Periodico semestrale Chiese Evangeliche Italiane 34 Le crisi – una possibilità ? AMICA Perché vivere ancora? Educare i nostri bambini Non parlatemi più di Dio Volevo fare tutto da sola Quando dobbiamo ricorrere agli occhiali? Le crisi – una possibilità? www.cristiani-in-azione.ch Ascoltate Voce Amica, un breve messaggio di conforto Per la Svizzera In tedesco: 044 272 01 83 In italiano: 044 272 01 84 Ginevra 022 320 05 20 Schwanden/Glarus 055 640 18 88 Per la Germania: Ludwigshafen 0621 40 65 65 Mannheim 0621 40 65 65 Pforzheim 0621 40 65 65 Le crisi – una possibilità ? I cinesi utilizzano gli stessi segni per la parola „crisi“ e la parola “circostanza opportuna”. Ogni crisi dovrebbe dunque essere una circostanza opportuna? Non certo a prima vista! Esistono diversi tipi di crisi. Crisi prevedibili In alcuni casi non c’è bisogno di essere profeti per dire: “Se tu continui in questo modo, sbatterai prima o poi la testa contro il muro!” Quante crisi coniugali sarebbero state prevedibili? Altre invece sembravano imprevedibili, ma lo erano veramente? Alcune dolorose relazioni andate in frantumi, si sono sviluppate col passare del tempo. Sono il risultato di ripetute abitudini egoistiche, di parole che feriscono, del rifiuto di perdonare, del rifiuto di comunicare, di negligenze reciproche! La Bibbia dice: “Chi semina l’ingiustizia mieterà l’infelicità.” E il raccolto sarà terribile. Crisi imprevedibili Un incidente mortale, la nascita di un bambino handicappato, una malattia incurabile diagnosticata durante una visita medica di routine, un licenziamento, nonostante diplomi ed esperienze professionali. Avvenimenti questi che scuotono profondamente. In un istante la vita diventa insicura e non sarà mai più la stessa. Crisi profonde e durature I drammi e le disperazioni che colpiscono i nostri cari, la malattia mortale che si espande irrimediabilmente nel 2 Salvi per miracolo www.cristiani-in-azione.ch loro corpo e tante altre tristi circostanze. Davanti alle apparenze di benessere, nessun successo, nessuna ricchezza materiale potrà mai soffocare il fallimento interiore. Cosa dire dei peccati che si sono accumulati? Che dolore sapere che abbiamo fatto soffrire gli altri! Risentiamo di questo malessere anche quando sappiamo che abbiamo troncato con Dio… Io non vivo realmente, ma vegeto. Non so per quale motivo sono qui. Non so dove vado e per di più la mia vita è tanto fragile. Questo genere di crisi è meno scioccante, ma può lo stesso penetrare nella nostra vita e toglierci la tranquillità. La crisi, una nuova opportunità? In un primo momento nessuno ha questo sentimento. Una donna divorziata descriveva la sua storia con queste parole: “Mi sentivo come un veliero nella morsa dell’uragano, l’albero maestro rotto, le vele lacerate!” Altri hanno avuto l’impressione di essere in un tunnel, del quale non conoscevano né la lunghezza e neppure dove si trova l’uscita d’emergenza. Quel sentimento di non poter contare su nessuno, di non riuscire più ad affrontare la vita... Le reazioni possono essere molto diverse. Alcuni gridano “Perché proprio io?” Altri si ribellano con violenza. La sofferenza nascosta può anche trasformarsi in amarezza. Lo scoraggiamento profondo può condurre a chiudersi in sé stessi ed a credersi senza valore. Altri fuggono dalla realtà e si danno all’alcool, alla droga e fin’anche al suicidio! L’enciclopedia scrive che la parola “crisi” proviene dal greco ”decisione”. Quindi le crisi possono spingerci a prendere decisioni capaci di cambiare il corso della nostra esistenza. Decisioni buone o cattive. Rimettere in questione È proprio attraverso le crisi che siamo confrontati con le questioni essenziali della vita, questioni che abbiamo trascurato ed alle quali non abbiamo una risposta. Le crisi scuotono la nostra routine e scoprono il nostro comportamento abituale, fonte di difficoltà per gli altri. Un albero esposto alle tempeste o alla siccità sviluppa le sue radici. Anche N. Kessley le nostre crisi sono opportunità per cercare delle nuove risorse, delle fondamenta più solide. E Dio? Le nostre crisi sono un’opportunità per interrogarci sulla nostra relazione con Dio. Siamo stati creati per essere in relazione, in comunicazione con Lui. Per conoscerlo, per scoprire in Lui la nostra ragione di vita. Per scoprire la Sua perfezione, le Sue ricchezze ed il Suo meraviglioso aiuto. Com’è la vostra relazione con Dio? È superficiale o semplicemente un’apparenza? Ignorate il vostro creatore? Non pensate che forse queste crisi e questa disperazione siano una chiara conseguenza dell’assenza di una relazione con Dio? Una conseguenza dovuta al fatto che voi avete ignorato e forse deriso le Sue direttive. Dio ci dona la possibilità di pentirci e di tornare a Lui. Che bella opportunità, quella di potersi orientare in un’altra direzione, quella giusta e dare il vero senso alla propria vita. Fate di questa relazione con Dio una priorità e scoprite: “Sono stato creato da Dio e per Dio. Egli vuole accompagnarmi e soccorrermi attraverso ogni mia difficoltà.” Nonostante che in un primo momento sembrano negative, tutte le crisi possono essere decisive al giovamento della nostra relazione con Dio. Qualunque sia la crisi che voi state attraversando oggi, sappiate che per voi c’è speranza, un avvenire! Il nostro Dio è il sovrano di ogni speranza. Egli ha la risposta alle vostre questioni e vi invita a confidare in Lui. Perché vivere ancora ? Gerda Fabian si sveglia, guarda fuori dalla finestra e vede alberi che non ha mai visto. Non ha la minima idea di dove si trovi. Si guarda allo specchio e nota che una parte dei suoi capelli sono stati rasati. Gira lentamente la testa e vede una cicatrice su ambedue i lati della testa. Gerda si è risvegliata dopo aver passato sei settimane in coma. Gli alberi sono quelli della clinica psichiatrica di Littenheid. Un medico le spiega l’accaduto, solo allora le ritornano lentamente alla mente i ricordi: “So che avevo bevuto un Whisky, avevo fumato una sigaretta ed avevo scritto una lettera di addio. Poi ho impugnato la pistola e mi sono sparata un colpo alla tempia.” L’aveva visto fare ripetutamente in un film poliziesco. Il colpo è partito, ma sorprendentemente la pallottola ha attraversato il cervello senza danneggiarlo. “Forse Dio non mi voleva ancora…” Gerda però voleva più morire che vivere, aveva perso tutto ciò che dava un senso alla sua vita. Il suo fidanzato Heinz ed i suoi animali le erano molto preziosi. Insieme ad Heinz, stavo viaggiando in un piccolo bus attraverso il Sudafrica. Sembrava che le cose andassero bene, ma un giorno iniziò un periodo di grande sventura. Il gattino fu investito da una macchina e morì. Poco tempo dopo Heinz fu coinvolto in un grave incidente automobilistico mortale. L’unica cosa che le era rimasta era il cane. Purtroppo, giorni dopo, anche lui morì e lei rimase completamente sola. Gerda diceva: “Io sono una persona che mette il suo cuore ed il suo affetto solo su poche cose… Ma adesso quelle poche cose non c’erano più. Avevo perso i miei cari e con loro anche il senso della vita.” La vita non era mai stata generosa con lei. All’età di dodici anni, era già handicappata. “Ecco la zoppa.” Le gridavano dietro i suoi compagni di scuola. Di conseguenza si sentiva anche emarginata. Oltre a ciò aveva continuamente gravi problemi con la schiena e dolorose fitte che ripetutamente le mozzavano il fiato: “Insomma, non facevo parte delle persone normali.” Redazione: Collaboratori: Cassa: Grafica: Indirizzo: IMPRESSUM Salvatore Farinato Cristian Bertoli Antonio e Gioela Bosco Massimo Autiero Raffaele Ceretti Cristiani in azione Voce Amica Josefstrasse 206 CH-8005 Zürich Gerda Fabian Dopo il tentativo di suicidio, Gerda si era un poco ripresa e cominciò a lavorare come centralinista. Un collega di lavoro la invitò a partecipare ad una riunione evangelica. “Fu durante quella riunione che sentii per la prima volta che Dio mi ama. Finalmente la mia vita prese la direzione giusta! Finalmente avevo trovato il vero senso della vita e la pace interiore, che avevo cercato a lungo in Africa, ma senza successo. In Gesù ho trovato Colui che mi ama e mi sta a fianco in ogni situazione della vita. Posso andare a Lui così come sono, Egli mi accetta! E questa è una cosa meravigliosa.” A partire da quel momento, Gerda cominciò a frequentare regolarmente la chiesa evangelica, ha conosciu- to molte persone nuove, ed è entrata a far parte di una nuova grande famiglia. “Prima non avevo nessuno con cui condividere i miei problemi e la mia disperazione, soprattutto quando ero assalita dai dolori. Oggi invece ricevo forza da Dio ed incoraggiamento da tante persone che mi vogliono bene.” Oggi ha alcuni gattini, li cura con tanto affetto, ma non ripone in loro l’importanza della vita. Quando ne muore uno, lei è molto triste e soffre, ma non è la fine del mondo come prima. “Dio mi ha ridato la volontà di vivere, ed io ho imparato ad essergli grata. Grata per la meraviglia della Sua creazione e per tutto ciò che posso vedere.” Gesù stesso vi invita oggi: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.” Se volete esprimere a Gerda il vostro apprezzamento o volete incoraggiarla, indirizzate la vostra corrispondenza a: Cristiani in Azione Gerda Fabian Josefstrasse 206 CH-8005 Zurigo Volentieri le inoltreremo le vostre lettere. 3 Educare i nostri bambini Ruth Heil All'età di tre anni nostro figlio era di forte temperamento, interessato a tutto, in modo particolare ai pulsanti degli elettrodomestici. Gli piaceva gustare il sapore del sapone per la lavatrice ed infilare i chiodi nelle prese della corrente elettrica. Continuamente mi vedevo costretta a mettere al sicuro da lui tutte le cose con le quali poteva farsi del male. I bambini possono essere incredibilmente faticosi. Più hanno temperamento, più la pazienza e 1'energia dei genitori sono strapazzati. Quando altre persone mi raccontano come il loro "tesoruccio" è bravo ed educato, mi rallegro insieme a loro, ma in silenzio penso: "Aspetta che avranno il secondo ed il terzo bambino, poi sì che potremo parlare sul come educare i figli." Più forte è il bambino nella sua personalità, tanto più avrà tendenza a provare i limiti che gli sono stati imposti. Sono questi i bambini che da adulti non cederanno, fino a che non abbiano risolto il problema o completata l'invenzione. Più vispo e difficile è un bambino, più bisogno avrà di dedizione. Vi saranno naturalmente molte situazioni nelle quali i genitori dovranno energicamente intervenire, e ciò costerà loro molta energia e pazienza. Una macabra statistica ci ricorda che nella Germania muoiono più bambini per violenze che per malattie e questo problema della Germania non è in parte lo specchio dell'Europa? Io ho la sensazione che queste violenze sono praticate non solo perché i genitori non avrebbero voluto bambini, ma soprattutto poiché essi sono grandemente stressati. Come si possono aiutare i propri figli a raggiungere un sano sviluppo, senza dovere completamente rinunciare a se stessi? Esistono due principi di base che vorrei citarvi di seguito: Amore e conseguenza Il più radicato desiderio dell'essere umano è quello di sentirsi amato e di 4 poter amare. Chi si sente amato è più capace ad affrontare la vita. Ma la capacità di amare viene sviluppata quando si riceve amore. Tenerezze e parole adatte sono le maniere pratiche per esprimere questo amore. Più esperienze del genere vengono fatte nell' infanzia, più la persona adulta sarà capace di dare amore agli altri. Oggi purtroppo, l'amore viene spesso scambiato con i sentimenti. Ma l'amore è molto più di essi. Amare vuol dire decidersi per l'altro, rinunciando in parte a se stessi. Il vero amore comincia a manifestarsi dove l'altro fallisce e non risponde alle mie aspettative. L'amore è come una roccia tra le onde del mare della delusione. Amare mio figlio, per me significa accettarlo nella sua maniera di essere, anche quando mi fa arrabbiare. Non mi curo di lui poiché sono affascinata dalle sue doti, ma per il semplice motivo che ho deciso di amarlo. Per un periodo di tempo avevamo preso cura di un altro bambino. Una delle prime domande che ci rivolse fu: "Se sarò cattivo, mi darete lo stesso da mangiare?" Ridendo gli risposi: "Da noi c'è sempre da mangiare. Anzi i bambini cattivi possono mangiare di più, per far sì che diventino buoni." Guardandomi, il bambino mi sorrise. Ma alla fine della Cara mamma www.cristiani-in-azione.ch settimana scoprii una grande quantità di tartine, nascoste nell'armadio della sua stanzetta. Con dolcezza gli chiesi per quale motivo aveva fatto ciò. La sua risposta fu: "Non ero sicuro che tu avresti veramente fatto come mi avevi promesso." Spesso noi mamme non siamo tanto conseguenti come i papà. Se tutto va bene, allentiamo generalmente le briglie dell'educazione, se qualcosa va male allora cominciamo a restringere le libertà dei figli. Non sarebbe meglio sforzarsi un pochino ed essere più conseguenti? Molte volte ciò avviene a causa del nostro ciclo. Quando abbiamo tali giornate, dobbiamo emettere segnali di avvertimento: i nostri figli possono senz'altro sapere che abbiamo mal di testa e che quindi non riusciamo a sopportare il chiasso come d'abitudine. Ogni bambino è un originale ...ed ogni bambino ha diritto a un'educazione individuale. Naturalmente ogni famiglia ha la propria regola ed i genitori che hanno più forza e pazienza danno più libertà di coloro che hanno i nervi deboli. Non possiamo fare una regola generica, possiamo però dare ai bambini una libertà che non vada al di là delle nostre forze e che non faccia loro male. I bambini non si divertono soltanto quando giocano, bensì anche quando possono fare qualcosa di utile. Se i vostri figli vogliono aiutarvi, lasciateli fare! Incoraggiateli e lodateli per le cose buone. Più i bambini crescono, più si allarga il loro campo di azione: andare a fare la piccola spesa, permettere loro di andare dagli amici, ricevere dai genitori i soldini per le spese personali, ma anche tanti altri compiti come svuotare la lavastoviglie, spazzare le scale, pulire i lavandini, ecc. Più che per le parole, i bambini apprendono attraverso il nostro esempio ed il nostro comportamento. Essi insomma, afferrano per intuito. Conosciamo bene l'espressione: "Se lo sguardo potesse ammazzare...". Noi osserviamo i nostri figli mentre essi crescono, ma abbiamo tendenza ad indirizzare più spesso il nostro sguardo ad essi, quando fanno qualcosa di male e che sguardo...! Non dovremo forse dedicare più sguardi positivi ai nostri figli? E quando li sgridiamo e coroniamo il tutto con uno sguardo..., sarebbe più opportuno esprimerci in maniera tale che il bambino afferri: "Il tuo comportamento o ciò che hai fatto non mi piace..., ma ti voglio bene lo stesso." Una buona educazione ha molte più possibilità di successo, quando i coniugi vanno d'accordo. Un bambino sa molto bene cosa bisogna fare per mettere i genitori l'uno contro l'altro. Cosi facendo raggiunge e riceve ciò che voleva. Resta però infelice, poiché nel profondo del suo cuore desidera l'unione e 1'armonia dei genitori. Peter Rosegger scrisse: "Un bambino è come un libro, nel quale leggiamo ed altresì scriviamo." Egli è già una piccola personalità, ma non è ancora definitivamente formato. Le sue reazioni sono completamente concentrate su noi e sul suo viso possiamo vedere la proiezione di noi stessi. Se noi sorridiamo, egli sorride. Se siamo nervosi, egli comincia a piangere. Nella sua tenera età, un bambino non è capace di vedere le cose con obbiettività. Se noi gli diciamo: "Tu sei cattivo...", la nostra espressione è per lui qualcosa di definitivo. Egli unisce questa frase al suo totale essere. Espressioni del genere hanno un effetto molto negativo. E se osserviamo il mondo degli adulti, ci accorgiamo quanto numerosi sono coloro che ancora oggi hanno nella loro vita il marchio del padre, della madre o dell'insegnante, che nella fanciullezza non hanno risparmiato l’uso di espressioni come: "Tu sei un buono a nulla, un'incapace!" Espressioni del genere possono formare barriere che impediscono lo sviluppo della personalità. In questi casi è molto meglio esprimere i propri sentimenti: "Io sono arrabbiato con te per...", oppure: "Il tuo comportamento mi rende triste, poiché..." Così facendo non accuso mio figlio di avermi voluto offendere e gli offro la possibilità di miglioramento. I nostri figli vogliono essere educati! Educarli vuol dire avere amore e dedizione. Mio figlio (oggi ventenne), mi disse tempo fa: "Ricordi quando mi dicevi di riordinare la stanza? È stata una fortuna che abbia imparato ad avere un po’ d'ordine." Nell'educazione, uno schiaffetto sul sederino di tanto in tanto è come un punto esclamativo! Non aspettate troppo a lungo, poiché un'essere sgridato ferisce l'animo del bambino più di un punto esclamativo! I bambini e la carriera Non cerchiamo di correggere attraverso i nostri bambini gli sbagli che abbiamo fatto nella vita, ed evitiamo di incanalarli nell'ideale che avremo voluto raggiungere noi stessi: diplomi, posti di lavoro, qualifiche, ecc. Corriamo altrimenti rischio di investirli di un ruolo non adatto alle loro capacità. Con i bambini, parlate di Dio, poiché verrà un giorno nel quale non vorranno più ascoltarvi. Alle porte del caos www.cristiani-in-azione.ch Mentre una sera attraversavo nel buio il pianerottolo che conduce alle stanze dei bambini, sentii nostro figlio che pregava: "Signor Gesù, la mamma non mi capisce e credo neppure papà. Ma tu sai come intendo le cose." Sentire tali parole mi fece molto riflettere e nei giorni che seguirono trattammo in tutta calma 1'accaduto. Mi rallegrò molto però, sapere che mio figlio conosceva questa alta autorità divina, nella quale era certo di trovare comprensione. È bene che i bambini siano a conoscenza del fatto che al di sopra dei genitori c'è un'altra autorità. Che questa autorità (Dio) è più potente dei genitori stessi e quando si sentono incompresi possono rivolgersi a Lui. Anche i genitori commettono errori e spesso sono proprio i figli ad accorgersene per primi. Nella maniera nella quale noi pratichiamo il perdono, i nostri figli apprendono cosa esso sia ed imparano a comportarsi di conseguenza. Se quindi li puniamo ingiustamente, oppure sbagliamo nei loro riguardi, ammettiamo i nostri errori e se necessario scusiamoci. Una cosa ancora: i nostri figli crescono e diventano adulti, nonostante gli errori che commettiamo. Certo sarà per noi impossibile poterli educare alla perfezione, possiamo però pregare per loro. Dio che ce li ha affidati, di certo ci aiuterà in questo difficile compito e quando andranno via di casa, si ricorderanno dell'amore, della comprensione e delle correzioni che con 1'aiuto divino abbiamo cercato di dare loro. 5 Non parlatemi più di Dio A. Stamp Un mio collaboratore mi ha posto recentemente la seguente domanda: „Se Dio esiste, cosa vorresti chiedergli?“ Una delle interlocutrici gli ha risposto: “Onestamente, non voglio sentire parlare di Dio… d’accordo?” Un tono che non lasciava nessun dubbio. La conversazione era chiusa. E voi, per quale motivo non volete parlare di Dio? Poiché la vita vi ha dato troppe cattive sorprese? La vita non è facile per nessuno. Durante la nostra esistenza dobbiamo far fronte a molte prove e sofferenze. I fallimenti, le rotture, il lutto ci lasciano senza forza, disorientati e feriti. “Dopo tutto ciò che ho sofferto, non mi parlate di Dio!” E se Dio è veramente l’unico capace di capirvi, aiutarvi, alleggerirvi e darvi il sapore della felicità e della gioia di vivere? Victor Hugo lo disse in un bel modo: “Voi che piangete, venite a Dio, poiché egli piange. Voi che soffrite, venite a lui, poiché egli guarisce. Voi che tremate, venite a lui, poiché egli vi sorride. Voi che passate, venite a lui, poiché egli ha una dimora.” Gesù Cristo disse: “Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati e io vi darò riposo.” Egli è definito nella Bibbia come “l’uomo del dolore”. Non c’è nessuna pena, nessuna sofferenza che egli non possa capire ed alleggerire. Avete fatto un’esperienza negativa con la religione? Molte persone non vogliono sentire parlare di Dio, poiché hanno fatto una cattiva esperienza con la religione. Forse ciò che vi è stato detto di Dio e della sua 6 parola era noioso, ipocrita e per sempli- cioni. Forse coloro che vi hanno parlato non sembravano convinti di ciò che dicevano. E voi avete collocato Dio nel reparto dei ricordi. Nella Bibbia i profeti parlavano con grande severità a coloro che attraverso il loro comportamento ed il loro cattivo insegnamento erano di ostacolo alla fede degli altri. Lasciate alle vostre spalle la vostra delusione, la vostra collera ed il vostro rancore. Rivolgetevi direttamente a Dio. Leggete almeno una volta l’Evangelo, fatelo per voi stessi. Un Dio d’amore È vero, esistono le guerre, le carestie, l’ingiustizia, l’AIDS e tante altre malattie. Sorgerebbe quindi la domanda: “Se Dio esiste, perché permette tutto ciò?” Alcuni fatti sembrano eliminare la realtà di un Dio d’amore. Ma nonostante ciò, nulla potrà mai annullare o sminuire la più grande prova dell’amore di Dio, la morte di Gesù Cristo sulla croce del Golgota. La Bibbia ci dice, che Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unico Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Una nuova gioia www.cristiani-in-azione.ch Quel “chiunque” siete voi. È per voi che Dio ha dato Suo Figlio sulla croce. Gesù Cristo è morto a conseguenza dei vostri peccati e Dio lo ha sacrificato per offrirvi la possibilità di salvezza e per dare un senso alla vostra vita. Non ha importanza quali siano i vostri sentimenti verso Dio. Rivolgetevi a Lui e riflettete sulla realtà di questo amore per voi. Non voltategli le spalle Se non conoscete Dio è poiché non volete sapere niente di Lui. È la vostra volontà che decide sul soggetto del quale volete interessarvi. La Bibbia dice che è per voi che Dio “…ha resuscitato il suo Servo Gesù Cristo, lo ha mandato per benedirvi, convertendo ciascuno di voi dalle sue malvagità”. Non voltate le spalle a Colui che vuole benedirvi. Non allontanatevi da Colui che vi ama tanto e che non ha esitato a sacrificare il Suo unigenito Figlio per salvare l’anima vostra. Accettate di seguire Cristo e ricevete il Suo amore ed un nuovo senso alla vostra vita. Se desiderate ricevere gratuitamente una Bibbia, utilizzate il tagliando alla pagina 7. Volevo fare tutto da solaEva Wittmann Per molti anni pensavo di non aver bisogno di Dio. Vivevo agiatamente e potevo soddisfare ogni mio desiderio. I miei genitori avevano una bella casetta in campagna. Tutti è due avevano un lavoro. I soldi non erano un problema e neppure fare degli acquisti. Avevo molti amici, distrazioni ed anche la scuola andava molto bene. Una vita senza problemi, ma una vita senza Dio. Da ragazzina andavo alla scuola domenicale (catechismo), dove appresi che Gesù era morto sulla croce per me, a causa dei miei peccati. Effettivamente, i nostri sbagli ci separano da Dio e ci impediscono di avere una relazione con Lui. Ma Gesù ha accettato di morire al nostro posto e tre giorni dopo è resuscitato, dimostrando che Egli era onnipotente. Essendo una ragazzina, trovavo ciò impressionante, meraviglioso e logico. Se Dio ha fatto ciò per amore, se Gesù è S ATI GR Il dono per te, di Max Lucado morto al mio posto, è stato per pagare il debito del mio peccato e per darmi la vita eterna! Amare Colui che mi aveva perdonato era per me la più grande felicità. Ma come sempre, l’uomo dimentica il bene ricevuto da Dio ed anche io mi sono scaricata di Lui. Per ciò che mi ricordo, ho perso tutte le mie sicurezze, in ogni campo. Il matrimonio dei miei genitori era in crisi, al punto che hanno voluto divorziare. Mio nonno è morto. Mia madre non ha più avuto la possibilità di occuparsi di noi, a scuola le mie buone prestazioni sono diminuite, ed ho perso i miei amici. Di colpo mi sono ribellata contro Dio e contro tutto ciò che è religioso. Come può un Dio d’amore essere tanto crudele e cattivo? Non volevo più avere un contatto con Lui. Volevo essere indipendente e dirigere la mia vita da sola. Ma quel pensiero non ha funzionato. Ho ricominciato allora a pregare ed a leggere la Bibbia. Ho scoperto che anche gli autori dei Salmi erano qualche volta delusi ed in collera con Dio, proprio come mi sentivo io. Però Dio è rimasto fedele. In una situazione molto critica, nella quale avevo assolutamente bisogno di Lui, Egli mi ha veramente aiutato. Da quel momento ho rimesso tutta la mia fiducia in Lui. Se l’intero universo è sotto il Suo controllo e la Sua autorità, e lo è, allora anch’io posso avere piena fiducia in Lui. La ricerca di una vita migliore www.cristiani-in-azione.ch Aveva davanti a sé un futuro brillante. Single, di bell’aspetto, fresco di laurea. La sua famiglia lo amava, le ragazze lo ammiravano, eppure, Eric era tormentato da voci interiori che non riusciva a far tacere. In un disperato tentativo, decise di sfuggire alla vita, andò via di casa e non vi fece più ritorno. Dove Eric vagava lo sapevano soltanto lui e Dio. Speditemi gratuitamente e senza alcun impegno da parte mia il libro “Il dono per te” Desidero conoscere meglio la Bibbia e vorrei frequentare un corso biblico Vi prego di spedirmi gratuitamente una Bibbia Desidero ricevere regolarmente il vostro semestrale “Voce Amica” Desidero di fare parte degli amici di "Voce Amica / Cristiani in Azione" Vorrei avere un colloquio con i vostri collaboratori Vi prego di consigliarmi sul seguente argomento: Cognome Nome Via/No. Cap/Città Ritagliare, compilare ed inviare a: Cristiani in Azione Voce Amica Josefstrasse 206 CH-8005 Zürich 7 LA PAGINA DELLA SALUTE Quanto dobbiamo ricorrere Farmacia Casalinga agli occhiali ? ra. Un bambino normalmente e ipermetrope; siccome vede meglio gli oggetti lontani, per guardare quelli vicini esso deve fare un'accomodazione. Per un bambino questa operazione di adattamento al primo piano non rappresenta nessun problema. Tuttavia nei casi in cui il coordinamento di ambedue gli occhi non funziona più, si manifesta il cosiddetto fenomeno dello strabismo che deve essere curato dallo specialista. Ai nostri giorni gli occhiali sono entrati, per così dire, a far parte della vita quotidiana, godono di tale fama che i pazienti che si rivolgono all'oculista chiedono per i disturbi più disparati di prescrivere loro dei nuovi occhiali. Per molti è difficile capire che alcune affezioni degli occhi non possono essere curate con gli occhiali. La fiducia nella loro efficacia è così diffusa che diventa difficile modificare questo atteggiamento. Gli occhiali sono un mezzo ottico ausiliario e possono unicamente correggere i vizi di rifrazione dell'occhio o le debolezze visive dovute all'età avanzata. I primi sintomi A quale età abbiamo veramente bisogno degli occhiali per compensare una debolezza della vista? Gli occhi non hanno un meccanismo in grado di segnalarci chiaramente quando dobbiamo procurarci degli occhiali. Per alcuni questa necessità si manifesta con sintomi di stanchezza, per altri con l'apparire di dolori alla testa, disturbi agli occhi o semplicemente con il fatto di non riuscire più a leggere bene il giornale o i numeri del telefono. In questi casi è consigliabile rivolgersi allo specialista che provvederà a controllare il rapporto di rifrazione dell'occhio, e nella maggior parte dei casi, prescriverà l'unico rimedio per alleviare tali disturbi, ossia gli occhiali. Infatti con il passare degli anni 8 il potere di rifrazione degli occhi si alte- La presbiopia Con la crescita il bambino perde l'ipermetropia e la sua vista diventa normale. L'adulto invece invecchiando può sviluppare un certo tipo di ipermetropia causata da un leggero opacamento del cristallino, un fenomeno che può aggravarsi con il passare degli anni e portare alla riduzione della percezione visiva e all'insorgere di una cataratta. Tralasciando questi casi particolari ciò che ci interessa è la presbiopia, in altre parole la diminuzione del potere di accomodazione che si riscontra nell'età senile, per cui la visione degli oggetti vicini è resa difficoltosa dalla perdita di elasticità del cristallino. Attorno ai 60 anni questo fenomeno si fa più evidente: il cristallino diventa rigido e non reagisce più agli stimoli del muscolo orbicolare dell'occhio che regolava il potere di accomodazione. Si può dire che questo processo di invecchiamento inizia circa a 40 anni. Tuttavia questo non significa che tutti i quarantenni hanno bisogno degli occhiali! A partire dai 60 invece... Molte persone avvertono dei disturbi dovuti alla rigidità del cristallino già a 50 anni, altri più tardi. A partire dai 60 anni si denota una rigidità tale da rendere necessario l'uso di occhiali per il campo ravvicinato e per la lettura. Non tutte le malattie oculari possono essere eliminate con gli occhiali. Lo stress: malattia del secolo? www.cristiani-in-azione.ch Ascoltate Voce Amica Cos’è Voce Amica: Voce Amica è un breve messaggio di ca. 2 minuti, inciso su una centralina telefonica. Parole d’incoraggiamento e di conforto che aiutano nei momenti critici della vita. Dopo il breve messaggio avrete la possibilità di richiedere gratuitamente e senza alcun impegno da parte vostra, un libretto trattante il tema ascoltato. Per la Svizzera In italiano: 044 272 01 84 In tedesco: 044 272 01 83 Ginevra Schwanden/ Glarus 022 320 05 20 055 640 18 88 Per la Germania: Ludwigshafen 0621 40 65 65 Mannheim 0621 40 65 65 Pforzheim 0621 40 65 65 Consulenza online: Per la Svizzera: 079 580 11 11 Dall’estero: 0041 79 580 11 11 Avete già provato a telefonare? Vi invitiamo a partecipare alla nostre riunioni