#0 marzo 2014 APPROFONDIMENTI PEDAGOGICI Il metodo Doman; Il format narrativo per imparare le lingue straniere. CONOSCO UN ASILO asilo nido comunale CiPì; asilo nido bilingue happy child. EVENTI AZIONI educazione e/è politica nel XIX convegno gruppo nazionale nidi infanzia. LA CITTA’ DEI BAMBINI L’architettura strumento ludico: Un nido d’infanzia comunale come risorsa sociale e territoriale. L’ANGOLO MORBIDO Poesie di ghiaccio; In viaggio coi diritti delle bambine e dei bambini. Bambini Cittadini #0 marzo 2014 Bambini Cittadini Periodico Pedagogico Politico Sociale Diretto da Simona Novacco Progetto grafico Michail Levitikos Contributi Le educatrici dell’Asilo Comunale Cipì e Asilo Bilingue Happy Child di Pescara. Zeda + Studio di architettura. Contatti www.bambinicittadini.org via Donatello, 5 65124 Pescara cell. 3476555638 [email protected] Editoriale Questo numero pre-pubblicazione di Bambini Cittadini è nato da un forte intento personale, volto a creare uno spazio di approfondimento giornalistico sul mondo delle politiche per la prima infanzia, nazionale e soprattutto regionale, caratterizzato da una costante osservazione dei cambiamenti politici e sociali che lo riguardino direttamente. Nella nostra Regione il sistema integrato dei servizi per la prima infanzia ancora non è stato raggiunto e quello che si trova è un territorio trascurato, frammentato, esule da una consapevole cooperazione tra sistemi politici, educativi, imprenditoriali. Congiuntamente risulta carente l’informazione. Convinta dell’importanza dei nidi d’infanzia come servizio atto ad educare oltre che assicurare un corrispettivo affettivo, della necessità in cui urgono le famiglie, del diritto del bambino di istruzione e di imparare a crescere, di essere un cittadino, dello stretto legame che unisce l’educazione alla politica e viceversa, si è data la possibilità di avviare un progetto che prefiguri l’inizio di un futuro diverso dei servizi educativi. Il livello essenziale per un progetto territoriale in materia di prima infanzia è la capacità di riattivare la comunicazione e trasformarla in informazione utile per gli addetti ai lavori e le famiglie, dove politica e pedagogia siano in cammino, capaci di darsi una interpretazione univoca delle nuove dinamiche sociali e politiche. Nelle pagine dedicate alla metodologia pedagogica si suggeriscono strumenti utili a incrementare e favorire lo sviluppo cognitivo, così unico dei primi anni di vita: il metodo di Glenn Doman, fondatore degli Istituti per il raggiungimento del Potenziale Umano, l’apprendimento delle lingue straniere attraverso il modello del format narrativo ideato da La Sapienza, Università di Roma. Molte ricerche infatti hanno evidenziato come questi anni siano preziosi nel bambino perché altamente formativi; in questo periodo si gettano le basi per ogni apprendimento successivo e se queste basi risultano solide sin da subito, l’apprendimento si rivelerà efficace e maggiormente predisposto al lifelong learning. La parte centrale della rivista è predisposta ad accogliere i nidi d’infanzia di tutta la Regione. I servizi in questione saranno invitati a parlare di sé attraverso il proprio lavoro, trovando tra queste pagine uno spazio a loro dedicato per farsi conoscere attraverso i propri progetti e percorsi educativi. Un’occasione per confrontarsi e cooperare con le altre realtà del territorio. La cittadinanza stessa ne gioverà perché potrà conoscere le strutture esistenti e le modalità del loro operato con i bambini. Per questo numero le strutture che hanno partecipato sono: asilo nido comunale Cipì e asilo nido bilingue Happy Child di Pescara. E’ stato chiesto loro di raccontarsi attraverso la programmazione pedagogica scelta per l’anno scolastico in corso. A seguire le pagine news dedicate ad eventi, manifestazioni, concorsi e uno spazio specifico per approfondimenti politici e legislativi in materia di prima infanzia. Questa sezione vede oggi un articolo che raggruppa i due obiettivi, introducendo il XIX Congresso, svoltosi lo scorso febbraio a Reggio Emila, organizzato dal Coordinamento Nazionale Nidi d’infanzia in collaborazione con il Centro Internazionale Loris Malaguzzi e dal tema “Educazione e/è politica”. L’articolo successivo occupa la pagina dedicata all’architettura, al design e agli arredamenti per la prima infanzia. Con il contributo di due giovani architetti abruzzesi, progettisti di un asilo nido comunale nella provincia pescarese e con cui hanno ottenuto un prestigioso riconoscimento, si è parlato di bioarchitettura utilizzata per strutture predisposte ad accogliere bambini molto piccoli e della necessità di pensare gli spazi in modo consapevole e contemporaneo. Un angolo colmo di libri conclude questo numero 0 di Bambini Cittadini, perché la lettura e il dialogo sono una ricchezza per grandi e piccini. APPROFONDIMENTI PEDAGOGICI I l metodo Doman Tutti i bambini piccoli sono genii linguistici ed è più facile insegnare una lingua straniera ad un bambino di un anno che ad un bambino di sette anni. Questo perché? Più si è giovani, più è facile recepire fatti. Vi chiedo di pensare a quante filastrocche o poesie studiate in passato ricordate. Probabilmente pochissime. Provate invece a chiedervi quante di quelle imparate prima dei sei anni riuscite ancora a cantare: Fratelli D’Italia, giro giro tondo, la bella lavanderina, la vispa Teresa … Chiedetevi anche quante ore di studio sono servite, o forse nessuna, perché imparate in modo diverso? Forse perché bambini? Bambini piccoli, genii linguisitici, con maggiore facilità di recepire i fatti e ricordarli. Molti credono che col diventare grande si sarà più intelligenti, forse solo più saggi. La saggezza degli adulti, afferma Glenn Doman, fondatore degli Istituti per il raggiungimento del Potenziale Umano, è la sola cosa in più che si possiede rispetto ai bambini. E’ proprio il percorso pedagogico di Glenn Doman è protagonista di questo articolo: dei suoi metodi didattici per moltiplicare l’intelligenza, per insegnare a leggere, per insegnare la matematica e dare una conoscenza enciclopedica, ai bambini dai zero ai tre anni. La prima domanda che ci pone Doman è: Cosa si può fare con trenta secondi? Porta come esempio da cui muovere considerazioni, un bambino che guarda fuori dalla finestra e dice: Che cos’è? Si potrà trovare la tipologia di adulto che non ha tempo e perderà questi trenta secondi preziosi soltanto per spiegarlo al bambino. Si potrà trovare il tipo di adulto che preso da altro, risponderà che lì fuori c’è l’orco cattivo, impiegando ugualmente e maldestramente questi trenta secondi. Gli adulti arroganti di Doman non arrivano a pensare che si potrebbe semplicemente rispondere che è un cane, dando ai bambini trenta secondi di verità. Ma aggiunge, si può fare ancora meglio specificando che quel cane è un San Bernardo. Questo perché la parola cane non è precisa, non è discreta, ed è ambigua. Per preciso si intende un fatto riportato il più esattamente possibile. Per discreto si intende un fatto composto da un solo elemento. Non ambiguo è un fatto riportato con un nome specifico e dal significato chiaro. Le parole, così come i numeri e le immagini sono informazioni, soprattutto se riportate con queste caratteristiche, e per essere dei fatti ricordiamo che devono essere soprattutto veri. Se si dà una bugia ad un bambino, sarà sempre quella la prima risposta che gli tornerà in memoria. Leggere non è altro che riconoscere una importante quantità di fatti. Ogni singolo fatto ci dice Doman, non è che un bit di intelligenza. Un bit di intelligenza è un’informazione. Il bit d’intelligenza è uno strumento basilare della sua ricerca,’ realizzato usando una immagine dettagliata su un cartoncino bristol a sfondo bianco di 28×28 cm, che segue categorie diverse e le qualità già anticipate, essere preciso, discreto e non ambiguo. L’insegnante o il genitore dovrà mostrare il bit, nominarlo e passare velocemente al successivo. Più si sarà veloci meglio imparerà il bambino. Una volta terminata la serie in italiano si potrà ripeterla in inglese. Ogni cartoncino nella parte posteriore riporta infatti il nome preciso del fatto sia in italiano che in inglese. Con i bit si potrà dare una conoscenza enciclopedica al bambino, accompagnandolo verso la conoscenza da cui tutto ha origine. Trenta secondi che regaleranno dieci fatti in memoria per sempre al vostro bambino. Il metodo di Doman richiede sicuramente più tempo e più pagine scritte per essere approfondito, l’articolo vuole essere solo uno stimolo ad avvicinarsi a tecniche e metodi universalmente riconosciuti. Per chi vuole approfondire il mondo di Glenn Doman, consiglio il testo Come moltiplicare l’intelligenza del vostro bambino, edizioni Armando Bimbi, mentre per chi vuole già iniziare, in classe o a casa, vi sono i kit di lettura (Valigetta – leggere a tre anni) e kit di matematica (Imparare la matematica prima dei tre anni), e il sito www. vivereconlys.it mette a disposizione dei bit da scaricare, non originali ma precisi, discreti e non ambigui. APPROFONDIMENTI PEDAGOGICI Il format narrativo per imparare le lingue straniere Once upon a time there was an egg and inside … Questo è l’inizio di una simpatica storia che vede come protagonisti due piccoli dinosauri, Hocus and Lotus, nati dallo studio della Prof.ssa Traute Taeschner, condotto presso l’Università Sapienza di Roma, all’interno di diversi progetti europei di lingua ed attualmente il modello educativo per imparare le lingue più utilizzato dagli insegnanti di tutta Europa. Once upon a time there was an egg and inside … Ti piacerebbe conoscere il resto della storia ma non conosci l’inglese? Don’t worry! Nessun problema! Il format narrativo utilizzato è infatti un modello psicolinguistico per l’insegnamento delle lingue ai bambini della scuola dell’infanzia, Primaria e del Nido. Percorre le tappe dell’apprendimento della prima lingua in maniera semplice e chiara, tanto che ha funzionato anche con le insegnanti che non sapevano l’inglese, con adolescenti stranieri che dovevano imparare l’italiano e con persone della terza età e portatrici di handicap. Conosci già l’inglese e vorresti imparare con tuo figlio lo spagnolo? Forse non lo sai ma Hocus e Lotus non parlano solo l’inglese ma conoscono molte altre lingue, tra cui anche lo spagnolo: HabÍa una vez un huevo y en el huevo… Il motto del progetto “E’ facile se fai come si deve” vi incoraggia a provare senza timori: una volta indossata la maglietta magica che fa parte del kit di Hocus e Lotus, acquistabile comodamente online a 60,00 euro e studiato i consigli preziosi che trovate nella dinoguida, potrete trasformarvi in una magica insegnante di lingue. Requisiti fondamentali l’entusiasmo, la voglia di giocare, creare il contesto giusto e ricordarsi di trasmettere tanto affetto per insegnare prima le parole e poi le frasi. Come si fa a metterlo in pratica? A scuola, per fare un esempio, l’insegnante magica con indosso la maglia di Hocus farà sistemare in cerchio i bambini per iniziare il format narrativo, mimando e raccontando la storia, chiedendosi sempre: Mi avranno capito? Sì, allora continuo. Dopo l’acting teatrale ascolteranno il mini-musical per poi passare al racconto della storia con le vignette del libro o altrimenti il movie time di Hocus e Lotus. Fatto ciò si ripeterà il rituale d’ingresso nel senso opposto, cioè la conta con gli occhi chiusi da 10 a 1 e si concluderà aprendo gli occhi e salutando i due piccoli dinosauri. A casa invece, il genitore potrà scegliere per proporre Hocus e Lotus quei momenti in cui di solito riesce a dedicare del tempo al bambino, durante il quale faranno finta di essere dei personaggi in un mondo nuovo. E’importante sempre rendere ben riconoscibile il cambiamento di ruolo utilizzando un oggetto simbolico e un brevissimo rituale. Ta-tam! Il gioco è fatto! Il successo e il divertimento sono assicurati: domani un po’ di più, così si impara tutto! (parola di educatrice!) Diverse sono comunque le categorie di prodotti (per kit e costo) per imparare le lingue … e per insegnarle: inglese, spagnolo, tedesco, francese e … italiano! Non resta che sbirciare le avventure di Hocus e Lotus su Rai Yoyo, scegliere che lingua che si desidera imparare ed acquistare un kit e … dimenticavo: Once upon a time there was en egg and inside the egg… was Hocus! Buona avventura a tutti! CONOSCO UN ASILO ASILO NIDO COMUNALE CiPì Il nido Cipì si propone come obiettivo principale quello di offrire al bambino la possibilità di crescere, giocando insieme ai propri coetanei. La qualità delle esperienze risiede nell’adeguatezza delle diverse situazioni proposte, nella flessibilità del progetto educativo all’interno di contesti piacevoli e familiari per garantire e sostenere il benessere psicofisico ed intellettuale del bambino, rispettandone sempre la motivazione, l’interesse, la curiosità e il desiderio di esplorazione. Il nido Cipì presta molta attenzione ad alcuni momenti significativi quali: L’accoglienza del bambino e delle famiglie con le quali si cerca di instaurare un clima di serena collaborazione; l’inserimento che viene studiato individualmente in maniera che risulti il meno traumatico possibile; l’integrazione tra i pari e l’opportunità di offrire ai bambini tranquillità e sicurezza attraverso un’organizzazione accurata delle azioni delle routine quotidiane; l’educatrice del nido si pone come figura di riferimento nella relazione adulto-bambino, diventando fonte di suggerimenti e sollecitazioni del gruppo insegnante ma soprattutto attenta e disponibile alle esigenze del bambino; disponibilità alla comunicazione e all’ascolto, propositrici di percorsi di attività. Il nido Cipì ospita 32 bambini di età compresa tra 12 mesi e 3 anni divisi in due sezioni. Il rapporto numerico educatrice-bambino come da legge regionale è in media di 1/6 ma può venir ridotto quando è presente un bambino diversamente abile. l’organizzazione della giornata La giornata al nido è caratterizzata da momenti di routine: 7,30-9,30 accoglienza e gioco libero 9,30-10,00 spuntino con frutta fresca 10,00-11,00 attività/laboratori 11,00-11,30 igiene e preparazione al pasto 11,30-12,30 pranzo 12,30-13,00 igiene personale e preparazione al sonno 13,00-15,30 sonno 15,30-16,30 igiene, merenda e gioco libero aspettando mamma e papà. I bambini non conoscono la sensazione del tempo e non hanno ancora acquisito il senso dello spazio. E’ importante che sia loro proposto una ritualizzazione dei momenti della giornata che diventano punto di riferimento dello scorrere degli eventi.: è vero che la mamma torna sempre! La realizzazione di tutte le attività che si svolgono al nido vengono assicurate dal lavoro di gruppo che è così articolato: 7 educatrici e 4 operatori ausiliari che oltre ad avere compiti di cura della struttura svolgono un lavoro di supporto durante tutta la giornata. gli spazi L’ambiente è l’elemento fondamentale della programmazione educativa al nido ed è costituito da spazi organizzati dalle educatrici con precisi significati educativi. Tali spazi strutturati che si differenziano per fasce di età offrono ai bambini stimoli e possibilità di esperienze che favoriscono la crescita dell’autonomia e della competenza infantile. Nel nido sono organizzati così: angolo morbido angolo della lettura spazio della manipolazione e delle attività espressive con tavolo luminoso spazio del travestimento spazio della motricità centro d’interesse: cucinetta spazi esterni: attrezzato. la progettazione Annualmente viene redatto ed attuato un prospetto di sezione finalizzato al raggiungimento di obiettivi specifici. Inoltre vengono aggiornate a cadenza trimestrale le schede di osservazione per ogni singolo bambino. progetto sezione pettirossi PITON-PITON......canzoni mimate disegnate e...inventate Il progetto di sezione dell’anno scolastico 2013-2014 prevede come proposta educativa, lo sviluppo del linguaggio verbale e non verbale, attraverso l’utilizzo di una canzone-filastrocca, mimata ed illustrata, quale strumento di comprensione e di condivisione. Le canzoni mimate, forniscono un contributo significativo allo sviluppo della capacità di memoria, al ritmo del linguaggio, all’unione e sostituzione di parole, all’intelligenza musicale, all’attività motoria imitativa, alla durata dell’attenzione e concentrazione. Considerato che, l’uso di canzoni, filastrocche e rime, accompagnate da movimenti delle mani e del corpo, appartengono a tutte le culture. Tale strumento fa parte a pieno titolo delle strategie educative più diffuse ed efficaci. E’ inoltre un valido metodo semplice e funzionale per la gestione del gruppo sezione durante la transizione tra momenti e routine diversi. Il ruolo dell’educatrice è quello di promuovere momenti di attenzione congiunta con ogni bambino, utilizzando parole e gesti ripetuti che coinvolgano l’attenzione in modo piacevole e divertente. Particolare attenzione va riservata alla scelta dei tempi; l’attività verrà svolta prima del pranzo, momento che richiede calma e serenità, poiché i piccoli saranno raccolti nell’angolo morbido insieme all’educatrice, mentre le operatrici, in tranquillità, appronteranno i tavoli per il pasto. Verranno utilizzati materiali diversi per la realizzazione di immagini e disegni semplici che aiutino la comprensione del testo. Il personaggio principale della filastrocca, il serpente Piton-Piton, sarà l’elemento integratore del progetto, utilizzato in stoffe morbida e animato dalle mani delle educatrici e dei bambini stessi. PITON-PITON Nella foresta equatoriale...la luna scende il sole sale... Tra boschi e fiumi...e canali...è questo il mondo degli animali... PITON-PITON...PITON-PITON... Orango tango...Orango tango...Orango tango...Orango tango... ZZZ zanzara... ZZZ zanzara... ZZZ zanzara... ZZZ zanzara... La sezione Pettirossi che accoglie 16 bambini di età eterogenea dai 12 mesi ai 3 anni sarà predisposta con angolo morbido dove i piccoli siederanno per l’ascolto della filastrocca, gli angoli grafico pittorico e manipolativo invece verranno utilizzati per rappresentarla. Educatrici: Gabriella, Stella, Marina, Teresa. Operatrici: Silvana, Beatrice, Claudia. CONOSCO UN ASILO ASILO NIDO BILINGUE HAPPY CHILD Happy Child è una realtà che lavora da anni con passione e competenza per dare vita ad un processo pedagogico innovativo basato sulla scoperta che nei primissimi anni di vita i bambini hanno una eccezionale capacità di apprendimento se stimolati opportunamente. Alla base del processo vi è l’attenzione alle famiglie e il raggiungimento di una sintonia fondamentale. L’aspetto affettivo è il cardine su cui si basa il lavoro quotidiano con i bambini; è il presupposto per qualsiasi altro intervento. Solo nella misura in cui i bambini sentono di essere amati e rispettati danno risposte positive. Ogni intervento didattico ha come centro di interesse la scoperta e la conoscenza della realtà, che avviene principalmente attraverso l’utilizzo dei sensi e la successiva rielaborazione mentale. La formazione umana è perseguita attraverso l’acquisizione di buone abitudini (ordine, igiene, sonno, alimentazione, rispetto...) che in seguito, quando entrerà in gioco maggiormente la ragione, diventeranno virtù umane. l’organizzazione della giornata L’organizzazione della giornata educativa e didattica al nido tiene conto delle esigenze dei bambini che lo frequentano,in armonia con le necessità delle loro famiglie. La giornata prevede alcuni momenti definiti di routine – accoglienza, cambio, pasto, sonno, saluti – che si ripetono quotidianamente ad una determinata ora e che scandiscono il ritmo della giornata al nido rendendola prevedibile agli occhi del bambino. Altri momenti sono invece legati alla sfera “didattica” durante la quale i bambini hanno l’opportunità di sperimentare, conoscere, imparare attraverso le esperienze ludiche e la mediazione dell’educatore di riferimento (che prepara gli ambienti e sorregge la curiosità dei bambini in un contesto di continua relazione). Tutte le attività proposte e le modalità di relazionarsi con il bambino, sono improntate ad una pedagogia positiva che mira a sviluppare le potenzialità basandosi sulla lode la motivazione. programmazione pedagogica Nel nostro nido d’infanzia la programmazione delle attività viene riadattata a quella trasmessa a livello nazionale dalla sede principale di Milano, un lavoro collegiale dello staff educativo sulla base della propria osservazione dei bambini e finalità. Happy Child adotta il programma didattico di Educazione Tempestiva volto a sviluppare, nei periodi adeguati, l’enorme potenziale che i bambini possiedono fin da piccoli, da qui nasce l’opportunità di offrire una pluralità di stimoli nei primi anni di vita del bambino per consentirgli un corretto e completo sviluppo fisico, motorio, intellettivo, affettivo, sociale, morale. I bimi al nido avranno la possibilità di apprendere la lingua inglese in modo naturale con l’educatrice preparata a livello linguistico e con forte formazione teatrale. Per l’anno scolastico 2013-2014 hanno dato vita al nostro progetto “C’era una volta Happy e la sua terra fatata” diverse motivazioni: Innanzitutto l’importanza della narrazione, della drammatizzazione e la funzione della fiaba per i bambini del nido. Con la nascita delle paure “fisiologiche”(di crescita), intorno ai 24 mesi, legate principalmente alla paura dell’abbandono e al distacco materno, diventa di fondamentale importanza per il bambino la fiaba, i suoi intrecci, i suoi elementi magici, le sue inquietudini. La paura dell’abbandono genera nei bambini sentimenti di rabbia e aggressività nei confronti dei loro genitori, espressi spesso dal bambino con atteggiamenti che noi definiamo erroneamente “capricci”. La fiaba serve al bambino per dare un senso, una concretezza alle sue paure interne, allontanandole da sé, esorcizzandole in uno spazio irreale, simbolico e speciale lontano da se stesso e delle sue realtà. Attraverso il racconto scelto, vogliamo inoltre offrire più visibilità al protagonista del nostro logo “Happy”, rendendolo il personaggio principale di una fiaba e calandolo in situazioni e terre che ritraggono in termini fiabeschi i nostri momenti al nido con le nostre attività più tipiche. La fiaba “C’era una volta Happy e la sua terra fatata” narra le vicende di Happy che parte all’avventura per salvare la sua amica Sole. Il distacco dai genitori rappresenta la spinta d’autonomia che i nostri bimbi vivono e che li fa percepire come soggetti indipendenti che iniziano a disobbedire ai genitori per affermare se stessi. Pertanto si tratteggia la crescita e lo sviluppo del bambino dalla confusione e dipendenza dagli altri, alla ragione, responsabilità e autonomia, pur con la costante paura e preoccupazione alle quali si risponde nella storia con una presenza virtuale del genitori attraverso elementi magici che li rappresentano. I diversi personaggi nelle diverse situazioni, nella psiche del bambino rappresentano i diversi aspetti della mamma, del papà e di sé, che sono composti da parti buone e cattive: ad esempio la mamma è colei che aiuta e sostiene il figlio nel suo percorso di crescita ma di contro, è anche la mamma che mette limiti ai suoi desideri e lo rimprovera. Happy rappresenta il bambino nelle sue debolezze, nelle sue paure e nella sua dipendenza dall’adulto attraverso il suo essere in balia degli eventi. Gli elementi di salvezza della fiaba costituiscono i supporti che lo aiutano a affrontare la realtà minacciosa. Gli atteggiamenti di collera e aggressività consentono al bambino di non sentirsi in colpa nella realtà di questi sentimenti negativi che può provare nei confronti della mamma , papà, altri adulti, compagni di nido e perfino se stesso. Logicamente i personaggi cattivi vengono sconfitti o trasformati, non potendo più nuocere. In questo modo è come se morisse la parte cattiva del bambino, salvando quella buona e positiva, formando cosi una buona immagine di sé. Legata a questo, la piccola morale “l’essere cattivo non paga mai”. Inoltre nell’eterna lotta tra bene e male (per i bambini non ci sono sfumature),il bene deve prevalere sempre con il lieto fine “...e vissero felici e contenti” , che nel pensiero del bambino esprime anche la fine delle sue paure e quella rassicurazione di cui ha costantemente bisogno. La fiaba quindi, con i suoi intrecci anche emotivi, aiutano il bambino a determinare l’equilibrio e la comprensione tra il loro mondo interiore e quello esterno. Nel nostro percorso vogliamo anche coinvolgere il genitore attraverso la fiaba che in prima persona li riguarda come genitori di bambini che come Happy ,stanno facendo un percorso che li porterà a sviluppare le proprie potenzialità, occasioni preziose per una trasformazione positiva maturando parecchi aspetti educativi, valoriali e di competenze che non possedevano prima. Il tema dell’anno sarà “la famiglia”, e nello specifico, la famiglia a tavola, scena che sarà presente a varie riprese lungo la storia. Tutte le avventure e le vicende vissute da Happy nella fiaba ricalcano in termini fiabeschi le attività e i momenti vissuti all’interno del nido Happy Child e quindi riconoscibili dai bambini: cucina Evolution (a tavola con la mamma e il papà di Happy); musica, inglese (nella radura musicale di Fata Armony), la neuro motricità (nel castello mobile dell’Orco Jump); attività grafico pittoriche (nel lago della ninfa Iride); i bits (nel mare d’immagini specchiate di Re Tritone)...oltre ai valori formativi quali l’altruismo, la generosità, legati al Natale, il sapersi scusare, alla Pasqua, alla famiglia e all’importanza educativa che ha il momento a tavola sia a casa, sia all’asilo nido (tema formativo scelto da Happy Child per quest’anno). Tutto questo, proposto con una modalità relazionale positiva e gioiosa, ha la finalità di sostenere e attivare lo sviluppo globale del bambino (sociale, emotivo, cognitivo, fisico...) portando alla luce talenti e caratteristiche personali di ognuno. Allo stesso modo, al termine della fiaba, Happy e la sua famiglia, superando brillantemente tutte le prove, si tramutano in persone vere (umane). Gli argomenti sviluppabili per raggiungere i nostri obiettivi sono : le stagioni (clima, vestiario, alimenti di stagione), ambienti(pianura, lago, mare, montagna..), colori, la famiglia, il cibo e la tavola, parti del corpo, il castello, le stanze della casa (cucina, camera, bagno, salotto...). I valori formativi bimensili legati al progetto sono: Ottobre-Novembre : il valore della famiglia e dell’amicizia. Dicembre-Gennaio: il Santo Natale, il valore del donare. Febbraio-Marzo: la generosità e la condivisione. Aprile-Maggio: il valore del perdono e del chiedere scusa, la Santa Pasqua. Giugno-Luglio: aiutare chi è in difficoltà. Ogni bimestre percorreremo una tappa che corrisponde a un capitolo della nostra fiaba: Capitolo 1 “La missione” : l’autunno, la famiglia , a tavola con familiari e con amici. Capitolo 2 “La radura musicale di fata Armony” : l’inverno, la musica, l’inglese. Capitolo 3 “Il castello mobile dell’orco Jump” : la neuro motricità, la generosità , il carnevale. Capitolo 4 “ Il lago della ninfa Iride”: la primavera, la Santa Pasqua, attività pittoriche e creative. Capitolo 5 “Il mare d’immagini specchiate di Re Tritone verso la terra del pianto di Tristana”: l’estate , i bits, l’aiutarsi. La programmazione didattica per i bimbi lattanti ha gli stessi obiettivi del progetto di massima dei bambini divezzi, con la differenza sostanziale che ,sottolineeremo l’importanza del racconto attraverso semplici libretti illustrati e con finestrelle per incrementare attenzione e scoperta. Gli argomenti sviluppabili sono le stagioni, i colori, la attività-approccio a materiali didattici diversi (carta crespa, carta velina, cartoncino ondulato, strumenti per dipingere), le routines del nido (pranzo, nanna, bagno, gioco,etc), la famiglia, il cibo e le parti del corpo.. I valori formativi legati al progetto sono: la serenità emotiva, l’ordine e la routine, la fiducia nell’ambiente e verso il personale educativo. Il suddetto libretto comprende varie situazioni di vita al nido sfruttabili all’occorrenza come spunto per proposte di attività sensoriali ad esse legate. Ad esempio , nella prima pagina del libretto: ”Dov’è Happy ? Cucù”, le attività sensoriali legate sono: per la vista, osservare Happy in diverse espressioni con flash cards; per il tatto vestiamo Happy con diversi tessuti; per l’udito cantiamo con Happy la canzone del buongiorno; gusto/olfatto prepariamo la colazione di Happy (latte e biscotti); come attività polisensoriale giochiamo con bottiglie sonore con elementi da poter scoprire insieme (biscotti, rafia, lana, etc). La programmazione dell’inglese utilizza il metodo d’insegnamento del format narrativo attraverso le avventure di “Hocus & Lotus - I dinocroc che insegnano le lingue ai bambini”. La realizzazione teatrale di storie, con il supporto della gestualità, della mimica, permette che il significato delle parole e delle frasi venga appreso attraverso un lavoro attivo, creando la giusta complicità tra educatore e bambino. Parallelamente alla programmazione didattica del nido l’educatrice di riferimento ha sperimentato la lettura per e con i bambini di favole in lingua inglese, The little red riding hood, The three littles pigs, Pinocchio, ottenendo grandi risultati di attenzione e partecipazione dei bambini. Il personale del nido, che qui coglie l’occasione di salutarvi, è così composto: Le titolari, quotidianamente presenti nella struttura: Angela e Barbara De Massis. Una segretaria/educatrice (adempie a responsabilità di segreteria ma può anche aiutare le educatrici): Sara Di Nenno. Tre educatrici: Patrizia Danesi, Maurizia Di Nauta, Simona Novacco. Un operatore ausiliare e una cuoca. EVENTI AZIONI Educazione e/è politica nel XIX Convegno Gruppo Nazionale Nidi Infanzia. A Reggio Emilia un appuntamento per parlare di educazione, politica e responsabilità. Lo scorso 21 e 23 febbraio si è svolto a Reggio Emilia il XIX Congresso del Gruppo Nazionale Nidi Infanzia “Educazione e/è politica” dedicato a Loris Malaguzzi nel ventennio della morte. Più di 1400 persone hanno partecipato all’evento riconoscendo l’indissolubile legame tra educazione e politica. Il congresso ha visto gruppi di lavoro, autorità ed esperti studiosi succedersi negli incontri svolti tra il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, le scuole, gli asili e i teatri della città. I contenuti del congresso oltre a voler generare alleanze nel sistema dei servizi per l’infanzia, hanno volutamente approfondito il rapporto che intercorre tra educazione, cittadinanza, democrazia e dunque politica. Caratterizzato da interattività, incontri, confronti, relazioni di educatori, pedagogisti, studiosi, partecipazione di ospiti importanti del panorama delle politiche per la prima infanzia, il congresso ha presentato ufficialmente un appello e una petizione indirizzato alle istituzioni politiche per chiedere interventi urgenti per i nidi e le scuole dell’infanzia. LA CITTA’ DEI BAMBINI L’architettura strumento ludico. Un nido d’infanzia comunale come risorsa sociale e territoriale. Lo scorso 29 dicembre 2013 è stato inaugurato a Torre de’ Passeri l’asilo nido comunale di Via Dante Alighieri, una struttura di ben trecento metri quadrati pronta ad ospitare 25 bambini dai tre mesi ai tre anni, le cui caratteristiche strutturali “eco-sostenibili e antisismiche” lo rendono un servizio per la prima infanzia altamente competitivo, valorizzandolo e riconoscendo in esso un potenziale su cui investire e credere. Il progetto è stato voluto dall’amministrazione comunale che in parte lo ha finanziato con fondi propri insieme a risorse regionali, erogate in base ad un bando volto proprio all’incremento dei servizi per l’infanzia. Questo progetto è esteso ai territori dei paesi vicini (Castiglione, Pescosansonesco, Pietranico) di cui il comune di Torre è capofila. Un vanto per l’Abruzzo, arriva dagli architetti che hanno progettato il nuovo asilo nido. Fabrizio Chella e Agnese Damiani soci dello Studio Zeda+ di Pescara, hanno vinto con quest’opera il secondo premio di architettura Gaspare Masciarelli 2013, che premia giovani professionisti della provincia che abbiano dimostrato una particolare attenzione al tema della sostenibilità ambientale. Puoi spiegarmi quali caratteristiche strutturali costituiscono un progetto di bioarchitettura e come le avete utilizzate per l’asilo nido di Torre de Passeri? Un progetto di bioarchitettura deve saper integrare le esigenze dell’uomo con il contesto ambientale e climatico nel quale si inserisce l’edificio, garantendo un equilibrio tra comfort degli spazi e uso consapevole delle risorse. Oltre all’uso di materiali bioecologici quindi, non dannosi per l’uomo e rispettosi dei principi di sostenibilità ambientale, un fattore importante a nostro avviso è quello del controllo della forma dell’edifico in relazione a fattori come: ombreggiamento e soleggiamento, ventilazione naturale, isolamento termico dell’involucro, raffrescamento, illuminazione naturale (fattori influenzati dal contesto climatico), poi il rapporto con l’ambiente circostante, considerando quelli che sono gli elementi preesistenti che vanno valorizzati (ad esempio percezione del paesaggio naturale o artificiale, contesto sociale, servizi ecc..) e quelli da cui invece bisogna difendersi (come ad esempio fonti di rumore, inquinamento ecc.). Il nostro progetto per l’asilo, scaturisce proprio dalla considerazione di tutti questi fattori, ognuno dei quali ha influenzato il progetto contribuendo a determinare la forma finale dell’edificio, che in questo modo è strettamente legato al contesto di appartenenza. Avevate già progettato spazi dedicati all’infanzia prima di questo asilo? Questa dell’asilo nido di Torre de Passeri è stata la prima esperienza di progettazione di spazi dedicati all’infanzia. E’stato possibile grazie ad bando regionale destinato proprio al finanziamento di asili nido in Abruzzo a cui abbiamo partecipato con l’amministrazione comunale, che aveva la volontà di dotarsi di una struttura che oggi rappresenta uno strumento di elevata qualità economica e sociale e che oggi copre il fabbisogno del piccolo comune che lo ospita e dei comuni confinanti. E’ stato difficile e/o stimolante rapportare un progetto di sostenibilità ambientale ad un servizio del genere? E’ stato difficile soprattutto per il basso budget a disposizione che non ci ha permesso l’uso di materiali più idonei a nostro avviso, come ad esempio il legno. Ma forse anche per questo più stimolante, perché ci ha spinti alla ricerca di strategie progettuali, più che di tecniche costruttive all’avanguardia, che hanno poi fortemente caratterizzato il progetto. Perché? Nel nostro caso, l’obiettivo era quello di creare una struttura “low cost” ma con un’alta qualità architettonica, adatto allo sviluppo delle abilità psicomotorie, mentali e sociali dei piccoli utenti. La scelta dello spazio idoneo sotto il profilo psicologico e sociale oltre che funzionale, è stata influenzata in maniera determinante dalla natura del sito che, stretto tra gli edifici esistenti (si trova all’interno del complesso scolastico che ospita la scuola materna e la scuola media) e con un orientamento sfavorevole, non costituiva il contesto ambientale ideale verso il quale aprirsi. Partendo da queste criticità, è stato studiato un volume introverso ed autonomo capace di delimitare un nuovo contesto dalle condizioni ambientali adeguate, in cui gli ambienti interni fossero in diretta continuità con un nuovo ambiente esterno che diventasse il nuovo paesaggio da offrire ai bambini. L’edificio si configura quindi come una sorta di recinto che avvolge e protegge l’architettura interna e i suoi piccoli ospiti. Gli spazi principali sono organizzati intorno a tre patii-giardino, che hanno lo scopo di migliorare la qualità ambientale ed energetica dei locali: in inverno garantiscono un adeguato guadagno termico ed una buona illuminazione naturale mentre in estate grazie ai flussi di ventilazione naturale che vi si creano grazie proprio alla loro forma e all’ombreggiamento garantito dagli alberi, assicurano un elevato benessere interno. La scelta dei materiali come si diceva, scaturisce da una riflessione sul limitato budget a disposizione. Sono stati utilizzati materiali tradizionali come laterizio e cemento, isolamento a cappotto, intonaco e pittura bianca per le finiture, materiali che hanno permesso un risparmio economico dovuto alla reperibilità e alla facile e veloce lavorazione e contestualmente di ottenere un involucro ben isolato termicamente. L’asilo è inoltre dotato di un impianto solare termico per l’acqua calda, che va ad alimentare il riscaldamento radiante a pavimento presente negli spazi gioco, in cui i bambini passano molto tempo a terra. Oltre alla parte specificatamente strutturale avete progettato anche gli spazi interni? Si, spazi interni ed esterni sono parte di un unico progetto e concepiti per essere in continuità tra di loro. In che modo avete pensato alla suddivisione? Come prevede la normativa specifica sulla progettazione degli asili, questo è organizzato su un solo piano fuori terra, si sviluppa in senso longitudinale come prolungamento della scuola materna esistente, adattandosi però alla forma del sito. In corrispondenza dei 3 patii, il volume si svuota e filtra l’ambiente esterno e, grazie a un sistema di piccoli fori, genera giochi di luci e ombre che variano durante l’arco della giornata e che vogliono essere per i bambini un grande stimolo percettivo e didattico. La pianta è strutturata in modo che gli spazi per le attività diurne legate al gioco, al pranzo e alla didattica non interferiscano con gli spazi per il riposo, pur essendo collegati visivamente grazie al vuoto dei patii. Questi ultimi, gli spazi gioco all’aperto, sono in continuità con lo spazio gioco interno, con i quali formano un continuum spaziale e cromatico. Nei pavimenti in fine si introduce il colore, aspetto indispensabile per un asilo. Questo è stato usato come strumento “didattico” per aiutare i piccoli a distinguere le diverse zone dell’asilo: pavimento in gomma naturale verde per la zona gioco, piastrelle in ceramica giallo ocra per la zona riposo e arancione per i bagni e il fasciatoio, bianche per gli spazi riservati agli adulti. Quali sono secondo voi le caratteristiche ambientali più importanti per un nido d’infanzia, oltre a quelle relative alla bioarchitettura? Il fattore percettivo e sensoriale dei bambini. Il rapporto diretto e costante con l’ambiente esterno e la presenza di spazi verdi. Il senso ed il significato della luce naturale che genera all’interno degli ambienti, fenomeni percettivi sempre diversi durante l’arco delle giornate che si traducono, oltre ad una risorsa prettamente energetica, anche in uno strumento ludico di crescita sensoriale. L’ANGOLO MORBIDO L’ANGOLO MORBIDO Poesie di ghiaccio. In viaggio coi diritti delle bambine e dei bambini. Vivian Lamarque edizioni Einaudi Ragazzi. Una raccolta di versi “invernali”, scritti come accanto a una finestra ricamata dal gelo, come accanto al fuoco di un camino. Poesie di ghiacci, di cieli bianchi, di laghi gelati, di lupi e di pettirossi, di abeti, agrifogli e spine, poesie di ninne nanne e di sonni. Poesie per scolari in cerca di rime e cantabilità, ma anche poesie per lettori dall’infanzia remota, seppure perennemente in corso. Autori i bambini stessi. Reggio Children, collana dell’ascolto che non c’è. Pochi scrittori (fose Mark Twain, Lewis Carrol, Ian MacEwan) sono riusciti a restituirci la vera voce dell’infanzia senza cadere in falsificazioni o distorsioni. Nei libri scritti dagli adulti infatti le parole affidate alla voce dei bambini assumono spesso uno strano sapore edulcorato che fa perdere loro freschezza ed originalità. In questo viaggio coi diritti delle bambine e dei bambini ciò non accade, ognuno di loro con la propria identità è stato al gioco come più voleva, come più sentiva... Un viaggio nei diritti che appartiene a discorsi, interpretazioni dei bambini di età compresa fra i cinque e i sei anni, attorno a temi che hanno a che fare con i loro desideri, con le loro attese, con le loro richieste rivolte al nostro mondo di adulti. Sul diritto. Diritti come desiderio, come “posso fare” e “non posso e non debbo fare”. Come ragione, possessività legittima, rapporto con il mondo di un essere che percepisce e ondeggia tra autonomia, dipendenza, libertà, relazione... Ciò che più ha impressionato è il senso di giustizia, di equità, di maturità sociale, di giudizio, di responsabilità, di solidarietà che si avvertono come germinazione in atto nei pensieri e nei concetti dei bambini del nostro tempo. Simona Novacco per micro2 collettiva internazionale itinerante di opere di piccolo formato www.microbo.net