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Voce Misena
La Voce Misena
Settimanale della Diocesi di Senigallia
giovedì 13 gennaio 2005 • € 1
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ad essere più
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persone,
a fare più
comunità.
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intestato a “La voce misena”
• in redazione tutti i giorni ore 9.30 -12.15
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13 gennaio 2005
Nelle prove
più dolorose
13 gennaio 2005
Il
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EDITORIALE
BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI
OSTRA E MORRO D’ALBA
Ostra - tel. 071 798931
Morro d’Alba - tel. 0731 63802
Senigallia - tel. 071 63893
Passo Ripe - tel. 071 7957300
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18-25 gennaio
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Organizzata dall’Azione Cattolica
IN PARROCCHIA:
Si può celebrare ogni giorno la Messa per l’unità con
letture proprie o almeno la preghiera dei fedeli.
Marcia della Pace
a Senigallia
IN CATTEDRALE:
• Giovedì 20 gennaio, ore 21.15
Preghiera Ecumenica
con la presenza del Vescovo.
Interviene: la Comunità Ucraina;
la Comunità evangelica dei Fratelli di Senigallia.
• Domenica 23 gennaio, ore 17
Messa per l’Ecumenismo
celebrata dal Vescovo Mons. Giuseppe Orlandoni.
Mons. Elio Sgreccia nominato dal Papa
Presidente della Pontificia Accademia per la vita
Ha di che essere orgogliosa Arcevia, o meglio la sua frazione Nidastore: uno dei suoi più illustri cittadini, monsignor Elio Sgreccia (nato proprio ad Arcevia nel 1928), il
3 gennaio è stato nominato dal Papa presidente della Pontificia Accademia per la vita, di cui era già vicepresidente.
Ha sintetizzato in questi termini il suo impegno per il futuro: “Continuare a lavorare su problemi antichi, come
quello dell'aborto, ma anche su progetti di legge recenti in
materie come la clonazione, l'eutanasia, la fecondazione
artificiale, in modo da istruire, formare ed illuminare le
coscienze”. “Sono gli avvenimenti che fanno il nostro
programma” - ha precisato Mons. Sgreccia - facendo notare che su argomenti tanto delicati “non si può contare
sulle leggi, che si adeguano alla maggioranza”.
La Voce Misena
Settimanale della diocesi di Senigallia
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353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Ancona. Taxe perçue - tassa riscossa ufficio P.T. di Senigallia. Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 137 del 12/11/1952.
Direttore editoriale: Gesualdo Purziani
L
a precarietà della vita è l'angoscia più profonda dell'uomo: lo coglie quando
riflette e pensa, ma anche quando abbandona le censure e si rilassa nel sonno.
Solo chi lo ha provato, conosce se stesso, il valore del tempo e della storia.
Alcune modulazioni di precarietà sono affidate a noi stessi, insieme con la ragionevolezza: se mi lascio afferrare, dal Bingo, rischio di distruggere quanto ho costruito,
con fatica ed impegno; devo fuggire alla malia ed impormi una decisione. Siamo
quindi nelle nostre mani: mi plasmo come voglio, ottengo quanto ho predisposto,
perseguo quanto mi attira e rende il mio quotidiano felice e ricco. Il discorso fila. e
non palesa la sua radice adolescenziale finché non piomba, inaspettata e inarrestabile
la catastrofe, lo tsunami, che ha sconvolto il nostro Natale. Luminarie, banchetti,
campi di neve e acque tropicali, sono a portata di mano; l'aria di festa contagia, ma
può diventare quella sabbia in cui lo struzzo-uomo affonda la testa, perché girando
troppo non lo conduca allo squilibrio. La furia dell'onda, il suo risucchio, li abbiamo
visti .abbattersi senza pietà su persone come noi: lavoratori, bimbi inermi, vacanzieri
(legittimi). Tutti impauriti, laceri e sudici, quando non ormai cadaveri.
Il paradiso è divenuto una sola maceria, un luogo di detriti, saturo di terrori;
atolli che, conclamati come luoghi incontaminati, sono sporca fanghiglia. Il richiamo dell'infinito, di quel paradiso perduto, del giardino che sempre attrae lo
spirito dell'uomo, bruscamente e senza ritorno, ha subito un'involuzione, diventando massacro, carneficina.
Un amico mi diceva: "È colpa di Dio". Peraltro, aveva continuato ad asserire che
Egli non esisteva ed era solo una proiezione rassicurante. Ne ho dedotto che, in
realtà, una scappatoia dobbiamo pur sempre trovarla e, per pacificarci, il capro espiatorio va individuato, bollato: una rassicurazione di evasione.
Solo allora, il ritorno ai cenoni, ai banchetti esotici, alle tavole imbandite, alle persone eleganti, è possibile; solo allora le immagini che tutti abbiamo visto, passano
nello sfondo e possiamo darci alla pazza gioia. Ignari, che, nel più profondo, cristallo su cristallo, si è formato quel magma nero e oscuro che si chiama precarietà e ci
attanaglia. È inutile negarlo: la filosofia, la teologia, le scienze antropologiche, non
conducono alla quadratura del cerchio. Lo tsunami le infrange tutte, irrevocabilmente. Il Dio delle acque si è scatenato, ha bisticciato con il Dio della terra, e la crosta
sottomarina si è sollevata? L'ira degli dei ci ha travolti, noi uomini, vittime innocenti,
membri solo della matrigna natura? Tutto parrebbe non solo dirlo ma anche dimostrarlo, lasciandoci con in mano un pugno di mosche. L'orrore della guerra potrebbe
conoscere la sua conclusione (per poi ricominciare quando i magazzini di armi saranno colmi e la merce si dovrà smaltire), ma l'orrore dello tsunami no, solo un
preavviso potrebbe limitarne la portata e la gravità.
Il mostro tsunami andrebbe placato, con sacrifici e con riti propiziatori, forse se ne
starebbe buono, buono, per alcuni secoli. Se però, non si risveglia all'epoca del padre, si risveglierà all'epoca del nipote: ineluttabile rimando. Chi ha sfidato la paura
ed è partito per porgere soccorso, è solo uno spavaldo? Chi gioca la propria vita perché migliaia di vite sono state colpite, è il solito ingenuo di turno?
Fino alla solidarietà non è difficile arrivare; anche alla condivisione, limitando
le spese per le strenne, il voluttuario e il superfluo, la sensibilità altrui giunge,
anche perché, nell'angolo più sicuro della propria coscienza, ci si dice: "Oggi a
te e domani a me". Rimane però quel cerchio che non si lascia quadrare. E meno
male, perché altrimenti passeremmo la vita a tavolino con matita e squadra. Non
ho risposte, ho un grido che non mi abbandona, quello dei feriti, dei morti, dei
terrorizzati (di oggi e di domani). Un grido bagnato, intriso, non dall'acqua dello
tsunami, ma dalle lacrime di Dio: Egli piange su di noi e con noi. Quando, irrigati da questo dono, ci decideremo a praticare il bene, a vivere il Vangelo nella
sua pienezza e a cedere alle nostre pretese che contaminano il mondo? Dobbiamo imparare a piangere le lacrime di Dio e a dirgli: "Padre, tu ci avevi creati in
un mondo buono, te lo abbiamo rovinato. Pietà di noi". Le nostre lacrime giungano a tutti e vincano l'egoismo di chi possedendo strumenti di rilevazione non
li ha condivisi con chi ora più non è più perché non li aveva.
Cristiana Dobner
domenica 30 Gennaio
Anche quest’anno l’Azione cattolica di Senigallia promuove una Marcia per la pace, con l’intento di coinvolgere sul tema della pace tutta la città e in particolare i ragazzi e i giovani. La marcia si svolgerà domenica 30 gennaio alle ore 17 – dopo la S.Messa celebrata in Cattedrale alle ore 16 – con partenza da piazza Garibaldi e arrivo in piazza Roma, dove per circa un’ora avrà luogo un
momento di animazione. Ospite di particolare riguardo
sarà fratel Arturo Paoli che, sulla base della sua esperienza in Brasile, parlerà di pace, giustizia e diritto alla
terra. Il tema che in particolare quest’anno si desidera
sviluppare sarà proprio il binomio povertà-pace. Il 2004
che si è appena chiuso ha visto tanti innocenti perdere la
vita a causa della violenza, in Iraq, a Beslan, nel Darfur e
in tante altre parti del mondo. Da ultimo, la tragedia in
estremo Oriente ha mostrato quanto catastrofici possano
essere gli effetti delle calamità naturali se colpiscono le
popolazioni più povere delle terra. Tutto questo non può
che rafforzare in noi l’impegno per cambiare la logica di
un mondo diviso tra poveri e ricchi.
La pace, per sua natura, non è di parte ma tende a mettere
insieme tutti coloro che desiderano costruire un mondo
più giusto e solidale, un mondo dal quale potrà essere bandita una volta per tutte la guerra. Nella consapevolezza
che quanto più saremo uniti nel cercare la pace, tanto più
efficace sarà la nostra opera, invitiamo ogni persona di
buona volontà e tutte le associazioni a partecipare alla
marcia e a lasciarsi coinvolgere nel clima di festa portato
soprattutto dai ragazzi dell’ACR che, con la marcia, concluderanno la loro Festa della pace.
Collaboratori:
Alessandro Berluti, Aristide Brescini, Fabrizio Chiappetti, Roberto
Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti, Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci,
Giuseppe Nicoli, Giuseppe Olivetti, Leonardo Pasqualini, Michele
Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica
Spinozzi, Ilario Taus, Alberto Teloni.
Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli,
Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini, Pietro Scattolini
Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi
Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati
Tiratura: 3000 copie
Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli,
Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti
e-mail: [email protected]
sito: www.vocemisena.it
e
Nelle prove
più dolorose
3
13 gennaio 2005
editoriale
16 gennaio 2005
2a domenica del tempo ordinario
il Salvatore
Prima lettura: Is 49,3.5-6
Seconda: 1Cor 1,1-3
Vangelo: Gv 1,29-34
Il servo di Javeh, prefigurazione di
Gesù, è chiamato ad “essere luce
delle nazioni affinché la salvezza
giunga fino ai confini della terra”
(prima lettura). Nel vangelo Giovanni il Battista mostra Gesù come “l’agnello di Dio che toglie il peccato
del mondo”. Da parte sua, san Paolo
dice ai corinti che “sono stati chiamati ed essere popolo di Dio con
tutti coloro che in qualsiasi luogo invocano il nome di Gesù Cristo (seconda lettura).
Dall’inizio del tempo ordinario la
Chiesa ci invita a riflettere sulla salvezza di Cristo, che è destinata a tutti e che deve raggiungere tutti, per
rendere presente il suo regno tra gli
uomini. Fin dall’inizio la Chiesa si
mostra come la comunità di salvezza e vuole comunicare questa verità
in tutti gli angoli della terra. La salvezza giunge a tutti gli uomini mediante la luce di Gesù Cristo, che
compie in sé, in quanto luce del mondo, la figura del servo di Javeh (prima
lettura). Luce che proviene dalla verità
del suo messaggio, della sua intera vita, ma particolarmente dalla sua sofferenza fino alla morte di croce e dalla
sua gloriosa resurrezione.
La salvezza giunge a tutti gli uomini
mediante l’agnello di Dio, vittima di
espiazione per i nostri peccati. Gesù è
l’agnello pasquale che libera ogni uomo dalla schiavitù d’Egitto (Es 12)
cioè dal peccato; è l’agnello mansueto
che è portato al mattatoio per il sacrificio, assumendo su di sé i nostri dolori,
sopportando le nostre sofferenze (Is
53); è l’agnello glorioso, capace di
aprire il libro dei sette sigilli, che nessun altro può aprire, e di decifrare per
l’umanità e per ogni uomo gli enigmi
della storia e del destino umano. Il sacramento che Dio ha donato alla sua
Chiesa per offrire all’intera umanità la
salvezza di Gesù Cristo è il Battesimo. Cristo battezzerà, ci dice Giovanni il Battista, con acqua e con lo Spirito Santo. La Chiesa continuerà la missione di Cristo, battezzando nello Spirito. Perché questo Spirito divino rende efficace la presenza nella umanità
di Cristo Salvatore del corso dei secoli (vangelo). Per questo, i cristiani,
santificati dallo Spirito nel battesimo,
sono “coloro che invocano in qualsiasi luogo il nome di Gesù, Cristo e
Signore” (seconda lettura). Lo Spirito che pone nei nostri cuori e sulle
nostre labbra il nome del Padre,
“Abba”, è lo stesso che pone in noi il
nome di Gesù, Salvatore. Gesù è
Salvatore per tutti, perché tutti abbiamo bisogno di salvezza.
Nella necessità di salvezza, sentirci
solidali con tutti gli uomini, cristiani o
no. Non c’è nessuno che non cerchi la
verità, la felicità, la salvezza. In una
certa misura tutti siamo cercatori: cerchiamo per trovare, e, una volta che
abbiamo trovato, continuiamo a cercare per trovare ancora questa pienezza
di salvezza e di felicità che soltanto
Dio può dare. In forza di questa solidarietà, dobbiamo pregare per tutti con
cuore generoso, sacrificarsi per tutti in
piccole cose, offrire le attività quotidiane al Signore affinché tutti trovino Gesù Cristo, il Salvatore che stanno cercando, forse a tentoni in mezzo a difficoltà e ad oscurità, aiutare tutti colori
che incontrerai sulla tua strada giorno
dopo giorno, che cercano Cristo, ma
che ancora non sono riusciti a trovarlo,
non sono riusciti a fare di Cristo Salvatore un’esperienza significativa per tutta la loro esistenza.
don Luciano Sole
S
Che
strano
Natale!
di Federica Spinozzi
Simbologia dell’agnello
E
cco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato
del mondo”. Con questa espressione Giovanni Battista non solo indica la presenza di Gesù. Ma anche il
senso della sua missione. Nella cultura ebraica l’immagine
dell’agnello richiama sia l’agnello pasquale, che con il suo
sangue salva i primogeniti dalla spada dell’angelo sterminatore, sia l’agnello sacrificale per l’espiazione dei peccati. I
due significati si uniscono in Gesù: egli è la vittima innocente che con la sua morte espia i peccati di tutta l'umanità.
Per i primi cristiani convertiti dall’ebraismo era spontaneo interpretare la morte in croce come sacrificio espiatorio. Le cose stanno diversamente per noi moderni. Notiamo innanzitutto che la parola sacrificio è pronunciata da
Gesù solo due volte e proprio come rifiuto: “Misericordia
io voglio e non sacrificio” (Mt.9,13; 12,7). In secondo luogo la pratica del sacrificio espiatorio presuppone un orizzonte culturale in cui la divinità è adirata per i peccati degli uomini e non si placa se non con il sangue di una vittima. Anche da un punto di vista puramente razionale, questo non è dio, nemmeno un uomo saggio, ma un mostro di
cattiveria. Tanto meno è pensabile nella prospettiva evangelica, dove Gesù, l’unico che ci può rivelare il volto di
Dio, ce lo presenta come padre misericordioso che corre
incontro al figlio sviato e non gli chiede un sacrificio
espiatorio, ma lo accoglie con amore e gli fa festa. Inoltre
gli studi di antropologia oggi (René Girard) mettono in luce come il sacrificio sia un fenomeno presente in tutte le
culture di cui abbiamo traccia e costatano che viene ripetuto ogni volta che la collettività va in crisi per le discordie
parola di Dio
interne. Allora sorge l’ipotesi che all’origine ci sia la violenza di tutti contro tutti e che il superamento di questa situazione distruttiva avvenga quando si individua il presunto responsabile, che perciò diventa il capro espiatorio. Il
suo sacrificio genera il primo accordo su cui si fonda la
convivenza. Ogni volta che questa convivenza va in crisi,
si ripete il sacrificio liberatorio: la violenza controllata
nel rito sostituisce e frena la violenza originaria che minaccia la completa distruzione. Il sacrificio non ha quindi
origine dalla divina rivelazione, ma è un residuo della
mentalità primitiva di tutti i popoli e porta con sé il segno
della violenza.
Allora la croce non è sacrificio espiatorio che placa la divinità offesa, ma l’espressione più alta dell’amore di Dio,
che, condividendo la nostra condizione umana, ha voluto
essere presente nel baratro dell’abiezione dove, dal punto
di vista umano, è preclusa ogni speranza. Questo cambiamento di interpretazione ha conseguenze nella vita morale.
La croce come sacrificio espiatorio ha fatto pensare che la
sofferenza fosse l’unico prezzo per acquistare la salvezza;
così la concezione cristiana della vita si è tinta di colori tetri, nascondendo una venatura di sadismo. L’interpretazione della croce come la più alta espressione d’amore di Dio
per l’umanità dice che a salvarci è l’amore vissuto nella
condivisione sia della gioia, che della sofferenza. Di sofferenza inevitabile nel mondo ce n’è già troppa, Dio non ci
chiede di aumentarla, ma di alleggerirne il peso che grava
sul cuore del fratello.
don Vittorio Mencucci
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eguivamo quotidianamente i telegiornali durante le feste, immersi, nostro malgrado, in un
clima di spensieratezza e di vacanza.
Come per magia, la crisi mondiale che
stiamo vivendo si era d’improvviso risolta; i vari problemi che attanagliano
la nostra società svaniti nel nulla. Tutti i TG, dalle edizioni delle prime ore
del mattino a quelle della tarda notte,
percorsi dallo stesso filo rosso: l’invito al consumismo e al divertimento.
Varie le proposte: menù di festa, ristoranti famosi, vacanze, weekend, liste
di regali, novità nell’abbigliamento,
accessori porta fortuna, ecc, ecc. Una
sola la parola d’ordine, il messaggio
che è arrivato nelle nostre case: “pensate a divertirvi, ricopritevi di cose
inutili, spendete insomma il vostro
denaro senza troppe preoccupazioni,
soprattutto senza riflettere su quanto
vi sta accadendo intorno, in Italia e
nel resto del pianeta”.
Se proprio volevamo allargare lo
sguardo i telegiornali ci hanno presentato una notizia dall’estero sensazionale: in Cina è stato indetto un concorso
senza precedenti: “Miss Bellezza artificiale”, un concorso di bellezza per
concorrenti sottoposte almeno ad un
intervento di chirurgia estetica. I corrispondenti ci hanno informato che tali
interventi, soprattutto quelli che riguardano modifiche dei lineamenti del viso, sono finalizzati ad “occidentalizzare” il volto delle giovani cinesi.
La Cina, nel boom dello sviluppo
economico, ha scoperto questo nuovo
modo di spendere il proprio denaro, di
investire nell’immagine.
Così, noi occidentali, dopo aver imposto a tutto il mondo la nostra merce, la nostra moda, le nostre abitudini
alimentari, siamo riusciti ad imporre
anche il nostro modello di bellezza,
tanto da convincere i “diversi” a rinunciare anche alle loro caratteristiche somatiche, per diventare simili a
noi? Ogni forma di alterità lentamente
sgretolata e la dittatura del consumismo e della comunicazione invade
l’intero pianeta. Stiamo veramente diventando i padroni del mondo e, a
uno a uno, conquisteremo ogni paese,
ogni popolo, ogni razza.
Un brivido di onnipotenza e di narcisismo percorreva le nostre vene, quando all’improvviso, una sciagura di incredibili dimensioni ha colpito il nostro pianeta: un terribile maremoto in a
vasta zona del l’Oceano Indiano, causando morte e distruzione per chilometri e chilometri quadrati.
La magia è svanita: immagini di terrore sono esplose nelle nostre case,
hanno interrotto le nostre feste, i nostri
13 gennaio 2005
pranzi, le nostre vacanze. Luoghi meravigliosi, incantevoli, mete di viaggi
da sogno per i ricchi, spazzati via da
un’onda anomala. Ma non eravamo diventati i padroni del mondo? Non ci
avevano dato per certo che nulla sarebbe più sfuggito agli occidentali? Ma i
vari telegiornali ci hanno subito rassicurato che saranno rimborsati quanti
purtroppo non sono più partiti oppure
avrebbero potuto cambiare destinazione. Mille le attenzioni televisive per gli
Italiani rimasti vittime del maremoto o
in difficoltà per il rimpatrio: collegamenti dalla Farnesina a tutte le ore del
giorno, informazioni sulle salme dei
nostri connazionali, profili biografici
di quanti hanno perso la vita…
Osservando tutto questo con i miei
figli e commentando le scene e le notizie è nata spontanea la riflessione: perché lo spazio televisivo dato alle notizie sugli Italiani in vacanza è stato superiore a quello sulle migliaia di vittime e di persone rimaste senza nulla?
Inoltre la catastrofe ha colpito una vasta zona del cosiddetto mondo in via di
sviluppo e tutto questo rende la situazione ancor più drammatica e pericolosa da ogni punto di vista.
Perché tante vittime tra i bambini?
Perché tanti bambini lungo le strade,
senza il controllo degli adulti? In molti
si pongono questa domanda e un
profondo senso di compassione sta
diffondendosi in tutto l’Occidente.
Ma dove eravamo quando da più
parti ci arrivavano notizie inquietanti
e terrificanti sullo stato di povertà e di
abbandono dell’infanzia nei paesi dell’Est Asiatico?
Le notizie sullo sfruttamento dei minori, vittime principali del turismo occidentale sessuale, perché ci hanno
sempre lasciato indifferenti? E la povertà materiale che sta dietro ad un simile degrado perché non ci scuote e
non ci fa sentire in disagio?
Che stano Natale! La natura sembra
ribellarsi al nostro egoismo, al nostro
bel vivere proprio nel ricordo della
nascita del Salvatore.
Il Dio bambino, pasciuto e sorridente dei nostri presepi, quest’anno ha
preso le sembianze di tanti piccoli corpi senza vita, vestiti di stracci, entrati
nelle nostre case attraverso il video a
scuoterci dal nostro benessere, dalla
nostra ricchezza materiale, per indicarci la via della salvezza, quella della solidarietà e della condivisione, che non
può fermarsi alle emergenze, ma deve
rinnovare i rapporti planetari.
Il sacrificio di tanti innocenti non
sarà stato vano se avremo il coraggio,
come singoli e come nazioni, di accogliere il messaggio di questo Natale.
sguardo sul mondo
gli avvenimenti di fine/inizio anno
A
lle 12.50 del 7 gennaio, la
tragedia: l’interregionale
2255 che da Verona corre
verso Bologna si schianta contro un
treno merci carico di barre di ferro
che occupa il binario in senso contrario. La locomotiva del treno passeggeri deraglia e finisce su un fianco;
la seconda carrozza si impenna e
piomba sul tetto del vagone che lo
precede. Le lamiere si contorcono, i
vetri si infrangono, i passeggeri sbattuti contro le pareti dello scompartimento. Ne contano diciassette i vigili
del fuoco. Li allineano su un grande
telo rosa che li separa dal fango, e li
coprono con dei teli bianchi distribuiti dai volontari delle croci. È il
più grave incidente ferroviario negli
ultimi sette anni. Uno dei due macchinisti non ha osservato il segnale di
stop oppure non ha funzionato il sistema che avverte la presenza di un
altro convoglio sullo stesso binario?
Il tirante dello scambio ferroviario in
prossimità dello stazione di Bolognina, a pochi chilometri dal binario
della morte, è visibilmente piegato
ma potrebbe essere stato forzato dal
passaggio del treno passeggeri.
Morire di notte, al gelo, solo per
aver cercato un riparo contro il freddo. Per sfuggire in qualche modo al
clima rigido un clochard si è addormentato all’interno di un cassonetto
per la raccolta della spazzatura in via
della Giustiniana, a Roma. L'uomo,
un senzatetto rumeno di 54 anni, è
stato però schiacciato da un camion
compattatore dell’azienda che nella
capitale raccoglie i rifiuti.
Rocco Buttiglione invita “tutti a
moderare i toni, riprendendo quello
che dice il capo dello Stato” circa la
decisione del governo di ricorrere alla
Consulta contro il referendum sulla
legge sulla fecondazione assistita. “Le
decisioni del governo di questo tipo ha osservato il ministro delle Politiche
comunitarie - rispondendo ai giornalisti a margine di una manifestazione
dell’Udc ad Ancona - si possono condividere o non condividere”. Il ministro ha rilevato di aver sentito parlare
di “fascismo imminente, violazione
della Costituzione, cosacchi alle porte”. “Ma cerchiamo di rispettare l’intelligenza degli elettori - ha esortato e di evitare toni da guerra civile che
sarebbero preoccupatissimi se non
fossero semplicemente ridicoli”.
Lotteria Italia: il biglietto vincente
sguardo sul mondo
Appena una settimana fa
i 5 milioni di euro è stato venduto in
una tabaccheria di Gorizia. La fortuna
bacia i piccoli centri, a Milano e Napoli solo premi di seconda e terza categoria. Venduti oltre 18 milioni di biglietti, quasi un terzo in autogrill:
+15% rispetto al 2004.
Sono stati arrestati dagli agenti della Polizia di Bari la madre e il patrigno della bimba di 16 mesi giunta
morta all’ospedale del quartiere San
Paolo di Bari perché affetta, secondo
gli inquirenti, da “gravissimo stato di
denutrizione, disidratazione e mancanza di igiene nell’ambiente nella
quale era costretta a vivere”. Lo riferiscono fonti investigative. Francesca
S., 23 anni, e Armando M., 42, rispettivamente madre e patrigno della bimba morta sono finiti in carcere con
l’accusa di omicidio colposo, violazione degli obblighi familiari, maltrattamenti in famiglia nei confronti
della piccola deceduta.
Secondo l’ordinanza “i genitori
avrebbero accudito la bimba con imperizia e negligenza, abbandonandola
al suo tragico destino, pur avendone
di fatto la custodia, fino a cagionarle
per colpa la morte".
Stekka
L’opinione
di don Giuseppe Cionchi
• Nella trasmissione Porta a Porta sulla tragedia maremoto abbiamo
visto un missionario con tanti libretti bancari. Sono i libretti delle adozioni a distanza. Sono un miracolo dell’amore e della carità. In molte parrocchie della diocesi – dal Brugnetto a Ponte Rio, da Monterado al Vallone, a
Roncitelli… e a tante altre che ce lo dovrebbero segnalare - si segue questa
linea diretta, oltre alle offerte che vengono inviate tramite le organizzazioni
nazionali: Caritas, POM ecc.
• Molti parlano di “miracolo”. Noi lo registriamo come fatto. Tale e quale.
Il complesso della basilica di Vailankanni (sulla costa orientale dell’India) è
stato travolto dall’onda. L’acqua, però, si è fermata sulla soglia della chiesa,
dove si trovavano migliaia di pellegrini. Altri edifici, a soli 100 metri di distanza, sullo stesso livello del mare, sono stati devastati. Il santuario è dedicato alla “Madre della buona salute”. E’ frequentato da oltre 20 milioni di pellegrini all’anno. E’ la Lourdes dell’India (cf “Avvenire” 2 gennaio 2005).
• Padre Mencarini con la solita puntualità ci scrive da Addis Abeba.
Ci racconta la sua vita missionaria in poche battute: “Tante grazie per l’offerta
di Messe Gregoriane. Qui in Addis non ho molte occasioni di uscire fuori, ma
né il lavoro manca né la compagnia. Dopo 20 anni di Awassa un cambiamento
ci voleva, anche se Addis è di rito etiopico, mentre Awassa è di rito latino. Ma
io sono stato abituato al rito etiopico in Eritrea e quindi non è un problema per
me. Le monache e suore sono un esercito, ma sono troppo vecchio per occuparmi di loro. Tanto più che sono a piedi: avrei bisogno di chi mi porta e poi
riporta a casa. Tanti cari saluti e rinnovati auguri di Buone Feste e rinnovate
grazie per l’offerta e le SS.Messe, che devono piovere dall’estero, anche se io
sono disposto a dire la Messa per l’equivalente di 40 cent. di euro. Che il Signore ci benedica e ci protegga sempre.” Ricordiamo che le offerte a padre
Mencarini arrivano direttamente tramite Lea, la volontaria della Curia.
• Il divieto di fumare nei locali pubblici sta suscitando polemiche.
Ma Sirchia non non molla. Fa bene. I dati arrivano da una fonte autorevole,
l’Istituto Superiore di Sanità: il fumo passivo causa nei locali chiusi più inquinamento che nelle strade urbane trafficate. Lo studio è stato effettuato su
40 bar, fast-food e ristoranti e ha riscontrato concentrazioni di particelle tossiche da 10 a 30 volte superiori dei livelli stradali. Il lavoro non è finito: per tutto il prossimo anno continueranno le misurazioni per vedere come cambierà
la situazione dopo l’entrata in vigore della legge che proibisce il fumo nei
luoghi pubblici. A Senigallia, il circolo ACLI di via Cavallotti ha risolto il
problema con il Direttivo precedente di Settimio Lucchetti. Chi vuol fumare
va sotto i portici. Poi rientra!
K
13 gennaio 2005
6
P
rofitto, usura, rendita: nonostante molti pensatori abbiano approfondito questi temi nella storia del pensiero filosofico ed economico, in Italia la discussione su questi
argomenti è poco approfondita. La
politica economica è nata, per alcuni,
dalla teologia, in quanto è quello economico un ambito in cui la persona
umana si esprime nella sua pienezza.
Oggi però la dimensione personale
e quella economica sembrano essersi
ancor più distaccate a causa della finanziarizzazione dell’economia: quasi che il modo migliore di far soldi sia
con i soldi, e non con l’attività di produzione e scambio di beni e servizi. E
tutto questo in un panorama economico che ha assistito a scandali (come
quello della Enron negli Usa, e di Cirio e Parmalat in Italia) proprio per
motivi di natura finanziaria.
Occorre quindi un ritorno alle radici,
a riferimenti precisi affinché l’economia non vada per conto proprio. Su
questi argomenti abbiamo raccolto le
testimonianze di alcuni noti studiosi a
livello internazionale. Proponiamo la
riflessione di David L. Schindler,
Professore di Teologia Fondamentale
e Preside dell’ Istituto John Paul II.
re, e a condividere la vita nel dono
dell’amore di Dio.
La gratuità è quindi nell’uomo sin
dall’inizio della sua esistenza e fino
alla sua fine, qualsiasi siano le leggi
positive: e noi siamo chiamati a dare
tutto il nostro essere.
La prodigalità, nel senso di generosità, è il gesto della creazione:
la chiave nella ricchezza è la prodigalità di Dio.
Quindi, siamo chiamati: - a dare il
nostro essere, con abbondanza condivisa; - al trascendentale, dicendo no
a tutto ciò che è inutile, e sì alla gratuità dell’essere - la prodigalità è
“morire”, intendendo con morte tutto
ciò che ci fa risorgere, quell’amore
per cui (come dice S.Agostino) “siamo sempre inquieti nel profondo del
nostro cuore”.
Ciò che intendiamo, allora, con
ricchezza e produzione di ricchezza
è l’abbondanza dell’essere e della
bontà di Dio rivelata da Gesù. Il
successo non è nel nome di Dio: nel
mondo reale questo amore risuona
nel cuore di ognuno di noi, e c’è un
senso di rivolta nei confronti di ciò
che è prevalente oggi diverso da
bellezza, verità e bontà.
Quando l’etica aiuta l’agire economico
Profitto, usura
e rendita
La mia analisi non è di teoria economica, ma vuole solo fornire alcuni
principi di antropologia, di avventura
e di destino della persona umana al di
dentro di qualsiasi teoria economica.
Secondo l’Enciclopedia cattolica
del 1912, alla voce “usura” si afferma: “Carità impone di prestare a titolo gratuito”, rivelando dunque che
questo è un problema di giustizia;
nella separazione tra carità e giustizia esistono, tuttavia, dei pericoli:
più concretamente, non si può scindere il comando di prestare gratis
con il dare interesse.
La carità assume ciò che la natura
domanda: se non c’è carità legata con
giustizia, non c’è senso, e la giustizia
è solo nel senso di carità sociale.
Gesù Cristo rivela chi è l’uomo proprio nella sua rivelazione di chi è Dio.
E dunque esiste una doppia gratuità
nell’essere umano: è chiamato a vive7
Nella “Centesimus Annus” il profitto è considerato come un riconoscimento, ma esso implica integrazione
all’interno del dono, legame tra il donarsi ed il compenso.
Oggi, nello stato sociale o welfare,
c’è una sorta di lotteria, un’astrazione
completa dal darsi e comunicare bellezza e bontà. I beni ed i metodi di
produzione devono essere nel contesto della prodigalità: essere, ed essere
di più, gratitudine e stupore per oggetti di valore intrinseco.
Lo scambio è nella pienezza dell’essere: il profitto non è male in quanto
tale, ma la sua massimizzazione è vista
in maniera diversa, in quanto la miopia
dell’uomo distrugge la bellezza di ciò
che Dio ha creato, la creazione e la redenzione grazie a Dio e Cristo Gesù.
Traduzione ed adattamento a cura di
Giovanni Mandolini
13 gennaio 2005
Messaggio per la pace 2005
il peso
del debito
I
l Papa torna a parlare di debito, di
Africa e di lotta alla povertà. Lo fa
nel messaggio per la 38ª Giornata
mondiale della pace.
Quest’anno il Papa sviluppa quel percorso proponendo la categoria della
“cittadinanza mondiale”, una titolarità
di diritti e di doveri che riguarda tutte le
donne e gli uomini del mondo, a cui si
accede per il solo fatto di essere concepiti. A quella condizione si lega la prospettiva della ricerca del bene comune e
si declinano i principi che permettono
di costruirlo, dando contenuti alle regole che la comunità internazionale dovrebbe darsi, a partire dalla universale
destinazione dei beni e dalla priorità alla lotta alla povertà.
È in quella prospettiva che il Papa ricorda l’urgenza della situazione africana e sottolinea come l’impegno della
comunità internazionale nella lotta alla
povertà non sia sufficiente. Richiama
gli Obiettivi del Millennio, quell’impegno a dimezzare la povertà entro il
2015 che le Nazioni che fanno parte
dell’Onu si sono date, ma che avanza
troppo lentamente.
Sottolinea come il finanziamento dello sviluppo rimanga centrale e inadeguato l’aiuto pubblico allo sviluppo,
tuttora molto distante dallo 0,7 del Pil
tante volte promesso. Ma non basta, occorrono regole per il commercio che
siano eque ed impediscano barriere e
monopoli, mettendo al centro delle relazioni economiche i bisogni fondamentali della persona umana e occorre,
in tempi di globalizzazione, consentire,
attraverso regole adeguate, la universale
fruizione dei beni pubblici e di quelli
nuovi che vengono dalla conoscenza
scientifica e dal progresso tecnologico.
È in questo quadro che il Papa ripropone con enfasi l’impegno sul debito.
Per una trentina di Paesi una riduzione
del debito è stata realizzata, cercando di
legare le cancellazioni al finanziamento
della lotta alla povertà, ma in termini
complessivi l’impegno è francamente
inadeguato. Prima del Giubileo il debito dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo
era infatti intorno ai 2.300 miliardi di
dollari, oggi ha superato i 2.400.
L’Africa sub sahariana aveva un debito di 228 miliardi, ora continua a subire un peso per 219, una riduzione
minima. Il Papa chiede “una nuova
fantasia della carità” e “una nuova
cultura politica”.
sguardo sul mondo
isna,
Dalla M stampa
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l’agenz ssionari
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Sguardo
sull’Africa
Bambini di strada
Partirà entro la fine del mese la prima fase del progetto con cui il governo dello Zambia intende recuperare i
bambini di strada attraverso speciali
corsi di formazione tecnica che permetteranno ai piccoli, quasi tutti orfani a causa dell’Aids, di imparare un
lavoro. “I primi 50 bambini inizieranno i corsi entro la fine di gennaio” ha
detto il ministro per la gioventù e per
lo sviluppo dell'infanzia, Gladys Nyirongo, sottolineando che si tratta della
fase pilota di un programma ambizioso con cui Lusaka intende gestire il
fenomeno degli orfani per Aids, che -
i
secondo le ultime stime del governo sono ormai quasi 600.000. Una buona
parte di questi bimbi è ormai finita
sulle strade delle principali città del
Paese dove sopravvive grazie a furtarelli, accattonaggio o atti di micro-criminalità. Secondo il ministro, il programma è dedicato proprio a questi
bambini che per 18 mesi saranno
ospitati presso alcune caserme o accampamenti militari dove, oltre a ricevere un'educazione di base, parteciperanno a corsi di carpenteria, falegnameria, meccanica, agricoltura, sartoria. Al termine del programma verranno poi aiutati a mettere in pratica, at-
Anno nuovo
l punto
di p. Alberto Teloni
Difficile capirmi. A Natale sono tutto festa, per Capodanno non mi smuovo
affatto. Per anni la notte di san Silvestro l’ho passata da solo, ultimamente con
alcune famiglie della parrocchia che vengono a cenare insieme nell’oratorio. Il
rumore dei botti sale fino al colle delle Grazie e penso sorridendo ad amici e
sconosciuti che si stanno divertendo e che compiono i riti laici del brindisi, del
bacio sotto il vischio, del mangiar lenticchie simbolo di tante sonanti monetine.
Chissà perché non s’usa la cicerchia che, più larga, propizierebbe monete più
consistenti; ma forse è perché la lenticchia è buona mentre la cicerchia... In Romagna sono più furbi: a mezzanotte di Capodanno carburano a tortellini in brodo, anche nelle più modeste sale da ballo.
Il Papa, nel pomeriggio, ha cantato il Te Deum parlando di pace a un mondo
sempre più sordo e refrattario; ma lui non si scoraggia e seguita a parlare di Gesù, il Principe della pace. Certo, anch’io finisco per fare certe considerazioni
sul tempo che passa inesorabile, sul fatto che ho vissuto un altro anno del mucchietto assegnatomi dal la Provvidenza, che “l’ecco, sto alla porta e busso” è
più vicino di un anno anche se non mi è concesso di sapere “il giorno e l’ora”.
In umiltà sincera chiedo perdono dei miei peccati, per il resto faccio spallucce,
dico: “pensaci Tu!” e tiro tranquillamente avanti.
Dopo la grande notte, sorge la livida alba invernale del giorno “uno”. In
chiesa s’è passati dalla “Ottava di Natale” e dalla “Circoncisione” alla post
conciliare festa della “Divina maternità di Maria”. Valla a spiegare, la Theotocos, a un islamico o a certi protestanti; noi cattolici con gli ortodossi la sentiamo con le viscere dell’amore più che con la ragione; il mistero di Cristo è per
noi un tutt’uno con Maria. Veramente trovavo anche difficile spiegare al chierichetto di turno cosa fosse la circoncisione, e per fortuna che allora non usavano le chierichette. Quando ancora la festa non era nel calendario, recitando le
litanie quante volte abbiamo implorato, in apertura, “Santa Maria, Madre di
Dio, prega per noi”, così come all’ultima invocazione abbiamo detto: “Regina
della pace, prega per noi”!
Il giorno “uno” è anche la giornata per la pace. Dico Messa, all’omelia parlo
della Vergine e del Bambino ed anche della pace, un po’ scopiazzando il messaggio del Santo Padre, un po’ col frutto della mia meditazione. Ne parlo a gente di sicuro pacifica per età e per le defezioni di tanti giovani che, avendo celebrato la notte dell’anno nuovo, dormono tranquilli e pacifici la giornata di preghiera e riflessione sulla pace. Quanto a chi invoca la pace sfasciando vetrine e
incendiando auto e cassonetti, questi a Messa non vengono comunque.
sguardo sul mondo
13 gennaio 2005
traverso un programma di inserimento
nel mercato del lavoro, quel che hanno imparato.
Acqua in Ghana
Il governo ghanese ha siglato un
nuovo piano di sviluppo idrico delle
aree urbane. L’accordo, firmato il 6
gennaio scorso dal ministro delle Finanze e dell’Economia, arriva a poche
settimane dalla decisione della Banca
Mondiale di convertire una parte del
debito del Ghana (poco oltre 100 milioni di dollari) in credito da utilizzare
proprio per finanziare i progetti di accesso all'acqua potabile per migliaia
di famiglie che vivono in alcune delle
aree più povere delle zone metropolitane del Paese. Il costo complessivo
del progetto, che dovrebbe fornire
50.000 nuove connessioni all'acqua
potabile, è di 120 milioni di dollari e
la differenza è stata garantita dal Fondo Nordico per lo Sviluppo (The Nordic Development Fund) e dallo stesso
governo ghanese. Secondo recenti stime, ad oggi solo 10.3 milioni su un
totale di 20 milioni di abitanti del
Ghana (ovvero il 51% della popolazione) avrebbe accesso a una fonte di
acqua pulita. Il restante 49% della popolazione si serve di rivenditori privati che a volte arrivano a decuplicare il
prezzo rispetto alle tariffe di approvvigionamento diretto.
Locuste in Guinea Bissau
Un gigantesco sciame di locuste –
lo stesso che, prima di devastare le regioni settentrionali e orientali della
Guinea Bissau, nei giorni scorsi ha
prodotto danni ingenti alle coltivazioni e alla vegetazione di Senegal e Guinea Conakry – ha invaso la capitale
Bissau costringendo la popolazione ad
accendere grandi fuochi per tentare di
allontanare la moltitudine di insetti;
molte persone sono state ricoverate
per intossicazione da fumo. Dopo aver
banchettato con la vegetazione della
capitale, lo sciame si è spostato verso
sud, mettendo a rischio le regioni meridionali, considerate il granaio della
Guinea Bissau. Il primo ministro, Carlos Gomes, che nei giorni precedenti
era stato in Guinea Conakry per rendersi conto personalmente della devastazione provocata dagli insetti alle
colture in seguito al loro passaggio, ha
lanciato l’allarme e ha invocato l’aiuto
internazionale per far fronte all’invasione di un nemico che rischia di mettere in ginocchio l’economia dell’intero Paese. Il World Food Programme
(Wfp) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricolture
(Fao) sono pronte a intervenire in appoggio al governo di Bissau.
8
18-25 gennaio
Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani
È
un invito a fare un esame di coscienza individuale e collettivo
il tema scelto per la Settimana
di preghiera per l'unità dei cristiani
(18-25 gennaio 2005): “Cristo, unico
fondamento della Chiesa” (Corinzi
3,1-23). La scelta del tema e il materiale redatto per la formulazione della
Settimana sono quest’anno il frutto di
un lavoro portato avanti dalle Chiese
della Slovacchia.
Come ogni anno, il “libretto” della
Settimana – con il testo biblico di riferimento, l’introduzione teologico
pastorale, le letture bibliche e i commenti proposti per ogni giorno della
Settimana - è tradotto per l’Italia dal
“Centro Pro Unione” che ha ricevuto
questo incarico dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei
cristiani (www.prounione.urbe.it/).
In Italia, la presentazione della
Settimana – come per tradizione, ormai – è curata dai tre rappresentanti
delle Chiese cattolica, protestante e
ortodossa presenti nel nostro Paese:
mons. Vincenzo Paglia, presidente
della Commissione episcopale per
l’ecumenismo e il dialogo, Gianni
Long, presidente della Federazione
delle Chiese evangeliche in Italia, e
da padre Traian Valdman, arciprete
del vicariato ortodosso romeno d’Italia. Quest’anno i tre rappresentanti
si rifanno alle parole di Paolo che
ammonisce gli uomini e le donne
quando “discutono e litigano nel
tentativo di stabilire quale dei loro
predicatori sia il migliore”.
“Essi – commentano i leader cristiani
- hanno perso di vista il legame spirituale con la sorgente; si sono insuperbiti, confidando più sulle capacità
umane, che su Colui che è il vero datore dei doni: Dio”. Da qui il monito
delle Chiese: “Non dobbiamo forse
chiederci se e in quale misura questo
quadro possa riferirsi anche alla situazione odierna?”. L’aver perso di vista
Dio – aggiungono i responsabili delle
Chiese - ha avuto anche conseguenze
importanti sulle divisioni tra le Chiese. “Forse oggi noi vacilliamo nella
ricerca di questa comunione e di questa unità fra i credenti, perché siamo
diventati troppo chiusi in noi stessi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si pone
anche la riflessione delle Chiese della
Slovacchia. Il tema proposto quest’anno chiede alle Chiese di fermarsi
e di riflettere per capire “fino a che
punto le tensioni fra di noi sono causate da differenze nella dottrina”,
“quanto orgoglio vi è ancora fra noi”
e “fino a che punto permettiamo che
il desiderio di potere controlli le nostre azioni, invece di un desiderio e
di una prontezza a servire”. È un vero e proprio “esame di coscienza”
per le divisioni causate all’unica
Chiesa di Cristo per “stoltezza” e
fraintendimenti. “Gli otto giorni di
preghiera – scrivono le Chiese slovacche - sono un invito a riflettere
insieme come Chiese divise, ad invocare la benedizione le une per le altre, e a discernere se possiamo essere
ancor più tese verso l’unità”.
La Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani va celebrata in ogni parrocchia.
In particolare, in Cattedrale:
• Giovedì 20 gennaio
ore 21.15
Preghiera Ecumenica
con la presenza del Vescovo.
Interviene:
• la Comunità Ucraina;
• la Comunità evangelica
dei Fratelli di Senigallia.
• Domenica 23 gennaio
ore 17
Messa per l’Ecumenismo
celebrata dal Vescovo
Mons. Giuseppe Orlandoni.
Giornata per il dialogo tra cattolici ed ebrei
A
lla vigilia della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, il 17 gennaio, si celebra la Giornata per
l'approfondimento e lo studio del dialogo tra cattolici ed ebrei. Quest'anno avrà per tema "Amerai dunque
il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore… Amerai il prossimo tuo come te stesso" e sarà presentato da un messaggio scritto congiuntamente da mons. Vincenzo Paglia, per la Chiesa cattolica, e dal rabbino capo di Milano,
Giuseppe Laras.
La Giornata fu inaugurata in Italia dalla Conferenza episcopale nel 1990 e, dopo l'incontro ecumenico di Graz
(1998), fu estesa ad altre Chiese d'Europa, assumendo con il passare del tempo un carattere sempre più definito ed
importante nel panorama del dialogo. Questa iniziativa – affermava un grande pioniere del dialogo in Italia, mons.
Clemente Riva – è nata "perché il rapporto con il popolo ebraico, come comunità di fede, costituisce un dato essenziale dell'unità del popolo di Dio. E perché è importante per noi ricordare le nostre radici nell'ebraismo".
9
13 gennaio 2005
esperienze di chiesa
La vigilia della nascita del Signore è stata celebrata dalla numerosa comunità ucraina nella
Chiesa di San Martino, luogo abituale di preghiera ed incontro per i fedeli dell’Est Europa.
Natale ortodosso
a Senigallia
L
a liturgia per celebrare il Natale ortodosso si è svolta a
Senigallia il 6 gennaio nella Chiesa di San Martino.
Per noi era il giorno dell’Epifania, per la comunità
ucraina ospite della nostra città era la vigilia della festività natalizia che ricorre, nel loro calendario, il 7 gennaio. La comunità ucraina si è incontrata quindi in preghiera nella celebrazione eucaristica per festeggiare la natività di Cristo, per ringraziare Dio della sua misericordia e della sua presenza: “nel
libro della vita hai scritto i nostri nomi, gioia e pace doni al
cuore che ti cerca”. Così canta una preghiera in lingua ucraina, recitata alla conclusione della cerimonia, che chiede per il
popolo il perdono e la salvezza.
terra, sale sotto la volta del cielo come incenso, chiede prosperità e protezione divina per l’Ucraina. E’ stata per me e per
altri presenti una vera preghiera ecumenica.
La Chiesa diocesana di Senigallia, attraverso l’operato di
Padre Giuliano e di Don Gesualdo, sta affrontando da diversi
mesi, per volontà del nostro Vescovo, la questione ecumenica
non soltanto avviando relazioni di conoscenza e di fraternità
con le altre diocesi e con il loro operato ma anche con le
realtà ecumeniche del territorio di Senigallia. La Chiesa di
Cristo deve essere sempre più fermento di unità nel mondo riconoscendo, però, i doni della diversità. Il pensiero ortodosso
è molto mistico, è sensibile alla grandezza del mistero di Dio
Pagine che raccontano Daniele Tranquilli, un giovane
di Corinaldo morto nel 1999 per una grave malattia.
Un’esistenza segnata dal dolore, ma anche da tanta voglia
di vivere, di assaporare tutta la bellezza delle tante
occasioni vissute. Ora un libro ci parla di lui.
Il libro
di una vita
L
La parrocchia di San Martino, guidata da padre Giuliano,
Servo di Maria, si dimostra di nuovo una realtà ecclesiale
aperta alle esigenze spirituali e sociali di altre comunità.
Il gruppo in preghiera era costituito per la maggior parte da
donne provenienti da molte città dell’Ucraina, che si trovano
nella nostra città per svolgere il lavoro di badanti. Ho parlato
a lungo con Nadia, proveniente da Leopoli. Nadia, così come
le sue amiche, ha lasciato da diversi anni la sua famiglia con
tutta la sofferenza che nasce dal distacco, dal doversi inserire
in un ambiente completamente diverso, dalla difficoltà di un
lavoro, quale quello dell’assistenza a malati ed anziani, che
obbliga ad una presenza continua e all’accoglienza del problema dell’altro come proprio. La povertà ha costretto queste
donne ad uscire dalla loro terra: è il loro lavoro ad essere richiesto in Italia mentre gli uomini - che hanno minori possibilità di entrare nel nostro paese se non con il ruolo di manovalanza - rimangono accanto ai familiari per il lungo periodo di
separazione dalla loro donne.
Assisto ad una celebrazione gioiosa per il piacere di ritrovarsi insieme in occasione del Natale ma partecipo ad un incontro di memoria, potente nella dolcezza della stessa lingua
e nello stesso tempo avverto, pregando assieme a Nadia, lo
Spirito della Pentecoste. Il canto, fatto con profondo sentimento di nostalgia e con l’accorato rimpianto della propria
esperienze di chiesa
e non sente come il pensiero occidentale, segnato dallo spirito
giuridico della Roma antica, il bisogno di definire tutto.
Nella Chiesa ortodossa la liturgia occupa un posto molto
importante per esprimere, attraverso il simbolismo dei suoi riti, la solennità, la ricchezza dottrinale dei suoi testi, l’arte religiosa, un profondo senso del sacro e della trascendenza di
Dio. Nell’ortodossia la liturgia è quella bizantina ma la lingua
liturgica è sempre quella locale. L’uomo per la spiritualità
orientale è chiamato alla deificazione, come insegna
l’apostolo Pietro, cioè alla introduzione nella corrente d’amore
che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Soltanto Cristo
può immergere l’uomo nella Trinità. L’uomo collabora personalmente a questo processo ed è responsabile del mondo. Nella spiritualità orientale è molto importante la contemplazione
dell’azione di Dio e la liturgia permette questa contemplazione
perché è uno dei luoghi in cui si esprime la comunione dei
Santi; al centro di questa condivisione c’è Maria. La ricchezza
di questa spiritualità è evidente. Le divergenze con la Chiesa
cattolica apostolica romana riguardano la struttura ecclesiale.
Aprirsi all’ecumenismo è essere sensibili alle identità religiose diverse, conoscerle, ma anche avviare processi di relazione e di fraternità. E’ questo l’augurio più bello del Natale ortodosso.
Rosaria Leonardi Cenerelli
13 gennaio 2005
10
a Sala Polivalente di Santa
Maria Goretti si è dimostrata
insufficiente a contenere il
pubblico venuto ad assistere alla
presentazione del libro sul giovane
Daniele Tranquilli, morto il 4 gennaio del 1999, a seguito di un male
incurabile. Erano presenti il vescovo mons. Giuseppe Orlandoni, autore della prefazione del libro dedicato a Daniele, tanti sacerdoti che si
sono avvicendati alla guida dei giovani di Corinaldo, la presidente diocesana dell’Azione Cattolica Anna
Gobbetti, Stefania Sbriscia già responsabile nazionale dell’ACR con
l’Assistente diocesano don Gesualdo Purziani e l’assistente dei giovani don Paolo Gasperini, Padre Fedele Salvadori, guardiano del convento dei frati cappuccini, don Franco
Morico, rettore del santuario di Santa Maria Goretti, il vice sindaco del
Comune di Corinaldo Emilio Pierantognetti, i dirigenti scolastici
proff. Dario Cingolani e Lucio
Mancini, il presidente e il vice presidente della Banca di Credito Cooperativo di Corinaldo Felice Saccinto e Carlo Maori, gli insegnanti del11
l’Istituto Tecnico Commerciale “F.
Corinaldesi” di Senigallia e molti
suoi compagni di scuola.
Il parroco don Umberto, nel presentare la serata, ha detto: “Il mio
compito ha due risvolti: il primo è
di sofferenza e di dolore che difficilmente riuscirò a cancellare dal
cuore per la perdita di questo ragazzo, il secondo è senza dubbio pieno
di gioia, perché la comunità di Corinaldo, oltre ad esprimersi attraverso
la piccola Santa Maria Goretti, in
questi ultimi anni si è espressa con
varie persone, che hanno saputo
trarre dalla fede la loro dimensione
di vivere tra cui il nostro Daniele”.
Il vescovo Giuseppe Orlandoni
nel suo intervento ha aggiunto:
“Daniele era un ragazzo normale,
non ha fatto miracoli e non ha compiuto opere strepitose, tuttavia, pur
nella sua normalità, era molto impegnato: era iscritto all’Azione Cattolica, si rendeva utile in molte attività e tutto quello che faceva lo
svolgeva con serietà e impegno. Era
un ragazzo credente, un ragazzo che
ha avuto questo dono inestimabile,
senza prezzo, che è la fede. Daniele
13 gennaio 2005
è cresciuto in uno stretto rapporto
con il Signore, che lo portava ad accettare la sua volontà. Ho avuto la
fortuna di conoscere Daniele qualche giorno prima della sua scomparsa; su invito di don Umberto, sono andato a trovarlo nella sua casa,
quando l’ho incontrato ho cercato di
infondergli fiducia nel Signore. Sapete cosa mi ha risposto: “Sono
pronto a fare la volontà di Dio”. Daniele ha avuto la fortuna di avere la
fede e con la fede è riuscito a dare
un senso alla vita e alla morte, la fede è stata veramente la sua forza,
questa è la Santità, questa è la lezione che lui ci lascia”.
Successivamente hanno portato la
loro testimonianza i proff. Lino
Crucini e Maria Terenzi e Raffaele
Mandolini, che hanno curato la stesura del libro, l’oncologo dott.
Massimo Marcellini, il prof. Gianfederico Tinti, i sacerdoti don Giuseppe Giacani e don Mauro Mattioli già vice parroci a Corinaldo, il
prof. Francesco Ferroni e il vice
sindaco Emilio Pierantognetti, che
hanno testimoniato la grandezza,
seppure nell’umiltà, di questo ragazzo che ci ha lasciato in eredità
una grande lezione di fede.
Al termine, il babbo di Daniele,
commosso, ha ringraziato il vescovo mons. Orlandoni, don Umberto
e tutti quelli che hanno preso parte
a questa serata ricordando ed esaltando la figura del proprio figlio
Daniele. Un omaggio floreale è
stato consegnato alla mamma di
Daniele ed alla prof.ssa Maria Terenzi Crucini.
Ilario Taus
esperienze di chiesa
Don Franco Pettinari, nel trentesimo anniversario della morte
Cinema Gabbiano - Senigallia - tel. 071 65375
La programmazione è sul sito: www.saledellacomunita.it
Cesanella e il prete del quotidiano
L
a Parrocchia di Cesanella nel
trentesimo anniversario della
morte, ha voluto ricordare il
suo primo parroco: don Franco Pettinari, morto il 4 dicembre 1974.
È stato Parroco per poco più di sei
anni, eppure tra i primi abitanti del
quartiere il ricordo di lui è ancora vivissimo: molti, ricordandone la personalità e la grande dedizione alla
Parrocchia, auspicano che la sua memoria sia coltivata e tramandata anche ai giovani; ciò senza nulla togliere a chi ha continuato la sua opera
con impegno e dedizione.
In tante case è certamente ancora
presente la foto-ricordo che riporta
sul retro il suo “testamento spirituale”, scritto appena 7 giorni prima della morte. Iniziando il ministero a Cesanella nel 1968 è stato il primo parroco, il costruttore della comunità,
prima ancora che della chiesa e dei
locali parrocchiali.
Pochi giorni dopo la morte, Mons.
Eugenio Giulianelli, nella “Voce Misena”, ricordava con puntualità le doti di
don Franco descrivendolo fra l’altro come “il vero prete operaio che insieme
agli uomini della ditta appaltatrice sa
rimboccarsi le maniche per preparare la
calce, scegliere i mattoni, portare la carriola”. Questa immagine di don Franco
è forse la più ricorrente, ma appare riduttivo ricordarlo solo così: è stato un
sacerdote veramente esemplare.
Vorrei ricordare il suo distacco dal
denaro: era restio a chiedere soldi anche se la Parrocchia aveva bisogno di
tutto: insisteva però nell’educare le
persone a sentire il dovere di contribuire, con convinzione e in piena li-
bertà. Fu testimone di povertà stando
fino al maggio 1971 in una casa in affitto, celebrando la Messa in locali
messi temporaneamente a disposizione da qualcuno, spostandosi con una
850 che molti certamente ricordano
per come era ridotta.
Era disponibile verso tutti: si fermava volentieri a parlare con chiunque
incontrava nelle vie del quartiere: a
lui erano affezionati anche i “lontani”.
Amò i bambini: nel breve testamento c’è “un affettuoso saluto ai miei
piccoli del catechismo”.
Amò i giovani, favorendo il formarsi del gruppo “Noi della Cesanella”:
giovani che si impegnavano nella riflessione, ma anche nell’animazione
del nuovo agglomerato urbano. Don
Franco era spesso accanto a loro:
molti ricordano il suo sorriso, invito
alla confidenza.
Tutte queste doti non provocavano
in lui alcuna forma di esibizionismo:
si distinse per semplicità e umiltà.
Don Franco era nato a Monteporzio
il 6 aprile 1924. Dopo l’ordinazione
sacerdotale, il 21 febbraio 1948, svolse il suo ministero di Viceparroco a
Castelleone, ad Ostra, al Portone. Fu
parroco a Vallone e quindi il 20 aprile
1968 il Vescovo Pardini, lo assegnò
come primo parroco, alla nuova parrocchia di San Giuseppe Lavoratore a
Cesanella: fu un incarico tutt’altro
che semplice se si considera che la
Parrocchia era di nuova istituzione.
Colpito da grave malattia morì il 4
dicembre 1974: la chiesa non poté contenere la folla accorsa per il funerale
anche da fuori parrocchia; segno di
quanto la sua vita sacerdotale era stata
Una struttura al servizio
della comunità: il teatro
Portone promuove
una serie di spettacoli
a misura di famiglia
S
Teatro per la
famiglia
al Portone
esperienze di chiesa
Le proposte del cinema Gabbiano
feconda di bene e di opere concrete.
La Parrocchia di Cesanella l’ha ricordato all’insegna della semplicità:
sabato 4 dicembre alle ore 18,30 Mons.
Odo Fusi-Pecci ha celebrato la S.Messa ricordando l’opera e la vita di Don
Franco ai numerosi presenti; è stato distribuito e messo a disposizione un foglio con alcune testimonianze e foto.
Mi piace concludere questo ricordo
citando un breve scritto di Mons. Odo
Fusi Pecci, Vescovo di Senigallia al
tempo in cui don Franco si ammalò e
morì: “Franco di nome, ma anche più
d’animo./ Lieto di essere prete, attento ai segni dei tempi./ Occhio limpido
e intelligente,/ cuore casa accogliente
per ognuno./ Primavera di speranza
tra noi./ Amico sicuro nella eternità
del Signore Risorto”.
Giancarlo Santini
Regia: Ken Loach
Gran Bretagna – 103’
Casim è un pakistano di seconda generazione che vive a Glasgow, lavora come DJ in un club e, sebbene apparentemente integrato nel mondo anglosassone, rispetta le sue tradizioni musulmane all’interno delle mura domestiche. Sarà l’amore per Roisim, un’insegnate di musica irlandese, a generare
in lui una crisi irreversibile e a mettere
in discussione i suoi percorsi esistenziali; su tutti il matrimonio che la famiglia gli ha programmato con la cugina. Su questo sfondo vengono presentate anche le storie delle altre due
sorelle di Casim: Tahara e Rukhsana. I
dieci anni che separano le due sorelle
marcano tra loro una differenza culturale e di aspettative devastanti: vulcanica e decisa del suo futuro Tahara,
quanto integrata nei valori del matrimonio e della famiglia la sua sorella
maggiore, promessa ad un brillante
pakistano di successo.
Presentato in maniera un po’ spiazzante come la prima commedia romantica di Ken Loach, “Un bacio appassionato” è in realtà del tutto aderente all’idea rigorosa di cinema che è propria del
regista inglese ed è soprattutto un ottimo film per equilibrio, sobrietà e reali-
smo della messa in scena. Se al centro
della sua storia c’è un amore e tutte le
difficoltà che ne conseguono in termini
di definizione della propria cultura, non
cambiano le linee fondamentali dell’approccio di Loach alla materia narrata, la
sostanza politica della sua riflessione.
L’innamoramento dei due protagonisti
ha così la funzione di svelamento dei
meccanismi più spersonalizzanti del vivere contemporaneo; ed è sempre la dimostrazione della natura classista della
società contemporanea ciò che anima le
riflessioni del regista inglese, in questa
occasione centrate prevalentemente sulla dialettica comprensione-denuncia,
specie per ciò che concerne l’analisi
della religione e del suo ruolo.
Come in tutti i film di Loach, è la regia a funzionare alla perfezione. Quel
senso di realtà che trasuda da ogni inquadratura del suo cinema e che si traduce in massima partecipazione dello
spettatore, è il frutto della sua abilità
pura come narratore per immagine, oltre la sostanza contenutistica.
Lontano da ogni tentazione patinata e
manierista, ma allo stesso tempo
profondo e scaltro conoscitore dei più
redditizi segreti della narrazione cinematografica, Loach invade lo spazio intimo dei suoi due ottimi protagonisti,
gli incolla la macchina da presa per darci in pasto alcuni dei momenti più belli
del suo cinema; e noi siamo pronti a godere di questi momenti.
mercoledì d’essai
Frammenti dalla Biennale,
Berlino e Cannes e altri festival
i apre all’insegna del teatro dedicato a tutta la famiglia l’attività 2005
del Teatro Portone: patrocinata infatti dal Centro Culturale CSI Portone e dall’oratorio della parrocchia, si terrà una rassegna intitolata”Storie al focolare”, a cura della compagnia “Teatro Club Rigorista”di Pesaro,
che ha una particolare competenza nel campo:la compagnia, diretta dal regista Nivio Sanchini opera in ambito teatrale da trentacinque anni e vanta la
produzione di numerosi spettacoli.
Tra le varie attività del Teatro Club Rigorista, attualmente impegnato in
un tour teatrale d’Europa, è di particolare interesse il “Festival del Gran
Teatro dei Ragazzi”, manifestazione estiva permanente che si tiene a Pesaro
in uno spazio teatrale all’aperto gestito dalla compagnia da più di sedici anni, che prevede rappresentazioni giornaliere per il pubblico di più giovani.
“Storie al focolare”si compone di tre titoli intramontabili e sicuramente
graditissimi ai più piccoli: domenica 16 gennaio 2005 debutta “Peter Pan”,
domenica 30 gennaio andrà invece in scena “Il pifferaio magico”, infine,
domenica 13 febbraio “Cappuccetto Rosso”. Gli spettacoli avranno tutti inizio alle ore 16,30.
13 gennaio 2005
Un bacio appassionato
12
• 19 gennaio - Mike Leigh in:
“Il segreto di Vera Drake”
• 26 gennaio - M. Meshkini in:
“Piccoli ladri”
• 2 febbraio - François Ozon in:
“5x2: frammenti di vita ”
• 9 febbraio - M.Achbar in:
“The corporation”
• 16 febbraio - Valia Santella in:
“Te lo leggo negli occhi”
• 23 febbraio - P. Sorrentino in:
“Le conseguenze dell’amore”
• 2 marzo - Joshua Marston in:
“Maria piena di grazia”
• 9 marzo - Christian Johnston in:
“September tapes”
13
•16 marzo - Fatih Akin in:
“La sposa turca”
• 23 marzo - Kim Ki-duk in:
“Ferro 3 - La casa vuota”
• 30 marzo - Shainee Gabel in:
“Una canzone per Bobby Long”
• 6 aprile - Jonathan Demme in:
“The agronomist”
• 13 aprile - Tony Gatlif in:
“Exils”
• 20 aprile - Vincenzo Marra in:
“Vento di terra”
• 27 aprile - Alejandro Agresti in:
“Tutto il bene del mondo”
• 4 maggio - Eytan Fox in:
“Camminando sull’acqua”
Ingresso: 5 euro
Spettacolo unico, ore 21.15
Dal 13 al 20 gennaio
• TEATRO E DANZA.
Ancona — Teatro sperimentale
(071.2077190), da giovedì 13 a sabato 15 ore 21 e domenica 16 ore
17, per la Stagione di prosa sarà
rappresentata la commedia “La
strana coppia” di Neil Simon con
Massimo Lopez e Tullio Solenghi.
Regia di Gianni Fenzi.
Jesi — Teatro Pergolesi (0731.
538351), sabato 15 ore 21 e domenica 16 ore17, in esclusiva regionale per la stagione teatrale la
compagnia “Gli ipocriti” di Napoli
rappresenterà “La visita della
vecchia signora” di F. Durrematt,
con Isa Danieli e Massimo Foschi.
Regia di Armando Pugliese.
Fano — Teatro della Fortuna
(0721.800750), sabato 15 ore
21.15, in esclusiva regionale per
la stagione di danza presenta il
balletto “Complexion” del coreografo Dwight Rhoden su musiche
di J. S. Bach, V. Ricci, A. Stroud,
G. Gershwin, P.S. Wonder e
A.Lennox
• INCONTRI
Senigallia — Scuola di pace 20042005 (anno decennale), Auditorium San Rocco (071.662935), venerdì 14 ore 21, per il Corso annuale su: “Se vuoi la pace - lotte
e passioni per la democrazia” il
relatore Nerio Nesi parlerà su “La
democrazia malata”. La nascita
della Democrazia Italiana nel dopoguerra è una storia di un appuntamento mancato.
• INIZIATIVE CULTURALI
Morro d’Alba — L’Amministrazione comunale promuove ed organizza per l’anno 2005 la “Scuola
di Restauro e Tutela degli oggetti
d’Arte e di Cultura contemporanee” che avrà come art director
Elio Marchigiani. La scuola di alta
specializzazione è diretta ai possessori di un diploma di Maestro
d‚Arte, Accademia di Belle Arti,
I.S.I.A. o di laurea del DAMS. Avrà
la durata di 400 ore e si terrà
presso l’Auditorium di Santa Teleucania di Morro d’Alba. L’inizio
del corso 2005 avverrà presumibilmente alla fine del mese di
gennaio. Per informazioni sui programmi e per le iscrizioni rivolgersi al Comune di Morro d’Alba
(sito: http//www.provincia.ancona.it/comuni/morrodalba /default.htm)
Senigallia — Università per anziani A. 2004 - 2005, venerdì 14 corso: Diritto ed economia, relatrice: Monica De Angelis -argomento: “La cittadinanza europea
ed i diritti fondamentali”.
Tullio Piersantelli
13 gennaio 2005
mass media
www.
caritasitaliana.it
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Conosciamo la Caritas
L
a Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana)
per la promozione della carità. Ha
lo scopo cioè di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme
consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della
pace, con particolare attenzione agli
ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto).
È nata nel 1971, per volere di
Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano
II. Ha prevalente funzione pedago-
gica, cioè tende a far crescere nelle
persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano di solidarietà.
Nel suo impegno costante di formazione e informazione, la Caritas Italiana ogni anno propone un programma articolato in corsi, convegni, seminari di studio e approfondimento.
Fondamentale il collegamento e
confronto con le 222 Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell'animazione della comunità ecclesiale
e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi: Centri di
Ascolto, Osservatori delle Povertà e
delle Risorse, Caritas parrocchiali,
Centri di Accoglienza.
il libro
Donna di terra
e di cielo
Maria nella poesia italiana
del Novecento
di Giovanni Battista Gandolfo
e Luisa Vassallo
È la Musa ispiratrice per eccellenza, tra le donne più cantate di ogni
epoca. La Madre di Dio è il soggetto
dichiarato, celato o anelato di queste
liriche bellissime, sapientemente
scelte dagli autori. Una raccolta che
mette insieme appositamente poesie
di Mario Luzi, Ada Negri, Salvatore
Quasimodo, Clemente Rebora, Eugenio Montale… e molti altri, tra i maggiori autori del
’900, per disegnare i tratti
poetici della figura di Maria.
Pagine 172
€ 14,00
Edizioni Ancora
mass media
ono passati pochi giorni dalla terribile tragedia che ha colpito le zone
del Sud Est asiatico e il dolore lascia spazio alla riflessione. È stata forse
la prima tragedia "globale". Non solo
perché le immagini sono giunte in tempo reale in tutto il mondo, ma perché ha
colpito direttamente, oltre ai locali, anche donne e uomini, lavoratori o turisti,
di molti paesi del mondo. La globalizzazione che rende facile la circolazione
delle informazioni e del denaro, consente, almeno per il mondo ricco, anche
agevole circolazione delle persone e ci
ha reso la tragedia vicina, prossima.
La prima riflessione allora riguarda la
percezione di questi fatti. Le dimensioni di quanto avvenuto il 26 dicembre
sono colossali. In questi giorni abbiamo
assistito con angoscia al crescere del
numero delle vittime. Da un primo dato
romperle. In molti casi non sono frutto
di invincibili fenomeni naturali, ma di
perverse relazioni tra gli uomini.
La seconda riflessione è immediatamente conseguente. È scattata la macchina degli aiuti, con chiari e scuri. Bella la solidarietà dei cittadini che in pochi giorni hanno donato da tutto il pianeta cifre ragguardevoli. Meno elegante
l'immagine che hanno dato di sé governi ed istituzioni internazionali. Nella
difficoltà generale di trovare soluzioni
operative sono purtroppo emerse sui
media rivalità di cui avremmo fatto
francamente a meno.
Forse sono state enfatizzate, ma il fatto che il governo francese, dopo un analogo annuncio-candidatura da parte italiana, sia apparso in competizione con
la Commissione europea e il Lussemburgo, presidente di turno dell'UE, per
Maremoto nel Sudest asiatico
Dopo lo sgomento
Indagine su un rapporto difficile
Giovani e media
P
er i giovani la società attuale è
“poco comunicativa e non
coinvolgente”, quindi anche i
media, essendo lo specchio della
realtà, sono ritenuti “incapaci di intercettare i loro valori” in quanto
usano un linguaggio “difficile da
leggere e da capire”". È quanto
emerge dall’analisi dell’Eurisko
presentata durante un convegno su
questo tema.
Il sondaggio ha riguardato la fascia giovanile tra i 14 e i 18 anni,
per identificarne valori e aspettative.
In cima alla classifica dei valori
condivisi “ci sono i desideri di tipo
relazionale e immateriale”, quindi
l’amicizia (83%), la salute (67%),
l’amore (61%), la famiglia (52%).
Anzi, ha rilevato il rapporto, “i giovani in famiglia stanno molto bene,
non si comunica, ma non si litiga, e
la devianza giovanile riguarda solo il
7-8% della popolazione”. Per contro
la società viene vista come una
“realtà poco interessante, esperta, autorevole, scientifica, carismatica”,
13 gennaio 2005
ma la fiducia in chi propone dei valori viene riposta “al primo posto nelle
associazioni per i diritti umani, quindi nella scienza, nel Papa, nella scuola, nella polizia, negli insegnanti”.
Ai livelli più bassi della fiducia
dei giovani vengono messi i partiti
politici, gli industriali, la tv privata,
le banche. Diminuisce, rispetto al
2001, la partecipazione dei giovani
al volontariato (dal 20% al 18%),
mentre sono più impegnati nello
sport (50%), in gruppi e associazioni parrocchiali e religiose (35%),
movimenti pacifisti (14%). “Cercano attività che danno sicurezza e
rafforzano l’identità – ha commentato l’Eurisko – perché vedono una
società poco comunicativa e non
coinvolgente, e considerano la politica un terreno non vitale”.
Riguardo all'uso dei media il 97%
vede la tv (il 57% ne ha una in camera), soprattutto film comici, d’azione, musica, sport e reality show.
E il 73% ha il computer in casa ed
usa Internet.
14
di circa diecimila morti si è passati in
pochi giorni a toccare la cifra di 150
mila, con una progressione che sembrava inarrestabile e proprio per questo suscitava orrore. Ebbene, e sia detto con
tutta la delicatezza possibile, la stima
delle vittime della fame è di circa
23.000 persone al giorno. Questo significa che in una settimana saranno oltre
160 mila, in una continua apparentemente inarrestabile spirale. Considerazioni analoghe si possono fare per le
guerre e i genocidi dimenticati. L'attenzione alla tragedia asiatica è doverosa,
ma l'angoscia di questi giorni dovrebbe
fare crescere la nostra sensibilità, rendendoci capace di riconoscere tutte le
tragedie che oggi nel mondo si svolgono e di offrire un contribuito per inter15
il coordinamento degli aiuti, ci sembra
francamente sgradevole. Analoga competizione appare tra Stati Uniti, interessati a trovare consensi soprattutto nella
musulmana Indonesia, e ONU nel mostrarsi protagonisti della solidarietà.
Una tragedia di queste dimensioni dovrebbe suscitare un sussulto di dignità
da parte dei responsabili della comunità
internazionale e provocare l'avvio di
una procedura internazionale, affidata
al coordinamento delle Nazioni Unite,
che si faccia carico degli strumenti per
organizzare aiuti legati all'emergenza,
ma soprattutto dimensionare le necessità della cooperazione ordinaria e, finalmente, onorare gli impegni. Dopo
oltre quarant'anni la promessa di destinare agli aiuti lo 0,7% del PIL è tuttora
13 gennaio 2005
disattesa. E non fa nemmeno più notizia. Ma è grave. Analogo coordinamento dovrebbe esser attuato per sviluppare
diffusi strumenti di prevenzione, come
ha proposto il presidente Ciampi. Siamo
di fronte per l'ennesima volta alla necessità di rafforzare le istituzioni internazionali e i loro strumenti, per innovare
la cooperazione, gestire il coordinamento, migliorare la prevenzione, aumentare
in modo permanente le risorse di finanziamento, superando la logica dell'episodicità, sia essa emotiva o politicamente motivata, e capaci di cambiare quelle
relazioni che abbiamo definito perverse.
Quella legata alla gestione concreta
degli aiuti è la terza considerazione.
Chi deciderà concretamente che cosa
fare? A chi saranno affidati i fondi?
Stiamo al caso italiano: i cittadini sono
stati invitati a donare un euro con un
sms. La risposta è stata pronta, ma nessuno ha detto a chi saranno attribuite
queste risorse. È ammissibile?
Chi scrive ritiene sia fondamentale il
coinvolgimento delle istituzioni e della
società civile locale. Ciò significa meccanismi flessibili, che cambiano da paese a paese. Occorre riuscire a coniugare
in modo concreto sussidiarietà e solidarietà. Da un lato infatti c'è la tentazione
di donare direttamente agli operatori affidabili conosciuti, senza passare da più
alti organi di coordinamento. Questo tutela dalle frodi, ma non garantisce che
le risorse vadano dove maggiore è il bisogno. Dall'altro erogare tutto in modo
centralizzato consente di stilare adeguate liste di priorità ma rende più articolata e potenzialmente farraginosa la macchina, creando maggiori zone d'ombre.
Le esperienze di accompagnamento dei
piani strategici di riduzione della povertà (PRSP), i nuovi strumenti di politica economica e sociale proposti ai
paesi a basso reddito per ricevere cancellazioni di debito e nuovi aiuti, possono essere messe a frutto in questo caso.
Offrono un quadro complessivo, che
definisce le priorità, all'interno del quale si possono aprire spazi per l'azione
bilaterale e i partenariati.
I PRSP hanno consentito un dialogo
sano e un'azione positiva quando la società civile è stata coinvolta. Da parte
dei donatori questo significa privilegiare come attori della cooperazione le
ong, che hanno come caratteristica costitutiva quello di costruire dialogo con
le popolazioni locali. È necessario farlo
anche in questo caso, soprattutto da
parte italiana. La ricostruzione può essere una grande opportunità per costruire opportunità in questi paesi, da offrire
alla popolazione più vulnerabile. Ci si
augura che non si riveli solo uno straordinario business per contractor disinibiti che preferiscono il rischio dei monsoni a quello degli spari di Baghdad.
Riccardo Moro
Il maremoto in Asia
Una
leadership
morale
L
a catastrofe immane del sudest asiatico ha segnato
profondamente le festività
appena concluse. Non solo per la
sconvolgente distruzione apportata
dal terremoto e dal maremoto, ma
anche per la spontanea gara di
solidarietà immediatamente partita
tra la gente. Non sono mancate
anche le riflessioni più profonde, lo
spontaneo interrogarsi di tanti sulla
fragilità dell'uomo, di fronte allo
scatenarsi di forze naturali non
controllabili, che portano a
considerare il limite e a ritrovare
il senso del limite di ogni umana
certezza. E la precarietà della
ricchezza e in particolare
del nostro dorato mondo della
civiltà dei consumi
La vicinanza della catastrofe è stata
particolarmente sentita in Italia e
nel mondo occidentale perché ha
investito alcune tra i luoghi più noti
del "turismo globalizzato". Così di
colpo paesi lontanissimi sono
sembrati più vicini e il senso di
partecipazione al dolore di decine e
decine di migliaia di poveri di
Indonesia, Tailandia, India, Sri
Lanka, ma anche della Somalia e
delle isole Maldive si è accresciuto.
Poveri lavoratori del luogo e turisti
occidentali benestanti sono stati
accomunati dalla tragedia. Così un
senso di sobrietà ha caratterizzato
anche gli abituali festeggiamenti del
nuovo anno. Il 2005 sullo
scacchiere internazionale si
annuncia come un anno importante,
innanzi tutto proprio per la
definizione di nuovi equilibri
geo-politici, che avrà una verifica
cruciale nelle imminenti elezioni
previste in Iraq.
È anche questo uno dei motivi per
cui la questione degli aiuti
internazionali alle vittime del
cataclisma dell'Oceano Indiano
assume un valore particolare.
Non sono mancate infatti le prime
Il maremoto in Asia
polemiche tra vertici Onu e
amministrazione Bush, così come
non sono passate inosservate agli
analisti le tiepide reazioni di Russia
e Cina, come pure il rimbalzare un
po' grottesco della rivendicazione di
un ruolo di coordinamento degli
aiuti dell'Unione Europea tra
Francia ed Olanda.
Di fronte ad una tragedia
globalizzata una ricostruzione sotto
l'egida internazionale può avere
conseguenze rilevanti in un'area
molto importante. Siamo infatti alle
frontiere sud-occidentali della Cina,
che ormai si candida al ruolo di
superpotenza del XXI secolo.
E siamo alla frontiere sud-orientali
di quel vasto aggregato medio –
orientale da cui l'ancora
imprendibile Ben Laden ha
scatenato la sua sfida terroristica
all'umanità. Si comprende allora
come sia prioritario prima di tutto
proprio per gli Stati Uniti, svolgere
un ruolo propulsivo, nel senso dello
sviluppo, riconquistando una sorta
di leadership morale che la guerra
unilaterale ha non poco appannato,
ed aprendo così una nuova fase
nelle relazioni internazionali, di cui
si avverte l'urgente necessità.
Francesco Bonini
13 gennaio 2005
I piccoli,
i più
indifesi
Il dramma degli “orfani del
maremoto” rischia di trasformarsi
in un “dramma generazionale”,
con il pericolo di “creare una
società di bambini che non sono
mai stati figli”. A lanciare
l’allarme è Marco Griffini,
presidente dell’Ai.bi. (Associazione
amici dei bambini), che commenta
in questi termini le notizie (confuse
e contrastanti, ma confermate
secondo l’associazione dalle
congregazioni religiose presenti sul
posto) di orfani rapiti a scopo di
turismo sessuale, trapianto di
organi o commercio illegale legato
al mercato delle adozioni.
Ad invitare all’ “estrema cautela”
sulle voci diffuse in questi giorni
dalla stampa srilankese è invece
l’agenzia Fides, secondo la quale
“non vi sono al momento
segnalazioni dirette o conferme sul
fenomeno del rapimento di
bambini, orfani dello tsunami, per
uso sessuale, per il traffico di
organi o per esser venduti come
schiavi”.
“In alcuni dei Paesi colpiti,
informa intanto l’Unicef, sono stati
lanciati allarmi circa movimenti
sospetti di trafficanti per sfruttare i
bambini”. “I programmi di
soccorso – è quindi l’ammonimento
dell’organizzazione internazionale,
che solo in Italia ha finora ricevuto
contributi per l’emergenza
maremoto che hanno superato i 2,3
milioni di euro - devono garantire
che i bambini siano protetti dallo
sfruttamento. In ambienti difficili
come questi, colpiti dal maremoto,
in cui le famiglie sono divise, non
ci sono più fonti di reddito, e anche
le speranze sono ridotte al
lumicino, i bambini diventano
ancora più vulnerabili”.
16
Un duplice
avvertimento
17
A
i testimoni oculari sono
mancate le parole per descrivere una catastrofe, che
ha seminato per chilometri di coste, morte e distruzione. Tanto più
è difficile darsene una ragione.
Non tanto in senso scientifico,
quanto nel rispondere a noi stessi
se c'è qualcosa di razionale, di logico, di giustificabile in un'ecatombe di tali dimensioni. Credenti
e non credenti, in casi del genere,
si ripropongono domande nuove e
antiche che vanno indietro nei secoli. Si pensa subito al biblico
Giobbe, in dissenso con Dio e,
d'altra parte tanto saggio da darsi
una risposta: "Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo
accettare anche il male?". Anche
solo dal punto di vista della fede,
la risposta non può accontentarci.
Se Dio esiste è anche buono e sapiente. Non solo, secondo la rivelazione, è anche amico dell'uomo e
gli vuol bene. Dunque, perché il
male e di tali proporzioni?.
Qualcuno opportunamente ha citato Voltaire, che aveva conosciuto
il disastro di Lisbona del 1755. Partendo dalla considerazione che il
bene a questo mondo è sempre mischiato con il male, la sua risposta
ci sorprende. Egli scrive che "soltanto la rivelazione può sciogliere
questo gran nodo che tutti i filosofi
hanno intricato".
E aggiunge che "un giorno tutto
sarà bene, ecco la nostra speranza!". Parole che ci possono anche
confortare, ma che sembrano ancora insufficienti.
Come dirle a migliaia d'uomini,
di donne e di bambini che hanno
perso parenti, amici, la casa, la barca, i beni, tutto? È difficile. D'altra
parte non si possono neppure ricercare motivazioni d'origine morale.
Qui può aiutarci il Vangelo, quando
13 gennaio 2005
Gesù risponde ai suoi interlocutori
che i morti sotto il crollo di una torre, non erano più peccatori di loro.
Era quello invece il segno che "se
non si convertivano, sarebbero periti tutti insieme". Nessuno di noi
può essere così presuntuoso di interpretare la mente di Dio.
Sappiamo soltanto che la sua
azione, in ogni caso, è sempre per
il bene dell'uomo. Non solo. Nella
sua infinita sapienza e onnipotenza,
può ricavare il bene dal male.
Quanto poi alla nostra sofferenza,
Egli l'ha condivisa sino alla croce.
Gesù non è venuto né a togliere né
a spiegare il dolore, che resta un
mistero, ma a condividerlo con noi.
Anche con le vittime del Sud-Est
asiatico. Dal momento che in tutto
questo non può non esserci, benché
misteriosamente, il dito di Dio.
Alla luce della fede possiamo
esser chiamati ad un duplice avvertimento. Il primo: cogliere il
segno di questa catastrofe per
cambiare la nostra vita. Sappiamo
bene che, proprio in quelle regioni, convivevano i lussi più sfrenati
con la miseria più nera, per non dire dello sfruttamento dei minori e
d'altre nefandezze. Forse è questo
il momento di fare qualche riflessione per cambiare, seriamente, il
nostro stile di vita.
Il secondo è il richiamo alla solidarietà. Può darsi che il male nel
mondo sia permesso anche per
questo: per farci uscire dal nostro
egoismo e pensare a chi, in qualche parte del pianeta, sta molto
peggio di noi.
Allora ci si muova verso gli altri
con generosità, secondo i mezzi di
cui disponiamo.
Il dolore degli altri può aiutarci a
migliorare noi stessi. Il che è un bene per tutti.
Carlo Caviglione
Il maremoto in Asia
I
n tantissimi e con grande generosità hanno risposto all’appello
lanciato dalla Diocesi di Senigallia per l’emergenza maremoto
Oceano Indiano 2004. Infatti alla
data del 5 gennaio 2005 sono stati
consegnati alla Caritas Diocesana,
per essere girati a Caritas Italiana,
oltre quarantamila euro, raccolti
in tutte le chiese e parrocchie della
Diocesi nella colletta straordinaria
diocesana indetta dal Vescovo diocesano Mons. Giuseppe Orlandoni
per domenica 2 gennaio 2005. Ad
oggi Caritas Italiana, dopo l’appello
dei Vescovi Italiani, grazie anche ai
contributi provenienti dalle Caritas
Diocesane, ha reso disponibili oltre
500.000 euro per questa prima fase
di aiuto d’urgenza.
Accanto alle offerte in denaro,
moltissime sono state anche le chiamate di commercianti e di aziende
per mettere a disposizione generi di
prima necessità. L’indicazione che
al momento ci giunge dalle caritas
locali è di inviare solo fondi, in
quanto le procedure amministrative
per lo sdoganamento sono piuttosto
complesse. Inoltre gli acquisti in loco risultano più economici, come
confermato recentemente dal direttore caritas Sri Lanka.
Da sottolineare anche le numerosissime disponibilità di volontari. A
loro va intanto il ringraziamento per
il gesto di solidarietà. Le difficoltà
attuali - logistiche, di trasporto, di
lingua, e la necessità di rafforzare il
coordinamento - richiedono per il
momento cautela, ma si assicura
un’approfondita valutazione.
Terry Dutto, presente sul territorio
per Caritas Italiana assicura che
“pur nelle difficoltà dell’emergenza,
la rete della Chiesa è attiva sin dal
primo momento. Grazie ai comitati
locali riesce a distribuire generi di
prima necessità”, pur segnalando
due gravissime problematiche: “la
carenza di acqua, che già prima del
disastro veniva distribuita con i serbatoi” e “il divieto di pesca per motivi sanitari - per il momento di un
mese - che aggrava la situazione dei
pescatori e delle loro famiglie”.
Un’iniziativa del Liceo Scientifico “E. Medi” di Senigallia
La Chiesa di Senigallia continua a
pregare per le vittime del maremoto e invita ancora tutti a sostenere
gli interventi in corso e i progetti futuri tramite la Caritas attraverso offerte da inviare (specificando sempre nella causale “Maremoto
Oceano Indiano 2004”) tramite:
A scuola di
mediatori di pace
• c/c postale n. 16194607 intestato
a Diocesi di Senigallia – Caritas
Diocesana Piazza G. Garibaldi, 3
60019 Senigallia (An)
I
• c/c bancario 16630 - Banca delle
Marche, Piazza del Duca, Senigallia (An) intestato a Diocesi di Senigallia – Caritas Diocesana Cin F
Abi 6055 Cab 21372
• Ufficio Caritas Piazza G. Garibaldi 3 - 60019 Senigallia,
07160274
• Centro di Solidarietà “Don L.
Palazzolo” Piazzale Vittoria, 24
0717925563
www.caritasitaliana.it (come contribuire)
www.cartasi.it (Solidarietà).
40.000 euro raccolti
nella nostra Diocesi
Chiesa dell'Ospedale di Senigallia
Manfredi Mauro
50,00
Lucilla Mons. Elio
70,00
Casagrande Clotilde
10,00
Parrocchia Sant'Antonio Marzocca
Polverini Anna
30,00
Buonafede Pierino
5,00
Casagrande Clotilde (II Offerta)
10,00
Suore della Carità Villa Torlonia Senigallia
Parrocchia Pianello di Ostra
Fileri Laura
20,00
Orlandoni Mons. Giuseppe
500,00
Parrocchia del Porto Senigallia
Santuario Madonna della Rosa Ostra
Parrocchia Santa Maria Assunta Barbara
Corinaldesi Corrado
100,00
Parrocchia Castelleone di Suasa
Parrocchia Pianello di Ostra (II Offerta)
Parrocchia santa Croce e Santa Lucia Ostra
Chiesa del Vaccarile Ostra
Chiesa della Croce Senigallia
Parrocchia Morro D'Alba
Parrocchia Vallone di Senigallia
Parrocchia Santa Maria delle Grazie Senigallia
Parrocchia San Giuseppe Marotta
Parrocchia di Monteporzio
Parrocchia San Pio X Ciarnin Senigallia
Parrocchia Santa Maria della Neve Portone Senigallia
Il maremoto in Asia
200,00
510,00
400,00
500,00
1.100,00
1.795,00
485,00
789,60
1.013,46
1.474,00
111,00
315,00
650,00
915,00
830,00
4.000,00
850,00
70,00
3.710,00
Parrocchia San Giovanni Battista Scapezzano
Parrocchia San Medardo Arcevia
Parrocchia Castiglioni e Prosano Arcevia
Parrocchia Borghetto di Monte San Vito
Parrocchia San Pietro Apostolo Monte San Vito
Parrocchia San Martino Senigallia
Parrocchia Santa Maria della Pace Senigallia
Convento Frati Minori San Pasquale Ostra Vetere
Convento Frati Minori Mondolfo
Parrocchia San Pietro Apostolo Duomo Senigallia
Parrocchia Santa Maria Goretti Senigallia
Parrocchie Sant'Angelo e Filetto Senigallia
Parrocchia San Pietro Belvedere Ostrense
Parrocchia San Cassiano Montenarciano
Parrocchia Santa Maria di Piazza Ostra Vetere
Parrocchia Ostra (II Offerta)
Parrocchia Pongelli di Ostra Vetere
Puerini Americo
50,00
Ubertini Aldesina
100,00
Faini Franca
10,00
Vita Giuseppe
150,00
Burei Nivea
30,00
Petrolati Piero
50,00
Monastero Santa Cristina Benedettine Senigallia
Offerte raccolte durante la Cena Caritas del 31-12-2004
60,00
830,00
650,00
620,00
820,00
1.800,00
1.640,00
1.250,00
1.100,00
2.895,00
700,00
3.370,00
941,00
130,00
850,00
40,00
310,29
1.000,00
607,43
Elenco n. 1 delle offerte pervenute entro il 5 gennaio 2005
la prima colonna sono i singoli, la seconda le parrocchie e le comunità
13 gennaio 2005
18
n viaggio col Liceo Medi per
portare la pace nel mondo. Grazie ai fondi europei il Medi organizza un corso di mediatore, mediatrice di pace. Il corso per Mediatore/Mediatrice di pace (Peacekeeper) esperto nella gestione degli aiuti umanitari e delle emergenze si inserisce in un progetto di carattere
interregionale di cui fanno parte, oltre alla Regione Marche, la Regione
Piemonte, la Regione Campania, la
Regione Umbria, la Regione Valle
d’Aosta e la Provincia Autonoma di
Bolzano in qualità di capofila.
Il corso è finalizzato alla formazione di n° 15 disoccupati/e o inoccupati/e, in possesso di Diploma di
Scuola Media Superiore o Laurea,
che siano in grado di intervenire
nelle situazioni di crisi di convivenza per ridurre le tensioni e favorire il
dialogo come forma di risoluzione
delle controversie. Nell’ambito dei
conflitti internazionali, il personale
formato potrà anche partecipare alla
costituzione di una prima task force
di civili professionisti che a livello
europeo realizzerà, valorizzando
l’apporto delle organizzazioni non
governative, le azioni umanitarie e
di cooperazione previste dall’Osce e
dalle numerose risoluzioni degli organismi dell’Unione Europea.
La sfida, posta dall’emergere di
sempre più gravi crisi internazionali, è quella di identificare le strategie
e le modalità operative più adeguate
per dare slancio e maggiore efficacia alla cooperazione ed alla azione
internazionale promossa dal nostro
Paese. Il corso proposto dal Liceo
senigalliese prevede una durata
complessiva di 800 ore più 30 ore di
accompagnamento linguistico e sarà
organizzato in 9 moduli.
L’iniziativa prenderà il via i primi
di Marzo per concludersi ai primi di
Settembre 2005, per 5 ore al giorno
(dalle ore 14.00 alle ore 19.00) e per
Un libro
con poesie
da premio
È
È stata realizzata
una pubblicazione
del Premio Senigallia
di Poesia “Spiaggia di Velluto”
edizione 2004
19
5 giorni la settimana (dal lunedì al
venerdì). La sede del corso sarà
presso il Liceo Scientifico “E. Medi” di Senigallia. Alle 5 ore di corso
verranno aggiunti alcuni incontri,
seminari, conferenze, da tenersi
nell‚arco della mattinata, alla presenza degli studenti e della cittadinanza. Lo stage avrà luogo, invece,
nei mesi di Settembre ed Ottobre
2005. Visto il carattere innovativo
dell’intervento si prevede un seminario di lancio dell‚iniziativa ed uno
conclusivo di restituzione dei risultati oltre ad incontri a tema, iniziative queste, tutte aperte anche alla cittadinanza, che andranno ad approfondire ed arricchire le altre attività formative. Tali incontri avranno
lo scopo di offrire agli allievi la possibilità di incontrare operatori, in
particolare legati alla realtà del territorio, che lavorano sulla gestione
dei conflitti allargando la loro rete
di contatti, di disseminare e radicare
l’iniziativa tra le organizzazioni della società civile della regione Marche e dell’intero territorio nazionale,
di diffondere la cultura della pace
attraverso iniziative di educazione
aperte alla cittadinanza.
Michela Gambelli
stata realizzata una pubblicazione relativa al Premio Senigallia di Poesia “Spiaggia di Velluto” 2004 ad opera dell’associazione culturale “La
Fenice”, organizzatrice dell’evento. Il volume, curato da Domenico
Pergolesi, è un vero e proprio “viaggio” all’ interno di questo importante concorso che ha visto negli anni presenze illustri, come quella dello scrittore Alberto Bevilacqua, vincitore, quest’ anno, del Premio Internazionale Sezione
Editi, assegnato puntualmente dalla giuria ad un poeta italiano o straniero di
chiara fama. La pubblicazione è divisa in settori: si va dal regolamento all’
elenco degli sponsor che vede in primo piano la Fiorini Industrial Packaging,
passando per la rassegna stampa e per i vincitori dei vari premi assegnati
Nella edizione di quest’anno questi sono stati Antonio Bonchino, Umberto Piersanti e Renata Sellani. A Bonchino, docente di italiano e latino nei licei statali romani ora in pensione, è stato assegnato il primo premio “Silloge” Sezione Inediti. Umberto Piersanti, docente universitario di Urbino, si è
aggiudicato ben due premi: quello relativo alla terna Sezione Inediti e il
premio “Valerio Volpini” assegnato ad un poeta marchigiano. Renata Sellani ha vinto, invece, il Premio Kiwanis Club dedicato a “Eugenio Rossi”
spettante ad un poeta senigalliese.
Non manca la parte relativa alla giuria e alle sue motivazioni, presieduta quest’ anno da Raffaele Crovi, autore di romanzi e libri di poesia, vincitore di un
premio Campiello e già direttore generale della Mondadori. Citati anche Laura Pesaresi, pianista che ha accompagnato la cerimonia di premiazione, Marta
Bifano, attrice che ha recitato le poesie dei vincitori, Bruno d’Arcevia, autore
dell’ immagine grafica simbolo di questo 25° premio di poesia.
13 gennaio 2005
dalla città di Senigallia
A denti stretti
Perché quando i giornali parlano di cronaca che ha come protagoniste giovani donne vittime della prostituzione il tono si fa sempre ironico, finalizzato a strappare un sorrisetto al lettore? L’ultimo riscontro qualche giorno fa su un quotidiano senigalliese: “[…] Un
uomo si è recato lungo la strada provinciale della Bruciata, una delle zone dove esercitano le “lucciole” di
nazionalità africana. Con una di loro, nigeriana, poco
più di 25 anni, l’uomo ha contrattato la prestazione.
L’ha fatta salire a bordo della propria Bmw e si è diretto in un luogo appartato. Purtroppo però l’incontro
Si avvicinano le elezioni e ci sembra interssante riflettere sulle cose da
fare in città. Più che di disquisizioni sui candidati, la città ha bisogno di
squadre che abbiano un disegno chiaro e dichiarato sulla città, affinchè
non si resti in balia di chi urla più forte.
tra i due non ha preso la “piega” consueta. Almeno secondo le intenzioni del cliente, che a quel punto si è
sentito in dovere di applicare la famosa formula “soddisfatti o rimborsati”. La prostituta però non ha ceduto
alla richiesta di restituire il denaro. Un no che ha scatenato le ire dell’uomo, che ha iniziato a picchiarla a
sangue, per poi scaraventarla fuori dall’autovettura e
addirittura derubarla della borsetta […]”.
Di sicuro questo non è un approccio serio al tema, come merita il dramma che vivono queste giovani donne.
E non passa di qui nemmeno il tentativo di cambiare
un’assurda mentalità che, di fronte alla prostituzione,
si concede il lusso di un’alzata di spalle o di qualche
‘innocua’ battuta da caserma.
Un programma per Senigallia
Dalla trasmissione “Il Sindaco risponde”, in onda su Radio Duomo Senigallia in Blu
P
Gli avvenimenti più importanti dal 9 al 16 ottobre 2004
2 gennaio 2005
Probabilmente a causa di un colpo di
sonno l’auto guidata da Erica Api, 23
anni, di Ostra Vetere è andata a schiantarsi il 1° dell’anno contro il guard rail
della strada provinciale corinaldese all’altezza del Ponte sul Nevola vicino al
distributore AGIP e al ristorante La
Masseria..L’auto si è aperta in due ed è
finita dall’altra parte della strada. Erica
è stata sbalzata fuori dall’auto. Appena
dopo i soccorritori, sono arrivati i genitori di Erica che, non vedendola rientrare, erano usciti per cercarla.
3 gennaio 2005
Sono costati cari i botti di capodanno
ad un ventenne di San Marcello. Era
da poco passata la mezzanotte e si sta-
Succede a Senigallia
va divertendo, in compagnia degli
amici, a far esplodere razzi e petardi
nel piazzale antistante il campo sportivo di Belvedere Ostrense. All’improvviso, uno dei botti è esploso all’altezza
del viso del ragazzo.
4 gennaio 2005
A Senigallia in Via Po il 3 gennaio si
è festeggiato il compleanno della signora Arduina che tagliava il traguardo dei 101 anni. Nonostante l’età è
però ancora arzilla ed è stata felice di
vedere tutti i suoi familiari radunati
per festeggiarla e di ricevere la visita
del vescovo.
5 gennaio 2005
A Passo di Ripe un bandito con il
volto scoperto ed armato di coltello
da cucina ha fatto irruzione il 3 gennaio nell’ufficio postale e con fare
deciso ha costretto le due impiegate
ad entrare nel bagno dove le ha
chiuse a chiave. Poi ha fatto razzia
di tutto il contante che ha trovato
nei cassetti (circa 5 mila euro) e si è
allontanato.
7 gennaio 2005
Centinaia di persone hanno preso
parte a Senigallia alla festa della
Confartigianato provinciale che ha
visto la presenza di bambini provenienti da tutta la provincia di Ancona. La Befana anche quest’almo ha
distribuito 1.500 pacchi dono e fatto
festa con i bambini.
Dill’ al monc’ in piazza
Dopo la parentesi
natalizia e con la
ripresa dell’uscita
della “Voce Misena”
ospito in questa rubrica, una risposta
del Responsabile dell’Ufficio Relazioni Esterne, Elio Gregorini, del Comune di Senigallia.
“Gentile don Giuseppe, nella rubrica
da Lei curata sul n.42 del settimanale
La Voce Misena è comparsa la lettera
con la quale il signor Achille Casagrande chiedeva informazioni circa la
sua situazione di inquilino delle case
popolari di Via Piave.
In merito alla questione il competente ufficio comunale, per tramite della
presente, La informa che, ai sensi del
dalla città di Senigallia
protocollo d’intesa per la gestione del
trasferimento di tutti i residenti nel
comparto di Via Piave, quello dell’interessato, risultando residente in un alloggio ricompreso nell’ambito del lotto 5, assegnato all’Istituto Autonomo
Case Popolari, così come risultava determinato dal piano Peep di Via Piave,
non era a carico della Cooperativa Camac, ma dello stesso IACP.
Gli altri interessati, trasferiti dalla
Cooperativa Camac, continuano a
versare il canone mensile calcolato
per le abitazioni di Via Piave e la
Cooperativa si è accollata l’onere finanziario relativo al pagamento dei
canoni di affitto degli alloggi temporanei reperiti. Pertanto il Comune non
13 gennaio 2005
dibattito sulla città
a cura di Michele Pinto
www.viveresenigallia.it
Il signor Mario che le chiede
(dà proprio per scontato tutto)
quale sarà il suo primo obiettivo
qualora dovesse restare alla guida del Comune nei prossimi
quattro anni. Che cosa non è
successo in questi primi quattro
anni e che vorrebbe succedesse
nei prossimi per l’eventuale
mandato Angeloni.
Bene. Intanto se, bisogna dire se, perché ancora
ci sono tante questioni in
mezzo prima di dire quale
potrebbe essere il programma. Come accennavo
poter proseguire sul programma di questi primi
anni per completare le cose che restano da completare. Noi avevamo un progetto di città che per alcuni versi si è realizzato .
“Il Progetto subito” se
non ricordo male lo slogan.
Sì. “Il progetto subito”
che aveva un significato
quando è stato lanciato
come slogan. Avevamo le
idee chiare sulle cose da fare per
far crescere la città . Per farla
crescere sul piano sociale, culturale e anche economico. Questa
chiarezza di idee, chiaramente, si
è dispiegata attraverso una progettualità, iniziative che per ve-
a cura di
Giuseppe Nicoli
ha dovuto assumere alcun impegno finanziario per la gestione del trasferimento dei residenti in Via Piave. In
ordine al caso del sig.Achille Casagrande, tuttavia, l’ufficio aveva inoltrato richiesta all’Iacp affinché verificasse la possibilità di attuare un canone mensile pari a quello che già l’assegnatario corrispondeva, ma ciò non
è stato possibile per questioni legali e
di legittimità degli atti dell’Iacp”.
Ora sono in attesa della risposta a
quanto pubblicato sul n.43 della mia
rubrica in merito alla fornitura, da parte dell’Amministrazione Comunale, di
un Crocifisso per ciascuna delle aule
del plesso della scuola primaria “Rodari”, che non ne risultano dotate.
20
er entrare subito in tema,
approfittiamo allora di una
domanda rivolta al Sindaco Luana Angeloni, durante l’ultima edizione dello scorso anno,
della quindicinale trasmissione
radiofonica. Il Signor Mario dà
già per scontato che il candidato
del centrosinistra sia appunto
Luana Angeloni, e le si rivolge
incalzandola sui programmi.
21
dere poi la realizzazione ha bisogno di tempi. Penso alla pianificazione urbanistica che nel momento in cui la si pensa, la si elabora, la si approva e la si attua
chiaramente ha bisogno di anni;
ma anche alle grandi opere pubbliche. Quindi avere le idee
chiare significa mettere in campo azioni per vedere poi nei
tempi necessari le realizzazioni.
Per quanto riguarda l’assetto sociale, la politica culturale mi pare che ci siano già ben visibili i
segni dei risultati di un’azione
amministrativa che, però, va
proseguita. Io ho chiaro quali
sono le questioni su cui continuare a lavorare, per esempio
noi abbiamo riattivato il progetto del porto che era fermo da dodici anni e si vedono già delle
realizzazioni concrete, cioè lavori, dighe, piazzali che crescono, dopodiché bisogna proseguire perché completare il porto significa realizzare altri lavori, in
parte finanziati per oltre cinque
milioni di euro grazie a finanziamenti che abbiamo trovato. Proseguire ancora per completare la
realizzazione di tutto il nuovo
porto che possa diventare un volano dello sviluppo economico e
sociale cittadino. Ma pensiamo
all’intervento di trasformazione
dell’area Sacelit Italcementi: l’aver definito un piano d’area significa aver creato semplicemente le premesse su cui poi bisogna continuare a lavorare, perché il soggetto investitore possa
realizzare gli interventi. Penso al
piano del centro storico, penso
alle grandi opere pubbliche che
non sono purtroppo completate.
Mi sarebbe piaciuto inaugurare
la Rotonda: purtroppo non sarà
possibile prima della scadenza
13 gennaio 2005
del mandato ed è chiaramente
un obiettivo da perseguire, o la
Gioventù Italiana. Un grande intervento di quattro milioni e
mezzo di euro, e chiaramente ci
sarà bisogno di proseguire con
questo intervento. Ma la cosa
che mi sta più a cuore è che non
si arretri rispetto a questo disegno di costruzione di una solidarietà in città attraverso la rete di
servizi che l’Amministrazione
ha attivato e che ha potenziato
grazie a un forte collegamento
con l’associazionismo, con il
volontariato cittadino. Credo, insomma, che da fare ci sia. Noi
per ora siamo impegnati a completare il nostro programma e
chiaramente si tratterà di proseguire sulle linee tracciate.
dalla città di Senigallia
È
il terzo anno consecutivo che il
Comitato per la Pace di Jesi, in
collaborazione con l’Amministrazione Comunale della città, organizza la
giornata della Pace, chiamando all’appello personalità diverse impegnate in
prima linea per portare aiuto concreto in
zone di guerra, disperazione, negazione
di ogni diritto umano.
Nella giornata dell’Epifania e dell’Infanzia, giornata dedicata ai Bambini di
tutto il Mondo, si è tornati a parlare di
Pace con due donne: la scrittrice e giornalista israeliana Manuela Dviri e la dottoressa pediatra palestinese Joumana
Odeh. Dopo Gino Strada e Padre Alex
Zanotelli due donne, madri e mogli, vengono chiamate per esprimere i loro punti
di vista, per raccontare il loro impegno
crearsi i loro spazi, altrimenti rubati dalla guerra, a liberarsi di paure e dolori.
Esemplare è stato vedere i loro disegni,
neri e cupi, che ritraggono bombe e carri-armati, appena entrati in ospedale,
sempre più colorati, gioiosi e, come ha
detto Joumana “..sempre più simili a
quelli dei vostri bambini..” a mano a mano che le cure procedono.
Altro elemento importante è l’aiuto
apportato anche alle madri di questi
bambini, spesso afflitti da gravi, complesse e sconosciute malattie come l’epilessia, di cui soffrono 25.000 bambini a
causa delle condizioni di terrore e sconvolgimento che si trovano a vivere.
Così, nonostante i difficili spostamenti, basti pensare che le ambulanze non
possono oltrepassare i check-point e so-
Una Befana
con calze di pace
Si è svolto giovedì pomeriggio a Jesi l’annuale incontro con personalità
di Pace. Per la prima volta due donne protagoniste in prima persona
della situazione in Palestina e in Israele.
contro la distruzione. Due donne, come
si sono definite, senza appartenenza
esclusiva ad una “squadra”, ma due
uguali esseri umani.
Joumana nasce a Gerusalemme, città
che lei stessa definisce “creata per la
coesistenza di tutti i popoli”, è pediatra
ed insegnante di medicina, madre di due
figlie e personalità di spicco nella questione politica: scrive, infatti, molti articoli in cui esprime le sue opinioni relative al conflitto ed alla situazione attuale.
Il suo lavoro si concentra sui bambini,
prime vittime innocenti di ogni conflitto;
sugli effetti che la guerra, a livello fisico
e psicologico, ha su di loro, ma anche
sulle loro sorprendenti capacità di recupero. Proprio a tale proposito, Joumana
ha ricordato, mostrandone anche la foto,
un ragazzino palestinese che, completamente solo, durante la prima Intifada
lanciava sassi più grandi e pesanti di lui
(la foto lo ritraeva proprio nel momento
del lancio di un sasso) e che, dopo le cure e l’assistenza dei medici dell’Ospedale in cui Joumana lavora, è riuscito a liberarsi, almeno in parte, del peso del
conflitto ed ora è un musicista.
Quello che si cerca di fare è di strappare i bambini dall’orrore della guerra.
Dentro l’Ospedale non solo vengono curati con medicine, la maggior parte delle
quali proviene dall’Europa, ma vengono
aiutati ad esprimere le loro sensazioni, le
loro emozioni. Grazie alle varie attività
ricreative e ludiche i bambini riescono a
città di pace
no quindi necessari due mezzi che proprio nel check-point, come una staffetta,
si passano il “testimone”, nonostante la
povertà, si prova a rincorrere una Pace
Doverosa e Possibile che c’è nei cuori di
tutti, soprattutto dei bambini che provano ancora, come mostra una foto, ad oltrepassare il muro, smisuratamente alto,
che si sta brutalmente costruendo.
Manuela Dviri è invece una donna
israeliana con salde radici marchigiane:
la madre era di Ancona e proprio nel nostro entroterra ha trovato più volte rifugio dalle persecuzioni nazifasciste.
Madre di tre figli ha perso, sette anni
fa, il più piccolo, ucciso da un missile in
Libano dove l’esercito israeliano andava
per proteggere i propri confini.
Il dolore si è presto tramutato in azione concreta soprattutto quando, insieme
ad altre donne che come lei avevano perso i figli nelle stesse situazioni, ha iniziato a chiedersi perché l’esercito israeliano proteggesse i suoi confini da fuori,
appunto dal Libano piuttosto che da dentro il territorio di Israele.
Nasce così il comitato delle Quattro
Donne che è riuscito nel 2000 a far
rientrare l’esercito israeliano nei confini del proprio stato. Furono preventivamente accusate di essere responsabili di
possibili attentati terroristici da parte
del Libano; in realtà l’unica cosa che è
successa è stata che nessun ragazzo
israeliano è più morto in operazioni di
protezione dei confini statali, operazio13 gennaio 2005
ni che, da parte libanese, erano naturalmente viste piuttosto come un’occupazione delle proprie terre.
Ë a questo punto che Manuela lascia il
lavoro per dedicarsi interamente alla situazione politica e sociale del Paese. Inizia a scrivere, articoli e libri, e proprio in
Italia conosce altre due donne, una araba
israeliana e una palestinese. Da questo
rapporto di amicizia che si instaura Manuela viene a conoscenza della situazione dei bambini palestinesi e pone la questione al centro dell’attenzione con un
articolo sul Corriere della Sera.
In seguito a questo articolo le arrivano
i primi 5.000,00 euro che destinerà all’associazione, di cui fa parte, “Peres
Children for Peace” per il progetto “Save Children” che permette ad una equipe
di medici di valutare quali bambini palestinesi siano nelle più gravi condizioni
ed abbiano bisogno di urgenti cure, possibili quasi unicamente negli efficienti
ospedali israeliani.
Tutto ciò avviene tramite fondi che arrivano dall’estero soprattutto dall’Italia:
a tale progetto hanno aderito la Regione
Toscana prima di tutti, alcuni Comuni
marchigiani, Jesi stessa, e da pochi giorni anche la Regione Emilia Romagna.
L’Associazione israelo-palestinese è
riuscita da novembre, quando il progetto
“Save Children” è iniziato a salvare 750
bambini con operazioni molto complesse, anche a cuore aperto.
Ora, oltre che a continuare, si pensa
anche a moltiplicare lo sforzo. Si stanno raccogliendo fondi per aprire un reparto di ematologia dentro un ospedale
palestinese e per fare in modo che, grazie alla tele-medicina, finanziata da Jesi
e da altre città marchigiane, i due ospedali, appunto quello palestinese e quello israeliano, entrambi a Gerusalemme,
possano cooperare.
Un grande impegno concreto e necessario, cui la città di Jesi ha idealmente
dato un appoggio di speranza e fiducia,
consegnando la cittadinanza onoraria ai
due protagonisti del processo di pace in
Medio-Oriente, premiati dieci anni fa
con il Nobel: Rabin e Arafat. Proprio nel
giorno dedicato ai bambini vengono
chiamate due donne a parlare di pace.
Non è un caso. Finito l’incontro ho avuto l’opportunità di avvicinarmi e parlare
con queste due splendide donne ottimiste e “folli”, come le chiamano i loro
mariti, e mi hanno detto che la maggior
parte delle associazioni pacifiste in Palestina e in Israele sono femminili. In Medioriente, nonostante quanto di scarso e
superficiale passi la televisione, non sono attivi solo militari e terroristi (quasi
tutti uomini): circa l’80% delle azioni di
pace sono portate avanti da donne, palestinesi e israeliane insieme. Rimane un
enorme ostacolo, e cioè la totale sordità
dei politici che sono, per il 95%, uomini.
Giulia Torbidoni
22
S
Vincerà
Arcevia
o la
cava?
di Umberto
Martinelli
e vincono le cave (nella
loro peggiore accezione), perde Arcevia (nel
suo migliore significato).
Se vince Arcevia, non è detto che perdano le cave (nel
loro inevitabile profilo, magari anche economicamente
proficuo). L’Amministrazione Comunale è per il pareggio (salomomico).
La tifoseria sventola nella
quasi totalità i vessilli della
“Perla dei Monti”. Ma l’arbitro riuscirà a garantire il gioco “pulito” (con o senza la
moviola in campo) ?
La metafora calcistica
(mentre in altra pagina del
giornale ci occupiamo di ciclismo promozionale) vuole
aprire il discorso con l’ironia
del sorriso. Ma la “cosa” è
seria. Sta assumendo i toni
della vera mobilitazione popolare la delicata "questione"
del Piano delle Attività
Estrattive della Provincia di
Ancona nel territorio di Arcevia, comune particolarmente
investito dal problema.
Lo scioglimento del “nodo” è tale da oltrepassare i
confini municipali, provinciali e regionali.
Lo ha ribadito anche l’affol-
lato incontro assembleare che
si è tenuto nella frazione di
Palazzo (protraendosi, con
punte anche accesissime, fino
a tarda notte).
Impregnati di forte preoccupazione sono stati i toni
degli intervenuti (cittadini,
residenti, imprenditori turistici, ambientalisti, uomini di
cultura, amministratori, esponenti delle forze politiche,
rappresentanti di numerose
associazioni: dall’Italia e dall’estero). Autorevoli le voci
(“moderate” e introdotte da
Angelo Verdini) del sindaco
Silvio Purgatori, dell’assessore comunale Andrea Bomprezzi, dell’architetto Massimo Bergamo, dell’assessore
provinciale Luciano Montesi,
degli uomini del Comitato
(Maurizio Marcellini, Gianfranco Marcellini, Fabrizio
Ferri, Enza Amici), dell’ “intellighenzia” (lo storico Virgino Villani, la professoressa
Anna Terenzi), degli investitori-residenti stagionali-tecnici di settore “innamorati”
di Arcevia (Pierpaolo Cecinelli, Giacomo Cesari…). I
timori attualmente espressi
si rivelano ancora più forti
rispetto al passato prossimo.
Man mano che l’informazione si fa più capillare, si intensificano gli interrogativi
intorno all’impatto ambientale, salutistico, economico,
culturale e storico del piano
delle attività estrattive.
Il Comitato per la Difesa
del Monte S.Angelo (il bacino interessato) paventa più
fortemente le più gravi ripercussioni: dalla perdita di
identità ed al declino della
stessa cittadina montana allo
scempio paesaggistico di un
polmone verde, che è anche
scrigno di sempre più valorizzati e riscoperti tesori d’arte, storia e cultura. Le stesse
posizioni più “concilianti”
vengono tenute con il dubbio:
si mostrano infatti come molto difficilmente compatibili il
modello economico estrattivo
e quello del turismo naturalistico-culturale.
Agli amministratori viene
richiesto il più alto senso di
responsabilità, nell’ottica della concertazione, del confronto trasparente, della corretta
informazione e del coinvolgimento diretto dei cittadini. In
gioco sono la vivibilità, la
qualità della vita, lo sviluppo
e la conservazione.
Inaugurato a Corinaldo l’impianto per l’utilizzo del biogas prodotto dagli scarti
Rifiuti che creano energia
C
on il taglio del nastro da parte
del sindaco di Corinaldo Livio
Scattolini, è stato dato l’avvio
all’impianto per lo sfruttamento del
biogas prodotto dai rifiuti. I lavori sono
stati iniziati a fine agosto del 2004 e
l’inaugurazione è avvenuta il 31dicembre 2004. “L’impianto è stato realizzato a tempo di record - ci dice l’ingegner Matteo Millevolte.- Nelle Marche
abbiamo realizzato quattro impianti:
quello di Morrovalle (MC) con una po-
23
tenza installata di 660 kWe; di Macerata, potenza installata di 1320 kWe; di
Fermo, potenza installata di 1890 kWe
e quello di Corinaldo, che produce una
potenza di 750 kWe all’ora di elettricità a 380 volt, che un trasformatore
converte in 20.000 volt, pronti per essere immessi nella rete dell’Enel. Il
Biogas è una fonte di energia rinnovabile, presente sul territorio nazionale.
Asja, leader in Italia in questo settore,
ha progettato e costruito, dal 1995, 18
impianti di valorizzazione energetica
del Biogas, di cui attualmente ne gestisce 15, per una produzione stimata, nel
2004, di oltre 168.000 MWh. Sono,
inoltre, in corso di realizzazione ulteriori quattro impianti”.
Gli amministratori del Comune di
Corinaldo Livio Scattolini, sindaco ed
Emilio Pierantognetti, vice sindaco,
sono pienamente soddisfatti dell’impianto realizzato nella discarico di San
Vincenzo, che è in grado di sviluppare
440 metri cubi di biogas all’ora. L’e13 gennaio 2005
nergia che viene prodotta a Corinaldo
viene venduta all’Enel e una parte del
ricavato torna a chi gestisce la discarica, cioè alla ditta Asa (Azienda Servizi
Ambientali) S.r.l., con sede in Via San
Vincenzo, 18 di Corinaldo, che riunisce i Comuni dell’area Misa-Nevola,
che utilizzano la discarica corinaldese.
Il presidente, avvocato Orlando Olivieri, – ci dice – “È stato fatto un ulteriore
passo per dare trasparenza alla gestione dell’attività della discarica”. “Adesso
puntiamo a quella Emas – aggiunge Tonino Dominici, – nel 2005 vogliamo
mettere mano a una campagna di sensibilizzazione per aumentare la raccolta
differenziata”. Il responsabile tecnico
Lorenzo Magi Galluzzi è soddisfattissimo della realizzazione dell’impianto effettuato nella discarica di San Vincenzo
da parte dell’Asja, che permette di erogare energia elettrica sufficiente al fabbisogno di 2.272 famiglie per un anno.
Ilario Taus
dai Comuni della diocesi
I
l monumentale “Traiano” di epoca romana tornerà a casa? La
splendida statua romana (oltre
due metri di altezza) rinvenuta nell’ottocento nel sito archeologico di
Ostra antica e attualmente conservata
al “Musée d’Art et d’Histoire” di Ginevra, è stata sin qui ammirata dal vivo solo dai pochi fortunati ostraveterani che si sono potuti concedere una
visita al museo ginevrino.
Tutti gli altri ne hanno soltanto sentito parlare, al massimo ammirandone le foto riprodotte sulla vasta pubblicistica che si è occupata di quell’importante reperto, emblematico
della levatura economica e culturale
dell’antica città.
Possibile pensare ora a un recupero della scultura e ad un suo ritorno
a Ostra Vetere? Se è vero che avere
indietro l’originale è onestamente
improponibile (la statua lasciò l’Italia per la Svizzera in virtù di una
vendita effettuata con con tutti i crismi della legalità), a Ostra Vetere
potrebbe però ritornare una copia
del “Traiano” eseguita a grandezza
naturale: appunto questo è il proposito che il comune ha esternato adottando al riguardo una apposita deliberazione di Giunta. Rinvenuta casualmente nel 1841 durante alcuni
lavori agricoli, la scultura raffigura a
dire il vero non Traiano ma, secondo
interpretazioni più recenti, il padre
di questi Marco Ulpio.
La sua storia è contrappuntata da
diversi passaggi di mano: dopo il
rinvenimento la statua era stata trasportata a Bologna nello studio dello scultore Salvini, nel quale fu visionata da scultori di fama quali Du-
Una bella iniziativa
a Barbara nell’ambito della
“Festa dentro le Mura”
A
nche con un piccolo gesto si
può aprire la strada a traguardi di rilievo. La solidarietà è tornata a far capolino nel centro collinare nei mesi che hanno segnato la fine del 2004 e l’avvento
del 2005, sulla scia di analoghe
esperienze effettuate nei mesi pregressi, ha sollecitato molte persone
a compiere un nuovo atto di altruismo. L’occasione è stata offerta dal
‘Mercatino della Nonna’, promosso
dalla Caritas parrocchiale in occadai Comuni della diocesi
Ostra Vetere guarda a Ginevra per riavere la scultura romana
Traiano torna a casa ?
prè e Fedi, e da studiosi di prestigio
come il prof. G.B. Sezanne. Poi, nel
1893, fu acquistata dal museo Rath
di Ginevra, le cui collezioni sono
state più tardi assorbite dal “Musée
d’Art et d’Histoire”.
A ridestare l’attenzione su quel
prezioso reperto e sulla sua colloca-
zione nella importante raccolta ginevrina fu, agli inizi degli anni ottanta, il geometra Fioravante Fornaroli, originario di Ostra Vetere, che
trovò a Ginevra un valido interlocutore nel funzionario del Ministero
degli Esteri Ivo Isabettini.
Già in quegli anni si cominciò a
coltivare l’obiettivo di riportare
una riproduzione del Traiano a
Ostra Vetere, e l’amministrazione
comunale allora presieduta dal sindaco Fiorani avviò un rapporto epistolare col museo di Ginevra. Il
traguardo risultava però difficilmente raggiungibile per i costi elevatissimi della riproduzione.
La Giunta presieduta da Massimo
Bello ha deciso ora di tentare nuovamente la strada del recupero approvando l’atto di indirizzo da cui si dovrà ora passare alla analisi dei costi
e al reperimento dei mezzi finanziari: “Non nego - dichiara il sindaco
Bello - che trovare le risorse rappresenti un passaggio non facile, ma la
scelta si inquadra nel programma di
valorizzazione di Ostra antica avviato con l’approvazione della convenzione con l’Università di Bologna e
la Soprintendenza, e non dispero che
gli interventi sul sito archeologico
possano, di qui a un po’, essere completati dal ritorno di una copia della
statua a grandezza naturale”.
A
ncora una volta il patrimonio
artistico di Mondolfo in pericolo. Negli scorsi giorni, il custode dell’antico Santuario della Madonna delle Grotte, a due passi dal
Castello, entrato in chiesa come ogni
pomeriggio ha trovato vistosi frammenti della mensa dell’altare a terra
sul presbiterio. “Sono stato subito av-
Mondolfo e il Santuario della Madonna delle Grotte
Patrimonio da tutelare
vertito dell’accaduto – ha detto il Parroco di Mondolfo Don Mauro Baldetti e, unitamente all’architetto della Parrocchia – mi sono immediatamente recato al Santuario”. Il Santuario della Madonna delle Grotte è
molto conosciuto in tutta la valle del
Cesano e non solo; vi si recano, specie nella buona stagione, migliaia di
pellegrini, attratti dal richiamo religioso e dalla bellezza dei luoghi.
“Abbiamo così constatato che consistenti frammenti del fronte della
mensa dell’altare erano a terra e che
una delle grappe in ferro che sorreggono la struttura sembrava aver ceduto – ha ripreso il Parroco”.
La Chiesa presenta così all’esterno
una struttura geometrica forse più rinascimentale che tardo barocca, mentre l’interno, all’altar maggiore, dove
sono accaduti i fatti, le forme sono tipicamente barocche.
Qui un altare interamente scolpito
in legno ospita una lussureggiante
Raoul Mancinelli
Mercatino di solidarietà
sione della ‘Festa dentro le Mura’ e
in sintonia con il centro sociale
‘Santa Barbara’ e con il prezioso
supporto di numerose donne e nonnine, che non hanno mancato di far
pervenire lavori a maglia, ad uncinetto e di ricamo.
Pieno di scelte con numerosi oggetti in esposizione (quelli appunti
realizzati da donne e nonnine) e soprattutto pervaso da uno spirito di
generosità, il mercatino ha avuto un
riscontro di pubblico più che soddi13 gennaio 2005
sfacente ed il ricavato è stato devoluto al progetto di adozione a distanza, attivato da alcuni anni dalla Caritas parrocchiale. Che ha inaugurato il nuovo anno con un’altra meritoria iniziative: la raccolta di generi
alimentari di prima necessità a lunga
scadenza. Chi vorrà dare il proprio
contributo potrà farlo utilizzando gli
appositi cesti collocati in fondo alle
chiese di Santa Maria Assunta e di
Santa Barbara.
Leonardo Pasqualini
24
gloria di angeli che, in un turbinio di
nuvole dai colori oro ed argento, racchiudono la rosa centrale nella quale
viene conservata la veneratissima immagine della Madonna delle Grotte.
“Abbiamo così scoperto che l’ossatura della mensa (cioè del basamento)
dell’altare sembra essere totalmente
in pietra lavorata, mentre forse solo in
25
epoca più tarda la stessa ha visto una
serie di riattamenti in stucco che le
hanno dato la forma attuale. Sta di
fatto che ora sono caduti – spiega don
Mauro – grossi frammenti di questo
rivestimento, con danni forse anche
strutturali. Non c’è pericolo per la ufficiatura dalla Chiesa che rimane
ugualmente aperta né per le funzioni,
stante il fatto che il danno interessa la
sola mensa tridentina del Santuario,
ma dovremo intervenire con un delicato intervento di restauro, ovviamente sotto la direzione della competente Soprintendenza urbinate”. Spiega il Parroco che, unitamente all’architetto, ha già provveduto ad informare in via d’urgenza la Soprintendenza ai Beni Storici e Artistici delle
Marche così come l’Ufficio Beni
Culturali della Curia Diocesana di
Senigallia. “La situazione necessita
di un intervento in breve tempo, ha
ripreso il Parroco, e non sarà per noi
facile reperire i fondi necessari al restauro che non potrà essere troppo
protratto. Abbiamo fede nelle Istituzioni ed Enti del territorio che hanno
mostrato sempre una speciale attenzione per i beni culturali mondolfese,
sperando di poter garantire già per la
prossima stagione estiva un primo intervento, per il quale è nostra intenzione contattare un appropriato laboratorio di restauro”. Sulle cause del
danno che, ancora una volta, compromettono il patrimonio storico artistico mondolfese, di grande rilievo non
solo da un punto di vista religioso,
ma anche turistico ed economico per
i tanti visitatori che ogni anno scelgono il comune rivierasco per le proprie
vacanze, si possono fare solo ipotesi.
Nei prossimi giorni si attende di conoscere quali saranno le disposizioni
della Soprintendenza, anche per conoscere poi come procedere nei restauri
e le vie da intraprendere.
Alessandro Berluti
13 gennaio 2005
Lettera del presidente
della Provincia di Ancona
Bilancio
di fine anno
N
el 2004 la Provincia di Ancona ha confermato nel suo agire
la centralità del territorio e la
partecipazione e la concertazione fra
enti, istituzioni ed associazioni come
metodo di lavoro”. Inizia così l’annuale lettera di fine anno del presidente della Provincia di Ancona, Enzo
Giancarli, nella quale traccia il riassunto delle attività promosse nell’anno appena concluso. “Decisivi gli
strumenti messi in atto per la salvaguardia del territorio (dopo il Piano
Territoriale di Coordinamento, il Piano dei Rifiuti, il Piano Agricolo Provinciale, il Piano delle Attività Estrattive già adottato e di cui è in corso
l’esame delle osservazioni, il Piano
Faunistico-Venatorio, il Piano di Protezione Civile, l’adesione al Contratto
Mondiale per l’Acqua, la realizzazione di parchi urbani, la bonifica di siti
dimessi.) per la tutela della salute
pubblica e per la crescita della sostenibilità ambientale. […]
Sono della fine dell’anno l’attivazione della Consulta per lo Sviluppo,
luogo per analizzare punti di forza e
di debolezza dell’economia e per
guardare al futuro, e la firma del protocollo d’intesa con i sindacati confederali, strumento per rafforzare la
concertazione e la partecipazione. Attraverso il Fondo Sociale Europeo la
Provincia ha ottenuto ottimi risultati
nel campo della formazione e successivamente è arrivata all’elaborazione
del primo Piano Triennale delle Politiche Attive del Lavoro.
Nel campo della cultura la Provincia
grazie a Leggere il ‘900, un “asse
strategico poliennale” realizzato in sinergia con tutto il territorio, procede
sulla strada della ricerca e della valorizzazione di grandi autori e personaggi locali, come nel caso degli artisti Alfieri e Mannucci.
In un momento difficilissimo per la
finanza pubblica, voglio ricordare
che per due volte nel 2004 la Provincia di Ancona con il rating si è vista
assegnare dalla società “Standard &
Poor’s”, il livello “A” passato, nell’ultimo rapporto semestrale di novembre da prospettive “stabili” a
“positive” […]
Enzo Giancarli
dai Comuni della diocesi
Arte sacra ad Arcevia
Dalla Vigor Senigallia
Scene di Battesimo
Vigor: grandi risultati
N
C
ella suggestiva cornice dell’exConvento di S. Francesco dei
Frati Minori Conventuali in Arcevia, attualmente sede del Centro Culturale “S. Francesco”, si è tenuta ad Arcevia in apertura d’anno il 2 gennaio
2005 dalle ore 17,30 una splendida conferenza dal titolo “Due battesimi, tre pittori”, quinto ed ultimo incontro del ciclo
“I Misteri di Arcevia”, dopo quelli su Civitalba, Montefortino ed Arcevia (su uno
stendardo e sul Torrione di S. Lucia). Essa è stata organizzata dalla Cooperativa
culturale “Eidos”, e precisamente da Andrea Bomprezzi e Lucio Tribellini nell’ambito delle attività dell’Università degli Adulti di Arcevia nell’anno accademico 2004/2005.
I due rappresentanti e soci della cooperativa arceviese si sono alternati nella
relazione su problemi concernenti due
dipinti: il “Battesimo di Cristo” del Signorelli da S. Medardo di Arcevia ed un
altro dallo stesso tema di Lorenzo d’Alessandro al S. Lorenzo di Avacelli, Fraz.
di Arcevia. Il primo lavoro, datato all’inizio del sec. XVI (vedi figura) e in parte attribuibile a Luca Signorelli, è un’immagine pittorica che rappresenta il battesimo di Cristo nel Giordano da parte di
S. Giovanni il Battista, inserita al centro
di una struttura lignea più antica e precisamente gotica. Esso fa parte di una serie di pitture dell’artista in territorio arceviese, tra le quali le meglio note sono
quelle del polittico nell’abside di S. Medardo. L’iscrizione apposta sotto il Battista nel quadro e un documento cinquecentesco del Comune di Arcevia comprovano l’attribuzione al Signorelli in
particolare delle sole figure principali di
Cristo e del suo battezzante ad esclusione dello sfondo. Le altre immagini dei
piastrini, che chiudono lateralmente la
cornice lignea del dipinto, e della base o
predella sembrano decisamente essere di
altre mani. Bisogna tenere presente però
che la cornice probabilmente ha subito
dei forti restauri come si vede dalla disomogenea doratura, che fa pensare ad una
sua maggiore antichità rispetto all’immagine cinquecentesca. I relatori evidenziano una seppur tenue vicinanza
delle immagini della base della cornice,
pertinenti alla storia del Battista, al capolavoro del Signorelli.
Le figure dei pilastrini di cui si è detto
sopra invece sembrano essere coevi alla
realizzazione della cornice ed in particolare fanno pensare da confronti stretti a
Luca di Paolo da Matelica (sec. XV),
pittore che realizzò una Madonna per la
duecentesca Chiesa di S. Maria Maggiore di Arcevia, ora scomparsa e sita di
fronte a quella di S. Francesco dei Frati
Minori Conventuali.
A quanto sembra per ipotesi credibile,
il pittore non sarebbe riuscito, per malattia e morte sopravvenute, a concludere il
suo lavoro nella suddetta cornice lignea
e quindi il compito di portarlo a compimento fu dato a Luca Signorelli. Dubbia
però sembra dai documenti la presenza o
meno di quest’ultimo ad Arcevia, forse
la pittura è stata commissionata e poi inviata, anche se pare probabile una realizzazione in loco se essa era un soggetto
parziale privo del proprio sfondo, fatto
in un secondo momento. Confrontando
il caso con un altro di Jesi, nella Chiesa
di S. Floriano, dove era un’opera interamente del Signorelli, per Arcevia sembra probabile un lavoro sul posto.
L’altro dipinto presentato nella lezione è quello, attribuito a Lorenzo d’Alessandro da S. Severino Marche sulla base
di confronti, del “Battesimo di Cristo”
della Chiesa di S. Lorenzo nel castello
arceviese di Avacelli. Esso sembra essere databile alla fine del ‘400 mostra forse un modello iconografico per il quadro
signorelliano di Arcevia, e un pendant
cronologico per la cornice del battesimo
arceviese.
A conclusione la conferenza tenutasi
nel Centro Culturale di Arcevia ha dato
molti spunti di studio e posto molte domande che meritano con una ricerca lunga ed accurata una risposta più approfondita e per questo rimandiamo a
successive iniziative arceviesi.
Roberto Schiaroli
spigolature
spigolature
Personaggi. Mercuri Amedeo
(1888-1967). Studiò presso il
seminario diocesano di Senigallia e appena ordinato sacerdote fu nominato assistente del Circolo giovanile
“Silvio Pellico” della città, in momenti difficili per
intolleranza di partiti e organizzazioni laiciste. Fu anche direttore dell’oratorio Sacro Cuore e dal 1920
parroco del Duomo.
Come assistente regionale della Gioventù Cattolica, potenziò Circoli e Consigli Parrocchiali delle
Marche. Salito il Fascismo al potere fu insieme al
parroco del Portone don Pierpaoli e ai dirigenti
Messersì e Patrignani un esempio di resistenza al
“nuovo ordine”, difendendo le organizzazioni cattoliche (il reparto Scout da lui fondato e la fanfara dell’oratorio) dai divieti della Pubblica Sicurezza. Per-
durando momenti di tensione
anche dopo il Concordato tra
Stato e Chiesa del 1929, non
mancarono interventi della
Procura generale di Ancona presso il vescovo perché
don Mercuri modificasse la sua condotta “non favorevole al Regime”. Fonti e bibliografia: Verbali del
Circolo S.Pellico; Bollettino della Giunta diocesana;
E .Grossi “Cattolici nel Senigalliese”; C. Urieli
“Cattolici a Iesi”.
e
r
u
t
a
l
o
g
i
sp
pagina di cultura
Leggevo recentemente che i cattolici spagnoli (a
proposito di scristianizzazione) lamentano la mancanza in Spagna di un loro quotidiano. Scontano probabilmente il piacere degli ultimi decenni di restare
comodi e tranquilli dentro il tempio, anziché uscirne.
Elvio Grossi
13 gennaio 2005
26
i siamo lasciati il 5 dicembre
2004 quando descrivemmo
l’incontro Vigor-Urbisaglia
sospeso a inizio ripresa per impraticabilità del campo; ritorniamo ora
raccontandovi quanto è successo in
casa rossoblu da allora. 8-12-’04
Ascoli 1-Vigor 1; 12-12-’04 Vigor 1
(rete di Traiani) - Matelica 0; 19-12’04 Real Vallesina 1 – Vigor 2 (reti:
Traiani, Pandolfi); 22-12-’04 Biagio
Nazzaro 2 – Vigor 2 (reti: Pandolfi,
Goldoni su rigore per la Coppa Italia. Passa il turno il Chiaravalle per
maggior numero di reti realizzate);
29-12-’04 Vigor 2 (reti: Madau,
Pandolfi) – Urbisaglia 0, incontro
recupero per precedente sospensione della partita; 06-01-’05 Vigor 2
(reti: Baldarelli, Pandolfi) – Biagio
Nazzaro 1; 09-01-’05 Vigor 1 (rete:
Minero) – Porto S.Elpidio 0, partita
prima di ritorno.
Con quest’ultimo risultato sono
cinque le vittorie consecutive che i
ragazzi di Giuliani hanno ottenuto
in quest’ultimo periodo. Cinque vittorie che collocano la Vigor al secondo posto in classifica a sette
punti dalla capolista Maceratese. La
squadra ha dimostrato di aver assimilato il gioco corale che fa ben
sperare per questo inizio del girone
di ritorno. La rincorsa alla Maceratese, ancora molto lontana, è il
“chiodo” fisso di tutto lo staff rossoblu, dirigenza e squadra. Le prospettive sono quanto mai lusinghiere, però le insidie sono sempre dietro l’angolo, l’importante è mantenere quella serenità che contraddistingue questa squadra.
Ci limitiamo ora a descrivere la
partita odierna, anche non è stata
una delle migliori giocate dai rossoblu in questo ultimo periodo. Inizia le ostilità la Vigor con una
“bomba” da fuori area di Loreti al
2°. Fuori di poco.
I rossoblu premono, mentre gli
ospiti si limitano a sporadici contropiedi. Su uno di questi, al 14° vanno
in gol. La rete viene annullata per
27
un vistoso fallo commesso in precedenza da Giacchetti. 23° in uno
scontro fortuito con Loreti, Rossi si
frattura la tibia della gamba destra.
39° Pandolfi di testa manda di poco
sopra la traversa. 44° colpo di testa
di Giacchetti, Moroni para. 47°
triangolazione Baldarelli-Madau,
tiro, Pandolfi non corregge in rete.
Inizio ripresa con la Vigor che passa al 54° con Minero su passaggio
di Pandolfi. Gli ospiti cercano il pareggio; la difesa vigorina regge bene affidandosi al contropiede. 84°
De Paolis sfiora il palo. 85° Pandolfi si fa respingere un gol fatto, mentre al 91° sfiora il palo. Giuliani, in
sala stampa, dice: “Speriamo che
questa striscia positiva continui,
che non si fermi proprio domenica
prossima ad Acqualagna.
Noi cercheremo di fare più punti
possibili, sperando che la Maceratese ne perda qualcuno come è
successo oggi contro il Mondolfo.
La squadra non è stata brillante
come in altre occasioni, ma è anche comprensibile constatate le
numerose gare disputate in questo
ultimo periodo.
Vigor: Moroni 7, Bertozzini 7,5,
Mencarelli 7 (87° Erik Marini ng),
Loreti 7, Rossetti 7, Marchetti 7,
Pandolfi 7,5, Traiani 7, Figueroa 6,5
(34° Minero 7,5), Baldarelli 7, Madau 7 (79° De Paolis ng). A disp.
Memé, Guidarelli, Giuliani, Goldoni. All.Giuliani.
Porto S.Elpidio: Antolini, Simoni,
Marconi, Brini, Cellini, Veschi,
Rossi (27° Pettinari), Carmeni,
Giacchetti, Malloni, Amodio (64°
Francesco Conte). A disp. D’Anniballi, Garbuglia, Pettinari, Giuseppe
Conti, Ricci, Bassarelli. All. Di Stefano. Arb. Alberti di Ascoli Piceno.
Angoli: 5 a 3. Spettatori 500 circa.
Recupero 6 + 4.
Augustin Minero
attaccante
Maceratese
Vigor Senigallia
41
34
Civitanovese
27
Centobuchi
27
Caldarola
Jesina
26
26
Real Vallesina
23
Urbisaglia
23
Camerino
Acqualagna
22
19
Biagio Nazzaro
Montegiorgiese
19
18
Porto Sant’Elpidio
Lucrezia
18
16
Matelica
Mondolfo
14
12
Jrvs Ascoli
11
Giancarlo Mazzotti
13 gennaio 2005
sport
B1
BASKET – GOLDENGAS SERIE B1
Arcevia punta anche sul ciclismo per confermarsi “Perla dei monti”
Stop ai biancorossi
Quando il territorio prende… la volata
Gorizia 85
Goldengas Senigallia 73
I
n tre hanno fatto mezzo secolo in
tricolore: Americo Severini,
Francesco Cingolani, Matteo
Sbaffi. Con questa esplicita e simbolica scia biancorossoverde "misena" è
scattata l’auspicata "operazione", complice il più ecologico dei mezzi meccanici e di trasporto.
“La forte visibilità che il ciclismo sa
dare” ha sottolineato il sindaco Silvio
Purgatori "rappresenta un tutt’uno con i
migliori valori che vogliamo perseguire,
specialmente in ottica formativa, nella
direzione della socializzazione e del felicemente contagioso coinvolgimento."
Con questi presupposti è stato saldato
il gemellaggio tra la municipalità ed il
G.S.Pianello-Cicli Cingolani, suggerito
ed ispirato dal campioncino di ciclocross
arceviese Matteo Sbaffi, militante con la
formazione biancorossa pianellara.
"Arcevia: Perla dei Monti su due ruote", è stato lo slogan con cui ha preso il
via l’iniziativa finalizzata alla promozione del territorio attraverso il ciclismo.
La sottolineatura di Purgatori: “Il
progetto affonda le proprie radici nelle
notevolissime potenzialità che Arcevia
e le due ruote (specialmente quelle
"fuoristrada") posseggono. Il ventaglio
delle iniziative da concretizzare si apre
con la suggestione del sentieri e la spet-
N
ella trasferta di Gorizia, la Goldengas vede infrangersi la striscia positiva che durava da cinque giornate. Aveva incominciato vincendo in
casa dell’Oderso per 93 a 95, seguita all’8-12-’04 battendo a Senigallia per 97-88 il Castelletto Ticino, poi il 12-12-’04 ha trionfato in trasferta a
Soresina vincendo per 81-70. La striscia positiva è continuata il 19-12-’04 in
casa contro il Padova, piegato per 93-87. Altra vittoria nella prima di ritorno
di questo campionato ancora in casa contro il Ragusa, superato per 83 a 79
dopo un tempo complementare. Molto sofferto questo incontro in quanto la
squadra non ha saputo esprimersi com’era sua abitudine. Il tempo regolamentare era finito sul 72-72; c’è voluto, alla fine, un grande Paialunga per
aver ragione dei siciliani. Trasferta amare invece a Gorizia, ultimamente
rinforzatasi con alcuni validi elementi, tra cui Della Vecchia. Il coach Galetti così giustifica questa sconfitta: “Dobbiamo dare atto che il Gorizia ci è
stato sempre davanti fin dall’inizio. Noi non siamo stati eccellenti, sicuramente abbiamo peccato sull’atteggiamento nell’affrontare l’incontro contro
una squadra che era sull’orlo dell’abisso. Molto ha anche influito che la loro squadra non ha giocato giovedì, mentre a noi il tempo non è stato sufficiente per recupare.” Da segnalare l’infortunio alla caviglia di Gorini. Domenica prossima ore 18 incontro casalingo con Casalpusterlengo. Una vittoria è estremamente importante.
Granarelli Matteo
capitano
Gorizia: Buratti 13, Graziani 13, Verderosa 2, Vitali 16, Gasparello 3,
Agazzone 10, Della Vecchia 26, Rolando 2. All. Beretta
Goldengas: Panichi 22, Pierantoni 3, Berlati 9, Paialunga 1, Corsini 10,
Macchniz 5, Barantani 6, Gurini 12, Pazzi 5. All. Galetti. Arbitri: Fabiani e
Battista di Firenze. Parziali di 27-19; 48-40; 72-59. Spettatori 400 circa.
Uscito per cinque falli Barantani, ottavo del terzo quarto.
Classifica: C.Monferrato 30, Lumezzane 28, Soresina 26, Pattì, Treviglio
22, Castelletto 20, Goldengas, Casalpusterlengo, Stamura 18, Falco PU,
Ragusa 14, Vigevano, Riva Del Garda 10, Gorizia 8, Padova, Oderso 6.
Giancarlo Mazzotti
Basket serie “D” maschile
Marzocca pigliatutto
Mackia Marzocca 115 - Montelabbate 64
L
a squadra, guidata magistralmente dal coach Ligi e da uno staff dirigenziale esemplare, ha conseguito in questo ultimo periodo risultati
positivi che la collocano al vertice della classifica solitaria con ben
quattro punti di vantaggio sull’Urbino. Come un “rullo compressore” ha
conseguito undici risultati utili consecutivi, tanti quanti finora disputati in
questo inizio campionato, raggiungendo quota ventidue punti. L’8-12-’04
ha superato, in trasferta, il Villa San Martino per 62 a 95. L’ultimo incontro di questo 2004 è stato disputato il 17-12 contro il Montelabbate. E’ stata una partita giocata a senso unico, tanta è stata la superiorità dei biancorossi. Mackia 115, Montelabbate 64. Due i giocatori esplosi in questo incontro: Beccaceci con 26 punti e Pincini con 27. Il prossimo incontro il
Mackia lo disputerà in trasferta a Urbino, secondo in classifica e diretto
concorrente più pericoloso.
sport
13 gennaio 2005
tacolarità dei pensabili tracciati di gara
per chiudersi con la sempre più capillare rete ricettiva e la sempre più aperta
cultura dell’accoglienza”.
Di tangibile portata anche i messaggi
di augurio inviati da Antonio Romagnoli (Ruote e Cultura) e dai massimi rappresentanti dell’AVIS marchigiana: il
presidente Enrico Morli, Marialina Brunetti (responsabile area scuola)
Insieme al sindaco, nella sede municipale (in un’evocativa atmosfera di vigilia natalizia), erano l’onorevole Marisa Abbondanzieri, l’assessore comunale
allo Sport, Renzo Ortolani, i vari membri del Consiglio Comunale, il presidente della Federciclismo marchigiana,
Lino Secchi, il presidente del G.S.Pianello – Cicli Cingolani, Arduino Testaguzza, il tecnico Vittorio Puerini, il fisioterapista Fabrizio Agostinelli.
Sono stati ripresi i fili della ricca tradizione locale (tanto a livello organizzativo quanto in termini agonistici e di
pratica ciclistica) collegati alla specificità del territorio comunale e del suo
hinterland, particolarmente vocato ad
uno sport che ha nelle proprie corde la
valorizzazione dell’entroterra, con le
sue risorse paesaggistiche, storiche, culturali e artistico-architettoniche.
A documentare i più recenti anelli
della storia ciclistica arceviese sono sta-
ti gli ex campioncini Enrico Cingolani e
Fausto Sabbatini (battaglieri protagonisti sulle strade, come gli agonisti Fraboni e Sebastianelli e come il valente tecnico-amatore Pierluigi Mastrucci). Due
siti emblematici: l’Azienda Agricola Agriturismo "San Settimio" ed il "Piccolo Ranch" Ristorante Agriturismo.
Umberto Martinelli
Podismo
Mackia Marzocca: Mosca 10, Sebastianelli 2, Riciputi 17, Beccaceci
26, Granarelli 2, Pincini 27, Marinelli, Minelli 11, Bartoli 7, Pasquinelli 13. All. Ligi. Arbitri: Agostinelli di Jesi, Lulli di Porto S.Giorgio.
Classifica: Mackia Marzocca 22,
Urbino 18, Metauro 16, Pisaurum,
Bramante 14, Castel Delle Ripe,
Villa S.Martino, Loreto PU 12,
Montelabbate 10, Acquarius PU,
Stella Marisa PU, Alto Esino 8, Fossombrone, Fabriano 6.
Giancarlo Mazzotti
28
Trofeo “Mare, città, collina”
P
iù di cento concorrenti si sono dati convegno il 6 gennaio
scorso a Borgo Ribeca per la
disputa della terza tappa del trofeo
“Mare - Città - Collina”, promossa
dalla A.S.Ribeca sotto la sigla “Tra
città e campagna”. La competizione
ha fatto registrare una duplice
“performance” degli atleti della Pieralisi, grazie ai successi colti da Diego Ciattaglia e Valeria Rotoloni. Tra
i ragazzi si sono invece affermati
Danilo Lanternari e Jessica Perez.
Questo il dettaglio delle classifiche
per quel che concerne le prime posizioni. Adulti masch.: 1° Diego Ciattaglia (Pieralisi), 2° Manuele Tor29
reggiani (Atletica Senigallia), 3° Luca D’Andrea (Valtenna), seguono
Angelo Primavera, Aldo Giacometti,
Leonardo Di Iorio, Giuliano Mengarelli, Claudio Costanzi, Andrea Gargamelli, Claudio Marocchi, Giacomo Ippoliti, Dorando Cursi, Giorgio
Mantovani, Franco Bittoni, Giorgio
Gargamelli, Salvatore D’Amico,
Robert Mead, Michele Stronati, Mariano Capponi, Alberto Vitali, Davide Rossi, Rubens Cecchini, Vasco
Oliva, Paolo Paoloni, Loriano Brunetti, Roberto Santoni, Giuseppe
Raponi, Paolo Ciaramicoli. Adulti
femm.: 1^ Valeria Rotoloni (Pieralisi), 2^ Manuela Sabbatini (Valmisa),
13 gennaio 2005
3^ Elisa Droghini (Lucrezia), seguono Anna Maria Cagnoni, Elisa Gorgolini, Dina Ricci, Donatella Montanari, Gabriella Eutizi, Elia Lazzari, Vincenza Clementi, Gemma Gallo, Michela Prosperi. Ragazze: 1^
Jessica Perez (Atletica Senigallia),
seguono Ramona Gargamelli, Erika
Stortini. Ragazzi: 1° Danilo Lanternari (Garibaldina), seguono Matteo
Barzantelli, Giuseppe Biagini, Mirco Droghini. Nella speciale classifica per società il Lucrezia guida il
gruppo, davanti all’Atletica Senigallia e alla Cifra Ancona.
Raoul Mancinelli
sport
I lettori scrivono...
Indirizzare a: “La voce misena” P.zza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia
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Occasione di dibattito sulla città
Appuntamento elettorale
Gentile redazione,
quello che si è appena aperto è
per Senigallia un anno particolare.
Oltre alla consultazione regionale,
che naturalmente interessa tutti, il
nostro comune sarà impegnato nel
rinnovo delle istituzioni comunali.
Ogni campagna elettorale può essere occasione di confronto serio
sulla città. Per ora, come era facile
prevedere, il dibattito è soltanto sui
protagonisti della sfida elettorale,
con tanto di previsioni, sondaggi,
auspici, notizie e smentite. Mi piacerebbe anche parlare di quale città
vogliamo sognare e realizzare. Ma
se ogni schieramento si limita al
gioco delle parte, che pure fa parte
della dialettica politica, difficilmente si avranno momenti di confronto
onesto e soprattutto aperto alla partecipazione della cittadinanza.
E visto che la dissaffezione alla
politica tocca anche i livelli più vicini dell’attività amministrativa,
mi auguro che le forze politiche
coinvolte si sforzino di interpretare
al meglio il loro ruolo di mediatori
tra i tanti interessi presenti ed il
governo della città. Infine mi auguro che anche i giornali e i mezzi
della comunicazione sociale facciano la loro parte nel modo più
costruttivo possibile.
Annalisa Gregoretti
Senigallia
Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…? Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegno del giornale.
Pensieri a voce alta
Giovani di ieri e di oggi
Spett. Voce Misena,
troppo spesso sento persone della
mia età (sono infatti un anziano) parlare male per partito preso dei giovani. Non condivido queste generalizzazioni, anche perché ho in mente
tanti ragazzi e ragazze che prendono
molto seriamente la vita e contemporaneamente sanno godere di ciò che
di meglio offre loro. A questi miei
coetanei così convinti che ‘prima’ le
cose andavano meglio, suggerirei di
fare una onesta valutazione di quella
che è stata la loro giovinezza. Scoprirebbero che tante sensibilità che i
giovani di oggi hanno, per noi erano
semplicemente sconosciute.
Enrico Gasperetti
Le festività natalizie: semplici occasioni per viverle da protagonisti
Pio IX
oggi
A cura
del
“servizio
animazione”
presso
la Casa di riposo
Opera Pia Mastai
Ferretti
i lettori scrivono
Al centro diurno “il Granaio”
A
l Centro Diurno “Il Granaio” che
ospita i malati di Alzheimer tanti
sono stati i preparativi alle festività
natalizie.
È desiderio di tutti adoperarsi per “creare
l’ambiente”, così come si fa a casa propria.
Allora tre sono stati i punti di forza per vivere la dimensione della festa natalizia:
- creare dei veri e propri addobbi per trasformare pareti e soffitti;
- realizzare un presepe;
- fare una vera e propria festa con tutti i familiari per scambiarsi gli auguri.
Con un po’ di creatività e adoperando
materiali semplici sono stati costruiti, con
il contributo di tutti, oggetti natalizi, eleganti e luminosi, da appendere al soffitto,
vicino alle pareti.
Le stanze del Centro brillavano un po’ di
più grazie al contributo di alberelli di natale,
stelline e cerchi. Non poteva poi mancare il
presepe. Qui sono state messe a frutto le diverse competenze e capacità: non era infatti
13 gennaio 2005
La pagina dei vostri annunci
semplice realizzare i personaggi, le case per
il paese e le montagne. Con il sapiente uso
di stoffe e un’ottima capacità nel settore sono stati cuciti i personaggi; scatole di carta e
cartone sono stati il materiale per il paese;
carta da pacchi e colori sono diventati le
montagne di Israele. Una cura anche per i
particolari: è stata costruita con il compensato una “vera e propria” mangiatoia.
Se tutta la preparazione ha il grande pregio di far gustare il tempo di Natale a tutti
gli utenti del Centro, il momento culminante è sicuramente la Festa per lo scambio degli auguri. Alla Festa, animata dalla
musica di Costantino, sono invitati familiari e amici che, di anno in anno, partecipano sempre più numerosi.
Il clima che si respira è davvero piacevole, testimonia l’armonia che caratterizza le
giornate del Centro. Ci si sente, davvero e
senza retorica, un po’ tutti un’unica famiglia, vicini e solidali nell’affrontare le stesse difficoltà e gli stessi problemi.
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In festa con P. Edoardo Monterado
Festa al Convento dei Frati Cappuccini di
Corinaldo per il 50° anniversario di Sacerdozio di P. Edoardo Luchetti, ordinato sacerdote a Loreto nel 1954. La chiesa del Convento dei
Cappuccini era gremita per la Santa Messa delle 10.00,
che è stata animata dalle Volontarie del Vangelo Licia, Cristina e Tiziana e concelebrata da Padre Gianni Pioli, provinciale dei cappuccini, dal guardiano del convento Padre
Fedele Salvadori e dallo stesso Padre Edoardo. Padre
Edoardo, nell’omelia, ha detto: “In una circostanza come
questa non trovo di meglio che unire la mia povera voce al
canto degli angeli che abbiamo udito echeggiare in questi
giorni: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli
uomini che Egli ama.” Ripensando a tutti questi anni passati, mi sono chiesto, come in un esame di coscienza, che
esempio possa aver dato: 6 anni al convento di Noviziato a
Camerino; 8 anni al nostro seminario di Fermo e 3 anni a
Montegiorgio; 12 anni parroco a Offida e 4 parroco nella
Diocesi di Cagli. 9 anni a Pietrarubbia: 3 anni cooparroco
e 6 parroco. 12 anni: 6 a Cagli e 6 a Pietrarubbia, guardiano
della fraternità. Dagli anni ’70 ad oggi, quasi ininterrottamente, impegnato nella fraternità dell’O.F.S.. Quanta responsabilità! Vi confesso che avrei voluto far passare questa ricorrenza nel silenzio e nella solitudine di qualche eremo!... Ma ho pensato che forse era una specie di fuga, perciò ringrazio uno ad uno tutti voi che siete venuti a lodare e
ringraziare con me la bontà del Signore.”Al termine della
Messa padre Fedele ha letto la lettera che il Vescovo Giuseppe Orlandoni ha fatto pervenire a padre Edoardo:
“In occasione del 50° anniversario della Sua ordinazione sacerdotale mi è gradito farLe giungere i miei più
fervidi e cordiali auguri di ogni bene. Le auguro di cuore
di poter continuare ancora a lungo a servire la Chiesa,
Sposa di Cristo, nella fedeltà al carisma, tanto prezioso
quanto necessario, di Francesco. Da parte mia Le sono
vicino con sincera stima, con viva gratitudine e con la
mia pastorale benedizione.”
I cappuccini, con il parroco don Umberto, il rettore del
Santuario S. Maria Goretti Don Franco, don Filippo e i
molti parenti e amici si sono ritrovati al Ristorante Bellavista per un momento di fraternità.
IT
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Domenica 2 gennaio 2005, dalle ore 21 in
poi, si è tenuta l’ottava edizione del “Concerto di Natale” con un pubblico che ha ricolmato la chiesa. Il concerto è stato diviso in due parti, intervallate da una pausa, durante la quale sono state recitate alcune poesie di una nostra compaesana: Graziella Sagrati.
Sono state raccolte offerte per le vittime del maremoto.
Il Coro, diretto da Angela Tommasetti, è stato accompagnato da Marina Carboni, Matteo Cavalletti e Cristian Malerba alle tastiere, Vanni Nicoletti alla chitarra, Giacomo Antonelli al basso e Lucia Malerba al clarino e sax, sotto la direzione di Cristian Malerba. Il coro era composto da: Sofia
Bacchiocchi, Ylenia Baldetti, Alessia Bellucci, Daniele Casagrande, Thomas Casagrande, Federica Casagrande Paoloni,
Riccardo Ciofi, Giulia Di Salvo, Sofia Discepoli, Mattia Gemignani, Niccolò Guidarelli, Giovanni Mancini, Francesco
Marini, Diego Paolini, Alex Pompili, Tamara Roma, Serena
Allegrezza, Lorenzo Antonelli, Mirco Baldetti, Nancy Casagrande, Angelica Casagrande Paoloni, Sara Casagrande Paoloni, Cecilia Guidarelli, Alessandra Mancini, Lucia Marinelli,
Jessica Morganti, Mirco Pacenti, Daniele Palazzesi, Serena
Rossini, Tommaso Strizzi, Michela Casagrande Paoloni, Marika Discepoli, Luisa Fraboni, Laura Francesconi, Genny
Marinelli, Maria Grazia Matteucci, Valeria Montanari, Letizia Petrolati e Claudia Tommasetti.
I canti eseguiti: All i want for Christmas is you, Astro del
cielo, Magico Natale, Tu scendi dalle stelle; Và dillo alla
montagna, Bianco Natale, Fantasia di Natale (O albero-Adeste fidelis-Jingle bells), Buon Natale, Una canzone d’amore,
Evviva noi, Venti di pace, Samba di Natale, Happy Christmas, Last Christmas, Noi noi noi.
Primo soccorso
Venerdì 14 gennaio 2005, alle ore
21,00, presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “F. Corinaldesi” in Via D’Aquino, a Senigallia, avrà inizio il XXIV Corso di Primo
Soccorso organizzato dal Comitato Locale della Croce Rossa Italiana di Senigallia. Le lezioni, tenute dai
medici della Zona Territoriale n.4 di Senigallia e dai
Volontari del Comitato CRI, si svolgeranno ogni martedì e venerdì del mese. Il Corso è aperto a tutti ed è
completamente gratuito.
Per chiarimenti telefonare al numero 071-64354.
Il nostro collaboratore di Corinaldo, Ilario Taus,
domani venerdì 14 gennaio compie 70 anni.
Auguri da tutta la Redazione della Voce Misena.
13 gennaio 2005
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