d i a l o g o anno XII anno XII numero 33 numero 33 Rivista di collegamento e di formazione dellíAssociazione Salesiani Cooperatori Rivista di collegamento e di forzione dellíIspettoria Piemonte - Valle d'Aosta dellíAssociazione Salesiani Cooperatori dellíIspettoria Piemonte - Valle d'Aosta 1987 - 2007 Centro Centro Cooperatori Cooperatori Madre Madre Angela Angela Vespa Vespa 20 20 anni anni di di cammino cammino che che continua... continua... Cari Cooperatori, con il Santo Natale di Nostro Signore si avvicina rapidamente anche il termine di un anno ricco di fatiche e di grazie per ciascuno. E con fratelli e sorelle Cooperatori e membri della Famiglia Salesiana che ci precedono in paradiso pregando per noi. Grazie alla sollecitazione del nostro Rettor Maggiore, Don Pascual Ch·vez, siamo stati accompagnati dallíimpegno a sentirci davvero figli del Dio Amante della Vita e a promuovere e difendere la dignit‡ della vita come dono inviolabile, in un servizio responsabile. A nome della Redazione e dei Cooperatori e Delegati del Consiglio Provinciale del Piemonte e Valle díAosta giunga in tutte le case un sincero augurio ad accogliere con gioia e semplicit‡ il mistero del Dio Incarnato e rinnovare líimpegno apostolico in favore dei giovani come ci inviter‡ a fare la Strenna 2008. Un saluto al "Vertice"... Mi Ë stato chiesto di scrivere un articolo per Dialogo; perchÈ proprio a me????? Vogliono líarticolo del Coordinatore provincialeÖ e si, allora tocca proprio a me!!! 2 d i a l o g o Mi presento. Sono Mauro, faccio parte del centro don Quadrio di Venaria e sono stato eletto Coordinatore Provinciale allíinizio di settembre. Con emozione inizio questo ìdialogoî con i Cooperatori e Cooperatrici della PROVINCIA Piemonte e Valle díAosta. Anzitutto voglio fare un grosso ringraziamento a coloro che mi hanno preceduto; non faccio un elenco di nomi perchÈ so per certo che dimenticherei qualcuno. GRAZIE A TUTTI! Per líAssociazione di cui facciamo parte Ë un momento di cambiamento molto importante. Tale mutamento Ë dovuto allíapprovazione del nuovo Progetto di vita apostolica (PVA); questo fatto deve servire da stimolo per ripartire con il piede giusto ed a dare nuova vitalit‡ allíAssociazione. Questo PVA Ë uno strumento creato direttamente dai Cooperatori / Cooperatrici di tutto il mondo ed Ë stato elaborato tenendo conto delle indicazioni fornite da tutte le Province. PerchÈ Ë stato cambiato il nome da Regolamento a Progetto? Il motivo Ë molto semplice, questo libretto per noi Salesiani Cooperatori e Cooperatrici non Ë un arido elenco di regole da rispettare, ma Ë lo strumento attraverso il quale dobbiamo progettare la nostra vita. Fin dalle prime righe possiamo accorgerci di un cambio di terminologia, cambiamenti pensati e ripensati. Non sono messi a caso tanto per dire che Ë avvenuta una trasformazione. Per esempio, non si parla pi di Ispettorie, ma di Province. Questa modifica indica che líAssociazione dei Salesiani Cooperatori Ë ìslegataî dalla suddivisione geografica utilizzata dagli SDB; ciÚ significa che allíinterno di uníIspettoria potrebbero esistere pi Province di Salesiani Cooperatori e Cooperatrici. Come possiamo vedere, una sola parola diversa determina un notevole cambiamento!Inoltre si puÚ notare quanto il PVA sia attuale ed affronti le problematiche del nostro tempo. Eí necessario quindi, che ogni Salesiano Cooperatore / Cooperatrice si applichi nel leggere il nuovo PVA per ritrovare in esso la propria identit‡ e soprattutto per conoscerlo nei minimi particolari. Questo testo deve essere come un abito su misura, nÈ troppo largo nÈ troppo stretto, da vestire ogni giorno per dare testimonianza agli altri di ciÚ che siamo. Il SI alla vocazione di essere Salesiano cooperatore / cooperatrice parte dal singolo per poi trovare risposta nellíAssociazione. Nel PVA si parla proprio di Vocazione; questa parola non ci deve spaventare e nemmeno essere fraintesa, non deve far pensare subito e solo a preti e suore! Per il salesiano cooperatore / cooperatrice, si tratta di una risposta a quel Ges che ci dice ìVieni e vediîÖquindi líentrare a far parte dellíAssociazione dei Salesiani Cooperatori Ë una reale risposta ad una VOCAZIONE che per noi ha il fondamento di vivere il quotidiano con la caratteristica del carisma salesiano. New Text Ecco quindi il mio invito di dedicare questo periodo di ìnovit‡î alla lettura e allíapprofondimento del nostro Progetto di vita apostolica, nel quale viene ben sottolineata la CORRESPONSABILITAí nellíAssociazione di tutti i Salesiani Cooperatori. LíAssociazione non appartiene solo a coloro che si mettono al servizio della stessa assumendo un ruolo (coordinatori e/o consiglieri locali e/o provinciali), ma di ogni cooperatore / cooperatrice che ne fa parte. Eí necessario riprendere a condividere le cose belle e le cose tristi della nostra Famiglia, ad essere propositivi e, se serve anche critici per il bene dellíAssociazione. Le uniche cose che il PVA (e don Bosco) non ci richiedono sono il silenzio e líapatia. Proprio per questo Ë necessario che tutti, e soprattutto i cooperatori / cooperatrici di lunga data, si interroghino e verifichino la propria vocazione alla luce del PVA, cosÏ da migliorare la nostra Associazione. Chiudo questo mio primo ìdialogoî confidandovi che sono un ìinnamoratoî dellíAssociazione Salesiani Cooperatori. Spero in questi anni di poter contagiare anche tutti voi nellíavventura di essere veri protagonisti nel territorio della nostra Associazione. Un saluto fraterno in don Bosco, Mauro Comin d i a l o g o 3 Zefferino Namuncur·, un frutto della spiritualit‡ giovanile salesiana Lettera del Rettor Maggiore a tutta la Famiglia Salesiana C ari Fratelli e Sorelle, membri tutti della Famiglia Salesiana, cari giovani, Vi scrivo con il cuore ricolmo di gioia per la beatificazione dei martiri spagnoli, alla quale ho potuto partecipare la domenica 28 ottobre in Piazza San Pietro. Il Signore ci ha benedetti con 63 nuovi beati che vengono a riaffermare quanto diceva don Rua: ìLa santit‡ dei figli sia prova della santit‡ del Padreî. Essi sono uno stimolo per il nostro impegno di fare della santit‡ un programma di vita, soprattutto in questo tempo in cui la societ‡ ha bisogno di testimoni appassionati di Cristo e di servitori degli uomini. La gioia aumenta come un fiume in crescita con la prossima beatificazione di Zefferino Zamuncur·, domenica 11 novembre, questa volta a Chimpay, la culla che lo ha visto nascere e che da anni si Ë convertita in meta per i pellegrini. La sua fama di santit‡ si rif‡ allíanno 1930, quando don Luigi Pedemonte incomincia a raccogliere e pubblicare testimonianze ed Ë riconosciuta, prima con la dichiarazione di Venerabile fatta dal Papa Paolo VI nel 1972 e, poi, con il decreto di Beatificazione firmato dal Papa a lil 6o luglioo 2007. 4 d i XVI Benedetto g La santit‡ di Zefferino Ë espressione e frutto della spiritualit‡ giovanile salesiana, quella spiritualit‡ fatta di allegria, amicizia con Ges e Maria, adempimento dei propri doveri, donazione agli altri. Zefferino rappresenta la prova convincente della fedelt‡ con cui i primi missionari mandati da Don Bosco sono riusciti a ripetere ciÚ che egli aveva fatto allíOratorio di Valdocco: formare giovani santi. Questo continua ad essere il nostro impegno oggi, in un mondo bisognoso di giovani spinti da un chiaro senso della vita, audaci nelle loro opzioni e fermamente incentrati in Dio mentre servono gli altri. La vita di Zefferino Ë una parabola di 19 anni appena, ma ricca di insegnamenti. Nacque a Chimpay il 26 agosto 1886 e fu battezzato, due anni pi tardi, dal missionario salesiano don Milanesio, che aveva mediato líaccordo di pace tra i Mapuce e líesercito argentino, rendendo possibile al pap‡ di Zefferino di conservare il titolo di ìGrande Cacicoî per sÈ, e anche il territorio di Chimpay per il suo popolo. Aveva undici anni quando suo padre lo iscrisse alla scuola governativa di Buenos Aires: voleva fare del figlio il futuro difensore del suo popolo. Ma Zefferino vi si trovÚ a disagio e il padre lo passÚ al collegio salesiano ìPio IXî. Qui iniziÚ líavventura della grazia, che avrebbe trasformato un cuore non illuminato ancora dalla fede in un testimone eroico di vita cristiana. DimostrÚ subito molto interesse per lo studio, si innamorÚ delle pratiche di piet‡, si appassionÚ del catechismo e si rese simpatico a tutti, compagni e superiori. Due fatti lo lanciarono verso le cime pi alte: la lettura della vita di Domenico Savio, di cui diventÚ ardente imitatore, e la prima comunione, nella quale strinse un patto di assoluta fedelt‡ con il suo grande amico Ges . Da allora questo ragazzo, che trovava difficile ìmettersi in filaî e ìubbidire al tocco della campanaî, diventÚ un modello. Un giorno - Zefferino era gi‡ aspirante salesiano a Viedma - Francesco De Salvo, vedendolo arrivare a cavallo come un fulmine, gli gridÚ: ìZefferino, che cosa ti piace di pi ?î. Si aspettava una risposta che si riferisse a equitazione, arte in cui gli Araucani erano maestri. Ma il ragazzo, frenando il cavallo: ìEssere sacerdoteî, rispose, e continuÚ la corsa. Fu proprio in quegli anni di crescita interiore che si ammalÚ di tubercolosi. Lo fecero ritornare al suo clima nativo, ma non bastÚ. Monsignor Cagliero pensÚ allora che in Italia avrebbe trovato cure migliori. La sua presenza non passÚ inosservata nella nazione: i giornali parlarono con ammirazione del Principe de las Pampas. Don Rua lo fece sedere a tavola con il Consiglio Generale. Pio X lo ricevette in udienza privata, ascoltandolo con interesse e regalandogli una sua medaglia ad principes. Il 28 marzo 1905 lo si dovette ricoverare al Fatebenefratelli dellíIsola Tiberina, dove si spense lí11 maggio seguente, lasciando dietro di sÈ uníimpronta di bont‡, diligenza, purezza e allegria inimitabili. Era un frutto maturo della spiritualit‡ giovanile salesiana. I suoi resti si trovano adesso nel Santuario di FortÌn Mercedes in Argentina, e quella sua tomba Ë meta di pellegrinaggi ininterrotti, perchÈ grande Ë la fama di santit‡ di cui egli gode tra il popolo argentino. Zefferino incarna in sÈ le sofferenze, le angosce e le aspirazioni della sua gente Mapuce, quella stessa gente che nellíarco degli anni della sua adolescenza ha d i a l o g o 5 incontrato il Vangelo e si Ë aperta al dono della fede sotto la guida di saggi educatori salesiani. CíË uníespressione che raccoglie tutto il suo programma: ìVoglio studiare per essere utile al mio popoloî. Infatti, Zefferino voleva studiare, essere sacerdote e ritornare alla sua gente per contribuire alla crescita culturale e spirituale del suo popolo, come aveva visto fare dai primi missionari salesiani. Il santo non Ë mai simile a un meteorite che attraversa improvvisamente il cielo dellíumanit‡, ma Ë piuttosto il frutto di una lunga e silenziosa gestazione di una famiglia e di un popolo che esprimono in quel figlio le loro qualit‡ migliori La beatificazione di Zefferino Ë un invito a credere nei giovani, anche in quelli appena evangelizzati, a scoprire la fecondit‡ del Vangelo che non distrugge nulla di ciÚ che Ë veramente umano, e il contributo metodologico dellíeducazione in questo stupendo lavoro di configurazione della persona umana che arriva a riprodurre in sÈ líimmagine di Cristo. felice. Le testimonianze dei contemporanei di Zefferino sono unanimi nellíaffermare la bont‡ del suo cuore e la seriet‡ del suo impegno. ìSorride con gli occhiî, dicevano i compagni. Era un adolescente ammirevole, santo, che oggi puÚ - deve - essere proposto come modello ed esempio ai giovani. LíArgentina salesiana, riconoscente a Dio per lo straordinario dono che gli ha concesso in Zefferino, ha líobbligo di sentirsi responsabile di mantener viva la sua memoria, convinta di poter continuare a proporre ai giovani percorsi concreti di santit‡. Mentre lodiamo e diamo grazie al Signore per questo nuovo tassello del bel mosaico della santit‡ salesiana, rinnoviamo la nostra fede nei giovani, nellíinculturazione del Vangelo e nel Sistema Preventivo. Con affetto, in Don Bosco Roma, 1 novembre 2007 Solennit‡ di Tutti i Santi Chi pensa che la fede religiosa sia una forma di adeguamento o di mancanza di impegno per il cambio sociale, si sbaglia. Essa Ë, al contrario, líenergia che rende possibile la trasformazione della storia. La santit‡, che per alcuni evoca la singolarit‡ di una condizione considerata poco aderente alla vita quotidiana, significa invece la pienezza dellíumanit‡ tradotta in atto. Il santo Ë una persona autentica, realizzata, 6 d i a l o g o D. Pascual Ch·vez Villanueva, SDB Rettor Maggiore Don Bosco educa allíallegria di Claudio Russo Torino, agosto 1863. Il cortile dellíOratorio di Don Bosco Ë pieno di centinaia di ragazzi vocianti che saltano, corrono, giocano a barrarotta, alle bocce, alla rana, ai mestieri, camminano sui trampoli. In mezzo cíË anche Don Bosco, intento a giocare e a chiacchierare con loro, ma i suoi occhi sono attenti a ciÚ che succede intorno. ´Un giorno stavo facendo ricreazione con i ragazzi dellíOratorio quando vedo un ragazzo vestito da montanaro, di altezza media, aspetto un poí rozzo e con il volto lentigginoso ñ racconta Don Bosco nel libro che scrisse su di questo ragazzo ñ. Stava con gli occhi spalancati e guardava i suoi compagni che si divertivano a giocare. Appena il suo sguardo si incrociÚ con il mio, mi sorrise e venne verso di me. ìE tu, chi sei?î chiesi al ragazzo. ìSono Francesco Besucco, vengo da Argenteraî. ìQuanti anni hai?î. ìQuasi quattordiciî. ìSei venuto qui per studiare o per imparare un mestiere?î. ìMi piacerebbe molto studiareî. ìChe scuole hai fatto?î. ìHo fatto le scuole elementari al mio paeseî. ìPerchÈ vuoi studiare? Non ti piacerebbe imparare un mestiere?î. ìHo un grande desiderio: farmi preteî. ìE chi ti ha messo in mente questa idea?î. ìLího sempre desiderato e ho sempre pregato il Signore di aiutarmi a realizzare questo mio desiderioî. ìNe hai gi‡ parlato con qualcuno?î. ìSÏ, due volte, con il mio padrinoî. A quel punto Francesco si ferma e dagli occhi scendono alcune lacrime. ìChi Ë tuo padrino?î. ì» il parroco di Argentera; lui mi vuole molto bene. Mi ha insegnato catechismo, mi ha fatto scuola, mi ha procurato i vestiti, mi ha dato da mangiare. Don Pepino Ë molto buono. (Ö). ìSono contento che sei rimasto affezionato a tuo padrino, ma non voglio che ti preoccupi. Prega per lui e, se vuoi fare una cosa che gli faccia piacere, comportati sempre bene e studia, cosÏ quando lo sapr‡ sar‡ contento. E ora vai a giocare con i tuoi compagniîª. d i a l o g o 7 ´GiocherÚ tutto il giornoª Francesco inizia la sua vita allíOratorio, in mezzo a tanti altri suoi coetanei. Li osserva con attenzione e li vede pi bravi di lui, che si considera un monello. ´Pochi giorni dopo quel primo incontro vidi Francesco avvicinarsi a me con uníespressione molto preoccupata ñ racconta Don Bosco ñ. ìCosa ti Ë successo?î, gli chiesi. ìSono qui allíOratorio, in mezzo a tanti ragazzi, tutti buoni... Anchíio vorrei diventare come loro ma non so da dove cominciare. Mi puÚ aiutare?î. ìCerto che ti aiuto. Se vuoi diventare buono devi fare tre coseî. ìQuali?î. ìAllegria, studio e vita cristiana. » questo il programma. Mettilo in pratica e sarai felice, e far‡ bene anche alla tua animaî. ìAllegria? Ma io sono gi‡ fin troppo allegro. Se basta stare allegro per diventare buono, allora giocherÚ e mi divertirÚ tutto il giorno. Che ne dite, Don Bosco?î. ìNon tutto il giorno, ma solo durante la ricreazioneîª. Francesco rimane pensieroso. Non ha capito che cosa Don Bosco intende per ´allegriaª. Per non sbagliare, prende il suggerimento alla lettera, e perciÚ diventa impaziente, non vede líora che arrivi la ricreazione e i momenti di tempo libero per essere allegro. Francesco, perÚ, non Ë ancora capace di fare certi giochi, e cosÏ urta da una parte, sbatte da uníaltra, sale sui trampoli ma dopo pochi passi cade e si ritrova a gambe allíaria, gioca a bocce ma spesso colpisce le gambe di qualche suo amico. In ogni gioco che fa, Francesco crea disordine. I suoi giochi terminano quasi sempre con capitomboli, ruzzoloni, 8 d i a l o g o scivolate. Quanti lividi, quante sbucciature alle ginocchia e ai gomiti, quanti bernoccoli in testa. ´Un giorno Francesco si avvicinÚ a me zoppicante e pensieroso ñ racconta Don Bosco ñ. ìCosa hai, Francesco?î. ìSono tutto lividoÖî. ìCosa ti Ë successo?î. ìSono poco pratico dei giochi di questo oratorio, e cosÏ spesso cado e batto la testa o le braccia o le gambe. Ieri, correndo ho battuto la testa contro quella di un mio compagno, e ci Ë sanguinato il naso ad entrambiî. ìMi dispiace. Faí pi attenzione e non correre troppo forteî. ìMa lei, Don Bosco, mi ha detto che al Signore piace che io mi diverta nei giochi durante la ricreazione e io vorrei imparare a fare bene i giochi dei miei compagniî. ìNon Ë cosÏ, Francesco, che devi fare. Devi avere pazienza. Impara i giochi e i divertimenti un poí alla volta. La ricreazione serve per farti divertire, e non per farti maleîª. Dopo aver ascoltato la spiegazione di Don Bosco, Francesco impara un poí alla volta a vivere bene la ricreazione, a divertirsi ma in modo moderato e senza farsi male. Di ricreazione e divertimento, Francesco ne parla in una lettera scritta al parroco di Argentera: ´Don Bosco dice che il gioco e il divertimento sono utili e necessari per lo studio e la saluteª. Per essere sempre allegri Anche gli altri ragazzi dellíOratorio furono educati da Don Bosco allíallegria. Domenico Savio, per esempio, desiderava farsi santo. Spinto dalla sua fantasia di adolescente, avrebbe voluto imitare gli asceti: digiunare e fare lunghe preghiere. Don Bosco lodÚ Domenico per il suo proposito di santit‡ ma corresse il suo programma. Per realizzarlo gli suggerÏ, per prima cosa, una ´costante e moderata allegriaª, poi líadempimento dei suoi doveri religiosi e di studio, la ricreazione con i compagni, e ´líadoperarsi per guadagnare anime a Dio, perchÈ non cíË cosa pi santa al mondoª. Ai suoi ragazzi, Don Bosco confidava: ´Io sono contento che vi divertiate, che giocate, che siate allegri. » questo un metodo per farvi santi come san Luigi, purchÈ procuriate di non commettere peccatiª. Per Don Bosco líallegria Ë importante perchÈ Ë un segnale: ´Quelli che vivono in grazia di Dio sono sempre allegri e anche nelle afflizioni hanno il cuore contentoª, mentre ´coloro che si danno ai piaceri vivono arrabbiati (Ö) sempre pi infeliciª. Líidea di Don Bosco Ë valida ancora oggi: stare allegri Ë una strada di santit‡, purchÈ líallegria sia accompagnata dallíamicizia del Signore, e stia lontana dalle sciocchezze che fanno del male a noi e gli altri. d i a l o g o 9 Extracomunitari nelle Case Salesiane L'aritcolo redatto dal Centro di Bra ha suscitato un certo interesse per la sua attualit‡, per il suo essere, in un certo senso, lo specchio di una realt‡ sempre pi vera, sempre pi vicina, non solo nelle grandi periferie urbane, ma anche in altri centri, della provincia e non... Abbiamo pensato di riportare alcuni titoli tratti dal quotidiano "La Stampa", ponendoci una domanda: quale immagine di extracomunitario emerge? Che cosa sappiamo di un fenomeno che sempre pi ci tocca da vicino? Assalto a Lampedusa, sbarchi continui Sale a 7 il numero degli sbarchi registrati nelle ultime 12 ore (edizione del 25/08/06) Caritas: immigrati continuano a crescere, superata quota 3 milioni Ogni 10 stranieri, cinque sono europei, due africani, due asiatici e uno americano: trent'anni fa erano euroamericani nove su 10. (edizione del 25/10/06) 10 d i a l o g o BRA. LíItalia conta ormai un milione di minori extracomunitari. Questo traguardo, che era previsto si raggiungesse solo nel 2011, Ë gi‡ una realt‡ con quattro anni di anticipo. Il dato Ë stato diffuso dalla Fondazione Agnelli di Torino che ha anche evidenziato come la crescita media annua sia di 100 mila unit‡, con uníaccelerazione del fenomeno provocata dallíarrivo massiccio di nuove famiglie provenienti dallíEst europeo. E la maggioranza di questi minori frequenta le varie scuole del territorio. Che possono essere le materne, le elementari, le medie inferiori e le superiori (ma statisticamente si dimostra che gli extracomunitari si iscrivono, con maggior frequenza, ai centri di formazione professionale). L a casa salesiana di Bra ñ che ospita al suo interno un Cfp ñ non fa eccezione. Dei circa 200 studenti che stanno frequentando i vari corsi dellíanno formativo 2007/08 quasi il 20% Ë di origine extracomunitaria e di altra religione. E questo ci interroga: come ci dobbiamo comportare nei loro riguardi? Come viviamo la nostra vocazione di ìsalesiani cooperatoriî del Centro braidese, quando ci Ë concretamente chiesto di ìaccogliere il fratelloî che ha una pelle diversa dalla nostra, che crede in Allah e legge (non sempre, purtroppo) il Corano in luogo della Sacra Bibbia. La risposta Ë molto semplice: mettendo in pratica, non solo a parole, la legge dellíamore, quella legge che ha sempre guidato i passi e le opere del nostro grande Santo Giovani Bosco. Un formatore, che sta giocando una parttitella di calcio, dopo due ore di officina, commenta: ìSono ormai numerose le famiglie extracomunitarie che iscrivono i figli nelle nostre scuole. Solitamente, la loro integrazione Ë molto positiva e non crea grossi problemi. Eí chiaro che ogni giovane porta con sÈ le proprie tradizioni, la cultura che respira in seno alla famiglia díorigine ma Ë pur vero che allíet‡ della scuola si Ë ancora abbastanza duttili da imparare in fretta la civile convivenza con gli altri allieviî. Se si scorrono gli elenchi delle classi si nota come la maggioranza degli allievi sia di etnia marocchina, primato che viene comunque conteso dagli albanesi; seguono i romeni e i senegalesi; ma ci sono anche dei cinesi, dei kossovari, degli argentini e dei russi. E il cooperatore della ìterza et‡î che spesso si trova nei cortili per la sua preziosa collaborazione allíopera, dopo aver preso atto delle dimensione del fenomeno, puÚ rimboccarsi le maniche. Proprio come hanno generosamente fatto Cesare e Gino per preparare la grande ìcastagnataî di inizio díottobre. Schiavi al Caat con il trucco del tesserino Assunti in regola e subito licenziati, rientrano in nero con il vecchio badge (edizione del 11/11/07) d i a l o g o 11 Il centro Ed ragazzi,italiani italianie enon, non, Ed era era bello vedere ii ragazzi, mettersi in fila, fila,arrivare arrivaredalla dallagrande grande mettersi in padella e ricevere ricevere un un bicchiere bicchierecolmo colmodidi caldarroste ancora fumante. fumante.Conclude Concludeun un caldarroste ancora altro docente, che che da da molti moltianni annimilita milita altro docente, nelle filadei deicooperatori: cooperatori: ìPurtroppo, anche nelle fila ìPurtroppo, anche se che si si vengono vengono a se sono sono pochi pochi ii problemi che creare in in classe classe (perchÈ i giovani, giovani, normalmente non hanno hanno pregiudizi pregiudizi ee non non normalmente non guardano il colore colore della della pelle pelledel delloro loro compagno compagno di di banco) ne dobbiamo invece registrare alcuni con con le le famiglie, famiglie, registrare alcuni specialmente quelle quelledi direligione religionemusulmana: musulmana: spesso figlialla allascuola scuolaeeloro loro spessoaffidano affidano ii loro figli non partecipano mai ai ai nostri nostriincontri incontrio o partecipano mai alle nostre attivit‡î. attivit‡î. alle nostre E cooperatoriî,oltre oltre fare, E ai ai ìsalesiani ìsalesiani cooperatoriî, al al fare, si puÚ ricordare ññ nella nella loro loro puÚ chiedere chiedere di ricordare preghiera -- tutti tuttii igiovani giovanidellíopera, dellíopera, al al nostro santo della della giovent giovent˘, SanGiovanni Giovanni , San Bosco. Bosco. Dal quale discende anche che d‡ d‡ anche lo spirito spirito che senso senso alla alla nostra nostra stessa stessa vocazione. vocazione. Valter Manzone ññ Centro Valter Manzone Centro Cooperatori Cooperatori Salesiani Salesiani Bra Bra Rapinavano gli immigrati, in manette quattro poliziotti Saccheggiavano le case degli stranieri durante le perquisizioni. In manette quattro agenti. Edizione del 10/03/2007 12 d i a l o g o ìMadre Angela Vespa" di TORINO si racconta... Era líottobre del 1987 quando nacqui tra le mura di Casa Madre A.Vespa di V. Cumiana 14. Fui la realizzazione di un sogno lungamente accarezzato da una zelante FMA, Sr. Angela Zappino, che seppe entusiasmare un gruppo di genitori di alunne a far parte dellí Associazione dei Cooperatori Salesiani. Líidea di essere effettivamente membri della grande Famiglia Salesiana fu la molla che fece scattare il ìSIî di adesione. Il campo di lavoro proposto era attraente: aiuto in Oratorio, in Parrocchia, al Banco missionario, al Laboratorio ìMamma Margheritaî, testimonianza di vita cristiana e serena tra i giovaniÖ Líattrattiva maggiore fu quella di una formazione spirituale mensile, che ebbe gi‡ inizio nella Chiesa di S.Francesco di Assisi lí 8 dicembre 1987 con la promessa dei primi 23 Cooperatori. In quella occasione furono molto significative le parole che D.Sergio Cuevas Leon disse al termine dellíomelia: ìIl Cooperatore prende sul serio il suo BattesimoÖcon uno slancio apostolico tutto speciale.î Qualche giorno dopo, fu eletto il primo Consiglio ed io cominciai a camminare. Nella ricorrenza di questo ventennio desidero ringraziare quanti hanno dato del loro tempo per aiutare e formare: Don Emilio Zeni, Don Bruno Corrado, Don Michele Molinar, Suor Enedina Felisio, Sr. Maria Vanda Penna e le Delegate che si sono succedute, dando il meglio di loro stesse. Purtroppo, in questi anni sono un poí diminuitoÖ alcuni membri sono passati al Centro della Parrocchia, con pi possibilit‡ di lavoro e di testimonianza, altri gi‡ hanno raggiunto la Citt‡ definitiva e di l‡ mi proteggono. Continuo comunque a lavorare con fedelt‡ ed amore, cercando di assimilare sempre meglio lo spirito del nostro amato DON BOSCO, cosÏ come ho accolto il 31 gennaio 2006 due nuove Cooperatrici e ora preparo due nuove aspiranti. Saluto tutti con amicizia! Il Centro ìM.A.Vespaî L'anno sociale, per alcuni Centri della nostra zona, Ë iniziato davvero alla grande con una Giornata di Spiritualit‡ al Santuario Madonna dei Laghi ad Avigliana il 18 Novembre scorso. Ad animarci Ë stato il nostro Delegato Mondiale, don Stiepan Bolkovac, al quale i Centri della nostra zona -sempre numerosi- hanno riservato uníaccoglienza molto gioiosa. Iniziare con Maria sul lago Avigliana, Giaveno, ChieriÖ e dintorni Dopo la preghiera delle Lodi don Stiepan ha presentato la Strenna 2007 ñ 2008 del Rettor Maggiore, poi i cooperatori si sono divisi in gruppi per elaborare domande, osservazioni e suggerimenti per l'incontro pomeridiano. Nella mattina Ë stato lasciato molto tempo per l'Adorazione, e questo momento Ë stato molto apprezzato; cosÏ come l'intervento di don Stiepan che alcuni non conoscevano ed Ë stato bello sentire parecchi di noi dire: ìPeccato per chi non Ë riuscito a partecipare... si Ë perso veramente qualcosa di bello...î. Abbiamo anche avuto il piacere della visita del Coordinatore Provinciale, Mauro Comin, venuto ad Avigliana per incontrare tutti i partecipanti e salutare don Stiepan. Il pomeriggio Ë culminato con la Celebrazione Eucaristica: ci siamo salutati e, nel tornare ognuno alle proprie case, certamente nel cuore avevamo qualcosa di pi da portare ai nostri ragazzi e a tutti quelli che incontriamo nel nostro cammino quotidiano. Giorgio ed io ringraziamo tutti coloro che partecipano con assiduit‡ a queste giornate, grazie per l'entusiasmo e per il sacrificio che molti devono fare nello spostarsi da casa. Una cordiale stretta di mano a tutti e Grazie! Annamaria Goitre d i a l o g o 13 La famiglia salesiana ricorda nella preghiera alcuni amici e amiche che ci hanno lasciato in questi mesi, sicuri che ora intercederanno per noi con Maria Ausiliatrice presso il Signore, per il bene dei Cooperatori e dei Giovani.... Biancotti Gianni, Centro ToSan Paolo Arrobbio Don Renzo, Borgomanero Anche in questo numero la Redazione Vi suggerisce alcuni interessanti volumetti utili per la propria riflessione,per la propria preghiera, o per la semplice lettura.... e visto il periodo, perchË no? per un regalino simpatico e diverso dal solito... Persico Suor Maria Rosa, Chieri Santa Teresa Barzero Sapino Vercelli Centro, 365 Fioretti di Don Bosco "Margherita Autore: Michele Molineris N.ro pagine: 400 Occhiena"Giuseppina Destinatari: giovani, adulti, famiglia salesiana Castelli Lina Vercelli, Centro "Margherita Occhiena" Orsini Canepari Salve, Vercelli Centro "Margherita Occhiena" Barberis Grolla Giovanna, Vercelli Centro "Margherita Occhiena" Brondolo Livia, Nizza Monferrato Don Guido Ab‡ (delegato del centro di Lanzo Torinese) 14 d i a l o g o Descrizione: Un raccolta di fatti documentati e rari tratti principalmente dalla Memorie biografiche. Questi racconti, uno al giorno, sono suddivisi secondo i mesi dellíanno. Prezzo di copertina: Ä 18,00. L'angolo della "buona stampa" Francesco Besucco Il pastorello di Don Bosco Messalino Junior Autore: Claudio Russo Collana Testimoni, pagg. 48, Ä 1,40 ´Vidi un ragazzo vestito da montanaro, di mediocre corporatura, di aspetto rozzo e con il volto pieno di lentiggini. Stava con gli occhi spalancati ad osservare i suoi compagni a divertirsiª. CosÏ Don Bosco descrive Francesco Besucco appena entrato nellíOratorio di Valdocco. Questo libretto racconta la storia di un ragazzo di nome Francesco, nato nel 1850 in montagna, ad Argentera, da una famiglia povera ma molto cristiana. Un giorno gli vengono regalate le biografie di Domenico Savio e di Michele Magone. Francesco le legge e ne rimane entusiasta. Va a Torino da Don Bosco: ´Vorrei farmi buono come Domenico e Michele. Mi aiutiª. E Don Bosco lo accoglie e lo educa secondo la formula della santit‡: ´Allegria, Studio, Piet‡ª. Il testo ripropone con linguaggio moderno ma fedele allíoriginale la biografia di Besucco scritta da San Giovanni Bosco. Autori: Autori vari, Gobbin Marino (a cura di) N.ro pagine: 96 Coeditori: Elledici, Messaggero Sant'Antonio; I s t i t u t o S a n G a e t a n o Destinatari: Ragazzi, Bambini Descrizione: Secondo numero di uno strumento nuovo, un compagno di vita di bambini e ragazzi, un aiuto a partecipare, comprendere, vivere la Messa. Contiene i testi del lezionario festivo, spiegazioni, domande per l'interiorizzazione, suggerimenti per la preghiera... Il fascicolo, illustrato, copre i mesi di gennaio e febbraio 2 0 0 8 . Prezzo di copertina: Ä 3.50 Abbonamento annuale: 2008: Ä 18,00. Zeffirino Namuncur‡ Autore: Teresio Bosco Destinatari: ragazzi, famiglia salesiana Descrizione: Profilo biografico del giovane indio missionario che scelse come modello Domenico Savio. MorÏ a 19 anni e dichiarato ´Beatoª nel 2007. N.ro pagine: 32 Prezzo di copertina: Ä 1,40. d i a l o g o 15 Appuntamenti 17 ñ 20 Gennaio 2008 Giornate di Spiritualit‡ della Famiglia Salesiana (Roma, Pisana) 20 Gennaio 2008 Preghiera presso le Camerette per gli Aspiranti che faranno la Promessa nel 2008 (Torino, Valdocco) 3 febbraio 2008 Presentazione Strenna 2008 (Torino, Basilica ore 15,30) 1 ñ 2 Marzo 2008 Esercizi Spirituali proposti per tutta la Provincia 29 Marzo 2008 Giornata di formazione responsabili Centri Locali 6 Aprile 2008 Rinnovo Promessa, per tutti i SC díItalia 11 ñ 13 Aprile 2008 Workshop Famiglie 13 ñ 15 Giugno 2008 Workshop Giovani (Colle don Bosco) 31 Luglio ñ 3 Agosto Esercizi Spirituali per Laici (Annecy, Francia) A tutti voi, l'augurio di un felice Natale di Ges˘ e di un lieto 2008... La Redazione