GRAND TOUR: CORNOVAGLIA, ALLA RICERCA DI ARTU’ ARENA AGENT PROVOCATEUR: LALA MC CALLAN, “IL” SOPRANO WEB MAGAZINE ANNO II MARZO 2016 MEDIASTAR ph. Federica Putelli Arena Mediastar supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly Magazine - Anno I 12 /2015 registr. al Tribunale di Pavia n. 673 dell’11/5/2007 Pasqua in giro per Relais Annalisa Scarrone (fisico) e Samantha Christoforetti (astronauta) Ingegneria, biochimica, astronomia, ecologia, robotica Drink gourmet: il Moscato Fate largo alle donne della SCIENZA FASHION TRENDS: FLUO, SPORTY, NEOROMANTIC, ARCOBALENO, 3D, PRINT www.arenamediastar.com MALTA, ECCO L’ISOLA DEI FAMOSI HUB PER IMPRESE ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Editoriale IN COPERTINA: Samantha Cristoforetti e Annalisa Scarrone due scienziate che hanno trovato il successo su strade diverse Katia Ferri Melzi d’Eril Direttore responsabile di Commodity World Weekly e supplemento Arena Media Star ritratta dal pittore Luigi Ontani, 1983 ARENA MEDIASTAR, supplemento di Commodity World Weekly Magazine, è il mensile in cui le materie prime diventano prodotto finito: cibi sopraffini, gioielli, oggetti per la casa, automobili, inimitabili pezzi d’arte. Questo mese ci occupiamo di donne di scienza, valorizziamo le eccellenze nella ricerca che operano nelle Università, al Cnr, negli organismi internazionali e ricordiamo i grandi nomi al femminile che hanno segnato la storia dell’innovazione in tutti i campi, dalla fisica alla chimica, dall’astronautica alla medicina, dall’ingegneria alla biologia fino alle scienze naturali. In copertina, due scienziate che hanno trovato il successo su strade diverse: Samantha Cristoforetti nell’astronautica e Annalisa Scarrone nella musica e nello spettacolo. Nelle pagine Grand Tour andiamo nei migliori Relais d’Italia per Pasqua e sulle spiagge ventose della Cornovaglia. Suggeriamo Malta come prossima meta di piacere (o di business) e le grandi mostre a Roma e Bologna. Con il guardaroba giusto, naturalmente, che potrete scoprire nelle nostre pagine fashion e make up. E non dimenticate, in questi giorni, un brindisi in onore delle donne con il nuovo aperitivo cult (con i salumi): il moscato d’Asti. O, se proprio non bevete, con un chinotto Doc di Savona. Katia Ferri Melzi d’Eril ([email protected]) Contributors di questo numero: Stories Giuseppe Bruni Lorenzo Bersani Lorena S. Leuzzi Andrea Marazzina Grazia Mantelli Rubriche Daniele Bertoni Timur De Angeli Giulia Ferri Galeazzo Melzi d’Eril Claudia Palmucci Fiammetta Trallo Grafica e web Photographers & Alessandro Chiara Illustrators Grazia Mantelli Simone Saccani Si ringrazia l’ufficio stampa della cantante Annalisa Scarrone per la collaborazione e ’immagine di copertina di Federica Putelli. ARENA MEDIA STAR anno II n.15 marzo 2016 web magazine, supplemento mensile di Commodity World Weekly Magazine registrato presso il Tribunale di Pavia n. 673 dell’ 11/5/2007 Edito da Katia Ferri Melzi d’Eril in collaborazione con l’associazione culturale non profit Arena Media Star Sede legale: Via S. Giovannino 5, 27100 Pavia tel. 0039 349 8610239 www.arenamediastar.com; [email protected] Le pagine pubblicitarie (mostre o campagne sociali) sono scelte ogni mese dalla redazione e inserite a fronte di nessun compenso 4 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Sommario SPECIALE MALTA: La perla del Mediterraneo vuol attirare imprese di servizi da tutto il mondo, con un’astuta normativa Marzo 2016 Rubriche: Cover Story| 12-19 Libri &T| 20 Grand Tour| 24-31 Top Nightlife| 22-23 Donne della Scienza nella storia e nell’Italia di oggi Pasqua nei Relais e Chateaux più raffinati d’Italia I top thriller americani da portare in viaggio Vecchie e nuove coppie di primavera nello showbiz Food| 30-31 Junior| 42-43 che conquista caso di aggressione Chinotto, l’agrume amaro Le app per chiamare aiuto in Wine| 32-33 Salute| 54-55 d’Asti (in Usa e non solo) quante bufale in giro Grand Tour|36-41 Speciale| 60-61 una costa tutta da scoprire imprese da tutto il mondo Tutti pazzi per il Moscato Cornovaglia mon amour, Fashion| 46-51 I trend di primavera: fluo, neoromantic, basic, sporty Adolescenti e contraccettivi, Malta apre un hub attira- A.Provocateur|66 Lala Mc Callan è ‘un’ soprano. Ogni mattina fa la barba SOTTO: La principessa Kate partecipa all’evento “Tennis on the road”. Al centro, wellness e spa ad alta quota nel circuito Relais & Chateau. A destra, Maria Sharapova, sospesa dalle gare di tennis dalla Federazione Internazionale, per doping 5 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Eventi Nord MATISSE E IL SUO TEMPO MUCHS A MILANO VALLE D’AOSTA/ BARD, FORTE DI BARD Golden Age Rubens, Jordaen, Brugel Fino al 2 luglio 2016 Tel. +39 0125 833811 e-mail: [email protected] LOMBARDIA/ MILANO, MUSEO MUDEC Joan Mirò. La forza della materia 24 marzo – 11 settembre 2016 LOMBARDIA/MILANO/PALAZZO REALE Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau 10 dicembre – 20 marzo 2016 PAVIA/PALAZZO VISTARINO Picasso e le sue passioni 19 dicembre 2015 – 20 marzo 2016 LIGURIA/ GENOVA, PALAZZO DUCALE Dagli Impressionisti a Picasso. The Masterpieces from The Detroit Institute Of Arts fino al 30 aprile 2016 Tel. 010 81716 04/65 e-mail per ticket: [email protected] PIEMONTE/ TORINO/PALAZZO CHIABLESE “Matisse e il suo tempo fino al 15 maggio 2016 VENEZIA Collezione Peggy Guggenheim Postwar Era: una storia recente. Omaggio a Jack Tworkov e Claire Falkenstein 23 gennaio – 4 aprile 2016 Gallerie dell’Accademia, Ala Palladio Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia 19 marzo – 19 giugno 2016 6 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Eventi Nord SIMBOLISMO IN EUROPA MUNCH A MILANO LOMBARDIA/MILANO/FABBRICA DEL VAPORE Klaus Munch “Gocce di spazi paralleli” fino al 23 marzo 2016 LOMBARDIA/MILANO/PALAZZO REALE Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra fino al 5 giugno 2016 LOMBARDA/MILANO/CATTEDRALE DELLA FABBRICA DEL VAPORE Uffizi, virtual experience da Giotto a Caravaggio fino al 10 marzo 2016 TORINOPalazzo Chiablese Matisse e il suo tempo 12 dicembre – 15 maggio 2016 Palazzo Madama Da Poussin agli Impressionisti. Tre secoli di pittura francese dall’Ermitage 10 marzo – 30 giugno 2016 VENETO/ VENEZIA/MUSEO CORRER Splendori del Rinascimento Veneziano, Andrea Schiavone tra Tiziano, Tintoretto e Parmigianino fino al 10 aprile 2016 San Marco 52 [email protected] VENETO/VENEZIA/ BASSANO DEL GRAPPA/MUSEO CIVICO DI BASSANO “Il magnifico guerriero” fino al 31 gennaio 2017 FRIULI VENEZIA GIULIA/CODROIPO/VILLA MANIN Joan Mirò a Villa Manin solo di notte fino al 3 aprile 2016 7 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Eventi Centro DE CHIRICO A FERRARA 50 ANNI DI FUMETTO EMILIA ROMAGNA/BOLOGNA/Palazzo Fava Guido Reni e i Carracci. Un atteso ritorno. Capolavori bolognesi dei Musei Capitolini 5 dicembre 2015 – 13 marzo 2016 Museo Civico Archeologico: Egitto. Splendore millenario fino al 17 luglio 2016 Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. Robert Indiana 18 gennaio – 31 marzo 2016 TOSCANA/FIRENZE/PALAZZO MEDICI RICCARDI Nexus, incontro tra macchina e umano nell’immaginario, nella tecnica e scienza contemporanei fino al 15 marzo 2016 LAZIO/ROMA/MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE Fumetto italiano, 50 anni di romanzi disegnati fino al 24 aprile 2016 LAZIO/ROMA/ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO Bar, bellezza, arte, ristoro, architettura, cibo e design nell’Italia del Novecento fino al 26 marzo 2016 prenotazioni 06/54548538 TOSCANA/FIRENZE/GALLERIE DELL’ACCADEMIA Carlo Portelli. Pittore eccentrico tra Rosso Fiorentino e Vasari 22 dicembre 2015 – 30 aprile 2016 TOSCANA/FIRENZE/PALAZZO PITTI Firenze Capitale. 1865 – 2015. I doni e le collezioni del Re fino al 3 aprile 2016 9 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Eventi Sud ALBERTO BURRI A RENDE ITALIA IN GUERRA SICILIA(PALERMO/ORATORIO DI SAN LORENZO Next. Igor Scalisi Palminteri fino al 15 maggio 2016 SICILIA/AGRIGENTO/ BIBLIOTECA LUCCHESIANA Il Vescovo Andrea Lucchesi Palli e la Lucchesiana dalla fondazione ad oggi fino al 4 marzo 2016 solo per gruppi, prenotazione obbligatoria tel 0922/22217 SICILIA/CATANIA/PALAZZO DELLA CULTURA Fino all’ultimo respiro, una generazione stellare fino al 20 marzo 2016 CAMPANIA/SALERNO/ARCHIVIO DI STATO L’Italia in guerra 23 maggio 2015 – 1 maggio 2016 ABRUZZO/PESCARA/MUSEO FONDAZIONE PAPARELLA Costantino Barbella 8 dicembre 2015 – 15 maggio 2016 CAMPANIA/NAPOLI/MUSEO DELLA CERAMICA DUCA DI MARTINA Viaggiare ad arte, conversazioni in floridiana tra arte, letteratura, teatro e musica fino al 28 maggio 2016 GENOVA/APPARTAMENTO DEL DOGE Dagli Impressionisti a Picasso. I capolavori del Detroit Institute of Arts fino al 10 aprile 2016 10 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Mostre Top “Fece di scoltura di legname e Scultura lignea del ‘400 21/3-28/8 di colori”, agli Uffizi di Firenze by Timur de Angeli L a Galleria degli Uffizi dal 21 marzo al 28 agosto 2016 ospiterà un’esposizione temporanea che si propone per la prima volta d’indagare, attraverso un nucleo di circa quaranta opere, la vicenda della scultura in legno dipinto del Quattrocento fiorentino, un tema studiato con passione da Margrit Lisner e da Alessandro Parronchi, ma mai illustrato in una mostra. Nel Quattrocento la scultura dipinta, in linea col primato artistico della scultura, costituì un imprescindibile modello per tutti gli artisti. Infatti, un tema come quello del corpo sofferente sulla croce espresso con un nuovo naturalismo nei crocifissi di Donatello e Brunelleschi fu oggetto di riferimento per l’espressione artistica delle successive generazioni. Il Vasari, poco incline nel tessere le lodi della scultura in legno dipinto, perché a tale materiale non «si dà mai la freschezza del marmo», nell’elenco di sculture lignee elencate nelle ‘Vite’, le classifica per la loro funzione devozionale nella quale sembra esaurirsi ogni apprezzamento. A Firenze, accanto alla qualificata produzione di crocifissi, si intagliarono anche statue della Madonna, di sante e santi eremiti dai corpi tormentati o preservati dal dolore, busti-ritratto, statue al centro di polittici misti e statue per l’arredo liturgico. Donatello e Brunelleschi dipingevano le loro opere e fu una scultura in legno dipinto come il Battista dei Frari, richiesto a Donatello dai confratelli della «nazione fiorentina» a Venezia, che annunciò le novità della città toscana. Altri scultori si rivolgevano per dipingere le loro opere a pittori. Neri di Bicci, che aveva in via Porta Rossa una bottega avviata, dipingeva busti intagliati da Desiderio da Settignano e crocifissi per Benedetto da Maiano; con un monaco-scultore, don Romualdo da Candeli, il pittore intrattiene un rapporto di stretta collaborazione, descritto nelle sue ‘Ricordanze’, ed attestato dalla Maddalena al Museo di Empoli. Proprio la ‘Maddalena’, in virtù di quella eseguita da Donatello, oggi al Museo Opera del Duomo, costituirà un tema prediletto dagli scultori, come attesta l’avvenente Maddalena di Desiderio da Settignano in Santa Trinita, terminata da Giovanni d’Andrea, un allievo del Verrocchio. Un altro momento di collaborazione tra pittori e scultori si realizza attraverso i polittici-misti, grandi altari con al centro una statua in legno e pannelli laterali dipinti. La bellezza di queste scenografiche composizioni, che spiccavano nello spazio liturgico, è restituita dal polittico Bernardi, a Lucca, di Filippino Lippi e Benedetto da Maiano, e dal Tabernacolo di San Sebastiano in Sant’Ambrogio a Firenze, intagliato da Leonardo del Tasso e dipinto da Filippino Lippi. Nell’ultimo quarto del secolo alcune grandi botteghe a conduzione familiare, sollecitate dalle richieste del mercato artistico, si specializzarono nella realizzazione di crocifissi collocati nelle chiese e destinati anche alla devozione privata e conventuale. Tale produzione fu predominante negli esponenti della più alta tradizione dell’intaglio ligneo fiorentino: i fratelli Giuliano e Benedetto da Maiano, i Sangallo, i Del Tasso e Baccio da Montelupo. Nella mostra saranno inoltre indagate le presenze di maestri stranieri attivi a Firenze: come il misterioso Giovanni teutonico, un artista itinerante, autore in città di alcuni lavori tra i quali un crocifisso in Sant’Jacopo Soprarno. Il commento del Vasari al San Rocco di «Ianni Franzese» all’Annunziata, oggi riferito allo scultore tedesco Veit Stoss, sintetizza il suo pensiero sulla scultura lignea. Vasari apprezza la statua «senza alcuna coperta di colore». Nella cultura classicista della quale era prestigioso esponente, il colore, nella scultura, veniva ormai percepito come il retaggio di un favoloso passato. I colori, sentenziò, in pieno Cinquecento, l’erudito Borghini, «non sono degli scultori». Oggi che siamo sensibili verso i valori espressivi della scultura in legno dipinto, nessuno condividerebbe un giudizio simile. La mostra a cura, come il catalogo edito da Giunti, di Alfredo Bellandi è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la Galleria degli Uffizi. 11 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Cover Story by Katia Ferri Melzi d’Eril Le donne della scienza Da Ipazia a Samantha Cristoforetti, da Emile du Chatelet a Maria Curie, alle signore della robotica che oggi ci fanno sognare con i loro arditi prototipi. Un piccolo viaggio alla ricerca della conoscenza e dell’eccellenza tutta al femminile 12 Samantha Cristoforetti racconta la sua straordinaria esperienza di scienziata nell’Aula del ‘400 all’Università degli Studi di Pavia, il 5 marzo 2016. L’astronauta italiana ha raggiunto in sei ore di volo la Stazione Spaziale Internazionale, dove è rimasta per sei mesi. È decollata da Bajkonur, in Kazakhstan, con un razzo Soyuz. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Cover Story L a storia delle donne della scienza va vista alla luce di quella dell’intera cultura al femminile. E stata una storia di emarginazione sino alla fine dell’Ottocento e in gran parte ancora fino alla metà del Novecento, almeno nei Paesi industrializzati. In molti Paesi in via di sviluppo, salvo rare eccezioni, ancor oggi le donne sono ben lontane non solo dall’aver raggiunto la parità con l’altro sesso. E nei Paesi guidati da governi islamici integralisti, anche dal vedere loro riconosciuti i più elementari diritti di esseri umani. Dunque neanche i progressi della scienza e della medicina, e le conseguenti applicazioni tecnologiche hanno annullato in un certo senso la condanna biblica; “uomo lavorerai con fatica, donna partorirai con dolore”. Per secoli le donne che potevano a A sinistra, l’astronauta italiana, Samantha Christoforetti durante la sua conferenza all’Università di Pavia. Nel riquadro, ritratto del capitano prima della partenza per la stazione spaziale. Qui sopra la protagnista della nostra copertina, la cantante Annalisa Scarrone, fisico, conduttrice di una trasmissione scientifica su Italia 1 (vedi a pag. 21) avere accesso all’istruzione erano quelle rinchiuse nei conventi. Forse per questo quelle emerse in passato erano soprattutto umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, molto più raramente scienziate. Infatti chi ha attitudini artistiche o letterarie può emergere anche senza una preparazione specifica. Mentre le scienze, e in particolare le cosiddette scienze “dure” come matematica e fisica richiedono una preparazione di base, senza la quale è quasi impossibile progredire. Solo quelle poche favorite dall’avere un padre, un fratello o un marito scienziato disposto a condividere le proprie cognizioni, potevano costruirsi una cultura scientifica. Basta ricordare che ancora all’inizio del XX secolo in molti Paesi europei alle ragazze era precluso l’accesso alle università ed anche ai licei. Malgrado le difficoltà incontrate, non sono poche le scienziate che hanno portato importanti contributi allo sviluppo umano. La storia ci tramanda i nomi di alcune: una ventina nell’antichità, fra cui emerge il nome della giovane Ipazia. figlia del matematico e filosofo Teone. Diventò capo di una scuola platonica di Alessandria d’Egitto frequentata da molti giovani. Fu uccisa barbaramente perché tanta genialità matematica in una donna poteva sembrare indice di empietà. Sono noti solo una decina di nomi nel Medioevo, soprattutto nei conventi, quasi nessuna tra il 1400 e il 1500, 16 nel 1600, 24 nel 1700, come Madame Emile du Chatelet, amica di Voltaire, che tradusse in francese i Principia di Newton e faceva esperimenti nel suo castello sulla conservazione dell’energia e dell’impulso. Oggi solo nel campo dell’astronomia sono più di 2000 le scienziate attive, ed in ogni campo dei sapere le ricercatrici universitarie superano il 50%, con punte ded’80% nelle facoltà umanistiche, del LA PRIMA FU IPAZIA DI ALESSANDRIA Ipazia, visse ad Alessandria d’Egitto fra la fine del IV e l’inizio del V secolo. Non si crea che Ipazia si fosse avvicinata da sola agli studi scientifici; fu il padre Teone ad indirizzarla su questa via, come lui stesso ci tramanda; nell’intestazione del III libro del suo commento al Sistema matematico di Tolomeo, troviamo scritto: “Commento di Teone di Alessandria al terzo libro del Sistema matematico di Tolomeo. Edizione controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia”. Ipazia fu una grande studiosa di matematica dunque, ma, ed è questo l’aspetto più significativo, anche una straordinaria insegnante: “Introdusse molti alle scienze matematiche” ci dice Filostorgio, e numerose altre testimonianze ci attestano addirittura di sue opere autografe, purtroppo però ora scomparse. Pare comunque che una delle discipline in cui Ipazia seppe distinguersi di più fosse l’astronomia. Ancora Filostorgio e poi Suda, ci informano di interessanti scoperte compiute da quella che oggi si definisce a buon conto la prima scienziata della storia, a proposito del moto degli astri, scoperte che ella rese accessibili ai suoi contemporanei con un testo, intitolato “Canone astronomico”. Ma Ipazia fu anche una filosofa molto apprezzata: Socrate Scolatico parla di lei come della terza caposcuola del Platonismo, dopo Platone e Plotino. Damascio ci spiega come seppe passare dalla semplice erudizione alla sapienza filosofica. Pallada poi, in un epigramma, tesse uno degli elogi più belli di Ipazia: nel terzo verso si legge: “Verso il cielo è rivolto ogni tuo atto”. 13 63 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Cover Story Maria Curie vinse due Premi Nobel: per la chimica e la fisica 60% in quelle di scienze biologiche, dal 30 al 40% nelle scienze biologiche, più dei 50% nelle matematiche, mentre sono ancora al di sotto dei 20% in ingegneria e agraria. Maria Gaetana Agnesi (1718-1799) fu la prima donna ad essere chiamata a ricoprire una cattedra universitaria, all’Università di Bologna, e Sophie Germain (1776-1831) fu una riconosciuta esperta di teoria dei numeri e di fisica. Nel XIX secolo ci sono numerose grandi matematiche, fra le quali emergono soprattutto Sofia Kovaleskaja (1850-1891), professore all’Università di Stoccolma, e Emmy Noether (1882-1935), fondatrice dell’algebra moderna. Fra le matematiche italiane di questo secolo ricordiamo Pia Nalli ( 1866-1964) professore ordinario di analisi matematica all’università di Cagliari e poi di Catania; Maria Pastori (1895-1975) ordinario di Meccanica Razionale all’università di Messina, Maria Cibrario Cinquini (1905-1992), ordinario di Analisi matematica a Cagliari e professore emerito dell’università di Pavia, Maria Biggiogero Masotti ordinario di geometria presso il Politecnico di Milano. Fra le fisiche e le astrofisiche vanno ricordate, naturalmente Marie Sklodwska Curie (1867-1934), premio Nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911, e prima donna professore alla Sorbona. Madame Curie, va sottolineato, partecipò, insieme ai piu’ grandi fisici del primo 14 Novecento tra cui Einstein, Perrin, Lagevin, De Broglie,alla I° Conferenza Solvay a Bruxelles nel 1911. Fu geniale anche sua figlia Irene Curie (1897-1956) premio Nobel per la chimica nel 1935; Lise Meitner (1878-1856) fu premio Nobel per la chimica nel 1935; Lise Meitner (1878-1968) che scopre il fenomeno della fissione nucleare è la prima donna ad avere una cattedra universitaria di fisica in Germania; Marie Goeppert Mayer (19061972) premio Nobel per la fisica nel 1963 fu celebre per la sua teoria sui “numeri magici” che determinano la stabilità degli atomi; Wu Chieng-Shiung (1913-1997), professore di fisica alla Columbia University, è la scopritrice della non conservazione della parità nelle interazioni deboli. Fra le astronome e astrofisiche va ricordata Caroline Herschel (1750-1848) che insieme al fratello William iniziò lo studio fisico del cielo, occupandosi di quello sfondo di stelle fino allora considerato poco più di uno scenario su cui si muovevano i pianeti. A loro si deve lo studio delle nubi interstellari, la scoperta di regioni apparentemente prive di stelle, che oggi sappiamo essere regioni ricche di polveri che ci nascondono le stelle retrostanti, e lo studio della distribuzione delle stelle sulla volta celeste. Maria Mitchell (1818-1889) è stata la prima famosa astronoma americana, docente di astronomia al Vassar College e direttrice di quell’osservatorio, che ha preso il suo nome. Un terzetto di astronome americane che hanno legato il loro nome a scoperte e ricerche fondamentali per la moderna astrofisica sono Henrietta Swan Leavitt (1868-1921), Anne Cannon (1863-1941) e Antonia Maury (18661952). La prima scoprì la relazione che lega il perio- “A strosamantha” come ormai chiamano Samantha L’antico Cristoforetti, astronauta dell’Agenziapalazzetto spaziale europea e capitano dell’Aeronautica Militare, è ‘atterrata’ a Pavia Amarelli, qualche giorno fa, sabato 5 marzo, grazie al Centro Tecnologie per la Salute dell’Università di Pavia (Cht) che l’ha invitata a raccontare la sua straordinaria avventura nello spazio. L’incontro tenutosi nell’Aula del ‘400 e in collegamento nell’aula Disegno, è stato inaugurato dal Magnifico Rettore prof. Fabio Rugge con i prorettori prof. Giampaolo Azzoni e Francesco Svelto. L’incontro è iniziato con gli interventi dei referenti del progetto strategico del Cht Riccardo Bellazzi, Carlomaurizio Montecucco e la tenacissima Livia Visai, che ha lavorato strenuamente per portare l’astronauta italiana a Pavia. E’ seguita poi una presentazione della Missione Futura a cura di Gabriele Mascetti (Agenzia Spaziale Italiana), completata dall’intervento di Fabrizio Carrai, della pioneristica società Kayser Italia, che ha partecipato a questa e altre 60 missioni spaziali controllando a terra delle attività dell’astronauta. Samantha Cristoforetti, 38 anni, ha raccontato poi della missione e degli esperimenti condotti, anche per conto dell’Università di Pavia. L’astronauta applaudita dalle autorità e dalla cittadinanza che l’ha attesa per ore anche fuori dall’incontro, è stata premiata dal Rettore con la Medaglia Teresiana, la massima onoreficienza dell’Ateneo Pavese. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Cover Story È cominciata con il respiro mozzato da una pressione fortissima sul petto l’avventura di Samantaha per Futura, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), la seconda di lunga durata (sei mesi) dell’Agenzia spaziale italiana. La prima aveva portato in orbita Luca Parmitano. Insieme alla Cristoforetti c’erano a bordo il comandante della Soyuz, il russo Anton Shkaplerov, seduto nel seggiolino centrale. Alla sua sinistra la Cristoforetti e alla destra l’americano Terry Virts. Nata a Milano, ma di origine trentina e cresciuta a Malè Samantha Cristoforetti è divenuta ingegnere e solo dopo pilota militare: ha potuto entrare in aeronautica quando l’arma è stata aperta alle donne giusto per un soffio (per l’età) e far valere i suoi titoli universitari, la sua conoscenza perfetta dell’inglese e del russo, la sua condizione fisica eccellente. Nessuno avrebbe mai scommesso che la giovane capitano dell’aeronautica sarebbe partita per lo spazio, per svolgere i difficili compiti di ricerca, sperimentazione e manutenzione operativa del laboratorio spaziale, che - quanti lo sanno? - è grande come un campo da calcio ma ha pochissimi spazi per la privacy dei suoi abitanti. In questa missione l’Italia è stata protagonista, ha riraccontato Samantha Cristoforetti. Che attraverso i social network ha trasmesso centinaia di immagini della terra e dello spazio. “La più grande emozione della mia vita è stata vederla apparire sotto di me, durante il decollo. Non esiste niente di più strabiliante”. Ecco le 10 ricerche condotte nello spazio da Samantha Cristoforetti. 1) L’esperimento ‘Drai Brain’, coordinato da Paolo Qui sopra : Samantha Cristoforetti esegue uno degli esperimenti di ricerca nel laboratorio, durante la missione spaziale Zamboni (Centro per le malattie vascolari, Università di Ferrara): doveva verificare l’ipotesi secondo cui una delle cause della sclerosi multipla potrebbe essere il restringimento dei vasi sanguigni di testa e collo. 2) Wearable monitoring: è stata indossata una maglietta equipaggiata con sensori in grado di misurare ritmo del cuore e del respiro durante il sonno, e l’Unità elettronica portatile per raccogliere i dati. 3) Nello spazio è’ stata testata una macchina per il caffè espresso. La macchina è stata costruita in Italia, dalla collaborazione fra Argotec, Lavazza e Finmeccanica-Selex Es. 4) E’ stata provata una stampante in 3D italiana, costruita da Altran e dalla Thales Alenia Space. 5) Sono state effettuate rilevazioni sul comportamento dei fluidi. 6) Sono state sperimentate nuove tecniche di decontaminazione dai batteri (sviluppate da Vable, università della Tuscia) 7) E’ stato studiato il comportamento delle cellule in assenza di peso (Cytospace, Sapienza università di Roma e Kayser Italia) 8) E’ stata studiata la perdita di massa muscolare (Bone-Muscke Check, università di Salerno) 9) Sono state testate speciali Nanoparticelle contro l’osteoporosi nel test Nato (spedite nello spazio dal Cht dell’Università di Pavia), 10) L’adattamento del cervello allo spazio è studiato da Slink (Politecnico di Milano). 15 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Cover Story Tra le prime studiose della galassia, Beatrice Tinsley do di variazione di luce di una classe di stelle variabili dette “Cefeidi” al loro splendore assoluto, facendo di questa classe di stelle uno dei migliori mezzi per la determinazione delle distanze delle galassie. Alla seconda si deve la classificazione degli spettri di più di 225.000 stelle; il risultato del suo lavoro è raccolto nel poderoso catologo “Henry Draper” (dal nome dei finanziatone dell’opera) che è ancora oggi largamente consultato. La terza scoprì alcune caratteristiche degli spettri stellari, che permettevano di stabilire lo splendore assoluto di una stella, e quindi - misurato lo splendore apparente - risalire alla distanza. Essa ha anticipato di almeno due decenni il metodo di determinazione delle distanze dal semplice studio dello spettro. Una grande astrofisica, iniziatrice dei metodi di studio delle atmosfere stellari e della determinazione della loro composizione chimica è stata Cecilia Payne Gaposchkin (1890-1979). Iniziatrice dello studio dell’evoluzione chimica della Galassia è stata una giovane astrofisica, Beatrice Tinsley, purtroppo è scomparsa prematuramente una ventina di anni fa. Oggi sono numerosissime le astrofisiche di fama internazionale che guidano gruppi di ricerca nei più svariati campi, dalla fisica stellare alla cosmologia, e delle più svariate nazionalità. Si può stimare che in tutto il mondo rappresentino dal 25 al 30% di tutti gli astronomi e astrofisici. Altrettanto numerose sono le scienziate nel campo della biologia e delle scienze mediche, molte insignite di premio Nobel. Fra tutte ricordiamo Rita Levi- Montalcini (1909), scomparsa nel 2012 all’età di 103 anni. Cecilia Payne Gaposchkin, grande astrofisica, iniziatrice dei metodi di studio delle atmosfere stellari 54 16 Rita Levi Montalcini nel 1986 vinse il Premio Nobel per la medicina grazie alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa. È stata, inoltre, la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 2001 fu nominata senatrice a vita, dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che la scelse per i suoi meriti sociali e scientifici. All’età di vent’anni entrò nella scuola medica dell’istologo Giuseppe Levi (padre di Natalia Ginzburg), dove cominciò gli studi sul sistema nervoso che avrebbe proseguito per tutta la vita. Ebbe come compagni universitari due futuri premi Nobel, Salvador Luria e Renato Dulbecco. Tutti e tre furono studenti di Giuseppe Levi verso il quale si sentirono in debito per la formazione in scienze biologiche e per aver insegnato loro come affrontare i problemi scientifici in modo rigoroso, in un momento in cui tale approccio era ancora abbastanza inusuale; fu lo stesso Levi a introdurre in Italia il metodo di coltivazione in vitro. Nel 1936 il rettore dell’Università di Torino, Silvio Pivano, le conferì la laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e lode, successivamente si specializzò in neurologia e psichiatria, ancora incerta se dedicarsi completamente alla professione medica o allo stesso tempo portare avanti le ricerche in neurologia. A seguito delle leggi razziali del 1938 in quanto ebrea sefardita, Rita fu costretta a emigrare in Belgio con Giuseppe Levi, sebbene stesse ancora terminando gli studi specialistici di psichiatria e neurologia. Beatrice Tinsley, astrofisica, iniziatrice dello studio dell’evoluzione chimica delle galassie L’astrofisica italiana Margherita Hack, ha diretto per molti anni l’osservatorio di Trieste ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Due toscane fra le donne più influenti nella robotica Sino all’invasione tedesca del Belgio (primavera del 1940), fu ospite dell’istituto di neurologia dell’Università di Bruxelles dove continuò gli studi sul differenziamento del sistema nervoso. Poco prima dell’invasione del Belgio tornò a Torino, dove, durante l’inverno del 1940, allestì un laboratorio domestico situato nella sua camera da letto per proseguire le sue ricerche, ispirate da un articolo di Viktor Hamburger del 1934 che riferiva sugli effetti dell’estirpazione degli arti negli embrioni di pulcini. Il suo progetto era appena partito quando Giuseppe Levi, scappato dal Belgio invaso dai nazisti, ritornò a Torino e si unì a lei, diventando così, con suo grande orgoglio, il suo primo e unico assistente. Il loro obiettivo era quello di comprendere il ruolo dei fattori genetici e di quelli ambientali nella differenziazione dei centri nervosi. In quel laboratorio Rita Levi-Montalcini scoprì il meccanismo della morte di intere popolazioni nervose nelle fasi iniziali del loro sviluppo, fenomeno riconosciuto solo tre decenni più tardi (1972) e definito con il termine apoptosi. Un altro doveroso tributo spetta all’astrofisica Margherita Hack, che ha diretto per molti anni l’Osservatorio astronomico di Trieste, scomparsa nel 2013. Margherita Hack ha firmato durante la sua carriera centinaia di studi su riviste scientifiche internazionali, principalmente sulle emissioni spettrali, oltre che numerosi volumi di divulgazione scientifica. Ha studiato un tema difficile, le variabili Cefeidi, uno specialissimo tipo di stella che viene utilizzata per misurare la Chiara Albicocco, conduttrice del programma radiofonico di scienza “Moebius”, in onda su Radio24 (Gruppo Sole 24 Ore) Cover Story T ra le 25 donne più influenti nella robotica, secondo l’ultima classifica stilata da RoboHub, una delle maggiori associazioni scientifiche in questo campo, ci sono Cecilia Laschi della Scuola Superiore di S. Anna di Pisa e Barbara Mazzolai, dell’istituto italiano di Teecnologia di Genova. Dalle due scienziate è nata una seconda generazione di automi assolutamente rivoluzionaria, perchè si ispira alla natura. La prima, Cecilia Laschi, ha pensato ad un polpo robotico, un anumale che non ha parti rigide e può afferrare facilmente gli oggetti. E’ modello eccellente che riesce a gestire otto braccia attraverso un cervello. Barbala Mazzolai, biologa esperta di inquinanti, ha progettato invece i suoi robot ispirandosi alle piante. La sua prima idea è stata quella di monitorare la qualità del suolo. I vegetali sono gli esseri viventi in assoluto più capaci di penetrare il terreno tramite le radici, sono capaci di dirigersi verso l’acqua o minerali che occorrono loro come nutrimento. I robot creati da Barbara Mazzolai si differenziano dagli altri, inoltre, perchè ‘crescono’ grazie a materiali termoplastici interni. Il vantaggio è che somigliano ad esser umani e possono essere utili in molti campi, per esempio in questo medico. Il suo invertebrato è già un prototipo di endoscopio chirurgico. Ora la biologa toscana sta lavorando a una versione ‘domestica’ del suo robot ‘vegetale’, vuole che aiuti gli anziani a fare la doccia a casa o in ospedale, rispettando indipendenza e privacy. Silvia Priori, direttore scientifico della Fondazione Maugeri di Pavia. Ha individuato il gene che causa le morti in culla. Nicoletta Protti, fisico, vincitrice del Premio l’Oreal per la scienza. Per distruggere le cellule tumorali, utilizza i protoni. 17 25 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Cover Story Guest dell’ evento pavese “11 donne della scienza all’Università di Pavia” è stata la dott.ssa Annalisa Buffa (CNR, terza da sinistra nella foto ). 43 anni, dirige l’istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche (IMATI) del CNR che ha una sede a Pavia. Per i suoi studi sull’analisi numerica dalle equazioni alle derivate parziali, con applicazioni derivanti da vari campi fra cui l’elettromagnetismo, ha ottenuto importanti premi internazionali fra cui il Collatz Prize. E’ oratrice nelle conferenze mondiali di settore e anche alle conferenze generali di matematica come ICM e ECM. luminosità assoluta di tutte le altre stelle. Sebbene oggi i contributi delle donne alla scienza vengano riconosciuti, resta il fatto che le scienziate per emergere devono generalmente lavorare di più dei loro colleghi e devono ancora superare numerosi pregiudizi, che, contrariamente a quanto si crede, sono maggiori nei paesi anglosassoni che non in quelli latini. avendo la costanza di perseguire lo scopo di battere un record o di ottenere un risultato scientifico, senza scoraggiarsi davanti agli insuccessi, perseverando con costanza. Malgrado i grandi progressi fatti dalle donne, ci sono ancora notevoli disparità nel mondo del lavoro, della politica e della ricerca. Al governo dei comuni sono ancora una minoranza le donne sindaco, mentre sono frequenti gli assessorati alla cultura assegnati a donne. Nelle università le ricercatrici sono ormai più della metà di tutti i ricercatori, ma appena si passa al livello superiore, quello dei professori associati, le.donne sono meno del 30% e al più alto livello dei professori ordinari sono appena il 10%. Questo dato è stato ricordato anche il 5 marzo scorso durante il talk show intitolato “11 donne della scienza” che si è tenuto al Museo della Tecnica Elettrica dell’Università degli Studi di Pavia, condotto da Chiara Albicocco, giornalista scientifica del programma radiofonico Moebius, in onda su Radio24 (Gruppo Sole 24 Ore). Le scienziate prescelte per il talk sono notissime risultati ottenuti nei rispettivi campi di ricerca e per la grande dedizione che le contraddistingue. Alcune di loro, paradossalmente, sono più famose all’estero che in Italia, altre hanno conseguito importanti premi nazionali e internazionali per la loro tenacia e soprattutto per l’innovazione che ha guidato i loro progetti e il raggiungimento degli straordinari risultati, applauditi e premiati in tutto il mondo. Alessandra Albertini, 64 anni, è il Direttore del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “L. Spallanzani”, studiosa internazionale di genetica molecolare batterica e di biotecnologie microbiche, è autrice di due brevetti. Segue vari filoni di ricerca fra cui quella sulle tecnologie di ingegneria cromosomica e di sequenziamento dei genomi batterici. Norma Anglani, 48 anni, è ricercatrice presso la Facoltà di Ingegneria nel campo della pianificazione energetica e dell’ottimizzazione delle risorse energetiche nei processi industriali e civili. Dal 2011 è responsabile del Labac, laboratorio sull’efficienza energetica nei sistemi aria compressa, laboratorio unico nel suo genere in Italia e completamente finanziato da un gruppo di industrie leader nel settore. Sarah Caronni, 38 anni, è cultore della materia in ecologia marina sperimentale e geobotanica presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente. Finanzia le sue ricerche grazie a premi, riconoscimenti e borse di studio offerte da enti e istituzioni pubbliche e private. Nel 2014 ha vinto il premio L’Oreal-Unesco Women for Science con un progetto dedicato all’invasione delle microalghe. Maria Daglia, 50 anni, è professore associato di Chimica degli Alimenti presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco. Esperta di Nutraceutica, segue numerosi filoni di ricerca, tra cui lo studio dell’influenza degli alimenti sul tono dell’umore e sul dolore osteoarticolare. Ha in atto numerose collaborazioni con aziende del settore nutraceutico e alimentare, da cui ottiene cospicui finanziamenti per la ricerca e che garantiscono il placement dei giovani ricercatori che afferiscono la suo gruppo. Antonella Ferrara, 52 anni, professore ordinario di Automatica presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione, è un’esperta internazionale di sistemi dinamici e di controllo e loro applicazione in campo automobilistico, del controllo del traffico veicolare e in robotica. E’ chair del gruppo internazionale IEEE Women in Control.Sabina Merlo, 53 anni, professore associato di elettronica al Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione, si occupa di optoelettronica e delle sue applicazioni in vari settori, dalle comunicazioni alla medicina. È referente del Corso di Laurea Magistrale in Electronic Engineering. Silvia Giuliana Priori, 55 anni, professore ordinario di cardiologia al Dipartimento di Medicina Molecolare e Direttore Scientifico Centrale della Fondazione Salvatore Maugeri Clinica del Lavoro e della Riabilitazione ICCRS. Si occupa da vent’anni di aritmie cardiache su base genetica, i cui risultati sono stati avallati dal conferimento di importanti riconoscimenti internazionali. Ha identificato il gene RyR2, la cui alterazione è causa di una forma di aritmia cardiaca maligna che provoca morte improvvisa. Al momento sta sviluppando nuove strategie di Gene-Therapy per la cura delle patologie aritmogene ereditarie. Nicoletta Protti, 31 anni, laurea in fisica, opera presso il Dipartimento di Fisica e la sezione di Pavia dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) nel settore della Terapia per Cattura Neutronica con Boro (BNCT) per tumori polmonari diffusi. Finora la sua attività scientifica è stata sostenuta da assegni di ricerca finanziati dall’Univesità di Pavia e dall’INFN. Nel 2015 ha vinto il premio L’Oreal-UNESCO For Women in Science grazie a cui sta attualmente svolgendo la sua attività di ricerca sulla terapica per cattura neutronica nel trattamento della malattia di Alzheimer. E’ la candidata presentata da L’Oreal Italia per l’edizione 2016 del premio internazionale L’Oreal-UNESCO For Women in Science International Rising Talents. 2016 grazie alla sua ricerca. Giovanna Riccardi, 63 anni, professore ordinario presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, è un’autorità internazionale nel campo della ricerca sulla tubercolosi e sulla fibrosi cistica. Il suo laboratorio ha lavorato su un nuovo farmaco tubercolare attualmente in sperimentazione preclinica. Questo successo è stato pubblicato su Science e definito da Nature Medecine uno dei key papers internazionali per l’anno 2009. Orsetta Zuffardi, 69 anni, professore ordinario di genetica umana al Dipartimento di Medicina Molecolare che dirige dal 2013, è un’autorità internazionale nel campo della citogenetica. La sua ricerca spazia dall’infertilità maschile e femminile allo studio dei genomi e delle malformazioni congenite. 18 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Cover Story Annalisa Scarrone, la regina della musica pop de “Il diluvio universale” è anche una scienziata: ha in tasca una laurea in fisica M usica o scienza? Il dilemma non la preoccupa affatto, anzi la diverte a tal punto che ha deciso di fare tutte e due le cose : la cantante, e ci riesce alla grande, come si è visto all’ultimo Sanremo e in questi anni di continui album dopo la quasi vittoria al talent Amci. E anche la scienziata (essendo una scienziata vera, laurea in fisica nel 2009). Magari però fuori dal laboratorio: sul set di un film (Babbo Natale non arriva dal Nord) e in un docufilm scientifico di Italia1. Se Piero Angela si stufasse di condurre Quark, ingaggerebbero subito lei, Annalisa Scarrone. Deve il suo successo di cantautrice alla voce potente e profonda, il viso diafano da sfinge e una personalità eclettica che incanta. Risulta irresistibile e misteriosa tanto quando tiene le note alte, tanto quando vuol inchiodare gli spettatori alla poltrona, mentre tratta temi ‘ostici’ come l’attività del Cern. Annalisa, stella della nuova canzone italiana del Terzo Millennio, ha sempre la scienza nelle sue canzoni. Tra ‘Splende’ e la bella “Il Diluvio Universale”, c’è stata la mssa in onda di “Tutta colpa di Einstein-Quelli del CERN” programma di Italia 1, andato in onda per tre puntate a partire dal 13 dicembre. ‘E’ stata un’esperienza molto bella’, ha dichiarato alla stampa Annalisa, ‘la cosa che mi ha affascinato subito è stato raccontare il CERN e farlo in modo semplice, mettendo l’accento sulla creatività’. Nelle tre puntate del docu-viaggio in chiave pop, Annalisa ha svelato ai telespettatori cosa accade dentro il Cern: questa esperienza è stata la sua Quest’inverno ha recitato in un film e ha condotto un programma televisivo su Italia1: “Tutta colpa di Einstein - Quelli del Cern” prima prova televisiva da conduttrice, anche se lei stessa preferisce definirsi traghettatrice. Ora è la musica il suo pane quotidiano: ma la scienza le ha portato fortuna anche nello show business. “Dopo la laurea in fisica ho intrapreso un’altra strada e con mia grande gioia ho scoperto che al CERN è pieno di artisti’, racconta. Tutta colpa di Einstein è un docuviaggio: Annalisa non presenta su un palco o in uno studio, ma parte da casa sua verso il CERN di Ginevra e tutto è stato documentato, comprese le persone che ha incontrato, dagli gli scienziati agli studenti. “Certo, il mio bagaglio culturale mi ha aiutata. Nel programma, quando facevo le domande, sapevo di cosa parlavo. Seguivo il filo del discorso e questo mi permetteva di interagire autonomamente con la persona che avevo davanti.” Annalisa ha preso fin da subito molto sul serio il suo impegno con la musica. “Sin dal primo album ho cercato di mettere me stesse dentro ogni singola canzone. Ma fare musica e fare dischi non sono la stessa cosa, per realizzare un album entrano in ballo anche altre professionalità. Devo ringraziare le persone con cui ho avuto modo di lavorare, mi hanno permesso di imparare da loro, di apprendere e studiare” Ogni disco è un passo in avanti, spiega Annalisa, divenuta ormai cantautrice. “Ho contribuito alla scrittura dei brani. Magari partendo con un’idea, o partendo dalle idee degli autori con cui ho collaborato. Chiaramente se viene da me un autore che ha finito un brano in cui mi sento a mio agio, che capisco mi rappresenti, non mi tiro certo indietro”. A destra, l’ultimo album di Annalisa. Sotto, un intenso ritratto della cantante che ha sempre un po’ di scienza nelle sue canzoni. L’ultimo brano è “Il diluvio universale” 19 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Libri & Co I SUPER KILLER Ecco i nuovi romanzi che stanno sbaragliando le classifiche del genere thriller e noir. L’ultimo di John Grisham e l’inquietante lavoro di Harry MacLean. by Edoardo Barbieri I l romanzo “L’Avvocato Canaglia” (Rogue Lawyer), edito da Mondadori, è l’ultima fatica di John Grisham. La sua ultima opera segue le vicende di Sebastian Rudd, avvocato atipico che segue un codice morale tutto proprio. Il suo altrettanto atipico studio ha le quattro ruote di un furgone blindato nero dotato di ogni comfort: computer, internet, frigorifero, divanetti e poltroncine e armadietto per le armi. Al suo fianco quello che chiama Partner, un uomo che ha salvato in passato da un brutto affare e adesso si presta in base alle necessità come suo socio, autista, guardia del corpo e fidato consigliere. Sebastian Rudd accetta i peggiori clienti, il tipo di persone che nessuno vorrebbe incontrare per strada, i casi peggiori, i casi disperati. Un avvocato che crede che 20 A sinistra la copertina di “L’avvocato canaglia”, ultimo lavoro di John Grisham. A destra, la copertina di sapore vintage de “La gioia di uccidere” di Harry Mac Lean, osannato dalle colonne del New York Times. tutti abbiano diritto a un equo processo e a una giusta difesa, un uomo che vede il marcio delle istituzioni anche sotto la patina di apparente rispettabilità. Narrato in prima persona, L’Avvocato Canaglia ci permette di seguire la vita lavorativa e privata di Sebastian - sarcastico, caustico, anticonformista, disilluso e con una profonda sfiducia verso le istituzioni - alle prese con i casi più strani, contorti e disparati. Grisham sfrutta il suo personaggio per mettere alla berlina il peggio della società americana, basata sul consenso e sull’apparenza, soprattutto quando si parla di giustizia, quando sono in gioco le vite delle persone. Un antieroe con tutti i crismi: parte del sistema, lo contrasta dall’interno. Un protagonista umanamente verosimile e credibile che porta il lettore a identificarsi con lui. Lo scrittore di gialli giudiziari John Grisham è nato nel 1955 a Jonesboro, in Arkansas in una modesta famiglia .Diviene un avido lettore, soprattutto di John Steinbeck. Dopo la laurea in legge nel 1981, esercita la professione di avvocato a Southaven. Nel 1983 viene eletto per i Democratici alla Camera dei Rappresentanti del Mississippi, dove resta fino al 1990, pur continuando a esercitare la sua professione Nel tempo libero Grisham scrive il suo primo romanzo “Il momento di uccidere”, pubblicato da Wynwood Press, nel 1988. Il secondo, “Il socio”, fu il settimo romanzo più venduto del 1991 e ispirò il film con Tom Cruise. Seguirono “Il rapporto Pelican”, “Il cliente”, “L’uomo della pioggia”, “Il partner”. Grisham ha venduto più di 60 milioni di copie. È sposato dal 1981 con Renee Jones, hanno due figli, Shea e Ty. Vivono tra Oxford (Mississippi), Charlottesville. GIOIA DI UCCIDERE Esce in questi giorni il thriller noir “La gioia di Uccidere”, scritto da Harry Mac Lean, pubblicato da Fazi Editore. «Era dai tempi di American Psycho che non si vedeva un romanzo inquietante e inarrestabile come questo» commenta dalle colonne del NY Times Gregg Olsen. E ha perfettamente ragione. Questo romanzo ha avuto un esordio strabiliante, che in America ha suscitato molto clamore e raccolto importanti paragoni con pietre miliari del genere noir, del calibro di Edgar Allan Poe e Bret Easton Ellis appunto. L’autore ci propone la sua bella scrittura lirica, un gioco di rimandi e di specchi costruito magistralmente. Egli propone al lettore una vorticosa riflessione sul desiderio, sulla violenza, sulla colpa, che ribalta i canoni del thriller convenzionale. Si legge tutto d’un fiato dalla prima all’ultima pagina. Insomma, non perdetelo, è una vera scoperta. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 n.1 12/2014 Musica/Musical Notre Dame de Paris in tour by Paola Herrera La Parigi del 1482 invasa dai sans papier ci ricorda l’Europa presa d’assalto dagli immigrati di oggi. E Riccardo Cocciante riprende in mano il suo capolavoro A rriva a Milano Notre Dame de Paris, il romanzo storico di Victor Hugo riletto da Riccardo Cocciante su libretto di Luc Plamondon, trasformato in un’opera popolare. La storia è ambientata nel 1482, anno in cui la città è invasa dai sans papier, immigrati sprovvisti di documenti di identità e cittadinanza. Un po’ quel che avviene oggi in Europa. Giò Di Tonno e Lola Ponce tornano sul palco ad interpretare i protagonisti di questa storia di passione e disperazione: l’aitante militare Febo, la bella zingara Esmeralda, l’ambiguo prete Frollo e il mostruoso gobbo Quasimodo. Il fascino della gitana è anche la sua condanna a morte: resta vittima di un amore conteso che non trova pace e si vendica. Nell’atmosfera ieratica della cattedrale parigina, si dipanano le arie pop dello show che dopo 15 anni torna sui grandi palcoscenici europei con tutto o quasi il cast originale. Giò di Tonno e Lola Ponce sono sempre straordinari. Riccardo Cocciante, con la sua musica e il cast ha saputo instaurare un rapporto profondo con il pubblico. Lo spettacolo dopo il debutto del 3 marzo a Milano prosegue in giro per tutta la penisola, con gran finale il 4 settembre all’Arena di Verona. Il progetto nella versione italiana ha previsto un complesso adattamento a cura di Pasquale Panella. Ma in queste settimane si sta pensando anche a una versione per il Sudamerica e gli Usa. In Corea, cantato nella lingua locale, è diventato uno spettacolo cult. Riccardo Cocciante in questi anni ha vinto un’altra scommessa impossibile, creare un musical sulla storia del Piccolo Principe. E’ stato già proposto con successo in Francia. Una versione italiana non è semplice da realizare, perchè la scrittura di Saint Exupéry è bivalente: sembra un libro per bambini, in realtà è quasi un trattato di filosofia. FRANCO BATTIATO E ALICE IN TOUR A volte ritornano. Il maestro catanese Franco Battiato e la sua amica, la cantautrice forlivese Alice tornano sulle scene come nei primi anni Ottanta. Ciascuno dei due artisti in seguito scelse un percorso musicale diverso, aderente alle proprie corde espressive e compositive. Questo nuovo progetto e viaggio li riporta inseme, suggella l’amicizia duratura e l’intesa professionale. I due si esibiranno in tutta Italia con una serie di live e saranno accompagnati dalla Ensemble Symphony Orchestra. L’anteprima, che si è tenuta il 13 febbraio scorso a Carpi è stata un successo. Dunque il tour ora prosegue da Trieste a Milano, passando per Firenze e Roma. Il gran finale si terrà l’8 aprile prossimo al Teatro Biondo di Palermo. LUCA BARBAROSSA PER LIBERA Il cantautore Luca Barbarossa festeggia i 20 anni di Libera, l’associazione di Don Luigi Ciotti che combatte le mafie, con un album intitolato Radio Duets Musica Libera, che ripropone i più bei duetti di Luca Barbarossa, registrati in presa diretta durante la conduzione del programma radiofonico Radio Due Social Club. Tra i partner canori ci sono Lucio Dalla, Malika Ayane, Franco Califano e Giuliano Sangiorgi. A fianco, Riccardo Cocciante, autore delle musiche di Notre Dame de Paris. Sotto, uno spettacolare salto dell’etoile Giuseppe Picone, che sta preparando il suo debutto nella coreografia con Romeo e Giulietta GIUSEPPE PICONE E’ IL CIGNO NERO Torna in Italia una star mondiale della danza, l’etoile Giuseppe Picone, che incanterà la platea del Teatro Nuovo di Torino l’11 e il 12 marzo con un Gran Galà della Danza intitolato il Cigno Nero, una produzione di Daniele Cipriani creata sull’onda del successo del film omonimo, basata sul libretto del Lago dei Cigni. Il momento top naturalmente è il pas de deux del terzo atto, un’esibizione sensuale e provocatoria. Bello e scultoreo, il balllerino italiano che ha mosso i primi passi sulle scene con Carla Fracci a 9 anni, ha debuttato a Nancy. Nel giro di pochissimo è volato al National Ballet di Londra dove è rimasto 4 anni, trasferendosi poi all’American Ballet Theatre di New York. Nella sua carriera rapidissima ha lavorato con grandissimi artisti e ha al suo attivo duetti con Andrea Bocelli e un’esperienza anche nel musical. John Clifford ha creato per lui il ruolo di Humprey Bogart nel musical Casablanca. Fra un mese Giuseppe Picone debutterà come coreografo di un intero spettacolo a Belgrado: Romeo e Giulietta. 21 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 TopNightlife 1 2 4 7 5 3 6 10 9 13 8 11 12 14 15 16 TOP NIGHTLIFE i News, coppie e gossip di primavera in Italia, Usa ed Europa, raccolti dalla redazione del nostro reality show 16 22 , a w ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 TopNightlife Angelina e Brad si trasferiscono nel Surrey. Briatore perde 16 kg L a primavera porta nuove coppie. Ma anche l’avvicinarsi delle riprese del nostro programma televisivo Top Nightlife. Chi saranno le vittime della quarta puntata? Kathy Perry e Orlando Bloom(1,2) La diva di Roar ha conquistato uno degli uomini più belli del mondo. Le voci di una loro liaison si inseguivano da settimane, e adesso ecco la conferma: Orlando Bloom, 39 anni, e Katy Perry, 31, stanno insieme, ma non si nascondono più. Dopo il colpo di fulmine al party del Golden Globe, sono stati immortalati nella loro prima uscita pubblica alle Hawaii, dove hanno trascorso qualche giorno a due tra sport, passeggiate mano nella mano e cene romantiche. Mitica Naomi (5) Naomi Campbell sarà la musa di TCC e testimonial per la nuova linea di gioielli The Liora Collection del’azienda. «Siamo davvero lieti di avere il brand Naomi Campbell tra i nostri principali partner - ha detto Bruno Figliuzzi, direttore generale di TCC Italia -. Naomi Campbell è probabilmente la top model più conosciuta al mondo e il suo nome e la sua immagine sono sinonimo di moda e glamour. Creado linee esclusive di prodotti che si ispirano al suo nome e stile, crediamo di interessare i consumatori dei nostri clienti così che siano più fedeli nel loro comportamento d’acquisto». Madonna (3) triste sul palco di Melbourne, canta vestita da clown con la foto di suo figlio Rocco sullo sfondo. Il ragazzo, alla fine di una tesa vicenda giudiziaria, è stato affidato al padre Guy Ritchie. Il video è stato pubblicato dalla cantante sul suo profilo Instagram. I cattivissimi (6) Hanno esaminato quasi 4mila performer in otto puntate di audizioni, registrate a Milano, Vicenza e Catanzaro. Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Frank Matano e Nina Zilli promettono una selezione durissima per l’edizione 2016 di Italia’s Got Talents che va in onda dal 16 marzo su Tv8, il nuovo acquisto di Sly. SuperFlavio (4,11). L’imprenditore Flavio Briatore stupisce tutti con un nuovo look: con la barba e 17 chili di meno. E niente, lifting come ha confermato anche a Giuseppe Cruciani del programma radiofonico La Zanzara. Il lifting? Macchè. Ma la rete è perplessa, la Littizzetto impazza e tutti scrutano lo scatto di Superflavio al fianco di Elisabetta Gregoraci, dove appare cambiato. Il commento più feroce? Sembri un mix tra Marlon Brando e Franco Califano. Il rifiuto di Sophie (7). Clamoroso gesto di protesta dell’attrice francese Sophie Marceau, che ha rifiutato la più alta onorificenza francese, che il presidente Hollande avrebbe dovuto consegnarle - la Legion d’Onore - per protesta contro il conferimento dello stesso premio, pochi giorni fa, al principe ereditario saudita. Su Twitter, la Marceau ha scritto «Legion d’Onore e decapitazioni», chiaro riferimento all’attribuzione dell’onorificenza della Repubblica al principe ereditario e primo ministro dell’Arabia Saudita, Mohammed ben Nayef, rappresentante di una monarchia accusata di gravi violazioni dei diritti umani. Isabel (10) Il terzogenito della coppia Totti Blasi è una bimba, si chiama Isabel e arriva dopo Cristian e Chanel, nata allla clinica Mater Dei di Roma, quartiere Parioli. Kate in verde.(8) La moglie del principe William insiste nel riciclare più volte gli abiti che indossa durante le cerimonie pubbliche. Eccola per la terza volta col cappottino verde. Ma in fondo, che male c’è? Oscar, finalmente (9) Arriva il sospirato Osca r per l’attore Leonardo Di Caprio, che lo aveva in realtà già guadagnato, secondo noi, almeno altre due volte. la vittoria di DiCaprio come miglior attore abbia generato quasi 440mila tweet al minuto (!!!) e 67 milioni di interazioni su Facebook.Gli hashtag #Oscar2016 e #CongratsLeo hanno quindi spopolato sui social network e in Italia sono stati in piacevole compagnia di #EnnioMorricone, altra gioia per tutti. Il post di ringraziamento sul profilo twitter ufficiale di Leonardo DiCaprio conta 360.000 retweet e 560.000 like. Vai Salvo (12) Il nostro Salvo Sottile col fiatone durante le prove di Ballando con le Stelle, il programma del sabato sera condotto da Milly Carlucci. Il conduttore di Domenica In è stanco morto per le prove ma la ballerina Alessandra Tripoli non demorde e gli concede solo brevi pause di riposo negli studi del talent. Alec, e tre (13) Terzo figlio in arrivo per l’attore Alec Baldwin, sposato da tre anni con Hilarya Thomas. Morgan hip hop (15) è stato il mattatore della terza puntata dello show del sabato sera condotto da Gabriella Carlucci e Paolo Belli. Il frontman dei Bluvertigo ha portato in pista una coreografia molto hip hop, La presenza di Morgan ha chiuso sulla polemica della scorsa settimana scoppiata tra Asia Argento (ex del cantante e madre della loro bambina) e Selvaggia Lucarelli. Arrivano i Pitt (15) Angelina Jolie e Brad Pitt hanno lasciato la soleggiata Los Angeles e fanno ora base nel Surrey, Inghilterra, dove vivono in una lussuosa casa da 19mila euro al mese. Insieme alla coppia ci sono anche i sei figli, e l’intera famiglia rimarrà nel Vecchio Continente per i prossimi sei mesi, durante i quali Brad filmerà il sequel del fortunato film del 2013 «World War Z». Stando a quanto riporta Us Weekly, l’immobile scelto dai due vip è «splendido, tutto bianco e in stile vittoriano, e ricorda vagamente la Casa Bianca». La proprietà è situata lungo il Tamigi, non molto lontano da Londra, e vanta otto camere da letto, una palestra attrezzata e una piscina coperta. Oltretutto, George e Amal Clooney abitano a poca distanza, e Brad e Angie possono raggiungerli quando vogliono in soli 40 minuti. 23 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour Vintage FUGA (GOURMET) DI PASQUA 24 24 Le nostre mete di fascino preferite, per godersi il mare o i monti, Oppure per restare a un tiro di schioppo da casa e dall’ufficio. Consigliate per i workhaholic che hanno bisogno di ‘staccare’... ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour Per far conoscere e apprezzare al meglio questa ricchezza locale, la dimora organizza visite presso i frantoi della zona e lezioni di cucina per preparare piatti tipici della tradizione. A sinistra, la bella Villa Crespi che si affaccia sul Lago d’Orta. Qui sopra tutti al caldo nella lounge dell’hotel spa Rosa Alpina a San Cassiano in Badia, con vista Dolomiti by Grazia Mantelli Q uest’anno l’arrivo della primavera precede di poco la Pasqua, dunque si crea l’occasione perfetta per godere a pieno dei pochi giorni di vacanza concessi a tutti, per regalarsi progetti ricchi di vita ed energia: visite alle città d’arte oppure soggiorni in luoghi in cui la natura sboccia in modo incantevole e i paesaggi si vestono di colori e sfumature indimenticabili. Ogni località turistica italiana si prepara a dare il benvenuto alla bella stagione e a rendere la Pasqua un momento speciale, offrendo tante opportunità ai turisti per conoscere da vicino l’immenso patrimonio territoriale, enogastronomico e culturale di cui dispongono. Ecco qualche idea per chi non vuole andare nei soliti posti, abbinata a una location del circuito Relais & Chateau. SAVONA E GARLENDA Il profumo del timo e della salvia inebriano le strade che si snodano in questa provincia, tra i monti a picco sul mare. L’arrivo della primavera in terra ligure è molto suggestivo. Abbiamo scelto la zona di Garlenda e la location La Meridiana: qui si gode del clima mite della Riviera e ci si può dedicare a qualcosa di tranquillo, per esempio cimentarsi nel campo da golf a 18 buche del vicino Country Club o organizzare un’escursione nella vecchia Alassio. Al Relais La Meridiana Alessandra ed Edmondo Segre riaprono in marzo le porte di questa villa di campagna, dove il lusso è fatto di accoglienza e cura per i dettagli. Il richiamo alla vicina Provenza è presente sia nello stile degli ambienti, caratterizzati da grandi archi, pietre a vista e tetti in coppi antichi, sia nella joie de vivre e nella pace che circonda la dimora. La cucina gourmet del ristorante Rosmarino è italianissima, curata personalmente da Edmondo, che con grande attenzione seleziona i migliori prodotti locali. Fra i prodotti liguri d’eccellenza utilizzati spicca l’olio extravergine d’oliva, protagonista di tante ricette del ristorante Rosmarino, come il pesto preparato insieme a foglie di basilico fresco, pinoli e parmigiano. LAGO D’ORTA E ISOLA DI SAN GIULIO Per chi non può allontanarsi troppo dal lavoro nella frenetica Milano, proponiamo una fuga romantica e gourmet sul Lago d’Orta e l’incantevole Isola di San Giulio. Il lago d’Orta è piacevolissimo da navigare in proprio o con il battello che collega l’isola alla costa. E le sue rive sono punteggiate di deliziosi paesini. Qui abbiamo scelto una location famossima e prestigiosa, la Villa Crespi di Orta San Giulio. Varcando il suo portone ci si trova immersi in una nuova dimensione, dove sogno e realtà si fondono in un connubio magico. L’architettura arabeggiante della dimora, voluta dal proprietario originario Cristoforo Benigno Crespi, commerciante di cotone in Oriente, contribuisce a rendere unica questa perla sul lago d’Orta, regno di Cinzia Primatesta e Antonino Cannavacciuolo, star di Cucine da Incubo e Masterchef che abbiamo già celebrato poco più di un anno fa sulle nostre pagine. Il celebre chef di Vico Equense combina sapientemente i sapori della grande tradizione culinaria napoletana e di quella piemontese, dando vita a una cucina elegante e piena di creatività. Per Pasqua la dimora propone un’esperienza pensata apposta per le esigenze e il divertimento di tutta la famiglia: proprio per questo, il menu degustazione del pranzo della domenica avrà una golosa variante dedicata ai gusti dei piccoli ospiti, che potranno poi partecipare alla caccia alle uova nei giardini della Villa e assistere a un’originale dimostrazione di campane tibetane. Nel frattempo, i genitori potranno concedersi un esclusivo Champagne afternooon tea o rilassarsi con un massaggio ayurvedico Abhyangam per la totale rigenerazione del viso. In questa location l’attenzione all’ambiente è un vanto della dimora, che utilizza tecniche all’avanguardia per la pulizia delle camere con il vapore e speciali aspiratori che utilizzano l’energia dell’acqua. In cuci- 25 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour Nel cuore dell’Umbria e dell’Alta Badia due borghi-gioiello na sono proposti prodotti biologici e di produzione locale, mentre l’acqua potabile viene vitalizzata con un sistema di depurazione che conferisce un sapore più naturale ai cibi. BELLA UMBRIA A MONTEPETRIOLO Invece delle solite mete come Gubbio o Spello, ecco un angolo di Umbria meno conosciuto, Montepetriolo. Un paesino circondato da una magnifica cornice di fiori dove sorge il Resort Borgo dei Conti, antica fortezza medievale immersa nel verde dell’Umbria . Anche il giardino di Borgo dei Conti Resort è un tripudio di colori e profumi che invita ad assaporare fino in fondo l’atmosfera d’altri tempi di questa oasi di quiete. La sua posizione strategica permette di raggiungere facilmente Perugia, Gubbio o Spoleto, oltre a tutte le valli ideali per praticare sport all’aria aperta, tra cui il golf, l’equitazione e la pesca. Il periodo di Pasqua è perfetto per scoprire i territori ricchi di storia e bellezze naturali che circondano la dimora, come ad esempio il Lago Trasimeno e le sue isole, da percorrere in mountain bike, o per conoscere i segreti del vino e dell’olio di oliva umbri visitando le magnifiche tenute della zona. La cucina che si degusta al Borgo dei Conti rispecchia la ricchezza enogastronomica di questi luoghi e viene valorizzata nelle creazioni dello chef Marco Matteucci: le specialità regionali e i piatti originali rendono il menu un viaggio nel gusto indimenticabile, esaltato da una ricercata selezione di vini. Sulla tavola dell’antico maniero arrivano i tesori dell’orto biologico privato, che rifornisce quotidianamente la cucina del ristorante di verdure di stagione ed erbe aromatiche che conferiscono un tocco unico ai piatti. L’impiego di prodotti di ottima qualità e l’attenzione alle materie prime del territorio hanno portato molto in alto le quotazioni del ristorante La Limonaia. NEVI E SPA A SAN CASSIANO IN BADIA Montagne innevate e natura incontaminata sono la prerogativa del paesaggio che circonda San Cassiano in Badia, la meta insolita sulle Dolomiti che vi proproniamo, in provin- 26 In questa pagina: il suggestivo borgo umbro di Montepetriolo, a poca distanza da Perugia e Gubbio. Qui sopra San Cassiano in Alta Badia ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour Sport e relax si accompagnano a esperienze gastronomiche ‘cult’ cia di Bolzano. In questo affascinante borgo abbiamo scelto di visitare l’Hotel & Spa Rosa Alpina, una struttura con vista mozzafiato sulle montagne. Qui, l’accoglienza della famiglia Pizzinini fa sì che tutto si trasformi subito in “casa” e che il fascino di questi luoghi si fonda completamente con la dimora: ne è un esempio la sua terrazza, da cui si può ammirare l’Enrosadira, che in ladino indica il colore rosso che tinge le montagne al tramonto, regalando uno spettacolo mozzafiato. Per festeggiare la Pasqua sulla neve, Hotel & Spa Rosa Alpina propone un soggiorno per assaporare al meglio la varietà gastronomica proposta dal Wine & Grill Bar, dall’accogliente Fondue Stube e dal bi-stellato Restaurant St. Hubertus (che a giugno festeggerà 20 anni di successo con un’iniziativa speciale insieme allo chef Norbert Niederkofler), senza rinunciare al brunch della domenica di Pasqua. Durante i giorni di Pasqua, viste le recenti nevicate, sarà ancora possibile sciare su piste perfette - non per nulla siamo in uno dei comprensori più famosi al mondo - oppure partecipare a escursioni con guide alpinistiche professioniste alla volta di siti storici di grande fascino. Nel pomeriggio, lo shopping di prodotti tipici. In Alta Badia la passione per l’ospitalità si tramanda da padre in figlio. In particolare in questo sito, da quando nel 1939 la famiglia Pizzinini ha acquistato il podere e i terreni della dimora: da quel momento non ha mai smesso di accogliere visitatori rendendo il loro soggiorno in questo gioiello di montagna indimenticabile. In alto: zuppa di lenticchie umbre con strangozzi. Qui sopra: bagno alle erbe in vasca di legno, una tradizione tipica della Val Badia Calcolando che siamo in alta montagna, e che c’è bisogno di rigenerarsi e riprendersi dalle fatiche delle camminate e delle sciate, la cucina dell’Alta Badia è fatta di prodotti locali, sapori genuini e dedicati a chi ama la tradizione, anche se rivisitata. Pesce e carne convivono nella cucina ladina accompagnati da maiale e fritti; immancabile lo strudel seguito dell’ottima grappa locale. Da provare la zuppa d’orzo accompagnata con le turtres, frittelle salata farcite con ricotta, spinaci o crauti, e dai cajincì arestis, frittelle di patate con ripieno di spinaci. Se lo stinco di maiale è uno dei piatti più conosciuti dell’Alto Adige, le costine vi sapranno stupire specie se li accompagnate con gulasch, polenta e crauti. 27 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour Vintage TUTTI I VINI DELLA LIGURIA IN 4 WINE POINT Se volete conoscere i segreti, le storie e i sapori dei vini di tutta la Liguria vi basta andare in un solo luogo. Anzi, quattro: l’Enoteca Regionale della Liguria, con sede principale a Castelnuovo Magra, e distaccamenti nelle province a Genova, Ortovero (Sv) e Dolceacqua (Im). Nata nel 2011 su proposta dei quattro Comuni che la ospitano, l’Enoteca è un vero e proprio centro di informazione e degustazione per turisti e visitatori. «Quando uno pensa alla Liguria, non pensa subito al vino» spiega il presidente Federico Ricci: « A un turista vengono in mente prima il mare, il pesto, le Cinque Terre. Ma la verità è che il vino ligure è un vino di qualità: le nostre terre sono caratterizzate da molti vitigni autoctoni, e non c’è altra regione che possa vantare una produzione di vino naturale paragonabile a quella ligure, visto che sui terrazzamenti la vendemmia non si può fare che a mano». Molte delle eccellenze del patrimonio enologico della Liguria sono Doc e Igt: basti pensare a vini come il Cinque Terre Sciacchetrà o il Rossese di Dolceacqua, e poi il Vermentino, il Pigato, il Ciliegiolo, la Bianchetta genovese, l’Ormeasco di Pornassio. Obiettivo dell’Enoteca Regionale è quello di promuovere e 28 valorizzare un patrimonio di enorme valore. Attualmente sono associate oltre 110 aziende vitivinicole da Levante a Ponente. a e e o e ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour DIECI COSE DA GUSTARE A VENEZIA COCKTAIL: BELLINI DELL’HARRY’S BAR Succo fresco di pesca bianca e prosecco: è il Bellini, aperitivo planetariamente noto e copiato, il cui originale transita solo sul bancone dell’Harry’s bar. Servito molto freddo e alla velocità della luce dal barman di Arrigo Cipriani, è il nettare per la gola preferito da Woody Allen. Venezia: Palazzo Trevisan Cappello, Rio della Canonica e Ponte dei Sospiri NELLA CITTA DEI DOGI La Pasqua a Venezia è un classico che non si può dimenticare. Ma se si vuol trascorrere una festa indimenticabile, ecco alcune indicazioni utili. Innanzitutto, scegliere un albergo di fascino oppure con vista. Ce ne sono per tutte le tasche: Casa Verardo offre l’atmosfera di un antico palazzetto veneziano. L’hotel Paganelli sulla Riva degli Schiavoni è abbordabile e offre una vista mozzafiato. Anche il Londra Palace con le sue 100 finestre affacciate sul bacino di San Marco regala una vista spettacolare. Da oltre 140 anni incanta artisti, uomini di cultura e viaggiatori. A Venezia, la dimora è sinonimo di tradizione ed eccellenza. Nelle sue camere hanno soggiornato personalità come Tchaikovskij, D’Annunzio, Borges, Brodskij: oggi l’Hotel Londra Palace si contraddistingue per la capacità di coniugare il lusso con la modernità, calando l’ospite nell’affascinante storia della Serenissima. Dalla sua Altana si può ammirare la città da una prospettiva a 360°, con l’arrivo della bella stagione, approfittarne per gustare un originale pic-nic con i cestini pieni di deliziose specialità venete preparate dallo chef Loris Indri. Per Pasqua, lo chef del ristorante Do Leoni ha ideato un menu partendo dalle classiche ricette legate alla ricorrenza, creando piatti originali e di classe come il “Fondente d’agnello, purè di sedano rapa, patate americane fiammifero”. Prima del pranzo, ci si può concedere un aperitivo al LondraBar e assaggiare uno dei fantastici cocktail preparati dai talentuosi bar tender. Fra gli altri ristoranti da non perdere, a pochi passi quello della Pensione Wildner con cucina internazionale. Verso Rialto il migliore è la Trattoria Da Mario, con cucina tipica veneta, proprio dietro il negozio della Disney. Andando verso il ponte dell’Accademia è imperdibile il Beccafico, con straordinaria cucina siciliana. Se si va per isole, si mangia bene al Gatto Nero a Burano. Avendo tempo e un buon budget, la Locanda Cipriani a Torcello. Mai dimenticare una sosta al Caffè Florian in piazza San Marco, anche per un espresso in piedi, entrando in fondo c’è il bancone ma da fuori non si vede. Qui si può acquistare anche un delizioso cadeau da portare a casa: le buste della cioccolata in tazza da fare a casa. Caffè e cioccolata sono prodotti in proprio da Florian e sono davvero squisiti. DOLCI : TORTA I TRE CIOCCOLATI DA ROSA SALVA, DOGARESSA DA BONIFACIO, FRITTELLE DI TONOLO In versione mignon o da venti persone, la torta di cioccolato migiiore si trova da Rosa Salva nelle Mercerie e in calle Fiubera. La Torta Dogaressa di Bonifacio è una delicata sfoglia alla crema e cioccolato, anche coperta di meringa. D’inverno le migliori frittelle e i mamaluchi si gustano da Tonolo. SNACK: MOZZARELLA IN CARROZZA DI GISLON O FRITTI AL MURO E’ un attentato al fegato ma ne vale decisamente la pena. La mozzarella in carrozza di Gislon, al sotoportego della Bissa, può essere al prosciutto o alle acciughe e in entrambi i casi si scioglie in bocca. Spettacolari al sabato i cicchetti fritti al Muro, al mercato di Rialto. RISO: DA MARIO, ALLA MADONNA Va in cottura ogni dieci minuti e viene esaurito in un battibaleno. Specialissimo in due ristoranti, Da Mario alla Fava a Rialto e alla Madonna in zona Mercato. FEGATO ALLA VENETA: DA MARISA Fegato alla veneziana, nervetti, trippa, brodo con l’occhio di bue. Alla trattoria da Marisa, a Cannaregio, si gustano piatti un po’ gotici ma deliziosi: sono quelli a base di frattaglie nobilitate dagli ingredienti segreti. GELATI: IL GIANDUIOTTO DI NICO E’ una barra di gelato di gianduia affogato in una nuvola di panna montata. Servito “da passeggio” in un bicchiere di cartone, accompagna i veneziani lungo le Zattere, nella bella stagione. 29 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Food & Co E’ tornato di moda (anche in versione artigianale) il chinotto, la gustosissima bevanda amara ricavata da uno straordinario agrume che è uno dei simboli della città ligure di Savona. Prodotto di eccellenza distribuito in tutta Italia ed esportato all’estero ha il colore della cola, ma tutto un altro sapore. L’albero che produce questo frutto sembra essere stato importato dalla Cina in questa regione nel 1500, nel periodo del Rinascimento, da un navigatore. Sin da allora è considerato fonte di proprietà benefiche e terapeutiche, per cui il frutto viene trasformato in rimedi curativi dai farmacisti sin dal ‘600. Le favorevoli caratteristiche climatiche hanno permesso che saggi mastri canditori lo tramandassero fino ad oggi in forma zuccherina. Il primo produttore industriale pare iniziò a commercializzare uno sciroppo per bibita nel 1932. Negli anni ‘50 nasce e decolla la bibita analcolica gassata, che si mette a seguire le orme della bevanda americana con l’aggiunta di zucchero poiché al naturale sarebbe molto amara; uno degli elementi della ricetta è, come per la cola, il contenuto di caffeina. Un bel salto dunque rispetto al consumo abituale di questo frutto, solitamente trasformato in canditi, confetture, marmellate, dolci, caramelle, sciroppi. Dalla buccia poi si ricava un estratto oleoso importantissimo per la produzione dei profumi. Attualmente col chinotto si producono anche mostarde e liquori. La produzione del chinotto è estesa da molto tempo lungo la Riviera di Ponente (da Varazze a Pietra Ligure). Ma i frutti arrivano anche dal Sud, poichè viene coltivato con successo anche nell’area di Taormina in Sicilia. Si può inoltre produrre in Toscana e Calabria, grazie alle adeguate condizioni climatiche delle stagioni. Il chinotto nano coltivato a scopo ornamentale può stare anche in un vaso. Altrimenti occorre il terreno, alcune varietà raggiungono anche i tre metri di altezza. I frutti si raccolgono immaturi o maturi tra la metà di giugno e di dicembre, sono color arancione, ma non sono commestibili a crudo. La prima bottega di canditura italiana fu aperta a Savona nel 1877. Alcune aziende che trasformavano il frutto del chinotto in squisite opere dolciarie sono ancora operative oggi, sin dal 1860. Durante la Belle Epoque (1871-1914), periodo del successo politico della borghesia e dell’affrancamento dell’imperialismo, si usavano i chinotti ancora non maturi per trattarli con sciroppo di acqua e zucchero, in modo da togliere il gu- La riscossa del Chinotto by Giuseppe Bruni 30 E’ uno degli agrumi più utilizzati per la produzione di canditi. Nei profumi si sente spesso la sua nota di testa. Ma noi lo conosciamo soprattutto per la bevanda bruna ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Food & Co Dal frutto dorato si ricavano sciroppi, profumi e deliziose bibite sto eccessivamente amaro, ed erano consumati con bevande alcoliche: l’assenzio in particolare. Questo arco temporale ha visto il rivelarsi di molte scoperte importanti. L’illuminazione elettrica, la radio, l’automobile, il cinema, la pastorizzazione, il vaccino per il colera: i benefici di queste scoperte e i nuovi standard di comodità che svilupparono e contribuirono al miglioramento delle condizioni di vita e al diffondersi di un nuovo senso di ottimismo, favorirono la diffusione di una abitudine nuova: la villeggiatura estiva, durante la quale si cominiciarono a gustare maggiormente sia i gelati sia le bibite, i liquori e gli sciroppi, anche la bibita al chinotto. Nel secolo scorso sono state riconosciute e valorizzate le proprietà del frutto del chinotto come prodotto alimentare moderno, la sua ricchezza di vitamina C e di beta-carotene, Il chinotto ha una forte azione antiossidante e anti-invecchiamento. Inoltre anche il chinotto come la cola è un’ ottima bevanda digestiva. Oggi lo si trova facilmente. E’ inserito nella gamma delle bibite di San Pellegrino e San Benedetto, lo producono anche le label dei supermercati come Auchan. Certamente tra i brand migliori figurano Siete Fuentes, Polara, Chin8 Neri e Lurisia, che lo producono secondo l’antica ricetta savonese. Così come Besio offre gli amaretti al chinotto e un’ottima marmellata di chinotto. Mentre Parodi mette sotto vetro i chinotti sciroppati. Ma vediamo ora qualche cocktail da realizzare a casa utilizzando il chinotto in bottiglietta della marca preferita. Cocktail al rhum e chinotto. Questo aperitivo alcolico è particolarmente apprezzato prima dei pasti. E’ piacevole e aromatico, abbina il gusto del chinotto e del limone. Dopo aver lavato un limone se ne taglia una fetta sottile e si spreme un poco di succo. Si deve bagnare il bordo superiore del bicchiere con il succo di limone e lo si immrege nello zucchero semolato, per formare una simpatica decorazione. Ora si aggiungono tre cubetti di ghiaccio, in fine, una parte di rhum e tre parti di chinotto. Si immerge una mezza fetta di limone e si serve. Volendo creare una analoga bevanda adatta ai bambini, bisogna sostituire la parte di rhum con il succo di frutta all’arancia, per accompagnare il chinotto. Senza entrare nello specifico di una ricetta casalinga, si può gustare un delizioso liquore al chinotto come digestivo. Avendo a disposizione un po’ di tempo, ecco come si fanno i chinotti canditi. Si inizia lavando bene alcuni chinotti, poi si devono bucare in tre o quattro punti con un grosso ago, dopodichè vanno messi in una terrina con tanta acqua fredda, coperti completamente. Bisogna tenerli per due giorni in questo tipo di immersione, cambiando spesso l’acqua, almeno due o te volte al giorno. Poi vanno messi a cuocere in pentola con acqua fredda e far bollire a fuoco dolce per un quarto d’ora. Intanto si deve aver portato ad ebollizione un altra pentola d’acqua dove versare i chinotti, scolati dalla prima pentola, per cuocerli ancora per dieci minuti. Si tolgono i chinotti con un mestolo bucato e l’acqua di questa seconda pentola dove essere messa in un tegame con un chilo di zucchero; si lascia poi rapprendere lo sciroppo. La soluzione di espulsione di succo del chinotto combinata con acqua e zucchero, deve addensarsi fino al momento in cui ncomincia l’ebollizione, poi si aggiungono i frutti e li si cuociono per due o tre minuti. Dopo questo breve processo si versa il tutto in una terrina. Il procedimento non è ancora finito. Si lascia riposare per 24 ore il composto, dopo si versa solo lo sciroppo in un tegame e si porta a bollitura, in qel momento vi si versano i chinotti. Per completare il processo di confettura, quest’ultima operazione di cottura deve essere ripetuto 5 volte. Se si desidera, quando sono tiepidi si può aggiungere un bichiere di grappa e il giorno dopo si possono mettere in un barattolo di vetro a bocca larga, chiudendolo ermeticamente. 31 23 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Wine & Co Tutti pazzi per il moscato by Andrea Marazzina Dopo la fatwa di Jay-Z contro lo champagne, per il nettare italiano fioccano brindisi e complimenti da parte del monto rap e hip hop. E ora anche da noi si tornano a scoprire cantine e piccole produzioni Q uando si dice il potere della musica. Qualche mese fa Mr Shawn Corey Carter, in arte Jay-Z, professione rapper e produttore musicale stratosferico (e fidanzato di Beyoncè Knowles, ndr) ha dichiarato guerra allo champagne: ha assistito per puro caso all’intervista di un noto dirigente di una ancor più nota maison del vino frizzante francese più celebre del mondo, mentre quello dichiarava che vedere preziose e raffinate bottiglie tra le mani sgraziate dei rapper fa bene al business ma non all’immagine. Apriti cielo, non ci ha visto più. In men che non si dica ha aizzato l’intera comunità dei rapper e degli hip hop dj contro i signori dello champagne, raccontando ovunque l’episodio e ha tuonato contro l’ingratitudine degli altezzosi francesi. Ma c’è di più. Ha consigliato a tutti una svolta che gli ha guadagnato migliaia di benedizioni a casa nostra: l’addio alle altezzose bollicine francesi per l’italianissimo Moscato, il vino dolce che da noi si beve (troppo poco) a Natale e fra poco a Pasqua, giusto per accompagnare panettoni fetenti e colombe scadenti. La fatwa di Jay-Z contro lo champagne ha dato subito i suoi frutti in Piemonte, tra Langhe e Monferrato, dove poco tempo fa la star del rap e la consorte star del pop hanno organizzato un tour con gli amici. E hanno degustato vini, tartufi, formaggi e salumi per vari giorni, portandone a casa in gran quantità, per riempire cantine e dispense delle loro ville e dimore negli Usa. In un battibaleno il fatturato del moscato italiano è schizzato alle stelle, da 20 milioni si è passati a 30 milioni di bottiglie vendute in pochissime settimane. Ed è stato solo l’inizio, il 2016 si preannuncia davvero interessante. I produttori sono molto cauti, un trend prima di essere definito tale, deve essere confermato nel tempo. Va detto però che i rapper che si sono affezionati al moscato sono aumentati: il canadese Drake ha inserito un ‘consiglio per gli acquisti’ in uno dei suoi ultimi brani dedicato al nettare italiano. Rimando, dice che il moscato è perfetto con i crostacei: aragoste, gamberi e astice. Anche Kendrick Lamar dalla California ha mandato un messaggio d’amore al vino italiano. In un brano spiega a tutti che è il Moscato ad aiutarlo quando deve risolvere un problema. Un’altra star della musica come Franck Ocean dal suo profilo Instagram ha informato il mondo su cosa beve quando fa qualcosa che non sia cantare o suonare: il Moscato. Per non parlare di Nicky Minaj, rapper e imprenditrice, che ha firmato una marea di prodotti, tra cui profumi e cosmetici: si è messa a cavalcare il trend del Moscato, creando un prodotto suo, il “Moscato fusion”, un vino dolce ai vari sapori, dal cocco alla pesca alla vodka. 32 Qui sopra: l’ingresso della Sala Pagano con le nature morte dei prodotti più difficili da reclamizzare (aglio e cipolla) dipinte da Marinella Ottini. Sotto: Frank Sinatra fotografato di nascosto sul set Perugina. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Wine&Co Da solo, aromatizzato con pesca, cocco, lampone e altri frutti. Oppure invecchiato, per degustarlo fra qualche anno, tra amici Qui sopra: il colore ambrato del moscato piemontese di Asti, Canelli. Abbinato con arancio, pesca, albicocca, cocco e succhi di frutta, sta diventando un vero cult in Usa, anche grazie alla bassa gradazione. Come aperitivo è perfetto con salumi e formaggi erborinati Vedendo il boom di immagine, il successo di vendita in Usa e i volumi di export che fanno titolo sui giornali economici, anche i nostri altezzosi sommelier e i giornalisti enologi, che avevano sempre ampiamente sputtanato il moscato così come hanno fatto con un altro prodotto piemontese - il barbera - hanno cominciato a fare dietro front. A far sparire dal web i loro articoli dove dichiaravano di bere un moscato solo per accompagnare, come già detto, un panettone fetente. E a dire ai microfoni che il moscato è uno dei vitigni più importanti d’Italia: un vitigno nobilissimo, aromatico, con note dolci, con cui si possono produrre cose notevoli, sia come spumante sia come passito. Il grande appassionato di vini non abbocca e tende ancora a non berne un granché e lo fa quando ci sono in giro torte, panettoni, pandori. Ma quanti sono questi appassionati? Guardando la loro spesa pro capite, vien da sorridere. Meglio, molto meglio gli ‘sgraziati’ rapper, con i loro catenoni sul petto e le capsule per i denti d’oro che disturbano tanto le maison dello champagne, fanno ordini ‘pesanti’ e fatturato. Gli aristochef invece hanno raccolto l’appello dei produttori, che finalmente si godono un po’ di celebrità. E si sono messi a spiegare che, a parte il dolce, bisogna provare il mo- MOSCATO BIANCO O GIALLO? L’uva più diffusa in Italia è il Moscato Bianco, noto anche come Moscato d’Asti o di Canelli. Ma sono ottimi anche il Moscadello di Montalcino, il Moscato di Noto, di Siracusa, il Moscato Reale di Trani. Presenta un grappolo non molto grande, spesso alato, con acini piccoli. Il Moscato Giallo (detto anche Moscato Sirio, o di Cipro, o Moscato Fiori d’Arancio) è coltivato in Trentino Alto Adige e Veneto. Presenta un grappolo più spargolo e più grande, e anche l’acino è più grande. scato con nuovi abbinamenti, per esempio quelli “salati”. Funzionano? Vediamo un po’. Oltre la dolcezza, l’acidità rende il Moscato adatto ad accompagnare piatti grassi come il foie gras, i formaggi morbidi, erborinati. Ma sta benissimo anche con una merenda a base di pane e salame perché è un vino poco alcolico, adatto ad ogni momento della giornata: sì, dopo i salumi val la pena di sgrassare la bocca con la piacevolezza e la freschezza delle bollicine. Insomma, il trend sta prendendo piede anche da noi e il business prospera. Fra l’altro il Moscato è un vitigno poco problematico, molto produttivo, per questo i vini che si ricavano costano relativamente poco, anche i migliori. Il trend sta beneficiando ovviamente i grandi nomi, ma anche i piccoli produttori, che offrono proposte tutte da provare. Nel passato i contadini conferivano le uve ai grandi produttori ed erano pochi quelli che mettevano a vinificare in proprio. In terra di nebbiolo, di barolo, di barbera, erano un mondo a parte, una riserva indiana. Una nicchia di produttori con storie e vini considerati ora molto affascinanti. Ora tutti si vogliono occupare di loro, delle loro storie e delle loro cantine. I migliori ristoranti mettono in evidenza le bottiglie di Saracco, Ezio Cerutti e soprattutto di Cà d’Gal, azienda guidata da una famiglia di produttori di Moscato di Canelli che ha dato l’anima e lavorato molti per la riqualificazione di questo vino. I piccoli produttori lavorano con amore le vigne vecchie, il loro Moscato non ha nulla a che vedere con la robaccia che si trova nei discount. E delle poche migliaia di bottiglie che producono, ogni anno ne conservano un po’ per gli anni a venire. lo invecchiano, lo tramandano. E fanno vini meravigliosi con note di affinamento, che sanno di salvia pura. 33 Patrocinio Organizzata da Media Partner Progetto: Associazione Arena Media Star a cura di Edoardo Barbieri hanno collaborato: Lorena Leuzzi Giorgia Pertosa Opere di Gabriele Bassini (tecnica mista) Tratta da: ELEKTRO-SPOT (1957-1988) mostra fotografica e artistica sui backstage dei caroselli 5-15 MARZO 2016 MUSEO DELLA TECNICA ELETTRICA Via Ferrata 6 PAVIA ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 n.15 3/2016 Sport & Co Sharapova, che scivolone M by Claudia Palmucci L’Agenzia americana antidoping mette al bando anche un farmaco utilizzato per la prevenzione del diabete. Che migliorava la resistenza e la potenza della star del tennis aria Juryevvna Sharapova ha sempre acceso i riflettori su di sè. A 4 anni cominciò a prendere confidenza con palla e racchetta, per poi a 6 anni incontrare Martina Navrátilová, che intravedendo in lei delle grandi potenzialità, le consiglia di trasferirsi negli Stati Uniti. A 9 anni, con il finanziamento di IMG, si iscrive all’ Accademia di Nick Bollettieri. A soli 18 anni batte Serena William al Torneo di Wimbledon, divenendo la terza più giovane vincitrice di un titolo al torneo londinese (dopo Lottie Dod e Martina Hingis) e anche la prima giocatrice russa ad aver vinto il singolare femminile a Wimbledon. Fu un anno splendido, coronato con l’assegnazione per la prima volta della prima posizione nel ranking. Attualmente al numero 7, la WTA l’ha classificata come numero 1 al mondo in singolare in cinque diverse occasioni, per un totale di 21 settimane: l’ultima volta per quattro settimane dall’11 giugno all’8 luglio 2012. Ha sempre spiccato nel circuito femminile per l’aggressività del suo stile di gioco e soprattutto per la forza mentale e spirito competitivo, anche nelle situazioni peggiori. John McEnroe l’ha definita per questo una delle sportive più competitive di sempre. Grazie a queste caratteristiche e alla sua tecnica ha vinto 35 tornei in singolare, tra cui tutti i tornei del Grande Slam (2 volte a Parigi), le WTA Finals nel 2004 e 12 tornei “Premier” (seconda tennista in assoluto ad averne vinti di più dopo Serena Williams). È la terza giocatrice in attività per numero di titoli vinti in singolare, dietro a Serena e Venus Williams. Nel 2012 si è aggiudicata la medaglia d’argento in singolare alle Olimpiadi di Londra. Nonostante i numerosi infortuni, Maria Sharapova è una delle giocatrici più longeve del circuito femminile, vincendo almeno un torneo in singolare per tredici anni consecutivi (un anno in meno rispetto alle sole Steffi Graf, Martina Navrátilová e Chris Evert). Aggiudicandosi il Roland Garros nel 2012, è diventata anche la sesta donna nell’Era Open (la decima in assoluto) a completare il Carrer Grand Slam, prima russa a riuscirci. La sua carriera nel circuito spiega come la tennista russa sia la seconda giocatrice di sempre (dietro a Serena Williams) che abbia guadagnato di più dai montepremi dei tornei a cui ha partecipato: 36,5 milioni di dollari. La tennista russa richiama l’attenzione anche per il suo aspetto fisico e la sua bellezza, che le hanno permesso di ottenere contratti milionari per servizi pubblicitari e capi di abbigliamento. Forbes dichiara annualmente dal 2006 che è la tennista più pagata al mondo, davanti anche a Li Na e Serena Williams e per 5 anni (2005-2009) la stessa rivista la inserì nella lista delle celebrità più potenti del mondo. Il suo patrimonio netto si aggirerebbeattorno ai 195 milioni di dollari, di cui solamente 34 milioni sono dati dal prize money. Il restante capitale è stato guadagnato in seguito alle numerose sponsorizzazioni e ad alcuni investimenti. Nel 2015 è eletta (per l’undicesimo anno consecutivo) sportiva più ricca del mondo. Nel 2013 creò insieme a Jeff Rubin: “Sugarpova”, una linea di caramelle, acquistabili solo sul suo sito personale e disponibili in 12 gusti, che vanno dall’”innamorato” allo “sportivo”, dal “particolare” all’”allegro”. Parte dei ricavi derivati dalla vendita dei dolciumi vengono devoluti in beneficenza all’associazione no profit della tennista. La Sharapova è anche la regina dei social network: i “mi piace” su Facebook sono 15,1 milioni, si piazza davanti anche a Rafael Nadal (14,5 milioni) e Roger Federer (14,4 milioni). Su Twitter, con più di 1,88 milioni di followers, è la seconda tennista donna più popolare dietro a Serena Williams, che ne ha più di 5 milioni. E’ nota al grande pubblico anche per le sue urla mentre gioca: alcune hanno raggiunto anche i A fianco, la tennista Maria Sharapova che è risultata positiva al doping a causa del Meldonium, un farmaco per il diabete da poco inserito nella lista delle sostanze proibite dalla Wda, l’agenzia incaricata della vigilanza dalla federazione tennis Usa 105 decibel. Secondo alcune ricerche, l’emissione del cosiddetto grunting aumenterebbe di media la velocità di un colpo del 3,8% . Dunque la sorpresa è stata enorme nei giorni scorsi, quando Maria ha indetto d’urgenza sul suo sito una conferenza stampa per dare un annuncio molto importante. In effetti ha ricevuto una lettera dell’ Itf (International Tennis Federation) che la dichiara positiva nei test, in pratica sta usando un farmaco proibito. La campionessa precisa fin da subito che si assume la piena responsabilità di questi risultati, ma che questo farmaco lo assume da 10 anni, è il Mildronate. Il suo medico di famiglia glielo aveva prescritto a partire dal 2006 dati i continui problemi di salute riscontrati e per la famigliarità del diabete nella storia medica della famiglia. La tennista russa ha ammesso di aver scoperto solo dopo aver ricevuto la lettera dell’ITF, che questo farmaco è chiamato anche Meldonium e che dal primo gennaio 2016 è considerato una sostanza illegale in quanto altera il metabolismo e aiuta a migliorare la resistenza, accelerare i tempi di recupero e attivare la risposta del sistema nervoso centrale e superare meglio lo stress. Il 22 dicembre 2015 la tennista aveva ricevuto una lista da parte dell’agenzia antidoping Wada in cui si elencavano i cambiamenti che sarebbero stati apportati nel 2016, tra cui appunto l’introduzione del Meldonium come sostanza proibita. Forse non l’ha neanche letta. L’ITF ha dichiarato che il test è stato effettuato il 26 gennaio 2016 dopo l’Australian Open Ora Maria rischia quattro anni di sospensione, ridotti a due se si riscontrasse la non intenzionalità. Nike ha però intanto rescisso ogni contratto pubblicitario. 35 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour Vintage NELLA MAGICA CORNOVAGLIA NE Leggende, misteri, riviere e scogliere a picco sul mare. Questa regione è ideale per chi ama i siti archeologici, i parchi, l’adrenalina ma anche l’ottima cucina. Questo mix esplosivo attrae oltre cinque milioni di visitatori l’anno in questa regione, molto amata anche dagli inglesi 36 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour Qui sopra: spiaggia della Cornovaglia nella stagione estiva. Oggi il turismo é la principale fonte di entrata dell’economia locale, molte città vivono solo di questo by Lorena Siqueira Leuzzi L ‘estremità a sud dell’Inghilterra è occupata dalla penisola della Cornovaglia, che oltre alla contea omonima comprende anche il Devon e una parte del Somerset. Considerata dagli antichi romani la fine del mondo, in questa regione si respira un’aria diversa rispetto al resto dell’isola con un clima più mite e continentale, anche se (è sempre l’Inghilterra!) non mancano le cattive sorprese. Il consiglio per chi vuole immergersi in questi luoghi, quindi, è di essere attrezzati per qualsiasi evenienza e di prepararsi a forti acquazzoni accompagnati da mareggiate che portano via l’auto. Questa regione rappresenta la meta ideale per coloro che in un viaggio ricercano non solo un modo per staccare dalla vita frenetica della città, ma anche un momento di approfondimento culturale e naturalistico, nonché sportivo. Molte sono, infatti, le attività che possono essere sperimentate: dalle esplorazioni di siti archeologici, alle escursioni in grandi parchi naturali, dal lasciarsi affascinare dai miti e dalle leggende che alleggiano su questi territori fino ad assaporare il brivido adrenalinico del kitesurf. La Cornovaglia, grazie al suo clima mite e alle sue spiagge, è considerata dagli inglesi la meta per eccellenza delle loro vacanze estive. La sua costa meridionale è chiamata “riviera” per i chilometri di spiagge di sabbia e ghiaia che la adornano, mentre in quella settentrionale, più aspra e selvaggia, si possono ammirare delle meravigliose scogliere a picco sul mare. Questa regione particolarmente intrigante attrae circa più di cinque milioni di visitatori l’anno. A catturare i turisti stranieri sono soprattutto le storie reali e fantastiche che sono sorte su questi territori, due dei più grandi scrittori al mondo di gialli, Conan Doyle e Agatha Christie. I due grandi scrittori hanno preso in prestito per gli scenari dei loro romanzi i paesaggi della Cornovaglia. ma pare che Re Artù sia proprionato qui in un castello nei a nord della penisola; che dal porto di Plymouth siano partiti i padri pellegrini che avrebbero poi fondato la prima colonia americana, il “New England”. Per non parlare della cultura celtica, alla quale gli abitanti della regione sono ancora molto legati, tanto da riportare in vita il cornico, la lingua locale imparentata con il bretone e il gallese. La Cornovaglia insieme alla Bretagna, al Galles, all’Irlanda, all’isola di Man e alla Scozia fa parte delle sei regioni celtiche. Sono più di dieci i siti della penisola che appartengono al patrimonio dell’UNESCO, tra questi in particolare troviamo le miniere dismesse che un tempo erano la fonte principale di sostentamento economico della regione. Oggi le cose sono bene diverse, non si può di certo dire che la regione goda di un elevato benessere, anzi è considerata una delle regioni più povere di tutta l’Inghilterra, il cui contributo all’economia del paese è pressoché nullo. La principale fonte di entrata è rappresentata dal turismo, molte città cercano infatti di sfruttare all’eccesso questo fatto, snaturando i luoghi d’interesse. La durata ideale del viaggio per avere la possibilità di esplorare la regione è di almeno sette giorni, e il mezzo migliore per spostarsi è senza dubbio l’automobile (attenzione alla guida a sinistra!) che permette di visitare più luoghi nella modalità “on the road”. Ci sono degli autobus che collegano le principali città tra di loro, ma le destinazione più isolate sono difficilmente raggiungibili. Il modo più conveniente per raggiungere questa zona è prendere un volo per Bristol, città universitaria alquanto giovane e vivace, molto attiva dal punto di vista artistico e musicale. Dopo aver noleggiato l’auto, per raggiungere il Devon bisogna attraversare il Somerset. Qui sicuramente una visita è meritata da Bath, patrimonio dell’umanità dal 1987, città famosa per i suoi bagni termali, caratteristica che si intuisce anche dal suo nome, in inglese “bath” significa appunto bagno. Le sue terme costruite dagli antichi romani nel 43 d.C. sono le uniche terme naturali del Regno Unito. Più a sud ci si imbatte nella caratteristica cit- 37 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour Glastombury è la meta degli appassionati del mito di Artù tadina di Glastonbury, identificata da alcuni come la leggendaria isola di Avalon, legata al mito della Tavola Rotonda. Secondo la leggenda il Re Artù e la regina Ginevra furono sepolti a Glastbury Tor, una torre arroccata su una collina intorno alla quale nel passato c’era un fossato, tale da essere considerata un’isola. I monaci che fondarono l’abbazia dopo aver ritrovato i resti, tra cui una bara con l’iscrizione “Qui giace sepolto l’inclito re Artù nell’isola di Avalon” li sotterrarono sotto l’altare centrale. Non si è certi sulla veridicità di questa storia, ma sicuramente è riuscita ad attrarre molti appassionati di miti e leggende. La cittadina di Glastonbury, che vive un po’ su questo mito, è davvero particolare e ha saputo sfruttare al massimo il suo fascino magico ed esoterico, molti sono i negozi che trattano di arti occulte, cartomanzia, cristalloterapia, perfino gli abitanti hanno un modo di vestire che ricorda la tradizione celtica di fate, maghi ed elfi. Questo naturalmente ha attirato soprattutto hippies e gli appartenenti al movimento New Age, anche grazie alla presenza di un festival pop/rock che si tiene d’estate. Finalmente possiamo dedicarci alla penisola della Cornovaglia. La maggior parte dei luoghi di interesse si concentrano lungo la costa con l’eccezione dell’altopiano del Dortmoor e di Bodmin. Durante la seconda guerra mondiale questa regione ha subito molti bombardamenti. La prima città che incontriamo è Exeter, capoluogo della contea del Devon, piccola città universitaria pregna di storia. Nata come fortezza romana fu assediata da Guglielmo il Conquistatore nel 1067. Nel Medioevo conobbe prosperità grazie alla commercio della lana. Fu la base della flotta che distrusse l’Invincibile Armada Spagnola. Il monumento più importante della città è la sua cattedrale, un edificio in stile gotico di origine romanica. Nella città molti sono gli edifici medievali conservati tra cui la Ship Inn , una locanda storica che pare fosse frequentata da sir Francis Drake. Lungo il fiume Exe sono presenti numerosi locali e negozi e alcuni edifici storici tra cui la customs House, la vecchia dogana Royal Albert Memorial Museum eletto nel 2012 museo dell’anno al 38 cui interno è possibile conoscere tutta la storia della città. Nella bella città di Salisbury si visita la cattedrale al cui interno si trova l’orologio funzionante più antico d’Europa anche se tutto sembra tranne che un orologio e dal bellissimo chiostro si accede alla Chapter House dove è conservata una copia della Magna Charta. Nei dintorni della cattedrale si trovano numerosi e bellissimi edifici. Degni di nota anche il municipio, la chiesa di S.Tommaso e il centro caratterizzato da edifici e viuzze così deliziose da sembrare un set cinematografico. L’ufficio del turismo è in Fish Row. Salite in auto e dirigetevi a Nord, per visitare Stonehenge, un sito davvero emozionante, dove ogni anno si svolge la festa del solstizio (21 giugno). Si prosegue poi verso Bath, la città dove si parla il miglior inglese di tutta l’Inghilterra. L’ufficio del turismo si trova nella Piazza delle Terme. E’ una città molto signorile, dominata da una abbazia molto famosa. Sulla facciata si vedono angeli che salgano e scendono le scale (per ricordare il sogno del vescovo che la fece costruire). Il Pulneney Bridge ricorda vagamente il Ponte Vecchio di Firenze per la presenza dei negozi e botteghe. Sul lungofiume si trovano scorci molto belli. Il Circus ed il Royal Crescent sono complessi residenziali disposti a forma circolare ed ellittica nel secondo, piuttosto curiosi. Volendo proseguire il tour si può raggiungere Wells, con la sua bella cattedrale è in stile gotico, con il classico praticello verdissimo fuori e dentro gli archi a forbice. Ogni quarto d’ora suona un orologio del quale si può ammirare la giostra dei cavalieri; tramite degli scalini si arriva alla sala capitolare di forma ottagonale. Dopo Tintagel, in due ore di autostrada si può raggiungereBoscatle. Questo paese venne distrutto a causa di un’alluvione nel 2004, ma ora e’ stato ricostruito. Dopo la visita del paesino tutti consigliano di andare verso il ponte e seguire la scogliera fino all’insenatura. Poi guardando l’insenatura, bisogna arrampicarsi sulla destra, sembra un sentiero difficile ma lo è solo all’inizio e salire verso una torretta bianca...il panorama che si gode da lassù ripaga senza dubbio la fatica della passeggiata. Lì vicino c’è un museo delle streghe, ma molti preferiscono infilarsi in pasticceria e dedicarsi alla merenda tipica della Cornovaglia: il Cream Tea; si mangiano dei panini dolci farciti di crema di panna e marmellata ARENA Tra cielo, mare e scogliere fiorite, si trascorrono giorni bellissimi MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour St.Yves, è un sito privilegiato per osservare le scogliere della punta estrema, ma da lì si possono raggiungere anche le altre attrattive della zona: i giardini quasi tropicali, inaspettati in questa zona, il museo della cultura locale di Zennor, con la sua cappella nel cimitero con i cuscini ricamati dalle famiglie del luogo, l’atmosfera in bilico fra ambiente artistico e attività di pesca del paese. Ma è il paesaggio della costa che attira ogni sguardo. Fermarsi qualche giorno ci consente di apprezzarne vari aspetti: da quello malinconico o drammatico a seconda dell’intensità del tempo cattivo a quello quasi mediterraneo che assume con il sole. Il famoso tempo inglese con i suoi mutamenti rapidi e continui ci fa passare da un’atmosfera ad un’altra nel giro di poche ore. Percorrendo in macchina la strada costiera è facile fermarsi e trovare sentieri che conducono al mareAttenzione al ‘parcheggio libero’: controllate bene se lasciate l’auto in zona alta marea, per non ritrovarla più e avvistarla a largo, mentre veleggia sull’Atlantico. Di questo angolo d’Inghilterra potrete apprezzare i campi di erica, i cavalli selvatici , i fiumi impetuosi e limpidissimi, la quantità di appassionati di auto d’epoca che sfrecciano sulle strade sinuose della Cornovaglia guidando magnifiche, antiche vetture. 39 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Grand Tour Per i cinefili, i musei di Vivian Leigh e Agatha Christie di fragole e lamponi, accompagnati da thè e latte. Per i cinefili è da visitare Topsham, che si trova in un’incantevole posizione sull’estuario del fiume Exe, dove è presente un museo dedicato a un mito di Hollywood. La direttrice che lo fondò molti anni fa era la cognata della famosa attrice Vivian Leigh. Le ha appunto dedicato una sala con cimeli e immagini inedite, come ad esempio una camicia da notte indossata sul set di “Via col vento”. La costa sud della regione è occupata dalla Torbay, composta dalle tre città balneari Torquay, Brixham e Paington. Il clima molto mite e la presenza di palme lungo le spiagge le ha consacrate quale “riviera inglese”. Torquay è il luogo di nascita della scrittrice Agatha Christie, nel museo della città è presente una sala a lei dedicata. Molte sono le spiagge nascoste, la più importante e più adatta alle famiglie è Babbacombe. Da questa si può godere di una vista a picco sul mare sulle caratteristiche rocce rosse. Una bellissima passeggiata lungo il sentiero marittimo offre scorci d’insenature e ville costruite facendo attenzione alla loro integrazione con il paesaggio. Questo percorso è inserito nel Sputh West Path, un percorso di 35 km che attraversa tutta la cornovaglia e il devon, ma che di solito viene fatto spezzettato. All’estremità a sud della contea del Devon è occupata da Plymouth, il più grande porto naturale. Nel 1620 i pilgrim fathers sono salpati da Southhampton fecero l’ultimo scalo qui alla volta del nuovo mondo a bordo della Mayflower. Una lapide commemora il punto di partenza. Ma passiamo alla gastronomia della Cornovaglia, una meta perfetta per gli amanti del mare, della natura, dell’arte ma anche del cibo. Sulle sue fertili terre, oltre a bellissimi giardini, crescono frutta e ortaggi saporiti – qui nascono i migliori sidri del Regno Unito, ma anche interessanti vini - le sue acque sono ricche di pesci, molluschi e crostacei (da non perdere le saporite cozze coltivate lungo l’estuario del fiume Fowey e gli ottimi granchi di Newlyn). Non si puo’ trascorrere qualche giorno da queste parti senza aver assaggiato almeno un versione delle famose Cornish pasties, sorta di calzoni farciti con ogni ben di Dio (nella versione classica: spezzatino di manzo, lardo, cipolle e patate oppure nella versione fish, con teste di pesce che escono in modo inquietante dall’impasto) 40 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 La costa Nord è punteggiata di ristoranti dei celebrity chef e i gelati locali (da provare quelli della Roskilly’s Farm, con punti vendita nei principali centri). Specialmente lungo la costa Nord - poco nota in Italia ma molto amata dai turisti britannici - non mancano ottimi indirizzi per assaggiare la cucina locale: dai pub e i localini “da spiaggia” fino ai ristoranti stellati dove operano alcuni dei celebrity chef inglesi come Rick Stein. Paul Ainworth. Bisogna prenotare per tempo per mangiare al ristorante Fifhteen Cornwall On The Beach, dello chef Jamie Olivier, a Watergate Bay, sede locale del suo “format” (reclamizzato attraverso siti e programm tv sulla BBC). Propone piatti ispirati alla cucina italiana realizzati da giovani disoccupati del luogo con alle spalle storie difficili, che sono stati appositamente selezionati e formati dallo chef. Poco lontano da qui, si trova Padstow che offre il suo delizioso porticciolo di pescatori. Con un ingegnoso sistema di dighe, aprono e chiudono in base alle maree. Qui si trova un’alta concentrazione di ottimi ristoranti. Padstow è il regno di Rick Stein, famoso star chef che ha aperto qui numerosi locali. Paul Ainsworth, che propone ottimi cocktail e piatti creativi a base di prodotti “poveri” locali e di stagione. Per il pranzo, una buona idea è prendere il traghetto che in pochi minuti conduce a Rocks, un piccolo villaggio sulla sponda opposta dell’estuario del fiume Camel che da qui si butta in mare, e fare tappa al Mariners Inn per un sandwich o un gustoso fish&chips; se volete invece fermarvi per un dinner, al piano di sopra c’è il Tides Restaurant dove lo chef Tom Scade prepara soprattutto piatti a base di pesce e molluschi locali. A Padstow, alla centralissima Chough Bakery potrete anche assaggiare tra le più buone e interamente artigianali cor- A destra: immagini delle magnifiche spiaggie e delle alte scogliere della costa nord. Qui sopra la Duchessa di Cornovaglia e il famoso chef Jamie Olivier, che ha un ristorante a Watergate Bay Grand Tour nish pasties. Per dormire un’ottima soluzione sono le graziose camere del B&B Strand House, affacciate sulla bella piazzetta del Drang e sul porto. Proseguendo verso l’estremità della costa c’è la famosa Land’s End immortalata da Carlo Verdone nel film Maledetto il giorno che t’ho incontrato, ormai ridotta a poco più di un centro commerciale. A seguire il delizioso paese di St. Ives, centro di artisti e sede di altri interessanti indirizzi gastronomici. Il più scenografico è il Porthminster Cafè proprio sulla bella spiaggia di Porthminster. Proprio all’inizio del porto c’è The Alba dove lo chef Grant Nethercott propone piatti a base di pesce, carne e verdure locali. Nell’interno The Garrack offre una cucina creativa e moderna a base di pesce e granchio in un ambiente elegante. Per fermarsi a dormire da queste parti, oltre al Garrack c’è il bellissimo boutique B&B Salt House con una vista mozzafiato sul faro di Godrevy o il delizioso Dean Court Hotel, una bella casa d’epoca restaurata con cura dai proprietari a pochi passi dalla spiaggia di Porthminster. Approfittando del bel tempo – la zona ha il clima migliore di tutto il Regno Unito, anche se conta le maggiori precipitazioni dell’Est del Paese – fate una passeggiata lungo la costa, e fermatevi per un pranzo al Sand Sifter per un gustoso panino o un fish&chips ben fatto; magari dopo un bel bagno se la stagione lo permette. O regalatevi una passeggiata al faro di Godrevey per vedere le foche che si risposano al sole Da bere, 41 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE 15 - 3/2016 Junior Zone Sicuri con una app Prima di conoscere qualcuno, si dovrà guardare su Peeple? by Galeazzo Melzi d’Eril CHI HA PAURA DI FINIRE SU PEEPLE? V isto che siamo nel mese della festa delle donne, invece di regalare una mimosa, scrivo sulle app dedicate alla sicurezza delle ragazze. A colmare questa che era una evidente lacuna nel mare magnum delle applicazioni, è ora disponibile - sia per piattaforma iOS (Apple) sia per Android- “Siamo Sicure” una app gratuita che trasforma gli smartphone in un buon alleato nelle situazioni di potenziale pericolo. A sviluppare l’idea è stata la società di comunicazione multicanale Kulta con sede a milano e base operativa a Genova) che si distingue nei progetti digitali di edutainment. Si tratta di un prodotto completamente fatto in casa, articolato in quattro sezioni. Le prime tre consistono in strumenti di difesa e soccorso che sfruttano alcune funzionalità diffuse su tutti i modelli di smartphone: luce, suoni, geolocalizzazione 42 e tasto per le chiamate rapide. Il telefono emette allarmi acustici e luminosi che dovrebbero attirare l’attenzione in caso di minaccia e/o dissuadere il molestatore che non capisce che cosa succede. Tramite la localizzazione è possibile effettuare la chiamata rapida dei soccorsi e l’invio di sms. Si sfruttano le coordinate geografiche e si imposta una lista di numeri. Per chiamare aiuto, insomma, basta toccare lo schermo due volte. L’obiettivo della app non è però la difesa, nè tantomeno è il soccorso. Michela Paparella, co-fondatrice di Kulta spiega che quando una ragazza si sente inseguita da qualcuno probabilmente non basta attivare un allarme acustico o luminoso per salvarsi. La cosa più importante è non andare a finire nel vicolo buio e da sole. Per questo motivo, in abbinamento alla app c’è un decalogo, l’elenco delle dieci regole di buon senso che de- vono essere applicate per prevenire, per non trovarsi in una situazione di pericolo. Il testo spiega come diventare un bersaglio difficile, quale comportamento verbale bisogna tenere, la necessità di mantenere una buona soglia di attenzione quando ci si trova nelle situazioni a rischio (niente musica in cuffia ad esempio quando si cammina da sole di notte in città). Sono consigli che, se rispettati, consentono di evitare la maggior parte dei casi di aggressione. Siamo Sicure ha già ottenuto un riconoscimento, quello di Civic App (ovvero applicazione di utilità civile) conferito dal comune di Firenze che ha concesso anche il patrocinio all’iniziativa. Il software appare davvero utile ed è anche ben disegnato. E’ disponibile anche la versione in inglese per il mercato internazionale. Anche lì infatti i servizi di tutela delle donne sono poco considerati dagli sviluppatori. Dopo le recensioni di locali e divertimenti, è arrivata l’app per recensire le persone. E fa paura. Dopo un anno di gestazione, Peeple è sbarcata su iOS con la sua idea innovativa e carica di interrogativi: consente di esprimere pareri sulle persone dandogli un voto in tre aree, professionale, personale e dating, Come se fossimo un ristorante, una discoteca o un cellulare, diventiamo oggetto delle opinioni altrui, con recensioni dettagliate che indicano se e quanto siamo bravi oppure quali sono le nostre carenze. L’applicazione trasforma il carattere e l’indole di una persona in una sorta di moneta che dà valore a chi ci sta intorno, permettendoci di gestire la nostra reputazione ma anche di conoscere chi ci sta intorno. E naturalmente ora il giochetto fa paura, soprattutto alle generazioni più giovani. Chi prenderà meno stelle su Peeple potrà mai trovare un lavoro o un fidanzato? ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Junior Zone Gelato? Arrivo.. by Giulia Ferri Il gelato mi piace da morire, ma prima di oggi non sapevo che, volendo, potrei diventare una assaggiatrice professionista. Giuro che non è uno scherzo. Sono appena usciti dall’esame i primi diplomati in Italia e nel mondo del corso di “Analisi sensoriale dedicato al gelato” (nella foto) organizzato dalla Carpigiani Gelato University di Anzola Emilia (Bologna) e dal Centro Studi Assaggiatori di Brescia. Come succede per i sommelier o per i degustatori di caffè e di cioccolato, anche gli assaggiatori di gelato imparano le tecniche di base per distinguere un buon prodotto artigianale piacevole al palato e di buona fattura da un gelato fatto con le polverine. Il percorso formativo, della durata di 8 ore, è stato studiato per avvicinare gelatieri, chef, pasticceri e golosi alle basi scientifiche dell’assaggio del gelato imparando a riconoscere pregi e difetti dell’alimento. Nel 2016 sono previste altre due date - il 14 maggio e il 9 luglio – ma visto il grande interesse già dimostrato da pubblico e professionisti si sta già pensando all’ampliamento del calendario. Pensandoci bene, è un corso perfetto per prepararsi alla stagione calda e stupire gli amici con la professionalità di un vero assaggiatore. Ma c’è anche ci può applicare le conoscenze conseguite alle proprie creazioni in gelateria, in pasticceria o al ristorante per coinvolgere ancora di più i propri clienti. Il corso per assaggiatrice di gelato parte dalle basi teoriche dell’analisi sensoriale e della produzione del gelato per arrivare alle esercitazioni pratiche con il bilanciamento degli ingredienti e la lavorazione dell’alimento. A fine giornata l’attesa degustazione con test di gradimento ed esame finale. Che scorpacciata.. Il corso di “Analisi sensoriale del gelato” è il risultato di un percorso di approfondimento condotto da Carpigiani Gelato University e il Centro Studi Assaggiatori di Brescia, il più avanzato in Italia e con oltre 25 anni di esperienza. Sarà integrato da quest’anno anche nel programma ufficiale della scuola per gelatieri di Anzola Emilia e nelle altre 11 sedi nel mondo. Carpigiani Gelato University è stata fondata nel 2003 come divisione formativa del Carpigiani Group, è oggi riconosciuta a livello internazionale perchè crea dei gelatieri di successo. Quest’anno sono stati organizzati oltre 400 corsi in 10 lingue per circa 12.000 ore di docenza, i corsi sono quasi triplicati in 3 anni. La sede principale della Scuola è ad Anzola dell’Emilia (Bologna), e la formazione avviene inoltre in altre 11 sedi nel mondo. Lanciato a settembre 2013, il percorso formativo “Diventa gelatiere” ha segnato il record di iscrizioni: sempre più studenti scelgono di completarlo in 4 settimane, per passare subito allo stage. che si conclude con uno stage formativo in gelateria. Per gli addetti ai lavori, ma anche per i soli appassionati, il corso per assaggiatori di gelato, con esame finale e diploma. Dopo sarà difficile godersi un cono senza fare l’analisi sensoriale.. IL MITO MINNIE FA IMPAZZIRE HOLLYWOOD Chi l’ha detto che tra i miti delle ragazze c’è solo Barbie? Mentre a Milano si festeggia la Barbie Night, a Los Angeles si va oltre e si fa festa a Minne, alla quale è stata dedicata una grande mostra a base di fiocchi e pois. La fidanzata di Topolino, copiatissima dalle star, ha meritato una mostra intitolata “Minnie Rocks the Dots”. Lo stilista Christian Siriano che l’ha definita ‘downtown chic’ le ha regalato un nuovo look rosa shocking con tanto di scarpe viola luccicanti. L’eroina dei cartoon ha influenzato fortemente la moda. Tra le ultime craezioni sulle passerelle, ispirate al suo look, quelle di Carolina Herrera: i suoi trench e pois giganti sono stati indossati per l’inaugurazione della mostra dedicata a Minnie dalla potentissima attrice e produttrice Drew Barrymore. tissima 43 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Arte & Co Campidoglio star by Katia Ferri Melzi d’Eril Archelogia, storia, costume e un inedito Turner Da sinistra: “Campo Vaccino” di Turner. Le rovine del Campidoglio nel dopoguerra. A destra: Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato R 46 46 44 ari documenti d’archivio, dipinti, incisioni, sculture e inediti reperti archeologici sono stati organizzati panzientemente per narrare le trasformazioni urbanistiche del Campidoglio, cuore religioso e civile di Roma antica, da dove William Turner dipinse Modern Rome. E per premiare il paziente lavoro dei ricercatori, arriva anche il quadro “Campo Vaccino”, eccezionalmente in prestito dal Getty Museum, e per la prima volta esposto a Roma nella mostra “Campidoglio. Mito, memoria, archeologia” ospitata dai Musei Capitolini fino al 19 giugno. Nessun luogo a Roma, forse, raccoglie in sé un insieme di suggestioni, storie e leggende pari al Campidoglio. Uno degli artisti più celebri ad averne subito il fascino di questo luogo fu William Turner che nel 1839, circa 10 anni dopo il suo ultimo viaggio a Roma, dipinse “Modern Rome – Campo Vaccino” rappresentando la città eterna immersa in un velo di memoria, tra chiese barocche e antiche rovine che si dissolvono in una luce crescente generata dal tramonto. “Campo vaccino” è un’opera di grande suggestione che sarà esposta per la prima volta a Roma grazie ad un importante prestito del Getty Museum e che sarà il punto di partenza della mostra. Il nome, Campo Vaccino, attestato in una bolla pontificia di papa Sisto V del 1589, deriva dal mercato delle vacche che vi si teneva, regolato dal “governatore della dogana di Campo Vaccino”. Con l’occupazione napoleonica e in seguito, sotto papa Pio VII, si iniziarono i lavori di scavo nel Foro e si pose fine al mercato. L’esposizione, promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, è curata da Alberto Danti e Claudio Parisi Presicce. Per raccontare le trasformazioni del tessuto urbano del Colle, accanto all’opera di Turner saranno esposti tre plastici del Campidoglio, recentemente recuperati e poco noti al grande pubblico, un ricco apparato scientifico-documentario e diverse opere precedenti e contemporanee a quella di Turner che raccontano la suggestione poetica suscitata dal Campidoglio fino all’inizio del XIX secolo: basti citare le bellissime vedute di Giovan Battista Piranesi e Filippo Juvarra. Partendo così dalla visione mitica e romantica (sezione 1) si esaminerà il percorso storico-urbanistico del Campidoglio (in particolare del versante sud) che dalla fine del Settecento ai nostri giorni è profondamente mutato, fino a divenire sede dell’amministrazione capitolina. Attraverso documenti d’archivio e opere conservate essenzialmente presso le collezioni capitoline, nella sezione successiva si analizzerà il periodo in cui i Caffarelli, dalla fine del Cinquecento, occuparono la sommità del colle con il loro palazzo. Qui verrà esposta anche una selezio I PALAZZI DEL POTERE A ROMA Carlo d’Orta e Vito Tenore pubblicano con Palombi Editori un bel volume fotografico dedicato ai Palazzi del potere. Parlamento, Presidenza della Repubblica, Ministeri, magistrature e Banca d’Italia, Palazzo Spada dove ha sede il consiglio di Stato sono immortalati con il loro fascino simbolico, con le loro storie e significati. Ogni pagina è fatta per ammirare finalmente affreschi decorazioni, volte e arredi straordinari che sono spesso inaccessibili al pubblico o comunque visitabili per pochissimo tempo. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Arte & Co. Bologna celebra il mito Pasolini Sopra e a fianco: le immagini della grande mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini al Museo d’arte Moderna di Bologna fino al 28 marzo ne di affreschi delle prime fasi edilizie del palazzo (sezione 2). Quindi si approfondirà il periodo in cui i Prussiani si stabilirono in Campidoglio ampliando le loro proprietà con nuovi edifici come l’Istituto Archeologico e l’Ospedale Teutonico (sezione 3). A seguire si illustreranno i cambiamenti successivi allaproclamazione di Roma Capitale d’Italia nel 1870 e durante il Governatorato, caratterizzata dalle demolizioni attuate per riportare alla luce la mitica Rupe Tarpea (sezione 4 e 5). Una sezione, infine, sarà dedicata alla più recente storia degli scavi del tempio di Giove Capitolino avviati con regolarità dal 1865 e alle opere scultoree emerse durante gli sventramenti lungo il margine di Via della Consolazione. Si conclude poi con gli inediti risultati emersi dalle indagini che hanno rimesso in luce il numeroso materiale (terrecotte architettoniche e frammenti di scultura fittile) attribuibile alla fase arcaica e medio repubblicana dell’antico Capitolium (sezione 6). Sono previsti percorsi didattici e laboratori per adulti e scuole. OFFICINA PASOLINI A BOLOGNA Pier Paolo Pasolini rinasce in un percorso narrato e ragionato nell’esposizione che porta il nome della rivista da lui fondata. Bolgona gli dedica quest tributo fino al 28 marzo al Mambo, il Museo d’Arte Moderna. L’intellettuale scomparso 40 anni fa è ricordato dagli anni della formazione fino al fiml uscito postumo Salò o le 120 giornate di Sodoma, fino al romanzo incompiuto Petrolio. L’indagine attraversa, esamina e collega i capisaldi della sua poetica, evidenzia i tratti ben conosciuti come la figura della madre, la tragedia greca, le cisioni di altri mondo e di popoli arcaici, la presenza del sacro, il degrado delle borgate, il potere neocapitalistico. Lo spazio espositivo è l’imponente Sala delle Ciminiere, trasformata per l’coccasione in una sorta di cattedrale contemporanea, trasformata nel mondo architettonico e figurativo amato dallo scrittore. In osgni sezione sono esposti filmati, foto, dipinti, disegni, testi originali, costumi di scena. 45 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Fashion&Co I nuovi must have Basic, romantico, vitaminico, da guerriera, rock’n chic, print-aolic Un guardaroba tutto da cambiare by Christian Gravanati S Qui so e avete l’armadio sempre troppo pieno, ecco come rigirarlo, aggiungendo i pezzi giusti di stagione che sicuramente vi mancano, per poter uscire ogni giorno, con uno stile diverso. NEOROMANTICO Intramontabile, delicato, sta bene a quasi tutte. La preziosità del pizzo va accostata a stampe floreali non troppo grandi e non troppo fitte, osando tinte aree come il lilla, l’azzurro in tutte le nuance e il verde acqua. Grande ritorno dello chemisier, della camicetta bon ton, del camicione prezioso e trasparente per tutte le ore, dell’abitino a palloncino o a pieghe strategiche. Chanel propone il pizzo rosa abbinato alla pelle nera da motociclista. BASIC & BASIC La comodità innanzitutto, con un tocco di Giappone che sta bene a tutte le età e soprattutto alle meno giovani. Se i pezzi basic non li avete già, approfittate per acquistarli in tonalità diverse o con proporzioni rivisitate. Si parte dalla tuta intera in jeans o in cotone azzurro avio, che si porta con una sciarpona. La felpa abbondante grigio perla che va praticamente su tutto, dal jeans alla gonna alla caviglia. Il jeans finalmente normale, non skinny, la t shirt blu cobalto a manica tre quarti. I soprabiti sono a tutto relax: a forma di kimono giapponese, ma in jeans o in cotone garzato color grafite, anche finestrati, tipo lavagna. Oppure si può optare per il 46 parka verde militare ma in versione corta, milletasche, senza rinunciare al cappuccio. O ancora per il bomber, ma in nylon leggero e rosa baby. Per un pomeriggio al museo, camicione bianco oversize, gonna nera alla caviglia e sandali infradito di corda, oppure mocassini superlight. Per le amanti del minimal mood, i pezzi base sono le camicie in organza senza maniche, i soprabiti kimono con chiusura a nodo, i pantaloni oversize con tasche laterali, le camicie asimmetriche con collo alla coreana e le camicie con grandi maniche e scolli tondi. ARCOBALENO Una tendenza che non piace a tutte e che non sta bene a tutte, ma di certo divertente. Se non ve la sentite di osare una camicia millerighe, il leggins sfumatissimo dal grigio al rosa in meno di due metri, o una gonna plissè soleil con ardite sfumature tra l’arancio e il viola, tornate al total look, ma vitaminico: chemisier arancio fluo, giubbino in nylon giallo evidenziatore, sneakers verde acido Diadora, costume da bagno che abbina albicocca, fragola e lampone, la borsa a frange e gli occhiali di un colore deciso, prugna, che di sicuro farà vivare ogni altra mise verso il mix arcobaleno. ROCK’N CHIC Un trend trascinante grazie al grande ritorno di Grease, con il musical Grease Live, nel quale Vanessa Hudgens interpreta la ribelle Rizzo. Per chi detesta i pizzi, le sdolcinatezze e acor più i colori accesi, il grande ritorno della rete, della pelle borchiata e delle superfici metal, da giocare con il classico bianconero, giallo er carminio. Il chiodo, se non l’avete, è in camoscio o in ecopelle e possibilmente gagliato corto, sopra il punto vita o sotto il seno, perchè si porta con i leggins ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Fashion&Co Grande ritorno dei pattern ipnotici, delle catene, delle minibag, delle camicione oversize, dei sandali platform, delle chiusure a nodo e kimono bianchi ma lucidissimi oppure la gonnellona glam. L’abitino a contrasto bianco-nero che spesso si ha già da qualche parte, si rinnova con intarsi in pizzo e l’abbinamento con i polacchini di rete che salgono fino alla caviglia e la punta aperta. La bigiotteria arriva direttamente dal mondo bike: grandi bracciali color acciaio o fatti con materiali di riciclo in alluminio, catene in plastica grossa ovunque dal sandalo all’orecchino. Unici colori ammessi: quelli accesissimi per la borsa. La bag è mini e hot: contiene solo l’indispensabile per truccarsi telefonare o pagare l’aperitivo. Colori: arancio, giallo fluo, viola fluo, verde salvia, rosa, pesca, rosso geranio. PRINTS PARTY Grande ritorno dei pattern ipnotici, sopratutto per i capospalla e gli abiti, da alternare a fantasie tropicali o righe alla marinara. Il tutto va indossato con zoccoli di legno e giacche di camoscio cadenti, con uno stile hipster, insomma: poco decorato e non troppo pettinato. Il pantalone ampio e morbido di seta a fantasia tropicale si sposa con la giacca in camoscio e con la camicia tinta unita in colori insoliti e forti, come giallo, viola verde acido. Il soprabito bon ton diventa ipnotico con un pattern colorato (es. azzurro acqua su fondo panna). L’abitino per la passeggiata sul lungomare è sicuramente ispirato alle mattonelle degli hammam di Casablanca. Grande ritorno delle maxi stampe di fogliami tropicali su fondi scuri e di fiori della giungla su fondo nero. Sì alle zeppe anche altissime, purchè movimentate da geometrie. E alle righe alla marinara, in bianco e nero e viceversa, purchè si tratti di camicioni oversize, niente silhouette da gondoliere. Dall’alto: co. PASSIONE LATINA Anche questo è un grande ritorno che permette di fare grandi ripescaggi nell’armadio e nei mercatini vintage. Sarà un’estate molto torrida, ricca di abiti alla Carmen con o senza maniche, con cintura in vita. Sì alle gonne da gitana, alle ruches in rosso, ai pantaloni avvitati da ballerino di flamenco, alle ballerine con i lacci che salgono alla caviglia, alle camicie che lasciano scoperte le spalle, da portare con gonne a balze anche multicolor ad ogni ora del giorno. I grandi stilisti che hanno scelto questo trend sono Michael Kors, Proenza Schouler, Salvatore Ferragamo e, ca va sans dire, Oscar De La Renta. STAR WARS Abitini corti, dalla linea design, tagliati e traforati al laser, richci di paillettes lucenti, glitter, effetti metallici. Il look ‘guerre stellari’ vince ancora, Da portare con tacchi a spillo da principessa dello spazio o con sandali platform dall’effetto lunare. Oppure giacca e dolcevita in tulle bianco, da portare con pantaloni palazzo bianchi e sandali space blu elettrico. 47 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Fashion &Co TUTTI IN CAMPO Completo donna Head primavera 2016. A fianco: la duchessa di Cambridge Kate partecipa all’evento “Tennis on the Road” sponsorizzato da Peugeot. Modella: Erika Ghisolfi, Styling Giorgia Pertosa Foto: Simone Saccani) . 48 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 12/2014 n.15 3/2016 Fashion &Co ILEGGENDE IN CAMPO Giacca impermeabile e t shirt di Hally Hansen. A fianco: Andrè Agassi in campo per il Duel of Legend, grand prix organizzato da Porsche. Modella: Erika GhisolfiStyling: Giorgia Pertosa Foto: Simone Saccani 49 50 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Fashion & Co L a parola d’ordine per la moda maschile primavera estate è libertà, come sostengono Miuccia Prada che sdogana gli shorts, e Dsquared2 brand che più degli altri si fa portavoce di uno stile irriverente ed estroso. Il guardaroba maschile meno classico è sfrontato e ricco di sovrapposizioni, sfida i canoni dell’eleganza dell’haute couture con un look casual e contemporaneo fortemente contrastato: sportivo-sartoriale, neovintage, workwear di lusso. Insomma, da un lato resta viva la classicità, l’uniforme dal taglio sartoriale, semplice e discreta, ma non mancano anche in questo campo righe scintillanti di brillantini o dettagli che richiamano l’intima atmosfera della vestaglia da camera. E dall’altro prolifera ogni tipo di trend: ritornano il bomber e il parka da N°21 e da Diesel Black Gold. Novità assoluta: l’inserimento nella linea maschile del pizzo in tutte le sue varianti, nuovo trend di stagione al limite dell’ambiguità erotica del latin lover. Sono proposti mix unici ed esplosivi, con sguardi che spaziano dall’Oriente (quelli di Dolce & Gabbana, Louis Vuitton e Gucci) al mondo fresco ed energico del surf per Dsquared2. La cromia si fa riflesso della stravaganza della nuova collezione: leVintage dieci nuove brillanti tonalità di tendenza decretate da Pantone sono un’esplosione di colore. Trionfa l’azzurro, che va dal Limpet Shell, alla sofisticatezza del Serenity, fino al formale e intenso Snorkel Blue; il rosso scarlatto è stato altresì tra i più apprezzati protagonisti delle sfilate p/e, ma si vede anche il rosa quarzo, eletto da Pantone colore dell’anno 2016, ritrovato tra le proposte di Marc Jacobs e Ermenegildo Zegna. Rimanendo sulle sfumature del rosso, ecco l’Orange Peach, utilizzato da Walter Van Beirendonck. E ancora tornano il Lilla, il Blue Navy, il Buttercup, senza dimenticare tutte le calde tonalità Sunset proposte da Prabal Gurung, Carven e Prada. Meno presente il tropicale Green Flash, che invece ha invaso le passerelle femminili. Non mancano comunque nuances più sobrie quali il Lilac Grey, prediletto dal maestro Giorgio Armani, e l’Iced Coffee, sfoggiato orgogliosamente da Polo Ralph Lauren, Dsquared2 e Haider Ackermann. by Ivana 50 Pizzo, l’ultima ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Fashion & Co Un guardaroba da giocare su ispirazioni surf, Cina imperiale, sea life Ma ecco le altre tendenze da non perdere per la stagione primavera/estate 2016: Tema Seafaring Life: Un mare profondo e sinuoso ispira Giorgio Armani: toni mauve, grigi sfumati, azzurri nuvola e glicine; i tessuti seguono l’andamento ondulatorio del mare, basti vedere le linee degli abiti che sono morbidi, decostruiti. Legata invece al mondo del surf la visione di Dsquared2, che propone corpi tatuati da “mute” full body tattoo, pantaloncini da surfer incrostati di ricami multicolor, jeans oversize e poncho fuoriscala portati come mantelli. Anche per Antonio Marras, Brioni e Canali la parola d’ordine è blue sea in tutte le sfumature: giacche doppio petto bianche e blu, abiti slim chiusi in vita da una cintura a evidenziarne la silhouette e spolverini leggeri elegantissimi, disegnati da linee geometriche, da portare con sandali in pelle a doppia fascia. Tema Oriente: Ancora Armani, senza alcun eccesso: i colori sono grigio, blu, sabbia, fango, declinati per ampi pantaloni con pince profonde e baschi coordinati che danno un sapore tutto metropolitano alla collezione. Ma anche Dolce e Gabbana rendono omaggio alle sete stampate della Città Proibita, riprendendo la bellezza esotica della cineseria e accostando le colorate forme geometriche ai motivi folk siciliani che da sempre caratterizzano la maison. Non mancano stampe di colibrì e pappagalli, blazer con fiori di bambù e ricami sontuosi in filigrana d’oro. tentazione Torna il neoclassico: rilanciato da Zegna Couture, che mescolando con maestria unica linee che aderiscono al corpo pur rimanendo morbide e fluide, come nei suoi Broken Suit, a dettagli della contemporaneità che si inseriscono nella più classica sartorialità. Si punta su madras color pastello e tonalità neutre, intervallate da bianchi ottici e total black, completando il look fluttuante con coat e trench chiusi fino al colletto, gilet multitasche, bomber e blouson drappeggiati. Diversa la visione di neo classicismo di Salvatore Ferragamo, che mescola aspetti classici e sartoriali con il mondo dello sport, inserendo dettagli per certi versi futuristici e utilizzando colori bruciati ma intensi. L’Unconventional: Blazer e bermuda per Corneliani, che rilancia un rigore anticonformista dove lunghi trench scorrono fluidi fino alle caviglie e Tshirt in pelle di ampio volume si portano con pantaloni con stringi vita che disegnano la silhouette. Marni propone le tonalità del blu, del verde bosco e del bordeaux per abiti dalle linee essenziali che riprendono però field jacket di gusto casual su pantaloni ampi ma corti alla caviglia o bermuda oversize. Originale Jil Sander, che trasforma il tessuto più tecnico in abito sartoriale, donando dignità all’impermeabile, mentre il coat si fa ampio e rigido disegnando mantelle con cappuccio in vernice color ghiaccio o total black. Genderless pare essere la nuova parola d’ordine dell’uomo anticonformista, che non disprezza tuniche lunghe, maglie oversize su bermuda e una certa attitudine rilassata che dallo sportswear si fonde con i dettagli bespoke. Il poetico: Abiti in seta raffinati, camicie in georgette di chiffon, decorazioni floreali come giardini incantati e ricami preziosi come i pappagalli che si posano leggeri sulle maglie dai colori raggianti proposte da Gucci e Alessandro Michele. Lo sportivo casual chic: Mentre Moncler Gamme Bleu si ispira al mondo del canottaggio, Calvin Klein sceglie uno sportswear sartoriale che non smentisce le origini americane del brand, propone il giubbino denim in tonalità neutre e il classico jeans. IL DENIM? SI FA SARTORIALE Il jeans si affianca ai tradizionali tessuti sartoriali, la nobilitazione del “denim sartoriale” lo rende adatto anche alle occasioni più formali; ma non si slega dalla visione tradizionale, che lo vede abbinato alla t-shirt bianca , il classico di Calvin Klein. Esplorato in tutte le sue forme e sfumature, sempre più complesso nelle lavorazioni e nei dettagli, il jeans impazza in versione street e urban, sofisticato e bon chic; si va dal bluejeans modello culotte di Stradivarius alla salopette con farfalle ricamate di Valentino, nella sua versione con patchworks e applicazioni ton sur ton oppure délavé. Sono in particolare Dean e Dan Caten di Dsquared2 a dettare le nuove tendenze del jeans maschile: torna l’oversize, dove tale abbondanza è da intendersi “spiegazzata” oppure “crumpled”;sopravvive lo skinny, con sbiaditure che assumono talvolta un andamento ondulato in linea con il tema Wave Chasers” Nella pagina a fianco: tendenze moda maschile per la primavera estate 2016 alle sfilate di New York e outfit Louis Vuitton. In questa pagina, le geometrie di Givenchy da alternare al workwear postindustriale, per nulla rigoroso: Prada decora la t shirt con ricami ironici di coniglietti pop, razzi, macchinine da corsa. 51 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Beauty&Co Cambio di pelle by Daniele Bertoni, make up artist Tra una stagione e l’altra, è tempo di idratare e nutrire con le creme adatte. A Bologna tutto pronto per il Cosmoprof Da sinistra: idratazione profonda con le creme giuste. A destra il manifesto di Cosmoprof, fiera mondiale della bellezza I 46 46 l viso è la prima parte del corpo che risente dei cambiamenti climatici tra una stagione e l’altra. Durante i mesi freddi non è difficile riscontrare fenomeni di arrossamento, secchezza, desquamazione sull’epidermide: tutti sintomi collegati ai frequenti sbalzi di temperatura propri della stagione invernale, Dunque è giusto intervenire prima possibile, optando per prodotti idratanti e creme dalla texture corposa, in grado di restituire il giusto apporto d’acqua e di sostanze essenziali. Si possono scegliere sia creme emollienti che sieri, prodotti decisamente più specifici, che penetrano in profondità nell’epidermide e svolgono un’azione mirata. Essi nutrono la pelle donandole subito grande luminosità. Ma se le creme non bastassero? Cosa potremmo osare 52 in piu? Esistono numerose tipologie di trattamenti estetici dedicati al viso e alle sue esigenze. Prevenire la couperose, per esempio. Contro questo inestetismo sono utili i prodotti a base di piante officinali come la calendula e la lavanda, dall’azione lenitiva e calmante. E il mirtillo, che oltre ad essere assunto per bocca, va integrato sulla pelle. Le proprietà del mirtillo rinforzano le pareti venose e dei capillari, responsabili delle macchie e dei reticolati arrossati. Gli esperti di bellezza consigliano a tutte di approfittare della primavera per lavorare sul corretto apporto d’acqua. Gli effetti si vedono subito sui contorni dell’ovale che tornano più elastici. E’ il momento ideale per fare uno scrub alla settimana, con malva, lavanda e burro di karitè di cui sono noti gli effetti curativi. Volendo, alla propria crema idratante preferita si può aggiungere qualche goccia di olio essenziale di iperico oppure di mandorle Non può mancare, sempre una volta alla settimana, una buona maschera nutriente. Quelle più efficaci e fai da te sono a base di cera d’api, si trovano in erboristeria. Per migliorare il preparato si possono aggiungere alcune gocce di olio di calendula, di iperico e di olio di oliva. Durante le pause di attesa fra un trattamento e l’altro, ricordiamoci di mangiare una mela, frutto ineguagliabile per le sue proprietà disintossicantai, dermopurificanti e calmanti. Fra le pratiche più recenti e più piacevoli da scoprire, la vinoterapia: essa svolge la sua azione sfruttando il potere degli acini dell’uva, altamente antiossidanti per la massiccia presenza di polifenoli, calcio, vitamine e flavonoidi. Il trattamento consiste in un peeling che aiuta a purificare la pelle e a dilatare i pori. Cosmoprof Worldwide Bologna, salone leader internazionale sulle tendenze beauty in scena nella capitale emiliana dal 18 al 21 marzo è una fiera attesa non solo dagli addetti ai lavori, ma anche da operatori professionali, buyer. A un passo dal cinquantennale e supportato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, Cosmoprof si è saputo rinnovare mantenendo l’obiettivo di promuovere l’innovazione nella bellezza a 360 gradi. Il trend di quest’anno è la cosmetica naturale e bio, con un area espositiva dedicata per i certificati HALAL (“leciti” in arabo). Quest’anno si terrà anche il primo Barber Show rispondendo alla pressante richiesta di styling dedicati all’uomo, Si espande anche l’universo nail (nuance, sfumature, long lasting, tecniche e decorazioni) e quello hair. Sono sempre affollatissimi gli show “Onhair” che presentano nuovi look firmati dai migliori hair-stylist internazionali. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Beauty &Co Il make up? E’ molecolare Sveliamo le note chiave del profumo Dior Sauvage, è stato eletto fragranza dell’anno A rriva finalmente anche in Italia. Stiamo parlando di Six, il primo trattamento di bellezza bio-cellulare che prende campo a livello mondiale e sta spopolando anche dai noi tra i più prestigiosi centri di benessere: questi prodotti coniugano textures sublimate alle vitamine con i principi attivi d’avanguardia di estratti vegetali, e risultano potenti rafforzativi della vitalità cellulare della pelle. Si ottiene il maggior risultato nel minor tempo possibile, insomma. Cosa si può volere di più? SIX Cosmetics è un’azienda francese che ha pensato bene di formulare questa linea cosmetica partendo da alcune principali esigenze della pelle e, considerando anche i diversi fattori (età, ormonali, ambientali etc.) che influiscono sul suo aspetto e le sue necessità, ha messo a punto sei formule in grado di soddisfare i suoi più importanti “bisogni vitali”. Il trattamento Six dona ongevità alla cellula epiteriale grazie ai soli principi attivi naturali, senza parabeni, agisce contro i segni del tempo e anche contro le avversità atmosferiche. Questa linea di prodotti inaugura la diffusione su vasta scala della osmetologia molecolare – naturale e sensoriale: con glicoproteine, polisaccaroidi e peptidi delle piante selezionate per un’azione globale. Idratanti, rassodanti, leviganti, anti age, lucidanti, rimpolpanti sono contenuti in 6 specifiche confezioni a forma di ‘uovo’. La profumazione e la colorazione sono del tutto natuarli grazie all’essenza della pianta o del frutto del principale attivo. Nella linea SIX si trovano uno struccante bifasico a base di oli floreali che rendono piacevolissima la pulizia del viso dopo il make up, più nutriente e levigato il viso grazie ai principi vegetali che donano idratazione profonda per 12 ore. SIX propone anche una crema per le mani ricca di vitamina E che rigenera il pigmento della pelle dai segni del tempo, anti age e anti macchia: ricostruisce la melanina mancante, oltre a rinforzare le unghie. Un’altra novità assoluta di questa linea è il primo balsamo per le labbra all’acido ialuronico che volumizza naturalmente le labbra grazie alla stimolazione del collagene.Questa linea esclusiva viene usata in pochissime SPA italiane ma ora è possibile trovarla anche in un buon numero di parafarmacie e farmacie e in alcune profumerie. SAUVAGE BY DIOR E’ PROCLAMATO PROFUMO DELL’ANNO Ispirato al viaggio, l’avventura il nuovo profumo da uomo Sauvage byDior Sauvage porta nella elite dei profumi di lusso la contemporaneità degli ingredienti. La maison dichiara che non è stato facile per il famosissimo naso François Demachy creare questa nuova fragranza. Un ingrediente come la lavanda viene volutamente ‘imbrogliato’ con note agrumate, l’etimantolo che ricorda l’odore del pop corn lo rende fragrante e unico all’olfatto, il bergamotto di Calabria si fonde con un pepe fumè davvero stravagante. Il testimonial ideale per incarnare questa creazione, una meravigliosa illusione, è il grande Jhonny Deep che lo interpreta alla perfezione vestendolo nel ricordo del maschio cittadino con velleità di avventuriero. Ecco ‘il dandy moderno’ controcorrente che lascia la sua impronta nel mondo. Quello di Depp per Dior è un viaggio sinergico, dalla città al deserto e alla terra, si percepisce l’ardore, il caldo asciutto. Questa è la sensazione che si prova quando si indossa Sauvage by Dior che incendia grazie anche al patchouli voluttuoso e il labdano. C’è anche un tocco di vetiver che non guasta anzi che ci rende tutta l’armonia di un uomo carnale anche nelle situazioni meno intense. Sauvage by Dior è un profumo d’atmosfera che si rinnova ad ogni ora del giorno e si adatta ad ogni situazione. Un flacone blu simile ad un cono tagliato lo avvolge nella sua misteriosa allure. 53 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Salute& Co E’ by Fiammetta Trallo specialista in ginecologia ripartita da Rimini la campagna 2016 di “Love it! Sesso consapevole” promossa da SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) in collaborazione con La pillola senza pillola, il progetto educazionale di MSD Italia. Come nelle passate edizioni, l’iniziativa si propone di spiegare alle ragazze l’importanza della contraccezione e come vivere la sessualità in maniera responsabile. Nella scorsa edizione, a visitare i gazebo “Love It” nelle principali piazze italiane del tour anche un 18% di ragazzi perché, quando si parla di contraccezione consapevole, anche loro vogliono essere informati. Love it! Sesso consapevole - uno spazio per approfondire i temi della sessualità e consultare gratuitamente e in forma anonima un team di ginecologi a cui porre domande, dubbi e curiosità su sessualità e contraccezione. Presso gli stand Love it! vengono distribuiti il bracciale simbolo della campagna Love it! e la Guida alla contraccezione E ora parliamo della pillola senza pillola. La campagna è prevista in dieci città e si concluderà presso la Fiera del Levante a Bari. Date e tappe sul sito www.lapillolasenzapillola.it. Sul medesimo sito, a grande richiesta, torna la Love Band, la squadra di giovani ginecologhe che forniscono consulenze Vintage online nella più assoluta riservatezza.Dai dati di un’indagine condotta in 12 Paesi su oltre 5.900 donne tra 20 e 30 anni, di cui 500 italiane, nonostante più di un terzo delle under 30 vuole più informazioni su benessere e salute sotto le lenzuola e una su due desidera saperne di più su tutti i metodi contraccettivi disponibili, una buona parte si informa sul web e consulta il ginecologo solo in un secondo momento. Il 22% delle italiane tra i 20 e i 30 anni usa internet come prima fonte di informazioni sulla contraccezione e solo il 16% si rivolge al ginecologo. Tra le bufale in rete c’è anche quella che la coca cola è spermicida e che il coito interrotto è un sistema sicuro. E molte ragazze ignorano anche l’esistenza della pillola trimestrale o stagionale, pensata per avere solo quattro cicli mestruali in un anno, uno ogni tre mesi. Ai ginecologi capita di sentirsi chiedere di passare dalla pillola al cerotto o all’anello ritenendo che questi Love.it, il sesso La società di ginecologia e ostetricia lancia anche quest’anno la campagna di informazione sulla contraccezione. E cerca di far luce sulle tante ‘bufale’ diffuse tra gli adolescenti 54 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Salute&Co La Sigo ha lanciato sul web una specie di ‘consultorio on line’ dispositivi non siano base ormonale. Per questo la SIGO ha deciso di istituire campagne di informazione anche attraverso l’istituzione di siti affidabili e certificati come www.sceglitu.it , un vero e proprio “consultorio on line”. Inoltre, ha aperto anche un proprio profilo Facebook e Twitter, interviene nei forum, blog e portali frequentati dai giovani per aiutarli a riconoscere le bufale della rete e ha realizzato il booklet Tutto quello che devi sapere sulla contraccezione “fit and forget” in distribuzione presso gli ambulatori di ginecologia e nei consultori. Le pillole anticoncezionali attualmente in commercio sono praticamente prive di effetti collaterali. L’assunzione và verificata con il ginecologo o il medico di famiglia che valuteranno eventuali controindicazioni assolute come i disturbi della coagulazione su base genetica. In allattamento può essere usata la pillola senza estrogeni, a base solo di progesterone che è anche indicata nelle donne che soffrono di cefalea. Quando si dimentica una pillola o si assumono alcuni antibiotici che possono ridurre l’effetto anticoncezionale è indispensabile proteggere i rapporti fino alla fine della confezione. Con quella successiva ritorna la copertura anticoncezionale. Questo non capita con i sistemi fit and forget ovvero metti e dimentica. Impianto sottocutaneo e spirale smart ormonale sono metodi in grado di proteggere per 3-5 anni senza compromettere la fertilità futura. Insieme a cerotto e anello sono a basso dosaggio ormonale, sicuri ed efficaci e non avendo la routine dell’assunzione quotidiana sono a prova di dimenticanza. Attenzione per le ragazze grassottelle: il cerotto non và applicato su cuscinetti adiposi perché gli ormoni non vengono ben assorbiti. I contraccettivi ormonali hanno anche vantaggi extra: annullano il dolore mestruale e la sindrome premestruale, riducono i flussi abbondanti, curano l’endometriosi e le cisti ovariche benigne. La contraccezione ormonale non protegge tuttavia dalle malattie sessuali. Anche se si assume la pillola è consigliabile usare il condom tutte le volte che si hanno rapporti occasionali o si inizia una nuova relazione. Femidon o Female Condom è il preservativo femminile. Non lo conosce quasi nessuno, medici inclusi. In Italia si trova solo nei sexy shop o via web. In nitrile, ha una sensazione tattile migliore e consapevole non dà allergie. Si applica 6 a 8 ora prima di un rapporto. Rape-aXe è il preservativo antistupro, formato da una membrana di plastica dura che va inserita in vagina. Sembra un normale condom. Nella parte esterna ha però protuberanze a forma di denti che a contatto con il pene causano dolori atroci. Si asporta solo con intervento chirurgico. London C-Card è un servizio che fornisce gratuitamente preservativi a giovani londinesi tra 14-24 anni. La C-Card viene erogata presso punti di registrazione dove personale esperto spiega come usare un preservativo in modo corretto e cosa fare e dove andare se si rompe Preservativi extra small per teenagers sessualmente attivi anni sono in vendita in Svizzera. La Lamprecht, leader nel settore, ha accolto la richiesta di organizzazioni anti AIDS e associazioni di genitori per garantire preservativi adatti alle dimensioni del pene degli adolescenti. Visto il tema di questo mese, non si può non citare la notizia più curiosa dell’ultimo anno, l’apertura a Parigi di una curiosa parafarmacia ‘monoprodotto’ con l’insegna “Le Roi de la Capote”. Marc Pointel, il proprietario ha chiesto un finanziamento in banca per aprire un negozio di questo tipo. Dopo i primi dinieghi, ce l’ha fatta. Sugli scaffali, c’è un assortimento più vasto di quel che si potrebbe immaginare. Ce ne sono di sottili, stimolanti, ritardanti, colorati, aromatizzati alla frutta, al gusto cocktail, i fluo, quelli specializzati per i circoncisi, quelli neri o con texture particolari, quelli verdi “Shrek” , quelli profumati alla cannabis. Un’azienda inglese ne produce di 95 misure diverse, a seconda del diametro e della lunghezza che occorrono (volendo si può prendere la misura appartandosi con un apposito centimetro di carta stampato su un foglio A4). Sugli scaffali del reparto donna, si notano la schiuma bio all’essenza di rosa per agevolare e tutta una gamma ricchissima di olii lubrificanti: a base d’acqua, silicone, bio, aromatizzati, effetto caldo, effetto fresco, eccitanti, per il massaggio Nuru, all’acido jaluronico, commestibili (sulla pelle, non per condire l’insalata). 55 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Società & Co, In pensione a 80 anni E’ la nuova idea che si fa strada in Gran Bretagna, ma non mancano i governi pronti ad applicarla altrove C In questa pagina: gruppi di pensionati a riposo, alle prese con la tecnologia. E pronti a scendere in piazza, per ribattere a chi li accusa di percepire assegni troppo ricchi, soprattutto se confrontati con quelli medi della popolazione di origine. Ora il nuovo rischio è un altro;: posticipare la pensione finchè si può evitare di darla o di vederla chiedere 56 on il progresso, l’innovazione e le nuove tecnologie l’umanità dovrebbe in futuro poter lavorare meno ma con maggiore produttività ed efficienza. Ma questa è solo una favola. Il risultato più probabile, invece, è proprio il contrario. Che per via dell’invecchiamento della popolazione e delle scelte avventate di governi come quello di David Cameron nel Regno Unito, non andremo in pensione prima degli 81 anni e dovremo lavorare ancora in età avanzata. Secondo alcuni economisti, i percorsi professionali come gli conosciamo ora non saranno più gli stessi fra pochissimo tempo. L’alternativa all’accumulo di risparmi per riuscire ad avere un assegno pensionistico decente è solo una: quella di “rimandare l’appuntamento con la pensione, possibilmente in maniera indefinita”.È questo il messaggio a dir poco allarmante lanciato da un report sul sistema previdenziale britannico pubblicato la settimana scorsa da un gruppo indipendente e commissionato dal Partito Labourista al fine di rivelare le anomalie e falle della riforma delle pensioni decisa dal partito conservatore al governo. La riforma che si starebbe studiando darebbe ai lavoratori la libertà di gestire i contributi pensionistici a piacimento, come una sorta di trattamento di fine rapporto potenziato. Al compimento del 55esimo anno di età si potranno prseto recuperare tutti i contributi versati per la pensione. Il problema di un sistema flessibile di questo tipo è che, dando liquidità direttamente in mano ai cittadini così presto, sono di più i rischi di perdere quei soldi in investimenti o acquisti sbagliati: quanti saranno capaci di gestirsi la pensione col fai da te? Tanti cittadini non hanno le conoscenze e capacità per gestire correttamente i risparmi di una vita e indirizzare al meglio – in maniera efficiente e diversificata – gli investimenti. Dunque in ogni nazione il divario sociale risulterà enorme. L’imminente, radicale riforma delle pensioni mondiali è da attribuirsi a un fatto: molte persone nel mondo, anche per via della crisi del mercato occupazionale e dell’ instabilità degli impieghi, non stanno mettendo da parte abbastanza soldi per poter arrivare alla fine del mese con un assegno pensionistico che è dovuto loro dallo Stato. Rischiano, insomma, di dover lavorare fino agli ultimi giorni della loro vita per potersi garantire una sopravvivenza. La media dell’età pensionabile nel Regno Unito per i giovani della nuova generazione sarà di 81 anni secondo il report. La notizia sta creando un gran subbuglio, perchè altri governi hanno cominciato ad occuparsi di questo tema, senza giungere a conclusioni di- ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Società & Co verse.Il giornalista Michael Skapinker ha provato a immaginare sul Financial Times cinque scenari possibili in una società che in futuro non riuscirà più a garantire una pensione decente a tutti prima dei 65 anni: primo scenario, i datori di lavoro decidono che la pensione non è un loro problema, ma dei dipendenti. Che dovranno pertanto cercare un modo di risparmiare per conto proprio, investendo in fondi privati parte dei loro salari. Queso probabilmente è lo scenario peggiore, più rischioso e meno sostenibile: con l’invecchiamento della popolazione più si andrà avanti. Anche perchè saranno meno i giovani dipendenti in grado di prendere i posti dei freschi pensionati.Seconda ipotesi: aziende e lavoratori capiscono che la gente non può più lavorare fino ai 60-65 anni e quindi che le loro carriere professionali dureranno di più. La scalata nella gerarchia sarà più lenta e graduale e lo stesso sarà per il cambiamento generazionale. L’ultima promozione potrebbe arrivare a cavallo tra i 50 e i 60 anni. Questo scenario funzionam ma compli- IL PENSIONATO PIU’ RICCO D’ITALIA E’ ’ingegner Mauro Sentinelli, il pensionato più ricco d’Italia con i suoi 91.337,18 euro al mese. Lo ha citato tra gli altri Matteo Renzi, e su lui e i suoi nove colleghi superpensionati d’Italia (il decimo prende 41mila euro al mese) verte una interrogazione parlamentare di Deborah Bergamini, Pdl, cui ha risposto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini. L’ingegner Sentinelli non è stato un “fannullone”: lauree e master prestigiosi in ingegneria elettronica, entrato nella Sip nel 1974, tra le altre cose è stato l’ideatore della TimCard, la schedina ricaricabile che ha fatto guadagnare miliardi alla sua azienda. Insomma, non è il primo venuto. Tanto è vero che oggi (da pensionato) è nel Cda di Telecom. Egli non ha violato alcuna legge: guadagnava alla fine 9 milioni di euro. l’anno; versava con- cherebbe però l’inserimento nel mondo del lavoro dei più giovani, che già oggi faticano a farsi assumere a tempo indeterminato in ruoli che corrispondano al loro livello di istruzione. I contratti in effetti si firmano, ma soano tanti quelli sottoscritti da neolaureati in economia che si adattano a fare i portalettere di Poste Italiane, pur di aggiudicarsi uno stipendio. Chissà perchè, per affidare queste ‘mansioni chiave’, Poste Italiane a Napoli indica un concorso riservato a giovani che si sono laureati con un voto pari almeno a 102 Già oggi la laurea non è più un ascensore sociale. Sta anche diventando un problema, una zavorra, un risultato da nascondere. «Sei troppo qualificato» è uno stucchevole mantra che gli uffici del personale regalano. ai candidati.. Chi cerca occupazione, allora, li nasconde e presenta curriculum vitae su misura: in alcuni casi la laurea è specificata, più spesso appare solo il diploma, a volte è sufficiente segnalare “esame di Stato di terza media” per essere selezionati. Nell’Italia della precarietà il lavoro che si offre è sempre più dequalificato: serve chi sa rispondere al telefono di un call center, occuparsi degli scaffali e della cassa nei supermercati, assolvere compiti di segreteria pura. Basta una conoscenza di base del linguaggio dei computer per tutto questo). Imprese dove quattro titolari ogni dieci hanno la terza media (fonte Almalaurea) hanno sempre più bisogno di manovalanza e sempre meno di pensiero e conoscenza. Un’età pensionistica più avanzata introdurrebbe però una vera e propria epoca d’oro per le donne. Nel Regno Unito il divario salariale tra uomini e donne con meno di 30 anni è stato quasi azzerato. Si amplia quando le donne hanno figli e di solito rimane alto finché gli uomini continuano a dominare nei ruoli meglio pagati, come quello di amministratore delegato, presidente, general manager e dirigente d’impresa.Le società seguono l’esempio di Carlos Slim. Nel 2014 il magnate messicano delle telecomunicazioni ha detto alle sue maestranze che anziché andare in pensione, i dipendenti più anziani avrebbero dovuto gradualmente ridurre il numero di ore lavorate, passando a tre giorni a settimana. tributi nel fondo dei dipendenti telefonici; grazie alle leggi di allora è andato in pensione con l’80% dello stipendio medio degli ultimi dieci anni. E sempre grazie a una legge, la sua pensione è stata moltiplicata da benefit e stock option percepiti durante la carriera. Più o meno lo stesso discorso vale per il numero due della classifica (Alberto De Petris, ex manager di Infostrada, 66.436,88 euro mensili) e Mauro Gambaro (ex presidente della scomparsa compagnia aerea Volare, 51.781,93 euro). Pensioni legali, dunque. Ma talmente ricche da risultare obiettivamente scandalose.Nella risposta all’interrogazione diil ministro Giovannini ha detto di essere consapevole. Ma una recente sentenza della Consulta rende difficile intervenire con prelievi e contributi 57 71 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 SpecialeSudTirolo MALTA, NUOVO ELDORADO by Andrea Marazzina 58 In queste pagine: Cappella Sistina, particolare del Giudizio Universale di Michelangelo. In alto: il simbolo del Giubileo della Misericordia 2015 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Speciale SudTirol by Filippo Bortolan NEL MAR MEDITERRANEO La perla del Mediterraneo è divenuta una location allettante per impiantare società di servizi, specie nel settore della finanza. E adesso rilancia... 59 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 SpecialeMalta Il tasso fiscale per società e persone è pari al 35% S e dovesse aprire un’azienda oggi, dove andrebbe? Di fronte a questa domanda (off the records) vari imprenditori italiani rispondono; Malta. La ‘perla’ del Mediterraneo ha sviluppato pacchetti di accoglienza per chi vuole fare business nel settore dei servizi piuttosto allettanti. Abbiamo preso un volo e siamo andati a vedere perchè. Di italiani ce ne sono molti in giro tra banche e uffici e non mancano anche gli esperti ai quali appoggiarsi per aprire una società. Dall’alto l’isola è magnifica, con le sue spiaggie e i quartieri degli affari a La Valletta che non hanno nulla da invidiare a quelli di Lugano o Montecarlo. Malta, situata nel cuore del Mediterraneo, ha ottenuto la sua indipendenza dalla corona Britannica nel 1964 sviluppandosi in una Repubblica Democratica i cui principi dell’ordinamento giuridico e della protezione dei diritti umani sono conservati nella sua costituzione scritta. L’ingresso nell’UE nel 2004, la competente forza-lavoro, e l’inglese quale lingua ufficiale hanno fatto sì che Malta guadagnasse una reputazione di stato tecnologicamente e dinamicamente avanzato con un’economia basata sempre più sui servizi, in particolare sui servizi finanziari e sul settore turistico. Le attività d’intermediazione finanziaria di per sé, infatti, contribuiscono direttamente a produrre il 7% del PIL. Negli ultimi vent’anni Malta ha sviluppato enormemente la sua legislazione nell’ambito dei servizi finanziari, portandola al passo con le direttive e i regolamenti dell’Unione Europea e assicurando un efficace piano di regolamentazione, sostenuto da molteplici incentivi volti a portare al termine le attività in A Malta i profitti vengono tassati in base alla località di provenienza, se interna o esterna all’isola, divenuta indipendente nel 1964. 60 esso contenute. Tutto ciò unito alle eccellenti strutture di telecomunicazione e alla presenza di regolatori professionali e pro-business, cioè i componenti dell’autorità maltese per i servizi finanziari (Malta Financial Services Authority MFSA) ha reso Malta un centro competitivo e allettante nel campo dei servizi. Gli esperti di Assoconsulenza ci spiegano che e compagnie vengono registrate a Malta secondo la prassi definita nel Companies Act del 1995: devono avere la loro sede legale a Malta a meno che la loro gestione e il loro controllo non vengano esercitati dall’estero. Le entrate fiscali maltesi derivano in parte dalla tassazione diretta sui redditi (che includono anche imposte sui redditi di capitale) e dall’altra dalla tassazione indiretta sotto forma di imposta sul valore aggiunto (IVA). Inoltre un’imposta di bollo è imponibile sul trasferimento di proprietà immobili. Malta non impone imposte di successione oltre a quella sulla cessione in eredità di proprietà immobili situate a Malta e di azioni possedute in compagnie maltesi le cui proprietà siano principalmente immobili. Tasse sulle importazioni vengono imposte solo su beni provenienti da paesi al di fuori dell’UE. Il sistema fiscale maltese è chiaro e inequivocabile dunque, specialmente per quanto concerne problemi relativi alle imposte internazionali attraverso disposizioni anticipate sui ricavi. Il tasso fiscale imposto alle compagnie e il più alto tasso fiscale imposto a un singolo sono pari al 35%. Tuttavia, una delle caratteristiche essenziali della legislazione fisca- Le entrate fiscali maltesi derivano in parte dalla tassazione diretta sui redditi, inclusi quelli di capitale. Nel 2006 il governo ha concluso un accordo con l’Ue per evitare la doppia imposizione sui profitti. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Speciale Malta Il sistema maltese utilizza diversi tipi di conti fiscali le maltese è il sistema di imputazione completa. Attraverso tale sistema le tasse pagate a livello di una compagnia vengono considerate come un pagamento anticipato delle tasse che gli azionisti devono versare sulla ipotetica distribuzione dei profitti. Pertanto, dopo che i dividendi sono stati pagati il 35% pagato dalla compagnia viene consegnato come accredito per le tasse dovute dall’azionista, sia che egli risieda a Malta o meno. Se il contributo fiscale dell’azionista è inferiore al 35% esso può richiedere un rimborso delle tasse pagate dalla compagnia. Tale sistema riduce le distorsioni economiche create dal sistema di imposizione fiscale ed evita la doppia imposizione sui profitti della compagnia. Il governo di Malta ha concluso un accordo nel 2006 con la Comunità Europea che va a salvaguardare concretamente il sistema di imputazione completa. Inoltre il sistema fiscale maltese utilizza differenti tipi di conti fiscali, precisamente il conto fiscale maltese, il conto fiscale in valuta straniera e il conto non tassato. La separazione dei profitti in differenti conti fiscali è importante poiché le entrate riunite in un conto di fiscale in valuta estera beneficia anche di imposte ad aliquota fissa previste dal metodo di tassazione dei fondi in valuta estera che evita la doppia-imposizione ed è anche agevolato da alcune disposizioni per il rimborso tasse. Il sistema di conto fiscale assicura che i profitti vengano trattati in base alla loro provenienza. Le entrate prodotte a Malta verranno tassate interamente, mentre le entrate provenienti dall’estero verranno situate nel conto fiscale Vista della Valletta dal Forte. Una delle caratteristiche più speciali di Malta è la bellissima luce del pomeriggio COSA VISITARE A MALTA Lo stato maltese è costituito da tre isole: Malta, Gozo e Comino. L’isola di Malta è quella più estesa e costituita da innumerevoli “villaggi”, costruiti per lo più l’uno accanto all’altro, caratterizzati da una cultura antica, un mare favoloso, dei colori mozzafiato e un’ottima enogastronomia. La Valletta E’ la capitale moderna di Malta, un villaggio fortificato costruito su una penisola. Il suo porto, il Grand Harbour, è considerato il più profondo di tutto il Mar Mediterraneo. Tra le attrazioni principali da visitare ci sono il Palazzo del Gran Maestro, la Co-cattedrale di San Giovanni, Casa Rocca Piccola – un’antica casa dell’ordine dei Cavalieri di Malta del 1600 – il Forte Sant’Elmo – utilizzato come set del film “Fuga di mezzanotte” – e i giardini Upper Barakka che si affacciano sul porto e sulle Tre Città, Vittoriosa, Senglea e Cospicua. Mdina E’ la sua antica capitale, situata su un promontorio nell’entroterra dell’isola. Questa cittadella barocca fortificata del 1600 è caratterizzata dalle tipiche case di pietra maltesi, vie strette, lanterne alle finestre, è aornata da bellissimi balconi colorati che le danno ancor più fascino. La sua chiesa, la Cattedrale di San Paolo, è la più grande dell’isola mentre la parte più alta di questo piccolo villaggio costituisce l’antica roccaforte dei Cavalieri di Malta con uno stupendo belvedere che consente di ammirare i villaggi sottostanti con una visuale fino al mare. Da visitare anche il Palazzo Falson e il Convento dei Carmelitani. Vista aerea della città, ben collegata con tutti i principali aeroporti dell’Europa In spiaggia per un bagno a Malta, tra banche e grattacieli finanziari 61 25 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Speciale Malta I non residenti chiedono il rimborso di 6/7 delle tasse in valuta straniera che porta significativi vantaggi quando tali entrate vengono distribuite attraverso i dividendi agli azionisti non residenti a Malta. Poiché a partire dal 1 gennaio 2007 i non- residenti possono richiedere il rimborso di 6/7 delle tasse versate a Malta, ciò risulta nell’ effettivo pagamento di un tasso fiscale a Malta pari al 5% sugli utili esteri distribuiti. Inoltre un sistema vantaggioso per le holding assicura che in situazioni in cui vi sia una “società in partecipazione” gli azionisti non residenti possano qualificarsi per un rimborso del 100% sulle tasse pagate sulle entrate provenienti da holding straniere dietro distribuzione dei profitti. Una società in partecipazione si ha quando una compagnia maltese possiede direttamente almeno il 10 per cento delle azioni della compagnia straniera che distribuisce i dividendi. Esenzione dalla doppia imposizione Un altro aspetto positivo della legge fiscale maltese è la possibilità di esenzione dalla doppia imposizione. Malta vanta una lunga lista di accordi relativi alla doppia imposizione con oltre 40 stati in Europa, Nord America, Africa e Medio Oriente. Tali trattati si basano principalmente sul modello dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Inoltre un ulteriore allegerimento è previsto da regole locali sottoforma di sgravio unilaterale e dal credito sulle tasse straniere forfetario (Flat-Rate Foreign Tax Credit FRFTC). Gli sgravi unilaterali portano alleviamenti dalla doppia imposizione su base unilaterale laddove le tasse oltremare vengano applicate in un paese con il quale Malta non ha stretto Cereali I quartieri de La Valletta offrono scorci molto suggestivi e ospitano deliziosi ristorantini. 62 accordi fiscali. Tali tassazioni oltremare vengono disposte come credito contro le tasse pagabili a Malta sull’ammontare lordo in modo tale che il credito non ecceda il debito d’imposta totale a Malta. D’altra parte, il FRFTC è applicabile a compagnie maltesi, che ricevono entrate o guadagni in capitale oltremare messi a disposizione dei conti fiscali stranieri. Tale tasso forfetario applicabile a tasse straniere dovute è fissato al 25% anche se non sono state concretamente imposte delle tasse straniere e costituisce pertanto un’opzione allettante. Malta offre anche incentivi sulle tassazioni di gruppo attraverso i quali i gruppi possono evitare perdite fiscali in modo tale da controbilanciare i profitti delle tasse di un altro gruppo. Inoltre, una compagnia che chieda danni a una compagnia del suo stesso gruppo utilizzare l’ammontare per controbilanciare i profitti futuri. Il trasferimento di beni tra compagnie di gruppo non dà vita a tasse sui guadagni di capitale e i diritti doganali sono devono essere versati nella ristrutturazione in una compagnia di gruppo tra fusioni di società, scissioni, integrazione d’aziende e riorganizzazioni all’interno di una compagnia di gruppo. La costituzione di una società Per essere registrata a Malta, qualunque società a responsabilità limitata deve iscrivere nel registro delle società (Registrar of Companies) il suo documento informativo e lo statuto societario. Tra le antiche chiese di Malta non può mancare una autentica cabina telefonica inglese Le chiese maltesi hanno due orologi, uno segna l’ora e l’altro serve a ingannare il Diavolo, perchè non disturbi la messa ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Le società maltesi possono avere da 1 a 50 soci 10 CURIOSITA’ SU MALTA 1 La bomba inesplosa. Durante un lungo bombardamento della II Guerra Mondiale, una bomba colpì la chiesa di Mosta proprio durante la messa. Perforò la cupola ma non esplose. Una riproduzione della bomba (200kg) è esposta nella Sacrestia. 2 La capitale più piccola d’Europa è Valletta, con meno di 1km2 di estensione. 3 I templi maltesi sono pià antichi delle Piramidi egizie. I templi di Ggantjia, sull’Isola di Gozo sono di un periodo tra il 3600 – 3200a.C, almeno 1000 anni più antichi delle piramidi egizie. 4 Gli orologi del Diavolo. Tutte le chiese di Malta hanno due orologi sulla facciata, di cui uno solo segna l’ora esatta. L’altro serve ad ingannare il diavolo, e permettere che le funzioni religiose vengano portate a termine senza problemi… 5 L’opera autografa di Caravaggio All’interno della Cattedrale di San Giovanni si trova l’unica opera firmata di Caravaggio (e la più grande in termini di dimensione): “La Decapitazione di San Giovanni Battista”. 6 Malta come Hollywood. L’arcipelago maltese è stato scenario di molte produzioni americane, tra cui Il Gradiatore, Troy, e Munich. 7 Una chiesa per ogni giorno dell’anno. Le chiese dell’arcipelago maltese sono 359 8 Il tempio preistorico sotterraneo. E l’Ipogeo di Hal safieni, un monumento unico, rislaente al 3600 a.C. (visitabile). 9 La finestra sul Mediterraneo: la famosa “finestra sul mare” dell’isola di Gozo è un impressionante monumento naturale, nato per effetto dell’erosione del mare e del vento. Il simbolo di Malta. 10 Le barche contro il malocchio. Le barche da pesca maltesi (Iuzzus), riportano su ogni lato il disegno dell’occhio di Osiride Il corteo dei Re Magi a Fiè allo Scilar. Tradizioni e rievocazioni sono molto vive soprattutto nei villaggi, dove molti artigiani hanno deciso di aprire i loro shop. Speciale Malta Il documento informativo deve consistere di: 1. nome, cognome e residenza di ciascuno dei sottoscrittori; 2. nome della compagnia; 3. sede legale registrata a Malta; 4. i fini della compagnia; 5. la quantità di capitale azionario con il quale la compagnia chiede di essere registrata, la suddivisione in azioni di un ammontare fisso, il numero di azioni detenute da ciascun sottoscrittore e l’ammontare pagato per ciascuna azione. 6. il numero di direttori e il nome e cognome del direttore e degli amministratori, e nel caso in cui un direttore sia una persona giuridica, il nome della persona giuridica. Naturalmente il consiglio d’amministrazione dovrà tenere le sue riunioni nel territorio maltese. Ma quale tipo di compagnia privata si può aprire a Malta? Una compagnia privata, in base alla legge maltese è una compagnia che attraverso il suo documento informativo o i suoi articoli: 1. limita il diritto di trasferire le sue azioni; 2. limita il numero dei suoi componenti a un massimo di 50; 3. evita ogni invito al pubblico di sottoscrivere per ogni azione o titolo di debito della compagnia. Sono accettabili compagnie composte da un solo membro. In tal caso gli obiettivi della compagnia dovranno specificare l’attività commerciale principale della compagnia e gli affair della compagnia dovranno consistere principalmente di tale attività. Ecco quali sono le informazioni che vengono normalmente richieste dall’amministrazione fiascale maltese per poter av- I megaliti di Malta sono più antichi delle 25 Piramidi egizie, risalgono al 3600 a.C 63 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Speciale Malta Il capitale azionario minimo deve essere pari a 1250 euro di cui almeno il 20% deve essere pagato come deposito in una banca maltese Sopra: feste nei grandi alberghi di lusso maltesi. La vista sul porto turistico dall’hotel Hilton. Qui sotto, hotel Kempinsky sull’isola di Gozo, con splendida spa 64 viare una compagnia: (a) Copia certificata del passaporto e conferma dell’indirizzo di residenza permanente degli azionisti; se gli azionisti sono delle personalità giuridiche verranno richiesti tutti i documenti di costituzione, ad esempio il documento informativo, lo statuto societario e il certificato di registrazione presso le autorità locali. (b) Nome proposto per la società, con eventuali nomi alternativi, (c) Dettagli completi relativi al direttore e ai segretari . (d) Il capitale azionario proposto (pari a un minimo di € 1250 o equivalente in altre valute) del quale un minimo del 20% deve essere pagato come deposito in una banca e la ricevuta di deposito che deve poi essere messa a disposizione per gli scopi di registrazione della compagnia. (e) Referenze opportune per i componenti realizzate da personalità accreditate (avvocati, contabili, revisori) e/o referenze relative all’integrità finanziaria realizzate da una banca straniera accreditata per ogni azionista e ogni direttore. Registro delle compagnie Le spese imponibili a una compagnia del registro delle compagnie al momento della registrazione vengono calcolate in base al capitale azionario autorizzato. Richieste di rimborso tasse In seguito al pagamento delle tasse dovute da parte di una compagnia, la richiesta per un rimborso deve essere presentata dall’azionista tramite un modulo di richiesta e il rimborso viene valutato ed eventualmente restituito presso la banca indicata nel modulo di richiesta. GOZO, L’ISOLA DI CALYPSO L’isola di Gozo è senza dubbio la protagonista principale delle antiche leggende maltesi. Secondo le ricostruzioni degli storici, l’odierna Gozo corrisponderebbe a Ogygia, l’isola abitata dalla leggendaria Calipso e narrata nell’Odissea di Omero. A Ogygia Calipso, dea di straordinaria bellezza dotata di poteri straordinari e figlia di Atlante, tenne prigioniero per sette anni Ulisse, incantandolo con la sua soave voce, prima di liberarlo permettendogli così di proseguire il suo viaggio. Verità o leggenda, a parte, a Gozo si può sicuramente vivere un’esperienza di viaggio in pieno relax, soprattutto se ci si ferma qualche giorno in una delle ottime spa presenti nei principali hotel internazionali che hanno scelto di fare base in questo sito, più tranquillo rispetto all’isola principale dell’arcipelago.Il Kempinski Hotel San Lawrence, resort di lusso situato a Triq irRokon, a breve distanza dal centro dell’isola e dal porto, offre una luxury spa ispirata al ciclo delle stagioni. Oltre al Kempinski Hotel San Lawrence, a Gozo segnaliamo l’Hotel Xlendi Resort and Spa. Nell’area di St. Julian’s sono invece presenti il The George Urban Boutique Hotel Malta e l’Intercontinental. A St Pauls Bay si trovano il Seashells Resort e il San Antonio Hotel & Spa. Mellieha ospita infine il Solana Hotel & Spa, il The Pergola Club Hotel & Spa e il Radisson Blu Resort & Spa. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Speciale Malta Fra le specialità gastronomiche maltesi, i pastizzi ripieni di ricotta o con piselli. E la fenkata, uno spezzatino di coniglio servito con patate GRAND TOUR NELLA CUCINA MALTESE La cucina maltese, come si puà immaginare, à un misto di tutte le tradizioni dei dintorni: Italia, Grecia e cucina araba si fondono in un mix irresistibile. I Pastizzi Se ne trovano essenzialmente di due tipi, con ricotta o con piselli. Le pastizzerie si trovano praticamente ovunque. I pastizzi si mangiano bollenti. I pastizzi sono essenzialmente delle sfogliatelle salate ripiene di ricotta o piselli e decisamente deliziose. Il costo unitario è intorno ai 50 centesimi di euro. Fenkata e altri piatti forti E’ il piatto tipico, per eccellenza, di Malta, il coniglio maltese! Potete gustare questo pistto in uno dei classici ristoranti che serve cucina tipica, ma informatevi bene prima di entrare. Il coniglio viene cucinato con pomodoro e servito solitamente con patate e la carne è tenerissima. Le porzioni sono abbondanti. Un’altra specialità è il fenek biz zalza, il coniglio al vino con cipolle ed erbette, mentre se vi capita sotto gli occhi la torta talfenek, sappiate che non è altro che il pasticcio di coniglio. Sono ottime anche le salsicce maltesi aromatizzate al coriandolo e lo stufatt tal-qarnit, il polpo stufato cotto con vino rosso. Il pesce migliore si gusta nel villaggio dei pescatori a Marsaxlokk. Ottima anche l’Aljotta, una zuppa preparata con pesce fresco e tantissimo aglio. Timpana E’ un timballo di pasta al forno, con carne di bue e di maiale, fegatini di pollo, il tutto cotto nel forno in crosta di pasta sfoglia. Una cosa abbastanza impegnativa da mangiare. Oltre a questa ricetta il timpana può essere preparato con carne trita e pancetta affumicata. Entrambe le preparazioni offrono a chi le assaggia un mix di sapori esaltati dalle spezie dell’Africa. Gbejniet Il formaggio maltese, gbejniet, è un prodotto tipico dell’isola fatto esclusivamente dal latte di pecora, può essere acquistato sull’Isola di Gozo. Si può mangiare senza niente o con l’aggiunta di pepe, spezie ed erbette. Il formaggio di Gozo si trova stagionato o molle. Infine, se andate in un ristorante che serve piatti maltesi, lo potrete trovare anche fuso. Qaghaq tal-ghasel e altri dolci E’ un anello al miele fatto con molasses, lo zucchero nero, un po’ di cannella e fichi. La vicina Sicilia importa qui i Kannoli, da noi sono ovviamente i cannoli: pasta ripiena di ricotta dolce, canditi o pezzi di cioccolato. Helwa tat Tork è chiamato anche il dolce dei turchi, ed è fatto di mandorle tritate e intere. Bevande locali La birra locale è la Cisk, la troverete in tutti i ristoranti, bar e supermercati. L’aperitivo Dall’alto: altre suggestive immagini di Malta, nazionale invece è lo zinnie: succo di arancia e Martini che da noi sono un po’ come vista dal porto e dall’aereo. Qui sopra, la classica fenkata con pomodoro, patate e piselli. il classico spritz. 65 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.15 3/2016 Agent Provocateur Ho più voce della Callas by Lorenzo Bersani “Parola di Daniele Pacini, cantante e performer che si è inventato un affascinante personaggio: Lalà Mc Callan, che si veste con enormi costumi e abiti da sera classici... A sinistra, un ritratto di Daniele Pacini al naturale. A fianco, nei panni di Lalà Mc Callan, una diva che aspetta l’arrivo del suo innamorato. Tutti i costumi di scena sono stati disegnati appositamente per Lalà da importanti designer, soprattutto le scarpe. S 46 46 e vi piace l’opera lirica, se avreste voluto sentire la voce di Maria Callas, c’è una sola strada. Scrivete a Daniele Pacini e chiedetegli quando e dove farà il suo prossimo recital nei panni di LaLa McCallan. Daniele inizia la sua attivitá professionale come cantante e attore a 20 anni con la tourné dello spettacolo “Cartoline da Broadway”. Seguono le tournée del musical “Valentino”, operette e concerti. Nel 1995 si trasferisce a Londra dove si diploma in Performing Arts alla Mountview Academy of Theatre Arts. Da allora é protagonista negli USA e in Sud America di 14 riviste musicali per le compagnie Royal Caribbean International e Celebrity Cruises, per un totale di oltre 900 repliche. Tornato in Italia, nel 2004 ha fondato 66 con Stuart Lindsay la compagnia di produzioni indipendente Starstruck Productions, con la quale in poco più di due anni ha prodotto quattro riviste musicali, tre serie di concerti, due spettacoli aziendali, e la tournèe del celebre musical di Andrew Lloydd Webber “Jesus Christ Superstar”, nel quale interpretava il ruolo del titolo. Recentemente Daniele è stato protagonista di Broadway Celebration, rivista musicale di Fabrizio Angelini. Poi, visto il crescente successo di LaLa McCallan, ha deciso di dedicarsi completamente a questo personaggio: una Diva en travesti che canta dal vivo su una estensione vocale di oltre tre ottave, usate senza soluzione di continuità, grazie alla quale si annullano i limiti imposti da maschile e femminile. Le strabilianti performances di LaLa McCallan includono divertite reinterpretazioni di classici dell’opera nei quali a trilli sopranili si alterna una insospettabile voce baritonale, ma anche raffinate sonorità pop, jazz, soul e musical. Le sue notevoli doti artistiche, frutto di anni di studi, sono accompagnate da un impatto visuale senza precedenti: LaLa si presenta con un guardaroba di elegantissimi costumi disegnati appositamente per lei, con fantastiche acconciature e ricercati accessori che la rendono unica. L’irresistibile autoironia che accompagna le sue performances, , fanno di una serata con LaLa una esperienza indimenticabile. LaLa delizia il pubblico con i spettacoli teatrali completi, Dinner Show e performances di Gala. Con VivaLaDiva! LaLa ha stabilito un piccolo record replicando per due stagioni allo splendido Teatro Eden de I Portici Hotel a Bologna, di cui è rimasta la stella per cinque anni con i successivi show Semplicemente... Diva!, e Chez LaLa. Ha partecipato a Festival internazionali come La Voce Artistica, Gender Bender e La Primavera dei Diritti, si è esibita per MAC C o s m e t i c s Tu p perware, AIDDA e Rotary Club, ed è stata protagonista di eventi tra i più esclusivi al mondo come Il Ballo Del Doge ed Il Gran Ballo Della Cavalchina al Teatro La Fenice di Venezia. Nel 2011 ha partecipato alla trasmissione Italia’s Got Talent, con la quale ha conquistato i giudici Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi, e ha fatto breccia nel cuore del pubblico. 11 Donne di Scienza all’Università 8 MARZO 2016 di Pavia Orsetta Zuffardi Norma Anglani Antonella Ferr ara conduce: Chiara Albicocco giornalista del programma radiofonico “Moebius” in onda su Radio 24, Il Sole 24 Ore dra Alessan i Albertin talk sho & cockt w h. 18-20ail ingresso A Sabina Merlo Giovanna Riccardi libero Sarah Caronni Maria Daglia Nicoletta Protti Silvia Giuliana Priori GUEST: Annalisa Buffa (CNR) MUSEO DELLA TECNICA ELETTRICA VIA FERRATA 6 - 27100 PAVIA - tel 0382/984104/06 www.unipv.it/museotecnica/ Facebook: museo della tecnica elettrica Twitter: MuseoTecnicaElettrica L