abbonamenti 200 € 3 5 ordinario € 5 0 amico € 1 0 0 sostenitore 5 un abbonamento aiuta Voce Misena La Voce Misena Settimanale della Diocesi di Senigallia giovedì 13 gennaio 2005 • € 1 n. 1 ad essere più voce, a parlare a più persone, a fare più comunità. Come abbonarsi • conto corrente postale n. 10514602 intestato a “La voce misena” • in redazione tutti i giorni ore 9.30 -12.15 • in Curia, ufficio cancelleria • alla Libreria Mastai Per informazioni: 071 64578 [email protected] www.vocemisena.it 13 gennaio 2005 Nelle prove più dolorose 13 gennaio 2005 Il m ar In em se ot rto o : in As ia ë EDITORIALE BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI OSTRA E MORRO D’ALBA Ostra - tel. 071 798931 Morro d’Alba - tel. 0731 63802 Senigallia - tel. 071 63893 Passo Ripe - tel. 071 7957300 San Marcello - tel. 0731 267941 www.ostra.bcc.it 18-25 gennaio Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Organizzata dall’Azione Cattolica IN PARROCCHIA: Si può celebrare ogni giorno la Messa per l’unità con letture proprie o almeno la preghiera dei fedeli. Marcia della Pace a Senigallia IN CATTEDRALE: • Giovedì 20 gennaio, ore 21.15 Preghiera Ecumenica con la presenza del Vescovo. Interviene: la Comunità Ucraina; la Comunità evangelica dei Fratelli di Senigallia. • Domenica 23 gennaio, ore 17 Messa per l’Ecumenismo celebrata dal Vescovo Mons. Giuseppe Orlandoni. Mons. Elio Sgreccia nominato dal Papa Presidente della Pontificia Accademia per la vita Ha di che essere orgogliosa Arcevia, o meglio la sua frazione Nidastore: uno dei suoi più illustri cittadini, monsignor Elio Sgreccia (nato proprio ad Arcevia nel 1928), il 3 gennaio è stato nominato dal Papa presidente della Pontificia Accademia per la vita, di cui era già vicepresidente. Ha sintetizzato in questi termini il suo impegno per il futuro: “Continuare a lavorare su problemi antichi, come quello dell'aborto, ma anche su progetti di legge recenti in materie come la clonazione, l'eutanasia, la fecondazione artificiale, in modo da istruire, formare ed illuminare le coscienze”. “Sono gli avvenimenti che fanno il nostro programma” - ha precisato Mons. Sgreccia - facendo notare che su argomenti tanto delicati “non si può contare sulle leggi, che si adeguano alla maggioranza”. La Voce Misena Settimanale della diocesi di Senigallia Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An) Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132 Poste italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Ancona. Taxe perçue - tassa riscossa ufficio P.T. di Senigallia. Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 137 del 12/11/1952. Direttore editoriale: Gesualdo Purziani L a precarietà della vita è l'angoscia più profonda dell'uomo: lo coglie quando riflette e pensa, ma anche quando abbandona le censure e si rilassa nel sonno. Solo chi lo ha provato, conosce se stesso, il valore del tempo e della storia. Alcune modulazioni di precarietà sono affidate a noi stessi, insieme con la ragionevolezza: se mi lascio afferrare, dal Bingo, rischio di distruggere quanto ho costruito, con fatica ed impegno; devo fuggire alla malia ed impormi una decisione. Siamo quindi nelle nostre mani: mi plasmo come voglio, ottengo quanto ho predisposto, perseguo quanto mi attira e rende il mio quotidiano felice e ricco. Il discorso fila. e non palesa la sua radice adolescenziale finché non piomba, inaspettata e inarrestabile la catastrofe, lo tsunami, che ha sconvolto il nostro Natale. Luminarie, banchetti, campi di neve e acque tropicali, sono a portata di mano; l'aria di festa contagia, ma può diventare quella sabbia in cui lo struzzo-uomo affonda la testa, perché girando troppo non lo conduca allo squilibrio. La furia dell'onda, il suo risucchio, li abbiamo visti .abbattersi senza pietà su persone come noi: lavoratori, bimbi inermi, vacanzieri (legittimi). Tutti impauriti, laceri e sudici, quando non ormai cadaveri. Il paradiso è divenuto una sola maceria, un luogo di detriti, saturo di terrori; atolli che, conclamati come luoghi incontaminati, sono sporca fanghiglia. Il richiamo dell'infinito, di quel paradiso perduto, del giardino che sempre attrae lo spirito dell'uomo, bruscamente e senza ritorno, ha subito un'involuzione, diventando massacro, carneficina. Un amico mi diceva: "È colpa di Dio". Peraltro, aveva continuato ad asserire che Egli non esisteva ed era solo una proiezione rassicurante. Ne ho dedotto che, in realtà, una scappatoia dobbiamo pur sempre trovarla e, per pacificarci, il capro espiatorio va individuato, bollato: una rassicurazione di evasione. Solo allora, il ritorno ai cenoni, ai banchetti esotici, alle tavole imbandite, alle persone eleganti, è possibile; solo allora le immagini che tutti abbiamo visto, passano nello sfondo e possiamo darci alla pazza gioia. Ignari, che, nel più profondo, cristallo su cristallo, si è formato quel magma nero e oscuro che si chiama precarietà e ci attanaglia. È inutile negarlo: la filosofia, la teologia, le scienze antropologiche, non conducono alla quadratura del cerchio. Lo tsunami le infrange tutte, irrevocabilmente. Il Dio delle acque si è scatenato, ha bisticciato con il Dio della terra, e la crosta sottomarina si è sollevata? L'ira degli dei ci ha travolti, noi uomini, vittime innocenti, membri solo della matrigna natura? Tutto parrebbe non solo dirlo ma anche dimostrarlo, lasciandoci con in mano un pugno di mosche. L'orrore della guerra potrebbe conoscere la sua conclusione (per poi ricominciare quando i magazzini di armi saranno colmi e la merce si dovrà smaltire), ma l'orrore dello tsunami no, solo un preavviso potrebbe limitarne la portata e la gravità. Il mostro tsunami andrebbe placato, con sacrifici e con riti propiziatori, forse se ne starebbe buono, buono, per alcuni secoli. Se però, non si risveglia all'epoca del padre, si risveglierà all'epoca del nipote: ineluttabile rimando. Chi ha sfidato la paura ed è partito per porgere soccorso, è solo uno spavaldo? Chi gioca la propria vita perché migliaia di vite sono state colpite, è il solito ingenuo di turno? Fino alla solidarietà non è difficile arrivare; anche alla condivisione, limitando le spese per le strenne, il voluttuario e il superfluo, la sensibilità altrui giunge, anche perché, nell'angolo più sicuro della propria coscienza, ci si dice: "Oggi a te e domani a me". Rimane però quel cerchio che non si lascia quadrare. E meno male, perché altrimenti passeremmo la vita a tavolino con matita e squadra. Non ho risposte, ho un grido che non mi abbandona, quello dei feriti, dei morti, dei terrorizzati (di oggi e di domani). Un grido bagnato, intriso, non dall'acqua dello tsunami, ma dalle lacrime di Dio: Egli piange su di noi e con noi. Quando, irrigati da questo dono, ci decideremo a praticare il bene, a vivere il Vangelo nella sua pienezza e a cedere alle nostre pretese che contaminano il mondo? Dobbiamo imparare a piangere le lacrime di Dio e a dirgli: "Padre, tu ci avevi creati in un mondo buono, te lo abbiamo rovinato. Pietà di noi". Le nostre lacrime giungano a tutti e vincano l'egoismo di chi possedendo strumenti di rilevazione non li ha condivisi con chi ora più non è più perché non li aveva. Cristiana Dobner domenica 30 Gennaio Anche quest’anno l’Azione cattolica di Senigallia promuove una Marcia per la pace, con l’intento di coinvolgere sul tema della pace tutta la città e in particolare i ragazzi e i giovani. La marcia si svolgerà domenica 30 gennaio alle ore 17 – dopo la S.Messa celebrata in Cattedrale alle ore 16 – con partenza da piazza Garibaldi e arrivo in piazza Roma, dove per circa un’ora avrà luogo un momento di animazione. Ospite di particolare riguardo sarà fratel Arturo Paoli che, sulla base della sua esperienza in Brasile, parlerà di pace, giustizia e diritto alla terra. Il tema che in particolare quest’anno si desidera sviluppare sarà proprio il binomio povertà-pace. Il 2004 che si è appena chiuso ha visto tanti innocenti perdere la vita a causa della violenza, in Iraq, a Beslan, nel Darfur e in tante altre parti del mondo. Da ultimo, la tragedia in estremo Oriente ha mostrato quanto catastrofici possano essere gli effetti delle calamità naturali se colpiscono le popolazioni più povere delle terra. Tutto questo non può che rafforzare in noi l’impegno per cambiare la logica di un mondo diviso tra poveri e ricchi. La pace, per sua natura, non è di parte ma tende a mettere insieme tutti coloro che desiderano costruire un mondo più giusto e solidale, un mondo dal quale potrà essere bandita una volta per tutte la guerra. Nella consapevolezza che quanto più saremo uniti nel cercare la pace, tanto più efficace sarà la nostra opera, invitiamo ogni persona di buona volontà e tutte le associazioni a partecipare alla marcia e a lasciarsi coinvolgere nel clima di festa portato soprattutto dai ragazzi dell’ACR che, con la marcia, concluderanno la loro Festa della pace. Collaboratori: Alessandro Berluti, Aristide Brescini, Fabrizio Chiappetti, Roberto Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti, Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci, Giuseppe Nicoli, Giuseppe Olivetti, Leonardo Pasqualini, Michele Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica Spinozzi, Ilario Taus, Alberto Teloni. Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli, Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini, Pietro Scattolini Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati Tiratura: 3000 copie Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli, Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti e-mail: [email protected] sito: www.vocemisena.it e Nelle prove più dolorose 3 13 gennaio 2005 editoriale 16 gennaio 2005 2a domenica del tempo ordinario il Salvatore Prima lettura: Is 49,3.5-6 Seconda: 1Cor 1,1-3 Vangelo: Gv 1,29-34 Il servo di Javeh, prefigurazione di Gesù, è chiamato ad “essere luce delle nazioni affinché la salvezza giunga fino ai confini della terra” (prima lettura). Nel vangelo Giovanni il Battista mostra Gesù come “l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Da parte sua, san Paolo dice ai corinti che “sono stati chiamati ed essere popolo di Dio con tutti coloro che in qualsiasi luogo invocano il nome di Gesù Cristo (seconda lettura). Dall’inizio del tempo ordinario la Chiesa ci invita a riflettere sulla salvezza di Cristo, che è destinata a tutti e che deve raggiungere tutti, per rendere presente il suo regno tra gli uomini. Fin dall’inizio la Chiesa si mostra come la comunità di salvezza e vuole comunicare questa verità in tutti gli angoli della terra. La salvezza giunge a tutti gli uomini mediante la luce di Gesù Cristo, che compie in sé, in quanto luce del mondo, la figura del servo di Javeh (prima lettura). Luce che proviene dalla verità del suo messaggio, della sua intera vita, ma particolarmente dalla sua sofferenza fino alla morte di croce e dalla sua gloriosa resurrezione. La salvezza giunge a tutti gli uomini mediante l’agnello di Dio, vittima di espiazione per i nostri peccati. Gesù è l’agnello pasquale che libera ogni uomo dalla schiavitù d’Egitto (Es 12) cioè dal peccato; è l’agnello mansueto che è portato al mattatoio per il sacrificio, assumendo su di sé i nostri dolori, sopportando le nostre sofferenze (Is 53); è l’agnello glorioso, capace di aprire il libro dei sette sigilli, che nessun altro può aprire, e di decifrare per l’umanità e per ogni uomo gli enigmi della storia e del destino umano. Il sacramento che Dio ha donato alla sua Chiesa per offrire all’intera umanità la salvezza di Gesù Cristo è il Battesimo. Cristo battezzerà, ci dice Giovanni il Battista, con acqua e con lo Spirito Santo. La Chiesa continuerà la missione di Cristo, battezzando nello Spirito. Perché questo Spirito divino rende efficace la presenza nella umanità di Cristo Salvatore del corso dei secoli (vangelo). Per questo, i cristiani, santificati dallo Spirito nel battesimo, sono “coloro che invocano in qualsiasi luogo il nome di Gesù, Cristo e Signore” (seconda lettura). Lo Spirito che pone nei nostri cuori e sulle nostre labbra il nome del Padre, “Abba”, è lo stesso che pone in noi il nome di Gesù, Salvatore. Gesù è Salvatore per tutti, perché tutti abbiamo bisogno di salvezza. Nella necessità di salvezza, sentirci solidali con tutti gli uomini, cristiani o no. Non c’è nessuno che non cerchi la verità, la felicità, la salvezza. In una certa misura tutti siamo cercatori: cerchiamo per trovare, e, una volta che abbiamo trovato, continuiamo a cercare per trovare ancora questa pienezza di salvezza e di felicità che soltanto Dio può dare. In forza di questa solidarietà, dobbiamo pregare per tutti con cuore generoso, sacrificarsi per tutti in piccole cose, offrire le attività quotidiane al Signore affinché tutti trovino Gesù Cristo, il Salvatore che stanno cercando, forse a tentoni in mezzo a difficoltà e ad oscurità, aiutare tutti colori che incontrerai sulla tua strada giorno dopo giorno, che cercano Cristo, ma che ancora non sono riusciti a trovarlo, non sono riusciti a fare di Cristo Salvatore un’esperienza significativa per tutta la loro esistenza. don Luciano Sole S Che strano Natale! di Federica Spinozzi Simbologia dell’agnello E cco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo”. Con questa espressione Giovanni Battista non solo indica la presenza di Gesù. Ma anche il senso della sua missione. Nella cultura ebraica l’immagine dell’agnello richiama sia l’agnello pasquale, che con il suo sangue salva i primogeniti dalla spada dell’angelo sterminatore, sia l’agnello sacrificale per l’espiazione dei peccati. I due significati si uniscono in Gesù: egli è la vittima innocente che con la sua morte espia i peccati di tutta l'umanità. Per i primi cristiani convertiti dall’ebraismo era spontaneo interpretare la morte in croce come sacrificio espiatorio. Le cose stanno diversamente per noi moderni. Notiamo innanzitutto che la parola sacrificio è pronunciata da Gesù solo due volte e proprio come rifiuto: “Misericordia io voglio e non sacrificio” (Mt.9,13; 12,7). In secondo luogo la pratica del sacrificio espiatorio presuppone un orizzonte culturale in cui la divinità è adirata per i peccati degli uomini e non si placa se non con il sangue di una vittima. Anche da un punto di vista puramente razionale, questo non è dio, nemmeno un uomo saggio, ma un mostro di cattiveria. Tanto meno è pensabile nella prospettiva evangelica, dove Gesù, l’unico che ci può rivelare il volto di Dio, ce lo presenta come padre misericordioso che corre incontro al figlio sviato e non gli chiede un sacrificio espiatorio, ma lo accoglie con amore e gli fa festa. Inoltre gli studi di antropologia oggi (René Girard) mettono in luce come il sacrificio sia un fenomeno presente in tutte le culture di cui abbiamo traccia e costatano che viene ripetuto ogni volta che la collettività va in crisi per le discordie parola di Dio interne. Allora sorge l’ipotesi che all’origine ci sia la violenza di tutti contro tutti e che il superamento di questa situazione distruttiva avvenga quando si individua il presunto responsabile, che perciò diventa il capro espiatorio. Il suo sacrificio genera il primo accordo su cui si fonda la convivenza. Ogni volta che questa convivenza va in crisi, si ripete il sacrificio liberatorio: la violenza controllata nel rito sostituisce e frena la violenza originaria che minaccia la completa distruzione. Il sacrificio non ha quindi origine dalla divina rivelazione, ma è un residuo della mentalità primitiva di tutti i popoli e porta con sé il segno della violenza. Allora la croce non è sacrificio espiatorio che placa la divinità offesa, ma l’espressione più alta dell’amore di Dio, che, condividendo la nostra condizione umana, ha voluto essere presente nel baratro dell’abiezione dove, dal punto di vista umano, è preclusa ogni speranza. Questo cambiamento di interpretazione ha conseguenze nella vita morale. La croce come sacrificio espiatorio ha fatto pensare che la sofferenza fosse l’unico prezzo per acquistare la salvezza; così la concezione cristiana della vita si è tinta di colori tetri, nascondendo una venatura di sadismo. L’interpretazione della croce come la più alta espressione d’amore di Dio per l’umanità dice che a salvarci è l’amore vissuto nella condivisione sia della gioia, che della sofferenza. Di sofferenza inevitabile nel mondo ce n’è già troppa, Dio non ci chiede di aumentarla, ma di alleggerirne il peso che grava sul cuore del fratello. don Vittorio Mencucci 13 gennaio 2005 4 5 eguivamo quotidianamente i telegiornali durante le feste, immersi, nostro malgrado, in un clima di spensieratezza e di vacanza. Come per magia, la crisi mondiale che stiamo vivendo si era d’improvviso risolta; i vari problemi che attanagliano la nostra società svaniti nel nulla. Tutti i TG, dalle edizioni delle prime ore del mattino a quelle della tarda notte, percorsi dallo stesso filo rosso: l’invito al consumismo e al divertimento. Varie le proposte: menù di festa, ristoranti famosi, vacanze, weekend, liste di regali, novità nell’abbigliamento, accessori porta fortuna, ecc, ecc. Una sola la parola d’ordine, il messaggio che è arrivato nelle nostre case: “pensate a divertirvi, ricopritevi di cose inutili, spendete insomma il vostro denaro senza troppe preoccupazioni, soprattutto senza riflettere su quanto vi sta accadendo intorno, in Italia e nel resto del pianeta”. Se proprio volevamo allargare lo sguardo i telegiornali ci hanno presentato una notizia dall’estero sensazionale: in Cina è stato indetto un concorso senza precedenti: “Miss Bellezza artificiale”, un concorso di bellezza per concorrenti sottoposte almeno ad un intervento di chirurgia estetica. I corrispondenti ci hanno informato che tali interventi, soprattutto quelli che riguardano modifiche dei lineamenti del viso, sono finalizzati ad “occidentalizzare” il volto delle giovani cinesi. La Cina, nel boom dello sviluppo economico, ha scoperto questo nuovo modo di spendere il proprio denaro, di investire nell’immagine. Così, noi occidentali, dopo aver imposto a tutto il mondo la nostra merce, la nostra moda, le nostre abitudini alimentari, siamo riusciti ad imporre anche il nostro modello di bellezza, tanto da convincere i “diversi” a rinunciare anche alle loro caratteristiche somatiche, per diventare simili a noi? Ogni forma di alterità lentamente sgretolata e la dittatura del consumismo e della comunicazione invade l’intero pianeta. Stiamo veramente diventando i padroni del mondo e, a uno a uno, conquisteremo ogni paese, ogni popolo, ogni razza. Un brivido di onnipotenza e di narcisismo percorreva le nostre vene, quando all’improvviso, una sciagura di incredibili dimensioni ha colpito il nostro pianeta: un terribile maremoto in a vasta zona del l’Oceano Indiano, causando morte e distruzione per chilometri e chilometri quadrati. La magia è svanita: immagini di terrore sono esplose nelle nostre case, hanno interrotto le nostre feste, i nostri 13 gennaio 2005 pranzi, le nostre vacanze. Luoghi meravigliosi, incantevoli, mete di viaggi da sogno per i ricchi, spazzati via da un’onda anomala. Ma non eravamo diventati i padroni del mondo? Non ci avevano dato per certo che nulla sarebbe più sfuggito agli occidentali? Ma i vari telegiornali ci hanno subito rassicurato che saranno rimborsati quanti purtroppo non sono più partiti oppure avrebbero potuto cambiare destinazione. Mille le attenzioni televisive per gli Italiani rimasti vittime del maremoto o in difficoltà per il rimpatrio: collegamenti dalla Farnesina a tutte le ore del giorno, informazioni sulle salme dei nostri connazionali, profili biografici di quanti hanno perso la vita… Osservando tutto questo con i miei figli e commentando le scene e le notizie è nata spontanea la riflessione: perché lo spazio televisivo dato alle notizie sugli Italiani in vacanza è stato superiore a quello sulle migliaia di vittime e di persone rimaste senza nulla? Inoltre la catastrofe ha colpito una vasta zona del cosiddetto mondo in via di sviluppo e tutto questo rende la situazione ancor più drammatica e pericolosa da ogni punto di vista. Perché tante vittime tra i bambini? Perché tanti bambini lungo le strade, senza il controllo degli adulti? In molti si pongono questa domanda e un profondo senso di compassione sta diffondendosi in tutto l’Occidente. Ma dove eravamo quando da più parti ci arrivavano notizie inquietanti e terrificanti sullo stato di povertà e di abbandono dell’infanzia nei paesi dell’Est Asiatico? Le notizie sullo sfruttamento dei minori, vittime principali del turismo occidentale sessuale, perché ci hanno sempre lasciato indifferenti? E la povertà materiale che sta dietro ad un simile degrado perché non ci scuote e non ci fa sentire in disagio? Che stano Natale! La natura sembra ribellarsi al nostro egoismo, al nostro bel vivere proprio nel ricordo della nascita del Salvatore. Il Dio bambino, pasciuto e sorridente dei nostri presepi, quest’anno ha preso le sembianze di tanti piccoli corpi senza vita, vestiti di stracci, entrati nelle nostre case attraverso il video a scuoterci dal nostro benessere, dalla nostra ricchezza materiale, per indicarci la via della salvezza, quella della solidarietà e della condivisione, che non può fermarsi alle emergenze, ma deve rinnovare i rapporti planetari. Il sacrificio di tanti innocenti non sarà stato vano se avremo il coraggio, come singoli e come nazioni, di accogliere il messaggio di questo Natale. sguardo sul mondo gli avvenimenti di fine/inizio anno A lle 12.50 del 7 gennaio, la tragedia: l’interregionale 2255 che da Verona corre verso Bologna si schianta contro un treno merci carico di barre di ferro che occupa il binario in senso contrario. La locomotiva del treno passeggeri deraglia e finisce su un fianco; la seconda carrozza si impenna e piomba sul tetto del vagone che lo precede. Le lamiere si contorcono, i vetri si infrangono, i passeggeri sbattuti contro le pareti dello scompartimento. Ne contano diciassette i vigili del fuoco. Li allineano su un grande telo rosa che li separa dal fango, e li coprono con dei teli bianchi distribuiti dai volontari delle croci. È il più grave incidente ferroviario negli ultimi sette anni. Uno dei due macchinisti non ha osservato il segnale di stop oppure non ha funzionato il sistema che avverte la presenza di un altro convoglio sullo stesso binario? Il tirante dello scambio ferroviario in prossimità dello stazione di Bolognina, a pochi chilometri dal binario della morte, è visibilmente piegato ma potrebbe essere stato forzato dal passaggio del treno passeggeri. Morire di notte, al gelo, solo per aver cercato un riparo contro il freddo. Per sfuggire in qualche modo al clima rigido un clochard si è addormentato all’interno di un cassonetto per la raccolta della spazzatura in via della Giustiniana, a Roma. L'uomo, un senzatetto rumeno di 54 anni, è stato però schiacciato da un camion compattatore dell’azienda che nella capitale raccoglie i rifiuti. Rocco Buttiglione invita “tutti a moderare i toni, riprendendo quello che dice il capo dello Stato” circa la decisione del governo di ricorrere alla Consulta contro il referendum sulla legge sulla fecondazione assistita. “Le decisioni del governo di questo tipo ha osservato il ministro delle Politiche comunitarie - rispondendo ai giornalisti a margine di una manifestazione dell’Udc ad Ancona - si possono condividere o non condividere”. Il ministro ha rilevato di aver sentito parlare di “fascismo imminente, violazione della Costituzione, cosacchi alle porte”. “Ma cerchiamo di rispettare l’intelligenza degli elettori - ha esortato e di evitare toni da guerra civile che sarebbero preoccupatissimi se non fossero semplicemente ridicoli”. Lotteria Italia: il biglietto vincente sguardo sul mondo Appena una settimana fa i 5 milioni di euro è stato venduto in una tabaccheria di Gorizia. La fortuna bacia i piccoli centri, a Milano e Napoli solo premi di seconda e terza categoria. Venduti oltre 18 milioni di biglietti, quasi un terzo in autogrill: +15% rispetto al 2004. Sono stati arrestati dagli agenti della Polizia di Bari la madre e il patrigno della bimba di 16 mesi giunta morta all’ospedale del quartiere San Paolo di Bari perché affetta, secondo gli inquirenti, da “gravissimo stato di denutrizione, disidratazione e mancanza di igiene nell’ambiente nella quale era costretta a vivere”. Lo riferiscono fonti investigative. Francesca S., 23 anni, e Armando M., 42, rispettivamente madre e patrigno della bimba morta sono finiti in carcere con l’accusa di omicidio colposo, violazione degli obblighi familiari, maltrattamenti in famiglia nei confronti della piccola deceduta. Secondo l’ordinanza “i genitori avrebbero accudito la bimba con imperizia e negligenza, abbandonandola al suo tragico destino, pur avendone di fatto la custodia, fino a cagionarle per colpa la morte". Stekka L’opinione di don Giuseppe Cionchi • Nella trasmissione Porta a Porta sulla tragedia maremoto abbiamo visto un missionario con tanti libretti bancari. Sono i libretti delle adozioni a distanza. Sono un miracolo dell’amore e della carità. In molte parrocchie della diocesi – dal Brugnetto a Ponte Rio, da Monterado al Vallone, a Roncitelli… e a tante altre che ce lo dovrebbero segnalare - si segue questa linea diretta, oltre alle offerte che vengono inviate tramite le organizzazioni nazionali: Caritas, POM ecc. • Molti parlano di “miracolo”. Noi lo registriamo come fatto. Tale e quale. Il complesso della basilica di Vailankanni (sulla costa orientale dell’India) è stato travolto dall’onda. L’acqua, però, si è fermata sulla soglia della chiesa, dove si trovavano migliaia di pellegrini. Altri edifici, a soli 100 metri di distanza, sullo stesso livello del mare, sono stati devastati. Il santuario è dedicato alla “Madre della buona salute”. E’ frequentato da oltre 20 milioni di pellegrini all’anno. E’ la Lourdes dell’India (cf “Avvenire” 2 gennaio 2005). • Padre Mencarini con la solita puntualità ci scrive da Addis Abeba. Ci racconta la sua vita missionaria in poche battute: “Tante grazie per l’offerta di Messe Gregoriane. Qui in Addis non ho molte occasioni di uscire fuori, ma né il lavoro manca né la compagnia. Dopo 20 anni di Awassa un cambiamento ci voleva, anche se Addis è di rito etiopico, mentre Awassa è di rito latino. Ma io sono stato abituato al rito etiopico in Eritrea e quindi non è un problema per me. Le monache e suore sono un esercito, ma sono troppo vecchio per occuparmi di loro. Tanto più che sono a piedi: avrei bisogno di chi mi porta e poi riporta a casa. Tanti cari saluti e rinnovati auguri di Buone Feste e rinnovate grazie per l’offerta e le SS.Messe, che devono piovere dall’estero, anche se io sono disposto a dire la Messa per l’equivalente di 40 cent. di euro. Che il Signore ci benedica e ci protegga sempre.” Ricordiamo che le offerte a padre Mencarini arrivano direttamente tramite Lea, la volontaria della Curia. • Il divieto di fumare nei locali pubblici sta suscitando polemiche. Ma Sirchia non non molla. Fa bene. I dati arrivano da una fonte autorevole, l’Istituto Superiore di Sanità: il fumo passivo causa nei locali chiusi più inquinamento che nelle strade urbane trafficate. Lo studio è stato effettuato su 40 bar, fast-food e ristoranti e ha riscontrato concentrazioni di particelle tossiche da 10 a 30 volte superiori dei livelli stradali. Il lavoro non è finito: per tutto il prossimo anno continueranno le misurazioni per vedere come cambierà la situazione dopo l’entrata in vigore della legge che proibisce il fumo nei luoghi pubblici. A Senigallia, il circolo ACLI di via Cavallotti ha risolto il problema con il Direttivo precedente di Settimio Lucchetti. Chi vuol fumare va sotto i portici. Poi rientra! K 13 gennaio 2005 6 P rofitto, usura, rendita: nonostante molti pensatori abbiano approfondito questi temi nella storia del pensiero filosofico ed economico, in Italia la discussione su questi argomenti è poco approfondita. La politica economica è nata, per alcuni, dalla teologia, in quanto è quello economico un ambito in cui la persona umana si esprime nella sua pienezza. Oggi però la dimensione personale e quella economica sembrano essersi ancor più distaccate a causa della finanziarizzazione dell’economia: quasi che il modo migliore di far soldi sia con i soldi, e non con l’attività di produzione e scambio di beni e servizi. E tutto questo in un panorama economico che ha assistito a scandali (come quello della Enron negli Usa, e di Cirio e Parmalat in Italia) proprio per motivi di natura finanziaria. Occorre quindi un ritorno alle radici, a riferimenti precisi affinché l’economia non vada per conto proprio. Su questi argomenti abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni noti studiosi a livello internazionale. Proponiamo la riflessione di David L. Schindler, Professore di Teologia Fondamentale e Preside dell’ Istituto John Paul II. re, e a condividere la vita nel dono dell’amore di Dio. La gratuità è quindi nell’uomo sin dall’inizio della sua esistenza e fino alla sua fine, qualsiasi siano le leggi positive: e noi siamo chiamati a dare tutto il nostro essere. La prodigalità, nel senso di generosità, è il gesto della creazione: la chiave nella ricchezza è la prodigalità di Dio. Quindi, siamo chiamati: - a dare il nostro essere, con abbondanza condivisa; - al trascendentale, dicendo no a tutto ciò che è inutile, e sì alla gratuità dell’essere - la prodigalità è “morire”, intendendo con morte tutto ciò che ci fa risorgere, quell’amore per cui (come dice S.Agostino) “siamo sempre inquieti nel profondo del nostro cuore”. Ciò che intendiamo, allora, con ricchezza e produzione di ricchezza è l’abbondanza dell’essere e della bontà di Dio rivelata da Gesù. Il successo non è nel nome di Dio: nel mondo reale questo amore risuona nel cuore di ognuno di noi, e c’è un senso di rivolta nei confronti di ciò che è prevalente oggi diverso da bellezza, verità e bontà. Quando l’etica aiuta l’agire economico Profitto, usura e rendita La mia analisi non è di teoria economica, ma vuole solo fornire alcuni principi di antropologia, di avventura e di destino della persona umana al di dentro di qualsiasi teoria economica. Secondo l’Enciclopedia cattolica del 1912, alla voce “usura” si afferma: “Carità impone di prestare a titolo gratuito”, rivelando dunque che questo è un problema di giustizia; nella separazione tra carità e giustizia esistono, tuttavia, dei pericoli: più concretamente, non si può scindere il comando di prestare gratis con il dare interesse. La carità assume ciò che la natura domanda: se non c’è carità legata con giustizia, non c’è senso, e la giustizia è solo nel senso di carità sociale. Gesù Cristo rivela chi è l’uomo proprio nella sua rivelazione di chi è Dio. E dunque esiste una doppia gratuità nell’essere umano: è chiamato a vive7 Nella “Centesimus Annus” il profitto è considerato come un riconoscimento, ma esso implica integrazione all’interno del dono, legame tra il donarsi ed il compenso. Oggi, nello stato sociale o welfare, c’è una sorta di lotteria, un’astrazione completa dal darsi e comunicare bellezza e bontà. I beni ed i metodi di produzione devono essere nel contesto della prodigalità: essere, ed essere di più, gratitudine e stupore per oggetti di valore intrinseco. Lo scambio è nella pienezza dell’essere: il profitto non è male in quanto tale, ma la sua massimizzazione è vista in maniera diversa, in quanto la miopia dell’uomo distrugge la bellezza di ciò che Dio ha creato, la creazione e la redenzione grazie a Dio e Cristo Gesù. Traduzione ed adattamento a cura di Giovanni Mandolini 13 gennaio 2005 Messaggio per la pace 2005 il peso del debito I l Papa torna a parlare di debito, di Africa e di lotta alla povertà. Lo fa nel messaggio per la 38ª Giornata mondiale della pace. Quest’anno il Papa sviluppa quel percorso proponendo la categoria della “cittadinanza mondiale”, una titolarità di diritti e di doveri che riguarda tutte le donne e gli uomini del mondo, a cui si accede per il solo fatto di essere concepiti. A quella condizione si lega la prospettiva della ricerca del bene comune e si declinano i principi che permettono di costruirlo, dando contenuti alle regole che la comunità internazionale dovrebbe darsi, a partire dalla universale destinazione dei beni e dalla priorità alla lotta alla povertà. È in quella prospettiva che il Papa ricorda l’urgenza della situazione africana e sottolinea come l’impegno della comunità internazionale nella lotta alla povertà non sia sufficiente. Richiama gli Obiettivi del Millennio, quell’impegno a dimezzare la povertà entro il 2015 che le Nazioni che fanno parte dell’Onu si sono date, ma che avanza troppo lentamente. Sottolinea come il finanziamento dello sviluppo rimanga centrale e inadeguato l’aiuto pubblico allo sviluppo, tuttora molto distante dallo 0,7 del Pil tante volte promesso. Ma non basta, occorrono regole per il commercio che siano eque ed impediscano barriere e monopoli, mettendo al centro delle relazioni economiche i bisogni fondamentali della persona umana e occorre, in tempi di globalizzazione, consentire, attraverso regole adeguate, la universale fruizione dei beni pubblici e di quelli nuovi che vengono dalla conoscenza scientifica e dal progresso tecnologico. È in questo quadro che il Papa ripropone con enfasi l’impegno sul debito. Per una trentina di Paesi una riduzione del debito è stata realizzata, cercando di legare le cancellazioni al finanziamento della lotta alla povertà, ma in termini complessivi l’impegno è francamente inadeguato. Prima del Giubileo il debito dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo era infatti intorno ai 2.300 miliardi di dollari, oggi ha superato i 2.400. L’Africa sub sahariana aveva un debito di 228 miliardi, ora continua a subire un peso per 219, una riduzione minima. Il Papa chiede “una nuova fantasia della carità” e “una nuova cultura politica”. sguardo sul mondo isna, Dalla M stampa ia l’agenz ssionari m i de i Sguardo sull’Africa Bambini di strada Partirà entro la fine del mese la prima fase del progetto con cui il governo dello Zambia intende recuperare i bambini di strada attraverso speciali corsi di formazione tecnica che permetteranno ai piccoli, quasi tutti orfani a causa dell’Aids, di imparare un lavoro. “I primi 50 bambini inizieranno i corsi entro la fine di gennaio” ha detto il ministro per la gioventù e per lo sviluppo dell'infanzia, Gladys Nyirongo, sottolineando che si tratta della fase pilota di un programma ambizioso con cui Lusaka intende gestire il fenomeno degli orfani per Aids, che - i secondo le ultime stime del governo sono ormai quasi 600.000. Una buona parte di questi bimbi è ormai finita sulle strade delle principali città del Paese dove sopravvive grazie a furtarelli, accattonaggio o atti di micro-criminalità. Secondo il ministro, il programma è dedicato proprio a questi bambini che per 18 mesi saranno ospitati presso alcune caserme o accampamenti militari dove, oltre a ricevere un'educazione di base, parteciperanno a corsi di carpenteria, falegnameria, meccanica, agricoltura, sartoria. Al termine del programma verranno poi aiutati a mettere in pratica, at- Anno nuovo l punto di p. Alberto Teloni Difficile capirmi. A Natale sono tutto festa, per Capodanno non mi smuovo affatto. Per anni la notte di san Silvestro l’ho passata da solo, ultimamente con alcune famiglie della parrocchia che vengono a cenare insieme nell’oratorio. Il rumore dei botti sale fino al colle delle Grazie e penso sorridendo ad amici e sconosciuti che si stanno divertendo e che compiono i riti laici del brindisi, del bacio sotto il vischio, del mangiar lenticchie simbolo di tante sonanti monetine. Chissà perché non s’usa la cicerchia che, più larga, propizierebbe monete più consistenti; ma forse è perché la lenticchia è buona mentre la cicerchia... In Romagna sono più furbi: a mezzanotte di Capodanno carburano a tortellini in brodo, anche nelle più modeste sale da ballo. Il Papa, nel pomeriggio, ha cantato il Te Deum parlando di pace a un mondo sempre più sordo e refrattario; ma lui non si scoraggia e seguita a parlare di Gesù, il Principe della pace. Certo, anch’io finisco per fare certe considerazioni sul tempo che passa inesorabile, sul fatto che ho vissuto un altro anno del mucchietto assegnatomi dal la Provvidenza, che “l’ecco, sto alla porta e busso” è più vicino di un anno anche se non mi è concesso di sapere “il giorno e l’ora”. In umiltà sincera chiedo perdono dei miei peccati, per il resto faccio spallucce, dico: “pensaci Tu!” e tiro tranquillamente avanti. Dopo la grande notte, sorge la livida alba invernale del giorno “uno”. In chiesa s’è passati dalla “Ottava di Natale” e dalla “Circoncisione” alla post conciliare festa della “Divina maternità di Maria”. Valla a spiegare, la Theotocos, a un islamico o a certi protestanti; noi cattolici con gli ortodossi la sentiamo con le viscere dell’amore più che con la ragione; il mistero di Cristo è per noi un tutt’uno con Maria. Veramente trovavo anche difficile spiegare al chierichetto di turno cosa fosse la circoncisione, e per fortuna che allora non usavano le chierichette. Quando ancora la festa non era nel calendario, recitando le litanie quante volte abbiamo implorato, in apertura, “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi”, così come all’ultima invocazione abbiamo detto: “Regina della pace, prega per noi”! Il giorno “uno” è anche la giornata per la pace. Dico Messa, all’omelia parlo della Vergine e del Bambino ed anche della pace, un po’ scopiazzando il messaggio del Santo Padre, un po’ col frutto della mia meditazione. Ne parlo a gente di sicuro pacifica per età e per le defezioni di tanti giovani che, avendo celebrato la notte dell’anno nuovo, dormono tranquilli e pacifici la giornata di preghiera e riflessione sulla pace. Quanto a chi invoca la pace sfasciando vetrine e incendiando auto e cassonetti, questi a Messa non vengono comunque. sguardo sul mondo 13 gennaio 2005 traverso un programma di inserimento nel mercato del lavoro, quel che hanno imparato. Acqua in Ghana Il governo ghanese ha siglato un nuovo piano di sviluppo idrico delle aree urbane. L’accordo, firmato il 6 gennaio scorso dal ministro delle Finanze e dell’Economia, arriva a poche settimane dalla decisione della Banca Mondiale di convertire una parte del debito del Ghana (poco oltre 100 milioni di dollari) in credito da utilizzare proprio per finanziare i progetti di accesso all'acqua potabile per migliaia di famiglie che vivono in alcune delle aree più povere delle zone metropolitane del Paese. Il costo complessivo del progetto, che dovrebbe fornire 50.000 nuove connessioni all'acqua potabile, è di 120 milioni di dollari e la differenza è stata garantita dal Fondo Nordico per lo Sviluppo (The Nordic Development Fund) e dallo stesso governo ghanese. Secondo recenti stime, ad oggi solo 10.3 milioni su un totale di 20 milioni di abitanti del Ghana (ovvero il 51% della popolazione) avrebbe accesso a una fonte di acqua pulita. Il restante 49% della popolazione si serve di rivenditori privati che a volte arrivano a decuplicare il prezzo rispetto alle tariffe di approvvigionamento diretto. Locuste in Guinea Bissau Un gigantesco sciame di locuste – lo stesso che, prima di devastare le regioni settentrionali e orientali della Guinea Bissau, nei giorni scorsi ha prodotto danni ingenti alle coltivazioni e alla vegetazione di Senegal e Guinea Conakry – ha invaso la capitale Bissau costringendo la popolazione ad accendere grandi fuochi per tentare di allontanare la moltitudine di insetti; molte persone sono state ricoverate per intossicazione da fumo. Dopo aver banchettato con la vegetazione della capitale, lo sciame si è spostato verso sud, mettendo a rischio le regioni meridionali, considerate il granaio della Guinea Bissau. Il primo ministro, Carlos Gomes, che nei giorni precedenti era stato in Guinea Conakry per rendersi conto personalmente della devastazione provocata dagli insetti alle colture in seguito al loro passaggio, ha lanciato l’allarme e ha invocato l’aiuto internazionale per far fronte all’invasione di un nemico che rischia di mettere in ginocchio l’economia dell’intero Paese. Il World Food Programme (Wfp) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricolture (Fao) sono pronte a intervenire in appoggio al governo di Bissau. 8 18-25 gennaio Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani È un invito a fare un esame di coscienza individuale e collettivo il tema scelto per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (18-25 gennaio 2005): “Cristo, unico fondamento della Chiesa” (Corinzi 3,1-23). La scelta del tema e il materiale redatto per la formulazione della Settimana sono quest’anno il frutto di un lavoro portato avanti dalle Chiese della Slovacchia. Come ogni anno, il “libretto” della Settimana – con il testo biblico di riferimento, l’introduzione teologico pastorale, le letture bibliche e i commenti proposti per ogni giorno della Settimana - è tradotto per l’Italia dal “Centro Pro Unione” che ha ricevuto questo incarico dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (www.prounione.urbe.it/). In Italia, la presentazione della Settimana – come per tradizione, ormai – è curata dai tre rappresentanti delle Chiese cattolica, protestante e ortodossa presenti nel nostro Paese: mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, Gianni Long, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e da padre Traian Valdman, arciprete del vicariato ortodosso romeno d’Italia. Quest’anno i tre rappresentanti si rifanno alle parole di Paolo che ammonisce gli uomini e le donne quando “discutono e litigano nel tentativo di stabilire quale dei loro predicatori sia il migliore”. “Essi – commentano i leader cristiani - hanno perso di vista il legame spirituale con la sorgente; si sono insuperbiti, confidando più sulle capacità umane, che su Colui che è il vero datore dei doni: Dio”. Da qui il monito delle Chiese: “Non dobbiamo forse chiederci se e in quale misura questo quadro possa riferirsi anche alla situazione odierna?”. L’aver perso di vista Dio – aggiungono i responsabili delle Chiese - ha avuto anche conseguenze importanti sulle divisioni tra le Chiese. “Forse oggi noi vacilliamo nella ricerca di questa comunione e di questa unità fra i credenti, perché siamo diventati troppo chiusi in noi stessi”. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone anche la riflessione delle Chiese della Slovacchia. Il tema proposto quest’anno chiede alle Chiese di fermarsi e di riflettere per capire “fino a che punto le tensioni fra di noi sono causate da differenze nella dottrina”, “quanto orgoglio vi è ancora fra noi” e “fino a che punto permettiamo che il desiderio di potere controlli le nostre azioni, invece di un desiderio e di una prontezza a servire”. È un vero e proprio “esame di coscienza” per le divisioni causate all’unica Chiesa di Cristo per “stoltezza” e fraintendimenti. “Gli otto giorni di preghiera – scrivono le Chiese slovacche - sono un invito a riflettere insieme come Chiese divise, ad invocare la benedizione le une per le altre, e a discernere se possiamo essere ancor più tese verso l’unità”. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani va celebrata in ogni parrocchia. In particolare, in Cattedrale: • Giovedì 20 gennaio ore 21.15 Preghiera Ecumenica con la presenza del Vescovo. Interviene: • la Comunità Ucraina; • la Comunità evangelica dei Fratelli di Senigallia. • Domenica 23 gennaio ore 17 Messa per l’Ecumenismo celebrata dal Vescovo Mons. Giuseppe Orlandoni. Giornata per il dialogo tra cattolici ed ebrei A lla vigilia della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, il 17 gennaio, si celebra la Giornata per l'approfondimento e lo studio del dialogo tra cattolici ed ebrei. Quest'anno avrà per tema "Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore… Amerai il prossimo tuo come te stesso" e sarà presentato da un messaggio scritto congiuntamente da mons. Vincenzo Paglia, per la Chiesa cattolica, e dal rabbino capo di Milano, Giuseppe Laras. La Giornata fu inaugurata in Italia dalla Conferenza episcopale nel 1990 e, dopo l'incontro ecumenico di Graz (1998), fu estesa ad altre Chiese d'Europa, assumendo con il passare del tempo un carattere sempre più definito ed importante nel panorama del dialogo. Questa iniziativa – affermava un grande pioniere del dialogo in Italia, mons. Clemente Riva – è nata "perché il rapporto con il popolo ebraico, come comunità di fede, costituisce un dato essenziale dell'unità del popolo di Dio. E perché è importante per noi ricordare le nostre radici nell'ebraismo". 9 13 gennaio 2005 esperienze di chiesa La vigilia della nascita del Signore è stata celebrata dalla numerosa comunità ucraina nella Chiesa di San Martino, luogo abituale di preghiera ed incontro per i fedeli dell’Est Europa. Natale ortodosso a Senigallia L a liturgia per celebrare il Natale ortodosso si è svolta a Senigallia il 6 gennaio nella Chiesa di San Martino. Per noi era il giorno dell’Epifania, per la comunità ucraina ospite della nostra città era la vigilia della festività natalizia che ricorre, nel loro calendario, il 7 gennaio. La comunità ucraina si è incontrata quindi in preghiera nella celebrazione eucaristica per festeggiare la natività di Cristo, per ringraziare Dio della sua misericordia e della sua presenza: “nel libro della vita hai scritto i nostri nomi, gioia e pace doni al cuore che ti cerca”. Così canta una preghiera in lingua ucraina, recitata alla conclusione della cerimonia, che chiede per il popolo il perdono e la salvezza. terra, sale sotto la volta del cielo come incenso, chiede prosperità e protezione divina per l’Ucraina. E’ stata per me e per altri presenti una vera preghiera ecumenica. La Chiesa diocesana di Senigallia, attraverso l’operato di Padre Giuliano e di Don Gesualdo, sta affrontando da diversi mesi, per volontà del nostro Vescovo, la questione ecumenica non soltanto avviando relazioni di conoscenza e di fraternità con le altre diocesi e con il loro operato ma anche con le realtà ecumeniche del territorio di Senigallia. La Chiesa di Cristo deve essere sempre più fermento di unità nel mondo riconoscendo, però, i doni della diversità. Il pensiero ortodosso è molto mistico, è sensibile alla grandezza del mistero di Dio Pagine che raccontano Daniele Tranquilli, un giovane di Corinaldo morto nel 1999 per una grave malattia. Un’esistenza segnata dal dolore, ma anche da tanta voglia di vivere, di assaporare tutta la bellezza delle tante occasioni vissute. Ora un libro ci parla di lui. Il libro di una vita L La parrocchia di San Martino, guidata da padre Giuliano, Servo di Maria, si dimostra di nuovo una realtà ecclesiale aperta alle esigenze spirituali e sociali di altre comunità. Il gruppo in preghiera era costituito per la maggior parte da donne provenienti da molte città dell’Ucraina, che si trovano nella nostra città per svolgere il lavoro di badanti. Ho parlato a lungo con Nadia, proveniente da Leopoli. Nadia, così come le sue amiche, ha lasciato da diversi anni la sua famiglia con tutta la sofferenza che nasce dal distacco, dal doversi inserire in un ambiente completamente diverso, dalla difficoltà di un lavoro, quale quello dell’assistenza a malati ed anziani, che obbliga ad una presenza continua e all’accoglienza del problema dell’altro come proprio. La povertà ha costretto queste donne ad uscire dalla loro terra: è il loro lavoro ad essere richiesto in Italia mentre gli uomini - che hanno minori possibilità di entrare nel nostro paese se non con il ruolo di manovalanza - rimangono accanto ai familiari per il lungo periodo di separazione dalla loro donne. Assisto ad una celebrazione gioiosa per il piacere di ritrovarsi insieme in occasione del Natale ma partecipo ad un incontro di memoria, potente nella dolcezza della stessa lingua e nello stesso tempo avverto, pregando assieme a Nadia, lo Spirito della Pentecoste. Il canto, fatto con profondo sentimento di nostalgia e con l’accorato rimpianto della propria esperienze di chiesa e non sente come il pensiero occidentale, segnato dallo spirito giuridico della Roma antica, il bisogno di definire tutto. Nella Chiesa ortodossa la liturgia occupa un posto molto importante per esprimere, attraverso il simbolismo dei suoi riti, la solennità, la ricchezza dottrinale dei suoi testi, l’arte religiosa, un profondo senso del sacro e della trascendenza di Dio. Nell’ortodossia la liturgia è quella bizantina ma la lingua liturgica è sempre quella locale. L’uomo per la spiritualità orientale è chiamato alla deificazione, come insegna l’apostolo Pietro, cioè alla introduzione nella corrente d’amore che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Soltanto Cristo può immergere l’uomo nella Trinità. L’uomo collabora personalmente a questo processo ed è responsabile del mondo. Nella spiritualità orientale è molto importante la contemplazione dell’azione di Dio e la liturgia permette questa contemplazione perché è uno dei luoghi in cui si esprime la comunione dei Santi; al centro di questa condivisione c’è Maria. La ricchezza di questa spiritualità è evidente. Le divergenze con la Chiesa cattolica apostolica romana riguardano la struttura ecclesiale. Aprirsi all’ecumenismo è essere sensibili alle identità religiose diverse, conoscerle, ma anche avviare processi di relazione e di fraternità. E’ questo l’augurio più bello del Natale ortodosso. Rosaria Leonardi Cenerelli 13 gennaio 2005 10 a Sala Polivalente di Santa Maria Goretti si è dimostrata insufficiente a contenere il pubblico venuto ad assistere alla presentazione del libro sul giovane Daniele Tranquilli, morto il 4 gennaio del 1999, a seguito di un male incurabile. Erano presenti il vescovo mons. Giuseppe Orlandoni, autore della prefazione del libro dedicato a Daniele, tanti sacerdoti che si sono avvicendati alla guida dei giovani di Corinaldo, la presidente diocesana dell’Azione Cattolica Anna Gobbetti, Stefania Sbriscia già responsabile nazionale dell’ACR con l’Assistente diocesano don Gesualdo Purziani e l’assistente dei giovani don Paolo Gasperini, Padre Fedele Salvadori, guardiano del convento dei frati cappuccini, don Franco Morico, rettore del santuario di Santa Maria Goretti, il vice sindaco del Comune di Corinaldo Emilio Pierantognetti, i dirigenti scolastici proff. Dario Cingolani e Lucio Mancini, il presidente e il vice presidente della Banca di Credito Cooperativo di Corinaldo Felice Saccinto e Carlo Maori, gli insegnanti del11 l’Istituto Tecnico Commerciale “F. Corinaldesi” di Senigallia e molti suoi compagni di scuola. Il parroco don Umberto, nel presentare la serata, ha detto: “Il mio compito ha due risvolti: il primo è di sofferenza e di dolore che difficilmente riuscirò a cancellare dal cuore per la perdita di questo ragazzo, il secondo è senza dubbio pieno di gioia, perché la comunità di Corinaldo, oltre ad esprimersi attraverso la piccola Santa Maria Goretti, in questi ultimi anni si è espressa con varie persone, che hanno saputo trarre dalla fede la loro dimensione di vivere tra cui il nostro Daniele”. Il vescovo Giuseppe Orlandoni nel suo intervento ha aggiunto: “Daniele era un ragazzo normale, non ha fatto miracoli e non ha compiuto opere strepitose, tuttavia, pur nella sua normalità, era molto impegnato: era iscritto all’Azione Cattolica, si rendeva utile in molte attività e tutto quello che faceva lo svolgeva con serietà e impegno. Era un ragazzo credente, un ragazzo che ha avuto questo dono inestimabile, senza prezzo, che è la fede. Daniele 13 gennaio 2005 è cresciuto in uno stretto rapporto con il Signore, che lo portava ad accettare la sua volontà. Ho avuto la fortuna di conoscere Daniele qualche giorno prima della sua scomparsa; su invito di don Umberto, sono andato a trovarlo nella sua casa, quando l’ho incontrato ho cercato di infondergli fiducia nel Signore. Sapete cosa mi ha risposto: “Sono pronto a fare la volontà di Dio”. Daniele ha avuto la fortuna di avere la fede e con la fede è riuscito a dare un senso alla vita e alla morte, la fede è stata veramente la sua forza, questa è la Santità, questa è la lezione che lui ci lascia”. Successivamente hanno portato la loro testimonianza i proff. Lino Crucini e Maria Terenzi e Raffaele Mandolini, che hanno curato la stesura del libro, l’oncologo dott. Massimo Marcellini, il prof. Gianfederico Tinti, i sacerdoti don Giuseppe Giacani e don Mauro Mattioli già vice parroci a Corinaldo, il prof. Francesco Ferroni e il vice sindaco Emilio Pierantognetti, che hanno testimoniato la grandezza, seppure nell’umiltà, di questo ragazzo che ci ha lasciato in eredità una grande lezione di fede. Al termine, il babbo di Daniele, commosso, ha ringraziato il vescovo mons. Orlandoni, don Umberto e tutti quelli che hanno preso parte a questa serata ricordando ed esaltando la figura del proprio figlio Daniele. Un omaggio floreale è stato consegnato alla mamma di Daniele ed alla prof.ssa Maria Terenzi Crucini. Ilario Taus esperienze di chiesa Don Franco Pettinari, nel trentesimo anniversario della morte Cinema Gabbiano - Senigallia - tel. 071 65375 La programmazione è sul sito: www.saledellacomunita.it Cesanella e il prete del quotidiano L a Parrocchia di Cesanella nel trentesimo anniversario della morte, ha voluto ricordare il suo primo parroco: don Franco Pettinari, morto il 4 dicembre 1974. È stato Parroco per poco più di sei anni, eppure tra i primi abitanti del quartiere il ricordo di lui è ancora vivissimo: molti, ricordandone la personalità e la grande dedizione alla Parrocchia, auspicano che la sua memoria sia coltivata e tramandata anche ai giovani; ciò senza nulla togliere a chi ha continuato la sua opera con impegno e dedizione. In tante case è certamente ancora presente la foto-ricordo che riporta sul retro il suo “testamento spirituale”, scritto appena 7 giorni prima della morte. Iniziando il ministero a Cesanella nel 1968 è stato il primo parroco, il costruttore della comunità, prima ancora che della chiesa e dei locali parrocchiali. Pochi giorni dopo la morte, Mons. Eugenio Giulianelli, nella “Voce Misena”, ricordava con puntualità le doti di don Franco descrivendolo fra l’altro come “il vero prete operaio che insieme agli uomini della ditta appaltatrice sa rimboccarsi le maniche per preparare la calce, scegliere i mattoni, portare la carriola”. Questa immagine di don Franco è forse la più ricorrente, ma appare riduttivo ricordarlo solo così: è stato un sacerdote veramente esemplare. Vorrei ricordare il suo distacco dal denaro: era restio a chiedere soldi anche se la Parrocchia aveva bisogno di tutto: insisteva però nell’educare le persone a sentire il dovere di contribuire, con convinzione e in piena li- bertà. Fu testimone di povertà stando fino al maggio 1971 in una casa in affitto, celebrando la Messa in locali messi temporaneamente a disposizione da qualcuno, spostandosi con una 850 che molti certamente ricordano per come era ridotta. Era disponibile verso tutti: si fermava volentieri a parlare con chiunque incontrava nelle vie del quartiere: a lui erano affezionati anche i “lontani”. Amò i bambini: nel breve testamento c’è “un affettuoso saluto ai miei piccoli del catechismo”. Amò i giovani, favorendo il formarsi del gruppo “Noi della Cesanella”: giovani che si impegnavano nella riflessione, ma anche nell’animazione del nuovo agglomerato urbano. Don Franco era spesso accanto a loro: molti ricordano il suo sorriso, invito alla confidenza. Tutte queste doti non provocavano in lui alcuna forma di esibizionismo: si distinse per semplicità e umiltà. Don Franco era nato a Monteporzio il 6 aprile 1924. Dopo l’ordinazione sacerdotale, il 21 febbraio 1948, svolse il suo ministero di Viceparroco a Castelleone, ad Ostra, al Portone. Fu parroco a Vallone e quindi il 20 aprile 1968 il Vescovo Pardini, lo assegnò come primo parroco, alla nuova parrocchia di San Giuseppe Lavoratore a Cesanella: fu un incarico tutt’altro che semplice se si considera che la Parrocchia era di nuova istituzione. Colpito da grave malattia morì il 4 dicembre 1974: la chiesa non poté contenere la folla accorsa per il funerale anche da fuori parrocchia; segno di quanto la sua vita sacerdotale era stata Una struttura al servizio della comunità: il teatro Portone promuove una serie di spettacoli a misura di famiglia S Teatro per la famiglia al Portone esperienze di chiesa Le proposte del cinema Gabbiano feconda di bene e di opere concrete. La Parrocchia di Cesanella l’ha ricordato all’insegna della semplicità: sabato 4 dicembre alle ore 18,30 Mons. Odo Fusi-Pecci ha celebrato la S.Messa ricordando l’opera e la vita di Don Franco ai numerosi presenti; è stato distribuito e messo a disposizione un foglio con alcune testimonianze e foto. Mi piace concludere questo ricordo citando un breve scritto di Mons. Odo Fusi Pecci, Vescovo di Senigallia al tempo in cui don Franco si ammalò e morì: “Franco di nome, ma anche più d’animo./ Lieto di essere prete, attento ai segni dei tempi./ Occhio limpido e intelligente,/ cuore casa accogliente per ognuno./ Primavera di speranza tra noi./ Amico sicuro nella eternità del Signore Risorto”. Giancarlo Santini Regia: Ken Loach Gran Bretagna – 103’ Casim è un pakistano di seconda generazione che vive a Glasgow, lavora come DJ in un club e, sebbene apparentemente integrato nel mondo anglosassone, rispetta le sue tradizioni musulmane all’interno delle mura domestiche. Sarà l’amore per Roisim, un’insegnate di musica irlandese, a generare in lui una crisi irreversibile e a mettere in discussione i suoi percorsi esistenziali; su tutti il matrimonio che la famiglia gli ha programmato con la cugina. Su questo sfondo vengono presentate anche le storie delle altre due sorelle di Casim: Tahara e Rukhsana. I dieci anni che separano le due sorelle marcano tra loro una differenza culturale e di aspettative devastanti: vulcanica e decisa del suo futuro Tahara, quanto integrata nei valori del matrimonio e della famiglia la sua sorella maggiore, promessa ad un brillante pakistano di successo. Presentato in maniera un po’ spiazzante come la prima commedia romantica di Ken Loach, “Un bacio appassionato” è in realtà del tutto aderente all’idea rigorosa di cinema che è propria del regista inglese ed è soprattutto un ottimo film per equilibrio, sobrietà e reali- smo della messa in scena. Se al centro della sua storia c’è un amore e tutte le difficoltà che ne conseguono in termini di definizione della propria cultura, non cambiano le linee fondamentali dell’approccio di Loach alla materia narrata, la sostanza politica della sua riflessione. L’innamoramento dei due protagonisti ha così la funzione di svelamento dei meccanismi più spersonalizzanti del vivere contemporaneo; ed è sempre la dimostrazione della natura classista della società contemporanea ciò che anima le riflessioni del regista inglese, in questa occasione centrate prevalentemente sulla dialettica comprensione-denuncia, specie per ciò che concerne l’analisi della religione e del suo ruolo. Come in tutti i film di Loach, è la regia a funzionare alla perfezione. Quel senso di realtà che trasuda da ogni inquadratura del suo cinema e che si traduce in massima partecipazione dello spettatore, è il frutto della sua abilità pura come narratore per immagine, oltre la sostanza contenutistica. Lontano da ogni tentazione patinata e manierista, ma allo stesso tempo profondo e scaltro conoscitore dei più redditizi segreti della narrazione cinematografica, Loach invade lo spazio intimo dei suoi due ottimi protagonisti, gli incolla la macchina da presa per darci in pasto alcuni dei momenti più belli del suo cinema; e noi siamo pronti a godere di questi momenti. mercoledì d’essai Frammenti dalla Biennale, Berlino e Cannes e altri festival i apre all’insegna del teatro dedicato a tutta la famiglia l’attività 2005 del Teatro Portone: patrocinata infatti dal Centro Culturale CSI Portone e dall’oratorio della parrocchia, si terrà una rassegna intitolata”Storie al focolare”, a cura della compagnia “Teatro Club Rigorista”di Pesaro, che ha una particolare competenza nel campo:la compagnia, diretta dal regista Nivio Sanchini opera in ambito teatrale da trentacinque anni e vanta la produzione di numerosi spettacoli. Tra le varie attività del Teatro Club Rigorista, attualmente impegnato in un tour teatrale d’Europa, è di particolare interesse il “Festival del Gran Teatro dei Ragazzi”, manifestazione estiva permanente che si tiene a Pesaro in uno spazio teatrale all’aperto gestito dalla compagnia da più di sedici anni, che prevede rappresentazioni giornaliere per il pubblico di più giovani. “Storie al focolare”si compone di tre titoli intramontabili e sicuramente graditissimi ai più piccoli: domenica 16 gennaio 2005 debutta “Peter Pan”, domenica 30 gennaio andrà invece in scena “Il pifferaio magico”, infine, domenica 13 febbraio “Cappuccetto Rosso”. Gli spettacoli avranno tutti inizio alle ore 16,30. 13 gennaio 2005 Un bacio appassionato 12 • 19 gennaio - Mike Leigh in: “Il segreto di Vera Drake” • 26 gennaio - M. Meshkini in: “Piccoli ladri” • 2 febbraio - François Ozon in: “5x2: frammenti di vita ” • 9 febbraio - M.Achbar in: “The corporation” • 16 febbraio - Valia Santella in: “Te lo leggo negli occhi” • 23 febbraio - P. Sorrentino in: “Le conseguenze dell’amore” • 2 marzo - Joshua Marston in: “Maria piena di grazia” • 9 marzo - Christian Johnston in: “September tapes” 13 •16 marzo - Fatih Akin in: “La sposa turca” • 23 marzo - Kim Ki-duk in: “Ferro 3 - La casa vuota” • 30 marzo - Shainee Gabel in: “Una canzone per Bobby Long” • 6 aprile - Jonathan Demme in: “The agronomist” • 13 aprile - Tony Gatlif in: “Exils” • 20 aprile - Vincenzo Marra in: “Vento di terra” • 27 aprile - Alejandro Agresti in: “Tutto il bene del mondo” • 4 maggio - Eytan Fox in: “Camminando sull’acqua” Ingresso: 5 euro Spettacolo unico, ore 21.15 Dal 13 al 20 gennaio • TEATRO E DANZA. Ancona — Teatro sperimentale (071.2077190), da giovedì 13 a sabato 15 ore 21 e domenica 16 ore 17, per la Stagione di prosa sarà rappresentata la commedia “La strana coppia” di Neil Simon con Massimo Lopez e Tullio Solenghi. Regia di Gianni Fenzi. Jesi — Teatro Pergolesi (0731. 538351), sabato 15 ore 21 e domenica 16 ore17, in esclusiva regionale per la stagione teatrale la compagnia “Gli ipocriti” di Napoli rappresenterà “La visita della vecchia signora” di F. Durrematt, con Isa Danieli e Massimo Foschi. Regia di Armando Pugliese. Fano — Teatro della Fortuna (0721.800750), sabato 15 ore 21.15, in esclusiva regionale per la stagione di danza presenta il balletto “Complexion” del coreografo Dwight Rhoden su musiche di J. S. Bach, V. Ricci, A. Stroud, G. Gershwin, P.S. Wonder e A.Lennox • INCONTRI Senigallia — Scuola di pace 20042005 (anno decennale), Auditorium San Rocco (071.662935), venerdì 14 ore 21, per il Corso annuale su: “Se vuoi la pace - lotte e passioni per la democrazia” il relatore Nerio Nesi parlerà su “La democrazia malata”. La nascita della Democrazia Italiana nel dopoguerra è una storia di un appuntamento mancato. • INIZIATIVE CULTURALI Morro d’Alba — L’Amministrazione comunale promuove ed organizza per l’anno 2005 la “Scuola di Restauro e Tutela degli oggetti d’Arte e di Cultura contemporanee” che avrà come art director Elio Marchigiani. La scuola di alta specializzazione è diretta ai possessori di un diploma di Maestro d‚Arte, Accademia di Belle Arti, I.S.I.A. o di laurea del DAMS. Avrà la durata di 400 ore e si terrà presso l’Auditorium di Santa Teleucania di Morro d’Alba. L’inizio del corso 2005 avverrà presumibilmente alla fine del mese di gennaio. Per informazioni sui programmi e per le iscrizioni rivolgersi al Comune di Morro d’Alba (sito: http//www.provincia.ancona.it/comuni/morrodalba /default.htm) Senigallia — Università per anziani A. 2004 - 2005, venerdì 14 corso: Diritto ed economia, relatrice: Monica De Angelis -argomento: “La cittadinanza europea ed i diritti fondamentali”. Tullio Piersantelli 13 gennaio 2005 mass media www. caritasitaliana.it rete ti nella pesca do n a g i v N@ qua e là S Conosciamo la Caritas L a Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. Ha lo scopo cioè di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedago- gica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano di solidarietà. Nel suo impegno costante di formazione e informazione, la Caritas Italiana ogni anno propone un programma articolato in corsi, convegni, seminari di studio e approfondimento. Fondamentale il collegamento e confronto con le 222 Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell'animazione della comunità ecclesiale e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi: Centri di Ascolto, Osservatori delle Povertà e delle Risorse, Caritas parrocchiali, Centri di Accoglienza. il libro Donna di terra e di cielo Maria nella poesia italiana del Novecento di Giovanni Battista Gandolfo e Luisa Vassallo È la Musa ispiratrice per eccellenza, tra le donne più cantate di ogni epoca. La Madre di Dio è il soggetto dichiarato, celato o anelato di queste liriche bellissime, sapientemente scelte dagli autori. Una raccolta che mette insieme appositamente poesie di Mario Luzi, Ada Negri, Salvatore Quasimodo, Clemente Rebora, Eugenio Montale… e molti altri, tra i maggiori autori del ’900, per disegnare i tratti poetici della figura di Maria. Pagine 172 € 14,00 Edizioni Ancora mass media ono passati pochi giorni dalla terribile tragedia che ha colpito le zone del Sud Est asiatico e il dolore lascia spazio alla riflessione. È stata forse la prima tragedia "globale". Non solo perché le immagini sono giunte in tempo reale in tutto il mondo, ma perché ha colpito direttamente, oltre ai locali, anche donne e uomini, lavoratori o turisti, di molti paesi del mondo. La globalizzazione che rende facile la circolazione delle informazioni e del denaro, consente, almeno per il mondo ricco, anche agevole circolazione delle persone e ci ha reso la tragedia vicina, prossima. La prima riflessione allora riguarda la percezione di questi fatti. Le dimensioni di quanto avvenuto il 26 dicembre sono colossali. In questi giorni abbiamo assistito con angoscia al crescere del numero delle vittime. Da un primo dato romperle. In molti casi non sono frutto di invincibili fenomeni naturali, ma di perverse relazioni tra gli uomini. La seconda riflessione è immediatamente conseguente. È scattata la macchina degli aiuti, con chiari e scuri. Bella la solidarietà dei cittadini che in pochi giorni hanno donato da tutto il pianeta cifre ragguardevoli. Meno elegante l'immagine che hanno dato di sé governi ed istituzioni internazionali. Nella difficoltà generale di trovare soluzioni operative sono purtroppo emerse sui media rivalità di cui avremmo fatto francamente a meno. Forse sono state enfatizzate, ma il fatto che il governo francese, dopo un analogo annuncio-candidatura da parte italiana, sia apparso in competizione con la Commissione europea e il Lussemburgo, presidente di turno dell'UE, per Maremoto nel Sudest asiatico Dopo lo sgomento Indagine su un rapporto difficile Giovani e media P er i giovani la società attuale è “poco comunicativa e non coinvolgente”, quindi anche i media, essendo lo specchio della realtà, sono ritenuti “incapaci di intercettare i loro valori” in quanto usano un linguaggio “difficile da leggere e da capire”". È quanto emerge dall’analisi dell’Eurisko presentata durante un convegno su questo tema. Il sondaggio ha riguardato la fascia giovanile tra i 14 e i 18 anni, per identificarne valori e aspettative. In cima alla classifica dei valori condivisi “ci sono i desideri di tipo relazionale e immateriale”, quindi l’amicizia (83%), la salute (67%), l’amore (61%), la famiglia (52%). Anzi, ha rilevato il rapporto, “i giovani in famiglia stanno molto bene, non si comunica, ma non si litiga, e la devianza giovanile riguarda solo il 7-8% della popolazione”. Per contro la società viene vista come una “realtà poco interessante, esperta, autorevole, scientifica, carismatica”, 13 gennaio 2005 ma la fiducia in chi propone dei valori viene riposta “al primo posto nelle associazioni per i diritti umani, quindi nella scienza, nel Papa, nella scuola, nella polizia, negli insegnanti”. Ai livelli più bassi della fiducia dei giovani vengono messi i partiti politici, gli industriali, la tv privata, le banche. Diminuisce, rispetto al 2001, la partecipazione dei giovani al volontariato (dal 20% al 18%), mentre sono più impegnati nello sport (50%), in gruppi e associazioni parrocchiali e religiose (35%), movimenti pacifisti (14%). “Cercano attività che danno sicurezza e rafforzano l’identità – ha commentato l’Eurisko – perché vedono una società poco comunicativa e non coinvolgente, e considerano la politica un terreno non vitale”. Riguardo all'uso dei media il 97% vede la tv (il 57% ne ha una in camera), soprattutto film comici, d’azione, musica, sport e reality show. E il 73% ha il computer in casa ed usa Internet. 14 di circa diecimila morti si è passati in pochi giorni a toccare la cifra di 150 mila, con una progressione che sembrava inarrestabile e proprio per questo suscitava orrore. Ebbene, e sia detto con tutta la delicatezza possibile, la stima delle vittime della fame è di circa 23.000 persone al giorno. Questo significa che in una settimana saranno oltre 160 mila, in una continua apparentemente inarrestabile spirale. Considerazioni analoghe si possono fare per le guerre e i genocidi dimenticati. L'attenzione alla tragedia asiatica è doverosa, ma l'angoscia di questi giorni dovrebbe fare crescere la nostra sensibilità, rendendoci capace di riconoscere tutte le tragedie che oggi nel mondo si svolgono e di offrire un contribuito per inter15 il coordinamento degli aiuti, ci sembra francamente sgradevole. Analoga competizione appare tra Stati Uniti, interessati a trovare consensi soprattutto nella musulmana Indonesia, e ONU nel mostrarsi protagonisti della solidarietà. Una tragedia di queste dimensioni dovrebbe suscitare un sussulto di dignità da parte dei responsabili della comunità internazionale e provocare l'avvio di una procedura internazionale, affidata al coordinamento delle Nazioni Unite, che si faccia carico degli strumenti per organizzare aiuti legati all'emergenza, ma soprattutto dimensionare le necessità della cooperazione ordinaria e, finalmente, onorare gli impegni. Dopo oltre quarant'anni la promessa di destinare agli aiuti lo 0,7% del PIL è tuttora 13 gennaio 2005 disattesa. E non fa nemmeno più notizia. Ma è grave. Analogo coordinamento dovrebbe esser attuato per sviluppare diffusi strumenti di prevenzione, come ha proposto il presidente Ciampi. Siamo di fronte per l'ennesima volta alla necessità di rafforzare le istituzioni internazionali e i loro strumenti, per innovare la cooperazione, gestire il coordinamento, migliorare la prevenzione, aumentare in modo permanente le risorse di finanziamento, superando la logica dell'episodicità, sia essa emotiva o politicamente motivata, e capaci di cambiare quelle relazioni che abbiamo definito perverse. Quella legata alla gestione concreta degli aiuti è la terza considerazione. Chi deciderà concretamente che cosa fare? A chi saranno affidati i fondi? Stiamo al caso italiano: i cittadini sono stati invitati a donare un euro con un sms. La risposta è stata pronta, ma nessuno ha detto a chi saranno attribuite queste risorse. È ammissibile? Chi scrive ritiene sia fondamentale il coinvolgimento delle istituzioni e della società civile locale. Ciò significa meccanismi flessibili, che cambiano da paese a paese. Occorre riuscire a coniugare in modo concreto sussidiarietà e solidarietà. Da un lato infatti c'è la tentazione di donare direttamente agli operatori affidabili conosciuti, senza passare da più alti organi di coordinamento. Questo tutela dalle frodi, ma non garantisce che le risorse vadano dove maggiore è il bisogno. Dall'altro erogare tutto in modo centralizzato consente di stilare adeguate liste di priorità ma rende più articolata e potenzialmente farraginosa la macchina, creando maggiori zone d'ombre. Le esperienze di accompagnamento dei piani strategici di riduzione della povertà (PRSP), i nuovi strumenti di politica economica e sociale proposti ai paesi a basso reddito per ricevere cancellazioni di debito e nuovi aiuti, possono essere messe a frutto in questo caso. Offrono un quadro complessivo, che definisce le priorità, all'interno del quale si possono aprire spazi per l'azione bilaterale e i partenariati. I PRSP hanno consentito un dialogo sano e un'azione positiva quando la società civile è stata coinvolta. Da parte dei donatori questo significa privilegiare come attori della cooperazione le ong, che hanno come caratteristica costitutiva quello di costruire dialogo con le popolazioni locali. È necessario farlo anche in questo caso, soprattutto da parte italiana. La ricostruzione può essere una grande opportunità per costruire opportunità in questi paesi, da offrire alla popolazione più vulnerabile. Ci si augura che non si riveli solo uno straordinario business per contractor disinibiti che preferiscono il rischio dei monsoni a quello degli spari di Baghdad. Riccardo Moro Il maremoto in Asia Una leadership morale L a catastrofe immane del sudest asiatico ha segnato profondamente le festività appena concluse. Non solo per la sconvolgente distruzione apportata dal terremoto e dal maremoto, ma anche per la spontanea gara di solidarietà immediatamente partita tra la gente. Non sono mancate anche le riflessioni più profonde, lo spontaneo interrogarsi di tanti sulla fragilità dell'uomo, di fronte allo scatenarsi di forze naturali non controllabili, che portano a considerare il limite e a ritrovare il senso del limite di ogni umana certezza. E la precarietà della ricchezza e in particolare del nostro dorato mondo della civiltà dei consumi La vicinanza della catastrofe è stata particolarmente sentita in Italia e nel mondo occidentale perché ha investito alcune tra i luoghi più noti del "turismo globalizzato". Così di colpo paesi lontanissimi sono sembrati più vicini e il senso di partecipazione al dolore di decine e decine di migliaia di poveri di Indonesia, Tailandia, India, Sri Lanka, ma anche della Somalia e delle isole Maldive si è accresciuto. Poveri lavoratori del luogo e turisti occidentali benestanti sono stati accomunati dalla tragedia. Così un senso di sobrietà ha caratterizzato anche gli abituali festeggiamenti del nuovo anno. Il 2005 sullo scacchiere internazionale si annuncia come un anno importante, innanzi tutto proprio per la definizione di nuovi equilibri geo-politici, che avrà una verifica cruciale nelle imminenti elezioni previste in Iraq. È anche questo uno dei motivi per cui la questione degli aiuti internazionali alle vittime del cataclisma dell'Oceano Indiano assume un valore particolare. Non sono mancate infatti le prime Il maremoto in Asia polemiche tra vertici Onu e amministrazione Bush, così come non sono passate inosservate agli analisti le tiepide reazioni di Russia e Cina, come pure il rimbalzare un po' grottesco della rivendicazione di un ruolo di coordinamento degli aiuti dell'Unione Europea tra Francia ed Olanda. Di fronte ad una tragedia globalizzata una ricostruzione sotto l'egida internazionale può avere conseguenze rilevanti in un'area molto importante. Siamo infatti alle frontiere sud-occidentali della Cina, che ormai si candida al ruolo di superpotenza del XXI secolo. E siamo alla frontiere sud-orientali di quel vasto aggregato medio – orientale da cui l'ancora imprendibile Ben Laden ha scatenato la sua sfida terroristica all'umanità. Si comprende allora come sia prioritario prima di tutto proprio per gli Stati Uniti, svolgere un ruolo propulsivo, nel senso dello sviluppo, riconquistando una sorta di leadership morale che la guerra unilaterale ha non poco appannato, ed aprendo così una nuova fase nelle relazioni internazionali, di cui si avverte l'urgente necessità. Francesco Bonini 13 gennaio 2005 I piccoli, i più indifesi Il dramma degli “orfani del maremoto” rischia di trasformarsi in un “dramma generazionale”, con il pericolo di “creare una società di bambini che non sono mai stati figli”. A lanciare l’allarme è Marco Griffini, presidente dell’Ai.bi. (Associazione amici dei bambini), che commenta in questi termini le notizie (confuse e contrastanti, ma confermate secondo l’associazione dalle congregazioni religiose presenti sul posto) di orfani rapiti a scopo di turismo sessuale, trapianto di organi o commercio illegale legato al mercato delle adozioni. Ad invitare all’ “estrema cautela” sulle voci diffuse in questi giorni dalla stampa srilankese è invece l’agenzia Fides, secondo la quale “non vi sono al momento segnalazioni dirette o conferme sul fenomeno del rapimento di bambini, orfani dello tsunami, per uso sessuale, per il traffico di organi o per esser venduti come schiavi”. “In alcuni dei Paesi colpiti, informa intanto l’Unicef, sono stati lanciati allarmi circa movimenti sospetti di trafficanti per sfruttare i bambini”. “I programmi di soccorso – è quindi l’ammonimento dell’organizzazione internazionale, che solo in Italia ha finora ricevuto contributi per l’emergenza maremoto che hanno superato i 2,3 milioni di euro - devono garantire che i bambini siano protetti dallo sfruttamento. In ambienti difficili come questi, colpiti dal maremoto, in cui le famiglie sono divise, non ci sono più fonti di reddito, e anche le speranze sono ridotte al lumicino, i bambini diventano ancora più vulnerabili”. 16 Un duplice avvertimento 17 A i testimoni oculari sono mancate le parole per descrivere una catastrofe, che ha seminato per chilometri di coste, morte e distruzione. Tanto più è difficile darsene una ragione. Non tanto in senso scientifico, quanto nel rispondere a noi stessi se c'è qualcosa di razionale, di logico, di giustificabile in un'ecatombe di tali dimensioni. Credenti e non credenti, in casi del genere, si ripropongono domande nuove e antiche che vanno indietro nei secoli. Si pensa subito al biblico Giobbe, in dissenso con Dio e, d'altra parte tanto saggio da darsi una risposta: "Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male?". Anche solo dal punto di vista della fede, la risposta non può accontentarci. Se Dio esiste è anche buono e sapiente. Non solo, secondo la rivelazione, è anche amico dell'uomo e gli vuol bene. Dunque, perché il male e di tali proporzioni?. Qualcuno opportunamente ha citato Voltaire, che aveva conosciuto il disastro di Lisbona del 1755. Partendo dalla considerazione che il bene a questo mondo è sempre mischiato con il male, la sua risposta ci sorprende. Egli scrive che "soltanto la rivelazione può sciogliere questo gran nodo che tutti i filosofi hanno intricato". E aggiunge che "un giorno tutto sarà bene, ecco la nostra speranza!". Parole che ci possono anche confortare, ma che sembrano ancora insufficienti. Come dirle a migliaia d'uomini, di donne e di bambini che hanno perso parenti, amici, la casa, la barca, i beni, tutto? È difficile. D'altra parte non si possono neppure ricercare motivazioni d'origine morale. Qui può aiutarci il Vangelo, quando 13 gennaio 2005 Gesù risponde ai suoi interlocutori che i morti sotto il crollo di una torre, non erano più peccatori di loro. Era quello invece il segno che "se non si convertivano, sarebbero periti tutti insieme". Nessuno di noi può essere così presuntuoso di interpretare la mente di Dio. Sappiamo soltanto che la sua azione, in ogni caso, è sempre per il bene dell'uomo. Non solo. Nella sua infinita sapienza e onnipotenza, può ricavare il bene dal male. Quanto poi alla nostra sofferenza, Egli l'ha condivisa sino alla croce. Gesù non è venuto né a togliere né a spiegare il dolore, che resta un mistero, ma a condividerlo con noi. Anche con le vittime del Sud-Est asiatico. Dal momento che in tutto questo non può non esserci, benché misteriosamente, il dito di Dio. Alla luce della fede possiamo esser chiamati ad un duplice avvertimento. Il primo: cogliere il segno di questa catastrofe per cambiare la nostra vita. Sappiamo bene che, proprio in quelle regioni, convivevano i lussi più sfrenati con la miseria più nera, per non dire dello sfruttamento dei minori e d'altre nefandezze. Forse è questo il momento di fare qualche riflessione per cambiare, seriamente, il nostro stile di vita. Il secondo è il richiamo alla solidarietà. Può darsi che il male nel mondo sia permesso anche per questo: per farci uscire dal nostro egoismo e pensare a chi, in qualche parte del pianeta, sta molto peggio di noi. Allora ci si muova verso gli altri con generosità, secondo i mezzi di cui disponiamo. Il dolore degli altri può aiutarci a migliorare noi stessi. Il che è un bene per tutti. Carlo Caviglione Il maremoto in Asia I n tantissimi e con grande generosità hanno risposto all’appello lanciato dalla Diocesi di Senigallia per l’emergenza maremoto Oceano Indiano 2004. Infatti alla data del 5 gennaio 2005 sono stati consegnati alla Caritas Diocesana, per essere girati a Caritas Italiana, oltre quarantamila euro, raccolti in tutte le chiese e parrocchie della Diocesi nella colletta straordinaria diocesana indetta dal Vescovo diocesano Mons. Giuseppe Orlandoni per domenica 2 gennaio 2005. Ad oggi Caritas Italiana, dopo l’appello dei Vescovi Italiani, grazie anche ai contributi provenienti dalle Caritas Diocesane, ha reso disponibili oltre 500.000 euro per questa prima fase di aiuto d’urgenza. Accanto alle offerte in denaro, moltissime sono state anche le chiamate di commercianti e di aziende per mettere a disposizione generi di prima necessità. L’indicazione che al momento ci giunge dalle caritas locali è di inviare solo fondi, in quanto le procedure amministrative per lo sdoganamento sono piuttosto complesse. Inoltre gli acquisti in loco risultano più economici, come confermato recentemente dal direttore caritas Sri Lanka. Da sottolineare anche le numerosissime disponibilità di volontari. A loro va intanto il ringraziamento per il gesto di solidarietà. Le difficoltà attuali - logistiche, di trasporto, di lingua, e la necessità di rafforzare il coordinamento - richiedono per il momento cautela, ma si assicura un’approfondita valutazione. Terry Dutto, presente sul territorio per Caritas Italiana assicura che “pur nelle difficoltà dell’emergenza, la rete della Chiesa è attiva sin dal primo momento. Grazie ai comitati locali riesce a distribuire generi di prima necessità”, pur segnalando due gravissime problematiche: “la carenza di acqua, che già prima del disastro veniva distribuita con i serbatoi” e “il divieto di pesca per motivi sanitari - per il momento di un mese - che aggrava la situazione dei pescatori e delle loro famiglie”. Un’iniziativa del Liceo Scientifico “E. Medi” di Senigallia La Chiesa di Senigallia continua a pregare per le vittime del maremoto e invita ancora tutti a sostenere gli interventi in corso e i progetti futuri tramite la Caritas attraverso offerte da inviare (specificando sempre nella causale “Maremoto Oceano Indiano 2004”) tramite: A scuola di mediatori di pace • c/c postale n. 16194607 intestato a Diocesi di Senigallia – Caritas Diocesana Piazza G. Garibaldi, 3 60019 Senigallia (An) I • c/c bancario 16630 - Banca delle Marche, Piazza del Duca, Senigallia (An) intestato a Diocesi di Senigallia – Caritas Diocesana Cin F Abi 6055 Cab 21372 • Ufficio Caritas Piazza G. Garibaldi 3 - 60019 Senigallia, 07160274 • Centro di Solidarietà “Don L. Palazzolo” Piazzale Vittoria, 24 0717925563 www.caritasitaliana.it (come contribuire) www.cartasi.it (Solidarietà). 40.000 euro raccolti nella nostra Diocesi Chiesa dell'Ospedale di Senigallia Manfredi Mauro 50,00 Lucilla Mons. Elio 70,00 Casagrande Clotilde 10,00 Parrocchia Sant'Antonio Marzocca Polverini Anna 30,00 Buonafede Pierino 5,00 Casagrande Clotilde (II Offerta) 10,00 Suore della Carità Villa Torlonia Senigallia Parrocchia Pianello di Ostra Fileri Laura 20,00 Orlandoni Mons. Giuseppe 500,00 Parrocchia del Porto Senigallia Santuario Madonna della Rosa Ostra Parrocchia Santa Maria Assunta Barbara Corinaldesi Corrado 100,00 Parrocchia Castelleone di Suasa Parrocchia Pianello di Ostra (II Offerta) Parrocchia santa Croce e Santa Lucia Ostra Chiesa del Vaccarile Ostra Chiesa della Croce Senigallia Parrocchia Morro D'Alba Parrocchia Vallone di Senigallia Parrocchia Santa Maria delle Grazie Senigallia Parrocchia San Giuseppe Marotta Parrocchia di Monteporzio Parrocchia San Pio X Ciarnin Senigallia Parrocchia Santa Maria della Neve Portone Senigallia Il maremoto in Asia 200,00 510,00 400,00 500,00 1.100,00 1.795,00 485,00 789,60 1.013,46 1.474,00 111,00 315,00 650,00 915,00 830,00 4.000,00 850,00 70,00 3.710,00 Parrocchia San Giovanni Battista Scapezzano Parrocchia San Medardo Arcevia Parrocchia Castiglioni e Prosano Arcevia Parrocchia Borghetto di Monte San Vito Parrocchia San Pietro Apostolo Monte San Vito Parrocchia San Martino Senigallia Parrocchia Santa Maria della Pace Senigallia Convento Frati Minori San Pasquale Ostra Vetere Convento Frati Minori Mondolfo Parrocchia San Pietro Apostolo Duomo Senigallia Parrocchia Santa Maria Goretti Senigallia Parrocchie Sant'Angelo e Filetto Senigallia Parrocchia San Pietro Belvedere Ostrense Parrocchia San Cassiano Montenarciano Parrocchia Santa Maria di Piazza Ostra Vetere Parrocchia Ostra (II Offerta) Parrocchia Pongelli di Ostra Vetere Puerini Americo 50,00 Ubertini Aldesina 100,00 Faini Franca 10,00 Vita Giuseppe 150,00 Burei Nivea 30,00 Petrolati Piero 50,00 Monastero Santa Cristina Benedettine Senigallia Offerte raccolte durante la Cena Caritas del 31-12-2004 60,00 830,00 650,00 620,00 820,00 1.800,00 1.640,00 1.250,00 1.100,00 2.895,00 700,00 3.370,00 941,00 130,00 850,00 40,00 310,29 1.000,00 607,43 Elenco n. 1 delle offerte pervenute entro il 5 gennaio 2005 la prima colonna sono i singoli, la seconda le parrocchie e le comunità 13 gennaio 2005 18 n viaggio col Liceo Medi per portare la pace nel mondo. Grazie ai fondi europei il Medi organizza un corso di mediatore, mediatrice di pace. Il corso per Mediatore/Mediatrice di pace (Peacekeeper) esperto nella gestione degli aiuti umanitari e delle emergenze si inserisce in un progetto di carattere interregionale di cui fanno parte, oltre alla Regione Marche, la Regione Piemonte, la Regione Campania, la Regione Umbria, la Regione Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano in qualità di capofila. Il corso è finalizzato alla formazione di n° 15 disoccupati/e o inoccupati/e, in possesso di Diploma di Scuola Media Superiore o Laurea, che siano in grado di intervenire nelle situazioni di crisi di convivenza per ridurre le tensioni e favorire il dialogo come forma di risoluzione delle controversie. Nell’ambito dei conflitti internazionali, il personale formato potrà anche partecipare alla costituzione di una prima task force di civili professionisti che a livello europeo realizzerà, valorizzando l’apporto delle organizzazioni non governative, le azioni umanitarie e di cooperazione previste dall’Osce e dalle numerose risoluzioni degli organismi dell’Unione Europea. La sfida, posta dall’emergere di sempre più gravi crisi internazionali, è quella di identificare le strategie e le modalità operative più adeguate per dare slancio e maggiore efficacia alla cooperazione ed alla azione internazionale promossa dal nostro Paese. Il corso proposto dal Liceo senigalliese prevede una durata complessiva di 800 ore più 30 ore di accompagnamento linguistico e sarà organizzato in 9 moduli. L’iniziativa prenderà il via i primi di Marzo per concludersi ai primi di Settembre 2005, per 5 ore al giorno (dalle ore 14.00 alle ore 19.00) e per Un libro con poesie da premio È È stata realizzata una pubblicazione del Premio Senigallia di Poesia “Spiaggia di Velluto” edizione 2004 19 5 giorni la settimana (dal lunedì al venerdì). La sede del corso sarà presso il Liceo Scientifico “E. Medi” di Senigallia. Alle 5 ore di corso verranno aggiunti alcuni incontri, seminari, conferenze, da tenersi nell‚arco della mattinata, alla presenza degli studenti e della cittadinanza. Lo stage avrà luogo, invece, nei mesi di Settembre ed Ottobre 2005. Visto il carattere innovativo dell’intervento si prevede un seminario di lancio dell‚iniziativa ed uno conclusivo di restituzione dei risultati oltre ad incontri a tema, iniziative queste, tutte aperte anche alla cittadinanza, che andranno ad approfondire ed arricchire le altre attività formative. Tali incontri avranno lo scopo di offrire agli allievi la possibilità di incontrare operatori, in particolare legati alla realtà del territorio, che lavorano sulla gestione dei conflitti allargando la loro rete di contatti, di disseminare e radicare l’iniziativa tra le organizzazioni della società civile della regione Marche e dell’intero territorio nazionale, di diffondere la cultura della pace attraverso iniziative di educazione aperte alla cittadinanza. Michela Gambelli stata realizzata una pubblicazione relativa al Premio Senigallia di Poesia “Spiaggia di Velluto” 2004 ad opera dell’associazione culturale “La Fenice”, organizzatrice dell’evento. Il volume, curato da Domenico Pergolesi, è un vero e proprio “viaggio” all’ interno di questo importante concorso che ha visto negli anni presenze illustri, come quella dello scrittore Alberto Bevilacqua, vincitore, quest’ anno, del Premio Internazionale Sezione Editi, assegnato puntualmente dalla giuria ad un poeta italiano o straniero di chiara fama. La pubblicazione è divisa in settori: si va dal regolamento all’ elenco degli sponsor che vede in primo piano la Fiorini Industrial Packaging, passando per la rassegna stampa e per i vincitori dei vari premi assegnati Nella edizione di quest’anno questi sono stati Antonio Bonchino, Umberto Piersanti e Renata Sellani. A Bonchino, docente di italiano e latino nei licei statali romani ora in pensione, è stato assegnato il primo premio “Silloge” Sezione Inediti. Umberto Piersanti, docente universitario di Urbino, si è aggiudicato ben due premi: quello relativo alla terna Sezione Inediti e il premio “Valerio Volpini” assegnato ad un poeta marchigiano. Renata Sellani ha vinto, invece, il Premio Kiwanis Club dedicato a “Eugenio Rossi” spettante ad un poeta senigalliese. Non manca la parte relativa alla giuria e alle sue motivazioni, presieduta quest’ anno da Raffaele Crovi, autore di romanzi e libri di poesia, vincitore di un premio Campiello e già direttore generale della Mondadori. Citati anche Laura Pesaresi, pianista che ha accompagnato la cerimonia di premiazione, Marta Bifano, attrice che ha recitato le poesie dei vincitori, Bruno d’Arcevia, autore dell’ immagine grafica simbolo di questo 25° premio di poesia. 13 gennaio 2005 dalla città di Senigallia A denti stretti Perché quando i giornali parlano di cronaca che ha come protagoniste giovani donne vittime della prostituzione il tono si fa sempre ironico, finalizzato a strappare un sorrisetto al lettore? L’ultimo riscontro qualche giorno fa su un quotidiano senigalliese: “[…] Un uomo si è recato lungo la strada provinciale della Bruciata, una delle zone dove esercitano le “lucciole” di nazionalità africana. Con una di loro, nigeriana, poco più di 25 anni, l’uomo ha contrattato la prestazione. L’ha fatta salire a bordo della propria Bmw e si è diretto in un luogo appartato. Purtroppo però l’incontro Si avvicinano le elezioni e ci sembra interssante riflettere sulle cose da fare in città. Più che di disquisizioni sui candidati, la città ha bisogno di squadre che abbiano un disegno chiaro e dichiarato sulla città, affinchè non si resti in balia di chi urla più forte. tra i due non ha preso la “piega” consueta. Almeno secondo le intenzioni del cliente, che a quel punto si è sentito in dovere di applicare la famosa formula “soddisfatti o rimborsati”. La prostituta però non ha ceduto alla richiesta di restituire il denaro. Un no che ha scatenato le ire dell’uomo, che ha iniziato a picchiarla a sangue, per poi scaraventarla fuori dall’autovettura e addirittura derubarla della borsetta […]”. Di sicuro questo non è un approccio serio al tema, come merita il dramma che vivono queste giovani donne. E non passa di qui nemmeno il tentativo di cambiare un’assurda mentalità che, di fronte alla prostituzione, si concede il lusso di un’alzata di spalle o di qualche ‘innocua’ battuta da caserma. Un programma per Senigallia Dalla trasmissione “Il Sindaco risponde”, in onda su Radio Duomo Senigallia in Blu P Gli avvenimenti più importanti dal 9 al 16 ottobre 2004 2 gennaio 2005 Probabilmente a causa di un colpo di sonno l’auto guidata da Erica Api, 23 anni, di Ostra Vetere è andata a schiantarsi il 1° dell’anno contro il guard rail della strada provinciale corinaldese all’altezza del Ponte sul Nevola vicino al distributore AGIP e al ristorante La Masseria..L’auto si è aperta in due ed è finita dall’altra parte della strada. Erica è stata sbalzata fuori dall’auto. Appena dopo i soccorritori, sono arrivati i genitori di Erica che, non vedendola rientrare, erano usciti per cercarla. 3 gennaio 2005 Sono costati cari i botti di capodanno ad un ventenne di San Marcello. Era da poco passata la mezzanotte e si sta- Succede a Senigallia va divertendo, in compagnia degli amici, a far esplodere razzi e petardi nel piazzale antistante il campo sportivo di Belvedere Ostrense. All’improvviso, uno dei botti è esploso all’altezza del viso del ragazzo. 4 gennaio 2005 A Senigallia in Via Po il 3 gennaio si è festeggiato il compleanno della signora Arduina che tagliava il traguardo dei 101 anni. Nonostante l’età è però ancora arzilla ed è stata felice di vedere tutti i suoi familiari radunati per festeggiarla e di ricevere la visita del vescovo. 5 gennaio 2005 A Passo di Ripe un bandito con il volto scoperto ed armato di coltello da cucina ha fatto irruzione il 3 gennaio nell’ufficio postale e con fare deciso ha costretto le due impiegate ad entrare nel bagno dove le ha chiuse a chiave. Poi ha fatto razzia di tutto il contante che ha trovato nei cassetti (circa 5 mila euro) e si è allontanato. 7 gennaio 2005 Centinaia di persone hanno preso parte a Senigallia alla festa della Confartigianato provinciale che ha visto la presenza di bambini provenienti da tutta la provincia di Ancona. La Befana anche quest’almo ha distribuito 1.500 pacchi dono e fatto festa con i bambini. Dill’ al monc’ in piazza Dopo la parentesi natalizia e con la ripresa dell’uscita della “Voce Misena” ospito in questa rubrica, una risposta del Responsabile dell’Ufficio Relazioni Esterne, Elio Gregorini, del Comune di Senigallia. “Gentile don Giuseppe, nella rubrica da Lei curata sul n.42 del settimanale La Voce Misena è comparsa la lettera con la quale il signor Achille Casagrande chiedeva informazioni circa la sua situazione di inquilino delle case popolari di Via Piave. In merito alla questione il competente ufficio comunale, per tramite della presente, La informa che, ai sensi del dalla città di Senigallia protocollo d’intesa per la gestione del trasferimento di tutti i residenti nel comparto di Via Piave, quello dell’interessato, risultando residente in un alloggio ricompreso nell’ambito del lotto 5, assegnato all’Istituto Autonomo Case Popolari, così come risultava determinato dal piano Peep di Via Piave, non era a carico della Cooperativa Camac, ma dello stesso IACP. Gli altri interessati, trasferiti dalla Cooperativa Camac, continuano a versare il canone mensile calcolato per le abitazioni di Via Piave e la Cooperativa si è accollata l’onere finanziario relativo al pagamento dei canoni di affitto degli alloggi temporanei reperiti. Pertanto il Comune non 13 gennaio 2005 dibattito sulla città a cura di Michele Pinto www.viveresenigallia.it Il signor Mario che le chiede (dà proprio per scontato tutto) quale sarà il suo primo obiettivo qualora dovesse restare alla guida del Comune nei prossimi quattro anni. Che cosa non è successo in questi primi quattro anni e che vorrebbe succedesse nei prossimi per l’eventuale mandato Angeloni. Bene. Intanto se, bisogna dire se, perché ancora ci sono tante questioni in mezzo prima di dire quale potrebbe essere il programma. Come accennavo poter proseguire sul programma di questi primi anni per completare le cose che restano da completare. Noi avevamo un progetto di città che per alcuni versi si è realizzato . “Il Progetto subito” se non ricordo male lo slogan. Sì. “Il progetto subito” che aveva un significato quando è stato lanciato come slogan. Avevamo le idee chiare sulle cose da fare per far crescere la città . Per farla crescere sul piano sociale, culturale e anche economico. Questa chiarezza di idee, chiaramente, si è dispiegata attraverso una progettualità, iniziative che per ve- a cura di Giuseppe Nicoli ha dovuto assumere alcun impegno finanziario per la gestione del trasferimento dei residenti in Via Piave. In ordine al caso del sig.Achille Casagrande, tuttavia, l’ufficio aveva inoltrato richiesta all’Iacp affinché verificasse la possibilità di attuare un canone mensile pari a quello che già l’assegnatario corrispondeva, ma ciò non è stato possibile per questioni legali e di legittimità degli atti dell’Iacp”. Ora sono in attesa della risposta a quanto pubblicato sul n.43 della mia rubrica in merito alla fornitura, da parte dell’Amministrazione Comunale, di un Crocifisso per ciascuna delle aule del plesso della scuola primaria “Rodari”, che non ne risultano dotate. 20 er entrare subito in tema, approfittiamo allora di una domanda rivolta al Sindaco Luana Angeloni, durante l’ultima edizione dello scorso anno, della quindicinale trasmissione radiofonica. Il Signor Mario dà già per scontato che il candidato del centrosinistra sia appunto Luana Angeloni, e le si rivolge incalzandola sui programmi. 21 dere poi la realizzazione ha bisogno di tempi. Penso alla pianificazione urbanistica che nel momento in cui la si pensa, la si elabora, la si approva e la si attua chiaramente ha bisogno di anni; ma anche alle grandi opere pubbliche. Quindi avere le idee chiare significa mettere in campo azioni per vedere poi nei tempi necessari le realizzazioni. Per quanto riguarda l’assetto sociale, la politica culturale mi pare che ci siano già ben visibili i segni dei risultati di un’azione amministrativa che, però, va proseguita. Io ho chiaro quali sono le questioni su cui continuare a lavorare, per esempio noi abbiamo riattivato il progetto del porto che era fermo da dodici anni e si vedono già delle realizzazioni concrete, cioè lavori, dighe, piazzali che crescono, dopodiché bisogna proseguire perché completare il porto significa realizzare altri lavori, in parte finanziati per oltre cinque milioni di euro grazie a finanziamenti che abbiamo trovato. Proseguire ancora per completare la realizzazione di tutto il nuovo porto che possa diventare un volano dello sviluppo economico e sociale cittadino. Ma pensiamo all’intervento di trasformazione dell’area Sacelit Italcementi: l’aver definito un piano d’area significa aver creato semplicemente le premesse su cui poi bisogna continuare a lavorare, perché il soggetto investitore possa realizzare gli interventi. Penso al piano del centro storico, penso alle grandi opere pubbliche che non sono purtroppo completate. Mi sarebbe piaciuto inaugurare la Rotonda: purtroppo non sarà possibile prima della scadenza 13 gennaio 2005 del mandato ed è chiaramente un obiettivo da perseguire, o la Gioventù Italiana. Un grande intervento di quattro milioni e mezzo di euro, e chiaramente ci sarà bisogno di proseguire con questo intervento. Ma la cosa che mi sta più a cuore è che non si arretri rispetto a questo disegno di costruzione di una solidarietà in città attraverso la rete di servizi che l’Amministrazione ha attivato e che ha potenziato grazie a un forte collegamento con l’associazionismo, con il volontariato cittadino. Credo, insomma, che da fare ci sia. Noi per ora siamo impegnati a completare il nostro programma e chiaramente si tratterà di proseguire sulle linee tracciate. dalla città di Senigallia È il terzo anno consecutivo che il Comitato per la Pace di Jesi, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale della città, organizza la giornata della Pace, chiamando all’appello personalità diverse impegnate in prima linea per portare aiuto concreto in zone di guerra, disperazione, negazione di ogni diritto umano. Nella giornata dell’Epifania e dell’Infanzia, giornata dedicata ai Bambini di tutto il Mondo, si è tornati a parlare di Pace con due donne: la scrittrice e giornalista israeliana Manuela Dviri e la dottoressa pediatra palestinese Joumana Odeh. Dopo Gino Strada e Padre Alex Zanotelli due donne, madri e mogli, vengono chiamate per esprimere i loro punti di vista, per raccontare il loro impegno crearsi i loro spazi, altrimenti rubati dalla guerra, a liberarsi di paure e dolori. Esemplare è stato vedere i loro disegni, neri e cupi, che ritraggono bombe e carri-armati, appena entrati in ospedale, sempre più colorati, gioiosi e, come ha detto Joumana “..sempre più simili a quelli dei vostri bambini..” a mano a mano che le cure procedono. Altro elemento importante è l’aiuto apportato anche alle madri di questi bambini, spesso afflitti da gravi, complesse e sconosciute malattie come l’epilessia, di cui soffrono 25.000 bambini a causa delle condizioni di terrore e sconvolgimento che si trovano a vivere. Così, nonostante i difficili spostamenti, basti pensare che le ambulanze non possono oltrepassare i check-point e so- Una Befana con calze di pace Si è svolto giovedì pomeriggio a Jesi l’annuale incontro con personalità di Pace. Per la prima volta due donne protagoniste in prima persona della situazione in Palestina e in Israele. contro la distruzione. Due donne, come si sono definite, senza appartenenza esclusiva ad una “squadra”, ma due uguali esseri umani. Joumana nasce a Gerusalemme, città che lei stessa definisce “creata per la coesistenza di tutti i popoli”, è pediatra ed insegnante di medicina, madre di due figlie e personalità di spicco nella questione politica: scrive, infatti, molti articoli in cui esprime le sue opinioni relative al conflitto ed alla situazione attuale. Il suo lavoro si concentra sui bambini, prime vittime innocenti di ogni conflitto; sugli effetti che la guerra, a livello fisico e psicologico, ha su di loro, ma anche sulle loro sorprendenti capacità di recupero. Proprio a tale proposito, Joumana ha ricordato, mostrandone anche la foto, un ragazzino palestinese che, completamente solo, durante la prima Intifada lanciava sassi più grandi e pesanti di lui (la foto lo ritraeva proprio nel momento del lancio di un sasso) e che, dopo le cure e l’assistenza dei medici dell’Ospedale in cui Joumana lavora, è riuscito a liberarsi, almeno in parte, del peso del conflitto ed ora è un musicista. Quello che si cerca di fare è di strappare i bambini dall’orrore della guerra. Dentro l’Ospedale non solo vengono curati con medicine, la maggior parte delle quali proviene dall’Europa, ma vengono aiutati ad esprimere le loro sensazioni, le loro emozioni. Grazie alle varie attività ricreative e ludiche i bambini riescono a città di pace no quindi necessari due mezzi che proprio nel check-point, come una staffetta, si passano il “testimone”, nonostante la povertà, si prova a rincorrere una Pace Doverosa e Possibile che c’è nei cuori di tutti, soprattutto dei bambini che provano ancora, come mostra una foto, ad oltrepassare il muro, smisuratamente alto, che si sta brutalmente costruendo. Manuela Dviri è invece una donna israeliana con salde radici marchigiane: la madre era di Ancona e proprio nel nostro entroterra ha trovato più volte rifugio dalle persecuzioni nazifasciste. Madre di tre figli ha perso, sette anni fa, il più piccolo, ucciso da un missile in Libano dove l’esercito israeliano andava per proteggere i propri confini. Il dolore si è presto tramutato in azione concreta soprattutto quando, insieme ad altre donne che come lei avevano perso i figli nelle stesse situazioni, ha iniziato a chiedersi perché l’esercito israeliano proteggesse i suoi confini da fuori, appunto dal Libano piuttosto che da dentro il territorio di Israele. Nasce così il comitato delle Quattro Donne che è riuscito nel 2000 a far rientrare l’esercito israeliano nei confini del proprio stato. Furono preventivamente accusate di essere responsabili di possibili attentati terroristici da parte del Libano; in realtà l’unica cosa che è successa è stata che nessun ragazzo israeliano è più morto in operazioni di protezione dei confini statali, operazio13 gennaio 2005 ni che, da parte libanese, erano naturalmente viste piuttosto come un’occupazione delle proprie terre. Ë a questo punto che Manuela lascia il lavoro per dedicarsi interamente alla situazione politica e sociale del Paese. Inizia a scrivere, articoli e libri, e proprio in Italia conosce altre due donne, una araba israeliana e una palestinese. Da questo rapporto di amicizia che si instaura Manuela viene a conoscenza della situazione dei bambini palestinesi e pone la questione al centro dell’attenzione con un articolo sul Corriere della Sera. In seguito a questo articolo le arrivano i primi 5.000,00 euro che destinerà all’associazione, di cui fa parte, “Peres Children for Peace” per il progetto “Save Children” che permette ad una equipe di medici di valutare quali bambini palestinesi siano nelle più gravi condizioni ed abbiano bisogno di urgenti cure, possibili quasi unicamente negli efficienti ospedali israeliani. Tutto ciò avviene tramite fondi che arrivano dall’estero soprattutto dall’Italia: a tale progetto hanno aderito la Regione Toscana prima di tutti, alcuni Comuni marchigiani, Jesi stessa, e da pochi giorni anche la Regione Emilia Romagna. L’Associazione israelo-palestinese è riuscita da novembre, quando il progetto “Save Children” è iniziato a salvare 750 bambini con operazioni molto complesse, anche a cuore aperto. Ora, oltre che a continuare, si pensa anche a moltiplicare lo sforzo. Si stanno raccogliendo fondi per aprire un reparto di ematologia dentro un ospedale palestinese e per fare in modo che, grazie alla tele-medicina, finanziata da Jesi e da altre città marchigiane, i due ospedali, appunto quello palestinese e quello israeliano, entrambi a Gerusalemme, possano cooperare. Un grande impegno concreto e necessario, cui la città di Jesi ha idealmente dato un appoggio di speranza e fiducia, consegnando la cittadinanza onoraria ai due protagonisti del processo di pace in Medio-Oriente, premiati dieci anni fa con il Nobel: Rabin e Arafat. Proprio nel giorno dedicato ai bambini vengono chiamate due donne a parlare di pace. Non è un caso. Finito l’incontro ho avuto l’opportunità di avvicinarmi e parlare con queste due splendide donne ottimiste e “folli”, come le chiamano i loro mariti, e mi hanno detto che la maggior parte delle associazioni pacifiste in Palestina e in Israele sono femminili. In Medioriente, nonostante quanto di scarso e superficiale passi la televisione, non sono attivi solo militari e terroristi (quasi tutti uomini): circa l’80% delle azioni di pace sono portate avanti da donne, palestinesi e israeliane insieme. Rimane un enorme ostacolo, e cioè la totale sordità dei politici che sono, per il 95%, uomini. Giulia Torbidoni 22 S Vincerà Arcevia o la cava? di Umberto Martinelli e vincono le cave (nella loro peggiore accezione), perde Arcevia (nel suo migliore significato). Se vince Arcevia, non è detto che perdano le cave (nel loro inevitabile profilo, magari anche economicamente proficuo). L’Amministrazione Comunale è per il pareggio (salomomico). La tifoseria sventola nella quasi totalità i vessilli della “Perla dei Monti”. Ma l’arbitro riuscirà a garantire il gioco “pulito” (con o senza la moviola in campo) ? La metafora calcistica (mentre in altra pagina del giornale ci occupiamo di ciclismo promozionale) vuole aprire il discorso con l’ironia del sorriso. Ma la “cosa” è seria. Sta assumendo i toni della vera mobilitazione popolare la delicata "questione" del Piano delle Attività Estrattive della Provincia di Ancona nel territorio di Arcevia, comune particolarmente investito dal problema. Lo scioglimento del “nodo” è tale da oltrepassare i confini municipali, provinciali e regionali. Lo ha ribadito anche l’affol- lato incontro assembleare che si è tenuto nella frazione di Palazzo (protraendosi, con punte anche accesissime, fino a tarda notte). Impregnati di forte preoccupazione sono stati i toni degli intervenuti (cittadini, residenti, imprenditori turistici, ambientalisti, uomini di cultura, amministratori, esponenti delle forze politiche, rappresentanti di numerose associazioni: dall’Italia e dall’estero). Autorevoli le voci (“moderate” e introdotte da Angelo Verdini) del sindaco Silvio Purgatori, dell’assessore comunale Andrea Bomprezzi, dell’architetto Massimo Bergamo, dell’assessore provinciale Luciano Montesi, degli uomini del Comitato (Maurizio Marcellini, Gianfranco Marcellini, Fabrizio Ferri, Enza Amici), dell’ “intellighenzia” (lo storico Virgino Villani, la professoressa Anna Terenzi), degli investitori-residenti stagionali-tecnici di settore “innamorati” di Arcevia (Pierpaolo Cecinelli, Giacomo Cesari…). I timori attualmente espressi si rivelano ancora più forti rispetto al passato prossimo. Man mano che l’informazione si fa più capillare, si intensificano gli interrogativi intorno all’impatto ambientale, salutistico, economico, culturale e storico del piano delle attività estrattive. Il Comitato per la Difesa del Monte S.Angelo (il bacino interessato) paventa più fortemente le più gravi ripercussioni: dalla perdita di identità ed al declino della stessa cittadina montana allo scempio paesaggistico di un polmone verde, che è anche scrigno di sempre più valorizzati e riscoperti tesori d’arte, storia e cultura. Le stesse posizioni più “concilianti” vengono tenute con il dubbio: si mostrano infatti come molto difficilmente compatibili il modello economico estrattivo e quello del turismo naturalistico-culturale. Agli amministratori viene richiesto il più alto senso di responsabilità, nell’ottica della concertazione, del confronto trasparente, della corretta informazione e del coinvolgimento diretto dei cittadini. In gioco sono la vivibilità, la qualità della vita, lo sviluppo e la conservazione. Inaugurato a Corinaldo l’impianto per l’utilizzo del biogas prodotto dagli scarti Rifiuti che creano energia C on il taglio del nastro da parte del sindaco di Corinaldo Livio Scattolini, è stato dato l’avvio all’impianto per lo sfruttamento del biogas prodotto dai rifiuti. I lavori sono stati iniziati a fine agosto del 2004 e l’inaugurazione è avvenuta il 31dicembre 2004. “L’impianto è stato realizzato a tempo di record - ci dice l’ingegner Matteo Millevolte.- Nelle Marche abbiamo realizzato quattro impianti: quello di Morrovalle (MC) con una po- 23 tenza installata di 660 kWe; di Macerata, potenza installata di 1320 kWe; di Fermo, potenza installata di 1890 kWe e quello di Corinaldo, che produce una potenza di 750 kWe all’ora di elettricità a 380 volt, che un trasformatore converte in 20.000 volt, pronti per essere immessi nella rete dell’Enel. Il Biogas è una fonte di energia rinnovabile, presente sul territorio nazionale. Asja, leader in Italia in questo settore, ha progettato e costruito, dal 1995, 18 impianti di valorizzazione energetica del Biogas, di cui attualmente ne gestisce 15, per una produzione stimata, nel 2004, di oltre 168.000 MWh. Sono, inoltre, in corso di realizzazione ulteriori quattro impianti”. Gli amministratori del Comune di Corinaldo Livio Scattolini, sindaco ed Emilio Pierantognetti, vice sindaco, sono pienamente soddisfatti dell’impianto realizzato nella discarico di San Vincenzo, che è in grado di sviluppare 440 metri cubi di biogas all’ora. L’e13 gennaio 2005 nergia che viene prodotta a Corinaldo viene venduta all’Enel e una parte del ricavato torna a chi gestisce la discarica, cioè alla ditta Asa (Azienda Servizi Ambientali) S.r.l., con sede in Via San Vincenzo, 18 di Corinaldo, che riunisce i Comuni dell’area Misa-Nevola, che utilizzano la discarica corinaldese. Il presidente, avvocato Orlando Olivieri, – ci dice – “È stato fatto un ulteriore passo per dare trasparenza alla gestione dell’attività della discarica”. “Adesso puntiamo a quella Emas – aggiunge Tonino Dominici, – nel 2005 vogliamo mettere mano a una campagna di sensibilizzazione per aumentare la raccolta differenziata”. Il responsabile tecnico Lorenzo Magi Galluzzi è soddisfattissimo della realizzazione dell’impianto effettuato nella discarica di San Vincenzo da parte dell’Asja, che permette di erogare energia elettrica sufficiente al fabbisogno di 2.272 famiglie per un anno. Ilario Taus dai Comuni della diocesi I l monumentale “Traiano” di epoca romana tornerà a casa? La splendida statua romana (oltre due metri di altezza) rinvenuta nell’ottocento nel sito archeologico di Ostra antica e attualmente conservata al “Musée d’Art et d’Histoire” di Ginevra, è stata sin qui ammirata dal vivo solo dai pochi fortunati ostraveterani che si sono potuti concedere una visita al museo ginevrino. Tutti gli altri ne hanno soltanto sentito parlare, al massimo ammirandone le foto riprodotte sulla vasta pubblicistica che si è occupata di quell’importante reperto, emblematico della levatura economica e culturale dell’antica città. Possibile pensare ora a un recupero della scultura e ad un suo ritorno a Ostra Vetere? Se è vero che avere indietro l’originale è onestamente improponibile (la statua lasciò l’Italia per la Svizzera in virtù di una vendita effettuata con con tutti i crismi della legalità), a Ostra Vetere potrebbe però ritornare una copia del “Traiano” eseguita a grandezza naturale: appunto questo è il proposito che il comune ha esternato adottando al riguardo una apposita deliberazione di Giunta. Rinvenuta casualmente nel 1841 durante alcuni lavori agricoli, la scultura raffigura a dire il vero non Traiano ma, secondo interpretazioni più recenti, il padre di questi Marco Ulpio. La sua storia è contrappuntata da diversi passaggi di mano: dopo il rinvenimento la statua era stata trasportata a Bologna nello studio dello scultore Salvini, nel quale fu visionata da scultori di fama quali Du- Una bella iniziativa a Barbara nell’ambito della “Festa dentro le Mura” A nche con un piccolo gesto si può aprire la strada a traguardi di rilievo. La solidarietà è tornata a far capolino nel centro collinare nei mesi che hanno segnato la fine del 2004 e l’avvento del 2005, sulla scia di analoghe esperienze effettuate nei mesi pregressi, ha sollecitato molte persone a compiere un nuovo atto di altruismo. L’occasione è stata offerta dal ‘Mercatino della Nonna’, promosso dalla Caritas parrocchiale in occadai Comuni della diocesi Ostra Vetere guarda a Ginevra per riavere la scultura romana Traiano torna a casa ? prè e Fedi, e da studiosi di prestigio come il prof. G.B. Sezanne. Poi, nel 1893, fu acquistata dal museo Rath di Ginevra, le cui collezioni sono state più tardi assorbite dal “Musée d’Art et d’Histoire”. A ridestare l’attenzione su quel prezioso reperto e sulla sua colloca- zione nella importante raccolta ginevrina fu, agli inizi degli anni ottanta, il geometra Fioravante Fornaroli, originario di Ostra Vetere, che trovò a Ginevra un valido interlocutore nel funzionario del Ministero degli Esteri Ivo Isabettini. Già in quegli anni si cominciò a coltivare l’obiettivo di riportare una riproduzione del Traiano a Ostra Vetere, e l’amministrazione comunale allora presieduta dal sindaco Fiorani avviò un rapporto epistolare col museo di Ginevra. Il traguardo risultava però difficilmente raggiungibile per i costi elevatissimi della riproduzione. La Giunta presieduta da Massimo Bello ha deciso ora di tentare nuovamente la strada del recupero approvando l’atto di indirizzo da cui si dovrà ora passare alla analisi dei costi e al reperimento dei mezzi finanziari: “Non nego - dichiara il sindaco Bello - che trovare le risorse rappresenti un passaggio non facile, ma la scelta si inquadra nel programma di valorizzazione di Ostra antica avviato con l’approvazione della convenzione con l’Università di Bologna e la Soprintendenza, e non dispero che gli interventi sul sito archeologico possano, di qui a un po’, essere completati dal ritorno di una copia della statua a grandezza naturale”. A ncora una volta il patrimonio artistico di Mondolfo in pericolo. Negli scorsi giorni, il custode dell’antico Santuario della Madonna delle Grotte, a due passi dal Castello, entrato in chiesa come ogni pomeriggio ha trovato vistosi frammenti della mensa dell’altare a terra sul presbiterio. “Sono stato subito av- Mondolfo e il Santuario della Madonna delle Grotte Patrimonio da tutelare vertito dell’accaduto – ha detto il Parroco di Mondolfo Don Mauro Baldetti e, unitamente all’architetto della Parrocchia – mi sono immediatamente recato al Santuario”. Il Santuario della Madonna delle Grotte è molto conosciuto in tutta la valle del Cesano e non solo; vi si recano, specie nella buona stagione, migliaia di pellegrini, attratti dal richiamo religioso e dalla bellezza dei luoghi. “Abbiamo così constatato che consistenti frammenti del fronte della mensa dell’altare erano a terra e che una delle grappe in ferro che sorreggono la struttura sembrava aver ceduto – ha ripreso il Parroco”. La Chiesa presenta così all’esterno una struttura geometrica forse più rinascimentale che tardo barocca, mentre l’interno, all’altar maggiore, dove sono accaduti i fatti, le forme sono tipicamente barocche. Qui un altare interamente scolpito in legno ospita una lussureggiante Raoul Mancinelli Mercatino di solidarietà sione della ‘Festa dentro le Mura’ e in sintonia con il centro sociale ‘Santa Barbara’ e con il prezioso supporto di numerose donne e nonnine, che non hanno mancato di far pervenire lavori a maglia, ad uncinetto e di ricamo. Pieno di scelte con numerosi oggetti in esposizione (quelli appunti realizzati da donne e nonnine) e soprattutto pervaso da uno spirito di generosità, il mercatino ha avuto un riscontro di pubblico più che soddi13 gennaio 2005 sfacente ed il ricavato è stato devoluto al progetto di adozione a distanza, attivato da alcuni anni dalla Caritas parrocchiale. Che ha inaugurato il nuovo anno con un’altra meritoria iniziative: la raccolta di generi alimentari di prima necessità a lunga scadenza. Chi vorrà dare il proprio contributo potrà farlo utilizzando gli appositi cesti collocati in fondo alle chiese di Santa Maria Assunta e di Santa Barbara. Leonardo Pasqualini 24 gloria di angeli che, in un turbinio di nuvole dai colori oro ed argento, racchiudono la rosa centrale nella quale viene conservata la veneratissima immagine della Madonna delle Grotte. “Abbiamo così scoperto che l’ossatura della mensa (cioè del basamento) dell’altare sembra essere totalmente in pietra lavorata, mentre forse solo in 25 epoca più tarda la stessa ha visto una serie di riattamenti in stucco che le hanno dato la forma attuale. Sta di fatto che ora sono caduti – spiega don Mauro – grossi frammenti di questo rivestimento, con danni forse anche strutturali. Non c’è pericolo per la ufficiatura dalla Chiesa che rimane ugualmente aperta né per le funzioni, stante il fatto che il danno interessa la sola mensa tridentina del Santuario, ma dovremo intervenire con un delicato intervento di restauro, ovviamente sotto la direzione della competente Soprintendenza urbinate”. Spiega il Parroco che, unitamente all’architetto, ha già provveduto ad informare in via d’urgenza la Soprintendenza ai Beni Storici e Artistici delle Marche così come l’Ufficio Beni Culturali della Curia Diocesana di Senigallia. “La situazione necessita di un intervento in breve tempo, ha ripreso il Parroco, e non sarà per noi facile reperire i fondi necessari al restauro che non potrà essere troppo protratto. Abbiamo fede nelle Istituzioni ed Enti del territorio che hanno mostrato sempre una speciale attenzione per i beni culturali mondolfese, sperando di poter garantire già per la prossima stagione estiva un primo intervento, per il quale è nostra intenzione contattare un appropriato laboratorio di restauro”. Sulle cause del danno che, ancora una volta, compromettono il patrimonio storico artistico mondolfese, di grande rilievo non solo da un punto di vista religioso, ma anche turistico ed economico per i tanti visitatori che ogni anno scelgono il comune rivierasco per le proprie vacanze, si possono fare solo ipotesi. Nei prossimi giorni si attende di conoscere quali saranno le disposizioni della Soprintendenza, anche per conoscere poi come procedere nei restauri e le vie da intraprendere. Alessandro Berluti 13 gennaio 2005 Lettera del presidente della Provincia di Ancona Bilancio di fine anno N el 2004 la Provincia di Ancona ha confermato nel suo agire la centralità del territorio e la partecipazione e la concertazione fra enti, istituzioni ed associazioni come metodo di lavoro”. Inizia così l’annuale lettera di fine anno del presidente della Provincia di Ancona, Enzo Giancarli, nella quale traccia il riassunto delle attività promosse nell’anno appena concluso. “Decisivi gli strumenti messi in atto per la salvaguardia del territorio (dopo il Piano Territoriale di Coordinamento, il Piano dei Rifiuti, il Piano Agricolo Provinciale, il Piano delle Attività Estrattive già adottato e di cui è in corso l’esame delle osservazioni, il Piano Faunistico-Venatorio, il Piano di Protezione Civile, l’adesione al Contratto Mondiale per l’Acqua, la realizzazione di parchi urbani, la bonifica di siti dimessi.) per la tutela della salute pubblica e per la crescita della sostenibilità ambientale. […] Sono della fine dell’anno l’attivazione della Consulta per lo Sviluppo, luogo per analizzare punti di forza e di debolezza dell’economia e per guardare al futuro, e la firma del protocollo d’intesa con i sindacati confederali, strumento per rafforzare la concertazione e la partecipazione. Attraverso il Fondo Sociale Europeo la Provincia ha ottenuto ottimi risultati nel campo della formazione e successivamente è arrivata all’elaborazione del primo Piano Triennale delle Politiche Attive del Lavoro. Nel campo della cultura la Provincia grazie a Leggere il ‘900, un “asse strategico poliennale” realizzato in sinergia con tutto il territorio, procede sulla strada della ricerca e della valorizzazione di grandi autori e personaggi locali, come nel caso degli artisti Alfieri e Mannucci. In un momento difficilissimo per la finanza pubblica, voglio ricordare che per due volte nel 2004 la Provincia di Ancona con il rating si è vista assegnare dalla società “Standard & Poor’s”, il livello “A” passato, nell’ultimo rapporto semestrale di novembre da prospettive “stabili” a “positive” […] Enzo Giancarli dai Comuni della diocesi Arte sacra ad Arcevia Dalla Vigor Senigallia Scene di Battesimo Vigor: grandi risultati N C ella suggestiva cornice dell’exConvento di S. Francesco dei Frati Minori Conventuali in Arcevia, attualmente sede del Centro Culturale “S. Francesco”, si è tenuta ad Arcevia in apertura d’anno il 2 gennaio 2005 dalle ore 17,30 una splendida conferenza dal titolo “Due battesimi, tre pittori”, quinto ed ultimo incontro del ciclo “I Misteri di Arcevia”, dopo quelli su Civitalba, Montefortino ed Arcevia (su uno stendardo e sul Torrione di S. Lucia). Essa è stata organizzata dalla Cooperativa culturale “Eidos”, e precisamente da Andrea Bomprezzi e Lucio Tribellini nell’ambito delle attività dell’Università degli Adulti di Arcevia nell’anno accademico 2004/2005. I due rappresentanti e soci della cooperativa arceviese si sono alternati nella relazione su problemi concernenti due dipinti: il “Battesimo di Cristo” del Signorelli da S. Medardo di Arcevia ed un altro dallo stesso tema di Lorenzo d’Alessandro al S. Lorenzo di Avacelli, Fraz. di Arcevia. Il primo lavoro, datato all’inizio del sec. XVI (vedi figura) e in parte attribuibile a Luca Signorelli, è un’immagine pittorica che rappresenta il battesimo di Cristo nel Giordano da parte di S. Giovanni il Battista, inserita al centro di una struttura lignea più antica e precisamente gotica. Esso fa parte di una serie di pitture dell’artista in territorio arceviese, tra le quali le meglio note sono quelle del polittico nell’abside di S. Medardo. L’iscrizione apposta sotto il Battista nel quadro e un documento cinquecentesco del Comune di Arcevia comprovano l’attribuzione al Signorelli in particolare delle sole figure principali di Cristo e del suo battezzante ad esclusione dello sfondo. Le altre immagini dei piastrini, che chiudono lateralmente la cornice lignea del dipinto, e della base o predella sembrano decisamente essere di altre mani. Bisogna tenere presente però che la cornice probabilmente ha subito dei forti restauri come si vede dalla disomogenea doratura, che fa pensare ad una sua maggiore antichità rispetto all’immagine cinquecentesca. I relatori evidenziano una seppur tenue vicinanza delle immagini della base della cornice, pertinenti alla storia del Battista, al capolavoro del Signorelli. Le figure dei pilastrini di cui si è detto sopra invece sembrano essere coevi alla realizzazione della cornice ed in particolare fanno pensare da confronti stretti a Luca di Paolo da Matelica (sec. XV), pittore che realizzò una Madonna per la duecentesca Chiesa di S. Maria Maggiore di Arcevia, ora scomparsa e sita di fronte a quella di S. Francesco dei Frati Minori Conventuali. A quanto sembra per ipotesi credibile, il pittore non sarebbe riuscito, per malattia e morte sopravvenute, a concludere il suo lavoro nella suddetta cornice lignea e quindi il compito di portarlo a compimento fu dato a Luca Signorelli. Dubbia però sembra dai documenti la presenza o meno di quest’ultimo ad Arcevia, forse la pittura è stata commissionata e poi inviata, anche se pare probabile una realizzazione in loco se essa era un soggetto parziale privo del proprio sfondo, fatto in un secondo momento. Confrontando il caso con un altro di Jesi, nella Chiesa di S. Floriano, dove era un’opera interamente del Signorelli, per Arcevia sembra probabile un lavoro sul posto. L’altro dipinto presentato nella lezione è quello, attribuito a Lorenzo d’Alessandro da S. Severino Marche sulla base di confronti, del “Battesimo di Cristo” della Chiesa di S. Lorenzo nel castello arceviese di Avacelli. Esso sembra essere databile alla fine del ‘400 mostra forse un modello iconografico per il quadro signorelliano di Arcevia, e un pendant cronologico per la cornice del battesimo arceviese. A conclusione la conferenza tenutasi nel Centro Culturale di Arcevia ha dato molti spunti di studio e posto molte domande che meritano con una ricerca lunga ed accurata una risposta più approfondita e per questo rimandiamo a successive iniziative arceviesi. Roberto Schiaroli spigolature spigolature Personaggi. Mercuri Amedeo (1888-1967). Studiò presso il seminario diocesano di Senigallia e appena ordinato sacerdote fu nominato assistente del Circolo giovanile “Silvio Pellico” della città, in momenti difficili per intolleranza di partiti e organizzazioni laiciste. Fu anche direttore dell’oratorio Sacro Cuore e dal 1920 parroco del Duomo. Come assistente regionale della Gioventù Cattolica, potenziò Circoli e Consigli Parrocchiali delle Marche. Salito il Fascismo al potere fu insieme al parroco del Portone don Pierpaoli e ai dirigenti Messersì e Patrignani un esempio di resistenza al “nuovo ordine”, difendendo le organizzazioni cattoliche (il reparto Scout da lui fondato e la fanfara dell’oratorio) dai divieti della Pubblica Sicurezza. Per- durando momenti di tensione anche dopo il Concordato tra Stato e Chiesa del 1929, non mancarono interventi della Procura generale di Ancona presso il vescovo perché don Mercuri modificasse la sua condotta “non favorevole al Regime”. Fonti e bibliografia: Verbali del Circolo S.Pellico; Bollettino della Giunta diocesana; E .Grossi “Cattolici nel Senigalliese”; C. Urieli “Cattolici a Iesi”. e r u t a l o g i sp pagina di cultura Leggevo recentemente che i cattolici spagnoli (a proposito di scristianizzazione) lamentano la mancanza in Spagna di un loro quotidiano. Scontano probabilmente il piacere degli ultimi decenni di restare comodi e tranquilli dentro il tempio, anziché uscirne. Elvio Grossi 13 gennaio 2005 26 i siamo lasciati il 5 dicembre 2004 quando descrivemmo l’incontro Vigor-Urbisaglia sospeso a inizio ripresa per impraticabilità del campo; ritorniamo ora raccontandovi quanto è successo in casa rossoblu da allora. 8-12-’04 Ascoli 1-Vigor 1; 12-12-’04 Vigor 1 (rete di Traiani) - Matelica 0; 19-12’04 Real Vallesina 1 – Vigor 2 (reti: Traiani, Pandolfi); 22-12-’04 Biagio Nazzaro 2 – Vigor 2 (reti: Pandolfi, Goldoni su rigore per la Coppa Italia. Passa il turno il Chiaravalle per maggior numero di reti realizzate); 29-12-’04 Vigor 2 (reti: Madau, Pandolfi) – Urbisaglia 0, incontro recupero per precedente sospensione della partita; 06-01-’05 Vigor 2 (reti: Baldarelli, Pandolfi) – Biagio Nazzaro 1; 09-01-’05 Vigor 1 (rete: Minero) – Porto S.Elpidio 0, partita prima di ritorno. Con quest’ultimo risultato sono cinque le vittorie consecutive che i ragazzi di Giuliani hanno ottenuto in quest’ultimo periodo. Cinque vittorie che collocano la Vigor al secondo posto in classifica a sette punti dalla capolista Maceratese. La squadra ha dimostrato di aver assimilato il gioco corale che fa ben sperare per questo inizio del girone di ritorno. La rincorsa alla Maceratese, ancora molto lontana, è il “chiodo” fisso di tutto lo staff rossoblu, dirigenza e squadra. Le prospettive sono quanto mai lusinghiere, però le insidie sono sempre dietro l’angolo, l’importante è mantenere quella serenità che contraddistingue questa squadra. Ci limitiamo ora a descrivere la partita odierna, anche non è stata una delle migliori giocate dai rossoblu in questo ultimo periodo. Inizia le ostilità la Vigor con una “bomba” da fuori area di Loreti al 2°. Fuori di poco. I rossoblu premono, mentre gli ospiti si limitano a sporadici contropiedi. Su uno di questi, al 14° vanno in gol. La rete viene annullata per 27 un vistoso fallo commesso in precedenza da Giacchetti. 23° in uno scontro fortuito con Loreti, Rossi si frattura la tibia della gamba destra. 39° Pandolfi di testa manda di poco sopra la traversa. 44° colpo di testa di Giacchetti, Moroni para. 47° triangolazione Baldarelli-Madau, tiro, Pandolfi non corregge in rete. Inizio ripresa con la Vigor che passa al 54° con Minero su passaggio di Pandolfi. Gli ospiti cercano il pareggio; la difesa vigorina regge bene affidandosi al contropiede. 84° De Paolis sfiora il palo. 85° Pandolfi si fa respingere un gol fatto, mentre al 91° sfiora il palo. Giuliani, in sala stampa, dice: “Speriamo che questa striscia positiva continui, che non si fermi proprio domenica prossima ad Acqualagna. Noi cercheremo di fare più punti possibili, sperando che la Maceratese ne perda qualcuno come è successo oggi contro il Mondolfo. La squadra non è stata brillante come in altre occasioni, ma è anche comprensibile constatate le numerose gare disputate in questo ultimo periodo. Vigor: Moroni 7, Bertozzini 7,5, Mencarelli 7 (87° Erik Marini ng), Loreti 7, Rossetti 7, Marchetti 7, Pandolfi 7,5, Traiani 7, Figueroa 6,5 (34° Minero 7,5), Baldarelli 7, Madau 7 (79° De Paolis ng). A disp. Memé, Guidarelli, Giuliani, Goldoni. All.Giuliani. Porto S.Elpidio: Antolini, Simoni, Marconi, Brini, Cellini, Veschi, Rossi (27° Pettinari), Carmeni, Giacchetti, Malloni, Amodio (64° Francesco Conte). A disp. D’Anniballi, Garbuglia, Pettinari, Giuseppe Conti, Ricci, Bassarelli. All. Di Stefano. Arb. Alberti di Ascoli Piceno. Angoli: 5 a 3. Spettatori 500 circa. Recupero 6 + 4. Augustin Minero attaccante Maceratese Vigor Senigallia 41 34 Civitanovese 27 Centobuchi 27 Caldarola Jesina 26 26 Real Vallesina 23 Urbisaglia 23 Camerino Acqualagna 22 19 Biagio Nazzaro Montegiorgiese 19 18 Porto Sant’Elpidio Lucrezia 18 16 Matelica Mondolfo 14 12 Jrvs Ascoli 11 Giancarlo Mazzotti 13 gennaio 2005 sport B1 BASKET – GOLDENGAS SERIE B1 Arcevia punta anche sul ciclismo per confermarsi “Perla dei monti” Stop ai biancorossi Quando il territorio prende… la volata Gorizia 85 Goldengas Senigallia 73 I n tre hanno fatto mezzo secolo in tricolore: Americo Severini, Francesco Cingolani, Matteo Sbaffi. Con questa esplicita e simbolica scia biancorossoverde "misena" è scattata l’auspicata "operazione", complice il più ecologico dei mezzi meccanici e di trasporto. “La forte visibilità che il ciclismo sa dare” ha sottolineato il sindaco Silvio Purgatori "rappresenta un tutt’uno con i migliori valori che vogliamo perseguire, specialmente in ottica formativa, nella direzione della socializzazione e del felicemente contagioso coinvolgimento." Con questi presupposti è stato saldato il gemellaggio tra la municipalità ed il G.S.Pianello-Cicli Cingolani, suggerito ed ispirato dal campioncino di ciclocross arceviese Matteo Sbaffi, militante con la formazione biancorossa pianellara. "Arcevia: Perla dei Monti su due ruote", è stato lo slogan con cui ha preso il via l’iniziativa finalizzata alla promozione del territorio attraverso il ciclismo. La sottolineatura di Purgatori: “Il progetto affonda le proprie radici nelle notevolissime potenzialità che Arcevia e le due ruote (specialmente quelle "fuoristrada") posseggono. Il ventaglio delle iniziative da concretizzare si apre con la suggestione del sentieri e la spet- N ella trasferta di Gorizia, la Goldengas vede infrangersi la striscia positiva che durava da cinque giornate. Aveva incominciato vincendo in casa dell’Oderso per 93 a 95, seguita all’8-12-’04 battendo a Senigallia per 97-88 il Castelletto Ticino, poi il 12-12-’04 ha trionfato in trasferta a Soresina vincendo per 81-70. La striscia positiva è continuata il 19-12-’04 in casa contro il Padova, piegato per 93-87. Altra vittoria nella prima di ritorno di questo campionato ancora in casa contro il Ragusa, superato per 83 a 79 dopo un tempo complementare. Molto sofferto questo incontro in quanto la squadra non ha saputo esprimersi com’era sua abitudine. Il tempo regolamentare era finito sul 72-72; c’è voluto, alla fine, un grande Paialunga per aver ragione dei siciliani. Trasferta amare invece a Gorizia, ultimamente rinforzatasi con alcuni validi elementi, tra cui Della Vecchia. Il coach Galetti così giustifica questa sconfitta: “Dobbiamo dare atto che il Gorizia ci è stato sempre davanti fin dall’inizio. Noi non siamo stati eccellenti, sicuramente abbiamo peccato sull’atteggiamento nell’affrontare l’incontro contro una squadra che era sull’orlo dell’abisso. Molto ha anche influito che la loro squadra non ha giocato giovedì, mentre a noi il tempo non è stato sufficiente per recupare.” Da segnalare l’infortunio alla caviglia di Gorini. Domenica prossima ore 18 incontro casalingo con Casalpusterlengo. Una vittoria è estremamente importante. Granarelli Matteo capitano Gorizia: Buratti 13, Graziani 13, Verderosa 2, Vitali 16, Gasparello 3, Agazzone 10, Della Vecchia 26, Rolando 2. All. Beretta Goldengas: Panichi 22, Pierantoni 3, Berlati 9, Paialunga 1, Corsini 10, Macchniz 5, Barantani 6, Gurini 12, Pazzi 5. All. Galetti. Arbitri: Fabiani e Battista di Firenze. Parziali di 27-19; 48-40; 72-59. Spettatori 400 circa. Uscito per cinque falli Barantani, ottavo del terzo quarto. Classifica: C.Monferrato 30, Lumezzane 28, Soresina 26, Pattì, Treviglio 22, Castelletto 20, Goldengas, Casalpusterlengo, Stamura 18, Falco PU, Ragusa 14, Vigevano, Riva Del Garda 10, Gorizia 8, Padova, Oderso 6. Giancarlo Mazzotti Basket serie “D” maschile Marzocca pigliatutto Mackia Marzocca 115 - Montelabbate 64 L a squadra, guidata magistralmente dal coach Ligi e da uno staff dirigenziale esemplare, ha conseguito in questo ultimo periodo risultati positivi che la collocano al vertice della classifica solitaria con ben quattro punti di vantaggio sull’Urbino. Come un “rullo compressore” ha conseguito undici risultati utili consecutivi, tanti quanti finora disputati in questo inizio campionato, raggiungendo quota ventidue punti. L’8-12-’04 ha superato, in trasferta, il Villa San Martino per 62 a 95. L’ultimo incontro di questo 2004 è stato disputato il 17-12 contro il Montelabbate. E’ stata una partita giocata a senso unico, tanta è stata la superiorità dei biancorossi. Mackia 115, Montelabbate 64. Due i giocatori esplosi in questo incontro: Beccaceci con 26 punti e Pincini con 27. Il prossimo incontro il Mackia lo disputerà in trasferta a Urbino, secondo in classifica e diretto concorrente più pericoloso. sport 13 gennaio 2005 tacolarità dei pensabili tracciati di gara per chiudersi con la sempre più capillare rete ricettiva e la sempre più aperta cultura dell’accoglienza”. Di tangibile portata anche i messaggi di augurio inviati da Antonio Romagnoli (Ruote e Cultura) e dai massimi rappresentanti dell’AVIS marchigiana: il presidente Enrico Morli, Marialina Brunetti (responsabile area scuola) Insieme al sindaco, nella sede municipale (in un’evocativa atmosfera di vigilia natalizia), erano l’onorevole Marisa Abbondanzieri, l’assessore comunale allo Sport, Renzo Ortolani, i vari membri del Consiglio Comunale, il presidente della Federciclismo marchigiana, Lino Secchi, il presidente del G.S.Pianello – Cicli Cingolani, Arduino Testaguzza, il tecnico Vittorio Puerini, il fisioterapista Fabrizio Agostinelli. Sono stati ripresi i fili della ricca tradizione locale (tanto a livello organizzativo quanto in termini agonistici e di pratica ciclistica) collegati alla specificità del territorio comunale e del suo hinterland, particolarmente vocato ad uno sport che ha nelle proprie corde la valorizzazione dell’entroterra, con le sue risorse paesaggistiche, storiche, culturali e artistico-architettoniche. A documentare i più recenti anelli della storia ciclistica arceviese sono sta- ti gli ex campioncini Enrico Cingolani e Fausto Sabbatini (battaglieri protagonisti sulle strade, come gli agonisti Fraboni e Sebastianelli e come il valente tecnico-amatore Pierluigi Mastrucci). Due siti emblematici: l’Azienda Agricola Agriturismo "San Settimio" ed il "Piccolo Ranch" Ristorante Agriturismo. Umberto Martinelli Podismo Mackia Marzocca: Mosca 10, Sebastianelli 2, Riciputi 17, Beccaceci 26, Granarelli 2, Pincini 27, Marinelli, Minelli 11, Bartoli 7, Pasquinelli 13. All. Ligi. Arbitri: Agostinelli di Jesi, Lulli di Porto S.Giorgio. Classifica: Mackia Marzocca 22, Urbino 18, Metauro 16, Pisaurum, Bramante 14, Castel Delle Ripe, Villa S.Martino, Loreto PU 12, Montelabbate 10, Acquarius PU, Stella Marisa PU, Alto Esino 8, Fossombrone, Fabriano 6. Giancarlo Mazzotti 28 Trofeo “Mare, città, collina” P iù di cento concorrenti si sono dati convegno il 6 gennaio scorso a Borgo Ribeca per la disputa della terza tappa del trofeo “Mare - Città - Collina”, promossa dalla A.S.Ribeca sotto la sigla “Tra città e campagna”. La competizione ha fatto registrare una duplice “performance” degli atleti della Pieralisi, grazie ai successi colti da Diego Ciattaglia e Valeria Rotoloni. Tra i ragazzi si sono invece affermati Danilo Lanternari e Jessica Perez. Questo il dettaglio delle classifiche per quel che concerne le prime posizioni. Adulti masch.: 1° Diego Ciattaglia (Pieralisi), 2° Manuele Tor29 reggiani (Atletica Senigallia), 3° Luca D’Andrea (Valtenna), seguono Angelo Primavera, Aldo Giacometti, Leonardo Di Iorio, Giuliano Mengarelli, Claudio Costanzi, Andrea Gargamelli, Claudio Marocchi, Giacomo Ippoliti, Dorando Cursi, Giorgio Mantovani, Franco Bittoni, Giorgio Gargamelli, Salvatore D’Amico, Robert Mead, Michele Stronati, Mariano Capponi, Alberto Vitali, Davide Rossi, Rubens Cecchini, Vasco Oliva, Paolo Paoloni, Loriano Brunetti, Roberto Santoni, Giuseppe Raponi, Paolo Ciaramicoli. Adulti femm.: 1^ Valeria Rotoloni (Pieralisi), 2^ Manuela Sabbatini (Valmisa), 13 gennaio 2005 3^ Elisa Droghini (Lucrezia), seguono Anna Maria Cagnoni, Elisa Gorgolini, Dina Ricci, Donatella Montanari, Gabriella Eutizi, Elia Lazzari, Vincenza Clementi, Gemma Gallo, Michela Prosperi. Ragazze: 1^ Jessica Perez (Atletica Senigallia), seguono Ramona Gargamelli, Erika Stortini. Ragazzi: 1° Danilo Lanternari (Garibaldina), seguono Matteo Barzantelli, Giuseppe Biagini, Mirco Droghini. Nella speciale classifica per società il Lucrezia guida il gruppo, davanti all’Atletica Senigallia e alla Cifra Ancona. Raoul Mancinelli sport I lettori scrivono... Indirizzare a: “La voce misena” P.zza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia fax 071/7914132 - E-mail: [email protected] Occasione di dibattito sulla città Appuntamento elettorale Gentile redazione, quello che si è appena aperto è per Senigallia un anno particolare. Oltre alla consultazione regionale, che naturalmente interessa tutti, il nostro comune sarà impegnato nel rinnovo delle istituzioni comunali. Ogni campagna elettorale può essere occasione di confronto serio sulla città. Per ora, come era facile prevedere, il dibattito è soltanto sui protagonisti della sfida elettorale, con tanto di previsioni, sondaggi, auspici, notizie e smentite. Mi piacerebbe anche parlare di quale città vogliamo sognare e realizzare. Ma se ogni schieramento si limita al gioco delle parte, che pure fa parte della dialettica politica, difficilmente si avranno momenti di confronto onesto e soprattutto aperto alla partecipazione della cittadinanza. E visto che la dissaffezione alla politica tocca anche i livelli più vicini dell’attività amministrativa, mi auguro che le forze politiche coinvolte si sforzino di interpretare al meglio il loro ruolo di mediatori tra i tanti interessi presenti ed il governo della città. Infine mi auguro che anche i giornali e i mezzi della comunicazione sociale facciano la loro parte nel modo più costruttivo possibile. Annalisa Gregoretti Senigallia Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…? Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegno del giornale. Pensieri a voce alta Giovani di ieri e di oggi Spett. Voce Misena, troppo spesso sento persone della mia età (sono infatti un anziano) parlare male per partito preso dei giovani. Non condivido queste generalizzazioni, anche perché ho in mente tanti ragazzi e ragazze che prendono molto seriamente la vita e contemporaneamente sanno godere di ciò che di meglio offre loro. A questi miei coetanei così convinti che ‘prima’ le cose andavano meglio, suggerirei di fare una onesta valutazione di quella che è stata la loro giovinezza. Scoprirebbero che tante sensibilità che i giovani di oggi hanno, per noi erano semplicemente sconosciute. Enrico Gasperetti Le festività natalizie: semplici occasioni per viverle da protagonisti Pio IX oggi A cura del “servizio animazione” presso la Casa di riposo Opera Pia Mastai Ferretti i lettori scrivono Al centro diurno “il Granaio” A l Centro Diurno “Il Granaio” che ospita i malati di Alzheimer tanti sono stati i preparativi alle festività natalizie. È desiderio di tutti adoperarsi per “creare l’ambiente”, così come si fa a casa propria. Allora tre sono stati i punti di forza per vivere la dimensione della festa natalizia: - creare dei veri e propri addobbi per trasformare pareti e soffitti; - realizzare un presepe; - fare una vera e propria festa con tutti i familiari per scambiarsi gli auguri. Con un po’ di creatività e adoperando materiali semplici sono stati costruiti, con il contributo di tutti, oggetti natalizi, eleganti e luminosi, da appendere al soffitto, vicino alle pareti. Le stanze del Centro brillavano un po’ di più grazie al contributo di alberelli di natale, stelline e cerchi. Non poteva poi mancare il presepe. Qui sono state messe a frutto le diverse competenze e capacità: non era infatti 13 gennaio 2005 La pagina dei vostri annunci semplice realizzare i personaggi, le case per il paese e le montagne. Con il sapiente uso di stoffe e un’ottima capacità nel settore sono stati cuciti i personaggi; scatole di carta e cartone sono stati il materiale per il paese; carta da pacchi e colori sono diventati le montagne di Israele. Una cura anche per i particolari: è stata costruita con il compensato una “vera e propria” mangiatoia. Se tutta la preparazione ha il grande pregio di far gustare il tempo di Natale a tutti gli utenti del Centro, il momento culminante è sicuramente la Festa per lo scambio degli auguri. Alla Festa, animata dalla musica di Costantino, sono invitati familiari e amici che, di anno in anno, partecipano sempre più numerosi. Il clima che si respira è davvero piacevole, testimonia l’armonia che caratterizza le giornate del Centro. Ci si sente, davvero e senza retorica, un po’ tutti un’unica famiglia, vicini e solidali nell’affrontare le stesse difficoltà e gli stessi problemi. 30 In festa con P. Edoardo Monterado Festa al Convento dei Frati Cappuccini di Corinaldo per il 50° anniversario di Sacerdozio di P. Edoardo Luchetti, ordinato sacerdote a Loreto nel 1954. La chiesa del Convento dei Cappuccini era gremita per la Santa Messa delle 10.00, che è stata animata dalle Volontarie del Vangelo Licia, Cristina e Tiziana e concelebrata da Padre Gianni Pioli, provinciale dei cappuccini, dal guardiano del convento Padre Fedele Salvadori e dallo stesso Padre Edoardo. Padre Edoardo, nell’omelia, ha detto: “In una circostanza come questa non trovo di meglio che unire la mia povera voce al canto degli angeli che abbiamo udito echeggiare in questi giorni: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama.” Ripensando a tutti questi anni passati, mi sono chiesto, come in un esame di coscienza, che esempio possa aver dato: 6 anni al convento di Noviziato a Camerino; 8 anni al nostro seminario di Fermo e 3 anni a Montegiorgio; 12 anni parroco a Offida e 4 parroco nella Diocesi di Cagli. 9 anni a Pietrarubbia: 3 anni cooparroco e 6 parroco. 12 anni: 6 a Cagli e 6 a Pietrarubbia, guardiano della fraternità. Dagli anni ’70 ad oggi, quasi ininterrottamente, impegnato nella fraternità dell’O.F.S.. Quanta responsabilità! Vi confesso che avrei voluto far passare questa ricorrenza nel silenzio e nella solitudine di qualche eremo!... Ma ho pensato che forse era una specie di fuga, perciò ringrazio uno ad uno tutti voi che siete venuti a lodare e ringraziare con me la bontà del Signore.”Al termine della Messa padre Fedele ha letto la lettera che il Vescovo Giuseppe Orlandoni ha fatto pervenire a padre Edoardo: “In occasione del 50° anniversario della Sua ordinazione sacerdotale mi è gradito farLe giungere i miei più fervidi e cordiali auguri di ogni bene. Le auguro di cuore di poter continuare ancora a lungo a servire la Chiesa, Sposa di Cristo, nella fedeltà al carisma, tanto prezioso quanto necessario, di Francesco. Da parte mia Le sono vicino con sincera stima, con viva gratitudine e con la mia pastorale benedizione.” I cappuccini, con il parroco don Umberto, il rettore del Santuario S. Maria Goretti Don Franco, don Filippo e i molti parenti e amici si sono ritrovati al Ristorante Bellavista per un momento di fraternità. IT 31 Domenica 2 gennaio 2005, dalle ore 21 in poi, si è tenuta l’ottava edizione del “Concerto di Natale” con un pubblico che ha ricolmato la chiesa. Il concerto è stato diviso in due parti, intervallate da una pausa, durante la quale sono state recitate alcune poesie di una nostra compaesana: Graziella Sagrati. Sono state raccolte offerte per le vittime del maremoto. Il Coro, diretto da Angela Tommasetti, è stato accompagnato da Marina Carboni, Matteo Cavalletti e Cristian Malerba alle tastiere, Vanni Nicoletti alla chitarra, Giacomo Antonelli al basso e Lucia Malerba al clarino e sax, sotto la direzione di Cristian Malerba. Il coro era composto da: Sofia Bacchiocchi, Ylenia Baldetti, Alessia Bellucci, Daniele Casagrande, Thomas Casagrande, Federica Casagrande Paoloni, Riccardo Ciofi, Giulia Di Salvo, Sofia Discepoli, Mattia Gemignani, Niccolò Guidarelli, Giovanni Mancini, Francesco Marini, Diego Paolini, Alex Pompili, Tamara Roma, Serena Allegrezza, Lorenzo Antonelli, Mirco Baldetti, Nancy Casagrande, Angelica Casagrande Paoloni, Sara Casagrande Paoloni, Cecilia Guidarelli, Alessandra Mancini, Lucia Marinelli, Jessica Morganti, Mirco Pacenti, Daniele Palazzesi, Serena Rossini, Tommaso Strizzi, Michela Casagrande Paoloni, Marika Discepoli, Luisa Fraboni, Laura Francesconi, Genny Marinelli, Maria Grazia Matteucci, Valeria Montanari, Letizia Petrolati e Claudia Tommasetti. I canti eseguiti: All i want for Christmas is you, Astro del cielo, Magico Natale, Tu scendi dalle stelle; Và dillo alla montagna, Bianco Natale, Fantasia di Natale (O albero-Adeste fidelis-Jingle bells), Buon Natale, Una canzone d’amore, Evviva noi, Venti di pace, Samba di Natale, Happy Christmas, Last Christmas, Noi noi noi. Primo soccorso Venerdì 14 gennaio 2005, alle ore 21,00, presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “F. Corinaldesi” in Via D’Aquino, a Senigallia, avrà inizio il XXIV Corso di Primo Soccorso organizzato dal Comitato Locale della Croce Rossa Italiana di Senigallia. Le lezioni, tenute dai medici della Zona Territoriale n.4 di Senigallia e dai Volontari del Comitato CRI, si svolgeranno ogni martedì e venerdì del mese. Il Corso è aperto a tutti ed è completamente gratuito. Per chiarimenti telefonare al numero 071-64354. Il nostro collaboratore di Corinaldo, Ilario Taus, domani venerdì 14 gennaio compie 70 anni. Auguri da tutta la Redazione della Voce Misena. 13 gennaio 2005 la pagina degli annunci