20 dalla prima pagina Periodico mensile - Circolo di Politica e Cultura «Il Centro» Anno V - n° 51 - Dicembre 2005 Agenzia Viaggi Forza7 di Etrusca Viaggi S.r.l. ROSIGNANO SOLVAY Tel. 0586.794147 – 0586.794197 FAX 0586.794777 – 0586.794603 E-mail [email protected] - [email protected] www.forza7.it Aut.ne del Tribunale di Livorno n° 683 del 05/03/2001 - Spediz. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO L’Editoriale di Enrico Dello Sbarba Muoia Sansone e tutti i filistei In Israele la coraggiosa decisione del primo ministro Ariel Sharon di liberare i territori occupati dagli insediamenti lungo la fascia di Gaza ha provocato una grave crisi nel LIKUD – il partito di destra di maggioranza relativa – che si è conclusa con una frattura e l’uscita dello stesso Sharon. Contemporaneamente il consiglio nazionale del partito laburista ha messo in minoranza il leader storico di quel partito Simon Peres. Entrambi, una volta abbandonati i partiti di appartenenza, hanno dato vita ad un nuovo movimento politico che si è collocato al centro dello schieramento ed ha ottime probabilità di conquistare la maggioranza alle elezioni del marzo 2006. In Germania, il risultato di sostanziale parità nelle elezioni anticipate dello scorso settembre, ha costretto e convinto i due partiti maggiori (CDU-CSU e SPD) a costituire “la grande coalizione” con un programma coraggioso contenente interventi, anche impopolari, specialmente in materia economica e fiscale: l’ex cancelliere Schroeder si è momentaneamente ritirato dalla politica. Ed in Italia? In Italia ci ritroveremo di fronte ad un infinito, ennesimo scontro tra due coalizioni, entrambe malmesse e disarticolate, in un presumibile clima da “autentico assedio”. La modifica della legge elettorale,in senso proporzionale, con le alterazioni in essa contenute, può produrre problemi di governabilità, surrettiziamente creati dalla maggioranza di centro destra che, forse conscia di una probabile sconfitta,cerca segue a pagina 2 Gli auguri natalizi del Vescovo Diego Coletti Incontrare Cristo significa vivere per sempre Buon Natale a tutti gli uomini! Quest’anno sui biglietti di auguri per il Santo Natale ho fatto scrivere questa frase: “All’uomo concreto di oggi la Chiesa rivolge un potente e amichevole invito a ritrovare, per via di fraterno amore, quel Dio dal Quale allontanarsi è cadere, al Quale rivolgersi è risorgere, nel Quale rimanere è stare saldi, al Quale ritornare è rinascere, nel Quale abitare è vivere”. È una delle frasi pronunciate da Paolo VI a conclusione del Concilio Vaticano II. Era il 7 dicembre di 40 anni fa, eppure queste parole sono ancora così vive e giovani! Ed è proprio questo che voglio augurare per il Natale che celebreremo tra pochi giorni. Diceva ancora il Pontefice in quell’occasione noi ricordiamo come nel volto d’ogni uomo, specialmente se reso trasparente dalle sue lacrime e dai suoi dolori, possiamo e dobbiamo ravvisare il volto di Cristo, il Figlio dell’uomo, e se nel volto di Cristo possiamo e dobbiamo poi ravvisare il volto del Padre celeste: «chi vede me, disse Gesù, vede anche il Padre», il nostro umanesimo si fa cristianesimo, e il nostro cristianesimo si fa teocentrico; tanto che possiamo altresì enunciare: per conoscere Dio bisogna conoscere l’uomo. Gesù che si fa uomo ci insegni a guardare i nostri fratelli, a scoprire i loro La redazione augura a tutti i lettori Buon Natale e Felice Anno Nuovo volti, la loro umanità, a ritrovare quel senso di fratellanza che unisce tutti gli uomini della terra. Perché solo incontrando il nostro prossimo possiamo incontrare Cristo e incontrare Cristo significa vivere per sempre. + Diego Coletti, Vescovo di Livorno All’interno interviste a: Monica Giuntini V. Presidente della Provincia di Livorno Umberto Paoletti Direttore Confindustria Livorno Lunedì 19 Dicembre, h. 17.30 presso la Sala Consiliare Provincia di Livorno Palazzo Granducale (g.c.) conferenza su La Riforma Biagi: bilanci e prospettive Relatore: Prof Prof. Riccardo Del Punta Ordinario Diritto del Lavoro Università degli Studi di Firenze Presiede: Dott. Enrico Dello Sbarba Direttore de “Il Centro” 2 Cultura Politica I cattolici e la politica ALLA SCOPERTA DI JACQUES PREVERT Un problema che non c’è di Franco Spugnesi E’ un argomento che si presenta periodicamente sul fronte della discussione politico/ sociale sollevando ogni volta vibrate reazioni. Nella fattispecie non si tratta del ruolo e dell’attività dei cattolici “normali” in politica che, bontà loro, è ormai riconosciuto anche dai più accaniti laicisti, ma quello di alcuni cattolici “speciali”, vale a dire i vescovi. I prelati, riuniti nella CEI (Conferenza Episcopale Italiana) hanno il compito di guidare la chiesa italiana e perciò anche le coscienze dei cristiani che si dovrebbero, se non attenere, almeno confrontare, con il magistero. E’ possibile svolgere questo compito senza parlare di temi che siano anche politicamente e socialmente sensibili? Certamente non è possibile e in ogni modo non sarebbe possibile parlare ai fedeli tenendo distinto, come alcuni pretenderebbero, la sua parte spirituale da quella terrena. I temi della vita, dell’educazione dei giovani, della pace non possono essere argomenti interessanti solo una parte degli italiani, né affrontabili in una sterile logica intimistica, ma chiedono totale consapevolezza e coerenti decisioni operative, cioè scelte politiche. Quando 40 anni fa’ si concludeva il concilio Vaticano II il documento finale fu giustamente osannato dalla pubblica opinione come un avvenimento storico, che aveva portato il pensiero della chiesa fuori dalle sacrestie, attento ai “segni dei tempi” ed all’ascolto dei problemi veri dell’uomo. Il frutto di quell’evento si deve ancora gustare appieno ma ha prodotto encicliche, movimenti, opere in tutto il mondo. Conseguentemente a quelle decisioni la Chiesa interloquisce con maggiore frequenza con il mondo della politica e delle istituzioni! Fino agli anni ’90, quando ancora esisteva il partito dei cattolici, la cui classe dirigente raccoglieva (talvolta male) le indicazione del 123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789 123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789 123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789 dalla 1ª pagina Muoia Sansone e tutti i filistei di rendere difficile il cammino della probabile nuova maggioranza di centro sinistra: una eventualità che potrebbe verificarsi più facilmente al Senato. La crisi economica, sociale e morale, il crescente clima di sfiducia che circonda la classe politica, sono indicatori che dovrebbero preoccupare, prima di tutti, le forze politiche. Invece, all’insegna del “muoia Sansone e tutti i filistei”, ci troveremo immersi in una lunga e defatigante campagna elettorale (costosissima): l’unico obiettivo di cercare di prevalere l’uno sull’altro e poi, su di uno scenario fatto di macerie, tentare una difficilissima opera di ricostruzione. Se, come probabilmente accadrà, saranno il Cavaliere per il centro destra ed il Professore per il centro sinistra ad emergere, l’Italia si ritroverà ad esprimere le candidature di due quasi settantenni che imperversano,il primo dal 1994 ed il secondo dal 1996: si tratta di un caso limite nell’Europa Comunitaria dove il rinnovamento della classe dirigente è una costante, contrariamente a quello che accade da 19 noi nel bel mezzo della cosiddetta seconda Repubblica. Mi dispiace usare termini poco eleganti ma è indubbio che saremo di fronte a due “minestre riscaldate” e non è certamente questa una prospettiva entusiasmante. Non ci resta che attendere, a piè fermo, il risultato elettorale e vedere quali scenari possono aprirsi in funzione di quello che sarà lo schieramento delle forze in campo. Non è nemmeno da escludere che un risultato insoddisfacente e non chiaro, possa provocare la creazione di un terzo polo di centro in grado di scardinare e di isolare i radicalismi presenti nelle due coalizioni e concorrere alla formazione di un governo che ponga fine ad una penosa e distruttiva conflittualità e mandare così “in pensione” due figure ormai avviate sul viale del tramonto. Ci verrebbe voglia di parlare delle incongruenze e della mancanza del senso dello stato che entrambi gli schieramenti stanno dimostrando anche sull’ennesimo, gravissimo episodio di “ribellismo” che sta caratterizzando la Val di Susa e che, in passato, ha fatto registrare “analoghi accadimenti” in altre località del paese ma è tempo di Natale e non vogliamo contribuire ad esacerbare gli animi dei nostri cari lettori a cui rivolgiamo, oltre a quello dell’intera redazione, un affettuoso augurio di Buon Natale e Buon Anno. magistero, l’impatto sulla pubblica opinione era meno forte, ma in certi ambienti l’esistenza della D.C. era considerata almeno disdicevole, se non addirittura colpevole. Che obbrobrio il partito unico dei cattolici! Che si lascino i fedeli operare laicamente dove ognuno preferisce, possibilmente in posizione di minoranza, meglio ancora di totale insignificanza! Oggi, poiché è andata realmente cosi, sempre più spesso il magistero della chiesa è costretto a parlare in prima persona e cercare risonanze ovunque negli uomini di buona volontà! Ma anche questo fa scandalo, guai se Ferrara concorda sul referendum per la procreazione assistita o se Papa Benedetto XVI parla con Pera, chissà quali indegni commerci si celano! Leggendo il Tirreno, si nota la preoccupazione del direttore Manfellotto per la sete di rivincita dei conservatori cattolici crescere di giorno in giorno; finirà per dormire fuori casa per paura di essere catturato dall’Inquisizione! E Fucillo, è addirittura arrivato a rimpiangere i democristiani che tenevano a bada il Papa! Il problema è semmai che non sentiamo le voci dei cattolici, diffusi ovunque ma totalmente sprovvisti di adeguati amplificatori. L’unica eccezione è l’Udeur di Clemente Mastella, favorito dal fatto che non deve rendere conto a nessuno, anzi dalla opportunità di distinguersi da alleati troppo invadenti, è l’unico partito chiaramente e senza esitazioni filo cattolico. Le convergenze difficili frenano il centro sinistra che pure, in momento di elezioni, pullula di pii fedeli, mentre nel centrodestra Berlusconi trasforma tutto, compreso Sua Santità in spot elettorali e perde istantaneamente credibilità. Se un appello allora si deve fare è che i cristiani, quelli semplici, parlino forte e liberamente e che i vescovi continuino a farlo con uguale libertà. Qualche rimbrotto della stampa radical/liberal lo possiamo certamente sopportare e una minore considerazione nella considerazione di certi potenti può divenire, con il tempo, un merito E infine, come insegnano i tifosi della curva nord, quando, dopo aver rivolto il loro rispettoso pensiero al Presidente del Consiglio, certi della sicura multa della Lega, intonano il rituale “ perché no, perché no, mille euro di multa perché no?” il diritto di espressione non ha prezzo, (anche perché a pagare non sono neppure loro). E allora, anche per noi cattolici, perché no? Chiuso in tipografia il 12/12/2005 Incontro con la poesia francese di Maurizio Piccirillo Sicuramente la Francia, nella sua storia culturale ha avuto dei grandi autori, tra questi c’è sicuramente Jacques Prevert. Prevert nasce a Neuilly-sur-Seine, il 4 febbraio 1900, secondo di tre fratelli, da André, il quale, pur provenendo da una ricca famiglia conduceva una vita modesta per le passioni per l’alcool e la politica, e da Michele, una donna dolce e saggia. Ebbe comunque un’infanzia serena e dimostrò un carattere allegro, ma insofferente della rigida disciplina e del grigiore scolastico. Si appassionò prestissimo al cinematografo e al teatro, dove andava col padre che era critico teatrale. Conobbe André Breton, Raymond Queneau e i surrealisti che lo conquistarono. Negli anni tra il 1932 ed il 1937 si dedicò al teatro, e scrisse testi messi in scena dal “Groupe Octobre”, una compagnia teatrale di sinistra. Lavorò anche nel cinema e nel mondo della musica; i testi delle sue prime canzoni, musicate da Joseph Kosma, verranno interpretate da cantanti famosi come Julette Grèco e Yves Montand. Nel 1938 scrisse il soggetto per un film di M. Carnè, il celebre ‘Porto delle nebbie, interpretato da J. Gabin. Gli anni dal 1939 al ’44 sono caratterizzati dalla sua attività cinematografica, ma nel 1945 rappresenta in teatro un balletto cui collabora anche P. Picasso. Nel 1945 pubblica la raccolta di poesia ‘Parole’. Tra il 1951 ed il 1955 escono altre sue raccolte e nel 1955 è pubblicata ‘La pioggia e il bel tempo’. In quegli anni comincia a dedicarsi ad un’altra attività artistica, quella deilcollages, che due anni dopo esporrà alla galleria Maeght e scrive due saggi: ‘L’univers de Klee’ e ‘Joan Mirò’. Nel 1963 pubblicò ‘Histories et d’autres histories’ . Nel 1972 la raccolta ‘Choses et au- tres’. Nel 1976, ‘Arbres’. Muore a Parigi l’11 aprile 1977. Qui di seguito Vi propongo una delle poesie più significative del poeta francese. Déjeuner du matin Ha messo il caffè Nella tazza Ha messo il latte Nella tazza di caffè Ha messo lo zucchero Nel caffè latte Con il cucchiaino Ha girato Ha bevuto il caffè latte Senza parlarmi Si è acceso Una sigaretta Ha fatto dei cerchi Con il fumo Ha messo la cenere Nel portacenere Senza parlarmi Senza guardarmi Si è alzato Ha messo Il suo cappello sulla testa Ha messo Il suo impermeabile Perché pioveva E’ parti sotto la pioggia Senza una parola Senza guardarmi E io io ho preso la mia testa nella mano E ho pianto. Jacques Prevert Teatro Goldoni Prossimi appuntamenti di Consalvo Noberini regia di Marco Conte Domenica 1 gennaio, h. 18 Concerto di Capodanno Orchestra dell’Istituto Musicale “Pietro Mascagni” Diego Dini Ciacci direttore Chiara Mattioli soprano Graziano Polidori basso Glenda Poggianti pianoforte Martedì 13, mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre, h. 21 Garinei e Giovannini presentano: Vacanze romane il musical di Paul Blake regia di Pietro Garinei Giovedì 22 dicembre, h. 21 La Compagnia Vertigo presenta Natale di Olimpia Sabato 7 gennaio, h. 20.30 Domenica 8 gennaio, h. 16.30 Manon Lescaut dramma lirico in quattro atti su libretto anonimo (coautori G. Giacosa, L. Illica, R. Leoncavallo, D. Oliva, M. Praga, G. Puccini, G. Ricordi) dal romanzo Histoire du Chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut di Françoise-Antoine Prevost. Musiche di Giacomo Puccini 18 Attualità Politica Lotto “0”: preoccupante inerzia Suonerà come una provocazione ma visto la permanenza del silenzio tombale che sembra sia caduta sulla realizzazione del lotto “0” (Marroccone – Chioma), non ci resta che invitare il Presidente della Provincia Giorgio Kutufà ed il Sindaco del Comune di Livorno Alessandro Cosimi a rivolgere un messaggio al Presidente della Repubblica – livornese doc – perché con la sua autorevolezza cerchi di smuovere le acque stagnanti che dominano incontrastate su di un’opera essenziale attesa da decine di anni. Del resto le crescenti difficoltà sulla soluzione dei collegamenti tra Livorno Grosseto e Civitavecchia anche per l’accentuarsi delle diatribe che coinvolgono le Regioni Toscana e Lazio che, come la tele di Penelope, riescono a distruggere le proposte faticosamente formulate. La permanenza di forti contrasti riemersi dopo la elezione di Marrazzo alla Presidenza della Regione Lazio hanno vanificato gli sforzi compiuti dal Presidente della Regione Toscana Martini favorevole alla soluzione dell’autostrada costiera. La potente lobby di Capalbio, disponibile solo ad una sistemazione della vecchia Aurelia, dimostra di avere notevoli capacità decisionali se ha concorso a bloccare l’ipotesi supportata dalla Regione Toscana e forse a influenzare “il ribaltone” confezionato dalla Regione Lazio. A questo punto visto che la difficile ricerca di una soluzione rende praticamente impossibile la realizzazione dell’opera maggiore, sarebbe veramente opportuno che la priorità cadesse sul lotto “0” per la cui co- struzione è necessaria una somma notevole ed un tempo tecnico molto lungo viste le difficoltà del percorso. Purtroppo da circa un anno,dopo che il Comune e la Provincia hanno provveduto, a proprie spese, a redigere il progetto regolarmente consegnato all’ANAS, nessuna notizia è più pervenuta: si insiste infatti nel privilegiare la soluzione dell’autostrada che,come abbiamo visto, incontra crescenti e forse insuperabili difficoltà vista l’esistenza di veti contrapposti. Ed allora tanto vale concentrare tutti gli sforzi sulla eliminazione di quel terrificante imbuto che crea pericolosità al traffico e grave nocumento alle popolazioni che insistono lungo quel tratto. Deludente, praticamente inesistente, il contributo del Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli che, pur essendo “un locale” non ha dimostrato, almeno fino ad oggi, quell’impegno e quella determinazione che invece sarebbero stati utili ed importanti. Ricordiamo, non per caso, che nella lontanissima stagione dei governi democristiani, sia l’allora Ministro Giuseppe Togni così come il Presidente Giovanni Gronchi, pur in presenza di una schiacciante maggioranza dei partiti di sinistra, si impegnarono e concorsero in maniera determinante alla soluzione di importanti problemi ed alla realizzazione di opere prioritarie nella nostra città. Ed allora, alla luce di questa preoccupante inerzia, un messaggio indirizzato al nostro Presidente della Repubblica legatissimo alla nostra terra, potrebbe servire a sbloccare o,almeno, portare all’attenzione delle Istituzioni regionali e nazionali un problema di così assoluta priorità. Il dott. De Martino Prefetto di Firenze Il dott. Andrea De Martino già apprezzatissimo prefetto di Livorno nel periodo 1997-2001 è stato nominato prefetto di Firenze. Il dott.De Martino ha 58 anni.è sposato e padre di due figlie.Dopo la lodevole esperienza livornese ha ricoperto importanti incarichi al ministero degli interni prima come vicecapo di gabinetto del ministro e poi come vicecapo del dipartimento vicario degli affari interni e territoriali. E’membro del Consiglio nazionale dei Lavori Pubblici e del Consiglio federale dell’Areo Club Italia. Al dott.De Martino, con il quale chi scrive ha avuto durante la sua permanenza a Livorno rapporti di grande cordialità e di reciproca stima,le più vive felicitazioni per il suo nuovo prestigioso incarico e gli auguri di buon lavoro. Associazione fra gli Industriali della Provincia di Livorno Sezione Costruttori Edili Impresa di Costruzioni +1*) S.R.L. Via Piombanti 13 Tel. 0586/425981 - 0586/445832 LIVORNO 3 Un intervento del sen. Egidio Pedrini Il dibattito sul proporzionale Con questa edizione ha inizio una collaborazione con il sen. Egidio Pedrini dell’UDEUR e Sindaco di Zeri un comune in provincia di Massa Carrara. In occasione del dibattito tenutosi al Senato sulla riforma elettorale ha tra l’altro dichiarato che “la scelta del sistema maggioritario, sulla base di una intensa campagna di opinione, venne presentata come una panacea, la soluzione di tutti i mali della democrazia”. Con il maggioritario, infatti, i suoi promotori si proponevano di: - ridurre,fino ad annullarlo, il peso delle forze politiche che avevano dato luogo ad un sistema “partitocratrico” secondo alcuni “corrotto e corruttore” per privilegiare la scelta degli uomini; - ridare smalto alla funzione parlamentare, legando i parlamentari del collegio che li esprime e sottraendo il loro voto all’obbligo della cosiddetta “disciplina di partito”; - garantire la stabilità dei governi. E’ appena il caso di accennare come siano effettivamente andate le cose. La partitocrazia è più che mai trionfante, se appena si ricordino le modalità con le quali sono state scelte le candidature nelle tre elezioni con il sistema maggioritario che si sono susseguite a partire dal 1994. Questo sistema proporzionale, presentato dalla Casa delle Libertà, avrei potuto anche votarlo se non fosse stato privato del voto di preferenza. Il voto di preferenza avrebbe permesso agli elettori di riappropriarsi della politica e di poter scegliere i loro rappresentanti in Parlamento ed impedito agli oligarchi di decidere le candidature come è regolarmente avvenuto nel regime del maggioritario. Si sposta,conclude il sen.Pedrini,il dibattito e la politica dal territorio ai media ed alle grandi capacità finanziarie. Si va verso una democrazia non partecipata ma mediatica. Si va cioè verso una partitocrazia rigida e burocratica condannata da Don. Luigi Sturzo nel 1950 come uno dei mali dell’Italia. Ma quanto è lontana la Germania ! (e come è vicino il Kenya) Per cominciare un po’ di pubblicità : siccome ho studiato il tedesco (vi assicuro che lo parlo quasi meglio dell’italiano di Schumacher) mi sono visto sul satellite il grande dibattito elettorale tra Angela Merkel e Gerhard Schroeder. Mia moglie era seriamente preoccupata , ma l’ho tranquillizzata dicendole che sarebbe tutto finito in un’oretta. E’ stato uno spettacolo strano: i duellanti non si offendevano , non si rinfacciavano tutti i crimini della storia, non dicevano di essere la parte migliore della nazione opposta a quella mafiosa o vagabonda. Mi tornavano in mente le vecchie Tribune Politiche, con la differenza che al posto di Ugo Zatterin: c’era un gran bionda (che però non fa politica ma solo le domande). E’ stato un continuo dibattito sui numeri: La merkel ribadiva con la tipica tenacia dei tedeschi che la disoccupazione era aumentata e che quindi Schroeder se ne doveva andare visto che aveva promesso che se non avesse ottenuto il risultato sarebbe andato a casa: da noi si ragiona così solo per gli allenatori di calcio. Berlusconi applica questa logica ad Ancellotti, ma non a se stesso. Il cancelliere uscente si difendeva snocciolando altri dati: export in aumento, contenimento dell’inflazione . Dopo quaranta minuti di discussione sui numeri con passaggio in rassegna di tutti gli indici possibili immaginabili (la Borsa, il prezzo dei wurstel, gli affitti ) si è passati ai temi dell’Europa e dell’immigrazione . Nessuno urlava di ammazzare i mussulmani e nessuno ha proposto di islamizzare la Baviera; semplicemente i socialdemocratici vogliono la Turchia nell’Europa per contare di più nel mondo, mentre i democristiani dicono che la Geografia non è proprio un’opinione e che la Turchia è un paese asiatico, con cui è meglio avere un’alleanza forte piuttosto che una parentela scomoda. Alla fine è finita come sapete: la Merkel è diventata Cancelliere ma ha dovuto rassegnarsi a governare con i socialdemocratici, che non hanno neppure preso in considerazione l’idea di mettersi insieme agli ex comunisti dell’Est. Non so se la Grande Coalizione sarà un successo. Di sicuro è l’unico modo per dare un governo serio al più grande Paese europeo che ora si ritrova comandato da una donna , ma soprattutto, udite udite, dai democristiani. Gli stessi che governano altri paesi notoriamente arretrati come l’Olanda , l’Austria e il Lussemburgo. Noi, invece, siccome siamo moderni la DC l’abbiamo buttata via e piantato piantine, fiorellini e listoni che nel resto d’Europa non esistono. In compenso una cosa del genere esiste in Kenya, dove (è vero) di recente ha vinto la lista delle Banane battendo quella delle Arance. Per Natale tutti a Malindi, così ci rifacciamo l’abbronzatura come vuole il Cavaliere che ha a cuore il nostro benessere. Tanti auguri a noi tutti. Ne abbiamo bisogno sperando che il 2006 ci riporti se non la Grande Coalizione, una politica meno piccola. Renato Luparini Un’occasione per risalire alle radici, quando “le immagini erano fatte solo di parole”, e il computer, la posta elettronica, il fax, il telefono cellulare non avevano ancora semplificato la vita. “Ma dalle difficoltà del passato viene un insegnamento di passione e d’impegno di cui soprattutto i giovani, che inseguono la facile notorietà e i relativi guadagni, dovrebbero far tesoro”. 4 Turismo Politica A proposito di alcune considerazioni di Assuntina Morrisi riportate su un quotidiano laico Come sono le donne cattoliche? Il 24 Novembre un quotidiano laico, a tiratura nazionale, ha pubblicato, a cura di Assuntina Morrisi, alcune interessanti considerazioni sulla donna cattolica. Mi pare opportuno riportarne i brani più salienti: “Come donna cattolica sono spesso citata quando si aprono polemiche su aborto e contraccezione..... Sono rappresentate, insieme a me, le praticanti secondo un classico stereotipo caricaturale: schierate nei ‘picchettaggi davanti ai consultori’, magari col rosario in mano a mo’ di fionda per tirare alle donne che vanno ad abortire. Addiruttura c’è chi ci vede, sempre ,dissidenti, - con convinzioni private disapprovate da ambedue i papi -, in merito al sesso, alle unioni non benedette dalla Chiesa e all’aborto. Si parte, spesso, da un modello unico, quello dell’emancipazione femminile, e si considera la diversità come arretratezza. E’ vero: noi, rispetto a quel modello, siamo diverse.In trent’anni dall’approvazione della legge sull’aborto, per esempio,magari abbiamo parlato poco sul piano pubblico, ma nel privato, nella quotidianità della nostra vita, abbiamo agito e scelto. Sono nati 70.000 bambini perché tante, fra noi ,hanno aperto le porte della propria casa, accogliendo in sorellanza altre donne in difficoltà, spendendo tempo, energie e denaro senza che niente di tutto questo venisse pubblicamente riconosciuto, e tantomeno raccontato, neppure nelle riviste femminili”. A questo punto la Morrisi aggiunge: “Non si sa dove finisca il comico e dove cominci l’indignazione, quando si legge che il tipico volontario cattolico, nei confronti delle donne che vanno ad abortire, sarebbe ‘un po’ fanatico, abbastanza intransigente, uno che può anche minacciarle, descrivendole , le pene dell’inferno’ come ha scritto di recente Eugenio Scalfari. Insomma, le donne che decidono di non abortire lo farebbero perché impaurite dalle fiamme dell’inferno prospettate dal Movimento per la Vita, e non perché i volontari offrono concreta solidarietà e alleviano una situazione di solitudine talvolta straziante. La verità è che in quei Centri, come nelle decine e decine di punti di accoglienza che sono sorti in Italia, le donne cattoliche perché sono soprattutto donne, i volontari che fanno i colloqui - si sono fatte carico dei bisogni di altre donne, condi- videndone le difficoltà, rispondendo a necessità concrete (casa, lavoro, soldi), ma anche e soprattutto al bisogno di essere ascoltate, di raccontare ,a qualcuno , storie difficili,o ,anche ,soltanto la propria paura di affrontare un evento che cambia radicalmente la vita, scombina progetti e rimette in discussioni rapporti e priorità. Non lo abbiamo fatto come “esperte” ginecologhe, psicologhe, assistenti sociali - ma come cattoliche. E’ la nostra fede, l’esperienza cristiana, che ci porta a voler condividere profondamente e costantemente i bisogni altrui e si deve anche dire come, in questi trent’anni, non sia nato in Italia un movimento per la vita di non credenti.Chi crede ritiene che la vita valga la pena che sia vissuta perchè ne ha incontrato il significato: è una per- sona e si chiama Gesù Cristo, e da questo viene tutto il resto, compresa quella disposizione all’accoglienza degli estranei, specie se bisognosi, che ha fatto nascere tantissime opere di carità. Parola in disuso nel linguaggio moderno: carità cristiana. Per questo preghiamo, anche recitando il rosario. Qual è il problema?” Infine, l’autrice, dopo altre ben azzeccate considerazioni, racconta le esperienze eroiche vissute, nei Centri di Aiuto alla Vita, citando Flora Gualdani che ha trasformato propria casa, nelle campagne di Arezzo, in centro di accoglienza; Mafalda che si occupa di bambini fino a 10 anni, nella casa di accoglienza “Il segno” a Montefiore, vicino Rimini. Queste sono le donne cattoliche tanto vituperate da certa stampa. Andrea Jardella Il diritto di parlare del cardinal Ruini I silenzi e le esternazioni del cardinale Ruini, e tramite lui, della Conferenza Episcopale Italiana, sconcertano e scandalizzano. Creano disagio, accendono il dibattito. I sentimenti in questi casi si intrecciano e si scontrano. Ai sentimenti di esasperazione per invasioni di campo (invadenza del religioso nel politico) e silenzi sulla illiceità di ben altre leggi e comportamenti, si contrappone la voglia di far sentire la voce di una Chiesa svincolata dalle logiche del potere e dall’esercizio “lobbistico” della propria influenza sul mondo politico. Alla laicità di uno stato libero e sovrano, la libertà dell’uomo: del laico e del credente, per il quale ci sono decisioni e scelte che Dio ha lasciato alla sua insindacabile libertà e nessuno può intromettersi nella coscienza umana per sostituirsi a Dio. Per molti cattolici e quel clero ai “confini dell’ortodossia”, le cose stanno così. Dal dibattito ci siamo fatti il convincimento che nel nostro Paese si è creato un nuovo concetto di laicità: “la laicità a corrente alternata”. E l’alternanza dipende dai pronunciamenti della CEI e del suo Presidente. Se sono graditi nulla da obiettare, viceversa, se non sono graditi, apriti cielo! Le reazioni sul pronunciamento dei vescovi italiani a proposito della devolution ci hanno rinforzato nella nostra opinione. Ma che modo di ragionare e questo? In tempi di legislazione che riguardano temi che coinvolgono le coscienze sarebbe assai strano che, quando tanti si pronunciano, soltanto i vescovi rimanessero assenti e silenziosi, essi che hanno certamente in proposito una competenza e una responsabilità loro proprie. E’ un fatto evidente che le esternazioni di Ruini non sono un’interferenza diretta da parte di ecclesiastici e religiosi nella prassi politica ma sono difesa di valori etici che esigono la difesa della Chiesa. Ruini come vescovo “fa sentire la voce dei cattolici”. I cattolici devono avere il coraggio della fedeltà, della coerenza, dell’obbedienza e … di ascoltare. Noi ci schieriamo a fianco dei vescovi della CEI per il loro impegno a “illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini”, per una strategia atta a salvare il “presente e il futuro cristiano nelle case e negli animi degli italiani” e in genere le tradizioni religiose e morali. L’ascolto …sarà sempre più importante, perché si va verso un periodo storico in cui i problemi etici, biologici, bioetica saranno dominanti. Chi è che può fare da faro?... La Chiesa e i suoi vescovi!... Noi ci fidiamo. DARIO VUKICH 17 Montecatini Val di Cecina: Museo delle Miniere Tradizioni e cultura Questo servizio è stato redatto da Renzo Rossi, ex sindaco protagonista della valorizzazione di Montecatini Val di Cecina. Dopo cento anni dalla chiusura della miniera di rame, Montecatini Val di Cecina sta riscoprendo le sue tradizioni e la sua cultura di lavoro e di fede attraverso la realizzazione del Museo delle Miniere. Lo scorso mese è stato completato e inaugurato un altro pezzo del mosaico progettuale con cui, per opera dell’Amministrazione Comunale, è stato realizzato questo Museo, con la riapertura dell’Oratorio di Santa Barbara, dopo che ne era stato effettuato il completo restauro strutturale ed artistico. Infatti, dopo i consolidamenti necessari, le pareti interne sono state esattamente riportate alle loro immagini originali e la chiesetta, realizzata nella classica forma a croce, è ritornata ad essere una pregevolezza artistica sia per l’aspetto che per l’ambiente in cui è posta. L’Oratorio di Santa Barbara, detto anche di Caporciano, fu riedificato nel 1787 in sostituzione di una precedente Cappella. Fu poi rinnovato ed ampliato nel 1851. Il Museo delle Miniere rappresenta un sistema museale esclusivamente dedicato all’archeologia industriale, ma è soprattutto dedicato a riscoprire il lavoro degli uomini e delle loro fatiche, partendo dalle tecniche di lavorazione alle conquiste sociali, per finire allo sviluppo che ne è conseguito. Momenti che vogliono rappresentare la parte più importante dell’attività iniziata da poco tempo, di fatto il Museo e l’area mineraria recuperata sono stati aperti al pubblico il 5 luglio 2003. Le intenzioni degli amministratori comunali sono state principalmente rivolte alla missione che questo Museo deve rappresentare. Essi avevano un dovere da compiere, per lungo tempo rimandato, non poteva essere ulteriormente dimenticato La chiesina della miniera. Montecatini Val di Cecina, la miniera. infatti tutto quanto è stato parte determinante di questo passato, fatto di lavoro, di conquiste sociali, di solidarietà e di cultura di cui, Montecatini Val di Cecina, per decenni fu propulsore ed esempio. Quindi, si può ben dire di aver riaperto la miniera per leggerne la civiltà, per far conoscere una grande tradizione industriale del tempo passato che, risalendo agli etruschi, passa dai Medici al Granduca di Toscana, per trovare infine il suo massimo sviluppo con la costituzione della Società Montecatini nel 1888 che dal paese prese il nome ma, figlia ingrata, dopo vent’anni dalla sua fondazione ne ordinò la chiusura nel 1907, nonostante i grandi successi ottenuti nei più svariati settori industriali sia nazionali che internazionali, divenuta Montedison negli anni ’60. Sembra impossibile che, a metà dell’ottocento, in questo piccolo paese, sia stato regolamentato il lavoro minorile, sia stata istituita una cassa mutua, data assistenza alle vedove ed agli orfani e l’insegnamento scolastico ai figli dei minatori, oltre ad essere istituita una scuola femminile, vi sia avvenuto l’inizio della cooperazione e di tante altre conquiste sociali frutto di intese tra i lavoratori ed un capitalismo illuminato per l’epoca. A questa iniziativa, sin dai primi momenti progettuali, il Comune di Montecatini, non ha voluto dare un’impronta localistica ma, di proposito, l’ha ampliata all’intero comprensorio in modo che il Museo delle Miniere potesse divenire un punto di riferimento di un sistema museale territoriale realizzando nel Centro di Documentazione delle sale tematiche relative alle produzioni minerarie dell’area quali: rame, sale, geotermia, alabastro, calcedonio e lignite che, per secoli hanno rappresentato ed in parte rappresentano ancora (vedi salgemma per la Solvay e fluidi endogeni per l’ENEL) la ricchezza di questo territorio. D’intesa con gli Enti Locali dell’Alta Val di Cecina, furono infatti concordate azioni volte alla valorizzazione dei siti minerari dell’area, per realizzare un percorso che avesse una visione più ampia per riscoprire questi “tesori sepolti” che, partendo dal richiamo e dalla indiscussa potenzialità storica, artistica e culturale di Volterra, si potesse espandere sull’intero territorio della Comunità Montana, composto dai Comuni di Montecatini, Volterra, Pomarance, Castelnuovo Vai di Cecina e Monteverdi Marittimo, in modo da favorire l’attrattiva, sempre più in via d’espansione, rappresentata dall’archeologia industriale e dal ruolo avuto dalle miniere nel progresso sociale ed economico della zona. Ma la cosa ha avuto un altro notevole risvolto positivo ed ecco che, su questa spinta, in questo paese si sono riscoperte e si possono ammirare stupende opere d’arte: dei Della Robbia, del Pomarancio, Guido Reni, Lorenzo Bartolini, Neri di Bicci, Mino da FiesoJe, ecc., andando così verso un museo che si allarga, ma soprattutto serve a far conoscere ed a rieducare un popolo, se pur piccolo, che improvvisamente sta ritrovando la sua storia e, insieme ad essa, la propria cultura. Il ricercare momenti importanti del passato, renderlo di nuovo vivo e godibile, rappresenta il grande successo culturale e turistico della nostre città e di tanti nostri paesi, rappresenta un valore morale e civile nei confronti delle nostre sterie locali, ma soprattutto è da ritenersi che possa essere legato al nostro avvenire. Il Comune di Montecatini Val di Cecina, con un’ampiezza territoriale di 156 kmq., dai 5300 abitanti degli anni ’60 ha subito un esodo demografico che non ha eguali, scendendo ad oggi a poco più di 1900 residenti, pari ad una diminuzione del 66%. Come detto prima, non si è però dimenticato della sua cultura e delle sue tradizioni e, appressandoci al Natale, vogliamo ricordare il riprendere di una lodevole e pregevole iniziativa da parte dell’Associazione Pro-Montecatini relativa ai Presepi lungo le strade, che da anni si ripete sponsorizzata dal Comune. Infatti, per l’intero periodo natalizio, camminando tra i vicoli, i chiassi e nella caratteristica piazza della Chiesa, attraverso le antiche porte del castello, si possono scoprire e ammirare, grandi e piccoli Presepi a cui la rusticità degli ambienti in cui sono realizzati viene a donare un particolare rilievo, così come dona pace e serenità al visitatore. Attualità 16 Sponsor 5 Svariate polemiche sulla inversione cromatica della bandiera svizzera come stemma Acli Labor strumentazione impianti industriali CARRARO SIEMENS Via G. Rossa 55 - Rosignano S. - Tel. 0586/7688.1 - Fax 0586/7688.40 e-mail: [email protected] Erogazione del servizio di manutenzione di aree verdi S.C.R.L. Via del Mondiglio 18, loc. Le Morelline Tel. 0586.790.751 - Fax 0586.790.604 www.aclilabor.it ROSIGNANO SOLVAY O.M.P. Via Guido Rossa 15 (Loc. Le Morelline) 57016 ROSIGNANO M.MO Tel. 0586/794962 - Fax 0586/790604 e-mail: [email protected] E.mail: [email protected] OMi srl s.r .l. s.r.l. Costruzioni edili idrauliche, stradali Via della Villana, 160 57013 Rosignano Solvay (LI) Tel.0586.79.00.40 Fax 0586.79.29.98 Uffici: Via Caduti di Nassiriya Rosignano Solvay Tel. 0586/764801 - Fax 790883 Soc. Coop a rr.l. .l. Imballaggio industriale Trasporti - Facchinaggio - Servizi P.zza Monte alla Rena 5 - Rosignano S. Tel. 0586/793288 - Fax 0586/793304 dal 1952 costruzione e installazione di impianti industriali e loro manutenzione Via della Villana 154 - Rosignano Solvay Tel. 0586/790207 - Fax 0586/790588 www.latotoscanaimpianti.it [email protected] Impresa Generale di Costruzioni B -PIZZI di Pizzi Ing. Andrea e C. s.a.s. Piazza della Vittoria 5 - Castiglioncello (LI) Tel. 0586/752489 - Fax 0586/759456 Internet: www.xtreme.it/pizzi.b Loc. Cotone, 75 Tel/Fax 0586/792464 Rosignano Solvay e-mail: [email protected] CONSORZIO LOGISTICA 2000 Coop La Perla s.r.l. Sede legale: P.za del Castello 5 - Stagno (LI) Sede operativa: Via Aiaccia 6/B - Stagno (LI) Tel. 0586/940005 - Fax 0586/944942 GUIDI Soc. SECOS srl Costruzioni Edili e Industriali Via Modigliani, 21 - Rosignano Solvay Tel. 0586/760153 Fax 0586/760414 Barbensi PPetr etr oli etroli Agip Gasoli PRODOTTI PER RISCALDAMENTO dei F.lli Costantini s.n.c. Nel numero di dicembre la nostra rubrica di Volontariato si dedicherà all’analisi di un tema di polemica internazionale che ha riguardato lo stemma di protezione per eccellenza, la Croce Rossa su fondo bianco. L’uso della semplice inversione cromatica della bandiera svizzera come stemma della Croce Rossa Internazionale, utilizzato fin dalla metà del 1800, è stato negli anni motivo di svariate polemiche. Già nel 1870 l’Impero Ottomano giudicò questo simbolo un emblema della Cristianità decidendone la sostituzione con la mezzaluna rossa, adottata in seguito anche dagli altri Paesi Islamici. Nel frattempo la Persia decise di adottare come emblema un sole che sovrasta un leone rosso, simbolo che fu poi sostituito dalla mezzaluna rossa con la creazione della Repubblica Islamica dell’Iran. Tuttavia la “guerra” dei simboli non è finita, nel 1949, infatti, lo Stato d’Israele chiede ed ottiene dalla Croce Rossa Internazionale il riconoscimento della stella di Davide rossa come proprio emblema. Revisione macchine rotanti e alternative - Valvole Manutenzione impianti industriali - Costruzioni meccaniche ETRURIA NORD LA TOSCANA IMPIANTI S.r.l. ROSIGNANO SOL VAY SOLV Via G. Rossa 24 Tel. 0586.791174 Fax. 0586.791173 Edilquattro Sede legale: Via E. Berlinguer 9 Rosignano Solvay E mail: [email protected] scrl Edilizia Pulizie civili e industriali Giardinaggio CON- PRO TOSCANA s.r.l. s.r.l. Progettazione installazione e manutenzione DRESSER - MASONEILAN VolontariANDO… dalla Croce Rossa al Rombo? Via della Villana 33 - Tel. 0586/799088 - 790515 ROSIGNANO SOLVAY Da tale quadro è recentemente emersa da varie parti la proposta di individuare un nuovo emblema che non possa suscitare perplessità interpretative e che, indipendentemente da nazionalità, razza e fede religiosa, rappresenti il Sodalizio che per eccellenza deve portare soccorso ai bisognosi. La proposta più gettonata è quella del diamante rosso, un rombo di colore rosso che si andrebbe a sostituire, probabilmente solo sugli scenari internazionali, alla tanto discussa Croce. La certezza è che, qualunque sarà lo stemma, le migliaia di persone che operano nelle varie realtà nazionali della Croce Rossa non perderanno mai il loro spirito di solidarietà. Parlando di Croce Rossa ci vogliamo soffermare a riflettere su un aneddoto che in questi giorni ha riguardato la realtà italiana dell’Ente, il Commissario straordinario che guida da alcuni anni la C.R.I., e che entro pochi giorni sarà sostituito da un Presidente e da un Consiglio Direttivo le cui elezioni si stanno svolgendo in questo periodo, ha emanato alcune ordinanze decisamente inopportune. Il Senatore Egidio Pedrini, amico del nostro circolo, ha presentato un’interrogazione urgente per portare all’attenzione del Senato della Repubblica e di alcuni Ministri interessati la questione di cui sopra con particolare riferimento a due ordinanze con le quali il Signor Commissario istituisce a decorrere dal primo dicembre 2005 un servizio di tesoreria unica per tutte le unità della C.R.I. d’Italia, annullando, senza preavviso alcuno, l’autonomia patrimoniale delle varie sedi: questa mossa rischia di paralizzare completamente il funzionamento amministrativo dell’Ente con probabili conseguenze sul suo indispensabile funzionamento. Ci auguriamo che la cosa sia risolta al più presto e che i nuovi vertici della Croce Rossa Italiana possano aver modo di lavorare con la massima serenità per il futuro. DAVIDE LIVOCCI Istruttore Nazionale dei Soccorsi Speciali della Croce Rossa Italiana Il Centro on line Ricordiamo ai nostri lettori che dallo scorso mese di novembre è possibile visionare on-line o scaricare il nostro periodico visitando il sito internet del circolo: www.circoloilcentro-livorno.it Periodico mensile del Circolo di Politica e Cultura Autorizzazione del Tribunale di Livorno n° 683 del 5 Marzo 2001 Redazione ed Amministrazione: Via Trieste 7, tel. 0586/427137 - Livorno DIRETTORE RESPONSABILE: Enrico Dello Sbarba COMITATO DI REDAZIONE: Daniela Armani Alberto Conti Roberto Fiore Mauro Paoletti Giovanni Schiano Enrico Sotgiu Franco Spugnesi Dario Vukich Hanno collaborato a questo numero: Elda Di Sacco, Andrea Jardella, Davide Livocci, Mario Lorenzini, Renato Luparini, Maurizio Piccirillo, Giuseppe Rocchi, Marisa Speranza, Franco Spugnesi si,, Dario Vukich. STAMPA: Editrice «Il Quadrifoglio», Via C. Pisacane 7, tel. 0586/814033, Livorno Intermediazione Immobiliari Mare - Campagna - Attività commerciali Stime - Permute - Affitti Colombaioni IMMOBILIARE di Luciano Colombaioni Castiglioncello: Via Aurelia 426 - Tel. 0586/794093 - Fax 0586/793848 Rosignano S.: Via Aurelia 284 - Tel. 0586/762015 cell. 338/9584331 web: www.immobiliarecolombaioni.it e-mail: [email protected] Colombaioni IMMOBILIARE di Luciano Colombaioni 6 Cultura Spigolature Per i cretini non c’è medicina! “Per me i morti di Nassiriya non sono martiri: sono vittime del lavoro come può essere un operaio che precipita da un’impalcatura”. Così Mauro Bertini - sindaco di Marano (Na) - ha conquistato le prime pagine sostituendo la intitolazione di una strada dedicata ai caduti di Nassiriya con quella ad Yasser Arafat. Di fronte ad una decisione così ignobile ed allucinante non abbiamo da fare commento alcuno; vogliamo solo aggiungere che Oliviero Diliberto - leader maximo dei Comunisti italiani, ha naturalmente difeso la scelta del suo compagno. Gradiremmo conoscere il giudizio del prof. Romano Prodi a cui ci permettiamo suggerire che con alleati del genere, il suo contendente “il Cavaliere” può anche sperare di non essere “disarcionato”. Il ritorno di Michele Si è dimesso dal parlamento europeo Michele Santoro la cui poltrona è rimasta desolatamente vuota perché poche volte, quasi mai, il plurivotato “presentatore televisivo” esegeta leader della sinistra militante, ha potuto o voluto occuparla. Adesso torna in mezzo a noi con la sua consueta e proverbiale tolleranza, buon gusto, moderazione e “senso dell’humour”. A questo punto, sommandolo all’episodio del Sindaco di Marano, ci viene il tremendo dubbio che il “Cavaliere” abbia assunto degli “infiltrati” incaricati di sabotare Romano Prodi e la sua coalizione! Prodi, forza e coraggio Il candidato dell’Unione alla presidenza del consiglio - il prof. Romano Prodi - che appena esce dalla “Fabbrica” corre di qui e di là per non scontentare nessuno dei suoi innumerevoli compagni di cordata, ha partecipato ad una tavola rotonda di Legambiente per dire che le energie rinnovabili ed il risparmio energetico saranno tra le priorità assolute del governo che si augura di guidare. Per il nucleare, il nostro, ha rinunciato: se ne riparlerà tra 20 anni. Forza e Coraggio! A Cristoforo Colombo piaceva la Coca Cola... re u t a l o g i Sp Il Cavaliere invece ha scoperto che il palazzo sede di Forza Italia avrebbe ospitato il fondatore del Partito Popolare - don Luigi Sturzo - che, lo dice il Cavaliere, sarebbe stato grande sostenitore del federalismo, recentemente approvato in occasione della contestatissima riforma della Costituzione. Marco Follini - ex segretario dell’UDC - ha dichiarato a proposito di quella facezia: “sostenere che don Sturzo è il padre della “devolution” è come dire che a Cristoforo Colombo sarebbe piaciuta la Coca Cola. Inutile sottolineare che siamo d’accordo con Follini. Guerra in casa della Margherita livornese. Siamo rimasti sorpresi e sconcertati per la guerra dei comunicati che ha investito la disarticolata vita della Margherita livornese. Per la verità non è solo quella livornese a rendere precaria l’esistenza di questo “strano movimento”che vede Franco Marini insieme al prof. Parisi e Ciriaco De Mita insieme a Willy Bordon!!!! perché anche quella nazionale non perde occasione per confermare e ribadire le contraddizioni di un ressemblement veramente anomalo. Privo di un serio retroterra ideologico e culturale messo insieme per facilitare le ambizioni di Romano Prodi,le due componenti che la compongono (l’anima popolare e quella dei democratici dell’asinello) non riescono a trovare nessun collante ma solamente a litigare. Tornando alle vicende livornesi è in corso una vivace polemica che vede in prima fila una minoranza quasi tutta “prodiana” integrata da alcuni vecchi popolari insoddisfatti della gestione dell’attuale segretario ed assessore alla provincia Maurizio Scatena ma il vero obiettivo, in verità, Giorgio Kutufà. Quello che ha sorpreso non solo noi ma il mondo politico livornese e l’opinione pubblica più sensisibile, è lo spregiudicato attacco al Presidente della Provincia reo di sudditanza nei confronti del partner di maggioranza (i democratici di sinistra). Ora non si può ignorare che, dopo oltre 50 anni, di egemonia della sinistra, un cattolico, postdemocristiano, sia stato eletto alla presidenza di quell’ente. Il buon senso vorrebbe che il delicato compito a cui Giorgio Kutufà è stato delegato dall’intera Margherita, fosse seguito e sostenuto con convinzione e lealtà. Scatenare una bagarre così violenta nei confronti di un esponente che occupa l’incarico di maggior prestigio assume un preciso significato: quello di volerlo indebolire politicamente proprio quando, in mezzo a comprensibili difficoltà, cerca di portare dei correttivi propedeutici per un miglior funzionamento della macchina burocratica dell’ente dopo una ininterrotta gestione delle sinistre. Egualmente meritevole di elogio l’aver favorito la nascita di un importante call-center a Guasticce ed avere lanciato l’idea di una “holding” della logistica nell’area vasta. Noi che lo sostenemmo spontaneamente durante la campagna elettorale proprio per il significato di “discontinuità” che assumeva la sua candidatura, deploriamo con forza questi attacchi assolutamente fuori luogo e gli riconfermiamo la nostra solidarietà ed amicizia. Non possiamo nemmeno “esimerci” dall’invitare “gli oppositori interni” ad essere più seri e coerenti. Pro Loco Castiglioncello L’Associazione Pro-Loco Amici di Castiglioncello attraverso una lettera inviata ai soci da parte del suo presidente Maurizio Benvenuti lancia un messaggio opportuno e tempestivo. La qualificazione di Castiglioncello deve essere sviluppata in modo continuativo.E’ pertanto necessario che “viva” anche in inverno in modo che l’attenzione sia costante per tutto l’anno ed a questo proposito è indispensabile la collaborazione di tutti gli operatori ma anche dei cittadini. La Pro Loco persegue da tempo una politica tendente alla sua costante valorizzazione attraverso la funzionalità dei propri uffici e la organizzazione di iniziative che favoriscono la permanenza o la visita di tantissimi turisti in perfetta sintonia con l’Amministrazione Comunale e le altre associazioni insistenti sul territorio. Perché il ruolo della Pro Loco incida sempre di più in favore del nostro centro,è necessaria la partecipazione e l’adesione del più ampio numero di cittadini. Da qui l’invito a rinnovare l’adesione ed a sollecitare altri residenti ad iscriversi. 15 Venditore di bugie - Italo Schirinzi - da “Trenta e lode” - Prospettiva Editrice Nel grande mercato delle cose più impensate, un giorno d’inverno di qualche anno fa, fui attratto da un fatto apparentemente stravagante ed inusuale. “Qui si vendono bugie” era scritto su un cartello. E dietro ad un tavolino, con accanto un gran baule, un vecchietto infreddolito declamava ad alta voce: “ce ne ho di nuove e di seconda mano, originali o contraffatte a prezzi molto convenienti”. Mi fermai ad ascoltarlo ed egli continuò senza nemmeno farci caso. “Bugie e verità sono aspetti contrastanti di un medesimo problema, non lasciatevi ingannare. E’ meglio una bugia vera di una falsa verità” diceva il vecchio, saggiamente “venite, accostatevi al banchetto delle bugie, ho il baule pieno zeppo, fatevi pure avanti, ce ne sono per tutti quanti. Ci sono quelle stagionate e quelle fresche di giornata, dateci pure una guardata. Alcune sono già confezionate in maniera industriale ed altre sono state preparate con lavorazione artigianale. Sono bugie di qualità, alcune sono state già sperimentate con profitto, altre sono di nuova invenzione ma con effetto garantito. Potreste anche fare un bel regalo ai vostri amici. Diffidate della verità, che vi procura antipatia e risentimento, perché molto spesso risulta più gradita una bugia detta bene. Si può più facilmente lusingare una persona, farla sembrare molto meglio di quanto sia veramente ed illuderla, facendola contenta”. Intanto, piano piano, si era formata una piccola folla di curiosi davanti al tavolino ed uno di essi domandò: “c’è parecchia richiesta di bugie?” “Certamente” rispose l’omino con sicurezza “le bugie sono importanti oggi, come lo sono state in altri tempi, ne fa uso ancora tanta gente, poveracci per nascondere la miseria e benestanti per nascondere la ricchezza, principi, regnanti, fidanzati oppure amanti. Nella storia ci sono state bugie clamorose, da antologia, roba da antiquariato, che hanno a volte deciso le sorti di uno Stato. Io ho un ricco campionario a vostra disposizione, di bugie adatte per ogni occasione e che catturano l’altrui credenza in ogni circostanza. Ci sono le bugie delle giunte comunali e regionali, dei governi nazionali o internazionali, ci sono quelle dei partiti politici e dei sindacati, degli economisti e dei commercialisti, queste ultime create appositamente per frodare il fisco. lo vendo all’ingrosso e al dettaglio e fornisco industriali, commercianti, datori di lavoro, uomini onesti e lestofanti. Bugie molto modeste, come quelle necessarie ai mariti traditori per coprire un’innocente scappatella ed altre molto grosse, utilizzate da quei generali, che intendessero oscurare una scomoda verità, come quella di Ustica di tanti anni fa”. “Ma io ricordo che una volta la verità era un valore” dissi incautamente. “Una volta era un valore, ma ora i tempi sono cambiati. Anch’io ci avevo creduto e la vendevo ma, ad un certo momento, purtroppo, mi sono dovuto adeguare perché sono fallito. Non vi sono più nemmeno ideali, mio caro amico, oggi sono stati sostituiti dagli interessi personali, dal benessere economico e quella che ti spiana la via del successo non è più la verità ma la bugia. Chi desidera affabulare o chi vuole strumentalizzare le persone, per impadronirsi del potere, deve decidersi a comprare una manciata di bugie. In campagna elettorale potrà promettere mari e monti impunemente e poi non mantenere niente, senza alcun danno personale né per la sua dignità. “Può anche promettere di fare le case senza tetti, come ha fatto Castagnetti?” domandò un signore, che era arrivato in quel momento. “Chi è lei, scusi, signore?” domandò il venditore “desidera qualcosa?” “Sono un candidato al parlamento, sono un personaggio, modestamente, che va per la maggiore. Vorrei, per favore, la bugia sull’ aumento delle pensioni”. “Sono spiacente, caro signore, ma quella l’ha comprata l’altro ieri Silvio Berlusconi”. “E la bugia sulla riduzione delle tasse è ancora libera o è stata già impegnata?” “Veramente l’aveva chiesta prima Bossi e poi Martelli, ma io l’ho conservata apposta per Rutelli”. “Beh! Allora compro la bugia sulla sicurezza dello Stato e sul controllo dell’immigrazione clandestina” . “L’ha prenotata un’ora fa l’onorevole Casini in nome e per conto di Gianfranco Fini”. “E quella sulla riforma della scuola, per far contento il Vaticano e tenere gli alunni buoni?” “L’avrebbe voluta Walter Veltroni ma, purtroppo per lui, è arrivato prima Buttiglione”. “Mi dia allora le bugie sullo stretto di Messina e sul lavoro nel Meridione, non mi dica che sono anch’esse andate via”. “Ad acquistare questa e quella è venuto già Mastella”. “Accidenti, questa è proprio sfiga, ora ci manca solamente che Cossiga si prenda i rimanenti lotti di bugie, fregando Cossutta e Bertinotti”. “Non si preoccupi, signore, Cossiga le ha chieste speciali ed in double face, perché ancora non ha deciso contro chi utilizzarle”. “Mi scusi un’ultima domanda, ma il presidente Prodi è rimasto anche questa volta a mani vuote o è già passato per il suo fabbisogno?” “Me ne ha ordinate tante ma non ha saldato il conto, perché sicuramente intende ritornare a fare rifornimento per il prossimo quinquennio”. “Vedo che gli affari vanno bene. Durante la campagna elettorale le bugie vanno a ruba”. “Veramente vanno sempre a gonfie vele, non mi posso davvero lamentare. Io vendo le bugie tutto l’anno e faccio anche un buon guadagno; ho clienti affezionati, bugiardi impenitenti. Deve sapere, caro signore, che per chi vende le bugie l’Italia è un paese con i fiocchi, essendo terra assai ricca di Pinocchi”. Anch’io rimasi impressionato dal suo linguaggio e, quando andai via, educatamente lo salutai. Lui mi volle regalare una bellissima bugia da utilizzare al tempo giusto ed io, per il momento, l’ho riposta in un cassetto. 14 Cultura Livorno Presentato alla Libreria Belforte il libro di Eugenio Marcucci Giornalisti, grandi firme di Marisa Speranza “Uno spaccato di storia italiana, un libro di grande interesse che meriterebbe di essere adottato nelle scuole, ricco com’è di articoli che possono costituire un motivo di riflessione e di meditazione, oltre che lezioni di virtù civica”. Così Guido Guastalla ha introdotto, presso la libreria Belforte, “Giornalisti, grandi firme” di Eugenio Marcucci (Rubbettino Editore) con la presentazione di Gaetano Afeltra. Si tratta dei nomi più prestigiosi del giornalismo del XX° secolo (ben 58 in tutto) di cui si racconta la vita, arricchendola con episodi particolari, aneddoti e articoli scelti tra quelli che ne mettono meglio in luce la personalità e il valore. E’ il panorama dei protagonisti di quell’“età del mito” che ha preceduto l’arrivo della rivoluzione tecnologica nel campo della comunicazione. Perché la presentazione del libro a Livorno? Enrico Dello Sbarba, presidente del Circolo culturale “Il Centro”, ha chiamato in causa la sua antica amicizia con l’autore e con Gustavo Selva, presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, intervenuto per l’occasione. Senza contare la possibilità di un’incursione nella Livorno del primo Novecento, visto che tra le grandi firme figura anche quella di Giovanni Ansaldo che fu direttore del Telegrafo, il giornale cittadino di cui era proprietario Galeazzo Ciano. “Ho ritrovato in questo libro un sacco di cose che ho vissuto”, ha poi osservato il direttore del “Tirreno” Bruno Manfellotto, ripercorrendo, sul filo della memoria , episodi personali legati alla sua scelta giovanile (“volevo fare il giornalista a tutti i costi”). Cita il mitico “Corriere della sera” (“La Cassazione del giornalismo”) e il direttore Alfio Russo che ne fece, negli anni Sessanta, un giornale moderno e agile. Cita Indro Montanelli , con cui, negli anni Settanta, ebbe un incontro accompagnato da un velato avvertimento: “I giornalisti italiani sono un grande esercito con pochi generali e una numerosa truppa indistinta”. Ricorda di avere lavorato a “Paese Sera” con Arrigo Benedetti (“l’inventore del rotocalco moderno”) e Lamberto Sechi. Questi, a Panorama, aveva predisposto un manuale su come andava scritto un pezzo : la prosa del giornalista doveva Un momento della presentazione alla Libreria Belforte del libro “Giornalisti, grandi firme”. Da sin. Guido Guastalla, Eugenio Marcucci, Gustavo Selva, Bruno Manfellotto ed Enrico Dello Sbarba. “suonare”, e lo stile essere “asciutto, chiaro e con un ritmo”. Il libro rievoca un clima che non c’è più, ed è svanito insieme alla mitica “Olivetti lettera 22”. Oggi, ha osservato Manfellotto, “i giornali sono diventati grandi contenitori” e sono venute meno le “caratteristiche artigianali” proprie di certe grandi penne, che erano spesso “ciniche e cattivissime”. Una lezione mai dimenticata? Quella di Arrigo Benedetti, che concludeva una lettera sulle norme da rispettare per scrivere bene “con preghiera di fare più giornalismo e meno ideologia”. Ma per Gustavo Selva “il giornalismo scritto in Italia non è mai esistito”. Desideroso di sorprendere, l’ex direttore del GR2, si è chiesto chi sia mai il giornalista. “E’ il cronista che racconta i fatti”, è stata la sua risposta, “ma, visto che è impossibile raccontarli tutti, deve operare una selezione e quindi il giornalista non può essere né obiettivo, ( se non, in parte, nelle cronache locali), né completo”. In conclusione: “Il giornalismo scritto non può che essere ideologico e dunque politico”. Selva ha poi accennato al suo intenso curriculum vitae che risale al 1946/47, quando incominciò a fare cronaca dopo essere stato correttore di bozze. Ha ricordato di essersi occupato del “Triangolo della morte” quando “persino la Chiesa, che pure aveva avuto 54 sacerdoti uccisi, evitava di parlarne”. Infine, un tasto dolente: la sua espulsione dal GR2 nel 1982 “in seguito a un falso” (la supposta appartenenza alla Loggia P2). Ma il ricordo di Radio-Selva ( ovvero: Radio-Belva) lo inorgoglisce ancora. Alle argomentazioni di Selva, risposta breve di Manfellotto: “Non sono d’accordo quasi su nulla, eccetto che sull’obiettività che non esiste . La cosa più importante per un giornalista è la sua onestà professionale: non essere mai omertosi e nascondere una notizia che si conosce. Questo sì, sarebbe gravissimo”. “Non mi ero proposto di fare una teoria del giornalismo, ma di ricordare grandi personaggi di cui non si parla più e che i giovani non conoscono”, ha poi osservato Marcucci, chiarendo che si tratta di direttori, inviati speciali, corrispondenti, cronisti, da Luigi Alberini a Orio Vergani, tutti accomunati da un appassionato impegno professionale e da straordinarie qualità personali. Un libro “dedicato ai giovani perché sappiano e ai non giovani perché ricordino”. Sono utili i ‘Saloni’ dell’Orientamento? E’ ormai divenuto una costante ricorrere ai “Saloni” per orientare gli studenti,da quelli che terminano la scuola secondaria di primo grado (secondo la riforma Moratti) a quelli che affrontanno la maturità e dovranno scegliere o l’Università o il mondo del lavoro. Una specie di “marketing”, per la verità, non molto interessante, almeno quello che da alcuni anni vediamo svolgersi, a cura dall’Amministrazione Provinciale, al Terminal della Stazione Marittima. Sono utili? Sono davvero capaci di aiutare nella scelta del domani? Noi siamo del parere che l’Orientamento sia un’altra cosa, da farsi lungo l’anno scolastico da parte innanzitutto della scuola, magari facendosi aiutare da competenti in materia. Specialmente la scelta della Facoltà universitaria, con i tanti indirizzi contenuti nei rispettivi piani di studio, richiede un impegno che non può essere sostituito da un stand e dai depliant illustrativi. Uguale discorso si può fare per la scelta del dopo “scuola media”(non si dice così ma ci si capisce) I ragazzi,si sa, affollano il Terminal al mattino saltando una mattinata di lezione(che non viene recuperata,ci mancherebbe altro), ascoltano distratti gli addetti agli stand,tornano a casa con una borsa piena di depliants e forse alle 14 si potrebbe chiudere i battenti perché nel pomeriggio restano solo gli addetti ai lavori. In un recente pomeriggio a “Futura” di quest’anno ad ascoltare sei relatori sull’Orientamento eravamo in dieci.Una pena. E allora un consiglio se ci può essere consentito.Se proprio non se ne può fare a meno perché, ripetiamo, tutti lo fanno, e Livorno non vuole essere da meno, si utilizzi uno spazio ridotto e sicuramente meno costoso. Con i tempi che corrono... Mario Lorenzini Il giuramento degli allievi in Accademia Domenica 4 novembre,in occasione della ricorrenza di Santa Barbara, festa della Marina, in Accademia Navale hanno giurato 387 allievi, tra cui 79 donne,alla presenza del sottosegretario alla Difesa Francesco Bosi,del Capo di Stato Maggiore della Difesa Giampaolo Di Paola,del Capo di Stato Maggiore della Marina Sergio Braghi e dell’Ammiraglio di Divisione Cristiano Bettini che, da circa un mese, è tornato a Livorno,dove era stato negli anni novanta in qualità di direttore dei corsi allievi,a ricoprire il prestigioso incarico di Comandante dell’Accademia Navale.Nell’occasione erano presenti le massime autorità civili,militari e religiose della città e un foltissimo pubblico tra cui,al completo, i genitori,i parenti e gli amici degli allievi giurandi. Nel suggestivo piazzale del Brigantino,in una mattinata fortunamente risparmiata dal maltempo,schierati tra gli allievi della prima classe dei corsi normali,anche cinque stranieri,oltre a 208 allievi del sesto corso in ferma prefissata e 32 allievi del quinto corso per ufficiali piloti di complemento. Una mattinata densa di emozioni,iniziata con il saluto dell’ammiraglio Bettini,che ha sottolineato la solennità del particolare momento. “Un impegno-ha detto tra l’altro rivolgendosi agli allievi – che va ben oltre il periodo della formazione.Un giuramento che costituisce un giorno di festa per la Marina ma,soprattutto,una scelta che vi onora e si radicherà profondamente in voi per tutta la vita futura.” Quindi,dopo la consegna delle onorificenze,gli allievi hanno prestato solenne giuramento alla Repubblica tra gli applausi partecipi e più calorosi del pubblico.La suggestiva mattinata si è infine conclusa con gli interventi del capo di stato maggiore della Difesa –Di Paola-,del capo di stato maggiore della Marina –Biraghi- e del sottosegretario Bosi che si è soffermato su quanto i soldati italiani stanno facendo nelle varie missioni all’estero “per ripristinare o garantire la pace”. Al termine le autorità ed i moltissimi ospiti hanno partecipato ad un rinfresco. Giuseppe Rocchi 7 FESTA DELLA TOSCANA La festa è qui E’ stata una bella festa gaia, allegra, movimentata, gettonata da moltissimo pubblico di ogni età,da neonati agli anziani,passando attraverso le persone di mezza età e tanti giovani. Era la festa della Toscana, organizzata dal comune di Collesalvetti nella palestra di Vicarello. Sono ormai cinque anni che si celebra in tutta la regione, con la espressa simpatia del nostro caro presidente Carlo Azeglio Ciampi. Una festa che ci meritiamo perché sottolinea come il 30 novembre 1789 il granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena abolì il primo in tutto il mondo, la pena di morte. In Toscana inoltre furono stampate le prime copie dell’Enciclopedia Francese e quelle del coraggioso libretto Dei Delitti e delle Pene contro la tortura di Cesare Beccarla nonno di Alessandro Manzoni. Questa edizione della Festa ha avuto come centro d’interesse, per Collesalvetti, la presenza di extracomunitari,che qui sono circa 400, con un numero rilevante di bambini nelle scuole, di donne e uomini che lavorano e non vengono abbandonati a se stessi. Nella palestra,dove tutti i bambini hanno giocato nel pomeriggio, erano stati preparati i “banchetti della solidarietà”,con prodotti stranieri e locali in assaggio gratuito ed in vendita,tutti cibi buoni e ben cucinati dalle donne. La festa si è protratta a lungo con esponenti dei vari paesi esteri di provenienza.del progetto Lima ma anche in costume di Vicarello. Al termine un bel concertino del gruppo Mandragola. Era presente il Sindaco Nicola Nista ed altre autorità locali. E.D.S. 8 Teatro Livorno I prossimi appuntamenti Prevista una spesa di 860.000 mila euro Il restauro dei monumenti cittadini Una conferenza stampa di particolare significato quella organizzata dal comune di Livorno ed impreziosito dalla presenza dell’assessore alle culture Massimo Guantini, del Sindaco Alessandro Cosimi e da due architette della Sovrintendenza alle Belle Arti di Pisa. L’argomento, del resto, era di grande rilievo per la città. Sono stati illustrati i programmi di restauro relativi ad otto interventi su altrettanti monumenti cittadini,alcuni oggetto di atti di vandalismo come per le quattro aquile del monumento a Cavour o alle scritte con vernici da parte di “alcuni idioti”, altri perché bisognosi di urgenti lavori di manutenzione. Per il monumento a Cavour l’intervento prevede anche la ricostruzione della cancellata originaria rilevata attraverso documentazioni fotografiche d’epoca; naturalmente, l’intervento più delicato, riguarda le aquile che saranno ricollocate per mezzo di perni in acciaio inossidabile e mediante l’inserimento di microperni. In piazza della Repubblica i restauri riguardano i due monumenti in marmo di Ferdinando III e Leopoldo II: anche per questi, oltre ai lavori di stuccatura ed integrazione delle parti marmoree, sono previste cancellate in ghisa analoghe a quelle originarie. Il monumento simbolo della città, quello dei 4 Mori, esposto all’azione della salsedine ed all’inquinamento, sarà sottosposto ad un intervento di manutenzione che permetta di arrestare il degrado in corso. Per la statua di Vittorio Emanuele II,in piazza della prefettura, è previsto lo smontaggio, il trasporto e la messa in sicurezza, successivamente sarà eseguito il restauro della scultura e la sua ricollocazione. Nell’interessante ed impegnativo programma sono previsti interventi per il recupero dell’elegante balaustra in ghisa al moletto di Ardenza, la pulitura per la eliminazione delle scritte a vernice del Monumento ai Caduti ed infine la manutenzione straordinaria della chiesa canonica di san Benedetto in piazza XX Settembre: i lavori riguardano la copertura e le pareti esterne della chiesa ottocentesca e saranno finanziati dal fondo dell’8% dei proventi da oneri di urbanizzazione secondaria. Da sottolineare il contributo di 50.000mila euro della CNA per lo svolgimento delle importanti opere destinate a migliorare l’immagine della nostra città. I monumenti cittadini, oltre ad essere restaurati, saranno di nuovo provvisti di cancellate in ghisa, analoghe a quelle originarie dell’inizio dello scorso secolo. MILAZZO ANTONIO Materiali - Pavimenti - Rivestimenti Idraulica - Riscaldamento - Materiale Elettrico Via G. Rossa, 4 - Tel./Fax 0586/792914 - Rosignano Solvay (LI) Di Gabbia A. & Figlio SRL COSTRUZIONI - stradali - fognature - acquedotti PRODUZIONE - emulsioni bituminose - conglomerati bituminosi MEZZI PROPRI Sede Legale Uffici, Impianto: Via dello Struggino 24, Tel. 0586/428121 Livorno (loc. Picchianti) e-mail: [email protected] 13 COSTRUZIONI EDILI Geom. LUONGO ANTONIO Danza e prosa al Teatro Goldoni La stagione di danza 2005-2006 è iniziata alla grande al Goldoni con un autentico successo: IL LAGO dei CIGNI – musica di Cjaikoskij, in edizione integrale, coreografia di A.Vorotmikov, orchestra del teatro “Carlo Coccia”di Novara diretta da Vladimir Bogorad. Ha eseguito l’opera il celebre Balletto di Mosca. “La classique” calorosamente applaudito dal pubblico che gremiva letteralmente il teatro, giustificato anche dal fatto che a Livorno esistono numerose scuole di danza,molto frequentate, con bravi insegnanti ed un nobile passato,a cominciare da quella di Luciana Mariani Evans,giunta a Livorno dall’Opera di Roma. Il secondo titolo di balletto classico,in scena sabato 28 gennaio,è COPPELLA o la ragazza dagli occhi di smalto,coreografia di Saint Leon, incantevole musica di Leo Dèlibes, prima rappresentazione a Parigi, teatro dell’Opera il 25 maggio 1870. Coppelia è una storia moderna di una bambola-automa , di cui si innamora il giovane Franz destando la gelosia della fidanzata Svanilda e creando una generale confusione, fino a che il suo stesso creatore, Coppellius, non la distrugge. La presente edizione è interpretata dai componenti della Compagnia Nazionale Raffaele Paganini, il prestigioso danzatore che interpreta il mago Coppelius accanto a Daniela Morrone nella parte femminile. Le coreografie sono firmate da Luigi Martelletta. Il terzo appuntamento è fissato per venerdì 10 marzo alle ore 2. Il Balletto di Roma si cimenta in una “Serata per tre, durante la quale verranno eseguiti TURNPIKE, coreografie di Bigonzetti, musiche di Bach; NOON, coreografie di Scagliano, musiche di Serra; FIVE SEASONS, coregorafie di Cannito, musiche di Schiavoni,il quarto ed ultimo appuntamento scorre il 6 aprile sempre alle ore 21. La compagnia di Virgilio Sieni Danza presenta CADO, cinque tavole tersicoree, regia,coreografia e scene di Virgilio Sieni,con numerose danzatrici, belle musiche ed eleganti costumi. Ma la compagnia Virgilio Sieni si è già cautelata,per motivi tecnici potrebbe sostituire questo spettacolo. Nell’ultimo scampolo dell’anno vengono proposti tre significativi appuntamenti di prosa . Il primo è stato quello con Monica Guerritore registra ed inteprete di Giovanna D’Arco di Elsa Scudieri, la appassionante vicenda della Pulzel- Via Risiera San Saba 19 - Castiglioncello (LI) Tel. 0586 764080 - Cell. 347 7683628 www.piombinoedilizia.com e-mail: [email protected] piombino edilizia Via Isonzo 22 - P I O M B I N O Tel/fax 0565.276631 Active plants, maintenance and engineering Rosignano Solvay Via delle Pescine 188 Tel. 0586/769721 - Fax 0586/791133 la d’Orleans, calorosamente applaudito dal pubblico del Goldoni. Egualmente dicasi del “divertente e famoso recital” di Garinei e Giovannini, Vacanze Romane di Paul Blake, regia di Piero Garinei- che ha consentito di rivivere le bellezze ed il fascino di Roma degli anni ’60. Ancora,a conclusione di questo anno, il Natale di Olimpia, tragicommedia del livornese, il caro amico Consalvo Noberini, regia di Marco Conti della compagnia Vertigo che si svolgerà nei giorni di giovedì 22, venerdì 23 e lunedì 26 dicembre. E’ ormai noto che il Goldoni resterà chiuso la notte di San Silvestro per riaprire il pomeriggio del 1 gennaio 2006 con un concerto di Capodanno organizzato dall’Orchestra dell’Istituto Musicale Mascagni, diretto da Diego Dino Ciacci. Si esibiscono il soprano Chiara Mattioli,il basso Graziano Polidori,la pianista Glenda Poggianti. Verranno eseguite musiche di G. M. Cambini, Mozart, Shostakovic, Gershwn. Elda Di Sacco Via G. Galilei 2/4 S. Pietro in Palazzi - Cecina Tel. 0586/668135 Fax 0586/669052 Interviste 12 Rosignano 9 Intervista al Vicepresidente e Assessore a Cultura, Istruzione, Qualità sociale, Comunicazione della Provincia Gli auguri del Sindaco Nenci Sono particolarmente lieto di rivolgere attraverso il periodico IL CENTRO che conta molti lettori nel nostro Comune,i migliori auguri per le prossime festività. L’occasione mi consente di fare un bilancio complessivamente positivo di questo primo anno e mezzo di attività della Civica Amministrazione da me diretta. Ritengo opportuno puntualizzare alcuni punti qualificanti del programma che incontrò, nelle elezioni dello scorso anno, larghi consensi da parte dei cittadini rosignanesi. Nel prossimo mesi di gennaio, dopo una serie di aggiornamenti, sarà finalmente portato all’approvazione del Consiglio Comunale l’adozione del piano strutturale: questo passaggio consen tirà l’approvazione del regolamento urbanistico prima della prossima estate. Si tratta dello strumento indispensabile per assicurare un moderno sviluppo del territorio che deve saper saggiamente conciliare le esigenze dei vari settori economici: quello dell’industria, del turismo,dell’artigianato e dell’agricoltura. Nel regolamento troveranno collocazione un insieme di norme che dovranno assicurare alla pianificazione territoriale criteri di qualità (spazi verdi, parchi giochi,piste ciclabili) che dovranno prevalere sulla quantità: saranno infatti privilegiati i modelli edificatori, contemporaneamente sarà prevista la introduzione di criteri e regole tese alla costruzione di edifici nel rispetto della bioarchitettura e del risparmio energetico. E’ allo studio un progetto per la costituzione di un nuovo “soggetto” destinato a sostituire Armunia che sopravviverà ancora per un anno con un consiglio rappresentativo dei Comuni interessati: il nuovo organismo si occuperà di cultura, di biamo stanziato risorse aggiuntive per confermare la priorità che riserviamo a questo settore di primaria rilevanza per le fasce di popolazione più bisognose di assistenza. Per i giovani, infine, oltre all’attivazione di borse di studio per il prossimo anno,l’Amministrazione Comunale sta studiando forme di interventi tesi a facilitare il superamento del disagio giovanile. Siamo, per concludere, seriamente impegnati per elevare, in tutti i settori,il livello di dignità e di benessere sociale e morale dei cittadini. Il sindaco Alessandro Nenci. 12345678901234567890123456789012123456789012345678 12345678901234567890123456789012123456789012345678 12345678901234567890123456789012123456789012345678 Franco Nenci, sindaco di Rosignano turismo, di convegnistica e del tempo libero. Per quanto riguarda i rapporti industriali, in particolare con la Soc. Solvay esprimo vivo compiacimento per l’intelligente scelta di rinunciare alla figura dei “provider” che saranno opportunamente sostituiti da una gestione diretta con un nucleo interno che manterrà rapporti con le imprese che operano all’interno degli Stabilimenti Solvay. E’ una scelta che dimostra attenzione e sensibilità nei confronti del territorio. Ho chiesto espressamente alla dirigenza Solvay di aprire “un tavolo”per comunicare e discutere seriamente del parco industriale che preveda l’insediamento di attività di imprese in grado di utilizzare le produzioni del ciclo Solvay. Nel settore del sociale che,da sempre, costituisce il “fiore all’occhiello” del Comune di Rosignano, ab- La XVIII Edizione del Presepe vivente Il Presepe vivente che la Pro Loco di Rosignano ha organizzato in collaborazione con il Consiglio di Frazione,la parrocchia ed il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, si svolgerà nella Vigilia del Natale dalle ore 21 alle ore 23,30 ed il secondo giorno di Natale dalle ore 15,30 alle ore 19,30. La manifestazione si svolgerà lungo il tradizionale percorso dell’antica Rosignano e sarà animata da circa 200 figuranti, centurioni a piedi ed a cavallo. Sempre nel quadro delle manifestazioni natalizie, domenica 18 dalle ore 15 alle ore 23 sarà organizzata la manifestazione “Aspettando Natale” che si svolgerà in piazza Pietro Gori e sarà allietata da canti natalizi a cura della Del Coro delle Sei Rose, in piazza Carducci dove “Babbo Natale” con il suo cavallino porterà in giro i bambini con la slitta ed infine in piazza S. Nicola dove,grazie alla iniziativa dei rioni,si svolgerà “L’artigianhobby dei rioni” mentre per i più piccoli sul sagrato è stato organizzato uno spettacolo. Giuntini “Stiamo lavorando in una logica di area vasta” - Quali diversità hai verificato tra la precedente esperienza di Sindaco e quella attuale di Vicepresidente della Provincia? “Le diversità sono date soprattutto dalle dimensioni e dalla complessità, inoltre, in un Comune le risposte ai bisogni,per nuovi servizi possono essere più immediate. La provincia invece oltre alle proprie competenze che riguardano soprattutto la scuola, la formazione, il lavoro ha un ruolo di coordinamento e come si sa mettere insieme il contributo di molti soggetti non è la cosa più facile del mondo e richiede un grande lavoro di studio e di concertazione. Tutto questo non vuol dire lavorare di meno e devo dire che sono sinceramente stupita dal numero di contatti e di richieste di appuntamenti che ho avuto in questo primo anno di lavoro in Provincia. Per me fare il Sindaco è stata un’occasione importante per tentare di cambiare e di realizzare un po’ di cose, un mestiere da artisti come ho detto molte volte. Oggi, a distanza di un anno grazie al feeling che esiste all’interno della Giunta, trovo molto stimolante il nuovo incarico, che mi permette di entrare in contatto con la complessità del territorio provinciale, la necessità di conciliare la presenza industriale con la compatibilità ambientale, lo sviluppo del turismo e dell’agricoltura, i problemi dell’ arcipelago”. - Quali problemi hai dovuto affrontare nella nuova realtà? “Come accennavo precedentemente, esiste una difficoltà che è legata alla nascita stessa della Provincia avvenuta solo nel 1925, nel lavorare insieme e nell’elaborare strategie provinciali e condivise. Del resto non sono più sufficienti neanche politiche provinciali e come è noto stiamo lavorando in una logica di area vasta di cui il protocollo d’intesa sulla logistica con la Regione e il territorio pisano rappresenta la punta più avanzata. Aggiungerei una questione di ordine personale, dovuta alla difficoltà maggiore di stare con mio figlio Gianmarco. Come capita a tutte le donne che lavorano esiste un problema di conciliazione di tempi, ma con un po’ di sacrifici riesco lo stesso a passare del tempo con lui, sperando che conti la qualità del tempo...”. - Cultura: è il settore che maggiormente ti trova impegnata. Cosa puoi dire sulla situazione e sulle prospettive dell’Istituto Musicale Mascagni, sul Teatro Goldoni e sul futuro di Armunia? “La cultura si trova in un momento di grande difficoltà dopo i tagli consistenti previsti dalla finanziaria del governo Berlusconi e il dimezzamento del fondo per lo spettacolo che influirà negativamente sull’ attività dei nostri teatri. Per quanto riguarda il Goldoni da circa un anno ha cominciato a lavorare la Fondazione diretta da Marco Bertini che ha prodotto una stagione importante sulla lirica che nella città di Livorno ha una grande tradizione e più in generale un cartellone ma anche tante collaborazioni di tutto rispetto. Su Armunia il giudizio della Provincia è altrettanto positivo: il direttore Paganelli, quest’anno ha ricevuto un Premio della critica e riconoscimenti molto importanti per le attività del Festival ma credo che non dobbiamo dimenticare il lavoro fatto con il territorio e con le scuole attraverso le residenze. Una recente normativa prevede per i Conservatori come l’istituto Mascagni, la trasformazione in scuole di Alta Formazione, ovvero Università della musica, scelta importante che va a sostenere l’educazione musicale nel nostro paese, dopo anni di disattenzione, purtroppo però come spesso accade, il Governo Chi è Monica Giuntini Monica Giuntini, Vicepresidente della Provincia di Livorno Assessore a: Cultura, Istruzione, Qualità sociale, Comunicazione Nata a Saline di Volterra nel 1963. Residente a Castagneto Carducci. Maturità classica. Iscritta ai DS, è componente della Direzione della Federazione di Livorno del partito e di quella Regionale Toscana. Fa parte del Coordinamento Regionale delle donne DS. Il suo impegno come amministratore data dal 1985, quando, eletta nel Consiglio Comunale di Castagneto Carducci, le viene assegnata la delega alla scuola. Vicesindaco dal 1990, viene eletta Sindaco nel 1995 con un forte consenso (68%) che crescerà nel 1999 (72%), quando l’elettorato la conferma nel ruolo. Nel corso dell’ultimo mandato è anche Presidente del Coordinamento dei Comuni della Bassa Val di Cecina, che comprende 10 Comuni delle province di Livorno e Pisa. Negli anni in cui è Sindaco dà impulso particolare al campo della cultura e del sociale e promuove lo sviluppo economico del territorio in direzione del turismo di qualità e dell’agricoltura, in particolare nell’ambito della vitivinicoltura. al momento non finanzia in nessun modo questa operazione, infatti a tutt’oggi i costi del Mascagni sono a totale carico dell’Amministrazione provinciale e di quella comunale di Livorno per le quali comunque l’istituto è uno dei fiori all’occhiello dell’intera attività culturale”. - Quote rosa. Giudizi e considerazioni sulla permanenza di difficoltà ad un’apertura adeguata all’inserimento delle donne nelle liste elettorali. “Oggi il nostro paese ha un numero di parlamentari donne che sono intorno al 10%, un numero esiguo di fronte al fatto che le donne sono la metà della popolazione e soprattutto se lo si paragona al resto dei paesi europei, ma per dirla tutta vi sono paesi africani come il Burkina Faso che hanno una più adeguata rappresentanza femminile. Tutto ciò è frutto di un retaggio culturale del passato, di una struttura familiare di tipo patriarcale, che oggi sta lentamente mutando, ma anche di una mancanza di politiche a sostegno della conciliazione dei tempi e di una ancora inadeguata rete di servizi per le donne che lavorano. Bisogna anche dire che se la politica non brilla, i dati sulle donne dirigenti nel nostro paese sono ugualmente disarmanti, eppure i dati scolastici ci dicono che le donne sono più brave a scuola, finiscono prima e sono più motivate. Il problema a mio avviso non è delle donne, ma della società che sta perdendo energie preziose. Che dire delle quote? Le quote non sono esaltanti per le donne perché significa tutelare per legge quello che alle donne spetta di diritto, ma di fronte ad una democrazia imperfetta, allora ben vengano anche le quote!!!”. - Quali problemi per la scuola? “La scuola è oggi una priorità per la Provincia perché c’è la necessità di sostenere l’offerta formativa in un quadro di azione che mette in relazione il lavoro con la formazione e la scuola. Per questo abbiamo costituito una conferenza permanente alla quale partecipano i dirigenti scolastici, le organizzazioni sindacali e quelle datoriali per mettere sempre più in collegamento il mondo del lavoro con la scuola. Grande impegno anche sul fronte dell’ edilizia dove per quanto riguarda la sicurezza, vorrei sottolineare che i nostri istituti scolastici hanno tutti quanti il nop prevenzione incendi. Due grossi interventi saranno realizzati nella Bassa Val di Cecina, il primo è la costruzione del nuovo Liceo Fermi e il secondo riguarderà l’ampliamento dell’Isis Mattei a Rosignano per riunire in unico complesso anche l’attuale scuola alberghiero qualificandone ulteriormente gli spazi”. Interviste 10 Interviste 11 Nostra intervista al Direttore della Conindustria di Livorno Umberto Paoletti: “La grande industria a Livorno rappresenta sempre un importante bacino occupazionale” 1.LUCI ED OMBRE DELL’ECONOMIA LIVORNESE – ATTESE PER IL PROSSIMO FUTURO Le difficoltà delle nostre imprese industriali si protraggono tuttora, sia pure in diversa misura e con intensità diversa fra settori ed aziende. Non mancano significativi casi di dinamicità, né casi d’eccellenza che presentano ottimi risultati, ma in generale, i segnali provenienti dal mondo imprenditoriale nel corso del 2005 smentiscono qualunque ipotesi di svolta ciclica. E’ vero, tuttavia, che la struttura “multidistrettuale” della nostra provincia, ci ha permesso di resistere meglio di altre zone della Toscana ai contraccolpi della congiuntura ed alla crisi del “made in Italy” degli ultimi due anni. Il nostro modello economico, caratterizzato dalla presenza di più specializzazioni manifatturiere, ha risentito solo maniera parziale delle pesanti difficoltà che attanagliano le aree toscane a monocultura produttiva legate alla filiera tessile-abbigliamento e cuoio-pelle-calzature. Quanto alle previsioni per il futuro, l’attuale fase di accelerazione dell’economia a livello internazionale, combinata ad un recupero del dollaro sull’euro (+15% circa dall’inizio del 2005), potrebbe avere effetti favorevoli, anche se appare difficile prevedere un recupero rilevante. 2. LE PREOCCUPAZIONI PER IL RUOLO DELLA GRANDE INDUSTRIA NEI CONFRONTI DELLE PMI LOCALI La sfavorevole congiuntura internazionale e le crisi cicliche che investono i comparti produttivi caratteristici della nostra provincia, non devono far dimenticare l’elevato livello di specializzazione raggiunto dai grandi stabilimenti della componentistica auto, della chimica e della siderurgia e le potenzialità che ancora oggi riescono ad esprimere, tanto da essere riconosciuti poli di rilevanza nazionale. La grande industria a Livorno rappresenta sempre un importante bacino occupazionale, ed i numeri che riesce a mettere in campo sono certamente di tutto rispetto. Ma soprattutto rappresenta una base industriale irrinunciabile, che deve costituire una delle colonne portanti del piano di sviluppo economico della provincia. L’altra colonna portante è rappresentata da quell’articolato tessuto di PMI che delineano veri e propri sistemi di subfornitura di beni e servizi: un patrimonio da valorizzare, specializzare e qualificare a favore dell’intero apparato industriale. Il modello economico di sviluppo fondato sulle “partecipazioni statali” e da un indotto di PMI monoclientelari ha già mostrato tutti i suoi limiti con la crisi degli anni ’80 che ha travolto l’economia livornese: sia le grandi imprese coinvolte nella dismissione delle partecipazioni statali, sia le PMI, allora totalmente dipendenti dalla committenza locale. A partire dalla metà degli anni ‘90 si sono mostrati i primi segnali dinamici di reazione ed ha cominciato a svilupparsi tutta una rete di piccole imprese operanti nei settori della meccanica di precisione, dell’alta tecnologia e della manutenzione che, per l’alto livello di specializzazione raggiunto, hanno saputo acquisire clientela fuori dai confini provinciali, regionali ed anche nazionali, affrancandosi, così, dalle sorti della committenza unica. Un esempio per tutti, il polo delle imprese di manutenzione ed impiantistica affermatosi nell’area di Rosignano-Cecina, costituito da piccole e medie aziende che rappresentano un tessuto imprenditoriale dinamico, che è stato capace nel tempo di operare una diversificazione geografica e di prodotto, rendendosi autonomo dalla filiera produttiva del Comprensorio chimico locale, da cui la maggior parte delle aziende si è inizialmente sviluppata, e acquisendo una maggiore indipendenza e un livello di competenza e di competitività di rilevanza nazionale. 3. LE DIFFICOLTA’ DEL “FARE RETE” Le obiettive difficoltà del fare rete derivano in larga parte dal modello di sviluppo provinciale caratterizzato dalla presenza di micro-imprese locali parcellizzate e senza nessuna vera forza aggregante. D’altra parte sono sempre mancati i fattori portanti del modello distrettuale, quali l’integrazione verticale tra aziende di una medesima filiera produttiva, un fitto tessuto di servizi tecnici, bancari e logistici a supporto delle imprese industriali, l’accentuata propensione all’innovazione e il rapido scambio di informazioni tra gli imprenditori. Negli ultimi tempi qualche esempio di aggregazione si comincia ad affermare, principalmente come strumento che consente alle aziende di rafforzare la propria presenza su mercati caratterizzati da un elevato livello di competizione. Deve invece ancora radicarsi il concetto di “rete d’impresa” come leva strategica di sviluppo e su questo stia- mo lavorando molto come Associazione, perché vi sono sfide che vanno affrontate facendo massa critica: il credito, per una gestione efficiente del ciclo finanziario a breve ed un costo del denaro più contenuto; l’innovazione, specialmente di processo organizzativo, coordinando manifatturiero e terziario, per arricchire il prodotto di servizi; l’approccio al mercato interno ed estero, anche nel senso di predisposizione di piani di marketing. Ma l’azione aziendale per rinnovare prodotti, processi e approccio al mercato in logica integrativa, per un efficace e reale rilancio delle PMI, deve essere accompagnata da specifici interventi per abbattere il differenziale fiscale e di costo del lavoro, per liberalizzare i servizi, ridurre i costi energetici e sburocratizzare le Amministrazioni Pubbliche: tutti ostacoli che rendono meno competitive le imprese locali rispetto alla concorrenza straniera. 4. TERMINAL GAS ROSIGNANO Sull’argomento, le questioni da considerare sono di ampia portata. Nel nostro Paese il costo dell’energia pagato dagli utenti industriali è di circa il 30% superiore alla media europea e la “questione energia” assume particolare rilevanza nella provincia di Livorno, caratterizzata dalla forte presenza di industrie cosiddette “energivore”. Per abbassare i costi è necessaria una modifica strutturale del parco produttivo, con un riequilibrio del mix delle fonti primarie, coniugando la tutela dell’ambiente con una reale liberalizzazione del mercato dell’energia, l’incremento e la diversificazione dell’of- ferta energetica. In tale contesto l’unico modo per immaginare una discesa dei prezzi del gas è ampliare le fonti: servono, quindi, i rigassificatori. Se qualche passo in avanti è stato compiuto per il progetto della società OLT, ci auguriamo che lo stesso accada anche per il progetto Solvay Edison B.P., che Dottor Umberto Paoletti, Direttore di Confindustria Livorno una volta realizzato completerà efficacemente il Parco Industriale nell’area iter burocratico per la realizzazione del Solvay, dando risposta alle esigenze di tratto autostradale Rosignano – Civiconsolidamento e sviluppo delle attivitavecchia, ad un progetto che integri i tà industriali del territorio. Porti di Livorno e Piombino, l’Interporto “A.Vespucci” , la Darsena Pi4. I COLLEGAMENTI sana e l’aeroporto “G.Galilei” , per VIARI garantire un’offerta adeguata rispetto Nel contesto dell’Alto Tirreno e soai numerosi competitors internazionaprattutto dell’intero Centro-Italia, la noli. stra provincia ha acquisito il ruolo esIl lotto zero della Variante Aurelia rapsenziale di snodo per il trasporto interpresenta una priorità non ulteriormenmodale, grazie alla presenza dei porti te rinviabile. di Livorno e Piombino, dell’interporto Inoltre, se vogliamo che i Porti di Lidi Guasticce e grazie alla particolare vorno e Piombino possano svolgere efposizione geografica, punto di partenficacemente la funzione di volano per za della direttrice che, dalla costa tirl’intera economia, è indispensabile che renica, va verso il Centro e il Nordsi rendano maggiormente disponibili Est del Paese e della direttrice che va aree attrezzate per attrarre insediaverso il Nord-Ovest, con i porti di La menti produttivi, funzionali anche alle Spezia e Genova. attività portuali e allo sviluppo dei trafMa se vogliamo realmente promuovefici esistenti. re la Piattaforma Logistica Costiera, Raggiungere questi traguardi, ambiziosi è necessario che la Regione coordini ma concreti, significherebbe dare riazioni ed interventi tra i diversi Enti sposte realistiche anche alle potenziali competenti, per potenziare la dotaziorichieste di insediamento, sia di indune infrastrutturale del territorio e punstrie nazionali sia estere, a tutto vantare, oltre alla definizione dell’annoso taggio dell’intera comunità locale.