Introduzione
Quest’anno, come Consiglio della Città di Milano, abbiamo
pensato di farci guidare in questo periodo estivo dai Santi ed in
particolare ne abbiamo scelti alcuni fra quelli di cui le terre delle
Marche e dell’Umbria sono ricchi.
La parola che ci guiderà in questo percorso è: “Ecco, io vi mando
il grano, il vino nuovo e l’olio e ne avrete a sazietà;” Gioele 2,19.
Questa parola ci ricorda la generosità di Dio che non solo non fa
mancare mai il suo cibo spirituale, ma ce ne dona in
abbondanza.
Inoltre ci ricorda che è sempre Lui che dona, Lui è artefice di ciò
che abbiamo, ci riporta quindi all’umiltà di non credere che ciò
che abbiamo, anche di spirituale, sia solo merito nostro.
Queste ricchezze che Lui ci dona per questo periodo sono quindi
per noi rappresentate dall’abbondanza di Parole e meditazioni
che ogni giorno ci accompagneranno per tutta l’estate, delle
quali per gratitudine, come per tutti i doni preziosi, siamo
chiamati a fare buon uso: sforziamoci di essere fedeli sapendo
che, anche quando non ce la facciamo, comunque Lui resta
fedele.
In particolare la presenza dei Santi, come fratelli maggiori nella
fede, ci guiderà negli spazi del nostro cuore per scoprire la
chiamata di Dio a vivere nella sua Gloria: “Del resto, noi
sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio,
che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che
egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere
conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il
primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha
anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati;
quelli che ha giustificati li ha anche glorificati” Romani 8,28-30.
Infatti la Chiesa proclamandoli santi ce li ha indicati per
mostrarci come tutto quello che accade nella vita di chi ama Dio
1
(come siamo tutti noi) fa parte di un disegno misterioso che è
più grande di noi, attraverso il quale noi siamo continuamente
chiamati, come già loro hanno fatto prima di noi, a scoprire
l’immagine di Gesù che ci salva.
Chiediamo quindi la loro intercessione in questo cammino
perché non solo possiamo ascoltarli in quello che hanno da dire
al nostro cuore, ma anche possiamo chiedere la loro stessa fede
per accogliere e mettere in pratica, attraverso l’impegno che
ogni giorno ci viene proposto, i suggerimenti dello Spirito Santo
per la nostra vita.
Sante vacanze a tutti!
2
Settimana dal 28 giugno al 04 luglio 2015
San Giuseppe da Copertino
Giuseppe Desa nasce il 17 Giugno 1603 in una stalla, perché il padre, Felice,
custode del castello dei marchesi di Copertino, provincia di Lecce, si era dato
alla macchia per aver firmato troppe cambiali. Sua madre, Franceschina
Panaca, era una donna forte e rigorosa. L’ambiente inadatto per un bambino
lo fece crescere un po’ trasognato, tanto da meritargli il nomignolo di
“boccaperta” per essere rimasto incantato all’ascolto del suono dell’organo
durante le prove di canto. A sette anni fu mandato a scuola, ma dovette
presto lasciarla perché una malattia lo costringerà a letto per 5 anni. Un
giorno la mamma lo condusse presso il Santuario di Santa Maria delle Grazie,
nel vicino paese di Galatone. Ricevuta l’unzione con l’olio della lampada
votiva Giuseppe guarì all’istante e tornò a Copertino con le proprie gambe.
Sui 16 anni chiese di entrare tra i Frati Minori Osservanti ma fu giudicato
inadatto a tutto. Fu accettato come “fratello laico” tra i Cappuccini e inviato a
Martina Franca per l’anno di Noviziato, ma qualche mese dopo fu rimandato
perché “inetto a qualsiasi mansione”. Uscito dai Cappuccini, andò presso uno
zio Conventuale che lo avvisò della avvenuta morte del padre e dei soldati che
ora cercavano lui, come erede dei debiti da pagare. Per circa sei mesi restò
nascosto alla Grottella, una chiesetta dedicata alla Madonna. Gli zii, entrambi
francescani, mossi a compassione, gli concessero l’abito da terziario, che
godeva allora dell’immunità del “braccio secolare”: avrebbe fatto il servo in
quel convento di campagna. A 22 anni fu ammesso tra i “fratelli laici”, i frati
che emettono i voti ma non sono ammessi al sacerdozio, e fece il suo anno di
Noviziato sotto la guida dello zio. Studiava di nascosto e si esercitava anche di
notte. Gli zii, al vederlo così pieno di buona volontà, decisero di presentarlo ai
frati come possibile chierico. Fu presentato per ricevere gli Ordini Minori e
ricevette la prima tonsura il 3 gennaio 1627; si predispose poi a ricevere il
Diaconato. I candidati erano sottoposti ad un piccolo esame: leggere, cantare
e spiegare il Vangelo. Fra Giuseppe si era preparato al limite delle sue forze,
imparando a memoria il brano più breve dell’anno liturgico.
Nell’imprevedibilità del disegno divino il Vescovo aprì la Bibbia a caso e a Fra
Giuseppe capitò proprio quel Vangelo, che sapeva bene a memoria! Fu lodato
dal Vescovo anche per il suo buon canto e ricevette il Diaconato il 20 Marzo
1627. Rimaneva l’esame di ammissione al sacerdozio: i candidati erano 5. I
primi quattro conseguirono un buon risultato. Mentre stava per arrivare il
turno di Fra Giuseppe un messaggero portò un’ambasciata urgente al
Vescovo. La tensione del vescovo sugli esami si allentò e così pensò di
allargare anche all’ultimo candidato il giudizio positivo dato agli altri.
3
Giuseppe, che si ritenne “miracolato”, fu ordinato sacerdote il 28 Marzo
1628. Restò per dieci anni al Convento della Grottella, e fu un periodo ricco di
frutti spirituali, sia per Giuseppe, sia per i numerosi pellegrini e devoti che
ricorrevano a lui, “il Santo della Grottella”. Egli invitava tutti a ringraziare
Maria, a chiedere la sua materna intercessione, ad abbandonarsi con fiducia
tra le sue braccia. P. Giuseppe si distingueva per lo spirito di preghiera alla
quale dedicava molte ore del giorno: il Signore gli concesse doni straordinari
come estasi e levitazioni che confondevano l’umiltà del nostro santo, il quale
per parte sua evitava quanto più poteva di farsi vedere. Il popolo cominciò a
conoscere questi fenomeni e spesso il nostro frate si ritrovava con l’abito
tagliuzzato dai devoti; gli oggetti da lui usati facevano miracoli. Il P.
Provinciale pensò di mandarlo a visitare tutti i conventi della Provincia
religiosa per accrescere la devozione e la preghiera dei frati. Fu l’inizio della
sua Via Crucis. Fu accusato di messianismo, ma superò tutte le prove, perché
i suoi costumi e la sua dottrina erano ineccepibili. Fu trasferito in un
conventino appartato in Assisi, dove vivrà quindici anni: la sua giornata era un
lungo colloquio con Dio, culminante nella Celebrazione Eucaristica. Era nella
Messa che Dio mostrava in lui lo splendore della sua potenza. Giuseppe si
sollevava in alto, cadeva con la faccia a terra, ballava, piangeva, gridava. La
mattina del 23 Luglio 1653, al termine della Messa fu chiamato dal suo
superiore in portineria, dove lo attendeva l’Inquisitore generale dell’Umbria
che gli annunciava il suo trasferimento a Pietrarubbia, nelle Marche, nel
convento dei Cappuccini. La cella di P. Giuseppe diventò ben presto un luogo
di incontri spirituali in cui si trattavano argomenti di comune edificazione.
Grazie e miracoli erano profusi con dovizia. Ma anche questo periodo ebbe
termine. Il Vicario generale del Vescovo di Urbino arrivò a Pietrarubbia con
l’ordine di condurlo in altro luogo. Prima Fossombrone e infine Osimo tra i
suoi confratelli conventuali. Rifulgono nella figura di questo santo le
meraviglie che Dio opera con coloro che si consegnano completamente nelle
sue mani, sicuri della Provvidenza del Padre Celeste. Visse in Osimo e vi morì
il 18 settembre 1663: un quarto prima di mezzanotte il volto si illuminò e
concluse la sua vita terrena con un lungo e ineffabile sorriso. Sarà beatificato
il 24 febbraio 1753 da Benedetto XIV e dichiarato santo da Clemente XIII il 16
luglio 1767. Nella devozione cattolica viene chiamato il santo dei voli e gli
aviatori cattolici statunitensi lo venerano come loro protettore. Viene anche
indicato come il santo degli studenti, perché venne consacrato sacerdote
dopo il difficile superamento degli esami, considerato prodigioso per le
difficoltà da lui incontrate nonostante l'impegno profuso nello studio. Il corpo
di San Giuseppe da Copertino è custodito a Osimo nella cripta del santuario a
lui dedicato, in un'urna di bronzo dorato.
4
Domenica 28 giugno 2015
Cuore Immacolato di Maria
1ª lettura: Sap 1, 13-15; 2, 23-24
Salmo: Sal 29;
2ª lettura: Cor 8, 7.9.13-15
Vangelo: Mc 5, 21-43
LETTURA DA MEDITARE Marco 5, 21-43
E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli
si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo:
vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo
seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue
da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici… udito parlare
di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se
riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il
flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.. Dalla casa del
capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi
ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della
sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!»… egli, cacciati tutti fuori, prese
con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò
dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum»,
che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e
camminava; aveva infatti dodici anni.
Meditazione
“Talità kum”! Oggi queste parole sono rivolte a ciascuno di noi. Oggi
Gesù vuole entrare nella nostra sofferenza, nel nostro buio, nella
nostre morte. Ci prende per mano e ci inviata a sollevare lo sguardo
verso di Lui che ci dice “io ti dico ALZATI”!!
Impegno del giorno
Oggi desidero fare un gesto che possa ricordare quello che ha fatto la
donna emorroissa verso Gesù: toccarLo per essere guarita dalla mia
morte. Come posso toccare Gesù? Gesù si lascia toccare da noi
attraverso l’Eucarestia, l’Adorazione, la Riconciliazione, la Parola.
Allora scelgo una o più di queste modalità facendo largo tra tutte le
mie resistenze che mi impediscono di arrivare a Lui.
5
Lunedì 29 giugno 2015
Santi Pietro e Paolo
1ª lettura: Atti 12, 1-11
Salmo: Sal 33;
2ª lettura: 2Tim 4, 6-8.17.18
Vangelo: Mt 16, 13-19
LETTURA DA MEDITARE Atti 12, 1-11
In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della
Chiesa... fece arrestare anche Pietro... e lo gettò in carcere… Mentre
Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva
incessantemente a Dio una preghiera per lui… Ed ecco, gli si presentò
un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco
di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero
dalle mani. L'angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E
così fece. L'angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e
prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava
succedendo per opera dell'angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono
alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a
loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l'angelo si allontanò
da lui.
Meditazione
La preghiera ottiene! E la preghiera della Chiesa (comunità) è potente!
Addirittura il Signore Gesù manda i suoi angeli! Faccio memoria di
tutte quelle volte in cui gli angeli di Dio sono entrati nella mia vita e
hanno sciolto le mie catene. Ringrazio.
Impegno del giorno
Oggi voglio pregare per una persona, una situazione che mi sta a
cuore. Con fede, perché la preghiera ottiene.
6
Martedì 30 giugno 2015
SS. Protomartiri romani
1ª lettura: Gen 19, 15-29
Salmo: Sal 25;
Vangelo: Mt 8, 23-27
LETTURA DA MEDITARE Genesi 19, 15-29
In quei giorni, quando apparve l'alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo:
«Su, prendi tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere travolto
nel castigo della città di Sòdoma». Lot indugiava, ma quegli uomini presero
per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia
del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.
Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non
guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per
non essere travolto!»…. Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar,
quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra
zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle
con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot
guardò indietro e divenne una statua di sale. Abramo andò di buon mattino al
luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; contemplò dall'alto
Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva
dalla terra, come il fumo di una fornace. Così, quando distrusse le città della
valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre
distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.
Meditazione
Sodoma rappresenta il peccato. Lot viene invitato ad uscire, ma indugia… un
po’ come noi quando facciamo fatica a lasciare una situazione che sappiamo
non ci fa bene ma che tutto sommato ci è comoda. Quegli uomini lo
conducono fuori, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui.
Fuggi, non voltarti indietro per non essere travolto. Gesù fa lo stesso grande
atto di misericordia verso di me oggi, ora. Vuole condurmi fuori dal peccato.
Impegno del giorno
Cerco di individuare la mia Sodoma di oggi dalla quale devo uscire, con
coraggio, affidandomi alla misericordia di Dio e senza voltarmi indietro, per
non restare pietrificato, come la moglie di Lot!
7
Mercoledì 1 luglio 2015
Beato Antonio Rosmini
1ª lettura: Gen 21, 5.8-20
Salmo: Sal 33;
Vangelo: Mt 8, 28-34
LETTURA DA MEDITARE Genesi 21, 5.8-20
Abramo aveva cento anni, quando gli nacque il figlio Isacco…ma Sara vide che
il figlio di Agar l'Egiziana, quello che essa aveva partorito ad Abramo,
scherzava con il figlio Isacco. Disse allora ad Abramo: «Scaccia questa schiava
e suo figlio…». La cosa dispiacque molto ad Abramo per riguardo a suo figlio.
Ma Dio disse ad Abramo: «Non ti dispiaccia questo, per il fanciullo e la tua
schiava: ascolta la parola di Sara in quanto ti dice, ascolta la sua voce, perché
attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe. Ma io farò diventare una
grande nazione anche il figlio della schiava, perché è tua prole».
Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad
Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Essa
se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l'acqua dell'otre era
venuta a mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a
sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco, perché diceva: «Non voglio
veder morire il fanciullo!». Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e
pianse. Ma Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal
cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del
fanciullo là dove si trova. Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché
io ne farò una grande nazione».
Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo d'acqua. Allora andò a riempire
l'otre e fece bere il fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel
deserto e divenne un tiratore d'arco.
Meditazione
Quando tutto ci sembra perduto, in realtà la nostra causa è sempre davanti
agli occhi di Dio. Nel suo amore non si perde neanche una delle nostre parole.
Come il fanciullo, anche noi possiamo alzare la voce (=intensificare la nostra
preghiera) certi della risposta di Dio.
Impegno del giorno:
Oggi mi impegno a vincere lo scoraggiamento
8
Giovedì 2 luglio 2015
S. Ottone
1ª lettura: Gen 22, 1-19
Salmo: Sal 114;
Vangelo: Mt 9, 1-8
LETTURA DA MEDITARE Genesi 22, 1-19
In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Prendi tuo figlio, il tuo
unigenito che ami, Isacco, va' nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di
un monte che io ti indicherò»… arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato;
qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose
sull'altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per
immolare suo figlio. Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse:
«Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L'angelo disse: «Non stendere la
mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi
hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito»…Abramo chiamò quel luogo "Il
Signore vede"; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere». L'angelo
del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per
me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai
risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò
molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia
che è sul lido del mare;… perché tu hai obbedito alla mia voce».
Meditazione
“Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo
unigenito”.
Sono disposto a sacrificare il mio tutto per il TUTTO di Dio? Mi fido di
Lui fino a questo punto? Lo amo così profondamente? Sono pronto a
rispondere “Eccomi” come fa Abramo?
Impegno del giorno
Oggi cerco di considerare che tutto ciò che penso sia mio (mio
marito/moglie, i miei figli, i miei genitori, i miei amici ma anche il mio
prestigio, il mio lavoro, il mio successo, le mie cose…etc.) in realtà non
mi appartiene, ma è un dono gratuito. E per questo ringrazio.
9
Venerdì 3 luglio 2015
San Tommaso Apostolo
1ª lettura: Ef 2, 19-22
Salmo: Sal 116;
Vangelo: Gv 20, 24-29
LETTURA DA MEDITARE Efesini 2, 19-22
Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei
santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei
profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù.
In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo
nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare
abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
Meditazione
Cosa significa essere “familiare di Dio”?
Il Signore desidera diventare per me “più intimo del mio intimo”…
sono disponibile a coinvolgermi con Lui così nel “profondo”?
Impegno del giorno
Oggi voglio curare lo Spirito Santo presente in me che mi fa abitazione
di Dio. Lo invocherò spesso e in ogni occasione durante la giornata,
ripetendo nella mia anima “Vieni Spirito Santo”!
10
Sabato 4 luglio 2015
Santa Elisabetta del Portogallo
1ª lettura: Gen 27, 1-5.15-29 Salmo: Sal 134;
Vangelo: Mt 9, 14-17
LETTURA DA MEDITARE Genesi 27, 1-5.15-29
Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più.
Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il
giorno della mia morte. Ebbene, prendi le tue armi, va’ in campagna e caccia
per me della selvaggina. Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io
lo mangerò affinché possa benedirti prima di morire». Ora Rebecca ascoltava,
mentre Isacco parlava al figlio Esaù… Rebecca prese i vestiti più belli del figlio
maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio
minore, Giacobbe…Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe il piatto e il pane
che aveva preparato. Così egli venne dal padre e disse..:” Io sono Esaù il tuo
primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato… Allora Isacco disse:” Servimi
perché possa mangiare della selvaggina di mia figlio e ti benedica… Avvicìnati
e baciami, figlio mio!». Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco lo benedisse…
Meditazione
Giacobbe ed Esaù sono fratelli gemelli, anche se molto diversi tra loro. Esaù è
il primogenito e gli spettano di diritto l’eredità e la benedizione di Isacco. Esaù
è un cacciatore, mentre Giacobbe ha un animo sensibile e passa molto tempo
con la madre Rebecca. Tiene moltissimo alla benedizione di Isacco, tanto da
arrivare a farsela cedere dal fratello per una minestra di lenticchie. Esaù, al
contrario, dimostra di disprezzarla, preferendo una minestra che gli ha dato
un sollievo momentaneo. La Parola che abbiamo letto si svolge alcuni anni
dopo questa “vendita tra Esaù e Giacobbe”. Giacobbe con l’inganno riceve la
benedizione di Isacco, che contiene la promessa di Dio di una discendenza
numerosa come le stelle. Prima con il ricatto e poi con l'inganno, Giacobbe
diventa il nuovo capo del clan ed eredita la promessa fatta da Dio ad Abramo.
Dio, accettando l'azione non troppo limpida di Giacobbe, vuole dimostrare
che il suo progetto di salvezza è affidato a chi lo apprezza e non a chi si basa
solo sui propri diritti umani. La salvezza è un dono e come tutti i doni viene
offerta a chi sa accoglierla. Ed io, in chi mi riconosco? Esaù o Giacobbe?
Impegno del giorno
Oggi voglio soffermarmi sulle mie azioni quotidiane e chiedermi se quello che
sto facendo può aiutarmi per la salvezza.
11
Settimana dal 5 all’11 luglio 2015
San Nicola da Tolentino
Attorno al 1275 fu destinato stabilmente al convento dei Frati
Eremitani di S. Agostino in Tolentino, che si veniva strutturando
proprio allora, un giovane frate, da poco sacerdote, già con la fama di
un grande uomo di Dio, di grande pietà, di aspre penitenze, di intensa
preghiera, di grande disponibilità nel servizio delle anime, persino
favorito dal dono di introspezione delle anime, di manifestazioni
mistiche e anche di prodigiosi miracoli. Si chiamava Nicola, aveva circa
trent’ anni, era nato a Sant'Angelo in Pontano, nel 1245, e resterà a
Tolentino fino alla morte, avvenuta nel 1305. Il Convento di Tolentino,
e anche lo stesso Ordine Agostiniano, stavano consolidando le ossa
proprio allora, e indubbiamente la figura di questo santo, pur così
nascosto ed umile, ha costituito un punto fermo nella crescita dell'uno
e dell'altro. Dopo la sua morte il complesso non verrà più dedicato a S.
Agostino, ma a S. Nicola e diventerà punto di riferimento della grande
devozione che si diffonde ben presto in tutto il mondo. Il processo di
canonizzazione si celebrerà a pochi anni dalla sua morte (1325) e il suo
sepolcro verrà ornato con una serie di dipinti che danno testimonianza
della sua vita e del culto verso di lui, culto che era collegato anche al
legame con l'aldilà e alla speranza della vita futura, dato che egli era,
fra
l'altro,
il
patrono
delle
anime
del
Purgatorio.
In un tentativo di trafugamento delle braccia, perpetrato in epoca
imprecisata, avvenne qualcosa che stimolò ancora di più il culto
sempre così legato a fatti sensazionali: gli furono amputate le braccia,
ma queste presero a versare tanto sangue fluido e fresco, che il
tentativo fallì e quelle braccia divennero a loro volta oggetto di culto,
dato anche il fatto che allora il corpo fu celato e sepolto sotto terra.
12
La devozione di S. Nicola nel mondo è stata sempre legata al segno dei
panini benedetti che egli aveva mangiato dietro suggerimento della
Madonna che, apparsa in visione, gli aveva assicurato: «Chiedi in
carità, in nome di mio Figlio, un pane. Quando lo avrai ricevuto, tu lo
mangerai dopo averlo intinto nell’acqua, e grazie alla mia
intercessione riacquisterai la salute». Il santo non esitò a mangiare il
pane ricevuto in carità da una donna di Tolentino, riacquistando così la
salute, guarendo repentinamente da una malattia mortale. Da quel
giorno san Nicola prese a distribuire il pane benedetto ai malati che
visitava, esortandoli a confidare nella protezione della Vergine Maria
per ottenere la guarigione dalla malattia e la liberazione dal peccato.
Egli è il patrono delle anime del Purgatorio, della Chiesa universale nei
problemi riguardanti l'ecumenismo; inoltre è efficacemente invocato
dalle puerpere, sulle difficoltà dell'infanzia e dello sviluppo e in genere
in ogni difficoltà. L'abbondanza di grazie e di miracoli stanno a indicare
che la sua intercessione non lascia indietro nessuno.
13
Domenica 5 luglio 2015
S. Antonio Maria Zaccaria
1ª lettura: Ez 2,2-5
Salmo: Sal 122
2 ª lettura 2Cor 12,7-10
Vangelo: Mc 6,1-6
LETTURA DA MEDITARE Marco 6, 1 - 6
E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi
ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù
andava attorno per i villaggi, insegnando.
Meditazione
Gesù oggi ci dice : increduli! Senza Credo. Eppure tutte le volte che
recitiamo il Credo a Messa professiamo la nostra fede dicendo :
“Credo in Dio Padre Onnipotente!.... in Gesù Cristo… nello Spirito
Santo..” Chi non è solito recitare il credo perché non va a Messa può
riflettere con noi sull’importanza di questa professione. Diciamo a Dio
che è Lui l’Onnipotente, può tutto. Noi siamo abituati a dare onore ai
potenti della terra, ma Lui può, come dice San Paolo, “più di quanto
noi possiamo domandare o sperare”. Allora perché farci rimproverare
per la mancanza di fiducia? Il Vangelo ci dice anche che non poteva
operare nessun prodigio, ma allora, forse, i prodigi non avvengono
perché non credo!!!
Impegno del giorno
Santifico la Festa, vado a Messa, recito con attenzione il CREDO.
Chiedo un miracolo con la fiducia di ottenerlo, sapendo che i Suoi
tempi non sono i miei!!
14
Lunedì 6 luglio 2015
S. Maria Goretti
1ª lettura: Gen 28, 10-22.
Salmo: Sal 90
Vangelo: Mt 9, 18-26
LETTURA DA MEDITARE SALMO 90
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido». Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla
peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali
troverai rifugio.
Meditazione
Il nascondiglio è il luogo dei deboli, dei codardi che non hanno voglia di
lottare, di esigere da se stessi. Il peccatore si nasconde nei suoi peccati
per paura di essere scoperto. Il rifugio, invece, è il luogo di chi ha
voglia di lottare, ma, stanco, vuole un posto dove riprendersi per
ricominciare a combattere. Così come per lo scalatore, a metà del
cammino, c’è il rifugio, per noi c’ è Dio. Dobbiamo invitare gli altri nella
rocca del nostro rifugio. Non c’è una sofferenza della vita che il sangue
di Gesù non possa purificare, guarire. Noi beviamo il sangue di Gesù
tutte le volte che ci comunichiamo. A volte siamo così terrorizzati che
non usciamo dal nascondiglio, che può essere la stanchezza, l’apatia,
l’avarizia. Gesù ci invita a passare nel suo rifugio. La pace che Gesù ci
dà non è assenza dei problemi e delle tribolazioni, ma la presenza di
Dio stesso. La sua SHALOM!
Impegno del giorno
Entro in una Chiesa, cerco il Crocifisso e resto a guardarlo per almeno
5 minuti. E’ il mio rifugio sicuro.
15
Martedì 7 luglio 2015
SS. Edda e Claudio
1ª lettura: Gen 32, 23-32
Salmo: Sal 16
Vangelo: Mt 9, 32-38
LETTURA DA MEDITARE SALMO 16
Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido. Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
Dal tuo volto venga per me il giudizio, mostrami i prodigi della tua
misericordia, tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.
Meditazione
Dio salva dai nemici chi si affida a Lui. Mentre leggiamo queste parole
sicuramente abbiamo un elenco di nemici da presentare così lungo che
forse ci ha distratto dalla preghiera. Eppure il salmo poco prima dice:
mostrami i prodigi della tua misericordia. Il prodigio della sua
misericordia è sì salvarci dal nemico ma dal nemico numero 1 della
nostra vita il Diavolo. Il diavolo esiste, si traveste e nasconde in tanti
modi. Amuleti, oroscopi, portafortuna, filosofie, riti, incensi. Droghe,
alcool, sesso, pornografia…
Impegno del giorno
Cerco ed elenco i miei idoli e le mie “dipendenze”. Mi confesso. Chi
non fosse nelle condizioni spirituali per confessarsi può ugualmente
pregare per la liberazione da tutto ciò che lo separa da Gesù.
16
Mercoledì 8 luglio 2015
SS. Adriano e Priscilla
1ª lettura: Gen 41, 55-57; 42, 5-7. 17-24
Salmo: Sal 32
Vangelo: Mt 10, 1-7.
LETTURA DA MEDITARE SALMO 32
Lodate il Signore con la cetra,con l'arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate. Ma il disegno del Signore
sussiste per sempre,i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Meditazione
“Chi canta prega due volte” diceva Sant’Agostino. Uno dei grandi
predicatori contemporanei dice che il demonio non sa cantare. Ecco
perché DOBBIAMO cantare e cantare ad alta voce!! Forse non
abbiamo un canto nuovo, non c’è nessuna novità per cui mi verrebbe
voglia di cantare ma… ma il motivo o meglio il lite motiv della vita è
Lui, Gesù Risorto!
Impegno del giorno
Cerco di cantare, qualsiasi cosa capiti.
17
Giovedì 9 luglio 2015
Sant’Agostino Zhao Rong
Compagni martiri cinesi
1ª lettura: Gen 44, 18-21. 23-29; 45, 1-5
Salmo: Sal 104
Vangelo: Mt 10, 7-15.
LETTURA DA MEDITARE SALMO 104
Davanti a loro mandò un uomo, Giuseppe, venduto come schiavo.
Il re mandò a scioglierlo il capo dei popoli lo fece liberare; lo costituì
signore del suo palazzo, capo di tutti i suoi averi.
Meditazione
La storia di Giuseppe è una storia molto particolare. Giuseppe fu
venduto come schiavo per gelosia. Da quella schiavitù Dio fece
nascere, dopo generazioni, Mosè, che liberò il popolo d’Israele.
Osservando la storia della salvezza notiamo che spesso accadevano e
accadono cose che all’apparenza sono un vero disastro o un grande
impedimento. “Ogni impedimento porta un giovamento!” E’ così, gli
occhi di Gesù sono già nel futuro della nostra vita. Siamo già stati
salvati. E’ questa la verità, sono salvo! Anche noi siamo a capo dei suoi
averi, come dice il salmo, la sua eredità è la vita vera e piena sulla terra
e la gioia dell’Eternità.
Impegno del giorno
Oggi offro preghiere, se posso il Santo Rosario, per i miei nemici, che
non sono miei, ma di Dio, in quanto io gli appartengo.
18
Venerdì 10 luglio 2015
SS. Felicita e Silvana
1ª lettura: Gen 46, 1-7. 28-30;.
Salmo: Sal 36
Vangelo: Mt 10, 16-23
LETTURA DA MEDITARE SALMO 36
Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore.
Sta' lontano dal male e fa' il bene e avrai sempre una casa.
Perché il Signore non abbandona i suoi fedeli. La salvezza dei giusti
viene dal Signore: nel tempo dell'angoscia è loro fortezza. Il Signore li
libera dai malvagi e li salva, perché in lui si sono rifugiati.
Meditazione
Cerca la gioia nel Signore! Che verità. L’uomo nasce per la gioia, è
creato per la felicità. Lo sappiamo bene perché siamo sempre alla
ricerca della gioia, ma cerchiamo una gioia che passa e subito dopo
un’altra e via dicendo. Gesù non ci offre una gioia che passa, ecco
perché a volte attraversa il dolore. “Il Signore non abbandona i suoi
fedeli!” Stiamo saldi nella fede come dice San Paolo, solo restando
fedeli potremo gustare una gioia che è indescrivibile. Torna il rifugio
che già abbiamo meditato. Stiamo lì, nel Cuore di Gesù che è il nostro
rifugio. Restiamo fermi nelle decisioni prese per Gesù.
Impegno del giorno
Se non abbiamo preso ancora un impegno per Gesù, non gli ho donato
del tempo o altro, lo facciamo oggi e uniamo a ciò una frase da
ripetere più volte al giorno come giaculatoria “GESU’ CONFIDO IN TE”.
19
Sabato 11 luglio 2015
San Benedetto abate
patrono d’Europa
1ª lettura: Pr 2, 1-9;
Salmo: Sal 33
Vangelo: Mt 19,27-29.
LETTURA DA MEDITARE SALMO 33
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni
mia paura mi ha liberato. Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia. Ma a chi cerca il Signore non manca
alcun bene.
Meditazione
I nostri nonni dicevano: “ la paura la fa da padrona!”, ma abbiamo
imparato che: “la paura ha bussato alla porta, ha aperto la FEDE, non
c’era più nessuno.” In realtà la paura è anche uno stato d’animo utile,
perché se non avessimo paura ci metteremmo in pericolo spesso. Solo
che abbiamo paura delle cose sbagliate. Sbagliamo il bersaglio,
pecchiamo. Dobbiamo aver paura del male, del peccato, di non andare
in Paradiso.
Impegno del giorno
Cerco qualcuno da aiutare concretamente. La carità porta in
cielo. Forse mio marito, mio figlio, mia figlia. Il più vicino è il
prossimo, la periferia della mia vita.
20
Settimana dal 12 al 18 luglio 2015
San Serafino da Montegranaro
San Serafino nacque nel 1540 a Montegranaro nelle Marche, da Girolamo
Rapagnano e da Teodora Giovannuzzi, di umili condizioni, ma cristiani
ferventi. A causa della povertà familiare, lavorò per un certo tempo in
qualità di garzone presso un contadino alla custodia del gregge. A 18 anni
bussò alla porta del convento di Tolentino. Dopo alcune difficoltà, fu
accolto come religioso fratello nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini e
fece noviziato a Jesi.
Peregrinò, si può dire, per tutti i conventi delle Marche, perché,
nonostante la buona volontà e la massima diligenza che poneva
nell'espletamento dei compiti che gli venivano affidati, non riusciva ad
accontentare né superiori, né confratelli, che non gli risparmiarono
rimproveri. Ma egli dimostrò sempre tanta bontà, povertà, umiltà,
purezza e mortificazione. Negli uffici che esercitò di portinaio e di
questuante, a contatto con i più svariati ceti, sapeva trovare parole
opportune e squisita delicatezza di sentimenti per condurre le anime a
Dio. Nel 1590 San Serafino si stabiliva definitivamente ad Ascoli Piceno.
La città si affezionò talmente a lui che nel 1602, essendosi diffusa la
notizia di un suo trasferimento, le autorità scrissero ai superiori per
evitarlo. Vero messaggero di pace e di bene, esercitava infatti un influsso
grandissimo presso tutti i ceti e la sua parola riusciva a comporre
situazioni allarmanti, ad estinguere odi inveterati e ad infervorare alla
virtù. Era uomo di preghiera, umiltà, penitenza, lavoro e pazienza, tanta
pazienza, perché i rimproveri per lui erano sempre abbondanti. E Dio si
incaricò di aiutarlo supplendo alle sue capacità, in cucina, alla porta,
nell'orto, alla questua, con i miracoli, l'introspezione dei cuori, il dono di
saper confortare tutti in maniera inimitabile. Da parte sua rimase sempre
contento di amare Dio conoscendo e studiando due soli libri: il crocifisso e
la corona del rosario. Aveva 64 anni e già la fama della sua santità si
diffondeva per Ascoli, quando egli stesso chiese con insistenza il viatico,
mentre nessuno credeva alla sua prossima fine. La morte lo colse il 12
ottobre 1604. Dopo spirato, semplice anche nella morte, la voce del
popolo, che lo diceva santo, giunse anche alle orecchie del Papa, Paolo V,
il quale autorizzò l'accensione di una lampada sulla sua tomba.
Fu canonizzato da Clemente XIII il 16 luglio 1767.
21
Domenica 12 luglio 2015
S. Giovanni Gualberto abate
1ª lettura: Am 7, 12-15 Salmo: Sal 84
2 ª lettura: Ef 1, 3-14
Vangelo: Mc 6, 7-13
LETTURA DA MEDITARE Marco 6, 7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a
due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non
prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca,
né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due
tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi
finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero
e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri
piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che
la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio
molti infermi e li guarivano.
Meditazione
Immediatamente prima del brano in esame, abbiamo la visita di Gesù
a Nazaret, a casa sua. In questo racconto assistiamo ad un brusco
cambiamento della folla: prima lo acclamava come un eroe, un
liberatore, ora gli è ostile, qui, a casa sua, tra i suoi parenti e amici,
diventa motivo di scandalo, è disprezzato tanto che non potrà
compiere prodigi. Si allontana quindi dalla sua città ma continua ad
insegnare. Gesù in questo brano chiama i suoi discepoli e li manda in
missione incaricandoli di guarire e liberare da spiriti impuri, ma
soprattutto di invitare gli uomini alla conversione. Questo è ciò che
Gesù chiede anche a noi: essere in missione significa testimoniare il
nostro credo, il nostro amore per Gesù senza tanti paroloni, con
semplicità, nella nostra quotidianità. In famiglia, al lavoro, per strada.
Spiegare con le nostre azioni ciò che Gesù ha fatto e continua a fare
per noi.
Impegno del giorno
Cercherò di essere coerente anche rischiando di essere motivo di
scandalo. Inviterò un mio fratello a partecipare a Messa.
22
Lunedì 13 luglio 2015
S. Enrico Imperatore
1ª lettura: Es 1, 8-14.22
Salmo: Sal 123
Vangelo: Mt 10, 34-11.1
LETTURA DA MEDITARE Matteo 10, 34-11.1
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia
venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma
spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da
sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno
quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o
figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e
non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria
vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la
troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui
che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà
la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto,
avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo
bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo,
in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa»…
Meditazione
In questi versetti Gesù, con parole incisive, esorta i suoi discepoli a
scegliere se sono disposti, come Lui, ad affrontare le ostilità, le
sofferenze, in una parola ad andare contro l’opinione pubblica per Lui.
Gesù in questo brano chiede anche a noi se siamo disposti a cambiare
la nostra vita, se vogliamo metterlo come principio di ogni nostro agire
e pensare, sradicandoci dalle nostre sicurezze fino a mettere in
discussione i legami più cari, i nostri parenti. Siamo disposti a lacerare
quella pace “indifferente” che accettiamo per il quieto vivere?
Impegno del giorno
Oggi farò una scelta, anche piccola, ma significativa per abbattere una
mia abitudine mondana.
23
Martedì 14 luglio 2015
S. Camillo de Lellis
1ª lettura: Es 2, 1-15
Salmo: 68
Vangelo: Mt. 11, 20-24
LETTURA DA MEDITARE Matteo 11, 20-24
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era
avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano
convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e
a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già
da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero
convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne
saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse
innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma
fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa
esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra
di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Meditazione
In questo brano Gesù mette in guardia le città che sono state
testimoni dei suoi miracoli. La folla ha cercato la Sua presenza
accogliendo i Suoi prodigi e le guarigioni quasi come un diversivo per
parlare di qualcosa di straordinario per un po’ di tempo, poi tutto
torna alla normalità. La gente non è andata oltre i fatti, non ha “chiuso
il cerchio”, in sostanza non ha scelto di convertirsi a Gesù. La sorte di
queste città scelte sarà peggiore di quelle che non l’hanno incontrato.
Così anche noi che siamo stati scelti, che abbiamo ascoltato la parola,
siamo invitati a dire SI a Gesù.
Impegno del giorno
Oggi invoco la forza dello Spirito Santo che mi aiuti nella mia scelta,
domandando l’intercessione di Maria Santissima.
24
Mercoledì 15 luglio 2015
S. Bonaventura
1ª lettura: Es 3, 1-6.9-12
Salmo 102
Vangelo: Mt 11, 25-27
LETTURA DA MEDITARE Matteo 11, 25-27
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì,
o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se
non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale
il Figlio vorrà rivelarlo».
Meditazione
In questa preghiera Gesù ci invita a cercare di comprendere il
profondo legame che c’è tra Lui e il Padre, un legame unico. Gesù
parlando con il Padre ci dimostra che anche noi siamo Suoi figli,
invitandoci a diventare Suoi discepoli. In questa lode Gesù ci fa capire
come questa rivelazione sia accessibile ai “piccoli” cioè a chi si affida a
Gesù con il cuore. Chi ha un cuore di bambino, anche se non
comprende tutto, si abbandona tra le braccia del genitore perché
confida ciecamente che ogni sua decisione è per il suo bene.
Impegno del giorno
Oggi chiedo la grazia a Maria Santissima di imparare, come lei, ad
essere umile e piccolo di cuore.
25
Giovedì 16 luglio 2015
B.V. Maria del Monte Carmelo
1ª lettura: Es 3, 13-20
Salmo 104
Vangelo: Mt 11, 28-30
LETTURA DA MEDITARE Matteo 11, 28-30
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e
umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti
è dolce e il mio peso leggero».
Meditazione
Questa Parola dovrebbe esserci di grande conforto. La Parola di Dio
non è una parola, ma un fatto. Qualcosa che accade veramente, che si
incarna, se noi crediamo nella Sua Onnipotenza ed efficacia. Eppure,
quando ci sentiamo stanchi, affaticati e oppressi, sovente non
andiamo a cercare ristoro nella Parola di Dio. Non ci lasciamo
confortare dal Suo Verbo, che produce in noi ciò che dice. E, ancora di
più, quando siamo nella prova non riteniamo che il giogo sia leggero…
Ma perché siamo così restii a credere? A lasciarci fare dall’amore di
Dio? Probabilmente perché non siamo umili di cuore. Non ci facciamo
piccoli come bimbi in braccio alla mamma. Continuiamo a lamentarci e
a voler risolvere le difficoltà da soli. Non ci abbandoniamo alle
promesse di Cristo.
Impegno del giorno
Dopo aver letto questa Parola prenderò la decisione di credere che ciò
che promette Dio è vero, così avviene se faccio lo sforzo di essere
umile. Dico SI, Signore, io credo che la Tua Parola è efficace e fa quello
che dice. Mi abbandono a Te, anche se la mia ragione fa fatica lo
proclamo con la bocca e lo ripeto continuamente: Credo nelle Tue
promesse!
26
Venerdì 17 luglio 2015
S. Alessio
1ª lettura: Es 11,10-12,14 Salmo 115
Vangelo: Mt 12, 1-8
LETTURA DA MEDITARE: Matteo 12, 1-8
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi
discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello
che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i
suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani
dell'offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli
sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel
tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi
è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi:
"Misericordia io voglio e non sacrifici", non avreste condannato persone
senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
Meditazione
Ancora una volta, Gesù, tu poni davanti alla legge l’amore che è fatto anche di
logica e di buon senso. Induci gli uomini della legge a mettersi in discussione
davanti a qualcosa che è stato stabilito dall’uomo stesso, dalla tradizione, dal:
“si è sempre fatto così”. Quante volte anche noi invece di amare, di cambiare,
di perdere, cerchiamo di tenere strette le nostre abitudini, le convenienze, in
modo da non essere troppo disturbati dalla novità, da ciò che ci mette in
discussione e ci spinge a rivedere le situazioni e le persone dal punto di vista
dell’altro, dal punto di vista del dono di me all’altro. Quando ci mettiamo sul
piano dell’amore ci dobbiamo confrontare con l’amore di Dio Padre verso di
noi. Quanta pazienza, misericordia, aiuto, perdono, riceviamo noi
continuamente, ogni giorno…Siamo capaci di restituire almeno un granello di
senape?
Impegno del giorno
Oggi cerco di individuare i miei egoismi, le mie mancanze d’amore. Dove
cerco di risparmiarmi? Dove mantengo la mia posizione senza essere disposto
ad “amare in perdita”, così come Gesù fa per me ogni giorno? Concretamente
farò un piccolo passo verso la persona con la quale manco maggiormente di
carità.
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Sabato 18 luglio 2015
S. Arnolfo
1ª lettura: Es 12, 37-42
Salmo 135
Vangelo: Mt 12, 14-21
LETTURA DA MEDITARE Matteo 12, 14-21
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo
morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed
egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che
era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».
Meditazione
Signore Gesù, tu davanti all’ingiustizia, alla calunnia, alla prospettiva del
Calvario e della Croce poni davanti il nostro bene, ovvero il compimento della
volontà di Dio per la nostra salvezza. Sai cosa sta per accadere eppure
continui a chinare la testa ed obbedire. Continui a fare del bene (“li guarì
tutti”) a coloro che tra poco ti tradiranno gridando Barabba. Quante volte
anche noi ci comportiamo allo stesso modo. Prendiamo da te il bene, le
grazie, le guarigioni, e poi, appena sopraggiunge una prova, siamo pronti a
“rinnegarti”, a lamentarci, arrogandoci il diritto di sapere cosa è bene per noi.
Rifiutando di fare la Tua volontà.
Impegno del giorno
Oggi la mia preghiera e la mia volontà saranno indirizzate ad accettare la
volontà di Dio, sul serio. A dire Fiat, “si”, a tutto ciò che non mi piace, sia nel
passato che nel presente. Chiedendo la grazie a Dio della vera sottomissione a
Lui, mio Padre Onnipotente e Misericordioso.
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Settimana dal 19 al 25 luglio 2015
S. Giacomo della Marca
(predicatore itinerante, famoso per la cultura letteraria e preparazione
giuridica e per la santità della vita, raffigurato con il bastone del cammino e
l’ostensorio del sangue di Gesù da cui fuoriesce un serpente a significare il
veleno con cui fu attentata la sua vita; per grazia il suo scheletro è rimasto)
I “casi” della vita, le doti, le delusioni, la scoperta della vocazione
Ultimo di una numerosa famiglia contadina, a sei anni comincia a
pascolare il gregge. Per ripararsi da un lupo, si rifugia da uno zio che gli
insegna a leggere e scrivere e così si scoprono le sue capacità ed a 13
anni va a studiare, prima ad Ascoli, poi a Perugia ed infine a Firenze
dove lavora nel tribunale locale come giudice e presso il Comune. La
disonestà diffusa gli fa chiedere di ritirarsi nella Certosa di Firenze, ma
il priore gli consiglia prima un periodo di riflessione. In seguito passa
dalla Porziuncola e si sente attratto da S Francesco. Viene accolto
nell’ordine a 23 anni e ordinato sacerdote a 27. Qualche mese dopo è
incaricato di pronunciare un sermone in onore di S. Antonio e stupisce
tutti, così lo lanciano sui pulpiti e comprende la sua vocazione di
predicatore itinerante. Dotato di un’incredibile memoria e di un vigore
eccezionale, benché spesso afflitto da disturbi sempre più mordaci, è
attivo non solo in Italia, ma anche all’estero (inviato dal Papa in
Ungheria). Attentano alla sua vita in diversi modi, anche usando del
veleno (esiste ancora il calice della Messa utilizzato) oppure
assoldando dei sicari, che però falliscono, oppure si convertono.
Dovendo occuparsi durante la giornata della predicazione e di
accogliere autorità e gente semplice, dedica la notte alla preghiera con
la Bibbia ed allo studio, da dove trae dottrina ed esempi da utilizzare
nelle prediche.
Carismi
Predicazione: diceva che il predicatore deve usare un linguaggio
piacevole, cioè deve essere ogni tanto ridente e dolce, per attrarre.
Predica soprattutto contro i vizi (magia, superstizione, furto, lussuria,
avarizia-usura), contro gli eretici e a favore della pace e concordia tra
parenti, città, famiglie. Le argomentazioni non sempre raggiungono lo
scopo ed allora parla a lungo della passione di Gesù e solo dopo avere
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commosso gli ascoltatori ormai pentiti, parla della necessità di
perdonare per amore di Gesù. Contro gli eretici, ha comunque sempre
lo scopo della conversione e l’azione è basata sulle disposizioni
ecclesiastiche (ci ricorda il pilastro ecclesiale presente nello Statuto del
Movimento). Oltre l’intervento propone sempre un percorso di
“recupero”, cioè un periodo di convalescenza ed una cura di
mantenimento. Ad un omicida ,che dopo una predica si pentì, disse di
chiedere perdono ai familiari e di risarcire gli eredi, ad un altro di
vivere in perpetua penitenza e di fare elemosine in suffragio del
defunto.
La sua fama di predicatore si diffonde per la facilità di parola, la
profondità di contenuto, l’opportunità di intervento nelle questioni
morali, personali e sociali. I frutti sono molteplici: le leggi comunali
cominciano a prevedere la proibizione dei giochi d’azzardo che
riducevano le famiglie sul lastrico, la proibizione dell’usura e lo
sfruttamento dei poveri, norme sulla sicurezza sociale, norme per
calmierare i prezzi dei generi di largo consumo, ricompone i dissidi
sulle tasse, stabilisce i confini tra diversi comuni, contrasta la pedofilia
ed il lusso sfrenato. Fonda il Monte di Pietà de l’Aquila (“banchiere”).
Paciere: è intervenuto spesso nei litigi e nelle guerre tra città, tra
famiglie e nelle famiglie stesse, cominciando a cambiare le quotidiane
cattive abitudini, per cui tra vicini e famigliari non ci si saluta o si parla
male gli degli altri.
Testimone: la sua vita trascinava, entusiasmava diversi altri che dopo
una predica o dopo avergli parlato o seguendolo per qualche tempo,
scoprirono la loro vocazione religiosa. A Ferrara il padre di una
giovane, noto giurista, disse: “la colpa è delle prediche di fra Iacomo.
Dopo di lei (la figlia primogenita) altre tre sono entrate li!”
Carismatico: la grazia di Dio si manifestò anche con miracoli che egli
attribuiva sempre alla potenza del santo Nome di Gesù; diceva: ”il
Nome di Gesù contiene tutte le grazie, scaccia tutte le tentazioni e
opera tutti i miracoli.” A Macerata durante la domenica delle Palme
del 1426, mentre predicava, una giovane diciottenne, nata sorda e
muta, si mise a gridare: ”Gesù, Gesù”. La lista è lunga; malati risanati
da: lebbra, cancro, febbre, piaghe, cecità, donne sterili, gente sfuggita
ad attentati, liberata da tentazioni, infestazioni del nemico di Dio.
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Domenica 19 luglio 2015
S. Arsenio il Grande, eremita
1ª lettura: Geremia 23, 1-6 Salmo: 22
2 ª lettura: 2,13-18
Vangelo: Marco 6,30-34
LETTURA DA MEDITARE Marco 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono
tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli
disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e
riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano
e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la
barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e
capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro,
perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a
insegnare loro molte cose.
Meditazione
Riposare: il riposo come lo intende Gesù è per ricaricarsi e donarsi
ancora, non è per tenere una parte della vita per sé. Nella vita di alcuni
santi Gesù li ha aiutati ad usare i momenti di malattia per “riposarsi e
approfondire” la loro relazione con Lui. Noi come lo intendiamo? Una
cartina tornasole è se quando ci riposiamo, siamo in un luogo deserto
oppure ci riempiamo di messaggi, di immagini, di attività (molti
programmi televisivi, musicali, libri, e parecchie tipologie di attività
non fanno parte del vero riposo)
Compassione: sistema le nostre priorità; il cuore deve prevalere sulla
mente, sulle forze del corpo, come dire che la carità è più importante
della fede e della speranza (s.Paolo ai Corinzi)
Impegno del giorno
Pensiamo cos’è per noi riposo: è fondamentale, perché se in questo
momento non entra Gesù, stiamo facendo entrare il nemico nella nostra vita;
forse è proprio lì che cominciano le difficoltà nella nostra vita. Dobbiamo
assolutamente “pulire” !
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Lunedì 20 luglio 2015
S. Elia, profeta
1ª lettura: Es 14,5-18; Salmo: Es 15, 1-6
Vangelo: Matteo 12, 38-42
LETTURA DA MEDITARE Esodo 14,5-18
In quei giorni, quando fu riferito al re d'Egitto che il popolo era fuggito,
il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo.
Dissero: «Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si sottraesse al
nostro servizio?». Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati
Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. E dissero
a Mosè: «È forse perché non c'erano sepolcri in Egitto che ci hai
portati a morire nel deserto? Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate
forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi;
perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il
Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli»…
Meditazione
Paura: è un sentimento non condannato da Dio, ma accettato,
compreso, anche se ci invita a fare la nostra parte con la fiducia che Lui
faccia la Sua (questo comportamento significa non avere paura).
Gridare: è quando non ce la fai più; anche se il grido nasce in parte da
una non completa fiducia in Lui, Dio c’è ed ascolta ed agisce.
Gli egiziani non li rivedrete mai più: Dio è così, Lui guarisce fino in
profondità e non lascia i cambiamenti a metà, perciò siamo tranquilli
che l’opera che ha iniziato in noi e nei nostri famigliari ed amici, la
porterà a compimento. Abituiamoci ad essere gente che “chiude il
cerchio”, cioè coloro che chiedono a Dio il discernimento e poi
agiscono.
Il Signore combatterà per voi: c’è qualcosa che Dio non può fare?
Allora fidiamoci!
Impegno del giorno
Se non abbiamo mai confessato tutte le volte che abbiamo avuto
paura o ci siamo lamentati per la grande sofferenza che non
accettavamo più, andiamo a confessarci certi che Lui ci capisce.
Concludiamo una cosa che abbiamo lasciato in sospeso.
32
Martedì 21 luglio 2015
S. Lorenzo da Brindisi, dottore della Chiesa
1ª lettura: Es 14,21-31; Salmo: Es 15,8-17;
Vangelo: Matteo 12,46-50
LETTURA DA MEDITARE Esodo 14,21-31
In quei giorni, Mosè stese la mano sul mare. Gli Israeliti entrarono nel
mare sull'asciutto … Gli Egiziani li inseguirono, … entrarono dietro di
loro in mezzo al mare… Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul
mare… Il Signore li travolse così in mezzo al mare… non ne scampò
neppure uno… In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli
Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide
la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l'Egitto, e il
popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.
Meditazione
Mare: è usato per purificare, per allontanarci dai vizi e ci ricorda la
potenza dell’acqua benedetta. In fondo il popolo non fa nulla, fa tutto
Dio tramite il mare. E’ come se Dio ci dicesse: stai tranquillo, il grosso
lo faccio Io; fidati e stai tranquillo e concentrato sui tuoi piccoli ruoli.
Non ne scampò neppure uno: Gesù è così con il male, e noi? Forse
siamo troppo “buonisti” e/o forse non vogliamo soffrire fino in fondo
per fare certe purificazioni o per morire a noi stessi!
Credere: Dio opera di tutto perché facciamo esperienza del Suo amore
per noi e così la nostra vita possa cambiare! Come non fidarsi?
Impegno del giorno
Usiamo l’acqua benedetta nella nostra quotidianità, per far operare
Lui.
Confessiamoci frequentemente per completare la purificazione che è
cominciata il giorno della nostra conversione.
Oggi ti porto la situazione dove mi sento inseguito dal male, dove non
mi da tregua: fai Tu come allora!
33
Mercoledì 22 luglio 2015
S. Maria Maddalena
1ª lettura: Cant.d.Cantici 3,1-4 ; Salmo 62
Vangelo: Gv 20,1-2.11-18
LETTURA DA MEDITARE Cantico dei Cantici 3,1-4
Così dice la sposa: «Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l'amore
dell'anima mia; l'ho cercato, ma non l'ho trovato. Mi alzerò e farò il
giro della città per le strade e per le piazze; voglio cercare l'amore
dell'anima mia. L'ho cercato, ma non l'ho trovato. Mi hanno incontrata
le guardie che fanno la ronda in città: "Avete visto l'amore dell'anima
mia?". Da poco le avevo oltrepassate, quando trovai l'amore
dell'anima mia».
Meditazione
Essere sposi di Gesù: è questa l’unica vera relazione che Dio vuole con
noi! E’ per questo che Ti cerchiamo Gesù, che andiamo a Messa anche
quotidianamente, ci confessiamo, preghiamo, facciamo novene,
aiutiamo gli altri.
Essere sposati con Gesù significa: confidargli tutto ciò che ci passa
nella testa e nel cuore e Lui fa altrettanto; l’intimità con Lui è
condividere con Lui le nostre emozioni, desideri, timori, cioè dov’è il
nostro cuore, cos’è importante per noi e Lui fa altrettanto; camminare
mano nella mano con Lui, coinvolgendoLo nelle nostre scelte di vita,
anche quelle più banali, così da dare senso e valore alle situazioni della
vita, sia quelle gioiose sia quelle tristi.
In questa ricerca gli altri anche se non lo sanno, ci aiutano. Come è
successo alla Maddalena: i suoi accusatori l’hanno fatta incontrare con
Gesù e da lì è nata la sua liberazione e conversione!
Impegno del giorno
Essere sposi vuol dire anche farsi regali: oggi decido di fare un regalo al
giorno allo Spirito Santo, a Gesù che è nel mio famigliare o amico o
collega.
Oggi scelgo un’occasione specifica per essere strumento perché gli
altri possano incontrare Gesù.
34
Giovedì 23 luglio 2015
S. Brigida Compatrona
1ª lettura: : Galati 2,19-20; Salmo 33
Vangelo: Giovanni 15,1-8
LETTURA DA MEDITARE Galati 2,19-20
Fratelli, mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva
per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo
vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del
Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Meditazione
La sofferenza è spesso una cosa da cui rifuggiamo, eppure nella nostra
vita in tante occasioni è connaturale. Ad esempio i genitori di un
bambino piccolo si alzano spesso di notte per accudirlo, soffrendo poi
di stanchezza. Tanti “soffrono” fisicamente in palestra per poi avere un
corpo più equilibrato. Lo studente soffre durante lo studio, che gli è
necessario per la futura professione. Tante innovazioni nascono dopo
avere superato la sofferenza psicologica derivante dai tentativi andati
a vuoto. Gesù ci propone qualcosa di analogo: vivere le nostre giornate
seguendo la Sua volontà e la sofferenza sta proprio nel fatto che le Sue
strade spesso non sono le nostre, i Suoi pensieri non sono i nostri
pensieri (= essere crocifissi).
Impegno del giorno
Oggi ci asteniamo da almeno due cose che sappiamo in cuor nostro
essere la Sua volontà, anche se ci costa.
35
Venerdì 24 luglio 2015
S. Magi d’oriente
lettura: Esodo 20,1-17; Salmo 18;
1ª lettura: Esodo 20,1-17; Salmo 18;
Vangelo: Matteo 13,18-23
LETTURA DA MEDITARE Esodo 20,1-17
In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore,
tuo Dio, …: Non avrai altri dèi di fronte a me. … Perché io, il Signore,
tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino
alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che
dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano
e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del
Signore, tuo Dio, … Ricordati del giorno del sabato per santificarlo… ma
il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai
alcun lavoro, …. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra
e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. …. Onora
tuo padre e tua madre, …. Non ucciderai. Non commetterai adulterio.
Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo
prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la
moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo
bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».
Meditazione
I 10 comandamenti si riassumono nell’amare Dio ed il prossimo. Alla
fine la vita è semplice e bella: amare, cioè ritagliarsi il tempo per
parlare soli con Gesù, per sentirsi amati ed attingere da Lui la capacità
di amare, perdonare, fare crescere, rincuorare, stupire, rallegrare,
donare tempo soldi e capacità, consolare, stare vicino, dedicare il
proprio tempo buono, parlare bene evidenziando i pregi degli altri,
non invidiare.
Impegno del giorno Oggi nel mio momento di preghiera, chiedo aiuto
a Gesù per riconoscere i comandamenti che il più delle volte rispetto:
e poi dico una infinità di “Grazie Gesù ! Grazie per il bene che tramite
me arriva a tanti! (come la testimonianza dei Re Magi).
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Sabato 25 luglio 2015
S. Giacomo
1a lettura: 2Corinzi 4,7-15; Salmo 125;
Vangelo: Matteo 20,20-28
LETTURA DA MEDITARE 2Corinzi 4,7-15
Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che
questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In
tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma
non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non
uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di
Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a
causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra
carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita. Animati
tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto,
perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che
colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù
e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché
la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l'inno di
ringraziamento, per la gloria di Dio.
Meditazione Nella vita di tutti c’è sempre un voi e poi un noi. Il voi è
quel periodo in cui siamo evangelizzati, in cui c’è gente che s’impegna
per noi, si prepara per gli insegnamenti, per l’individuazione dei
progetti, che prega di giorno e di notte con novene e digiuni. E’ proprio
per queste cose, che l’amicizia diventa forte e resiste anche alle
separazioni, i rifiuti, le difficoltà di intesa. Poi dopo, ognuno con il
proprio tempo, arriva il periodo del noi, in cui con tantissima
compassione, senza pretendere nulla in cambio, vivendo la traduzione
pratica del versetto “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente
date”, diamo noi stessi e tutto ciò che siamo ed abbiamo agli altri per
gli altri, nel loro essere figli di Dio. E questi 2 tempi continuano ad
alternarsi durante la vita.
Impegno del giorno Gesù aiutami a capire oggi in che tempo sono.
Aiutami a viverlo!
37
Settimana dal 26 luglio al 1o agosto
Sant’Ubaldo di Gubbio Vescovo
Appartenente ad una nobile famiglia originaria della Germania,
rimasto ben presto orfano di entrambi i genitori, Ubaldo fu allevato da
un omonimo zio che curò la sua educazione religiosa ed intellettuale.
Fu ordinato sacerdote nel 1114 e, qualche anno, più tardi Ubaldo
veniva eletto priore della sua canonica, di cui riformò la disciplina e il
costume. La fama del suo nome e delle sue virtù si era diffusa al di
fuori della sua città, tanto che Perugia nel 1126 lo acclamò suo
vescovo. Ubaldo, però, schivo di tanto onore, si recò subito a Roma
per chiedere al Papa Onorio II di essere esonerato da tale incarico,
ottenendone la grazia in quel momento. Ma in seguito il Papa stesso lo
nomina vescovo di Gubbio. Il Vescovo Ubaldo governò la diocesi di
Gubbio per 31 anni durante i quali superò felicemente avversità ed
ostacoli, riuscendo a piegare con la dolcezza e la mitezza d’animo i suoi
nemici. Nelle avversità chiamava i cittadini alla preghiera, li faceva
sentire una cosa sola, li rassicurava. Una strategia della fiducia che fece
di lui una sorta di baluardo per la città. Morì il 16 maggio 1160 e il 5
marzo del 1192
fu canonizzato da Papa Celestino III.
Dalla Sua morte alla Sua santificazione, dunque, trascorse un tempo
notevolmente breve, a dimostrazione della grandezza e della fama
acquisita dal Vescovo eugubino, attraverso la cui intercessione molti
miracoli erano stati compiuti. Non a caso la statua di Sant’Ubaldo si
innalza sul colonnato di Piazza San Pietro a Roma, in mezzo a quelle
dei Santi Riformatori, perché il grande Vescovo si adoperò
instancabilmente ad attuare nella sua Chiesa Eugubina l’ispirazione e i
principi della Riforma gregoriana, chiamata così dal nome di Papa
Gregorio VII, strenuo promotore della riforma della Chiesa nel secolo
XI.
La Chiesa, infatti, allora dovette affrontare la soluzione di problemi
gravissimi, quali: la sudditanza al potere civile, l’abbandono del
celibato da parte del clero, il dissolvimento della disciplina dei
conventi, la simonia, etc. Nella società del suo tempo, lacerata da
innumerevoli rivalità di fazioni, di famiglie, di istituzioni e di città
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confinanti, Sant'Ubaldo si distinse sempre come uomo di pace,
riconciliato e riconciliatore.
Il corpo di Sant’Ubaldo, dapprima sepolto nella cattedrale di Gubbio,
nel 1194 venne trasferito in una chiesa sul monte Ingino
Ogni anno, il 15 maggio, giorno della vigilia della sua morte, Gubbio
festeggia il suo Patrono con solenni riti religiosi e con una
manifestazione all’aperto che unisce fede, gioia e fantasia: la notissima
“corsa dei ceri”. La mistica processione inizialmente vedeva il popolo
eugubino partecipare ad una grande “luminaria” di candelotti di cera,
che percorreva le vie della città fino al Monte Ingino. Successivamente
i candelotti di cera probabilmente divennero tanto consistenti da
renderne difficoltoso il trasporto e furono sostituiti, verso la fine del
‘500, con tre strutture di legno, agili e moderne che – più volte
ricostruite – sono, nella loro forma originaria, arrivate fino ai giorni
nostri.
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Domenica 26 luglio 2015
Ss Gioacchino e Anna
1ª lettura: 2 Re 4,42-44 Salmo: Sal 144
2ª lettura: Ef 4, 1-6
Vangelo: Gv 6,1-15
LETTURA DA MEDITARE Giovanni 6,1-15
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a
Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da
mangiare?»… Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea: «C’è qui un
ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci… ». Rispose Gesù: «Fateli
sedere»...Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli
che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano..
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è
davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che
venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Meditazione
Quel giorno si svolse la Prima Messa, per quella folla fu la Prima
Comunione. Gesù, hai voluto mostrare il futuro della Chiesa, Madre
che nutre i suoi figli e li unisce gli uni agli altri con lo stesso Pane. In
qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi luogo si svolga una Messa, il
pane diventa lo stesso Corpo di Gesù e tutti si nutrono dello stesso
Cibo. Il frutto della Messa di quel giorno fu però anche il voler
assoggettare Gesù ai piani politici del popolo, trasformare il “profeta”
in Re per essere liberati dall’oppressione. Ancora oggi, alla fine della
Messa, possiamo venire a prenderti per farti Re dei nostri progetti
umani, invece che fare noi la tua volontà e riconoscerti come nostro
Salvatore e Padre.
Impegno del giorno
Vivrò la Messa con una consapevolezza nuova. Vivrò lo scambio della
pace, guardando con amore chi mi è accanto. Alla fine, durante la
preghiera di ringraziamento, riconoscerò Gesù come il Re della mia
vita, per non far andare via Gesù da solo sul monte.
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Lunedì 27 luglio 2015
S. Liliana, S. Aurelio, S. Celestino I
1ª lettura: Esodo 32, 15-24. 30-34
Salmo: Sal 105
Vangelo: Mt. 13, 31-35
LETTURA DA MEDITARE Salmo 105
I figli di Israele si fabbricarono un vitello sull'Oreb, si prostrarono a
un'immagine di metallo fuso; scambiarono la loro gloria con la figura
di un toro che mangia fieno.
Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto
cose grandi, prodigi nel paese di Cam, cose terribili presso il mar
Rosso.
Egli aveva già deciso di sterminarli, se Mosè suo eletto non fosse stato
sulla breccia di fronte a lui, per stornare la sua collera dallo sterminio.
Meditazione
Meditando questa Parola, mi sono domandata quale fosse
l’atteggiamento del cuore che porta l’uomo a dimenticare i prodigi che
Dio ha compiuto nella sua vita. E il Signore mi ha risposto con un passo
del profeta Osea che dice: “Il mio popolo è duro a convertirsi; chiamato
a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo”. Ho compreso
che, quando siamo troppo ripiegati su noi stessi, gli occhi del nostro
cuore vedono soltanto le fatiche o le difficoltà del momento che
stiamo vivendo. Siamo incapaci di sollevare lo sguardo verso il Cielo e
questo ci porta a dimenticare Dio e la sua salvezza.
Impegno del giorno
Attraverso la preghiera di lode, che ci aiuta a guardare in alto,
facciamo memoria di un momento particolare della nostra vita in cui
abbiamo sperimentato la potente salvezza di Dio.
41
Martedì 28 luglio 2015
Ss. Nazario e Celso
1ª lettura: Esodo 37, 7-11; 34, 5-9.28
Salmo: Sal 102
Vangelo: Mt. 13, 36-43
LETTURA DA MEDITARE Salmo 102
Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d'Israele.
Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore.
Non è in lite per sempre, non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre
colpe.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è
potente su quelli che lo temono. Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così allontana le nostre colpe, Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.
Meditazione
Nel libro del profeta Isaia al cap. 49 leggiamo: “Si dimentica forse una
donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo
seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti
dimenticherò mai.”
Anche se spesso ci dimentichiamo di Dio e, a causa del peccato, ci
allontaniamo da Lui, Dio non si dimentica mai di noi. Come un padre,
pieno di tenerezza e di amore verso i propri figli, non ci ripaga
secondo le nostre colpe, ma cancella tutto il nostro peccato. L’uomo
con il peccato si allontana da Dio e Dio con la sua grande misericordia
accorcia le distanze e si avvicina di nuovo all’uomo.
Impegno del giorno
Se possibile, ci accostiamo al sacramento della riconciliazione per
vivere un momento cuore a cuore con Gesù.
42
Mercoledì 29 luglio 2015
S. Marta
1ª lettura: 1 Giovanni 4, 7-16
Salmo: Sal 33
Vangelo: Gv. 11, 19-27
LETTURA DA MEDITARE Salmo 33
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha
liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue
angosce. L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo
temono, e li libera.
Gustate e vedete com'è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si
rifugia. Temete il Signore, suoi santi: nulla manca a coloro che lo
temono. I leoni sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non
manca alcun bene.
Meditazione
La lettura di questo salmo ha messo nel mio cuore una pace profonda.
L’uomo che si rifugia nel Signore, vive già sulla terra da beato. La
grazia di Dio lo accompagna, lo sostiene nel cammino, lo libera da ogni
paura, lo ricolma di ogni bene. Anche se la sua vita sarà segnata dalla
prova, dalla sofferenza, dalla fatica, lui non vacillerà mai perché
confida in Dio.
Impegno del giorno
Oggi, nella festa di Santa Marta, ci impegniamo a vivere il servizio ai
fratelli con la gioia nel cuore per essere testimoni credibili dell’amore
di Dio.
43
Giovedì 30 luglio 2015
S. Pier Crisologo vescovo e dottore della Chiesa
1ª lettura: Es 40, 16-21. 34-38
Salmo: Sal 83
Vangelo: Mt 13, 47-53
LETTURA DA MEDITARE Salmo 83
L'anima mia anela e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi
piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio.
Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi.
Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio, cresce lungo il cammino il
suo vigore. Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa; stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
Meditazione
Questo è il Salmo dei desideri e della sicurezza in Dio. Possiamo
desiderare le cose “alte” del Signore, possiamo, in ogni istante,
rinascere dall’alto, desiderando Te e le Tue dimore, al posto delle
tende del male. Tutto e tutti trovano in Te il loro rifugio per poi
riprendere il cammino.
Impegno del giorno
Ogni volta che riconoscerò un desiderio “basso” alzerò gli occhi al Cielo
come segno che preferisco stare nella Tua casa.
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Venerdì 31 luglio 2015
S. Ignazio di Loyola sacerdote
1ª lettura: Lv 23, 1, 4-11. 15-16. 27. 34-37
Salmo: Sal 80
Vangelo: Mt 13, 54-58
LETTURA DA MEDITARE Sal 80
Intonate il canto e suonate il tamburello,
la cetra melodiosa con l’arpa.
Suonate il corno nel novilunio,
nel plenilunio, nostro giorno di festa.
Questo è un decreto per Israele,
un giudizio del Dio di Giacobbe,
una testimonianza data a Giuseppe,
quando usciva dal paese d’Egitto.
Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto.
Meditazione
Signore, ci inviti a lodarTi, a cantarTi un canto melodioso e gioioso per
riconoscerTi come unico nostro Signore, per liberarci dagli idoli ai quali
ancora ci prostriamo.
Impegno del giorno
Facciamo una profonda preghiera di lode per fare uscire dal nostro
cuore e dalla nostra vita quello che dispiace a Gesù e far abitare in noi
lo Spirito di gratitudine per Colui che ci ha fatto uscire dalla
“schiavitù”.
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Sabato 1 agosto 2015
S. Alfonso M. de’Liguori dottore della Chiesa
1ª lettura: Lv 25, 1. 8-17
Salmo: Sal 66
Vangelo: Mt 14, 1-12
LETTURA DA MEDITARE Sal 66
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
La terra ha dato il suo frutto.
Ci benedica Dio, il nostro Dio,
ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
Meditazione
Questo salmo può essere una preghiera elevata durante la notte per
chiederti di avere pietà di noi e di benedirci con la luce del Tuo volto.
Al mattino, ecco la risposta di Gesù : la terra ha dato il suo frutto, la
terra conosce le tue vie e le mette in pratica. Ed è la gioia per tutti !
Impegno del giorno
Vivere una notte di supplica e preghiera e accogliere al mattino la
risposta di Dio.
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Settimana dal 2 all’8 agosto 2015
San Francesco d’Assisi
Francesco nacque ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell'età
comunale. Figlio di mercante, da giovane aspirava a entrare nella
cerchia della piccola nobiltà cittadina. Di qui la partecipazione alla
guerra contro Perugia e il tentativo di avviarsi verso la Puglia per
partecipare alla crociata. Il suo viaggio, tuttavia, fu interrotto da una
voce divina che lo invitò a ricostruire la Chiesa. E Francesco obbedì:
dopo una spensierata gioventù, abbandonati la famiglia e gli amici,
condusse per alcuni anni una vita di penitenza e solitudine in totale
povertà, convertendosi ad una vita evangelica, per servire Gesù Cristo,
che aveva incontrato in particolare nei poveri e nei diseredati. Nel
1209, in seguito a nuova ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle
città, mentre si univano a lui i primi discepoli, insieme ai quali si recò a
Roma per avere dal Papa l'approvazione della sua scelta di vita. Dal
1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d'Italia e dovunque
accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli
chiamava frati, fratelli. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al
secondo ordine francescano, e fondò un terzo ordine per quanti
desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. A tutti,
itinerando, predicò l’amore di Dio, fino anche in Terra Santa, cercando
nelle sue parole come nelle azioni la perfetta sequela di Cristo, Morì
nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1226 sulla nuda terra per sua
stessa volontà. Francesco è una delle grandi figure dell'umanità che
parla a ogni generazione. Il suo fascino deriva dal grande amore per
Gesù di cui, per primo, ricevette le stimmate, segno dell'amore di
Cristo per gli uomini e per l'intera creazione di Dio. Nel suo
'Testamento' scritto poco prima di morire, Francesco annotò:
“Nessuno mi insegnava quel che io dovevo fare; ma lo stesso Altissimo
mi rivelò che dovevo vivere secondo il Santo Vangelo”. Per questo è
considerato il più grande santo della fine del Medioevo; egli fu una
figura sbocciata completamente dalla grazia e dalla sua interiorità, non
spiegabile per niente con l'ambiente spirituale da cui proveniva. Ma
proprio a lui toccò, in un modo provvidenziale, di dare la risposta agli
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interrogativi più profondi del suo tempo. Avendo messo in chiara luce
con la sua vita i principi universali del Vangelo, con una semplicità e
amabilità stupefacenti, senza imporre mai nulla a nessuno, ebbe un
influsso straordinario, che dura tuttora, non solo nel mondo cristiano
ma anche al di fuori di esso.
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Domenica 2 agosto 2015
Sant'Eusebio di Vercelli
1ª lettura: Es 16, 2-4. 12-15 Salmo: Sal 77
2ª lettura: Ef 4, 17. 20-24
Vangelo: Gv 6, 24-35
LETTURA DA MEDITARE Gv 6, 24-35
…«In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei
segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare
non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che
il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo
sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di
Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che
egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e
ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel
deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il
pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti
il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli
dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il
pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete,
mai!».
Meditazione La folla guarda lo spettacolare, è pronta ad emozionarsi e
a chiacchierare del fenomeno eccezionale. Ma Gesù svela il mio cuore
nel profondo, nella verità, nulla è nascosto ai suoi occhi. E mi invita a
darmi da fare, a FARE la volontà di Dio. Come posso vincere la mia
tiepidezza? Con l’aiuto del Pane Eucaristico, mia forza, perché è la Sua
Vita che scorre dentro di me. Perdonami, Gesù, quando continuo a
chiederti segni e convertimi piuttosto a donare la mia vita per la
salvezza dei fratelli, come hai fatto Tu.
Impegno del giorno
Oggi, oltre a partecipare alla Celebrazione Eucaristica e a fare la
Comunione, farò 30’ di Adorazione Eucaristica (anche davanti al
semplice Tabernacolo) durante la quale chiederò a Gesù di indicarmi
come potermi donare concretamente per un passo in più verso la
salvezza da parte di una persona vicina.
49
Lunedì 3 agosto 2015
Sant'Aspreno di Napoli Vescovo (primo Vescovo di Napoli)
1ª lettura: Nm 11, 4-15
Salmo: Sal 80
Vangelo: Mt 14, 13-21
LETTURA DA MEDITARE Mt 14, 13-21
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire
sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla.
Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli
se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed
era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli
andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i
discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla
paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate
paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire
verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si
mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento
era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E
subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché
hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò…
Meditazione
Signore Gesù, davvero l’alfa e l’omega della nostra missione è la
preghiera, la relazione con Te, come per Te la relazione col Padre.
Grazie, Gesù, della relazione che stabilisci con noi perché la nostra
umanità zoppicante ed egoista possa diminuire e Tu crescere e
operare in noi e attraverso di noi. E, se ti lasciamo fare, anche noi, in
Te, possiamo camminare sulle acque agitate della nostra vita. E non
c’è niente da temere, perché Tu governi tutto, tutto è nelle tue mani e
Tu sei la Vita che non finisce. Grazie perché ci sei anche quando la mia
fiducia traballa e sei pronto a intervenire, solo mi chiedi di invocarti, di
chiederti aiuto, di farti partecipe della mia fragilità con un atto di
umiltà, di farti il Signore anche della mia debolezza.
Impegno del giorno
Oggi dedico un tempo buono all’esame di coscienza e termino con la
celebrazione del Sacramento della Riconciliazione.
50
Martedì 4 agosto 2015
San Giovanni M. Vianney, Sacerdote
1ª lettura: Nm 12, 1-13
Salmo: 50
Vangelo: Mt 15,1-2.10-14
LETTURA DA MEDITARE Mt 15,1-2.10-14
In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si
avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli
trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono
cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro:
«Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende
impuro l'uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro
l'uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei,
a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni
pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata.
Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida
un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
Meditazione
Togli la malizia dal mio cuore, Signore. L’impurità del cuore, le
intenzioni impure dei miei pensieri e dei miei sentimenti mi
impediscono di dilatare lo sguardo del cuore, della mente e dello
spirito alla tua visione del Regno e delle persone, tuoi figli, ai tuoi
progetti, alla creazione e ricreazione continua che tu fai e al
concepimento e al parto di tante anime che vuoi compiere.
Impegno del giorno
Oggi vigilo sulle intenzioni del cuore in ogni relazione, sia di persona
che virtuale, e bene-dico nel mio cuore ogni persona con cui ho a che
fare.
51
Mercoledì 5 agosto 2015
Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore
1ª lettura: Nm 13, 2-3.26 - 14, 1. 26-30.3
Salmo: 105
Vangelo: Mt 15, 21-28.
LETTURA DA MEDITARE Matteo 15,21 -28
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore,
aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e
gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, - disse la donna - eppure i
cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro
padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede!
Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.
Meditazione
Signore aiutami! Quante volte anche nel nostro cuore nasce questa
supplica. Questo Vangelo ci aiuta molto nella nostra fede perché ci
mostra cosa fa Gesù in questi casi. Gesù fa fare alla donna un passo
fuori di sé, la sfida, dicendole che non è degna. La donna lo sa
benissimo, ed esprime tutta la sua fiducia non nei suoi meriti ma nella
grazia di Dio che sovrabbonda: una sola briciola della Sua grazia ci può
guarire. Gesù ascolta sempre le nostre suppliche e attraverso di esse ci
attira ancora più fortemente verso di sé liberandoci da noi stessi.
Impegno del giorno
Il nostro impegno non sarà concreto ma spirituale: osiamo chiedere!
Osiamo, credendo che, anche se è tanto tempo che chiediamo, Gesù
attende per qualche suo motivo che certamente è il nostro bene;
osiamo chiedere anche se non ci sentiamo degni, a posto, meritevoli.
52
Giovedì 6 agosto 2015
Trasfigurazione del Signore
1ª lettura: Dn 7,9-10.13-14
Salmo: 96
Vangelo: Lc 9,28-36
LETTURA DA MEDITARE Luca 9, 28-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul
monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la
sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini
conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e
parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si
svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Meditazione
La preghiera cambia il volto e la veste di Gesù. La preghiera cambia
anche il nostro volto perché cambia il nostro cuore, e cambia la nostra
veste cioè tutto ciò che ci “portiamo addosso”. Quando con fiducia
non contiamo più su noi stessi ma su Gesù, in modo totale, entriamo
nella sua gloria. Non c’è situazione che non possa essere trasformata
da Dio. A volte Dio non elimina le cose che ci danno fastidio, ma le
trasforma per il nostro bene. Se stiamo vivendo una situazione che
non riusciamo a gestire mettiamola completamente nelle mani di Gesù
e Lui la trasformerà.
Impegno del giorno
Le grandi scelte partono da lontano! Non riusciamo a dare
completamente e subito tutta la nostra vita a Dio, quindi oggi
scegliamo una sola cosa, un solo aspetto di una relazione, un solo
problema che abbiamo e diamolo a Gesù. Da oggi ci pensa Lui e il
nostro esercizio sarà quello di non pensarci, ascoltare Lui per vedere
cosa vuole fare.
53
Venerdì 7 agosto 2015
San Gaetano sacerdote
1ª lettura: Dt 4, 32-40
Salmo: 76
Vangelo: Mt 16, 24-28
LETTURA DA MEDITARE Matteo 16, 24-28
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire
dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché
chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria
vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se
guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un
uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio
dell'uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e
allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
Meditazione
A volte capita di leggere il Vangelo e, come fossimo estranei alla vita
cristiana, riconoscere che Gesù ha proprio ragione. Quante volte
abbiamo visto gente che ha guadagnato “il mondo intero” ma perso la
vita. Oggi però Gesù ci chiede di passare da una considerazione
generale a noi stessi e ci domanda se, per caso, anche noi stiamo
perdendo la vita. Purtroppo spesso ci rendiamo conto di questo
quando perdiamo una persona cara, quando non c’è il lavoro, quando
finisce una relazione. E’ contemporaneamente facilissimo e
difficilissimo scegliere la vita: è facilissimo perché Dio ha messo in
ciascuno di noi la sua vita che è Amore e difficilissimo perché siamo
trascinati dall’orgoglio, dall’avarizia, dall’egoismo che non ci
permettono di godere di tutta la bellezza che scaturisce dal cuore.
Impegno del giorno
Oggi prendo un foglio e scrivo a sinistra cos’è per me la vita e a destra
cosa invece mi fa rischiare di perderla. Comincerò a cercare di lasciare
meno spazio alle cose elencate a destra!
54
Sabato 8 agosto 2015
San Domenico
1ª lettura: Dt 6, 4-13
Salmo: 17
Vangelo: Mt 17, 14-19
LETTURA DA MEDITARE Matteo 17, 14 - 19
In quel tempo … Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa!
Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi?
Portatemelo qui». E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì
da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli,
accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: «Perché noi non abbiamo
potuto scacciarlo?». Ed egli rispose: «Per la vostra poca fede. In verità
vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a
questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà
impossibile.
Meditazione
Oggi ripensiamo alla nostra fede. Ci sono dei campanelli d’allarme che
ci segnalano che è necessario avere più fede: quando sono troppo
preoccupato, quando mi sembra che il peso della vita sia tutto su di
me, quando sono troppo triste, quando sono troppo scontento. In tutti
questi casi è bene fare un passo di lato rispetto alla mia
preoccupazione, alla mia tristezza, al peso che ho nel cuore … guardare
Gesù e fare entrare dentro di me il balsamo della Sua presenza con le
parole del Curato d’Ars: Tu mi ami e io ti amo …
Impegno del giorno
Oggi il nostro impegno sarà ripetere tante volte nel nostro cuore “Tu
mi ami e io ti amo” : quando sorge una preoccupazione in famiglia,
quando non riesco a risolvere niente, se anche oggi non sto bene
fisicamente, se anche oggi non arriva quello che mi aspetto.
55
Settimana dal 9 al 15 agosto 2015
Santa Chiara d’Assisi
La sera della domenica delle Palme (1211 o 1212) una bella ragazza
diciottenne fugge dalla sua casa in Assisi e corre alla Porziuncola, dove
l’attendono Francesco e il gruppo dei suoi frati minori. Le fanno
indossare un saio da penitente, le tagliano i capelli e la ricoverano
prima a Bastia, poi a Sant’Angelo, due monasteri benedettini.
Infine Chiara prende dimora nel piccolo fabbricato annesso alla chiesa
di San Damiano, che era stata restaurata da Francesco. Qui Chiara è
raggiunta dalla sorella Agnese; poi dall’altra, Beatrice, e da gruppi di
ragazze
e
donne:
saranno
presto
una
cinquantina.
Così incomincia, sotto la spinta di Francesco d’Assisi, l’avventura di
Chiara, figlia di nobili che si oppongono anche con la forza alla sua
scelta di vita, ma invano. Anzi, dopo alcuni anni andrà con lei anche la
madre, Ortolana. Chiara però non è fuggita “per andare dalle
monache”, ossia per entrare in una comunità nota e stabilita.
Affascinata dalla predicazione e dall’esempio di Francesco, la ragazza
vuole dare vita a una famiglia di claustrali radicalmente povere, che
vivono del loro lavoro e di qualche aiuto dei frati minori, immerse nella
preghiera per sé e per gli altri, al servizio di tutti, preoccupate per tutti.
Chiamate popolarmente “Damianite” e da Francesco “Povere Dame”,
saranno poi per sempre note come “Clarisse”. Da Francesco, lei
ottiene una prima regola fondata sulla povertà. Francesco consiglia,
Francesco ispira sempre, fino alla morte (1226). Austerità e "privilegio
della povertà" è la sua vita. Ma anche una profonda umanità. Ad
Agnese di Praga, severa badessa di un convento ispirato all’ideale
francescano, con consigli affettuosi dice: "Ti supplico di moderarti con
saggia discrezione nell’austerità quasi esagerata e impossibile, nella
quale ho saputo che ti sei avviata".
Chiara si distinse per il culto verso l'Eucarestia. Per due volte Assisi
venne minacciata dall'esercito dell'imperatore Federico II che contava,
tra i suoi soldati, anche saraceni. Chiara, in quel tempo malata, fu
portata alle mura della città con in mano la pisside contenente il
Santissimo Sacramento: i suoi biografi raccontano che l'esercito, a
quella vista, si dette alla fuga.
56
Domenica 9 agosto 2015
S. Teresa Benedetta
1ª lettura: 1 Re 19, 4-8
Salmo: Sal 33
2ª lettura: Ef 4, 30 - 5, 2
Vangelo: Gv 6, 41-51
LETTURA DA MEDITARE Giovanni 6, 41-51
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva
detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse
Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come
dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?». Gesù rispose loro: «Non
mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi
ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E
tutti saranno istruiti da Dio". … solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In
verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita.
…Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia
carne per la vita del mondo».
Meditazione
Chi crede nel pane eucaristico riconosce la presenza di Gesù nell'Ostia
Consacrata perché l'Eucarestia per noi non è un simbolo ma presenza
reale di Gesù. Guardiamo l'Ostia consacrata e ci appare come il cibo
dei poveri, ai quali in primo luogo il Signore ha destinato la sua
vicinanza. In esso è racchiusa la fatica umana, il lavoro quotidiano di
chi coltiva la terra, semina e raccoglie e finalmente prepara il pane. Il
fatto che la terra porti frutto, non è un merito nostro; solo il Creatore
conferisce la fertilità. Allora, adorando questo piccolo pezzo di Ostia
bianca, questo pane dei poveri, vedo la sintesi della creazione del
Signore.
Impegno del giorno
Oggi
dedicherò almeno mezz'ora all'adorazione Eucaristica,
ringraziando il Creatore per ciò che ha fatto per noi.
57
Lunedì 10 agosto 2015
S. Lorenzo m.
1ª lettura: 2 Cor 9, 6-10
Salmo: Sal 111
Vangelo: Gv 12, 24-26
LETTURA DA MEDITARE 2 Corinzi 9, 6-10
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente
raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà.
Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con
tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché,
avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere
generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:
«Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e
moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della
vostra giustizia.
Meditazione
Dove è il mio tesoro? Se ho messo tutta la mia speranza, tutto il mio
desiderio, tutte le mie attese in questo mondo, e solo in questo
mondo, allora devo accettare la logica implacabile di questo mondo.
Ma se ho messo la mia speranza nella promessa di Dio, se ho accettato
la logica del Regno, apro le mani sì in questo mondo, ma per ricevere
molto di più dalla sovrabbondanza di Dio, mettermi al suo servizio con
la sua logica, con il suo cuore. Cercare il Regno di Dio e la sua giustizia,
è la via più rapida e più sicura per raggiungere il suo scopo. Cosa
cerchiamo veramente? Cosa abbiamo deciso nel nostro cuore? Cosa
vale veramente per noi?
Impegno del giorno
Leggo attentamente, con il cuore, quello che Gesù mi vuole dire dalle
pagine proposte dalla Liturgia di oggi e … poi metto in atto.
58
Martedì 11 agosto 2015
S. Chiara d'Assisi
1ª lettura: Dt 31, 1-8
Salmo: Dt 32, 3
Vangelo: Mt 18,1-5.10.12-14
LETTURA DA MEDITARE Deuteronomio 31, 1-8
Mosè andò e rivolse queste parole a tutto Israele. Disse loro:
«Io oggi ho centovent’anni. Non posso più andare e venire. Il Signore
inoltre mi ha detto: “Tu non attraverserai questo Giordano”. Il Signore,
tuo Dio, lo attraverserà davanti a te, distruggerà davanti a te quelle
nazioni, in modo che tu possa prenderne possesso. Quanto a Giosuè, egli
lo attraverserà davanti a te, come il Signore ha detto. Il Signore tratterà
quelle nazioni come ha trattato Sicon e Og, re degli Amorrei, e come ha
trattato la loro terra, che egli ha distrutto. Il Signore le metterà in vostro
potere e voi le tratterete secondo tutti gli ordini che vi ho dato. Siate forti,
fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore,
tuo Dio, cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà». Poi Mosè
chiamò Giosuè e gli disse alla presenza di tutto Israele: «Sii forte e fatti
animo, perché tu condurrai questo popolo nella terra che il Signore giurò
ai loro padri di darvi: tu gliene darai il possesso. Il Signore stesso cammina
davanti a te. Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà. Non
temere e non perderti d’animo!».
Meditazione
Quante volte ho fatto dei progetti e non riesco a vederne il risultato?
Mi sembra ingiusto ed illogico, umanamente. Ma la mentalità che
abbiamo accettato dal Signore è affidarsi, senza fare progetti, perché
Lui sa di cosa abbiamo bisogno per il nostro bene, ovvero per la vita
eterna. Abbiamo la certezza che il Signore cammina con noi, sempre e
non ci abbandona mai.
Impegno del giorno
Reciterò il Santo Rosario, chiedendo alla nostra Madre Celeste, di
proteggerci e di accompagnarci alla vita eterna.
59
Mercoledì 12 Agosto 2015
S. Giovanna Fr. de Chantal
1ª lettura: Dt 34,1-12 Salmo: Sal 65
Vangelo: Mt 18, 15-20
LETTURA DA MEDITARE Deuteronomio 34,1-12
In quei giorni, Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima
del Pisga, che è di fronte a Gerico. Il Signore gli mostrò tutta la terra:
Gàlaad fino a Dan, tutto Nèftali, la terra di Èfraim e di Manasse, tutta
la terra di Giuda fino al mare occidentale e il Negheb, il distretto della
valle di Gerico, città delle palme, fino a Soar. Il Signore gli disse:
«Questa è la terra per la quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a
Giacobbe: “Io la darò alla tua discendenza”. Te l’ho fatta vedere con i
tuoi occhi, ma tu non vi entrerai!». Mosè, servo del Signore, morì in
quel luogo, nella terra di Moab, secondo l’ordine del Signore. Fu
sepolto nella valle, nella terra di Moab, di fronte a Bet-Peor. Nessuno
fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba. Mosè aveva centoventi
anni quando morì. Gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli
era venuto meno. Gli Israeliti lo piansero nelle steppe di Moab per
trenta giorni, finché furono compiuti i giorni di pianto per il lutto di
Mosè.
Meditazione
Mosè, salito sul monte Nebo, vide la terra promessa, ma non gli fu
concesso di entrarvi e in questo luogo morì. Mosè è un grande
esempio per la sua completa dedizione e per la famigliarità che aveva
con Dio. Anche per noi la lettura della Parola ha un’importanza
sostanziale per relazionarci con Dio e fare la sua volontà. Impariamo
ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la forza
vitale.
Impegno del giorno
Chiediamo la presenza di Dio nel corso della giornata e immergiamoci
nella Sua misericordia.
60
Giovedì 13 agosto 2015
S. Ponziano
1ª lettura: Gs 3,7-10.11.13-17
Salmo: Sal 113;
Vangelo: Mt 18,21-19,1
LETTURA DA MEDITARE Giosuè 3,7-10.11.13-17
Il Signore disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi
di tutto Israele, perché sappiano che, come sono stato con Mosè, così
sarò con te. Da parte tua, ordina ai sacerdoti che portano l'arca
dell'alleanza: "Una volta arrivati alla riva delle acque del Giordano, vi
fermerete"».
Disse allora Giosuè agli Israeliti: «Venite qui ad ascoltare gli ordini del
Signore, vostro Dio». Disse ancora Giosuè: «Da ciò saprete che in
mezzo a voi vi è un Dio vivente: proprio lui caccerà via dinanzi a voi il
Cananeo, l'Ittita, l'Eveo, il Perizzita, il Gergeseo, l'Amorreo e il
Gebuseo.
Meditazione
Il Signore assicura a Giosuè la Sua presenza ed il Suo aiuto nel
cammino per attraversare il Giordano e arrivare alla Terra promessa.
Dio ha voluto mettere alla prova il popolo di Israele. Le difficoltà
incontrate erano dunque un mezzo predisposto da Dio, un’opportunità
per dimostrare di sapersi fidare di Lui. Giosuè, successore di Mosè, era
certo che Dio camminava con lui. Era un uomo come noi, ma si era
dato al servizio del Signore con tutto il cuore.
Impegno del giorno
Ringraziamo il Signore per le meraviglie che oggi ci donerà e offriamo
le difficoltà che avremo nell'arco della giornata.
61
Venerdì 14 agosto 2015
S. Massimiliano M. Kolbe
1ª lettura: Gs 24,1-13
Salmo: Sal 135;
Vangelo: Mt 19,3-12
LETTURA DA MEDITARE Giosuè 24,1-13
In quei giorni, Giosuè radunò tutte le tribù d'Israele a Sichem e
convocò gli anziani d'Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si
presentarono davanti a Dio. Giosuè disse a tutto il popolo:
«Così dice il Signore, Dio d'Israele: "Nei tempi antichi i vostri padri, tra
cui Terach, padre di Abramo e padre di Nacor, abitavano oltre il Fiume.
Essi servivano altri dèi. Io presi Abramo, vostro padre, da oltre il Fiume
e gli feci percorrere tutta la terra di Canaan. Moltiplicai la sua
discendenza e gli diedi Isacco. A Isacco diedi Giacobbe ed Esaù;
assegnai a Esaù il possesso della zona montuosa di Seir, mentre
Giacobbe e i suoi figli scesero in Egitto.
In seguito mandai Mosè e Aronne e colpii l'Egitto con le mie azioni in
mezzo a esso, e poi vi feci uscire. Feci uscire dall'Egitto i vostri padri e
voi arrivaste al mare.
Meditazione
Prima di morire Giosuè radunò attorno a sé i rappresentanti del
popolo ebraico. Li esorta a confermare la propria volontà di servire
il Signore con sincerità e fedeltà. Invita anche il popolo ad ascoltare
la parola divina con la dovuta attenzione. Anche la Madonna ci
consiglia di ascoltare Gesù, come suggerisce ai servi di Cana "fate
quello che Egli vi dirà."
Impegno del giorno
Impariamo a leggere attentamente la Parola, fermandoci ad
ascoltare il Signore. Sicuramente vivremo la giornata secondo la Sua
volontà.
62
Sabato 15 agosto 2015
Assunzione della B.V. Maria
1ª lettura: Ap 11,19; 12,1-6.10
Salmo: Sal 44;
2ª lettura: 1 Cor 15,20-26
Vangelo: Lc 1,39-56
LETTURA DA MEDITARE Luca 1, 39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di
Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il
saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito
Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo
grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il
tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E
beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: - «L'anima mia magnifica il Signore - e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore, - perché ha guardato l'umiltà della sua serva. - D'ora in poi tutte le
generazioni mi chiameranno beata. - Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente - e
Santo è il suo nome; -di generazione in generazione la sua misericordia - per quelli che
lo temono. - Ha spiegato la potenza del suo braccio, -ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore; - ha rovesciato i potenti dai troni, -ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, -ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, -ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri, -per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Meditazione
Maria andò in fretta da Elisabetta, questo è l'insegnamento
fondamentale: farsi carico del problema e cercare di risolverlo. La gioia
del bellissimo canto del Magnificat riempie il cuore e il senso della vita.
Impegno del giorno
Oggi ricordiamo l'assunzione di Maria al cielo in anima e corpo. Maria
è segno di speranza e garanzia per ognuno di noi. Preghiamo recitando
con il cuore il Magnificat e chiediamo l'aiuto di Maria.
63
Settimana dal 16 al 22 agosto 2015
Sant' Angela da Foligno Terziaria francescana
Già in vita conosciuta come Magistra Theologorum (Maestra dei
Teologi), Angela da Foligno (1248-1309) il 9 ottobre scorso ha ricevuto
da Papa Francesco la canonizzazione per equipollenza (possesso antico
del culto; costante e comune attestazione di storici degni di fede sulle
virtù
o
sul
martirio;
ininterrotta
fama
di
prodigi).
Innocenzo XII la beatificò nel 1693 e San Pio X ne sanzionò la
tradizione fissando la sua festa al 4 febbraio. Mistica contemporanea
di Dante e di Jacopone da Todi, Angela nacque a Foligno in una ricca
famiglia e visse fra i benesseri e i piaceri del mondo. Si sa con certezza
che si sposò, ebbe dei figli e la madre soddisfaceva tutti i suoi capricci.
Ma cominciò, come lei stessa racconterà al Direttore Spirituale, a
«conoscere il peccato». Andò a confessarsi, ma «la vergogna le impedì
di fare una confessione completa e per questo rimase nel tormento».
Pregò San Francesco, che le apparve in sogno, rassicurandola che
avrebbe conosciuto la misericordia di Dio. E la pace arrivò nel 1285,
attraverso una confessione totale: aveva 37 anni. Iniziò così una vita di
austera penitenza: povertà delle cose, povertà degli affetti, povertà di
se stessa. A motivo della drastica conversione dovette affrontare
ostilità ed ingiurie da parte della famiglia. Ma lei perseverò anche
quando
morirono
madre,
marito,
figli.
Angela si presenta come una delle più brillanti incarnazioni dell’ideale
francescano della fine del Duecento. Questa autobiografia spirituale
mostra i trenta passi che l’anima compie raggiungendo l’intima
comunione con Dio, attraverso la meditazione dei misteri di Cristo,
l’Eucaristia, le tentazioni e le penitenze. Nel 1291, come la mistica
narrò al suo confessore, lungo il cammino che la conduceva ad Assisi,
fu alla presenza della Trinità: «Ho visto una cosa piena, una maestà
immensa, che non so dire, ma mi sembrava che era ogni bene. La
mistica di Foligno insegna che non c’è vera vita spirituale senza l’umiltà
e senza la preghiera. Questa può essere corporale (vocale), mentale
(quando si pensa a Dio) e soprannaturale (contemplazione): «In queste
tre scuole uno conosce sé e Dio; e per il fatto che conosce, ama; e
perché ama, desidera avere ciò che ama. E questo è il segno del vero
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amore: che chi ama non trasforma parte di sé, ma tutto sé
nell’Amato».
Nel corso dei secoli, fra i tanti che aderirono alla sua spiritualità,
ricordiamo Santa Teresa d’Avila e la Beata Elisabetta della Trinità.
Angela comprese che la profonda comunione con Dio non è un’utopia,
ma una possibilità, impedita solo dal peccato: di qui la necessità della
mortificazione e del sacrificio; per raggiungere l’unione profonda con il
Signore sono indispensabili l’Eucaristia e la meditazione della Passione
e Morte di Cristo, ai piedi della Croce, insieme a Maria Santissima.
65
Domenica 16 Agosto 2015
S. Stefano d’ Ungheria
1ª lettura Pr 9, 1-6;
Salmo: Sal 33;
2ª lettura: Ef 5, 15-20;
Vangelo: Gv 6, 51-58.
LETTURA DA MEDITARE Giovanni 6, 51-58
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal
cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io
darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a
discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da
mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non
mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non
avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la
vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è
vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve
il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha
mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me
vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che
mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in
eterno».
Meditazione
Gesù si presenta come l’eucarestia (il pane ) e il vino (il sangue) e ci
rivela che il riceverli ci dona la vita eterna, dove è racchiuso lo stato
di grazia da cui scaturisce la pace profonda . Perché tutto quello che
viviamo umanamente è caduco mentre lo spirituale è eterno.
Impegno del giorno
Fare almeno 15 minuti di adorazione eucaristica
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Lunedì 17 agosto 2015
San Giacinto Odrowaz
1ª lettura: Gdc 2, 11-19
Salmo: Sal 105 versetti 34,44
Vangelo: Mt 19, 16-22
LETTURA DA MEDITARE Sal 105 34,44
[I nostri padri] non sterminarono i popoli come aveva ordinato il
Signore, ma si mescolarono con le genti e impararono ad agire come
loro. Servirono i loro idoli e questi furono per loro un tranello.
Immolarono i loro figli e le loro figlie ai falsi dei. Si contaminarono con
le loro opere, si prostituirono con le loro azioni. L’ira del Signore si
accese contro il suo popolo ed egli ebbe in orrore la sua eredità. Molte
volte li aveva liberati, eppure si ostinarono nei loro progetti ma egli
vide la loro angustia, quando udì il loro grido.
Meditazione
Adorando divinità pagane e violente essi tradiscono il vincolo d’amore
che li unisce a Dio e si consegnano a culti terribili.
L’esperienza del peccato mette in risalto l’immensità del dono di Dio,
ne fa risplendere l’assoluta gratuità e farà vedere a questo popolo di
peccatori un amore sempre più grande per il Signore della
misericordia. Per questo, tutto quello che Dio domanda al suo popolo
di fare o di non fare è sempre motivato e finalizzato alla comunione
d’amore per rimanere nel suo amore.
Impegno del giorno
Oggi nella mia preghiera personale, ringrazio il Signore per questo
amore misericordioso, ogni qualvolta mi presento davanti a Lui con
cuore contrito.
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Martedì 18 agosto 2015
S. Elena
1ª lettura: Gdc 6, 11-24
Salmo: Sal 84 9,14
Vangelo: Mt 19, 23-30
LETTURA DA MEDITARE Sal.85 (84) 9,14
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo
popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia.
Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino.
Meditazione
Pace e Giustizia sono frutti dello Spirito, dati a chi, con cuore umile, ha
il coraggio di ascoltare che cosa dice Dio nel silenzio del proprio cuore,
così che anche amore e verità possano incontrarsi nell’unico vero
amore, nostro Signore Gesù Cristo. Perché sì, mettersi sulla via della
pace e della giustizia vuol dire "battersi “ affinché il male non metta
radici in noi e intorno a noi.
Impegno del giorno
Diventiamo strumenti della pace che viene dall'alto. Oggi farò pace
con me stesso e con tutte le persone che ancora non ho perdonato,
fino in fondo.
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Mercoledì 19 agosto 2015
S. Bernardo Tolomei, Abate
1ª lettura: Gdc 9, 6-15
Salmo: Sal 20 versetti 2,7
Vangelo: Mt 20, 1-16
LETTURA DA MEDITARE Sal.21 (20) 2,7
Signore, il re gioisce della tua potenza! Quanto esulta per la tua
vittoria! Hai esaudito il desiderio del suo cuore, non hai respinto la
richiesta delle sue labbra. Gli vieni incontro con larghe benedizioni, gli
poni sul capo una corona di oro puro. Vita ti ha chiesto, a lui l'hai
concessa, lunghi giorni in eterno, per sempre. Grande è la sua gloria
per la tua vittoria, lo ricopri di maestà e di onore, poiché gli accordi
benedizioni per sempre, lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
Meditazione
Il Signore ci dona la sua forza e la sua presenza per poter affrontare
tutte le nostre battaglie giornaliere, ci viene incontro, ci tende le
braccia, facendoci sentire la sua presenza ed esulta per noi ogni
qualvolta vinciamo le nostre paure, benedicendoci. ll Signore sempre
ci protegge con la sua potenza e ci dona la sua salvezza.
Impegno del giorno
Nella mia preghiera personale, chiederò la forza necessaria per non
soccombere nella quotidianità.
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Giovedì 20 Agosto 2015
S. Bernardo
1ª lettura: Gdc 11, 29-39;
Salmo: Sal 39;
Vangelo: Mt 22, 1-14.
LETTURA DA MEDITARE Sal 39
Beato l'uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore
e non si volge verso chi segue gli idoli
né verso chi segue la menzogna.
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.
Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo».
Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.
Meditazione
La Beatitudine ( la pace) nasce dal riporre la fiducia in Dio e nel fare la
sua volontà.
La domanda che allora sorge spontanea è “come comprendere la
volontà di Dio?”
La volontà di Dio sta innanzitutto nel vivere in maniera concreta i
comandamenti, soprattutto quelli sull’amore
Impegno del giorno
Fare almeno 15 minuti di Lectio Divina, attraverso la quale il Signore ci
rivela la sua volontà.
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Venerdì 21 Agosto 2015
S. Pio X
1ª lettura: Rut 1,1.3-6.14-16.22;
Salmo: Sal.145;
Vangelo: Mt 22, 34-40
LETTURA DA MEDITARE
Sal 145
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene.
Egli rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Meditazione
Il Salmo ci dice che il Signore è concreto nel suo amore e non ci fa
mancare niente, inoltre Egli è fedele. Il cristiano è chiamato a vivere
in questa ottica, a fidarsi di DIO e riporre in Lui la speranza. Il premio è
la beatitudine.
Impegno del giorno
Fare un gesto concreto di carità verso qualcuno
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Sabato 22 Agosto 2015
Maria SS.ma Regina
1ª lettura: Rut 2,1-3.8-11; 4,13-17;
Salmo: Sal.127;
Vangelo: Mt 23, 1-12
LETTURA DA MEDITARE Sal 127
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. La tua sposa come vite feconda
nell'intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d'ulivo intorno alla tua mensa.
Ecco com'è benedetto l'uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Meditazione
Il Salmo ci invita a vivere una virtù, dono dello Spirito Santo, che è il
Timor di Dio ed a camminare nella sua via . il Timor di Dio ci fa
riconoscere il Suo amore per noi e non ci fa solo camminare, ma
correre.
Impegno del giorno
Invocare più volte nella giornata lo Spirito Santo, soprattutto se
dobbiamo prendere una decisione, anche piccola; per essere sempre
con Lui.
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Settimana dal 23 al 29 agosto 2015
S. Ercolano (Perugia)
Del santo compatrono di Perugia, vi sono poche notizie della vita. Visse
nel VI secolo.
S. Gregorio Magno scrisse di lui che faceva vita
monastica nel monastero dei Canonici Regolari di sant’Agostino, prima
di essere chiamato alla cattedra episcopale di Perugia, come
successore
del
defunto
vescovo
Massimiano.
Verso il 547, dopo tre anni di assedio, i Goti di Totila (re degli Ostrogoti
dal 541 al 552), in guerra con i bizantini nella penisola italiana,
penetrarono nella città di Perugia, favoriti dalla delazione di un
chierico, che informò i nemici sui piani di difesa della città. Il vescovo
Ercolano, che aveva resistito eroicamente con i concittadini, fu
catturato, scorticato vivo e poi decapitato davanti a Porta Marzia, per
ordine di Totila, impegnato nell’assedio di Roma; il suo corpo fu
gettato senza alcuna pietà, fuori delle mura cittadine.
Come per gli antichi martiri cristiani, anche per il vescovo Ercolano, ci
furono mani pietose di fedeli, che raccolsero e ricomposero il suo
corpo e lo seppellirono insieme a quello di un bambino trovato morto
nello stesso luogo.
Una quarantina di giorni dopo, i profughi perugini ebbero, dal
comandante dei Goti, il permesso di ritornare in città; ricordando il
loro vescovo Ercolano, morto martire per mano dei barbari, ne
ricercarono il corpo sepolto, per trasferirlo nell’antica cattedrale di San
Pietro. Quando fu aperta la primitiva sepoltura, trovarono il corpo del
bambino in avanzata fase di decomposizione, mentre quello del
vescovo era intatto, quasi fosse morto quel giorno stesso.
Ma la meraviglia fu maggiore, quando si poté costatare che il capo era
unito al corpo, come se non fosse mai stato tagliato, né vi erano
cicatrici al collo, né segni delle torture e scorticature subite.
Gli antichi martirologi storici, come quelli di Floro, Adone, Usuardo,
considerano il martirio avvenuto il 7 novembre. Ma il santo vescovo
compatrono, Ercolano, nei secoli successivi, fu confuso anche con un
omonimo santo martire del I secolo, ricordato a Perugia il 1° marzo.
Lo sdoppiamento va ricercato in una famosa quanto romanzesca
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leggenda, conosciuta sotto il nome di “Leggenda dei 12 Siri”. Fra i 12
leggendari santi, tutti parenti fra loro, venuti in Umbria dalla Siria, al
tempo dell’imperatore Giuliano, vi era appunto un sant’Ercolano.
Questo sdoppiamento resisté nella storia, giungendo fino al 1940,
quando il vescovo di allora, mons. Giovan Battista Rosa, con
l’approvazione della Sacra Congregazione dei Riti, riportò ordine nella
liturgia della diocesi perugina, stabilendo il 7 novembre come festa
liturgica di s. Ercolano, vescovo e martire, e il 1° marzo la memoria
della prima traslazione delle sue reliquie, avvenuta nel 723.
Il culto di s. Ercolano a Perugia è testimoniato anche dalla bellissima
chiesa a lui dedicata, emblema dell’autonomia municipale della città,
eretta alla fine del sec. XIII fuori delle antiche mura della città, nel
luogo che la tradizione indicava come quello della prima sepoltura del
martire “defensor civitatis”.
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Domenica 23 Agosto 2015
S. Rosa da Lima, Vergine
1ª lettura: Gs 24, 1-2.15-17.18
Salmo: Sal.33
2 lettura: Ef 5, 21-32
Vangelo: Gv 6, 60-69
LETTURA DA MEDITARE Giovanni 6, 60-69
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano
e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto
che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non
andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene
anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu
hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei
il Santo di Dio».
Meditazione
Volete andarvene anche voi? Gesù conosceva il destino di solitudine
che lo attendeva, infatti sarebbe rimasto solo nella Passione e sulla
Croce. La grandezza del Maestro sta nell’aver attraversato la
solitudine sciogliendosi in essa, per portare il suo primo frutto nella
Resurrezione, con la nascita della Chiesa. Sì, Gesù è morto solo, per
risorgere insieme ad ogni uomo.
Impegno del giorno
Riesco a vivere la solitudine fruttuosa per rinascere insieme a Gesù?
Desidero essere il seme che muore per portare frutto? Oggi individuo
tutte quelle situazioni in cui voglio emergere, predominare…Mi sforzo
di fare un passo indietro e lavoro sulla mia volontà.
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Lunedì 24 Agosto 2015
S. Bartolomeo, Apostolo
1ª lettura: Ap 21, 9-14
Salmo: Sal.144
Vangelo: Gv 1, 45-51
LETTURA DA MEDITARE Giovanni 1, 45-51
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato
colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il
figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può
venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Meditazione
Filippo incontra Natanaèle e comunica all’amico di avere incontrato il
Messia nella persona di Gesù. Natanaèle esprime il suo scetticismo.
Filippo non cerca di risolvere il dubbio dell’amico, ma cerca di invitarlo
ad un’esperienza con il Maestro, la stessa da lui vissuta in precedenza
e che ha cambiato la sua vita. Solo la fede è capace di far superare ogni
autosufficienza umana.
Impegno del giorno
Oggi invito la persona che sto accompagnando da tempo con la mia
preghiera a fare un’esperienza personale con Gesù, insieme leggiamo
la Parola proposta oggi dal Vangelo.
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Martedì 25 Agosto 2015
San Ludovico, Re di Francia
1ª lettura: 1 Ts 2, 1-8
Salmo: Sal 138
Vangelo: Mt 23, 23-26
LETTURA DA MEDITARE Matteo 23, 23-26
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
che pagate la decima sulla menta, sull'anéto e sul cumìno, e
trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la
misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza
tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il
cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del
bicchiere e del piatto, ma all'interno sono pieni di avidità e
d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere,
perché anche l'esterno diventi pulito!».
Meditazione
Il “guai a voi” di oggi nel Vangelo denuncia la mancanza di coerenza
tra Parola e comportamento, tra esterno ed interno, tra coloro che
insistono nell’osservanza e mancano di misericordia. Si guarda la
pagliuzza nell’occhio del vicino e non si toglie la trave che è conficcata
nel nostro occhio. Si insiste sui dettagli, e ci si dimentica di amare e di
essere compassionevoli.
Impegno del giorno
Oggi chiedo misericordia attraverso il sacramento della Riconciliazione
e mi impegno a vivere l’esperienza dell’amore gratuito con la persona
che mi fa più soffrire.
77
Mercoledì 26 Agosto 2015
Maria SS.ma Nostra Signora di Czestochowa
1ª lettura: 1 Ts 2, 9-13
Salmo: Sal. 138
Vangelo: Mt 23, 27-32.
LETTURA DA MEDITARE Matteo 23, 27-32
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma
dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi:
all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di
ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le
tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo
vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel
versare il sangue dei profeti”.
Meditazione
In questo brano Gesù smaschera l’ipocrisia. L’ipocrita è un uomo che
recita, ama la pubblicità, ogni gesto che compie ha lo scopo di attirare
l’attenzione su di sé. La radice profonda dell’ipocrisia è la ricerca di sé:
l’egoismo, il contrario dell’amore. L’ipocrita è lontano da Dio poiché
non desidera pentirsi né tantomeno convertirsi.
Impegno del giorno
Sono anch’io un ipocrita? Faccio autocritica e nella preghiera individuo
gli aspetti di una fede ancora immatura, esteriore, ferma alla
propaganda .
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Giovedì 27 Agosto 2015
Santa Monica, Madre di Sant'Agostino
1ª lettura: 1 Ts 3, 7-13
Salmo: Sal 89
Vangelo: Mt 24, 42-51
LETTURA DA MEDITARE Matteo 24, 42-51
In
quel
tempo,
Gesù
disse
ai
suoi
discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora
della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la
casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non
immaginate, viene il Figlio dell'uomo.
Meditazione
Il Vangelo di oggi parla della venuta del Signore alla fine dei tempi e ci
esorta alla vigilanza. Noi non sappiamo quando sarà, per questo ci
chiede di non temporeggiare, ma di essere vigili come sentinelle; ma
più che pensare alla reale fine del mondo ci invita a non distogliere lo
sguardo da ciò che più conta . Egli ci ricorda che Lui è già in mezzo a
noi, ora ..tutti i giorni fino alla fine del mondo.
Impegno del giorno
Signore mi vuoi ricordare che Tu ci sei anche oggi, sempre !
Sei presente nell’Eucarestia. Oggi ti benedico e ti ringrazio per il dono
del tuo Corpo partecipando alla Santa Messa .
79
Venerdì 28 Agosto 2015
Sant'Agostino, Vescovo e Dottore della Chiesa
1ª lettura: 1 Ts 4, 1-8
Salmo: Sal 96
Vangelo: Mt 25, 1-13
LETTURA DA MEDITARE Matteo 25, 1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade
e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque
sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio;
le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in
piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si
addormentarono…
Meditazione
Lo sposo è Cristo, le dieci vergini sono la comunità cristiana. Le cinque
vergini sagge avevano compreso che la fede per essere salda andava
alimentata con la fedeltà allo Sposo. Esse non concedono il loro olio
alle vergini stolte, sembrando così poco generose, ma in realtà
nessuno può essere vigilante al posto di un altro: è un affare
personale! La fede stessa non è merce di scambio, si alimenta con la
perseveranza e fedeltà nei confronti dei sacramenti.
Impegno del giorno
Affinché non manchi mai l’olio alla mia lampada, chiedo a Maria
attraverso la recita del Rosario, la sua vigilanza e perseveranza nella
Fede.
80
Sabato 29 Agosto 2015
Martirio di San Giovanni Battista
1ª lettura: Ger 1, 17-19
Salmo: Sal 70
Vangelo: Mc 6, 17-29
LETTURA DA MEDITARE Marco 6, 17-29
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva
messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo,
perché l'aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito
tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava
e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva
Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui;
nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Meditazione
Il Vangelo di oggi ci ricorda il martirio di san Giovanni Battista e come
fu ucciso, senza processo, durante un banchetto, vittima della
corruzione e della prepotenza di Erode e della sua corte. La morte di
Giovanni è il preludio della morte di Gesù e di quanti saranno
“ inviati “. La differenza tra morte per cause naturali e martirio sta nel
fatto che la prima è la fine, la seconda è il fine della vita stessa.
Impegno del giorno
Sono disposto a donare totalmente la mia vita per i fratelli ? Sono
disposto a morire a me stesso? Chiedo a Gesù di insegnarmi ad amare
come Lui ci Ama.
81
Settimana dal 30 agosto al 5 settembre 2015
S. Benedetto da Norcia Abate e Patrono d’Europa
Nasce a Norcia verso il 480 e muore a Montecassino nel 547
È il Patriarca del monachesimo occidentale. Dopo un periodo di
solitudine presso il sacro Speco di Subiaco, passò alla forma cenobitica
prima a Subiaco, poi a Montecassino. La sua Regola, che riassume la
tradizione monastica orientale adattandola con saggezza e discrezione
al mondo latino, apre una via nuova alla civiltà europea dopo il totale
declino di quella romana ed i secoli bui delle invasioni barbariche. In
questa grande scuola di servizio al Signore, hanno un ruolo
determinante la lettura meditata della Parola di Dio e la lode liturgica,
alternata con i ritmi del lavoro. In un clima intenso di carità fraterna e
di servizio reciproco nacque con Lui il motto universale"ora et labora".
Nel solco della regola di San Benedetto sorsero così, nel Continente
europeo e nelle isole, grandi centri di preghiera, di cultura, di
promozione umana, di ospitalità per i poveri e i pellegrini. Due secoli
dopo la sua morte, saranno più di mille i monasteri guidati dalla Sua
Regola e sparsi in tutta Europa. Paolo VI lo proclamò per questo
"Patrono d'Europa" il 24 ottobre del 1964.
Il Papa emerito Benedetto XVI scrisse in occasione dell' Udienza
Generale del 9.04.2008 , proprio sulla vita di San Benedetto, una
Lettera che riporta tante citazioni e miracoli che offrono spunti di
riflessione:
"Senza preghiera non c'è esperienza di Dio".
"Il santo non poté in alcun modo insegnare diversamente da come
visse”.
“aiutare piuttosto che dominare”.
“accentuare più con i fatti che con le parole tutto ciò che è buono e
santo”.
“illustrare i divini comandamenti con l'esempio”.
"con lui il monachesimo-rifugio diventerà monachesimo-azione".
"la fede diventi servizio ai fratelli".
"Un uomo di responsabilità pubblica deve sempre essere anche un
uomo che sa ascoltare e sa imparare da quanto ascolta."
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"il rispetto dell’orario (preghiera, lavoro, riposo)".
"il tempo , un bene da non sperperare mai." ....impariamo anche noi a
non scambiare l'urgenza con l'importanza.
"Questa voce grande e dolce" : dolcezza e fermezza
"lo studio è in funzione dell’evangelizzare": il grande Santo ci esorta a
conoscere bene la Parola di Dio per poi portarla alle persone che non
conoscono il Signore.
"Vuole dimostrare che Dio non è un’ipotesi lontana posta all’origine
del mondo, ma è presente ogni giorno nella vita dell’uomo, di ogni
uomo."
"Di fatto, l’opera del Santo mutò il volto dell’Europa, suscitando, dopo
la caduta rovinosa dell’unità politica creata dall’impero romano, una
nuova unità spirituale e culturale, quella della Fede cristiana condivisa
dai popoli del continente. E’ nata proprio così la realtà che noi
chiamiamo “Europa".
"Nell’esercizio dell’obbedienza posta in atto con una fede animata
dall’amore , il monaco conquista l’umiltà , alla quale la sua Regola
dedica un intero capitolo . In questo modo l’uomo diventa sempre più
conforme a Cristo e raggiunge la vera autorealizzazione come creatura
ad immagine e somiglianza di Dio."
In tempi di carestia s. Benedetto precisa :
"Perchè il vostro animo si affligge per la mancanza di pane? Oggi, è
vero, ce n'è poco, ma domani ne avrete in abbondanza". Il giorno
seguente, furono trovati davanti alla porta del monastero 200 moggi di
farina.
83
Domenica 30 agosto 2015
S. Pietro eremita – S. Bononio abate
1ª lettura: Dt 4,1-2.6-8
Salmo: Sal 14;
2ª lettura: Gc 1,17-18.21b.22.27
Vangelo: Mc 7,1-8.14-15.21-23
LETTURA DA MEDITARE: Marco 7,1-8.14-15.21-23
Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da
Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano
cibo con mani immonde, cioè non lavate…quei farisei e scribi lo
interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la
tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta
scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è
lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che
sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi
osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete
bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa
contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a
contaminarlo».
Meditazione
La fede non si alimenta coltivando abitudini e riti che non nutrono il
cuore dell'uomo, costantemente attratto da ciò che è male, bensì
attraverso la preghiera, la meditazione della Parola di Dio e il servizio
ai fratelli.
Impegno del giorno
Oggi mi impegno a invocare lo Spirito Santo che mi accompagni a fare
un gesto d'amore al fratello che è più lontano dal mio cuore
ricordando che in quel fratello c'è la mano tesa di Gesù.
84
Lunedì 31 agosto 2015
S. Giuseppe d’Arimatea
1ª lettura: 1Ts 4,13-18;
Salmo: Sal 95;
Vangelo: Lc 4,16-30
LETTURA DA MEDITARE 1Tessalonicesi 4,13-18
Non vogliamo poi lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli che sono
morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non
hanno speranza. 14Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato;
così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù
insieme con lui. 15Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che
viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo
alcun vantaggio su quelli che sono morti. 16Perché il Signore stesso, a
un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio,
discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17quindi
noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per
andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il
Signore. 18Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Meditazione
San Paolo ci invita a non dare troppa importanza all’evento finale ma a
credere che la nostra salvezza si attua già nella vita e nella morte di
ogni credente.
Impegno del giorno
Oggi mi faccio questa domanda: mi impegno a lavorare nella vigna del
Signore ponendomi come unico traguardo la salvezza eterna senza
preoccuparmi dei modi e dei tempi che il Signore vuole usare per
condurmi a Lui?
85
Martedì 1 settembre 2015
S. Terenziano vescovo
1ª lettura: 1Ts 5,1-6.9-11;
Salmo: Sal 26;
Vangelo: Lc 4,31-37
LETTURA DA MEDITARE 1Tessalonicesi 5,1-6.9-11
Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve
ne scriva;
infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di
notte. 3 E quando la gente dirà :"C'è pace e sicurezza!", allora
d'improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e
non potranno sfuggire. 4 Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre,
cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. 5 Infatti siete
tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte,
né alle tenebre. 6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e
siamo sobri.
9 Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza
per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. 10 Egli è morto per noi
perché , sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con Lui.
11 Perciò confortatevi a vicenda e siate di aiuto gli uni agli altri, come
già fate.
Meditazione
Paolo invita i Tessalonicesi a vegliare, a non lasciarsi sorprendere privi
della grazia poiché nessuno conosce il giorno né l'ora in cui il Signore
verrà . Di nuovo invita all'amore , gli uni per gli altri, all'operosità , a
non dimenticare che abbiamo ricevuto il grande dono della fede e che
dobbiamo coltivarlo.
Impegno del giorno
Oggi voglio confessarmi e ricominciare, ricordando che la vita cristiana
è fatta e si nutre di sempre nuovi inizi.
86
Mercoledì 2 settembre 2015
S. Elpidio abate
1ª lettura: Col 1,1-8
Salmo: Sal 51;
Vangelo: Lc 4,38-44
LETTURA DA MEDITARE Colossesi 1, 1-8
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello
Timòteo, 2 ai santi e fedeli fratelli in Cristo dimoranti in Colossi grazia a
voi e pace da Dio, Padre nostro!
Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro
Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, 4 per le notizie ricevute
della vostra fede in Cristo Gesù, e della carità che avete verso tutti i
santi, 5 in vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa
speranza voi avete già udito l'annunzio dalla parola di verità del
vangelo 6 che è giunto a voi, come pure in tutto il mondo fruttifica e si
sviluppa; così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e
conosciuto la grazia di Dio nella verità, 7 che avete appresa da Epafra,
nostro caro compagno nel ministero; egli ci supplisce come un fedele
ministro di Cristo, 8 e ci ha pure manifestato il vostro amore nello
Spirito.
Meditazione
San Paolo non dimentica mai di lodare e ringraziare Dio per ogni seme
di fede germogliato. Egli mette qui in rilievo le tre virtù teologali : fede,
speranza e carità, invitando i Colossesi ad arricchire il loro
cristianesimo con atteggiamento autentico e coraggioso.
Impegno del giorno
Oggi vogliamo cominciare anche noi la giornata lodando e glorificando
Dio per ogni passo del nostro cammino e proviamo a vivere una
giornata autentica mostrando la nostra libertà , anche a contatto con
persone che non hanno mai incontrato il Signore.
87
Giovedì 3 settembre 2015
S. Gregorio magno papa e dottore
1ª lettura: Col 1,9-14
Salmo: Sal 97;
Vangelo: Lc 5,1-11
LETTURA DA MEDITARE Colossesi 1, 9-14
Perciò anche noi, da quando abbiamo saputo questo, non cessiamo di
pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della
sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, 10 perché
possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in
tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella
conoscenza di Dio; 11 rafforzandovi con ogni energia secondo la
potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in
tutto; 12 ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di
partecipare
alla
sorte
dei
santi
nella
luce.
13 È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha
trasferiti nel regno del suo Figlio diletto,14 per opera del quale
abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.
Meditazione
San Paolo invita alla conoscenza di Dio poiché senza di essa non si può
portare alcun frutto. Invita a pregare per ricevere i doni dello Spirito :
la sapienza e l'intelligenza spirituali. La preghiera quotidiana dona la
forza di Dio a difesa dagli attacchi del nemico. La crescita e la maturità
spirituali vanno mostrate mediante le opere buone e l'esercizio
dell'amore gratuito non dimenticando di ringraziare il Padre con gioia
e di manifestare la nostra gioia.
Impegno del giorno
Oggi pregherò lo Spirito Santo per il dono del discernimento e
cercherò di esercitare la pazienza proprio nella meditazione di questa
lettura.
88
Venerdì 4 settembre 2015
Traslazione di Santa Rosa da Viterbo vergine
1ª lettura: Col 1,15-20
Salmo: Sal 99;
Vangelo: Lc 5,33-39
LETTURA DA MEDITARE Colossesi 1, 15-20
Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura;
16 poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei
cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni,
Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per
mezzo di lui e in vista di lui.
17 Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.
18 Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il
primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato
su tutte le cose.
19 Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza 20 e per
mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue
della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e
quelle nei cieli.
Meditazione
Ancora una volta San Paolo ci invita a meditare sul Padre, unico Dio col
Figlio e con lo Spirito Santo e sulla Sua pienezza. Ci invita a ricordare
che Lui è al centro della creazione e che tutte le cose sono state fatte
per Lui e in vista di Lui.
Impegno del giorno
Oggi rifletto sul significato che ha questa pienezza di Cristo nella mia
vita; mi fermo a contemplare la bellezza dei Suoi doni e mi domando
se accetto con serenità e fede di condividere la sua sofferenza nei
momenti più difficili del mio cammino.
89
Sabato 5 settembre 2015
B. Madre Teresa di Calcutta vergine
1ª lettura: Col 1,21-23
Salmo: Sal 53;
Vangelo: Lc 6,1-5
LETTURA DA MEDITARE Colossesi 1, 21-23
Un tempo anche voi eravate stranieri e nemici , con la mente intenta
alle opere cattive , 22ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne
mediante la morte , per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili
dinanzi a lui, 23purché restiate fondati e fermi nella fede , irremovibili
nella speranza del Vangelo che avete ascoltato , il quale è stato
annunciato in tutta la creazione che è sotto il cielo, e del quale io,
Paolo, sono diventato ministro.
Meditazione
Il Signore, attraverso San Paolo, ci ricorda che è morto per tutti noi,
per liberarci dal peccato e così proporci un nuovo modello di vita.
Vivere con Lui, per Lui , a immagine e somiglianza di Lui è ciò che
siamo invitati a scegliere nella totale libertà di figli. Il Signore ci
sollecita a vivere in grazia, a riconciliarci con Lui ogni volta che
riconosciamo la nostra povertà e la nostra debolezza e a confidare
nella sua infinita misericordia .
Impegno del giorno
Oggi mi chiedo se davvero mi affido a Gesù ogni volta che inciampo e
recito nel silenzio della mia camera la coroncina della Divina
Misericordia.
90
Settimana dal 6 al 12 settembre 2015
Santa Rita da Cascia
Margherita Lotti, figlia di Antonio Lotti e Amata Ferri, nasce a
Roccaporena, a 5 km da Cascia, nel 1371. Educata dagli Agostiniani,
apprende la devozione verso Agostino, Giovanni Battista e Nicola da
Tolentino (che, al tempo di Rita, è ancora beato). Il giovane Paolo di
Ferdinando di Mancino, s’innamora di lei, ricambiato . Non è un
giovane violento, come descritto in qualche vita, ma un ghibellino
risentito, che impara a vivere in modo più autenticamente cristiano
dopo aver sperimentato, nel matrimonio con Rita, l’ amore
incondizionato e reciproco illuminato dalla benedizione divina. Con la
nascita di due figli, la famiglia di Mancino si trasferisce al “Mulinaccio”
(di proprietà di Paolo), dove hanno una dimora più grande e la
possibilità di gestire un’attività di macinazione del grano. Intorno al
1406, proprio nei pressi del “Mulinaccio”, Paolo viene assassinato.
Rita perdona di cuore e mai rivelerà il nome degli assassini, anche se
questo gesto le costerà il risentimento della famiglia del marito ucciso.
Chiusa nel suo perdono, un timore ancora più grande la affligge: che i
suoi ragazzi possano diventare vittime o protagonisti di quella spirale
d’odio che s’è innescata. Si spiegano così le preghiere a Dio perché non
si macchino di simili atrocità e allontanino da loro il desiderio di
vendicare il padre. I due giovani, Giangiacomo e Paolo Maria, muoiono
molto presto l’uno dopo l’altro. Rimasta sola, tra il 1406 e il 1407, Rita
si avvicina sempre più a Cristo sofferente, si rifugia nella preghiera e
matura con forza il desiderio di elevare il suo amore ad un altro sposo:
Cristo. Bussa alla porta del Monastero di Santa Maria Maddalena,
dove, superate mille difficoltà, nel 1407, riceve l’abito e la Regola di
Sant’Agostino, che professa e vive per quarant’anni, fino alla morte,
con ascesi, contemplazione, preghiera, penitenza, ma anche azione.
Si racconta che durante il periodo del noviziato, la Madre Badessa, per
provare la sua umiltà, le abbia comandato di piantare e innaffiare un
arido legno. La Santa obbedisce e il Signore premia la sua serva
facendo fiorire una vite rigogliosa. Per questo, la vite è il simbolo della
pazienza, dell’umiltà e dell’amore di Rita verso le sue consorelle e, più
in generale, verso l’altro. Nel 1432, un giorno, mentre è assorta in
91
preghiera, forse memore della predicazione sulla passione di Cristo
fatta da fra Giacomo della Marca nel 1425 presso la chiesa di Santa
Maria e, ancor più, formata alla spiritualità agostiniana incentrata
sull’amore verso l’umanità di Cristo (che trova la sua più alta
espressione nella passione), chiede al Signore di renderla partecipe
alle sue sofferenze. In quel momento, una luce, un lampo, una spina
staccatasi dal Crocifisso le si conficca nella fronte e nell’anima.
Durante questo periodo, Rita fa l’unico viaggio della sua vita fuori dei
confini del Comune casciano; va a Roma in pellegrinaggio penitenziale
a piedi. La tradizione collega il viaggio alla canonizzazione di Nicola da
Tolentino. Per l'occasione, la piaga sulla fronte di Rita si rimargina
prima della partenza e si riapre poi al suo ritorno a Cascia.
Quando sente avvicinarsi la fine, Rita sente il desiderio di sapere se il
Signore abbia accolto le sue sofferenze e preghiere in espiazione dei
peccati dei suoi cari. Chiede un segno. Ad una sua parente, che era
venuta a trovarla, chiede di passare nel suo orto di Roccaporena e
cogliere una rosa e due fichi. È un gennaio nevoso e freddo. La parente
si reca all’orto e trova le due rose e i due fichi richiesti, che coglie e
porta a Rita. Le sue preghiere sono state esaudite: il marito, morto
ammazzato e i due figli, morti uno dopo l’altro, sono stati accolti da
Dio in Paradiso. Nella notte tra il 21 e il 22 maggio dell’anno 1447, nel
momento in cui Rita muore, la tradizione vuole che le campane del
Monastero, mosse da mani invisibili, si siano messe a suonare. Il 24
maggio 1900, Leone XIII la proclama santa. Il corpo di Rita, dal 18
maggio 1947, riposa nella Basilica Santa Rita a Cascia. Indagini mediche
hanno accertato la presenza di una piaga ossea sulla fronte, a riprova
dell’esistenza della stigmata. Santa Rita ha tramandato il suo
messaggio senza mai scrivere niente, ma usando l’esempio concreto
del vivere quotidiano fatto di rispetto verso l’altro e verso il creato. Le
testimonianze dei miracoli accaduti per sua intercessione sono
talmente numerose, che è stata proclamata dal popolo di fedeli “santa
dei casi impossibili”, in quanto, così come Rita ci ha insegnato, se ci si
affida a Dio, tutto può accadere. La strada che Santa Rita suggerisce è
fatta di umiltà, sacrificio, ascolto dell’altro e ricerca del dialogo. Non è
semplice, ma è l’unica strada che ci avvicina a Dio e rende tutto
realizzabile.
92
Domenica 6 settembre 2015
S. Petronio
1ª lettura: Is 35, 4-7;
Salmo: Sal 145;
2 lettura: Gc 2,1-5;
Vangelo: Mc 7,31-37
LETTURA DA MEDITARE Marco 7, 31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne,
venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo
prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con
la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un
sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli
orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi
lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni
cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!»
Meditazione
Gesù, incontrando un uomo che soffre a causa della sua grave
menomazione, prova una profonda compassione per la sua condizione
e subito lo guarisce. Il miracolo che ne deriva è grande: l’uomo
riacquista, infatti, immediatamente sia l’udito che la conseguente
capacità di esprimersi correttamente
Impegno del giorno
Devo sforzarmi di vedere quotidianamente, con gli occhi della fede,
tutti i miracoli che Dio compie in mezzo al suo popolo. Scoprirò allora
che questi, anche se meno eclatanti di quello qui descritto, mi fanno
sempre esclamare, pieno di stupore:” Ha fatto bene ogni cosa: fa…”
93
Lunedì 7 settembre 2015
S. Regina
1 lettura: Col 1,24-2,3
Salmo: Sal 61
Vangelo: Lc 6,6-11
LETTURA DA MEDITARE Sal 61
Solo in Dio riposa l'anima mia:
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.
Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore:
nostro rifugio è Dio.
Meditazione
Chiunque sia andato al mare a nuotare e dopo il bagno sia uscito
dall’acqua guadagnando la riva sabbiosa della spiaggia in una giornata
di forte risacca, può capire benissimo perché nel salmo Dio venga
definito” Mia roccia”. L’acqua che ritorna indietro, infatti, trascina con
sé i granelli di sabbia facendo mancare il terreno sotto i piedi del
nuotatore ed affondandolo sempre di più nel suolo sabbioso. Solo
quando si trova una pietra, una roccia, si riesce ad avere un appoggio
stabile a cui fissarsi.
Impegno del giorno
Tutte le volte che mi sento sballottato dagli eventi umani e mi sembra
di non trovare un appiglio a cui aggrapparmi, pregherò con questa
brevissima preghiera” Dio è la mia roccia, non potrò vacillare”.
94
Martedì 8 settembre 2015
Natività della Beata Vergine Maria
1 lettura Mic 5, 1-4
Salmo 12
Vangelo: Mt 1, 1-16. 18-23
LETTURA DA MEDITARE Sal 12
Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi.
Io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.
Meditazione
Questo salmo viene intitolato nella Bibbia “ Invocazione fiduciosa”. Il
titolo è pienamente giustificato dagli ultimi versetti, nei quali l’orante
dichiara, elencandoli, i motivi di questa sua fiducia. Innanzitutto egli ha
confidato solo nella fedeltà del Signore e questa, come sempre viene
ribadito nella Bibbia, non è venuta meno. In secondo luogo ha intuito,
con il cuore esultante, la salvezza offertagli. Infine si è reso conto dei
benefici ricevuti e per questi ha ringraziato con un canto di lode.
Impegno del giorno
Oggi farò un momento di adorazione nel quale mediterò i
soprarichiamati motivi, per cercare di giungere anch’io a fare
un’invocazione piena di fiducia nel Signore.
95
Mercoledì 9 settembre 2015
S. Pietro Claver
1 lettura: Col 3, 1-11
Salmo 144
Vangelo: Lc 6, 20-26
LETTURA DA MEDITARE Sal 144
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Meditazione
Siamo debitori all’estensore di questo salmo, dalla tradizione attribuito
a Davide stesso, di aver colto con grande acume un’importante
caratteristica di Dio: che è re. Tutto il salmo infatti è un’unica grande
sottolineatura di questa regalità. Il suo regno è benedetto e lodato e
per lui si invoca la gloria, cioè la massima forma di adorazione umana,
mentre sul finire del salmo si evidenzia come questo regno glorioso si
estenderà nei secoli su tutte le genti.
Impegno del giorno
Anch’io mi devo sforzare di considerare ogni giorno questa particolare
caratteristica di Dio, sottomettendomi con grande umiltà alla sua
regale volontà
96
Giovedì 10 settembre 2015
S. Nicola da Tolentino
1 lettura: Col 3, 12-17
Salmo 150
Vangelo: Lc 6, 27-38
LETTURA DA MEDITARE
Sal 150
Lodate Dio nel suo santuario,
lodatelo nel suo maestoso firmamento.
Lodatelo per le sue imprese,
lodatelo per la sua immensa grandezza.
Lodatelo con il suono del corno,
lodatelo con l’arpa e la cetra.
Lodatelo con tamburelli e danze,
lodatelo sulle corde e con i flauti.
Lodatelo con cimbali sonori,
lodatelo con cimbali squillanti.
Ogni vivente dia lode al Signore.
Meditazione
Questo stupendo salmo, ultimo del Salterio, si alza verso Dio come un
unico corale canto di lode, accompagnato dal suono di molteplici
strumenti musicali. La sua particolarità sta in quel “Lodate Dio,
lodatelo” ripetuto con insistenza ad ogni versetto, simile quasi ad un
chiodo, il chiodo della fede, conficcato saldamente con numerose
martellate nel muro della mia vita. La lode è in questo salmo intesa
come unica risposta umana possibile al nostro creatore per tutte le
incredibili meraviglie che ci ha donato e ci dona continuamente.
Impegno del giorno
Di fronte alla più eclatante di tali meraviglie, la maestosità della
natura, cattedrale senza mura in cui si svolge la mia vita, mi unirò a
tutti gli uomini di buona volontà per rendere lode per sempre al
Signore.
97
Venerdì 11 settembre 2015
S. Diomede martire
1 lettura: 1Tm 1, 1-2.12-14
Salmo 15
Vangelo: Lc 6, 39-42
LETTURA DA MEDITARE
Sal 15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Meditazione
Durante le gite in montagna può capitare di essere sorpresi da
violentissimi temporali. E’ necessario in quei frangenti cercarsi il più in
fretta possibile un rifugio, un riparo che consenta di attendere in
sicurezza il ritorno del bel tempo. L’orante di questo salmo ha eletto il
Signore a suo stabile rifugio. Questa comunanza con lui lo ha portato a
capire il senso ultimo della vita (“mi indicherai il sentiero della vita”) e
gli ha svelato la gioia che sempre accompagna chi segue il Signore
(“gioia piena alla tua presenza”).
Impegno del giorno
Soprattutto se mi sentirò stanco e sfiduciato, ti eleggerò, Signore, a
mio rifugio e, entrando nella prima chiesa che troverò aperta, sosterò
alla tua vivificante presenza.
98
Sabato 12 settembre 2015
Ss. Nome di Maria
1 lettura: 1Tm 1,15-17
Salmo 112
Vangelo: Lc 6,43-49
LETTURA DA MEDITARE Sal 112
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che si china a guardare
sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall'immondizia rialza il povero.
Meditazione
Alle altre religioni, che venerano un dio lontano, che non condivide la
vita dell’uomo, che, con severità, si erge a suo giudice, disponendo
della sua vita, il cristianesimo contrappone un Dio che ama con
profonda misericordia le sue creature, che le giudica sì, ma dopo aver
tentato di tutto per attrarle a sé, un Dio insomma che si sporca le
mani, immergendole direttamente nelle nostre vicende umane.
Questo è il Dio delineatoci dal salmo, che “si china”, si piega cioè, con
amorevole cura, sull’uomo e lo solleva dalla polvere e dall’immondizia
in cui da solo non mancherebbe di cadere.
Impegno del giorno
Cercherò ogni giorno di guardare al mio prossimo con lo stesso
sguardo di Dio, ricordandomi che la nostra religione si sostanzia in
questi due semplici comandamenti: amare Dio e il prossimo.
99
Settimana dal 13 al 19 settembre 2015
San Giovanni da Capestrano
Giovanni nacque a Capestrano, vicino all'Aquila, nel 1386; la madre era
abruzzese e il padre un barone tedesco, per questo il santo veniva
chiamato Giantudesco. Studente a Perugia, si laureò e divenne ottimo
giurista, tanto da essere nominato governatore di Durazzo. Durante
un periodo di prigionia, ebbe una visione: San Francesco lo esortava a
divenire frate del suo Ordine. Pagando un forte riscatto, Giovanni
tornò libero e si recò subito al convento di Monteripido, vicino a
Perugia. Qui poté indossare il saio dei Frati Minori il 4 ottobre 1416.
Studiò molto seriamente la teologia e, fin dall'inizio della sua
predicazione, dimostrò di possedere una vasta conoscenza della
Bibbia, dei Padri della Chiesa e delle opere di S. Tommaso d'Aquino. Le
sue prediche richiamavano autentiche folle; i suoi scritti formano ben
diciannove grossi volumi. Fondò molti monasteri del suo stesso Ordine
e diffuse i Monti di Pietà per sottrarre i poveri dagli artigli degli usurai.
Fu amico di S. Bernardino da Siena, che difese e fece assolvere
dall'accusa di eresia, perché onorava Cristo con il famoso
monogramma JHS (= Jesus Hominum Salvator: Gesù Salvatore degli
uomini).Nel 1452, Federico III, re di Germania, era a Roma per essere
incoronato imperatore del Sacro Romano Impero. Chiese allora al
Pontefice Niccolò V di mandare Fra Giovanni nei suoi Stati. Il frate vi
andò con alcuni confratelli, impiegati come interpreti e scrivani. Vi
rimase un anno, viaggiando e predicando, ma anche riformando
conventi e compiendo miracoli. E, nei pochi momenti liberi, pregava
insieme ai confratelli. Compì molte guarigioni; si conservano atti
notarili attestanti miracoli. Un antico codice, custodito a Parigi,
presenta addirittura duemila casi di guarigione, tutti confermati da
testimoni. Dopo la canonizzazione di Bernardino da Siena (1450), Fra
Giovanni poneva sul malato una reliquia del suo amico e confratello,
attribuendo a lui la guarigione dell'infermo. Nel 1456 i Turchi
minacciavano Belgrado. L'esercito riuscì a sconfiggerli il 22 luglio. Gran
parte del merito della vittoria va attribuito a Giantudesco,che,
accorrendo dove maggiore era il pericolo, incitava i combattenti cosi:
«Sia avanzando che retrocedendo, sia colpendo che colpiti, invocate il
100
Nome di Gesù: in Lui solo è salvezza». Rivolgeva parole di
incoraggiamento ai suoi soldati, e pregava Dio invocandone l'aiuto;
ottenendo così quanto sperava. Così si realizzò la famosa e santa
liberazione di Belgrado dai turchi. Entrato in Belgrado trionfalmente,
s. Giovanni era il "cuore" della truppa: tutti andavano a lui per essere
benedetti e per avere ordini, ma soprattutto tutti lo seguivano nelle
istruzioni morali che egli dava. Per undici giorni ed altrettante notti fu
sempre sul campo, sostenendo fatiche e privazioni. Tre mesi dopo, il
23 ottobre, Giantudesco moriva a Villaco, nella Schiavonia,
consegnando ai suoi fedeli la Croce, emblema di Cristo Re, che egli
aveva
servito,
fino
allo
stremo
delle
sue
forze.
Se san Giovanni ha potuto realizzare cose così grandi lo ha fatto
attraverso la sua partecipazione a Cristo nell’ Eucaristia. Dunque, se ci
crediamo davvero, anche noi possiamo realizzare delle meraviglie con
Cristo e forse meraviglie più grandi di quelle di s. Giovanni. Perciò
impegniamoci ad ottenere la conversione dei musulmani e l'invio da
parte di Dio di santi che realizzino conversioni di massa, di questi, che
oggi appaiono come veri nemici di Cristo. Preghiamo e preghiamo
bene, e anche se non vediamo i frutti, andiamo avanti. Il futuro
dell'Europa e del mondo sta anche nelle nostre "bocche" ma
soprattutto nei nostri cuori . Preghiamo. Preghiamo. Preghiamo. Lo
Spirito Santo ci faccia capire che queste non sono "solo belle parole".
101
Domenica 13 Settembre 2015
S. Giovanni Crisostomo
1ª lettura: Is 50, 5-9
Salmo: Sal 114;
2ª lettura: Gc 2, 14-18
Vangelo: Mc 8, 27-35
LETTURA DA MEDITARE Mc 8, 27-35
In quel tempo, Gesù […]domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro
gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui
ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire
molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi,
venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso
apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli,
voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a
me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol
venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché
chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per
causa mia e del Vangelo, la salverà».
Meditazione
Siamo all’inizio del Vangelo di Marco e Gesù parla già chiaramente di
passione, morte e resurrezione. Ma i discepoli non ascoltano, non vogliono
accettare questo epilogo della storia, perché è molto diverso dal finale di
trionfo e di gloria che si sono immaginati. Tutto il popolo di Israele sta
aspettando l’arrivo di un Messia potente e capace di distruggere i nemici. Ma
Gesù non è così … e non si lascia tentare dalla logica “del potere” di Pietro, la
stessa con cui Satana lo ha tentato nel deserto. Ci dice: “Chi vuole venire
dietro a me prenda la sua croce e mi segua”. Il cristiano non scappa di fronte
alla prova, non cerca scuse o nascondigli, non pensa al proprio tornaconto.
Non c’è resurrezione, non c’è pace, non c’è gioia, non c’è amore senza la
croce.
Impegno del giorno
Quando mi capiterà di non essere capito o di essere ingiustamente
rimproverato, invece di adirarmi o di vendicare il torto subito, cercherò di
ringraziare il Signore per questa mortificazione del mio amor proprio.
102
Lunedì 14 Settembre 2015
Esaltazione della Santa Croce
1ª lettura: Nm 21, 4-9
Salmo: Sal 77;
Vangelo: Gv 3, 13-17
LETTURA DA MEDITARE Gv 3, 13-17
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo,
se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè
innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio
dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti
ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque
crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non
ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il
mondo sia salvato per mezzo di lui».
Meditazione
Nessuno di noi ha visto Dio. Nessuno conosce il Padre se non il Figlio.
È grazie a Gesù che conosciamo il vero volto di Dio; un Dio che è più
padre misericordioso che giudice. È grazie a Gesù che possiamo
chiamarci “figli” e non semplici creature o servi. È sempre grazie a
Gesù che abbiamo avuto testimonianza di quanto Dio ci ama … al
punto di sacrificare per la nostra salvezza il Suo Figlio unigenito e
prediletto. Ma quanto sono dunque prezioso agli occhi di Dio? Quanto
sono bello e amato? … valgo quanto il sangue versato di Gesù. Questo
è il prezzo pagato da Dio per la mia salvezza!
Impegno del giorno
Nella mia preghiera di oggi voglio ringraziare e lodare il Signore per il
Suo immenso amore nei miei confronti e voglio provare a guardare le
persone a me più vicine (familiari, colleghi, amici) con lo stesso
sguardo di Gesù, facendo un piccolo sacrificio (una rinuncia a qualcosa
che mi piace) per amor loro.
103
Martedì 15 Settembre 2015
Maria SS.ma Addolorata
1ª lettura: Eb 5,7-9
Salmo: Sal 30;
Vangelo: Gv 19, 25-27
LETTURA DA MEDITARE Gv 19, 25-27
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di
sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli
amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al
discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell'ora il discepolo l'accolse con
sé.
Meditazione
Gesù è solo sulla croce, i Suoi discepoli sono scappati per paura … la
Madre contempla il Suo sacrificio con il cuore trafitto dalla sofferenza.
Eppure le ultime parole tra Madre e Figlio sono per noi … Dalla Sua
croce, Gesù ci dona Maria come madre. In Giovanni, infatti, siamo
rappresentati noi tutti e, come Giovanni, siamo chiamati ad accogliere
Maria nel nostro cuore, nella nostra casa. Nelle Sue apparizioni la
Madonna ci chiama “cari figli” e nei Suoi messaggi ci parla
continuamente del Suo amore materno. Ma molti di noi ancora non
credono e non rispondono a questo richiamo di amore.
Impegno del giorno
Oggi reciterò l’Ave Maria molto lentamente, pensando alla Madonna
come alla mia Mamma celeste e pronuncerò ogni parola con l’amore
del figlio che parla intimamente con la sua mamma.
104
Mercoledì 16 Settembre 2015
SS. Cornelio e Cipriano
1ª lettura: 1 Tm 3, 14-16
Salmo: Sal 110;
Vangelo: Lc 7, 31-35
LETTURA DA MEDITARE Lc 7, 31-35
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di
questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in
piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e
non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve
vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che
mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di
pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta
da tutti i suoi figli».
Meditazione
Un detto popolare dice “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”
e Gesù si rivolge ai farisei esattamente negli stessi termini. Anche noi
diventiamo sordi e ciechi quando lasciamo parlare solo il nostro
orgoglio, quando siamo caparbiamente convinti di essere nel giusto e
non accettiamo di metterci in discussione o di ascoltare il fratello. Si
tratta di un atteggiamento molto pericoloso per la nostra anima, che
rischia di vedersi passare accanto il Signore e di non riconoscerlo!
Sappiamo infatti che Gesù si rende oggi presente in molti modi,
soprattutto attraverso il prossimo, il più piccolo dei fratelli. Il nostro
cuore deve essere pronto all’accoglienza ed all’ascolto della Parola.
Impegno del giorno
Oggi prima di prendere una decisione voglio provare a immergermi
nella preghiera ed a chiedere allo Spirito Santo di illuminare il mio
cuore e la mia mente. Proverò anche ad aprire il Vangelo ed a leggere
il brano che mi si presenta cercando qualche indicazione o spunto di
riflessione.
105
Giovedì 17 Settembre 2015
S. Roberto Bellarmino
1ª lettura: 1 Tm 4, 12-16
Salmo: Sal 110;
Vangelo: Lc 7, 36-50
LETTURA DA MEDITARE Lc 7,36-50
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella
casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di
quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di
profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di
lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di
profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se
costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo
tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti
qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due
debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo
essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo
amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di
più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse
a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato
l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha
asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando
sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il
mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico:
sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al
quale si perdona poco, ama poco».
Meditazione Chi di noi ha sperimentato cosa si prova quando, consapevoli di
avere sbagliato e pentiti per l’accaduto, si viene perdonati, può facilmente
capire cosa Gesù intenda dire in questo episodio del Vangelo. Quanto più
grande poi è l’errore, tanto più profonda è la gioia e la gratitudine per il
perdono ottenuto! Al contrario, quanto più ci riteniamo “a posto”, in regola,
bravi, poco bisognosi di perdono, tanto meno lo cercheremo. E qui sta
l’errore. Gesù ci parla infatti di un perdono e di un amore talmente grande
che nessuno può dire di esserne degno o di meritarlo … Solo chi sa di aver
bisogno di tutto è pronto ad accogliere il Tutto (cioè Dio)
Impegno del giorno
Oggi cercherò di regalare il mio perdono ad una persona che “non se lo
merita”.
106
Venerdì 18 Settembre 2015
S. Sofia martire
1ª lettura: 1 Tm 6, 2-12
Salmo: Sal 48;
Vangelo: Lc 8, 1-3
LETTURA DA MEDITARE Lc 8, 1-3
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e
annunciando la buona notizia del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici
e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità:
Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni;
Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte
altre, che li servivano con i loro beni.
Meditazione
Il Vangelo ci parla di alcune donne che, dopo essere state guarite,
decidono non solo di seguire Gesù nella predicazione ma di sostenerlo
anche economicamente con i propri beni. Alcune di queste donne
rimarranno fedeli a Gesù fino all’ultimo, stando insieme a Maria sotto
la croce. Ricordiamo che a quel tempo le donne contavano molto poco
… eppure Gesù sceglie proprio loro per servirlo e, cosa incredibile, per
mantenerlo! Ancora una volta Gesù sovverte le logiche umane … si fa
povero e bisognoso di tutto, per permetterci di donargli il nostro
niente. Lui che ha tratto monete d’oro dalla bocca dei pesci, aspetta
che sia una donna, essere socialmente inferiore nella gerarchia del
tempo, a provvedere alle sue necessità.
Impegno del giorno
Oggi voglio esaminare la mia coscienza e ripensare alle occasioni in cui
ho rifiutato l’aiuto del mio prossimo per orgoglio. Proverò a chiedere
perdono o, se non mi riesce, offrirò a Gesù il mio desiderio di vincere il
mio amor proprio.
107
Sabato 19 Settembre 2015
San Gennaro
1ª lettura: 1 Tm 6, 13-16
Salmo: Sal 99;
Vangelo: Lc 8, 4-15
LETTURA DA MEDITARE Lc 8, 4-15
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da
ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo
seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli
uccelli del cielo la mangiarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e, appena
germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un'altra parte cadde in mezzo ai
rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un'altra parte cadde
sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo,
esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo
interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato
conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della
parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada
sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola
dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla
pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma
non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova
vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver
ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e
piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono
sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la
custodiscono e producono frutto con perseveranza.
Meditazione
Che paura Signore di non essere questo terreno buono!!! Quante sono le
insidie e le distrazioni che non permettono alla Tua Parola di germogliare e
portare frutto nella mia vita. Mi rendo conto di quanto sono fragile e spesso
infedele e chiedo l’aiuto del Tuo Santo Spirito per diventare terreno fertile. So
che da solo non posso farcela, perché il richiamo del mondo è troppo forte …
ma con Te al mio fianco non temo più e confido nella Tua Misericordia.
Impegno del giorno
Oggi reciterò la coroncina della Divina Misericordia per chiedere a Gesù di
trasformare il mio cuore in terreno fertile per accogliere la Sua Parola.
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“La attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”