Anno 2016 N. 1 Buona Pasqua Entriamo nel tempo più importante dell’anno cristiano: la Pasqua. Notte della liberazione dalla schiavitù d’Egitto avvenuta grazie allo scompiglio in casa del faraone per la morte del primogenito, prontezza d’animo nello scappare del popolo ebraico e alla saggezza del condottiero Mosè. In quella notte dell’alleanza tra il popolo d’Israele e il suo Dio, Gesù di Nazareth scrive un nuovo testamento: per amare i propri cari e renderli non servi, ma amici, bisogna essere pronti a morire per la loro pigrizia e incoerenza. Da un amore così grande e riscattante l’uomo cominciare un’esperienza nuova di legami. Questa è la misericordia di Dio: aver a cuore le miserie di chi si ama, offrirsi per colmarle. Parole di don Paolo Pag. 2 Anno giubilare Pag. 3 Gente nostra Pag. 4 Il super Pag. 5 La Bibbia Pag. 6 Convegno sull’Islam Pag. 8 Bilanci parrocchiali Pag. 9 Fuipiano Pag.10 Battesimo Pag.11 1 Cari parrocchiani pace in terra agli uomini di buona volontà. Ecco l’augurio di Natale che nella Pasqua vede il suo compimento! A Natale si è aperta la ricerca dei Santi Magi che hanno passato il testimone della ricerca agli uomini di buona volontà, a cui gli angeli augurano la pace: “pace in terra gli uomini di buona volontà”. Che cosa è questa buona volontà? Come fare a trovarla? E’ di buona volontà chi si alza al mattino prestissimo per curare il lavoro e la famiglia? E’ di buona volontà colui che sorride sempre alle persone anche quando ne approfittano di lui? E’ di buona volontà colui che vede il bene nonostante il male? Penso che il mistero del Natale trovi compimento nel tempo che tra in questi giorni celebriamo nella Pasqua: è il luogo che genera persone di buona volontà. Entrarci con rispetto ma anche desiderio. Gesù ha vissuto la sua vita pubblica annunciando la presenza di Dio nella vita non solo sacrale del tempio (le preghiere e i sacrifici), ma anche in quella profana del lavoro e affetti quotidiani, riconoscendo la volontà buona di persone aperte di orecchio, di cuore e di braccia. Apertura di orecchio nell’ascoltare le proprie fragilità non nascondendole dietro all’apparenza della legge o alle bugie delle parole, ma attraverso la legge della parola autentica arrivare al centro del proprio cuore, per sentire la presenza di un Dio di cuore tenero, misericordioso, cioè capace di fedeltà, come lo desidera il cuore profondo. Il profondo del cuore è legato a dinamiche che si ripetono, anche in male: chi ruba, continua a rubare. Dio bussa alla porta di questo cuore in ogni fragilità vissuta nella vita e, quando riesce a entrare, porta la sua fedeltà che cambia il cuore: un cuore che si sente amato, anche quando il peccato sembra averlo sclerotizzato. Questa è l’esperienza di un cuore nuovo donato da Dio: sentirsi nella propria miseria accompagnati. “Allontanati da me che sono un peccatore” è l’invocazione umana che non resiste alla presenza di un Dio così grande e allo stesso tempo la desidera. L’uomo di coscienza addormentata, che magari si definisce di buona volontà perché frequenta luoghi religiosi, preferisce un Dio genitore/ castigatore per poter apparire buono e usare con altri di cuore simile al suo e condannare i più fragili, cioè coloro che si riconoscono peccatori. Un cuore bugiardo! Quello che sembra essere una facile soluzione rispetto al male, si rivela un boomerang di ipocrisia e solitudine, soprattutto dalla benevolenza di Dio. Dio è iniziativa che porta la sua attenzione verso ogni uomo, chiedendo all’uomo la volontà buona di riconoscere e accettare questa benevolenza, non trattenendola a sé (l’interesse anche nella religione: vengo quando me la sento), ma donandola. E’ emblematica l’esperienza del buon ladrone sotto la croce, primo cristiano della storia ad essere salvato: “Signore, ricordati di me quando sarai in paradiso”. E’ il grido di un brigante che stava da tempo cercando di rubare la propria salvezza e ora, inchiodato alle proprie responsabilità, per la prima volta non sfugge, ma si apre alla presenza di Dio vicino, della misericordia, della responsabilità, cioè capacità di risponderci sempre! “Oggi sarai con me in paradiso”. E’ la risposta di Dio, a qualunque domanda rivolta a Lui, alla sua presenza, in forma sincera e sentita. Nel triduo pasquale potremo insieme percepire anche noi questo miracolo: avvolti dalla cura di Dio che trasforma la fatica in festa, il lutto in gioia. Buona Pasqua a tutti, in particolare alla parrocchia di Fuipiano, a tutte le persone di buona volontà presenti, affinché ci si possa avvicinare nella pastorale, cioè nel portare e vivere Cristo che già da generazioni è salito lassù. don Paolo 2 Santa indulgenza e pellegrinaggio: vademecum sui tre "segni" dell'Anno Santo La Porta Santa, le indulgenze e il pellegrinaggio sono i segni che caratterizzano ogni Giubileo e che sono al centro anche dell'Anno Santo della misericordia. LA PORTA SANTA. L'apertura della Porta Santa e la sua chiusura segnano l'inizio e la conclusione dell'Anno Santo. La Porta rimanda al passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia, guardando a Cristo che di sé dice: «Io sono la porta». A Roma sono quattro le Porte Sante che vengono aperte soltanto durante i Giubilei. Il 13 dicembre, saranno aperte le «Porte della misericordia» in ogni diocesi. Per la diocesi di Bergamo la Porta Santa è stata aperta in Cattedrale e a livello vicariale il 20 dicembre è stata celebrata la S. Messa di apertura del Giubileo nella chiesa giubilare vicariale di Selino Basso. Con la prossima apertura del Santuario, alla Cornabusa sarà possibile ricevere le indulgenze, così da consentire a chiunque di incontrare la misericordia di Dio Padre attraverso l’operosa missione della Chiesa-. L'INDULGENZA. In essa si manifesta la pienezza della misericordia del Padre che viene incontro a tutti con il suo amore. Nella Bolla di indizione dell'Anno Santo straordinario, papa Francesco spiega il senso dell'indulgenza. "Noi tutti facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione, ma sentiamo forte il peso del peccato. Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati". Il Papa ricorda che "nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati". Eppure "l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. La misericordia di Dio però è più forte anche di questo. Con l’indulgenza al peccatore pentito è condonata la pena temporale per i peccati già rimessi con la Confessione e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato". Il fedele per ottenere l'indulgenza deve essere in stato di grazia, avere la disposizione interiore del completo distacco dal peccato, accostarsi al sacramento della Riconciliazione, ricevere l'Eucaristia e pregare secondo le intenzioni del Papa. Inoltre serve compiere un' "opera". Ci sono le opere di pietà, ossia fare un pellegrinaggio. Ci sono le opere di penitenza, cioè astenersi da consumi superflui (fumo, bevande alcoliche...), digiunare o astenersi dalle carni devolvendo una somma ai bisognosi. Ci sono le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. I malati e gli anziani o chiunque altro non possa uscire dalla propria abitazione per seri motivi riceveranno l’Indulgenza offrendo a Dio la propria sofferenza e preghiera, ricevendo la Comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria anche attraverso i mezzi di comunicazione. IL PELLEGRINAGGIO. Il pellegrinaggio è un simbolo che ha arricchito la tradizione giubilare ed è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. Evidenzia papa Francesco che la vita è "un pellegrinaggio" e l’essere umano è "un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio". Esso "sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo a essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi". Ogni comunità, soprattutto a livello vicariale, è invitata a compiere un pellegrinaggio in Cattedrale – per il nostro vicariato il14 Febbraio, prima domenica di quaresima pellegrinaggio al Duomo di Bergamo - e alla Chiesa Giubilare Vicariale, attraversando la Porta della Misericordia e valorizzando la celebrazione del sacramento della Riconciliazione. A cura di Pierluigi 3 GENTE NOSTRA Mamme… “Mamma” una parola che racchiude molte “sfaccettature” della vita di ognuno. Di noi tutti. Mamma … il desiderio di ogni madre è avere il meglio per i propri figli. Figli con bisogni “particolari” fanno di noi mamme un punto di riferimento aggiunto. Mamme comunque come tutte … Si cerca di essere forti … lottare, amare e godere delle piccole cose quotidiane. E crescere. Con i nostri figli “particolari”. A volte chiediamo aiuto per la quotidianità, nei momenti di tensioni varie. Ma siamo mamme. Mamme come tutte le mamme. A. La madre speciale Vi è mai capitato di chiedervi come vengano scelte le madri di figli con disabilità? In qualche maniera riesco a raffigurarmi Dio che dà istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco. "Martina, Annibale, figlio …. Santo patrono Matteo". "Cristiano, Manuela, figlia …, Santa patrona Cecilia". "Ernesto, Carla, gemelli …. Santo patrono ... diamo Gerardo …". Finalmente, passa un nome a un angelo che sorride: "A questa mamma diamo un figlio con delle difficoltà". L'angelo è curioso. "Perché a questa qui, Dio? E' così felice". "Esattamente" risponde Dio sorridendo "Potrei mai dare un figlio disabile a una donna che non conosce l'allegria? Sarebbe una cosa crudele". "Ma ha pazienza?" chiede l'angelo. "Non voglio che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà in un mare di autocommiserazione e pena. Una volta superati lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà". "Ma, Signore, penso che quella donna non creda nemmeno in Te". Dio sorride: "Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta, è dotata del giusto egoismo". L'angelo resta senza fiato. "Egoismo? E' una virtù?". Dio annuisce: "Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravvivrà mai. Sì, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare. Non darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune. Quando il suo bambino dirà "mamma" per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole. Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere le mie creazioni. Quando il suo bambino avrà vinto una piccola sfida, per lei sarà un traguardo immenso … saprà gioire di ciò che altri ritengono insignificante, saprà vedere ciò che conta davvero. Le consentirò di vedere chiaramente le cose che vedo Io - ignoranza, crudeltà, pregiudizio e le concederò di levarsi al di sopra di esse. Non sarà mai sola. Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della sua vita, poiché starà facendo il mio lavoro infallibilmente". "E per il santo patrono?" chiede l'angelo, tenendo la penna sollevata a mezz'aria. Dio sorride ancora: "Basterà uno specchio". (Liberamente tratto da ERMA BOMBECK) A cura di Maria 4 ….se felice sei dei piaceri tuoi, godendo solo d’argento e d’oro alla fine che ti resterà? Vanità di vanità. Tutto vanità solo vanità, vivete con gioia e felicità, state buoni se potete, tutto il resto è vanità. Tutto vanità solo vanità, lodate il Signore con umiltà, a lui date tutto l’amore, nulla più vi mancherà. Branduardi Il vizio dei vizi! Nella Bibbia la superbia è il primo vizio che appare; Adamo ed Eva superbamente vogliono conoscere e mangiano del frutto dell’albero. Peccano ma ne danno la colpa a qualcun altro; fanno a scarica barile…rispose l’uomo “ la donna che tu hai messo vicino a me mi ha dato dell’albero e io ho mangiato” …. “il serpente mi ha ingannato e io ho mangiato” (Gen 3,12-13) La superbia è il vizio che indica più peccati: orgoglio, arroganza, arbitrio, desiderio di abbassare gli altri per emergere, vanità… Essa ha una forza di seduzione molto subdola perché è amore per sé, ma un amore smodato, desiderio di primeggiare, di migliorare, di giungere alla perfezione fino al limite di quella divina. La capacità seducente della superbia consiste nell’esaltare questo desiderio naturale di eccellere centrando l’attenzione su se stessi, avendo come criterio del proprio agire la regola “conta solo arrivare primi, perciò sii il numero uno a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo”. La superbia è la pretesa di essere Dio in rapporto a tutto ciò che ci circonda; è il desiderio di essere “il più…” bello, forte, bravo, simpatico, intelligente, buono, altruista, santo. Tutti aggettivi positivi ma che il superbo nutre con la violenza perché costringe a svilire la positività delle doti altrui e a combatterle come fossero pericolosi avversari. Qual è il migliore antidoto alla superbia? Coltivare l’umiltà. “Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati” (Mt 6,1) Gesù ci insegna l’umiltà più vera, il supremo bene, dà la sua vita per noi, si fa tradire, catturare, flagellare, e crocifiggere per noi. E’ morto per il nostro peccato, è morto per la nostra superbia, è morto per salvarci. Ma è anche risorto! Non dimenticatelo! E’ superbamente tornato tra gli apostoli nell’umiltà della piccola casa dove essi si erano nascosti e ha dato loro la forza di uscire, di essere i primi. Non si sopravvaluteranno mai perché sanno che Dio li guida, che il merito non è loro ma dell’Altissimo, e ciò dà loro maggior gloria. “ O vana gloria dell’umane posse” Dante inferno girone dei superbi “ Disperse i superbi nei pensieri del loro cuore” Magnificat “La carità che si affretta a proclamare i suoi buoni propositi cessa di essere carità ed è solo superbia ed ostentazione” W. Hutton A cura di Daniela e Roberta Triduo pasquale Giovedì santo Ore 16.30 Coena Domini a Corna Ore 18.00 Coena Domini a Fuipiano Ore 20.00 Coena Domini a Locatello Venerdì santo Ore 15.00 Actio liturgica a Locatello Ore 16.30 Via crucis dei ragazzi a Corna Ore 18.00 Actio liturgica a Fuipiano Ore 20.00 Via crucis da Corna alta Sabato Santo Ore 18.00 Veglia Pasquale a Fuipiano Ore 20.00 Veglia Pasquale a Corna Ore 21.30 Veglia Pasquale a Locatello Domenica di Pasqua Ore 7.30 Messa a Brancilione Ore 9.00 Messa a Corna Ore 10.30 Messa a Locatello Ore 10.30 Messa a Fuipiano 5 Il coraggio di Mosè, mansueto uomo di comando. (Parte terza) Le piaghe-lezioni d’Egitto Il primo incontro con il faraone è disastroso; il faraone prende in giro Mosè e gli dice che lui non conosce il Signore. Mosè però si sente forte perché è Dio che lo ha mandato per liberare il suo popolo e se il faraone non lo lascia andare con le buone, lo lascerà andare con le cattive. Qui inizia il grande scontro tra il faraone e il Signore ed è il racconto delle cosiddette piaghe d’Egitto dove il faraone è l’uomo con il cuore di pietra che indurisce ancora il suo cuore, cioè diventa testardo, una testa dura che non accetta, non capisce, si ostina… sempre peggio; alla fine c’è il crollo. Per quanto riguarda gli interventi del Signore per convincere il faraone a cedere alle richieste di Mosè, il termine originale biblico – mōphēt – indica un miracolo, un prodigio sia in positivo sia in negativo: un segno spaventoso. In considerazione del contesto biblico la traduzione, considerando l’effetto delle azioni divine, parla comunemente di piaghe, di flagelli; sarebbe invece più corretto dire lezioni, indicando con ciò la causa che ha scatenato gli interventi divini, il tentativo cioè di insegnare al faraone e di fargli capire la potenza del Dio di Israele. La fuga dall’Egitto: la Pasqua Finalmente Mosè ottiene il permesso di partire e tutti gli israeliti scappano di corsa nella notte, quella notte di luna piena, notte di Pasqua, notte dell’agnello, del sacrificio dell’agnello; tutti mangiano velocemente e partono nella notte. Era però una notte tempestosa, non c’era la luna o, meglio, c’era, ma era nascosta dai nuvoloni neri e doveva piovere a dirotto, lo dice bene il Salmo 77: lampi, tuoni, acqua a catinelle. Sal 77(76),17 Ti videro le acque, Dio, / ti videro e ne furono sconvolte; / sussultarono anche gli abissi. / 18Le nubi rovesciarono acqua, / scoppiò il tuono nel cielo; le tue saette guizzarono. /19Il fragore dei tuoi tuoni nel turbine, / i tuoi fulmini rischiararono il mondo, / la terra tremò e fu scossa. / 20Sul mare passava la tua via, / i tuoi sentieri sulle grandi acque / e le tue orme rimasero invisibili. 21Guidasti come gregge il tuo popolo / per mano di Mosè e di Aronne. Gli israeliti in fuga arrivano nella zona delle paludi, del Mare dei giunchi; il canneto è la zona acquitrinosa. Non hanno preso il sentiero del deserto perché avrebbero trovato tutte le pattuglie egiziane, si sono buttati fuori dalle piste, ma questo è pericoloso. In un bosco lasciare il sentiero è rischioso; in montagna quando prendi il prato sembra di andare bene anche senza sentiero, ma poi arrivi a un burrone e la strada non va più avanti. Nel deserto la situazione è simile, andando fuori dai sentieri, Israele si trova in una strada dove non c’è più possibilità di uscita e gli egiziani li hanno inseguiti. Il faraone ha cambiato idea all’ultimo momento: “Bisogna inseguirli!” Carri e cavalli si spingono all’inseguimento, si sente il rumore della cavalleria che arriva, davanti c’è l’acqua, lampi e tuoni, sta piovendo a dirotto, cosa facciamo? “Avanti – dice Mosè – abbiate fede nel Signore, perché gli egiziani che oggi vedete non li vedrete più, il Signore combatterà per voi e voi starete tranquilli, sicuri, senza preoccupazioni”. Mosè, uomo dalla fede incrollabile Questa è una delle frasi fondamentali di Mosè: ―Fidatevi! Una parola detta nel momento in cui non c’è via di scampo. Siamo in trappola, stiamo facendo la fine dei topi, ci siamo messi in un vicolo cieco: o annegare o lasciarsi ammazzare dagli egiziani. “Il Signore combatterà per voi”, assicura Mosè. Gli israeliti vanno avanti, acqua da tutte le parti e non sanno come sono arrivati dall’altra parte, buio pesto a parte qualche lampo. Al mattino, quando sono dall’altra parte, stanchi, fradici, ma sani e salvi, vedono i rottami dei carri egiziani, qualche cavallo, qualche cadavere che galleggia. Come è andata? L’esperienza storica di Israele non ce lo sa dire, è stata una notte tremenda, una notte di paura, ma è stata una notte di salvezza. Poi lentamente, nei secoli, i vari redattori hanno raccontato molti particolari con linguaggio liturgico e sapienziale, fino ad arrivare alle due grandi muraglie di acqua che si sono aperte e il popolo che con una processione passa nel mezzo. Mosè apre le acque e poi le chiude. Gli ortodossi ritengono che in questo gesto ci sia l’origine della benedizione cristiana a forma di croce, comune anche a noi. Dare la benedizione quindi, equivarrebbe a fare con le mani un segno di croce; cioè stendere la mano e fare prima un gesto verticale per separare le acque e poi uno orizzontale per richiudere le acque. È una interpretazione bizantina, è la benedizione con il segno della croce – prima apre e poi chiude – ed è il segno dell’intervento di Dio che apre la strada al suo popolo, apre la possibilità di vita là dove non c’è nessuna speranza di vita. Il racconto era iniziato proprio con un prepotente che voleva dare la morte al bambino, che tirato fuori dalle acque ha avuto la vita per grazia, da adulto, anziano maturo, 6 è stato capace di guidare, nella notte, un popolo intero attraverso le acque. Ritorna di nuovo l’immagine simbolica della notte: Abramo conta le stelle di notte, Mosè attraversa le acque di notte, cioè in un contesto in cui non si vede, non si capisce fino in fondo, ma si sperimenta la salvezza, la liberazione: “se non fosse stato per il Signore sarebbero morti, invece siamo vivi, siamo salvi, siamo liberi”. Per grazia di Dio siamo sani, salvi, liberi, vivi. Un nuovo inizio della storia di Israele Inizia allora la storia del popolo e Mosè, ormai ottantenne, comincia a fare da balia a questo popolo testone, che comincia a rimpiangere l’Egitto. Mosè deve stimolarlo, incitarlo, rimproverarlo; lo porta fino all’Oreb, là dove lui era stato chiamato e lì c’è l’incontro con il Signore. Lui, che ha incontrato il Signore, ha portato il popolo a incontrare il Signore. È molto bello questo: Mosè aveva fatto una esperienza personale, singolare e quando guida il popolo porta tutti a fare quella esperienza di incontro con il Signore. Il popolo però incontra il Signore più o meno, accetta di fare l’alleanza, ma si rimangia subito la parola. Il Signore ha promesso, il popolo accetta, ma non si fida del tutto e gli ultimi quaranta anni di Mosè sono la tortura dell’educatore con un discepolo testardo che non vuole capire. Gli anni di Mosè si spendono e si consumano nel sopportare non una sola persona, ma un popolo intero ostinato e ribelle fino alla fine. Il popolo infatti rifiuta la terra, rifiuta di fidarsi del Signore. Gli israeliti arrivano fino alle porte della terra promessa, ma hanno paura a entrare: ―Il Signore combatterà per voi – dice Mosè – ricordatevi quello che ha già fatto. No, hanno paura, si rifiutano, si ribellano: “Torniamo indietro” e allora… “tornate indietro”. Inizia così il girovagare per quaranta anni nel deserto. La fede di Mosè e la mancanza di fede del popolo sono due immagini importanti: Mosè è l’uomo di fede, l’uomo di fiducia in tutta la casa del Signore; lo dice così, espressamente, il Libro dei Numeri quando anche il fratello e la sorella di Mosè, Miriam e Aronne, fanno polemica con lui. Nm 12,6 Il Signore disse: / "Ascoltate le mie parole! / Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, / in visione a lui mi rivelerò, / in sogno parlerò con lui. / 7Non così per il mio servo Mosè: / egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa. Dà fastidio che Mosè sia più importante di loro. Ora Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra. Mosè era l’uomo più mite della terra; il grande comandante, il condottiero che ha un pugno forte e sa guidare il popolo fuori dalla tirannia del faraone è un uomo molto mite, mansueto, è l’uomo di fiducia di Dio che arriva fino a vedere la terra, arriva nelle steppe di Moab, sale sul monte Nebo e vede la terra. La promessa che Dio aveva fatto ad Abramo, Mosè la vede, ma non vi entra e muore fuori della terra, perché non si è fidato nemmeno lui fino in fondo. Anche questo è un particolare importante e simbolico: la storia dell’esodo, la grande dottrina di Mosè, termina fuori della terra, in attesa che si compia la realizzazione definitiva della promessa. Anche il grande Mosè, colui che ha superato tutti gli altri, perché un altro come lui non c’è più stato, ha mancato di fede perchè non si è fidato delle parole di Dio che aveva promesso di far scaturire l’acqua dalla roccia. Nel Pentateuco l’autore intende dire che la vita dell’umanità, del popolo eletto, di colui che si fida, è una vita in prospettiva ulteriore. La terra promessa è oltre, si muore nella fede convinti che la terra è sempre oltre, convinti che il Signore è intervenuto per salvarti fin dall’inizio, ti ha accompagnato in silenzio per quaranta anni, poi ti ha preso e ti ha coinvolto per un lungo lavoro ancora. È quello che canta un bellissimo Salmo che possiamo tranquillamente immaginare sulla bocca di Mosè a testimonianza della sua fede. Sal 16(15),8Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare. 9 Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, 10 perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.11Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. Il compimento della vita di Mosè, uomo di fede, è oltre la terra, è il regno dei cieli del quale Gesù, Giosuè, fa entrare in possesso. Sarà Giosuè che guiderà il popolo alla conquista della terra ed è Gesù il compimento della legge di Mosè, è lui l’uomo di fede, pistós, l’uomo degno di fede in tutta la sua casa. Il quadro della vita e della figura di Mosè è quello dell’ uomo di cui Dio si è fidato, uomo che ha guidato il popolo a fidarsi. “State tranquilli, il Signore combatterà per voi” è questo l’atto di fede che Mosè ci insegna e che noi vogliamo imparare. Tratto da una conversazione biblica di Don Claudio Doglio A cura di Giusi 7 Convegno Islam a Cepino “Ti invito a conoscermi” Questo, il titolo del Convegno dell’Associazione Culturale Ibtisama con sede a Corna Imagna, avvenuto il 24 gennaio scorso a Cepino. Sono intervenuti diversi ospiti che hanno parlato del rapporto Islam e Cristianesimo e ci piace riportare una piccola parte di quanto è stato detto dal prof. Paolo Branca e dal dott. Zouhair El Youbi. Prof. Paolo Branca “I gesti sono più importanti delle parole” Il nome dell’associazione culturale islamica della Valle Imagna significa “Sorriso”: è attraverso il sorriso che s’instaura la prima forma di relazione “affettiva”. Gli uomini non fanno cose buone o cattive, dipende dalle situazioni, non si riesce ad essere in sintonia su argomenti delicati, se non è stato preparato bene il terreno, bisogna far emergere le nostre storie per farle incrociare con quelle degli altri. Per questo ci vuole impegno. Cristiani e musulmani sono figli della stessa comunità ebraica. Noi andiamo al di là dei conflitti. Ci vuole il grande fuoco della nostra speranza, ci vuole passione, impegno, specialmente in quest’anno della misericordia, ci vuole capacità di convivere, piccoli segni che fanno la differenza. Conta il nostro modo di interpretare la storia, stiamo vivendo insieme e abbiamo cose che ci distinguono e da una diversità, continua la vita. Dott. Zouhair El Youbi Dialogare significa camminare insieme con occasioni di incontro, conoscenza e condivisione attraverso progetti utili al bene comune, per una convivenza sana e proficua. La storia ci dice che Cristianesimo e Islam si sono saputi integrare e sviluppare vicendevolmente e se pensiamo alla breve storia dell’immigrazione musulmana qui nella nostra valle, anche solo 25 anni fa sarebbe stato inimmaginabile un incontro come quello che stiamo vivendo oggi. Partendo poi da un cenno storico sull’incontro tra Islam e Cristianesimo, sia nella sua dimensione conflittuale che collaborativa, ha fatto un’analisi sociologica sulla presenza dei musulmani in Europa tra passato, presente e futuro. La relazione tra Islam ed Europa deve fondarsi sul reciproco riconoscimento e iniziare a pretendere gli stessi diritti per tutti, educando i media all’uso delle parole, perché troppe volte vengono considerati sinonimi: islam-terrorismo, immigratoclandestino, profugo-delinquente. Forte è allora l’invito alla comunità musulmana della Valle Imagna ad essere protagonista, a continuare questo percorso e a non coltivare il senso di vittimismo. A cura di Maria Angolo della generosità Festa di Canito Orto Cenone ultimo Festa di Sant’Antonio Festa di San Luigi Festa San Giuseppe Da mamme ravioli Buste di Natale a Corna (n. 35) Buste di Natale a Locatello (64) Ballo Torte immacolata 4000 250 1230 6505 5773 1005 1000 1325 2100 1705 325 Con questo numero escono anche le nuove buste con segnato il nome delle tre parrocchie: verranno conteggiate nella parrocchia dove vengono consegnate se non segnato diversamente sulla busta. 8 PARROCCHIA DI LOCATELLO 2014 2015 Entrare offerte ordinarie Entrate dai sacramenti (messe…) Entrate offerte straord (buste ) Entrate feste Entrate da attività pastorali e orat Contributo curia (aiuto + interessi) Contributi da privati e pubbl 16.345 16.690 6.575 6.780 6.590 6.340 8.282 7.657 15.721 11.170 4.940 1.940 4.500 1.500 Totale ENTRATE 62.953 52.077 Spese di culto Spese luce, acqua, gas, tel Spese straordinarie Spese bancarie (…interessi) Spese cancelleria Spese manutenzione ordinaria Spese di rimborso Spese attività pastorali e orat Spese costruzione straord Tributi alla curia Tasse e assicurazioni 1.895 6.897 6.187 994 1.897 2.860 876 2.495 11.973 1.661 2.340 USCITE 33.888 22.848 Rate mutuo Mutuo da pagare al 31/12 24.121 25.088 51.179 26.091 1.366 7.685 628 2.134 1.246 1.286 2.495 1.750 1.710 2.368 PARROCCHIA DI CORNA 2014 2015 Entrate da affitti Entrare offerte ordinarie Entrate dai sacramenti (messe…) Entrate offerte straordinarie (buste) Entrate da attività pastorali e orat di cui festa di Canito e orto Contributo da enti privati e pubbl Contributo curia (aiuto + interessi) Offerte privati NN Contributo da uso teatro Contributo da ravioli Altre entrate 4.410 15.216 4.456 4.775 28.067 3.130 14.041 4.776 3.875 23.778 4.000 250 3.771 3.344 32.720 4.347 4.000 550 87.846 102.332 Spese di culto Spese luce, acqua, gas, tel Spese straordinarie (casa parrocc) Spese bancarie Spese cancelleria Spese manutenzione ordinaria Spese varie Spese attività pastorali e orat Tributi verso la curia Tasse e assicurazioni 1.381 4.328 9.160 2.893 257 2.960 3.288 325 526 2.623 1.572 3.659 131.697 2.069 1.855 774 800 635 585 3.968 Quest’anno, conclusa la pratica comunale della sdemanializzazione della mulattiera, abbiamo acquisito una piccola parte della stessa (si dovrebbe ridurre da 3 a 2 metri di larghezza), ricevuti i permessi per la costruzione del nuovo campetto, nel referendum popolare attraverso le buste di Natale abbiamo registrato un abbassamento di interesse all’opera, decidendo quindi per un rinvio della stessa. Totale USCITE 27.741 146.269 42.294 129.616 25.603 104.099 Motivi per cui fare l’opera? 1. Migliorare l’offerta di strutture dell’oratorio, superato dalle mille altre strutture presenti in valle. Con una piccola spesa (€ 40.000/50.000) siamo in grado di realizzare un campetto a 5 con luci serali, erba sintetica da un riutilizzo, e bagno esterno con relativa doccia (già realizzato). 2. Entrare nella possibile futura unità pastorale offrendo una struttura giovanile di ampia fascia (oggi fruibile a mala pena fino alle medie), considerato che è collocato in posizione centrale rispetto all’unità. 3. Ritorno relativo ma reale di nascite nel paese per i prossimi anni e anche i prossimi adolescenti. 4. Nel 2016 conclusione del mutuo acceso per precedenti opere parrocchiali. Siamo partiti nell’avventura di sistemare la casa parrocchiale di Corna. Ora è terminata. Il grazie va a tantissime persone, la storia del paese darà loro merito, oggi la nostra gratitudine. Abbiamo realizzato una casa per ferie per famiglie o una casa per esercizi spirituali per gruppi. Non è premura nostra quella di farla “rendere” visto l’esistente in paese a riguardo del turismo, piuttosto differenziarla in usi dedicati ad hoc. L’uso è quello dedicato a famiglie che vogliono vivere due/sette giorni insieme condividendo uno stile educativo, gruppi parrocchiali che intendano vivere giorni di ritiro e silenzio. La cifra pagata fin’ora è quella riportata nelle spese straordinarie. Al conteggio del 31.12.15 mancano 10.000 di serramenti tra alluminio e spese in legno, circa 25.000 di muratura varia, 7.000 impianti tecnici, 11.000 idraulica, alcune migliaia di euro di spese minori: contiamo di pagare tutto entro la fine anno. Tra le opere ordinarie messe in atto: sistemazione dell’impianto microfonico della chiesa, sostituzione del ceppo della campana logorato dalle intemperie. Resta l’offerta per la vendita degli appartamenti in località finiletti, nonché l’affitto anche solo estivo. “Investimenti” nella solidarietà Offerte al seminario 250 Offerte alla caritas 265 Offerte missioni 425 Carità parrocchiale alle nostre famiglie 1.685 200 325 445 1.250 Motivi per cui non farla? Lasciar andare le cose come vanno, già tanto fatto dall’attuale parroco per le strutture, poca partecipazione giovanile alla vita dell’oratorio o forse anche del paese: preferiscono andare lontano, come già molti adulti. Totale ENTRATE 2.336 6.344 11.440 5.902 4.900 Rate mutui Mutui da pagare al 31/12 “Investimenti” nella solidarietà Offerte al seminario 250 Offerte alla caritas 270 Offerte missioni 375 Carità parrocchiale alle nostre famiglie 1.685 220 250 510 1.250 9 FUIPIANO SI AFFIANCA Con l’assemblea parrocchiale avvenuta mercoledì 27 gennaio, in accordo con tutti i presenti è stato deciso di incominciare un cammino di avvicinamento pastorale della parrocchia di Fuipiano con le parrocchie di Corna e Locatello, situazione per altro già incominciata nella condivisione della presenza dei sacerdoti nei servizi liturgici. Questa vuol essere una scelta di ricchezza: la comunione tra le parrocchie non per “ridurre” ma semmai per aumentare la qualità della fede delle persone che ancora scelgono di credere nel Dio di Gesù Cristo e praticare la fede nella Chiesa cattolica. Con questo articolo sarebbe bello partire con una descrizione della parrocchia, ma i tempi ristretti mi portano come amministratore parrocchiale ad andare sulle questioni concrete del bilancio economico, anche per lasciare alle prossime scelte pastorali parrocchiali, quali la costituzione del consiglio pastorale parrocchiale, determinare responsabili per la redazione delle pagine di questo notiziario per mano dei parrocchiani di Fuipiano. PARROCCHIA DI FUIPIANO 2015 Entrare offerte ordinarie Entrate dai sacramenti (messe…) Entrate da offerta banca Entrate da legati Entrata da estinzione libretto postal Entrata da vendita trattore Entrata da rimborso assicurativo 10680 475 500 541 10015 20000 40000 Totale ENTRATE 82212 Spese acquisto fiori Spese offerta messa Spese luce, acqua, gas, tel Spese acquisto gasolio Spese bancarie Spese tasse curia Spesa offerta a Missionari Monfortani Spese ex delega ex-sac Spese manutenzione straordinaria Spese manutenz ord (fuochi, litostampa, banda) Spese notarili eredità Bianchi Spese accatastamento box Spese acquisto terreno Locatelli Totale USCITE Avanzo di gestione 130 30 3795 7320 324 402 695 75 41868 3585 5900 888 5000 71117 11094 Il rendiconto del 2015 si caratterizza per l’acquisizione di parte dell’eredità Bianchi Ferdinando. Il risultato della vendita del trattore e il contributo quale risultato dell’intervento dell’Assicurazione All Risks della Diocesi hanno permesso di dare l’avvio alla sistemazione del Campanile della Chiesa Parrocchiale in piode: opera finanziariamente impegnativa che si aggira sugli € 80.000 ma necessaria visto il problema delle infiltrazioni che rischiavano di compromettere il manufatto. Nel presente rendiconto non risultano tutti i pagamenti ma solo gli anticipi: ma le sole risorse della Parrocchia e i proventi illustrati non bastano a sostenere l’impegno. Per questo abbiamo dato l’avvio all’operazione “Adotta una pioda”, 20€ a pioda come contributo per quanto realizzato ma anche per procedere con l’altra opera in programma: la sistemazione dell’Oratorio di Arnosto. Contiamo per questo sulla sensibilità di tutti perché il patrimonio dei nostri Padri possa adeguatamente essere conservato. E’ stata regolarizzata la proprietà delle Opere Parrocchiali: il box della casa parrocchiale e parte del sacrato di proprietà degli eredi Locatelli: tra compenso pattuito per la cessione della proprietà e spese di accatastamento, la Parrocchia ha sostenuto una spesa di circa € 6.000. Un adempimento richiesto dalle norme della Chiesa Universale è stata anche la nomina, da parte dell’Ordinario della Diocesi, del primo Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici della Parrocchia (CPAE) di San Giovanni Battista in Fuipiano Imagna; è in via di costituzione, inoltre, il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP): nel corso del 2016, dopo Pasqua, si procederà alla sua composizione ed elezione. Non sono elementi monetizzabili ma l’espressione della volontà più genuina di essere parte attiva nella costruzione della nostra Comunità. Un grazie particolare va a don Paolo che si è sobbarcato, oltre ai tanti impegni delle sue Parrocchie, la celebrazione della Messa festiva del Sabato pomeriggio: non solo per il servizio impagabile della celebrazione ma anche per il risparmio economico. Le sole offerte delle celebrazioni, infatti, non sarebbero bastate a riconoscere il contributo che prima era riconosciuto ai Padri che hanno svolto generosamente il loro servizio nel 2014. Il grazie va a tutti, indistintamente. Ma non posso non ringraziare quanti si danno da fare in molti modi a sostenere il decoro, l’animazione e le tante incombenze che comporta la normale gestione di un bene che è della Comunità Cristiana tutta. Davvero grazie! Mons. Sergio Bertocchi 10 Il Battesimo La Pasqua è la festa più importante e significativa della vita cristiana, la Chiesa ha nella veglia pasquale il culmine di tutte le celebrazioni e racchiude in essa il significato del cristianesimo. In questa notte, infatti, si celebra la vittoria sulla morte e sul peccato da parte di Gesù Cristo; la Chiesa si sente implicata in questo Mistero di morte-risurrezione e ognuno di noi vive in prima persona questo evento attraverso la celebrazione dei Sacramenti che durante la Veglia vengono istituiti. In particolare la celebrazione del rito battesimale esprime la gioia della resurrezione ed è l’inizio di una nuova vita purificata in Cristo, per questo motivo la Veglia pasquale è l’occasione di celebrare questo sacramento. Oggigiorno è tradizione far ricevere il Battesimo ai neonati, questo per sottolineare che Dio ama gli uomini ancora prima che loro sappiano amarlo e li chiama a essere suoi figli. Questo sacramento diviene così il più bello dei doni che un genitore possa chiedere per suo figlio: attraverso di esso Dio agisce in lui portandogli la salvezza, la vita eterna. Il Battesimo non è solo un dono fine a se stesso ma richiede un impegno serio da parte del battezzato, dei genitori, dei padrini e della comunità parrocchiale. I genitori insieme al figlio si impegnano a partecipare alla vita della Chiesa e a mantenere viva la loro fede educandola e partecipando all’Eucarestia domenicale. I padrini si rendono disponibili ad aiutare i genitori nel compito di educare alla fede, facendo insieme a loro questo cammino e si impegnano ad avviare e a far maturare il senso di appartenenza alla Chiesa della famiglia e del bambino stesso. La comunità parrocchiale accogliendo il battezzato, diviene la sua famiglia e ha il compito di sostenere e guidare la sua crescita cristiana. Ecco perché il battezzato e la sua famiglia vengono accolti e interrogati all’inizio della cerimonia sul portone della chiesa, dove presentano a tutti il bambino ed esprimono la volontà di battezzarlo e con esso sottoscrivono il loro impegno. Il simbolismo di base del battesimo è l’acqua che lava e purifica, di rimando il Battesimo lava e porta via ciò che ci appesantisce e indurisce il nostro cuore. Il battezzato viene purificato e sorge spontanea una domanda: nei bambini si può parlare di peccato? Sicuramente loro non ne hanno ancora commesso ma il mondo in cui vivono è attraversato dal male ed è facile macchiarsi di esso; il Battessimo lavando e purificando dà i mezzi per camminare verso la Salvezza. Dopo essere stato lavato, il battezzato viene unto con il Crisma, ossia viene consacrato per il Signore e diviene a pieno titolo partecipe al popolo di Dio. Infine gli viene consegnata la veste bianca per indicare la trasformazione che è avvenuta in lui: ora è rivestito della grazia di Dio. Il Battesimo è l’inizio della vita cristiana, non è la meta. E’ l’avvio di un nuovo modo di essere che deve svilupparsi per tutta l’esistenza, per vivere pienamente la vita di Dio nella comunione con la Chiesa. Il Signore ci dà le basi con questo sacramento ma continua ad accompagnarci e a sostenerci per tutta la nostra crescita e vecchiaia; il Battesimo infatti è il primo dei sacramenti. In ogni fase della nostra vita il Signore è con noi e ci elargisce altri doni di grazia con gli altri sacramenti. A cura di Sara Con questo nuovo anno il vicariato ha iniziato a proporre un percorso formativo di tre incontri per i genitori dei battezzandi, interessante partenza della fede proprio a partire dall’affetto genitoriale. Anagrafe parrocchiale Rinati in Cristo Clara Giustranti di Giuseppe e Donatella Tornati al Padre Rota Ninì Pizzagalli Giulio Locatelli Alessandra anni 65 anni 86 anni 87 anni 65 11 Redazione: don Paolo, don Sergio, Mario, Giusi, Daniela, Roberta, Sara, Pierluigi, Maria, Mariolino, Vittorio Foto: bambini battezzati nel 2015 a Corna e Locatello, festa di S. Antonio, S. Luigi, S. Giuseppe 12