nuoova serie - anno XXIX - n. 2 - maggio - agosto 2012 - piazza san domenico, n. 5 - 09127 cagliari
L’Associazione del
ROSARIO PERPETUO
ASSOCIAZIONE DEL
ROSARIO PERPETUO
IN SARDEGNA
Anno XXIX
maggio - agosto
a. 2013 - n. 2
quadrimestrale di
collegamento dei gruppi
dell’Ass. Rosario Perpetuo
Supplemento a
“DOMENICANI”
autoriz. Tribunale di Firenze
del 4 Gennaio 1967 - n. 1800
Nuova serie - Anno XXIX
maggio - agosto 2013
c /c postale n. 15 38 10 98
intestato a: Bollettino del
Rosario Perpetuo - Convento
S. Domenico - 09127 Cagliari
Direzione & Redazione:
P. Eugenio Zabatta o.p.
piazza San Domenico, n. 5
09127 CAGLIARI
Cell. 339 18 22 685
tel. 055 265 64 53
e.mail: [email protected]
sito: www.rosarioperpetuo.net
Con approvazione Ecclesiastica
e dell’Ordine Domenicano.
––––––––––
La Regina del Rosario
venerata a S. Domenico
di Cagliari (sec. XV).
Sommario
3 Lettera del direttore alle zelatrici.
p. eugenio zabatta op.
4 Che cos’è l’Associazione del Rosario?
p.e.z.
7 La Vergine del sì …
floran rodero.
10 Un continuo sacrificio di lode.
n.n.
13 Santi Gioacchino ed Anna.
p. eugenio zabatta op.
15 La lode perpetua alla Madonna.
la redazione.
18 La notte in cui hanno arrestato Gesù.
p. m. laconi.
21 Guardate io tiro fuori il Rosario dalla mia
tasca.
(Pp. Benedetto XVI).
23 Con la materna protezione della B.V. M.
p.e.z.
24 Nella Casa del Padre.
29 Le nuove iscritte.
30 Il Rosario Vivente.
a cura della redazione.
Contempliamo
i
misteri
della luce. •••
34
Copertina: WIEN. Madonna con Bimbo.
di Albrecht Dürer.
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Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
Il saluto del Padre Direttore
alle zelatrici e iscritte al Rosario Perpetuo
IL VANTAGGIO DELL’ISCRIZIONE
all’associazione del rosario perpetuo
G
entili zelatrici e socie del
Rosario Perpetuo,
la nostra è una ”Associazione laicale
apostolica di preghiera”. Un’Associazione, cioè, che si avvale della preghiera, ed esattamente quella del Rosario,
per dare la propria testimonianza cristiana. In altre parole, la preghiera del
Rosario è l’attività propria che l’Associazione compie per raggiungere la
propria finalità.
La finalità che l’Associazione persegue è la lode alla Madonna e, per
mezzo di Lei, la lode a Dio e la santificazione dei suoi soci; ma con la recita continua del Rosario l’Associazione
intende, nello stesso tempo, sostenere
tutte le iniziative che nel mondo vengono prese a favore dei più poveri, dei
piccoli, degli anziani, degli ammalati…
La preghiera è l’attività specifica che
promuove l’Associazione e concretamente suggerisce il Rosario che, tra le
sue infinite doti, ha quella di essere il
“compendio del Vangelo” e la forma
più accessibile e collaudata per aiutare
a “pensare” la fede, a contemplare con
le formule bibliche che usa – il Padre
nostro e l’Ave Maria – i misteri fondamentali della nostra fede.
L’Associazione da parte sua, dopo averci fatto riscoprire l’urgente necessità
della preghiera, c’invita, con la nostra
personale iscrizione, a fare un gesto
d’amore in più verso la Madonna con
l’impegno mensile dell’Ora di Guardia.
”L’Ora di Guardia” è la recita personale o comunitaria del Rosario. È un’Ora
di preghiera che ci collega a quella che
Gesù chiese ai tre Apostoli prediletti
nell’Orto degli Ulivi.
La somma delle singole ore di preghiera che ogni persona o gruppo fa,
permette all’Associazione di realizzare
la recita continua, giorno e notte, del
Rosario, che perciò diventa “Rosario
Perpetuo”.
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Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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Ogni iscritto, anche se senza obbligo di voto qualora tralasciasse la sua
Ora di preghiera, sa che in quell’Ora
prega a nome di tutti gli altri iscritti e
questi, nel loro turno, pregheranno per
lui in tutte le altre ore del mese.
In questo mese di maggio 2012, durante l’anno della fede, vogliamo cercare di dare nuovo impulso all’Associazione, risvegliare in tutti il desiderio di
una recita più fruttuosa del Rosario e
favorire l’adesione di numerose persone alla religione cristiana.
Certi di suggerire, con il Rosario, u-
na valida via di santificazione, in questo bollettino presentiamo, accompagnata da varie meditazioni, la nostra
stessa Associazione con la sua meravigliosa finalità di preghiera e i molteplici
vantaggi spirituali che ne provengono
a coloro che vi aderiscono con il desiderio di crescere nell’amore verso la
Madonna e testimoniarlo con la propria
vita, coerente alle verità della fede che
meditiamo.
Invocando la benedizione della Madonna per tutti, vi saluto cordialmente.
P. Eugenio Zabatta op.
Perché iscriversi al Rosario Perpetuo?
Ecco la mia risposta! Perché iscriversi:
- costituisce un libero atto di amore in più verso la Madonna.
- ci fa ritrovare in unione stretta di preghiera con gli altri iscritti.
- ci rende partecipi di numerose indulgenze.
- ci assicura le preghiere di suffragio e infine
- ci libera dall’isolamento e dal pessimismo.
Perché attendere ancora? Contribuisci anche tu, con la tua ora di preghiera mensile, alla recita continua del Rosario che facciamo: a lode di
Dio e ad onore di Maria; a vantaggio delle nostre anime e a salvaguardia
dei veri valori di vita umana e cristiana.
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Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
Che cos’è l’Associazione
del Rosario Perpetuo?
L’Associazione del Rosario Perpetuo
è, di sua natura, fondata sulla preghiera. Essa è “un movimento apostolico
laicale di preghiera” e più precisamente di preghiera con il Rosario. È, si direbbe, “una società di mutuo soccorso
spirituale”.
Lo scopo principale per cui è stata
fondata è di elevare la lode perpetua
alla Madre di Dio con la recita del Rosario, che Lei stessa ha ispirato e che
più volte ha detto di gradire, ma nello
stesso tempo la nostra Associazione è
stata fondata per invocare Maria perché
ottenga dal Signore le grazie necessarie
per il mondo, per i nostri cari e per ognuno di noi.
Non basta infatti progettare opere
sociali o caritative, ma bisogna pregare perché solo con l’aiuto e la grazia di
Dio possono realizzarsi e raggiungere il
loro scopo. C’è un salmo, che dice: “Se
il Signore non costruisce la casa, invano
vi faticano i costruttori” (Sal. 127, 1).
L’errore, l‘illusione pericolosa del
nostro tempo è questa: crediamo di poter fare senza preghiera. Quindi abbandoniamo la preghiera, ma poi ci accorgiamo che senza Dio non possiamo far
nulla. Il mondo, la società, le famiglie
con i gravi problemi che li opprimono non possono farcela da soli: urge la
preghiera ed è proprio la preghiera del
Rosario che è particolarmente adatta ad
ottenerci la pace nel mondo e l’unione
e l’armonia nella famiglia.
Sì! La nostra Associazione incrementa la preghiera del Rosario riunendo insieme le persone che credono nel suo
valore e sanno che l’unione degli intenti e la preghiera dei molti è più facilmente esaudita.
(P. Eugenio Zabatta op).
•••
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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ave
Maria !
E il «sì» di Maria è per tutti i cristiani lezione ed
esempio per fare dell’obbedienza alla volontà del Padre
la via e il mezzo della propria santificazione.
(Marialis cultus, 21).
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
Maria, è soprattutto modello di quel culto che consiste nel fare della propria vita
un’offerta a Dio: dottrina antica, perenne, che ognuno può riascoltare… porgendo
l’orecchio alla voce stessa della Vergine, allorché essa… rispose al messaggero di
Dio: Ecco la serva del Signore: sia fatto di me secondo la tua parola (Lc 1,38).
La Vergine del “sì”:
un modello da imitare
«Ave, Maria, clemente e pia,
Vergine serena!
Il Signore è con Te,
e tu rimani con me.
Benedetta Tu fra le donne,
Tu che generasti la pace agli uomini
e agli Angeli la gloria.
E benedetto il frutto del tuo ventre,
il quale, perché fossimo suoi coeredi,
ci fece (creò) per grazia. Amen.
(Fr B. Salimbene, Cronache,
Parma 1233).
Ave Maria, piena di grazia
tu se’ la via ch’a vita ci porta
ritrai dalle tenebre e dalla pena
noi gente terrena,
in grave turbanza …
(Laudario di Cortona, sec. XII).
O Maria dolcissima.
o Madre pietosissima,
grazie a te son perdonati i colpevoli;
o Madre mitissima,
grazie a te ai giusti è data la gloria.
(Mouton. Tropolatino, sec. XV).
La nuova storia dell’umanità iniziò il
suo cammino verso la luce inestinguibile della speranza gioiosa con due “sì”
integri, definitivi, fedeli: il “sì” di Cristo
e quello di sua madre, Maria.
Il primo, fondamento e sostegno del
secondo, fu quello di Cristo: «Ecco, io
vengo, o Dio, per fare la tua volontà»
(Eb 10,7); il secondo rese possibile la
realizzazione del primo: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me
quello che hai detto» (Lc 1,38).
L’incarnazione di Cristo fu misteriosamente «condizionata» dal “sì” di sua
madre. Questa considerazione, ricca di
significato, ingrandisce la dimensione
del “sì” trascendente di Maria.
Un annuncio semplice.
Il “sì” di Maria nell’inatteso annuncio
dell’angelo fu semplice, naturale, quasi potremmo dire, infantile, come erano
stati il suo “sì” di bambina ubbidiente
agli ordini ed alle mansioni assegnate a
lei dai suoi genitori, che vivevano una
vita sociale e religiosa serena e mode-
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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sta. Per questo la proposta dell’angelo
sconcertò momentaneamente la discreta fanciulla di Nazareth. Tuttavia, Maria
intuì che le parole dell’angelo racchiudevano una misteriosa offerta, dietro la
quale si celava la volontà del Signore.
Era una proposta di per sé intricata,
delicata ed incomprensibile. Davanti al
Signore aveva promesso e deciso di essere vergine: «non conosco uomo», ed
ora le parole dell’angelo le proponevano la maternità.
La giovane vergine ignorava tutte le
implicazioni del suo “sì” e tuttavia fu
un “sì” incondizionato, nonostante la
sua vita si stesse trasformando in un’avventura imprevista e sorprendente; un
“sì” senza incertezze di fronte ai misteri
che si sarebbero celati nelle pieghe della sua vita; un “sì” totale che non conservava angoli riservati.
Fu un “sì” libero, definitivo e fiducioso. Pio XII disse che la vera libertà
nasce da Maria, che fu la più libera di
tutti, perché fu la più santa (Lettera «Ab
octaviensi archidiocesi», 25-III-1947).
Quel “sì” si sarebbe via via inchiodato nel suo cuore fino a strapparglielo
del tutto sul Calvario.
Il suo primo “sì” fu umile, raccolto,
un po’ timoroso e turbato; l’ultimo fu
un “sì” di dolore, di sangue, maturo,
come quello di suo figlio Gesù: «Non
ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro» (Is 50,5).
Una vita offerta a Dio.
Il “sì” di Maria nell’annunciazione
e quello sul Calvario non sono separati
l’uno dall’altro. Sono uniti dal “sì” continuo di una vita offerta a Dio nella fedeltà alla Volontà di Dio e a quella di
suo figlio.
La spada di dolore rivelata dall’anziano Simeone accompagnò Maria per
Stendardi dei Misteri del S. Rosario pronti per la processione in onore della B.V. Maria.
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Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
tutta la vita. La dolce Maria affrontò le
difficoltà, superò gli ostacoli, resistette alle contrarietà e perseverò fino alla
fine. Fu un “sì” senza intervalli, senza
vuoti, senza pause.
Il Marialis aureo, un libro mariano
del XIII secolo, commentando la parola
«serva», dice: «Maria voleva sempre ciò
che Dio voleva. Quando Dio volle che
facesse il voto di verginità, immediatamente acconsentì; quando Dio volle
che accettasse il matrimonio, immediatamente acconsentì; quando volle che
concepisse il Figlio di Dio, immediatamente lo desiderò; quando volle che suo
Figlio si dirigesse in Egitto, vi si recò rapidamente… Questo significa che i suoi
occhi erano fissi nelle mani di Dio».
Fu un “sì” che non si piegò neppure
di fronte al pubblico insuccesso di suo
Figlio. Filarete, un patriarca di Mosca
del XIX secolo, riassume così l’offerta
totale da parte di Maria della sua vita a
Dio e a suo Figlio: «Maria consegnò a
Dio tutta la sua volontà, tutti i suoi pensieri, la totalità del suo essere, di tutte
le sue facoltà, di tutte le sue azioni, di
tutte le sue speranze e di tutte le sue aspirazioni» (Omelie).
La vita di Maria è un continuo “sì”;
è il “sì” della prima discepola di Cristo
e di ogni seguace di Cristo che ha dato
ascolto alla chiamata a seguirlo, e tale
chiamata esige il rimanere nello stato
nel quale la persona scelta è stata chiamata (cf I Cor 7,20).
Annota al riguardo Cassiano: «Molte
sono le vie che conducono a Dio. Per
questo motivo, ognuno deve seguire
con decisione irrevocabile il modo di
vita che per primo abbracciò, mantenendosi fedele alla sua prima direzione. Quale che sia la vocazione scelta,
potrà giungere ad essere perfetto in es-
sa! (Cassiano, Conlationes, 14). Maria
avrebbe meditato nel suo cuore l’invito che suo Figlio fece ai suoi discepoli.
«Nessuno che ha messo mano all’aratro
e poi si volge indietro, è adatto per il
regno di Dio» (Lc 9,62).
Per una società che ha paura delle
scelte fondamentali e definitive, per una società che sfugge gli impegni seri
ed inalterabili, per una società che trema e si spaventa quando deve fare propositi fermi, stabili e permanenti, Maria
è un esempio luminoso; per una società
dove la fedeltà è un fiore esotico e dove le redini della nostra vita sono impugnate dalle mode, dagli interessi immediati, dall’influsso delle vetrine; per una
società che è allergica alle decisioni
durature; in una società in cui scarseggiano gli uomini fedeli alla parola data; per una società così configurata e di
fronte ad una cultura che vive del «tutto
dipende da», Maria, le vergine del “sì”,
ci si presenta non solo come un ideale
chiaro, ma altrettanto imitabile.
Alla luce di questo esempio di Maria, è bene ricordare le parole di Cristo:
«sia il vostro parlare sì, sì; no, no» (Mt
5,37). Questo criterio di comportamento e al contempo precetto morale è un
appello severo e chiaro di fronte all’andirivieni con cui affrontiamo il nostro
impegno cristiano.
Anche san Giacomo ricorda alla prima comunità cristiana questo insegnamento di Cristo (cf Gc 5,12).
In definitiva, Maria non fece altro se
non ciò che san Paolo ci ricorda di Gesù: «In lui ci fu solamente un “sì”» (cf
2Cor 1,20).
(Floran Rodero –
in L’Oss. Rom. 25 marzo 2007 p. 9).
•••
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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“UN CONTINUO SACRIFICIO DI LODE”
In Gesù, con l’intercessione materna di Maria, tale sia la nostra preghiera
che, meditando i misteri della fede, eleviamo concordi al Signore.
È sempre una gioia pensare che Gesù ci ha dato come madre la sua stessa madre: sappiamo quanta dolcezza
e quanto coraggio, questo mette nella
nostra vita spirituale. Anche nella preghiera ci sentiamo più arditi e sicuri di
essere ascoltati.
Nella lettera agli Ebrei troviamo
questo importante insegnamento, che
possiamo rileggere come se ci venisse
dato direttamente da Maria. (Eb. 13,15
– 17, 20-21). “Per mezzo di Gesù Cristo
offriamo continuamente un sacrificio di
lode a Dio”.
Questa raccomandazione ci richiama la finalità della nostra Associazione del Rosario Perpetuo che ci propone
l’unione delle nostre ore di preghiera
per realizzare, appunto, una lode continua al Signore, con l’aiuto della Madonna che l’avvalora.
La nostra anima, infatti, deve essere
sempre in attitudine di lode e di ringraziamento, e per questo dobbiamo aver
coscienza dei grandi doni che continuamente Dio ci fa per mezzo di Gesù. È Dio stesso che porta a compimento, realizza, quanto nella preghiera Gli
abbiamo chiesto o meglio diciamo che
Egli realizza quanto ci ha dato l’ardimento di chiedergli.
Una volta convinti di questo, la riconoscenza ci spinge a compiere con gioia gli altri sacrifici che l’autore della lettera ci consiglia di fare. Eccoli: “Non
10
scordatevi della beneficenza e di far
parte dei vostri beni agli altri, perché di
tali sacrifici il Signore si compiace”.
È il sacrificio della carità fraterna,
nella continua apertura agli altri per fare del bene, aiutare, per condividere
con loro quello che abbiamo. In questo
modo noi continuiamo l’offerta di Cristo nella realtà della nostra vita, anzi è
lui che continua in noi la sua offerta.
Oltre alla preghiera, infatti, anche se
in piccola misura, noi del Rosario Perpetuo, mettiamo insieme il sacrificio di
piccoli contributi (pochi euro l’anno),
frutto di personali rinunzie, per aiutare l’Associazione non solo a sopravvivere (stampe, corrispondenza, spese di
ufficio), ma anche a realizzare qualche
LI PUNTI (SS).
Alcune zelatrici
guidano
l’Ora di Guardia.
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
opera buona per le missioni o per altre
persone che si trovano nell’indigenza e
nell’incapacità di procurarsi quanto è
necessario per vivere.
Se viviamo così, il Dio della pace
potrà renderci perfetti in ogni bene per
mezzo di Gesù, nostro Signore, operando in noi la sua volontà. Come lui
ha compiuto in sé la volontà del Padre,
così anche noi possiamo compierla
per mezzo di lui trovando la pace, la
gioia, la carità piena.
In tutto ciò Maria è la nostra guida,
lei che ha sempre offerto a Dio un sacrificio di lode, e ha fatto della sua vita
una continua offerta al Signore.
Lei che ama maternamente tutti gli
uomini, che è sempre l’umile serva del
Signore, completamente sottomessa alla sua volontà ci invita ad imitarla nel
nostro cammino spirituale.
Sì, ripetiamoci! Maria è l’esempio
di quel culto che consiste nel fare della
propria vita una continua offerta al Signore. Lei ci sia maestra e guida, lei che
è nostra avvocata e madre.
•••
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, per mezzo di Gesù offriamo a Dio continuamente un
sacrificio di lode, cioè il frutto di
labbra che confessano il suo nome.
Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni,
perché di tali sacrifici il Signore si
compiace….
Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande
delle pecore, in virtù del sangue di
un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni
bene, perché possiate compiere la
sua volontà, operando in voi ciò
che a lui è gradito per mezzo di
Gesù Cristo, al quale sia gloria nei
secoli dei secoli. Amen.
(Lett. agli Ebrei 13,15 –17,20-21).
Anche noi dunque, circondati
da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di
peso e il peccato che ci assedia,
corriamo con perseveranza nella
corsa che ci sta davanti, tenendo
fisso lo sguardo su Gesù, autore e
perfezionatore della fede.
Egli in cambio della gioia che
gli era posta innanzi, si sottopose
alla croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a
colui che ha sopportato contro di
sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate
perdendovi d’animo. [4]Non avete ancora resistito fino al sangue
nella vostra lotta contro il peccato.
(Lett. agli Ebrei 12, 1-4). •••
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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FIRENZE. Basilica S. Maria Novella.
Domenico Ghirlandaio (Firenze 1449-1494).
S. Giovacchino è allontanato dal Tempio.
Per la scelta che Dio ha fatto di
Gioacchino ed Anna, quali fortunati
genitori della Vergine Maria, Madre
di Gesù, la pietà popolare ha riconosciuto in loro doni speciali di grazia
per cui con affetto ha nutrito per essi
un culto straordinario e anche in
Italia è assai esteso. È il protovangelo
di Giacomo, uno scritto apocrifo del
12
sec. II, che dà i nomi di Gioacchino
ed Anna. La promessa fatta ad Abramo, prossima alla realizzazione, passò
anche attraverso di loro. Essi sono
veramente “beati” insieme con la loro
Figlia, esaltata da tutte le generazioni
perché «Madre di Dio». La liturgia
li festeggia insieme il 26 luglio. Santi
Gioacchino ed Anna, pregate per noi.
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
dai vangeli apocrifi: notizie di una tradizione
STORIA DEI SANTI
GIOACCHINO e ANNA
genitori della Vergine Maria
Oltre ai libri del Vangelo approvati
dalla Chiesa, ci sono i libri dei Vangeli
apocrifi ai quali la tradizione cristiana
dà un certa attenzione quando riferiscono fatti verosimili che non contrastano con la Rivelazione.
È proprio ai Vangeli apocrifi che si
sono ispirati gli artisti nel ricordare la
storia di Gesù. In uno di questi, nel
“Protovangelo di Giacomo (II secolo),
si narra come Anna, già avanzata negli anni, non avesse dato figli a Gioacchino, suo marito, il quale un giorno si
vide rifiutare la sua offerta al tempio di
Gerusalemme proprio perché senza figli, senza discendenza.
Addolorato e turbato, Gioacchino
prese il suo gregge e si ritirò sui monti in volontario esilio perché nella sua
tribù (quella di Giuda) la sterilità era ritenuta una maledizione di Dio, mentre
Anna, triste e avvilita, pregava nella casa deserta, presa da profonda angoscia.
Dio, però, premia il dolore di entrambi e manda un angelo, prima sul
bianco gregge di Gioacchino e poi nella fredda casa di Anna, annunciando
che il tempo della prova era finito e che
il Signore avrebbe fatto fiorire nella loro
vecchiaia il più bel fiore dell’umanità;
che sarebbe nata una fanciulla vestita
di sole; che da loro, disprezzati e umiliati, sarebbe sbocciato il giglio della
convalle; che sulla loro casa si sarebbe
aperta la rosa mistica.
Turbato ed emozionato, Gioacchino
raduna il gregge e mentre è sulla via del
ritorno vede Anna che gli va incontro
dinanzi alla “Porta Dorata” della città,
per un abbraccio tenero e silente.
Tra gli artisti che si sono ispirati a
questo libro apocrifo è Giotto. Di lui
nella cappella degli Scrovegni, a Padova, c’è un suo dipinto, veramente bello
e suggestivo, dell’incontro di Gioacchino ed Anna. È un abbraccio pieno di
profonda tenerezza e dolcezza, con la
mano delicata e gentile di lei che accarezza la bianca e ricciuta barba di lui,
simbolo di una fedeltà mai venuta meno nel tempo.
Un altro grande artista, Domenico
Ghirlandaio, nei grandiosi affreschi di
tutta la vita della Madonna nella basilica di S. Maria Novella di Firenze,
presenta la scena della espulsione di
Gioacchino dal Tempio, mentre stringe
al petto l’agnello che avrebbe voluto
offrire sull’altare, quasi annunzio della
“vera agnella” che sarebbe nata, dal suo
matrimonio con Anna.
Giustamente la fantasia degli artisti
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
13
si compiace di immaginare, poi, l’anziana mamma che, allietata da una figlia così predestinata, le insegna le faccende di casa e maggiormente a pregare e a leggere nei libri sacri i Salmi, non
pensando che la loro piccola figlia sarà
la «benedetta fra tutte le donne».
Quante nostre nonne hanno insegnato ai ragazzi pagine di storia sacra e
belle preghiere, che si recitavano a fior
di labbra e con il gusto del cuore e mai
dimenticate anche da adulti!
Erano, queste nonne, le autentiche
“maestre“ di quel prezioso libretto conosciuto come il “Catechismo di S. Pio
X”, vero condensato di tutta la dottrina
cristiana. Erano esse che, tra l’altro, comunicavano una sana e pia devozione
ai santi Gioacchino ed Anna, genitori di
Maria, la Madre di Dio.
E anche oggi, fortunatamente, ci sono nonni e nonne che oltre a dare una
mano alla crescita dei nipotini, provvedono sapientemente a formarli spiritualmente insegnando loro le preghiere
fondamentali della fede cristiana.
Siamo lieti di esprimere per loro,
anche da queste pagine, sentimenti di
stima e di riconoscenza. La figura dei
nonni è oggi, nella nostra società, un
po’ dimenticata e andrebbe recuperata in parallelo allo sforzo fatto a favore
dell’unità della famiglia.
La presenza dei nonni non è trascurabile ai fini di una maggiore serenità nel nucleo familiare, pur salvando
quella autonomia che devono avere le
nuove famiglie e senza cadere nell’eccesso opposto per cui i figli non hanno
iniziativa e responsabilità.
Anche e soprattutto nei rapporti di
famiglia regni sempre la carità, la comprensione, l’affetto, l’altruismo.
(a cura di P. Eugenio Zabatta op.)
14
«Poiché doveva avvenire che la
Madre di Dio nascesse da Anna,
la natura non osò precedere il germe della grazia, ma rimase senza il
proprio frutto perché la grazia producesse il suo. Doveva nascere, infatti, quella primogenita dalla quale
sarebbe nato il primogenito di ogni
creatura “nel quale tutte le cose sussistono” (Col. 1,17).
O felice coppia, Gioacchino e
Anna! A voi è debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito,
ossia quella casta madre, che sola
era degna del Creatore.
Rallegrati, Anna, “sterile che non
hai partorito; prorompi in grida di
giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori” (Is 54,1).
Esulta, o Gioacchino, poiché dalla tua figlia è nato per noi un bimbo,
ci è stato dato un figlio e il suo nome sarà Angelo di grande consiglio,
di salvezza per tutto il mondo, Dio
forte (cf Is 9,6). Questo bambino è
Dio”
(S. Giovanni Damasceno). •••
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
LA LODE PERPETUA ALLA MADONNA
È LA SINGOLARE FINALITÀ
DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE
La nostra Associazione del Rosario Perpetuo, fondata da P. Timoteo Ricci,
domenicano, nel 1630, indebolita poi per motivi socio-politici,
tornò a rifiorire in Italia per opera di un altro domenicano, P. Costanzo Becchi,
che nell’ottobre del 1900 rilanciò il Rosario Perpetuo
dalla splendida basilica-Santuario di S. Maria Novella di Firenze
e fu approvata da Papa Leone XIII, il 28 marzo 1901.
Da allora il progresso della nostra Associazione è stato costante, e
attualmente è ricca di alcune centinaia di migliaia di iscritti… L’impegno
fondamentale di coloro che aderiscono è la recita del Rosario, da soli o
comunitariamente, per un’ora intera - concordata con la direzione - una volta
al mese, in modo che il santo Rosario venga recitato perpetuamente.
Avvicendandoci nella recita della
corona del santo Rosario per ogni ora
del mese, “procuriamo” una lode continua alla Madre di Dio. Cooperare affinché questa lode a Maria sia “perpetua”
è il santo vanto di figli devoti verso la
loro Madre Celeste.
Il nostro impegno è semplice e piacevole: ciascuno di noi indica, a scelta,
un’ora di preghiera in più al mese con la
recita dei misteri del Rosario. Quest’ora di preghiera la chiamiamo: “Ora di
Guardia” a richiamo di quell’Ora di
preghiera che Gesù chiese ai suoi Apostoli prediletti, nell’Orto degli ulivi.
Questo gesto di filiale affetto, da
parte nostra, fa sì che in tutte le ore
del mese ci siano alcuni che recitano
il Rosario a lode di Maria. Gesto che
si ripete mese per mese, secondo le intenzioni dettate dall’Associazione, non
per colpire l’opinione pubblica, ma per
impetrare da Dio, con l’aiuto della Madonna, quegli aiuti indispensabili per il
bene spirituale delle persone e perché
le iniziative umanitarie, sociali, politiche, con le loro istituzioni, riescano nel
loro scopo.
Animati da motivi esclusivamente
spirituali, cioè, preghiamo in unione
stretta con innumerevoli fratelli e sorelle, come avvicendandoci davanti al trono di Maria, a vantaggio continuo degli
uni per gli altri.
Questo “vantaggio”, che ci procuriamo gli uni gli altri, è immancabilmente collegato con la preghiera di lode a
Maria; è il primo frutto prezioso della
nostra appartenenza all’Associazione
del Rosario.
La nostra devozione a Maria, che
esprimiamo in modo efficace con la
recita del Rosario, in solidale unione
con gli altri iscritti all’Associazione, in
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
15
certo modo ci fa “partecipare”, con la
“mediazione di grazia” della Madre di
Dio, alla stessa “unica” mediazione di
Cristo.
Così dicendo non vorrei andare oltre
l’insegnamento della Chiesa, ma neanche dimenticare quel mistero di grazia
che, soprattutto attraverso i Sacramenti,
ci viene dato di vivere.
Con il Rosario noi, infatti, come leggiamo nella lettera di Giovanni Paolo II,
“Rosarium Virginis Mariae”, non solo
preghiamo Maria, ma preghiamo con
Maria (n. 16). Secondo il Papa del “Totus Tuus”, noi, con il Rosario, continuiamo il Magnificat di Maria, ringraziando Dio per il “capolavoro” compiuto in
Lei: l’Incarnazione del Figlio Suo (n. 1).
La venerazione a Maria ci viene raccomandata caldamente dalla Chiesa e
dai Santi tutti.
Penso in questo momento alle parole di San Bernardo: “Veneriamo Maria
con tutto l’impeto del nostro cuore, dei
nostri affetti, dei nostri desideri. Così
vuole Colui che stabilì che noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria”.
Ma riconoscere la Sua singolare dignità, in qualche modo, vorrei sottolineare, è come seguire, conformarsi a
Maria in quella mediazione di grazia
del Redentore di cui Lei è partecipe in
modo unico e universale.
Il principio di questa “mediazione”
lo indica, ad esempio, la Lumen Gentium quando dice: “L’unica mediazione
del Redentore non esclude, ma suscita
nelle creature una varia cooperazione
partecipata da un’unica fonte” (n. 62).
Per cui non c’è dubbio che l’unico
Mediatore tra Dio e l’uomo è Gesù (I
Tim. 2,6), e che “nessuno può andare al Padre se non per mezzo di Lui”
(Gv. 14,6), ma la Sua Mediazione è così grande e universale che Egli la può
partecipare, in diversa misura, alle sue
creature.
Certo il primo posto lo riceve Maria,
per il suo ruolo di Madre, tanto che non
dobbiamo esitare a chiamarla “Media-
FIRENZE. S. Maria Novella. Insieme per l’Ora di Guardia.
16
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
trice di tutte le grazie”, ma possiamo
chiamare “mediatori” anche gli Apostoli, i Martiri, i Santi.
Non ci dobbiamo meravigliare di
questo se pensiamo a quanto hanno ripetuto i Padri del Concilio nella Lumen
Gentium: “I fedeli dopo essere stati incorporati a Cristo con il battesimo e…
resi partecipi dell’ufficio sacerdotale,
profetico e regale di Cristo (n. 31) …
Egli intimamente li congiunge alla Sua
Vita e alla sua Missione” (n. 34).
In altre parole tutti noi, incorporati
a Gesù, siamo resi solidali gli uni con
gli altri anche per la nostra salvezza e
quindi ciascuno di noi deve portare il
peso e la gioia del fardello degli altri
secondo l’indicazione dell’apostolo Paolo: “portate i pesi gli uni degli altri”
(Gal. 6,2) e ancora “noi siamo collaboratori di Dio” (I Cor. 3,9), ognuno, cioè,
in qualche modo è anche intermediario, mediatore di salvezza per gli altri.
Noi non siamo operatori della salvezza; non siamo cioè gli artefici della
salvezza, ma siamo intermediari, e, in
questo senso, mediatori della salvezza
gli uni per gli altri.
San Giovanni Crisostomo, richiesto
chi per lui fosse il cristiano, rispose:
”il cristiano è colui che è responsabile
di tutti gli uomini”. Per quanto stiamo
dicendo, questo è proprio vero perché
“tutti sono mediatori per tutti”.
Chi pensa diversamente, lo sappia o
no, fa del Regno di Dio, della “Comunione dei Santi” che professiamo nel
Credo, della Chiesa, del Regno dell’amore, una pura collettività di individui
isolati che, in ultima analisi, per la salvezza non avrebbero nulla a che fare
gli uni per gli altri.
La nostra Associazione del Rosario
Perpetuo unendoci strettamente, per
mezzo del Rosario, con Maria e tra noi,
tende a farci vivere degnamente questa
“Comunione dei Santi”. E l’opera, la
carità prima e più grande che possiamo
fare al prossimo è la preghiera per lui.
L’Associazione ha scelto per noi la
preghiera che è “compendio del Vangelo” e perciò la più preziosa dopo la
Santa Messa: la preghiera ispirata dalla
stessa Madre di Dio, cioè la recita del S.
Rosario … e per una così nobile causa.
Quando, davanti a Dio, renderemo
conto dei doni e dei talenti ricevuti,
sarà motivo di gioia per noi aver compiuto, con il Rosario, ciò che come
“mediatori” avremmo dovuto fare per il
nostro prossimo.
(La Redazione)
Io credo in Te, Signore
O Signore, fa che la mia fede
sia piena, senza riserve,
sia libera, senza costrizioni,
sia certa, senza esitazioni,
sia gioiosa e dia pace e letizia
al mio spirito, senza paure;
che la mia fede sia operosa,
senza pigrizia,
alimento continuo di speranza.
O Signore, fa che la mia fede
sia umile, senza presunzioni,
sia fede schietta, spontanea,
limpida,
che non segua ragionamenti
contorti e sterili,
ma condotta dallo Spirito
Santo, che è la tua Luce,
trovi garanzia nella Scrittura,
forza nella Tradizione,
e sia confortata dal Magistero
della tua santa Chiesa. •••
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
17
«Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sè una così grande
ostilità dei peccatori, perchè non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora
resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato» (Eb. 12, 3-4).
LA NOTTE IN CUI
HANNO ARRESTATO GESÙ
La notte in cui hanno arrestato Gesù, nell’orto del Getsemani, doveva essere una notte di grande tensione e di
sospetto in contrasto con lo splendido
plenilunio di primavera; persino curioso, poi, un tale spiegamento di forze
contro un personaggio tanto pacifico,
quale era Gesù.
Qualcuno, tra i suoi, aveva tentato un gesto di resistenza, estraendo la
spada, ma subito era stato bloccato dal
gran buon senso di lui, il Maestro.
Poi, tutto era finito alla svelta: il traditore aveva dato il suo perfido segnale,
i discepoli fuggiti pieni di spavento, Gesù trascinato via in catene.
Questi i fatti! Però gli evangelisti non
si accontentano di raccontarceli: ci invitano a meditarli, per comprenderne
il senso. Ognuno di loro, attingendo a
particolari ricordi, ce ne offre una particolare interpretazione, frutto di lunga e
amorosa riflessione, per farceli rivivere.
San Marco: l’amara delusione del
Messia respinto.
Il racconto di san Marco è triste, lascia dentro qualcosa di amaro. Gesù
sembra quasi trascinato dagli eventi,
sorpreso, ferito nell’anima: non reagi-
18
sce al bacio umiliante di Giuda, non
interviene al gesto violento di uno dei
suoi. Prima ancora che se ne renda ben
conto, si trova avvinto nelle catene.
Solo allora sembra scuotersi, in una amarissima protesta: «Come se fossi un
brigante, siete venuti ad arrestarmi con
spade e bastoni?». È la tristezza di un’anima colma di amore, che riceve odio
e ripulsa.
In fondo, nella persona di Gesù si
compie l’amaro mistero del Dio biblico
che ha amato il suo popolo e ne è stato
respinto; e il lamento di Gesù riprende il grande lamento della Legge (“Hai
abbandonato il Dio che ti ha creato!“
Deut. 32,18) e dei Profeti (“O popolo
mio, cosa ti ho fatto?” Mich. 6,3).
Ma proprio attraverso lo strazio morale dell’ingratitudine e dell’odio, che
lo porterà in croce, il Messia doloroso salverà il popolo che lo ha respinto.
Questa è la severa meditazione del secondo Evangelista.
San Matteo: la spontanea immolazione del Cristo Signore.
Alcuni dettagli sono sufficienti a caratterizzare il racconto di san Matteo, il
quale - lo si nota subito - riesce a im-
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
FIRENZE. Museo S. Marco.
Beato Angelico
(1387-1455).
Gesù catturato è portato
al Calvario.
primervi un tono di dignità serena, e
quasi dominatrice. Gesù tronca le false
dimostrazioni di amicizia di Giuda (“Fa
quel che devi fare!”), tronca sul nascere
l’impossibile difesa di un discepolo (“rimetti la spada nel fodero“), e con una
calma addirittura incredibile - in mezzo a tanto trambusto - gli recita persino un proverbio (“Chi prende la spada,
perisce di spada”); ma sono le restanti parole di Gesù che colpiscono, perché in esse, presenti solo nel ricordo di
Matteo, è contenuto tutto il significato
teologico della scena: «Credi che non
potrei pregare il Padre? Lui mi fornirebbe immediatamente dodici legioni di
angeli! Ma allora come si compirebbero le Scritture?». Dunque Gesù muore
liberamente. Non è travolto dagli avvenimenti, non è la soldataglia e i bastoni
contro di Lui che dispone, se vuole, di
eserciti angelici (12 legioni, quasi centomila angeli!); è la sua volontà che lo
spinge a immolarsi, il suo amore. Ecco
la serena meditazione del primo evangelista.
San Luca: l’amoroso perdono del
Salvatore pietoso.
Subito nelle parole che Gesù rivolge a Giuda si rivela il particolarissimo
intento che ha guidato san Luca a descrivere in altro modo la scena: «Giuda,
con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?». Amaro, ma estremamente dolce,
quasi un ultimo disperato richiamo.
E di nuovo il gesto inconsulto e inutile, del discepolo che brandisce la spada. Gesù interviene di colpo, con una
frase netta: «Fermi! Basta così!» (non è
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
19
più il tono didascalico rilevato da Matteo), e poi si curva, con infinito riguardo, a toccare l’orecchio ferito di uno
degli aggressori, e a guarirglielo.
L’ultimo miracolo compiuto da Gesù
- solo san Luca lo ricorda - è dedicato
all’aggressore violento che gli si stava
avventando contro per incatenarlo e
condurlo a morte! Gesù risponde con
la commozione e la pietà, e uno spiegamento di potenza divina, al suo odio;
con l’amore, la dolcezza, la bontà.
È lo stesso Gesù che perdonerà a
Pietro, pregherà il Padre per i crocifissori, prometterà la salvezza al ladrone
pentito. Questa è la meditazione di san
Luca: la Passione di Gesù è la rivelazione dell’amore divino che perdona.
San Giovanni: la rivelazione della
divina potenza in Cristo.
In modo paradossale certo, ma insieme, facendo assegnamento su una
sapienza veramente ispirata, il quarto
evangelista ha trasformato il racconto della tremenda Passione in una perorazione appassionata per dimostrare
la potenza messianica di Gesù e la sua
gloria divina.
Questo intento è chiaramente riconoscibile nella descrizione della scena
dell’orto. Nel suo raconto, è Gesù che
va deciso incontro alle guardie, non viceversa; Lui le affronta, guidato da una sovrumana prescienza («sapendo
già tutto ciò che doveva accadere»),
prende l’iniziativa con piglio addirittura autoritario («Chi cercate?»), e, fattosi
riconoscere («Sono Io»), la severa maestà della sua parola e della sua persona
colpisce gli avversari spingendoli indietro e facendoli stramazzare.
Una scena veramente inaspettata
20
in uno scenario simile, e che nulla nel
racconto degli altri evangelisti avrebbe fatto prevedere. Ma Giovanni vuol
dimostrare che nella persona di Gesù,
soprattutto del Gesù sofferente, si rivela
la Divinità. Anche durante la Passione,
Giovanni non dimentica che il Cristo è
il Verbo per mezzo del quale tutto è stato fatto.
Nella sua incomparabile dignità,
Gesù, al momento dell’arresto, impartisce degli ordini («lasciate liberi costoro!), non solo per dimostrare che non
subisce gli avvenimenti, ché anzi li domina, ma soprattutto perché sia chiaro
a chiunque medita la Passione, che in
Gesù si rivela la Divinità misericordiosa
e buona. È la conclusione di Giovanni:
la sofferenza e la morte di Gesù rappresentano il momento sublime della storia dell’umanità in cui gli uomini ritrovano Dio, perduto con il peccato, e da
questo incontro escono prostrati nell’adorazione e trasformati da una potenza
di grazia. Gesù che soffre è il Dio onnipotente e amoroso che «attira tutti a sé»
(Omnia traham ad meipsum).
Concludendo: è straordinario come
da un episodio tanto breve e semplice,
raccontato sostanzialmente allo stesso
modo, con gli identici personaggi e gli
identici gesti, i quattro evangelisti siano riusciti a trarre tanti e così diversi significati. Il segreto sta nel loro modo di
avvicinare i fatti della Passione: meditandoli! Chiunque legga i loro racconti si sente invitato a imitarli e allora le
quattro interpretazioni sulla scena triste
e nobile del Getsemani si fondono in
unico armonico messaggio che parla al
cuore, uscendo vivo dal cuore sofferente di Gesù.
(P. M. Laconi).
•••
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
Ricordando l’insegnamento di Benedetto XVI
e la sua devozione al santo Rosario
GUARDATE! TIRO FUORI IL ROSARIO
DALLA MIA TASCA
Nel suo viaggio in Benin (Africa equatoriale), dopo la presentazione della
esortazione apostolica Africae munus,
Benedetto XVI, visitando il foyer Pace
della Suore della carità, si è rivolto alle famiglie e ai ragazzi: «E che cos’è la
preghiera? È un grido d’amore lanciato
verso Dio nostro padre con la volontà
di imitare Gesù nostro fratello.
Gesù si ritirava in disparte per pregare! Come Gesù, anch’io posso trovare
ogni giorno un luogo calmo in cui mi
raccolgo davanti a una croce o a un’immagine sacra per parlare a Gesù e ascoltarlo. Posso anche usare il Vangelo.
Poi conservo nel mio cuore un passo
che mi colpisce e mi può guidare durante la giornata…
Cari ragazzi, Gesù vi ama! Chiedete
anche ai vostri genitori di pregare con
voi! A volte, bisogna spingerli un po’.
Non esitate a farlo. Dio è così importante!
La Vergine Maria, sua madre, vi insegni ad amarlo sempre più attraverso
la preghiera, il perdono e la carità. Vi
affido tutti a lei, come pure i vostri familiari e i vostri educatori.
Guardate! Tiro fuori un rosario dalla
mia tasca. Il rosario è come uno strumento che si può utilizzare per pregare.
È semplice pregare con il rosario.
Forse lo conoscete già, altrimenti chiedete ai vostri genitori di insegnarvelo.
Del resto, alla fine del nostro incontro
ciascuno di voi riceverà una corona del
rosario. Quando l’avrete in mano, potrete pregare per il Papa – vi chiedo di
farlo – per la Chiesa e per tutte le intenzioni importanti.
E ora, prima che io vi benedica tutti con grande affetto, preghiamo insieme recitando un’Ave Maria per i ragazzi del mondo intero, specialmente per
quelli che soffrono per la malattia, la
fame o la guerra. Ora preghiamo: Ave
Maria…». (Pp Benedetto XVI).
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
21
PREGHIAMO PER I PREDICATORI DEL SANTO ROSARIO
Con la materna protezione
della Vergine Maria
San Domenico, devotissimo della
Vergine, si infervorò ancor di più al suo
culto proprio nella lotta contro gli albigesi, che negavano a Maria il privilegio
della divina maternità.
Fu allora forse che egli cominciò a
predicare le glorie di Maria compendiate nei misteri del Rosario, alternando
la preghiera alla predicazione, sì che la
preghiera illuminava la verità predicata
e questa, a sua volta, illustrava il mistero contemplato nella preghiera.
La devozione alla Vergine, del padre
Fondatore dei Domenicani, fu ereditata
dai figli. Tutta la storia del suo Ordine
è testimonio eloquente di questo sentimento di amore filiale che i Frati Predicatori, in tutte le età, hanno nutrito verso la Regina degli Apostoli.
Quando, al tempo del b. Giordano,
successore di san Domenico, i religiosi
erano particolarmente tormentati dagli
assalti del nemico infernale, si ricorse
con fiducia alla Vergine e il beato ordinò che si cantasse tutte le sere la Salve
Regina dopo la Compieta.
Immediatamente ritornò la calma!
Il beato Giordano - ci dicono le Vitae
fratrum - fu devotissimo della Vergine;
e con lui si poterebbero ricordare tutti
i grandi domenicani di ogni tempo: da
san Tommaso a santa Caterina da Siena,
da san Vincenzo Ferreri al Savonarola,
da san Pietro da Verona ad Alano della
22
Rupe, ecc; tutte le generazioni domenicane si sono trasmesse, come da padre
in figlio, questa fiaccola, che è amore
ardente alla Vergine, zelo per la sua
gloria e imitazione delle sue virtù.
Giustamente Teodorico d’Apolda, agiografo domenicano del sec. XIII, chiamò l’Ordine il giardino della Madonna:
giardino, ove fioriscono fiori olezzanti
per lei, ove Ella è Regina.
La devozione a Maria fiorì e certamente fiorirà sempre nell’Ordine do-
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
La beata Vergine del Rosario
ci benedica e ci protegga!
menicano anche perché è intimamente
connessa all’ideale domenicano. «Tra
l’incarnazione del Verbo di Dio - evidenziava già Pio XII parlando ai Domenicani - e la predicazione v’è una stretta
analogia, una meravigliosa somiglianza
e parentela. Il discepolo di Cristo, a somiglianza della Beatissima Vergine Maria, dona, dà Cristo agli uomini, è portatore di Cristo.
La Vergine, Madre di Dio, Maria, rivestì Cristo dell’indumento delle membra; l’araldo del vangelo lo riveste
dell’aereo corpo delle parole: tanto lì
che qui v’è la verità che ammaestra gli
uomini, che gli uomini illumina e salva;
la maniera è diversa, ma la virtù è la
medesima. Di certo questo medesimo
onore, questa lode, questa dignità appartengono a voi con speciale titolo».
Questa somiglianza di compiti mentre accresce la devozione dei frati Predicatori verso la Vergine Santissima, li
assicura del suo materno patrocinio.
Sono certamente molti i rischi per
chi deve avvicinare ogni sorta di gente,
molti e di ogni genere per chi deve costantemente vivere a contatto col male,
con l’errore, con tante deviazioni della mente e del cuore umano. Ed è per
questo che noi dobbiamo pregare per
loro, perché trovandosi sempre sotto la
“speciale tutela” della Regina del Rosario possano andare sicuri per il mondo
e portare anime a Cristo.
Tanta materna bontà è per i frati Predicatori motivo di grande serenità e gioiosa fiducia nelle lotte e nelle difficoltà
del ministero apostolico e nello stesso
tempo è impegno a crescere ogni giorno più nell’amore verso la Madre di
Dio e a far conoscere a tutti, sempre
più, le sue glorie.
P. Eugenio Zabatta op
•••
LA CROCE METROPOLITANA
A doppia traversa.
Notiamo la croce a doppia traversa. Nel ritrovamento della Croce di
Gesù nel 326, da parte di Sant’Elena, nacque la celebrazione e la diffusione delle reliquie della Croce.
Da quel tempo, da emblema di
supplizio e morte, la croce diventò il
simbolo cristiano per eccellenza che
riassume in sé il sacrificio del Salvatore e la sua resurrezione.
La croce a doppia traversa o
croce metropolitana, detta anche
“vera croce” – perché si ritiene che
rappresenti la forma originaria della
croce di Gesù – è di pertinenza dei
cardinali, dei patriarchi, primati e
metropoliti e dei grandi fondatori di
Ordini religiosi, per indicare la loro
potestà che supera il confine delle
stesse diocesi o territori.
Forte di questa tradizione, il pittore l’ha messa nelle mani di san
Domenico di Guzman, perché è il
fondatore del glorioso Ordine dei
Predicatori (Domenicani). •••
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
23
NELLA CASA DEL PADRE
una preghiera per i nostri cari defunti
L’eterno riposo dona loro,
o Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Riposino in pace ! Amen.
IMMACOLATA
CARDIAS
di
Baratili S. Pietro
1940
3 gennaio 2012
24
Atzara: Corongiu Paola, Manca Anna;
Baressa: Tuveri Eutelia, Piga Mina, Scanu Maria, Tatti Gina, Atzei Teresina, Atzei
Enedina, Piga rosa, Deidda Lidia, Uras Ester, Atzei Clotilde, Uras Licia, Margini
Vitalia; Bessude: Nurra Domenico
Benetutti: Testone Elena;
Bulzi: Budroni Annina;
Furtei: Floris Modestina;
Guasila: Etzi Pietrina;
Iglesias: Del Rio Luciana, Carta Rina;
Lula: Spanu Maria;
Lunamatrona: Frau Doloretta, Ghiani
Virgilio; Meana Sardo: Marras Maria,
Podda Tommasina, Chighini Giuseppina; Nule: Marche Antonia;
Pirri (S. Pietro): Basciu Ersilia;
Samatzai: Atzori Giuseppa, Collu Vitalia - Samugheo: Sanna Giovannica, Trogu Maria Rita, Flore Anna Maria, Atzori
Isabella; Sindia: Campus Mariantonia;
Tonara: Orrù Giuseppina, Devigus Paolina; Villamassargia: Marras Maria Bonaria (24/03/2012).
Villanovaforru: Macis Teresa, Sanna
Vitalia, Tatti Mariolina.
•••
Assistita con premura dai suoi cinque figli, ha accettato la lunga sofferenza - dieci anni con il diabete - con fede
e rassegnazione. Associata del Rosario,
(17 anni) è stata anche consorella dello
Spirito Santo e per un anno priorissa.
Al posto della mamma si iscrivono
al Rosario Perpetuo le figlie Emanuela e
Mirella. Riposi in pace.
(La zel. Stefanina Zoccheddu).
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
LUCIA
LASIU
RINA
CARTA
di
Nurachi
di
Iglesias
1928
05 maggio 2012
1924
2012
Dopo lunga malattia, sopportata coraggiosamente e cristiana rassegnazione, la cara socia è tornata al Padre.
Da giovane si era consacrata alla
Madonna entrando a far parte della pia
unione delle figlie di Maria. Ha militato
e si è formata nelle fila dell’Azione Cattolica, nella quale è stata una zelante
educatrice di bambini e ragazzi.
Finché ha potuto era assidua all’Ora di Guardia. La ricordiamo nelle preghiere e siamo sicuri che continuerà, lei
pure, a pregare per l’Associazione”.
(Lo zel. Massimo Porchedda).
MARIO
PUTZU
Donna discreta e disponibile: premurosa in particolare verso i poveri, ci ha
dato l’esempio di una cristiana generosa e affabile, offrendo, a quanti l’avvicinavano, sempre un sorriso e una parola gentile. Sono certa che continuerà a
pregare Maria SS.ma con noi e per noi.
Era molto conosciuta e amata.
(La zel. Mariolina Pili).
NANDINA
SCOTTU
di
Sassari
13 ottobre 1926
22 dicembre 2012
di
Siurgus Donigala
8 settembre 1924
12 marzo 2012
Ebbe da Dio il dono di un’immensa
bontà e consacrò tutta la sua vita per il
bene della Famiglia e dei suoi cari.
Fu affezionato e fedele del Rosario
Perpetuo e della Associazione.
Lo ricordiamo nella preghiera mentre lo raccomandiamo a quella di tutti
gli iscritti. Riposi in pace.
(La zel. Antonella Peseu).
Sposa, mamma e nonna esemplare,
che ha saputo guidare la famiglia.
Era di profonda fede e grande sensibilità di animo, pronta ad aiutare i poveri e i sofferenti, e in particolare i più
bisognosi.
Ricordo con grande commozione
soprattutto le esperienze di preghiera e
di fraternità vissute in sua compagnia.
Era assidua all’Ora di Guardia fatta
insieme, nel raccoglimento.
Continui dal cielo a vegliare su tutti
i suoi cari e sull’Associazione che ha
sostenuto sempre con fervore.
(la zel. Liliana Angiolini).
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
25
PIETRINA
ETZI
ANTONIO
ECCA
di
Guasila
di
Pirri
29 giugno 1916
22 ottobre 2012
11 maggio 1933
29 settembre 2012
Devotissima del Rosario e fedele alla
S. Messa, per i suoi buoni esempi la ricordiamo al Signore con la preghiera.
Nella foto commemorativa: “Io vi amerò dal cielo più di come vi ho amato in
terra”. (La zel Maria Manca).
ENEDINA
ATZEI
di Baressa
Dopo una vita dedita al lavoro, alla
famiglia e alla preghiera, a 79 anni, è
tornato alla Casa del Padre.
Molto devoto alla Madonna e socio
fin dalla fondazione dell’Associazione
a Pirri S. Tarcisio, è stato assiduo all’Ora
di Guardia comune.
Lo raccomandiamo al Signore e in
cuor nostro sentiamo che pregherà per
la nostra parrocchia e associazione del
Rosario. (La zel. Tonina Melis).
ELENA
TESTONE
9 marzo 1925
22 agosto 2012
Cara mamma, sei stata sempre amorevole ed esempio di dedizione e di sacrificio. Mai ci hai fatto mancare il tuo
affetto, la tua presenza, i tuoi consigli.
Da tempo zelatrice del Rosario Perpetuo pregavi per tutti e per tutti avevi
sempre un sorriso e una buona parola.
È difficile colmare il vuoto che lasci
tra noi, ma siamo consapevoli che hai
trovato la pace e la serenità accanto al
Signore e alla Vergine del Rosario.
Veglia su tutti e riposa in pace.
(Le figlie Teresina e Aida Murgia).
di Benetutti
25 febbraio 1923
25 novembre 2012
Madre di otto figli. Perseverante
nella preghiera, partecipava all’Ora di
Guardia del Rosario Perpetuo.
Aveva sempre il sorriso in volto e una parola buona per tutti.
Pregava sempre per i suoi e per tutti:
continuerà a farlo in Cielo.
(La zel. Francesca Cosseddu).
LUCIANA DEL RIO
di Iglesias. Oltre ad essere una brava mamma
e nonna, era un’ottima vicina di casa: discreta, tranquilla, affettuosa. La Madonna
nella sua grande misericordia, la ricompenserà riservandole un posto in Paradiso.
La ricordiamo con affetto nella preghiera. (La zel. Mariolina Pili).
26
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
TERESA
ATZEI
ARAMU
LUIGINA
di
Baressa
di
serrenti
16 novembre 1928
19 ottobre 2012
31 gennaio 1925
25 febbraio 2011
Dà notizia del ritorno alla Casa del
Padre il figlio Pino Melis, iscritto all’Associazione del Rosario.
Volentieri tutto il gruppo si unisce
nella preghiera di suffragio per la sua
anima benedetta. Riposi nella pace.
(La zel. Elisa Serpi).
Donna semplice e umile. La raccomandiamo al Signore e lei certamente
pregherà per la sua famiglia e per tutti
noi.
(La zel. Sanna Graziella).
ALBINA
MUSIO
AUSILIA
PISTIS
di
Serrenti
di
Villasor
27 settembre 1925
6 maggio 2011
9 settembre 1919
5 febbraio 2013
La fede in Gesù Cristo, il grande amore verso la Madonna l’hanno sempre sostenuta nella vita fatta di sacrifici
e dolori. Ha offerto a Dio, con umile
rassegnazione il distacco per la morte
della sua unica figlia.
Per tanti anni ministra della “candelora”, si è occupata del decoro e pulizia dell’altare dedicato alla S. Vergine.
È stato commovente vedere la sua bara
proprio davanti a quell’altare: un segno
di amore della Madonna!
Iscritta all’Associazione dell’Ora di
Guardia, non trascurava la preghiera
e aveva sempre parole gentili. Ora dal
cielo preghi per la nostra Comunità.
Ci uniamo con affetto alle preghiere
dei suoi familiari. ( La zel. Paola Arisci).
Mamma di otto figli, socia da pochi
anni. Donna umile e semplice. Volentieri la ricordiamo nella preghiera.
(La zel. Sanna Graziella).
ANTONINA
SPIGA
di
Serrenti
21 ottobre 1928
8 giugno 2012
Donna di fede e di preghiera, generosa. Partecipava alla prima messa tutti
i giorni. Il Signore l’ha chiamata a Sé
dopo quattro mesi dalla morte del marito. Ora pregheranno per noi.
(La zel. Sanna Graziella). •••
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MARIANGELA
MURA
LAURA
MALLUS
di
Samugheo
di
Decimomannu
23 giugno 1926
26 novembre 2011
29 marzo 1939
19 ottobre 2012.
È con grande dolore che annunciamo la morte a questo mondo della zelatrice Mariangela Mura.
Ci consola, però, il fatto che ora in
cielo potrà godere di tutti quei meriti
che si è procurata sulla terra, per aver
divulgato, con tanto amore, la devozione alla nostra Mamma Celeste e al suo
Figlio Gesù, col Rosario Perpetuo.
Siamo certe che, dal cielo, continuerà a pregare con noi e per noi.
(Con le iscritte di Samugheo,
la zel. Emanuela Deiana).
Sorella umile, semplice e generosa.
Svolgeva l’apostolato della carità e insegnava catechismo: portava i ragazzi
fino alla cresima.
Vedova da sei anni, vissuti nel dolore che la vita non le ha risparmiato
perché ha subìto vari interventi. Ha vissuto con tanta fede, ponendo tutto nelle
mani del Signore.
La pensiamo tra le braccia di Gesù
e Maria: siamo certe che prega per noi,
come anche noi facciamo per lei.
(La zel. Anna Mocci).
Mons.
VINCENZO
LEDDA
mo di cultura e attento ai problemi
dei parrocchiani, con il suo instancabile impegno e generosità, è stato
un dono per l’intera Comunità.
Offriamo volentieri al Signore
le nostre preghiere per la sua anima benedetta, nella certezza che
anche lui, ricordandoci nella gloria
del Signore, continuerà a pregare
per noi.
Con lo stesso amore filiale accogliamo il nuovo parroco Don Agostino Carboni, mentre gli auguriamo
un sereno apostolato tra noi, nel quotidiano cammino di fede che con la
grazia di Dio vogliamo continuare.
(La zel.Tina Soro e l’Associazione
del Rosario Perpetuo di Bortigali).
di Bortigali
16 settembre 1934
21 dicembre 2012
Dopo cinquant’anni di sacerdozio
spesi al servizio di Dio e per la sua
Chiesa e dopo mesi di grande sofferenza, è tornato al Padre il nostro stimato Parroco, Monsignor Vincenzo
Ledda.
Molto devoto della Madonna, uo-
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Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO PERPETUO
LE NUOVE ISCRITTE
benvenute nella nostra associazione di preghiera
Atzara: Manca Caterina, Corongiu
Assunta, Delogu Sebastiana; Bessude:
Nurra Lucia, Marongiu Vilma.
Bono: Virdis Lucia, Cillara Francesco;
Borore: Zoncheddu Pina (vice-zelatrice).
Bottidda: Craba Paola;
Bulzi: Mulargia Vanna;
Cagliari (Carmine): Pisu Beniamino;
Furtei: Fenu Salvatorica, Floris Modestina;
Guasila: Arba Antonio, Carta Mario,
Cirina Francesco, Congiu Roberta, Cortis
Ada, Enis Giovanna, Etzi Luisa, Fenu M.
Laura, Guiso Don Alessandro, Lisci Pietro Paolo, Locci Laura, Manca Giuseppe,
Medda Vitalia, Melas Salvatore, Melas
Sonia, Melis Graziella, Melis Maria Rosaria, Meloni Carlo, Moi Luigina, Murru
Tina, Murtas Lidia, Orrù Anna, Pitzalis
Amelia, Planta Grazietta, Scanu Antonino, Serra Loredana, Soru Candida, Spanu
Gianmauro, Vignola Domenico, Zara Mariuccia, Zara Antonio, Cabiddu Michela;
Iglesias: Snenghi Pina, Angius Marco,
Diana Franca, Concas M. Luisa, Frau
Pierpaolo, Medau Lorenzo Tino, Floris
Alice;
Nule: Crasta Bonaria;
Nurachi: Porcu Michela e Agus Paolo,
Manca Agnese, Ketty Tiana;
Ozieri: Manca Maria;
Pirri (S. Pietro): Demeglio Anna Maria;
S. Niccolò Gerrei: Follesa Francesca;
Sassari: Sechi Lorenza;
Sennori: Spanu Clara, Secchi Maria,
Chessa Maria Antonietta, Piana Vittoria,
Sanna Maria Rita, Satta Valentina, Uggias Peppina, Cossu Giulia, Sassu Giovanna;
Sinnai: Pinna Aldo, Uda Paola, Perra
Elena; Tonara: Peddes Silvana;
Villacidro: Atzeni Caterina, Murgia
Vincenza;
Villamassargia: Farci Anna Maria,
Marreddu Bonina, Steri Liviana.
Villasor: Muscas Agnese, Dore Giuliana, Porceddu Pinna Teresina.
Segno sicuro della protezione della Vergine
Portiamo sempre con noi la corona! Portiamola come l’oggetto più prezioso. ”È ben fatto a portare la corona addosso”, leggiamo già nel ”Trattato della
Fraternita del Rosario” di fr Michele di Lilla (1476).
Portare la corona è una testimonianza di fede e di devozione filiale nella
Madonna; è un richiamo continuo a ripetere le preghiere più essenziali accompagnate dalla riflessione sui misteri cristiani; è un ”segno” sicuro della
protezione della Madre di Dio e della futura salvezza eterna. Non ci paia,
dunque, dura cosa, né vergogna, portare con sé la corona del santo Rosario.
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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IL ROSARIO
VIVENTE
Il “Rosario Vivente” è un movimento spirituale di preghiera formato da gruppi di 20 ragazzi o
giovani ciascuno. Ogni ragazzo si
impegna a dire, tutti i giorni, un mistero del Rosario (1 Padre Nostro,
10 Ave Maria, 1 Gloria al Padre).
Il Rosario Vivente risponde all’invito della Madonna a recitare il Rosario: per la conversione dei peccatori; per la pace nel mondo; per
la riparazione delle offese fatte a
Dio. Vuole riportare il Rosario in famiglia, piccola Chiesa domestica;
vuole, infine, unire nella preghiera
del Rosario numerosi giovani per
un serio cammino di fede.
Per aiutare i ragazzi nella recita
del mistero sono disponibili: la
Coroncina di soli dieci grani, da
tenere in mano e il libretto con
le immagini dei misteri e delle
brevi riflessioni. Invitiamo parroci,
catechisti e le nostre zelatrici a
formare, in parrocchia, almeno un
gruppo di ragazzi rosarianti.
Per le informazioni e l’occorrente al gruppo scrivere a:
Associazione Rosario Perpetuo P.za S. Maria Novella, 39 - 50123
FIRENZE - Tel. 055.35.56.80 Ore 8,30-13.00 (lunedi-giovedì).
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A tutti i ragazzi
e alle ragazze
del Rosario Vivente,
Cari ragazzi, sapete bene come è
grande la predilezione di Gesù e della Madonna per voi! Conoscete certamente il brano del Vangelo nel quale
si ricorda quanto Gesù gradisse che i
ragazzi andassero da Lui e ugualmente, più volte, avrete sentito parlare delle
numerose apparizioni della Madonna
ai ragazzi, come a Pontmain, La Salette,
Lourdes, Fatima… e in tanti altri luoghi
che forse conoscete.
La Madonna ha fiducia di voi ragazzi
e vi affida dei “servizi” importanti da
compiere. Chiede soprattutto di pregare
e nello stesso tempo anche di sapere
fare dei sacrifici, delle rinuncie a favore
dei peccatori perché non offendano
più, con azioni cattive, nostro Signore.
L’immagine che vi riporto questa
volta nelle pagine del bollettino si
riferisce ad una di queste richieste
da parte della Madonna ad alcuni
ragazzi. Quest’immagine che una volta
era dipinta sul muro esterno, oggi è
custodita in una bella cappella unita
alla basilica di S. Maria Novella che è
a Firenze. Questa cappella fu costruita
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
FIRENZE. S. M. Novella. Cappella della Pura.
Madonna con Bimbo (sec. XV).
due anni dopo il fatto, avvenuto il
22 ottobre 1472, che voglio farvi
conoscere.
A quel tempo, proprio accanto alla
Chiesa, dove ora ci sono grandi palazzi, passava un piccolo fiume e c’era un
campo di canne, ma ecco come il cronista di allora riporta il prodigio:
«Nell’anno del Signore 1472, nel
giorno 22 di ottobre, che, come fu notato, in quell’anno cadeva nella quarta domenica del mese, avendo alcuni
fanciulli prese dal vicino canneto delle
canne frondose come spazzole, circa
l’ora ventesima cominciarono a scorrere qua e là nel cimitero (attuale giardino di via degli Avelli, allora cosparso di
tombe).
Ora accadde che mentre essi giocano con quelle canne a fare la scherma,
come sogliono fare i ragazzi, e scorazzano per il cimitero, uno di essi, nato
dalla famiglia De’ Ricasoli, giunto dinanzi alla pittura, si sente chiamare per
nome dalla bellissima Madre di Dio.
Il fanciullo rimane come sospeso
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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dalla novità di quella voce. Sente chiamarsi ancora una seconda volta e ascolta la voce che gli chiede di ripulire, con
la sua canna frondosa, la sua immagine
dalla polvere e dalle ragnatele.
Il ragazzo ubbidì prontamente: ed
ecco che il fatto, divulgato per la città,
provocò un accorrere continuo di moltitudine di fedeli.
Moltiplicandosi poi i miracoli della
Vergine, dopo un biennio Ranieri e Lorenzo De’ Ricasoli… trattarono di costruire sul luogo una degna cappella».
E della immagine veramente bella,
abbiamo questa descrizione:
«La Vergine Madre, seduta su di un
sedile che rimane invisibile, ha la tunica di un rosso cupo, visibile solo sul
petto e sul braccio destro. L’amplissimo
mantello azzurro le forma come un vero trono sul quale si erge la sua gentile figura che stringe al seno, sul lato
sinistro, Gesù Bambino, il quale con le
manine dolcemente appoggiate sulla
mammella ne succhia il latte.
La dolce figura della Vergine Madre
dagli occhi leggermente a mandorla,
dal profilo allungato, sembra di buona
scuola senese della metà del sec. XIV.
È tanta la suggestione che lascia
il casto atteggiamento della Vergine
nell’atto di allattare il Bambino che fin
dall’inizio della nuova devozione, si
cominciò a chiamarla Madonna della
Purità, volgarmente della Pura, e a far
sorgere una pia Società di Ragazzi tra i
quali ci sarà stato, o saranno stati quelli cui, quella sera, aveva parlato la Madonna».
Santa Maria Novella, uno dei più bei
Santuari dedicato alla Santa Vergine, è
la sede del centro nazionale dell’Associazione del Rosario Perpetuo. Anche
qui, dunque, durante i lunghi secoli
della sua storia, si è mantenuta viva la
devozione alla nostra Mamma celeste
soprattutto con il Rosario. Anche qui la
I ragazzi
di tutto il mondo,
d’ogni razza
e nazione,
veri apostoli
del Rosario:
ogni giorno e
devotamente
recitano
almeno una decina
del santo Rosario.
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Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
Madre di Dio si è valsa di ragazzi per
riaffermare la sua presenza materna e
premurosa in mezzo a noi.
Ieri come oggi, i Padri Domenicani,
predicatori del Rosario, custodi e propagatori di questa salutare devozione,
ripetono l’importanza e la necessità di
pregare con il Rosario.
Volendo soddisfare la richiesta che
la Madonna fa ai ragazzi - recitare ogni giorno e devotamente la corona - i
Sacerdoti incaricati dell’Associazione
non si stancano di invitare zelatori e
zelatrici, catechisti e parroci a formare,
in parrocchia, un gruppo del Rosario
Vivente tra ragazzi o giovani.
I frati sono disponibili per parlare di
questa associazione tra i ragazzi e offrire i sussidi adatti (coroncine, libretti,
foulards …) per la formazione del gruppo, anche intervenendo di persona.
Più volte, anche negli anni passati, nella rivista “Il Rosario” si è parlato
dell’opportunità di formare i gruppi del
Rosario Vivente e anche in questo Bollettino della Sardegna abbiamo dedicato sempre alcune pagine ai ragazzi.
È a loro, che hanno tutta la vita davanti a sé, che dobbiamo far conoscere
e passare la corona del Rosario! Questo
porterà, certamente anche nella loro vita, la luce e il conforto.
Un metodo veramente sicuro, il Rosario Vivente, per insegnare ai ragazzi a
pregare, a meditare i misteri della nostra fede. Ai catechisti, in particolare,
dico che se al termine delle istruzioni
che tengono ai ragazzi, non avessero
loro insegnato a pregare, rimarrebbe
infruttuosa la loro fatica. Si! Con il Rosario è il Vangelo stesso che, meditato
nei singoli episodi della vita di Cristo,
diventa preghiera.
(a cura di P. Eugenio Zabatta op.).
PERCHÉ LA RECITA
DEL ROSARIO?
Gli obiettivi da conseguire con la
preghiera del Rosario, sono la pace e
il bene della famiglia.
Il Rosario è preghiera particolarmente indicata per ottenerci il dono
della pace (RVM 40): in esso contempliamo “Cristo nostra Pace” (Ef.
2,14); con esso affidiamo al Cuore
di Maria la grande causa della pace.
“Non si può recitare il Rosario senza
sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace… (6; 40).
“Analoga urgenza d’impegno di
preghiera… è quello della famiglia,
sempre più insidiata: ad essa sono
legate le sorti dell’intera società (6).
“La famiglia che prega unita, resta unita” (41): questa verità sintetizza tutte le indicazioni contenute
nella lettera sul Rosario ed è una
“famiglia in preghiera”, quella che
auspicava il Papa, a imitazione della
Casa di Nazareth (41).
Con la “famiglia unita” si salva il
mondo; ma perché la famiglia sia unita “Urge la preghiera del santo Rosario” recitato insieme (5).
Rispondiamo fiduciosi all’appello
e, con il Rosario, poniamoci in una
mobilitazione generale per risolvere
i mali, dalle dimensioni cosmiche,
che minacciano l’umanità intera.
L’efficacia del Rosario non è diminuita, anzi è aumentata nel tempo,
sperimentata nei secoli.
Urge riprendere la Corona con la
fede di chi ci ha preceduto” (17). “Il
Rosario conserva tutta la sua forza”:
avvaliamocene!
•••
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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CONTEMPLIAMO I MISTERI DELLA LUCE
La funzione che Maria svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il
cammino di Cristo. La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca e diventa
la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi (e quindi a ciascuno di noi): «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5).
Primo mistero luminoso: Il Battesimo di Gesù al Giordano
Dal Vangelo: «Appena battezzato Gesù uscì dall’acqua… ed ecco una voce dal
cielo disse: “Questo è il figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”» (Mt
3,13).
Ringraziamo il Signore del dono del Battesimo per il quale siamo stati rigenerati ad una speranza viva per un’eredità che non si corrompe e non marcisce.
Secondo mistero luminoso: Le nozze a Cana di Galilea
Dal Vangelo: «Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la
sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (Gv 2,11).
Per invito della Madre teniamoci pronti a fare quanto il Figlio Gesù ci ordinerà
di compiere in modo che accresca in noi la fede.
Terzo mistero luminoso: Annuncio del Regno e invito alla conversione
Dal Vangelo: «Gesù andava per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro
sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia (Mt 9,39).
È piaciuto al Signore salvare i credenti per mezzo della predicazione dei suoi
apostoli. Chiediamo che ci conceda di comprendere la sua Parola e di metterla in
pratica nella nostra vita.
Quarto mistero luminoso: Trasfigurazione di Gesù su Tabor
Dal Vangelo: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio
dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» ( Gv 6,53).
Destinati ad essere conformi all’immagine del Figlio di Dio, chiediamo che
liberati dal peccato, che ci impaccia, corriamo verso la meta che ci attende.
Quinto mistero luminoso: Istituzione dell’Eucaristia nel Cenacolo
Dal Vangelo: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio
dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» ( Gv 6,53).
Il nostro vero alimento – il pane quotidiano - è il Corpo e il Sangue di Gesù
che il Padre ci dona: riceviamolo spesso con fede e gratitudine, perché possiamo
ottenere la Vita eterna.
•••
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Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
QUADRI DEI MISTERI
DELLA LUCE
Le nozze a Cana di Galilea.
Il Battesimo di Gesù al Giordano.
Trasfigurazione di Gesù sul Tabor.
Annuncio del Regno
e invito alla conversione
Inizia con il segno di
croce e con la corona in
mano, per ogni quadro
del Rosario, dopo l’enunciazione del mistero, recita:
1 Padre Nostro
10 Ave Maria
1 Gloria al Padre.
Istituzione dell’Eucaristia nel Cenacolo.
Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - maggio - agosto 2013
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LA NOSTRA FEDE
Christus vincit,
Christus regnat,
Christus imperat.
l’Anno della fede ha avuto inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico
Vaticano II, e terminerà il 24 novembre
2013, Solennità di Nostro S. Gesù Cristo
Re dell’Universo.
Quest’anno sarà un’occasione propizia
perché tutti i fedeli comprendano più profondamente che il fondamento della fede
cristiana è «l’incontro con un avvenimento,
con una Persona che dà alla vita un nuovo
orizzonte e con ciò la direzione decisiva»
Fondata sull’incontro con Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità e in tutto il suo splendore.
«Anche ai nostri giorni la fede è un dono
da riscoprire, da coltivare e da testimoniare», perché il Signore «conceda a ciascuno
di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani».
L’Anno della fede coincide con il ricordo riconoscente di due grandi eventi che
hanno segnato il volto della Chiesa ai nostri
giorni: il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, voluto dal
beato Giovanni XXIII (11 ottobre 1962), e
il ventesimo anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, offerto alla Chiesa dal beato Giovanni
Paolo. II (11 ottobre 1992).
BOLLETTINO DEL ROSARIO PERPETUO
maggio - agosto 2013 - n. 2
Ccp. n. 304501 int. a: Rosario Perpetuo - FI
tel. 055 2656453 - cell. 339 18 22 685
E.mail: [email protected]
sito web: www.rosarioperpetuo.net
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