che merita di essere riportata integralmente :
AL
CONSESSO / CHE D A L P O N T A N O SI A P P E L L A / E L E T T O
PATRIE
INTELLIGENZE
/
FAUTORE
MUNIFICO
E
S'APPIGLIA
LA
D'AFFETTO
/ L'AUTORE
GRATITUDINE
DI
/
PER
FIORE /
CUSTODE
PROFONDA E GENTIL DISCIPLINA / QUESTI CARMI
SOVRABBONDANTI
NOBILISSIMO
L'UMANITÀ
D'OGNI
/ POVERI
D'ARTE
CHE
AL
/ CON L A RIVERENZA D I DISCEPOLO
FIGLIO
/
INTITOLA
DELLE
/
PEGGIO
/ CON
FIDUCIOSO.
Del pari, a farci conoscere i teneri ricordi degli studi e delle
attinenze napoletane del nostro, può volere la lunga ed elaborata
epistola, in ottava rima, tutta riboccante di vivo affetto e sentita
gratitudine, che « il suo congiunto » indirizzò « a D. Giulio Minervini », da Napoli, il 3 marzo 1857 — come sembra prima di
lasciar l'alma mater dei suoi studi — « nel dedicargli il suo patetico libretto », cioè le Poesie varie che vennero alla luce, nella
stessa Napoli, dieci anni più tardi, nel 1867 \
Il giovane poeta comincia col magnificare gli studi severi
e l'alta fama conseguita dal dotto accademico napoletano, e
gli chiede venia, se osa intitolare a lui i modesti suoi canti, con i
quali non s'illude di acquistare la gloria, riserbata ai veri e grandi
poeti, ma solo per appagare un intimo bisogno del suo spirito,
desideroso di serbare il ricordo dei santi affetti e delle dolci sensazioni dell'età giovanile :
A te, Signor, che di onorati studi
Dotto cultor ti festi, e tra i recessi
Dell'arcano saper la via ti schiudi ;
A te, che di Pompei scrutar non cessi
L'opre vetuste, e ognor ti affanni e sudi,
Sempre vago di glorie e di successi,
Queste rime consacro e il vólo incerto
D'ingegno giovinetto ed inesperto.
Dimesso è il carme, nè desio mi punge
Di trarne alcun rinomo — io sul sentiero
Dell'alpestre Parnaso assai son lunge
Dalla meta, che splende al mio pensiero ;
1
F . M I N E R V I N I , Poesie varie. Napoli, 1867, p p . 3-5.
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