nuoova serie - anno XXIX - n. 2 - maggio - agosto 2012 - piazza san domenico, n. 5 - 09127 cagliari L’Associazione del ROSARIO PERPETUO ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO PERPETUO IN SARDEGNA Anno XXIX maggio - agosto a. 2013 - n. 2 quadrimestrale di collegamento dei gruppi dell’Ass. Rosario Perpetuo Supplemento a “DOMENICANI” autoriz. Tribunale di Firenze del 4 Gennaio 1967 - n. 1800 Nuova serie - Anno XXIX maggio - agosto 2013 c /c postale n. 15 38 10 98 intestato a: Bollettino del Rosario Perpetuo - Convento S. Domenico - 09127 Cagliari Direzione & Redazione: P. Eugenio Zabatta o.p. piazza San Domenico, n. 5 09127 CAGLIARI Cell. 339 18 22 685 tel. 055 265 64 53 e.mail: [email protected] sito: www.rosarioperpetuo.net Con approvazione Ecclesiastica e dell’Ordine Domenicano. –––––––––– La Regina del Rosario venerata a S. Domenico di Cagliari (sec. XV). Sommario 3 Lettera del direttore alle zelatrici. p. eugenio zabatta op. 4 Che cos’è l’Associazione del Rosario? p.e.z. 7 La Vergine del sì … floran rodero. 10 Un continuo sacrificio di lode. n.n. 13 Santi Gioacchino ed Anna. p. eugenio zabatta op. 15 La lode perpetua alla Madonna. la redazione. 18 La notte in cui hanno arrestato Gesù. p. m. laconi. 21 Guardate io tiro fuori il Rosario dalla mia tasca. (Pp. Benedetto XVI). 23 Con la materna protezione della B.V. M. p.e.z. 24 Nella Casa del Padre. 29 Le nuove iscritte. 30 Il Rosario Vivente. a cura della redazione. Contempliamo i misteri della luce. ••• 34 Copertina: WIEN. Madonna con Bimbo. di Albrecht Dürer. 2 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 Il saluto del Padre Direttore alle zelatrici e iscritte al Rosario Perpetuo IL VANTAGGIO DELL’ISCRIZIONE all’associazione del rosario perpetuo G entili zelatrici e socie del Rosario Perpetuo, la nostra è una ”Associazione laicale apostolica di preghiera”. Un’Associazione, cioè, che si avvale della preghiera, ed esattamente quella del Rosario, per dare la propria testimonianza cristiana. In altre parole, la preghiera del Rosario è l’attività propria che l’Associazione compie per raggiungere la propria finalità. La finalità che l’Associazione persegue è la lode alla Madonna e, per mezzo di Lei, la lode a Dio e la santificazione dei suoi soci; ma con la recita continua del Rosario l’Associazione intende, nello stesso tempo, sostenere tutte le iniziative che nel mondo vengono prese a favore dei più poveri, dei piccoli, degli anziani, degli ammalati… La preghiera è l’attività specifica che promuove l’Associazione e concretamente suggerisce il Rosario che, tra le sue infinite doti, ha quella di essere il “compendio del Vangelo” e la forma più accessibile e collaudata per aiutare a “pensare” la fede, a contemplare con le formule bibliche che usa – il Padre nostro e l’Ave Maria – i misteri fondamentali della nostra fede. L’Associazione da parte sua, dopo averci fatto riscoprire l’urgente necessità della preghiera, c’invita, con la nostra personale iscrizione, a fare un gesto d’amore in più verso la Madonna con l’impegno mensile dell’Ora di Guardia. ”L’Ora di Guardia” è la recita personale o comunitaria del Rosario. È un’Ora di preghiera che ci collega a quella che Gesù chiese ai tre Apostoli prediletti nell’Orto degli Ulivi. La somma delle singole ore di preghiera che ogni persona o gruppo fa, permette all’Associazione di realizzare la recita continua, giorno e notte, del Rosario, che perciò diventa “Rosario Perpetuo”. >>> Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 3 Ogni iscritto, anche se senza obbligo di voto qualora tralasciasse la sua Ora di preghiera, sa che in quell’Ora prega a nome di tutti gli altri iscritti e questi, nel loro turno, pregheranno per lui in tutte le altre ore del mese. In questo mese di maggio 2012, durante l’anno della fede, vogliamo cercare di dare nuovo impulso all’Associazione, risvegliare in tutti il desiderio di una recita più fruttuosa del Rosario e favorire l’adesione di numerose persone alla religione cristiana. Certi di suggerire, con il Rosario, u- na valida via di santificazione, in questo bollettino presentiamo, accompagnata da varie meditazioni, la nostra stessa Associazione con la sua meravigliosa finalità di preghiera e i molteplici vantaggi spirituali che ne provengono a coloro che vi aderiscono con il desiderio di crescere nell’amore verso la Madonna e testimoniarlo con la propria vita, coerente alle verità della fede che meditiamo. Invocando la benedizione della Madonna per tutti, vi saluto cordialmente. P. Eugenio Zabatta op. Perché iscriversi al Rosario Perpetuo? Ecco la mia risposta! Perché iscriversi: - costituisce un libero atto di amore in più verso la Madonna. - ci fa ritrovare in unione stretta di preghiera con gli altri iscritti. - ci rende partecipi di numerose indulgenze. - ci assicura le preghiere di suffragio e infine - ci libera dall’isolamento e dal pessimismo. Perché attendere ancora? Contribuisci anche tu, con la tua ora di preghiera mensile, alla recita continua del Rosario che facciamo: a lode di Dio e ad onore di Maria; a vantaggio delle nostre anime e a salvaguardia dei veri valori di vita umana e cristiana. ••• ••• ••• 4 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 Che cos’è l’Associazione del Rosario Perpetuo? L’Associazione del Rosario Perpetuo è, di sua natura, fondata sulla preghiera. Essa è “un movimento apostolico laicale di preghiera” e più precisamente di preghiera con il Rosario. È, si direbbe, “una società di mutuo soccorso spirituale”. Lo scopo principale per cui è stata fondata è di elevare la lode perpetua alla Madre di Dio con la recita del Rosario, che Lei stessa ha ispirato e che più volte ha detto di gradire, ma nello stesso tempo la nostra Associazione è stata fondata per invocare Maria perché ottenga dal Signore le grazie necessarie per il mondo, per i nostri cari e per ognuno di noi. Non basta infatti progettare opere sociali o caritative, ma bisogna pregare perché solo con l’aiuto e la grazia di Dio possono realizzarsi e raggiungere il loro scopo. C’è un salmo, che dice: “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori” (Sal. 127, 1). L’errore, l‘illusione pericolosa del nostro tempo è questa: crediamo di poter fare senza preghiera. Quindi abbandoniamo la preghiera, ma poi ci accorgiamo che senza Dio non possiamo far nulla. Il mondo, la società, le famiglie con i gravi problemi che li opprimono non possono farcela da soli: urge la preghiera ed è proprio la preghiera del Rosario che è particolarmente adatta ad ottenerci la pace nel mondo e l’unione e l’armonia nella famiglia. Sì! La nostra Associazione incrementa la preghiera del Rosario riunendo insieme le persone che credono nel suo valore e sanno che l’unione degli intenti e la preghiera dei molti è più facilmente esaudita. (P. Eugenio Zabatta op). ••• Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 5 6 ave Maria ! E il «sì» di Maria è per tutti i cristiani lezione ed esempio per fare dell’obbedienza alla volontà del Padre la via e il mezzo della propria santificazione. (Marialis cultus, 21). Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 Maria, è soprattutto modello di quel culto che consiste nel fare della propria vita un’offerta a Dio: dottrina antica, perenne, che ognuno può riascoltare… porgendo l’orecchio alla voce stessa della Vergine, allorché essa… rispose al messaggero di Dio: Ecco la serva del Signore: sia fatto di me secondo la tua parola (Lc 1,38). La Vergine del “sì”: un modello da imitare «Ave, Maria, clemente e pia, Vergine serena! Il Signore è con Te, e tu rimani con me. Benedetta Tu fra le donne, Tu che generasti la pace agli uomini e agli Angeli la gloria. E benedetto il frutto del tuo ventre, il quale, perché fossimo suoi coeredi, ci fece (creò) per grazia. Amen. (Fr B. Salimbene, Cronache, Parma 1233). Ave Maria, piena di grazia tu se’ la via ch’a vita ci porta ritrai dalle tenebre e dalla pena noi gente terrena, in grave turbanza … (Laudario di Cortona, sec. XII). O Maria dolcissima. o Madre pietosissima, grazie a te son perdonati i colpevoli; o Madre mitissima, grazie a te ai giusti è data la gloria. (Mouton. Tropolatino, sec. XV). La nuova storia dell’umanità iniziò il suo cammino verso la luce inestinguibile della speranza gioiosa con due “sì” integri, definitivi, fedeli: il “sì” di Cristo e quello di sua madre, Maria. Il primo, fondamento e sostegno del secondo, fu quello di Cristo: «Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà» (Eb 10,7); il secondo rese possibile la realizzazione del primo: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). L’incarnazione di Cristo fu misteriosamente «condizionata» dal “sì” di sua madre. Questa considerazione, ricca di significato, ingrandisce la dimensione del “sì” trascendente di Maria. Un annuncio semplice. Il “sì” di Maria nell’inatteso annuncio dell’angelo fu semplice, naturale, quasi potremmo dire, infantile, come erano stati il suo “sì” di bambina ubbidiente agli ordini ed alle mansioni assegnate a lei dai suoi genitori, che vivevano una vita sociale e religiosa serena e mode- Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 7 sta. Per questo la proposta dell’angelo sconcertò momentaneamente la discreta fanciulla di Nazareth. Tuttavia, Maria intuì che le parole dell’angelo racchiudevano una misteriosa offerta, dietro la quale si celava la volontà del Signore. Era una proposta di per sé intricata, delicata ed incomprensibile. Davanti al Signore aveva promesso e deciso di essere vergine: «non conosco uomo», ed ora le parole dell’angelo le proponevano la maternità. La giovane vergine ignorava tutte le implicazioni del suo “sì” e tuttavia fu un “sì” incondizionato, nonostante la sua vita si stesse trasformando in un’avventura imprevista e sorprendente; un “sì” senza incertezze di fronte ai misteri che si sarebbero celati nelle pieghe della sua vita; un “sì” totale che non conservava angoli riservati. Fu un “sì” libero, definitivo e fiducioso. Pio XII disse che la vera libertà nasce da Maria, che fu la più libera di tutti, perché fu la più santa (Lettera «Ab octaviensi archidiocesi», 25-III-1947). Quel “sì” si sarebbe via via inchiodato nel suo cuore fino a strapparglielo del tutto sul Calvario. Il suo primo “sì” fu umile, raccolto, un po’ timoroso e turbato; l’ultimo fu un “sì” di dolore, di sangue, maturo, come quello di suo figlio Gesù: «Non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro» (Is 50,5). Una vita offerta a Dio. Il “sì” di Maria nell’annunciazione e quello sul Calvario non sono separati l’uno dall’altro. Sono uniti dal “sì” continuo di una vita offerta a Dio nella fedeltà alla Volontà di Dio e a quella di suo figlio. La spada di dolore rivelata dall’anziano Simeone accompagnò Maria per Stendardi dei Misteri del S. Rosario pronti per la processione in onore della B.V. Maria. 8 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 tutta la vita. La dolce Maria affrontò le difficoltà, superò gli ostacoli, resistette alle contrarietà e perseverò fino alla fine. Fu un “sì” senza intervalli, senza vuoti, senza pause. Il Marialis aureo, un libro mariano del XIII secolo, commentando la parola «serva», dice: «Maria voleva sempre ciò che Dio voleva. Quando Dio volle che facesse il voto di verginità, immediatamente acconsentì; quando Dio volle che accettasse il matrimonio, immediatamente acconsentì; quando volle che concepisse il Figlio di Dio, immediatamente lo desiderò; quando volle che suo Figlio si dirigesse in Egitto, vi si recò rapidamente… Questo significa che i suoi occhi erano fissi nelle mani di Dio». Fu un “sì” che non si piegò neppure di fronte al pubblico insuccesso di suo Figlio. Filarete, un patriarca di Mosca del XIX secolo, riassume così l’offerta totale da parte di Maria della sua vita a Dio e a suo Figlio: «Maria consegnò a Dio tutta la sua volontà, tutti i suoi pensieri, la totalità del suo essere, di tutte le sue facoltà, di tutte le sue azioni, di tutte le sue speranze e di tutte le sue aspirazioni» (Omelie). La vita di Maria è un continuo “sì”; è il “sì” della prima discepola di Cristo e di ogni seguace di Cristo che ha dato ascolto alla chiamata a seguirlo, e tale chiamata esige il rimanere nello stato nel quale la persona scelta è stata chiamata (cf I Cor 7,20). Annota al riguardo Cassiano: «Molte sono le vie che conducono a Dio. Per questo motivo, ognuno deve seguire con decisione irrevocabile il modo di vita che per primo abbracciò, mantenendosi fedele alla sua prima direzione. Quale che sia la vocazione scelta, potrà giungere ad essere perfetto in es- sa! (Cassiano, Conlationes, 14). Maria avrebbe meditato nel suo cuore l’invito che suo Figlio fece ai suoi discepoli. «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,62). Per una società che ha paura delle scelte fondamentali e definitive, per una società che sfugge gli impegni seri ed inalterabili, per una società che trema e si spaventa quando deve fare propositi fermi, stabili e permanenti, Maria è un esempio luminoso; per una società dove la fedeltà è un fiore esotico e dove le redini della nostra vita sono impugnate dalle mode, dagli interessi immediati, dall’influsso delle vetrine; per una società che è allergica alle decisioni durature; in una società in cui scarseggiano gli uomini fedeli alla parola data; per una società così configurata e di fronte ad una cultura che vive del «tutto dipende da», Maria, le vergine del “sì”, ci si presenta non solo come un ideale chiaro, ma altrettanto imitabile. Alla luce di questo esempio di Maria, è bene ricordare le parole di Cristo: «sia il vostro parlare sì, sì; no, no» (Mt 5,37). Questo criterio di comportamento e al contempo precetto morale è un appello severo e chiaro di fronte all’andirivieni con cui affrontiamo il nostro impegno cristiano. Anche san Giacomo ricorda alla prima comunità cristiana questo insegnamento di Cristo (cf Gc 5,12). In definitiva, Maria non fece altro se non ciò che san Paolo ci ricorda di Gesù: «In lui ci fu solamente un “sì”» (cf 2Cor 1,20). (Floran Rodero – in L’Oss. Rom. 25 marzo 2007 p. 9). ••• Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 9 “UN CONTINUO SACRIFICIO DI LODE” In Gesù, con l’intercessione materna di Maria, tale sia la nostra preghiera che, meditando i misteri della fede, eleviamo concordi al Signore. È sempre una gioia pensare che Gesù ci ha dato come madre la sua stessa madre: sappiamo quanta dolcezza e quanto coraggio, questo mette nella nostra vita spirituale. Anche nella preghiera ci sentiamo più arditi e sicuri di essere ascoltati. Nella lettera agli Ebrei troviamo questo importante insegnamento, che possiamo rileggere come se ci venisse dato direttamente da Maria. (Eb. 13,15 – 17, 20-21). “Per mezzo di Gesù Cristo offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio”. Questa raccomandazione ci richiama la finalità della nostra Associazione del Rosario Perpetuo che ci propone l’unione delle nostre ore di preghiera per realizzare, appunto, una lode continua al Signore, con l’aiuto della Madonna che l’avvalora. La nostra anima, infatti, deve essere sempre in attitudine di lode e di ringraziamento, e per questo dobbiamo aver coscienza dei grandi doni che continuamente Dio ci fa per mezzo di Gesù. È Dio stesso che porta a compimento, realizza, quanto nella preghiera Gli abbiamo chiesto o meglio diciamo che Egli realizza quanto ci ha dato l’ardimento di chiedergli. Una volta convinti di questo, la riconoscenza ci spinge a compiere con gioia gli altri sacrifici che l’autore della lettera ci consiglia di fare. Eccoli: “Non 10 scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace”. È il sacrificio della carità fraterna, nella continua apertura agli altri per fare del bene, aiutare, per condividere con loro quello che abbiamo. In questo modo noi continuiamo l’offerta di Cristo nella realtà della nostra vita, anzi è lui che continua in noi la sua offerta. Oltre alla preghiera, infatti, anche se in piccola misura, noi del Rosario Perpetuo, mettiamo insieme il sacrificio di piccoli contributi (pochi euro l’anno), frutto di personali rinunzie, per aiutare l’Associazione non solo a sopravvivere (stampe, corrispondenza, spese di ufficio), ma anche a realizzare qualche LI PUNTI (SS). Alcune zelatrici guidano l’Ora di Guardia. Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 opera buona per le missioni o per altre persone che si trovano nell’indigenza e nell’incapacità di procurarsi quanto è necessario per vivere. Se viviamo così, il Dio della pace potrà renderci perfetti in ogni bene per mezzo di Gesù, nostro Signore, operando in noi la sua volontà. Come lui ha compiuto in sé la volontà del Padre, così anche noi possiamo compierla per mezzo di lui trovando la pace, la gioia, la carità piena. In tutto ciò Maria è la nostra guida, lei che ha sempre offerto a Dio un sacrificio di lode, e ha fatto della sua vita una continua offerta al Signore. Lei che ama maternamente tutti gli uomini, che è sempre l’umile serva del Signore, completamente sottomessa alla sua volontà ci invita ad imitarla nel nostro cammino spirituale. Sì, ripetiamoci! Maria è l’esempio di quel culto che consiste nel fare della propria vita una continua offerta al Signore. Lei ci sia maestra e guida, lei che è nostra avvocata e madre. ••• Dalla lettera agli Ebrei Fratelli, per mezzo di Gesù offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace…. Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. (Lett. agli Ebrei 13,15 –17,20-21). Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. [4]Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato. (Lett. agli Ebrei 12, 1-4). ••• Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 11 FIRENZE. Basilica S. Maria Novella. Domenico Ghirlandaio (Firenze 1449-1494). S. Giovacchino è allontanato dal Tempio. Per la scelta che Dio ha fatto di Gioacchino ed Anna, quali fortunati genitori della Vergine Maria, Madre di Gesù, la pietà popolare ha riconosciuto in loro doni speciali di grazia per cui con affetto ha nutrito per essi un culto straordinario e anche in Italia è assai esteso. È il protovangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo del 12 sec. II, che dà i nomi di Gioacchino ed Anna. La promessa fatta ad Abramo, prossima alla realizzazione, passò anche attraverso di loro. Essi sono veramente “beati” insieme con la loro Figlia, esaltata da tutte le generazioni perché «Madre di Dio». La liturgia li festeggia insieme il 26 luglio. Santi Gioacchino ed Anna, pregate per noi. Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 dai vangeli apocrifi: notizie di una tradizione STORIA DEI SANTI GIOACCHINO e ANNA genitori della Vergine Maria Oltre ai libri del Vangelo approvati dalla Chiesa, ci sono i libri dei Vangeli apocrifi ai quali la tradizione cristiana dà un certa attenzione quando riferiscono fatti verosimili che non contrastano con la Rivelazione. È proprio ai Vangeli apocrifi che si sono ispirati gli artisti nel ricordare la storia di Gesù. In uno di questi, nel “Protovangelo di Giacomo (II secolo), si narra come Anna, già avanzata negli anni, non avesse dato figli a Gioacchino, suo marito, il quale un giorno si vide rifiutare la sua offerta al tempio di Gerusalemme proprio perché senza figli, senza discendenza. Addolorato e turbato, Gioacchino prese il suo gregge e si ritirò sui monti in volontario esilio perché nella sua tribù (quella di Giuda) la sterilità era ritenuta una maledizione di Dio, mentre Anna, triste e avvilita, pregava nella casa deserta, presa da profonda angoscia. Dio, però, premia il dolore di entrambi e manda un angelo, prima sul bianco gregge di Gioacchino e poi nella fredda casa di Anna, annunciando che il tempo della prova era finito e che il Signore avrebbe fatto fiorire nella loro vecchiaia il più bel fiore dell’umanità; che sarebbe nata una fanciulla vestita di sole; che da loro, disprezzati e umiliati, sarebbe sbocciato il giglio della convalle; che sulla loro casa si sarebbe aperta la rosa mistica. Turbato ed emozionato, Gioacchino raduna il gregge e mentre è sulla via del ritorno vede Anna che gli va incontro dinanzi alla “Porta Dorata” della città, per un abbraccio tenero e silente. Tra gli artisti che si sono ispirati a questo libro apocrifo è Giotto. Di lui nella cappella degli Scrovegni, a Padova, c’è un suo dipinto, veramente bello e suggestivo, dell’incontro di Gioacchino ed Anna. È un abbraccio pieno di profonda tenerezza e dolcezza, con la mano delicata e gentile di lei che accarezza la bianca e ricciuta barba di lui, simbolo di una fedeltà mai venuta meno nel tempo. Un altro grande artista, Domenico Ghirlandaio, nei grandiosi affreschi di tutta la vita della Madonna nella basilica di S. Maria Novella di Firenze, presenta la scena della espulsione di Gioacchino dal Tempio, mentre stringe al petto l’agnello che avrebbe voluto offrire sull’altare, quasi annunzio della “vera agnella” che sarebbe nata, dal suo matrimonio con Anna. Giustamente la fantasia degli artisti Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 13 si compiace di immaginare, poi, l’anziana mamma che, allietata da una figlia così predestinata, le insegna le faccende di casa e maggiormente a pregare e a leggere nei libri sacri i Salmi, non pensando che la loro piccola figlia sarà la «benedetta fra tutte le donne». Quante nostre nonne hanno insegnato ai ragazzi pagine di storia sacra e belle preghiere, che si recitavano a fior di labbra e con il gusto del cuore e mai dimenticate anche da adulti! Erano, queste nonne, le autentiche “maestre“ di quel prezioso libretto conosciuto come il “Catechismo di S. Pio X”, vero condensato di tutta la dottrina cristiana. Erano esse che, tra l’altro, comunicavano una sana e pia devozione ai santi Gioacchino ed Anna, genitori di Maria, la Madre di Dio. E anche oggi, fortunatamente, ci sono nonni e nonne che oltre a dare una mano alla crescita dei nipotini, provvedono sapientemente a formarli spiritualmente insegnando loro le preghiere fondamentali della fede cristiana. Siamo lieti di esprimere per loro, anche da queste pagine, sentimenti di stima e di riconoscenza. La figura dei nonni è oggi, nella nostra società, un po’ dimenticata e andrebbe recuperata in parallelo allo sforzo fatto a favore dell’unità della famiglia. La presenza dei nonni non è trascurabile ai fini di una maggiore serenità nel nucleo familiare, pur salvando quella autonomia che devono avere le nuove famiglie e senza cadere nell’eccesso opposto per cui i figli non hanno iniziativa e responsabilità. Anche e soprattutto nei rapporti di famiglia regni sempre la carità, la comprensione, l’affetto, l’altruismo. (a cura di P. Eugenio Zabatta op.) 14 «Poiché doveva avvenire che la Madre di Dio nascesse da Anna, la natura non osò precedere il germe della grazia, ma rimase senza il proprio frutto perché la grazia producesse il suo. Doveva nascere, infatti, quella primogenita dalla quale sarebbe nato il primogenito di ogni creatura “nel quale tutte le cose sussistono” (Col. 1,17). O felice coppia, Gioacchino e Anna! A voi è debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del Creatore. Rallegrati, Anna, “sterile che non hai partorito; prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori” (Is 54,1). Esulta, o Gioacchino, poiché dalla tua figlia è nato per noi un bimbo, ci è stato dato un figlio e il suo nome sarà Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio forte (cf Is 9,6). Questo bambino è Dio” (S. Giovanni Damasceno). ••• Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 LA LODE PERPETUA ALLA MADONNA È LA SINGOLARE FINALITÀ DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE La nostra Associazione del Rosario Perpetuo, fondata da P. Timoteo Ricci, domenicano, nel 1630, indebolita poi per motivi socio-politici, tornò a rifiorire in Italia per opera di un altro domenicano, P. Costanzo Becchi, che nell’ottobre del 1900 rilanciò il Rosario Perpetuo dalla splendida basilica-Santuario di S. Maria Novella di Firenze e fu approvata da Papa Leone XIII, il 28 marzo 1901. Da allora il progresso della nostra Associazione è stato costante, e attualmente è ricca di alcune centinaia di migliaia di iscritti… L’impegno fondamentale di coloro che aderiscono è la recita del Rosario, da soli o comunitariamente, per un’ora intera - concordata con la direzione - una volta al mese, in modo che il santo Rosario venga recitato perpetuamente. Avvicendandoci nella recita della corona del santo Rosario per ogni ora del mese, “procuriamo” una lode continua alla Madre di Dio. Cooperare affinché questa lode a Maria sia “perpetua” è il santo vanto di figli devoti verso la loro Madre Celeste. Il nostro impegno è semplice e piacevole: ciascuno di noi indica, a scelta, un’ora di preghiera in più al mese con la recita dei misteri del Rosario. Quest’ora di preghiera la chiamiamo: “Ora di Guardia” a richiamo di quell’Ora di preghiera che Gesù chiese ai suoi Apostoli prediletti, nell’Orto degli ulivi. Questo gesto di filiale affetto, da parte nostra, fa sì che in tutte le ore del mese ci siano alcuni che recitano il Rosario a lode di Maria. Gesto che si ripete mese per mese, secondo le intenzioni dettate dall’Associazione, non per colpire l’opinione pubblica, ma per impetrare da Dio, con l’aiuto della Madonna, quegli aiuti indispensabili per il bene spirituale delle persone e perché le iniziative umanitarie, sociali, politiche, con le loro istituzioni, riescano nel loro scopo. Animati da motivi esclusivamente spirituali, cioè, preghiamo in unione stretta con innumerevoli fratelli e sorelle, come avvicendandoci davanti al trono di Maria, a vantaggio continuo degli uni per gli altri. Questo “vantaggio”, che ci procuriamo gli uni gli altri, è immancabilmente collegato con la preghiera di lode a Maria; è il primo frutto prezioso della nostra appartenenza all’Associazione del Rosario. La nostra devozione a Maria, che esprimiamo in modo efficace con la recita del Rosario, in solidale unione con gli altri iscritti all’Associazione, in Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 15 certo modo ci fa “partecipare”, con la “mediazione di grazia” della Madre di Dio, alla stessa “unica” mediazione di Cristo. Così dicendo non vorrei andare oltre l’insegnamento della Chiesa, ma neanche dimenticare quel mistero di grazia che, soprattutto attraverso i Sacramenti, ci viene dato di vivere. Con il Rosario noi, infatti, come leggiamo nella lettera di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, non solo preghiamo Maria, ma preghiamo con Maria (n. 16). Secondo il Papa del “Totus Tuus”, noi, con il Rosario, continuiamo il Magnificat di Maria, ringraziando Dio per il “capolavoro” compiuto in Lei: l’Incarnazione del Figlio Suo (n. 1). La venerazione a Maria ci viene raccomandata caldamente dalla Chiesa e dai Santi tutti. Penso in questo momento alle parole di San Bernardo: “Veneriamo Maria con tutto l’impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Così vuole Colui che stabilì che noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria”. Ma riconoscere la Sua singolare dignità, in qualche modo, vorrei sottolineare, è come seguire, conformarsi a Maria in quella mediazione di grazia del Redentore di cui Lei è partecipe in modo unico e universale. Il principio di questa “mediazione” lo indica, ad esempio, la Lumen Gentium quando dice: “L’unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un’unica fonte” (n. 62). Per cui non c’è dubbio che l’unico Mediatore tra Dio e l’uomo è Gesù (I Tim. 2,6), e che “nessuno può andare al Padre se non per mezzo di Lui” (Gv. 14,6), ma la Sua Mediazione è così grande e universale che Egli la può partecipare, in diversa misura, alle sue creature. Certo il primo posto lo riceve Maria, per il suo ruolo di Madre, tanto che non dobbiamo esitare a chiamarla “Media- FIRENZE. S. Maria Novella. Insieme per l’Ora di Guardia. 16 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 trice di tutte le grazie”, ma possiamo chiamare “mediatori” anche gli Apostoli, i Martiri, i Santi. Non ci dobbiamo meravigliare di questo se pensiamo a quanto hanno ripetuto i Padri del Concilio nella Lumen Gentium: “I fedeli dopo essere stati incorporati a Cristo con il battesimo e… resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo (n. 31) … Egli intimamente li congiunge alla Sua Vita e alla sua Missione” (n. 34). In altre parole tutti noi, incorporati a Gesù, siamo resi solidali gli uni con gli altri anche per la nostra salvezza e quindi ciascuno di noi deve portare il peso e la gioia del fardello degli altri secondo l’indicazione dell’apostolo Paolo: “portate i pesi gli uni degli altri” (Gal. 6,2) e ancora “noi siamo collaboratori di Dio” (I Cor. 3,9), ognuno, cioè, in qualche modo è anche intermediario, mediatore di salvezza per gli altri. Noi non siamo operatori della salvezza; non siamo cioè gli artefici della salvezza, ma siamo intermediari, e, in questo senso, mediatori della salvezza gli uni per gli altri. San Giovanni Crisostomo, richiesto chi per lui fosse il cristiano, rispose: ”il cristiano è colui che è responsabile di tutti gli uomini”. Per quanto stiamo dicendo, questo è proprio vero perché “tutti sono mediatori per tutti”. Chi pensa diversamente, lo sappia o no, fa del Regno di Dio, della “Comunione dei Santi” che professiamo nel Credo, della Chiesa, del Regno dell’amore, una pura collettività di individui isolati che, in ultima analisi, per la salvezza non avrebbero nulla a che fare gli uni per gli altri. La nostra Associazione del Rosario Perpetuo unendoci strettamente, per mezzo del Rosario, con Maria e tra noi, tende a farci vivere degnamente questa “Comunione dei Santi”. E l’opera, la carità prima e più grande che possiamo fare al prossimo è la preghiera per lui. L’Associazione ha scelto per noi la preghiera che è “compendio del Vangelo” e perciò la più preziosa dopo la Santa Messa: la preghiera ispirata dalla stessa Madre di Dio, cioè la recita del S. Rosario … e per una così nobile causa. Quando, davanti a Dio, renderemo conto dei doni e dei talenti ricevuti, sarà motivo di gioia per noi aver compiuto, con il Rosario, ciò che come “mediatori” avremmo dovuto fare per il nostro prossimo. (La Redazione) Io credo in Te, Signore O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve, sia libera, senza costrizioni, sia certa, senza esitazioni, sia gioiosa e dia pace e letizia al mio spirito, senza paure; che la mia fede sia operosa, senza pigrizia, alimento continuo di speranza. O Signore, fa che la mia fede sia umile, senza presunzioni, sia fede schietta, spontanea, limpida, che non segua ragionamenti contorti e sterili, ma condotta dallo Spirito Santo, che è la tua Luce, trovi garanzia nella Scrittura, forza nella Tradizione, e sia confortata dal Magistero della tua santa Chiesa. ••• Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 17 «Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sè una così grande ostilità dei peccatori, perchè non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato» (Eb. 12, 3-4). LA NOTTE IN CUI HANNO ARRESTATO GESÙ La notte in cui hanno arrestato Gesù, nell’orto del Getsemani, doveva essere una notte di grande tensione e di sospetto in contrasto con lo splendido plenilunio di primavera; persino curioso, poi, un tale spiegamento di forze contro un personaggio tanto pacifico, quale era Gesù. Qualcuno, tra i suoi, aveva tentato un gesto di resistenza, estraendo la spada, ma subito era stato bloccato dal gran buon senso di lui, il Maestro. Poi, tutto era finito alla svelta: il traditore aveva dato il suo perfido segnale, i discepoli fuggiti pieni di spavento, Gesù trascinato via in catene. Questi i fatti! Però gli evangelisti non si accontentano di raccontarceli: ci invitano a meditarli, per comprenderne il senso. Ognuno di loro, attingendo a particolari ricordi, ce ne offre una particolare interpretazione, frutto di lunga e amorosa riflessione, per farceli rivivere. San Marco: l’amara delusione del Messia respinto. Il racconto di san Marco è triste, lascia dentro qualcosa di amaro. Gesù sembra quasi trascinato dagli eventi, sorpreso, ferito nell’anima: non reagi- 18 sce al bacio umiliante di Giuda, non interviene al gesto violento di uno dei suoi. Prima ancora che se ne renda ben conto, si trova avvinto nelle catene. Solo allora sembra scuotersi, in una amarissima protesta: «Come se fossi un brigante, siete venuti ad arrestarmi con spade e bastoni?». È la tristezza di un’anima colma di amore, che riceve odio e ripulsa. In fondo, nella persona di Gesù si compie l’amaro mistero del Dio biblico che ha amato il suo popolo e ne è stato respinto; e il lamento di Gesù riprende il grande lamento della Legge (“Hai abbandonato il Dio che ti ha creato!“ Deut. 32,18) e dei Profeti (“O popolo mio, cosa ti ho fatto?” Mich. 6,3). Ma proprio attraverso lo strazio morale dell’ingratitudine e dell’odio, che lo porterà in croce, il Messia doloroso salverà il popolo che lo ha respinto. Questa è la severa meditazione del secondo Evangelista. San Matteo: la spontanea immolazione del Cristo Signore. Alcuni dettagli sono sufficienti a caratterizzare il racconto di san Matteo, il quale - lo si nota subito - riesce a im- Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 FIRENZE. Museo S. Marco. Beato Angelico (1387-1455). Gesù catturato è portato al Calvario. primervi un tono di dignità serena, e quasi dominatrice. Gesù tronca le false dimostrazioni di amicizia di Giuda (“Fa quel che devi fare!”), tronca sul nascere l’impossibile difesa di un discepolo (“rimetti la spada nel fodero“), e con una calma addirittura incredibile - in mezzo a tanto trambusto - gli recita persino un proverbio (“Chi prende la spada, perisce di spada”); ma sono le restanti parole di Gesù che colpiscono, perché in esse, presenti solo nel ricordo di Matteo, è contenuto tutto il significato teologico della scena: «Credi che non potrei pregare il Padre? Lui mi fornirebbe immediatamente dodici legioni di angeli! Ma allora come si compirebbero le Scritture?». Dunque Gesù muore liberamente. Non è travolto dagli avvenimenti, non è la soldataglia e i bastoni contro di Lui che dispone, se vuole, di eserciti angelici (12 legioni, quasi centomila angeli!); è la sua volontà che lo spinge a immolarsi, il suo amore. Ecco la serena meditazione del primo evangelista. San Luca: l’amoroso perdono del Salvatore pietoso. Subito nelle parole che Gesù rivolge a Giuda si rivela il particolarissimo intento che ha guidato san Luca a descrivere in altro modo la scena: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?». Amaro, ma estremamente dolce, quasi un ultimo disperato richiamo. E di nuovo il gesto inconsulto e inutile, del discepolo che brandisce la spada. Gesù interviene di colpo, con una frase netta: «Fermi! Basta così!» (non è Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 19 più il tono didascalico rilevato da Matteo), e poi si curva, con infinito riguardo, a toccare l’orecchio ferito di uno degli aggressori, e a guarirglielo. L’ultimo miracolo compiuto da Gesù - solo san Luca lo ricorda - è dedicato all’aggressore violento che gli si stava avventando contro per incatenarlo e condurlo a morte! Gesù risponde con la commozione e la pietà, e uno spiegamento di potenza divina, al suo odio; con l’amore, la dolcezza, la bontà. È lo stesso Gesù che perdonerà a Pietro, pregherà il Padre per i crocifissori, prometterà la salvezza al ladrone pentito. Questa è la meditazione di san Luca: la Passione di Gesù è la rivelazione dell’amore divino che perdona. San Giovanni: la rivelazione della divina potenza in Cristo. In modo paradossale certo, ma insieme, facendo assegnamento su una sapienza veramente ispirata, il quarto evangelista ha trasformato il racconto della tremenda Passione in una perorazione appassionata per dimostrare la potenza messianica di Gesù e la sua gloria divina. Questo intento è chiaramente riconoscibile nella descrizione della scena dell’orto. Nel suo raconto, è Gesù che va deciso incontro alle guardie, non viceversa; Lui le affronta, guidato da una sovrumana prescienza («sapendo già tutto ciò che doveva accadere»), prende l’iniziativa con piglio addirittura autoritario («Chi cercate?»), e, fattosi riconoscere («Sono Io»), la severa maestà della sua parola e della sua persona colpisce gli avversari spingendoli indietro e facendoli stramazzare. Una scena veramente inaspettata 20 in uno scenario simile, e che nulla nel racconto degli altri evangelisti avrebbe fatto prevedere. Ma Giovanni vuol dimostrare che nella persona di Gesù, soprattutto del Gesù sofferente, si rivela la Divinità. Anche durante la Passione, Giovanni non dimentica che il Cristo è il Verbo per mezzo del quale tutto è stato fatto. Nella sua incomparabile dignità, Gesù, al momento dell’arresto, impartisce degli ordini («lasciate liberi costoro!), non solo per dimostrare che non subisce gli avvenimenti, ché anzi li domina, ma soprattutto perché sia chiaro a chiunque medita la Passione, che in Gesù si rivela la Divinità misericordiosa e buona. È la conclusione di Giovanni: la sofferenza e la morte di Gesù rappresentano il momento sublime della storia dell’umanità in cui gli uomini ritrovano Dio, perduto con il peccato, e da questo incontro escono prostrati nell’adorazione e trasformati da una potenza di grazia. Gesù che soffre è il Dio onnipotente e amoroso che «attira tutti a sé» (Omnia traham ad meipsum). Concludendo: è straordinario come da un episodio tanto breve e semplice, raccontato sostanzialmente allo stesso modo, con gli identici personaggi e gli identici gesti, i quattro evangelisti siano riusciti a trarre tanti e così diversi significati. Il segreto sta nel loro modo di avvicinare i fatti della Passione: meditandoli! Chiunque legga i loro racconti si sente invitato a imitarli e allora le quattro interpretazioni sulla scena triste e nobile del Getsemani si fondono in unico armonico messaggio che parla al cuore, uscendo vivo dal cuore sofferente di Gesù. (P. M. Laconi). ••• Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 Ricordando l’insegnamento di Benedetto XVI e la sua devozione al santo Rosario GUARDATE! TIRO FUORI IL ROSARIO DALLA MIA TASCA Nel suo viaggio in Benin (Africa equatoriale), dopo la presentazione della esortazione apostolica Africae munus, Benedetto XVI, visitando il foyer Pace della Suore della carità, si è rivolto alle famiglie e ai ragazzi: «E che cos’è la preghiera? È un grido d’amore lanciato verso Dio nostro padre con la volontà di imitare Gesù nostro fratello. Gesù si ritirava in disparte per pregare! Come Gesù, anch’io posso trovare ogni giorno un luogo calmo in cui mi raccolgo davanti a una croce o a un’immagine sacra per parlare a Gesù e ascoltarlo. Posso anche usare il Vangelo. Poi conservo nel mio cuore un passo che mi colpisce e mi può guidare durante la giornata… Cari ragazzi, Gesù vi ama! Chiedete anche ai vostri genitori di pregare con voi! A volte, bisogna spingerli un po’. Non esitate a farlo. Dio è così importante! La Vergine Maria, sua madre, vi insegni ad amarlo sempre più attraverso la preghiera, il perdono e la carità. Vi affido tutti a lei, come pure i vostri familiari e i vostri educatori. Guardate! Tiro fuori un rosario dalla mia tasca. Il rosario è come uno strumento che si può utilizzare per pregare. È semplice pregare con il rosario. Forse lo conoscete già, altrimenti chiedete ai vostri genitori di insegnarvelo. Del resto, alla fine del nostro incontro ciascuno di voi riceverà una corona del rosario. Quando l’avrete in mano, potrete pregare per il Papa – vi chiedo di farlo – per la Chiesa e per tutte le intenzioni importanti. E ora, prima che io vi benedica tutti con grande affetto, preghiamo insieme recitando un’Ave Maria per i ragazzi del mondo intero, specialmente per quelli che soffrono per la malattia, la fame o la guerra. Ora preghiamo: Ave Maria…». (Pp Benedetto XVI). Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 21 PREGHIAMO PER I PREDICATORI DEL SANTO ROSARIO Con la materna protezione della Vergine Maria San Domenico, devotissimo della Vergine, si infervorò ancor di più al suo culto proprio nella lotta contro gli albigesi, che negavano a Maria il privilegio della divina maternità. Fu allora forse che egli cominciò a predicare le glorie di Maria compendiate nei misteri del Rosario, alternando la preghiera alla predicazione, sì che la preghiera illuminava la verità predicata e questa, a sua volta, illustrava il mistero contemplato nella preghiera. La devozione alla Vergine, del padre Fondatore dei Domenicani, fu ereditata dai figli. Tutta la storia del suo Ordine è testimonio eloquente di questo sentimento di amore filiale che i Frati Predicatori, in tutte le età, hanno nutrito verso la Regina degli Apostoli. Quando, al tempo del b. Giordano, successore di san Domenico, i religiosi erano particolarmente tormentati dagli assalti del nemico infernale, si ricorse con fiducia alla Vergine e il beato ordinò che si cantasse tutte le sere la Salve Regina dopo la Compieta. Immediatamente ritornò la calma! Il beato Giordano - ci dicono le Vitae fratrum - fu devotissimo della Vergine; e con lui si poterebbero ricordare tutti i grandi domenicani di ogni tempo: da san Tommaso a santa Caterina da Siena, da san Vincenzo Ferreri al Savonarola, da san Pietro da Verona ad Alano della 22 Rupe, ecc; tutte le generazioni domenicane si sono trasmesse, come da padre in figlio, questa fiaccola, che è amore ardente alla Vergine, zelo per la sua gloria e imitazione delle sue virtù. Giustamente Teodorico d’Apolda, agiografo domenicano del sec. XIII, chiamò l’Ordine il giardino della Madonna: giardino, ove fioriscono fiori olezzanti per lei, ove Ella è Regina. La devozione a Maria fiorì e certamente fiorirà sempre nell’Ordine do- Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 La beata Vergine del Rosario ci benedica e ci protegga! menicano anche perché è intimamente connessa all’ideale domenicano. «Tra l’incarnazione del Verbo di Dio - evidenziava già Pio XII parlando ai Domenicani - e la predicazione v’è una stretta analogia, una meravigliosa somiglianza e parentela. Il discepolo di Cristo, a somiglianza della Beatissima Vergine Maria, dona, dà Cristo agli uomini, è portatore di Cristo. La Vergine, Madre di Dio, Maria, rivestì Cristo dell’indumento delle membra; l’araldo del vangelo lo riveste dell’aereo corpo delle parole: tanto lì che qui v’è la verità che ammaestra gli uomini, che gli uomini illumina e salva; la maniera è diversa, ma la virtù è la medesima. Di certo questo medesimo onore, questa lode, questa dignità appartengono a voi con speciale titolo». Questa somiglianza di compiti mentre accresce la devozione dei frati Predicatori verso la Vergine Santissima, li assicura del suo materno patrocinio. Sono certamente molti i rischi per chi deve avvicinare ogni sorta di gente, molti e di ogni genere per chi deve costantemente vivere a contatto col male, con l’errore, con tante deviazioni della mente e del cuore umano. Ed è per questo che noi dobbiamo pregare per loro, perché trovandosi sempre sotto la “speciale tutela” della Regina del Rosario possano andare sicuri per il mondo e portare anime a Cristo. Tanta materna bontà è per i frati Predicatori motivo di grande serenità e gioiosa fiducia nelle lotte e nelle difficoltà del ministero apostolico e nello stesso tempo è impegno a crescere ogni giorno più nell’amore verso la Madre di Dio e a far conoscere a tutti, sempre più, le sue glorie. P. Eugenio Zabatta op ••• LA CROCE METROPOLITANA A doppia traversa. Notiamo la croce a doppia traversa. Nel ritrovamento della Croce di Gesù nel 326, da parte di Sant’Elena, nacque la celebrazione e la diffusione delle reliquie della Croce. Da quel tempo, da emblema di supplizio e morte, la croce diventò il simbolo cristiano per eccellenza che riassume in sé il sacrificio del Salvatore e la sua resurrezione. La croce a doppia traversa o croce metropolitana, detta anche “vera croce” – perché si ritiene che rappresenti la forma originaria della croce di Gesù – è di pertinenza dei cardinali, dei patriarchi, primati e metropoliti e dei grandi fondatori di Ordini religiosi, per indicare la loro potestà che supera il confine delle stesse diocesi o territori. Forte di questa tradizione, il pittore l’ha messa nelle mani di san Domenico di Guzman, perché è il fondatore del glorioso Ordine dei Predicatori (Domenicani). ••• Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 23 NELLA CASA DEL PADRE una preghiera per i nostri cari defunti L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace ! Amen. IMMACOLATA CARDIAS di Baratili S. Pietro 1940 3 gennaio 2012 24 Atzara: Corongiu Paola, Manca Anna; Baressa: Tuveri Eutelia, Piga Mina, Scanu Maria, Tatti Gina, Atzei Teresina, Atzei Enedina, Piga rosa, Deidda Lidia, Uras Ester, Atzei Clotilde, Uras Licia, Margini Vitalia; Bessude: Nurra Domenico Benetutti: Testone Elena; Bulzi: Budroni Annina; Furtei: Floris Modestina; Guasila: Etzi Pietrina; Iglesias: Del Rio Luciana, Carta Rina; Lula: Spanu Maria; Lunamatrona: Frau Doloretta, Ghiani Virgilio; Meana Sardo: Marras Maria, Podda Tommasina, Chighini Giuseppina; Nule: Marche Antonia; Pirri (S. Pietro): Basciu Ersilia; Samatzai: Atzori Giuseppa, Collu Vitalia - Samugheo: Sanna Giovannica, Trogu Maria Rita, Flore Anna Maria, Atzori Isabella; Sindia: Campus Mariantonia; Tonara: Orrù Giuseppina, Devigus Paolina; Villamassargia: Marras Maria Bonaria (24/03/2012). Villanovaforru: Macis Teresa, Sanna Vitalia, Tatti Mariolina. ••• Assistita con premura dai suoi cinque figli, ha accettato la lunga sofferenza - dieci anni con il diabete - con fede e rassegnazione. Associata del Rosario, (17 anni) è stata anche consorella dello Spirito Santo e per un anno priorissa. Al posto della mamma si iscrivono al Rosario Perpetuo le figlie Emanuela e Mirella. Riposi in pace. (La zel. Stefanina Zoccheddu). Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 LUCIA LASIU RINA CARTA di Nurachi di Iglesias 1928 05 maggio 2012 1924 2012 Dopo lunga malattia, sopportata coraggiosamente e cristiana rassegnazione, la cara socia è tornata al Padre. Da giovane si era consacrata alla Madonna entrando a far parte della pia unione delle figlie di Maria. Ha militato e si è formata nelle fila dell’Azione Cattolica, nella quale è stata una zelante educatrice di bambini e ragazzi. Finché ha potuto era assidua all’Ora di Guardia. La ricordiamo nelle preghiere e siamo sicuri che continuerà, lei pure, a pregare per l’Associazione”. (Lo zel. Massimo Porchedda). MARIO PUTZU Donna discreta e disponibile: premurosa in particolare verso i poveri, ci ha dato l’esempio di una cristiana generosa e affabile, offrendo, a quanti l’avvicinavano, sempre un sorriso e una parola gentile. Sono certa che continuerà a pregare Maria SS.ma con noi e per noi. Era molto conosciuta e amata. (La zel. Mariolina Pili). NANDINA SCOTTU di Sassari 13 ottobre 1926 22 dicembre 2012 di Siurgus Donigala 8 settembre 1924 12 marzo 2012 Ebbe da Dio il dono di un’immensa bontà e consacrò tutta la sua vita per il bene della Famiglia e dei suoi cari. Fu affezionato e fedele del Rosario Perpetuo e della Associazione. Lo ricordiamo nella preghiera mentre lo raccomandiamo a quella di tutti gli iscritti. Riposi in pace. (La zel. Antonella Peseu). Sposa, mamma e nonna esemplare, che ha saputo guidare la famiglia. Era di profonda fede e grande sensibilità di animo, pronta ad aiutare i poveri e i sofferenti, e in particolare i più bisognosi. Ricordo con grande commozione soprattutto le esperienze di preghiera e di fraternità vissute in sua compagnia. Era assidua all’Ora di Guardia fatta insieme, nel raccoglimento. Continui dal cielo a vegliare su tutti i suoi cari e sull’Associazione che ha sostenuto sempre con fervore. (la zel. Liliana Angiolini). Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 25 PIETRINA ETZI ANTONIO ECCA di Guasila di Pirri 29 giugno 1916 22 ottobre 2012 11 maggio 1933 29 settembre 2012 Devotissima del Rosario e fedele alla S. Messa, per i suoi buoni esempi la ricordiamo al Signore con la preghiera. Nella foto commemorativa: “Io vi amerò dal cielo più di come vi ho amato in terra”. (La zel Maria Manca). ENEDINA ATZEI di Baressa Dopo una vita dedita al lavoro, alla famiglia e alla preghiera, a 79 anni, è tornato alla Casa del Padre. Molto devoto alla Madonna e socio fin dalla fondazione dell’Associazione a Pirri S. Tarcisio, è stato assiduo all’Ora di Guardia comune. Lo raccomandiamo al Signore e in cuor nostro sentiamo che pregherà per la nostra parrocchia e associazione del Rosario. (La zel. Tonina Melis). ELENA TESTONE 9 marzo 1925 22 agosto 2012 Cara mamma, sei stata sempre amorevole ed esempio di dedizione e di sacrificio. Mai ci hai fatto mancare il tuo affetto, la tua presenza, i tuoi consigli. Da tempo zelatrice del Rosario Perpetuo pregavi per tutti e per tutti avevi sempre un sorriso e una buona parola. È difficile colmare il vuoto che lasci tra noi, ma siamo consapevoli che hai trovato la pace e la serenità accanto al Signore e alla Vergine del Rosario. Veglia su tutti e riposa in pace. (Le figlie Teresina e Aida Murgia). di Benetutti 25 febbraio 1923 25 novembre 2012 Madre di otto figli. Perseverante nella preghiera, partecipava all’Ora di Guardia del Rosario Perpetuo. Aveva sempre il sorriso in volto e una parola buona per tutti. Pregava sempre per i suoi e per tutti: continuerà a farlo in Cielo. (La zel. Francesca Cosseddu). LUCIANA DEL RIO di Iglesias. Oltre ad essere una brava mamma e nonna, era un’ottima vicina di casa: discreta, tranquilla, affettuosa. La Madonna nella sua grande misericordia, la ricompenserà riservandole un posto in Paradiso. La ricordiamo con affetto nella preghiera. (La zel. Mariolina Pili). 26 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 TERESA ATZEI ARAMU LUIGINA di Baressa di serrenti 16 novembre 1928 19 ottobre 2012 31 gennaio 1925 25 febbraio 2011 Dà notizia del ritorno alla Casa del Padre il figlio Pino Melis, iscritto all’Associazione del Rosario. Volentieri tutto il gruppo si unisce nella preghiera di suffragio per la sua anima benedetta. Riposi nella pace. (La zel. Elisa Serpi). Donna semplice e umile. La raccomandiamo al Signore e lei certamente pregherà per la sua famiglia e per tutti noi. (La zel. Sanna Graziella). ALBINA MUSIO AUSILIA PISTIS di Serrenti di Villasor 27 settembre 1925 6 maggio 2011 9 settembre 1919 5 febbraio 2013 La fede in Gesù Cristo, il grande amore verso la Madonna l’hanno sempre sostenuta nella vita fatta di sacrifici e dolori. Ha offerto a Dio, con umile rassegnazione il distacco per la morte della sua unica figlia. Per tanti anni ministra della “candelora”, si è occupata del decoro e pulizia dell’altare dedicato alla S. Vergine. È stato commovente vedere la sua bara proprio davanti a quell’altare: un segno di amore della Madonna! Iscritta all’Associazione dell’Ora di Guardia, non trascurava la preghiera e aveva sempre parole gentili. Ora dal cielo preghi per la nostra Comunità. Ci uniamo con affetto alle preghiere dei suoi familiari. ( La zel. Paola Arisci). Mamma di otto figli, socia da pochi anni. Donna umile e semplice. Volentieri la ricordiamo nella preghiera. (La zel. Sanna Graziella). ANTONINA SPIGA di Serrenti 21 ottobre 1928 8 giugno 2012 Donna di fede e di preghiera, generosa. Partecipava alla prima messa tutti i giorni. Il Signore l’ha chiamata a Sé dopo quattro mesi dalla morte del marito. Ora pregheranno per noi. (La zel. Sanna Graziella). ••• Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 27 MARIANGELA MURA LAURA MALLUS di Samugheo di Decimomannu 23 giugno 1926 26 novembre 2011 29 marzo 1939 19 ottobre 2012. È con grande dolore che annunciamo la morte a questo mondo della zelatrice Mariangela Mura. Ci consola, però, il fatto che ora in cielo potrà godere di tutti quei meriti che si è procurata sulla terra, per aver divulgato, con tanto amore, la devozione alla nostra Mamma Celeste e al suo Figlio Gesù, col Rosario Perpetuo. Siamo certe che, dal cielo, continuerà a pregare con noi e per noi. (Con le iscritte di Samugheo, la zel. Emanuela Deiana). Sorella umile, semplice e generosa. Svolgeva l’apostolato della carità e insegnava catechismo: portava i ragazzi fino alla cresima. Vedova da sei anni, vissuti nel dolore che la vita non le ha risparmiato perché ha subìto vari interventi. Ha vissuto con tanta fede, ponendo tutto nelle mani del Signore. La pensiamo tra le braccia di Gesù e Maria: siamo certe che prega per noi, come anche noi facciamo per lei. (La zel. Anna Mocci). Mons. VINCENZO LEDDA mo di cultura e attento ai problemi dei parrocchiani, con il suo instancabile impegno e generosità, è stato un dono per l’intera Comunità. Offriamo volentieri al Signore le nostre preghiere per la sua anima benedetta, nella certezza che anche lui, ricordandoci nella gloria del Signore, continuerà a pregare per noi. Con lo stesso amore filiale accogliamo il nuovo parroco Don Agostino Carboni, mentre gli auguriamo un sereno apostolato tra noi, nel quotidiano cammino di fede che con la grazia di Dio vogliamo continuare. (La zel.Tina Soro e l’Associazione del Rosario Perpetuo di Bortigali). di Bortigali 16 settembre 1934 21 dicembre 2012 Dopo cinquant’anni di sacerdozio spesi al servizio di Dio e per la sua Chiesa e dopo mesi di grande sofferenza, è tornato al Padre il nostro stimato Parroco, Monsignor Vincenzo Ledda. Molto devoto della Madonna, uo- 28 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO PERPETUO LE NUOVE ISCRITTE benvenute nella nostra associazione di preghiera Atzara: Manca Caterina, Corongiu Assunta, Delogu Sebastiana; Bessude: Nurra Lucia, Marongiu Vilma. Bono: Virdis Lucia, Cillara Francesco; Borore: Zoncheddu Pina (vice-zelatrice). Bottidda: Craba Paola; Bulzi: Mulargia Vanna; Cagliari (Carmine): Pisu Beniamino; Furtei: Fenu Salvatorica, Floris Modestina; Guasila: Arba Antonio, Carta Mario, Cirina Francesco, Congiu Roberta, Cortis Ada, Enis Giovanna, Etzi Luisa, Fenu M. Laura, Guiso Don Alessandro, Lisci Pietro Paolo, Locci Laura, Manca Giuseppe, Medda Vitalia, Melas Salvatore, Melas Sonia, Melis Graziella, Melis Maria Rosaria, Meloni Carlo, Moi Luigina, Murru Tina, Murtas Lidia, Orrù Anna, Pitzalis Amelia, Planta Grazietta, Scanu Antonino, Serra Loredana, Soru Candida, Spanu Gianmauro, Vignola Domenico, Zara Mariuccia, Zara Antonio, Cabiddu Michela; Iglesias: Snenghi Pina, Angius Marco, Diana Franca, Concas M. Luisa, Frau Pierpaolo, Medau Lorenzo Tino, Floris Alice; Nule: Crasta Bonaria; Nurachi: Porcu Michela e Agus Paolo, Manca Agnese, Ketty Tiana; Ozieri: Manca Maria; Pirri (S. Pietro): Demeglio Anna Maria; S. Niccolò Gerrei: Follesa Francesca; Sassari: Sechi Lorenza; Sennori: Spanu Clara, Secchi Maria, Chessa Maria Antonietta, Piana Vittoria, Sanna Maria Rita, Satta Valentina, Uggias Peppina, Cossu Giulia, Sassu Giovanna; Sinnai: Pinna Aldo, Uda Paola, Perra Elena; Tonara: Peddes Silvana; Villacidro: Atzeni Caterina, Murgia Vincenza; Villamassargia: Farci Anna Maria, Marreddu Bonina, Steri Liviana. Villasor: Muscas Agnese, Dore Giuliana, Porceddu Pinna Teresina. Segno sicuro della protezione della Vergine Portiamo sempre con noi la corona! Portiamola come l’oggetto più prezioso. ”È ben fatto a portare la corona addosso”, leggiamo già nel ”Trattato della Fraternita del Rosario” di fr Michele di Lilla (1476). Portare la corona è una testimonianza di fede e di devozione filiale nella Madonna; è un richiamo continuo a ripetere le preghiere più essenziali accompagnate dalla riflessione sui misteri cristiani; è un ”segno” sicuro della protezione della Madre di Dio e della futura salvezza eterna. Non ci paia, dunque, dura cosa, né vergogna, portare con sé la corona del santo Rosario. Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 29 IL ROSARIO VIVENTE Il “Rosario Vivente” è un movimento spirituale di preghiera formato da gruppi di 20 ragazzi o giovani ciascuno. Ogni ragazzo si impegna a dire, tutti i giorni, un mistero del Rosario (1 Padre Nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre). Il Rosario Vivente risponde all’invito della Madonna a recitare il Rosario: per la conversione dei peccatori; per la pace nel mondo; per la riparazione delle offese fatte a Dio. Vuole riportare il Rosario in famiglia, piccola Chiesa domestica; vuole, infine, unire nella preghiera del Rosario numerosi giovani per un serio cammino di fede. Per aiutare i ragazzi nella recita del mistero sono disponibili: la Coroncina di soli dieci grani, da tenere in mano e il libretto con le immagini dei misteri e delle brevi riflessioni. Invitiamo parroci, catechisti e le nostre zelatrici a formare, in parrocchia, almeno un gruppo di ragazzi rosarianti. Per le informazioni e l’occorrente al gruppo scrivere a: Associazione Rosario Perpetuo P.za S. Maria Novella, 39 - 50123 FIRENZE - Tel. 055.35.56.80 Ore 8,30-13.00 (lunedi-giovedì). 30 A tutti i ragazzi e alle ragazze del Rosario Vivente, Cari ragazzi, sapete bene come è grande la predilezione di Gesù e della Madonna per voi! Conoscete certamente il brano del Vangelo nel quale si ricorda quanto Gesù gradisse che i ragazzi andassero da Lui e ugualmente, più volte, avrete sentito parlare delle numerose apparizioni della Madonna ai ragazzi, come a Pontmain, La Salette, Lourdes, Fatima… e in tanti altri luoghi che forse conoscete. La Madonna ha fiducia di voi ragazzi e vi affida dei “servizi” importanti da compiere. Chiede soprattutto di pregare e nello stesso tempo anche di sapere fare dei sacrifici, delle rinuncie a favore dei peccatori perché non offendano più, con azioni cattive, nostro Signore. L’immagine che vi riporto questa volta nelle pagine del bollettino si riferisce ad una di queste richieste da parte della Madonna ad alcuni ragazzi. Quest’immagine che una volta era dipinta sul muro esterno, oggi è custodita in una bella cappella unita alla basilica di S. Maria Novella che è a Firenze. Questa cappella fu costruita Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 FIRENZE. S. M. Novella. Cappella della Pura. Madonna con Bimbo (sec. XV). due anni dopo il fatto, avvenuto il 22 ottobre 1472, che voglio farvi conoscere. A quel tempo, proprio accanto alla Chiesa, dove ora ci sono grandi palazzi, passava un piccolo fiume e c’era un campo di canne, ma ecco come il cronista di allora riporta il prodigio: «Nell’anno del Signore 1472, nel giorno 22 di ottobre, che, come fu notato, in quell’anno cadeva nella quarta domenica del mese, avendo alcuni fanciulli prese dal vicino canneto delle canne frondose come spazzole, circa l’ora ventesima cominciarono a scorrere qua e là nel cimitero (attuale giardino di via degli Avelli, allora cosparso di tombe). Ora accadde che mentre essi giocano con quelle canne a fare la scherma, come sogliono fare i ragazzi, e scorazzano per il cimitero, uno di essi, nato dalla famiglia De’ Ricasoli, giunto dinanzi alla pittura, si sente chiamare per nome dalla bellissima Madre di Dio. Il fanciullo rimane come sospeso Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 31 dalla novità di quella voce. Sente chiamarsi ancora una seconda volta e ascolta la voce che gli chiede di ripulire, con la sua canna frondosa, la sua immagine dalla polvere e dalle ragnatele. Il ragazzo ubbidì prontamente: ed ecco che il fatto, divulgato per la città, provocò un accorrere continuo di moltitudine di fedeli. Moltiplicandosi poi i miracoli della Vergine, dopo un biennio Ranieri e Lorenzo De’ Ricasoli… trattarono di costruire sul luogo una degna cappella». E della immagine veramente bella, abbiamo questa descrizione: «La Vergine Madre, seduta su di un sedile che rimane invisibile, ha la tunica di un rosso cupo, visibile solo sul petto e sul braccio destro. L’amplissimo mantello azzurro le forma come un vero trono sul quale si erge la sua gentile figura che stringe al seno, sul lato sinistro, Gesù Bambino, il quale con le manine dolcemente appoggiate sulla mammella ne succhia il latte. La dolce figura della Vergine Madre dagli occhi leggermente a mandorla, dal profilo allungato, sembra di buona scuola senese della metà del sec. XIV. È tanta la suggestione che lascia il casto atteggiamento della Vergine nell’atto di allattare il Bambino che fin dall’inizio della nuova devozione, si cominciò a chiamarla Madonna della Purità, volgarmente della Pura, e a far sorgere una pia Società di Ragazzi tra i quali ci sarà stato, o saranno stati quelli cui, quella sera, aveva parlato la Madonna». Santa Maria Novella, uno dei più bei Santuari dedicato alla Santa Vergine, è la sede del centro nazionale dell’Associazione del Rosario Perpetuo. Anche qui, dunque, durante i lunghi secoli della sua storia, si è mantenuta viva la devozione alla nostra Mamma celeste soprattutto con il Rosario. Anche qui la I ragazzi di tutto il mondo, d’ogni razza e nazione, veri apostoli del Rosario: ogni giorno e devotamente recitano almeno una decina del santo Rosario. 32 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 Madre di Dio si è valsa di ragazzi per riaffermare la sua presenza materna e premurosa in mezzo a noi. Ieri come oggi, i Padri Domenicani, predicatori del Rosario, custodi e propagatori di questa salutare devozione, ripetono l’importanza e la necessità di pregare con il Rosario. Volendo soddisfare la richiesta che la Madonna fa ai ragazzi - recitare ogni giorno e devotamente la corona - i Sacerdoti incaricati dell’Associazione non si stancano di invitare zelatori e zelatrici, catechisti e parroci a formare, in parrocchia, un gruppo del Rosario Vivente tra ragazzi o giovani. I frati sono disponibili per parlare di questa associazione tra i ragazzi e offrire i sussidi adatti (coroncine, libretti, foulards …) per la formazione del gruppo, anche intervenendo di persona. Più volte, anche negli anni passati, nella rivista “Il Rosario” si è parlato dell’opportunità di formare i gruppi del Rosario Vivente e anche in questo Bollettino della Sardegna abbiamo dedicato sempre alcune pagine ai ragazzi. È a loro, che hanno tutta la vita davanti a sé, che dobbiamo far conoscere e passare la corona del Rosario! Questo porterà, certamente anche nella loro vita, la luce e il conforto. Un metodo veramente sicuro, il Rosario Vivente, per insegnare ai ragazzi a pregare, a meditare i misteri della nostra fede. Ai catechisti, in particolare, dico che se al termine delle istruzioni che tengono ai ragazzi, non avessero loro insegnato a pregare, rimarrebbe infruttuosa la loro fatica. Si! Con il Rosario è il Vangelo stesso che, meditato nei singoli episodi della vita di Cristo, diventa preghiera. (a cura di P. Eugenio Zabatta op.). PERCHÉ LA RECITA DEL ROSARIO? Gli obiettivi da conseguire con la preghiera del Rosario, sono la pace e il bene della famiglia. Il Rosario è preghiera particolarmente indicata per ottenerci il dono della pace (RVM 40): in esso contempliamo “Cristo nostra Pace” (Ef. 2,14); con esso affidiamo al Cuore di Maria la grande causa della pace. “Non si può recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace… (6; 40). “Analoga urgenza d’impegno di preghiera… è quello della famiglia, sempre più insidiata: ad essa sono legate le sorti dell’intera società (6). “La famiglia che prega unita, resta unita” (41): questa verità sintetizza tutte le indicazioni contenute nella lettera sul Rosario ed è una “famiglia in preghiera”, quella che auspicava il Papa, a imitazione della Casa di Nazareth (41). Con la “famiglia unita” si salva il mondo; ma perché la famiglia sia unita “Urge la preghiera del santo Rosario” recitato insieme (5). Rispondiamo fiduciosi all’appello e, con il Rosario, poniamoci in una mobilitazione generale per risolvere i mali, dalle dimensioni cosmiche, che minacciano l’umanità intera. L’efficacia del Rosario non è diminuita, anzi è aumentata nel tempo, sperimentata nei secoli. Urge riprendere la Corona con la fede di chi ci ha preceduto” (17). “Il Rosario conserva tutta la sua forza”: avvaliamocene! ••• Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 33 CONTEMPLIAMO I MISTERI DELLA LUCE La funzione che Maria svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo. La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi (e quindi a ciascuno di noi): «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5). Primo mistero luminoso: Il Battesimo di Gesù al Giordano Dal Vangelo: «Appena battezzato Gesù uscì dall’acqua… ed ecco una voce dal cielo disse: “Questo è il figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”» (Mt 3,13). Ringraziamo il Signore del dono del Battesimo per il quale siamo stati rigenerati ad una speranza viva per un’eredità che non si corrompe e non marcisce. Secondo mistero luminoso: Le nozze a Cana di Galilea Dal Vangelo: «Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (Gv 2,11). Per invito della Madre teniamoci pronti a fare quanto il Figlio Gesù ci ordinerà di compiere in modo che accresca in noi la fede. Terzo mistero luminoso: Annuncio del Regno e invito alla conversione Dal Vangelo: «Gesù andava per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia (Mt 9,39). È piaciuto al Signore salvare i credenti per mezzo della predicazione dei suoi apostoli. Chiediamo che ci conceda di comprendere la sua Parola e di metterla in pratica nella nostra vita. Quarto mistero luminoso: Trasfigurazione di Gesù su Tabor Dal Vangelo: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» ( Gv 6,53). Destinati ad essere conformi all’immagine del Figlio di Dio, chiediamo che liberati dal peccato, che ci impaccia, corriamo verso la meta che ci attende. Quinto mistero luminoso: Istituzione dell’Eucaristia nel Cenacolo Dal Vangelo: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» ( Gv 6,53). Il nostro vero alimento – il pane quotidiano - è il Corpo e il Sangue di Gesù che il Padre ci dona: riceviamolo spesso con fede e gratitudine, perché possiamo ottenere la Vita eterna. ••• 34 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 QUADRI DEI MISTERI DELLA LUCE Le nozze a Cana di Galilea. Il Battesimo di Gesù al Giordano. Trasfigurazione di Gesù sul Tabor. Annuncio del Regno e invito alla conversione Inizia con il segno di croce e con la corona in mano, per ogni quadro del Rosario, dopo l’enunciazione del mistero, recita: 1 Padre Nostro 10 Ave Maria 1 Gloria al Padre. Istituzione dell’Eucaristia nel Cenacolo. Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013 35 LA NOSTRA FEDE Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat. l’Anno della fede ha avuto inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro S. Gesù Cristo Re dell’Universo. Quest’anno sarà un’occasione propizia perché tutti i fedeli comprendano più profondamente che il fondamento della fede cristiana è «l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» Fondata sull’incontro con Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità e in tutto il suo splendore. «Anche ai nostri giorni la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare», perché il Signore «conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani». L’Anno della fede coincide con il ricordo riconoscente di due grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa ai nostri giorni: il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, voluto dal beato Giovanni XXIII (11 ottobre 1962), e il ventesimo anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, offerto alla Chiesa dal beato Giovanni Paolo. II (11 ottobre 1992). BOLLETTINO DEL ROSARIO PERPETUO maggio - agosto 2013 - n. 2 Ccp. n. 304501 int. a: Rosario Perpetuo - FI tel. 055 2656453 - cell. 339 18 22 685 E.mail: [email protected] sito web: www.rosarioperpetuo.net 36 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013