www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59 8 A Per chiudere la vicenda bisogna attendere le motivazioni della Cassazione, però il caso De Santis... I ST Luciano Moggi, 77 anni, ex d.g. Juve ai tempi di Calciopoli LIPPI 4 N T E R VI ES MOGGI E GIRAUDO PRESCRITTI MA SCONTENTI mercoledì 25 marzo 2015 anno 119 - numero 71 euro 1,40 CL USIVA MI RIVEDO IN ALLEGRI BIANCHIN, CATAPANO, PICCIONI ALLE PAGINE 8-9 AZZURRO BARZAGLI E ROSSO MORATA MAGIC MOMENT Andrea Barzagli, 33 anni, ex campione del mondo 2006 Dalla Juve alle nazionali. Il difensore rinato: «Pensavo di smettere». Il bomber sarà titolare nella Spagna L’ANALISI di Ruggiero Palombo 21 GRAZIANO E RICCI ALLE PAGINE 4-5 CALCIOPOLI E’ ESISTITA DAVVERO 13 Prescritti. Che non vuol dire assolti, ma in questo caso l’esatto contrario. Calciopoli non finisce qui soltanto perché più in là arriveranno le motivazioni della sentenza della Cassazione, che ci diranno qualcosa o molto di più del semplice dispositivo emesso nella notte tra lunedì e martedì, e perché ci sarà ancora da sciogliere in sede civile l’aggrovigliata matassa dei risarcimenti danni. MILAN Finalmente Van Ginkel Dopo una lunga rincorsa ha conquistato Inzaghi L'ARTICOLO A PAGINA 21 L’olandese non ha avuto vita facile anche a causa degli infortuni. Ora è una colonna STORIE E PERSONAGGI DA NON PERDERE GOZZINI A PAGINA 13 10 1 Maran «La gavetta aiuta Non sono mai retrocesso, stavolta salvo il Chievo» MERCATO L’Inter pensa al futuro Dietro a Touré e Toulalan rispunta Thiago Motta LONGHI A PAGINA 16 2 Un Ferguson per l’Atletico A Simeone 6 milioni l’anno: ha prolungato fino al 2020 RICCI A PAGINA 18 9 771120 506000 50 3 2 5> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 3 Malagò parla in Senato dei Giochi di Roma 2024 Villaggio a Tor Vergata? A PAGINA 29 w IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi Lotito ha tenuto un corso come professore all’Università Europea di Roma. Ha chiesto di avere Tavecchio come bidello 1«Max è arrivato alla Juve alla mia stessa età, ha la mia concretezza». 1«In Champions può fare come l’Italia del 2006: non eravamo favoriti, ma poi abbiamo vinto noi» Handanovic vorrebbe giocare in Champions. Perin o Reina il sostituto BREGA E DALLA VITE ALLE PAGINE 10-11 15 L’INTERVISTA Marcello Lippi, 66 anni, a sinistra, con Massimiliano Allegri, 47. Lippi ha allenato la Juve dal 1994 al 1999 e dal 2001 al 2004 ANSA Verde: «Gioco con la Roma per una nevicata. Saltò il provino alla Juve» LICARI ALLE PAGINE 2-3 La giovane promessa: «Prima che mi richiamassero si fecero sotto i giallorossi» ODDI A PAGINA 15 BASKET: SBARCA DOMANI E VUOLE FARSI CHIAMARE THE PANDA’S FRIEND Artest vuole fare il Panda L’ex Lakers a Cantù con un nuovo nome sulla maglia CHIABOTTI, DI SCHIAVI ALLE PAGINE 26-27, COMMENTO DI PETERSON A PAGINA 21 23 34 MOTOGP LA TRAGEDIA Parla Agostini «Vale, sei forte, ma l’età conta» CORTINOVIS A PAGINA 23 ALE 21.05 C’è «Bomber» con Shevchenko e il super 2003-04 Aereo precipita in Francia Tutti morti: 150 RIZZO A PAGINA 34 2 Tra campionato e Nazionale R A TU PER TU CON... L’INTERVISTA di FABIO LICARI INVIATO A FIRENZE «T utti vorremmo un’Italia di italiani. Ma se il c.t. ha appena il 34% di selezionabili, e ci sono giocatori importanti e funzionali, allora è giusto convocarli. Anche se oriundi. E poi, scusate, il regolamento lo permette. Mentre non mi pare che dalle nostre parti le regole siano sempre rispettate…». Marcello Lippi ha vinto un Mondiale con un oriundo, Camoranesi, e un altro ne ha cercato invano. «Amauri. Sarebbe stato necessario. Dopo un infortunio ha però un’involuzione: lo vado a trovare per spiegargli che, se avesse giocato come prima, l’avrei chiamato, altrimenti no. Mi ringrazia lo stesso. Gli oriundi bravi servono». Lippi Eder e Vazquez sono «bravi»? «Sì, soprattutto in quanto utili in certi ruoli. Eder è esperto, ha tanti anni di Italia, offre molteplici soluzioni d’attacco, può stare sulla fascia. Vazquez è un talento, ha qualità: non ho ancora capito il suo vero ruolo, però ha le caratteristiche di Zidane, un trequartista, una mezzapunta molto tecnica». CONTE È SOLO, COME TUTTI I C.T. MA CIRCONDATO DA PERSONE COMPETENTI SUL C.T. AZZURRO «LO SENTO SPESSO» TUTTI VORREMMO UN’ITALIA DI ITALIANI, MA C’È SOLO IL 34% DI SELEZIONABILI SUGLI ORIUNDI «VOLEVO AMAURI» Ma in Nazionale non si sfugge alla polemica… «Perché è la squadra di tutti, di 60 milioni di tifosi e c.t., e non appartiene solo a juventini, milanisti…». Conte ha insistito in questi mesi: abbiamo poca qualità, non ci danno neanche gli stage... «Però l’ho sentito parlare di ripresa del calcio italiano. Come sempre, in fase di ricostruzione, ci sono difficoltà. Il problema vero sono i pochi selezionabili. Ma le Under mi danno ottimismo, vedo qualità in arrivo. Gli stage avrebbero fatto comodo ma non sono fondamentali: meglio aver allungato la fase pre-Europeo». Parla con Conte? «Molto spesso. È uno dei tanti che ho allenato e poi è diventato tecnico, più di venti: tutti dicono di aver preso qualcosa da me. Abbiamo trascorso anni straordinari, siamo cresciuti assieme nella Juventus che prima s’è imposta in Italia poi all’estero. Resta il ricordo per tutte le domeniche passate ad abbracciarci per i successi. Abbiamo avuto qualche contrasto, ma se c’è intesa passa tutto, come le liti con la moglie». Conte si sente un po’ solo. «Si, un po’ lo è, come tutti i c.t., ma è circondato da persone competenti della Figc, molte delle quali erano già con me». «MI RIVEDO IN ALLEGRI » Valdifiori in Nazionale cos’è? «Una piccola favola. Sia preso a esempio dai giovani, significa che il c.t. guarda tutti: Pirlo e De Rossi sono ancora importanti, ma non eterni. C’è Verratti, che dei giovani è il più bravo sul piano internazionale, ma ogni c.t. deve avere 3-4 soluzioni per ruolo». Conte aveva qualche perplessità su Verratti play… «Credo abbia visto anche lui la Champions e si sia accorto della crescita di qualità e personalità. Lo sta valutando. Certo è un ottimo organizzatore di gioco». Attorno a Verratti c’è un’ItalJuve. «Cosa che deve far riflettere gli altri club. Ci sono troppi stranieri nel campionato, troppi nei settori giovanili, senza alcun riferimento al colore della pelle, troppe partite con 22 stranieri, e poi chi domina da quattro anni ha investito sul blocco italiano. Morale? Così ha mantenuto senso di appartenenza e compattezza morale necessari per vincere. Non è lo stesso una squadra con gente di nazioni e continenti diversi». La Juve si arricchisce di Barzagli: non sarà facile tornare a quattro. «In realtà è un valore aggiunto per Allegri che ha la possibilità di usare due moduli di identico valore, anche nella stessa partita». Lei ha sempre parlato bene di Allegri, anche quand’era in discussione nel Milan. «Sì, perché mi sono rivisto un po’ in lui. È arrivato alla Juve più o meno alla mia età, ha la stessa mia concretezza e la voglia di modernizzare la squadra. Ci sono punti in comune». Non era facile entrare nella Juve stravincente di Conte. «Si vede l’intelligenza: in punta di piedi in un ambiente dove si praticava un certo calcio, sen- LA CHIAVE TATTICA E la difesa a tre mette d’accordo Conte e Allegri 1Al c.t. era mancato l’interprete migliore per questo modulo, che col rientro di Barzagli ritorna opzione valida anche per lo juventino INVIATO A FIRENZE S i fa presto a dire che la difesa a tre è arretrata e filosoficamente antieuropea. Poi se ne invaghiscono anche Guardiola e Van Gaal e la storia cambia prospettiva. Non è neanche un modulo sconosciuto alla Nazionale, il contrario, se pensiamo che Maldini per poco eliminava così la Francia nel ’98, Zoff c’è arrivato in finale all’Euro 2000, Trap ha impostato il suo primo ciclo (fino a Moreno), Prandelli vi ha fatto ricorso in partite a rischio. E con il 3-5-2 è nata l’Italia di Conte, anche se la sua interpretazione, al di là della formula, è ben più offensiva di quella maldiniana. A Conte era mancato un interprete, Barzagli, finalmente ritrovato. Per la gioia sua e di Allegri. DOPPIO MODULO Nella Juve Barzagli diventa la chiave per raddoppiare le opzioni tattiche e cambiare modulo anche nella stessa partita, come sottolinea Lippi. Al di là dell’identità privilegiata, non sarà facile per Allegri rinunciare a uno dei suoi tre centrali difensivi per schierare Pereryra e passare al 4-3-1-2 (oltretutto senza un «10» vero). Ma anche per Conte il rientro di Barzagli dovrebbe rappresentare quella sicurezza che, con tutto il rispetto, né Astori né Ranocchia, positivo finora, potevano garantire. Il c.t. ha fatto anche ricorso a una terza intrigante soluzione, Darmian, il «centrale largo» da avanzare sulla corsia laterale, a copertura di un «esterno d’attacco» alla Cerci, per tentare uno schieramento iperoffensivo tipo Bayern. Barzagli o meno, non sembra la trasferta a Sofia l’occasione ideale per un UOMINI E TATTICA Lippi sottolinea: «La Juve può usare due moduli di identico valore, anche nella stessa partita» In Nazionale, il difensore bianconero aggiunge sicurezza alla formula offensiva di Conte test del genere. L’ITALIA A TRE Un tempo non si analizzava la tattica esageratamente come oggi. Come definire l’Italia di Bearzot? Sembrerebbe un 1-3-3-3, Scirea libero, Gentile e Cabrini terzini, Collovati stopper, ma di fatto Cabrini era il «fluidificante» e gli altri tre si compattavano attorno alle punte. Cesare Maldini si proteggeva con un vero 5-3-2: tre stopper (Nesta, Costacurta e Cannavaro) più Pessotto e Maldini ai lati. Zoff ha alternato il 4-4-2 al 3-5-2 (a volte 3-4-1-2), modulo scelto per tutto l’Euro- peo, splendida finale compresa, tranne la semifinale con l’Olanda. Quello di Trapattoni era un 3-4-1-2, con Totti dietro Vieri e Del Piero, almeno nel primo ciclo: dopo Corea-Giappone si passò al più moderno 4-2-3-1. E Prandelli, sostenitore della difesa a quattro, s’è rivolto ai tre centrali nel debutto contro la Spagna all’Euro 2012, arretrando De Rossi, o nella semifinale di Confederations, conquistando due bei pari. Lippi ha usato la difesa a tre solo contro l’Ecuador, Donadoni mai. f.li. © RIPRODUZIONE RISERVATA MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 3 CONTENUTO PREMIUM L'IDENTIKIT Marcello Lippi, 66 anni, ex c.t. dell’Italia Sotto, al centro, Massimiliano Allegri, 47, allenatore della Juve GETTY IMAGES/ANSA MARCELLO LIPPI HA DETTO NATO IL: 12/04/1948 A: VIAREGGIO RUOLO: ALLENATORE Lippi, ex libero da giocatore, da allenatore ha vinto praticamente tutto. Con la Juventus, 5 scudetti, una Champions, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa europea, una Coppa Italia e 4 Supercoppe italiane. Da c.t. dell’Italia ha conquistato l’indimenticabile Mondiale 2006 in Germania (ma va peggio 4 anni dopo in Sudafrica: azzurri fuori al primo turno). Ha infine completato la conquista del mondo in Asia: alla guida del Guangzhou Evergrande vince 3 campionati di Cina, una Champions asiatica e una Coppa di Cina. VERRATTI È UN OTTIMO ORGANIZZATORE DI GIOCO SUL REGISTA DEL PSG «QUALITÀ E PERSONALITÀ» LE SUE SQUADRE SAMPDORIA (giovanili) 1982-85 PONTEDERA 1985-86 SIENA 1986-87 PISTOIESE 1987-88 CARRARESE 1988-89 CESENA 1989-91 LUCCHESE 1991-92 ATALANTA 1992-93 NAPOLI 1993-94 JUVENTUS 1994-99 INTER 1999-2000 JUVENTUS 2001-04 ITALIA 2004-06 ITALIA 2008-10 GUANGZHOU EVERGRANDE 2012-14 za stravolgere le certezze. Poi, con idee leggermente diverse, ha dato a poco a poco la sua identità». Lei aveva anche fatto un paragone con la «minor furia agonistica» rispetto a Conte… «Ma non era un giudizio di merito: volevo sottolineare alcune differenze nei modi di vedere il calcio». Le piace Pogba? «Potenzialmente immenso. Deve solo evitare certi atteggiamenti, non fare certe giocate creative o almeno farle il più vicino possibile all’area avversaria». Dortmund le avrà ricordato qualcosa… «Accidenti! Per la mia Juve è stata terra di conquista, di crescita internazionale, e con l’Italia ho giocato qui la miglior partita, la semifinale, NON HO ANCORA CAPITO IL RUOLO DI VAZQUEZ, MA RICORDA ZIDANE SULL’ITALO-ARGENTINO «GRANDE TALENTO» vinta nei supplementari con quattro attaccanti». Oggi è più difficile che ai suoi tempi puntare alla Champions. «Il sorteggio può dare una mano: pensate alla Juve di Conte, se non avesse trovato il Bayern. Il Monaco è da temere, per carità, ma non è il Barcellona. E se sei in semifinale… Penso alla mia Italia: non era favorita ma, una vittoria dopo l’altra, è arrivata in fondo. I rivali ci guardavano con altri occhi. Tutto può accadere». Segnali di rinascita italiana? «Sicuro. La Juve cresce bene: dopo essersi imposta in Italia ora può diventare europea, e dare una spinta a tutto il movimento». Anche se succedono cose tipo Parma… «Che rammarico, una città dal calcio bello e pulito, finita così». C’è un rimedio per casi come il Parma, per processi allo stadio… «Sì, smettere di parlare di oriundi e occuparsi di cose serie». Calciopoli? «Dopo tanti anni mi pare sia emerso che non c’erano solo due brutti anatroccoli, ma che un po’ tutti avessero certe abitudini. Comunque mi sembra ormai tutto lontano nella memoria». Anche la Cina s’è allontanata. «Anni splendidi. Ero stimato, ho vinto, ma non riuscivo più a stare cinque mesi lontano da casa. Adesso mi piacerebbe fare un Europeo, lo confesso, perché mi manca. Magari con una buona squadra, non dico una grande. Chissà». EDER È ESPERTO E PUÒ DARE TANTE SOLUZIONI IN ATTACCO SULL’ITALO-BRASILIANO «DA ANNI IN ITALIA» © RIPRODUZIONE RISERVATA «MAX È ARRIVATO ALLA JUVE ALLA MIA ETÀ, HA LA MIA STESSA CONCRETEZZA. E IN CHAMPIONS PUÒ FARE COME L’ITALIA 2006: NON ERAVAMO I FAVORITI, MA POI...» POGBA? POTENZIALMENTE È UN GIOCATORE IMMENSO SUL FRANCESE «EVITI CERTI ATTEGGIAMENTI» 4 Tra campionato e Nazionale R MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Del Bosque offre la Spagna a Morata «È il nostro futuro» 1Alvaro dovrebbe essere il 9 titolare con l’Ucraina «Sono tranquillo, come alla Juve. Ma che emozione» Filippo Maria Ricci INVIATO A LAS ROZAS (SPAGNA) L’ ennesimo infortunio alla vigilia di una partita della Spagna di Diego Costa lancia Alvaro Morata. Il brasiliano naturalizzato ieri è ripartito per Londra, l’attaccante della Juve è rimasto per farsi consegnare le chiavi offensive della Roja. Mazzo importante e delicato che il papà Del Bosque non molla con facilità: «Alvaro è giovane, e come tutti i giovani ha mostrato le sue lacune. Ha giocato partite normali, però ora sembra star meglio. Noi in lui riponiamo grandi speranze, credo di poter dire che il futuro della nazionale sia suo. Intanto pensiamo al presente, e ora la nostra scelta è lui». UNICO 9 VERO Per la delicata sfida con l’Ucraina per Francia 2016 in programma venerdì a Siviglia, Alvaro Morata è la scelta più ovvia per l’attacco, a meno che Del Bosque non torni al «falso 9» con cui ha giocato a intermittenza per un paio d’anni ma ultimamente abbando- RLa Roja ha perso Diego Costa per infortunio. L’idea del «falso 9» non convince il c.t. RLo juventino ha giocato solo 11’ ufficiali in nazionale più l’amichevole con la Germania nato. Al posto di Diego Costa è stato chiamato il giovane Juanmi del Malaga, un debuttante. Non che Morata abbia esperienza da vendere, 11 minuti di gara ufficiale con la Bielorussia (vinta) e 90 di amichevole con la Germania (persa), però con Juanmi non c’è paragone. I RIVALI Gli altri, tutti a casa: Soldado, riserva del Tottenham, non viene convocato dal settembre del 2013, Llorente e Negredo dal novembre dello stesso anno. Torres, panchinaro dell’Atletico, dal giugno 2014 come David Villa, 33enne emigrato a New York. Paco Alcacer, un anno meno di Morata e titolare in 3 delle ultime 5 uscite della Roja, è stato fermo un mese tra febbraio e marzo ed è stato lasciato a Va l e n c i a . Il 34enne Aduriz è infortunato, il «pichichi» spagnolo della Liga, Bueno (Rayo) non si è guadagnato la fiducia di Del Bosque. Vi- Alvaro Morata, 22 anni, dopo il gol a Palermo. In stagione 7 reti in A, 2 in Coppa Italia e 2 in Champions LAPRESSE cente ha chiamato due punte esterne, Pedro e la novità Vitolo, e la solita manciata di mezzepunte: Fabregas, Silva, Cazorla, Isco, Koke e Iniesta. Saranno loro a creare per Alvaro. LAVORARE, AIUTARE, DIVERTIRSI Alvaro, che per prendersi la Roja deve fare l’ultimo passo, mentale più che tecnico e fisico. Morata è ragazzo schivo, timido, gentile ed educato. Non ha la forza dirompente di Diego Costa né il carisma e l’esperienza di Villa o Torres. Ieri in conferenza stampa ha candidamente ammesso l’emozione di condividere lo spogliatoio con quelli che fino a poco tempo fa erano i suoi idoli: «Mi guardo intorno e fatico a crederci». La filosofia è quella del lavoro: «Io sono lo stesso di sempre, con le mie distrazioni e la mia voglia di dare tutto per provare a dare una mano. Sono qui per imparare, aiutare e divertirmi. Se questo è il momento migliore della mia carriera? Direi di si: con la Juve sto facendo bene e vorrei far lo stesso qui. Se sono pronto a prendermi la Spagna? Dico ancora si, con umiltà. Non è semplice arrivare a giocare con la Roja vista la concorrenza. Ora sono qui, voglio provarci». RESPONSABILITÀ «Non sono più nervoso del solito, mi sento come sempre anche perché tanto qui come nella Juventus non si tratta di una questione personale. Il calcio è un gioco di squadra e io continuo a lavorare con questo pensiero in testa. Poi è chiaro, sono contento per me, per come vanno le cose. Diego Costa è stato molto carino con me, è un tipo simpatico ed è un vero peccato che sia dovuto andar via. È un giocatore fortissimo che ci poteva dare una grande mano. Se toccherà a me farò di tutto per onorare la responsabilità che comporta vestire questa maglia: alle spalle hai l’intera nazione. Spero di giocare e di fare la mia parte. A darmi una mano c’è l’esperienza accumulata nelle categorie inferiori: tutte le nostre nazionali giocano allo stesso modo e la cosa aiuta l’inserimento nella nazionale maggiore, diciamo che non ti senti proprio un novellino, almeno dal punto di vista tattico». Vai Alvaro, prenditi la Spagna. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tra campionato e Nazionale R Il ritorno MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 5 Barzagli, via alla seconda vita 1«Ho pensato di dover smettere, a volte la mattina mi alzavo e impazzivo dal dolore» Mirko Graziano CON LA JUVE BONUCCI CHIELLINI VIDAL MARCHISIO LICHTSTEINER PIRLO EVRA TEVEZ MORATA GDS IN AZZURRO BUFFON BARZAGLI BONUCCI CHIELLINI CANDREVA MARCHISIO DARMIAN VERRATTI PASQUAL ZAZA Martina: «Buffon vuole il 6° mondiale» P BUFFON BARZAGLI L’AGENTE A GAZZETTA TV INVIATO A FIRENZE IMMOBILE GDS ersona per bene e gran giocatore Andrea Barzagli, sicuramente il miglior difensore italiano in attività. Il suo rientro, al termine di un calvario fisico di sette-otto mesi, ha portato una ventata di serenità sia nella Juve sia in Nazionale. Gode Allegri, che con Barzaglione si è garantito più soluzioni tattiche, ha blindato la difesa (zero gol subiti nelle ultime tre gare) e trovato immediatamente nuovi equilibri alla luce delle assenze piuttosto pesanti in mezzo al campo, vedi Pirlo e Pogba. Esulta pure Conte, che fra Bulgaria (sabato) e Croazia (a giugno) conta di chiudere definitivamente il discorso qualificazione per Euro 2016, e che con il gigante di Fiesole là dietro si sente parecchio più sicuro. Anche perché quel muro difensivo tutto bianconero l’ha creato proprio l’attuale c.t. ● L’agente Silvano Martina è intervenuto a CalcioMarket su Gazzetta Tv. Chiusura totale nei confronti delle voci inerenti un addio di Vidic all’Inter: «Rimarrà a Milano anche la prossima stagione. L’estate scorsa ha fatto una scelta precisa». In merito al possibile rinnovo di Gigi Buffon con la Juventus fino al 2018: «L’obiettivo di Gigi è il sesto Mondiale. Non esiste un portiere come lui. Neto suo erede? Non so se sia stato bloccato dalla Juve, ma potrebbe anche essere girato altrove». Martina ha svelato anche un retroscena sul bomber del Manchester City, Edin Dzeko: «Non sono il suo agente, anche se sono amico del papà da tanti anni. Ha rinnovato col City l’anno scorso per cinque anni. In passato ne avevo parlato con alcuni club italiani. Non credo possa arrivare in Italia, anche se nel mercato tutto può cambiare...». VITA... «Sono felice di NUOVA VI qui, anche di essere inessere qui tervistato», sorride Barzagli. E’ tervistato» uscito da un tunnel, appena u «nel quale a un certo punto ho pensato di restare per sempre». riferimento è all’infortunio Il riferime che in questa que stagione lo ha tenuto a zero minuti ufficiali fino a un paio di settimane fa. Un ripresa, poi la RLa rip ricaduta. Pensavo ricad crollare, di cro devo dire grazie a mia moglie Andrea Barzagli, 33 anni, campione del mondo nel 2006, è alla Juventus dal gennaio 2011 RAMELLA grave problema al calcagno, l’operazione chigno rurgica, l’illusione di esrur sere pronto a metà setser tembre «e poi invece la tem mazzata», racconta. ma «Ero fermo da una settimana per p dolorini classici in quella fase di recupero, rif presi a correre, però mi fermai cor dopo pochi poch minuti. Feci allora nuovi esam esami e arrivò la terribile sentenza: frattura da stress che riguardava l’osso operato. In pratica, altri al 3-4 mesi di stop e un lungo periodo di stampelle. p Pensavo di d crollare. Devo dire grazie a mia m moglie...». Ricordi che emergono: «Ho pensato emer davvero d di dover smettere di giocare. H Ho avuto diversi alti e 50 ● le presenze di Barzagli con la Nazionale. In 50 gare, 22 successi, 17 pareggi e 11 sconfitte. Con lui l’Italia non ha preso gol in 18 gare su 50 60 ● le gare di Barzagli con la Juve finite senza subire gol: quelle giocate da Andrea sono 113, la percentuale di gare con difesa imbattuta è quindi del 53,1 bassi: un giorno mi alzavo e pensavo di impazzire dal dolore, faticavo anche solo ad andare in bagno; poi la mattina successiva stavo meglio e ripartivo. Quanta fatica dal punto di vista psicologico, una bella botta...». SOGNI Tutto superato ora, tre gare perfette con la Juve, e subito la convocazione di Conte. «Il mister è il solito trascinatore, lavora tantissimo. Non c’è di meglio per la Nazionale. E poi è il tecnico ideale per aiutare i giovani a crescere, ne abbiamo bisogno. Io, per esempio, non mi vedo azzurro dopo l’Europeo, sarò troppo vecchio e non ho la classe di Pirlo e Buf- fon. Allora in difesa spero nell’esplosione di ragazzi come Rugani e Romagnoli, talenti che hanno tutto per sfondare». Il presente di Barzagli è però pieno di traguardi da raggiungere. Nazionale a parte, c’è infatti una Juve in corsa ovunque, «e dopo tre anni a tavoletta era forte il pericolo di sbagliare, a maggior ragione in seguito all’improvviso cambio del tecnico. Invece, Allegri ha portato nuove idee e il gruppo si è responsabilizzato ulteriormente. Da quattro anni siamo i più forti, per continuità e mentalità. Ci possono sorprendere sulla gara secca, ma alla lunga nessuno è come la Juve in Italia. Il Napoli parla di campio- Gigi Buffon e Silvano Martina nato falsato? Mi pare tutto un po’ esagerato». E sulla Champions, «dico che non è vietato sognare, siamo lì, può succedere ogni cosa». ORIUNDI E CALCIOPOLI Chiusura politica, si parla di oriundi e di Calciopoli: «Sulla prima questione non vedo problemi, ci sono delle regole, se sono convocabili è giusto che vengano chiamati. Non capisco le polemiche. Per quanto riguarda Calciopoli, un’idea me la sono fatta, ma preferisco non sbilanciarmi né commentare. La Juve di quei tempi non è quella dove gioco io, e anche la dirigenza è un’altra». © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Tra campionato e Nazionale R Il personaggio MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Valdifiori «Più spazio ai talenti italiani» L’INTRIGO Zaza aspetta lo sprint Juve Il Napoli pronto a inserirsi Filippo Di Chiara U più dura delle gavette e in questo senso invita a una maggiore attenzione i grandi club: «Non è giusto cercare sempre lo straniero quando in Italia possono esserci dei giovani interessanti anche in categorie minori. Se uno ci crede, i ragazzi possono crescere prima a livello nazionale. Il mio Empoli lo dimostra con Saponara, Verdi, Rugani...». Intanto, Mirko questi giorni azzurri li racconterà all’adorata compagna, Lisa, che sposerà appena la piccola Aurora sarà in grado di portare gli anelli all’altare. n segnale, una chiamata per diventare davvero juventino. È ciò che attende Simone Zaza, già bianconero nell’estate del 2013 e subito ceduto a metà al Sassuolo. L’estate scorsa il club di Squinzi lo ha riscattato per 7,5 milioni (e poi gli ha allungato il contratto al 2019) ma con «sfondo» bianconero perché la Juve ha tenuto un diritto di prelazione a 15 milioni. Ora, però, per Zaza (8 gol in campionato) entro tre mesi la Juve dovrà decidere. Il giocatore spera che la promessa di un futuro bianconero venga mantenuta. Ma il mercato Juve è in evoluzione: Dybala (in coppia con Vazquez) è Simone Zaza, 23 anni un obiettivo dichiarato, Cavani è una pista concreta, Falcao non è fuori dai radar, e sullo sfondo c’è qualche dubbio sulla permanenza di Tevez. In questo gioco di incastri, c’è il nodo Zaza: qualora dovessero arrivare al Sassuolo offerte superiori a 15 milioni la Juve avrebbe il diritto di pareggiare/superare l’offerta, ma non potrebbe bloccare la cessione. E tra le pieghe di un affare non ancora definito nei dettagli, fermo restando che Zaza in Corso Galileo Ferraris riscuote più credito di Berardi, la Roma e il Napoli stanno cercando di inserirsi. Il Napoli a prescindere dal futuro di Benitez e Higuain, si è mosso con decisione per Zaza proponendogli 4 anni a 1.7 milioni più bonus. E il futuro di Zaza potrebbe anche diventare una partita a scacchi. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 1«Non serve sempre lo straniero Io qui grazie all’Empoli e a Sarri» Mirko Graziano INVIATO A TORINO U no gioca nell’Empoli, si ritrova a 28 anni in Serie A, e pensa: «Ho coronato un sogno, ho raggiunto il massimo, andare oltre è impossibile». Beh, non è detto. Mirko Valdifiori, per esempio, a quasi 29 anni (li compirà il 21 aprile) potrebbe esordire in Nazionale. Magari non sabato a Sofia, molto probabilmente però a Torino, in amichevole, contro l’Inghilterra: hai detto niente... PRECEDENTI Il «nonno» della storia azzurra è qui a Coverciano, e si allena con Mirko: già, Emiliano Moretti aveva 33 anni, 5 mesi e 7 giorni quando lo scorso 18 novembre fu schierato da Conte contro l’Albania. Nei tempi moderni, il più «fortunato» esordiente vecchietto fu sicuramente Mauro Tassotti, chiamato da Sacchi a 32 anni, 8 mesi e 25 giorni: 3 giugno 1994, contro la Svizzera. Giocò il Mondiale americano e divenne vicecampione, anche se il Tasso di fatto uscì di scena dopo i quarti, squalificato per la famosa gomitata allo spagnolo Luis Enrique (prova tv!). Tornando molto indietro nel tempo, va registrato l’esordio da 31enne abbondante di Luisito Monti, l’oriundo che divenne campione del mondo nel 1934. In generale, comunque, pochi esordienti «vecchietti» hanno poi lasciato segni importanti in azzurro. Non ci riuscì Zoratto (31 anni, 5 mesi e 16 giorni), pallino di Sacchi e stesso ruolo di Valdifiori: esordio con la Svizzera a ridosso di Usa ‘94, molte aspettative, ma finì lì. nale, mi piace come lavora sul campo. Il mio modello? Facile, Pirlo: da oltre dieci anni è il numero uno al mondo». Nel frattempo sono arrivati i complimenti di Sarri: «Mi ha spedito un grosso in bocca al lupo. E’ una soddisfazione anche per lui se sono in Nazionale». Non sarà facile restare nel club Italia, la concorrenza davanti alla difesa è fortissima: Verratti e Marchisio, oltre a Pirlo e De Rossi, costituiscono ostacoli ai limiti dell’insormontabile. Ma Valdifiori non ha nulla da perdere, rappresenta la classe operaia che emerge grazie alla Mirko Valdifiori, 28 anni, regista dell’Empoli di Sarri, è alla sua prima convocazione in Nazionale GETTY IMAGES GRAZIE SARRI Valdifiori di certo non sta oggi a guardare numeri o ricorsi, si gode invece il momento. «Sono felicissimo e orgoglioso, ringrazio l’Empoli e Conte. Il mister è eccezio- PRECEDENTI Quei «provinciali» pieni di talento da Paolo Rossi a Fabio Grosso 1La storia azzurra 1 2 è fatta anche dalle promesse delle «piccole», diventate anche «mondiali» ANCHE DA LUCCA E PISA Se si scava negli archivi. si scopre che il portiere dell’Italia campione del mondo nel 1938, giocava nella Lucchese, oggi in Lega Pro, ma all’epoca in Serie A. Si chiamava Aldo Olivieri. E tra quei 22 c’era pure Sergio Bertoni del Pisa. Sebastiano Vernazza 3 @GazzaVernazza I l provinciale è il titolo di un famoso libro di Giorgio Bocca. Il provinciale di turno in Nazionale si chiama Mirko Valdifiori, originario di Russi in Romagna. La provincia come motore dell’Italia. Lo spiega Bocca nel suo romanzotestamento, lo dimostra il calcio, che ogni tanto concede alle provinciali di dare un’occhiata ai quartieri alti o di attirare l’attenzione. E’ successo quest’anno con l’Empoli di Sarri, la squadra meglio organizzata del campionato. Accadde trent’anni fa col Verona scudetto di Bagnoli. Il fatto è che non tutti i trapianti da provincia a Nazionale riescono alla perfezione. Anzi, sono frequenti le crisi di rigetto. DA VICENZA PER IL MONDO Nell’era moderna il provinciale di maggior successo in azzurro è stato Paolo Rossi, cresciuto a Prato e decollato da una città del profondo Veneto. Accadde nella primavera del ’78, nelle settimane terribili del rapimen- stranisce il provinciale, direbbe forse Giorgio Bocca. to e dell’assassinio di Aldo Moro. In provincia, nel Vicenza di G.B. Fabbri, c’era un ragazzo smilzo, quasi esile, con uno smisurato senso del gol. Vagava, corricchiava, spariva e all’improvviso riemergeva per segnare. Tutti a dubitare, chiedersi se in Nazionale sarebbe stato lo stesso cannoniere. Il c.t. Enzo Bearzot tirò dritto, lo fece esordire al Mondiale d’Argentina contro la Francia, e fu subito Pablito. Quattro anni più tardi Rossi in Spagna ci fece vincere la Coppa, ma non era più provinciale, veniva da una squalifica per una storta faccenda, giocava nella Juve, il mondo lo conosceva. DA PERUGIA VIA PALERMO Un altro provinciale campione del mondo è stato Fabio Grosso. Dalla Renato Curi di Pescara a Berlino 2006, passando per Chieti, Teramo, Perugia, dove è diventato «Fabiogrosso», tutto attaccato come «Paolorossi». Il trequartista che si ricicla terzino e che trasforma il rigore decisivo in una finale Mondiale. In Germania arrivò come giocatore del Palermo, che provincia per modo di dire: parliamo pur sempre di una grande città del Sud, «capitale» della Sicilia. Berlino ha sprovincializzato Grosso, ma gli ha fatto perdere il tocco magico. Passato all’Inter, Fabio non è stato più lo stesso. La metropoli ● 1 Paolo Rossi in azione al Mondiale del 1978 contro l’Austria: la sua squadra di club era il Vicenza 2 Fabio Grosso al Mondiale 2006: giocava nel Palermo 3 Aldo Olivieri portiere titolare dell’Italia mondiale del 1938: era della Lucchese I RIGETTI Chiariamo, il numero dei rigetti è di molto superiore. Infinita è la lista dei provinciali di insuccesso in Nazionale. Nell’Italia del Mondiale 1986 figuravano tre giocatori del Verona campione d’Italia 1985 - Tricella, Di Gennaro e Galderisi - più De Napoli dell’Avellino. Non andò bene. Per restare a Verona, si prenda lo spettacolare Chievo di Gigi Delneri. Di quella squadra soltanto il difensore Nicola Legrottaglie ha giocato con continuità in Nazionale. Eugenio Corini era il regista, il Pirlo del gruppo, eppure non conta neppure un gettone in azzurro (e questo è abbastanza assurdo). La provincia è dolce, ma matrigna, fa figli e figliastri, e le dinamiche della Nazionale sono particolari. La riuscita di un innesto dipende dal c.t., dai senatori del gruppo. Valdifiori ha qualche vantaggio: Empoli sta a pochi chilometri da Coverciano - problemi di ambientamento zero - e l’Empoli è allenato da un tecnico che ricorda molto un ex c.t. Valdifiori lo manda Sarri, «Arrigo» Sarri. © RIPRODUZIONE RISERVATA TACCUINO AZZURRO Sabato contro la Bulgaria con la coppia Zaza-Immobile ● (f.li.) Si va verso Zaza-Immobile. Dall’allenamento di ieri emerge questa coppia d’attacco per la sfida con la Bulgaria. Confermati il 3-5-2, il blocco juventino in difesa, Verratti play, Candreva e Marchisio mezzali, Darmian e Pasqual esterni. Conte ha provato diverse coppie in avanti, anche Gabbiadini sembra aver recuperato. E ha insistito a lungo sul passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro, con l’arretramento di un esterno. Ieri a Coverciano visita del presidente del sindacato calciatori, Damiano Tommasi, e del segretario Gianni Grazioli. Dietro il superprotetto (dagli sguardi indiscreti) campo di Coverciano alcuni tifosi del Palermo hanno intonato cori per Vazquez. Al bar, come dal primo giorno della gestione Conte, niente più gelati e merendine per evitare tentazioni agli azzurri. Domani, giorno dell’Annunciazione, potrebbe svolgersi una messa per gli azzurri. Il programma: oggi doppia seduta Venerdì la partenza per Sofia ● Anche oggi e domani previsti due allenamenti per gli azzurri a Coverciano. Venerdì nel primo pomeriggio partenza in charter per Sofia, in vista del primo dei due impegni della Nazionale: Bulgaria-Italia, sabato 28 marzo, 20.45 ora italiana (21.45 ora locale), per le qualificazioni a Euro 2016. La notte stessa dopo la partita rientro a Torino, dove la Nazionale resterà fino a martedì 31, quando si gioca Italia-Inghilterra (amichevole allo Juve Stadium, 20.45). Poi liberi tutti fino a giugno quando l’Italia affronterà Croazia (il 12 a Zagabria) e Portogallo (il 16 in amichevole). Ma Conte spera sempre in uno stage nei primi giorni di giugno, dopo la fine del campionato. I CONVOCATI PORTIERI Buffon (Juve), Sirigu (Psg), Marchetti (Lazio). DIFENSORI Barzagli, Bonucci, Chiellini (Juve), Ranocchia (Inter), Moretti (Torino) CENTROCAMPISTI Florenzi (Roma), Valdifiori (Empoli), Verratti (Psg), Marchisio (Juve), Parolo e Candreva (Lazio), Bertolacci (Genoa), Soriano (Samp), Cerci (Milan), Pasqual (Fiorentina), Darmian (Torino), Antonelli (Milan). ATTACCANTI Zaza (Sassuolo), Gabbiadini (Napoli), Pellè (Southampton), Immobile (Borussia Do.), Vazquez (Palermo), Eder (Samp). Under 21 R MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Cataldi va di corsa «Voglio l’Europeo con la Champions» 1Il centrocampista romano ritorna in azzurro «A giugno saremo forti. Lazio da secondo posto» Nicola Berardino ROMA N ella scia di Nesta, Giordano e Manfredonia, gioielli del vivaio laziale arrivati sino alla Nazionale. Danilo Cataldi ascolta l’accostamento e allarga lo sguardo. È tornato nell’Under 21 ma è in rampa per la squadra di Antonio Conte. «Un’emozione essere paragonato a loro, però per me non diventa una responsabilità in più». Corre il ventenne romano (quartiere Tomba di Nerone): in tre mesi ha debuttato in A diventando titolare nella Lazio salita al terzo posto. Da lunedì è di nuovo nell’Under 21. L’ultima immagine felice con la nazionale di Di Biagio lo riporta al gol nell’amichevole con la Romania, ad agosto. Poi panchina, contro la Serbia a settembre, e lo stop per uno stiramento che è stato bissato sulla via del recupero. «Mi fa piacere esser di nuovo qui. Ho avuto un po’ di problemi muscolari. Ma da gennaio tutto è accaduto così velocemente sino a traguardi che non pensavo Danilo Cataldi, 20, con la fascia di capitano indossata con la Fiorentina LAPRESSE RDalla A all’Italia, Danilo spera di rifare la strada di Nesta, Giordano e Manfredonia nemmeno esistessero…». SOGNO DA BAMBINO Ha l’aria di un ragazzo al luna park, ma in campo ha già ricevuto la fascia da capitano nel finale della gara con la Fiorentina. «Era il mio sogno da bambino. Non mi sembra ancora vero di averla portata per dieci minuti con Biglia e Klose in campo...». Scruta l’orizzonte azzurro, i prossimi impegni, contro Germania e Serbia. «Due test importanti verso l’Europeo. Che Italia si vedrà a giugno? Una squadra forte, pronta a per contendere il primo posto». Sta studiando per completare il suo repertorio da centrocampista moderno: dinamismo, senso tattico, grinta e capacità di portarsi spesso al tiro. «Ma devo migliorare ancora sul piano fisico e della lettura della partita». Ha tanti illustri maestri nel centrocampo della Lazio: da Parolo a Biglia e Lulic. «Tutti grandi». Tatticamente, lo intriga di più Biglia. «È speciale». Sente addosso la carica del bel momento della Lazio anche come cuore biancoceleste allevato nelle giovanili. «La vittoria più bella è stata quella di riportare i tifosi alla stadio». La Roma a un solo punto non è un’ossessione. «Non è il primo pensiero, ma uno stimolo in più». TRAGUARDI C’è il secondo posto nel mirino della Lazio. Anche Cataldi, come i suoi compagni, non si «accontenta» del terzo posto, che vuol dire già Champions. «No, vediamo dove arriviamo a fine campionato». Così nel ballottaggio dei desideri laziali tra la Coppa Italia (semifinale col Napoli) e il traguardo della Champions in campionato, Cataldi non ha dubbi: «Preferisco la musichetta della Champions...». Ma verso giugno i suoi progetti sono colorati di azzurro. Per vivere un finale di stagione esaltante anche con l’Under 21. E dinanzi alla doppia possibilità di una Lazio al top in campionato e del titolo europeo, Danilo Cataldi sussurra un «perché no? Sarebbe fantastico». E scatta subito un’altra rincorsa. © RIPRODUZIONE RISERVATA 7 SUDAMERICANO U17 Il 10 del Brasile segna al Sub-17? È già dell’Udinese 1Leandro arriverà in Italia nel 2016 Carnevale: «È un ’98 Quando l’ho visto, non ci credevo» Luca Bianchin @lucabianchin7 «L’ Udinese arriva prima delle altre squadre sui giovani talenti» è una delle frasi fatte del calcio. Gli ultimi 20 giorni però confermano. Il Paraguay da inizio marzo è il centro del Sudamerica: lì si gioca il Sudamericano Under 17, uno dei primi tornei che attirano osservatori. L’Argentina è prima ma uno dei capocannonieri è il 10 del Brasile, che chiamano Leandro o Leandrinho: 6 gol. Gioca nel Ponte Preta ma sa che arriverà a Udine. Leandro, 16, col Brasile CBF PICCOLO MA RAPIDO «Ci è stato segnalato e lo abbiamo portato a Udine per uno stage - dice Andrea Carnevale, responsabile scouting dell’Udinese -. Non credevo ai miei occhi: è un ‘98 ma faceva la differenza contro i ‘97 e i ‘96». L’Udinese lo lascerà in Brasile fino al 2016, quando Leandro diventerà maggiorenne. Non è detto sarà pronto per la prima squadra, ma le sue caratteristiche sono chiare: piccolo, rapido, grande gioco di gambe e capacità nell’uno contro uno. In due parole, una seconda punta. TUTTO IN AREA I gol al Sub-17 confermano: Leandro ha segnato a Colombia e Paraguay, poi ha chiuso il torneo del Perù con una tripletta. Nell’esagonale un altro timbro all’Ecuador, in attesa delle ultime due partite: domani col Paraguay e domenica con la Colombia. I gol si possono vedere su YouTube e sono meno impressionanti di quanto ci si aspetti. Leandro ha segnato sempre in area, magari con un tap in a porta vuota, oppure toccando la palla tre volte davanti al portiere, come contro la Colombia. Dice l’osservatore di un’altra squadra italiana: «Fisicamente è piccolo. Mi sembra un buon giocatore ma fatico a valutarlo in prospettiva». L’Udinese ha avuto meno dubbi: comprato. © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Calciopoli R La sentenza I PROTAGONISTI DI UN PROCESSO DURATO 9 ANNI ● Da Luciano Moggi ad Antonio Dattilo. Ecco gli imputati principali di Calciopoli che ha visto la fine l’altra notte in Cassazione: eccetto De Santis, per tutti prescrizione dalle condanne per frode sportiva e associazione a delinquere MASSIMO DE SANTIS Nel 2006 arbitro Internazionale ● CONDANNA IN APPELLO 1 anno ● CASSAZIONE Confermata condanna ANTONIO GIRAUDO Nel 2006 a.d. Juventus ● CONDANNA IN APPELLO 1 anno e 4 mesi ● CASSAZIONE Prescrizione LUCIANO MOGGI Nel 2006 direttore generale della Juve ● CONDANNA IN APPELLO 2 anni e 4 mesi ● CASSAZIONE Prescrizione Moggi e Giraudo prescritti e salvati È il caso De Santis che non li assolve 1«Associazione a delinquere confermata». L’ex dg: «Nove anni di scherzi». E ora i risarcimenti alle parti civili Alessandro Catapano Valerio Piccioni L’ ultima notte di Calciopoli assolve poco e prescrive tanto. Soltanto gli arbitri Dattilo e Bertini escono «perché il fatto non sussiste». Gli altri, da Moggi a Giraudo, da Pairetto a Mazzini, si salvano con l’ombrello della scadenza dei termini. Resta un solo condannato: l’ex arbitro Massimo De Santis, che aveva rinunciato alla prescrizione. E proprio il suo caso fa spostare le lancette dell’interpretazione della sentenza in zona colpevolista. Se De Santis è stato condannato come partecipe dell’«associazione a delinquere», reato che deve essere consumato da almeno tre persone, è evidente che la Cassa- zione, senza prescrizione, avrebbe dovuto condannare gli altri con la stessa imputazione (in qualità di «organizzatori»). Sempre ricordando che saranno le motivazioni a chiarire bene l’orientamento dei giudici della Terza sezione penale. E che, da Codice, la «prescrizione» non equivale a una condanna, anche se tale sembra l’abbiano vissuta gli imputati. «Abbiamo scherzato per 9 anni, il processo si è risolto in nulla e tanti sono stati rovinati», dice Moggi a Sky Sport. HA VINTO IL PG Il linguaggio del dispositivo descrive un quadro che, sostanzialmente, sembra fotocopiare le richieste dell’accusa, formulate dal pg Gabriele Mazzotta. Che aveva ribadito anche lunedì l’esistenza di fL’EPOCA CALCIOPOLI un’«associazione per delinquere» su cui è intervenuta la prescrizione. Quanto alle frodi sportive, vengono «assolte» (con gli arbitri che le dirigevano) sostanzialmente due partite e...mezza: Udinese-Brescia, Juve-Milan, e in parte Juve-Lazio. Restano in piedi le accuse per Cagliari-Juve, Juve-Udinese, Roma-Juve. E per Lecce-Parma e Fiorentina-Bologna dirette da De Santis. Quanto ai ricorsi di Racalbuto e degli altri dirigenti — i fratelli Della Valle e Mencucci (Fiorentina), Lotito (Lazio), Foti (Reggina) —, vengono respinti. Le parole del pg avevano puntato più sull’atteggiamento usato nei confronti del «sistema» Moggi che sulla frode vera e propria (per il reato non è necessario che si consumi con successo). Per la Fiorentina, LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE? NIENTE DI PIÙ CHE UN’ENNESIMA CONFERMA DI TUTTI I VARI GRADI DI GIUDIZIO MASSIMO MORATTI PROPRIETARIO INTER NEL 2006 «la scelta corretta per reagire ai ritenuti soprusi sarebbe stata un’aperta denuncia piuttosto che ripiegare all’interno di un sistema che avrebbe trovato più facili accomodamenti, sol per questo illeciti». E per Lotito, «sebbene non vi siano prove di frode nel sorteggio, esistono prove dell’attivazione degli imputati per solu- zioni agevolatrici delle ragioni della Lazio». E I DANNI? Veri e propri rompicapo. Leggendo i due dispositivi, si scopre che nel caso dei risarcimenti contemplati nel rito abbreviato il giudice civile (di 1° grado) potrà solo quantificare il danno ed emetterà sentenza esecutiva, mentre per quelli del rito ordinario la Cassazione rimanda ad un giudice civile d’Appello competente per territorio che, teoricamente, potrà anche decidere nel merito. Tradotto: Giraudo è già «aggredibile» dalle parti civili, per Moggi va fatto un passaggio in più. E la Juventus? Secondo Bruno Catalanotti, legale di Bologna e Brescia, «la Cassazione l’ha salvata, annullando, a proposito delle statuizioni civili, la sentenza di 2° grado e quindi riportando in vita quanto sentenziò la Casoria (che escluse responsabilità civili per il club bianconero, ndr)». Perciò sui 443 milioni chiesti alla Federcalcio la situazione è in stand-by. Fra i collaboratori di Andrea Agnelli, si dice soltanto: «Aspettiamo le motivazioni». Anche in Figc, a pieno titolo tra le parti civili, le parole sono queste, ma è chiaro che l’assoluzione degli imputati chiave avrebbe spinto la Juve ad andare fino in fondo. E invece, come dice Massimo Moratti, «non è cambiato niente: la Cassazione ha confermato i primi due gradi di giudizio». Per Giovanni Malagò, alla fine, «si è trattato di una tipica storia italiana». La sintesi migliore. © RIPRODUZIONE RISERVATA Schede svizzere, cartone e stanzini L’inchiesta ha cambiato il linguaggio della terna e dissertava di assistenti neanche fossero chef. Luca Bianchin @lucabianchin7 INTERCETTAZIONI Testi più o meno comprensibili, di sicuro prove regine di ogni inchiesta. Gli appassionati di calcio hanno passato ore chini su giornali che riportavano conversazioni tra tesserati, arbitri, dirigenti. Alcune frasi erano meno chiare delle versioni di greco del ginnasio, però il telefonino è diventato la pistola fumante per eccellenza, l’arma di ogni delitto. Succedeva anche prima del 2006, ma Calciopoli ha portato il fenomeno su un’altra dimensione. È terminato il «decennio breve» di Calciopoli: nove anni scarsi che hanno cambiato il pallone. La data è indicativa, convenzionale, come alcuni confini decisi a tavolino: qualche logica della «città del Calcio» si è trascinata fino al 2015. Di sicuro, però, il periodo ha cambiato le relazioni tra tifosi e distrutto amicizie. Nel 2006, mentre la Nazionale vinceva un Mondiale, l’Italia si divideva in «juventini» e «anti-juventini». Due partiti, come «berlusconiani» e «anti-berlusconiani». Nel 2005 in uno stanzino si cercava una scopa, non un arbitro, e le schede telefoniche straniere erano ricercate dai ragazzi per le collezioni, certo non dai dirigenti. Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente federale, oggi fa il nonno, l’arbitro Paparesta è presidente del Bari e l’ex collega De Santis si è laureato in legge: è cambiato tutto. Nove anni dopo, è diverso anche il modo di parlare. Non ci credete? Consultate il dizionario compatto di Calciopoli. BRINDELLONE Il termine, almeno a Firenze, indica il carro che prende fuoco nei giorni di Pasqua. Nel granducato di Calciopoli, è il nome con cui Moggi chiamò Facchetti. Gene Gnocchi gli dedicò il Rompipallone più sentimentale, il giorno della morte del Cipe: «Oggi mi viene solo: Brindellone, ci mancherai tanto». CARTONE Secondo parte del popolo juventino, materiale di confezionamento per il triangolino 2006, vinto per decisione della giustizia sportiva. «Scudetto ritirato in segreteria» è quasi un sinonimo, attribuito a Mourinho. Sono cambia- Maggio 2006: Andrea Agnelli, Antonio Giraudo, Fabio Capello e Luciano Moggi al «Delle Alpi» AP IL FENOMENO Il 2006 ha diviso l’Italia in «juventini» e «anti-juventini», partiti inconciliabili A Torino si parla di titoli «sul campo», ad Appiano di «scudetto degli onesti» Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente federale, ora fa il nonno. L’arbitro Paparesta ha cambiato lavoro: è diventato presidente del Bari te tutte le etichette. Gli juventini ormai contano i titoli «sul campo» e chiamano gli interisti «prescritti». Gli altri, fieri, rifiutano il cartone: per loro, quello, è lo «scudetto degli onesti». CONGRUO Aggettivo maschile singolare, sinonimo di «adeguato», «coerente». Ebbe 10 giorni di gloria quando Zaccone, legale della Juve, lo usò per descrivere la pena che si aspettava dalla corte: la Serie B con penalizzazione. Quasi un patteggiamento. Gli juventini duri e puri gradirono poco, pochissimo... GUARDALINEE Categoria nobilitata dall’inchiesta: non più sbandieratori ma decisivi. Il loro santo protettore è l’ex arbitro Meani, che aveva un ristorante sull’Adda, per il Milan si occupava SCHEDE SVIZZERE Sim segrete da omaggiare a interlocutori delicati. Bertolini, osservatore della Juve, le comprava in contanti in un negozio di Chiasso. Moggi le riceveva e le usava per parlare con arbitri e uomini di calcio. Le sim miracolose erano del Liechtenstein, ma questo non lo ricorda nessuno: erano svizzere e basta. Come nessuno ricorda che Bertolini, nel negozio, comprò un cane robot, diavoleria elettronica. Rispondeva a 180 comandi e riconosceva la voce del padrone. «Come alcuni arbitri», pensò qualcuno. STANZINO Luogo in cui Moggi attaccò l’arbitro Paparesta dopo un Reggina-Juve del 2004: non gradiva l’arbitraggio. Paparesta precisò che insomma, Moggi non lo chiuse a chiave in spogliatoio ma il senso resta, l’immagine sopravvive. Memorabile l’intercettazione in cui Ingargiola, osservatore dell’Associazione italiana arbitri, raccontò l’episodio al presidente degli arbitri Lanese, cominciando la frase con «Cumpa’». Ingargiola fece finta di non vedere: atteggiamento poco congruo, direbbe Zaccone. © RIPRODUZIONE RISERVATA MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 9 LE ACCUSE DI PALAZZI PIERLUIGI PAIRETTO Nel 2006 designatore arbitrale ● CONDANNA IN APPELLO 2 anni ● CASSAZIONE Prescrizione INNOCENZO MAZZINI Nel 2006 Vicepresidente Figc ● CONDANNA IN APPELLO 2 anni ● CASSAZIONE Prescrizione ANTONIO DATTILO Nel 2006 arbitro di serie A ● CONDANNA IN APPELLO 10 mesi ● CASSAZIONE Assolto PAOLO BERTINI Nel 2006 arbitro di serie A ● CONDANNA IN APPELLO 10 mesi ● CASSAZIONE Assolto l’unico arbitro intercettato. I pm di Napoli mi accusavano di essere uno dei promotori dell’organizzazione, addirittura capo della combriccola romana... dove sono finite quelle accuse?». fL’INTERVISTA L’UNICO CONDANNATO «Un’altra sentenza indecente I magistrati senza coraggio» 1De Santis: «Mi SE AVESSERO ASSOLTO ANCHE ME CASCAVA TUTTO aspettavo una decisione libera. Ma rinuncerei ancora alla prescrizione» Alessandro Catapano ROMA LO SCANDALO SONO LE INTERCETTAZIONI NON PRESE IN ESAME A questo punto, avrebbe detto Lubrano, sorge spontanea una domanda: lo rifarebbe? Rinuncerebbe ancora alla prescrizione? La risposta è immediata, senza tentennamento alcuno. «Certo. Anzi, a maggior ragione. Io ho fatto un atto di coraggio. Qualcun altro no». Massimo De Santis, lei è l’unico condannato (a un anno, pena sospesa) in via definitiva di Calciopoli. Come si sente? «Male. La sentenza della Cassazione è una cosa indecente. Da magistrati di quello spessore mi sarei aspettato finalmente una decisione autonoma, libera da ogni condizionamento. E invece non hanno avuto coraggio». vengo condannato per due partite insignificanti (FiorentinaBologna e Lecce-Parma, ndr)». Ma i suoi ex colleghi Bertini e Dattilo, che come lei hanno rinunciato alla prescrizione, sono stati assolti «perché il fatto non sussiste»... «Sono felice per loro. Io invece Il suo avvocato, Paolo Gallinelli, ci ha detto testualmente «per Massimo non poteva che finire così...». Cosa intende? «Che se avessero assolto anche me, sarebbe crollato tutto l’im- CATERINA MALAVENDA AVVOCATO CASSAZIONISTA Prescritti ma colpevoli? Saranno decisive le motivazioni ● 1 Cosa significa che Calciopoli è finita in prescrizione? Vuol dire che è decorso il tempo utile per ultimare il processo: un reato si prescrive quando è passato un certo numero di anni, senza che sia intervenuta una sentenza definitiva. Il termine varia in relazione alla gravità del reato. Quando interviene la prescrizione nel corso del processo, il giudice deve valutare se, sulla base degli atti raccolti fino a quel momento, l’imputato può essere assolto. pianto accusatorio». Addirittura? «Senza il sottoscritto, la fantomatica associazione a delinquere di Calciopoli avrebbe avuto solo organizzatori, senza nemmeno un partecipe. Quindi, non sarebbe più stata in piedi. È toccato a me. Del resto, sono stato Ma onestamente, dopo tanti anni lei ritiene davvero di non aver fatto nulla di compromettente? Almeno moralmente? «E lei pensa davvero che io fossi l’unico arbitro a parlare con dirigenti di società o vertici delle istituzioni? Era una prassi. Ma poi cosa ci dicevamo? Chiacchiere da bar». I designatori Bergamo e Pairetto, però, con le sim svizzere ci facevano anche altro... «E perché io arbitro devo pagare per colpe di persone sopra di me? Comunque le faccio un esempio: prima di un RegginaCagliari, il designatore chiamò Foti e gli disse: “Stai tranquillo, ti mando Massimo”. Poi, fece la stessa cosa con Cellino. Il vero scandalo non sono le intercettazioni uscite, ma quelle che non conosciamo, perché non state deliberatamente prese in esame. È stata una vergogna». Cosa le lascia questo processo? «Profonda amarezza. E la conferma che la nostra giustizia sia una delle peggiori del mondo». Dopo la sentenza Moggi ha detto: «Abbiamo scherzato per nove anni». È d’accordo? «Io sono più crudo: per nove anni hanno preso in giro un Paese e milioni di persone. E solo per farsi un po’ di pubblicità». © RIPRODUZIONE RISERVATA P rescrizione è una parola che ricorre nella storia di calciopoli. Prima di ieri, se ne fece un uso smodato un giorno di luglio di tre anni e mezzo fa quando Stefano Palazzi, procuratore federale del calcio, fece piombare sul palcoscenico della giustizia sportiva 72, durissime pagine. Argomento: le responsabilità dell’Inter e di altri tesserati quasi tutti assenti dal filone 2006, ma che figuravano nelle cosiddette intercettazioni bis. Per Giacinto Facchetti, scomparso nel 2006, presidente dell’Inter nella stagione di calciopoli (come per Meani, addetto agli arbitri del Milan, e per Spinelli, presidente del Livorno), Palazzi configurò l’«illecito sportivo», per «una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare, gravissimo attentato a terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale». L’UNICA SOCIETA’ Palazzi che sottolineò comunque le responsabilità del «sistema» Moggi - precisò che il suo era da intendersi come un atto di deferimento e non come una condanna. La prescrizione però salvò l’Inter ,«unica società nei cui confronti» si sarebbe potuti arrivare a «concrete conseguenze sul piano sportivo». Quanto alla revoca dello scudetto all’Inter nel 2006, Palazzi ricordò che la prescrizione bloccava ogni intervento della giustizia sportiva girando la patata bollente al Consiglio federale. Che si dichiarò «incompetente». LA PROCURA DI NAPOLI 3 DOMANDE A... «Prescrizione» è la parola con cui la Cassazione ha messo fine alla vicenda Calciopoli. Per comprendere i dettagli tecnici di una sentenza che arriva dopo nove anni e tre gradi di giudizio, ci siamo rivolti all’avvocato cassazionista, penalista e civilista Caterina Malavenda. SALVATORE RACALBUTO Nel 2006 arbitro di Serie A ● IN APPELLO Prescritto ● CASSAZIONE Ricorso rigettato «L’altra» prescrizione che salvò l’Inter Se l’innocenza risulta evidente, allora il giudice deve assolvere. Se invece, sulla base degli atti, non è possibile, allora dichiara il reato prescritto e chiude comunque il processo. Il punto importante è che l’innocenza deve essere evidente: se non emerge palese dagli atti, o non emerge affatto, allora il processo si chiude con l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione. ● 2 Come dobbiamo considerare Moggi, innocente o colpevole? La definizione corretta è che il processo si è chiuso per estinzione del reato per prescrizione e non ha dunque accertato la sua colpevolezza. Questo significa che per la Corte non è risultato innocente in maniera lapalissiana: il giudice non ha potuto assolverlo, allora ha applicato la prescrizione. Ma non è colpevole: manca la sentenza che, in via definitiva, stabilisce che una persona è responsabile del suo reato. Come conseguenza diretta della mancata assoluzione, quindi del rigetto del suo ricorso, Moggi è stato condannato a pagare le spese processuali. La prescrizione, peraltro, salva eventuali condanne al risarcimento già inflitte: i danni liquidati alle parti civili non devono essere restituiti, solo gli aspetti penali vengono definiti con la prescrizione. ● 3 Ma allora il campionato italiano è stato falsato? Bisogna aspettare le motivazioni. Quando si occuperanno delle posizioni di Giraudo e Moggi, a quel punto diranno perché non li hanno assolti e daranno le loro valutazioni sui fatti contestati. Se dicessero, ad esempio, che non solo non c’è la prova dell’innocenza, ma anche che la sentenza d’appello era ben motivata, si potranno trarre alcune considerazioni. Per il momento non conosciamo l’iter giuridico che ha portato alla prescrizione. I fatti che il giudice ha accertato non vengono cancellati dalla prescrizione, ma perdono ogni valenza di prova. L’APPROFONDIMENTO Giorgio Dell’Arti sulla prescrizione nelle pagine di Altri Mondi Beatrice: «Quell’omertà...» Capuano: «I reati c’erano» 1Il pm dell’inizio dell’indagine: «Niente assoluzioni questo è il dato più importante» «L a cosa più importante è che non ci sono state quelle assoluzioni individuate dalle difese». Così Filippo Beatrice, uno dei pm dell’inizio della storia insieme con Giuseppe Narducci. L’inchiesta di calciopoli è nata nei loro uffici. Poi Beatrice passò ad altri incarichi, oggi è procuratore aggiunto a Napoli. «Le prescrizioni si potevano prevedere. Alcuni processi in Italia, basati sulle parole e sulle intercettazioni, sono molto complicati». Ma perché quell’istruttoria che sembrava aver dimenticato le famose intercettazioni bis, quelle che coinvolgevano altre squadre? «Chiariamo: non c’è stato nessun orientamento tifoso o ideologico. I processi nascono in un certo modo, ci stavamo occupando di camorra e di scommesse, tramite alcuni giocatori abbiamo sentito parlare di arbitri e da quel momento è cominciata l’inchiesta. I contatti più evidenti e ripetuti degli arbitri erano con dirigenti della Juventus. Cercammo nelle pieghe della montagna di intercettazioni di lavorare anche su altre posizioni. Se avessimo avuto dichiarazioni dall’interno, avremmo potuto ottenere altro. Ma calò nell’ambiente un velo di omertà». Che impedì anche un allargamento dell’inchiesta? «Ne sono certo». ACCUSE CONFERMATE E’ soddisfatto anche Stefano Capuano. Lui, invece, arrivò a processo cominciato. Sostenne la controreplica nel primo grado, oggi è uno dei pm del pool della Procura di Napoli che lavora sui reati collegati in qualche modo al pallone. «In attesa delle motivazioni, emerge comunque dalla Cassazione la conferma dell’impianto accusatorio. Molti fanno riferimento al primo grado, ma è la sentenza del secondo grado, che era entrata nel merito del reato associativo (per esempio nel coinvolgimento di Pairetto), e che non è stata smentita». TELEFONATE DI NOTTE Sarà un discorso da bar sport, ma non sono poche le partite «incriminate» per un’«associazione per delin- Il procuratore Filippo Beatrice ANSA quere»? «Intanto se andate a vedere le partite non sono poche. Ha citato il bar. E al bar ci possiamo anche chiedere com’è possibile che un designatore e un dirigente si sentano al telefono di notte...Sull’associazione ne hanno parlato primo e secondo grado, accertandone l’esistenza. Dello stesso avviso è stato il procuratore generale presso la Cassazione. Ci sono state intercettazioni, uso di schede telefoniche straniere, anche testimonianze anche se il mondo del calcio è stato molto spesso reticente su questo. Naturalmente aspettiamo le motivazioni, ma l’impianto accusatorio ha più che retto. Lo hanno detto cinque diversi pronunciamenti della giustizia. Non mi sembrano pochi». v.p. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Serie A R Il caso MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Allarme Kovacic L’Inter ha perso il suo cervello 1Idee altalenanti, concentrazione intermittente Il club punta sul croato: a patto che diventi leader Matteo Brega MILANO N on gioca una partita intera dal 1° febbraio scorso. Non un giorno qualsiasi: sconfitta 3-1 a Reggio Emilia contro il Sassuolo, contestazione della curva (con litigio annesso di Guarin e Icardi) e primo grosso segnale di cedimento dell’intera struttura interista. Da quel primo febbraio Mateo Kovacic è entrato in un corridoio dove le critiche, gli appunti e i suggerimenti sembrano arrivargli in maniera ovattata. MOLLE L’indice puntato porta alla sua scarsa verve, al suo imperturbabile andamento senza scossoni. Roberto Mancini chiede una squadra tutta nervi, in grado di assorbire i colpi reagendo immediatamente. E gradirebbe anche che ogni tanto i primi colpi dati fossero nerazzurri, non sempre degli avversari. In tutto questo contesto, ecco che Kovacic non risponde appieno e lui lo lascia in panchina. Un contrasto che necessita una soluzione da qui alla fine del campionato. Per il bene di tutti. Perché nelle prossime dieci giornate si capirà quale vestito indosserà l’anno prossimo il croato. Per la società è un cardine attorno al quale costruire l’Inter del domani e del dopodomani (nonostante interessamenti vari dall’estero). Il prolungamento del contratto fino al 2019 con relativo adeguamento dello stipendio è la prova, non un indizio. E al Mancio si chiede quindi il lavoro di crescita sul campo per trovargli la giusta sistemazione. DOVE LO METTO? Il tecnico lo ha provato trequartista, esterno d’attacco e interno di centrocampo. Gli manca solo vertice basso del rombo davanti alla difesa. Qualcuno gli dovrà fare spazio e spazio se lo dovrà meri- Mateo Kovacic, 20 anni FORTE 8 2 ● I gol stagionali di Kovacic con l’Inter tra campionato (5) ed Europa League (3). L’ultimo lo ha segnato a Cagliari il 23 febbraio (vittoria finale per 2-1). ● Le panchine di Kovacic in campionato, entrambe in questo mese di marzo. Il croato è rimasto a guardare l’8 a Napoli e il 22 a Genova contro la Samp. tare. Intanto bisogna pensare a dove mettere la sua maglia numero 10. Shaqiri («Abbiamo un progetto, vogliamo riportare l’Inter ai livelli che le competono e io voglio assolutamente restare» – ha detto a una radio elvetica) non è in discussione, Icardi e Palacio fanno un lavoro diverso, Brozovic e Guarin pure (e comunque Mancini non lo ritiene ancora pronto per giocare da interno di centrocampo). Le caratteristiche lo portano in maniera naturale a giocare tra le linee, in maniera tale da offrire palloni buoni per gli attaccanti. Secondo i dati Opta è il nerazzurro che crea più occasioni (44) in campionato, davanti a Guarin (39) e Palacio (34). Entrando nelle pieghe, però, ci si ritrova a sbattere contro la velocità di esecuzione che Mancini vuole più elevata. Per prendere di sorpresa gli avversari obbligandoli a chiudere non sempre in maniera ordinata. CONFRONTO L’argomento di discussione durante Inter-Cesena di domenica scorsa sarà stato questo. Il colloquio durante il match tra i due è stato breve, ma intenso. Mateo si lamentava di essere sempre lui quello richiamato, il tecnico gli rispondeva di essere più attento a seguire le istruzioni. Il confronto tra i due è schietto, spesso ultimamente si parlano per avere le idee chiare l’uno dell’altro. «Non ho visto prestazioni negative, forse alle volte ha troppa pressione addosso» – ha commentato un paio di giorni fa Nico Kovac, il c.t. della Croazia. Sabato c’è la Norvegia al «Maksimir» di Zagabria. Ritroverà la sua gente, con la maglia della nazionale addosso. Troverà anche posto in campo? Contro l’Italia a novembre partì in panchina. Vediamo Kovac cosa ne pensa 4 mesi dopo… © RIPRODUZIONE RISERVATA 5 DOMANDE A... GIUSEPPE VERCELLI DOCENTE DI PSICOLOGIA «Serve il Mancini “duro” prima maniera E se ti credi jellato, lo diventi davvero» ● 1 Dottor Vercelli, c’è il rischio che - lontanissima dal terzo posto e fuori dalle coppe - l’Inter anche inconsciamente possa abituarsi alla sconfitta? «La possibilità esiste, soprattutto se una squadra con quel blasone si ritrova senza obiettivi primari a due mesi dalla fine della stagione. Il rischio di non trovare i giusti stimoli è concreto. Ma ora la squadra non deve pensare alla classifica, ma soltanto a cosa porta in campo. Altrimenti diventa un comportarsi per sentito dire». ● 2 Come si può combattere questo rischio? «Con una leadership diversa da parte dell’allenatore e della dirigenza. Se c’è una tendenza alla sconfitta significa che la squadra pensa più al risultato che alla prestazione, quindi quando va in svantaggio l’obiettivo non è più quello di portare in campo i punti di forza, ma subentra appunto un’ansia da risultato. Mancini deve riportare attenzione sul compito, sul gesto di ciascuno». ● 3 Per la verità, nella seconda versione interista il tecnico sembra fin troppo zen. «E questo, quando è arrivato in novembre per sostituire Mazzarri, è stato sicuramente positivo per restituire entusiasmo al gruppo e per cementarlo. Forse però adesso serve il Mancini prima maniera. Meno comprensivo e indulgente, più cattivo. Perché anche nella prestazione il risultato deve sempre rimanere sullo sfondo». ● 4 Col Palermo, l’Inter detiene il record dei legni colpiti in campionato. E a Genova non meritava di perdere. Possibile che il gruppo si sente perseguitato dalla jella? «Anche quello della sfortuna, con i 15 pali cui faceva riferimento e alcuni gol presi allo scadere, rischia di diventare un meccanismo pericoloso. La cosiddetta profezia che si auto avvera: quello di negativo che si genera nella mia mente poi succede per davvero». ● 5 Può avere senso toccare anche l’orgoglio dei singoli, facendo presente che se si molla poi ciascuno perde di valore? «Non molto. Così si rischia di sfociare nell’egoismo, di non dare tutto per aiutare i compagni. Servono obiettivi sovraordinati: due nemici che hanno lo stesso obiettivo finiscono col diventare amici». Luca Taidelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Serie A R Mercato MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 11 Fra Yaya e Toulalan sbuca Thiago Motta 1L’Inter pensa al suo ex mediano se saltano Touré o il monegasco. Reina o Perin se saluta Handanovic Matteo Dalla Vite Y ayà Toure, si sa, è il preferito. L’Inter ha già preso contatti col City e si è sentita sparare richieste scoraggianti pur se non definitive. Sia chiaro: quelle del Manchester sono pretese non impossibili - con le trattative si può quasi tutto, la stima di Mancini sa fare la differenza - ma difficili e complicate sì. In ballo c’è anche Jeremy Toulalan: il francese dovrebbe dare la risposta definitiva dopo Pasqua, gli è stato proposto un biennale, la sensazione è che sarà più un sì che un no, ma il regista monegasco non butta via (per esigenze familiari) l’idea di restare in Francia. E allora? Ecco il Piano-B, perché riappare un vecchio leone di mezzo: Thiago Motta. NUOVA DATA C’è la soluzione Torino-Empoli il 5 maggio ● Alla fine Torino-Empoli si giocherà martedì 5 maggio alle 18.30. Lo ha disposto la Lega ieri pomeriggio. La partita, che sarà valida per la quindicesima giornata di ritorno, era stata programmata in origine lunedì 4 maggio alle 20.45. Si tratta di una scelta ponderata in chiave toscana visto che la squadra di Sarri giocherà il posticipo del turno infrasettimanale. Essendo in campo 72 ore prima, le veniva concesso un giorno in più. Ma lunedì 4 sarà l’anniversario della strage di Superga, una giornata di ricordi e di commemorazione per il Torino. Il club di Urbano Cairo aveva chiesto per tempo e anche ottenuto lo slittamento della partita. L’Empoli ha dato il via libera definitivo allo spostamento della partita. E così ieri è arrivata l’ufficializzazione della Lega: si giocherà all’Olimpico di Torino martedì 5 maggio alle 18.30. CLASSIFICA SQUADRE PT JUVENTUS ROMA LAZIO SAMPDORIA NAPOLI FIORENTINA TORINO MILAN GENOA INTER PALERMO UDINESE EMPOLI SASSUOLO CHIEVO VERONA ATALANTA CAGLIARI CESENA PARMA (-3) 67 53 52 48 47 46 39 38 37 37 35 33 33 32 32 32 26 21 21 9 PARTITE RETI G V N P F S 28 28 28 28 28 28 28 28 27 28 28 27 28 28 28 28 28 28 28 26 20 14 16 12 13 12 10 9 9 9 8 8 6 7 8 8 5 4 4 3 7 11 4 12 8 10 9 11 10 10 11 9 15 11 8 8 11 9 9 3 1 3 8 4 7 6 9 8 8 9 9 10 7 10 12 12 12 15 15 20 55 39 51 37 47 41 32 41 37 42 38 31 30 34 21 33 23 34 25 21 14 21 27 28 36 31 30 35 33 36 41 36 30 43 30 48 38 53 49 53 CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI PROSSIMO TURNO SABATO 4 APRILE, ore 15 ROMA-NAPOLI (ore 12.30) ATALANTA-TORINO CAGLIARI-LAZIO GENOA-UDINESE INTER-PARMA PALERMO-MILAN SASSUOLO-CHIEVO VERONA-CESENA FIORENTINA-SAMPDORIA (ore 18.30) JUVENTUS-EMPOLI (ore 21) (0-2) (0-0) (2-4) (4-2) (0-2) (2-0) (0-0) (1-1) (1-3) (2-0) RISTRUTTURAZIONE Mancini sta idealmente ristrutturando il centrocampo dell’anno prossimo, e la terra di mezzo della stagione che verrà dovrà essere qualitativa e capace di impostare e mordere e gestire i momenti con la saggezza degli esperti. L’oriundo del Psg torna nel mirino perché comunque dal gennaio scorso... non ne è mai uscito: già nell’ultima sessione di mercato, infatti, Mancini aveva pensato a lui quando notava che fra Lassana Diarra, Mario Suarez, Camacho e Lucas Leiva nessuno riusciva a essere sradicato. Ha sempre cercato un «dispenser», visto che adesso quella zona centrale è dominio di un Pitbull: Motta conosce già l’ambiente nerazzurro e, soprattutto, è reputato assolutamente utile nel restyling prossimo del centrocampo. La sostanza è: dovesse HANDA, PERIN E REINA Capitolo portiere: da tempo si sa che ad Handanovic è stato offerto un prolungamento a circa 2,5 milioni. Si sa pure che lui ha il desiderio di giocare la Champions: dipenderà dalle richieste. In caso di saluti chi sono i favoriti? La lista comprende pure Sportiello, Mandanda, Romero e Cech («Un’altra stagione così non la voglio vivere» dice). Ma i favoriti veri sono due: Perin e Reina (Bayern, «Non ho intenzione di finire la carriera in panchina» ha detto). Carrizo rinnoverà: 1+1. Per il prolungamento di Icardi (in questi giorni a Barcellona...) si andrà a dopo Pasqua. Martina, il manager di Vidic, dice a GazzettaTv: «Nemanja resta all’Inter». Per la difesa spuntano i nomi di Kaya, Musacchio e ancora Rhodolfo. saltare uno fra Touré e Toulalan, ecco che Motta diverrebbe l’obiettivo principale. DOPPIETTA IN FRANCIA Ipotizzato questo, eccoci al sodo: l’oriundo del Paris Saint Germain è dato in uscita quasi certa per la prossima stagione (non a caso proseguono le voci inerenti a Pogba nella capitale francese). Contratto fino al 2016, l’ex interista l’anno prossimo guadagnerà 3 milioni più bonus, cifra più che abbordabile. Il costo? Cinque-sei milioni di euro. Gli ostacoli? Se il PSG blinderà il giocatore, ma la cosa al momento non è in agenda. I contatti col club francese sono avviatissimi da tempo: anche per Lavezzi, che da molti angoli viene dato promesso all’Inter. Poi, ecco riapparire, André Ayew, in scadenza con il Marsiglia di Bielsa. Thiago Motta, 32 anni LIVERANI Pepe Reina, 32 anni AP © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Serie A R Incrocio di destini Van Ginkel la scoperta Il Milan pesca il jolly 1Gli infortuni, le difficoltà di ambientamento, la diffidenza di Inzaghi: poi l’olandese è uscito dal guscio. E ora è una colonna Marco Van Ginkel, 22 anni, in azione nella partita contro la Fiorentina AP De Sciglio accelera, pronto dopo la sosta? Oggi a Reggio c’è Suso ● (a.g.) La miglior notizia è arrivata alla vigilia della partenza per Reggio Emilia, dove oggi alle 19 il Milan affronterà la Reggiana in amichevole al Mapei Stadium, evento che rientra nel vecchio affare Mastour. Nell’ultimo allenamento De Sciglio ha quasi sempre fatto gruppo con i compagni. A eccezione della partitella finale, il terzino c’era: è dunque probabile il ritorno tra i convocabili per Palermo (con lui pure Zapata). Non sono partiti per l’Emilia i 5 nazionali (Cerci, Antonelli, Honda, Armero, De Jong) e Alex, Van Ginkel, Abate, Bonaventura che lavoreranno a Milanello. Otto Primavera convocati, questa la probabile formazione rossonera: Diego Lopez; Bonera, Paletta (Mexes), Bocchetti, Albertazzi; Poli, Essien, Muntari; Suso, Pazzini, Di Molfetta. Alessandra Gozzini M arco è un olandese della provincia di Utrecht, identikit che richiama quello nobile di Van Basten. Molto più modestamente Van Ginkel è arrivato al Milan come alternativa per il centrocampo, reparto che all’inizio considerava ben altri titolari. Nelle ultime due uscite però, quelle che per Inzaghi hanno segnato l’inizio di un nuovo campionato rossonero, Van Ginkel c’era: titolare a Firenze dove ha potuto vantare il primato dei contrasti vinti (3) e di nuovo dentro dall’inizio contro il Cagliari. Mai era successo quest’anno che concedesse il bis una settimana dopo: per la prima volta Pippo lo ha invece confermato in squadra per due volte di seguito. MATURITA’ E il proposito per il futuro sembra andare nella stessa direzione, con Van MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Ginkel confermato per il tris a Palermo: è per riaverlo subito al top della condizione che Inzaghi oggi non lo utilizzerà nell’amichevole con la Reggiana, lasciandolo invece nelle mani dello staff di Milanello per un lavoro personalizzato. Sabato sera Van Ginkel ha primeggiato solo nella categoria sbagliata, quella dei dribbling subiti (2), ma per Pippo si merita comunque la promozione: il movimento in verticale non è quantificabile ma c’è stato. Così, dopo mesi di apprendistato sembra giunto il momento della maturità; con il Cagliari è stato il k.o. di Bonaventura a sciogliere il ballottaggio tra l’olandese e Poli, altrimenti ne sarebbe rimasto solo uno: il primo. Complici gli infortuni, a cominciare da quello subito mezzora dopo aver debuttato sul campo dell’Empoli, le presenze in campionato sono state sette (una in coppa Italia), senza gol da archiviare: magari arriveranno con la primavera. La burrasca è in ogni caso già passata: a inizio novembre, dopo troppe partite in cui Van Ginkel restava infreddolito in panchina, l’agente alzò i toni: «Questa cosa va contro ogni logica, non siamo contenti. Non erano queste le intenzioni quando Marco è arrivato, non c’era bisogno che venisse in Italia per non far nulla». E in effetti l’operatività di Van Ginkel è poi ripresa, fino a toccare i livelli di produzione attuale, centottanta minuti in due partite, recuperi esclusi. FUTURO Se l’idea di futuro rossonero è puntare sul prodotto locale, possibilmente di grande avvenire, Van Ginkel, importato in prestito dal Chelsea, sembra tagliato fuori: in realtà qualcosa potrebbe cambiare, anche se ogni trattativa verrà rimandata a fine campionato, quando sarà possibile un giudizio completo. La formula (prestito secco e gratuito) potrebbe magari trasformarsi in qualcosa di più impegnativo, o semplicemente essere rinnovata: si vedrà. Il progetto rossonero non farebbe neppure un’eccezione: Marco ha talento e un nome italianissimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 7 ● le presenze in campionato di Marco Van Ginkel, per un totale di 430 minuti in campo: nessun gol e due cartellini gialli rimediati Cristante lo straniero «Italia, no grazie» 1Il centrocampista racconta l’addio senza rimpianti: «Nel Milan avrei giocato, ma volevo sfondare nel Benfica, lontano da tutti» Bryan Cristante, 20 anni, durante Benfica-Leverkusen di Champions EPA L'IDENTIKIT BRYAN CRISTANTE NATO A SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PORDENONE) IL 3 MARZO 1995 RUOLO CENTROCAMPISTA ALTEZZA 186 CM PESO 79 KG Comincia nella Liventina Gorghense, a 14 anni è al Milan, con cui compie tutta la trafila giovanile fino alla prima squadra. Debutta prima in Champions poi in A: il 6 dicembre del 2011 entra nei minuti finali della partita contro il Viktoria Pilsen. In campionato esordisce il 10 novembre 2013 contro il Chievo. Il 6 gennaio 2014, alla seconda apparizione, la prima da titolare, segna l’unico gol in A all’Atalanta. Il primo settembre 2014 passa al Benfica: finora 5 presenze in campionato, 4 in Coppa di Lega con un gol, 3 in Coppa di Portogallo e 3 in Champions. INVIATA A ERBA (COMO) B ryan l’aveva scritto nel nome, che con l’italiano c’entra poco. Nato a San Vito al Tagliamento, Pordenone, Cristante voleva darsi un tono internazionale. A diciannove anni è entrato al Da Luz, l’imponente stadio del Benfica. Più avanti vorrebbe traslocare dentro altri grandi stadi e poi chissà, certi amori fanno giri immensi e poi ritornano. Cristante, lo rifarebbe? Lasciare il Milan, trasferirsi in Portogallo e tornare solo per rispondere alla convocazione in Under 20. «Lo sognavo fin da piccolo, poter diventare grande lontano da casa, da tutto e da tutti: cresci veloce e cresci di più. Lo rifarei tutta la vita. Sei più solo ma sei più ricco dentro. Il Benfica è un grandissimo club, come lo è il Milan, ma in futuro spero di continuare all’estero, 13 girare altri Paesi, vedere in giro cosa c’è. Lisbona è una città bella ed esigente che vive di calcio, che porta minimo quarantamila persone allo stadio, e pretende. Finisce che la pressione ti responsabilizza. E poi c’è Rui Costa, il nostro direttore sportivo: con lui parliamo spessissimo di Milan, mi fa un sacco di domande». Appunto, non è che l’atmosfera a Milanello l’aiuta a non avere rimpianti? «Dispiace vedere la squadra in questa situazione, è pure una sorpresa perché avevo fatto con loro tutto il precampionato e non c’erano avvisaglie: nonostante un allenatore nuovo con giocatori nuovi stavamo trovando un gioco nostro. In ogni caso presto si sistemerà per tornare in alto, dove gli compete. Io lo stesso non mi pentirò della scelta fatta: il mio desiderio di un’esperienza fuori è stato più forte della volontà di Galliani di trattenermi e della fiducia che mi aveva dato Inzaghi». Nemmeno l’idea di un prossimo Milan giovane, talentuoso e italiano la fa tornare sui suoi passi? «No, ripeto sono felice e non rosico. Ci sono tanti altri giocatori fortissimi e con un’intera carriera davanti, come De Sciglio ed El Shaarawy. Sono in un periodo difficile ma in futuro faranno ancora meglio di quanto hanno già dimostrato. Non sarò certo io a far parlare di filosofia sui giovani rinnegata. Anche perché nel centrocampo attuale del Milan potevo starci benissimo, e ribadisco: non sono andato via per paura di non farcela ma per la mia voglia di estero. Un’esperienza che mi sento di consigliare a tutti i ragazzi della mia età». Prima o poi tornerà? «Ho incontrato Galliani un paio di settimane fa, rivederlo è stato un grande piacere. È il numero uno tra i dirigenti calcistici italiani e ha speso belle parole per me. Mi ha detto, testuale: “Ti consideriamo sempre parte della famiglia”. Il Milan era un sogno quando sono arrivato ragazzino e sarà un sogno anche in futuro. Resta un club glorioso con grandi campioni: sono un tifoso rossonero e chissà, magari un giorno, con un bel po’ di esperienza internazionale in più, tornerò». a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA 15 ● Le presenze di Cristante nel Benfica: 5 in campionato, 3 in Coppa Portogallo, 4 in Coppa di Lega (con 1 gol), 3 in Champions. Nel Milan, 5 gare in tre stagioni 14 Serie A R In cattedra MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT A lezione da Lotito «Anderson resta Lazio miracolosa» Mandorlini scalda Verona «Ho Bagnoli nel mirino» 1Il n°1 biancoceleste agli studenti universitari: L IN GIALLOBLÙ DAL 2010 Matteo Fontana VERONA a delusione per la sconfitta con la Lazio è già stata smaltita. Un bicchiere in Fiera, a Verona, per l’evento su scala internazionale del Vinitaly, e Andrea Mandorlini carica l’Hellas per l’ultimo scatto in ottica salvezza: «Dopo la pausa ci aspetta la partita con il Cesena. E sarà fondamentale. Non so se sarà decisiva, ma fondamentale, questo, sì». «Fatturiamo 80 milioni, battiamo club da 300» Stefano Cieri ROMA P rofessore per un giorno. Claudio Lotito è salito ieri in cattedra. Una cattedra vera, quella della Pontificia Università Europea di Roma. Lo hanno invitato per tenere una lectio magistralis sul bilancio economico delle società quotate in Borsa. E lui non si è tirato indietro. Ha parlato per due ore e avrebbe continuato se il Rettore non l’avesse fermato. «Posso andare avanti», ha «minacciato» Lotito allo scadere delle due ore. «Abbiamo dei tempi da rispettare», lo ha bloccato il Rettore, che però ha colto la palla al balzo: «La aspettiamo per altre lezioni». HERNANES UN CAPOLAVORO Il tema di quella di ieri (con Lotito anche i giocatori Djordjevic e Pereirinha e l’aquila Olympia) era come si salva una società gravata da 550 milioni di debiti. E’ il caso Lazio, che Lotito rilevò nel 2004 in una situazione pre-fallimentare e che nel giro di tre anni riportò in vita. Ha ripercorso, il presidente, le tappe salienti del salvataggio: dall’accordo con l’Erario (debito di 150 milioni spalmato in 23 anni) allo sfruttamento del marchio per attutire le conseguenze della riduzione da 10 a 5 anni della durata dello spalmaperdite. Ma la parte più interessante c’è stata quando ha spiegato, in concreto, come si salva un bilancio. «Sarò eternamente grato a Kolarov (ceduto al City nel 2010, ndr.). Ero pronto a trattenerlo, ma lui mi disse che c’era un club importante che lo voleva. Era il City, a cui lo vendemmo per 20 milioni dopo averlo preso per 700 mila euro. Gli emiri (si riferisce ai proprietari del City, ndr.) mi dissero che non avrebbero più fatto affari con me...». E poi racconta la cessione all’Inter di Hernanes di un anno fa: «Non volevo venderlo, ma lui e il suo procuratore avevano deciso di andarsene. A quel punto ho preso in mano la situazione e sono andato a trattare con l’Inter. Dalla cessione la Lazio ha ricavato 20 milioni (era stato pagato 11, ndr): è stato un capolavoro». ANDERSON RESTA Un capolavoro ancora più grande può essere Felipe Anderson. Comprato per 9 milioni, oggi ne vale cinque volte di più. Se e quando lo venderà, per Lotito sarà la plusvalenza del secolo. Uno studente glielo fa notare e lo invita pure a farlo, ammettendo di essere romanista... E lui: «La plusvalenza non ci sarà perché Felipe resterà con noi. E’ profondamente religioso e ha certi valori. Tra l’altro ha appena rinnovato il contratto. Solo di fronte a proposte indecenti potremmo valutare, ma non accadrà». Un altro studente invece gli fa notare che sono anni che la Lazio (intesa come società quotata in Borsa) non distribuisce dividendi agli azionisti. «Vero, ma è meglio che le risorse siano tutte destinate alla società. Noi abbiamo un fatturato di 80 milioni e dobbiamo competere con società che fatturano cifre molto superiori. Se disponessi dei 300 milioni di fatturato della Juve vincerei tutto: scudetti, coppe nazionali e internazionali. Quello che stiamo facendo con la Lazio e anche con la Claudio Lotito, 57 anni, presidente della Lazio dall’estate del 2004 ANSA Salernitana (capolista in Lega Pro, ndr.) lo dimostra». E aggiunge: «Con i bilanci non si scherza. Il caso Parma insegna. Non si può spendere più di quanto si ricava. E non è possibile che un club venga acquistato da una persona che non fornisce garanzie (il riferimento è a Manenti, ndr.). Per fortuna la Federcalcio si accinge a introdurre una normativa più ferrea in materia». L’aquila Olympia sbatte le ali. Quasi a voler dare un assenso alle parole del presidente. O, forse, solo per dire che la lezione può finire qui. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA CESSIONE DI HERNANES E’ STATA IL MIO CAPOLAVORO: PROVAI A TRATTENERLO MA LUI VOLEVA ANDARE CON I BILANCI NON SI SCHERZA. IL CASO PARMA INSEGNA: NON SI PUÒ SPENDERE PIÙ DI QUANTO SI RICAVA CLAUDIO LOTITO PRESIDENTE LAZIO NIENTE SCONTATO Scontro diretto quello del sabato di Pasqua al Bentegodi, prima di 7 gare interne (compreso il derby che con il Chievo, tecnicamente in trasferta) sulle 10 che mancano. Mandorlini avvisa: «Sembra facile, ma non c’è niente di scontato». Vero è che a +11 sulle terzultime, con il contratto in scadenza, l’allenatore gialloblù potrebbe lanciare un segnale alla società per un rinnovo che aprirebbe il 6° anno all’Hellas. Ma Mandorlini glissa: «Le priorità sono altre, dobbiamo pensare a raggiungere il nostro obiettivo. A Verona sto benissimo, voglio rimanerci il più a lungo possibile. E, magari, battere il record di Osvaldo Bagnoli (all’Hellas dal 1981 al 1990, ndr)». © RIPRODUZIONE RISERVATA Serie A R L’intervista MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 15 «Piacere, Verde: gioco nella Roma per una nevicata» Difficoltà per lo stadio Servono 500 milioni 1«Il provino con la Juve saltò per il maltempo P IL CASO Alessandro Catapano ROMA iù che i tempi (comunque dilatati fino al 15 giugno, nuova deadline per la presentazione del progetto esecutivo), preoccupano i soldi. E non è una buona notizia. L’ottimismo di facciata, che anche ieri ha vestito l’incontro in Campidoglio tra il sindaco Marino («L’obiettivo resta posare la prima pietra nel 2015») e il braccio destro di Pallotta Mark Pannes («Non esistono problemi»), convince sempre meno. Detto brutalmente, lo stadio della Roma che dovrà sorgere a Tor di Valle ha bisogno di trovare subito circa 500 milioni di euro, altrimenti perfino lo studio di fattibilità che il 22 dicembre scorso ha ottenuto l’ok dell’Assemblea capitolina farà fatica a diventare progetto esecutivo. E, quindi, a ottenere dal Comune la conferma dell’«interesse pubblico», senza il quale l’opera muore prima di nascere. In estate temevo di andare via: avrei smesso» Francesco Oddi ROMA L'IDENTIKIT D DANIELE VERDE aniele Verde è un calciatore che ha un talento di cui lui stesso non si rende conto. Lo disse Rudi Garcia dopo la magnifica prova di Cagliari, all’esordio da titolare, lo conferma il diretto interessato, rammaricandosi che «non è un granché» il suo destro, che pure usa come pochi mancini sanno fare. O ammettendo di aver temuto di dover smettere, solo pochi mesi fa, quando non aveva la riconferma in tasca, dopo una stagione a guardare gli altri giocare, in Primavera. «E un bel po’ era anche colpa mia, che pensavo che il calcio fosse solo quello con la palla tra i piedi: correvo solo quando l’avevo io». La scorsa estate, in vacanza, quando le partite erano ancora lontane, matura la consapevolezza che mancava. «Mi sono reso conto che se non avessi cominciato con la giusta mentalità, il sogno si sarebbe interrotto, sarei dovuto andar via dalla Roma. Avevo paura». Che sarebbe successo? «Che forse avrei mollato il calcio. Auguro tutto il bene del mondo ai miei amici che stanno faticando per arrivare dove sono io ora, ma non so se ce l’avrei fatta a ricominciare e provare a risalire. Un altro ragazzo di Napoli che venne alla Roma con me, Serrone, è andato via, è passato all’Avellino, e ora ha trovato una squadra, e gioca in serie D». NATO IL 20/6/1996 A NAPOLI RUOLO ATTACCANTE ALTEZZA 168 CM PESO 65 KG IN PRIMAVERA Arriva nel settore giovanile della Roma dal Pigna calcio, nel 2010, con i Giovanissimi Nazionali allenati da Montella. È da quest’anno nel giro delle nazionali giovanili: da ieri è in Austria con l’Under 19, domani in campo contro la Croazia. IN PRIMA SQUADRA Garcia lo fa debuttare a Palermo, il 17 gennaio 2015. Da lì altre 6 presenze in A (tra cui quella con assist a Cagliari), 1 in Coppa Italia e 2 in Europa League. DEVO LAVORARE PER MIGLIORARE IL DESTRO INVECE SUL COLPO DI TESTA DOVREI PROPRIO RIPARTIRE DA CAPO DEVO MOLTO A GARCIA MA NON SO DOVE VEDA IL MIO TALENTO. E NON SO SE POTRÒ ARRIVARE DOVE MOLTI CREDONO DANIELE VERDE ATTACCANTE ROMA Si guadagna anche lì. «Io non so se ce la farei. Mio fratello, che ora ha 41 anni, giocava nell’Inter, perché all’epoca i miei genitori vivevano lì. Lo allenava Giacinto Facchetti, lo avrà fatto impazzire: mio fratello era una testa matta. Era arrivato in Primavera, ma era frenetico, reagiva subito, mi ha detto tante volte di non seguire la sua strada. Poi mio padre per lavoro è dovuto tornare a Napoli, lui da solo non voleva stare, è tornato e ha smesso». Dopo lo scavino che ha fatto segnare Ljajic a Cagliari, non corre più questo rischio. E ha esultato come se avesse segnato lei. «Non sta bene che sia io a dirlo, ma mi è venuta una gran bella giocata, non mi sembrava neanche vero. Diciamo che Ljajic, segnando, ha fatto sì che se ne parlasse di più: ho esultato per l’assist». Una giocata da fantasista. E poi una da ala pura sul gol di Paredes, secondo assist della giornata. E sullo 0-0, un paio di spunti pericolosi col destro. «Devo migliorarlo il destro, cerco di portarlo ai livelli del sinistro, o quasi. Come devo migliorare sul piano fisico. Sul colpo di testa, invece, facciamo prima a dire che c’è da iniziare da capo. A Cagliari avevo provato a fare le prime giocate col destro, proprio per non far capire la mia forza, e non dar punti di riferimento ai difensori. Magari nei Giovanissimi o negli Allievi gli allenatori lo dicono: occhio che quello è mancino, ma in serie A chi mi conosce?». Una montagna che poteva essere altrove: lei è di Napoli, lo voleva la Juventus, è arrivato alla Roma. «Al Napoli non ho mai detto di no: semplicemente non mi hanno mai contattato, nessun provino, niente. Alla Juve dovevo andare, ma c’era la neve, e saltò il provino. Prima che ne organizzassero un altro, si fece sotto la Roma: c’erano Bruno Conti, Montella e Muzzi, mi presero subito, senza perdere tempo. Per una nevicata: evidentemente la Roma era nel mio destino». ATTENZIONE I 500 milioni sono il budget previsto per lo stadio, le opere pubbliche interne (parcheggi, etc...) e strategiche (prolungamento della metro, ponte pedonale, collegamento con la RomaFiumicino, etc...), che il Comune vuole si facciano subito, prima delle altre inserite nel progetto (business district e centri commerciali), considerate, invece, prioritarie dalla Roma e dal costruttore Parnasi. Da un paio di mesi le parti sono ferme su questo snodo, ma ieri Marino è stato chiaro: se il progetto esecutivo non prevederà la «road map» (con relativa copertura economica) suggerita dal Comune, addio al bollino di «pubblica utilità», quindi al progetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Daniele Verde, 18 anni, ha un contratto con la Roma fino al 2018 OLYMPIA E Rudi Garcia a fine partita ha detto: «Verde ancora non si rende conto dei mezzi che ha». «Io sono sincero: non so dove il mister li ha visti questi mezzi. Ovvio che posso solo ringraziarlo, e tanto. Ma non vorrei passare per sbruffone: conosco bene i miei mezzi, non so se riuscirò ad arrivare dove in tanti pensano che io possa arrivare». Però, rispetto all’anno scorso, ne ha fatta di strada. «Era il primo anno di Primavera: il momento più duro da quando sono a Roma. Il più bello è stato il primo, nei Giovanissimi, con Vincenzo Montella. Ero appena arrivato, pensavo a divertirmi, e lui, oltre a farci lavorare quasi solamente sulla tecnica, mi ha fatto capire come ci si comporta in un club professionistico. Cosa bisogna fare, per scalare la montagna». IL PRIMATO Fenomenale Zapata, nessuno segna come lui 1Il colombiano del Napoli «timbra» ogni 97’, in A è il giocatore con il miglior rapporto gol-minuti. E Benitez adesso lo valorizzerà Mimmo Malfitano NAPOLI I l personaggio è tra quelli di fascia media, che hanno poca visibilità, ma che sanno essere concreti quando ce n’è bisogno. A renderlo protagonista, in questi giorni, sono soprattutto i numeri, gli stessi che raccontano quanto Duvan Zapata sappia essere determinante nel suo ruolo. Le statistiche, infatti, evidenziano un dato quantomeno singolare se si considera che, comunque, si sta analizzando il rendimento di un giocatore che non è tra i titolari fissi a disposizione di Rafa Benitez e che finora s’è costruito quel poco di popolarità segnando reti pesanti, nei secondi finali. Attualmente, l’attaccante del Napoli è il giocatore che vanta la migliore frequenza gol in questo campionato, tra tutti quelli che hanno realizzato almeno più di tre reti: in pratica, finora, l’attaccante colombiano è andato a segno ogni 97 minuti dei 579 giocati fin qui. Il suo Napoli è ancora impegnato su tre fronti e le energie e la fisicità di Duvan Zapata potrebbero essere quel qualcosa in più da poter opporre agli avversari. In campionato è stato impiegato 16 volte, mentre nelle varie coppe vanta 9 presenze. Di certo i suoi muscoli non sono stati stressati come quelli di Higuain che, nell’insieme, ha già giocato 43 partite, nazionale argentina esclusa. Alle sue spalle c’è Mohamed Salah, l’egiziano della Fiorentina, che ha realizzato 3 reti nei 310’ giocati, con una media di una rete ogni 103 minuti. SORPRENDENTE Cifre importanti, dunque, che hanno incuriosito lo stesso attaccante colombiano, al suo secondo anno di Napoli. Da queste parti è arrivato nell’estate 2013, prelevato dall’Estudiantes, per fare la riserva di Gonzalo Higuain. Un ruolo che Zapata ha accettato, sin dal primo momento, senza avanzare pretese, in silenzio s’è accomodato in panchina, aspettando il momento propizio per dimostrare poi tutto il suo valore . E nella sua prima stagione, ha messo insieme 22 presenze e 7 gol. Nell’attuale, invece, s’è già superato, considerando che fin qui ha sommato 25 presenze e 8 reti, evitando al Napoli, per ben due volte, la sconfitta. La prima in quel di a Marassi, contro la Sampdoria, con un tocco di testa ravvicinato all’ultimo minuto di gioco. Pro- Duvan Zapata, 23 anni, attaccante colombiano del Napoli. Per lui quest’anno 6 gol in 579 minuti giocati BOZZANI dezze che valse l’1-1 finale per la squadra di Benitez. La seconda, recentissima, contro l’Atalanta, domenica sera, che è servito per pareggiare la rete di Pinilla. La curiosità è che in entrambe le partite Zapata è subentrato. UOMO MERCATO La sua praticità sottorete non è passato inosservata nelle sessioni del mercato. Il d.s. Riccardo Bigon ha dovuto respingere alcune offerte di club italiani, tra cui il Torino, che avrebbero speso volentieri qualche milione di euro per assicurarsene almeno il prestito con il diritto di riscatto. Ma il no deciso di Rafa Benitez, l’ultimo arrivato proprio a gennaio, ha chiuso ogni discussione, eventuali acquirenti dovranno ritornare alla carica a fine campionato. Intanto, l’allenatore spagnolo lo terrà in grande considerazione in questo finale di stagione. COSÌ LE PUNTE ZAPATA (NAPOLI) IN GOL OGNI 97’ SALAH (FIORENTINA) 103’ TEVEZ (JUVENTUS) 139’ GABBIADINI (NAPOLI) 143’ ICARDI (INTER) 147’ FELIPE ANDERSON (LAZIO) 147’ MORATA (JUVENTUS) 150’ RODRIGUEZ (CESENA) 152’ MENEZ (MILAN) 159’ MATRI (JUVENTUS) 159’ GOL PESANTI Serviranno alla ripresa del campionato per tentare di rientrare in zona Champions League. I risultati di domenica, hanno retrocesso il Napoli al quinto posto, a cinque punti dalla Lazio che è terza. E dopo la sosta, ci sarà lo scontro diretto con la Roma, in programma all’Olimpico, sabato santo. Potrebbe essere quella la partita che darà maggiori indicazioni sulle probabilità che avrà a disposizione, Rafa Benitez, per evitare che il suo campionato diventi un flop. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Serie A R MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT A TU PER TU CON... CONTENUTO PREMIUM Maran «GUARDIOLA O NO IO SALVO IL CHIEVO» È IL TOP TRA I SUBENTRATI IN A: «LA GAVETTA AIUTA, PERCHÉ GLI ERRORI TI FANNO CRESCERE» Gugliemo Longhi INVIATO A VERONA U no stand degli oltre 4 mila di Vinitaly è dedicato al vino tarocco: il barbera bianco prodotto in Romania, il marsala sudamericano, il kressecco tedesco... In un altro stand, il presidente Luca Campedelli spiega cos’è lo spirito Chievo: «E’ far parte di una famiglia, è non mollare mai, anche quando perdi 3-0: ricordate Empoli? Poi non abbiamo più preso gol». Spirito autentico, dunque, inimitabile come il Valpolicella che a qualche metro di distanza sta bevendo Rolando Maran: chiamato in ottobre al posto di Corini, oggi è l’allenatore subentrato con la media punti più alta. Meglio di Mancini. Maran, saltiamo la prima domanda, tanto conosciamo già la riposta. Pensava fosse più difficile questa salvezza? «Sapevo che sarebbe servita un’impresa e l’impresa la stiamo facendo». Come definirebbe il suo 4-4-2? «Qualcosa di coraggioso: siamo la squadra che dopo la Juve recupera più palloni nella metà campo avversaria. Possesso palla e pressing alto sono le nostre caratteristiche, forse perché da giocatore non potevo farlo». Difensore dai piedi ruvidi? «Al contrario, mi piaceva ragionare, far partire l’azione. Il classico allenatore in campo. Baldini, al quale avrei fatto da vice ROLANDO MARAN è nato Trento il 14 luglio 1963. Ex difensore, al Chievo dal 1986 al 1995, ha allenato Cittadella, Brescia, Bari, Triestina, Varese, Vicenza e Catania per due anni, me lo diceva sempre: il tuo posto è in panchina. Mi ha insegnato molto, mi spiace che sia finito fuori dal giro». Perché è così difficile che un difensore diventi un bravo allenatore? «E’ una questione di testa. E poi ci sono le eccezioni: Pioli». Sarri a 55 anni è arrivato in A, lei a 49: quanto conta la gavetta? «Moltissimo, è una palestra preziosa, gli errori servono per crescere in modo graduale e fare un passo alla volta alleggerendo le responsabilità. Non ho mai capito il guardiolismo, la moda di fare tutto in fretta». Non pensa di essere stato sottovalutato? «Diciamo che se ho raggiunto la A tardi, vuol dire che l’ho meritata solo ora. Oppure non riesco a vendermi bene...». Mai retrocesso da allenatore. «Anche da giocatore, si vede che sono un portafortuna». Mai esoneri banali: a Brescia è stato cacciato dopo aver vinto 3-0 in trasferta, a Bari quando aveva 7 punti sul playout. «Il calcio è così: vive di momenti e a pagare sono gli allenatori». Cosa significa 1,33? «E’ la mia media punti: 7 vitto- DOPO LA JUVE SIAMO LA SQUADRA CHE PRESSA PIÙ ALTO. FORSE PERCHÈ DA GIOCATORE NON CI RIUSCIVO NON CI SENTIAMO PARENTI POVERI DEL VERONA. IL DERBY, SEMMAI, DEVE INORGOGLIRE LA CITTÀ ROLANDO MARAN ALLENATORE CHIEVO rie, 7 pareggi, 7 sconfitte. Non male». E 56? «Il record di punti ottenuti col Catania in A». Cosa faceva nel tempo libero uno di Trento a Catania? «Mangiava ottimo pesce e sciava sull’Etna». La difficoltà di subentrare in corsa? «Devi trovare in fretta un equilibrio, i ragazzi sono stati bravi a seguirmi». Il compagno di Supercorso che non dimentica? «Allegri, mi è sempre piaciuto il suo modo di lavorare, di avvicinarsi alla partita». La tesi finale di Maran? «Posizionamento della difesa sugli angoli: 110 e lode». Sulle palle inattive, meglio a uomo o a zona? «Non c’è il sistema ideale: noi difendiamo a zona, una delle prime cose che ho cambiato». Il giocatore più forte che ha incontrato? «Pirlo». LO SPIRITO DEL CHIEVO È FAR PARTE DI UNA FAMIGLIA CHE NELLE DIFFICOLTÀ NON MOLLA MAI RICORDATE LA SCONFITTA PER 3-0 A EMPOLI? DA ALLORA NON ABBIAMO PIÙ PRESO UN GOL E che ha allenato? «Escludendo il Chievo, dico Almiron». Eredi in famiglia? «Mio figlio Gianluca, terzino del Giorgione, in D. Domenica finalmente sono riuscito a vederlo in campo: ha perso, stavolta non ho portato fortuna...» © RIPRODUZIONE RISERVATA LUCA CAMPEDELLI PRESIDENTE CHIEVO «E’ vero, non siamo ancora salvi: mancano dieci giornate, meglio non scherzare anche se siamo a più 11 sulla terz’ultima». Gli stessi punti dell’Hellas: non siete più i parenti poveri. «Mai sentiti inferiori. E per questa città dev’essere un vanto avere due squadre che si confermano in A». Nove anni da giocatore, ora la panchina: com’è cambiato il Chievo? «Moltissimo, anche se la proprietà è la stessa.La società si è consolidata, si è formato uno zoccolo duro di tifosi. Ma la mentalità e l’ambiente sono rimasti uguali, lavorare qui è come sentirsi a casa». IN VISITA A VINITALY ● Il tecnico Rolando Maran (qui col nostro inviato) ieri era ospite di «Vinitaly», il salone internazionale del vino e dei distillati che si concluderà oggi a Verona. Con lui anche il presidente Campedelli e alcuni giocatori del Chievo. Calcio giovanile R L’inchiesta I TALENTI USCITI DAL VIVAIO Gianluigi Buffon 1991-2001 Arriva nel vivaio da centrocampista. In porta va meglio... con i grandi vince anche la Coppa Uefa MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Giuseppe Rossi 2000-04 e 2007 Nel vivaio 4 anni: segna senza sosta e se ne va allo United. Nel 2007 torna: salva la prima squadra Alessandro Melli 1983-94 e 1995-97 Arriva a 13 anni: poi è protagonista della scalata dalla C alla A. Ha vinto Coppa Italia, Uefa e Coppa Coppe Parma, il grande caos non spaventa i baby 1Docce fredde e bus sequestrati, ma le squadre giovanili Alberto Cerri 2006-14 Gioiellino recente: ha vinto lo scudetto Allievi e debuttato in A a 16 anni. Capitano dell’Italia Under 19 I ragazzi della Primavera del Parma, allenati da Hernan Crespo, si danno la carica prima del match Su Gazzetta.it una sezione giovani E ogni martedì in tv U L E N OV E F RZE CA LCI O D EL ● «Le nuove forze del calcio» è il titolo di un approfondimento che la Gazzetta dedica ai giovani. Il quotidiano pubblica pagine come questa ogni due settimane, mentre su Gazzetta.it è attivo un canale dedicato: gazzetta.it/calcio/nuove-forzecalcio. E ora l’appuntamento raddoppia, con la trasmissione su GazzettaTv, canale 59 del digitale terrestre: ogni martedì, alle ore 14.15. Vincenzo D’Angelo Francesco Oddi L’ estrema beffa è arrivata con il sequestro dei pullmini della società, destinati al settore giovanile. I pullmini andavano a prendere i ragazzi del vivaio, che venivano portati al campo di allenamento e alla fine riaccompagnati a casa. È successo anche questo negli ultimi incredibili mesi a Parma. Il disastro societario ha avuto una reazione a catena su tutti i livelli, incidendo in maniera pesante anche nel vivaio. Il tecnico della Primavera Hernan Crespo ci ha messo la faccia, raccontando come: «Ogni giorno facciamo la conta degli ammalati. Non abbiamo nemmeno l’acqua calda, siamo costretti a fare la doccia fredda dopo l’allenamento». Ma nessuno ha perso la speranza per trovare una luce positiva in fondo alla stagione. «Lasciateci vin- cere lo scudetto. O almeno lasciateci sognare di poterlo fare». L’appello di Maurizio Neri, tecnico dei Giovanissimi Nazionali del Parma, arrivò da Pescara, dove la sua squadra era impegnata a fine febbraio nel Torneo Nike, che sta alla categoria Giovanissimi come il Viareggio sta alla Primavera. A Pescara lui e i suoi ragazzi arrivarono con il pullman dell’Inter, che fece una sosta in Emilia per andare a prendere la squadra gialloblù. Un’ulteriore ombra in una vicenda nera, che al momento però non sembra frenare le ambizioni di successo delle giovanili del Parma. I risultati sportivi parlano chiaro: i Giovanissimi sono primi nel girone E, con 7 punti di vantaggio sul Sassuolo. E al torneo Nike la loro corsa si è fermata in semifinale. Gli Allievi di Fausto Pizzi sono quinti nel girone A, a 11 punti dall’Empoli capolista, ma anche con 5 punti in più della Juve, fresca vincitrice dell’Arco di MISSIONE Per aiutare i giovani si sono mossi, sottotraccia, anche gli imprenditori locali. Guido Barilla, presidente dell’omonimo gruppo alimentare, s’è reso disponibile a pagare alcune spese per i ragazzi del vivaio e a fornire materiale per portare a termine la stagione. Una stagione che il Parma può ancora chiudere con un sorriso, grazie al settore giovanile: «La sofferenza sta nel vedere tante persone lavorare con passione e sacrificio senza percepire soldi — dice Francesco Palmieri, responsabile del settore giovanile da otto anni — Ci sono allenatori che non prendono stipendio da mesi, e con loro tutti i membri degli staff. Malgrado tutto lavoriamo per permettere ai risultati del campo di fare ancora onore a questa società. Ho grandi aspettative verso le tre squadre nazionali (Giovanissimi, Allievi e Primavera), lo scudetto Allievi di due anni fa fu un’emozione incredibile, il raccolto dei frutti di anni di lavoro». Un lavoro scrupoloso, specie nella ricerca sul territorio: «Cerchiamo di sfruttare al massimo questa enorme risorsa, assemblando i ragazzi sin da piccoli per farli crescere insieme. La cosa più importante è non fargli perdere la strada giusta — sottolinea Palmieri — Tutti sono capaci di trovare un talento, in pochi hanno la pazienza e la volontà per farlo maturare». Il Parma ha un tesoro nel suo serbatoio. Perderlo sarebbe un delitto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Josè Mauri dal 2012 Arrivato sedicenne dall’Argentina, ha vinto lo scudetto o Allievi e conquistato presto un posto in A LA CLASSIFICA DEGLI UNDER 21 DI A PER MEDIA VOTO 2 DOMANDE A... ALBERTO CERRI ATTACCANTE 1 6,58 FELIPE ANDERSON LAZIO attaccante 1993 6,5 POGBA JUVENTUS centrocampista 1993 lottano per il vertice. Il responsabile: «Orgogliosi di noi» Trento. E la Primavera sembra l’unica squadra del girone A in grado di dare fastidio a Torino, Spezia e Juve per l’ultimo posto utile in chiave playoff, dopo aver disputato un ottimo Viareggio da pendolari. Sì, perché i soldi per pagare l’albergo non c’erano e si faceva avanti e indietro per ogni partita. 17 2 3 6,48 DYBALA PALERMO attaccante 1993 6,48 PERIN GENOA portiere 1992 6,41 SPORTIELLO ATALANTA portiere 1992 6,33 MORATA JUVENTUS attaccante 1992 6,27 DONSAH CAGLIARI centrocampista 1996 6,22 BERARDI SASSUOLO attaccante 1994 6,22 IZZO GENOA difensore 1992 6,2 NIANG GENOA attaccante 1994 5 6 7 8 10 CENTIMETRI Cerri e la cessione «Qui ero chiuso Se vuoi sfondare devi farti spazio» (f.o.) Alberto Cerri, capitano dell'Under 19, è il giovane talento migliore in orbita Parma: attualmente è in prestito al Lanciano. ● Il 29 settembre era già a 4 gol in B: il suo ex tecnico Fausto Pizzi, si chiede perché un club in quelle condizioni abbia fatto mercato a gennaio, invece di tenersi i suoi giovani. «Ad agosto ero stato io a chiedere di andare via: sono stato due anni aggregato alla prima squadra, ma tra Europeo e Mondiale Under 17, e una distrazione al collaterale, ho fatto solo 2 presenze. Forse non ero ancora pronto, ma quando ho chiesto di andare via Amauri non era ancora stato ceduto, e Biabiany poteva giocare… Non avevo nessuna fretta, a Parma sono nato e cresciuto, ma per inseguire i sogni un calciatore prima o poi deve staccarsi». ● Non aveva intuito nulla, della situazione economica, neppure quando era stata negata la licenza Uefa? «Quando è arrivata la notizia, all’ultima giornata, ero con la Nazionale, e poi sono andato in vacanza. Non sapevamo nulla di quello che stava succedendo. E ovviamente ci dispiace tantissimo: oltre ai giocatori, ci sono tantissime persone che prendono uno stipendio normale, che sono in una brutta situazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Mondo R Spagna MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID TACCUINO U AMICHEVOLI na questione di passione, di fede, di attaccamento ai colori. Un legame fortissimo con il club e la sua gente. La voglia di continuare a crescere insieme, a fare storia, a dar fastidio al duopolio BarçaMadrid che governa la Liga con i suoi fatturati da oltre mezzo miliardo di euro all’anno. AMORE A LUNGO RAGGIO Questo il senso, il messaggio, la foto di #Simeone2020, il rinnovo di Diego «Sir Alex» Simeone con l’Atletico Madrid. Il «Cholo» è già l’allenatore più longevo dei 20 di questa Liga. Aveva un contratto fino al 2017, non in scadenza tra 3 mesi. Eppure il tecnico e la società hanno sentito il bisogno di stringersi ancor di più, di legare il proprio futuro per altri 5 anni, di mandare un messaggio di unità e coesione d’intenti. In questi tempi di allenatori sempre a rischio, di isterismo presidenziale e di umori instabili della folla (se pensate al Real Madrid fate bene), l’Atletico e il «Cholo» se ne vanno per un’altra strada. SUPER STIPENDIO Ovviamente si tratta di un amore a 6 zeri: Simeone al momento non arriva ai 3 milioni di euro netti a stagione e diventerà l’impiegato più pagato del club, superando largamente i 4,5 milioni netti che riceve al momento Koke. Si parla di 6 milioni, forse qualcosa in meno. Occhio, nel contratto c’è una clausola secondo la quale entrambe le parti ad ogni finale di stagione possono decidere di separarsi senza dover pagare penali. Però diciamo che si tratta di una scialuppa di salvataggio in caso di rottura storica, di frattura irrimediabile. Perché in riva al Manzanarre hanno davvero voglia di farsi guidare dalla forte mano del «Cholo» il più a lungo possibile. 5 TITOLI IN 3 ANNI E non potrebbe essere altrimenti: in due stagioni intere, più questa da concludere e la mezza di quando arrivò (Natale 2011), Simeone ha vinto 5 titoli degli 11 che ha disputato: la Europa League dopo 6 mesi, la Supercoppa Eu- Germania in campo con il lutto al braccio SIR ALEX ALLO UNITED PER 27 ANNI ● Simeone è stato ribattezzato ieri il Ferguson dell’Atletico, dopo aver allungato fino al 2020. Ma Sir Alex rimane lontano: è stato sulla panchina del Manchester United per 27 anni, dal 1986 al 2013. Diego Pablo Simeone, primo a sinistra, con il presidente Enrique Cerezo e il d.s. Jose Luis Caminero LAPRESSE Simeone 2020 Anche l’Atletico ha il suo Ferguson 1Il Cholo ha allungato il contratto per 5 anni Ha rifiutato la corte del City, guadagnerà 6 milioni «LA MIA SCELTA? PASSIONE, SPERANZA, AMORE PER IL CLUB, COLORI. LA MAGLIA CONTA» DIEGO SIMEONE TECNICO ATLETICO MADRID ropea, la prima Copa del Rey dopo 17 anni di astinenza, a casa di Mourinho col Madrid che non perdeva un derby dal secolo scorso, la prima Liga dopo 18 anni, la Supercoppa di Spagna. Ha portato l’«Atleti» alla seconda finale di Champions della sua storia, 40 anni dopo la prima, e l’ha persa a 90 secondi dalla fine. Per Simeone record di punti (90) e gol (116) in Liga, traguardo delle 100 vittorie tagliato a 156 partite (primato del club) e la percentuale di successi (62%) più alta rispetto a tutti i suoi predecessori. È il terzo per presenze, 192 contro le 204 di Ricado Zamora e le 611 di Luis Aragones, e ha detto che no, non gli interessa fare il manager all’inglese. LA SCELTA Nella decisione ha avuto un ruolo chiave la pesante iniezione di cash garantita dall’ingresso nel club del gruppo cinese Wanda. Il «Cholo» ama l’Italia e pensa spesso all’Inter: i nerazzurri dovranno aspettare. Il «Cholo» era il favorito dei bookmaker per la panchina del Manchester City: ha detto «Thanks, but no thanks». E ieri ha usato almeno 5 volte la parola «scelta», coniugata in diversi modi. L’argentino ha parlato di «passione, speranza, amore per il club, colori. Quando scendiamo in campo la cosa più importante non è il rivale che affrontiamo ma la maglia che portiamo. Al momento gli obiettivi sono far strada in Champions e il terzo posto in Liga, poi quello di continuare a crescere, tutti insieme». A cosa pensa guardando al futuro? «Al Cordoba». Tra due sabati, perché anche con un contratto per i prossimi 5 anni il «Cholo» non molla la sua filosofia vincente: «Qui si va avanti partido a partido». © RIPRODUZIONE RISERVATA Platini confermato: «Lotta alla violenza» 1L’ex juventino rieletto alla Uefa per smi l’hanno fatta da padrone». Chiara allusione alla tragedia dell’Heysel (il 29 maggio saranno 30 anni) in cui morirono 39 persone, quasi tutti tifosi della Juve guidata proprio da Platini. Oltre alla violenza, il presidente Uefa (ha evitato di commentare la scelta dei giocatori della Roma di andare sotto la curva dopo il k.o. con la Fiorentina) ha messo all’indice pure doping, combine e razzismo. acclamazione. E sugli ultrà ribadisce: «Serve l’aiuto di una polizia europea» INVIATO A VIENNA «F orse...» e poi un sorriso più incisivo di mille parole. Così Michel Platini ha risposto alla domanda se quello iniziato ieri sarà l’ultimo mandato da presidente Uefa. Perché a Vienna, nel giorno della scontata rielezione (servito il tris: prima volta nel 2007) arrivata per acclamazione e con un caloroso applauso, è iniziata la lunghissima volata che potrebbe portarlo tra 4 anni al traguardo della Fifa. Ieri la voglia di cambiare metodi e modi del massimo organismo mondiale è stata ripetuta in ogni intervento, con un particolare non proprio secondario: Sepp Blatter, numero uno dal 1998, era in prima fila ad ascoltare dopo aver fatto uno slalom degno di Tomba, scegliendo d’intervenire da presidente Fifa in carica e non come candidato alle prossime elezioni (29 maggio a Zurigo), dove da super favorito va a caccia del quinto SVIZZERA Losanna: via Simone Arriva Celestini ● LOSANNA Marco Simone non è più il tecnico del Losanna. Il club svizzero, che milita nella serie B, ha annunciato l’esonero dell’allenatore italiano. Al suo posto ingaggiato l’ex centrocampista della nazionale svizzera Fabio Celestini. GERMANIA Bayern: 40 giorni senza Robben ● MONACO Lungo stop per Arjen Robben, vittima di un infortunio muscolare agli addominali durante la gara di Bundesliga persa dal Bayern per 2-0 contro il Borussia Monchengladbach. Il 31enne fuoriclasse olandese, costretto ad uscire dal campo nel primo tempo, dovrà rimanere fuori almeno per 40 giorni. Oltre a le due partite dell’Olanda (il ct Hiddink lo ha sostituito con Quincy Promes), Robben darà sicuramente forfait anche per i due incontri dei quarti di Champions League contro il Porto, in programma il 15 e 21 aprile. BRASILE ESECUTIVO Francesco Ceniti ● Comincia oggi la lunga settimana di impegni internazionali fra amichevoli e qualificazioni all’Europeo. In campo anche la Germania campione del mondo: senza il portiere Neuer, leggermente infortunato, affronterà stasera l’Australia a Kaiserslautern. Previsto un minuto di silenzio per le vittime del disastro aereo di ieri in Francia. I giocatori indosseranno anche il lutto al braccio. Il programma: GermaniaAustralia (diretta su Fox, ore 20.30); Georgia-Malta; ScoziaIrlanda del Nord; DanimarcaUsa. mandato (a 79 anni). Blatter ha così evitato la contesa con gli avversari presenti in sala: il principe Alì di Giordania (vicepresidente Fifa), il presidente della federazione olandese Van Praag e Luis Figo hanno atteso il pomeriggio per menare fendenti e chiedere ai delegati di far saltare il banco. Dure soprattutto le parole di Figo: ha ricordato come la Fifa non può essere rappresentata da un solo uomo. Blatter non ha gradito: il volto teso spiegava lo stato d’animo nei confronti dell’ex interista. Platini si è goduto lo spettacolo a distanza e nel discorso di ringraziamento ha riservato diverse stoccate all’eterno rivale. CAPITANO, MIO CAPITANO Roi Michel si è rivolto ai delegati come se fosse ancora in uno spogliatoio: «Grazie per la vostra fiducia: significa molto di più di quanto possiate immaginare. Sono orgoglioso di essere il capitano di questa squadra vincente. È quel legame così stretto che ci permette di pren- Michel Platini, 59 anni, presidente Uefa, felice dopo la rielezione EPA dere decisioni coraggiose. Siamo una democrazia partecipativa: è il nostro marchio di fabbrica». Poi ha ricordato: «Noi vogliamo una Fifa forte, rispettata e rispettabile». Prima di essere rieletto, Platini aveva sottolineato: «Il calcio ha bisogno di aiuto per combattere la violenza. Occorre creare una forza di polizia europea per lo sport, l’ho detto e lo ripeto, in modo che non si ripetano i giorni bui di un passato non troppo distante in cui hooligan e fanati- 3 ● mandati compreso questo per l’ex giocatore della Juventus. Michel Platini era stato eletto a capo della Uefa per la prima volta nel 2007 ENTRA SUKER Il Congresso ha anche portato una novità nel Comitato Esecutivo: eletto l’ex nazionale croato Davor Suker, mentre oltre a Platini (in automatico da presidente Uefa) gli altri vicepresidenti Fifa sono lo spagnolo Villar (confermato) e il tedesco Niersbach (nuovo). E l’Italia? Si tiene per altri due anni la vicepresidenza di Giancarlo Abete, mentre la Federcalcio ieri era rappresentata da Maurizio Beretta e dal d.g. Michele Uva, vista la squalifica inflitta dall’Uefa a Tavecchio (6 mesi per lo scivolone su optì pobà). In sala pure l’ex presidente Figc Antonio Matarrese. E non è passata inosservata la presenza di Pierluigi Collina (capo degli arbitri Uefa): richiestissimo da tanti delegati per foto ricordo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pato recupera e sfida il Palmeiras ● RIO (m.can.) Pato ritorna nel San Paolo nel derby di stasera in casa del Palmeiras, valido per il campionato paulista. Una settimana fa l’ex milanista aveva riportato una distorsione alla caviglia nella gara col San Lorenzo per la Coppa Libertadores e sembrava destinato a uno stop più lungo. San Paolo e Palmeiras comandano i loro gironi nel campionato statale dopo 11 giornate. Pato è secondo nella classifica cannonieri con sei reti, due di meno di Rafael Longuine, dell’Audax. ARGENTINA Messi in clinica Ma il piede è ok ● Sospiro di sollievo per l’Argentina: Lionel Messi non salterà gli impegni con la sua nazionale. L’attaccante ha riportato una botta al piede destro durante la vittoria per 2-1 del Barcellona sul Real Madrid. Arrivato a Washington dove la nazionale è in ritiro, è stato sottoposto ad alcuni esami in una clinica privata, me non sono state evidenziate lesioni. Anche il Barcellona ha confermato la diagnosi. La nazionale di Martino si trova negli Usa per le amichevoli contro El Salvador di domenica e contro l’Ecuador (primo aprile). Serie B R L’analisi MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT LA VOLATA ALLE SPALLE DEL CARPI BOLOGNA PT. 53 Giornata 33ª 19 TACCUINO Livorno 34ª CARPI 35ª BRESCIA 36ª Spezia 37ª BARI 38ª Catania 39ª FROSINONE 40ª Avellino 41ª PRO VERCELLI 42ª Lanciano Carpi PRO VERCELLI Avellino CITTADELLA Varese BRESCIA Entella SPEZIA LIVORNO Frosinone Latina TRAPANI Pescara LIVORNO Carpi TERNANA Bologna CITTADELLA Crotone VICENZA Pescara CROTONE Ternana BOLOGNA Trapani CITTADELLA Brescia Vicenza LANCIANO Bari CATANIA Modena VICENZA VARESE Entella CROTONE Pescara BOLOGNA Trapani BRESCIA SPEZIA Brescia FROSINONE Modena LANCIANO Pro Vercelli AVELLINO Perugia VARESE Livorno BOLOGNA Lanciano PRO VERCELLI Frosinone PERUGIA Modena CATANIA Entella Vicenza PESCARA Crotone ENTELLA Varese TERNANA Carpi CITTADELLA VICENZA PT. 52 FROSINONE PT. 51 SPEZIA PT. 49 AVELLINO PT. 49 PESCARA PT. 47 LIVORNO PT. 47 CATANIA Minacce di morte per Pulvirenti ● CATANIA Una busta con una lettera di minacce di morte e due proiettili è stata spedita al presidente Antonino Pulvirenti del Catania, che l’ha ricevuta nei giorni scorsi nella sede di Torre del Grifo. La società ha denunciato l’episodio e soltanto ieri ha fatto trapelare la notizia. Sui muri della città sono apparse diverse scritte contro la dirigenza che, dopo aver perso la A la stagione scorsa, rischia di finire in Lega Pro. PERUGIA PT. 46 REGOLAMENTO: La prima va in A diretta, altre 6 ai playoff STATO DI FORMA: scarso Livorno buono LATINA Trapani ottimo DIFFICOLTÀ: facile PESCARA media difficile In MAIUSCOLO le gare in trasferta Bologna, quanti rischi Adesso le insidie sono 3 1Vicenza, Frosinone e Spezia sono lanciati e pronti al sorpasso E nella corsa ai playoff il Perugia ha messo nel mirino il Livorno Nicola Binda @NickBinda M eno dieci, meno certezze. Carpi a parte: teniamolo fuori dai giochi, consideriamolo già in A. C’è abbastanza sostanza dietro per trovare la seconda promossa diretta e le sei dei playoff. Alti e bassi si rincorrono, lo scenario cambia di frequente e nel mirino c’è solo una squadra: il Bologna. OCCHIO LOPEZ Oggi la classifica dice che la squadra di Lopez farebbe compagnia al Carpi, ma il rendimento delle ultime giornate (in particolare in casa) lascia molto a desiderare, soprattutto se confrontato con quello di alcune rivali come Vicenza, Frosinone e Spezia. Non solo. Il calendario che attende il Bologna non è per nulla tranquillizzante, con cinque tra- IL BOLOGNA HA QUALCOSA IN PIÙ, MA OCCHIO AL FROSINONE E SE IL PESCARA TROVA CONTINUITA’... MI CONVINCE SEMPRE DI PIÙ IL FROSINONE, CHE DOVRA’ ANCHE OSPITARE IL BOLOGNA E POTRA’ SUPERARLO COME SQUADRA IL BOLOGNA È PIÙ FORTE, MA CE LA FARÀ SOLO ALL’ULTIMO. E OCCHIO AL BARI PER I PLAYOFF ALFREDO AGLIETTI ALLENATORE GIANLUCA ATZORI ALLENATORE VINCENZO TORRENTE ALLENATORE sferte toste (compresa Vercelli, se la Pro alla penultima non sarà ancora salva) e quattro gare in casa molto difficili (Catania compreso). O arriva il salto di qualità con un cambio di marcia, o saranno playoff. gi nessuno vorrebbe affrontare sono Vicenza, Frosinone e Spezia. Stanno benissimo, vanno fortissimo. E il calendario? Il Vicenza sembra rischiare solo nelle ultime tre giornate, il Frosinone ha lo scontro diretto con il Bologna in casa, lo Spezia nelle ultime quattro gioca tre volte al Picco e in tutto ha solo quattro trasferte. E il Vicenza se la dovrà vedere con entrambe: a La Spezia e all’ultima in casa con il Frosinone. IN ASCESA Le squadre che og- IN DISCESA Le altre candidate vivono un momento di appannamento. Soprattutto il Livor- no, in caduta libera e adesso insidiato dal Perugia che, al contrario, si è rilanciato alla grande: tra le due ci sarà lo scontro diretto al Curi, mentre Camplone dovrà andare nella sua città a sfidare il Pescara, che oggi è accanto al Livorno a quota 47. Perugia e Pescara come il Frosinone con il Latina - hanno anche l’insidia derby con Ternana e Lanciano: sono sfide in cui la differenza in classifica si azzera. Infine l’Avellino, che di tutto il gruppo di pretendenti alla A è la sola squadra a dover fare sei trasferte in 10 giornate. Escludiamo al momento Lanciano (43) e Bari (41) dalla corsa ai playoff, ma con riserva... I PARERI Abbiamo analizzato la situazione con tre allenatori fuori dai giochi come Aglietti, Atzori e Torrente e tutti sono concordi nel riconoscere al Bologna la maggiori qualità tecniche, ma anche a sottolineare le minacce che portano le rivali. Soprattutto il Frosinone, che a detta di tutti sta salendo in maniera impressionante. Perché questa è la serie B, fatta di discese ardite e risalite, di montagne russe infinite, con scenari che possono cambiare più volte nell’arco di una stagione. Come sull’ottovolante, dove dopo tanti saliscendi vince chi alla fine resta in alto. E a dieci giornate dalla fine ogni discesa può essere fatale. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL GIUDICE SPORTIVO Corti e Torregrossa stop di due giornate ● MILANO Il giudice sportivo ha squalificato 15 giocatori. Due giornate a Torregrossa (Crotone) e Corti (Varese), una a Ely e Sbaffo (Avellino), Poli (Carpi), Schiavi (Catania), Benedetti (Cittadella), Iacoponi (Entella), Bacinovic (Lanciano), Viviani (Latina), Bernardini (Livorno), Nizzetto (Modena), Bjarnason (Pescara), Castiglia (Pro Vercelli) e D’Elia (Vicenza). Ammende: 4.000 euro al Bari, 3.000 a Pro Vercelli e Varese, 1.500 a Bologna e Carpi. LA SITUAZIONE Sabato tre partitone Brescia, c’è Cosmi ● Nel weekend la 33a giornata. Sabato, ore 15: Bologna-Livorno (2-3) e Spezia-Pescara (2-1); ore 18: Vicenza-Carpi (0-1). Domenica, ore 12.30: Perugia-Crotone (12); ore 15: Bari-Pro Vercelli (03), Catania-Avellino (0-1), Cittadella-Ternana (1-1), Frosinone-Latina (4-1), Lanciano-Entella (0-0) e Modena-Varese (1-2); ore 20.30: Brescia-Trapani (2-3). La classifica: Carpi p. 62; Bologna (-1) 53; Vicenza 52; Frosinone 51; Avellino e Spezia 49; Pescara e Livorno 47; Perugia 46; Lanciano 43; Bari 41; Entella 40; Modena, Cittadella, Pro Vercelli e Trapani 38; Latina 37; Ternana 36; Crotone 35; Catania 32; Varese (-4) e Brescia (-6) 27. Lega Pro R LE PARTITE DI OGGI IL GIUDICE SPORTIVO LA SITUAZIONE Recupero a L’Aquila Under 21: ostacolo Turchia per la finale Sanderra, 3 turni Messina e Savona pesanti ammende I due match clou sono a Bassano e a Reggio Emilia ● Si giocano oggi due partite: il primo dei quattro recuperi al girone B e la semifinale dell’International Challenge Trophy per l’Under 21 di Lega Pro. RECUPERO GIRONE B ● Si affrontano L’Aquila e Tuttocuoio, reduci da due belle vittorie in trasferta. Per completare il girone restano da giocare mercoledì 8 aprile PistoieseAncona (ore 15) e Reggiana-Pisa (20.45), mercoledì 15 PistoieseSantarcangelo (ore 15). Ecco le probabili formazioni (inizio ore 14.30): L’AQUILA (4-2-3-1) Zandrini; Scrugli, Pomante, Zaffagnini, Pedrelli; De Francesco, Perpetuini; Pacilli, Corapi, Sandomenico; Perna. (Cacchioli, Carini, Karkalis, Djuric, Triarico, Vella, Pozzebon). All. Zavettieri. TUTTOCUOIO (3-5-2) Morandi; Colombini, Falivena, Ingrosso; Pacini, Deiola, Pane, Vitale, Agrifogli; Civilleri, Gioè. (Micheli, Mancini, Tempesti, Bachini, Gargiulo, Serrotti, Zanchi). All. Ceccomori (Alvini squalificato). ARBITRO Balice di Termoli (DonvitoGnarra). (andata 1-1) INTERNATIONAL CHALLENGE ● CASERTA Oggi alle 15 a Caserta l’Under 21 affronta la Turchia per conquistare la finale dell’International Challenge Trophy. La gara va in in diretta su Raisport 2 e in streaming su Lega Pro Channel: arbitra il tedesco Siebert. Gli azzurri di Valerio Bertotto hanno conquistato la semifinale eliminando Repubblica Ceca, Norvegia e Ucraina. L’altra semifinale fra Slovacchia e Norvegia è domani. Ecco la probabile formazione azzurra: ITALIA (4-3-3) Paleari; Ghiringhelli, Panzeri, Migliorini, Paparusso; Baldassin, Proietti, Faragò; Montini, Forte, Ganz. (Lagomarsini, Mignanelli, Silvestri, Scaccabarozzi, Cristini, Brunori, Perfetto). All. Bertotto. IL CASO Pisa: il d.s. Tomei chiede scusa a Morrone ● Sono giorni agitati al Pisa. Lunedì, dopo la sconfitta nel derby a Lucca, si è dimesso il tecnico Pillon e al suo posto è stato promosso Amoroso, mentre il capitano Morrone (scosso dalla contestazione) ha chiesto la rescissione del contratto. Il d.s. Tomei s’è lasciato a andare a dichiarazioni pesanti verso Morrone («abbandona la nave come Schettino») e ieri gli ha chiesto signorilmente scusa: «Non è mia intenzione discutere la sua professionalità, tantomeno l’aspetto umano della sua vicenda. Le mie parole sono state frutto di uno scivolone linguistico dettato dalla concitazione e dallo stress. Per questo gli chiedo scusa e rispetto profondamente la sua scelta». ● FIRENZE Il giudice sportivo della Lega Pro ha squalificato 42 giocatori, dei quali quattro del Pisa. Grosse ammende al Messina e al Savona. Inibito fino al 30 giugno un dirigente del Santarcangelo. Ecco il dettaglio. GIOCATORI ESPULSI Tre giornate a Colombo (Tuttocuoio) per atto di violenza verso un avversario al quale provocava ferita al volto; dopo l’espulsione ritardava l’uscita dal campo con atteggiamento irriguardoso verso l’arbitro; due a Vettori (Pontedera), Sini (Pisa), Genevier (Lumezzane) e Dramane (Tuttocuoio); una a Galli (Carrarese), Cojocnean (Monza), Mattielig (Pordenone), Manaj (Cremonese), Mancosu (Gubbio), Tajarol (Lupa Roma), Lanzaro (Salernitana) e Falconieri (Santarcangelo). NON ESPULSI Tre giornate a Calvarese (Catanzaro) per frase gravemente offensiva all’arbitro; una a Siniscalchi (Mantova), Iori, Caponi e Paci (Pisa), Simoncelli (Pordenone), Gazo (AlbinoLeffe), Grassi (Ascoli), De Rose e Legras (Barletta), Russotto (Catanzaro), Contessa e Gammone (Juve Stabia), Papini (Lecce), Fabiano (Martina), Pinna (Melfi), Pacciardi (Pistoiese), Silvestri (Spal), Botturi (Pro Patria), De Luca (Aversa Normanna), Mazzitelli (Südtirol), Bergamini (Paganese), De Giosa e Siega (Reggiana), Cocuzza (Renate), Franco (Salernitana), Ferrante (Savoia), Bacci (Tuttocuoio), e Kostadinovic (Vigor Lamezia). ALLENATORI Tre giornate a Sanderra (Catanzaro) per gravi offese all’arbitro; una a Mangone (AlbinoLeffe) e Alvini (Tuttocuoio). DIRIGENTI Inibito fino al 30 giugno Lani (Santarcangelo) per comportamento reiteratamente offensivo verso l’arbitro; fino al 30 aprile Ferrigno (Messina); fino al 15 Cioni (Tuttocuoio); fino al 7 Avallone (Salernitana). AMMENDE 5.000 euro a Messina (petardi e fumogeni; lancio di oggetti verso i calciatori del Cosenza; offese alla terna da persona non identificata negli spogliatoi) e Savona (cori di discriminazione razziale verso un giocatore del Grosseto); 3.500 Prato (guardalinee colpito da sputi e cori offensivi); 2.000 Casertana e Catanzaro; 1.500 Cremonese; 1.000 Benevento, Lecce e Santarcangelo. ● Questa la situazione nei tre gironi e il programma della 32a giornata con le partite del weekend: COSI’ VENERDI’ Ore 19.30 Benevento-Paganese (girone C, andata 2-2). Ore 20.45 Pisa-Prato (B, 1-0, diretta su Rai Sport). COSI’ SABATO Ore 14.30 Lumezzane-Südtirol (A, 0-2); Aversa Normanna-Messina (1-1), Ischia-Lupa Roma (0-1) e Savoia-Matera (C, 0-2). Ore 15 Bassano-Alessandria (0-0) e Cremonese-Como (A, 3-1); San Marino-Savona (B, 1-4). Ore 16 Arezzo-Pro Patria (A, 2-1); Catanzaro-Lecce (2-2) e Salernitana-Reggina (C, 1-0). Ore 17 Giana-Pavia (A, 0-3); Grosseto-Pontedera (B, 1-2); MelfiBarletta (C, 0-0). Ore 19.30 AlbinoLeffe-Venezia (A, 0-2); Reggiana-Teramo (B, 0-1). COSI’ DOMENICA Ore 11 Pordenone-Mantova (A, 01). Ore 12.30 Torres-Monza (A, 0-3); L’Aquila-Santarcangelo (B, 1-0). Ore 14.30 Ancona-Spal (0-0) e Pistoiese-Lucchese (B, 2-1); FoggiaJuve Stabia (2-2) e MartinaCasertana (C, 1-2). Ore 16 Feralpi Salò-Renate (A, 2-1); Forlì-Ascoli (B, 0-4); Vigor LameziaCosenza (C, 0-3). Ore 18 Novara-Real Vicenza (A, 0-3); Pro Piacenza-Carrarese (0-4) e Tuttocuoio-Gubbio (B, 0-4). LE CLASSIFICHE GIRONE A Novara p. 60; Alessandria e Pavia (-1) 59; Bassano 58; Como 54; Feralpi Salò 47; Real Vicenza 46; Arezzo 43; Südtirol e Venezia 42; Mantova (-3) 40; Renate 39; Torres 37; Monza e Cremonese 36; Giana 35; Lumezzane 29; AlbinoLeffe 27; Pro Patria (-1) 24; Pordenone 21. GIRONE B Teramo p. 61; Ascoli 59; Reggiana* 53; Pisa* 47; L’Aquila* e Ancona* 45; Pontedera 44; Spal 43; Tuttocuoio* e Lucchese 41; Gubbio 39; Carrarese 38; Grosseto (-1) 35; Santarcangelo* e Prato 34; Pistoiese** 33; Savona 32; Forlì 30; Pro Piacenza (-8) 28; San Marino 26. (**due partite in meno; *una in meno). GIRONE C Salernitana p. 67; Benevento 65; Juve Stabia e Casertana 56; Lecce e Matera 54; Foggia (-1) 50; Catanzaro 44; Barletta 42; Vigor Lamezia 40; Cosenza 37; Martina 35; Lupa Roma e Paganese 34; Melfi (-2) 32; Savoia 27; Messina 26; Aversa Normanna, Ischia e Reggina (-1) 25. 20 Siamo in onda! R MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT C’è l’altro Tavecchio su GazzettaTv 1Gli Autogol imitano il presidente Figc. In prima serata Sheva-story a «Bomber»: le imprese del totem Milan vo nella storica finale di Champions League che ha visto il Milan di Ancelotti battere la Juventus di Lippi, Andrij trascina i rossoneri anche allo scudetto dopo quattro anni di digiuno. Protagonista assoluto, Shevchenko realizza ventiquattro reti e conquista anche il titolo di capocannoniere. Sempre nello stesso anno, il 2004, l’attaccante conquista il Pallone d’Oro e nel suo Paese è premiato con il titolo Eroe dell’Ucraina, la più alta onoreficenza civile. Ma il fantastico 2004 di Sheva non finisce qui: con la sua tripletta alla Lazio consegna la Supercoppa Italiana alla squadra rossonera. Nella puntata sono in scaletta anche interviste a Ivan Pelizzoli, portiere dell’Entella, Giuseppe Pancaro, Massimo Ambrosini e alla giornalista della Gazzetta dello Sport Alessandra Bocci, che ha sempre seguito il mitico Sheva al Milan e in giro per il mondo. L’appuntamento è per le 21.05. Naturalmente, canale 59. Gabriella Mancini N azionale in primo piano in vista della sfida contro la Bulgaria su Gazzetta Tv, canale 59. Mentre impazza il caso oriundi ci pensa il trio degli Autogol ad ironizzare sugli azzurri: i tre ragazzi, che giocano con le parodie dei vari personaggi, questa volta si scatenano nell’imitazione del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, che stenderà le sue personalissime convocazioni. L’appuntamento è per le 14.45, all’interno di Gazzetta News, e in replica alle 20.45. CHE DUELLI Il pomeriggio continua con Explorers, che seguirà le imprese adrenaliniche degli avventurieri più esperti del mondo. Alle 15.30 linea a Campioni a confronto, la rubrica che esalta i duelli tra i grandi nomi dello sport. Oggi è la volta degli attaccanti Fernando Torres dell’Atletico Madrid, dopo la breve parentesi al Milan, e Roberto Soldado del Tottenham. Altro paragone avvincente tra il brasiliano Givanildo Viera de Souza, noto come Hulk, attaccante dello Zenit San Pietroburgo, e Diego Costa, altro brasiliano, naturalizza- I PROGRAMMI SPAZIO A SCI E BABY TALENTI La rubrica «Bomber» ripercorre la stagione 200304 di Andrij Schevchenko to spagnolo, bomber del Chelsea. Poi Sport Science, lo sport visto attraverso il prisma della scienza per scoprire i segreti più reconditi. OMEGA PALLONE D’ORO E nella giorna- MATTINA 7 Gazzetta News 7.15 Gazzetta News 7.30 Gazzetta News 7.45 Gazzetta News 8 Gazzetta News 8.15 Gazzetta News 8.30 Gazzetta News 8.45 Gazzetta News ta dei grandi uomini d’area, ecco il gran finale con Andrij Shevchenko: la rubrica Bomber ripercorre la stagione rossonera 2003-2004 del campione ucraino. Una stagione da incorniciare per Sheva. Dopo il rigore decisi- 9.05 Campioni a confronto 9.30 Explorers 10.05 Sport Science 11.05 Condò Confidential 11.30 Campioni a confronto 12.05 The SpeedGang 13 Gazzetta News 13.30 Gazzetta News 14 Gazzetta News POMERIGGIO 14.15 Magazine - Sci alpino 14.45 Gli Autogol 15.05 Explorers 15.30 Campioni a confronto 16.05 Sport Science 17.05 The SpeedGang 18.05 Explorers 18.30 Le nuove forze del calcio © RIPRODUZIONE RISERVATA clic COME RISINTONIZZARE I VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 ● Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando 2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV 5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca. Soluzione dei problemi Se avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key 1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione 3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK 18.45Totogol 19 Gazzetta News 19.30 Gazzetta News SERA 20 Gazzetta News 20.30 Gazzetta News 20.45 Gli Autogol 21.05 Bomber 22:20 The SpeedGang 23.05 Condò Confidential 23.30 Gazzetta News 0.05 Tutto gol 0.30 Gazzetta News 1.00 Gazzetta News MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT OPINIONI www.gazzetta.it TUTTE LE NOTIZIE SUL NOSTRO SITO La vignetta Dopo la Cassazione MA CALCIOPOLI E’ ESISTITA DAVVERO di Lorenzo Castellani esistita, è stata una storiaccia, è finita come doveva. L’ANALISI di RUGGIERO PALOMBO P rescritti. Che non vuol dire assolti, ma in questo caso l’esatto contrario. Calciopoli non finisce qui soltanto perché più in là arriveranno le motivazioni della sentenza della Cassazione, che ci diranno qualcosa o molto di più del semplice dispositivo emesso nella notte tra lunedì e martedì, e perché ci sarà ancora da sciogliere in sede civile l’aggrovigliata matassa dei risarcimenti danni. Con l’eccezione degli ex arbitri Bertini e Dattilo, che avevano rinunciato ad avvalersi della prescrizione e al contrario di De Santis (unico vero condannato) hanno fatto bene finendo assolti «perché il fatto non sussiste» (non è stato provato l’effettivo possesso delle celebri schede telefoniche), tutto il resto della compagnia, da Moggi in giù (ma senza Bergamo, a suo tempo stralciato), se ne torna a casa con la formula dell’«annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione». Dove l’annullamento non deve trarre in inganno perché di annullato in realtà non c’è nulla, la parola che conta è prescrizione. È lei che cancella le condanne di primo e secondo grado. Nove anni sono passati dal maggio 2006, quando esplose lo scandalo. Troppi. Il risultato è una sentenza definitiva che arriva fuori tempo massimo, evidenza che pone amare riflessioni sulla lentezza patologica della giustizia italiana. L’epilogo è annunciatissimo, di colpo di scena si sarebbe potuto parlare soltanto in caso di assoluzione. Non c’è stata, e dopo i tre gradi della giustizia sportiva, certo imperfetta ma così necessaria nella sua rapidità, si sono ora completati quelli della giustizia penale. Senza scosse significative anche se qualche capo d’imputazione si è perso per strada. Calciopoli è 21 Le schede telefoniche protette, ma anche una sorta di rivalutazione della parte riguardante griglie, designazioni e intercettazioni: il procuratore generale Mazzotta ha riassunto a braccio le 57 pagine della sua requisitoria. Un «j’accuse» lucido ed efficace. Che non gli ha impedito tuttavia di porsi un interrogativo, commentando il richiamo dei difensori di Moggi ad alcune intercettazioni (Bergamo/Facchetti e Meani/ Bergamo) che nell’inchiesta non erano entrate: «Non sappiamo perché l’attività investigativa non abbia sviluppato i dati emergenti da tali conversazioni telefoniche», dice Mazzotta. Riaprendo così una vecchia ferita. E riportandoci d’un colpo al Palazzi bis della Federcalcio, quello che si rammaricava d’essere entrato in possesso troppo tardi (anche lì i tempi biblici e la prescrizione...) di alcune intercettazioni che avrebbero potuto allargare, Inter in primis, il campo delle società degne in qualche misura (minore, sia chiaro) di sanzioni disciplinari sul fronte della giustizia sportiva. Il buco nero di Calciopoli. Ormai destinato a restare tale. La partita dei risarcimenti, per ora non quantificati, riconosce un ruolo attivo e creditorio alla Federazione, mentre della Juventus, in coerenza con le sentenze precedenti, non si fa cenno, sia in un senso che nell’altro. La sentenza dice che toccherà a Moggi e agli altri prescritti fare i rischiosi conti con quest’ultimo capitolo della vicenda. Il che ci riporta all’attualità sportiva e a un pensiero positivo: la possibilità che hanno Andrea Agnelli e Carlo Tavecchio di sedersi al più presto intorno a un tavolo. Per chiudere col passato e guardare avanti. Riforme, Nazionale, Juventus ambasciatrice italiana in Europa. Insieme. Lettere alla Gazzetta PERCHE’ LO STATO E’ FUORI DALLE CURVE? di girare per la città, magari con mogli e figli piccoli; l’addetto ai lavori dell’ordine pubblico che ricorda i rischi di un approccio più duro al problema, cioè vere e proprie guerriglie urbane e vittime potenziali. PORTO FRANCO CO TURI di FRANCO ARTURI email: [email protected] etta.it twitter: @arturifra Twitter MARIO ANDRETTI Ex pilota di auto ● Un uccello è...atterrato sulla mia schiena. Non guardare prima di pranzo @MarioAndretti GIUSEPPE ROSSI Calciatore della Fiorentina ● 5 anni fa contro il Tenerife gol e premio come migliore giocatore del match. Non vedo l’ora di ricominciare @GiuseppeRossi22 Leggo il suo articolo «Gogna davanti ai tifosi: Medioevo allo stadio» poche ore dopo essermi regalato un ottavo di Champions al Camp Nou, dove ho portato uno dei miei figli ad assistere a uno Spettacolo. Non le nego la passione assoluta di tutti noi (da tre generazioni) per il calcio e per una squadra di Milano. Ma il giocattolo, da noi, non funziona più! E allora meglio «giocare» meno, ma con il gioco giusto. Lo Spettacolo dicevo: in campo, di livello assoluto, sugli spalti ancora meglio: centomila Tifosi del Barca e del City che incitavano, cantavano, fischiavano e vibravano per la nostra passione. Non un insulto, una tensione, uno sputo, una rissa, men che meno droga, coltelli, bombe carta, lancio di oggetti, bestemmie e gavettoni di urina! Conosco molto bene le curve che occupano gli stadi italiani, sono il motivo primo per cui molta gente come me rinuncia a frequentarli. M.Sacchi RAFAEL NADAL Campione di tennis ● Mi sono svegliato negli Stati Uniti e ho appreso dell’incidente aereo. Il mio pensiero alle famiglie dei passeggeri e dell’equipaggio @RafaelNadal © RIPRODUZIONE RISERVATA Prima di riprendere il tema, due premesse: 1) nelle curve, oltre che criminali patentati, abitano anche buoni cittadini; 2) i poliziotti che rischiano la loro incolumità per evitare disordini gravi, con uno stipendio ai limiti della dignità, hanno da parte nostra sostegno e convinta ammirazione. Ho ricevuto moltissime reazioni all’articolo cui lei si riferisce. Ne traggo la convinzione di aver colto nel segno, anche se non ci voleva molto: la misura è colma da troppo tempo. Ho ricevuto anche reazioni sottotraccia, telefonate informali, all’insegna dello scaricabarile: il dirigente che addossa le responsabilità dell’esposizione alla gogna ai giocatori; il giocatore che rappresenta il pericolo fisico, in mancanza di gesti di genuflessione, Tutto molto deludente e non a caso sommerso. Manca il coraggio civile di dire no a questo particolarissimo «pizzo». Manca il dirigente che si alzi in una pubblica assemblea di suoi pari e ammetta che l’etica e il clima negli stadi sono problemi urgenti ed emergenziali. Manca, salvo rarissime eccezioni, il campione che si dissoci da questi rituali oltre tutto contraddittori anche all’interno della stessa logica «machista» del tifo organizzato: da una parte l’ultrà medio pretende coraggio e sprezzo del pericolo, dall’altra esige che i suoi eroi siano ridotti a pecorelle belanti davanti al pastore dopo qualche sconfitta. E infine manca una direzione univoca dello Stato, ovvero delle direttive date alle forze dell’ordine. Apprendiamo, nelle cronache di questi giorni, che il Ministero s’è innervosito dopo l’ultima gogna: non ne vuole più, guai. Ah, sì? Dopo averle suggerite, di fatto imposte per anni, come qualcuno ha opportunamente ricordato, «per evitare guai peggiori»? Una domanda, gentile Ministro dell’Interno: è vero o non è vero che la sua (e nostra) Polizia non si azzarda a entrare nelle curve che sono di fatto aree di extraterritorialità, abbandonate a un distorto autogoverno? Chi deve assicurare la certezza del posto in uno stadio? C’è forse una implicita trattativa Stato-ultrà, che riecheggia altre ignobili rapporti? Una risposta l’ha data l’altro giorno il campione del Mondo Marco Tardelli in un contesto solenne, un convegno all’Onu. Cito testualmente: «Non credo che riusciremo a cacciare i teppisti dagli stadi: nessuno ha la volontà di farlo. E le società spesso fanno finta di non accorgersi di nulla». Fuori di testa anche lui? © RIPRODUZIONE RISERVATA L’americano è stato un grande dell’Nba ARTEST, UN DURO CHE DARÀ A CANTÙ IL «KILLER INSTINCT» Qualcuno che è una buffonata. Diciamo questo: ha la stessa età — 35 anni — che aveva McAdoo quando l’abbiamo preso a Milano nel 1986 e, come Bob, è stato un giocatore importantissimo, campione Nba con i Lakers (come McAdoo) nel 2010. Un duro, un difensore, un guerriero in campo. IN CONTROPIEDE di DAN PETERSON C antù ha fatto un colpo notevole nell’ingaggiare Ron Artest, alias Metta World Peace. Qualcuno dice che è il migliore americano mai venuto in Italia. Però, quando prendi un giocatore di oltre 35 anni, c’è sempre l’elemento del rischio. Credetemi, finché non ho visto McAdoo giocare CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI [email protected] VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti [email protected] VICEDIRETTORI Pier Bergonzi [email protected] Stefano Cazzetta [email protected] Andrea Di Caro [email protected] Umberto Zapelloni [email protected] Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. 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Luxemburg 20060 PESSANO CON BORNAGO (MI) - Tel. 02.6282.8238 RCS PRODUZIONI S.p.A. - Via Ciamarra 351/353 - 00169 ROMA - Tel. 06.68828917 RCS Produzioni Padova S.p.A. - Corso Stati Uniti, 23 35100 PADOVA - Tel. 049.8700073 Editrice La Stampa SpA - Via Giordano Bruno, 84 - 10134 Torino Tipografia SEDIT - Servizi Editoriali S.r.l. - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - 70026 MODUGNO (BA) - Tel. 080.5857439 Società Tipografica Siciliana S.p.A. 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Dovrà capire coach Sacripanti, conoscere i compagni, gli avversari, i campi, gli arbitri. Quindi, bisognerà dargli tempo per adattarsi. Ma sicuramente porterà una mentalità da duro. Lo capiranno tutti quando lo vedranno tuffarsi per una palla vagante: la vorrà a ogni costo... PREZZI D’ABBONAMENTO C/C Postale n. 4267 intestato a: RCS MEDIAGROUP S.P.A. 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Differite alle 8.30 e 11.30 su Rai Sport 1. Sabato Terze libere dalle 7 alle 8; differita alle 11.30 su Rai Sport 1. Qualifiche alle 10; differita alle Lunghezza circuito: 5.543 m Giri: 56 Distanza gara: 310,408 km Curve: 15 Prima edizione del GP: 1999 Giro record: 1’34”223 (Montoya 2004) 13.55 su Rai 2. Domenica Gara alle 9; differita alle 14.15 su Rai 1. Classifiche Piloti: 1. Hamilton (foto) 25 punti; 2. Rosberg 18; 3. Vettel 15. Costruttori: 1. Mercedes 43; 2. Ferrari 15; 3. Sauber 14. Alonso, Vettel e Hamilton: il weekend delle verità IL GOMMISTA DELLA F.1 La Pirelli «cinese» non lascia, pensa già al post 2016 1Se le richieste della Fia non saranno esorbitanti l’azienda parteciperà al prossimo bando Andrea Cremonesi 1A Sepang si capirà se Fernando è ok e se la Ferrari vale. Lewis rinnovo record: 35 milioni 1 Pino Allievi N on ha neppure cominciato la sua avventura con la McLaren-Honda che già si ritrova con un motore in meno da poter usare nel corso del campionato. Lo ha rotto il suo sostituto Kevin Magnussen, che per questo motivo non ha neppure preso parte al GP d’Australia. Un peggiore avvio Fernando Alonso non poteva immaginarlo. Obbligato a guardare in tv quella che doveva essere la gara del suo ritorno, costretto a rifare una preparazione fisica senza neppure sapere che cosa gli sia successo alle 12.35 della maledetta domenica 22 febbraio quando, per ragioni che sinora nessuno ha spiegato, è andato a sbattere contro il muro della curva 3. Un mistero per la squadra, un mistero per lui che ora deve guidare col tarlo del dubbio e il pensiero che anche la ridicola scossa che prendiamo tutti noi scendendo dalla nostra auto possa essere invece qualcosa di più preoccupante. O che un banale giramento di testa che dura un centesimo di secondo – come chissà quante volte gli è accaduto – possa essere un campanello d’allarme. RESET La sua mente deve cancellare tutto questo e ripartire da zero. Un reset che annulli la memoria degli attimi in cui si è ritrovato in ospedale senza, sulle prime, capirne il motivo. Ma Alonso è fortissimo anche di testa e le persone che ha intorno – medici, preparatori e via dicendo – hanno di sicuro lavorato in tal senso. In ogni caso, una volta 2 giunto a Sepang, Alonso avrà di che riempire il cervello, con una macchina che è apparsa molto indietro nella preparazione e che Button ha portato in corsa a Melbourne, piazzandosi 11° a 2 giri dal vincitore, con la power unit o limitata nell’Ers. Guai tecnici o scelta dovuta ad altro? La sola cosa che sia emersa sull’incidente è quell’indurimento dello sterzo «ricordato» da Alonso (ma non aveva cancellato tutto?. Ridicolo il rimedio della McLaren: «Metteremo un sensore». Mah! Intanto Fernando continua il suo avvicinamento al rientro in pista: «Ho lavorato sodo sulla mia condizione fisica. Il caldo in Malesia è sempre una variabile importante, ho concentrato il mio allenamento su questo aspetto e mi sento preparato a tutte le condi- ● 1. Fernando Alonso, 33, firma autografi ai tifosi al Montmelò. Un’immagine del mattino del 22 febbraio, la domenica «orribile» dell’asturiano; 2. Lewis Hamilton, 30, ai box durante il GP Australia da lui vinto EPA-AP L Sebastian Vettel, 27 anni, ha vinto tre volte il GP Malesia GETTY zioni climatiche che potremmo affrontare a Sepang». Parole che hanno fatto seguito a quelle della fidanzata Lara Alvarez: «Fernando sta bene, è in condizioni perfette, ma quanto è accaduto è stato uno shock». Più convincente lei della McLaren... ta. E qui c’è la novità di Hamilton che ha praticamente rinnovato per altri tre anni (due più opzione) con Stoccarda, alla cifra-record di 35 milioni di euro a stagione, ossia 2 più di quanti ne prenda Alonso dalla McLaren. ERRORI Comunque, nella F.1 CRISI RENAULT C’è infine la dei mea culpa, c’è anche da an- Renault. Che la Red Bull continoverare quello di Monisha Kel- nua a denigrare, dimenticando terborn, titolare della Sauber, che coi propulsori francesi ha la quale per poco non finiva in vinto quattro Mondiali di fila. È galera in Australia per il caso vero che la Renault non ha anVan der Garde. Anche lei è tor- cora focalizzato a dovere il tema nata sui suoi passi, sostenendo delle power unit ibride, nonodi aver «fatto degli errori». Che stante nel 2014 sia stata la sola in questi anni sono stati decisa- marca a vincere dei GP (3) oltre mente troppi, fra sponsor e tec- alla Mercedes. Ma il martellanici che se ne sono andati e un mento della Red Bull è impietonumero di piloti so e anche ingiuingaggiati due sto. A gettare fanIL NUMERO volte superiore go sulla Renault (c’è pure Sutil c’è poi stata una con un accordo persona che non 2015…) alle auc’entra nulla: è to schierate. ErJos Verstappen, rori peraltro papapà del diciasgati cari: quello Vittorie della rossa settenne Max, il di Van der Garde, sulla pista di Sepang: quale su un quoper esempio, è tidiano olandese costato 15 milio- la prima con Irvine si è scagliato con(1999), l’ultima con ni di euro. Meno tro Viry-Chatilmale che la C34 Alonso (2012) lon: «Se mio fiha cominciato glio avesse un albene, tanto che in Malesia è at- tro motore potrebbe fare grandi tesa la conferma di Felipe Nasr, cose. Invece così è frustrante». Per la cronaca, Max Verstappen brillantissimo 5° a Melbourne. si è ritirato in Australia quando ROSSA Il fatto che in questa vi- era 6°, al debutto in F.1. Va bene gilia si stia parlando poco della che l’amore dei papà è senza liFerrari è un ottimo segno, per- miti, però se una cosa simile fosché indica che a Maranello c’è se accaduta in Ferrari ai tempi tranquillità e fiducia. Su una pi- del Grande Vecchio, Jos Versta più tecnica, Vettel e Raikko- stappen sarebbe stato interdetnen conosceranno i reali limiti to a vita dal box del Cavallino e della SF-15T nei confronti di dall’intera Emilia Romagna... © RIPRODUZIONE RISERVATA una Mercedes di nuovo favori- 6 a Pirelli «cinese» avrà ancora voglia di partecipare al Mondiale di F.1? La risposta è sì. Perché come ha più volte sottolineato il presidente Marco Tronchetti Provera in questi giorni, anche se la proprietà subirà sostanziali cambiamenti con ChemChina che salirà al 65% (almeno inizialmente), la direzione esecutiva dell’azienda non cambierà, almeno per i prossimi anni. Provera lascerà la carica di presidente ma sino al 2021 resterà vice presidente operativo e amministratore delegato, ovvero il timone dell’azienda resterà nelle sue mani. Non cambierà la sede — il quartier generale sarà in viale Sarca a Milano — e ai sindacati è stata data garanzia che non ci saranno conseguenze negative riguardo l’occupazione. «Gli accordi negoziati ci garantiscono — ha assicurato Tronchetti in una lettera ai dipendenti — la piena autonomia gestionale, assicurano la continuità dell’attuale management e mantengono la sede e le tecnologie in Italia». RACING Dunque Marco Tronchetti Provera AFP le gomme da competizione, nella loro fase progettuale, continueranno ad essere generate nel reparto Ricerca&Sviluppo made in Italy (la produzione avviene nello stabilimento turco di Izmit). Inoltre, Tronchetti Provera ha sempre ribadito in passato che la sua azienda resterà nel Mondiale sino a quando le regole lo renderanno interessante: a questo proposito va ribadito che l’accordo finirà a fine 2016 e dunque già nei prossimi mesi non è escluso che la Fia proceda al bando per il triennio successivo, al quale l’azienda milanese parteciperà a meno che le richieste non siano esorbitanti. Dal canto proprio la Pirelli non forzerà assolutamente la mano sulle dimensioni delle gomme: lo sviluppo delle gomme da 18 pollici, già provate a Silverstone nell’estate scorsa dalla Lotus, continua anche se con le GP2 che sembra la categoria più pronta ad accettare la novità, ma la Pirelli, nella filosofia di accontentare il cliente, ovvero i team e Bernie Ecclestone, è disposta a continuare a fornire pneumatici dalle dimensioni identiche a quelle attuali (13 pollici). © RIPRODUZIONE RISERVATA A PAVIA SUL KART C’è un altro Schumi in pista Tocca a David, figlio di Ralf Luigi Perna C he ci fa Ralf Schumacher su una pista di kart in provincia di Pavia? Se lo sarebbe chiesto chiunque domenica fosse stato a Castelletto di Branduzzo per la seconda prova delle Wsk Master Series. Il minore degli Schumi, occhiali da vista e qualche capello grigio da quarantenne, si aggirava fra le tende del paddock, sbirciando dalle tribune a bordo pista i ragazzini che gareggiavano sotto la pioggia. In particolare un ragazzino dal casco giallo fluorescente, molto simile a quello che Ralf usava ai tempi della F.1, negli anni di Jordan, Williams e Toyota. Risultava iscritto come David Brinkmann, ma non è stato difficile scoprire che in realtà si trattava di suo figlio. Il cognome, infatti, appartiene alla madre Cora, l’ex modella che Schumi jr sposò nell’ottobre del 2001 e dalla quale lo stesso mese ebbe il primogenito. DINASTIA Oggi David, 13 anni, sta seguendo le orme del padre e anche quelle dello zio Michael Schumacher e del cu- gino Mick, 15 anni, che fino alla passata stagione correva in kart e adesso è passato alla F.4, facendo subito notizia per uno schianto a 160 km/h durante test privati da cui è uscito senza un graffio. Proprio come Mick, che correva con il cognome della madre Corinna Betsch, così David in kart è conosciuto solo come Brinkmann. Segno di una comune riservatezza dei fratelli Schumacher, che vogliono difendere la privacy dei figli, evitandogli la pressione (anche mediatica) che riceverebbero se corressero con un nome così pesante. 1 2 3 4 ● 1. Michael Schumacher, 46 anni, 7 Mondiali; 2. Il figlio Mick, 15 anni, viceiridato nel kart, ora nella F.4 tedesca; 3. Ralf Schumacher, 40 anni, 6 GP vinti in F.1; 4. David, 13 anni, figlio di Ralf ANSA-EPA ANALOGIE Perfino il team per cui corre David, che utilizza i telai della bresciana Tony Kart, è lo stesso per cui gareggiava il cugino Mick. Si tratta della squadra Ksm, quella che Michael Schumacher fondò in società con il suo storico meccanico Peter Kaiser e con Thomas Muchow. Un sodalizio che affonda le radici all’inizio dell’epopea della famiglia più veloce del mondo, quando il teatro delle sfide era il kartodromo di casa di Kerpen, gestito allora dai nonni di Mick e David. Per ora il cugino minore è ancora agli inizi nella categoria KF junior, ma non potrebbe volerci molto prima che segua il maggiore in monoposto, come fece Ralf arrivando in F.1 anni dopo Michael. E chissà che un giorno la storia non si ripeta. © RIPRODUZIONE RISERVATA Motomondiale R GP Qatar GARA ALLE 20 TUTTO SU SKY Domenica a Losail (5.380 m) si corre in notturna il GP Qatar, 1a prova (su 18) del Motomondiale. Marc Marquez (foto) è il campione in carica. Tutto in diretta su Sky. Questi gli orari italiani. Domani Prime libere: 16-16.40 Moto3; 16.55-17.40 Moto2; 17.55-18.40 MotoGP. MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Seconde libere: 18.55-19.35 Moto3; 19.50-20.35 Moto2. Venerdì Seconde libere: 16-16.45 MotoGP. Terze libere: 17-17.40 Moto3; 17.55-18.40 Moto2; 18.55-19.40 MotoGP. Sabato Qualifiche Moto3: 16-16.40. Qualifiche Moto2: 16.55-17.40. Quarte Lunghezza circuito: 5.380 m Giri: 22 (MotoGP) Distanza gara: 118,4 km (MotoGP) Curve: 16 Prima edizione del GP: 2004 Giro record: 1’55”153 (Stoner 2008) libere MotoGP: 17.55-18.25. Qualifiche 1 MotoGP: 18.35-18.50. Qual. 2 MotoGP: 19-19.15. Sintesi delle qualifiche delle tre classi dalle 21.10 su Cielo. Domenica Gare: alle 17 la Moto3; alle 18.20 la Moto2; alle 20 la MotoGP. Differite alle 20.15, 21.35 e 23 su Cielo. È sempre l’Ago della bilancia: «Vale sei forte ma l’età conta» 1Agostini: «Difficile che Marquez ne vinca ancora 10 di fila. Con qualche anno in meno, Rossi sarebbe più veloce di qualche decimo ogni giro» IL PIÙ VINCENTE Giacomo Agostini, 72 anni, ha conquistato 15 Mondiali (7 in 350, 8 in 500). A destra Valentino Rossi, 36 anni, 9 Mondiali LAPRESSE-MILAGRO Giovanni Cortinovis D a solo ha vinto più Mondiali di Valentino Rossi (9) e Marc Marquez (4): per questa ragione Giacomo Agostini (15 titoli), 72 anni splendidamente portati, continua a girare il mondo per soddisfare gli appassionati che smaniano dalla voglia di incontrarlo. Al rientro da un viaggio in India, Ago si è messo a disposizione per rispondere ai nostri interrogativi. Da Masetti a Rossi, passando per Agostini: la grande storia del motociclismo vissuta attraverso le prime pagine della Gazzetta dello Sport è ora il libreria. Il volume — di 288 pagine — costa 39,90 euro Parte la MotoGP. Che stagione sarà? «Sarà un bellissimo campionato, più equilibrato del passato. Marquez è il favorito essendo anche il campione uscente, ma i rivali vogliono provarci. Valentino è in splendida forma e Lorenzo pare aver recuperato la grinta e la voglia di vincere. Ai tre aggiungo Pedrosa, che ogni tanto piazza la stoccata vincente». Marquez riuscirà a vincere ancora 10 gare di fila? «La vedo dura e lui stesso, con cui ho parlato qualche giorno fa, l’ha riconosciuto. Certo, è in un momento in cui migliora anno dopo anno». Valentino sostiene di non essere mai stato così forte. Condivide? «No, gli anni sono importanti per tutti. Marquez è un ragazzino che ne ha solo 22 e Valentino 36. Se Rossi ne avesse di meno probabilmente sarebbe più veloce di qualche decimo ogni giro. Nulla migliora con gli anni, si deteriora tutto». TACCUINO PRIMO DISABILE Hamilton Jr correrà nel turismo inglese ● Nicolas Hamilton, fratello minore di Lewis, sarà il primo disabile a correre il campionato inglese turismo. Nicolas, 22 anni, affetto da paralisi cerebrale parziale, debutterà in giugno e correrà con un’Audi S3 cinque prove. IL LOGO SULL’AMG La Mv sbarca nel Dtm ● Collaborazione in pista tra Amg e Mv Agusta, di cui il costruttore tedesco lo scorso novembre ha rilevato il 25%. Il brand Mv Agusta comparirà sull’Amg C 63 di Götz nel Dtm, mentre il logo Amg finirà sulle F3 e sulle F4 in Supersport e Superbike. Parliamo invece di moto. Yamaha ancora dietro? «Credo che quest’anno la Yamaha parta più vicino alla Honda rispetto al 2014». E la Ducati? «Vederla andare molto forte nei test è stata una piacevole sorpresa. I piloti sono gasati e bravi: Iannone è giovane e spericolato, Dovizioso invece ha dalla sua l’esperienza. Certo, beneficiano di vantaggi regolamentari, che però svaniranno dopo la prima vittoria». Fra quanto la Ducati potrà lottare per il titolo? «Difficile dirlo ora. Per me la Ducati sta già facendo grandi cose, essendo economicamente una pulce rispetto ai colossi giapponesi». Come andrà invece la Suzuki? «Moto nuova, progetto nuovo: per quest’anno non se ne parla nemmeno. Quando un costruttore si ferma, poi ripartire non è facile perché nel frattempo gli altri hanno fatto passi avanti. Sicuramente però farà meglio dell’Aprilia: Noale deve accumulare esperienza e apprendere una quantità enorme di tecnologia per essere competitiva». L’Aprilia deve anche affrontare il caso Melandri. Lei lo terrebbe in MotoGP? «Chi ti paga lo stipendio pretende giustamente i risultati. Anche se bisognerebbe capire se è un problema solo di Melandri o della moto o di tutti e due. In generale, se un pilota non ha più voglia bisogna trovarne qualcun altro». A chi invece la voglia non viene mai meno è Rossi. «Valentino è davvero innamorato del suo mestiere. Nonostante l’età cura ogni particolare, è meticoloso e vuo- 23 le sempre vincere». LA ROSSA STA GIÀ FACENDO GRANDI COSE. IANNONE E DOVIZIOSO SONO BRAVI E GASATI SULLA DUCATI TERZA FORZA NEL 2015? SE UN PILOTA NON HA PIÙ VOGLIA, BISOGNEREBBE TROVARNE QUALCUN ALTRO SU MELANDRI E LA CRISI CON APRILIA È INNAMORATO DEL SUO MESTIERE: CURA OGNI PARTICOLARE, È METICOLOSO E VUOLE SEMPRE VINCERE SU ROSSI ALLA 20a STAGIONE IRIDATA Se Lorenzo dovesse tornare al top, potrebbe incrinarsi l’armonia con Rossi? «Mi auguro di no. Sarebbe bello vederli lottare entrambi con Marquez per il titolo. Una lotta sportiva, senza rimettere il muro nei box». Come vede invece i giovani italiani nelle classi minori? «Non possiamo ancora dire di avere il nuovo Valentino. Speriamo arrivino presto ai vertici, ne abbiamo bisogno, ma ci vuole tempo». Perché questo ritardo sulla Spagna? «Per molti anni abbiamo abbandonato la formazione, relegando in un angolino il campionato italiano». Ci sono mancati buoni maestri? «Non credo, è la natura che ti dà il talento. Valentino non ha avuto bisogno di aiuti, Agostini nemmeno. La mia prima vittoria, la Bologna-San Luca valida per il Campionato italiano, la ottenni da privato, senza psicologi né allenatori». Ha mai pensato di rimettersi in gioco in questo mondo? «Ho già dato: è giusto lasciare agli altri. C’è un momento in cui bisogna saper dire basta». Tornando alla MotoGP, il suo podio finale? «Non ne ho idea, so solo che ci divertiremo ma dobbiamo attendere le prime gare per capirci qualcosa». © RIPRODUZIONE RISERVATA CASA YAMAHA Lorenzo: «Mi sento in grado di battere Marc» 1Il maiorchino: «Il mio punto di forza è il 1° denza: «Non ho nessun desiderio di rivincita, è chiaro che non si può sempre vincere. Il terzo titolo in MotoGP? Non è un’ossessione». giro, cercherò di sfruttarlo. La Desmosedici ora è tra le big: sarà lotta a 6, non più a 4» U n anno fa aveva toppato clamorosamente le prime gare della stagione, e poi non era più riuscito a recuperare il terreno perso. Jorge Lorenzo si era allenato male e aveva la testa rivolta al rinnovo del contratto e agli interessi extra-MotoGP. A 12 mesi di distanza è tutto diverso: il campione maiorchino sembra rinato, è in splendida forma («Esser al top aiuta molto, diciamo un 10%») e promette di dare del filo da torcere al fenomeno Marc Marquez sin da domenica a Losail: «Voglio dimenticare la caduta di un anno fa e portare a casa la vittoria». Jorge è agguerritissimo anche per il Mondiale. «Mi sento in grado di battere Marquez», ha detto alla vigilia del primo appuntamento iridato in Qatar. Lorenzo in cuor suo vuole anche far risalire le sue quotazioni all’interno della Yamaha. Valentino Rossi nel 2014 l’aveva fatta da padrone, quest’anno il maiorchino punta a sovvertire la ten- Jorge Lorenzo, 27 anni IPP TUTTI VICINI Quest’anno, secondo Lorenzo, non sarà solo una lotta Honda-Yamaha. La Ducati infatti sta crescendo tantissimo: «I primi tre marchi sono molto vicini, la Desmosedici sembra essere entrata nel gruppo dei migliori. Nel 2015 non ci saranno solo quattro piloti che lotteranno per la vittoria, ma sei». La differenza la faranno quindi i dettagli. Alla Yamaha puntano molto sul nuovo cambio seamless anche in scalata, che ha debuttato ai secondi test di Sepang: «Dà più stabilità in frenata e questo rende più semplice fermare la moto in meno spazio e muoversi di meno». In questa pazza MotoGP capita che a Losail, solitamente pista amica della Yamaha, la M1 dieci giorni fa abbia faticato nei test. Un fatto che dovrebbe rendere ancora più avvincente e piena di suspence la gara di domenica: «Strategie particolari? Beh, dipende da come andrà la moto, in che posizione sarò sulla griglia e come farò il primo giro. Finora uno dei miei punti di forza è stato quello di fare un grande primo giro: se ancora ce l’ho, cercherò di sfruttarlo». © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Ciclismo R Il caso MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 25 A PORTOGRUARO Tragedia in sauna Muore a 21 anni il dilettante Carolo Alberto Francescut A Il russo Oleg Tinkov, 47 anni, a sinistra, e il danese Bjarne Riis, 50, in una foto del Tour de France 2014: ma ora non è tempo di sorrisi BETTINI Ciro Scognamiglio [email protected] twitter@cirogazzetta L a mancanza dei risultati era la spiegazione più semplice. Ma non è l’unica. E forse nemmeno la più importante. Il giorno dopo si parla ancora, eccome, del fatto che, in casa Tinkoff-Saxo, Bjarne Riis sia stato messo da parte da Oleg Tinkov. Il loro dissidio, a quanto s’è potuto sapere, nasconde ragioni più profonde, riguardanti soprattutto la gestione complessiva del team. PAROLE Il tutto, naturalmente, andando oltre le parole ufficiali della squadra, arrivate solo ieri mattina e con un comunicato: «Bjarne Riis non viene coinvolto attivamente alle attività della squadra da domenica scorsa (giorno della Sanremo, ndr). Tuttavia, egli non è stato sospeso in alcun modo a causa della mancanza di risultati, né per questioni finanziarie (...) Nessuna decisione formale e definitiva è stata presa su alcun membro della squadra». Ma è soprattutto nel periodo della TirrenoAdriatico che Tinkov, già poco convinto dello stage invernale sul Kilimangiaro, avrebbe tirato le conclusioni su una gestione complessiva della squadra a suo dire non all’altezza. Troppo personale presente alla Corsa dei Due Mari in rapporto ai corridori, senza una necessità specifica. Ma anche le perplessità sul rendimento dei corridori impegnati alla Parigi-Nizza, specie di quelli seguiti nella preparazione dal neo-acquisto Bobby Julich. E in generale, un Riis giudicato non preciso e attento come il ruolo, nel suo caso di direttore Rottura Tinkov-Riis Non è solo colpa dei risultati 1Inizio di stagione negativo, ma pure gestione del team e preparazione non all’altezza: il patron russo all’attacco sportivo, imporrebbe. Quasi distaccato, assente. Forse perché «distratto» da possibili provvedimenti delle autorità danesi legati al suo oscuro passato da corridore (reo-confesso di doping al vittorioso Tour 1996), o «pressato» dalla federazione internazionale perché faccia un passo indietro. Senza contare che questo distacco di Bjarne dai corridori non sarebbe una cosa nuova: in gruppo si racconta di un episodio risalente al Giro di Svizzera 2010, quando il danese dirigeva la Saxo Bank e doveva ancora incrociare i propri destini con quelli di Tinkov: un corridore era andato all’ammiraglia per ricevere istruzioni in un momento-chiave della tappa, ma aveva visto Riis impegnato a seguire un dvd di The West Wing, una serie drammatica americana, invece di seguire la corsa. E molti dei corridori presenti in quel Giro di Svizzera a fine stagione lasciarono poi la squadra. Certamente Riis, che aveva venduto la licenza pro- prio a Tinkov, conserva un ingaggio importante (circa 1 milione di euro) e questo è un fattore che inciderà sui successivi sviluppi. Così come il fatto, pure non secondario, che lo sponsor Saxo (secondo nome) resta legato al danese. RContador: «Bjarne per me è importante, bisogna capire che cosa è successo» SCENARI «Riis è una persona importante per me, bisogna capire che cosa è successo»: è stato questo il laconico (e non entusiasta) commento di Alberto Contador, la stella della squadra, impegnato in questi giorni alla Volta Catalunya. Quel Contador che in passato (Tour 2013) si era scontrato violentemente con Tinkov, ma che alla vigilia dell’ultima TirrenoAdriatico aveva ufficializzato il rinnovo fino al 2016. Contador, alla Ruta del Sol in febbraio, ha ottenuto uno dei due successi del team. L’altro, alla TirrenoAdriatico, l’ha centrato Sagan, che però domenica ha fallito l’obiettivo Sanremo (4°) e certo non è rimasto contento del fatto che il danese Breschel non l’abbia aiutato allo sprint. Per la sostituzione di Riis si è fatto il nome di Omar Piscina, ben conosciuto da Stefano Feltrin, l’avvocato che è il braccio destro di Tinkov: Piscina tra l’altro già lavora con la squadra, si occupa di organizzare soggiorni e pedalate per russi al seguito del team. Ma segnate questo nome poco conosciuto ai più: Ricardo Scheidecker, portoghese che ha sostituito Riis in ammiraglia alla Sanremo, già direttore sportivo aggiunto. Potrebbe guadagnare spazio, in un rompicapo che resta di (molto) difficile risoluzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL DIRETTORE DELLA WADA Howman: «Armstrong non si merita sconti» «L ance Armstrong non ha fatto abbastanza per meritare una riduzione della squalifica a vita». David Howman, il direttore della Wada, l’agenzia mondiale antidoping, è lapidario nell’intervista che ha concesso all’agenzia Ap a margine di un meeting Wada a Losanna. «Ha avuto molte occasioni (il riferimento è anche al rapporto Circ, la commissione indipedente dell’Uci) per fornire informazioni che potessero aiutare il ciclismo in maniera sostanziale, ma finora non è stato così e temo che oramai sia tar- di». Il texano, reo confesso di doping e privato dei 7 Tour de France vinti consecutivamente, è stato sanzionato con una squalifica a vita. E di recente, dopo oltre 2 anni, a Denver aveva incontrato a Travis Tygart, il boss dell'Usada, l’agenzia americana antidoping, l’uomo che lo aveva inchiodato con un dossier di oltre 1.000 pagine accusandolo di avere messo insieme «il sistema doping più sofisticato della storia». L’incontro voleva essere propedeutico proprio a una riduzione dello stop: naturalmente al texano non interessa Lance Armstrong, 43 anni EPA più il ciclismo attivo, ma vorrebbe tornare a gareggiare nel triathlon, il primo amore, e in particolare partecipare al famoso Ironman delle Hawaii. PAZZO E a questo proposito va registrata una dichiarazione di Betsy Andreu, la moglie dell’ex compagno di Armstrong Frankie Andreu, che è stata uno dei suoi accusatori: «Già ai dottori che lo curavano per il cancro, nel 1996, Lance aveva ammesso di usare sostanze dopanti». Ieri la Andreu ha detto: «Ora vuole dare l’impressione di essere dispiaciuto, realmente dispiaciuto. Ma io non credo abbia rimorsi, è solo pieno di voglia di rivincita. E soprattutto, il fatto che da due anni non gli sia concesso di competere, di gareggiare, lo sta facendo impazzire». © RIPRODUZIONE RISERVATA mava le vette e la fatica. Scalatore puro, purtroppo non ce l’ha fatta a superare la cima più alta. Quella che lunedì sera l’ha colto alla sprovvista gettando nel lutto la sua famiglia e gli appassionati di ciclismo. Andrea Carolo, dilettante del Cycling Team Friuli di Udine, è morto dopo l’uscita dalla sauna che aveva appena fatto con un amico nella palestra Arhena 5 di Portogruaro (Venezia). Colto da un malore, si è accasciato. L’intervento delll’equipe medica del Pronto Soccorso della città veneta non è bastato. Il 21enne veneto aveva superato tutte le visite mediche e i test di valutazione svolti con il proprio team. Sarà l’autopsia, disposta dalla Procura di Pordenone, a far luce su questa tragedia, per stabilire eventuali collegamenti tra il trattamento cui si era sottoposto Carolo e l’attacco cardio-circolatorio che non gli ha dato scampo. SCALATORE Nato a San Vito al Tagliamento (Pordenone), Andrea viveva a Cinto di Caomaggiore (Venezia) con i genitori, Giorgio e Martina, e i fratelli Tomas e Tanja. Nel dolore anche la fidanzata Martina. Aveva cominciato a correre tra i Giovanissimi nella Cintellese per poi passare esordiente alla Mottense, allievo e junior al Caneva, quindi da tre anni era dilettante al Team Friuli. Scalatore puro, il suo anno migliore era stato il 2012 quando, da junior, si era aggiudicato il 58° Trofeo Martiri Trentini: la visse come una liberazione perché non gli capitava da due anni di trionfare su strada. Sue anche due cronoscalate. La prima la ricorda il suo ex direttore sportivo, Stefano Bandolin, quando Carolo era al Caneva: «Nel 2011 Andrea trionfò a Lago di Grezzana (Vr) mentre il giorno dopo batté in salita, alla Schio-Cerbaro di Trento, Simone Andreetta, ora pro’ alla Bardiani-CSF, che allora correva con la Zalf». Nel 2010 come allievo e lo scorso anno da Under23, si era anche aggiudicato i titoli regionali su strada, mentre nel 2012 era stato riserva azzurra alla Corsa della Pace per juniores. NEL MITO DI PANTANI L’altra cronoscalata la vinse a Baselga di Pinè (Tn).«In quegli anni Andrea era davvero forte in salita - prosegue Bandolin -. Non a caso il suo idolo era Pantani». RMalore fatale, disposta l’autopsia. Forte in salita, correva per il Team Friuli Diplomatosi all’Istituto tecnico Pertini di Pordenone come geometra, condivideva con la famiglia la passione per il ciclismo. «Voleva provare a diventare corridore a tempo pieno — dice Bandolin —. Non sono parole di circostanza, era il classico bravo ragazzo. A scuola non aveva problemi, nella vita nemmeno. Con lui avevo condiviso diverse trasferte in albergo: sapeva come comportarsi, non serviva spiegargli le regole perché le aveva dentro. Era un po’ riservato al momento dell’approccio, ma poi si apriva con tutt». PETTORALE RITIRATO Carolo avrebbe dovuto correre domenica la 49ª Piccola Sanremo a Sovizzo (Vicenza), dov’era atteso protagonista sulla salita di Vigo. Dopo questa tragedia, l’Uc Sovizzo ha deciso di ritirare il dorsale numero 65 con cui avrebbe corso, in segno di vicinanza ai familiari, al Cycling Team Friuli e ai suoi amici. Andrea Carolo, 21 anni, veneziano © RIPRODUZIONE RISERVATA Volta Catalunya, sotto l’acqua la volata è di Valverde ● Vogliamo dire che la Milano-Sanremo è (anche) la miglior preparazione per la Volta Catalunya? Diciamolo pure perché, dopo il trionfo di Paterski lunedì nella prima frazione, ieri è stato Alejandro Valverde, pure lui al via domenica della Classicissima (e all’arrivo con i primi), a vincere la seconda tappa della corsa spagnola di World Tour. Al termine di una giornata segnata dal maltempo, a Olot il 34enne murciano della Movistar ha battuto allo sprint (10° Malacarne) il compagno e connazionale Rojas: anzi, qualcuno ha avuto l'impressione che Valverde volesse far vincere proprio Rojas. Ad ogni modo, Alejandro (secondo successo 2015, non vinceva uno sprint di oltre 60 corridori da 3 anni) ora è salito al 4° posto nella classifica guidata sempre dal polacco Paterski con 4” sul francese Rolland. In attesa dell’arrivo in salita di domani a La Molina (oggi traguardo a Girona, diretta Eurosport alle 15.30), i vari Contador, Froome, Porte e Uran hanno chiuso in gruppo, come il nostro Aru. «Diciamo che è stata una giornata umida — ha detto il 24enne dell’Astana — visto che abbiamo preso acqua per 5 ore... Sull’ultima salita qualcuno ci ha provato, ma non era abbastanza dura per fare la differenza». Oggi si corre anche la «Attraverso le Fiandre», da Roeselare a Waregem, in Belgio: Nairo Quintana assaggia il pavé in chiave Tour. 26 Basket R Serie A Cantù, firmato Metta «Una vera leggenda Ci porterà ai playoff» 1L’ex Lakers domani in Italia, sulla canotta il nuovo nome Panda’s Friend. Johnson Odom: «E’ carico. Grande colpo» Vincenzo Di Schiavi L'IDENTIKIT METTA WORLD PEACE NATO RON ARTEST DOVE NEW YORK (STATI UNITI) IL 13 NOVEMBRE 1979 RUOLO ALA Uscito dall’università di St. John’s, nel 1999 è stato scelto da Chicago al primo giro. Nel 2003’04 chiude la stagione ai Pacers con 18.3 punti e 5.7 rimbalzi di media, la chiamata all’All Star Game e il titolo di miglior difensore dell’anno, ma anche con una mega rissa a Detroit che gli costa 84 giornate di squalifica. Nell’estate 2009 firma con i Lakers con cui vince l’anello risultando decisivo sia nella finale di conference contro i Suns che nelle Finals: suo il canestro decisivo in gara-7 contro i Boston Celtics LE SUE SQUADRE CHICAGO BULLS INDIANA PACERS SACRAMENTO KINGS HOUSTON ROCKETS LOS ANGELES LAKERS NEW YORK KNICKS SICHUAN (CINA) CANTU’ 1999-2002 2002-2006 2006-2008 2008-2009 2009-2013 2013-2014 2014 2015 C’ simoro) e fors’anche al marketing, visto che il panda è pure il brand di una sua linea di abbigliamento. Dove alloggerà? Pare in un villa a Carimate, enclave di calciatori e volti televisivi, o nella classica magione sul Lago di Como. è la firma. Quindi Ron Artest, 35 anni, all’anagrafe (per ora) Metta World Peace è il grande colpo di mercato di Cantù. Mediatico sicuramente, tant’è che sono già feb- NUOVI COMPAGNI Trasuda orgoglio anche Dabrili le operazioni per una presentazione in linea niele Della Fiori, d.s. canturino, a cui è riuscito il col blasone dell’ex campione Nba (2010 coi gran colpo: «In realtà — racconta — non è stata Lakers), ma anche tecnico si auspica il club una trattativa particolarmente complessa. La sua brianzolo, da sempre abituato a guardare al so- aspirazione era quella di finire la stagione in do. Intanto curriculum e appeal della corpulenta Nba, ma non ha trovato quello che voleva. Allora ala americana hanno già acceso gli entusiasmi di la sua agenzia (la Octagon, ndr) ha cominciato a una piazza che ora medita un finale di stagione offrirlo in Europa. Per un grande club era un giocol botto. Metta rimarrà da qui alla fine, per 40 catore fatalmente troppo invasivo. Ideale invece mila euro o giù di lì, più evenper uno di medio-alto cabotagtuali premi in caso di semifinale gio. Ci abbiamo provato e lui ha IL NUMERO scudetto e oltre... Il giocatore è dato la disponibilità». A cifre, ancora a Los Angeles a sbrigare tutto sommato, modeste. «Ma le pratiche per il visto, se non ci forse — riflette Della Fiori — saranno intoppi dovrebbe partiper capire se in Europa può alre in serata (la notte italiana) e lungare la carriera. Al primo sbarcare a Milano domani verso contatto gli ho spiegato quanto mezzogiorno. Subito le visite Sono i punti segnati in fossimo lontani dal mondo Nba mediche alla clinica Columbus, Nba da Metta: 12.825 e cosa volevamo da lui. Ci ha riin zona fiera, gestita dalla famibadito di essere un team player, glia Cremascoli, poi la presenta- quelli in stagione di giocare per la squadra e poi zione alla stampa nella sede mi- regolare; 1180 invece mi ha meravigliato con domanlanese della Ferrarelle, sponsor quelli nei playoff de inusuali per un americano: canturino col marchio Acqua ha voluto sapere la formula del Vitasnella. Probabile esordio lucampionato, la posizione in nedì a Pistoia nel posticipo. Anclassifica, quante vittorie servona Cremascoli, numero uno del no per andare ai playoff. Straclub brianzolo, gongola: «Metnezze? Per ora nessuna. Tra l’alta, dall’alto della sua importantro ha giocato con Johnson tissima carriera in Nba, porterà Odom che mi ha detto che in pauna ventata di entusiasmo in lestra è esemplare». Il play cantutto il mondo del basket italiaturino è stato suo compagno ai no e non solo in quello canturiLakers: «L’ho sentito al telefono. no. Sono anche convinta che È molto carico. Effettivamente con le sue qualità di grande gioil personaggio è particolare, ancatore ci darà una grossa mano che se non mi ricordo qualcosa nella conquista del traguardo Metta con la maglia dei Knicks AP di veramente folle. A parte che, dei playoff». a Los Angeles, aveva appena cambiato nome in Metta World Peace. Però con LA CANOTTA A patto che sia in una condizione me è stato davvero super. Mi diceva di dare semfisica accettabile e non viva il viaggio in Italia co- pre il massimo in difesa contro Steve Nash e mi me un blitz a Disneyland. Con lui tutto è possibi- spronava a dare il massimo ogni allenamento». Il le. Perchè definirlo eccentrico è un eufemismo. resto della banda lo conoscerà domani sera, Ha preteso il numero 37 in onore di Michael quando salirà al Pianella. Stefano Gentile scalpiJackson (tante furono le settimane in cui l’album ta: «Sono felicissimo di poter giocare con una Thriller rimase in vetta alla classifica delle vendi- leggenda come Metta. Non vedo l’ora di conote), con sopra quello che potrebbe diventare il scerlo». Eric Williams scherza: «Cedo a lui lo suo nuovo nome: The Panda’s Friend (già avvia- scettro di veterano della squadra, non sarò il più ta la richiesta alle autorità americane), in osse- anziano...». L’era del Panda è cominciata. © RIPRODUZIONE RISERVATA quio alla sua spiccata vocazione ecopacifista (os- 14005 SERIE A Avellino: salta la panchina di Vitucci Arriva Gresta che lascia il Kuwait ● Ad Avellino, Frank Vitucci si può praticamente considerare un ex. In giornata dovrebbe arrivare il comunicato dell’esonero, voluto in prima persona dal patron De Cesare. Inutile dire che il coach (voluto proprio da De Cesare due stagioni fa, strappato a suon di euro a Varese) paga le 10 sconfitte nelle ultime undici uscite e un rapporto con la piazza assolutamente inesistente con lo striscione in curva «Vitucci vattene» esposto da un bel po’. La richiesta del contratto anche per la prossima stagione ha fatto scartare diversi coach: si è accontentato di questi due mesi invece Luigi Gresta che proprio ieri ha lasciato il Kuwait e la squadra dell’Al Kuwait dove per sua stessa ammissione «ha guadagnato più del doppio dei soldi che prendeva in Italia». ● EUROCUP I turchi del Banvit sono la prima semifinalista di Eurocup. Eliminato il Paris Levallois battuto 75-71 (andata 65-67). Oggi: Lokomotiv KubanUnics Kazan (and. +9 Kuban), Khimki-Valencia (+1 Khimki) e Pinar Karsiyaka-Gran Canaria (+10 Gran Canaria). FUTURO Hackett: «Penso alla Nba. Gentile ci va in estate» 1Il play dell’EA7 va in tv e «svela» i piani del compagno. Milano di fronte ad un’altra rivoluzione a fine stagione? C he Houston voglia Alessandro Gentile subito e che l’azzurro voglia andare nella Nba subito è chiaro da tempo nonostante le parole caute e sempre al condizionale che sia i Rockets, attraverso Gianluca Pascucci («Se e quando vorrà, noi pensiamo che Gentile possa diventare un giocatore Nba»), che il giocatore («I contatti sono frequenti, è una avventura che mi affascina e che potrebbe arrivare molto presto») hanno usato proprio sulla Gazzetta. Gersson Rosas, vicepresidente ese- cutivo di Houston è venuto più volte in Italia per Alessandro per preparare il suo sbarco in Texas già la prossima estate. GHIACCIAIA La notizia da tenere in ghiacciaia così, coi punti interrogativi, fino a fine stagione, per delicatezza e non turbare la corsa scudetto dell’EA7 ha avuto una brusca svolta proprio ieri con la semplicità di Daniel Hackett. Che, invitato a Sky Sport 24, ha detto un paio di cose interessanti. La prima: «Alla Nba ci penso, la strada è tracciata abbiamo quattro giocatori lì. Vivo giorno per giorno cercando di rimanere il più sereno possibile» Non è banale visto che il suo contratto con Milano scade nel 2016 e ha già 27 anni. La seconda: «Il quinto italiano nella Nba sarà Gentile, che approderà agli Houston Rockets quest’estate. E’ un predestinato». Se lo dice anche lui... Fine delle frasi al condizionale. CATACLISMA E’ un piccolo cataclisma che non influirà sulla corsa di Milano verso il titolo ma che cambia profondamente i progetti dell’EA7. Che ha sempre dichiarato di puntare sul trio Hackett-Gentile-Melli attorno al quale costruire la squadra: che Gentile potesse andare a Houston subito era prevedibile, ma il trio scric- chiola (anche Melli ha un accordo fino al 2015). E’ possibile che alla fine dell’anno, come è accaduto la scorsa estate, i cambiamenti saranno più profondi rispetto alla volontà attuale del club. Da sinistra Alessandro Gentile (22 anni) con Daniel Hackett (27) CIAM CONTRATTI In più, l’EA7 dovrà valutare anche i molti contratti in scadenza di giocatori pregiati come Samardo Samuels (e la società è già andata sul mercato per Okaro White della Virtus Bologna), MarShon Brooks e David Moss. E Frank Elegar, scoppiato nell’ultima partita, facilissima, di campionato ma che sta mostrando qualità atletiche e umiltà per poter sperare in una riconferma. O in un mercato più ricco. chiabo MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Metta in maglia Lakers con cui ha vinto il titolo 2010. I Knicks cono stati la sua ultima squadra Nba. La prima parte di stagione l’ha giocata in Cina nel Sichuan Whales EPA fIL CONFRONTO L’Italia ritorna agli anni d’oro Tipo ingestibile? C’è stato di peggio Luca Chiabotti 1 R on Artest o Metta World Peace o The Panda’s Friend, come vorrebbe farsi chiamare ora, ci riporta al secolo scorso, quando giocatori col suo passato Nba chiudevano la carriera in Italia regalandoci momenti indimenticabili (e anche molte delusioni). Impossibile fare classifiche coi tempi eroici: diciamo solo che Metta è 201o nella classifica dei marcatori Nba ogni tempo e ne ha davanti 11 che hanno giocato in serie A. E mancano giocatori straordinari come Joe Barry Carroll, Michael Cooper (5 titoli Nba), Sugar Richardson o il re dei dimenticati, ma meraviglioso in campo, Jim McMillian della Virtus. Però ci fermiamo a Dominique Wilkins nel 1998: nel Terzo Millennio non è più arrivato un Artest. PROBLEMI Non sono neppure una novità per l’Italia i suoi problemi comportamentali, anche se va detto che soprattutto negli anni Ottanta abbiamo accolto 2 ● 1 Marvin Barnes, a Trieste nel 1980: se parliamo di matti, il numero uno 2 Johnny Neumann di Cantù: genio e sregolatezza giocatori deviati dall’uso della droga, spesso salvandoli come è accaduto a Spencer Haywood. Abbiamo fatto giocare Marvin Barnes, morto l’anno scorso, che si rifiutò di prendere un aereo che, per questioni di fuso, sarebbe arrivato qualche minuto prima dell’orario di partenza, perché non voleva salire su una «fucking macchina del tempo». E se Joe Pace di Pesaro è ricordato come un matto vero, il mandante era il compagno Mike Russell che aveva inventato la roulette russa in auto attraversando all’improvviso e senza guardare l’Adriatica. Metta ha avuto problemi di gestione dell’ira fin da quando aveva 7 anni, meglio stargli alla larga ma è anche un benefattore, premiato per le sue donazioni proprio per combattere i problemi mentali dei bambini. PACCHETTO Telecamere sfasciate, risse, falli durissimi, gomitate assassine, litigi con gli allenatori avversari e il pubblico, squalifiche, problemi anche fuori campo. Il pacchetto è completo. Ma Metta anche uno che ha dato un ginocchio per i Lakers, che non si tira indietro per la squadra. Cantù lo saprà gestire? Non è il tipo più strano arrivato in Brianza che ha accolto Johnny Neumann, giocatore di talento pazzesco che si è rovinato con le sue stranezze(poi ha girato il mondo come coach, ultima tappa la nazionale rumena). O Tom Boswell, sempre a caccia di droga per la moglie tossicomane, lui spesso costretto a lavorare con gli juniores perché gli allenamenti non degenerassero in risse. E possiamo dimenticare il pittoresco Adrian Caldwell,che portava alle sedute video della mattina un pollo arrosto e se lo mangiava in loco per colazione? Ron, Metta o l’amico dei Panda che sia, è una passeggiata. 27 NBA Harden da mvp Che duello con Westrbook 1La guardia di Houston ha segnato 44 punti: è l’ottava volta che supera quota 40 J ames Harden sta ingaggiando una lotta al coltello con Russell Westbrook per strappare il titolo di mvp ai favoriti designati, LeBron James e Stephen Curry. Tutti e due hanno preso sulle loro spalle le rispettive squadre, Houston e Oklahoma City, nella perdurante assenza delle stelle Dwight Howard e Kevin Durant, sono primo e secondo nella classifica marcatori a 3/10 di punto di differenza (27.5 Westbrook, 27.2 Harden) e se il play dei Thunder viaggia a suon di triple doppie, ma quella di domenica gli è stata cancellata togliendogli un rimbalzo, la guardia dei Rockets ha superato quota 40 anche lunedì notte contro Indiana, unico nella Nba ad esserci riuscito 8 volte in questa stagione. Contro i Pacers, l’uomo che ha rilanciato la moda della barba nel basket, ha chiuso con 44 punti, 21/22 ai liberi ma, quello che più conta, ne ha realizzati 19 nell’ultimo quarto, 12 nei 4 minuti conclusivi. «Non saremmo dove siamo se Harden non stesse disputando una stagione da Mvp» ha dichiarato dopo la gara il coach di Houston, Kevin McHale. BARGNANI Nelle altre gare di lunedì, Datome non è entrato nella sconfitta di Boston con Brooklyn, Bargnani ha realizzato 18 punti, con 1 solo rimbalzo ma 4 assist e 2 stoppate, nel k.o. dei decimati Knicks contro i Grizzlies. Continua il momento magico di Nikola Mirotic, l’ala montenegrino-spagnola dei Bulls che sta facendo un rush finale da rookie of the year: 28 punti contro gli Hornets, 19.5 di media, con 8 rimbalzi, nelle ultime 10 partite. RISULTATI: Indiana-Houston 100-110, Brooklyn-Boston 91-110, New York-Memphis 82-103, Chicago-Charlotte 98-86, Utah-Minnesota 104-106, Golden State-Washington 107-76. www.citizen.it PURA LUCE, PURA ENERGIA. 28 Pallavolo R Coppa Cev: andata della semifinale MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Trento, l’Italia rimonta sulla Polonia 1 Zaksa, che ha ingaggiato De Giorgi, sconfitta da Kazisky e compagni dopo una maratona: 3-2 IL CONFRONTO Mario Salvini Nicola Baldo ITALIA POLONIA L COSÌ AL MONDIALE 2014 13ª 1ª MONDIALI VINTI 3 EUROPEI VINTI 6 ORI OLIMPICI 0 2 1 1 IN FINALI CHAMPIONS 2015 0 CHAMPIONS VINTE 18 2 1 CLUB IN CHAMPIONS 2015/16 3 2 o Zaksa Kedzierzyn-Kozle ieri sera ha giocato e perso contro Trento e stamattina presenta il nuovo allenatore. Che ovviamente sarebbe stato presentato anche in caso di vittoria. E’ Fefé De Giorgi. A suggellare una volta di più questo strano intreccio tra Italia e Polonia. Dove da un lato i polacchi, abbattuto il totem dell’autarchia a tutti i costi, si affidano sempre di più ai nostri tecnici. E dall’altro, così facendo, ci stanno battendo su tutti i fronti. MONDIALENon parliamo più di tanto del Mondiale, per non farci troppo male paragonando il loro trionfo casalingo col nostro piazzamento. Ma dietro quel successo anche di pubblico e di risultati (non fosse stato per lo scandalo successivo) c’è una rivalità che dura da anni. E non è fatta solo di partite vinte, ma anche di appeal sul campionato. Emergente e sfavillante quello polacco, tattico e storico quello italiano., che nelle ultime stagioni ha perso campioni a favore della Polonia. E passiamo direttamente alla Coppe dove il saldo di questa stagione è impietoso. Con una sola sfida vinta, quella di Perugia con lo Jastrzebski Wegiel di Roberto Piazza, che peraltro si era presentato al doppio confronto senza i due schiacciatori titolari, ovvero Bartman e Kaliberda. Per il resto dai polacchi sol schiaffoni. Distribuiti equamente dallo Skra Belchatow a Macerata negli ottavi e allo stesso Perugia nei quarti di Champions. Ai quali sarebbe da aggiungere la rimonta che, nel femminile, il Sopot di Lorenzo Micelli ha imposto al Conegliano. DONNE Così, se nel femminile alla Final Four siamo pari, con una squadra ciascuno, Busto per noi e il Police di Beppe Cuccarini campione di Polonia (qualificato in quanto organizzatore) per loro, nel maschile la differenza è dolorosa. I polacchi, con la semifinale-derby Resovia-Belchatow, sono sicuri di avere una finalista a Berlino. Cosa per loro parecchio insolita. Intanto perché di Champions (allora Coppa Campioni) ne hanno vinta solo una, nel 1978, in una edizione senza club dell’Unione Sovietica, col Plomien Milowice allenato da Alexander Skiba, che poi avrebbe allevato la nostra generazione dei Fenomeni in nazionale Juniores (ai tempi era più frequente che i polacchi insegnassero a noi). E poi perché anche Fefé De Giorgi allenerà Zaksa di secondi posti ne hanno pochi, appena un paio. Uno proprio col Resovia (ma era un altro club), nel 1973, e l’altro proprio col Belchatow, tre anni fa, con finale persa (15-17 al tiebreak…) col Kazan. Belchatow che la semifinale «se l’è comprata» tre volte attraverso l’organizzazione, senza mai riuscire ad acchiappare la Coppa che ormai per tutta la Polonia è una specie di chimera. MARATONA Ma in attesa di capire che ne sarà della Champions, in Cev, ieri più che una partita è stata una maratona. Tre giorni dopo il successo di Modena la Energy T.I. Diatec Trentino pone anche il primo mattoncino per la conquista di un posto nella finale, espugnando ai vantaggi del tie-break il parquet polacco dello Zaksa Kedzierzyn-Kozle. Stanca questa Trento, qualche alto e basso di troppo, Kaziyski che trascina ma nella serata negativa dell’opposto (Nemec e Nelli si alternano in campo) e di Lanza serve soprattutto il carattere ed un maggiore cinismo in alcuni momenti chiave dell’incontro per superare Kooy e soci. Ora sabato, nel ritorno al PalaTrento, la squadra di Stoytchev conquisterà la finalissima (7 e 11 aprile) vincendo con qualunque risultato. «Questa è stata una vittoria soffertissima ma importante – ha detto a fine match coach Radostin Stoytchev – sapevamo che ci aspettava una gara difficile com’è stata quella di Modena, vincere ci permette di fare un passo importante verso la finale». Ghiaccio R Figura a Shanghai INVIATO A SHANGHAI (CINA) E’ la gara più attesa. La Cina, nelle coppie di artistico, ha un passato, un presente e certo un futuro di primissimo piano. Da numeri uno, non fosse per la grande tradizione sovietico-russa. Per esempio: nello show che oggi all’Oriental Sports Centre, prima del corto, farà da cerimonia di apertura della rassegna, nonostante la presenza di stelle come Evgeny Plushenko, gli occhi di tutti saranno su Xue Shen-Hongbo Zhao, ori olimpici e mondiali in pensione. I due pare si esibiranno anche in un’inedita versione da cantanti. Poi via alla sfida. E sarà Cina, coi suoi tre tandem, contro il resto del mondo capitanato dai canadesi Duhamel-Radford, imbattuti nella stagione e logici favoriti. L’ATTESA Nel resto del mondo ci saranno anche Valentina Marchei-Ondrej Hotarek. L’esordio del due azzurro sulla scena iridata genera interesse. Merito del 4° posto centrato agli Europei di gennaio a Stoccolma, arrivando dal nulla. Il binomio, fino all’estate scorsa, non esiste- va e quella di Shanghai sarà solo la quinta gara della carriera comune. «In un progetto che ci porterà all’Olimpiade 2018 – dicono – siamo qui per fare un’altra importante esperienza e un ulteriore passo avanti». Volano basso, i due: la concorrenza sarà spietata. Ma la scommessa è già vinta. Valentina, col solito entusiasmo, si presenta nella nuova veste dopo sette Mondiali nell’individuale (con l’ottava piazza di Nizza 2012 quale punta). Ondrej invece, solo un anno fa, al fianco di Stefania Berton, col 9° posto di Saitama, centrava il miglior risultato azzurro nella storia iridata della specialità. Avvicinare quel piazzamento varrebbe oro. TRIPLO LUTZ Gli allievi di Franca Bianconi, rispetto agli Europei, «rischiano» di essere ulteriormente migliorati. Perché ogni giorno che passa l’intesa cresce e perché sono reduci da tre settimane a Montreal, dove hanno pattinato al fianco degli stessi Duhamel-Radford. «Il lavoro è stato intenso – raccontano, freschi pure da una duplice apparizione a “Notti sul Ghiaccio”– ma divertente. Ci siamo persino prodotti in una spirale a quattro e in un doppio triplo lutz in parallelo». Roba da guin- LA GUIDA Questa sera Ravenna a Lisbona (a.a. - s.cam.) In attesa delle Finali di Champion si giocano le semifinali delle altre coppe europee. Stasera la Cmc Ravenna ospite a Lisbona del Benfica. L’escluso dal referto potrebbe essere il libero Goi. Cester favorito su Ricci per giocare al centro con Mengozzi. Il ritorno si giocherà domenica Forlì. Coppa Cev Maschile: Kedzierzyn Kozle (Pol)-Energy TI Diatec Trentino 2-3 (20-25, 25-21, 23-25, 27-25, 17-29), Dinamo Mosca (Rus)-Lennik (Bel) 3-0 (25-16, 25-16, 25-16). Femminile: Krasnodar (Rus)-Rabita Baku (Aze) 3-1, Sopot (Pol)Galatasaray Istanbul (Tur) 3-0 . Challenge Cup Maschile: Oggi (21.20) Lisbona (Por)-Cmc Ravenna, Minsk (Blr)-Novi Sad (Ser) Femminile: Schweriner (Ger)-Bursa (Tur), Ekaterinburg (Rus)-Yuzhny (Ukr) Champions Maschile Final Four a Berlino (GER), 28-29 marzo: 17 Berlino-Kazan (Rus), 20 Resovia (Pol)Belchatow (Pol). Final Four a Stettino (Pol), 4-5 aprile: 15 Police (Pol)-Unendo Yamamay Busto Arsizio, 18 Vakifbank (Tur)Eczacibasi (Tur). IN PROVA (p.r.) Da ieri si allena a Modena Andreas Dimitrios Fragkos, schiacciatore greco, classe 1989. L’atleta, terminata la sua avventura in Iran arriva per un periodo di allenamento con Lorenzetti. Potrebbe prendere il posto di Ishikawa che è tornato in Giappone e che non si sa se tornerà per i playoff. Mentre è stato escluso dalla società qualsiasi altro arrivo straniero, extracomunitario. Si era parlato a lungo di Simon. Pallanuoto R World League Setterosa da brividi Domina, poi rischia ma batte l’Ungheria Marchei-Hotarek sul palco mondiale «Un altro passo verso i Giochi» Andrea Buongiovanni Festa di Trento sul campo dello Zaksa Kędzierzyn-Koźle CEV Carlo Ferraro IMPERIA A Oggi il corto coppie diretta RaiSport 1 ed Eurosport Imperia, al cospetto del consueto pienone, nel 5° e penultimo impegno di World League, l’Italia supera l’Ungheria: per accedere alle finali basterà un pari contro la Russia nell’ultima giornata dei preliminari. Le azzurre volano sul 9-4, ma un black out permette alle ospiti di agguantare il 9-9 a 3’ dalla sirena, prima che Queirolo, Bianconi (miglior marcatrice con cinque gol, quattro punti di sutura all’arcata sopraccigliare sinistra per un duro colpo) e Garibotti chiudano il discorso. In questa stessa vasca, oggi alle 15, si gioca il recupero di A-1 tra Mediterranea e Orizzonte. E qui si disputerà anche la Final Four di Coppa Len il 10 e 11 aprile. Dopo il corto della danza che nella notte ha aperto la rassegna con Anna Cappellini-Luca Lanotte, il programma prevede oggi dalle 11.15, anche il corto delle coppie. Domani (dalle 3.30 della notte italiana) quello delle donne con Roberta Rodeghiero e Giada Russo il libero delle coppie. Programma (orario italiano, locale +7 ore). Oggi. Ore 11.15: corto coppie (Marchei-Hotarek ore 12.02, Della Monica-Guarise ore 12.57). Domani. Ore 3.30: corto donne (Rodeghiero, Russo). Ore 12: libero coppie. In tv (oggi): diretta RaiSport 1 ore 13.05, Eurosport ore 12.30. ITALIA-UNGHERIA 12-9 (2-1, 3-1, 4-3, 3-4) Italia: Gorlero, C.Tabani, Garibotti 2, Queirolo 1, Pomeri, Aiello 2, Di Mario, Bianconi 5, Emmolo 2, A.Millo, Cotti, Palmieri, Teani. All. Conti. Ungheria: Gangl, Gurisatti, Hevesi, H.Kisteleki 2, Szucs 2, Takacs 1, Miskolczi, Keszthelyi 2, I.Toth 1, Garda, Csabai 1, Mate, Bolonyai. All. Meresz. Arbitri: Stavropoulos (Gre) e Teixido (Spa). Note: s.n. Italia 10 (4), Ungheria 8 (1). Usc. 3 f. Di Mario 3° t., Garda 4°. Valentina Marchei e Ondrej Hotarek, quarti agli Europei di figura AP ness dei primati, ma resta che nessun’altra coppia presenterà quel salto. L’Italia, intanto, spinge anche Nicole Della Monica-Matteo Guarise che, al quarto Mondiale, possono migliorare il 14° posto di London 2013. Sulle note di Cinderella, saranno in pista alle 12.57 italiane; Marchei-Hotarek, che scontano un ranking per forza modesto, alle 12.02 con Malaguena. Poi, passando pure dai russi Kavaguti-Smirnov, fari sugli atleti di casa: Sui-Han, PengZhang e, soprattutto, PangTong, due icone: dopo i Giochi di Sochi si erano ritirati, ma la prospettiva di un Mondiale nella propria città è stata irresistibile. Shanghai sarà tutta con loro. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA GUIDA Gir. A: Russia-Francia 18-4. Class.: Italia 12; Russia 11; Ungheria 7; Francia 0. Pr. turno (21/4): Italia-Russia, FranciaUngheria. La formula: È stata ufficializzata la sede cinese della Final Eight, in programma il 9-14 giugno: sarà Shanghai. Dall’Europa vi accedono le capolista dei gironi e la migliore seconda. Nella scorsa edizione, l’Italia chiuse con la medaglia d’argento. ● CHAMPIONS LEAGUE Oggi si gioca la 7a giornata dei preliminari: Radnicki Kragujevac (Ser)-Brescia alle 18 e Pro Recco-Barceloneta (Spa) alle 20.30 con diretta su RaiSport 2. L’altra sfida del girone A è Olympiacos (Gre)-Eger (Ung). Class.: Pro Recco 18; Eger 10; Barceloneta 8; Radnicki 6; Brescia 5: Olympiacos 4. RAvanti 9-4, l’Italia si fa raggiungere sul 9-9. Brilla Bianconi, 5 gol e 4 punti di sutura © RIPRODUZIONE RISERVATA Bianconi con la ferita all’occhio RANISE Olimpiadi R La candidatura italiana per il 2024 MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 29 Boston in dubbio Il Villaggio di Roma verso Tor Vergata 1Negli Usa: «Avanti solo se la gente dirà sì» Malagò in Senato: «Ambiente e trasparenza» Rio 2016 accelera tra ritardi e casi Valerio Piccioni IROMA R oma 2024 sbarca al Senato e intanto rischia di perdere un’avversaria nella corsa all’organizzazione dei Giochi. Boston ha deciso: o i bostoniani sono d’accordo oppure neanche ci iscriviamo alla gara. Pressati dai sondaggi di opinione, dove il sì è staccato parecchio dal no, i dirigenti della candidatura hanno deciso di organizzare un referendum prima del 15 settembre, cioè della scadenza indicata dal Cio. «Se il voto popolare dirà no, non andremo avanti». E il Sindaco, che pure è un tifoso convinto della candidatura, conferma. PARIGI SI’ Insomma, nonostante la rivoluzione low cost varata dal Cio a dicembre, a Losanna non c’è la firma per le candidature. Se la Germania ha ormai battezzato il lancio di Amburgo - ma avere il presidente del Cio, Thomas Bach, potrebbe non essere un vantaggio - per il resto il piatto piange. Anche se Parigi è ormai vicina al sì con il vento favorevole dei sondaggi: la sindaco Anne Hidalgo s’è iscritta al partito olimpico dopo un’iniziale freddezza. Poi c’è Baku. VIVA TOR VERGATA Quanto a Roma, ieri audizione alla commisione istruzione del Senato di una delegazione del Comitato, capeggiata da Malagò con la coordinatrice generale Claudia Bugno, Simone Perillo (international relations and planning manager), e il capo di gabinetto del Coni Francesco Soro, Si è trattato di un’audizione con un Malagò-fiume (più di un’ora di discorso). A parte, lo scetticismo del Movimento Cinque Stelle,, i toni erano abbastanza favorevoli. Il presidente del Coni ne ha approfittato per un annuncio importante sulla carta di identità della candidatura. C’è Tor Vergata in pole position, e questo apre la porta anche a una possibile rivalutazione pure della vela di Calatrava, il mo- Una panoramica con lo stadio Maracanà, sede della cerimonia inaugurale dei Giochi, e il palazzetto della pallavolo 1A 500 giorni dall’Olimpiade va a rilento il Velodromo, il campo da golf conteso. Più sicurezza Mauricio Cannone RIO DE JANEIRO (BRASILE) A Ecco com’è adesso il mega impianto dell’Università di Tor Vergata a Roma numento all’incompiuto della periferia sud di Roma. «La volontà è localizzare il Villaggio Olimpico laddove ci sono strutture pubbliche e un’area che ha una finalità urbanistica»,dice Malagò. Cioè a Tor Vergata? «Tipo Tor Vergata e non certo Tor di Quinto, dove ci sono vincoli ambientali molto forti».Tor di Quinto era la scelta del dossier presentato e bocciato da Monti, tre anni fa. ALLARGAMENTO MA...E a proposito di discontinuità. Tutte le finali delle discipline (salvo la vela) si disputeranno nella R La Bugno lascerà il 31 il ministero Idem: «Sfruttare le strutture esistenti come la Fiera» «Grande Roma» con una distanza massima di 50-60 km. Per l’allargamento sul territorio nazionale dei tornei eliminatori degli sport di squadra, ora c’è prudenza: «Tutti vorremmo fare un discorso il più possibile allargato senza rischiare però di non prendere i voti per vincere». CAPISALDI Josefa Idem. la senatrice olimpionica, approva i capisaldi della candidatura: «Sfruttare strutture esistenti, rispettare l’ambiente per costruire il Villaggio, insistere sulla Fiera di Roma. Ora però approfondiremo le altre questioni». Questioni su cui già lavora Claudia Bugno: «Il 31 marzo lascerò il mio incarico al ministero dello Sviluppo Economico. Affronto questa sfida con dedizione e impegno. Nessuna distrazione a parte la mia piccolina di 5 mesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA 500 giorni dall’Olimpiade, Rio de Janeiro vive la frenesia di prima città che ospiterà i Giochi olimpici in Sudamerica. Il sindaco Eduardo Paes ha fatto una scommessa con Thomas Bach, presidente del Cio: consegnerà i siti nei tempi previsti per l’apertura nel Maracanã, ristrutturato nel 2013, che oltre alle cerimonie ospiterà il torneo di calcio. Il Brasile deluso dai Mondiali di calcio intende vincere ora la sfida olimpica e organizzativa. La città è un cantiere. C’è da inaugurare la metropolitana fino alla Barra da Tijuca, una delle 4 zone de cuore a Cinque Cerchi. Il disinquinamento della Baia di Guanabara, sede per la vela, è forse la più grande sfida. L’obiettivo di ripulirlo all’80% è ritenuto quasi impossibile fino ad agosto 2016: si è già al 49%. VELODROMO E SICUREZZA Preoccupa il Velodromo ed il campo da golf è al centro di un caso giudiziario. La municipalità ritiene proprietario del terreno un imprenditore italiano, responsabile per la costruzione del green e di una foresteria di lusso che ha provocato le proteste di ambientalisti. Anche il presunto erede del terreno risalente al 19° secolo riven- PADOVA Maddaloni e Lucchetta al convegno: «Lo sport come riscatto sociale» G iacobbe Fragomeni la sua esperienza l’ha sintetizzata così: «La boxe mi ha salvato, mi ha tolto dalla strada, la mia redenzione è stata la palestra. L’ho deciso io: ho scelto di cambiare. Ho avuto la forza di uscire da un mondo in cui molti non ce l’hanno fatta». L’ex campione mondiale dei massimi leggeri è tra i perso- BUDGET Il budget di Rio 2016 si aggira sugli 11 miliardi di euro. Poco più di 2 sono a carico del Comitato organizzatore: il 51% da sponsor locali, il 21% dal contributo Cio, il 13% dalla vendita di biglietti, il 9% da sponsor internazionali, il 6% da licenza di marchi vari, 1 miliardo e 600 da lavori con arene e opere tipo Centro radio tv, di cui oltre 400 milioni spettano ai governi nazionale, statale e comunale; 1 miliardo e 200 da associazioni publico- private. I circa 7 rimanenti sono opere pubbliche per la città, compresa la metropolitana. 11 © RIPRODUZIONE RISERVATA ● E’ di 11 miliardi di euro il budget di Rio (dal 5 agosto 2016) Doping: nuoto Park rischia i Giochi 2016 ● Park Tae Hwan ora si scusa per aver deluso gli appassionati, è pronto a spiegare tutto al rientro a Seul, ma il suo rientro alle gare al termine della squalifica di 18 mesi per doping si allontana. Park ha 21 giorni di tempo per appellarsi al Tas (per la Fina non lo farà) contro la squalifica, ma anche la Wada ricorrerà per aumentare la sanzione. Attualmente l’olimpionico risultato positivo al testosterone potrebbe essere in tempo per qualificarsi ai Giochi di Rio 2016: lo stop scade il 2 marzo 2016. Ma è il comitato olimpico coreano a ricordare al 4 volte medagliato olimpico e bicampione del mondo dei 400 sl che da luglio 2014 è stata introdotta una norma che vieta ai coreani squalificati il rientro in nazionale prima dei 3 anni post sospensione. A meno che ci siano ragioni «sociali, superiori interessi nazionali». «Dopo i 18 mesi e solo se ce ne saranno le condizioni, si potrebbe rivedere la norma» spiega il portavoce del comitato olimpico Park Dong-hee. Per adesso, dunque, con queste regole, il nuotatore non avrebbe speranze di esserci a Rio. SCANDALO ATLETICA Campioni di vita grazie allo sport 1Fragomeni, dica ora la sua proprietà. La criminalità è un vecchio problema della magalopoli, però nei grandi eventi come i Mondiali, la Conferenza per l’ambiente e la visita di Papa Francesco la sicurezza è stata rafforzata e ai Giochi squadre antiterrorismo saranno distribuite lungo la città. Gli eventi più protetti saranno le cerimonie di apertura e la chiusura oltre i 42.195 metri della maratona. Poliziotti brasiliani andranno a Boston per imparare dai loro colleghi che affrontarono nel 2013 gli attentati durante la maratona. naggi intervenuti ieri a Padova al convegno sul tema «Lo sport come riscatto sociale». Storie di uomini e di sport quelle raccontate anche dagli altri ospiti dell’iniziativa come Gianni Maddaloni, fondatore dello Star Judo Club Napoli nel cuore di Scampia - ma anche padre e allenatore del campione olimpico Pino Maddaloni -, e l’ex azzurro di volley Andrea Lucchetta. «Ho 8 detenuti che frequentano la mia palestra e negli anni ne sono passati 40 - racconta Maddaloni —: non tutti sono diventate persone oneste, ma molti di loro sì. Quello che diamo loro è un’opportunità. Ecco a me piace più parlare di opportunità sociale, che non di riscatto. E non la diamo solo a loro: per me togliere quanti più bambini dalla strada è una corsa contro il tempo. Dobbiamo insegnare ai più piccoli a vivere secondo le regole dello sport». LUCKY Lucchetta ha insistito in particolare su un elemento, «la gioia del gioco. Che non ha nessuna relazione con il successo, la fama, il denaro, perché il valore materiale di un oro è nullo rispetto alle emozioni dell’attimo in cui, con il sacrificio e l’umiltà, si arriva a conseguire un risultato». Lucchetta a Modena ha fondato la ludoteca “Oplà”. «In tutti gli sport è fondamentale che gli educatori trasmettano passione e stimoli- no l’autostima dei ragazzi. Non importa, poi, se quei ragazzi diventeranno campioni». Ad aprire i lavori, moderati da Franco Arturi, editorialista della Gazzetta dello Sport, l’intervento del professor Renato Zanovello, referente della cultura sportiva dell’Area 1 del Panathlon: «Riscatto significa liberazione da situazioni e comportamenti negativi. E lo sport è un grande strumento positivo e propositivo. E a chi si lamenta della drammaticità di certe tristi realtà, rispondo con le parole del premio Nobel Albert Einstein: Non possiamo pretendere che le cose cambino se noi continuiamo a fare le stesse cose». © RIPRODUZIONE RISERVATA Rolex in cambio di voti Al Kamali è indagato N el 2011, nel congresso Iaaf prima dei Mondiali di Daegu, Ahmad El Kamali, presidente della federatletica degli Emirati Arabi Uniti, venne eletto a sorpresa nel consiglio con 137 voti. A sorpresa perché questo ex giudice del tribunale militare era praticamente sconosciuto. Ora Kamali è candidato alla vice presidenza per il congresso di agosto a Pechino che eleggerà il successore di Lamine Diack fra Coe e Bubka, ma Kamali è al momento investigato dalla commissione etica della Iaaf per uno scandalo che ieri è stato rivelato dal quotidiano spagnolo El Pais. Un calderone scoperchiato dal presidente di una federazione africana che ha preferito rimanere anonimo, secondo il quale Al Kamali ad Addis Abeba a inizio marzo, in occasione del congresso della confederazione africana, avrebbe offerto orologi Rolex a 40 delegati delle federazioni africane per avere il loro voto a Pechino. E’ solo l’ultimo degli scandali dell’atletica. La commissione sta anche indagando sui casi doping russi e del torbido mondo che li circonda dove è implicato anche il figlio di Diack, Papa Massata. © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Atletica R Il caso MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT IL PERSONAGGIO CONTENUTO PREMIUM DA TRE ANNI DOMINA NEI 5000 E 10.000, MA CHE PAURA A NEW YORK... 1 2 3 ● 1 Mo Farah vince l’oro dei 5000 m ai Giochi Olimpici 2012 dopo aver conquistato quello dei 10.000. Farà doppietta di ori anche ai Mondiali 2013 e agli Europei 2014 2 Farah svenuto dopo aver tagliato il traguardo della mezza maratona di New York un anno fa (2° in 1h01’07”) 3 Il suo allenatore Alberto Salazar, 56 anni, ex maratoneta e vincitore a New York dal 1980 all’82 Mo Farah MA QUALE BENZINA USA IL CAMPIONE? UN FONDISTA CHE FA DISCUTERE Mo Farah, britannico di origine somala, 32 anni, è una star dell’atletica: olimpionico a Londra 2012 nei 10.000 e 5000, oro sulle stesse distanze ai Mondiali di Mosca del 2013. Domenica scorsa a Lisbona ha migliorato il primato europeo sulla mezza maratona: 59’32”. Ma ci sono zone d’ombra nella sua storia: malori e allenamenti con atleti squalificati per doping... Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA D omenica 22 marzo 2015 accadono due eventi nella vita di Mo Farah: vince la mezza maratona di Lisbona con il tempo di 59’32’’, record europeo, mentre, a Londra, il Sunday Times pubblica in prima pagina un servizio dedicato ad una partita di «superintegratori» ordinati nel gennaio 2011 e nel marzo 2012 dal suo allenatore, Alberto Salazar, 56 anni, cubano trapiantato negli Stati Uniti, maratoneta di grande livello negli anni Ottanta, guru del Nike Oregon Project, un personaggio sul quale da tempo si interessa l’antidoping. Quest’integratore, il NutraMet Sport, sarebbe legale con i componenti L-carnetina e carboidrati. Secondo uno studio realizzato all’Università di Nottingham, migliorerebbe le prestazioni fino all’11%. I DUBBI Questa contemporaneità, luci e ombre, è ormai una costante della carriera di Mo Farah, nato a Mogadiscio e sbarcato nel Regno Unito a 8 anni, figlio di un britannico e trapiantato nella realtà di Hounslow, periferia Ovest di Londra. Il giovane Farah fre- quenta il Feltham Community College e qui le sue doti vengono scoperte da Alan Watkinson: «Aveva problemi con la lingua e una passione smisurata per il calcio. Sognava di diventare ala destra dell’Arsenal, ma io lo convinsi a scegliere l’atletica». Farah vince la prima gara importante nel 1997: il titolo studentesco nel cross e diventa professionista nel 2001. Vince gli europei di cross nel dicem- bre 2006, è sesto nei 5.000 ai Mondiali 2007 a Osaka, mentre all’Olimpiade di Pechino, nel 2008, è fuori dalla finale dei 5000. Nel 2009 il crescendo delle prestazioni è sbalorditivo. A gennaio, stabilisce a Glasgow il record indoor britannico dei 3.000 metri: 7’40’’99. Poche settimane più tardi, a Birmingham, frantuma il primato, abbassandolo di 6 secondi. Farah va poi agli europei di cross ed è secondo, collassando dopo aver superato il traguardo: è il primo malore della sua storia. A Edimburgo, poco tempo dopo, finisce terzo nel Great Cross Country e si sente di nuovo male. Il 2010 è segnato da exploit incredibili. Corre i 10.000 a Londra in 27’44’’ e la settimana dopo, in Coppa Europa, si migliora di 16 secondi. Agli Europei di Barcellona, è oro nei 10.000. A Zurigo, il 19 agosto, scende sotto i 13 minuti nei 5.000. L’ascesa è inarrestabile. Ai Mondiali di Osaka del 2011, è oro nei 10.000 e argento nei 5.000. All’Olimpiade di Londra 2012, doppietta su 10.000 e 5.000. Nel 2013, il record europeo sui 1.500: 3’28’’81. In estate, ai Mondiali di Mosca, nuovo bis sui 10.000 e 5.000. LA DIFESA Mo Farah è stato il primo atleta al mondo a scendere sotto i 3’30’’ nei 1.500, i 13’ nel 5.000 e i 27’ nei 10.000. Un eclettismo incredibile. Una macchina impressionante. Ma è una macchina sulla quale qualcuno comincia ad indagare perché il rapporto con Salazar solleva più di un interrogativo. Mo Farah difende il tecnico quando, nell’autunno 2013, la Bbc produce un’inchiesta, sollevando la questione doping: «Tutto questo mi offende. Sono forse l’atleta più testato del mondo. Alberto è un grande allenatore e io lavoro duro per ottenere questi risultati». La replica di Salazar, che trionfò in una supermaratona nel 1994 raccontando di aver tratto giovamento dall’uso del Prozac, è banale: «I risultati di Farah sono figli del talento e di un regime durissimo di allenamenti. I sospetti di doping sono la scusa di chi perde». La Iaaf da tempo starebbe monitorando la situazione. I valori di emoglobina rilevati negli anni avrebbero infatti attirato l’attenzione della Iaaf. Nel 2007, il livello sarebbe stato del 13,9, mentre nel 2013 sarebbe salito al 16,5. Una crescita che coincide con l’exploit dei risultati e questo farebbe pensare che nel corso della sua carriera gli indicatori, invece di restare costanti, sarebbero aumentati. Per questa ragione sarebbero stati evidenziati cromaticamente dalla Iaaf. Come ha indicato il giornalista tedesco Hajo Seppelt, gli esperti della Iaaf colorano i casi ritenuti sospetti. In questo quadro, con il collasso dopo la mezza maratona di New York nel marzo 2014 e il debutto nella maratona a Londra 2014, la carriera di Mo Farah prosegue. Il campione britannico è oggi un uomo ricco: guadagna 13 milioni di euro l’anno. Una macchina da record e da soldi, ma una domanda s’impone: la benzina è pulita? © RIPRODUZIONE RISERVATA LA IAAF INDAGA SULL’EMOGLOBINA: SBALZI DA 13.9 A 16.5 PER CENTO. I DUBBI SUL SUPERINTEGRATORE I SOSPETTI SUL SUO ALLENATORE SALAZAR 4 DOMANDE A... DARIO D’OTTAVIO BIOCHIMICO «Integratori? Serve l’Epo per questi miglioramenti» (bold) Il professor Dario D’Ottavio, 68 anni, biochimico, ex primario del laboratorio di Tossicologia dell’ospedale S.Camillo di Roma, è stato per 4 anni componente della Commissione di vigilanza sulla legge anti-doping. ● Professor D’Ottavio, si può credere alla storia dei superintegratori che migliorano le prestazioni dell’11 per cento? «Un miglioramento di queste proporzioni si può ottenere solo con l’Epo. Sostanze come la L carnetina le conosciamo. Non prendiamoci in giro». ● E’ legittimo avere dei sospetti di fronte ad exploit nei tempi come quelli ottenuti da Mo Farah nel corso degli anni? «La mia teoria è che nello sport moderno la cultura del sospetto è legittima a 360 gradi. Il mio primo postulato è che un atleta negativo ai controlli non è detto che sia pulito. Indagare e verificare mi pare obbligatorio». ● Il passaporto biologico è oggi l’arma migliore? «Fatta la considerazione che il doping è sempre in vantaggio sull’antidoping, ritengo che si possa fare un ulteriore salto di qualità con il passaporto antropometrico per la misurazione del corpo umano e il passaporto biodinamico. Se ad atleta di 25 anni cresce il piede di due misure, qualcosa non torna. E se un atleta con determinate caratteristiche fisiche ottiene prestazioni di un certo livello, uscendo dai parametri, bisogna indagare. Il motore di una Cinquecento non fornisce le prestazioni di una Ferrari». ● Qualcuno propone la teoria «doping libero». «Una follia. Vincerebbe chi può contare sulla scienza migliore. A quel punto, date le medaglie ai medici». MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT TUTTENOTIZIE 31 1NUOTO, ADDIO ALLA MUFFAT Oggi a Nizza, il nuoto francese e internazionale daranno l’ultimo saluto all’olimpionica Camille Muffat, 25 anni, morta tragicamente durante un reality il 9 novembre in Argentina. Ci sarà anche il presidente della Len, Barelli. BOXE TENNIS Mayweather-Pacquiao Indian Wells batte Parigi vale 400 milioni di dollari 27.921 spettatori di più! 1Dai 74 milioni 1Successo di M Vincenzo Martucci per i biglietti ai 135 per i diritti TV. Il Mondiale dalle cifre record a y w e a t h e r- P a c quiao a tutto record. Il Mondiale dei welter più ricco della storia, in programma il 2 maggio a Las Vegas, produrrà un business da 400 milioni di dollari, secondo uno studio di Espn. Oscurata la già notevole stima di 250 milioni. Bob Arum calcola che soltanto dalla vendita dei biglietti (poco più di 15.000) arriveranno 74 milioni. L’incasso al botteghino della MGM Arena per il match del settembre 2013 Mayweather-Canelo è stato di «appena» 20 milioni, un incasso che l’accordo di febbraio tra Top Rank (Arum) e Mayweather Promotions ha stabilito di raddoppiare con tagliandi al prezzo di dettaglio tra 1000 e 5000 dollari. Di fronte al boom di richieste gli organizzatori hanno pensato bene ora di aumentare ancora il costo dei bi- SCI: TRICOLORI pubblico nel Masters 1000. Il Roland Garros deve allargarsi @VinceMartucci Floyd Mayweather, 38 anni, americano, e Manny Pacquiao, 36 anni, filippino glietti (10.000 dollari il bordo ring Vip) che dovrebbe portare a un incasso di 74 milioni. FOLLIE «E’ folle – ha ammesso Arum – ma è così. E’ incredibile. Probabilmente metteremo in vendita una manciata di biglietti la prossima settimana. E’ una mania». Per quanto riguarda la tv, Showtime/Hbo venderanno il match in pay-per-view a 100 dollari; se vi saranno 3 milioni di acquirenti fanno 300 milioni dal circuito soltanto americano, comprendente Canada e Portorico. Altri 35 milioni arriveranno dall’acquisto dei diritti da parte di tv straniere. Nelle TIRO A VOLO Filippine il match sarà trasmesso dalla Solar che li ha pagati 10 milioni. Nel 2007, per Mayweather-De La Hoya ci fu un record di audience di 2,4 milioni di acquirenti. Quindi gli sponsor: 5,6 milioni sono entrati nelle casse Top Rank dalla birra Tecate, che ha vinto l’asta con la rivale Corona (che sponsorizza Mayweather con un contratto di 5,2 milioni, il più alto mai pagato da un marchio di birra). Le super borse che andranno ai due pugili sono di 120 milioni di dollari (110 milioni di euro) a Mayweather e 80 (73,5 milioni di euro) a Pacquiao. r.b. D ovendo scegliere fra i due Masters 1000 sul cemento degli Stati Uniti, Roger Federer ha scelto Indian Wells scartando Miami. Dovendo scegliere fra tennis e calcio, Novak Djokovic non ha avuto dubbi e ha messo a rischio i piedi da ginnasta inseguendo un pallone insieme agli altri professionisti dell’Atp Tour sul prato davanti allo stadio dove poi ha vinto per la quarta volta il titolo. Saranno anche i dollari di Mr Oracle, Larry Ellison, quarto uomo più ricco al mondo (secondo la rivista Forbes). Sarà l’atmosfera rilassata e l’accoglienza squisita. Di certo, il BNP Paribas Open è un successo continuo: da quando ha cambiato sede, IPPICA ARCO Slalom a Razzoli La discesa a Elena Fanchini Giuliano Razzoli, 30 anni ● (s.f.) Pronostici rispettati nella prima giornata dei Campionati italiani Assoluti in Friuli. Titolo dello slalom maschile, disputato a Tarvisio, a Giuliano Razzoli, che suggella così il grande finale della sua stagione con il 3° titolo tricolore della specialità; assente Stefano Gross, campione uscente, argento al fresco vincitore della coppa Europa Tonetti davanti all’eterno Moelgg (nel 2003 il suo 1° podio tricolore). Nella discesa donne disputata a Sella Nevea e anticipata di un giorno, in considerazione delle previsioni meteo, terza doppietta per le sorelle Fanchini: stavolta Elena è oro (il 6° nella specialità) davanti a Nadia; bronzo alla Stuffer. Non partita Elena Curtoni, assenti Merighetti e Schnarf. Oggi gigante maschile, superG e conbinata donne.. Slalom uomini: 1. Razzoli, 1’31”55; 2. Tonetti a 53/100; 3. Moelgg 61/100; 4. Nani 1”06; 5. Thaler 1”09. Discesa donne: 1.E. Fanchini, 1’11”19; 2. Stuhec (Slo) a 6/100; 3. N. Fanchini 16/100; 4. Stuffer 45/100; 5. Marsaglia 50/100; 7. Brignone 1”22. Double trap: Innocenti si prende Rio ● Anche il double trap italiano ha fatto il pieno ed è a posto per Rio. Marco Innocenti si piazza secondo alla prova di Coppa del Mondo di Al-Ain, negli Emirati Arabi, e si prende così la carta olimpica, come aveva già fatto Nino Barillà lo scorso settembre ai Mondiali di Granada. Innocenti, già ai Giochi a Sydney e ad Atene, ha chiuso le qualifiche con 141, per poi piazzare uno straordinario 30 in semifinale che gli è valso la finale contro il russo Vasily Mosin. A quel punto la carta era conquistata (ce n’erano in palio due), e l’azzurro (8° podio di Coppa per lui) ha ceduto 26-25. Per Mosin è il 5° successo di Coppa in carriera. Benissimo anche Davide Gasperini (Esercito), terzo (4° podio in carriera) con 25 in semifinale poi vittorioso 27-23 nella finalina con Haldeman (Usa) Double trap: 1. Mosin (Rus) 143/150 – 28/30 – 26/30; 2. Innocenti 141 – 30 – 25; 3. Gasparini 142 – 25 – 27; 4. Haldeman (Usa) 140 (+2) - 26 - 23; 15. Di Spigno 136. Marco Innocenti, 37 anni Treve, mirino già puntato sul terzo Arc QUALIFICA PER BAKU 2015 (gu.l.g.) Al via il Grand Prix di Maratona (Gre) valevole anche per la qualificazione ai Giochi Europei di Baku. In gara: Mauro Nespoli, Marco Galiazzo e Michele Frangilli con Massimiliano Mandia, David Pasqualucci e Marco Morello; tra le donne Natalia Valeeva, Sara Violi, Elena Tonetta, Guendalina Sartori, Claudia Mandia e Tatiana Andreoli. ATLETICA ● Treve ieri mattina FORNI ● Ieri era il compleanno di Thierry Jarnet, che ha compiuto 48 anni. Il jockey francese ha pensato bene di festeggiare lavorando in mattinata a Chantilly la campionessa Treve, con la quale ha conquistato gli ultimi due Arc de Triomphe. E’ stata solo una presa di contatto per l’allieva di Criquette Head che comunque è apparsa già bella tonica. Treve dovrebbe tornare in pista nel Prix Corrida (gruppo 2, metri 2100) del 29 maggio a SaintCloud, dove incontrerebbe solo le femmine. Un impegno sulla carta facile e non impegnativo: d’altronde il grande obiettivo è la tripletta consecutiva nell’Arc della prima domenica di ottobre. ● BRAVO ZARROLI (e.lan.) Esordio stagionale felice per il neo-milanese Daniele Zarroli in Francia. A Saint-Cloud l’allenatore-proprietario di Roma ha infatti colto un buon quarto in listed, nel Prix la Camargo (m. 1600), con la tre anni Anchise, ed ha poi vinto in reclamare con la coetanea Mefite, interpretata sempre da Olivier Peslier nel Prix de Chatou (m. 1400). LANCI GIAMAICANI (si.g.) A Mona (Giam), nell’Uwi Invitational, 20.94 di O’Dayne Richards nel peso e 66.40 di Fedrick Dacres nel disco. Uomini. 400: 7. N. Carter 47”46. Donne. 400: 4. Fraser-Pryce 55”67. ● MARCIA ASIATICA (si.g.) Nei campionati cinesi di marcia su strada a Pechino, record asiatico nei 20 km donne di Lu Xiuzhi con 1h25’12”. Uomini. 20 km: Wang Zhen 1h19’29”; Cai Zelin 1h20’13”. 50 km: Yu Wei 3h46’57”. Donne. 20 km: 2. Liu Hong 1h27’39”; 3. Nie Jingjing 1h27’51”. ● LAGAT (d.m.) Il keniano Alfers Lagat ha vinto in 1h00’33” la Mezza Maratona di Venlo (Ola). Indian Wells, a sinistra, e l’impianto del Roland Garros a Parigi ha battuto il record di spettatori nelle ultime 9 edizioni consecutive. Arrivando quest’anno a 456.672 paganti (431.527 l’anno scorso), più dei 428.751 dell’ultimo Roland Garros (record 430.093 del 2012). Che è un torneo del Grande Slam, si disputa su 15 giorni e ha 128 singolaristi al via sia nel tabellone maschile che in quello femminile; mentre in California ce ne sono 96, con le 32 teste di serie direttamente al secondo turno. Con meno partite anche nei doppi, che nei Majors hanno 64 partecipanti e nei Masters 1000 ne hanno 32. Per la cronaca, i 13 giorni di gare dell’ultimo Wimbledon hanno avuto 491.084 spettatori, i 14 degli Australian Open 703.899 e degli Us Open 713.642. Cifre che vanno lette anche con la miglior vivibilità di certi impianti rispetto ad altri, il miglior clima, la copertura di più campi principali, la maggior capienza delle strutture. Da cui l’assoluta necessità del Roland Garros di cercare nuovi spazi limitrofi, mentre Wimbledon non sembra avere possibilità di allargarsi. Con Indian Wells che punta dichiaratamente ai 500mila spettatori. sfide neo pro di Road to glory. Piuma Luca Rigoldi b. Calogero Galici; leggeri Manuel Vignoli b. Matteo Redrezza; superleggeri Davide Festosi b. Francesco Lomasto; mediomassimi Danilo Zito b. Luca Esposito. Nei mediomassimi Andrea Roncon (3) b. Attila Szatamari (Ung, 4-21-2). superato 23-17 (Niederwieser 7, Rotondo 5) la Finlandia dopo aver perso di misura (21-20) con la Norvegia campione d’Europa e 23-20 col Portogallo. Azzurre terze nell’International Tournament, dietro lusitane e scandinave. IPPICA ● IERI 13-17-4-12-16 A San Giovanni Teatino (m 1600): 1 Pantera del Pino (Rene’ Legati) 1.14.7; 2 Real Bee Power; 3 Raissa Sere; 4 Rushmore Dvm; 5 Ricardo Zamora; Tot.: 3,54; 1,81, 2,86, 6,44 (25,88). Quinté: n.v. Quarté: 1.946,28. Tris: 374,27. ● OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle trotto (inizio convegno alle 14.45) scegliamo Paper Caf (15), Lotar Bi (13), Napoleone Lans (12), Pick and Go (6), Ornette Coleman (12) e Ruggito Gsm (7). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Aversa (15) e Torino (14.55). Galoppo: Grosseto (15.10). KARATE ● SEI PODI Ai Mondiali Sinan (Tur), 6 podi e quarto posto nel medagliere per l’Italia: ori Luca Maresca e Nello Maestri nel kumite e l’argento della squadra maschile di kata (Busato-Iodice-Tocco), bronzi di Luigi Busà, Mattia Busato e squadra donne di kata (Battaglia-Bottaro-Pezzetti). © RIPRODUZIONE RISERVATA PALLANUOTO ● ANTICIPO (Oggi alle ore 19 (diretta Rai Sport 2) Fondi-Ancona per l’anticipo della 4^ giornata dei playoff maschili. RUGBY ● JONES A TREVISO (i.m.) Eddie Jones, c.t. del Giappone ed ex dell’Australia, uno dei guru della palla ovale mondiale, è a Treviso per la prima settimana da consulente dello staff del Benetton. Sabato assisterrà al match di Pro 12 con i Dragons. ● OMOLOGATA (i.m.) Il giudice Fir ha omologato Mogliano-Petrarca 21-15, respingendo il ricorso dei padovani sulle mischie no contest disputate senza penalizzare di un uomo la squadra rivale. Nuova classifica di Eccellenza: Rovigo, Calvisano 56, Mogliano 53, San Donà 39, Fiamme Oro, Viadana 37, Petrarca 33, Lazio 22, L’Aquila 5, Prato 0. SPORT INVERNALI BOXE ● VINCE DRAGAN (r.g.) A S.Casciano Val di Pesa (Fi) il supermedio locale, nato in Romania, Leper Dragan (3-0-2) ha superato Fabrizio Leone (6-7) sui 6 round. Debutto positivo di Filippo Ardito (1) su Emanuele Zagatti (0-1) p.4. ● BUNDU SLITTA (r.g.) Slitta a fine maggio il rientro dell’ex europeo welter Leo Bundu (30-1-2) a Las Vegas contro uno statunitense nei top ten, il cui vincitore avrà l’opportunità iridata. Loreni pensa anche al vincitore tra Kell Brook (e il romeno Ionut Dan Ion per la Ibf, sabato a Belfast. ● TRAGEDIA SFIORATA (i.m.) Tragedia sfiorata in una riunione dilettanti a Codognè (Tv) sabato sera. Il debuttante peso welter Fioretto Luca Basile, bancario di 34 anni residente ad Agordo (Bl), per un ko subito al terzo round è finito in rianimazione all’ospedale di Conegliano a causa di un ematoma. E’ ancora ricoverato, ma si è ripreso ed è stato trasferito in chirurgia. Il rivale Andrea Argentin è stato per ore al suo capezzale. ● A PADOVA (i.m.) A Padova nelle 4 LOTTA ● CHAMIZO Agli Europei Under 23 di Walbrzych (POL) il cubano natura-lizzato Frank Chamizo Marquez ha conquistato la medaglia d’oro nella 65kg, in semifinale 12-11 a Muslimov (Aze) e in finale 4-0 a Iakobishvili (Geo) NUOTO ● BIS SABBIONI (al.f.) Ai Giovanili di Riccione (25 m), Simone Sabbioni vince i 100 dorso in 51”46, 4° crono italiano alltime. Uomini. Cad: 200 sl Zuin 1’46”35; 200 ra Cervi 2’09”76; 100 fa D’Angelo 51”82; 400 mx Tarocchi 4’13”84. Jun ‘97: 200 sl Bori 1’48”05; 100 do Crescenzo 54”54; 200 ra Paganelli 2’13”88; 100 fa Carini 53”22; 400 mx Perfetto 4’19”12. Jun ‘98: 200 sl Miresi 1’47”31; 100 do Mora 52”68; 200 ra Zanetti 2’13”78; 100 fa Izzo 53”21; 400 mx Glessi 4’14”77. PALLAMANO ● ITALDONNE OK (an.gal.) E’ un’Italdonne in crescita quella che a Leiria (Por) ha ● ASSOLUTI FONDO Giulia Stuerz (su De Martin e Debertolis) e David Hofer (su De Fabiani e Pellegrino) hanno conquistato il titolo tricolore di combinata (skiathlon) ad Anterselva. TENNIS ● NADAL E KNAPP A Miami (Usa, 5 milioni di euro, cemento), una storta alla caviglia costringe Nadal a sospendere l’allenamento, ma non dovrebbero esserci problemi nel 2° turno contro il vincente di StakhovskyAlmagro. Intanto Karin Knapp batte al 1° turno Siniakova (R.Cec) 6-2 6-0. VELA ● OGGI ARRIVO (r.ra.) E’ previsto nella mattinata di oggi l’arrivo di Cheminées Poujoulat alla Barcelona World Race. Jean Le Camm e Bernard Stamm taglieranno vittoriosi il traguardo della terza edizione del giro del mondo in coppia senza scalo dopo 84 giorni , migliorando di 8 giorni il tempo di Jean Pierre Dick e Damian Foxall nel 2008. 32 MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ACQUISTIAMO, VENDIAMO, PERMUTIAMO •OROLOGI MARCHE PRESTI- GIOSE, gioielli firmati, brillanti, coralli. 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AltriMondi R MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Il premier Matteo Renzi, 40 anni, con il Guardasigilli Andrea Orlando, 46 IL FATTO DEL GIORNO IL DECRETO CONTESTATO Cos’è la prescrizione ed è giusto aumentarne i termini oppure no? 1I processi in Italia spesso durano troppo e finiscono senza condanne ma come evitare che questo avvenga fa litigare il partito di Alfano e il Pd di GIORGIO DELL’ARTI [email protected] C’è una mezza litigata tra le forze che sostengono il governo sulla questione della prescrizione, approvata ieri alla Camera ma con l’astensione del Nuovo Centro Destra, il partito di Alfano, che, essendo al governo, quando si astiene fa notizia. 1 Concretamente, di che stiamo parlando? Tu sei sospettato di aver commesso un reato, indagano su di te, poi ti processano, quanto può durare questo tormento? C’è un momento in cui si può dire: è passato troppo tempo, mettiamoci una pietra sopra? Questa sarebbe la “prescrizione”. Ovvero: «Gli effetti giuridici del trascorrere del tempo». Una nazione civile non può non avere un termine in cui il reato si considera prescritto, anche se magari il reo che si salva in questo modo è un ceffo pochissimo raccomandabile. Quindi, sull’esistenza di questo istituto nessun dubbio. Il problema è come regolarlo. Fino ad ora, la prescrizione equivaleva, grosso modo, al massimo della pena. Cioè se per il reato di cui eri sospettato il massimo della pena era, poniamo, dieci anni, la prescrizione si faceva scattare al decimo anno dal momento in cui il reato era compiuto. Non sottovaluti l’espressione «in cui il reato era compiuto», perché quando non si tratta di un delitto o di una rapina, a cui è in genere possibile mettere una data certa, «il momento» è discutibi- le e le difese giocano una buona parte dei loro sforzi a spostare il «momento del reato» il più lontano possibile nel tempo, in modo da far scattare quanto prima la prescrizione. Hanno fatto scandalo la prescrizione sul caso Eternit e, adesso, quella di Moggi. E però l’effetto certo di questo sistema è che i processi si allungano, proprio perché le difese tentano con ogni mezzo di portare il cliente in zona prescrizione e che non se ne parli più. A quel punto non è più neanche questione di innocenza o colpevolezza. 2 Bene, e che cosa ha deciso ieri la Camera? La Camera ha approvato il disegno di legge di riforma della ex Cirielli (la chiamano così, non stia lì a farsi venire il mal di testa) con 274 sì, 26 no e 121 astenuti. La sostanza del provvedimento è questa: i termini della prescrizione sono aumentati della metà rispetto a prima, quindi se prima la prescrizione arrivava al decimo anno adesso arriverà al quindicesimo. Questo allungamento era stato invocato anche dal commissario anticorruzione Raffaele Cantone, che adesso si dice soddisfatto. Ci sono altre tecnicalità, ma lasciamo stare, tanto più che il ddl non è ancora legge, manca l’approvazione del Senato e poi tornerà di sicuro alla Camera. 3 Tra i 274 che hanno votato sì non ci sono gli alfaniani, e questo è il problema. Sì, gli alfaniani, che sono sempre dei mezzi berlusconiani (Forza Italia ha votato contro), hanno criticato il provvedi- mento. La formula è: badare ai tempi del processo perché non si allunghino. Perché battersi per una prescrizione più breve sic et simpliciter potrebbe dare una cattiva impressione al pubblico. Vuoi vedere - potrebbe pensare il pubblico - che il ministro di polizia Alfano alla fine difende i criminali? Ncd argomenta invece che una prescrizione troppo lunga spinge gli avvocati a cavillare fino all’inverosimile per allungare ancora di più il processo ed è qui la loro critica a una prescrizione esagerata. Implicitamente lo ha ammesso anche il ministro della Giustizia Orlando: «Respingo l’accusa di aumentare in modo irragionevole e senza un disegno di insieme i tempi di prescrizione e quindi di conseguenza i tempi del processo». Orlando ha promesso che la faccenda sarà rivista al Senato e per questo Ncd s’è astenuta invece di votar contro. 4 Non c’entrano anche i malumori per il caso Lupi? Di sicuro. Ncd, diminuita di peso dentro il governo, perché non riavrà le Infrastrutture né un ministero analogo, alza la voce molto più di prima: ha bisogno di far sapere che esiste. Stanno facendo la fronda anche sul disegno di legge anti-corruzione, che sta al Senato. Poi sono spaccati al loro interno, la De Girolamo è tentata da Berlusconi, la Lorenzin vuole passare al Pd… 5 Come fanno all’estero su questioni come questa? Nell’80 per cento degli Stati, la prescrizione si interrompe con l’inizio del processo. Semplice e piuttosto indiscutibile. Questo toglie ai difensori ogni ragione di allungare il brodo. Da noi una riforma così semplice ed efficace non si può fare perché, sul processo lungo, gli avvocati guadagnano (e bene) e in Parlamento ci sono avvocati in tutti gli schieramenti. Anche Alfano è un avvocato. Ogni volta che si tenta di accorciare sul serio il processo, gli avvocati in Parlamento, a qualunque partito appartengano, fanno sapere che «allora faremo cadere il governo». Una minaccia a cui credono tutti. 33 INCHIESTA GRANDI OPERE Caso Incalza: ora spuntano le mazzette dentro ai libri Ercole Incalza, 70 anni ANSA D ue buste piene di soldi nascoste dietro alcuni libri. È ciò che hanno trovato gli inquirenti perquisendo la Green Field, società di ingegneria a Roma che, secondo la procura di Firenze, permetteva a Ercole Incalza, l’ex dirigente del Ministero delle Infrastrutture, di incassare tangenti. E così, il super burocrate coinvolto nell’inchiesta sulle grandi opere non ottiene gli arresti domiciliari: fra le carte, scrive il gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti, è stato pure trovato «un foglio con calcoli numerici manoscritti». I magistrati lo considerano una delle prove dei versamenti a favore di Incalza e di Sandro Pacella, uno dei suoi uomini di fiducia. Sono loro due, secondo l’inchiesta, i veri “controllori” della Green Field (al 70% di Angelantonio Pica, che in una intercettazione definisce Incalza &C. «voraci come lumache»). Per anni, secondo i pm, il dirigente ministeriale avrebbe fatto affidare ai suoi la direzione dei lavori delle grandi opere, in cambio di consulenze da centinaia di migliaia di euro. METRO Ma Incalza, che in carcere, dice il suo legale, è dimagrito di 7 kg, è da ieri indagato anche nella maxinchiesta sulla costruzione della metropolitana C di Roma: sotto accusa la lievitazione dei costi, procedure e tempi di consegna dell’opera. Con lui Guido Improta, assessore alla Mobilità, che replica: «Non c’entro, tutta la parte economica di metro C si risolve prima dell’insediamento della giunta Marino». Che, però, scricchiola. f.riz. © RIPRODUZIONE RISERVATA NOTIZIE TASCABILI LA PROTESTA DEGLI OPERAI PER L’INIZIATIVA La protesta a sorpresa di ieri degli operai di Sestri Ponente (Ge) ANSA «Microchip nelle scarpe» Si sciopera in Fincantieri ● Scioperi e presidi per i lavoratori di Fincantieri in Liguria e a Marghera. Il motivo dell’agitazione sta nell’ipotesi di contratto integrativo che, secondo i sindacati, prevede tra l’altro l’introduzione di scarpe da lavoro con microchip. «Ci vogliono fare lavorare gratis mezzora ogni giorno e vogliono metterci un microchip nelle scarpe da lavoro», hanno detto i lavoratori dello stabilimento del Muggiano a La Spezia. Fincantieri si è difesa così: «L’azienda ritiene utile l’adozione di impianti audiovisivi e/o altre apparecchiature tecnologiche in grado di incrementare il livello di sicurezza nei luoghi di lavoro. Non verranno utilizzate per il controllo a distanza dei lavoratori». Ma i lavoratori sembrano intenzionati ad andare avanti nella protesta. A CINISELLO BALSAMO NUOVI ATTI NELL’INCHIESTA DI MILANO Modella svedese rapita e stuprata «Avrò giustizia» Ruby ad Arcore lo scorso dicembre «Spense il telefono per evitare tracce» ● «Tornerò in Italia perché giustizia sia fatta». Queste le parole della modella 23enne svedese sequestrata e violentata per sei mesi dal toscano Claudio Rossetto a Cinisello Balsamo (Milano). La ragazza ha firmato per essere dimessa dall’ospedale nonostante il parere dei medici ed è ripartita per la Svezia. Karima El Mahroug detta Ruby ANSA DRAMMA IN NIGERIA LE CHIEDEVA DI LASCIARE ● Dagli atti dell’inchiesta Ruby Ter emerge che la giovane marocchina potrebbe essere stata ad Arcore tra novembre e dicembre dello scorso anno e che, nell’avvicinarsi alla cittadina nel Milanese, più esattamente una volta giunta a Villa San Martino, abbia spento il cellulare per non lasciare tracce. Si legge infatti nel documento che si basa sui tabulati telefonici della ragazza intercettata: «Dall’analisi complessiva effettuata sembra potersi affermare che Karima El Mahroug con ogni probabilità si rechi ad Arcore e che in queste occasioni usi l’accortezza di spegnere il cellulare già in fase di avvicinamento, con la presumibile finalità di non far registrare la propria presenza sulle celle del luogo in cui si reca». Ruby è indagata con l’ex premier e altre ragazze per corruzione in atti giudiziari. MAFIA CAPITALE Rapiti altri 400 «Non sai recitare» tra donne e bimbi La Barracciu contro da Boko Haram Gassmann su Twitter ● Ancora violenza in Nigeria. Boko Haram è tornato a colpire a Damasak dove gli estremisti islamici hanno rapito oltre 400 donne e bambini. «Hanno preso centinaia di giovani donne e bambini e ne hanno uccisi 50 prima di abbandonare la città», ha raccontato un commerciante del posto, rivelando un risvolto tragico del rapimento. ● I cinque sottosegretari indagati devono o no dimettersi? Il tema dà vita a un battibecco velenoso tra Francesca Barracciu, sottosegretario Pd ai Beni culturali e Alessandro Gassmann. Ad attaccar briga l’attore con un tweet: «Intanto che chiarisce, lascia la poltrona pagata da noi? Grazie». Un’ora dopo la risposta: «Chiarirò tutto a fondo. Lei, intanto che impara a Regione Lazio: indagato pure il capo gabinetto L’attore Alessandro Gassmann, 50 fare l’attore, può evitare di far pagare il biglietto del cinema per i suoi film? Grazie». Web scatenato, sottosegretario bacchettato da vip e dal M5S Di Battista, controreplica ironica di Gassmann («la vedo tesa»), fino alle scuse della politica. ● Ancora Mafia Capitale. Ieri è stato iscritto tra gli indagati il capo di gabinetto della Regione Lazio, Maurizio Venafro, per una gara d’appalto relativa proprio alla famosa inchiesta. Il reato ipotizzato è la tentata turbativa d’asta. Venafro si è subito dimesso con una lettera al governatore Zingaretti in cui sottolinea di aver «già fornito tutti i chiarimenti». 34 AltriMondi R MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT COPPIA DI ANZIANI LA ROTTA DELL’AIRBUS TEDESCO Ore 9:55 decollo dall’aeroporto di Barcellona Ore 10:31 38.000 piedi (11.582 m) quota di crociera Torino, la moglie soffoca nel fumo Lui si lascia morire 8 minuti la durata della caduta 40.000 piedi Arrivo 30.000 20.000 Dati: FlightAware.com GERMANIA FRANCIA 10.000 SPAGNA Partenza 0 9:55 10:00 10:05 10:10 Ore 10:53 ultimo rilevamento radar 6.000 piedi (1.800 m) 10:15 10:20 10:25 10:30 10:35 10:40 10:45 10:50 GDS La disperazione dei parenti all’aeroporto di Barcellona, da dove era partito il jet GETTY Francia, giallo del low cost Caduta di 8’, 150 vittime 1Precipita sulle Alpi il Barcellona-Dusseldorf di Germanwings Nessun superstite. Tra le cause possibili, problemi a un carrello Francesco Rizzo N on era mai successo che un volo low cost tra città europee precipitasse al suolo: oggi che volare costa meno, colpisce ancora di più lo schianto dell’Airbus A320 della Germanwings, caduto ieri in Francia. Anche perché la Germanwings è controllata da Lufthansa, la compagnia di bandiera tedesca che AirlineRatings.com ha classificato a inizio 2015 come nona più sicura al mondo. Eppure, per cause ancora da chiarire, ieri mattina l’aereo partito da Barcellona poco dopo le 9.55 e atteso a Dusseldorf è piombato da quota 9 mila metri fino a meno di 2 mila, in circa 8 minuti, per poi frantumarsi contro una montagna nei pressi di Prads-Haute-Bléone, nella Francia meridionale, un centinaio di chilometri a nord di Nizza. E le prime foto dal luogo del disastro — una zona inaccessibile ai veicoli — mostrano un aereo sbriciolato fra i dirupi, «con rottami, a causa della violenza dell’impatto, sparsi per 2 chilometri, il più grande è come un’auto», racconta chi arriva sul posto. Mentre il deputato francese Christophe Castaner, che ha sorvolato la zona in elicottero, descrive su Twitter «una scena apocalittica, rimangono solo la fusoliera, frammenti e pezzi di corpi». BARITONO A bordo c’erano 144 passeggeri, oltre ai due piloti e a quattro membri d’equipaggio. Sulla lista dei viaggiatori imbarcati (con 2 neonati), tedeschi, spagnoli, turchi, australiani, colombiani. Fra le vittime tedesche il baritono Oleg Bryjak, sedici studenti e due insegnanti di un villaggio tra Düsseldorf e Dortmund, che avevano frequentato per una settimana una scuola spagnola: alcuni di loro, racconta El Periodico, si sono imbarcati in extremis per un documento dimenticato. Si salvano, invece, giocatori, tecnici e dirigenti del Dalkurd Borlänge, squadra di calcio dilettante svedese, che hanno cambiato volo. L’ultimo contatto con i radar risale alle 10.53, a un’altezza di circa 6 mila piedi (1828 metri); dalle autorità dell’aviazione civile francese e tedesca arrivano però indicazioni contrastanti sui minuti fatali: il segnale di emergenza prima dello schianto non sarebbe partito dal comandante dell’aereo ma dagli uomini radar e Germanwings parla di «informazioni contraddittorie dalle torri di controllo». Forse il jet stava dirigendosi verso Grenoble per tentare un atterraggio di emergenza ma, se venisse confermato il mancato “sos” dai piloti, si potrebbe pensare a una avaria così grave da impedire di lanciare l’allarme, come un in- Una delle prime immagini dei resti dell’Airbus, precipitato ieri mattina nelle Alpi dell’Alta Provenza, non lontano dal confine italiano REUTERS QUASI COME GOMORRA CASA BIANCA Nell’intrecciarsi delle ipotesi, come prevedibile, emerge subito la pista del terrorismo, anche perché si parlava inizialmente di una «rotta anomala» seguita dall’Airbus, voce smentita dal sito che monitora il traffico aereo AirLive.net, per il quale il medesimo volo aveva percorso lunedì la stessa rotta. Si muove persino la Casa Bianca, che esclude l’ipotesi attentato. E allora si ragiona sui motivi della perdita di quota («prevista comunque per alcuni tipi di avaria, per sopravvivere ad altezze dove è possibile resistere senza pressurizzazione», spiega Filippo Savini, pilota di Airbus A320): finché, in serata, Lufthansa spiega al sito del Der Spiegel che lunedì sera il jet sarebbe stato diverse ore fermo a Dusseldorf per un problema tecnico, poi risolto, al portello anteriore del carrello. L’Airbus precipitato era in servizio dal 1991 (uno dei più vecchi della compagnia), pur revisionato nel 2013. Il comandante aveva dieci anni di esperienza e oltre 6 mila ore di volo. Ma è diventato meno sicuro volare low cost? «È una interpretazione fuorviante — chiarisce Giovanni Galiotto, segretario generale di Anpac —: il termine low cost non si riferisce alla sicurezza, ma a strategie commerciali. Sono voli perfettamente controllati, altrimenti i piloti non salirebbero. E Lufthansa è una compagnia di altissimo livello. È presto per capire cosa sia accaduto». Ma ieri sera Germanwings ha cancellato almeno 30 voli: gli equipaggi si rifiutano di volare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il palazzo di Torino in cui la coppia è morta lunedì notte U na sua scelta, romantica e terribile. Ha preferito morire come la moglie, già soffocata dal fumo, e per questo non ha aperto la porta ai vicini che volevano salvargli la vita dalle fiamme. La storia struggente è arrivata da Torino, nella notte di lunedì, e su quei momenti frenetici stanno indagando i carabinieri. Sull’incendio in cui hanno perso la vita Antonio Casassa, 87 anni, e la moglie Luigina Maria Gai, di 81. Il rogo si è diffuso poco dopo le 3.30 nel loro appartamento in via Umberto Balestrieri, quartiere Rebaudengo, e secondo i primi accertamenti degli agenti e dei vigili del fuoco sarebbe stato causato da un cortocircuito, probabilmente iniziato nella camera da letto nella coppia di pensionati. Tutto pare essere partito da una piccolissima abat-jour difettosa, ma non si trascura alcuna ipotesi. Adesso, di quella casa, al primo piano di un palazzo lì nella zona nord del capoluogo piemontese, non resta quasi nulla. E le fiamme hanno causato danni pure nel piano superiore. ALL’INGRESSO È stato il racconto di un vicino ad aggiungere dettagli in più sulla disgrazia: «Alcuni di noi sono riusciti ad entrare nell’appartamento e hanno visto il corpo di Luigina riverso sul letto in fiamme. Abbiamo cercato di salvare la donna, ma era già morta». A quel punto, però, la decisione di Antonio, incapace di sopravvivere al dolore: «C’era del fumo e, quando siamo usciti sulle scale per prendere fiato, si è chiuso in casa. “Se Luigina è morta, io lo farò con lei”, ha urlato. Poi siamo dovuti scappare, perché il fumo rischiava di uccidere anche noi...». Un suicidio, come ultima prova d’amore dopo una vita passata assieme. Le fiamme sono state spente solo all’alba, quando i vigili del fuoco sono riusciti finalmente a entrare: hanno trovato il corpo del marito, carbonizzato, ma almeno vicino a quello della moglie. cont. © RIPRODUZIONE RISERVATA STARE CON GLI ULTIMI La camorra spara tra la gente Tre i clan sgominati a Napoli 1Decine di arresti tra cosche in guerra nel rione Conocal Nelle indagini i video dei raid per la strada N on è una serie, questa. Anche se quegli spari impazziti fanno tanto Gomorra e ricordano scene viste solo in tv. Nel rione popolare Conocal di Ponticelli, periferia est di Napoli, i gruppi di camorra in guerra non si facevano scrupoli a usare le armi tra la gente, bambini compresi. Una follia ripresa in video dai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco durante le indagini che hanno portato nel giro di 48 ore a 63 arresti: un colpo che ha sgominato i pericolosi clan Cuccaro-Adinolfi, De Micco e D’Amico, le famiglie in cendio in cabina. Una delle scatole nere è già stata ritrovata. lotta furiosa per il controllo della zona. Nelle carte della procura una infinità di reati, a partire dal 416 bis, l’associazione di tipo mafioso, e poi omicidi, corruzione in atti giudiziari, porto abusivo di armi, estorsioni, diffusione di banconote false. PAURA Solo all’alba di ieri altre 40 misure cautelari ai CuccaroAdinolfi per completare l’opera Alcuni giovani affiliati ai clan camorristici della periferia est di Napoli, ripresi dalle telecamere dei carabinieri, sparano in strada ANSA avviata nei giorni prima. E lì al Conocal, ammasso di case popolari che la camorra gestisce e strappa ai legittimi assegnatari, si assoldano giovani pronti a giurare fedeltà sulla pelle. Quattro ventenni dei D’Amico arrestati ieri si sono tatuati la parola «Fraulella», omaggio al boss Giuseppe D’Amico. Gli affiliati nemici si riconoscono per i tatoo col nome «Bodo», personaggio animato caro al capo Marco De Micco. Ma c’è tutto tranne che un cartoon in quelle immagini riprese tra maggio e settembre scorso: si vedono raid a bordo degli scooter, l’inseguimento delle vedette armate, il passaggio di pistole tra i giovani venduti alla camorra, le spedizioni punitive o gli atti intimidatori ad ogni ora del giorno e della notte. Ma, soprattutto, c’è il terrore negli occhi della povera gente del rione. cont. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Papa invita i senzatetto nei suoi Musei ● Dopo le docce e i vangeli, adesso Papa Francesco si dà da fare anche per l’arte. I senzatetto sono sempre nei pensieri del Santo Padre che, insieme all’Elemosineria apostolica, ha deciso di organizzare per domani pomeriggio un’iniziativa davvero speciale. Ben 150 senzatetto effettueranno infatti una visita per ammirare alcune delle opere d’arte più famose al mondo: i Musei Vaticani e la Cappella Sistina. Gli speciali visitatori verranno divisi in tre gruppi, ognuno con una guida, e riceveranno gli auricolari per le spiegazioni. Per loro sarà riservato un trattamento speciale: arriveranno ai Musei attraversando il Vaticano, su un percorso normalmente vietato ai turisti, e la Cappella Sistina prima del loro ingresso verrà chiusa al pubblico. MICHELANGELO «PERDUTO» L’OPERA SCOPERTA A ROMA ● Una scultura «perduta» di Michelangelo, col caratteristico naso rotto tipico dell’artista. Sarebbe stata individuata nel monastero della chiesa dei Santi Apostoli a Roma: merito della “prof” inglese Maria Loh dell’University College London, come riferito dal «Times» (foto). La scultura, attribuita nel XIX secolo a un dilettante, era stata poco considerata dagli studiosi, fino all’ultima attribuzione. AltriMondi R MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 35 STASERA SULLA EFFE I romanzieri di culto “Nel pallone” «L’ultimo lupo» sarà nei cinema italiani da domani: racconta la storia di un ragazzo e di un lupo nella Mongolia del 1967 I cinesi fanno ricco il cinema e adesso si danno ai kolossal «Sono diventati più pratici» 1 “L’ultimo lupo” di Annaud arriva in Italia: «Mi hanno cercato da Pechino, nonostante il Tibet» Elisabetta Esposito ROMA I l cinema arranca, da noi come a Hollywood. Ma l’uomo, si sa, fa di necessità virtù e impara a guardarsi intorno. La tendenza è ormai chiara: meglio ammiccare a nuovi mercati, quelli orientali soprattutto. Meglio ammiccare alla Cina, che con il suo miliardo e tre di abitanti può essere una fonte di guadagno impensabile altrove. Anche perché ai cinesi il cinema occidentale piace. Lo scorso anno i titoli stranieri autorizzati da Pechino a essere proiettati (per legge non possono essere più di 34) hanno incassato 1,81 Tra i successi del regista francese JeanJaques Annaud, 71 anni, «Il nome della Rosa», «Sette anni in Tibet», «Il nemico alle porte» e «Due fratelli» GETTY IMAGES miliardi di dollari, circa un terzo del box office mondiale. Il film più visto nel 2014 è stato Transformers 4 che ha guadagnato 319 milioni di dollari e che — non a caso — è stato in gran parte girato in Cina coinvolgendo attori locali. Non solo, a febbraio per la prima volta nella storia i loro incassi hanno superato quelli degli Stati Uniti (650 milioni di dollari contro 640). E questo la dice lunga. FRANCESE ASIATICO Ma a quanto pare anche la Cina si sta aprendo all’Occidente. Nel 2012 i film ammessi erano passati da 20 a 34 e si pensa che dal 2017 il numero salirà ancora. La miglior testimonianza del cambiamento in atto arriva da Jean-Jacques Annaud, da do- SARÀ PER I FILM IL PIÙ GRANDE MERCATO DEL MONDO JEAN-JACQUES ANNAUD REGISTA mani nei cinema italiani con L’Ultimo Lupo, tratto dal libro più letto in Cina dopo il Libretto Rosso di Mao. Il regista de Il Nome della Rosa e Sette anni in Tibet racconta: «Dopo aver divorato il romanzo mi sono detto “peccato non poterne fare un film”. Qualche tempo dopo hanno bussato alla mia porta due sorridenti signori di Pechino, mi chiedevano di girare questo film e io ho risposto, mio malgrado, che dopo Sette anni in Tibet lì non ero ben accetto. Mi hanno detto: “La Cina è cambiata, abbiamo bisogno di lei”. È vero, sono diventati più pratici e io mi sono fidato». E ha fatto bene. Questa delicata e spettacolare opera in 3D sui lupi, considerati nemici dell’uomo maa straordinariamente profondi e 0 necessari, è già stata vista da 20 milioni di cinesi incassando olo tre 130 milioni di dollari. È vero che si tratta di un kolossal costato 38 milioni, ma comunquee vada nel resto del mondo, ill buon Annaud sarà più che soddisfatto. Del resto lo dice luii stesso: «Quello cinese diventeo rà presto il più grande mercato cinematografico del mondo». E sembra l’abbiano capito tutti. 21/4 - 20/5 TORO 21/5 - 21/6 GEMELLI 22/6 - 22/7 CANCRO 23/7 - 23/8 LEONE 24/8 - 22/9 VERGINE 7+ 7 7,5 6 7+ 6- La Luna vi fa attuare strategie ok per vincere su (quasi) ogni fronte. Siete facce di glutei autorevoli, figherrimi e con lo slancio suino ragguardevole. La fortuna v’assiste, anche se ai più sfigofunerei di voi non sembrerà. Oggi, da soli, farete risultato utile. Fornicazione truzza, però. Sempre che ci sia. La Luna vi solleva il morale e rende vincente il lavoro, specie se di squadra. Acquisite pure qualche punto-simpatia in più. Oltre che suino. Bene. Sulla vostra autonomia sembra accendersi l’allarme rosso, oggi: occhio a non farvi rubare tempo e spazio. E state su: exploit fornicatori aleggiano. 23/9 - 22/10 BILANCIA 23/10 - 22/11 SCORPIONE 23/11 - 21/12 SAGITTARIO 22/12 - 20/1 CAPRICORNO 21/1 - 19/2 ACQUARIO 20/2 - 20/3 PESCI 8 6- 6- 7 7+ 5,5 Luna ok per lavoro, amore, sport, economia. Si stagliano pure buone notizie, creatività elevata, viaggi agevoli e fornicazione alla grande. Fantastico. Le vostre paranoie sono più numerose dei politici inutili. Liberatevene: non hanno molto senso. Ni fornicazione e soldi, no amore e forma psicofisica. Gli zebedei stramazzano al suolo per la fatica. Ma motivazione, strategia e ego riescono a defibrillarli. Certi chiarimenti urgono, pero. Schiarite suine. Le abitudini e i rituali quotidiani vi rassicurano. Nel lavoro rendete e/o azzeccate colpacci, l’amor vi rabbonisce, ma il sudombelico stenta un cicinìn. Morale e quotazioni si elevano. Così, a seconda dei casi, recuperate nel lavoro, ricevete profferte, spaccate alla grande. Pure suinamente. Amor ciofecoso. ● «Voglio che le altre donne a rischio siano a conoscenza delle opzioni». Così Angelina Jolie (foto Getty), 39 anni, spiega perché ha reso pubblico di essersi fatta rimuovere le ovaie e le tube di Falloppio per prevenire il cancro. «Due anni fa un esame del sangue ha rilevato che avevo il 50% di possibilità di contrarre un tumore», dice l’attrice, già sottopostasi a mastectomia al seno nel 2013. Per l’oncologo Umberto Veronesi, «la sua è una decisione sacrosanta, doveva completare un percorso». © RIPRODUZIONE RISERVATA CONSIGLI 21/3 - 20/4 ARIETE Col pragmatismo potete farcela in fatto di soldi e lavoro. Certo, alcune persone vi fanno scendere gli zebedei in Mozambico, ma l’amore ricompensa. JOLIE, TOLTE LE OVAIE «È MEGLIO PREVENIRE» ISOLA DEI FAMOSI BOOM SU CANALE 5 6,5 MILIONI ● L’Isola dei Famosi ha chiuso alla grande: 32% di share su Canale 5, 6.545.000 spettatori, picco del 53% per la proclamazione delle due simpatiche gemelline, le «Donatella» (le cantanti Silvia e Giulia Provvedi, ex di «X Factor» 2012). Modenesi, classe 1993, occhi celesti, hanno vinto 100 mila euro (metà in beneficienza). Per l’edizione, arrivata dopo 3 anni di assenza e condotta da Alessia Marcuzzi (nella foto con le vincitrici), numeri super sui Social: 1 milione 500 mila tweet, 52 milioni di pagine web viste. © RIPRODUZIONE RISERVATA A OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI Trasferte, lavoro, rimpatriate e vita sociale ricevono assist planetari superbi. Good news giungono e si cucca con facilità. Oltre che con soddisfazione. ● Di tutte le proposte e le sperimentazioni di LaEffe, quella di «Secondo me» è la più ardimentosa e, al tempo stesso, riuscita. Affidare ogni settimana a un autore italiano il racconto della contemporaneità, dando piena libertà espressiva. Si è cominciato con Baricco, Paolini, Bergonzoni e oggi (alle 21, canale 50 del digitale e 139 di Sky) tocca a WU MING 2 e 3 andare alla scoperta dei protagonisti del calcio con “Nel Pallone”. In campo (in tutti i sensi) attori e scrittori (Valerio Mastandrea, Enrico Brizzi, John Foot) ma anche Francesco Totti, Paolino Pulici (nella foto scontornata), i tifosi-soci del Manchester... Un alto-basso, un testa-coda, che sembra ispirare l’intero canale, nel tentativo di fare intrattenimento culturale con venature pop. I risultati sembrano soddisfare il direttore della rete, Riccardo Chiattelli: «Dopo un anno nel prime time tocchiamo lo 0,4% di share e siamo la seconda piattaforma italiana per capacità d’ingaggio». Ma è la visone “alternativa”, quella dei nativi digitali, sul mobile e sui social media, che più conforta. Così, accanto alle proposte più culturali, arrivano anche la rassegna FilmFestival (cinema di qualità) e le serie-evento, dall’”Ispettore Wallander” della Bbc al mistery “Les Revenants” firmato da Emmanuel Carrère. m.arc. I piani della giornata incontrano forse qualche ostacolo. E conseguire i risultati desiderati sarà probabilmente difficoltoso. Sudombelico sfigopedulino. IL TALENT DI RAI 2 A «THE VOICE» LE ULTIME BLIND AUDITION Stasera su Rai 2 ultimi provini al buio, le cosiddette «blind audition», per i giudici di «The Voice of Italy». Si tratta di una delle fasi più emozionanti e seguite dell’intera gara, con Pelù, J-Ax, Noemi e Roby e Francesco Facchinetti costretti a scegliere le voci migliori dando le spalle al palco. Dalla prossima settimana spazio alla seconda fase della gara, quella delle «battle». DA VEDERE OGGI SU RAI 2 ALLE 21.10 LO SPORT IN TV -! *-)#!+ ' 3-&3), 3-0! ! !%# -0!0 ! -!0&-%& 2 2( 0)) *-)#!+ 2 $)!&%. 3 004! ! !%# - ! -!0&-%& *-)#!+ -& %- 2' $!!%# %0-%0!&%# -&)5 ##% 2 $)!&%. 3 004! ! !%# - ! -!0&-%& *-)#!+ 1 $)!&%. 3 004! ! !%# - ! -!0&-%& *-)#!+ $!4&# 2 *-)#!+ 1 3-&3), 3-0! ! !%# -0!0 ! -!0&-%& 2 1 %&&"-, 2( !&-%0 %"&" !#%! 2 %&&"-, 2( !&-%0 %"&" !#%! 2 1( 0)) $)!&%. 3 2 &))!, -&-$$ &-0& ' &))!, -&-$$ &-0& 2' #%! #&4%! *-)#!+ 2 36 MERCOLEDÌ 25 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT