6 ALLE ISOLE LOFOTEN A BORDO DELL’HURTGRUTEN 1° giorno (26 aprile) . Partenza alle 12.20 da Venezia. Transito veloce ad Amsterdam, piovosa e grigia,: ma l’aereo raggiunge rapidamente i 1100 metri di altitudine e voliamo sopra le nuvole, in una distesa infinita di nuvole candide illuminate dal sole. Una gioia! Arrivo a Bergen. Piove. E’ la città più piovosa della Norvegia. Attesa bagagli: quando tutti se ne sono andati con la loro valigia e le nostre non compaiono capiamo senza ombra di dubbio che non arriveranno: l’assoluta certezza arriva da un SMS della KLM. Le valigie arriveranno domani al nostro hotel. Ci è già capitato in un altro viaggio con la Iberna. L’esperienza ci dice che possiamo fidarci. Così liberi dalle valigie, leggeri, possiamo prendere tranquillamente un bus, che in mezz’ora ci porta proprio davanti al nostro hotel Radisson Blu Norge, centrale, comodo punto di partenza. Breve pausa e poi via, verso BRYGGEN, il vecchio quartiere sul molo, un tempo sede degli affari commerciali, ora zona turistica, dichiarato sito patrimonio dell’Umanità . Una lunga teoria di case colorate, a 3 piani, alte slanciate, con i tetti spioventi, , alcune in muratura, altre in legno. Tra l’una e l’altra stretti passaggi che conducono ad altre case, tutte in legno collegate con scale e porticati. Nel mezzo di questo antico quartiere vediamo l’ insegna di un ristorante BRYGGEN TRACTEURSTED. Sono le 18,30, in aereo ci hanno dato un biscottino e un salatino e la fame è tanta. Decidiamo di assaggiare la cucina norvegese, anche se la carta esposta ci fa capire che il locale non è economico. La stanza da pranzo è la più antica cucina di Bryggen, 1500. Pavimento in pietra, tutto il resto in legno. Cena di assaggi della cucina norvegese. Scopriamo che mangiare in Norvegia è caro: qui 60 € a testa, ma nei giorni seguenti non mangeremo mai per meno di 30. Rinfrancato lo stomaco continuiamo l’esplorazione di questa parte della città. Proseguendo lungo il molo arriviamo a BERGHENUS FESTNING (castello), bella costruzione gotica in pietra, circondata da un ampio parco pubblico che affianca il molo, in fondo al quale sorge la statua di re AAKON, primo monarca della Norvegia indipendente. Torniamo sui nostri passi e intravediamo la vita notturna di Bergen: tanti locali illuminati. Buona notte! Camere comode! 2° giorno (27 aprile) Siamo svegliati da musica a tutto volume e voci urlanti dentro un megafono. Ci vuole un po’ per capire che oggi si corre la maratona cittadina , che ha il suo arrivo proprio nella grande piazza rettangolare TORCALLMENINGEN vicino al nostro hotel. Dopo abbondante colazione, con salmone aringa e patè ottimo, che allieterà il nostro palato per tutto il viaggio, VIA alla scoperta di un nuovo giorno. Di fronte all’hotel c’è una fontana con un gruppo bronzeo raffigurante un violinista. è OLLE BULL, il più famoso violinista norvegese (1500). A sinistra si apre LILLE LUNGEGARDSVANN un’ampia area in cui si estende un laghetto artificiale, ottagonale, luogo di incontro. E’ sabato mattina e gruppi amatoriali di danzatori si esibiscono in danze tradizionali. Tante giovani coppie con bambini: tanti gabbiani: C’è un bel sole che scalda. Si sta bene. Poco lontano, su un’altura, in cima a un’impegnativa scalinata svetta il duomo, slanciata chiesa in laterizio, con campanile sporgente. Siamo in un quartiere signorile, case eleganti, architettura nordica, strade diritte, ordinate. Camminando liberamente ci troviamo nel quartiere universitario (un bello stemma raffigurante una civetta ne 6 indica l’inizio). Come a Copenaghen, c’è un orto botanico usato come giardino dagli studenti. Ordinato fiorito piacevole passeggiare e fotografare fiori mai visti. Si avvicina l’ora di pranzo. Ci dirigiamo verso il porto, precisamente al mercato del pesce, un’ampia costruzione in vetro, all’interno della quale ci sono banchi trionfanti di pesci. E’ un piacere solo vederli. Sai mangiarli!. Con grande gioia scopriamo che si può anche mangiare, alcuni banchi hanno sedie e panche e preparano al momento il pesce, crudo o cotto, che tu scegli. Pranzo: gamberoni, polpa di granchio, salmone con varie speziature, BALENA (sembra bresaola!). Il conto è da tenere, perché c’è il VAT Refund al ritorno ( cercare l’ufficio apposito all’aeroporto). Ci resta da vedere FLOYFJELL, un colle che domina Bergen e che si raggiunge con FLOIBANEN, funicolare che parte da una bianca stazione di fine ‘800. 8 minuti di corsa e si raggiunge la stazione d’arrivo, una bella costruzione in legno dipinto di bianco: sembra un rifugio di montagna. Di fronte un piazzale con un panorama ampio: acqua terra, ancora acqua, un’isola e lo sguardo va sempre più in là. .. è giunta l’ora di imbarcarsi sull’ HURTIGRUTEN. La nostra nave é la MIDNATSOL, una delle più recenti della flotta. Nera, bianca rossa! 9 ponti. Dopo il check-in, a gruppi di 20, spiegazione accurata sulle norme di comportamento in nave. Il concetto che viene stressato è l’importanza dell’igiene delle mani, si viene invitati a lavarle spesso con gli igienizzanti distribuiti in vari punti della nave. Finalmente a bordo! Si sale dal ponte 4: due ascensori in cristallo, oltre che le scale, consentono lo spostamento ai diversi ponti. Dagli ascensori c’è una visione d’insieme della nave. È facile orientarsi (non sempre succede). Ponte 5 : shop, ristorante, brasserie (una specie di tavola calda dove si spende meno che al ristorante) Ponte 6: Cabine Ponte 7 : Cabine Ponte 8 : a prua salone con vetrata panoramica: sembra quasi di essere sull’acqua . a poppa desk information, computer point (accesso libero connessione lenta) , biblioteca, bar, con piano bar la sera. Ponte 9 : a prua un altro salone panoramico e a poppa un ampio spazio scoperto, con sedie a sdraio e 2 vasche Iacuzzi d’acqua calda. Alle 20 partenza e per 3 giorni gli occhi saranno deliziati da viste magnifiche, mai viste, paesaggi di sogno. Ammirare mare, isole, coste basse e verdeggianti, coste alte e rocciose, fari, diventa l’occupazione principale della giornata. 3° giorno (28 aprile) . Il postale alle 8.45 ferma a ALESUND per 45 min. Un tempo sufficiente per una veloce occhiata a questa cittadina, concentrato di case in stile liberty costruite dopo un devastante incendio nel 1904. Case alte, slanciate, ognuna con il suo fregio, la sua decorazione elegante e colorata. La giornata prevede poi come meta il fiordo di GEIRANGEN, non il più profondo, ma il più suggestivo per la maestosità delle sue coste. L’organizzazione propone, come gita facoltativa, di tornare ad Alesund in corriera, anziché ripercorrere in fiordo in nave. Decidiamo di fare la gita e la consigliamo, perché permette di vedere l’interno e avere una visione del fiordo da terra. Gita: trasbordo dall’Hurtigruten a un battello che ci porta a terra, a Geiranger, paesino di 300 abitanti, che diventano 1000 nella stagione estiva, visita al Tourist Center, con 6 proiezione foto flora fauna locali, partenza in pullman con guida in lingua inglese, viaggiamo sulla EAGLE ROUTE; di aquile non ne vediamo neppure una, ma il paesaggio è emozionante. Dominiamo il fiordo dall’alto: profondità, colore, luce. La strada si snoda in un paesaggio di mezza montagna, ma all’orizzonte si vedono sempre alte montagna innevate illuminate dal sole…….. Ultima tappa ad Alesund, al Belvedere del Monte AKSLA: si può ammirare dall’alto la cittadina, che sorge su 3 isole. Rientro in nave. Riposo. La cabina è comoda, si dorme bene. 4° giorno (29 aprile) Oggi la tappa principale è TRONDHEIM (3° città della Norvegia 144 mila abitanti). Ci iscriviamo alla gita facoltativa che prevede la visita guidata alla cattedrale DOMKIRKE e , a seguire al Museo di RINGVE, che non capiamo bene cosa sia. Gita da non fare! Perché Ringve è un piccolo, polveroso museo di strumenti musicali. Spinette, clavicordi, clavicembali, pianoforti: solo per intenditori. DOMKIRKE : NIDAROSDOMEN è la più grande chiesa di tutta la Scandinavia. Un’imponente cattedrale medievale in pietra grigia, con la facciata ornata da 3 ordini di statue e un magnifico rosone sui toni del blu. L’interno, ricco di storia ci viene illustrato da una guida molto competente e disponibile. Saliti in pullman ci accorgiamo che si allontana dal centro città, costituito da case su palafitte, molto colorate, che la mia guida descrive pittoresche e da vedere. Noiosa visita al museo degli strumenti musicali. Riprendiamo la navigazione in un paesaggio diverso da quello dei fiordi: coste basse ed erbose, frequenti paesi, isole e isolotti sparsi e poi KJEUNGSKJAER FYR, il più bel faro della Norvegia: esagonale, rosso, occupa tutta la superficie dell’isola su cui è costruito. In nave c’è una gara: bisogna indovinare a che ora la nave attraverserà il circolo polare artico. Ognuno imbuca il suo bigliettino e domattina ci sarà la cerimonia di premiazione. 5° giorno (30 aprile) Attraversiamo il Circolo Polare Artico (66° 33”) alle 7.00.00. Arrivo sul ponte esterno alle 7.15 e così non vedo l’isolotto con il cippo che indica il CPA. Alle 10 cerimonia di premiazione: arriva il capitano accompagnato da un improbabile dio Nettuno con tridente: la vincitrice riceve una bandiera dell’Hurtigruten (una H rossa in campo bianco), ma per ritirarla deve accettare una mestolata di ghiaccio giù per la schiena e bere un bicchierino di akvit. Poi tutti i presenti possono avere in omaggio un bicchierino di akvit, a patto di accettare una mestolata di ghiaccio giù per la schiena ! Alle 12.30 arriviamo a BODO. Gita facoltativa in gommone a SALTSTRAUMEN,. Gommoni superveloci da 12 persone, equipaggiamento antiacqua con tuta, cuffia, guanti, occhiali: sembriamo astronauti! Lungo il percorso vediamo aquile marine e, in lontananza, pinne di balenotteri. Viaggiamo dentro un fiordo con pareti rocciose stratificate colorate, sembrano sculture. SALTSTRAUMEN è il punto d’incontro dell’acqua di 2 fiordi dove si formano gorghi velocissimi, impressionanti da vedere,sui quali volteggiamo, guidati dall’abilità del nostro marinaio. GITA DA FARE !! Alle 21 arriviamo a SVOLVAER. Siamo alle LOFOTEN! C’è Maurizio (italiano trasferito lì da 10 anni) che ci aspetta e ci conduce al nostro RORBUR. Si sente qualcosa di strano nell’aria: è odore di stoccafisso, il profumo delle Lofoten. 6 Intravediamo strani “capanni, che si muovono al vento. Sono le FISKEHJELL, strutture in legno, su cui vengono messi ad essiccare i merluzzi dopo essere stati sventrati e decapitati. Al vento e all’aria si trasformano in stoccafisso e baccalà. Arriviamo al nostro rorbur: è’ quasi una baita di montagna, rosso scuro, trasferita sull’acqua di un canale: tutta in legno, accogliente, spaziosa, potremo starci in 4. 5° giorno (1° maggio) Il nostro rorbur sorge vicino ad altre costruzioni simili, collegate da un camminamento in legno, che conduce poi alla strada che porta alla reception, una solida casa in legno bianco, all’interno della quale si trova un vecchio negozio di alimentari, con bancone in legno e cassettiere porta alimenti. Si accede poi alla sala da pranzo, dove facciamo colazione a buffet, abbondante e con sapori non abituali: salmone marinato, patè, formaggio scuro di capra (delizioso). Svolvaer è deserta, è anche piuttosto brutta. Una struttura di villaggio a cui si sono aggiunte brutte costruzioni moderne, invadenti. La Hertz dove dobbiamo ritirare l’auto è chiusa: c’è un n° di telefono. In 15 minuti arriva un uomo (il primo vichingo che incontriamo, sono tutti alti e poderosi i norvegesi) stupito che vogliamo un’auto il 1° maggio, ma stupore a parte è molto gentile e rapidamente ci consegna una lucidissima Focus familiare. Partiamo per l’unica strada che attraversa le Lofoten. 1à tappa . KABELVAG . Su una piccola altura si erge una chiesa in legno, la più grande dell’arcipelago. Perché nell’800 Kabelvag, con la sua frazione STORVAGEN era il villaggio più popoloso, abitato da pescatori. A STORVAGEN c’è un interessante museo , disposto su numerose costruzioni d’epoca (‘800), sulla vita dei pescatori. La signorile casa del padrone, elegante costruzione bianca, ampia e ben arredata, 2/3 rorbur conservati così come erano, spartane abitazioni per 12 uomini, il riparo per le barche da pesca: a remi , larghe, simili ai bragossi, un’esposizioni di strumenti da pesca. Vicino c’è anche un acquario, con otarie e lontre che nuotano in vasche all’aperto. 2° tappa HENNINGSVAER. Siamo partiti con il cielo coperto, durante il percorso inizia a nevicare, quando arriviamo a H. c’è un sole splendente, il tutto in meno di 2 ore. Il paesaggio intorno è sempre diverso: montagne innevate sullo sfondo, montagne nere più vicine, mare che compare e scompare, luce in continua trasformazione. H. è un paese con un porto profondo, luogo di villeggiatura. Barche da pesca e da diporto si mescolano. Il porto è protetto da massi massicci e dovunque, nei punti più elevati, esposti al vento decine e decine di fiskehjell. L’odore di merluzzo non lo sentiamo più, fa parte dell’insieme. Pranzo al ristorante FISKEKROGEN, che ci dicono essere uno dei preferiti dei reali norvegesi. Mangiamo lingue di merluzzo (una raffinatezza) e una zuppa di pesce, consigliati da un cameriere italiano! C’è pure una vetreria, con il forno in azione: begli oggetti creati davanti agli occhi dei turisti, pochi. 3° tappa REINE il paese sorge ai piedi di un’altura nera, è composto da tanti rorbur rosso scuro: è bellissimo da vedere in lontananza. Al ritorno paesaggi bellissimi ci accompagnano, c’è una luce particolare, bianca, rosa, nuvole d’ogni forma e colore. 6° giorno (2 maggio) Visita al Museo Vichingo di BORG, apre alle 10. ( Qui in Norvegia prima delle 10 nulla si muove, ma le giornate sono poi lunghissime, non viene mai notte, c’è luce fino alle 23. Devi guardare l’orologio per capire perché hai sonno.) Il Museo è la ricostruzione della più grande casa vichinga conosciuta, casualmente scoperta su questa collinetta nel 1980. E’ una costruzione lunga e stretta, con il tetto 6 in paglia, che la mimetizza con l’ambiente. La visita inizia con una parte didattica con video che parlano del ritrovamento archeologico, un breve filmato su re Olaf e un’esposizione di utensili, gioielli, armi là ritrovate. Si procede all’interno della casa composta da un salone centrale e da varie stanze laterali, dove si è cercato di ricostruire l’ambiente di vita familiare vichingo. Con mezz’ora di passeggiata si giunge al lago dove c’è il ricovero della nave vichinga, che d’estate viene messa in funzione per giri turistici. Adesso l’acqua del lago è in parte gelata. 2° tappa A° (il circoletto andrebbe sopra la A: è l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese e così è stato chiamato l’ultimo, più a sud, paese delle Lofoten). Paese di poche case dove e’ indicato il “museo dello stoccafisso”, che si sviluppa in vari rorbur: ricovero barche e attrezzi da pesca, fabbrica dell’olio di fegato di merluzzo, casa del fabbro (per le lampade ad olio), segheria, panificio (così com’era nell’800) e casa padronale, come sempre bianca e grande 8 volte un rorbur. Sono bravi i norvegesi a valorizzare quel che hanno! 7° giorno (3 maggio) E’ il giorno della partenza dalla Lofoten. Volo alle 13.20. Occupiamo la mattina per andare verso nord a FISKBOL punta estrema delle Lofoten. Non c’è paese : è un punto d’attracco per traghetti verso le isole Vesteralen. Ancora paesaggi contrastanti neve e sole, mare e alte montagne, numerose aquile in volo. Raggiungiamo l’aeroporto, stranamente vuoto. Un addetto ci chiede dove dobbiamo andare e sentito che la nostra meta è Bodo, con il volo delle 13.20 per la coincidenza per Oslo, diventa rosso come un peperone e ci spiega che l’aeroporto è chiuso per sciopero da 12 giorni e che i voli partono solo dall’altro aeroporto dell’isola a LEKNES. Il nostro volo per Oslo è perso. Rapidamente ci riprogramma il volo e ci fa partire in pullman verso Leknes. Cosa negativa: arriveremo a Oslo alle 19 anziché alle 16; cosa positiva: dal pullman ci rivediamo gran parte delle isole, con gli ultimi, meravigliosi paesaggi. OSLO: dall’aeroporto c’è un treno veloce, non occorre fare il biglietto, si striscia la carta di credito per far aprire i cancelletti. In 20 min siamo in città, alla stazione centrale, praticamente di fronte al nostro Hotel: Radisson SAS Plaza, un moderno edificio di 37 piani. Ampi gli spazi di accoglienza, belle le camere, vista panoramica dall’ultimo piano. Ci dirigiamo verso Karl Jhoans Gate, la strada principale che conduce dalla stazione al palazzo reale, dove si svolge gran parte della vita sociale e notturna di Oslo. Lungo la strada la DOMKIRKE (cattedrale evangelica con un bel organo), aperta anche di notte, il Palazzo del Parlamento, il Nationaltheatret, il Gran Cafè, tanti ristoranti. Per consolarci della giornata andata un po’ storta ci concediamo di andare al THEATRECAAFEN, bel locale, di gusto mitteleuropeo, con gli interni in legno, il guardaroba, il piano bar. A un tavolo stanno festeggiando un compleanno, note conosciute. Ceniamo molto bene: halibut con vongole e verdure. Macedonia con gelato di fragole e panna cotta, delizioso! 8° giorno (4 maggio) Oggi piove per davvero, per fortuna vogliamo vedere la Galleria Nazionale, dove sono esposti i quadri di Munch. Quest’anno si celebrano i 150 anni dalla nascita di Munch e a giugno inizia una serie di mostre e iniziative in suo onore, ragion per cui la Galleria è in rifacimento e i quadri di Munch sono concentrati in un’unica stanza. 11 quadri. Il famoso URLO, Madonna, Moonlight, bambina malata, la stanza del dolore, adolescente, il giorno dopo, 3 ragazze sul ponte, un altro moonlight, il ballo sulla spiaggia, 5 bambini in montagna questi ultimi 3 già visti a Passariano. Proseguiamo per il RADHUS (municipio), le distanze permettono 6 di spostarsi a piedi. Arriviamo al suono dei rintocchi di mezzogiorno dell’orologio posto sul Municipio, un edificio in mattoni rossi. Un gran numero di persone vestite in abiti tradizionali sta uscendo dall’edificio, intere famiglie con giovani figli che tengono preziosamente in mano un diploma. Uomini con calzoni alla zuava, bianchi calzettoni e gilet eleganti, donne con ampie gonne in bei tessuti pesanti, nere, blu, verde pavone, con raffinati ricami e passamanerie per bordura. Così non possiamo visitare il salone del Municipio, solitamente visitabile, dove si svolge la cerimonia della consegna del Nobel per la Pace. Il Municipio si trova di fronte al porto turistico, dove, nonostante la pioggia c’è un via vai di velieri per turisti per andare a visitare il Museo vichingo. Preferiamo continuare a piedi e visitare l’AKERSUS FESTNG, rocca militare del 13° sec., poi residenza reale, cintata da mura poderose , da cui si domina il porto. Siamo buoni camminatori e pianin pianino raggiungiamo il NASJONAL OPERAEN BALLETTEN, modernissima (2008) costruzione che vuole assomigliare ad un iceberg, e ci riesce bene! In marmo bianco, vetro alluminio, emerge ripido dall’acqua. Si cammina sul tetto, spinti o rallentati dal vento. All’interno una struttura centrale in legno chiaro, a listelli, un ampio foyer dove c’è una confortevole tavola calda. C’è in programma un’opera di Haydn “L’isola disabitata” su libretto di Metastasio, cantata in italiano. Non possiamo perderla e così vediamo anche l’interno del teatro. È in legno scuro, poltrone disposte leggermente a semicerchio, niente palchi. L’ opera viene presentata in chiave moderna, allegra. Una serata insolita! 9° e ultimo giorno (5 maggio) Abbiamo il volo alle 17.20. Possiamo ancora visitare FROGNERPARK, parco abbellito da 192 gruppi scultorei dello scultore Gustav Vigeland. Si entra nel parco da ampi cancelli neri in ferro battuto, stile liberty e ci si ritrova davanti a un largo viale, che continua a perdita d’occhio, fiancheggiato non da alberi bensì da statue raffiguranti persone di ogni età. Sullo sfondo troneggia la scultura più imponente del parco: un monolito di granito grigio, scolpito da Vigeland. E’ una splendida giornata di sole: il parco è affollato da giovane famiglie, tanti bambini piccoli, tanti giovani padri. Si sta bene. Sempre pianin pianino , a piedi, attraversando un quartiere signorile, con ampie case con richiami di liberty andiamo verso il ARKE BRYGGEN, ex area commerciale sul molo, ora trasformata in zona di bar e ristoranti (come a Bergen il 1° giorno). Centinaia di persone a godersi il sole, come lucertole, dopo la pioggia e il freddo di ieri. Radhus, Karl Johans Gate, Domkirke , Radisson Hotel, ritiro valigie, stazione centrale, treno veloce, aeroporto, tax refund, drop-off, check-in, partenza! Ciao Norvegia! di Rossella Ponchia