Natale 2015
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DESIDERIO DI FAR FESTA!
Iniziando questo nuovo Avvento che ci porterà al
Natale
di
Gesù,
a
tutti
i
preparativi
(presepi,
celebrazioni varie…) che ci aiutano a ricordare
l’evento straordinario che ha cambiato la Storia, non si
può non ricordare questi ultimi due anni.
Da due anni non si faceva più, ad esempio, la festa di
Natale con la recita delle ospiti, come pure le altre
feste durante l’anno; erano momenti per ritrovarsi
insieme, ospiti, famigliari, suore, operatori tutti e fare
non solo festa ma addirittura “celebrare la vita”!
Lo insegna anche Gesù in diversi episodi dei Vangeli
nei quali si narra di come desiderava stare tra gli amici
e fare festa.
E’ mancato in questo tempo un luogo comodo, dove
ritrovarsi a bere un caffè, a scambiare qualche parola
con
altri
famigliari;
mancava
la
preziosa
sala
polivalente, dove si fanno tante attività di gruppo
grande (ginnastica, cinema, tombola, la festa dei
compleanni…). Mancava il saluto delle suore in
portineria!
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E’ vero che le nostre ospiti forse si sono accorte poco
di queste “mancanze”, però mi fa riflettere molto
questo “vuoto” di feste…
Festa vuol dire desiderio di stare insieme tra fratelli e
sorelle, voglia di vivere, di gioire cantando insieme,
facendo memoria di anni, di esperienze.
Festa significa saper dare il giusto peso ai vari momenti
della vita, del lavoro e del riposo; significa dare spazio
alle relazioni.
Festa significa fermarsi e darsi un tempo per fare
memoria di qualche evento importante della nostra
vita, riconciliarsi con se stessi e con gli altri e ringraziare
il Signore di quanto ricevuto!
La festa, allora, non è tempo perso ma tempo
guadagnato con abbondanza di frutti nel quotidiano:
quanto bene stiamo dopo aver vissuto una bella festa
e con quanta gioia non solo lo ricordiamo ma lo
diciamo anche a coloro che incontriamo!.
Soprattutto oggi, in questo momento storico carico di
paure, angosce, povertà di sentimenti positivi più che
povertà economica, è necessario essere donne e
uomini gioiosi, che amano fare festa.
Il Natale di Gesù ci ricorda che Dio Padre non ha
rinunciato al suo disegno che viviamo da fratelli e
sorelle.
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In Gesù, Dio ha voluto farsi vicino a ciascuno di noi
condividendo la nostra vita terrena, solidale con i
meno considerati.
Fraternità, condivisione, solidarietà sono alcuni dei
doni del Natale di cui oggi più che mai abbiamo
necessità.
Nel prepararci al Natale, dunque, c’è una rinnovata
gioia che nasce dalla gratitudine verso il Signore che
ci ha chiamate a servirLo qui a Villa Bianca, in questo
preciso momento storico.
A ciascuno un caro augurio
di Buon Natale del Signore Gesù!
La fraternità
delle suore francescane di Cristo Re
di Villa Bianca
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BENI RELAZIONALI E RESPONSABILITÀ
CONDIVISA
Un anno di cambiamenti per Villa Bianca
E’ tradizione che alla fine dell’’anno si facciano i
consuntivi e a ben guardare il 2015 è stato un anno
ricco di novità e cambiamenti per Villa Bianca.
La riqualificazione di Villa Bianca
Innanzitutto ad aprile sono finiti i lavori riqualificazione
della nostra casa così oggi chi viene in Villa Bianca
trova il “vecchio sanatorio” che si è trasformato. Il
progetto di ristrutturazione è avvenuto attorno a un
piccolo ma fondamentale concetto: dare alle ospiti
un luogo caloroso e accogliente dove sentirsi a Casa.
Non deve in alcun modo vedersi l’Istituzione ma
semmai un ambiente famigliare. Villa Bianca è
divenuta oggi una Casa fatta da sei Case per 91 posti
letto per persone non autosufficienti. Una casa Tutta al
femminile 61 laiche e 30 religiose: Casa Frate Vento;
Casa Sorella Acqua; Casa Frate Sole; Casa Madre
Terra, Casa Sr. Serafina e casa Santa Chiara. Ogni
casa composta di 15 posti letto, ogni casa realizzata a
misura di persona.
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L’accoglienza e il calore è data dalla sensazione del
riconoscimento delle proprie radici, del proprio vissuto.
Troppe volte le case per anziani sono ambienti asettici
che diventano dei “non luoghi” dove la sensazione
dell’essere si vanifica e la non esistenza diventa
predominante.
Chi vive la Casa, ma anche chi vi entra per farvi visita,
deve trovare la pienezza della vita e non sperimentare
l’angoscia del vuoto. Villa Bianca vuole dunque essere
un “luogo” immerso nel suo territorio e favorire quello
scambio tra interno ed esterno che faccia sentire ogni
ospite, seppur bisognoso, cittadino partecipe e attivo
con un senso da esplicitare. Ed è per ciò che abbiamo
chiesto all’artista
Donata Dal Molin di decorare la
nostra entrata con un’opera su San Francesco, per
ricordare a chi entra la nostra identità e lo spirito con
cui ci avviciniamo nella cura al prossimo, e ai ragazzi
del Liceo Artistico di Vittorio Veneto di decorare la sala
soggiorno e il tunnel di collegamento con delle opere
che rievochino le radici delle nostre ospiti.
Ciao Giovanni!
A settembre Giovanni, il nostro Direttore, ci ha saluto in
cerca di nuove sfide in Casa Fenzi a Conegliano.
Giovanni ci ha lasciato molto, il suo modo di operare
oggi è ben radicato nella Casa. L’insegnamento più
importante che ci ha donato è che in ogni nostra
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azione deve venire messo in primo piano il benessere
della Persona e solo in un secondo tempo gli aspetti
tecnici-burocratici. Questa tensione verso la Persona ci
spinge sempre a ricercare nuove strade e a non
rifugiarci nella sicurezza di processi conosciuti. Ci ha
dunque portato a non temere il cambiamento ma
affrontarlo con il sorriso sapendo che tutta la Vita è
cambiamento e che quando agiamo con motivazioni
eticamente valide non dobbiamo temere ad essere
pionieri.
Giovanni comunque continua ad essere amico della
nostra Casa e periodicamente viene a farci visita, per
questo gli diciamo “Ciao Gio, grazie e alla prossima!”
Ciao dott. Caravita! Benvenuto dott. Ciofalo!
A novembre anche il dott. Caravita, medico di
struttura da 29 anni, ha deciso di percorrere altre
strade. Il dott. Caravita nel suo operare a Villa bianca
è sempre stato persona capace di accogliere i bisogni
delle nostre ospiti e di collaborare con tutta l’equipe in
un ottica multidisciplinare. Tutti sentiamo di ringraziarlo
e di augurargli un “in bocca al lupo” per la sua nuova
esperienza professionale.
Oggi in Villa Bianca ad occupare il ruolo di medico di
struttura è giunto il dott. Ciofalo, persona di elevata
esperienza professionale, che ha saputo entrare nella
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nostra organizzazione con estremo equilibrio tanto che
dopo poche settimane di lavoro lo sentiamo come
persona di casa a cui affidarci completamente.
L’equipe di Villa Bianca da dunque il suo più caloroso
benvenuto al dott. Francesco Ciofalo!
Stefano e Stefania
Il 2015 ha portato anche un nuovo direttore… sono io,
Stefano!
In tanti
mi
conoscono
perché
fino
a
settembre sono stato lo psicologo della Casa, ruolo
che viene oggi ricoperto dalla dott.ssa Stefania
Rampado. Stefania è persona di indubbie capacità
professionali e umane quindi so che il mio “vecchio”
servizio sarà ben ricoperto. Quanto a me so che la
sfida che mi aspetta è alta, Giovanni era in testa
quando mi ha passato il testimone… ora confido nel
sostegno di tutti affinché insieme, personale, ospiti e
familiari possiamo vincere le sfide che il futuro ci offre!
Stefano Drioli
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LAUDATO SI, MI’ SIGNORE
Discorso tenuto da Sr. Cecilia ( legale rappresentante dell’istituto Suore
Francescane di Cristo Re) in occasione dei festeggiamenti per la
ristrutturazione di Villa Bianca.
Buona sera!
Abbiamo insieme condiviso questo momento di festa e
di ringraziamento. per dire il nostro grazie al Signore e
con San Francesco cantargli di cuore: « “Laudato si,
mi’ Signore” perché compi sempre meraviglie» e
anche per la conclusione riuscita dell’opera di
ristrutturazione e riqualificazione di Villa Bianca.
Porto i saluti della Madre Generale, Madre Edite
Onghero presente spiritualmente, mentre è in visita alle
sorelle della missione in Africa Guinea Bissau e di tutte
le consorelle.
Saluto Sua Ecc. il Vescovo Mons. Corrado Pizziolo, che
ha voluto stasera essere con noi, il parroco di Tarzo,
Don
Zeno
Pessotto
che
ci
ospita
nella
chiesa
parrocchiale. Saluto i Direttori responsabili dei settori
sociali e amministrativi dell’ULSS 7 di Pieve di Soligo,
il Signor Sindaco di Tarzo, i suoi collaboratori, i Sindaci
dei comuni limitrofi. Saluto gli operai, le maestranze,
l’architetto Bergamo e i rappresentanti delle ditte
coinvolte nell’opera di ristrutturazione di Villa Bianca,
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saluto i dipendenti e i responsabili della ditta Sodexo
che gestisce la ristorazione.
Un particolare saluto e ringraziamento rivolgo al
Direttore Dr. Stefano Drioli, a tutti nostri dipendenti e
collaboratori in ogni settore di servizio, ai professionisti,
ai medici, alle ospiti e loro famigliari, ai volontari
dell’associazione “Eccomi” e alle mie consorelle,
soprattutto a quelle che sono state particolarmente
impegnate a seguire da vicino i lavori.
In questi due anni tutti hanno affrontato e attivamente
collaborato con generosità per rendere meno pesanti
le inevitabili difficoltà.
A nome di tutti, poi, rivolgo al Dr. Giovanni Sallemi un
francescano saluto e un sentito ringraziamento per
quanto è stato in mezzo a noi, in Villa Bianca.
Infine un saluto a tutti voi presenti.
Siamo contente di vivere insieme questo momento di
festa. Villa Bianca è una realtà del privato sociale, è
parte del territorio, ed è sempre stata una risposta di
servizi alla persona. Oggi nella società civile è
classificata come ‘azienda’, ma per il nostro Istituto è
una realtà attraverso la quale possiamo “prenderci
cura” di chi è nel bisogno ed esprimere il servizio ai
‘poveri ed umili’, sull’esempio di Gesù, che in loro
continua ad identificarsi.
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Negli anni varie sono state le trasformazioni sostenute
in Villa Bianca. Si è cercato di adeguarsi e rispondere
alla norme civili, sempre con l’obiettivo di mettere al
centro la persona.
Villa Bianca fa parte della grande famiglia dell’Istituto,
e come in ogni famiglia, si cerca di donare il meglio
soprattutto ai più ‘piccoli’. Anche in questa nostra
struttura la Congregazione ha affrontato spese e sfide,
senza aiuti statali o altro, con l’unico scopo di
migliorare e umanizzare i servizi e gli ambienti per
rendere più sereni e confortevoli i giorni di vita delle
persone che la abitano.
Villa Bianca è un centro di servizi per persone non
autosufficienti. Ci auspichiamo che lo spirito che ha
animato le tante sorelle che hanno prestato il loro
servizio e ora sono anziane e malate, dei collaboratori
e dipendenti ora in pensione, continui ad essere vivo e
innovativo in tutti coloro che oggi operano in Villa
Bianca. Che questo servizio svolto con
umiltà e
semplicità sia sempre presente nella nostra opera
perché continui ad essere ‘storia d’amore’: è il nostro
augurio. Per questo il nostro impegno.
Al Gruppo musicale “ La meridiana” che ci aiutano a
cantare il nostro “ Laudate e servite”, un grazie.
Con S. Francesco, auguriamo a tutti “PACE E BENE”.
Grazie
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“E’ DONANDO CHE SI RICEVE”
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ECCOMI
L’associazione di volontariato Eccomi è nata quasi
due anni fa, il 25 gennaio 2013, grazie ad alcune
persone che già prestavano questo prezioso servizio in
Villa Bianca; altre volontarie si sono aggiunte in questi
anni.
Eccomi è iscritta regolarmente al Registro regionale
delle Associazioni di volontariato, ha uno statuto
proprio
e
fa
parte
del
Coordinamento
per
il
volontariato della Sinistra Piave.
Quali sono le finalità dell’associazione? Il nome è già
chiaro: sono persone che rispondono a una chiamata
interiore – Eccomi -, un sentirsi portati verso gli altri,
mettersi accanto al prossimo, in modo particolare gli
anziani, donando un sorriso, una carezza, una parola;
ma anche vivendo insieme momenti belli come quelli
del laboratorio dove si fanno tante attività interessanti
(cucito, cucina, pittura), si beve il caffè insieme,
oppure le uscite estive, le feste. Sono occasioni
preziose dove coltivare relazioni gratuite, che fanno
“stare bene” le persone, sia ospiti che volontarie.
Queste ultime, infatti, portano “dentro”, per così dire,
notizie del paese, saluti di conoscenti, che fanno
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sentire le ospiti ancora parte della comunità d’origine,
del paese. Le ospiti, senza saperlo, diventano maestre
di vita aiutando le volontarie a crescere in sensibilità,
attenzione, umanità, solidarietà.
Le volontarie diventano “ponti” preziosi, capaci, di
portare buone parole di vita – siamo anche nel
periodo d’Avvento che ci prepara al Natale che è il
Buon Annuncio per eccellenza della nostra Salvezza –
alle nostre ospiti e, viceversa, a quanti incontrano in
paese.
Ma chi sono e qual è il loro servizio?
Mirella, Marina, Maristella, Miranda, Rita, Maria Rosa,
Laura e Vittoria sono le volontarie che vediamo spesso
in Villa Bianca: le prime quattro si affiancano al servizio
educativo, in modo particolare ad Alessandra nel
laboratorio del giovedì pomeriggio, altre aiutano per
la cena le ospiti che non sono autonome nel
mangiare; c’è chi si occupa della cura della persone
(ci sono ospiti che non hanno famigliari), e chi mette a
servizio le proprie competenze come infermiera.
A loro va tutta la nostra gratitudine e riconoscenza per
il fedele servizio!
Va sottolineato che il loro è davvero un servizio
gratuito (a dire il vero oggi molto volontariato non è
veramente gratuito): l’associazione Eccomi nel suo
costituirsi non ha voluto mettere alcuna tessera di
adesione che consenta di coprire rimborsi per spese
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varie, poiché riconosce che chi vi fa parte già offre
tempo, energie, competenze, cuore. Per coprire le
spese assicurative, ad esempio, partecipa ad alcuni
eventi nel territorio, come quella di Cison di Val Marino
il 25 aprile e a Tarzo “Lo spirito degli antichi sapori” a
settembre, dove oltre a promuovere l’associazione
vende qualcosa per raccogliere ciò che serve a
mantenere la stessa.
Quella che sembra una piccola realtà di Villa Bianca
ha, invece, una rilevanza sociale notevole: sentimenti,
atteggiamenti e scelte concrete di solidarietà, di
benevolenza, di gratuità vissuti da poche persone
hanno la capacità di diffondersi in tutta la società,
proprio perché il volontario vive uno stile di vita che è
capace di diventare contagioso
(senza fare grandi
cose, anzi proprio nella quotidianità).
E’ di questo che necessita la società oggi, nella quale
sembra
che
sia
l’inquietudine,
l’indifferenza,
la
superficialità a vincere.
Eccomi è aperta ad accogliere chiunque desideri fare
esperienza di volontariato tra le nostre ospiti anziane,
offrendo anche la possibilità di partecipare a corsi di
formazione
per
volontari
che
si
organizzano
annualmente.
C’è spazio davvero per tutti, senza timore di non
essere capaci… Ci penseranno le nostre meravigliose
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ospiti ad accogliere con gioia chiunque si avvicini loro
con affetto sincero!
Quella del volontario è un’occasione preziosa per
crescere umanamente e spiritualmente: è solo così
che ciascuno di noi si realizza come persona, quando
nella gratuità offre all’altro il meglio di sé scoprendo di
ricevere il centuplo!
Sr. Antonella
Vice presidente
Associazione di volontariato
Eccomi
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UN ANNO … “STRAORDINARIO”
Colpito e affondato!!. Da bambino giocavo a guerra
navale, un gioco in cui bisognava indovinare dove
erano nascoste le navi del nostro avversario disegnate
su
un
foglio
a
quadretti.
Quando
l’avversario
indovinava l’ultimo quadratino della tua nave dovevi
dire per l’appunto “colpito e affondato”. E’ questo il
mio stato d’animo quando ho sentito per la prima
volta l’annuncio in cui Papa Francesco indiceva il
giubileo straordinario della misericordia.
La misericordia di Dio, quel sentimento di compassione
e pietà per l’infelicità e la sventura altrui che induce a
soccorrere, a perdonare, a non infierire e giudicare.
Quell’amore incondizionato che tutto e tutti perdona,
che tutto e tutti aiuta, che tutto e tutti ama.
Colpito e affondato. Mi sento lontano anni luce da
questa capacità di amare, di non giudicare, di
perdonare
affascinato,
ma
al
oserei
contempo
dire
mi
sento
innamorato
di
attratto,
questo
AMORE..con tutte le lettere maiuscole.
“Il vangelo ci insegna che la luce non combatte
contro le tenebre ma si limita a splendere”. Credo che
il messaggio di Cristo stia tutto in questa frase. Non
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combattere il male con il male, l’offesa con l’offesa, la
violenza con la violenza ma “limitarsi” a splendere
d’amore. Averne di questi limiti.
Colpito e affondato dicevo ma non vinto. Essere
misericordiosi come il Padre è la mia, la nostra meta e
come dice Papa Francesco fa parte di un cammino,
di un viaggio che ogni cristiano compie ogni giorno
della sua vita. Ogni giorno ci capita di giudicare, di
offendere
ma
ogni
giorno
abbiamo
anche
la
possibilità di perdonare, di amare e di renderci
misericordiosi.
Non so bene per quali ragioni il Papa abbia indetto
questo giubileo straordinario. Mi pare però di capire
che per Papa Francesco la misericordia sia il vero volto
di Dio, e che questo volto sia, se non dimenticato,
sicuramente un po’ trascurato da molti cristiani (io per
primo) e anche da una parte della chiesa.
Prendiamo sul serio questa grande occasione, questo
grande regalo che Dio attraverso il Papa ci dona.
Sforziamoci ogni giorno di compiere un atto di
misericordia e quest’anno sarà davvero ……
…UN ANNO STRAORDINARIO
Franco
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NUOVE TECNOLOGIE PER VILLA
BIANCA
UNCAP -
Un progetto europeo per migliorare la
Qualità di Vita delle persone anziane attraverso l’uso
delle tecnologie
Negli ultimi anni si è passati dal tradizionale modello di
Casa di Riposo, legato ad un’offerta di natura per lo
più residenziale e assistenziale, al concetto di Centro di
Servizio in cui l’anziano dovrebbe trovare una risposta
globale ai bisogni dell'anziano. Il nostro Centro di
Servizio “Villa Bianca” si è inserito pienamente in
questo
processo
di
cambiamento
trasformando
gradualmente la vision e aprendo nuovi spazi di
pensiero sulla propria operatività (procedure) e su
come questa possa conciliarsi con un miglioramento
della Qualità di Vita delle ospiti. Dai confronti, interni
all'equipe ed esterni con gli altri Centri di Servizio, è
emerso
che
in
ambito
geriatrico
sempre
più
frequentemente vengono adottati oltre a metodi
contenitivi palesi (fisici e farmacologici) anche metodi
contenitivi
quell’anziano
“mascherati”.
Pensiamo
costretto
carrozzina
in
infatti
che
a
viene
accostato al tavolo bloccando le ruote. In linea
teorica non è contenuto ma ha le facoltà di sbloccare
la carrozzina e di muoversi? Allo stesso modo l’anziano
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accostato al tavolo ha la possibilità di spostare la sedia
ed alzarsi? Se prendessimo dunque in considerazione
tutti i casi di contenzioni “mascherate” potremmo
accorgerci che le attuali stime sono sottodimensionate
rispetto a questo fenomeno che limita la libertà
individuale
aumentando
i
comportamenti
problematici e la sintomatologia depressiva e dunque
peggiorando la Qualità di Vita degli anziani residenti in
struttura. Quali sono i motivi di questo uso massivo di
contenzioni? Certamente una delle cause è da
ricercarsi
nel
cambiamento
dei
profili
della
popolazione residente nei Centri di Servizio che va ad
aumentare
il carico di lavoro degli operatori socio-
sanitari sempre più impegnati nei compiti di assistenza
attiva con conseguente diminuzione dei tempi previsti
per la supervisione degli utenti.
L'equipe si è posta dunque come obiettivo quello di
diminuire il numero di contenzioni e i carichi di lavoro e
il suo progetto è stato inserito tra quelli meritevoli di
essere
inseriti
nel
Progetto
UNCAP
promosso
e
finanziato dall'UE per i nuovi progetti che prevedono
l'uso di tecnologie per migliorare la vita delle persone.
Il progetto ha preso il via lo scorso gennaio con un
workshop a Rovereto dove alcuni servizi come il nostro
provenienti da tutta Europa (Italia, Grecia, Slovenia,
Germania, Austria, Romania) hanno incontrato i
“fornitori” di tecnologia (Università di Trento, Atene,
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ecc.) per chiarire i bisogni che devono essere
soddisfatti. Villa Bianca in particolare ha espresso il
bisogno di quantificare in maniera puntale e anche
prospettica i carichi di lavoro per nucleo per poter
meglio pianificare l'assistenza liberando risorse per
dare maggior supervisione e quindi libertà alle ospiti.
Inoltre ha chiesto di poter avere a disposizione una
serie di sensori di rilevamento che segnalino in tempo
reale gli spostamenti degli ospiti in modo da poterli
lasciare senza contenzioni ma allo stesso tempo
“sorvegliati”. Questo sistema di tracciamento unito al
Sistema Informatico in uso potrebbe dare anche una
misura di quanto l'ospite si muove nel centro fornendo
quindi un ulteriore indicatore (“attività autonoma”)
della qualità di vita dell'ospite. Al momento infatti il
nostro Sistema
Informatico traccia solo le attività
formali fatte dagli operatori. Il progetto avrà termine
nel dicembre 2017. Dopo tale data potremmo fornire
tutti i risultati.
Stefano Drioli – Direttore Villa Bianca –
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AMICI ANIMALI A VILLA BIANCA
Fin dall'antichità gli animali da compagnia hanno
sempre rivestito un importante ruolo affettivo non di
rado terapeutico. Un rapporto complesso e delicato
che si sta di recente rivalutando, ovvero sta trovando
una strutturazione metodologica e impieghi anche
terapeutici mirati a specifiche psicopatologie.
Studi hanno valutato l'impatto terapeutico degli
animali da compagnia. La maggior parte ha saggiato
l'effetto dell'animale su persone disturbate, depresse,
su portatori di handicap o sugli anziani. Il centro di
servizi di Villa Bianca è stato pensato ed organizzato in
sei piccoli nuclei per ricreare un ambiente familiare,
intimo e il calore di casa. La casa, luogo di vita, in cui
spesso le nostre ospiti hanno vissuto in compagnia di
animali; ecco il motivo di sperimentare un ambiente
della
quotidianità
domestica
con
la
naturale,
empatica relazione con piccoli animali, un contatto
semplicemente spontaneo per rilassarsi e trovare
conforto nella relazione con un altro essere vivente.
Gli obiettivi di questo sperimentale progetto sono:
- Risvegliare il senso di cura e responsabilità,
in
quanto gli animali sono esseri viventi attivi.
- Favorire il rapporto uomo – animale, affettivo ed
emozionale, in grado di arrecare benefici emotivi
21
e psicologici, dare un senso di attaccamento ed
empatia.
- -Aumentare la stimolazione mentale che si verifica
grazie
alla
comunicazione
con
l’altro,
alla
rievocazione dei ricordi, all’intrattenimento, al
gioco, fattori che riducono il senso di alienazione
ed isolamento.
- Generare momenti di facilitazione sociale in
quanto la presenza di un animale domestico,
spesso, costituisce un’occasione di interazione con
altre persone.
- Ridurre gli stati di agitazione e regolare il tono
dell’umore.
Nella
casa
Sorella
Acqua
è
stata
scelta
la
sperimentazione dell’acquario. Guardare i pesci che
nuotano a ritmo lento ed armonioso, osservarne la vita
svuota la mente dalle preoccupazioni e dai timori
trasmettendo calma e benessere. L’acquario non a
caso nella casa sorella Acqua perché come il nome
suggerisce serviva anche a connotare ancor di più la
casa insieme alla scelta del colore del nucleo e quindi
a personalizzare ogni casa, ogni spazio di vita.
Nella casa Frate Vento, come veicola l’immagine del
vento abbiamo scelto un canarino. Il canarino da
sempre allieta le case di molte persone perché potersi
prendere facilmente cura, per la sua bellezza e il suo
armonioso canto che allietano e donano benessere.
22
Nella casa Frate Vento è stato scelto di posizionare la
gabbietta nel soggiorno in una posizione centrale per
facilitare il contato e la relazione con il canarino.
Nella casa Madre Terra è arrivata una gattina che
viveva randagia nelle vicinanze della casa e che si è
sempre più avvicinata alla casa in cerca di cibo.
Spontaneamente operatori ed ospiti hanno avvicinato
la gattina che si è dimostrata disponibile al contatto
con l’uomo, da qui l’idea di adottarla, anziché trovarle
una famiglia affidataria.
Le caratteristiche che rendono i gatti idonei a
sperimentare questo progetto di cura attraverso gli
animali sono correlate al fatto che sono molto sensibili
alla qualità dello spazio in cui vivono, e trascorrono
molto tempo nel loro ambiente domestico.
Hanno poche esigenze e un carattere calmo e
tranquillo che favorisce un intensa interazione con il
paziente. Il nucleo Madre Terra inoltre è strutturato con
un grande terrazzo, collegato con il cortile esterno ed il
boschetto, ciò potrebbe facilitarci dal punto di vista
della cura dell’igiene del gatto.
A gennaio partirà, inoltre, il progetto di PET THERAPY,
sono previsti 10 incontri di gruppo, della durata di 60
minuti.
23
Gli incontri saranno condotti dalla Dott.ssa Carraro
Alessandra (Pet Operator) veterinario dell’ULSS 7,
affiancata dagli educatori Alessandra e Franco e dalla
psicologa Stefania.
I cani (Pet Partners) coinvolti nel progetto saranno due:
 “Dora”, 6 anni, meticcia di piccola taglia
 “Bolla”, 4 anni, border collie
Entrambi i cani hanno già lavorato in progetti di Pet
Therapy presso strutture per anziani.
Dora e Bolla sono provviste di microchip e libretto
sanitario, vengono regolarmente vaccinate per la
rabbia
e
costantemente
controllate
da
possibili
malattie parassitarie (acari, pulci, zecche).
Va, inoltre, specificato che in ogni seduta i cani
verranno osservati nella loro attività dal veterinario
referente del progetto, il quale ne dà una valutazione
sanitaria (valutazione del mantello e dello stato fisico
generale) e una psicologica (valutazione dei fattori di
stress).
Gli incontri avranno luogo tutti i mercoledì alle ore
10:00 e saranno strutturati in tre differenti fasi, le quali
non
saranno
rigidamente
imposte,
dipenderà dalle risposte del gruppo:
24
al
contrario
1. FASE
DI
APPROCCIO
UTENTE-ANIMALE:
il
veterinario mostrerà le modalità di approccio al
cane;
2. FASE LUDICA: attività pratica del veterinario con il
cane;
3. FASE DI STIMOLAZIONE COGNITIVA: attività di
stimolazione cognitiva svolta dall’equipe con le
ospiti;
4. FASE EPIMELETICA: attività di cura del cane da
parte dell’anziano.
…i n attesa che arrivi il nostro nuovo dottore a quattro
zampe auguriamo a tutti Buon Natale!!!
Alessandra
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MEMORIA E INVECCHIAMENTO
La memoria è una capacità cognitiva che, al pari di
altre
funzioni,
con
l’invecchiamento
subisce
dei
cambiamenti.
Ogni periodo della vita è caratterizzato da guadagni e
perdite:
ad
esempio
il
bambino
che
diventa
adolescente perde la dipendenza dai genitori ma si
emancipa ed impara a muoversi da solo nel mondo,
quando poi diventa adulto perde la condizione di
studente e diventa un lavoratore con la propria
famiglia. Si può dire che la vita stessa è fatta di
guadagni e perdite.
Questo principio vale anche per la memoria, capacità
che nella vecchiaia crea non poche ansie: molti
dicono che con “l’età si perde la memoria”, ma non è
affatto naturale che ciò avvenga o, per meglio
precisare,
non
è
che
la
memoria
si
perda,
semplicemente, come per altre funzioni, essa subisce
dei cambiamenti.
Da un lato essa si arricchisce in seguito all’estesa
esperienza di vita e alle molte conoscenze acquisite
nel corso degli anni: si parla in questo caso di memoria
semantica, ossia del bagaglio di conoscenze culturali,
letterari e matematiche scientifiche, geografiche e
così via .
26
Dall’altro si assiste ad un rallentamento di alcune
abilità mentali che influiscono sulla memoria:
- restringimento dell’attenzione (non si riesce più a
svolgere due azioni contemporaneamente come
a vent’anni);
- maggior difficoltà a inibire informazioni irrilevanti,
che si traduce come aumento della distraibilità (se
si sta svolgendo un’azione e viene in mente
un’altra cosa, è facile non ricordarsi quello che si
stava
facendo,
oppure
se
ci
sono
rumori
disturbanti, non si riesce a fare a meno di
ascoltarli);
- rallentamento
della
velocità
di
elaborazione
dell’informazione (ad esempio ci vuole più tempo
per fare dei calcoli a mente, oppure ci vuole più
tempo per ricordare un nome o una parola).
Accanto a questi fattori è molto influente il tono
dell’umore nelle prestazioni di memoria: si sa ad
esempio che la depressione è nemica della memoria
e dell’attenzione.
Anche le conoscenze su come la memoria funziona,
sono importanti: se si
conoscono i
meccanismi
attraverso i quali avviene l’immagazzinamento e il
richiamo dei ricordi e le modificazioni con l’età, sarà
più facile correre ai
ripari quando si verificano dei problemi o, viceversa,
non allarmarsi per poco.
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Non sono inoltre da sottovalutare le idee che ognuno
ha sulla propria memoria, ossia se la considera buona
o scarsa: questo influisce sul risultato.
Comunque sia è ben noto il detto che “se non la usi la
perdi” e allora per tenere in funzione una buona
memoria
anche nella vecchiaia, è consigliabile
seguire alcuni suggerimenti:
- leggere, scrivere, fare cruciverba
- fare frequentemente qualcosa di nuovo, anche
piccole cose come un percorso di passeggiata
diverso, una nuova ricetta in cucina
- usare
delle
tecniche
di
memoria
come
associazione di nomi e immagini, oppure aiutarsi
con delle note scritte su biglietti, o sul calendario
per gli appuntamenti
- alla sera a letto cercare di riepilogare quello che si
è fatto nella giornata
- diventare curiosi, ossia esercitare l’attenzione a
cogliere quanti più particolari possibili di un
ambiente o persona o cosa, ecc.
- giocare con i nipoti, raccontare fiabe, o ricordi
della propria storia
- passeggiare, divertirsi, stare con i famigliari e gli
amici, tutto ciò
aiuta a fare sentire meglio le
persone, e se le persone si sentono bene è più
probabile che anche la loro memoria ne risenta
positivamente.
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BISCOTTI DI NATALE GLASSATI
AL CIOCCOLATO DELLE SEGRETARIE
E’ Natale e bisogna essere più buoni, quindi abbiamo
pensato di addolcire un po’ tutti con dei buoni
biscottini facili facili da preparare. Di seguito riportiamo
la ricetta:
Ingredienti per circa 25/30 biscotti

300 gr di farina 00

125 gr di zucchero semolato

125 gr di burro

2 uova

1 cucchiaino di lievito per dolci
Per la glassa

200 gr di cioccolato fondente

50 gr di burro
Per decorare

zuccherini e codette colorate
Preparazione
Lasciate
ammorbidire
il
burro
a
temperatura
ambiente. Mettete in un recipiente farina, zucchero,
uova, lievito e burro a fiocchetti ed amalgamate
velocemente fino ad ottenere una pasta liscia ed
omogenea… ma non bisogna lavorarla troppo, se no
diventa appiccicosa.
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Fatene
una
palla,
ricopritela
con
la
pellicola
trasparente e fate riposare l’impasto un’oretta in
frigorifero.
Riprendete la pasta e stendetela col mattarello a circa
3/4 mm di spessore.
Formate i biscotti con le formine che avete a
disposizione (in mancanza usate una tazza o un
bicchiere). Mano a mano che li formate poneteli in
una placca ricoperta con carta da forno.
Cuoceteli in forno per 10/15 minuti a 180°. Tirate fuori i
biscotti quando cominciano a dorarsi, quindi sfornateli
e metteteli a raffreddare.
Nel frattempo preparate la glassa sciogliendo a
bagnomaria il cioccolato fondente a pezzetti insieme
al burro.
Girate con un cucchiaio di legno fino a che il
cioccolato non si sarà completamente sciolto.
Immergete la metà di ogni biscotto nella cioccolata
fusa e poggiateli su una teglia, coperta da carta
forno, a solidificare.
Prima però decorate a piacere con zuccherini e
codette colorate.
Adesso che avete la ricetta potete farli. Se volete,
passate in ufficio con qualche biscotto e volentieri vi
daremo
il
nostro
parere
su
come
vi
sono
riusciti….Anche il direttore si offre come assaggiatore.
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Ed ora un prima degli auguri un po’ di buon umore!!!
Lo sai che medicina usa Babbo Natale se una renna
della slitta cade e rimane a gambe all’aria? Il
Volta…ren!
Qual’è il colmo per la Befana? Non saper giocare a
scopa
Colmo per Babbo Natale: essere arrestato perché
preso con le mani nel sacco
Qual’è il colmo per l’albero di Natale? Essere conciato
per le feste
Perché la Befana ama vedere i quiz in tv? Perché
fanno domande incalzanti
Colmo per babbo natale .. tirare un sacco di pacchi a
tutti
Perché le renne vivono al Polo Nord? Perché lì c’è il
ghiaccio pe…renne
Perché il cammello dei Re Magi è così veloce? Perché
viaggia a tutta mirra!
Babbo Natale è costretto a sospendere il servizio. E’
stato improvvisamente colto da una colica rennale!
Un padre parla del Natale al proprio figlioletto:
"Babbo Natale porta giocattoli ai bambini buoni. Sai
che
cosa
porta
a
quelli
cattivi?"
"Vestiti!"
PER
FINIRE
COME
SEMPRE
NON
CI
RESTA
CHE
AUGURARE A TUTTI BUONE FESTE.
Le segretarie Luisa e Serena
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QUALITA’ DI UNA MATITA
Sulle qualità della matita voglio citare un brano del
dialogo tra una nonna e suo nipotino, tratto dal libro di
Paolo
Coelho
"Come
il
fiume
che
scorre":
“…La nonna tenendo in mano la matita con la quale
abitualmente scrive i suoi ricordi dice al nipotino:
"...Tuttavia, più importante delle parole, è la matita
con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando
sarai cresciuto." Incuriosito il bambino guardò la
matita, senza trovare alcunché di speciale. "Ma è
uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia
vita!" "Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose.
Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a
trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in
pace con il mondo.
Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai
dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi
passi. "Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli
deve
condurti
sempre
verso
la
Sua
volontà.
Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere
la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che
provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine,
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essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare
a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un
uomo
migliore.
"Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare
una gomma per cancellare ciò che è sbagliato.
Correggere un'azione o un comportamento non è
necessariamente
qualcosa
di
negativo:
anzi,
è
importante per riuscire a mantenere la retta via della
giustizia.
"Quarta qualità: ciò che è realmente importante della
matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la
grafite della mina racchiusa in essa.
Dunque, presta sempre attenzione a quello che
accade
dentro
di
te.
"Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia
sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai
nella vita lascerà una traccia: di conseguenza,
impegnati per avere piena coscienza di ogni tua
azione."
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LABORATORI 2015
Artisti al lavoro
Pausa caffè dopo tanto lavoro
Laboratorio di cucina… biscotti per tutti!!!!
E’ primavera….prepariamo l’orto…
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Orgogliose della nostra aiuola…
Taglia e cuci
EVVIVA IL TEATRO
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LE NOSTRE FESTE
Ma che bel gattino….
Ridi che ti passa…..
Festa della mamma..quante torte
Torta della mamma. 1°classificata
Castagnata: Coro Mesulano
Sbuccia sbuccia le castagne
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LE NOSTRE USCITE
Nella vecchia fattoria…….. ……………IA IA OOOOOOOOOO
Alla fiera degli antichi sapori
Al museo della battaglia
Al museo del Bacco da seta
Ai giardini di Vittorio Veneto
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EL NADAE DE NA OLTA
A me torna spesso in mente
Chi i fasea un tal ciareto
el Nadae dei nostri passati
da
ani
eterne.
ricordare
e
requie
senza tante robe inutili
ma impregnà de valori
Quanto fredo mama mia
umani.
fora, jn leto e nele stanze
con le man, i piè e le rece
tuti pieni de buanze.
Gli auguri che se fasea
i gera proprio i veri auguri,
Gera tuto un gran daffare
fati sensa tante invidie
azercar tronchi de legno
ma con sentimenti puri.
muscio, paia, e altre robe
da usar con un po’
No ghe gera d’altra parte
d’ingegno.
proprio gnente da invidiare,
parchè se gera tuti insieme
Però tute ste tristezze
so a stessa barca in mezo al
le spariva per incanto,
mare.
quando se fasea el presepio
par quel giorno tanto santo.
Dapartuto gran miseria
pochi schei par le scarsele
Un legno gobo par far la
e la luce un dentro in casa
capana
la se fasea co le candele.
co dentro el bue e l’asinello
San Giuseppe e la Madona
Opur ghe gera lumini a oio
e in mezo el Santo
al carburo o le lucerne,
Bambinelo
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Un p’ò de sabia par deserto
“Nella piccola Betlemme
pastori e tante piegorete,
in una fredda mangiatoia,
nel canton un lagheto finto
nasserà il Divin Bambino
con dentro tante bele
portator di pace e gioia”
ochete.
Giorgio Salvalaggio
Par finil su la capana
(parente)
la cometa vegnea piantà
con la scrita “pace in tera
a quei de bona volontà.
Sodisfati de quanto fato
se se vardava un po’ estasià
ma te vegnea un gropo in
goa
che te assava senza fià.
Se pensava con tristezza
a quel poro Bambinello,
che tuto nudo e senza fasce
stava li al fredo e al gelo.
Come quasi no se savesse
che tuto questo gera scrito,
e gera proprio tuto quelo
che i profeti gavea predito
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“LA MODA DE NA OLTA..”
“ Un par la festa e un par èl lavoro..” ecco tutti i
vestiti che si ricorda nonna Maria. Con sorpresa ho
scoperto che parlare del vestire di un tempo ti dà
un’idea
chiara
della
cultura
e
della
situazione
economica in cui le nostre nonne sono vissute.
“Na olta le femene no le usea le braghe come incò..”
dice la Rosa. “ Se usea solche le cotole…e anca
longhe”. Maria ci confessa che “ mi no ho mai mess sù
un per de braghe..”. Insomma la donna una volta
vestiva solo con le gonne lunghe almeno fin sotto i
ginocchi. Poi una “ blusa o camicetta”. D’inverno per
rimanere più calde “ se usea le calze grose de lana e
maion fati in casa”.
Un fatto importante ce lo ricorda nonna Bruna, “
na olta se fensi quasi tut in casa, cotole, vesti, calzet,
maion. Era raro che si andasse al negozio per
comperare qualcosa, e quando occorreva un vestito
particolare si andava dalla sarta del paese.
Un ospite osserva, “ na volta se sé pasea le robe da
fradel in fradel e così mi che era la pì cena de 10
fradei me rivea tute robe taconade”. Anche oggi, in
parte c’è questa usanza solo che per fortuna le cose
al massimo arrivano di seconda mano “ de sicuro no
piene de tacon, ades i trà tut in te le immondizie…”.
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Qualcuno ricorda che “ le femene le usea la traversa
ol traverson tut èl dì, ades no te ghen vede pì una”.
L’uso della “traversa” era dovuto al fatto che
lavorando tutto il giorno in cucina o nei campi
potevano facilmente sporcare e consumare il vestito.
Ancora oggi si vedono alcune vecchiette sempre con
la loro traversa al collo.
Altra cosa sparita dall’uso quotidiano è il velo e la
“veleta”. “ Co te era sui dodese ani par andar in cèsa
se metèa su èl velo o la veleta (velo più piccolo a
forma di triangolo) de color bianco o nero.
“ Par farse bèe se usea dei bei foulard coloradi”, e
nonna rosa, “ me ricorde che ghe n’avè un tut dipinto
co le rose e viole..e l’usè solche par la festa”.
Specialmente d’inverno le donne usavano mettere un
fazzoletto sulla testa per ripararsi dal freddo. Altro
indumento molto usato erano le sottovesti, “ co la
sottoveste se stèa pì caldi e èl vestì èl caschea meio”.
E c’è chi si ricorda che “ me nona l’usea le mudande
longhe fin sui denoci e coi boton…”
E gli uomini??… “ i comprea si e nò un pèr de braghe
all’ano par èl lavoro e un l’atro pèr par la festa”. “ i
costumea girar sempre co la Iacheta o col pàstran, na
camisa èl gilèt”. Ah era molto in uso il cappello.
E le scarpe?? “ un per par la festa e un pèr par
lavorar”…ma tutte concordano con Carmela, “ che
scarpe po’!.. se usea le zocole co soto le broche par
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no consumarle…o se no le dalmede che l’era quele
serada par star pì caldi”.
Insomma, si capisce bene che il vestire di una volta
era dettato oltre che dalle leggi morali e religiose del
tempo anche dalle condizioni di povertà cui riversava
la maggior parte della popolazione.
portava
ad
una
serie
di
Tutto questo
conseguenze
ed
atteggiamenti che avevano i suoi pro e contro.
Mi viene in mente il riciclo dei vestiti, al fatto che le
ragazze imparavano a cucire e a farsi le maglie….al
fatto, che forse non esisteva il “vestire alla moda” dei
giorni nostri. Poter recuperare qualcosa di queste cose
non sarebbe male.
Franco
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“ I PROVERBI DE ME NONA…”
Magnar al caldo e dormir al fredo..
A cambiar moliner, se cambia ladro
Un legno sol no l’arde..
Su l’afitto no casca la tempesta…
Le campane no le sona se no ghe ne qualchedun
che le tira
La carità la scominzia da mi..
El pan fora de casa, o le masa salà o masa desavì
Dove no se vol andar..toca còrer
In lèt bonora e su bonora manda èl medico in
malora
I morti i vèrze i oci ai vivi…
La vita le màsa curta par bever vin cativo..
Soto i colori..stà i dolori..
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Arcobaleno 2015