VARIETA’ DEI CAPITALISMI
• NON MISURA LA SUPERIORITA’
DELL’UNO SULL’ALTRO
• MA E’ UNO STRUMENTO
ANALITICO
CHE CONSENTE DI LEGGERE LE
DIFFERENZE TRA I SINGOLI PAESI
(E I CAPITALISMI)
FINO ALLA FINE DEGLI ANNI
OTTANTA
• SUPERIORITA’ DEL MODELLO
RENANO- NIPPONICO SU QUELLO
ANGLOSASSONE:
DOVUTA ALLA CAPACITA’ DI
COMBINARE MEGLIO CRESCITA
ECONOMICA E PROTEZIONE
SOCIALE
LA DIFFERENZE
• AMPIEZZA DEL WELFARE
• STABILITA’ DELL’IMPIEGO VS.
FACILITA’ DI LICENZIAMENTO
• RELAZIONI INDUSTRIALI COORDINATE
VS DECENTRATE
• INCENTIVI ALLA VALORIZZAZIONE
DELLE IMPRESE VS VALORIZZAZIONE
DEL CAPITALE AZIONARIO
CAPITALISMO DI BORSA O DI
WELFARE (DORE)
• CENTRATO SUGLI AZIONISTI
(SHAREHOLDERS)
• OPPURE SUGLI INTERESSI CHE A
VARIO TITOLO GRAVITANO
INTORNO ALLE IMPRESE
(STAKEHOLDERS)
AGGIORNARE LA TIPOLOGIA
BASE
• ECONOMIE LIBERALI DI MERCATO
(USA E ALTRI)
• ECONOMIE COORDINATE DI MERCATO
(GERMANIA, GIAPPONE, PAESI NORDICI
• ECONOMIE AUTORITARIE DI MERCATO
(CINA E INDIA)
• CENTRALITA’ DELLO STATO E DELLE
ELITES INDUSTRIALI (FRANCIA)
RAGIONARE SUI CAPITALISMI
INTERMEDI
• MIXED-MARKET ECONOMIES
• AD ESEMPIO QUELLI MEDITERRANEI
• CARATTERIZZATI DA UNA PRESENZA
PIU’ FORTE DELLO STATO IN
ECONOMIA DAL CAPITALISMO
FAMIGLIARE DAL DUALISMO TRA
SETTORI PROTETTI E SETTORI
FLESSIBILI
E’ POSSIBILE COMPLICARE
• VARIE TIPOLOGIE CHE TENGONO
CONTO DEI PAESI EMERGENTI
• SI AFFERMA L’IDEA DI EQUILIBRI
MULTIPLI IN CUI CIASCUN
CAPITALISMO PRESENTA PUNTI DI
FORZA E DI DEBOLEZZA DIVERSI
• PRESENZA DI TIPI ETEROGENEI CHE
NON CONTENGONO UNA SOLA
LOGICA ISTITUZIONALE
PERCHE’ IL BOOM USA NEGLI
ANNI NOVANTA
• INTEGRAZIONE RICERCA/IMPRESE
• PRIMATO NELLE TECNOLOGIE
D’AVANGUARDIA E CUMULAZIONE
DEGLI EFFETTI POSITIVI DI INTERNET
• FLUIDITA’/MOBILITA’ DEI MERCATI
• DISPONIBILITA’ DI VENTURE CAPITAL
• NUOVO EQUILIBRIO TRA BORSE E
STRATEGIE DI LUNGO PERIODO
ASPETTI CARATTERIZZANTI
DELLE EMC
• GOVERNANCE A PIU’ VARIABILI (MAGGIORE
COORDINAMENTO)
• IMPRESE CON FINANZIAMENTI A LUNGO
TERMINE CHE CONSERVANO LA FORZA
LAVORO
• TENDENZA STRUTTURALE AD UN PROCESSO
DECISIONALE CONSENSUALE
• RELAZIONI INDUSTRIALI PROTETTIVE E
COOPERATIVE CHE INCENTIVANO I
LAVORATORI AD ACQUISIRE ABILITA’
TECNICHE
ASPETTI CARATTERIZZANTI
LE EML
• IL COORDINAMENTO TRA LE IMPRESE
AVVIENE ATTRAVERSO LA GERARCHIA
E SCAMBI IN MERCATO IMPERSONALE
• LE IMPRESE DANNO PRIORITA’ A
PROFITTI CORRENTI
• LE RELAZIONI INDUSTRIALI SI
BASANO SUL PRIMATO MANAGERIALE
• L’INNOVAZIONE SI BASA SULLA
MOBILITA’ DEGLI SCIENZIATI
CONVERGENZA O VARIETA’
• LA GLOBALIZZAZIONE PRODUCE UNA
PRESSIONE VERSO LA CONVERGENZA?
• UNA LETTURA DINAMICA VEDE I
CAPITALISMI LIBERALI PIU’ IN
SINTONIA CON L’INTEGRAZIONE DEI
MERCATI FINANZIARI E I CAPITALISMI
COORDINATI SOTTO POSTI A
PROGRESSIVA EROSIONE
SUL PIANO DELLE IMPRESE
• SECONDO BERGER LE DIFFERENZE
RESTANO AMPIE PERCHE’ CI SONO
VARI MODI DI COMPETERE NEI
MERCATI GLOBALI
• LE IMPRESE HANNO UNA SORTA DI
PATRIMONIO EREDITARIO CHE
MANTIENE LA DIVERSIFICAZIONE
DELLE TRADIZIONI E PRATICHE
ORGANIZZATIVE
NELLA FINANZA (DORE)
• STRATEGIE PIU’ SIMILI A QUELLE
ANGLOSASSONI
• IBRIDAZIONE DOVUTA ALLA
POSSIBILITA’ DI AUMENTARE I
PROFITTI A BREVE
• CRESCENTE
INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA
CULTURA ECONOMICA
AUMENTA LA COMPETIZIONE
GLOBALE
• CRESCITA NON ELEVATA E MAGGIORE
CONCORRENZA PER AGGIUDICARSI
QUOTE DI MARCATO
• AUMENTANO GLI INVESTIMENTI
ALL’ESTERO
• INTEGRAZIONE DEI MERCATI
FINANZIARI
COSA AIUTA LA CONVERGENZA
• RIDUZIONE DELL’AUTONOMIA DEGLI
STATI NELLA POLITICA ECONOMICA
• SPINTA A SEGUIRE IL MODELLO
DOMINANTE NELLA CAMPO DELLA
FINANZA
• L’INTRODUZIONE DI MECCANISMI
SOVRANAZIONALI CHE USANO
REGOLE COMUNI (UNIONE EUROPEA)
COSA FACILITA LE
DIFFERENZE
• LA PERSISTENZA DEI
CONDIZIONAMENTI ISTITUZIONALI
DEL PASSATO (PATH DEPENDANCE)
• PERMANGONO MODELLI DI
COMPETIZIONE TRA LE IMPRESE
DIFFERENTI MA EQUIVALENTI
• DIFFICILE MODIFICARE SINGOLE
PARTI DELL’ASSETTO NORMATIVO DI
UN PAESE
AMBIGUITA’ DEI PROCESSI
REALI
• CROUCH E STREECK DICONO CHE
L’INDEBOLIMENTO DELLO STATO
PRODURRA’ DIFFICOLTA’ IN ALTRE
SFERE COME IL WELFARE
• INOLTRE QUESTO COMPORTA
MAGGIORE DEBOLEZZA DEL
CAPITALISMO ORGANIZZATO E LA
CRESCITA DI DISUGUAGLIANZE
AMBIGUITA’
• LA DEREGOLAMENTAZIONE NON E’ L’UNICA
OPZIONE PERSEGUITA A LIVELLO MICRO
• RESTANO SPAZI PER MECCANISMI DI
CONCERTAZIONE
• EFFETTI DELLA CRISI DEL 2008 DOVUTA
ALLA CRESCITA DI INVESTIMENTI
SPECULATIVI IN RAPPORTO ALLA
PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI
ESITI
• LA CRISI RALLENTERA’ LA
FINANZIARIZZAZIONE E FACILITERA’
LA PERSISTENZA DELLE ECONOMIE
COORDINATE?
• LA GLOBALIZZAZIONE CREERA’
PRESSIONI CHE SARANNO FILTRATE
ATTRAVERSO SPECIFICI CONTESTI
ISTITUZIONALI
Scarica

varieta dei capitalismi