Maria di Nazareth
una storia che continua...
Il Musical
Sotto l’Alto Patrocinio
Segreteria di Stato del Vaticano
Pontificio Consiglio di Cultura
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali
Senato della Repubblica
In occasione della particolare valenza mariana dell’anno 2008, quale 150°
anniversario delle apparizioni della Madonna a Lourdes, la Società AIRAM
Cultura e Comunicazione di Roma, con il Patrocinio del Segretario di Stato
Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone, del Pontificio Consiglio di
Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha
prodotto il Musical: “MARIA di NAZARETH - Una storia che
continua …” .
Il Pontificio Consiglio della Cultura e il Pontificio
Consiglio delle Comunicazioni Sociali, quali
Dicasteri della Curia Romana, che coadiuvano
il Sommo Pontefice nell’esercizio del Suo
Supremo Ufficio pastorale per il bene
e il servizio della Chiesa universale e
delle Chiese particolari, hanno inteso
promuovere e favorire, concedendo
la propria supervisione e Patrocinio,
all’iniziativa: “MARIA di NAZARETH
Una storia che continua…” visto il messaggio di pace e di conciliazione tra le
religioni che la stessa contiene.
Attraverso il musical - quale forma di
spettacolo universale di facile lettura
e di immediato impatto, poiché
comprende musica, canto, danza e
recitazione - si intende diffondere, in
maniera orizzontale, un messaggio
di amore universale senza differenziazioni
di sesso, razza, lingua e, naturalmente,
religione.
A nome di tutta questa entusiastica assemblea dico grazie, grazie e ancora grazie a tutti.
Ci avete regalato uno spettacolo di un’elevazione Spirituale che ha pacificato i nostri cuori.
Io vorrei che ogni sera, noi tutti, potessimo andare a riposare con il cuore tranquillo ed aperto a Dio,
a Maria, agli apostoli, e verso tutti i personaggi che hanno interpretato quel lembo di storia Sacra che
non è finita, ma che continua.
Continua... anche nella lotta tra il bene ed il male e come abbiamo visto, assieme a voi, abbiamo una
fondata speranza nella vittoria del bene.
Ringrazio l’autore delle musiche, Stelvio Cipriani, e la sua orchestra, ringrazio le autrici del libretto e
poi, naturalmente, l’ideatrice Maria Pia Liotta, gli autori delle scenografie, delle coreografie e tutti voi
attori ed esecutori così brillanti con delle voci stupende.
Vorrei citarvi uno ad uno, ma in modo speciale permettetemi di ricordare Giuseppe e Maria, “Alma
Manera” straordinaria, eccezionale e Gesù.
Vorrei concludere con un pensiero del nostro Santo Padre sua Santità Papa Benedetto XVI con la
speranza che questo messaggio ci accompagni sempre come ci accompagnano Maria e Gesù.
Il Cielo non è più per noi una sfera molto lontana e sconosciuta
nel cielo abbiamo una Madre, è la madre di Dio,
la Madre del Figlio di Dio, è la nostra Madre,
Egli stesso c’è lo ha detto, ecco tua Madre.
Nel cielo abbiamo una Madre, il cielo è aperto, il cielo ha un cuore, sotto questo cielo, avvolti dal cuore
materno di Maria e dall’Amore eterno di Dio, possiamo continuare la nostra storia con speranza.
Sintesi del discorso conclusivo pronunciato dal
Cardinale Tarcisio Bertone
Segretario di Stato Vaticano
in occasione dell’anteprima mondiale del Musical.
17 giugno 2008 Aula Paolo VI
IL PROGETTO
Maria di Nazareth
“una storia che continua…”
Lo scopo principale del progetto è dare voce a Maria che La storia si sviluppa seguendo i piccoli e grandi eventi di
ha donato il proprio figlio all’umanità. Maria, messaggio di una Maria che nel corso degli anni è figlia, promessa sposa,
moglie, madre e infine santa.
amore universale.
Avremo modo di conoscere la storia di Maria dal suo puto - Maria bambina, piccola discente delle tradizioni del suo temdi vista. Una donna terrena, vera: figlia, sposa, vedova, po. Sua madre Anna, infatti, le insegna a tessere stoffe e a
fare il pane. Ancora non sa, però, quale grande potere avrà
madre di Gesù vivo, madre di Gesù morto e risorto.
quel pane nella sua vita.
La sua vita riassume quella delle donne di tutti i giorni,
perché contiene emozioni ed esperienze tanto cmuni
quanto straordinarie: l’infanzia, la giovinezza, ’innamoramento, il matrimonio, la nascita di un figlio e la sua
perdita.
- Maria sposa che dovrà far accettare a Giuseppe il suo insolito destino di padre.
- Maria madre che deve affrontare l’arduo compito di veder
morire il proprio figlio. Spettatrice impotente della volontà di
Dio.
Oltre ad essere il tramite di Dio con il figlio Gesù, Maria
è stata anche il tramite di Gesù con la sua Chiesa. Un ponte - Maria, chiesa nascente, come sottolinea in un libricino del
ideale tra ieri, oggi, domani e sempre: una storia che 1998 l’allora Cardinale Joseph Ratzinger. Ossia, Maria che,
tramite e insieme ai discepoli del figlio, continua l’opera di
continua.
Cristo sulla terra offrendo il pane eucaristico ad un mondo affamato di amore.
Figlia dei suoi tempi, amata da tutti – cristiani, ai quali per
prima ha dato voce; ebrei, in quanto essa stessa ebrea, - Maria, santa tra le sante, ascesa al cielo dove si ricongiunge
figlia delle sue tradizioni; musulmani che la venerano e cre- con il figlio e il marito.
dono nella sua verginità in quanto madre del profeta Gesù
– Maria è la donna più importante della storia dell’umanità. - Maria, una storia che continua. Maria di nuovo tra noi in ogni
Proprio per questo la sua figura, oggi, più che mai rap- tempo: ieri, oggi, domani e sempre.
presenta il messaggio di pace e di conciliazione tra le
religioni di cui si ha tanto bisogno. Maria, quindi, come Dopo un’attenta lettura dei Vangeli, il nostro lavoro di ricerpacificatrice e conciliatrice tra le religioni in un mondo ca si è basato in primis sulla Chiesa come continuazione del
rito eucaristico che trova in Maria e nell’apostolo Giovanni i
sempre più devastato da guerre di religione.
“continuatori” per eccellenza del primo nucleo della Chiesa di
È quindi ora di raccontare la storia di Maria, con la leggerez- Cristo. Maria, madre della Chiesa, appunto. Ma come si arriva
za e l’universalità di un musical. La formula del musical ci a sostenere ciò?
concederà quindi qualche licenza poetica e qualche Figlia del popolo d’Israele, Maria di Nazareth fu una donna
momento di fantasia, sempre nel massimo rispetto delle dei suoi tempi, legata alle tradizioni del suo popolo e della sua
Scritture e senza mai snaturare o stravolgere la terra. Il popolo d’Israele è custode delle leggi del Signore (613
storia o, meglio, la Storia.
mitzvot) e secondo una di queste leggi il pane doveva essere
preparato quotidianamente per non venire meno alla parola
L’idea portante è dunque quella di scoprire e conoscere del Deuteronomio: Il lavoratore non prenda più di quanto
meglio Maria donna e Maria madre. Maria di Nazareth e possa mangiare (Deut, 23:25). Per tradizione ebraica (e non
Maria del mondo. Maria di ieri, Maria di oggi, Maria, madre solo, come ben sappiamo!) il compito della preparazione del
di tutti i tempi.
pane per la famiglia spettava alle donne, come ci racconta Giorgio Patelli nella sua “Una Madonna nuova”.
E qui entra in giuoco la funzione casalinga di Maria, “donna del pane” come tutte le donne ebree, alle quali era
affidata in famiglia la panificazione, tutti i giorni. Infatti,
che Maria abbia continuato a preparare il pane anche
dopo la morte di Cristo, ospitando un fiume di persone da
sfamare - come raccontano vari autori in modo più o meno
fantasioso (vd. il già citato Patelli; Lia Cerrito “I fioretti di
Maria”, e Tonino Bello “Maria, donna dei nostri giorni”)
- istituendo così le prime Messe insieme all’apostolo
Giovanni cui Cristo la affidò prima di morire (“Ecco la tua
madre”, Gv 19, 26), può sembrare una narrazione romanzata. Ma si può affermare tranquillamente che dal momento in cui “il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19,
27), il futuro della Chiesa era “nelle mani” di Maria per
mezzo dell’esercizio della panificazione, volta a preparare
quotidianamente il pane eucaristico per i neofiti, destinati
nei secoli a crescere a dismisura.
A conferma di ciò, anche scritti più moderni della Chiesa:
secondo il capitolo VIII della Costituzione dogmatica
Lumen gentium del Concilio Vaticano II (1964), infatti,
Maria “cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della
Chiesa”. Inoltre, “La madre di Gesù, come in cielo, in
cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce
l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo
compimento nell’età futura...”. Il culto mariano viene poi
esaltato da Paolo VI, prima nell’Epistola Enciclica Christi
Matri e poi nel 1974 con l’Esortazione Apostolica Marialis
Cultus. Qui la Beata Vergine
Maria viene vista come modello della Chiesa nell’esercizio
del culto e vengono poi descritte le varie forme di
devozione mariana. E come dimenticare l’allora Cardinale
Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI, che nel 1998
pubblica un insieme di saggi dall’eloquente titolo: “Maria.
Chiesa Nascente”, ove sottolinea che “la Chiesa trascura
la sua missione se non loda Maria”, dando così un nuovo
apporto al cammino mariano?
Dal 1987 papa Giovanni Paolo II inizia quello che negli anni
diverrà un incessante approfondimento della figura di
Maria a partire dall’enciclica Redemptoris Mater, dove
viene sottolineata l’importanza di Maria nel mistero
salvifico di Cristo (in quanto sua madre) e dell’umanità,
ieri e ancor più oggi: soccorritrice del popolo cristiano
nell’incessante lotta tra il bene e il male.
Le sue riflessioni proseguono poi, otto anni dopo,
nell’enciclica Evangelium vitae. Qui Maria è vista come
“incomparabile modello di accoglienza e di cura della
vita”.
Poi, nel 2003, sempre Giovanni Paolo II esalta l’importanza
della figura di Maria nella Chiesa come unificatrice e
portatrice di pace, aprendo un’ulteriore era Mariana, con
il discorso ai giovani di Roma, “Ecco tua madre”. Due anni
e 8 giorni prima di morire, il papa raccomandava i giovani a
Maria, quasi un testamento spirituale:
“Maria, Regina pacis, è una Madre e come ogni madre ha
soltanto un desiderio per i suoi figli: vederli vivere sereni
e concordi tra loro. In questo momento travagliato della
storia, mentre il terrorismo e le guerre minacciano la
concordia tra gli uomini e le religioni, desidero affidarvi
a Maria affinché diveniate promotori della cultura della
pace, oggi quanto mai necessaria. Un impegno per la pace
con un unico interesse: quello per l’uomo in quanto tale e
per l’amicizia tra gli uomini, i popoli e le religioni. Una pace
così, lo comprendete bene, è realizzabile prima che con gli
sforzi umani - pur necessari - con l’implorazione fiduciosa
ed insistente al Dio della pace”.
Così il nostro lavoro di ricerca ha preso un’ulteriore piega,
invitandoci a riflettere su Maria, Regina pacis, ossia portatrice di pace, un messaggio attualissimo e di fondamentale
importanza nel mondo di oggi.
Infine, un attento studio dei Vangeli e in particolare del
Vangelo di Luca ci ha portato ad evidenziare l’importanza
delle figure di Elisabetta e di Giovanni Battista, cugina e
nipote di Maria. Reinserendo quindi Maria nel contesto
della propria famiglia, così fondamentale per la tradizione
ebraica, questi due figli, “particolari”, o “speciali” - Gesù e
Giovanni Battista - non potevano non aver messo a dura
prova le due cugine e rispettive madri. Come avranno
reagito tali madri? Ecco, abbiamo voluto “giocare” in modo
romanzato sulle diverse reazioni di queste due madri,
dando ad Elisabetta una valenza più terrena e a Maria una
più spirituale. Maria, quindi, madre spirituale.
In conclusione, Maria, madre della Chiesa, Maria,
portatrice di pace e Maria, madre spirituale è la figura
di cui oggi si ha un disperato bisogno ed è in lei che
confidiamo in un momento storico così difficile.
CHI SEI TU, MARIA?
Come per Cristo, cui i farisei chiesero: «Chi sei tu?» (Gv 8,25), anche per Maria si pone lo stesso interrogativo.
Una prima risposta viene data oggi da ogni persona di cultura, che considerando il fenomeno mariano attraversante i
secoli deve ammettere che Maria è senza paragoni «la donna più celebre della storia», celebrata non solo dalla liturgia e
dalla pietà popolare, dalla santità e della mistica, oggetto di studio delle più grandi intelligenze, ma anche onorata dagli
artisti, letterati e musicisti di tutti i tempi. Anzi, considerando la storia della mariologia, Maria appare una «sintesi di valori»
nelle varie epoche culturali, acquisendo in esse sempre più tempo, spazio, persone e istituzioni e rappresentando un frammento dove si riflette il tutto della fede e della stessa vita sociale (cf. S. DE FIORES, Maria sintesi di valori. Storia culturale
della mariologia, Cinisello Balsamo 2005).
Oggi però si avverte la necessità di risalire all’inizio puro, alla figura originaria di Maria trasmessa a noi dai vangeli, nella sua
vicenda non gloriosa, ma terrena e segnata dalla condivisione della quotidianità della vita, non esclusa la sofferenza.
Se nel passato si sono enfatizzate le «glorie di Maria», oggi si ricerca – come per Gesù (Third Quest) – la sua ebraicità e
vicinanza in dimensione umana. Così la teologa spagnola Isabel Gómez-Acebo – desidera togliere a Maria i vestiti di seta e
la corona che cinge la sua fronte in tante immagini popolari o artistiche «per seguirla nei cammini polverosi e poveri della
sua nativa Galilea» e «coprire la sua tunica immacolata con un grembiule» (María, mujer mediterránea, Bilbao 1999).
Si fa carico di questa esigenza con equilibrio teologico e limpidità di dettato il vescovo Tonino Bello con il fortunato libro
Maria, donna dei nostri giorni (1993), dove troviamo questa significativa invocazione: «Santa Maria, donna feriale, liberaci
dalle nostalgie dell’epopea, e insegnaci a considerare la vita quotidiana come un cantiere dove si costruisce la storia della
salvezza».
Questo cammino di umanizzazione della figura di Maria si riscontra nel musical Maria di Nazareth, secondo l’intuizione
di una donna, Maria Pia Liotta, che con estrema sensibilità ha captato la necessità di avvicinare la figura della Vergine al
nostro tempo, mettendo in luce la sua immagine storica di umile donna ebrea. La pièce si apre in ambedue gli atti con la
panificazione da ultimare prima che sopravvenga il riposo dello Shabbàt e prosegue contestualizzando tutta la vicenda
terrena della Vergine nel mercato o sulla piazza, tra le botteghe, nella casa di Cana o nel tempio di Gerusalemme.
Il musical sfugge alla banalizzazione di Maria, lasciando trapelare il suo mistero di donna che vive al ritmo di Dio e della sua
Parola («La Tua voce è la mia vita») ed è già invocata Ave Maria... Santa Maria perché «lei è tra noi la benedetta» e «Madre
di Dio». Ad esprimere la singolarità di Maria basta talvolta un cono di luce o un segmento di canto in cui ella si riconoosce
vergine: «Solo il Signore mi ha baciata».
Viene anche l’ascesa al cielo (artisticamente espressa dalla scultura di Silvio Amelio), quando il Figlio torna a prendere la
Madre per portarla con sé, ma prima Maria deve assaporare tutto l’amaro della morte di Gesù e dello stesso suo transito.
La storia di Maria continua in un rosario di dolore, di luce, di gioia e di gloria.
Stefano De Fiores
Teologo di Mariologia
UN SOGNO CHE DIVENTA MUSICA
Recitare Maria è il sogno di ogni attrice che porta in scena il teatro religioso. Più che professionalità, più che bravura credo
che sia per Alma un’emozione intensa poter rispondere “sì” all’angelo che aspetta trepido e con lui tutta la creazione
come annota san Bernardo: “Rispondi Maria, accetta. Salvaci tutti!”. Sono i secoli di attesa che dilatano quegli attimi
facendoli sembrare eterni.
Cantare poi il Magnificat con sentimento pieno, certa di parlare con Dio e di essere ascoltata perché la sua voce solista è la
nota più alta del coro degli umani che si uniscono nell’abbraccio dell’Amen, diventa un’esperienza esaltante.
Questa “storia che continua” è nata come un canovaccio, un pezzo di Vangelo raccontato... poi la musica ha abitato il
testo creando spazi lirici e architetture di note, richiamando voci e duetti, contrappunti e antichi inni liturgici, dalle lontananze del tempo, come echi delle valli. Motivi allegri sono nati zampillanti e si sono intrecciati diventando canzoni ardite
e vibranti:
“Io piego il ferro sono forte e ho ragione…
poi forgio le spade che infliggon flagelli”.
La violenza, la prepotenza, l’arroganza sfiorano solo Maria che corre leggera per le vie di questo mondo, dietro alla sua
chiamata progetto di salvezza. Oltre all’inno del ferro ode il canto del legno, che fiorisce in mano all’artigiano, il giusto
Giuseppe:
“O dolce legno delle culle e delle bare delle porte del Tempio che sembran cantare
ti nutri di acqua, di luce e di terra”…
Ma il canto che vede Maria protagonista, prima per gioco e poi nella responsabilità etica e religiosa del dare al mondo
affamato il cibo della verità, il nutrimento di vita è la danza del pane, con la sua urgenza interiore e la maestà liturgica del
gesto simbolico:
“Prima che il sole tramonti dobbiamo aver cotto il pane
Presto che arriva la sera
Lo Shabbat non può aspettare”.
E’ una Via Crucis nella luce radiosa della Pasqua avvenuta, una recita in canto dei misteri mariani, un rosario di eventi di ieri
e di domani attorno a cui la storia dell’uomo si dipana e cresce, cammina, corre in un allegro pellegrinaggio scandito dal
tema musicale dell’Ave Maria, ove il maestro Stelvio Cipriani ha innalzato al vertice l’emozione sonora.
Un sogno diventato musica e canto, danza e preghiera con la totalità del corpo che dà fondo alle sue risorse comunicative
e vola nelle trasparenze, nelle dissolvenze incrociate dei gesti ritmici.
C’è tra i miti orientali della creazione, un Dio fiammeggiante Śhiva Natarâja che crea il mondo danzando in un’estasi di
gioia e d’amore che si dona. Questo musical su Maria di Nazareth, donna del sabato e donna dell’aurora, inventato e
tenacemente voluto da un cenacolo di amiche spiritualmente legate e fortemente motivate (Maria Pia, Dorothy, Alma)
girerà il mondo, perché più che uno spettacolo è un progetto di vita, è la partecipazione a una vocazione unica, quella di
Maria, che canta e danza perché non riesce a tener fermo il cuore:
“Lo sa il vento. Lo sa la luce del mattino…
solo il Signore mi ha baciata.
Ha messo sulla mia bocca la sua Parola!”
Don. Antonio Tarzia
Direttore Responsabile Jesus Gruppi periodici San Paolo
L’IDEA
L’idea portante del musical è raccontare la storia più straordinaria mai
accaduta dando centralità alla figura di Maria. Maria donna e Maria madre.
Maria di Nazareth e Maria del mondo. Maria, madre di tutti i tempi.
La donna più importante della storia dell’umanità.
Oltre ad essere il tramite di Dio con il figlio Gesù, Maria è il tramite di
Gesù con la Chiesa. Un ponte ideale tra ieri, oggi, domani e sempre: una
storia che continua…La storia di una donna con un destino da compiere, un
destino speciale. Maria, detta anche ‘la silente’, è colei che ascolta,
sussurra e decide.
Una donna terrena che è stata prescelta tra le donne. La sua vita riassume quella delle donne di tutti i giorni ricca di emozioni ed esperienze
tanto comuni quanto straordinarie. L’importanza del ruolo che la donna
deve avere nella famiglia, nel matrimonio, nell’educazione dei figli, nella
società, nell’esempio di vero amore e di totale dedizione.
E’ Maria il vero messaggio di amore universale, colei che dona il proprio
figlio per la salvezza dell’umanità. Eucarestia per il mondo, vivendo in
maniera terrena il dolore di una madre che vede morire il proprio figlio,
spettatrice impotente della volontà di Dio, che preferirebbe, come tutte le
madri, morire al posto del figlio.
Maria cuore immacolato, santa tra le sante, ascesa al cielo dove si
ricongiunge con il figlio ed il marito. Maria la fornaia di Nazareth che, oltre
a donare pane alla sua comunità, dovrà donare suo figlio all’umanità.
Pane eucaristico del mondo.
Per la prima volta è Maria la protagonista della storia su cui si basa il
Cristianesimo.
La sua vita raccontata attraverso la storia che tutti conosciamo con la
formula del musical – linguaggio musicale universale e diretto – che si
concede licenze poetiche e qualche momento di fantasia nel rispetto delle
Sacre Scritture.
Maria Pia Liotta
Sinossi
I ATTO
Nel cortile di casa di Anna e Gioacchino le donne di Nazareth si sono riunite come ogni venerdì
sera per fare il pane. Sono presenti anche la Piccola Maria e la Piccola Elisabetta. Le donne
scherzano e ridono ma Anna le esorta ad affrettarsi: per la legge ebraica con l’arrivo della
sera e dello Shabbath non potranno lavorare fino al tramonto del giorno successivo. In casa
di Gioacchino, per onorare lo Shabbath, viene celebrato il Kiddush. Il pane e il vino vengono
benedetti dal capofamiglia e mangiati insieme. Compaiono all’improvviso Diavolo ed Angelo:
uno spiega che è stato mandato per arrestare il destino di Maria, l’altro che è stato mandato
per vegliare sul cammino di Maria. Il Diavolo lancia un anatema… farà qualunque cosa per
rovinare la vita di Maria e lo dimostra subito. Nella scena successiva siamo nell’Harem e incontriamo Barabba, uomo “forte e muscoloso” che non si accontenta di una sola donna ma le ama
tutte e tutte lo amano. Ecco l’uomo che il Diavolo ha scelto come futuro sposo per Maria e non
perde occasione per vantarsene. La piccola Maria è al mercato con i genitori. Viene attratta dal
Tempio e ne sale le scale, lasciando genitori e amici preoccupati a cercarla. Nel Tempio incontra Simeone che predice la sua futura eccezionale maternità. La piccola Maria esce dal Tempio
donna. Ed è una donna molto bella, visto che nella piazza Gioacchino deve fare di tutto per
tenere lontani i corteggiatori. Rimaste sole in piazza, Elisabetta confida a Maria che c’è un certo
ragazzo, Zaccaria, che la guarda da diversi giorni. Maria è imbarazzata: non possono guardare
i ragazzi! In piazza, mentre i ragazzi corteggiano le giovani donne, Maria viene corteggiata da
Barabba in modo fin troppo insistente. Interviene un ragazzo, Giuseppe, a proteggerla: è quanto basta. Maria si è senz’altro innamorata, come afferma Halina, la popolana verace (“son cose
di natura”), facendo infuriare Gioacchino, gelosa della sua “bambina”. Giuseppe e Barabba si
affrontano anche il giorno dopo, nelle loro botteghe: l’uno è falegname, l’altro, fabbro. Ma le
chiacchiere, si sa, son come il vento: in piazza si è sparsa la voce che Maria si sia innamorata di
Barabba e Gioacchino entra furioso nella sua bottega. Sciogliendo l’equivoco, scoprirà invece
che è Giuseppe l’uomo di cui Maria è innamorata. Il matrimonio corona il loro sentimento,
mentre appare l’Angelo che annuncia a Maria il suo straordinario compito.
II ATTO
Nel cortile di casa di Maria, le donne di Nazareth, presente ancora Halina, si sono riunite come
ogni venerdì sera per fare il pane. Sopraggiunge da un’altra città Elisabetta incinta e le donne
le si raccolgono intorno, felici. Maria tocca il ventre di Elisabetta per sentir calciare il bambino, ma Elisabetta si alza meravigliata: anche Maria è incinta e di Gesù, frutto benedetto.
Maria canta le lodi del Magnificat. Eppure il Diavolo è sempre in agguato: Erode ha ordinato
l’uccisione dei bambini al di sotto dei due anni per timore di perdere il suo trono, come da
predizione. È Barabba a vendere le armi ai soldati di Erode. La strage degli innocenti provoca
l’Esodo in Egitto. Passa tempo e a Nazareth la vita ricomincia. Gesù e Giovanni sono bambini in grado di vedere e giocare con l’Angelo. Passeggiando per il mercato anche Gesù dodicenne, come Maria da bambina, viene attratto dal Tempio e vi entra ad insegnare le Scritture
ai Sacerdoti. Qui incontra Simeone che conferma la profezia del suo sogno: Gesù ha un arduo
compito che non mancherà di “trafiggere il petto” di Maria. Uscito dal Tempio, Gesù è ormai
adulto ed insieme a Giovanni cercano di convertire gli uomini ad una vita più autentica. Lo
scempio cui ormai si è ridotta la società di Nazareth costringe Gesù a distruggere il mercato
per dare una lezione ai mercanti. Maria potrà solo osservare la scena a distanza e seguire il
figlio con occhi di madre “Proteggerti, incoraggiarti, amarti e poi lasciarti…”. Con le Nozze
di Cana, ha inizio la vita pubblica di Gesù che raccoglie i suoi discepoli con le reti dei pescatori. Preceduto dalla morte di Giovanni, per la disperazione di Elisabetta che non si dà pace
e non comprende, segue la morte di Gesù. Il Diavolo è ben felice: ha vinto lui! Ma l’Angelo
lo ammonisce: aspettasse ancora un po’… La Resurrezione di Gesù e la ripetizione dei gesti
della benedizione del pane e del vino nella Messa, occasione di ritrovo quotidiano tra amici
e parenti, dimostrano il contrario: qui la vita continua! Ed è proprio Maria ad assicurarsene:
prepara il pane e ospita i seguaci di suo figlio sotto il suo tetto, guidati da Giovanni Apostolo.
Dopo la Messa, Gesù appare a Maria: è l’Ascesa. È la vittoria dell’Angelo sul Diavolo, del Bene
sul Male… naturalmente, con grande struggimento del Diavolo.
ALMA
MANERA
nel ruolo di Maria di Nazareth
Il percorso artistico di Alma Manera è particolarmente ricco e variegato: dopo aver conseguito il
diploma di canto presso il conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria con il massimo dei voti,
frequenta numerosi corsi di specializzazione tra i più prestigiosi come quello dell’Accademia di
interpretazione Pucciniana, tenuto da Magda Olivero. Si perfeziona con la maestra Elvina Ramella e
con Marinella Meli.
Alma Manera, ha inoltre conseguito il Diploma Professione Danza e ha frequentato numerosi stage
di danza classica e moderna tra cui alcuni tenuti da André de la Roche, Bill Goodson, Janin Loringett,
Franco Miseria, Grazia Galante; per il tip-tap con Ann Amendolagine (N.Y.). Numerose le sue
performance con coreografi internazionali, tra i quali: Luca Tommassini, Luc Bouy. Frequenta il Master
in Comunicazione, Dizione, Recitazione, Over-sound, Doppiaggio con Alberto Lori e Claudio Capone.
Corso di dizione e recitazione con Fioretta Mari e Antonio Salines.
Finalista e vincitrice di numerosi concorsi lirici. Il pubblico e la critica la premiano con riconoscimenti tra i quali: premio “Personalità Europea dell’anno”, ricevuto in Campidoglio nel 2002 e nel 2007;
Premio Positano per l’Arte e Danza 2006.
È stata protagonista, assieme al soprano Cecilia Gasdia, dell’opera teatrale Chronos di Vincenzo Ricca.
Nel 2002 partecipa al festival Internazionale Puccini di Torre del Lago con la direzione artistica di
Alberto Veronesi. E ancora: nel ruolo di Maria di Magdala in Marta e Maria di Paolo Pivetti; nel ruolo
della ‘Fede’ in Roma Caput Caritatis.
Nel 2001 debutta su RAI UNO nel programma televisivo Ci vediamo in TV con Paolo Limiti, riscuotendo
particolare successo personale. Ha inoltre partecipato come ospite a numerosi programmi televisivi
tra i quali: Paolo Limiti Show, Uno di Noi, La Nave di Capodanno, Totus Tuus in memoria di Papa
Giovanni Paolo II, Una Voce per Padre Pio, La sera dei miracoli, Napoli prima e dopo, Domenica in,
Quelli che il calcio, Tutte Donne tranne me, ecc. Ha inoltre esperienze nel campo cinematografico e
di fiction.
Il regista Beppe Menegatti la sceglie per la Stagione teatrale 2005 del Teatro dell’Opera di Roma come
interprete ideale della Gitana, ruolo che la vede protagonista accanto al mito vivente Carla Fracci in
“Nozze di Sangue” di Garcia Lorca. Ancora, nel 2006, viene scelta, sempre da Beppe Menegatti, per
“Re Lear” e per “La Primavera Romana della Signora Stone”. È sua la voce della sigla della popolare
fiction “Incantesimo” in onda su RAI 1. Interprete inoltre del tema drammatico del Capitano (Raidue)
di Vittorio Sindoni e Fabio Frizzi e del tema d’amore del film Pompei composto dal maestro J. Bacalov
(Mediaset - Canale 5).
Nel 2007 è protagonista dello spettacolo musicale “Pane, amore e… fantasie” con le coreografie e la
regia di Franco Miseria.
Costumi di
Rosanna Grassia
Scene di
Antonella Luberti
ANTEPRIMA MONDIALE
DEL MUSICAL
VATICANO - AULA PAOLO VI - 17 GIUGNO 2008
SPECIALE TELEVISIVO TRASMESSO DA
IL 15 AGOSTO 2008
Una Standing Ovation
interminabile
Rassegna Stampa
Miracolo nel cielo mediterraneo:
riappare Maria di Nazareth!
Sembrava scomparsa dalle coordinate geometriche del pensiero cartesiano, ricacciata in un angolo
dall’imperialismo della ragione, considerata perfino rivale di Gesù suo figlio... Ed eccola Maria di Nazareth
ritornare all’orizzonte: bella, splendida più di prima, eterea ed elegante, come se il tempo che corrode ogni
cosa e solca senza pietà ogni volto neppure osasse sfiorare il suo candore. «Lampeggiò d’un dolce e vago
sorriso» - direbbe il Poliziano (Giostra I, 50). Colei che in terra era umile, povera, feriale, ora sfoggia abiti
policromi sullo sfondo argenteo del cielo. Colei che era madre nascosta e segreta, senza alcun potere nello
scacchiere politico del suo tempo, ora cammina nei sentieri celesti con le mani allargate in segno di sentito
amore e di totale accoglienza.
Così l’artista Silvio Amelio, aduso a ritrarre il soggetto da lunga consuetudine mariana, vede la donna
nazzarena, una volta calato il sipario su quella vicenda terrena, che era stata tortuosa come il Giordano
lungo l’attraversamento delle tre regioni di Terra Santa: un’icona, un volto rivelativo dell’io nella sua nudità e
trascendenza.
Mentre i potenti sono raffigurati di profilo sulle monete, perché non hanno il coraggio di guardare il
popolo, Maria si presenta nella solenne semplicità del suo essere trasfigurato dalla luce dell’Eterno: ella guarda in
faccia i suoi fratelli e sorelle ancora pellegrinanti nella valle di lacrime, poiché lei «tanto gentile e tanto onesta»
(Dante) non ha magagne da nascondere. E i fedeli protendono le mani plaudenti verso di lei, in un vibrare
cosmico che invade e attraversa tutta la composizione.
Proprio in questa dinamica si dispiega la sapiente arte di Amelio, che gioca con i colori strutturando due
parti opposte: il blu intenso in cui si stagliano le mani frementi, divenute sineddoche delle persone, cioè
parti per il tutto, e il bianco incontaminato su cui risalta stereoscopicamente la figura di Maria. Emergono due
mondi: terreno e celeste, sofferente e glorificato, immanente e trascendente che si sovrappongono ma anche si
collegano attraverso tre raggi sfocianti nel candore di luce eterna, simbolo della trascendenza divina.
Amelio sa bene che sarebbe un’estrapolazione porre sulle braccia di Maria il bambino Gesù. Nel cielo della
gloria Gesù è ormai il Risorto che non muore più: è lui piuttosto a sorreggere il mondo. Maria è sola, ma non
autoreferente: ella viene dal cielo, simbolo di Dio, mentre la leggera brezza che muove le sue vesti può essere
indizio dello Spirito che l’avvolge e la muove verso i sentieri degli esseri umani dichiarati suoi figli dal Figlio
crocifisso (cf. Gv 19,25-27). Questi come attirati da un polo irresistibile avvertono di essere più uniti, come figli
attorno alla Madre. Esiste un bene più urgente nel mondo d’oggi della semplice arte di vivere insieme come
fratelli e sorelle?
Stefano De Fiores
Teologo di Mariologia
La Produzione
Da un’idea di
Una produzione
Relazioni Istituzionali
Ufficio Stampa
Assistente Ufficio Stampa
Legale
Regia
Musiche
Libretto
Coreografie
Supervisione alle coreografie
Scenografie e arredo
Costumi
Light designer
Suono
Immagine di Maria
Maria Pia Liotta
AIRAM in collaborazione con Fenice
Sergio Pellerey
Ennio Salomone
Emanuela Dolci
Avv. Paolo Tortelli
Maria Pia Liotta
Stelvio Cipriani
Maria Pia Liotta e Adele Dorothy Ciampa
Salvator Spagnolo
Luciano Cannito
Antonella Luberti
Rosanna Grassia
Marco Policastro
Antonio Taccone
Silvio Amelio
Cast Artistico
Maria di Nazareth
Giuseppe
Barabba
Gesù
Angelo dell’Annunciazione
Elisabetta
Angelo
Diavolo
Gioacchino
Anna
Simeone
Halina
Zaccaria - Apostolo Giovanni
Giovanni Battista
Sara
Ruth
Padrona Harem
Maria Piccola, Gesù Piccolo
Elisabetta Piccola, Giovanni Battista Piccolo
Alma Manera
Daniele Gatti
Giuseppe Cartellà
Raffaele Latagliata
Salvator Spagnolo
Concetta Ascrizzi
Antonello Angiolillo
Marco Gandolfi Vannini
Nicola Ciulla
Serena Troiani
Federico Longhi
Sara Pastore
Paolo Gatti
Salvatore Alicata
Alessia Alongi
Serena Ottardo
Rita Della Torre
Miranda Spagnolo
Aurora Restuccia
Grafica e packaging maegvg.com
Corpo di ballo
SALVATORE ALICATA
VINCENZA BRINI
SILVIA CANESTRALE
GIAMMARCO CAPOGNA
CHRISTIAN DI MAIO
MARIA STEFANIA DI RENZO
GIULIA FEDERICO
BENEDETTA IMPERATORE
GIANLUCA LANZILLOTTA
GIANLUCA PASSERI
FABIO RASPANTI
ILARIA SACCHETTA
FRANCESCO SCAVELLI
Altri interpreti
SHARON ALESSANDRI
MARIANGELA ARUANNO
MARCO CALDORO
GIOVANNI DE FILIPPI
FRANCESCA DI GIACOMO
RICCARDO GIORGI
BIAGIO NAPPO
NICOLA PALLADINI
IVANA PELLICANO’
ELISABETTA RUSSOTTO
LUCA VARONE
E’ una produzione AIRAM in collaborazione con
WORLD COMPANY IDEAS
www.mariadinazarethmusical.com
Scarica

Untitled - CRAL Beni Culturali