Natale 2015 1 DESIDERIO DI FAR FESTA! Iniziando questo nuovo Avvento che ci porterà al Natale di Gesù, a tutti i preparativi (presepi, celebrazioni varie…) che ci aiutano a ricordare l’evento straordinario che ha cambiato la Storia, non si può non ricordare questi ultimi due anni. Da due anni non si faceva più, ad esempio, la festa di Natale con la recita delle ospiti, come pure le altre feste durante l’anno; erano momenti per ritrovarsi insieme, ospiti, famigliari, suore, operatori tutti e fare non solo festa ma addirittura “celebrare la vita”! Lo insegna anche Gesù in diversi episodi dei Vangeli nei quali si narra di come desiderava stare tra gli amici e fare festa. E’ mancato in questo tempo un luogo comodo, dove ritrovarsi a bere un caffè, a scambiare qualche parola con altri famigliari; mancava la preziosa sala polivalente, dove si fanno tante attività di gruppo grande (ginnastica, cinema, tombola, la festa dei compleanni…). Mancava il saluto delle suore in portineria! 2 E’ vero che le nostre ospiti forse si sono accorte poco di queste “mancanze”, però mi fa riflettere molto questo “vuoto” di feste… Festa vuol dire desiderio di stare insieme tra fratelli e sorelle, voglia di vivere, di gioire cantando insieme, facendo memoria di anni, di esperienze. Festa significa saper dare il giusto peso ai vari momenti della vita, del lavoro e del riposo; significa dare spazio alle relazioni. Festa significa fermarsi e darsi un tempo per fare memoria di qualche evento importante della nostra vita, riconciliarsi con se stessi e con gli altri e ringraziare il Signore di quanto ricevuto! La festa, allora, non è tempo perso ma tempo guadagnato con abbondanza di frutti nel quotidiano: quanto bene stiamo dopo aver vissuto una bella festa e con quanta gioia non solo lo ricordiamo ma lo diciamo anche a coloro che incontriamo!. Soprattutto oggi, in questo momento storico carico di paure, angosce, povertà di sentimenti positivi più che povertà economica, è necessario essere donne e uomini gioiosi, che amano fare festa. Il Natale di Gesù ci ricorda che Dio Padre non ha rinunciato al suo disegno che viviamo da fratelli e sorelle. 3 In Gesù, Dio ha voluto farsi vicino a ciascuno di noi condividendo la nostra vita terrena, solidale con i meno considerati. Fraternità, condivisione, solidarietà sono alcuni dei doni del Natale di cui oggi più che mai abbiamo necessità. Nel prepararci al Natale, dunque, c’è una rinnovata gioia che nasce dalla gratitudine verso il Signore che ci ha chiamate a servirLo qui a Villa Bianca, in questo preciso momento storico. A ciascuno un caro augurio di Buon Natale del Signore Gesù! La fraternità delle suore francescane di Cristo Re di Villa Bianca 4 BENI RELAZIONALI E RESPONSABILITÀ CONDIVISA Un anno di cambiamenti per Villa Bianca E’ tradizione che alla fine dell’’anno si facciano i consuntivi e a ben guardare il 2015 è stato un anno ricco di novità e cambiamenti per Villa Bianca. La riqualificazione di Villa Bianca Innanzitutto ad aprile sono finiti i lavori riqualificazione della nostra casa così oggi chi viene in Villa Bianca trova il “vecchio sanatorio” che si è trasformato. Il progetto di ristrutturazione è avvenuto attorno a un piccolo ma fondamentale concetto: dare alle ospiti un luogo caloroso e accogliente dove sentirsi a Casa. Non deve in alcun modo vedersi l’Istituzione ma semmai un ambiente famigliare. Villa Bianca è divenuta oggi una Casa fatta da sei Case per 91 posti letto per persone non autosufficienti. Una casa Tutta al femminile 61 laiche e 30 religiose: Casa Frate Vento; Casa Sorella Acqua; Casa Frate Sole; Casa Madre Terra, Casa Sr. Serafina e casa Santa Chiara. Ogni casa composta di 15 posti letto, ogni casa realizzata a misura di persona. 5 L’accoglienza e il calore è data dalla sensazione del riconoscimento delle proprie radici, del proprio vissuto. Troppe volte le case per anziani sono ambienti asettici che diventano dei “non luoghi” dove la sensazione dell’essere si vanifica e la non esistenza diventa predominante. Chi vive la Casa, ma anche chi vi entra per farvi visita, deve trovare la pienezza della vita e non sperimentare l’angoscia del vuoto. Villa Bianca vuole dunque essere un “luogo” immerso nel suo territorio e favorire quello scambio tra interno ed esterno che faccia sentire ogni ospite, seppur bisognoso, cittadino partecipe e attivo con un senso da esplicitare. Ed è per ciò che abbiamo chiesto all’artista Donata Dal Molin di decorare la nostra entrata con un’opera su San Francesco, per ricordare a chi entra la nostra identità e lo spirito con cui ci avviciniamo nella cura al prossimo, e ai ragazzi del Liceo Artistico di Vittorio Veneto di decorare la sala soggiorno e il tunnel di collegamento con delle opere che rievochino le radici delle nostre ospiti. Ciao Giovanni! A settembre Giovanni, il nostro Direttore, ci ha saluto in cerca di nuove sfide in Casa Fenzi a Conegliano. Giovanni ci ha lasciato molto, il suo modo di operare oggi è ben radicato nella Casa. L’insegnamento più importante che ci ha donato è che in ogni nostra 6 azione deve venire messo in primo piano il benessere della Persona e solo in un secondo tempo gli aspetti tecnici-burocratici. Questa tensione verso la Persona ci spinge sempre a ricercare nuove strade e a non rifugiarci nella sicurezza di processi conosciuti. Ci ha dunque portato a non temere il cambiamento ma affrontarlo con il sorriso sapendo che tutta la Vita è cambiamento e che quando agiamo con motivazioni eticamente valide non dobbiamo temere ad essere pionieri. Giovanni comunque continua ad essere amico della nostra Casa e periodicamente viene a farci visita, per questo gli diciamo “Ciao Gio, grazie e alla prossima!” Ciao dott. Caravita! Benvenuto dott. Ciofalo! A novembre anche il dott. Caravita, medico di struttura da 29 anni, ha deciso di percorrere altre strade. Il dott. Caravita nel suo operare a Villa bianca è sempre stato persona capace di accogliere i bisogni delle nostre ospiti e di collaborare con tutta l’equipe in un ottica multidisciplinare. Tutti sentiamo di ringraziarlo e di augurargli un “in bocca al lupo” per la sua nuova esperienza professionale. Oggi in Villa Bianca ad occupare il ruolo di medico di struttura è giunto il dott. Ciofalo, persona di elevata esperienza professionale, che ha saputo entrare nella 7 nostra organizzazione con estremo equilibrio tanto che dopo poche settimane di lavoro lo sentiamo come persona di casa a cui affidarci completamente. L’equipe di Villa Bianca da dunque il suo più caloroso benvenuto al dott. Francesco Ciofalo! Stefano e Stefania Il 2015 ha portato anche un nuovo direttore… sono io, Stefano! In tanti mi conoscono perché fino a settembre sono stato lo psicologo della Casa, ruolo che viene oggi ricoperto dalla dott.ssa Stefania Rampado. Stefania è persona di indubbie capacità professionali e umane quindi so che il mio “vecchio” servizio sarà ben ricoperto. Quanto a me so che la sfida che mi aspetta è alta, Giovanni era in testa quando mi ha passato il testimone… ora confido nel sostegno di tutti affinché insieme, personale, ospiti e familiari possiamo vincere le sfide che il futuro ci offre! Stefano Drioli 8 LAUDATO SI, MI’ SIGNORE Discorso tenuto da Sr. Cecilia ( legale rappresentante dell’istituto Suore Francescane di Cristo Re) in occasione dei festeggiamenti per la ristrutturazione di Villa Bianca. Buona sera! Abbiamo insieme condiviso questo momento di festa e di ringraziamento. per dire il nostro grazie al Signore e con San Francesco cantargli di cuore: « “Laudato si, mi’ Signore” perché compi sempre meraviglie» e anche per la conclusione riuscita dell’opera di ristrutturazione e riqualificazione di Villa Bianca. Porto i saluti della Madre Generale, Madre Edite Onghero presente spiritualmente, mentre è in visita alle sorelle della missione in Africa Guinea Bissau e di tutte le consorelle. Saluto Sua Ecc. il Vescovo Mons. Corrado Pizziolo, che ha voluto stasera essere con noi, il parroco di Tarzo, Don Zeno Pessotto che ci ospita nella chiesa parrocchiale. Saluto i Direttori responsabili dei settori sociali e amministrativi dell’ULSS 7 di Pieve di Soligo, il Signor Sindaco di Tarzo, i suoi collaboratori, i Sindaci dei comuni limitrofi. Saluto gli operai, le maestranze, l’architetto Bergamo e i rappresentanti delle ditte coinvolte nell’opera di ristrutturazione di Villa Bianca, 9 saluto i dipendenti e i responsabili della ditta Sodexo che gestisce la ristorazione. Un particolare saluto e ringraziamento rivolgo al Direttore Dr. Stefano Drioli, a tutti nostri dipendenti e collaboratori in ogni settore di servizio, ai professionisti, ai medici, alle ospiti e loro famigliari, ai volontari dell’associazione “Eccomi” e alle mie consorelle, soprattutto a quelle che sono state particolarmente impegnate a seguire da vicino i lavori. In questi due anni tutti hanno affrontato e attivamente collaborato con generosità per rendere meno pesanti le inevitabili difficoltà. A nome di tutti, poi, rivolgo al Dr. Giovanni Sallemi un francescano saluto e un sentito ringraziamento per quanto è stato in mezzo a noi, in Villa Bianca. Infine un saluto a tutti voi presenti. Siamo contente di vivere insieme questo momento di festa. Villa Bianca è una realtà del privato sociale, è parte del territorio, ed è sempre stata una risposta di servizi alla persona. Oggi nella società civile è classificata come ‘azienda’, ma per il nostro Istituto è una realtà attraverso la quale possiamo “prenderci cura” di chi è nel bisogno ed esprimere il servizio ai ‘poveri ed umili’, sull’esempio di Gesù, che in loro continua ad identificarsi. 10 Negli anni varie sono state le trasformazioni sostenute in Villa Bianca. Si è cercato di adeguarsi e rispondere alla norme civili, sempre con l’obiettivo di mettere al centro la persona. Villa Bianca fa parte della grande famiglia dell’Istituto, e come in ogni famiglia, si cerca di donare il meglio soprattutto ai più ‘piccoli’. Anche in questa nostra struttura la Congregazione ha affrontato spese e sfide, senza aiuti statali o altro, con l’unico scopo di migliorare e umanizzare i servizi e gli ambienti per rendere più sereni e confortevoli i giorni di vita delle persone che la abitano. Villa Bianca è un centro di servizi per persone non autosufficienti. Ci auspichiamo che lo spirito che ha animato le tante sorelle che hanno prestato il loro servizio e ora sono anziane e malate, dei collaboratori e dipendenti ora in pensione, continui ad essere vivo e innovativo in tutti coloro che oggi operano in Villa Bianca. Che questo servizio svolto con umiltà e semplicità sia sempre presente nella nostra opera perché continui ad essere ‘storia d’amore’: è il nostro augurio. Per questo il nostro impegno. Al Gruppo musicale “ La meridiana” che ci aiutano a cantare il nostro “ Laudate e servite”, un grazie. Con S. Francesco, auguriamo a tutti “PACE E BENE”. Grazie 11 “E’ DONANDO CHE SI RICEVE” ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ECCOMI L’associazione di volontariato Eccomi è nata quasi due anni fa, il 25 gennaio 2013, grazie ad alcune persone che già prestavano questo prezioso servizio in Villa Bianca; altre volontarie si sono aggiunte in questi anni. Eccomi è iscritta regolarmente al Registro regionale delle Associazioni di volontariato, ha uno statuto proprio e fa parte del Coordinamento per il volontariato della Sinistra Piave. Quali sono le finalità dell’associazione? Il nome è già chiaro: sono persone che rispondono a una chiamata interiore – Eccomi -, un sentirsi portati verso gli altri, mettersi accanto al prossimo, in modo particolare gli anziani, donando un sorriso, una carezza, una parola; ma anche vivendo insieme momenti belli come quelli del laboratorio dove si fanno tante attività interessanti (cucito, cucina, pittura), si beve il caffè insieme, oppure le uscite estive, le feste. Sono occasioni preziose dove coltivare relazioni gratuite, che fanno “stare bene” le persone, sia ospiti che volontarie. Queste ultime, infatti, portano “dentro”, per così dire, notizie del paese, saluti di conoscenti, che fanno 12 sentire le ospiti ancora parte della comunità d’origine, del paese. Le ospiti, senza saperlo, diventano maestre di vita aiutando le volontarie a crescere in sensibilità, attenzione, umanità, solidarietà. Le volontarie diventano “ponti” preziosi, capaci, di portare buone parole di vita – siamo anche nel periodo d’Avvento che ci prepara al Natale che è il Buon Annuncio per eccellenza della nostra Salvezza – alle nostre ospiti e, viceversa, a quanti incontrano in paese. Ma chi sono e qual è il loro servizio? Mirella, Marina, Maristella, Miranda, Rita, Maria Rosa, Laura e Vittoria sono le volontarie che vediamo spesso in Villa Bianca: le prime quattro si affiancano al servizio educativo, in modo particolare ad Alessandra nel laboratorio del giovedì pomeriggio, altre aiutano per la cena le ospiti che non sono autonome nel mangiare; c’è chi si occupa della cura della persone (ci sono ospiti che non hanno famigliari), e chi mette a servizio le proprie competenze come infermiera. A loro va tutta la nostra gratitudine e riconoscenza per il fedele servizio! Va sottolineato che il loro è davvero un servizio gratuito (a dire il vero oggi molto volontariato non è veramente gratuito): l’associazione Eccomi nel suo costituirsi non ha voluto mettere alcuna tessera di adesione che consenta di coprire rimborsi per spese 13 varie, poiché riconosce che chi vi fa parte già offre tempo, energie, competenze, cuore. Per coprire le spese assicurative, ad esempio, partecipa ad alcuni eventi nel territorio, come quella di Cison di Val Marino il 25 aprile e a Tarzo “Lo spirito degli antichi sapori” a settembre, dove oltre a promuovere l’associazione vende qualcosa per raccogliere ciò che serve a mantenere la stessa. Quella che sembra una piccola realtà di Villa Bianca ha, invece, una rilevanza sociale notevole: sentimenti, atteggiamenti e scelte concrete di solidarietà, di benevolenza, di gratuità vissuti da poche persone hanno la capacità di diffondersi in tutta la società, proprio perché il volontario vive uno stile di vita che è capace di diventare contagioso (senza fare grandi cose, anzi proprio nella quotidianità). E’ di questo che necessita la società oggi, nella quale sembra che sia l’inquietudine, l’indifferenza, la superficialità a vincere. Eccomi è aperta ad accogliere chiunque desideri fare esperienza di volontariato tra le nostre ospiti anziane, offrendo anche la possibilità di partecipare a corsi di formazione per volontari che si organizzano annualmente. C’è spazio davvero per tutti, senza timore di non essere capaci… Ci penseranno le nostre meravigliose 14 ospiti ad accogliere con gioia chiunque si avvicini loro con affetto sincero! Quella del volontario è un’occasione preziosa per crescere umanamente e spiritualmente: è solo così che ciascuno di noi si realizza come persona, quando nella gratuità offre all’altro il meglio di sé scoprendo di ricevere il centuplo! Sr. Antonella Vice presidente Associazione di volontariato Eccomi 15 UN ANNO … “STRAORDINARIO” Colpito e affondato!!. Da bambino giocavo a guerra navale, un gioco in cui bisognava indovinare dove erano nascoste le navi del nostro avversario disegnate su un foglio a quadretti. Quando l’avversario indovinava l’ultimo quadratino della tua nave dovevi dire per l’appunto “colpito e affondato”. E’ questo il mio stato d’animo quando ho sentito per la prima volta l’annuncio in cui Papa Francesco indiceva il giubileo straordinario della misericordia. La misericordia di Dio, quel sentimento di compassione e pietà per l’infelicità e la sventura altrui che induce a soccorrere, a perdonare, a non infierire e giudicare. Quell’amore incondizionato che tutto e tutti perdona, che tutto e tutti aiuta, che tutto e tutti ama. Colpito e affondato. Mi sento lontano anni luce da questa capacità di amare, di non giudicare, di perdonare affascinato, ma al oserei contempo dire mi sento innamorato di attratto, questo AMORE..con tutte le lettere maiuscole. “Il vangelo ci insegna che la luce non combatte contro le tenebre ma si limita a splendere”. Credo che il messaggio di Cristo stia tutto in questa frase. Non 16 combattere il male con il male, l’offesa con l’offesa, la violenza con la violenza ma “limitarsi” a splendere d’amore. Averne di questi limiti. Colpito e affondato dicevo ma non vinto. Essere misericordiosi come il Padre è la mia, la nostra meta e come dice Papa Francesco fa parte di un cammino, di un viaggio che ogni cristiano compie ogni giorno della sua vita. Ogni giorno ci capita di giudicare, di offendere ma ogni giorno abbiamo anche la possibilità di perdonare, di amare e di renderci misericordiosi. Non so bene per quali ragioni il Papa abbia indetto questo giubileo straordinario. Mi pare però di capire che per Papa Francesco la misericordia sia il vero volto di Dio, e che questo volto sia, se non dimenticato, sicuramente un po’ trascurato da molti cristiani (io per primo) e anche da una parte della chiesa. Prendiamo sul serio questa grande occasione, questo grande regalo che Dio attraverso il Papa ci dona. Sforziamoci ogni giorno di compiere un atto di misericordia e quest’anno sarà davvero …… …UN ANNO STRAORDINARIO Franco 17 NUOVE TECNOLOGIE PER VILLA BIANCA UNCAP - Un progetto europeo per migliorare la Qualità di Vita delle persone anziane attraverso l’uso delle tecnologie Negli ultimi anni si è passati dal tradizionale modello di Casa di Riposo, legato ad un’offerta di natura per lo più residenziale e assistenziale, al concetto di Centro di Servizio in cui l’anziano dovrebbe trovare una risposta globale ai bisogni dell'anziano. Il nostro Centro di Servizio “Villa Bianca” si è inserito pienamente in questo processo di cambiamento trasformando gradualmente la vision e aprendo nuovi spazi di pensiero sulla propria operatività (procedure) e su come questa possa conciliarsi con un miglioramento della Qualità di Vita delle ospiti. Dai confronti, interni all'equipe ed esterni con gli altri Centri di Servizio, è emerso che in ambito geriatrico sempre più frequentemente vengono adottati oltre a metodi contenitivi palesi (fisici e farmacologici) anche metodi contenitivi quell’anziano “mascherati”. Pensiamo costretto carrozzina in infatti che a viene accostato al tavolo bloccando le ruote. In linea teorica non è contenuto ma ha le facoltà di sbloccare la carrozzina e di muoversi? Allo stesso modo l’anziano 18 accostato al tavolo ha la possibilità di spostare la sedia ed alzarsi? Se prendessimo dunque in considerazione tutti i casi di contenzioni “mascherate” potremmo accorgerci che le attuali stime sono sottodimensionate rispetto a questo fenomeno che limita la libertà individuale aumentando i comportamenti problematici e la sintomatologia depressiva e dunque peggiorando la Qualità di Vita degli anziani residenti in struttura. Quali sono i motivi di questo uso massivo di contenzioni? Certamente una delle cause è da ricercarsi nel cambiamento dei profili della popolazione residente nei Centri di Servizio che va ad aumentare il carico di lavoro degli operatori socio- sanitari sempre più impegnati nei compiti di assistenza attiva con conseguente diminuzione dei tempi previsti per la supervisione degli utenti. L'equipe si è posta dunque come obiettivo quello di diminuire il numero di contenzioni e i carichi di lavoro e il suo progetto è stato inserito tra quelli meritevoli di essere inseriti nel Progetto UNCAP promosso e finanziato dall'UE per i nuovi progetti che prevedono l'uso di tecnologie per migliorare la vita delle persone. Il progetto ha preso il via lo scorso gennaio con un workshop a Rovereto dove alcuni servizi come il nostro provenienti da tutta Europa (Italia, Grecia, Slovenia, Germania, Austria, Romania) hanno incontrato i “fornitori” di tecnologia (Università di Trento, Atene, 19 ecc.) per chiarire i bisogni che devono essere soddisfatti. Villa Bianca in particolare ha espresso il bisogno di quantificare in maniera puntale e anche prospettica i carichi di lavoro per nucleo per poter meglio pianificare l'assistenza liberando risorse per dare maggior supervisione e quindi libertà alle ospiti. Inoltre ha chiesto di poter avere a disposizione una serie di sensori di rilevamento che segnalino in tempo reale gli spostamenti degli ospiti in modo da poterli lasciare senza contenzioni ma allo stesso tempo “sorvegliati”. Questo sistema di tracciamento unito al Sistema Informatico in uso potrebbe dare anche una misura di quanto l'ospite si muove nel centro fornendo quindi un ulteriore indicatore (“attività autonoma”) della qualità di vita dell'ospite. Al momento infatti il nostro Sistema Informatico traccia solo le attività formali fatte dagli operatori. Il progetto avrà termine nel dicembre 2017. Dopo tale data potremmo fornire tutti i risultati. Stefano Drioli – Direttore Villa Bianca – 20 AMICI ANIMALI A VILLA BIANCA Fin dall'antichità gli animali da compagnia hanno sempre rivestito un importante ruolo affettivo non di rado terapeutico. Un rapporto complesso e delicato che si sta di recente rivalutando, ovvero sta trovando una strutturazione metodologica e impieghi anche terapeutici mirati a specifiche psicopatologie. Studi hanno valutato l'impatto terapeutico degli animali da compagnia. La maggior parte ha saggiato l'effetto dell'animale su persone disturbate, depresse, su portatori di handicap o sugli anziani. Il centro di servizi di Villa Bianca è stato pensato ed organizzato in sei piccoli nuclei per ricreare un ambiente familiare, intimo e il calore di casa. La casa, luogo di vita, in cui spesso le nostre ospiti hanno vissuto in compagnia di animali; ecco il motivo di sperimentare un ambiente della quotidianità domestica con la naturale, empatica relazione con piccoli animali, un contatto semplicemente spontaneo per rilassarsi e trovare conforto nella relazione con un altro essere vivente. Gli obiettivi di questo sperimentale progetto sono: - Risvegliare il senso di cura e responsabilità, in quanto gli animali sono esseri viventi attivi. - Favorire il rapporto uomo – animale, affettivo ed emozionale, in grado di arrecare benefici emotivi 21 e psicologici, dare un senso di attaccamento ed empatia. - -Aumentare la stimolazione mentale che si verifica grazie alla comunicazione con l’altro, alla rievocazione dei ricordi, all’intrattenimento, al gioco, fattori che riducono il senso di alienazione ed isolamento. - Generare momenti di facilitazione sociale in quanto la presenza di un animale domestico, spesso, costituisce un’occasione di interazione con altre persone. - Ridurre gli stati di agitazione e regolare il tono dell’umore. Nella casa Sorella Acqua è stata scelta la sperimentazione dell’acquario. Guardare i pesci che nuotano a ritmo lento ed armonioso, osservarne la vita svuota la mente dalle preoccupazioni e dai timori trasmettendo calma e benessere. L’acquario non a caso nella casa sorella Acqua perché come il nome suggerisce serviva anche a connotare ancor di più la casa insieme alla scelta del colore del nucleo e quindi a personalizzare ogni casa, ogni spazio di vita. Nella casa Frate Vento, come veicola l’immagine del vento abbiamo scelto un canarino. Il canarino da sempre allieta le case di molte persone perché potersi prendere facilmente cura, per la sua bellezza e il suo armonioso canto che allietano e donano benessere. 22 Nella casa Frate Vento è stato scelto di posizionare la gabbietta nel soggiorno in una posizione centrale per facilitare il contato e la relazione con il canarino. Nella casa Madre Terra è arrivata una gattina che viveva randagia nelle vicinanze della casa e che si è sempre più avvicinata alla casa in cerca di cibo. Spontaneamente operatori ed ospiti hanno avvicinato la gattina che si è dimostrata disponibile al contatto con l’uomo, da qui l’idea di adottarla, anziché trovarle una famiglia affidataria. Le caratteristiche che rendono i gatti idonei a sperimentare questo progetto di cura attraverso gli animali sono correlate al fatto che sono molto sensibili alla qualità dello spazio in cui vivono, e trascorrono molto tempo nel loro ambiente domestico. Hanno poche esigenze e un carattere calmo e tranquillo che favorisce un intensa interazione con il paziente. Il nucleo Madre Terra inoltre è strutturato con un grande terrazzo, collegato con il cortile esterno ed il boschetto, ciò potrebbe facilitarci dal punto di vista della cura dell’igiene del gatto. A gennaio partirà, inoltre, il progetto di PET THERAPY, sono previsti 10 incontri di gruppo, della durata di 60 minuti. 23 Gli incontri saranno condotti dalla Dott.ssa Carraro Alessandra (Pet Operator) veterinario dell’ULSS 7, affiancata dagli educatori Alessandra e Franco e dalla psicologa Stefania. I cani (Pet Partners) coinvolti nel progetto saranno due: “Dora”, 6 anni, meticcia di piccola taglia “Bolla”, 4 anni, border collie Entrambi i cani hanno già lavorato in progetti di Pet Therapy presso strutture per anziani. Dora e Bolla sono provviste di microchip e libretto sanitario, vengono regolarmente vaccinate per la rabbia e costantemente controllate da possibili malattie parassitarie (acari, pulci, zecche). Va, inoltre, specificato che in ogni seduta i cani verranno osservati nella loro attività dal veterinario referente del progetto, il quale ne dà una valutazione sanitaria (valutazione del mantello e dello stato fisico generale) e una psicologica (valutazione dei fattori di stress). Gli incontri avranno luogo tutti i mercoledì alle ore 10:00 e saranno strutturati in tre differenti fasi, le quali non saranno rigidamente imposte, dipenderà dalle risposte del gruppo: 24 al contrario 1. FASE DI APPROCCIO UTENTE-ANIMALE: il veterinario mostrerà le modalità di approccio al cane; 2. FASE LUDICA: attività pratica del veterinario con il cane; 3. FASE DI STIMOLAZIONE COGNITIVA: attività di stimolazione cognitiva svolta dall’equipe con le ospiti; 4. FASE EPIMELETICA: attività di cura del cane da parte dell’anziano. …i n attesa che arrivi il nostro nuovo dottore a quattro zampe auguriamo a tutti Buon Natale!!! Alessandra 25 MEMORIA E INVECCHIAMENTO La memoria è una capacità cognitiva che, al pari di altre funzioni, con l’invecchiamento subisce dei cambiamenti. Ogni periodo della vita è caratterizzato da guadagni e perdite: ad esempio il bambino che diventa adolescente perde la dipendenza dai genitori ma si emancipa ed impara a muoversi da solo nel mondo, quando poi diventa adulto perde la condizione di studente e diventa un lavoratore con la propria famiglia. Si può dire che la vita stessa è fatta di guadagni e perdite. Questo principio vale anche per la memoria, capacità che nella vecchiaia crea non poche ansie: molti dicono che con “l’età si perde la memoria”, ma non è affatto naturale che ciò avvenga o, per meglio precisare, non è che la memoria si perda, semplicemente, come per altre funzioni, essa subisce dei cambiamenti. Da un lato essa si arricchisce in seguito all’estesa esperienza di vita e alle molte conoscenze acquisite nel corso degli anni: si parla in questo caso di memoria semantica, ossia del bagaglio di conoscenze culturali, letterari e matematiche scientifiche, geografiche e così via . 26 Dall’altro si assiste ad un rallentamento di alcune abilità mentali che influiscono sulla memoria: - restringimento dell’attenzione (non si riesce più a svolgere due azioni contemporaneamente come a vent’anni); - maggior difficoltà a inibire informazioni irrilevanti, che si traduce come aumento della distraibilità (se si sta svolgendo un’azione e viene in mente un’altra cosa, è facile non ricordarsi quello che si stava facendo, oppure se ci sono rumori disturbanti, non si riesce a fare a meno di ascoltarli); - rallentamento della velocità di elaborazione dell’informazione (ad esempio ci vuole più tempo per fare dei calcoli a mente, oppure ci vuole più tempo per ricordare un nome o una parola). Accanto a questi fattori è molto influente il tono dell’umore nelle prestazioni di memoria: si sa ad esempio che la depressione è nemica della memoria e dell’attenzione. Anche le conoscenze su come la memoria funziona, sono importanti: se si conoscono i meccanismi attraverso i quali avviene l’immagazzinamento e il richiamo dei ricordi e le modificazioni con l’età, sarà più facile correre ai ripari quando si verificano dei problemi o, viceversa, non allarmarsi per poco. 27 Non sono inoltre da sottovalutare le idee che ognuno ha sulla propria memoria, ossia se la considera buona o scarsa: questo influisce sul risultato. Comunque sia è ben noto il detto che “se non la usi la perdi” e allora per tenere in funzione una buona memoria anche nella vecchiaia, è consigliabile seguire alcuni suggerimenti: - leggere, scrivere, fare cruciverba - fare frequentemente qualcosa di nuovo, anche piccole cose come un percorso di passeggiata diverso, una nuova ricetta in cucina - usare delle tecniche di memoria come associazione di nomi e immagini, oppure aiutarsi con delle note scritte su biglietti, o sul calendario per gli appuntamenti - alla sera a letto cercare di riepilogare quello che si è fatto nella giornata - diventare curiosi, ossia esercitare l’attenzione a cogliere quanti più particolari possibili di un ambiente o persona o cosa, ecc. - giocare con i nipoti, raccontare fiabe, o ricordi della propria storia - passeggiare, divertirsi, stare con i famigliari e gli amici, tutto ciò aiuta a fare sentire meglio le persone, e se le persone si sentono bene è più probabile che anche la loro memoria ne risenta positivamente. 28 BISCOTTI DI NATALE GLASSATI AL CIOCCOLATO DELLE SEGRETARIE E’ Natale e bisogna essere più buoni, quindi abbiamo pensato di addolcire un po’ tutti con dei buoni biscottini facili facili da preparare. Di seguito riportiamo la ricetta: Ingredienti per circa 25/30 biscotti 300 gr di farina 00 125 gr di zucchero semolato 125 gr di burro 2 uova 1 cucchiaino di lievito per dolci Per la glassa 200 gr di cioccolato fondente 50 gr di burro Per decorare zuccherini e codette colorate Preparazione Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Mettete in un recipiente farina, zucchero, uova, lievito e burro a fiocchetti ed amalgamate velocemente fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea… ma non bisogna lavorarla troppo, se no diventa appiccicosa. 29 Fatene una palla, ricopritela con la pellicola trasparente e fate riposare l’impasto un’oretta in frigorifero. Riprendete la pasta e stendetela col mattarello a circa 3/4 mm di spessore. Formate i biscotti con le formine che avete a disposizione (in mancanza usate una tazza o un bicchiere). Mano a mano che li formate poneteli in una placca ricoperta con carta da forno. Cuoceteli in forno per 10/15 minuti a 180°. Tirate fuori i biscotti quando cominciano a dorarsi, quindi sfornateli e metteteli a raffreddare. Nel frattempo preparate la glassa sciogliendo a bagnomaria il cioccolato fondente a pezzetti insieme al burro. Girate con un cucchiaio di legno fino a che il cioccolato non si sarà completamente sciolto. Immergete la metà di ogni biscotto nella cioccolata fusa e poggiateli su una teglia, coperta da carta forno, a solidificare. Prima però decorate a piacere con zuccherini e codette colorate. Adesso che avete la ricetta potete farli. Se volete, passate in ufficio con qualche biscotto e volentieri vi daremo il nostro parere su come vi sono riusciti….Anche il direttore si offre come assaggiatore. 30 Ed ora un prima degli auguri un po’ di buon umore!!! Lo sai che medicina usa Babbo Natale se una renna della slitta cade e rimane a gambe all’aria? Il Volta…ren! Qual’è il colmo per la Befana? Non saper giocare a scopa Colmo per Babbo Natale: essere arrestato perché preso con le mani nel sacco Qual’è il colmo per l’albero di Natale? Essere conciato per le feste Perché la Befana ama vedere i quiz in tv? Perché fanno domande incalzanti Colmo per babbo natale .. tirare un sacco di pacchi a tutti Perché le renne vivono al Polo Nord? Perché lì c’è il ghiaccio pe…renne Perché il cammello dei Re Magi è così veloce? Perché viaggia a tutta mirra! Babbo Natale è costretto a sospendere il servizio. E’ stato improvvisamente colto da una colica rennale! Un padre parla del Natale al proprio figlioletto: "Babbo Natale porta giocattoli ai bambini buoni. Sai che cosa porta a quelli cattivi?" "Vestiti!" PER FINIRE COME SEMPRE NON CI RESTA CHE AUGURARE A TUTTI BUONE FESTE. Le segretarie Luisa e Serena 31 QUALITA’ DI UNA MATITA Sulle qualità della matita voglio citare un brano del dialogo tra una nonna e suo nipotino, tratto dal libro di Paolo Coelho "Come il fiume che scorre": “…La nonna tenendo in mano la matita con la quale abitualmente scrive i suoi ricordi dice al nipotino: "...Tuttavia, più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto." Incuriosito il bambino guardò la matita, senza trovare alcunché di speciale. "Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!" "Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo. Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. "Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua volontà. Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, 32 essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore. "Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia. "Quarta qualità: ciò che è realmente importante della matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te. "Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione." 33 LABORATORI 2015 Artisti al lavoro Pausa caffè dopo tanto lavoro Laboratorio di cucina… biscotti per tutti!!!! E’ primavera….prepariamo l’orto… 34 Orgogliose della nostra aiuola… Taglia e cuci EVVIVA IL TEATRO 35 LE NOSTRE FESTE Ma che bel gattino…. Ridi che ti passa….. Festa della mamma..quante torte Torta della mamma. 1°classificata Castagnata: Coro Mesulano Sbuccia sbuccia le castagne 36 LE NOSTRE USCITE Nella vecchia fattoria…….. ……………IA IA OOOOOOOOOO Alla fiera degli antichi sapori Al museo della battaglia Al museo del Bacco da seta Ai giardini di Vittorio Veneto 37 EL NADAE DE NA OLTA A me torna spesso in mente Chi i fasea un tal ciareto el Nadae dei nostri passati da ani eterne. ricordare e requie senza tante robe inutili ma impregnà de valori Quanto fredo mama mia umani. fora, jn leto e nele stanze con le man, i piè e le rece tuti pieni de buanze. Gli auguri che se fasea i gera proprio i veri auguri, Gera tuto un gran daffare fati sensa tante invidie azercar tronchi de legno ma con sentimenti puri. muscio, paia, e altre robe da usar con un po’ No ghe gera d’altra parte d’ingegno. proprio gnente da invidiare, parchè se gera tuti insieme Però tute ste tristezze so a stessa barca in mezo al le spariva per incanto, mare. quando se fasea el presepio par quel giorno tanto santo. Dapartuto gran miseria pochi schei par le scarsele Un legno gobo par far la e la luce un dentro in casa capana la se fasea co le candele. co dentro el bue e l’asinello San Giuseppe e la Madona Opur ghe gera lumini a oio e in mezo el Santo al carburo o le lucerne, Bambinelo 38 Un p’ò de sabia par deserto “Nella piccola Betlemme pastori e tante piegorete, in una fredda mangiatoia, nel canton un lagheto finto nasserà il Divin Bambino con dentro tante bele portator di pace e gioia” ochete. Giorgio Salvalaggio Par finil su la capana (parente) la cometa vegnea piantà con la scrita “pace in tera a quei de bona volontà. Sodisfati de quanto fato se se vardava un po’ estasià ma te vegnea un gropo in goa che te assava senza fià. Se pensava con tristezza a quel poro Bambinello, che tuto nudo e senza fasce stava li al fredo e al gelo. Come quasi no se savesse che tuto questo gera scrito, e gera proprio tuto quelo che i profeti gavea predito 39 “LA MODA DE NA OLTA..” “ Un par la festa e un par èl lavoro..” ecco tutti i vestiti che si ricorda nonna Maria. Con sorpresa ho scoperto che parlare del vestire di un tempo ti dà un’idea chiara della cultura e della situazione economica in cui le nostre nonne sono vissute. “Na olta le femene no le usea le braghe come incò..” dice la Rosa. “ Se usea solche le cotole…e anca longhe”. Maria ci confessa che “ mi no ho mai mess sù un per de braghe..”. Insomma la donna una volta vestiva solo con le gonne lunghe almeno fin sotto i ginocchi. Poi una “ blusa o camicetta”. D’inverno per rimanere più calde “ se usea le calze grose de lana e maion fati in casa”. Un fatto importante ce lo ricorda nonna Bruna, “ na olta se fensi quasi tut in casa, cotole, vesti, calzet, maion. Era raro che si andasse al negozio per comperare qualcosa, e quando occorreva un vestito particolare si andava dalla sarta del paese. Un ospite osserva, “ na volta se sé pasea le robe da fradel in fradel e così mi che era la pì cena de 10 fradei me rivea tute robe taconade”. Anche oggi, in parte c’è questa usanza solo che per fortuna le cose al massimo arrivano di seconda mano “ de sicuro no piene de tacon, ades i trà tut in te le immondizie…”. 40 Qualcuno ricorda che “ le femene le usea la traversa ol traverson tut èl dì, ades no te ghen vede pì una”. L’uso della “traversa” era dovuto al fatto che lavorando tutto il giorno in cucina o nei campi potevano facilmente sporcare e consumare il vestito. Ancora oggi si vedono alcune vecchiette sempre con la loro traversa al collo. Altra cosa sparita dall’uso quotidiano è il velo e la “veleta”. “ Co te era sui dodese ani par andar in cèsa se metèa su èl velo o la veleta (velo più piccolo a forma di triangolo) de color bianco o nero. “ Par farse bèe se usea dei bei foulard coloradi”, e nonna rosa, “ me ricorde che ghe n’avè un tut dipinto co le rose e viole..e l’usè solche par la festa”. Specialmente d’inverno le donne usavano mettere un fazzoletto sulla testa per ripararsi dal freddo. Altro indumento molto usato erano le sottovesti, “ co la sottoveste se stèa pì caldi e èl vestì èl caschea meio”. E c’è chi si ricorda che “ me nona l’usea le mudande longhe fin sui denoci e coi boton…” E gli uomini??… “ i comprea si e nò un pèr de braghe all’ano par èl lavoro e un l’atro pèr par la festa”. “ i costumea girar sempre co la Iacheta o col pàstran, na camisa èl gilèt”. Ah era molto in uso il cappello. E le scarpe?? “ un per par la festa e un pèr par lavorar”…ma tutte concordano con Carmela, “ che scarpe po’!.. se usea le zocole co soto le broche par 41 no consumarle…o se no le dalmede che l’era quele serada par star pì caldi”. Insomma, si capisce bene che il vestire di una volta era dettato oltre che dalle leggi morali e religiose del tempo anche dalle condizioni di povertà cui riversava la maggior parte della popolazione. portava ad una serie di Tutto questo conseguenze ed atteggiamenti che avevano i suoi pro e contro. Mi viene in mente il riciclo dei vestiti, al fatto che le ragazze imparavano a cucire e a farsi le maglie….al fatto, che forse non esisteva il “vestire alla moda” dei giorni nostri. Poter recuperare qualcosa di queste cose non sarebbe male. Franco 42 “ I PROVERBI DE ME NONA…” Magnar al caldo e dormir al fredo.. A cambiar moliner, se cambia ladro Un legno sol no l’arde.. Su l’afitto no casca la tempesta… Le campane no le sona se no ghe ne qualchedun che le tira La carità la scominzia da mi.. El pan fora de casa, o le masa salà o masa desavì Dove no se vol andar..toca còrer In lèt bonora e su bonora manda èl medico in malora I morti i vèrze i oci ai vivi… La vita le màsa curta par bever vin cativo.. Soto i colori..stà i dolori.. 43 44