www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59
8
A
Per chiudere la vicenda bisogna
attendere le motivazioni della
Cassazione, però il caso De Santis...
I
ST
Luciano Moggi, 77 anni, ex d.g. Juve ai tempi di Calciopoli
LIPPI
4
N T E R VI
ES
MOGGI E GIRAUDO
PRESCRITTI
MA SCONTENTI
mercoledì 25 marzo 2015 anno 119 - numero 71 euro 1,40
CL
USIVA
MI RIVEDO
IN ALLEGRI
BIANCHIN, CATAPANO, PICCIONI ALLE PAGINE 8-9
AZZURRO BARZAGLI
E ROSSO MORATA
MAGIC MOMENT
Andrea Barzagli, 33 anni, ex campione del mondo 2006
Dalla Juve alle nazionali. Il difensore
rinato: «Pensavo di smettere».
Il bomber sarà titolare nella Spagna
L’ANALISI di Ruggiero Palombo
21
GRAZIANO E RICCI ALLE PAGINE 4-5
CALCIOPOLI E’ ESISTITA DAVVERO
13
Prescritti. Che non vuol dire assolti, ma in
questo caso l’esatto contrario. Calciopoli non
finisce qui soltanto perché più in là
arriveranno le motivazioni della sentenza
della Cassazione, che ci diranno qualcosa o
molto di più del semplice dispositivo emesso
nella notte tra lunedì e martedì, e perché ci
sarà ancora da sciogliere in sede civile
l’aggrovigliata matassa dei risarcimenti danni.
MILAN
Finalmente Van Ginkel
Dopo una lunga rincorsa
ha conquistato Inzaghi
L'ARTICOLO A PAGINA 21
L’olandese non ha avuto vita facile anche
a causa degli infortuni. Ora è una colonna
STORIE E PERSONAGGI
DA NON PERDERE
GOZZINI A PAGINA 13
10
1
Maran «La gavetta aiuta
Non sono mai retrocesso,
stavolta salvo il Chievo»
MERCATO
L’Inter pensa al futuro
Dietro a Touré e Toulalan
rispunta Thiago Motta
LONGHI A PAGINA 16
2
Un Ferguson per l’Atletico
A Simeone 6 milioni l’anno:
ha prolungato fino al 2020
RICCI A PAGINA 18
9 771120 506000
50 3 2 5>
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
3
Malagò parla in Senato
dei Giochi di Roma 2024
Villaggio a Tor Vergata?
A PAGINA 29
w
IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi
Lotito ha tenuto un corso come professore
all’Università Europea di Roma. Ha
chiesto di avere Tavecchio come bidello
1«Max è arrivato alla
Juve alla mia stessa
età, ha la mia
concretezza».
1«In Champions può
fare come l’Italia del
2006: non eravamo
favoriti, ma poi
abbiamo vinto noi»
Handanovic vorrebbe giocare in
Champions. Perin o Reina il sostituto
BREGA E DALLA VITE ALLE PAGINE 10-11
15
L’INTERVISTA
Marcello Lippi, 66 anni, a
sinistra, con Massimiliano
Allegri, 47. Lippi ha allenato la
Juve dal 1994 al 1999
e dal 2001 al 2004 ANSA
Verde: «Gioco con la Roma
per una nevicata.
Saltò il provino alla Juve»
LICARI ALLE PAGINE 2-3
La giovane promessa: «Prima che mi
richiamassero si fecero sotto i giallorossi»
ODDI A PAGINA 15
BASKET: SBARCA DOMANI E VUOLE FARSI CHIAMARE THE PANDA’S FRIEND
Artest vuole fare il Panda
L’ex Lakers a Cantù con un nuovo nome sulla maglia
CHIABOTTI, DI SCHIAVI ALLE PAGINE 26-27, COMMENTO DI PETERSON A PAGINA 21
23
34
MOTOGP
LA TRAGEDIA
Parla Agostini
«Vale, sei forte,
ma l’età conta»
CORTINOVIS
A PAGINA 23
ALE 21.05
C’è «Bomber»
con Shevchenko
e il super 2003-04
Aereo precipita
in Francia
Tutti morti: 150
RIZZO
A PAGINA 34
2
Tra campionato e Nazionale R
A TU PER TU CON...
L’INTERVISTA di FABIO LICARI
INVIATO A FIRENZE
«T
utti vorremmo un’Italia di italiani. Ma se il c.t. ha appena il
34% di selezionabili, e ci sono
giocatori importanti e funzionali, allora è giusto convocarli.
Anche se oriundi. E poi, scusate, il regolamento
lo permette. Mentre non mi pare che dalle nostre parti le regole siano sempre rispettate…».
Marcello Lippi ha vinto un Mondiale con un
oriundo, Camoranesi, e un altro ne ha cercato
invano. «Amauri. Sarebbe stato necessario. Dopo un infortunio ha però un’involuzione: lo vado a trovare per spiegargli che, se avesse giocato
come prima, l’avrei chiamato, altrimenti no. Mi
ringrazia lo stesso. Gli oriundi bravi servono».
Lippi
Eder e Vazquez sono «bravi»?
«Sì, soprattutto in quanto utili in certi ruoli.
Eder è esperto, ha tanti anni di Italia, offre molteplici soluzioni d’attacco, può stare sulla fascia.
Vazquez è un talento, ha qualità: non ho ancora
capito il suo vero ruolo, però ha le caratteristiche di Zidane, un trequartista, una mezzapunta
molto tecnica».
CONTE È SOLO,
COME TUTTI I C.T.
MA CIRCONDATO
DA PERSONE
COMPETENTI
SUL C.T. AZZURRO
«LO SENTO SPESSO»
TUTTI VORREMMO
UN’ITALIA DI
ITALIANI, MA C’È
SOLO IL 34%
DI SELEZIONABILI
SUGLI ORIUNDI
«VOLEVO AMAURI»
Ma in Nazionale non si sfugge alla polemica…
«Perché è la squadra di tutti, di 60 milioni di tifosi e c.t., e non appartiene solo a juventini, milanisti…».
Conte ha insistito in questi mesi: abbiamo poca
qualità, non ci danno neanche gli stage...
«Però l’ho sentito parlare di ripresa del calcio
italiano. Come sempre, in fase di ricostruzione, ci sono difficoltà. Il problema vero sono i
pochi selezionabili. Ma le Under mi danno ottimismo, vedo qualità in arrivo. Gli stage avrebbero fatto comodo ma non sono fondamentali:
meglio aver allungato la fase pre-Europeo».
Parla con Conte?
«Molto spesso. È uno dei tanti che ho allenato e
poi è diventato tecnico, più di venti: tutti dicono di aver preso qualcosa da me. Abbiamo trascorso anni straordinari, siamo cresciuti assieme nella Juventus che prima s’è imposta in Italia poi all’estero. Resta il ricordo per tutte le
domeniche passate ad abbracciarci per i successi. Abbiamo avuto qualche contrasto, ma se
c’è intesa passa tutto, come le liti con la moglie».
Conte si sente un po’ solo.
«Si, un po’ lo è, come tutti i c.t., ma è circondato
da persone competenti della Figc, molte delle
quali erano già con me».
«MI RIVEDO
IN ALLEGRI »
Valdifiori in Nazionale cos’è?
«Una piccola favola. Sia preso a esempio dai giovani, significa che il c.t. guarda tutti: Pirlo e De
Rossi sono ancora importanti, ma non eterni.
C’è Verratti, che dei giovani è il più bravo sul
piano internazionale, ma ogni c.t. deve avere
3-4 soluzioni per ruolo».
Conte aveva qualche perplessità su Verratti
play…
«Credo abbia visto anche lui la Champions e si
sia accorto della crescita di qualità e personalità. Lo sta valutando. Certo è un ottimo organizzatore di gioco».
Attorno a Verratti c’è un’ItalJuve.
«Cosa che deve far riflettere gli altri club. Ci sono troppi stranieri nel campionato, troppi nei
settori giovanili, senza alcun riferimento al colore della pelle, troppe partite con 22 stranieri, e
poi chi domina da quattro anni ha investito sul
blocco italiano. Morale? Così ha mantenuto senso di appartenenza e compattezza morale necessari per vincere. Non è lo stesso una squadra
con gente di nazioni e continenti diversi».
La Juve si arricchisce di Barzagli: non sarà facile
tornare a quattro.
«In realtà è un valore aggiunto per Allegri che ha
la possibilità di usare due moduli di identico valore, anche nella stessa partita».
Lei ha sempre parlato bene di Allegri, anche
quand’era in discussione nel Milan.
«Sì, perché mi sono rivisto un po’ in lui. È arrivato alla Juve più o meno alla mia età, ha la stessa
mia concretezza e la voglia di modernizzare la
squadra. Ci sono punti in comune».
Non era facile entrare nella Juve stravincente di
Conte.
«Si vede l’intelligenza: in punta di piedi in un
ambiente dove si praticava un certo calcio, sen-
LA CHIAVE TATTICA
E la difesa a tre mette d’accordo Conte e Allegri
1Al c.t. era mancato l’interprete migliore per questo modulo, che col rientro di Barzagli ritorna opzione valida anche per lo juventino
INVIATO A FIRENZE
S
i fa presto a dire che la difesa a tre è arretrata e filosoficamente antieuropea. Poi se ne invaghiscono anche Guardiola e Van Gaal e la
storia cambia prospettiva. Non
è neanche un modulo sconosciuto alla Nazionale, il contrario, se pensiamo che Maldini
per poco eliminava così la Francia nel ’98, Zoff c’è arrivato in
finale all’Euro 2000, Trap ha
impostato il suo primo ciclo (fino a Moreno), Prandelli vi ha
fatto ricorso in partite a rischio.
E con il 3-5-2 è nata l’Italia di
Conte, anche se la sua interpretazione, al di là della formula, è
ben più offensiva di quella maldiniana. A Conte era mancato
un interprete, Barzagli, finalmente ritrovato. Per la gioia sua
e di Allegri.
DOPPIO MODULO Nella Juve
Barzagli diventa la chiave per
raddoppiare le opzioni tattiche
e cambiare modulo anche nella stessa partita, come sottolinea Lippi. Al di là dell’identità
privilegiata, non sarà facile per
Allegri rinunciare a uno dei
suoi tre centrali difensivi per
schierare Pereryra e passare al
4-3-1-2 (oltretutto senza un
«10» vero). Ma anche per Conte il rientro di Barzagli dovrebbe rappresentare quella sicurezza che, con tutto il rispetto,
né Astori né Ranocchia, positivo finora, potevano garantire.
Il c.t. ha fatto anche ricorso a
una terza intrigante soluzione,
Darmian, il «centrale largo» da
avanzare sulla corsia laterale,
a copertura di un «esterno d’attacco» alla Cerci, per tentare
uno schieramento iperoffensivo tipo Bayern. Barzagli o meno, non sembra la trasferta a
Sofia l’occasione ideale per un
UOMINI E TATTICA
Lippi sottolinea: «La Juve
può usare due moduli
di identico valore, anche
nella stessa partita»
In Nazionale, il difensore
bianconero aggiunge
sicurezza alla formula
offensiva di Conte
test del genere.
L’ITALIA A TRE Un tempo non si
analizzava la tattica esageratamente come oggi. Come definire l’Italia di Bearzot? Sembrerebbe un 1-3-3-3, Scirea libero,
Gentile e Cabrini terzini, Collovati stopper, ma di fatto Cabrini
era il «fluidificante» e gli altri
tre si compattavano attorno alle
punte. Cesare Maldini si proteggeva con un vero 5-3-2: tre
stopper (Nesta, Costacurta e
Cannavaro) più Pessotto e Maldini ai lati. Zoff ha alternato il
4-4-2 al 3-5-2 (a volte 3-4-1-2),
modulo scelto per tutto l’Euro-
peo, splendida finale compresa,
tranne la semifinale con l’Olanda. Quello di Trapattoni era un
3-4-1-2, con Totti dietro Vieri e
Del Piero, almeno nel primo ciclo: dopo Corea-Giappone si
passò al più moderno 4-2-3-1. E
Prandelli, sostenitore della difesa a quattro, s’è rivolto ai tre
centrali nel debutto contro la
Spagna all’Euro 2012, arretrando De Rossi, o nella semifinale
di Confederations, conquistando due bei pari. Lippi ha usato
la difesa a tre solo contro
l’Ecuador, Donadoni mai.
f.li.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
3
CONTENUTO
PREMIUM
L'IDENTIKIT
Marcello Lippi, 66 anni, ex c.t. dell’Italia
Sotto, al centro, Massimiliano Allegri,
47, allenatore della Juve GETTY IMAGES/ANSA
MARCELLO
LIPPI
HA DETTO
NATO IL: 12/04/1948
A: VIAREGGIO
RUOLO: ALLENATORE
Lippi, ex libero da giocatore, da
allenatore ha vinto praticamente
tutto. Con la Juventus, 5 scudetti,
una Champions, una Coppa
Intercontinentale, una
Supercoppa europea, una Coppa
Italia e 4 Supercoppe italiane.
Da c.t. dell’Italia ha conquistato
l’indimenticabile Mondiale 2006
in Germania (ma va peggio 4
anni dopo in Sudafrica: azzurri
fuori al primo turno). Ha infine
completato la conquista del
mondo in Asia: alla guida del
Guangzhou Evergrande vince 3
campionati di Cina, una
Champions asiatica e una Coppa
di Cina.
VERRATTI
È UN OTTIMO
ORGANIZZATORE
DI GIOCO
SUL REGISTA DEL PSG
«QUALITÀ E PERSONALITÀ»
LE SUE SQUADRE
SAMPDORIA (giovanili)
1982-85
PONTEDERA
1985-86
SIENA
1986-87
PISTOIESE
1987-88
CARRARESE
1988-89
CESENA
1989-91
LUCCHESE
1991-92
ATALANTA
1992-93
NAPOLI
1993-94
JUVENTUS
1994-99
INTER
1999-2000
JUVENTUS
2001-04
ITALIA
2004-06
ITALIA
2008-10
GUANGZHOU EVERGRANDE 2012-14
za stravolgere le certezze. Poi, con idee leggermente diverse, ha dato a poco a poco la sua identità».
Lei aveva anche fatto un paragone con la «minor
furia agonistica» rispetto a Conte…
«Ma non era un giudizio di merito: volevo sottolineare alcune differenze nei modi di vedere il
calcio».
Le piace Pogba?
«Potenzialmente immenso. Deve solo evitare
certi atteggiamenti, non fare certe giocate creative o almeno farle il più vicino possibile all’area
avversaria».
Dortmund le avrà ricordato qualcosa…
«Accidenti! Per la mia Juve è stata terra di conquista, di crescita internazionale, e con l’Italia
ho giocato qui la miglior partita, la semifinale,
NON HO ANCORA
CAPITO IL RUOLO
DI VAZQUEZ, MA
RICORDA ZIDANE
SULL’ITALO-ARGENTINO
«GRANDE TALENTO»
vinta nei supplementari con quattro attaccanti».
Oggi è più difficile che ai suoi tempi puntare alla
Champions.
«Il sorteggio può dare una mano: pensate alla
Juve di Conte, se non avesse trovato il Bayern. Il
Monaco è da temere, per carità, ma non è il Barcellona. E se sei in semifinale… Penso alla mia
Italia: non era favorita ma, una vittoria dopo
l’altra, è arrivata in fondo. I rivali ci guardavano
con altri occhi. Tutto può accadere».
Segnali di rinascita italiana?
«Sicuro. La Juve cresce bene: dopo essersi imposta in Italia ora può diventare europea, e dare
una spinta a tutto il movimento».
Anche se succedono cose tipo Parma…
«Che rammarico, una città dal calcio bello e pulito, finita così».
C’è un rimedio per casi come il Parma, per processi allo stadio…
«Sì, smettere di parlare di oriundi e occuparsi di
cose serie».
Calciopoli?
«Dopo tanti anni mi pare sia emerso che non
c’erano solo due brutti anatroccoli, ma che un
po’ tutti avessero certe abitudini. Comunque mi
sembra ormai tutto lontano nella memoria».
Anche la Cina s’è allontanata.
«Anni splendidi. Ero stimato, ho vinto, ma non riuscivo più a stare cinque mesi lontano da casa. Adesso
mi piacerebbe fare un Europeo, lo
confesso, perché mi manca. Magari con una buona squadra,
non dico una grande. Chissà».
EDER È ESPERTO
E PUÒ DARE
TANTE SOLUZIONI
IN ATTACCO
SULL’ITALO-BRASILIANO
«DA ANNI IN ITALIA»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«MAX È ARRIVATO ALLA JUVE ALLA MIA ETÀ,
HA LA MIA STESSA CONCRETEZZA.
E IN CHAMPIONS PUÒ FARE COME L’ITALIA
2006: NON ERAVAMO I FAVORITI, MA POI...»
POGBA?
POTENZIALMENTE
È UN GIOCATORE
IMMENSO
SUL FRANCESE
«EVITI CERTI ATTEGGIAMENTI»
4
Tra campionato e Nazionale R
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Del Bosque offre
la Spagna a Morata
«È il nostro futuro»
1Alvaro dovrebbe essere il 9 titolare con l’Ucraina
«Sono tranquillo, come alla Juve. Ma che emozione»
Filippo Maria Ricci
INVIATO A LAS ROZAS (SPAGNA)
L’
ennesimo infortunio alla
vigilia di una partita della Spagna di Diego Costa
lancia Alvaro Morata. Il brasiliano naturalizzato ieri è ripartito per Londra, l’attaccante
della Juve è rimasto per farsi
consegnare le chiavi offensive
della Roja. Mazzo importante e
delicato che il papà Del Bosque
non molla con facilità: «Alvaro
è giovane, e come tutti i giovani ha mostrato le sue lacune.
Ha giocato partite normali, però ora sembra star meglio. Noi
in lui riponiamo grandi speranze, credo di poter dire che il
futuro della nazionale sia suo.
Intanto pensiamo al presente,
e ora la nostra scelta è lui».
UNICO 9 VERO Per la delicata
sfida con l’Ucraina per Francia
2016 in programma venerdì a
Siviglia, Alvaro Morata è la
scelta più ovvia per l’attacco, a
meno che Del Bosque non torni
al «falso 9» con cui ha giocato a
intermittenza per un paio d’anni ma ultimamente abbando-
RLa Roja ha perso
Diego Costa per
infortunio. L’idea
del «falso 9» non
convince il c.t.
RLo juventino
ha giocato solo 11’
ufficiali in nazionale
più l’amichevole
con la Germania
nato. Al posto di Diego Costa è
stato chiamato il giovane Juanmi del Malaga, un debuttante.
Non che Morata abbia esperienza da vendere, 11 minuti di
gara ufficiale con la Bielorussia (vinta) e 90 di amichevole
con la Germania (persa), però
con Juanmi non c’è paragone.
I RIVALI Gli altri, tutti a casa:
Soldado, riserva del Tottenham, non viene convocato
dal settembre del 2013, Llorente e Negredo dal novembre dello stesso anno. Torres, panchinaro dell’Atletico, dal giugno
2014 come David Villa, 33enne
emigrato a New York. Paco Alcacer, un anno meno di Morata
e titolare in 3 delle ultime 5
uscite della Roja, è stato fermo
un mese tra febbraio e marzo ed è
stato lasciato a
Va l e n c i a .
Il
34enne Aduriz
è infortunato,
il «pichichi»
spagnolo della Liga, Bueno
(Rayo) non si è guadagnato la fiducia
di Del Bosque. Vi-
Alvaro Morata, 22 anni, dopo il gol a Palermo. In stagione 7 reti in A, 2 in Coppa Italia e 2 in Champions LAPRESSE
cente ha chiamato due punte
esterne, Pedro e la novità Vitolo, e la solita manciata di mezzepunte: Fabregas, Silva, Cazorla, Isco, Koke e Iniesta. Saranno loro a creare per Alvaro.
LAVORARE, AIUTARE, DIVERTIRSI Alvaro, che per prendersi la Roja deve fare l’ultimo
passo, mentale più che tecnico
e fisico. Morata è ragazzo schivo, timido, gentile ed educato.
Non ha la forza dirompente di
Diego Costa né il carisma e
l’esperienza di Villa o Torres.
Ieri in conferenza stampa ha
candidamente
ammesso
l’emozione di condividere lo
spogliatoio con quelli che fino
a poco tempo fa erano i suoi
idoli: «Mi guardo intorno e fatico a crederci». La filosofia è
quella del lavoro: «Io sono lo
stesso di sempre, con le mie distrazioni e la mia voglia di dare
tutto per provare a dare una
mano. Sono qui per imparare,
aiutare e divertirmi. Se questo
è il momento migliore della
mia carriera? Direi di si: con la
Juve sto facendo bene e vorrei
far lo stesso qui. Se sono pronto a prendermi la Spagna? Dico ancora si, con umiltà. Non è
semplice arrivare a giocare con
la Roja vista la concorrenza.
Ora sono qui, voglio provarci».
RESPONSABILITÀ «Non sono
più nervoso del solito, mi sento
come sempre anche perché
tanto qui come nella Juventus
non si tratta di una questione
personale. Il calcio è un gioco
di squadra e io continuo a lavorare con questo pensiero in testa. Poi è chiaro, sono contento
per me, per come vanno le cose. Diego Costa è stato molto
carino con me, è un tipo simpatico ed è un vero peccato che
sia dovuto andar via. È un giocatore fortissimo che ci poteva
dare una grande mano. Se toccherà a me farò di tutto per
onorare la responsabilità che
comporta vestire questa maglia: alle spalle hai l’intera nazione. Spero di giocare e di fare
la mia parte. A darmi una mano c’è l’esperienza accumulata
nelle categorie inferiori: tutte
le nostre nazionali giocano allo
stesso modo e la cosa aiuta l’inserimento nella nazionale
maggiore, diciamo che non ti
senti proprio un novellino, almeno dal punto di vista tattico». Vai Alvaro, prenditi la Spagna.
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Tra campionato e Nazionale R Il ritorno
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
5
Barzagli, via alla seconda vita
1«Ho pensato di dover smettere, a volte la mattina mi alzavo e impazzivo dal dolore»
Mirko Graziano
CON LA JUVE
BONUCCI
CHIELLINI
VIDAL
MARCHISIO
LICHTSTEINER
PIRLO
EVRA
TEVEZ
MORATA
GDS
IN AZZURRO
BUFFON
BARZAGLI
BONUCCI
CHIELLINI
CANDREVA
MARCHISIO
DARMIAN
VERRATTI
PASQUAL
ZAZA
Martina:
«Buffon vuole
il 6° mondiale»
P
BUFFON
BARZAGLI
L’AGENTE A GAZZETTA TV
INVIATO A FIRENZE
IMMOBILE
GDS
ersona per bene e gran
giocatore Andrea Barzagli, sicuramente il miglior difensore italiano in attività. Il suo rientro, al termine
di un calvario fisico di sette-otto mesi, ha portato una ventata
di serenità sia nella Juve sia in
Nazionale. Gode Allegri, che
con Barzaglione si è garantito
più soluzioni tattiche, ha blindato la difesa (zero gol subiti
nelle ultime tre gare) e trovato
immediatamente nuovi equilibri alla luce delle assenze piuttosto pesanti in mezzo al campo, vedi Pirlo e Pogba. Esulta
pure Conte, che fra Bulgaria
(sabato) e Croazia (a giugno)
conta di chiudere definitivamente il discorso qualificazione per Euro 2016, e che con il
gigante di Fiesole là dietro si
sente parecchio più sicuro. Anche perché quel muro difensivo tutto bianconero l’ha creato
proprio l’attuale c.t.
● L’agente Silvano Martina è
intervenuto a CalcioMarket
su Gazzetta Tv. Chiusura
totale nei confronti delle voci
inerenti un addio di Vidic
all’Inter: «Rimarrà a Milano
anche la prossima stagione.
L’estate scorsa ha fatto una
scelta precisa». In merito al
possibile rinnovo di Gigi
Buffon con la Juventus fino al
2018: «L’obiettivo di Gigi è il
sesto Mondiale. Non esiste
un portiere come lui. Neto
suo erede? Non so se sia
stato bloccato dalla Juve, ma
potrebbe anche essere
girato altrove». Martina ha
svelato anche un retroscena
sul bomber del Manchester
City, Edin Dzeko: «Non sono il
suo agente, anche se sono
amico del papà da tanti anni.
Ha rinnovato col City l’anno
scorso per cinque anni. In
passato ne avevo parlato con
alcuni club italiani. Non
credo possa arrivare in
Italia, anche se nel mercato
tutto può cambiare...».
VITA... «Sono felice di
NUOVA VI
qui, anche di essere inessere qui
tervistato», sorride Barzagli. E’
tervistato»
uscito da un tunnel,
appena u
«nel quale a un certo punto ho
pensato di restare per sempre».
riferimento è all’infortunio
Il riferime
che in questa
que stagione lo ha tenuto a zero minuti ufficiali fino
a un paio di settimane fa. Un
ripresa, poi la
RLa rip
ricaduta. Pensavo
ricad
crollare,
di cro
devo dire grazie
a mia moglie
Andrea Barzagli, 33 anni, campione del mondo nel 2006, è alla Juventus dal gennaio 2011 RAMELLA
grave problema al calcagno, l’operazione chigno
rurgica, l’illusione di esrur
sere pronto a metà setser
tembre «e poi invece la
tem
mazzata»,
racconta.
ma
«Ero fermo da una settimana per
p dolorini classici
in quella fase
di recupero, rif
presi a correre,
però mi fermai
cor
dopo pochi
poch minuti. Feci allora
nuovi esam
esami e arrivò la terribile
sentenza: frattura da stress che
riguardava l’osso operato. In
pratica, altri
al 3-4 mesi di stop e
un lungo periodo
di stampelle.
p
Pensavo di
d crollare. Devo dire
grazie a mia
m moglie...». Ricordi
che emergono:
«Ho pensato
emer
davvero d
di dover smettere di
giocare. H
Ho avuto diversi alti e
50
● le presenze di Barzagli con la
Nazionale. In 50 gare, 22
successi, 17 pareggi e 11
sconfitte. Con lui l’Italia non ha
preso gol in 18 gare su 50
60
● le gare di Barzagli con la Juve
finite senza subire gol: quelle
giocate da Andrea sono 113, la
percentuale di gare con difesa
imbattuta è quindi del 53,1
bassi: un giorno mi alzavo e
pensavo di impazzire dal dolore, faticavo anche solo ad andare in bagno; poi la mattina
successiva stavo meglio e ripartivo. Quanta fatica dal punto di vista psicologico, una bella botta...».
SOGNI Tutto superato ora, tre
gare perfette con la Juve, e subito la convocazione di Conte.
«Il mister è il solito trascinatore, lavora tantissimo. Non c’è
di meglio per la Nazionale. E
poi è il tecnico ideale per aiutare i giovani a crescere, ne abbiamo bisogno. Io, per esempio, non mi vedo azzurro dopo
l’Europeo, sarò troppo vecchio
e non ho la classe di Pirlo e Buf-
fon. Allora in difesa spero nell’esplosione di ragazzi come
Rugani e Romagnoli, talenti
che hanno tutto per sfondare».
Il presente di Barzagli è però
pieno di traguardi da raggiungere. Nazionale a parte, c’è infatti una Juve in corsa ovunque, «e dopo tre anni a tavoletta era forte il pericolo di sbagliare, a maggior ragione in
seguito all’improvviso cambio
del tecnico. Invece, Allegri ha
portato nuove idee e il gruppo
si è responsabilizzato ulteriormente. Da quattro anni siamo i
più forti, per continuità e mentalità. Ci possono sorprendere
sulla gara secca, ma alla lunga
nessuno è come la Juve in Italia. Il Napoli parla di campio-
Gigi Buffon e Silvano Martina
nato falsato? Mi pare tutto un
po’ esagerato». E sulla Champions, «dico che non è vietato
sognare, siamo lì, può succedere ogni cosa».
ORIUNDI E CALCIOPOLI Chiusura politica, si parla di oriundi
e di Calciopoli: «Sulla prima
questione non vedo problemi,
ci sono delle regole, se sono
convocabili è giusto che vengano chiamati. Non capisco le polemiche. Per quanto riguarda
Calciopoli, un’idea me la sono
fatta, ma preferisco non sbilanciarmi né commentare. La Juve di quei tempi non è quella
dove gioco io, e anche la dirigenza è un’altra».
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Tra campionato e Nazionale R Il personaggio
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Valdifiori
«Più spazio
ai talenti
italiani»
L’INTRIGO
Zaza aspetta
lo sprint Juve
Il Napoli pronto
a inserirsi
Filippo Di Chiara
U
più dura delle gavette e in questo senso invita a una maggiore
attenzione i grandi club: «Non
è giusto cercare sempre lo straniero quando in Italia possono
esserci dei giovani interessanti
anche in categorie minori. Se
uno ci crede, i ragazzi possono
crescere prima a livello nazionale. Il mio Empoli lo dimostra
con Saponara, Verdi, Rugani...». Intanto, Mirko questi
giorni azzurri li racconterà all’adorata compagna, Lisa, che
sposerà appena la piccola Aurora sarà in grado di portare gli
anelli all’altare.
n segnale, una chiamata per diventare
davvero juventino. È ciò che attende
Simone Zaza, già bianconero nell’estate del 2013 e subito ceduto a metà al Sassuolo. L’estate scorsa il club di Squinzi lo ha riscattato per 7,5 milioni (e poi gli ha allungato
il contratto al 2019) ma con «sfondo» bianconero perché la Juve ha tenuto un diritto di
prelazione a 15 milioni. Ora, però, per Zaza
(8 gol in campionato) entro tre mesi la
Juve dovrà decidere. Il giocatore spera che la promessa
di un futuro bianconero venga mantenuta. Ma il mercato
Juve è in evoluzione: Dybala (in coppia con Vazquez) è Simone Zaza, 23 anni
un obiettivo dichiarato, Cavani è una pista concreta, Falcao non
è fuori dai radar, e sullo sfondo c’è qualche
dubbio sulla permanenza di Tevez. In questo
gioco di incastri, c’è il nodo Zaza: qualora dovessero arrivare al Sassuolo offerte superiori
a 15 milioni la Juve avrebbe il diritto di pareggiare/superare l’offerta, ma non potrebbe
bloccare la cessione. E tra le pieghe di un affare non ancora definito nei dettagli, fermo
restando che Zaza in Corso Galileo Ferraris
riscuote più credito di Berardi, la Roma e il
Napoli stanno cercando di inserirsi. Il Napoli
a prescindere dal futuro di Benitez e Higuain,
si è mosso con decisione per Zaza proponendogli 4 anni a 1.7 milioni più bonus. E il futuro di Zaza potrebbe anche diventare una partita a scacchi.
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1«Non serve sempre lo straniero
Io qui grazie all’Empoli e a Sarri»
Mirko Graziano
INVIATO A TORINO
U
no gioca nell’Empoli, si
ritrova a 28 anni in Serie
A, e pensa: «Ho coronato
un sogno, ho raggiunto il massimo, andare oltre è impossibile». Beh, non è detto. Mirko
Valdifiori, per esempio, a quasi
29 anni (li compirà il 21 aprile)
potrebbe esordire in Nazionale. Magari non sabato a Sofia,
molto probabilmente però a
Torino, in amichevole, contro
l’Inghilterra: hai detto niente...
PRECEDENTI Il «nonno» della
storia azzurra è qui a Coverciano, e si allena con Mirko: già,
Emiliano Moretti aveva 33 anni, 5 mesi e 7 giorni quando lo
scorso 18 novembre fu schierato da Conte contro l’Albania.
Nei tempi moderni, il più «fortunato» esordiente vecchietto
fu sicuramente Mauro Tassotti,
chiamato da Sacchi a 32 anni,
8 mesi e 25 giorni: 3 giugno
1994, contro la Svizzera. Giocò
il Mondiale americano e divenne vicecampione, anche se il
Tasso di fatto uscì di scena dopo i quarti, squalificato per la
famosa gomitata allo spagnolo
Luis Enrique (prova tv!). Tornando molto indietro nel tempo, va registrato l’esordio da
31enne abbondante di Luisito
Monti, l’oriundo che divenne
campione del mondo nel 1934.
In generale, comunque, pochi
esordienti «vecchietti» hanno
poi lasciato segni importanti in
azzurro. Non ci riuscì Zoratto
(31 anni, 5 mesi e 16 giorni),
pallino di Sacchi e stesso ruolo
di Valdifiori: esordio con la
Svizzera a ridosso di Usa ‘94,
molte aspettative, ma finì lì.
nale, mi piace come lavora sul
campo. Il mio modello? Facile,
Pirlo: da oltre dieci anni è il numero uno al mondo». Nel frattempo sono arrivati i complimenti di Sarri: «Mi ha spedito
un grosso in bocca al lupo. E’
una soddisfazione anche per
lui se sono in Nazionale». Non
sarà facile restare nel club Italia, la concorrenza davanti alla
difesa è fortissima: Verratti e
Marchisio, oltre a Pirlo e De
Rossi, costituiscono ostacoli ai
limiti dell’insormontabile. Ma
Valdifiori non ha nulla da perdere, rappresenta la classe
operaia che emerge grazie alla
Mirko
Valdifiori, 28
anni, regista
dell’Empoli di
Sarri, è alla
sua prima
convocazione
in Nazionale
GETTY IMAGES
GRAZIE SARRI Valdifiori di
certo non sta oggi a guardare
numeri o ricorsi, si gode invece
il momento. «Sono felicissimo
e orgoglioso, ringrazio l’Empoli e Conte. Il mister è eccezio-
PRECEDENTI
Quei «provinciali» pieni di talento
da Paolo Rossi a Fabio Grosso
1La storia azzurra
1
2
è fatta anche dalle
promesse delle
«piccole», diventate
anche «mondiali»
ANCHE DA LUCCA E PISA Se si
scava negli archivi. si scopre che
il portiere dell’Italia campione
del mondo nel 1938, giocava
nella Lucchese, oggi in Lega Pro,
ma all’epoca in Serie A. Si chiamava Aldo Olivieri. E tra quei 22
c’era pure Sergio Bertoni del Pisa.
Sebastiano Vernazza
3
@GazzaVernazza
I
l provinciale è il titolo di un
famoso libro di Giorgio
Bocca. Il provinciale di turno in Nazionale si chiama Mirko Valdifiori, originario di
Russi in Romagna. La provincia
come motore dell’Italia. Lo
spiega Bocca nel suo romanzotestamento, lo dimostra il calcio, che ogni tanto concede alle
provinciali di dare un’occhiata
ai quartieri alti o di attirare l’attenzione. E’ successo quest’anno con l’Empoli di Sarri, la
squadra meglio organizzata del
campionato. Accadde trent’anni fa col Verona scudetto di Bagnoli. Il fatto è che non tutti i
trapianti da provincia a Nazionale riescono alla perfezione.
Anzi, sono frequenti le crisi di
rigetto.
DA VICENZA PER IL MONDO
Nell’era moderna il provinciale
di maggior successo in azzurro
è stato Paolo Rossi, cresciuto a
Prato e decollato da una città
del profondo Veneto. Accadde
nella primavera del ’78, nelle
settimane terribili del rapimen-
stranisce il provinciale, direbbe
forse Giorgio Bocca.
to e dell’assassinio di Aldo Moro. In provincia, nel Vicenza di
G.B. Fabbri, c’era un ragazzo
smilzo, quasi esile, con uno
smisurato senso del gol. Vagava, corricchiava, spariva e all’improvviso riemergeva per segnare. Tutti a dubitare, chiedersi se in Nazionale sarebbe stato
lo stesso cannoniere. Il c.t. Enzo
Bearzot tirò dritto, lo fece esordire al Mondiale d’Argentina
contro la Francia, e fu subito Pablito. Quattro anni più tardi
Rossi in Spagna ci fece vincere
la Coppa, ma non era più provinciale, veniva da una squalifica per una storta faccenda, giocava nella Juve, il mondo lo conosceva.
DA PERUGIA VIA PALERMO Un
altro provinciale campione del
mondo è stato Fabio Grosso.
Dalla Renato Curi di Pescara a
Berlino 2006, passando per
Chieti, Teramo, Perugia, dove è
diventato «Fabiogrosso», tutto
attaccato come «Paolorossi». Il
trequartista che si ricicla terzino
e che trasforma il rigore decisivo
in una finale Mondiale. In Germania arrivò come giocatore del
Palermo, che provincia per modo di dire: parliamo pur sempre
di una grande città del Sud, «capitale» della Sicilia. Berlino ha
sprovincializzato Grosso, ma gli
ha fatto perdere il tocco magico.
Passato all’Inter, Fabio non è
stato più lo stesso. La metropoli
● 1 Paolo
Rossi in azione
al Mondiale
del 1978
contro
l’Austria: la
sua squadra di
club era il
Vicenza
2 Fabio Grosso
al Mondiale
2006: giocava
nel Palermo
3 Aldo Olivieri
portiere
titolare
dell’Italia
mondiale del
1938: era della
Lucchese
I RIGETTI Chiariamo, il numero
dei rigetti è di molto superiore.
Infinita è la lista dei provinciali
di insuccesso in Nazionale. Nell’Italia del Mondiale 1986 figuravano tre giocatori del Verona
campione d’Italia 1985 - Tricella, Di Gennaro e Galderisi - più
De Napoli dell’Avellino. Non andò bene. Per restare a Verona, si
prenda lo spettacolare Chievo di
Gigi Delneri. Di quella squadra
soltanto il difensore Nicola Legrottaglie ha giocato con continuità in Nazionale. Eugenio Corini era il regista, il Pirlo del
gruppo, eppure non conta neppure un gettone in azzurro (e
questo è abbastanza assurdo).
La provincia è dolce, ma matrigna, fa figli e figliastri, e le dinamiche della Nazionale sono particolari. La riuscita di un innesto
dipende dal c.t., dai senatori del
gruppo. Valdifiori ha qualche
vantaggio: Empoli sta a pochi
chilometri da Coverciano - problemi di ambientamento zero - e
l’Empoli è allenato da un tecnico
che ricorda molto un ex c.t. Valdifiori lo manda Sarri, «Arrigo»
Sarri.
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TACCUINO AZZURRO
Sabato contro la Bulgaria
con la coppia Zaza-Immobile
● (f.li.) Si va verso Zaza-Immobile.
Dall’allenamento di ieri emerge questa coppia
d’attacco per la sfida con la Bulgaria. Confermati
il 3-5-2, il blocco juventino in difesa, Verratti play,
Candreva e Marchisio mezzali, Darmian e
Pasqual esterni. Conte ha provato diverse coppie
in avanti, anche Gabbiadini sembra aver
recuperato. E ha insistito a lungo sul passaggio
dalla difesa a tre a quella a quattro, con
l’arretramento di un esterno. Ieri a Coverciano
visita del presidente del sindacato calciatori,
Damiano Tommasi, e del segretario Gianni
Grazioli. Dietro il superprotetto (dagli sguardi
indiscreti) campo di Coverciano alcuni tifosi del
Palermo hanno intonato cori per Vazquez. Al bar,
come dal primo giorno della gestione Conte,
niente più gelati e merendine per evitare
tentazioni agli azzurri. Domani, giorno
dell’Annunciazione, potrebbe svolgersi una
messa per gli azzurri.
Il programma: oggi doppia seduta
Venerdì la partenza per Sofia
● Anche oggi e domani previsti due allenamenti
per gli azzurri a Coverciano. Venerdì nel primo
pomeriggio partenza in charter per Sofia, in
vista del primo dei due impegni della Nazionale:
Bulgaria-Italia, sabato 28 marzo, 20.45 ora
italiana (21.45 ora locale), per le qualificazioni a
Euro 2016. La notte stessa dopo la partita rientro
a Torino, dove la Nazionale resterà fino a martedì
31, quando si gioca Italia-Inghilterra (amichevole
allo Juve Stadium, 20.45). Poi liberi tutti fino a
giugno quando l’Italia affronterà Croazia (il 12 a
Zagabria) e Portogallo (il 16 in amichevole). Ma
Conte spera sempre in uno stage nei primi giorni
di giugno, dopo la fine del campionato.
I CONVOCATI
PORTIERI Buffon (Juve), Sirigu (Psg), Marchetti
(Lazio). DIFENSORI Barzagli, Bonucci, Chiellini
(Juve), Ranocchia (Inter), Moretti (Torino)
CENTROCAMPISTI Florenzi (Roma), Valdifiori
(Empoli), Verratti (Psg), Marchisio (Juve), Parolo
e Candreva (Lazio), Bertolacci (Genoa), Soriano
(Samp), Cerci (Milan), Pasqual (Fiorentina),
Darmian (Torino), Antonelli (Milan). ATTACCANTI
Zaza (Sassuolo), Gabbiadini (Napoli), Pellè
(Southampton), Immobile (Borussia Do.),
Vazquez (Palermo), Eder (Samp).
Under 21 R
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Cataldi va di corsa
«Voglio l’Europeo
con la Champions»
1Il centrocampista romano ritorna in azzurro
«A giugno saremo forti. Lazio da secondo posto»
Nicola Berardino
ROMA
N
ella scia di Nesta, Giordano e Manfredonia,
gioielli del vivaio laziale
arrivati sino alla Nazionale.
Danilo Cataldi ascolta l’accostamento e allarga lo sguardo.
È tornato nell’Under 21 ma è in
rampa per la squadra di Antonio Conte. «Un’emozione essere paragonato a loro, però per
me non diventa una responsabilità in più». Corre il ventenne
romano (quartiere Tomba di
Nerone): in tre mesi ha debuttato in A diventando titolare
nella Lazio salita al terzo posto.
Da lunedì è di nuovo nell’Under
21. L’ultima immagine felice
con la nazionale di Di Biagio lo
riporta al gol nell’amichevole
con la Romania, ad agosto. Poi
panchina, contro la Serbia a
settembre, e lo stop per uno stiramento che è stato bissato sulla via del recupero. «Mi fa piacere esser di nuovo qui. Ho avuto un po’ di problemi muscolari. Ma da gennaio tutto è
accaduto così velocemente sino
a traguardi che non pensavo
Danilo Cataldi, 20, con la fascia di capitano indossata con la Fiorentina LAPRESSE
RDalla A all’Italia,
Danilo spera
di rifare la strada
di Nesta, Giordano
e Manfredonia
nemmeno esistessero…».
SOGNO DA BAMBINO Ha l’aria
di un ragazzo al luna park, ma
in campo ha già ricevuto la fascia da capitano nel finale della
gara con la Fiorentina. «Era il
mio sogno da bambino. Non mi
sembra ancora vero di averla
portata per dieci minuti con Biglia e Klose in campo...». Scruta
l’orizzonte azzurro, i prossimi
impegni, contro Germania e
Serbia. «Due test importanti
verso l’Europeo. Che Italia si
vedrà a giugno? Una squadra
forte, pronta a per contendere
il primo posto». Sta studiando
per completare il suo repertorio da centrocampista moderno: dinamismo, senso tattico,
grinta e capacità di portarsi
spesso al tiro. «Ma devo migliorare ancora sul piano fisico e
della lettura della partita». Ha
tanti illustri maestri nel centrocampo della Lazio: da Parolo a
Biglia e Lulic. «Tutti grandi».
Tatticamente, lo intriga di più
Biglia. «È speciale». Sente addosso la carica del bel momento della Lazio anche come cuore biancoceleste allevato nelle
giovanili. «La vittoria più bella
è stata quella di riportare i tifosi alla stadio». La Roma a un solo punto non è un’ossessione.
«Non è il primo pensiero, ma
uno stimolo in più».
TRAGUARDI C’è il secondo posto nel mirino della Lazio. Anche Cataldi, come i suoi compagni, non si «accontenta» del terzo posto, che vuol dire già
Champions. «No, vediamo dove arriviamo a fine campionato». Così nel ballottaggio dei
desideri laziali tra la Coppa Italia (semifinale col Napoli) e il
traguardo della Champions in
campionato, Cataldi non ha
dubbi: «Preferisco la musichetta della Champions...». Ma verso giugno i suoi progetti sono
colorati di azzurro. Per vivere
un finale di stagione esaltante
anche con l’Under 21. E dinanzi
alla doppia possibilità di una
Lazio al top in campionato e del
titolo europeo, Danilo Cataldi
sussurra un «perché no? Sarebbe fantastico». E scatta subito
un’altra rincorsa.
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7
SUDAMERICANO U17
Il 10 del Brasile
segna al Sub-17?
È già dell’Udinese
1Leandro arriverà
in Italia nel 2016
Carnevale: «È un ’98
Quando l’ho visto,
non ci credevo»
Luca Bianchin
@lucabianchin7
«L’
Udinese arriva
prima delle altre
squadre sui giovani talenti» è una delle frasi fatte del calcio. Gli ultimi
20 giorni però confermano.
Il Paraguay da inizio marzo
è il centro del Sudamerica:
lì si gioca il Sudamericano
Under 17, uno dei primi tornei che attirano osservatori.
L’Argentina è prima ma uno
dei capocannonieri è il 10
del Brasile, che chiamano
Leandro o Leandrinho: 6
gol. Gioca nel Ponte Preta
ma sa che arriverà a Udine.
Leandro, 16, col Brasile CBF
PICCOLO MA RAPIDO «Ci è stato segnalato e lo abbiamo portato a Udine per uno stage - dice Andrea Carnevale, responsabile scouting dell’Udinese -.
Non credevo ai miei occhi: è un
‘98 ma faceva la differenza
contro i ‘97 e i ‘96». L’Udinese
lo lascerà in Brasile fino al
2016, quando Leandro diventerà maggiorenne. Non è detto
sarà pronto per la prima squadra, ma le sue caratteristiche
sono chiare: piccolo, rapido,
grande gioco di gambe e capacità nell’uno contro uno. In due
parole, una seconda punta.
TUTTO IN AREA I gol al Sub-17
confermano: Leandro ha segnato a Colombia e Paraguay,
poi ha chiuso il torneo del Perù
con una tripletta. Nell’esagonale un altro timbro all’Ecuador, in attesa delle ultime due
partite: domani col Paraguay e
domenica con la Colombia. I
gol si possono vedere su YouTube e sono meno impressionanti di quanto ci si aspetti. Leandro ha segnato sempre in
area, magari con un tap in a
porta vuota, oppure toccando
la palla tre volte davanti al portiere, come contro la Colombia. Dice l’osservatore di un’altra squadra italiana: «Fisicamente è piccolo. Mi sembra un
buon giocatore ma fatico a valutarlo in prospettiva». L’Udinese ha avuto meno dubbi:
comprato.
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8
Calciopoli R La sentenza
I PROTAGONISTI
DI UN PROCESSO
DURATO 9 ANNI
● Da Luciano Moggi ad Antonio
Dattilo. Ecco gli imputati
principali di Calciopoli che ha
visto la fine l’altra notte in
Cassazione: eccetto De Santis,
per tutti prescrizione dalle
condanne per frode sportiva e
associazione a delinquere
MASSIMO DE SANTIS
Nel 2006 arbitro Internazionale
● CONDANNA IN APPELLO
1 anno
● CASSAZIONE
Confermata condanna
ANTONIO GIRAUDO
Nel 2006 a.d. Juventus
● CONDANNA IN APPELLO
1 anno e 4 mesi
● CASSAZIONE
Prescrizione
LUCIANO MOGGI
Nel 2006 direttore generale della Juve
● CONDANNA IN APPELLO
2 anni e 4 mesi
● CASSAZIONE
Prescrizione
Moggi e Giraudo
prescritti e salvati
È il caso De Santis
che non li assolve
1«Associazione a delinquere confermata». L’ex dg: «Nove anni di scherzi». E ora i risarcimenti alle parti civili
Alessandro Catapano
Valerio Piccioni
L’
ultima notte di Calciopoli
assolve poco e prescrive
tanto. Soltanto gli arbitri
Dattilo e Bertini escono «perché
il fatto non sussiste». Gli altri, da
Moggi a Giraudo, da Pairetto a
Mazzini, si salvano con l’ombrello della scadenza dei termini. Resta un solo condannato: l’ex arbitro Massimo De Santis, che aveva
rinunciato alla prescrizione. E
proprio il suo caso fa spostare le
lancette dell’interpretazione della sentenza in zona colpevolista.
Se De Santis è stato condannato
come partecipe dell’«associazione a delinquere», reato che deve
essere consumato da almeno tre
persone, è evidente che la Cassa-
zione, senza prescrizione, avrebbe dovuto condannare gli altri
con la stessa imputazione (in
qualità di «organizzatori»). Sempre ricordando che saranno le
motivazioni a chiarire bene
l’orientamento dei giudici della
Terza sezione penale. E che, da
Codice, la «prescrizione» non
equivale a una condanna, anche
se tale sembra l’abbiano vissuta
gli imputati. «Abbiamo scherzato
per 9 anni, il processo si è risolto
in nulla e tanti sono stati rovinati», dice Moggi a Sky Sport.
HA VINTO IL PG Il linguaggio
del dispositivo descrive un quadro che, sostanzialmente, sembra fotocopiare le richieste dell’accusa, formulate dal pg Gabriele Mazzotta. Che aveva ribadito anche lunedì l’esistenza di
fL’EPOCA CALCIOPOLI
un’«associazione per delinquere» su cui è intervenuta la prescrizione. Quanto alle frodi sportive, vengono «assolte» (con gli
arbitri che le dirigevano) sostanzialmente due partite e...mezza:
Udinese-Brescia, Juve-Milan, e
in parte Juve-Lazio. Restano in
piedi le accuse per Cagliari-Juve,
Juve-Udinese, Roma-Juve. E per
Lecce-Parma e Fiorentina-Bologna dirette da De Santis. Quanto
ai ricorsi di Racalbuto e degli altri dirigenti — i fratelli Della Valle e Mencucci (Fiorentina), Lotito (Lazio), Foti (Reggina) —,
vengono respinti. Le parole del
pg avevano puntato più sull’atteggiamento usato nei confronti
del «sistema» Moggi che sulla
frode vera e propria (per il reato
non è necessario che si consumi
con successo). Per la Fiorentina,
LA SENTENZA DELLA
CASSAZIONE? NIENTE DI
PIÙ CHE UN’ENNESIMA
CONFERMA DI TUTTI I
VARI GRADI DI GIUDIZIO
MASSIMO MORATTI
PROPRIETARIO INTER NEL 2006
«la scelta corretta per reagire ai
ritenuti soprusi sarebbe stata
un’aperta denuncia piuttosto che
ripiegare all’interno di un sistema che avrebbe trovato più facili
accomodamenti, sol per questo
illeciti». E per Lotito, «sebbene
non vi siano prove di frode nel
sorteggio, esistono prove dell’attivazione degli imputati per solu-
zioni agevolatrici delle ragioni
della Lazio».
E I DANNI? Veri e propri rompicapo. Leggendo i due dispositivi,
si scopre che nel caso dei risarcimenti contemplati nel rito abbreviato il giudice civile (di 1° grado) potrà solo quantificare il
danno ed emetterà sentenza esecutiva, mentre per quelli del rito
ordinario la Cassazione rimanda
ad un giudice civile d’Appello
competente per territorio che,
teoricamente, potrà anche decidere nel merito. Tradotto: Giraudo è già «aggredibile» dalle parti
civili, per Moggi va fatto un passaggio in più. E la Juventus? Secondo Bruno Catalanotti, legale
di Bologna e Brescia, «la Cassazione l’ha salvata, annullando, a
proposito delle statuizioni civili,
la sentenza di 2° grado e quindi
riportando in vita quanto sentenziò la Casoria (che escluse responsabilità civili per il club
bianconero, ndr)». Perciò sui
443 milioni chiesti alla Federcalcio la situazione è in stand-by.
Fra i collaboratori di Andrea
Agnelli, si dice soltanto: «Aspettiamo le motivazioni». Anche in
Figc, a pieno titolo tra le parti civili, le parole sono queste, ma è
chiaro che l’assoluzione degli imputati chiave avrebbe spinto la
Juve ad andare fino in fondo. E
invece, come dice Massimo Moratti, «non è cambiato niente: la
Cassazione ha confermato i primi due gradi di giudizio». Per
Giovanni Malagò, alla fine, «si è
trattato di una tipica storia italiana». La sintesi migliore.
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Schede svizzere, cartone e stanzini
L’inchiesta ha cambiato il linguaggio
della terna e dissertava di assistenti neanche
fossero chef.
Luca Bianchin
@lucabianchin7
INTERCETTAZIONI Testi più o meno comprensibili, di sicuro prove regine di ogni inchiesta. Gli
appassionati di calcio hanno passato ore chini
su giornali che riportavano conversazioni tra
tesserati, arbitri, dirigenti. Alcune frasi erano
meno chiare delle versioni di greco del ginnasio,
però il telefonino è diventato la pistola fumante
per eccellenza, l’arma di ogni delitto. Succedeva
anche prima del 2006, ma Calciopoli ha portato
il fenomeno su un’altra dimensione.
È
terminato il «decennio breve» di Calciopoli: nove anni scarsi che hanno cambiato il
pallone. La data è indicativa, convenzionale, come alcuni confini decisi a tavolino: qualche logica della «città del Calcio» si è trascinata
fino al 2015. Di sicuro, però, il periodo ha cambiato le relazioni tra tifosi e distrutto amicizie.
Nel 2006, mentre la Nazionale vinceva un Mondiale, l’Italia si divideva in «juventini» e «anti-juventini». Due partiti, come «berlusconiani» e
«anti-berlusconiani». Nel 2005 in uno stanzino
si cercava una scopa, non un arbitro, e le schede
telefoniche straniere erano ricercate dai ragazzi
per le collezioni, certo non dai dirigenti. Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente federale, oggi
fa il nonno, l’arbitro Paparesta è presidente del
Bari e l’ex collega De Santis si è laureato in legge: è cambiato tutto. Nove anni dopo, è diverso
anche il modo di parlare. Non ci credete? Consultate il dizionario compatto di Calciopoli.
BRINDELLONE Il termine, almeno a Firenze, indica il carro che prende fuoco nei giorni di Pasqua. Nel granducato di Calciopoli, è il nome
con cui Moggi chiamò Facchetti. Gene Gnocchi
gli dedicò il Rompipallone più sentimentale, il
giorno della morte del Cipe: «Oggi mi viene solo: Brindellone, ci mancherai tanto».
CARTONE Secondo parte del popolo juventino,
materiale di confezionamento per il triangolino
2006, vinto per decisione della giustizia sportiva. «Scudetto ritirato in segreteria» è quasi un
sinonimo, attribuito a Mourinho. Sono cambia-
Maggio 2006: Andrea Agnelli, Antonio Giraudo, Fabio Capello e Luciano Moggi al «Delle Alpi» AP
IL FENOMENO
Il 2006 ha diviso l’Italia in «juventini»
e «anti-juventini», partiti inconciliabili
A Torino si parla di titoli «sul campo»,
ad Appiano di «scudetto degli onesti»
Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente
federale, ora fa il nonno. L’arbitro
Paparesta ha cambiato lavoro:
è diventato presidente del Bari
te tutte le etichette. Gli juventini ormai contano
i titoli «sul campo» e chiamano gli interisti «prescritti». Gli altri, fieri, rifiutano il cartone: per
loro, quello, è lo «scudetto degli onesti».
CONGRUO Aggettivo maschile singolare, sinonimo di «adeguato», «coerente». Ebbe 10 giorni di
gloria quando Zaccone, legale della Juve, lo usò
per descrivere la pena che si aspettava dalla corte: la Serie B con penalizzazione. Quasi un patteggiamento. Gli juventini duri e puri gradirono
poco, pochissimo...
GUARDALINEE Categoria nobilitata dall’inchiesta: non più sbandieratori ma decisivi. Il loro
santo protettore è l’ex arbitro Meani, che aveva
un ristorante sull’Adda, per il Milan si occupava
SCHEDE SVIZZERE Sim segrete da omaggiare a
interlocutori delicati. Bertolini, osservatore della Juve, le comprava in contanti in un negozio di
Chiasso. Moggi le riceveva e le usava per parlare
con arbitri e uomini di calcio. Le sim miracolose
erano del Liechtenstein, ma questo non lo ricorda nessuno: erano svizzere e basta. Come nessuno ricorda che Bertolini, nel negozio, comprò un
cane robot, diavoleria elettronica. Rispondeva a
180 comandi e riconosceva la voce del padrone.
«Come alcuni arbitri», pensò qualcuno.
STANZINO Luogo in cui Moggi attaccò l’arbitro
Paparesta dopo un Reggina-Juve del 2004: non
gradiva l’arbitraggio. Paparesta precisò che insomma, Moggi non lo chiuse a chiave in spogliatoio ma il senso resta, l’immagine sopravvive.
Memorabile l’intercettazione in cui Ingargiola,
osservatore dell’Associazione italiana arbitri,
raccontò l’episodio al presidente degli arbitri
Lanese, cominciando la frase con «Cumpa’». Ingargiola fece finta di non vedere: atteggiamento
poco congruo, direbbe Zaccone.
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MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
9
LE ACCUSE DI PALAZZI
PIERLUIGI PAIRETTO
Nel 2006 designatore arbitrale
● CONDANNA IN APPELLO
2 anni
● CASSAZIONE
Prescrizione
INNOCENZO MAZZINI
Nel 2006 Vicepresidente Figc
● CONDANNA IN APPELLO
2 anni
● CASSAZIONE
Prescrizione
ANTONIO DATTILO
Nel 2006 arbitro di serie A
● CONDANNA IN APPELLO
10 mesi
● CASSAZIONE
Assolto
PAOLO BERTINI
Nel 2006 arbitro di serie A
● CONDANNA IN APPELLO
10 mesi
● CASSAZIONE
Assolto
l’unico arbitro intercettato. I pm
di Napoli mi accusavano di essere uno dei promotori dell’organizzazione, addirittura capo
della combriccola romana... dove sono finite quelle accuse?».
fL’INTERVISTA
L’UNICO CONDANNATO
«Un’altra sentenza indecente
I magistrati senza coraggio»
1De Santis: «Mi
SE AVESSERO
ASSOLTO
ANCHE ME
CASCAVA
TUTTO
aspettavo una
decisione libera. Ma
rinuncerei ancora
alla prescrizione»
Alessandro Catapano
ROMA
LO SCANDALO
SONO LE
INTERCETTAZIONI
NON PRESE
IN ESAME
A
questo punto, avrebbe
detto Lubrano, sorge
spontanea una domanda: lo rifarebbe? Rinuncerebbe
ancora alla prescrizione? La risposta è immediata, senza tentennamento alcuno. «Certo. Anzi, a maggior ragione. Io ho fatto un atto di coraggio. Qualcun
altro no».
Massimo De Santis, lei è l’unico
condannato (a un anno, pena sospesa) in via definitiva di Calciopoli. Come si sente?
«Male. La sentenza della Cassazione è una cosa indecente. Da
magistrati di quello spessore mi
sarei aspettato finalmente una
decisione autonoma, libera da
ogni condizionamento. E invece
non hanno avuto coraggio».
vengo condannato per due partite insignificanti (FiorentinaBologna e Lecce-Parma, ndr)».
Ma i suoi ex colleghi Bertini e
Dattilo, che come lei hanno rinunciato alla prescrizione, sono
stati assolti «perché il fatto non
sussiste»...
«Sono felice per loro. Io invece
Il suo avvocato, Paolo Gallinelli,
ci ha detto testualmente «per
Massimo non poteva che finire
così...». Cosa intende?
«Che se avessero assolto anche
me, sarebbe crollato tutto l’im-
CATERINA
MALAVENDA
AVVOCATO CASSAZIONISTA
Prescritti ma colpevoli?
Saranno decisive
le motivazioni
● 1 Cosa significa che
Calciopoli è finita in
prescrizione?
Vuol dire che è decorso il
tempo utile per ultimare il
processo: un reato si prescrive
quando è passato un certo
numero di anni, senza che sia
intervenuta una sentenza
definitiva. Il termine varia in
relazione alla gravità del reato.
Quando interviene la
prescrizione nel corso del
processo, il giudice deve
valutare se, sulla base degli atti
raccolti fino a quel momento,
l’imputato può essere assolto.
pianto accusatorio».
Addirittura?
«Senza il sottoscritto, la fantomatica associazione a delinquere di Calciopoli avrebbe avuto
solo organizzatori, senza nemmeno un partecipe. Quindi, non
sarebbe più stata in piedi. È toccato a me. Del resto, sono stato
Ma onestamente, dopo tanti anni
lei ritiene davvero di non aver
fatto nulla di compromettente?
Almeno moralmente?
«E lei pensa davvero che io fossi
l’unico arbitro a parlare con dirigenti di società o vertici delle
istituzioni? Era una prassi. Ma
poi cosa ci dicevamo? Chiacchiere da bar».
I designatori Bergamo e Pairetto, però, con le sim svizzere ci facevano anche altro...
«E perché io arbitro devo pagare
per colpe di persone sopra di
me? Comunque le faccio un
esempio: prima di un RegginaCagliari, il designatore chiamò
Foti e gli disse: “Stai tranquillo,
ti mando Massimo”. Poi, fece la
stessa cosa con Cellino. Il vero
scandalo non sono le intercettazioni uscite, ma quelle che non
conosciamo, perché non state
deliberatamente prese in esame. È stata una vergogna».
Cosa le lascia questo processo?
«Profonda amarezza. E la conferma che la nostra giustizia sia
una delle peggiori del mondo».
Dopo la sentenza Moggi ha detto:
«Abbiamo scherzato per nove
anni». È d’accordo?
«Io sono più crudo: per nove anni hanno preso in giro un Paese
e milioni di persone. E solo per
farsi un po’ di pubblicità».
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P
rescrizione è una parola che ricorre nella
storia di calciopoli.
Prima di ieri, se ne fece un
uso smodato un giorno di
luglio di tre anni e mezzo fa
quando Stefano Palazzi,
procuratore federale del
calcio, fece piombare sul
palcoscenico della giustizia
sportiva 72, durissime pagine. Argomento: le responsabilità dell’Inter e di altri tesserati quasi tutti assenti dal
filone 2006, ma che figuravano nelle cosiddette intercettazioni bis. Per Giacinto
Facchetti, scomparso nel
2006, presidente dell’Inter
nella stagione di calciopoli
(come per Meani, addetto
agli arbitri del Milan, e per
Spinelli, presidente del Livorno), Palazzi configurò
l’«illecito sportivo», per
«una rete consolidata di
rapporti, di natura non regolamentare, gravissimo attentato a terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale».
L’UNICA SOCIETA’ Palazzi che sottolineò comunque le
responsabilità del «sistema»
Moggi - precisò che il suo
era da intendersi come un
atto di deferimento e non
come una condanna. La prescrizione però salvò l’Inter
,«unica società nei cui confronti» si sarebbe potuti arrivare a «concrete conseguenze sul piano sportivo».
Quanto alla revoca dello
scudetto all’Inter nel 2006,
Palazzi ricordò che la prescrizione bloccava ogni intervento della giustizia
sportiva girando la patata
bollente al Consiglio federale. Che si dichiarò «incompetente».
LA PROCURA DI NAPOLI
3 DOMANDE A...
«Prescrizione» è la parola con
cui la Cassazione ha messo fine
alla vicenda Calciopoli. Per
comprendere i dettagli tecnici
di una sentenza che arriva
dopo nove anni e tre gradi di
giudizio, ci siamo rivolti
all’avvocato cassazionista,
penalista e civilista Caterina
Malavenda.
SALVATORE RACALBUTO
Nel 2006 arbitro di Serie A
● IN APPELLO
Prescritto
● CASSAZIONE
Ricorso rigettato
«L’altra»
prescrizione
che salvò
l’Inter
Se l’innocenza risulta evidente,
allora il giudice deve assolvere.
Se invece, sulla base degli atti,
non è possibile, allora dichiara
il reato prescritto e chiude
comunque il processo. Il punto
importante è che l’innocenza
deve essere evidente: se non
emerge palese dagli atti, o non
emerge affatto, allora il
processo si chiude con
l’estinzione del reato per
intervenuta prescrizione.
● 2 Come dobbiamo
considerare Moggi, innocente
o colpevole?
La definizione corretta è che il
processo si è chiuso per
estinzione del reato per
prescrizione e non ha dunque
accertato la sua colpevolezza.
Questo significa che per la
Corte non è risultato innocente
in maniera lapalissiana: il
giudice non ha potuto
assolverlo, allora ha applicato
la prescrizione. Ma non è
colpevole: manca la sentenza
che, in via definitiva, stabilisce
che una persona è responsabile
del suo reato. Come
conseguenza diretta della
mancata assoluzione, quindi del
rigetto del suo ricorso, Moggi è
stato condannato a pagare le
spese processuali. La
prescrizione, peraltro, salva
eventuali condanne al
risarcimento già inflitte: i danni
liquidati alle parti civili non
devono essere restituiti, solo gli
aspetti penali vengono definiti
con la prescrizione.
● 3 Ma allora il campionato
italiano è stato falsato?
Bisogna aspettare le
motivazioni. Quando si
occuperanno delle posizioni di
Giraudo e Moggi, a quel punto
diranno perché non li hanno
assolti e daranno le loro
valutazioni sui fatti contestati.
Se dicessero, ad esempio, che
non solo non c’è la prova
dell’innocenza, ma anche che la
sentenza d’appello era ben
motivata, si potranno trarre
alcune considerazioni. Per il
momento non conosciamo l’iter
giuridico che ha portato alla
prescrizione. I fatti che il
giudice ha accertato non
vengono cancellati dalla
prescrizione, ma perdono ogni
valenza di prova.
L’APPROFONDIMENTO
Giorgio Dell’Arti sulla prescrizione
nelle pagine di Altri Mondi
Beatrice: «Quell’omertà...»
Capuano: «I reati c’erano»
1Il pm dell’inizio
dell’indagine:
«Niente assoluzioni
questo è il dato
più importante»
«L
a cosa più importante è che non ci
sono state quelle
assoluzioni individuate dalle
difese». Così Filippo Beatrice,
uno dei pm dell’inizio della
storia insieme con Giuseppe
Narducci. L’inchiesta di calciopoli è nata nei loro uffici.
Poi Beatrice passò ad altri incarichi, oggi è procuratore
aggiunto a Napoli. «Le prescrizioni si potevano prevedere. Alcuni processi in Italia, basati sulle parole e sulle
intercettazioni, sono molto
complicati». Ma perché quell’istruttoria che sembrava
aver dimenticato le famose
intercettazioni bis, quelle che
coinvolgevano altre squadre?
«Chiariamo: non c’è stato
nessun orientamento tifoso o
ideologico. I processi nascono in un certo modo, ci stavamo occupando di camorra e
di scommesse, tramite alcuni
giocatori abbiamo sentito
parlare di arbitri e da quel momento è cominciata l’inchiesta. I
contatti più evidenti e ripetuti
degli arbitri erano con dirigenti
della Juventus. Cercammo nelle
pieghe della montagna di intercettazioni di lavorare anche su
altre posizioni. Se avessimo avuto dichiarazioni dall’interno,
avremmo potuto ottenere altro.
Ma calò nell’ambiente un velo di
omertà». Che impedì anche un
allargamento dell’inchiesta? «Ne
sono certo».
ACCUSE CONFERMATE E’ soddisfatto anche Stefano Capuano.
Lui, invece, arrivò a processo cominciato. Sostenne la controreplica nel primo grado, oggi è uno
dei pm del pool della Procura di
Napoli che lavora sui reati collegati in qualche modo al pallone.
«In attesa delle motivazioni,
emerge comunque dalla Cassazione la conferma dell’impianto
accusatorio. Molti fanno riferimento al primo grado, ma è la
sentenza del secondo grado, che
era entrata nel merito del reato
associativo (per esempio nel
coinvolgimento di Pairetto), e
che non è stata smentita».
TELEFONATE DI NOTTE Sarà un
discorso da bar sport, ma non sono poche le partite «incriminate»
per un’«associazione per delin-
Il procuratore Filippo Beatrice ANSA
quere»? «Intanto se andate a vedere le partite non sono poche.
Ha citato il bar. E al bar ci possiamo anche chiedere com’è possibile che un designatore e un dirigente si sentano al telefono di
notte...Sull’associazione ne hanno parlato primo e secondo grado, accertandone l’esistenza.
Dello stesso avviso è stato il procuratore generale presso la Cassazione. Ci sono state intercettazioni, uso di schede telefoniche
straniere, anche testimonianze
anche se il mondo del calcio è
stato molto spesso reticente su
questo. Naturalmente aspettiamo le motivazioni, ma l’impianto accusatorio ha più che retto.
Lo hanno detto cinque diversi
pronunciamenti della giustizia.
Non mi sembrano pochi».
v.p.
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10
Serie A R Il caso
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Allarme Kovacic
L’Inter ha perso
il suo cervello
1Idee altalenanti, concentrazione intermittente
Il club punta sul croato: a patto che diventi leader
Matteo Brega
MILANO
N
on gioca una partita intera dal 1° febbraio scorso.
Non un giorno qualsiasi:
sconfitta 3-1 a Reggio Emilia
contro il Sassuolo, contestazione della curva (con litigio annesso di Guarin e Icardi) e primo grosso segnale di cedimento
dell’intera struttura interista.
Da quel primo febbraio Mateo
Kovacic è entrato in un corridoio dove le critiche, gli appunti e
i suggerimenti sembrano arrivargli in maniera ovattata.
MOLLE L’indice puntato porta
alla sua scarsa verve, al suo imperturbabile andamento senza
scossoni. Roberto Mancini chiede una squadra tutta nervi, in
grado di assorbire i colpi reagendo immediatamente. E gradirebbe anche che ogni tanto i
primi colpi dati fossero nerazzurri, non sempre degli avversari. In tutto questo contesto,
ecco che Kovacic non risponde
appieno e lui lo lascia in panchina. Un contrasto che necessita
una soluzione da qui alla fine
del campionato. Per il bene di
tutti. Perché nelle prossime dieci giornate si capirà quale vestito indosserà l’anno prossimo il
croato. Per la società è un cardine attorno al quale costruire
l’Inter del domani e del dopodomani (nonostante interessamenti vari dall’estero). Il prolungamento del contratto fino
al 2019 con relativo adeguamento dello stipendio è la prova, non un indizio. E al Mancio
si chiede quindi il lavoro di crescita sul campo per trovargli la
giusta sistemazione.
DOVE LO METTO? Il tecnico lo
ha provato trequartista, esterno
d’attacco e interno di centrocampo. Gli manca solo vertice
basso del rombo davanti alla difesa. Qualcuno gli dovrà fare
spazio e spazio se lo dovrà meri-
Mateo Kovacic, 20 anni FORTE
8
2
● I gol stagionali di Kovacic
con l’Inter tra campionato (5)
ed Europa League (3). L’ultimo
lo ha segnato a Cagliari il 23
febbraio (vittoria finale per 2-1).
● Le panchine di Kovacic in
campionato, entrambe in questo
mese di marzo. Il croato è
rimasto a guardare l’8 a Napoli
e il 22 a Genova contro la Samp.
tare. Intanto bisogna pensare a
dove mettere la sua maglia numero 10. Shaqiri («Abbiamo un
progetto, vogliamo riportare
l’Inter ai livelli che le competono e io voglio assolutamente restare» – ha detto a una radio elvetica) non è in discussione,
Icardi e Palacio fanno un lavoro
diverso, Brozovic e Guarin pure
(e comunque Mancini non lo ritiene ancora pronto per giocare
da interno di centrocampo). Le
caratteristiche lo portano in
maniera naturale a giocare tra
le linee, in maniera tale da offrire palloni buoni per gli attaccanti. Secondo i dati Opta è il
nerazzurro che crea più occasioni (44) in campionato, davanti a Guarin (39) e Palacio
(34). Entrando nelle pieghe,
però, ci si ritrova a sbattere contro la velocità di esecuzione che
Mancini vuole più elevata. Per
prendere di sorpresa gli avversari obbligandoli a chiudere
non sempre in maniera ordinata.
CONFRONTO L’argomento di discussione durante Inter-Cesena
di domenica scorsa sarà stato
questo. Il colloquio durante il
match tra i due è stato breve,
ma intenso. Mateo si lamentava
di essere sempre lui quello richiamato, il tecnico gli rispondeva di essere più attento a seguire le istruzioni. Il confronto
tra i due è schietto, spesso ultimamente si parlano per avere le
idee chiare l’uno dell’altro.
«Non ho visto prestazioni negative, forse alle volte ha troppa
pressione addosso» – ha commentato un paio di giorni fa Nico Kovac, il c.t. della Croazia.
Sabato c’è la Norvegia al «Maksimir» di Zagabria. Ritroverà la
sua gente, con la maglia della
nazionale addosso. Troverà anche posto in campo? Contro
l’Italia a novembre partì in panchina. Vediamo Kovac cosa ne
pensa 4 mesi dopo…
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5 DOMANDE A...
GIUSEPPE
VERCELLI
DOCENTE DI PSICOLOGIA
«Serve il Mancini “duro” prima maniera
E se ti credi jellato, lo diventi davvero»
● 1 Dottor Vercelli, c’è il
rischio che - lontanissima
dal terzo posto e fuori dalle
coppe - l’Inter anche
inconsciamente possa
abituarsi alla sconfitta?
«La possibilità esiste,
soprattutto se una squadra
con quel blasone si ritrova
senza obiettivi primari a due
mesi dalla fine della stagione.
Il rischio di non trovare i
giusti stimoli è concreto. Ma
ora la squadra non deve
pensare alla classifica, ma
soltanto a cosa porta in
campo. Altrimenti diventa un
comportarsi per sentito dire».
● 2 Come si può combattere
questo rischio?
«Con una leadership diversa
da parte dell’allenatore e della
dirigenza. Se c’è una
tendenza alla sconfitta
significa che la squadra pensa
più al risultato che alla
prestazione, quindi quando va
in svantaggio l’obiettivo non è
più quello di portare in campo
i punti di forza, ma subentra
appunto un’ansia da risultato.
Mancini deve riportare
attenzione sul compito, sul
gesto di ciascuno».
● 3 Per la verità, nella
seconda versione interista il
tecnico sembra fin troppo
zen.
«E questo, quando è arrivato
in novembre per sostituire
Mazzarri, è stato sicuramente
positivo per restituire
entusiasmo al gruppo e per
cementarlo. Forse però adesso
serve il Mancini prima maniera.
Meno comprensivo e indulgente,
più cattivo. Perché anche nella
prestazione il risultato deve
sempre rimanere sullo sfondo».
● 4 Col Palermo, l’Inter detiene
il record dei legni colpiti in
campionato. E a Genova non
meritava di perdere. Possibile
che il gruppo si sente
perseguitato dalla jella?
«Anche quello della sfortuna, con
i 15 pali cui faceva riferimento e
alcuni gol presi allo scadere,
rischia di diventare un
meccanismo pericoloso. La
cosiddetta profezia che si auto
avvera: quello di negativo che si
genera nella mia mente poi
succede per davvero».
● 5 Può avere senso toccare
anche l’orgoglio dei singoli,
facendo presente che se si
molla poi ciascuno perde di
valore?
«Non molto. Così si rischia di
sfociare nell’egoismo, di non
dare tutto per aiutare i
compagni. Servono obiettivi
sovraordinati: due nemici che
hanno lo stesso obiettivo
finiscono col diventare amici».
Luca Taidelli
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Serie A R Mercato
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
11
Fra Yaya e Toulalan sbuca Thiago Motta
1L’Inter pensa al suo ex mediano se saltano Touré o il monegasco. Reina o Perin se saluta Handanovic
Matteo Dalla Vite
Y
ayà Toure, si sa, è il preferito. L’Inter ha già preso contatti col City e si è
sentita sparare richieste scoraggianti pur se non definitive.
Sia chiaro: quelle del Manchester sono pretese non impossibili - con le trattative si può
quasi tutto, la stima di Mancini
sa fare la differenza - ma difficili e complicate sì. In ballo c’è
anche Jeremy Toulalan: il francese dovrebbe dare la risposta
definitiva dopo Pasqua, gli è
stato proposto un biennale, la
sensazione è che sarà più un sì
che un no, ma il regista monegasco non butta via (per esigenze familiari) l’idea di restare in Francia. E allora? Ecco il
Piano-B, perché riappare un
vecchio leone di mezzo: Thiago
Motta.
NUOVA DATA
C’è la soluzione
Torino-Empoli
il 5 maggio
● Alla fine Torino-Empoli si
giocherà martedì 5 maggio alle
18.30. Lo ha disposto la Lega ieri
pomeriggio. La partita, che sarà
valida per la quindicesima
giornata di ritorno, era stata
programmata in origine lunedì 4
maggio alle 20.45. Si tratta di
una scelta ponderata in chiave
toscana visto che la squadra di
Sarri giocherà il posticipo del
turno infrasettimanale. Essendo
in campo 72 ore prima, le veniva
concesso un giorno in più. Ma
lunedì 4 sarà l’anniversario della
strage di Superga, una giornata
di ricordi e di commemorazione
per il Torino. Il club di Urbano
Cairo aveva chiesto per tempo e
anche ottenuto lo slittamento
della partita. L’Empoli ha dato il
via libera definitivo allo
spostamento della partita.
E così ieri è arrivata
l’ufficializzazione della Lega: si
giocherà all’Olimpico di Torino
martedì 5 maggio alle 18.30.
CLASSIFICA
SQUADRE
PT
JUVENTUS
ROMA
LAZIO
SAMPDORIA
NAPOLI
FIORENTINA
TORINO
MILAN
GENOA
INTER
PALERMO
UDINESE
EMPOLI
SASSUOLO
CHIEVO
VERONA
ATALANTA
CAGLIARI
CESENA
PARMA (-3)
67
53
52
48
47
46
39
38
37
37
35
33
33
32
32
32
26
21
21
9
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
28
28
28
28
28
28
28
28
27
28
28
27
28
28
28
28
28
28
28
26
20
14
16
12
13
12
10
9
9
9
8
8
6
7
8
8
5
4
4
3
7
11
4
12
8
10
9
11
10
10
11
9
15
11
8
8
11
9
9
3
1
3
8
4
7
6
9
8
8
9
9
10
7
10
12
12
12
15
15
20
55
39
51
37
47
41
32
41
37
42
38
31
30
34
21
33
23
34
25
21
14
21
27
28
36
31
30
35
33
36
41
36
30
43
30
48
38
53
49
53
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS
EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO
SABATO 4 APRILE, ore 15
ROMA-NAPOLI (ore 12.30)
ATALANTA-TORINO
CAGLIARI-LAZIO
GENOA-UDINESE
INTER-PARMA
PALERMO-MILAN
SASSUOLO-CHIEVO
VERONA-CESENA
FIORENTINA-SAMPDORIA (ore 18.30)
JUVENTUS-EMPOLI (ore 21)
(0-2)
(0-0)
(2-4)
(4-2)
(0-2)
(2-0)
(0-0)
(1-1)
(1-3)
(2-0)
RISTRUTTURAZIONE Mancini
sta idealmente ristrutturando
il centrocampo dell’anno prossimo, e la terra di mezzo della
stagione che verrà dovrà essere
qualitativa e capace di impostare e mordere e gestire i momenti con la saggezza degli
esperti. L’oriundo del Psg torna
nel mirino perché comunque
dal gennaio scorso... non ne è
mai uscito: già nell’ultima sessione di mercato, infatti, Mancini aveva pensato a lui quando
notava che fra Lassana Diarra,
Mario Suarez, Camacho e Lucas Leiva nessuno riusciva a essere sradicato. Ha sempre cercato un «dispenser», visto che
adesso quella zona centrale è
dominio di un Pitbull: Motta
conosce già l’ambiente nerazzurro e, soprattutto, è reputato
assolutamente utile nel restyling prossimo del centrocampo. La sostanza è: dovesse
HANDA, PERIN E REINA Capitolo portiere: da tempo si sa che
ad Handanovic è stato offerto
un prolungamento a circa 2,5
milioni. Si sa pure che lui ha il
desiderio di giocare la Champions: dipenderà dalle richieste. In caso di saluti chi sono i
favoriti? La lista comprende
pure Sportiello, Mandanda,
Romero e Cech («Un’altra stagione così non la voglio vivere»
dice). Ma i favoriti veri sono
due: Perin e Reina (Bayern,
«Non ho intenzione di finire la
carriera in panchina» ha detto). Carrizo rinnoverà: 1+1.
Per il prolungamento di Icardi
(in questi giorni a Barcellona...) si andrà a dopo Pasqua.
Martina, il manager di Vidic,
dice a GazzettaTv: «Nemanja
resta all’Inter». Per la difesa
spuntano i nomi di Kaya, Musacchio e ancora Rhodolfo.
saltare uno fra Touré e Toulalan, ecco che Motta diverrebbe
l’obiettivo principale.
DOPPIETTA IN FRANCIA Ipotizzato questo, eccoci al sodo:
l’oriundo del Paris Saint Germain è dato in uscita quasi certa per la prossima stagione
(non a caso proseguono le voci
inerenti a Pogba nella capitale
francese). Contratto fino al
2016, l’ex interista l’anno prossimo guadagnerà 3 milioni più
bonus, cifra più che abbordabile. Il costo? Cinque-sei milioni
di euro. Gli ostacoli? Se il PSG
blinderà il giocatore, ma la cosa al momento non è in agenda.
I contatti col club francese sono
avviatissimi da tempo: anche
per Lavezzi, che da molti angoli
viene dato promesso all’Inter.
Poi, ecco riapparire, André
Ayew, in scadenza con il Marsiglia di Bielsa.
Thiago Motta, 32 anni LIVERANI
Pepe Reina, 32 anni AP
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12
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R Incrocio di destini
Van Ginkel
la scoperta
Il Milan
pesca il jolly
1Gli infortuni, le difficoltà
di ambientamento, la diffidenza
di Inzaghi: poi l’olandese è uscito
dal guscio. E ora è una colonna
Marco Van Ginkel, 22 anni, in azione nella partita contro la Fiorentina AP
De Sciglio accelera,
pronto dopo la sosta?
Oggi a Reggio c’è Suso
● (a.g.) La miglior notizia è
arrivata alla vigilia della partenza
per Reggio Emilia, dove oggi alle 19
il Milan affronterà la Reggiana in
amichevole al Mapei Stadium,
evento che rientra nel vecchio
affare Mastour. Nell’ultimo
allenamento De Sciglio ha quasi
sempre fatto gruppo con i
compagni. A eccezione della
partitella finale, il terzino c’era: è
dunque probabile il ritorno tra i
convocabili per Palermo (con lui
pure Zapata). Non sono partiti per
l’Emilia i 5 nazionali (Cerci,
Antonelli, Honda, Armero, De
Jong) e Alex, Van Ginkel, Abate,
Bonaventura che lavoreranno a
Milanello. Otto Primavera
convocati, questa la probabile
formazione rossonera: Diego
Lopez; Bonera, Paletta (Mexes),
Bocchetti, Albertazzi; Poli, Essien,
Muntari; Suso, Pazzini, Di Molfetta.
Alessandra Gozzini
M
arco è un olandese
della provincia di
Utrecht, identikit che
richiama quello nobile di Van
Basten. Molto più modestamente Van Ginkel è arrivato al
Milan come alternativa per il
centrocampo, reparto che all’inizio considerava ben altri titolari. Nelle ultime due uscite
però, quelle che per Inzaghi
hanno segnato l’inizio di un
nuovo campionato rossonero,
Van Ginkel c’era: titolare a Firenze dove ha potuto vantare il
primato dei contrasti vinti (3)
e di nuovo dentro dall’inizio
contro il Cagliari. Mai era successo quest’anno che concedesse il bis una settimana dopo: per la prima volta Pippo lo
ha invece confermato in squadra per due volte di seguito.
MATURITA’ E il proposito per il
futuro sembra andare nella
stessa direzione, con Van
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ginkel confermato per il tris
a Palermo: è per riaverlo subito al top della condizione
che Inzaghi oggi non lo utilizzerà nell’amichevole con
la Reggiana, lasciandolo invece nelle mani dello staff
di Milanello per un lavoro
personalizzato. Sabato sera
Van Ginkel ha primeggiato
solo nella categoria sbagliata, quella dei dribbling subiti (2), ma per Pippo si merita comunque la promozione: il movimento in verticale non è quantificabile ma
c’è stato. Così, dopo mesi di
apprendistato sembra giunto il momento della maturità; con il Cagliari è stato il
k.o. di Bonaventura a sciogliere il ballottaggio tra
l’olandese e Poli, altrimenti
ne sarebbe rimasto solo
uno: il primo. Complici gli
infortuni, a cominciare da
quello subito mezzora dopo
aver debuttato sul campo
dell’Empoli, le presenze in
campionato sono state sette
(una in coppa Italia), senza
gol da archiviare: magari
arriveranno con la primavera. La burrasca è in ogni caso già passata: a inizio novembre, dopo troppe partite in cui Van Ginkel restava
infreddolito in panchina,
l’agente alzò i toni: «Questa
cosa va contro ogni logica,
non siamo contenti. Non
erano queste le intenzioni
quando Marco è arrivato,
non c’era bisogno che venisse in Italia per non far nulla». E in effetti l’operatività
di Van Ginkel è poi ripresa,
fino a toccare i livelli di produzione attuale, centottanta minuti in due partite, recuperi esclusi.
FUTURO Se l’idea di futuro
rossonero è puntare sul prodotto locale, possibilmente
di grande avvenire, Van
Ginkel, importato in prestito dal Chelsea, sembra tagliato fuori: in realtà qualcosa potrebbe cambiare,
anche se ogni trattativa verrà rimandata a fine campionato, quando sarà possibile
un giudizio completo. La
formula (prestito secco e
gratuito) potrebbe magari
trasformarsi in qualcosa di
più impegnativo, o semplicemente essere rinnovata:
si vedrà. Il progetto rossonero non farebbe neppure
un’eccezione: Marco ha talento e un nome italianissimo.
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7
● le presenze in campionato
di Marco Van Ginkel, per un
totale di 430 minuti in
campo: nessun gol e due
cartellini gialli rimediati
Cristante
lo straniero
«Italia,
no grazie»
1Il centrocampista racconta
l’addio senza rimpianti: «Nel Milan
avrei giocato, ma volevo sfondare
nel Benfica, lontano da tutti»
Bryan Cristante, 20 anni, durante Benfica-Leverkusen di Champions EPA
L'IDENTIKIT
BRYAN
CRISTANTE
NATO A SAN VITO AL TAGLIAMENTO
(PORDENONE) IL 3 MARZO 1995
RUOLO CENTROCAMPISTA
ALTEZZA 186 CM PESO 79 KG
Comincia nella Liventina
Gorghense, a 14 anni è al Milan,
con cui compie tutta la trafila
giovanile fino alla prima squadra.
Debutta prima in Champions poi
in A: il 6 dicembre del 2011 entra
nei minuti finali della partita
contro il Viktoria Pilsen. In
campionato esordisce il 10
novembre 2013 contro il Chievo.
Il 6 gennaio 2014, alla seconda
apparizione, la prima da titolare,
segna l’unico gol in A all’Atalanta.
Il primo settembre 2014 passa al
Benfica: finora 5 presenze in
campionato, 4 in Coppa di Lega
con un gol, 3 in Coppa di
Portogallo e 3 in Champions.
INVIATA A ERBA (COMO)
B
ryan l’aveva scritto nel
nome, che con l’italiano
c’entra poco. Nato a San
Vito al Tagliamento, Pordenone, Cristante voleva darsi un
tono internazionale. A diciannove anni è entrato al Da Luz,
l’imponente stadio del Benfica.
Più avanti vorrebbe traslocare
dentro altri grandi stadi e poi
chissà, certi amori fanno giri
immensi e poi ritornano.
Cristante, lo rifarebbe? Lasciare il Milan, trasferirsi in Portogallo e tornare solo per rispondere alla convocazione in Under
20.
«Lo sognavo fin da piccolo, poter diventare grande lontano
da casa, da tutto e da tutti: cresci veloce e cresci di più. Lo rifarei tutta la vita. Sei più solo
ma sei più ricco dentro. Il Benfica è un grandissimo club, come lo è il Milan, ma in futuro
spero di continuare all’estero,
13
girare altri Paesi, vedere in giro
cosa c’è. Lisbona è una città
bella ed esigente che vive di
calcio, che porta minimo quarantamila persone allo stadio,
e pretende. Finisce che la pressione ti responsabilizza. E poi
c’è Rui Costa, il nostro direttore
sportivo: con lui parliamo spessissimo di Milan, mi fa un sacco
di domande».
Appunto, non è che l’atmosfera
a Milanello l’aiuta a non avere
rimpianti?
«Dispiace vedere la squadra in
questa situazione, è pure una
sorpresa perché avevo fatto
con loro tutto il precampionato
e non c’erano avvisaglie: nonostante un allenatore nuovo con
giocatori nuovi stavamo trovando un gioco nostro. In ogni
caso presto si sistemerà per tornare in alto, dove gli compete.
Io lo stesso non mi pentirò della scelta fatta: il mio desiderio
di un’esperienza fuori è stato
più forte della volontà di Galliani di trattenermi e della fiducia che mi aveva dato Inzaghi».
Nemmeno l’idea di un prossimo
Milan giovane, talentuoso e italiano la fa tornare sui suoi passi?
«No, ripeto sono felice e non
rosico. Ci sono tanti altri giocatori fortissimi e con un’intera
carriera davanti, come De Sciglio ed El Shaarawy. Sono in un
periodo difficile ma in futuro
faranno ancora meglio di
quanto hanno già dimostrato.
Non sarò certo io a far parlare
di filosofia sui giovani rinnegata. Anche perché nel centrocampo attuale del Milan potevo starci benissimo, e ribadisco: non sono andato via per
paura di non farcela ma per la
mia voglia di estero. Un’esperienza che mi sento di consigliare a tutti i ragazzi della mia
età».
Prima o poi tornerà?
«Ho incontrato Galliani un paio di settimane fa, rivederlo è
stato un grande piacere. È il
numero uno tra i dirigenti calcistici italiani e ha speso belle
parole per me. Mi ha detto, testuale: “Ti consideriamo sempre parte della famiglia”. Il Milan era un sogno quando sono
arrivato ragazzino e sarà un sogno anche in futuro. Resta un
club glorioso con grandi campioni: sono un tifoso rossonero
e chissà, magari un giorno, con
un bel po’ di esperienza internazionale in più, tornerò».
a.g.
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15
● Le presenze di Cristante nel
Benfica: 5 in campionato, 3 in
Coppa Portogallo, 4 in Coppa di
Lega (con 1 gol), 3 in Champions.
Nel Milan, 5 gare in tre stagioni
14
Serie A R In cattedra
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
A lezione da Lotito
«Anderson resta
Lazio miracolosa»
Mandorlini
scalda Verona
«Ho Bagnoli
nel mirino»
1Il n°1 biancoceleste agli studenti universitari:
L
IN GIALLOBLÙ DAL 2010
Matteo Fontana
VERONA
a delusione per la sconfitta con la Lazio è già
stata smaltita. Un bicchiere in Fiera, a Verona, per
l’evento su scala internazionale del Vinitaly, e Andrea
Mandorlini carica l’Hellas
per l’ultimo scatto in ottica
salvezza: «Dopo la pausa ci
aspetta la partita con il Cesena. E sarà fondamentale.
Non so se sarà decisiva, ma
fondamentale, questo, sì».
«Fatturiamo 80 milioni, battiamo club da 300»
Stefano Cieri
ROMA
P
rofessore per un giorno.
Claudio Lotito è salito ieri in cattedra. Una cattedra vera, quella della Pontificia
Università Europea di Roma.
Lo hanno invitato per tenere
una lectio magistralis sul bilancio economico delle società
quotate in Borsa. E lui non si è
tirato indietro. Ha parlato per
due ore e avrebbe continuato
se il Rettore non l’avesse fermato. «Posso andare avanti»,
ha «minacciato» Lotito allo scadere delle due ore. «Abbiamo
dei tempi da rispettare», lo ha
bloccato il Rettore, che però ha
colto la palla al balzo: «La
aspettiamo per altre lezioni».
HERNANES UN CAPOLAVORO
Il tema di quella di ieri (con Lotito anche i giocatori Djordjevic e Pereirinha e l’aquila
Olympia) era come si salva una
società gravata da 550 milioni
di debiti. E’ il caso Lazio, che
Lotito rilevò nel 2004 in una situazione pre-fallimentare e
che nel giro di tre anni riportò
in vita. Ha ripercorso, il presidente, le tappe salienti del salvataggio: dall’accordo con
l’Erario (debito di 150 milioni
spalmato in 23 anni) allo sfruttamento del marchio per attutire le conseguenze della riduzione da 10 a 5 anni della durata dello spalmaperdite. Ma la
parte più interessante c’è stata
quando ha spiegato, in concreto, come si salva un bilancio.
«Sarò eternamente grato a Kolarov (ceduto al City nel 2010,
ndr.). Ero pronto a trattenerlo,
ma lui mi disse che c’era un
club importante che lo voleva.
Era il City, a cui lo vendemmo
per 20 milioni dopo averlo preso per 700 mila euro. Gli emiri
(si riferisce ai proprietari del
City, ndr.) mi dissero che non
avrebbero più fatto affari con
me...». E poi racconta la cessione all’Inter di Hernanes di un
anno fa: «Non volevo venderlo,
ma lui e il suo procuratore avevano deciso di andarsene. A
quel punto ho preso in mano la
situazione e sono andato a
trattare con l’Inter. Dalla cessione la Lazio ha ricavato 20
milioni (era stato pagato 11,
ndr): è stato un capolavoro».
ANDERSON RESTA Un capolavoro ancora più grande può essere Felipe Anderson. Comprato per 9 milioni, oggi ne vale
cinque volte di più. Se e quando lo venderà, per Lotito sarà
la plusvalenza del secolo. Uno
studente glielo fa notare e lo
invita pure a farlo, ammettendo di essere romanista... E lui:
«La plusvalenza non ci sarà
perché Felipe resterà con noi.
E’ profondamente religioso e
ha certi valori. Tra l’altro ha appena rinnovato il contratto.
Solo di fronte a proposte indecenti potremmo valutare, ma
non accadrà». Un altro studente invece gli fa notare che sono
anni che la Lazio (intesa come
società quotata in Borsa) non
distribuisce dividendi agli
azionisti. «Vero, ma è meglio
che le risorse siano tutte destinate alla società. Noi abbiamo
un fatturato di 80 milioni e
dobbiamo competere con società che fatturano cifre molto
superiori. Se disponessi dei
300 milioni di fatturato della
Juve vincerei tutto: scudetti,
coppe nazionali e internazionali. Quello che stiamo facendo con la Lazio e anche con la
Claudio Lotito, 57 anni, presidente della Lazio dall’estate del 2004 ANSA
Salernitana (capolista in Lega
Pro, ndr.) lo dimostra». E aggiunge: «Con i bilanci non si
scherza. Il caso Parma insegna.
Non si può spendere più di
quanto si ricava. E non è possibile che un club venga acquistato da una persona che non
fornisce garanzie (il riferimento è a Manenti, ndr.). Per fortuna la Federcalcio si accinge a
introdurre una normativa più
ferrea in materia». L’aquila
Olympia sbatte le ali. Quasi a
voler dare un assenso alle parole del presidente. O, forse,
solo per dire che la lezione può
finire qui.
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LA CESSIONE DI
HERNANES E’ STATA IL
MIO CAPOLAVORO:
PROVAI A TRATTENERLO
MA LUI VOLEVA ANDARE
CON I BILANCI NON SI
SCHERZA. IL CASO
PARMA INSEGNA: NON
SI PUÒ SPENDERE PIÙ
DI QUANTO SI RICAVA
CLAUDIO LOTITO
PRESIDENTE LAZIO
NIENTE SCONTATO Scontro
diretto quello del sabato di
Pasqua al Bentegodi, prima
di 7 gare interne (compreso
il derby che con il Chievo,
tecnicamente in trasferta)
sulle 10 che mancano. Mandorlini avvisa: «Sembra facile, ma non c’è niente di scontato». Vero è che a +11 sulle
terzultime, con il contratto
in scadenza, l’allenatore
gialloblù potrebbe lanciare
un segnale alla società per
un rinnovo che aprirebbe il
6° anno all’Hellas. Ma Mandorlini glissa: «Le priorità
sono altre, dobbiamo pensare a raggiungere il nostro
obiettivo. A Verona sto benissimo, voglio rimanerci il
più a lungo possibile. E, magari, battere il record di
Osvaldo Bagnoli (all’Hellas
dal 1981 al 1990, ndr)».
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Serie A R L’intervista
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
15
«Piacere, Verde:
gioco nella Roma
per una nevicata»
Difficoltà
per lo stadio
Servono
500 milioni
1«Il provino con la Juve saltò per il maltempo
P
IL CASO
Alessandro Catapano
ROMA
iù che i tempi (comunque dilatati fino al 15
giugno, nuova deadline
per la presentazione del progetto esecutivo), preoccupano i soldi. E non è una buona
notizia. L’ottimismo di facciata, che anche ieri ha vestito
l’incontro in Campidoglio tra
il sindaco Marino («L’obiettivo resta posare la prima pietra
nel 2015») e il braccio destro
di Pallotta Mark Pannes
(«Non esistono problemi»),
convince sempre meno. Detto
brutalmente, lo stadio della
Roma che dovrà sorgere a Tor
di Valle ha bisogno di trovare
subito circa 500 milioni di euro, altrimenti perfino lo studio di fattibilità che il 22 dicembre scorso ha ottenuto
l’ok dell’Assemblea capitolina
farà fatica a diventare progetto esecutivo. E, quindi, a ottenere dal Comune la conferma
dell’«interesse pubblico», senza il quale l’opera muore prima di nascere.
In estate temevo di andare via: avrei smesso»
Francesco Oddi
ROMA
L'IDENTIKIT
D
DANIELE
VERDE
aniele Verde è un calciatore che ha un talento di
cui lui stesso non si rende conto. Lo disse Rudi Garcia
dopo la magnifica prova di Cagliari, all’esordio da titolare, lo
conferma il diretto interessato,
rammaricandosi che «non è un
granché» il suo destro, che pure usa come pochi mancini
sanno fare. O ammettendo di
aver temuto di dover smettere,
solo pochi mesi fa, quando non
aveva la riconferma in tasca,
dopo una stagione a guardare
gli altri giocare, in Primavera.
«E un bel po’ era anche colpa
mia, che pensavo che il calcio
fosse solo quello con la palla
tra i piedi: correvo solo quando l’avevo io». La scorsa estate,
in vacanza, quando le partite
erano ancora lontane, matura
la consapevolezza che mancava. «Mi sono reso conto che se
non avessi cominciato con la
giusta mentalità, il sogno si sarebbe interrotto, sarei dovuto
andar via dalla Roma. Avevo
paura».
Che sarebbe successo?
«Che forse avrei mollato il calcio. Auguro tutto il bene del
mondo ai miei amici che stanno faticando per arrivare dove
sono io ora, ma non so se ce
l’avrei fatta a ricominciare e
provare a risalire. Un altro ragazzo di Napoli che venne alla
Roma con me, Serrone, è andato via, è passato all’Avellino, e
ora ha trovato una squadra, e
gioca in serie D».
NATO IL 20/6/1996
A NAPOLI
RUOLO ATTACCANTE
ALTEZZA 168 CM PESO 65 KG
IN PRIMAVERA
Arriva nel settore giovanile della
Roma dal Pigna calcio, nel 2010,
con i Giovanissimi Nazionali
allenati da Montella. È da
quest’anno nel giro delle
nazionali giovanili: da ieri è in
Austria con l’Under 19, domani in
campo contro la Croazia.
IN PRIMA SQUADRA
Garcia lo fa debuttare a Palermo,
il 17 gennaio 2015. Da lì altre 6
presenze in A (tra cui quella con
assist a Cagliari), 1 in Coppa
Italia e 2 in Europa League.
DEVO LAVORARE PER
MIGLIORARE IL DESTRO
INVECE SUL COLPO DI
TESTA DOVREI PROPRIO
RIPARTIRE DA CAPO
DEVO MOLTO A GARCIA
MA NON SO DOVE VEDA
IL MIO TALENTO. E NON
SO SE POTRÒ ARRIVARE
DOVE MOLTI CREDONO
DANIELE VERDE
ATTACCANTE ROMA
Si guadagna anche lì.
«Io non so se ce la farei. Mio fratello, che ora ha 41 anni, giocava nell’Inter, perché all’epoca i
miei genitori vivevano lì. Lo allenava Giacinto Facchetti, lo
avrà fatto impazzire: mio fratello era una testa matta. Era arrivato in Primavera, ma era frenetico, reagiva subito, mi ha
detto tante volte di non seguire
la sua strada. Poi mio padre per
lavoro è dovuto tornare a Napoli, lui da solo non voleva stare, è
tornato e ha smesso».
Dopo lo scavino che ha fatto segnare Ljajic a Cagliari, non corre più questo rischio. E ha esultato come se avesse segnato lei.
«Non sta bene che sia io a dirlo,
ma mi è venuta una gran bella
giocata, non mi sembrava neanche vero. Diciamo che Ljajic,
segnando, ha fatto sì che se ne
parlasse di più: ho esultato per
l’assist».
Una giocata da fantasista. E poi
una da ala pura sul gol di Paredes, secondo assist della giornata. E sullo 0-0, un paio di spunti
pericolosi col destro.
«Devo migliorarlo il destro, cerco di portarlo ai livelli del sinistro, o quasi. Come devo migliorare sul piano fisico. Sul
colpo di testa, invece, facciamo
prima a dire che c’è da iniziare
da capo. A Cagliari avevo provato a fare le prime giocate col
destro, proprio per non far capire la mia forza, e non dar punti di riferimento ai difensori.
Magari nei Giovanissimi o negli
Allievi gli allenatori lo dicono:
occhio che quello è mancino,
ma in serie A chi mi conosce?».
Una montagna che poteva essere altrove: lei è di Napoli, lo voleva la Juventus, è arrivato alla
Roma.
«Al Napoli non ho mai detto di
no: semplicemente non mi hanno mai contattato, nessun provino, niente. Alla Juve dovevo
andare, ma c’era la neve, e saltò
il provino. Prima che ne organizzassero un altro, si fece sotto
la Roma: c’erano Bruno Conti,
Montella e Muzzi, mi presero
subito, senza perdere tempo.
Per una nevicata: evidentemente la Roma era nel mio destino».
ATTENZIONE I 500 milioni
sono il budget previsto per lo
stadio, le opere pubbliche interne (parcheggi, etc...) e
strategiche (prolungamento
della metro, ponte pedonale,
collegamento con la RomaFiumicino, etc...), che il Comune vuole si facciano subito,
prima delle altre inserite nel
progetto (business district e
centri commerciali), considerate, invece, prioritarie dalla
Roma e dal costruttore Parnasi. Da un paio di mesi le parti
sono ferme su questo snodo,
ma ieri Marino è stato chiaro:
se il progetto esecutivo non
prevederà la «road map» (con
relativa copertura economica) suggerita dal Comune, addio al bollino di «pubblica utilità», quindi al progetto.
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Daniele Verde, 18 anni, ha un contratto con la Roma fino al 2018 OLYMPIA
E Rudi Garcia a fine partita ha
detto: «Verde ancora non si rende conto dei mezzi che ha».
«Io sono sincero: non so dove il
mister li ha visti questi mezzi.
Ovvio che posso solo ringraziarlo, e tanto. Ma non vorrei
passare per sbruffone: conosco
bene i miei mezzi, non so se riuscirò ad arrivare dove in tanti
pensano che io possa arrivare».
Però, rispetto all’anno scorso,
ne ha fatta di strada.
«Era il primo anno di Primavera: il momento più duro da
quando sono a Roma. Il più bello è stato il primo, nei Giovanissimi, con Vincenzo Montella.
Ero appena arrivato, pensavo a
divertirmi, e lui, oltre a farci lavorare quasi solamente sulla
tecnica, mi ha fatto capire come
ci si comporta in un club professionistico. Cosa bisogna fare,
per scalare la montagna».
IL PRIMATO
Fenomenale Zapata, nessuno segna come lui
1Il colombiano del Napoli «timbra» ogni 97’, in A è il giocatore con il miglior rapporto gol-minuti. E Benitez adesso lo valorizzerà
Mimmo Malfitano
NAPOLI
I
l personaggio è tra quelli
di fascia media, che hanno poca visibilità, ma che
sanno essere concreti quando
ce n’è bisogno. A renderlo protagonista, in questi giorni, sono soprattutto i numeri, gli
stessi che raccontano quanto
Duvan Zapata sappia essere
determinante nel suo ruolo.
Le statistiche, infatti, evidenziano un dato quantomeno
singolare se si considera che,
comunque, si sta analizzando
il rendimento di un giocatore
che non è tra i titolari fissi a
disposizione di Rafa Benitez e
che finora s’è costruito quel
poco di popolarità segnando
reti pesanti, nei secondi finali.
Attualmente, l’attaccante del
Napoli è il giocatore che vanta
la migliore frequenza gol in
questo campionato, tra tutti
quelli che hanno realizzato almeno più di tre reti: in pratica,
finora, l’attaccante colombiano è andato a segno ogni 97
minuti dei 579 giocati fin qui.
Il suo Napoli è ancora impegnato su tre fronti e le energie
e la fisicità di Duvan Zapata
potrebbero essere quel qualcosa in più da poter opporre agli
avversari. In campionato è stato impiegato 16 volte, mentre
nelle varie coppe vanta 9 presenze. Di certo i suoi muscoli
non sono stati stressati come
quelli di Higuain che, nell’insieme, ha già giocato 43 partite, nazionale argentina esclusa.
Alle sue spalle c’è Mohamed
Salah, l’egiziano della Fiorentina, che ha realizzato 3 reti
nei 310’ giocati, con una media di una rete ogni 103 minuti.
SORPRENDENTE Cifre importanti, dunque, che hanno incuriosito lo stesso attaccante colombiano, al suo secondo anno di Napoli. Da queste parti è
arrivato nell’estate 2013, prelevato dall’Estudiantes, per fare la riserva di Gonzalo Higuain. Un ruolo che Zapata ha
accettato, sin dal primo momento, senza avanzare pretese, in silenzio s’è accomodato
in panchina, aspettando il momento propizio per dimostrare
poi tutto il suo valore . E nella
sua prima stagione, ha messo
insieme 22 presenze e 7 gol.
Nell’attuale, invece, s’è già superato, considerando che fin
qui ha sommato 25 presenze e
8 reti, evitando al Napoli, per
ben due volte, la sconfitta. La
prima in quel di a Marassi,
contro la Sampdoria, con un
tocco di testa ravvicinato all’ultimo minuto di gioco. Pro-
Duvan Zapata, 23 anni, attaccante colombiano del Napoli. Per lui quest’anno 6 gol in 579 minuti giocati BOZZANI
dezze che valse l’1-1 finale per
la squadra di Benitez. La seconda, recentissima, contro
l’Atalanta, domenica sera, che
è servito per pareggiare la rete
di Pinilla. La curiosità è che in
entrambe le partite Zapata è
subentrato.
UOMO MERCATO La sua praticità sottorete non è passato
inosservata nelle sessioni del
mercato. Il d.s. Riccardo Bigon
ha dovuto respingere alcune
offerte di club italiani, tra cui il
Torino, che avrebbero speso
volentieri qualche milione di
euro per assicurarsene almeno
il prestito con il diritto di riscatto. Ma il no deciso di Rafa
Benitez, l’ultimo arrivato proprio a gennaio, ha chiuso ogni
discussione, eventuali acquirenti dovranno ritornare alla
carica a fine campionato. Intanto, l’allenatore spagnolo lo
terrà in grande considerazione in questo finale di stagione.
COSÌ LE PUNTE
ZAPATA (NAPOLI)
IN GOL OGNI 97’
SALAH (FIORENTINA)
103’
TEVEZ (JUVENTUS)
139’
GABBIADINI (NAPOLI)
143’
ICARDI (INTER)
147’
FELIPE ANDERSON (LAZIO)
147’
MORATA (JUVENTUS)
150’
RODRIGUEZ (CESENA)
152’
MENEZ (MILAN)
159’
MATRI (JUVENTUS)
159’
GOL PESANTI Serviranno alla
ripresa del campionato per
tentare di rientrare in zona
Champions League. I risultati
di domenica, hanno retrocesso
il Napoli al quinto posto, a cinque punti dalla Lazio che è terza. E dopo la sosta, ci sarà lo
scontro diretto con la Roma, in
programma all’Olimpico, sabato santo. Potrebbe essere
quella la partita che darà maggiori indicazioni sulle probabilità che avrà a disposizione,
Rafa Benitez, per evitare che il
suo campionato diventi un
flop.
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16
Serie A R
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
A TU PER TU CON...
CONTENUTO
PREMIUM
Maran
«GUARDIOLA O NO
IO SALVO IL CHIEVO»
È IL TOP TRA I SUBENTRATI
IN A: «LA GAVETTA AIUTA,
PERCHÉ GLI ERRORI
TI FANNO CRESCERE»
Gugliemo Longhi
INVIATO A VERONA
U
no stand degli oltre 4 mila di Vinitaly è dedicato al
vino tarocco: il barbera
bianco prodotto in Romania, il
marsala sudamericano, il kressecco tedesco... In un altro
stand, il presidente Luca Campedelli spiega cos’è lo spirito
Chievo: «E’ far parte di una famiglia, è non mollare mai, anche quando perdi 3-0: ricordate
Empoli? Poi non abbiamo più
preso gol». Spirito autentico,
dunque, inimitabile come il
Valpolicella che a qualche metro di distanza sta bevendo Rolando Maran: chiamato in ottobre al posto di Corini, oggi è l’allenatore subentrato con la media punti più alta. Meglio di
Mancini.
Maran, saltiamo la prima domanda, tanto conosciamo già la
riposta.
Pensava fosse più difficile questa salvezza?
«Sapevo che sarebbe servita
un’impresa e l’impresa la stiamo facendo».
Come definirebbe il suo 4-4-2?
«Qualcosa di coraggioso: siamo
la squadra che dopo la Juve recupera più palloni nella metà
campo avversaria. Possesso palla e pressing alto sono le nostre
caratteristiche, forse perché da
giocatore non potevo farlo».
Difensore dai piedi ruvidi?
«Al contrario, mi piaceva ragionare, far partire l’azione. Il classico allenatore in campo. Baldini, al quale avrei fatto da vice
ROLANDO MARAN è nato
Trento il 14 luglio 1963. Ex
difensore, al Chievo dal 1986
al 1995, ha allenato Cittadella,
Brescia, Bari, Triestina,
Varese, Vicenza e Catania
per due anni, me lo diceva sempre: il tuo posto è in panchina.
Mi ha insegnato molto, mi spiace che sia finito fuori dal giro».
Perché è così difficile che un difensore diventi un bravo allenatore?
«E’ una questione di testa. E poi
ci sono le eccezioni: Pioli».
Sarri a 55 anni è arrivato in A, lei
a 49: quanto conta la gavetta?
«Moltissimo, è una palestra preziosa, gli errori servono per crescere in modo graduale e fare
un passo alla volta alleggerendo le responsabilità. Non ho
mai capito il guardiolismo, la
moda di fare tutto in fretta».
Non pensa di essere stato sottovalutato?
«Diciamo che se ho raggiunto la
A tardi, vuol dire che l’ho meritata solo ora. Oppure non riesco
a vendermi bene...».
Mai retrocesso da allenatore.
«Anche da giocatore, si vede
che sono un portafortuna».
Mai esoneri banali: a Brescia è
stato cacciato dopo aver vinto
3-0 in trasferta, a Bari quando
aveva 7 punti sul playout.
«Il calcio è così: vive di momenti
e a pagare sono gli allenatori».
Cosa significa 1,33?
«E’ la mia media punti: 7 vitto-
DOPO LA JUVE SIAMO LA
SQUADRA CHE PRESSA
PIÙ ALTO. FORSE
PERCHÈ DA GIOCATORE
NON CI RIUSCIVO
NON CI SENTIAMO
PARENTI POVERI DEL
VERONA. IL DERBY,
SEMMAI, DEVE
INORGOGLIRE LA CITTÀ
ROLANDO MARAN
ALLENATORE CHIEVO
rie, 7 pareggi, 7 sconfitte. Non
male».
E 56?
«Il record di punti ottenuti col
Catania in A».
Cosa faceva nel tempo libero
uno di Trento a Catania?
«Mangiava ottimo pesce e sciava sull’Etna».
La difficoltà di subentrare in
corsa?
«Devi trovare in fretta un equilibrio, i ragazzi sono stati bravi a
seguirmi».
Il compagno di Supercorso che
non dimentica?
«Allegri, mi è sempre piaciuto il
suo modo di lavorare, di avvicinarsi alla partita».
La tesi finale di Maran?
«Posizionamento della difesa
sugli angoli: 110 e lode».
Sulle palle inattive, meglio a uomo o a zona?
«Non c’è il sistema ideale: noi
difendiamo a zona, una delle
prime cose che ho cambiato».
Il giocatore più forte che ha incontrato?
«Pirlo».
LO SPIRITO DEL CHIEVO
È FAR PARTE DI UNA
FAMIGLIA CHE NELLE
DIFFICOLTÀ
NON MOLLA MAI
RICORDATE LA
SCONFITTA PER 3-0
A EMPOLI? DA ALLORA
NON ABBIAMO PIÙ
PRESO UN GOL
E che ha allenato?
«Escludendo il Chievo, dico Almiron».
Eredi in famiglia?
«Mio figlio Gianluca, terzino
del Giorgione, in D. Domenica
finalmente sono riuscito a vederlo in campo: ha perso, stavolta non ho portato fortuna...»
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LUCA CAMPEDELLI
PRESIDENTE CHIEVO
«E’ vero, non siamo ancora salvi: mancano dieci giornate, meglio non scherzare anche se siamo a più 11 sulla terz’ultima».
Gli stessi punti dell’Hellas: non
siete più i parenti poveri.
«Mai sentiti inferiori. E per questa città dev’essere un vanto
avere due squadre che si confermano in A».
Nove anni da giocatore, ora la
panchina: com’è cambiato il
Chievo?
«Moltissimo, anche se la proprietà è la stessa.La società si è
consolidata, si è formato uno
zoccolo duro di tifosi. Ma la
mentalità e l’ambiente sono rimasti uguali, lavorare qui è come sentirsi a casa».
IN VISITA
A VINITALY
● Il tecnico Rolando
Maran (qui col nostro
inviato) ieri era ospite di
«Vinitaly», il salone
internazionale del vino e
dei distillati che si
concluderà oggi a Verona.
Con lui anche il presidente
Campedelli e alcuni
giocatori del Chievo.
Calcio giovanile R L’inchiesta
I TALENTI
USCITI DAL VIVAIO
Gianluigi Buffon
1991-2001
Arriva nel vivaio da
centrocampista. In
porta va meglio...
con i grandi vince
anche la Coppa Uefa
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Giuseppe Rossi
2000-04 e 2007
Nel vivaio 4 anni:
segna senza sosta e
se ne va allo United.
Nel 2007 torna: salva
la prima squadra
Alessandro Melli
1983-94 e 1995-97
Arriva a 13 anni: poi
è protagonista della
scalata dalla C alla A.
Ha vinto Coppa Italia,
Uefa e Coppa Coppe
Parma, il grande caos
non spaventa i baby
1Docce fredde e bus sequestrati, ma le squadre giovanili
Alberto Cerri
2006-14
Gioiellino recente:
ha vinto lo scudetto
Allievi e debuttato in
A a 16 anni. Capitano
dell’Italia Under 19
I ragazzi della Primavera del Parma, allenati da Hernan Crespo, si danno la carica prima del match
Su Gazzetta.it
una sezione giovani
E ogni martedì in tv
U
L E N OV E
F RZE
CA LCI
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EL
● «Le nuove forze del calcio»
è il titolo di un approfondimento
che la Gazzetta dedica ai giovani.
Il quotidiano pubblica pagine
come questa ogni due settimane,
mentre su Gazzetta.it è attivo
un canale dedicato:
gazzetta.it/calcio/nuove-forzecalcio. E ora l’appuntamento
raddoppia, con la trasmissione
su GazzettaTv, canale 59 del
digitale terrestre: ogni martedì,
alle ore 14.15.
Vincenzo D’Angelo
Francesco Oddi
L’
estrema beffa è arrivata
con il sequestro dei pullmini della società, destinati al settore giovanile. I pullmini andavano a prendere i ragazzi del vivaio, che venivano
portati al campo di allenamento
e alla fine riaccompagnati a casa. È successo anche questo negli
ultimi incredibili mesi a Parma.
Il disastro societario ha avuto
una reazione a catena su tutti i
livelli, incidendo in maniera pesante anche nel vivaio. Il tecnico
della Primavera Hernan Crespo
ci ha messo la faccia, raccontando come: «Ogni giorno facciamo
la conta degli ammalati. Non abbiamo nemmeno l’acqua calda,
siamo costretti a fare la doccia
fredda dopo l’allenamento». Ma
nessuno ha perso la speranza per
trovare una luce positiva in fondo alla stagione. «Lasciateci vin-
cere lo scudetto. O almeno lasciateci sognare di poterlo fare».
L’appello di Maurizio Neri, tecnico dei Giovanissimi Nazionali
del Parma, arrivò da Pescara, dove la sua squadra era impegnata
a fine febbraio nel Torneo Nike,
che sta alla categoria Giovanissimi come il Viareggio sta alla Primavera. A Pescara lui e i suoi ragazzi arrivarono con il pullman
dell’Inter, che fece una sosta in
Emilia per andare a prendere la
squadra gialloblù. Un’ulteriore
ombra in una vicenda nera, che
al momento però non sembra
frenare le ambizioni di successo
delle giovanili del Parma. I risultati sportivi parlano chiaro: i
Giovanissimi sono primi nel girone E, con 7 punti di vantaggio
sul Sassuolo. E al torneo Nike la
loro corsa si è fermata in semifinale. Gli Allievi di Fausto Pizzi
sono quinti nel girone A, a 11
punti dall’Empoli capolista, ma
anche con 5 punti in più della Juve, fresca vincitrice dell’Arco di
MISSIONE Per aiutare i giovani
si sono mossi, sottotraccia, anche gli imprenditori locali. Guido Barilla, presidente dell’omonimo gruppo alimentare, s’è reso disponibile a pagare alcune
spese per i ragazzi del vivaio e a
fornire materiale per portare a
termine la stagione. Una stagione che il Parma può ancora chiudere con un sorriso, grazie al
settore giovanile: «La sofferenza
sta nel vedere tante persone lavorare con passione e sacrificio
senza percepire soldi — dice
Francesco Palmieri, responsabile del settore giovanile da otto
anni — Ci sono allenatori che
non prendono stipendio da mesi, e con loro tutti i membri degli
staff. Malgrado tutto lavoriamo
per permettere ai risultati del
campo di fare ancora onore a
questa società. Ho grandi aspettative verso le tre squadre nazionali (Giovanissimi, Allievi e Primavera), lo scudetto Allievi di
due anni fa fu un’emozione incredibile, il raccolto dei frutti di
anni di lavoro». Un lavoro scrupoloso, specie nella ricerca sul
territorio: «Cerchiamo di sfruttare al massimo questa enorme
risorsa, assemblando i ragazzi
sin da piccoli per farli crescere
insieme. La cosa più importante
è non fargli perdere la strada
giusta — sottolinea Palmieri —
Tutti sono capaci di trovare un
talento, in pochi hanno la pazienza e la volontà per farlo maturare». Il Parma ha un tesoro
nel suo serbatoio. Perderlo sarebbe un delitto.
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Josè Mauri
dal 2012
Arrivato sedicenne
dall’Argentina, ha
vinto lo scudetto
o
Allievi e conquistato
presto un posto in A
LA CLASSIFICA
DEGLI UNDER 21 DI A
PER MEDIA VOTO
2 DOMANDE A...
ALBERTO
CERRI
ATTACCANTE
1
6,58
FELIPE ANDERSON
LAZIO
attaccante
1993
6,5
POGBA
JUVENTUS
centrocampista
1993
lottano per il vertice. Il responsabile: «Orgogliosi di noi»
Trento. E la Primavera sembra
l’unica squadra del girone A in
grado di dare fastidio a Torino,
Spezia e Juve per l’ultimo posto
utile in chiave playoff, dopo aver
disputato un ottimo Viareggio
da pendolari. Sì, perché i soldi
per pagare l’albergo non c’erano
e si faceva avanti e indietro per
ogni partita.
17
2
3
6,48
DYBALA
PALERMO
attaccante
1993
6,48
PERIN
GENOA
portiere
1992
6,41
SPORTIELLO
ATALANTA
portiere
1992
6,33
MORATA
JUVENTUS
attaccante
1992
6,27
DONSAH
CAGLIARI
centrocampista
1996
6,22
BERARDI
SASSUOLO
attaccante
1994
6,22
IZZO
GENOA
difensore
1992
6,2
NIANG
GENOA
attaccante
1994
5
6
7
8
10
CENTIMETRI
Cerri e la cessione
«Qui ero chiuso
Se vuoi sfondare
devi farti spazio»
(f.o.) Alberto Cerri, capitano
dell'Under 19, è il giovane
talento migliore in orbita
Parma: attualmente è in
prestito al Lanciano.
● Il 29 settembre era già a
4 gol in B: il suo ex tecnico
Fausto Pizzi, si chiede
perché un club in quelle
condizioni abbia fatto
mercato a gennaio, invece
di tenersi i suoi giovani.
«Ad agosto ero stato io a
chiedere di andare via: sono
stato due anni aggregato alla
prima squadra, ma tra
Europeo e Mondiale Under
17, e una distrazione al
collaterale, ho fatto solo 2
presenze. Forse non ero
ancora pronto, ma quando
ho chiesto di andare via
Amauri non era ancora stato
ceduto, e Biabiany poteva
giocare… Non avevo nessuna
fretta, a Parma sono nato e
cresciuto, ma per inseguire i
sogni un calciatore prima o
poi deve staccarsi».
● Non aveva intuito nulla,
della situazione economica,
neppure quando era stata
negata la licenza Uefa?
«Quando è arrivata la notizia,
all’ultima giornata, ero con la
Nazionale, e poi sono andato
in vacanza. Non sapevamo
nulla di quello che stava
succedendo. E ovviamente ci
dispiace tantissimo: oltre ai
giocatori, ci sono tantissime
persone che prendono uno
stipendio normale, che sono
in una brutta situazione».
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18
Mondo R Spagna
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Filippo Maria Ricci
CORRISPONDENTE DA MADRID
TACCUINO
U
AMICHEVOLI
na questione di passione,
di fede, di attaccamento
ai colori. Un legame fortissimo con il club e la sua gente. La voglia di continuare a crescere insieme, a fare storia, a
dar fastidio al duopolio BarçaMadrid che governa la Liga con
i suoi fatturati da oltre mezzo
miliardo di euro all’anno.
AMORE A LUNGO RAGGIO Questo il senso, il messaggio, la foto
di #Simeone2020, il rinnovo di
Diego «Sir Alex» Simeone con
l’Atletico Madrid. Il «Cholo» è
già l’allenatore più longevo dei
20 di questa Liga. Aveva un
contratto fino al 2017, non in
scadenza tra 3 mesi. Eppure il
tecnico e la società hanno sentito il bisogno di stringersi ancor
di più, di legare il proprio futuro per altri 5 anni, di mandare
un messaggio di unità e coesione d’intenti. In questi tempi di
allenatori sempre a rischio, di
isterismo presidenziale e di
umori instabili della folla (se
pensate al Real Madrid fate bene), l’Atletico e il «Cholo» se ne
vanno per un’altra strada.
SUPER STIPENDIO Ovviamente
si tratta di un amore a 6 zeri:
Simeone al momento non arriva ai 3 milioni di euro netti a
stagione e diventerà l’impiegato più pagato del club, superando largamente i 4,5 milioni netti che riceve al momento Koke.
Si parla di 6 milioni, forse qualcosa in meno. Occhio, nel contratto c’è una clausola secondo
la quale entrambe le parti ad
ogni finale di stagione possono
decidere di separarsi senza dover pagare penali. Però diciamo
che si tratta di una scialuppa di
salvataggio in caso di rottura
storica, di frattura irrimediabile. Perché in riva al Manzanarre
hanno davvero voglia di farsi
guidare dalla forte mano del
«Cholo» il più a lungo possibile.
5 TITOLI IN 3 ANNI E non potrebbe essere altrimenti: in due
stagioni intere, più questa da
concludere e la mezza di quando arrivò (Natale 2011), Simeone ha vinto 5 titoli degli 11 che
ha disputato: la Europa League
dopo 6 mesi, la Supercoppa Eu-
Germania in campo
con il lutto al braccio
SIR ALEX
ALLO UNITED
PER 27 ANNI
● Simeone è stato
ribattezzato ieri il Ferguson
dell’Atletico, dopo aver
allungato fino al 2020. Ma
Sir Alex rimane lontano: è
stato sulla panchina del
Manchester United per 27
anni, dal 1986 al 2013.
Diego Pablo Simeone, primo a sinistra, con il presidente Enrique Cerezo e il d.s. Jose Luis Caminero LAPRESSE
Simeone 2020
Anche l’Atletico
ha il suo Ferguson
1Il Cholo ha allungato il contratto per 5 anni
Ha rifiutato la corte del City, guadagnerà 6 milioni
«LA MIA SCELTA?
PASSIONE, SPERANZA,
AMORE PER IL CLUB,
COLORI.
LA MAGLIA CONTA»
DIEGO SIMEONE
TECNICO ATLETICO MADRID
ropea, la prima Copa del Rey
dopo 17 anni di astinenza, a casa di Mourinho col Madrid che
non perdeva un derby dal secolo scorso, la prima Liga dopo 18
anni, la Supercoppa di Spagna.
Ha portato l’«Atleti» alla seconda finale di Champions della
sua storia, 40 anni dopo la prima, e l’ha persa a 90 secondi
dalla fine. Per Simeone record
di punti (90) e gol (116) in Liga, traguardo delle 100 vittorie
tagliato a 156 partite (primato
del club) e la percentuale di
successi (62%) più alta rispetto
a tutti i suoi predecessori. È il
terzo per presenze, 192 contro
le 204 di Ricado Zamora e le
611 di Luis Aragones, e ha detto
che no, non gli interessa fare il
manager all’inglese.
LA SCELTA Nella decisione ha
avuto un ruolo chiave la pesante iniezione di cash garantita
dall’ingresso nel club del gruppo cinese Wanda. Il «Cholo»
ama l’Italia e pensa spesso all’Inter: i nerazzurri dovranno
aspettare. Il «Cholo» era il favorito dei bookmaker per la panchina del Manchester City: ha
detto «Thanks, but no thanks».
E ieri ha usato almeno 5 volte la
parola «scelta», coniugata in diversi modi. L’argentino ha parlato di «passione, speranza,
amore per il club, colori. Quando scendiamo in campo la cosa
più importante non è il rivale
che affrontiamo ma la maglia
che portiamo. Al momento gli
obiettivi sono far strada in
Champions e il terzo posto in
Liga, poi quello di continuare a
crescere, tutti insieme». A cosa
pensa guardando al futuro? «Al
Cordoba». Tra due sabati, perché anche con un contratto per
i prossimi 5 anni il «Cholo» non
molla la sua filosofia vincente:
«Qui si va avanti partido a partido».
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Platini confermato: «Lotta alla violenza»
1L’ex juventino rieletto alla Uefa per
smi l’hanno fatta da padrone».
Chiara allusione alla tragedia
dell’Heysel (il 29 maggio saranno 30 anni) in cui morirono 39
persone, quasi tutti tifosi della
Juve guidata proprio da Platini.
Oltre alla violenza, il presidente
Uefa (ha evitato di commentare
la scelta dei giocatori della Roma di andare sotto la curva dopo il k.o. con la Fiorentina) ha
messo all’indice pure doping,
combine e razzismo.
acclamazione. E sugli ultrà ribadisce:
«Serve l’aiuto di una polizia europea»
INVIATO A VIENNA
«F
orse...» e poi un sorriso più incisivo di mille
parole. Così Michel
Platini ha risposto alla domanda se quello iniziato ieri sarà
l’ultimo mandato da presidente
Uefa. Perché a Vienna, nel giorno della scontata rielezione
(servito il tris: prima volta nel
2007) arrivata per acclamazione e con un caloroso applauso,
è iniziata la lunghissima volata
che potrebbe portarlo tra 4 anni
al traguardo della Fifa. Ieri la
voglia di cambiare metodi e
modi del massimo organismo
mondiale è stata ripetuta in
ogni intervento, con un particolare non proprio secondario:
Sepp Blatter, numero uno dal
1998, era in prima fila ad ascoltare dopo aver fatto uno slalom
degno di Tomba, scegliendo
d’intervenire da presidente Fifa
in carica e non come candidato
alle prossime elezioni (29 maggio a Zurigo), dove da super favorito va a caccia del quinto
SVIZZERA
Losanna: via Simone
Arriva Celestini
● LOSANNA Marco Simone
non è più il tecnico del
Losanna. Il club svizzero, che
milita nella serie B, ha
annunciato l’esonero
dell’allenatore italiano. Al suo
posto ingaggiato l’ex
centrocampista della
nazionale svizzera Fabio
Celestini.
GERMANIA
Bayern: 40 giorni
senza Robben
● MONACO Lungo stop per
Arjen Robben, vittima di un
infortunio muscolare agli
addominali durante la gara di
Bundesliga persa dal
Bayern per 2-0 contro il
Borussia Monchengladbach. Il
31enne fuoriclasse olandese,
costretto ad uscire dal campo
nel primo tempo, dovrà
rimanere fuori almeno per 40
giorni. Oltre a le due partite
dell’Olanda (il ct Hiddink lo ha
sostituito con Quincy Promes),
Robben darà sicuramente
forfait anche per i due incontri
dei quarti di Champions
League contro il Porto, in
programma
il 15 e 21 aprile.
BRASILE
ESECUTIVO
Francesco Ceniti
● Comincia oggi la lunga
settimana di impegni
internazionali fra amichevoli e
qualificazioni all’Europeo. In
campo anche la Germania
campione del mondo: senza il
portiere Neuer, leggermente
infortunato, affronterà stasera
l’Australia a Kaiserslautern.
Previsto un minuto di silenzio
per le vittime del disastro
aereo di ieri in Francia. I
giocatori indosseranno anche
il lutto al braccio. Il
programma: GermaniaAustralia (diretta su Fox, ore
20.30); Georgia-Malta; ScoziaIrlanda del Nord; DanimarcaUsa.
mandato (a 79 anni). Blatter ha
così evitato la contesa con gli
avversari presenti in sala: il
principe Alì di Giordania (vicepresidente Fifa), il presidente
della federazione olandese Van
Praag e Luis Figo hanno atteso il
pomeriggio per menare fendenti e chiedere ai delegati di
far saltare il banco. Dure soprattutto le parole di Figo: ha ricordato come la Fifa non può
essere rappresentata da un solo
uomo. Blatter non ha gradito: il
volto teso spiegava lo stato
d’animo nei confronti dell’ex interista. Platini si è goduto lo
spettacolo a distanza e nel discorso di ringraziamento ha riservato diverse stoccate all’eterno rivale.
CAPITANO, MIO CAPITANO
Roi Michel si è rivolto ai delegati come se fosse ancora in uno
spogliatoio: «Grazie per la vostra fiducia: significa molto di
più di quanto possiate immaginare. Sono orgoglioso di essere
il capitano di questa squadra
vincente. È quel legame così
stretto che ci permette di pren-
Michel Platini, 59 anni, presidente Uefa, felice dopo la rielezione EPA
dere decisioni coraggiose. Siamo una democrazia partecipativa: è il nostro marchio di fabbrica». Poi ha ricordato: «Noi
vogliamo una Fifa forte, rispettata e rispettabile». Prima di essere rieletto, Platini aveva sottolineato: «Il calcio ha bisogno
di aiuto per combattere la violenza. Occorre creare una forza
di polizia europea per lo sport,
l’ho detto e lo ripeto, in modo
che non si ripetano i giorni bui
di un passato non troppo distante in cui hooligan e fanati-
3
● mandati compreso questo
per l’ex giocatore della
Juventus. Michel Platini era
stato eletto a capo della Uefa
per la prima volta nel 2007
ENTRA SUKER Il Congresso ha
anche portato una novità nel
Comitato Esecutivo: eletto l’ex
nazionale croato Davor Suker,
mentre oltre a Platini (in automatico da presidente Uefa) gli
altri vicepresidenti Fifa sono lo
spagnolo Villar (confermato) e
il tedesco Niersbach (nuovo). E
l’Italia? Si tiene per altri due anni la vicepresidenza di Giancarlo Abete, mentre la Federcalcio
ieri era rappresentata da Maurizio Beretta e dal d.g. Michele
Uva, vista la squalifica inflitta
dall’Uefa a Tavecchio (6 mesi
per lo scivolone su optì pobà).
In sala pure l’ex presidente Figc
Antonio Matarrese. E non è passata inosservata la presenza di
Pierluigi Collina (capo degli arbitri Uefa): richiestissimo da
tanti delegati per foto ricordo.
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Pato recupera
e sfida il Palmeiras
● RIO (m.can.) Pato ritorna
nel San Paolo nel derby di
stasera in casa del Palmeiras,
valido per il campionato
paulista. Una settimana fa l’ex
milanista aveva riportato una
distorsione alla caviglia nella
gara col San Lorenzo per la
Coppa Libertadores e
sembrava destinato a uno
stop più lungo. San Paolo e
Palmeiras comandano i loro
gironi nel campionato statale
dopo 11 giornate. Pato è
secondo nella classifica
cannonieri con sei reti, due di
meno di Rafael Longuine,
dell’Audax.
ARGENTINA
Messi in clinica
Ma il piede è ok
● Sospiro di sollievo per
l’Argentina: Lionel Messi non
salterà gli impegni con la sua
nazionale. L’attaccante ha
riportato una botta al piede
destro durante la vittoria per
2-1 del Barcellona sul Real
Madrid. Arrivato a
Washington dove la nazionale
è in ritiro, è stato sottoposto
ad alcuni esami in una clinica
privata, me non sono state
evidenziate lesioni. Anche il
Barcellona ha confermato la
diagnosi. La nazionale di
Martino si trova negli Usa per
le amichevoli contro El
Salvador di domenica e contro
l’Ecuador (primo aprile).
Serie B R L’analisi
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LA VOLATA ALLE SPALLE DEL CARPI
BOLOGNA PT. 53
Giornata 33ª
19
TACCUINO
Livorno
34ª
CARPI
35ª
BRESCIA
36ª
Spezia
37ª
BARI
38ª
Catania
39ª
FROSINONE
40ª
Avellino
41ª
PRO VERCELLI
42ª
Lanciano
Carpi
PRO VERCELLI
Avellino
CITTADELLA
Varese
BRESCIA
Entella
SPEZIA
LIVORNO
Frosinone
Latina
TRAPANI
Pescara
LIVORNO
Carpi
TERNANA
Bologna
CITTADELLA
Crotone
VICENZA
Pescara
CROTONE
Ternana
BOLOGNA
Trapani
CITTADELLA
Brescia
Vicenza
LANCIANO
Bari
CATANIA
Modena
VICENZA
VARESE
Entella
CROTONE
Pescara
BOLOGNA
Trapani
BRESCIA
SPEZIA
Brescia
FROSINONE
Modena
LANCIANO
Pro Vercelli
AVELLINO
Perugia
VARESE
Livorno
BOLOGNA
Lanciano
PRO VERCELLI
Frosinone
PERUGIA
Modena
CATANIA
Entella
Vicenza
PESCARA
Crotone
ENTELLA
Varese
TERNANA
Carpi
CITTADELLA
VICENZA PT. 52
FROSINONE PT. 51
SPEZIA PT. 49
AVELLINO PT. 49
PESCARA PT. 47
LIVORNO PT. 47
CATANIA
Minacce di morte
per Pulvirenti
● CATANIA Una busta con
una lettera di minacce di
morte e due proiettili è stata
spedita al presidente Antonino
Pulvirenti del Catania, che l’ha
ricevuta nei giorni scorsi nella
sede di Torre del Grifo. La
società ha denunciato
l’episodio e soltanto ieri ha
fatto trapelare la notizia. Sui
muri della città sono apparse
diverse scritte contro la
dirigenza che, dopo aver
perso la A la stagione scorsa,
rischia di finire in Lega Pro.
PERUGIA PT. 46
REGOLAMENTO: La prima va in A diretta, altre 6 ai playoff STATO DI FORMA:
scarso
Livorno
buono
LATINA
Trapani
ottimo DIFFICOLTÀ:
facile
PESCARA
media
difficile In MAIUSCOLO le gare in trasferta
Bologna, quanti rischi
Adesso le insidie sono 3
1Vicenza, Frosinone e Spezia sono lanciati e pronti al sorpasso
E nella corsa ai playoff il Perugia ha messo nel mirino il Livorno
Nicola Binda
@NickBinda
M
eno dieci, meno certezze. Carpi a parte:
teniamolo fuori dai
giochi, consideriamolo già in
A. C’è abbastanza sostanza dietro per trovare la seconda promossa diretta e le sei dei
playoff. Alti e bassi si rincorrono, lo scenario cambia di frequente e nel mirino c’è solo
una squadra: il Bologna.
OCCHIO LOPEZ Oggi la classifica dice che la squadra di Lopez
farebbe compagnia al Carpi,
ma il rendimento delle ultime
giornate (in particolare in casa) lascia molto a desiderare,
soprattutto se confrontato con
quello di alcune rivali come Vicenza, Frosinone e Spezia. Non
solo. Il calendario che attende
il Bologna non è per nulla tranquillizzante, con cinque tra-
IL BOLOGNA HA
QUALCOSA IN PIÙ, MA
OCCHIO AL FROSINONE
E SE IL PESCARA TROVA
CONTINUITA’...
MI CONVINCE SEMPRE
DI PIÙ IL FROSINONE,
CHE DOVRA’ ANCHE
OSPITARE IL BOLOGNA
E POTRA’ SUPERARLO
COME SQUADRA IL
BOLOGNA È PIÙ FORTE,
MA CE LA FARÀ SOLO
ALL’ULTIMO. E OCCHIO
AL BARI PER I PLAYOFF
ALFREDO AGLIETTI
ALLENATORE
GIANLUCA ATZORI
ALLENATORE
VINCENZO TORRENTE
ALLENATORE
sferte toste (compresa Vercelli,
se la Pro alla penultima non sarà ancora salva) e quattro gare
in casa molto difficili (Catania
compreso). O arriva il salto di
qualità con un cambio di marcia, o saranno playoff.
gi nessuno vorrebbe affrontare
sono Vicenza, Frosinone e Spezia. Stanno benissimo, vanno
fortissimo. E il calendario? Il
Vicenza sembra rischiare solo
nelle ultime tre giornate, il Frosinone ha lo scontro diretto
con il Bologna in casa, lo Spezia nelle ultime quattro gioca
tre volte al Picco e in tutto ha
solo quattro trasferte. E il Vicenza se la dovrà vedere con
entrambe: a La Spezia e all’ultima in casa con il Frosinone.
IN ASCESA Le squadre che og-
IN DISCESA Le altre candidate
vivono un momento di appannamento. Soprattutto il Livor-
no, in caduta libera e adesso
insidiato dal Perugia che, al
contrario, si è rilanciato alla
grande: tra le due ci sarà lo
scontro diretto al Curi, mentre
Camplone dovrà andare nella
sua città a sfidare il Pescara,
che oggi è accanto al Livorno a
quota 47. Perugia e Pescara come il Frosinone con il Latina
- hanno anche l’insidia derby
con Ternana e Lanciano: sono
sfide in cui la differenza in
classifica si azzera. Infine
l’Avellino, che di tutto il gruppo di pretendenti alla A è la sola squadra a dover fare sei trasferte in 10 giornate. Escludiamo al momento Lanciano (43)
e Bari (41) dalla corsa ai
playoff, ma con riserva...
I PARERI Abbiamo analizzato
la situazione con tre allenatori
fuori dai giochi come Aglietti,
Atzori e Torrente e tutti sono
concordi nel riconoscere al Bologna la maggiori qualità tecniche, ma anche a sottolineare
le minacce che portano le rivali. Soprattutto il Frosinone, che
a detta di tutti sta salendo in
maniera impressionante. Perché questa è la serie B, fatta di
discese ardite e risalite, di
montagne russe infinite, con
scenari che possono cambiare
più volte nell’arco di una stagione. Come sull’ottovolante,
dove dopo tanti saliscendi vince chi alla fine resta in alto. E a
dieci giornate dalla fine ogni
discesa può essere fatale.
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IL GIUDICE SPORTIVO
Corti e Torregrossa
stop di due giornate
● MILANO Il giudice sportivo
ha squalificato 15 giocatori.
Due giornate a Torregrossa
(Crotone) e Corti (Varese),
una a Ely e Sbaffo (Avellino),
Poli (Carpi), Schiavi (Catania),
Benedetti (Cittadella),
Iacoponi (Entella), Bacinovic
(Lanciano), Viviani (Latina),
Bernardini (Livorno), Nizzetto
(Modena), Bjarnason
(Pescara), Castiglia (Pro
Vercelli) e D’Elia (Vicenza).
Ammende: 4.000 euro al Bari,
3.000 a Pro Vercelli e Varese,
1.500 a Bologna e Carpi.
LA SITUAZIONE
Sabato tre partitone
Brescia, c’è Cosmi
● Nel weekend la 33a
giornata. Sabato, ore 15:
Bologna-Livorno (2-3) e
Spezia-Pescara (2-1); ore 18:
Vicenza-Carpi (0-1). Domenica,
ore 12.30: Perugia-Crotone (12); ore 15: Bari-Pro Vercelli (03), Catania-Avellino (0-1),
Cittadella-Ternana (1-1),
Frosinone-Latina (4-1),
Lanciano-Entella (0-0) e
Modena-Varese (1-2); ore
20.30: Brescia-Trapani (2-3).
La classifica: Carpi p. 62;
Bologna (-1) 53; Vicenza 52;
Frosinone 51; Avellino e Spezia
49; Pescara e Livorno 47;
Perugia 46; Lanciano 43; Bari
41; Entella 40; Modena,
Cittadella, Pro Vercelli e
Trapani 38; Latina 37; Ternana
36; Crotone 35; Catania 32;
Varese (-4) e Brescia (-6) 27.
Lega Pro R
LE PARTITE DI OGGI
IL GIUDICE SPORTIVO
LA SITUAZIONE
Recupero a L’Aquila
Under 21: ostacolo
Turchia per la finale
Sanderra, 3 turni
Messina e Savona
pesanti ammende
I due match clou
sono a Bassano
e a Reggio Emilia
● Si giocano oggi due partite: il primo
dei quattro recuperi al girone B e la
semifinale dell’International Challenge
Trophy per l’Under 21 di Lega Pro.
RECUPERO GIRONE B
● Si affrontano L’Aquila e Tuttocuoio,
reduci da due belle vittorie in trasferta.
Per completare il girone restano da
giocare mercoledì 8 aprile PistoieseAncona (ore 15) e Reggiana-Pisa
(20.45), mercoledì 15 PistoieseSantarcangelo (ore 15). Ecco le
probabili formazioni (inizio ore 14.30):
L’AQUILA (4-2-3-1) Zandrini; Scrugli,
Pomante, Zaffagnini, Pedrelli; De
Francesco, Perpetuini; Pacilli, Corapi,
Sandomenico; Perna. (Cacchioli, Carini,
Karkalis, Djuric, Triarico, Vella,
Pozzebon). All. Zavettieri.
TUTTOCUOIO (3-5-2) Morandi;
Colombini, Falivena, Ingrosso; Pacini,
Deiola, Pane, Vitale, Agrifogli; Civilleri,
Gioè. (Micheli, Mancini, Tempesti,
Bachini, Gargiulo, Serrotti, Zanchi). All.
Ceccomori (Alvini squalificato).
ARBITRO Balice di Termoli (DonvitoGnarra). (andata 1-1)
INTERNATIONAL CHALLENGE
● CASERTA Oggi alle 15 a Caserta
l’Under 21 affronta la Turchia per
conquistare la finale dell’International
Challenge Trophy. La gara va in in
diretta su Raisport 2 e in streaming su
Lega Pro Channel: arbitra il tedesco
Siebert. Gli azzurri di Valerio Bertotto
hanno conquistato la semifinale
eliminando Repubblica Ceca, Norvegia
e Ucraina. L’altra semifinale fra
Slovacchia e Norvegia è domani.
Ecco la probabile formazione azzurra:
ITALIA (4-3-3) Paleari; Ghiringhelli,
Panzeri, Migliorini, Paparusso;
Baldassin, Proietti, Faragò; Montini,
Forte, Ganz. (Lagomarsini, Mignanelli,
Silvestri, Scaccabarozzi, Cristini,
Brunori, Perfetto). All. Bertotto.
IL CASO
Pisa: il d.s. Tomei
chiede scusa a Morrone
● Sono giorni agitati al Pisa. Lunedì,
dopo la sconfitta nel derby a Lucca, si
è dimesso il tecnico Pillon e al suo
posto è stato promosso Amoroso,
mentre il capitano Morrone (scosso
dalla contestazione) ha chiesto la
rescissione del contratto. Il d.s. Tomei
s’è lasciato a andare a dichiarazioni
pesanti verso Morrone («abbandona la
nave come Schettino») e ieri gli ha
chiesto signorilmente scusa: «Non è
mia intenzione discutere la sua
professionalità, tantomeno l’aspetto
umano della sua vicenda. Le mie
parole sono state frutto di uno
scivolone linguistico dettato dalla
concitazione e dallo stress. Per questo
gli chiedo scusa e rispetto
profondamente la sua scelta».
●
FIRENZE Il giudice sportivo
della Lega Pro ha squalificato 42
giocatori, dei quali quattro del
Pisa. Grosse ammende al Messina
e al Savona. Inibito fino al 30
giugno un dirigente del
Santarcangelo. Ecco il dettaglio.
GIOCATORI ESPULSI Tre
giornate a Colombo (Tuttocuoio)
per atto di violenza verso un
avversario al quale provocava
ferita al volto; dopo l’espulsione
ritardava l’uscita dal campo con
atteggiamento irriguardoso verso
l’arbitro; due a Vettori (Pontedera),
Sini (Pisa), Genevier (Lumezzane)
e Dramane (Tuttocuoio); una a
Galli (Carrarese), Cojocnean
(Monza), Mattielig (Pordenone),
Manaj (Cremonese), Mancosu
(Gubbio), Tajarol (Lupa Roma),
Lanzaro (Salernitana) e Falconieri
(Santarcangelo).
NON ESPULSI Tre giornate a
Calvarese (Catanzaro) per frase
gravemente offensiva all’arbitro;
una a Siniscalchi (Mantova), Iori,
Caponi e Paci (Pisa), Simoncelli
(Pordenone), Gazo (AlbinoLeffe),
Grassi (Ascoli), De Rose e Legras
(Barletta), Russotto (Catanzaro),
Contessa e Gammone (Juve Stabia),
Papini (Lecce), Fabiano (Martina),
Pinna (Melfi), Pacciardi (Pistoiese),
Silvestri (Spal), Botturi (Pro Patria), De
Luca (Aversa Normanna), Mazzitelli
(Südtirol), Bergamini (Paganese), De
Giosa e Siega (Reggiana), Cocuzza
(Renate), Franco (Salernitana),
Ferrante (Savoia), Bacci (Tuttocuoio),
e Kostadinovic (Vigor Lamezia).
ALLENATORI Tre giornate a
Sanderra (Catanzaro) per gravi offese
all’arbitro; una a Mangone
(AlbinoLeffe) e Alvini (Tuttocuoio).
DIRIGENTI Inibito fino al 30 giugno
Lani (Santarcangelo) per
comportamento reiteratamente
offensivo verso l’arbitro; fino al 30
aprile Ferrigno (Messina); fino al 15
Cioni (Tuttocuoio); fino al 7 Avallone
(Salernitana).
AMMENDE 5.000 euro a Messina
(petardi e fumogeni; lancio di oggetti
verso i calciatori del Cosenza; offese
alla terna da persona non identificata
negli spogliatoi) e Savona (cori di
discriminazione razziale verso un
giocatore del Grosseto); 3.500 Prato
(guardalinee colpito da sputi e cori
offensivi); 2.000 Casertana e
Catanzaro; 1.500 Cremonese; 1.000
Benevento, Lecce e Santarcangelo.
●
Questa la situazione nei tre
gironi e il programma della 32a
giornata con le partite del
weekend:
COSI’ VENERDI’
Ore 19.30 Benevento-Paganese
(girone C, andata 2-2).
Ore 20.45 Pisa-Prato (B, 1-0,
diretta su Rai Sport).
COSI’ SABATO
Ore 14.30 Lumezzane-Südtirol (A,
0-2); Aversa Normanna-Messina
(1-1), Ischia-Lupa Roma (0-1) e
Savoia-Matera (C, 0-2).
Ore 15 Bassano-Alessandria (0-0)
e Cremonese-Como (A, 3-1); San
Marino-Savona (B, 1-4).
Ore 16 Arezzo-Pro Patria (A, 2-1);
Catanzaro-Lecce (2-2) e
Salernitana-Reggina (C, 1-0).
Ore 17 Giana-Pavia (A, 0-3);
Grosseto-Pontedera (B, 1-2); MelfiBarletta (C, 0-0).
Ore 19.30 AlbinoLeffe-Venezia (A,
0-2); Reggiana-Teramo (B, 0-1).
COSI’ DOMENICA
Ore 11 Pordenone-Mantova (A, 01).
Ore 12.30 Torres-Monza (A, 0-3);
L’Aquila-Santarcangelo (B, 1-0).
Ore 14.30 Ancona-Spal (0-0) e
Pistoiese-Lucchese (B, 2-1); FoggiaJuve Stabia (2-2) e MartinaCasertana (C, 1-2).
Ore 16 Feralpi Salò-Renate (A, 2-1);
Forlì-Ascoli (B, 0-4); Vigor LameziaCosenza (C, 0-3).
Ore 18 Novara-Real Vicenza (A, 0-3);
Pro Piacenza-Carrarese (0-4) e
Tuttocuoio-Gubbio (B, 0-4).
LE CLASSIFICHE
GIRONE A Novara p. 60; Alessandria
e Pavia (-1) 59; Bassano 58; Como 54;
Feralpi Salò 47; Real Vicenza 46;
Arezzo 43; Südtirol e Venezia 42;
Mantova (-3) 40; Renate 39; Torres
37; Monza e Cremonese 36; Giana 35;
Lumezzane 29; AlbinoLeffe 27; Pro
Patria (-1) 24; Pordenone 21.
GIRONE B Teramo p. 61; Ascoli 59;
Reggiana* 53; Pisa* 47; L’Aquila* e
Ancona* 45; Pontedera 44; Spal 43;
Tuttocuoio* e Lucchese 41; Gubbio 39;
Carrarese 38; Grosseto (-1) 35;
Santarcangelo* e Prato 34;
Pistoiese** 33; Savona 32; Forlì 30;
Pro Piacenza (-8) 28; San Marino 26.
(**due partite in meno; *una in meno).
GIRONE C Salernitana p. 67;
Benevento 65; Juve Stabia e
Casertana 56; Lecce e Matera 54;
Foggia (-1) 50; Catanzaro 44; Barletta
42; Vigor Lamezia 40; Cosenza 37;
Martina 35; Lupa Roma e Paganese
34; Melfi (-2) 32; Savoia 27; Messina
26; Aversa Normanna, Ischia e
Reggina (-1) 25.
20
Siamo in onda! R
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
C’è l’altro Tavecchio su GazzettaTv
1Gli Autogol imitano il presidente Figc. In prima serata Sheva-story a «Bomber»: le imprese del totem Milan
vo nella storica finale di Champions League che ha visto il Milan di Ancelotti battere la Juventus di Lippi, Andrij trascina i rossoneri anche allo scudetto dopo
quattro anni di digiuno. Protagonista assoluto, Shevchenko realizza ventiquattro reti e conquista anche il titolo di capocannoniere. Sempre nello stesso anno,
il 2004, l’attaccante conquista il
Pallone d’Oro e nel suo Paese è
premiato con il titolo Eroe dell’Ucraina, la più alta onoreficenza civile. Ma il fantastico 2004 di
Sheva non finisce qui: con la sua
tripletta alla Lazio consegna la
Supercoppa Italiana alla squadra rossonera. Nella puntata sono in scaletta anche interviste a
Ivan Pelizzoli, portiere dell’Entella, Giuseppe Pancaro, Massimo Ambrosini e alla giornalista
della Gazzetta dello Sport Alessandra Bocci, che ha sempre seguito il mitico Sheva al Milan e in
giro per il mondo. L’appuntamento è per le 21.05. Naturalmente, canale 59.
Gabriella Mancini
N
azionale in primo piano
in vista della sfida contro
la Bulgaria su Gazzetta
Tv, canale 59. Mentre impazza il
caso oriundi ci pensa il trio degli
Autogol ad ironizzare sugli azzurri: i tre ragazzi, che giocano
con le parodie dei vari personaggi, questa volta si scatenano nell’imitazione del presidente della
Figc, Carlo Tavecchio, che stenderà le sue personalissime convocazioni. L’appuntamento è per
le 14.45, all’interno di Gazzetta
News, e in replica alle 20.45.
CHE DUELLI Il pomeriggio continua con Explorers, che seguirà le
imprese adrenaliniche degli avventurieri più esperti del mondo. Alle 15.30 linea a Campioni a
confronto, la rubrica che esalta i
duelli tra i grandi nomi dello
sport. Oggi è la volta degli attaccanti Fernando Torres dell’Atletico Madrid, dopo la breve parentesi al Milan, e Roberto Soldado del Tottenham. Altro paragone avvincente tra il brasiliano
Givanildo Viera de Souza, noto
come Hulk, attaccante dello Zenit San Pietroburgo, e Diego Costa, altro brasiliano, naturalizza-
I PROGRAMMI
SPAZIO A SCI
E BABY TALENTI
La rubrica
«Bomber»
ripercorre la
stagione 200304 di Andrij
Schevchenko
to spagnolo, bomber del Chelsea. Poi Sport Science, lo sport visto attraverso il prisma della
scienza per scoprire i segreti più
reconditi.
OMEGA
PALLONE D’ORO E nella giorna-
MATTINA
7 Gazzetta News
7.15 Gazzetta News
7.30 Gazzetta News
7.45 Gazzetta News
8 Gazzetta News
8.15 Gazzetta News
8.30 Gazzetta News
8.45 Gazzetta News
ta dei grandi uomini d’area, ecco
il gran finale con Andrij Shevchenko: la rubrica Bomber ripercorre la stagione rossonera
2003-2004 del campione ucraino. Una stagione da incorniciare
per Sheva. Dopo il rigore decisi-
9.05 Campioni a confronto
9.30 Explorers
10.05 Sport Science
11.05 Condò Confidential
11.30 Campioni a confronto
12.05 The SpeedGang
13 Gazzetta News
13.30 Gazzetta News
14 Gazzetta News
POMERIGGIO
14.15 Magazine - Sci alpino
14.45 Gli Autogol
15.05 Explorers
15.30 Campioni a confronto
16.05 Sport Science
17.05 The SpeedGang
18.05 Explorers
18.30 Le nuove forze del calcio
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Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre
1. Premere il tasto MENU sul telecomando
2 Selezionare Impostazioni/Avanzate
3. Posizionarsi sulla voce relativa alla
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tasto OK, accedi alla configurazione dei canali
4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV
5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e
premere il tasto OK per avviare la ricerca.
Soluzione dei problemi
Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza
esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema
con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro
antennista che sia presente nella centralina
dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario
per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55
(frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il
canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo
inserire: è un’operazione molto semplice.
Se possiedi una Sky Digital Key
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premere OK per accedere al digitale terrestre
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inviata la configurazione
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4. Attendere il completamento dei canali e quindi
premere OK
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19 Gazzetta News
19.30 Gazzetta News
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20.30 Gazzetta News
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21.05 Bomber
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23.05 Condò Confidential
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0.05 Tutto gol
0.30 Gazzetta News
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MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
OPINIONI
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La vignetta
Dopo la Cassazione
MA CALCIOPOLI
E’ ESISTITA DAVVERO
di Lorenzo Castellani
esistita, è stata una storiaccia, è
finita come doveva.
L’ANALISI
di RUGGIERO
PALOMBO
P
rescritti. Che non vuol
dire assolti, ma in questo
caso l’esatto contrario.
Calciopoli non finisce qui
soltanto perché più in là
arriveranno le motivazioni della
sentenza della Cassazione, che ci
diranno qualcosa o molto di più del
semplice dispositivo emesso nella
notte tra lunedì e martedì, e perché
ci sarà ancora da sciogliere in sede
civile l’aggrovigliata matassa dei
risarcimenti danni. Con l’eccezione
degli ex arbitri Bertini e Dattilo,
che avevano rinunciato ad
avvalersi della prescrizione e al
contrario di De Santis (unico vero
condannato) hanno fatto bene
finendo assolti «perché il fatto non
sussiste» (non è stato provato
l’effettivo possesso delle celebri
schede telefoniche), tutto il resto
della compagnia, da Moggi in giù
(ma senza Bergamo, a suo tempo
stralciato), se ne torna a casa con
la formula dell’«annullamento
senza rinvio per intervenuta
prescrizione». Dove l’annullamento
non deve trarre in inganno perché
di annullato in realtà non c’è nulla,
la parola che conta è prescrizione.
È lei che cancella le condanne di
primo e secondo grado.
Nove anni sono passati dal maggio
2006, quando esplose lo scandalo.
Troppi. Il risultato è una sentenza
definitiva che arriva fuori tempo
massimo, evidenza che pone amare
riflessioni sulla lentezza patologica
della giustizia italiana. L’epilogo è
annunciatissimo, di colpo di scena
si sarebbe potuto parlare soltanto
in caso di assoluzione. Non c’è
stata, e dopo i tre gradi della
giustizia sportiva, certo imperfetta
ma così necessaria nella sua
rapidità, si sono ora completati
quelli della giustizia penale. Senza
scosse significative anche se
qualche capo d’imputazione si è
perso per strada. Calciopoli è
21
Le schede telefoniche protette, ma
anche una sorta di rivalutazione
della parte riguardante griglie,
designazioni e intercettazioni: il
procuratore generale Mazzotta ha
riassunto a braccio le 57 pagine
della sua requisitoria. Un «j’accuse»
lucido ed efficace. Che non gli ha
impedito tuttavia di porsi un
interrogativo, commentando il
richiamo dei difensori di Moggi ad
alcune intercettazioni
(Bergamo/Facchetti e Meani/
Bergamo) che nell’inchiesta non
erano entrate: «Non sappiamo
perché l’attività investigativa non
abbia sviluppato i dati emergenti
da tali conversazioni telefoniche»,
dice Mazzotta. Riaprendo così una
vecchia ferita. E riportandoci d’un
colpo al Palazzi bis della
Federcalcio, quello che si
rammaricava d’essere entrato in
possesso troppo tardi (anche lì i
tempi biblici e la prescrizione...) di
alcune intercettazioni che
avrebbero potuto allargare, Inter in
primis, il campo delle società
degne in qualche misura (minore,
sia chiaro) di sanzioni disciplinari
sul fronte della giustizia sportiva. Il
buco nero di Calciopoli. Ormai
destinato a restare tale.
La partita dei risarcimenti, per ora
non quantificati, riconosce un
ruolo attivo e creditorio alla
Federazione, mentre della
Juventus, in coerenza con le
sentenze precedenti, non si fa
cenno, sia in un senso che
nell’altro. La sentenza dice che
toccherà a Moggi e agli altri
prescritti fare i rischiosi conti con
quest’ultimo capitolo della
vicenda. Il che ci riporta
all’attualità sportiva e a un
pensiero positivo: la possibilità che
hanno Andrea Agnelli e Carlo
Tavecchio di sedersi al più presto
intorno a un tavolo. Per chiudere
col passato e guardare avanti.
Riforme, Nazionale, Juventus
ambasciatrice italiana in Europa.
Insieme.
Lettere alla Gazzetta
PERCHE’ LO STATO
E’ FUORI DALLE CURVE?
di girare per la città, magari con
mogli e figli piccoli; l’addetto ai
lavori dell’ordine pubblico che
ricorda i rischi di un approccio più
duro al problema, cioè vere e proprie
guerriglie urbane e vittime
potenziali.
PORTO FRANCO
CO
TURI
di FRANCO ARTURI
email: [email protected]
etta.it
twitter: @arturifra
Twitter
MARIO ANDRETTI
Ex pilota di auto
● Un uccello è...atterrato sulla
mia schiena. Non guardare
prima di pranzo
@MarioAndretti
GIUSEPPE ROSSI
Calciatore della Fiorentina
● 5 anni fa contro il Tenerife
gol e premio come migliore
giocatore del match. Non vedo
l’ora di ricominciare
@GiuseppeRossi22
Leggo il suo articolo «Gogna
davanti ai tifosi: Medioevo allo
stadio» poche ore dopo essermi
regalato un ottavo di Champions al
Camp Nou, dove ho portato uno dei
miei figli ad assistere a uno
Spettacolo. Non le nego la passione
assoluta di tutti noi (da tre
generazioni) per il calcio e per una
squadra di Milano. Ma il
giocattolo, da noi, non funziona
più! E allora meglio «giocare»
meno, ma con il gioco giusto. Lo
Spettacolo dicevo: in campo, di
livello assoluto, sugli spalti ancora
meglio: centomila Tifosi del Barca e
del City che incitavano, cantavano,
fischiavano e vibravano per la
nostra passione. Non un insulto,
una tensione, uno sputo, una rissa,
men che meno droga, coltelli,
bombe carta, lancio di oggetti,
bestemmie e gavettoni di urina!
Conosco molto bene le curve che
occupano gli stadi italiani, sono il
motivo primo per cui molta gente
come me rinuncia a frequentarli.
M.Sacchi
RAFAEL NADAL
Campione di tennis
● Mi sono svegliato negli Stati
Uniti e ho appreso dell’incidente
aereo. Il mio pensiero alle
famiglie dei passeggeri e
dell’equipaggio
@RafaelNadal
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Prima di riprendere il tema, due
premesse: 1) nelle curve, oltre che
criminali patentati, abitano anche
buoni cittadini; 2) i poliziotti che
rischiano la loro incolumità per
evitare disordini gravi, con uno
stipendio ai limiti della dignità,
hanno da parte nostra sostegno e
convinta ammirazione. Ho ricevuto
moltissime reazioni all’articolo cui lei
si riferisce. Ne traggo la convinzione
di aver colto nel segno, anche se non
ci voleva molto: la misura è colma da
troppo tempo. Ho ricevuto anche
reazioni sottotraccia, telefonate
informali, all’insegna dello
scaricabarile: il dirigente che
addossa le responsabilità
dell’esposizione alla gogna ai
giocatori; il giocatore che
rappresenta il pericolo fisico, in
mancanza di gesti di genuflessione,
Tutto molto deludente e non a caso
sommerso. Manca il coraggio civile
di dire no a questo particolarissimo
«pizzo». Manca il dirigente che si
alzi in una pubblica assemblea di
suoi pari e ammetta che l’etica e il
clima negli stadi sono problemi
urgenti ed emergenziali. Manca,
salvo rarissime eccezioni, il
campione che si dissoci da questi
rituali oltre tutto contraddittori
anche all’interno della stessa logica
«machista» del tifo organizzato: da
una parte l’ultrà medio pretende
coraggio e sprezzo del pericolo,
dall’altra esige che i suoi eroi siano
ridotti a pecorelle belanti davanti al
pastore dopo qualche sconfitta. E
infine manca una direzione univoca
dello Stato, ovvero delle direttive
date alle forze dell’ordine.
Apprendiamo, nelle cronache di
questi giorni, che il Ministero s’è
innervosito dopo l’ultima gogna: non
ne vuole più, guai. Ah, sì? Dopo
averle suggerite, di fatto imposte per
anni, come qualcuno ha
opportunamente ricordato, «per
evitare guai peggiori»? Una
domanda, gentile Ministro
dell’Interno: è vero o non è vero che
la sua (e nostra) Polizia non si
azzarda a entrare nelle curve che
sono di fatto aree di
extraterritorialità, abbandonate a un
distorto autogoverno? Chi deve
assicurare la certezza del posto in
uno stadio? C’è forse una implicita
trattativa Stato-ultrà, che riecheggia
altre ignobili rapporti? Una risposta
l’ha data l’altro giorno il campione
del Mondo Marco Tardelli in un
contesto solenne, un convegno
all’Onu. Cito testualmente: «Non
credo che riusciremo a cacciare i
teppisti dagli stadi: nessuno ha la
volontà di farlo. E le società spesso
fanno finta di non accorgersi di
nulla». Fuori di testa anche lui?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’americano è stato un grande dell’Nba
ARTEST, UN DURO CHE DARÀ A CANTÙ IL «KILLER INSTINCT»
Qualcuno che è una buffonata. Diciamo questo:
ha la stessa età — 35 anni — che aveva McAdoo
quando l’abbiamo preso a Milano nel 1986 e,
come Bob, è stato un giocatore importantissimo,
campione Nba con i Lakers (come McAdoo) nel
2010. Un duro, un difensore, un guerriero in
campo.
IN CONTROPIEDE
di DAN PETERSON
C
antù ha fatto un colpo notevole
nell’ingaggiare Ron Artest, alias Metta
World Peace. Qualcuno dice che è il
migliore americano mai venuto in Italia.
Però, quando prendi un giocatore di oltre 35
anni, c’è sempre l’elemento del rischio.
Credetemi, finché non ho visto McAdoo giocare
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
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VICEDIRETTORE VICARIO
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VICEDIRETTORI
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metà campionato, avevo il fiato sospeso per le sue
condizioni fisiche: tono muscolare, fiato, gambe,
riflessi, eccetera. In questo senso, penso che
Artest sarà abbastanza a posto, anche se ha
lasciato la Cina a gennaio per un problema al
ginocchio.
Che cosa può dare lui a Cantù? Innanzi tutto, è
un newyorkese! Loro hanno il basket nelle vene,
giocano partite durissime sui vari playground. Poi
ha giocato a St. John’s, quindi sa cosa vuol dire
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Stampa SpA - Via Giordano Bruno, 84 - 10134 Torino Tipografia SEDIT - Servizi Editoriali S.r.l. - Via delle
Orchidee, 1 Z.I. - 70026 MODUGNO (BA) - Tel.
080.5857439 Società Tipografica Siciliana S.p.A. Zona Industriale Strada 5ª n. 35 - 95030 CATANIA Tel. 095.591303 L’Unione Sarda S.p.A. - Centro
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rue du Bosquet - 1400 NIVELLES (Belgio) Speedimpex USA, Inc. - 38-38 9th Street Long Island
City, NY 11101, USA CTC Coslada - Avenida de
Alemania, 12 - 28820 COSLADA (MADRID) La Nación
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Distribution Agency (CY) Ltd - 208 Ioanni Kranidioti
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una grande tradizione, come quella di Cantù.
Quindi, porterà difesa, combattività, esperienza,
mentalità vincente, gioco di squadra, tiro da tre,
rimbalzi. Sopra ogni cosa, però, porterà «killer
instinct», perché non ci sta a perdere.
Come per qualsiasi nuovo americano, bisognerà
tenere presente che si cala in un modo nuovo.
Dovrà capire coach Sacripanti, conoscere i
compagni, gli avversari, i campi, gli arbitri.
Quindi, bisognerà dargli tempo per adattarsi.
Ma sicuramente porterà una mentalità da duro.
Lo capiranno tutti quando lo vedranno tuffarsi
per una palla vagante: la vorrà a ogni costo...
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Testata registrata presso il
tribunale di Milano n. 419
dell’1 settembre 1948
ISSN 1120-5067
CERTIFICATO ADS N. 7952 DEL 9-2-2015
La tiratura di martedì 24 marzo
è stata di 271.697 copie
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* con DVD Il grande Mazinga N. 1 3,39 - con The Walking
Dead N. 3 6,39 - con Disney e i Nostri Amici Animali N. 3 9,39 - con Mimì N. 4 7,39 - con DVD Lucio Dalla N. 4 12,39
- con TopoStory N. 5 8,39 - con Beast Quest N. 5 7,30 - con
Alpinismo N. 5 12,39 - con Rocky Joe N. 7 11,39 - con
Magazine Violetta N. 9 3,90 - con Campionato Io ti amo
2015 N. 9 11,39 - con Disney English N. 11 11,39 - con
Español da Zero N. 12 12,39 - con Jeeg Robot d’Acciaio N. 12
11,39 - con Asterix N. 13 7,39 - con Maserati Collection N.
9 14,39 - con The Beatles Collection N. 18 14,30 - con
Speciali Go Nagai Robot N. 6 21,39 - con Il Teatro di
Eduardo N. 21 12,39 - con DVD Poirot N. 22 11,39 - con
Blueberry N. 31 5,39 - con Diabolik Nero su Nero N. 36 8,39 - con Robot Collection N. 61 14,39 - con Ferrari Build
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ARRETRATI
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e-mail [email protected] - fax 02.91089309 - iban IT 45 A
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doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.
PREZZI ALL’ESTERO: Albania 2,20; Argentina $ 15,50; Austria 2,20; Belgio 2,20; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro 2,20; Croazia Hrk 17; Francia 2,20; Germania 2,20; Grecia 2,50; Irlanda 2,20; Lux 2,20; Malta 2,20; Monaco P. 2,20; Olanda 2,20; Portogallo/Isole 2,50; SK Slov. 2,20; Slovenia 2,20; Spagna/Isole 2,50; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Hong Kong HK$ 45; Ungheria
Huf. 700; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.
22
Formula 1 R GP Malesia
GARA ALLE 9
TUTTO SU SKY
Domenica a Sepang (5.543 m) si
corre il GP Malesia, 2a tappa (su 19)
del Mondiale 2015. Previsti 56 giri per
310,408 km. Tutto in diretta su Sky
Sport F1 HD. Questi gli orari italiani
(-7 ore rispetto a Sepang fino a
sabato; -6 ore domenica, quando in
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Italia scatta l’ora legale).
Venerdì Prime libere dalle 3 alle 4.30;
seconde libere dalle 7 alle 8.30. Differite alle 8.30 e 11.30 su Rai Sport 1.
Sabato Terze libere dalle 7 alle 8;
differita alle 11.30 su Rai Sport 1.
Qualifiche alle 10; differita alle
Lunghezza circuito: 5.543 m
Giri: 56
Distanza gara: 310,408 km
Curve: 15
Prima edizione del GP: 1999
Giro record: 1’34”223 (Montoya
2004)
13.55 su Rai 2.
Domenica Gara alle 9; differita alle
14.15 su Rai 1.
Classifiche Piloti: 1. Hamilton (foto) 25
punti; 2. Rosberg 18; 3. Vettel 15.
Costruttori: 1. Mercedes 43; 2. Ferrari
15; 3. Sauber 14.
Alonso, Vettel
e Hamilton:
il weekend
delle verità
IL GOMMISTA DELLA F.1
La Pirelli «cinese»
non lascia, pensa
già al post 2016
1Se le richieste della Fia non
saranno esorbitanti l’azienda
parteciperà al prossimo bando
Andrea Cremonesi
1A Sepang si capirà se Fernando è ok e se la
Ferrari vale. Lewis rinnovo record: 35 milioni
1
Pino Allievi
N
on ha neppure cominciato la sua avventura con la
McLaren-Honda che già
si ritrova con un motore in meno da poter usare nel corso del
campionato. Lo ha rotto il suo
sostituto Kevin Magnussen, che
per questo motivo non ha neppure preso parte al GP d’Australia. Un peggiore avvio Fernando
Alonso non poteva immaginarlo. Obbligato a guardare in tv
quella che doveva essere la gara
del suo ritorno, costretto a rifare una preparazione fisica senza
neppure sapere che cosa gli sia
successo alle 12.35 della maledetta domenica 22 febbraio
quando, per ragioni che sinora
nessuno ha spiegato, è andato a
sbattere contro il muro della
curva 3. Un mistero per la squadra, un mistero per lui che ora
deve guidare col tarlo del dubbio e il pensiero che anche la ridicola scossa che prendiamo
tutti noi scendendo dalla nostra
auto possa essere invece qualcosa di più preoccupante. O che
un banale giramento di testa
che dura un centesimo di secondo – come chissà quante volte
gli è accaduto – possa essere un
campanello d’allarme.
RESET La sua mente deve cancellare tutto questo e ripartire
da zero. Un reset che annulli la
memoria degli attimi in cui si è
ritrovato in ospedale senza, sulle prime, capirne il motivo. Ma
Alonso è fortissimo anche di testa e le persone che ha intorno –
medici, preparatori e via dicendo – hanno di sicuro lavorato in
tal senso. In ogni caso, una volta
2
giunto a Sepang, Alonso avrà di
che riempire il cervello, con una
macchina che è apparsa molto
indietro nella preparazione e
che Button ha portato in corsa a
Melbourne, piazzandosi 11° a 2
giri dal vincitore, con la power
unit o limitata nell’Ers. Guai
tecnici o scelta dovuta ad altro?
La sola cosa che sia emersa sull’incidente è quell’indurimento
dello sterzo «ricordato» da
Alonso (ma non aveva cancellato tutto?. Ridicolo il rimedio
della McLaren: «Metteremo un
sensore». Mah! Intanto Fernando continua il suo avvicinamento al rientro in pista: «Ho lavorato sodo sulla mia condizione fisica. Il caldo in Malesia è sempre una variabile importante,
ho concentrato il mio allenamento su questo aspetto e mi
sento preparato a tutte le condi-
● 1. Fernando
Alonso, 33,
firma autografi
ai tifosi al
Montmelò.
Un’immagine
del mattino del
22 febbraio, la
domenica
«orribile»
dell’asturiano;
2. Lewis
Hamilton, 30,
ai box durante
il GP Australia
da lui vinto
EPA-AP
L
Sebastian Vettel, 27 anni, ha vinto tre volte il GP Malesia GETTY
zioni climatiche che potremmo
affrontare a Sepang». Parole
che hanno fatto seguito a quelle
della fidanzata Lara Alvarez:
«Fernando sta bene, è in condizioni perfette, ma quanto è accaduto è stato uno shock». Più
convincente lei della McLaren...
ta. E qui c’è la novità di Hamilton che ha praticamente rinnovato per altri tre anni (due più
opzione) con Stoccarda, alla cifra-record di 35 milioni di euro
a stagione, ossia 2 più di quanti
ne prenda Alonso dalla McLaren.
ERRORI Comunque, nella F.1 CRISI RENAULT C’è infine la
dei mea culpa, c’è anche da an- Renault. Che la Red Bull continoverare quello di Monisha Kel- nua a denigrare, dimenticando
terborn, titolare della Sauber, che coi propulsori francesi ha
la quale per poco non finiva in vinto quattro Mondiali di fila. È
galera in Australia per il caso vero che la Renault non ha anVan der Garde. Anche lei è tor- cora focalizzato a dovere il tema
nata sui suoi passi, sostenendo delle power unit ibride, nonodi aver «fatto degli errori». Che stante nel 2014 sia stata la sola
in questi anni sono stati decisa- marca a vincere dei GP (3) oltre
mente troppi, fra sponsor e tec- alla Mercedes. Ma il martellanici che se ne sono andati e un mento della Red Bull è impietonumero di piloti
so e anche ingiuingaggiati due
sto. A gettare fanIL NUMERO
volte superiore
go sulla Renault
(c’è pure Sutil
c’è poi stata una
con un accordo
persona che non
2015…) alle auc’entra nulla: è
to schierate. ErJos Verstappen,
rori peraltro papapà del diciasgati cari: quello Vittorie della rossa
settenne Max, il
di Van der Garde, sulla pista di Sepang: quale su un quoper esempio, è
tidiano olandese
costato 15 milio- la prima con Irvine
si è scagliato con(1999),
l’ultima
con
ni di euro. Meno
tro Viry-Chatilmale che la C34 Alonso (2012)
lon: «Se mio fiha cominciato
glio avesse un albene, tanto che in Malesia è at- tro motore potrebbe fare grandi
tesa la conferma di Felipe Nasr, cose. Invece così è frustrante».
Per la cronaca, Max Verstappen
brillantissimo 5° a Melbourne.
si è ritirato in Australia quando
ROSSA Il fatto che in questa vi- era 6°, al debutto in F.1. Va bene
gilia si stia parlando poco della che l’amore dei papà è senza liFerrari è un ottimo segno, per- miti, però se una cosa simile fosché indica che a Maranello c’è se accaduta in Ferrari ai tempi
tranquillità e fiducia. Su una pi- del Grande Vecchio, Jos Versta più tecnica, Vettel e Raikko- stappen sarebbe stato interdetnen conosceranno i reali limiti to a vita dal box del Cavallino e
della SF-15T nei confronti di dall’intera Emilia Romagna...
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una Mercedes di nuovo favori-
6
a Pirelli «cinese» avrà ancora voglia di
partecipare al Mondiale di F.1? La risposta è sì. Perché come ha più volte sottolineato il presidente Marco Tronchetti Provera
in questi giorni, anche se la proprietà subirà
sostanziali cambiamenti con ChemChina che
salirà al 65% (almeno inizialmente), la direzione esecutiva dell’azienda non cambierà, almeno per i prossimi anni. Provera lascerà la
carica di presidente ma sino al 2021 resterà
vice presidente operativo e amministratore
delegato, ovvero il timone dell’azienda resterà
nelle sue mani. Non cambierà la sede — il
quartier generale sarà in viale Sarca a Milano
— e ai sindacati è stata data garanzia che non
ci saranno conseguenze negative riguardo
l’occupazione. «Gli accordi negoziati ci garantiscono — ha assicurato Tronchetti in una lettera ai dipendenti — la piena
autonomia gestionale, assicurano la continuità dell’attuale
management e
mantengono la
sede e le tecnologie in Italia».
RACING Dunque Marco Tronchetti Provera AFP
le gomme da
competizione, nella loro fase progettuale, continueranno ad essere generate nel reparto Ricerca&Sviluppo made in Italy (la produzione
avviene nello stabilimento turco di Izmit).
Inoltre, Tronchetti Provera ha sempre ribadito
in passato che la sua azienda resterà nel Mondiale sino a quando le regole lo renderanno
interessante: a questo proposito va ribadito
che l’accordo finirà a fine 2016 e dunque già
nei prossimi mesi non è escluso che la Fia proceda al bando per il triennio successivo, al
quale l’azienda milanese parteciperà a meno
che le richieste non siano esorbitanti. Dal canto proprio la Pirelli non forzerà assolutamente
la mano sulle dimensioni delle gomme: lo sviluppo delle gomme da 18 pollici, già provate a
Silverstone nell’estate scorsa dalla Lotus, continua anche se con le GP2 che sembra la categoria più pronta ad accettare la novità, ma la
Pirelli, nella filosofia di accontentare il cliente,
ovvero i team e Bernie Ecclestone, è disposta a
continuare a fornire pneumatici dalle dimensioni identiche a quelle attuali (13 pollici).
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A PAVIA SUL KART
C’è un altro Schumi in pista
Tocca a David, figlio di Ralf
Luigi Perna
C
he ci fa Ralf Schumacher
su una pista di kart in
provincia di Pavia? Se lo
sarebbe chiesto chiunque domenica fosse stato a Castelletto
di Branduzzo per la seconda
prova delle Wsk Master Series.
Il minore degli Schumi, occhiali da vista e qualche capello grigio da quarantenne, si aggirava fra le tende del paddock,
sbirciando dalle tribune a bordo pista i ragazzini che gareggiavano sotto la pioggia. In
particolare un ragazzino dal
casco giallo fluorescente, molto simile a quello che Ralf usava ai tempi della F.1, negli anni
di Jordan, Williams e Toyota.
Risultava iscritto come David
Brinkmann, ma non è stato difficile scoprire che in realtà si
trattava di suo figlio. Il cognome, infatti, appartiene alla madre Cora, l’ex modella che
Schumi jr sposò nell’ottobre
del 2001 e dalla quale lo stesso
mese ebbe il primogenito.
DINASTIA Oggi David, 13 anni, sta seguendo le orme del
padre e anche quelle dello zio
Michael Schumacher e del cu-
gino Mick, 15 anni, che fino alla passata stagione correva in
kart e adesso è passato alla F.4,
facendo subito notizia per uno
schianto a 160 km/h durante
test privati da cui è uscito senza un graffio. Proprio come Mick, che correva con il cognome
della madre Corinna Betsch,
così David in kart è conosciuto
solo come Brinkmann. Segno
di una comune riservatezza
dei fratelli Schumacher, che
vogliono difendere la privacy
dei figli, evitandogli la pressione (anche mediatica) che riceverebbero se corressero con un
nome così pesante.
1
2
3
4
● 1. Michael Schumacher, 46 anni, 7 Mondiali; 2. Il figlio Mick, 15 anni,
viceiridato nel kart, ora nella F.4 tedesca; 3. Ralf Schumacher, 40
anni, 6 GP vinti in F.1; 4. David, 13 anni, figlio di Ralf ANSA-EPA
ANALOGIE Perfino il team per
cui corre David, che utilizza i
telai della bresciana Tony Kart,
è lo stesso per cui gareggiava il
cugino Mick. Si tratta della
squadra Ksm, quella che Michael Schumacher fondò in società con il suo storico meccanico Peter Kaiser e con Thomas
Muchow. Un sodalizio che affonda le radici all’inizio dell’epopea della famiglia più veloce del mondo, quando il teatro delle sfide era il kartodromo di casa di Kerpen, gestito
allora dai nonni di Mick e David. Per ora il cugino minore è
ancora agli inizi nella categoria KF junior, ma non potrebbe
volerci molto prima che segua
il maggiore in monoposto, come fece Ralf arrivando in F.1
anni dopo Michael. E chissà
che un giorno la storia non si
ripeta.
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Motomondiale R GP Qatar
GARA ALLE 20
TUTTO SU SKY
Domenica a Losail (5.380 m) si corre in
notturna il GP Qatar, 1a prova (su 18)
del Motomondiale. Marc Marquez
(foto) è il campione in carica. Tutto in
diretta su Sky. Questi gli orari italiani.
Domani Prime libere: 16-16.40 Moto3;
16.55-17.40 Moto2; 17.55-18.40 MotoGP.
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Seconde libere: 18.55-19.35 Moto3;
19.50-20.35 Moto2.
Venerdì Seconde libere: 16-16.45
MotoGP. Terze libere: 17-17.40 Moto3;
17.55-18.40 Moto2; 18.55-19.40 MotoGP.
Sabato Qualifiche Moto3: 16-16.40.
Qualifiche Moto2: 16.55-17.40. Quarte
Lunghezza circuito: 5.380 m
Giri: 22 (MotoGP)
Distanza gara: 118,4 km (MotoGP)
Curve: 16
Prima edizione del GP: 2004
Giro record: 1’55”153 (Stoner
2008)
libere MotoGP: 17.55-18.25. Qualifiche 1
MotoGP: 18.35-18.50. Qual. 2 MotoGP:
19-19.15. Sintesi delle qualifiche delle
tre classi dalle 21.10 su Cielo.
Domenica Gare: alle 17 la Moto3; alle
18.20 la Moto2; alle 20 la MotoGP.
Differite alle 20.15, 21.35 e 23 su Cielo.
È sempre l’Ago
della bilancia:
«Vale sei forte
ma l’età conta»
1Agostini: «Difficile che Marquez ne
vinca ancora 10 di fila. Con qualche
anno in meno, Rossi sarebbe più
veloce di qualche decimo ogni giro»
IL PIÙ VINCENTE
Giacomo Agostini,
72 anni, ha conquistato
15 Mondiali (7 in 350, 8
in 500). A destra
Valentino Rossi, 36
anni, 9 Mondiali
LAPRESSE-MILAGRO
Giovanni Cortinovis
D
a solo ha vinto più Mondiali di Valentino Rossi
(9) e Marc Marquez (4): per questa ragione Giacomo Agostini (15 titoli), 72 anni splendidamente portati, continua a girare il mondo per soddisfare gli appassionati che smaniano dalla
voglia di incontrarlo. Al rientro da un
viaggio in India, Ago si è messo a disposizione per rispondere ai nostri interrogativi.
Da Masetti a
Rossi, passando
per Agostini: la
grande storia
del motociclismo
vissuta
attraverso le
prime pagine
della Gazzetta
dello Sport è ora
il libreria. Il
volume — di 288
pagine — costa
39,90 euro
Parte la MotoGP. Che stagione sarà?
«Sarà un bellissimo campionato, più
equilibrato del passato. Marquez è il favorito essendo anche il campione
uscente, ma i rivali vogliono provarci.
Valentino è in splendida forma e Lorenzo pare aver recuperato la grinta e la voglia di vincere. Ai tre aggiungo Pedrosa,
che ogni tanto piazza la stoccata vincente».
Marquez riuscirà a vincere ancora 10 gare di fila?
«La vedo dura e lui stesso, con cui ho parlato qualche
giorno fa, l’ha riconosciuto. Certo, è in un momento in
cui migliora anno dopo anno».
Valentino sostiene di non essere mai stato così forte.
Condivide?
«No, gli anni sono importanti per tutti. Marquez è un
ragazzino che ne ha solo 22 e Valentino 36. Se Rossi ne
avesse di meno probabilmente sarebbe più veloce di
qualche decimo ogni giro. Nulla migliora con gli anni, si
deteriora tutto».
TACCUINO
PRIMO DISABILE
Hamilton Jr correrà
nel turismo inglese
● Nicolas Hamilton, fratello
minore di Lewis, sarà il primo
disabile a correre il campionato
inglese turismo. Nicolas, 22 anni,
affetto da paralisi cerebrale
parziale, debutterà in giugno e
correrà con un’Audi S3 cinque
prove.
IL LOGO SULL’AMG
La Mv sbarca nel Dtm
● Collaborazione in pista tra Amg
e Mv Agusta, di cui il costruttore
tedesco lo scorso novembre ha
rilevato il 25%. Il brand Mv Agusta
comparirà sull’Amg C 63 di Götz
nel Dtm, mentre il logo Amg finirà
sulle F3 e sulle F4 in Supersport e
Superbike.
Parliamo invece di moto. Yamaha ancora dietro?
«Credo che quest’anno la Yamaha parta più vicino alla
Honda rispetto al 2014».
E la Ducati?
«Vederla andare molto forte nei test è stata una piacevole sorpresa. I piloti sono gasati e bravi: Iannone è giovane e spericolato, Dovizioso invece ha dalla sua l’esperienza. Certo, beneficiano di vantaggi regolamentari,
che però svaniranno dopo la prima vittoria».
Fra quanto la Ducati potrà lottare per il titolo?
«Difficile dirlo ora. Per me la Ducati sta già facendo
grandi cose, essendo economicamente una pulce rispetto ai colossi giapponesi».
Come andrà invece la Suzuki?
«Moto nuova, progetto nuovo: per quest’anno non se ne
parla nemmeno. Quando un costruttore si ferma, poi
ripartire non è facile perché nel frattempo gli altri hanno fatto passi avanti. Sicuramente però farà meglio dell’Aprilia: Noale deve accumulare esperienza e apprendere una quantità enorme di tecnologia per essere competitiva».
L’Aprilia deve anche affrontare il caso Melandri. Lei lo
terrebbe in MotoGP?
«Chi ti paga lo stipendio pretende giustamente i risultati. Anche se bisognerebbe capire se è un problema solo
di Melandri o della moto o di tutti e due. In generale, se
un pilota non ha più voglia bisogna trovarne qualcun
altro».
A chi invece la voglia non viene mai meno è Rossi.
«Valentino è davvero innamorato del suo mestiere. Nonostante l’età cura ogni particolare, è meticoloso e vuo-
23
le sempre vincere».
LA ROSSA STA
GIÀ FACENDO GRANDI
COSE. IANNONE
E DOVIZIOSO SONO
BRAVI E GASATI
SULLA DUCATI
TERZA FORZA NEL 2015?
SE UN PILOTA NON
HA PIÙ VOGLIA,
BISOGNEREBBE
TROVARNE
QUALCUN ALTRO
SU MELANDRI
E LA CRISI CON APRILIA
È INNAMORATO DEL
SUO MESTIERE: CURA
OGNI PARTICOLARE,
È METICOLOSO E VUOLE
SEMPRE VINCERE
SU ROSSI
ALLA 20a STAGIONE IRIDATA
Se Lorenzo dovesse tornare al top, potrebbe incrinarsi
l’armonia con Rossi?
«Mi auguro di no. Sarebbe bello vederli lottare entrambi con Marquez per il titolo. Una lotta sportiva, senza
rimettere il muro nei box».
Come vede invece i giovani italiani nelle classi minori?
«Non possiamo ancora dire di avere il nuovo Valentino.
Speriamo arrivino presto ai vertici, ne abbiamo bisogno, ma ci vuole tempo».
Perché questo ritardo sulla Spagna?
«Per molti anni abbiamo abbandonato la formazione,
relegando in un angolino il campionato italiano».
Ci sono mancati buoni maestri?
«Non credo, è la natura che ti dà il talento. Valentino
non ha avuto bisogno di aiuti, Agostini nemmeno. La
mia prima vittoria, la Bologna-San Luca valida per il
Campionato italiano, la ottenni da privato, senza psicologi né allenatori».
Ha mai pensato di rimettersi in gioco in questo mondo?
«Ho già dato: è giusto lasciare agli altri.
C’è un momento in cui bisogna saper
dire basta».
Tornando alla MotoGP, il suo podio finale?
«Non ne ho idea, so solo che ci divertiremo ma dobbiamo attendere le prime gare per
capirci qualcosa».
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CASA YAMAHA
Lorenzo: «Mi sento in grado di battere Marc»
1Il maiorchino: «Il mio punto di forza è il 1°
denza: «Non ho nessun desiderio di rivincita, è chiaro che
non si può sempre vincere. Il
terzo titolo in MotoGP? Non è
un’ossessione».
giro, cercherò di sfruttarlo. La Desmosedici
ora è tra le big: sarà lotta a 6, non più a 4»
U
n anno fa aveva toppato
clamorosamente le prime gare della stagione, e
poi non era più riuscito a recuperare il terreno perso. Jorge
Lorenzo si era allenato male e
aveva la testa rivolta al rinnovo
del contratto e agli interessi extra-MotoGP. A 12 mesi di distanza è tutto diverso: il campione maiorchino sembra rinato, è in splendida forma («Esser al top aiuta molto, diciamo
un 10%») e promette di dare
del filo da torcere al fenomeno
Marc Marquez sin da domenica a Losail: «Voglio dimenticare la caduta di un anno fa e portare a casa la vittoria». Jorge è
agguerritissimo anche per il
Mondiale. «Mi sento in grado
di battere Marquez», ha detto
alla vigilia del primo appuntamento iridato in Qatar. Lorenzo in cuor suo vuole anche far
risalire le sue quotazioni all’interno della Yamaha. Valentino
Rossi nel 2014 l’aveva fatta da
padrone, quest’anno il maiorchino punta a sovvertire la ten-
Jorge Lorenzo, 27 anni IPP
TUTTI VICINI Quest’anno, secondo Lorenzo, non sarà solo
una lotta Honda-Yamaha. La
Ducati infatti sta crescendo
tantissimo: «I primi tre marchi
sono molto vicini, la Desmosedici sembra essere entrata nel
gruppo dei migliori. Nel 2015
non ci saranno solo quattro piloti che lotteranno per la vittoria, ma sei». La differenza la faranno quindi i dettagli. Alla
Yamaha puntano molto sul
nuovo cambio seamless anche
in scalata, che ha debuttato ai
secondi test di Sepang: «Dà più
stabilità in frenata e questo
rende più semplice fermare la
moto in meno spazio e muoversi di meno». In questa pazza
MotoGP capita che a Losail, solitamente pista amica della
Yamaha, la M1 dieci giorni fa
abbia faticato nei test. Un fatto
che dovrebbe rendere ancora
più avvincente e piena di suspence la gara di domenica:
«Strategie particolari? Beh, dipende da come andrà la moto,
in che posizione sarò sulla griglia e come farò il primo giro.
Finora uno dei miei punti di
forza è stato quello di fare un
grande primo giro: se ancora
ce l’ho, cercherò di sfruttarlo».
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24
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ciclismo R Il caso
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
25
A PORTOGRUARO
Tragedia in sauna
Muore a 21 anni
il dilettante Carolo
Alberto Francescut
A
Il russo Oleg Tinkov, 47 anni, a sinistra, e il danese Bjarne Riis, 50, in una foto del Tour de France 2014: ma ora non è tempo di sorrisi BETTINI
Ciro Scognamiglio
[email protected]
twitter@cirogazzetta
L
a mancanza dei risultati
era la spiegazione più semplice. Ma non è l’unica. E
forse nemmeno la più importante. Il giorno dopo si parla ancora, eccome, del fatto che, in
casa Tinkoff-Saxo, Bjarne Riis
sia stato messo da parte da Oleg
Tinkov. Il loro dissidio, a quanto
s’è potuto sapere, nasconde ragioni più profonde, riguardanti
soprattutto la gestione complessiva del team.
PAROLE Il tutto, naturalmente,
andando oltre le parole ufficiali
della squadra, arrivate solo ieri
mattina e con un comunicato:
«Bjarne Riis non viene coinvolto
attivamente alle attività della
squadra da domenica scorsa
(giorno della Sanremo, ndr).
Tuttavia, egli non è stato sospeso in alcun modo a causa della
mancanza di risultati, né per
questioni finanziarie (...) Nessuna decisione formale e definitiva è stata presa su alcun membro della squadra». Ma è soprattutto nel periodo della TirrenoAdriatico che Tinkov, già poco
convinto dello stage invernale
sul Kilimangiaro, avrebbe tirato
le conclusioni su una gestione
complessiva della squadra a suo
dire non all’altezza. Troppo personale presente alla Corsa dei
Due Mari in rapporto ai corridori, senza una necessità specifica. Ma anche le perplessità sul
rendimento dei corridori impegnati alla Parigi-Nizza, specie di
quelli seguiti nella preparazione dal neo-acquisto Bobby Julich. E in generale, un Riis giudicato non preciso e attento come
il ruolo, nel suo caso di direttore
Rottura Tinkov-Riis
Non è solo colpa
dei risultati
1Inizio di stagione negativo, ma pure gestione del team
e preparazione non all’altezza: il patron russo all’attacco
sportivo, imporrebbe. Quasi distaccato, assente. Forse perché
«distratto» da possibili provvedimenti delle autorità danesi legati al suo oscuro passato da
corridore (reo-confesso di doping al vittorioso Tour 1996), o
«pressato» dalla federazione internazionale perché faccia un
passo indietro. Senza contare
che questo distacco di Bjarne
dai corridori non sarebbe una
cosa nuova: in gruppo si racconta di un episodio risalente al
Giro di Svizzera 2010, quando il
danese dirigeva la Saxo Bank e
doveva ancora incrociare i propri destini con quelli di Tinkov:
un corridore era andato all’ammiraglia per ricevere istruzioni
in un momento-chiave della
tappa, ma aveva visto Riis impegnato a seguire un dvd di The
West Wing, una serie drammatica americana, invece di seguire la corsa. E molti dei corridori
presenti in quel Giro di Svizzera
a fine stagione lasciarono poi la
squadra. Certamente Riis, che
aveva venduto la licenza pro-
prio a Tinkov, conserva un ingaggio importante (circa 1 milione di euro) e questo è un fattore che inciderà sui successivi
sviluppi. Così come il fatto, pure
non secondario, che lo sponsor
Saxo (secondo nome) resta legato al danese.
RContador:
«Bjarne per me
è importante,
bisogna capire che
cosa è successo»
SCENARI «Riis è una persona
importante per me, bisogna capire che cosa è successo»: è stato questo il laconico (e non entusiasta) commento di Alberto
Contador, la stella della squadra, impegnato in questi giorni
alla Volta Catalunya. Quel Contador che in passato (Tour
2013) si era scontrato violentemente con Tinkov, ma che alla
vigilia dell’ultima TirrenoAdriatico aveva ufficializzato il
rinnovo fino al 2016. Contador,
alla Ruta del Sol in febbraio, ha
ottenuto uno dei due successi
del team. L’altro, alla TirrenoAdriatico, l’ha centrato Sagan,
che però domenica ha fallito
l’obiettivo Sanremo (4°) e certo
non è rimasto contento del fatto
che il danese Breschel non l’abbia aiutato allo sprint. Per la sostituzione di Riis si è fatto il nome di Omar Piscina, ben conosciuto da Stefano Feltrin, l’avvocato che è il braccio destro di
Tinkov: Piscina tra l’altro già lavora con la squadra, si occupa di
organizzare soggiorni e pedalate per russi al seguito del team.
Ma segnate questo nome poco
conosciuto ai più: Ricardo
Scheidecker, portoghese che ha
sostituito Riis in ammiraglia alla Sanremo, già direttore sportivo aggiunto. Potrebbe guadagnare spazio, in un rompicapo
che resta di (molto) difficile risoluzione.
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IL DIRETTORE DELLA WADA
Howman: «Armstrong
non si merita sconti»
«L
ance Armstrong non
ha fatto abbastanza
per meritare una riduzione della squalifica a vita». David Howman, il direttore della Wada, l’agenzia mondiale antidoping, è lapidario
nell’intervista che ha concesso
all’agenzia Ap a margine di un
meeting Wada a Losanna.
«Ha avuto molte occasioni (il
riferimento è anche al rapporto Circ, la commissione indipedente dell’Uci) per fornire informazioni che potessero aiutare il ciclismo in maniera sostanziale, ma finora non è stato
così e temo che oramai sia tar-
di». Il texano, reo confesso di
doping e privato dei 7 Tour de
France vinti consecutivamente, è stato sanzionato con una
squalifica a vita. E di recente,
dopo oltre 2 anni, a Denver
aveva incontrato a Travis Tygart, il boss dell'Usada, l’agenzia americana antidoping,
l’uomo che lo aveva inchiodato
con un dossier di oltre 1.000
pagine accusandolo di avere
messo insieme «il sistema doping più sofisticato della storia». L’incontro voleva essere
propedeutico proprio a una riduzione dello stop: naturalmente al texano non interessa
Lance Armstrong, 43 anni EPA
più il ciclismo attivo, ma vorrebbe tornare a gareggiare nel
triathlon, il primo amore, e in
particolare partecipare al famoso Ironman delle Hawaii.
PAZZO E a questo proposito va
registrata una dichiarazione di
Betsy Andreu, la moglie dell’ex
compagno di Armstrong
Frankie Andreu, che è stata
uno dei suoi accusatori: «Già ai
dottori che lo curavano per il
cancro, nel 1996, Lance aveva
ammesso di usare sostanze dopanti». Ieri la Andreu ha detto:
«Ora vuole dare l’impressione
di essere dispiaciuto, realmente dispiaciuto. Ma io non credo
abbia rimorsi, è solo pieno di
voglia di rivincita. E soprattutto, il fatto che da due anni non
gli sia concesso di competere,
di gareggiare, lo sta facendo
impazzire».
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mava le vette e la fatica. Scalatore puro,
purtroppo non ce l’ha
fatta a superare la cima più
alta. Quella che lunedì sera
l’ha colto alla sprovvista gettando nel lutto la sua famiglia e gli appassionati di ciclismo. Andrea Carolo, dilettante del Cycling Team
Friuli di Udine, è morto dopo l’uscita dalla sauna che
aveva appena fatto con un
amico nella palestra Arhena
5 di Portogruaro (Venezia).
Colto da un malore, si è accasciato. L’intervento delll’equipe medica del Pronto
Soccorso della città veneta
non è bastato. Il 21enne veneto aveva superato tutte le
visite mediche e i test di valutazione svolti con il proprio team. Sarà l’autopsia,
disposta dalla Procura di
Pordenone, a far luce su
questa tragedia, per stabilire eventuali collegamenti
tra il trattamento cui si era
sottoposto Carolo e l’attacco cardio-circolatorio che
non gli ha dato scampo.
SCALATORE Nato a San Vito
al Tagliamento (Pordenone), Andrea viveva a Cinto
di Caomaggiore (Venezia)
con i genitori, Giorgio e
Martina, e i fratelli Tomas e
Tanja. Nel dolore anche la fidanzata Martina. Aveva cominciato a correre tra i Giovanissimi nella Cintellese
per poi passare esordiente
alla Mottense, allievo e junior al Caneva, quindi da tre
anni era dilettante al Team
Friuli. Scalatore puro, il suo
anno migliore era stato il 2012
quando, da junior, si era aggiudicato il 58° Trofeo Martiri
Trentini: la visse come una liberazione perché non gli capitava
da due anni di trionfare su strada. Sue anche due cronoscalate. La prima la ricorda il suo ex
direttore sportivo, Stefano
Bandolin, quando Carolo era al
Caneva: «Nel 2011 Andrea
trionfò a Lago di Grezzana (Vr)
mentre il giorno dopo batté in
salita, alla Schio-Cerbaro di
Trento, Simone Andreetta, ora
pro’ alla Bardiani-CSF, che allora correva con la Zalf». Nel
2010 come allievo e lo scorso
anno da Under23, si era anche
aggiudicato i titoli regionali su
strada, mentre nel 2012 era
stato riserva azzurra alla Corsa
della Pace per juniores.
NEL MITO DI PANTANI L’altra
cronoscalata la vinse a Baselga
di Pinè (Tn).«In quegli anni
Andrea era davvero forte in salita - prosegue Bandolin -. Non
a caso il suo idolo era Pantani».
RMalore fatale,
disposta
l’autopsia. Forte
in salita, correva
per il Team Friuli
Diplomatosi all’Istituto tecnico
Pertini di Pordenone come geometra, condivideva con la famiglia la passione per il ciclismo. «Voleva provare a diventare corridore a tempo pieno
— dice Bandolin —. Non sono
parole di circostanza, era il
classico bravo ragazzo. A scuola non aveva problemi, nella vita nemmeno. Con lui avevo
condiviso diverse trasferte in
albergo: sapeva come comportarsi, non serviva spiegargli le
regole perché le aveva dentro.
Era un po’ riservato al momento dell’approccio, ma poi si
apriva con tutt».
PETTORALE RITIRATO Carolo
avrebbe dovuto correre domenica la 49ª Piccola Sanremo a
Sovizzo (Vicenza), dov’era atteso protagonista sulla salita di
Vigo. Dopo questa tragedia,
l’Uc Sovizzo ha deciso di ritirare il dorsale numero 65 con cui
avrebbe corso, in segno di vicinanza ai familiari, al Cycling
Team Friuli e ai suoi amici.
Andrea Carolo, 21 anni, veneziano
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Volta Catalunya, sotto l’acqua
la volata è di Valverde
● Vogliamo dire che la
Milano-Sanremo è (anche) la
miglior preparazione per la
Volta Catalunya? Diciamolo
pure perché, dopo il trionfo
di Paterski lunedì nella prima
frazione, ieri è stato Alejandro Valverde, pure lui al via
domenica della Classicissima
(e all’arrivo con i primi), a
vincere la seconda tappa
della corsa spagnola di
World Tour. Al termine di una
giornata segnata dal maltempo, a Olot il 34enne murciano
della Movistar ha battuto allo
sprint (10° Malacarne) il
compagno e connazionale
Rojas: anzi, qualcuno ha
avuto l'impressione che
Valverde volesse far vincere
proprio Rojas. Ad ogni modo,
Alejandro (secondo successo
2015, non vinceva uno sprint di
oltre 60 corridori da 3 anni) ora
è salito al 4° posto nella classifica guidata sempre dal polacco
Paterski con 4” sul francese
Rolland. In attesa dell’arrivo in
salita di domani a La Molina
(oggi traguardo a Girona,
diretta Eurosport alle 15.30), i
vari Contador, Froome, Porte e
Uran hanno chiuso in gruppo,
come il nostro Aru. «Diciamo
che è stata una giornata umida
— ha detto il 24enne dell’Astana
— visto che abbiamo preso
acqua per 5 ore... Sull’ultima
salita qualcuno ci ha provato,
ma non era abbastanza dura
per fare la differenza». Oggi si
corre anche la «Attraverso le
Fiandre», da Roeselare a Waregem, in Belgio: Nairo Quintana
assaggia il pavé in chiave Tour.
26
Basket R Serie A
Cantù, firmato Metta
«Una vera leggenda
Ci porterà ai playoff»
1L’ex Lakers domani in Italia, sulla canotta il nuovo nome
Panda’s Friend. Johnson Odom: «E’ carico. Grande colpo»
Vincenzo Di Schiavi
L'IDENTIKIT
METTA
WORLD PEACE
NATO RON ARTEST
DOVE NEW YORK (STATI UNITI)
IL 13 NOVEMBRE 1979
RUOLO ALA
Uscito dall’università di St.
John’s, nel 1999 è stato scelto da
Chicago al primo giro. Nel 2003’04 chiude la stagione ai Pacers
con 18.3 punti e 5.7 rimbalzi di
media, la chiamata all’All Star
Game e il titolo di miglior
difensore dell’anno, ma anche
con una mega rissa a Detroit
che gli costa 84 giornate di
squalifica. Nell’estate 2009 firma
con i Lakers con cui vince l’anello
risultando decisivo sia nella
finale di conference contro i
Suns che nelle Finals: suo il
canestro decisivo in gara-7
contro i Boston Celtics
LE SUE SQUADRE
CHICAGO BULLS
INDIANA PACERS
SACRAMENTO KINGS
HOUSTON ROCKETS
LOS ANGELES LAKERS
NEW YORK KNICKS
SICHUAN (CINA)
CANTU’
1999-2002
2002-2006
2006-2008
2008-2009
2009-2013
2013-2014
2014
2015
C’
simoro) e fors’anche al marketing, visto che il
panda è pure il brand di una sua linea di abbigliamento. Dove alloggerà? Pare in un villa a Carimate, enclave di calciatori e volti televisivi, o nella classica magione sul Lago di Como.
è la firma. Quindi Ron Artest, 35 anni,
all’anagrafe (per ora) Metta World Peace
è il grande colpo di mercato di Cantù.
Mediatico sicuramente, tant’è che sono già feb- NUOVI COMPAGNI Trasuda orgoglio anche Dabrili le operazioni per una presentazione in linea niele Della Fiori, d.s. canturino, a cui è riuscito il
col blasone dell’ex campione Nba (2010 coi gran colpo: «In realtà — racconta — non è stata
Lakers), ma anche tecnico si auspica il club una trattativa particolarmente complessa. La sua
brianzolo, da sempre abituato a guardare al so- aspirazione era quella di finire la stagione in
do. Intanto curriculum e appeal della corpulenta Nba, ma non ha trovato quello che voleva. Allora
ala americana hanno già acceso gli entusiasmi di la sua agenzia (la Octagon, ndr) ha cominciato a
una piazza che ora medita un finale di stagione offrirlo in Europa. Per un grande club era un giocol botto. Metta rimarrà da qui alla fine, per 40 catore fatalmente troppo invasivo. Ideale invece
mila euro o giù di lì, più evenper uno di medio-alto cabotagtuali premi in caso di semifinale
gio. Ci abbiamo provato e lui ha
IL NUMERO
scudetto e oltre... Il giocatore è
dato la disponibilità». A cifre,
ancora a Los Angeles a sbrigare
tutto sommato, modeste. «Ma
le pratiche per il visto, se non ci
forse — riflette Della Fiori —
saranno intoppi dovrebbe partiper capire se in Europa può alre in serata (la notte italiana) e
lungare la carriera. Al primo
sbarcare a Milano domani verso
contatto gli ho spiegato quanto
mezzogiorno. Subito le visite Sono i punti segnati in
fossimo lontani dal mondo Nba
mediche alla clinica Columbus, Nba da Metta: 12.825
e cosa volevamo da lui. Ci ha riin zona fiera, gestita dalla famibadito di essere un team player,
glia Cremascoli, poi la presenta- quelli in stagione
di giocare per la squadra e poi
zione alla stampa nella sede mi- regolare; 1180 invece
mi ha meravigliato con domanlanese della Ferrarelle, sponsor quelli nei playoff
de inusuali per un americano:
canturino col marchio Acqua
ha voluto sapere la formula del
Vitasnella. Probabile esordio lucampionato, la posizione in
nedì a Pistoia nel posticipo. Anclassifica, quante vittorie servona Cremascoli, numero uno del
no per andare ai playoff. Straclub brianzolo, gongola: «Metnezze? Per ora nessuna. Tra l’alta, dall’alto della sua importantro ha giocato con Johnson
tissima carriera in Nba, porterà
Odom che mi ha detto che in pauna ventata di entusiasmo in
lestra è esemplare». Il play cantutto il mondo del basket italiaturino è stato suo compagno ai
no e non solo in quello canturiLakers: «L’ho sentito al telefono.
no. Sono anche convinta che
È molto carico. Effettivamente
con le sue qualità di grande gioil personaggio è particolare, ancatore ci darà una grossa mano
che se non mi ricordo qualcosa
nella conquista del traguardo Metta con la maglia dei Knicks AP di veramente folle. A parte che,
dei playoff».
a Los Angeles, aveva appena
cambiato nome in Metta World Peace. Però con
LA CANOTTA A patto che sia in una condizione me è stato davvero super. Mi diceva di dare semfisica accettabile e non viva il viaggio in Italia co- pre il massimo in difesa contro Steve Nash e mi
me un blitz a Disneyland. Con lui tutto è possibi- spronava a dare il massimo ogni allenamento». Il
le. Perchè definirlo eccentrico è un eufemismo. resto della banda lo conoscerà domani sera,
Ha preteso il numero 37 in onore di Michael quando salirà al Pianella. Stefano Gentile scalpiJackson (tante furono le settimane in cui l’album ta: «Sono felicissimo di poter giocare con una
Thriller rimase in vetta alla classifica delle vendi- leggenda come Metta. Non vedo l’ora di conote), con sopra quello che potrebbe diventare il scerlo». Eric Williams scherza: «Cedo a lui lo
suo nuovo nome: The Panda’s Friend (già avvia- scettro di veterano della squadra, non sarò il più
ta la richiesta alle autorità americane), in osse- anziano...». L’era del Panda è cominciata.
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quio alla sua spiccata vocazione ecopacifista (os-
14005
SERIE A
Avellino: salta la panchina di Vitucci
Arriva Gresta che lascia il Kuwait
● Ad Avellino, Frank Vitucci
si può praticamente
considerare un ex. In
giornata dovrebbe arrivare il
comunicato dell’esonero,
voluto in prima persona dal
patron De Cesare. Inutile
dire che il coach (voluto
proprio da De Cesare due
stagioni fa, strappato a suon
di euro a Varese) paga le 10
sconfitte nelle ultime undici
uscite e un rapporto con la
piazza assolutamente
inesistente con lo striscione
in curva «Vitucci vattene»
esposto da un bel po’. La
richiesta del contratto anche
per la prossima stagione ha
fatto scartare diversi coach: si è
accontentato di questi due mesi
invece Luigi Gresta che proprio
ieri ha lasciato il Kuwait e la
squadra dell’Al Kuwait dove per
sua stessa ammissione «ha
guadagnato più del doppio dei
soldi che prendeva in Italia».
● EUROCUP I turchi del Banvit
sono la prima semifinalista di
Eurocup. Eliminato il Paris
Levallois battuto 75-71 (andata
65-67). Oggi: Lokomotiv KubanUnics Kazan (and. +9 Kuban),
Khimki-Valencia (+1 Khimki) e
Pinar Karsiyaka-Gran Canaria
(+10 Gran Canaria).
FUTURO
Hackett: «Penso alla Nba. Gentile ci va in estate»
1Il play dell’EA7 va in tv e «svela»
i piani del compagno. Milano di fronte
ad un’altra rivoluzione a fine stagione?
C
he Houston voglia Alessandro Gentile subito e
che l’azzurro voglia andare nella Nba subito è chiaro
da tempo nonostante le parole
caute e sempre al condizionale
che sia i Rockets, attraverso
Gianluca Pascucci («Se e
quando vorrà, noi pensiamo
che Gentile possa diventare un
giocatore Nba»), che il giocatore («I contatti sono frequenti, è una avventura che mi affascina e che potrebbe arrivare
molto presto») hanno usato
proprio sulla Gazzetta. Gersson Rosas, vicepresidente ese-
cutivo di Houston è venuto più
volte in Italia per Alessandro
per preparare il suo sbarco in
Texas già la prossima estate.
GHIACCIAIA La notizia da tenere in ghiacciaia così, coi
punti interrogativi, fino a fine
stagione, per delicatezza e non
turbare la corsa scudetto dell’EA7 ha avuto una brusca
svolta proprio ieri con la semplicità di Daniel Hackett. Che,
invitato a Sky Sport 24, ha detto un paio di cose interessanti.
La prima: «Alla Nba ci penso,
la strada è tracciata abbiamo
quattro giocatori lì. Vivo giorno per giorno cercando di rimanere il più sereno possibile»
Non è banale visto che il suo
contratto con Milano scade nel
2016 e ha già 27 anni. La seconda: «Il quinto italiano nella
Nba sarà Gentile, che approderà agli Houston Rockets
quest’estate. E’ un predestinato». Se lo dice anche lui... Fine
delle frasi al condizionale.
CATACLISMA E’ un piccolo cataclisma che non influirà sulla
corsa di Milano verso il titolo
ma che cambia profondamente i progetti dell’EA7. Che ha
sempre dichiarato di puntare
sul trio Hackett-Gentile-Melli
attorno al quale costruire la
squadra: che Gentile potesse
andare a Houston subito era
prevedibile, ma il trio scric-
chiola (anche Melli ha un accordo fino al 2015). E’ possibile che alla fine dell’anno, come
è accaduto la scorsa estate, i
cambiamenti saranno più profondi rispetto alla volontà attuale del club.
Da sinistra Alessandro Gentile (22 anni) con Daniel Hackett (27) CIAM
CONTRATTI In più, l’EA7 dovrà valutare anche i molti contratti in scadenza di giocatori
pregiati come Samardo Samuels (e la società è già andata sul mercato per Okaro White della Virtus Bologna), MarShon Brooks e David Moss. E
Frank Elegar, scoppiato nell’ultima partita, facilissima, di
campionato ma che sta mostrando qualità atletiche e
umiltà per poter sperare in una
riconferma. O in un mercato
più ricco.
chiabo
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Metta in maglia Lakers con cui ha
vinto il titolo 2010. I Knicks cono
stati la sua ultima squadra Nba. La
prima parte di stagione l’ha giocata
in Cina nel Sichuan Whales EPA
fIL CONFRONTO
L’Italia ritorna
agli anni d’oro
Tipo ingestibile?
C’è stato di peggio
Luca Chiabotti
1
R
on Artest o Metta World Peace o The Panda’s
Friend, come vorrebbe
farsi chiamare ora, ci riporta
al secolo scorso, quando giocatori col suo passato Nba
chiudevano la carriera in Italia regalandoci momenti indimenticabili (e anche molte
delusioni). Impossibile fare
classifiche coi tempi eroici:
diciamo solo che Metta è
201o nella classifica dei marcatori Nba ogni tempo e ne
ha davanti 11 che hanno giocato in serie A. E mancano
giocatori straordinari come
Joe Barry Carroll, Michael
Cooper (5 titoli Nba), Sugar
Richardson o il re dei dimenticati, ma meraviglioso in
campo, Jim McMillian della
Virtus. Però ci fermiamo a
Dominique Wilkins nel
1998: nel Terzo Millennio
non è più arrivato un Artest.
PROBLEMI Non sono neppure una novità per l’Italia i
suoi problemi comportamentali, anche se va detto
che soprattutto negli anni
Ottanta abbiamo accolto
2
● 1 Marvin Barnes, a Trieste nel
1980: se parliamo di matti, il
numero uno 2 Johnny Neumann
di Cantù: genio e sregolatezza
giocatori deviati dall’uso della
droga, spesso salvandoli come è
accaduto a Spencer Haywood.
Abbiamo fatto giocare Marvin
Barnes, morto l’anno scorso,
che si rifiutò di prendere un aereo che, per questioni di fuso,
sarebbe arrivato qualche minuto prima dell’orario di partenza,
perché non voleva salire su una
«fucking macchina del tempo».
E se Joe Pace di Pesaro è ricordato come un matto vero, il
mandante era il compagno
Mike Russell che aveva inventato la roulette russa in auto attraversando all’improvviso e senza
guardare l’Adriatica. Metta ha
avuto problemi di gestione dell’ira fin da quando aveva 7 anni,
meglio stargli alla larga ma è
anche un benefattore, premiato
per le sue donazioni proprio per
combattere i problemi mentali
dei bambini.
PACCHETTO Telecamere sfasciate, risse, falli durissimi, gomitate assassine, litigi con gli
allenatori avversari e il pubblico, squalifiche, problemi anche
fuori campo. Il pacchetto è completo. Ma Metta anche uno che
ha dato un ginocchio per i
Lakers, che non si tira indietro
per la squadra. Cantù lo saprà
gestire? Non è il tipo più strano
arrivato in Brianza che ha accolto Johnny Neumann, giocatore di talento pazzesco che si è
rovinato con le sue stranezze(poi ha girato il mondo come
coach, ultima tappa la nazionale rumena). O Tom Boswell,
sempre a caccia di droga per la
moglie tossicomane, lui spesso
costretto a lavorare con gli juniores perché gli allenamenti
non degenerassero in risse. E
possiamo dimenticare il pittoresco Adrian Caldwell,che portava alle sedute video della mattina un pollo arrosto e se lo mangiava in loco per colazione?
Ron, Metta o l’amico dei Panda
che sia, è una passeggiata.
27
NBA
Harden da mvp
Che duello
con Westrbook
1La guardia di Houston ha
segnato 44 punti: è l’ottava
volta che supera quota 40
J
ames Harden sta ingaggiando una lotta
al coltello con Russell Westbrook per
strappare il titolo di mvp ai favoriti designati, LeBron James e Stephen Curry. Tutti e
due hanno preso sulle loro spalle le rispettive
squadre, Houston e Oklahoma City, nella perdurante assenza delle stelle Dwight Howard e
Kevin Durant, sono primo e secondo nella
classifica marcatori a 3/10 di punto di differenza (27.5 Westbrook, 27.2 Harden) e se il
play dei Thunder viaggia a suon di triple doppie, ma quella di domenica gli è stata cancellata togliendogli un rimbalzo, la guardia dei
Rockets ha superato quota 40 anche lunedì
notte contro Indiana, unico nella Nba ad esserci riuscito 8 volte in questa stagione. Contro i
Pacers, l’uomo che ha rilanciato la moda della
barba nel basket, ha chiuso con 44 punti,
21/22 ai liberi ma, quello che più conta, ne ha
realizzati 19 nell’ultimo quarto, 12 nei 4 minuti conclusivi. «Non saremmo dove siamo se
Harden non stesse disputando una stagione
da Mvp» ha dichiarato dopo la gara il coach di
Houston, Kevin McHale.
BARGNANI Nelle altre gare di lunedì, Datome
non è entrato nella sconfitta di Boston con
Brooklyn, Bargnani ha realizzato 18 punti, con
1 solo rimbalzo ma 4 assist e 2 stoppate, nel
k.o. dei decimati Knicks contro i Grizzlies.
Continua il momento magico di Nikola Mirotic, l’ala montenegrino-spagnola dei Bulls che
sta facendo un rush finale da rookie of the year: 28 punti contro gli Hornets, 19.5 di media,
con 8 rimbalzi, nelle ultime 10 partite.
RISULTATI: Indiana-Houston 100-110, Brooklyn-Boston
91-110, New York-Memphis 82-103, Chicago-Charlotte
98-86, Utah-Minnesota 104-106, Golden State-Washington 107-76.
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PURA LUCE,
PURA ENERGIA.
28
Pallavolo R Coppa Cev: andata della semifinale
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Trento, l’Italia rimonta sulla Polonia
1 Zaksa, che ha ingaggiato De Giorgi, sconfitta da Kazisky e compagni dopo una maratona: 3-2
IL CONFRONTO
Mario Salvini
Nicola Baldo
ITALIA
POLONIA
L
COSÌ AL MONDIALE 2014
13ª
1ª
MONDIALI VINTI
3
EUROPEI VINTI
6
ORI OLIMPICI
0
2
1
1
IN FINALI CHAMPIONS 2015
0
CHAMPIONS VINTE
18
2
1
CLUB IN CHAMPIONS 2015/16
3
2
o Zaksa Kedzierzyn-Kozle
ieri sera ha giocato e perso
contro Trento e stamattina
presenta il nuovo allenatore.
Che ovviamente sarebbe stato
presentato anche in caso di vittoria. E’ Fefé De Giorgi. A suggellare una volta di più questo
strano intreccio tra Italia e Polonia. Dove da un lato i polacchi, abbattuto il totem dell’autarchia a tutti i costi, si affidano
sempre di più ai nostri tecnici. E
dall’altro, così facendo, ci stanno battendo su tutti i fronti.
MONDIALENon parliamo più di
tanto del Mondiale, per non
farci troppo male paragonando
il loro trionfo casalingo col nostro piazzamento. Ma dietro
quel successo anche di pubblico
e di risultati (non fosse stato
per lo scandalo successivo) c’è
una rivalità che dura da anni. E
non è fatta solo di partite vinte,
ma anche di appeal sul campionato. Emergente e sfavillante
quello polacco, tattico e storico
quello italiano., che nelle ultime stagioni ha perso campioni
a favore della Polonia. E passiamo direttamente alla Coppe dove il saldo di questa stagione è
impietoso. Con una sola sfida
vinta, quella di Perugia con lo
Jastrzebski Wegiel di Roberto
Piazza, che peraltro si era presentato al doppio confronto
senza i due schiacciatori titolari, ovvero Bartman e Kaliberda.
Per il resto dai polacchi sol
schiaffoni. Distribuiti equamente dallo Skra Belchatow a
Macerata negli ottavi e allo
stesso Perugia nei quarti di
Champions. Ai quali sarebbe da
aggiungere la rimonta che, nel
femminile, il Sopot di Lorenzo
Micelli ha imposto al Conegliano.
DONNE Così, se nel femminile
alla Final Four siamo pari, con
una squadra ciascuno, Busto
per noi e il Police di Beppe Cuccarini campione di Polonia
(qualificato in quanto organizzatore) per loro, nel maschile la
differenza è dolorosa. I polacchi, con la semifinale-derby Resovia-Belchatow, sono sicuri di
avere una finalista a Berlino.
Cosa per loro parecchio insolita. Intanto perché di Champions (allora Coppa Campioni)
ne hanno vinta solo una, nel
1978, in una edizione senza
club dell’Unione Sovietica, col
Plomien Milowice allenato da
Alexander Skiba, che poi avrebbe allevato la nostra generazione dei Fenomeni in nazionale
Juniores (ai tempi era più frequente che i polacchi insegnassero a noi). E poi perché anche
Fefé De Giorgi allenerà Zaksa
di secondi posti ne hanno pochi, appena un paio. Uno proprio col Resovia (ma era un altro club), nel 1973, e l’altro proprio col Belchatow, tre anni fa,
con finale persa (15-17 al tiebreak…) col Kazan. Belchatow
che la semifinale «se l’è comprata» tre volte attraverso l’organizzazione, senza mai riuscire ad acchiappare la Coppa che
ormai per tutta la Polonia è una
specie di chimera.
MARATONA Ma in attesa di capire che ne sarà della Champions, in Cev, ieri più che una
partita è stata una maratona.
Tre giorni dopo il successo di
Modena la Energy T.I. Diatec
Trentino pone anche il primo
mattoncino per la conquista di
un posto nella finale, espugnando ai vantaggi del tie-break il parquet polacco dello Zaksa Kedzierzyn-Kozle. Stanca
questa Trento, qualche alto e
basso di troppo, Kaziyski che
trascina ma nella serata negativa dell’opposto (Nemec e Nelli
si alternano in campo) e di Lanza serve soprattutto il carattere
ed un maggiore cinismo in alcuni momenti chiave dell’incontro per superare Kooy e soci.
Ora sabato, nel ritorno al PalaTrento, la squadra di Stoytchev
conquisterà la finalissima (7 e
11 aprile) vincendo con qualunque risultato. «Questa è stata una vittoria soffertissima ma
importante – ha detto a fine
match coach Radostin
Stoytchev – sapevamo che ci
aspettava una gara difficile com’è stata quella di Modena, vincere ci permette di fare un passo importante verso la finale».
Ghiaccio R Figura a Shanghai
INVIATO A SHANGHAI (CINA)
E’
la gara più attesa. La Cina, nelle coppie di artistico, ha un passato, un
presente e certo un futuro di
primissimo piano. Da numeri
uno, non fosse per la grande
tradizione sovietico-russa. Per
esempio: nello show che oggi
all’Oriental Sports Centre, prima del corto, farà da cerimonia
di apertura della rassegna, nonostante la presenza di stelle
come Evgeny Plushenko, gli occhi di tutti saranno su Xue
Shen-Hongbo Zhao, ori olimpici e mondiali in pensione. I due
pare si esibiranno anche in
un’inedita versione da cantanti.
Poi via alla sfida. E sarà Cina,
coi suoi tre tandem, contro il resto del mondo capitanato dai
canadesi Duhamel-Radford,
imbattuti nella stagione e logici
favoriti.
L’ATTESA Nel resto del mondo ci
saranno anche Valentina Marchei-Ondrej Hotarek. L’esordio
del due azzurro sulla scena iridata genera interesse. Merito
del 4° posto centrato agli Europei di gennaio a Stoccolma, arrivando dal nulla. Il binomio, fino all’estate scorsa, non esiste-
va e quella di Shanghai sarà solo la quinta gara della carriera
comune. «In un progetto che ci
porterà all’Olimpiade 2018 – dicono – siamo qui per fare un’altra importante esperienza e un
ulteriore passo avanti». Volano
basso, i due: la concorrenza sarà spietata. Ma la scommessa è
già vinta. Valentina, col solito
entusiasmo, si presenta nella
nuova veste dopo sette Mondiali nell’individuale (con l’ottava
piazza di Nizza 2012 quale punta). Ondrej invece, solo un anno
fa, al fianco di Stefania Berton,
col 9° posto di Saitama, centrava il miglior risultato azzurro
nella storia iridata della specialità. Avvicinare quel piazzamento varrebbe oro.
TRIPLO LUTZ Gli allievi di Franca Bianconi, rispetto agli Europei, «rischiano» di essere ulteriormente migliorati. Perché
ogni giorno che passa l’intesa
cresce e perché sono reduci da
tre settimane a Montreal, dove
hanno pattinato al fianco degli
stessi Duhamel-Radford. «Il lavoro è stato intenso – raccontano, freschi pure da una duplice
apparizione a “Notti sul Ghiaccio”– ma divertente. Ci siamo
persino prodotti in una spirale a
quattro e in un doppio triplo lutz in parallelo». Roba da guin-
LA GUIDA
Questa sera
Ravenna a Lisbona
(a.a. - s.cam.) In attesa delle Finali di
Champion si giocano le semifinali
delle altre coppe europee. Stasera la
Cmc Ravenna ospite a Lisbona del
Benfica. L’escluso dal referto potrebbe
essere il libero Goi. Cester favorito su
Ricci per giocare al centro con
Mengozzi. Il ritorno si giocherà
domenica Forlì.
Coppa Cev Maschile: Kedzierzyn
Kozle (Pol)-Energy TI Diatec Trentino
2-3 (20-25, 25-21, 23-25, 27-25, 17-29),
Dinamo Mosca (Rus)-Lennik (Bel) 3-0
(25-16, 25-16, 25-16).
Femminile: Krasnodar (Rus)-Rabita
Baku (Aze) 3-1, Sopot (Pol)Galatasaray Istanbul (Tur) 3-0 .
Challenge Cup Maschile: Oggi (21.20)
Lisbona (Por)-Cmc Ravenna, Minsk
(Blr)-Novi Sad (Ser)
Femminile: Schweriner (Ger)-Bursa
(Tur), Ekaterinburg (Rus)-Yuzhny (Ukr)
Champions Maschile Final Four a
Berlino (GER), 28-29 marzo: 17
Berlino-Kazan (Rus), 20 Resovia (Pol)Belchatow (Pol).
Final Four a Stettino (Pol), 4-5 aprile:
15 Police (Pol)-Unendo Yamamay
Busto Arsizio, 18 Vakifbank (Tur)Eczacibasi (Tur).
IN PROVA (p.r.) Da ieri si allena a
Modena Andreas Dimitrios Fragkos,
schiacciatore greco, classe 1989.
L’atleta, terminata la sua avventura in
Iran arriva per un periodo di
allenamento con Lorenzetti. Potrebbe
prendere il posto di Ishikawa che è
tornato in Giappone e che non si sa se
tornerà per i playoff. Mentre è stato
escluso dalla società qualsiasi altro
arrivo straniero, extracomunitario. Si
era parlato a lungo di Simon.
Pallanuoto R World League
Setterosa da brividi
Domina, poi rischia
ma batte l’Ungheria
Marchei-Hotarek
sul palco mondiale
«Un altro passo
verso i Giochi»
Andrea Buongiovanni
Festa di Trento sul campo dello Zaksa Kędzierzyn-Koźle CEV
Carlo Ferraro
IMPERIA
A
Oggi il corto coppie
diretta RaiSport 1
ed Eurosport
Imperia, al cospetto
del consueto pienone,
nel 5° e penultimo impegno di World League, l’Italia supera l’Ungheria: per accedere alle finali basterà un
pari contro la Russia nell’ultima giornata dei preliminari. Le azzurre volano sul 9-4,
ma un black out permette alle ospiti di agguantare il 9-9
a 3’ dalla sirena, prima che
Queirolo, Bianconi (miglior
marcatrice con cinque gol,
quattro punti di sutura all’arcata sopraccigliare sinistra per un duro colpo) e Garibotti chiudano il discorso.
In questa stessa vasca, oggi
alle 15, si gioca il recupero di
A-1 tra Mediterranea e Orizzonte. E qui si disputerà anche la Final Four di Coppa
Len il 10 e 11 aprile.
Dopo il corto della danza che nella
notte ha aperto la rassegna con Anna
Cappellini-Luca Lanotte, il programma
prevede oggi dalle 11.15, anche il corto
delle coppie. Domani (dalle 3.30 della
notte italiana) quello delle donne con
Roberta Rodeghiero e Giada Russo il
libero delle coppie.
Programma (orario italiano, locale +7
ore). Oggi. Ore 11.15: corto coppie
(Marchei-Hotarek ore 12.02, Della
Monica-Guarise ore 12.57). Domani.
Ore 3.30: corto donne (Rodeghiero,
Russo). Ore 12: libero coppie.
In tv (oggi): diretta RaiSport 1 ore
13.05, Eurosport ore 12.30.
ITALIA-UNGHERIA 12-9
(2-1, 3-1, 4-3, 3-4)
Italia: Gorlero, C.Tabani, Garibotti
2, Queirolo 1, Pomeri, Aiello 2, Di
Mario, Bianconi 5, Emmolo 2, A.Millo, Cotti, Palmieri, Teani. All. Conti.
Ungheria: Gangl, Gurisatti, Hevesi,
H.Kisteleki 2, Szucs 2, Takacs 1,
Miskolczi, Keszthelyi 2, I.Toth 1,
Garda, Csabai 1, Mate, Bolonyai. All.
Meresz.
Arbitri: Stavropoulos (Gre) e Teixido (Spa).
Note: s.n. Italia 10 (4), Ungheria 8
(1). Usc. 3 f. Di Mario 3° t., Garda 4°.
Valentina Marchei e Ondrej Hotarek, quarti agli Europei di figura AP
ness dei primati, ma resta che
nessun’altra coppia presenterà
quel salto. L’Italia, intanto,
spinge anche Nicole Della Monica-Matteo Guarise che, al
quarto Mondiale, possono migliorare il 14° posto di London
2013. Sulle note di Cinderella,
saranno in pista alle 12.57 italiane; Marchei-Hotarek, che
scontano un ranking per forza
modesto, alle 12.02 con Malaguena. Poi, passando pure dai
russi Kavaguti-Smirnov, fari sugli atleti di casa: Sui-Han, PengZhang e, soprattutto, PangTong, due icone: dopo i Giochi
di Sochi si erano ritirati, ma la
prospettiva di un Mondiale nella propria città è stata irresistibile. Shanghai sarà tutta con loro.
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LA GUIDA
Gir. A: Russia-Francia 18-4.
Class.: Italia 12; Russia 11; Ungheria 7;
Francia 0.
Pr. turno (21/4): Italia-Russia, FranciaUngheria.
La formula: È stata ufficializzata la
sede cinese della Final Eight, in programma il 9-14 giugno: sarà Shanghai.
Dall’Europa vi accedono le capolista
dei gironi e la migliore seconda. Nella
scorsa edizione, l’Italia chiuse con la
medaglia d’argento.
● CHAMPIONS LEAGUE Oggi si gioca
la 7a giornata dei preliminari: Radnicki
Kragujevac (Ser)-Brescia alle 18 e Pro
Recco-Barceloneta (Spa) alle 20.30 con
diretta su RaiSport 2. L’altra sfida del girone A è Olympiacos (Gre)-Eger (Ung).
Class.: Pro Recco 18; Eger 10; Barceloneta 8; Radnicki 6; Brescia 5: Olympiacos 4.
RAvanti 9-4, l’Italia
si fa raggiungere
sul 9-9. Brilla
Bianconi, 5 gol
e 4 punti di sutura
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Bianconi con la ferita all’occhio RANISE
Olimpiadi R La candidatura italiana per il 2024
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
29
Boston in dubbio
Il Villaggio di Roma
verso Tor Vergata
1Negli Usa: «Avanti solo se la gente dirà sì»
Malagò in Senato: «Ambiente e trasparenza»
Rio 2016 accelera
tra ritardi e casi
Valerio Piccioni
IROMA
R
oma 2024 sbarca al Senato e intanto rischia di perdere un’avversaria nella
corsa all’organizzazione dei
Giochi. Boston ha deciso: o i bostoniani sono d’accordo oppure
neanche ci iscriviamo alla gara.
Pressati dai sondaggi di opinione, dove il sì è staccato parecchio dal no, i dirigenti della
candidatura hanno deciso di
organizzare un referendum prima del 15 settembre, cioè della
scadenza indicata dal Cio. «Se
il voto popolare dirà no, non
andremo avanti». E il Sindaco,
che pure è un tifoso convinto
della candidatura, conferma.
PARIGI SI’ Insomma, nonostante la rivoluzione low cost
varata dal Cio a dicembre, a Losanna non c’è la firma per le
candidature. Se la Germania ha
ormai battezzato il lancio di
Amburgo - ma avere il presidente del Cio, Thomas Bach,
potrebbe non essere un vantaggio - per il resto il piatto piange.
Anche se Parigi è ormai vicina
al sì con il vento favorevole dei
sondaggi: la sindaco Anne Hidalgo s’è iscritta al partito olimpico dopo un’iniziale freddezza. Poi c’è Baku.
VIVA TOR VERGATA Quanto a
Roma, ieri audizione alla commisione istruzione del Senato
di una delegazione del Comitato, capeggiata da Malagò con la
coordinatrice generale Claudia
Bugno, Simone Perillo (international relations and planning
manager), e il capo di gabinetto
del Coni Francesco Soro, Si è
trattato di un’audizione con un
Malagò-fiume (più di un’ora di
discorso). A parte, lo scetticismo del Movimento Cinque
Stelle,, i toni erano abbastanza
favorevoli. Il presidente del Coni ne ha approfittato per un annuncio importante sulla carta
di identità della candidatura.
C’è Tor Vergata in pole position,
e questo apre la porta anche a
una possibile rivalutazione pure della vela di Calatrava, il mo-
Una panoramica con lo stadio Maracanà, sede della cerimonia inaugurale dei Giochi, e il palazzetto della pallavolo
1A 500 giorni dall’Olimpiade va a rilento il
Velodromo, il campo da golf conteso. Più sicurezza
Mauricio Cannone
RIO DE JANEIRO (BRASILE)
A
Ecco com’è adesso il mega impianto dell’Università di Tor Vergata a Roma
numento all’incompiuto della
periferia sud di Roma. «La volontà è localizzare il Villaggio
Olimpico laddove ci sono strutture pubbliche e un’area che ha
una finalità urbanistica»,dice
Malagò. Cioè a Tor Vergata?
«Tipo Tor Vergata e non certo
Tor di Quinto, dove ci sono vincoli ambientali molto forti».Tor
di Quinto era la scelta del dossier presentato e bocciato da
Monti, tre anni fa.
ALLARGAMENTO MA...E a proposito di discontinuità. Tutte le
finali delle discipline (salvo la
vela) si disputeranno nella
R La Bugno lascerà
il 31 il ministero
Idem: «Sfruttare le
strutture esistenti
come la Fiera»
«Grande Roma» con una distanza massima di 50-60 km.
Per l’allargamento sul territorio
nazionale dei tornei eliminatori degli sport di squadra, ora c’è
prudenza: «Tutti vorremmo fare un discorso il più possibile allargato senza rischiare però di
non prendere i voti per vincere».
CAPISALDI Josefa Idem. la senatrice olimpionica, approva i
capisaldi della candidatura:
«Sfruttare strutture esistenti,
rispettare l’ambiente per costruire il Villaggio, insistere sulla Fiera di Roma. Ora però approfondiremo le altre questioni». Questioni su cui già lavora
Claudia Bugno: «Il 31 marzo lascerò il mio incarico al ministero dello Sviluppo Economico.
Affronto questa sfida con dedizione e impegno. Nessuna distrazione a parte la mia piccolina di 5 mesi».
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500 giorni dall’Olimpiade, Rio de Janeiro
vive la frenesia di prima città
che ospiterà i Giochi olimpici in Sudamerica. Il sindaco
Eduardo Paes ha fatto una
scommessa con Thomas Bach, presidente del Cio: consegnerà i siti nei tempi previsti per l’apertura nel Maracanã, ristrutturato nel 2013,
che oltre alle cerimonie
ospiterà il torneo di calcio. Il
Brasile deluso dai Mondiali
di calcio intende vincere ora
la sfida olimpica e organizzativa. La città è un cantiere.
C’è da inaugurare la metropolitana fino alla Barra da
Tijuca, una delle 4 zone de
cuore a Cinque Cerchi. Il disinquinamento della Baia di
Guanabara, sede per la vela,
è forse la più grande sfida.
L’obiettivo di ripulirlo all’80% è ritenuto quasi impossibile fino ad agosto
2016: si è già al 49%.
VELODROMO E SICUREZZA
Preoccupa il Velodromo ed il
campo da golf è al centro di
un caso giudiziario. La municipalità ritiene proprietario del terreno un imprenditore italiano, responsabile
per la costruzione del green
e di una foresteria di lusso
che ha provocato le proteste
di ambientalisti. Anche il
presunto erede del terreno
risalente al 19° secolo riven-
PADOVA
Maddaloni e
Lucchetta al
convegno: «Lo sport
come riscatto sociale»
G
iacobbe Fragomeni la
sua esperienza l’ha sintetizzata così: «La boxe mi
ha salvato, mi ha tolto dalla
strada, la mia redenzione è stata la palestra. L’ho deciso io: ho
scelto di cambiare. Ho avuto la
forza di uscire da un mondo in
cui molti non ce l’hanno fatta».
L’ex campione mondiale dei
massimi leggeri è tra i perso-
BUDGET Il budget di Rio 2016 si
aggira sugli 11 miliardi di euro.
Poco più di 2 sono a carico del
Comitato organizzatore: il 51%
da sponsor locali, il 21% dal
contributo Cio, il 13% dalla
vendita di biglietti, il 9% da
sponsor internazionali, il 6%
da licenza di marchi vari, 1 miliardo e 600 da lavori con arene
e opere tipo Centro radio tv, di
cui oltre 400 milioni spettano ai
governi nazionale, statale e comunale; 1 miliardo e 200 da associazioni publico- private. I
circa 7 rimanenti sono opere
pubbliche per la città, compresa la metropolitana.
11
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● E’ di 11 miliardi di euro il
budget di Rio (dal 5 agosto 2016)
Doping: nuoto
Park rischia
i Giochi 2016
● Park Tae Hwan ora si
scusa per aver deluso gli
appassionati, è pronto a
spiegare tutto al rientro a
Seul, ma il suo rientro alle
gare al termine della
squalifica di 18 mesi per
doping si allontana. Park ha
21 giorni di tempo per
appellarsi al Tas (per la Fina
non lo farà) contro la
squalifica, ma anche la Wada
ricorrerà per aumentare la
sanzione. Attualmente
l’olimpionico risultato
positivo al testosterone
potrebbe essere in tempo
per qualificarsi ai Giochi di
Rio 2016: lo stop scade il 2
marzo 2016. Ma è il comitato
olimpico coreano a ricordare
al 4 volte medagliato
olimpico e bicampione del
mondo dei 400 sl che da
luglio 2014 è stata introdotta
una norma che vieta ai
coreani squalificati il rientro
in nazionale prima dei 3 anni
post sospensione. A meno
che ci siano ragioni «sociali,
superiori interessi nazionali».
«Dopo i 18 mesi e solo se ce
ne saranno le condizioni, si
potrebbe rivedere la norma»
spiega il portavoce del
comitato olimpico Park
Dong-hee. Per adesso,
dunque, con queste regole, il
nuotatore non avrebbe
speranze di esserci a Rio.
SCANDALO ATLETICA
Campioni di vita grazie allo sport
1Fragomeni,
dica ora la sua proprietà. La criminalità è un vecchio problema
della magalopoli, però nei
grandi eventi come i Mondiali,
la Conferenza per l’ambiente e
la visita di Papa Francesco la sicurezza è stata rafforzata e ai
Giochi squadre antiterrorismo
saranno distribuite lungo la città. Gli eventi più protetti saranno le cerimonie di apertura e la
chiusura oltre i 42.195 metri
della maratona. Poliziotti brasiliani andranno a Boston per imparare dai loro colleghi che affrontarono nel 2013 gli attentati durante la maratona.
naggi intervenuti ieri a Padova
al convegno sul tema «Lo sport
come riscatto sociale». Storie di
uomini e di sport quelle raccontate anche dagli altri ospiti dell’iniziativa come Gianni Maddaloni, fondatore dello Star Judo Club Napoli nel cuore di
Scampia - ma anche padre e allenatore del campione olimpico
Pino Maddaloni -, e l’ex azzurro
di volley Andrea Lucchetta.
«Ho 8 detenuti che frequentano
la mia palestra e negli anni ne
sono passati 40 - racconta Maddaloni —: non tutti sono diventate persone oneste, ma molti
di loro sì. Quello che diamo loro è un’opportunità. Ecco a me
piace più parlare di opportunità sociale, che non di riscatto. E
non la diamo solo a loro: per
me togliere quanti più bambini
dalla strada è una corsa contro
il tempo. Dobbiamo insegnare
ai più piccoli a vivere secondo
le regole dello sport».
LUCKY Lucchetta ha insistito in
particolare su un elemento, «la
gioia del gioco. Che non ha nessuna relazione con il successo,
la fama, il denaro, perché il valore materiale di un oro è nullo
rispetto alle emozioni dell’attimo in cui, con il sacrificio e
l’umiltà, si arriva a conseguire
un risultato». Lucchetta a Modena ha fondato la ludoteca
“Oplà”. «In tutti gli sport è fondamentale che gli educatori
trasmettano passione e stimoli-
no l’autostima dei ragazzi. Non
importa, poi, se quei ragazzi diventeranno campioni». Ad aprire i lavori, moderati da Franco
Arturi, editorialista della Gazzetta dello Sport, l’intervento
del professor Renato Zanovello, referente della cultura sportiva dell’Area 1 del Panathlon:
«Riscatto significa liberazione
da situazioni e comportamenti
negativi. E lo sport è un grande
strumento positivo e propositivo. E a chi si lamenta della
drammaticità di certe tristi realtà, rispondo con le parole del
premio Nobel Albert Einstein:
Non possiamo pretendere che
le cose cambino se noi continuiamo a fare le stesse cose».
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Rolex in cambio di voti
Al Kamali è indagato
N
el 2011, nel congresso Iaaf prima dei
Mondiali di Daegu,
Ahmad El Kamali, presidente della federatletica degli
Emirati Arabi Uniti, venne
eletto a sorpresa nel consiglio con 137 voti. A sorpresa
perché questo ex giudice del
tribunale militare era praticamente sconosciuto. Ora
Kamali è candidato alla vice
presidenza per il congresso
di agosto a Pechino che
eleggerà il successore di Lamine Diack fra Coe e Bubka,
ma Kamali è al momento investigato dalla commissione
etica della Iaaf per uno scandalo che ieri è stato rivelato
dal quotidiano spagnolo El
Pais. Un calderone scoperchiato dal presidente di una federazione africana che ha preferito
rimanere anonimo, secondo il
quale Al Kamali ad Addis Abeba a inizio marzo, in occasione
del congresso della confederazione africana, avrebbe offerto
orologi Rolex a 40 delegati delle federazioni africane per avere il loro voto a Pechino. E’ solo
l’ultimo degli scandali dell’atletica. La commissione sta anche indagando sui casi doping
russi e del torbido mondo che li
circonda dove è implicato anche il figlio di Diack, Papa Massata.
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30
Atletica R Il caso
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL PERSONAGGIO
CONTENUTO
PREMIUM
DA TRE ANNI DOMINA NEI 5000 E 10.000, MA CHE PAURA A NEW YORK...
1
2
3
● 1 Mo Farah vince l’oro dei 5000
m ai Giochi Olimpici 2012 dopo aver
conquistato quello dei 10.000. Farà
doppietta di ori anche ai Mondiali
2013 e agli Europei 2014
2 Farah svenuto dopo aver tagliato
il traguardo della mezza maratona
di New York un anno fa (2° in
1h01’07”) 3 Il suo allenatore Alberto
Salazar, 56 anni, ex maratoneta e
vincitore a New York dal 1980 all’82
Mo Farah
MA QUALE BENZINA
USA IL CAMPIONE?
UN FONDISTA CHE FA DISCUTERE
Mo Farah, britannico di origine somala, 32 anni, è una star dell’atletica:
olimpionico a Londra 2012 nei 10.000 e 5000, oro sulle stesse distanze ai
Mondiali di Mosca del 2013. Domenica scorsa a Lisbona ha migliorato il
primato europeo sulla mezza maratona: 59’32”. Ma ci sono zone d’ombra
nella sua storia: malori e allenamenti con atleti squalificati per doping...
Stefano Boldrini
CORRISPONDENTE DA LONDRA
D
omenica 22 marzo 2015
accadono due eventi nella vita di Mo Farah: vince la
mezza maratona di Lisbona con
il tempo di 59’32’’, record europeo, mentre, a Londra, il Sunday Times pubblica in prima pagina un servizio dedicato ad
una partita di «superintegratori» ordinati nel gennaio 2011 e
nel marzo 2012 dal suo allenatore, Alberto Salazar, 56 anni,
cubano trapiantato negli Stati
Uniti, maratoneta di grande livello negli anni Ottanta, guru
del Nike Oregon Project, un
personaggio sul quale da tempo
si interessa l’antidoping. Quest’integratore, il NutraMet
Sport, sarebbe legale con i componenti L-carnetina e carboidrati. Secondo uno studio realizzato all’Università di Nottingham, migliorerebbe le prestazioni fino all’11%.
I DUBBI Questa contemporaneità, luci e ombre, è ormai una
costante della carriera di Mo
Farah, nato a Mogadiscio e
sbarcato nel Regno Unito a 8
anni, figlio di un britannico e
trapiantato nella realtà di
Hounslow, periferia Ovest di
Londra. Il giovane Farah fre-
quenta il Feltham Community
College e qui le sue doti vengono scoperte da Alan Watkinson:
«Aveva problemi con la lingua e
una passione smisurata per il
calcio. Sognava di diventare ala
destra dell’Arsenal, ma io lo
convinsi a scegliere l’atletica».
Farah vince la prima gara importante nel 1997: il titolo studentesco nel cross e diventa
professionista nel 2001. Vince
gli europei di cross nel dicem-
bre 2006, è sesto nei 5.000 ai
Mondiali 2007 a Osaka, mentre
all’Olimpiade di Pechino, nel
2008, è fuori dalla finale dei
5000. Nel 2009 il crescendo
delle prestazioni è sbalorditivo.
A gennaio, stabilisce a Glasgow
il record indoor britannico dei
3.000 metri: 7’40’’99. Poche
settimane più tardi, a Birmingham, frantuma il primato, abbassandolo di 6 secondi. Farah
va poi agli europei di cross ed è
secondo, collassando dopo aver
superato il traguardo: è il primo
malore della sua storia. A Edimburgo, poco tempo dopo, finisce terzo nel Great Cross Country e si sente di nuovo male. Il
2010 è segnato da exploit incredibili. Corre i 10.000 a Londra
in 27’44’’ e la settimana dopo, in
Coppa Europa, si migliora di 16
secondi. Agli Europei di Barcellona, è oro nei 10.000. A Zurigo, il 19 agosto, scende sotto i
13 minuti nei 5.000. L’ascesa è
inarrestabile. Ai Mondiali di
Osaka del 2011, è oro nei
10.000 e argento nei 5.000. All’Olimpiade di Londra 2012,
doppietta su 10.000 e 5.000.
Nel 2013, il record europeo sui
1.500: 3’28’’81. In estate, ai
Mondiali di Mosca, nuovo bis
sui 10.000 e 5.000.
LA DIFESA Mo Farah è stato il
primo atleta al mondo a scendere sotto i 3’30’’ nei 1.500, i 13’
nel 5.000 e i 27’ nei 10.000. Un
eclettismo incredibile. Una
macchina impressionante. Ma è
una macchina sulla quale qualcuno comincia ad indagare perché il rapporto con Salazar solleva più di un interrogativo. Mo
Farah difende il tecnico quando, nell’autunno 2013, la Bbc
produce un’inchiesta, sollevando la questione doping: «Tutto
questo mi offende. Sono forse
l’atleta più testato del mondo.
Alberto è un grande allenatore
e io lavoro duro per ottenere
questi risultati». La replica di
Salazar, che trionfò in una supermaratona nel 1994 raccontando di aver tratto giovamento
dall’uso del Prozac, è banale: «I
risultati di Farah sono figli del
talento e di un regime durissimo di allenamenti. I sospetti di
doping sono la scusa di chi perde». La Iaaf da tempo starebbe
monitorando la situazione. I valori di emoglobina rilevati negli
anni avrebbero infatti attirato
l’attenzione della Iaaf. Nel
2007, il livello sarebbe stato del
13,9, mentre nel 2013 sarebbe
salito al 16,5. Una crescita che
coincide con l’exploit dei risultati e questo farebbe pensare
che nel corso della sua carriera
gli indicatori, invece di restare
costanti, sarebbero aumentati.
Per questa ragione sarebbero
stati evidenziati cromaticamente dalla Iaaf. Come ha indicato il
giornalista tedesco Hajo Seppelt, gli esperti della Iaaf colorano i casi ritenuti sospetti. In
questo quadro, con il collasso
dopo la mezza maratona di
New York nel marzo 2014 e il
debutto nella maratona a Londra 2014, la carriera di Mo Farah prosegue. Il campione britannico è oggi un uomo ricco:
guadagna 13 milioni di euro
l’anno. Una macchina da record
e da soldi, ma una domanda
s’impone: la benzina è pulita?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA IAAF INDAGA SULL’EMOGLOBINA: SBALZI DA 13.9
A 16.5 PER CENTO. I DUBBI SUL SUPERINTEGRATORE I
SOSPETTI SUL SUO ALLENATORE SALAZAR
4 DOMANDE A...
DARIO
D’OTTAVIO
BIOCHIMICO
«Integratori?
Serve l’Epo
per questi
miglioramenti»
(bold) Il professor Dario
D’Ottavio, 68 anni, biochimico,
ex primario del laboratorio di
Tossicologia dell’ospedale
S.Camillo di Roma, è stato per
4 anni componente della
Commissione di vigilanza sulla
legge anti-doping.
● Professor D’Ottavio, si
può credere alla storia dei
superintegratori che
migliorano le prestazioni
dell’11 per cento?
«Un miglioramento di queste
proporzioni si può ottenere
solo con l’Epo. Sostanze come
la L carnetina le conosciamo.
Non prendiamoci in giro».
● E’ legittimo avere dei
sospetti di fronte ad exploit
nei tempi come quelli
ottenuti da Mo Farah nel
corso degli anni?
«La mia teoria è che nello
sport moderno la cultura del
sospetto è legittima a 360
gradi. Il mio primo postulato è
che un atleta negativo ai
controlli non è detto che sia
pulito. Indagare e verificare
mi pare obbligatorio».
● Il passaporto biologico è
oggi l’arma migliore?
«Fatta la considerazione che il
doping è sempre in vantaggio
sull’antidoping, ritengo che si
possa fare un ulteriore salto
di qualità con il passaporto
antropometrico per la
misurazione del corpo umano
e il passaporto biodinamico.
Se ad atleta di 25 anni cresce
il piede di due misure,
qualcosa non torna. E se un
atleta con determinate
caratteristiche fisiche ottiene
prestazioni di un certo livello,
uscendo dai parametri,
bisogna indagare. Il motore di
una Cinquecento non fornisce
le prestazioni di una Ferrari».
● Qualcuno propone la
teoria «doping libero».
«Una follia. Vincerebbe chi
può contare sulla scienza
migliore. A quel punto, date le
medaglie ai medici».
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
TUTTENOTIZIE
31
1NUOTO, ADDIO ALLA MUFFAT Oggi a Nizza, il nuoto francese e internazionale daranno
l’ultimo saluto all’olimpionica Camille Muffat, 25 anni, morta tragicamente durante un
reality il 9 novembre in Argentina. Ci sarà anche il presidente della Len, Barelli.
BOXE
TENNIS
Mayweather-Pacquiao
Indian Wells batte Parigi
vale 400 milioni di dollari 27.921 spettatori di più!
1Dai 74 milioni
1Successo di
M
Vincenzo Martucci
per i biglietti ai
135 per i diritti
TV. Il Mondiale
dalle cifre record
a y w e a t h e r- P a c quiao a tutto record.
Il Mondiale dei welter più ricco della storia, in
programma il 2 maggio a Las
Vegas, produrrà un business
da 400 milioni di dollari, secondo uno studio di Espn.
Oscurata la già notevole stima di 250 milioni. Bob Arum
calcola che soltanto dalla
vendita dei biglietti (poco
più di 15.000) arriveranno
74 milioni. L’incasso al botteghino della MGM Arena per
il match del settembre 2013
Mayweather-Canelo è stato
di «appena» 20 milioni, un
incasso che l’accordo di febbraio tra Top Rank (Arum) e
Mayweather Promotions ha
stabilito di raddoppiare con
tagliandi al prezzo di dettaglio tra 1000 e 5000 dollari.
Di fronte al boom di richieste gli organizzatori hanno
pensato bene ora di aumentare ancora il costo dei bi-
SCI: TRICOLORI
pubblico nel
Masters 1000. Il
Roland Garros
deve allargarsi
@VinceMartucci
Floyd Mayweather, 38 anni, americano, e Manny Pacquiao, 36 anni, filippino
glietti (10.000 dollari il bordo
ring Vip) che dovrebbe portare
a un incasso di 74 milioni.
FOLLIE «E’ folle – ha ammesso
Arum – ma è così. E’ incredibile.
Probabilmente metteremo in
vendita una manciata di biglietti la prossima settimana. E’ una
mania». Per quanto riguarda la
tv, Showtime/Hbo venderanno
il match in pay-per-view a 100
dollari; se vi saranno 3 milioni
di acquirenti fanno 300 milioni
dal circuito soltanto americano, comprendente Canada e
Portorico. Altri 35 milioni arriveranno dall’acquisto dei diritti
da parte di tv straniere. Nelle
TIRO A VOLO
Filippine il match sarà trasmesso dalla Solar che li ha pagati 10
milioni. Nel 2007, per Mayweather-De La Hoya ci fu un record
di audience di 2,4 milioni di acquirenti. Quindi gli sponsor:
5,6 milioni sono entrati nelle
casse Top Rank dalla birra Tecate, che ha vinto l’asta con la
rivale Corona (che sponsorizza
Mayweather con un contratto
di 5,2 milioni, il più alto mai pagato da un marchio di birra). Le
super borse che andranno ai
due pugili sono di 120 milioni
di dollari (110 milioni di euro)
a Mayweather e 80 (73,5 milioni di euro) a Pacquiao.
r.b.
D
ovendo scegliere fra i
due Masters 1000 sul
cemento degli Stati
Uniti, Roger Federer ha scelto Indian Wells scartando
Miami. Dovendo scegliere
fra tennis e calcio, Novak
Djokovic non ha avuto dubbi
e ha messo a rischio i piedi
da ginnasta inseguendo un
pallone insieme agli altri
professionisti dell’Atp Tour
sul prato davanti allo stadio
dove poi ha vinto per la
quarta volta il titolo. Saranno anche i dollari di Mr
Oracle, Larry Ellison, quarto
uomo più ricco al mondo
(secondo la rivista Forbes).
Sarà l’atmosfera rilassata e
l’accoglienza squisita. Di
certo, il BNP Paribas Open è
un successo continuo: da
quando ha cambiato sede,
IPPICA
ARCO
Slalom a Razzoli
La discesa a
Elena Fanchini
Giuliano Razzoli, 30 anni
● (s.f.) Pronostici rispettati
nella prima giornata dei
Campionati italiani Assoluti in
Friuli. Titolo dello slalom
maschile, disputato a Tarvisio,
a Giuliano Razzoli, che
suggella così il grande finale
della sua stagione con il 3°
titolo tricolore della
specialità; assente Stefano
Gross, campione uscente,
argento al fresco vincitore
della coppa Europa Tonetti
davanti all’eterno Moelgg (nel
2003 il suo 1° podio tricolore).
Nella discesa donne disputata
a Sella Nevea e anticipata di
un giorno, in considerazione
delle previsioni meteo, terza
doppietta per le sorelle
Fanchini: stavolta Elena è oro
(il 6° nella specialità) davanti
a Nadia; bronzo alla Stuffer.
Non partita Elena Curtoni,
assenti Merighetti e Schnarf.
Oggi gigante maschile,
superG e conbinata donne..
Slalom uomini: 1. Razzoli,
1’31”55; 2. Tonetti a 53/100; 3.
Moelgg 61/100; 4. Nani 1”06;
5. Thaler 1”09.
Discesa donne: 1.E. Fanchini,
1’11”19; 2. Stuhec (Slo) a 6/100;
3. N. Fanchini 16/100; 4.
Stuffer 45/100; 5. Marsaglia
50/100; 7. Brignone 1”22.
Double trap:
Innocenti
si prende Rio
● Anche il double trap
italiano ha fatto il pieno ed è a
posto per Rio. Marco
Innocenti si piazza secondo
alla prova di Coppa del
Mondo di Al-Ain, negli Emirati
Arabi, e si prende così la
carta olimpica, come aveva
già fatto Nino Barillà lo
scorso settembre ai Mondiali
di Granada.
Innocenti, già ai Giochi a
Sydney e ad Atene, ha chiuso
le qualifiche con 141, per poi
piazzare uno straordinario 30
in semifinale che gli è valso la
finale contro il russo Vasily
Mosin. A quel punto la carta
era conquistata (ce n’erano in
palio due), e l’azzurro (8°
podio di Coppa per lui) ha
ceduto 26-25. Per Mosin è il
5° successo di Coppa in
carriera. Benissimo anche
Davide Gasperini (Esercito),
terzo (4° podio in carriera)
con 25 in semifinale poi
vittorioso 27-23 nella finalina
con Haldeman (Usa)
Double trap: 1. Mosin (Rus)
143/150 – 28/30 – 26/30; 2.
Innocenti 141 – 30 – 25; 3.
Gasparini 142 – 25 – 27; 4.
Haldeman (Usa) 140 (+2) - 26
- 23; 15. Di Spigno 136.
Marco Innocenti, 37 anni
Treve, mirino
già puntato
sul terzo Arc
QUALIFICA PER BAKU 2015
(gu.l.g.) Al via il Grand Prix di Maratona
(Gre) valevole anche per la
qualificazione ai Giochi Europei di Baku.
In gara: Mauro Nespoli, Marco Galiazzo
e Michele Frangilli con Massimiliano
Mandia, David Pasqualucci e Marco
Morello; tra le donne Natalia Valeeva,
Sara Violi, Elena Tonetta, Guendalina
Sartori, Claudia Mandia e Tatiana
Andreoli.
ATLETICA
●
Treve ieri mattina FORNI
● Ieri era il compleanno di
Thierry Jarnet, che ha
compiuto 48 anni. Il jockey
francese ha pensato bene di
festeggiare lavorando in
mattinata a Chantilly la
campionessa Treve, con la
quale ha conquistato gli ultimi
due Arc de Triomphe. E’ stata
solo una presa di contatto
per l’allieva di Criquette Head
che comunque è apparsa già
bella tonica. Treve dovrebbe
tornare in pista nel Prix
Corrida (gruppo 2, metri
2100) del 29 maggio a SaintCloud, dove incontrerebbe
solo le femmine. Un impegno
sulla carta facile e non
impegnativo: d’altronde il
grande obiettivo è la tripletta
consecutiva nell’Arc della
prima domenica di ottobre.
● BRAVO ZARROLI (e.lan.)
Esordio stagionale felice per il
neo-milanese Daniele Zarroli
in Francia. A Saint-Cloud
l’allenatore-proprietario di
Roma ha infatti colto un buon
quarto in listed, nel Prix la
Camargo (m. 1600), con la tre
anni Anchise, ed ha poi vinto in
reclamare con la coetanea
Mefite, interpretata sempre
da Olivier Peslier nel Prix de
Chatou (m. 1400).
LANCI GIAMAICANI (si.g.) A Mona
(Giam), nell’Uwi Invitational, 20.94 di
O’Dayne Richards nel peso e 66.40 di
Fedrick Dacres nel disco. Uomini. 400:
7. N. Carter 47”46. Donne. 400: 4.
Fraser-Pryce 55”67.
● MARCIA ASIATICA (si.g.) Nei
campionati cinesi di marcia su strada a
Pechino, record asiatico nei 20 km
donne di Lu Xiuzhi con 1h25’12”. Uomini.
20 km: Wang Zhen 1h19’29”; Cai Zelin
1h20’13”. 50 km: Yu Wei 3h46’57”.
Donne. 20 km: 2. Liu Hong 1h27’39”; 3.
Nie Jingjing 1h27’51”.
● LAGAT (d.m.) Il keniano Alfers Lagat
ha vinto in 1h00’33” la Mezza Maratona
di Venlo (Ola).
Indian Wells, a sinistra, e l’impianto del Roland Garros a Parigi
ha battuto il record di spettatori nelle ultime 9 edizioni consecutive. Arrivando quest’anno a
456.672 paganti (431.527 l’anno scorso), più dei 428.751 dell’ultimo Roland Garros (record
430.093 del 2012). Che è un
torneo del Grande Slam, si disputa su 15 giorni e ha 128 singolaristi al via sia nel tabellone
maschile che in quello femminile; mentre in California ce ne
sono 96, con le 32 teste di serie
direttamente al secondo turno.
Con meno partite anche nei
doppi, che nei Majors hanno 64
partecipanti e nei Masters 1000
ne hanno 32. Per la cronaca, i
13 giorni di gare dell’ultimo
Wimbledon hanno avuto
491.084 spettatori, i 14 degli
Australian Open 703.899 e
degli Us Open 713.642. Cifre che vanno lette anche
con la miglior vivibilità di
certi impianti rispetto ad altri, il miglior clima, la copertura di più campi principali,
la maggior capienza delle
strutture. Da cui l’assoluta
necessità del Roland Garros
di cercare nuovi spazi limitrofi, mentre Wimbledon
non sembra avere possibilità
di allargarsi. Con Indian
Wells che punta dichiaratamente ai 500mila spettatori.
sfide neo pro di Road to glory. Piuma Luca
Rigoldi b. Calogero Galici; leggeri Manuel
Vignoli b. Matteo Redrezza; superleggeri
Davide Festosi b. Francesco Lomasto;
mediomassimi Danilo Zito b. Luca Esposito.
Nei mediomassimi Andrea Roncon (3) b.
Attila Szatamari (Ung, 4-21-2).
superato 23-17 (Niederwieser 7,
Rotondo 5) la Finlandia dopo aver perso
di misura (21-20) con la Norvegia
campione d’Europa e 23-20 col
Portogallo. Azzurre terze
nell’International Tournament, dietro
lusitane e scandinave.
IPPICA
●
IERI 13-17-4-12-16 A San Giovanni Teatino
(m 1600): 1 Pantera del Pino (Rene’ Legati)
1.14.7; 2 Real Bee Power; 3 Raissa Sere; 4
Rushmore Dvm; 5 Ricardo Zamora; Tot.:
3,54; 1,81, 2,86, 6,44 (25,88). Quinté: n.v.
Quarté: 1.946,28. Tris: 374,27.
● OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle
trotto (inizio convegno alle 14.45) scegliamo
Paper Caf (15), Lotar Bi (13), Napoleone Lans
(12), Pick and Go (6), Ornette Coleman (12) e
Ruggito Gsm (7).
● SI CORRE ANCHE Trotto: Aversa (15) e
Torino (14.55). Galoppo: Grosseto (15.10).
KARATE
● SEI PODI Ai Mondiali Sinan (Tur), 6 podi e
quarto posto nel medagliere per l’Italia: ori
Luca Maresca e Nello Maestri nel kumite e
l’argento della squadra maschile di kata
(Busato-Iodice-Tocco), bronzi di Luigi Busà,
Mattia Busato e squadra donne di kata
(Battaglia-Bottaro-Pezzetti).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PALLANUOTO
●
ANTICIPO (Oggi alle ore 19 (diretta
Rai Sport 2) Fondi-Ancona per l’anticipo
della 4^ giornata dei playoff maschili.
RUGBY
●
JONES A TREVISO (i.m.) Eddie
Jones, c.t. del Giappone ed ex
dell’Australia, uno dei guru della palla
ovale mondiale, è a Treviso per la prima
settimana da consulente dello staff del
Benetton. Sabato assisterrà al match di
Pro 12 con i Dragons.
● OMOLOGATA (i.m.) Il giudice Fir ha
omologato Mogliano-Petrarca 21-15,
respingendo il ricorso dei padovani
sulle mischie no contest disputate
senza penalizzare di un uomo la
squadra rivale. Nuova classifica di
Eccellenza: Rovigo, Calvisano 56,
Mogliano 53, San Donà 39, Fiamme Oro,
Viadana 37, Petrarca 33, Lazio 22,
L’Aquila 5, Prato 0.
SPORT INVERNALI
BOXE
●
VINCE DRAGAN (r.g.) A S.Casciano
Val di Pesa (Fi) il supermedio locale,
nato in Romania, Leper Dragan (3-0-2)
ha superato Fabrizio Leone (6-7) sui 6
round. Debutto positivo di Filippo Ardito
(1) su Emanuele Zagatti (0-1) p.4.
● BUNDU SLITTA (r.g.) Slitta a fine
maggio il rientro dell’ex europeo welter
Leo Bundu (30-1-2) a Las Vegas contro
uno statunitense nei top ten, il cui
vincitore avrà l’opportunità iridata.
Loreni pensa anche al vincitore tra Kell
Brook (e il romeno Ionut Dan Ion per la
Ibf, sabato a Belfast.
● TRAGEDIA SFIORATA (i.m.) Tragedia
sfiorata in una riunione dilettanti a
Codognè (Tv) sabato sera. Il debuttante
peso welter Fioretto Luca Basile,
bancario di 34 anni residente ad
Agordo (Bl), per un ko subito al terzo
round è finito in rianimazione
all’ospedale di Conegliano a causa di un
ematoma. E’ ancora ricoverato, ma si è
ripreso ed è stato trasferito in
chirurgia. Il rivale Andrea Argentin è
stato per ore al suo capezzale.
● A PADOVA (i.m.) A Padova nelle 4
LOTTA
●
CHAMIZO Agli Europei Under 23 di
Walbrzych (POL) il cubano natura-lizzato
Frank Chamizo Marquez ha conquistato la
medaglia d’oro nella 65kg, in semifinale 12-11
a Muslimov (Aze) e in finale 4-0 a
Iakobishvili (Geo)
NUOTO
●
BIS SABBIONI (al.f.) Ai Giovanili di
Riccione (25 m), Simone Sabbioni vince i 100
dorso in 51”46, 4° crono italiano alltime.
Uomini. Cad: 200 sl Zuin 1’46”35; 200 ra
Cervi 2’09”76; 100 fa D’Angelo 51”82; 400 mx
Tarocchi 4’13”84. Jun ‘97: 200 sl Bori
1’48”05; 100 do Crescenzo 54”54; 200 ra
Paganelli 2’13”88; 100 fa Carini 53”22; 400
mx Perfetto 4’19”12. Jun ‘98: 200 sl Miresi
1’47”31; 100 do Mora 52”68; 200 ra Zanetti
2’13”78; 100 fa Izzo 53”21; 400 mx Glessi
4’14”77.
PALLAMANO
●
ITALDONNE OK (an.gal.) E’ un’Italdonne
in crescita quella che a Leiria (Por) ha
●
ASSOLUTI FONDO Giulia Stuerz (su
De Martin e Debertolis) e David Hofer
(su De Fabiani e Pellegrino) hanno
conquistato il titolo tricolore di
combinata (skiathlon) ad Anterselva.
TENNIS
● NADAL E KNAPP A Miami (Usa, 5
milioni di euro, cemento), una storta
alla caviglia costringe Nadal a
sospendere l’allenamento, ma non
dovrebbero esserci problemi nel 2°
turno contro il vincente di StakhovskyAlmagro. Intanto Karin Knapp batte al
1° turno Siniakova (R.Cec) 6-2 6-0.
VELA
● OGGI ARRIVO (r.ra.) E’ previsto nella
mattinata di oggi l’arrivo di Cheminées
Poujoulat alla Barcelona World Race.
Jean Le Camm e Bernard Stamm
taglieranno vittoriosi il traguardo della
terza edizione del giro del mondo in
coppia senza scalo dopo 84 giorni ,
migliorando di 8 giorni il tempo di Jean
Pierre Dick e Damian Foxall nel 2008.
32
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AltriMondi R
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Il premier
Matteo Renzi,
40 anni, con
il Guardasigilli
Andrea
Orlando, 46
IL FATTO
DEL GIORNO
IL DECRETO
CONTESTATO
Cos’è la prescrizione
ed è giusto aumentarne
i termini oppure no?
1I processi in Italia spesso durano troppo e finiscono senza condanne
ma come evitare che questo avvenga fa litigare il partito di Alfano e il Pd
di GIORGIO DELL’ARTI
[email protected]
C’è una mezza litigata tra le
forze che sostengono il governo
sulla questione della prescrizione, approvata ieri alla Camera ma con l’astensione del
Nuovo Centro Destra, il partito
di Alfano, che, essendo al governo, quando si astiene fa notizia.
1
Concretamente, di che
stiamo parlando?
Tu sei sospettato di aver
commesso un reato, indagano su di te, poi ti processano,
quanto può durare questo
tormento? C’è un momento in
cui si può dire: è passato troppo tempo, mettiamoci una
pietra sopra? Questa sarebbe
la “prescrizione”. Ovvero:
«Gli effetti giuridici del trascorrere del tempo». Una nazione
civile non può non avere un termine in cui il reato si considera
prescritto, anche se magari il
reo che si salva in questo modo
è un ceffo pochissimo raccomandabile. Quindi, sull’esistenza di questo istituto nessun
dubbio. Il problema è come regolarlo. Fino ad ora, la prescrizione equivaleva, grosso modo, al massimo della pena. Cioè
se per il reato di cui eri sospettato il massimo della pena era,
poniamo, dieci anni, la prescrizione si faceva scattare al decimo anno dal momento in cui il
reato era compiuto. Non sottovaluti l’espressione «in cui il reato era compiuto», perché
quando non si tratta di un delitto o di una rapina, a cui è in genere possibile mettere una data
certa, «il momento» è discutibi-
le e le difese giocano una buona parte dei loro sforzi a spostare il «momento del reato» il
più lontano possibile nel tempo, in modo da far scattare
quanto prima la prescrizione.
Hanno fatto scandalo la prescrizione sul caso Eternit e,
adesso, quella di Moggi. E però
l’effetto certo di questo sistema
è che i processi si allungano,
proprio perché le difese tentano con ogni mezzo di portare il
cliente in zona prescrizione e
che non se ne parli più. A quel
punto non è più neanche questione di innocenza o colpevolezza.
2
Bene, e che cosa ha deciso
ieri la Camera?
La Camera ha approvato il
disegno di legge di riforma della ex Cirielli (la chiamano così,
non stia lì a farsi venire il mal di
testa) con 274 sì, 26 no e 121
astenuti. La sostanza del provvedimento è questa: i termini
della prescrizione sono aumentati della metà rispetto a prima,
quindi se prima la prescrizione
arrivava al decimo anno adesso
arriverà al quindicesimo. Questo allungamento era stato invocato anche dal commissario
anticorruzione Raffaele Cantone, che adesso si dice soddisfatto. Ci sono altre tecnicalità, ma
lasciamo stare, tanto più che il
ddl non è ancora legge, manca
l’approvazione del Senato e poi
tornerà di sicuro alla Camera.
3
Tra i 274 che hanno votato
sì non ci sono gli alfaniani,
e questo è il problema.
Sì, gli alfaniani, che sono sempre dei mezzi berlusconiani
(Forza Italia ha votato contro),
hanno criticato il provvedi-
mento. La formula è: badare
ai tempi del processo perché
non si allunghino. Perché battersi per una prescrizione più
breve sic et simpliciter potrebbe dare una cattiva impressione al pubblico. Vuoi
vedere - potrebbe pensare il
pubblico - che il ministro di
polizia Alfano alla fine difende i criminali? Ncd argomenta invece che una prescrizione troppo lunga spinge gli avvocati a cavillare fino all’inverosimile per allungare ancora
di più il processo ed è qui la
loro critica a una prescrizione
esagerata. Implicitamente lo
ha ammesso anche il ministro
della Giustizia Orlando: «Respingo l’accusa di aumentare
in modo irragionevole e senza un disegno di insieme i
tempi di prescrizione e quindi
di conseguenza i tempi del
processo». Orlando ha promesso che la faccenda sarà rivista al Senato e per questo
Ncd s’è astenuta invece di votar contro.
4
Non c’entrano anche i
malumori per il caso Lupi?
Di sicuro. Ncd, diminuita di
peso dentro il governo, perché non riavrà le Infrastrutture né un ministero analogo,
alza la voce molto più di prima: ha bisogno di far sapere
che esiste. Stanno facendo la
fronda anche sul disegno di
legge anti-corruzione, che sta
al Senato. Poi sono spaccati al
loro interno, la De Girolamo è
tentata da Berlusconi, la Lorenzin vuole passare al Pd…
5
Come fanno all’estero su
questioni come questa?
Nell’80 per cento degli
Stati, la prescrizione si interrompe con l’inizio del processo. Semplice e piuttosto indiscutibile. Questo toglie ai difensori ogni ragione di allungare il brodo. Da noi una
riforma così semplice ed efficace non si può fare perché,
sul processo lungo, gli avvocati guadagnano (e bene) e in
Parlamento ci sono avvocati
in tutti gli schieramenti. Anche Alfano è un avvocato.
Ogni volta che si tenta di accorciare sul serio il processo,
gli avvocati in Parlamento, a
qualunque partito appartengano, fanno sapere che «allora faremo cadere il governo».
Una minaccia a cui credono
tutti.
33
INCHIESTA GRANDI OPERE
Caso Incalza:
ora spuntano
le mazzette
dentro ai libri
Ercole Incalza, 70 anni ANSA
D
ue buste piene di soldi nascoste dietro alcuni libri.
È ciò che hanno trovato
gli inquirenti perquisendo la
Green Field, società di ingegneria a Roma che, secondo la procura di Firenze, permetteva a Ercole Incalza, l’ex dirigente del
Ministero delle Infrastrutture, di
incassare tangenti. E così, il super burocrate coinvolto nell’inchiesta sulle grandi opere non
ottiene gli arresti domiciliari: fra
le carte, scrive il gip di Firenze
Angelo Antonio Pezzuti, è stato
pure trovato «un foglio con calcoli numerici manoscritti». I magistrati lo considerano una delle
prove dei versamenti a favore di
Incalza e di Sandro Pacella, uno
dei suoi uomini di fiducia. Sono
loro due, secondo l’inchiesta, i
veri “controllori” della Green
Field (al 70% di Angelantonio
Pica, che in una intercettazione
definisce Incalza &C. «voraci come lumache»). Per anni, secondo i pm, il dirigente ministeriale
avrebbe fatto affidare ai suoi la
direzione dei lavori delle grandi
opere, in cambio di consulenze
da centinaia di migliaia di euro.
METRO Ma Incalza, che in carcere, dice il suo legale, è dimagrito
di 7 kg, è da ieri indagato anche
nella maxinchiesta sulla costruzione della metropolitana C di
Roma: sotto accusa la lievitazione dei costi, procedure e tempi di
consegna dell’opera. Con lui
Guido Improta, assessore alla
Mobilità, che replica: «Non c’entro, tutta la parte economica di
metro C si risolve prima dell’insediamento della giunta Marino». Che, però, scricchiola.
f.riz.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
NOTIZIE TASCABILI
LA PROTESTA DEGLI OPERAI PER L’INIZIATIVA
La protesta a sorpresa di ieri degli operai di Sestri Ponente (Ge) ANSA
«Microchip nelle scarpe»
Si sciopera in Fincantieri
● Scioperi e presidi per i lavoratori di Fincantieri in Liguria
e a Marghera. Il motivo dell’agitazione sta nell’ipotesi di contratto
integrativo che, secondo i sindacati, prevede tra l’altro l’introduzione
di scarpe da lavoro con microchip. «Ci vogliono fare lavorare gratis
mezzora ogni giorno e vogliono metterci un microchip nelle scarpe
da lavoro», hanno detto i lavoratori dello stabilimento del Muggiano a
La Spezia. Fincantieri si è difesa così: «L’azienda ritiene utile l’adozione
di impianti audiovisivi e/o altre apparecchiature tecnologiche in grado
di incrementare il livello di sicurezza nei luoghi di lavoro. Non
verranno utilizzate per il controllo a distanza dei lavoratori».
Ma i lavoratori sembrano intenzionati ad andare avanti nella protesta.
A CINISELLO BALSAMO
NUOVI ATTI NELL’INCHIESTA DI MILANO
Modella svedese
rapita e stuprata
«Avrò giustizia»
Ruby ad Arcore lo scorso dicembre
«Spense il telefono per evitare tracce»
● «Tornerò in Italia perché
giustizia sia fatta». Queste le
parole della modella 23enne
svedese sequestrata e violentata
per sei mesi dal toscano Claudio
Rossetto a Cinisello Balsamo
(Milano). La ragazza ha firmato
per essere dimessa dall’ospedale
nonostante il parere dei medici
ed è ripartita per la Svezia.
Karima El Mahroug detta Ruby ANSA
DRAMMA IN NIGERIA
LE CHIEDEVA DI LASCIARE
● Dagli atti dell’inchiesta Ruby Ter emerge che la giovane marocchina
potrebbe essere stata ad Arcore tra novembre e dicembre
dello scorso anno e che, nell’avvicinarsi alla cittadina nel Milanese,
più esattamente una volta giunta a Villa San Martino, abbia spento
il cellulare per non lasciare tracce. Si legge infatti nel documento che
si basa sui tabulati telefonici della ragazza intercettata: «Dall’analisi
complessiva effettuata sembra potersi affermare che Karima
El Mahroug con ogni probabilità si rechi ad Arcore e che in queste
occasioni usi l’accortezza di spegnere il cellulare già in fase
di avvicinamento, con la presumibile finalità di non far registrare la
propria presenza sulle celle del luogo in cui si reca». Ruby è indagata
con l’ex premier e altre ragazze per corruzione in atti giudiziari.
MAFIA CAPITALE
Rapiti altri 400
«Non sai recitare»
tra donne e bimbi La Barracciu contro
da Boko Haram Gassmann su Twitter
● Ancora violenza in Nigeria.
Boko Haram è tornato a colpire
a Damasak dove gli estremisti
islamici hanno rapito oltre 400
donne e bambini. «Hanno preso
centinaia di giovani donne
e bambini e ne hanno uccisi 50
prima di abbandonare la città»,
ha raccontato un commerciante
del posto, rivelando un risvolto
tragico del rapimento.
● I cinque sottosegretari indagati
devono o no dimettersi? Il tema
dà vita a un battibecco velenoso
tra Francesca Barracciu, sottosegretario Pd ai Beni culturali e Alessandro Gassmann. Ad attaccar
briga l’attore con un tweet: «Intanto che chiarisce, lascia la poltrona
pagata da noi? Grazie». Un’ora
dopo la risposta: «Chiarirò tutto a
fondo. Lei, intanto che impara a
Regione Lazio:
indagato pure
il capo gabinetto
L’attore Alessandro Gassmann, 50
fare l’attore, può evitare di far pagare il biglietto del cinema per i
suoi film? Grazie». Web scatenato,
sottosegretario bacchettato da vip
e dal M5S Di Battista, controreplica ironica di Gassmann («la vedo
tesa»), fino alle scuse della politica.
● Ancora Mafia Capitale. Ieri è
stato iscritto tra gli indagati il
capo di gabinetto della Regione
Lazio, Maurizio Venafro, per una
gara d’appalto relativa proprio
alla famosa inchiesta. Il reato
ipotizzato è la tentata turbativa
d’asta. Venafro si è subito dimesso con una lettera al governatore
Zingaretti in cui sottolinea di aver
«già fornito tutti i chiarimenti».
34
AltriMondi R
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
COPPIA DI ANZIANI
LA ROTTA DELL’AIRBUS TEDESCO
Ore 9:55
decollo dall’aeroporto
di Barcellona
Ore 10:31
38.000 piedi (11.582 m)
quota di crociera
Torino, la moglie
soffoca nel fumo
Lui si lascia morire
8 minuti la durata
della caduta
40.000
piedi
Arrivo
30.000
20.000
Dati: FlightAware.com
GERMANIA
FRANCIA
10.000
SPAGNA Partenza
0
9:55 10:00 10:05 10:10
Ore 10:53
ultimo rilevamento radar
6.000 piedi (1.800 m)
10:15 10:20 10:25 10:30 10:35 10:40 10:45 10:50
GDS
La disperazione dei parenti all’aeroporto di Barcellona, da dove era partito il jet GETTY
Francia, giallo del low cost
Caduta di 8’, 150 vittime
1Precipita sulle Alpi il Barcellona-Dusseldorf di Germanwings
Nessun superstite. Tra le cause possibili, problemi a un carrello
Francesco Rizzo
N
on era mai successo che
un volo low cost tra città
europee precipitasse al
suolo: oggi che volare costa meno, colpisce ancora di più lo
schianto dell’Airbus A320 della
Germanwings, caduto ieri in
Francia. Anche perché la Germanwings è controllata da Lufthansa, la compagnia di bandiera tedesca che AirlineRatings.com ha classificato a inizio
2015 come nona più sicura al
mondo. Eppure, per cause ancora da chiarire, ieri mattina l’aereo partito da Barcellona poco
dopo le 9.55 e atteso a Dusseldorf è piombato da quota 9 mila
metri fino a meno di 2 mila, in
circa 8 minuti, per poi frantumarsi contro una montagna nei
pressi di Prads-Haute-Bléone,
nella Francia meridionale, un
centinaio di chilometri a nord di
Nizza. E le prime foto dal luogo
del disastro — una zona inaccessibile ai veicoli — mostrano
un aereo sbriciolato fra i dirupi,
«con rottami, a causa della violenza dell’impatto, sparsi per 2
chilometri, il più grande è come
un’auto», racconta chi arriva sul
posto. Mentre il deputato francese Christophe Castaner, che
ha sorvolato la zona in elicottero, descrive su Twitter «una scena apocalittica, rimangono solo
la fusoliera, frammenti e pezzi
di corpi».
BARITONO A bordo c’erano 144
passeggeri, oltre ai due piloti e a
quattro membri d’equipaggio.
Sulla lista dei viaggiatori imbarcati (con 2 neonati), tedeschi,
spagnoli, turchi, australiani, colombiani. Fra le vittime tedesche il baritono Oleg Bryjak, sedici studenti e due insegnanti di
un villaggio tra Düsseldorf e
Dortmund, che avevano frequentato per una settimana una
scuola spagnola: alcuni di loro,
racconta El Periodico, si sono imbarcati in extremis per un documento dimenticato. Si salvano,
invece, giocatori, tecnici e dirigenti del Dalkurd Borlänge,
squadra di calcio dilettante svedese, che hanno cambiato volo.
L’ultimo contatto con i radar risale alle 10.53, a un’altezza di
circa 6 mila piedi (1828 metri);
dalle autorità dell’aviazione civile francese e tedesca arrivano
però indicazioni contrastanti
sui minuti fatali: il segnale di
emergenza prima dello schianto
non sarebbe partito dal comandante dell’aereo ma dagli uomini radar e Germanwings parla di
«informazioni contraddittorie
dalle torri di controllo». Forse il
jet stava dirigendosi verso Grenoble per tentare un atterraggio
di emergenza ma, se venisse
confermato il mancato “sos” dai
piloti, si potrebbe pensare a una
avaria così grave da impedire di
lanciare l’allarme, come un in-
Una delle
prime
immagini
dei resti
dell’Airbus,
precipitato
ieri mattina
nelle Alpi
dell’Alta
Provenza,
non lontano
dal confine
italiano REUTERS
QUASI COME GOMORRA
CASA BIANCA Nell’intrecciarsi
delle ipotesi, come prevedibile,
emerge subito la pista del terrorismo, anche perché si parlava
inizialmente di una «rotta anomala» seguita dall’Airbus, voce
smentita dal sito che monitora il
traffico aereo AirLive.net, per il
quale il medesimo volo aveva
percorso lunedì la stessa rotta.
Si muove persino la Casa Bianca, che esclude l’ipotesi attentato. E allora si ragiona sui motivi
della perdita di quota («prevista
comunque per alcuni tipi di avaria, per sopravvivere ad altezze
dove è possibile resistere senza
pressurizzazione», spiega Filippo Savini, pilota di Airbus
A320): finché, in serata, Lufthansa spiega al sito del Der
Spiegel che lunedì sera il jet sarebbe stato diverse ore fermo a
Dusseldorf per un problema tecnico, poi risolto, al portello anteriore del carrello. L’Airbus precipitato era in servizio dal 1991
(uno dei più vecchi della compagnia), pur revisionato nel
2013. Il comandante aveva dieci
anni di esperienza e oltre 6 mila
ore di volo. Ma è diventato meno sicuro volare low cost? «È
una interpretazione fuorviante
— chiarisce Giovanni Galiotto,
segretario generale di Anpac —:
il termine low cost non si riferisce alla sicurezza, ma a strategie
commerciali. Sono voli perfettamente controllati, altrimenti i
piloti non salirebbero. E Lufthansa è una compagnia di altissimo livello. È presto per capire
cosa sia accaduto». Ma ieri sera
Germanwings ha cancellato almeno 30 voli: gli equipaggi si rifiutano di volare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il palazzo di Torino in cui la coppia è morta lunedì notte
U
na sua scelta, romantica e terribile. Ha
preferito morire come la moglie, già
soffocata dal fumo, e per questo non
ha aperto la porta ai vicini che volevano salvargli la vita dalle fiamme. La storia struggente è arrivata da Torino, nella notte di lunedì, e su quei momenti frenetici stanno indagando i carabinieri. Sull’incendio in cui
hanno perso la vita Antonio Casassa, 87 anni,
e la moglie Luigina Maria Gai, di 81. Il rogo
si è diffuso poco dopo le 3.30 nel loro appartamento in via Umberto Balestrieri, quartiere Rebaudengo, e secondo i primi accertamenti degli agenti e dei vigili del fuoco sarebbe stato causato da un cortocircuito, probabilmente iniziato nella camera da letto nella
coppia di pensionati. Tutto pare essere partito da una piccolissima abat-jour difettosa,
ma non si trascura alcuna ipotesi. Adesso, di
quella casa, al primo piano di un palazzo lì
nella zona nord del capoluogo piemontese,
non resta quasi nulla. E le fiamme hanno
causato danni pure nel piano superiore.
ALL’INGRESSO È stato il racconto di un vicino
ad aggiungere dettagli in più sulla disgrazia:
«Alcuni di noi sono riusciti ad entrare nell’appartamento e hanno visto il corpo di Luigina riverso sul letto in fiamme. Abbiamo
cercato di salvare la donna, ma era già morta». A quel punto, però, la decisione di Antonio, incapace di sopravvivere al dolore:
«C’era del fumo e, quando siamo usciti sulle
scale per prendere fiato, si è chiuso in casa.
“Se Luigina è morta, io lo farò con lei”, ha
urlato. Poi siamo dovuti scappare, perché il
fumo rischiava di uccidere anche noi...». Un
suicidio, come ultima prova d’amore dopo
una vita passata assieme. Le fiamme sono
state spente solo all’alba, quando i vigili del
fuoco sono riusciti finalmente a entrare:
hanno trovato il corpo del marito, carbonizzato, ma almeno vicino a quello della moglie.
cont.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
STARE CON GLI ULTIMI
La camorra spara tra la gente
Tre i clan sgominati a Napoli
1Decine di arresti
tra cosche in guerra
nel rione Conocal
Nelle indagini i video
dei raid per la strada
N
on è una serie, questa.
Anche se quegli spari impazziti fanno tanto Gomorra e ricordano scene viste solo in tv. Nel rione popolare Conocal di Ponticelli, periferia est di
Napoli, i gruppi di camorra in
guerra non si facevano scrupoli a
usare le armi tra la gente, bambini compresi. Una follia ripresa in
video dai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco durante le indagini che hanno portato
nel giro di 48 ore a 63 arresti: un
colpo che ha sgominato i pericolosi clan Cuccaro-Adinolfi, De
Micco e D’Amico, le famiglie in
cendio in cabina. Una delle scatole nere è già stata ritrovata.
lotta furiosa per il controllo della
zona. Nelle carte della procura
una infinità di reati, a partire dal
416 bis, l’associazione di tipo mafioso, e poi omicidi, corruzione
in atti giudiziari, porto abusivo
di armi, estorsioni, diffusione di
banconote false.
PAURA Solo all’alba di ieri altre
40 misure cautelari ai CuccaroAdinolfi per completare l’opera
Alcuni giovani
affiliati ai clan
camorristici
della periferia
est di Napoli,
ripresi dalle
telecamere
dei
carabinieri,
sparano
in strada ANSA
avviata nei giorni prima. E lì al
Conocal, ammasso di case popolari che la camorra gestisce e
strappa ai legittimi assegnatari,
si assoldano giovani pronti a giurare fedeltà sulla pelle. Quattro
ventenni dei D’Amico arrestati
ieri si sono tatuati la parola
«Fraulella», omaggio al boss Giuseppe D’Amico. Gli affiliati nemici si riconoscono per i tatoo col
nome «Bodo», personaggio animato caro al capo Marco De Micco. Ma c’è tutto tranne che un
cartoon in quelle immagini riprese tra maggio e settembre scorso:
si vedono raid a bordo degli scooter, l’inseguimento delle vedette
armate, il passaggio di pistole tra
i giovani venduti alla camorra, le
spedizioni punitive o gli atti intimidatori ad ogni ora del giorno e
della notte. Ma, soprattutto, c’è il
terrore negli occhi della povera
gente del rione.
cont.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Papa invita
i senzatetto
nei suoi Musei
● Dopo le docce e i vangeli,
adesso Papa Francesco si dà
da fare anche per l’arte.
I senzatetto sono sempre
nei pensieri del Santo Padre
che, insieme all’Elemosineria
apostolica, ha deciso di
organizzare per domani
pomeriggio un’iniziativa
davvero speciale. Ben 150
senzatetto effettueranno
infatti una visita per
ammirare alcune delle opere
d’arte più famose al mondo: i
Musei Vaticani
e la Cappella Sistina. Gli
speciali visitatori verranno
divisi in tre gruppi, ognuno
con una guida, e riceveranno
gli auricolari per le
spiegazioni. Per loro sarà
riservato un trattamento
speciale: arriveranno
ai Musei attraversando
il Vaticano, su un percorso
normalmente vietato
ai turisti, e la Cappella Sistina
prima del loro ingresso
verrà chiusa al pubblico.
MICHELANGELO «PERDUTO»
L’OPERA SCOPERTA A ROMA
● Una scultura «perduta» di Michelangelo,
col caratteristico naso rotto tipico dell’artista.
Sarebbe stata individuata nel monastero
della chiesa dei Santi Apostoli a Roma: merito
della “prof” inglese Maria Loh dell’University
College London, come riferito dal «Times»
(foto). La scultura, attribuita nel XIX secolo
a un dilettante, era stata poco considerata
dagli studiosi, fino all’ultima attribuzione.
AltriMondi R
MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
35
STASERA SULLA EFFE
I romanzieri
di culto
“Nel pallone”
«L’ultimo lupo» sarà nei cinema italiani da domani: racconta la storia di un ragazzo e di un lupo nella Mongolia del 1967
I cinesi fanno ricco il cinema
e adesso si danno ai kolossal
«Sono diventati più pratici»
1 “L’ultimo lupo”
di Annaud arriva
in Italia: «Mi hanno
cercato da Pechino,
nonostante il Tibet»
Elisabetta Esposito
ROMA
I
l cinema arranca, da noi come a Hollywood. Ma l’uomo, si sa, fa di necessità virtù e impara a guardarsi intorno.
La tendenza è ormai chiara:
meglio ammiccare a nuovi mercati, quelli orientali soprattutto. Meglio ammiccare alla Cina,
che con il suo miliardo e tre di
abitanti può essere una
fonte di guadagno impensabile altrove. Anche
perché ai cinesi il cinema occidentale piace. Lo
scorso anno i titoli stranieri autorizzati da
Pechino a essere
proiettati (per
legge non possono essere più di
34) hanno incassato 1,81
Tra i successi
del regista
francese JeanJaques Annaud,
71 anni, «Il
nome della
Rosa», «Sette
anni in Tibet»,
«Il nemico
alle porte»
e «Due fratelli»
GETTY IMAGES
miliardi di dollari, circa un terzo del box office mondiale. Il
film più visto nel 2014 è stato
Transformers 4 che ha guadagnato 319 milioni di dollari e
che — non a caso — è stato in
gran parte girato in Cina coinvolgendo attori locali. Non solo, a febbraio per la prima volta
nella storia i loro incassi hanno
superato quelli degli Stati Uniti
(650 milioni di dollari contro
640). E questo la dice lunga.
FRANCESE ASIATICO Ma a
quanto pare anche la Cina si sta
aprendo all’Occidente. Nel
2012 i film ammessi erano passati da 20 a 34 e si pensa che dal
2017 il numero salirà ancora.
La miglior testimonianza del
cambiamento in atto arriva da
Jean-Jacques Annaud, da do-
SARÀ PER I FILM
IL PIÙ GRANDE
MERCATO
DEL MONDO
JEAN-JACQUES ANNAUD
REGISTA
mani nei cinema italiani con
L’Ultimo Lupo, tratto dal libro
più letto in Cina dopo il Libretto
Rosso di Mao. Il regista de Il Nome della Rosa e Sette anni in Tibet racconta: «Dopo aver divorato il romanzo mi sono detto
“peccato non poterne fare un
film”. Qualche tempo dopo
hanno bussato alla mia porta
due sorridenti signori di Pechino, mi chiedevano di girare
questo film e io ho risposto, mio
malgrado, che dopo Sette anni
in Tibet lì non ero ben accetto.
Mi hanno detto: “La Cina è cambiata, abbiamo bisogno di lei”.
È vero, sono diventati più pratici e io mi sono fidato». E ha fatto
bene. Questa delicata e spettacolare opera in 3D sui lupi, considerati nemici dell’uomo maa
straordinariamente profondi e
0
necessari, è già stata vista da 20
milioni di cinesi incassando olo
tre 130 milioni di dollari. È vero
che si tratta di un kolossal costato 38 milioni, ma comunquee
vada nel resto del mondo, ill
buon Annaud sarà più che soddisfatto. Del resto lo dice luii
stesso: «Quello cinese diventeo
rà presto il più grande mercato
cinematografico del mondo». E
sembra l’abbiano capito tutti.
21/4 - 20/5
TORO
21/5 - 21/6
GEMELLI
22/6 - 22/7
CANCRO
23/7 - 23/8
LEONE
24/8 - 22/9
VERGINE
7+
7
7,5
6
7+
6-
La Luna vi fa
attuare strategie
ok per vincere su
(quasi) ogni fronte.
Siete facce di
glutei autorevoli,
figherrimi e con lo
slancio suino
ragguardevole.
La fortuna
v’assiste, anche se
ai più sfigofunerei
di voi non
sembrerà. Oggi, da
soli, farete risultato
utile. Fornicazione
truzza, però.
Sempre che ci sia.
La Luna vi solleva il
morale e rende
vincente il lavoro,
specie se di
squadra. Acquisite
pure qualche
punto-simpatia in
più. Oltre che
suino. Bene.
Sulla vostra
autonomia sembra
accendersi
l’allarme rosso,
oggi: occhio a non
farvi rubare tempo
e spazio. E state su:
exploit fornicatori
aleggiano.
23/9 - 22/10
BILANCIA
23/10 - 22/11
SCORPIONE
23/11 - 21/12
SAGITTARIO
22/12 - 20/1
CAPRICORNO
21/1 - 19/2
ACQUARIO
20/2 - 20/3
PESCI
8
6-
6-
7
7+
5,5
Luna ok per lavoro,
amore, sport,
economia. Si
stagliano pure
buone notizie,
creatività elevata,
viaggi agevoli e
fornicazione alla
grande. Fantastico.
Le vostre paranoie
sono più numerose
dei politici inutili.
Liberatevene:
non hanno molto
senso. Ni
fornicazione e
soldi, no amore e
forma psicofisica.
Gli zebedei stramazzano al suolo
per la fatica. Ma
motivazione, strategia e ego riescono
a defibrillarli.
Certi chiarimenti
urgono, pero.
Schiarite suine.
Le abitudini e i
rituali quotidiani vi
rassicurano. Nel
lavoro rendete
e/o azzeccate
colpacci, l’amor vi
rabbonisce, ma il
sudombelico stenta
un cicinìn.
Morale e quotazioni
si elevano. Così, a
seconda dei casi,
recuperate nel
lavoro, ricevete
profferte, spaccate
alla grande.
Pure suinamente.
Amor ciofecoso.
● «Voglio che le altre donne a rischio siano a
conoscenza delle opzioni». Così Angelina Jolie
(foto Getty), 39 anni, spiega perché ha reso
pubblico di essersi fatta rimuovere le ovaie
e le tube di Falloppio per prevenire il cancro.
«Due anni fa un esame del sangue ha rilevato
che avevo il 50% di possibilità di contrarre un
tumore», dice l’attrice, già sottopostasi a
mastectomia al seno nel 2013. Per l’oncologo
Umberto Veronesi, «la sua è una decisione
sacrosanta, doveva completare un percorso».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CONSIGLI
21/3 - 20/4
ARIETE
Col pragmatismo
potete farcela in
fatto di soldi e
lavoro. Certo,
alcune persone vi
fanno scendere gli
zebedei in Mozambico, ma l’amore
ricompensa.
JOLIE, TOLTE LE OVAIE
«È MEGLIO PREVENIRE»
ISOLA DEI FAMOSI BOOM
SU CANALE 5 6,5 MILIONI
● L’Isola dei Famosi ha chiuso alla grande: 32%
di share su Canale 5, 6.545.000 spettatori,
picco del 53% per la proclamazione delle due
simpatiche gemelline, le «Donatella» (le cantanti Silvia e Giulia Provvedi, ex di «X Factor» 2012).
Modenesi, classe 1993, occhi celesti, hanno
vinto 100 mila euro (metà in beneficienza).
Per l’edizione, arrivata dopo 3 anni di assenza
e condotta da Alessia Marcuzzi (nella foto con
le vincitrici), numeri super sui Social: 1 milione
500 mila tweet, 52 milioni di pagine web viste.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI
Trasferte, lavoro,
rimpatriate e vita
sociale ricevono
assist planetari
superbi. Good
news giungono e si
cucca con facilità.
Oltre che con
soddisfazione.
● Di tutte le proposte e le
sperimentazioni di LaEffe,
quella di «Secondo me» è la
più ardimentosa e, al tempo
stesso, riuscita. Affidare ogni
settimana a un autore italiano
il racconto della
contemporaneità, dando
piena libertà espressiva. Si è
cominciato con Baricco,
Paolini, Bergonzoni e oggi
(alle 21, canale 50 del digitale
e 139 di Sky) tocca a WU
MING 2 e 3 andare alla
scoperta dei protagonisti del
calcio con “Nel Pallone”. In
campo (in tutti i sensi) attori e
scrittori (Valerio Mastandrea,
Enrico Brizzi, John Foot) ma
anche Francesco Totti,
Paolino Pulici (nella foto
scontornata), i tifosi-soci del
Manchester... Un alto-basso,
un testa-coda, che sembra
ispirare l’intero canale, nel
tentativo di fare
intrattenimento culturale con
venature pop. I risultati
sembrano soddisfare il
direttore della rete, Riccardo
Chiattelli: «Dopo un anno nel
prime time tocchiamo lo 0,4%
di share e siamo la seconda
piattaforma italiana per
capacità d’ingaggio». Ma è la
visone “alternativa”, quella dei
nativi digitali, sul mobile e sui
social media, che più
conforta. Così, accanto alle
proposte più culturali,
arrivano anche la rassegna
FilmFestival (cinema di
qualità) e le serie-evento,
dall’”Ispettore Wallander”
della Bbc al mistery “Les
Revenants” firmato da
Emmanuel Carrère.
m.arc.
I piani della giornata incontrano forse
qualche ostacolo.
E conseguire i
risultati desiderati
sarà probabilmente
difficoltoso.
Sudombelico
sfigopedulino.
IL TALENT
DI RAI 2
A «THE VOICE»
LE ULTIME
BLIND AUDITION
Stasera su Rai 2 ultimi
provini al buio, le cosiddette
«blind audition»,
per i giudici di «The Voice
of Italy». Si tratta di una
delle fasi più emozionanti e
seguite dell’intera gara, con
Pelù, J-Ax, Noemi e Roby
e Francesco Facchinetti
costretti a scegliere
le voci migliori dando
le spalle al palco. Dalla
prossima settimana spazio
alla seconda fase della gara,
quella delle «battle».
DA VEDERE OGGI
SU RAI 2 ALLE 21.10
LO SPORT IN TV
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MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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