Mamma Nina (Venerabile) (28/8/1889 – 3/12/1957) Marianna Saltini, detta Nina, nasce a Fossoli di Carpi, in provincia di Modena, il 28 agosto del 1889 da mamma Filomena Righi e papà Cesare Saltini. Le viene dato il nome della sorellina morta a pochi mesi; anche il maschietto primogenito dei coniugi Saltini muore piccolissimo. Nina è così la primogenita. La sua è una famiglia benestante di proprietari e fittavoli terrieri e il nonno Giuseppe, il capofamiglia, ha rapporti sereni con i suoi salariati dipendenti, un fatto eccezionale per quei tempi di contrasti ne violente rivendicazioni. Un giorno Nina viene sorpresa da un’abbondante nevicata e corre a casa di corsa. Ad un tratto si ferma incredula: i fiocchi di neve hanno la forma di piccole croci. Rivolge il pensiero a Gesù e le croci si mutano in piccole stelline lucenti! Quando arriva a casa lo racconta alla mamma e questa le spiega: “Forse il Signore vorrà da te qualche sacrificio, ma in compenso ti darà tante gioie”. A quei tempi, la prima figlia non è destinata a studiare, perché deve aiutare la mamma in casa e quindi frequenta solo fino alla terza elementare. Presto diventa una ragazza assennata, generosa, molto bella e ritenuta scontrosa dalle amiche, perché non si unisce ai loro pettegolezzi. A vent’anni si fidanza con Arturo Testi, di professione sarto. Il suo matrimonio è contrastato, specialmente dal nonno Giuseppe, perché la professione di Arturo non dà garanzie economiche. Marianna ha un carattere deciso e così il 10 novembre 1910 fugge di casa, di notte, rifugiandosi da alcuni zii di Arturo. Scoppia un inevitabile putiferio, ma alla fine il parroco della Cattedrale di Carpi Eugenio Loschi riesce a mettere pace in famiglia e il 21 dicembre i due fuggiaschi si sposano. Dal loro matrimonio nasceranno sei figli (cinque maschi e una femmina). Oltre ad accudire la casa e allevare ed educare i figli, Nina assiste di notte ammalati poveri della città, con il permesso del marito. Dopo la nascita dell’ultimo figlio, Gioacchino, nel 1925, Arturo si ammala e non si riprenderà più. I parenti convincono Nina a lasciare proprio il piccolo Gioacchino a degli zii senza figli e vendono la villetta di Arturo e Nina senza tenere conto della loro volontà né di quella del fratello di Arturo, comproprietario. Nina si trova a dover traslocare in un appartamentino d’affitto con il marito moribondo. Arturo muore il 21 aprile 1929, lasciando la vedova con sei figli ed una sartoria senza lavoro. LA NUOVA VOCAZIONE Nina scopre da vedova la sua nuova vocazione, facendo una scelta che le costerà critiche ed incomprensioni non solo da parte di estranei, ma anche e soprattutto dai familiari, primi fra tutti i figli. Tre dei suoi figli li manda in collegio da don Alberione, fondatore dei Paolini, con cui manterrà sempre uno stretto contatto, anche epistolare. Il primo lo manda a Parigi, impegnando le macchine del laboratorio di famiglia, per studiare “haute couture” e l'ultimo nato lo manda a vivere dal fratello e dalla cognata, senza figli. La figlia Maria, l'unica femmina, è quella che più di tutti e più a lungo ce l'avrà con la mamma. Nina riesce però ad assicurarle un buon futuro facendole frequentare il collegio delle suore Orsoline a Modena, pur non potendo pagare la retta. Maria diventerà maestra e lavorerà a Terni, comprendendo infine la sofferenza della sua mamma nel dover “abbandonare” i suoi figli per seguire le figlie spirituali che Gesù aveva in serbo per lei... Mamma Nina scriverà poi: “Lasciai che Gesù, togliendomi l'affetto umano, mi facesse sentire mamma spirituale”. Per un certo periodo affianca anche il fratello, don Zeno, il fondatore di Nomadelfia, che la vorrebbe volentieri con sé come valido aiuto. Ma Nina sente di avere una vocazione autonoma, anche se simile a quella del fratello. Dal 1934 infatti inizia a raccogliere a Carpi le figlie delle prostitute, le ultime fra gli ultimi, quelle che nemmeno l'assistenza cattolica segue... LA DIVINA PROVVIDENZA AL LAVORO Nel 1936 il vescovo di carpi approva lo statuto della Casa della Divina Provvidenza, così chiamata perché mamma Nina si rifiuta categoricamente di chiedere qualsiasi aiuto: deve pensarci il Cielo ad aiutare le sue bambine! E infatti, come citato nel sottotitolo del libretto curato da R. Rinaldi: Gesù mette sempre a tavola le mie bambine. Anche quando non c'è proprio niente da cucinare, si preparano le pentole e in qualche modo arriva il cibo da cuocervi dentro!!! Mamma Nina fonda una specie di congregazione religiosa, che deve avere come base la famiglia . Nel 1937 è ricevuta dal Papa Pio XI e l'anno successivo, durante la prima Messa del figlio Vincenzo (in seguito missionario paolino in Oriente) riceve con altre cinque compagne il saio di Figlia di san Francesco. Nel 1941 tiene testa da sola a Mussolini, in visita a Carpi, gli mostra la sua opera e gli dona un crocifisso. In unione con la rete di Odoardo Focherini (altro santo dell'epoca, morto in un lager) ospita nella sua casa profughe ebree e rifugiati politici. Nel dopoguerra conosce anche Padre Pio e si reca a visitarlo a San Giovanni Rotondo. IL FUTURO DELLE SUE BAMBINE Intanto, alcune delle sue bambine crescono e mettono su famiglia. Mamma Nina, come ogni mamma, prepara le ragazze al Sacramento, organizza festicciole e balli, accetta i fidanzati in casa, aiuta le ragazze con il corredo e con il pranzo, le porta all'altare... Le segue anche dopo il matrimonio, partecipa alle loro gioie, condivide le difficoltà... sempre accanto con le premure di una buona mamma. Qualche volta, come capita in tutte le famiglie, fa scelte che le sue bambine non capiscono. Una volta, alcune di loro si ribellano tutte insieme, dicendole che è stata la causa della morte di suo marito e che aveva abbandonato sulla strada i suoi figli. Mamma Nina, ancora scossa da quelle terribili accuse, decide di fare gli gnocchi fritti per allietare le bambine e farle sentire meglio. Mentre sta preparando quella leccornia, mette il braccio nell'olio bollente senza accorgersene… una sorella urla e le fa togliere il braccio dalla pentola: miracolosamente non si è fatta nulla!!! “Vedete quanto è buono Gesù? Non è nemmeno arrabbiato con me per i pensieri cattivi che ho avuto poco fa...” sorride tranquilla asciugandosi il braccio. FACCIAMO A META'? Un giorno, nel 1938, va a Roma con due piccine e un fiasco di latte. Vuole andare alla Pia Società San Paolo, dove vivono due dei suoi figli sacerdoti. Si perde per Roma e arriva al capolinea in piazza Venezia. Un signore le spiega che ha sbagliato strada; sta arrivando un temporale, meglio ripararsi. Quel signore le accompagna a un bar lì vicino, e mamma Nina racconta della sua vocazione. Nel bar c'è Luigi Pelliccioni, che aiuta al banco gli zii. Resta colpito da mamma Nina e le chiede se può prendere con lei sua sorella Maria, che ha 12 anni e vive vicino a Riccione, sola con il papà perché sono orfani di mamma. Mamma Nina dice di sì. Qualche anno dopo, quando Maria di anni ne ha già 19, succede un fatto curioso. Sono a vedere un film su Don Bosco e nella scena c'è un ragazzino mogio a cui Don Bosco porge un frutto dicendo: “Facciamo a metà ?”; il ragazzino accetta: sarà il suo successore, don Rua. Mamma Nina tocca la spalla a Maria e le ripete sorridendo la medesima domanda: “Facciamo a metà ?”. La ragazza risponde: “Sì, sì” senza dar peso al significato più profondo di quel “sì”. Nei giorni successivi, però, ne prende coscienza e scappa da mamma Nina, per non sentirsi ripetere la domanda... cerca di scappare ai progetti di Dio, ma... alla fine, il 13 ottobre 1947, nella chiesa della Sagra, Maria Pelliccioni diventerà sorella Teresa. Dieci anni dopo, nel 1957, sorella Teresa succede a Mamma Nina e diventa Mamma Teresa … e dopo la morte... Mamma Nina muore il 3 dicembre 1957, serenamente, dopo aver cresciuto circa 1000 bambine. Il processo di beatificazione è iniziato nel 1985 e si è concluso il 4 dicembre 1988 ad opera di Monsignor Alessandro Maggiolini, Vescovo di Carpi, con la sua dichiarazione di Serva di Dio. Il 23 aprile 2002, alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II, sono state riconosciute le sue virtù eroiche. Le suore di mamma Nina continuano ad occuparsi di donne in difficoltà e bambini. Nel 2002 è stata fondata la Onlus Agape di Carpi che finora ha assistito 232 mamme e 258 bambini. Nel 2006 è stata fondata l'Agape di Modena. Nel 2012, a causa del terremoto che ha colpito la regione, anche le suore di mamma Nina si sono dovute spostare da Carpi. Sono state per una decina di mesi nella casa estiva vicino a Riccione. Sono ritornate a Carpi nell'aprile 2013, pronte a continuare il lavoro intrapreso... e sono ancora guidate da Mamma Teresa. ALCUNI SCRITTI PRESENTAZIONE Un piccolo libretto porta alcuni scritti importanti: inizia con la lettera al Papa in cui mamma Nina spiega semplicemente la sua vita e i risultati ottenuti perché le bimbe del disonore Gesù le ha trasformate nelle Sue predilette, per il rinnovamento della società. Il tono è discorsivo, semplice, e Mamma Nina spiega come sia nata la sua opera e i buoni frutti che sta dando: famiglie cristiane , contegno retto e modesto… Segue una seconda parte dove si spiegano nel dettaglio le fondamenta della sua opera, basata tutta sulla fede nella Divina Provvidenza e nella preghiera: LE FONDAMENTA DELL’OPERA Casa della Divina Provvidenza: Statuto per fondare l’Ordine religioso Femminile Francescano. Mamma Nina esordisce con “Formeremo una grande famiglia di tante sorelle: si chiameranno Figlie di San Francesco perché appunto il nostro protettore è san Francesco d’Assisi” La prima regola è quella del non possedere nulla, “solo confidare dall’Alto”. La seconda è la fiducia nei Santi, da Dio” destinati ad essere gl’incaricati della nostra famiglia” Seguono con precisione gli incarichi di ogni Santo: il cassiere è s. G.Cottolengo e pregandolo certamente non avremo in più, ma sempre il necessario quotidianamente ; il segretario s.Antonio da Padova, che tanto ha amato i poveri; l’economo s.Paolo Apostolo; i consiglieri contro le indecisioni volute dal demonio s.L.Gonzaga e s.G.Bosco; il provveditore s.Gaetanopadre della provvidenza; due direttrici da pregare per avere delle bambine buone, ubbidienti, la nostra consolazioe s.Teresa del Bambino Gesù e s.Rita. Infine, la REGOLA PARTICOLARE DELLE ASSISTENTI con lo svolgersi della giornata e dei vari impegni, primo fra i quali è Amare il SS.mo Tabernacolo, Gesù Crocefisso, la Beata Vergine del Buon Consiglio nostra Protettrice con tutta la nostra forza , se vogliamo farci sante e per essere d’esempio in casa alla nostra famiglia. Seguono una serie di mansioni e dettami di tipo pratico, descritti in modo chiaro e inequivocabile… Risolutamente non si deve mancare di carità (punto 7) Amare il prossimo, i nostri fratelli, come noi stessi, pronte a soffrire rassegnate, vivere colle bambine, mangiare uguale a loro ed assieme dormire in mezzo a loro. A tavola senza tovaglia, vivere coi poveri il più sarà possibile, aiutarli, assisterli, compatirli, amarli. Pratichiamo la pietà cristiana come il nostro Protettore san Francesco ci ha insegnato dando l’esempio ciascuna.(punto 8). Mamma Nina si firma “Povera serva di Gesù Nina Saltini” il 13 dicembre 1934. Nel piccolo ma nutrito libretto si prosegue poi con un PROGRAMMA CHE DOVREMO METTERE IN PRATICA dove si parla del lavoro con le bambine ma anche dell’assistere i malati a domicilio e dell’aiuto alle Missioni , concludendo con alcune note sulle consorelle che entreranno nella congregazione, che dovranno essere munite non di una dote in soldi, ma di un’altra molto più preziosa, confidenza. Infine, una LETTERA ALLE SORELLE E FIGLIOLE DELLA CASA, datata 3 luglio 1941, in cui mamma Nina espone anche la sua determinazione nel lottare contro le mode immorali grazie all’aiuto di Gesù: lotterò se anche seccante per la gloria di Dio e per la salvezza dell’anima. Mamma Nina annota anche una simpatica canzoncina e una preghiera ispirate da Dio. Ecco la CANZONCINA Voglio amarti mio Gesù; voglio amarti sempre più ! Sta con me o buon Gesù; voglio venir con Te Lassù ! Chi confida e crede in Te, troverà pace quaggiù; e un giorno in eterno la felicità Lassù. Quante anime con me; me le hai date tutte Te. Caro Gesù resta con me; voglio portarle tutte a Te. In Paradiso ci aspetterai, quanta festa a lor farai. Son le Tue pecorelle, solo Tu le puoi salvar ! UNA TESTIMONIANZA Non è facile avere una testimonianza di prima mano, quando si fa un lavoro bibliografico, ma questa volta ne posso allegare una. Si tratta di una testimonianza regolarmente inviata al postulatore della causa, a suo tempo. Ascoltiamo Lucia Manicone, classe 1933, nata a Milano ma vissuta a Carpi fino al 1956, anno del proprio matrimonio. Siamo agli inizi degli anni 2000: la signora Lucia si trova a San Remo (in Liguria) per trascorrere alcuni giorni di vacanza in compagnia del marito. Ha appena saputo notizie del processo di beatificazione di mamma Nina. La signora Lucia infatti segue “da lontano” le notizie dell'amata Carpi, dove ancora risiede una sua sorella. In giovinezza ha seguito l'altra sua sorella in alcuni momenti di “festa” organizzati da mamma Nina, conoscendola personalmente. (vedi foto allegata con Lucia Manicone in mezzo ad alcune “ragazze di mamma Nina” ad una di queste feste). Lucia Manicone sta attraversando una strada molto affollata sul lungomare di San Remo e cerca di passare sulle strisce pedonali, ampiamente segnalate. Un'auto si ferma per lasciarla attraversare, ma dietro c'è una moto che passa ignorandola... sta per essere presa in pieno e prega mamma Nina! La moto passa senza alcun danno a lei o ad altri. (N.B. Posso garantire personalmente sulla veridicità dell'episodio, perché Lucia Manicone è tuttora in vita... ed è mia madre!) Annamaria Girardi BIBLIOGRAFIA - Scritti di mamma Nina; - Giovanni Saltini Mamma Nina ed. Paoline 1959; - A. Zirindoli, La straordinaria normalità di mamma Nina, da Città Nuova, n.6, 1990; - Remo Rinaldi La venerabile Mamma Nina Saltini ed. san Paolo 2007; - Nina –Storia di una mamma che si fidava di Gesù , pubblicazione a cura della Fondazione Casa della Divina Provvidenza, 2007; - articolo di Roberto Beretta Mamma Nina , sorella “troppo” santa, “Avvenire” del 7 agosto 2013; - testimonianza di Lucia Manicone su un' intercessione di mamma Nina. – breve articolo da Voce di Carpi del 25 aprile 2013 da