Attualità periodico indipendente hotel • ristorante • meeting Anno XXXV - n. 12 - DICEMBRE 2013 - distribuzione gratuita www.ilbassoadige.it - e-mail: [email protected] - 37045 Legnago (Verona) CARO BABBO NATALE il nuovo libro sullo zuccherificio di legnago di M. De Carli Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Prima della sottoscrizione leggere attentamente il Fascicolo Informativo disponibile sul sito www.cattolicaprevidenza.com Francesco Occhi nasce a Verona nel 1961. Laureato in Giurisprudenza e studioso di storia locale, Giornalista Pubblicista dal 1990, collabora con varie testate giornalistiche sia locali che nazionali ed è direttore responsabile di alcune di esse. Dopo una lunga esperienza in Cariverona e presso la Fondazione Cariverona, dal 2008 lavora presso CereaBanca 1897. È socio del Rotary Club di Legnago dal 1998, e vice presidente dell’associazione “Il Basso Adige” e membro direttivo del Consorzio Pro Loco Basso Veronese. Esperto di storia locale, ha pubblicato da solo o con altri autori, circa 50 tra libri e saggi sul territorio ricevendo anche attestati e riconoscimenti come il premio giornalistico “Elzeviro d’Oro” (1995); un’attestazione al premio “Aurelio Piva”, (Associazione vicentina della stampa) (1997); un riconoscimento al concorso dedicato alla promozione del territorio a Sidney (Australia) nel 2001 con la cartina turistica “Tra l’Adige e il Tartaro”; il primo premio assoluto nel Concorso internazionale “Atheste 2003” con il libro “A pelo d’acqua” e il secondo premio assoluto nel 2004 sempre alla stessa manifestazione con il libro “Badia Polesine, Antiche memorie”; il “Premio Carpanea” nel 2005 e, sempre in quell’anno, il premio “Torrione d’Oro”. Ha inoltre ricevuto un premio internazionale quale miglior libro artistico nel concorso Atheste 2006 con il libro “I segreti di ville, palazzi e case a corte nel legnaghese” e, nel 2009, il “Premio regionale Pro Loco 2008”. È stato ed è ancora oggi membro di varie commissioni letterarie e di poesia tra le quali: Concorso letterario internazionale “Mario Donadoni”; premio “Elzeviro d’Oro”; “Premio Giulietta”; “Premio Maria Callas”; Premio Angiolo Poli”, “Premio Olga Visentini”, “Premio Scala d’Oro”, “Premio Tradizione veneta”, “Premio Giovani Talenti”, “Concorso Teatro in famiglia”, “Premio Il Basso Adige”. È presidente del Concorso letterario Internazionale in lingua Veneta “Mario Donadoni” a Bovolone (Vr) e del Concorso “Teatro in famiglia” a Villa Bartolomea (Vr). Tra le pubblicazioni di rilievo, una collana di 9 volumi sul territorio scritta con Augusto Garau e presentata in due edizioni di “Librar Verona”, la collaborazione con il Touring Club d’Italia, e con l’Ente Regionale Ville Venete, varie pubblicazioni commissionate dall’Amministrazione Provinciale di Verona ed altre da Enti locali. Le ultime sue fatiche editoriali sono state i libri: “I nostri Paesi a Volo d’Angelo”, “Padre Orfeo Mantovani, ringraziando ti benedice”, “L’Ospedale Mater Salutis di Legnago” e “Tracce di Paesaggio” quest’ultimo il nono volume di una collana che racconta la storia del territorio veneto e lombardo (Verona, Rovigo, Padova e Mantova le province coinvolte) realizzati con il patrocinio della Regione del Veneto e della Provincia di Verona. Dal 1976 Francesco Occhi vive a Castagnaro in provincia di Verona con la moglie Patrizia ed i figli Marco e Laura. di A. Costantini Pag. 3 di G. Galetto Si chiama “Lo zuccherificio a Legnago, una storia da non dimenticare” il bel libro che sarà presentato giovedì 19 dicembre nella nuova sala convegni della Fondazione Fioroni di Legnago. Un’opera bella, ricca di immagini ma anche di ricordi che vuole non Lo zuccherificio a Legnago far dimenticare, come appunto una storia da non dimenticare dice il titolo del volume, questa grande ed innovativa realtà che per 70 anni è stata il motore trainante di tutta l’economia del territorio. Un lavoro curato e coordinato dallo storio e studioso Francesco Occhi che è stato coinvolto in questa appassionante ricerca da Claudio Bariani, Cesare Leoni, Gino Grigolato e Odorico Faccenda, tutti ex dipendenti dello stabilimento legnaghese i quali con i loro ricordi, le loro testimonianze, la loro volontà hanno voluto dare alle stampe un lavoro che ricordasse la presenza di questo complesso a Legnago affinché la memoria di un grande e moderno stabilimento andasse perduta, consegnandola così ai posteri. Il libro, stampato in un formato elegante e ricco di immagini, sia della Legnago di un tempo, ma, soprattutto dello stabilimento legnaghese, una rarità recuperata dall’archivio storico e concesso per l’occasione a Bariani, Grigolato, Leoni e Faccenda. “è stato piacevole e costruttivo partecipare a questo gruppo di lavoro che ha avviato una (continua a pag. 4) Con il contributo di Lo zuccherificio a Legnago, una storia da non dimenticare La situazione attuale in Italia è drammatica e preoccupante: disoccupazione elevata, servizi inesistenti, criminalità in aumento, tassazione insostenibile ecc. ecc. E anche la natura, aiutata da ciò che l’uomo fa o non fa, sembra essersi ribellata. E allora che fare? Dibattiti, talk show, pagine di giornali, fiumi di parole che non servono a nulla. Tutti pronti con la soluzione in tasca e a portata di mano: siamo stanchi di parole servono fatti (e non tasse!). Le riforme ed i provvedimenti necessari per una effettiva ripresa economica non sono stati adottati. La legge elettorale non è stata cambiata. I costi della politica non sono diminuiti. Ci sono tantissimi enti statali e parastatali, commissioni di esperti che non servono a nulla se non ad assicurare un posto agli esclusi dalle elezioni o ad amici e parenti. Molti dirigenti pubblici hanno stipendi stratosferici (ben oltre il tetto virtuale dei 300.000 euro) e godono di moltissimi privilegi e servizi per sè e per i propri familiari. In effetti si è fatto solo un grande tam tam mediatico con processi, liti tra avversari di partiti diversi ma anche tra membri dello stesso partito: un teatrino, ad arte , per mascherare la realtà. La parte produttiva del Paese è stata bloccata mentre quella improduttiva continua a vivere da parassita. I sacrifici chiesti agli italiani non sono distribuiti in egual misura e soprattutto non sono risolutivi ma servono a tamponare l’emergenza e ad impoverire ulteriormente la gente comune. I giovani fuggono all’estero per trovare un lavoro e gli anziani per poter sopravvivere con una pensione minima. (continua a pag. 3) LA SCELTA DI NELSON MANDELA “SALIERI DANZA” UNA ECCELLENZA DI LEGNAGO di G. Galetto Pag. 4 UN PAESE CAPOVOLTO Francesco occhi associazione culturale di A. Panziera Pag. 6 CAPOVERDE CORNER di F. Galetto Pag. 7 INCONTRI CON L’AUTORE AL CASTELLO di C. R. Pag. 11 Nuovo inno per il legnago di A. N. Pag. 19 GUZZO VENICIO LEGNAGO - Via Matteotti, 75 - Tel. e Fax 0442 600788 PIANOLIBERO VENDITA • LEGNAGO VANGADIZZA - casa con terreno agricolo e rustici di pertinenza; •PORTO - Appartamento trilocale + garage, primo e ultimo piano. 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Sul fatto che sia stato importante il suo contributo alla pacificazione dopo la fine dell’apartheid siamo tutti d’accordo, anche se, per giustizia, bisogna ricordare che altrettanto realismo si ebbe dall’altra parte. Che poi il nuovo Sudafrica sia diventato veramente la Nazione Arcobaleno, il regno dell’uguaglianza e della fraternità, non lo so, per mancanza di conoscenza diretta, ma a quello che ne sento dire, tenderei a escluderlo. Infine, se Mandela non si discute come persona, qualche riserva sui suoi eredi, nel senso stretto di parentela, ma anche inteso come militanza politica, credo si possa avanzare. E la caratteristica del vero Capo, come aveva notato Machiavelli nei suoi Discorsi sopra la prima Deca di Livio, dovrebbe essere quella di saper lasciare dopo di sé un organismo vitale, che non necessiti più di una guida eccezionale. Il problema storico che propongo, però, prescinde da queste considerazioni. In parole povere, mi chiedo: quali alternative si prospettavano a Mandela, una volta giunto alla conclusione che il potere dei bianchi si stava ormai disgregando? Quando infatti un politico è chiamato a prendere una decisione che, col senno di poi, sarà considerata dai posteri saggia e magnanima, ovvero folle e scellerata, lo storico si deve chiedere per prima cosa quali fossero le altre opzioni in campo, del tipo: il Giappone poteva scegliere di non attaccare gli Stati Uniti nel 1941? Poteva l’Austria-Ungheria, nel 1914, evitare di dichiarare guerra alla Serbia? Potevano le Colonie Americane rimandare la dichiarazione d’Indipendenza del 1776? Sappiamo che i fatti sono andati in un certo modo, e pertanto la controprova di quello che sarebbe successo se avessero intrapreso una strada differente non l’avremo mai, ma sul piano morale e su quello del giudizio storico è importante distinguere l’operato di un politico costretto a prendere una certa decisione da quello di chi invece era libero di valutare e scegliere percorsi alternativi che fossero realisticamente praticabili. Davanti a Mandela – comprendendo ovviamente l’intera leadership anti-apartheid che a lui faceva capo - le possibilità erano sostanzialmente quattro. La prima era quella di scegliere una lotta non-violenta di tipo gandhiano, trattare a oltranza con il Governo su ogni punto presentando richieste ragionevoli, soddisfatte le quali se ne sarebbero avanzate di ulteriori, e intanto sollecitare una pressione internazionale sul Sudafrica tale da indurlo a sempre nuove trattative. Era ovviamente un programma a lunga scadenza, che però avrebbe dato il tempo alla maggioranza nera di darsi dei leader credibili, crearsi una élite intellettuale sfruttando il sistema universitario esistente, ma anche tecnici, uomini d’affari, amministratori, pronti ad affiancare o eventualmente addirittura sostituire i bianchi quando fosse accaduto l’inevitabile, ossia il crollo dell’apartheid. Questo percorso avrebbe forse portato buoni risultati, ma aveva il difetto di essere inaccettabile all’interno del suo partito, e forse nemmeno la maggioranza dei neri sudafricani l’avrebbe seguito su questa linea. E un leader tutto può fare, tranne giocarsi il suo seguito. La seconda opzione sul tavolo era la spartizione pura e semplice del Sudafrica su base etnica, una scelta traumatica che avrebbe innescato conflitti a non finire, anche perché le razze sono troppo mescolate sul territorio per realizzare una separazione pacifica e consensuale, per intenderci, di tipo ceco-slovacco. La terza alternativa era quella di una guerra razziale per realizzare il dominio della maggioranza nera e cacciare i bianchi o comunque la maggioranza di loro dal Sudafrica. Al di là della considerazione storica che gli afrikaner, i discendenti degli antichissimi coloni olandesi e ugonotti, sono arrivati nel XVII secolo, prima ancora delle grandi migrazioni dei neri bantu, che sarebbe come se gli immigrati italiani ed ebrei si accordassero con i pellerossa per espellere dagli Stati Uniti gli abitanti di origine inglese, c’era l’esempio di diversi stati africani che avevano messo alla porta i cittadini di origine britannica o indiana, salvo accorgersi che, senza di loro, l’economia andava a pezzi, vedi Uganda o Zimbabwe. E si può immaginare che tutto volesse Mandela, tranne diventare un nuovo Idi Amin o Mugabe. Ma anche fosse stata questa l’intenzione, e in effetti, va ricordato che non pochi leader del suo Partito, l’ANC, continuano ancor oggi a invocare la “cacciata” dei bianchi dal Sudafrica, i rapporti di forza avrebbero reso una simile scelta poco meno che suicida. Il Sudafrica bianco negli anni ’80 e ’90 aveva armi, soldati e poliziotti perfettamente addestrati, oltre tutto gente che conosceva il territorio come e meglio dei neri, per cui una guerriglia o peggio una sollevazione sarebbe stata schiacciata. Ed anzi, probabilmente molti estremisti bianchi non aspettavano altro. Non solo, ma di fronte alla prospettiva di una presa del potere violenta dell’ANC, gli afrikaner avrebbero trovato a loro fianco non solo tutti gli altri bianchi, anche quelli contrari alla segregazione razziale, ma pure i coloured, ossia le persone di sangue misto, i numerosi asiatici e forse persino i bellicosi zulu, contrari all’apartheid, ma altrettanto contrari a una egemonia dell’ANC. In altre parole, quella di una transizione pacifica fu per Mandela una scelta quasi obbligata; il che, ripeto, nulla toglie al merito di aver usato il suo indiscusso prestigio e la sua abilità politica per favorirla, smussando i contrasti e stabilendo relazioni anche personali cordiali con gli ex-nemici. Una domanda però resta senza risposta: se i rapporti di forza fra neri e bianchi dovessero cambiare nei prossimi anni, e l’opzione di una cacciata generale di tutti i sudafricani di origine europea si facesse percorribile, la politica della riconciliazione e della collaborazione di Mandela sarebbe ancora la prima scelta? Alberto Costantini (segue da pag. 1) Inutile dare la colpa ad una o poche persone: tutto il sistema politico e burocratico è da cambiare. Purtroppo, invece, una cosa è lapalissiana: alla maggior parte dei governanti (ed aspiranti tali) non sta a cuore il bene del Paese ma la stabilità delle loro poltrone. Non mi dilungo ulteriormente per non scadere nella retorica e per sdrammatizzare vi invito a leggere la mia lettera a Babbo Natale. Caro Babbo Natale, ti scrivo una letterina pur non essendo più una bambina. Anche quest’anno il 25 dicembre arriverà e chissà cosa porterà. Siamo stanchi e sfiduciati e un po’ amareggiati per questa brutta situazione di cui non s’intravede la soluzione. Non ti chiediamo grandi doni ma nemmeno vuoti scatoloni. Per quelli ci pensa già lo Stato che ormai tutto ci ha rubato. Chiediamo solo un po’ di dignità che ci è stata tolta con malvagità. Rivogliamo anche un po’ di decoro per poter ritornare all’antico lavoro. Desideriamo pure qualche soldino per sfamare il nostro bambino. Non ti chiediamo tanta felicità ma almeno un po’ di serenità. Non pretendiamo assolute certezze ma un po’ più di sicurezze. Vogliamo ancora poter sperare e non essere costretti a scappare. Se non ci riesci neanche tu chiedi aiuto al buon Gesù. Lui che di miracoli è un esperto forse potrà rendere il nostro futuro meno incerto. A noi poveri umani è rimasta solo la speranza di poter ritrovare l’antica baldanza. Buone Feste a tutti! Se volete esprimere il vostro parere su questo o altri argomenti trattati in precedenza mandatemi una mail a: [email protected] Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 4 (segue da pag. 1) approfondita ricerca sulla storia del grande e moderno stabilimento saccarifero ci ha confidato il coordinatore Occhi - e questo lavoro di squadra ci ha permesso di ricomporre le tessere di un mosaico scritto da tanta gente che, dalla sua inaugurazione nel lontano 1897 alla sua chiusura avvenuta nel 1976, dentro questo grandi luoghi vi ha lavorato ed ha vissuto giorno dopo giorno le vicende di una realtà economica che ha giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo sociale, economico e produttivo di Legnago e di tanti paesi limitrofi”. Il libro, edito da Grafiche Stella, è la storia della barbabietole da zucchero e degli zuccherifici nel nostro territorio ed è interessante comprendere lo stretto legame che collegava questa erbacea e la sua coltivazione che prese avvio verso la fine del 1800 quando molti campi vennero destinati a tale coltura. Per registrare una vera e propria svolta comunque, si dovette attendere l’arrivo dell’imprenditore Emilio Maraini il quale, nel 1887, ristrutturò un vecchio stabilimento di Rieti e avviò la costruzione di quello legnaghese. Fu un vero e proprio successo l’estrazione dello zucchero dalla barbabietola tanto che nei primissimi anni del Secondo dopoguerra gli zuccherifici in Italia erano 57. Per avere le dimensioni di questo importante fenomeno, ecco alcune indicazioni sugli stabilimenti in funzione nel nostro territorio. Legnago fu il primo, costruito nel 1897, ebbe la prima campagna nel 1898 e fu chiuso nel 1976, poi Lendinara, prima campagna nel 1900 e chiusura nel 1983, Cologna Veneta, prima campagna nel 1900 e chiusura nel 1958, Ostiglia, prima campagna nel 1901 e chiusura nel 1976, Ficarolo, prima campagna nel 1901 e chiusura nel 1983, Sermide, prima campagna nel 1919 e chiusura nel 1983, Villanova di San Bonifacio, non ci sono dati per la prima campagna ma lo zuccherificio venne chiuso nel 1968, Montagnana, prima campagna nel 1924 e chiusura nel 1969, Este, prima campagna nel 1924 e chiusura nel 1971, Badia Polesine, prima campagna nel 1924 e chiusura nel 1972, Sanguinetto, prima campagna nel 1928 e distrutto durante i bombardamenti del Secondo conflitto mondiale. Ma perché proprio da noi sorsero tanti stabilimenti e, in particolare a Legnago, San- periodico indipendente guinetto, Ostiglia, Badia Polesine. Di solito si sceglievano cittadine a ridosso di un fiume (Legnago aveva l’Adige, Ostiglia il Po), inoltre gli stabilimenti sorgevano nei pressi di linee ferroviarie. Dal 1869 e nel giro di 10 anni, entrarono in servizio due linee indispensabili per i collegamenti locali (nel 1876 la linea Legnago - Rovigo e l’anno seguente quella con Verona; nel 1886). Con l’andare del tempo si comprese però che non conveniva più dezuccherare i melassi a causa del procedimento integrativo dell’utilizzo delle resine, per gli alti costi della lavorazione e per le evidenti difficoltà ad estrarre zuccheri su melassi così poveri. Nei primi anni ‘70 del secolo scorso, la baritazione non fu più praticata né a Legnago né altrove. La gloriosa epopea di molti stabilimenti andò viva via scomparendo ed oggi quasi tutti sono stati chiusi e riconvertiti in altre strutture economico-commerciali. Il libro sarà accompagnato da letture di Brunetta De Gaspari e dalla musica di Filippo Turetta e Laura Occhi. L’ingresso è libero e l’inizio è previsto per le ore 19 di giovedì 19 dicembre. “SALIERI DANZA” DIVENTA UNA DELLE ECCELLENZE DI LEGNAGO CONCORSO INTERNAZIONALE DI DANZA E GALA AL TEATRO SALIERI DI LEGNAGO Nelle foto da sinistra: Edoardo Caporaletti e Marianna Suriano; Arianne Lafita Gonzalvez e Vittorio Galloro; Giuseppe Picone; Gli organizzatori e la giuria. Domenica 8 dicembre ha preso il via a Legnago il 1° Concorso Internazionale “Salieri Danza”, su idea del coreografo Eriberto Verardi, direttore della Scuola “Il Balletto di Verona”, e del dottor Claudio Munari. Lo scopo principale - hanno dichiarato gli organizzatori - è stato quello di diffondere, per mezzo della danza, cultura e studio nei giovani, e promuovere il territorio salieriano. A chiusura del Concorso, alla sera, è stato realizzato un Gala a cui hanno partecipato i finalisti del Concorso e numerose étoiles ospiti. Il Concorso era articolato in due sezioni: danza contemporanea/modern/jazz e danza classica e contemporanea. Ogni sezione era divisa per fasce d’età: allievi, junior e senior. Ogni categoria ha presentato un numero da solista, passo a due, gruppo. Hanno partecipato al Concorso quasi 50 scuole di tutta Italia con oltre 400 allievi, un record assoluto considerandola una prima edizione. La commissione giudicatrice era composta da Frederic Olivieri (direttore scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano); Irene Pasaric (direttrice della compagnia di danza del Teatro Nazionale Croato di Zagabria); M. Grazia Garofoli (già direttrice della Compagnia di Balletto della Fondazione Arena di Verona); Gloria Grigolato (docente Elmhurst School di Birmingham); Giorgia Maddamma (docente presso Folkwang Universitat der Kunst - Essen). Al Gala erano presenti grandissimi ballerini che hanno alternato le loro esibizioni con i finalisti del Concorso. Ha cominciato la coppia composta da Marianna Suriano ed Edoardo Caporaletti, rispettivamente del Teatro dell’Opera di Roma e del Teatro alla Scala, che si sono esibiti in “Bayadere”, coreografia di Petipa. Poi Arianne Lafita Gonzalvez e Vittorio Galloro del Balletto Nazionale di Cuba hanno presentato “La fille mal gardèe” di Herold, coreografia di Alicia Alonso. E’ stata la volta di una delle étoile più attese e care a Legnago, Giuseppe Picone che ha proposto “Lacrimosa” di W.A. Mozart, coreografia di Chiara Tanesini e Giuseppe Picone. Marianna Suriano ed Edoardo Caporaletti si sono cimentati di nuovo nella “Bella Addormentata” di Cajkovskij, coreografata da Petipa. Ha replicato Giuseppe Picone nei “Carmina Burana” di Orff, coreografia di Picone. Straordinaria conclusione sul “Don Quixote” di Minkus, coreografie di Petipa, sulle punte ancora Arianne Lafita Gonzalvez e Vittorio Galloro. Vincitore assoluto del Concorso il giovanissimo Francesco Fasano, tredici anni, del Centro Arte Danza di Brindisi. Ha conseguito il premio Paradoxe del valore di 1.000 euro, una borsa di studio per uno stage a Birminghan, e la medaglia dell’Associazione “il Basso Adige”, in ottone dorato con l’effigie di Salieri sul dritto e del Teatro Salieri sul rovescio. Gli altri vincitori delle borse di studio: Chiara Uderzo, stage offerto da Accademia alla Scala di Milano; Martina Braga, offerta da Accademia Nazionale di danza Roma; Klint Mihail, offerta da Folkwang Universitat der Kunst, Essen. Sicuramente determinante a realizzare questa giornata la fiducia del Comune di Legnago, rap- presentata dal Sindaco, Roberto Rettondini, esprimendosi subito a favore del progetto e assertendo “che la cultura è di tutti, è una valorizzazione del lavoro e del territorio. Con questa idea la città di Legnago dimostra sensibilità e gentilezza”. Gianni Galetto periodico indipendente www.ilbassoadige.it e-mail: [email protected] FONDATO NEL 1979 Direttore responsabile:ROBERTO TIRAPELLE Direttore editoriale: GIANNI GALETTO Autor. 462 del 25.05.1979 Tribunale di Verona. Sede in Legnago (VR) - Corso della Vittoria, 36 Pubblicità tel. 349 3157148. Foto di Paolo Pravadelli. Grafica, impaginazione e stampa: Grafiche Stella s.r.l. - Legnago (VR) “Il Basso Adige” è portavoce dell’Associazione Culturale “Il Basso Adige”, fondata con atto notarile 6812 del 18.09.1984, reg. a Legnago il 20.09.1984 il cui Consiglio Direttivo è così composto: Presidente: Presidente Onorario: Vice Presidente: Segretario: Consiglieri: Gianni Galetto Alessandro Belluzzo Francesco Occhi Giuseppe Mutti Armandino Bocchi Renzo Peloso periodico indipendente Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 5 LE SCUOLE DI TERRAZZO TORNANO ALL’ANTICO SPLENDORE E’ stata una festa molto partecipata quella che ha visto domenica 1 dicembre le ex scuole elementari di Terrazzo ritornare ad ospitare studenti ed adulti in occasione della cerimonia di inaugurazione del nuovo edificio dopo i lavori di ristrutturazione e di restauro. Un intervento che ha coinvolto l’intero complesso ormai chiuso da anni e che fino al 2000 ospitava i ragazzi delle elementari prima del loro trasferimento nel nuovo polo scolastico che oggi ospita elementari e medie. La cerimonia di domenica voleva solennizzare il ritorno del piano superiore all’uso per la collettività con la presentazione della nuova sala consigliare, sala convegni ed auditorium mentre il sindaco, Sabrina Chinaglia, ha informato i tanti presenti, che il pian terreno sarà oggetto di un prossimo intervento grazie anche ad un finanziamento del GAL. I lavori che hanno visto tornare all’antico splendore l’imponente edificio del 1930, sono stati resi possibili grazie ad un contributo regionale e a fondi messi a disposizione dall’amministrazione. Alla cerimonia erano presenti il presidente del consiglio provinciale Antonio Pastorello ed il vice presidente Fabio Venturi, il Dirigente Scolastico Anna Ruggin e molte altre autorità, sindaci ed amministratori del territorio oltre al presidente del GAL Valentino Girlanda. La cerimonia, alla quale ha partecipato molta gente, tanto che la grande sala non è riuscita a contenere tutti gli intervenuti, ha visto il taglio del nastro e la benedizione del parroco davanti alla porta d’ingresso della scuola e, mentre i tanti presenti salivano le scale, i bambini delle elementari intonavano, assisiti dai propri insegnanti, vari canti e l’inno di Mameli. Il sindaco Sabrina Chinaglia ha portato i saluti agli intervenuti, ha evidenziato le varie fasi dei lavori e l’importanza di aver ancora a disposizione questo importante edificio nel polmone verde del paese e a pochi passi dalla sede municipale. Dopo aver messo in evidenza quanto realizzato ed aver ringraziato le tante persone che, in questo periodo hanno lavorato per portare all’antico splendore l’edificio, il sindaco ha dato la parola al direttore dei lavori l’architetto Loris Bisighin il quale ha illustrato il lavoro fatto coadiuvato anche da alcune immagini. Il primo cittadino ha poi dato la parola a Francesco Occhi autore di un libro dedicato alla scuola dal titolo “Terrazzo e la sua Scuola” un lavoro che ha visto l’autore effettuare una ricerca che, dal 1800 è giunta fino ai nostri giorni raccontando delle varie peripezie per avviare i lavori nel 1927 per realizzare le nuove scuole, la cerimonia di inau- gurazione del 1930 e poi via via fino alla chiusura definitiva nel 2000 ed il loro trasferimento nel nuovo Polo Scolastico. Spazio poi ai giovani alunni delle scuole elementari di Terrazzo che, sapientemente diretti dalle loro insegnanti, hanno dato vita a canti e a scenette che richiamavano la vita di un tempo, molto apprezzate ed applaudite. “E’ stata una bella cerimonia che ha permesso di veder tornare all’antico splendore un edificio fortemente voluto dalla comunità ed inserito nel cuore del paese a due passi dal Municipio ed incorniciato dal parco comunale, uno dei più belli e invidiati dalle Municipalità dei territori vicini -ha concluso il sindaco Sabrina Chinaglia- questa scuola nel corso dei suoi tanti anni di vita, ha visto e sentito tutto e non dimentica, le sue mura conoscono la storia di ogni persona che ha varcato quella soglia e rappresentano la vita della nostra Comunità. Ecco cosa l’Amministrazione Comunale con questa ristrutturazione ha voluto restituire ai cittadini di Terrazzo oltre al valore patrimoniale: la loro vita, i loro ricordi, le loro esperienze, i loro successi e le loro emozioni. Questa nuova Sala Civica sarà la nostra Agorà, il punto d’incontro della nostra Comunità, il luogo di espressione culturale, sociale artistica, teatrale, musicale per i nostri ragazzi che finalmente avranno uno spazio adeguato, idoneo per esprimersi. All’interno troverà sistemazione anche la Biblioteca Comunale che necessita ormai di spazi più ampi e potrà offrire varie attività collegate di animazione alla lettura o altri laboratori per ragazzi e adulti”. Gianni Galetto PARAFARMACIA Dott.ssa Caterina Girardello Piazza Garibaldi - Angolo Via G. Matteotti - Legnago - Tel. 0442 601770 ERBORISTERIA • OMEOPATIA • SANITARIA • DERMOCOSMESI NEGLI INFUSI UNO STILE DI VITA CHE CONQUISTA I più antichi alleati del benessere vivono oggi una nuova, trionfante stagione. Sono sempre di più,e sempre più giovani, gli italiani che sorseggiano infusi. Non è solo un trend del gusto, è anche la scelta di un modo diverso di vivere:attento al benessere del proprio corpo, premuroso verso l’ambiente,curioso verso le infinite risorse che la natura ci offre,desideroso di un equilibrio tra organismo,mente e cuore,che diventi anche equilibrio tra noi stessi e il mondo. Qualcosa di cui abbiamo bisogno e che gli infusi possono darci,il loro scopo è favorire uno stile di vita naturale e armonico nel quale il consumo di tè e tisane diventi un momento piacevole e atteso di ogni giornata, un rito delizioso capace di riscaldare il corpo e l’anima. Dai corposi tè neri ai profumati infusi di frutta,dalle benefiche tisane ai freschi tè verdi:un ventaglio di sapori,aromi e proprietà attive,per ogni momento della giornata. In più l’assenza del processo ossidativo mantiene inalterate le proprietà naturali dei tè e infusi. Tesori di salute ma anche di piacere e gioia di vivere. Benessere,energia e serenità: che cosa si può regalare di meglio? Certo non basta solo una tisana per assicurare tutto questo , regalare un infuso significa comunque un’attenzione speciale un omaggio originale ed elegante ma soprattutto partecipe e beneaugurante. Una promessa e un invito al benessere: non è forse un regalo che tutti vorremo ricevere? Presso la Parafarmacia Girardello puoi trovare una linea di confezioni,tazze termiche, tisaniere di varie misure, accessori e oggetti in grado di fare un dono che diventa una gioia per gli occhi e per il palato... non c’è che l’imbarazzo della scelta... Le Dott.sse della Parafarmacia vi aspettano per augurarvi Buone feste e per offrirvi un gradito omaggio con l’acquisto dei regali di Natale. Da sinistra: Dott.ssa Tedesco Chiara, Dott.ssa Girardello Caterina, Dott.ssa Ferrante Marzia. Per qualsiasi chiarimento il personale della Parafarmacia Girardello è a completa disposizione della clientela. Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 6 ….avanti nella vita a testa in giù… Così cantava qualche decennio fa Giorgio Gaber ne “La Nave”, una delle sue canzoni più dissacranti. Non mi ritengo particolarmente legato a certi paradigmi etico - morali del passato, presi a prestito anche dalla giurisprudenza, che oggi solo a nominarli fanno un po’ sorridere. Chi parla più ormai di “comune senso del pudore” o di “diligenza del buon padre di famiglia”? Nessuno o quasi, ma un conto è mandare in soffitta qualche principio un po’ vecchiotto anche nel linguaggio, oltre che nei contenuti, un altro è pensionare senza motivo e soprattutto senza alternative quella regola aurea di condotta e di giudizio che si chiama Buon Senso. A volte, purtroppo negli ultimi tempi sempre più spesso, provo la sensazione che questo nostro Paese abbia smarrito nell’uso delle parole e nei comportamenti quotidiani quel filtro alla sciocchezza individuale o collettiva che è garantito dalla pratica del Buon Senso e che abbia preso l’abitudine di vedere e condividere una realtà rovesciata, di non saper più individuare nella loro corretta sequenza temporale le cause e gli effetti dei problemi. Di esempi se ne trovano in abbondanza, sia nella valutazione delle vicende politiche e dell’economia, sia nell’esercizio dei diritti. Dopo la sentenza della Suprema Corte che ha sancito l’incostituzionalità di parti importanti del “Porcellum” si è scatenata una corsa un po’ comica e paradossale ad invocare nuove elezioni a breve termine, con in testa coloro i quali quella nefanda legge elettorale l’hanno voluta e difesa fino in fondo, opponendosi a qualsiasi sua modifica. Peccato che senza una nuova legge non si possa andare a votare e pensare ad un accordo fra le forze politiche per scrivere assieme un testo condiviso va al di là di ogni immaginabile utopia. Buon senso vorrebbe che coloro i quali sono stati autori e sostenitori di questo mostro legislativo truffaldino che per ben tre elezioni non ha consentito ai cittadini di scegliere i loro rappresentanti e non ha garantito alcuna stabilità di governo tacessero o venissero sbertucciati sulla pubblica piazza, ma così non è. Senza tema del ridicolo e con il plauso incondizionato di una parte non trascurabile della popolazione, propongono la decadenza forzosa di quei deputati degli altri partiti arrivati in Parlamento grazie al premio di UN PAESE CAPOVOLTO maggioranza previsto dal Porcellum: ma come, prima era la miglior legge elettorale possibile, assolutamente intoccabile, ma se vincono gli altri va abrogata senza proporre un’alternativa che consenta la governabilità ? Con una sospetta contiguità temporale da qualche settimana è ripresa una forsennata campagna che ha come obiettivo finale l’uscita dell’Italia dall’euro. Non si capisce bene cosa debba venire dopo, se il ritorno alla vecchia liretta o qualche strana moneta locale dal nome improbabile, oppure una nuova valuta a sorpresa. L’unica certezza, che solo la malafede o l’ignoranza può ignorare, sono le conseguenze di un nostro abbandono della moneta unica europea: fallimento del sistema bancario, rovina di centinaia di migliaia di risparmiatori, inflazione alle stelle, blocco del credito alle imprese. Chi ha in mente i vantaggi di una svalutazione competitiva per il nostro sistema produttivo trascura il fatto che la responsabilità dello scardinamento dell’euro da parte nostra non lascerebbe indifferenti i nostri attuali partner europei, che non ci consentirebbero di approfittare di questa nuova situazione favorevole senza mettere in campo tutto l’armamentario economico e giuridico di cui dispongono per ristabilire condizioni di uguaglianza delle ragioni di scambio. La realtà è che dall’introduzione dell’euro abbiamo avuto 13 anni di stabilità dei prezzi e di bassi tassi di interesse per fare le riforme necessarie per rendere più competitivo il nostro sistema economico e per ridurre il debito pubblico. Chi ha governato nel frattempo ha fatto poco o nulla in questa direzione, aggravando una situazione già precaria ed esponendoci più degli altri Paesi agli effetti della crisi globale. Qualcuno suggerisce di fare come qualche sperduto Stato sudamericano. Il debito? Basta non pagarlo e così abbiamo risolto il problema in un sol colpo; mi sembra un buon viatico per un rapido abbrivio verso la bancarotta e l’emarginazione da tutti i consessi internazionali. Non mi sentirei di escludere che quel qualcuno i suoi soldi li abbia già messi al sicuro nei forzieri di qualche banca domiciliata in uno dei tanti paradisi fiscali. Una settimana fa abbiamo assistito a due differenti modi di intendere e vivere l’idea di libertà. Sempre citando Gaber, la libertà è partecipazione. Sabato 7 e domenica 8 prima una decina di migliaia e poi periodico indipendente tre milioni di cittadini hanno potuto scegliere chi rappresenterà le loro idee e la loro voglia di cambiamento. Il giorno successivo la libertà è diventata prevaricazione. Chi soffre per le conseguenze della crisi, chi si ritiene (o è) vessato, chi vuole cambiare classe dirigente perché ritenuta l’unica responsabile dei problemi della Nazione, ha tutto il diritto di manifestare il suo disagio ed esternare il suo malcontento. Ma questo diritto va esercitato nelle forme e con le modalità previste da uno Stato democratico quale l’Italia, nonostante tutto, continua ad essere. Se la protesta legittima si trasforma in qualcosa di diverso, se le forme di lotta anche dure travalicano nella violenza e nel sopruso, se si coltivano tentazioni di tipo cileno, non ha più senso parlare di libertà ma del suo pallido simulacro capovolto. Andrea Panziera CANZONI D’ ITALIA Mercoledì 18 dicembre 2013 prende il via la breve rassegna, dedicata alle “Canzoni d’Italia” del Teatro Salieri di Legnago, con un omaggio al grande “Domenico Modugno” interpretato da Giuseppe Fiorello che presta volto e voce al Mimmo Nazionale con lo spettacolo “Penso che un sogno così..” accompagnato da 5 musicisti. L’altro appuntamento del 25 gennaio 2014 di Rosanna Casale in “Il Signor G e l’amore”, tributo a Giorgio Gaber e ancora lo spettacolo del 15 febbraio 2014 di Bruno Conte in “ Lucio & Lucio “- Battisti incontra Dalla, costituiscono i tre appuntamenti della stagione teatrale 2013/2014 del Teatro Salieri dedicati ad importanti associazioni di volontariato che svolgono la loro attività nel territorio legnaghese. Il sostegno alla cultura e al mondo del sociale è anche l’impegno di “CREDIVENETO” che ha voluto, per questa edizione, ma che si ripeterà, ha garantito il Presidente dr. Belluzzo, condividere l’iniziativa del Teatro Salieri nel rafforzare l’impegno a sostenere la cultura della solidarietà unita allo spettacolo. Gianni Galetto www.grafichestella.it LEGNAGO - Via Matteotti, 94 - Tel. e Fax 0442 601749 T. 0442 601730 periodico indipendente Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 Capo Verde Corner CONSOLATO DI CAPO VERDE A VERONA “Verona è città ricca di storia e molto ospitale oltreché strategica per il nord Italia da cui parte il maggior numero di turisti per il nostro paese”. Con questa premessa l’Ambasciatore di Capo Verde in Italia Dr. Manuel Amante Da Rosa ha recentemente inaugurato, al Circolo Ufficiali di Castelvecchio, il nuovo Consolato della repubblica capoverdiana, situato in un prestigioso palazzo del centro città, Via Frattini, 3. Ha inoltre comunicato il gradimento del Governo di Capo Verde e del Ministero degli Esteri Italiano nell’indicare nuovo Console il Dr. Pasquale Adilardi che vanta una lunga esperienza maturata in Capo Verde, dove ha prestato servizio in qualità di medico chirurgo, con fondata conoscenza delle problematiche riguardanti la comunità italiana a Capo Verde, impegnata prevalentemente nei settori turistico e immobiliare e degli oltre duemila capoverdiani residenti nel veronese. Il Dr. Pasquale Adilardi, facente parte della Cooperazione internazionale per la sanità pubblica e relatore di un accordo tra Italia e Capo Verde per il riconoscimento delle professioni sanitarie, ha già dato il via a negoziati al fine di rafforzare i vincoli di amicizia tra i due paesi e di sviluppare i rapporti economici soprattutto nel settore turistico in forte espansione nelle principali isole (Sal e Boavista). A completare il cordiale avvenimento con musica coinvolgente è intervenuta Karin Mensah, affermata cantante capoverdiana residente da anni in Verona. Gianni Galetto 7 KARIN MENSAH Orizzonti - Capo Verde e dintorni Karin Mensah è una cantante africana di musica soul e jazz, che dal 1990 ha scelto di vivere in Italia, esattamente nel centro di Verona. Con il suo quintetto etno-jazz sperimenta e rielabora da tempo le varie sfumature della musica di Capo Verde, terra dei suoi genitori. Il suo percorso artistico dedicato a queste musiche sfocia nel 2000 in un primo lavoro discografico con “Azzurra Music”: il cd “Morna de Cabo Verde”, che viene ristampato due anni dopo. Nel progetto live “Cape Verde in Jazz”, Karin propone una riscoperta della tradizione musicale capoverdiana in chiave jazz e soul, senza per questo compromettere la sua originale intensità. Dopo numerose collaborazioni e progetti internazionali in varie lingue, ora Karin presenta il progetto “Orizzonti” (etichetta Incipit, distribuzione Egea Music): una raccolta di canzoni capoverdiane in lingua italiana, che comprende alcuni classici della morna con arrangiamenti in chiave etno-jazz. L’album contiene vari duetti con alcuni tra i più importanti cantanti capoverdiani: Tito Paris, Dany Silva e Teofilo Chantre (l’autore preferito di Cesaria Evora), collaborazioni di pianisti jazz come Enrico Pieranunzi e Paolo Birro e altri ospiti italiani, tra cui Fiordaliso. Gli arrangiamenti sono di Roberto Cetoli, mentre gli adattamenti in lingua italiana sono di Alberto Zeppieri, il produttore del progetto “Capo Verde Terra d’Amore” per il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), nel quale anche Karin Mensah ha preso parte. Negli ultimi anni Karin ha partecipato a varie trasmissioni televisive ed ha collaborato come background e turnista con vari artisti, tra cui Mariah Carey, Anggun, Miguel Bosé, Giorgio Panariello, Paola & Chiara, Paolo Belli, Anna Oxa, Fiordaliso, Bobby Solo, Bruno Lauzi, Jerry Calà e Ivan Cattaneo. Oltre alla sua attività artistica, svolge da molto tempo un’intensa attività didattica, dove mette in pratica un personale abbinamento fra tecnica e canto moderno. È inoltre autrice del manuale “L’arte di cantare” (ed. Demetra, 2001 - ed Volonte & Co, 2009). Nel 2009 per Canale 5 ha collaborato con la giuria di Amici di Maria de Filippi per la selezione dei nuovi cantanti. È direttrice dell’Accademia Superiore di Canto di Verona. Karin Mensah ha inciso dischi per varie etichette discografiche in Italia e all’estero. Per “Orizzonti” Karin ha scelto Egea Music. BIBLIO FILIA - ALLA SCOPERTA DEI LIBRI di Sergio Bissoli - Parte 32 bis I GRANDI SCRITTORI ITALIANI DIMENTICATI RUGGI LORENZO (Bologna, 1883 - 1972) LA MADONNA DEL GATTO NERO Editrice Sonzogno 1938. Michelina, emigrata in città, dopo tanti anni ritorna nella sua casetta natale che ha ereditato dalla madre. Tratto da LA MADONNA DEL GATTO NERO (segue dal numero precedente) Dalla bisaccia dove c’erano le sue poche robe, Michelina levò una bottiglietta di grappa rubata alla sua ex padrona (che diamine, qualcosa doveva pur rubarle). Ne asperse il fazzoletto rosso e montata sulla seggiola, lo soffregò sul tratto di muro dove una volta c’era la sua madonna dipinta a olio. Ispirazione divina. Man mano che il fazzoletto detergeva, il dipinto riappariva nitido e chiaro, più di quando lo aveva visto da bambina. Ecco: il viso della Madonna sorrideva, ecco il bambino che sorrideva egli pure. Tornava a splendere la corona, tornava azzurro il manto, rosea e paffuta la guancia della Madre e del Figlio. Erano brutti tutti e due, ma tanto cari. Finalmente in quella stanzaccia buia aveva qualcuno col quale parlare. Anche se non era vivo, importava poco; era qualcuno, era un’immagine, era un ricordo, era tante cose insieme, era una Madonna, infine, una Madonna. Pregarla? Esitò. Non ci credeva più da tanti anni nè alla Madonna nè al figlio suo. Aveva ormai ricacciato in fondo alla sua anima tutte le credenze, era scivolata nell’ateismo, nel disprezzo di tutti i culti. Ma adesso no. Tutto a un tratto si risvegliava in lei un bisogno istintivo di credere, di pregare, un qualche cosa che le veniva imposto, non sapeva essa stessa da chi. Si inginocchiò, giunse le mani, volse gli occhi verso l’immagine e incominciò a balbettare. Chiedeva di essere liberata in qualsiasi modo dalla solitudine. Dopo, fra qualche giorno forse, sarebbe stato urgente per lei anche il problema del pane. Ora, immediato, ossessionante, c’era uno sconforto spaventoso anche più della fame. Così chiedeva, quando la candela si spense. Piombò nel buio la stanza. Allora fu presa dal tremito. Non vedeva più nulla, soltanto il riquadro della finestra aperta con le sbarre dell’inferriata che spezzettavano il cielo. Finchè vide un’altra immagine, molto più vicina, molto più reale, tangibile; quella di un gatto, di un gatto nero balzato su d’improvviso sul davanzale della finestra. Di un gatto nero, scarno, che miagolava, miagolava, forse per fame. Aveva gli occhi gialli, fosforescenti. Guardava dentro la stanza. Forse lui ci vedeva. Un gatto! Ma un gatto era già qualcosa di vivente. Era la compagnia invocata, era il sopravvenire di un aiuto per chi provava nella solitudine il terrore angoscioso degli spettri. Chiamò quel micio, lo accarezzò, lo sentì caldo. Era forse l’unico, l’ultimo amico di sua madre. Già le stava vicino senza diffidenza nè ostilità. Michelina tolse dalla bisaccia un po’ di pane e lo nutrì rincuorata. Era lei, l’ultima delle mendicanti, a fare la carità a qualcuno. Era lei la benefattrice di qualcuno! Adesso c’era lì qualcuno che aveva bisogno di lei! Tutto ciò sapeva di miracoloso. Sembrava la prova immediata che la Madonna avvolta nelle tenebre, onnipotente e onniveggente, non respingeva la sua preghiera, la aveva ascoltata subito, dimostrava di averla gradita. Timida, col silenzioso passo di un gatto, rientrava nel suo cuore, se non la Fede, una fede. Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 8 periodico indipendente UN INVERNO DI COMMEDIE BRILLANTI E DIALETTALI AL TEATRO SAN LORENZO DI MINERBE Il 2014 si apre con “L’Avaro” presentato dal gruppo Quarta Parete di Piacenza, sabato 11 gennaio. Il capovaloro di Molière narra le ridicole vicende di vecchio tirchio, derubato della sua ragione dal troppo amore per il denaro. Per lui ogni cosa, ogni persona può essere trasformata in profitto: i figli, la moglie, gli amici ed anche lui stesso. Una commedia divertente ed impietosa, attuale e sarcastica ad avvertimento di quanto poco possano contare le relazioni e i sentimenti tra le persone. In febbraio invece l’appuntamento è per la Giornata del Ricordo, con lo spettacolo del Teatro Impiria “Giulia” di Michela Pezzani, regia di Andrea Castelletti, in scena sabato 2 febbraio. E’ la storia di Giulia, una bimba è in vacanza l’estate scorsa con la sua mamma ed il suo papà in Croazia. Scoprirà presto che non è una vacanza qualunque. Anche sua mamma, infatti, trent’anni prima aveva fatto lo stesso identico viaggio, nell’allora Jugoslavia. E’ il viaggio nella terra delle loro origini. Per non dimenticare. Così la bambina scoprirà cosa è successo ai suoi bisnonni, Delmo e Giulia, di cui lei porta il nome. Sabato 22 febbraio torna a grande richiesta il Teatro dei Pazzi di Venezia con un delle più divertenti commedie di Carlo Goldoni, “Le done de casa soa”. La commedia si snoda tra equivoci e gag della miglior Commedia dell’Arte dove a farla da padrone sono le protagoniste femminili che tanto si adoperano per trovar sposo a Checca, priva di dote. Al centro delle vicende, Tonino, timido innamorato che non sa fronteggiare l’opposizione dello zio Isidoro. Infine marzo offre due appuntamenti. Sabato 15 marzo ore 21.15 i Tipi da Teatro (Venezia) portano il loro esilarante “I primi veneti sulla luna”, una comicissima commedia ambientata nel futuro che vede la classica contrapposizione fra due famiglie che da sempre si contendono il mercato della polenta, che sarà un giorno esportato anche sulla luna. Non manca poi la classica storia d’amore contrastata, che dai tempi di Goldoni caratterizza le pieces teatrali venete e ci fa supporre che così sarà anche in futuro. Chiude la rassegna il 29 marzo il Teatro Impiria con il suo ultimo spettacolo fresco di debutto, “Molto Piacere” (nella foto uno dei protagonisti), tratto dal film di Roman Polanski per l’adattamento e regia di Andrea Castelletti. La pièce vede protagonisti i genitori di due bambini che si sono picchiati al parco che si incontrano per un accordo ed una riappacificazione. Ma gli iniziali buoni proponimenti si trasformano presto in velenosi battibecchi, innescando un’esilarante carneficina dialettica. E così quattro adulti arrivano a comportarsi come bambini, degenerando in comportamenti e situazioni assurdi e ridicoli. Una commedia tragica e comica, graffiante e divertente. Informazioni: Ufficio Cultura Comune di Minerbe 0442633423 o Teatro Impiria 3405926978, www.teatroimpiria.net. SABATO 1 GENNAIO 2014 l’archibugio nel classico shakespeariano “la bisbetica domata” La rassegna di prosa al teatro Mignon di Porto-Legnago, con la recita della famosa commedia di W. Shakespeare “La Bisbetica Domata” da parte della compagnia L’Archibugio di Lonigo sabato 11 gennaio 2014 alle 21.00, supera il giro di boa con uno spettacolo dinamico, sanguigno e spumeggiante nei dialoghi e nell’azione che avvincerà il pubblico intrattenendolo piacevolmente. L’ambientazione ”nostrana”, in una Padova dell’ultima decade del XVI secolo, vede l’azione dipanarsi in casa del mercante Battista Minola, assediata dai pretendenti della sua dolce figlia Bianca. Ma casa Minola ha le sue regole: Bianca, figlia minore, non potrà sposarsi prima della sorella maggiore Caterina, la quale, bisbetica com’è, difficilmente potrebbe trovare marito. Eppure Petruccio, un giovane avventuriero appena giunto da Verona con molti denari e pochi scrupoli, si dice pronto ad accettare la sfida di domare e impalmare la ribelle, impostando un corteggiamento tra i più pazzi mai visti in città, mentre i pretendenti di Bianca si intrufolano in casa Minola mascherati da improbabili e goffi precettori. Con la “Bisbetica domata” L’Archibugio, specializzato in rappresentazioni storiche, analizza il nostro passato con spirito ironico e leggero, coniugando la Padova immaginifica di Shakespeare con spaccati di un Veneto reale al contempo elegante e rude. Il costo del singolo biglietto per lo spettacolo è di 8 euro per adulti e 6 per ragazzi. Il tutto acquistabile in pre-vendita presso il bar del Circolo NOI Salutis di Porto, mediante prenotazione telefonica (3283688610), tramite e-mail - [email protected] - o al botteghino prima di ogni recita. Alla fine della messa in scena, mutuo scambio di opinioni sulla pièce e la vita teatrale in generale tra spettatori ed artisti durante uno snack insieme. Carla Faccio Tranquilli, protetti, sicuri. TEATRO PARROCCHIALE “SAN MARTINO” VIGO DI LEGNAGO RASSEGNA TEATRALE DIALETTALE 2013 -2014 Progettiamo soluzioni per la sicurezza. Sabato 11 Gennaio 2014 - ore 20,45 Compagnia “TEATROINSIEME” di Zugliano (VI) "CHE 48 IN CASA CIABOTTO” Sabato 25 Gennaio 2014 - ore 20,45 Compagnia “MODUS VIVENDI” di Verona "MEIO DA MORTO?" Sabato 8 Febbraio 2014 - ore 20,45 Compagnia “BRUTTI MA BUONI” di Arre (PD) "XE RIVà EA FORTUNA!!” Sabato 01 Marzo 2014 - ore 20,45 “Compagnia “I SALVADEGHI Malmaùri” di Vigo di Legnago (VR) "EL RUFIAN" Efficienza e qualità sono i nostri valori chiave da oltre vent’anni: garantiamo ad aziende e privati concrete soluzioni per la sicurezza con avanzati impianti di allarme realizzati per la salvaguardia di persone e beni. Perchè il nostro lavoro è proteggere la vostra tranquillità. ANTINTRUSIONE • ANTIFURTO • VIDEOSORVEGLIANZA • RIVELAZIONE FUORI RASSEGNA INCENDIO CAT s.r.l. • Via Garibaldi, 5/6 • 37057 San Giovanni Lupatoto (Verona) • Tel. 045 545663 • Fax 045 8750271 • E-mail [email protected] • www.catsistemisicurezza.it Tel. 045 545663 • Fax 045 8750271 • E-mail: [email protected] • www.catsistemisicurezza.it CAT S.r.l. Domenica 2 Marzo 2014 ore 17,00 Sabato 8 Marzo 2014 ore 21,00 “Compagnia “I SALVADEGHI Malmaùri” di Vigo di Legnago (VR) "EL RUFIAN" Per informazioni telefonare: 0442 23130 / 333.2453028 349.8626286 / 340.1447333 periodico indipendente Anno AnnoXXXI XXXV- -n.n.9 12 - Settembre - Dicembre 2009 2013 Il magico appuntamento di fine anno al Castello Bevilacqua 9 Anche quest’ anno siamo in prossimità delle festività natalizie e pronti a fare programmi per trascorrere le ultime serate dell’anno in spensieratezza e bella compagnia. Un suggerimento per l’ultimo? Un Castello del Trecento è pronto ad accogliervi al meglio e a condividere con voi, i vostri amici e familiari la notte più lunga dell’anno con indimenticabili momenti di festa e spensieratezza. Trascorrere la Festa di Capodanno al Relais Castello Bevilacqua è come navigare sospesi tra passato e presente assaporando la suggestione che le eleganti ed antiche sale sanno sprigionare. Per finire in bellezza un anno che si augura sia passato in serenità e gioia il Gran Capodanno Medievale al Castello Bevilacqua è tutto dedicato ai miti, alla fantasia e alle leggende. Potrete gustare un’indimenticabile cenone in compagnia di musici e ballerine, con giochi e sollazzi medievali. Le anguane, gli elfi e gli orchi della tradizione celtica, i cavalieri della Tavola Rotonda, i pirati in duello e gli affascinanti nobili veneziani allieteranno la cena, intrattenendo gli ospiti nelle incantevoli sale nobili del Castello. Dopo il brindisi di mezzanotte, la magia dello spettacolo del fuoco e poi musica e ballo fino alle prime luci dell’alba. GRAN CAPODANNO MEDIEVALE Martedì 31 dicembre 2013, ore 20.30 Antipasto Tiepido di zucca all’arancia con gamberone all’aceto balsamico e lamelle di carciofo Storione affumicato con cocktail di filetti di mango e ventaglio di frutti di capasanta Primo piatto Riso carnaroli con ragout ai funghi invernali e castagne rosa della Lessinia mantecato con Castelmagno Secondo piatto Filetto di scottona all’amarone e mirtilli neri con patata viola e punti di topinambur Dessert Millefoglie in bella vista con crema chantilly, schegge di cioccolato e marron glassè Caffè, acqua gasata e naturale, vino in bottiglia Costo a persona € 129,00 Bambini: da 4 a 6 anni € 90,00 - da 0 a 3 anni € 50,00 Compresi acqua e vino (su prenotazione) Corsi di cucina 2014 Lunedì 3 febbraio 2014: Il mare in tavola - Sabato 8 febbraio 2014: Divertimento in cucina con i bimbi Lunedì 10 febbraio 2014: Zuppe, creme e vellutate - Lunedì 17 febbraio 2014: Degustazioni da sommelier DOC Lunedì 3 marzo 2014: Gnocchi che passione! - Lunedì 10 marzo 2014: Cucine del mondo Lunedì 17 marzo 2014: Cocktail e long drink - Lunedì 7 aprile 2014: La Pasqua in tavola Il Relais Castello Bevilacqua è la vostra nuova destinazione nel cuore della storia. Regalatevi un soggiorno in una delle 7 splendide junior suite, e scoprite i nostri pacchetti Classic, Romance, Wellness e Gourmet. Il ristorante “All’Antica Ala” vi aspetta tutti i giorni dal lunedì sera alla domenica, per un viaggio nel gusto attraverso i sapori e le tipicità della tradizione locale, in un’ottica di valorizzazione dei prodotti del territorio. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0442 93655 - [email protected] - www.castellobevilacqua.com Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 10 Prosa Prosa Musica che festa a teatro! che festa a teatro! periodico indipendente Danza che festa a teatro! Sabato 28 dicembre 2013, ore 20.45 19 - fuori abbonamento sabato 2 novembre 2013 ore 20,45 sabato ottobre 2013 ore 20,45 Musica DanzaMartedì 31 dicembre 2013, ore 21.45 - fuori abbonamento Käfig Brasil Omaggio ad Angelo Ephrikian Casanova Multimedia Centre Chorégraphique National de Créteil - I Sonatori de la Gioiosa Marca Il discorso del Re of Moscow - TheGiuliano Crown ofCarmignola Russia sabato 2 novembre 2013 ore 20,45 sabato 19 ottobreRoyal 2013Ballet ore 20,45 mercoledì 20 novembre 2013 ore 20,45 Orchestra Regionale Filarmonia Veneta et du Val-de-Marne - Compagnie Käfig musiche di Corelli e Vivaldi di David Seidler - con Luca Barbareschi Käfig Brasil Omaggio ad Angelo Ephrikian Casanova Multimedia Centre Chorégraphique National de Créteil Giuliano Carmignola - I Sonatori de la Gioiosa Marca Il discorso del Re giovedì 14 novembre 2013 ore 20,45 martedì 14 gennaio 2014 ore 20,45 et du Val-de-Marne - Compagnie Käfigsabato 23 novembre 2013 ore 20,45 musiche di Corelli e Vivaldi di David Seidler - con Luca Barbareschi Concerto-spettacolo dedicato ai Beatles. Le canzoni più famose, ma Balletto in due atti ispirato ad un racconto di E.T.A. Hoffman Musiche di Wagner, Verdi, von Suppè Lirico Incanto Gli Incamminati - Diablogues Contemporary Tango anche i brani mai suonatiTeatro dal vivode eseguiti da un’orchestra consiˇ Musica di Pëtr Il’icˇ Cajkovskij derata tra le migliori in Italia nell’interpretazione musica del e ballabili della famiglia Strauss Max De Aloe Quartet L’uomo, la bestia e della la virtù Balletto di Roma giovedì 2013 ore 20,45 martedì 14 gennaio 2014leggendario ore 20,45quartetto di Liverpool, unica compagine che esegue sabato 23 novembre 2013 ore 20,45 dal 14 novembre Coreografia Lev Ivanov e MariusIlPetipa jazz incontra Verdi e Wagner di Luigi Pirandello con Kledy Kadiu vivo i brani più complessi dei Fab Four. Lirico Incanto Teatro de Gli Incamminati - Diablogues Stefano Romani, direttore Contemporary Tango adattamento Anatoly Emelyanov Cambi d’abito, parrucche e mimica da musical band arricchiscono Quartet L’uomo, la bestia elola virtù e rendono, con spirito ironico e affettuoso, il clima de-Max De AloeLibretto Balletto di Roma spettacolo Marius Petipa - adattamento Emelyanov martedì Anatoly 10 dicembre 2013 ore 20,45 lunedì 27 gennaio 2014 ore 20,45 venerdì 31 gennaio 2014 ore 20,45 Verdi e Wagner di Luigi Pirandello gli anni dei Beatles, quando le loro canzoni rivoluzionarono il popIl jazz incontraScene Aspettare a teatro la mezzanotte più suggestiva, chiudere in grande con Kledy Kadiu Teatro Stabile Veneto Teatro Stabile di Torinoe costumi Valentin FedorovGidon Kremer, Giedre Dirvanauskaite, Ballet aprendolo alle contaminazioni più varie: rock,del soul, musica-classica, stileKhatia l’anno Buniatishvili che finisce ed entrare nel nuovo anno aStuttgart tempo di valzer. avanguardia colta e tradizione indiana. Per la prima volta arriva anche al Salieri la tournée di Capodanno musiche di Liszt e Schubert Società per Attori con la partecipazione produttiva di Lugano InScena Gala con i primi ballerini martedì 10 dicembre 2013 ore 20,45 lunedì 27 gennaio 2014 ore 20,45 venerdì 31 gennaio 2014 ore 20,45 dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, da molti anni protagoÈ il balletto di Natale per eccellenza, in scena durante le feste nei RIII - Riccardo Terzo nista delle Feste di fine anno nei teatri di tutto il Veneto e non solo, Gidon Kremer,più Giedre Dirvanauskaite, Khatia Buniatishvili Teatro Stabile del Veneto - Teatro Stabile di Torino importanti teatri del mondo. Stuttgart Ballet paginecon tratte dal grande repertorio sinfonico e con gli intramondi William Shakespeare - con Alessandro Gassmann sabato caratterizzazioni 11 gennaio 2014 20,45 - in con Viaggio Salieri I vivaci balli di bimbi, le deliziose delleore bambole musiche di Liszt e Schubert Società per Attori con la partecipazione produttiva di Lugano InScena GalaSalieri, con i della primifamiglia ballerini tabili ballabili Strauss. sabato 29 marzo 2014 ore 20,45 meccaniche, la battaglia per giocattoli tra i topialla e i soldati il lieUn viaggio Corteedi Vienna con Al termine del concerto, irrinunciabile festa in teatro per brindare RIII - Riccardo Terzo to fine, reso sublime dalla grazia e dal virtuosismo del grand pas Workwithinwork - Absolutely Free martedì 11 febbraio 2014 ore 20,45 Eybler e Mozart insieme ai propositi e alle speranze di un nuovo anno che comincia. deux,ore saranno interpretati dalla compagnia di William Shakespeare - con Alessandro Gassmann sabato 11 gennaiode2014 20,45 - in Viaggio con Salierifondata e diretta da Società per attori Aterballetto Anatoly Emelyanov, che annovera tra le sue fila ballerini provenienti sabato 29 marzo 2014 ore 20,45 Un viaggio alla Corte di Vienna con Salieri, dai migliori teatri russi. La Locandiera Workwithinwork - Absolutely Free martedì 11 febbraio 2014 ore 20,45 Eybler e Mozart martedì 25 febbraio 2014 ore 20,45 di Carlo Goldoni - con Nancy Brilli Società per attori Aterballetto perpianoearchi Che Festa a Teatro! La Locandiera Enrico Pieranunzi - Orchestra di Padova e del Veneto mercoledì 5 marzo 2014 ore 20,45 martedì 25 febbraio 2014 ore 20,45 di Carlo Goldoni - con Nancy Brilli musiche di Morricone, Trovajoli, Pieranunzi e Silvestri venerdì 20 dicembre 2013 ore 20,45 Compagnia Mauri Sturno perpianoearchi Che Festa a Teatro! fuori abbonamento Una pura formalità Enrico Pieranunzi - Orchestra di Padova e del Veneto mercoledì 5 marzo 2014 ore 20,45 dal film di Giuseppe Tornatore musiche di Morricone, Trovajoli, Pieranunzi Magical Mistery Orchestra e Silvestri venerdì 20 dicembre 2013 ore 20,45 lunedì 10 marzo 2014 ore 20,45 in Viaggio con Salieri Compagnia Mauri Sturno con Glauco Mauri e Roberto Sturno concerto-spettacolo dedicato ai Beatles Buffi si nasce fuori abbonamento Una pura formalità Bruno Praticò e Marco Bussi, bassiMagical - I Fiati Associati dal film di Giuseppe Tornatore Mistery Orchestra lunedì 10 marzo 2014 ore 20,45 in Viaggio con Salieri venerdì 21 marzo 2014 ore 20,45 musiche di Mozart, Salieri, Cimarosa, Rossini, Donizettidedicato ai Beatles con Glauco Mauri e Roberto Sturno concerto-spettacolo si nasce Teatro Stabile del Veneto - Teatri eBuffi Umanesimo Latino Spa sabato 28 dicembre 2013 ore 20,45 Bruno Praticò e Marco Bussi, bassi - I Fiati Associati Sior Tita paron fuori abbonamento venerdì 21 marzo 2014 ore 20,45 musiche di Mozart, Salieri, Cimarosa, Rossini, Donizetti di Gino Rocca Lo Schiaccianoci Teatro Stabile del Veneto - Teatri e Umanesimo Latino Spa sabato 28 dicembre 2013 ore 20,45 Canzoni d’Italia Royal Ballet of Moscow - The Crown of Russia Sior Tita paron fuori abbonamento di Gino Rocca Teatro Brillante Lo Schiaccianoci mercoledì 18 dicembre 2013 ore 20,45 Canzoni d’Italia Royal Ballet of Moscow - The Crown of Russia martedì 31 dicembre 2013 ore 21,45 mercoledì 27 novembre 2013 ore 20,45 Penso che un sogno così... Teatro Brillante fuori abbonamento La Pirandelliana Giuseppe Fiorello mercoledì 18 dicembre 2013 ore 20,45 Quando la moglie è in vacanza Esec_Salieri_2013-2014.indd Concerto di San Silvestro Esec_Salieri_2013-2014.indd 63 07/08/13 12:03 64 Esec_Salieri_2013-2014.indd 07/08/13 12:04 07/08/13 12:04 martedì 3165dicembre 2013 ore 21,45 novembre 2013 ore 20,45 Penso che un sogno così... musicamercoledì 27 prosa di George Axelrod - con Massimo Ghini ed Elena Santarelli Orchestra Regionale Filarmonia Veneta fuori abbonamento Sabato 11 gennaio 2014, ore 20.45 14 2014 gennaio 2014, ore 20.45 La Pirandelliana Giuseppe Fiorello sabato 25Martedì gennaio ore 20,45 Ore 20.00, al Ridotto del Teatro: Ore 20.00, Ridotto del Teatro: direttore Stefano Romani Quando la moglie è in vacanza Il Signor G eall’amore Concerto di San Silvestro Conversazioni sullo spettacolo con storie, aneddoti e curiosità. sabato 14 dicembre 2013 ore 20,45 Conversazioni sullo spettacolo con storie, aneddoti e curiosità. di George Axelrod - con Massimo Ghini ed Elena Santarelli Programma Rossana Casale Orchestra Regionale Filarmonia Veneta Teatro Musica Novecento sabato 25 gennaio 2014 ore 20,45 tributo a Giorgio Gaber Antonio Salieri Concerto per fortepiano e orchestra direttore Stefano Romani La vedova allegra Una commedia amara, una feroce satira contro l’umanità e i suoi Teatro de Gli Incamminati - Diablogues Il Signor G e l’amore sabato 14 dicembre 2013 ore 20,45 Evento - 1825) in Do minore valoriSpeciale astratti di volta in volta esibiti e smascherati. Operetta in tre atti(1750 di Leon e SteinRossana Casale Teatro Musica Novecento La storia è quella di una tresca, al centro della quale vi è una donna tributo a Giorgio Gaber che si ammanta della maschera virtù mentre tradisce suo maJoseph L. Eybler Concerto per clarinetto e orchestra HV 160 sabato 15 febbraio 2014 ore 20,45 La vedova allegra domenica 3 novembre 2013 della ore 18,00 rito con un professore mascherato da uomo morigerato e d’onore. sabato 15 marzo 2014(1765 ore- 20,45 Evento Speciale 1846) Lucio & Lucio Operetta in tre atti di Leon e Stein L’unico che non ha paura di rivelarsi per ciò che è, è proprio il marito fuori abbonamento Lo studio Martini “Battisti incontra Dalla della donna, “la bestia”, il quale non nasconde il disprezzo per la sabato 15 febbraio 2014 eore 20,45KV 622 Wolfgang A. Mozart Concerto per clarinetto orchestra Serata Telethon Quelli del cabaret domenica 3 novembre 2013 ore 18,00 moglie e di avere un’altra famiglia lontano da casa. Luigi Storiadi di unaPirandello tournée mai nata” sabato 15 marzo 2014 ore 20,45 (1756 - 1791) Ma un quando la donna rimane incinta il professore decide di somminiLucio & Lucio di e con Cochi e Renato grande Concerto a favore di un grande Progetto abbonamento BrunoconConte Enzo Vetrano, Ester Cucinotti,fuori Giovanni Moschella, Stefano Randisi, Lo studio Martini strare al lupo di mare un afrodisiaco per far scattare una vera e pro“Battisti incontra Dalla pria trappola sessuale, capace di salvare la virtù, evitare lo scandalo Antonio Lo Presti, Margherita Smedile, Giuliano Luca Fiorino. Per passare alla storia non gli è bastato essere discepolo di Haydn, SerataBrunazzi, Telethon Quelli del cabaret Oficina Musicum Venetiae su strumenti originali di una tournée maidiventare nata” il suce far trionfare la morale. godere dell’amiciziaStoria e dell’ammirazione di Mozart, costumi di Ursula Patzak Gliunspettacoli saranno preceduti, alle oreequivoci, 20:00 aggressioni esiladi e clarinetto con Cochi e Renato un grande Concerto a favore di grande Progetto Una commedia fatta di scosse sobbalzi, cessore di Antonio Salieri Corte di Vienna. La musica di Joseph Luca Lucchetta, di bassetto Brunoalla Conte luci di Maurizio Viani in un universo in cui l’uomo,alla Ridotto bestia e ladel virtù trionfano tutte Eybler, che per meriti artistici fu anche fu elevato al rango di nobile da una ranti, conversazione introduttiva Teatro. Venerdì 20 dicembremercoledì 2013, ore 20.45 - fuori abbonamento 20 novembre 2013 ore 20,45 Magical Mistery Orchestra Lo Schiaccianoci L’uomo, la bestia e la virtù Un viaggio alla Corte di Vienna con Salieri, Eybler e Mozart Riccardo Favero, fortepiano e direzione Concerto di San Silvestro (e conosciuto come von Eybler), è stata pressoché dimenticata. Così è un privilegio raro poter ascoltare il suo concerto per clarinetto, insieme, appoggiandosi, sostenendosi, e quasi integrandosi tra loro regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi Gli spettacoli saranno preceduti, alle ore 20:00 in perfetto equilibrio. da una conversazione introduttiva al Ridotto del Teatro. Biglietteria: Rinnovo Abbonamenti Diamante sabato 14 e lunedì 16 settembre - Prosa, Danza, Musica martedì 17, mercoledì 18 e giovedì 19 settembre. Nuovi Abbonamenti Diamante da martedì 24 settembre. Prosa, Danza, Musica da mercoledì 25 settembre. Formula Libero da martedì 1 ottobre - Biglietti Singoli per tutta la Stagione da martedì 8 ottobre. traformule un concerto di singoli, Salieriè possibile e uno acquistare di Mozart, Orari: Il primo giorno di apertura delle vendite deiincastonato nuovi abbonamenti, libero e biglietti solo di“Grandi” persona, alladei biglietteria del Teatro, dalle 15.30 alle 18.00. Dal martedì al venerdì la mattina solo al telefono, con carta di credito dalle 10.30 alle 12.30 e di persona dalle 15.30 alle 18.00. Il sabato, di persona, dalle 10.30 alle 12.30. quali, al tempo, ritenuto erede. Nei giorni di spettacolo al telefono con carta di credito dalle 10.30 alle 12.30 e fu di persona dalle 17.00 fino ad inizio della rappresentazione, esclusivamente per la vendita e il ritiro dei biglietti per la serata. I nuovi abbonamenti e i singoli biglietti anche online su www.teatrosalieri.it Tel. 0442 25477 - Fax 0442 625584 - www.teatrosalieri.it Raro- [email protected] è anche il “clarinetto di bassetto” che il solista Luca Lucchetta L’attività del Teatro Salieri è organizzata da Fondazione Culturale Antonio Salieri in collaborazione con Soci Costituenti e Fondatori e la partecipazione di “Io sottoscritto attesto che il signor Joseph Eybler è un degno allievo di Albrechtsberger, un ottimo compositore, ugualmente preparato nella musica da camera quanto in quella sacra, competente nell’arte della canzone nonché un abile suonatore di organo e clavicembalo; in poche parole un giovane musicista di cui, purtroppo, raramente si trovano eguali.” manifesto_generale_2013-14.indd 1 foto Marco Caselli Nirmal Biglietteria: Rinnovo Abbonamenti Diamante sabato 14 e lunedì 16 settembre - Prosa, Danza, Musica martedì 17, mercoledì 18 esuonerà giovedì 19 settembre. Nuovi Abbonamenti Diamante Danza, Musica da mercoledì 25 settembre. Formula Libero da martedì 1 ottobre - Biglietti Singoli per tutta la Stagione da martedì 8 ottobre. per restituire un suono piùda martedì vicino24 asettembre. quelloProsa, degli strumenti Orari: Il primo giorno di apertura delle vendite dei nuovi abbonamenti, formule libero e biglietti singoli, èdapossibile solo di persona, biglietteria del Teatro, dalleda 15.30poco), alle 18.00. Dal martedì alcosì venerdìun la mattina solo al telefono, con carta di credito dalle 10.30 alle 12.30 e di persona dalle 15.30 alle 18.00. Il sabato, di persona, dalle 10.30 alleSoci 12.30. L’attività del Teatro Salieri è organizzata Fondazioneacquistare Culturale Antonio Salieri Soci Costituenti e Fondatori Partecipanti dell’epoca (ilalla clarinetto era nato dandoci nuovo Nei giorni di spettacolo al telefono con carta di credito dalle 10.30 alle 12.30 e di persona dalle 17.00 fino ad inizio della rappresentazione, esclusivamente per la vendita e il ritiro dei biglietti per la serata. I nuovi abbonamenti e i singoli biglietti anche online su www.teatrosalieri.it spaccato del clima artistico della Vienna al tempo di Salieri. Tel. 0442 25477 - Fax 0442 625584 - www.teatrosalieri.it - [email protected] in collaborazione con e la partecipazione di Soci Partecipanti Comuni di Angiari, Bevilacqua, Boschi Sant’Anna, Castagnaro, Cerea, Gazzo Veronese, Roverchiara, Terrazzo, Villa Bartolomea Comuni di Angiari, Bevilacqua, Boschi Sant’Anna, Castagnaro, Cerea, Gazzo Veronese, Roverchiara, Terrazzo, Villa Bartolomea 02/09/13 11:43 manifesto_generale_2013-14.indd 1 02/09/13 11:43 “Il grottesco si esaspera in momenti di forte comicità o si stempera nella poesia, si addentra nel dramma e poi se ne libera con slittamenti surreali, consentendoci di utilizzare registri recitativi a noi congeniali”. Wolfgang Amadeus Mozart, 1790 Esec_Salieri_2013-2014.indd 49 Enzo Vetrano e Stefano Randisi Esec_Salieri_2013-2014.indd 07/08/13 12:03 50 Esec_Salieri_2013-2014.indd 07/08/13 12:03 13 Esec_Salieri_2013-2014.indd 07/08/13 12:03 14 07/08/13 12:03 periodico indipendente Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 11 consuntivo positivo per gli incontri con l’autore al castello di bevilacqua Si è chiusa con un incoraggiante ed un più che positivo risultato l’iniziativa che nel mese di novembre ha visto per quattro domeniche successive alternarsi nelle mura del castello cinque autori voluti dal Consorzio Pro Loco Basso Veronese, dall’associazione “Il Basso Adige” e dal Castello di Bevilacqua che hanno presentato le ultime loro opere editoriali in una domenica pomeriggio che prendeva il nome di “Incontri con l’autore al Castello di Bevilacqua”. Ed in effetti anche in questa seconda edizione la cultura è stata la vera protagonista di questa serie di appuntamenti iniziati il 10 novembre e conclusi il 1 dicembre. Un risultato molto positivo tracciato dai presidenti dei due sodalizi già pronti per rinnovare anche per il prossimo anno l’iniziativa. “Non possiamo che essere soddisfatti dell’iniziativa –ci dice soddisfatto il presidente de “Il Basso Adige” Gianni Galetto- una media di cinquanta persone che la domenica pomeriggio hanno deciso di trascorrere con noi un paio d’ore per nutrirsi di cultura con autori affermati è segno di vitalità e di interesse per un’iniziativa che è senz’altro da rifare”. Analoga la soddisfazione di Teresa Meggiolaro, presidente del Consorzio Pro Loco Basso Veronese. “Anche noi siamo molto soddisfatti e, accanto ad autori locali essere riusciti a far venire Marco Buticchi uno degli scrittori italiani più affermati, è indice di come l’evento dia senz’altro di altissimo livello. Il nostro grazie va anche al Consorzio delle Pro Loco della Valpolicella e al suo presidente Giorgio Zamboni che è riuscito a farlo venire essendo stato il vincitore del premio Salgari. Aspettiamo ora il prossimo anno per altri appuntamenti ed il nostro grazie va anche a Roberto Iseppi e Miresi Cerato, i proprietari del Castello sempre disponibili a mettere a disposizione la propria nobile dimora per questi eventi”. Ed in effetti di alta qualità sono stati gli autori presenti. Gli incontri hanno avuto inizio il 10 novembre con Alberto Costantini con il romanzo storico dal titolo “Il principe delle Locuste” coadiuvato dalle lettrici Paola Moro e Renata Nalin, poi, domenica 17, Marco Buticchi, autore genovese ai primi posti delle classifiche dei libri più venduti in Italia con il volume “La Voce del Destino” romanzo vincitore del Premio Salgari coadiuvato da Angelo Galloppo allo strumento Hang e dalla lettrice Brunetta De Gaspari; domenica 24 novembre con Francesco Occhi e Augusto Garau ed il loro volume “Tracce di Paesaggio” con Brunetta De Gapsari lettrice ed infine Giorgio Soffiantini domenica 1 dicembre con “Il 25 aprile 1945 a casa mia”, racconto di Stellio Spiazzi e letture di Andrea Bagno. Alberto Costantini Alberto Costantini ed il suo “Principe delle Locuste” ha aperto con grande maestria gli incontri. Un romanzo storico molto preciso e puntuale su quelli che sono stati gli avvenimenti narrati dove le locuste sbattono con foga le loro ali sul ventre corazzato e salgono a iosa dal pozzo dell’Abisso oscurando la luce del Sole: il «rombo dei carri» che accompagna la loro avanzata non può che accentuare l’aspetto terribile di esseri con “capelli di donne” e “denti da leoni”, come ha ricordato nella sua recensione Camilla Bottin. E’ con questa immagine tratta dall’Apocalisse di Giovanni che si apre il nuovo romanzo che racconta dell’invasione degli Unni nella città di Padova al tramonto dell’Impero Romano. Un libro di grande spessore dove i protagonisti come Rustico, consumato dux romano che ha speso la sua vita in missioni segrete torna a casa dalla nobile moglie Felicita molto più giovane di lui o quello che accade nella corte barbarica tra mille nemici dove troviamo il malvagio Grod, traditore impunito, e Felicita che non può che sospirare e pensare alle scelte fatte nel corso della sua esistenza, dal giorno in cui ha deciso di non salvarsi sulla laguna con i nobili patavini. Costantini ci conduce per mano in un itinerario che si snoda all’interno di un glorioso Impero che ormai è allo sfascio: un’accozzaglia di genti che va e viene, delitti e stragi, ma che ha anche al suo interno qualcosa di buono come Michele, cugino di Felicita e Lidia. Un libro da leggere tutto d’un fiato per assaporare gli avvenimenti di un periodo storico poco studiato ed approfondito. Marco Buticchi Vincitore Premio Emilio Salgari 2012 e Finalista Premio Bancarella 2012, era invece Marco Buticchi, che con il suo carisma ha saputo raccontare grazie ad un romanzo storico, un periodo di grande intensità emotiva. A ruota libera Buticchi ha raccontato la trama de “La voce del destino” condendo l’intricata vicenda, con aneddoti e vicende storiche poco conosciute. Il libro racconta infatti di un’anziana clochard costretta a vivere per le strade di Parigi, ma il suo passato le ha regalato fama e successo. Qualcuno la vuole morta, ed è solo l’intervento di Oswald Breil e Sara Terracini a salvare la vita di Luce de Bartolo. Ma qual è il segreto che custodisce, così potente da sconvolgere l’ordine mondiale? Chi è davvero quella donna? La sua storia inizia nell’Argentina fra le due guerre e racconta un’amicizia straordinaria, quella fra Luce e una tra le donne più ammirate di tutti i tempi: Eva Duarte. Mentre Luce diventa il soprano più famoso al mondo, Eva sposa il colonnello Juan Domingo Perón: nasce così il mito intramontabile di Evita. Le due amiche vivono la propria storia che si intreccia con un incubo che si teme possa tornare: il nazismo. Un’ideologia che trova la sua forza simbolica in un oggetto dal potere immenso: la leggendaria lancia di Longino, la cui punta trafisse il costato di Cristo. Il Reich sopravvive alla sconfitta, ed è proprio in Argentina che il male nazista intreccia le proprie trame oscure per rinascere anche toccando le più alte sfere del Vaticano e della finanza più spregiudicata. Buticchi ha poi parlato del suo ultimo libro ‘La Stella di pietra’, ambientato nel 1985 quando l’Italia è da tempo sull’orlo della destabilizzazione. La tensione è provocata da un semplice simbolo: una stella a cinque punte e qui la storia si intreccia con un’opera classica, il “Laocoonte”, per giungere fino a Michelangelo Buonarroti. Un altro romanzo carico di “suspance” che da più parti ha fatto definire Buticchi il Ken Follet italiano. Francesco Occhi ed Augusto Garau Il libro, dal titolo “Tracce di paesaggio”, è un ulteriore approfondimento alla scoperta del nostro territorio raccontato in oltre 200 pagine e con circa 200 fotografie. I paesi coinvolti sono: Cerea, Bovolone, Concamarise, Salizzole, Sanguinetto, Casaleone.Nogara, GazzoVeronese, Ostiglia, Melara, Bergantino, Castelnovo Bariano.Legnago, Villa Bartolomea, Castagnaro, Terrazzo, Boschi Sant’Anna, Bevilacqua. Angiari, Minerbe, Belfiore, Ronco all’Adige, Bonavigo, Roverchiara, Isola Rizza, San Pietro di Morubio.Buttapietra, Isola della Scala, Oppeano, San Giovanni Lupatoto, Verona, Castel d’Azzano. Bussolengo, Sona, Castelnuovo del Garda, Valeggio sul Mincio Sommacampagna, Villafranca PoveglianoVeronese, Vigasio, Nogarole Rocca, Mozzecane, Roverbella, Castelbelforte, Trevenzuolo, Erbè, Sorgà, Castel d’Ario, Roncoferraro, Villimpenta, Serravalle a Po. Gli argomenti riguardano le peculiarità Della nostra terra ed in particolare l’ architettura rurale che fa da sfondo a quella che è l’economia agricola prevalente nella pianura veronese. Partendo da quelli che posso essere le strade legate all’economia di un tempo (come il riso e le risaie, la canapa ed il baco da seta, l’acqua e dei fiumi, della bonifica delle Valli, o i lavori specifici che richiedevano una realtà rurale ed edilizia particolare come quelli legati alla pastorizia o al lavoro delle fornaci o alle “molonare ed anguriare” che prevedeva periodi di allontanamento da casa. Interessante è poi il percorso dello zucchero con ben 12 zuccherifici sparsi nel nostro territorio e quello della fede con le pievi, molte delle quali bellissime e sparse nella pianura o dei cimiteri luoghi di meditazione e di preghiera ma anche di arte e di storia. I paesi coinvolti in questi percorsi sono quasi 30 tutti collegati con elementi di riferimento simili quale l’architettura industriale, la realtà economica, quella produttiva ed insediativa con alcuni elementi caratterizzanti per ciascun paese. Il progetto è diviso per itinerari e percorsi che vanno ad abbracciare quasi tutti i paesi della pianura veronese con una leggera uscita dalla provincia di Verona per entrare in quella di Mantova (Ostiglia, Roverbella) per seguire i corso dei fiumi (Adige e Po, Fratta, Guà, Tione, Menago, Terrazzo, Canal Bianco ecc.). Giorgio Soffiantini Il libro “Il 25 aprile 1945 a casa mia”, racconto di Stellio Spiazzi a cura di Giorgio Soffiantini e con letture di Andrea Bagno e della vedova del professor Stellio, è stato un tuffo nella storia di un paese di provincia come Marega dove il grande professore, prima di traferirsi a Badia Polesine, ha vissuto ed ha partecipato in prima persona in quelli che sono stati i dolori della guerra che ha colpito un po’ tutte le famiglie. Un libro intenso dove fatti realmente accaduti ed eventi completato dalla fantasia poetica di un grande scrittore come Spiazzi, sono stati messi ottimamente in luce dal curatore Giorgio Soffiantini. Grazie ad una perfetta alternanza tra le immagini proiettate, la descrizione introduttiva di alcune delle fasi salienti del libro fatta da Soffiantini e la sapiente lettura di Andrea Bagno, è stato possibile rivivere quei tragici momenti vissuti in occasione del Secondo conflitto mondiale. La ritirata tedesca, le azioni violente di chi cercava riparo e rifugio durante una precipitosa ritirata e di chi tentava inutilmente di nascondere quel poco che aveva per sopravvivere, dalle razzie nemiche. Comitato di redazione Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 12 periodico indipendente TANTA COMMOZIONE ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DEL MAESTRO DEI FRANCOBOLLI Alla presentazione del libro “Il maestro dei francobolli in una scuola così”, la commozione era palpabile. Era da anni che i ragazzini di un tempo, più o meno discoli alunni e alunne di Gastone Rizzo, ora divenuti adulti maturi (qualcuno con capelli imbiancati), non di incontravano. Il libro autobiografico del loro amato maestro, prossimo a festeggiare i novantadue anni, che a partire dagli Anni Quaranta insegnò alle scuole elementari di Sustinenza, Aselogna, Maccacari e Cerea, nel veronese, è riuscito a riunirli, alla Fondazione Fioroni di Legnago. “Invece del sillabario si studieranno i francobolli”, titolava nel 1951 “Il Messaggero”, mentre “Oggi” di quello stesso anno sinteticamente titolava: “Fa scuola con i francobolli”. Nativo di Marega, il maestro Rizzo aveva difatti creato un nuovo metodo didattico, appassionando i suoi scolari alla filatelia, usando i francobolli e la loro raccolta, a scuola, “come centro di interesse in ogni materia di insegnamento, dalla prima alla quinta classe elementare”. La singolare e per certi aspetti unica avventura del maestro Rizzo prese le mosse nel 1940 quando, assunto come insegnante supplente in scuole elementari del veronese, incominciò ad usare i francobolli da collezione come mezzo di interesse didattico. “Però, fu nel 1948 – ricorda – che, dopo aver vinto il concorso magistrale ed essere entrato in ruolo in una quinta elementare ad Aselogna, iniziai ad applicare con metodo e logica, la filatelia nelle singole materie d’insegnamento, facendo dapprima diventare i miei scolari dei piccoli collezionisti di francobolli con la propria raccoltina e la realizzazione di altri quaderni dedicati alle varie materie spiegate ed illustrate da francobolli, dati poi in premio agli scolari che si comportavano bene”. All’epoca non mancò chi lesse nell’iniziativa del maestro Rizzo una nuova versione, rivista e aggiornata, del ben più famoso e diffuso metodo Montessori. Una cosa, comunque, resta incontrovertibile, e cioè che grazie ai francobolli, il maestro di Marega, trapiantato nella Bassa Veronese, “guariva la poltronaggine” (titolo di un periodi francese) degli alunni. Impossibile, d’altra parte, non essere coinvolti nelle attività dell’appassionato maestro che come premio ai più meritevoli alunni donava francobolli destinati sì alle collezioncine personali, ma usati anche per abbellire ricerche e approfondimenti. In questa sua innovativa e inedita attività didattica Gastone Rizzo non mancò di metterci del suo. Come le varie lettere dell’alfabeto trascritte, con grafica diversa, su delle tabelle dove non mancava mai un appropriato francobollo chiamato a far da guida. Prendiamo, per esempio, la “C” di cavallo illustrata, è il caso di dirlo, con un francobollo del Reich tedesco e un suo rifacimento, ad opera del maestro Rizzo, che occupa l’intero pannello sul quale, è collocata la lettera “C”, appunto, e, in basso, la scritta “Cavallo” in minuscolo e in stampatello”. Altre tavole servivano a prendere per mano gli alunni aiutandoli a muovere i primi passi nel complesso mondo dei numeri. Ecco allora il “5” che si materializza attraverso un francobollo d’Austria, s’intende ridisegnato dal maestro Rizzo, sul quale fanno bella mostra cinque ciclamini. Con i colori si cimentarono anche i giovani scolari, chiamati a ridisegnare nei loro quaderni a quadretti – i famosi “Pigna con copertina rigorosamente nera e dorso rosso - francobolli vari, completati da piccoli commenti. Come la “Rondi- il Gruppo folkloristico Ciclisti d’altri Tempi Creato per il Carnevale veronese, è oggi museo vivente, con tanto di storia e di cultura. In Piazza Bra, Verona si presenta, un po’ alla volta, in tutti i suoi aspetti. Questa volta, tuttavia e per fortuna, la città è stata onorata, senza microfoni e senza rumori, da un’ottima rassegna di biciclette e tale da apparire come un fornitissimo museo, dal grande valore didattico. Museo del mezzo di autotrasporto più semplice e non inquinante, di cui l’uomo disponga. Una ventina di gentlemen, alcuni con farfallina, altri con cravatta e paglietta, uno in ’uniforme’ da panettiere, tutti muniti di biciletta, ha attirato l’attenzione dei cittadini a passeggio, in Bra… Parliamo dei “Ciclisti d’altri Tempi”, con sede presso “La Capanna” di via 28 marzo, Verona, che, guidati dal presidente Claudio Zuppini, www.ciclistidaltritempi.it, gruppo fondato nel 1952, sono spesso chiamati a partecipare ad inaugurazioni sportive o all’allestimento di mostre di altissimo spessore. Il gruppo dispone di un ottimo parco-bici, composto da pezzi originali e da fedeli riproduzioni, come draisine, bicicli, velocipedi, un triciclo del 1865, una ‘bersagliere’ del 1918, velocini e altre biciclette non d’uso comune. Non mancano alcuni pezzi in legno - le prime bici - che, senza pedali, procedevano e procedono solo con l’aiuto dei piedi, toccanti la terra. Un’ottima, inaspettata apparizione, quella dei “Ciclisti” veronesi, che ha fatto conoscere a giovani e ad anziani, come si andava in bici un tempo, magari accompagnati da un ausiliario, per il caso di cadute impreviste, data l’enorme altezza dal suolo del ciclista conduttore… Complimenti! C’è da sperare che tale storica apparizione contribuisca a fare capire incisivamente l’importanza della bicicletta, agli effetti di un traffico ecologicamente rispettoso dell’ambiente, specialmente nei centri cittadini, dove la prepotenza del motore non deve prevalere sulle due ruote, caratteristiche per loro silenziosità e il loro accertato apporto di salute. Pierantonio Braggio ne” mostrata su un francobollo italiano di quegli anni, ridisegnata e così descritta: ”In primavera la rondine ritorna da noi a ritrovare il nido di terra”. E poi ci sono i quaderni di grammatica, oppure quelli di religione con la narrazione, in questo caso, della vita di Cristo. L’età avanzata non ha permesso al pur lucidissimo e sempre attivo maestro, di essere presente a Legnago. L’involontaria assenza è stata in buona misura colmata da in video, registrato qualche giorno prima a Parma, città nella quale da tempo risiede, che ha permesso a molti suoi ex alunni di “rivedere” e tornare a “riascoltare” il loro maestro. Mentre sullo schermo scorrevano le immagini e gli altoparlanti diffondevano la voce ancora cristallina di Gastone Rizzo su molti visi sono scese lacrime di sincera commozione e nostalgia. D’improvviso quelle immagini hanno riportato a galla ricordi, in verità mai del tutto dimenticati, di cinquanta e passa anni fa. Di questi ricordi e con essi della gratitudine nei confronti del maestro Risso si è fatto interprete Albertino Pesante. “Quando, qualche tempo fa, ho riavuto dal maestro un mio quaderno – come quelli esposti nella mostra allestita al Museo Fioroni -, dapprima mi sono seduto, perché tremavo tutto, poi ha cominciato a sfogliarlo e sono tornato con la memoria alla mi giovinezza”. “Ancora adesso – assicura Daniela Salaorni – faccio di conto senza far ricorso alla calcolatrice. E questo per merito del maestro Rizzo”. Clara Scapin, vicepresidente della Provincia non ha mancato a sottolineare il rapporto di amicizia e di affetto che ancora adesso lega gli alunni al maestro Rizzo al quale va riconosciuto il merito di aver “seminato molto”, mentre il maestro Alberto Bologna non ha esitato a giudicare “straordinaria” l’esperienza didattica del maestro Gastone Rizzo elogiata pure da Luciana Baratella, presidente della Fondazione Fioroni che con l’Unione stampa filatelia italiana ed il Circolo filatelico e numismatico “Sergio Rettondini” ha promosso la presentazione del libro. Danilo Bogoni Sul Garda, Riso vialone nano di Sustinenza Risòtto anche all’Amarone, presso il ristorante Melograno di Desenzano, preparato da Giorgio Sbizzera. Al Melograno, sfilata eccezionale di prodotti dell’agricoltura veronese, nel piatto e nel bicchiere. In un ambiente addobbato di uova, di farina, di tagliatelle, di tortellini, di riso vialone, di rami di corbezzolo, talvolta con rossa bacca, nonché di bottiglie di Amarone, di Ripasso e di Valpolicella classico, si è tenuto un convivio culturale, organizzato dalla veronese Azienda Agricola Poltretti. La quale produce i vini citati, sulle colline di Verona, dette “Torricelle”, a qualche chilometro dal centro-città. Questa volta, nel locale di Vanni Grossi è stata la volta del ‘riso vialone nano’ della veronese Sustinenza, magistralmente preparato da Giorgio Sbizzera, produttore diretto del riso e, al tempo, suo cuoco d’eccezione, peraltro apprezzato in Italia e all’estero. Accanto a buoni bicchieri di Amarone e di Ripasso, Giorgio ha sorpreso i presenti con ben quattro tipi di risòtto: al tartufo; al Radicchio rosso di Verona, prodotto a Casaleone; al ‘tastasàl’, caratteristico del Veronese e, non ultimo, per una felice conclusione dell’incontro, all’Amarone delle Torricelle. La riunione ha avuto anche un particolare risvolto culturale, perché la stessa, oltre a promuovere cibi e vini della tradizione veronese, ha creato un proficuo scambio di esperienze agricole, nonché permesso di trasmettere importanti dettagli sul Riso e sull’Amarone, di tanto in tanto proposto dal sommelier Gianfranco Mucchetti. Dettagli, che, esposti con competenza da Carlo Poltretti, Paolo Ugo Braggio e dal dotto enologo Fabio Melotto, sono tornati molto graditi ai presenti, perché non si gusta solo mangiando o bevendo, ma anche ‘sapendo’ da cosa un prodotto agricolo deriva e come lo stesso va gustato. Pierantonio Braggio periodico indipendente Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 13 ANTONELLO DA MESSINA al mart Il progetto espositivo, a cura di Ferdinando Bologna e Federico De Melis (con la collaborazione di Maria Calì e Simone Facchinetti), propone un’indagine articolata e uno sguardo originale sulla figura del grande pittore del Quattrocento e sul suo tempo, attraverso lo studio degli intrecci storico-artistici e delle controversie ancora aperte, presentati in questa sede come punti di forza attraverso i quali approfondire nuovi percorsi di interpretazione critica. Questa rilettura di Antonello da Messina non offre solo la ricerca della collocazione cronologica delle opere, l’analisi dei rapporti con i maestri a lui contemporanei, delle similitudini e delle differenze, ma è concentrata anche su una profonda analisi dell’intelligenza poetica di un artista che ha saputo cogliere le sfumature psicologiche e le caratteristiche più intime dell’esistere. La mostra è stata resa possibile grazie a preziose collaborazioni con alcune tra le più importanti istituzioni culturali come i musei della Regione Sicilia, la Galleria Borghese di Roma, i Musei Civici di Venezia, la Fundación Colección Thyssen Bornemisza di Madrid, il Philadelphia Museum of Art e il Metropolitan Museum di New York. La National Gallery di Washington, ad esempio, si priverà per tutto il periodo della mostra roveretana di due opere appartenenti alla collezione permanente. Saranno inoltre esposte alcune opere non presenti nella recente retrospettiva dedicata a Antonello da Messina come il “Ritratto d’uomo” appena restaurato, proveniente dal Philadelphia Museum of Art, il “Salvator Mundi” della National Gallery di Londra, la “Madonna Benson” custodita nella National Gallery di Washington. Il percorso espositivo ha inteso ricostruire l’ampia scena storica e geografica dalla quale emerge l’eccezionale individualità di Antonello: un pittore che, a metà del Quattrocento, si fa interprete di un fermento creativo mediterraneo ed europeo incentrato sull’incontro-scontro tra la civiltà fiamminga e quella italiana. An initio, la formazione di Antonello, avvenuta nella Napoli di Alfonso d’Aragona tra esperienze provenzali-borgognone e fiamminghe, e si sviluppa con l’acquisizione progressiva della sintassi ‘italiana’, e l’aprirsi a una dimensione mediterranea europea, fino all’esito veneziano e post-veneziano che indica l’inizio di una nuova civiltà figurativa. La mostra riesamina anche il dibattito relativo al rapporto di Antonello con la Milano sforzesca, quasi in parallelo con le nuove ricerche di tipo spaziale lì condotte dal giovane Bramante, come indicano, tra le opere in mostra, il “Cristo alla colonna” e il disegno “Gruppo di donne su una piazza, con alti casamenti” entrambe provenienti dal Louvre. Da autentico figlio di una civiltà mediterranea da sempre aperta alle “contaminazioni”, Antonello da Messina fu una spugna che assorbì, rendendo proprie, esperienze e influenze diverse, nel corso della sua vita lo ritroviamo da Napoli alla Spagna, dalla Provenza alle Fiandre, da Urbino a Venezia e dopo tanto girovagare il ritorno in Sicilia dove trascorrerà gli ultimi anni della sua vita. Un pittore che si fa interprete, al massimo grado, di un fermento creativo incentrato sull’incontro-scontro tra la civiltà fiamminga e quella italiana Antonello dunque non ha limiti geografici ed è in questo senso che la mostra aggancia confronti con altri protagonisti della scena artistica del momento, da Colantonio a Van Eyck, fino a comprimari meno conosciuti, ma insigni come Antonio da Fabriano e il Maestro di San Giovanni da Capestrano, identificato con Giovanni di Bartolomeo dall’Aquila attivo a Napoli dal 1449. Dalla presentazione: “Così, si vuole rileggere, su basi storicamente fondate, lo specialissimo carattere di un’opera che dipende direttamente dalla grande lezione prospettico-luminosa di Piero della Francesca, come già suggerito nel 1914 dal giovane Roberto Longhi. La novità, in questo senso, è che i curatori individuano l’influenza di Piero non solo nella fase matura, ma lungo l’intero arco della vita artistica di Antonello, secondo modalità ogni volta diverse, funzionali alle urgenze espressive del momento”. Una rassegna complementare è “L’Altro Ritratto” dedicata al ritratto contemporaneo e curata dal filosofo francese Jean-Luc Nancy. Autore di un importante saggio uscito nel 2000 “Il Ritratto e il suo sguardo” Nancy continua la riflessione con una mostra che idealmente va a completare quella dedicata al grande ritrattista rinascimentale. Qui però sono esposte opere di maestri del Novecento come Acconci, Paolini, Giacometti, Richter, Freud, Douglas Gordon, Fiona Tan, Jeff Wall. Federica Tirapelle Rovereto. Mart. Antonello da Messina. Fino al 12 Gennaio 2014. Catalogo: Electa NASCE IL FESTIVAL SCALIGERO INTERNAZIONALE MARIA CALLAS Lo scorso 2 dicembre 2013 Maria Callas avrebbe compiuto 90 anni, essendo nata a New York nel 1923 da una famiglia di origine greca. E’ morta a Parigi nel 1977. E proprio il 2 dicembre in Sala Maffeiana a Verona ha preso il via il Festival a lei dedicato. Presidente onorario il M° Franco Zeffirelli, madrina il soprano veronese Cecilia Gasdia. Caratteristica del Festival è quella di iniziare e terminare con due date importanti: 2 dicembre (data di nascita) e 2 agosto (il 2 agosto 1947 Maria Callas debuttava in Italia all’Arena di Verona nel ruolo di Gioconda). All’interno del Festival saranno previsti incontri, convegni, audizioni e/o segnalazioni di giovani cantanti e la nuova edizione del concorso internazionale scaligero “Maria Callas-Verona”. Il 2 agosto 2014 ci sarà l’assegnazione del primo Premio Internazionale alla carriera “Maria Callas Verona” ad una star della lirica internazionale. Il Festival è patrocinato dal Comune di Verona, dalla Fondazione Arena di Verona, dall’Accademia Filarmonica di Verona, dalla Fondazione Giorgio Zanotto e dall’Associazione Verona Lirica. Tra le iniziative del Festival Scaligero anche la mostra a cura del “Progetto Archivio” Nocera-Pollini-Zanoli che raccoglierà immagini e momenti più significativi della vita artistica di Maria Callas. Ivano Zanoli DA SMART ENERGY EXPO UN NUOVO SCHEMA FISCALE CHE PREMIA IMPRESE E VENDITORI Dal Comitato Scientifico di Smart Energy Expo, la fiera internazionale sull’efficienza energetica e sulla white-green economy in programma a Veronafiere per il secondo anno dall’8 al 10 ottobre 2014, arriva una proposta di un nuovo sistema che premia le piccole e medie imprese che fanno efficienza energetica. Ettore Riello, Presidente di Veronafiere, e i principali attori della policy energetica nazionale, ne hanno discusso questa mattina a Roma con i principali stakeholder del mondo italiano dell’energia. Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 14 periodico indipendente POLLOCK E GLI IRASCIBILI, LA SCUOLA DI NEW YORK A MILANO Nel 1950 il Metropolitan Museum di New York organizza un’imponente mostra dedicata all’arte contemporanea americana. Gli esponenti dell’Espressionismo Astratto, attivi dalla metà degli ’30, vengono esclusi dalla lista degli artisti invitati a partecipare e da questo episodio scaturisce la risposta “ribelle” di una serie di pittori che inviano al New York Times una lettera di dissenso indirizzata al Presidente del museo, Ronald L. Redmond. Tra i firmatari compaiono Jackson Pollock, Willem de Kooning, Mark Rothko, Robert Motherwell e Barnett Newman, etichettati dall’Herald Tribune come il “gruppo degli Irascibili”. Milano presenta una grande mostra su Pollock e l’arte americana dagli ultimi anni Trenta agli anni Sessanta, periodo in cui l’arte si rivoluziona e scopre nuovi mezzi espressivi mai sondati prima, spostando l’asse culturale mondiale dall’Europa all’America. L’esposizione di Pollock a Palazzo Reale propone la straordinaria stagione dell’Espressionismo astratto, arte con cui il Nuovo Continente si apre al mondo creando la prima arte tipicamente statunitense, in cui troneggiano i nomi di grandi artisti come Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline, Barnett Newman, i cui capolavori provengono dal famoso Whitney Museum di New York. In una Big Apple poliedrica e fertile, nella quale il New Deal roosveltiano cercava di risollevare le sorti economiche del paese ancora ferito dalla Grande Depressione, convivono suggestioni artistiche differenti ed originalissime, destinate a modificare il volto dell’arte mondiale: l’action painting di Pollock, intrisa di sperimentalismo e di sofferenza, si trova a fianco delle donne di Willem de Kooning, nelle quali si sente ancora forte l’eco europeo di Van Gogh, di James Ensor e di Pablo Picasso e che da lontano si specchiano nell’astrattismo brillante ed essenziale di Mark Rothko. E’ un’arte di sfogo, un’arte di protesta, un’arte di affermazione, un’arte necessaria che attinge e sviluppa sensazioni dall’arte europea: dalla Scuola di Parigi, all’Espressionismo tedesco, dal Surrealismo, a Kandinsky, per rielaborare in chiave moderna uno stile che sarà a sua volta fondamentale per la nascita del Minimalismo e della Pop Art, il cui maggior esponente è Andy Wahrol. Curata da Carter Foster con la collaborazione di Luca Beatrice e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, l’importante rassegna presenta il lavoro di 18 artisti attraverso 49 opere provenienti dal Whitney Museum ed ha aperto le celebrazioni dell’“Autunno Americano” a Milano, seguita dalla grande monografica dedicata ad Andy Warhol. Protagonista indiscussa è l’opera Number 27 di Pollock, uno dei quadri più noti dell’artista che eccezionalmente - data la delicatezza e la fragilità di questo olio, oltre alle sue dimensioni straordinarie - è stato dato in prestito dal Whitney Museum. Le altre opere esposte coprono un arco storico che va dalla fine degli anni Trenta alla metà degli anni Sessanta, tra cui spiccano: Mahoning di Franz Kline (1956), Door to the River di Willem de Kooning (1960) e Untitled (Blue, Yellow, Green on Red) (1954) di Mark Rothko, accanto a opere di artisti meno noti, come William Baziotes e Bradley Walker Tomlin, che consentono una narrazione completa, complessa e diversificata del movimento. Una menzione a parte merita il celebre scatto realizzato da Nina Leen che ritrae i diciotto “Irascibles” vestiti da banchieri, pubblicato nel gennaio del 1951 dalla rivista Life, esposto in una sala del Palazzo Reale. Vi si possono distinguere le figure di Pollock, de Kooning, Rothko, Newman e Motherwell, Adolph Gottlieb, William Baziotes, James Brooks, Hans Hofmann, Bradley Walker Tomlin, Jimmy Ernst, Weldon Kees, Ad Reinhardt, Richard Pousette-Dart, Fritz Bultman, Theodoros Stamos, Clyfford Still e Hedda Sterne, unica donna del gruppo. “Nell’album fotografico della storia dell’arte”, scrive Luca Beatrice nel suo saggio, “quello degli Irascibili è tra gli scatti più famosi, almeno quanto i Futuristi in abito da gran sera, i Dada immortalati da Alfred Stieglitz, i Surrealisti vestiti alla moda, fino ai cinque della Transavanguardia in smoking all’inizio degli anni Ottanta. Gli Irascibili, nonostante l’aspetto tutto sommato bonario, sono “tecnicamente” arrabbiati per il fatto accaduto, ma in generale questa condizione di protesta, sintetizzata peraltro nella lettera inviata il 20 maggio 1950 al presidente del Met e che contiene le loro rimostranze, li mette in una condizione piuttosto tipica ai tempi dell’avanguardia: fare fronte comune, lavorare insieme, condividere successi ed eventuali difficoltà in maniera compatta”. Caterina Berardi Milano, Palazzo Reale. “Pollock e gli Irascibili - La scuola di New York”. Fino al 16 Febbraio 2014. CONCERTO DI INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO DELL’ORCHESTRA SINFONICA DEGLI STUDENTI DI CASTELFRANCO VENETO Scrivere sulla musica per chi, come il sottoscritto, non ha compiuto importanti studi in materia, rischia di far scivolare i commenti in cacofonici errori e obbrobriosi delitti d’incompetenza e d’insensatezza. Certo, presentare un concerto, specie da neofita, è di per sè cosa impegnativa, ma lo è ancor di più quando esso sigla l’inaugurazione di un Anno Accademico. Tuttavia, se è vero che, come afferma Riccardo Muti, ”la musica è una necessità del nostro spirito”, mi sento più sciolto nello scrivere, poiché, essendo dotato di spirito, riesco pure io, con tutti i miei limiti e lacune, a percepire quei concetti e stati d’animo che il linguaggio musicale trasmette. Venerdì 22 Novembre, all’interno del settecentesco Teatro Accademico di Castelfranco Veneto, è cominciata la nuova stagione del Conservatorio “A. Steffani”, da trentacinque anni polo di riferimento (500 alunni iscritti, un corpo docente altamente qualificato, una media di un centinaio di uscite concertistiche annue) di un territorio che, eroicamente, continua a proporre prodotti culturali di indiscussa portata. L’Orchestra Sinfonica degli studenti dello Steffani, diretti dall’energica bacchetta del Maestro Roberto Zarpellon, ha proposto un programma davvero coinvolgente: il Concerto per pianoforte n.2 in fa maggiore op. 102 di D. Šostakovič e la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 di J. Brahms. E per un paio d’ore il numeroso pubblico, che ha riempito ogni angolo dell’elegante ambiente (ricordiamo che il soffitto del teatro fu dipinto dal Canaletto), ha pattinato sulle note immortali che solo il linguaggio immediato e genuino della musica riesce a sussurrare alle nostre più celate emozioni. Ad aprire l’evento, dunque, il capolavoro del russo Šostakovič, scandito in tre movimenti: Allegro, Andante e ancora Allegro. Autentica protagonista della scena, la giovane pianista Eleonora Centa, che, diplomatasi al Conservatorio di Castelfranco con il massimo dei voti e la lode, da anni si esibisce regolarmente in qualità di solista e in formazioni cameristiche, sia vocali che strumentali, in Italia e all’estero. In quegli 88 tasti bianchi e neri, Centa ha trasfuso il suo mondo, fatto di passione, tecnica ma soprattutto lavoro, duro lavoro. Un mondo racchiuso in una tastiera di pianoforte, dove da pochi centimetri d’avorio si sprigionano tutti i nostri stati d’animo: dalla tristezza, alla gioia, alla rabbia. Basta il primo tocco delle dita sullo strumento e l’artista entra d’impeto in rapporto con noi; un dialogo teologico, durante il quale l’anima si confessa e si presenta senza i fronzoli del mascherato e preimpostato linguaggio d’uso comune. Il principe degli strumenti, il pianoforte, con il suo linguaggio che non ammette compromessi, fissa il suo sguardo sulla nostra essenza e la veicola all’incontro con melodie centenarie imprigionate tra i suoi tasti consumati e che solo abili mani sanno liberare alte e sublimi sulle ali del suono. Con la sinfonia di Brahms, invece, si entra in una rinnovata dimensione, dove l’Ensemble degli strumenti (dai fiati, agli archi) ti prende garbatamente per mano e ti accompagna in una danza interiore, ora dolce, ora appassionata, ora malinconica. Il romanticismo di Brahms spalanca le porte all’onirico, all’ineffabilità dei sogni. Ecco allora molti tra il pubblico scorgere quel mare in tempesta descritto da Melville, travolti da un oceano di archi, unica bussola per l’ascoltatore che sta smarrendo la percezione con la realtà per essere travolto dall’onda anomala dell’incanto della musica. A dominare il tutto un grande Direttore d’Orchestra il Maestro Roberto Zarpellon, che con la sua magistrale bacchetta ha guidato ogni movimento con assoluta padronanza e sensibilità artistica. Queste le sensazioni che il Conservatorio, sapientemente diretto dal Maestro e compositore Paolo Troncon (eletto di recente anche Presidente della Conferenza nazionale dei Direttori), ha lasciato in eredità al pubblico. Vincenti si sono rivelati i Suoi ragazzi: essi hanno insegnato, in un tempo cinico e arrogante come l’odierno, che è solo con il sudore della fronte, l’impegno, la costanza e l’umiltà che si possono raggiungere ambiziosi traguardi. Più che una lezione di musica la loro è stata una lezione di vita. Paolo Cecco periodico indipendente Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 15 MIGLIAIA DI AGRICOLTORI AL BRENNERO, FERMATI TIR CON PROSCIUTTI TEDESCHI, CAGLIATE INDUSTRIALI BELGHE E PATATE TEDESCHE DIRETTE A VERONA Verona, 5 dicembre 2013 - Ci sono circa 200 imprenditori agricoli veronesi accompagnati dal loro presidente Claudio Valente e dal direttore Pietro Piccioni tra le migliaia di agricoltori e allevatori che dalle prime ore della mattina, sfidando il freddo intenso, anche oggi hanno invaso la frontiera del Brennero tra Italia e Austria per la mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” promossa dalla Coldiretti per difendere l’economia e il lavoro delle campagne dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane. Nel piazzale scelto come campo base all’area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell’autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia) ci sono trattori e decine di pullman che hanno già portato al valico gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia. Gli allevatori si sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere cosa arriva e dove va a finire. Mozzarelle provenienti dalla Germania e destinate alla Sicilia, latte proveniente dalla Polonia e destinato a Brescia, cagliate industriali per fare il formaggio provenienti dal Belgio e destinate a Verona, così come patate provenienti dalla Germania e dirette a Verona, prosciutti provenienti dalla Germania e destinati a Modena. Sono solo alcuni degli “inganni” smascherati al valico del Brennero dalle migliaia di agricoltori della Coldiretti. Tra i tanti prodotti trasportati dai Tir che entravano nel nostro Paese - sottolinea la Coldiretti di Verona - i carabinieri dei Nas hanno prelevato dei campioni di prosciutti non timbrati sui quali fare delle analisi. L’inventario del “falso Made in Italy” stilato al presidio dalla Coldiretti per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che dopo aver oltrepassato le nostre frontiere vengono spacciate per italiane, conta anche piante olandesi dirette a Latina, fiori prodotti in Equador, transitati in Olanda e diretti in Veneto e in Toscana, patate tedesche destinate a un mercato ortofrutticolo della Sicilia. “L’obiettivo – precisa Claudio Valente - è smascherare il “falso Made in Italy alimentare, aiutare i consumatori a fare scelte di acquisto consapevoli in vista del Natale e sollecitare le Istituzioni a rendere operativo l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli e alimentari. Solo nell’ultimo anno a livello nazionale sono scomparse 32500 stalle e aziende agricole e persi 36mila occupati nelle campagne, con impatti devastanti sulla sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini. La chiusura di un’azienda agricola significa infatti maggiori rischi sulla qualità degli alimenti che si portano a tavola e minor presidio del territorio, lasciato all’incuria e alla cementificazione. Sono questi i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali è sottoposta giornalmente l’agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall’altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori per colpa di una filiera inefficiente”. “Stiamo svendendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute - afferma il presidente Valente - nel denunciare che “l’invasione di materie prime estere spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi più prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attività produttive”. “Oggi anche a causa delle importazioni di minor qualità l’Italia - sottolinea Pietro Piccioni - produce appena il 70 per cento dei prodotti alimentari che consuma ed importa il 40 per cento del latte e carne, il 50 per cento del grano tenero destinato al pane, il 40 per cento del grano duro destinato alla pasta, il 20 del mais e l’80 della soia mentre siamo autosufficienti solo per ortofrutta, vino, pollame. La colpa è di un modello di sviluppo industriale sbagliato che ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che è aumentata la dipendenza degli italiani all’estero per l’approvvigionamento alimentare. Dall’inizio della crisi ad oggi, infatti, le importazioni di prodotti agroalimentari dall’estero sono aumentate in valore del 22 per cento”. “In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato – conclude il direttore - il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. Ma è necessario che sia anche resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero, venga bloccato ogni finanziamento pubblico alle aziende che non valorizzano il vero Made in Italy dal campo alla tavola e diventi operativa la legge che vieta pratiche di commercio sleale, tali da permettere di pagare agli allevatori e agli agricoltori meno di quanto essi spendono per produrre”. Mercoledì si è svolta nella Piazza di Reggio Emilia una manifestazione parallela al presidio di Coldiretti al Brennero. Una delegazione del Veneto, cui hanno partecipato numerosi imprenditori agricoli veronesi con il presidente Claudio Valente, era presente a Reggio Emilia dove hanno sfilato per la difesa del Made in Italy proprio nella terra della produzione del prosciutto per antonomasia. Ada Sinigalia Ristorante - Pizzeria Pranzo di Natale 2013 Tortino di carne salata con funghi e scaglie di grana Crostino di polenta con radicchio e gorgonzola Bigné salato con stracchino e pancetta Petto d'oca affumicato con caprino Lasagne al forno Risotto salsiccia e funghi Arista al forno Filetto in sfoglia Patate al forno Fondo di carciofo gratinato Ananas con gelato e frutti rossi Dessert natalizio Caffé corretto Vini: Rabosello / Prosecco / Spumante Costo del pranzo di Natale: 35,00 euro a persona Per la conferma si deve versare un acconto di caparra Inizio pranzo alle ore 12.30 Per prenotazioni telefonare ai numeri 0442 601299 o 392 9402052 iacere di servirvi Cenone di San Silvestro 2013 Tortino di carne salata con funghi e scaglie di grana Rotolino di pesce spada affumicato Insalata di mare Mousse di baccalà con crostone di polenta Bigné salato con stracchino e pancetta Maccheroncini all'astice Risotto alla veneta Braciola di vitello Patate al forno Carciofi in padella Cotechino con lenticchie Arance al Grand Marnier con gelato al cioccolato Dessert di capodanno Caffé corretto Vini: Rabosello / Prosecco / Spumante Costo del cenone di San Silvestro: 60,00 euro a persona Per la conferma si deve versare un acconto di caparra La serata continuerà all'insegna del divertimento con Paolo e Mery Via Rovigo, 50 - Vigo di Legnago - www.zonaroristorante.it Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 16 periodico indipendente ARENA DI VERONA STAGIONE INVERNALE DI OPERA E BALLETTO Come è noto le stagioni di spettacolo lirico e balletto della Fondazione Arena di Verona si svolgono in estate nell’Arena ed al Teatro Romano, ed in inverno al Teatro Filarmonico ed al Teatro Ristori. In Arena la stagione estiva 2014 sarà la 92ma, a 101 anni (100+1 come appare sulla pubblicità areniana) dalla famosa Aida del 1913. Nel 2014 ricorrerà anche il centenario della prima Carmen, che sarà in programma dal 21 giugno 2014 con scene e regia del M° Franco Zeffirelli. Al Teatro Filarmonico la stagione lirica invernale 2013-2014 inizierà il giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre, con il Don Pasquale di Gaetano Donizetti, con repliche il 15, 17, 19 e 22 dicembre. Direttore il maestro israeliano Omer Meir Wellber (quest’anno ha diretto l’Aida del Centenario) con la regia di Antonio Albanese. Interpreti del primo cast Simone Alaimo, Mario Cassi, Francesco Demuro e Irina Lungu. Proseguirà nel mese di febbraio, dal giorno 2, con repliche il 4, 6 e 9, con L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi. Il maestro Pizzi è molto noto ed apprezzato a Verona, basti pensare che nel 1954 creò i costumi per Romeo e Giulietta al Teatro Romano per il sesto festival del Teatro Drammatico, divenuto poi Festival Shakespeariano. A noi legnaghesi è noto per essere stato sce- nografo e costumista di Europa Riconosciuta di Antonio Salieri, quando il 7 dicembre 2004 è stata inaugurata la stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano. La Vedova Allegra di Franz Lehar andrà in scena dal 2 marzo 2014 con repliche il 4, 6 e 9. In aprile Maria Stuarda di Gaetano Donizetti con la prima il 6 e repliche l’8, 10 e 13. Cast stellare con Mariella Devia, Sonia Ganassi e Marco Vinco. La serata dell’8 aprile avrà come interpreti i vincitori del Concorso Internazionale di canto “Istituto Internazionale per l’Opera e la Poesia – Fondazione Arena di Verona”. Concluderà la stagione 2013-2014 La Bohème di Giacomo Puccini, la cui prima sarà il 9 novembre con repliche l’11, 13 e 16. Il cartellone del Filarmonico si completa con due balletti: Barocco Remix su musiche barocche il 15, 16, 18 e 19 marzo e Il Lago dei Cigni il 15, 16, 17 e 18 maggio. Al Teatro Ristori il 20 e 21 dicembre 2013 Schiaccianoci à la carte, Gala di danza con musica di Tchaikovsky e coreografia di Renato Zanella. Al Teatro Filarmonico il 31 dicembre alle 21,30 Concerto di gala diretto da Omer Meir Wellber col violinista Stefan Milenkovich , orchestra e coro dell’Arena di Verona. Ivano Zanoli BUS EXPRESS da gennaio 2014 a legnago trasporto pubblico veloce con verona Il Presidente dell’Azienda Trasporti Verona (ATV), Massimo Bettarello, ha presentato al Sindaco di Legnago, Roberto Rettondini, il nuovo sistema veloce di trasporto passeggeri, alternativo all’auto, che collega direttamente Legnago con la città di Verona, in aggiunta al servizio ordinario. Le caratteristiche principali del servizio denominato BUSEXPRESS. sono: la velocità del collegamento, che consente un risparmio fino a 30’rispetto agli autobus di linea; la puntualità e il confort degli autobus, dotati di sistema Wi-fi e presa USB per PC e tablet; la prenotazione obbligatoria che da diritto al posto riservato e consente di viaggiare sempre comodamente seduti su un bus gran turismo infine, ma non ultimo, l’economicità del servizio rispetto all’auto. Sono previste 4 corse in andata (da autostazione 6.35 -6.45-7.25-7.45) e tre di rientro (da Piazza Brà 17.15-17.40-18.15). Formatori americani per l’inizo dell’attività del centro di formazione emergenza 21 Il Centro di formazione EMERGENZA 21 dell’Azienda Ulss 21 di Legnago ha iniziato la sua attività con l’attivazione dei Corsi di BLS HCP, che hanno lo scopo di formare gli istruttori per la Rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione e ACLS per la formazione di istruttori per il supporto avanzato cardiologico delle funzioni vitali. “È con soddisfazione che iniziamo l’attività del neoistituito Centro di Formazione Emergenza 21. Per questo debutto abbiamo affidato la formazione degli operatori ad esperti della American Heart Association (AHA) - nota Massimo Piccoli, Direttore Generale dell’Azienda Ulss 21 di Legnago - una organizzazione statunitense che opera in 3.600 Centri dislocati in settanta Paesi del mondo che, nel solo 2012, hanno formato circa 14 milioni e mezzo di operatori specializzati nell’emergenza sanitaria. Sono i primi Corsi di questo genere che vengono svolti nel Veneto e partecipano 24 operatori e istruttori AISACE (Associazione Infermieri Specializzati Area Critica Emergenza) provenienti da diverse Regioni d’Italia, dei quali cinque dall’Azienda Ulss 21 di Legnago”. Gli esperti americani presenti al Mater Salutis di Legnago sono Deborah Haile, Dirigente infermieristico responsabile del Centro di Formazione Nazionale dell’American Heart Association (AHA), Robert Wales, Dirigente internazionale per lo sviluppo della formazione dell’AHA all’estero e Glenn M. Vanden Houten, Direttore del territorio Europa e Sud Africa dell’AHA. Al Corso BLS HCP partecipano 12 istruttori (due dell’Ulss 21) che a loro volta saranno abilitati a formare nuovi istruttori sia sanitari che laici, mentre al Corso ACLS i 12 partecipanti (tre dell’Ulss 21) vengono formati istruttori appartenenti all’area sanitaria che operano in area critica. “Il Centro di Formazione EMERGENZA 21 dell’Azienda Ulss 21 di Legnago – conclude Massimo Piccoli – organizza Corsi BLS-D emergenza, PBLS emergenza Pediatrica e di Primo Soccorso a richiesta dei Centri Servizi (Case di Riposo), Aziende private e Associazioni di Volontariato e di Categoria mettendo a disposizione istruttori qualificati e certificati IRC (Italian Resuscitation Council), AISACE (Associazione Infermieri Specializzati Area Critica Emergenza ) e SIMEUP (Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza Pediatrica)”. Il Direttore del Corso è il Dott. Alfredo Sacchetto, dirigente medico del Pronto Soccorso dell’Aulss 21, mentre il Coordinatore del Centro di Formazione è il Sig. Luca Faccini, autista soccorritore dell’Unità Operativa di Pronto Soccorso dell’Aulls 21. Il Corso si svolge nella sede del Centro di formazione al 4° piano, blocco nord, dell’Ospedale Mater Salutis. Per informazioni: Luca Faccini, tel. 3357310688; E-mail: [email protected]. Massimo Piccoli Nella foto da sx: Glenn Vanden Houten (American Heart Association - AHA), Luciano Clarizia (Presidente AISACE), Katia Trambaiolli (ULSS 21), Alfredo Sacchetto (AULSS 21), Massimo Piccoli (Direttore Generale AULSS 21), Luca Faccini (AULSS 21), Deborah Haile (AHA), Robert Wales (AHA) e Straccia Marida (Coord. Inf. – Casa di Cura Villa Anna - San Benedetto del Tronto). Autoservizi - Pullman di Tavellin Angelo DITTA PREMIATA CON IL “CESARE D’ORO” GITE VIAGGI GRAN TURISMO AIR CONDITIONED COMFORT Legnago - Tel. e Fax 0442 20648 periodico indipendente Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 17 Castello Bevilacqua approda in Brasile per promuovere l’ospitalità veneta Il Castello Bevilacqua affronta la crisi con la partecipazione a numerose fiere all’estero con l’obiettivo di internazionalizzarsi su mercati emergenti come la Russia e lo stesso Brasile. Di recente la missione in Brasile con la Regione Veneto al Festival del Turismo di Gramado, ha visto partecipe il Direttore del Castello Bevilacqua Roberto Iseppi, nonché vicepresidente del Consorzio Turistico di Verona TuttIntorno, che è stato entusiasta dell’evento, e che ha dichiarato: «Abbiamo registrato una grande partecipazione e un forte interesse da parte di tutti gli operatori turistici dei vari stati del Sud del Brasile, in occasione di questa fiera giunta alla sua 25° edizione». L’idea dell’Assessore Regionale del Turismo Marino Finozzi di promuovere la destinazione veneta in Brasile è confermata dalle numerose richieste e anche dal grande interesse dei Brasiliani di terza generazione di origine italiana di venire a scoprire le terre delle loro origini, le tradizioni e l’acquisizione della cittadinanza italiana. Infatti, il Sud del Brasile è popolato prevalentemente da figli di coloni emigrati soprattutto dal Veneto durante la Grande Emigrazione di fine Ottocento. E’ stata eletta la cittadina di Gramado quale punto nevralgico del Festival del Turismo poiché risulta essere una “piccola Cortina”, un paese dei balocchi che già dall’1 novembre si riempie di addobbi natalizi e vetrine luminose, esempio questo di insediamento della cultura svizzera, tedesca e veneta e di perfetta integrazione: una piccola città europea nel bel mezzo delle praterie e colline meridionali del Brasile. Questo paese evidenzia uno stupendo contrasto paesaggistico, tra vegetazione tropicale e alpina, che accoglie e riesce a far convivere culture molto diverse Alla Pizzeria La Dolce Vita il cenone di Capodanno sarà scaldato dalla magica atmosfera degli anni ‘60, tra un quadro di Marylin ed uno dei Beatles, ma anche dalle grandi star del cinema italiano e internazionale. Gli anni della musica rock e della Beat generation vi accompagneranno durante tutta la serata. IL CENONE DI CAPODANNO Martedì 31 dicembre ore 20.30 Antipasto Zuppetta di lenticchie sfumata al rosmarino con cotechino e mostarda di miele Primo piatto Tortelli di brasato spadellati con olio al tartufo e gocce di Amarone Secondo piatto Filetto di maiale alle mandorle, puntine cotte a bassa temperatura, mosaico di verdure grigliate e verze brasate Dessert Sformatino tiepido di panettone con cioccolato bianco, salsa inglese e gelato alla vaniglia Costo a persona e 35,00 Ristorante - Pizzeria “La Dolce Vita” Via Roma, 63 - Bevilacqua (Verona) - Tel. 0442 640545 www.pizzerialadolcevita.it - [email protected] Chiuso il lunedì (tutto il giorno) fra loro: negozi brasiliani che si alternano a botteghe tipiche della tradizione veneta; cioccolaterie svizzere e negozi di cultura tedesca convivono perfettamente; una degustazione di fonduta tipica della Svizzera si mescola al galetto e baccalà, radicetto coe cicche e polenta fritta, tipici di un ristorante vicentino, per finire con i ristoranti tipicamente brasiliani, le churraskerie, dove si può apprezzare la favolosa carne picaña tipica dei bovini delle praterie del Sud del Brasile o assaporare la tipica bevanda dell’america latina preparata con la yerba mate. La partecipazione alla fiera di Gramado fa parte di un progetto, ormai arrivato al terzo anno, che si impegna nella promozione e commercializzazione del Veneto in Brasile attraverso la partecipazione alle fiere non solo dei Consorzi Turistici del Veneto ma anche degli operatori privati. Gli appuntamenti annuali con la Regione Veneto comprendono la WTM di San Paolo in Brasile, la BUY VENETO BRAZIL EDUCATION in Veneto, il FESTIVAL DEL TURISMO DI GRAMADO nel Sud del Brasile ed altre interessanti attività di workshop. Elisa Pavanello Costruita nel XVI secolo, Villa Bevilacqua fu una delle tenute della famiglia Bevilacqua di Santa Anastasia. La sua funzione era quella di casa di villeggiatura. Villa Bevilacqua apre le porte ai suoi ospiti per banchetti, ricevimenti e cerimonie. Ampi spazi, sale luminose ed un parco che circonda tutta la struttura, la rendono una piccola oasi di tranquillità ed armonia nel centro della cittadina omonima. Nella splendida atmosfera di Villa Bevilacqua gli sposi hanno la possibilità di coronare il loro sogno d’amore, non dimenticandosi che ci sono numerosi sconti pensati appositamente per loro. Per tutte le coppie di futuri sposi che scelgono di festeggiare le nozze lontano dai calori estivi, avranno uno sconto del 5% sui menù del banchetto nuziale fino al 30 aprile 2014; per i matrimoni che vengono celebrati durante la settimana ci sarà uno sconto del 10%. Infine se si sceglie la domenica per convolare a nozze lo staff di villa Bevilacqua renderà quella giornata ancora più speciale regalando uno sconto del 5% sui menù del banchetto di nozze. Informazioni e prenotazioni: Villa Bevilacqua Via Roma, 63 - 37040 Bevilacqua (VR) - T. 044293324 - F. 0442642192 [email protected] - www.villabevilacqua.com Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 18 DIANA Eccoci giunti alla dodicesima puntata della rubri- ca di AstroMitologia del Basso Adige che questo mese compie 1 anno. Auguri!! Dopo aver parlato di tutti gli dèi che diedero il loro nome ai pianeti, ora cominceremo a descrivere gli altri dèi greco/romani legati a ulteriori corpi celesti. Oggi descriveremo la dea Diana. Diana, che nella mitologia greca corrisponde ad Artemide, era la dea della caccia, dei boschi, del tiro con l’arco, della Luna, protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, protettrice delle donne (in modo particolare delle partorienti). Era figlia di Giove e sorella gemella di Apollo, il dio del sole e delle arti. I suoi simboli sono il cervo, il cipresso, l’arco, e la falce di luna crescente. Secondo la leggenda la dea: era amante della solitudine, si aggirava in luoghi isolati (più che altro boschi), era irascibile e vendicatrice. Nel mondo romano, il principale luogo di culto di Diana si trovava presso il piccolo lago laziale di Nemi, sui colli Albani ma in seguito venne eretto per volere di Servio Tullio il nuovo tempio sull’Aventino. Invece nel mondo greco Diana era adorata e celebrata allo stesso modo pressoché ovunque, infatti i più importanti luoghi di culto a lei dedicati si trovavano a Delo, a Sparta ed a Efeso (nell’attuale Turchia) dove era considerata la “Signora di Efeso” e in suo nome era stato eretto Il Tempio di Artemide (una delle sette meraviglie del mondo antico). Inoltre la dea è stata oggetto di culto della stregoneria italiana durante l’epoca medioevale. Tra gli episodi mitologici più famosi della dea cacciatrice possiamo citare la sua nascita, la sua infanzia, il mito di Callisto e la sua partecipazione nella guerra di Troia. Diana nacque, come Apollo, dall’unione extraconiugale di Giove con Latona. Quando Giunone, la moglie di Giove, seppe di questa relazione, per vendetta proibì a Latona di partorire su qualsiasi terra, fosse essa continente o isola. Disperata, la donna vagò fino a giungere sull’isola di Delo che, secondo il mito, galleggiava ancora sulle onde del mare. Essendo perciò Delo non ancora una vera isola, Latona poté così darvi alla luce Diana ed Apollo. A tre anni la dea chiese al padre Giove di rimanere sempre vergine e di avere molti nomi, di avere un arco ricurvo forgiato dai Ciclopi, di donarle sessanta Oceanine (ninfe dell’oceano) di nove anni come ancelle perché si curino dei suoi calzari e dei suoi cani, di darle tutti i monti e quante città vorrà lui dedicarle (in quanto la dea abiterà sui monti). Giove accontentò la figlia ed inoltre le donò tre città devote soltanto a lei e la nominò custode delle strade e dei porti. Il mito di Callisto racconta che una ninfa della dea, la stessa Callisto, perse la verginità con Giove, che andò da lei sotto le spoglie di Diana; infuriata, la dea della caccia la trasformò in un’orsa. Un giorno, durante una battuta di caccia, periodico indipendente il figlio di Callisto, Arcade, rischiò di uccidere la madre. Tuttavia fu fermato dal padre Giove che li collocò entrambi in cielo come costellazioni. Da quel giorno si formarono la costellazione dell’Orsa maggiore e dell’Orsa Minore. Durante la guerra di Troia, Diana si schierò dalla parte dei troiani contro i greci e, quando le divinità si scontrarono, la dea cacciatrice si scontrò con Giunone che la colpì, facendola fuggire in lacrime da Giove. Per finire, nell’arte la dea è rappresentata come una cacciatrice dallo sguardo fiero ma con grazie femminili, con i capelli raccolti dietro il capo, vestiti semplici, arco e frecce. Nel prossimo numero della rubrica parleremo del dio del fuoco Vulcano/Efesto. Arrivederci al primo mitologico numero del 2014!! Auguro a tutti i lettori un buon Natale e un felice anno nuovo. Gianluigi Viviani Una grande azienda italiana, una grande produzione di oli vegetali www.topagri.it ITALIA ITALIA ROMANIA MAROCCO periodico indipendente Anno XXXV - n. 12 - Dicembre 2013 MARIO FURLAN, UN DIRIGENTE CON LE IDEE CHIARE Ha le idee chiare Mario Furlan il nuovo dirigente residente a Cerea, nominato responsabile della Rappresentativa regionale juniores (i ragazzi nati nel 1995 e nel 1996) che, assieme al coordinatore regionale Argentino Pavanati e al responsabile dello staff tecnico Maurizio Marchesini, lavorerà per far splendere il nutrito gruppo di giovani atleti del Veneto. Un dirigente che porta con sé una notevole esperienza nel settore e che vede nell’impegno, nella professionalità e nel lavoro, le armi necessarie per ottenere validi risultati. “E’ quanto andiamo dicendo da sempre – esordisce Furlan con un sorriso- se non ci si impegna è inutile cominciare. Gli impegni sono tanti, e gli appuntamenti tutti di alto livello; tra poco infatti, prenderà il via il Torneo delle Regioni, che si svolgerà nell’aprile 2014 in Friuli, un ottimo trampolino di lancio per i giovani atleti e di certo non possiamo sbagliare”. Ed il vostro lavoro su cosa si concentra. “Sui ragazzi naturalmente e su come si esprimono in campo – riprende Mario - da ottobre abbiamo visionato 140 ragazzi nelle tre selezioni di Vittorio Veneto, Bassanello e di San Martino Buon Albergo ed abbiamo effettuato una nuova scrematura dopo la quale avremo le idee più chiare. Vorremmo infatti avere una rosa formata da elementi bravi e con spirito di sacrificio. Il Torneo delle Regioni è una manifestazione importante e dobbiamo arrivare all’appuntamento all’altezza e comportarci bene”. Tra le varie novità è da segnalare poi quella di avere un osservatore ad hoc in ogni Provincia del Veneto che seguirà da vicino i ragazzi, segnalando quelli più meritevoli, e stringeremo una stretta collaborazione con la Rappresentativa Regionale allievi. Lo staff tecnico della Rappresentativa juniores ha subito alcuni cambiamenti, come l’arrivo di nuovo selezionatore in panchina: Andrea Basso ha infatti preso il posto di Fabrizio Toniutto. Un’eredità pesante, visto che quest’ultimo ha messo in bacheca il Torneo delle Regioni ed è reduce dalla conquista della UEFA Region’s Cup. Curiosità: Basso è stato un calciatore, ha militato in serie C e nel Genoa in serie B nella stagione 2002/03 con Mario Cvitanovié, Adrian Mihalcea (entrambi ex giocatori dell’Hellas Verona), Sergio Floccari e Giuseppe Mascara. Non solo: l’attuale tecnico della Rappresentativa ha vinto la URFA Region’s Cup con la maglia del Veneto nel 1999. Nello staff degli juniores veneti vi è poi anche Massimiliano Ferroni, medico veronese e componente della Delegazione FIGC scaligera. Ed i rapporti con la Federcalcio di Verona come sono. “Abbiamo un ottimo rapporto - rassicura Furlan - siamo sempre una Regione all’avanguardia: la recente conquista della UEFA Region’s Cup lo dimostra. Ora però dobbiamo cercare di migliorare per poter essere sempre in prima linea nelle tante iniziative proposte e portate avanti in questo settore”. Francesco Occhi NUOVO INNO PER IL LEGNAGO Il Legnago Salus che milita in serie D ha un nuovo inno. S’intitola «Legnago Salus» ed è stato composto da un giovane calciatore che milita nel Legnago da sette anni e gioca come mezzapunta con la formazione nazionale juniores. L’autore della nuova canzone è Marco Scipolo, nato a Isola della Scala il 13 luglio 1996, residente a Sanguinetto e studente iscritto nel liceo scientifico di Cerea che ha composto in un sol giorno l’inno poi musicato, cantato, suonato e registrato. Le imprese del Legnago ispirarono in passato il maestro legnaghese Danilo Errico, direttore della banda fino alla fine degli anni ottanta, e scomparso nell’aprile di tre anni fa che scrisse nel 1977 un inno denominato «Bianco-azzurro» cantato da Giuseppe Boarati. La canzone Bianco-azzurro» fu suonata fino a qualche anno fa allo stadio Sandrini, con l’emozione dei più anziani tifosi che ora dovranno convertirsi ai nuovi tempi musicali. A. N. Nella foto: Marco Scipolo. 19 I Ghost Hunter Padova confermano la presenza di fantasmi al Castello Bevilacqua Lo scorso sabato 30 novembre, sono stati presentati i tanto attesi risultati delle indagini svolte il 26 ottobre 2013 tra le sale del Castello Bevilacqua dal gruppo Ghost Hunter Padova. Durante la serata sono state raccontate le leggende che da molto tempo caratterizzano il Castello Bevilacqua. A quanto pare però queste leggende non rimangono solo fantasia, concretizzandosi in vere e proprie presenze: eccone qui spiegate alcune. Molte le strumentazioni utilizzate durante le indagini, a cominciare dal registratore digitale EVP che ha catturato una “voce” che si è “intromessa” durante la conversazione dei ricercatori. Le voci non sono certo state l’unico elemento rilevato, poiché anche respiri e battiti inconsueti provenienti da stanze vicine non occupate hanno sorpreso i ricercatori. Oltretutto i Ghost Hunter hanno rilevato anche la risposta con un canto mormorato alla loro richiesta di suonare uno strumento presente nella stanza. Altre analisi, come la metafonia con la radio sulle onde corte, hanno captato varie risposte a delle domande poste direttamente dai ricercatori. La prima domanda era inerente alla possibile presenza di Alessandro Bevilacqua all’interno del Castello Bevilacqua, e la voce ha replicato dicendo che è possibile continuare la ricerca della sua anima l’importante che si portasse rispetto alla sua nobile figura. La seconda domanda non poteva che riguardare la volontà di scoprire dove è stata seppellita la carrozza piena d’oro e gioielli che la contessa Felicita Bevilacqua ha nascosto sotto le mura del castello; ma i ricercatori non si aspettavano certo una risposta dettagliata, ma dalle brevi frasi forse qualcosa si può intuire. La serata si è conclusa facendo ascoltare agli ospiti le parole d’amore che la contessa ha riservato a suo marito Giuseppe La Masa, descrivendolo «bello, bello», informandoci che ora loro passeggiano insieme tra le mura del Castello Bevilacqua, e ricordandoci che se vogliamo «via vi diran risposta». Le indagini non finiscono certo qui, infatti un nuovo appuntamento con i fantasmi ci attende a marzo, per scoprire nuovi dettagli sulle presenze al Castello Bevilacqua. Elisa Pavanello IL FRUTTO PROIBITO DI FIORELLO Fiorello Stopazzolo, ingegnere, 64 anni conosciutissimo a Legnago per la sua passione per il musicista Antonio Salieri e per la telecamera sempre sulla mano destra per ritrarre eventi è stato ricoverato al «Mater salutis» il 20 novembre per una caduta nei pressi di Albaredo. Era entrato in una corte abbandonata per raccogliere cachi, nel primo pomeriggio era salito su una scala di una ventina di gradini, poi cadeva a terra per aver perso l’equilibrio da circa sei metri d’altezza. Fiorello sviene, forse si addormenta, ma verso le ore 19 si sveglia, raggiunge trascinandosi a terra la sua auto e rintraccia con un cellulare l’amico Giuseppe Vicentini che assieme alla moglie lo raggiunge. L’auto dell’amico però si impantana. L’amico raggiunge Fiorello e rimessa in carreggiata la sua auto con l’aiuto di un contadino porta Fiorello al pronto soccorso. Fiorello ha riportato una triplice frattura al polso destro, ha le costole dolenti. Fiorello resta in ospedale con una sospetta pleurite. Ha avuto una voglia matta di un piatto di tortellini e sul suo letto è apparso un libretto scritto dall’artista Antonio Riso che s’intitola «Il frutto proibito» tratto dalla disavventura di Fiorello. Scrive Riso di Tricase (Lecce) : «La scala scricchiolante, la civetta in calore, la nebbia... erano segni premonitori...» Fiorello (detto Nico nel volumetto) era lo sconfitto? Chi ha vinto è l’amore per il prossimo. Nico non ha perso, ha ringraziato il cielo per avere al suo fianco un angelo custode...» Fiorello è fatto ritrarre con due cachi e scherza: «Ho un’assicurazione sul mio braccio destro che mi è indispensabile per la mia passione, filmare eventi... A. N. Nella foto Navarro: Fiorello in ospedale. 40 1973 2013 s year AN N I V E RS A R Y NUTRIZIONE E SPECIALITÀ PER L’AGRICOLTURA NUTRIZIONE E SPECIALITÀ PER L’AGRICOLTURA Via Larga, 25 - 37050 S. Pietro di Morubio (VR) Italy Tel. (++39) 045 6969004 - Fax (++39) 045 6969012 www.fomet.it E-mail: [email protected]