#9° Periodico mensile -Sped. in A.P. Art.2 comma 20/C 662/96 - Filiale di Cremona Giugno 2010 anno XXII n. 9 Possiamo contare su di voi? Una verifica al termine dell’anno oratoriano Fare verifica significa prima di tutto analizzare: guardare a ciò che si è fatto e valutare se il risultato coincide (almeno in parte…) con quanto ci si era ripromessi di ottenere. Anche in Oratorio, ogni tanto, è bene fare verifica: anche all’interno di un gruppo educatori, o a livello di Consiglio dell’Oratorio, è sempre bene provare a tirare qualche somma. Non solo per avere una impietosa lettura della realtà (a volte ce la mettiamo proprio tutta, eppure i risultati lasciano a desiderare…), ma soprattutto per poter migliorare e garantire un giusto equilibrio alle varie attività che sono proposte in riferimento alla vita cristiana delle giovani generazioni. Tutti… ma proprio tutti? Il titolo stesso del progetto “Possiamo contare su di voi?” costituisce il primo elemento per una verifica al termine delle attività: se è vero che l’Oratorio può essere considerato come un cantiere, in cui ciascuno offre il proprio contributo a livello di competenze e di potenzialità, la domanda principale in sede di verifica potrebbe essere: Tutti hanno fatto la loro parte? I bambini, i ragazzi, gli adolescenti, i giovani, le famiglie… sono stati coinvolti, invitati, contattati perché potessero dare il loro contributo, ognuno al proprio livello? giugno.indd 1 L’Oratorio si è impegnato a fare in modo che tutti si sentissero parte del progetto, tanto da suscitare in ciascuno la consapevolezza del proprio ruolo? Non va mai dimenticato che l’Oratorio è luogo di crescita: sia dal punto di vista umano che cristiano. Dunque, coloro che in questo anno oratoriano hanno varcato il portone, sono cresciuti nella consapevolezza della loro appartenenza alla Chiesa e al mondo? Aderenti a Cristo: lo spazio della catechesi. Nell’ambito della catechesi, soprattutto, è possibile verificare quale grado di consapevolezza abbiano raggiunto le persone che l’hanno frequentata: dai più piccoli ai più grandi, passando soprattutto per le fasce che maggiormente frequentano l’Oratorio (pre-adolescenti e adolescenti), ci si può interrogare sulla capacità dell’Oratorio di essere luogo di formazione e anche di missione. Un ragazzo che apprende la bellezza della proposta cristiana, non può che diventarne interprete e contagioso testimone; anche se la nostra società spinge spesso in tutt’altra direzione. Ecco perché è an- cora possibile pensare di contare sui ragazzi e sui giovani per creare una rete di adesione vera ai contenuti del Vangelo: se organizziamo momenti di preghiera che suggeriscano ai ragazzi che la loro vita è fatta per rispondere alla vocazione di Dio, se facciamo proposte di carità che rendano ragione del nostro impegno a favore dei più bisognosi (magari sacrificando qualcosa che ci appare necessario, anche nei nostri ambienti, nelle nostre ristrutturazioni, nei nostri progetti…), se sappiamo educare ad una affettività che va oltre l’illusione di piaceri immediati e senza prospettive, allora l’Oratorio è ancora capace di suscitare nelle giovani generazioni il desiderio di “cose alte”. E soprattutto se l’Oratorio è capace di essere luogo di accoglienza, di condivisione, vera fucina di programmi e prospettive che sanno andare oltre (proprio nella stretta dinamica del Vangelo…), allora possiamo dire che abbiamo aggiunto un mattone in più all’edificio. E possiamo dire con orgoglio che l’Oratorio, anche quest’anno, ha aiutato tutti a rispondere con coraggio: Sì, voglio che l’Oratorio possa contare anche su di me! Don Matteo 03/06/10 19.07 Lampada ai miei passi A cura Don Andrea Assunta in cielo Segno di consolazione e di speranza Conclusa la celebrazione del tempo pasquale ed entrato nel tempo ordinario, il cammino di oratori e parrocchie volge ormai verso il periodo estivo: tempo prolungato di vacanza, in particolare per gli studenti, e, contemporaneamente, occasione favorevole per esperienze di maturazione e crescita nella vita di discepoli di Gesù: penso ai grest, ai campi estivi, alle iniziative che le comunità cristiane pensano e propongono per educare alla fede i più giovani. Da questo versante, la celebrazione, nel cuore dell’estate, della solennità dell’Assunzione al cielo della Beata Vergine Maria, offre preziose sollecitazioni circa attenzioni educative che possono sostenere attività per gli adolescenti e i giovani: proviamo a desumerle dal senso stesso della celebrazione, enucleato a partire dalle letture del giorno, senza alcuna pretesa di offrire un trattato completo, esaustivo e sistematico di pastorale giovanile, ma limitandoci ad alcune, semplicissime, sottolineature. L’umanità ha come due capostipiti emblematici, un primo e un secondo Adamo: “per l’uno venne la morte” e “tutti muoiono in Adamo”; per l’altro, Cristo, “viene la risurrezione dei morti e la vita”, “perché Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti” (II lettura, dalla Lettera di san Paolo ai Corinzi). La risurrezione di Gesù è l’inizio di un mondo nuovo, frutto di battaglia drammatica ingaggiata da Dio in favore dell’uomo contro ogni potenza del male, contro ogni nemico della vita umana, fino al totale annullamento della morte: “Prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza;... finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte” (II lettura). E’ una battaglia i cui bagliori drammatici illuminano i cieli di tutta la storia: nella pagina dell’Apocalisse (I lettura), san Giovanni la sintetizza in una visione: “una donna vestita di sole, (…) incinta e nel travaglio del parto”; è la Chiesa, che ancora e sempre con fatica partecipa alle doglie della passione per partorire la figliazione divina a tutta l’umanità; ed è sempre aggredita dalle violenze del drago, di satana e del mondo. Ma come giugno.indd 2 il suo Signore, nel suo mistero pasquale, ha trionfato sul peccato e sulla morte e ora siede alla destra del Padre, così la comunità messianica, in e per lui, non soccomberà alla prova e potrà cantare alla fine il canto della vittoria: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo”. Maria fa eco a questo canto di vittoria col suo Magnificat: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”; riconosce che tutto è dono di Dio, gli rende grazie perché ha mantenuto le promesse; ella è “primizia e immagine della Chiesa” - come fa pregare il Prefazio – “in lei si rivela il compimento del mistero di salvezza e risplende per il popolo pellegrino sulla terra come segno di consolazione e speranza”. Il nostro “stare” davanti a Lui La Chiesa, nel 1950, ha dichiarato questa verità di fede:“L’assunzione è il privilegio in virtù del quale l’Immacolata Madre di Dio è stata glorificata, alla fine della sua vita terrena, nella sua anima e nel suo corpo, senza attendere la risurrezione finale”. Dioce si di C Per dono di Dio, anzitutto, Maria è stata esaltata, ma anche per una sua personale, libera, adesione: ella è la donna che, dall’annunciazione alla croce, si è associata con la fede così profondamente a Gesù, da divenir pienamente partecipe anche della risurrezione; la sua costante comunione con Dio le ha meritato, per grazia, la comunione eterna, di tutta la sua persona, con Dio. Si è conclusa da poco, a Torino, l’ostensione della Sindone: occasione preziosissima per rimeditare l’evento dell’Incarnazione, ma anche stimolo forte a rileggere e a rilanciare con forza, alla luce di Gesù fatto uomo, morto e risorto, il valore della corporeità umana, in relazione ad un contesto esistenziale che tende ad appiattirla all’immagine esteriore del corpo sano, abbronzato (siamo a ferragosto!), efficiente, o, spesso, la banalizza, o la commercializza, esponendola e rendendola oggetto di piacere e di desiderio, dunque di sfruttamento. Può essere significativo, nelle iniziative estive, aiutare i ragazzi a scoprire il corpo come simbolo, anzitutto nella relazione con Dio: nella preghiera, personale e, soprattutto, comunitaria, il corpo diviene espressivo del nostro stare di fronte a Lui e, contemporaneamente, invito alla corrispondenza tra il gesto esteriore e l’attitudine interiore; tale prospettiva, che, peraltro, valorizza l’esperienza liturgica, ritengo sia feconda di ricadute nei rapporti interpersonali, in quanto educa a non banalizzare il linguaggio del gesto, dello sguardo, …. ma a considerarlo in tutta la sua densità e potenza rivelatrice dell’interiorità. Se guardiamo a Gesù Cristo, poi, la sua corporeità trova pienezza di senso nel dono libero, totale e gratuito di sé per amore: il Corpo offerto di Gesù (pensiamo al dono di Sé nell’Eucaristia), simbolico dell’offerta di tutto se stesso, manifesta in pienezza il volto del Padre e la sua dedizione per l’uomo: in questo orizzonte, le iniziative estive, diventano occasione per proporre, ma anche per sperimentare, che il senso della vita del discepolo di Gesù sta nel rendere, partendo dall’incontro sacramentale con lui, la propria esistenza un’offerta nella logica del servizio: in essa, anche la corporeità trova il suo pieno significato. Educato dallo stare alla presenza del Signore, educato dallo stile del servizio cristiano, il credente scopre che la propria umanità si trasforma, accogliendo e realizzando sempre più, sotto l’azione dello Spirito, quell’essere creato ad immagine e somiglianza di Dio, redento dal sangue di Cristo sulla croce, segnato dal sigillo dello Spirito, che costituisce la sua identità profonda. 03/06/10 19.07 D EDUCARE È TORNARE ALLE RADICI Dioce remona si di C Roma 5-6-7 Aprile 2010 Pellegrinaggio adolescenti a Roma Rimanere… per andare Uniti a Cristo e alla Chiesa per andare nel mondo come testimoni del Vangelo Nessuno di noi può sapere che cosa resterà impresso nel cuore e nella mente dei 400 adolescenti cremonesi che dal 5 al 7 aprile scorso hanno partecipato al pellegrinaggio a Roma, anche se la speranza è quella che l’esperienza vissuta sia di aiuto nel maturare la convinzione di quanto sia bello essere cristiani nel mondo di oggi. Giunti con otto pullman a Roma nel primo pomeriggio di lunedì, i ragazzi si sono ritrovati nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme per la messa di inizio del pellegrinaggio. Doveva seguire la festa in piazza, invece, a causa del freddo, la serata si è svolta nel teatro di don Bosco nella zona di Cinecittà. Credo personalmente che il punto più “forte” di tutto il pellegrinaggio sia stato proprio l’incontro “mediatico” col nostro Vescovo Dante, collegato attraverso Skype dal suo studio cremonese. Totalmente coinvolto dall’entusiasmo dei ragazzi, mons. Lafranconi ha manifestato ai suoi giovani interlocutori aspettative alte. Martedì 6 aprile dalla basilica dell’Aracoeli, incastonata tra l’altare della patria e il Campidoglio, il gruppo si è incamminato fino alla basilica di San Paolo fuori le Mura, dove si conservano le reliquie del missionario per eccellenza: Paolo di Tarso. Nel mezzo ci sono state tre tappe: il carcere Mamertino, il Colosseo e il battistero di San Giovanni in Laterano. Un itinerario geografico, ma soprattutto un viaggio spirituale: dalla paura e dalla solitudine, rappresentata dal carcere, al coraggio della testimonianza, con al centro il Colosseo, fino alla vita nuova donata dal battesimo, di cui si è fatto memoria nel battistero di San Giovanni, il più antico dell’Occidente, almeno fra quelli monumentali. Al Mamertino ai ragazzi sono stati consegnati tre anelli che hanno voluto rappresentare le loro paure: a San Giovanni quegli anelli sono diventati una lunga catena perché col battesimo si entra a far parte della famiglia dei figli di Dio e ogni paura o sofferenza o fallimento possono essere condivisi con il Signore e con i fratelli. Poi nel pomeriggio la consegna del mandato nel grande prato verde a fianco della basilica di San Paolo. L’incontro con Benedetto XVI Sicuramente forte l’incontro con Benedetto XVI, il successore di Pietro, colui che è chiamato a custodire la fede e la comunione nella Chiesa. Mercoledì 7 aprile era una splendida giornata di primavera. I ragazzi cremonesi già in fila ai cancelli prima delle 7.30 hanno avuto la fortuna di trovare posto proprio ai piedi del sagrato. Accanto ai 400 cremonesi sedevano quasi 5mila coetanei milanesi, anch’essi a Roma per la professione di fede: un esercito di giovani a n o m e r C i d i s iD oce giugno.indd 3 EDUCARE TORNARE ALLE RAD lombardi pronti a lenire con il loro entusiasmo le preoccupazioni e i dolori del Papa. Allo scoccare delle 10.30 dall’arco delle Campane è sbucata la Papamobile: grida di gioia, fazzoletti agitati sulle teste. Per molti era la prima occasione di vedere il Pontefice. L’udienza si è svolta velocemente e il Papa nella sua catechesi ha richiamato il senso della Pasqua e il dovere dei cristiani alla testimonianza. Il Pontefice è poi passato ai saluti, con una particolare parola rivolta ai cremonesi e ai milanesi. Il pellegrinaggio si è chiuso con la professione di fede proprio sul luogo dove Pietro professò il suo amore totale a Cristo. Cosa rimarrà nel cuore e nella mente degli adolescenti? Speriamo un modo giovane di sentirsi bene come giovani nella Chiesa di Dio, sostenuti dalla testimonianza dei grandi apostoli Pietro e Paolo. Don Adriano Veluti Roma 5-6-7 Aprile 03/06/10 19.07 TORNARE ALLE RADICI Pellegrinaggio adolescenti a Roma Dioce remona si di C EDUCARE È TORNARE ALLE RADICI Roma 5-6-7 Aprile 2010 Passi di Fede e di Vita Altro che nove passi, vien da dire, se si tratta di affrontare un pellegrinaggio alle radici della fede! Ma il pellegrinaggio è simbolo della vita, aiuta la vita, è un tempo di grazia in cui il Signore fa muovere i passi di chi è attento e disponibile, di chi è aiutato ad esserlo da un vero amico. Ecco allora lo proposta di nove “simbolici” passi per essere aiutati a camminare. Aiutati, perché istintivamente cercheremmo al più presto un posticino tranquillo, all’ombra e al riparo dai seccatori, per sederci e stare “in pace”. Come quando si porta in montagna gente e si parte stanchi, e il primo masso, dopo cinque minuti, è occasione di sosta per bere, per riposarsi… e dopo dieci minuti partono a raffica i “quanto manca?”, e non sai se rispondere esagerando per difetto o per eccesso, e poi dici le cose come stanno che è il meglio...Allora… Primo passo: perché il pellegrino colga la direzione giusta: non è un’avventura, un cammino casuale, ma già dove tu vai c’è qualcuno che ti aspetta, che ti ha chiamato lì. “Al Signore interessa quello che interessa a te, ti chiama dalla tua piccolezza per il mare della sua grandezza, da sempre ti guarda con amore e rispetto”. In tutte le religioni è l’uomo che cerca Dio. Per noi cristiani è Dio che cerca l’uomo. Vero! Secondo passo: alla Basilica di Santa Croce, “per dare un tono al cammino”, come recita l’onnipresente vademecum: venerare la reliquia della Santa Croce, per vedere come è serio e profondo l’amore di Dio per l’uomo e celebrare insieme l’Eucaristia di apertura del pellegrinaggio, perché già lì, nella Parola e nella Comunione, ti si fa incontro, vivo, quel Dio che ha dato la vita per te. Cremona Terzo passo: per la preghiera serale del primo giorno, la realtà dello storpio al Tempio guarito da Pietro e Giovanni: è la realtà del male, della sofferenza, ulti- giugno.indd 4 mamente del peccato che ci attanaglia, ci tiene schiavi, incapaci di camminare e di vivere. “Guarda verso di noi…”, non a caso, guarda verso la Chiesa, non ha nulla ma quello che ha te lo dona: “nel nome di Gesù Cristo cammina”, sei rialzato, accompagnato a vivere nuovamente… l’hanno sperimentato Pietro e Paolo… Quarto passo: percorriamo alcuni luoghi della fede “pagata a caro prezzo”: il carcere in cui furono imprigionati Pietro e Paolo, il Colosseo simbolo dei luoghi di martirio, il Battistero di san Giovanni perché nel legarci a Cristo e alla Chiesa possiamo sconfiggere la paura, il vuoto, la solitudine. Sesto passo: alla sera, attraverso l’esperienza di Pietro, ci ricorda che sempre possiamo rinnegare, tradire il Signore, per la nostra fragilità, bisognosi come siamo di misericordia. Settimo passo: è incontrare il Papa, successore di Pietro, ascoltarlo e guardarlo, non solo fotografarlo come si fa con i vip, per scoprire che in lui noi siamo guidati, sostenuti nella fede, accompagnati nella vita cristiana; stando con lui stiamo con Cristo e con la Chiesa! Roma 5-6-7 Aprile 2010 Quinto passo: dopo un velocissimo percorso, tutto da approfondire, ci riaffidiamo a Cristo, nell’Eucaristia, alla basilica di San Paolo, dove viene consegnato il mandato a essere testimoni, grande missione per la quale abbiamo sempre bisogno di essere chiariti e accompagnati, nel concreto quotidiano. Ottavo passo: tocca a noi fare la nostra professione di fede, nella basilica di San Pietro: con povera voce e povera vita, abbiamo detto il nostro credo insieme agli Apostoli, al Papa, alla Chiesa, alle nostre Comunità… Nono passo: non ci resta che vivere, tornando a casa, quello che abbiamo ricevuto, chiedendo alle nostre comunità parrocchiali che ci insegnino che cosa vuol dire veramente credere; offrendo la presenza fresca e semplice di cui gli adolescenti possono ancora essere capaci. Don Luca Bosio 03/06/10 19.07 E A D È RE DICI Pellegrinaggio adolescenti a Roma È per il Papa... le 2 010 L’Udienza del Santo Padre “La buona notizia della Pasqua richiede testimoni entusiasti e coraggiosi”. È l’invito che Papa Benedetto XVI ha offerto agli oltre 15mila fedeli presenti mercoledì 7 aprile in pizza San Pietro per l’udienza generale, tra loro anche gli oltre 400 adolescenti cremonesi in pellegrinaggio con la Federazione Oratori. L’invito del Santo Padre è stato a professare con più convinzione la propria fede nel Cristo Risorto, in un mondo dove non manca sofferenza, violenza e incomprensioni: «Saremo davvero e fino in fondo testimoni di Gesù risorto – ha affermato il Pontefice – quando lasceremo trasparire in noi il prodigio del suo amore; quando nelle nostre parole e, più ancora, nei nostri gesti, in piena coerenza con il Vangelo, si potrà riconoscere la voce e la mano di Gesù stesso». Da qui l’auspicio che la Pasqua sia «occasione propizia per riscoprire e professare con più convinzione» la fiducia nel Signore Risorto. EDUCARE TORNARE Il Suo saluto EDUCARE È ALLE RAD TORNARE ALLE RADICI «Saluto i giovani presenti, specialmente gli adolescenti della diocesi di Cremona, i numerosi gruppi di ragazzi e di ragazze che fanno quest’anno la loro “Professione di fede”. Essi provengono da diversi Decanati, Parrocchie e Oratori dell’Arcidiocesi di Milano. Cari amici, siate sempre fedeli al vostro Battesimo: vivete appieno la vostra consacrazione battesimale e siate testimoni di Cristo morto e risorto per noi». E il Papa prese il nostro Vademecum… Era come un compagno inseparabile di tutti noi. Infilato nello zaino, nella tasca della giacca o nel marsupio, non abbiamo fatto nemmeno un passo romano senza portarcelo dietro. Amico fedele nel momento della preghiera, della messa, del percorso dal carcere a San Paolo, il libretto “Ritornare alle radici” è stato come un altro pellegrino con noi. Fino a quella mattina in piazza San Pietro quando, presa dall’entusiasmo di vedere il Papa a pochi passi, Valentina ha sentito forte il desiderio di donargli qualcosa, di fargli un regalo, di dirgli in modo concreto «Ti voglio bene». E cosa poteva offrire a quel Papa che sorrideva affaticato dalla Papamobile, lì, a un metro di distanza? Valentina ha allungato il braccio gridando a una delle guardie: «È per il Papa». Nella mano il fedele vademecum che, senza parole, con uno scambio di consegne, passa da Valentina, al gendarme, a Benedetto. Che lo prende. Lo guarda. Sorride. Un pezzo del nostro pellegrinaggio in mano al Papa. È anche lui, forse, con noi a fare il nono passo. Sulle vie del mondo a dire a tutti la gioia di essere Chiesa. Ricordi... Sono andata con la domanda di come poter essere protagonista della mia vita, per vivere fino in fondo. Il Papa ha insistito sulla nostra chiamata ad essere testimoni della gioia di Pasqua, del Signore che vince la paura e l’egoismo. In quell’invito ho trovato la risposta per me! (Anna, 16 anni) Guardando il Papa ho visto una persona diversa: nei suoi occhi c’era la purezza che noi non abbiamo. (Mattia, 17 anni) Il Papa è passato a salutare in tutti i settori della piazza, per poter raggiungere il più possibile tutti. Poteva fare a meno, ma ha voluto dire a noi come la sua vita ci appartiene e come noi apparteniamo alla sua. (Veronica, 18 anni) Santa Caterina diceva che il Papa è “il dolce Cristo in terra”… ecco, ho percepito che era proprio così, quando penso a Cristo posso pensare al Papa, concretamente… a n o m e r C i d i s iD oce giugno.indd 5 Roma 5-6-7 Aprile (Martina, 17 anni) 03/06/10 19.07 EDUCARE È TORNARE ALLE RADICI Pellegrinaggio adolescenti a Roma Il Vescovo collegato via Skype con gli adolescenti: Dioce Roma 5-6-7 Aprile remona si di C «Continuare la vostra amicizia con Gesù e accettare volentieri le sue sorprese» A caratterizzare la prima serata romana è stato il collegamento Skype con il Vescovo Dante che da Cremona, rispondendo alle domande di alcuni dei ragazzi in pellegrinaggio nella capitale, ha offerto spunti di riflessione e indirizzi concreti per una vita cristiana piena e responsabile. Ad Alessandro di Pandino che, in riferimento al tema della tre giorni romana, gli chiedeva perché fosse essenziale tornare alle radici della fede il Vescovo ha risposto prendendo ad esempio le piante. «Possono – ha domandato mons. Lafranconi – fare frutto o addirittura vivere senza radici? Così è la nostra fede: senza le radici, cioè senza Cristo e il rapporto con lui, non può vivere. A Roma ci sono le nostre radici grazie alla testimonianza di Pietro e Paolo e alla presenza del Papa». 2010 EDUCARE È TORNARE ALLE RADICI «Portate a casa la linfa delle radici!», ha quindi sintetizzato prima di incoraggiare Paolo, di Agnadello, spaventato dal fatto che i cristiani sono sempre più minoranza. Ma la validità del messaggio evangelico – ha ricordato il Vescovo – non sta tanto nel numero di persone che lo seguono, ma nel suo contenuto straordinariamente singolare. «Quello che rende bella la nostra vita – ha detto – non è esser e tanti, ma aver trovato qualcosa che non si può trovare altrove». La domanda di Arianna, in rappresentanza degli oratori di Cassano d’Adda e Vailate, che chiedeva al Vescovo quale fosse la cosa più importante della vita, è stata l’occasione per una riflessione sul percorso che, passo dopo passo, porta a crescere. Mettendo in guardia dalla logica del “tutto e subito”, mons. Lafranconi ha richiamato il valore della pazienza e di un cammino di crescita umana e spiritale serio, che dunque non può prescindere dall’accompagnamento di un direttore spirituale. Lo spunto dato infine da Valeria, di Scandolara Ravara, – «Che cosa si aspetta dagli adolescenti?» – è servito per ribadire la necessità a fidarsi di Dio. «Cristo ti domanda di credere che lui è un vero amico – ha risposto il Vescovo –. Questa amicizia, che va coltivata ogni giorno, deve essere sempre aperta alle sorprese. La sorpresa di Dio si chiama vocazione: matrimonio, vita consacrata, vita sacerdotale. Pensate, egli ha bisogno di voi per poter continuare la sua opera». «Volete prestargli la vostra intelligenza – ha quindi domandato chiudendo il collegamento – il vostro cuore, le vostre mani? Stasera vi chiedo di continuare la vostra amicizia con Gesù e di accettare volentieri le sue sorprese». Una richiesta accolta con entusiasmo nel cima di attenzione e interesse che ha caratterizzato l’intero collegamento. RAM Come un trampolino a n o m e r C di giugno.indd 6 “Educare è tornare alle radici”: questo è stato il tema del pellegrinaggio a Roma. Un modo per ricercare le origini della fede cristiana, partendo proprio dai luoghi in cui sono avvenute alcune delle più grandi persecuzioni religiose. Ma Roma è anche la grande città dove ogni cristiano converge per incontrare il Papa, il nostro Papa Benedetto XVI. E proprio con lui si è concluso il nostro viaggio. Il pellegrinaggio è stato soprattutto occasione di riflessione personale per capire cos’è per me la fede. Pensando a tutti quei martiri che persero la vita nel possente Colosseo, mi sono domandata se anch’io al loro posto avrei dato la mia vita per Gesù. Certo non è facile, eppure Dio ci ha assegnato il grande compito di portare la sua Parola al mondo intero. Anche il Papa ci ha invitato a essere ragazzi e ragazze coraggiosi nell’essere testimoni di Gesù morto e risorto. È questo l’annuncio pasquale da portare a tutti come “buona novella”. Il pensiero di non essere sola ma affiancata in questo compito da altri ragazzi con i quali condivido il dono della fede è stato davvero confortante! Vedere tanti giovani riuniti in piazza San Pietro per l’udienza con il Papa mi ha dato sicurezza e nuova energia. Questo pellegrinaggio è stato per me il punto di partenza, il trampolino dal quale gridare a tutto il mondo la mia gioia di essere cristiana, sapendo che “se la piscina è troppo fonda” Dio mi aiuterà a tornare a galla! Elena Trevisi Roma 5-6-7 Aprile 2010 03/06/10 19.07 RE È NARE RADICI Aprile Uno sguardo sul mondo A cura di M.G. Un torneo 2010 per gli adolescenti Alle porte dell’estate, a Casalmorano fervono i preparativi per l’organizzazione di un “Torneo” di calcio estivo tutto particolare: è riservato agli adolescenti, che sono chiamati in prima persona ad aderire ad una proposta pensata ed attuata per loro. Per dettagliare meglio l’iniziativa, ci rivolgiamo ad Angelo Gusperti, presidente dell’associazione sportiva A.S. PREJER, che opera in oratorio a favore delle attività sportive giovanili ed è il motore del torneo. Perché l’Oratorio di Casalmorano propone un’iniziativa di questo genere? E’ un’iniziativa che l’Oratorio realizza in collaborazione con i Comuni compresi nel “Sub Ambito Soresinese” e si propone di aggregare, trascinare e coinvolgere, facendoli divertire, gli adolescenti di età compresa fra i 15 e i 18 anni. Quali paesi sono stati coinvolti? Oltre Casalmorano, che ospita il torneo, hanno aderito i Comuni di San Bassano, Azzanello, Castelvisconti, Annicco (con lo frazione di Barzaniga), Soresina e Trigolo. Quali sono le caratteristiche del progetto? I ragazzi sono liberi di lasciarsi coinvolgere in un torneo e di praticare lo sport che preferiscono, aggregandosi fra loro, gratuitamente, senza doversi iscrivere a tornei estivi impegnativi anche sotto il profilo economico. A loro è solo chiesto di giocare, lasciandoli liberi di formare le squadre a loro piacimento. Come sono stati coinvolti gli adolescenti che hanno aderito? Che evoluzione ha avuto l’iniziativa negli anni? E’ un crescendo di entusiasmo, poiché siamo passati da 40 partecipanti iniziali a 70 dell’ultima edizione. Perché il torneo è gratuito? Perché, grazie ai volontari del gruppo sportivo dell’oratorio e ad un contributo della programmazione del distretto cremonese i ragazzi sono liberi di svolgere un’attività sportiva senza il pensiero di dover mettere mano al portafoglio. Questo consente anche di evitare che si sviluppi un eccessivo agonismo, per dare riscontro ad attese di risultato legate alle finalità degli sponsor Qual è il comportamento dei ragazzi? I ragazzi nel complesso si sono sempre comportati correttamente, anche se non manca qualche intemperanza, tipica dei ragazzi, allorché i risultati sportivi non sono quelli sperati. Comunque raccomandiamo ed esigiamo correttezza sportiva ed un comportamento adeguato al luogo in cui si svolge lo manifestazione: l’oratorio. Che cosa vi aspettate da questa iniziativa? Il nostro obbiettivo è quello di assicurare attenzione e libertà di movimento ai giovani, perché si riapproprino degli spazi pensati e realizzati per loro e perché abbiano l’opportunità di aggregarsi liberamente per realizzare i loro progetti sportivi. Per noi lo sport è luogo di educazione e di crescita e contiamo su iniziative come queste per responsabilizzare di più i nostri ragazzi. Con il “passoparola” fra amici e fra gli atleti dell’associazione Prejer, che si sono fatti portavoce presso altri ragazzi dei comuni coinvolti. Da quanti anni si sta realizzando questa iniziativa? Sono ormai sei anni che ripetiamo il torneo e vediamo persone sempre più coinvolte. giugno.indd 7 03/06/10 19.07 News Giugno 12 23 24 28 30 Ordinazioni sacerdotali “Una luce nella notte” (Sentinelle del mattino) Festa in piazza Cremona S. Francesco Festa degli educatori Grest Center Park Antegnate Tra le lettere che piovono copiose sulla redazione del Mosaico, pubblichiamo alcuni stralci di quella di Laura Carini – già collaboratrice Focr – ora in veste di segretaria dell’Associazione Baskin (Basket Integrato) di Cremona. Cosa c’entrano gli oratori con il baskin? Un motivo (forse il più contingente) è che quest’anno l’Oratorio del Boschetto si è mosso in prima persona, ha creato una società sportiva affiliata al CSI, e la prima squadra tesserata è proprio una squadra di baskin. Penso sia un bel passo per un Oratorio. Forse l’esperienza del Boschetto è la più particolare perché una società sportiva è stata costruita apposta per il baskin. La sera del 25 novembre scorso nasce, con l’approvazione del Consiglio Pastorale parrocchiale, la società sportiva dell’Oratorio del Boschetto, la “S.G.B. Boschetto” (la San Giovanni Bosco - Boschetto). Grazie ad alcuni sponsor sono riusciti ad iscrivere la squadra ed acquistare le maglie da gioco. Tutto questo è stato fatto da poche persone che in tempi rapidissimi hanno costituito la società e la squadra di baskin. Ma non sono da dimenticare gli oratori di Cristo Re (che da anni ospita la squadra, gli allenamenti e il campionato), l’Oratorio di San Michele (anche questo ha una squadra di baskin) e la SAS (Sant’Abbondio Sport) anche lei con una squdra di baskin. Anche l’Oratorio di San Sebastiano ha ospitato più di una volta delle partite amichevoli di baskin. A livello provinciale l’Oratorio di Castelleone ha ospitato più volte una partita di baskin. Chissà che qualche altro oratorio della diocesi possa essere interessato ed aprire una nuova squadra di baskin. Festa in piazza Oratorio di Sospiro Festa in piazza Oratorio di Agnadello Feste in piazza 2010 Luglio 2 Festa in piazza Parco di Crotta d’Adda Un augurio ai novelli Sacerdoti Rinnoviamo il nostro augurio a don PierLuigi Fontana, don Gabriele Barbieri e don Gabriele Mainardi che sabato 12 giugno, alle ore 17.00 in Cattedrale a Cremona, ricevono, con l’imposizione delle mani dal Vescovo, il dono del Sacerdozio. A loro va il nostro augurio e l’accompagnamento nella preghiera oltre che il ringraziamento per aver accolto la chiamata ad una vita di speciale consacrazione, offrendola interamente al Signore per il bene della Sua Chiesa. Da qualche anno si svolgono gli incontri in diverse zone della Diocesi che raggruppano i ragazzi dei grest di diverse parrocchie. Quest’anno saranno quattro le zone interessate che con i loro ragazzi si cimenteranno in giochi, sfide, divertimento, ma soprattutto non mancherà l’incontro con Lui, la pietra angolare più importante su chi reggere i nostri incontri. Estate e servizio di carità Sono diversi decine i giovani che durante l’estate svolgono un servizio di animazione, carità, formazione in Italia e in diversi paesi del mondo. Mentre si preparano bagagli e materiale necessario per condurre al meglio l’esperienza, la Caritas diocesana rimane disponibile per chi ancora volesse decidere di vivere un periodo estivo a servizio volontario presso alcune strutture diocesane. Il numero da contattare è 0372.21562 chiedendo di don Maurizio Ghilardi. Incontro animatori dei Grest È tradizione l’incontro con gli animatori dei Grest. Come sempre si caratterizza come una festa riservata soltanto a loro. Quindi, accanto al momento di incontro, festa e di scambio di conoscenza, tanto divertimento. L’appuntamento è per Giovedì 24 giugno dalle ore 18.00 alle ore 22.30 presso il “Center park” di Antegnate Le adesioni si ricevono in F.O.Cr. (anche on-line). Notiziario della Federazione Oratori Cremonesi Noi Cremona Associazione Via S.Antonio del Fuoco, 6/A Tel. 0372 25336 Web site: www.focr.it E-Mail: [email protected] Conto Corrente Postale 11015260 Periodico Mensile Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a.p. D.L. 353/03 (conv. in L.27/02/04 n°46) art. 1, c.2, DCB Cremona Giugno 2010 - Anno XXII - n°9 n° Reg. Trib. Cremona 19/01/89 n. 224 Direttore responsabile: Marino Reduzzi Realizz. Grafica: Dueper Design - Cremona Stampa: Fantigrafica - Cremona giugno.indd 8 03/06/10 19.07