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Indice
• Introduzione
• Presentazione dell’azienda artigiana
• Affrontare l’euro da artigiani
• Un supporto per l’artigianato
• L’euro su Internet
• Glossario
I testi di questa pubblicazione sono di proprietà di
Euro Info Centre - Azienda Speciale CCIAA Milano.
Ne è vietata la riproduzione anche parziale e in qualsiasi modo
eseguita senza l’autorizzazione dell’Euro Info Centre, fatto salvo
il libero utilizzo da parte degli enti promotori di questa iniziativa.
Progetto grafico, impaginazione ed illustrazioni:
Miscellanea S.a.s. - Milano
Testi a cura di:
Daniele Colombo
pag. 2
pag. 7
pag. 8
pag. 29
pag. 31
pag. 32
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L'introduzione di una nuova moneta - l’euro rappresenta un profondo cambiamento che coinvolge
ed interessa direttamente tutti, cittadini ed imprese.
La Regione Lombardia, Direzione Generale
Artigianato, e l’Unioncamere Lombardia, nell’ambito della positiva collaborazione in attuazione della
Convenzione Artigianato 1998, con la partecipazione
delle Associazioni di Categoria dell’Artigianato
lombardo, hanno promosso un progetto specifico teso
a supportare gli artigiani lombardi nella fase di
transizione dalla lira all’euro.
Fra le iniziative previste dal progetto si inquadra la
realizzazione dell’Eurokit Artigianato.
La pubblicazione ha lo scopo di offrire all’impresa
artigiana uno strumento semplice e chiaro che possa
esserle di aiuto per comprendere ed adeguarsi con
successo al cambiamento in atto.
L’Eurokit Artigianato è solo una delle numerose
iniziative che la Regione Lombardia, il Sistema
Camerale e le Associazioni di Categoria
dell’Artigianato stanno da anni attuando nell’ambito
di una politica generale di supporto all’impresa
artigiana lombarda.
Auspichiamo che questo volume rappresenti, per
l’artigiano, un utile strumento per capire quello che
cambierà con l’introduzione dell’euro e che cosa sarà
necessario fare per adeguarvisi.
Assessore
all’Artigianato Regione Lombardia
Presidente
Unioncamere Lombardia
Massimo Corsaro
Vico Valassi
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Introduzione
Euro: la moneta unica dell’Europa. Una trasformazione di portata storica che coinvolgerà dal 1999 tutte le imprese degli undici
Paesi che fanno parte dell’Unione Economica
e Monetaria. Tra questi, l’Italia.
Undici Paesi tra cui alcune delle più grandi
potenze economiche mondiali, si legheranno
indissolubilmente attraverso un’unica moneta, governata da un’unica Banca Centrale.
Non si può pensare che questa decisione
significhi semplicemente un cambio di banconote. Le sue implicazioni si diramano
attraverso tutte le realtà del sistema economico, andando a modificare sia gli aspetti
generali di contesto che il dettaglio delle attività aziendali.
Tra gli aspetti generali
legati all’euro ricordiamo la disciplina di bilancio
pubblico cui
tutti, e in
particolare l’Italia,
sono stati
chiamati
ad adeguarsi,
riportando
sotto controllo la spesa
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pubblica. Questo ha significato meno inflazione e tassi di interesse più bassi e più stabili. Con l’euro i tassi di interesse si allineeranno ai livelli più bassi in Europa, dando alle
imprese consistenti risparmi finanziari. Con
l’euro anche il rischio di cambio sparirà tra le
undici valute che ne fanno parte: questo
vorrà dire che sarà più semplice vendere
e comprare in questi Paesi, che si trasformeranno di fatto in un unico mercato nazionale.
Nello stesso tempo, questo significherà una
maggiore concorrenza da parte di quelle
imprese che, come quelle del nord Europa,
sono sempre state penalizzate da un tasso di
cambio elevato.
A livello della singola impresa, tutti dovranno fare i conti con l’euro. A partire dalle sue
conseguenze commerciali sui mercati sui
quali l’impresa opera, sino a tutti gli adeguamenti tecnici interni della contabilità, dei
sistemi informatici, della documentazione
dell’impresa.
Le prime imprese ad essere coinvolte
dall’euro, e ad esserlo in misura sostanziale
nel bene e nel male, sono quelle di grandissime dimensioni, ma anche l’impresa artigiana
non può sottrarsi a questa sfida. Come evidenzia la tabella, entro il 1° Gennaio 2002
tutte le imprese e tutti i cittadini avranno
dovuto imparare a vivere con l’euro. La lira è
ormai una valuta in via di estinzione.
Fra tre anni non esisterà più.
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Le tappe dell’euro
Realizzare una moneta unica è stato un lavoro lento e difficile. Per questo si è deciso di
dividerlo in tre tappe.
Sino al 31
Dicembre 1998
1° Gennaio 1999
31 Dicembre 2001
1° Gennaio 2002
30 Giugno 2002
1. selezionati i Paesi
che faranno parte
dell’euro a partire
dal 1° Gennaio
1999;
2. stabiliti i tassi di
cambio bilaterali
tra le valute che
faranno parte dell’euro;
3. creata la Banca
Centrale Europea;
4. istituito il Sistema
Europeo delle
Banche centrali
(SEBC).
1. definito il tasso di
cambio fisso e
immodificabile dell’euro;
2. l’euro diventa la
moneta degli undici
Paesi: le valute
nazionali ne sono
solo una rappresentazione;
3. diventa operativo
il SEBC;
4. tutti i mercati
finanziari operano
in euro;
5. tutto il debito
pubblico è convertito in euro;
1. entrano in circolazione le banconote
e le monete denominate in euro;
2. le monete nazionali vengono ritirate
dalla circolazione;
3. al massimo entro
il 30 Giugno le valute nazionali escono
di corso;
4. resta esclusivamente l’euro.
Dal 2002 vivremo in un mondo solo di euro.
Questa idea deve essere chiara nella mente di
tutte le imprese, ma non deve essere drammatizzata. L’euro avrà conseguenze molto rilevanti
per una minoranza di imprese; la maggior parte
potrà gestire la propria transizione dalla lira
all’euro con calma e metodo, purché rispetti
una regola fondamentale: prestare attenzione,
informarsi, analizzare le conseguenze e decidere. Distrarsi, pensando che tanto il 2002 è lontano, può avere conseguenze improvvisamente
gravi per la vita dell’impresa.
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Cambiare moneta è come
cambiare lingua. Passare
all’euro non significa
imparare a dire qualche
frase ogni tanto in una
lingua che non è la nostra.
Significa parlare, leggere,
scrivere e pensare in una
lingua nuova: e per imparare a farlo, ci vuole la
giusta preparazione.
I cambi bilaterali
Il cambio dell’euro sarà deciso il 31 Dicembre
1998, ma i tassi di cambio bilaterali tra le
valute partecipanti all’Unione Economica
e Monetaria sono stati definiti a Maggio ’98:
LIRE
Questa guida intende toccare tutti gli aspetti pratici che sin dal 1° Gennaio
1999 potranno riguardare
la vita di un’impresa artigiana. Vi raccontiamo la
storia, molto realistica, di
uno di voi, con gli stessi
problemi e le stesse ambizioni di vedere la propria
attività crescere forte
anche in un mondo
nuovo. Da questa storia
cercheremo di trarre
insegnamenti generali.
Vedremo che l’euro non è
un problema drammatico:
ma è un problema serio.
Se lo si considera come
tale, ci si prepara adeguatamente e si evitano
brutte sorprese.
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1 marco tedesco
990,002
1 franco belga
o lussemburghese
47,9990
1 peseta spagnola
11,6375
1 franco francese
29,5183
1 sterlina irlandese
2458,56
1 fiorino olandese
881,740
1 scellino austriaco
140,714
1 scudo portoghese
9,658
1 markka finlandese
325,657
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Euro: preoccupatevene adesso,
per non dovervene
preoccupare
dopo.
PAESI DELL’UNIONE EUROPEA
Austria
Belgio
Danimarca
Finlandia
Francia
Germania
Gran Bretagna
Grecia
Irlanda
PAESI DELL’EURO
Italia
Lussemburgo
Paesi Bassi
Portogallo
Spagna
Svezia
Austria
Belgio
Finlandia
Francia
Germania
Irlanda
Italia
Lussemburgo
Paesi Bassi
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Portogallo
Spagna
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Presentazione dell’azienda
Mario Galbiati è un imprenditore artigiano
lombardo, titolare di un’azienda con nove
dipendenti che produce articoli di pelletteria
di alta qualità. In oltre vent’anni di lavoro le
sue borsette, borse e accessori in pelle si sono
affermati su un mercato non molto grande
per quantità, ma certamente di buon livello.
Negli ultimi anni Galbiati ha avviato rapporti
commerciali con la Francia con prospettive
molto interessanti. Da due anni la società
Grands Magasins, operante nel campo della
grande distribuzione, è divenuta il suo
maggior cliente, coprendo da sola quasi
il 30% del suo fatturato.
Un’altra scelta coraggiosa di Galbiati, che
alla puntigliosa cura della qualità dei suoi
prodotti ha sempre associato uno spirito
molto intraprendente, è stata l’apertura di un
negozio di pelletteria in una via commerciale
di Milano. Il negozio è gestito dalla moglie,
Paola. Terzo e ultimo componente della famiglia Galbiati è Matteo, brillante studente di
economia in una università di Milano.
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Affrontare l’euro
da artigiano
Dal 1° Gennaio
1999 l’euro è la
nuova moneta di
11 Paesi Europei
Era la mattina del 4 Gennaio 1999 quando
Mario Galbiati, appena rientrato dalle vacanze natalizie, ricevette la chiamata del Signor
Delors, Direttore Acquisti della Grands
Magasins:
“Buongiorno Signor Galbiati, come sta? Ha
passato bene le vacanze natalizie?”
lo salutò allegramente il Signor Delors nel
suo ineccepibile italiano.
“Molto bene grazie, in famiglia. E lei?”
rispose Galbiati.
“Ah, non me ne parli, con questa confusione
che abbiamo in ufficio sono stato a casa solo
il giorno di Natale!” rispose con un sospiro il
Signor Delors. “Cosa vuole, con questa storia
dell’euro appena nato è tutto in subbuglio.
Abbiamo dovuto preparare le nuove etichette, rivedere i listini, siamo ancora in alto
mare con l’aggiornamento dei registratori di
cassa e tutte le procedure informatiche! Per
non parlare dell’assistenza ai clienti, del personale da formare, dei depliant da ristampare. Guardi, una quantità di lavoro come questa non l’avevamo mai avuta!”.
Galbiati restò un po’ perplesso: certo, dal 1°
Gennaio 1999 l’euro era diventato anche la
moneta dell’Italia, ne avevano parlato così
tanto i giornali e la televisione, ma non gli
sembrava che nella pratica fosse ancora successo un qualcosa.
“Comunque, Signor Galbiati” riprese con
tono energico Delors, “la chiamo perché non
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dobbiamo dimenticarci il nostro lavoro: va
bene l’euro, ma tutti gli altri impegni restano
e io ho bisogno che lei mi mandi qualcosa di
nuovo, qualcosa per la primavera estate. Le
borse dell’anno scorso erano andate benissimo e ci terrei che anche quest’anno ripetessimo questo risultato. O lo migliorassimo...”.
Galbiati si sentì pieno di orgoglio: l’anno
scorso con la Grands Magasins aveva realizzato il 30% del suo fatturato e volevano
ancora i suoi prodotti! Era un ottimo modo
per cominciare l’anno.
“Certamente, Signor Delors, mi lasci solo
qualche giorno per riprendere le fila del lavoro e vedrà che non resterà deluso” rispose
subito Galbiati desideroso di rassicurare il
suo interlocutore.“Bene, bene Galbiati, sapevo di poter contare su di lei. A proposito”
proseguì quasi distrattamente il Signor
Delors “per quanto riguarda l’euro, di cui
parlavamo prima, le sarei grato se i listini ce
li mandasse in euro, non più in lire.
Sa, qui ormai è cambiato tutto. Non vorrei
poi ci fossero dei problemi con i fornitori che
usano ancora le valute nazionali. Sa come
sono quelli dell’amministrazione...” concluse
con una breve pausa, velatamente minacciosa.
Galbiati rimase silenzioso: i listini in euro? Oggi,
al 4 di Gennaio 1999!
Ma che fretta c’è? Come
si fa a fare un listino in
euro? Accortosi del silenzio, Delors riprese
”Pronto, Signor Galbiati,
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Le grandi imprese
utilizzeranno da
subito l’euro
spingendo anche
quelle di minori
dimensioni a farlo
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Soprattutto nei
rapporti con
l’estero sarà più
pratico usare l’euro
L’euro è una realtà
con cui tutti
dovranno fare
i conti dal
1° Gennaio 1999.
Quante lire vale
un euro verrà
definito il
31 Dicembre 1998
(*) A solo scopo di
esempio, in questa
guida si tutilizza un
tasso di cambio di
1 euro= 1950,31 lire.
Questo non sarà il
vero tasso di cambio,
che verrà definito solo
il 31 dicembre 1998.
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è ancora lì? Le crea qualche problema
l’euro? Me lo dica, posso vedere di parlare
con la mia amministrazione, magari facendo
un’eccezione...”
Galbiati si sentì toccato nel suo orgoglio:
“No, no assolutamente, non c’è problema
avrà anche i listini in euro, ci stavo già pensando anch’io.”
Poi, con un moto di orgoglio nazionale
aggiunse:
“Anche da noi c’è l’euro, cosa crede!”
“Lo so, lo so, Galbiati, tutti in Europa hanno
visto i vostri sforzi per esserci ed è un bene
che ci siate. Un bene per tutti. Allora resto in
attesa dei suoi disegni e dei prezzi. In euro”
sottolineò con la voce le ultime due parole, e
lo salutò.
Riagganciato il telefono Galbiati si fermò a
riflettere.
“Allora l’euro è arrivato davvero!”
disse tra sé e sé. Certo, lo sapeva, una notizia
come quella aveva occupato la prima pagina
di tutti i giornali, se ne era parlato tanto
anche in televisione. Adesso si sapeva anche
quanto valeva un euro: 1950.31 lire (*).
Finora però gli era sembrato qualcosa
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di lontano. Prima le discussioni tra i politici
dei Paesi europei, i parametri di Maastricht,
il dibattito sull’ingresso dell’Italia, l’eurotassa, il debito pubblico: tutti argomenti che
non potevano incidere molto sulla sua attività di artigiano.
Adesso ecco la realtà: l’euro è qualcosa con
cui confrontarsi. C’era un cliente, un cliente
importante che gli chiedeva un listino prezzi
in euro; Galbiati capì immediatamente che
era solo il primo passo di una grande trasformazione che non avrebbe potuto evitare e si
mise subito al lavoro.
Dopo poco tempo la sua proposta per la
Grands Magasins era pronta: una nuova linea
di borse per la stagione estiva che univano
praticità, stile e qualità del prodotto.
Galbiati era soddisfatto del suo lavoro e si
apprestò a scrivere al Signor Delors. Solo
allora gli tornò in mente la richiesta del suo
cliente
“...i prezzi in euro...”: e come si faceva?
Proprio in quel momento rientrava
dall’università suo figlio Matteo.
“Matteo, vediamo se mi sai dire quanto vale
l’euro oggi?”
lo incalzò Galbiati.
Il figlio lo guardò un attimo e gli rispose:
”1950,31 lire: lo stesso di ieri e di domani.
Il tasso di cambio dell’euro è fisso e invariabile”.
Galbiati restò un po’ perplesso: anche lui si
era ormai abituato a sentire al telegiornale le
notizie dei cambi che salivano e scendevano.
Matteo vide il padre un po’ dubbioso e si
sedette di fronte a lui.
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Il tasso di cambio
dell’euro non verrà
più modificato.
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Tra le valute
aderenti all’euro
sparisce il rischio
di cambio
Per sapere a quanti
euro corrisponde
un prezzo in lire,
è sufficiente
dividere per il tasso
di cambio dell’euro
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“È proprio questo uno dei grandi
vantaggi dell’euro: non esisterà più il rischio
d i c a m b i o . Tu t t i g l i u n d i c i P a e s i
dell’Unione Economica e Monetaria
utilizzeranno la stessa moneta: pensa come
saranno facilitati i commerci tra questi Paesi:
adesso le imprese sono costrette a spendere
migliaia di miliardi a causa delle oscillazioni
dei cambi. Con l’euro sono tutti soldi
risparmiati”.
Galbiati lo guardò incuriosito.
“E a te chi ti ha raccontato tutte queste
cose?”.
“All’Università hanno fatto un nuovo corso
sulle conseguenze dell’euro per le imprese: ci
sono molti insegnanti che vengono direttamente dalle aziende e ci spiegano un sacco di
cose interessanti”
rispose Matteo evidentemente entusiasta del
nuovo corso.
“Va bene, allora, senti questa. Un nostro
cliente francese vuole il listino in euro: io ho
finito il campionario, ma come faccio a fargli
i prezzi in euro?”
Galbiati si interruppe un attimo, poi temendo
una nuova lezione del figlio aggiunse: “Anzi,
è ora che fai anche tu qualcosa di utile: visto
che sai tutto sull’euro, fammelo tu per le
nuove borsette il listino in euro!”
e girò il foglio dei prezzi in lire verso il figlio.
“Va bene, va bene”
rispose Matteo con poco entusiasmo “dammi
una calcolatrice. Ecco, per esempio: questa
borsetta costa 55.750 lire. Allora il suo prezzo in euro sarà:
55.750/1950,31 = 28,58519927601”
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“Quanto? Che razza di prezzo è quello lì?”
disse allarmato Galbiati.
“Calma”rispose il figlio.“Il prezzo finale deve
essere arrotondato al secondo decimale, perché l’euro è diviso in centesimi. Quindi in tuo
prezzo è 28,59, perché la terza cifra dopo la
virgola è 5”.
Galbiati lo guardò perplesso.
“Spiegami meglio questa storia degli
arrotondamenti”.
“Dunque, quando converti da lire ad euro ci
sono tre possibilità” riprese il figlio disegnando sul foglio una tabellina. “La terza cifra
dopo la virgola può essere minore di 5, ad
esempio 28,582: in questo caso arrotondi
verso il basso e ottieni 28,58. Oppure può
essere uguale a 5 o maggiore di 5. In questi
due ultimi casi arrotondi verso l’alto; quindi
28,585 o 28,587 si arrotondano a 28,59,
come ho fatto io”.
“Quindi ci guadagno?”
chiese incuriosito Galbiati.
“A volte ci guadagni a volte ci perdi, anche
se si tratta di una differenza massima di
meno di 10 lire, quindi poca cosa.
L’importante è seguire le regole giuste: usare
sempre il tasso di cambio dell’euro con sei
cifre, ovvero 1950,31, e arrotondare come ti
ho detto. Anzi adesso che hai capito vai
avanti da solo!”
disse Matteo, restituì il foglio al padre e se ne
andò di corsa.
Galbiati ebbe il sospetto che finalmente
questa Università veniva utile e si mise a fare
i conti sui prezzi delle altre borsette.
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La regola per gli
arrotondamenti dei
prezzi è: se il terzo
numero dopo la
virgola è minore
di cinque, si
arrotonda
al centesimo
inferiore. Se è
uguale o maggior
di cinque si
arrotonda al
centesimo
superiore.
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Sapersi adeguare
all’euro per
soddisfare le
richieste dei propri
clienti sarà
fondamentale
sino dal 1999.
Al massimo entro
il 2002 tutte le
aziende dovranno
passare all’euro
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Erano passate solo tre settimane da quando
Galbiati aveva spedito i campioni delle borse
e il listino in euro alla Grands Magasins,
quando ricevette la chiamata di Delors.
“Signor Galbiati, complimenti. Siamo rimasti
entusiasti dei suoi campioni: belle, belle.
Sono piaciute a tutti le sue borsette. Le sto
per inviare un ordine per le prime 1.000.
Riesce a fornircele in un paio di mesi?”.
Galbiati ebbe un salto di gioia sulla sedia. Un
ordinativo di quelle dimensioni con la possibilità di altri ordini successivi era una notizia
fantastica in un periodo non facile come
quello che l’economia stava attraversando.
“Certamente, Signor Delors, non ci saranno
problemi”
rispose pronto.
“Anche a costo di lavorare di notte” aggiunse
mentalmente.
“Bene Galbiati, ne ero certo. Ah, per quanto
riguarda i prezzi, anche quelli vanno bene,
ma vorremmo discutere con lei uno sconto
legato alla dimensione degli ordini successivi.
E poi un’altra cosa. Abbiamo molto apprezzato il suo listino in euro: si è dimostrato
capace di rispondere alle nostre attese, attento alle nostre esigenze. Bravo. Cosa vuole,
questo è il mondo che cambia: dobbiamo
adeguarci o sono guai. Oggi tocca a noi
che siamo una grande azienda, ma
prima o poi toccherà a tutti. Dica la verità
Galbiati, anche lei non se l’aspettava di dovere usare gli euro così presto?”
“No, per niente”
pensò Galbiati, ma non lo disse.
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La spedizione alla Grands Magasins era
andata bene: Galbiati era riuscito con qualche difficoltà a rispettare le scadenze ma ce
l’aveva fatta. Non voleva deludere un cliente
così importante.
Era giunto il momento di emettere la fattura
e proprio su questo stava riflettendo quando
vide rientrare suo figlio.
“Matteo, il tuo corso sull’euro come va?”
“Benissimo. Abbiamo appena finito di vedere
gli aspetti contabili.”
“Bene, perfetto. Allora dimmi un po’: a un
cliente francese ho fatto il listino in euro, mi
ha fatto l’ordine in euro, e gli devo fare la
fattura in euro. Ma la mia contabilità è in
lire!”
Matteo lo guardò perplesso:
“E dove è il problema?”
“Il problema è come registro questa cifra in
euro in mezzo a quelle in lire!”
Matteo si sedette.
“Innanzitutto devi convertirla in lire, moltiplicandola per il tasso di cambio fisso dell’euro. Poi la registri. Ti faccio un esempio.”
Matteo prese un foglio di carta e la
calcolatrice.
“Tu emetti una fattura di 750,50 euro. Al
tasso di cambio fisso di 1950,31 lire per euro
questi corrispondono a 1.463.708 lire, che è
la cifra che registri in contabilità. Quando il
tuo cliente francese ti paga, la banca riceverà
un accredito sul tuo conto corrente di 750,50
euro che provvederà a convertire in lire.”
Soddisfatto della sua spiegazione Matteo
decise di andare ancora oltre.
“Sarebbe peggio, da un punto di vista conta15
Pur mantenendo la
contabilità in lire è
possibile emettere
e ricevere fatture in
euro: è sufficiente
convertirle prima
della registrazione.
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Dal 1° Gennaio
1999 le banche
comunicheranno
tra di loro solo
in euro.
Convertire lire in
euro, e da questi
tornare alle lire
porta quasi sempre
a un risultato
differente.
Occorre rendere
conto in contabilità
di queste
differenze, anche
se minime.
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bile, se tu emettessi una fattura in lire…”
disse per stimolare la curiosità del padre.
“Non farmi fare confusione! Ne ho abbastanza dell’euro, non voglio altre complicazioni”.
Galbiati fece una breve pausa, ma ormai era
curioso.
“Perché è peggio fare una fattura in lire? È
quello che ho sempre fatto!”
Matteo ripartì con la sua spiegazione.
“Dal 1° Gennaio 1999 le banche si scambieranno informazioni tra di loro solo in euro.
Immaginiamo che tu fai al francese una fattura da 5.000.000 di lire. Il tuo cliente dà
ordine alla sua banca di pagarti 5.000.000 di
lire; la banca francese però converte questa
cifra in euro, e ottiene…” Matteo fece un
rapido conto.
“Ecco, ottiene 2.563,70 euro e comunica alla
tua banca in Italia di accreditarti 2.563,70
euro; la tua banca prende gli euro e li mette
sul tuo conto in lire. Ma se questa somma
la converti in lire non ottieni più 5 milioni,
ma 5.000.010”.
Galbiati sorrise.
“Tutto questo discorso per dieci lire in più?”
Matteo sospirò, scrollando la testa.
“Papà, in contabilità dieci lire o dieci milioni
non fanno differenza. I conti devono tornare,
e così non tornano.
Occorre rendere conto del fatto che le due
cifre, anche se di poco sono diverse! In questo caso hai guadagnato un po’ di più. In
altri casi guadagnerai un po’ di meno: ma il
costo dell’operazione contabile per far tornare i conti resta!”
Guardando la sua fattura in euro Galbiati
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iniziò a chiedersi come la sua banca avrebbe
gestito quell’incasso. Il discorso di Matteo sui
cambi e le differenze non gli era piaciuto
molto: temeva qualche brutta sorpresa.
Voleva essere sicuro di non avere problemi
con la sua fattura in euro.
Decise di chiamare la sua banca.
“Pronto Direttore? Buongiorno, sono
Galbiati. Come sta?”
“Io bene grazie, e lei? Mi dica cosa posso fare
per lei?”
Il Direttore sembrava più disponibile
del solito.
“Senta, la disturbo per chiederle qualcosa
sull’euro.”
“Mi dica Galbiati, mi dica. Non è il primo
che ci pone queste domande!”
“Allora: ho fatto una fattura in euro a un
cliente francese. Questo adesso mi pagherà in
euro, ma io ho il conto in lire. Come si fa?”
“Non c’è nessun problema Galbiati” lo tranquillizzò il Direttore: “quando noi riceveremo
il suo pagamento in euro lo convertiremo e lo
accrediteremo sul suo conto.”
“E questo quanto costa?”
chiese subito Galbiati.
“Niente, come una qualunque operazione
bancaria. Vede Galbiati, l’euro e la lira, o il
franco o il marco ormai sono la stessa valuta:
non possiamo farle pagare commissioni di
cambio. Per noi è come se fosse un pagamento in lire. E lo stesso vale se lei desidera effettuare un pagamento in euro dal suo conto in
lire.”
Galbiati rimase stupito: possibile che non ci
fossero nuovi costi?
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Le banche potranno
essere un’utile
fonte di
informazioni
sull’euro.
Da un conto
corrente il lire si
possono effettuare
e ricevere
pagamenti in euro
senza costi
aggiuntivi.
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Data la differenza
tra lire ed euro
occorre fare molta
attenzione a non
confondere le due
valute.
Il passaggio
all’euro non è una
condizione
sufficiente per
ridiscutere contratti
stipulati in lire,
a meno che
entrambe le parti
lo vogliano.
Uno dei principali
benefici dell’euro
saranno tassi di
interesse bassi
e stabili.
Con l’euro
cambierà anche il
rapporto tra banca
e impresa.
Pagina 19
“E se voglio fare un assegno in euro?” chiese
incuriosito.
“Anche quello potrà fare, ma attenzione:
prima deve richiedere un libretto degli assegni in euro. Per non fare confusione sono
diversi da quelli in lire: pensi se noi le addebitassimo un milione di euro al posto di un
milione di lire!!!”
Galbiati non osava neanche immaginare le
conseguenze, ma già si vedeva a spulciare
elenchi di pagamenti per evitare qualche
spiacevole errore. Ma gli venne in mente
un’altra domanda:
“E per quanto riguarda il mio mutuo, cosa
succede con l’euro?”
“Anche in questo caso, assolutamente nulla:
vige il principio della continuità dei
contratti.” Rispose il Direttore. “L’euro da
solo non è una ragione sufficiente per modificare un contratto. Lei continuerà a pagare le
rate in lire sino al 2001. Dal 2002, le convertiremo in euro. Il tasso di interesse avrà visto
che è sceso in questi ultimi tempi.
Con l’euro i tassi di interesse in Europa
saranno tutti allineati ai valori più bassi. Se il
suo è un mutuo indicizzato, ci penseranno le
autorità nazionali a definire il nuovo tasso di
riferimento.”
A questo punto fu il Direttore a fare
domande.
“Galbiati, mi sembra che lei sia molto interessato a questo tema. Perché non passa a
trovarmi in questi giorni, così le posso spiegare i nostri servizi. Anche per noi con l’euro
cambiano molte cose: cambierà il modo di
fare banca, e sarebbe un piacere spiegarle
18
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come!”
Galbiati era stupito: un primo cambiamento
sembrava già esserci stato nel modo di ascoltare i suoi bisogni. Questo euro stava veramente portando un’aria nuova!
Aveva appena terminato la sua conversazione
con il Direttore della banca, quando arrivò
nel suo ufficio Guido, un vecchio amico, che
come Galbiati aveva un’attività artigiana.
Mario tutto orgoglioso disse all’amico:
“Ti ricordi di quei miei clienti in Francia?
Pensa che mi hanno telefonato dopo le
vacanze di Natale e ...”,
così raccontò a Guido del grosso affare con i
grandi magazzini francesi e delle loro richieste in euro che aveva saputo soddisfare e
aggiunse:
“Del resto se non fossi stato pronto all’euro,
avrei perso il cliente, e al giorno d’oggi non
me lo posso più permettere!”
“Ma ti hanno obbligato a usare l’euro? ” gli
chiese Guido un po' preoccupato.
“No, non avevo nessun obbligo. Ognuno può
decidere che moneta utilizzare. Ma per loro
era meglio utilizzare l’euro e io come potevo
dire di no ad un cliente così? Poi ho scoperto
che con la banca non ci sono problemi e che
anche per la contabilità è più facile usare
l’euro rispetto alla lira! Non me lo sarei mai
aspettato che tutto sommato fosse così semplice!”
Guido, ancora poco convinto, scrollò la testa.
“Per fortuna è qualcosa di semplice.
Abbiamo già tanti problemi: poco lavoro, le
tasse... A proposito: come fai con il tuo euro
19
Nel periodo
transitorio vige il
principio “nessun
obbligo e nessuna
proibizione”.
Ci sarà quindi
piena autonomia
sulla scelta della
moneta da
utilizzare.
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Dal 1° Gennaio
1999 sarà possibile
utilizzare l’euro
anche con la
Pubblica
Amministrazione,
ma sarà una scelta
irreversibile.
È importante tenere
sotto controllo
come clienti e
concorrenti
intendono
affrontare l’euro
Pagina 21
a pagare le tasse?”
Galbiati aveva la risposta pronta.
“Prima di tutto, per adesso ho solo fatto
qualche prezzo in euro e incasserò degli euro,
ma questo lo posso fare lasciando tutta la
contabilità in lire. Ma mi sono informato, e
mi
hanno
garantito
che
anche
con la Pubblica Amministrazione si potrà
scegliere in che valuta effettuare sia le
denunce che i pagamenti: IVA, imposte,
dichiarazioni... tutto in euro, ma con un vincolo. Una volta passati all’euro non si torna
più indietro.”
Guido lo guardò un momento e disse:
“Sai che mi hai convinto? Quasi quasi chiedo
anch’io ai miei clienti se vogliono utilizzare
l’euro, prima che lo facciano i miei concorrenti. ”
Quella stessa sera, a cena Galbiati stava
discutendo ancora di euro con sua moglie.
Questa novità iniziava ad essere qualcosa di
meno misterioso e di più rassicurante.
“ Sai Paola, questo euro mi ha creato meno
problemi di quanto pensassi. Dicevo oggi a
Guido che sono contento di avere già iniziato
ad utilizzare questa nuova moneta. Stavo
pensando: se i clienti dei Grands
Magasins stanno cominciando ad
abituarsi a vedere i prezzi in euro,
potrebbero essere contenti quando,
venendo qui da noi come turisti,
ritrovano ancora l’euro. Pensa a
come è più semplice la vita: parti
dalla Francia, arrivi a Milano e per
pagare il taxi tiri fuori sempre gli stessi
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soldi! Non serve più cambiare! Poi arrivi in
centro e vedi i negozi con i prezzi che sono
come quelli che vedevi a Parigi e non devi
fare calcoli complicati per capire quanto
costa qualcosa. Tutto è più facile, loro
potrebbero trovarsi bene e anche noi fare
qualche affare di più! Allora, perché non
mettiamo i prezzi in euro anche in negozio?”.
La moglie, Paola lo guardò incuriosita:
“ Doppi prezzi? Ma è obbligatorio?”
chiese.
“ Certo che no, è una scelta personale.
Bisogna solo essere sicuri di fare le conversioni e gli arrotondamenti nel modo giusto,
come Matteo mi ha spiegato per il cliente
francese...”
Coinvolto nel discorso, il figlio si sentì in
dovere di dimostrare ancora una volta che
andare all’Università serviva.
“Mi sembra una buona idea, ma guarda che i
problemi non sono solo quelli...”
“Ecco te lo dicevo, è complicato, lascia perdere...”
interruppe Paola.
“No, non è complicato. I vantaggi che diceva
papà sono veri. E poi devi considerare che
anche i clienti italiani si devono abituare ai
nuovi prezzi. Dico solo che in certi casi bisogna stare attenti.”
“In quali casi?”
chiese Galbiati.
“Per esempio quando si usano i prezzi
psicologici, come 9.900, 49.900 eccetera. In
questi casi...”
“Come i nostri portachiave, quelli da 9.900!”
lo interruppe la madre.
21
Con l’euro muoversi
in Europa diventerà
più facile e meno
costoso.
Dal 1° Gennaio
1999 sarà possibile,
ma non obbligatorio, esporre i prezzi
anche in euro.
Anche i clienti
italiani devono
familiarizzare con
i nuovi prezzi.
Occorre fare
attenzione alla
dimensione
psicologica
dei prezzi.
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Dal 1° Gennaio
1999 si potrà
pagare in euro con
assegni, carte di
credito e Bancomat.
Le attività
commerciali hanno
delle problematiche
specifiche legate
all’introduzione
dell’euro
Pagina 23
“Ecco, prendiamo questo esempio. Se converti 9.900 lire ottieni 5,08 euro. Finché devi
solo dare un’idea del prezzo anche in euro, va
bene, ma poi dal 2002 non potrai tenere
questo prezzo! Dovrai trasformarlo in 4.99
euro: ma questi sono 9.732 lire! Quasi 200
lire di meno!”
Galbiati sembrava preoccupato.
“A questo non avevo pensato. Potremo
rivedere un po’ i costi, magari cambiando la
confezione, per quando ci saranno solo
i prezzi in euro...”
“Senti, Mario, ma se esponiamo i prezzi in
euro, poi i clienti possono pagare in euro?
Non arrivano nel 2002?”
chiese la moglie.
“I contanti arriveranno nel 2002, ma si potrà
già pagare con assegni, carte di credito o la
tessera del Bancomat” spiegò il figlio. “Il
vero problema se volete utilizzare gli euro per
i pagamenti è l’adeguamento del registratore
di cassa”.
“Ecco, lo sapevo, un’altra spesa!”
intervenne Galbiati.
“È vero, è un costo, ma è anche l’occasione
per rinnovare le attrezzature”
commentò Matteo.
“Questo lo dici tu perché non le devi pagare.
Comunque contatterò il fornitore.”
Si fermò un attimo a riflettere.
“Senti, Matteo, facciamo il punto. Io posso
esporre i prezzi in euro, ma non è obbligatorio. Giusto”
“Giusto”
“Questi prezzi devono essere la conversione
aritmetica di quelli in lire. Se ho dei prezzi
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psicologici, come li chiami tu, dovrò modificarli quando resteranno solo i prezzi in euro.
Fin qui va bene?”
“Sostanzialmente sì”
confermò il figlio.
“Questi prezzi possono essere esposti solo per
informazione, oppure possono essere usati
per pagare con qualsiasi cosa che non siano
contanti. In questo secondo caso devo prima
di tutto adeguare il registratore di cassa.”
“Esatto papà. Come vedi l’introduzione
dell’euro richiede un po’ di pianificazione!”
Dopo un po’ di tempo, Matteo rientrava
dall’Università.
“Ciao mamma, ciao papà, come va?”
“Bene, bene, si parlava di euro!”
E Matteo, alzando gli occhi al cielo:
“Certo che in questi giorni non si sente parlare d’altro, ho capito che è una svolta storica però...”
“Per noi non è così semplice. Non abbiamo
un professore che ci spiega le cose, e ci sono
dei piccoli problemi da affrontare ogni giorno. Per esempio la mamma mi stava raccontando dei commenti dei clienti sui nuovi
prezzi in euro. Molti sono contenti perché
dicono che così si abituano. Ma ce ne sono
alcuni che sono diffidenti: pensano che con il
passaggio all’euro ne approfittiamo per
aumentare i prezzi. Mi chiedo cosa si può
fare per tranquillizzarli?”
Matteo si sedette.
“Una soluzione ci sarebbe: si chiama eurolabel
ed è fatto apposta per rassicurare i clienti.”
“Cos’è questo... eurolabel? Non potevano
23
Il passaggio
all’euro deve essere
attentamente
preparato
Bisogna prepararsi
ad affrontare la
possibile diffidenza
dei consumatori.
Il marchio
eurolabel garantirà
i consumatori della
trasparenza del
passaggio all’euro.
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Nella fase
transitoria è
importante
fornire assistenza
ai clienti sull’euro.
Per questo è
importante
un’adeguata
formazione del
personale.
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dargli un nome italiano?”
chiese la mamma.
“Lo sai come sono in Europa, va di più l’inglese. Comunque è un simbolo che puoi
esporre in negozio e garantisce i clienti che tu
ti impegni volontariamente a garantire il
rispetto delle regole di conversione e arrotondamento, senza penalizzare in nessun modo
il consumatore che intende pagare in euro.”
“ E a chi mi rivolgo per averlo? ”
chiese Galbiati
“Dovrebbero occuparsene le Camere di
Commercio.”
Concluse Matteo andandosene in camera sua.
“ Se non ci fossi tu...”
sospirò Paola. Poi rivolta al marito:
“Sai, mi preoccupano un po’ anche le due
ragazze che lavorano con me. Non vorrei che
facessero confusione coi prezzi, o non sapessero spiegare queste cose ai clienti.”
Galbiati ci pensò un attimo.
“Hai ragione. In fondo i nostri clienti hanno
le idee confuse come noi, o peggio. Se non li
sappiamo aiutare, si troveranno a disagio, e
finiranno per comprare di meno. Dobbiamo
fornirgli anche un aiuto per abituarsi all’euro,
e questo lo potrebbero fare proprio le ragazze.
Bisogna che imparino tutto sull’euro!”
“È vero, e la soluzione ce l’abbiamo in casa!”
rispose con un sorriso d’orgoglio Paola.
“Sarebbe?”
chiese Mario perplesso.
“Matteo, lui non sa tutto sull’euro?”
“Hai ragione, finalmente fa qualcosa
di utile.”
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Nel suo laboratorio Galbiati stava rivedendo
con il magazziniere le scorte dei vari prodotti.
“Senti” disse Galbiati “devi verificare tutta la
documentazione che abbiamo in magazzino:
depliant, qualsiasi pezzo di carta che parla
di noi e ha su delle cifre. Voglio che
anche quello sia aggiornato con l’euro se
necessario, o almeno che non ne abbiamo
delle scorte che avanzano quando non ci sarà
più la lira. Stiamo attenti con gli ordini
perché poi andrà tutto buttato via.”
“ Va b e n e . G u a r d i c h e s i a m o a c o r t o
di etichette”
gli segnalò il magazziniere.
“A questo ci penso subito”
rispose Galbiati rientrando in ufficio. Prese il
telefono e chiamò il suo fornitore.
“Buongiorno, Signor Arturo, sono Galbiati.
Avrei bisogno di ordinarle un po' di etichette,
si ricorda, quelle tinta avorio formato
standard che ho ordinato l’ultima volta?”
“Certo che mi ricordo, quante gliene
servono? ”
“Almeno 5.000. Quanto costano l’una? ”
“Non faccio più i prezzi per singola etichetta.
Adesso il quantitativo minimo è una scatola
da 500 a 6.000 lire. Sa, Galbiati, con l’euro...”
Galbiati si sentì colto sul vivo.
“Cosa c’entra l’euro?”
chiese stupito.
“Ci pensi un attimo. Una mia etichetta costa
12 lire: se converto questo prezzo in euro
viene fuori 0,0061 e così via. Ma le sembra
un prezzo? Allora mi sono detto: io una etichetta non la vendo da sola. Ne vendo alme25
Occorre
verificare tutta la
documentazione
aziendale che
riporta delle lire
per adeguarla
all’euro nei
tempi giusti.
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Con merci di valore
unitario molto
piccolo, la
conversione in euro
può portare a
prezzi troppo
piccoli. Potrebbe
essere opportuno
aumentare la
dimensione
dell’unità di
prodotto su cui
vengono fissati
i prezzi.
Pagina 27
no una scatola. E allora che senso ha fare il
prezzo per etichetta? Lo faccio per scatola!
6.000 lire, lo stesso prezzo di prima, fanno
3,08 euro e la vita è più facile per tutti! Da
un pezzo avrei dovuto farlo... ci voleva l’euro
per convincermi!”
Galbiati, fatto il suo ordine, si rilassò un attimo sulla sedia. A questo non ci aveva ancora
pensato: prezzi molto piccoli in lire, diventano insignificanti in euro. Non vedeva l’ora di
tornare a casa per raccontarlo a Matteo e
vedere se per una volta ne sapeva lui una più
del figlio in fatto di euro.
Quella sera a cena la moglie di Galbiati sembrava aver fretta di sparecchiare. Mario se ne
accorse e le diede una mano. Appena finito la
moglie gli disse sorridendo:
“Ho avuto una grande idea!”
“Quando cominci così mi
preoccupi.Vuoi cambiare
la cucina?” chiese Mario
preoccupato.
“No, no, è un’idea legata
all’euro, per un nuovo
prodotto!”
rispose la moglie entusiasta.
“Va bene, dimmela. Ormai
sembra che non succeda niente senza che salti fuori
l’euro.” “Ascolta. In questi
giorni ho visto un manifesto
che riporta tutte le monete
e le banconote in euro
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che c i s a r a n n o n e l 2 0 0 2 . Sai che la
banconota più piccola è da 5 euro?”
“Sì, lo so. E allora?”
La moglie sorrise.
“Tira fuori il tuo portafogli”
gli chiese. Galbiati lo prese dicendo:
“Lo sapevo che finiva così quando tu hai
un’idea, io devo tirare fuori il portafogli!”
“Non scherzarci” rispose indispettita la
moglie “e conta i soldi che hai in tasca”.
Galbiati, incuriosito, iniziò a contare.
“Ho cinque biglietti da mille, un duemila, un
cinquemila, due da dieci e uno da cinquanta.
E un po’ di monetine…”
“Bravo” gli disse la moglie. “E non ti viene in
mente niente?”
“No”
rispose Galbiati sempre più perplesso.
“Come sei lento! Tu hai in tasca molte
banconote e poche monete. Banconote piccole: mille, duemila lire. Con l’euro queste
saranno monete, non banconote! Un caffè, il
giornale, le sigarette, tutto quello che costa
meno di diecimila lire si pagherà con monete!”
Galbiati guardò il suo portafogli.
“E io dove le metto?”
Paola sorrise. “Hai visto che ci sei arrivato
anche tu? I portafogli come il tuo non vanno
bene per gli euro. Si usano troppe monete.
Hai bisogno di un portamonete. Un portamonete fatto apposta per l’euro!”.
A Galbiati si schiarirono improvvisamente le
idee.
“Un nuovo prodotto! Dei portamonete per
l’euro! Tutti ne avranno bisogno! È un’idea
27
Con l’euro ci
saranno otto nuove
monete e sette
nuove banconote
Con l’euro dovremo
abituarci ad
usare di più
la moneta rispetto
alle banconote.
L’euro non è solo
un problema di
adeguamento:
può essere una
opportunità
di crescita!
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geniale!”
disse entusiasta.
Paola asserì compiaciuta.
“Certo. Aveva ragione Matteo. Non dobbiamo guardare all’euro solo come qualcosa a
cui adeguarci. Solo come a un costo. Vedi? Se
ci pensiamo bene l’euro può essere anche
un’opportunità!”
Mario le sorrise.
“Hai ragione. Come farei senza di te?”.
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Un supporto per l’artigianato
Nel passaggio dalla lira all’euro, l’impresa artigiana non è sola.
Una rete di uffici è in grado di informarla, assisterla, guidarla.
Le Associazioni di categoria dell’artigianato lombardo
C.A.S.A. Lombardia
C.L.A.A.I.
Confederazione Autonoma Sindacati Artigiani
Federazione Regionale Lombarda delle
Associazioni Artigiane
20124 Milano - corso Buenos Aires, 20
Tel. 0229413938 - Fax: 0229514536
20122 Milano - Piazzetta Pattari, 4
Tel. 028692851 -2 -3 -4 • Fax: 02875518
20136 Milano - C.so Manusardi, 10
e.mail: [email protected]
sito Internet: http://www.pmp.it/artigianilodigiani/
Tel. 028375941
e.mail: [email protected]
sito Internet: http://www.unioneartigiani.mi.it/
Confartigianato Lombardia
20124 Milano - viale Vittorio Veneto, 16/a
Tel. 02201200 - Fax: 022043502
C.N.A.
Federazione Regionale Lombarda
20128 Milano - Viale Monza, 270
Tel. 0227000617
Fax: 022552920
e.mail: [email protected]
sito Internet: http://www.cna.it/
Gli Euro Info Centre in Lombardia
EURO INFO CENTRE
Eurosportello per l’impresa
Rete Artigianato
Via Giovanni Bruni, 17 • 25121 Brescia
Tel. 02303774770
Fax 02303774812
EURO INFO CENTRE
Azienda Speciale CCIAA di Milano
Via Camperio, 1 • 21123 MILANO
Tel. 0285155236-5243 • Fax 0285155308
E-mail: [email protected]
sito Internet: http://euro.mi.camcom.it
La rete degli Euro Info Centre delle CCIAA Lombarde
EURO INFO CENTRE DI BERGAMO
L. go Belotti, 16 - 24100 BERGAMO
Tel. 0354225235 - Fax 035226079
E-mail: [email protected]
EURO INFO CENTRE DI BRESCIA
Via Einaudi, 23 - 25121 BRESCIA
Tel. 0303725327 - Fax 0303725330
E-mail: [email protected]
EURO INFO CENTRE DI COMO
Azienda speciale CCIAA di Como
Via Parini, 16 - 22100 COMO
Tel. 031256309 - Fax 031256517
E-mail: [email protected]
EURO INFO CENTRE DI CREMONA
P.zza Cavour, 5 - 26100 CREMONA
Tel. 0372490313 - Fax 0372490321
E-mail: [email protected]
EURO INFO CENTRE DI LECCO
Via Amendola, 4 - 22053 LECCO
Tel. 0341292254 - Fax 0341292220
E-mail: [email protected]
EURO INFO CENTRE DI MANTOVA
Via Imre Nagy, 7 - loc. Borgochiesanuova
46100 MANTOVA
Tel. 0376234422 - Fax 0376234425
E-mail: [email protected]
EURO INFO CENTRE DI PAVIA
Via Mentana, 27 - 27100 PAVIA
Tel. 0382393275 - Fax 0382393238
E-mail: [email protected]
EURO INFO CENTRE DI VARESE
P.zza Montegrappa, 5 - 21100 VARESE
Tel. 0332295310 - Fax 0332282158
E-mail: [email protected]
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Prepararsi all’euro:
quali passaggi seguire
1. raccogliete informazioni: pubblicazioni, guide, articoli, seminari, sono elementi preziosi per aver chiaro tutte le caratteristiche
della moneta unica. E non smettete mai di aggiornarvi: le cose
si evolvono!
2. domandatevi come le informazioni che avete raccolto si applicano alla vostra azienda. Il punto di partenza è quello di guardare al mercato: cosa faranno con l’euro i vostri clienti? Cosa i
vostri concorrenti? Come diventano i vostri prezzi in euro?
Come si comporteranno i consumatori?
3. quando avete valutato le conseguenze dell’euro sul vostro mercato, analizzate cosa dovete cambiare nella vostra azienda per
soddisfare le nuove esigenze del mercato: come tenere la vostra
contabilità? Il sistema informatico della vostra azienda deve
essere modificato? Dovete cambiare delle apparecchiature?
4. quando avete valutato le azioni da realizzare, pianificate le
risorse che vi servono: quando pensate di dovere utilizzare l’euro? Quando dovrete modificare i programmi dei computer?
Quali competenze avete all’interno e quali dovete assumere dall’esterno? Quanto vi costerà questo passaggio?
5. la pianificazione è importante: tutte le aziende italiane entro il
2002 dovranno passare all’euro, e tutte avranno bisogno di
risorse esterne: in certi periodi queste potranno diventare molto
costose o semplicemente introvabili. Muovetevi per tempo!
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L’euro su Internet
Internet è certamente l'ambito nel quale si trova il maggior
numero di informazioni sull'euro sia da parte di Istituzioni
ufficiali che di soggetti privati.
I due siti ufficiali che possono risultare di maggior interesse sono
quello del Ministero del Tesoro, http://www.tesoro.it/eurosm.htm, e quello della Commissione europea, http://euro.eu.int,
disponibile anche in italiano. Entrambi i siti hanno un vasto
repertorio di documentazione, informazioni, testi, domande e
risposte sulla moneta unica.
Per un aggiornamento settimanale sull'euro, ci si può collegare
all'ANSA all'indirizzo http://www.ansa.it/notiziari
/not_new.html. Per i più giovani curiosi di euro, Eurolandia,
all'indirizzo http://eurolandia.tin.it/euro/ rappresenta una
divertente opportunità per compiere un viaggio interattivo alla
scoperta della futura moneta unica europea. Per chi vuole saperne di più sui problemi informatici, tutte le risposte sono in
http://www.ispo.cec.be/y2keuro/euroit.htm.
Altre organizzazioni gestiscono siti Internet sull’euro di grande
interesse. In Europa segnaliamo tra quelli disponibili in italiano,
quelli della Federazione Europea degli Esperti
Contabili,http://www.euro.fee.be, e dell’Associazione per
l’Unione Economica e Monetaria d'Europa, http://amue.lf.net.
In Italia, il sito dell'Euro Info Centre della CCIAA di Milano
all’indirizzo http://euro.mi.camcom.it, è una delle più qualificate fonti informative italiane sulla moneta unica. Un altro sito
dedicato all’euro è stato realizzato da Unioncamere Lombardia
all’indirizzo http://www.lom.camcom.it/euro.
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Glossario
Banca Centrale Europea (BCE)
Dal 1° Gennaio 1999 avrà il compito di definire la politica monetaria degli undici Paesi che hanno adottato l’euro. È presieduta da un olandese, Duisenberg, e avrà come obiettivo principale quello di contenere
con opportune politiche il tasso di inflazione al di sotto del 2%. Sarà indipendente dal potere politico e
non soggetta a nessuna influenza nazionale.
Comitato Provinciale Euro (CEP)
Ne è stato creato uno in ogni Provincia per promuovere iniziative informative sull'euro e fungere da collegamento tra le realtà locali e il Comitato Strategico del Ministero del Tesoro. È presieduto dal Prefetto e
supportato dalla Camera di Commercio con funzioni di segreteria tecnica. Ne fanno parte rappresentanti
della Pubblica Amministrazione, Associazioni di categoria, ordini professionali, banche, sindacati e consumatori.
ECU
È un paniere composto da quantità fisse di dodici delle quindici monete dell’Unione Europea. Il valore
totale dell’ECU dipende dal valore delle singole valute che lo compongono e che sono legate tra di loro per
evitare eccessive oscillazioni. Dal 1° Gennaio 1999 l’ECU cesserà di esistere e verrà sostituito dall’euro con
un rapporto di uno a uno (1 ECU = 1 euro).
Fase transitoria
Periodo che va dal 1° gennaio 1999 al 31 dicembre 2002 in cui l’euro potrà essere utilizzata soltanto per le
transazioni monetarie che non avvengono in contanti. Solo dal 1° Gennaio 2002 saranno messi in circolazione banconote e monete in euro.
Moneta scritturale
Moneta sotto forma di scritture contabili che non circola sotto forma di banconote o monete metalliche.
Può essere utilizzata per tutte le attività che non richiedono scambio di contanti: tutte le registrazioni contabili, i listini, gli importi indicati nei contratti e per tutti i pagamenti non in contanti (carte di credito,
Bancomat, assegni, bonifici, ecc.).
Parametri di Maastricht
Si tratta di criteri economici che vengono utilizzati per valutare la convergenza tra le economie dei Paesi
che hanno aderito e aderiranno all’Unione Economica e Monetaria. Riguardano il tasso di inflazione, i tassi
di interesse a lungo termine, il rapporto percentuale tra debito pubblico e Prodotto Interno Lordo (PIL), il
rapporto percentuale tra deficit del bilancio dello Stato e PIL e i tassi di cambio.
Patto di stabilità e crescita
E' l'accordo siglato dai Paesi europei allo scopo di garantire che l'impegno per la stabilità realizzato per
l'ingresso nell'Unione economica e monetaria non venga meno in futuro. In particolare, prevede pesanti
sanzioni per quei Paesi membri dell'UEM che non rispetteranno, se non per cause del tutto eccezionali, un
rapporto percentuale tra debito pubblico e Prodotto Interno Lordo inferiore al 3%.
Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC)
Sistema europeo di Banche Centrali. Esso raggrupperà le banche centrali dei Paesi dell’UEM e la BCE. Le
banche nazionali saranno gli agenti operativi della Banca a Centrale Europea per la realizzazione della
politica monetaria e la supervisione del sistema finanziario.
Sistema Monetario Europeo II
È l'accordo monetario che lega all'euro le valute europee che non ne fanno parte (sterlina inglese, corona
danese e svedese, dracma greca). L'accordo prevede che queste monete, in vista del loro ingresso nell'UEM,
oscillino all'interno di una banda del più o meno 15% attorno a una parità centrale stabilita con l'euro.
Trattato di Maastricht
È entrato in vigore nel novembre del 1993. La parte più rilevante dal trattato è rappresentata dal progetto
di unione economica e monetaria tra i Paesi aderenti all’Unione Europea con l’indicazione dei criteri necessari ad accedervi, la descrizione della Banca Centrale Europea e l’indicazione di una data per l’avvio della
terza fase dell’Unione Economica e Monetaria. Integrato ed ampliato dal Trattato di Amsterdam del 1997.
Unione Economica e Monetaria (UEM)
Si indica in questo modo un’area caratterizzata non solo dalla libera circolazione di beni, servizi, persone,
capitali, ma anche da una moneta unica e da una disciplina comune delle politiche di bilancio.
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documento libro ok 13/11/98
13-04-1999 14:12
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La Regione Lombardia e l’Unione delle Camere di Commercio
Lombarde sono da anni impegnate nella promozione di una politica a favore dello sviluppo del mondo artigiano che ha permesso
di realizzare numerose iniziative concrete.
Gli uffici di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia sono
a disposizione per fornire tutte le informazioni relative alle iniziative e ai progetti attuati e in fieri a favore dell’artigianato.
Regione Lombardia
Direzione Generale Artigianato
servizio sviluppo delle imprese artigiane
Via F. Filzi, 22
20124 Milano
Tel. 0267655212 • 0267654159
Fax 0267655218
e.mail: [email protected]
sito Internet: http://www.regione.lombardia.it/
Unione delle Camere di Commercio
della Lombardia
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