« t i ; REGIME FASCISTA » ;== Venerdì 19 Maggio 1939 .[Anno XVir
=fee
Il IL P 1^ E IMI 11 O C R E IMI O INI M
mimmoso
a «vernice» delle Mostre
1 :
Leonardo da Vinci
Lizo del Comune e a Cittanova
Ij <• vernice» delle due
(./7,. ne! Palazzo del Coj in quel di Cittanova
,,;„„ i dipinti inviati ai
•"•"" ' tnrnrso del <i Premio
/il''"
erano convenuti ieri
tiri •!'Irl Torrazzo i rriiici
•Ma
giornali d'Italia.
Ili"'''
W'-l Ir Ui ragione di così
1.1 :"r,y,'ini'-rvenlo e dell'atte'","',''nv„-irf" artiniìco italiano.
' " .'i ni! quell'intervento •' (W"1 premi sono
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fede di
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;uin m'è mai
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mezzo per evitare qualsiasi giudizio. Che, anzi, uno m^i preme
di dar subito. Due erano ì temi:
il primo « Ascoltazione alla radio di un discorso del Duce » ; Il
secondo « Stati d'animo
creati
dal Fascismo ». Ebbene, il secondo tema, quello « libero », ha
dato i risultali
meno
felici:
manca ai nostri artisti la divina
fantasia, o la libertà li disvaga?
L'altro tema era tutt'altro che
facile, specialmente volendo uscir
dal convenzionale e dal retorico. ìEbbene, il tema obbligato
astrinse i pittori ad uno sforzo
di concentrazione, di meditazione, di disciplina, intellettuale e
tecnica, onde essi furono tratti
a lavorare meglio e piii sentitamente. Del resto nel Rinascimento e nei grandi secoli i più
celebri dei capolavori della pittura italiana nacquero su tema
obbligato!
verno, inaugurerà in Cremona la
Mostra delle opere pittoriche
presentate al Concorso «Premio
Cremona »,
Tale Concorso, indetto ad iniziativa di S. E. Roberto Farinacci, con premi per complessive
L. 150 mila, era aperto a tutti
i pittori italiani su due distinti
temi: un'opera pittorica rappresentante « VascoUazione alla radio di un- discorso del Duce », e
u n ' o p e r a pittorica illustrante
uno « stato d'animo creato da
Fascismo ».
I premi saranno assegnati dalla stessa Giuria che , procedette
alla accettazione delle opere; essa si riunirà, a tale scopo, nella
seconda decade di giugno e terrà colilo, a titolo consultivo, dèi
risultalo del « referendum » aperlo tra i visitatori della Mostra, durante i primi quindici
giorni della sua apertura.
E' già pubblicato un ricco catalogo con la riprochizione fotugrafica di tutte le opere espo.stc.
L'alza bandiera alla presenza del Duce al campo di aviazione di Camen
R I S A L E N D O IL V E R B A N O
Nessuna analisi psico-anatomo-S- gliosa ed armonica sintesi per cui
siologlca riuscirà mai a scoprire le nulla di ciò che la natura o l'atfccausa del Genio. Chi si interessa vità dell'uomo ha creato ed è capadell'arduo aigomento ricorda, senza ce di creare sfuggiva al suo poterà
dubbio, l'elevata polemica tra Cesare di unificazione, perchè nulla era ad
Lombroso e Giovanni Bovio, quello essa straniero, perchè tutto era per
sostenendo che il Genio è im'anoma- essa collegato in una prodigiosa
lia psicologica, questi affermando che unità, perchè questa unità, che è
U Genio è l'espressione più fulgida nelle cose e che la intelligenza voldeUa intelligenza umana. Avevano, gare non intuisce, era nella mente
sotto un certo aspetto, ragione en- del Nostro realtà di fatto, come vitrambi perchè il genio è senza dub- sione e come intuizione del reale.
bio fuori e al di sopra della intelliLe cartelle, i disegni, gii abbozzi^
genza normale ed è veramente la, gli scritti che di lui ci sono stati
forma piti alta della inteiligenza, il conservati sono una rivelazione delmassimo suo fulgore, l'acro» a cui la sua mente sintetica e insieme
essa può giungere. Comunque il profetica : velivoli, carri armati, migenio fa rare comparse tra gli uo- tragliatrici sottomarini, sono stati
mini, ed è con cauta ponderazione da Leonardo preconizzati: si può
che questo appsllativo viene confe- dire che il progresso in quest'ordirito dalla storia alle creature di ne di cose ha in lui il precursore
ima superiore e riconosciuta poten- e il divinatore sommo e -senlza
.., . . ;
za intellettuale. I geniì sono asta-i eguali. . ,
divini dh.3 brillano di tratto in tratL'immortalità che^ la storia ha
to sulla terra, sono le meteore della conferito a Leonardo più che dal
mente, ohe appariscono con insolito genio precursore nella meccanica*
splendore nel cielo spiritual della nen'ìng^gneria e nell'architettura, è
umanità e svaniscono senza lascia- deriTOto dal. suo genio di artista
re eredi, ma semplicemente eredità, *^l^^^-^*^*^i^^<=ttteya im riveren^
c;oè la loro opera, a cui ha posto ziales sacro timore come se cpiesto
mano e cielo e teria.
genio fosse una specie di NuminoIjeQnardo da Vìjnci appartiene a so uinanzi al anale la mente si inquesta categoria di esseri eccezio- china adorando.
nali. Noi. che conosciamo la storia
Infatti sono le sue pitture quelle
dalle sue origini, non. possiamo dav- che lo hanno reso ponolare e ne
vero ritrovare nella legge di eredi- hanno fissato l'incancelìabile potentarietà le cause della sua ixirtenito- za di rappresentazione e di vita che
sa mente : l'enigma — che noi vor- non è stata superata. Basta osserremmo sapere, risalendo agli avi, vare, per un istambe, la Gioconda.
sé qualche eleménto.peculiare della per rimanere ammaliati. A quali
loro.psicologia si sia trasmesso nel mezzi tecnici è ricorso Leonardo
discendente e da questi elevato alla per sensibilizzare quel sentimento
piti, alta potenza — resta implaca- che determina l'enigmatico lieve
bilmenite iiisoluto. Le opere, che sorriso che increspa lievemente le
egli ha lasciato.in. eredità"ai poste- labbra ed è come ima sfumatura
ri, gli cortfenscono riirimòrtalità e rivelatrice di uno statò d'animo, dì
lo collocano tra quei genii univer- gioia, di compiacimento, di interiosali che difficilmente hanno imita- re soddisfazione? n Maestro aveva
tori: diciaino unives'saU perchè so- nella mente — e li consegnò allo
no la sinitesi di qualità latenti deUa scritto — i cànoni eterni ed immustirpe umana, e non solo di una tabili d'ogni vera arte, a cui egli
stirps, ed universali perchè M ogni si era costantemente attenuto. Sorattività del pensiero essi si sono af- gente inesauribile dell'ispirazione
fermati con una superiore, straor- artistica è la natura. «La pittura
dinaria, unica e incomparabile com- rappresenta al senso, con piti verità e certezza, le opere della natura^
petenza.
Nell'offrire 1 suoi « servìgi » a Lo- che non facciano le paróle e le letidovico il Moro, Leonardo —- che si fere ». Perciò raccomandava affarti.
era trasferito a Milano nel 1482-83 sta il contatto continuò «Son la real— si dichiara disposto ad «aprire tà con spirito costante di osservali secreti» suoi e ad offrlrh «ad zione sia delle cose, sia degli uoogni suo (di Lodovico) piacimento mini. « Quando tu avrai imparato
in tempi opportuni ». Ed enumera bene la prospettiva ed avrai a menla « cose » che si sente capace di te tutte le membra e tutti ì corpi
operare: « ho modo di far ponti le- delle cose, sii vago sp®^ volte nelgerissimi, atti a portare facilissima- l'andare a spasso, vedére e considemente e con essi seguire ed alcuna rare i siti degli uomìàj nel parlare,volta fuggire gli inimici: altri sicuri nel contendere, nel ridere, nell'ared inoffensibili da fuoco a battaglia ruffarsi insieme; che atti siano in
facili cosi da levare che da collo- loro, che atti facciano i'circostanti.
care. E ho modi per ardere e di- Nota tutto ciò in un libretto che
struggere anelli dei nemici; ho an- devi sempre portare con te». Con,
cor^. modi di bombarde comodissir questo metodo di osservazione e di
me e facili a portare e con quelle "notazione la mente dell'artista nda
buttare minuti di tempesta e con soltanto si arricchisce di forme inil fumo dare grande spavento all'i- finite ma si aiuta a comprendere,:
nimico danneggiandolo e confonden- attraverso l'esiaressjone fisiologica^
dolo; faccio carri coperti sicuri ed quale sia la naturale espressione
inoffensibili : i quali entrando fera i di un determinato sentimento. Innemici con le sue artiglierìe non è fatti «il moto mentale muove il
si grande moltitudine di gente di corpo con atti semplici e facili, non
arme che non ne resti rotta. E die- in qua ed in là, perchè il suo subtro potranno seguire fanterìe illese bietto è nella mente, la quale non
e senza alcim impedimento; quan- muove i sensi, quando, in sé mededo accadesse di trovarsi in mare ho sima è occujw,ta». E poiché «la
modi dai molti istrumenti atti ad pittura, ovvero le figure dipLnt;e deboffendere e difendere e navigli che bono essere fatte in Jnodo tale che
facciano resistenza ai colpi di ogni i rìguardatori posano con facilita
grossissima bombarda, e jtolvere e conoscere mediante le loro attitudifumi». Le sue capacità non Si' li- ni, il concetto dell'animo loro» U
, ;.,', iiarii.'i'ito da quaìInoltre, altro vantaggio del te..,,
• r:-. E anche que- ma obbligato, è il distogliere gli
; , ; ,.- mnlio
probo. artisti dalla moda pigra e panto,(,,-i(i:iio" pure,
util'J folaia del « paesaggio - per - il ,.. . II! ini lessante
la paesaggio » e delle
immutabili
,., . ," ;.."i' ordinata i on « nature morte » con le solile
, . inrlii'' d
eìcgantin- bottiglie, e ì soliti pesci- fracich'' a '''•"' ""'<' ' ' piacc- di, avvolti nel solito giornale, e
'I
iinrh'- d'-i modo con cui il solilo orologio fermo e il s:iMergozzo, maggio
lito formaggio che cammina.
noi anche se non ne san nulla ' attende con 'in mano un cartoccio
Roma. 18 sera.
/,. . -...re.
,'ì
!•'/'•••'''
E' stato rilevato che nel catad'insalata novella che ci offre.
Poiché tra pioggia e pioggia gtielli d e l paese.
questi eieVasti quadri, di composizione
\,,,nr binili
— E poi che cosa ne facciamo? Domanda .poi:
• .
• Il impressione, larga r ordinata, di architettu- logo della Mostra annuale delle s'era intercalato un tempo d'at',1: 'i'' ;
— Di che cosa? Del castello?
opere dei'pensionati dell'Accade- tesa, tra nube e nube uno spic—^ Awefe osservato., t. coBpt di
•
;
'
'/
amici
della
ra
equilibrata
e
armoniosa
qui
ri ri • .
mia di Francia a Roma, recente- chio d'azzurro, e poiché il ven- Lo regaleremo al Podestà, oppu- scalpello?
• . . ri esitanti. Il abbondano : e le figure umane mente inaugurata alia presenza to che vien dall'Ossola oltre ad re lo acquisteremo dal Demanio...
— Si, ma non mi han rivelato
!.lri:ii\ Il Direitore sono... umane e la ricerca delta dei nostri Sovrani, si legge «Vil- increspar il lago trascinava i cu- — e poiché simili decisioni non nulla.
lì, Un C<>mmissione.espressione riflette l'anima eh" la Mèdicis» invece di «Villa mu'A lassù,, sfrangiandoli contro cancellavano l'espressione inter— iVon siete stato scalpellino
le creste delle •montagne e sti- rogativa dal viso di quel bel tipo come me, voi.
•; ì irrini... A dar han dentro e il paesaggio, quan- Medici ».
—• Infatti...
,-. iiiirr T- come ù do vi è, serve di sfondo, di comOra la Tribuna scrive che i? randoli verso la valle del Po; d'esploratore che mi acoeompagnava, agg'iunsi: — . . . oppure, se
Una pausa; : poi .chiede:
i;:i'i an-enno a que- plemento e di commento. Non bella villa, estendentesi fra Villa giacché il vento aveva d'un sii- non la smetti di far domande,
bifo asciugati i teli della tenda
— E la torre,
dite?
j"iiirii. a questo o mqncano le eccezioni, si sa, ma Umberto e la Trinità dei Monti, sì che si poteva cogliere l'istante torniamo indietro e del castello
— Una torre
semaforica.
si chiama «Medici » per la semla
maggioranza
dei
concorrenti
.•-i'! !,':re nascosto
— ... chissà...
•
plice ragione che Medici è il no- per smontare il campo, si decise non se ne parla più. — e quello
j) ì!.!iri parere,rivela quelle tendenze al reale, me di una abbastanza nota fa- di ritornare a riscoprire Mergoz- tacque e la Natura, offesa per ìa
Si arresto spalancondo lo porinnnini'
innr del gior- al concreto, al sincero, al « Bel- miglia italiana, anzi fiorentina, la zo, quel pae'sino dimenticato là mia mala grazia, fece udire un to. Domanda:
:
, di r
— Venite spesso a
Mergozzo?
.ìi fronte alli lo»; non s'ha da aver paura di quale, quando ha avuto qualche in fondo al lago giocattolo, quel tuono da lontano.
''nrinnn
— Ogni Do^to credo che sto l'ulCi .sperdemmo, per- i vicoli erti,
i.jnc che pre- pronunciar tale parola, che, come cosa a che fare con la Francia paesino tanto bello e tanto ben
i
jirrììii
congegnato a giocar dì luci e di
mèta ideale nessuno, né pittori l'ha fatta da padrona attraverso proporzioni nel cavo dei colli sì spesso trasformati in ìscale. Ci timo, Tno p o i ci torno. Me ne sono
' ! ! armarci''
credo, ed ogni
volta
si raggirò tro essi si che tre volte innamorata,
due regine ed una di queste rene
critici,
osava
usar
più.
Saran• In f.criilir'lii delicato.
campani- ci scopro qualche cosa di n u o o o
gine. Caterina, nata a Firenze Ai da parere nuovo ogni volta che si capitò alla base del
no
magari
pochi
ad
avvicinaci
•1- so/!" ri-nuin
lìiìpost't
quella tale famiglia italiana, ten- lo si scorga sotto nuova luce, luccio giocattolo in fregio ad una come avijiene per il viso dèlia proragazza...
piccolina
piccolina
si pria
"1 per ri-'ÌTi hi Mostra, al Bello con la maiuscola. Ma. ne cosi bene in pugno la Fran- nuovo e vergine tanto da poter chiesuccia
essere riscoperto ancora.
Mi minaccia con il dito e ride:
da bastar solo all'officiante.
Una
, .-"•tir àrimaniìinc il pcr- almeno, in quesire mostre di ri cia, con così formidabile attività
trifora
rozza ma preziosa
sulla Poi:
, .^ijpi rare lo
scrupolo cercatori del Brutto, che lo fac- ed energia di cui non fu mai ca— Se tornate, verrete quassù?
facciata sciupata d a l solito intopace alcuiVal*ra regina nata iti
l'lil'.fllii. Credo di av^- ciano apposta, non ce n'è. Anche Francia.
— Certamente.
naco e dalle solite lesene- del seti
cosidetti
«
arditi
della
pittuinitii da dire.
Gli capitammo di fronte, risa- tecento e, dentro, al di là di una
— Voi ed' i vostri
compagni.
E che inoltre « Villa Medici » lendo dal Verhano su per il ca- trave tesa sull'abside, bella trave
ra ». pure scapricciandosi, hanì I rqoglio'?
— Li porterò.
è una villa italiana per la sem- nale, improvvisamente, che l'alto dipinta e potente, sul cornicione,
no,
nelle
opere
mandale,
senti— Farete ancora compagnia ad
r II-, di uno dei più cari
plice ragione che è stata costruiillii mia vita di gior- to il dovere di non uscire da ta da italiani su di un'altura di livello delle acque aveva- annul- negli angoli presso il raccordo uno che é spesso solo... E vi darò
. •lUillo. cine, che mi vie- un certo decoro; sicché la Giu- una città quale è Roma, italiana lato la controcorrente e reso ve- della volta con le pareti, due an- altra insalata e.... — fa uno sforloce il percorso, si che ancor più geli fanciulli, - di legno, di quelli zo — .... e asparagi, se tornate.
ni i,rdo del giorno,
ormai ria d'ammissione, pur volendo e con permesso della Francia. E se reale ci parue ìa scoperta. Le no- con il manto d'oro, con le ali rosa
— Tornerò. .
in cui Roberto
Farinac- sapendo mostrarsi imparziale, ha que.<:ta villa è posseduta da stra- stre esctaTnaziojii di maraviglia azzurre raccòlte, di que'di che
E' promesso: e vìa. E ' tornerò
potuto
.essere
accogliente
anche
nieri,
resta
italiana
perchè
questi
w. l'rinorr di volermi
ai
furon sincere e nuove come nuò- reggon la lunga cornucopia che per davvero, omino del semaforo,
stranieri vi stanno da ospiti, co- vo e terso pareva il- cielOj,: lo sipec- porta il cero. Li vorrei in regalo, poiché ci hai accolti come amici,
ad
alcune
opere
che
rivelano
uno
M,ii quando intraprese
la.
me sono ospiti tutti gli stranieri c/iio dell'acqua e, per luce a signor Parroco, per il gusto dì noi due nomadi in ^rhalo arnese.
/"'/ '.!:a contro l'arte
bol- sforzo di novità non riuscito, ma icbe possiedono un edifìcio in
Ed, anche 'perchè voglio che tu
:: ,!!'• e rjiadeizzante,
che apparendo spoglie, stavolta, del- territorio altrui. Italiana dunque sghimbescio ed in tralice tra nu- poter dire che son cosa mia, ma
insolenza aggressiva, la Villa ed il suo nome, come be e vetta, vergine il paese qua- Ve li lascerei là, che son tanto mi spieghi che cosa c'è dì stra-• ! -1 Novecento, in com- l'abituale
si non fosse ancor tocco da sguar- belli lassù.
ordinario in quelle incisioni di
. '• mplirità
di una -cric- domandano e meritano l'atten- italiana è Nizza, come italiana do umano.
Non lasciateceli portar via da scalpello.
è la Corsica, come italiane sono
•i-'ninie
in Parigi,
ienta- zione del pubblico.
Un che di lustro nell'aria e sui nessuno, signor Parroco, che son
* * *
• '• rtare fra noi,
disono-\ Ma soprattutto un fatto è da le braccia che hanno fatto fertile tetti e sulle facciate delle case e tanto belli lassù dove li avete
Quando ci: si affaccia di nuovo
il suolo della Tunisia.
' Il ^ruggendo,
con la po- rilevare dal consolante e benausullo smalto verde dei prati e messi in castigo... Sapete, ne son sul Verbano il mio compagno, che
Cambiare quindi un nome cosi sul velluto verdone dei collie capitati; due di, simili, alle • Grazie, s'è fatto taciturno ed intento e
: I n n l'opera, una delle yurante riuscìmento della' Moitaliano in «Mèdicis» con tanto Mergozzo annidato \n
mezzo,/ala Itti-c|iiesai .della-..Cena;,su.idv un
lì'irOìtr ricchézze
spirUuali stra: ' ed''''c l'óTienfairiéiàó'..de- d'accento e di esse finale è' per
jr r. irei mondo: la
iradizio- gli artisti verso il clima mu3- lo meno ridicolo. E facciano quel luminato dei r'ifless'i freschi •^fvf^-béljo altare, ed han v'iso paffuto
vi che Oman le cose in suP na- e ridente _ come: questi hanno...
:• rahhiica dell'arte
ilalia- soliniano, la loro fervente asce- che vogliono i francesi a Parisi; scere. Un fondale d'argento, una ma son fuori di casa loro, alle
• niole cercava di sosti- sa verso la sensibilità
cambino
pure
i
Medici
in
«
Me
fascidistesa di peltro a dar base alla Grazie, e ne soffrono... paion bimli • jitardo
cosmopolitismo sta, che s'alimenta di fede, di se- dicis »; a Roma lascino le cos= gettata che sostiene il paese, dos- bi in maschera, invece che ancome
stanno...
Ma
come
dire
ai
si morbidi a destra. La freccia geli... Lasciateli lassù, signor Par!• e da loggia...
rietà, di applicazione, di disci" •;. dura, allegra
batta- plina ed anche della volontà dì francesi che Villa Medici è una aguzza del campani'.e che, caden- roco, perchè continuijio ad esser
villa italiana e che Medici è un do da chissà dove, s'è piantata lì, angeli...
' 1
rbr fede, con che en- uscire dalle torri d'avorio, per nome italiano? C'è il rischio di
r,<r ' nn the. tenacia e con andare, come il Duce ha co- sentirsi \rispondere : « .JamaisI ». proprio al punto giusto per imperniar 'i' Qr77ionica proporzione.
IIV • 1 m'ire giovanile
Fari- mandato, verso il popolo, e polj—ooc=—<
Poi le casucce allineate, scala cro• IV ' l'I] (iifid giorno
all'as- largli il conforto e la gioia di
Ci si sperse tre volte, dicevo,
matica discendente ornata dal
, I ìdi)li di
cartapesta. un' Arte sana, letificante, esaltriV.o di un solfeggio capriccioso e poi si chiese: e si capitò allora
fatto del rosa di una facciatina a a far ^urlare un cane^ed a farci
I •• • di Xii'dli
urangota- tante.
quattro finestre, dell'azzurro di aprire un usciolo da un omino
•;:
' •( mod''llalnri
di VcLa « vernice » di ieri mi ha daun intonaco preso tra i tegoli di cortese che ci volle ospiti senza
I, ; , ';((Jfn"^'•?l'' e degli ar- to l'impressione che quest'Arte ^a
Postumia, 18 sera
lavagna nera e l'oro pallido della nèppur. sapere che cosa chiedessenloliini
cementizi.
qui aprirà le ali verso un avNel pomeriggio del prossimo 28 strada, della pausa grigia' che simo. Eh si che male in arnese
venire fulgente. Né rimpr,essio- maggio, domenica di Pentecoste, muore nel colle arrotoni:lato, ma- s'era, come avviene di essere o
I'
• 'pai
addii'
.s'i...
ne era mia soltanto. Ieri, sul
nhine ifl Icmpo, che tardi, un autorevole critico di a\Tà svolgimento nell'interno delle inìllonare quasi. E' nero e viola, noi nomadi...
•Quando gli domandammo del
il colle, d'un nero e d'un viola
'IT ''ITO anche
ilimeniicare, un grande giornale di fuori, in- Grotte di Postumia la tradizionale ste.ti su fondo verde.
torrione:
sagra
sotterranea
che
richiama
ogni
II
••^e che oijiji. a vittoria contrandomi in una delle sale
— E voi siete venuti
per vePiù, su, sopra i tetti, linea sot•lì! ••• bene ed è qiusio far della Mostra nel Palazzo comu- anno decine di migliaia di visitatori tilissima contro il fondale d'ar- derlo?
da tutte le parti del mondo.
— Si.
'•me la prinvi
i'nllagli.i nale, mi si avvicinò, ricordando,
gento, un altro giocattolo dì camDurante questa caratteristica ma- Iponi'e, bianco freddo, messo li a
— Ma non ci viene mai nesilaliana,
nm i uropea, senza dubbio jillri nostri inconnifestazione cavernicola, che si tie- crear disarmonia perchè più com- suno..,.
-I. iella
che j.'ii
Hitler tri in altre esposizioni:
— Appunto.
— Ah, finalmente, qui sì re- ne onnai da 122 anni per celebrare pleto, al paragone, appaia VacV
' ^ i l e degcncifilii. l'ha
Mi fissò per un istante, poi cacordo. Sul colle che si fonde ai
la
scoperta
delle
grotte
avvenuta
spira
aria
nuova
—
mi
dice.
Il •
combattuta Furimictetti, a sinistra, un collìnotto che pì e rise. Ci fece strada, su per
nel
1818,
i
famosi
sotterranei
di
— Aria, finalmente, italiana e
I
'lo giornale, da ijiiesla
sca'ucce di granito, tra riquadri
Postumia saranno fantasticamente vuol darsi l'aria d'incombere sul di terra.
appunto ora, ielle fasci.Ua — gli rispondo.
paese e che non riesce a far al— Verissimo — approva — illuminati a luce elettrica e potran- tro che ad aggiungere grazia a
— Vedete? Portata a spalle. Ve''
r'- del « Premio ('reilaliana e fascista.
no essére percorsi liberamente dal grazia, un torrione quadro, signo- dete? tutta roccia, qui. Far-e i muArte italiana, qiin^i
Dalla finestra che s'apre sulla
retti, .portar la terra. Lavorare,
'I
nonda e sanata, r'prcn- piazza un raggio del sole che pubblico senza bisogno di guide. rotto medioevaleggiante d'un pa- lavorare, poi si ha la soddisfanorama tutto m,orbidezza, che con
Nell'interno
delle
grotte
saranno
or'
ridere altera e aeiicro tramonta illumina, con un lamganizzate danze popolari e danze in le vuote feritoie guarda bonario zione di vedere crescere la pro'^11 volto spirante l'in- peggiamento d'oro, questa nostra costume e saranno pure svolti con- quell'accidente di carripanile. frec- pria insalata, ì proprì sedani, ì
cia caduta da chissà dove ad at- pomodori, gli asparagi, la vite,
l'umanità, la fr.rza e certezza di annunziatori di un certi corali e strumentali.
gli asparagi.
trar ogni sguardo.
aurora felice alla nuova giornata
P«r favorire l'affluenza del pubRipetette — asparagi — fissanArrivato a mezzo lago indicai
'(he, da vecchi'! s'iìdo- di un'Arte che sarà degna di co- blico a Postumia Grotte le Ferrovie
Truppe giapponesi mentre avanzano sul fronte cinese
con la mano e dissi, ai mio com- domi negli occhi: lo disse in mor'mire
questa
magnifica
Italia
• rombaltuto ngli r.n'ìdello' Stato effettueranno diversi pagno ch'era un ragazzo di quel- do definitivo, perentorio. Son cerche
il
Duce
fa
degna
d'ogni
piìi
innccì la buona bafatreni speciali. Gli accorrenti alla li per i quali la realtà ha il to che questi primi germogli
olla corona.
grassi gli son costati anni di fa- che certamente sta digerendosi la mitavano alla creazione di istru- vero artista « deve notare le attitix"'ivecentesca. ho rivcnsagra postumiese godranno la ridu- fascino dell'irreale:
definizione torre semaforica e ar- menti bellici. Leonardo .si sentiva dilli e li modi degli ubinini nati dà
t'ica, e perciò li ama.
diriito di dire la mi.i
—
Andremo
là,
oggi.
G. Sommi Picenardì zione del 70 par cento sui biglietti
zigogo'ando
sulle maraviglie che di poter « soddisfare benissimo a qualunque incidente immediato. D©.,
E
su
e
su
'per
terrapieni
pic—
Dove?
I concorsi del « Preirào
festivi per gruppi di almeno cinque
intorno
ad
essa si possono co- paragone di ogni altro in architet- ve notarli sul vero e non metterse^
cini.
i4lrultimo
gradone
la
guida
— Al torrione
quadro.
. pur restando osfipersone e del 50 per cento sui bi- > — Sulla torre del castello?
tura, in composizione di edifici pub- li in mente, e non attendere che
struire:
si
arrestò.
"I delicato riserbo rh.'
blici e privati e di condurre acque l'atto del piangere sia fatto fare
glietti festivi per viaggiatori isolati.
—
i4ndate
avanti
voi...
—
ed
—
Eccola
...
—
urla,
scattando
Stetti in forse un pochino, che
da un luogo ad un altro ». Si di- ad uno che lo provi senza gran cauilare le precisioni indiIn occasione della festa sotterra- non ero ben certo si trattasse dì indicò *la strada —-.. a me manca e mettendo
in
pericolo
la
stabiDomenica p r o s s i m a , 21 m a g chiara disposto a « condurre opere sa. Tale atto non nascendo dal veil fiato. Non c'è nulla da vedere... lità dello
nea
l'ingresso
alle
Grotte
di
Postuun
castello,
poi
decretai:
scafo.
gio, alle ore l(l,;iO. S. E. B o t t a i ,
di scultura, sia in marmo, in bron- ro caso non sarà né pronto né naa credere però che que- 'ministro dcll'Eiiucazione -N'azio- mia sarà ridotto a sole lire 5 a
— Si." sulla torre maggiore del Ma badate ai colpi di scalpello
— Eccola... che cosa? — do- zo ed in terra, similmente in pit- turale »;
che
quelli
che
han
costruito
la
castello.
— e dissi « m a g g i o r e »
' sulle geijer'àli sia un nale, in r a p p r e s e n t a n z a del Go- persoija.
mando.
II pittore, se veramente tale vuol
tura ». E poiché ad alcuno poteva
angolari...
perchè
l'aggettivo
suonava
bene torre han dato agli
sembrare impossibile che f^li fosse essere o ambisce di essere, «ha a
—
La
torre,
la
torre,
la
torre...
Non
c'è
nulla
da
vedere
per
ed anche perchè,
come al mio
capace di tradunre in atto ciò che dipingere due cose principali: cioè
compagno capita, a me spesso av- davvero, se non sì guardi con at- Ecco'a là, ira. Sitna e Pallonzo, diceva di saper fare, si diclnara l'uomo e il concetto della menta
> , -«!.
' y^'
viene di donar fregi fantastici
ai tenzione. Me se si traguardo per sul colle... Evviva evviva, potre- pronto «a fame esperimento nel sua. Il orimo è facile: è difficile il
l'Osso- mo telegrafarci... Tu sarai a' Mitralicci
scheletrici
della
realtà. una feritoia aperta verso
,-* <-%i
la si vede, là in fondo,
un'altru lano, io. a Mergozzo e poi... — vostro parco (di Lodovico il Mòro), secondo perchè s'ha da figurare cori
h'T'
'^'^
V
i base u i ' torre... e uerso il Ver- tace ,e, sconcertato forse dal mìo od « m qualunque altro Inpgo. che gesti e moti delle membra. Le ligure degli uomini abbiano atti propri
'-,•'''.' t ' ' I bano un'altra torre ci dourebbe sorriso,- aggiunge: e poi... forse piaccia all'È. V.».
sarà meglio che ti mandi . una
se...'"
La coscienza del proprio valore e alla operazione loro; in modo che
Approdammo,
al solito,
festeg- essere
il giusto orgoglio che ne derivava, vedendoli, tu intenda quelli che in
— Il castello?, d o m a n d o dì bot- cartolina.
giatissimi,
centro
deTi interesse
loro si pensa e si dice » perchè «t la
della marmaglia
costiera,
imme- to i l - m i o compagno, a caualcionFÌ
Cosi decadde il nuovo mondo autorizzavano Leonardo a misurar- figura ncftì è laudabile se non vi
diatamente
« uomini del giorno » sti di un muro'.
popolato da torri semaforiche, ca- si con qualsiasi competitore e a di- apparisce atto che esprima la passul lungolago del paesino
dimen•— Non c'è.
si decade il valore degli umani mostrare, con la prova dei fatti, sione dell'animo».
ticato: deposero
il giornale
perche non era un vano cianciatore.
— E • alloro?
congegni.
I canoni vinciani dell'arte pittorisino queV.i seduti intorno
a i taIl genio non può non essere orgo- ^ Allora nulla: ma ho scoperA.
F.
Pessìna
i:olì dell'osteria,
là, sotto la vite. to qua'.che cosa di ben più.integlioso, non perchè l'eccezionali doti ca restano, come cima che non crolPersino quelli- disposti a crocchio ressante che un castello... — ed
di cui è dotato siano una autocrea- la per soffiar di venti, quale nonna
intorno al tiglio si rigirarono
per abbasso la vóce —... questo torre
zion;, ma perchè il genio è superio- indefettibile a» cui è costretto ad at- .
guardarci.
rità, è sfavillìo accecante del divi- tenersi l'artista che intende, attraera uri semaforo... — l'altro cala
no, e potenza dominatrice dello spi- verso la sua composizione, elevarsi
Quando chiedemmo
la via che dal muro e mi guàrda_ attonito,
nto. .Infatti Leonardo era pittore, ad interprete della natura e delci menasse al castello
conversero non gliimlporta più nulla del ca.scultore, architetto, meccanico, m- l'uomo. Ma revangelo vinciano è;
in noi varie risposte,
le quali, stello, poiché semaforo è una paspecie ai nostri giorni, rigorosamenBudapest, 18 notte. gignere, anatomico, scrittore, filoso- te seguito?
tutte, precisarono
che quello tor- rola ben suggestiva e rnisteriosa
fo.
Nella
sua
mente
poderosa
—
lo
re lassù a nessun
castello .mai per chi la' ignori — •.. già. semaNel cinematografo « Urania » è
Abbiamo noi un'arte che si ispiri
autoritratto è l'incomparabile espres,
era
appartenuta.
••oro, telegrafo, ottico... Vedi quelal concetto numinoso del grand*
— Ma allora, scusate... — dissi la- torre laggiù, sul crinale del stato proiettato il film « Mussoli- sione di una potenza mentale vera- Leonardo?
liia » alla presenza di S. A. S, il mente eccezionale — tutte queste
parlando al paese tulio —... che colle?
Paulo Aletino
cosa ci sta a fare, o che cosa ci
— Si.
Reggènte Hoi'ty.-del ministro d'I- capacità costituiscono una meravistette mai a fare una torre di— Ne vedi un'altra laggiù, ver- ta''a, deirex-ministro' ungherese
sposta in cima ad un colle che so Pallanzd. verso Verbania,
cioè,
e; all'Agricoltura, dei rappresendomina un paese, se non faceva sul dosso di- quel colle?
marte dì un castello? — Non ri— No.
tanti di tutte le confederazioni
spose, a parole, nessuno: chi spor—• Neppure io. Ma ci dovrebbe
se le labbra, chi fece ruotar la essere, ci sarà certamente, se... se agricole, dei professori di ingemano aperta intorno all'indice, al. per davvero questa è una torre gneria idraulica di questo Politec.
ternativcamente, chi fece spalluc- semaforica... Sai, non c'era il te- nlco, di molti ingegneri e numeFirenze, 18 sera
Budapest, 18 notte.
ce. Certo è che ognuno significo: legrafo, allora: e per spedir noLa Mostra mercato nazionale
Si è iniziato questa mattina il
rose personalità. Il Reggente ha
... e che coso volete che se ne tizie fac'evan . torri, come qif,està
dell'Artigianato continua a risappia, noi? — Ma poi diedero le una in vista dell'altra, ed una espresso continuamente la sua en- Congresso cattolico ungherese che, chiamare migliaia di visìt<itorì da
indicazioni utili per giungere las- all'altra faceva s'egnàli, ' e l'altra tusiastica ammirazione per il mi- dopo processioni, messe ed altre ogni parte d'Italia. Nel pomerigsù, sì che noi ci si avviò verso alla terza, e cosi via,-'e trasmette- racolo realizzato dalla volontà cerimonie religiose, culminerà do. gio . è stata visitata dai gerarchi
il 'nostro castello, dentro fuori, vano messaggi, con bandiere rii
?nenica prossima in una grande del Partito convenuti a Firenze
fuori dentro per stretti vicoli, tra 'giorno, con fiaccole di notte.:.' An- dell'Uomo, di. cui la terra. sarda adunata in piazza degli Eroi, do- per la chiusura dei littoriali delcasa di sasso e casa, tra /pioven- d'iamo. 'Ora.
restituita al lavòpo e alla vita, ve il presidente del Consiglio "Te- l'anno XVII. Anche numeroso è
te e spiovente dì grondaia.
— Dove?.
porta il nome. Tutti,gli spettatori leki terrà un discorso ed il Car- stato l'afflusso di comitive' gixmte
— Ed il castello? — domandada ogni parte d'Italia fra cui gli
— A cercare l'altro torre su hanno calorosamente applaudito
dinale Primate, Seredi, impartirà artigiani di Ravenna, di Pisa, di
va ad intervalli il mio compagno. Verbania.
• -•'
l'apostolica benedizione.
Vàreggio e là G.I.L .di Pistoia^
~ Abbi pazienza, lo scoprìreTno^, Quando • scendiamo l ' o m i n o ci ii-film.
'm-
VilBà^MedicT
e non ''Villa Médìcis,,
S(aia (romatka
Torri... semaforiche
La sagra di Pentecoste
nelle Grotte di Postumia
llDauDiirozlooe Qlllclale
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wv^^<l.
Alla ricerca di un castello
11 Reggente Horty assiste
alid Brina v*S!Ofle di 'MussoiiOi?,,
uresso
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soleoDenieDte inizialo a Budapesl alla Mostrafiorentinadeil'Artlgianalv
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a «vernice» delle Mostre - La Provincia di Cremona