterpretazioni
di classici dell’opera nei quali a trilli
sopranili si alterna una insospettabile voce baritonale, ma anche
raffinate sonorità pop, jazz, soul e
musical. Le sue notevoli doti artistiche, frutto di anni di studi, sono accompagnate da un impatto visuale
senza precedenti: LaLa si presenta
con un guardaroba di elegantissimi
costumi disegnati appositamente
per lei, con fantastiche acconciature
e ricercati accessori che la rendono
unica. L’irresistibile autoironia che
accompagna le sue performances,
, fanno di una serata con LaLa una
esperienza indimenticabile.
LaLa delizia il pubblico con i spettacoli teatrali completi, Dinner
Show e performances di Gala. Con
VivaLaDiva! LaLa ha stabilito un
piccolo record replicando per due
stagioni allo splendido Teatro Eden
de I Portici Hotel
a Bologna, di cui
è rimasta la stella
per cinque anni con
i successivi show
Semplicemente...
Diva!, e Chez LaLa.
Ha partecipato a
Festival internazionali come La Voce
Artistica, Gender
Bender e La Primavera dei Diritti, si
è esibita per MAC
C o s m e t i c s Tu p perware, AIDDA e
Rotary Club, ed è
stata protagonista
di eventi tra i più
esclusivi al mondo
come Il Ballo Del
Doge ed Il Gran
Ballo Della Cavalchina al Teatro La
Fenice di Venezia.
Nel 2011 ha partecipato alla trasmissione Italia’s Got
Talent, con la quale ha conquistato
i giudici Maria De
Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi, e
ha fatto breccia nel
cuore del pubblico.
11 Donne di Scienza
all’Università
8 MARZO 2016
di Pavia
Orsetta Zuffardi
Norma Anglani
Antonella Ferr
ara
conduce: Chiara Albicocco
giornalista del
programma radiofonico
“Moebius” in onda su
Radio 24, Il Sole 24 Ore
dra
Alessan
i
Albertin
talk sho
& cockt w
h. 18-20ail
ingresso
A
Sabina Merlo
Giovanna Riccardi
libero
Sarah Caronni
Maria Daglia
Nicoletta Protti
Silvia Giuliana Priori
GUEST: Annalisa Buffa (CNR)
MUSEO DELLA TECNICA ELETTRICA
VIA FERRATA 6 - 27100 PAVIA - tel 0382/984104/06
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