Dirigenti Scolastici
NOTIZIARIO NAZIONALE
N. 048/ 2013
2013 – 07 Settembre 2013
R. Ciuffreda - Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC
01. SCUSATE IL RITARDO : CAUSA FURTO
02. un pensiero per chi ha lasciato, uno per chi inizia ed uno per chi
continua.
IN PRIMO PIANO
03. Camusso: il dialogo è lo “strumento” principale per la
risoluzione di qualsiasi conflitto
DIRIGENTI SCOLASTICI
04. Immissione in ruolo dirigenti scolastici e documenti di
rito : non occorre presentate la certificazione medica
FINANZIAMENTI - CONTRATTAZIONE DI SCUOLA – INDENNITA’
05. Assicurati i tempi necessari a pagare i supplenti
2012/2013 e pagamento ferie ai supplenti
SCUOLA SINDACATO E POLITICA SCOLASTICA
06. Fondi strutturali e Piano d’Azione e Coesione (PAC): il
governo “accelera”
07. Il Governo preannuncia un intervento sul CNPI: un
evidente risultato del nostro ricorso
ISTRUZIONE –ORDINAMENTI - RIFORME
08. Scuola dell’infanzia e primo ciclo: pubblicate le misure
di accompagnamento e il documento del CSN
PERSONALE : CONTRATTUALI
09. Inidonei, ITP C555, C999 e precari ATA: non si può più
attendere, vogliamo risposte risolutive
PERSONALE : PRECARIATO E RECLUTAMENTO
10. Precari: pagamento al 31 agosto per il docente che ha scelto
part time su cattedra in organico di diritto
PERSONALE : PENSIONI
11. Esuberi personale docente e collocazione in quiescenza:
pubblicata la circolare
NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA
strumenti utili a dirigenti, docenti, personale ATA, RSU e genitori per difendere e garantire
la qualità della scuola pubblica.
12. Il nostro fascicolo di avvio anno scolastico 2013/2014
13. Diritti e tutele dei disabili nella scuola. Guida alla Legge
104/92. Un ebook da Edizioni Conoscenza - Anna Villari
SCUOLA : NAVIGANDO IN RETE
14. Reggenze e dimensionamenti sbagliati di Antonio Valentino
15, Quintiliano l'aveva capito di Benedetto Vertecchi
N.B. PER MOTIVI TECNICI,
IL NOTIZIARIO NAZIONALE E GLI ALLEGATI
SONO ARCHIVIATI ED ACCESSIBILI SUL SITO REGIONALE FLC LOMBARDIA
Al link sottostante in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO IN
ALLEGATO:
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=4070
• Prot. n. AOODGPER.8722 Roma, 6 settembre 2013
all’impiego
certificato di idoneità
•
nota del 6 settembre 2013 avviso proroga chiusura pos a s 2012 13 pagamenti
supplenze brevi con allegato
•
legge 98 del 9 agosto 2013 disposizioni urgenti per il rilancio dell economia
•
legge 99 del 9 agosto 2013 primi interventi urgenti per occupazione coesione
sociale iva e altre misure finanziarie urgenti
•
circolare ministeriale 22 del 26 agosto 2013 misure di accompagnamento
indicazioni nazionali 2012
•
circolare ministeriale 22 del 26 agosto 2013 documento di lavoro del comitato
scientifico nazionale
•
circolare ministeriale 22 del 26 agosto 2013 misure di accompagnamento
indicazioni nazionali 2012 allegato
•
nota 8719 del 5 settembre 2013 cessazione dal servizio personale docente in
esubero a s 2013 2014
•
fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2013 2014
•
fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2013 2014 libretto
•
Diritti e tutele dei disabili nella scuola - guida alla L.104 - ebook
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01. SCUSATE IL RITARDO : CAUSA FURTO
Quest’anno non comincia nel modo migliore. Vi è un ritardo evidente nella pubblicazione del
notiziario di inizio anno e ce ne scusiamo.
Purtroppo un furto della strumentazione necessaria alla redazione ed alla pubblicazione del
notiziario ci ha impedito la ns consueta tempestività e costanza.
I prossimi numeri, speriamo pochi, saranno inviati attraverso mail dal server e potrebbero
esserci alcuni piccoli disservizi.
Approfittiamo per chiedere a tutti coloro che ricevono il notiziario su indirizzi
@istruzione.it sia personali che di scuola di indicarci altro indirizzo personale di altro
account.
L’indirizzo @istruzione,it infatti spesso rifiuta posta in ingresso con link oppure indica mail in
arrivo come spam. Inoltre le caselle con dimensione ridotta risultano spesso PIENE.
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02. un pensiero per chi ha lasciato, uno per chi inizia ed uno per chi
continua.
Un pensiero ed un ringraziamento ai colleghi, tra i quali molti iscritti alla FLC cgil, che hanno
deciso di terminare il servizio attivo e di andare in pensione dopo anni di abnegazione,
professionalità e responsabilità. E’ il tempo di godersi il riposo meritato ma se vorranno noi
saremo felici di abusare delle loro competenze e della loro esperienza per la formazione di chi
resta e di chi comincia.
Un pensiero a tutti quelli che continuano. L’avvio di quest’anno scolastico ci indica chiaramente
che siamo in una fase difficile e delicata, “formiamo un gruppo libero e franco nel confronto,
ma capace di profonda coesione nelle scelte e pronto a far fronte agli ostacoli che
incontreremo.
Un pensiero ai colleghi neo nominati: forza e coraggio ne avete bisogno, ne abbiamo bisogno.
Un pensiero e solidarietà anche a coloro che a causa delle note vicende concorsuali non hanno
potuto terminare il percorso ed a coloro che pur avendolo terminato sono in attesa di nomina.
Buon anno scolastico
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IN PRIMO PIANO
03. Camusso: il dialogo è lo “strumento” principale per la risoluzione di
qualsiasi conflitto
Il 7 settembre bandiere della pace
esposte in tutte le sedi della CGIL
contro la guerra in Siria
La CGIL ha partecipato alla giornata di mobilitazione per la soluzione pacifica del conflitto
in Siria, annunciata dal Papa domenica scorsa. Indicare altre strade rispetto a un blitz
armato, è l’idea del Segretario generale Susanna Camusso e della CGIL tutta rispetto
all’ipotesi di un intervento militare in Siria.
E’ per questo che la CGIL ha «colto con grande attenzione l'idea del Pontefice di mobilitare le
persone, di non arrendersi all'ineluttabilità di un intervento armato da parte di alcuni Paesi»
come spiega la Camusso, con la partecipazione alla giornata di mobilitazione annunciata dal
Papa. In tutte le sedi del sindacato infatti, e in tutte le sue iniziative pubbliche, il 7 settembre
sono state esposte le bandiere della pace come testimonianza dell'impegno del sindacato in
favore della pace.
La CGIL segue con apprensione le vicende siriane ma condividendo il monito del Papa invita “la
comunità internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative
chiare per scongiurare la guerra”.
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DIRIGENTI SCOLASTICI
04. Immissione in ruolo dirigenti scolastici e documenti di rito : non
occorre presentate la certificazione medica
Comunicato MIUR.
Non si deve presentare la certificazione
sanitaria di idoneità all’impiego.
Pervengono quesiti in ordine alla prevista presentazione, fra i documenti di rito relativi
all’immissione in ruolo dei dirigenti scolastici, della certificazione sanitaria di idoneità
all’impiego.
Si rammenta che l’obbligo dell’esibizione della suddetta certificazione è stato abolito dall’art.
42 del D.L. 21 giugno 2013, n, 69, convertito, con modificazioni nella Legge 9 agosto 2013 n.
98.
Al link sottostante in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO IN
ALLEGATO:
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=4070
• Prot. n. AOODGPER.8722 Roma, 6 settembre 2013 certificato di idoneità
all’impiego
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FINANZIAMENTI - CONTRATTAZIONE DI SCUOLA – INDENNITA’
05. Assicurati i tempi necessari a pagare i supplenti 2012/2013 e
pagamento ferie ai supplenti
Come richiesto dalla FLC, fissate
all’11 e 18 settembre due emissioni di
pagamenti urgenti per pagare i
supplenti.
Avevamo segnalato al MIUR la nostra contrarietà all’azzeramento a tutte le scuole dei fondi
destinati a pagare i supplenti, perché avrebbe lasciato senza stipendio molti lavoratori.
Il Miur, con una nota del 6 settembre 2013 inviata a tutte le scuole, rinvia l’azzeramento al 19
settembre, prevedendo due emissioni urgenti l’11 e il 18 settembre 2013 da utilizzare per
pagare i supplenti.
La nota risponde positivamente ad un’altra delle nostre sollecitazioni, quella di ribadire la
presenza nei fondi assegnati alle scuole delle risorse necessarie a pagare tutte le ferie
spettanti ai supplenti, sulla base della durata dei contratti e senza alcuna
decurtazione per i periodi di sospensione delle lezioni.
Continua il nostro impegno affinché anche al personale con contratto fino al 30 giugno vengano
liquidate tutte le ferie spettanti per l’anno scolastico 2012/13, secondo quanto stabilito dal
CCNL.
Al link sottostante in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO IN
ALLEGATO:
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=4070
•
nota del 6 settembre 2013 avviso proroga chiusura pos a s 2012 13 pagamenti
supplenze brevi con allegato
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SCUOLA SINDACATO E POLITICA SCOLASTICA
06. Fondi strutturali e Piano d’Azione e Coesione (PAC): il governo
“accelera”
Una serie di novità inserite nei Decreti
Legge 76/13 e 69/13.
Prima delle ferie estive il Parlamento ha approvato una serie di norme che riguardano l’utilizzo
dei fondi strutturali finalizzate a:
•
accelerare le procedure
•
dare risposte a specifiche problematiche connesse alla grave situazione di crisi
economica in cui versa il Paese.
I) Accelerazione nell'utilizzazione dei fondi strutturali europei
L’art. 9 del Decreto Legge 69/13 convertito nelle Legge 98/13 prevede l’obbligo per “Le
amministrazioni e le aziende dello Stato anche ad ordinamento autonomo, ivi compresi gli
istituti e le scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le istituzioni universitarie,
(..)” “a dare precedenza, nella trattazione degli affari di competenza, ai procedimenti,
provvedimenti e atti anche non aventi natura provvedimentale relativi alle attività in qualsiasi
modo connesse all'utilizzazione dei fondi strutturali europei” (comma 1).
Come è noto i Regolamenti comunitari prevedono espressamente che la parte di risorse,
impegnate annualmente nell’ambito del bilancio comunitario, per ciascun fondo o programma
operativo, non spese e certificate alla Commissione Europea entro il 31 dicembre del secondo
anno successivo all’impegno di bilancio, viene disimpegnata automaticamente (“regola
dell’n+2”). Ad esempio la risorse appostate nel bilancio comunitario relativo all’annualità 2011,
eventualmente non sono spese e certificate entro il 31 dicembre 2013, sono automaticamente
e definitivamente “perse”. Ulteriore conseguenza è la parallela e proporzionale riduzione del
cofinanziamento nazionale previsto per la parte di risorse non utilizzate.
È evidente che tale norma, nell’ambito dei settori della conoscenza e della scuola, in
particolare, avrà bisogno di una serie di dispositivi di carattere amministrativo che
dovranno essere elaborati dal MIUR. Tenuto conto delle ricadute in termini didattici,
amministrativi e di carichi di lavoro, della disposizione normativa, la FLC CGIL chiederà
l’apertura di uno specifico tavolo di confronto.
II) Misure relative all'occupazione giovanile e all'inclusione sociale nel Mezzogiorno
Il Decreto Legge 76/13 convertito nella Legge 99/13 prevede, invece, una serie di interventi
specifici legati alla situazione di grave crisi economica del paese e che in molti casi proseguono
iniziative già avviate con il Piano d’Azione e Coesione (PAC).
•
L’art. 3 comma 1 lettera c) prevede l’erogazione di borse di tirocinio formativo a
favore di giovani che non lavorano, non studiano e non partecipano ad alcuna attività di
formazione, di età compresa fra i 18 e i 29 anni, residenti e/o domiciliati nelle Regioni
del Mezzogiorno. Tali tirocini comportano la percezione di un'indennità di
partecipazione. Le risorse previste sono le seguenti
56 milioni nel 2013
16 milioni nel 2014
96 milioni nel 2015.
L’azione è già stata prevista nel secondo aggiornamento del PAC nell’ambito degli interventi
per i giovani. Le risorse che il PAC ha reso disponibili sono pari a circa 50 milioni di euro, di
cui circa 40 milioni destinati all’apprendistato e circa 10 milioni per gli interventi NEET.
•
L’art. 3 comma 1 lettera b) finanzia ulteriormente l’azione del PAC rivolta alla
promozione e realizzazione di progetti promossi da giovani e da soggetti delle categorie
svantaggiate e
molto
svantaggiate per
l'infrastrutturazione
sociale
e
la
valorizzazione di beni pubblici nel Mezzogiorno, con particolare riferimento ai beni
immobili confiscati alla mafia. Per tale azione sono stanziati:
€ 26 milioni per il 2013
€ 26 milioni per il 2014
€ 28 milioni per il 2015.
Nell’ambito del PAC (secondo aggiornamento) le risorse dedicate sono pari a 37,6 milioni di
euro. A tal proposito occorre ricordare che il PAC prevedeva l’emanazione di uno specifico
bando di gara per la promozione, il sostegno e il finanziamento di iniziative promosse e
attuate da enti e organizzazioni del Terzo Settore associazioni, cooperative sociali,
organizzazioni di volontariato, enti senza scopo di lucro che prevedano una adeguata
partecipazione di giovani fino a 35 anni e/o di soggetti svantaggiati, per la
realizzazione di progetti volti all’infrastrutturazione sociale, all’offerta di servizi collettivi e
alla valorizzazione di beni pubblici nelle Regioni Convergenza, prioritariamente nei settori
della diffusione della cultura e di condizioni di legalità, del rispetto dell’obbligo
scolastico, della inclusione sociale, del sostegno e assistenza alle fasce deboli, della
valorizzazione e della fruizione dei beni pubblici, in particolare del patrimonio culturale. La
Presidenza del Consiglio del Ministri - Dipartimento della Gioventù e del Servizio
civile, amministrazione responsabile dell’intervento, ha emanato due avvisi "Giovani per il
sociale" e "Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici" pubblicati sulla GU del 7
novembre 2012. Le proposte pervenute sono state in totale 1578 di cui 891 per "Giovani
per il sociale" e 687 "Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici".
Per un’analisi delle problematiche connesse all’utilizzo dei beni confiscata alla mafia è
possibile consultare il seguente link
•
L’art. 3 comma 1 lettera a) stanzia risorse per le misure relative
all'autoimprenditorialità (incentivi destinati prevalentemente ai giovani, ai fini della
costituzione di imprese di piccola dimensione o ai fini di ampliamenti aziendali) e
all'autoimpiego (incentivi, destinati prevalentemente ai soggetti privi di occupazione,
ai fini della creazione di attività di lavoro autonomo o della costituzione di
microimprese) da destinare ai giovani dei territori del Mezzogiorno. Le risorse
previsto sono le seguenti:
€ 26 milioni per il 2013
€ 26 milioni per il 2014
€ 28 milioni per il 2015.
Il secondo aggiornamento del Piano di Azione Coesione ha destinato 50 milioni in
favore dell’autoimpiego e l’autoimprenditorialità.
•
L’art. 1 prevede l’istituzione in via sperimentale di un incentivo per i datori di lavoro
che assumano, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, giovani di età compresa
tra i 18 ed i 29 anni che
a) siano
privi
di
impiego
regolarmente
retribuito
da
almeno
b) siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale
sei
mesi
Per le regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e
Sicilia, le risorse destinate al finanziamento dell'incentivo, sono così determinate:
€
€
€
€
100
150
150
100
milioni
milioni
milioni
milioni
per
per
per
per
il
il
il
il
2013
2014
2015
2016
Tutte le azioni sopra elencate prevedono la riprogrammazione dei programmi nazionali
cofinanziati dai Fondi strutturali europei 2007-2013 e per la rimodulazione del Piano di
Azione
Coesione,
al
fine
di rendere disponibili
le
risorse necessarie
per
il finanziamento degli interventi. A tal fine l’art. 4 stabilisce che le risorse relative alle
regioni del Mezzogiorno (995 milioni di euro, comprensivi della sperimentazione della nuova
social card), siano poste a carico della quota di cofinanziamento nazionale dei Fondi strutturali
destinata ai Programmi operativi nazionali 2007-2013 o al Piano di Azione Coesione. Per
questo le Amministrazioni titolari dei programmi operativi interessati (PON e POIN),
nonché il Gruppo di Azione Coesione, istituito con il decreto del Ministro per la coesione
territoriale del 1° agosto 2012, per il PAC, provvedono ad avviare le procedure necessarie per
modificare o rimodulare i relativi programmi e il Piano di Azione e Coesione. Il medesimo
articolo 4 stabilisce che l'operatività delle misure previste dal D.L. 76/13 e relative
all'occupazione giovanile e all'inclusione sociale nel Mezzogiorno decorre dalla data di
perfezionamento dei rispettivi atti di riprogrammazione. Pertanto in assenza di tali atti non
potrà essere utilizzato alcun finanziamento.
Ad oggi, con decreto n. 47 del 7 agosto dell’Ispettore generale Capo per i rapporti finanziari
con l’Unione Europea (IGRUE) del MEF, sono stati destinati 320 milioni di euro per la copertura
di parte degli interventi previsti dagli art. 1 e 3 del D.L. 76/13 derivanti dalla riduzione del
cofinanziamento statale dei programmi operativi della Campania (FSE e FESR), Calabria (FESR)
e Sicilia (FESR).
III) Rideterminazione del cofinanziamento dei fondi strutturali e PAC
Come è noto da un punto finanziario il PAC è attuato attraverso:
•
la rimodulazione strategica delle risorse dei singoli programmi operativi,
•
la riprogrammazione di alcuni programmi regionali maggiormente in ritardo
•
lo spostamento di risorse dei fondi strutturali verso i programmi che hanno mostrate
le migliori performance
•
la riduzione della quota di cofinanziamento nazionale, che viene trasferita al di
fuori dei programmi operativi stessi, a favore degli interventi considerati prioritari dal
Piano di azione coesione.
Riguardo a quest’ultimo punto occorre ricordare che i Regolamenti europei prevedono che
per le Regioni dell’Area Convergenza il cofinanziamento nazionale sia pari ad almeno il 25% del
valore di ciascun programma operativo. L’Italia, a suo tempo, ha scelto di adottare un tasso di
cofinanziamento più alto: il 50%.
In accordo con la Commissione Europea è stata disposta una riprogrammazione delle
risorse dei fondi strutturali con riduzione del cofinanziamento nazionale con
corrispondente aumento dell’incidenza percentuale del cofinanziamento comunitario. Tale
riprogrammazione comporta, da un lato, la riduzione delle spese da certificare e, dall’altro,
un aumento dell’incidenza percentuale delle spese già sostenute.
Le risorse nazionali, che fuoriescono dai programmi attuativi dei fondi
vengono utilizzate per gli obiettivi prioritari del Piano di Azione Coesione.
strutturali,
Nei supplementi ordinari della G.U. n. 27 del 5 aprile 2013 e n. 51 del 24 giugno 2013 (con
errata corrige sulla GU del 18 luglio 2013) sono stati pubblicati numerosi decreti del Ministero
dell’Economia e Finanze, Ispettorato Generale per i rapporti finanziaria con l’Unione Europea
(IGRUE), relativi alle rideterminazioni dei cofinanziamenti nazionali dei vari programmi
operativi regionali, interregionali e nazionali.
Nelle tabelle che seguono la situazione che mette a confronto il cofinanziamento
originariamente previsto e quello che risulta dalla lettura dei decreti di riprogrammazione.
TAB. 1 Cofinanziamento nazionale Fondo Sociale Europeo (FSE)
FSE
Cofinanziamento
originario
Nuovo
cofinanziamento
Differenza
A
B
C= B-A
1.049.619.576,00
381.723.319,00
-667.896.257,00
POR CALABRIA
430.249.377,00
284.199.502,00
-146.049.875,00
POR PUGLIA
639.600.000,00
511.680.000,00
-127.920.000,00
POR CAMPANIA
559.000.000,00
477.200.000,00
-81.800.000,00
POR SARDEGNA*
437.574.706,00
383.336.736,06
-54.237.969,94
POR VALLE D'AOSTA
49.367.316,00
32.911.544,00
-16.455.772,00
PON FSE Governance
e Azioni di Sistema
310.714.662,00
220.838.520,00
-89.876.142,00
PON FSE Competenze
per lo sviluppo
742.964.746,00
742.964.746,00
0,00
Programma
POR SICILIA
TOTALE
4.219.090.383,00 3.034.854.367,06
1.184.236.015,94
*Delibera G.R. 34/14 del 7/8/2012. Le risorse della colonna B sono ricavate dalla somma delle
colonne A e C
TAB. 2 Cofinanziamento nazionale Fondo Sviluppo Regionale (FESR)
FESR
Cofinanziamento
originario
Nuovo
cofinanziamento
Differenza
D
E
F= E-D
POR SICILIA
3.269.802.550,00
1.835.861.785,00
-1.433.940.765,00
POR CALABRIA
1.499.120.026,00
1.094.384.018,00
-404.736.008,00
POR PUGLIA
2.619.021.978,00
1.087.590.430,32
-1.531.431.547,68
POR CAMPANIA
3.432.397.599,00
2.322.678.319,30
-1.109.719.279,70
POR SARDEGNA
1.021.007.648,00
456.104.353,00
-564.903.295,00
POR FRIULI VENEZIA GIULIA*
157.541.806,00
113.309.655,00
-44.232.151,00
PON FESR Governance e
Assistenza Tecnica
138.095.405,00
88.095.405,00
-50.000.000,00
POI ATTRATTORI
515.575.907,00
175.866.346,00
-339.709.561,00
POI ENERGIA
803.893.176,00
299.893.175,00
-504.000.001,00
PON R&C
3.102.696.821,00
1.321.696.821,00
-1.781.000.000,00
PON FESR RETI E MOBILITA'
1.374.728.891,00
1.201.883.365,00
-172.845.526,00
579.040.437,00
399.040.437,00
-180.000.000,00
255.388.554,00*
255.388.554,00
0,00
18.768.310.798,00
10.651.792.663,62
8.116.518.134,38
Programma
PON FESR SICUREZZA
PON FESR AMBIENTI
APPRENDIMENTO*
TOTALE
* Delibera G.R. 660/13
** Compreso importo aggiuntivo annualità 2011 pari a € 7.733.639,00.
TAB. 3 Cofinanziamento nazionale FSE e FESR
FSE e FESR
Programma
POR SICILIA
Cofinanziamento
originario
Nuovo
cofinanziamento
Differenza
G= A+D
H= B+E
I= C+F
4.319.422.126,00
2.217.585.104,00
-2.101.837.022,00
POR CALABRIA
1.929.369.403,00
1.378.583.520,00
-550.785.883,00
POR PUGLIA
3.258.621.978,00
1.599.270.430,32
-1.659.351.547,68
POR CAMPANIA
3.991.397.599,00
2.799.878.319,30
-1.191.519.279,70
POR SARDEGNA
1.458.582.354,00
839.441.089,06
-619.141.264,94
157.541.806,00
113.309.655,00
-44.232.151,00
49.367.316,00
32.911.544,00
-16.455.772,00
PON FSE Governance e Azioni di
Sistema
310.714.662,00
220.838.520,00
-89.876.142,00
PON FESR Governance e
Assistenza Tecnica
138.095.405,00
88.095.405,00
-50.000.000,00
POI ATTRATTORI
515.575.907,00
175.866.346,00
-339.709.561,00
POI ENERGIA
803.893.176,00
299.893.175,00
-504.000.001,00
PON R&C
3.102.696.821,00
1.321.696.821,00
-1.781.000.000,00
PON FESR RETI E MOBILITA'
1.374.728.891,00
1.201.883.365,00
-172.845.526,00
PON FESR SICUREZZA
579.040.437,00
399.040.437,00
-180.000.000,00
PON FESR AMBIENTI
APPRENDIMENTO
255.388.554,00
255.388.554,00
0,00
PON FSE Competenze per lo
sviluppo
742.964.746,00
742.964.746,00
0,00
POR FRIULI VENEZIA GIULIA
POR VALLE D'AOSTA
TOTALE
22.987.401.181,00 13.686.647.030,68 -9.300.754.150,32
Dall’analisi di questi dati appare evidente, da un lato, che i decreti ancora non coprono
totalmente le risorse previste dai tre aggiornamenti del PAC (9,9 miliardi di riduzione del
cofinanziamento oltre ai circa 2 miliardi di rimodulazioni) e, dall’altro, che vi sono ancora
margini per ulteriori riduzioni del cofinanziamento soprattutto, ma non solo, dei Piani
operativi delle regioni in palese difficoltà come Campania, Calabria e Sicilia.
Infatti, con decreto n. 47 del 7 agosto 2013 dell’IGRUE, sulla base delle decisioni del Gruppo di
azione coesione, è stata rideterminata in euro 3.571.317.061,00 la riduzione del
cofinanziamento statale dei programmi operativi della Campania (FSE e FESR), Calabria
(FESR) e Sicilia (FESR) finalizzata a finanziare ulteriori programmi e linee di intervento del
Piano di azione coesione.
Come segnalato in precedenza ulteriore 320 milioni di euro sono stati destinati per gli
interventi previsti dagli articolo 1 e 3 del D.L. 76/13.
In questa tabella la finalizzazione delle risorse sopra indicate
Attribuzione
importi
decreto IGRUE
47/2013
Interventi
Importi attribuiti
MISE-DGIAI*
Nuove azioni
41.500.000,00
344.500.000,00
Calabria
Misure Anticicliche
303.000.000,00
Misure Anticicliche
148.655.228,00
Salvaguardia
168.528.401,00
Misure Anticicliche
372.500.000,00
Nuove Azioni
326.565.066,00
Salvaguardia
Grandi Progetti
527.700.000,00
Misure Anticicliche
281.000.000,00
Nuove azioni
417.000.000,00
Salvaguardia
Grandi Progetti
834.868.366,00
Misure Anticicliche
150.000.000,00
317.183.629,00
Campania
Sicilia
MISE DGPIC**
TOTALE
1.226.765.066,00
1.532.868.366,00
150.000.000,00
3.571.317.061,00 3.571.317.061,00
* Ministero dello Sviluppo economico, Direzione generale per l'incentivazione delle attività
imprenditoriali
** Ministero dello Sviluppo economico, Direzione generale per la politica industriale e la
competitività
IN ALLEGATO:
•
legge 98 del 9 agosto 2013 disposizioni urgenti per il rilancio dell economia
•
legge 99 del 9 agosto 2013 primi interventi urgenti per occupazione coesione
sociale iva e altre misure finanziarie urgenti
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07. Il Governo preannuncia un intervento sul CNPI: un evidente
risultato del nostro ricorso
Il Tar del Lazio, su ricorso
della FLC CGIL, aveva
ingiunto al MIUR di esplicitare
le proprie intenzioni entro il
29 agosto 2013.
Come abbiamo già comunicato, il 17 luglio 2013 si è tenuta un'apposita udienza presso il
Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio, a seguito di ricorso della FLC CGIL
contro la mancata proroga delle funzioni del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione
(CNPI), fatto decadere dal precedente Governo.
In quella sede il Tribunale ha intimato al Ministero dell'Istruzione di esplicitare entro il 29
agosto 2013 le proprie intenzioni circa il destino di tale importante organismo di
rappresentanza del mondo scolastico.
Apprendiamo ora che l'attuale Governo, proprio nella giornata di ieri, fra le altre misure
annunciate su argomenti su cui abbiamo esercitato una costante denuncia e pressione non
disgiunta da specifiche iniziative di mobilitazione, ha annunciato un intervento anche sulla
questione della mancata proroga del CNPI nel Consiglio dei Ministri convocato per martedì
3 settembre.
Salutiamo questo fatto con soddisfazione, certi che senza la nostra iniziativa di ricorso che
ha indotto il Tar del Lazio a porre una scadenza precisa – il 29 agosto – al Ministero, anche
questa stortura sarebbe passata sotto silenzio, lasciando la scuola come la sola istituzione
pubblica priva di una rappresentanza nazionale.
Seguiremo con attenzione tutta la vicenda affinché si giunga a soluzioni condivise e utili per
i lavoratori e per la scuola pubblica anche su questa importante materia della rappresentanza
professionale nazionale.
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ISTRUZIONE –ORDINAMENTI - RIFORME
08. Scuola dell’infanzia e primo ciclo:
accompagnamento e il documento del CSN
pubblicate
le
misure
di
Sono state assegnate risorse, ma non
mancano le criticità.
La Circolare ministeriale 22 del 26 agosto 2013 si occupa dell’avvio delle misure di
accompagnamento delle Indicazioni nazionali 2012, chiarisce il quadro di riferimento,
afferma la prospettiva pluriennale di accompagnamento, prevede il coordinamento e governo
partecipato dei processi, individua gli interventi per i dirigenti scolastici e altre figure sensibili,
indica le misure di accompagnamento per il 2013-2014, definisce le risorse finanziarie
disponibili e reca come allegati la tabella di ripartizione dei finanziamenti, quella degli
abbinamenti tra regioni e componenti del Comitato Scientifico Nazionale (CSN), il modello di
adesione ai progetti di rete e il documento di lavoro del CSN.
Da tempo la FLC CGIL chiedeva si giungesse alla definizione di un nuovo testo delle
Indicazioni che offrisse all’autonoma progettazione delle istituzioni scolastiche un quadro di
riferimento unitario e nazionale; ha dedicato al tema al grande attenzione e continua a farlo.
Abbiamo commentato ogni step di questo processo, abbiamo promosso e realizzato molte
iniziative nazionali e locali. Abbiamo evidenziato gli aspetti importanti e positivi sul piano del
merito e dei contenuti, sottolineando sempre però lo scarto e il contrasto tra questi e le
condizioni reali in cui versa la scuola dell’infanzia e del primo ciclo, immiserita dai tagli e dagli
interventi normativi che ne stanno smantellando la qualità.
La Circolare ministeriale e il documento del CSN si muovono sostanzialmente nella stessa
direzione. Agli aspetti positivi si accompagnano criticità e limiti di non poco conto.
Alla scuola viene restituita dignità.
È confortante che si riconoscano le scuole come luoghi di ricerca, di progettazione condivisa, di
azione cooperativa; che si guardi all’importanza della documentazione, della formazione, del
lavoro collegiale, della disseminazione di buone pratiche; che si adotti una prospettiva
pluriennale; che si promuova il lavoro di rete tra le scuole; che ci si preoccupi di un governo
partecipato dei processi e che si preveda una possibile "manutenzione" del testo delle
Indicazioni sulla base dei processi avviati nelle scuole.
Sono state assegnate delle risorse. Per quanto esigue, ciò costituisce un timido segnale di
inversione di tendenza rispetto agli ultimi cinque anni.
Ma non mancano le criticità.
La realizzazione di quanto previsto dalle Indicazioni abbisogna di condizioni organizzative che
non dipendono dalle singole scuole né dai docenti. È questa una contraddizione da sanare. È
urgente e strategico che sulla scuola si torni ad investire. Occorrono, ad esempio, organico
funzionale, possibilità di attuare modelli orari, didattici e organizzativi adeguati. Altrimenti dove
e come potranno concretizzarsi gli esiti della formazione, la progettazione condivisa, la
didattica laboratoriale, la valutazione per competenze e così via?
A proposito di valutazione, se ciò che si vuole davvero promuovere è l’attivazione di processi
riflessivi e meta cognitivi insieme alla descrizione di conoscenze, abilità e competenze, allora ci
vuole innanzitutto il coraggio di abolire la valutazione numerica e poi occorre una serie
riflessione su che cosa significhi davvero la certificazione delle competenze degli alunni del
primo ciclo (e non è evidentemente solo questione di predisporre dei modelli…).
Del tutto condivisibile l’importanza attribuita alla formazione. È utile ricordare che proprio
recentemente è stato sottoscritto dal MIUR e dalle organizzazioni sindacali, il Contratto
Integrativo Nazionale sulla formazione del personale docente e ATA. Il CIN stabilisce che tutte
le risorse, contrattuali e non, siano destinate interamente alle scuole. Vogliamo riaffermare
però che non si possono scaricare i costi delle attività di progettazione e coordinamento sul
fondo di istituto: la formazione va finanziata con le risorse aggiuntive attribuite.
Sono aspetti questi da affrontare attraverso corrette relazioni sindacali, ma su questo piano
ancora una volta, si fanno orecchie da mercante. Invece i sindacati devono essere
pienamente coinvolti, partecipare ai tavoli nazionali e regionali, vigilare sull’attribuzione e
l’impiego delle risorse, pretendere la trasparenza e la dovuta informativa, anche in forma di
rendicontazione delle iniziative.
Nel frattempo, la FLC CGIL non rimane con le mani in mano e già il 5 settembre svolgerà
in Calabria un altro seminario su questi temi.
Al link sottostante in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO IN
ALLEGATO:
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=4070
•
circolare ministeriale 22 del 26 agosto 2013 misure di accompagnamento
indicazioni nazionali 2012
•
circolare ministeriale 22 del 26 agosto 2013 documento di lavoro del comitato
scientifico nazionale
•
circolare ministeriale 22 del 26 agosto 2013 misure di accompagnamento
indicazioni nazionali 2012 allegato
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PERSONALE : CONTRATTUALI
09. Inidonei, ITP C555, C999 e precari ATA: non si può più attendere,
vogliamo risposte risolutive
Lettera aperta del Segretario generale della FLC
CGIL, Domenico Pantaleo, alla politica per sbloccare
la vicenda.
La FLC CGIL, a nome del proprio Segretario Generale, con una lettera aperta interviene in
avvio del nuovo anno scolastico 2013/2014, per esigere un provvedimento risolutivo che
ponga soluzione al transito coatto dei docenti inidonei e fine alla gravissima emergenza
occupazionale e di riconoscimento dei diritti del personale amministrativo e tecnico della
scuola. È passato oramai un anno da quando, a seguito della norma sulla Spending Review,
che ha introdotto il passaggio forzoso dei docenti inidonei e ITP sui ruoli del personale
ATA, questi lavoratori hanno subito il blocco delle assunzioni per quanto riguarda i precari
ATA, mentre per i docenti inidonei e ITP possiamo parlare di un vero e proprio accanimento.
La FLC CGIL è da tempo che denuncia il grave danno che si sta perpetrando nei confronti di
questi lavoratori e chiede la cancellazione di questa norma, ritenuta incostituzionale,
poiché è discriminatoria e intacca sia il diritto al lavoro, che il diritto alla salute, con effetti
pesanti anche sulla funzionalità e sulla qualità del servizio scolastico.
Si stanno predisponendo dei provvedimenti ad hoc sulla scuola e, dopo lo stralcio delle
modifiche dal decreto sulla PA, chiediamo con forza alle Istituzioni politiche di dare delle
risposte risolutive alle legittime aspettative di docenti inidonei, ITP, amministrativi e tecnici
precari ATA.
È tempo che la politica intervenga e si prenda questa responsabilità.
Al link sottostante in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO IN
ALLEGATO:
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=4070
•
lettera aperta pantaleo alla politica su inidonei itp c555 c999 e precari ata
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PERSONALE : PRECARIATO E RECLUTAMENTO
10. Precari: pagamento al 31 agosto per il docente che ha scelto part time su
cattedra in organico di diritto
Un importante pronunciamento del
Tribunale di Novara su un nostro
ricorso.
A cura della FLC CGIL Novara
Il 31 luglio 2013, il Tribunale di Novara, su ricorso patrocinato dalla CGIL, ha ordinato il
riconoscimento dei mesi di luglio e agosto ad una docente precaria che all'atto della nomina
dell'Ambito Territoriale Provinciale di Novara aveva scelto un part time su una cattedra al 31
agosto. L'ATP di Novara aveva trasformato illegittimamente il rapporto di lavoro al 30 giugno.
Questa sentenza costituisce un importante pronunciamento giuridico, unico finora in
provincia, e pertanto capace di determinare un efficace precedente.
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PERSONALE : PENSIONI
11. Esuberi personale docente e collocazione in quiescenza: pubblicata
la circolare
Potranno andare in pensione dal 1°
settembre coloro che non hanno
trovato possibilità di utilizzo.
E’ stata pubblicata nel tardo pomeriggio di oggi la nota ministeriale che prevede la possibilità,
ai sensi dell’art. 17, comma 20 bis del DL 95/2012, per il personale in esubero nell’anno
scolastico 2013/2014, che non risulti proficuamente utilizzabile nemmeno dopo la conclusione
delle operazioni di utilizzo, di essere collocato in quiescenza a partire dal 1° settembre 2013.
Tale personale deve aver maturato i requisiti per l’accesso a pensione entro il 31 agosto 2012
secondo la disciplina in vigore prima della legge Fornero.
Le istanze degli interessati dovranno essere presentate agli UST di riferimento entro il 30
settembre 2013.
La FLC CGIL nei mesi scorsi ha continuamente sollecitato l’amministrazione sull’attuazione di
questa norma e si è sempre vista rispondere che su questo punto il Mef e la stessa INPS
avevano un orientamento assolutamente negativo, nonostante la previsione legislativa
contenuta nel DL 95/2012.
Anche a seguito delle nostre pressioni finalmente, viene licenziata questa nota che dà riscontro
alle legittime aspettative di questo personale. E’ altrettanto evidente però che si tratta di una
parziale risposta sia agli esuberi nel comparto scuola che al più generale tema dell’accesso a
pensione: organico funzionale e la revisione profonda della Legge Fornero sono a nostro parere
gli interventi assolutamente necessari per dare una risposta generale che tenga insieme i diritti
dei lavoratori e la qualità della scuola.
Al link sottostante in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO IN
ALLEGATO:
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=4070
•
nota 8719 del 5 settembre 2013 cessazione dal servizio personale docente in
esubero a s 2013 2014
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NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA
12. Il nostro fascicolo di avvio anno scolastico 2013/2014
La FLC CGIL si presenta
all'appuntamento con uno strumento
utile a dirigenti, docenti, personale
ATA, RSU e genitori per difendere e
garantire la qualità della scuola
pubblica.
Inizia il nuovo anno scolastico e, come di consueto, la FLC CGIL, con il saluto e l'augurio a
tutto il personale della scuola da parte del Segretario Generale - che in premessa fa
brevemente il punto della situazione politico-sindacale - pubblica un fascicolo contenente
novità e problematiche che i lavoratori della scuola si troveranno a gestire nel 2013-2014.
Organici, dimensionamento della rete scolastica, nuovo codice di comportamento dei
dipendenti pubblici, flussi finanziari e contrattazione, problematiche di settore (infanzia,
primaria e secondaria), integrazione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni
educativi speciali, valutazione, e molte altre sono le materie che vengono presentate
all'attenzione dei lavoratori.
Un documento che si propone come riferimento di lavoro per docenti, dirigenti, direttori dei
servizi e personale ATA, come anche per le famiglie, gli studenti, i componenti gli Organi
Collegiali e le RSU.
Uno strumento, crediamo, utile a orientarsi nelle fasi iniziali della ripresa del servizio, in
un momento in cui le difficoltà della scuola, eredità di una politica scolastica deficitaria e ben al
di sotto delle necessità, si presentano intatte se non aggravate, e che vengono consegnate alla
volontà e alla sapienza professionale che sorregge da sempre i nostri dirigenti, docenti e
ATA.
Al link sottostante in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO IN
ALLEGATO:
http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=4070
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fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2013 2014
fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2013 2014 libretto
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13. Diritti e tutele dei disabili nella scuola. Guida alla Legge 104/92.
Un ebook da Edizioni Conoscenza - Anna Villari
RAFFAELE CIUFFREDA
Diritti e tutele dei disabili nella scuola
Guida alla Legge 104/1992
pp. 148
e-book:
€ 5,00
È acquistabile dal sito della casa editrice
(http://www.edizioniconoscenza.it/libro.asp?id=141&c
ol=0) a 5 euro in ebook (formato pdf) ..
Diversamente abili, con questo termine indichiamo delle persone che incontrano particolari
difficoltà a svolgere attività e funzioni che per molti altri risultano semplici.
Le difficoltà possono essere fisiche e psichiche. La nostra Costituzione e le nostre leggi
garantiscono i diritti di queste persone affinché possano avere delle opportunità pari agli altri.
Ad esempio sul lavoro. Le leggi garantiscono anche delle tutele a chi ha bisogno di assistenza.
La legge 104 del 1992 tutela i diritti dei lavoratori con disabilità e consente ai lavoratori che
abbiano un familiare disabile di prendere dei permessi per assisterlo e curarlo.
Questa guida ha come obiettivo quello di agevolare la lettura e l’utilizzo di una normativa che
non è sempre di facile interpretazione, anche in considerazione dei continui cambiamenti,
integrazioni e modifiche che si sono susseguiti negli anni.
Si tratta di una guida completa sui benefici previsti dalla normativa per i lavoratori della scuola
con disabilità e per i lavoratori della scuola che devono assistere parenti con disabilità.
Indispensabile non solo per le scuole e dirigenti scolastici che devono applicare le norme e
rispondere correttamente alle domande di utilizzo dei permessi, ma anche per i consulenti delle
sedi sindacali che vengono frequentemente interrogati su chi abbia accesso ai diritti in
questione e come. Un lavoro non facile, dato le numerose modifiche che la norma ha subito.
Di grande utilità :
• Modelli di domanda, di decreti, di dichiarazioni di responsabilità personale
• Quadri sinottici e Appendice normativa
INDICE
Presentazione - Una guida per tutelare i più deboli, di Domenico Pantaleo
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Premessa − Quadro normativo
Capitolo I − Handicap con connotazione di gravità (art. 3, co, 3 L. 104/92)
Capitolo II − Benefici a favore di lavoratori con handicap in situazione di gravità
Capitolo III − Permessi mensili di 3 giorni per assistenza al coniuge o a parenti/affini
con handicap in situazione di gravità
Capitolo IV − Prolungamento del congedo parentale per i figli fino a 8 anni di età con
handicap grave
Capitolo V − Assistenza ai figli fino a 3 anni di età con handicap in situazione di gravità
Capitolo VI − Permessi mensili di 3 giorni per assistenza figli con handicap gravi.
L’alternatività
Capitolo VII − Modalità di fruizione dei permessi e frazionabilità
Capitolo VIII − La programmazione dei permessi L. 104/92
Capitolo IX − I permessi L. 104/92, i giorni di ferie e altre assenze
Capitolo X − Congedi straordinari biennali retribuiti per assistenza a persona con
handicap grave
Capitolo XI − I diritti dei genitori adottivi e affidatari
Capitolo XII − Congedo per cure a disabili non gravi
Capitolo XIII − Tutela del lavoratore disabile o portatore di handicap in fase di
assunzione o mobilità
Modelli di domanda, di decreti, di dichiarazioni di responsabilità personale
Quadri sinottici e Appendice normativa
È acquistabile dal sito della casa editrice
(http://www.edizioniconoscenza.it/libro.asp?id=141&col=0) a 5 euro in ebook (formato pdf)
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NAVIGANDO IN RETE
14. Reggenze e dimensionamenti sbagliati di Antonio Valentino
Moriremo di reggenze e dimensionamenti sbagliati?
Ragionamenti per una Leadership diffusa.
Anche quest’anno in molte regioni ci sarà il ricorso alle reggenze che già tanti problemi ha
portato negli ultinimi anni alla nostra scuola. Né lascia bene sperare la gestione di istituti,
comprensivi e non, “neo-dimensionati” sulla base di criteri che in molti casi hanno già crato
ulteriori difficoltà e pesantezze.
È difficile rispondere alla domanda: “come se ne esce”.
Siccome nessun dirigente ha risorse di tempo, energia ed esperienze per guidare da solo
situazioni diventate molto complesse, l’interrogativo è: può valere la pena ragionare su assetti
organizzativi diversi da quelli più “frequentati” – da incardinare eventualmente su qualche idea
che tenga – e cercare di intravedervi qualche via d’uscita?
Anche perché non si partirebbe da zero.
Se si accetta di lavorare a tale interrogativo – è l’intento ‘volenteroso’di queste note -, i dati di
realtà da cui può essere opportuno partire mi sembrano soprattutto due. Il primo è quello già
richiamato: nessun dirigente scolastico, neanche se apparentabile a spiderman o a una figura
carismatica a 18 carati, può pensare di garantire, oggi, una gestione unitaria delle scuole e
assicurare il coordinamento delle risorse e delle iniziative e i cambiamenti perquanto
progressivi che si rendono necessari; il secondo: le scuole, nonostante l’attuale situazione di
demotivazione diffusa, possono generalmente contare su una percentuale anche superiore al
20% di personale preparato e interessato che, per sensibilità personale e/o per scelta
professionale, non farà mai mancare il proprio contributo a processi di miglioramento che si
vogliano mettere in campo.
Probabilmente questa percentuale non costituisce “massa critica” adeguata per determinare
cambiamenti significativi e duraturi; comunque è una buona base da cui partire per tentare
discorsi su una maggiore valorizzazione di queste risorse che, in presenza di segnali positivi,
potrebbe portare al coinvolgimento di un numero più alto di docenti.
Va aggiunto che, in molte scuole ormai, l’impegno di questi insegnanti-non-solo-insegnanti è
rivolto a “mandare avanti” dipartimenti, consigli di classe e commissioni e, più in generale,
l’organizzazione didattica, svilgendo funzioni che sono di coordinamento e non solo.
Si registratuttavia la difficoltà di queste figure ad esprimere nella scuola una Leadership
educativa che resta ancora, nella maggior parte delle situazioni, prerogativa del Dirigente
Scolastico (DS).
Penso che questa “mancanza” nuoccia al nostro sistema. Non è necessario essere esperti di
sistemi educativi per rilevare che senza il protagonismo degli insegnanti nessun miglioramento
è possibile e che il DS, assieme al DSGA, saprà diventare una leva di cambiamento importante
se si porrà come elemento pilota di assetti organizzativi che si caratterizzino per una
Leadership educativa diffusa, che faccia perno su figure di coordinamento e di presidio
interessate e formate.
È partendo da questi dati - e leggendoli alla luce sia di esperienze sul campo abbastanza
diffuse sul tema della governabilità interna, sia di stimoli che vengono dagli studi sulla
Leadeship educativa (LE) -, che si vuole capire se è possibile intravedere qualche via d’uscita
all’attuale situazione di stallo e di difficoltà paralizzanti.
Questi i punti di un possibile percorso di analisi.
In primo piano, l’insegnante-non-solo-insegnante
Si tratta in primo luogo di mettere ben a fuoco l’idea dell’insegnante come risorsa
dell’organizzazione scolastica. Non solo, quindi, figura che esaurisce la propria attività quasi
esclusivamente all’interno delle proprie classi, ma figura - per così dire - leader (se ne chiarirà
meglio il senso nelle considerazioni successive) nel funzionamento delle diverse unità operative
(UUOO) degli istituti, cioè dei gruppi di lavoro e commissioni in cui si svolgono quasi tutte le
attività “funzionali all’insegnamento”.
Quando si parla di UUOO ci si intende quindi riferire non solo ai dipartimenti disciplinari e di
indirizzo e ai CdC, ma anche ai gruppi impegnati in progetti speciali (europei, scuola lavoro,
orientamento, di collaborazione con altre scuole …) o in progetti riconducibili ad un’area per
così dire strategica (piani generali di miglioramento organizzativo e didattico, il curricolo
integrato di istituto, l’identità di scuola e la vision dell’istituto attraverso il POF).
E quando si parla di queste figure di collaborazione, il riferimento è ai coordinatori dei
dipartimenti e dei Consigli e alle Funzioni Strumentali (FS) per le altre unità operative; ma
anche ai collaboratori del DS, cioè allo staff che condivide col DS le funzioni organizzativegestionali.
In altri termini, l’attenzione si intende qui portarla e circoscriverla a quegli aspetti / funzioni
aggiuntive all’insegnamento, ricoperte da quei docenti che si dimostrano più coinvolgibili e
interessati al funzionamento della scuola. L’ipotesi è che un loro esercizio integrato e
coordinato possa costituire leva per un funzionamento più coeso ed efficace e diventare
espressione di una Leadership diffusa all’interno delle scuole e non più personale/individuale,
come è generalmente oggi.
Aree di esercizio e sviluppo professionale delle figure leader
Secondo punto: approfondire le aree in cui queste figure, che si configurano, nel ragionamento
che si sta facendo, come figure leader, si esprimono ed esercitano le loro competenze.
Che sono: quella professionale – ovviamente - e quella specifica, propria delle funzioni
aggiuntive e delle modalità con cui le si esercitano.
Per quanto riguarda l’area professionale – che qui non ha bisogno di approfondimenti -, il
richiamo è a quelle competenze che dovrebbero caratterizzare ogni buon insegnamento:
progettare, organizzare una lezione e promuovere apprendimenti, valutarne gli esiti,
comunicare, motivare, recuperare, orientare. E la cui padronanza è condizione per
l’affidamento e l’accoglimento di incarichi aggiuntivi.
Per la seconda area, la competenza a cui si fa generalmente riferimento – se ne è già
accennato - è quella di coordinamento. Questa va però recuperata, ai fini del nostro discorso,
in tutta la sua ricchezza e “potenza” (Sergio Auriemma la definisce “la più potente figura
organizzatoria” per una istituzione come la scuola). E declinata così da comprendervi, ad
esempio:
buone capacità relazionali specifiche in un gruppo di pari, ma anche ascolto attivo e riflessività,
una gestione differenziata del gruppo, in ragione dei diversi livelli di consapevolezza delle
competenze professionali dei singoli, la valorizzazione delle esperienze personali e del gruppo,
la responsabilità in termini accountability.
A fianco di queste due aree di competenze occorre però prevederne una terza, non meno
importante, che comprende compiti e funzioni generalmente previste in funzioni di Leadership.
Quali, soprattutto:
orientare il gruppo verso i previsti obiettivi comuni di cambiamento – in una logica comunque
di ricerca autonoma - e creare soprattutto una visione condivisa dei processi ai quali si lavora,
sostenere il gruppo, rafforzandone motivazione e impegno, soprattutto attraverso la
facilitazione delle relazioni, la cura dei rapporti, il “potere” delle competenze professionali di cui
si dispone e la valorizzazione degli apporti dei singoli, coordinarsi con le altre figure leader (gli
altri coordinatori) in funzione di una Leadership educativa distribuita, diffusa. Che dovrà
comunque avere un dispositivo organizzativo, una sua struttura di riferimento per il suo
esercizio (ma di questo si dirà in seguito).(1)
Per quest’ultimo aspetto, penso vada precisato che, nel tipo di Leadership proposto, il DS
dovrebbe essere comunque figura centrale, sia sotto il profilo organizzativo che propositivo e
propulsivo.
Natura relazionale della Leadership proposta e condizioni operative
I compiti e le funzioni sopra proposti, per come sono stati qui rappresentati, ben evidenziano,
credo, la natura squisitamente relazionale del tipo di Leadership a cui si pensa. A cui è
pertanto estranea ogni visione gerarchica e leaderistica dei rapporti nel gruppo.
Si potrebbe parlare di funzione di “servizio”, se il termine non fosse ormai piuttosto logoro.
La considerazione successiva è però che, siccome una organizzazione non regge sul
volontariato e sulle sole disponibilità soggettive, diventano importanti le attribuzioni formali di
responsabilità (nel senso di “dare risposte” e come “rispondere di)” e i riconoscimenti
economici e non solo.
Solo così – penso - si possono inserire elementi di dinamismo nel sistema, soprattutto in
questa fase in cui la situazione appare senza sbocchi, e favorire quindi investimenti anche
soggettivi sul proprio sviluppo professionale e sui propri percorsi di carriera. E puntare su un
più diffuso protagonismo dei docenti nella vita delle scuole e sull’attivazione di più risorse
professionali per obiettivi di cambiamento.
Quest’ultimo discorso rinvia - come è risaputo - a questioni complesse e delicate come la
progressione di carriera e la unicità della funzione docente che, allo stato attuale, sono,
purtroppo, per come sono messe le cose, più ragionamenti di prospettiva che di attualità (Per
quanto non più rinviabili all’infinito).
Comunque una considerazione va fatta. In assenza di rassicurazioni al riguardo, percorsi
sperimentabili, per quanto credibili e motivanti, diventano effettivamente problematici.
Ma – è da chiedersi - anche impossibili? Il riferimento iniziale al 20% di docenti disponibili per
progetti di miglioramento, a cui va aggiunta una percentuale anche maggiore – si percepisce –
di DS e DSGA, non significa nulla? D’altra parte, anche oggi, nonostante la crisi di fiducia, non
poche sono le realtà che cercano di contrastare, con sperimentazioni spesso autonome,
l’attuale situazione di immobilismo sconfortante.
Unità operative e figure leader
Ma veniamo all’ultimo punto. Se ne anticipava prima il contenuto allorchè, parlando della
Leadership educativa diffusa, si affermava che essa, per incidere, dovrebbe avere un suo
“luogo” materiale di riferimento, una specifica struttura.
Un modello organizzativo che potrebbe andar bene per lo schema di ragionamento fin qui
seguito sulla Leadership è quello proposto da Piero Romei (1994), centrato su un’Èquipe di
direzione della scuola costituita dalle figure cui si è fatto prima riferimento (2).
Tale modello proposto può rientrare - penso - dentro lo schema di ragionamento della LE
diffusa, ma a condizione che le figure leader si rappresentino e si esprimano (vengano aiutate
a rappresentarsi e ad esprimersi) in coerenza coi tratti del profilo che si è cercato di delineare
quando si è parlato delle tre aree (professionale, specifica delle funzioni aggiuntive, di
leadership) che dovrebbe “frequentare” chi esercita funzioni aggiuntive.
Questioni aperte
In questi ragionamenti restano in ombra soprattutto questioni che riguardano i rischi possibili
del modello che viene fuori dai ragionamenti precedenti.
Per esempio:
il rischio che l’èquipe di direzione si trasformi in un centro di potere e dia luogo ad una sorta di
middle management di ruoli fissi e definiti in cui le figure leader si snaturino nella funzione di
controllori
il rischio di una opacizzazione del ruolo del CD
il rischio di figure leader cristallizzate, inamovibili; speculare all’altro rischio della temporaneità
dell’incarico e della possibile conseguente dispersione delle competenze.
Come pure non sono state riprese problematiche riguardanti il profilo del DS in
un’organizzazione scolastica a Leadership diffusa, la formazione dei docenti interessati, le loro
attese e la natura dell’incarico ecc..
Questioni aperte che il dibattito potrà riprendere e approfondire.
--------------------(1) In alcuni studi sulla LE, con riferimento all’idea di scuola che ne fa da sfondo, ci sono
espliciti collegamenti alle teorie sulla Learning Organization e alle Comunità di pratiche e a una
visione reticolare degli (e tra) Istituti scolastici che ben si vedrebbero come scelte culturali e
organizzative capaci di garantire qualità alle singole unità operative e alla scuola nel suo
insieme.
(2) V. per questa ricostruzione A. Valentino, Gli insegnanti nell’organizzazione della scuola,
Edizioni Conoscenza, Roma 2013, pp 27-31
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15, Quintiliano l'aveva capito di Benedetto Vertecchi
Ripropongo, perché mi sembra che valga la pena di raccogliere l’indicazione di Quintiliano, uno
scritto apparso tempo fa su Tuttoscuola. BV
Suggerisco, a quanti l’abbiano dimenticato, di rileggere l’inizio della prima Istituzione di
Quintiliano. In poche pagine troviamo quanto occorre per risollevarci dalla depressione che è
inevitabile investa chi rifletta sullo stato attuale dell’educazione al sentire gli argomenti che
sono usati per giustificare scelte che non possono esserlo. Ma troviamo anche un sicuro
antidoto per disintossicarci dall’eccesso di ideologia che negli ultimi decenni ha finito con
l’avvolgere con una cortina fumogena i problemi della scuola.
Seguiamo gli argomenti di Quintiliano. I genitori, fin dalla nascita dei figli, debbono aver fiducia
nelle loro possibilità di apprendere. Si deve respingere, infatti, “l’idea secondo cui la capacità di
comprendere le cose che si trasmettono sarebbe un dono riservato a pochi”: tutti possono
apprendere, ovviamente se possono fruire di opportunità di educazione adeguate. Ma, intanto,
sgomberiamo il campo dai pregiudizi: non è vero che i più “perderebbero tempo e fatica per
via della loro lentezza intellettuale”. E ciò perché apprendere per l’uomo è un fatto naturale,
come lo è correre per i cavalli. A scanso di interpretazioni riduttive, Quintiliano si affretta ad
aggiungere che non solo apprendere è conforme alla natura dell’uomo, ma lo è anche
accrescere le conoscenze attraverso la ricerca (credo di aver reso correttamente il senso di
nobis propria est mentis agitatio atque sollertia). Gli interpreti di quella sorta di pensiero unico
educativo che si alimenta di banalità aziendaliste sostengono oggi l’opportunità di effettuare
scelte al ribasso per chi non mostri di possedere specifiche capacità di apprendere: tali
interpreti pretendono di essere considerati innovatori, dimenticando (forse non l’hanno mai
saputo…) che le loro affermazioni sono solo la riproposizione dei vecchi argomenti con i quali le
classi favorite hanno cercato di frapporre ostacoli al crescere della domanda di istruzione
scolastica da parte delle classi sociali che tradizionalmente non ne avevano fruito.
Quintiliano è ben consapevole del fatto che un conto è parlare di ciò che può essere appreso,
un conto apprendere. È vero che bambini e ragazzi dispongono di un potenziale di
apprendimento assai maggiore di quanto alcuni (molti?) siano disposti a riconoscere, ma è
anche vero che occorre preoccuparsi delle condizioni dello sviluppo per assecondare il processo
tramite il quale ciò che è solo in potenza trova modo di attuarsi. E la prima condizione è
costituita dalla qualità delle interazioni tramite le quali avviene l’apprendimento del linguaggio.
Occorre che tutti coloro che sono in contatto con i bambini, fin dai primi anni di vita, siano in
grado di esprimersi correttamente. Quintiliano è talmente convinto della centralità di questa
condizione nel processo educativo che ritiene opportuno citare affermazioni analoghe di
Crisippo, il filosofo stoico vissuto nel terzo secolo avanti Cristo. Debbono essere in grado di
parlare con proprietà sia le nutrici (ovvero, mutatis mutandis, persone che abbiano con i
bambini relazioni di tipo professionale), sia i genitori (si veda, in particolare, il passaggio in I,
1, 6-7). Quintiliano sa bene che molti genitori non dispongono del livello di cultura che sarebbe
necessario per esprimersi con proprietà, ma osserva che di tale limite si deve almeno essere
consapevoli, al fine di evitare che siano percepiti come positivi esempi che non lo sono.
Leggere Quintiliano alla luce (si fa per dire) della sensibilità attuale può fornire elementi utili
per comprendere le ragioni di molte delle difficoltà che i sistemi educativi (e il nostro in misura
anche maggiore di altri) stanno incontrando, Per cominciare, le condizioni di vita nel mondo
contemporaneo hanno per alcuni versi migliorato le condizioni dello sviluppo (certamente è
stato così dal punto di vista fisico), ma per altri sono all’origine di conseguenze che non
possono non preoccupare. Le occasioni di interazione verbale dei bambini con i coetanei e con
gli adulti si sono rarefatte: spesso i bambini sono figli unici che trascorrono tempi sempre più
lunghi esposti a messaggi unidirezionali e per di più progressivamente più poveri di parole.
Quando incomincia il percorso di educazione formale (già nella scuola dell’infanzia, e in misura
progressivamente maggiore nella scuola primaria e in quella secondaria) gli scambi verbali
capaci di contribuire ad accrescere il repertorio linguistico di bambini e ragazzi sono soprattutto
quelli che avvengono all’interno della scuola, mentre le altre esperienze appaiono sempre più
dominate dalle scelte comunicative proprie dei mezzi di comunicazione sociale, e in particolare
della televisione. Questi ultimi, per ragioni commerciali facilmente intuibili, hanno individuato
nella riduzione della qualità linguistica dei messaggi un modo per accrescere la quantità di
pubblico potenziale. Si riduce il lessico, si semplifica fino a banalizzarla la sintassi,
all’argomentazione si preferiscono i richiami suggestivi e così via.
Non solo: i mezzi di comunicazione propongono modelli che vanno nella direzione contraria a
quella necessaria per conseguire il successo nella’rendimento formale. Basti un esempio: siamo
abituati ad ascoltare le geremiadi che accompagnano la pubblicazione dei rapporti relativi alle
grandi rilevazioni internazionali sui livelli di apprendimento degli allievi dei diversi sistemi
scolastici. Tra gli aspetti meno positivi (e disastrosi nel caso italiano) ci sono i risultati
conseguiti in matematica e nelle scienze. Ma che cosa si è ripetuto ai nostri ragazzi, che infine
se ne sono convinti, se non che certe conoscenze non servono e che il possesso di altre era
un’esigenza d’altri tempi? Per quel che riguarda la conoscenza della natura, i messaggi non si
preoccupano di accrescere le conoscenze e di facilitare la comprensione, ma in nome della
divulgazione liquidano questioni che richiederebbero ben altri approcci, se solo li si volesse
affrontare per la loro rilevanza conoscitiva, evocando immagini in grado di produrre risposte
solo a livello affettivo e, non di rado, sostituendo la razionalità che costituisce il fondamento
della scienza con richiami magici: è una specie di ossimoro cognitivo, quello che pretende di
sostituire ciò che compete alla ragione col suo contrario (di volta in volta con le superstizioni,
l’irrazionalità, il senso comune).
Di fronte alla crisi dei sistemi scolastici, le proposte più comuni consistono nel sostenere che si
debbono riformare gli ordinamenti, che occorrono insegnanti più preparati, che è necessario un
maggior ricorso alle opportunità offerte dalla tecnologia e via seguitando: chiunque è in grado
di proseguire questo elenco. Quintiliano ci invita, invece, a procedere in tutt’altra direzione,
affrontando i problemi dell’educazione senza introdurre scissioni fra ciò che è interno e ciò che
è al di fuori della proposta di istruzione formale: in breve, un linguaggio ugualmente capace di
esprimere cultura deve costituire l’ambiente nel quale avviene lo sviluppo, all’interno come
all’esterno della scuola. Ma ciò comporta che a bambini e ragazzi non si presentino modelli di
valore alternativi, per effetto dei quali l’apprendimento conseguito non corrisponde ad alcun
particolare apprezzamento, mentre simboli esterni di affermazione e di integrazione sociale
sono proposti ossessivamente come criterio di successo.
Proprio sulla base di Quintiliano dovremmo giungere alla conclusione che riformare
l’educazione formale comporta interventi che sono in primo luogo esterni ad essa. Ci si deve
occupare degli adulti (e non solo per far apprendere loro nuove tecniche utili per il lavoro, ma
per accrescere il patrimonio di simboli di cui dispongono), occorre impostare scelte culturali
capaci di contrastare le sciatterie, le imprecisioni, le sgrammaticature che imperversano nella
comunicazione sociale, deve essere modificato il rapporto fra esperienze formali e informali.
Riassumendo, la crisi può essere affrontata se: 1) si offrono opportunità di conoscenza
(formale e informale) a tutta la popolazione; 2) si interviene decisamente per elevare la qualità
dei messaggi sociali (e dei valori che ad essi sono implicitamente collegati); 3) si accresce in
modo sostanziale il tempo che bambini e ragazzi vivono in contesti che rispondano a criteri
definiti di qualificazione (in primo luogo la scuola, che non può essere solo la sede in cui si
svolgono lezioni).
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2013 7 settembre 2013 NOTIZIARIO