Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola
I libri per ragazzi scritti dai ragazzi. Racconti che rendono i bambini e i giovani scrittori protagonisti di
un’attività che coinvolge l’Italia e tanti altri Paesi europei ed extraeuropei in una fantastica avventura
che grazie alla scrittura determina di volta in volta un filo che accomuna, unisce, coinvolge l’attorno …
Bimed Edizioni
Il racconto viene pubblicato all’interno della Collana annuale della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola, un
format che guarda al racconto come a un “bene …” di fondamentale rilevanza per la formazione delle nuove
generazioni in grado di determinare relazioni, contaminazioni, confronto, interazione,
crescita comune e tanto altro ancora …
UN MARE DI SEGRETI
Partendo dall’incipit di Roberto Lombardi e con il coordinamento dei propri docenti,
hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate:
Istituto Comprensivo “G. Gonzaga” Serre (SA) - classe III B
Istituto Comprensivo “Luigi Pirandello” Porto Empedocle (AG) - gruppo misto
classi IA/C II A/B/C/E
Istituto Comprensivo “Pirro-Vicinanza” Salerno - gruppo misto classi II A/B
Istituto Comprensivo III “Castaldi Rodari” Boscoreale (NA) - classe III D
Scuola Sec.di I grado “Meucci” Torino - classe II D
Istituto Comprensivo Pescara VI Scuola Sec.di I grado “Croce” - classe I G
Istituto Comprensivo Statale “A. Manzoni” Lizzano (TA) - classe III D
Istituto Comprensivo di Giffoni Sei Casali-Acerno (SA) - classi III A/B
Istituto Comprensivo I “Zumbini” Cosenza - classe III D
Istituto Comprensivo “Ippolito Nievo” Capri (NA) – classi III A/B
Istituto Comprensivo La Loggia (TO) Scuola sec. di I grado “Leonardo da
Vinci”- classe III B
Editing a cura di: Francesca Pagano
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Responsabile di redazione e per le
procedure
Alberto Fienga
Coordinamento organizzativo e
didattico
Ermelinda Garofano
Responsabile per l’impianto editoriale
Francesca Pagano
Revisione editoriale
Francesco Rossi, Shasa Buonino,
Ilaria Mascolo, Maria Cristina Folino
Gestione esecutiva del Format
Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo
Grafica di Copertina :
Bimed Station
Impaginazione
Tullio Rinaldi
Piattaforma escriba
UNISA, Dipartimento di Informatica
– Progetto Prof. Vittorio Scarano,
realizzazione Dott. Raffaele Spinelli
Gennaro Coppola, webmaster BIMED
Pubbliche Relazioni
Nicoletta Antoniello
Amministrazione
Rosanna Crupi, Annarita Cuozzo
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione commerciale
RINGRAZIAMENTI
I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/
Exposcuola 2014/15 si realizzano anche grazie al contributo erogato
in favore della Staffetta dai Comuni che finanziano l’azione intesa come
esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli
Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2015 citiamo:
Ambasciata d’Italia in Libano, Ascea, Atripalda, Bellosguardo, Borgaro Torinese,
Castelletto Monferrato, Favignana, Ivrea, Moncalieri, Montemiletto, Osasco,
Piaggine, Pinerolo, Saint-Vincent, Santena, Siano. La Staffetta di Scrittura riceve
un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione
dei Racconti 2015 dai Comuni di: Bellosguardo, Moncalieri, Pinerolo, Procida,
Salerno, e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti.
Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno
operato per il buon esito della Staffetta 2015 e che nella scuola, nelle istituzioni
e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed
annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e
tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per
la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up
dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e
agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa e a
Legambiente per l’autorevole apporto tecnico reso alla Staffetta.
Vivi ringraziamenti ad ALPEGA Fattoria Didattica che ci ha permesso di collegare
la scrittura al mondo della natura e all’educazione verso il nostro Attorno.
Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha
insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che
operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza
della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR25/09/20140090057P
del PROT SCA/GN/1047-2
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2015 viene stampata in parte su carta
riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di
autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della
tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire
alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso
la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro
di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero
e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2014/2015
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza
l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra
tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale
Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola.
La Staffetta 2014/15 riceve:
l’adesione del
Presidente della Repubblica
e
sua Medaglia di rappresentanza
Patrocini:
Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Ministero della Giustizia, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
PRESENTAZIONE
Con la Staffetta quest’anno tanti studenti hanno lavorato sul tema della volontà.
È un tema complesso che, però, ci ha permesso di interloquire con i ragazzi sulle
grandi questioni del nostro tempo. Lo abbiamo fatto con i bambini della primaria e
dell’infanzia e lo abbiamo fatto con i ragazzi delle medie e i giovani delle superiori.
È stato un viaggio bellissimo, per certi versi divertente, per altri, impegnativo…
Ma ciò che maggiormente colpisce è che la comunità della scuola italiana nel suo
insieme, ancora una volta, ha dato prova di straordinaria tenuta. Una tenuta di
qualità che accomuna la nostra scuola dalla primaria alla secondaria superiore.
Provare a organizzare un esercizio attorno alla volontà significa costringere le
nuove generazioni a indicare il proprio volere, la propria visione, quello che
“immagini …” ci sia davanti a te e quanto questa immaginazione accomuni l’individuo
al proprio contesto. Alla fine della giostra troviamo dei racconti strepitosi, ricchi di
fantasia, articolati in una dimensione letteraria molto variegata ma che nel suo
insieme dimostra il valore del nostro corpo docente che in ogni livello d’istruzione è
assolutamente capace di governare la narrazione e tutti i valori formativi che sono
insiti nel progetto e nella costruzione di un racconto. Un racconto, ricordiamolo,
che è il frutto di un confronto e di una scrittura di gruppo cioè, è frutto di un
esercizio in cui una squadra, o una classe se preferite, unita attorno a un obiettivo
riesce a dimensionare, con le parole, LA STORIA. Trasferite tutto questo nel sistema
Paese e avrete un modello, il modello da seguire per qualificare il nostro tempo
e i nostri spazi. Grazie alle maestre e ai maestri, in generale, ai docenti che si
sono sobbarcati le difficoltà che sono insite nella Staffetta di scrittura, grazie ai
dirigenti scolastici e agli scrittori, senza la loro “volontà” e la loro disponibilità non
avremmo lo start up della Staffetta che si giova della generosità che è nelle parole
di chi si dedica per professione alla scrittura e di chi de/tiene la responsabilità
della nostra irrinunciabile scuola. Grazie agli sponsor, grazie agli amministratori
comunali che investono sulla Staffetta e l’educational, grazie alla filiera dei
tecnici e grazie a quanti lontani dai riflettori giorno dopo giorno si dedicano a
questa straordinaria avventura di comunità. Un grazie particolare, all’On. Giorgio
Napolitano che, ancora una volta, ha voluto premiare la Staffetta con la Medaglia
di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, un encomio che ci
gratifica e ci ripaga del lavoro che consente a ognuno di noi, oltretutto, di sentire
l’orgoglio del cammino che ci tiene insieme e tiene insieme il passato, il presente e
il futuro del mondo di cui siamo parte.
Andrea Iovino
L’imprescindibile per l’innovazione è nella scrittura
È il terzo anno che in partnership con Bimed promuoviamo sul territorio nazionale
la Staffetta di Scrittura Creativa e di Legalità che, oramai, ha valicato i confini
nazionali coinvolgendo gli studenti di Paesi che vanno dall’America Latina al Medio
Oriente e all’Europa. Per noi che abbiamo come mission quella di affermare i valori
aggiunti della cultura digitale resta, quest’azione, un’opportunità imperdibile per
la disseminazione di ciò che grazie all’innovazione cambierà in meglio la vita del
contesto planetario. Grazie alla Staffetta le nuove tecnologie si vanno affermando
sempre di più nella scuola italiana e anche nella didattica si determinano
cambiamenti dei metodi di apprendimento e di insegnamento. L’interazione tra
cultura digitale e Staffetta consente, inoltre, di incidere positivamente sullo sviluppo
del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione,
danno modo ai giovani di comprendere appieno i linguaggi e le determinanti
positive dell’innovazione tecnologica.
L’idea di organizzare attorno alla Staffetta la strategia di ingresso organico
dell’informatica nella scuola è, tra l’altro, una modalità di relazione unica tra
il contesto degli adulti e gli studenti che sono, oggi, nativi digitali di seconda
generazione, dunque, entità che hanno dentro se stessi gli strumenti per
poter governare la relazione con gli “oggetti…” che sono parte integrante
dell’innovazione che utilizziamo giornalmente.
Certipass è sempre più impegnata in favore della diffusione della cultura digitale
e continua a operare in linea con le Raccomandazioni Comunitarie che indicano
nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la possibilità
evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter raccontare a una comunità
così vasta, com’è quella di Bimed, delle grandi opportunità che derivano dalla
cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti
informatici, è di per sé una occasione imperdibile.
Ci è apparso doveroso partecipare anche quest’anno con slancio alla Staffetta
Bimed proprio perché siamo certi che attraverso la scrittura potremo determinare
una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne
tecnologie e a un’idea di digitale in grado di affermare il valore del confronto,
della contaminazione, dell’incontro e della sussidiarietà.
I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica insieme ai giovani che
scrivono, loro, una parte del racconto; la possibilità, poi, di vivere e condividere
grazie al web con tanti altri studenti la storia che evolve grazie al contributo della
scuola è una dimensione unica e… felice.
Il libro che avete tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere,
dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro
collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione
tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante
di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento
tecnologico.
Il Presidente
Domenico PONTRANDOLFO
INCIPIT
Roberto Lombardi
Fuoco a volontà
La mia volontà oggi, cari ragazzi, è quella di sfidarvi a duello.
L’arma: la penna. E voi sapete bene che, come si dice, chi di
spada ferisce, di penna perisce. O, meglio, ne uccide più la
lingua (la lama) del pescespada (con i mari così inquinati). Vi
sfido, insomma, a scrivere un libello su un tema, un argomento
ben preciso: il tema è la volontà (l’abbiamo chiarito subito
esordendo su questa pagina). Ma, perché c’è più di un
“ma”,non sarà così semplice come sembra portare a termine
questo delicato compito. Eh sì, perché la mia volontà vorrebbe
spingere questo libretto in una determinata direzione, mentre la
vostra volontà lo spingerà in un’altra. Non migliore o peggiore,
ma certamente diversa. Innanzitutto è mia precisa volontà
chiedervi di redigere non il primo episodio di un racconto, ma
il primo capitolo di un saggio. I vostri insegnanti, cari ragazzi, vi
spiegheranno più precisamente cos’è un “saggio” (non solo un
vecchio signore con la barba lunga che la sa ancora più lunga
sulla vita e sulla morte). Io posso dirvi che se un racconto o un
romanzo è una narrazione che ha al suo centro un determinato
argomento (nel nostro caso “la volontà”), un saggio è una
riflessione su quel tema: i vostri pensieri, le vostre riflessioni
sulla volontà. Così comincerò col porvi delle domande e vi
chiedo di rispondere nel vostro capitolo, a cui darete un bel
titolo appropriato, nella maniera più accurata possibile, dopo
aver ben bene discusso fra di voi. Prima domanda: che cos’è
la volontà? Seconda domanda: nella vostra vita quotidiana
agite più spesso in base alla volontà, al bisogno o al
desiderio? Terza domanda: a cosa serve la volontà? Quarta
domanda: se, mentre giocate, studiate, o svolgete un lavoro,
non sentite in voi la necessaria volontà per portare a termine
quel compito, come fate per farvela venire? Quinta e ultima
domanda: se non avete volontà di fare qualcosa, è giusto
rinunciare a farla o è meglio trovare il modo di risvegliare in
voi la volontà perduta? E dopo aver risposto esaurientemente
a queste domande, scrivete un breve racconto, un breve
apologo (su qualsiasi dizionario troverete il significato di
questa parola un po’ inusuale) in cui dei ragazzi della vostra
età fanno i conti con la mancanza di volontà e, dopo averla
ritrovata, riescono a portare a termine un preciso compito, con
loro grande soddisfazione, là dove rischiavano di lasciare
qualcosa a metà. Per scrivere questo racconto attingete
alle vostre esperienze personali, a qualcosa che è davvero
avvenuto nella vostra vita, e la narrazione ambientatela
nelle isole Tremiti, accennando alle bellezze naturali di quei
luoghi. Non è finita. Nel consegnare il capitolo da voi scritto
ai compagni che vi seguiranno nella staffetta letteraria da
voi iniziata, ponete loro altre domande e spunti di riflessione
sul tema della volontà, e chiedete loro di rispondere ai vostri
quesiti e poi di compilare un breve racconto, con protagonisti
sempre dei ragazzi, che faccia capire a noi adulti con quale
volontà la vostra generazione cerca di cambiare il mondo in
cui viviamo. E così, di passaggio in passaggio, per tutta la
staffetta, ogni classe dia delle consegne precise al gruppo
che lo seguirà. Buon lavoro, di buona lena, perché la volontà è
l’energia che dà entusiasmo ed entusiasmo è una parola greca
che significa “avere dio dentro di noi”. E quando in noi anima
e corpo si muovono all’unisono, come se fossero acqua e fuoco, si
forma quel vapore che rappresenta l’energia potente che ci fa
muovere nella stessa direzione in cui si muove l’universo.
Capitolo primo
Il messaggio delle diomedee
Vicino allo scoglio del Cretaccio, tra le onde che increspano il
mare, un ragazzo tanto concentrato da sembrare imbronciato,
tira una rete da pesca. Roberto, così si chiama, è un po’ agitato,
forse perché, da buon isolano, sente aria di tempesta, quindi
cerca di lavorare velocemente per tornare a casa. Vivere alle
Tremiti gli ha insegnato a capire i segnali della Natura, perciò
sa che si deve sbrigare.
Lui non sarebbe andato di certo a pescare da solo in quella
brutta giornata, ma lo ha fatto perché sa bene che per il padre
quella cena prenotata al loro ristorante è molto importante. In
quell’isola si lavora solo da giugno a settembre. Una cena per
quaranta persone è un bel guadagno.
Per aiutare i genitori e l’attività di famiglia farebbe questo
e altro, perché la loro felicità è ciò che VUOLE con tutto il
suo cuore. E si sa, quando si vuole qualcosa, si fa anche ciò
che meno piace per ottenerla e non ci sono impedimenti che
tengano!
“Se fosse venuta Anna non mi sarei annoiato”, pensa Roberto,
Capitolo primo
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mentre tira la rete piena di pesci guizzanti. Nello stesso momento
Anna se ne sta in riva al mare a prendere gli ultimi raggi di un
caldo sole ottobrino e ad ascoltare la sua musica preferita.
“Meglio qua che stare a bordo della barchetta di Roberto,
vecchia e puzzolente, a tirare quella rete che mi avrebbe
guastato lo smalto e rovinato le mani”. Mentre pensa al suo
amico, del quale è segretamente innamorata, sente un lamento
lugubre. Si alza velocemente, si toglie l’auricolare pensando
che sia rotto, ma intanto continua a percepire quel suono
strano e insolito. Si guarda intorno e si rende conto di essere
completamente sola. Il cielo è diventato cupo e grigio, una
pioggia improvvisa la investe e il mare diventa sempre più
burrascoso. All’improvviso, in lontananza, sullo “scoglio della
vecchia”, intravede la sagoma di una donna anziana curva
che fila. Istintivamente raccoglie tutte le sue cose e scappa.
Si dirige verso casa e incontra delle persone alle quali cerca
di spiegare quello che ha visto, ma in maniera confusa e non
riuscendo a farsi comprendere. Si ferma e, tremando e con
il cuore a mille, cerca di capire cosa le sia capitato. “Chi è
quella vecchia, come si trova su quello scoglio disabitato?
Questo è un brutto presagio Cosa starà facendo Roberto?
L’ho lasciato da solo e ora si troverà in balia delle onde…”
Il messaggio delle diomedee
Roberto cerca di governare la sua barchetta dirigendosi faticosamente verso il porto, ma più passa il tempo e più si rende
conto che è un’impresa difficile. Pensa ad Anna, quattordici
anni, longilinea, capelli biondi e occhi azzurri come il mare,
stesa al sole.
“Come è bella, se solo fosse meno vanitosa…”
Il suo sguardo è attratto dal guizzare dei pesci nella rete e
si ricorda del padre che lo sta aspettando. Deve preparare
la cena per quegli ospiti importanti. Afferra i remi, e punta
la prua verso il faro che con la sua luce gli indica la via da
seguire. Roberto, stanchissimo, zuppo dalla testa ai piedi, è
consapevole che mollare proprio in quel momento sarebbe
la fine. “Servono determinazione e forza di volontà per avere
buoni risultati” gli ripeteva spesso la sua professoressa. Pensava
sempre a quelle parole quando si trovava in difficoltà. Come
quella volta che, grazie alla sua tenacia, era riuscito, dopo
tante sconfitte, a battere un suo compagno nella gara di nuoto
in mare, dalla riva dello scoglio del Cretaccio fino al porto.
Intanto rema, guarda il faro e rema con forza.
Anna arriva trafelata a casa, ma non trova nessuno e pensa:
“Che ci posso fare? Anche se fossi andata con lui, sono solo
una ragazzina. Perché è andato da solo? Peggio per lui, così
Capitolo primo
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impara a fare il grande”, e se ne va in camera sua. Mentre si
cambia e si asciuga, le torna davanti agli occhi la visione di
quella vecchia e nella sua mente si fanno largo le leggende
che le raccontava la nonna quando era piccola.
“Dice una leggenda delle isole Tremiti, che ogni volta che
si sta per scatenare una tempesta, su uno scoglio di fronte
allo scoglio del Cretaccio appare la vecchia che fila. È un
brutto presagio, piccolina mia. Le mogli dei pescatori, quando
appare, si ritrovano tutte sul porticciolo a scrutare il mare in
attesa dei mariti”. Anna si avvia verso il porto e pensa: “Perché
non sono nata a Milano o a Roma? Perché non vivo in un bel
palazzone dove le persone non si conoscono e non credono
alle leggende?”
Arriva al porticciolo e scruta il mare in cerca della barca di
Roberto. Il temporale si sta allontanando e il mare ha smesso di
agitarsi. Anna si rende conto di essere di nuovo tutta bagnata,
ma non gliene importa, ora vuole solo rivedere Roberto.
Il ragazzo intanto rema, puntando al porticciolo che ormai
appare vicino. La tempesta si è placata e lui osserva i nuvoloni
che non gli fanno più paura, quando la sua attenzione è
attratta da strani versi che vengono dall’alto. Guarda verso
quei suoni e vede, cosa strana, un gruppo di diomedee che
Il messaggio delle diomedee
volano intorno in una piccola cala del Cretaccio, formando
un cerchio perfetto. Com’è strano; cosa vorranno indicarmi?
Come un fulmine, gli arriva nella mente la leggenda di Diomede
e del suo tesoro. Fa due più due… le diomedee gli stanno
indicando il luogo dove l’eroe acheo Diomede ha nascosto
il suo tesoro.
Attracca dopo pochi minuti e trova Anna ad aspettarlo. Lui la
rassicura e distrattamente si volge a guardare quella strana
formazione di uccelli. «È lì che troverò il tesoro!» esclama.
«Il tesoro? Quale? Ti ha dato di volta il cervello? Io qui ad
aspettarti e tu pensi ad altro?»
Lui le racconta quello che ha visto e cosa ha capito da quel
segnale, ma lei se ne va arrabbiata.
Il giorno dopo Roberto va in biblioteca e consulta tutti i libri
che parlano di Diomede e del suo tesoro, delle origini delle
isole Tremiti, delle diomedee. Il padre è preoccupato per le
strane idee del figlio. Anna non vuole più vederlo.
Roberto, sempre più convinto, decide di andare da un
vecchio pescatore che vive da anni su un isolotto disabitato,
per chiedergli di raccontargli la leggenda di Diomede. Il
padre glielo sconsiglia: «Quello è un vecchio pazzo, sostiene
di capire il linguaggio delle diomedee… Parla di tesori e di
Capitolo primo
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una sirena d’oro in fondo al mare... Lascia perdere e pensa a
studiare!»
Roberto è convinto di quello che ha visto, quegli uccelli
misteriosi non si trovavano lì per caso.
he won’t give up right now!
24
Il messaggio delle diomedee
Capitolo secondo
Il segreto in un libro
La forza di volontà induce, a volte, a respingere anche gli
avvertimenti delle persone più care, e diventa una forma di
LIBERTà, come disse Dante: “Lo maggior don che Dio ... fesse
creando ... fu de la volontà la libertate”.
Roberto, il giorno successivo, marinando la scuola, prende la
sua barca e si reca sull’isolotto disabitato dove vive il vecchio
pescatore, Nando. All’inizio non riesce a trovarlo, ma non si
arrende e decide di aspettarlo davanti alla sua capanna.
L’abitazione ha un aspetto trasandato e sembra ormai
abbandonata da anni, solo la cenere ancora tiepida di un
focolare fa capire che qualcuno vive lì. La capanna è costruita
con tronchi d’albero, frasche e rocce di varia grandezza.
Non c’è una porta ma un piccolo uscio, da cui s’intravede
un giaciglio che funge da letto e una vecchia cassapanca
impolverata e ricoperta da ragnatele. Appoggiate alla parete
esterna, si notano delle reti da pescatore esposte al sole e
altre, strappate, pronte a essere riparate. Ci sono anche tre
o quattro ceste di vimini utilizzate di solito per contenere il
pescato. Roberto vorrebbe aspettare, ma ormai si sta facendo
Capitolo secondo
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tardi e decide di ritornare a casa. Tutto a un tratto nota una
barca che si sta avvicinando all’isola, spinto dalla curiosità
si nasconde fra gli alberi e osserva… La barca approda e
Roberto vede uno strano uomo dalla corporatura esile, molto
anziano, curvo, con i capelli arruffati e bianchi, una barba
incolta e lunga. Porta al collo un amuleto molto particolare a
forma di uccello con un enigmatico intarsio. Il ragazzo capisce
subito che si tratta di Nando e facendosi coraggio esce allo
scoperto e lo saluta. Il vecchio sussulta, sorpreso di vedere
qualcuno sull’isola, va incontro a Roberto, lo fissa e gli chiede:
«”Chi sei? Perché sei venuto? Cosa vuoi da me?”».
Ha un tono minaccioso, quasi di sfida. Il giovane lo rassicura
dicendo: «Sono Roberto, vengo dalle Isole Tremiti, sono
qui perché ho saputo che comprendete il linguaggio delle
diomedee. Due giorni fa mi è successa una cosa molto strana:
mentre scampavo dal mare in tempesta, gli uccelli protettori di
Diomede volavano sopra la mia barca e sembrava volessero
indicarmi qualcosa».
L’anziano lo interrompe, non ne vuole sapere e caccia via il
giovane: «Sono solo un povero vecchio pescatore. Sono stato dimenticato da tutti, considerato pazzo e non ho intenzione
di aiutarti. Prendi la tua barca e torna da dove sei venuto.
Il segreto in un libro
Lasciami in pace!».
A quella minaccia, Roberto, disperato, lo implora: «Ho bisogno
del tuo aiuto! Voglio sapere cosa vogliono dirmi quegli uccelli
e poi… che cosa annuncia la Vecchia che fila sullo scoglio
che la mia amica Anna ha visto?».
Nando a quelle parole rabbrividisce e resta come paralizzato.
Nella sua mente ritornano dei flashback del suo passato e
delle sue disgrazie. Gli occhi di Roberto incrociano quelli del
pescatore: sono di un azzurro intenso e trasmettono un’atavica
saggezza, un’infinita speranza. Il viso scuro bruciato dal sole
e solcato da profonde rughe rivela gli anni passati in mare.
Chissà in cosa consiste il misterioso enigma. Tra i due c’è un
gioco di sguardi. Il vecchio riesce a percepire lo spirito di
avventura e soprattutto la curiosità del ragazzo, rivede se
stesso da giovane quando sogni e speranze alimentavano il
suo infinito desiderio di conoscenza. Ciò lo induce a cambiare
finalmente atteggiamento e con tono deciso dice: «Per trovare
il tesoro, devi comprendere il linguaggio delle diomedee».
«E come faccio?» risponde il ragazzo.
Il vecchio, dopo qualche attimo di esitazione, prende a
cercare qualcosa. Si guarda intorno, cerca, scruta ogni angolo
della stanza, poi si avvicina alla cassapanca ed estrae un
Capitolo secondo
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vecchio libro. Lo apre: è scritto in una lingua indecifrabile
che lui ha cercato di interpretare per tutta la vita senza
mai riuscirci. Roberto dà una rapida occhiata a quei segni.
Inaspettatamente si accorge di comprendere facilmente ciò
che legge: «Nel fondo del blu una coda d’oro troverai e la
sua scia seguirai fino a quando un raggio di sole ti indicherà la
meta. Ma attento: l’apparenza a volte inganna!».
Il vecchio sente un brivido, mentre un nuvolone si alza dal
mare sovrastando la casa. Nando, turbato, si precipita fuori,
alza gli occhi e a quella vista persino lui non capisce cosa
stia accadendo. Una violenta tempesta si abbatte sull’isola
e uno stormo di diomedee si avventa sulla casa! Era quello
il segno che il vecchio stava aspettando e nello stesso
tempo temeva. Ecco: davanti a lui il “Prescelto” che tanto
aveva atteso. Roberto, esce di corsa dalla casa del vecchio
pescatore, ormai certo dell’esistenza del tesoro di Diomede;
si avvia nuovamente verso il mare nella speranza di riuscire
a interpretare l’enigmatico volo delle diomedee che intanto
lo seguono volando sopra la sua testa in modo minaccioso.
Roberto corre a perdifiato e improvvisamente sente un sospiro,
un lamento. Le diomedee, con il loro verso stridulo e soffocante
lo avvolgono, lo circondano, lo stordiscono e Roberto cade
Il segreto in un libro
in un sonno profondo. Quando rinviene non sa quanto tempo
sia rimasto addormentato e, aperti gli occhi, stranamente non
sente più nessuna paura, si guarda intorno per vedere cosa
sia accaduto. Si accorge subito che accanto a lui c’è una
strana immagine sulla sabbia: gli stessi segni che aveva visto
sul libro del vecchio. Adesso sa cosa indicano: il luogo dove
è sepolto il tesoro, una specie di mappa! In quel momento non
può fare a meno di pensare ad Anna e a quanto sarebbe stata
affascinata da una simile avventura e che forse, finalmente, si
sarebbe accorta di lui. Roberto pensa anche al padre e a
come lo avrebbe reso orgoglioso e fiero, se solo gli avesse
dato un po’ più di fiducia! Per Roberto non ci sono più dubbi,
il messaggio è chiaro: è lui l’eroe!
Per partire alla ricerca del tesoro di Diomede, Roberto deve
convincere il padre e la sua amata Anna. Gli viene in mente
che il giorno precedente il bibliotecario gli aveva raccontato
della visione di Anna a cui nessuno aveva creduto, con grande
dispiacere della ragazza. Roberto si reca da lei e le racconta
ciò che gli è appena accaduto, vedendo l’esitazione di Anna,
nel tentativo di convincerla le dice: «Anna, ti rattristi perché la
gente non crede alla tua visione e tu perché non vuoi credere
alla mia?».
Capitolo secondo
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Anna riflette sulle parole di Roberto e, presa dai sensi di colpa
per non averlo accompagnato quel giorno in mare, si lascia
persuadere. L’ultimo ostacolo è il padre: quanto prima dovrà
affrontarlo. Ritornato a casa, gli racconta della sua avventura,
dell’esistenza del tesoro e della leggenda dell’eremita che nel
IV secolo, seguendo i garriti delle diomedee, era riuscito a
trovare una piccola parte del tesoro, ma che intimorito per
l’apparizione della Madonna, non aveva trovato il coraggio di
portare a compimento la missione. Il padre, consapevole delle
difficoltà economiche degli ultimi mesi, è molto preoccupato,
così, sperando di poter risolvere i suoi problemi, si lascia
convincere dal figlio e anzi gli offre il suo aiuto per l’impresa
che VUOLE affrontare con tutte le sue FORZE. Roberto non è
più solo: accanto a lui ci sono Anna e il padre, e in tre l’impresa
sarà meno ardua. Non resta che dare inizio alla misteriosa
avventura.
He is a true hero! It’s adventure time!
30
Il segreto in un libro
Capitolo terzo
Verso l’avventura
La mattina seguente Roberto si sveglia molto presto per
andare sulla spiaggia di Cala Matana. È solito fare il bagno
in tutte le stagioni. Si immerge nell’acqua azzurrina, limpida
e trasparente, e osserva un’infinità di pesci colorati che si
muovono tra gli scogli, volteggiando tra alghe e coralli.
Quel luogo così bello lo affascina sin da quando era piccolo,
anche perché lì sorge la casa del suo cantante preferito: Lucio
Dalla, che nel 2001 aveva dedicato l’album “Luna Matano”
alle isole Tremiti.
Roberto, uscito dall’acqua, osserva il mare: è calmo e si sente
il dolce rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e
sembrano ripetere il ritornello di una canzone che spesso suo
padre canticchia e usa come sottofondo nel suo ristorante.
“Forse tu sai dove si va
Qual è la strada qual è la stella
Forse tu sai come si fa
A prendere il volo
E la felicità
Mentre passa e se ne va
Quando passa non si sa”
Capitolo terzo
31
32
Il verso di un gabbiano gli riporta alla mente quanto ha letto
sul libro di Nando: “l’apparenza inganna”. Per quanto si sforzi,
non riesce a coglierne il senso, gli sembra quasi un nefasto
presagio, tuttavia non può esitare. La posta è troppo alta:
la fiducia in se stesso, l’ammirazione di Anna, la stima di suo
padre: insomma ciò che ha di più caro. “No”, si dice, “Devo
andare avanti! La volontà deve essere la mia chiave di volta!”.
Si reca a casa di Anna che è intenta a riflettere su quanto
l’amico le aveva raccontato il giorno prima. Roberto le confida
che per risolvere l’enigma è necessario ricordare ciò che era
avvenuto durante il sonno provocatogli dalle diomedee.
Realizzano entrambi che avrebbe potuto aiutarli il vecchio
pescatore, testimone dell’accaduto. Prendono la barca e
raggiungono la casa di Nando che rivela a Roberto di aver
visto l’ombra di un guerriero che faceva segni sulla sabbia. Il
ragazzo comprende che Diomede voleva indicargli il percorso
verso il tesoro, ma per capire la mappa deve risolvere l’enigma
senza farsi trarre in inganno dall’apparenza!
Pensa e ripensa alla frase enigmatica: “Nel fondo del blu…
non può che essere il mare!” riflette Roberto. “Una coda d’oro
troverai e la sua scia seguirai… i miei amici pesci mi indicheranno il percorso! Un raggio di sole ti indicherà la meta…”
Verso l’avventura
Roberto sente di aver intrapreso la strada giusta, ma deve
riuscire a ricordare la mappa per capire dove orientare i propri
passi. Perso nei suoi pensieri non si rende conto del tempo che
passa. I tiepidi raggi del tramonto illuminano il suo viso e nel
cielo si rincorrono le sfumature rossicce, che preannunciano
l’arrivo della sera. Un tiepido vento soffia leggero e il mare
calmo rende magico quel piccolo angolo di paradiso.
Torna a casa, e nella sua camera, Roberto riflette su quanto gli
è successo. La strada per trovare il tesoro è lunga e insidiosa,
ma con la forza di volontà e l’impegno riuscirà a trovarla.
Il suo pensare viene interrotto dallo squillo del telefono.
«Hi Roberto! I’m Colin, your english cousin».
È Colin il cugino di Roberto trasferitosi in Inghilterra per motivi
di lavoro.
«Hi Colin! How are you?» dice Roberto molto felice di sentirlo.
«Fine, and you?»
«I’m well, I’m very busy at the moment because I’m looking for
Diomede’s treasure, but I don’t have enough clues; do you
know anything about it?» chiede speranzoso Roberto.
«Yes, when I was in Italy I heard about it».
«Great, can you tell me something about it?», domanda felice
Roberto.
Capitolo terzo
33
«Yes, next week I should come to Italy for work so I can meet you».
«Okay goodbye».
Entusiasta esce da casa, ora si sente più forte dopo la telefonata del
cugino. Avverte dentro di sé la sicurezza che riuscirà nell’impresa e
si siede sotto un pino marittimo, splendida cornice delle isole Tremiti.
A sorpresa viene raggiunto da Anna che si rivolge a lui dicendo:
«Real friends help you when you’re in troubles!» e gli porge un libro di
Konrad Lorenz sul quale c’è scritto: «Non esistono condizioni ideali
in cui scrivere, studiare, lavorare o riflettere, ma è solo la volontà,
la passione e la testardaggine a spingere un uomo a perseguire il
proprio progetto».
«Appena l’ho letta ho pensato a te”, gli dice Anna, “Perché sono
convinta che grazie alla tua determinazione riuscirai a raggiungere
qualsiasi obiettivo».
La VOLONTà è come un FUOCO inestinguibile. Quando è
autentica, la sua fiamma non si spegne mai, al massimo si indebolisce;
se è alimentata da altre volontà, prende ad ardere con tutta la sua forza.
Roberto, con un sorriso, ringrazia l’amica per quelle parole
rassicuranti e tenendola per mano si avvia verso casa mentre
insieme contemplano il tramonto.
34
Verso l’avventura
Capitolo quarto
Giochi di luce
Il giorno successivo, appena sveglio, dopo essersi vestito,
Roberto si reca in cucina per fare colazione: prende una
merendina, un succo di frutta e poi esce di corsa per andare al
porto. È una bellissima giornata di sole, il mare calmo e limpido
invita tutti a fare una bella nuotata e a trascorrere un po’ di
tempo su quella splendida spiaggia, anche se ormai l’estate è
lontana.
È già passata una settimana dalla telefonata del cugino Colin
che sta per arrivare dall’Inghilterra. Roberto è ansioso e allo
stesso tempo curioso di sapere cosa ha da dirgli riguardo al
tesoro di Diomede. Finalmente nel porto attracca un traghetto
da cui scendono molti turisti desiderosi di visitare le Isole
Tremiti. Tra la folla spunta un giovane: «Hello, Roberto» dice
Colin salutandolo.
«Hi Colin, how are you?»
«Fine thanks, even if the trip was very tiring».
«Oh I’m sorry. I think that you can stay in my house now».
Così dicendo si avviano verso casa di Roberto e durante il
cammino iniziano a chiacchierare e a parlare di loro.
Capitolo quarto
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36
Colin racconta di quando era ancora bambino e dei bei
momenti vissuti sull’isola. Si accorge che quei luoghi gli
appaiono diversi da come li ricordava, del resto era trascorso
già molto tempo dalla sua partenza per l’Inghilterra. Roberto,
allora, gli spiega cosa gli era capitato nei giorni precedenti e
la sua intenzione di svelare il mistero del tesoro nascosto.
“Colin potresti dirmi cosa sai a proposito della leggenda del
tesoro? Ma, per favore, in italiano, non sono molto bravo in
inglese”, chiede Roberto.
“Mi ricordo che mio nonno aveva un... book... un libro... scusa
non mi veniva la parola in italiano. Come stavo dicendo, in
questo libro c’era scritto che per trovare il tesoro ci vuole
grande forza di VOLONTÀ. Non ricordo tanto bene ma una
cosa mi è rimasta impressa: nel testo c’era scritto che il tesoro
si trova in una grotta”.
In quale grotta? si chiede Roberto incuriosito.
Nel frattempo sono quasi arrivati a casa e, sorridendo, Roberto
anticipa a Colin che sua madre era ansiosa di vederlo e
che per il suo arrivo aveva preparato una succulenta cena
tremitese.
Suonano il campanello e va ad aprire la porta la madre di
Roberto, Valeria, una signora di 49 anni con i capelli di colore
Giochi di luce
castano ramato, non molto lunghi, e occhi marroni. Una donna
molto gentile e piacevole con la quale è bello conversare.
«Mamma lui è Colin».
Valeria resta sorpresa perché Colin da piccolo era sempre
stato un bimbo cicciottello, ora invece è diventato un ragazzo
alto, snello, con i capelli biondi e gli occhi verdi. «Ciao Colin
che bello rivederti. Come sei cresciuto! Accomodati, la cena
è quasi pronta».
Mentre la madre e Colin continuano a conversare, Roberto
va a chiamare Anna che sta in spiaggia a leggere un libro.
Le riferisce che il suo cugino è arrivato dall’Inghilterra e gli ha
raccontato ciò che ricordava della leggenda sul tesoro, indicandogli il luogo dove si potrebbe trovare.
Anna comincia a fargli molte domande, è così curiosa ed
emozionata che non riesce a smettere di parlare. Roberto
deve fermarla per poterle dire che il tesoro dovrebbe essere in
una grotta ma non sa quale essa sia. La ragazza suggerisce a
questo punto di indagare meglio sul posto indicato da Colin.
Quindi saluta l’amico e torna a casa.
Corre di sopra nella sua camera, prende il suo computer e
digita su Google “grotte appartenenti alle Isole Tremiti”.
Cerca per tutta la sera, fino a che si addormenta con la testa
Capitolo quarto
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poggiata sulla tastiera perché è completamente esausta.
Bip- bip! Un messaggio da Facebook la sveglia. È Roberto che
le chiede se ha trovato qualcosa. Lei non sa cosa rispondere
perché è molto stanca e non ha ancora trovato notizie utili.
Anna si rimette subito all’opera e questa volta, su un sito
dedicato alle Isole Tremiti, legge qualcosa di interessante.
Chiama Roberto per spiegargli ciò che ha trovato. C’è una
grotta, la Grotta del Bue Marino, che potrebbe fare al caso
loro. Roberto le chiede perché proprio quella e lei risponde
che questa grotta ha un’apertura in cima, dalla quale, in alcuni
giorni dell’anno, entrano i raggi del sole creando giochi di
luce all’interno. Anna crede che quello sia il posto ideale dove
cercare il tesoro.
I due amici sono d’accordo; andranno a cercare la Grotta del
Bue Marino; si salutano dandosi appuntamento per l’indomani.
Il mattino seguente, Roberto, appena pronto per uscire, va a
svegliare suo cugino per chiedergli se vuole accompagnarli,
ma Colin gli risponde in modo brusco: «Credi ancora a queste
storielle?». Colin vuole bene a Roberto ma preferisce riposare
perché è ancora stanco del viaggio e non ha voglia di uscire,
e poi, in fondo, lui non ha mai dato importanza a quella
leggenda.
Giochi di luce
Dispiaciuto, Roberto va da Anna e insieme riprendono a
cercare altre informazioni su Internet. La Grotta del Bue Marino
si trova sull’Isola di San Domino ma... proprio mentre stanno
leggendo le indicazioni precise per raggiungerla, il computer
si spegne! Tentano in mille modi di riaccenderlo ma no, non
funziona più!
Allora i due decidono di andare da Nando, il vecchio
pescatore, che conosce molto bene l’isola di San Domino e
potrà dire loro qualcosa di più sulla grotta.
Arrivati sull’isolotto disabitato, cercano Nando e gli chiedono
notizie sulla storia della Grotta del Bue Marino. Gli parlano
della loro idea di andare in questo luogo così particolare per
scoprire se è lì che è nascosto il tesoro. Il saggio pescatore
descrive il posto come un antro misterioso dove l’acqua del
mare non è profonda e in alcuni periodi, ai bordi delle pareti
interne, si possono trovare molte conchiglie. Qui, continua
Nando, si dice che in un lontano passato sia stata avvistata
una sirena dalla lunga coda dorata. Spiega anche che quel
tratto di costa dove si incontra la grotta, è popolata dalle
salpe, una specie di pesci di color argento con strisce dorate
che, quando vengono illuminati dai raggi del sole, luccicano
emanando una luce singolare.
Capitolo quarto
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A quel punto subito viene in mente a Roberto una parte
dell’indovinello che recita: “una coda d’oro troverai e la sua
scia seguirai. Un raggio di sole ti indicherà la meta”.
I due ragazzi salutano Nando e salgono sulla barca molto
emozionati ma anche un po’ spaventati perché continuano
a pensare a cosa potranno scoprire nella grotta. Roberto
è sempre più convinto che prima o poi risolverà l’enigma e
confida in quei nuovi indizi. Non può pensare che tanto
impegno non darà i suoi frutti. Infatti la VOLONTà, quando è
mista alla speranza, diventa OTTIMISMO.
I due ragazzi iniziano il viaggio lungo la costa verso la Grotta
del Bue Marino, quando a un tratto vengono quasi abbagliati
da un raggio di luce che dall’acqua del mare, color verde
smeraldo, punta verso un’insenatura tra gli scogli alti e rocciosi.
Attratti da questa strana visione si dirigono in quella zona,
sperando di aver trovato la loro grotta.
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Giochi di luce
Capitolo quinto
Piume d’oro
I due ragazzi sono convinti di aver trovato il luogo che cela
il tesoro. Dopo aver oltrepassato l’insenatura tra gli scogli
rocciosi, Roberto e Anna rimangono allibiti alla vista della
grotta: l’acqua è limpida e di un color celeste chiaro chiaro
e lascia intravedere coralli multicolore e pesci dalle scaglie
argentee. Roberto fa qualche passo e l’eco che procura rompe
l’equilibrio silenzioso della grotta. Questo, però, gli permette
di individuare un cunicolo immerso nell’acqua. Roberto vede
un bagliore sul fondale che gli dà il coraggio di prendere
fiato e tuffarsi: solo che dall’alto non ha avuto l’opportunità di
intravedere i numerosi pericoli che si nascondono all’interno
dell’anfratto.
Comincia a scendere, sempre più giù, i coralli che incontra
sono tanto belli quanto taglienti; continua il suo percorso
contorcendosi per evitare di ferirsi, mentre stringe i denti per
i tagli e i graffi che inevitabilmente gli procurano tutte quelle
creature micidiali. Vuole assolutamente trovare il tesoro, ma
riesce a trattenere il dolore solo per brevi istanti, poi risale in
Capitolo quinto
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superficie, ansimando. Roberto non si dà per vinto e torna nella
grotta una seconda volta e poi ancora una volta per ritentare
l’impresa, ma ogni sforzo è inutile: non riesce ad entrarvi!
Ritorna in superficie l’ennesima volta, stanco e sfiduciato. Anna
gli corre incontro porgendogli il suo asciugamano e lo aiuta
a rialzarsi.
«Anna, tu mi vuoi bene, vero?», le chiede lui, ancora senza
respiro.
«Ma certo, che domande fai?», risponde lei.
«Allora prova a entrare tu nel cunicolo, tu sei più magra di me,
magari riesci a passare!», le propone.
«E dovrei rovinarmi lo smalto che mi sono messa solo ieri! No
caro, non ti permetterò di rovinare le mie fantastiche unghie»,
ribatte decisa.
Il ragazzo torna a casa deluso per la risposta di Anna e si
sdraia sul letto; la salsedine gli ha seccato la pelle e reso
amaro non solo il suo corpo, ma anche il suo umore. Poi,
all’improvviso, Colin apre la porta e fa passare nella stanza
un filo di luce gli si avvicina e si siede accanto a lui. «Non ti
arrendere, Roberto, ricorda che sei speciale, sei unico… sei
mio amico, oltre che mio cugino!» gli dice Colin sorridendogli,
e lo lascia solo a meditare.
Piume d’oro
La mattina successiva Anna, dopo aver riflettuto su ciò che gli
ha chiesto di fare Roberto, ripensando a come è rimasto male
per la risposta che gli ha dato, decide di andare da lui.
“A friend needs a friend indeed” le martella nella testa.
Suona il campanello e non ottiene risposta; riprova e a quel
punto Roberto apre.
«Anna? Cosa ci fai qui? E come ti sei vestita?» Anna indossa
una muta fucsia piena di brillantini, tipico di lei!
«Scusa ma anche se devo finire in quel tubo buio e puzzolente
devo farlo con stile!», risponde lei. «Allora ci proverai! Ti
ringrazio, sei un’amica fantastica», le dice abbracciandola: a
questo punto i due arrossiscono e subito dopo scoppiano a
ridere.
Arrivati alla grotta, Anna si tuffa. Per il primo tratto del percorso
tiene gli occhi chiusi per la paura, poi vedendo che non ha
problemi a passare attraverso l’anfratto apre gli occhi e senza
accorgersene è già arrivata sul fondale. Incredibile, ce l’ha
fatta! Sulla parete a fianco a lei nota uno strano simbolo a
forma di mano, ci sovrappone la sua e magicamente il cunicolo
in cui era passata si apre permettendo anche a Roberto di
entrare.
«Non ci posso credere, il cunicolo si è allargato!», dice
Capitolo quinto
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Roberto, rimasto senza parole.
«E indovina grazie a chi?» aggiunge Anna ironicamente.
«Sì lo ammetto, sei stata proprio brava!«
I due ragazzi iniziano a curiosare in giro fino a quando Roberto
nota su una parete dell’anfratto un’incisione: rappresenta
un’immagine che non gli è nuova.
«Ma questa è la stessa figura che ho visto sul libro di Nando!»
Roberto sfiora l’immagine con una mano. A un tratto tutto inizia
a tremare finché si apre un varco nel quale trova la metà di un
ciondolo, come uno strano medaglione che sembra raffiguri il
becco di un animale; ma l’altra metà non c’è.
Anna e Roberto tornano in superficie e ancora più curiosi di
prima, con il misterioso ciondolo in mano, tornano ognuno a
casa propria. Roberto decide di andare a ringraziare Colin
per quello che gli ha detto e per raccontargli ciò che è
successo. Bussa alla sua camera, ma lui non risponde. Vicino
alla porta, però, trova una candida piuma dalle punte d’oro, e
poi altre; le segue e si accorge che portano al balcone della
cucina. Alza lo sguardo e vede suo cugino spiccare il volo e
trasformarsi in una diomedea dalle piume d’oro. Prima di volare
via Colin gli grida: «Ricordati, Roberto: l’apparenza inganna!»
Il ragazzo, rimasto a bocca aperta per l’accaduto, riguarda
Piume d’oro
le piume e si accorge che quella scia finisce in un cumulo di
piume d’oro che brillano come tante stelle. Roberto si china
per curiosare e vede che lì in mezzo alle piume c’è l’altra metà
del medaglione a forma di animale che aveva trovato con
Anna nella grotta. La unisce con la prima metà e vede che
l’animale del medaglione è una diomedea. Decide allora di
andare da Nando: è convinto che solo lui possa dargli delle
spiegazioni.
Arriva sull’isolotto e si dirige verso la baracca del pescatore,
ma deve ben presto assistere a uno spettacolo che gli fa
gelare il sangue. Nando è seduto su uno scoglio, con lo
sguardo freddo e perso nel vuoto; dalla bocca gli escono
i versi di una lugubre nenia. Tra le mani magre e logorate dal
tempo fa ruotare un medaglione appeso a una catenina.
Il mare all’improvviso è diventato scuro e minaccioso. Il
ragazzo ora ha solo più il coraggio sufficiente per alzare la
testa e accorgersi di una diomedea che vola in tondo sopra
a Nando, contorcendosi e gemendo per il dolore. Roberto
osserva le estremità delle ali di quella creatura e si accorge,
nonostante la penombra, che sono dorate. Poi il pescatore
alza la testa di scatto… Ha notato che non è solo!
Capitolo quinto
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CAPITOLO SESTO
Come un eroe
«Roby, Colin, scendete è pronto!»
Valeria, la mamma di Roberto, ha appena finito di sistemare la
tavola. Al centro vi ha posto un piatto di conchiglie con fiori rosei del
centaurum e quelli gialli della cineraria argentea; i fiori li ha raccolti
poco prima da piante nate spontaneamente nel suo giardino e
delle quali va fiera. La tovaglia è ricamata con dei graziosi pesci
colorati. Fa un passo indietro ed ammira il suo capolavoro; sorride
soddisfatta del risultato e con la mano si tira indietro i capelli ramati.
Il viso di Roberto è invece pallido e teso: suo cugino Colin si è
trasformato in una diomedea e non è cosa facile da raccontare,
potrebbero prenderlo per pazzo! Decide comunque di andare giù
al piano di sotto e di affrontare la realtà.
Roberto lentamente scende le scale e quando arriva in cucina non
crede ai suoi occhi: vede Colin che si complimenta con sua madre
dicendole: «It looks like a dream!»
Roberto si avvicina a Colin, lo prende in disparte e gli dice balbettando: «Sa-rò pure ma-ma-tto ma tu eri una diomedea!»
«Roberto stai bene, cosa dici?» chiede Colin sorridendo.
Roberto gli spiega velocemente la visione che lo riguarda. Colin
rimane in silenzio per un attimo, poi scoppia in una risata fragorosa,
Capitolo sesto
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quindi dice: «Ma quante salpe ti sei mangiato?»
«Cosa c’entrano le salpe adesso?»
«Ho letto su Internet che un tizio è rimasto intossicato mangiando
salpe… Forse quel tizio sei tu!»
Roberto allora replica infastidito: «Colin non dire sciocchezze, qui
non ci sono pesci tossici, è una vita che si pescano salpe e non è
successo mai niente! Le isole sono incontaminate e mi auguro, per il
bene di tutti noi, che lo siano anche per il futuro! E poi non è questo il
punto… Io ti ho visto veramente trasformarti… Era tutto così reale!»
«Senti, mentre tu avevi le visioni, io ero al computer a fare le mie ricerche».
A un certo punto di nuovo Valeria chiama i ragazzi a tavola. Si siedono.
Finalmente la mamma soddisfatta di averli seduti accanto a lei dice:
«Ora vi dico io una cosa molto interessante: per pranzo c’è una
ricettina nuova, salpe alla tremitese; mi è stata consigliata da un
vecchio pescatore». Mentre la donna continua entusiasta il suo racconto, i due ragazzi si guardano negli occhi e, dopo essersi scambiati uno sguardo d’intesa, scoppiano a ridere. L’atmosfera è adesso
più distesa. Prima di iniziare a mangiare Roberto mette le mani in
tasca e al tatto segue con l’indice l’incisione del medaglione. Alza
lo sguardo e vede il cugino che cerca con difficoltà di inforcare gli
spaghetti. Torna a vagare con i suoi pensieri.
“Eppure la metà del medaglione esiste, l’ho trovata tra le piume…
Non è stato tutto frutto dell’immaginazione! Questa faccenda è un
vero mistero. Colin è qui e non ricorda niente della metamorfosi…
Come un eroe
Forse è vero, l’ho sognata! Poi c’è la storia che mi ha rivelato Nando
della sua trasformazione in una diomedea da bambino e da qui è
nata la sua ossessione su di esse. Mi ha raccontato che nessuno
volle credergli. Ma io che sono stato testimone dello stesso fatto,
ci credo eccome! Sono il prescelto e sto vivendo le sue medesime
emozioni. Devo trovare la volontà e la forza affinché il mio destino
si compia, al di là delle difficoltà. Devo scacciare la paura e le
incertezze dal cuore per seguire la mia strada!”
Quella sera sotto il cielo stellato, in spiaggia, ascoltando le onde,
Roberto sente di riuscire nell’impresa, si è confidato con Colin ed
Anna che l’avevano sostenuto anche se tutto sembrava impossibile.
Questa è vera amicizia! Ora ne è certo! Tutti e tre sono immischiati
in questa storia. Lui ed Anna hanno avuto quelle inquietanti visioni,
Colin, così distante e razionale, suo malgrado è stato coinvolto.
Questo è un segno che solo collaborando potranno risolvere il
mistero e svelare il messaggio di Diomede.
Nando, da solo, non ne è stato in grado ed è diventato lo spettro
di se stesso, compiangendosi e rinunciando alla missione. Diomede,
grande eroe greco del passato, sta evocando lo spirito di altri
guerrieri pronti a mettersi in gioco.
«La visione potrebbe anche non essere stata reale, ma Diomede
forse ci ha inviato un messaggio!» dice Roberto all’improvviso rivolgendosi ai suoi amici.
Tutti e tre sono incantati davanti alla volta celeste.
Capitolo sesto
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«Mi sarebbe piaciuto volare come una diomedea…» confessa Anna.
«Sì, magari con un paio d’ali fucsia e glitterate» ribatte Colin. Risero.
«Forse è proprio volando che troveremo il tesoro: bisogna mettersi
dal punto di vista delle diomedee!» osserva Colin, poi continua «Mi
ricordo che una volta la mia insegnante ci fece vedere delle foto
aeree. Dall’alto si vedevano colori e sfumature che dal basso non si
riuscivano a cogliere!»
«Sì, ma come facciamo a vedere dall’alto?» chiede Anna.
«Io saprò guidare pure una barca, ma un aereo proprio no!» dice
Roberto pensieroso, poi però prosegue euforico «Qualcosa ci
inventeremo. Quando sono in barca e aspetto, aspetto, aspetto
che il pesce abbocchi all’amo, sono tentato di lasciare stare tutto
e andarmene… Prendere quel maledetto dentice mi sembra troppo
difficile! Ma alla fine non mollo e rimango lì a stringere denti e canna
da pesca. Cosa mi fa andare avanti? Pensare alla faccia che
faranno mio padre e mia madre quando riporterò il bottino e alla
fatica che mi è costato essere lì a lottare con la lenza! No, io non
mollo di certo, neanche questa volta!»
«Credo di capire cosa vuoi dire» aggiunge Anna «Rivedere il passato, ripensare alla nostra storia e a ciò che ci aspetta ad ogni
scelta ci aiuta a trovare la forza per vivere al meglio il presente…
Credo di averlo letto da qualche parte!»
«Allora anche tu guardi oltre lo smalto!» commenta Roberto scherzoso.
Ridono ancora e poi rimangono tutti e tre pensierosi ad ammirare le stelle.
Come un eroe
CAPITOLO SETTIMO
Verità inaspettate
Il giorno dopo, come suo solito, all'alba, Roberto raggiunge la
spiaggia ancora nebbiosa. La sabbia è bagnata dall’umidità della
notte. Raccoglie la cima dei suoi due remi e la sgancia dalla bitta;
si avvia, lentamente verso l’isolotto di Nando sperando di incontrarlo e di parlargli della seconda parte del medaglione mancante
affinché si possano risolvere i pensieri affiorati il giorno prima, mentre
era a tavola.
Pensa a cosa va incontro: un'avventura fuori dalle leggi della fisica,
alla base della quale vi sono medaglioni, prescelti, diomedee e
leggende.
Ma adesso è troppo tardi per tornare indietro... Bisogna andare in
fondo alla storia!
Approda, dopo un’ora di navigazione, sull'isola immersa nella natura, quasi sperduta.
Ed eccola lì, la casa dell'anziano, quasi una palafitta, con un senso
di fragile, esposta agli schiaffi del vento, suggestiva.
Roberto bussa alla porta scricchiolante, nessuno risponde. Ritenta
ma ancora nessuna risposta. Si fa coraggio ed entra sapendo di
andare incontro ad una sgridata assicurata.
La baracca è piena di libri e mappe raffiguranti le isole Tremiti; vi
Capitolo settimo
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sono appese dei disegni simbolici, sicuramente legati alle leggende
dell’isola. Nando è un vecchio saggio che conosce perfettamente
la storia, vera e mitologica, di quei posti.
Roberto è affascinato, inizia a girovagare per la casa, è attratto da
qualcosa senza saperne il perché.
Tra le tante cose, nota un cassettone di legno perfettamente intagliato; i suoi segni seguono, apparentemente, linee immaginarie che
“la gente comune” non potrebbe mai capire.
Questo a Roberto non passa proprio per la mente perché riesce
a leggere senza problemi quelle scalfitture, come se fossero scritte
normali. “May all this belong only to the past” è l'incisione sul vecchio
baule impolverato.
Questo lo incuriosisce molto e decide di aprirlo: è pieno di polvere
e da subito Roberto capisce che quel vecchio cassettone non è
aperto da molti anni. Le cerniere sono rimaste ben oleate e per nulla
arrugginite. Ci sono tanti fogli stropicciati e giallastri, rovinati dal
tempo e dall’umidità: tra i loro trova delle lettere mai spedite, con su
scritto l’indirizzo del destinatario: VIA PICCINNO, 64.
“Ma questa via, questo numero civico… mi ricorda qualcosa. Sono
molto confuso!”
I suoi ricordi sono interrotti dallo scricchiolio della porta: è Nando,
che è appena ritornato dalle acque del Mar Adriatico.
Roberto rimette le vecchie lettere nel baule ma nella fretta ne cade
Verità inaspettate
una. Non ha tempo di rimetterla nel vecchio scrigno; la maniglia si
abbassa, e allora si infila la busta in tasca.
«Cosa ci fai qui, Roberto?» domanda perplesso Nando.
«Perdonami. Sono venuto per parlare con te del medaglione. Scusa
se sono entrato, pensavo che tu fossi dentro. Ho atteso un po’, ma
ora si è fatto tardi e papà mi aspetta!»
Sorridendo, si congeda dal vecchio, che rimane basito dal comportamento del giovane.
Uscendo dalla dimora diroccata, Roberto continua a pensare all’indirizzo letto che in fondo sa di conoscere bene; appena dietro un
anfratto, si ferma ed apre la lettera.
Al suo interno vi è una foto quasi sbiadita, raffigurante un uomo,
una donna e una piccola bimba, dai lineamenti delicati. Ciò che
maggiormente attrae la sua attenzione è una voglia all’altezza del
sopracciglio destro. Gira la foto, c’è una data e una frase, forse
scritta con una stilo: “25/11/1974, gita in campagna, Elvira a 2 anni”.
La lettera recita:
“Cara Elvira,
mi pento di ciò che ho fatto, avrei voluto tante volte venire da te e
chiederti scusa, non mi avresti perdonato, ma il mio rimorso sarebbe
stato minore e quel fuoco che mi brucia dentro non sarebbe stato
così forte. Ti rivedo in ogni posto e ricordo ogni singolo gesto e ogni
parola; è come se il tempo, pur trascorso, non fosse mai passato su
Capitolo settimo
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di me, e mi avesse lasciato come in disparte dal mondo. Lacrime
fredde scivolano sul mio volto, non potresti mai capire perché mi
sono allontanato da tua madre e soprattutto da te, forse questa
lettera non la riceverai mai, forse perché siamo così vicini, eppure io
ti sento troppo lontana”.
Giunto a casa, entra frettolosamente e si precipita in camera per
rimanere da solo a pensare e a mettere ordine in quanto ha letto.
I suoi pensieri sono interrotti dalle grida del padre: «Roberto scendi
subito in cantina e prendi dei barattoli di origano! Al ristorante sono
finiti! Affrettati, iniziano a venire i clienti!»
Roberto, sbuffando, scende e inizia a frugare tra le varie confezioni
di spezie ma non trova niente; si infastidisce, ma continua a cercare,
fino a quando giunge nel seminterrato che per lui è stato sempre
proibito fin da piccolo. Nonostante le raccomandazioni del padre,
decide di aprire l’armadio, il cui contenuto è sempre stato a lui nascosto. Vi sono una serie di scatole, pacchi di ogni dimensione; poi
vede un contenitore con la scritta: ELVIRA.
“Elvira? Chi è Elvira? E Nando? Cosa c’entra con la mia famiglia?”
Tante domande gli girano nella testa; e mentre fruga, trova la stessa
foto del baule della casa di Nando. Sente i passi del padre avvicinarsi e prende con sé l’immagine.
«Ma dove sei finito? Roberto, vieni su!» grida il padre dal piano di
sopra. «È possibile che non riesci mai a trovare nulla? Ora scendo io!»
Roberto mette frettolosamente in ordine, fingendo di rovistare
Verità inaspettate
ancora tra i barattoli di erbe aromatiche.
«Imbranato, è possibile che devi far fare a me il doppio del lavoro?
Ecco qui dove sono i barattoli, ma dove hai la testa?» ribadisce il
padre, innervosito e seccato.
«Papà sono stanco… Scusa ma devo andare».
Roberto va a letto, ancora più confuso di prima e con un mal di
testa incredibile; troppe aspetti che non tornano: una donna di
nome Elvira, due foto uguali in due posti completamente estranei
l’uno all’altro… Allora?
La notte sogna nell’acqua una donna dalla pelle luminosa, con una
folta capigliatura dorata e con gli occhi che quasi si confondono
con le onde del mare; Roberto sente un canto melodioso, una voce
conosciuta, un vago ricordo di una persona cara ma ancora non
ricorda. Si alza immediatamente, come se quella ninna nanna lo
ipnotizzasse e cerca di seguirla.
“Le mie labbra salate
ti sfiorano la fronte,
il mare ti culla
e nelle onde risuona dolce
questa ripetuta melodia”
Con un bagliore di luce, il giovane si risveglia sudato, con il cuore
che gli batte a mille. Non capisce più nulla: decide di mettere fine ai
Capitolo settimo
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56
suoi interrogativi e chiedere direttamente al vecchio saggio.
Arrivato sull’isola, si dà coraggio e si dirige verso Nando, sperando,
alla fine, di capire qualcosa in più.
«Nando, l’altro giorno ho frugato nel tuo baule con la strana incisione. Ho trovato la stessa foto a casa mia. Come è possibile? Chi è
Elvira? Mi dici qualcosa, per favore?»
Nando prende tra le sue mani la foto; trema e una lacrima scende
sul suo volto. Fissa l’immagine con rabbia e malinconia, come se le
parole del giovane avessero aperto una pagina di un libro ormai
sepolto.
Con un filo di voce, fissa negli occhi Roberto e sussurra: «Caro mio
ragazzo, hai capito tutto? Sei intuitivo come tua mamma! Rivangare
il passato a volte non serve molto; ma se lo chiedi con tanta insistenza, non posso nasconderti la verità, che in parte ti appartiene:
Elvira è tua madre!»
«Cosa? Che dici? Mia madre è Valeria!»
«Valeria è la tua madre adottiva; la tua vera madre è Elvira, morta
a causa mia; su di me, il prescelto, c’era una maledizione: che avrei
trovato il tesoro delle diomedee e avrei perso contestualmente
qualcosa a me molto caro. Poi ho trovato tua nonna e l’amore ha
fatto dimenticare la vecchia maledizione. Poi è nata tua madre:
Elvira. Bella come il sole, con gli occhi che si confondevano con
le acque del mare, con un sorriso luminoso che faceva trasparire
Verità inaspettate
la forza vitale. E poi un segno particolare, inconfondibile: la nostra
stessa voglia».
L’anziano saggio si toglie il cappello, sposta il ciuffo bianco e
scopre la macchia indelebile che li unisce. «Quella maledizione mi
ha portato via il dono più bello della mia vita. Durante una notte,
mentre il mare sprigionava la sua forza, tra le onde, vidi una vecchia
che filava, simbolo di un tesoro vicino. Mi allontanai da tua nonna
e da tua madre, un vero gesto da codardo, penserai, ma dovevo
vincere la maledizione. E per un po’ pensai di aver avuto la meglio!
Elvira diventò una ragazza raggiante; incontrò tuo padre e dal loro
amore sei nato tu; ma non trascorse molto tempo dal parto, che la
maledizione si fece sentire con tutti i suoi effetti. La mia adorata figliola
è morta, nonostante mi fossi impegnato a cercare una soluzione. Al
tramonto, come era stato previsto, si scatenò una terribile tempesta;
Elvira e George erano in alto mare già da un paio d'ore, quella
sera avevano un’importante cena al ristorante. Il guardiano del faro
scrutava l’orizzonte fumoso; la barca dei tuoi genitori appariva e
scompariva tra le creste delle onde. Arrivata nelle acque tranquille
dell’insenatura naturale, videro George. Solo. Gli occhi bassi, il
corpo battuto dalla fatica, dalla paura e dal dolore. Silenzioso,
ero lì a vedere la mia povera piccola annegare nelle acque, non
potendo fare nulla, e tutto per colpa di quella maledizione mai
cercata. Non doveva andare così, dovevo essere io a morire; tua
Capitolo settimo
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madre doveva essere felice, crescerti e avere dei nipoti… Invece,
ora sono da una vita un uomo distrutto dal rimorso…»
Nando scoppia in lacrime mentre Roberto non sa ancora se credergli oppure scappare lontano, da tutto e da tutti.
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Verità inaspettate
CAPITOLO OTTAVO
Nuove rivelazioni
Roberto è immerso nei suoi pensieri. Tornato sulla barca, si reca al
ristorante del padre.
«Ciao Roberto, perché piangi?» chiede dubbioso George.
Roberto, con le lacrime che gli rigano il viso, risponde con voce
fioca: «Ciao papà, ho parlato con Nando…»
Il padre lo blocca, mettendogli una mano sulla spalla, e lo abbraccia forte dicendo: «Andiamo a casa».
Tornati a casa, trovano Valeria che li aspetta per la cena. Roberto,
con un po’ di incertezza, chiede al padre: «Papà, raccontami la
verità. Sono molto confuso…»
George annuisce e si reca in cantina, dove conserva, ormai da anni,
scrupolosamente, una scatola, che non ha mai fatto vedere al figlio.
Dopo poco tempo risale e poggia la scatola sul tavolo.
Valeria prende per mano Roberto, che sta aprendo di scatto la scatola. Il ragazzo trova all’interno una lettera impolverata e ricoperta
di salsedine, alcune conchiglie tipiche delle Isole Tremiti e alcune
fotografie di famiglia, tra le quali c’è anche quella che ha visto a
casa di Nando.
L’istinto gli dice di esaminare prima la lettera. Soffiandoci sopra, si
accorge che ne manca una parte. Piangendo, la passa a Valeria,
Capitolo ottavo
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chiedendole di leggerla per lui.
La donna, senza esitare, comincia a leggere:
«Caro Roberto, quando leggerai questa lettera probabilmente non
sarò accanto a te. Ti ho scritto per informarti che qui c’è una maledizione. Essa, per quanto ne sappia, è collegata al fatto che sull’Isola
di San Domino sembra sia presente il tesoro di Diomede, protetto
dalle splendide diomedee, che, secondo la leggenda, sono i soldati dell’eroe. Il problema è che, chiunque trova il tesoro, perderà
qualcosa di molto caro. Io ho scoperto che Nando, mio padre, è il
prescelto e presumibilmente si è allontanato da me e da tua nonna
per questo. Da quanto mi ha raccontato prima di andarsene, questa
storia del prescelto si tramanderà di generazione in generazione,
fino a quando non sarà spezzata la maledizione».
A questo punto Valeria si ferma, perché manca il resto della lettera
e scoppia in lacrime.
La famiglia cena in silenzio; Roberto, dopo aver finito la sua porzione, senza dire una parola, si chiude nella sua stanza, per riflettere su
ciò che ha appreso.
La mattina seguente esce per andare a pesca e vede Colin con
Nando, che parlano sottovoce.
Tirate su le reti, attracca vicino a loro e scende dalla barca. I due
smettono di parlare quando lo vedono arrivare.
Poi Colin dice: «Grazie Nando per ciò che mi hai raccontato in base
Nuove rivelazioni
alla tua esperienza. Ciò mi sarà molto utile per la relazione che devo
stilare». Poi si rivolge al cugino: «Hai finito di pescare?»
Roberto risponde: «Per questa mattina sì. Dovevo solo pescare
qualcosa per il pranzo…»
Colin lo interrompe dicendo: «Allora andiamo a casa. Il tempo si sta
mettendo male e io devo finire di studiare. Mi accompagni?»
Roberto annuisce, facendo salire il cugino sulla barca.
Dopo pranzo, Roberto chiama in disparte il cugino e gli dice: «Colin,
perché avete smesso di parlare tu e Nando quando sono arrivato?
Stavate parlando di me, vero? Che cosa stavate dicendo?»
Colin decide di spiegargli tutto e comincia: «Roberto, you don’t
know many things about me. Sette anni fa, abbandonai le Isole Tremiti, perché non potevo svelare a nessuno il mio segreto».
«Quale segreto?» chiede prontamente Roberto.
Colin, sedendosi su una sedia, gli dice: «Beh… Io, da quando sono
nato, ho in me lo spirito di una diomedea. Questo spirito mi permette
di trasformarmi in una diomedea solo quando il tempo è brutto. Come
tu sai, la leggenda dice che noi sorvegliamo il tesoro di Diomede. Io
sono tornato sulle Isole, perché il mio istinto mi dice che c’è un nuovo
prescelto, ma non credevo che fossi tu. Per questo quando tu sei
andato nella grotta, io non sono potuto venire con te…»
Roberto lo interrompe dicendo: «Quindi sai come si spezza la maledizione?»
Capitolo ottavo
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Colin deciso risponde: «No, questo no; però so che è scritto in un
libro molto antico, conservato da Nando. È un linguaggio che solo
il prescelto può decifrare con facilità…»
Roberto, udito ciò, si rammenta del libro antico visto in precedenza
a casa del vecchio pescatore.
Agitato, scappa via. Corre da Anna e comincia a raccontarle tutte
le novità.
Anna, nonostante sia un po’ spaventata, finisce di mettersi lo smalto,
si trucca, si infila il giubbino nuovo, comprato all’Alcott qualche
giorno prima e corre dietro Roberto.
Saliti sulla barca, Roberto le racconta tutto ciò che ha scoperto
e Anna commenta dicendo: «Fermati, fermati, non mi far piangere
altrimenti mi cola il trucco!»
A questa frase Roberto fa una smorfia di disapprovazione
Arrivati sull’isolotto, dove abita Nando, Roberto lega la barca ad
un palo conficcato nella sabbia. Corrono verso la casa malridotta e
antiquata, dove Nando sta cenando. Roberto apre la porta senza
bussare. Nando, spaventato dal rumore, rompe il bicchiere di vino
che ha in mano e con una voce sbigottita dice: «Che cosa c’è ragazzi? Roberto, così si entra in casa? Senza bussare?!»
Roberto risponde in modo giudizioso, rendendosi conto che ha
sbagliato ad entrare così: «Scusami Nando, ma ho molti pensieri per
la testa e bussare è forse l’ultimo tra questi!»
Nuove rivelazioni
Nando gli risponde: «Calmati e siediti. Parliamo…»
Il ragazzo annuisce, tirandosi dietro Anna, che era rimasta fuori per
paura di sporcare le sue nuove scarpe di camoscio. Dopo essersi
seduti, Roberto con decisione prende la parola: «Nando, ho molte
cose da dirti».
L’anziano signore si mette a sedere e dice: «Comincia pure, ti ascolto».
Roberto, schiarendosi la gola, comincia a parlare: «Mio padre mi
ha fatto vedere una scatola che conserva con cautela. Dentro ho
trovato alcuni ricordi, tra cui la foto che anche tu conservi e una
lettera, che però è strappata.
Colin mi ha svelato il suo segreto: lui ha in se uno spirito di diomedea,
che gli permette di trasformarsi…»
Nando lo frena dicendo: «Questo lo so già».
Roberto replica: «Non mi hai fatto finire… Mi ha anche detto del tuo
libro antico che può spezzare la maledizione».
«Sì, sì questo è vero» ribatte Nando.
Roberto con decisione e alzando la voce dice: «E perché non l’hai
spezzata tu la maledizione?»
Nando, guardando negli occhi Roberto, gli dice: «È facile da dire.
Io a quel tempo, non avevo il libro, non avevo il medaglione anzi,
ne avevo una metà, che poi ho dato a Colin. Sono convinto che tu
riuscirai a spezzarla…»
Roberto abbraccia l’anziano pescatore e decide di tornare a casa
Capitolo ottavo
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con Anna.
Mentre sono in mare, odono il canto di una sirena, che sembra stia
su uno scoglio e il cui viso sembra familiare a Roberto. Cercando di
raggiungere lo scoglio, vengono colpiti da una tempesta improvvisa, che capovolge la barca…
Anna riesce a rimanere in superficie , aggrappandosi ad essa, mentre
Roberto sprofonda nel mare; è in bilico tra la vita e la morte. Anna,
spaventata, cerca di aiutare il ragazzo, non badando più al suo
look, senza riuscirvi; così chiede aiuto, gridando.
Roberto, quasi svenuto, intravede una misteriosa luce e una strana
sagoma che a lui sembra una sirena, ma non ne riesce a riconoscere il volto.
Le urla di Anna non sono vane, infatti arrivano in soccorso dei pescatori, anche loro colpiti dalla tempesta improvvisa e li riportano a riva.
Roberto torna a casa e ripensa all’accaduto e tra i suoi tanti pensieri cerca una spiegazione…
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Nuove rivelazioni
CAPITOLO NONO
Apparenze
Passati mesi, dopo l’ennesimo naufragio e il pericolo scampato, il
divieto di rimettersi in mare per Roberto sta per scadere: riprende
la barca e non solo per pescare. George finalmente gli permette di
ritornare alle vecchie abitudini. L’estate inizia a fare il suo ingresso
e le isole si popolano già di turisti: la ricchezza si diffonde ovunque.
Troppe le notizie da digerire in questo lungo periodo: la vera madre
morta, il nonno ritrovato, la maledizione, la lettera da ricomporre
e, poi, ancora le emozioni, le paure, i dubbi, i sogni; troppo da
sopportare! Questo tempo non è trascorso invano, però. In tutti i
momenti, infatti, Roberto pensa e ripensa agli enigmi da risolvere:
sarà in grado di decifrare il libro antico che neppure il vecchio
nonno Nando ha compreso? E Colin? Quanti misteri agitano il suo
animo! Troppi pensieri, troppi collegamenti, troppa tensione, troppo
“tutto”, tranne che di forza di volontà che, proprio in quel momento,
sarebbe indispensabile e, invece, si sta lentamente esaurendo.
Stanco e privo di forze, Roberto si sdraia nella speranza di addormentarsi qualche istante, ma gli riesce difficile anche questo. Così si
affaccia alla finestra come ogni sera e aspetta l’alba.
Quella sera, però, rimane a guardare confuso il lampione nel cortile
antistante alla casa. La luce lampeggia nella foschia, il chiarore
Capitolo nono
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trapassa la finestra e il ragazzo incuriosito si avvicina ancor di più
ai vetri: lì, dentro il lampione, muove le ali disperata una falena.
L’animale è intrappolato e non riesce a trovare una via di fuga,
molto probabilmente nessuno verrà in suo soccorso. C’è una via di
uscita, un’apertura: sarà sicuramente la stessa da cui è entrata, ma
quella luce dorata non fa altro che ostacolarla.
“Ma sì!” pensa Roberto “La verità verrà fuori e, come la falena,
troverà la sua strada per raggiungerci!”
All’improvviso, ripensa alle parole del libro del vecchio Nando: “Nel
fondo del blu una coda d’oro troverai e la sua scia seguirai fino a
quando un raggio di sole ti indicherà la meta. Ma attento: l’apparenza a volte inganna!”
La Vecchia potrebbe non essere un presagio di sventure, ma un
indizio. Roberto ricorda che, a scuola, la sua insegnante aveva
fatto una lezione sulle Moire…
“Cloto, il cui nome in greco antico significa ‘io filo’, filava lo stame
della vita; Lachesi, il ‘destino’, avvolgeva il filo sul fuso e stabiliva
quanto del filo spettasse a ogni uomo; Atropo, ‘inflessibile’, con
lucide cesoie, lo recideva, inesorabile … Ma certo! La Vecchia
misteriosa è proprio Lachesi, e vuole dirmi che solo io potrò fermare
la maledizione e spezzare il filo del destino!” riflette Roberto “Del
resto, anche Catullo rappresenta le romane Parche come vecchie
tremolanti che filano lo stame della vita e predicono con ‘veridico
Apparenze
canto’ l'avvenire di Peleo. Io sono il nuovo Peleo!”
Quel pensiero inatteso gli apre un mondo, nuova linfa vitale scorre
nelle sue vene: è pronto, vuole andare fino in fondo. Adesso può
riposare e dormire, perché conosce la verità.
La verità ha trovato la via per giungere a lui, come la piccola falena
ha trovato la sua breccia verso la libertà. Il sonno, tuttavia, non si
rivela per niente ristoratore ma disturbato da incubi.
Roberto si ritrova in un fondale marino risucchiato da forti correnti
e da alghe e, nella penombra, tra i riflessi luccicanti di un oggetto
metallico dalla forma cilindrica, si scopre all’interno di una centrale di
controllo, tra cloche e pulsanti vari: è in una vera navicella spaziale.
Vorrebbe svegliarsi e uscire da quell’incubo, ma la curiosità diventa
il suo coraggio e, strappando con forza le alghe, intravede un oblò
e tenta di aprirlo… Non ci sono serrature, ma solo una cavità quasi
come un becco di uccello!
Accaldato e tremante, Roberto cerca di risalire in superficie spingendosi, ansante, con i piedi alla ricerca di aria. Apre la bocca, ma
non esce alcun suono. Prendendo un gran respiro, avverte solo un
forte bruciore alla gola, che gli trapassa la trachea come se fosse
una spada. Spaventato, non capisce più se è in un sogno o se vive
la realtà. Non riesce a tenere gli occhi aperti.
Si volta e vede il libro antico di Nando fra oggetti impolverati e
tante cianfrusaglie. La sua attenzione è ora attratta da un bizzarro
Capitolo nono
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particolare: c’è un doppio fondo! E, d’un tratto, appare Colin, che
gli dice sorridendo: «A friend in need is a friend indeed. Good luck,
friend. I’m with you!»
L’adrenalina e lo spirito d’avventura si ridestano dentro Roberto più
forti che mai. A quel punto emette un urlo, un urlo di gioia, un urlo di
paura, un urlo addirittura di stupore e si sveglia, mentre con difficoltà
cerca di mettere a fuoco le immagini intorno a sé. Madido di sudore
si alza, accende la lampada sulla sua scrivania ed esamina il suo
ciondolo tentando di capire cosa avesse tralasciato.
Il giorno dopo Roberto si veste in fretta e furia, deciso a risolvere il
mistero una volta per tutte. Si avvia di corsa a casa di Anna, sdraiata sul divano a guardare la tv in tuta e scarpe da tennis. Roberto
la guarda incredulo e pensa: “Anna senza trucco?! Che fine ha fatto
la mia amica fashion?”
Poi la convince ad uscire con lui per un’emergenza e lei, miracolosamente, annuendo seria, prende il cappotto, senza badare troppo al
fatto che non si abbina al suo abbigliamento sportivo. Saliti in barca
e sciolti gli ormeggi, Roberto inizia a remare senza mai staccare
gli occhi dall’amica che, pur senza trucco, è bellissima. La guarda
affascinato e le chiede dei suoi abiti cool.
«Beh, semplicemente tutti questi avvenimenti mi hanno fatto pensare
che forse non devo cercare di piacere in ogni modo alla gente,
quando poi non mi piaccio io» replica Anna «Insomma, non so cosa
Apparenze
voglio per me stessa, ma Marc Twain diceva che per capire e raggiungere ciò che vuoi, devi prima cominciare a scartare ciò che non
vuoi, e io non voglio essere una snob!»
Roberto, sempre più innamorato, la ammira con orgoglio e le sposta
una ciocca bionda dagli occhi solo per poter sfiorare un parte del
suo volto.
Giunti all’isolotto, trovano Nando che osserva l’orizzonte. Il vecchio,
guardando Roberto, ripete tra sé: “Io proteggerò Elvira. Quello che
non sono riuscito a fare con te lo farò con lui. Te lo giuro”.
Il cuore di Nando si alleggerisce ulteriormente, quando il nipote gli
svela l’enigma: «Guarda il ciondolo! Non sono diomedee, sono rondini!»
Nando abbassa il capo per accertarsi che siano vere le parole di
Roberto e, con grande meraviglia, si accorge del taglio della coda
nell’uccello raffigurato.
«Non possono che essere rondini, ma che senso ha?» chiede Nando
perplesso.
Roberto allora gli risponde: «L’apparenza inganna! Tutto è stato
interpretato in modo errato! Il ciondolo, in verità, è la mappa del
tesoro… Dobbiamo raggiungere la Grotta delle Rondinelle!»
Roberto, sentendosi più che mai il “prescelto”, gli rivela che ha fatto
delle ulteriori ricerche in biblioteca ed ha scoperto che, al tramonto
e solo nei giorni estivi, i raggi solari, penetrando nella grotta, formano tantissime varietà di colori. Forse i raggi indicheranno la meta!
Capitolo nono
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La spiegazione manda in visibilio Nando, che alzandosi di scatto,
come un giovane guerriero, corre in casa e ne esce brandendo in
mano un lembo di carta strappata mentre urla: «Ecco cos’era! La
lettera! Tu solo puoi! Leggi! “Nel punto in cui le rondini nidificano e
nel momento in cui Sole e Luna si uniscono in un bacio quello che
cerchi troverai, ma attento! Davanti ad una rinuncia sarai!” Figliolo,
forza! Ci vuole solo buona Volontà e tu ne hai molta, l’hai sempre
avuta, non arrenderti ora, ti prego!»
Roberto e Anna salpano subito verso la Grotta delle Rondinelle con
il cuore che batte all’impazzata. In una nicchia della grotta brilla
intensamente uno scrigno dorato riportante una diomedea ed una
rondine. Roberto, incantato dal tesoro, si dirige verso lo scrigno.
Si sente come ipnotizzato dal desiderio di impossessarsene: non gli
importa più di Anna, di Nando o di sua madre. Vuole solo l’oro.
Mentre procede con gli occhi e la bocca spalancati verso il bagliore in fondo alla grotta, non si accorge che Anna è caduta in acqua.
La ragazza non è preoccupata, sa nuotare. Ma, ad un tratto, una
strana alga, dal fondale, la afferra saldamente per i piedi e inizia
a trascinarla sempre più giù. Si divincola, grida, chiama aiuto, ma
Roberto è troppo preso dal suo tesoro per sentirla.
Il ragazzo continua ad avanzare quando sente, come in lontananza,
nella profondità della sua mente, l’eco di un grido straziante. Si volta di scatto e intravede Anna che si agita frenetica nell’acqua non
Apparenze
più limpida, ma cupa: è in pericolo! Roberto sta per lanciarsi in suo
soccorso, quando sente un rumore stridente provenire dalla nicchia
dove si trova lo scrigno: si sta chiudendo. Il ragazzo deve decidere
chi salvare, se il ricco tesoro o la sua cara Anna. In altre circostanze
non ci avrebbe pensato un attimo, ma adesso è affascinato dal
bottino che potrebbe ottenere. Lui vorrebbe salvare Anna, ma anche accaparrarsi l’oro dello scrigno. Di sorpresa Roberto è assalito
dai ricordi dei momenti fantastici trascorsi insieme ad Anna: risate,
avventure, giochi, scherzi, persino i litigi, i pericoli, il suo sorriso più
radioso dell’oro. Si precipita, quindi, a salvare l’amica, stringendola
a sé con fare protettivo. Mentre fuggono via da qual luogo magnifico che stava - per fortuna solo in parte - crollando a pezzi, Roberto
lancia un’ultima fugace occhiata alla grotta, e intravede una piuma
dorata. Allucinazioni? Non ha il tempo di pensarci, perché Anna,
appena fuori, lo abbraccia appassionatamente. Il loro interminabile
abbraccio, però, viene interrotto da un verso proveniente dall’alto.
Entrambi rivolgono lo sguardo verso il cielo e vedono una splendida
diomedea volare giocosa verso il tramonto. Tiene stretto nel becco qualcosa, una piccola scatola. Con voli acrobatici, l’uccello
si posa a terra. È Colin che dice: «Caro Cugino, hai spezzato la
maledizione! Sei il primo prescelto che sceglie l’amore e non l’oro.
Finalmente sono libero, non mi trasformerò più in una diomedea!»
Capitolo nono
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CAPITOLO DECIMO
La pietra misteriosa
Risaliti sulla barca, Anna si stende sul fondo per riprendere le forze
mentre Roberto la guarda ancora preoccupato. Gli torna in mente
lo scrigno che si chiudeva e lui che rinunciava al tesoro per amore
della ragazza: non poteva perderla, niente era più importante di lei.
Anna riprende colore e Roberto la stringe a sé; lei gli sussurra: «Ho
capito quanto sono importante per te e ti sarò sempre grata per
quello che hai fatto».
I due ragazzi si guardano negli occhi pieni d’amore e si baciano.
Quando Roberto si riprende dall’emozione le dice: «Forse è il caso
di ritornare da Nando che sarà molto in pensiero». Prontamente il
ragazzo comincia a remare alla volta dell’isola del nonno e, attraccati al molo, corrono verso la casa diroccata.
Appena il vecchio li vede tira un sospiro di sollievo e subito li fa
entrare in casa. «Nando» dice Roberto «ero a due passi dal tesoro
quando ho sentito Anna gridare perché era finita in acqua e stava
annegando. Non ci ho pensato su due volte e mi sono precipitato a
salvarla. Ho scelto l’amore e non l’oro. Anche Colin ora è libero, non
si trasformerà più in una diomedea».
Nando sorridendo lo abbraccia e gli dice: «Bravo figliolo, hai avuto
la prontezza che in passato è mancata a me. Io ho perso una figlia
Capitolo decimo
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per la mia testardaggine». Mentre dice queste parole, le lacrime gli
scorrono copiose sul viso.
A questo punto Roberto mostra al nonno la scatola che la diomedea,
in cui si era trasformato Colin, aveva nel becco e ne tira fuori una
pietrina di colore nero con sopra inciso un fulmine dorato. Il ragazzo
poi aggiunge: «Nella scatola c’era anche questa foto». Mostra al
nonno una fotografia in cui si vede un immenso parco pieno di fiori e
negli angoli ci sono tre statue di marmo bianco.
Anna che finora non ha mai visto la foto esclama: «Fammi guardare
meglio! Mi sembra di aver visto da qualche parte un parco simile.
Forse… Ecco mi ricordo, sull’isola di Cretaccio, dove c’è la casa di
mia nonna, un giorno sono andata a passeggio in un luogo identico
a questo. Lì ci sono queste statue che rappresentano delle vecchie:
una che fila, un’altra avvolge il filo su un fuso e l’ultima che lo taglia.
Mi sono icuriosita e la nonna mi ha spiegato che sono le tre Moire,
quelle che decidono della nostra vita».
Roberto, fuori di sé dall’emozione, esclama: «Dobbiamo andarci,
perché sicuramente lì troveremo la soluzione dell’enigma».
I due ragazzi decidono che ci andranno al più presto e nel frattempo tornano a casa. Per strada continuano a parlare e girano e
rigirano tra le mani quella pietrina, finché Roberto dice: «E se questa
dovesse far parte di un ornamento di una delle statue?»
Quando Roberto rientra a casa si precipita in camera sua e cerca
La pietra misteriosa
su internet il parco del Cretaccio e scopre che lì tanti anni fa è
morto un uomo colpito da un fulmine durante un temporale nel quale
è andata distrutta parte di una statua, da cui ora manca ancora
qualche frammento che non è mai stato ritrovato.
«Che strana coincidenza» pensa Roberto fra sé e sé «sulla pietrina
è inciso il simbolo del fulmine e proprio un fulmine, in quel posto, ha
colpito un uomo uccidendolo».
Devo assolutamente andarci! Chiama Anna e la mette al corrente di
quanto ha scoperto. Anche la ragazza è molto incuriosita e si offre
di accompagnarlo nel parco all’indomani.
A questo punto Roberto riflette che forse è il caso, prima di muoversi
e trascinare Anna in questa ulteriore avventura, di informarsi bene su
internet con l’aiuto di “google earth online” del percorso da seguire
ed eventuali pericoli che potrebbero incontrare.
Capitolo decimo
75
CAPITOLO UNDICESIMO
Tesori
La mattina seguente, Anna e Roberto si recano al parco del Cretaccio,
dove si mettono subito alla ricerca delle tre statue. Dopo aver
imboccato più volte la strada sbagliata, finalmente riescono a trovarle.
«Eccole!» esclama Anna entusiasta.
«Ed ecco qua anche la pietra» aggiunge Roberto, estraendola
dalla tasca «ora dobbiamo solo capire dove inserirla».
Dopo alcuni minuti di attenta osservazione, Anna grida: «Guarda
qua, Roberto! La statua di Atropo indossa un anello alla mano
sinistra e sembra proprio che manchi qualcosa!»
Il ragazzo cerca di inserire la sua gemma nell’anello della Moira:
immediatamente e magicamente la statua si muove, girando su se
stessa, e viene colpita da un raggio di sole; a quel punto si apre un
cassetto dal suo torace e, al suo interno, si vede una piccola scatola.
Roberto e Anna, meravigliati ed emozionati, la prendono insieme e,
dopo averla fissata per qualche secondo, decidono di aprirla.
«Una lettera! Leggila!» dice Anna a Roberto che la apre e legge ad
alta voce:
«Se questa lettera tu stai leggendo,
al mare, mentre il sole sta sorgendo,
Capitolo undicesimo
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78
il più grande tesoro troverai
e sarai felice come mai».
«Finalmente troveremo il tesoro di Diomede!» urla Anna, abbracciando
il suo amico.
«Ma per me sei sempre tu il tesoro più importante...» le sussurra
Roberto con tono dolce.
L’indomani mattina, all’alba, i due giovani sono sulla spiaggia; non
sapendo da che parte iniziare a cercare, si avvicinano alla riva,
guardandosi intorno. Dopo una lunga attesa, Roberto spezza il
silenzio: «Guarda Anna! Qualcosa si muove laggiù, vicino agli scogli;
sembra una sagoma».
Questa, nuotando lentamente, si avvicina ai due ragazzi che, pian
piano, iniziano a metterla a fuoco. Roberto ha l’impressione che
abbia un’aria familiare, ma… incredibile! Al posto delle gambe ha
una lunga coda verde, con squame che scintillano al riflesso del
sole: è una sirena!
«Roby! Sei cresciuto tantissimo» gli dice commossa.
«Mamma…? Sei tu?»
«Sì tesoro, sono la tua mamma» e, lentamente, le scendono sul volto
bellissimo alcune lacrime.
«Ma cosa ti è successo? Perché sei diventata una sirena?»
«Adesso ti racconterò tutto. Un giorno, quando tu avevi appena
due anni, tuo padre e io uscimmo in barca a pescare e fummo colti
Tesori
da una tempesta improvvisa. Io caddi in acqua e svenni. Quando mi
svegliai, ero su uno scoglio e intorno a me c’era un mare cristallino;
intorno al collo avevo uno strano medaglione, che non avevo mai
visto prima. Cercando di capire se avessi delle ferite sul corpo, mi
accorsi che, al posto delle gambe, avevo una coda, una bellissima
e lucente coda di sirena. Guardandomi intorno, scoprii poi di
trovarmi di fronte alla Riviera dei Ciclopi, una splendida spiaggia
siciliana formatasi dalla lava dell’Etna. Qualche tempo dopo,
mentre mi trovavo nei pressi del vulcano, persi l’amuleto magico che
mi permetteva di poter uscire dall’acqua e di assumere nuovamente
sembianze umane».
«Ma perché non sei mai tornata a casa da me e papà?» la interrompe
Roberto emozionato.
«Una maledizione me lo impediva. Ma dimmi qualcosa di te,
piuttosto...chi è questa bella ragazza?»
«Lei è Anna, una mia…»
«La sua ragazza!» lo anticipa Anna, sorridendo. I due si scambiano
uno sguardo pieno d’amore e Roberto, un po’ imbarazzato,
conferma: «Sì, è la mia ragazza. Quindi, tornando all’amuleto, se lo
ritrovassimo, ti riporteremmo alla normalità?»
«Esatto! Ma dovrete recarvi sul’Etna e superare delle prove
difficilissime per trovarlo».
«Siamo pronti!» esclamano i ragazzi all’unisono.
Capitolo undicesimo
79
80
La sera stessa sono alla stazione di Foggia; la mattina seguente,
dopo un viaggio passato a fantasticare sulla nuova avventura,
giungono a Catania e, finalmente, un autobus li porta alle pendici
del vulcano.
Dopo ore passate alla ricerca del talismano, Anna nota un’incisione
in una roccia. Roberto, osservando che somiglia al suo ciondolo
con la diomedea, prende quest’ultimo e lo incastona nella roccia:
subito si apre un varco che si affaccia su un lungo corridoio buio.
I due giovani si incamminano nell’oscurità, facendosi luce con un
cellulare finché, in una nicchia scavata nella parete rocciosa, Roberto nota un’incisione scritta nell’alfabeto che solo lui, il Prescelto,
può leggere: “Lungo questo percorso dovrai affrontare numerose
prove, ma se ci riuscirai otterrai ciò che brami”. Continuando lungo
il corridoio, giungono in una grande stanza circolare nella quale
vi sono due porte chiuse e, in mezzo a queste, un enorme quadro
raffigurante il ciclope Polifemo.
Mentre Roberto medita su quale porta aprire, sente Anna urlare alle
sue spalle; si volta e, con orrore, vede che un braccio gigantesco si è staccato dal quadro e stà afferrando la ragazza. Preso
dal panico, si guarda intorno e, vedendo delle pietre, le afferra
scagliandole contro la mostruosa creatura che, lanciando un urlo
feroce, lascia andare la ragazza.
La povera Anna, ancora scossa, e Roberto si prendono per mano e,
facendosi coraggio a vicenda, aprono la porta alla loro destra. Al
Tesori
centro di una piccolissima stanza, sul pavimento di pietra cosparso
di ossa impolverate, vedono uno scrigno custodito da un cobra
reale. Per fortuna l’orribile serpente sta dormendo, perciò Roberto,
che non sa dove stia trovando tutto questo coraggio, gli scaglia
contro una pietra che, incredibilmente, gli fracassa il cranio come
fosse un guscio di noce.
Con un rapidissimo gesto il ragazzo afferra lo scrigno e corre via
con Anna, richiudendosi l’uscio alle spalle. Rimane ancora la seconda porta. Sarebbe troppo bello (e anche troppo facile!) se lì dietro
ci fosse la chiave per aprire lo scrigno e se, dentro quest’ultimo, si
celasse l’amuleto di Elvira. Eppure, incredibilmente, è proprio così! E,
almeno per una volta, le cose vanno lisce come l’olio.
Durante il viaggio di ritorno verso casa, i due giovani hanno come
l’impressione di aver sognato: ma è davvero possibile che abbiano
vissuto tutte quelle incredibili avventure?
Appena ritornati sulla spiaggia dove avevano lasciato Elvira, la trovano seduta sullo stesso scoglio vicino alla riva; le vanno incontro
e Roberto, emozionato e felice, le porge l’amuleto: «Ecco mamma...»
«Aspetta, mamma! Non spegnere la luce! Vogliamo sapere come
finisce la storia!»
«No, bambini, è tardi, è ora di dormire. Il seguito ve lo racconterò
domani» risponde Anna a Martina e Francesco, i suoi gemelli di
cinque anni, biondi e con gli occhi verdi come il loro papà.
«Certo che sono davvero curiosi e amano le storie di fantasia
Capitolo undicesimo
81
82
proprio come noi da ragazzi, ti ricordi Tesoro?» dice Anna, tornando
in salotto e rivolgendosi al marito seduto sul divano.
«Già, quante avventure incredibili abbiamo vissuto con la nostra
immaginazione, durante le vacanze estive alle isole Tremiti… In quel
periodo, tu, Roberto ed io eravamo inseparabili e lui era innamorato
cotto di te, anche se non lo ha mai confessato!» le risponde Colin.
«E chi l’avrebbe mai detto, che crescendo avremmo perso ogni
contatto con lui e tu ed io ci saremmo sposati? E che io mi sarei
trasferita a Londra con te?»
«E che avremmo avuto due splendidi bambini?»
«A proposito, Colin, ho promesso loro che domani li porteremo fuori
a bere un tè, in quella graziosa tea room dove mi hai chiesto di
sposarti…» dice Anna, accarezzandogli dolcemente la guancia.
Il giorno dopo, alle 17:00 in punto, la famiglia è seduta al tavolo
della sala da tè.
«Can we have four cups of tea, please?» chiedono alla cameriera.
«Yes, you can. What kind of tea would you like?»
«Vanilla Tea for us, please!» rispondono i bambini.
«And Wild Berry Tea for my husband and me, please» aggiunge Anna.
«Mamma, ci prometti che stasera ci racconterai il seguito della storia? Vogliamo sapere se avete trovato il tesoro di Diomede».
«Ma certo, bambini, che l’abbiamo trovato. Siete voi i nostri tesori…»
risponde la mamma sorridendo.
Tesori
Il messaggio delle diomedee
Il segreto in un libro
Verso l’avventura
Giochi di luce
Piume d’oro
Come un eroe
Verità inaspettate
Nuove rivelazioni
Apparenze
La pietra misteriosa
Tesori
APPENDICE
1. Il messaggio delle diomedee
Istituto Comprensivo “G. Gonzaga” Serre (SA) - classe III B
Dirigente Scolastico
Michele Di Filippo
Docente referente della Staffetta
Maria Cristina Morriello
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Maria Cristina Morriello
Gli studenti/scrittori della classe III B
Francesca Antoniello, Luigi Carolino, Luca Cibelli, Giusy Carmelina Conte, Cosimo
Coppola, Raffaella Cornetta, Nadia Diana D’auria, Gabriele De Angelis, Mirko Di
Rosario, Anna Maria Georgieva, Antonietta Macellaro, Federica Magliano, Cristian
Menza, Emiliana Mottola, Rossella Opramolla, Giuseppe Parra, Morena Salamone,
Annalucia Sparviero
Il disegno è stato realizzato da tutta la classe
Hanno scritto dell’esperienza:
“...L’esperienza è stata stimolante, perché abbiamo dovuto scrivere il primo
capitolo. Abbiamo fatto delle ricerche per studiare l’ambientazione e la storia”.
APPENDICE
2. Il segreto in un libro
Istituto Comprensivo “Luigi Pirandello” Porto Empedocle (AG) - gruppo misto classi
IA/C II A/B/C/E
Dirigente scolastico
Ernesta Musca
Docente referente della Staffetta
Carmelina Forte
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Carmelina Forte, Antonietta Schembri, Pamela Vitale, Cinzia Vitale
Gli studenti/scrittori del gruppo misto classi:
II C - Rebecca Sutera,Giulia Grech,Luigi Fiore,Gaia Fiore,Valeria Mazza,Giuseppe
Calabrò,Andrea Adriani.
I C - Giulia Fede,Aurora Longo
I A - Laura Scirè Scapuzzo,Andrea Cortelli, Valerio Scichilone, Sara Nobile
II E - Bongiorno Andrea, De Leo Bruna,Marullo Jasmine,Gucciardo Beatrice,Palillo
Giovanni, Vinti Giuliana, Sodano Luca, Tuttolomondo Sofia, Veronica Cesare
II A - Francesco Rizzo, Francesca Taffari
II B - Francesca Albore, Maria Francesca Palermo
Il disegno è stato realizzato dalla classe I A
Hanno scritto dell’esperienza:
“...La Staffetta di Scrittura Creativa nonostante le iniziali difficoltà nell’organizzazione
del lavoro si è rivelata molto interessante e piacevole. I ragazzi hanno fatto a
gara per “sfornare” l’idea più originale, dimostrando creatività e fantasia. Hanno
lavorato con entusiasmo e impegno e la fatica non ha impedito il divertimento.
Gli alunni, provenienti da classi diverse hanno avuto modo di confrontarsi e di
arricchirsi attraverso le proprie esperienze didattiche”.
APPENDICE
3. Verso l’avventura
Istituto Comprensivo “Pirro-Vicinanza” Salerno - gruppo misto classi II A/B
Dirigente Scolastico
Maristella Fulgione
Docente referente della Staffetta
Antonia Guarino
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Clara Mattia, Antonia Guarino
Gli studenti/scrittori del gruppo misto classi II A/B
II A - Maria Chiara Ansalone, Caiazzo Iolanda, Capuano David, Margherita
Carraturo, Gaia Fucci, Ilardi Giorgio, Iovino Fabio, Alfredo Lamberti, Emmanuel
Leo, Vittoria Liccardi, Lorenzo Luongo, Andrea Manidi, Alessandra Mastrogiovanni,
Francesca Melloni, Ludovica Merola, Nicole Pastore, Alessandra Pepe, Jacopo
Petraglia, Nicoletta Romanelli, Giuseppe Sciancalepore, Sara Spinosa
II B - Sveva Agosto, Francesco Maria Angrisani, Avella Elisa, Marianna Ceres,
Giulianomaria Ciacco, Manuel Ciafrone, Antonio Daniele, Caterina De Nicolellis,
Ludovica De Sio, Marica De Sio, Vincenzo De Sio, Chiara Di Giacomo, Francesco
Galisi, Andreas Imparato, Giorgia Maddaloni, Miriam Marigliano Camarda, Vincenza
Marrazzo, Annamaria Naddeo, MariaRosaria Naddeo, Maria Gaia Palumbo, Ylenia
Panella, Gerardo Marco Pisani, Francesco Ugliano, Maria Vista, MariaPia Zola
Il disegno è stato realizzato da tutta la classe
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Nell’affrontare la stesura del capitolo i ragazzi si sono mostrati entusiasti e
collaborativi. Hanno impiegato le proprie energie in modo sinergico, mettendo a
frutto la loro creatività. Sono tutti ansiosi di partecipare al viaggio conclusivo alle
Tremiti che già l’anno scorso hanno trovato affascinante”.
APPENDICE
4. Giochi di luce
Istituto Comprensivo III “Castaldi Rodari” Boscoreale (NA) - classe III D
Dirigente Scolastico
Teresa Mirone
Docente referente della Staffetta
Carmela Casinelli
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Viviana Carotenuto
Gli studenti/scrittori della classe III D
Aniello Cipriano, Giacomo D’Ambrosio, Rosalia D’Antonio, Anna Guarracino, Rosa
Imparato, Anna Langella, Francesco Langella, Giuseppe Manzi, Giuseppina Manzo,
Maria Lucia Mazzara, Autilia Minichini, Giuseppe Nappo, Donatella Severino,
Carmela Sorrentino, Vincenzo Troise, Annunziata Vanacore, Chiara Vangone,
Giovanni Velotti
Il disegno è stato realizzato da: Anna Langella, Autilia Minichini
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Quest’anno la classe ha partecipato per la seconda volta alla staffetta di
scrittura creativa e, memore dell’esperienza passata, ha atteso il proprio turno con
molta curiosità e voglia di scrivere. Già la lettura dei primi capitoli ha coinvolto a
pieno i ragazzi: tutti hanno cercato di calarsi nella storia per entrare in sintonia con
le idee e il lavoro degli altri e da questo ripartire. Durante la fase di elaborazione
del capitolo, inoltre, discutere sul tema della volontà è stata un’importante
occasione per constatare quanto ognuno di loro sia simile a Roberto e quanto sia
importante “la volontà di fare” per realizzare i propri sogni”.
APPENDICE
5. Piume d’oro
Scuola Sec. di I grado “Meucci” – (Torino) - classe II D
Dirigente Scolastico
Anna Beretta
Docente referente della Staffetta
Renata Salusse
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Giuseppe Aramu
Gli studenti/scrittori della classe II D
Bertinotti Francesco, Alexandra Ciopei, Cecilia Demarie, Mazen Elockh, Teresa
Fernandez, Giorgia Fogliato, Edoardo Franco, Daniel Gheliuc, Vittorio Macripò,
Jacopo Magistrale, Margherita Pennella
Il disegno è stato realizzato da Giulia Lizzi
Hanno scritto dell’esperienza:
“.. . . è stata un’esperienza nuova, bella e divertente, che ci ha “preso” subito.
Leggendo di volta in volta i testi precedenti ci venivano sempre nuove idee. Le
discutevamo insieme, mettendo giù delle tracce, che poi commentavamo. Infine
abbiamo mescolato gli spunti che ci sembravano migliori e abbiamo scritto il nostro
capitolo. Tutti quanti riuscivano a parlare, commentando i testi altrui (in amicizia
ovviamente). L’idea che ci ha un po’ guidati è stata quella di inventare dei colpi di
scena per rendere interessante questo libro. Una nostra compagna molto brava in
arte si è sbizzarrita creando un magnifico disegno che rappresenta la trasformazione
di Colin in diomedea. Ci siamo divertiti molto e ringraziamo l’organizzazione per
questa esperienza”.
APPENDICE
6. Come un eroe
Istituto Comprensivo Pescara VI Scuola Sec. di I grado “Croce” Pescara - classe I G
Dirigente Scolastico
Ada Grillantini
Docente referente della Staffetta
Francesca Cristini
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Federica D’Emilio
Gli studenti/scrittori della classe I G
Aceto Rosa, Aceto Margherita, Barbuzza Martina, Bogdanov Hristina Alexandrova,
Bufo Francesca, Catanese Paolo, D’Addario Alison, D’Angelo Gemma, De Toma
Fatima Pia, Di Berardino Emanuele, Di Giovanni Maria Vittoria, Di Martino Jacopo,
Di Renzo Christian, Durante Lorenzo Celestino, Fedele Vittoria, Fulcheri Martino,
Gallo Sensi Zeno, Gorni Francesca, Ippoliti Giorgio, Maiorano Jessica, Medoro
Niko, Pugliese Giorgia, Rosati Francesca
Il disegno è stato realizzato da Bogdanov Hristina Alexandrova
Hanno scritto dell’esperienza:
“...La Staffetta è stata molto istruttiva e creativa”. “Abbiamo messo in atto la nostra
fantasia, così anche i più piccoli riusciranno ad entrare nella storia”. “L’esperienza è
stata molto bella e divertente, ha richiesto impegno, tempo e fantasia. Ha coinvolto
un po’ tutti e a me piace svolgere attività di gruppo!” “Le idee non sono arrivate
facilmente: i ragazzi del capitolo precedente ci avevano dato del filo da torcere!”.
“Quando leggevo mi immedesimavo e volevo sapere come sarebbe andata a finire!”.
“Mi sono appassionato ed è stato bellissimo!”. “E’ entusiasmante che dei bambini
scrivano un libro con molto coinvolgimento tirando fuori la loro immaginazione”.
“Mi è piaciuta la storia e volevo contribuire a creare un capolavoro!”. “Abbiamo
imparato a scrivere meglio un testo e approfondito le nostre conoscenze sulle isole
Tremiti”. “Non vedo l’ora di visitare le Tremiti: è sempre stato il mio desiderio!”
APPENDICE
7. Verità inaspettate
Istituto Comprensivo Statale “A. Manzoni” Lizzano (TA) - classe III D
Dirigente Scolastico
Chiara Vantaggiato
Docente referente della Staffetta
Cosimo Rodia
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Cosimo Rodia
Gli studenti/scrittori della classe III D
Arianna Gennaro, Antonio Macripò, Cecilia Palmieri, Arianna Mele, Lucrezia Surgo,
Nicla Pastorelli, Alessandra Maiorano, Egidia Greco, Noemi Rossetti, Biagio Gioia,
Cosimo Principale, Sharon Mirenda, Marco Strada, Mauro Mele
Il disegno è stato realizzato da: Arianna Gennaro, Antonio Macripò, Cecilia Palmieri,
Arianna Mele, Lucrezia Surgo, Nicla Pastorelli, Alessandra Maiorano, Egidia Greco,
Noemi Rossetti
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Esperienza positiva, che ci ha permesso di stare insieme e di confrontarci; ci ha
stimolato molto l’idea di sapere che altri nostri coetanei si impegnavano sullo stesso
tema e sugli stessi personaggi. Esperienza da ripetere”.
APPENDICE
8. Nuove rivelazioni
Istituto Comprensivo Giffoni Sei Casali - Acerno (SA) – classi III A/B
Dirigente Scolastico
Barbara Figliolia
Docente referente della Staffetta
Franca Farina
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Franca Farina
Gli studenti/scrittori delle classi III A/B
Angela Boniello, Giuseppe Boniello, Annapia Calabrese, Antonietta Cappetta,
Rita Carmela Cappetta, Maria Colomba Cerrone, Carolina Cianciulli, Cristian
Cianciulli, Gabriel Cianciulli, Valeria Cianciulli, Alfredo Cuozzo, Lara Grazia De
Nicola, Ludovica De Nicola, Anna Di Lascio, Donato Di Lascio, Erminio Frasca,
Andreea Larisa Iacob, Pasqualina Mirjam Malzone, Michele Pacifico, Manuel
Pellicano, Desirè Russo, Gerardo Salerno, Grazia Salvatore, Immacolata Salvatore,
Mario Pio Vece, Serena Vece, Valentina Vece, Martina Anna Visconti, Sara Zottoli
Il disegno è stato realizzato da tutta la classe
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Questo lavoro è stato di nostro gradimento. L’argomento è stato molto
coinvolgente ed entusiasmante; ci ha consentito di stare insieme, collaborare
, esprimere le nostre idee e dare libero sfogo alla nostra fantasia. Il fatto che il
protagonista sia nostro coetaneo ci ha aiutato a immergerci nella storia. Il tema
dominante del racconto è stato la volontà e ciò ci ha fatto capire che non
dobbiamo mai arrenderci davanti alle difficoltà della vita…”
APPENDICE
9. Apparenze
Istituto Comprensivo I “Zumbini” Cosenza - classe III D
Dirigente Scolastico
Maria Gabriella Greco
Docente referente della Staffetta
Emilia Imbrogno
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Francesca Stumpo
Gli studenti/scrittori della classe III D
Sofia Azzinnaro, Giuseppe Ceraso, Francesca Cesario, Livia Di Gaudio, Giusy Maria
Falbo, Roberto Franzese, Fabiola Frassia, Vittorio Guzzo, Maria Chiara Maiolino,
Andrea Nunziata, Chiara Palamara, Maria Francesca Pantusa, Francesco Presta,
Davide Rizzo, Giulia Rota, Maria Angela Spagnuolo, Andrea Tafuro, Francesco
Simone Terzo, Anna Urso, Valerio Vasta, Pierfrancesco Vetere
Il disegno è stato realizzato da Davide Rizzo
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Quando ci è stata proposta l’adesione alla staffetta ci sono state alcune
incertezze; c’era la paura di sbagliare, di non essere preparati ad un simile
confronto, visto che un’attività affine non era mai stata fatta da noi. Tuttavia siamo
stati catturati dalla sfida ed è scaturita la volontà di riuscire al meglio rispetto a
quanto possiamo fare hic et nunc.
Man mano che si procedeva nella lettura e nella stesura del capitolo ci siamo
tutti entusiasmati, tutti abbiamo collaborato nel creare la trama, abbiamo scelto le
soluzioni che ci sono apparse più significative rispetto al nostro racconto. È stato
un modo nuovo di studiare, abbiamo creato insieme, in collaborazione, e, quando
non c’era accordo, si è votato a maggioranza tra le soluzioni: un vero lavoro di
squadra! Quest’esperienza ha accresciuto la collaborazione, l’autostima, ci ha
divertito e ci ha fatto riflettere sulla grinta che bisogna avere per affrontare le sfide
future”.
APPENDICE
10. La pietra misteriosa
Istituto Comprensivo “Ippolito Nievo” Capri (NA) – classi III A/B
Dirigente scolastico
Rosa Cirillo
Docente referente della staffetta
Rosaria Spinella
Docenti responsabili dell’azione formativa
Rosaria Spinella, Antonio Esposito
Gli studenti scrittori delle classi IIIA/B
Martina Gargiulo, Salvatore Iaccarino, Chiara Margiotti, Lorenzo Romano, Simona Romano, Antonia Santarpia, Nadia Staiano, Sara Aversa, Nicla Federico, Eliza
Hirjoi, Giulia Iodice, Marco Maresca, Giovanni Persico, Simone Ruocco
Il disegno è stato realizzato da: Martina Gargiulo, Chiara Margiotti, Salvatore Iaccarino
Hanno scritto sull’esperienza:
“…Nella stesura del nostro capitolo abbiamo cercato di stupire i lettori con qualche colpo di scena.
Il gruppo ha lavorato con serenità e tutti hanno espresso la propria opinione, stimolando così la creatività e la fantasia.
Tutti i ragazzi coinvolti si sono divertiti e hanno collaborato, sentendosi legati come
gruppo.
L’esperienza resterà sicuramente indimenticabile…”
11. Tesori
Istituto Comprensivo La Loggia (TO) - Scuola sec. di I grado “Leonardo da Vinci”- classe III B
Dirigente Scolastico
Marina Sibona
Docente referente della Staffetta
Gaetanina Carmen Caputo
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Valeria Tortorella
Gli studenti/scrittori della classe III B
Edoardo Angieri, Najlaa Arroub, Giulia Baietto, Riccardo Calzolai, Giorgia
Camerlengo, Andrea Deflorian, Luca Dettori, Ambra Digiovanni, Sara Evtimova,
Davide Fava, Samuel Guarino, Alessandro Jarre, Simona Mingozzi, Matteo Pagano,
Luca Pertile, Alessia Postiglione, Martina Pugno, Ilenia Rizzo, Luca Scorrano, Enedio
Shaqollari, Matteo Sinis, Clelia Valsania, Carola Vasca
Il disegno è stato realizzato da tutta la classe
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Partecipare per il secondo anno consecutivo alla Staffetta è stato molto
divertente e interessante anche se, a dir la verità, all’inizio sia l’incipit che la storia
ci erano sembrati meno coinvolgenti e divertenti rispetto a quelli dello scorso
anno. Poi, però, capitolo dopo capitolo, ci siamo appassionati alle vicende dei
protagonisti e non vedevamo l’ora che arrivasse il nostro turno di scrittura. Redigere
l’ultimo capitolo, infatti, ci è piaciuto molto, poiché abbiamo potuto inserire quei
colpi di scena che avevamo immaginato nel corso della lettura, dando infine una
svolta originale e personale alla narrazione, che ci ha fatto sentire come dei veri
scrittori…”
INDICE
Incipit di ROBERTO LOMBARDI ................................................................. pag 17
Cap. 1Il messaggio delle diomedee ..............................................................» 19
Cap. 2 Il segreto in un libro ...............................................................................» 25
Cap. 3 Verso l’avventura ....................................................................................» 31
Cap. 4 Giochi di luce ...........................................................................................» 35
Cap. 5 Piume d’oro ................................................................................................» 41
Cap. 6 Come un eroe .......................................................................................... » 47
Cap. 7 Verità inaspettate ...................................................................................» 51
Cap. 8 Nuove rivelazioni ....................................................................................» 59
Cap. 9 Apparenze .................................................................................................» 65
Cap. 10 La pietra misteriosa .............................................................................» 73
Cap. 11 Tesori .........................................................................................................» 77
Appendici ..................................................................................................................» 83
Finito di stampare nel mese di aprile 2015
dalla Tipografia Gutenberg di Fisciano (SA), Italy
ISBN 978-88-6908-099-9
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