PERIODICO DI SATIRA E BUONUMORE - Anno XIV - n. 34 - dicEMBRE 2011 - Direttore Responsabile: Antonio Galuzzi - Aut. Trib. MN n. 5/97 del 23/05/1997 - COPIA OMAGGIO IL NOTTURNO un risultato che rischia di farci uscire dagli europei. discutibili le decisioni del tecnico l’italia insegue il pareggio ma il rigore non basta Francia e Germania ci condannano a giocarci la qualificazione con la Grecia. La manovra difensiva non favorisce la crescita del collettivo costringendo giocatori anziani a rimanere in campo oltre i tempi regolamentari. Scarse le ripartenze sulle fasce più deboli. Il Presidente, per ora, rinnova la fiducia al mister. I tifosi chiedono alla società di tornare sul mercato per essere più competitivi e vincenti in Europa L’ Le lacrime del centravanti Fornero in sala stampa al termine del match perso contro la Germania di Merkel Le pagelle 1 - Dino Piero Giarda: Una parata che vale un gol. L’intervento d’istinto con le orecchie, come tiene lo stesso a rilevare subito dopo il triplice fischio, sulla botta della Merkel, fa gridare al miracolo. Nulla ha potuto sulle due staffilate precedenti. Irreprensibile. 6 2 - Piero Gnudi: Nel primo tempo non indovina un cross e in difesa arranca. Altra storia nella ripresa. Sfortunato nell’ultimo DDL finale. Rivedibile. 5,5 3 - Fabrizio Barca: Pronti via e sembra un tedesco, poi si spegne. I fischi ingenerosi dei tifosi padani condizionano la sua prova. Sostituito nei minuti finali da un intenso Profumo. Emozionabile. 5 4 - Giampaolo Di Paola: Molto fumo e poco arrosto nei costanti ripiegamenti difensivi su temi che non incontrano più il gusto della tifoseria, un tempo amica. Sostituito nel secondo tempo dal più vivace ancorché sterile Patroni Griffi. Inguardabile. 4 5 - Andrea Riccardi: Il solito enigma irrisolto dell’autunno italiano. Capace di prestazioni mostruose ed esibizioni sgangherate. Neanche ben bilanciate. Fin qui, infatti, sono più le cadute che le risalite. Nell’ultima mezz’ora sostituito – fin troppo tardi - da Balduzzi. Irricevibile. 4 6 - Giulio Terzi di Sant’Agata: Indirizza la manovra con un errore clamoroso commesso dopo tre sole sedute di CdM. Severino lo inganna non scalando appropriatamente, però i suoi riflessi sono rallentati. Il peggiore in campo insieme a Di Paolo: capita anche ai migliori. Indifendibile. 4 7 - Anna Maria Cancellieri: Comincia fortissimo, quando si porta sugli esterni fa ammattire la retroguardia avversaria. Cala col passare dei minuti. Sfiatata. 5 8 - Paola Severino: È ancora da disciplinare, sbaglia spesso l’ultimo intervento e alcune volte nemmeno prova a farlo, nel senso che s’intestardisce con azioni personali. Appellabile. 6 9 - Elsa Fornero: L’esordiente centravanti, superata l’emozione del debutto, s’incunea con facilità nelle strette maglie della difesa avversaria anche con manovre non proprio stili- sticamente d’accademia, procurandosi nel quarto d’ora finale un discutibile calcio dal dischetto. Commovente. 6,5 10 - Corrado Passera: Dal nuovo acquisto di Banca Intesa ci si aspettava di più. Presentato come un fenomeno dell’area piccola, butta al vento una facile respinta nella rete avversaria, su un fortunoso assist procurato da un lungo rinvio di Giarda. Dimenticabile. 4 11 - Lorenzo Ornaghi: I risultati continuano a non arrivare ma la prestazione è lodevole. Nel primo tempo si fa in quattro, guadagnandosi due punizioni da ottima posizione. Prova anche la conclusione, la mira non va ancora. Generoso. 5,5 12 - Corrado Clini: Portiere di riserva. Fa spogliatoio. 13 - Francesco Profumo: Entra al posto dell’arenato Barca, quando la partita ormai ha preso una brutta china, procurandosi qualche punizione al limite dell’area, sprecata poi dai compagni. Non giudicabile N. G. 14 - Filippo Patroni Griffi: Invocato a gran voce dai tifosi, sostituisce lo spento Di Paola nel secondo tempo. L’iniziale vivacità si spegne con l’andare dei minuti, fino al crollo generale di tutto il reparto centrale. Apprezzabile. 5,5 15 - Renato Balduzzi: Entra nell’ultima mezz’ora al posto del disastroso Riccardi. La fortuna non lo aiuta perché s’infortuna nei minuti finali quando serviva la spinta propulsiva verso il pareggio, ma erano già state operate tutte le sostituzioni possibili. Ammirevole. 6 16 - Enzo Moavero Milanesi: in panchina 17 - Mario Catania: in tribuna. C. T. Mario Monti: Con questa squadra poteva fare e doveva dare di più dopo le belle promesse della vigilia di un rinnovamento della classe calcistica italiana e i continui rinnovati attestati di fiducia del presidente. Discutibili alcune scelte nella ripresa, dopo un primo tempo giocato in modo sparagnino più per non prenderle, ottenendo un risultato comunque negativo che non è stato possibile ribaltare in seguito. Dovrà imboccarsi le maniche nello scontro finale, che non si può perdere pena la retrocessione. Italia capitata nel girone di ferro con Francia, Germania e Grecia, dovrà giocarsi il tutto per tutto, per non retrocedere ai prossimi campionati nel girone nordafricano, nel match di ritorno con gli ellenici fra le loro mura, dopo la bella ma sfortunata prova persa con la Germania, giocatasi a Bruxelles, in campo neutro dopo la squalifica comminata dalla BCE per invasione di campo nella precedente partita, anch’essa persa con la Francia. È destino che la sorte degli italiani resti appesa al filo sottile dell’ultima sfida con i nostri rivali di sempre, almeno quando si tratta di non retrocedere. All’andata, lo stentato pareggio ottenuto sul terreno amico del campo di Arcore, costò il posto al precedente C.T.. Dopo le due cocenti sconfitte con la Francia e quelle contro i panzer teutonici, il rotondo successo della Francia sulla Grecia ci costringe appunto a fare bottino pieno ad Atene, per non finire il girone con un solo punto di spread all’attivo. La partita contro i tedeschi è stata bella e vivace. Dopo una fase di studio iniziale, le pesanti folate sulle fasce più deboli del nostro schieramento delle agili ali avversarie hanno messo in difficoltà la nostra tenuta difensiva e a nulla è valso il tentativo disperato di opporsi al tiro micidiale dei cecchini teutonici che nel giro di dieci minuti hanno colpito i nostri titoli con uno - due di inusitata intensità. Nel secondo tempo il C.T. ha provato a mischiare le carte, cercando di rallentare la manovra offensiva tedesca, ma l’incertezza di alcune misure restrittive e la debolezza nella fase di sviluppo del nostro attacco hanno portato l’esordiente centravanti Fornero, incuneatasi abilmente fra le maglie sindacali della pur attenta difesa alemanna a procurarsi solo un discutibile penalty, peraltro messo a segno con smaliziata equità. Il rigore però non basta e dopo uno sterile fraseggio nella trequarti avversaria, stanchezza e prevedibilità dei nostri anziani giocatori sono dovute soccombere all’altrui freschezza e inventiva fino al fischio finale. IL RATTO D’EUROPA 2 cronache il fondo del barile di Teo Guadalupi full monti Allora è ufficiale, siamo in crisi. Finalmente! Dopo mesi e mesi di incertezze e di smentite, di ristoranti pieni, ma di negozi vuoti, finalmente anche l’italia è entrata in recessione. Finalmente non abbiamo più complessi di inferiorità nei confronti del resto dell’europa, che la crisi l’aveva già ammessa da più di un anno. C’è da dire che adesso anche il terzo mondo non ha più complessi di inferiorità nei nostri confronti, ma questo è un altro discorso. E quindi in un momento di grande difficoltà, per tirarci fuori dai guai, chiamiamo un governo tecnico. Un po’ come dire: finche le cose vanno bene possiamo farci governare da un cretino qualunque, ma quando vanno male è meglio chiamare gente che ne capisce. Ma non siamo un popolo meraviglioso? Siamo il popolo che dona a mani aperte per TELETHON, ma che se gli chiedi di pagare le tasse scende in piazza. Tanto che avrei un suggerimenti per il professor Monti: invece delle tasse, un gigantesco TELETHON per risanare il debito? Una partita del cuore con incasso devoluto alle pensioni? Uno spogliarello a fin di bene per risanare la scuola? Ci pensi professore. Si affidi alla fantasia. Quella per fortuna non va mai in crisi. La redazione [email protected] Antonio Galuzzi Antonio Voceri Enrico Alberini HANNO COLLABORATO Cristiano Armati - Fabrizio Bolivar - Fabrizio Canciani - Francesco De Collibus - Guido Giacomo Gattai - Corrado Giamboni - Teo Guadalupi - Ilaria Jahier - Nicola Martinelli - Alfredo Minutoli - Alberto Patrucco - I Papu (Andrea Appi e Ramiro Besa) Fabrizio Pescara in collaborazione con Sagoma Comedy (www.sagoma.com) Stampato in 2.000 copie da Fda Eurostampa di Borgosatollo (BS). Distribuito in omaggio L’omino degli elettrodomestici Q uesto Natale voglio regalarmi la macchina del gelato. Ci ho pensato bene, acquistarla d’inverno è più conveniente, ci sono anche le offerte natalizie. La sera sdraiato sul divano, dopo aver inforcato l’occhialetto da lettura tattico, passo al setaccio tutti i dépliant trovati nella cassetta delle lettere, la comparazione delle offerte, nell’intento di trovare una gelatiera è diventata una scommessa. Trovata! Eccola, terza pagina del volantino, la foto non è un granché, mi pare sgranata, anche l’estetica lascia un pochino a desiderare, onestamente non è proprio l’elettrodomestico dei miei sogni, la marca è sconosciuta, si sa, ormai le fanno tutte all’estero, cambia la forma, ma dentro sono tutte uguali e poi per 29,90 euro non si può pretendere la luna. Ho deciso, sabato andrò per negozi e sarà mia! Il grande giorno è giunto, sono alla cassa del centro commerciale, sotto il braccio ho la macchina per fare il gelato, mentre digito il PIN del bancomat, con la mente sono già proiettato alla sperimentazione culinaria, mezz’ora d’auto e finalmente casa. Con una mano mi tolgo guanti e cappello e con l’altra apro la scatola del magico elettrodomestico, è bellissima! Iceberg, si chiama gelatiera iceberg, effettivamente quelli del marketing non hanno avuto molta fantasia, ma chi se ne frega, anche se l’avessero chiamata modello Pinuccia, l’importante è che faccia bene il gelato. Tirata fuori dalla scatola, l’ho subito collegata, non avevo tempo da perdere con i soliti ed inutili libretti d’istruzione: è una gelatiera, servirà mica Margherita Hack per farla andare... Deciso a testarla bene, piazzata sul tavolo della cucina, l’ho accesa impostando il termostato al massimo, velocità 28, gelato iceberg. Mentre il gioiello tecnologico iniziava ad entrare in temperatura, sono andato nel negozio sotto casa, a prendere gli ingredienti per il gelato di base, latte, panna, zucchero. Sarò stato via da casa, otto, dieci minuti, come sono rientrato ed ho aperto la porta di casa... fffsss nevicava! Sul pavimento c’erano già due metri di neve, in salotto le renne di Babbo Natale mi mangiavano il Ficus, due orsi giocavano a palle di neve e altri due spalavano e buttavano il sale. Mentre cercavo di raggiungere il filo elettrico della gelatiera per staccare la spina, sono stato travolto da una tormenta di neve, nel bel mezzo mezzo, ho incontrato un mammuth e un pinguino col cappotto e la sciarpa che mi guardavano, come per dire, “non ci sono più le mezze stagioni”. A me era venuto qualche dubbio, quando nella scatola assieme al libretto d’istruzione, avevo trovato uno sky pass, la cartina delle Groellandia e una foto di Messner. Mi sono ritrovato all’ospedale per un principio di assideramento, in camera come vicino di letto, avevo uno tutto fasciato che urlava come un pazzo giorno e notte... altissimaaaa, purissimaaaa... Uscito dall’ospedale, ho recuperato la gelatiera o quello che ne restava, con un unico obbiettivo, recarmi in un centro d’assistenza. Ho scoperto che il più vicino a casa mia, si trova a Minsk in Bielorussia! 2250 km, per una gelatiera da 29,90? Effettivamente il gioco non vale la candela... ma dato che il week end non avevo un cacchio da fare... perché non organizzare una gita in Bielorussia? Quasi 2500 km, entro nel centro d’assistenza e con mia sorpresa trovo un commesso italiano. Questo commesso come mi vede entrare con la gelatiera in mano mi guarda da capo a piedi e mi dice... «È venuto qui per la gelatiera?». «Che intuito, lei chi è, il figlio della Signora Fletcher? Certo che sono qui per la gelatiera... È rotta!». «Strano... non e mai venuto nessuno a lamentarsi...». «Per forza... gli altri, sono ancora tutti sepolti sotto 2 metri di neve! Volevo fare un gelato fior di latte e la gelatiera mi ha coperto casa con 2 metri di manto bianco...». «Se faceva il cioccolato sarebbe stato peggio...». «Ma lei prende delle pillole oppure è cosi di suo? Questa gelatiera mi ha distrutto casa!» «Lei mi sembra esagerato...». «Esagerato? Dalla cucina al salotto adesso ho una seggiovia e divido il letto con un gatto delle nevi!». «Cosa mangia?». «Chi? Il gatto delle nevi? Tutta roba surgelata!» «Va bé, lei è fortunato che ha trovato me...». «In effetti ero indeciso se venire qui a Minsk o andare a farmela riparare da Archimede...». «Perché lei conosce Archimede detto il Pitagorico?». «Scherza? Conosco anche Nonna Papera, Qui, Quo, Qua, Paperino... se viene con me glielo presento, proprio stasera serve un volontario per fare un esperimento, dobbiamo verificare se un corpo immerso in acqua, che riceve una spinta dall’alto verso il basso e rimane sotto tanto, tanto, tanto tempo, la finisce di dire cazzate!». Alfredo Minutoli Lettera ai fratelli tedeschi... A mici tedeschi. Anzi, FRATELLI tedeschi, mai come in un periodo tanto difficile i nostri popoli sono così uniti. Il nostro destino è il Vostro destino. E mai come in questi momenti sentiamo il dovere di rafforzare la nostra millenaria alleanza. Ci è difficile comprendere oggi le ragioni della Vostra reticenza nel sostenere la nostra economia. Non sarà forse perché in questi ultimi decenni i Vostri sacrifici sono serviti a finanziare i nostri sollazzi? Non sarà, per caso, perché ai Vostri lavoratori occorre già attendere lunghi anni per andare in pensione, mentre i nostri parlamentari ci vanno all’età dei loro figli. Non sarà mica perché ogni anno, quando raggiungete le nostre mete turistiche, l’euro assume per voi il valore della sterlina? La Nostra storia comune ha radici lontane, fratelli germanici. Radici forti come il legame che da sempre ci unisce. E poco importa se in un’epoca ormai dimenticata vi definimmo “barbari”, perché si trattò dell’arroganza di una civiltà al tramonto, rammollita dai baccanali e dalle orge, che fu miope nel non comprendere il reale valore germanico. E poco conta se, alcuni secoli dopo, furono organizzate leghe contro i Vostri imperatori: fu soltanto un pugno di esaltati di cui ancora oggi se ne sente l’eco. E che dire dei Vostri valorosi soldati, i lanzichenecchi, additati come diffusori di peste quando invece erano portatori di pace e democrazia: non fu che l’improvvida calunnia di un fantasioso romanziere lombardo, peraltro mo- desto – non come il Vostro grande Goethe. Anche per tutto il secolo scorso, il più terribile della Storia, l’alleanza tra i nostri popoli fu più che mai salda. Fatta eccezione per quel piccolo voltafaccia durante la Prima Guerra Mondiale, che attuammo soltanto per darvi la possibilità di dimostrare tutta la Vostra forza – purtroppo le cose non andarono secondo i nostri progetti. E anche nel secondo più terribile conflitto, a un certo punto, Vi voltammo le spalle, ma… No! Di quello andiamo ancora fieri, non ci sono giustificazioni! Ma dagli anni Cinquanta in poi l’idillio tra i nostri popoli si rafforzò: il Piano Marshall, la spinta verso l’Europa unita, la nascita dell’euro. Quella tra le nostre due nazioni fu una splendida storia d’amore. Non vi sarete mica offesi per quell’insignificante 4-3 ai Mondiali di calcio in Messico? Ma su, lo hanno riconosciuto tutti che la nostra fu solo sfacciata fortuna! Così come buona sorte fu quella che, qualche anno dopo, ci baciò nella finale in Spagna. D’accordo, forse il presidente Pertini poteva evitare di agitarsi in tribuna come una cheerleader, ma suvvia… era pur sempre una partita di calcio! Più compassata, invece, fu la reazione dell’accoppiata Napolitano-Prodi quando trionfammo in terra Vostra, contando esclusivamente sul reparto difensivo. Ma che volete… se usassimo il catenaccio nei conti pubblici come nelle partite di calcio non ci troveremmo sull’orlo del fallimento! Alla luce di questa consolidata amicizia, il Vo- stro tentennamento ci risulta davvero inspiegabile – abbiamo anche eletto sindaco della nostra capitale un Alemanno! Non vi avranno mica offeso le esternazioni del nostro ex-premier, qualche anno fa, quando diede del “kapò nazista” a un Vostro eurodeputato? O forse quando in tempi più recenti ha definito la Vostra esimia cancelliera “culona inchiavabile”? Ma andiamo… Non fu che la battuta di un vecchietto goliardico, tanto è vero che abbiamo immediatamente posto rimedio: l’attuale premier ha già dimostrato che quando si tratta di inchiappettare non bada certo alle dimensioni dei posteriori. Insomma, cari tedeschi, in nome di questa antica e inestinguibile fratellanza Vi chiediamo di pagare i nostri debiti e di dire sì all’Eurobond. Primo, per unificare così i nostri Btp spazzatura ai Vostri granitici Bund; secondo, per non sentire più parlare ogni santo giorno di spread! Così facendo salverete l’Europa e, quindi, anche il Vostro Paese. Perché ricordate che oggi più come mai, in un mondo globalizzato, siamo tutti nella stessa barca. E alte risuonano le parole di un presidente americano, peraltro modesto – non come il Vostro grande Helmut Kohl – che un giorno disse: “Siamo tutti berlinesi!”. Con sempre eterna ammirazione, i Vostri FRATELLI d’Italia Fabrizio Pescara A distanza di poco più di un mese, sembra già trascorso un secolo. Eppure, soltanto poche settimane fa Lui era ancora lì. Le ultime ore del ventennio bis, va detto, sono state davvero curiose. Poco prima del tracollo sul rendiconto, tutti a dirgli di fare un passo indietro, e Lui niente… Allora Bossi gli ha chiesto di fare un passo di lato, e Lui niente… E dire che avrebbe potuto farli entrambi: un passo indietro ondeggiando, un passo a lato bailando… L’impero tracolla ancora Tra l’altro, ora si spalancano scenari inquietanti… Anche perché Angelino Alfano è palesemente l’avatar di Berlusconi. Se provano a mettere lui, non E ra il 14 novembre, ero un po’ annoiato e sulla mia bacheca facebook ho scritto “Ieri Monti è venuto e mi ha riverniciato casa. Così, perchè lui è buono”. Il mio amico Giuseppe Torri mi dice “Bella idea! Potrebbe diventare un nuovo tormentone stile Moratti”, ed io ho risposto “Proviamoci, hashtag twitter #montifacts. In breve tempo, sfruttando il clima di attesa spasmodica sul governo di Mario Monti si è generato un tormentone web che ha visto migliaia di contributi su facebook, twitter e sui forum. Sicuramente ci sono stati altri tormentoni web molto più diffusi e fulminanti, ma ben pochi possono tracciare la loro origine in maniera così imprecisa, e sono stati monitorati dall’inizio come lo sono stati i #montifacts. Ecco qui una selezione dei migliori. Francesco De Collibus Monti vuole arrivare al 2013 entro dicembre (Harold Smith) Monti può costruire una moschea su Calderoli (giuseps) Viaggiando in treno, Monti ha disinfettato la carrozza dove stava viaggiando Borghezio (giuseps) Prima dell’avvento di Facebook, era Monti a ricordare ai tuoi amici la data del tuo compleanno (giuseps) Il Parlamento chiede la fiducia a Monti. (filipio) Keynes aveva la foto di Monti sulla scrivania (mercà) Quando Monti fa da sé, fa per Tremonti. (roberto manunta) Monti si consegnerà alla Boccassini solo per farci provare l’emozione. (Sisivabbe) Monti è così buono che lo abbiamo assunto a stomaco vuoto. (Joe Wine) Con Monti anche il primo tempo è la ripresa. (batduccio) Monti è così buono che ha dato una laurea a Sara Tommasi (Mancuerda) Monti guida il carro del vincitore (Fps76) Gabriella Carlucci ha lasciato Berlusconi. Nel dimettersi, al suo segretario ha dettato una lettera. “Il resto, vocali e consonanti – ha detto –, mettile tu!”. Tra l’altro, il giorno dopo il clamoroso tradimento, la Carlucci era tra i banchi dell’UDC. Be’, già buona che non fosse sotto. Non mollava, sembra incredibile, ma proprio non mollava. “Voglio vedere in faccia i traditori!”. Chi può averlo detto? Clint Eastwood ne “Il buono il brutto e il cattivo”, Rambo, Chuck Norris o… il nostro ex presidente del consiglio? Notte tesissima, quella prima del tracollo. La soubrette Pascale, velina di Telecafone e ora consigliere a Napoli, ha passato la notte a palazzo Grazioli prima della votazione sul rendiconto. Si vede che c’era bisogno di una “trombatina” prima di farsi fottere. Più che una spallata, un colpo d’anca! Quando si diceva che il governo era appeso a un filo, si sbagliavano… Non era un filo. Il deputato Malgieri trafelatissimo, quasi affranto, non ha votato… Noooo... A scodelle lavate… Prende il microfono e urla: “Scusate il ritardo, ero in bagno, ma avrei votato sì”. Povero Malgieri… Stipsi Dixit… Comunque non se la prenda… Tanto, in bagno a svuotarsi o in aula a votare sì, sempre di stronzata si trattava. Malgieri era in bagno e non ha votato il rendiconto: ma, dico!, ti rendiconto! Va be’… di ALBERTO PATRUCCO cambia una mazza. Scenari inquietanti… Il centrosinistra è così fiappo che la spallata finale al governo gliel’ha data Gabriella Carlucci. Incredibile, a far cadere il governo è stata una soubrette… Sabato 12 novembre 2011, Berlusconi si è dimesso. Va al Quirinale, dà le dimissioni e, per eludere gli italiani in festa… esce da dietro. In poche parole, è uscito da dove… “ci” è entrato! #MONTIFACTS Monti da piccolo si divertiva mettendo a posto i giocattoli (atriiide Ilare Esosità) Quando c’era Monti gli orari arrivavano in treno. (batduccio duccio battistrada) Quando di uno dici che è montato, vuol dire che si crede di essere Mario Monti. (fdecollibus) Monti quando gioca a Monopoli costruisce le case popolari a Parco della Vittoria. (umb80 Umberto Romano) Monti abbasserà l’età pensionabile fino a quando non dici stop. (Virgilio Natola) Monti è l’autore della teoria dei derivati dei continenti. (duccio battistrada) Prima di Monti la Borsa era una pochette. (luciano pannilunghi) Monti può dare un colpo al cerchio, uno alla botte, e uno pure alla moglie ubriaca (fdecollibus) Monti ha già conquistato l’Europa. Oltre a Sud America e un terzo continente a scelta. (Angelo Gencarelli) Il cellulare di Monti non ha credito. Ha direttamente prestigio. (JerryCanà) Alle Termopili Monti se la sarebbe cavata anche con 200. (Donato Viglione) Quando Monti prende le distanze, poi le restituisce sempre. (Naima Vela) Quando incontra Monti, il rating abbassa lo sguardo. (davidecamera64) Monti è sostenuto da una percentuale così schiacciante che adesso governa anche la Bulgaria (fdecollibus) Monti non beve mai caffè per non lasciare in giro fondi neri (antonio galuzzi) Monti ha battuto Ferrara a birre&salsicce. (marbelus marco) Monti è talmente istituzionale che quando è nato si è congratulato con la madre. (fdecollibus) di Jambo Sono gli autobus ad aspettare Monti alla fermata. (Giuseppe Miccolis) Monti i calcoli della Finanziaria li fa a mente. (Antoni Conteddu) Da quando c’è Monti la Svizzera ha chiesto l’annessione all’Italia. (Carlo Cosolo) Se Monti cade e non c’è nessuno a sentirlo fa comunque rumore. (Gaspare Bitetto) Monti fa i conti all’oste. (Naima Vela) Monti prende 2 mezzi pubblici e li trasforma in un intero privato. (Francesco Contini) Monti vi aspetta a pagina 46. (Gaspare Bitetto) Monti non ha cambiato la foto del profilo quando è morto Steve Jobs. (Fabio Sacerdoti) Steve McQueen voleva una vita come Mario Monti. (Fabio Sacerdoti) Monti a detta dei vicini era un tipo tranquillo che salutava tutti. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato. (Fabio Sacerdoti) Monti ha dato a Letta un incarico esterno. Adesso è fuori da Palazzo Chigi col cane di Monti. (Opportrup Purtroppo) La luce al Governo ombra la fa Monti. (Elisio Marinelli) Monti, dal dottore, dice la radice quadrata di 33. (Antonio Voceri) Monti può andare ad art attack e usare forbici senza punta arrotondata. (Gaspare Bitetto) Per risparmiare sulla bolletta della luce, Monti la notte gira per casa con gli occhiali ad infrarossi. (Virgilio Natola) Non è tutto oro quello che luccica. È Monti. (Giuseppe Miccolis) La ministra Severino aveva dato un dito a Monti. (antonio galuzzi e fdecollibus) 3 cronache io la vedo così di Francesco De Collibus • È morto Kim Jong-Il. I nordcoreani lo ricordano con una vita di silenzio. • Il Papa a Rebibbia. Poi ha ottenuto i domiciliari. • Dopo 9 anni finisce la missione in americana in Iraq. Di cui otto solo per scendere dalla portaerei. • C’è così tanta crisi che questo capodanno a Napoli ognuno resterà con le sue dita. • L’ex ministro Romano: “Meglio indagato per mafia che cornuto”. Ma sua moglie la pensa diversamente. • Presentato il treno di Montezemolo. Promette grandi cose, ma non si sa se parte. • Mike Bongiorno sarà cremato: è la sua risposta definitiva. • Il procuratore Guariniello indaga sulla Crescina: «Non fa ricrescere i capelli». Ed aspettate che gli arrivino quegli occhiali a raggi-x. • Monti: «A Natale comprate italiano». Direttamente dal curatore fallimentare. • La manovra finanziaria ha fatto incazzare la Lega e Di Pietro e non piace al PDL. Ma presenta anche degli aspetti negativi. • Secondo la Fox, i Muppets sono tutti comunisti. Nonostante la svolta della Bolognina. • Oggi la borsa vola. Come sempre dopo uno scippo. • La Fornero in lacrime. Il sangue arriva domani. • Maria de Filippi compie 50 anni. Ma io glielo avrei sconsigliato. • Cartello a Roma: «Solo il Papa può salvare l’Italia». Ok, sacrificatelo. • Uomo tenta di sabotare il CERN: «Vengo dal futuro». Ma è impossibile, significherebbe che ne abbiamo uno. • Esce il nuovo libro di Barbara d’Urso, dove la conduttrice si mostra a cuore aperto. Lo compro, se non è una metafora. • Alfano presenta il suo libro “La mafia uccide d’estate”. Gli altri mesi ha impegni di governo. • Giappone: sempre più giovani non hanno mai fatto sesso. Non con un altro essere umano. • Putin finisce fischiato per la prima volta nella carriera: il cecchino s’era distratto. • Violenta per 10 anni una bambina che poi scopre essere sua figlia. Peccato, fino a quel momento era stato un uomo irreprensibile. 4 annuario Umanita’ ad alta definizione Le esecuzioni dei dittatori sono eventi mediatici di massa, ma si può fare di meglio. Con un occhio allo share «W Tutti in forma sotto l’albero di Ilaria Jahier Grazie alla manovra gli italiani avranno finalmente una linea invidiabile per le feste natalizie ed oltre. Ma come rimanere in forma per tutte le feste? Menù Natalizio 2011 CENA DELLA VIGILIA Antipasto di pesce Lasciate perdere il salmone, meglio il surimi. Più economico, di colore bianco e rosso, s’intona meglio con l’essere al verde per celebrare il tricolore. Tortelli di zucca Uno su tre, gli altri siano maltagliati, ancor meglio se la sfoglia è fatta senza uova. Magari usando zucche vuote che il vostro portafoglio più facilmente si può permettere. Luccio in salsa Un bel trancio di siluro farà sicuramente ingelosire i commensali maschi fra le risatine divertite delle signore. Contorno Noccioli di olive snocciolate con caraffa da litro di salamoia a temperatura ambiente. Dolce Sorbettino di acqua e limone shakerato e freezerato in open air sul davanzale. Attenzione agli orsi bianchi, da sempre golosi non di sorbetto ma dei legittimi proprietari. PRANZO DI NATALE Antipasto veloce Rincorrere un pollo per trasformarlo in Cappone alla Stefani. Sorbir d’agnoli wanton Ordinate una bella quantità di wanton surgelati al cinese sotto casa, non chiedetevi che carne sia o quanto tempo fa li abbiano fatti, l’importante è che siano buoni e costino un quinto degli altri. Se poi ci mettete un goccio di tavernello rosso e fate un sorbir in vin... il successo è assicurato. Nottata al pronto soccorso semi-assicurata, secondo quantità. Cotechino Anche uno intero a persona, purché si abbia l’accortezza di togliere la cotica, di solito un po’ pesante. A Natale è un must collassare in poltrona fino a Capodanno. Contorno Purè in polvere arricchito da scagliette di grana gratuggiato in busta Lidl. Se avanza, usatelo pure come stucco per pareti e legno. Dolce L’Anello di Monaco in tempo di crisi non va proprio, casomai un braccialettino di Mentone. Amaro Come piovesse, visto il periodo. Su tutti: Amaro Montinegro. ow!» E’ il commento a corpo caldo di Hillary Clinton. L’oggi ex premier Silvio Berlusconi si limita a una vaccata in latino; qualcosa che ha a che vedere con i treni in transito. Queste due reazioni ci dimostrano che, prima di correre a fare il pieno di benzina, l’Occidente, dinnanzi alle orribili riprese del linciaggio di Muammar Gheddafi, rimane interdetto, sconvolto, sgomento. Immagini del genere non si possono proprio tollerare, denuncia il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon: «Troppo mosse, manca una regia esperta, non c’è profondità di campo; la qualità complessiva è modesta e il video risulta sgranato». Il presidente del Consiglio Nazionale di Transizione libico, Mustafa Abdel Jalil, replica sdegnato: «Spiace che l’Onu non abbia apprezzato la scelta della camera a spalla, magistralmente sdoganata da Steven Spielberg in Salvate il Soldato Ryan. E spiace che non sia stata colta la chicca della pistola d’oro, riferimento letterario al proiettile d’argento necessario a uccidere i vampiri». A mediare tra le due posizioni, giunge opportuna una voce terza, quella del grande regista Mel Gibson: «Ravviso anch’io – commenta al riguardo – un abuso di camera a spalla e un montaggio sin troppo sincopato. Nondimeno, c’è qualche comparsa più del necessario e nella sceneggiatura colgo un eccesso di enfasi. Al contrario – conclude il regista –, apprezzo il contrasto cromatico tra la camicia cachi del Raìs e l’acceso rosso arterioso del sangue sul volto. Mi ha ricordato un’opera del maestro Burri». Insomma, anche per Hollywood la faccenda è chiara. Le riprese vanno fatte come Dio comanda: campo, foro d’entrata; controcampo, foro d’uscita! Sulla rete, frattanto, impazza l’ipotesi del fake, ossia del documento video-tarocco. A dire il vero, questa complottistica ipotesi appare assai improbabile. Resta tuttavia il dubbio, proprio perché le uccisioni di questi tiranni non sono mai del tutto nitide. A partire dalla fucilazione di Nicolae Ce- ausescu e della moglie, testimoniata da una tremolante ripresa che mostra qualche sbuffo di intonaco sul muro e due sagome scure, indistinte, coricate a terra; oppure la concitata impiccagione di Saddam Hussein; per non dire del fantomatico lancio in pasto ai pesci – così, sulla fiducia – della salma di Osama bin Muhammad bin ‘Awad bin Laden: in arte Bin… boom, bam! Ormai la misura è colma: a 2011 concluso, non si può rimanere ancorati al medioevo. Occorre uno scatto di qualità. La tecnologia digitale, in proposito, offre un livello di definizione e di gestione rapida dei download dal quale non si può, e non si deve, più retrocedere. Ecco allora che per l’uccisione dei prossimi tiranni, a partire dal siriano Bashar al Assad, la Nato suggerisce di utilizzare le migliori apparecchiature video e di allestire un’adeguata messa in scena, affidandosi a professionisti della comunicazione. Una rivisitazione in chiave moderna di Rugantino, si legge in una circolare del Consiglio di Sicurezza, potrebbe andare benissimo. Nella circolare, tra l’altro, sono trascritti anche gustosi dettagli: il boia col cappuccio D&G; il condannato con un’ampia camicia bianca scollata, di Versace; le ultime parole concordate con gli autori di C’è Posta per te; i parenti fatti accomodare in prima fila, sui quali poi indugiare con struggenti primi piani, e Super Tata che ci mostra come gestire i bambini durante l’esecuzione dei propri genitori; un tappetino di pianoforte e archi; la ghigliottina Beghelli a sensori di peso e così via. Quindi il gran finale, coi liberatori che brindano allegramente, sulle note di una marcia di Ravel, spinando il sangue arterioso del dittatore che zampilla dal collo reciso, in un tripudio di flûte sanguinolente alzate al cielo. Tutto questo per un futuro degno della nostra civiltà. In quanto a ciò che è stato, restano le polemiche. Il dopo Gheddafi, infatti, divide e scatena reazioni di sconcerto. Specie dopo l’indegna esposizione dei corpi del Colonnello e del figlio Mutassim in un supermercato rionale di Misurata. Il fatto, non poteva passare inosservato. L’Europa, di Nicola Martinelli furiosa, denuncia la mancanza dell’etichetta e un packaging non adatto, mentre il WTO attacca senza mezze misure con un comunicato ufficiale: “Le normative sono chiare: i corpi non andavano esposti nella cella frigo, ma nel settore fresco e latticini”. Naturalmente, è tutto inventato. Ma sembra tremendamente vicino alla realtà. C’era un ragazzo italiano che diceva: «Restiamo umani!» Fortuna che non ha fatto proseliti. Avrebbe rovinato la festa. Antonio Voceri 6 buoni propositi di Jambo una modesta proposta In quest’epoca di recessione e di crisi che manca il lavoro e calano i consumi e alcuni rischiano addirittura la fame, mi viene in mente una cosa sola: Swif. L’inventore di Gulliver diceva che l’unica in queste situazioni è mangiare i bambini. Certo che gli scrittori ne sanno una più del diavolo. Ma solo i bambini degli irlandesi, diceva, non quelli degli inglesi, che valgono di più. Alla faccia della modesta proposta. Come se oggi qualcuno proponesse come misura salva-Italia di mangiare i bambini, però solo quelli degli irlandesi. Chi sono gli irlandesi di oggi? Bella domanda. Di sicuro non tutti i bambini sono uguali, visto che non lo sono i loro genitori. Certo che come proposta avrebbe anche i suoi vantaggi. Il problema delle troppe bocche da sfamare nelle famiglie numerose si trasformerebbe in una soluzione: gli affamati diventerebbero sfamanti. Sarebbe l’uovo di Colombo che permetterebbe di alleggerire interi gruppi familiari “irlandesi” in difficoltà e nel contempo aiutarli economicamente, nonché sfoltire le scuole sempre così sovrafollate e alleggerire il sistema sanitario. “Penso che tutti i partiti siano d’accordo sul fatto che questi bambini, in quantità enorme, che si vedono in braccio o sulla schiena o alle calcagna della madre e spesso del padre, costituiscono un serio motivo di lamentela, in aggiunta a tanti altri, nelle attuali deplorevoli condizioni di questo Regno; e, quindi, chiunque sapesse trovare un metodo onesto, facile e poco costoso, atto a rendere questi bambini parte sana e utile della comunità, acquisterebbe tali meriti presso l’intera società, che gli verrebbe innalzato un monumento come salvatore del paese”. Io personalmente non mi aspetto un monumento, però è fuori discussione che mai nessuno prima di Swift e di me aveva neancora fatto una tal proposta con una lucidità degna di un gran statista. Per cuocere questo tipo di carne adattissimo alle feste e alle ricorrenze basterebbe convertire le ricette di maiale alla bisogna umana, con le opportune variazioni soprattutto per quanto riguarda i tempi di cottura. Che comunque sarebbero minime, dato che le due specie risultano molto affini. Il modello è quello del porceddu sardo, poiché si tratterebbe di bambini dell’età massima di uno-due anni, dalla carne molto tenera. Si potrebbero usare anche le ricette dei comunisti, se ancora ne esistessero. Oppure anche le ricette dei cinesi o degli indiani, a base soprattutto di bambine, altrimenti non si spiega perché mai in Cina manchino più di 44 milioni di femmine rispetto ai maschi e in India più di 33 milioni. Certo che prendersela con gli irlandesi di oggi può suonare un po’ razzista. Ma allora si potrebbe estendere la modesta proposta a tutti quelli che, italiani compresi, hanno più di due figli, che sinceramente nella nostra società mi sembra il numero massimo accettabile. Si è mai vista una pubblicità della famiglia felice dove vi sia qualcosa di più di padre, madre, e due figli, di cui il secondo rigorosamente femmina? Ci sarà pure un motivo. Infine, last but not least, c’è da dire che questo tipo di carne non costerà poco, ovviamente. Da cui due conseguenze. La prima è che le famiglie produttrici ne saranno economicamente agevolate. La seconda è che se la potranno permettere soltanto quelli che di soldi ne hanno già molti. Ma questo costituirà un efficace fattore di redistribuzione della ricchezza. E del resto si è mai visto un evasore totale o uno scudato o un colluso o un mafioso o un manager d’assalto che non possano permettersi carne umana? Anche Swift l’aveva detto: “Ammetto che questo cibo verrà a costare un po’ caro, e sarà quindi adattissimo ai proprietari terrieri, i quali sembra possano vantare il maggior diritto sui bambini, dal momento che hanno già divorato la maggior parte dei genitori”. di Jambo Le Strenne COSE CHE GLI ASPIRANTI SCRITTORI FAREBBERO MEGLIO A NON FARE: INVIARE MANOSCRITTI TRAMITE RACCOMANDATA * CONFONDERE IL PUBBLICO CON IL PRIVATO * ACCUSARE IMPLICITAMENTE DI FURTO IL PROPRIO INTERLOCUTORE * CONVINCERSI CHE CEDERE A UN RICATTO SESSUALE SIA L’UNICO MODO PER PUBBLICARE UN LIBRO * CONVINCERSI CHE FARE PARTE DELLA MASSONERIA O DELLA MAFIA SIA L’UNICO MODO PER PUBBLICARE UN LIBRO * NON SAPER SCRIVERE... e tante altre cose che gli aspiranti autori farebbero meglio a non fare… MA CHE INVECE FANNO! “Vacca boia che idea” è una raccolta di racconti. Ventisei per l’esattezza. I molti personaggi che li animano, spesso vittime o promotori delle loro insicurezze, delle loro stranezze, dei loro amori, sogni o delusioni, rispecchiano i comportamenti della società. Durante la lettura si ride, si sorride, si riflette. A volte ci si stupisce. Ma soprattutto, ci si riconosce. Ogni racconto è un episodio, una storia a sé, con un inizio e una fine. Tuttavia le storie vanno lette così come ce le propone l’autore, poiché l’ordine non è affatto casuale. La scrittura è fresca e tagliente, molto vicina al parlato. Cinque giovinastri, amici da sempre, decidono di lasciarsi alle spalle per il week end il loro quartiere, il loro bar e le loro abitudini. Basta davvero poco per rendere indimenticabile il viaggio: qualche lira, uno zaino, un sacco a pelo, molte birre e molte sigarette, un camper sgangherato e una vivacità da vendere. Il romanzo è allegro e spensierato, ricco di episodi divertenti e personaggi fuori dal comune. Per tutta la durata del racconto si respira un clima scherzoso e goliardico. Non mancano però spunti di riflessione e accenni ad argomenti più seri. Fabrizio Bolivar • Vive e lavora a Mantova. Ha pubblicato per FARA EDITRICE la raccolta di racconti “MALEDETTA VITA” e per la COMPAGNIA DEI LIBRAI DI GENOVA la raccolta di racconti brevi “480 CARATTERI SPAZI INCLUSI”, con la prefazione di Gianluca Morozzi. I 2 libri, TI LASCIO LE PENTOLE e VACCA BOIA CHE IDEA, si possono acquistare in tutte le librerie FELTRINELLI (su prenotazione, arrivano in pochi giorni), oppure sui siti www.lafeltrinelli.it e www. ilmiolibro.it “SPORCHI DI LUCE” di Fabrizio Canciani foto di Carmine Pepe Todaro Editore Collana Fiori Neri reperibile solo in internet al sito http://www.todaroeditore.com Ci sono libri che parlano d’amore. Altri che offrono al lettore la possibilità di risolvere un oscuro mistero. Altri ancora che consentono a chi legge di «vedere» luoghi mai visitati di persona… Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno affronta tutti questi temi. L’amore di cui si parla, naturalmente, è quello per i libri, l’oscuro mistero offerto sotto forma di giallo coincide con il meccanismo che consente a un manoscritto di arrivare alla pubblicazione mentre, i luoghi affrontati dalla narrazione, sono gli ambienti di una casa editrice: le scrivanie dei redattori, i telefoni degli uffici stampa, i carrelli dei magazzinieri e, in modo particolare, i modi di agire e di pensare di tutti coloro che, giorno dopo giorno, affollano la stanza di un editor (per mezzo di mail, telefonate, plichi raccomandati, messaggi su facebook e visite personali) per perorare la causa della stampa di un libro. Scritto pensando a tutti coloro che sognano di scalare le classifiche dei best seller o che, più semplicemente, desiderano scoprire cosa si nasconde dietro le quinte del lavoro di un editore, Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno distilla sotto forma di consigli l’esperienza di una vita vissuta tra la carta e l’inchiostro, il frastuono delle macchine tipografiche e gli spietati rendiconti dei librai. Il risultato è un manuale indispensabile per chi desidera rapportarsi in modo corretto con una casa editrice, ma anche una satira impietosa che affronta i meccanismi dell’industria editoriale per prendere di mira i vizi e i malcostumi che si annidano in ogni settore della vita quotidiana. Cristiano Armati • È nato nel 1974 a Roma, città dove vive e dove scrive. Tra le sue pubblicazioni, il romanzo Rospi acidi e baci con la lingua (2007), le raccolte di racconti La mattina dopo (2004) e Roma noir (2009) e i saggi Roma criminale (2005), Italia criminale (2006) e Cuori rossi (2008). Impegnato nell’industria editoriale dal 1999, ha lavorato per Coniglio Editore, Newton Compton e Castelvecchi. SPOR C H I DI LUCE un romanzo breve di Fabrizio C a n c i a n i e 2 7 f o t o g ra f i e i n bianco e nero di Carmine Pepe. Un racconto ispirato da una storia vera, raccontata all’autore da ARTEMIO NICOLINI, partigiano milanese. Con un finale romanzato, tutt’altro che inverosimile, che racconta come sarebbero potute andare le cose. Questo a sottolineare la stupidità delle guerre, la fragilità della vita, le conseguenze imprevedibili, e anche un po’ assurde, delle proprie scelte. Le fotografie di Carmine Pepe, scattate nel presente, hanno il compito di riportarci alle atmosfere di Milano negli anni della guerra, di mostrarci, oggi, i luoghi che hanno avuto un ruolo nel periodo bellico, i “segni” lasciati, spesso inconsapevolmente, intatti, a futura memoria. Perché non ci si dimentichi come sono andate realmente le cose. NATALE IN TANGENZIALE di Fabrizio Canciani Bloccato in questo ingorgo micidiale intorno al grande centro commerciale, ascolto l’autoradio che consiglia il meglio del menù per la vigilia. Rileggo la mia lista dei regali è ora già di accendere i fanali, mi girano veloci le lancette e sono ormai passate già le sette. Certo che non è tanto normale la notte di natale in Tangenziale bloccati in mezzo a un fiume di lamiere con i clacson che ti fanno il miserere. E c’è chi un panettone taglia a fette mi offre una porzione senza uvette. Un tappo di spumante ha fatto un botto lampeggia l’alberello sul cruscotto. La neve copre cofani e portiere i clacson hanno smesso di suonare qui va a finire che su ‘sta corsia ci passo Capodanno ed Epifania. Certo che non è tanto normale la notte di Natale in tangenziale ma guarda ci son pure le comete ma va’! Sono gli aerei di Linate. Ma in questa situazione apocalittica si fonde la marmitta catalitica vorrei gridare a tutti buon Natale facciamo noi il presepe in tangenziale. Anton Oggi sono un po’ giù. Capita. Invece ieri avevo una gran voglia Di tagliarmi le vene… Vabbé, mi tornerà… Vorrei avere i tuoi occhi, azzurri Ma per averli dovrò aspettare Che tu li chiuda per sempre Ho un motorino Che qualche volta parte E qualche volta no Oggi è partito Ha detto che poi Mi manda una cartolina Sono così inutile Che nessuno mi chiama Qualche volta Mi chiamerei da solo Ma non mi viene in mente Il mio nome La mia bicicletta nuova È ancora dove l’ho lasciata Attaccata al palo… Qualcuno me l’ha saldata. I miei amici tengono molto a me, Prima di picchiarmi in faccia Mi tolgono sempre gli occhiali Sono un tipo sensibile A volte mi aprirei agli altri Per far vedere come sono dentro Ma ho paura di non riuscire poi A rimettere tutte le viscere Al loro posto Noi Emo abbiamo Dei ciuffi così folti Che sono stato sei mesi Con una ragazza E fino a che non mi sono Spostato alla sua destra Lei pensava di essere fidanzata Con un altro Mi hanno rubato il motorino Ma non sono triste Perché poco prima mi avevano Investito con un camion Ho spappolato un piccione In mezzo alla strada All’inizio pensavo Fosse una colomba Ma nelle frattaglie non ho visto Uvetta o canditi... La mia ragazza dice che mi ama Da morire Anch’io credo di amarla Da morire Quindi il primo che muore Ha detto la verità Il cielo è nuvoloso Piove acqua su di me Ragazzi potete smetterla Di sputarmi addosso Tanto, fra poco, pioverà In realtà non penso Sempre alla morte. Qualche volta penso Anche alla fine del mondo. I miei amici mi dicono tutti i giorni che non valgo niente. Come farei senza di loro? Ho scoperto che la mia ragazza Mi tradisce: per fortuna! Non sapevo più cosa inventarmi Per stare male un po’... Ieri ho chiesto alla mia ragazza Se mi voleva sposare, Poi lei ha scoperto Che non so nuotare e allora Siamo andati in piscina... Il Censimento 7 i Papu • Buongiorno, son venuto per compilare il censimento. • Buongiorno. ma l’ho fatto già, già anche consegnato… • Lei ha figli? • Sì. • Allora chi ha figli deve anche fare la restituzione. • Le ho detto che l’ho già restituito in comune… • No, è un tipo di censimento che si chiama restituzione; è un censimento degli affetti relativi al passaggio di testimone alla generazione dei figli. le rubo solo pochi minuti… allora i dati anagrafici li ho… cominciamo: lei e sua moglie siete italiani, no? • Sì, a volte sembra che parliamo lingue diverse ma siamo italiani. • Suo figlio nato in italia • Sì, qua al policlinico. • L’avete concepito in italia o all’estero? • Sì, sì, sempre qua al policlinico, in urologia. sa com’è… mi si è presentata lì un’infermierina… • Lei ha saputo che sarebbe diventato padre in italia o all’estero? • In italia, sempre al policlinico… ero tornato lì per un controllo e l’infermierina… • Appena l’ha saputo ha pensato: 1-che bello 2-questa non mi lascia più 3-mi aveva detto che prendeva la pillola 4-altro • Altro. ho pensato: e adesso chi lo dice a mia moglie? • Ha assistito al parto? sì no • No • Non voleva lei o la sua compagna? • Mia moglie, che adesso è ex moglie, non ha voluto. • Ricorda le prime parole che ha pronunciato di fronte a suo figlio? se sì quali? • Sì: come si fa a farlo smettere di piangere? • Il vostro menage notturno è cambiato dopo la nascita di vostro figlio? sì no. • Boh, non so, io dormivo prima e dormivo anche dopo. • Il bambino non piangeva mai di notte? • Ah non lo so, le dico che io la notte dormo. • Quanto anni ha suo figlio adesso? • Sedici. • Normalmente fate partecipare vostro figlio alle discussioni familiari? • Sì. • In che modo? • Di solito gli dico di non rompere i coglioni e di andare nell’altra stanza. • Il 9 ottobre scorso ha parlato con suo figlio? • Penso di sì. • Cosa gli ha detto? • Basta ricariche a quel telefonino. • La settimana precedente il 9 ottobre ha parlato con suo figlio? • Penso di sì. • Ricorda gli argomenti principali di discussione? • Ricariche e cellulari. • Solo quelli? • Ha chiesto i principali. dialoghi di Antonio Galuzzi • Gli altri quali sono? • Schede telefoniche, offerte delle compagnie, promozioni… • Si sente “tramite” di qualche cosa rispetto a suo figlio? se sì dica in che senso. • Sì. tramite me lui ricarica il cellulare. • Nel senso se ha trasmesso qualcosa a suo figlio. • Per trasmettere qualcosa a mio figlio dovrei essere una televisione. • Il 9 ottobre pensa di aver insegnato qualcosa a suo figlio? • Sì, gli ho insegnato il rispetto degli altri… • Finalmente un concetto valoriale! • Degli altri operatori telefonici: di solito manda a cagare i concorrenti. Invecde bisogna ascoltarli; ci sono promozioni e offerte di cui bisogna tener conto. • C’è qualcosa che suo padre ha trasmesso a suo figlio attraverso di lei? • Mio padre? • Sì… • Sempre il 9 ottobre? • No, in generale, ricorda qualche valore passato da nonno a nipote? • Sì, tanti valori • Quali? • Boh, adesso ha 16 anni, ogni compleanno, ogni natale 50 euro al colpo adesso saranno… quattro-cinquecento euro, anche più forse… È morto Kim Jong Il: milioni di nordcoreani in lacrime... • Le riformulo la domanda: gli ha mai insegnato valori di tipo morale? 1-rispetto 2-impegno 3-onestà 4-tolleranza 5-tradizioni 6-altro • I soldi sono altro? metta altro allora… • Suo figlio ha senso della storia? • Ha senso della storia, nel senso che non gli piace. Ma neanche della geografia. ha senso di tutte le materie a dir il vero, ma della storia in particolare… • Lei pensa di riconoscere il suo limite rispetto a suo figlio? • Cioè? • Lei sa quando fermarsi o sovrainveste affettivamente? • No, io non ho mai investito nessuno… neanche in banca non ho mai investito nessuno, che meriterebbero un investimento… • Nell’ultima settimana ha mai detto a suo figlio parole affettuose? • Sì. • Quali? • Gli ho detto: bravo, hai visto che se vuoi ti sai far la ricarica da solo? • Ultimissima, scusi: cosa ha imparato da lei suo figlio? e lei da suo padre? e suo figlio da suo padre? se sono cose diverse andiamo all’8.1, se son la stessa cosa mi dica quale e abbiamo finito. • Son la stessa cosa: ho imparato a non rompere i coglioni al prossimo. arrivederci. ...ma già da prima! deco Il cavalletto sfinito, lasciando cadere la moto: «Non ti reggo più!». *** Al ristorante, l’iperteso ebbe una crisi cardiaca: il conto era troppo salato. *** Il pittore diede l’ultimo tocco scatarrando sulla tela. Era il suo ritratto sputato. *** Un gigolò di due metri cantava all’opera. Alto tenore di vita. *** La barista comprava solo detersivo alla spina. *** L’unghia alla collega triste e sbadata: «Hai perso lo smalto». *** Aveva scritto caffe, senz’accento. La maestra glielo segnò errore. Ora aveva un caffè corretto. *** Il gruppo dei musicisti? Nel complesso, suonano bene. *** Il creativo era fermo da un po’, piegato a terra. Stava raccogliendo le idee. *** Aveva voluto a casa la banda larga e ora quei ciccioni non smettevano più di suonare. Visioni Pietro stava raccontando il sogno della notte precedente. C’era una mega festa, disse. E tra gli invitati ho visto la Canalis! Era mezza nuda. Diceva di voler trovare l’anima gemella per farsi una famiglia. Poi è arrivato l’uomo più alto del mondo. Per passare sotto le porte doveva abbassarsi fin qui. Improvvisamente è comparso un cagnolino, aveva appena salvato il suo padrone da un incendio. Non hai fatto nessun sogno, gli disse Enrico. Hai semplicemente visto Studio Aperto. Scarpe Aveva un armadio a 6 ante pieno zeppo di scarpe. A tavola informò il marito che l’indomani sarebbe andata a cercarne un altro paio. Lui stavolta sbottò. Ma se ne hai un armadio strapieno! le disse. Da mezza stagione, color cammello, con tacco 6, il laccino in cuoio e 15 luccichini in punta non ne ho neanche un paio, fece lei. Lui si alzò di scatto e uscì dalla stanza. Poco dopo tornò con 2 scarpe in mano. E queste cosa sono? urlò. Quelle ne hanno 13, di luccichini, disse lei. Beata ingenuità Che bel disegno, Mattia. Cos’è? chiese la madre. Questo che ride sono io, rispose il bimbo. E questa cosa rossa che hai in mano? Un coltello pieno di sangue. Ah, e questi qui in terra? Sono 2 morti, una sei tu, e l’altr… Mattia, gridò la madre. Fila in camera tua! Quando rientrò il marito, lei gli mostrò disegno. Guarda, nostro figlio ci odia! Il padre andò subito a chiedere spiegazioni, poi tornò dalla moglie. Tutto ok, le disse. I cadaveri sono il tuo e quello di tua madre. Via Grazioli 12 Mantova Corso Vittorio Emanuele II, 57 MANTOVA - Tel. 338 798 50 25 Caro Diario, oggi siamo andate con la Cicci, la Carly e la Titti a farci mettere apposto i capelli da quel tipo nuovo che ha aperto in Piazza della Signoria, ci ha preso solo 80 euro per il taglio ma quando sono tornata casa il papi mi ha detto che spendo troppo e che almeno mi dovrei trovare un lavoro. Io gli ho detto che un lavoro ce l’ho già, faccio la commessa di intimo da Figaccissimo, gli ho detto, ma lui mi ha urlato che allora mi dovrei far bastare lo stipendio, e che invece lui trova sempre un sacco di soldi in meno da quel calzino in cui tiene i liquidi nella cassapanca. Mah. Secondo me il papi mi sta diventando paranoico con l’invecchiaggio. Ma vabbè, è la vita. Comunque, ti stavo dicendo, siamo andate da questo Pepi che ha aperto il negozio nuovo in Piazza della Signoria e che fa dei tagli, ti giuro… ultrafighi! Poi siamo andate tutte a fare shopping di Guido Giacomo Gattai per le librerie del centro. Siamo ragazze colte, sai? Siamo entrate da Edison e la Titti ha comprato tre pennine con gli animaletti buffi per un totale di ventisei euro, io un segnalibro fluorescente con scritta una citazione di un tizio tedesco (per un totlale di 89 euro), la Carly un libro di tre centimetri di costola perché ha un tavolo che traballa (per un totale di 3 euro e 50) e la Cicci l’enciclopedia in otto volumi “Cosa fare quando mi si rompe un unghia del dito mignolo destro mentre sto baciando un Principe Spagnolo venuto apposta per me proprio quella sera con un calesse dorato tirato da quattro cavalli bianchi. Molto bianchi.”. Per un totale di 820 euro più 94 euro per il facchino che è andato a consegnargliela a casa con il camion. E poi il mio papi dice che spendiamo troppo! Voglio dire, non puoi mica portateli a casa da sola otto volumi di mille pagine l’uno rilegati in oro massiccio. Ma io lo sopporto. I vecchi vanno sopportati, o no? Corte dei Sogliari, 4 Mantova Tel/Fax 0376.222817 www.giallozucca.it chiuso domenica sera e lunedì da martedì a venerdì colazioni di lavoro Corte dei Sogliari, 3 - MANTOVA - 0376.369972 - 346.9576445 chiuso lunedì e martedì - gli altri giorni aperto pranzo e cena Piazza Mantegna Mantova 0376.324286 Piazza Broletto, 8 Mantova 0376.365303