Anno II - Numero 294 - Domenica 15 dicembre 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Spazio Roma Sicilia Sbarco cinese, la Luna è gialla Pazza idea di Marino: in centro col pedaggio Palermo: rifiuti ovunque e roghi ai cassonetti Sarra a pag. 6 Marcovich a pag. 8 Musumeci a pag. 5 EDITORIALE DELLA DOMENICA SOFFIANO SUL FUOCO Ora diventa reato scrivere dei Forconi di Roberto Buonasorte unque ieri nella ricchissima e costosissima Fondazione An (1.000 euro per votare) è andata in scena una delle più incredibili commedie che la politica potrà ricordare. Tra spintoni e urla, verifiche di numero legale e furbizie tipiche di quel mondo, alla fine a votare sono rimaste 290 persone, meno della metà degli aventi diritto. Questa volta, almeno apparentemente, hanno preparato tutto per benino: nominato i questori (nemmeno fosse un congresso di partito) invitato un notaio che certificasse la validità dell’Assemblea (probabilmente più per le questioni legate al bilancio che non a quelle politiche). Peccato che sia finita in questo modo davvero indecoroso, il futuro della destra italiana costretta a passare attraverso la riunione di una Fondazione anziché in una democratica assemblea costituente. Accade anche di questo, a dimostrazione che spesso non è la giovinezza rappresentata dall’età anagrafica a generare idee fresche... Succede tutto nella settimana che incorona le primarie; i forconi sulle piazze; i grillini che impazzano sul web; una fondazione sotto inchiesta raduna qualche centinaio di aderenti alle correnti del suo consiglio di amministrazione, riunendosi a porte chiuse, per discutere di patrimonio e scippare - per giunta spaccandosi - un simbolo in favore di un solo partito formato mignon, quando si dice senza paura... Sono gli stessi che fino a qualche settimana fa bollavano la nostra voglia di rimettere in campo il simbolo di An come operazione nostalgia o peggio ancora minestra riscaldata. Ora pretendono di prendersi il simbolo con il voto di un terzo degli D di Francesco Storace rasecolo nel leggere dichiarazioni attribuite al dottor Forgione, direttore dell’ordine pubblico del Viminale, che mi individua personalmente tra gli agitatori della protesta dei Forconi. Ne scrivo quotidianamente sul Giornale d’Italia, e non credo che sia un reato, dottor Forgione. Se questo funzionario mi ha visto in qualche piazza a sobillare qualcuno, ha il dovere di indicare dove e quando io sono stato individuato personalmente. Altrimenti, il ministro Alfano ha il dovere di rimuovere un dirigente bugiardo, che indica tre partiti - Casapound, Forza Nuova, Fratelli d’Italia e una persona, il sottoscritto, tra quelli che presenziano alle manifestazioni. Siccome il titolare del Viminale ha additato come delinquenti i partecipanti alle manifestazioni, voglio sapere chi devo denunciare tra i due. Se volete trasformare l’Italia in un inferno, ci state riuscendo, signori del governo e della maggioranza parlamentare. Scrivere non è ancora un reato. Denunciate, io sarò assolto di nuovo e voi farete l’ennesima figuraccia che vi spetta. F.S. T 290 PRESENTI Un po’ meno del popolo di An… aderenti a una Fondazione sotto inchiesta. Chiedono il simbolo in toto o in parte per togliere la fiamma. Inammissibile - se davvero la fondazione An ne è titolare - cederlo a pezzi. Non è mica un cioccolatino, e comunque gli abbiamo notificato la costituzione del nostro movimento, quello per Alleanza nazionale per la precisione. I furbacchioni vogliono An nel simbolo nella parte inferiore, dalla cintola in giù. Una specie di matrioska, prima il LA SINISTRA CREA SCONTRI, MA LE DENUNCE TOCCANO AGLI ALTRI Msi dentro An, ora An dentro Fdi... Nessuno di noi pretende di metterci il proprio simbolo in condominio. L’altra notte infine, in zona Cesarini hanno nominato un quindicesimo membro nel Consiglio d’amministrazione della Fondazione, Giorgia Meloni, nelle stesse ore in cui il governo punta all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: stupisce che una giovane leader (o non è vero che aspira ad esserlo...?) entri in un sinedrio di volpi da pellicceria. Se, come dicono, a loro non interessa il patrimonio, perché quell’amplia- mento? Mentre semmai bisognerebbe smantellare le fondazioni che fanno riferimento ai partiti con parlamentari ed ex parlamentari? Comunque, se da lunedì prevale la politica si ragiona. Se invece si ricomincia sventolando un documento approvato da una fondazione, è inutile parlarne. Anche perché 290 persone sono un po’ pochine per far rinascere un grande partito, un po’ meno del popolo di An potremmo dire. E anche pochine per tentare di raggiungere il 4% ... Secondo l’Istat, nel nostro Paese quasi 4 milioni di persone non lavorano né studiano Italia: non è un paese per giovani di Giorgio Musumeci Italia detiene un altro primato, probabilmente il più drammatico, se analizzato in prospettiva di un futuro migliore. Secondo quanto rivelato dall’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, ben il 27% della popolazione giovanile italiana compresa fra i 15 e i 34 anni non studia, non lavora e non è in un percorso di formazione. Quasi 3 italiani su 10, dunque, rientrano nella categoria cosiddetta “Neet”, un acronimo inglese che sta per “Not (engaged) in Education, Employment or Training”. Analizzando i numeri, si parla di 3 milioni e 755mila giovani (2,11 milioni di donne e 1,64 milioni di uomini), dei quali il 36%, residente al Sud (oltre 2 milioni di persone). Un fenomeno spalmato su tutta la Penisola e la cui media è nettamente superiore a quella europea, con una incidenza significativamente più alta rispetto ai principali paesi europei (Germania, Francia, Regno Unito) e più simile a quella della Spagna. I dati pubblicati dall’Istat sono l’ennesima dimostrazione L’ DUE PIAZZE, DUE MISURE Bruno Rossi a pagina 2 di come il governo italiano e le istituzioni Europee non stiano affatto ponendo soluzioni valide in materia di economia e politiche sul lavoro, lasciando al loro destino milioni di giovani che restano, di fatto, lontani dal mercato del lavoro e dal sistema formativo. Una condizione, questa, che inaridisce le nuove generazioni, rendendo ancora più difficoltoso un loro reinserimento nel mondo del lavoro. Intanto, vedere un barlume di luce nel buio pesto nel quale ci troviamo, appare essere sempre più difficile. Alla drammatica situazione dei giovani si aggiunge quella dei lavoratori edili, da giorni sul piede di guerra per la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto sindacale. Ma anche degli imprenditori agricoli che stanno presidiando le piazze di tutta Italia e degli autotrasportatori pronti a bloccare l’Italia come già accadde in passato. Ovunque, la crisi dilaga incontrastata. Nella totale indifferenza di un governo nazionale che anziché porre soluzioni, è concentrato solo a restare in piedi. Sordo e cieco della tragedia che si sta consumando ai suoi piedi. 2 Domenica 15 dicembre 2013 Attualità MENTRE IL VIMINALE TIENE D’OCCHIO IL MOVIMENTO DEL 9 DICEMBRE, A FAR VIOLENZA SONO I SOLITI NOTI L’ultrasinistra torna in piazza: scontri ovunque Scontri a Venezia contro le forze dell’ordine. Vandalismi e cariche a Torino sotto la Regione. E a Roma i No Tav tornano ad assaltare, nella rossa San Lorenzo, le sedi del Partito democratico di Bruno Rossi allarme di Alfano e del Viminale è per il movimento del 9 dicembre, per “Fermiamo l’Italia” e per i Forconi, definiti praticamente dei criptofascisti. Però in piazza a far danni ci sono sempre loro: studenti antagonisti, centri sociali e collettivi vari. Come a un riflesso condizionato, sono scattate le contro-manifestazioni della sinistra. Che qua e là (leggasi Venezia, Torino e Roma) ne ha approfittato per fare un po’ di “baldoria”, creando tafferugli e seminando violenza. Scontri veri e propri, quasi in una guerra dei bottoni per riaccaparrarsi la piazza e con essa le attenzioni della “grande stampa”… A Venezia gli antagonisti hanno creato il panico per cercare di aggredire i partecipanti a una manifestazione di Forza Nuova. Il parapiglia è scoppiato quando è stato chiuso il ponte di Calatrava per evitare il contatto tra i centri sociali che volevano andare in corteo in direzione Stazione e Forza nuova che arrivava in direzione opposta: si è scatenata una vera e propria guerriglia urbana, con fumogeni e petardi lanciati dagli antagonisti e cariche delle forze dell'ordine, che hanno accusato anche qualche ferito lieve. Tensione anche a Torino dove gli studenti sono scesi in piazza, per congiungersi con il corteo dei sindacati contro la Regione. In corteo gli studenti di Last, Studenti Indipendenti e Mensa Liberata, Cub Piemonte, Rifondazione Comunista, Sel, Terra del Fuoco, Acmos e i Teli Bianchi dei Giovani Democratici. Sotto la sede regionale la tensione è cresciuta minuto dopo minuto, sono L’ stati lanciati dei palloncini pieni di vernice contro il palazzo regionale e il cordone di forze dell'ordine che lo presidiava. La polizia ha reagito con una piccola carica facendo indietreggiare i manifestanti. Tre ragazzi minorenni sono stati indagati per imbrattamento. Un quarto ragazzo, di 21 anni, è stato indagato invece per resistenza a pubblico ufficiale. Due contusi tra gli agenti del reparto mobile, tra i manifestanti due ragazze si sono rotte le dita e un altro paio di giovani hanno riportato qualche contusione. A Roma nulla sembrava dover scatenare disordini, dopo le tensioni alla città universitaria sfociate nell’occupazione del Rettorato. Ma ci ha pensato un presidio No Tav al Tiburtino. Doveva solo manifestare per la “liberazione di quattro compagni”, ma si è trasformato in qualcos’altro. Nel pomeriggio, dietro lo striscione dedicato a "Claudio, Nico, Chiara e Mattia liberi/e", una cinquantina di militanti del movimento No Tav sono partiti per "un piccolo corteo di solidarietà", abbandonando il presidio di piazzale Tiburtino verso San Lorenzo. Arrivati davanti al circolo del Pd, il patatrac. "Fate schifo. Il Pd è responsabile, ve lo meritate Renzi", ha urlato qualcuno verso la sede del partito. Dal suo interno, qualcuno evidentemente poco abituato alle provocazioni ha risposto e la reazione è stata puntuale: cassonetto della spazzatura rovesciato, sacchetti gettati contro la vetrina, insieme ad altri oggetti: un funzionario del circolo viene sporcato di vernice e colpito in fronte da una bottiglia. Quando il trambusto è finito, si sfoga davanti alle agenzie di stampa: “Il vero colpire è permettere queste cose a quattro gatti impuniti - commenta - che hanno fatto un'azione lontano da casa loro, dove vive la camorra e la 'ndrangheta. Al paese loro fanno pippa”. FORCONI E DINTORNI Furto di bandiera: arrestato Di Stefano entre i blocchi stradali, da Vicenza a Ventimiglia, continuano, fioccano indagini e denunce contro il cosiddetto movimento dei “Forconi”. I presidi del coordinamento 9 Dicembre, di Fermiamo l’Italia e delle altre sigle hanno avuto luogo anche ieri senza grossi incidenti. Unico episodio spiacevole l’uso di un’arma ad aria compressa contro una giovane che stava volantinando a Termoli, in Molise. La 21enne non è ferita. Ben più movimentato quanto accaduto a Roma, dove in mattinata aderenti al movimento dei “Forconi” ed esponenti di CasaPound hanno compiuto un blitz alla sede della rappresentanza della Commissione europea in Italia in via IV Novembre: il vicepresidente di Cpi ne è uscito denunciato per furto pluriaggravato. Ha sostituito con un tricolore, dopo essere salito con una scala al primo piano dello stabile, la bandiera dell’Unione Europea. Stessa denuncia per una decina di appartenenti allo stesso movimento. Quaranta indagati invece in Liguria, per i blocchi avvenuti tra Imperia e Ventimiglia. Le ipotesi di reato vanno dalla manifestazione non autorizzata, all’istigazione a disobbedire alle leggi dello stato e all’istigazione a delinquere, dall’interruzione di pubblico servizio alla resistenza a pubblico ufficiale. B.R. M VOLA CON IL JET DI STATO INSIEME AL FIDANZATO E ALLO STAFF AI FUNERALI DI NELSON MANDELA Gold-rini paladina della casta a danni enormi chi getta benzina sul fuoco di questa rabbia”. Parola della presidentessa della Camera, Laura Boldrini, che direttamente dal canale youtube di Montecitorio commenta la protesta dei Forconi. Peccato, però, che con la benzina degli italiani la vendoliana Gold-rini se ne è volata insieme al fidanzato con un jet di Stato ai funerali di Nelson Mandela. Un ‘viaggetto’ niente male, dall’Italia al Sudafrica. Il tutto, ovviamente, pagato dall’Erario. Quindi, soldi dei contribuenti. Immediata la replica della numero uno di Montecitorio che su Twitter smentisce categoricamente il fatto. “F Dopo qualche minuto – il ricco e corposo ufficio stampa della paladina di Nichi Vendola – trasmette una nota alla stampa in cui si legge che “la presidente della Camera e coloro che l’hanno accompagnata sono stati ospitati sul volo del presidente del Consiglio dei ministri; non vi sono state dunque spese di viaggio, né vi è stata alcuna spesa di soggiorno, dal momento che la delegazione ha viaggiato di notte sia all'andata che al ritorno”. E ancora. “Si precisa altresì – continua la nota - che tutto lo staff della presidente, compreso il Capo del Cerimoniale, aveva già rinunciato alla corresponsione dell’indennità di missione, in considerazione della particolarità dello storico evento”. Il successore di Gianfranco Fini tiene anche a precisare che “l’indennità di missione corrisposta al personale di scorta ammonta complessivamente a 300 euro circa”. Nessuna traccia del fidanzato, almeno nel comunicato di Montecitorio. Eppure il giornalista di Repubblica.it e del quotidiano inglese The Guardian, Vittorio Longhi, c’era eccome. Nel pomeriggio, addirittura, la controreplica di Laura Boldrini: “Contro di me attacchi sessisti”. Come dire: casta canta e villan dorme. G.S LO ZOO DI SPIDER WOMAN A CASA CAPITON LETTA E PESCE PALLA ALFANO andata in scena l’ennesima presa in giro degli italiani da parte del Governo del Capiton Letta e del pesce palla Alfano. In una conferenza stampa dai toni roboanti si è voluto dare enfasi alla presunta abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti, tramite decreto d’urgenza, che di urgente ha solo il nome in quanto la prevista abolizione sarà totale tra qualche anno, perché si è voluto inserire il taglio graduale e frazionato per alleviare il dolore agli apparati e per aver ancora qualche soldo da buttare nelle prossime cam- È pagne elettorali tanto da assicurarsi un po’ di poltronissime per i soliti amici tromboni, trombati. Tutto il resto, cioè i tributi degli italiani, ha però decorrenza immediata e guai a saltare le pros- sime scadenze fiscali perché saran dolori che nessun artifizio di legge potrà limitare. Il governo e' sempre più sordo ed insensibile alle proteste di piazza, ma ancor più distante e lontano dai problemi quotidiani della gente, che fa della sopravvivenza la sua unica bandiera; e si affretta a dare patenti di pericolosità a tutti quelli che scelgono la protesta per farsi sentire e che si affidano a gesti eclatanti dettati soltanto dalla disperazione prodotta dall’incompetenza di questa classe politica di dirigenti incapaci di dare risposte concrete. Se realmente pronunciate, certe derive antisemite non ci appartengono e dissentiamo quindi dal frenetico alternarsi di dichiarazioni che vanno in questa direzione ma come non accettiamo l’intolleranza così non vogliamo mettere etichette al malessere degli italiani tutti, che si palesa in questi giorni. Se la cecità continuerà ad affliggere il nostro governo attraverso la sua più alta espressione di pesce palla Alfano boccheggiante ed il suo degno compare capiton Letta, ci sarà solo spazio per quelli che in questi giorni hanno artatamente soffiato sul fuoco, non riuscendoci finora, e avrei difficoltà a vedere la mia patria sprofondare nel buio degli anni di piombo che avvolse la mia generazione. Non fate finta di non vedere e di non sentire, trovate subito una soluzione, indietro non vogliamo tornare, ve ne saranno grati i nostri figli, siete ancora in tempo per cambiare, altrimenti è davvero auspicabile che andiate a casa, per altro essendo già stati dalla Suprema Corte delegittimati, a maggior ragione che vi restiate un po’. Basta con gli illusionismi, conosciamo ormai ogni trucco segreto, non ci crediamo più, siamo alla frutta e quella che resta pare essere marcia. E ricordate bene Vana gloria spica ingens est sine grano, magari comunicatelo al cucciolo Renzi: ci aspettiamo fatti e non parole. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] 3 Domenica 15 dicembre 2013 Primo piano UNO STUDIO DELLA CGIA DI MESTRE LANCIA L’ENNESIMO ALLARME SULLO STATO COMATOSO DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA I camion si fermano. L’economia pure Drammatica moria delle aziende di autotrasportatori. In cinque anni hanno chiuso quasi 16mila ditte di Valter Brogino on è un caso se il riaccendersi della protesta cosiddetta dai Forconi ha avuto il rombo di un camion. La mobilitazione per il 9 dicembre, iniziata qualche settimana prima, era partita proprio dagli autotrasportatori. E grazie al proverbiale studio in arrivo da Mestre, ora si capisce il perché. Secondo i dati presentati dalla Cgia, tra il primo trimestre 2009 e il terzo trimestre 2013 hanno chiuso quasi 16 mila imprese (-14,7%) del settore dell’autotrasporto merci su strada. Per comprendere meglio il dato, basta pensare che attualmente sono attive poco meno di 93 mila aziende. Di queste, il 68,5 per cento è costituito da imprese artigiane. Alle 93 mila realtà presenti sul nostro territorio nazionale vanno aggiunte almeno altre 40 mila attività prive di automezzi che svolgono quasi esclusivamente un’attività di intermediazione. Il 90 per cento circa delle merci italiane viaggia su gomma. Per quanto riguarda l’occupazione non ci sono dati statistici puntuali che ci consentono di definire quanti sono gli addetti presenti nel settore: tenendo conto che nell’ultimo Censimento Istat sulle Imprese e i Servizi il numero medio di addetti per impresa del trasporto merci su strada è di 4,3 addetti (anno 2011), stimiamo, a grandi linee, che in Italia siano occupati tra le 350 e le 400 mila persone. Dall’inizio della crisi hanno perso il posto di lavoro N quasi 70 mila addetti. A livello territoriale la Regione che ha subito la contrazione più forte è stata il Friuli Venezia Giulia. Dal primo trimestre 2009 al terzo trimestre del 2013 il numero delle imprese è diminuito del 20,7%. Altrettanto preoccupante è la situazione venutasi a creare in Toscana (-19,1%), in Sardegna (17,9%) e in Piemonte (- 17,7%). Le ragioni dello stato di agonia in cui versa l’autotrasporto sono molteplici. Secondo uno studio presentato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel 2011, l’Italia presenta il costo di esercizio per chilometro più alto d’Europa: se da noi è pari a 1,542 euro, in Austria è di 1,466 euro, in Germania 1,346 euro, in Francia 1,321 euro. Ma in Slovenia è di 1,232 euro, in Ungheria di 1,089 euro, in Polonia di 1,054 euro e in Romania è addirittura di 0,887 euro. “Abbiamo i costi di esercizio più alti d’Europa – sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – per colpa di un deficit infrastrutturale spaventoso. Senza contare che il settore è costretto IERI ASTENSIONE DEGLI OPERAI. I COSTRUTTORI: “HANNO RAGIONE, MA È COLPA DELLE TASSE” Edilizia: scioperi e appelli inascoltati SECONDO UN SONDAGGIO COLDIRETTI, LA GRAN PARTE DEGLI ITALIANI FARÀ VOLONTARIATO Natale povero e solidale Q I lavoratori che incrociano le braccia, e le loro stesse aziende che condividono le ragioni della protesta. In questa crisi internazionale, la crisi dell’Italia assume contorni agghiaccianti per ciò che sta comportando, ormai, non solo alle classi sociali più basse, ma anche a coloro che fino a qualche tempo fa sarebbero stati considerati ceto medio, se non benestanti. Lo sciopero del comparto edilizio, ennesimo grido d’allarme che viene da quel settore, ne è un esempio. E il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti non può che dire: “Comprendiamo lo sconforto dei lavoratori, ma le imprese sono stremate. E' ora che il Governo accetti la nostra proposta di rivedere il sistema di contribuzione dell'edilizia che è il più caro in assoluto e non garantisce stipendi adeguati ai nostri lavoratori”. “Il settore è allo stremo: i sindacati sanno bene che le imprese chiudono a decine ogni giorno e assieme a loro stiamo cercando di gestire questa crisi epocale con ogni strumento a disposizione, facendo ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali e in extrema ratio alle inevitabili procedure di licenziamento”, sottolinea Buzzetti. In questa situazione, dunque, “e senza un piano straordinario di risorse da destinare all'edilizia, non si può chiedere molto di più alle imprese che tentano di sopravvivere”. Eppure, secondo il presidente dell'Ance, di cose da fare per far riprendere il mercato e risolvere il a sostenere delle spese vertiginose per la copertura assicurativa degli automezzi, per l’acquisto del gasolio e per i pedaggi autostradali. Il che si traduce in un dumping sempre più pericoloso, soprattutto per le aziende ubicate nelle aree di confine che sono sottoposte alla concorrenza proveniente dai vettori dell’Est Europa. Questi ultimi hanno imposto una guerra dei prezzi che sta strangolando molti piccoli padroncini. Pur di lavorare – conclude Bortolussi - si viaggia anche a 1,10-1,20 euro al chilometro, mentre i trasportatori dell’Est, spesso in violazione delle norme sui tempi di guida e del rispetto delle disposizioni in materia di cabotaggio stradale, possono permettersi tariffe attorno agli 80-90 centesimi al chilometro. Con queste differenze non c’è partita. Nonostante il legislatore abbia imposto i costi minimi a beneficio dei piccoli trasportatori, l’apertura del mercato italiano ai vettori e agli autisti provenienti dall’Est sta mettendo in seria difficoltà il nostro settore”. Tra il gennaio 2009 e il lo scorso mese di novembre, il prezzo alla pompa del gasolio per autotrazione è aumentato del 55,7% (l’inflazione, invece, è aumentata del 9,4% ). Oggi, un litro costa mediamente 1,692 euro. Secondo i dati riferiti al 12-12-2013, in Italia il prezzo del gasolio è il più caro tra tutti i 28 Paesi dell’Ue. Anche i pedaggi autostradali hanno subito un incremento molto importante. Tra il 2010 e il novembre di quest’anno l’incremento è stato del 17,2%, contro un + 7% fatto registrare dall’inflazione. Va ricordato che gli autotrasportatori, proprietari di veicoli con massa complessiva pari o superiore ai 7,5 tonnellate, possono richiedere il rimborso dell’accisa sul gasolio. La misura del beneficio per ogni mille litri di carburante consumato viene stabilita dall’Agenzia delle Dogane in relazione agli incrementi subiti dalle accise. Anche per i pedaggi autostradali è possibile ottenere un rimborso annuale che è in funzione dell’anzianità dell’automezzo e del fatturato annuo dell’azienda. problema occupazionale ce ne sono ancora molte. “Iniziamo col rivedere l'assurdo nostro sistema di contribuzione che fa sì che le imprese non riescano più a sostenere costi così alti a fronte di stipendi così bassi: abbassiamo i 10 punti in più di oneri e mettiamoli in tasca ai lavoratori!”. Poi, conclude Buzzetti, “smettiamola di penalizzare la casa con un sistema fiscale iniquo e in continuo cambiamento e promuoviamo tutti insieme il nuovo accordo Abi e Cdp per far ripartire i mutui alle famiglie, di cui ancora troppo poco si parla. Sul fronte delle opere pubbliche non smetterò mai di ricordare l'urgenza di un piano per la difesa del territorio e la messa in sicurezza delle scuole: sono interventi necessari per il Paese e fondamentali per far ripartire l'economia”. V.B. uello in arrivo sarà un Natale più povero ma all’insegna della solidarietà. È quanto emerge da un sondaggio online condotto dal sito della Coldiretti in occasione dell’avvio del “Circolo dei buoni” promosso da Campagna amica, Coldiretti, Caritas, Codacons e Casper, che offre la possibilità ai cittadini di fare la spesa in molti mercati diffusi a livello nazionale e decidere di donare alcuni prodotti che, insieme a quelli offerti dagli agricoltori della Coldiretti, concorreranno a riempire i pacchi dono che saranno distribuiti alle famiglie in difficoltà dalla Caritas. Secondo quanto rivela il sondaggio, dunque, in un momento di grave crisi economica, l’Italia affronta le difficoltà stringendosi attorno la solidarietà: il 21% degli italiani farà azioni di volontariato, il 16% donerà soldi, il 13% cibo, il 5% offrirà vestiti e il 4% cucinerà cibo per gli altri in difficoltà. I dati sconcertanti pubblicati dalla Coldiretti riguardo la situazione nella quale vanno avanti le famiglie, disegnano un quadro tutt’altro che in ripresa. Sono saliti a 4,1 milioni di italiani che hanno fatto ricorso ad aiuti alimentari nel 2013 e tra questi, ben 428.587 bambini con meno di 5 anni di età che nel 2013 hanno avuto bisogno di aiuto per poter semplicemente bere il latte o mangiare, con un aumento record del 13 per cento rispetto allo scorso anno; ma ad aumentare con un tasso supe- riore alla media è stato anche il numero di anziani, ben 578.583 over 65 anni di età (+14% rispetto al 2012), che sono dovuti ricorrere ad aiuti alimentari. Sempre più italiani - sottolinea Coldiretti si ritrovano senza le risorse necessarie a sfamarsi: erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 e hanno raggiunto i 3,7 milioni nel 2012. Un popolo in perenne crescita ha beneficiato dei servizi mensa (circa 303.485 persone), mentre nel 2013 sono ben 3.764.765 i poveri che hanno avuto assistenza con pacchi alimentari. Pensionati, disoccupati, padri di famiglia che, per vergona, prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti in mensa. “Una situazione drammatica che - ha spiegato la Coldiretti - rappresenta la punta di un iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa”. Giorgio Musumeci 4 Domenica 15 dicembre 2013 Storia Un nuovo, appassionante appuntamento con la storia Viaggio nel Ventennio, la comunicazione fascista/7 Il messaggio pubblicitario, le sue forme, la sua evoluzione Questo nostro settimo appuntamento con la comunicazione durante il Ventennio è un altro tuffo nel passato dalle caratteristiche appassionanti. Ogni puntata che ci scorre davanti agli occhi ogni domenica è un valore aggiunto, un pezzo che abbiamo l’opportunità di aggiungere alla nostra cultura. Questo bel lavoro, meticoloso, attento, delle autrici di cartolinedalventennio.it, il sito dedicato all’era fascista pieno di curiosità e di materiale inedito, è davvero un piccolo tesoro, un fiore all’occhiello per il nostro Giornale d’Italia che ha così l’occasione di diffondere informazioni che difficilmente si possono rinvenire altrove. Nel lavoro delle ragazze c’è dedizione, passione, cura, informazioni esatte e pressoché sconosciute di un’epoca complessa, ricca di novità, estremamente affascinante. Nella puntata di oggi le autrici ci parlano delle “figurine”. Ciò che oggi, nell’era della tecnologia, sembra scontato, all’epoca era invece una assoluta novità. Era il mondo esterno che, grazie ai nuovi strumenti, alle nuove idee, al nuovo modo di comunicare, entrava nelle case degli italiani, diventava parte integrante della quotidianità e tale resterà per i decenni successivi. “I Quattro moschettieri”, come pure il “Concorso Bonaventura”, per esempio, sono pezzi di storia, di tradizione, di costume, di cultura. Sì, perché quando si parla di “cultura” non ci si riferisce soltanto alla letteratura, al teatro, al cinema, all’arte. Tutto è “cultura”: l’architettura, l’automobile, l’arredamento, gli accessori, la natura sono cultura. È cultura sapere come le generazioni che ci hanno preceduti hanno vissuto un passaggio storico e un habitat sociale intenso e prorompente come quello del Fascismo. Ed ecco che il lavoro di Giannini e Calella è davvero una chicca culturale. Non solo: è sociale, storia, tradizione. È la pellicola che porta impressa la nostra vita, quella di ci ha preceduti, quella di coloro che verranno. Che probabilmente meglio di noi sapranno apprezzare tutte quelle sfumature di periodo, e che sapranno farlo con la mente sgombra dai pregiudizi per decenni inculcati da un’informazione pilotata dalla demagogia. Emma Moriconi Tutti pazzi per le figurine di Stefania Calella e Gianna Giannini urante il Ventennio esplose tra gli italiani una vera e propria passione per i concorsi pubblicitari. In particolare le raccolte di figurine multicolori, di soggetto militare, con vignette storiche o illustranti fiabe e personaggi, esercitavano una grande forza di suggestione. L’idea che la loro semplice raccolta potesse celare un ricco premio, come un’auto Fiat, eccitò ancora di più gli animi. Contemplando una figurina ciascuno si sentiva padrone di un pezzo di questa famosa auto. La rarità di una o più figurine era condizione generale di tutti questi concorsi poiché le ditte, nel calcolare le spese per i premi, tenevano appunto calcolo di ricevere solo un limitato numero di collezioni complete, in confronto con il totale delle figurine stampate e quindi del prodotto venduto. Visti i grandi successi ottenuti dalla Perugina con il concorso collegato alla trasmissione radiofonica “I quattro moschettieri”, altre famose aziende decisero di seguirne l’esempio. Quasi tutte le ditte partecipanti a queste iniziative vendevano prodotti di largo consumo come formaggi, caramelle, biscotti, estratti di caffè, dadi per minestra, lamette per barba, sigarette… perché questi prodotti ben si prestavano all’inclusione di una figurina nelle confezioni. Ma, in breve, si giunse anche a vendere con la figurina prodotti diversi come gli aperitivi e i liquori usando bustine sigillate che contenevano le figurine. Si vide così il pubblico orientarsi verso prodotti che forse non aveva mai consumato e questo portò ad un perturbamento che impressionò le grandi marche. Anche la Barilla, nel 1937, con la collaborazione di altre aziende (Ruffino, Wuhrer, Ballor, Lepit, Zucca), ideò un'iniziativa collegata alla raccolta di figurine. Si trattava del “Concorso Bonaventura”, che traeva il suo nome dal famoso personaggio del Corriere dei Piccoli, il Signor Bonaventura, disegnato dall'abile mano di Sergio Tofano. Per la pubblicità al concorso furono affissi sedici mila manifesti e distribuiti trentamila album. All’iniziativa erano dedicate apposite trasmissioni radiofoniche ed il Corriere della Sera annunciava sulle sue pagine non solo i vincitori dei premi, ma riportava anche parti del verbale inerente le procedure di estrazione dei premi. Per partecipare al concorso occorreva semplicemente raccogliere, sugli appositi album, 50 D figurine diverse. Non era prevista, a differenza del concorso Perugina, nessuna figurina rara. Ogni mese erano estratti ben 70.000 lire circa di premi. Il primo premio era una Fiat 1500, seguivano 10 Radio Marelli, 10 macchine da cucire Necchi, 20 biciclette e 100 cassette di prodotti assortiti offerte dalle ditte partecipanti al concorso. Il Concorso terminò il 10 novembre del 1937 a causa di un decreto del ministero delle Finanze intervenuto per bloccare il proliferare di "quei mezzi di propaganda che incentivavano a dismisura i consumi". La forma maggiormente gradita dal pubblico restava comunque quella dei concorsi dotati di molti premi, spesso cospicui, da assegnarsi a sorte. Si era cominciato con cifre di tre zeri fino a salire pian piano verso cifre milionarie, e forse si sarebbe andati anche oltre se non fossero intervenute rigide disposizioni a frenare gli entusiasmi spenderecci. Si ricorreva spesso ad inserzioni che contenevano un gioco, un rebus semplicissimo e facilmente risolvibile. Risposte a quesiti di carattere generale, pronostici sui risultati di una partita, una corsa; ipotesi sul numero dei partecipanti ad un raduno, o addirittura, al concorso stesso erano l’oggetto di molti concorsi. La Elah, per esempio, metteva in palio 200.000 lire in premi tra cui 25.000 in titoli di Stato. Occorreva semplicemente rintracciare all’interno di un disegno ricco di particolari tutti quegli oggetti il cui nome iniziava con una determinata lettera. La Gi.Vi Emme donava invece “5000 lire per un sorriso”. In un primo tempo il ministero delle Finanze non autorizzò premi cospicui in oggetti o in danaro, ma poi concesse qualche deroga. Si ebbe una somma di 100.000 lire come primo premio e si sarebbe certo andati ancor più avanti se il ministero non fosse intervenuto. 5 Domenica 15 dicembre 2013 L’ALLUNAGGIO DELLA “CHANG’E 3” La Cina arriva pure sulla Luna ALLA FACCIA DEGLI ECO-ALLARMI SUL “RISCALDAMENTO GLOBALE” Egitto e Medio Oriente alle prese con la neve Gerusalemme e il Sinai imbiancati, alluvioni a Gaza Chiusi porto di Alessandria e autostrada per Damasco eve a Betlemme. Una scena che quasi tutti inseriscono nel presepe di casa in questo periodo, ma che da un punto di vista storico è assai difficile che sia capitata. Eppure il manto bianco stavolta ha davvero abbracciato tutto il Medio Oriente, anche se difficilmente resterà fino a Natale. Si è trattato di un’ondata di maltempo straordinaria, che ha sorpreso non solo milioni di persone ma anche i meteorologi locali. Non solo scene da cartolina, però, ma anche guai: perché se a Gerusalemme, che è adagiata su una zona montuosa, si è verificata la più grande nevicata dicembrina da oltre 50 anni, la marittima Gaza ai tanti problemi causati dai blocchi delle dogane imposti da Israele e Egitto si è vista aggiungere quelli causati dalle piogge torrenziali e dalle inondazioni che ne sono seguite. “La neve a Gerusalemme non è un evento così raro come molti potrebbero pensare. In media, nevica 1-2 volte ogni 2-3 anni, ma spesso le fioccate si presentano ogni inverno. Ma è senz'altro senza precedenti l'accumulo registrato”, ha spiegato il direttore del Dipartimento di Israele del Servizio Climatico e Meteorologico israeliano, Amos Porat. E in effetti i disagi sono stati notevoli: al corollario che anche gli italiani conoscono fin troppo bene, fatto di uffici e scuole chiuse, si sono aggiunte limitazioni al traffico un po’ ovunque. Ad esempio sulla importante arteria che collega la libanese Beirut alla siriana Damasco, dove la circolazione è rimasta chiusa per due N lla fine c’è arrivata anche la Cina. Dopo Stati Uniti e Unione Sovietica, infatti, a 37 anni dall’ultima esplorazione, anche la Cina ha piantato la propria bandiera sulla Luna. Nella giornata di ieri è atterrata in sicurezza sul satellite della Terra la sonda “Yutu” lanciata lo scorso 2 dicembre dalla Cina e trasportata a bordo della navicella “Chang’e 3”. L’allunaggio è durato 12 minuti, necessari a fermare la navicella ed evitare danni. A riferire del riuscito atterraggio sono stati i media di Stato cinesi, che hanno mostrato le immagini in diretta. Ora la sonda si separerà dalla navicella e comincerà un’esplorazione di tre mesi della superficie lunare, con una particolare attenzione alle risorse naturali che potrebbe offrire. Per Pechino, lo sviluppo così repentino del programma spaziale cinese è un motivo di orgoglio per tutto il Paese. La Cina, infatti, ha inviato il suo primo astronauta nello spazio nel 2003, diventando il terzo Paese dopo Russia e Stati Uniti, e Pechino ha già annunciato che tra i suoi obiettivi c’è quello di avere una propria stazione spaziale e di mandare un proprio astronauta sulla Luna G.M. A giorni e poi limitata ai soli veicoli muniti di catene. In Egitto due porti sul Mediterraneo vicino alla città di Alessandria e due porti sul Mar Rosso sono rimasti chiusi per il terzo giorno di fila a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa statale Mena. Il responsabile dell’autorità portuale di Alessandria, Adel Yassin Hammad, ha dichiarato che la decisione è stata presa per evitare possibili incidenti nei porti. Un’insolita neve è caduta anche a Il Cairo (dove mancava da 112 anni), sul porto di Alessandria e sul monastero di Santa Caterina sul monte Sinai. La notizia dell’arrivo della neve in Egitto ha scatenato i buontemponi della rete, che hanno diffuso sui social network foto della Sfinge, o delle Piramidi, quasi sepolte dalla coltre bianca: falsi clamorosi (in alcune immagini faceva capolino persino la Tour Eiffel…), ma in molti ci sono caduti. Robert Vignola Esteri USA. A UN ANNO DALLA STRAGE DI NEWTOWN Spara in un liceo e poi si ammazza L’America rivive l’incubo delle armi facili. Ma per le lobby va bene così a questione della detenzione di armi negli Usa ritorna, ancora una volta, a riempire le cronache. Alla vigilia del primo anniversario della strage di Newtown, l’America vive l’incubo di una nuova sparatoria in una scuola. Un ragazzo armato è entrato alla Arapahoe High School, il suo liceo, a Centennial, in Colorado, verso l’ora di pranzo di venerdì. Poi ha aperto il fuoco ferendo due compagni, prima di puntare l’arma verso sé stesso per suicidarsi. Uno dei feriti, subito trasportato in ospedale, adesso lotta fra la vita e la morte. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane attentatore era alla caccia di un insegnante. Immediato l’intervento della polizia, che ha fatto evacuare l’edificio a tutti gli studenti, prima di entrare in azione con l’ausilio dei corpi speciali, i celebri Swat. Una scena, dunque, già vista parecchie volte in passato. Ma che oggi fa particolare effetto per la coincidenza col primo anniversario di un’altra strage, dalle dinamiche simili, che scosse il mondo. E non solo quella. Ad appena 12 chilometri dalla scuola di Centennial, infatti, c’è la Columbine High School, il luogo della strage del 1990, reso tristemente famoso dall’omonimo film premio Oscar girato da Michael Moore. E a non più di 20 km, sempre in Colorado, si trova il cinema di Aurora, dove il 20 luglio del 2012 un folle aprì il fuoco alla prima di Batman, uccidendo 12 persone e ferendone 70. Un susseguirsi di stragi culminato proprio con quella del 14 dicembre 2012 quando Adam Lanza, un giovane con gravi problemi mentali, entrò in una scuola elementare di Newtown con un fucile mitragliatore regolarmente posseduto della madre. Sparò all’impazzata provocando un massacro: quella mattina spezzò la vita di 20 bambini e di sei adulti. Le terribili immagini, il sangue di quelle vittime innocenti, sembrava potesse spingere l’America ad affrontare finalmente il problema delle armi facili. Il presidente Obama, forte del sostegno dei genitori delle piccole vittime di Sandy Hook, fece di tutto per dar vita a una nuova legge. Ma le potentissime lobby delle armi da fuoco bloccarono tutto. I sondaggi, del resto, parlano chiaro: solo il 52% chiede nuove regole, mentre al 38% vanno bene quelle che ci sono. Se il sangue di tutte le vittime degli anni scorsi non è bastato, c’è da credere che neppure quanto accaduto alla Arapahoe High School farà cambiare idea. Giorgio Musumeci L 6 Domenica 15 dicembre 2013 ALL’INDOMANI DELLA SONORA BOCCIATURA DEL PIANO PULLMAN NEL MUNICIPIO I, IL SINDACO CI RIPROVA Adesso Ignazio Marino rischia di farla grossa Pd e Sel fanno un regalo di Natale ai romani: un ticket per entrare in automobile all’interno dell’anello ferroviario sconcertante quanto sta accadendo a Roma. A sei mesi dall’insediamento di Ignazio Marino a Palazzo Senatorio è successo davvero di tutto. Dalla protesta dell’imprese e degli operai della Metro C ai pizzardoni, dagli operai dell’Atac ai movimenti per la casa, dai partecipanti del Concorsone e alle sigle sindacali. Una marea di contestazioni. Un recordman di proteste. Per non parlare, poi, degli atti amministrativi prodotti. A bocciare all’unanimità il sindaco chirurgo e l’assessore Improta perfino il Partito democratico e Sel del Municipio I, oltre all’opposizione, sul Piano pullman. Ma dal Campidoglio riecheggia l’ottusità. Marino e compagni sono pronti a confezionare l’ennesimo regalo ai romani: un ticket per entrare in auto all’interno dell’anello ferroviario. Stop agli abbonamenti mensili per le strisce blu, quindi. E ancora: più piste ciclabili e una completa riorganizzazione della rete del trasporto pubblico - chissà il caos - con l’obiettivo di aumentare del 20%, dicono, il numero degli utenti e di rendere la rete dei collegamenti più veloce ed efficace. Certamente ci sarà un corposo ritocco del ticket, oggi fermo a 1,50 euro (una tariffa fra le più alte in Italia). Questa l’ennesima creatura (chiamato piano generale del trasporto urbano) presentata ai minisindaci dal titolare alla Mobilità, Guido Improta. Insomma, Marino e co. rischiano un’altra fi- È La memorabile scena del pedaggio da “Non ci resta che piangere”, di Massimo Troisi guraccia. Il progetto, infatti, dovrà essere approvato dai municipi, prima di passare definitivamente in giunta per eventuali modifiche. Soltanto in un secondo momento, dopo essere stato discusso nella terza commissione di Roma Capitale, il piano arriverà in Aula Giulio Cesare. In pratica, il progetto prevede il pagamento di un pedaggio per chi, risiedendo all’esterno dell’anello ferroviario, si sposta con il mezzo privato al suo interno, mentre non ci saranno limitazioni per chi risiede dentro l’anello. Ma c’è dell’altro. Secondo indiscrezioni, si pensa anche a un sistema di tariffazione per le merci grazie a un “efficace controllo da parte degli ausiliari del traffico e - fanno sapere - alla rivisitazione degli orari e della politica tariffaria in funzione della tipologia del veicolo, della motorizzazione e del tipo di merce trasportata”. Ai romani un Natale ricco di tasse, a Marino un Natale ricco di proteste. Chi ci avrà guadagnato? Giuseppe Sarra Roma A RISCHIO LA MESSA IN ONDA DEL PROGRAMMA Grande Fratello, la casa va in fumo La polizia sospetta un incendio doloso U n incendio di grosse proporzioni appiccato nella notte tra venerdì e sabato, ha completamente distrutto la famigerata Casa del Grande Fratello, costruita all’interno di Cinecittà. L’allarme è scattato poco dopo la mezzanotte di venerdì, e ha visto coinvolte per oltre sei ore nove squadre di vigili del fuoco, supportati da un mezzo aeroportuale fatto arrivare da Ciampino. Oltre al famoso appartamento dalla porta rossa, sono bruciate, tra fiamme altissime, anche le strutture limitrofe adibite a spazi funzionali al programma (tugurio, stanze segrete) e la sala che ospitava la regia del programma. In un primo momento si era pensato che l’incendio potesse essere stato causato da un corto circuito, ma il sopralluogo dei pompieri accompagnati dalla polizia scientifica ha escluso questa ipotesi. Dai primi rilievi svolti, infatti, gli investigatori sono convinti che si tratti di un incendio doloso. Almeno per una volta, le tante telecamere che circondano la casa serviranno a capire cosa sia accaduto. Intanto, l’incidente ha messo in seria difficoltà la Endemol, casa di produzione del programma, e Mediaset, dato che tra poco più di un mese, il 23 gennaio, la trasmissione capostipite dei reality show sarebbe dovuta tornare in onda, con la sua tredicesima edizione italiana. Nonostante il ripetuto calo di ascolti del programma rispetto alle prime edizioni, produttori e autori hanno ritenuto opportuno andare avanti con le edizioni, rincarando anzi la dose della durata del reality, passata dai 99 giorni della prima edizione ai 161 della dodicesima. Per conoscere il responsabile di quanto accaduto la notte di venerdì a Cinecittà, bisognerà attendere i risultati delle indagini. Intanto si attende di conoscere anche cosa intenderà fare la produzione del programma: se trovare, nel poco tempo che resta, una soluzione per mandare regolarmente in onda la trasmissione a gennaio, o optare invece per una sospensione in modo da affrontare la questione con più calma. G.M. 7 Domenica 15 dicembre 2013 Dall’Italia MUORE LUCA STUFETTI, 40ENNE IMPRENDITORE E POLITICO MOLTO CONOSCIUTO A IMPERIA Strozzato dalla crisi, si getta sotto un treno L’azienda vantava numerosi crediti insoluti, l’uomo da mesi non riusciva a pagare i dipendenti e le banche gli avevano chiesto il rientro del debito. I commercianti insorgono ncora croci nel cimitero della Grande Crisi. Luca Stufetti 40enne imprenditore molto conosciuto ad Imperia si è suicidato giovedì sera, poco prima delle 20, gettandosi sotto il treno nei pressi della galleria ‘Ponticelli’ in direzione Ventimiglia. L’uomo, già presidente del circolo Fli di Imperia e candidato alle scorse comunali con la lista Imperia Riparte, era proprietario della ‘Chimica imperiese’ che vende forniture industriali a ristoranti, bar ed alberghi; azienda che aveva eredito dal padre. Stufetti, separato con una figlia, è morto sul colpo. Il corpo è stato recuperato dopo due ore, sul posto sono intervenuti la Polizia Ferroviaria, il 118 e il medico legale. Non sono mancati i disagi al traffico, l’incidente ha coinvolto due intercity e cinque treni regionali causando un’interruzione di un paio d’ore della linea. È il bilancio dell’ennesima tragedia che ha come sfondo la crisi economica, come riportano i siti locali infatti l’imprenditore era oppresso A per la situazione economica della sua azienda. Di crediti la ditta ne vantava molti, ma i clienti non pagavano le forniture a loro volta afflitti da una generale crisi del commercio. La paura di non arrivare a fine mese e il timore di non riuscire a pagare quei cinque dipendenti, devono avere gettato nel baratro più totale l’uomo che non ha visto alcuna via d’uscita alla crisi. “Da alcuni mesi – svela un suo amico, Giuseppe Fossati, consigliere comunale di Imperia a ‘RepubblicaGenova’ – Luca non riusciva più ad essere puntuale con gli stipendi e il giorno prima che si lanciasse contro il treno, mi aveva confidato che le banche gli avevano chiesto di rientrare del debito che aveva con loro. La situazione economica della sua azienda era davvero seria”. Per l’amico dunque non ci sono dubbi, Luca si è suicidato a causa della pesante situazione economica e non per depressione, come era stato avanzato inizialmente. “Qualcuno dice che Luca era depresso: mai giudizio è stato più sbagliato – continua Fossati – Luca era sì un uomo separato, con una figlia piccola, di nove anni, ma da un paio d’anni attraversava una vita affettiva stabile e serena con la sua nuova compagna: l’ha confermato anche lei. Gli unici problemi che lo assillavano erano quelli economici”. Era appena uscito dal ristorante in un cliente Luca Stufetti: era andato a quell’indirizzo per riscuotere un credito. Poi si è incamminato verso la galleria ‘Ponticelli’ e si è gettato sotto un treno che sfrecciava verso Ventimiglia. Un suicidio che ha scosso profondamente la comunità locale. Per questo per il giorno dei funerali, che dovrebbero aver luogo o domani o martedì i negozianti della zona terranno le serrande abbassate. La ‘serrata’, che al momento non si sa ancora se sarà della durata della cerimonia funebre o per l’intera giornata, è stata organizzata dal comitato ‘Fare Ponente’ e dal noto imprenditore Luca Ramone. Una protesta che, oltre a ricordare la figura di un uomo e di un imprenditore stimato da tutti, vuole anche far riflettere sulla situazione che si sta vivendo non solo ad Imperia, ma in tutta Italia, per la ‘stretta’ che viene data dagli istituti di credito che, proprio in questo momento dovrebbero aiutare la piccola e media impresa. Di sicuro infatti quella di Stufetti è un’altra croce da aggiunge al già lungo elenco di imprenditori che si tolgono la vita per motivi economici. Barbara Fruch BOLOGNA - PIÙ LA SPESA CHE L’IMPRESA Pensionato multato con 18 centesimi na multa da 18 centesimi. Nessun errore e nessuna tassazione iniqua quella che si è visto recapitare da Equitalia Gaspare La Cascia. Il 78enne residente a Budrio (Bologna) deve mettere mano al portamonete per aver pagato, alcuni anni fa, con un giorno di ritardo il saldo delle tasse (173 euro). A dire il vero, lui avrebbe anche pagato nei termini ma una manifestazione dei forconi gli impedì di entrare nella sede bolognese dell’esattore. Di qui il forzato ritorno a casa e il rinvio del pagamento di ventiquattro ore. Chiamata in causa, Equitalia spiega che il pensionato sarebbe recidivo in queste situazioni iniziate U Eurosky Tower . Entrare in casa e uscire dal solito. nel 2009. In quell’anno infatti il Signor La Cascia avrebbe dimenticato di saldare in tempo una tasse e poi dopo vari solleciti avrebbe provveduto a saldare il debito facendo scattare però altre more. Alla fine i computer hanno insomma fatto i conti, così l’incauto contribuente è risultato ancora in debito di ben 18 centesimi. Una cifra che di certo non poteva pesare sulle casse dello Stato. Comunque nessun pericolo, La Cascia lunedì chiuderà i conti perché non ha nessuna intenzione di avere debiti, soprattutto nel caso in cui aumentassero raggiungendo magari anche quota un euro. Carlotta Bravo TREVISO - L’ANOMALO CASO Comune chiede l’Imu a un orfano di 6 anni on le casse comunali all’asciutto è necessario fare cassa. Sarà per questo motivo che in provincia di Treviso, a Susegana, l’amministrazione comunale non guarda in faccia nessuno. Inviare un modello F24, già compilato da pagare entro la metà di dicembre, sembrerebbe normale. Peccato che a riceverlo sia stato un bimbo di soli sei anni per di più orfano di padre. Figlio di un imprenditore deceduto che avrebbe ereditato il debito sull’immobile. “Gentile contribuente, le inviamo in allegato C il modello F24 per pagare il saldo Imu” si legge nello scritto. Al piccolo viene così chiesto il pagamento della somma di 1.754 euro entro il 16 dicembre, con riferimento a un edificio che si trova nel territorio comunale e che apparteneva al genitore. La mamma si è rivolta a un avvocato che precisa: “Pur non avendo accettato formalmente l’eredità del marito semmai doveva essere la madre a ricevere la richiesta di saldo”. Quello che è certo è che il minorenne in questione non può presentarsi a pagare di tasca sua. Il relax ha una nuova casa. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it 8 Domenica 15 dicembre 2013 AVELLINO - AMIANTO KILLER Morto da 18 anni vivo per lo Stato La vedova continua a ricevere la tessera sanitaria del marito Dall’Italia RACCOLTA IN TILT E ROGHI A PALERMO: I CITTADINI INSORGONO CONTRO LE TASSE Emergenza rifiuti in Sicilia: proteste contro la Tares Strade invase dalla spazzatura. I cittadini invocano il prefetto. Anche a Trapani è mobilitazione contro le cartelle esattoriali di Miriana Markovic ncora pecche nel sistema sanitario. Ad un uomo, morto ben 18 anni fa, continua ad essergli recapitata la tessera sanitaria. Succede ad Avellino, dove Vittorio Esposito è deceduto nel 1995 a causa di una patologia correlata alla esposizione all’amianto. L'’operaio lavorava al rifacimento della stazione ferroviaria locale vicino ai binari dove avveniva la ‘scoibentazione’ delle carrozze ferroviarie. La vedova, Rosetta Capobianco, che tuttora abita a Borgo Ferrovia, a poca distanza dal sito dell’Isochimica, posto sotto sequestro dalla Procura di Avellino, ha inutilmente tentato di comunicare agli organi competenti la avvenuta morte del marito. Nelle sue parole, c'è anche rabbia: “Quando mio marito si è ammalato, le autorità si sono defilate, oggi vorrebbero garantirci quei diritti che ci hanno negato per anni”. A Costretti a pagare la tassa sui rifiuti mentre la città soffoca in mezzo alla spazzatura. Si infiamma la polemica da Palermo a Trapani contro gli aumenti della Tares. A far sentire la loro rabbia sono in particolare i cittadini del capoluogo siciliano stanchi di vivere in una città divenuta ormai una vera e propria discarica a cielo aperto (Foto di Igor Petyx). Una situazione ormai disperata: l’altra notte si sono registrati nuovi roghi di cassonetti e mini discariche. Almeno una decina gli interventi dei vigili del fuoco in diverse zone della città. All’origine del problema la difficile trattativa tra sindacati e amministrazione comunale sulla Rap, la società che ha preso il posto di Amia: l’ultimo tavolo programmato è, infatti, saltato. E mentre la burocrazia fa il suo corso i dipendenti della società hanno annunciato uno sciopero la cui durata ancora non è stata precisata. I cittadini, sempre più esasperati, quindi hanno continuato ad appiccare roghi. N Ad appena 48 ore dalla scadenza del saldo dunque in tanti sono pronti a non pagare la tassa. Venerdì, per protesta, un gruppo di cittadini si è presentato con i sacchetti pieni di spazzatura davanti agli uffici comunali di piazza Giulio Cesare, dove centinaia di persone fin dalle sei del mattino erano in coda per ottenere chiarimenti sugli importi del saldo Tares. “Siamo ostaggio di questo sistema - dice Nicola Far- ruggio, presidente di Federalberghi Palermo - In una città piegata dalla disoccupazione e dalla crisi, chiediamo un atto di responsabilità. Bisogna sbracciarsi, non certo fare lo sciopero bianco”. Martedì è in programma un nuovo incontro, ma ormai l’emergenza rifiuti in città è esplosa da giorni. Cumuli di immondizia e discariche improvvisate fanno bella mostra di sé in diverse zone della città e puntuali, ogni notte, si susseguono i roghi di cassonetti. Caos anche a Trapani dove fischi e insulti sono partiti ieri mattina contro il sindaco Vito Damiano in occasione dell'inaugurazione del nuovo mercato ittico. Damiano è stato contestato da un gruppo di cittadini per l'aumento della tassa sui rifiuti: "Un Natale da ricordare, grazie sindaco e consiglieri" si legge in un messaggio. Per domani è previsto un sit-in contro la Tares alle 17 davanti al Palazzo comunale per restituire le cartelle. TRAGEDIA A GENOVA Eurosky Tower . Entrare in casa e uscire dal solito. Ufficiale muore al varo della nave Colpito in petto da un gancio, è caduto in mare e poi colpito dall’elica a lista delle morti sul lavoro continua ad allungarsi. L’ennesima tragedia, stavolta, è avvenuta a Genova, nella mattinata di ieri, durante la preparazione della cerimonia di consegna di una nave da parte dello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso alla Marina militare algerina. A rimanere ucciso è il primo ufficiale Maurizio Canovaro, 48 anni, dipendente della società di rimorchiatori “Oro Mare”, con sede nel capoluogo ligure. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo si trovata proprio a bordo di un rimorchiatore quando è stato colpito da un gancio in pieno petto, rimanendo ucciso. Il cedimento del gancio, avvenuto durante la manovra d’attracco della chiatta che doveva trasportare la nave al cantiere di Muggiano, sembra essersi verificato per la rottura di una L La parte migliore è quando si torna a casa Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www euroskyroma it cima che lo tratteneva. La vittima è caduta in mare ed è stata colpita dall’elica del rimorchiatore. Una nota diffusa da Fincantieri annuncia l’annullamento della cerimonia “per rispetto della vittima e dei suoi familiari”. Sgomento Bruno Manganaro, segretario della Fiom Cgil, che si è detto impegnato “a capire quello che è successo” e pronto a dare vita a iniziative “con gli altri stabilimenti di Fincantieri e con gli altri porti italiani”. Quella che doveva essere una giornata di festa, si è trasformata dunque in una tragedia. Alle 10,30 di ieri, infatti, era prevista la cerimonia di varo della nave Kalaat Beni-Abbes realizzata da Fincantieri alla presenza dell’amministratore delegato Giuseppe Bono e del capo di Stato Maggiore della marina Giuseppe De Giorgi. G.M. 9 Domenica 15 dicembre 2013 MOTTA SANTA LUCIA - IL PRIMO CITTADINO, ERA GIÀ STATO BERSAGLIO DI UN’INTIMIDAZIONE TRE ANNI FA Gli incendiano l’auto per la seconda volta Sindaco vuole lasciare il suo incarico Il rogo, appiccato vicino alla sua abitazione, ha coinvolto anche un’altra vettura. Previsto per domani un Consiglio comunale aperto sulla questione di Barbara Fruch uova intimidazione al sindaco di Motta Santa Lucia, l’avvocato Amedeo Colacino. La notte scorsa infatti gli è stata incendiata l’autovettura così come era accaduto tre anni fa. Il mezzo, un fuoristrada, era parcheggiato nelle vicinanza dell’abitazione, al centro del piccolo comune montano dell’hinterland lametino, nel Catanzarese. L’incendio ha coinvolto un’altra autovettura, una Ford Ka, andata completamente distrutta dalle fiamme così come il fuoristrada del sindaco. E solo per poco le stesse fiamme non hanno causato danni ad altre auto in sosta e alle abitazioni. Sul caso stanno indagando i carabinieri della stazione di Conflenti, i quali non hanno alcun dubbio sulla natura dolosa del gesto. Visibilmente scosso il primo cittadino che si è sfogato su facebook. “Questa notte, ennesimo incendio doloso ha distrutto il mio secondo fuoristrada. Il primo mi era stato bruciato a dicembre 2010. Mi chiedo ha un senso fare il sindaco in questa dannata terra, che amo alla follia, ma fino a quando. È per fortuna che non sono in un paese di mafia, altrimenti avrebbero arso pure me? Noi sindaci siamo in prima linea per miseri 1000 euro al mese, a differenza dei nostri parlamentari. Sto valutando seriamente di buttare la spugna...” ha scritto con amarezza N il sindaco, eletto in una lista civica, noto anche per la sua battaglia per portare a Motta Santa Lucia il cranio del brigante Villella attualmente custodito nel museo Lombroso di Torino. Un gesto che preoccupa. Quella dell’altra notte infatti è la stessa intimidazione di tre anni fa, quella che fu seguita da una lunga striscia di atti intimidatori, i quali provocarono grande allarme tra la popolazione. La paura di molti è che adesso si possa ripetere la stessa situazione. Anche per questo sono stati gli stessi sindaci del circondario a decidere di indire un Consiglio Comunale aperto, presso la sala del Consiglio di Motta Santa Lucia, che si svolgerà domani, lunedì 16 alle ore 17.30. “Il grave episodio accaduto la scorsa notte nel Comune di Motta Santa Lucia – si legge in una nota – ha ingenerato notevole preoccupazione e disagio sociale, non solo nella popolazione di Motta Santa Lucia, ma anche in quella dei tanti paesi limitrofi. Le raccapriccianti immagini, non sembrerebbero dover albergare dalle nostri parti, terre di consolidata tranquillità, dove il senso civico ed il rispetto delle persone è stato storicamente una prerogativa costante. Tutti i Sindaci dei comuni limitrofi hanno pensato di organizzarsi in un ‘Consiglio Comunale Aperto’ per effettuare una pubblica denunzia contro questo stato di malessere attuale che sta impoverendo la sensibilità della stragrande maggioranza di popolazione dei nostri territori che è sana e ricca di valori etici. A tutela di tutta questa gente, i Sindaci vogliono manifestare tutto il loro sconcerto per questo episodio che, di fatto, è un attacco alle Istituzioni dello Stato che indebolisce pesantemente le certezze della popolazione dell’intero comprensorio”. Dall’Italia SCANDALO AL COMUNE DI SANT’ANASTASIA Tangenti e immondizia: arrestato Carmine Esposito Il capo dell’amministrazione preso mentre intascava mazzetta da 15mila euro i stava per intascare una mazzetta di diverse migliaia di euro da parte di un imprenditore, titolare di una ditta che quasi un anno fa si era aggiudicata un appalto per la raccolta dei rifiuti. È stato arrestato con l’accusa di concussione, Carmine Esposito, sindaco di Sant’Anastasia (Napoli), eletto il 14 aprile 2010 sotto l’egida del Pdl e poi fuoriuscito dal partito appena un anno e mezzo dopo, battezzando la teoria della ‘collocazione contro le appartenenze’. Secondo quanto riportato in una nota diffusa dalla procura di Nola si evince che “l’indagine ha consentito di monitorare tutte le fasi degl’incontri, dalla richiesta di tangente (5.000 euro al mese, ma con gli ‘arretrati’ per gli ultimi tre mesi), alla consegna del danaro”. Le indagini hanno accertato che ad aggiudicarsi l’appalto per la rimozione dei rifiuti, inizialmente era stata un’altra ditta, gradita al Comune, secondo gli inquirenti. In seguito a un ricorso al Tar, tuttavia, la rimozione dei rifiuti era stata aggiudicata a un altro imprenditore, al quale il sindaco aveva subito fatto capire che se avesse voluto lavorare avrebbe dovuto versare 5mila euro al mese. In caso contrario lo avrebbe ostacolato in tutti i modi. L’imprenditore si però è rivolto ai carabinieri, i quali hanno registrato tutti i colloqui intercorsi tra lui e il primo cittadino, incontri nel corso dei quali sono stati presi accordi per il pagamento della “mazzetta”: 15mila euro in tutto, perché, per l’appunto, c’erano due mensilità arretrate. Anche l’appuntamento di ieri, quello decisivo, è stato registrato. “I carabinieri hanno potuto assistere alla dazione del denaro avvenuta di fronte al centro commerciale ‘Le Aquile’ - si legge nella nota della Procura nolana - ove l’amministratore e l’imprenditore si sono incontrati; hanno poi bloccato l’automobile del sindaco mentre si stava allontanando e lo hanno trovato in possesso della busta contenente il denaro che è stato sequestrato. Sono in corso ulteriori accertamenti, volti a definire compiutamente tutte le ulteriori responsabilità nella vicenda. Al sindaco è contestato il reato di ‘induzione indebita a dare o promettere utilità’, previsto dall’articolo 319 quater del codice penale”. Carlotta Bravo S 10 Domenica 15 dicembre 2013 Spettacolo TUTTO PRONTO PER UN NUOVO APPUNTAMENTO CON LA MUSICA D’AUTORE Umbria Jazz Winter, note di classe Il festival si svolgerà dal 28 dicembre al primo gennaio nella città di Orvieto di Francesca Ceccarelli utto pronto: l’Umbria Jazz Winter partirà a Orvieto per la ventunesima edizione. Cinque giorni di musica, dal 28 dicembre al 1° gennaio, con più di cento eventi per un appuntamento diventato ormai tradizionale nel panorama del jazz italiano. Una formula fissa per un successo consolidato: il connubio tra turismo e spettacolo di qualità, con il valore aggiunto delle più belle città dell’Umbria. Molti i nomi importanti in programma: Christian McBride, contrabbassista di punta del jazz statunitense con gli Inside Straight, due giovani, ma già affermate, come la cantante Cecile McLorin Salvant e la sassofonista Melissa Aldana, i clarinettisti Ken Peplowski, Evan Christopher e Anat Cohen, insieme in un particolarissimo progetto, Joe Locke, con Warren Wolf. Di qualità la presenza italiana, con Enrico Rava, Paolo Fresu con Uri Caine, Rosario Giuliani, Fabrizio Bosso. Serata conclusiva in collaborazione con Musica Jazz e il “TOP JAZZ 2013”,i migliori musicisti vincitori del referendum indetto annualmente dalla più prestigiosa rivista jazz italiana.Location d’eccezione anche quest’anno il magnifico Duomo,pro- T gettato da Lorenzo Maitani e realizzato tra il Trecento e il Cinquecento, farà da cornice nel pomeriggio di Capodanno alla Messa della Pace impreziosita e caratterizzata dalla presenza della musica gospel. I concerti serali si svolgono al Teatro Mancinelli, inaugurato nel 1886, che offre la sintesi dei principali caratteri dell’architettura orvietana, al Palazzo del Popolo, realizzato in pietra basaltica e tufo, descritto la prima volta nel Duecento, al Palazzo dei Sette, eretto a cavallo del Trecento, caratterizzato da volte e archi possenti e affiancato dalla pregevole Torre del Papa, a Palazzo Soliano, al cui piano terra si trova il Museo Emilio Greco, con sculture e creazioni grafiche donate alla città dallo stesso. Il jazz mainstream rivisitato e reinterpretato in maniera moderna e attuale: è questo il filo conduttore di questa edizione della kermesse orvietana. Gli italiani non mancheranno: Enrico Rava, come leader del quintetto Standards, con Dino Piana, Julian Oliver Mazzariello, Dario Deidda e Amedeo Ariano, e del quintetto Tribe con Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista e Fabrizio Sferra. La tromba lirica e sognante di Paolo Fresu si sposa perfettamente con il pianismo di Uri Caine: il risultato è un viaggio fatto di mille citazioni, dalla canzone americana al blues, dal jazz mainstream all’avanguardia, fino alla musica classica. E ancora Fabrizio Bosso, che con il progetto Spiritual propone un tributo al Gospel, reinterpretato insieme ai suoi nuovi compagni di viaggio, due musicisti riconosciuti e apprezzati nel panorama jazzistico italiano ed europeo: Alberto Marsico all’organo Hammond e Alessandro Minetto alla batteria. Il gospel, presente tradizionalmente a Umbria Jazz Winter, quest’anno sarà rappresentato dalla Singletons Family. Per la prima volta a Orvieto saranno presentati al pubblico da Bobby Jones, una vera e propria istituzione nel mondo della musica gospel, numerose volte ospite del festival, sia nell’edizione invernale di Orvieto che a Perugia, una garanzia assoluta di qualità. I Singletons, originari del Michigan, sono una vera famiglia, tutti figli di un pastore atti- vissimo nelle comunità della California,dove ha fondato due chiese. Il canto religioso è espressione di spiritualità ma anche delle più autentiche radici del jazz e più in generale della cultura popolare delle comunità Nere; questo rappresentano i componenti di questa famiglia particolare, reinterpretato in chiave moderna e personale. Tutti i giorni infine buon cibo, degustazioni e musica jazz, ma non solo,dalla tarda mattinata a notte fonda al Palazzo del Popolo, al Palazzo dei Sette e al Ristorante San Francesco.Graditissimo ritorno per un beniamino di Umbria Jazz: Allan Harris,quintessenza del crooner, che con il suo quintetto propone uno spettacolo da non perdere in ricordo della musica melodica degli anni ’50. Prestigiosa conclusione per la ventunesima edizione di Umbria Jazz Winter: il 1° gennaio 2014, alle ore 21.30, avrà infatti luogo, presso il Teatro Mancinelli, la premiazione della trentunesima edizione del “Top Jazz”,l’annuale referendum indetto dal mensile specializzato Musica Jazz. Dalla scorsa edizione lo storico referendum della critica indetto da Musica Jazz è tornato alle classiche nove categorie che premiano dischi, musicisti, gruppi e nuovi talenti del jazz italiano e, di nuovo, anche di quello internazionale. “CHRISTMAS FOR YOU” DI GIOVANNI ALLEVI MUSICA Le melodie natalizie rivisitate dal noto pianista italiano Dodici brani che parlano di radici e di speranze Parte del ricavato della vendita verrà destinato a Save the children E' uscito “Il suono dell'aurora”, ultimo cd degli Antica Tradizione di Cristina Di Giorgi È uscito il 12 novembre l’ultimo album di Giovanni Allevi. In Christmas for you – questo il titolo del progetto – il noto pianista riprende e riarrangia una serie di melodie del Natale, tratte dalle tradizioni di diversi paesi europei e non solo. Tra i brani inseriti, vi sono classici come “White Christmas”, “Silent night”, “Santa Claus is comin’ to town”, “Oh Happy Days” e “Jingle Bells”. E anche la bellissima “Ave Maria di Bach / Gounod, che Allevi ha suonato al vivo alla presenza del pontefice in occasione della recente Festa della Famiglia. Musiche di grande atmosfera quelle interpretate dall’artista per questa compilation, in cui tradizione e innovazione si fondono insieme e danno, come anche in atri lavori di Allevi, un risultato del tutto particolare. Lo stesso artista ha in proposito dichiarato, l gruppo di musica identitaria Antica Tradizione ha da poco fatto uscire un nuovo cd, dall'evocativo titolo – tipico dello stile della band bolognese - “Il suono dell'aurora”. Dodici brani che, incisi tra settembre 2012 e marzo 2013, compongono un lavoro estremamente particolare. Il brano di apertura – intitolato I Fuochi di Beltane - è di quelli che trascinano in un mondo di “ricordi sospesi”, di solstizi, rune e storie antiche. Ad Onore, Terra e Sangue è dedicata anche la seconda traccia, “Orientamenti”: un'intensa serie di indicazioni di via, colorata musicalmente anche dai cori di Alice Gahel. Seguono pezzi come “Una storia”, “Alessandro”, “Il suono dell'aurora” I in un’intervista a Vanityfair.it, che “in ogni brano parto dalla tradizione per discostarmene, fino a prendere la tangente”. L’album, che non solo musicalmente è un prodotto di grande qualità, è completato da un libretto speciale che, aperto, diventa un piccolo poster molto colorato, ricco anch’esso di un’atmo- sfera quasi magica. Questo cd, che Allevi ha dedicato al suo secondo bimbo, tra l’altro è importante anche dal punto di vista sociale: una parte del ricavato delle vendite sarà infatti devoluto a Save the Children, l’organizzazione internazionale che si occupa dei diritti dei bambini di tutto il mondo. “Siamo lieti del sostegno che il maestro Allevi ha voluto intraprendere al fianco di Save the Children. Siamo certi che la sua arte e le sue note possano essere un formidabile strumento per amplificare la voce di milioni di bambini”, ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. (che dà il titolo al cd) e “Mietitore di eroi”, ognuno con un frammento di esperienza personale e/o tradizione condivisa da trasmettere e tramandare a chi ascolta canzoni musicalmente curate e professionalmente assai ben interpretate. E poi ancora “300 Canti d'assalto”, “Senza alcun pudore”, “Vecchio leone mai vinto”, “Carlomagno alla fermata del tram”, “Santa guerra” e, in chiusura, la particolarissima “Fuck You”, sintesi mirabile di tutti i mali della modernità e chiaro rifiuto della degenerazione a cui portano. E alla quale bisogna reagire restando in contatto con le proprie radici. Nel difendere le quali – scrivono gli Antica tradizione – non bisogna arrendersi. Mai. 11 Domenica 15 dicembre 2013 Focus PARLA AL GIORNALE D’ITALIA MANUEL CARTELLA ALLENATORE DELLA SQUADRA E RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE “I Bisonti “ del rugby Quando lo sport ti salva la vita: l’esempio lampante nella Casa Circondariale di Frosinone tivo ed umano di reinserimento. Lealtà e legalità due parole che possono essere considerati quasi sinonimi. Quanto contano oggi per voi? Lealtà e Legalità sono molto importanti per il percorso di reinserimento dei detenuti. Giocare con i Bisonti è stata una grande opportunità per fuggire dalla desolazione e l’oblio di una cella di detenzione. Come pensate di investire questa “nuova vita” in veste di atleti? Molti ragazzi già ci chiedono squadra di rugby nelle loro zone per continuare questa esperienza sportiva amatoriale, quindi direi che abbiamo colpito nel segno , lasciando anche qualche aspetto positivo nella desolazione e nell’oblio di una cella di detenzione. Quali sono i vostri progetti futuri oltre il campionato? Il progetto futuro è quello di formare altre squadre in altri istituti , per rendere il rugby un vero e proprio percorso di reinserimento per i detenuti. Dove e quando è possibile seguirvi? Vedere le partite live è impossibile perché le giochiamo tutte all’interno della Casa Circondariale di Frosinone, mentre è possibile seguirci su Facebook e sul nostro sito internet /blog bisontirugby.wordpress.it. CURIOSITÀ IN LIBRERIA La squadra dei Bisonti della Casa Circondariale di Frosinone di Francesca Ceccarelli Salve, come nasce la vostra esperienza? Quale è stato l’input per creare una squadra di rugby all’interno di una Casa Circondariale? Bisonti Rugby sono la squadra dell’alta Sicurezza della Casa Circondariale di Frosinone, il progetto che ormai è partito da oltre 2 anni vede come principale promotore il responsabile per la attività sportive in Carcere A.S.I. – “Gruppo Idee” Luigi Ciavardini, e dal Presidente dell’Associazione “Gruppo Idee”, nonché Presidente dei Bisonti Rugby Frosinone Germana De Angelis, che da anni lavorano duramente per reinserire i detenuti nel tessuto sociale. Altri grandi fautori del Progetto sono l’Amministrazione Penitenziaria della Casa Circondariale di Frosinone che ha creduto e crede fortemente che i sani principi di questo nobile sport possano aiutare davvero persone in evidente condizione di disagio. La vera e propria svolta c’è stata il 30 Luglio del 2013 quando si è deciso di iscrivere la squadra al Campionato di Serie C, trovando il pieno appoggio sia della Federazione Italiana Rugby che del Comitato Regionale Laziale, che tanto apprezzano questo progetto. Tecnicamente la Squadra è seguita dal “Super” allenatore nonché Selezionatore Regionale F.I.R. Alejandro Maria Villalon e dall’Istruttore/direttore Sportivo Manuel Cartella nonchè presidente dell’Associazione “Gianluca Serra” che si occupa del reinserimento dei detenuti nel tessuto sociale. E’stato più difficile organizzare la squadra o combattere pregiudizi nei vostri confronti…se ce ne sono stati? Organizzare la squadra non è stato difficile, molte persone si sono avvicinate a noi in principio per combattere la noia dei giorni lunghi e sempre uguali, ma già dal primo allenamento si sono appassionati a questo nobile sport. Pregiudizi fino ad ora non ne abbiamo trovati, anzi abbiamo trovato squadre che sono venute a giocare contro di noi, nel massimo rispetto e li abbiamo visti fraternizzare con i nostri ragazzi nel puro spirito del Rugby. nistica continuò senza mai fermarsi nonostante gli avversari cominciarono a diventare prima uno, poi due, poi tre; da quel giorno lui fu nominato Bisonte, e da questo divertente sketch deriva il nome Bisonti. Da cosa nasce il vostro nome? Poco evocativo ma che rende immediatamente l’idea. La storia è molto semplice, durante la prima partita un giocatore degli attuali bisonti prese la palla in mano e sotto incitamento dell’allenatore ad andare a segnare la meta, cominciò a correre in quella direzione, gli avversari gli si cominciarono ad “appendere” addosso, e lui in trans ago- Disciplina in campo, senso della sconfitta e gioco di squadra: valori che in virtù della vostra condizione di carcerati non eravate, forse, riusciti ad afferrare in pieno. In questo senso, siete riusciti a farli vostri sul campo? Questi tre valori sono stati impartiti subito senza alcuna difficoltà, i ragazzi ci rispettano in pieno, sanno che le regole servono per un percorso spor- “Calciosofia”, il pallone si legge Lo scrittore Armando Napoletano raccoglie i contributi di Luigi Riva, Gianni Rivera, Sandro Mazzola, Beppe Furino, Eraldo Pecci, Paolo Pulici N onostante i fatti di cronaca ci raccontino di domeniche allo stadio fatte di violenza, c’è ancora un calcio che vale la pena raccontare. A raccontarlo ci pensa un libro, "Calciosofia", un testo di circa 200 pagine scritto da Armando Napoletano, collaboratore del Secolo XIX, per le Edizioni Cinque Terre di Salvatore Di Cicco; con contributi davvero importanti del calibro di Luigi Riva, Gianni Rivera, Sandro Mazzola, Beppe Furino, Eraldo Pecci, Paolo Pulici. Una lunga serie di interviste scritte a quattro mani, che uniscono personaggi conosciuti e leggendari del calibro dell’ex cannoniere del Cagliari e della Nazionale o il numero 10 del Milan ad altri come Lamberto Maccari o Gianluca Capellazzi, meno conosciuti. E’ il racconto dei derby Juventus-Torino visti con gli occhi di Paolo Pulici, o le lotte anche a livello internazionale di Beppe Furino con Billy Bremner del Leeds. O il racconto di Italia-Germania 4-3 visto da Sandro Mazzola. Ed ancora un Eraldo Pecci quasi in bianco e nero, narratore di una calcio totalmente diverso da quello televisivi dei giorni attuali. E il ricordo di campioni anche locali come Guidetti, Fusco, o dello stesso Paolino Ponzo o anche di altri sconosciuti. Era il tempo in cui il vento riusciva ancora a spettinare i capelli ai centravanti, quello in cui segnava gente come Jimmy Greaves, un attaccante del Milan che amava andare a letto molto tardi. Tempi in cui, anche molto vicini a noi, il calendario del campionato di A o di B o quello dello Spezia calcio regolavano la nostra vita da tifosi. “Il calcio è infondo come una briscola - raccontava Osvaldo Bagnoli, citato in copertina quando giochi fai di tutto per fregare il tuo miglior amico, poi posi le carte e bevi con lui un bicchiere”. Nel testo, curato da editing da Paolo Peveri, con prefazione dello scrittore spezzino Marco Ferrari, ci sono anche i contributi di Javier Zanetti e Max Guidetti. Più che un libro è un modo di pensare, di vivere e confrontarsi con il calcio, una filosofia di vita, da qui appunto il titolo. Il calcio è una fiaba bellissima, così come la racconta anche Sandro Mazzola, parlando della famosa gara dell’Atzeca: ”Come raccontare Italia-Germania 4-3 ai giovani? –dice Sandro, con un fil di voce - Spiegherei loro che quella partita fu veramente una fiaba e che si giocò a 2000 metri di altezza, dove non potevi fare due scatti di fila. E che noi capimmo questo sin dai primi turni e ci organizzammo. Racconterei che avevo il mio marcatore che si chiamava Franz Beckenbauer e che questi era fortissimo e stilisticamente perfetto, e che i tedeschi avevano due ali che a dispetto dei 2000 metri, correvano come matti. Si chiamavano, Patzke e Lohr, e quando questi si stancarono, il loro allenatore Helmut Schoen, ne mise altri due, Held e Libuda, che correvano ancora più di quelli di prima. E spiegherei loro ancora che noi fregammo i tedeschi, perché loro sono più forti ma noi più astuti. E che come nelle fiabe, a volte F.Ce. vince l’inventiva’”. 12 Domenica 15 dicembre 2013 Sport BASKET. OGGI IL QUINTETTO ROMANO TORNA AD INCROCIARE LE SUE ARMI CONTRO LA MENS SANA La fiducia di Lollo D’Ercole:“Siamo sulla strada giusta” L’esterno parla delle ultime uscite della Virtus e del posticipo contro Siena: “Sarà una partita difficile” di Fabrizio Cicciarelli Q uella tra Acea Virtus Roma e Montepaschi Siena rappresenta una delle sfide più infuocate nella storia recente della pallacanestro italiana, grazie ad una rivalità acuita da ben due finali scudetto disputate negli ultimi cinque anni. Questa sera al PalaEstra ci sarà il primo confronto dopo la serie playoff dello scorso giugno, nel quale i toscani hanno avuto la meglio su un’Acea rivelatasi vera e propria sorpresa del campionato. Chi conosce bene l’una e l’altra realtà è Lorenzo D’Ercole, play-guardia della Virtus cresciuta nel settore giovanile mensanino, che ha vissuto da protagonista le sfide dello scorso anno: il giocatore ha presentato la sfida di domani sera. Tre successi in quattro partite contro Milano, Pesaro e Saragozza, vittorie dai significati diversi tra loro ma tutte molto importanti. La Virtus ha trovato continuità? «Ci sono ancora molte cose da migliorare, però siamo sulla strada giusta. Le vittorie ottenute in casa contro una corazzata come Milano e su un campo difficile come quello di Pesaro sono state molto significative, sia nell’ottica della classifica che per le prestazioni con cui le abbiamo ottenute, nonostante la stanchezza derivante dall’aver giocato praticamente ogni due giorni. Inoltre nella gara di Eurocup contro Saragozza, che dal punto di vista della qualificazione era ormai ininfluente, abbiamo ottenuto un risultato per molti inaspettato contro un avversario di alto rango, onorando la competizione e i nostri tifosi». Il prossimo avversario è Siena, con la quale ti legano il passato nelle giovanili e la recente finale scudetto. Hai delle sensazioni particolari? «Sicuramente Siena ha rappresentato una tappa importante della mia formazione sia umana che professionale, ma ormai è passato tanto tempo e quel capitolo è alle spalle, come anche la finale dello scorso giugno. Sono onorato di essere a Roma e di poter vestire la maglia della Virtus». I toscani hanno tagliato il budget e hanno cambiato molti dei loro interpreti, ma sono sempre al vertice del campionato. Che partita ti aspetti? «Sarà una partita difficile, in un campo tradizionalmente molto caldo e contro una squadra di altissimo livello. Anche loro hanno cambiato tanto rispetto alla scorsa stagione, ma sono rimasti ugualmente competitivi. Servirà una partita di elevata intensità sotto il profilo difensivo, che ci permetta di ripartire e attaccare con la giusta lucidità, senza farsi condizionare dalla voglia di arrivare subito a canestro». RICORDATI DI TE. PER UNA CORRETTA PREVENZIONE DEL TUMORE AL SENO, PRENOTA UNA MAMMOGRAFIA. CAMPAGNA DI PREVENZIONE DEL TUMORE AL SENO. Nella lotta contro i tumori la prevenzione è fondamentale; se hai tra i 50 e i 69 anni la Regione Lazio ti offre tutto l’anno percorsi di screening gratuiti. ;YHPLP LVS[YLP HUUPWYLUV[HJVT\UX\L\UHTHTTVNYHÄHWYLZZVSL(aPLUKL6ZWLKHSPLYLVULSSH[\H(:3KPYPMLYPTLU[V Chiedi informazioni alla tua ASL, al tuo medico o visita il sito www.regione.lazio.it