Anno 2016 N. 1
Buona Pasqua
Entriamo nel tempo più importante dell’anno
cristiano: la Pasqua. Notte della liberazione dalla
schiavitù d’Egitto avvenuta grazie allo
scompiglio in casa del faraone per la morte del
primogenito, prontezza d’animo nello scappare
del popolo ebraico e alla saggezza del
condottiero Mosè.
In quella notte dell’alleanza tra il popolo
d’Israele e il suo Dio, Gesù di Nazareth scrive un
nuovo testamento: per amare i propri cari e
renderli non servi, ma amici, bisogna essere
pronti a morire per la loro pigrizia e incoerenza.
Da un amore così grande e riscattante l’uomo
cominciare un’esperienza nuova di legami.
Questa è la misericordia di Dio: aver a cuore le
miserie di chi si ama, offrirsi per colmarle.
Parole di don Paolo
Pag. 2
Anno giubilare
Pag. 3
Gente nostra
Pag. 4
Il super
Pag. 5
La Bibbia
Pag. 6
Convegno sull’Islam
Pag. 8
Bilanci parrocchiali
Pag. 9
Fuipiano
Pag.10
Battesimo
Pag.11
1
Cari parrocchiani
pace in terra agli uomini di buona volontà.
Ecco l’augurio di Natale che nella Pasqua
vede il suo compimento!
A Natale si è aperta la ricerca dei Santi
Magi che hanno passato il testimone della
ricerca agli uomini di buona volontà, a cui
gli angeli augurano la pace: “pace in terra
gli uomini di buona volontà”. Che cosa è
questa buona volontà? Come fare a
trovarla?
E’ di buona volontà chi si alza al mattino
prestissimo per curare il lavoro e la
famiglia? E’ di buona volontà colui che
sorride sempre alle persone anche quando
ne approfittano di lui? E’ di buona volontà
colui che vede il bene nonostante il male?
Penso che il mistero del Natale trovi
compimento nel tempo che tra in questi
giorni celebriamo nella Pasqua: è il luogo
che genera persone di buona volontà.
Entrarci con rispetto ma anche desiderio.
Gesù ha vissuto la sua vita pubblica
annunciando la presenza di Dio nella vita
non solo sacrale del tempio (le preghiere e
i sacrifici), ma anche in quella profana del
lavoro e affetti quotidiani, riconoscendo la
volontà buona di persone aperte di
orecchio, di cuore e di braccia.
Apertura di orecchio nell’ascoltare le
proprie fragilità non nascondendole dietro
all’apparenza della legge o alle bugie delle
parole, ma attraverso la legge della parola
autentica arrivare al centro del proprio
cuore, per sentire la presenza di un Dio di
cuore tenero, misericordioso, cioè capace
di fedeltà, come lo desidera il cuore
profondo. Il profondo del cuore è legato a
dinamiche che si ripetono, anche in male:
chi ruba, continua a rubare. Dio bussa alla
porta di questo cuore in ogni fragilità
vissuta nella vita e, quando riesce a
entrare, porta la sua fedeltà che cambia il
cuore: un cuore che si sente amato,
anche quando il peccato sembra averlo
sclerotizzato. Questa è l’esperienza di un
cuore nuovo donato da Dio: sentirsi nella
propria miseria accompagnati. “Allontanati
da me che sono un peccatore” è
l’invocazione umana che non resiste alla
presenza di un Dio così grande e allo
stesso tempo la desidera. L’uomo di
coscienza addormentata, che magari si
definisce di buona volontà perché
frequenta luoghi religiosi, preferisce un Dio
genitore/ castigatore per poter apparire
buono e usare con altri di cuore simile al
suo e condannare i più fragili, cioè coloro
che si riconoscono peccatori. Un cuore
bugiardo! Quello che sembra essere una
facile soluzione rispetto al male, si rivela un
boomerang di ipocrisia e solitudine,
soprattutto dalla benevolenza di Dio. Dio è
iniziativa che porta la sua attenzione verso
ogni uomo, chiedendo all’uomo la volontà
buona di riconoscere e accettare questa
benevolenza, non trattenendola a sé
(l’interesse anche nella religione: vengo
quando me la sento), ma donandola.
E’ emblematica l’esperienza del buon
ladrone sotto la croce, primo cristiano della
storia ad essere salvato: “Signore, ricordati
di me quando sarai in paradiso”. E’ il grido
di un brigante che stava da tempo
cercando di rubare la propria salvezza e
ora, inchiodato alle proprie responsabilità,
per la prima volta non sfugge, ma si apre
alla presenza di Dio vicino, della
misericordia, della responsabilità, cioè
capacità di risponderci sempre!
“Oggi sarai con me in paradiso”. E’ la
risposta di Dio, a qualunque domanda
rivolta a Lui, alla sua presenza, in forma
sincera e sentita. Nel triduo pasquale
potremo insieme percepire anche noi
questo miracolo: avvolti dalla cura di Dio
che trasforma la fatica in festa, il lutto in
gioia. Buona Pasqua a tutti, in particolare
alla parrocchia di Fuipiano, a tutte le
persone di buona volontà presenti, affinché
ci si possa avvicinare nella pastorale, cioè
nel portare e vivere Cristo che già da
generazioni è salito lassù.
don Paolo
2
Santa indulgenza e
pellegrinaggio:
vademecum sui tre "segni"
dell'Anno Santo
La Porta Santa, le indulgenze e il
pellegrinaggio sono i segni che caratterizzano
ogni Giubileo e che sono al centro anche
dell'Anno Santo della misericordia.
LA PORTA SANTA. L'apertura della Porta
Santa e la sua chiusura segnano l'inizio e la
conclusione dell'Anno Santo. La Porta rimanda
al passaggio che ogni cristiano è chiamato a
compiere dal peccato alla grazia, guardando a
Cristo che di sé dice: «Io sono la porta». A Roma
sono quattro le Porte Sante che vengono
aperte soltanto durante i Giubilei. Il 13
dicembre, saranno aperte le «Porte della
misericordia» in ogni diocesi. Per la diocesi di
Bergamo la Porta Santa è stata aperta in
Cattedrale e a livello vicariale il 20 dicembre è
stata celebrata la S. Messa di apertura del
Giubileo nella chiesa giubilare vicariale di Selino
Basso. Con la prossima apertura del Santuario,
alla Cornabusa sarà possibile ricevere le
indulgenze, così da consentire a chiunque di
incontrare la misericordia di Dio Padre
attraverso l’operosa missione della Chiesa-.
L'INDULGENZA. In essa si manifesta la
pienezza della misericordia del Padre che
viene incontro a tutti con il suo amore. Nella
Bolla di indizione dell'Anno Santo straordinario,
papa Francesco spiega il senso dell'indulgenza.
"Noi tutti facciamo esperienza del peccato.
Sappiamo di essere chiamati alla perfezione, ma
sentiamo forte il peso del peccato. Nonostante il
perdono, nella nostra vita portiamo le
contraddizioni che sono la conseguenza dei
nostri peccati". Il Papa ricorda che "nel
sacramento della Riconciliazione Dio perdona i
peccati, che sono davvero cancellati". Eppure
"l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato
nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri
rimane. La misericordia di Dio però è più forte
anche di questo. Con l’indulgenza al peccatore
pentito è condonata la pena temporale per i
peccati già rimessi con la Confessione e lo libera
da ogni residuo della conseguenza del peccato".
Il fedele per ottenere l'indulgenza deve essere in
stato di grazia, avere la disposizione interiore del
completo distacco dal peccato, accostarsi al
sacramento della Riconciliazione, ricevere
l'Eucaristia e pregare secondo le intenzioni del
Papa. Inoltre serve compiere un' "opera". Ci
sono le opere di pietà, ossia fare un
pellegrinaggio. Ci sono le opere di penitenza,
cioè astenersi da consumi superflui (fumo,
bevande alcoliche...), digiunare o astenersi dalle
carni devolvendo una somma ai bisognosi. Ci
sono le opere di misericordia corporale: dare
da mangiare agli affamati, dare da bere agli
assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri,
assistere gli ammalati, visitare i carcerati,
seppellire i morti. E le opere di misericordia
spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli
ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli
afflitti, perdonare le offese, sopportare
pazientemente le persone moleste, pregare Dio
per i vivi e per i morti. I malati e gli anziani o
chiunque altro non possa uscire dalla propria
abitazione per seri motivi riceveranno
l’Indulgenza offrendo a Dio la propria sofferenza
e preghiera, ricevendo la Comunione o
partecipando alla santa Messa e alla preghiera
comunitaria anche attraverso i mezzi di
comunicazione.
IL PELLEGRINAGGIO. Il pellegrinaggio è un
simbolo che ha arricchito la tradizione giubilare
ed è icona del cammino che ogni persona
compie nella sua esistenza. Evidenzia papa
Francesco che la vita è "un pellegrinaggio" e
l’essere umano è "un pellegrino che percorre
una strada fino alla meta agognata. Anche per
raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni
altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le
proprie forze, un pellegrinaggio". Esso "sarà un
segno del fatto che anche la misericordia è una
meta da raggiungere e che richiede impegno e
sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo
alla conversione: attraversando la Porta Santa ci
lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio
e ci impegneremo a essere misericordiosi con gli
altri come il Padre lo è con noi". Ogni comunità,
soprattutto a livello vicariale, è invitata a
compiere un pellegrinaggio in Cattedrale – per il
nostro vicariato il14 Febbraio, prima domenica di
quaresima pellegrinaggio al Duomo di Bergamo
- e alla Chiesa Giubilare Vicariale, attraversando
la Porta della Misericordia e valorizzando la
celebrazione
del
sacramento
della
Riconciliazione.
A cura di Pierluigi
3
GENTE NOSTRA
Mamme…
“Mamma” una parola che racchiude molte
“sfaccettature” della vita di ognuno. Di noi tutti.
Mamma … il desiderio di ogni madre è avere il
meglio per i propri figli.
Figli con bisogni “particolari” fanno di noi
mamme un punto di riferimento aggiunto.
Mamme comunque come tutte …
Si cerca di essere forti … lottare, amare e
godere delle piccole cose quotidiane.
E crescere. Con i nostri figli “particolari”.
A volte chiediamo aiuto per la quotidianità, nei
momenti di tensioni varie.
Ma siamo mamme. Mamme come tutte le
mamme.
A.
La madre speciale
Vi è mai capitato di chiedervi come vengano
scelte le madri di figli con disabilità? In qualche
maniera riesco a raffigurarmi Dio che dà
istruzioni agli angeli, che prendono nota in un
registro gigantesco.
"Martina, Annibale, figlio …. Santo patrono
Matteo". "Cristiano, Manuela, figlia …, Santa
patrona Cecilia". "Ernesto, Carla, gemelli ….
Santo patrono ... diamo Gerardo …".
Finalmente, passa un nome a un angelo che
sorride: "A questa mamma diamo un figlio con
delle difficoltà". L'angelo è curioso. "Perché a
questa qui, Dio? E' così felice". "Esattamente"
risponde Dio sorridendo "Potrei mai dare un
figlio disabile a una donna che non conosce
l'allegria? Sarebbe una cosa crudele".
"Ma ha pazienza?" chiede l'angelo. "Non voglio
che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà
in un mare di autocommiserazione e pena. Una
volta superati lo shock e il risentimento, di
sicuro ce la farà". "Ma, Signore, penso che
quella donna non creda nemmeno in Te". Dio
sorride: "Non importa. Posso provvedere.
Quella donna è perfetta, è dotata del giusto
egoismo". L'angelo resta senza fiato.
"Egoismo? E' una virtù?". Dio annuisce: "Se
non sarà capace di separarsi ogni tanto dal
figlio, non sopravvivrà mai. Sì, ecco la donna
cui darò la benedizione di un figlio meno che
perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma
sarà da invidiare. Non darà mai per certa una
parola. Non considererà mai che un passo sia
un fatto comune.
Quando il suo bambino dirà "mamma" per la
prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e
ne sarà consapevole. Quando descriverà un
albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo
vedrà come poche persone sanno vedere le
mie creazioni. Quando il suo bambino avrà
vinto una piccola sfida, per lei sarà un
traguardo immenso … saprà gioire di ciò che
altri ritengono insignificante, saprà vedere ciò
che conta davvero.
Le consentirò di vedere chiaramente le cose
che vedo Io - ignoranza, crudeltà, pregiudizio e le concederò di levarsi al di sopra di esse.
Non sarà mai sola. Io sarò al suo fianco ogni
minuto di ogni giorno della sua vita, poiché
starà facendo il mio lavoro infallibilmente".
"E per il santo patrono?" chiede l'angelo,
tenendo la penna sollevata a mezz'aria. Dio
sorride ancora: "Basterà uno specchio".
(Liberamente tratto da ERMA BOMBECK)
A cura di Maria
4
….se felice sei dei piaceri tuoi,
godendo solo d’argento e d’oro alla
fine che ti resterà? Vanità di vanità.
Tutto vanità solo vanità, vivete con
gioia e felicità, state buoni se
potete, tutto il resto è vanità.
Tutto vanità solo vanità, lodate il Signore con
umiltà, a lui date tutto l’amore, nulla più vi
mancherà. Branduardi
Il vizio dei vizi! Nella Bibbia la superbia è il primo
vizio che appare; Adamo ed Eva superbamente
vogliono conoscere e mangiano del frutto
dell’albero. Peccano ma ne danno la colpa a
qualcun altro; fanno a scarica barile…rispose
l’uomo “ la donna che tu hai messo vicino a me mi
ha dato dell’albero e io ho mangiato” …. “il
serpente mi ha ingannato e io ho mangiato” (Gen
3,12-13)
La superbia è il vizio che indica più peccati:
orgoglio, arroganza, arbitrio, desiderio di
abbassare gli altri per emergere, vanità…
Essa ha una forza di seduzione molto subdola
perché è amore per sé, ma un amore smodato,
desiderio di primeggiare, di migliorare, di giungere
alla perfezione fino al limite di quella divina. La
capacità seducente della superbia consiste
nell’esaltare questo desiderio naturale di eccellere
centrando l’attenzione su se stessi, avendo come
criterio del proprio agire la regola “conta solo
arrivare primi, perciò sii il numero uno a qualsiasi
costo e con qualsiasi mezzo”.
La superbia è la pretesa di essere Dio in rapporto a
tutto ciò che ci circonda; è il desiderio di essere “il
più…” bello, forte, bravo, simpatico, intelligente,
buono, altruista, santo. Tutti aggettivi positivi ma
che il superbo nutre con la violenza perché
costringe a svilire la positività delle doti altrui e a
combatterle come fossero pericolosi avversari.
Qual è il migliore antidoto alla superbia? Coltivare
l’umiltà. “Guardatevi dal praticare le vostre buone
opere davanti agli uomini per essere da loro
ammirati” (Mt 6,1)
Gesù ci insegna l’umiltà più vera, il supremo bene,
dà la sua vita per noi, si fa tradire, catturare,
flagellare, e crocifiggere per noi. E’ morto per il
nostro peccato, è morto per la nostra superbia, è
morto per salvarci.
Ma è anche risorto! Non dimenticatelo!
E’ superbamente tornato tra gli apostoli nell’umiltà
della piccola casa dove essi si erano nascosti e ha
dato loro la forza di uscire, di essere i primi. Non si
sopravvaluteranno mai perché sanno che Dio li
guida, che il merito non è loro ma dell’Altissimo, e
ciò dà loro maggior gloria.
“ O vana gloria dell’umane posse”
Dante inferno
girone dei superbi
“ Disperse i superbi nei pensieri del loro cuore”
Magnificat
“La carità che si affretta a proclamare i suoi buoni
propositi cessa di essere carità ed è solo superbia
ed ostentazione” W. Hutton
A cura di Daniela e Roberta
Triduo pasquale
Giovedì santo
Ore 16.30 Coena Domini a Corna
Ore 18.00 Coena Domini a Fuipiano
Ore 20.00 Coena Domini a Locatello
Venerdì santo
Ore 15.00 Actio liturgica a Locatello
Ore 16.30 Via crucis dei ragazzi a Corna
Ore 18.00 Actio liturgica a Fuipiano
Ore 20.00 Via crucis da Corna alta
Sabato Santo
Ore 18.00 Veglia Pasquale a Fuipiano
Ore 20.00 Veglia Pasquale a Corna
Ore 21.30 Veglia Pasquale a Locatello
Domenica di Pasqua
Ore 7.30 Messa a Brancilione
Ore 9.00 Messa a Corna
Ore 10.30 Messa a Locatello
Ore 10.30 Messa a Fuipiano
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Il coraggio di Mosè,
mansueto uomo di
comando.
(Parte terza)
Le piaghe-lezioni d’Egitto
Il primo incontro con il faraone è disastroso; il
faraone prende in giro Mosè e gli dice che lui non
conosce il Signore. Mosè però si sente forte
perché è Dio che lo ha mandato per liberare il suo
popolo e se il faraone non lo lascia andare con le
buone, lo lascerà andare con le cattive. Qui inizia
il grande scontro tra il faraone e il Signore ed è il
racconto delle cosiddette piaghe d’Egitto dove il
faraone è l’uomo con il cuore di pietra che
indurisce ancora il suo cuore, cioè diventa
testardo, una testa dura che non accetta, non
capisce, si ostina… sempre peggio; alla fine c’è il
crollo.
Per quanto riguarda gli interventi del Signore per
convincere il faraone a cedere alle richieste di
Mosè, il termine originale biblico – mōphēt – indica
un miracolo, un prodigio sia in positivo sia in
negativo: un segno spaventoso. In considerazione
del contesto biblico la traduzione, considerando
l’effetto delle azioni divine, parla comunemente di
piaghe, di flagelli; sarebbe invece più corretto dire
lezioni, indicando con ciò la causa che ha
scatenato gli interventi divini, il tentativo cioè di
insegnare al faraone e di fargli capire la potenza
del Dio di Israele.
La fuga dall’Egitto: la Pasqua
Finalmente Mosè ottiene il permesso di partire e
tutti gli israeliti scappano di corsa nella notte,
quella notte di luna piena, notte di Pasqua, notte
dell’agnello, del sacrificio dell’agnello; tutti
mangiano velocemente e partono nella notte. Era
però una notte tempestosa, non c’era la luna o,
meglio, c’era, ma era nascosta dai nuvoloni neri e
doveva piovere a dirotto, lo dice bene il Salmo 77:
lampi, tuoni, acqua a catinelle. Sal 77(76),17 Ti
videro le acque, Dio, / ti videro e ne furono
sconvolte; / sussultarono anche gli abissi. / 18Le
nubi rovesciarono acqua, / scoppiò il tuono nel
cielo; le tue saette guizzarono. /19Il fragore dei
tuoi tuoni nel turbine, / i tuoi fulmini
rischiararono il mondo, / la terra tremò e fu
scossa. / 20Sul mare passava la tua via, / i tuoi
sentieri sulle grandi acque / e le tue orme
rimasero invisibili. 21Guidasti come gregge il tuo
popolo / per mano di Mosè e di Aronne.
Gli israeliti in fuga arrivano nella zona delle paludi,
del Mare dei giunchi; il canneto è la zona
acquitrinosa. Non hanno preso il sentiero del
deserto perché avrebbero trovato tutte le pattuglie
egiziane, si sono buttati fuori dalle piste, ma
questo è pericoloso. In un bosco lasciare il
sentiero è rischioso; in montagna quando prendi il
prato sembra di andare bene anche senza
sentiero, ma poi arrivi a un burrone e la strada non
va più avanti. Nel deserto la situazione è simile,
andando fuori dai sentieri, Israele si trova in una
strada dove non c’è più possibilità di uscita e gli
egiziani li hanno inseguiti. Il faraone ha cambiato
idea all’ultimo momento: “Bisogna inseguirli!”
Carri e cavalli si spingono all’inseguimento, si
sente il rumore della cavalleria che arriva, davanti
c’è l’acqua, lampi e tuoni, sta piovendo a dirotto,
cosa facciamo? “Avanti – dice Mosè – abbiate
fede nel Signore, perché gli egiziani che oggi
vedete non li vedrete più, il Signore combatterà
per voi e voi starete tranquilli, sicuri, senza
preoccupazioni”.
Mosè, uomo dalla fede incrollabile
Questa è una delle frasi fondamentali di Mosè:
―Fidatevi!
Una parola detta nel momento in cui non c’è via di
scampo. Siamo in trappola, stiamo facendo la fine
dei topi, ci siamo messi in un vicolo cieco: o
annegare o lasciarsi ammazzare dagli egiziani. “Il
Signore combatterà per voi”, assicura Mosè. Gli
israeliti vanno avanti, acqua da tutte le parti e non
sanno come sono arrivati dall’altra parte, buio
pesto a parte qualche lampo. Al mattino, quando
sono dall’altra parte, stanchi, fradici, ma sani e
salvi, vedono i rottami dei carri egiziani, qualche
cavallo, qualche cadavere che galleggia. Come è
andata? L’esperienza storica di Israele non ce lo
sa dire, è stata una notte tremenda, una notte di
paura, ma è stata una notte di salvezza. Poi
lentamente, nei secoli, i vari redattori hanno
raccontato molti particolari con linguaggio liturgico
e sapienziale, fino ad arrivare alle due grandi
muraglie di acqua che si sono aperte e il popolo
che con una processione passa nel mezzo. Mosè
apre le acque e poi le chiude. Gli ortodossi
ritengono che in questo gesto ci sia l’origine della
benedizione cristiana a forma di croce, comune
anche a noi. Dare la benedizione quindi,
equivarrebbe a fare con le mani un segno di croce;
cioè stendere la mano e fare prima un gesto
verticale per separare le acque e poi uno
orizzontale per richiudere le acque. È una
interpretazione bizantina, è la benedizione con il
segno della croce – prima apre e poi chiude – ed
è il segno dell’intervento di Dio che apre la strada
al suo popolo, apre la possibilità di vita là dove
non c’è nessuna speranza di vita. Il racconto era
iniziato proprio con un prepotente che voleva dare
la morte al bambino, che tirato fuori dalle acque ha
avuto la vita per grazia, da adulto, anziano maturo,
6
è stato capace di guidare, nella notte, un popolo
intero attraverso le acque.
Ritorna di nuovo l’immagine simbolica della notte:
Abramo conta le stelle di notte, Mosè attraversa le
acque di notte, cioè in un contesto in cui non si
vede, non si capisce fino in fondo, ma si
sperimenta la salvezza, la liberazione: “se non
fosse stato per il Signore sarebbero morti, invece
siamo vivi, siamo salvi, siamo liberi”. Per grazia di
Dio siamo sani, salvi, liberi, vivi.
Un nuovo inizio della storia di Israele
Inizia allora la storia del popolo e Mosè, ormai
ottantenne, comincia a fare da balia a questo
popolo testone, che comincia a rimpiangere
l’Egitto. Mosè deve stimolarlo, incitarlo,
rimproverarlo; lo porta fino all’Oreb, là dove lui era
stato chiamato e lì c’è l’incontro con il Signore. Lui,
che ha incontrato il Signore, ha portato il popolo a
incontrare il Signore. È molto bello questo: Mosè
aveva fatto una esperienza personale, singolare e
quando guida il popolo porta tutti a fare quella
esperienza di incontro con il Signore. Il popolo
però incontra il Signore più o meno, accetta di fare
l’alleanza, ma si rimangia subito la parola. Il
Signore ha promesso, il popolo accetta, ma non si
fida del tutto e gli ultimi quaranta anni di Mosè
sono la tortura dell’educatore con un discepolo
testardo che non vuole capire. Gli anni di Mosè si
spendono e si consumano nel sopportare non una
sola persona, ma un popolo intero ostinato e
ribelle fino alla fine. Il popolo infatti rifiuta la terra,
rifiuta di fidarsi del Signore. Gli israeliti arrivano
fino alle porte della terra promessa, ma hanno
paura a entrare: ―Il Signore combatterà per voi –
dice Mosè – ricordatevi quello che ha già fatto. No,
hanno paura, si rifiutano, si ribellano: “Torniamo
indietro” e allora… “tornate indietro”.
Inizia così il girovagare per quaranta anni nel
deserto. La fede di Mosè e la mancanza di fede
del popolo sono due immagini importanti: Mosè è
l’uomo di fede, l’uomo di fiducia in tutta la casa del
Signore; lo dice così, espressamente, il Libro dei
Numeri quando anche il fratello e la sorella di
Mosè, Miriam e Aronne, fanno polemica con lui.
Nm 12,6 Il Signore disse: / "Ascoltate le mie
parole! / Se ci sarà un vostro profeta, io, il
Signore, / in visione a lui mi rivelerò, / in sogno
parlerò con lui. / 7Non così per il mio servo Mosè:
/ egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa. Dà
fastidio che Mosè sia più importante di loro. Ora
Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è
sulla terra. Mosè era l’uomo più mite della terra; il
grande comandante, il condottiero che ha un
pugno forte e sa guidare il popolo fuori dalla
tirannia del faraone è un uomo molto mite,
mansueto, è l’uomo di fiducia di Dio che arriva fino
a vedere la terra, arriva nelle steppe di Moab, sale
sul monte Nebo e vede la terra. La promessa che
Dio aveva fatto ad Abramo, Mosè la vede, ma non
vi entra e muore fuori della terra, perché non si è
fidato nemmeno lui fino in fondo. Anche questo è
un particolare importante e simbolico: la storia
dell’esodo, la grande dottrina di Mosè, termina
fuori della terra, in attesa che si compia la
realizzazione definitiva della promessa. Anche il
grande Mosè, colui che ha superato tutti gli altri,
perché un altro come lui non c’è più stato, ha
mancato di fede perchè non si è fidato delle parole
di Dio che aveva promesso di far scaturire l’acqua
dalla roccia.
Nel Pentateuco l’autore intende dire che la vita
dell’umanità, del popolo eletto, di colui che si fida,
è una vita in prospettiva ulteriore. La terra
promessa è oltre, si muore nella fede convinti che
la terra è sempre oltre, convinti che il Signore è
intervenuto per salvarti fin dall’inizio, ti ha
accompagnato in silenzio per quaranta anni, poi ti
ha preso e ti ha coinvolto per un lungo lavoro
ancora. È quello che canta un bellissimo Salmo
che possiamo tranquillamente immaginare sulla
bocca di Mosè a testimonianza della sua fede.
Sal 16(15),8Io pongo sempre innanzi a me il
Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare.
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Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia
anima; anche il mio corpo riposa al sicuro,
10
perché non abbandonerai la mia vita nel
sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la
corruzione.11Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza
fine alla tua destra.
Il compimento della vita di Mosè, uomo di fede, è
oltre la terra, è il regno dei cieli del quale Gesù,
Giosuè, fa entrare in possesso. Sarà Giosuè che
guiderà il popolo alla conquista della terra ed è
Gesù il compimento della legge di Mosè, è lui
l’uomo di fede, pistós, l’uomo degno di fede in tutta
la sua casa. Il quadro della vita e della figura di
Mosè è quello dell’ uomo di cui Dio si è fidato,
uomo che ha guidato il popolo a fidarsi. “State
tranquilli, il Signore combatterà per voi” è questo
l’atto di fede che Mosè ci insegna e che noi
vogliamo imparare.
Tratto da una conversazione biblica di Don
Claudio Doglio
A cura di Giusi
7
Convegno Islam a Cepino
“Ti invito a conoscermi”
Questo, il titolo del Convegno dell’Associazione
Culturale Ibtisama con sede a Corna Imagna,
avvenuto il 24 gennaio scorso a Cepino.
Sono intervenuti diversi ospiti che hanno parlato
del rapporto Islam e Cristianesimo e ci piace
riportare una piccola parte di quanto è stato detto
dal prof. Paolo Branca e dal dott. Zouhair El Youbi.
Prof. Paolo Branca
“I gesti sono più importanti delle parole”
Il nome dell’associazione culturale islamica della
Valle Imagna significa “Sorriso”: è attraverso il
sorriso che s’instaura la prima forma di relazione
“affettiva”.
Gli uomini non fanno cose buone o cattive,
dipende dalle situazioni, non si riesce ad essere in
sintonia su argomenti delicati, se non è stato
preparato bene il terreno, bisogna far emergere le
nostre storie per farle incrociare con quelle degli
altri. Per questo ci vuole impegno.
Cristiani e musulmani sono figli della stessa
comunità ebraica. Noi andiamo al di là dei conflitti.
Ci vuole il grande fuoco della nostra speranza, ci
vuole passione, impegno, specialmente in
quest’anno della misericordia, ci vuole capacità di
convivere, piccoli segni che fanno la differenza.
Conta il nostro modo di interpretare la storia,
stiamo vivendo insieme e abbiamo cose che ci
distinguono e da una diversità, continua la vita.
Dott. Zouhair El Youbi
Dialogare significa camminare insieme con
occasioni di incontro, conoscenza e condivisione
attraverso progetti utili al bene comune, per una
convivenza sana e proficua. La storia ci dice che
Cristianesimo e Islam si sono saputi integrare e
sviluppare vicendevolmente e se pensiamo alla
breve storia dell’immigrazione musulmana qui
nella nostra valle, anche solo 25 anni fa sarebbe
stato inimmaginabile un incontro come quello che
stiamo vivendo oggi.
Partendo poi da un cenno storico sull’incontro tra
Islam e Cristianesimo, sia nella sua dimensione
conflittuale che collaborativa, ha fatto un’analisi
sociologica sulla presenza dei musulmani in
Europa tra passato, presente e futuro.
La relazione tra Islam ed Europa deve fondarsi sul
reciproco riconoscimento e iniziare a pretendere
gli stessi diritti per tutti, educando i media all’uso
delle parole, perché troppe volte vengono
considerati sinonimi: islam-terrorismo, immigratoclandestino, profugo-delinquente.
Forte è allora l’invito alla comunità musulmana
della Valle Imagna ad essere protagonista, a
continuare questo percorso e a non coltivare il
senso di vittimismo.
A cura di Maria
Angolo della generosità
Festa di Canito
Orto
Cenone ultimo
Festa di Sant’Antonio
Festa di San Luigi
Festa San Giuseppe
Da mamme ravioli
Buste di Natale a Corna (n. 35)
Buste di Natale a Locatello (64)
Ballo
Torte immacolata
4000
250
1230
6505
5773
1005
1000
1325
2100
1705
325
Con questo numero escono anche le
nuove buste con segnato il nome delle
tre parrocchie: verranno conteggiate
nella parrocchia dove vengono
consegnate se non segnato
diversamente sulla busta.
8
PARROCCHIA DI LOCATELLO
2014
2015
Entrare offerte ordinarie
Entrate dai sacramenti (messe…)
Entrate offerte straord (buste )
Entrate feste
Entrate da attività pastorali e orat
Contributo curia (aiuto + interessi)
Contributi da privati e pubbl
16.345 16.690
6.575 6.780
6.590 6.340
8.282 7.657
15.721 11.170
4.940 1.940
4.500 1.500
Totale ENTRATE
62.953 52.077
Spese di culto
Spese luce, acqua, gas, tel
Spese straordinarie
Spese bancarie (…interessi)
Spese cancelleria
Spese manutenzione ordinaria
Spese di rimborso
Spese attività pastorali e orat
Spese costruzione straord
Tributi alla curia
Tasse e assicurazioni
1.895
6.897
6.187
994
1.897
2.860
876
2.495
11.973
1.661
2.340
USCITE
33.888 22.848
Rate mutuo
Mutuo da pagare al 31/12
24.121 25.088
51.179 26.091
1.366
7.685
628
2.134
1.246
1.286
2.495
1.750
1.710
2.368
PARROCCHIA DI CORNA
2014
2015
Entrate da affitti
Entrare offerte ordinarie
Entrate dai sacramenti (messe…)
Entrate offerte straordinarie (buste)
Entrate da attività pastorali e orat
di cui festa di Canito
e orto
Contributo da enti privati e pubbl
Contributo curia (aiuto + interessi)
Offerte privati NN
Contributo da uso teatro
Contributo da ravioli
Altre entrate
4.410
15.216
4.456
4.775
28.067
3.130
14.041
4.776
3.875
23.778
4.000
250
3.771
3.344
32.720
4.347
4.000
550
87.846
102.332
Spese di culto
Spese luce, acqua, gas, tel
Spese straordinarie (casa parrocc)
Spese bancarie
Spese cancelleria
Spese manutenzione ordinaria
Spese varie
Spese attività pastorali e orat
Tributi verso la curia
Tasse e assicurazioni
1.381
4.328
9.160
2.893
257
2.960
3.288
325
526
2.623
1.572
3.659
131.697
2.069
1.855
774
800
635
585
3.968
Quest’anno, conclusa la pratica comunale della
sdemanializzazione della mulattiera, abbiamo
acquisito una piccola parte della stessa (si dovrebbe
ridurre da 3 a 2 metri di larghezza), ricevuti i permessi
per la costruzione del nuovo campetto, nel referendum
popolare attraverso le buste di Natale abbiamo
registrato un abbassamento di interesse all’opera,
decidendo quindi per un rinvio della stessa.
Totale USCITE
27.741
146.269
42.294
129.616
25.603
104.099
Motivi per cui fare l’opera?
1. Migliorare l’offerta di strutture dell’oratorio, superato
dalle mille altre strutture presenti in valle. Con una
piccola spesa (€ 40.000/50.000) siamo in grado di
realizzare un campetto a 5 con luci serali, erba
sintetica da un riutilizzo, e bagno esterno con relativa
doccia (già realizzato).
2. Entrare nella possibile futura unità pastorale
offrendo una struttura giovanile di ampia fascia (oggi
fruibile a mala pena fino alle medie), considerato che è
collocato in posizione centrale rispetto all’unità.
3. Ritorno relativo ma reale di nascite nel paese per i
prossimi anni e anche i prossimi adolescenti.
4. Nel 2016 conclusione del mutuo acceso per
precedenti opere parrocchiali.
Siamo partiti nell’avventura di sistemare la casa
parrocchiale di Corna. Ora è terminata.
Il grazie va a tantissime persone, la storia del paese
darà loro merito, oggi la nostra gratitudine.
Abbiamo realizzato una casa per ferie per famiglie o
una casa per esercizi spirituali per gruppi. Non è
premura nostra quella di farla “rendere” visto
l’esistente in paese a riguardo del turismo, piuttosto
differenziarla in usi dedicati ad hoc. L’uso è quello
dedicato a famiglie che vogliono vivere due/sette
giorni insieme condividendo uno stile educativo, gruppi
parrocchiali che intendano vivere giorni di ritiro e
silenzio.
La cifra pagata fin’ora è quella riportata nelle spese
straordinarie. Al conteggio del 31.12.15 mancano
10.000 di serramenti tra alluminio e spese in legno,
circa 25.000 di muratura varia, 7.000 impianti tecnici,
11.000 idraulica, alcune migliaia di euro di spese
minori: contiamo di pagare tutto entro la fine anno.
Tra le opere ordinarie messe in atto: sistemazione
dell’impianto microfonico della chiesa, sostituzione del
ceppo della campana logorato dalle intemperie.
Resta l’offerta per la vendita degli appartamenti in
località finiletti, nonché l’affitto anche solo estivo.
“Investimenti” nella solidarietà
Offerte al seminario
250
Offerte alla caritas
265
Offerte missioni
425
Carità parrocchiale alle nostre famiglie
1.685
200
325
445
1.250
Motivi per cui non farla?
Lasciar andare le cose come vanno, già tanto fatto
dall’attuale parroco per le strutture, poca partecipazione giovanile alla vita dell’oratorio o forse anche del
paese: preferiscono andare lontano, come già molti
adulti.
Totale ENTRATE
2.336
6.344
11.440
5.902
4.900
Rate mutui
Mutui da pagare al 31/12
“Investimenti” nella solidarietà
Offerte al seminario
250
Offerte alla caritas
270
Offerte missioni
375
Carità parrocchiale alle nostre famiglie 1.685
220
250
510
1.250
9
FUIPIANO SI AFFIANCA
Con l’assemblea parrocchiale avvenuta
mercoledì 27 gennaio, in accordo con tutti i
presenti è stato deciso di incominciare un
cammino di avvicinamento pastorale della
parrocchia di Fuipiano con le parrocchie di
Corna e Locatello, situazione per altro già
incominciata nella condivisione della presenza
dei sacerdoti nei servizi liturgici.
Questa vuol essere una scelta di ricchezza: la
comunione tra le parrocchie non per “ridurre”
ma semmai per aumentare la qualità della fede
delle persone che ancora scelgono di credere
nel Dio di Gesù Cristo e praticare la fede nella
Chiesa cattolica.
Con questo articolo sarebbe bello partire con
una descrizione della parrocchia, ma i tempi
ristretti mi portano come amministratore
parrocchiale ad andare sulle questioni concrete
del bilancio economico, anche per lasciare alle
prossime scelte pastorali parrocchiali, quali la
costituzione del consiglio pastorale
parrocchiale, determinare responsabili per la
redazione delle pagine di questo notiziario per
mano dei parrocchiani di Fuipiano.
PARROCCHIA DI FUIPIANO
2015
Entrare offerte ordinarie
Entrate dai sacramenti (messe…)
Entrate da offerta banca
Entrate da legati
Entrata da estinzione libretto postal
Entrata da vendita trattore
Entrata da rimborso assicurativo
10680
475
500
541
10015
20000
40000
Totale ENTRATE
82212
Spese acquisto fiori
Spese offerta messa
Spese luce, acqua, gas, tel
Spese acquisto gasolio
Spese bancarie
Spese tasse curia
Spesa offerta a Missionari Monfortani
Spese ex delega ex-sac
Spese manutenzione straordinaria
Spese manutenz ord (fuochi, litostampa, banda)
Spese notarili eredità Bianchi
Spese accatastamento box
Spese acquisto terreno Locatelli
Totale USCITE
Avanzo di gestione
130
30
3795
7320
324
402
695
75
41868
3585
5900
888
5000
71117
11094
Il rendiconto del 2015 si caratterizza per
l’acquisizione di parte dell’eredità Bianchi
Ferdinando. Il risultato della vendita del trattore
e il contributo quale risultato dell’intervento
dell’Assicurazione All Risks della Diocesi hanno
permesso di dare l’avvio alla sistemazione del
Campanile della Chiesa Parrocchiale in piode:
opera finanziariamente impegnativa che si
aggira sugli € 80.000 ma necessaria visto il
problema delle infiltrazioni che rischiavano di
compromettere il manufatto. Nel presente
rendiconto non risultano tutti i pagamenti ma
solo gli anticipi: ma le sole risorse della
Parrocchia e i proventi illustrati non bastano a
sostenere l’impegno. Per questo abbiamo dato
l’avvio all’operazione “Adotta una pioda”, 20€ a
pioda come contributo per quanto realizzato ma
anche per procedere con l’altra opera in
programma: la sistemazione dell’Oratorio di
Arnosto. Contiamo per questo sulla sensibilità
di tutti perché il patrimonio dei nostri Padri
possa adeguatamente essere conservato.
E’ stata regolarizzata la proprietà delle Opere
Parrocchiali: il box della casa parrocchiale e
parte del sacrato di proprietà degli eredi
Locatelli: tra compenso pattuito per la cessione
della proprietà e spese di accatastamento, la
Parrocchia ha sostenuto una spesa di circa €
6.000.
Un adempimento richiesto dalle norme della
Chiesa Universale è stata anche la nomina, da
parte dell’Ordinario della Diocesi, del primo
Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici
della Parrocchia (CPAE) di San Giovanni
Battista in Fuipiano Imagna; è in via di
costituzione, inoltre, il Consiglio Pastorale
Parrocchiale (CPP): nel corso del 2016, dopo
Pasqua, si procederà alla sua composizione ed
elezione. Non sono elementi monetizzabili ma
l’espressione della volontà più genuina di
essere parte attiva nella costruzione della
nostra Comunità.
Un grazie particolare va a don Paolo che si è
sobbarcato, oltre ai tanti impegni delle sue
Parrocchie, la celebrazione della Messa festiva
del Sabato pomeriggio: non solo per il servizio
impagabile della celebrazione ma anche per il
risparmio economico. Le sole offerte delle
celebrazioni, infatti, non sarebbero bastate a
riconoscere il contributo che prima era
riconosciuto ai Padri che hanno svolto
generosamente il loro servizio nel 2014.
Il grazie va a tutti, indistintamente. Ma non
posso non ringraziare quanti si danno da fare in
molti modi a sostenere il decoro, l’animazione e
le tante incombenze che comporta la normale
gestione di un bene che è della Comunità
Cristiana tutta. Davvero grazie!
Mons. Sergio Bertocchi
10
Il Battesimo
La Pasqua è la festa più
importante e significativa
della vita cristiana, la Chiesa
ha nella veglia pasquale il culmine di tutte le
celebrazioni e racchiude in essa il significato del
cristianesimo. In questa notte, infatti, si celebra
la vittoria sulla morte e sul peccato da parte di
Gesù Cristo; la Chiesa si sente implicata in
questo Mistero di morte-risurrezione e ognuno di
noi vive in prima persona questo evento
attraverso la celebrazione dei Sacramenti che
durante la Veglia vengono istituiti. In particolare
la celebrazione del rito battesimale esprime la
gioia della resurrezione ed è l’inizio di una nuova
vita purificata in Cristo, per questo motivo la
Veglia pasquale è l’occasione di celebrare
questo sacramento.
Oggigiorno è tradizione far ricevere il Battesimo
ai neonati, questo per sottolineare che Dio ama
gli uomini ancora prima che loro sappiano
amarlo e li chiama a essere suoi figli. Questo
sacramento diviene così il più bello dei doni che
un genitore possa chiedere per suo figlio:
attraverso di esso Dio agisce in lui portandogli la
salvezza, la vita eterna.
Il Battesimo non è solo un dono fine a se stesso
ma richiede un impegno serio da parte del
battezzato, dei genitori, dei padrini e della
comunità parrocchiale. I genitori insieme al figlio
si impegnano a partecipare alla vita della Chiesa
e a mantenere viva la loro fede educandola e
partecipando all’Eucarestia domenicale. I
padrini si rendono disponibili ad aiutare i genitori
nel compito di educare alla fede, facendo
insieme a loro questo cammino e si impegnano
ad avviare e a far maturare il senso di
appartenenza alla Chiesa della famiglia e del
bambino stesso. La comunità parrocchiale
accogliendo il battezzato, diviene la sua famiglia
e ha il compito di sostenere e guidare la sua
crescita cristiana. Ecco perché il battezzato e la
sua famiglia vengono accolti e interrogati
all’inizio della cerimonia sul portone della chiesa,
dove presentano a tutti il bambino ed esprimono
la volontà di battezzarlo e con esso
sottoscrivono il loro impegno.
Il simbolismo di base del battesimo è l’acqua che
lava e purifica, di rimando il Battesimo lava e
porta via ciò che ci appesantisce e indurisce il
nostro cuore. Il battezzato viene purificato e
sorge spontanea una domanda: nei bambini si
può parlare di peccato? Sicuramente loro non ne
hanno ancora commesso ma il mondo in cui
vivono è attraversato dal male ed è facile
macchiarsi di esso; il Battessimo lavando e
purificando dà i mezzi per camminare verso la
Salvezza.
Dopo essere stato lavato, il battezzato viene
unto con il Crisma, ossia viene consacrato per il
Signore e diviene a pieno titolo partecipe al
popolo di Dio. Infine gli viene consegnata la
veste bianca per indicare la trasformazione che
è avvenuta in lui: ora è rivestito della grazia di
Dio.
Il Battesimo è l’inizio della vita cristiana, non è la
meta. E’ l’avvio di un nuovo modo di essere che
deve svilupparsi per tutta l’esistenza, per vivere
pienamente la vita di Dio nella comunione con la
Chiesa.
Il Signore ci dà le basi con questo sacramento
ma continua ad accompagnarci e a sostenerci
per tutta la nostra crescita e vecchiaia; il
Battesimo infatti è il primo dei sacramenti. In
ogni fase della nostra vita il Signore è con noi e
ci elargisce altri doni di grazia con gli altri
sacramenti.
A cura di Sara
Con questo nuovo anno il vicariato ha iniziato a
proporre un percorso formativo di tre incontri per i
genitori dei battezzandi, interessante partenza della
fede proprio a partire dall’affetto genitoriale.
Anagrafe parrocchiale
Rinati in Cristo
Clara Giustranti di Giuseppe e Donatella
Tornati al Padre
Rota Ninì
Pizzagalli Giulio
Locatelli Alessandra
anni 65
anni 86
anni 87
anni 65
11
Redazione: don Paolo, don Sergio, Mario, Giusi, Daniela, Roberta, Sara, Pierluigi, Maria, Mariolino, Vittorio
Foto: bambini battezzati nel 2015 a Corna e Locatello, festa di S. Antonio, S. Luigi, S. Giuseppe
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