Giornale autoprodotto senza scopo di lucro.
Mondi Lontani 2006, Anno 10, n° 14/ 3 euro (Hjk Ed).
Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle persone,
Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.
Redazione: Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo e Willy Salveghi.
SOMMARIO
EDITORIALE
P. 3
NEWS FROM…ALAM BAID: NOTIZIE E CURIOSITA’
P. 5
SUONI LONTANI
P. 9
TRACCE SULLA SABBIA (I FILM)
P. 12
MOSTRE E RASSEGNE P. 17
ANIME GIAPPONESI III: CANDY CANDY P. 18
LA SAGA DI MAZINGA P. 20
I CAVALLI ARABI P. 22
VOCI DAL NILO (I LIBRI)
P. 23
EGYPTIAN MEMORIES 2006
P. 26
L’EGITTO CHE STA CAMBIANDO P. 28
SITI LONTANI P. 31
BAB ZUWEILA: LA SIRIA
P. 33
UN PONTE TRA DAMASCO E MILANO
P. 36
E’ LA CINA LA NUOVA POTENZA?
P. 37
TERREMOTO IN PAKISTAN
P. 39
RISTORANTI ETNICI P. 41
COSA RAPPRESENTA REALMENTE MAOMETTO PER I MUSULMANI P. 44
IL FASCINO DEL MISTERO: PITCH LAKE-UNO STRANO LAGO… P. 45
WRESTLING PARTE 2- IL PURORESU GIAPPONESE P. 46
CIAO, EDDIE! P. 48
La copertina è di: Mamdouh
Inoltre si ringrazia: Emad Wafa
www.multimodo.com/mondilontani
www.multimodo.com/mondireligiosi
Etnomondi@ yahoo. It
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Editoriale
Finalmente il primo numero del 2006 di Mondi lontani! Molte sono le novità a
cominciare dal sito di Mondi, che volevamo aprire dal 1999, meglio tardi che
mai, giusto? Troverete tutti i numeri di Mondi, compreso questo, che è il
primo numero ad essere disponibile subito nel sito, prima ancora di essere
stampato. Se non lo avete ancora fatto visitate
www.multimodo.com/mondilontani. Esiste inoltre anche un sito dedicato a
“Mondi Religiosi”. Questo numero 14 però non guarderà al passato, a parte
qualche articolo, ma al presente, al contrario dei precedenti numeri, leggerete
soprattutto articoli che riguardano l’attualità. Troverete “Egyptian memories
2006”, il primo articolo dallo stesso titolo è stato pubblicato nel n. 8 (Agosto
1998) e ritroverete “Mostre e rassegne” apparso per la prima volta sulle
pagine di Mondi n. 13, con “Anime giapponesi III”. Sta riscontrando favori fra i
lettori “Bab Zuweila” che spiega in ogni numero la storia dei paesi a noi tanto
a cuore.
Inoltre vogliamo ricordarvi che esiste anche il sito/gruppo di Mondi lontani
http://it.groups.yahoo.com/group/mondietnicimondi_lontani_etno_/?yguid=20
2059333.
Ringraziamo particolarmente il sito “Turisti per caso” della simpaticissima
coppia Syusi Blady e Patrizio Roversi, che ospita il nostro sito nella sezione
“Siti per caso”. I visitatori del sito sono più di cento, continuate così.
BUONA LETTURA!
La Redazione
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NOTIZIE E CURIOSITA’
-Ha avuto successo la seconda missione spaziale cinese con due astronauti in orbita intorno alla
Terra. L’ambizioso programma spaziale cinese continuerà con un’altra missione nel 2006 e
successivamente con l’arrivo del primo uomo cinese sulla Luna…anche lì?
-Rey Mysterio è il nuovo campione del mondo, ha vinto la notte del 3 Aprile il titolo a
Wrestlemania. Auguri dalla redazioni di Mondi!
-Torna in estate “Turisti per caso” con 5 nuove puntate girate in Africa e Medio Oriente. Nel
frattempo Syusi e Patrizio ci tengono in compagnia tutte le mattine alle 9,00 dal lunedì al sabato su
CNR (Radio fm) con “Opinionisti per caso”.
-Nel 2008 si terranno a Pechino le Olimpiadi.
-In Cina hanno organizzato un corso di educazione con agenti e addetti che mettono in fila le
persone, le sgridano se sputano per strada o buttano le cartacce, educano i cittadini ad essere gentili
con gli stranieri e a dare loro informazioni, ecc. Questo perché sono piuttosto indisciplinati e non
vogliono che la Cina faccia figuracce con gli stranieri in vista delle prossime Olimpiadi.
-I cinesi leggono milioni di libri però non esiste la libertà di stampa.
-L’11 dicembre, giornata nazionale per i diritti umani, il Dalai Lama ha lanciato il suo sito internet
(www.dalailama.com) dall’India, dove è esiliato.
-Al Cairo, almeno 23 sudanesi sono stati ammazzati dalla Polizia, fra questi c’erano bambini. Erano
200 i sudanesi, con asilo politico, che da mesi occupavano una piazza chiedendo lo status di
rifugiati. Oltre 4 mila gli agenti antisommossa che hanno aperto gli idranti, pestato con violenza la
gente con manganelli e bastoni, incuranti delle telecamere e dei giornalisti che riprendevano le
scene di orrore. Fra i morti e feriti, molte donne, vecchi e bambini. Sognavano di partire per gli Usa,
per l’Australia e non di restare in Egitto per sempre. Erano fuggiti dalla fame del loro paese, dopo
anni di guerra, ed in Egitto erano in attesa della “carta blu” che avrebbe permesso a loro di partire
per i paesi tanto sognati. I “fratelli musulmani” hanno protestato contro il governo per questa
violenza che cristiani e musulmani sudanesi hanno dovuto subire.
-Problemi in Nigeria e Kenya per i visti per il Pellegrinaggio alla Mecca, sembra che il governo
saudita cercherebbe di limitare i visti (?!)
-“Dilwale Dulhaniya Le Jayenge” (“Il coraggioso prenderà la sposa”) è il titolo di un film d’amore
girato a Bollywood nel 1995. Dalla sua uscita nelle sale indiane, è stato tale il suo successo che
viene proiettato ininterrottamente fino ad oggi, dopo 10 anni! Restaurato, è stato presentato alla
scorsa edizione del Festival di Venezia.
-Ai monaci buddisti è permesso mangiare un’unica volta al giorno, fra l’alba e mezzogiorno,
consumando soltanto i cibi che sono loro offerti dai devoti laici.
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-L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha pubblicato un’utile guida per l’assistenza
sanitaria dei bambini stranieri. Dopo la lingua inglese, francese e spagnola, arriva la versione araba,
che i genitori possono trovare anche sul sito: www.ospedalebambinogesu.it
-Nel 1955 sul Marocco si abbatté un’orda di locuste lunga 250 km e larga 20. In cinque giorni tali
invasioni divorarono 7000 tonnellate di arance. Oggi i moderni mezzi di avvistamento consentono
di scongiurare questi episodi.
-Un ex contadino peruviano di Lima ha imparato a leggere e scrivere alla veneranda età di…101
anni! Meglio tardi che mai!
-La comunità islamica del Canada per andare a fare il pellegrinaggio preferisce fare scalo in Europa,
precisamente a Vienna, invece che negli Stati Uniti per paura di umiliazioni e problemi con le
autorità americane e la dogana.
-L’8 Agosto 2005, è morto lo Sheikh Ahmed Deedat, conosciuto nel mondo per i suoi studi sulle
religioni e dibattiti con esponenti delle varie religioni. Deedat (nato nel 1918) ha pubblicato in tutti
questi anni molti libri, ed ha continuato a scrivere nonostante fosse malato e paralizzato nel letto per
più di 9 anni. www.ahmed-deedat.co.za
-345 morti alla Mecca quest’anno per il pellegrinaggio, che si svolge nell’ultimo mese del
calendario islamico (Zul-Hijja). Ciò è avvenuto (come gli altri anni) sul ponte di Jamarat, nella
piana di Mina, durante il rito delle pietre contro le statue di Satana. “Ho visto pellegrini – spiega un
egiziano ad Al Jazeera- che finivano ingoiati sotto i piedi di altri pellegrini. Credo siano morti a
decine”. Causa della tragedia? L’inosservanza delle regole e un problema di bagagli che ostruivano
il cammino. Spesso molti fedeli si recano alla stessa ora, a mezzogiorno, come fece il Profeta
Muhammad, solo che ai tempi del Profeta i musulmani non erano numerosissimi come adesso. Per
evitare problemi di questo tipo, il governo saudita ha proposto alla gente di recarsi a Mina in orari
diversi, proposta non accolta da tutti. Nel 2004 nello stesso punto sono morti 251 fedeli, 118 nel
1998 e 1. 426 nel 1990, quando in un tunnel nei pressi della Mecca erano rimasti asfissiati i fedeli.
-In Turchia continua ad aggravarsi la diffusione del virus dei polli, diverse le persone
sott’osservazione per aver contratto l’influenza aviaria, diffusa anche in Russia, Kazhakstan,
Mongolia, Cina, Vietnam, che ha portato molti morti. L’Europa in particolare è preoccupata.
-198.721 le coppie miste in Italia, che vivono una vita spesso difficile per via della burocrazia, delle
leggi troppo inadeguate, oltre alla cultura e religione.
-In una piazza di Delhi si erge da ben 15 secoli un’alta colonna di ferro: essa, sia per l’assai scarsa
piovosità sia per l’aria secca di cui gode la zona, non è stata quasi per nulla intaccata dalla ruggine.
-Gli “uomini camino” di Cuba erano così soprannominati per la nuvola di fumo aromatica che
emanavano dalle narici e dalla bocca. Si trattava degli operai fabbricanti di sigari che Cristoforo
Colombo incontrò sbarcando sull’isola alla ricerca dell’oro delle Indie.
-La zona desertica del sud del Marocco nota come Erg Chebbi, è uno dei luoghi più suggestivi del
Sahara. Poco distante dall’Oasi di Merzouga, a seconda delle ore del giorno, ma soprattutto all’alba
e al tramonto, si assiste ad un’incredibile spettacolo naturale: le dune della sabbia più fine del
mondo assumono i colori più differenti, dal giallo al blu, passando per il rosa.
-Il King Kalalid International Airport dell’Arabia Saudita è il più grande aeroporto del mondo.
Inaugurato nel 1983, si estende su una superficie di 221 kmq ed è costato 2100 milioni di sterline.
Fra le altre cose possiede anche la più alta torre di controllo che raggiunge i 74 metri.
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-A Milano potete trovare mobili e complementi dall’India. Dove? Da Pianeta India, Via Val
Bregaglia 6.
-L’atleta etiope Abebe Bikila, vinse la gara della maratona alle Olimpiadi del 1964 solo sei
settimane dopo essere stato operato di appendicite.
-In Tashkent, nell’Uzbekistan, si trova in una libreria una copia originale del Corano dell'epoca
ottomana, precisamente del settimo secolo. Il Corano ottomano era stato compilato (non inventato)
nel 651 -19 anni dopo la morte del Profeta Muhammad-, dal terzo Califfo Othman a Medina.
Othman fece cinque copie del Corano originale Rivelazione di Dio ed un'altra di queste copie si
trova ad Istanbul, nel Topkapi Palace.
-Go Nagai (creatore dei cartoon Mazinga, Grande Mazinga e Goldrake) ha preparato una nuova
serie di OAV dedicata a Mazinga, che si intitola "Mazinkaiser" disponibile in Giappone dal 2001 e
solo oggi in vendita in DVD anche in Italia. La storia è solo in parte simile alle due serie di
Mazinga: stessi nemici, stessi protagonisti, stessi robot (Mazinga Z e Grande Mazinga). Il pilota di
Mazinga Z Koji Kabuto, quì piloterà anche il nuovo Mazinga (Mazinkaiser) molto più potente e
temibile dei due precedenti.
-Morti in Giordania 57 persone per un attacco terroristico, fra le vittime il regista Mustafa Akkad
(68 anni), famoso per aver girato film come "Il Messaggio" e "Omar al Mokhtar" con Antony Quinn
(vedi Mondi n. 12).
-Bruce Lee unisce i popoli: il noto attore di film di arti marziali ha infatti ispirato la costruzione di
due statue in sua memoria in due città distantissime tra di loro. Verranno infatti inaugurate il 27
novembre ad Hong Kong e a Mostar (Bosnia) in quanto considerato simbolo di virtù e unità da tutte
le comunità che compongono in special modo quest’ultima città. Oltre che mito del cinema per tutti,
anche un campione di giustizia.
-Il forrò è una danza a coppie che si balla in occasione della festa di San Giovanni, a giugno. E’
tipica del nordest del Brasile.
-Incredibile: in Egitto non esistevano canili, solo recentemente l’associazione italiana “Sos animali”
ha creato la prima struttura per cani e gatti al Cairo.
-Tra gli Huli, un popolo della Nuova Guinea, i guerrieri vivono alcuni mesi in speciali
accampamenti dove si fanno crescere i capelli; alla fine li tagliano e con essi creano delle elaborate
parrucche che adornano di fiori, piume e ciuffi di pelliccia.
-Già all’inizio degli anni ‘ 80, in Giappone si producevano televisori di ridotte dimensioni: ad
esempio, il Casio-Keisanki TV-10 aveva lo schermo di appena 2,7 pollici e pesava meno di 3 etti e
mezzo.
-Li Yuchun, 21enne, è in questo momento la donna più famosa di tutta la Cina. Dopo aver vinto la
finale della competizione canora Pop-Idol decretata dal voto dei telespettatori (cosa anomala per il
rigido governo cinese) la mascolina Li fa il tutto esaurito per i suoi concerti e merchandising,
nonostante, come ammette lei stessa, non sa né cantare, né ballare.
-E’ morto all’età di 38 anni il campione del Wrestling Eddie Guerrero.
-L’Egitto ha vinto la Coppa d’Africa, battendo Costa D’Avorio 4/2 con un calcio di rigore.
L’egiziano Abutrika ha segnato il GOAL!!!! Il popolare Mido ha litigato con l’allenatore perché
l’ha fatto smettere di giocare prima del previsto, motivo? Mido non rendeva.
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-In Giappone arrivano i…gabinetti musicali dove si possono scaricare…mp3! Ora il computer che
controlla gli accessori offre un gadget in più: un lettore mp3. Per ascoltare musica anche in bagno (e
coprire rumori molesti?). Le toilette giapponesi sono già dotate di ogni comfort, dalla tavoletta
riscaldata al bidet incorporato, anche apparecchiature diagnostiche per controllare la pressione o la
glicemia.
-La lingua araba orale ha molte varianti a seconda dei paesi in cui è parlata, mentre quella scritta è
uguale per tutti. Il suo alfabeto, rispetto al nostro, ha ben 28 caratteri, oltre a 3 segni vocali
aggiuntivi che però si usano solo in alcuni testi, ad esempio nel Corano.
-Tra i principali stili della danza classica indiana uno dei più perfetti e importanti è il Bharata
Natyam. Questo stile mantiene fedelmente le regole enunciate nel "Natya-Shastra", trattato sull'arte
drammatica e la danza, codificato nel 1 secolo a.C. Nel passato la danza veniva eseguita
esclusivamente nei templi ed era l'atto di devozione più importante.
-Gli abitanti delle Isole Marchesi, un arcipelago del Pacifico, si fanno tatuare ogni parte del corpo,
gengive comprese: per portare a termine questa operazione, impiegano più di trent’anni.
Sotto da sinistra: il regista siriano Mustafa Akkad morto l’11 novembre 2005, il campione del
Wrestling Eddie Guerrero morto il 13 novembre 2005 e lo scrittore Ahmed Deedat morto l’8
agosto 2005.
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suoni lontani
MAMDOUH “Ya habibi Moustafa”. Album di brani tradotti in
italiano ed interpretati dal nostro Mamdouh. Si tratta di un coveralbum di canti religiosi (10 in tutto, compreso l’Intro). I brani
originali sono di Zain Bhikha, Yusuf Islam, Raihan, Sami Yusuf
ecc.
RODRIGO Y GABRIELA - Live Manchester and Dublin"
(Rubyworks/Audioglobe) Album live di rock latino/jazz prodotto
dagli stessi Rodrigo y Gabriela. Messicani, ritornano con un nuovo
cd. Il compact unisce le esibizioni live nelle due città (tenute nel giro
di cinque mesi) e propone, anche, quattro nuove composizioni del duo. Tra i mix presenti ci sono
cover di classici jazz, come "Take 5" (fuso in questo caso a "One" dei Metallica ed interpretato
secondo lo stile di RyG). “New Flamenco” è invece l’album appena uscito.
M.I.A. – “Arular” Sonorità mescolate tra oriente e occidente: non è una novità, ma questa cantante
cingalese ha del talento e farà strada. Alcuni nomi di altri artisti dallo Sri Lanka: Marience, Sakura,
Sashika, Rohana Priyamantha, Preethi Randeniya Peiris, Galaxies.
ZAIN BHIKHA- “Mountains of Makkah”. E’ uscito finalmente “Mountains of Makkah”
(copertina sotto) di Zain Bhikha, come aveva lui stesso anticipato e contiene canzoni ispirate dal
suo primo Pellegrinaggio alla Mecca.
YOSEFA – “The Desert Speaks” (Hemisphere, 1996)
Mezza yemenita e mezza marocchina, ma cresciuta in Israele, Yosefa
Dahari mischia influenze arabe e occidentali, un po’ come Ofra Haza.
E come la cantante di Kirya, anche Yosefa utilizza strumenti acustici
mediorientali ed elettrici.
MANI PADME TRIO – “A Rainy Day” Disco jazz di tre ottimi
musicisti brasiliani, con contaminazioni contemporanee ed etniche.
ROSALIA DE SOUZA – “Brasil Precisa Balancar” Giovane e raffinata musicista di Rio
trapiantata a Roma, con il suo ultimo disco torna alle origini mescolando bossa nova e jazz,
utilizzando caldi strumenti acustici. Ha collaborato in passato anche con Nicola Conte.
FAIRUZ - “Legendary Fairuz” (Hemisphere, 1998)
Dice bene il titolo: la leggendaria Fairuz. Libanese, è una delle cantanti su cui Ofra Haza ha
modellato il proprio stile canoro. Quest’album, uno dei pochi reperibili in Occidente, contiene
cinque brani registrati negli anni Novanta, frutto della lunga e felice collaborazione con i fratelli
Rahbani.
SHAKIRA – “Fijaciòn Oral 1” – “Oral Fixation 2”
Ritorna il fenomeno pop Shakira dopo circa 4 anni di silenzio, spesi a registrare due album distinti,
il primo, più romantico e in spagnolo, dedicato più che altro al pubblico latino della cantante
10
colombiana di origine libanese, famosa per le sue “danze del ventre”, e il secondo, più impegnato,
in inglese per un pubblico più internazionale ed occidentale. Il più recente singolo è il trascinante e
rockeggiante “Don’t bother”. Niente di erotico nello strano titolo dell’album, lei sostiene di averlo
scelto per motivi psicoanalitici e per l’importanza della sua bocca relativa al canto. Il contenuto?
Pop e rock mischiati all’elettronica, al jazz e alla bossa nova, non mancherà di mietere successi.
Shakira è anche molto impegnataa con una fondazione che aiuta i bambini di strada e i profughi.
SAMI YUSUF- “My Ummah”. E’ il secondo album di Sami ed esce in
due versioni, giusto per accontentare tutti, la prima versione è stata
registrata con strumenti musicali, la seconda solo con doff ed altri
strumenti di percussione. E’ già un successo!
NATACHA ATLAS “Gelida” (Beggars Banquet)
Cosmopolita metà egiziana e metà ebrea, ex Transglobal Underground,
compositrice, cantante e danzatrice del ventre, nel suo più recente album di
cui abbiamo notizia (1999), possiamo paragonarla ad Ofra Haza (vedi
numero scorso), offre infatti vocalizzi esotici su basi musicali che
mischiano strumenti tradizionali come ud, kanoon e percussioni con ritmi
dance e anche sonorità trance. Noi l’abbiamo conosciuta con la cassetta “Ayeshteni”, acquistata in
Tunisia nel 2001 e uscita successivamente anche da noi in cd.
AMADOU & MARIAM “Dimanche à Bamako” Sono una coppia di non vedenti del Mali,
“sponsorizzati” dal più famoso Manu Chao, che compare anche come ospite insieme al nostrano
Roy Paci. Gran successo in Francia, dove hanno già pubblicato 4 album, ora spopolano col singolo
“Realité”. Iniziarono a registrare artigianalmente su audiocassette (un mercato ancora fiorente in
Africa, dove i cd scarseggiano) e cantano in berbero e francese.
RAIHAN “Bacalah” e “Ameen”. Continua il successo per i Raihan con i
loro album. Dopo l’ultimo numero di Mondi (Giugno 2005) il quartetto
malese ha pubblicato altri 2 nuovi album “Bacalah” con 16 brani e
“Ameen” di 10 brani.
CURUMIN “Achados e perdidos” Un disco di “samba-pop-soul” dal
Brasile con una curiosa cover di Stevie Wonder (You haven’t done
nothing).
KONONO N.1 “Congatronics” Un gruppo “verace” dal Congo: suonano strumenti fatti in casa e
ci sanno davvero fare coi ritmi. Un pezzo (“Lufuale Ndonga”) è una specie di mantra di 10 minuti.
YOSKAR SARANTE Sentito dal vivo al più recente Festival Latinoamericando, è indirizzato al
genere bachata. Il suo ultimo disco è “No es casualidad”.
CÉU “Céu” Nuova cantante brasiliana col suo primo disco, melodico, di matrice samba e soul ma
anche con strumenti elettronici.
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LOS VAN VAN formazione cubana di 15 elementi che mescola le
radici afro della sezione ritmica con le sfumature jazz di un nutrito
gruppo di fiati. Sotto la guida di Juan Formell Los Van Van sono
diventati probabilmente il gruppo cubano più famoso nel mondo.
Continuano a suonare dal ‘ 69, amatissimi anche in Italia, sempre alla
ricerca di nuovi stimoli con la loro miscela di salsa, timba e ritmo. Veri
e propri ambasciatori in musica della loro terra, sono da sempre fucina
di grandi talenti musicali. Il loro ultimo album è il recente
“Sandunguera”.
Dalla Corea, ecco invece le TSZS, ennesima “girl band a cappella” di “k-pop” (pop coreano)
gruppo di ragazzine che utilizzano suoni occidentali ma anche della tradizione asiatica. Il loro
grande successo si sta diffondendo anche in Cina e nel resto dell’Asia. Il loro primo singolo è stato
“Too good” a cui sono seguite varie covers. I LEAD sono invece la versione al maschile di questo
tipo di gruppi per adolescenti.
SALIF KEITA dal Mali che, con l’ultimo album “M’bemba” è riuscito finalmente, dopo 35 anni,
a registrare nel suo studio che si è fatto costruire a Bamako non lontano dal Niger. E’un veterano
della musica africana.
ALI FARKA TOURE “Talking Timbuktu” Anche lui dal Mali, ospite Ry Cooder, in pratica, più
che una collaborazione, è un disco a due: gran successo in 10 brani cantati in varie lingue, un “blues
etnico” che v’incanterà.
TRANSGLOBAL UNDERGROUND “Impossibile broadcasting” Sono inglesi, attivi da diversi
anni e contaminano hip hop, dub, tecno e sonorità etniche. Hanno anche remixato, tra gli altri, Cheb
Khaled. Di recente sono passati in Italia per promuovere questo nuovo disco.
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-Segnaliamo l’Indian Cinema di Brescia, primo tentativo italiano (ma in Europa ce ne sono
tantissimi) di cinema che proietta unicamente film di Bollywood per un pubblico indiano/pakistano
e bangladese, ma non solo, visto che i film sono sottotitolati in italiano. Auguri a Sony Singh, il
gestore, che si è lanciato in questa difficile sfida con un socio italiano, partita in sordina.
-Ricordiamo il Festival del cinema di animazione di Rio De Janeiro e San Paolo “Anima Mundi”
(www.animamundi.com.br) sbarcato lo scorso giugno anche a Milano con una selezione di corti
d’animazione brasiliani.
YIRI KAN
(Yiri Kan), documentario, Burkina Faso, 1989, di Issiaka Konaté, durata: 25’, con: Mahama
Konaté, A.Konaté. Distribuzione: P.O.M. Films. Vincitore di alcuni premi, un documentario inedito
da noi, sull’iniziazione mistico/musicale di un ragazzino all’insegnamento del “balafon”,
fondamentale strumento per il suo villaggio.
FINZAN
(Finzan), drammatico, Mali, 1989, di Cheick Oumar Sissoko, durata: 107’, con: Diarrah Sanogo,
Balla Moussa Keita. Distribuzione: La Médiathèque Des Trois Mondes. Un interessantissimo film
dedicato alle donne africane, troppo spesso oggetto di barbare usanze tribali nei loro villaggi. Una
di queste tenta di sfuggire al suo destino deciso da altri.
IL MIO NUOVO STRANO FIDANZATO
(Seres queridos), commedia, Argentina/Spagna/GB/Portogallo, 2004, di Teresa De Pelegrì,
Dominic Larari, durata: 89’, con: Norma Aleandro, Guillermo Toledo. Distribuzione: IIF. Girato
con economia di mezzi: in elettronica con scenografie scarne e pochi ambienti ma con buone idee, è
una commedia tragicomica che mette in luce i difficili rapporti tra due famiglie, un’ebrea e l’altra
palestinese. Consigliato per ridere, una volta tanto, su questo argomento. Il sito del film:
www.vervepics.com
Sito italiano: www.stranofidanzato.it
IL BRIGANTE
(O Cangaceiro), avventura, Brasile, 1953, di Lima Barreto, durata: 105’, con: Alberto Ruschell,
Marisa Prado, Milton Ribeiro. Distribuzione: Ceiad. Ripeschiamo un film datato ma importante,
girato in bianco e nero, che vinse a Cannes, forte anche di una colonna sonora di successo. Il
Nordeste del Brasile è infestato dalla banda di Galdino Ferreira, agli inizi del secolo. Una sorta di
western incentrato su un rapimento.
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MUSICA CUBANA
(Musica cubana), documentario, Germania/Cuba/Giappone, 2004, di German Kral, durata: 88’, con:
Pío Leyva, Mario 'Mayito' Rivera, Pedro 'El Nene' Lugo Martínez, Telmary Díaz. Distribuzione: Ist.
Luce. Pío Leyva, star del Buena Vista Social Club, e Barbaro Marín, un tassista, decidono di
costituire un gruppo con i migliori musicisti di Cuba, The Sons of Cuba. Il film è un viaggio sia
nella vita dei musicisti - le prove, le registrazioni, il concerto a Tokyo - che nella musica e nel cuore
della gente di Cuba. Segnaliamo anche un altro documentario francese sulla musica di Cuba: Cuba
Feliz, di Karim Dridi, uscito in sordina nel 2001.
BIMBI NERI, NOTTI BIANCHE
Documentario, Italia/Uganda, 2005, di Giulio Manfredonia, durata: 59’, con: Giobbe Covatta.
Prodotto dalla Amref e interpretato dal comico G.Covatta, da sempre attivo con questa
associazione, ci fa avvicinare ad una delle situazioni più scandalosamente dimenticate della
comunità internazionale: l'esodo quotidiano che uomini, donne e bambini del Nord Uganda devono
compiere per sfuggire alle incursioni del Lord Resistence Army, una banda armata che da un
vent'ennio compie atrocità nella regione. Trasmesso da Rai 3.
Giobbe racconta una drammatica vicenda di bimbi, naturalmente a suo modo, calandosi nei panni di
un improbabile DJ ambulante che, a bordo di una jeep con tanto di baracchino radio, gira in lungo e
in largo le strade di polvere del nord del paese.
LA SAMARITANA
(Samaria), drammatico, Corea del Sud, 2004, di Kim Ki-duk, durata: 95’. Con: Uhl Lee, Ji-min
Kwak, Min-jung Seo. Distribuzione: Mikado. Suddiviso in tre parti e girato dal prolifico Kim Kiduk - al 10° film -prima di Ferro 3, esce in Italia dopo. Film complesso e struggente che ha un po’
spiazzato i vecchi fan del regista, l’abbiamo trovato comunque interessante. Due adolescenti unite
da una complicità tenera e dal sogno di un viaggio in Europa organizzano, quasi per gioco, un giro
di prostituzione via internet. Una muore suicida ma l’altra si sostituisce all’amica morta. La
vendetta del padre poliziotto verso una società consumata, è dietro l’angolo.
IL SUO NOME E’ TSOTSI
(Tsotsi), drammatico, Sudafrica/GB,2005, di Gavin Hood, durata: 91’.
Con: Presley Chweneyagae, Terry Pheto. Distribuzione: Mikado. Ultimo
dei cinque film "stranieri" candidati all'Oscar 2006 ad uscire in Italia,
narra la redenzione di un ragazzo di ghetto, detto Tsotsi (in gergo locale
“gangster”), privo di ideali e violento a causa di un’infanzia infelice,
riuscirà a comprendere i valori della vita dopo aver rapito per sbaglio un
neonato. Commovente e riuscito.
MOOLAADE’
(Mooladé), drammatico, Senegal, 2004, di Ousmane Sembene, durata:
117’. Con: Fatoumata Coulibaly, Maimouna Hélène Diarra. Distribuzione:
Lucky Red. Tratta un tema purtroppo ancora attuale, quello della circoncisione femminile nelle
comunità tribali africane. Lo scontro tra due valori: il rispetto del diritto d'asilo (il Moolaadé) e
l'antica tradizione dell'escissione (la Salindé). Nei nostri cinema in questi giorni.
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KUNG FUSION
(Gong fu), azione/comico, Cina/H.Kong, 2004, di Stephen Chow, durata: 95’. Con: Stephen Chow,
Wah Yuen, Qiu Yuen, Leung Siu Lung. Distribuzione: Sony. Incredibile film di effetti speciali e
arti marziali con strizzate d’occhio ai film di Bruce Lee. In realtà non si prende sul serio, anzi, è di
una comicità irresistibile e lo dimostra il grande consenso ricevuto dal pubblico. Peccato per il
doppiaggio italiano con i nostri vari dialetti, dopo un po’ il gioco stanca. Da vedere in lingua
originale. Sing vorrebbe essere un gangster e aspira ad entrare a far parte della nota "Axe Gang".
Ma è tutto fuorché un duro...
Si è tenuta dal 7 al 12 marzo al Cinema Gnomo di Milano la seconda e sorprendente rassegna
“CINEMA CONTEMPORANEO DA RIO DE JANEIRO” organizzata dall’Ibrit (Istituto
Brasil-Itália), un’associazione culturale senza scopo di lucro per la diffusione della cultura
brasiliana. Noi c’eravamo per voi, ecco un breve resoconto.
In rassegna alcuni dei film recenti più significativi e un’interessante selezione di cortometraggi,
alcuni dei quali sperimentali, altri che hanno trattato con ironia i problemi sociali carioca.
Non solo samba, spensieratezza, spiagge turistiche e allegria, quindi, ma un occhio sincero alla Rio
di oggi con tutti i suoi problemi. C’è da premettere, come hanno detto organizzatori e registi,
presenti alle tavole rotonde organizzate intorno alla manifestazione, che in Brasile i film sono
finanziati dallo Stato tramite aziende, ma spesso le distribuzioni sono travagliate per via delle lobby
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delle multinazionali. I registi hanno però la possibilità di una distribuzione popolare, lo Stato dona
le copie ad istituti, scuole, ecc, per promuovere il film.
Tra i documentari visti, segnaliamo il riuscito Fala tu di G. Coelho, con episodi spesso commoventi
di vita quotidiana di alcune persone all’interno di una favela, Edifìcio Máster di E.Coutinho con
interviste agli abitanti di un enorme palazzo popolare, e Ônibus 174 di J.Padilha, resoconto di
cronaca sul sequestro di un autobus nel 2000. Tra i film
“spettacolari” ci è piaciuto molto il pluripremiato O homem do
ano di J.H.Fonseca, storia di un uomo comune di una favela, che
diventa improvvisamente “uomo dell’anno” (come dice il titolo)
e richiestissimo sicario dopo aver giustiziato un piccolo
malvivente locale. Ma il successo gli darà non pochi problemi.
Uno spaccato surreale e intelligente della società odierna.
Molto divertente O diabo a quatro, di A.De Andrade, una
commedia paradossale ambientata a Copacabana. O primeiro dia
di D.Thomas e W.Salles (ormai famosissimo), un film
drammatico sul senso di smarrimento di due personaggi, un
evaso dal carcere e una giovane donna abbandonata dal marito,
alla vigilia del capodanno del 2000.
Infine Rio 40°, di Nelson Pereira Dos Santos,che ha aperto la
rassegna, considerato il film precursore del Cinema Novo
brasiliano. Storia di 5 bambini poveri, è una sorta di “Sciuscià”
brasiliano. Peccato per la qualità pessima della copia, riportata su
dvd forse da vhs, ma ci hanno detto che questo classico è introvabile anche in Brasile. www.ibrit.it
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MOSTRE E RASSEGNE
I lama del Tibet: il terzo occhio è una mostra fotografica di Melina Mulas dedicata ai monaci
tibetani e al Dalai Lama. Si è tenuta a Modena, Palazzo Santa Margherita dal 20/9 all’8/1.
La via della seta e la civiltà cinese – La nascita del celeste impero alla Casa Dei Carraresi,
Treviso, dal 22/10 al 30/4
L’arte della regione del Gandahǻra – Buddha tra oriente e occidente Al Museo Archeologico
di Milano viene riallestita dopo diverso tempo la sezione dedicata all’arte del Gandahǻra, una
piccola ma raffinata collezione che testimonia, con sculture e rilievi in pietra, il singolare incrocio
tra le culture indiana, greco-ellenistica e iranica nella regione tra il sud est dell’Afghanistan e il nord
est del Pakistan (fine del I sec. A.C. e il VII d.C.).
Inuit e popoli del ghiaccio al Museo Regionale di Scienze Naturali di
Torino, fino al 30/4. Per la prima volta in mostra un percorso
esauriente e ricco di suggestioni visive e sonore, di oggetti quotidiani
e opere d’arte dedicato a civiltà dalle tradizioni millenarie ai confini
del mondo, dall’Alaska alla Groenlandia, dalla Scandinavia alla
Siberia.
Interessante la mostra I caftani del Marocco – I tesori del sole
appena conclusasi a Milano, Palazzo Della Triennale (dal 19/2 al 9/3)
organizzata dall’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco, con il
Patrocinio del Comune di Milano, che ha portato a Milano una
magnifica collezione di gioielli e caftani storici, tradizionali abitiicona
di
questo
straordinario
Paese.
http://www.triennale.it/index.php?idq=227
16° Festival Del Cinema Africano (dal 20 al 26 marzo) Il tradizionale appuntamento milanese si
svolgerà con 100 film tra pellicole e video, in 6 sale tutte nel centro città, e, anche quest’anno,
comprenderà le cinematografie anche di Asia e America Latina. Nel prossimo numero avremo
modo di parlarne di più. http://www.festivalcinemaafricano.org/
Indoamerica. Archeologia ed etnografia del Sud America alla Sala Castellana dei Civici Musei del
Castello Sforzesco di Milano dal 17 marzo 2006 al 20 gennaio 2007. E’una mostra dedicata alle
popolazioni nativo-americane. 230 suppellettili e oggetti di uso quotidiano, ornamenti, sculture,
maschere e tessuti.
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ANIME GIAPPNESI III
Anche quest’anno si rinnova l’affollatissima e richiestissima Anime Giapponesi –
Rassegna di cinema d’animazione nipponico, 23/28 maggio al Cinema Palestrina
di Milano. Cercheremo di esserci e di parlarne nel prossimo numero. Intanto, c’e’ già
stato un assaggio l’8 e 9 marzo con proiezioni speciali dei film (si
tratta delle 2 serie TV, proiettate anche nei cinema 25 anni fa) Candy
Candy e Candy Candy & Terence (1979-1980). E’ stato un
successone.
Per chi si fosse dimenticato (in pochi credo) il cartone animato Candy
Candy – che racconta la storia di un’orfanella- è stato creato nel 1974
dalle due giapponesi Yumiko Igarashi e Kyoko Mizuki, prodotto
dalla Toei Animation e trasmesso in Giappone nel 1976, in Italia
arrivò nel 1980. 115 sono gli episodi.
Il cartone animato ripropone quasi fedelmente il fumetto, pubblicato agli inizi degli
anni 80 dalla Fabbri Editore con grande successo.
Trama: Candy viene abbandonata ancora in fasce davanti alla Casa di Pony, un
orfanotrofio nel Michigan e ritrovata da Suor Maria che si prenderà cura di lei
assieme a Miss Pony fino all’età di 12 o 13 anni. Candy cresce felice con gli altri
orfani e la sua migliore amica Annie, fino a quando quest’ultima sarà affidata in
adozione ad una famiglia benestante e Candy alla famiglia Legan come ragazza di
compagnia (meglio dire sguattera) della perfida e viziata figlia Iriza.
La storia di Candy si alterna a momenti di gioia e divertimento, a momenti tristi e
tragici. Non manca il mistero che avvolge il bel Principe con il kilt e la cornamusa
che incontrerà all’inizio della storia e che si rivelerà alla fine sotto altre spoglie: lo zio
ricco adottivo William Andrew è in realtà il Principe, ma anche il giovane vagabondo
e smemorato Albert che Candy ha curato.
Prima di arrivare a tutto questo, Candy incontrerà il giovane Antony, del quale si
innamora anche per la straordinaria somiglianza col Principe e che perderà la vita
durante la caccia alla volpe. L’orfanella sarà adottata dello zio William e spedita in
college, durante il viaggio sulla nave conoscerà Terence, che prenderà il posto di
Antony nel cuore di Candy. Nel college ritroverà i suoi amici di sempre: Stear,
Archie, Annie, Patty, l’odiosa Iriza e il nuovo “amico” Terence, che lascerà il college
dopo un tranello di Iriza che farà espellere Candy e diventerà attore. Candy farà
altrettanto, lascerà il college per diventare infermiera.
Scoppia la prima guerra mondiale, perde l’amico Stear, Terence è sempre più un
attore affermato, che lascerà Candy perché si sentirà responsabile dell’infermità
dell’attrice Susanna, che rischia la vita per lui. Sacrifica così il suo amore per Candy
per stare vicino a Susanna, che è molto innamorata di lui.
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Alla fine della storia Terence – ormai diventato l’ombra di se stesso, alcolizzato e
attore caduto quasi in disgrazia, questo forse solo nella versione fumetto- lascerà
Susanna, gli alcolici per tornare da Candy. Ciò non si vedrà nell’ultima puntata, ma si
intuirà il finale, un finale purtroppo solo immaginato dal telespettatore.
Questa è in breve la lunga storia di Candy Candy, una vera soup opera a cartoni
animati, più per adolescenti che per un pubblico infantile e che entusiasmerà anche
un pubblico maschile, più portato a seguire le storie dei vari robots come Goldrake e
Mazinga.
Sotto Candy e Terence, il primo amore Antony e il Principe (sono simili!).
Nessuno ha ancora detto che la presentatrice Antonella Clerici assomiglia molto a
Candy nel look, si sarà ispirata a lei?
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La Saga di Mazinga
Dopo l’uscita in Italia del DVD Mazinkaiser, vedi “News” a pag. 7, ed esserci
occupato di Candy Candy, non potevamo non dedicare questo articolo a Mazinga e
Co. Ci eravamo già occupati di lui nel numero 7 di Mondi.
Il primo robot risale al 1963 ed era Super Robot 28- L' Uomo di Ferro seguito da
Astroganga. Ma è Mazinga Z il primo robot gigantesco e potente, creato dal
disegnatore giapponese Go Nagai (foto sopra a destra), nato il 6 Settembre 1945 e
fumettista negli anni 60 con problemi di censura. Gli episodi trasmessi nelle
televisioni del mondo sono (92), ad eccezione dell’Italia, che ne trasmise solo (56),
dopo vi spiegheremo il perché. La serie è stata realizzata dal 1972 al 1974.
Dopo Mazinga Z (Mazinger Z) è la volta del Grande Mazinga, nome originale Great
Mazinger, realizzato dal 1974 al 1975 e di 56 episodi.
Goldrake, vero nome Grendizer completa la trilogia e i 74 episodi sono stati realizzati
dal 1975 al 1977.
Go Nagai realizzò in quel periodo altri robot, come Space Robot (1974/ 75), il
seguito Jet Robot (1975/76) e Jeeg Robot d’Acciaio (1975/76).
Dopo di loro, Nagai ed altri disegnatori crearono più di 50 robot, e fu ormai una vera
invasione nello schermo. Negli anni 80 i robot passarono di moda, solo recentemente
hanno realizzato altre nuove serie, esiste persino un nuovo Mazinga.
In Italia la situazione sui cartoon di Nagai è piuttosto confusa. Il primo cartoon
giapponese sui robot arrivò nel 1978 e fu trasmesso dalla RAI. All'epoca eravamo
bambini e seguivamo tutte le sere "Atlas Ufo Robot" un cartone animato diverso dai
soliti americani ai quali eravamo abituato come Tom e Jerry, Gatto Silvestro ecc...
Atlas aveva come protagonista il gigantesco robot Goldrake ed era qualcosa di
speciale. C'era lui e la piccola Heidi, unici cartoni animati Made in Japan e trasmessi
entrambi dalla RAI. Goldrake arrivò così in Italia nel 1978, ed è stato realizzato in
Giappone sino al 1977, quindi un anno prima. Fu un enorme successo per le 2 serie
del cartone animato.
Nel 1979 arrivarono dopo Goldrake molti altri robot trasmessi dalle televisioni
private, come Il Grande Mazinger trasmesso se ricordo bene su Telelombardia, fu
subito amore per Mazinga, lo trasmettevano il pomeriggio presto e non perdevamo
nemmeno una puntata. Non si capiva perché la serie s'intitolava Mazinger, il robot
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protagonista era Mazinga, non Mazinger, pensavamo che fosse un errore.
Nessuno pensava lontanamente che tra Mazinga e Goldrake ci fosse qualcosa che li
unisse, un filo conduttore. Verso la fine delle puntate si vide per la prima volta
Mazinga Z al fianco del Grande Mazinga, ma non si sospettava l'esistenza di una
serie precedente, e poi il pilota di Mazinga Z, un certo Koji Kabuto assomigliava
troppo ad Alcor di Atlas, è in pratica la stessa persona.
Queste confusioni le crearono i doppiaggi italiani delle tre serie. Per il mio racconto
sulla Saga di Mazinga ho preferito mantenere certi nomi originali.
Nel 1980 la RAI trasmise la serie di Mazinga Z, non tutti gli episodi, perché le
mamme fecero bloccare la serie perché ritenuta diseducativa, così noi bambini degli
anni 70 non abbiamo mai visto il finale di Mazinga Z, solo su video cassetta molti
anni dopo.
I cartoon sui robot erano considerati troppo violenti per un pubblico infantile. Un
altro errore fu quello di pensare che questo tipo di cartoon fosse per un pubblico di
bambini, niente di più sbagliato, ma nessuno lo sapeva. Mazinga e Co. in realtà erano
più per un pubblico di adolescenti.
Spesso il mondo intero, tranne il Giappone, credo, ha una concezione particolare sui
cartoon, pensa che siano per un pubblico esclusivamente di bambini, invece il Sol
Levante ha prodotto cartoon per tutte le età. Cartoon e Manga (fumetti). Nagai
realizzò dopo le serie televisive anche i Manga di Mazinga e Co.
Tornado ai nomi cambiati dei protagonisti, il povero Koji Kabuto, che appare in
Mazinga Z, Grande Mazinger e Atlas, ha confuso tutti noi, senza che il suo creatore
Nagai lo sapesse.
Nella serie trasmessa in Italia, Koji Kabuto in Mazinga Z si chiama Rjo, nel Grande
Mazinger si chiama col suo vero nome Koji e in Atlas diventa Alcor!
Mazinger è diventato per noi Mazinga e Grendizer è Goldrake.
Mazinkaiser “il nuovo Mazinga” (foto sotto)
Nel prossimo numero la seconda parte
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I cavalli arabi
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Il cavallo arabo è una delle razze più antiche, risale al 3000 a.C e tre sono le
principali tipologie conosciute oggi:



l'arabo beduino (kuhailan, siglavy e muniqi sono i tre sottotipi).
l'arabo di pura razza (discendente dei tre tipi citati quì sopra ed
incrociati fra loro, è il più conosciuto nel mondo)
la razza araba (che ha parentele con il berbero, l'arabo persiano e il
siriano).
Le caratteristiche dei tre sottotipi:

kuhailan (resistente e potente)

siglavy (bello ed elegante)

muniqi (leggero e velocissimo)
Il cavallo arabo è nobile e bello, ed ha movimenti armonici e corretti, è
piuttosto diverso dal cavallo al quale siamo abituati. E' alto dai 145 cm ai 155,
160 e pesa tra i 350 e 450. La sua pelle è sottile ed elastica, ha il piede
piccolo e durissimo, peli corti e lucenti.Il cavallo arabo è sempre stato
inseparabile compagno per i beduini, utile per le guerre contro le tribù
avversarie. E' sempre stato utile anche per migliorare i cavalli di razza
europea e determinante alla creazione del purosangue inglese. E' un
concentrato di tutte le qualità ricercate in ogni razza e tipo di cavallo ed è per
questo che lo utilizzano come miglioratore.
Ha più finezza alle forme degli altri, possiede due occhi grandi e molto
espressivi, la fronte larga e bombata, e le orecchie (piccole e appuntite nel
maschio, più lunghe nella femmina) sono ben distanziate fra loro. Il cavallo
arabo inoltre è più intelligente degli altri cavalli.
23
“Conoscere Muhammad” di Abdu Rahman Pasquini, Edizioni del Calamo. Fa parte della collana
Quaderni Islamici, è un volumetto prezioso per chi vuole conoscere meglio il Profeta dell’Islam,
soprattutto dopo gli avvenimenti recenti. Per la prima volta troverete in un libro italiano tutti i nomi
del Profeta.
“Notturno indiano” di Antonio Tabucchi, Sellerio Editore, un famoso racconto sulla scoperta
dell’India. Ne è stato anche tratto un film poco conosciuto, di Alain Corneau, distribuito dalla
Dolmen Video, che però non riesce del tutto a restituire l’incanto del romanzo.
“Argentina paese dei paradossi” di Maria Seoane, Laterza, pag. 237, € 15. Dedicato al paese che
vive sulla riva destra del Rio De La Plata con i suoi problemi e le sue contraddizioni, la passionalità
dei suoi abitanti, la criminalità, il tango, il calcio, i grandi artisti, i desaparecidos e il recente disastro
finanziario.
“Addio Eden” di Ambrogio Borsani, Neri Pozza, € 8. Racconta la storia di scrittori e personaggi
che hanno vissuto l’esperienza del Tropico come una ricerca del paradiso, più bello del viaggiare.
“Da Pechino al Kashmir” di Ella Maillart, EDT Lonely Planet. Viaggio tra il Kuknor, il Turme e
il Pamir. A cavallo, a piedi, sui mezzi locali, un grande racconto di viaggio cinese.
“Un fiume chiamato tempo, una casa chiamata terra” di Mia Couto, Guanda, p.253, € 15. Dal
più grande autore mozambicano, “il racconto di una terra dove le conchiglie parlano, dove vivere è
difficile ma ancora più difficile è morire”.
“Un’isola di stranieri” di Andrea Levy, Baldini-Castoldi-Dalay, p.455, € 18. Quattro storie da
un’isola lontana, la Giamaica. Storie di vita vissuta di quattro persone, la condizione dei devoti
sudditi dell’Impero Britannico durante e dopo la Guerra Mondiale.
“The future is an ancient lake” di Caterina Batello, Marzio Marzot, Adamou H.Touré, Fao,
pag.307, $ 60. Pubblicato dalla FAO con un bellissimo titolo, è un volume dal taglio scientifico che
sa rendere conto di una grande umanità. Le grandi ricchezze naturali e umane del bacino africano
del Lago Ciad.
“La mia Africa” di Karen Blixen, Feltrinelli, € 8. Ripeschiamo questo notissimo romanzo del ’59
da cui fu anche tratto un film. L’Africa da un punto di vista diverso per l’epoca, negli anni ’40,
dall’autrice che vi abitò, con gli occhi appassionati e interessati di chi la ama e la vive
profondamente.
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“Mi chiamo Rigoberta Menchù” di Elisabeth Burgos, Giunti, € 5,90. Una giovanissima, povera
contadina india del Guatemala (premio Nobel per la pace ’92) e portavoce delle popolazioni
indigene americane, narra la storia della sua gente.
“Metà dell’uomo è donna” di Zhang Xianliang, De Ferrari, p.284, € 18. Romanzo autobiografico
di un autore cinese finito in un gulag durante la rivoluzione culturale maoista (1966-76). Oltre che
romanziere è anche produttore cinematografico di successo (Sorgo Rosso di Zhang Yimou).
“Il banchiere dei poveri” di Muhammad Yunus, U.E.Feltrinelli, € 7,50. Un saggio sull’economia
di un autore del Bangladesh, uno dei paesi più poveri del mondo.
“Legàmi” di Nuruddin Farah, Frassinelli, p.373, € 17. Autore in esilio di Baidoa, ex Somalia
italiana. Tra i suoi romanzi tradotti da noi, la trilogia “Variazioni sul tema della dittatura africana” e
la trilogia “Sangue al sole”. Ambientato tra i signori della guerra del suo paese è un romanzo
intricato sulla difficile condizione somala.
“Persepolis” di Marjane Satrapi, Serie Oro. La Repubblica. Storia di un’infanzia narrata in questo
fumetto iraniano che racconta con essenzialità questo tormentato paese. Opera autobiografica degli
ultimi 20 anni dell’autrice. Vincitore di prestigiosi premi internazionali.
“Odissea nel paese del Nilo” di Magid Tobya, Jouvence Editoriale, p.252. € 14. Considerato uno
tra gli scrittori più significativi del mondo arabo, Tobya segue le avventure dei Banu Hathùt, una
famiglia dell’Alto Egitto durante il periodo della spedizione di Napoleone tra il XVIII e il XIX
secolo.
“La commissione” di Sonallah Ibrahim, Jouvence Editoriale, p.132, € 10. Uscito da noi un paio
d’anni fa, opera di uno scrittore egiziano contemporaneo, è la storia di un uomo senza nome
nell’Egitto di Nasser, dopo il 1954, un periodo difficile di censure e inquisizioni. Il protagonista
appare dinanzi ad una commissione formata da persone non arabe per sostenere un colloquio e
vedere riconosciute le proprie qualità.
“Korogocho” di Padre Alex Zanotelli, U.E.Feltrinelli. Già autore della nota rivista “Nigrizia”,
Zanotelli ha vissuto con i poveri nelle baraccopoli di Nairobi e racconta la dura vita di quei luoghi.
“Il sole è il padre di mio padre” di autori vari, Mondatori, p.124. Complice l’estate passata e il
nostro gironzolare tra bancarelle e librerie, abbiamo ritrovato questo interessante libretto della
collana I Miti Poesia, pubblicato sei anni fa. Sono 102, spesso brevissimi, canti Cheyenne e Apache.
Della stessa collana anche: “La voce della pioggia è la mia voce: 57 canti Navajo”, “49 canti
degli indiani d’America”, “36 fiori di carta” di Mao Tse-tung, e “Sudamericana – 27 poeti
dell’America Latina”.
Altro libro poco conosciuto che abbiamo letto di recente è “Storie di Bahia” a cura di Rosamaria
Susanna Barbàra, Oscar Mondadori, € 6,71, del 1999, una raccolta di fiabe e leggende
pazientemente raccolte in Brasile dall’autrice, che parlano degli “orixà” dell’Olimpo “afrobahiano”, divinità tanto dispettose quanto simili all’uomo, e dei racconti di pescatori, molto
originale e divertente!
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E’ uscito “Guida alle cucine del mondo in Italia” di Chef Kumalè (vero nome Vittorio
Castellani), Editoriale Domus (Tuttoturismo), simile al Pappamondo e pazientemente compilato
da un autorevole cuoco con le schede dei vari ristoranti etnici d’Italia.
Alcune valide guide per gli amanti di Cuba, definita da Colombo “la più bella delle terre”: “C come
Cuba” di Garzia A., edizioni Elle Multimedia, € 8,26, “Cuba” di Stanley David, Ed. Guide Oro
Touring, “Cuba” Guide Rock, Editori Riuniti, € 14, quest’ultima dedicata ai ritmi dell’isola
caraibica.
“La mia Africa” di Giuseppe Morandi. Da non confondere con l’altro libro che porta lo stesso
titolo, vedi a pag. 23, romanzo di Karen Blixen. Questo invece è un libro fotografico di Morandi,
che raccoglie le sue fotografie. Le foto sono state scattate a Piadina, provincia di Cremona, paese
del fotografo. Sono i volti dei numerosi cittadini immigrati nel nostro paese, ben integrati con noi.
Prezzo copertina € 18,08, 72 pagine.
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Egyptian memories 2006
Sono stato in Egitto l’estate scorsa e devo dire che gli egiziani amano in particolar
modo i lottatori del Wrestling, conoscono i loro nomi uno ad uno, soprattutto i
bambini, i quali avranno guardato una decina di volta la stessa video cassetta, sempre
con stupore ed entusiasmo.
Ho notato nei negozi la maglietta di Batista, lottatore che io non conoscevo
nemmeno.
Ho visto diversi call center aperti la notte al Cairo, ragazzi davanti ai computer a
chattare. Il cinema in Egitto va bene, ci sono sempre nuovi film, anche se
personalmente non ho fatto molto caso alle novità. L’ultima volta che sono entrato in
un cinema in Egitto è stato nel 1999, per un film di Mohamed Henedi, attore
piccolino di statura e molto simpatico, il film si intitolava “Hammem fi Amsterdam”
o qualcosa del genere. Storia di un egiziano povero che si trasferisce in Olanda per
fare fortuna, dopo tanti tentativi inutili diventa ricco. Carino, gli egiziani impazzivano
per le scene divertenti di quel film, che io mi facevo tradurre quasi all’istante.
Adesso va molto un attore comico che ha recitato in alcuni film e si chiama El Lembi.
(sotto El Lembi)
Interpreta spesso la parte dell’ubriaco svanito. I suoi film divertono gli egiziani con le
sue battute, una dietro l’altra. Personalmente preferisco Henedi.
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Cantanti? Non ne ho idea quale fosse la canzone più famosa del momento, sono tutte
un po’uguali, i cantanti amati sono gli stessi di sempre, a loro si aggiunge Sami Yusuf
con “Al Mu’allim”, canto religioso dedicato al Profeta.
In TV gli egiziani guardano sempre le solite Musalsalàt (telenovelas) e i film con
Adel Imam. Altro attore affermato è Mohammed Sophi, ha recitato in molti film
brillanti, anche in teatro con battute davvero esilaranti, adesso si è riciclato nel ruolo
di attore di Musalsalàt, peccato.
Molto seguito è anche il programma religioso di Amr Khaled.
La colazione alla mattina è abbondante: uova, marmellata, formaggio salato, pane,
falafel e fùl (crema di fave). Il pranzo è servito dopo le 15 e la cena a mezzanotte. Io
ogni volta cerco di saltare la cena, anche se non sempre ci riesco, soprattutto se sono
ospite di amici.
Gli egiziani amano stare svegli la notte davanti alla TV, o andare in giro per la città
fino all’alba, beati loro.
Sono un popolo di gente simpatica e alla mano. Consiglierei agli occidentali di fare
un viaggio in uno dei paesi arabi per vedere come è la situazione realmente. La vita in
un paese come l’Egitto non è impossibile come è descritta da certi giornali, andateci,
ma organizzatevi prima.
Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
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L’Egitto che sta cambiando
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
L’Egitto è sempre stato un paese accogliente, con gente allegra e generosa.
Il turismo è andato spesso bene, attratto dal mare di Sharm e dalle piramidi di
Giza. Per anni però, gli egiziani vivono controvoglia – come per molti paesi
arabi- in un luogo dove la democrazia non esiste. Costretti a sopportare e a
fingere la normalità, il popolo non ha mai potuto esprimere in realtà le proprie
opinioni e gusti politici. Il governo ha sempre finto di essere democratico, ma
è noto anche qui da noi in Occidente che in quei paesi regna la dittatura.
Un’aria irrespirabile, invivibile, una situazione impossibile. È assurdo, è forse
facile vivere per anni senza poter esprimere i propri pareri, urlare i diritti per
paura di essere picchiati e rinchiusi in prigione? Per quale motivo poi? Solo
per aver avuto il coraggio di dire che odiate un certo sistema? In ogni angolo
della strada campeggiano enormi gigantografie con il volto del Presidente del
paese, come se volesse dire “sono io che comando, il tuo parere non conta
nulla”.
In Egitto in questi ultimi mesi qualcosa è successo. Il popolo è stanco del
governo Mubaraq, che dura costantemente da 25 anni. I Presidenti in quei
paesi durano decenni e lasciano il loro posto ai figli, che seguono fedelmente
le orme dei predecessori.
Il Presidente Hosny Mubaraq (che governa il paese dal 1981, dopo
l’assassinio di Sadat) ha come unici rivali i “fratelli musulmani”, in arabo
“Ikhwān ul- Muslimūn”, nati con Hassan al Banna nel 1928. I partiti laici e
quelli di sinistra oggi non esistono quasi più, solo la destra di Mubaraq e la
destra dei “fratelli musulmani”, il popolo ha scelto quest’ultimi, ma non ha
potuto votarli perché perseguitati dal governo.
La gente è scesa in piazza per manifestare contro Mubaraq, non solo i
religiosi, anche la gente che non prega, i non praticanti. Per la prima volta,
dopo tanti anni i “fratelli musulmani” hanno raggiunto un voto alto,
conquistando addirittura 88 seggi (sperano di raggiungere i 100), cosa che
non succedeva da moltissimo tempo e questo ha colto di sorpresa il governo,
che per impedire la gente di andare a votare la terza ed ultima volta ha
mandato la polizia con tanto di coltelli, gas lacrimogeni e bastoni, ferendo ed
uccidendo moltissima gente, ciò è accaduto a Sharkeya, regione vicino al
Cairo.
Le votazioni si sono svolte in regioni e giorni diversi (26 sono le regioni in
Egitto). La terza volta è stato il turno di Sharkeya, Domiat, Sinai ecc., è il
governo che ha deciso così, per quale motivo? Perché la prima e la seconda
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volta alle votazioni c’era un po’ di democrazia, voluta dai giudici, che
controllavano tutto. Il governo però si è accorto che la gente votava per i
“fratelli musulmani”, così hanno cercato di corrompere i giudici e cancellare i
voti. I giudici si sono rifiutati perché fuori dal palazzo c’erano i manifestanti.
Anche alcuni partiti hanno intascato i soldi dal governo, ma hanno lo stesso
preferito votare per i “fratelli musulmani”. La seconda volta i “fratelli
musulmani” hanno conquistato 76 seggi, è per questo motivo che il governo
ha deciso di fare scendere in piazza la polizia, per cacciare con violenza il
popolo egiziano, che ha reagito. La terza volta i “fratelli musulmani” hanno
conquistato altri 12 seggi, in tutto 88 e potevano arrivare oltre i 100 se non
fosse intervenuta la polizia.
Il governo Mubaraq ha così vinto di nuovo, con la violenza però, una vittoria
ottenuta con la prepotenza. Il dipartimento di stato statunitense non ha
apprezzato questi abusi elettorali. Sotto Hosny Mubarak
''La polizia ci sta attaccando di nuovo, non vogliono farci votare. Non mi è
stato permesso di votare la scorsa settimana'', ha detto con volto coperto di
sangue un giornalista dell'AFP Abdelsattar al-Mallah.
''Il Partito Nazionale Democratico di Mubaraq è completamente nel panico'',
ha dichiarato il numero due del movimento islamista, Mohammed Habib.
''Non possono tollerare che abbiamo ottenuto 34 seggi nella prima fase''.
Ufficialmente fuorilegge in Egitto, il partito dei “fratelli musulmani” è l’unica
seria forza di opposizione al governo Mubaraq.
Il fondatore dei “fratelli musulmani” Hassan al Banna fu assassinato da agenti
del governo nel 1949. Il giovane scrittore Tariq Ramadan è il nipote.
Il presidente di allora Gamal Abd al-Nasser (che entrò in politica grazie a
loro), fece sciogliere l’associazione, li fece arrestare, torturare e giustiziare
(quasi 100 mila i morti). Sayyid Qutb (dei fratelli musulmani) fu impiccato.
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Sotto Sayyid Qutb, Hassan al Banna e lo scrittore Tariq Ramadan.
Il Presidente Abd al-Nasser (sotto a sinistra) fu assassinato, stessa sorte
toccò nel 1981 anche Sadat (sotto a destra), davanti al futuro Presidente
Mubaraq, che faceva parte dell’esercito militare.
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SITI LONTANI
www.bentobar.it
Sito di un noto sushi bar milanese. Effettuano servizio di consegna a domicilio.
www.turchia.it
Per chi vuol saperne di più sulla Turchia.
www.seycelles.com
Dedicato all’incontaminato arcipelago dell’Oceano Indiano.
http://www.chinacena.com/index.htm
Un sito dove si può ordinare una cena cinese in un’ora, da Milano o da Roma.
http://www.liceoberchet.it/hpstudenti/giappone/societa/cucina.htm
Cucina , ma anche costumi giapponesi.
www.bacchetteforchette.it
E’ un servizio di ristorazione a domicilio di qualità che sfrutta appieno le potenzialità
di Internet, una sorta di “ristorante virtuale” dove ordinare la vostra cena etnica.
www.discoverhongkong.com e www.quihongkong.it
Tourism board ed informazioni su Hong Kong.
http://www.kima-arts.com/
Sito di artisti africani e cultura del continente nero.
www.edt.it
Sito delle edizioni EDT, casa editrice che pubblica manuali e guide turistiche del
mondo, oltre all’interessantissimo “Il Mappamondo”, una fanzine-newsletter gratuita
con esperienze di viaggi, consigli, equivoci linguistici, ecc, visibile anche nel
suddetto sito.
32
http://www.indiatourismmilan.com/
Sito dell’ Ente del Turismo Indiano a Milano
www.visitmexico.com
Per chi ha già in mano i bagagli diretto al soleggiato Messico!
www.sre.gob.mx/italia
Sito dell’ ambasciata messicana in Italia. In spagnolo, e con diversi link interessanti
all’interno.
www.tourisme-marocain.com
Sito turistico in francese sul Marocco, potrete trovarvi tutte le informazioni sulle
varie località prima di partire.
http://www.bengalweb.com/wbtour/
Sito turistico in inglese della regione indiana del Bengala, ricco di informazioni.
www.ondatropical.it
E’una radio italiana on line di musica latinoamericana, impedibile per gli
appassionati!
http://www.azalai.info/
Sito di viaggi che spiega il significato della parola “azalai”.
http://www.aboriginalart.com.au/
Qui potrete trovare tutte le informazioni sull’arte aborigena, compresa la storia dello
strumento didgeridoo e come suonarlo. In varie lingue.
33
Bab Zuweila
La Siria
Nel numero scorso è nata questa rubrica che si occupa dei paesi più affascinanti nel
mondo. Questa volta (dopo la Tunisia, vedi Mondi n. 13) vi racconteremo la storia
della Siria.
La Siria ha un ruolo davvero importante nella storia. Secondo diverse fonti
sembrerebbe che 10 mila anni fa l'uomo iniziò proprio in Siria la sua civiltà, dove
cominciò a praticare l'agricoltura, in seguito a lavorare il rame e il bronzo ed inventò
la prima forma di alfabeto. La Siria è importantissima anche per il cristianesimo e
l'Islam. Paolo di Tarso (S. Paolo) quando era perseguitato dagli ebrei scappò proprio
in Siria, disse di aver avuto una visione, probabilmente a Damasco (Dimashq), e di
aver visto in quella visione Gesù. Decise così di diventare un suo seguace. Poi tornò,
e dopo aver perseguitato i discepoli di Gesù, diventò uno di loro e portò in giro per il
mondo il cristianesimo.
Anche per i musulmani è molto importante questo paese, perché Saladino (Salah AlDìn), sembra che sia stato sepolto proprio a Damasco, dove si trova il Mausoleo,
costruito nel 1193 e restaurato nel 1898. Saladino liberò nel 1187 la Palestina dai
crociati e non era affatto terribile come è sempre stato descritto nei vecchi libri di
storia, dopo la liberazione dalla Palestina, ordinò di non fare del male ai cristiani e di
proteggere le chiese.
Il Califfo Mu'awiyah è il successore del Califfo Ali, cugino e genero del Profeta
Muhammad (Maometto). Mu'awiyah era stato governatore della Siria per circa 20
anni ed era parente prossimo del terzo Califfo Othman, compagno del Profeta.
Mu'awiyah fu il capostipite della dinastia degli omayyadi, che per 90 anni ressero il
mondo dell'Islam. Il centro del mondo islamico fu proprio Damasco (661-750), che
sostituì Medina, gli omayyadi portarono la Siria al suo massimo splendore: arti,
cultura, commercio e scienza.
Gli Abassidi cacciarono gli omayyadi e spinsero il paese alla rovina e passò sotto la
dominazione dei Califfi d'Egitto (883), dei turchi (1078) e dei crociati (1099).
La Siria quindi è stato un paese di transito e centro di traffici carovanieri e fu abitata
da semitici - ittiti, egiziani, cananei, ebrei, filistei, amoriti, moabiti, aramei, caldei,
assiri, babilonesi e persiani di Ciro. Alessandro Magno la portò nella civiltà greca e
nel 64 a.C. venne inglobata in parte nell’impero romano. Nel 636 cadde sotto
l’occupazione araba.
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Il Profeta Muhammad ha detto che "Gesù Cristo tornerà sulla terra alla Fine dei
Tempi, ad Est di Damasco, discenderà dal cielo, portato da due angeli e a Ludd
ucciderà Al-Masìh Al-Daggial (l’Anticristo)".
Proprio nella capitale della Siria, cioè Damasco, la più antica del mondo, tra le città
ancora abitate. I primi insediamenti risalgono al 5000 a.C. A Damasco si trova la
Moschea Omayyad, costruita nel 705.
Aleppo è la seconda città della Siria, ed è antica quanto Babilonia. Il 30 % della
popolazione è cristiana, anche perché molti immigrati russi e armeni sono arrivati in
questa città negli anni 90.
La storia della Siria è ricca di avvenimenti storici e religiosi e non solo politici come
spesso raccontano nei giorni recenti. Quando si parla della Siria si pensa subito al
conflitto con Israele e alla guerra dei Sei Giorni contro lo Stato ebraico. Si racconta
spesso (anche troppo) della crisi libanese del Settembre Nero, dello schiarimento a
favore della coalizione anti-irachena ai tempi della guerra nel Golfo del 1991.
Purtroppo oggi la Siria è anche nella lista nera del terrorismo, ma preferiamo pensare
alla Siria come a uno dei paesi più affascinanti e spirituali del mondo.
Una storia lunga con avvenimenti anche negativi come le guerre, che vi narreremo
brevemente in questo articolo.
Alla fine della prima guerra mondiale, la Siria e il Libano caddero sotto il dominio
della Francia e questo ai siriani non piacque, che nel 1925 insorsero, come risposero i
francesi? Con le bombe, bombardando Damasco.
La Francia nel 1941 promise alla Siria l'indipendenza, che arrivò solo nel 1946.
Più volte la Siria è stata in conflitto con Israele, come con la guerra dei Sei Giorni nel
1967 e nel 1970 ci fu la crisi libanese del Settembre Nero. Il Ministro della Difesa
Hafez al-Hassad approfittò della situazione delicata, del disordine e prese il potere dal
1971.
Assad approfittò astutamente anche della Guerra nel Golfo nei primi anni Novanta
che diede un forte impulso all'economia siriana. Cosa accadde? Che durante quella
guerra del 1991, la Siria si schierò a favore della coalizione anti-irachena, con la
speranza di acquisire una buona immagine davanti agli Usa e non essere considerato
come un paese del terrorismo internazionale.
La Siria appoggiò alla fine degli anni 70 l’Iran nella guerra contro l’Iraq e nel 1997
finalmente riaprì con l’Iraq le frontiere, chiuse dal 1982.
Nel 2000 morì il Presidente Assad e prese il suo posto il giovane figlio Bashar. Nel
2001 e 2003 la Siria si oppose fortemente agli interventi militari degli Usa in
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Afghanistan e Iraq, in questo modo gli Stati Uniti accusarono la Siria per aver
sostenuto in tanti modi il regime iracheno.
Nel 2005, la Siria ha deciso, sotto le pressioni internazionali, di ritirare le sue truppe
al confine del Libano ed ha annunciato la ripresa delle relazioni diplomatiche con
l'Iraq.
Questi sono gli avvenimenti recenti di un paese ricco di storia e di cultura, che ospitò
due personaggi importanti per i cristiani e musulmani, come San Paolo e Saladino.
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
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UN PONTE TRA DAMASCO E MILANO
Di Emad Wafa
Mi chiamo Emad, sono siriano della periferia di Damasco, la più antica capitale del
mondo. Tante persone hanno visto la Siria, ed hanno detto che puoi vedere tutto il
mondo in Siria, i siriani sono molto simpatici, intelligenti, ed anche fedeli. Adesso
sono a Milano; in Siria diciamo che Milano è la porta dell'economia in Europa.
Anche i milanesi sono simpatici e, in generale, sono persone veramente generose.
Così ho pensato che sarebbe stata una buona idea mettere una pagina su Interenet per
conoscere nuove persone, scambiare le nostre opinioni e creare un ponte tra Damasco
& Milano
Sapevo che Milano è davvero la porta dell'economia in Europa, ed anche Damasco da
tanto tempo è molto famosa e importante per l’economia mediterranea. In particolare
la gente siriana lavora in tutti i paesi arabi e nel resto del mondo e sono più
predisposti degli altri nel commercio, dall'antichità, Damasco da sempre nel cuore del
mondo e tutte le strade commerciali sono passate di lì. Nonostante tutto le relazioni
non funzionano ancora molto bene tra Damasco e Milano. I milanesi e i damaschi
sono molto simili e possono così migliorare quelle relazioni. Dall'altra parte la Siria
ha già scelto l'economia moderata e vuole entrare nell'associazione europea. E così la
porta è aperta tra Damasco e Milano per rendere una relazione molto interessante per
l'economia.
Sotto Damasco
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E' la Cina la nuova Potenza ?
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Dal 1978 in poi, l'ascesa economica della Cina è cresciuta a ritmi veloci,
preoccupando gli Stati Uniti, l'Europa e l'invidioso e rivale Giappone. La Cina
sta diventando protagonista in tutti i campi: petrolio, diesel, commercio
internazionale con import, export, ecc.
“Il decimo piano quinquennale (2001-2005) della Repubblica Popolare”,
scrive Maria Weber, che insegna alla Bocconi di Milano “include la cosiddetta
Go global policy, che intende spingere le aziende multinazionali con sede in
Cina a espandere le loro quote di mercato all’estero”.
L'economia cinese ha superato quella italiana e presto anche quella della
Francia e del Regno Unito.
Lo stesso computer Hp con il quale sto scrivendo è "Made in China" - hanno
acquisito la divisione personal computer di Ibm da parte di Lenovo-, persino i
tappetini per la preghiera dei musulmani -che dovrebbero essere prodotti dai
paesi arabi- e i galabeya (o jilbaba, che sarebbe l'abito tradizionale islamico
dell'uomo) sono "Made in China", e tante altre cose che avete acquistato
senza nemmeno saperlo.
Nella classifica del G7, la Cina è al sesto posto,superando così l'Italia e il
Canada, rispettivamente al settimo e all'ottavo posto. Davanti alla Cina c'è la
Francia (al 5°), la Gran Bretagna, la Germania, il Giappone, fino ad arrivare al
primo posto con gli Stati Uniti.
"Hanno fatto in cinque anni -spiega Marco Palmieri presidente di un'aziendagli stessi progressi che noi abbiamo fatto in cinquanta. E continuano a
correre. Non sono più dei semplici produttori di manufatti. Ora esportano
know-how. E consumano: la loro ricchezza è fatta soltanto per l'estero".
"Diventare la sesta potenza economica- scrive Fabio Cavalera nel suo
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articolo per il Corriere della sera- non significa essere la sesta economia più
ricca del mondo. Però il cammino è cominciato".
C'è ancora molta strada da fare, ciò non toglie che la Cina in soli venti anni
ha fatto passi enormi.
Per anni la Cina è stata considerata "l'officina manifatturiera" che produce
prodotti di basso costo e bassa qualità, negli ultimi tre o quattro anni non è
più solo così.
Quindi occhio alla Cina, non più solamente riso cantonese consumato nei vari
ristoranti cinesi in Italia, oggettini comprati nei mercatini e film di serie B in
video acquistati chissà dove e che fanno rimpiangere i filmoni di Bruce Lee.
Concludiamo con la domanda "E' la Cina la nuova Potenza?", -che sarebbe
poi il titolo di questo articolo-. Rispondiamo di si, che è, o sarà la Potenza del
futuro. Chi vivrà vedrà.
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Terremoto in Pakistan
Il terremoto in Pakistan è stato disastroso, eppure il paese ha avuto meno
aiuti dall’Occidente rispetto allo tsunami. Sarà perché non è luogo di turismo,
perché quando si pensa al Pakistan tornano in mente immagini viste in Tv di
bandiere americane bruciate da manifestanti infervorati? Oppure si pensa ai
bambini che impugnano il fucile con la mano sinistra e il Corano con la
destra? al Pakistan come la “culla” del terrorismo? O Cos’altro ancora?
Intanto il terremoto del Pakistan non ha avuto lo stesso interesse da parte dei
Media, della gente occidentale, vi sembra giusto?
“Le nazioni dell'Occidente sono state più avare di aiuti per il terremoto che ha
colpito il Pakistan rispetto allo tsunami asiatico perché nel disastro sismico
non sono stati coinvolti i ricchi turisti stranieri”. Queste sono le parole del
presidente pakistano Musharraf.
Il terremoto di 7,6 gradi della scala Ritcher ha colpito il Pakistan l’8 ottobre
2005 ed è il peggiore che abbia colpito l’Asia negli ultimi 100 anni, questo a
pochi chilometri di confine dal Pakistan e l’India. Il terremoto è avvenuto
vicino a molti centri abitati e oltre 70 mila sono i morti e più di 60 mila i feriti
(molti bambini), 3 milioni i senza tetto. La capitale Islamabad è a circa 90
chilometri dall’epicentro.
“Abbiamo bisogno di medicinali –dice il Presidente Musharraf-, tende, cibo,
acqua, assistenza sanitaria, personale ed elicotteri per raggiungere persone
in regioni lontane e tagliate fuori dal mondo”.
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Il Pakistan è pieno di montagne è anche per questo che il terremoto è stato
disastroso, nonostante non fosse un paese di turismo ciò non significa che
non può essere affascinante, è un paese con panorami stupendi.
Il Pakistan è stato fondato nel 1947, dopo la separazione dall’India. Sotto una
moschea di Islamabad
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Continuiamo la tradizione che avevamo nei primi numeri di Mondi Lontani, con brevissime
recensioni di ristoranti etnici. Parliamo, in questo numero, non solo di Milano, la città da cui
vi scriviamo, ma di altre città d’Italia, aspettiamo anche vostre recensioni!
Aangan, ristorante indiano a Milano, Viale Monza 90 (angolo Via Giacosa, ai due ponti). Il nome
significa “cortile di casa”.Ci aveva fatto penare alla prima visita, l’anno scorso, aspettammo
tantissimo per essere serviti a causa di un contrattempo, ma si è fatto perdonare alle visite
successive, migliorando anche nell’arredamento. Organizza serate speciali con danze della
tradizione indiana. . Interessante il sito http://www.aangan.it/ .
Karboush, è un locale in Via Padova (MI) dove si può consumare tranquillamente specialità
egiziane senza spendere molto, ed è aperto tutto il giorno. Il gestore egiziano è molto simpatico e vi
farà sentire a vostro agio. Tra un piatto o un panino avrete modo di vedere i canali arabi televisivi.
Goha è un locale attaccato al Karboush, ed è di Abdu Rahman Pasquini. Più piccolo ed ugualmente
apprezzabile per i cibi e la pizza. Fa concorrenza al Karboush (amichevolmente?). Da segnalare
anche Haram el Macchi a Sesto San Giovanni, in Via Breda 5, meno interessante che in passato da
quando ha cambiato nome (oggi si chiama in un altro modo). Il cibo è ugualmente buono, servito
però da cameriere provenienti da paesi del nord (?!), tra un video musicale rock trasmesso dal maxi
schermo, poco tipicamente arabo. Più piccolo in Via Pascoli 56 sempre a Milano.
Turkiye Doner all’inizio di Via Padova (MI) è aperto da una decina d’anni. Prima era un locale
piccolo, dove si consumava specialità turche in piedi, in questi ultimi anni si è ingrandito, ha preso
anche il locale a fianco che apparteneva ad una agenzia di viaggi. Adesso si può mangiare seduti
tranquillamente, peccato però che la sala grande è utilizzata pochissimo, priva quasi di luci e di
tendoni che possano coprire la grande vetrata che guarda verso la strada, con i passanti che
guardano mentre mangi il kebab. Rimpiangiamo i vari Kanzaman, Agadìr chiusi da tempo.
Aladino ristorante con cucina tipica marocchina, offre serate di danza araba. A San Giovanni In
Persiceto (BO), Via Pio IX, 6 http://www.aladinoaladino.com/
Doozo Art Books & Sushi Particolare locale romano (Via Palermo 51/53), il ristorante non è caro e
propone ricette tipiche“casalinghe” di un Giappone che poco si conosce. Libreria e galleria d’arte
fanno da contorno.
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El Tropico Latino (Via Mazzini 77/a, Piacenza) Bar e Ristorante messicano con 130 posti a sedere,
specializzato in Cocktail e cucina messicana.
Gandhi, ristorante indiano a Torino, C.so Regio Parco, 24 ( in prossimità dei Giardini Reali ).
http://www.gandhi.to.it/
Guru, ristorante indiano a Bergamo, Via S.Giovanni 1 (http://www.ristoranteguru.it/) Piuttosto
economico e generico nei menù.
Hansa è una piccolissima rosticceria (solo due posti a sedere!) dello Sri Lanka a conduzione
familiare. A Napoli, Via F.S.Correra 247.
Jamal ci spostiamo addirittura nell’isola di Pantelleria (TP), dove, in una località turistica, si trova
il ristorante arabo con cucina africana in questione. Indirizzo: Contrada Bue Marino.
Kandoo di recente apertura, ristorante tipico e take away giapponese in V.le Corsica 38 a Milano
(www.sushikandoo.it) . Bella la frase artistica che copiamo dal loro volantino: “cuore e anima della
cucina giapponese. Nella preparazione del sushi e sashimi il cuoco esprime il suo senso artistico e
dimostra la propria abilità nel comporre piatti usando i bocconcini di riso come fossero tessere di un
mosaico, o distribuendo sottili fettine di pesce come pennellate in un dipinto”.
Kiki è un sushi bar e ristorante giapponese a Torino, zona Centro, Via Della Rocca 39/G.
Kirkuk Kaffè zona Centro, Via Carlo Alberto 16, Torino. Cucina curda e turca, ma anche sapori
tradizionali greci, libanesi e siriani.
Las Rosas zona Stazione Dora, Via Giachino 71 Torino. Apre solo alla sera, peccato per questo
ricercato ristorante messicano dove gustare, tra candele e azulejos, la sensuale cucina messicana.
Mar Rosso a Napoli, Via Sergente Maggiore 14, zona Quartieri Spagnoli, è una trattoria eritrea con
piatto unico (lo zighinì) da mangiare con le mani, come tradizione locale. In sottofondo musiche
etniche.
New Delhi è un tranquillo ristorante indiano aperto non da moltissimo, che abbiamo provato
diverse volte ultimamente. Economico, sempre aperto, ha una buona cucina e un’ottima salsina
piccante arancione che però non siamo riusciti a farci dire come si chiama. Sempre aperto, a
Milano, zona Porta Venezia, Via Tadino 1.
Ohashi (zona Porta Susa, Corso Regina Margherita 167) semplice ma con diversi menù, è un altro
sushibar e ristorante giapponese a Torino.
Passaggio in India zona Lungo Po, Corso Casale 73/c Torino. Ristorante indiano in riva al Po,
propone raffinate ricette delle corti Moghul e saporite pietanze della tradizione casalinga indù.
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Surya Mahal Caratteristico ristorante Indiano nel cuore di Trastevere in Roma (Via Ponte Sisto
67).
Taj Mahal Elegante ristorante indiano in Corso Torino, 4-6-8-10 a Genova.
Taj Mahal L’omonimo indiano del precedente di Genova (ma questo nome, come sapete, è
usatissimo) si trova nel centro storico di Bologna, Via S.Felice 92/d. Fa anche da take away.
http://www.tajmahal.it/ristorante.htm
Tandur Speriamo di provare presto questo ristorante indiano a pochi passi dal Duomo di Milano
(Via Maddalena 3/5 zona Missori), aperto nel 1999 da due imprenditrici e un ristoratore
professionista. Serate scontate per universitari e serate con danze indiane.
http://web.tiscali.it/tandur/
Tara Ristorante indiano in zona Sempione a Milano (Via D.Cirillo 16) in una vietta che è diventata
multietnica, ci sono infatti vari ristoranti stranieri tra cui un messicano, e anche una sauna russa.
Elegante e raffinato, ideale per una cena di lavoro o a lume di candela, è diventato però un po’
troppo affollato alla sera, meglio prenotare. Menù ineccepibile.
Volver zona Centro, Via Botero 77/c ristorante argentino in un palazzo storico di Torino. Si fanno
anche mostre.
Wasabi dal ‘ 97, ristorante giapponese a Torino (zona Borgo San Paolo, Corso Ferrucci 72), prende
il nome dalla famosa e piccantissima salsa verde.
Zen 2 ex ristorante cinese “Hong Kong”, come spesso accade, oggi riciclato a onesto sushi bar/
ristorante giapponese, sempre aperto, Vico Quercia 5/a Napoli.
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Cosa rappresenta realmente Maometto per i musulmani
In occasione del recente caso sulle vignette “satiriche” sul Profeta Muhammad
(Maometto) Amr Khaled, nel suo lungo discorso ha detto anche quanto segue:
Vi è un problema culturale nel mondo occidentale. Questo problema nasce dal fatto
che ci sono due concetti differenti: il primo è un importantissimo concetto
occidentale che noi apprezziamo, valorizziamo, rispettiamo e sentiamo di averne
bisogno ed è la libertà di espressione: è un concetto civile e umano. Il secondo è il
magnifico concetto islamico di riverenza e di rispetto per il Messaggero di Allah,
pace e benedizione su di lui. Il problema nasce dal fatto che sia la civiltà occidentale
sia quella musulmana non riescono capire a fondo il concetto che l’altra tiene
importantissimo. I non musulmani non riescono a realizzare il valore che riveste il
rispetto per il Profeta (pace e benedizione su di lui). Ai musulmani invece non è
abbastanza chiaro l’idea della libertà d’espressione a causa della scarsa applicazione
di questo concetto.
Chiaro che non rifiutiamo la libertà d’espressione, ma vorremo che essa sia giusta in
modo che eviti lo scontro con un valore così caro ai musulmani, che è il rispetto per il
Profeta (pace e benedizione su di lui).
All’occidente dico chiaramente: “Il problema è che non riesci a capire l’importanza
di questo valore insieme ad altre cose sacre per i musulmani. È necessario correggere
il concetto di libertà d’espressione per evitare la sua contrapposizione a quello del
rispetto per il Profeta (pace e benedizione su di lui).” Questa è la problematica
culturale dell’occidente. Difatti, ripeto all’occidente: “Se aveste realizzato quanto i
musulmani amano il loro Profeta, non avresti accettato ciò che sta accadendo
adesso.” L’occidente come governo e come cittadini non capiscono che il nostro
Profeta è più caro a noi dei nostri propri figli e dei nostri genitori. Fate dei sondaggi e
chiedete a qualsiasi ragazza praticante o no cosa significa il Messaggero di Allah per
lei. Chiedetelo pure a qualsiasi ragazzo, praticante o non praticante, ubbidiente ad
Allah o lontano dalla sua via. Chiedetelo a qualsiasi musulmano in Bangladesh, in
Pakistan, nello Yemen, in Egitto, in qualsiasi villaggio. Chiedetelo a qualsiasi
musulmano, religioso, osservante, ubbidiente ad Allah oppure no, che consuma droga
o che compie le opere di bene. Posso affermare, senza sondaggi che i musulmani
amano il Profeta più dei loro figli e dei loro genitori.
O Occidente il Profeta per noi è più caro dei nostri figli…
O Occidente il profeta per noi è più caro dei nostri beni, dei nostri nipoti, più caro di
noi stessi e delle nostre patrie.
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PITCH LAKE – UNO STRANO LAGO…
Di Willy
Andiamo stavolta a Trinidad, di cui non abbiamo mai parlato. Trinidad, che è uno stato
indipendente assieme alla gemella Tobago, è un’isola caraibica a pochi chilometri dalla
costa nord del Venezuela, in Sudamerica.
La popolazione consta di 1 milione e 300 mila abitanti di varie razze e religioni, frutto di
una mescolanza di culture e di genti. E’ una terra di buona musica come calypso e limbo
e di buona cucina caraibica.
Tra le varie attrazioni turistiche dell’isola, tutte
stupende e che qui tralasciamo, ve ne è una
bizzarra, Pitch Lake, un lago molto particolare che
si trova nel distretto La Brea, sul lato
sudoccidentale.
La particolarità di questo lago di 40 ettari di
superficie, è di essere formato da…catrame. In
effetti è una delusione per il classico turista, che
puo’ visitarlo solo accompagnato da gude. Si tratta
di un ambiente spettrale, un controsenso per
un’isola tropicale e un luogo veramente insolito e unico.
Ma cosa ci fa questo lago di bitume naturale a Trinidad? Il bitume non è altro che l’asfalto,
una miscela di idrocarburi, viscosa e nera, che in natura si trova nel sottosuolo, come il
petrolio, dai cui scarti viene anche ricavato industrialmente. Pitch Lake fu scoperto da Sir
Walter Raleigh, che per primo usò il bitume per calatafare i suoi vascelli, e,secondo gli
abitanti del posto, ha origine leggendaria: sembra infatti che in tempi remoti un re locale
uccise e mangiò un colibrì sacro al Grande Spirito, che lo punì rivestendo tutto il villaggio
con il bitume.
Sempre secondo gli abitanti, il lago, che è uno dei tre più grandi laghi di bitume nel mondo,
sembra un’area di parcheggio senza vita in superficie, ma è come se fosse una pericolosa
creatura vivente del sottosuolo, è come un buco nero che tutto inghiotte e sputa
lentamente, con le sue pozze di liquame nero, viscido e maleodorante, che ribollono per
poi richiudersi su se stesso. Questo lago è molto profondo (350 piedi) ed è come un cono
invertito nel sottosuolo…inquietante!
46
di Willy
Nello scorso numero abbiamo parlato della lucha libre, il wrestling messicano, ora tocca al
Puroresu: che cos’è? Sempre di wrestling si tratta, anche se, ritornando indietro alle vecchie
trasmissioni tv di Tony Fusaro nei primi anni ‘ 80, ricordo che alcune regole erano leggermente
diverse, e che, qui da noi, ma anche in Francia, lo si chiamava “catch” (dal verbo inglese to
catch, “afferrare”), ma la sostanza non cambia, anche se gli incontri giapponesi (oggi adeguatisi
un po’ di più agli standard occidentali) erano decisamente più tecnici e più lunghi, a volte simili
ad incontri di lotta greco romana o di pugilato, con tanto di “secondi” a bordo ring. In genere i
giapponesi erano i “buoni” in lotta contro i “cattivi” e scorretti stranieri. Molto agguerrite erano
anche le donne negli incontri femminili, spesso molto violenti. Certo, i tempi sono cambiati,
allora non c’era il merchandising, e lo spettacolo era meno estremizzato, si badava più alla
sostanza, alla lotta, e noi adolescenti guardavamo quei lottatori, specie quelli mascherati, come
dei supereroi dalla doppia vita.
Molti, specie gli stranieri che vedono i lottatori americani oggi, non sanno che il wrestling è un
po’ il figlio del catch, e, quando c'è qualche lottatore giapponese, magari commentano: "Ma cosa
c’entra un giapponese con il wrestling? si vede che non è roba per loro", ignorando che sono dei
maestri in questa disciplina. Ancora oggi, ma spesso a quei tempi, molti wrestler americani
andavano a farsi le ossa in Giappone migliorando le loro tecniche. Esibirsi negli affollati
palazzetti nipponici era un onore e un privilegio riservato solo ai migliori. Qualche esempio?
Chris Benoit, Eddie Guerrero, André The Giant e Hulk Hogan, all’epoca un “cattivo” sul ring,
ma anche tanti altri. Oggi Brock Lesnar, che è campione nella IWGP.
Sotto: una caricatura di Antonio Inoki e Great Sasuke
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A fianco: Tiger Mask, il primo, l’originale!
Anche in Giappone il wrestling è estremamente diffuso.
Molte le federazioni, principali e minori. Ed è proprio grazie
alla sua popolarità in questo sport che l’ex-campione
mascherato Masanori Murakawa, meglio noto col nome
d’arte di Great Sasuke, ha potuto tentare con successo la
carriera politica. Eletto nel collegio di una regione a nord del
paese, ha destato scalpore e vivaci proteste perché il primo
giorno di lavoro si è presentato in assemblea indossando
dipinta sul volto la maschera da lottatore. A parziale
giustificazione, Murakawa ha specificato che la maschera
riportava però anche l’emblema della regione sui lati. Un
particolare che non ha comunque convinto i suoi detrattori. Anche Antonio Inoki, oggi
presidente della NJPW, la principale federazione nipponica, ha intrapreso la carriera politica e
di ambasciatore, come abbiamo già detto in passato. La NJPW l’anno scorso ha intrapreso un
tour che ha toccato per la prima volta anche l ‘Italia, entusiasmando molti fan che avevano quasi
dimenticato il puroresu, sparito dalle emittenti locali da decenni.
Nell’occasione era presente anche Inoki (due date a Catania e una a Milano) quasi stupito
dell’enorme affetto che hanno ancora gli italiani nei suoi confronti. Alla domanda “Quale è stato
l’incontro più difficile, quello più temuto?”, ha risposto “Quello pareggiato contro il pugile
Mohammad Alì/Cassius Clay”, la tensione era altissima e il match era più complicato da gestire
rispetto a un normale incontro contro un wrestler.
Troppo lunga la lista dei campioni giapponesi, ricordiamone alcuni:
-Rikidozan, considerato il precursore del wrestling jap, in realtà di origine coreana, fondò la
prima organizzazione professionistica (JWA). Fu ucciso dalla mafia.
-Antonio Inoki, chi non conosce questo imbattibile campione, noto per la tecnica e la lealtà?
Tatsumi Fujinami fu il suo discepolo, non meno forte del suo maestro, lotta tuttora.
-Giant Baba (presente anche lui nel cartoon dell’Uomo Tigre insieme a Inoki, Abdullah The
Butcher e altri) è stato uno dei più grandi campioni giapponesi.
-Tiger Mask, lottatore funambolico, un vero e proprio eroe nazionale e maestro di tecnica,
ispirato, come abbiamo già detto, al personaggio del manga e del cartone animato. Dopo di lui,
altre tre generazioni dell’ “uomo tigre” e numerose imitazioni gli succedettero. Il quarto lotta
tuttora con buon successo ed è allenato dal primo, l’originale.
-The Cobra e Jushin Thunder Liger, anche quest’ultimo tratto da un personaggio dei fumetti
sconosciuto da noi, una sorta di demone, hanno tentato di prendere il posto di Tiger Mask,
ritiratosi prematuramente per poi ritornare, anni dopo, ma riuscendoci solo in parte. Liger lotta
tuttora.
-Hayabusa: spettacolare maestro di agilità, questo lottatore mascherato è purtroppo oggi
paralizzato dopo un incidente.
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-Keiji Mutoh, noto anche col personaggio del letale Great Muta, uno dei più forti cattivi mai
visti. Altri ancora: Kengo Kimura, Ricky Choshu, Toshiaki Kawada e Akira Maeda, ma la lista è
troppo lunga, altro che “questa non è roba per loro”….
E’ curioso ricordare che oggi il mondo di internet e delle comunicazioni rovinano un po’ il
fascino di questi colossi del ring, rivelando le loro vere identità, specie dei lottatori che decidono
di nascondersi dietro a una maschera, ma già allora, in Giappone, ad esempio, si conosceva già la
vera identità dell’ Uomo Tigre/Tiger Mask ancora prima che salisse per la prima volta sul ring,
questo grazie ai giornalisti, rovinando l’alone di mistero del personaggio, cosa che invece non
accadde in Italia…almeno fino ai giorni nostri….
Nel prossimo numero parleremo di wrestling…dall’altro mondo!
Ciao, Eddie!
Come già saprete, il nostro Eddie Guerrero (1967-2005), di cui parlavamo giusto nel numero
scorso, ci ha lasciato con uno dei suoi “coup du theatre”, solo che questa volta siamo nella realtà,
non nello spettacolare mondo del wrestling.
Non vogliamo parlare di come i media italiani hanno trattato questo argomento, o di come la
WWE sta continuando a “battere il ferro finchè è caldo” mancando di rispetto alla figura di
Eddie e alla sua famiglia. Vogliamo solo ricordare brevemente una persona che tanto ha dato al
wrestling e allo spettacolo con la sua simpatia e le sue trovate, anche quando interpretava il
ruolo del cattivo. Di origine messicana, ma trapiantato a El Paso, Texas, era divenuto in breve
uno dei personaggi più amati del pubblico, dopo una lunga gavetta e un’altezza e un fisico non
certo eccezionali. Da menzionare la sua recente vittoria del titolo dei pesi massimi, che
probabilmente avrebbe riconquistato dopo un periodo un po’ buio, la cittadinanza onoraria di El
Paso e l’inserimento nella prestigiosa Hall Of Fame del wrestling, dedicata alle leggende.
Incredibile l’affetto che ancora oggi gli stanno tributando da tutto il mondo, non solo quello
latino, che tanto elogiava. Subito dopo la sua prematura scomparsa per attacco cardiaco, la
WWE ha intrapreso un tour da noi, e noi italiani abbiamo dimostrato talmente tanto affetto coi
nostri cartelli, da meritarci sul sito una pagina speciale intitolata “Italy misses Eddie”. Ci manchi
tanto, Lunga Vita alla Raza!
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