Periodico semestrale
Chiese Evangeliche Italiane
34
Le crisi – una possibilità ?
AMICA
Perché vivere ancora?
Educare i nostri bambini
Non parlatemi più di Dio
Volevo fare tutto da sola
Quando dobbiamo ricorrere agli occhiali?
Le crisi –
una possibilità?
www.cristiani-in-azione.ch
Ascoltate Voce Amica, un breve messaggio di conforto
Per la Svizzera
In tedesco:
044 272 01 83
In italiano:
044 272 01 84
Ginevra
022 320 05 20
Schwanden/Glarus 055 640 18 88
Per la Germania:
Ludwigshafen
0621 40 65 65
Mannheim
0621 40 65 65
Pforzheim
0621 40 65 65
Le crisi – una possibilità ?
I cinesi utilizzano gli stessi segni
per la parola „crisi“ e la parola
“circostanza opportuna”.
Ogni crisi dovrebbe dunque essere
una circostanza opportuna?
Non certo a prima vista!
Esistono diversi tipi di crisi.
Crisi prevedibili
In alcuni casi non c’è bisogno di
essere profeti per dire: “Se tu continui in
questo modo, sbatterai prima o poi la
testa contro il muro!” Quante crisi coniugali sarebbero state prevedibili? Altre
invece sembravano imprevedibili, ma lo
erano veramente? Alcune dolorose relazioni andate in frantumi, si sono sviluppate col passare del tempo. Sono il risultato di ripetute abitudini egoistiche, di
parole che feriscono, del rifiuto di perdonare, del rifiuto di comunicare, di negligenze reciproche! La Bibbia dice: “Chi
semina l’ingiustizia mieterà l’infelicità.”
E il raccolto sarà terribile.
Crisi imprevedibili
Un incidente mortale, la nascita di
un bambino handicappato, una malattia
incurabile diagnosticata durante una
visita medica di routine, un licenziamento, nonostante diplomi ed esperienze
professionali. Avvenimenti questi che
scuotono profondamente. In un istante
la vita diventa insicura e non sarà mai
più la stessa.
Crisi profonde e durature
I drammi e le disperazioni che colpiscono i nostri cari, la malattia mortale
che si espande irrimediabilmente nel
2
Salvi per miracolo
www.cristiani-in-azione.ch
loro corpo e tante altre tristi circostanze.
Davanti alle apparenze di benessere, nessun successo, nessuna ricchezza
materiale potrà mai soffocare il fallimento interiore.
Cosa dire dei peccati che si sono
accumulati? Che dolore sapere che abbiamo fatto soffrire gli altri!
Risentiamo di questo malessere
anche quando sappiamo che abbiamo
troncato con Dio… Io non vivo realmente, ma vegeto. Non so per quale motivo
sono qui. Non so dove vado e per di più
la mia vita è tanto fragile. Questo genere
di crisi è meno scioccante, ma può lo
stesso penetrare nella nostra vita e
toglierci la tranquillità.
La crisi, una nuova opportunità?
In un primo momento nessuno ha
questo sentimento. Una donna divorziata descriveva la sua storia con queste
parole: “Mi sentivo come un veliero nella
morsa dell’uragano, l’albero maestro
rotto, le vele lacerate!” Altri hanno avuto
l’impressione di essere in un tunnel, del
quale non conoscevano né la lunghezza
e neppure dove si trova l’uscita d’emergenza. Quel sentimento di non poter
contare su nessuno, di non riuscire più
ad affrontare la vita...
Le reazioni possono essere molto
diverse. Alcuni gridano “Perché proprio
io?” Altri si ribellano con violenza. La
sofferenza nascosta può anche trasformarsi in amarezza. Lo scoraggiamento
profondo può condurre a chiudersi in sé
stessi ed a credersi senza valore. Altri
fuggono dalla realtà e si danno all’alcool,
alla droga e fin’anche al suicidio!
L’enciclopedia scrive che la parola
“crisi” proviene dal greco ”decisione”.
Quindi le crisi possono spingerci a prendere decisioni capaci di cambiare il corso
della nostra esistenza. Decisioni buone o
cattive.
Rimettere in questione
È proprio attraverso le crisi che
siamo confrontati con le questioni essenziali della vita, questioni che abbiamo
trascurato ed alle quali non abbiamo una
risposta.
Le crisi scuotono la nostra routine e
scoprono il nostro comportamento abituale, fonte di difficoltà per gli altri.
Un albero esposto alle tempeste o
alla siccità sviluppa le sue radici. Anche
N. Kessley
le nostre crisi sono opportunità per cercare delle nuove risorse, delle fondamenta più solide.
E Dio?
Le nostre crisi sono un’opportunità
per interrogarci sulla nostra relazione
con Dio. Siamo stati creati per essere in
relazione, in comunicazione con Lui. Per
conoscerlo, per scoprire in Lui la nostra
ragione di vita.
Per scoprire la Sua perfezione, le
Sue ricchezze ed il Suo meraviglioso
aiuto. Com’è la vostra relazione con Dio?
È superficiale o semplicemente un’apparenza? Ignorate il vostro creatore?
Non pensate che forse queste crisi e
questa disperazione siano una chiara
conseguenza dell’assenza di una relazione con Dio? Una conseguenza dovuta al
fatto che voi avete ignorato e forse deriso
le Sue direttive.
Dio ci dona la possibilità di pentirci
e di tornare a Lui. Che bella opportunità,
quella di potersi orientare in un’altra
direzione, quella giusta e dare il vero
senso alla propria vita.
Fate di questa relazione con Dio
una priorità e scoprite: “Sono stato creato da Dio e per Dio. Egli vuole accompagnarmi e soccorrermi attraverso ogni
mia difficoltà.”
Nonostante che in un primo momento sembrano negative, tutte le crisi
possono essere decisive al giovamento
della nostra relazione con Dio. Qualunque sia la crisi che voi state attraversando oggi, sappiate che per voi c’è speranza, un avvenire! Il nostro Dio è il
sovrano di ogni speranza. Egli ha la
risposta alle vostre questioni e vi invita a
confidare in Lui.
Perché vivere ancora ?
Gerda Fabian si sveglia, guarda
fuori dalla finestra e vede alberi
che non ha mai visto. Non ha la
minima idea di dove si trovi.
Si guarda allo specchio e nota che
una parte dei suoi capelli sono stati
rasati. Gira lentamente la testa
e vede una cicatrice su ambedue
i lati della testa.
Gerda si è risvegliata dopo aver
passato sei settimane in coma. Gli alberi
sono quelli della clinica psichiatrica di
Littenheid. Un medico le spiega l’accaduto, solo allora le ritornano lentamente
alla mente i ricordi: “So che avevo bevuto un Whisky, avevo fumato una sigaretta ed avevo scritto una lettera di
addio. Poi ho impugnato la pistola e mi
sono sparata un colpo alla tempia.”
L’aveva visto fare ripetutamente in un
film poliziesco. Il colpo è partito, ma sorprendentemente la pallottola ha attraversato il cervello senza danneggiarlo.
“Forse Dio non mi voleva ancora…”
Gerda però voleva più morire che
vivere, aveva perso tutto ciò che dava un
senso alla sua vita. Il suo fidanzato
Heinz ed i suoi animali le erano molto
preziosi.
Insieme ad Heinz, stavo viaggiando in un piccolo bus attraverso il
Sudafrica. Sembrava che le cose andassero bene, ma un giorno iniziò un periodo di grande sventura. Il gattino fu investito da una macchina e morì. Poco
tempo dopo Heinz fu coinvolto in un
grave incidente automobilistico mortale.
L’unica cosa che le era rimasta era il
cane. Purtroppo, giorni dopo, anche lui
morì e lei rimase completamente sola.
Gerda diceva: “Io sono una persona che mette il suo cuore ed il suo affetto
solo su poche cose… Ma adesso quelle
poche cose non c’erano più. Avevo perso
i miei cari e con loro anche il senso della
vita.”
La vita non era mai stata generosa
con lei. All’età di dodici anni, era già
handicappata. “Ecco la zoppa.” Le gridavano dietro i suoi compagni di scuola. Di
conseguenza si sentiva anche emarginata.
Oltre a ciò aveva continuamente
gravi problemi con la schiena e dolorose
fitte che ripetutamente le mozzavano il
fiato: “Insomma, non facevo parte delle
persone normali.”
Redazione:
Collaboratori:
Cassa:
Grafica:
Indirizzo:
IMPRESSUM
Salvatore Farinato
Cristian Bertoli
Antonio e Gioela Bosco
Massimo Autiero
Raffaele Ceretti
Cristiani in azione
Voce Amica
Josefstrasse 206
CH-8005 Zürich
Gerda Fabian
Dopo il tentativo di suicidio,
Gerda si era un poco ripresa e cominciò a
lavorare come centralinista. Un collega
di lavoro la invitò a partecipare ad una
riunione evangelica.
“Fu durante quella riunione che
sentii per la prima volta che Dio mi ama.
Finalmente la mia vita prese la direzione
giusta! Finalmente avevo trovato il vero
senso della vita e la pace interiore, che
avevo cercato a lungo in Africa, ma
senza successo. In Gesù ho trovato Colui
che mi ama e mi sta a fianco in ogni
situazione della vita. Posso andare a Lui
così come sono, Egli mi accetta! E questa
è una cosa meravigliosa.”
A partire da quel momento,
Gerda cominciò a frequentare regolarmente la chiesa evangelica, ha conosciu-
to molte persone nuove, ed è entrata a
far parte di una nuova grande famiglia.
“Prima non avevo nessuno con cui
condividere i miei problemi e la mia
disperazione, soprattutto quando ero
assalita dai dolori. Oggi invece ricevo
forza da Dio ed incoraggiamento da
tante persone che mi vogliono bene.”
Oggi ha alcuni gattini, li cura con
tanto affetto, ma non ripone in loro l’importanza della vita. Quando ne muore
uno, lei è molto triste e soffre, ma non è
la fine del mondo come prima. “Dio mi
ha ridato la volontà di vivere, ed io ho
imparato ad essergli grata. Grata per la
meraviglia della Sua creazione e per
tutto ciò che posso vedere.”
Gesù stesso vi invita oggi: “Venite
a me, voi tutti che siete affaticati e
oppressi, e io vi darò riposo.”
Se volete esprimere a Gerda il vostro
apprezzamento o volete incoraggiarla,
indirizzate la vostra corrispondenza a:
Cristiani in Azione
Gerda Fabian
Josefstrasse 206
CH-8005 Zurigo
Volentieri le inoltreremo le vostre lettere. 3
Educare i nostri bambini
Ruth Heil
All'età di tre anni nostro figlio
era di forte temperamento, interessato a tutto, in modo particolare ai
pulsanti degli elettrodomestici.
Gli piaceva gustare il sapore del
sapone per la lavatrice ed infilare i
chiodi nelle prese della corrente
elettrica. Continuamente mi
vedevo costretta a mettere al sicuro
da lui tutte le cose con le quali
poteva farsi del male.
I bambini possono essere incredibilmente faticosi. Più hanno temperamento, più la pazienza e 1'energia dei
genitori sono strapazzati. Quando altre
persone mi raccontano come il loro "tesoruccio" è bravo ed educato, mi rallegro
insieme a loro, ma in silenzio penso:
"Aspetta che avranno il secondo ed il
terzo bambino, poi sì che potremo parlare sul come educare i figli."
Più forte è il bambino nella sua personalità, tanto più avrà tendenza a provare i limiti che gli sono stati imposti.
Sono questi i bambini che da adulti non
cederanno, fino a che non abbiano risolto
il problema o completata l'invenzione.
Più vispo e difficile è un bambino,
più bisogno avrà di dedizione. Vi saranno naturalmente molte situazioni nelle
quali i genitori dovranno energicamente
intervenire, e ciò costerà loro molta
energia e pazienza. Una macabra statistica ci ricorda che nella Germania
muoiono più bambini per violenze che
per malattie e questo problema della
Germania non è in parte lo specchio
dell'Europa? Io ho la sensazione che
queste violenze sono praticate non solo
perché i genitori non avrebbero voluto
bambini, ma soprattutto poiché essi
sono grandemente stressati.
Come si possono aiutare i propri
figli a raggiungere un sano sviluppo,
senza dovere completamente rinunciare
a se stessi? Esistono due principi di base
che vorrei citarvi di seguito:
Amore e conseguenza
Il più radicato desiderio dell'essere
umano è quello di sentirsi amato e di
4 poter amare. Chi si sente amato è più
capace ad affrontare la vita. Ma la capacità di amare viene sviluppata quando si
riceve amore. Tenerezze e parole adatte
sono le maniere pratiche per esprimere
questo amore. Più esperienze del genere
vengono fatte nell' infanzia, più la persona adulta sarà capace di dare amore
agli altri.
Oggi purtroppo, l'amore viene
spesso scambiato con i sentimenti. Ma
l'amore è molto più di essi. Amare vuol
dire decidersi per l'altro, rinunciando in
parte a se stessi. Il vero amore comincia a
manifestarsi dove l'altro fallisce e non
risponde alle mie aspettative. L'amore è
come una roccia tra le onde del mare
della delusione. Amare mio figlio, per
me significa accettarlo nella sua maniera
di essere, anche quando mi fa arrabbiare.
Non mi curo di lui poiché sono affascinata dalle sue doti, ma per il semplice
motivo che ho deciso di amarlo.
Per un periodo di tempo avevamo
preso cura di un altro bambino. Una
delle prime domande che ci rivolse fu:
"Se sarò cattivo, mi darete lo stesso da
mangiare?" Ridendo gli risposi: "Da noi
c'è sempre da mangiare. Anzi i bambini
cattivi possono mangiare di più, per far
sì che diventino buoni." Guardandomi, il
bambino mi sorrise. Ma alla fine della
Cara mamma
www.cristiani-in-azione.ch
settimana scoprii una grande quantità di
tartine, nascoste nell'armadio della sua
stanzetta. Con dolcezza gli chiesi per
quale motivo aveva fatto ciò. La sua
risposta fu: "Non ero sicuro che tu avresti veramente fatto come mi avevi promesso."
Spesso noi mamme non siamo
tanto conseguenti come i papà. Se tutto
va bene, allentiamo generalmente le
briglie dell'educazione, se qualcosa va
male allora cominciamo a restringere le
libertà dei figli. Non sarebbe meglio sforzarsi un pochino ed essere più conseguenti?
Molte volte ciò avviene a causa del
nostro ciclo. Quando abbiamo tali
giornate, dobbiamo emettere segnali di
avvertimento: i nostri figli possono
senz'altro sapere che abbiamo mal di
testa e che quindi non riusciamo a sopportare il chiasso come d'abitudine.
Ogni bambino è un originale
...ed ogni bambino ha diritto a
un'educazione individuale. Naturalmente ogni famiglia ha la propria regola ed i
genitori che hanno più forza e pazienza
danno più libertà di coloro che hanno i
nervi deboli. Non possiamo fare una
regola generica, possiamo però dare ai
bambini una libertà che non vada al di là
delle nostre forze e che non faccia loro
male.
I bambini non si divertono soltanto
quando giocano, bensì anche quando
possono fare qualcosa di utile. Se i vostri
figli vogliono aiutarvi, lasciateli fare!
Incoraggiateli e lodateli per le cose
buone. Più i bambini crescono, più si
allarga il loro campo di azione: andare a
fare la piccola spesa, permettere loro di
andare dagli amici, ricevere dai genitori
i soldini per le spese personali, ma anche
tanti altri compiti come svuotare la lavastoviglie, spazzare le scale, pulire i lavandini, ecc.
Più che per le parole, i bambini
apprendono attraverso il nostro esempio
ed il nostro comportamento. Essi insomma, afferrano per intuito. Conosciamo
bene l'espressione: "Se lo sguardo potesse ammazzare...". Noi osserviamo i
nostri figli mentre essi crescono, ma
abbiamo tendenza ad indirizzare più
spesso il nostro sguardo ad essi, quando
fanno qualcosa di male e che sguardo...!
Non dovremo forse dedicare più sguardi
positivi ai nostri figli? E quando li sgridiamo e coroniamo il tutto con uno
sguardo..., sarebbe più opportuno esprimerci in maniera tale che il bambino
afferri: "Il tuo comportamento o ciò che
hai fatto non mi piace..., ma ti voglio
bene lo stesso."
Una buona educazione ha molte
più possibilità di successo, quando i
coniugi vanno d'accordo. Un bambino sa
molto bene cosa bisogna fare per mettere
i genitori l'uno contro l'altro. Cosi facendo raggiunge e riceve ciò che voleva.
Resta però infelice, poiché nel profondo
del suo cuore desidera l'unione e 1'armonia dei genitori.
Peter Rosegger scrisse: "Un bambino è come un libro, nel quale leggiamo
ed altresì scriviamo." Egli è già una piccola personalità, ma non è ancora definitivamente formato. Le sue reazioni sono
completamente concentrate su noi e sul
suo viso possiamo vedere la proiezione
di noi stessi. Se noi sorridiamo, egli sorride. Se siamo nervosi, egli comincia a
piangere. Nella sua tenera età, un bambino non è capace di vedere le cose con
obbiettività. Se noi gli diciamo: "Tu sei
cattivo...", la nostra espressione è per lui
qualcosa di definitivo. Egli unisce questa
frase al suo totale essere.
Espressioni del genere hanno un
effetto molto negativo. E se osserviamo il
mondo degli adulti, ci accorgiamo quanto numerosi sono coloro che ancora oggi
hanno nella loro vita il marchio del
padre, della madre o dell'insegnante, che
nella fanciullezza non hanno risparmiato
l’uso di espressioni come: "Tu sei un
buono a nulla, un'incapace!"
Espressioni del genere possono formare barriere che impediscono lo sviluppo della personalità. In questi casi è
molto meglio esprimere i propri sentimenti: "Io sono arrabbiato con te per...",
oppure: "Il tuo comportamento mi rende
triste, poiché..." Così facendo non accuso
mio figlio di avermi voluto offendere e
gli offro la possibilità di miglioramento.
I nostri figli vogliono essere educati! Educarli vuol dire avere amore e
dedizione. Mio figlio (oggi ventenne), mi
disse tempo fa: "Ricordi quando mi dicevi di riordinare la stanza? È stata una
fortuna che abbia imparato ad avere un
po’ d'ordine."
Nell'educazione, uno schiaffetto
sul sederino di tanto in tanto è come un
punto esclamativo! Non aspettate troppo
a lungo, poiché un'essere sgridato ferisce
l'animo del bambino più di un punto
esclamativo!
I bambini e la carriera
Non cerchiamo di correggere attraverso i nostri bambini gli sbagli che
abbiamo fatto nella vita, ed evitiamo di
incanalarli nell'ideale che avremo voluto
raggiungere noi stessi: diplomi, posti di
lavoro, qualifiche, ecc. Corriamo altrimenti rischio di investirli di un ruolo
non adatto alle loro capacità.
Con i bambini, parlate di Dio, poiché verrà un giorno nel quale non vorranno più ascoltarvi.
Alle porte del caos
www.cristiani-in-azione.ch
Mentre una sera attraversavo nel
buio il pianerottolo che conduce alle
stanze dei bambini, sentii nostro figlio
che pregava: "Signor Gesù, la mamma
non mi capisce e credo neppure papà.
Ma tu sai come intendo le cose." Sentire
tali parole mi fece molto riflettere e nei
giorni che seguirono trattammo in tutta
calma 1'accaduto. Mi rallegrò molto
però, sapere che mio figlio conosceva
questa alta autorità divina, nella quale
era certo di trovare comprensione. È
bene che i bambini siano a conoscenza
del fatto che al di sopra dei genitori c'è
un'altra autorità. Che questa autorità
(Dio) è più potente dei genitori stessi e
quando si sentono incompresi possono
rivolgersi a Lui.
Anche i genitori commettono errori
e spesso sono proprio i figli ad accorgersene per primi. Nella maniera nella
quale noi pratichiamo il perdono, i nostri
figli apprendono cosa esso sia ed imparano a comportarsi di conseguenza. Se
quindi li puniamo ingiustamente, oppure sbagliamo nei loro riguardi, ammettiamo i nostri errori e se necessario scusiamoci.
Una cosa ancora: i nostri figli crescono e diventano adulti, nonostante gli
errori che commettiamo. Certo sarà per
noi impossibile poterli educare alla perfezione, possiamo però pregare per loro.
Dio che ce li ha affidati, di certo ci aiuterà
in questo difficile compito e quando
andranno via di casa, si ricorderanno
dell'amore, della comprensione e delle
correzioni che con 1'aiuto divino abbiamo cercato di dare loro.
5
Non parlatemi più di Dio
A. Stamp
Un mio collaboratore mi ha posto
recentemente la seguente domanda:
„Se Dio esiste, cosa vorresti chiedergli?“
Una delle interlocutrici gli ha risposto:
“Onestamente, non voglio sentire
parlare di Dio… d’accordo?” Un tono
che non lasciava nessun dubbio.
La conversazione era chiusa.
E voi, per quale motivo non volete
parlare di Dio?
Poiché la vita vi ha dato troppe
cattive sorprese?
La vita non è facile per nessuno.
Durante la nostra esistenza dobbiamo
far fronte a molte prove e sofferenze. I
fallimenti, le rotture, il lutto ci lasciano
senza forza, disorientati e feriti.
“Dopo tutto ciò che ho sofferto, non
mi parlate di Dio!”
E se Dio è veramente l’unico capace di capirvi, aiutarvi, alleggerirvi e
darvi il sapore della felicità e della gioia
di vivere?
Victor Hugo lo disse in un bel
modo: “Voi che piangete, venite a Dio,
poiché egli piange. Voi che soffrite, venite a lui, poiché egli guarisce. Voi che tremate, venite a lui, poiché egli vi sorride.
Voi che passate, venite a lui, poiché egli
ha una dimora.”
Gesù Cristo disse: “Venite a me voi
tutti che siete travagliati ed aggravati e
io vi darò riposo.” Egli è definito nella
Bibbia come “l’uomo del dolore”. Non
c’è nessuna pena, nessuna sofferenza che
egli non possa capire ed alleggerire.
Avete fatto un’esperienza negativa
con la religione?
Molte persone non vogliono sentire
parlare di Dio, poiché hanno fatto una
cattiva esperienza con la religione. Forse
ciò che vi è stato detto di Dio e della sua
6 parola era noioso, ipocrita e per sempli-
cioni. Forse coloro che vi hanno parlato
non sembravano convinti di ciò che dicevano. E voi avete collocato Dio nel reparto dei ricordi.
Nella Bibbia i profeti parlavano con
grande severità a coloro che attraverso il
loro comportamento ed il loro cattivo
insegnamento erano di ostacolo alla fede
degli altri.
Lasciate alle vostre spalle la vostra
delusione, la vostra collera ed il vostro
rancore.
Rivolgetevi direttamente a Dio.
Leggete almeno una volta l’Evangelo,
fatelo per voi stessi.
Un Dio d’amore
È vero, esistono le guerre, le carestie, l’ingiustizia, l’AIDS e tante altre
malattie. Sorgerebbe quindi la domanda: “Se Dio esiste, perché permette tutto
ciò?” Alcuni fatti sembrano eliminare la
realtà di un Dio d’amore. Ma nonostante ciò, nulla potrà mai annullare o sminuire la più grande prova dell’amore di
Dio, la morte di Gesù Cristo sulla croce
del Golgota. La Bibbia ci dice, che Dio
ha tanto amato il mondo, che ha dato il
Suo unico Figlio, affinché chiunque
crede in Lui non perisca, ma abbia la
vita eterna.
Una nuova gioia
www.cristiani-in-azione.ch
Quel “chiunque” siete voi. È per
voi che Dio ha dato Suo Figlio sulla
croce. Gesù Cristo è morto a conseguenza dei vostri peccati e Dio lo ha sacrificato per offrirvi la possibilità di salvezza
e per dare un senso alla vostra vita.
Non ha importanza quali siano i
vostri sentimenti verso Dio. Rivolgetevi
a Lui e riflettete sulla realtà di questo
amore per voi.
Non voltategli le spalle
Se non conoscete Dio è poiché non
volete sapere niente di Lui. È la vostra
volontà che decide sul soggetto del
quale volete interessarvi.
La Bibbia dice che è per voi che Dio
“…ha resuscitato il suo Servo Gesù
Cristo, lo ha mandato per benedirvi,
convertendo ciascuno di voi dalle sue
malvagità”.
Non voltate le spalle a Colui che
vuole benedirvi. Non allontanatevi da
Colui che vi ama tanto e che non ha
esitato a sacrificare il Suo unigenito
Figlio per salvare l’anima vostra.
Accettate di seguire Cristo e ricevete il Suo amore ed un nuovo senso alla
vostra vita.
Se desiderate ricevere gratuitamente
una Bibbia, utilizzate il tagliando alla
pagina 7.
Volevo fare tutto da solaEva Wittmann
Per molti anni pensavo di non
aver bisogno di Dio.
Vivevo agiatamente e potevo
soddisfare ogni mio desiderio.
I miei genitori avevano una bella
casetta in campagna. Tutti è due
avevano un lavoro. I soldi non
erano un problema e neppure fare
degli acquisti. Avevo molti amici,
distrazioni ed anche la scuola
andava molto bene. Una vita senza
problemi, ma una vita senza Dio.
Da ragazzina andavo alla scuola
domenicale (catechismo), dove appresi
che Gesù era morto sulla croce per me, a
causa dei miei peccati. Effettivamente, i
nostri sbagli ci separano da Dio e ci
impediscono di avere una relazione con
Lui. Ma Gesù ha accettato di morire al
nostro posto e tre giorni dopo è resuscitato, dimostrando che Egli era onnipotente.
Essendo una ragazzina, trovavo ciò
impressionante, meraviglioso e logico.
Se Dio ha fatto ciò per amore, se Gesù è
S
ATI
GR
Il dono per te, di Max Lucado
morto al mio posto, è stato per pagare il
debito del mio peccato e per darmi la
vita eterna! Amare Colui che mi aveva
perdonato era per me la più grande felicità.
Ma come sempre, l’uomo dimentica il bene ricevuto da Dio ed anche io mi
sono scaricata di Lui.
Per ciò che mi ricordo, ho perso
tutte le mie sicurezze, in ogni campo. Il
matrimonio dei miei genitori era in crisi,
al punto che hanno voluto divorziare.
Mio nonno è morto. Mia madre non ha
più avuto la possibilità di occuparsi di
noi, a scuola le mie buone prestazioni
sono diminuite, ed ho perso i miei amici.
Di colpo mi sono ribellata contro
Dio e contro tutto ciò che è religioso.
Come può un Dio d’amore essere tanto
crudele e cattivo?
Non volevo più avere un contatto
con Lui. Volevo essere indipendente e
dirigere la mia vita da sola. Ma quel pensiero non ha funzionato.
Ho ricominciato allora a pregare ed
a leggere la Bibbia. Ho scoperto che
anche gli autori dei Salmi erano qualche
volta delusi ed in collera con Dio, proprio come mi sentivo io.
Però Dio è rimasto fedele. In una
situazione molto critica, nella quale
avevo assolutamente bisogno di Lui,
Egli mi ha veramente aiutato. Da quel
momento ho rimesso tutta la mia fiducia
in Lui.
Se l’intero universo è sotto il Suo
controllo e la Sua autorità, e lo è, allora
anch’io posso avere piena fiducia in
Lui.
La ricerca
di una vita migliore
www.cristiani-in-azione.ch
Aveva davanti a sé un futuro brillante.
Single, di bell’aspetto, fresco di laurea. La
sua famiglia lo amava, le ragazze lo ammiravano, eppure, Eric era tormentato da voci
interiori che non riusciva a far tacere. In un
disperato tentativo, decise di sfuggire alla
vita, andò via di casa e non vi fece più ritorno. Dove Eric vagava lo sapevano soltanto
lui e Dio.
Speditemi gratuitamente e senza
alcun impegno da parte mia il libro
“Il dono per te”
Desidero conoscere meglio la Bibbia e
vorrei frequentare un corso biblico
Vi prego di spedirmi gratuitamente
una Bibbia
Desidero ricevere regolarmente il
vostro semestrale “Voce Amica”
Desidero di fare parte degli amici di
"Voce Amica / Cristiani in Azione"
Vorrei avere un colloquio con i vostri
collaboratori
Vi prego di consigliarmi sul seguente
argomento:
Cognome
Nome
Via/No.
Cap/Città
Ritagliare, compilare ed inviare a:
Cristiani in Azione
Voce Amica
Josefstrasse 206
CH-8005 Zürich
7
LA PAGINA DELLA SALUTE
Quanto dobbiamo ricorrere
Farmacia Casalinga
agli occhiali ?
ra. Un bambino normalmente e ipermetrope; siccome vede meglio gli oggetti
lontani, per guardare quelli vicini esso
deve fare un'accomodazione. Per un
bambino questa operazione di adattamento al primo piano non rappresenta
nessun problema. Tuttavia nei casi in cui
il coordinamento di ambedue gli occhi
non funziona più, si manifesta il cosiddetto fenomeno dello strabismo che deve
essere curato dallo specialista.
Ai nostri giorni gli occhiali sono
entrati, per così dire, a far parte
della vita quotidiana, godono di
tale fama che i pazienti che si rivolgono all'oculista chiedono per i
disturbi più disparati di prescrivere loro dei nuovi occhiali.
Per molti è difficile capire che alcune affezioni degli occhi non possono
essere curate con gli occhiali. La fiducia
nella loro efficacia è così diffusa che
diventa difficile modificare questo atteggiamento.
Gli occhiali sono un mezzo ottico
ausiliario e possono unicamente correggere i vizi di rifrazione dell'occhio o le
debolezze visive dovute all'età avanzata.
I primi sintomi
A quale età abbiamo veramente
bisogno degli occhiali per compensare
una debolezza della vista? Gli occhi non
hanno un meccanismo in grado di segnalarci chiaramente quando dobbiamo procurarci degli occhiali. Per alcuni questa
necessità si manifesta con sintomi di
stanchezza, per altri con l'apparire di
dolori alla testa, disturbi agli occhi o
semplicemente con il fatto di non riuscire più a leggere bene il giornale o i
numeri del telefono. In questi casi è consigliabile rivolgersi allo specialista che
provvederà a controllare il rapporto di
rifrazione dell'occhio, e nella maggior
parte dei casi, prescriverà l'unico rimedio per alleviare tali disturbi, ossia gli
occhiali. Infatti con il passare degli anni
8 il potere di rifrazione degli occhi si alte-
La presbiopia
Con la crescita il bambino perde
l'ipermetropia e la sua vista diventa normale. L'adulto invece invecchiando può
sviluppare un certo tipo di ipermetropia
causata da un leggero opacamento del
cristallino, un fenomeno che può aggravarsi con il passare degli anni e portare
alla riduzione della percezione visiva e
all'insorgere di una cataratta.
Tralasciando questi casi particolari
ciò che ci interessa è la presbiopia, in
altre parole la diminuzione del potere di
accomodazione che si riscontra nell'età
senile, per cui la visione degli oggetti
vicini è resa difficoltosa dalla perdita di
elasticità del cristallino. Attorno ai 60
anni questo fenomeno si fa più evidente:
il cristallino diventa rigido e non reagisce più agli stimoli del muscolo orbicolare dell'occhio che regolava il potere di
accomodazione. Si può dire che questo
processo di invecchiamento inizia circa a
40 anni. Tuttavia questo non significa che
tutti i quarantenni hanno bisogno degli
occhiali!
A partire dai 60 invece...
Molte persone avvertono dei
disturbi dovuti alla rigidità del cristallino già a 50 anni, altri più tardi. A partire
dai 60 anni si denota una rigidità tale da
rendere necessario l'uso di occhiali per il
campo ravvicinato e per la lettura.
Non tutte le malattie oculari possono essere eliminate con gli occhiali.
Lo stress:
malattia del secolo?
www.cristiani-in-azione.ch
Ascoltate
Voce Amica
Cos’è Voce Amica:
Voce Amica è un breve messaggio di
ca. 2 minuti, inciso su una centralina telefonica. Parole d’incoraggiamento e di conforto che aiutano nei
momenti critici della vita.
Dopo il breve messaggio avrete la
possibilità di richiedere gratuitamente e senza alcun impegno da
parte vostra, un libretto trattante il
tema ascoltato.
Per la Svizzera
In italiano:
044 272 01 84
In tedesco:
044 272 01 83
Ginevra
Schwanden/
Glarus
022 320 05 20
055 640 18 88
Per la Germania:
Ludwigshafen 0621 40 65 65
Mannheim
0621 40 65 65
Pforzheim
0621 40 65 65
Consulenza online:
Per la Svizzera: 079 580 11 11
Dall’estero: 0041 79 580 11 11
Avete già provato a telefonare?
Vi invitiamo a partecipare
alla nostre riunioni
Scarica

Giornale Online no 34