Maria di Nazareth una storia che continua... Il Musical Sotto l’Alto Patrocinio Segreteria di Stato del Vaticano Pontificio Consiglio di Cultura Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali Senato della Repubblica In occasione della particolare valenza mariana dell’anno 2008, quale 150° anniversario delle apparizioni della Madonna a Lourdes, la Società AIRAM Cultura e Comunicazione di Roma, con il Patrocinio del Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone, del Pontificio Consiglio di Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha prodotto il Musical: “MARIA di NAZARETH - Una storia che continua …” . Il Pontificio Consiglio della Cultura e il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, quali Dicasteri della Curia Romana, che coadiuvano il Sommo Pontefice nell’esercizio del Suo Supremo Ufficio pastorale per il bene e il servizio della Chiesa universale e delle Chiese particolari, hanno inteso promuovere e favorire, concedendo la propria supervisione e Patrocinio, all’iniziativa: “MARIA di NAZARETH Una storia che continua…” visto il messaggio di pace e di conciliazione tra le religioni che la stessa contiene. Attraverso il musical - quale forma di spettacolo universale di facile lettura e di immediato impatto, poiché comprende musica, canto, danza e recitazione - si intende diffondere, in maniera orizzontale, un messaggio di amore universale senza differenziazioni di sesso, razza, lingua e, naturalmente, religione. A nome di tutta questa entusiastica assemblea dico grazie, grazie e ancora grazie a tutti. Ci avete regalato uno spettacolo di un’elevazione Spirituale che ha pacificato i nostri cuori. Io vorrei che ogni sera, noi tutti, potessimo andare a riposare con il cuore tranquillo ed aperto a Dio, a Maria, agli apostoli, e verso tutti i personaggi che hanno interpretato quel lembo di storia Sacra che non è finita, ma che continua. Continua... anche nella lotta tra il bene ed il male e come abbiamo visto, assieme a voi, abbiamo una fondata speranza nella vittoria del bene. Ringrazio l’autore delle musiche, Stelvio Cipriani, e la sua orchestra, ringrazio le autrici del libretto e poi, naturalmente, l’ideatrice Maria Pia Liotta, gli autori delle scenografie, delle coreografie e tutti voi attori ed esecutori così brillanti con delle voci stupende. Vorrei citarvi uno ad uno, ma in modo speciale permettetemi di ricordare Giuseppe e Maria, “Alma Manera” straordinaria, eccezionale e Gesù. Vorrei concludere con un pensiero del nostro Santo Padre sua Santità Papa Benedetto XVI con la speranza che questo messaggio ci accompagni sempre come ci accompagnano Maria e Gesù. Il Cielo non è più per noi una sfera molto lontana e sconosciuta nel cielo abbiamo una Madre, è la madre di Dio, la Madre del Figlio di Dio, è la nostra Madre, Egli stesso c’è lo ha detto, ecco tua Madre. Nel cielo abbiamo una Madre, il cielo è aperto, il cielo ha un cuore, sotto questo cielo, avvolti dal cuore materno di Maria e dall’Amore eterno di Dio, possiamo continuare la nostra storia con speranza. Sintesi del discorso conclusivo pronunciato dal Cardinale Tarcisio Bertone Segretario di Stato Vaticano in occasione dell’anteprima mondiale del Musical. 17 giugno 2008 Aula Paolo VI IL PROGETTO Maria di Nazareth “una storia che continua…” Lo scopo principale del progetto è dare voce a Maria che La storia si sviluppa seguendo i piccoli e grandi eventi di ha donato il proprio figlio all’umanità. Maria, messaggio di una Maria che nel corso degli anni è figlia, promessa sposa, moglie, madre e infine santa. amore universale. Avremo modo di conoscere la storia di Maria dal suo puto - Maria bambina, piccola discente delle tradizioni del suo temdi vista. Una donna terrena, vera: figlia, sposa, vedova, po. Sua madre Anna, infatti, le insegna a tessere stoffe e a fare il pane. Ancora non sa, però, quale grande potere avrà madre di Gesù vivo, madre di Gesù morto e risorto. quel pane nella sua vita. La sua vita riassume quella delle donne di tutti i giorni, perché contiene emozioni ed esperienze tanto cmuni quanto straordinarie: l’infanzia, la giovinezza, ’innamoramento, il matrimonio, la nascita di un figlio e la sua perdita. - Maria sposa che dovrà far accettare a Giuseppe il suo insolito destino di padre. - Maria madre che deve affrontare l’arduo compito di veder morire il proprio figlio. Spettatrice impotente della volontà di Dio. Oltre ad essere il tramite di Dio con il figlio Gesù, Maria è stata anche il tramite di Gesù con la sua Chiesa. Un ponte - Maria, chiesa nascente, come sottolinea in un libricino del ideale tra ieri, oggi, domani e sempre: una storia che 1998 l’allora Cardinale Joseph Ratzinger. Ossia, Maria che, tramite e insieme ai discepoli del figlio, continua l’opera di continua. Cristo sulla terra offrendo il pane eucaristico ad un mondo affamato di amore. Figlia dei suoi tempi, amata da tutti – cristiani, ai quali per prima ha dato voce; ebrei, in quanto essa stessa ebrea, - Maria, santa tra le sante, ascesa al cielo dove si ricongiunge figlia delle sue tradizioni; musulmani che la venerano e cre- con il figlio e il marito. dono nella sua verginità in quanto madre del profeta Gesù – Maria è la donna più importante della storia dell’umanità. - Maria, una storia che continua. Maria di nuovo tra noi in ogni Proprio per questo la sua figura, oggi, più che mai rap- tempo: ieri, oggi, domani e sempre. presenta il messaggio di pace e di conciliazione tra le religioni di cui si ha tanto bisogno. Maria, quindi, come Dopo un’attenta lettura dei Vangeli, il nostro lavoro di ricerpacificatrice e conciliatrice tra le religioni in un mondo ca si è basato in primis sulla Chiesa come continuazione del rito eucaristico che trova in Maria e nell’apostolo Giovanni i sempre più devastato da guerre di religione. “continuatori” per eccellenza del primo nucleo della Chiesa di È quindi ora di raccontare la storia di Maria, con la leggerez- Cristo. Maria, madre della Chiesa, appunto. Ma come si arriva za e l’universalità di un musical. La formula del musical ci a sostenere ciò? concederà quindi qualche licenza poetica e qualche Figlia del popolo d’Israele, Maria di Nazareth fu una donna momento di fantasia, sempre nel massimo rispetto delle dei suoi tempi, legata alle tradizioni del suo popolo e della sua Scritture e senza mai snaturare o stravolgere la terra. Il popolo d’Israele è custode delle leggi del Signore (613 storia o, meglio, la Storia. mitzvot) e secondo una di queste leggi il pane doveva essere preparato quotidianamente per non venire meno alla parola L’idea portante è dunque quella di scoprire e conoscere del Deuteronomio: Il lavoratore non prenda più di quanto meglio Maria donna e Maria madre. Maria di Nazareth e possa mangiare (Deut, 23:25). Per tradizione ebraica (e non Maria del mondo. Maria di ieri, Maria di oggi, Maria, madre solo, come ben sappiamo!) il compito della preparazione del di tutti i tempi. pane per la famiglia spettava alle donne, come ci racconta Giorgio Patelli nella sua “Una Madonna nuova”. E qui entra in giuoco la funzione casalinga di Maria, “donna del pane” come tutte le donne ebree, alle quali era affidata in famiglia la panificazione, tutti i giorni. Infatti, che Maria abbia continuato a preparare il pane anche dopo la morte di Cristo, ospitando un fiume di persone da sfamare - come raccontano vari autori in modo più o meno fantasioso (vd. il già citato Patelli; Lia Cerrito “I fioretti di Maria”, e Tonino Bello “Maria, donna dei nostri giorni”) - istituendo così le prime Messe insieme all’apostolo Giovanni cui Cristo la affidò prima di morire (“Ecco la tua madre”, Gv 19, 26), può sembrare una narrazione romanzata. Ma si può affermare tranquillamente che dal momento in cui “il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19, 27), il futuro della Chiesa era “nelle mani” di Maria per mezzo dell’esercizio della panificazione, volta a preparare quotidianamente il pane eucaristico per i neofiti, destinati nei secoli a crescere a dismisura. A conferma di ciò, anche scritti più moderni della Chiesa: secondo il capitolo VIII della Costituzione dogmatica Lumen gentium del Concilio Vaticano II (1964), infatti, Maria “cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa”. Inoltre, “La madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura...”. Il culto mariano viene poi esaltato da Paolo VI, prima nell’Epistola Enciclica Christi Matri e poi nel 1974 con l’Esortazione Apostolica Marialis Cultus. Qui la Beata Vergine Maria viene vista come modello della Chiesa nell’esercizio del culto e vengono poi descritte le varie forme di devozione mariana. E come dimenticare l’allora Cardinale Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI, che nel 1998 pubblica un insieme di saggi dall’eloquente titolo: “Maria. Chiesa Nascente”, ove sottolinea che “la Chiesa trascura la sua missione se non loda Maria”, dando così un nuovo apporto al cammino mariano? Dal 1987 papa Giovanni Paolo II inizia quello che negli anni diverrà un incessante approfondimento della figura di Maria a partire dall’enciclica Redemptoris Mater, dove viene sottolineata l’importanza di Maria nel mistero salvifico di Cristo (in quanto sua madre) e dell’umanità, ieri e ancor più oggi: soccorritrice del popolo cristiano nell’incessante lotta tra il bene e il male. Le sue riflessioni proseguono poi, otto anni dopo, nell’enciclica Evangelium vitae. Qui Maria è vista come “incomparabile modello di accoglienza e di cura della vita”. Poi, nel 2003, sempre Giovanni Paolo II esalta l’importanza della figura di Maria nella Chiesa come unificatrice e portatrice di pace, aprendo un’ulteriore era Mariana, con il discorso ai giovani di Roma, “Ecco tua madre”. Due anni e 8 giorni prima di morire, il papa raccomandava i giovani a Maria, quasi un testamento spirituale: “Maria, Regina pacis, è una Madre e come ogni madre ha soltanto un desiderio per i suoi figli: vederli vivere sereni e concordi tra loro. In questo momento travagliato della storia, mentre il terrorismo e le guerre minacciano la concordia tra gli uomini e le religioni, desidero affidarvi a Maria affinché diveniate promotori della cultura della pace, oggi quanto mai necessaria. Un impegno per la pace con un unico interesse: quello per l’uomo in quanto tale e per l’amicizia tra gli uomini, i popoli e le religioni. Una pace così, lo comprendete bene, è realizzabile prima che con gli sforzi umani - pur necessari - con l’implorazione fiduciosa ed insistente al Dio della pace”. Così il nostro lavoro di ricerca ha preso un’ulteriore piega, invitandoci a riflettere su Maria, Regina pacis, ossia portatrice di pace, un messaggio attualissimo e di fondamentale importanza nel mondo di oggi. Infine, un attento studio dei Vangeli e in particolare del Vangelo di Luca ci ha portato ad evidenziare l’importanza delle figure di Elisabetta e di Giovanni Battista, cugina e nipote di Maria. Reinserendo quindi Maria nel contesto della propria famiglia, così fondamentale per la tradizione ebraica, questi due figli, “particolari”, o “speciali” - Gesù e Giovanni Battista - non potevano non aver messo a dura prova le due cugine e rispettive madri. Come avranno reagito tali madri? Ecco, abbiamo voluto “giocare” in modo romanzato sulle diverse reazioni di queste due madri, dando ad Elisabetta una valenza più terrena e a Maria una più spirituale. Maria, quindi, madre spirituale. In conclusione, Maria, madre della Chiesa, Maria, portatrice di pace e Maria, madre spirituale è la figura di cui oggi si ha un disperato bisogno ed è in lei che confidiamo in un momento storico così difficile. CHI SEI TU, MARIA? Come per Cristo, cui i farisei chiesero: «Chi sei tu?» (Gv 8,25), anche per Maria si pone lo stesso interrogativo. Una prima risposta viene data oggi da ogni persona di cultura, che considerando il fenomeno mariano attraversante i secoli deve ammettere che Maria è senza paragoni «la donna più celebre della storia», celebrata non solo dalla liturgia e dalla pietà popolare, dalla santità e della mistica, oggetto di studio delle più grandi intelligenze, ma anche onorata dagli artisti, letterati e musicisti di tutti i tempi. Anzi, considerando la storia della mariologia, Maria appare una «sintesi di valori» nelle varie epoche culturali, acquisendo in esse sempre più tempo, spazio, persone e istituzioni e rappresentando un frammento dove si riflette il tutto della fede e della stessa vita sociale (cf. S. DE FIORES, Maria sintesi di valori. Storia culturale della mariologia, Cinisello Balsamo 2005). Oggi però si avverte la necessità di risalire all’inizio puro, alla figura originaria di Maria trasmessa a noi dai vangeli, nella sua vicenda non gloriosa, ma terrena e segnata dalla condivisione della quotidianità della vita, non esclusa la sofferenza. Se nel passato si sono enfatizzate le «glorie di Maria», oggi si ricerca – come per Gesù (Third Quest) – la sua ebraicità e vicinanza in dimensione umana. Così la teologa spagnola Isabel Gómez-Acebo – desidera togliere a Maria i vestiti di seta e la corona che cinge la sua fronte in tante immagini popolari o artistiche «per seguirla nei cammini polverosi e poveri della sua nativa Galilea» e «coprire la sua tunica immacolata con un grembiule» (María, mujer mediterránea, Bilbao 1999). Si fa carico di questa esigenza con equilibrio teologico e limpidità di dettato il vescovo Tonino Bello con il fortunato libro Maria, donna dei nostri giorni (1993), dove troviamo questa significativa invocazione: «Santa Maria, donna feriale, liberaci dalle nostalgie dell’epopea, e insegnaci a considerare la vita quotidiana come un cantiere dove si costruisce la storia della salvezza». Questo cammino di umanizzazione della figura di Maria si riscontra nel musical Maria di Nazareth, secondo l’intuizione di una donna, Maria Pia Liotta, che con estrema sensibilità ha captato la necessità di avvicinare la figura della Vergine al nostro tempo, mettendo in luce la sua immagine storica di umile donna ebrea. La pièce si apre in ambedue gli atti con la panificazione da ultimare prima che sopravvenga il riposo dello Shabbàt e prosegue contestualizzando tutta la vicenda terrena della Vergine nel mercato o sulla piazza, tra le botteghe, nella casa di Cana o nel tempio di Gerusalemme. Il musical sfugge alla banalizzazione di Maria, lasciando trapelare il suo mistero di donna che vive al ritmo di Dio e della sua Parola («La Tua voce è la mia vita») ed è già invocata Ave Maria... Santa Maria perché «lei è tra noi la benedetta» e «Madre di Dio». Ad esprimere la singolarità di Maria basta talvolta un cono di luce o un segmento di canto in cui ella si riconoosce vergine: «Solo il Signore mi ha baciata». Viene anche l’ascesa al cielo (artisticamente espressa dalla scultura di Silvio Amelio), quando il Figlio torna a prendere la Madre per portarla con sé, ma prima Maria deve assaporare tutto l’amaro della morte di Gesù e dello stesso suo transito. La storia di Maria continua in un rosario di dolore, di luce, di gioia e di gloria. Stefano De Fiores Teologo di Mariologia UN SOGNO CHE DIVENTA MUSICA Recitare Maria è il sogno di ogni attrice che porta in scena il teatro religioso. Più che professionalità, più che bravura credo che sia per Alma un’emozione intensa poter rispondere “sì” all’angelo che aspetta trepido e con lui tutta la creazione come annota san Bernardo: “Rispondi Maria, accetta. Salvaci tutti!”. Sono i secoli di attesa che dilatano quegli attimi facendoli sembrare eterni. Cantare poi il Magnificat con sentimento pieno, certa di parlare con Dio e di essere ascoltata perché la sua voce solista è la nota più alta del coro degli umani che si uniscono nell’abbraccio dell’Amen, diventa un’esperienza esaltante. Questa “storia che continua” è nata come un canovaccio, un pezzo di Vangelo raccontato... poi la musica ha abitato il testo creando spazi lirici e architetture di note, richiamando voci e duetti, contrappunti e antichi inni liturgici, dalle lontananze del tempo, come echi delle valli. Motivi allegri sono nati zampillanti e si sono intrecciati diventando canzoni ardite e vibranti: “Io piego il ferro sono forte e ho ragione… poi forgio le spade che infliggon flagelli”. La violenza, la prepotenza, l’arroganza sfiorano solo Maria che corre leggera per le vie di questo mondo, dietro alla sua chiamata progetto di salvezza. Oltre all’inno del ferro ode il canto del legno, che fiorisce in mano all’artigiano, il giusto Giuseppe: “O dolce legno delle culle e delle bare delle porte del Tempio che sembran cantare ti nutri di acqua, di luce e di terra”… Ma il canto che vede Maria protagonista, prima per gioco e poi nella responsabilità etica e religiosa del dare al mondo affamato il cibo della verità, il nutrimento di vita è la danza del pane, con la sua urgenza interiore e la maestà liturgica del gesto simbolico: “Prima che il sole tramonti dobbiamo aver cotto il pane Presto che arriva la sera Lo Shabbat non può aspettare”. E’ una Via Crucis nella luce radiosa della Pasqua avvenuta, una recita in canto dei misteri mariani, un rosario di eventi di ieri e di domani attorno a cui la storia dell’uomo si dipana e cresce, cammina, corre in un allegro pellegrinaggio scandito dal tema musicale dell’Ave Maria, ove il maestro Stelvio Cipriani ha innalzato al vertice l’emozione sonora. Un sogno diventato musica e canto, danza e preghiera con la totalità del corpo che dà fondo alle sue risorse comunicative e vola nelle trasparenze, nelle dissolvenze incrociate dei gesti ritmici. C’è tra i miti orientali della creazione, un Dio fiammeggiante Śhiva Natarâja che crea il mondo danzando in un’estasi di gioia e d’amore che si dona. Questo musical su Maria di Nazareth, donna del sabato e donna dell’aurora, inventato e tenacemente voluto da un cenacolo di amiche spiritualmente legate e fortemente motivate (Maria Pia, Dorothy, Alma) girerà il mondo, perché più che uno spettacolo è un progetto di vita, è la partecipazione a una vocazione unica, quella di Maria, che canta e danza perché non riesce a tener fermo il cuore: “Lo sa il vento. Lo sa la luce del mattino… solo il Signore mi ha baciata. Ha messo sulla mia bocca la sua Parola!” Don. Antonio Tarzia Direttore Responsabile Jesus Gruppi periodici San Paolo L’IDEA L’idea portante del musical è raccontare la storia più straordinaria mai accaduta dando centralità alla figura di Maria. Maria donna e Maria madre. Maria di Nazareth e Maria del mondo. Maria, madre di tutti i tempi. La donna più importante della storia dell’umanità. Oltre ad essere il tramite di Dio con il figlio Gesù, Maria è il tramite di Gesù con la Chiesa. Un ponte ideale tra ieri, oggi, domani e sempre: una storia che continua…La storia di una donna con un destino da compiere, un destino speciale. Maria, detta anche ‘la silente’, è colei che ascolta, sussurra e decide. Una donna terrena che è stata prescelta tra le donne. La sua vita riassume quella delle donne di tutti i giorni ricca di emozioni ed esperienze tanto comuni quanto straordinarie. L’importanza del ruolo che la donna deve avere nella famiglia, nel matrimonio, nell’educazione dei figli, nella società, nell’esempio di vero amore e di totale dedizione. E’ Maria il vero messaggio di amore universale, colei che dona il proprio figlio per la salvezza dell’umanità. Eucarestia per il mondo, vivendo in maniera terrena il dolore di una madre che vede morire il proprio figlio, spettatrice impotente della volontà di Dio, che preferirebbe, come tutte le madri, morire al posto del figlio. Maria cuore immacolato, santa tra le sante, ascesa al cielo dove si ricongiunge con il figlio ed il marito. Maria la fornaia di Nazareth che, oltre a donare pane alla sua comunità, dovrà donare suo figlio all’umanità. Pane eucaristico del mondo. Per la prima volta è Maria la protagonista della storia su cui si basa il Cristianesimo. La sua vita raccontata attraverso la storia che tutti conosciamo con la formula del musical – linguaggio musicale universale e diretto – che si concede licenze poetiche e qualche momento di fantasia nel rispetto delle Sacre Scritture. Maria Pia Liotta Sinossi I ATTO Nel cortile di casa di Anna e Gioacchino le donne di Nazareth si sono riunite come ogni venerdì sera per fare il pane. Sono presenti anche la Piccola Maria e la Piccola Elisabetta. Le donne scherzano e ridono ma Anna le esorta ad affrettarsi: per la legge ebraica con l’arrivo della sera e dello Shabbath non potranno lavorare fino al tramonto del giorno successivo. In casa di Gioacchino, per onorare lo Shabbath, viene celebrato il Kiddush. Il pane e il vino vengono benedetti dal capofamiglia e mangiati insieme. Compaiono all’improvviso Diavolo ed Angelo: uno spiega che è stato mandato per arrestare il destino di Maria, l’altro che è stato mandato per vegliare sul cammino di Maria. Il Diavolo lancia un anatema… farà qualunque cosa per rovinare la vita di Maria e lo dimostra subito. Nella scena successiva siamo nell’Harem e incontriamo Barabba, uomo “forte e muscoloso” che non si accontenta di una sola donna ma le ama tutte e tutte lo amano. Ecco l’uomo che il Diavolo ha scelto come futuro sposo per Maria e non perde occasione per vantarsene. La piccola Maria è al mercato con i genitori. Viene attratta dal Tempio e ne sale le scale, lasciando genitori e amici preoccupati a cercarla. Nel Tempio incontra Simeone che predice la sua futura eccezionale maternità. La piccola Maria esce dal Tempio donna. Ed è una donna molto bella, visto che nella piazza Gioacchino deve fare di tutto per tenere lontani i corteggiatori. Rimaste sole in piazza, Elisabetta confida a Maria che c’è un certo ragazzo, Zaccaria, che la guarda da diversi giorni. Maria è imbarazzata: non possono guardare i ragazzi! In piazza, mentre i ragazzi corteggiano le giovani donne, Maria viene corteggiata da Barabba in modo fin troppo insistente. Interviene un ragazzo, Giuseppe, a proteggerla: è quanto basta. Maria si è senz’altro innamorata, come afferma Halina, la popolana verace (“son cose di natura”), facendo infuriare Gioacchino, gelosa della sua “bambina”. Giuseppe e Barabba si affrontano anche il giorno dopo, nelle loro botteghe: l’uno è falegname, l’altro, fabbro. Ma le chiacchiere, si sa, son come il vento: in piazza si è sparsa la voce che Maria si sia innamorata di Barabba e Gioacchino entra furioso nella sua bottega. Sciogliendo l’equivoco, scoprirà invece che è Giuseppe l’uomo di cui Maria è innamorata. Il matrimonio corona il loro sentimento, mentre appare l’Angelo che annuncia a Maria il suo straordinario compito. II ATTO Nel cortile di casa di Maria, le donne di Nazareth, presente ancora Halina, si sono riunite come ogni venerdì sera per fare il pane. Sopraggiunge da un’altra città Elisabetta incinta e le donne le si raccolgono intorno, felici. Maria tocca il ventre di Elisabetta per sentir calciare il bambino, ma Elisabetta si alza meravigliata: anche Maria è incinta e di Gesù, frutto benedetto. Maria canta le lodi del Magnificat. Eppure il Diavolo è sempre in agguato: Erode ha ordinato l’uccisione dei bambini al di sotto dei due anni per timore di perdere il suo trono, come da predizione. È Barabba a vendere le armi ai soldati di Erode. La strage degli innocenti provoca l’Esodo in Egitto. Passa tempo e a Nazareth la vita ricomincia. Gesù e Giovanni sono bambini in grado di vedere e giocare con l’Angelo. Passeggiando per il mercato anche Gesù dodicenne, come Maria da bambina, viene attratto dal Tempio e vi entra ad insegnare le Scritture ai Sacerdoti. Qui incontra Simeone che conferma la profezia del suo sogno: Gesù ha un arduo compito che non mancherà di “trafiggere il petto” di Maria. Uscito dal Tempio, Gesù è ormai adulto ed insieme a Giovanni cercano di convertire gli uomini ad una vita più autentica. Lo scempio cui ormai si è ridotta la società di Nazareth costringe Gesù a distruggere il mercato per dare una lezione ai mercanti. Maria potrà solo osservare la scena a distanza e seguire il figlio con occhi di madre “Proteggerti, incoraggiarti, amarti e poi lasciarti…”. Con le Nozze di Cana, ha inizio la vita pubblica di Gesù che raccoglie i suoi discepoli con le reti dei pescatori. Preceduto dalla morte di Giovanni, per la disperazione di Elisabetta che non si dà pace e non comprende, segue la morte di Gesù. Il Diavolo è ben felice: ha vinto lui! Ma l’Angelo lo ammonisce: aspettasse ancora un po’… La Resurrezione di Gesù e la ripetizione dei gesti della benedizione del pane e del vino nella Messa, occasione di ritrovo quotidiano tra amici e parenti, dimostrano il contrario: qui la vita continua! Ed è proprio Maria ad assicurarsene: prepara il pane e ospita i seguaci di suo figlio sotto il suo tetto, guidati da Giovanni Apostolo. Dopo la Messa, Gesù appare a Maria: è l’Ascesa. È la vittoria dell’Angelo sul Diavolo, del Bene sul Male… naturalmente, con grande struggimento del Diavolo. ALMA MANERA nel ruolo di Maria di Nazareth Il percorso artistico di Alma Manera è particolarmente ricco e variegato: dopo aver conseguito il diploma di canto presso il conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria con il massimo dei voti, frequenta numerosi corsi di specializzazione tra i più prestigiosi come quello dell’Accademia di interpretazione Pucciniana, tenuto da Magda Olivero. Si perfeziona con la maestra Elvina Ramella e con Marinella Meli. Alma Manera, ha inoltre conseguito il Diploma Professione Danza e ha frequentato numerosi stage di danza classica e moderna tra cui alcuni tenuti da André de la Roche, Bill Goodson, Janin Loringett, Franco Miseria, Grazia Galante; per il tip-tap con Ann Amendolagine (N.Y.). Numerose le sue performance con coreografi internazionali, tra i quali: Luca Tommassini, Luc Bouy. Frequenta il Master in Comunicazione, Dizione, Recitazione, Over-sound, Doppiaggio con Alberto Lori e Claudio Capone. Corso di dizione e recitazione con Fioretta Mari e Antonio Salines. Finalista e vincitrice di numerosi concorsi lirici. Il pubblico e la critica la premiano con riconoscimenti tra i quali: premio “Personalità Europea dell’anno”, ricevuto in Campidoglio nel 2002 e nel 2007; Premio Positano per l’Arte e Danza 2006. È stata protagonista, assieme al soprano Cecilia Gasdia, dell’opera teatrale Chronos di Vincenzo Ricca. Nel 2002 partecipa al festival Internazionale Puccini di Torre del Lago con la direzione artistica di Alberto Veronesi. E ancora: nel ruolo di Maria di Magdala in Marta e Maria di Paolo Pivetti; nel ruolo della ‘Fede’ in Roma Caput Caritatis. Nel 2001 debutta su RAI UNO nel programma televisivo Ci vediamo in TV con Paolo Limiti, riscuotendo particolare successo personale. Ha inoltre partecipato come ospite a numerosi programmi televisivi tra i quali: Paolo Limiti Show, Uno di Noi, La Nave di Capodanno, Totus Tuus in memoria di Papa Giovanni Paolo II, Una Voce per Padre Pio, La sera dei miracoli, Napoli prima e dopo, Domenica in, Quelli che il calcio, Tutte Donne tranne me, ecc. Ha inoltre esperienze nel campo cinematografico e di fiction. Il regista Beppe Menegatti la sceglie per la Stagione teatrale 2005 del Teatro dell’Opera di Roma come interprete ideale della Gitana, ruolo che la vede protagonista accanto al mito vivente Carla Fracci in “Nozze di Sangue” di Garcia Lorca. Ancora, nel 2006, viene scelta, sempre da Beppe Menegatti, per “Re Lear” e per “La Primavera Romana della Signora Stone”. È sua la voce della sigla della popolare fiction “Incantesimo” in onda su RAI 1. Interprete inoltre del tema drammatico del Capitano (Raidue) di Vittorio Sindoni e Fabio Frizzi e del tema d’amore del film Pompei composto dal maestro J. Bacalov (Mediaset - Canale 5). Nel 2007 è protagonista dello spettacolo musicale “Pane, amore e… fantasie” con le coreografie e la regia di Franco Miseria. Costumi di Rosanna Grassia Scene di Antonella Luberti ANTEPRIMA MONDIALE DEL MUSICAL VATICANO - AULA PAOLO VI - 17 GIUGNO 2008 SPECIALE TELEVISIVO TRASMESSO DA IL 15 AGOSTO 2008 Una Standing Ovation interminabile Rassegna Stampa Miracolo nel cielo mediterraneo: riappare Maria di Nazareth! Sembrava scomparsa dalle coordinate geometriche del pensiero cartesiano, ricacciata in un angolo dall’imperialismo della ragione, considerata perfino rivale di Gesù suo figlio... Ed eccola Maria di Nazareth ritornare all’orizzonte: bella, splendida più di prima, eterea ed elegante, come se il tempo che corrode ogni cosa e solca senza pietà ogni volto neppure osasse sfiorare il suo candore. «Lampeggiò d’un dolce e vago sorriso» - direbbe il Poliziano (Giostra I, 50). Colei che in terra era umile, povera, feriale, ora sfoggia abiti policromi sullo sfondo argenteo del cielo. Colei che era madre nascosta e segreta, senza alcun potere nello scacchiere politico del suo tempo, ora cammina nei sentieri celesti con le mani allargate in segno di sentito amore e di totale accoglienza. Così l’artista Silvio Amelio, aduso a ritrarre il soggetto da lunga consuetudine mariana, vede la donna nazzarena, una volta calato il sipario su quella vicenda terrena, che era stata tortuosa come il Giordano lungo l’attraversamento delle tre regioni di Terra Santa: un’icona, un volto rivelativo dell’io nella sua nudità e trascendenza. Mentre i potenti sono raffigurati di profilo sulle monete, perché non hanno il coraggio di guardare il popolo, Maria si presenta nella solenne semplicità del suo essere trasfigurato dalla luce dell’Eterno: ella guarda in faccia i suoi fratelli e sorelle ancora pellegrinanti nella valle di lacrime, poiché lei «tanto gentile e tanto onesta» (Dante) non ha magagne da nascondere. E i fedeli protendono le mani plaudenti verso di lei, in un vibrare cosmico che invade e attraversa tutta la composizione. Proprio in questa dinamica si dispiega la sapiente arte di Amelio, che gioca con i colori strutturando due parti opposte: il blu intenso in cui si stagliano le mani frementi, divenute sineddoche delle persone, cioè parti per il tutto, e il bianco incontaminato su cui risalta stereoscopicamente la figura di Maria. Emergono due mondi: terreno e celeste, sofferente e glorificato, immanente e trascendente che si sovrappongono ma anche si collegano attraverso tre raggi sfocianti nel candore di luce eterna, simbolo della trascendenza divina. Amelio sa bene che sarebbe un’estrapolazione porre sulle braccia di Maria il bambino Gesù. Nel cielo della gloria Gesù è ormai il Risorto che non muore più: è lui piuttosto a sorreggere il mondo. Maria è sola, ma non autoreferente: ella viene dal cielo, simbolo di Dio, mentre la leggera brezza che muove le sue vesti può essere indizio dello Spirito che l’avvolge e la muove verso i sentieri degli esseri umani dichiarati suoi figli dal Figlio crocifisso (cf. Gv 19,25-27). Questi come attirati da un polo irresistibile avvertono di essere più uniti, come figli attorno alla Madre. Esiste un bene più urgente nel mondo d’oggi della semplice arte di vivere insieme come fratelli e sorelle? Stefano De Fiores Teologo di Mariologia La Produzione Da un’idea di Una produzione Relazioni Istituzionali Ufficio Stampa Assistente Ufficio Stampa Legale Regia Musiche Libretto Coreografie Supervisione alle coreografie Scenografie e arredo Costumi Light designer Suono Immagine di Maria Maria Pia Liotta AIRAM in collaborazione con Fenice Sergio Pellerey Ennio Salomone Emanuela Dolci Avv. Paolo Tortelli Maria Pia Liotta Stelvio Cipriani Maria Pia Liotta e Adele Dorothy Ciampa Salvator Spagnolo Luciano Cannito Antonella Luberti Rosanna Grassia Marco Policastro Antonio Taccone Silvio Amelio Cast Artistico Maria di Nazareth Giuseppe Barabba Gesù Angelo dell’Annunciazione Elisabetta Angelo Diavolo Gioacchino Anna Simeone Halina Zaccaria - Apostolo Giovanni Giovanni Battista Sara Ruth Padrona Harem Maria Piccola, Gesù Piccolo Elisabetta Piccola, Giovanni Battista Piccolo Alma Manera Daniele Gatti Giuseppe Cartellà Raffaele Latagliata Salvator Spagnolo Concetta Ascrizzi Antonello Angiolillo Marco Gandolfi Vannini Nicola Ciulla Serena Troiani Federico Longhi Sara Pastore Paolo Gatti Salvatore Alicata Alessia Alongi Serena Ottardo Rita Della Torre Miranda Spagnolo Aurora Restuccia Grafica e packaging maegvg.com Corpo di ballo SALVATORE ALICATA VINCENZA BRINI SILVIA CANESTRALE GIAMMARCO CAPOGNA CHRISTIAN DI MAIO MARIA STEFANIA DI RENZO GIULIA FEDERICO BENEDETTA IMPERATORE GIANLUCA LANZILLOTTA GIANLUCA PASSERI FABIO RASPANTI ILARIA SACCHETTA FRANCESCO SCAVELLI Altri interpreti SHARON ALESSANDRI MARIANGELA ARUANNO MARCO CALDORO GIOVANNI DE FILIPPI FRANCESCA DI GIACOMO RICCARDO GIORGI BIAGIO NAPPO NICOLA PALLADINI IVANA PELLICANO’ ELISABETTA RUSSOTTO LUCA VARONE E’ una produzione AIRAM in collaborazione con WORLD COMPANY IDEAS www.mariadinazarethmusical.com