Padova 21/09/2014 Con visita alla Basilica di S. Antonio e alla Cappella degli Scrovegni Visitare Padova in un giorno Itinerario nel centro storico di Padova Padova è una bella città con molti ed interessanti tesori artistici e siti d’interesse. L’itinerario proposto qui sotto per visitare Padova in poche ore vi porterà alle attrazioni più importanti della città e dunque a vedere l’intero centro storico: dai famosi affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni passando per l’antica università, il Caffè Pedrocchi ed il Palazzo della Ragione fino alla Basilica di Sant'Antonio e la Basilica di Santa Giustina. Padova è indubbiamente una città che saprà affascinare ogni suo visitatore. Non rinunciate dunque ad una passeggiata nel centro storico di Padova e lasciatevi incantare da questa antica città veneta. L’itinerario di alcune ore per visitare Padova A seconda di quanto velocemente procederete e di quante pause vi concederete durante una visita del centro storico di Padova, tenete conto che impiegherete da tre a cinque ore per vedere le maggiori attrazioni della città. Il nostro itinerario inizia alla Cappella degli Scrovegni, la prima delle maggiori attrazioni di Padova, con il famoso ciclo di affreschi di Giotto. Anche i Musei Civici Eremitani meritano una visita, ma solo se avete abbastanza tempo a disposizione. Continuate per il Corso Garibaldi e la Via Cavour fino a raggiungere il Caffè Pedrocchi, punto di incontro nel XIX secolo di studenti ed intellettuali che svilupparono idee rivoluzionarie per un’Italia indipendente. Prendere un caffè qui non sarà certamente tempo sprecato. Poco dopo il Caffè Pedrocchi, percorrendo la Via Cavour, raggiungerete il Palazzo Bò, l'antica università di Padova, dove insegnò addirittura Galileo Galilei. Nel Piazzale Antenore troverete il sarcofago del leggendario fondatore della città Antenore. Dall'università svoltate a destra in Via Daniele Manin e dopo pochi passi arriverete al Palazzo della Ragione, emblema segreto di Padova. Se avete voglia, potete tornare in Via Daniele Manin e percorrerla fino a Piazza dei Signori ed il Duomo di Padova. Dal Palazzo della Ragione imboccate la Via Roma e poi Via Umberto I. in direzione sud fino al Prato della Valle, una delle piazze più grandi d'Europa. Nella parte meridionale della piazza sorge l’enorme Basilica di Santa Giustina, che ospita le tombe di Santa Giustina e dell'evangelista Luca. Se vi interessa la biologia o la botanica, potrete imboccare la Via Donatello, andando in direzione della Basilica di Sant’Antonio, per raggiungere l’Orto Botanico, uno dei più antichi orti botanici d'Europa, che è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dell'UNESCO. L'ultimo sito d’interesse del nostro itinerario è la Basilica di Sant'Antonio, raggiungibile dal Prato della Valle, imboccando la Via Melchiorre Cesarotti (o imboccando la Via Orto Botanico se avete fatto una scappatina al giardino botanico). Qui troverete non solo le reliquie di Sant’Antonio, ma anche alcuni bellissimi affreschi di Altichiero. Se avete ancora voglia e tempo dopo questa lunga passeggiata nel centro storico di Padova, potete dedicarvi allo shopping in centro città o godervi semplicemente la tranquillità e l’atmosfera della città sul Prato della Valle. Cappella degli Scrovegni Il famoso ciclo di affreschi di Giotto La Cappella degli Scrovegni è situata nei Giardini dell’Arena e nonostante la sua posizione poco appariscente, ospita, con gli affreschi di Giotto, una delle opere d’arte più importanti d’Italia. Nel 1300 il mercante padovano Enrico Scrovegni comprò la decadente arena romana e fece costruire il palazzo della famiglia e la Cappella degli Scrovegni. Con la Cappella, Scrovegni volle espiare i peccati del padre Rinaldo Scrovegni, che fu addirittura bandito, a causa dell’usura, nell’inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Il capolavoro di Giotto Scrovegni commissionò la decorazione degli interni ai più grandi artisti del suo tempo. Così Giovanni Pisano eseguì tre sculture in marmo per l'altare (La Vergine Maria con il Bambino e due angeli). Tuttavia, la cappella diventò famosa grazie ai meravigliosi affreschi di Giotto di Bondone, che in soli due anni dipinse un totale di 38 immagini sulle pareti interne della Cappella degli Scrovegni. Gli affreschi di Giotto, considerati un pioniere del Rinascimento, rappresentano delle scene della vita di Gesù e della Vergine Maria. Sopra il portale d'ingresso vedrete il Giudizio Universale; rappresentazioni simboliche di vizi e virtù adornano le pareti laterali. Sull'arco trionfale sopra l'altare si vede Dio, che incarica l'arcangelo Gabriele dell'annuncio della nascita di Gesù. Giotto ruppe, con i suoi affreschi, tutte le regole della pittura valide fino a quel momento e diede a suoi personaggi una vera e propria vitalità. La tomba di Scrovegni L'immagine sopra l'altare fu purtroppo distrutta, ma direttamente sotto l’altare si trova il monumento funebre di Enrico Scrovegni. La volta sopra la bara è dipinta in un cielo blu. Nella sagrestia c'è inoltre una scultura di Enrico Scrovegni in preghiera. Musei Civici degli Eremitani e Chiesa degli Eremitani Collezione di dipinti e chiesa Proprio accanto alla Cappella degli Scrovegni si trova la Chiesa degli Eremitani con un bel chiostro annesso. La chiesa risale al Medioevo e venne completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale. Anche se la chiesa con il suo bellissimo soffitto in legno ed i numerosi monumenti funebri venne ricostruita di nuovo, si perse la stragrande maggioranza dei magnifici affreschi del Mantegna. I resti degli affreschi sono Museo archeologico conservati nella cappella a sinistra dell'abside. Per il resto, la chiesa è piuttosto spoglia ed offre poco da vedere, a parte un’esibizione dei danni della guerra mondiale e della ricostruzione. Tramite il bel chiostro raggiungerete il Museo Civico degli Eremitani. Qui si trova il Museo Archeologico con numerosi reperti di Padova del periodo romano. C'è anche una separata mostra egiziana con pezzi provenienti dalla collezione dell’esploratore padovano Giovanni Battista Belzoni. Nel museo di arte moderna e medievale sono esposti 3000 dipinti dal Medioevo fino ai tempi moderni, tra cui opere di Tiziano, Giotto, Tintoretto, Veronese, Giorgione e Tiepolo. Caffè Pedrocchi Pausa caffè in un ambiente storico Il Caffè Pedrocchi offre un ambiente molto particolare ai suoi visitatori. La facciata esterna classica e gli splendidi interni decorati assomigliano più ad un palazzo che ad un caffè. Il Caffè Pedrocchi venne realizzato nel 1839 da Antonio Pedrocchi che volle continuare a gestire il caffè di suo padre con un nuovo stile. Pedrocchi costruì il suo caffè coscientemente vicino all'università e così divenne ben presto il luogo di incontro di intellettuali, accademici e studenti di tutta Padova. Le idee rivoluzionarie che furono rimuginate qui, soprattutto durante il Risorgimento italiano, portarono nel 1848 ad un attacco delle truppe austriache contro il caffè per spezzare la resistenza – le pallottole austriache possono essere viste tutt’oggi nel salotto bianco. Ecco perché dovete concedervi per forza una breve pausa caffè in questo famoso posto quando vi troverete a Padova. Nel Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea, al Piano Nobile, è mostrata la storia di Padova dall'inizio del Risorgimento fino alla Seconda Guerra Mondiale. Bellissimi sono anche gli interni sontuosamente decorati del Caffè Pedrocchi. Palazzo del Bò Rispettabile università di Padova Nel Palazzo del Bò, situato vicino al caffè Pedrocchi, si trova l'edificio principale della vecchia università. Il palazzo fu costruito nel XV secolo ed ospita sin dal 1493 l'università di Padova. Il cortile interno del Palazzo del Bò è circondato da due colonnati sovrapposti, e da qui si entra nelle diverse aule. La galleria è decorata con quasi 3.000 stemmi, appesi qui da docenti e studenti per mostrare il loro legame all'università. Anche le singole aule meritano una visita: le gradinate, quasi in declino verticale, si accalcano intorno alla zona di lettura. L'università di Padova fu fondata nel 1222 e fa parte, insieme all’università di Modena e Bologna, delle più antiche università in Italia ed in Europa. Anche famosi scienziati come Galileo Galilei insegnarono qui. Galileo scoprì durante i suoi 18 anni a Padova, le lune di Giove e gli Stemma dei diplomati anelli di Saturno e sviluppò la sua teoria che affermava come la terra girasse intorno al sole. La sua sedia è ancora in mostra nella grande sala. Salendo alla galleria superiore, troverete inoltre la statua di Elena Lucrezia Cornaro, la prima donna al mondo a cui fu conferito un titolo accademico in scienze umanistiche. Via San Francesco Piazzale Antenore & Palazzo Zabarella Piazzale Antenore Proprio accanto al Palazzo del Bò inizia la lunga Via San Francesco, all’inizio della quale si trova il Piazzale Antenore. In mezzo al Piazzale Antenore si trova la tomba di Antenore, un sarcofago con un bel baldacchino. Questo venne posto qui nel 1233 e contiene, secondo la leggenda, i resti di Antenore, mitico fondatore di Padova, che, si dice, abbia dato inizio alla città dopo essere fuggito da Troia nel 1184 a.C. Palazzo Zabarella Pochi passi più avanti, lungo la Via San Francesco, incontrerete Palazzo Zabarella, uno dei più antichi palazzi di Padova. Esso si fonda sui resti di un complesso edilizio romano e fu ampliato insieme alla torre nel Medioevo, ottenendo la sua forma attuale. Il palazzo fu costruito dalla omonima famiglia Zabarella che abitò qui fino al XIX secolo. Oggi il palazzo è spesso utilizzato per mostre, durante le quali può essere anche visitato. D’estate ospita anche alcuni concerti e rappresentazioni teatrali. Palazzo della Ragione Palazzo tra due piazze a Padova Nel bel mezzo, tra Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta, si erge il Palazzo della Ragione. Il palazzo venne costruito all'inizio del XIII secolo e servì in origine come palazzo di giustizia di Padova. Lungo la loggia aperta si trovano numerosi commercianti e su tutte le due piazze si svolge una quotidiana attività di mercato. Ogni sabato per tutto il giorno, così come tutte le mattine durante la settimana, i commercianti decantano qui la loro merce. L'enorme mercato attorno al Palazzo della Ragione è, del resto, uno dei più grandi mercati dell’Italia settentrionale e riflette bene l'antico splendore della libera città commerciale di Padova. L'interno del Palazzo della Ragione ospita una serie di negozi e magazzini al piano terra. La grande e magnifica sala al primo piano è completamente dipinta con cicli di affreschi astrologici e religiosi, risalenti al XV secolo, e viene spesso utilizzata per le mostre. Un’altra attrazione da vedere nel palazzo è la "Pietra del Vituperio" che una volta si trovava davanti al palazzo di giustizia e sulla quale venivano fatti sedere, per essere umiliati, i debitori. Battistero e Duomo di Padova Spoglia cattedrale con un bellissimo battistero L’odierno Duomo di Padova risale, nelle sue origini, al IV secolo d.C. Nel 1117, la chiesa fu distrutta e ricostruita in seguito ad un terremoto. Nel 1551 fu commissionata a Michelangelo la costruzione di una magnifica cattedrale. I lavori di realizzazione durarono fino al 1754, la facciata, però, è rimasta incompiuta fino ad oggi. Anche l'interno del Duomo è poco spettacolare ed impressiona al massimo per le sue dimensioni. Molto più interessante è, tuttavia, il battistero adiacente alla destra del Duomo. Esso risale al XII secolo ed è decorato con splendidi affreschi. Gli affreschi sono considerati un capolavoro di Giusto de Menbouoi e rappresentano scene della vita di Gesù, Maria e Giovanni Battista. Via Roma e Via Umberto I. Paradiso dello shopping a Padova La Via Roma e la Via Umberto I. sono due lunghe vie, chiuse al traffico, che rappresentano il paradiso di Padova per fare acquisti e passeggiare. Hanno il loro inizio al Palazzo del Bò e finiscono nel Prato della Valle, la più grande piazza di Padova. Lungo la Via Roma date un’occhiata alla grande Chiesa di Santa Maria dei Servi del XIV secolo. Fu costruita su richiesta di Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco il Vecchio da Carrara, dall'ex palazzo di Nicola da Carrara. Particolare attenzione merita il portico decorativo della chiesa. Da vedere è anche il bellissimo Palazzo Capodilista che, con la sua torre medievale, salta subito all’occhio. Prato della Valle La più grande piazza di Padova Il Prato della Valle a sud di Padova non è solo la piazza più grande di Padova, ma anche una delle più grandi d'Europa. Non c’è da meravigliarsi quindi se rappresenta un luogo, molto popolare tra gli abitanti di Padova, per rilassarsi o fare una passeggiata. La forma ellittica della piazza fa ancora intuire che qui sorgeva una volta una grande arena romana. I cui resti, però, vennero abbattuti nel XVI secolo e furono utilizzati per la costruzione della Basilica di Santa Giustina. Si iniziò nel XVIII secolo, dalla risultante radura, a delineare la forma attuale della piazza. Intorno all'isola, circondata da un canale, una fila di 78 figure di pietra, rappresenta i cittadini famosi di Padova. Presso i ponti troverete statue di papi, dogi ed altre persone particolarmente conosciute della storia di Padova come per esempio Galileo Galilei. Di sabato qui si svolge un grande mercato, che occupa quasi l'intera piazza e nel mese di giugno vi è un viavai di persone, dovuto all’annuale parco di divertimenti sul Prato della Valle. Basilica di Santa Giustina Luogo di sepoltura dell'evangelista Luca L’enorme Basilica di Santa Giustina domina il sud del Prato della Valle. L'imponente chiesa di mattoni risale, nella sua forma attuale, al XVII secolo ed è dedicata alla patrona di Padova, Santa Giustina. Giustina fu giustiziata nel IV secolo a Padova a soli 16 anni; la sua tomba si trova insieme a quelle di altri martiri e dell'evangelista Luca nella Basilica di Santa Giustina. Come la maggior parte delle grandi chiese a Padova, anch’essa possiede una facciata esterna incompleta, il che, però, da un punto di vista ottico non rende meno affascinante questa gigantesca costruzione con le sue otto cupole. All'interno della Basilica di Santa Giustina La volta del soffitto della chiesa a tre navate è sostenuta da 26 massicce colonne; nelle navate laterali così come nel transetto ci sono complessivamente 20 cappelle riccamente decorate. La pala del grande altare principale fu realizzata da Paolo Veronese e raffigura il "Martirio di Santa Giustina". All’inizio del transetto sinistro si trova il sarcofago di San Luca, secondo la tradizione della Chiesa, l'autore degli Atti degli apostoli e del Vangelo di Luca. A destra dall'altare maggiore si raggiunge il corridoio delle fiere, attraverso la Cappella di San Massimo, e da lì si può raggiungere, attraverso una piccola porta a destra, la cappella di San Luca. Qui è sepolta Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna al mondo con un dottorato. Il successivo coro vecchio, che confina con il grande corridoio, può essere visitato esclusivamente su richiesta. Corridoio dei Martiri Attraverso la Cappella di San Matteo nella navata destra, si raggiunge il Corridoio dei Martiri che porta alla cappella funebre di San Prosdocimo. La prima cosa che vedrete è una piccola stanza affrescata, il cui pozzo custodisce le ossa di martiri paleocristiani. Percorrete il corridoio e un po’ più avanti, dove si trova l’angolo, troverete una gabbia di ferro con i resti della bara di legno di San Luca: “La Vecchia Cassa”. Percorrendo il corridoio un altro po’, arriverete infine alla cappella funebre di San Prosdocimo, che rappresenta anche la più antica chiesa di Padova. I dipinti sulle pareti della cappella risalgono al VI secolo ed il dipinto sopra il sarcofago raffigura il Santo Prosdocimo. Nel piccolo atrio della cappella è situata sul lato sinistro la tomba di Santa Giustina. Basilica di Sant'Antonio a Padova Luogo di pellegrinaggio alla tomba di S. Antonio La Basilica di Sant'Antonio è una delle attrazioni principali di Padova. Essa riflette una forte influenza bizantina ed è dedicata a Sant’Antonio, la cui tomba si trova all’interno della chiesa. Antonio fu un monaco francescano che viaggiò attraverso il sud della Francia e l’Italia settentrionale, entusiasmando il popolo con i suoi discorsi eloquenti e popolari. Morì a Padova nel 1231 e fu dichiarato santo già l’anno successivo. Conservando le sue reliquie nella basilica, la chiesa divenne molto presto una meta di pellegrinaggio per i pellegrini provenienti da tutta l’Europa e tutt’oggi decine di migliaia di pellegrini vengono ogni anno a Padova per pregare nella Basilica di Sant'Antonio e rendere omaggio al santo. La storia della Basilica di Sant'Antonio Originariamente sorgeva, al posto della Basilica di Sant'Antonio, la piccola cappella di Maria Mater Domini, che oggi è integrata nella Basilica e che ospita, tra l’altro, la tomba di Sant’Antonio. Nel 1229 accanto alla cappella fu costruito un monastero – probabilmente dallo stesso Santo. Dopo la sua morte, Antonio fu, secondo il suo desiderio, sepolto nella cappella, e poco dopo la sua canonizzazione s’iniziò la costruzione della grande basilica. Ad una prima chiesa francescana seguirono presto le due navate laterali e le numerose cupole, torri e cappelle. All'interno della Basilica di Sant'Antonio Entrando nella Basilica di Sant'Antonio, dirigetevi subito verso la navata sinistra, dove si trova l'ex cappella di Maria Mater Domini e che vi porterà alla Cappella di Sant'Antonio. Qui riposa Sant’Antonio in un grande sarcofago. La parete di fondo della cappella mostra dei bei rilievi in marmo con rappresentazioni della vita del santo. Le vicine cappelle splendidamente decorate ed affrescate custodiscono delle statue di bronzo di Donatello. Nella navata destra, nella Cappella di San Giacomo, merita particolare attenzione il ciclo di affreschi di Altichiero. Altichiero è un precursore del Rinascimento, grazie alla sua rappresentazione naturale delle persone coinvolte; i suoi affreschi fanno parte delle opere più importanti del XIV secolo in Italia. La cappella del Sacramento, sulla destra, contiene la tomba del generale veneziano Gattamelata, la cui statua equestre fu eretta davanti alla chiesa. La Cappella delle Reliquie Il punto culminante di ogni pellegrinaggio e di ogni visita alla Basilica di Sant'Antonio è la Cappella delle Reliquie alla fine della basilica. In una piccola stanza potrete ammirare il reliquiario, incorniciato in oro, contenente la lingua, non decomposta, di Sant’Antonio, la sua mandibola con cinque denti ed alcuni altri resti mortali del santo. Da vedere sono anche la bara ed una delle sue vesti. È indubbiamente un'esperienza molto speciale. Convento francescano e chiostri Sia dalla Basilica di Sant'Antonio che dalla piazza potrete accedere all’adiacente convento francescano con i suoi quattro chiostri medievali, di cui tre sono accessibili ed aperti al pubblico. Il grande Chiostro della Magnolia deve il suo nome ad un grande albero di magnolia al suo centro. Attraverso il Chiostro delle Mostre raggiungerete il Museo Civico al Santo, che in una mostra esibisce i doni dei pellegrini che sono stati portati a Sant’Antonio nel corso del tempo. Attraverso il Chiostro del Beato Luca potrete accedere al Museo Antoniano, che custodisce molti tesori ecclesiastici e capi di abbigliamento dal XVI al XVIII secolo, nonché alcuni dipinti ed affreschi conservati. Intorno alla Basilica di Sant'Antonio A causa di tutto lo splendore della basilica, la famosa statua equestre del Gattamelata, un generale veneziano del XV secolo, eretta davanti alla chiesa, non viene quasi notata. Venne realizzata da Donatello ed è considerata una delle più importanti opere del primo Rinascimento. Sulla piazza, a destra della basilica, si trova inoltre la cappella sepolcrale del Marchese di Soragna, chiamata anche Oratorio di San Giorgio. Come anche la Cappella di San Jacubus, questa cappella funebre è completamente dipinta con affreschi di Altichiero, raffiguranti scene della vita di Gesù e delle storie di vita di San Giorgio, Caterina e Lucia. Breve storia della città di Padova Padova vanta origini remote di città fluviale. Un'antica leggenda narra che la città sia stata fondata da Antenore, eroe omerico in fuga da Troia data alle fiamme. Testimonianze archeologiche confermano l'esistenza, intorno al XII secolo a.C., di un insediamento urbano in una zona acquitrinosa formatasi per la presenza del fiume Brenta, chiamato a quel tempo "Medoacus". Lo stesso toponimo "Patavium", da cui Padova, sarebbe riferibile a Padus ed indicherebbe uno stretto rapporto tra l'insediamento paleoveneto e le acque fluviali. E Piazza Antenore conserva ancor oggi le spoglia del mitico fondatore, proprio accanto alle arcate di uno dei ponti romani, ora interrati, che attraversavano il Naviglio interno alla città: la più importante via d'acqua che permetteva di raggiungere la laguna. Già nel III secolo a.C. Padova, grazie alla sua posizione ideale di città protetta dalle acque, sconfigge i Galli Cisalpini e diviene preziosa alleata di Roma. Intorno al 50 a.C. essa possiede una propria autonomia amministrativa avendo acquisito dapprima lo stato di jus romano e successivamente quello di Municipium per decreto di Giulio Cesare. La prosperità e la pace raggiunte portano ad un riassetto urbanistico e ad un immane sforzo di regolamentazione delle acque del fiume con la costruzione dei ponti di epoca romana. Ecco allora che Padova può dirsi "un'isola", le cui fortificazioni naturali sono le anse del fiume, collegata al contado tramite il graticolato delle strade romane ed unita al mare attraverso i suoi canali navigabili. Le più importanti costruzioni di età romana sono il teatro, che determina l'attuale conformazione ad anello del Prato della Valle, e l'anfiteatro di cui restano tracce lungo il Corso del Popolo e al cui interno è oggi situata la Cappella degli Scrovegni. Tuttavia l'abitudine di demolire gli edifici più antichi per il riuso delle pietre da costruzione, assai difficili da reperire, ha determinato la scarsità di testimonianze architettoniche di quell'epoca. Con l'intervento romano (II-I sec. a.C.) la città diventa poi uno dei nodi viari più importanti del Nord: la via Aemilia la collega ad Aquileia, la via AemiliaGallica la conduce a Vicenza e da lì a Genova, la Annia la unisce all'importante porto di Adria. Se durante i primi secoli del cristianesimo Padova è fra le città più importanti dell'impero, seconda solo a Roma in ricchezza e bellezza, dal III-IV sec. inizia a decadere a causa delle irruzioni via via più frequenti di Visigoti, Svevi e Vandali prima, Unni e Longobardi poi. Nel 589 si verifica un evento drammatico: il fiume Brenta, rimasto ormai da un secolo senza significativi interventi idraulici, tracima e provoca una serie di devastanti inondazioni. Il suo corso devia a nord e il Bacchiglione ne occupa il sito. La popolazione fugge in massa trovando riparo nella campagna circostante e in laguna. Nel 602 la città è infine letteralmente rasa al suolo dai Longobardi dopo un assedio durato ben tredici anni. Segue un lungo periodo di abbandono caratterizzato da miseria, instabilità politica e mancanza di punti fermi in campo religioso. La ripresa è molto lenta e faticosa e si dovrà attendere addirittura il XII sec. perché Padova diventi un libero comune e cominci a riaffermare la sua supremazia imponendo al contado e alle città vicine il proprio modello culturale. Il recupero urbanistico-territoriale è possibile in primo luogo per l'opera dei monaci benedettini che iniziano dall'VIII sec. una capillare bonifica partendo da Padova per arrivare alla Pedemontana. L'azione dei monaci è presto detta: una volta individuato il sito adeguato per la costruzione di un nuovo monastero si edifica il complesso, si innalzano mulini lungo i corsi d'acqua e si dà inizio al risanamento del terreno. Ai monaci si deve anche l'importantissimo recupero della centuriazione romana e la diffusione di un nuovo tipo di edificio rurale, forgiato sul monastero benedettino. Intorno al 1200 Padova ritrova la ricchezza economica e vive un periodo di grosso fervore culturale: viene costruita la prima cerchia di mura medioevali, sono edificate numerose fabbriche fra le quali la Basilica del Santo e il Palazzo della Ragione, viene fondata una prestigiosa Università. La scena artistica è dominata da una figura di assoluto prestigio: il fiorentino Giotto, autore di una vera e propria rivoluzione della pittura. A lui è affidata la decorazione ad affresco della Cappella degli Scrovegni. L'apice della potenza politica è raggiunto tra il 1338 e il 1405 con la signoria dei Carraresi. L'anno 1405 segna una battuta d'arresto perché una rivolta popolare consegna la città nelle mani della Repubblica di Venezia. Ma Padova riesce a mantenere il suo primato in campo artistico grazie a due grandi maestri: Andrea Mantegna che dipinge la Cappella Ovetari nella Chiesa degli Eremitani, andata purtroppo completamente distrutta dai bombardamenti del 1944, e Donatello, autore dello splendido monumento equestre dedicato al Gattamelata e del ciclo scultoreo costituente l'altar maggiore della Basilica del Santo. Il Cinquecento è per la città veneta un secolo di grandi splendori. Sottoposta alla dominazione veneziana, in lotta contro il papato, l'impero e la Francia, Padova innalza un nuovo sistema di fortificazioni bastionate per un perimetro di 11 chilometri. Si tratta di un progetto di immane grandezza, realizzato febbrilmente, nato con l'obiettivo di rendere la città inespugnabile all'attacco delle artiglierie militari quali quelle della grande armata della Lega di Cambrai. Fu quello del 1509 uno dei momenti più difficili e Venezia fu ad un passo dall'essere travolta. Ma nuove guerre non si combatteranno e quelle mura, perizia dell'ingegno militare, ne determineranno il definitivo assetto urbanistico. Nel 1545 nasce l'Orto Botanico, il più antico d'Europa, istituito con precisi scopi scientifici, nel quale sono raccolte e classificate ancor oggi numerose specie di piante medicinali. Verso la fine del secolo l'università vive la stagione illuminata dal genio di Galileo Galilei ed è edificato il famoso Teatro Anatomico. Il settecento vede la sistemazione attuale di Prato della Valle. Dopo un primo intervento di bonifica del terreno ancora in gran parte paludoso, il procuratore di Venezia, Andrea Memmo, ha in mente un progetto grandioso: un grande spazio aperto nel quale possano trovar posto le botteghe per la fiera e dove avvengano addirittura le corse dei cavalli. Ecco realizzata un'area verde, la cosiddetta isola Memmia, collegata alla piazza circostante da quattro maestosi ponti, interamente circondata da statue di uomini, soprattutto procuratori veneziani, che hanno dato il loro contributo alla storia della città. La capitolazione di Venezia, nel 1796, in seguito alla prima campagna napoleonica in Italia, conduce Padova alla dominazione francese e, poco dopo, a quella austriaca. Per lungo tempo la città è terreno di saccheggi, scorribande e devastazioni da parte degli eserciti stranieri. Unico segno positivo di quegli anni è la sistemazione della rete viaria e di alcuni importanti nodi cittadini, dovuta in gran parte all'opera dell'architetto Giuseppe Jappelli, autore del famosissimo Caffè Pedrocchi e nominato ingegnere municipale. La dominazione si conclude nel 1866 con l'annessione al Regno d'Italia. Pranzo presso il ristorante “Zairo” Prato della Valle 51 – Padova Menù Bis di primi (Risotto con carciofi - Penne all’arrabbiata). Un secondo (Arrosto di Stinco e Arista con Patate al forno e Rattatuia). Dessert. Acqua, vino e caffè. Telefoni di riferimento Silvio Gavioli: 3491350016 Katia Stolfinati: 3496635704 “Arte e Cultura Schivenoglia”