Percorso spirituale di Quaresima 2015
Comunità pastorale Santa Maria Beltrade e San Gabriele - Milano
«La gioia oltre la prova »
COMUNITÀ PASTORALE SANTA MARIA BELTRADE E SAN GABRIELE
Percorso spirituale 2014-2015
RITROVARE LA GIOIA
CAMMINO SPIRITUALE DI QUARESIMA
venerdì 27 febbraio 2015
L’accidia egoista
Lc 12, 13-21
venerdì 06 marzo 2015
Il pessimismo sterile
Mt 11, 16-19
venerdì 13 marzo 2015
La mondanità spirituale
Mc 7, 1-13
venerdì 20 marzo 2015
La guerra tra noi
Lc 22, 24-30
venerdì 27 marzo 2015
Oltre le divisioni
Celebrazione penitenziale
Terza tappa: Cammino di Quaresima
Ci troviamo a San Gabriele alle ore 21.00
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La gioia oltre la prova
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Percorso spirituale di Quaresima 2015
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Percorso spirituale di Quaresima 2015
Lodate il Signore, voi suoi fedeli, gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele;
Primo incontro – venerdì 27 febbraio 2015
perché egli non ha disprezzato
né disdegnato l’afflizione del povero,
il proprio volto non gli ha nascosto
ma ha ascoltato il suo grido di aiuto.
Canto: Ti chiedo perdono
Da te la mia lode nella grande assemblea;
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!
L’accidia
granai”
egoista:
“Demolirò
i
miei
Ti chiedo perdono, Padre buono per ogni mancanza d'amore,
per la mia debole speranza, e per la mia fragile fede.
Domando a Te, Signore, che illumini i miei passi,
la forza di vivere con tutti i miei fratelli,
nuovamente fedele al Tuo Vangelo.
Per la preghiera
(Salmo 49 (48))
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».
Ascoltate questo, popoli tutti,
porgete l’orecchio, voi tutti abitanti del mondo,
voi, gente del popolo e nobili,
ricchi e poveri insieme.
La mia bocca dice cose sapienti,
il mio cuore medita con discernimento.
Gloria…
Porgerò l’orecchio a un proverbio,
esporrò sulla cetra il mio enigma.
Conclusione
Perché dovrò temere nei giorni del male,
quando mi circonda la malizia
di quelli che mi fanno inciampare?
Ciascuno decide liberamente quando e come concludere la propria
preghiera. Non è previsto alcun rito conclusivo comunitario.
Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
Certo, l’uomo non può riscattare se stesso
né pagare a Dio il proprio prezzo.
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita:
non sarà mai sufficiente
per vivere senza fine
e non vedere la fossa.
Vedrai infatti morire i sapienti;
periranno insieme lo stolto e l’insensato
e lasceranno ad altri le loro ricchezze.
Il sepolcro sarà loro eterna dimora,
loro tenda di generazione in generazione:
eppure a terre hanno dato il proprio nome.
Ma nella prosperità l’uomo non dura:
è simile alle bestie che muoiono.
Questa è la via di chi confida in se stesso,
la fine di chi si compiace dei propri discorsi.
Come pecore sono destinati agli inferi,
sarà loro pastore la morte;
scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà di loro ogni traccia,
gli inferi saranno la loro dimora.
Certo, Dio riscatterà la mia vita,
mi strapperà dalla mano degli inferi.
Non temere se un uomo arricchisce,
se aumenta la gloria della sua casa.
Percorso spirituale di Quaresima 2015
129. Non si deve pensare che l’annuncio evangelico sia da
trasmettere sempre con determinate formule stabilite, o con parole
precise che esprimano un contenuto assolutamente invariabile. Si
trasmette in forme così diverse che sarebbe impossibile descriverle o
catalogarle, e nelle quali il Popolo di Dio, con i suoi innumerevoli
gesti e segni, è soggetto collettivo. Di conseguenza, se il Vangelo si è
incarnato in una cultura, non si comunica più solamente attraverso
l’annuncio da persona a persona. Questo deve farci pensare che, in
quei Paesi dove il cristianesimo è minoranza, oltre ad incoraggiare
ciascun battezzato ad annunciare il Vangelo, le Chiese particolari
devono promuovere attivamente forme, almeno iniziali, di
inculturazione. Ciò a cui si deve tendere, in definitiva, è che la
predicazione del Vangelo, espressa con categorie proprie della
cultura in cui è annunciato, provochi una nuova sintesi con tale
cultura. Benché questi processi siano sempre lenti, a volte la paura ci
paralizza troppo. Se consentiamo ai dubbi e ai timori di soffocare
qualsiasi audacia, può accadere che, al posto di essere creativi,
semplicemente noi restiamo comodi senza provocare alcun
avanzamento e, in tal caso, non saremo partecipi di processi storici
con la nostra cooperazione, ma semplicemente spettatori di una
sterile stagnazione della Chiesa.
Canto
Nada te turbe nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta.
Nada te turbe nada te espante, solo Dios basta.
Possibilità di riconciliazione comunitaria
Salmo per la preghiera personale
Quando muore, infatti, con sé non porta nulla
né scende con lui la sua gloria.
Anche se da vivo benediceva se stesso:
«Si congratuleranno, perché ti è andata bene»,
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(dal Salmo 22 (21))
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
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Riflessione – Esame di coscienza
Testo di meditazione
Continua la lettura dell’Evangelii Gaudium (127-129)
Da persona a persona
127. Ora che la Chiesa desidera vivere un profondo rinnovamento
missionario, c’è una forma di predicazione che compete a tutti noi
come impegno quotidiano. Si tratta di portare il Vangelo alle persone
con cui ciascuno ha a che fare, tanto ai più vicini quanto agli
sconosciuti. È la predicazione informale che si può realizzare durante
una conversazione ed è anche quella che attua un missionario
quando visita una casa. Essere discepolo significa avere la
disposizione permanente di portare agli altri l’amore di Gesù e
questo avviene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella
piazza, al lavoro, in una strada.
128. In questa predicazione, sempre rispettosa e gentile, il primo
momento consiste in un dialogo personale, in cui l’altra persona si
esprime e condivide le sue gioie, le sue speranze, le preoccupazioni
per i suoi cari e tante cose che riempiono il suo cuore. Solo dopo tale
conversazione è possibile presentare la Parola, sia con la lettura di
qualche passo della Scrittura o in modo narrativo, ma sempre
ricordando l’annuncio fondamentale: l’amore personale di Dio che si
è fatto uomo, ha dato sé stesso per noi e, vivente, offre la sua salvezza
e la sua amicizia. È l’annuncio che si condivide con un atteggiamento
umile e testimoniale di chi sa sempre imparare, con la
consapevolezza che il messaggio è tanto ricco e tanto profondo che ci
supera sempre. A volte si esprime in maniera più diretta, altre volte
attraverso una testimonianza personale, un racconto, un gesto, o la
forma che lo stesso Spirito Santo può suscitare in una circostanza
concreta. Se sembra prudente e se vi sono le condizioni, è bene che
questo incontro fraterno e missionario si concluda con una breve
preghiera, che si colleghi alle preoccupazioni che la persona ha
manifestato. Così, essa sentirà più chiaramente di essere stata
ascoltata e interpretata, che la sua situazione è stata posta nelle mani
di Dio, e riconoscerà che la Parola di Dio parla realmente alla sua
esistenza.
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
andrà con la generazione dei suoi padri,
che non vedranno mai più la luce.
Nella prosperità l’uomo non comprende,
è simile alle bestie che muoiono.
Gloria…
Ascolto della Parola
(Lc 12, 13-21)
13Uno
della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con
me l’eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito
giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e
tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è
nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva
dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò,
poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse –:
demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi
raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima
mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia,
bevi e divèrtiti!”. 20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti
sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”.
21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Riflessione
Testo di meditazione
Continua la lettura dell’Evangelii Gaudium (81-83)
No all’accidia egoista
81. Quando abbiamo più bisogno di un dinamismo missionario che
porti sale e luce al mondo, molti laici temono che qualcuno li inviti a
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
realizzare qualche compito apostolico, e cercano di fuggire da
qualsiasi impegno che possa togliere loro il tempo libero. Oggi, per
esempio, è diventato molto difficile trovare catechisti preparati per le
parrocchie e che perseverino nel loro compito per diversi anni. Ma
qualcosa di simile accade con i sacerdoti, che si preoccupano con
ossessione del loro tempo personale. Questo si deve frequentemente
al fatto che le persone sentono il bisogno imperioso di preservare i
loro spazi di autonomia, come se un compito di evangelizzazione
fosse un veleno pericoloso invece che una gioiosa risposta all’amore
di Dio che ci convoca alla missione e ci rende completi e fecondi.
Alcuni fanno resistenza a provare fino in fondo il gusto della
missione e rimangono avvolti in un’accidia paralizzante.
82. Il problema non sempre è l’eccesso di attività, ma soprattutto
sono le attività vissute male, senza le motivazioni adeguate, senza
una spiritualità che permei l’azione e la renda desiderabile. Da qui
deriva che i doveri stanchino più di quanto sia ragionevole, e a volte
facciano ammalare. Non si tratta di una fatica serena, ma tesa,
pesante, insoddisfatta e, in definitiva, non accettata. Questa accidia
pastorale può avere diverse origini. Alcuni vi cadono perché portano
avanti progetti irrealizzabili e non vivono volentieri quello che con
tranquillità potrebbero fare. Altri, perché non accettano la difficile
evoluzione dei processi e vogliono che tutto cada dal cielo. Altri,
perché si attaccano ad alcuni progetti o a sogni di successo coltivati
dalla loro vanità. Altri, per aver perso il contatto reale con la gente, in
una spersonalizzazione della pastorale che porta a prestare maggiore
attenzione all’organizzazione che alle persone, così che li entusiasma
più la “tabella di marcia” che la marcia stessa. Altri cadono
nell’accidia perché non sanno aspettare, vogliono dominare il ritmo
della vita. L’ansia odierna di arrivare a risultati immediati fa sì che
gli operatori pastorali non tollerino facilmente il senso di qualche
contraddizione, un apparente fallimento, una critica, una croce.
83. Così prende forma la più grande minaccia, che «è il grigio
pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto
apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si
va logorando e degenerando nella meschinità». Si sviluppa la
psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in
mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi,
vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra,
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».
Io sono come acqua versata,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si scioglie in mezzo alle mie viscere.
Arido come un coccio è il mio vigore,
la mia lingua si è incollata al palato,
mi deponi su polvere di morte.
Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.
Essi stanno a guardare e mi osservano:
si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.
Gloria…
Ascolto della Parola
(Mt 27, 35-38)
35Dopo
averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte.
seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo
posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei
Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e
uno a sinistra.
36Poi,
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Percorso spirituale di Quaresima 2015
senza speranza, che si impadronisce del cuore come «il più prezioso
degli elisir del demonio». Chiamati ad illuminare e a comunicare
vita, alla fine si lasciano affascinare da cose che generano solamente
oscurità e stanchezza interiore, e che debilitano il dinamismo
apostolico. Per tutto ciò mi permetto di insistere: non lasciamoci
rubare la gioia dell’evangelizzazione!
Quinto incontro- venerdì 27 marzo 2015
Oltre le divisioni
Celebrazione penitenziale
Canto iniziale: Purificami o Signore
Gesto
Purificami, o Signore: sarò più bianco della neve.
Per il percorso quaresimale poponiamo il medesimo gesto ogni
venerdì. Dopo il silenzio contemplativo guardando il Crocifisso ci si
inginocchia e si cantano insieme i 12 Kyrie.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore,
nel tuo affetto cancella il mio peccato
e lavami da ogni mia colpa, purificami da ogni mio errore.
Preghiera
(Madre Teresa di Calcutta)
Purificami, o Signore...
Per la preghiera
(dal Sal 22 (21))
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido!
Mio Dio, grido di giorno e non rispondi;
di notte, e non c’è tregua per me.
Eppure tu sei il Santo,
tu siedi in trono fra le lodi d’Israele.
In te confidarono i nostri padri,
confidarono e tu li liberasti;
a te gridarono e furono salvati,
in te confidarono e non rimasero delusi.
Apri i nostri occhi, Signore,
perché possiamo vedere te
nei nostri fratelli e sorelle.
Apri le nostre orecchie, Signore,
perché possiamo udire le invocazioni
di chi ha fame, freddo, paura.
Apri il nostro cuore, Signore,
perché impariamo ad amarci gli uni gli altri
come tu ci ami.
Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore,
perchè diventiamo un cuor solo e un’anima sola,
nel tuo nome. Amen.
Padre nostro
Antifona Mariana
Ma io sono un verme e non un uomo,
rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente.
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Percorso spirituale di Quaresima 2015
Secondo incontro - venerdì 6 marzo 2015
Il pessimismo sterile: “Abbiamo cantato
un lamento”
Canto iniziale: Beati quelli che ascoltano
Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio,
e la vivono ogni giorno.
(Giovanni Paolo II)
La Tua parola si è fatta uno di noi
mostraci il Tuo volto o Signore.
Parlaci della Tua verità o Signore
ci renderemo testimoni del Tuo insegnamento
Per la preghiera
(Salmo 96(95))
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Per il percorso quaresimale poponiamo il medesimo gesto ogni
venerdì. Dopo il silenzio contemplativo guardando il Crocifisso ci si
inginocchia e si cantano insieme i 12 Kyrie.
Preghiera
La Tua parola ha creato l'universo
tutta la terra ci parla di Te Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
Gesto
Dio dei nostri Padri, grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita, Padre di tutti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli:
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi ed onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Padre nostro
Antifona Mariana
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario.
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
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99. Il mondo è lacerato dalle guerre e dalla violenza, o ferito da un
diffuso individualismo che divide gli esseri umani e li pone l’uno
contro l’altro ad inseguire il proprio benessere. In vari Paesi
risorgono conflitti e vecchie divisioni che si credevano in parte
superate. Ai cristiani di tutte le comunità del mondo desidero
chiedere specialmente una testimonianza di comunione fraterna che
diventi attraente e luminosa. Che tutti possano ammirare come vi
prendete cura gli uni degli altri, come vi incoraggiate mutuamente e
come vi accompagnate: «Da questo tutti sapranno che siete miei
discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). È quello che
ha chiesto con intensa preghiera Gesù al Padre: «Siano una sola cosa
… in noi … perché il mondo creda» (Gv 17,21). Attenzione alla
tentazione dell’invidia! Siamo sulla stessa barca e andiamo verso lo
stesso porto! Chiediamo la grazia di rallegrarci dei frutti degli altri,
che sono di tutti.
100. A coloro che sono feriti da antiche divisioni risulta difficile
accettare che li esortiamo al perdono e alla riconciliazione, perché
pensano che ignoriamo il loro dolore o pretendiamo di far perdere
loro memoria e ideali. Ma se vedono la testimonianza di comunità
autenticamente fraterne e riconciliate, questa è sempre una luce che
attrae. Perciò mi fa tanto male riscontrare come in alcune comunità
cristiane, e persino tra persone consacrate, si dia spazio a diverse
forme di odio, divisione, calunnia, diffamazione, vendetta, gelosia,
desiderio di imporre le proprie idee a qualsiasi costo, fino a
persecuzioni che sembrano una implacabile caccia alle streghe. Chi
vogliamo evangelizzare con questi comportamenti?
101. Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge
dell’amore. Che buona cosa è avere questa legge! Quanto ci fa bene
amarci gli uni gli altri al di là di tutto! Sì, al di là di tutto! A ciascuno
di noi è diretta l’esortazione paolina: «Non lasciarti vincere dal male,
ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21). E ancora: «Non
stanchiamoci di fare il bene» (Gal 6,9). Tutti abbiamo simpatie ed
antipatie, e forse proprio in questo momento siamo arrabbiati con
qualcuno. Diciamo almeno al Signore: “Signore, sono arrabbiato con
questo, con quella. Ti prego per lui e per lei”. Pregare per la persona
con cui siamo irritati è un bel passo verso l’amore, ed è un atto di
evangelizzazione. Facciamolo oggi! Non lasciamoci rubare l’ideale
dell’amore fraterno!
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Gloria…
Ascolto della Parola
(Mt 11, 16-19)
16A
chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che
stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
17“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
18È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È
indemoniato”. 19È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e
dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e
di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere
che essa compie».
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Riflessione
Percorso spirituale di Quaresima 2015
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria.
Testo di meditazione
Continua la lettura dell’Evangelii Gaudium (84-86)
Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
No al pessimismo sterile
Ascolto della Parola
84. La gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà mai
togliere (cfr Gv 16,22). I mali del nostro mondo – e quelli della
Chiesa – non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e
il nostro fervore. Consideriamoli come sfide per crescere. Inoltre, lo
sguardo di fede è capace di riconoscere la luce che sempre lo Spirito
Santo diffonde in mezzo all’oscurità, senza dimenticare che «dove
abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia» (Rm 5,20). La nostra
fede è sfidata a intravedere il vino in cui l’acqua può essere
trasformata, e a scoprire il grano che cresce in mezzo della zizzania.
A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, anche se proviamo dolore
per le miserie della nostra epoca e siamo lontani da ingenui
ottimismi, il maggiore realismo non deve significare minore fiducia
nello Spirito né minore generosità. In questo senso, possiamo
tornare
ad
ascoltare
le
parole
del
beatohttp://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/index_it.htm
in quella memorabile giornata dell’11 ottobre 1962: «Non senza
offesa per le Nostre orecchie, ci vengono riferite le voci di alcuni che,
sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza
sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni
della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e
guai [...] A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti
profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi
incombesse la fine del mondo. Nello stato presente degli eventi
umani, nel quale l’umanità sembra entrare in un nuovo ordine di
cose, sono piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina
Provvidenza, che si realizzano in tempi successivi attraverso l’opera
degli uomini, e spesso al di là delle loro aspettative, e con sapienza
dispongono tutto, anche le avverse vicende umane, per il bene della
Chiesa».
85. Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia
10
(Lc 22, 24-30)
24E
nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da
considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano,
e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26Voi
però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più
giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più
grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a
tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io
preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me,
30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E
siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.
Riflessione
Testo di meditazione
Continua la lettura dell’Evangelii Gaudium (98-101)
No alla guerra tra di noi
98. All’interno del Popolo di Dio e nelle diverse comunità, quante
guerre! Nel quartiere, nel posto di lavoro, quante guerre per invidie e
gelosie, anche tra cristiani! La mondanità spirituale porta alcuni
cristiani ad essere in guerra con altri cristiani che si frappongono alla
loro ricerca di potere, di prestigio, di piacere o di sicurezza
economica. Inoltre, alcuni smettono di vivere un’appartenenza
cordiale alla Chiesa per alimentare uno spirito di contesa. Più che
appartenere alla Chiesa intera, con la sua ricca varietà, appartengono
a questo o quel gruppo che si sente differente o speciale.
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Percorso spirituale di Quaresima 2015
Antifona Mariana
Quarto incontro - venerdì 20 marzo 2015
La guerra tra noi: “Chi è il più grande?”
Canto iniziale: Se tu m’accogli
Se tu m'accogli, Padre buono, prima che venga sera,
se tu mi doni il tuo perdono avrò la pace vera:
ti chiamerò mio Salvatore e tornerò, Gesù con te.
Se nell'angoscia più profonda, quando il nemico assale,
se la tua grazia mi circonda, non temerò alcun male:
t'invocherò, mio Redentore e resterò sempre con te.
Introduzione
Per la preghiera
(dal Salmo 24 (23))
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Alzate , o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia.
18
è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e
disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una
battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo. Chi
comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e
sotterra i propri talenti. Anche se con la dolorosa consapevolezza
delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e
ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: «Ti basta la mia
grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2
Cor 12,9). Il trionfo cristiano è sempre una croce, ma una croce che
al tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza
combattiva contro gli assalti del male. Il cattivo spirito della sconfitta
è fratello della tentazione di separare prima del tempo il grano dalla
zizzania, prodotto di una sfiducia ansiosa ed egocentrica.
86. È evidente che in alcuni luoghi si è prodotta una
“desertificazione” spirituale, frutto del progetto di società che
vogliono Lì «il mondo cristiano sta diventando sterile, e si esaurisce,
come
una terra supersfruttata
che
si trasforma in
sabbia».http://www.vatican.va/holy_father/francesco/apost_exhort
ations/documents/papa-francesco_esortazioneap_20131124_evangelii-gaudium_it.html - _ftn66 In altri Paesi, la
resistenza violenta al cristianesimo obbliga i cristiani a vivere la loro
fede quasi di nascosto nel Paese che amano. Questa è un’altra forma
molto dolorosa di deserto. Anche la propria famiglia o il proprio
luogo di lavoro possono essere quell’ambiente arido dove si deve
conservare la fede e cercare di irradiarla. Ma «è proprio a partire
dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto, che possiamo
nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per
noi, uomini e donne. Nel deserto si torna a scoprire il valore di ciò
che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono
innumerevoli i segni, spesso manifestati in forma implicita o
negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto
c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita,
indichino la via verso la Terra promessa e così tengono viva la
speranza». In ogni caso, in quelle circostanze siamo chiamati ad
essere persone-anfore per dare da bere agli altri. A volte l’anfora si
trasforma in una pesante croce, ma è proprio sulla Croce dove,
trafitto, il Signore si è consegnato a noi come fonte di acqua viva.
Non lasciamoci rubare la speranza!
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Percorso spirituale di Quaresima 2015
Gesto
Per il percorso quaresimale poponiamo il medesimo gesto ogni
venerdì. Dopo il silenzio contemplativo guardando il Crocifisso ci si
inginocchia e si cantano insieme i 12 Kyrie.
Preghiera
(Giuseppe Taliercio)
Padre nostro che sei nei cieli
e che continui a camminare con noi,
con la nostra storia e i nostri problemi,
facci sentire sempre la tua presenza
che ci hai rivelato in Cristo.
Non permettere mai che venga meno
la nostra confidenza in Te
soprattutto quando la tristezza
ci opprime e ci sgomenta.
Facci dono di scegliere sempre
la via della vita.
Fa' che amiamo questo nostro tempo
e vi leggiamo sempre i segni del tuo amore.
Dacci la forza per vivere la vita
come un dono ricevuto dalla tua bontà
e da spendere a servizio degli esseri umani
tuoi figli e nostri fratelli e sorelle.
Padre Nostro
Antifona Mariana
97. Chi è caduto in questa mondanità guarda dall’alto e da lontano,
rifiuta la profezia dei fratelli, squalifica chi gli pone domande, fa
risaltare continuamente gli errori degli altri ed è ossessionato
dall’apparenza. Ha ripiegato il riferimento del cuore all’orizzonte
chiuso della sua immanenza e dei suoi interessi e, come conseguenza
di ciò, non impara dai propri peccati né è autenticamente aperto al
perdono. È una tremenda corruzione con apparenza di bene. Bisogna
evitarla mettendo la Chiesa in movimento di uscita da sé, di missione
centrata in Gesù Cristo, di impegno verso i poveri. Dio ci liberi da
una Chiesa mondana sotto drappeggi spirituali o pastorali! Questa
mondanità asfissiante si sana assaporando l’aria pura dello Spirito
Santo, che ci libera dal rimanere centrati in noi stessi, nascosti in
un’apparenza religiosa vuota di Dio. Non lasciamoci rubare il
Vangelo!
Gesto
Per il percorso quaresimale poponiamo il medesimo gesto ogni
venerdì. Dopo il silenzio contemplativo guardando il Crocifisso ci si
inginocchia e si cantano insieme i 12 Kyrie.
Preghiera
(Miguel Ruiz)
Oggi, mio Creatore,
ti chiedo di aprire i miei occhi e di aprire il mio cuore
perché possa ritrovare la verità della mia vita.
Fa’ che io percepisca con gli occhi dell’amore,
affinché ti trovi ovunque vada
e affinché ti veda in tutto ciò che tu crei.
Oggi, fa’ che tutto ciò che faccio e dico
sia un’espressione della bellezza che è nel mio cuore.
Fa’ che io sia consapevole
della bellezza e della perfezione di tutto ciò che tu crei,
affinché io possa vivere nell’eterno amore per te.
Padre Nostro
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
immanentismo antropocentrico. Non è possibile immaginare che da
queste forme riduttive di cristianesimo possa scaturire un autentico
dinamismo evangelizzatore.
95. Questa oscura mondanità si manifesta in molti atteggiamenti
apparentemente opposti ma con la stessa pretesa di “dominare lo
spazio della Chiesa”. In alcuni si nota una cura ostentata della
liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa, ma senza che li
preoccupi il reale inserimento del Vangelo nel Popolo di Dio e nei
bisogni concreti della storia. In tal modo la vita della Chiesa si
trasforma in un pezzo da museo o in un possesso di pochi. In altri, la
medesima mondanità spirituale si nasconde dietro il fascino di poter
mostrare conquiste sociali e politiche, o in una vanagloria legata alla
gestione di faccende pratiche, o in un’attrazione per le dinamiche di
autostima e di realizzazione autoreferenziale. Si può anche tradurre
in diversi modi di mostrarsi a se stessi coinvolti in una densa vita
sociale piena di viaggi, riunioni, cene, ricevimenti. Oppure si esplica
in un funzionalismo manageriale, carico di statistiche, pianificazioni
e valutazioni, dove il principale beneficiario non è il Popolo di Dio
ma piuttosto la Chiesa come organizzazione. In tutti i casi, è priva del
sigillo di Cristo incarnato, crocifisso e risuscitato, si rinchiude in
gruppi di élite, non va realmente in cerca dei lontani né delle
immense moltitudini assetate di Cristo. Non c’è più fervore
evangelico, ma il godimento spurio di un autocompiacimento
egocentrico.
96. In questo contesto, si alimenta la vanagloria di coloro che si
accontentano di avere qualche potere e preferiscono essere generali
di eserciti sconfitti piuttosto che semplici soldati di uno squadrone
che continua a combattere. Quante volte sogniamo piani apostolici
espansionisti, meticolosi e ben disegnati, tipici dei generali sconfitti!
Così neghiamo la nostra storia di Chiesa, che è gloriosa in quanto
storia di sacrifici, di speranza, di lotta quotidiana, di vita consumata
nel servizio, di costanza nel lavoro faticoso, perché ogni lavoro è
“sudore della nostra fronte”. Invece ci intratteniamo vanitosi
parlando a proposito di “quello che si dovrebbe fare” – il peccato del
“si dovrebbe fare” – come maestri spirituali ed esperti di pastorale
che danno istruzioni rimanendo all’esterno. Coltiviamo la nostra
immaginazione senza limiti e perdiamo il contatto con la realtà
sofferta del nostro popolo fedele.
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Terzo incontro - venerdì 13 marzo 2015
La mondanità spirituale: “Questo popolo
mi onora con le labbra”
Canto iniziale: Signore ascolta
Signore, ascolta, Padre, perdona!
Fa' che vediamo il tuo amore!
A te cantiamo, Redentore nostro,
da te speriamo gioia di salvezza,
fa' che troviamo grazia e perdono.
Ti confessiamo ogni nostra colpa,
riconosciamo ogni nostro errore,
e ti preghiamo: dona il tuo perdono.
Per la preghiera
(dal Salmo 50 (49))
Al malvagio Dio dice:
«Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?
Se vedi un ladro, corri con lui
e degli adùlteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua trama inganni.
Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
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Percorso spirituale di Quaresima 2015
Percorso spirituale di Quaresima 2015
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.
Riflessione
Capite questo, voi che dimenticate Dio,
perché non vi afferri per sbranarvi
e nessuno vi salvi.
Testo di meditazione
Continua la lettura dell’Evangelii Gaudium (93-97)
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio».
No alla mondanità spirituale
riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da
Gerusalemme. 2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli
prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate 3– i farisei infatti
e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le
mani, attenendosi alla tradizione degli antichi 4e, tornando dal
mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano
molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di
stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, 5quei farisei e scribi lo
interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la
tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
6Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come
sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è
lontano da me. 7Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che
sono precetti di uomini.
8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione
degli uomini». 9E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il
comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. 10Mosè
infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre
o la madre sia messo a morte. 11Voi invece dite: “Se uno dichiara al
padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta
a Dio”, 12non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre.
13Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete
tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
93. La mondanità spirituale, che si nasconde dietro apparenze di
religiosità e persino di amore alla Chiesa, consiste nel cercare, al
posto della gloria del Signore, la gloria umana ed il benessere
personale. È quello che il Signore rimproverava ai Farisei: «E come
potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate
la gloria che viene dall’unico Dio?» (Gv 5,44). Si tratta di un modo
sottile di cercare «i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo»
(Fil 2,21). Assume molte forme, a seconda del tipo di persona e della
condizione nella quale si insinua. Dal momento che è legata alla
ricerca dell’apparenza, non sempre si accompagna con peccati
pubblici, e all’esterno tutto appare corretto. Ma se invadesse la
Chiesa, «sarebbe infinitamente più disastrosa di qualunque altra
mondanità semplicemente morale».
94. Questa mondanità può alimentarsi specialmente in due modi
profondamente connessi tra loro. Uno è il fascino dello gnosticismo,
una fede rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una
determinata esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che
si ritiene possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in
definitiva rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o
dei suoi sentimenti. L’altro è il neopelagianesimo autoreferenziale e
prometeico di coloro che in definitiva fanno affidamento unicamente
sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché osservano
determinate norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un
certo stile cattolico proprio del passato. È una presunta sicurezza
dottrinale o disciplinare che dà luogo ad un elitarismo narcisista e
autoritario, dove invece di evangelizzare si analizzano e si
classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si
consumano le energie nel controllare. In entrambi i casi, né Gesù
Cristo né gli altri interessano veramente. Sono manifestazioni di un
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Gloria…
Ascolto della Parola
(Mc 7, 1-13)
1Si
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