Il
ANNO
X°
30 settembre 2012
CIAVARRO
Numero 43
Cronaca di vita associativa
Foglio trimestrale interno , riservato ai soli soci, di notizie, informazioni, idee e tante altre cose della
ASSOCIAZIONE DEI MARCHIGIANI E UMBRI DI MILANO “E. MATTEI”
dal 1950
E’ iscritta all’Albo Regionale delle Associazioni dei marchigiani residenti in altre Regioni italiane.
Premiata con l’Ambrogino d’oro nell’anno 2001
SEDE : Via Peschiera ,1 – 20154 Milano
REDAZIONE : presso G.B. Ortenzi, via Raffaello Sanzio,20 -20094 Corsico - Milano
Recapiti telefonici : tel.02- 44 05 683 – – Fax 02 – 44 06 175
Siti Internet : www.ilciavarro.it
www. marchigianieumbrienricomattei.eu
L’AUTUNNO “CALDO”
Ricominciamo con entusiasmo la vita
dell’Associazione, al rientro dalla pausa estiva,
nonostante la stagione che andiamo ad iniziare
non si annunci con favorevoli auspici.
D’altra parte, da ormai molti anni, gli autunni
italici sono preannunciati, e purtroppo spesso sono
stati, “caldi” e non, o non solo, nel senso
meteorologico.
Nel pieno autunno di 50 anni
fa il grande italiano e
marchigiano Enrico Mattei
fu assassinato, verità ormai
“storica” anche se non
giudiziaria,
facendo
esplodere il suo aereo
proprio
in
coincidenza
geografica, non si sa quanto
voluta,
con
il
primo
giacimento di gas da lui scoperto nella pianura
padana.
Lo ricorderemo degnamente con una nostra
iniziativa di cui vi informeremo per tempo.
Nel tardo autunno del 1969 la bomba nella BNA
di piazza Fontana a Milano inaugurò la terribile
stagione degli “anni di piombo”. Purtroppo anche
in questo caso la verità giudiziaria non è mai stata
stabilita e questo ci rattrista enormemente.
L’autunno, dopo la piacevole e, spesso,
“dispersiva” estate, ci riporta alla realtà, alla
concretezza del quotidiano.
I nostri valori, quelli per i quali viviamo anche
quest’avventura associativa, pur apprezzando la
gioia del vivere connessa con l’estate, sono
sempre solidamente ancorati alla realtà.
Per questo l’autunno non ci spaventa.
La crisi economica, l’incertezza della prospettive
e dei valori, noi le affrontiamo con la forza delle
nostre idee.
In questo ci aiuta l’esempio del nostro socio
decano Mario Mancigotti, che, alla soglia dei 90
anni, continua a combattere le sue battaglie ideali
e culturali (come documentiamo in un articolo
all’interno). Lo festeggeremo adeguatamente nelle
prossime settimane.
Insomma, avete capito, nessun “autunno caldo” ci
farà deflettere dalla volontà di portare avanti il
nostro tradizionale “ottimismo della ragione”.
Buon nuovo anno associativo a tutti e….stiamo
sempre tutti vicini e uniti!!
Pierfrancesco Fodde
1
MANIFESTAZIONE CANTARINIANA A PESARO
13 e 14 AGOSTO 2012 “Itinerari cantariniani: la vita e l’opera
di Simone Cantarini”
La Presidenza del Consiglio della Provincia di Pesaro e Urbino, in collaborazione con il
Comune di Pesaro, il Consiglio del Quartiere n. 3, la Pro Loco di Candelara e
l’Associazione dei Marchigiani e Umbri di Milano “E. Mattei”, in occasione del IV°
centenario della nascita di Simone Cantarini,
hanno
promosso la proiezione di due
audiovisivi, firmati dal nostro socio decano dott.
Mario Mancigotti, per conoscere la vita e
l’opera pittorica di Simone Cantarini detto “Il
Pesarese”.
Le proiezioni dei due filmati hanno avuto luogo
lunedì 13 e martedì 14 agosto 2012 presso il
giardino di Palazzo Ricci a Pesaro,
alla
presenza dell’autore. L’amico Mancigotti, come
noto, ha iniziato a studiare Cantarini durante la
sua tesi di laurea nel 1946 e da allora ha
profuso tante energie per questa ricerca; nel
1975 ha firmato la prima monografia pubblicata
dalla Banca Popolare Pesarese.
Attraverso questi filmati il numeroso pubblico
ha rivissuto le vicende biografiche di Simone,
dal suo battesimo nella chiesa parrocchiale di
San
Cassiano
a
Pesaro,
alla
sua
consacrazione artistica presso la chiesa di San
Pietro in Valle a Fano; il suo ingresso nella bottega del Reni a Bologna e la successiva
rottura del rapporto artistico-personale dei due artisti. Il successivo ritorno a Pesaro,
l’amicizia con il cardinal Antonio Barberini, il viaggio a Roma ed il ritorno a Bologna con
l’apertura di un suo studio, la presenza presso la corte dei Gonzaga. Si tratta di una
gloriosa strada che si interrompe tragicamente con la prematura morte di Simone a
Verona.
È stata questa un’ulteriore occasione per appassionati d’arte e
villeggianti per conoscere questo artista, definito “genio e
ribelle” nelle due mostre allestite a Fano ed a Pesaro. I filmati
mettono in mostra come questo artista, vissuto solo trentasei
anni, sia stato un raro cantore della bellezza, soprattutto in
soggetti religiosi. Il dott. Mancigotti è intervenuto con alcuni
approfondimenti.
Complimenti all’amico Mario in prossimità dei suoi 90 anni!!
Pierfrancesco Fodde
2
Rossini Opera Festival
Pesaro 2012
di Pierserafino Marsico
Caro Ciavarro,
anche quest’anno, malgrado la non facile situazione generale, l’offerta del festival
rossiniano è stata di notevole qualità. Alle tre opere in cartellone, delle quali dirò subito
dopo, si sono infatti affiancati “Il viaggio a Reims” eseguito dagli allievi dell’Accademia
Rossiniana, i “Concerti di Belcanto” interpretati da Jessica Pratt, “La Bottega Fantastica”, con
musiche di Britten, Corghi e Respighi, cantati dal soprano Gemma Bertagnolli, i “Péchés de
la Vieillesse” eseguiti da Bruno Canino, Paolo Restani, Alessandro Marangoni e Stefan Irmer,
la “Rossinimania” con brani da Semiramide eseguiti sulla chitarra da Izhar Elias, “Voce che
tenera” con musiche di Rossini, Bellini e Donizetti interpretate dal soprano Mariella Devia e,
in forma di concerto, il “Tancredi”.
In collaborazione con la Fondazione Rossini hanno anche avuto luogo alcuni “Incontri” per
l’ascolto di “Ciro in Babilonia” (Daniele Carnini e Ilaria Narici), della “Matilde di Shabran”
(Marco Beghelli), del “Viaggio a Reims” (Damien Cohen) e su “Rossini e la Francia” (Claudio
Strinati), tutti di altissima qualità e del massimo interesse.
Le opere in cartellone.
Come di consueto, le opere “principali” sono state tre: “Ciro in Babilonia”, “Matilde di Shabran” e “Il Signor
Bruschino”.
marzapane, con un gagliardetto con su scritto “Ciro”;
Ha aperto la rassegna
l’albero maestro era rotto, le vele strappate, ed essa
“Ciro in Babilonia, o sia
era inclinata da un lato e galleggiava in un mare di
la
caduta
di
crema. L’allegra brigata fece a pezzi ridendo la mia
Baldassarre”, dramma in
imbarcazione naufragata”.
due atti composto da
“Per quest’opera –scrisse in seguito Rossini- ho avuto
Rossini su libretto del
una terrificante seconda donna. Non soltanto era
conte ferrarese Francesco
brutta oltre il lecito, ma anche la voce era al di sotto di
Aventi, andato in scena al Teatro Comunale di Ferrara
ogni decenza". La poverina possedeva, di fatto, una
il 14 marzo 1828.
sola nota, il si bemolle centrale. "Dunque scrissi per lei
La vicenda si svolge a Babilonia, città nella quale il re
un'aria nella quale non dovesse cantare nient'altro che
assiro Baldassare tiene prigionieri la moglie Amira e il
questa nota. Essa le venne però così bene che il
figlio Cambise del persiano re Ciro. Quest’ultimo,
pubblico andò in delirio lo stesso. La mia monotona
introdottosi sotto mentite spoglie nel palazzo di
cantante fu felicissima del suo trionfo".
Baldassare, viene riconosciuto, fatto prigioniero e
Per la cronaca, si trattava dell’aria “Chi disprezza
condannato a morte da quest’ultimo. L’intervento
compra”, un’aria "di sorbetto" affidata al secondo
divino, mediato dal profeta Daniello, fa salvi sia Ciro
soprano affinché si segnalasse mentre nei palchi si
che i suoi famigliari e determina il crollo della potenza
distribuivano i sorbetti, quindi col pubblico molto
assira.
distratto. Tuttavia, preceduta e accompagnata dalla
Nel tempo, quest’opera ha avuto un andamento
viola solista, la melodia riuscì perfettamente a
altalenante ma, dopo una iniziale freddezza di critica e
prevalere sul brusio del Comunale
di pubblico, è stata più volte ripresa con successo.
Tuttavia, in occasione di un suo incontro con il
Al ROF il successo dell’opera è stato clamoroso,
musicista Ferdinand Hiller, il quale ne riferì nelle sue
merito anche della regia innovativa e di grande
“Chiacchierate con Rossini” (“Plaudereien mit
suggestione di David Livermore, della direzione attenta
Rossini”) il compositore affermò che Ciro “ … fa parte
e convincente del M° Will Crutchfield e delle voci
dei miei fiaschi. Quando ritornai a Bologna, dopo la
superlative di Jessica Pratt (Amira), Ewa Podles (Ciro,
sua sfortunata rappresentazione, trovai l’invito a un
“en travesti”), Michael Spyres (Baldassare), Carmen
picnic. Ordinai da un pasticcere una nave di
3
Romeu (Argene), Mirco Palazzi (Zambri), Robert
McPherson (Arbase) e Raffaele Costantini (Daniello).
In merito alla regia ricordo che Livermore ha voluto
mimare il cinema muto con l’uso di immagini e di
didascalie proiettate da pellicole rese “antiche” dal
regista con rigature di luce verticali a rapido
scorrimento del tipo che qualcuno ricorderà forse come
una componente ineliminabile dei film d’anteguerra.
Sul palcoscenico, la presenza dei coristi in abiti “Anni
Venti” sottolineava con grazia il riferimento, di sapore
quasi shakespeariano, a uno spettacolo che trova
svolgimento all’interno di un altro spettacolo.
“Matilde di Shabran, o sia Bellezza e Cuor di ferro”, melodramma
giocoso in due atti, composto su libretto di Giacomo Ferretti, andato in
scena a Roma il 24 febbraio 1821. Faccio notare che la versione
presentata a Pesaro corrisponde non a quella della prima, che conteneva
alcuni recitativi e arie scritti da Giovanni Pacini, che dovette intervenire
in aiuto di Rossini, oberato dal lavoro e in grande ritardo sui tempi di
consegna, ma alla successiva revisione, con partitura esclusivamente
rossiniana, destinata alla rappresentazione, che ebbe luogo nel novembre
dello stesso anno, presso il Teatro Fondo di Napoli e che vide lo stesso
Rossini maestro al cembalo e Nicolò Paganini primo violino e direttore
d’orchestra. Semplificando, la vicenda è la seguente. Matilde, orfana di un eroe caduto sul campo di battaglia, si
propone –con successo- di conquistare il cuore di Corradino, feudatario misogino e crudele. Sono comprimari un
menestrello (Isidoro) e la rivale sconfitta in amore da Matilde (la Contessa), affiancati da figure di contorno.
L’opera ha riscosso il successo del pubblico e la cosa non potrà stupire se aggiungo che il personaggio di Corradino era
impersonato da Juan Diego Florez, Matilde da Olga Peretyatko e Isidoro da Paolo Bordogna, tutti veramente magistrali.
Molto suggestiva la regia di Mario Martone che ha optato per un’azione senza cambi di scenografia, consistente,
quest’ultima, in una grande scala a chiocciola a due bracci mobili conducenti all’interno del castello di Corradino, sì che
lo spettatore può soltanto immaginarlo ma non vedere.
L’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna è stata diretta dal M° Michele Mariotti. Direttore del coro il M° Lorenzo
Fratini.
“Il
Signor
Bruschino,
ossia il figlio
per azzardo”,
farsa giocosa
in un atto,
libretto
di
Giuseppe
Foppa,
è
andato in scena al Teatro Moisé di Venezia il 27
gennaio 1813. All’epoca, Rossini aveva 21 anni.
La vicenda è del tutto tradizionale e narra di un tutore il
quale decide di dare in sposa la propria “pupilla” a un
uomo di sua scelta. Lo spasimante della pupilla è però
un altro. Dopo una serie di sorprese, di colpi di scena e
di scambi di persona, i due cuori finalmente si
incontrano. Fine dell’opera.
Le scene e i costumi sono stati disegnati
dall’Accademia di Belle Arti di Urbino all’insegna
dell’attualità e contemplavano l’impiego di cellulari,
apri-porta elettrici, monopattini, di gite scolastiche e di
altre amenità. Il pubblico ha gradito.
Protagonisti: Carlo Lepore (Gaudenzio), Maria Aleida
(Sofia), Roberto Candia (Bruschino senior), Franisco
Brito (Bruschino junior), David Alegret (Florville) e
Chiara Amari (Marianna).
Direttore: Daniele Rustioni. Regia del “Teatro
Sotterraneo”. Orchestra Sinfonica G. Rossini.
“Il Viaggio a Reims, ossia l’albergo del Giglio d’Oro”, dramma giocoso in un atto,
libretto di Luigi Balocchi, tratto dal romanzo “Corinne ou de l’Italie” (1807) di AnneLouise de Staël-Holstein. Questa “cantata scenica”, ormai indissolubile dal festival
rossiniano, fu rappresentata per la prima volta al Théâtre Italien di Parigi il 19 giugno
1825 con la celebre Giuditta Pasta nel ruolo di Corinna. La vicenda si svolge a
Plombières presso l’albergo termale “Al Giglio d’Oro”. Un gruppo di ospiti
dell’albergo di varie nazionalità vorrebbe recarsi a Reims per assistere
all’incoronazione del re Carlo X ma, sfortunatamente, risulta impossibile trovare i cavalli per il viaggio. La delusione
4
viene però rapidamente superata dalla notizia che, dopo l’incoronazione, il re si porterà a Parigi e che nella Capitale
sono in programma grandi festeggiamenti. In attesa di partire per Parigi, i presenti decidono allora di organizzare un
grande convito al quale invitano a partecipare tutti gli abitanti di Plombières.
Il cast di quest’anno, benissimo diretto dal M° Piero Lombardi ed eseguito dall’“Orchestra Sinfonica G. Rossini”, era
formato dagli (ex) allievi dell’Accademia di Canto rossiniana, che i pesaresi avevano già avuto la fortuna di apprezzare,
sotto la direzione del M° Zedda, nel mese di luglio di quest’anno presso il Teatro Sperimentale. Sia allo Sperimentale
che al Rossini i giovani interpreti hanno dato una prova entusiasmante di impegno e di bravura, e non è difficile
vaticinare che, in un futuro non lontano, essi “saranno famosi”. Ritengo pertanto opportuno ricordarli uno per uno. Essi
sono: J. Montaradze, M. Sicilia, R. Lupinacci, L. Jorstad, H. Sabirova, A. Pegova, D. Giusti, R. Bills, A. Luciano, M.
Bulajic, B. Anderzhanov, D. Luciano, F. Fontana, D. Shikhmiri, L. Nincheri, M. Olivieri, A. Roznyai, S. Angelova, F.
Kato.
La cantata fa parte delle numerose -una dozzina- “pièces de circonstance” sollecitate dalla Corte per celebrare
l’avvento al trono del nuovo sovrano.
Il concertato finale originale prevedeva 13 voci ma Rossini dovette aggiungerne una quattordicesima perché, all’epoca,
in Francia il numero 13 era in sospetto di “giacobinismo”.
E’ stato emozionante ascoltare 14 voci cantare limpidamente all’unisono in maniera impeccabile questo finale che, per
la sua tessitura, è probabilmente un unicum nella storia della musica operistica.
“Tancredi”, melodramma eroico in due atti su libretto
di Gaetano Rossi tratto dalla tragedia “Tancrède” di
Voltaire. Prima rappresentazione al Teatro della Fenice
di Venezia il 6 febbraio 1813, lo stesso anno del
Bruschino e dell’Italiana in Algeri. Maestro al cembalo
Gioachino Rossini.
La vicenda si svolge a
Siracusa.
Amenaide,
innamorata di Tancredi,
è dal padre destinata in
moglie a un altro
cavaliere.
Dopo
numerose peripezie che
vedono Amenaide accusata di tradimento e condannata
a morte, la giustizia trionfa e, scagionata da ogni
accusa, l’eroina può finalmente coronare il suo sogno
d’amore.
A Pesaro l’opera è stata eseguita in contemporanea nel
Teatro Rossini e trasmessa per la cittadinanza, su un
maxi-schermo, nella Piazza del Popolo.
Molto applaudito il cast: Antonio Siragusa (Argirio),
Daniela Barcellona (Tancredi, “en travesti”), Mirco
Palazzi (Orbazzano), Elena Tsallagova (Amenaide),
Chiara Amaru (Isaura), Carmen Romeu (Ruggiero, “en
travesti”).
Coinvolgente la direzione del M° Alberto Zedda che ha
guidato l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.
Un cordiale saluto e, naturalmente, al prossimo anno.
Pierserafino Marsico
Leggende Umbre :
Thyrus
il drago di Terni
La città di Terni ha uno stemma in cui figura un drago: il Thyrus. La leggenda vuole che questo drago, dall’aspetto
orribile e dall’alito mefitico, si aggirasse nelle zone , nei dintorni di Terni , aggredendo contadini e passanti per poi
spingersi anche nei pressi della città , seminando così il terrore in tutti gli abitanti. Nonostante i continui inviti da
parte del Consiglio degli Anziani della città a tutti i valorosi guerrieri per trovare chi potesse uccidere o scacciare
questo mostro , nessuno si faceva avanti. Finalmente però un giorno un giovane e valoroso guerriero ,stanco di
assistere alla morte dei suoi cittadini ed allo spopolamento di Terni, dopo una tremenda e sanguinosa lotta uccise il
drago.
Ogni leggenda ha un fondo di verità e affonda le sue radici nelle vicende storiche del territorio in cui nasce. Quando
non ci si spiega un fenomeno naturale,quando l’esperienza non basta a trovare la verità, quando le paure sono
irrazionali, là nascono le leggende. In Umbria come in qualsiasi parte d’Italia.
5
LOMBARDIA La religiosità dei Lombardi
La terra in cui viviamo I lombardi sono, e soprattutto sono stati in passato, animati da un forte sentimento religioso, che li ha spinti a realizzare le strutture verso cui indirizzare la propria spiritualità. Ne fanno fede la grande diffusione di costruzioni sacre che possiamo ritrovare ovunque, non solo nelle grandi città, ma anche nell’ambito rurale e soprattutto montano. In ogni caso tutte queste strutture sono essenzialmente il frutto della fede popolare, essendo state realizzate, se non possibile direttamente, con l’apporto economico di tutti, comprese le classi più umili. Ci sono naturalmente le grandi cattedrali, con in testa il grandioso Duomo di Milano, e poi una serie di edifici religiosi più piccoli sparsi per tutto il territorio. Alcuni, i più antichi, risalgono al periodo romanico. Purtroppo il romanico puro, che è forse lo stile architettonico che maggiormente richiama alla spiritualità, è diventato difficile da trovare, soprattutto negli interni, a causa delle modifiche barocche apportate dopo la Controriforma nel Cinque e Seicento. Ci sono poi tanti Santuari, frutto della devozione per lo più alla Madonna, ma anche ad altri Santi. Edifici a volte imponenti, come il Santuario di Caravaggio, altre volte di dimensioni più contenute. In questa categoria ricadono anche i Sacri Monte, santuari situati in alto, allo sbocco di strade che scavalcano le Alpi. I Sacri Monte sono concepiti come un cammino di elevazione verso l’alto, dalla realtà terrena verso Dio. In alto c’è la Chiesa, il Santuario vero e proprio. Per arrivarci però dal basso, occorre percorrere a piedi una Via Crucis, vista come cammino di espiazione, scandito da tante cappelle dove compaiono, dipinte o scolpite, immagini della vita di Gesù. Il cammino è sempre in ripida salita, e simboleggia la fatica che l’anima deve sostenere per elevarsi a Dio. In Lombardia ci sono due Sacri Monte, a Varese e a Ossuccio ( Como ). Altri ce ne sono in Piemonte. Più interessanti sono le tante piccole chiese e oratori sparsi soprattutto nelle aree rurali o montane. Le più suggestive sono quelle che risalgono all’epoca romanica. E’ vero che fra le chiese romaniche dobbiamo anche annoverarne alcune veramente imponenti come Sant’Ambrogio a Milano o la Basilica dei Santi Pietro e Paolo ad Agliate, ma la maggioranza è più piccola e di Antonio Gargiulo spesso è riuscita a sfuggire alla modifiche seicentesche e mantenere uniformità e purezza di stile. Alcune sono situate fuori dai centri abitati, altre ancora sono state lasciate cadere in rovina. Molte conservano ancora, più o meno ben conservati, antichi affreschi. E’ l’esempio di San Pietro al Monte, a Civate, provincia di Lecco. Ci si arriva solo a piedi, su per una ripida mulattiera, in circa un’ora e mezza. Di lassù, un balcone panoramico permette una vista impareggiabile sui laghi brianzoli e su tutta la Brianza. La chiesetta ha forme perfette, un ampio portico antistante, e al suo fianco si erge un battistero, anch’esso in puro stile romanico. Oppure pensiamo a San Fedelino, sulle sponde del Lago di Mezzola, all’imbocco della Val Chiavenna. Anche questa chiesetta è raggiungibile solo a piedi o in barca. Ci sono poi altri luoghi sacri tipo eremi, più numerosi di quel che si creda. In genere però sono conosciuti soltanto a livello locale. A volte più eremi formano un gruppo. Ad esempio, in Valsassina circola la leggenda che sette fratelli e una sorella, a ridosso dell’anno Mille, abbiano scelto di dedicarsi a una vita da anacoreti rifugiandosi nei boschi sovrastanti la valle. A Casargo c’è l’eremo di Santa Margherita, mentre sui monti circostanti soggiornavano i fratelli Sant’Ulderico, San Grato, San Defendente, più altri quattro. I fratelli e la sorella si salutavano ogni sera accendendo un grande falò, perché ciascuno era in linea visuale con almeno uno degli altri. Nei luoghi in cui si erano stabiliti sono rimaste ora dalle minuscole e deliziose chiesette, che restano anche oggi luoghi di devozione. Bellissima quella di Sant’Ulderico, immersa in una fitta faggeta, con antiportico attrezzato per ospitare i viandanti. A tutt’oggi il portico è fornito di camino con una scorta di legna per riscaldarsi, ed è usato ancora dai cercatori di funghi come riparo in caso di temporali. Bello anche San Grato, con una strepitosa vista sul Lago di Como. Infine sono da ricordare le santelle, come vengono chiamate in loco le cappelle o nicchie votive. A volte sono semplici immagini, in genere della Madonna, collocate nei luoghi più remoti e a volte impervi. Sempre misteriosamente addobbate con fiori freschi e ben mantenute, sono collocate praticamente ovunque. Un viandante ( una volta ) o un escursionista ( al giorno d’oggi ) non può fare a meno di sentire intorno a sé la forte spiritualità da esse emanata, e che deriva dall’intenso sentimento religioso che ha animato e sorretto nei secoli le comunità montane nella loro travagliata esistenza. Antonio Gargiulo 6
In quale giorno della settimana sei nato?
di Marco Micarelli
La chiacchierata sulla figura
del mio nonno materno
apparsa sul Ciavarro dello
scorso mese di Giugno ha
suscitato
la
curiosità
di
qualche amico lettore che mi
ha
chiesto
di
saperne
qualcosa di più circa, soprattutto, gli strani conti
che lo portavano ad apparirmi quasi un mago
del calendario.
Sono pienamente cosciente che il tema che
provo ad affrontare non potrà raccogliere il
gradimento di tutti sia per il fatto che dovrò
inoltrarmi in semplici calcoli di aritmetica sia
per il fatto che l’argomento, con tutte le
diavolerie tecnologiche di oggi, ha perduto il
suo fascino e l’importanza che aveva circa un
secolo fa. Lo faccio tuttavia con piacere perché
ritengo che sia doveroso sapere cosa c’è dietro
al numerino o all’informazione che
con grande facilità troviamo oggi
premendo semplicemente un tasto
del computer o addirittura del
telefonino.
Spinto dalla curiosità di conoscere cosa c’era
dietro agli strani conti del nonno, non appena
mi fu possibile, mi diedi a cercare su qualsiasi
libro mi venisse a tiro . Scoprii così che non era
poi una magia conoscere per ogni anno il
giorno della settimana di Capodanno e di
qualunque giorno di tutto l’anno. Bastava
calcolare gli anni bisestili trascorsi negli anni del
secolo considerato, sommarli all’anno in
questione, aggiungere uno e un coefficiente
tipico del secolo in esame. Dividere poi per 7
per determinare il giorno della settimana
indicato dal resto della divisione.
Temo che chi mi ha seguito fin qui sia già in
confusione. Calma! Proviamo a fare un
esempio pratico. Vogliamo determinare il giorno
della settimana del 1° Gennaio del 2013.
Sommiamo a 13 il numero di anni bisestili
maturati (ossia 3), aggiungiamo 1 (data del 1°
Gennaio), quindi 6 coefficiente del primo secolo
del 2000 e infine 7 che è il numero di Gennaio
secondo una regoletta di cui parlerò qui
appresso. Totale 30, che diviso per 7 , dà resto
2. Il 1° Gennaio 2013 è Martedì.
Il metodo è valido per qualsiasi data dì
qualsiasi anno, tenendo conto dello scorrimento
dei giorni della settimana passando da un mese
all’altro. Scoprii che erano stati escogitati
parecchi artifizi mnemonici e fra essi ho saputo
da sempre il seguente:
Potente Dio che regoli i moti
eterni di Sirio guidaci con amore. Dodici
parole, una per mese da Gennaio a Dicembre,
il cui numero di lettere costituisce quello da
inserire nella somma a seconda del mese in
esame. Un altro esempio? In che giorno della
settimana arriverà il Ferragosto del prossimo
anno? Anno 13, anni bisestili 3, coefficiente del
secolo 6, data 15, scorrimento settimanale “di”
ossia 2, totale 39. Resto della divisione per 7, 4
ossia Giovedì. Quella frase mnemonica che mi
ha accompagnato per tutta la vita dove, quando
l’ho appresa? Penso di non essere lontano dal
vero se oso asserire che l’ho udita da mio
nonno anche se non potrei giurarlo.
Non faccio altri esempi in
quanto
temo
di
avere
annoiato abbastanza Una
raccomandazione:
se
vi
trovate a fare calcoli di un
anno bisestile ricordate che i
risultati sono esatti solo dal
29 Febbraio. Dal 1° Gennaio al 28 Febbraio il
giorno risultante della settimana va portato
indietro di un giorno..
E vi risparmio anche la formulina per il calcolo
del coefficienti dei vari secoli. Vi do soltanto i
valori dei due secoli più vicini: 6 per il primo
secolo del 2000 e Zero per il 900.
A qualcuno, soprattutto se amante degli
oroscopi, potrebbe venire il desiderio di
conoscere il giorno della settimana della sua
nascita posto che ad esso si attribuiscano
poteri particolari.
I semplici calcoli che ho cercato di trasferire ai
lettori traggono origine essenzialmente dal fatto
che la successione dei giorni della settimana
non è mai stata sovvertita. Prova ne sia che
all’atto della adozione della riforma gregoriana
del calendario fu stabilito che al Giovedì 4
Ottobre 1582 facesse seguito il Venerdì 15
Ottobre per recuperare i 10 giorni di ritardo
delle stagioni accumulatisi nei 1257 anni
trascorsi dal concilio di Nicea del 325 ed 1582.
Qualcuno si domanderà che fine abbiano fatto i
temi della Luna, le sue fasi, la Pasqua. Li ho
solo accantonati unicamente per non tediare
oltre gli amici cui chiedo venia.
Marco Micarelli
7
Ringraziamo sentitamente la Dottoressa Eleonora Paci per
averci voluto inviare questo articolo su uno degli eventi
culturali che patrocina il Comune di San Benedetto del
Tronto (AP).
La Redazione
I
San Benedetto del Tronto diventa la “ Città del musical”
con il MEF
ndiscussa novità degli eventi estivi sambenedettesi è stato il Musical Europa Festival (MEF), una
rassegna dedicata al variegato universo del musical, genere teatrale e cinematografico, ideata e diretta da
Gianni Togni che, oltre alla lunga carriera da cantautore vanta, dal 1996, la scrittura di musical di
successo come “Poveri ma belli” con la regia di Massimo Ranieri. Il MEF è stato concepito con la duplice
finalità di creare un luogo d’incontro per tutti gli appassionati e addetti ai lavori e di far conoscere più a
fondo, al grande pubblico, il variegato universo del musical e la sua ricchissima storia, italiana ed
internazionale.
La prima edizione del festival si è svolta a San Benedetto del Tronto dal 18 al 22 luglio 2012 con un ricco
calendario di eventi che hanno illuminato i palcoscenici del Teatro comunale Concordia, del PalaRiviera ed
altri luoghi caratteristici della Città.
Durante i primi tre giorni della kermesse, giovani talenti e semplici appassionati delle arti di Talia,
Melpomene e Tersicore (*), hanno potuto partecipare gratuitamente ad una lezione di canto tenuta dallo
stesso Togni e da Silvia Querci, ad una di recitazione di Claudio Insegno, e ad un workshop di danza con il
coreografo Franco Miseria. Oltre agli stage pomeridiani, i
giovani talenti hanno avuto modo di esibirsi nelle “libere
performance” serali sul palco del Concordia, di fronte ad un
pubblico composto anche da esperti ed artisti del settore.
Grande entusiasmo per la bella esperienza, che ha tra l’altro
portato alcuni tra coloro che si sono cimentati nelle diverse
discipline, scelti dal maestro Miseria, ad essere protagonisti
della performance, curata dal famoso coreografo, che ha
preceduto l’inizio di entrambe le serate di Gala svoltesi il 21
e il 22 al Palariviera. (foto a destra)
Una buona affluenza di pubblico hanno registrato anche le proiezioni notturne dei “film in musical”: “Jesus
Christ Superstar”, “Hair” e “Tommy” (quest’ultimo in lingua originale), veri e propri cult del genere, la cui
visione è stata preceduta da un’introduzione del drammaturgo Gianni Guardigli, autore di importanti testi
teatrali, pluripremiati e rappresentati in diversi Paesi europei.
Turisti e cittadini hanno poi potuto incontrare i protagonisti del Mef durante i vari appuntamenti con gli
“Aperitivi in Musical” (in quattro diversi stabilimenti balneari del Lungomare) e durante la serata al Jonathan
Disco Beach.
L’edizione “zero” del Musical Europa Festival si è conclusa con le due serate di Gala al Teatro Palariviera,
magistralmente condotte da Rita Dalla Chiesa, durante le quali molti tra i più importanti protagonisti del
magico mondo del musical (Chiara Noschese, Giampiero Ingrassia, Manuel Frattini, Giò Di Tonno e Vittorio
Matteucci, tanto per citare alcuni nomi) si sono ritrovati per la prima volta a calcare insieme lo stesso palco,
portando in scena alcuni tra i pezzi che hanno fatto la storia del musical.
Molto particolare e apprezzata la “sfida di scherma” tra il Maestro d’armi Renzo Musumeci Greco e Martina
Ganassin, già campionessa italiana assoluta a squadre di fioretto, ora affermato arbitro internazionale.
Durante le due serate al Palariviera hanno ricevuto un riconoscimento, per quanto fatto nel campo dello
spettacolo, la famosa regista olandese Carline Brouwer, il coreografo e ballerino Franco Miseria, il regista
marchigiano Saverio Marconi ed infine il grande Gino Landi, assente per problemi di salute, che ha
commosso il pubblico e gli artisti presenti con la bella intervista video rilasciata a Gianni Togni e trasmessa
durante la serata di domenica 22.
Tanti i momenti del Gala degni di nota. Tra i più applauditi sicuramente l’esibizione di Silvia Querci,
cantante dalla voce straordinaria; l’esibizione corale, per la prima volta dopo otto anni, del trio Giò Di Tonno
– Vittorio Matteucci e Graziano Galatone, protagonisti del celebre “Notre Dame de Paris” e l’esibizione di
Gianni Togni in “Superstar”, brano tratto da “Hollywood ritratto di un divo”, che ha visto tornare ad esibirsi
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dopo l’addio alle scene dello scorso anno, in una toccante interpretazione di John Gilbert, il grande ballerino,
ora coreografo, Mario Marozzi.
Il Mef ha costituito anche un’importante occasione di crescita professionale ed umana per alcuni giovani
danzatori nostrani: Camilla Ferraiolo, Flavia Tosti, Federico Ruiz, Alessandra Speca, Clarissa D’Ascanio,
Marla Colandrea, Jessica Azzaro, Sara Del Sordo, Alessandro Vitto, Gianluca Cesari, Erika e
Yuri Zilli, Dario Tassone e Marco Camma’, dopo essere stati selezionati da Mario Marozzi,
hanno avuto la possibilità di lavorare col Maestro Marozzi stesso e con Francesca Romana
Di Maio, che hanno montato la coreografia del pezzo, tratto da “West side story”, con il
quale si sono esibiti durante la seconda serata del Mef Gala.
I giovani del “Balletto di San Benedetto” hanno anche accompagnato Gianni Togni e Mario
Gianni Togni
Marozzi durante l’applauditissima esibizione che ha chiuso il Festival.
Dopo tanti momenti di spettacolo, emozioni ed applausi, i riflettori si sono quindi spenti su questa prima
edizione del Musical Europa Festival con l’augurio e la speranza che nei prossimi anni la “creatura” di
Gianni Togni possa diventare un appuntamento fisso nel calendario degli eventi culturali della città di San
Benedetto del Tronto e possa riuscire, oltre a portare nella Riviera delle Palme grandi artisti e tanti
appassionati del genere, ad essere una vera e propria fucina di talenti.
Eleonora Paci
(*) Talia, Melpomene e Tersicore erano sorelle
e Muse rispettivamente
della Commedia, del Canto e della Danza.
Foto a sinistra
Giampiero Ingrassia,
Franco Miseria,
Rita Dalla Chiesa.
Foto a destra
Budla
Arcangeli
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Le cinque Bandiere Blu nelle Marche per
gli approdi turistici.
Oltre alle sedici bandiere blu per le spiaggie (vedi Ciavarro n°42 ) , alle
Marche sono state ancora assegnate cinque bandiere blu per gli approdi
turistici. Queste sono state assegnate a:
1) Ancona – Marina Dorica. 2) Numana – Porto turistico di Numana. 3) San Benedetto del
Tronto –Porto turistico Tiziano. 4) Porto San Giorgio – Marina di Porto San Giorgio. 5)
Fano - Marina dei Cesari
Per ottenere la Bandiere Blu un approdo turistico deve essere dotato di pontili e moli per
diportisti. Può essere parte di un porto più grande con altre attività,nel caso in cui l’approdo
turistico sia separato in modo ben definito dalle altre attività del porto. L’approdo può essere
situato sia in acque marine che in acque interne. L’approdo deve avere i servizi necessari e gli
standard in conformità ai criteri Bandiera Blu, rispondere a tutti i requisiti indicati con lettera I
(imperativi) e possibilmente al maggior numero dei requisiti indicati con la lettera G (guida).
Un responsabile dell’approdo deve essere nominato per gestire le questioni relative al programma
Bandiera Blu .
L’approdo deve essere accessibile per un’ispezione non annunciata da parte della F.E.E .
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Intervista al Sindaco di CORRIDONIA
Dott.ssa Nelia Calvigioni
di Domitilla Micuccio, madre del ragazzo Carlo Concetti che ha collaborato al
nostro Ciavarro n°39 insieme al suo amico Matteo.
Ringrazio di cuore il sindaco di Corridonia, Nelia
Calvigioni(foto a sinistra) , per la cordialità con cui mi ha accolto
e per il tempo che mi ha voluto dedicare per questa
intervista. All’idea di dare notizie sulla città di Corridonia per
il “Ciavarro”, è stata subito entusiasta per l’affetto che nutre
nei confronti dei compaesani residenti a Milano e perché
visitare Corridonia, come tanti paesi delle Marche, nei suoi vicoli e vicoletti,
chiese e piccoli musei, ci dà la sensazione di trascorrere ore che riempiono il cuore.
CORRIDONIA : paesaggio
Signor Sindaco, dove si trova Corridonia?
Corridonia è un comune della provincia di Macerata
situato a 255 metri s.l.m., con una popolazione di oltre
15.000 unità. Per la sua particolare posizione
geografica, a metà via tra mare e montagna, gode di un
ottimo clima, che fin dai tempi antichi ha favorito
l’insediamento umano e lo sviluppo di iniziative
economiche. Oltre, infatti, alle secolari attività agricole
(cereali, viti, ortaggi, girasoli), vanta una buona
tradizione industriale per la presenza di eccellenze
imprenditoriali
(pelletterie,
calzaturifici,
officine
meccaniche, mobilifici ecc…). Lo sviluppo industriale
risale agli anni ’50 e ’60, quando buona parte delle
vecchie botteghe artigiane si sono trasformate in
piccole imprese, alcune delle quali oggi godono di un
prestigio a carattere nazionale e internazionale.
Ci presenterebbe il suo comune in breve?
Corridonia vanta duemila anni di storia, arte e cultura,
ma, nello stesso tempo, è molto attenta a recepire
nuove tendenze ed esigenze. Lo testimoniano le
continue mostre di arte contemporanea, l’interessante
stagione teatrale del “Velluti”, le tante opportunità
musicali, l’avvincente stagione ippica all’Ippodromo
“Martini”, le gare nazionali ed europee di go-kart e i
numerosi outlet che richiamano turisti curiosi di scoprire
l’alta qualità manifatturiera locale.
Corridonia a livello storico-artistico spicca per essere
una città dai forti contrasti, ad iniziare dalla Piazza
“Filippo Corridoni”, splendido esempio del Razionalismo
italiano incastonato in un contesto medievale.
Ci esporrebbe in breve la storia della sua città?
Corridonia trae le sue origini dal fiorente municipium
romano di Pausulae, sviluppatosi lungo la piana del
fiume Chienti, nell’odierna frazione di San Claudio.
Pausula fu poi abbandonata sul finire del V secolo,
sotto i colpi delle invasioni dei Goti, nonché delle
epidemie e carestie. La popolazione superstite andò a
rifugiarsi su un’altura adiacente, dove edificò una serie
di villaggi che ben presto si unificarono in un castrum
assumendo il nome di Monte dell’Olmo. Nel XII secolo il
castello subì l’occupazione delle truppe del Barbarossa,
ma in piena età comunale riprese a prosperare,
arrivando a sottomettere alcuni centri limitrofi.
Montolmo allora divenne potente, ma proprio all’apice
della sua fioritura (1433) dovette subire il saccheggio da
parte di Francesco Sforza e del suo esercito. Fu l’unico
paese della Provincia Pontificia che sostenne con il
sangue le ragioni della Santa Sede. La venuta degli
Sforza segnò l’inizio del decadimento del paese che,
afflitto da molti mali, non è mai risorto all’antico
splendore.
Nel 1851, per le sue benemerenze verso la Chiesa,
venne da S. Pio IX eretto a Città e gli fu restituito il
nome di Pausula. Nel 1931, fu lo stesso Benito
Mussolini, giunto in città, a darle il nome di Corridonia,
per aver dato le origini a Filippo Corridoni, sindacalista
interventista, morto nella trincea delle Frasche il 23
Ottobre 1915. Il 18 Ottobre 1973, con decreto del
Presidente della Repubblica, si tornò a riconoscere a
Corridonia il titolo di Città. Come si può evincere da
quanto esposto sopra, il nostro comune ha mutato più
volte denominazione nel corso dei secoli: Pausula,
Montolmo, di nuovo Pausula, Corridonia.
Quali monumenti, opere d’arte, luoghi culturali consiglierebbe ai visitatori della sua città?
1510. L’edificio più significativo del territorio comunale è
La centrale Piazza F. Corridoni potrebbe essere un
l’abbazia di San Claudio al Chienti, tra i più antichi delle
ottimo punto di partenza per la visita della città. Di
Marche, essendo stato costruito nel periodo compreso
fronte al Municipio, uno dei più interessanti esempi di
architettura Razionalista italiana, si trova la Chiesa di
tra il 1010 e il 1040. La sua peculiarità più evidente è
rappresentata dalle due torri cilindriche ai lati della
san Francesco, di stile gotico. Lasciata la piazza, si
facciata di tipo ravennate, aperte in alto da bifore e
giunge di fronte al palazzo Persichetti - Ugolini, dimora
monofore. La struttura custodisce alcuni reperti di età
nobiliare, oggi sede della biblioteca comunale e della
romana provenienti dall’antica Pausula. Altre opere
pinacoteca civica. Poco fuori del centro storico, che
d’arte si possono ammirare nella Pinacoteca
ospita anche la casa natale di Filippo Corridoni, oggi
museo, sulla sommità di un’altura sorge l’ex convento
Parrocchiale che ospita capolavori di Carlo Crivelli e di
Andrea da Bologna.
degli Zoccolanti, edificato dai frati minori a partire dal
Ci parli ora delle feste e delle tradizioni popolari di Corridonia
Nel corso dell’anno Corridonia propone numerosi eventi
storia
medievale (primi di settembre). A queste
di vario genere: le celebrazioni in onore dei santi
aggiungiamo la stagione teatrale e quella ippica e, nel
patroni, Pietro e Paolo (fine giugno), l’infiorata del
mese di giugno, il concorso canoro - musicale “Il mio
Corpus Domini, la Contesa della Margutta, rievocazione
canto libero”.
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Quali personaggi illustri, che tengono alto il suo prestigio, vanta Corridonia?
Partirei innanzitutto da colui cha ha dato il nome alla nostra città, Filippo Corridoni, sindacalista rivoluzionario dei primi
anni del Novecento, morto in combattimento sul Carso durante la Prima Guerra Mondiale, insignito della medaglia d’oro
al valor militare. Il suo monumento in bronzo svetta sulla piazza omonima, davanti al municipio. Altra medaglia d’oro fu
conferita ad Eugenio Niccolai, tenente della Brigata Sassari, la cui impresa audace e gloriosa, pagata con la sua stessa
vita, diede avvio alle vittorie che seguirono la disfatta di Caporetto, sempre nel corso della Grande guerra. Niccolai trovò
la morte nell’altopiano di Asiago. Tra gli altri personaggi spiccano: lo storico e critico d’arte Luigi Lanzi, la cui lapide
tombale si trova tra i grandi d’Italia nella Chiesa di Santa Croce a Firenze; l’architetto Antonio Mollari, autore del palazzo
della Borsa a Trieste e dei lavori di ricostruzione della basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi; Sigismondo Martini,
pittore e scenografo; Giovan Battista Velluti, l’ultimo dei grandi sopranisti, definito da Rossini “imperatore del dolcissimo
canto”.
Sindaco, ci dica in sintesi perché venire a visitare Corridonia.
La Città di Corridonia, come esposto sopra, ha radici
all’appassionato dell’arte, dall’amante della musica o
del teatro, al buongustaio ed infine alla nuova tipologia
molto antiche che ancora oggi è possibile ritrovare
di turista che ricerca outlet prestigiosi e di gusto. Chi
scoprendo il nostro ricco e variegato patrimonio
giungerà nel nostro territorio sarà sicuramente catturato
artistico, culturale e storico. Palazzi, chiese,
dai luoghi affascinanti che lo costituiscono, colmi di
monumenti, unitamente al paesaggio, raccontano di
storia, armonia e bellezza, dove i colori si fondano con
una civiltà che nei secoli ha saputo evolversi,
trasformando Pausula nella moderna Corridonia. Credo
l’azzurro dei monti lontani e le colline digradano
dolcemente verso il mare.
che la visita della nostra città possa soddisfare i gusti di
ogni tipologia di visitatore: dal turista curioso,
Grazie Sindaco per la Sua massima disponibilità, anche a nome dell’Associazione dei Marchigiani e Umbri di
Milano “Enrico Mattei” che pubblicheranno questa intervista sul CIAVARRO loro foglio interno associativo.
Alcune Immagini di Corridonia
Foto a sinistra
P.zza F.Corridoni
Foto a destra
San Claudio
“La calda estate”
di Vincenzo Tappatà
Per il caldo veramente soffocante non sono mancati suggerimenti e regole per
combatterlo Però per me non fu difficile lasciare Milano per il Cadore ,rinunciando
alle assolate spiagge marchigiane.
Arrivato a Borca di Cadore mi avviai a salire a Corte delle Dolomiti (da
Cortemaggiore, con riferimento alle attività estrattiva dell’ENI degli anni 50) e
guarda caso subito trovai Via E. Mattei.
A Corte tutto parla di Mattei e ora un busto in marmo ce lo ricorda. Fu suo il
progetto di risanare, con vaste piantumazioni di alberi ad alto fusto, una zona
degradata ai piedi dell’Antelao per poi poter realizzare per i suoi dipendenti : un
campeggio, un albergo, un centro servizi, la Chiesa e progettare n° 600 villette (ne sono state realizzate solo 260) da inserire nel
bosco senza deturpare l’ambiente già ripiantumato dove necessario.
La Chiesa dedicata a “Nostra Signora del Cadore” è un vero gioiello di architettura (Arch. Gelner e Scarpa) , è stata realizzata in
cemento armato,legno e acciaio .Il pavimento è in cemento e rondelle di larice e gli spioventi , di almeno 60°, si accostano a
meraviglia al circostante bosco. Novità per quell’epoca: l’altare già rivolto verso i fedeli .
Dopo questa bella vacanza, mi resta la convinzione che E.Mattei non fu mai secondo a nessuno.
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Festival Valentiniano 2012
ad Orvieto dall’8 settembre al 7 ottobre
Festival internazionale dell’Accademia Teatro e
Musica (ATEM) Briccialdi ; Direttore artistico Carlo
Frajese, personalità tra le più note del panorama
musicale.
La rassegna internazionale di musica sinfonica e
cameristica prevede in questa edizione dieci
concerti (solistici, cameristici e sinfonico-corale),
tre conferenze, un’audizione di musica elettronica e un ciclo di cinque film dell’epoca del muto
(1895 – 1926) , con musica originale di Carlo Frajese.
Gli appuntamenti del ricco calendario avranno luogo al Teatro Mancinelli, nel chiostro di San
Giovanni e nella Sala Eufonica della Biblioteca Comunale di Orvieto.
Come è tradizione del Festival , le esecuzioni sono affidate a giovani musicisti italiani e
internazionali che hanno al loro attivo numerosi Primi Premi assegnati da prestigiose competizioni
internazionali.
Il presidente M° Carlo Frajese, è l’ ideatore e fondatore del Festival a cui dedica tutta l’esperienza
di una vita trascorsa a dirigere importanti orchestre sinfoniche ed a guidare prestigiose istituzioni
musicali come lo Sperimentale di Spoleto ed il Teatro di Tradizione di Lecce.
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Gubbio
Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco e dei prodotti agro-alimentari
Dal 31 ottobre al 4 novembre 2012 avrà luogo a Gubbio la Mostra
Mercato Nazionale del Tartufo Bianco e dei prodotti agro-alimentari,
organizzata dalla Comunità Montana dell’Alto Chiascio
Si prevedono moltissimi visitatori tra buongustai e curiosi che si
aggireranno tra gli stand per vedere, conoscere e possibilmente
acquistare, il delizioso tartufo bianco ( Tuber Magtnatum Pico) ed il
meglio della produzione agroalimentare di diverse regioni italiane
presenti a questa mostra (formaggi di pascolo, norcinerie, carni
selezionate,olio extravergine di oliva, miele, dolci tradizionali,etc..)
Lo squisito tartufo bianco in particolare essendo un prodotto
riservato una volta alle tavole della aristocrazia e dei ricchi
buongustai, oggi incuriosisce parecchi e ,nonostante l’elevatissimo
prezzo, attira sempre più persone.
Per l’occasione viene allestita anche una vetrina di pezzi
dell’artigianato artistico comprensoriale (ceramica, bucchero, ferro
battuto, ricami, legno, cuoio, stucchi…) e, per chi si interessa di
francobolli, è possibile ottenere uno speciale annullo filatelico
raffigurante il logo delle manifestazione.
Comunità Montana dell’Alto Chiascio
Via Matteotti
006024 Gubbio
Servizio Turistico Associato
IAT Gubbio
Via della Republica 15
Tel. 075 – 922 0 693 / 0735 – 922 0 790
Fax 075 – 927 3 409
[email protected]
IL CIAVARRO
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Pierfrancesco Fodde
REDAZIONE
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G.B. Ortenzi
Segretaria di Redazione
Luisella Dameno
Consulente Redazione
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Redattori
Antonio Gargiulo
Marco Micarelli
Preziosa Sileoni
Impaginazione,grafica e foto
G.B. Ortenzi
Hanno collaborato a questo numero:
Pierserafino Marsico
Eleonora Paci
Domitilla Micuccio
Vincenzo Tappatà
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