Anno II - Numero 294 - Domenica 15 dicembre 2013
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Spazio
Roma
Sicilia
Sbarco cinese,
la Luna è gialla
Pazza idea di Marino:
in centro col pedaggio
Palermo: rifiuti ovunque
e roghi ai cassonetti
Sarra a pag. 6
Marcovich a pag. 8
Musumeci a pag. 5
EDITORIALE DELLA DOMENICA
SOFFIANO SUL FUOCO
Ora diventa
reato scrivere
dei Forconi
di Roberto Buonasorte
unque ieri nella ricchissima e costosissima Fondazione An (1.000 euro
per votare) è andata in
scena una delle più incredibili commedie che la politica
potrà ricordare.
Tra spintoni e urla, verifiche di numero legale e furbizie tipiche di
quel mondo, alla fine a votare sono
rimaste 290 persone, meno della
metà degli aventi diritto.
Questa volta, almeno apparentemente, hanno preparato tutto per
benino: nominato i questori (nemmeno fosse un congresso di partito) invitato un notaio che certificasse la validità dell’Assemblea
(probabilmente più per le questioni legate al bilancio che non a
quelle politiche).
Peccato che sia finita in questo
modo davvero indecoroso, il futuro
della destra italiana costretta a passare attraverso la riunione di una
Fondazione anziché in una democratica assemblea costituente.
Accade anche di questo, a dimostrazione che spesso non è la giovinezza rappresentata dall’età anagrafica a generare idee fresche...
Succede tutto nella settimana che
incorona le primarie; i forconi
sulle piazze; i grillini che impazzano sul web; una fondazione sotto
inchiesta raduna qualche centinaio
di aderenti alle correnti del suo
consiglio di amministrazione, riunendosi a porte chiuse, per discutere di patrimonio e scippare
- per giunta spaccandosi - un simbolo in favore di un solo partito
formato mignon, quando si dice
senza paura...
Sono gli stessi che fino a qualche
settimana fa bollavano la nostra voglia di rimettere in campo il simbolo
di An come operazione nostalgia o
peggio ancora minestra riscaldata.
Ora pretendono di prendersi il simbolo con il voto di un terzo degli
D
di Francesco Storace
rasecolo nel leggere dichiarazioni
attribuite al dottor Forgione, direttore dell’ordine pubblico del
Viminale, che mi individua personalmente tra gli agitatori della protesta
dei Forconi.
Ne scrivo quotidianamente sul Giornale
d’Italia, e non credo che sia un reato,
dottor Forgione. Se questo funzionario
mi ha visto in qualche piazza a sobillare
qualcuno, ha il dovere di indicare
dove e quando io sono stato individuato personalmente.
Altrimenti, il ministro Alfano ha il dovere di rimuovere un dirigente bugiardo, che indica tre partiti - Casapound, Forza Nuova, Fratelli d’Italia e una persona, il sottoscritto, tra quelli
che presenziano alle manifestazioni.
Siccome il titolare del Viminale ha
additato come delinquenti i partecipanti
alle manifestazioni, voglio sapere chi
devo denunciare tra i due.
Se volete trasformare l’Italia in un inferno, ci state riuscendo, signori del
governo e della maggioranza parlamentare.
Scrivere non è ancora un reato. Denunciate, io sarò assolto di nuovo e
voi farete l’ennesima figuraccia che
vi spetta.
F.S.
T
290
PRESENTI
Un po’ meno del popolo di An…
aderenti a una Fondazione sotto inchiesta. Chiedono il simbolo in toto
o in parte per togliere la fiamma.
Inammissibile - se davvero la fondazione An ne è titolare - cederlo a
pezzi.
Non è mica un cioccolatino, e comunque gli abbiamo notificato la
costituzione del nostro movimento,
quello per Alleanza nazionale per
la precisione.
I furbacchioni vogliono An nel simbolo nella parte inferiore, dalla cintola in giù.
Una specie di matrioska, prima il
LA SINISTRA CREA SCONTRI, MA LE DENUNCE TOCCANO AGLI ALTRI
Msi dentro An, ora An dentro Fdi...
Nessuno di noi pretende di metterci
il proprio simbolo in condominio.
L’altra notte infine, in zona Cesarini
hanno nominato un quindicesimo
membro nel Consiglio d’amministrazione della Fondazione, Giorgia
Meloni, nelle stesse ore in cui il governo punta all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: stupisce
che una giovane leader (o non è
vero che aspira ad esserlo...?) entri
in un sinedrio di volpi da pellicceria.
Se, come dicono, a loro non interessa
il patrimonio, perché quell’amplia-
mento? Mentre semmai bisognerebbe smantellare le fondazioni che
fanno riferimento ai partiti con parlamentari ed ex parlamentari?
Comunque, se da lunedì prevale la
politica si ragiona.
Se invece si ricomincia sventolando
un documento approvato da una
fondazione, è inutile parlarne.
Anche perché 290 persone sono un
po’ pochine per far rinascere un
grande partito, un po’ meno del popolo di An potremmo dire.
E anche pochine per tentare di raggiungere il 4% ...
Secondo l’Istat, nel nostro Paese quasi 4 milioni di persone non lavorano né studiano
Italia: non è un paese per giovani
di Giorgio Musumeci
Italia detiene un altro primato,
probabilmente il più drammatico,
se analizzato in prospettiva di
un futuro migliore. Secondo quanto rivelato dall’Istituto Nazionale di Statistica,
infatti, ben il 27% della popolazione giovanile italiana compresa fra i 15 e i 34
anni non studia, non lavora e non è in un
percorso di formazione. Quasi 3 italiani
su 10, dunque, rientrano nella categoria cosiddetta “Neet”,
un acronimo inglese che sta per “Not (engaged) in Education,
Employment or Training”.
Analizzando i numeri, si parla di 3 milioni e 755mila giovani
(2,11 milioni di donne e 1,64 milioni di uomini), dei quali il
36%, residente al Sud (oltre 2 milioni di persone). Un
fenomeno spalmato su tutta la Penisola e la cui media è nettamente superiore a quella europea, con una incidenza significativamente più alta rispetto ai principali paesi europei (Germania, Francia, Regno Unito) e più simile a quella della
Spagna. I dati pubblicati dall’Istat sono l’ennesima dimostrazione
L’
DUE PIAZZE, DUE MISURE
Bruno Rossi a pagina 2
di come il governo italiano e le istituzioni
Europee non stiano affatto ponendo soluzioni valide in materia di economia e politiche sul lavoro, lasciando al loro destino
milioni di giovani che restano, di fatto,
lontani dal mercato del lavoro e dal sistema
formativo. Una condizione, questa, che
inaridisce le nuove generazioni, rendendo
ancora più difficoltoso un loro reinserimento
nel mondo del lavoro. Intanto, vedere un
barlume di luce nel buio pesto nel quale ci
troviamo, appare essere sempre più difficile.
Alla drammatica situazione dei giovani si aggiunge quella dei
lavoratori edili, da giorni sul piede di guerra per la rottura
delle trattative per il rinnovo del contratto sindacale. Ma
anche degli imprenditori agricoli che stanno presidiando le
piazze di tutta Italia e degli autotrasportatori pronti a bloccare
l’Italia come già accadde in passato. Ovunque, la crisi dilaga
incontrastata. Nella totale indifferenza di un governo nazionale
che anziché porre soluzioni, è concentrato solo a restare in
piedi. Sordo e cieco della tragedia che si sta consumando ai
suoi piedi.
2
Domenica 15 dicembre 2013
Attualità
MENTRE IL VIMINALE TIENE D’OCCHIO IL MOVIMENTO DEL 9 DICEMBRE, A FAR VIOLENZA SONO I SOLITI NOTI
L’ultrasinistra torna in piazza: scontri ovunque
Scontri a Venezia contro le forze dell’ordine. Vandalismi e cariche a Torino sotto la Regione.
E a Roma i No Tav tornano ad assaltare, nella rossa San Lorenzo, le sedi del Partito democratico
di Bruno Rossi
allarme di Alfano e del Viminale è
per il movimento del 9 dicembre,
per “Fermiamo l’Italia” e per i Forconi, definiti praticamente dei criptofascisti. Però in piazza a far danni
ci sono sempre loro: studenti antagonisti, centri
sociali e collettivi vari. Come a un riflesso condizionato, sono scattate le contro-manifestazioni
della sinistra. Che qua e là (leggasi Venezia,
Torino e Roma) ne ha approfittato per fare un
po’ di “baldoria”, creando tafferugli e seminando
violenza. Scontri veri e propri, quasi in una
guerra dei bottoni per riaccaparrarsi la piazza
e con essa le attenzioni della “grande stampa”…
A Venezia gli antagonisti hanno creato il panico
per cercare di aggredire i partecipanti a una
manifestazione di Forza Nuova. Il parapiglia è
scoppiato quando è stato chiuso il ponte di Calatrava per evitare il contatto tra i centri sociali
che volevano andare in corteo in direzione
Stazione e Forza nuova che arrivava in direzione
opposta: si è scatenata una vera e propria guerriglia urbana, con fumogeni e petardi lanciati
dagli antagonisti e cariche delle forze dell'ordine,
che hanno accusato anche qualche ferito lieve.
Tensione anche a Torino dove gli studenti sono
scesi in piazza, per congiungersi con il corteo
dei sindacati contro la Regione. In corteo gli
studenti di Last, Studenti Indipendenti e Mensa
Liberata, Cub Piemonte, Rifondazione Comunista,
Sel, Terra del Fuoco, Acmos e i Teli Bianchi dei
Giovani Democratici. Sotto la sede regionale la
tensione è cresciuta minuto dopo minuto, sono
L’
stati lanciati dei palloncini pieni di vernice contro
il palazzo regionale e il cordone di forze dell'ordine
che lo presidiava. La polizia ha reagito con una
piccola carica facendo indietreggiare i manifestanti.
Tre ragazzi minorenni sono stati indagati per imbrattamento. Un quarto ragazzo, di 21 anni, è
stato indagato invece per resistenza a pubblico
ufficiale. Due contusi tra gli agenti del reparto
mobile, tra i manifestanti due ragazze si sono
rotte le dita e un altro paio di giovani hanno
riportato qualche contusione.
A Roma nulla sembrava dover scatenare disordini,
dopo le tensioni alla città
universitaria sfociate nell’occupazione del Rettorato. Ma
ci ha pensato un presidio
No Tav al Tiburtino. Doveva
solo manifestare per la “liberazione di quattro compagni”, ma si è trasformato
in qualcos’altro. Nel pomeriggio, dietro lo striscione
dedicato a "Claudio, Nico,
Chiara e Mattia liberi/e", una
cinquantina di militanti del
movimento No Tav sono
partiti per "un piccolo corteo
di solidarietà", abbandonando il presidio di piazzale Tiburtino verso San Lorenzo.
Arrivati davanti al circolo del
Pd, il patatrac. "Fate schifo. Il
Pd è responsabile, ve lo meritate Renzi", ha urlato qualcuno verso la sede del partito. Dal suo interno, qualcuno
evidentemente poco abituato alle provocazioni
ha risposto e la reazione è stata puntuale: cassonetto della spazzatura rovesciato, sacchetti gettati
contro la vetrina, insieme ad altri oggetti: un funzionario del circolo viene sporcato di vernice e
colpito in fronte da una bottiglia. Quando il trambusto è finito, si sfoga davanti alle agenzie di
stampa: “Il vero colpire è permettere queste
cose a quattro gatti impuniti - commenta - che
hanno fatto un'azione lontano da casa loro, dove
vive la camorra e la 'ndrangheta. Al paese loro
fanno pippa”.
FORCONI E DINTORNI
Furto di bandiera:
arrestato Di Stefano
entre i blocchi stradali, da Vicenza a Ventimiglia, continuano, fioccano indagini e
denunce contro il cosiddetto movimento
dei “Forconi”. I presidi del coordinamento 9 Dicembre, di Fermiamo l’Italia e delle altre sigle
hanno avuto luogo anche ieri senza grossi
incidenti. Unico episodio spiacevole l’uso di
un’arma ad aria compressa contro una giovane
che stava volantinando a Termoli, in Molise. La
21enne non è ferita.
Ben più movimentato quanto accaduto a Roma,
dove in mattinata aderenti al movimento dei “Forconi” ed esponenti di CasaPound hanno compiuto
un blitz alla sede della rappresentanza della Commissione europea in Italia in via IV Novembre: il
vicepresidente di Cpi ne è uscito denunciato per
furto pluriaggravato. Ha sostituito con un tricolore,
dopo essere salito con una scala al primo piano
dello stabile, la bandiera dell’Unione Europea.
Stessa denuncia per una decina di appartenenti
allo stesso movimento.
Quaranta indagati invece in Liguria, per i blocchi
avvenuti tra Imperia e Ventimiglia. Le ipotesi di
reato vanno dalla manifestazione non autorizzata,
all’istigazione a disobbedire alle leggi dello stato
e all’istigazione a delinquere, dall’interruzione di
pubblico servizio alla resistenza a pubblico
ufficiale.
B.R.
M
VOLA CON IL JET DI STATO INSIEME AL FIDANZATO E ALLO STAFF AI FUNERALI DI NELSON MANDELA
Gold-rini paladina della casta
a danni enormi chi getta benzina sul
fuoco di questa rabbia”. Parola della
presidentessa della Camera, Laura Boldrini, che direttamente dal canale youtube di
Montecitorio commenta la protesta dei Forconi.
Peccato, però, che con la benzina degli italiani
la vendoliana Gold-rini se ne è volata insieme al
fidanzato con un jet di Stato ai funerali di Nelson
Mandela. Un ‘viaggetto’ niente male, dall’Italia al
Sudafrica. Il tutto, ovviamente, pagato dall’Erario.
Quindi, soldi dei contribuenti. Immediata la
replica della numero uno di Montecitorio che su
Twitter smentisce categoricamente il fatto.
“F
Dopo qualche minuto – il ricco e corposo ufficio
stampa della paladina di Nichi Vendola – trasmette
una nota alla stampa in cui si legge che “la presidente della Camera e coloro che l’hanno accompagnata sono stati ospitati sul volo del presidente del Consiglio dei ministri; non vi sono
state dunque spese di viaggio, né vi è stata
alcuna spesa di soggiorno, dal momento che la
delegazione ha viaggiato di notte sia all'andata
che al ritorno”. E ancora. “Si precisa altresì –
continua la nota - che tutto lo staff della presidente,
compreso il Capo del Cerimoniale, aveva già
rinunciato alla corresponsione dell’indennità di
missione, in considerazione della particolarità
dello storico evento”. Il successore di Gianfranco
Fini tiene anche a precisare che “l’indennità di
missione corrisposta al personale di scorta ammonta complessivamente a 300 euro circa”.
Nessuna traccia del fidanzato, almeno nel comunicato di Montecitorio. Eppure il giornalista
di Repubblica.it e del quotidiano inglese The
Guardian, Vittorio Longhi, c’era eccome.
Nel pomeriggio, addirittura, la controreplica di
Laura Boldrini: “Contro di me attacchi sessisti”.
Come dire: casta canta e villan dorme.
G.S
LO ZOO DI SPIDER WOMAN
A CASA CAPITON LETTA E PESCE PALLA ALFANO
andata in scena
l’ennesima presa
in giro degli italiani da parte del Governo del Capiton Letta
e del pesce palla Alfano.
In una conferenza stampa dai toni roboanti si
è voluto dare enfasi alla
presunta abolizione dei
finanziamenti pubblici
ai partiti, tramite decreto d’urgenza, che di
urgente ha solo il nome
in quanto la prevista abolizione
sarà totale tra qualche anno,
perché si è voluto inserire il taglio graduale e frazionato per
alleviare il dolore agli apparati
e per aver ancora qualche soldo
da buttare nelle prossime cam-
È
pagne elettorali tanto da assicurarsi un po’ di poltronissime
per i soliti amici tromboni, trombati.
Tutto il resto, cioè i tributi degli
italiani, ha però decorrenza immediata e guai a saltare le pros-
sime scadenze fiscali perché saran dolori che nessun artifizio di legge potrà
limitare. Il governo e' sempre più sordo ed insensibile alle proteste di piazza,
ma ancor più distante e
lontano dai problemi quotidiani della gente, che fa
della sopravvivenza la sua
unica bandiera; e si affretta a dare patenti di
pericolosità a tutti quelli
che scelgono la protesta
per farsi sentire e che si affidano
a gesti eclatanti dettati soltanto
dalla disperazione prodotta dall’incompetenza di questa classe
politica di dirigenti incapaci di
dare risposte concrete.
Se realmente pronunciate, certe
derive antisemite non ci appartengono e dissentiamo quindi dal
frenetico alternarsi di dichiarazioni
che vanno in questa direzione
ma come non accettiamo l’intolleranza così non vogliamo mettere
etichette al malessere degli italiani tutti, che si palesa in questi
giorni.
Se la cecità continuerà ad affliggere il nostro governo attraverso la sua più alta espressione
di pesce palla Alfano boccheggiante ed il suo degno compare
capiton Letta, ci sarà solo spazio
per quelli che in questi giorni
hanno artatamente soffiato sul
fuoco, non riuscendoci finora, e
avrei difficoltà a vedere la mia
patria sprofondare nel buio degli
anni di piombo che avvolse la
mia generazione.
Non fate finta di non vedere e di
non sentire, trovate subito una
soluzione, indietro non vogliamo
tornare, ve ne saranno grati i
nostri figli, siete ancora in tempo
per cambiare, altrimenti è davvero
auspicabile che andiate a casa,
per altro essendo già stati dalla
Suprema Corte delegittimati, a
maggior ragione che vi restiate
un po’. Basta con gli illusionismi,
conosciamo ormai ogni trucco
segreto, non ci crediamo più,
siamo alla frutta e quella che
resta pare essere marcia.
E ricordate bene Vana gloria
spica ingens est sine grano,
magari comunicatelo al cucciolo
Renzi: ci aspettiamo fatti e non
parole.
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Domenica 15 dicembre 2013
Primo piano
UNO STUDIO DELLA CGIA DI MESTRE LANCIA L’ENNESIMO ALLARME SULLO STATO COMATOSO DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA
I camion si fermano. L’economia pure
Drammatica moria delle aziende di autotrasportatori. In cinque anni hanno chiuso quasi 16mila ditte
di Valter Brogino
on è un caso se il riaccendersi della protesta cosiddetta dai Forconi ha avuto
il rombo di un camion. La
mobilitazione per il 9 dicembre, iniziata qualche settimana
prima, era partita proprio dagli autotrasportatori. E grazie al proverbiale
studio in arrivo da Mestre, ora si capisce il perché.
Secondo i dati presentati dalla Cgia,
tra il primo trimestre 2009 e il terzo
trimestre 2013 hanno chiuso quasi
16 mila imprese (-14,7%) del settore
dell’autotrasporto merci su strada.
Per comprendere meglio il dato, basta
pensare che attualmente sono attive
poco meno di 93 mila aziende. Di
queste, il 68,5 per cento è costituito
da imprese artigiane. Alle 93 mila
realtà presenti sul nostro territorio
nazionale vanno aggiunte almeno
altre 40 mila attività prive di automezzi
che svolgono quasi esclusivamente
un’attività di intermediazione. Il 90
per cento circa delle merci italiane
viaggia su gomma. Per quanto riguarda l’occupazione non ci sono
dati statistici puntuali che ci consentono
di definire quanti sono gli addetti
presenti nel settore: tenendo conto
che nell’ultimo Censimento Istat sulle
Imprese e i Servizi il numero medio
di addetti per impresa del trasporto
merci su strada è di 4,3 addetti (anno
2011), stimiamo, a grandi linee, che
in Italia siano occupati tra le 350 e le
400 mila persone. Dall’inizio della
crisi hanno perso il posto di lavoro
N
quasi 70 mila addetti. A livello territoriale la Regione che ha subito la
contrazione più forte è stata il Friuli
Venezia Giulia. Dal primo trimestre
2009 al terzo trimestre del 2013 il
numero delle imprese è diminuito
del 20,7%. Altrettanto preoccupante
è la situazione venutasi a creare in
Toscana (-19,1%), in Sardegna (17,9%) e in Piemonte (- 17,7%).
Le ragioni dello stato di agonia in cui
versa l’autotrasporto sono molteplici.
Secondo uno studio presentato dal
ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti nel 2011, l’Italia presenta il
costo di esercizio per chilometro più
alto d’Europa: se da noi è pari a
1,542 euro, in Austria è di 1,466 euro,
in Germania 1,346 euro, in Francia
1,321 euro. Ma in Slovenia è di 1,232
euro, in Ungheria di 1,089 euro, in
Polonia di 1,054 euro e in Romania è
addirittura di 0,887 euro. “Abbiamo i
costi di esercizio più alti d’Europa –
sottolinea il segretario della Cgia,
Giuseppe Bortolussi – per colpa di
un deficit infrastrutturale spaventoso.
Senza contare che il settore è costretto
IERI ASTENSIONE DEGLI OPERAI. I COSTRUTTORI: “HANNO RAGIONE, MA È COLPA DELLE TASSE”
Edilizia: scioperi e appelli inascoltati
SECONDO UN SONDAGGIO COLDIRETTI, LA GRAN PARTE DEGLI ITALIANI FARÀ VOLONTARIATO
Natale povero e solidale
Q
I
lavoratori che incrociano
le braccia, e le loro stesse
aziende che condividono
le ragioni della protesta. In
questa crisi internazionale, la
crisi dell’Italia assume contorni
agghiaccianti per ciò che sta
comportando, ormai, non solo
alle classi sociali più basse,
ma anche a coloro che fino a
qualche tempo fa sarebbero
stati considerati ceto medio,
se non benestanti.
Lo sciopero del comparto edilizio, ennesimo grido d’allarme
che viene da quel settore, ne
è un esempio. E il presidente
dell'Ance, Paolo Buzzetti non
può che dire: “Comprendiamo
lo sconforto dei lavoratori, ma
le imprese sono stremate. E' ora che il Governo
accetti la nostra proposta di rivedere il sistema di
contribuzione dell'edilizia che è il più caro in
assoluto e non garantisce stipendi adeguati ai
nostri lavoratori”.
“Il settore è allo stremo: i sindacati sanno bene
che le imprese chiudono a decine ogni giorno e
assieme a loro stiamo cercando di gestire questa
crisi epocale con ogni strumento a disposizione,
facendo ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali e
in extrema ratio alle inevitabili procedure di licenziamento”, sottolinea Buzzetti. In questa situazione,
dunque, “e senza un piano straordinario di risorse
da destinare all'edilizia, non si può chiedere molto
di più alle imprese che tentano di sopravvivere”.
Eppure, secondo il presidente dell'Ance, di cose
da fare per far riprendere il mercato e risolvere il
a sostenere delle spese vertiginose
per la copertura assicurativa degli
automezzi, per l’acquisto del gasolio
e per i pedaggi autostradali. Il che si
traduce in un dumping sempre più
pericoloso, soprattutto per le aziende
ubicate nelle aree di confine che
sono sottoposte alla concorrenza proveniente dai vettori dell’Est Europa.
Questi ultimi hanno imposto una guerra dei prezzi che sta strangolando
molti piccoli padroncini. Pur di lavorare
– conclude Bortolussi - si viaggia
anche a 1,10-1,20 euro al chilometro,
mentre i trasportatori dell’Est, spesso
in violazione delle norme sui tempi
di guida e del rispetto delle disposizioni in materia di cabotaggio stradale,
possono permettersi tariffe attorno
agli 80-90 centesimi al chilometro.
Con queste differenze non c’è partita.
Nonostante il legislatore abbia imposto
i costi minimi a beneficio dei piccoli
trasportatori, l’apertura del mercato
italiano ai vettori e agli autisti provenienti dall’Est sta mettendo in seria
difficoltà il nostro settore”.
Tra il gennaio 2009 e il lo scorso
mese di novembre, il prezzo alla
pompa del gasolio per autotrazione
è aumentato del 55,7% (l’inflazione,
invece, è aumentata del 9,4% ). Oggi,
un litro costa mediamente 1,692 euro.
Secondo i dati riferiti al 12-12-2013,
in Italia il prezzo del gasolio è il più
caro tra tutti i 28 Paesi dell’Ue. Anche
i pedaggi autostradali hanno subito
un incremento molto importante. Tra
il 2010 e il novembre di quest’anno
l’incremento è stato del 17,2%, contro
un + 7% fatto registrare dall’inflazione.
Va ricordato che gli autotrasportatori,
proprietari di veicoli con massa complessiva pari o superiore ai 7,5 tonnellate, possono richiedere il rimborso
dell’accisa sul gasolio. La misura del
beneficio per ogni mille litri di carburante consumato viene stabilita
dall’Agenzia delle Dogane in relazione
agli incrementi subiti dalle accise.
Anche per i pedaggi autostradali è
possibile ottenere un rimborso annuale che è in funzione dell’anzianità
dell’automezzo e del fatturato annuo
dell’azienda.
problema occupazionale ce ne sono ancora molte.
“Iniziamo col rivedere l'assurdo nostro sistema
di contribuzione che fa sì che le imprese non riescano più a sostenere costi così alti a fronte di
stipendi così bassi: abbassiamo i 10 punti in più
di oneri e mettiamoli in tasca ai lavoratori!”. Poi,
conclude Buzzetti, “smettiamola di penalizzare la
casa con un sistema fiscale iniquo e in continuo
cambiamento e promuoviamo tutti insieme il
nuovo accordo Abi e Cdp per far ripartire i mutui
alle famiglie, di cui ancora troppo poco si parla.
Sul fronte delle opere pubbliche non smetterò
mai di ricordare l'urgenza di un piano per la difesa
del territorio e la messa in sicurezza delle scuole:
sono interventi necessari per il Paese e fondamentali
per far ripartire l'economia”.
V.B.
uello in arrivo sarà un
Natale più povero ma
all’insegna della solidarietà. È quanto emerge da
un sondaggio online condotto
dal sito della Coldiretti in occasione dell’avvio del “Circolo
dei buoni” promosso da Campagna amica, Coldiretti, Caritas, Codacons e Casper, che
offre la possibilità ai cittadini
di fare la spesa in molti mercati
diffusi a livello nazionale e decidere di donare alcuni prodotti
che, insieme a quelli offerti dagli agricoltori
della Coldiretti, concorreranno a riempire
i pacchi dono che saranno distribuiti alle
famiglie in difficoltà dalla Caritas.
Secondo quanto rivela il sondaggio, dunque,
in un momento di grave crisi economica,
l’Italia affronta le difficoltà stringendosi attorno la solidarietà: il 21% degli italiani
farà azioni di volontariato, il 16% donerà
soldi, il 13% cibo, il 5% offrirà vestiti e il
4% cucinerà cibo per gli altri in difficoltà.
I dati sconcertanti pubblicati dalla Coldiretti
riguardo la situazione nella quale vanno
avanti le famiglie, disegnano un quadro
tutt’altro che in ripresa.
Sono saliti a 4,1 milioni di italiani che hanno
fatto ricorso ad aiuti alimentari nel 2013 e
tra questi, ben 428.587 bambini con meno
di 5 anni di età che nel 2013 hanno avuto
bisogno di aiuto per poter semplicemente
bere il latte o mangiare, con un aumento
record del 13 per cento rispetto allo scorso
anno; ma ad aumentare con un tasso supe-
riore alla media è stato anche il numero di
anziani, ben 578.583 over 65 anni di età
(+14% rispetto al 2012), che sono dovuti
ricorrere ad aiuti alimentari.
Sempre più italiani - sottolinea Coldiretti si ritrovano senza le risorse necessarie a
sfamarsi: erano 2,7 milioni nel 2010, sono
saliti a 3,3 milioni nel 2011 e hanno raggiunto i 3,7 milioni nel 2012. Un popolo in
perenne crescita ha beneficiato dei servizi
mensa (circa 303.485 persone), mentre nel
2013 sono ben 3.764.765 i poveri che hanno
avuto assistenza con pacchi alimentari.
Pensionati, disoccupati, padri di famiglia
che, per vergona, prediligono questa forma
di aiuto piuttosto che il consumo di pasti
gratuiti in mensa.
“Una situazione drammatica che - ha spiegato la Coldiretti - rappresenta la punta di
un iceberg delle difficoltà che incontrano
molte famiglie italiane nel momento di fare
la spesa”.
Giorgio Musumeci
4
Domenica 15 dicembre 2013
Storia
Un nuovo, appassionante appuntamento con la storia
Viaggio nel Ventennio, la comunicazione fascista/7
Il messaggio pubblicitario, le sue forme, la sua evoluzione
Questo nostro settimo appuntamento con la
comunicazione durante il Ventennio è un
altro tuffo nel passato dalle caratteristiche
appassionanti. Ogni puntata che ci scorre
davanti agli occhi ogni domenica è un valore
aggiunto, un pezzo che abbiamo l’opportunità
di aggiungere alla nostra cultura. Questo bel
lavoro, meticoloso, attento, delle autrici di
cartolinedalventennio.it, il sito dedicato all’era
fascista pieno di curiosità e di materiale
inedito, è davvero un piccolo tesoro, un fiore
all’occhiello per il nostro Giornale d’Italia
che ha così l’occasione di diffondere informazioni che difficilmente si possono rinvenire
altrove. Nel lavoro delle ragazze c’è dedizione,
passione, cura, informazioni esatte e pressoché
sconosciute di un’epoca complessa, ricca di
novità, estremamente affascinante.
Nella puntata di oggi le autrici ci parlano
delle “figurine”. Ciò che oggi, nell’era della
tecnologia, sembra scontato, all’epoca era
invece una assoluta novità. Era il mondo
esterno che, grazie ai nuovi strumenti, alle
nuove idee, al nuovo modo di comunicare,
entrava nelle case degli italiani, diventava
parte integrante della quotidianità e tale resterà per i decenni successivi.
“I Quattro moschettieri”, come pure il “Concorso Bonaventura”, per esempio, sono pezzi
di storia, di tradizione, di costume, di cultura.
Sì, perché quando si parla di “cultura” non
ci si riferisce soltanto alla letteratura, al teatro,
al cinema, all’arte. Tutto è “cultura”: l’architettura, l’automobile, l’arredamento, gli accessori, la natura sono cultura. È cultura
sapere come le generazioni che ci hanno
preceduti hanno vissuto un passaggio storico
e un habitat sociale intenso e prorompente
come quello del Fascismo. Ed ecco che il lavoro di Giannini e Calella è davvero una
chicca culturale. Non solo: è sociale, storia,
tradizione. È la pellicola che porta impressa
la nostra vita, quella di ci ha preceduti, quella
di coloro che verranno. Che probabilmente
meglio di noi sapranno apprezzare tutte
quelle sfumature di periodo, e che sapranno
farlo con la mente sgombra dai pregiudizi
per decenni inculcati da un’informazione pilotata dalla demagogia.
Emma Moriconi
Tutti pazzi per le figurine
di Stefania Calella e Gianna Giannini
urante il Ventennio esplose tra gli italiani una vera e propria passione per
i concorsi pubblicitari. In particolare
le raccolte di figurine multicolori, di
soggetto militare, con vignette storiche
o illustranti fiabe e personaggi, esercitavano
una grande forza di suggestione.
L’idea che la loro semplice raccolta potesse
celare un ricco premio, come un’auto Fiat,
eccitò ancora di più gli animi. Contemplando
una figurina ciascuno si sentiva padrone di un
pezzo di questa famosa auto.
La rarità di una o più figurine era condizione
generale di tutti questi concorsi poiché le ditte,
nel calcolare le spese per i premi, tenevano
appunto calcolo di ricevere solo un limitato numero di collezioni complete, in confronto con il
totale delle figurine stampate e quindi del prodotto venduto.
Visti i grandi successi ottenuti dalla Perugina
con il concorso collegato alla trasmissione radiofonica “I quattro moschettieri”, altre famose
aziende decisero di seguirne l’esempio. Quasi
tutte le ditte partecipanti a queste iniziative
vendevano prodotti di largo consumo come
formaggi, caramelle, biscotti, estratti di caffè,
dadi per minestra, lamette per barba, sigarette… perché questi prodotti ben si prestavano
all’inclusione di una figurina nelle confezioni.
Ma, in breve, si giunse anche a vendere con la
figurina prodotti diversi come gli aperitivi e i liquori usando bustine sigillate che contenevano
le figurine. Si vide così il pubblico orientarsi
verso prodotti che forse non aveva mai consumato e questo portò ad un perturbamento che
impressionò le grandi marche.
Anche la Barilla, nel 1937, con la collaborazione
di altre aziende (Ruffino, Wuhrer, Ballor, Lepit,
Zucca), ideò un'iniziativa collegata alla raccolta
di figurine. Si trattava del “Concorso Bonaventura”, che traeva il suo nome dal famoso personaggio del Corriere dei Piccoli, il Signor Bonaventura, disegnato dall'abile mano di Sergio
Tofano.
Per la pubblicità al concorso furono affissi sedici
mila manifesti e distribuiti trentamila album.
All’iniziativa erano dedicate apposite trasmissioni
radiofoniche ed il Corriere della Sera annunciava
sulle sue pagine non solo i vincitori dei premi,
ma riportava anche parti del verbale inerente
le procedure di estrazione dei premi.
Per partecipare al concorso occorreva semplicemente raccogliere, sugli appositi album, 50
D
figurine diverse. Non era prevista, a differenza
del concorso Perugina, nessuna figurina rara.
Ogni mese erano estratti ben 70.000 lire circa
di premi. Il primo premio era una Fiat 1500, seguivano 10 Radio Marelli, 10 macchine da
cucire Necchi, 20 biciclette e 100 cassette di
prodotti assortiti offerte dalle ditte partecipanti
al concorso.
Il Concorso terminò il 10 novembre del 1937 a
causa di un decreto del ministero delle Finanze
intervenuto per bloccare il proliferare di "quei
mezzi di propaganda che incentivavano a dismisura i consumi".
La forma maggiormente gradita dal pubblico
restava comunque quella dei concorsi dotati
di molti premi, spesso cospicui, da assegnarsi
a sorte. Si era cominciato con cifre di tre zeri
fino a salire pian piano verso cifre milionarie, e
forse si sarebbe andati anche oltre se non
fossero intervenute rigide disposizioni a frenare
gli entusiasmi spenderecci.
Si ricorreva spesso ad inserzioni che contenevano un gioco, un rebus semplicissimo e facilmente risolvibile. Risposte a quesiti di carattere
generale, pronostici sui risultati di una partita,
una corsa; ipotesi sul numero dei partecipanti
ad un raduno, o addirittura, al concorso stesso
erano l’oggetto di molti concorsi.
La Elah, per esempio, metteva in palio 200.000
lire in premi tra cui 25.000 in titoli di Stato. Occorreva semplicemente rintracciare all’interno
di un disegno ricco di particolari tutti quegli
oggetti il cui nome iniziava con una determinata
lettera. La Gi.Vi Emme donava invece “5000
lire per un sorriso”.
In un primo tempo il ministero delle Finanze
non autorizzò premi cospicui in oggetti o in
danaro, ma poi concesse qualche deroga. Si
ebbe una somma di 100.000 lire come primo
premio e si sarebbe certo andati ancor più
avanti se il ministero non fosse intervenuto.
5
Domenica 15 dicembre 2013
L’ALLUNAGGIO DELLA “CHANG’E 3”
La Cina
arriva pure
sulla Luna
ALLA FACCIA DEGLI ECO-ALLARMI SUL “RISCALDAMENTO GLOBALE”
Egitto e Medio Oriente
alle prese con la neve
Gerusalemme e il Sinai imbiancati, alluvioni a Gaza
Chiusi porto di Alessandria e autostrada per Damasco
eve a Betlemme. Una scena che quasi
tutti inseriscono nel presepe di casa in
questo periodo, ma che da un punto di
vista storico è assai difficile che sia capitata.
Eppure il manto bianco stavolta ha davvero
abbracciato tutto il Medio Oriente, anche se
difficilmente resterà fino a Natale.
Si è trattato di un’ondata di maltempo straordinaria, che ha sorpreso non solo milioni di
persone ma anche i meteorologi locali. Non
solo scene da cartolina, però, ma anche guai:
perché se a Gerusalemme, che è adagiata su
una zona montuosa, si è verificata la più
grande nevicata dicembrina da oltre 50 anni,
la marittima Gaza ai tanti problemi causati dai
blocchi delle dogane imposti da Israele e
Egitto si è vista aggiungere quelli causati
dalle piogge torrenziali e dalle inondazioni
che ne sono seguite.
“La neve a Gerusalemme non è un evento
così raro come molti potrebbero pensare. In
media, nevica 1-2 volte ogni 2-3 anni, ma
spesso le fioccate si presentano ogni inverno.
Ma è senz'altro senza precedenti l'accumulo
registrato”, ha spiegato il direttore del Dipartimento di Israele del Servizio Climatico e
Meteorologico israeliano, Amos Porat. E in
effetti i disagi sono stati notevoli: al corollario
che anche gli italiani conoscono fin troppo
bene, fatto di uffici e scuole chiuse, si sono
aggiunte limitazioni al traffico un po’ ovunque.
Ad esempio sulla importante arteria che
collega la libanese Beirut alla siriana Damasco,
dove la circolazione è rimasta chiusa per due
N
lla fine c’è arrivata anche la Cina.
Dopo Stati Uniti e Unione Sovietica,
infatti, a 37 anni dall’ultima esplorazione, anche la Cina ha piantato la propria
bandiera sulla Luna. Nella giornata di ieri è
atterrata in sicurezza sul satellite della Terra
la sonda “Yutu” lanciata lo scorso 2 dicembre
dalla Cina e trasportata a bordo della
navicella “Chang’e 3”. L’allunaggio è durato
12 minuti, necessari a fermare la navicella
ed evitare danni. A riferire del riuscito atterraggio sono stati i media di Stato cinesi,
che hanno mostrato le immagini in diretta.
Ora la sonda si separerà dalla navicella e
comincerà un’esplorazione di tre mesi della
superficie lunare, con una particolare attenzione alle risorse naturali che potrebbe
offrire. Per Pechino, lo sviluppo così repentino del programma spaziale cinese è
un motivo di orgoglio per tutto il Paese. La
Cina, infatti, ha inviato il suo primo astronauta
nello spazio nel 2003, diventando il terzo
Paese dopo Russia e Stati Uniti, e Pechino
ha già annunciato che tra i suoi obiettivi c’è
quello di avere una propria stazione spaziale
e di mandare un proprio astronauta sulla
Luna
G.M.
A
giorni e poi limitata ai soli veicoli muniti di
catene.
In Egitto due porti sul Mediterraneo vicino
alla città di Alessandria e due porti sul Mar
Rosso sono rimasti chiusi per il terzo giorno
di fila a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa
statale Mena. Il responsabile dell’autorità portuale di Alessandria, Adel Yassin Hammad,
ha dichiarato che la decisione è stata presa
per evitare possibili incidenti nei porti. Un’insolita
neve è caduta anche a Il Cairo (dove mancava
da 112 anni), sul porto di Alessandria e sul
monastero di Santa Caterina sul monte Sinai.
La notizia dell’arrivo della neve in Egitto ha
scatenato i buontemponi della rete, che hanno
diffuso sui social network foto della Sfinge, o
delle Piramidi, quasi sepolte dalla coltre bianca:
falsi clamorosi (in alcune immagini faceva
capolino persino la Tour Eiffel…), ma in molti
ci sono caduti.
Robert Vignola
Esteri
USA. A UN ANNO DALLA STRAGE DI NEWTOWN
Spara in un liceo
e poi si ammazza
L’America rivive l’incubo delle armi
facili. Ma per le lobby va bene così
a questione della detenzione di armi negli Usa ritorna, ancora
una volta, a riempire le cronache. Alla vigilia del primo anniversario
della strage di Newtown, l’America vive l’incubo di una nuova
sparatoria in una scuola. Un ragazzo armato è entrato alla Arapahoe
High School, il suo liceo, a Centennial, in Colorado, verso l’ora di
pranzo di venerdì. Poi ha aperto il fuoco ferendo due compagni, prima
di puntare l’arma verso sé stesso per suicidarsi. Uno dei feriti, subito
trasportato in ospedale, adesso lotta fra la vita e la morte. Secondo le
prime ricostruzioni, il giovane attentatore era alla caccia di un
insegnante. Immediato l’intervento della polizia, che ha fatto evacuare
l’edificio a tutti gli studenti, prima di entrare in azione con l’ausilio dei
corpi speciali, i celebri Swat.
Una scena, dunque, già vista parecchie volte in passato. Ma che oggi
fa particolare effetto per la coincidenza col primo anniversario di
un’altra strage, dalle dinamiche simili, che scosse il mondo. E non
solo quella. Ad appena 12 chilometri dalla scuola di Centennial, infatti,
c’è la Columbine High School, il luogo della strage del 1990, reso tristemente famoso dall’omonimo film premio Oscar girato da Michael
Moore. E a non più di 20 km, sempre in Colorado, si trova il cinema di
Aurora, dove il 20 luglio del 2012 un folle aprì il fuoco alla prima di
Batman, uccidendo 12 persone e ferendone 70. Un susseguirsi di
stragi culminato proprio con quella del 14 dicembre 2012 quando
Adam Lanza, un giovane con gravi problemi mentali, entrò in una
scuola elementare di Newtown con un fucile mitragliatore regolarmente
posseduto della madre. Sparò all’impazzata provocando un massacro:
quella mattina spezzò la vita di 20 bambini e di sei adulti. Le terribili
immagini, il sangue di quelle vittime innocenti, sembrava potesse
spingere l’America ad affrontare finalmente il problema delle armi
facili. Il presidente Obama, forte del sostegno dei genitori delle piccole
vittime di Sandy Hook, fece di tutto per dar vita a una nuova legge. Ma
le potentissime lobby delle armi da fuoco bloccarono tutto. I sondaggi,
del resto, parlano chiaro: solo il 52% chiede nuove regole, mentre al
38% vanno bene quelle che ci sono. Se il sangue di tutte le vittime
degli anni scorsi non è bastato, c’è da credere che neppure quanto accaduto alla Arapahoe High School farà cambiare idea.
Giorgio Musumeci
L
6
Domenica 15 dicembre 2013
ALL’INDOMANI DELLA SONORA BOCCIATURA DEL PIANO PULLMAN NEL MUNICIPIO I, IL SINDACO CI RIPROVA
Adesso Ignazio Marino
rischia di farla grossa
Pd e Sel fanno un regalo di Natale ai romani: un ticket per entrare
in automobile all’interno dell’anello ferroviario
sconcertante quanto sta accadendo a
Roma. A sei mesi dall’insediamento di
Ignazio Marino a Palazzo Senatorio è
successo davvero di tutto. Dalla protesta dell’imprese e degli operai della Metro C ai pizzardoni, dagli operai dell’Atac ai movimenti
per la casa, dai partecipanti del Concorsone e
alle sigle sindacali. Una marea di contestazioni.
Un recordman di proteste.
Per non parlare, poi, degli atti amministrativi
prodotti. A bocciare all’unanimità il sindaco
chirurgo e l’assessore Improta perfino il Partito
democratico e Sel del Municipio I, oltre all’opposizione, sul Piano pullman. Ma dal Campidoglio riecheggia l’ottusità. Marino e compagni
sono pronti a confezionare l’ennesimo regalo
ai romani: un ticket per entrare in auto all’interno
dell’anello ferroviario.
Stop agli abbonamenti mensili per le strisce
blu, quindi. E ancora: più piste ciclabili e una
completa riorganizzazione della rete del trasporto
pubblico - chissà il caos - con l’obiettivo di
aumentare del 20%, dicono, il numero degli
utenti e di rendere la rete dei collegamenti più
veloce ed efficace. Certamente ci sarà un corposo ritocco del ticket, oggi fermo a 1,50
euro (una tariffa fra le più alte in Italia). Questa
l’ennesima creatura (chiamato piano generale
del trasporto urbano) presentata ai minisindaci
dal titolare alla Mobilità, Guido Improta.
Insomma, Marino e co. rischiano un’altra fi-
È
La memorabile scena del pedaggio da “Non ci resta che piangere”, di Massimo Troisi
guraccia. Il progetto, infatti, dovrà essere approvato dai municipi, prima di passare definitivamente in giunta per eventuali modifiche.
Soltanto in un secondo momento, dopo essere
stato discusso nella terza commissione di
Roma Capitale, il piano arriverà in Aula Giulio
Cesare. In pratica, il progetto prevede il pagamento di un pedaggio per chi, risiedendo all’esterno dell’anello ferroviario, si sposta con
il mezzo privato al suo interno, mentre non ci
saranno limitazioni per chi risiede dentro
l’anello.
Ma c’è dell’altro. Secondo indiscrezioni, si
pensa anche a un sistema di tariffazione per
le merci grazie a un “efficace controllo da
parte degli ausiliari del traffico e - fanno sapere
- alla rivisitazione degli orari e della politica tariffaria in funzione della tipologia del veicolo,
della motorizzazione e del tipo di merce trasportata”.
Ai romani un Natale ricco di tasse, a Marino
un Natale ricco di proteste. Chi ci avrà guadagnato?
Giuseppe Sarra
Roma
A RISCHIO LA MESSA IN ONDA DEL PROGRAMMA
Grande Fratello,
la casa va in fumo
La polizia sospetta un incendio doloso
U
n incendio di grosse
proporzioni appiccato nella notte tra
venerdì e sabato, ha completamente distrutto la famigerata Casa del Grande
Fratello, costruita all’interno
di Cinecittà. L’allarme è
scattato poco dopo la mezzanotte di venerdì, e ha visto coinvolte per oltre sei
ore nove squadre di vigili
del fuoco, supportati da un
mezzo aeroportuale fatto
arrivare da Ciampino.
Oltre al famoso appartamento dalla porta rossa,
sono bruciate, tra fiamme
altissime, anche le strutture
limitrofe adibite a spazi funzionali al programma (tugurio, stanze segrete) e la
sala che ospitava la regia
del programma.
In un primo momento si
era pensato che l’incendio
potesse essere stato causato da un corto circuito,
ma il sopralluogo dei pompieri accompagnati dalla
polizia scientifica ha escluso questa ipotesi. Dai primi
rilievi svolti, infatti, gli investigatori sono convinti
che si tratti di un incendio
doloso. Almeno per una
volta, le tante telecamere
che circondano la casa serviranno a capire cosa sia
accaduto. Intanto, l’incidente ha messo in seria difficoltà la Endemol, casa di
produzione del programma, e Mediaset, dato che
tra poco più di un mese, il
23 gennaio, la trasmissione
capostipite dei reality show
sarebbe dovuta tornare in
onda, con la sua tredicesima edizione italiana. Nonostante il ripetuto calo di
ascolti del programma rispetto alle prime edizioni,
produttori e autori hanno
ritenuto opportuno andare
avanti con le edizioni, rincarando anzi la dose della
durata del reality, passata
dai 99 giorni della prima
edizione ai 161 della dodicesima.
Per conoscere il responsabile di quanto accaduto la
notte di venerdì a Cinecittà,
bisognerà attendere i risultati delle indagini.
Intanto si attende di conoscere anche cosa intenderà
fare la produzione del programma: se trovare, nel
poco tempo che resta, una
soluzione per mandare regolarmente in onda la trasmissione a gennaio, o optare invece per una sospensione in modo da affrontare
la questione con più calma.
G.M.
7
Domenica 15 dicembre 2013
Dall’Italia
MUORE LUCA STUFETTI, 40ENNE IMPRENDITORE E POLITICO MOLTO CONOSCIUTO A IMPERIA
Strozzato dalla crisi, si getta sotto un treno
L’azienda vantava numerosi crediti insoluti, l’uomo da mesi non riusciva a pagare i dipendenti
e le banche gli avevano chiesto il rientro del debito. I commercianti insorgono
ncora croci nel cimitero della
Grande Crisi. Luca Stufetti
40enne imprenditore molto
conosciuto ad Imperia si è
suicidato giovedì sera, poco prima
delle 20, gettandosi sotto il treno nei
pressi della galleria ‘Ponticelli’ in direzione Ventimiglia.
L’uomo, già presidente del circolo
Fli di Imperia e candidato alle scorse
comunali con la lista Imperia Riparte,
era proprietario della ‘Chimica imperiese’ che vende forniture industriali
a ristoranti, bar ed alberghi; azienda
che aveva eredito dal padre.
Stufetti, separato con una figlia, è
morto sul colpo. Il corpo è stato recuperato dopo due ore, sul posto
sono intervenuti la Polizia Ferroviaria,
il 118 e il medico legale. Non sono
mancati i disagi al traffico, l’incidente
ha coinvolto due intercity e cinque
treni regionali causando un’interruzione di un paio d’ore della linea.
È il bilancio dell’ennesima tragedia
che ha come sfondo la crisi economica, come riportano i siti locali
infatti l’imprenditore era oppresso
A
per la situazione economica della
sua azienda. Di crediti la ditta ne
vantava molti, ma i clienti non pagavano le forniture a loro volta afflitti
da una generale crisi del commercio.
La paura di non arrivare a fine mese
e il timore di non riuscire a pagare
quei cinque dipendenti, devono avere
gettato nel baratro più totale l’uomo
che non ha visto alcuna via d’uscita
alla crisi. “Da alcuni mesi – svela un
suo amico, Giuseppe Fossati, consigliere comunale di Imperia a ‘RepubblicaGenova’ – Luca non riusciva
più ad essere puntuale con gli stipendi e il giorno prima che si lanciasse contro il treno, mi aveva confidato che le banche gli avevano
chiesto di rientrare del debito che
aveva con loro. La situazione economica della sua azienda era davvero
seria”.
Per l’amico dunque non ci sono dubbi, Luca si è suicidato a causa della
pesante situazione economica e non
per depressione, come era stato
avanzato inizialmente. “Qualcuno
dice che Luca era depresso: mai
giudizio è stato più sbagliato – continua Fossati – Luca era sì un uomo
separato, con una figlia piccola, di
nove anni, ma da un paio d’anni attraversava una vita affettiva stabile e
serena con la sua nuova compagna:
l’ha confermato anche lei. Gli unici
problemi che lo assillavano erano
quelli economici”.
Era appena uscito dal ristorante in
un cliente Luca Stufetti: era andato a
quell’indirizzo per riscuotere un credito. Poi si è incamminato verso la
galleria ‘Ponticelli’ e si è gettato sotto
un treno che sfrecciava verso Ventimiglia.
Un suicidio che ha scosso profondamente la comunità locale. Per questo
per il giorno dei funerali, che dovrebbero aver luogo o domani o
martedì i negozianti della zona terranno le serrande abbassate. La
‘serrata’, che al momento non si sa
ancora se sarà della durata della cerimonia funebre o per l’intera giornata,
è stata organizzata dal comitato ‘Fare
Ponente’ e dal noto imprenditore
Luca Ramone. Una protesta che, oltre
a ricordare la figura di un uomo e di
un imprenditore stimato da tutti, vuole
anche far riflettere sulla situazione
che si sta vivendo non solo ad Imperia, ma in tutta Italia, per la ‘stretta’
che viene data dagli istituti di credito
che, proprio in questo momento dovrebbero aiutare la piccola e media
impresa.
Di sicuro infatti quella di Stufetti è
un’altra croce da aggiunge al già
lungo elenco di imprenditori che si
tolgono la vita per motivi economici.
Barbara Fruch
BOLOGNA - PIÙ LA SPESA CHE L’IMPRESA
Pensionato multato
con 18 centesimi
na multa da 18 centesimi.
Nessun errore e nessuna
tassazione iniqua quella
che si è visto recapitare da Equitalia Gaspare La Cascia.
Il 78enne residente a Budrio (Bologna) deve mettere mano al
portamonete per aver pagato, alcuni anni fa, con un giorno di ritardo il saldo delle tasse (173
euro). A dire il vero, lui avrebbe
anche pagato nei termini ma una
manifestazione dei forconi gli
impedì di entrare nella sede bolognese dell’esattore. Di qui il
forzato ritorno a casa e il rinvio
del pagamento di ventiquattro
ore.
Chiamata in causa, Equitalia spiega che il pensionato sarebbe recidivo in queste situazioni iniziate
U
Eurosky Tower .
Entrare in casa e uscire dal solito.
nel 2009. In quell’anno infatti il
Signor La Cascia avrebbe dimenticato di saldare in tempo
una tasse e poi dopo vari solleciti
avrebbe provveduto a saldare il
debito facendo scattare però altre
more. Alla fine i computer hanno
insomma fatto i conti, così l’incauto contribuente è risultato
ancora in debito di ben 18 centesimi. Una cifra che di certo
non poteva pesare sulle casse
dello Stato.
Comunque nessun pericolo, La
Cascia lunedì chiuderà i conti
perché non ha nessuna intenzione
di avere debiti, soprattutto nel
caso in cui aumentassero raggiungendo magari anche quota
un euro.
Carlotta Bravo
TREVISO - L’ANOMALO CASO
Comune chiede l’Imu
a un orfano di 6 anni
on le casse comunali all’asciutto è necessario fare
cassa. Sarà per questo motivo che in provincia di Treviso,
a Susegana, l’amministrazione
comunale non guarda in faccia
nessuno. Inviare un modello
F24, già compilato da pagare
entro la metà di dicembre, sembrerebbe normale. Peccato che
a riceverlo sia stato un bimbo di
soli sei anni per di più orfano di
padre.
Figlio di un imprenditore deceduto che avrebbe ereditato il debito sull’immobile. “Gentile contribuente, le inviamo in allegato
C
il modello F24 per pagare il saldo
Imu” si legge nello scritto. Al
piccolo viene così chiesto il pagamento della somma di 1.754
euro entro il 16 dicembre, con
riferimento a un edificio che si
trova nel territorio comunale e
che apparteneva al genitore. La
mamma si è rivolta a un avvocato
che precisa: “Pur non avendo
accettato formalmente l’eredità
del marito semmai doveva essere
la madre a ricevere la richiesta
di saldo”. Quello che è certo è
che il minorenne in questione
non può presentarsi a pagare di
tasca sua.
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8
Domenica 15 dicembre 2013
AVELLINO - AMIANTO KILLER
Morto da 18 anni
vivo per lo Stato
La vedova continua a ricevere
la tessera sanitaria del marito
Dall’Italia
RACCOLTA IN TILT E ROGHI A PALERMO: I CITTADINI INSORGONO CONTRO LE TASSE
Emergenza rifiuti in Sicilia:
proteste contro la Tares
Strade invase dalla spazzatura. I cittadini invocano il prefetto.
Anche a Trapani è mobilitazione contro le cartelle esattoriali
di Miriana Markovic
ncora pecche nel sistema sanitario.
Ad un uomo, morto ben 18 anni fa,
continua ad essergli recapitata la
tessera sanitaria. Succede ad Avellino,
dove Vittorio Esposito è deceduto nel
1995 a causa di una patologia correlata
alla esposizione all’amianto. L'’operaio
lavorava al rifacimento della stazione
ferroviaria locale vicino ai binari dove
avveniva la ‘scoibentazione’ delle carrozze ferroviarie. La vedova, Rosetta
Capobianco, che tuttora abita a Borgo
Ferrovia, a poca distanza dal sito dell’Isochimica, posto sotto sequestro dalla
Procura di Avellino, ha inutilmente tentato
di comunicare agli organi competenti
la avvenuta morte del marito. Nelle sue
parole, c'è anche rabbia: “Quando mio
marito si è ammalato, le autorità si sono
defilate, oggi vorrebbero garantirci quei
diritti che ci hanno negato per anni”.
A
Costretti a pagare la tassa sui rifiuti
mentre la città soffoca in mezzo alla
spazzatura. Si infiamma la polemica da
Palermo a Trapani contro gli aumenti
della Tares. A far sentire la loro rabbia sono in
particolare i cittadini del capoluogo siciliano
stanchi di vivere in una città divenuta ormai
una vera e propria discarica a cielo aperto
(Foto di Igor Petyx).
Una situazione ormai disperata: l’altra notte si
sono registrati nuovi roghi di cassonetti e mini
discariche. Almeno una decina gli interventi
dei vigili del fuoco in diverse zone della città.
All’origine del problema la difficile trattativa
tra sindacati e amministrazione comunale sulla
Rap, la società che ha preso il posto di Amia:
l’ultimo tavolo programmato è, infatti, saltato.
E mentre la burocrazia fa il suo corso i dipendenti
della società hanno annunciato uno sciopero
la cui durata ancora non è stata precisata. I cittadini, sempre più esasperati, quindi hanno
continuato ad appiccare roghi.
N
Ad appena 48 ore dalla scadenza del saldo
dunque in tanti sono pronti a non pagare la
tassa. Venerdì, per protesta, un gruppo di
cittadini si è presentato con i sacchetti pieni di
spazzatura davanti agli uffici comunali di piazza
Giulio Cesare, dove centinaia di persone fin
dalle sei del mattino erano in coda per ottenere
chiarimenti sugli importi del saldo Tares. “Siamo
ostaggio di questo sistema - dice Nicola Far-
ruggio, presidente di Federalberghi
Palermo - In una città piegata dalla
disoccupazione e dalla crisi, chiediamo un atto di responsabilità.
Bisogna sbracciarsi, non certo fare
lo sciopero bianco”. Martedì è in
programma un nuovo incontro, ma
ormai l’emergenza rifiuti in città è
esplosa da giorni. Cumuli di immondizia e discariche improvvisate
fanno bella mostra di sé in diverse
zone della città e puntuali, ogni
notte, si susseguono i roghi di cassonetti.
Caos anche a Trapani dove fischi
e insulti sono partiti ieri mattina contro il sindaco
Vito Damiano in occasione dell'inaugurazione
del nuovo mercato ittico. Damiano è stato contestato da un gruppo di cittadini per l'aumento
della tassa sui rifiuti: "Un Natale da ricordare,
grazie sindaco e consiglieri" si legge in un
messaggio. Per domani è previsto un sit-in
contro la Tares alle 17 davanti al Palazzo comunale per restituire le cartelle.
TRAGEDIA A GENOVA
Eurosky Tower .
Entrare in casa e uscire dal solito.
Ufficiale muore
al varo della nave
Colpito in petto da un gancio, è caduto
in mare e poi colpito dall’elica
a lista delle morti sul lavoro
continua ad allungarsi.
L’ennesima tragedia, stavolta, è avvenuta a Genova,
nella mattinata di ieri, durante
la preparazione della cerimonia
di consegna di una nave da
parte dello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso alla Marina militare algerina. A rimanere
ucciso è il primo ufficiale Maurizio Canovaro, 48 anni, dipendente della società di rimorchiatori “Oro Mare”, con sede
nel capoluogo ligure. Secondo
le prime ricostruzioni, l’uomo
si trovata proprio a bordo di
un rimorchiatore quando è stato
colpito da un gancio in pieno
petto, rimanendo ucciso. Il cedimento del gancio, avvenuto
durante la manovra d’attracco
della chiatta che doveva trasportare la nave al cantiere di
Muggiano, sembra essersi verificato per la rottura di una
L
La parte migliore è quando si torna a casa
Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere
dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità
ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento
che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso
funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq.
La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre
un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale.
Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione,
altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti
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cima che lo tratteneva. La vittima è caduta in mare ed è stata
colpita dall’elica del rimorchiatore. Una nota diffusa da Fincantieri annuncia l’annullamento
della cerimonia “per rispetto
della vittima e dei suoi familiari”.
Sgomento Bruno Manganaro,
segretario della Fiom Cgil, che
si è detto impegnato “a capire
quello che è successo” e pronto
a dare vita a iniziative “con gli
altri stabilimenti di Fincantieri
e con gli altri porti italiani”.
Quella che doveva essere una
giornata di festa, si è trasformata
dunque in una tragedia. Alle
10,30 di ieri, infatti, era prevista
la cerimonia di varo della nave
Kalaat Beni-Abbes realizzata da
Fincantieri alla presenza dell’amministratore delegato Giuseppe Bono e del capo di Stato
Maggiore della marina Giuseppe
De Giorgi.
G.M.
9
Domenica 15 dicembre 2013
MOTTA SANTA LUCIA - IL PRIMO CITTADINO, ERA GIÀ STATO BERSAGLIO DI UN’INTIMIDAZIONE TRE ANNI FA
Gli incendiano l’auto per la seconda volta
Sindaco vuole lasciare il suo incarico
Il rogo, appiccato vicino alla sua abitazione, ha coinvolto anche un’altra vettura.
Previsto per domani un Consiglio comunale aperto sulla questione
di Barbara Fruch
uova intimidazione al sindaco di
Motta Santa Lucia, l’avvocato Amedeo Colacino. La notte scorsa
infatti gli è stata incendiata l’autovettura così come era accaduto
tre anni fa.
Il mezzo, un fuoristrada, era parcheggiato
nelle vicinanza dell’abitazione, al centro del
piccolo comune montano dell’hinterland
lametino, nel Catanzarese. L’incendio ha
coinvolto un’altra autovettura, una Ford Ka,
andata completamente distrutta dalle fiamme
così come il fuoristrada del sindaco. E solo
per poco le stesse fiamme non hanno causato danni ad altre auto in sosta e alle abitazioni. Sul caso stanno indagando i carabinieri della stazione di Conflenti, i quali
non hanno alcun dubbio sulla natura dolosa
del gesto.
Visibilmente scosso il primo cittadino che
si è sfogato su facebook. “Questa notte, ennesimo incendio doloso ha distrutto il mio
secondo fuoristrada. Il primo mi era stato
bruciato a dicembre 2010. Mi chiedo ha
un senso fare il sindaco in questa dannata
terra, che amo alla follia, ma fino a quando.
È per fortuna che non sono in un paese di
mafia, altrimenti avrebbero arso pure me?
Noi sindaci siamo in prima linea per miseri
1000 euro al mese, a differenza dei nostri
parlamentari. Sto valutando seriamente di
buttare la spugna...” ha scritto con amarezza
N
il sindaco, eletto in una lista civica, noto
anche per la sua battaglia per portare a
Motta Santa Lucia il cranio del brigante
Villella attualmente custodito nel museo
Lombroso di Torino.
Un gesto che preoccupa. Quella dell’altra
notte infatti è la stessa intimidazione di tre
anni fa, quella che fu seguita da una lunga
striscia di atti intimidatori, i quali provocarono
grande allarme tra la popolazione. La paura
di molti è che adesso si possa ripetere la
stessa situazione. Anche per questo sono
stati gli stessi sindaci del circondario a decidere di indire un Consiglio Comunale
aperto, presso la sala del Consiglio di Motta
Santa Lucia, che si svolgerà domani, lunedì 16
alle ore 17.30.
“Il grave episodio accaduto la scorsa notte nel
Comune di Motta Santa
Lucia – si legge in una
nota – ha ingenerato notevole preoccupazione e
disagio sociale, non solo
nella popolazione di Motta
Santa Lucia, ma anche in
quella dei tanti paesi limitrofi. Le raccapriccianti immagini, non sembrerebbero dover albergare dalle
nostri parti, terre di consolidata tranquillità, dove
il senso civico ed il rispetto
delle persone è stato storicamente una prerogativa costante. Tutti i Sindaci dei comuni
limitrofi hanno pensato di organizzarsi in
un ‘Consiglio Comunale Aperto’ per effettuare una pubblica denunzia contro questo
stato di malessere attuale che sta impoverendo la sensibilità della stragrande maggioranza di popolazione dei nostri territori
che è sana e ricca di valori etici. A tutela di
tutta questa gente, i Sindaci vogliono manifestare tutto il loro sconcerto per questo
episodio che, di fatto, è un attacco alle Istituzioni dello Stato che indebolisce pesantemente le certezze della popolazione dell’intero comprensorio”.
Dall’Italia
SCANDALO AL COMUNE DI SANT’ANASTASIA
Tangenti e immondizia:
arrestato Carmine Esposito
Il capo dell’amministrazione preso
mentre intascava mazzetta da 15mila euro
i stava per intascare una mazzetta di diverse migliaia di
euro da parte di un imprenditore, titolare di una ditta che
quasi un anno fa si era aggiudicata un appalto per la
raccolta dei rifiuti. È stato arrestato con l’accusa di concussione,
Carmine Esposito, sindaco di Sant’Anastasia (Napoli), eletto il
14 aprile 2010 sotto l’egida del Pdl e poi fuoriuscito dal partito
appena un anno e mezzo dopo, battezzando la teoria della ‘collocazione contro le appartenenze’. Secondo quanto riportato in
una nota diffusa dalla procura di Nola si evince che “l’indagine
ha consentito di monitorare tutte le fasi degl’incontri, dalla
richiesta di tangente (5.000 euro al mese, ma con gli ‘arretrati’
per gli ultimi tre mesi), alla consegna del danaro”.
Le indagini hanno accertato che ad aggiudicarsi l’appalto per la
rimozione dei rifiuti, inizialmente era stata un’altra ditta, gradita
al Comune, secondo gli inquirenti. In seguito a un ricorso al Tar,
tuttavia, la rimozione dei rifiuti era stata aggiudicata a un altro
imprenditore, al quale il sindaco aveva subito fatto capire che se
avesse voluto lavorare avrebbe dovuto versare 5mila euro al
mese. In caso contrario lo avrebbe ostacolato in tutti i modi.
L’imprenditore si però è rivolto ai carabinieri, i quali hanno
registrato tutti i colloqui intercorsi tra lui e il primo cittadino,
incontri nel corso dei quali sono stati presi accordi per il
pagamento della “mazzetta”: 15mila euro in tutto, perché, per
l’appunto, c’erano due mensilità arretrate.
Anche l’appuntamento di ieri, quello decisivo, è stato registrato.
“I carabinieri hanno potuto assistere alla dazione del denaro avvenuta di fronte al centro commerciale ‘Le Aquile’ - si legge
nella nota della Procura nolana - ove l’amministratore e l’imprenditore si sono incontrati; hanno poi bloccato l’automobile
del sindaco mentre si stava allontanando e lo hanno trovato in
possesso della busta contenente il denaro che è stato sequestrato.
Sono in corso ulteriori accertamenti, volti a definire compiutamente
tutte le ulteriori responsabilità nella vicenda. Al sindaco è
contestato il reato di ‘induzione indebita a dare o promettere
utilità’, previsto dall’articolo 319 quater del codice penale”.
Carlotta Bravo
S
10
Domenica 15 dicembre 2013
Spettacolo
TUTTO PRONTO PER UN NUOVO APPUNTAMENTO CON LA MUSICA D’AUTORE
Umbria Jazz Winter, note di classe
Il festival si svolgerà dal 28 dicembre al primo gennaio nella città di Orvieto
di Francesca Ceccarelli
utto pronto: l’Umbria Jazz
Winter partirà a Orvieto
per la ventunesima edizione. Cinque giorni di
musica, dal 28 dicembre
al 1° gennaio, con più di cento eventi
per un appuntamento diventato ormai
tradizionale nel panorama del jazz
italiano.
Una formula fissa per un successo
consolidato: il connubio tra turismo
e spettacolo di qualità, con il valore
aggiunto delle più belle città dell’Umbria. Molti i nomi importanti in
programma: Christian McBride, contrabbassista di punta del jazz statunitense con gli Inside Straight, due
giovani, ma già affermate, come la
cantante Cecile McLorin Salvant e
la sassofonista Melissa Aldana, i clarinettisti Ken Peplowski, Evan Christopher e Anat Cohen, insieme in
un particolarissimo progetto, Joe
Locke, con Warren Wolf. Di qualità
la presenza italiana, con Enrico Rava,
Paolo Fresu con Uri Caine, Rosario
Giuliani, Fabrizio Bosso.
Serata conclusiva in collaborazione
con Musica Jazz e il “TOP JAZZ
2013”,i migliori musicisti vincitori
del referendum indetto annualmente
dalla più prestigiosa rivista jazz italiana.Location d’eccezione anche
quest’anno il magnifico Duomo,pro-
T
gettato da Lorenzo Maitani e realizzato tra il Trecento e il Cinquecento,
farà da cornice nel pomeriggio di
Capodanno alla Messa della Pace
impreziosita e caratterizzata dalla
presenza della musica gospel.
I concerti serali si svolgono al Teatro
Mancinelli, inaugurato nel 1886, che
offre la sintesi dei principali caratteri
dell’architettura orvietana, al Palazzo
del Popolo, realizzato in pietra basaltica e tufo, descritto la prima volta
nel Duecento, al Palazzo dei Sette,
eretto a cavallo del Trecento, caratterizzato da volte e archi possenti e
affiancato dalla pregevole Torre del
Papa, a Palazzo Soliano, al cui piano
terra si trova il Museo Emilio Greco,
con sculture e creazioni grafiche donate alla città dallo stesso.
Il jazz mainstream rivisitato e reinterpretato in maniera moderna e attuale: è questo il filo conduttore di
questa edizione della kermesse orvietana. Gli italiani non mancheranno:
Enrico Rava, come leader del quintetto Standards, con Dino Piana, Julian
Oliver Mazzariello, Dario Deidda e
Amedeo Ariano, e del quintetto Tribe
con Gianluca Petrella, Giovanni Guidi,
Gabriele Evangelista e Fabrizio Sferra. La tromba lirica e sognante di
Paolo Fresu si sposa perfettamente
con il pianismo di Uri Caine: il risultato
è un viaggio fatto di mille citazioni,
dalla canzone americana al blues,
dal jazz mainstream all’avanguardia,
fino alla musica classica.
E ancora Fabrizio Bosso, che con il
progetto Spiritual propone un tributo
al Gospel, reinterpretato insieme ai
suoi nuovi compagni di viaggio, due
musicisti riconosciuti e apprezzati
nel panorama jazzistico italiano ed
europeo: Alberto Marsico all’organo
Hammond e Alessandro Minetto alla
batteria.
Il gospel, presente tradizionalmente
a Umbria Jazz Winter, quest’anno
sarà rappresentato dalla Singletons
Family. Per la prima volta a Orvieto
saranno presentati al pubblico da
Bobby Jones, una vera e propria istituzione nel mondo della musica gospel, numerose volte ospite del festival, sia nell’edizione invernale di
Orvieto che a Perugia, una garanzia
assoluta di qualità. I Singletons, originari del Michigan, sono una vera
famiglia, tutti figli di un pastore atti-
vissimo nelle comunità della California,dove ha fondato due chiese.
Il canto religioso è espressione di
spiritualità ma anche delle più autentiche radici del jazz e più in generale della cultura popolare delle
comunità Nere; questo rappresentano
i componenti di questa famiglia particolare, reinterpretato in chiave moderna e personale.
Tutti i giorni infine buon cibo, degustazioni e musica jazz, ma non
solo,dalla tarda mattinata a notte
fonda al Palazzo del Popolo, al Palazzo
dei Sette e al Ristorante San Francesco.Graditissimo ritorno per un beniamino di Umbria Jazz: Allan
Harris,quintessenza del crooner, che
con il suo quintetto propone uno
spettacolo da non perdere in ricordo
della musica melodica degli anni
’50. Prestigiosa conclusione per la
ventunesima edizione di Umbria Jazz
Winter: il 1° gennaio 2014, alle ore
21.30, avrà infatti luogo, presso il
Teatro Mancinelli, la premiazione
della trentunesima edizione del “Top
Jazz”,l’annuale referendum indetto
dal mensile specializzato Musica
Jazz. Dalla scorsa edizione lo storico
referendum della critica indetto da
Musica Jazz è tornato alle classiche
nove categorie che premiano dischi,
musicisti, gruppi e nuovi talenti del
jazz italiano e, di nuovo, anche di
quello internazionale.
“CHRISTMAS FOR YOU” DI GIOVANNI ALLEVI
MUSICA
Le melodie natalizie rivisitate
dal noto pianista italiano
Dodici brani che parlano
di radici e di speranze
Parte del ricavato della vendita verrà destinato a Save the children
E' uscito “Il suono dell'aurora”,
ultimo cd degli Antica Tradizione
di Cristina Di Giorgi
È
uscito il 12 novembre l’ultimo album
di Giovanni Allevi.
In Christmas for you – questo il titolo del progetto –
il noto pianista riprende e
riarrangia una serie di melodie del Natale, tratte dalle
tradizioni di diversi paesi
europei e non solo.
Tra i brani inseriti, vi sono
classici come “White Christmas”, “Silent night”,
“Santa Claus is comin’ to
town”, “Oh Happy Days”
e “Jingle Bells”. E anche
la bellissima “Ave Maria
di Bach / Gounod, che Allevi ha suonato al vivo alla
presenza del pontefice in
occasione della recente
Festa della Famiglia. Musiche di grande atmosfera
quelle interpretate dall’artista per questa compilation, in cui tradizione e innovazione si fondono insieme e danno, come anche in atri lavori di Allevi,
un risultato del tutto particolare. Lo stesso artista
ha in proposito dichiarato,
l gruppo di musica identitaria
Antica Tradizione ha da poco
fatto uscire un nuovo cd,
dall'evocativo titolo – tipico
dello stile della band bolognese
- “Il suono dell'aurora”. Dodici
brani che, incisi tra settembre
2012 e marzo 2013, compongono un lavoro estremamente
particolare. Il brano di apertura
– intitolato I Fuochi di Beltane
- è di quelli che trascinano in
un mondo di “ricordi sospesi”,
di solstizi, rune e storie antiche.
Ad Onore, Terra e Sangue è
dedicata anche la seconda traccia, “Orientamenti”: un'intensa
serie di indicazioni di via, colorata musicalmente anche dai
cori di Alice Gahel. Seguono
pezzi come “Una storia”, “Alessandro”, “Il suono dell'aurora”
I
in un’intervista a Vanityfair.it, che “in ogni brano
parto dalla tradizione per
discostarmene, fino a prendere la tangente”. L’album,
che non solo musicalmente
è un prodotto di grande
qualità, è completato da
un libretto speciale che,
aperto, diventa un piccolo
poster molto colorato, ricco anch’esso di un’atmo-
sfera quasi magica.
Questo cd, che Allevi ha
dedicato al suo secondo
bimbo, tra l’altro è importante anche dal punto di
vista sociale: una parte del
ricavato delle vendite sarà
infatti devoluto a Save the
Children, l’organizzazione
internazionale che si occupa dei diritti dei bambini
di tutto il mondo. “Siamo
lieti del sostegno che il
maestro Allevi ha voluto
intraprendere al fianco di
Save the Children. Siamo
certi che la sua arte e le
sue note possano essere
un formidabile strumento
per amplificare la voce di
milioni di bambini”, ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save
the Children.
(che dà il titolo al cd) e “Mietitore di eroi”, ognuno con un
frammento di esperienza personale e/o tradizione condivisa
da trasmettere e tramandare a
chi ascolta canzoni musicalmente curate e professionalmente assai ben interpretate.
E poi ancora “300 Canti d'assalto”, “Senza alcun pudore”,
“Vecchio leone mai vinto”, “Carlomagno alla fermata del tram”,
“Santa guerra” e, in chiusura, la
particolarissima “Fuck You”, sintesi mirabile di tutti i mali della
modernità e chiaro rifiuto della
degenerazione a cui portano. E
alla quale bisogna reagire restando in contatto con le proprie
radici. Nel difendere le quali –
scrivono gli Antica tradizione –
non bisogna arrendersi. Mai.
11
Domenica 15 dicembre 2013
Focus
PARLA AL GIORNALE D’ITALIA MANUEL CARTELLA ALLENATORE DELLA SQUADRA E RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE
“I Bisonti “ del rugby
Quando lo sport ti salva la vita: l’esempio lampante nella Casa Circondariale di Frosinone
tivo ed umano di reinserimento.
Lealtà e legalità due parole che
possono essere considerati quasi
sinonimi. Quanto contano oggi
per voi?
Lealtà e Legalità sono molto importanti per il percorso di reinserimento
dei detenuti.
Giocare con i Bisonti è stata una
grande opportunità per fuggire
dalla desolazione e l’oblio di una
cella di detenzione. Come pensate
di investire questa “nuova vita” in
veste di atleti?
Molti ragazzi già ci chiedono squadra
di rugby nelle loro zone per continuare questa esperienza sportiva
amatoriale, quindi direi che abbiamo
colpito nel segno , lasciando anche
qualche aspetto positivo nella desolazione e nell’oblio di una cella di
detenzione.
Quali sono i vostri progetti futuri
oltre il campionato?
Il progetto futuro è quello di formare
altre squadre in altri istituti , per rendere il rugby un vero e proprio percorso di reinserimento per i detenuti.
Dove e quando è possibile seguirvi?
Vedere le partite live è impossibile
perché le giochiamo tutte all’interno
della Casa Circondariale di Frosinone, mentre è possibile seguirci
su Facebook e sul nostro sito internet
/blog bisontirugby.wordpress.it.
CURIOSITÀ IN LIBRERIA
La squadra dei Bisonti della Casa Circondariale di Frosinone
di Francesca Ceccarelli
Salve, come nasce la vostra esperienza? Quale è stato l’input per
creare una squadra di rugby all’interno di una Casa Circondariale?
Bisonti Rugby sono la squadra dell’alta Sicurezza della Casa Circondariale di Frosinone, il progetto che
ormai è partito da oltre 2 anni vede
come principale promotore il responsabile per la attività sportive in
Carcere A.S.I. – “Gruppo Idee” Luigi
Ciavardini, e dal Presidente dell’Associazione “Gruppo Idee”, nonché
Presidente dei Bisonti Rugby Frosinone Germana De Angelis, che da
anni lavorano duramente per reinserire i detenuti nel tessuto sociale.
Altri grandi fautori del Progetto sono
l’Amministrazione Penitenziaria della
Casa Circondariale di Frosinone che
ha creduto e crede fortemente che
i sani principi di questo nobile sport
possano aiutare davvero persone in
evidente condizione di disagio. La
vera e propria svolta c’è stata il 30
Luglio del 2013 quando si è deciso
di iscrivere la squadra al Campionato
di Serie C, trovando il pieno appoggio sia della Federazione Italiana
Rugby che del Comitato Regionale
Laziale, che tanto apprezzano questo
progetto. Tecnicamente la Squadra
è seguita dal “Super” allenatore nonché Selezionatore Regionale F.I.R.
Alejandro Maria Villalon e dall’Istruttore/direttore Sportivo Manuel Cartella nonchè presidente dell’Associazione “Gianluca Serra” che si occupa del reinserimento dei detenuti
nel tessuto sociale.
E’stato più difficile organizzare
la squadra o combattere pregiudizi nei vostri confronti…se ce
ne sono stati?
Organizzare la squadra non è stato
difficile, molte persone si sono avvicinate a noi in principio per combattere la noia dei giorni lunghi e
sempre uguali, ma già dal primo
allenamento si sono appassionati a
questo nobile sport. Pregiudizi fino
ad ora non ne abbiamo trovati, anzi
abbiamo trovato squadre che sono
venute a giocare contro di noi, nel
massimo rispetto e li abbiamo visti
fraternizzare con i nostri ragazzi nel
puro spirito del Rugby.
nistica continuò senza mai fermarsi
nonostante gli avversari cominciarono
a diventare prima uno, poi due, poi
tre; da quel giorno lui fu nominato
Bisonte, e da questo divertente sketch
deriva il nome Bisonti.
Da cosa nasce il vostro nome?
Poco evocativo ma che rende immediatamente l’idea.
La storia è molto semplice, durante
la prima partita un giocatore degli
attuali bisonti prese la palla in mano
e sotto incitamento dell’allenatore ad
andare a segnare la meta, cominciò
a correre in quella direzione, gli avversari gli si cominciarono ad “appendere” addosso, e lui in trans ago-
Disciplina in campo, senso della
sconfitta e gioco di squadra: valori
che in virtù della vostra condizione
di carcerati non eravate, forse, riusciti ad afferrare in pieno. In questo
senso, siete riusciti a farli vostri
sul campo?
Questi tre valori sono stati impartiti
subito senza alcuna difficoltà, i ragazzi
ci rispettano in pieno, sanno che le
regole servono per un percorso spor-
“Calciosofia”,
il pallone si legge
Lo scrittore Armando Napoletano raccoglie i contributi
di Luigi Riva, Gianni Rivera, Sandro Mazzola,
Beppe Furino, Eraldo Pecci, Paolo Pulici
N
onostante i fatti di cronaca
ci raccontino di domeniche allo stadio fatte di
violenza, c’è ancora un calcio
che vale la pena raccontare. A
raccontarlo ci pensa un libro,
"Calciosofia", un testo di circa
200 pagine scritto da Armando
Napoletano, collaboratore del
Secolo XIX, per le Edizioni Cinque Terre di Salvatore Di Cicco;
con contributi davvero importanti
del calibro di Luigi Riva, Gianni
Rivera, Sandro Mazzola, Beppe
Furino, Eraldo Pecci, Paolo Pulici.
Una lunga serie di interviste scritte a quattro mani, che uniscono
personaggi conosciuti e leggendari del calibro dell’ex cannoniere del Cagliari e della Nazionale o il numero 10 del Milan ad
altri come Lamberto Maccari o
Gianluca Capellazzi, meno conosciuti. E’ il racconto dei derby
Juventus-Torino visti con gli occhi
di Paolo Pulici, o le lotte anche a
livello internazionale di Beppe
Furino con Billy Bremner del Leeds. O il racconto di Italia-Germania 4-3 visto da Sandro Mazzola. Ed ancora un Eraldo Pecci
quasi in bianco e nero, narratore
di una calcio totalmente diverso
da quello televisivi dei giorni attuali.
E il ricordo di campioni anche
locali come Guidetti, Fusco, o
dello stesso Paolino Ponzo o anche di altri sconosciuti. Era il
tempo in cui il vento riusciva ancora a spettinare i capelli ai centravanti, quello in cui segnava
gente come Jimmy Greaves, un
attaccante del Milan che amava
andare a letto molto tardi. Tempi
in cui, anche molto vicini a noi, il
calendario del campionato di A
o di B o quello dello Spezia calcio
regolavano la nostra vita da tifosi.
“Il calcio è infondo come una
briscola - raccontava Osvaldo
Bagnoli, citato in copertina quando giochi fai di tutto per
fregare il tuo miglior amico, poi
posi le carte e bevi con lui un
bicchiere”. Nel testo, curato da
editing da Paolo Peveri, con prefazione dello scrittore spezzino
Marco Ferrari, ci sono anche i
contributi di Javier Zanetti e Max
Guidetti.
Più che un libro è un modo di
pensare, di vivere e confrontarsi
con il calcio, una filosofia di vita,
da qui appunto il titolo.
Il calcio è una fiaba bellissima,
così come la racconta anche
Sandro Mazzola, parlando della
famosa gara dell’Atzeca: ”Come
raccontare Italia-Germania 4-3
ai giovani? –dice Sandro, con un
fil di voce - Spiegherei loro che
quella partita fu veramente una
fiaba e che si giocò a 2000 metri
di altezza, dove non potevi fare
due scatti di fila. E che noi capimmo questo sin dai primi turni
e ci organizzammo. Racconterei
che avevo il mio marcatore che
si chiamava Franz Beckenbauer
e che questi era fortissimo e stilisticamente perfetto, e che i tedeschi avevano due ali che a dispetto dei 2000 metri, correvano
come matti. Si chiamavano, Patzke
e Lohr, e quando questi si stancarono, il loro allenatore Helmut
Schoen, ne mise altri due, Held
e Libuda, che correvano ancora
più di quelli di prima. E spiegherei loro ancora che noi fregammo i tedeschi, perché loro
sono più forti ma noi più astuti.
E che come nelle fiabe, a volte
F.Ce.
vince l’inventiva’”.
12
Domenica 15 dicembre 2013
Sport
BASKET. OGGI IL QUINTETTO ROMANO TORNA AD INCROCIARE LE SUE ARMI CONTRO LA MENS SANA
La fiducia di Lollo D’Ercole:“Siamo sulla strada giusta”
L’esterno parla delle ultime uscite della Virtus e del posticipo contro Siena: “Sarà una partita difficile”
di Fabrizio Cicciarelli
Q
uella tra Acea Virtus Roma
e Montepaschi Siena rappresenta una delle sfide più
infuocate nella storia recente della pallacanestro italiana,
grazie ad una rivalità acuita da
ben due finali scudetto disputate
negli ultimi cinque anni. Questa
sera al PalaEstra ci sarà il primo
confronto dopo la serie playoff dello scorso giugno, nel quale i toscani
hanno avuto la meglio su un’Acea
rivelatasi vera e propria sorpresa
del campionato. Chi conosce bene
l’una e l’altra realtà è Lorenzo D’Ercole, play-guardia della Virtus cresciuta nel settore giovanile mensanino, che ha vissuto da protagonista le sfide dello scorso anno: il
giocatore ha presentato la sfida di
domani sera.
Tre successi in quattro partite contro Milano, Pesaro e Saragozza, vittorie dai significati diversi tra loro
ma tutte molto importanti. La Virtus
ha trovato continuità?
«Ci sono ancora molte cose da migliorare, però siamo sulla strada
giusta. Le vittorie ottenute in casa
contro una corazzata come Milano
e su un campo difficile come quello
di Pesaro sono state molto significative, sia nell’ottica della classifica
che per le prestazioni con cui le
abbiamo ottenute, nonostante la
stanchezza derivante dall’aver giocato praticamente ogni due giorni.
Inoltre nella gara di Eurocup contro
Saragozza, che dal punto di vista
della qualificazione era ormai ininfluente, abbiamo ottenuto un risultato per molti inaspettato contro
un avversario di alto rango, onorando la competizione e i nostri
tifosi».
Il prossimo avversario è Siena, con
la quale ti legano il passato nelle
giovanili e la recente finale scudetto. Hai delle sensazioni particolari?
«Sicuramente Siena ha rappresentato una tappa importante della
mia formazione sia umana che
professionale, ma ormai è passato
tanto tempo e quel capitolo è alle
spalle, come anche la finale dello
scorso giugno. Sono onorato di essere a Roma e di poter vestire la
maglia della Virtus».
I toscani hanno tagliato il budget
e hanno cambiato molti dei loro
interpreti, ma sono sempre al vertice del campionato. Che partita ti
aspetti?
«Sarà una partita difficile, in un
campo tradizionalmente molto caldo e contro una squadra di altissimo
livello. Anche loro hanno cambiato
tanto rispetto alla scorsa stagione,
ma sono rimasti ugualmente competitivi. Servirà una partita di elevata intensità sotto il profilo difensivo, che ci permetta di ripartire e
attaccare con la giusta lucidità,
senza farsi condizionare dalla voglia
di arrivare subito a canestro».
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Un po` meno del popolo di An…