LUNEDÌ 23 GIUGNO 2014 ANNO 53 - N. 24 In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Del lunedì Il concerto Oggi su Gli Stones accendono Roma Risparmio Dal 1° luglio supertassa al 26% Ecco come evitare la stangata Più di settantamila al Circo Massimo CorrierEconomia di Sandra Cesarale a pagina 37 LO SCANDALOSO BLOCCO SINDACALE Affondo del M5S: sarà l’ennesimo privilegio. L’ira della relatrice Finocchiaro: la scelta era stata condivisa POMPEI, ITALIA ULTIMA VERGOGNA Senato, frenata sull’immunità di ANTONIO POLITO L’imbarazzo tra i democratici. Forza Italia: noi contrari Una serrata lunga cinque giorni Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano di ALESSANDRA ARACHI A PAGINA 16 9 771120 498008 custodi tengono in ostaggio il sito archeologico più importante del mondo. Ciò che in qualsiasi azienda potrebbe essere risolto con un paio di incontri sindacali, si è trasformato qui in una serrata. Eppure tra quelle rovine dell’Impero romano si sta combattendo una battaglia emblematica dell’Italia di oggi, in bilico tra decadenza e voglia di cambiare. Da un lato c’è il Grande Progetto, che con più di cento milioni finanziati dalla tanto bistrattata Unione Europea punta a un intervento straordinario per creare la Pompei di domani, all’altezza della sua bellezza. Dall’altro lato c’è il Grande Caos, l’ordinaria incuria, l’ignoranza, il corporativismo, il sindacalese, la burocrazia romana, le confusioni dei ruoli e dei poteri, tutti i tratti distintivi della nostra Pubbli- ca amministrazione, che tentano di conservare la Pompei di oggi: un mondo in cui non si può assumere e non si può licenziare, non si può spostare o sostituire il personale che va in pensione, in cui non esistono più i giardinieri, i mosaicisti, i muratori, e le Domus vengono giù come case dirupate. Il nuovo sovrintendente, che è lì da tre mesi, ci sta p rova n d o a r i l a n c i a re un’impresa che fa due milioni e mezzo di visitatori all’anno e 22 milioni di incassi. Proprio oggi annuncerà la riapertura agli spettacoli del Teatro Grande, la cui inagibilità è stata una delle vergogne di Pompei. Ma è proprio quando le cose cominciano a muoversi che cresce la pressione per lasciarle come sono. E se uno insegue i grandi progetti senza cambiare i piccoli fatti, invece di andare avanti rischia di tornare indietro. È ciò che accade a Pompei. Finché la legge consente di sfruttare assemblee retribuite in orario di lavoro come armi di ricatto contro gli utenti, nessun grande progetto sarà mai realizzabile. E se i sindacati le coprono, e il ministero le subisce, chi potrà mai credere nella palingenesi della Pubblica amministrazione che il governo annuncia? Agli occhi di un inglese o di un tedesco non c’è differenza tra Pompei e l’Italia. Questa è l’immagine che diamo di noi nei luoghi dove gli altri ci guardano. Per questo, perché Pompei è davvero una metafora dell’Italia, gli Scavi non possono restare ancora chiusi. C’è bisogno di gesti clamorosi, come quello annunciato ieri da Raffaele Bonanni, che vuole commissariare la Cisl del luogo. C’è bisogno che il ministro, che ne ha i poteri, metta fine a questa vertenza. Come molte altre cose, anche la partita di Pompei si decide a Roma. © RIPRODUZIONE RISERVATA Immunità ai «nuovi senatori»: Pd in imbarazzo, Forza Italia contraria. I Cinquestelle: sarà un vergognoso privilegio. Irritata Anna Finocchiaro, relatrice del testo con Calderoli: la scelta era stata condivisa. Evasione e multe I MILIARDI SCOMPARSI CHE IL FISCO NON INCASSA di SERGIO RIZZO Giannelli L’equilibrio perduto D L’INDIGNAZIONE PERMANENTE ALLE PAGINE 2, 3 E 5 Buzzi, Di Caro, Iossa, Menicucci, Velonà di PIERLUIGI BATTISTA Il premier: mai chiesta Si tolga se è un ostacolo T é prevista dal governo, né frutto di un patto segreto con Forza Italia: il premier Renzi sull’immunità dei «nuovi senatori» chiarisce che «se diventa un problema la si toglie. Ciò che importa è mandare in porto la riforma, basta chiacchiere e lungaggini». utto è cominciato con l’abrogazione dell’articolo 68 della Costituzione, quello che tutelava l’immunità dei rappresentanti del popolo dagli abusi di chi poteva perseguitarli. L’onda di Tangentopoli travolse tutto. Un avviso di garanzia bastava a seppellire una carriera politica. Il popolo dei fax, antenato di quello della Rete, invocava la ghigliottina. La Seconda Repubblica nacque così. La Terza in fasce è ancora carica dei suoi veleni e della sua furia. A PAGINA 3 CONTINUA A PAGINA 5 di MARIA TERESA MELI N Mondiali, sfida decisiva domani contro l’Uruguay omandona: che cosa si potrebbe fare con 620 miliardi di euro? Per esempio dare una botta pazzesca al debito pubblico: dal 137,5 al 97,8 per cento del Prodotto interno lordo. Oppure non far pagare l’Irpef agli italiani per quattro anni. O ancora, avviare un gigantesco piano di opere pubbliche del valore di 110 Mose. Siamo ai confini della realtà, penserete. Invece no. Perché 620 sono esattamente i miliardi di crediti da riscuotere che Equitalia aveva in carico alla fine del 2013. CONTINUA A PAGINA 8 La classifica delle Regioni. Più controlli, spesa giù dell’1% Sanità, rapporto sul deficit Tagli a farmaci e personale, ora migliorano i conti di ANTONELLA BACCARO M AP / ANTONIO CALANNI I eri mattina erano «solo» cinquecento i turisti che, dopo aver solcato cieli e varcato mari, si sono trovati sbarrati gli Scavi di Pompei: «Chiusi per assemblea sindacale». Qualche giorno fa, quando «assemblea selvaggia» aveva colpito la prima volta, il sabotaggio a sorpresa era riuscito meglio, lasciando derelitti e sotto il sole migliaia di aspiranti visitatori provenienti da tutto il mondo. Fu proprio in seguito a quel «successo» che i sindacalisti di Cisl e Uil decisero di cavalcare l’onda, convocando le cinque assemblee consecutive, una alla mattina, che sono cominciate ieri. Per un’intricata vertenza di arretrati, incentivi e orari di lavoro, centocinquanta 40 6 2 3> di Drusiani, Monti, Puliafito e Sabella nel supplemento Immobile e Balotelli, Italia all’attacco di ALESSANDRO BOCCI e PAOLO TOMASELLI C esare Prandelli ha deciso: alla temuta coppia d’attacco dell’Uruguay Cavani-Suarez risponde con un’altra coppia, Mario Balotelli e Ciro Immobile (foto). Domani faranno il loro debutto insieme nella partita che si spera sia quella della resurrezione per gli Azzurri. Dietro, la difesa di ferro a tre della Juventus: ChielliniALLE PAGINE 40 E 41 Perrone - Altri servizi sul Mondiale DA PAGINA 42 A PAGINA 45 Barzagli-Bonucci. igliorano i conti della sanità pubblica: il 2013 si è chiuso con un disavanzo di 1,86 miliardi e un calo della spesa corrente dell’1%, poco più di 109 miliardi, pari al 7% del Prodotto interno lordo. La decrescita media negli ultimi quattro anni è stata dello 0,4%. Il buon risultato, secondo la Ragioneria generale dello Stato, è dovuto al «potenziamento degli strumenti di analisi e di controllo della spesa». Tuttavia, l’andamento è ancora disomogeneo perché il 47% circa del disavanzo è generato da Regioni e Province autonome. A PAGINA 6 Ravizza La Casa Bianca: tutelano l’ambiente, su di loro si regge un’economia da 15 miliardi Più api nei campi, la missione di Obama di DANILO MAINARDI P arassiti e pesticidi stanno determinando negli Stati Uniti lo sterminio delle api. La situazione è grave e Barack Obama è intervenuto personalmente: la Casa Bianca ha annunciato la creazione di una task force e sono stati stanziati consistenti fondi. La diminuzione degli insetti impollinatori sta mettendo in crisi l’economia alimentare del Nord America. Il valore della produzione agricola che dipende dalle api ha un valore annuo di 15 miliardi di dollari. A PAGINA 20 L’Unesco Replica a Della Valle Le Langhe dei vignaioli patrimonio dell’umanità Bazoli: pronto alle vie legali per difendermi dalle ingiurie di ALDO GRASSO di SERGIO BOCCONI A PAGINA 20 A PAGINA 18 Decidono solo i giudici? Ministri, Csm e medici Basta silenzi su Stamina di GIUSEPPE REMUZZI U n altro giudice, di Venezia questa volta , e un’altra ingiunzione a continuare le infusioni. L’Asl di Brescia dovrebbe individuare nel giro di due settimane un anestesista e un medico in Italia per riprendere il trattamento con le cellule di Stamina. Quello per cui altri medici dovranno rispondere di associazione a delinquere e truffa, per via delle indagini del procuratore Guariniello, in quanto quei preparati non rispondono ai requisiti di legge. Non solo: «Iniettare quei preparati non è solo inutile, è pericoloso», scrivono gli esperti della commissione del ministero. CONTINUA A PAGINA 34 - A PAGINA 18 De Bac 2 Primo Piano Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Riforme Il nuovo Senato LE RIPARTIZIONI Il futuro di Palazzo Madama I senatori-sindaci sono uno per Regione, eletti dai consiglieri regionali, più uno ciascuno per le Province autonome di Trento e di Bolzano Valle d’Aosta Lombardia 74 Sindaci* Consiglieri regionali* 5 di nomina presidenziale (questi 5 senatori vengono nominati dal capo dello Stato e restano in carica per 7 anni) Trentino-Alto Adige 1 1 Friuli-Venezia Giulia 12 Veneto 6 5 2 I senatori-consiglieri sono ripartiti tra le Regioni in proporzione alla loro dimensione. Non vi sono ancora numeri precisi, ma stando alle ripartizioni attuali, ecco una possibile suddivisione Emilia-Romagna 5 2 Piemonte 21 2 4 Liguria Marche Abruzzo Molise 2 1 Toscana Umbria Puglia 1 4 7 Lazio 7 Sardegna 2 2 Basilicata 100 * In carica fino al rinnovo delle assemblee territoriali 2 Calabria Campania Il totale dei membri della nuova camera alta: ora sono 315 più i senatori a vita 6 Sicilia Dubbi nei partiti. L’immunità ora vacilla La riforma Delrio Province, ultimo giorno di seduta per i consigli Si chiude il sipario su tutti i consigli provinciali. Da domani, 24 giugno, la legge Delrio prevede che le funzioni di indirizzo e controllo dell’assemblea siano assunte dal presidente della Provincia, in carico a titolo gratuito, insieme alla Giunta, fino al 31 dicembre. Oggi dunque, alle 15, a Palazzo Isimbardi, si riunirà il Consiglio provinciale di Milano per l’ultima seduta del mandato iniziato il 24 giugno 2009. Entro il 30 settembre saranno indette le elezioni per il Consiglio metropolitano composto da 24 membri scelti da e tra sindaci e consiglieri dei 134 Comuni con voto ponderato. Ed entro il 31 dicembre, infine, il Consiglio approverà lo Statuto della Città metropolitana che subentrerà alla Provincia di Milano dal 2015. Nella mattinata di oggi, alle 9.30, è convocata anche l’ultima seduta del Consiglio provinciale di Bari per l’approvazione e l’adozione degli ultimi atti amministrativi dell’attuale consiliatura. Da gennaio, anche qui al posto della Provincia ci sarà la Città metropolitana e fino ad allora il presidente Francesco Schittulli — in collaborazione con il nuovo sindaco di Bari, Antonio Decaro, che sarà anche primo cittadino della Città metropolitana — traghetterà il passaggio da un ente all’altro. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Il governo non la voleva, non è un punto centrale», assicura il ministro Maria Elena Boschi. «Forza Italia neppure lo sapeva e comunque sono pronto ad abolirla per tutti», giura il leghista Roberto Calderoli. «Una cosa impropria», tuona FI. Eppure nel testo definitivo sulle Riforme l’immunità per i senatori c’è, nero su bianco. Per loro sarà come per i deputati, anche se i nuovi senatori non sono eletti ma scelti tra sindaci e consiglieri regionali. Che cosa è accaduto? La si vuole o no questa immunità, di cui quasi tutti sembrano voler fare a meno ora che è scoppiata la polemica? Anna Finocchiaro, relatrice del testo con Calderoli, è irritata. Quel «non volevamo, non sapevamo», proprio non le va giù. Sceglie con cura le parole ma non per questo è meno esplicita: tutti sapevano, non c’è stato alcun blitz; gli emendamenti dei relatori erano noti e conosciuti a tutti in Commissione. «Nelle prime stesure degli emendamenti — spiega la Pd in imbarazzo, no da Forza Italia. M5S all’attacco Finocchiaro irritata: c’era un’intesa ed era condivisa Stop alla garanzia statale sui debiti degli enti locali presidente della commissione Affari costituzionali — Calderoli ed io avevamo avanzato la proposta di un ricorso ad una sezione della Corte Costituzionale nel caso di richiesta di arresto, sia per i senatori sia per i deputati. Quando abbiamo presentato l’emendamento, il governo mi ha chiesto di cambiarlo. Non è il caso, mi è stato detto, di appesantire il carico di lavoro della Corte». Se togli la Corte, non restano in piedi molte alternative e così, tra discussioni tra le varie forze politiche e audizioni di costituzionalisti, l’immunità è rientrata dalla finestra, con un emendamento firmato dallo stesso Calderoli. «C’è stato un accordo — aggiunge la senatrice pd — la questione dell’immunità era un tema sollevato nel dibattito in commissione e, alla fine, la sua reintroduzione è stata condivisa». Da tutti, dunque. Con l’eccezione dei 5 Stelle. Anche se adesso, per respingere le accuse di Luigi Di Maio — che sul blog di Beppe Grillo scrive: «L’immunità è un colpo da brividi, il Pd voterà l’ennesimo vergognoso privilegio alla politica pur di tenere in piedi l’accordo con Berlusconi e Lega?» — sia Boschi che la Lega negano che la questione sia centrale. Il ministro sottolinea che lei stessa era di altra idea mentre Calderoli giura: «Sono pronto a scrivere un nuovo emendamento per toglierla, purché si faccia la stessa cosa alla Came- ra». Quanto a FI, Paolo Romani, capogruppo al Senato, s’indigna: «È una questione che non ci riguarda; il ripristino dell’immunità non l’avevamo chiesto noi, non ne sapevamo nulla. Mi sembra impropria, visto che parliamo di consiglieri regionali e di sindaci». Vogliono cancellare questo «privilegio» anche i dissidenti del Pd, nonostante l’ammonimento di Matteo Orfini che sabato chiedeva L’attacco sul blog Il pd Mucchetti a Boschi: «Cara, perché lasci ai relatori la responsabilità di questa brillante idea?» di rispettare le scelte della maggioranza del partito (che ancora non si è espresso). Pippo Civati ribadisce che «l’immunità non aiuta la legalità» e Stefano Pedica si augura che «Renzi intervenga presto su questa vicenda imbarazzante». Per provare a spegnere questo incendio, che vede a rischio il percorso delle riforme, soprattutto una loro veloce approvazione, usa l’idrante Lorenzo Guerini, che in un’intervista al Gr1 si mostra ottimista. «L’immunità non è centrale e comunque il rapporto con FI ha sempre tenuto in questi mesi. I distinguo di queste ore sono su dettagli». Ma a Boschi, sul suo blog, il senatore pd Massimo Mucchetti, scrive: «Cara, per- ché fai così? Hai ricavato dal ddl Chiti il numero dei senatori, hai aumentato le competenze del nuovo Senato. Bene. Ma perché poi ti perdi e lasci ai relatori Finocchiaro e Calderoli la responsabilità dell’immunità per sindaci e consiglieri regionali che fanno anche i senatori? Combinazione, questa brillante idea viene dopo l’ennesimo incontro con il senatore Verdini». I tecnici del Senato mettono in guardia dall’abolizione dell’immunità, ma a prendere posizione in modo netto a suo favore è solo l’Ncd con Fabrizio Cicchitto: «Non si capisce perché dovrebbe essere totalmente eliminata». Intanto un nuovo segnale a Comuni, Città metropolitane, Regioni arriva da un altro emendamento a firma Finocchiaro-Calderoli: «È esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti». Insomma, il governo centrale non coprirà più, in fase ordinaria, tutti i disavanzi degli enti locali. Mariolina Iossa © RIPRODUZIONE RISERVATA Dietro le quinte Vertice ieri ad Arcore. Domani incontro decisivo Verdini-Boschi Berlusconi: quell’idea non è nostra E vuole meno poteri per il Senato ROMA — I dubbi restano, come il malumore di Silvio Berlusconi al quale questa riforma piace poco. Al di là delle tecnicalità, al Cavaliere non va giù che, mentre il suo partito si sta impegnando a fondo nelle trattative concedendo «molto», per lui ci sia solo un’umiliazione giudiziaria dopo l’altra. A sentire chi lo conosce bene, dipendesse solo dalla sua pancia, darebbe retta ai tanti critici azzurri che gli suggeriscono di non cadere nella rete di Renzi e di buttare tutto all’aria. Ma la sua situazione personale e quella di Forza Italia sono così precarie che una mossa del genere sarebbe, dicono i fedelissimi, «suicida». Così, almeno per la prima lettura al Senato, pensare che il Cavaliere si sfili è, se non impossibile, altamente improbabile. Questo non significa che il travaglio per arrivare al sì non sia reale. Ieri sera ad Arcore si sono riuniti per fare il punto Berlu- La festa Pascale a Nola celebra san Paolino Francesca Pascale si affaccia dal Municipio di Nola durante la Festa dei Gigli, la secolare cerimonia in onore di san Paolino. Entusiasta la compagna dell'ex Cavaliere, che ha poi fatto un giro tra la folla: «Bellissima festa, mi vergogno di non averla mai vista nonostante sia napoletana». (Il Mattino/Newfotosud Alessandro Garofalo) sconi, Toti, Romani, Brunetta, ma prima di domani, quando dovrebbero incontrarsi Verdini e il ministro Boschi per l’ultima trattativa, non saranno pronunciate parole definitive. Anche perché nell’ultimo tratto del percorso è necessario tenere i toni alti se si vuole strappare il massimo, come in effetti un Romani stretto tra mugugni dei suoi senatori e necessità di tener fede al patto del Nazareno, sta facendo. Una cosa però Forza Italia non vuole le sia data in carico: la responsabilità di aver previsto l’immunità per i consiglieri-sindaci-senatori: «Non scherziamo, non è una nostra richiesta, non ci interessa e nemmeno capiamo perché in un Senato che consideriamo un dopolavoro di consiglieri e sindaci, dovrebbero essere previste queste guarentigie. Saranno stati i relatori a volerla, non noi...», dice lo stesso Romani assestando una stoccata soprattutto a Calderoli, il cui atteggiamento agli azzurri piace molto poco, convinti come sono che la sua posizione sulle riforme sia più personale che rappresentativa della Lega. Poi certo, c’è chi come Daniela Santanchè, in linea con le posizioni tradizionali di Berlusconi, dice che invece l’immunità andrebbe perfino ripristinata secondo le vecchie formule anche alla Camera e Renzi deve avere su tutto «più coraggio», ma la linea degli azzurri è chiara: «Non se ne faccia un problema, per noi assolutamente non lo è», insiste Romani. Restano invece un problema nodi ancora irrisolti come la suddivisione del numero di consiglieri fra le regioni, la scelta dei 21 sindaci eletti in ciascuna regione («Così saranno tutti di sinistra!», tuona Berlusconi), e soprattutto il potere dei senatori di eleggere capo dello Stato, Csm, giudici della Consulta: «L’obiettivo della riforma era un altro: monocameralismo e un Senato con poche e delimitate funzioni. Visto che sono ancora previsti i delegati regionali per l’elezione del capo dello Stato, che senso ha dare lo stesso potere anche ai consiglieri regionali e ai sindaci?». Si vedrà quello che nell’ultima serrata trattativa si riuscirà a portare a casa, ma la strada per il primo passaggio parlamentare, almeno in commissione, sembra segnata. I mal di pancia restano, ma la necessità di «restare nel gioco» predicata da Letta, Verdini, lo stesso Romani, Toti, ha un peso decisivo nelle scelte di queste ore. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 sarebbero i nuovi 2 Quali poteri e cosa cambia rispetto a oggi? Il nuovo Senato dovrà fare da raccordo tra Stato, Regioni e Comuni. Il Parlamento sarà formato da Camera e Senato, ma il governo otterrà la fiducia dalla sola Camera, che approverà anche le leggi. Entro 10 giorni il Senato, su richiesta di un terzo dei suoi membri, può chiedere di esaminare le leggi approvate, proponendo modifiche. Sulle riforme costituzionali il Senato mantiene le attuali competenze si parla 3 Perché di nodo-immunità? Il testo inizialmente presentato dal governo non prevedeva l’immunità per i futuri senatori, riservandola solo ai deputati. Dopo il dibattito in commissione l’immunità per i senatori è stata reintrodotta: niente arresto né intercettazioni se non autorizzate. Una norma su cui si è acceso il dibattito, ancora irrisolta funzionerà 4 Come l’elezione del capo dello Stato? I 100 senatori votano insieme ai 630 deputati e ai 3 delegati di ciascuna Regione (1 per la Valle d’Aosta) per eleggere il presidente della Repubblica sono i tempi 5 Quali della riforma? Il testo è nella commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama: appena ci sarà una versione definitiva, arriverà al Senato (il 3 luglio dovrebbero iniziare le votazioni), poi alla Camera (voto previsto a fine luglio) e dovrà passare un’altra volta al vaglio del Parlamento con una maggioranza di almeno due terzi. Trattandosi di una modificaalla Costituzione, se la maggioranza non raggiunge i due terzi la legge dovrà essere confermata da un referendum per il quale non è previsto alcun quorum CORRIERE DELLA SERA Renzi sprona i suoi a chiudere presto: se è un problema, togliamo lo scudo Sul vertice con i 5 Stelle: l’Italicum? Si discute, però non si riparte daccapo ROMA — L’ennesimo intoppo lungo la strada della riforma del Senato e le polemiche che ne sono seguite non hanno fatto certo fare salti di gioia a Matteo Renzi. Anche perché la vicenda dell’immunità dei «nuovi senatori» è giunta come un fulmine a ciel sereno: «Come ben sapete — ha detto il premier ai collaboratori e ai ministri a lui più vicini — noi non lo avevamo previsto nel disegno di legge governativo che avevamo presentato. Né avevamo fatto alcun patto segreto, o, come lo chiama qualcuno, inciucio con Forza Italia, per introdurre questa norma in un secondo tempo. Perciò sia chiaro — ha aggiunto Renzi, rivolto a chi si sta occupando della "pratica" — che se l’immunità diventa un problema la si toglie. Ciò che importa è mandare in porto una riforma così importante nei tempi stabiliti, basta chiacchiere e lungaggini. Dobbiamo capire che più forte e incisiva è l’azione del governo qui in Italia e più forte e incisiva sarà la nostra presidenza del semestre europeo». Anche perché è su questo fronte che adesso volge tutta la sua attenzione Matteo Renzi. O, per essere più esatti, quasi tutta. Perché il premier «multitasking» ha anche il «caso» Grillo per le mani. E il Movimento 5 Stelle, che il Pd incontrerà mercoledì, ha già cominciato ad attaccare il Partito democratico proprio sull’immunità. Ma, notoriamente, come ha avuto modo di ribadire più e più volte, il presidente del Consiglio non intende prendere «lezioni di moralità» da nessuno. Men che meno dal comico genovese. Perciò questa polemica alla vigilia di quell’incontro non gli fa certo piacere. Anche perché in quel confronto Renzi ha spiegato ai collaboratori che il Pd dovrà andare a vedere le carte dei 5 Stelle senza pregiudizi, ma senza nemmeno farsi trascinare nella «palude» e nei tira e molla: «La pratica della riforma del Senato e del Titolo quinto della Costituzione è stata istruita, sulla legge elettorale avevamo già detto che siamo disponibili a correzioni, del resto io ero propenso sia al Mat- Come funziona l’Italicum Il nuovo Senato dovrebbe essere composto da 95 membri eletti tra consiglieri regionali (74) e sindaci (21) e da altri 5 senatori (per un mandato di 7 anni) scelti dal Colle. I 74 eletti dai Consigli regionali saranno scelti in proporzione alla composizione di ogni assemblea. Nessuna Regione potrà avere meno di 3 senatori (escluse Molise, Valle d’Aosta e le province di Trento e Bolzano) 3 Retroscena Domani il discorso alla Camera per il semestre Ue: disoccupazione giovanile, energia e infrastrutture in primo piano La riforma in 5 domande si comporrebbe 1 Come il nuovo Senato? Primo Piano italia: 51575551575557 Listini bloccati e collegi plurinominali Maggioritario e doppio turno 1 L’Italicum, il sistema elettorale proposto dal premier Matteo Renzi e approvato il 12 marzo dalla Camera, divide l’Italia in 120 collegi plurinominali (coincidenti con le province). In ogni collegio ogni partito presenta piccole liste bloccate (più corte di quelle attuali), senza possibilità di esprimere preferenze. Ogni circoscrizione elegge da 3 a 6 deputati 2 La legge assegna un premio di maggioranza a chi supera il 37% dei voti. Il premio, fissato al massimo al 15%, consente al vincitore di raggiungere i 340 seggi (55%). Se nessuno supera il 37%, le prime due coalizioni si sfidano al secondo turno per il premio. Per entrare in Parlamento sono previsti sbarramenti: l’8% per i partiti fuori dalle coalizioni; il 4,5% per i partiti in coalizione; per le coalizioni la soglia è il 12% Le trattative e il nodo delle preferenze 3 Una settimana fa, Beppe Grillo ha invitato il premier Renzi a discutere insieme la versione definitiva della legge elettorale. Il M5S, che alla Camera aveva votato contro l’Italicum, chiede l’introduzione delle preferenze. Una richiesta condivisa da alcuni esponenti del Pd. Mercoledì il Pd incontrerà una delegazione del M5S; si è detto disposto al confronto ma non a ricominciare da zero puntare molto sulle questioni della disoccupazione giovanile, sul rilancio delle politiche energetiche e infrastrutturali. Intanto, da questo punto di vista, il premier sembra aver segnato un punto perché nel documento che sta preparando Van Rompuy e che costituirà la base del programma della nuova Commissione Ue hanno un posto fondamentale due temi cari a Renzi, come quelli della crescita e del lavoro. Solo dopo aver deciso il «che fare», ha sempre detto il presidente del Consiglio, verranno i nomi, anche se qualche idea a proposito il governo ce l’ha già. Vorrebbe mandare in Commissione un politico, anzi «più probabilmente una politica», cioè una donna, anche se c’è chi Il rimpasto Se la titolare degli Esteri andasse in Europa, prima di ottobre la compagine di governo potrebbe cambiare tarellum che alle preferenze, e all’epoca fu Forza Italia a dire di no. Però certo non possiamo dire: finora abbiamo scherzato, ricominciamo tutto daccapo». Comunque, un altro passaggio che il presidente del Consiglio giudica «particolarmente importante» è il discorso che terrà domani nell’aula di Montecitorio per le comunicazioni sul semestre europeo. Per il premier è infatti «fondamentale recuperare la credibilità persa dall’Italia negli anni precedenti». Quasi nessuno conosce l’ «agenda Renzi» perché, com’è nelle sue abitudini, il premier l’ha fatta vedere solo a pochissimi e fidatissimi collaboratori. Quel che si sa, è che Renzi vuole Il leader di Sel chiederà la fiducia in direzione Vendola dimissionario. Fava: io non nel Pd Non si placano le turbolenze all’interno di Sinistra, ecologia e libertà. Il leader Nichi Vendola ha annunciato ieri a il manifesto che si presenterà dimissionario, mercoledì, alla direzione del partito, dopo che sei deputati hanno lasciato il gruppo. Il governatore della Puglia ha detto che chiederà la fiducia: «Non sono il proprietario del partito», ha detto Vendola, precisando che «in nessun caso lascio Sel. Io sono qua. E Sel è qua e si rilancia subito». Il Pd si è offerto come punto di approdo per i transfughi di Sel; ma l’offerta è stata ieri rifiutata da Claudio Fava. «Non ho ruoli da chiedere e non vado nel Pd, ma ho una coerenza rispetto alla mia storia politica. E una speranza: che si creino le condizioni per una sinistra più generosa, né identitaria né minoritaria», ha spiegato. «Lavorerò, lavoreremo a questo progetto, nel luoghi in cui sarà possibile farlo e in cui le opinioni diverse non vengano messe ai margini con fastidio». © RIPRODUZIONE RISERVATA giura che questa scelta non sia definitiva. Il premier è convinto che questa volta all’Italia tocchi il posto di Mr Pesc, per questa ragione dall’altro ieri circolava il nome della ministra degli Esteri Federica Mogherini (benché in alcuni ambienti si sottolinei che Piero Fassino sia ancora in corsa). Ma se toccasse veramente alla titolare della Farnesina, ciò significherebbe che il cosiddetto «ritocchino», ossia il rimpasto in salsa renziana, potrebbe accadere addirittura prima di ottobre, approfittando del fatto che bisognerebbe sostituire Federica Mogherini agli Esteri. E per restare sempre in «casa nostra», il premier che corre e non si ferma mai, tra un viaggio in Europa, un confronto con i grillini e uno con Fi, medita di avviare la sua «rivoluzione» della Rai subito prima o subito dopo la pausa estiva. Cioè a luglio o a settembre. Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il capogruppo pd a Montecitorio: cinquestelle totalmente inaffidabili per mesi, ci presentiamo all’incontro con la massima prudenza «Giusto approfondire, ma per i deputati la misura è prevista» Speranza: legge elettorale da modificare Soglie più basse e no alle liste bloccate ROMA — Domenica, tardo pomeriggio. Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, punto di riferimento della nuova area riformista (nata dall’unione di ex bersaniani, dalemiani, popolari, lettiani) sta per uscire da casa: «Vado al concerto dei Rolling Stones». L’evento al Circo Massimo che ha paralizzato il centro di Roma. E il biglietto? «L’ho pagato, chiaro». Ma il tema, sul fronte politico, non è se era giusto o no concedere quel palcoscenico a Mick Jagger. Si parla, soprattutto, di immunità per i nuovi senatori. Speranza, togliamoci subito il dente. Immunità sì o no? «Non mi sembra un problema particolarmente centrale, nella strada verso le riforme. Anche perché, mi pare, alla Camera è già prevista...». Lei, quindi, personalmente sarebbe favorevole? «Guardi, non riesco in questo mo- mento a dirle sì o no. Prima dobbiamo confrontarci, è giusto che il Senato approfondisca». Cioè? «Dipende dalle funzioni che devono avere i senatori. E ci sono due elementi di contraddizione, che vanno valutati. Da una parte, con l’immunità, i sindaci e i consiglieri che fanno parte del Senato sarebbero diversi dai loro colleghi. Dall’altra parte, però, senza immunità si stabilirebbe una differenza tra Camera e Senato». Quindi? «Ripeto quello che ho detto. Non mi sembra comunque una questione centrale. Mi concentrerei più sul percorso delle riforme, dove c’è ancora del lavoro da fare». A cosa si riferisce? «Il Senato, con l’elezione indiretta dei 100, mi convince. Mentre sull’Italicum, la legge elettorale, il testo può essere migliorato». Come, nel dettaglio? «Su tre punti. La questione di genere, che era stata accantonata. Le soglie di accesso, o di sbarramento, che secondo me sono troppo alte (sono fis- ❜❜ Le asimmetrie ❜❜ La questione di genere Sarebbe strana una differenza tra le Camere Ma anche l’immunità per sindaci e consiglieri Italicum, va reintrodotta la questione di genere. E si rafforzi il rapporto tra elettori ed eletti sate al 4,5% per i partiti in coalizione, all’8% per chi si presenta da solo, ndr). Terzo, il rapporto tra elettore ed eletto». Inserirebbe le preferenze? «Preferenze o collegi, l’importante è che si superino le liste bloccate. Specie se la Camera rimane l’unico ramo del Parlamento eletto direttamente dai cittadini». Dopodomani è fissato l’incontro tra Pd e Cinque Stelle. Un eventuale accordo supererebbe l’intesa del Nazareno con Berlusconi? «Con Forza Italia c’è un percorso avviato da mesi. Mentre dai cinquestelle, nell’ultimo anno, abbiamo assistito solo ad insulti, al salire sui tetti, agli attacchi al Capo dello Stato, cardine della tenuta democratica del Paese, e alla presidente della Camera. E poi le liste di proscrizione dei giornalisti, i deputati indesiderati, la politica antisistema...». Ma se queste secondo voi sono le premesse, cosa ci parlate a fare? «Se il loro è un vero cambio di rotta, una chiusura da parte nostra sarebbe sbagliata. Ma ci presentiamo Chi è La carriera Potentino, 35 anni, ex presidente della Sinistra giovanile, già consigliere e assessore comunale con i Ds, nel 2013 coordina le primarie del Pd e viene eletto alla Camera, dove è capogruppo del partito con la massima prudenza, visto la loro totale inaffidabilità di questi mesi». Temete trabocchetti? «Vogliamo capire bene. Può bastare una batosta elettorale, come quella presa alle Europee, a trasformarli in padri costituenti? Lo vedremo». Speranza, lei e l’area a cui fa riferimento siete diventati «diversamente renziani»? «Il 40% che ha preso il Pd ci pone di fronte ad una responsabilità enorme. E noi vogliamo starci dentro con la nostra autonomia. Non si tratta di renziani o bersaniani: a Massa Marittima c’era anche gente che ha sostenuto Renzi. Abbiamo superato il congresso, ormai si parla di democratici e di come ricostruire il rapporto tra politica e cittadini». Non è neppure vero che avete «rottamato» Bersani e D’Alema? «Che ci sia una nuova generazione in campo è un dato di fatto, ma il Pd ha bisogno di tutti e lo scontro tra generazioni, tra giovani e vecchi, non ha senso». Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 italia: 51575551575557 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Riforme I partiti I duri contro i dialoganti. Malumori nel M5S Base divisa e alcuni eletti criticano l’incontro con il Pd. Oggi Grillo vede i parlamentari «Tante diatribe» Governo ombra di Rotondi Dopo 3 sedute è già rimpasto MILANO — Una volta, al governo, l’ex Dc Gianfranco Rotondi ci è stato davvero: ministro per l’attuazione del Programma nel quarto esecutivo Berlusconi. Deve averci preso gusto, visto che lo scorso marzo si è messo a capo dell’allora neonato governo ombra di centrodestra (tra i ministri Santanché, Biancofiore e Prestigiacomo). Tre riunioni in tre mesi ed è già il momento del primo rimpasto, annunciato da Rotondi su Twitter: «Eh sì, rimpasto prima per il governo ombra che per quello vero. 1 a 0 per @matteorenzi,ammetto». Come mai così presto? «Siamo rimasti impigliati nelle diatribe interne a FI che a me interessano poco — spiega Rotondi —. Lo stesso Berlusconi ha equivocato, pensava volessimo fargli uno sgarbo. Poi ci siamo chiariti». Il peggior nemico del governo ombra è stato però Matteo Renzi: «Ammettiamolo: il dinamismo eccezionale di Renzi ci ha spiazzato. Più che a Berlusconi, Matteo assomiglia a Fanfani: sistema e antisistema. È difficile perfino contraddirlo, ci pensa lui da solo». Sui nomi della nuova squadra Rotondi non si sbilancia: li ufficializzerà il 30 giugno, dopo le consultazioni di rito. Non nasconde però due sogni: «Mi piacerebbe avere in squadra Passera. E Renzi alle Riforme: la pensa come noi». L’atteggiamento però dovrà cambiare: «Chi non se la sente di lavorare seriamente, stavolta è meglio che non accetti. Sono un teorico del no alla pausa pranzo. Dico di me quello che dice Grillo: sono un vecchio rottame ma punto a formare una nuova classe dirigente». Se i nomi dei ministri sono ancora ballerini, nessun dubbio invece sull’identikit del convitato di pietra: sarà ancora Berlusconi. «Scalfaro divideva i leader Dc in interni, esterni ed eterni. Berlusconi è eterno. Deciderà lui come si gioca la partita». Pierpaolo Velonà © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — L’attesa. Crescente, a tratti quasi palpabile. Il mondo dei cinquestelle si prepara all’incontro con la delegazione del Pd con la consapevolezza di chi sta affrontando un passo importante, anche se le posizioni all’interno del Movimento rimangono molto distanti. Il confronto rimane acceso. «Dall’oggi al domani — analizza Tommaso Currò — abbiamo ricevuto l’informazione di un cambio di rotta repentino e forte. Questo ha creato un doppio binario: da un lato persone “ortodosse”, dall’altro un gruppo che vede la scelta come un tentativo di rimettersi in carreggiata, una strategia raffazzonata con cui recuperare consensi». Il deputato punge. «Il metodo è importante», dice e aspetta Beppe Grillo a Roma (il leader era già ieri a Roma al concerto dei Rolling Stones e oggi dovrebbe vedere i parlamentari): «Spero davvero ci sia un confronto con lui. Alla Camera non ricordo un incontro sereno, aperto, se non una volta un anno fa». Diverse le criticità evidenziate da Currò: sia sulla delegazione («Non è chiaro perché Luigi Di Maio debba prendere parte al vertice»), sia sulle mosse dei cinquestelle («Oggi facciamo accordi con Nigel Farage in Europa e cerchiamo come interlocutore il Pd in Italia: è tutta una contraddizione»). Ma la voce di Currò non è isolata. Giuseppe Vacciano, commentando un post di Cristian Iannuzzi, domanda: «Confrontarsi sui temi comuni è scodinzolare (poi se non ce ne sono, amici come prima)? No perché è né più né meno quello che andranno a fare mercoledì da Renzi...». Di diverso avviso Serenella Fucksia. «I sogni, le idee hanno senso se riusciamo a concretizzarli. Questa è una occasione per far conoscere la nostra legge elettorale». La parlamentare marchigiana è attendista — «Solo dopo l’incontro trarremo le conclusioni», sostiene —, anche se giudica «fuori luogo» le parole del ministro Boschi. Fucksia si dice «contenta di questo passo»: «Si tratta di un atto di maturità, dopo la sconfitta alle Europee e con la prospettiva di una legislatura di cinque anni; cerchiamo di dire la nostra mantenendo salda l’identità che abbiamo». Più pragmatica, invece, Barbara Lezzi. «Abbiamo messo con le spalle al muro Renzi e il Pd — commenta —. Ora se scelgono Berlusconi, lo scelgono liberamente, perché lo vogliono e non perché ci sono chiusure da parte nostra». Per la senatrice i margini per un accordo ci sono — «Volendo, tutto si potrebbe 21,1 la percentuale di preferenze ottenuta dal Movimento 5 Stelle alle ultime Europee: seconda forza politica in Italia dietro al Pd (40,8%). Il risultato ha garantito ai pentastellati 17 seggi in Europa. Alle Politiche il M5S aveva preso il 25,5% I precedenti in streaming Con Bersani Il 27 marzo del 2013, a un mese dalle Politiche concluse senza una chiara maggioranza, l’allora leader del Pd Pier Luigi Bersani incontra Vito Crimi e Roberta Lombardi, capigruppo M5S di Senato e Camera: è fumata nera Con Letta Il 25 aprile 2013 Enrico Letta (Pd), incaricato dal Colle di formare il governo, parla con i capigruppo cinquestelle di Camera (Lombardi e Boni) e Senato (Crimi e Giarrusso). «Scongelatevi», li incalza Letta. Ma il gelo rimane Con Renzi Il 19 febbraio 2014, Matteo Renzi, premier in pectore in fase di consultazioni, incontra in diretta streaming il fondatore del M5S Beppe Grillo. La lunga serie di botta e risposta si conclude di nuovo con un nulla di fatto fare» —, ma chiarisce che, anche nel migliore dei casi, la posizione del Movimento rimane invariata: «Non è che andiamo a braccetto con il Pd, restiamo opposizione». E in merito alle divisioni interne e alle accuse nei confronti di Grillo e Gianroberto Casaleggio, Lezzi contesta: «Io non sento imposizioni dall’alto». Mentre il Movimento in Italia si riposiziona con l’apertura ai democratici, in Europa i cinquestelle cercano di prendere le distanze dalla destra. Anche fisicamente. Il gruppo Efd ha chiesto di potersi ricollocare nell’emiciclo in una posizione più centrale, per potersi staccare di dosso scomode etichette, «segno di una svolta più moderata dopo la presa di posizione nei confronti della Le Pen», ribadiscono i pentastellati. Intanto, sul blog il capo politico del «No al cambio di rotta» Currò: da un giorno all’altro cambio forte e repentino. E Vacciano: così si scodinzola Movimento Cinque Stelle torna ad attaccare il capo dello Stato e il presidente del Consiglio. «Il Sistema, quella cosa liquida che include partiti, istituzioni, affari, massoneria e criminalità — scrive Grillo —, in Italia è troppo occupato a erigere fossati, mura, ponti levatoi e quant’altro per preservare la sua esistenza per occuparsi anche di economia, che sta andando a rotoli nonostante i media non ne parlino, tra una corsa di Renzi e una passeggiatina di Napolitano in libera uscita dal Quirinale». Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commento ABUSI POLITICI E VELENI ANTIPOLITICI IL DIBATTITO IMPOSSIBILE SULLA TUTELA SEGUE DALLA PRIMA Le polemiche sull’«immunità» rischiano di far esplodere la complessa architettura (e i compromessi) su cui si regge l’impianto della riforma del Senato. Cominciano i distinguo, le retromarce, le espressioni scandalizzate. Fa paura la parola: «immunità». Che poi non è immunità vera e propria, ma un filtro, un argine, un contenimento. Solo che non si rinuncia al lessico che ci ha dominati per oltre vent’anni e che ha fatto del rapporto tra politica e magistratura una guerra di religione. E dunque si considera scandaloso che un magistrato non possa arrestare un deputato o un senatore se non dopo un voto del Parlamento che accerti l’inesistenza del «fumus persecutionis», o non possa disporre intercettazioni (o il loro uso) di un parlamentare senza un voto del Parlamento stesso. E dunque si fa fatica a immaginare che un senatore, per quanto non eletto direttamente dal popolo e senza l’arma del voto di fiducia, così come si prospetta nella riforma in vista, possa essere equiparato a un deputato. E ogni volta si ripete la stessa storia. Nel mondo della politica si cerca di liberarsi della stretta asfissiante anche di singoli magistrati che, senza un filtro o un argine, potrebbero decimare il corpo parlamentare come avvenne nel biennio ’92-’93. Ma subito parte la protesta, armata del solito lessico: l’urlo dell’antipolitica che grida alla distruzione del principio dell’uguaglianza di fronte alla legge, che detesta la politica che chiede privilegi e immunità e si autoassolve. Adesso, per non apparire troppo in contrasto con il sentimento popolare, ogni richiesta di arresto per un parlamentare diventa rito autosacrificale, i partiti che mettono volontariamente la testa nel cappio per placare l’ardore giustizialista. Addirittura esagerando con lo zelo, come è avvenuto in campagna elettorale quando il Pd ha chiesto addirittura il voto palese per mandare senza indugio in carcere Genovese. Mostrarsi iper-giustizialisti per non dare spazio al giustizialismo: un autentico paradosso, in cui il garantismo scompare, o appare una debolezza, un cedimento, addirittura una formula retorica per difendere ladri e mascalzoni. Quindi sull’immunità dei futuri senatori, la riforma si incarta. Parte la caccia al colpevole. Si denunciano i responsabili al pubblico ludibrio, si scaricano le colpe, sempre che di colpe si tratti. Chi cavalca il furore popolare grida alla complicità. Chi non vorrebbe suscitare polemiche, ed è pure in imbarazzo, perché sente che una parte del proprio partito ha intrecciato equivoche frequentazioni con il mondo del malaffare, delle tangenti, degli appalti pilotati. Mai che si avvii una riflessione seria sulle conseguenze dell’abolizione di quell’articolo della Costituzione che non fu un gesto di follia dei padri costituenti, ma affondava la sua ratio nella necessità di un equilibrio dei poteri. Si deplora giustamente l’abuso che i partiti hanno fatto nel corso degli anni e dei Il rito Per non contrastare il sentimento popolare ogni richiesta di arresto per un parlamentare diventa un rito autosacrificale Gli errori Si deplora l’uso strumentale dello scudo fatto dai partiti, ma non si tiene in conto che a sbagliare potrebbe essere la magistratura Pd Francantonio Genovese, 45 anni, figlio di Luigi Genovese (senatore dal 1972 al 1994) e nipote del più volte ministro Nino Gullotti: a maggio il Pd ha votato per la sua richiesta d’arresto decenni dell’immunità garantita dalla Costituzione, offrendo uno spettacolo di sostanziale impunità della politica nei confronti di qualsivoglia indagine giudiziaria. Ma non si tiene minimamente conto che l’abuso potrebbe venire anche da una magistratura liberata da ogni vincolo e da ogni argine. Il bilanciamento dei poteri prevede a p p u n to c h e s i possa abusare di un potere e che solo compensandolo con una regola che ne limiti l’esercizio arbitrario si possa conservare un ragionevole equilibrio. Ma le furiose polemiche che si sono scatenate sull’eventualità che i componenti del nuovo Senato possano godere delle tutele dei “colleghi” deputati dimostrano che la retorica della Seconda Repubblica non è affatto sepolta. Oggi si tratta di capire se le sirene dell’indignazione permanente saranno capaci di imprigionare i partiti, e segnatamente il Pd, intenzionati a uscire dalle prigioni ideologiche di questi anni. Oppure se la rottamazione culturale del giustizialismo si è avviata, sia pure tra molte difficoltà e contraddizioni. L’importante è che non si arrivi all’ennesima soluzione pasticciata: un mostro con la veste di Arlecchino, pur di non scegliere. Pierluigi Battista © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 » Approfondimenti L’analisi della Ragioneria generale dello Stato COSTI DEL PERSONALE E FARMACI I RISPARMI DELLE REGIONI SULLA SANITÀ Primi risultati del contenimento della spesa. La voragine delle aree a statuto speciale ROMA — La sanità italiana chiude il 2013 con un disavanzo di 1,86 miliardi e un calo della spesa corrente dell’1% pari a poco più di 109 miliardi, pari al 7% del Pil (Prodotto interno lordo) accreditando una decrescita media negli ultimi quattro anni dello 0,4%. Il contenimento della dinamica riguarda tutte le componenti, soprattutto la spesa per il personale dipendente e per la farmaceutica convenzionata. È il quadro tracciato dall’analisi della Ragioneria generale dello Stato per il 2013 sugli enti che producono servizi sanitari controllati dalle Regioni e ricompresi nei rispettivi Servizi sanitari regionali: le Asl, le Aziende ospedaliere, gli Irccs e i Policlinici universitari. Se poi si allarga lo sguardo alla spesa sanitaria degli enti locali e di altri enti, quali, ad esempio, la Croce Rossa Italiana, il calo del 2013 si riduce allo 0,3% e quello degli ultimi quattro anni arriva all’1%. Il giudizio della Ragioneria Mentre il nuovo patto per la Salute arriva in Parlamento mercoledì prossimo, con l’audizione in commissione Affari sociali della Camera, del ministro Beatrice Lorenzin che dovrà illustrare lo stato di avanzamento con le Regioni, la Ragioneria intanto segnala il buon risultato del «potenziamento degli strumenti di analisi e di controllo della spesa sanitaria» che si è tradotto nel rafforzamento degli «strumenti di previsione sempre più efficaci» ai fini della programmazione finanziaria. Tant’è che nell’ultimo quinquennio «i livelli di spesa effettivamente registrati a consuntivo sono risultati costantemente contenuti nell’ambito di quanto programmato». Il progresso fa dire alla Ragioneria che «il settore sanitario contribuisce positivamente al contenimento della dinamica della spesa pubblica». Certo, l’andamento è ancora disomogeneo: nel 2013, il 47% circa del disavanzo sanitario complessivo è generato da Regioni e Province autonome. La riduzione della spesa si registra principalmente nelle Regioni sottoposte a piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia) e in quelle con piano di rientro «leggero» (Piemonte e Puglia). Le prime nel periodo 20102013 hanno ridotto la spesa in media dell’1% annuo, mentre le seconde dell’1,2% medio annuo. Le Regioni non in piano di rientro (Lombard i a , Ve n e to , L i g u r i a , E m i l i a Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Basilicata) hanno registrato un leggero incremento, pari allo 0,1%, mentre le Regioni e le Province a statuto autonomo, che provvedono direttamente al finanziamento dell’assistenza sanitaria senza onere a carico dello Stato (Val d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Trento e Bolzano), evidenziano un incremento medio annuo dello 0,7%. In generale la spesa per il personale passa da un incremento medio annuo del 2,4% nel periodo 20062010 a una riduzione dell’1,4% nel periodo 2010-2013. Il suo peso percentuale sulla spesa sanitaria totale, passa dal 33,2% nel 2010 al 32,2% nel 2013. Nel contenimento della dinamica per il personale hanno influito la riconferma del blocco del Le cifre Regioni a autonome Le Regioni autonome passano da un incremento medio annuo del 5% nel periodo 2006-2010 ad un incremento medio annuo dello 0,7% nel periodo 2010-2013. Il peso della spesa per il personale sulla corrispondente spesa sanitaria regionale turn over per le Regioni sotto piano di rientro (totale o parziale), il blocco delle procedure contrattuali per il periodo 2010-2012 e il congelamento dei livelli retributivi a quelli vigenti nell’anno 2010, fatto salvo il riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale. Var% 2002-2006 Var% 2006-2010 Var% 2010-2013 La spesa sanitaria in Italia VALLE D’AOSTA 6,5 LOMBARDIA 4,8 3,2 P.A. DI TRENTO 4,6 3,8 P.A. DI BOLZANO 5 FRIULI VENEZIA GIULIA 4,6 5,3 4,3 1,9 1,4 0,8 0,7 0,5 -0,8 VENETO 5,8 PIEMONTE 6,3 MARCHE 4,7 3,4 2,8 3,2 -0,2 -1,2 -0,8 UMBRIA 5,3 ABRUZZO 4,9 2,7 LIGURIA 5,3 EMILIA ROMAGNA 5,6 3,7 2,3 -0,2 0,7 MOLISE 7,1 -1,3 LAZIO 9,4 2,9 CAMPANIA 5,1 3,4 -0,7 3,7 -1,5 Regioni non sotto piano di rientro Regioni sotto piano di rientro Regioni sotto piano di rientro leggero Regioni autonome 5,8 SICILIA* 6,8 0,7 2,8 -0,4 -1,5 -1,3 SARDEGNA 4,5 4,4 ITALIA -0,7 PUGLIA 5,5 2,1 1,2 0,3 BASILICATA 5,8 CALABRIA 4,2 3,5 3,8 0 *Regioni autonome: ricomprende le Regioni a statuto speciale e Province autonome che provvedono direttamente al finanziamento dell’assistenza sanitaria sul loro territorio senza alcun onere a carico del bilancio dello Stato: Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, cui si aggiunge la Sardegna che ha acquisito tale status a partire dall’anno 2010 In Aula Mercoledì in Parlamento il ministro Lorenzin illustrerà le cifre del nuovo patto per la Salute 1,4 0 TOSCANA 5,5 nell’anno 2013 si mantiene stabile al valore registrato nell’anno 2010 (39,6%). Sempre con riguardo alla spesa corrente, quella per i prodotti farmaceutici passa da un incremento medio annuo del 12,6% nel periodo 2006-2010 a un incremento medio annuo del 3,8% nel 2010-2013. Anche se il peso della spesa di questi prodotti su quella sanitaria totale passa dal 6,7% nel 2010 al 7,6% nel 2013. Nelle Regioni autonome il calo è sensibile: da un incremento medio annuo del 14,6% nel periodo 2006-2010 si passa a un aumento del 2,2%. Anche l’esborso per altri beni e servizi passa da un +3% a un +0,9% . Relativamente alle Regioni autonome, il tasso di crescita medio è del 2,5% nel periodo 2010-2013. La medicina di base passa da un incremento medio annuo del 2,5% nel periodo 2006-2010 a un +0,3% nel 2010-2013. La sostanziale stabilità di tale voce è dovuta soprattutto al blocco del rinnovo delle convenzioni di medicina di base e al congelamento dei livelli retributivi a quelli in vigore nell’anno 2010, in analogia a quanto previsto per il personale dipendente. Anche nelle Regioni autonome si assiste a un dimezzamento dell’incremento di questa spesa. Infine la farmaceutica con- -1,4 -1 Fonte: Ragioneria generale dello Stato CORRIERE DELLA SERA venzionata, che passa da una riduzione media annua del 3,1% nel periodo 2006-2010 a una riduzione media annua del 7,7% nel periodo 2010-2013. Mentre per le Regioni autonome la riduzione è da -1,3% a -5,6%. Bilanci e previsioni Quanto ai risultati delle Regioni, nell’ultima riunione del Tavolo di monitoraggio dell’aprile scorso, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche hanno riportato risultati di esercizio positivi per il 2013. I disavanzi di Liguria e Basilicata sono stati coperti con risorse regionali. Ancora in «rosso» le Regioni in piano di rientro «leggero»: Piemonte (-41 milioni) e Puglia (-39). Tra quelle in piano di rientro, va registrato l’avanzo di Abruzzo (341 milioni) e Campania (6 milioni), restano indietro il Lazio (-700 milioni), la Sicilia (-102), il Molise (-51), la Calabria (-30). La cura funziona, almeno per i bilanci. Spesso a spese dei cittadini, che pagano i disavanzi con aumenti di tasse e di ticket o vedono i servizi ridursi. La previsione di spesa per il 2014 è in crescita del 2%. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Pierluigi Tosi, direttore dell’Azienda ospedaliera universitaria di Siena «Così riduciamo gli sprechi fabbricandoci le medicine da soli» MILANO — Tutta colpa degli ecocardiogrammi del venerdì. Quand’era direttore sanitario dell’Asl di Firenze, Pierluigi Tosi, 63 anni, aveva un tarlo in testa: com’è possibile che in due ospedali che seguono i medesimi protocolli operativi ci sia una differenza di due giorni nella degenza dei pazienti (7 contro 9), con relativi inutili costi? Dalla risposta all’interrogativo si trae una morale: in sanità spesso gli sprechi vanno di pari passo con una cattiva assistenza al malato. «Al contrario, una riduzione delle spese può portare anche a un miglioramento delle cure», spiega Tosi, oggi alla guida dell’Azienda ospedaliera universitaria di Siena, 670 posti letto: «Qui stiamo tentando di realizzare una spending review virtuosa». L’obiettivo? «Curare più malati, con meno soldi». Insomma: da cosa dipendeva la differenza di due giorni nei ricoveri? «Per capirlo ci ho messo quasi un anno. In tutti e Manager Pierluigi Tosi, 63 anni, è alla guida dell’Azienda ospedaliera universitaria di Siena che conta 670 posti letto due gli ospedali venivano eseguiti 18 ecocardiogrammi alla settimana. Ma in uno, gli esami erano spalmati su tutti i giorni; nell’altro, programmati solo il venerdì e il paziente restava bloccato inutilmente in ospedale fino a lunedì (nel fine settimana non ci sono dimissioni)». Perché è utile quest’esempio? «Fa capire come una banalità può trasformarsi in inefficienza (un posto letto costa in soldi pubblici tra i 600 e gli 800 euro al giorno, ndr). Quante disfunzioni simili — e costosissime — ci sono in tutti gli ospedali?». Quali misure di risparmio state adottando a Siena (il bilancio è di 300 milioni)? Servono casi concreti. «La durata dei ricoveri nel reparto di Medicina si è ridotta del 25%. Uno dei provvedimenti centrali è stato quello di programmare gli esami dei ricoverati in base ai giorni di degenza previsti per una certa patologia. Se un malato deve restare 5 giorni in ospedale e un altro 10, gli accertamenti devono essere fissati di conseguenza». Altri risultati raggiunti? «I dimessi entro le 4 ore dal Pronto soccorso sono aumentati del 5% per i codici gialli e del 9% per i verdi». ❜❜ I tempi degli esami È fondamentale programmare gli esami dei pazienti in base ai giorni di degenza previsti per una certa patologia In che modo? «Con la riorganizzazione degli ambulatori e la redistribuzione dei carichi di lavoro. In Pronto soccorso uno dei medici più richiesti è l’ortopedico: gli ambulatori di ortopedia devono essere, dunque, vicini all’Emergenza—Urgenza e non dall’altra parte dell’ospedale. Abbiamo avuto una riduzione di 40 minuti in media sui tempi di dimissione di ciascun paziente ortopedico». E i progetti di tagli fuori dalla corsia? «Uno dei più significativi è la preparazione di farmaci antiblastici nella farmacia aziendale. Le fiale in commercio normalmente sono di 100 ml. Per un paziente ne usiamo 80? Vuol dire che, confezionando i farmaci su misura ed evitando di buttare via ogni volta 20 ml, ogni 4 malati ne curiamo uno gratis». Simona Ravizza SimonaRavizza © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 italia: 51575551575557 7 Primo Piano Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 » Dossier Lotta all’evasione fiscale MULTE, IRREGOLARITÀ E ACCERTAMENTI IL FISCO DEVE RISCUOTERE 620 MILIARDI Il calendario Le verifiche dell’Agenzia delle Entrate e i magri bottini di Equitalia I numeri dell’evasione Redditi nascosti al fisco (in miliardi) 39 40 36,8 Detrazioni e Cud 730 a casa ecco le scadenze Evasori totali (dati in euro) 620 2013 30 24,4 miliardi i crediti da riscuotere in carico a Equitalia (al 31 dicembre 2013) 23,2 22,3 In vista del 730 precompilato, annunciato dal governo per il 2015, ecco un calendario delle principali scadenze che scandirà la vita dei contribuenti: i dati su interessi e oneri accessori dei mutui, premi assicurativi, contributi previdenziali e assistenziali e fondi pensione vanno trasmessi all’Agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio. Entro il 7 marzo invece i sostituti d’imposta devono inviare per via telematica i Cud di ogni contribuente di cui hanno la posizione fiscale 8.315 22,2 22,0 21,4 20 10 7,5 2012 miliardi 8.617 0 i crediti riscossi annualmente 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Evasione accertata Pagamenti spontanei evasione accertata Riscossioni complessive Equitalia miliardi (€ miliardi) (€ miliardi) (€ miliardi) dei crediti è originato dalla Liquidazione delle dichiarazioni 2007 170 Si tratta di 40 milioni di partite creditorie (dal 2000 al 2013), il 60% di ammontare sotto i 1.000 euro, le partite sopra i 500 mila euro invece sono poche migliaia 2008 14,2 2007 20,1 2009 2008 25,9 350 2011 dei crediti è originato da Accertamento 2012 Si tratta di circa 5 milioni dipartite (dal 2000 al 2013) 2006 2,5 2009 4,2 2010 4,6 5 2007 6,7 2008 7 2009 27,4 2010 miliardi 1,9 2013 SEGUE DALLA PRIMA Dentro quella incredibile montagna c’è di tutto, compresi gli 80 miliardi dovuti all’Inps e una quindicina di miliardi di multe e tasse comunali non pagate. Soprattutto, ci sono 500 miliardi di crediti dell’Agenzia delle Entrate: dei quali almeno 350 rappresenterebbero l’evasione fiscale vera e propria accertata. Una cifra mostruosa, che va considerata ovviamente al lordo degli errori, accumulatasi a partire dal 2000 a un ritmo di una cinquantina di miliardi l’anno, salita a 75 nella media degli ultimi tre, perché la società creata nove anni fa non riesce a incassarne che una frazione. Il dieci per cento, sì e no. Al punto che questo è diventato il problema più grosso del Fisco italiano. Continuando a questo ritmo, nel 2018 i crediti fiscali potrebbero raggiungere la somma astronomica di 950 miliardi. Stop alle banche, nasce Equitalia Ma facciamo un passo indietro. Un tempo il recupero delle imposte non pagate era affidato ai concessionari privati, quasi sempre di emanazione bancaria. Come la cronaca si è incaricata di dimostrare, era un autentico disastro. Riscuotevano soprattutto il loro aggio, e qualcuno faceva sparire anche i soldi destinati al Fisco. Così nel 2005 si decise di fare una società pubblica, Riscossione spa (che sarebbe poi stata ribattezzata Equitalia). Azionisti, l’Agenzia delle Entrate e l’Inps. Sembrava l’uovo di Colombo. Ma pieno di zavorra. Intanto i dipendenti: Equitalia dovette assorbire quelli delle ex concessionarie, dove le banche proprietarie non avevano di sicuro collocato il personale migliore. Ritrovandosi sul groppone 8.240 buste paga. Poi le regole: privatistiche per il conto economico della società, pubbliche per la riscossione. Non solo. La legge gli aveva consegnato poteri enormi nei confronti dei piccoli debitori, come le ganasce alle auto e l’ipoteca immobiliare, ma assolutamente inadeguati a incassare dai grandi evasori, anche se scoperti con le mani nel sacco. Se sia stata una scelta deliberata o soltanto una serie di tragici 30 27,8 24 2010 8,9 2011 8,6 5,5 2012 5,4 2012 7,5 2013 5,6 2013 7,4 pre in fondo al mucchio. Tanto più che gran parte del personale non ha neppure le competenze necessarie per scovare il malloppo sottratto all’Erario. Tra piccoli e grandi evasori I numeri sono sotto gli occhi di tutti. Mentre a partire dal 2007 gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate decollavano, e il ricavo della lotta all’evasione con i pagamenti «spontanei» direttamente alla medesima Agenzia salivano da 1,9 ai 5,6 miliardi del 2013, gli incassi di Equitalia crescevano a un ritmo medio decisamente inferiore: 2 miliardi e mezzo l’anno. Grazie solo agli introiti delle partite di importo più modesto. La dimostrazione sta nei numeri. La riscossione per conto dei Comuni ha sfiorato il 40%, quella delle cartelle Inps il 20% e quella dei crediti fiscali appena il 6%. E di questo 6%, la quasi totalità riguarda il recupero di tasse già dichiarate dai contribuenti. Restano l’evasione fiscale vera e propria accertata a partire dal 2000, dove non si arriva neppure al 3%. Dieci miliardi su 350, che hanno riguardato anche in questo caso prevalentemente le partite minori. Risultato: piccoli debitori imbufaliti, l’immagine di Equitalia ammaccata, grandi evasori al sicuro. Di più. La cattiva fama che circonda la società ha indotto i politici a ridurne sempre più i poteri. Dunque il tetto minimo di 20 mila euro alle ipoteche, i limiti alla pignorabilità dei beni e dei salari nonché alle ganasce, il divieto all’esecuzione forzata sulla prima casa, la moltiplicazione delle notifiche, le facilitazioni concesse al debitore nella sospensione della riscossione. Con la conseguenza di ridurre i già magri incassi di Equitalia di un miliardo l’anno. Come si è arrivati a questo è stato in parte già spiegato. Pressata dall’esigenza di far tornare i conti aziendali, Equitalia riscuoteva dov’era più facile incassare facendo la voce grossa con le ganasce e le ipoteche. Anche perché l’obbligatorietà della riscossione coattiva per tutte le pratiche, indipendentemente dall’ammontare, faceva sì che la burocrazia divorasse tutte le energie relegando le posizioni più difficili da aggredire sem- Più poteri all’Agenzia? È stato calcolato che l’80% dell’evasione accertata dall’Agenzia e affidata per il recupero a Equitalia fa capo a soggetti falliti o presunti nullatenenti. Innumerevoli sono i casi in cui i beni finiti nel mirino del Fisco magicamente passano di mano. Inutile scovare gli evasori se poi non si intascano i soldi. Ragion per cui servirebbero un know how investigativo e poteri coercitivi assai diversi. Così c’è chi ha ipotizzato di affidare i dossier più scottanti all’Agenzia delle Entrate che può mettere in moto la Guardia di Finanza per inseguire le tracce del denaro. Intervenendo magari anche su certe regole della riscossione co- ❜❜ L’Agenzia delle Entrale ha 500 miliardi di crediti, 350 di evasione vera e propria ❜❜ 7,7 2011 errori lo dirà la storia. Sappiamo però che in tutti questi anni nessun governo ha mosso un dito per cambiare l’andazzo. Gli incassi di Equitalia si fermano ad appena 2,5 miliardi all’anno La dichiarazione Al contribuente entro il 15 aprile CORRIERE DELLA SERA 8 Dopo aver incrociato i dati già in suo possesso con quelli ricevuti per detrazioni e deduzioni, l’Agenzia delle Entrate deve mettere a disposizione del contribuente il modello 730 precompilato. Per farlo sono previste diverse modalità: il contribuente può consultare il 730 per via telematica, richiederlo al proprio sostituto d’imposta, ai centri di assistenza fiscale o al professionista (commercialisti o Caf) che amministra la sua posizione fiscale attiva, finora fallimentari. La partita delle nomine La morale? Diciamo pure che quei 620 miliardi non si potranno prendere proprio tutti. Ma anche se riuscissimo a recuperarne un decimo, ci pensate? Tutta materia per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, come pure per il nuovo direttore dell’Agenzia: Rossella Orlandi, toscana di Empoli, stimata direttrice delle Entrate in Piemonte che ha subito promesso guerra ai grandi evasori. Prima donna a ricoprire un incarico tanto importante è stata nominata da Matteo Renzi al vertice operativo del Fisco con la benedizione dell’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, al termine di una vicenda che non ha precedenti. Perché la scelta di Padoan, che ha il potere di proporre il nome al Consiglio dei ministri, era caduta invece sul numero due di Attilio Befera: Marco Di Capua, ex finanziere, corresponsabile di una gestione dell’Agenzia che aveva portato a quei risultati in termini di accertamenti. La proposta era stata regolarmente formalizzata e si attendeva soltanto la ratifica del decreto da parte di Palazzo Chigi. Ma non era stata messa nel conto la freccia al curaro che ha colpito Di Capua sul più bello: quando alcuni giornali lo hanno qualificato come tremontiano nonché amico di Marco Milanese, ex deputato del Pdl sotto inchiesta per corruzione e già braccio destro di Giulio Tremonti. Amicizia fatale, ancorché tutta da dimostrare. Fatale almeno quanto questa dichiarazione pubblica dell’ancora influente Visco: «Un governo di destra ha organizzato l’amministrazione finanziaria più repressiva. Non a caso ci sono tutti questi ufficiali della Guardia di Finanza». Di Capua, appunto. D’obbligo ricordare che pure Luigi Magistro, attuale capo di dogane-monopoli ed ex collega di Di Capua e di Rossella Orlandi, fresco di nomina nel consiglio di amministrazione di Equitalia con la prospettiva di assumerne la presidenza in vista della sua riorganizzazione, viene dalle Fiamme Gialle. Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA La consegna Alle Entrate entro il 7 luglio Tutti i modelli 730, non solo quelli precompilati, vanno presentati al sostituto d’imposta, a un Caf-dipendenti o a un professionista abilitato entro il 7 luglio. In alternativa il contribuente può inviare per via telematica direttamente alle Entrate il proprio 730 precompilato, con o senza modifiche. Entro la stessa data il Caf, il sostituto d’imposta e i professionisti abilitati devono inviare a loro volta per via telematica le dichiarazioni L’ultimo passaggio Un mese per la consegna finale Dopo tutti i passaggi previsti dal decreto legislativo appena varato dal governo e aver inviato le dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate, i sostituti d’imposta, i centri di assistenza fiscale e i professionisti abilitati hanno altri 30 giorni per consegnare al contribuente la copia definitiva del modello 730 che hanno elaborato e il relativo prospetto di liquidazione. È questo l’ultimo adempimento previsto che chiude l’iter del modello 730 precompilato Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 Pagamenti I controlli Professionisti, Pos (quasi) obbligatorio Da fine mese in vigore la norma, ma dipende dal contratto con il cliente Le novità su incassi e verifiche fiscali I pagamenti tracciabili oltre mille euro La fattura elettronica per gli uffici pubblici Il nuovo spesometro Il redditometro incrocerà per 5 milioni di partite Iva spese e dichiarazioni Dal 30 giugno l’onorario del professionista oltre i mille euro dovrà essere pagato con assegno, bonifico o carte di debito, che però impongono la disponibilità di un Pos Risale al maggio 2013 il provvedimento che impone alle imprese l’obbligo di emettere fattura elettronica verso la Pubblica amministrazione È la comunicazione che i 5 milioni di soggetti muniti di partita Iva devono comunicare all’Agenzia delle Entrate, che userà i dati per verificare la fedeltà fiscale del contribuente ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA È complementare allo spesometro: utilizza i dati delle spese sostenute dai contribuenti e li incrocia con gli altri in possesso del Fisco per verificarne la congruità MILANO — Dal 30 giugno se andate a pagare l’onorario di un professionista ricordatevi di portare il libretto d’assegni, il bancomat o la carta di credito. Questo vale, naturalmente per le cifre superiori ai mille euro, la soglia massima indicata nella legge antiriciclaggio. Ma andiamo con ordine. Nel decreto legge 179 del 2012 è contenuta una norma (all’articolo 15) che chiede che il pagamento degli onorari dei professionisti sia tracciabile, quindi con assegno, bonifico bancario o moneta elettronica. La ratio che sta alle spalle di questa norma è evidente: si cerca di rendere il più possibile tracciabile, a fini fiscali, i pagamenti verso i liberi professionisti. La disposizione è stata subito tradotta come l’entrata in vigore dell’obbligatorietà del Pos negli studi professionali. La riforma Statali, decreto ancora al Colle per la firma Cresce la probabilità che la firma del presidente Giorgio Napolitano sul decreto di riforma della Pubblica amministrazione, annunciata dal ministro Marianna Madia al massimo per domani, possa invece arrivare più in là, almeno a metà settimana. Il governo sarebbe ancora al lavoro sui testi dopo i rilievi del Quirinale sul provvedimento all’inizio unico e ora diviso in due. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ma il Pos, quella macchinetta che permette il pagamento tramite bancomat e carta di credito, ha un costo (che si abbatte solo quando le operazioni abbiano raggiunto importanti flussi di denaro) e questo ha scatenato immediate e vibranti proteste da parte di tutto il mondo professionale che ha interpretato la mossa come un ennesimo balzello, un costo per i professionisti nel momento di crisi più profonda mai vissuta nel dopoguerra. «Sarebbe stato un ulteriore regalo alle banche —ricorda Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti — oltre che un’ inutile vessazione che avrebbe costretto i professionisti a sostenere i costi di attivazione, installazione e di utilizzo. Senza tener conto, inoltre, che vi è la possibilità di ricor- La Guardia di Finanza Le penali scattano oltre 4 mila euro Asili nido e mense scolastiche Maximulte per l’Isee sbagliato ROMA — Incassavano bonus per mandare i figli all’asilo nido, avevano sconti per l’acquisto di libri e riduzioni per la mensa scolastica, ma non ne avevano diritto. Sono 3.435 i «falsi poveri» autori di truffe scoperte dalla Guardia di Finanza. Per non parlare delle agevolazioni sotto forma di borse di studio, servizi socio-sanitari domiciliari e per i servizi di pubblica utilità, cioè luce, gas e trasporti. Complessivamente sono stati diecimila, secondo le Fiamme Gialle, i cittadini che hanno percepito nel 2013 aiuti fiscali irregolari. Secondo i calcoli elaborati dal Lef, l’associazione per la legalità e l’equità fiscale, i «furbetti» non versavano nella casse dello Stato e dei Comuni di residenza ogni anno circa 2 miliardi di euro. Gli errori nella dichiarazione Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), quasi sempre elaborate dai Centri di assistenza fiscale (Caf), hanno prodotto per i contribuenti maxi multe comprese tra 5.164 e 25.822 euro. Molti cittadini, però, denunciano la pesantezza delle sanzioni che giudicano sproporzionate a fronte di quella che ritengono una loro sostanziale buona fede: «Devo pagare 7 mila euro per un errore del Caf, che non ha conteggiato tutte le voci di reddito. Io ho presentato tutti i documenti che mi hanno chiesto e ora non so come fare», scrive un contribuente allegando il suo verbale da 6.978 euro. D’altra parte, però, diverse amministrazioni comunali segnalano l’aumento di casi che riguardano genitori separati per finta, che presentano un solo reddito, anche se vivono sotto lo stesso tetto, per poter poi pagare il minimo sulla retta di asili nido. Altri risultano come genitori che dichiarano redditi palesemente inferiori a quelli reali. Complessivamente, denunciano gli enti locali interpellati, in media, un terzo dei contributi ero- gati è frutto di dichiarazioni false o comunque fuorilegge. Le Fiamme Gialle ormai da anni effettuano questo tipo di controlli in maniera costante anche dopo avere stipulato protocolli d’intesa con i singoli Comuni: dal monitoraggio sui beneficiari delle prestazioni, a carico del bilancio pubblico, sono emerse migliaia di situazioni irregolari. Se le somme indebitamente percepite sono inferiori a 3.999,96 euro, si applica la sanzione amministrativa e non quella penale. Multa che comunque non può essere superiore al triplo del beneficio consentito: in sostanza, si fa la differenza tra l’importo da versare e quello effettivamente versato e si moltiplica per tre. Quindi Caf nel mirino se si sono pagati mille euro in meno rispetto a Non è in regola quanto dovuto, la sancirca un terzo zione ammonta a 3 midelle dichiarazioni la euro. elaborate dai Caf Una situazione preoccupante è emersa in Liguria: i controlli a tappeto fatti dal nucleo Equità fiscale del Comune di Genova nel 2013 hanno portato a trovare irregolarità sulle dichiarazioni Isee delle famiglie nel 52% dei casi analizzati negli asili nido e nel 20% delle verifiche eseguite nelle scuole dell’infanzia. Intanto i finanzieri prendono in considerazione una gamma più ampia di tipologie di reddito, ma la guerra ai finti poveri si sposta in banca. Per combattere la piaga di chi sfrutta le prestazioni agevolate senza averne diritto, il nuovo Isee attingerà anche alle informazioni sui risparmi nei conti correnti. Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA rere — per la tracciabilità del pagamento — ad altri strumenti come il bonifico bancario, le carte di debito o di credito virtuali che, invece, non implicano nuovi oneri per il professionista». Proprio qui sta la chiave della “vittoria” ottenuta dalle professioni: perché concentrarsi proprio sul «costoso Pos» se l’obiettivo è soprattutto quello della tracciabilità ai fini fiscali? A schierarsi a fa- vore della moneta elettronica è l’Antitrust che sottolinea come «le norme che obbligano ad usare il Pagobancomat non sono una restrizione della concorrenza e che risultano Nessuna sanzione Sono al momento escluse multe in assenza della «macchinetta» in linea con quanto più volte sostenuto dall’Autorità in merito alle necessità di favorire la diffusione di un numero più ampio possibile di sistemi di pagamento». Nell’occasione l’Authority ha anche ricordato, inoltre, gli interventi del medesimo Antitrust per far scendere i costi delle commissioni bancarie. Anche il Consiglio nazionale forense si è fatto portavoce dei “mal di pancia” degli avvocati arrivando fino a un’interrogazione parlamentare per avere una risposta diretta da parte del governo. E la risposta non si è fatta attendere da parte di Enrico Zanetti, sottosegretario al ministero dell’Economia: «Per quanto riguarda la circolare interp r e t a t i va d e l Co n s i g l i o nazionale forense, ugualmente citata nell’interrogazione, essa interpreterebbe la normativa nel senso di introdurre un onere, piuttosto che un obbligo giuridico, il cui campo di applicazione sarebbe limitato ai casi nei quali sarebbero i clienti a richiedere al professionista la forma di pagamento tramite carta di debito. In tal senso, sembra in effetti deporre il fatto che non risulta associata alcuna sanzione a carico dei professionisti che non dovessero predisporre della necessaria strumentazione a garanzia dei pagamenti effettuabili con moneta elettronica». In parole povere, tutto dipenderà dal contratto che verrà stipulato tra professionista e cliente: se quest’ultimo vorrà pagare con carta di credito, la sua richiesta dovrà essere scritta in calce nel contratto. Altrimenti si potrà pagare con assegno o bonifico bancario, a meno che la cifra non sia inferiore ai mille euro, in quel caso verranno “sdoganati” anche i contanti. Scommettiamo che a risultare “vincenti” saranno ancora una volta i contanti? Isidoro Trovato © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera Il delitto di Brembate Bossetti in cella non chiede nulla «Voglio solo vedere i miei figli» La tappe e i personaggi italia: 51575551575557 26 novembre 2010 La scomparsa della ragazzina Ma il colloquio con i familiari è ancora in forse DAL NOSTRO INVIATO BERGAMO — Se ne sta preferibilmente in piedi, dentro una maglietta troppo larga e non sua, con le maniche tagliate all’altezza delle ascelle; poi indossa gli stessi pantaloni dell’arresto e calza un paio di ciabatte; ha le mani unite e le braccia poggiate sulla porta di sbarre della cella come se fosse affacciato dal balcone di casa. «Voglio tornare dai miei figli. Io sono proprio la persona sbagliata». Il detenuto Massimo Giuseppe Bossetti a destra vede il doppio cancello d’ingresso del reparto d’isolamento, sulla sinistra intravede l’angolo di un’altra cella, mentre davanti ha soltanto il muro. Quando si volta e rapidamente inquadra i suoi due metri per tre, può osservare, sotto la piccola finestra, il letto di legno stretto e lungo che sempre provvede a rifare, la credenza fissata alla parete color marrone chiaro e ancora vuota, il pavimento subito liberato dalle briciole del pranzo servito in un piatto di plastica rimasto sul tavolino. Non ci sono giornali, fotografie, lettere, volumi di codice penale, libri di svago della ricca biblioteca del carcere; non ci sono piccoli giocattoli donati dai suoi bambini; non ci sono scarpe e vestiti in più. Lui non ha chiesto nulla. Forse Bossetti non vuol lasciare tracce né prendere possesso del suo nuovo spazio. Ridice, ormai con stanchezza, che è innocente. Conta i minuti che mancano all’incontro con la moglie Marita, se mai ce ne sarà uno. Eccole, le giornate del pre- Il malore Il detenuto ha accusato una lieve tachicardia L’allarme è rientrato dopo le prime cure Il comportamento Tiene in ordine la cella, pulisce con grande cura Saluta e sorride a tutti gli agenti sunto assassino nel carcere di Bergamo, in via Monte Gleno, un buon carcere secondo tutti gli ultimi report; trecento i detenuti ospitati, una recente ristrutturazione che ha risolto noie di umidità e acqua fredda nelle docce. Manca la doccia nella cella di Bossetti ma lui non ha protestato. Infatti tace, dunque figurarsi se ha sbraitato e attirato attenzioni supplementari. Per ora non ci sarebbero state note negative da parte delle guardie penitenziarie e da medici e psicologi che hanno incontrato il presunto assassino. Nelle ultime ore ci sarebbe stato un lavoro supplementare per i dottori, a causa di una tachicardia del detenuto, il quale per una manciata di secondi si è spa- A Brembate Sopra (Bergamo) scompare Yara Gambirasio (foto), studentessa di 13 anni: era uscita di casa alle 17.30 per andare alla palestra vicino casa. Yara praticava la ginnastica ritmica a buon livello. Ultimo segno in vita della ragazzina: un sms spedito a una amica alle 18.45 ventato e ha chiesto aiuto. Allarme presto rientrato. Nessun ricorso al personale del 118 anche perché il carcere dispone di un presidio interno. Eccezion fatta per l’episodio sanitario, fonti dell’istituto confermano la generale tenuta di Bossetti. Ha rimodulato sul carcere la regolarità che aveva fuori, con giornate da passista, identici orari, identiche tratte, identiche abitudini, come confermato dalle decine di persone sentite in questi giorni dal Corriere a Mapello tra parenti, vicini e compaesani. Era una geografia ridotta: casa, cantiere, parrocchia di via Botta. Nessuna uscita infrasettimanale, magari per una pizza con amici; nessun hobby, vizio, segreto. E in carcere Bossetti dorme il giusto, si alza tra le sei e le sette, fa colazione, si concede qualche rapido esercizio fisico, si siede sul letto, sorride alle guardie penitenziarie che passano per sorvegliare il reparto. È un sorriso, questa la definizione, «sereno»: non un ghigno diabolico, non una smorfia forzata. Bossetti ripete: «Io non ho ucciso nessuno». Ieri, per la prima volta da anni, ha dovuto saltare la messa della domenica. Il cappellano del carcere non rivela se il detenuto abbia chiesto di poter pregare insieme. Le disposizioni della direzione dell’istituto, spiega il cappellano, sono rigide: la situazione è delicata, meglio non raccontare niente. Così per ascoltare la voce d’un sacerdote dobbiamo andare da don Corinno Scotti, il parroco di Brembate di Sopra, il paese della famiglia Gambirasio. C’era attesa per l’omelia di don Scotti, un tipo pratico e tenero. Lui, uscendo dall’interpretazione delle Sacre letture, s’è lasciato andare a un terreno augurio: «Oso sperare che non sia lui. Siamo in presenza di una persona normalissima, di un papà di tre figli». Naturalmente don Scotti è portatore d’un sentimento comune: del resto non soltanto a Mapello ma con un progressivo coinvolgimento della provincia, crescono i dubbi. E se davvero, alla fine, non fosse lui? Il reparto d’isolamento conta dodici celle. Quella di Bossetti, entrando nel corridoio, è ❜❜ Don Corinno Scotti E’ un padre di famiglia, spero che l’assassino non sia lui la prima sulla sinistra. Tenendo di fronte la cella, il bagno è nell’immediato angolo sulla sinistra, il letto in fondo e il tavolino, con una sedia, sul lato destro. Non c’è presenza nemmeno delle tradizionali posate di acciaio, casomai il detenuto tenti azioni di autolesionismo. Ma non sarebbe, allo stato, un rischio. Chi ha avuto modo di incontrarlo e poi di comunicarci le sue impressioni, racconta di un uomo che si mantiene lucido, che non ha scatti nei movimenti, che saluta con grande gentilezza, che perfino domanda: «Come va?». Andrea Galli © RIPRODUZIONE RISERVATA A Mapello L’analisi sugli indumenti esito atteso in settimana BERGAMO — Uno dei test investigativi maggiormente attesi è l’analisi su alcuni vestiti che i carabinieri del Ris di Parma hanno sequestrato nei giorni scorsi a Massimo Giuseppe Bossetti. Gli indumenti, tre in tutto, sono stati prelevati nell’abitazione dell’arrestato a Mapello e in un magazzino di cui il muratore aveva la disponibilità. L’esame dovrà scoprire se su quei vestiti sono ancora individuabili tracce biologiche utili alle indagini, in particolare di sangue. Il tempo trascorso non agevolerà l’esito del controllo ma fino a oggi, nell’inchiesta sull’omicidio Gambirasio, nulla è rimasto di intentato. L’obiettivo di Procura, polizia e carabinieri è infatti quello di dare ulteriore robustezza alla prova del Dna che ha portato all’arresto di Bossetti. Anche i locali sottoposti a sequestro e rimasti in uso al muratore di Mapello in tutti questi anni verranno sottoposti a indagini di natura scientifica proprio alla ricerca della pur minima traccia, sempre di natura ematica o biologica che possa legare ulteriormente la figura di Bossetti alla crudele fine di Yara. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 26 febbraio 2011 Giugno 2011 Marzo 2012 13 giugno 2014 16 giugno 2014 Il ritrovamento La pista biologica Il caso Guerinoni Il mistero di Ester L’arresto a sorpresa Il cadavere di Yara viene trovato a Chignolo d’Isola. Al medico legale Cristina Cattaneo (foto) è affidata l’analisi del corpo Individuate sul cadavere tracce biologiche dell’assassino. L’indagine del pm Letizia Ruggeri (foto) imbocca la pista del Dna Le analisi ipotizzano che il killer sia un figlio nato da una relazione extraconiugale di Giuseppe Guerinoni, morto nel ‘99 (foto) Ester Arzuffi (foto) viene individuata quale madre dell’uomo che ha lasciato le sue tracce biologiche sul cadavere di Yara Massimo Giuseppe Bossetti (foto) viene arrestato per l’omicidio di Yara: a lui appartiene il Dna rintracciato sul cadavere Le indagini C’è altro Dna, l’esame si potrà ripetere Verifiche sui computer dell’arrestato DALLA NOSTRA INVIATA BERGAMO — Oltre sessanta investigatori impegnati nelle indagini, centinaia di filmati da visionare, decine di testimoni da interrogare, migliaia di dati telefonici da incrociare. E piccolissime tracce da analizzare. Macchie minuscole che possono fornire nuova svolta all’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio. Perché è questa la novità emersa nelle ultime ore rileggendo il fascicolo processuale, soprattutto riesaminando i reperti. Sugli indumenti della ragazzina rapita, seviziata e abbandonata al gelo in un campo il 26 novembre 2010 ci sono altri residui lasciati da «Ignoto 1». Mentre la difesa di Massimo Giuseppe Bossetti mette a punto la strategia valutando l’ipotesi di ricorso al Tribunale del Riesame, l’accusa stringe i tempi per cercare di arrivare al giudizio immediato. E fa i conti con gli elementi raccolti in quasi tre anni e mezzo di inchiesta. Le altre provette Più volte in questi giorni si è detto che una delle questioni da affrontare in un’eventuale processo sarebbe stata la ripetibilità del test sul Dna estratto dalla traccia trovata all’interno degli slip della vittima e sui leggings. Quel fluido che ha consentito di tracciare il profilo ge- netico di «Ignoto 1» è infatti ormai deperito e non più utilizzabile, dunque le comparazioni devono essere effettuate con la cosiddetta «stringa». Il controllo delle provette e del materiale custodito nei laboratori ha comunque aperto un nuovo spiraglio. Tra i reperti archiviati dal Ris dei carabinieri a Parma, durante l’ispezione effettuata dopo il ritrovamento del corpo, ci sono altre tracce. Il fluido a disposizione è certamente meno «puro» di quello già analizzato nel febbraio del 2011, la quantità è davvero modesta ma gli esperti ritengono sia comunque sufficiente per effettuare nuovi test se si dovesse arrivare al confronto in aula con l’indagato. Occhio ai video Inquirenti concentrati anche sulle immagini delle telecamere in funzione a Brembate e dintorni La difesa L’avvocato ha tempo fino al 30 giugno per ricorrere al Tribunale del Riesame: mossa ancora incerta La riunione del «pool» I dettagli saranno messi a punto questa mattina quando a Bergamo si riunirà il pool investigativo composto da polizia e carabinieri. Si tratta di oltre 60 uomini coordinati dal Ros e dallo Sco che formeranno squadre miste di intervento e si divideranno il lavoro di verifica su quanto già raccolto e sui controlli che ancora bisognerà fare. E non a caso alla riunione parteciperanno proprio gli specialisti del Ris guidati dal colonnello Giampietro Lago. La «lettura» dei cinque computer portati via dalla casa di Bossetti è già cominciata. Adesso bisogna riguardare i filmati delle telecamere sequestrati dopo la scomparsa di Yara che si trovano a Brembate Sopra (dove la ragazzina è stata vista l’ultima volta), a Mapello (dove abita Bossetti) e a Chignolo d’Isola (dove la vittima è stata abbandonata ormai agonizzante). L’obiettivo è evidente: verificare se la Volvo V40 oppure il furgone Iveco dell’indagato siano transitati in uno di questi luoghi, se ci siano immagini che mostrano l’uomo in uno dei momenti successivi alle 18.40, quando la ragazzina di fatto sparisce nel nulla. Gli accertamenti sulle celle telefoniche hanno già mostrato che Bossetti era nella zona almeno fino alle 17.45 e che anche nei giorni precedenti, quando Yara La rivelazione La pagina dell’ordinanza in cui viene chiarito che altre analisi del Dna saranno ancora possibili era in palestra per le lezioni di gingin ti lui si trovava nei n nastica artistica, paraggi. «L’aspettava, la spiava», è la convinzione dell’accusa. Ora si cerca di andare oltre, tracciando il «percorso» del cellulare effettuato quel pomeriggio: da quando diventa «muto», fino alle 7 della mattina del 27 novembre 2010, momento in cui effettua una nuova chiamata. Il ricorso al Riesame Il termine scade lunedì 30 giugno: entro quella data l’avvocato Silvia Gazzetti dovrà decidere se presentare ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione di Bossetti. L’uomo giura di essere innocente, appare logico che voglia tentare ogni strada per tornare libero. Ma l’avvocato sta valutando l’opportunità di sottoporsi al giudizio di un collegio, consapevole che una eventuale conferma dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Ezia Maccora mercoledì scorso, potrebbe rappresentare un colpo durissimo alla strategia difensiva. Entro qualche settimana anche l’accusa dovrà decidere le prossime mosse. Giovedì scorso, nel corso della conferenza stampa organizzata dal procuratore di Bergamo, il sostituto Letizia Ruggeri — titolare del fascicolo — non ha escluso l’ipotesi di procedere con il rito immediato. Si tratta di andare direttamente al processo saltando l’udienza preliminare, per ridurre i tempi. La legge concede al pubblico ministero 90 giorni per poterlo chiedere quando ritiene di avere in mano prove «evidenti». E dunque già su questo si potrà misurare come intenda procedere in una battaglia tra le parti dagli esiti ancora imprevedibili. Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 italia: 51575551575557 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 13 italia: 51575551575557 Esteri Aspettando il vertice Il premier inglese Cameron pronto alla battaglia: vuole un voto su Juncker Bozza Van Rompuy per l’Europa «Lavoro e crescita, ora si cambia» rati al mercato unico dell’energia. Però il cuore di questo vertice, al di là delle prebozze più o meno provvisorie, non sarà tanto centrato sull’economia e la finanza, ma sugli schieramenti di potere. La questione delle nomine predominerà sul resto, sulle varie ricette per la crescita che pure si affacceranno formalmente nel documento finale. Juncker è al passaggio decisivo, ma quel passaggio è molto insidioso. David Cameron, il premier inglese, gli conferma tutta la sua ostilità annunciando che al vertice potrebbe chiedere un rinvio della scelta finale: e anche costringere gli altri Stati a venire allo scoperto, votando sì o no sul suo nome. Non solo: anche la stampa popolare britannica ha aperto un fuoco di sbarramento, accennando a presunti vizi privati dello stesso Juncker. Olandesi e scandinavi in genere sembrano condividere l’acredine di Londra. Ma Berlino, almeno per ora, resta al fianco di Juncker. Di tutto questo si discuterà nella cena di giovedì a Ypres, prima e dopo la quale i giornalisti saranno tenuti rigoro- Oltre l’austerità: il documento provvisorio in vista del Consiglio Ue DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — «Occupazione, crescita e competitività», più flessibilità per aiutare le riforme: saranno o dovrebbero essere questi i punti centrali nel programma della nuova Commissione europea, e anche del vertice dei capi di Stato e di governo che si aprirà giovedì. Il verbo al condizionale «dovrebbero» si giustifica con il fatto che la notizia viene da una bozza incompleta e provvisoria, trapelata dallo staff del presidente Ue Herman Van Rompuy, lavorata dagli «sherpa» ma ancora in attesa di un visto ufficiale. Già domani, forse, Van Rompuy siglerà il documento, che potrà ancora essere modificato fino all’ultimo momen- Reportage to, rimbalzando fra le varie cancellerie. In ogni caso, «crescita e lavoro» sono i temi che si preannunciano ormai da mesi per questo vertice, forse il segnale di una virata rispetto all’austerità di stampo merkeliano. Anzi: la loro comparsa nella bozza prevertice potrebbe anche confermare ciò che si va dicendo da mesi: e cioè che Matteo Renzi avrebbe offerto il «sì» italiano alla candidatura di Jean-Claude Juncker (sostenuto dalla cancelliera tedesca) alla testa della nuova Commissione europea, chiedendo e ottenendo in cambio di poter utilizzare i margini di manovra già previsti dal Patto di stabilità e crescita per le riforme strutturali. Renzi premerà anche sulla necessità di investimenti privati, mi- La visita Kerry al Cairo Sbloccati aiuti militari IL CAIRO — Il segretario di Stato Usa John Kerry ha visitato ieri Il Cairo per la prima volta dopo l’elezione a presidente del generale Al Sisi (foto) a maggio. Per l’occasione gli Stati Uniti hanno reso noto di aver sbloccato un pacchetto di aiuti militari all’Egitto del valore di 575 milioni di dollari, «congelati» dopo la deposizione di Morsi a luglio. samente a distanza dai leader politici: un altro segno, probabilmente, dell’importanza della posta in gioco, e della necessità di un negoziato riservato. In questo minuetto, il belga Van Rompuy gioca il ruolo di mediatore ed «esploratore» (proprio così vengono chiamati i politici che fanno da arbitri durante le lunghe e tormentate crisi di governo nel suo Belgio). E non gli manca certo l’esperienza Figura chiave Il belga Herman Van Rompuy mediatore ed «esploratore» tra i leader europei per farlo. Ma a discutere, qui, non ci sono i leader di partiti nazionali, ma i capi di grandi potenze ed eredi di imperi, portatori di interessi continentali. Nei prossimi quattro giorni, si vedrà come andrà a finire lo scontro di potere. E l’Europa della «crescita e del lavoro» starà ancora per un poco a guardare. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Indignazione della gente contro lo Stato ebraico ma anche contro il proprio presidente. I giovani protestano: «Così ci massacrano» Ramallah in lutto, monta la rabbia da Terza Intifada DALLA NOSTRA INVIATA RAMALLAH — Avvolto nella bandiera nera della Jihad islamica, su una barella d’acciaio, il corpo di Mohammad Tarifi è portato in alto da un gruppetto di uomini: tra i negozi e i caffè chiusi per lutto, girano intorno a piazza Manara, il centro della «capitale» palestinese occupato nella notte, per ore, dall’esercito israeliano accolto con lanci di pietre e vasi da fiori. Tarifi, 30 anni, è stato centrato da un cecchino, è morto dissanguato. Vicino a Nablus un 27enne diretto in moschea, disabile mentale, non si è fermato all’alt dei soldati che gli hanno sparato. È la quarta vittima dall’inizio dell’«Operazione Guardiano del fratello», lanciata il 13 giugno dal premier Netanyahu per ritrovare i tre studenti ebrei scomparsi nella colonia di Gush Etzion a nord di Hebron. Di loro non c’è traccia né si conoscono le «prove inoppugnabili» con cui Israele accusa Hamas di averli rapiti. Le ricerche continuano ma soprattutto continua la repressione del movimento islamico, secondo obiettivo dichiarato che pare ora preponderante, della stretta sui Territori: irruzioni in 1.600 case, oltre 400 arresti, villaggi e quartieri «sigillati», raid su Gaza. La mobilitazione israeliana, iniziata a Hebron, è la più ingente dalla seconda Intifada. «Anche qui in centro a Ramallah gli israeliani non sparavano così da almeno dieci anni», dice il 27enne Muaffa, guardando il funerale che fa l’ennesimo giro in piazza Manara, dove nel 2002 un soldato uccise il fotografo italiano Raffaele Ciriello. «Ma la rabbia della gente è anche contro il presidente Abbas, che non fa niente. Questa notte le pietre se le è prese pure la polizia palestinese che non è intervenuta». Alla domanda se ci sarà una terza Intifada, cosa che molti pensano, risponde che «è possibile, non siamo pronti ma peggio di così…». Haya, universitaria, è d’accordo: «Io ne ho paura ma con la scusa del rapimento, che tutti pensiamo sia stato orchestrato da Israele, Netanyahu ci sta massacrando. E riuscirà a dividere Hamas e Fatah che hanno appena formato il governo d’unità. La gente reagirà». Tra le tante persone intervistate in questi giorni sono soprattutto gli anziani a frenare. «Ab- La ricerca dei 3 israeliani rapiti diventa un’operazione anti-Hamas I palestinesi piangono i loro morti. E la piazza comincia a sollevarsi Al fronte Un soldato israeliano durante gli scontri con i palestinesi a Ramallah. L’esercito israeliano è stato accolto con lanci di pietre e vasi da fiori (Afp/Abbas Momani) biamo visto i bei risultati della seconda Intifada, ora siamo stanchi e senza speranze», dice Abu Ali, avvocato 70enne. «Israele ci ha preso tutto ma ha il mondo con sé, America, Europa, gli Stati arabi. Vuole espellerci tutti anche se ci metterà 50 anni. E in queste condizioni parliamo di Intifada? Senza una leadership?». Al di là dei morti, delle decine di prigionieri in sciopero della fame, delle nuove colonie, è la leadership il problema chiave dei palestinesi. Mahmoud Abbas ha condannato tre volte pubblicamente il rapimento dei giovani ebrei, pur dicendo di non aver visto prove su Hamas, e ha sottolineato la sua collaborazione nelle ricerche e per la sicurezza nei Territori dove i servizi dell’Autorità lavorano a fianco degli israeliani. Dichiarazioni e azioni che gli hanno rivoltato contro la piazza palestinese, non solo di Hamas o della Jihad, ottenendo in risposta da Netanyahu altri attacchi personali e l’escalation antipalestinese. Una risposta velatamente condannata dagli Stati Uniti, dall’Onu. Ma pure dall’opposizione israeliana, politici e intellettuali: il ministro della Giustizia Tzipi Livni ha condannato «la reazione eccessiva» al rapimento la cui soluzione resta «il primo obiettivo dell’operazione», ha chiesto che «il coraggio di Abbas sia riconosciuto» e il dialogo riprenda per nuovi negoziati. Sui media israeliani, intanto, emergono indiscrezioni sul fatto che la stretta Nazareth Fiume Giordano GIORDANIA Nablus CISGIORDANIA Tel Aviv Ramallah Gerico Gerusalemme Gaza STRISCIA DI GAZA Hebron 11 giorni dalla scomparsa dei tre ragazzi ebrei Qui ieri è esplosa la rabbia dei palestinesi: cortei e scontri Gush Etzion ISRAELE Mar Morto L’area del rapimento dei tre giovani ebrei contro Hamas fosse in preparazione già dalla nascita del governo d’unità palestinese a inizio giugno. «Abbas ha sbagliato nelle parole, più “tenere” con Netanyahu perfino di quelle della sinistra israeliana», dice Qaddura Fares, capo dell’Organizzazione per i prigionieri palestinesi, membro di Fatah, noto per non risparmiare critiche al partito. «Ha agito così per evitare un’escalation ulteriore e dimostrare al mondo che il vero ostacolo alla pace non siamo noi ma il governo israeliano. Abbas non ama la violenza, ma cosa può pensare la nostra gente quando lo sente condannare il rapimento di tre israeliani mentre i soldati uccidono, distruggono case, e su Facebook la proposta di ammazzare un palestinese ogni ora fino a quando non troveranno i ragazzi ha avuto 20 mila adesioni?». Fares non esclude che i rapitori siano palestinesi, anche di Hamas. «Ma non con l’approvazione dei leader, in caso una cellula indipendente», dice, mentre in Fatah altri pensano che i responsabili siano criminali comuni, arabi o ebrei, per riscatto o vendetta. «Non so se il governo di unità reggerà, ma spero che al prossimo congresso di partito ci sia un cambio di dirigenti e di strategia, meno remissiva. Per ora Hamas si sta rafforzando e c’è il serio rischio di un’Intifada che l’Autorità farà di tutto per evitare. Ma che nemmeno Netanyahu vuole. Per lui è meglio una "mezza guerra” come questa. La calma, come una vera sollevazione, lo esporrebbero a troppe critiche da parte della comunità internazionale». La calma ora sembra però lontana e nuovi fronti potrebbero aprirsi per Israele: sulle alture del Golan, occupate dal 1967, è avvenuto ieri l’incidente più grave dall’inizio della guerra in Siria. Un arabo israeliano di 15 anni è stato ucciso, il padre e un uomo feriti, su un'auto del ministero della Difesa israeliano vicino al confine siriano dove lo Stato ebraico sta erigendo un muro. Non è chiaro da chi sia partito il colpo, se dai ribelli o dai lealisti a Assad che in marzo avevano già ferito quattro soldati israeliani, causando un raid aereo sulle postazioni dell’esercito siriano. Ma Israele è convinta che quello di ieri sia stato «un attacco intenzionale». Cecilia Zecchinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Esteri Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 » Approfondimenti Oltre i confini del Medio Oriente PROVE DI CALIFFATO L’AVANZATA JIHADISTA DISSOLVE LE FRONTIERE Fra Iraq e Siria nasce uno «Stato» islamico DAL NOSTRO INVIATO BAGDAD — In Medio Oriente sta nascendo una nuova entità politica che aspira a farsi Stato. Non piace quasi a nessuno, ma era nell’aria già da molto tempo, almeno due anni, e nel concreto si è fatto poco per fermarla. I suoi territori stravolgono i confini «tracciati nella sabbia» da Francia e Inghilterra dopo le intese segrete del 1916 (i cosiddetti accordi Sykes-Picot). L’Iraq è ora diviso in tre parti: sciita nel sud, sunnita nel centro-ovest e curda a nord. Un paradosso della storia, mentre commemoriamo il centenario della Prima guerra mondiale vengono stravolti assetti geopolitici frutto diretto di quel conflitto. Il nuovo califfato La nuova entità ha confini ancora imprecisi, compresi tra Aleppo, Homs e Hama in Siria, sino a nord di Bagdad in Iraq. È guidata da una meteora confusa di movimenti, ideologie e gruppi. Ma, a causa dal caos traumatico del suo stato nascente, al momento prevalgono le componenti più estremiste. Alla sua origine stanno le avanguardie sunnite della guerriglia cresciuta sempre più virulenta dal 2011 in Siria, ma forgiata da almeno un decennio di combattimenti in Iraq seguiti all’invasione anglo-americana del 2003. Vi si trovano elementi qaedisti, ex baathisti figli al vecchio regime di Saddam Hussein incattiviti con l’Occidente, oltre a gruppi di volontari jihadisti immigrati da Europa, Stati Uniti, Cecenia, Algeria, Palestina, Libia, Egitto, Tunisia… Si valuta che a dominare la sua forza bellica (sino a 40.000 uomini, il loro numero è in costante crescita) siano i combattenti dello «Stato Islamico dell’Iraq e del Levante», un gruppo di 10.000 volontari che non nasconde il desiderio di imporre l’utopia wahabita. Il loro sogno guarda infatti al ritorno dell’età dell’oro del sunnismo: i primi califfi seguiti alla morte del Profeta e scelti tra i giusti nella comunità dei fedeli. Esaltano il Califfato dunque, lo reputano un modello di perfezione, La nuova mappa TURCHIA Aleppo Beirut Raqqa Mosul Damasco Rawa SIRIA Qaim Baiji Tikrit Ana Ramadi GIORDANIA Amman Rutba IRAQ Falluja Bagdad Najaf Città in mano all’Isis Città contese Area sotto controllo dell’Isis Area rivendicata dall’Isis Tigri Eufrate ARABIA SAUDITA Nassiriya Bassora KUWAIT CORRIERE DELLA SERA semplicità, giustizia e purezza islamica. E rispolverano le antiche diatribe teologiche con gli sciiti, i quali sostengono invece che il successore di Maometto vada scelto tra i suoi discendenti di sangue. Vittorie militari Nelle ultime due settimane le co- lonne sunnite hanno completamente sbaragliato l’esercito del primo ministro sciita iracheno Nouri al Maliki. Dal confine meridionale e orientale della Siria sono scesi nel cuore del sunnismo iracheno nella provincia di Al Anbar lungo l’Eufrate, quindi sono saliti verso le regio- 40.000 DAI UN CALCIO AL CALDO! I combattenti che lottano per costituire un nuovo califfato in Medio Oriente. Di questi 10 mila fanno parte dell’Isis. Vi sono poi qaedisti, ex baathisti figli del vecchio regime di Saddam e gruppi di jihadisti immigrati da altri Paesi 14 giorni dall’inizio della presa di Mosul da parte delle milizie dell’Isis. È l’inizio dell’offensiva verso Bagdad dei combattenti sunniti pro Al Qaeda che li porta a controllare oltre metà del Paese (le province di Anbar, Ninive, Diyala e Saladdine) Promozione valida dal 11 Giugno al 24 Luglio 2014 sulla linea residenziale Fujitsu. CLIMATIZZATORI FUJITSU, GARANTITI 5 ANNI. Non perdere l’occasione più fresca dell’estate per goderti i mondiali. Fino al 24 luglio puoi avere il tuo nuovo climatizzatore con 5 anni di garanzia. 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Nel novembre scorso si erano attestate ad Abu Ghraib, luogo del famoso carcere, posto a 20 chilometri da Bagdad. La capitale vede con preoccupazione l’accerchiamento, che ora arriva anche dalle zone sunnite nelle sue periferie meridionali. I militari americani stimano che l’esercito iracheno non sia affatto in grado di riconquistare il territorio perduto. Manca di aviazione, non ha più missili, è demoralizzato. Ed è anche per questo motivo che i sunniti hanno spostato in Siria una larga parte del materiale bellico catturato in Iraq. Lo utilizzeranno per cercare di bloccare l’esercito di Bashar Assad, che invece si è dimostrato molto più efficiente. Le donne e la legge dei wahabiti Le cronache contraddittorie che giungono dalle zone occupate dagli estremisti sunniti danno comunque un quadro preoccupante. Dopo i video diffusi sulla rete delle esecuzioni di massa dei prigionieri sciiti, ora arrivano quelli di decapitazioni in puro stile afghano. Pare vi siano anche stati casi di attacchi contro le donne che non accettano di indossare il velo. Il britannico Independent riporta che a Beiji alcuni jihadisti sarebbero andati casa per casa a cercare «mogli per alleviare i loro impulsi sessuali». A Mosul sarebbe comparsa la formula del «Jihad Niqab», che invita le ragazze a «donare il loro corpo» ai guerriglieri della guerra santa. Non è chiaro se si tratti di casi isolati o di una politica sistematica. È da pensare però che queste pratiche siano destinate a fomentare forte ostilità tra i capi tribali sunniti e i baathisti. Tanto da far credere che l’unità apparente del fronte sunnita sia invece fortemente minata da forti contraddizioni interne, destinate presto ad esplodere. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ Dal primo «Vicario» a oggi Il simbolo dell’unità sunnita di ROBERTO TOTTOLI I l termine «califfato» deriva da califfo, che significa «vicario». È uno dei termini usati per designare i sovrani successori di Maometto a capo della comunità islamica. I primi quattro califfi furono compagni del Profeta, seguiti dalle dinastie degli omayyadi e degli abbasidi, che regnarono tra il VII e il XIII secolo. I mongoli posero fine al califfato abbaside nel 1258. La figura del califfo ricomparve in seguito in Egitto, prima di essere ripresa dai sultani ottomani di Istanbul. La riforma laicista di Kemal Atatürk nel 1924 la cancellò ufficialmente. Il significato religioso della carica è sempre stato per la maggioranza sunnita alquanto ridotto. Il califfo esprime l’unità ideale della comunità, e incarna il bisogno di un’autorità che garantisca ai credenti il libero esercizio della fede. Ma non ha nessun ruolo religioso attivo, diversamente dall’imam sciita. Il potere effettivo del califfo abbaside andò scemando dal IX secolo. L’unità fu infatti più spesso ideale che non praticata. Tutta la storia del mondo islamico è attraversata da frammentazione politica, califfati di breve durata e pretese scarsamente ascoltate di legittimità religiosa. Il califfato è ben presto scomparso nei dibattiti politici dell’ultimo secolo, e ritorna solo nelle rivendicazioni dell’islam politico, a partire dai Fratelli Musulmani. Anche Al Qaeda ha sempre proclamato di agire per l’instaurazione di un califfato. Il califfato è oggi poco più di uno slogan, ma evoca un’unità ideale di facile presa, e un’istituzione fortemente sunnita e invisa agli sciiti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 La svolta Esteri 15 italia: 51575551575557 A Tokyo l’espansionismo di Pechino rappresenta la preoccupazione principale. Ma c’è chi teme il risorgere del militarismo nipponico del passato Giappone, addio alla Costituzione pacifista «Dobbiamo contenere la minaccia cinese» Domani il premier Abe presenta la sua riforma: ma non tutti lo seguono DAL NOSTRO INVIATO TOKYO — I colpi di tamburo risuonano nell’aria immobile che circonda il santuario di Yasukuni, nel centro di Tokyo. Di fronte all’altare vecchi e giovani, madri e figlie adolescenti, tutti vengono a rendere omaggio ai due milioni e mezzo di caduti nelle guerre combattute dal Giappone. Due inchini, due battiti a mani giunte, attimi di raccoglimento, nuovo inchino. All’interno, il gran sacerdote introduce il visitatore nel sancta sanctorum. Tre novizie vestite di bianco e rosso guidano nel rituale di purificazione, poi di nuovo l’omaggio, la preghiera, la benedizione. La stessa scenografia che ha accompagnato la visita del primo ministro Shinzo Abe nel dicembre scorso: un gesto che ha rotto con una prassi decennale, che vedeva i leader giapponesi tenersi alla larga da Yasukuni. Perché nel santuario sono iscritti anche i nomi di 14 criminali di guerra, considerati responsabili delle atrocità commesse dalle armate nipponiche nel secondo conflitto mondiale. Una decisione, quella di Abe, che ha scatenato le ire dei vicini asiatici, in primo luogo la Cina, vittime nel passato dell’imperialismo giapponese. I cui fantasmi ancora si agitano nel museo annesso al santuario. Qui il visitatore è accolto da uno Zero, l’aereo protagonista delle missioni kamikaze, e dalla locomotiva del ponte sul fiume Kwai, la ferrovia costruita dai prigionieri di guerra inglesi. Fra antiche spade e armature di samurai, dopo una Un sacerdote guida Shinzo Abe al santuario di mappa che illustra le Yasukuni, il 26 dicembre. Era da anni che aggressioni coloniali un leader giapponese non si recava al occidentali in Asia, si santuario con i nomi di 14 crispiega la necessità di comminali di guerra battere la Seconda guerra mondiale per procurarsi le risorse bloccate dalle sanzioni e l’inevitabilità del conflitto di fronte all’intransi- chiederci: Abe aderisce alla versione genza americana. Il dopoguerra è sta- della storia raccontata nel museo? to il «tribunale dei vincitori», com- Abe vuole riportare indietro l’orolomenta amaro il monaco che fa da gui- gio della storia? Se la risposta è sì, alda. lora è un leader pericoloso. Ma la riUno sfondo inquietante, quello di sposta è no». Yasukuni, nel momento in cui il goAncora più netto, perché fuori dalverno Abe è impegnato nel far appro- l’ufficialità, il giudizio del professor vare una reinterpretazione della Co- Kuni Miyake, direttore di ricerca al stituzione pacifista imposta dagli Usa Canon Institute for Global Studies: al Giappone sconfitto: una revisione «Abe non è un estremista di destra che punta a consentire un impegno come lo descrive la stampa occidenpiù attivo delle forze armate di Tokyo, tale. È un conservatore patriottico, ed finora costrette a un limitatissimo è anche un realista pragmatico, che ruolo di auto-difesa. sa che deve compiacere i suoi soste«Yasukuni è un santuario privato, nitori, fra i quali c’è pure la destra xenon è un’organizzazione governativa nofoba. Ma sa tenere sotto controllo — ci tiene a precisare Tomohiko Ta- quegli idioti. Yasukuni non rappreniguchi, consigliere speciale del pre- senta né il governo né la maggioranmier e uno degli uomini chiave del za silenziosa del Paese. La Cina ha governo giapponese —. Dobbiamo sollevato la questione solo per ragio- La visita al santuario sce le regole del gioco, sono nuovi al mondo e xenofobi». «La crescita pacifica della Cina non è pacifica affatto – conferma Morio Matsumoto, direttore del desk cinese al ministero degli Esteri – Dobbiamo convincere Pechino, attraverso un mix di dialogo e pressioni, a entrare nel sistema di regole di sicurezza internazionali. Vogliamo che la Cina sia un partner responsabile. Non c’è ragione per un conflitto armato, ma potrebbe sempre verificarsi uno scontro accidentale». Il riferimento è alla contesa per le isole Senkaku (Diaoyu per i cinesi), il gruppo di scogli disabitati la cui sovranità è rivendicata sia da Tokyo che da Pechino. «La Cina sta mettendo in atto azioni provocatorie per cambiare lo status quo — denuncia Takehiro Kano, direttore per sicurezza nazionale al ministero degli Esteri —. Non diciamo che si tratta di una minaccia, ma siamo sicuramente preoccupati per la crescita di un budget militare che è 3-4 volte maggiore del nostro. Per noi la diplomazia deve venire prima di tutto, ma la difesa è l’ultima risorsa». Ecco allora perché Tokyo intende prepararsi, come spiegano i documenti ufficiali, «per situazioni imprevedibili che potrebbero verificarsi nell’ambiente di sicurezza che circonda il Giappone, che sta diventando sempre più severo». In che modo questo stia avvenendo, lo spiega sempre il consigliere Taniguchi: «Per anni abbiamo avuto “incontri ravvicinati” in mare fra vascelli cinesi e giapponesi, praticamente ogni giorno. Ora questo accade nei cieli, i caccia di Pechino sfiorano i nostri ricognitori. La Cina sta mandando chiari segnali di allarme. Il santuario Al santuario di Yasukuni si onorano anche i criminali di guerra. E il museo racconta una versione revisionista della storia Avanzata Il cacciatorpediniere Kurama guida navi della forza di autodifesa giapponese al largo di Yokohama (Reuters) ni politiche». Ma non tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda. Il principale quotidiano giapponese, lo Asahi Shimbun, è critico verso Abe. In redazione, accusano apertamente il premier di aver creato ad arte le tensioni con la Cina e la Corea, con provocazioni come la visita a Yasukuni, per avere un’arma in più a favore della revisione della Costituzione. E sottolineano che sull’argomento l’opinione pubblica resta divisa: un sondaggio pubblicato ieri mostrava il 55 per cento dei giapponesi contrari all’adozione di una nuova politica di difesa. Il progetto si è scontrato anche con le perplessità di deputati dell’opposizione e della stessa maggioranza, in particolare del partito buddhista Nuovo Komeito, che appoggia il governo. Ad ogni modo, Abe intende presentare domani la bozza di revisione costituzionale, puntando a una sua approvazione in una riunione di Gabinetto il primo luglio . Ma perché ripudiare decenni di pacifismo inscritto nella Legge fondamentale e resuscitare agli occhi dei Paesi vicini lo spettro del militarismo giapponese? «La reinterpretazione della Costituzione è una salutare mossa geopolitica — sostiene il professor Miyake —. La versione finora accettata poteva andar bene per la Guerra Fredda, ma ora per la prima volta dal conflitto mondiale il Giappone deve fronteggiare un pericolo fisico, una minaccia che viene dal mare. Al governo sanno benissimo che la Cina sta arrivando nelle nostre acque territoriali. Pechino non cono- La crisi 9 L’articolo della Costituzione giapponese che ripudia la guerra e la minaccia o l’uso della forza come mezzo per risolvere le dispute internazionali. L’articolo stabilisce anche il divieto di mantenere forze armate. La nuova interpretazione proposta autorizza le azioni di auto-difesa e di difesa collettiva in aiuto degli alleati Isole contese Le isole Senkaku (in giapponese) o Diaoyu (n mandarino) nel mare della Cina meridionale, sono controllate dal Giappone dal 1972 e rivendicate da Cina e Taiwan Spazio aereo Lo scorso novembre Pechino ha dichiarato di «sua competenza» lo spazio aereo sopra le isole Senkaku. Tokyo ha reagito convocando l’ambasciatore, mentre l’alleato americano ha fatto entrare due bombardieri B52 nello spazio aereo «proibito» sopra le isole senza chiedere il permesso alla Cina. Pochi giorni dopo anche Tokyo e Seul hanno effettuato dei sorvoli nella zona di identificazione senza riferirlo alle autorità cinesi Malgrado ciò, le forze di Tokyo stanno dimostrando estrema disciplina: senza, un incidente potrebbe essere già avvenuto». Una situazione di estrema criticità, quella che si è creata in Asia orientale, che rimette in questione le vecchie certezze e abitudini e chiama in causa le alleanze internazionali. «Il tempo è maturo per un ruolo proattivo del Giappone — afferma Taniguchi — Finora siamo stati fortunati a essere protetti dall’ombrello Usa, durante la Guerra Fredda il Giappone non aveva bisogno di uscire dai suoi confini. Ora gradualmente stiamo venendo fuori dal guscio». Per farlo, Abe sta tessendo una fitta rete di rapporti internazionali, a partire dalle democrazie dell’Asia-Pacifico, come India, Indonesia o Australia. Ma senza trascurare i Paesi europei. In particolare l’Italia, fanno notare i diplomatici della nostra ambasciata a Tokyo, riveste un ruolo centrale come interlocutore interessato al rispetto della legalità internazionale: la recente visita a Roma del leader giapponese è servita a dare linfa a quest’asse. «Insomma, preferite dar retta a un regime comunista autoritario o a una democrazia? — sintetizza Taniguchi —. Dopotutto, siamo noi quelli senza prigionieri politici...». Luigi Ippolito © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro Rivelazioni (e tanto gossip) sulle divergenze tra Casa Bianca e segretario di Stato: dal «caso Bengasi» a gelosie e nomignoli Quella «faida» tra Hillary, Bill e la famiglia del presidente DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Insofferenza e sopportazione reciproche, se non addirittura un odio profondo, dividerebbero gli attuali inquilini della Casa Bianca dai Clinton, che lì abitarono fino all’elezione di George W. Bush, il predecessore di Barack Obama. A rivelare i presunti retroscena di un rapporto deteriorato, ma che solo pubblicamente verrebbe fatto apparire idilliaco, è la «Faida» (Blood Feud), l’ultimo libro del giornalista Edward Klein, di cui il sito del New York Post anticipata estratti. L’immagine che viene fuori è quella di due coppie presidenziali legate solo da interessi politici. Un quadro che, però, fa- Libia 2012 «Clinton voleva definirlo un attacco terroristico, ma Barack era contrario» rebbe guadagnare punti ad Hillary Clinton in vista della sua probabile candidatura alle prossime elezioni presidenziali. La Clinton così si distaccherebbe da un Obama in calo di consensi a causa della riforma delle assicurazioni sanitarie e, inoltre, vedrebbe scaricate sul presidente le responsabilità delle considerazioni che seguirono l’attacco dell’11 settembre 2012 alla sede diplomatica di Bengasi in Libia, che costò la vita all’ambasciatore Usa Chris Stevens. Il libro par- Copertina Il libro di Edward Klein la di una telefonata in quella tragica sera tra l’allora segretario di stato Hillary Clinton e il presidente Obama in cui la prima avrebbe avuto l’impressione che il secondo fosse più preoccupato della prossima campagna elettorale per la riconferma che dell’attentato. Hillary avrebbe subito compreso che si trattava di un attacco terroristico pianificato in occasione dell’anniversario dell’attentato alle torri gemelle del 2001 mentre il presidente avrebbe «voluto che lei dichiarasse che era un assalto durante una dimostrazione spontanea innescata da un oscuro video su Internet che ingiuriava il profeta Maometto». Versione alla quale lei era contraria ma che dovette accettare prima di sfogarsi con il marito dicendosi «stanca» di Obama. Poi si scende nel pettegolezzo, riferito e praticato. La moglie di Obama, la first lady Michelle, amerebbe chiacchierare con la sua consigliera Valerie Jarrett. Di fronte a una bottiglia di Char- donnay, le signore raccoglierebbero notizie sulle figlie della coppia presidenziale, Sasha e Malia, sparlando di Hillary Clinton, addirittura soprannominata «Hildebeest», nomignolo che storpia il sostantivo inglese (wildebeest) che definisce lo gnu. Con gli amici, infine, Bill Clinton si sarebbe sfogato dicendo di aver ricevuto «più richieste di consigli da Bush che da Obama>» ma né lui né la moglie avrebbero mai dimostrato il loro disappunto per non perdere l’appoggio di Obama alle elezioni. Giuseppe Guastella © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Il caso Le assemblee sindacali impediscono l’apertura degli scavi. Si replica fino a giovedì Pompei ostaggio della protesta Tenuti fuori centinaia di turisti Franceschini: servizio pubblico. Bonanni: vanno commissariati 6/11/2010 Domus dei Gladiatori Il 6 novembre del 2010 viene giù la «Schola Armaturarum» (l’antica Armeria dei Gladiatori) la notizia fa il giro del mondo 30/11/2010 Casa del Moralista Crolla un nuovo muro a Pompei: la parete del Viridarium nella Casa del Moralista si frantuma in piccoli pezzi 04/06/2014 Il furto del mosaico Un turista statunitense stacca e tenta di portarsi via tre tessere del mosaico della Domus di Trittolemo. Arrestato dai carabinieri ROMA — Ieri è stato un assaggio del caos: i cancelli degli scavi di Pompei sono rimasti chiusi fino alle dieci e mezza del mattino e cinquecento turisti attoniti sono rimasti in attesa di entrare in piedi e sotto il sole. Oggi si replica. Meglio, si peggiora: gli scavi di Pompei dovrebbero rimanere chiusi fino a mezzogiorno e mezza per una protesta sindacale che i sindacati chiamano «assemblea» . E così dovrebbe succedere anche domani. E poi dopo domani. Pure giovedì. Ammesso che qualcuno non intervenga prima. Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, lo ha già fatto sapere: «Proporrò il commissariamento della Cisl di Pompei. Possono anche esserci problemi sindacali, ma non si può mettere in discussione la fruizione di un bene così importante per il nostro Paese. Non si possono usare i turisti come ostaggio, si può trovare una soluzione ai problemi legittimi sollevati dai lavoratori con il dialogo e la ricerca di confronto». Non è la prima volta che succede. «Avevano già messo in atto questo tipo di protesta a Pasqua» dice Bonanni ricordando che già a Pasqua il sindacato aveva cercato di intervenire attraverso la segreteria regionale. «E invece adesso replicano e non ci ascoltano. Dunque bisogna intervenire pesantemente». Pure la Cgil locale aveva criticato questo tipo di protesta e si era sfilata, anche se ad aderire alle assemblee sono rimaste in campo tutte le altre sigle sindacali, oltre la Cisl, la Uil e quelle di settore Filp e Unsa. Hanno una piattaforma di rivendicazioni che si trascinano da diverse amministrazioni: dalla riorganizzazione del lavoro, alla richiesta di più custodi , pagamenti per i carichi lavoro maggiori, carenza di personale. «Io sono il primo a voler rispettare i diritti sindacali e voglio risolvere i problemi, ma non è possibile pensare che un’assemblea blocchi il sito e lasci fuori centinaia di turisti sotto il sole». Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali, non ha dubbi: «Quella protesta non ha senso». Dice, infatti: «I musei sono un servizio pubblico come lo sono i treni e gli aerei. Di più: per Pompei abbiamo gli occhi di tutto il mondo addosso e questa chiusura rischia di vanificare il lavoro di tanti». Fuori Turisti davanti all’ingresso degli scavi di Pompei a causa dello sciopero dei dipendenti (Salvatore Laporta/ Controluce) Il commento C’è Massimo Osanna, il nuovo sovrintendente, che lavora a Pompei dalla fine di gennaio. È un archeologo e si sta occupando dei diritti sindacali. Spiega: «Capisco i problemi dei lavoratori e ascolto i rappresentanti sindacali praticamente ogni settimana, da quando mi sono insediato». Poi spiega: «Ho messo mano alla riorganizzazione del lavoro, ma ci sono 450 dipendenti in questa soprintendenza, il tempo ci vuole. In più: ho ripristinato un gruppo di lavoro formato da rappresentanti sindacali e vigilanti: ho chiesto di avere le loro proposte sul problema dei custodi. Da aprile nessuno mi ha mandato neanche due righe per proporre qualcosa». Massimo Osanna ha convocato i sindacati stamattina alle dieci per una contrattazione sui lavoro legato alla nuova stagione nel teatro grande di Pompei, quella che proprio stamattina verrà presentata alla stampa all’interno degli scavi, con una sorta di gemellaggio con il teatro greco si Siracusa . «Chissà se ci faranno entrare, almeno noi, per fare questa conferenza stampa e presentare la nuova stagione», aggiunge Osanna, spiegando che la convocazione di stamattina alle dieci doveva servire a fissare un nuovo calendario di incontri con i sindacati. Antonio Pepe, rappresentante della Cisl di Pompei, difende la protesta e la spiega: «A Pompei abbiamo un carico di lavoro superiore a qualsiasi altro posto, sia per orari, sia per via della carenza di personale. È una disparità che non viene sanata. Non veniamo pagati di più per questo né tantomeno si risolve il problema di soli 27 custodi che ad ogni turno devono controllare un’estensione di 44 ettari ». Campano Antonio Reppucci, 62 anni, nato a Palma Campania è prefetto dal 2008. A Perugia dall’estate 2013, prima era a Catanzaro frase che poteva passare inosservata... «Ma vi pare che io voglia davvero il suicidio delle persone? Che desideri la morte delle donne? Ma stiamo scherzando? Ma a nessuno viene il dubbio che forse volevo dire un’altra cosa?». E cosa? «Che non si può descrivere Perugia come la capitale della droga, che volevo solo svegliare l’opinione pubblica, che da 10 mesi lotto contro lo spaccio fuori dalle scuole». Ma l’accusano di aver usato espressioni inopportune e violente... «Quella era solo una frase pronunciata con il caratteristico intercalare napoletano: suicidati nel senso che hai fallito, che non sei riuscito in qualcosa. Non che ti devi ammazzare davvero. Sono profondamente cattolico, il Padreterno sa cosa volevo dire, sa che ho la coscienza pulita». Visto quello che è successo, ha qualcosa da rimproverarsi? «Il pensiero che ho lanciato era chiaro: fare squadra, stare con le madri. Da soli si perde, ❜❜ Le minacce Ho dato la vita per lo Stato, in Calabria ho subito intimidazioni insieme si può vincere. Ho solo difeso Perugia dall’immagine negativa che ha. Visto quello che è successo, verrebbe da chiedermi perché non mi sono fatto i fatti miei. Può darsi che abbia avuto una caduta di stile, non lo so». Renzi e Alfano non pensano la stessa cosa. «Per carità capisco Renzi, ha assolutamente ragione, non posso certo ribattere al presidente del Consiglio. Con il ministro non ho ancora parlato. Ho spento tutto, volevo stare da solo a riflettere, mi sono chiuso in me stesso. Non ho nemmeno letto i giornali, alla processione per il Corpus Domini non mi è sembrato opportuno andarci. Ho risposto a voi solo perché ho visto il prefisso 06 e ho uno zio C © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 2,4 milioni i visitatori degli scavi lo scorso anno (secondo in Italia dopo il complesso ColosseoForo romano). L’introito è stato di 20.337.340 euro «Suicìdati? È solo un intercalare napoletano» Chi è di MARCO DEMARCO Rinaldo Frignani © RIPRODUZIONE RISERVATA Perugia Il prefetto dopo le frasi choc sulle madri dei drogati: forse una caduta di stile, ma voi mi ammazzate per una parola ROMA — È sparito per un giorno intero. Nemmeno in prefettura sapevano che fine avesse fatto. Eclissato dopo lo scandalo, quella frase choc che gli è costata il posto da prefetto di Perugia: «Una madre che non si accorge che il figlio si droga ha fallito. Deve solo suicidarsi». Antonio Reppucci riaccende il telefonino di servizio solo in serata. Che domenica è stata? «Secondo lei? Guardi, non voglio parlare, non ho niente da dire. Questa cosa mi fa impazzire. Che amarezza! Ammazzate la gente con la penna: una frase, una frase sola, estrapolata da una conferenza stampa di un’ora e mezzo, e avete ammazzato una persona». Sì ma, prefetto, non era una NELLA MAPPA DELL’ILLEGALITÀ he ci fa la Torre Velasca sulla copertina di un libro dedicato alle mafie? Venti anni fa accostare l’immagine del boom economico e del razionalismo milanese al fenomeno della criminalità organizzata sarebbe risultato paradossale e provocatorio. Venti anni fa la commissione antimafia si occupava per la prima volta del Centro-Nord e si limitava a parlare di «segnali», di «presenze» limitate, di «episodi isolati», di prime «infiltrazioni». Il radicamento in questa parte d’Italia, rassicurava, sarebbe stato difficile da realizzare. E spiegava perché: «Per la mancanza di condizioni obiettive e per la maggior resistenza che l’ambiente sociale, politico civile oppone a ogni forma di predominio». Venti anni dopo, invece, ecco un libro sulla nuova geografia del potere criminale titolato che più chiaro non si può: Mafie del Nord/ Strategie criminali e contesti locali, edito da Donzelli. Una ricerca cui hanno lavorato tredici studiosi coordinati dal sociologo Rocco Sciarrone. La situazione è molto peggiorata non solo perché c’è stato un trasferimento di «presenze» dal Sud al Nord provocato dalle faide tra i clan o dall’azione repressiva dello Stato, ma perché nei nuovi territori è emersa una mafiosità propria di quelle aree. Una mafiosità — si evince dai saggi — non importata come un virus da un corpo malato a uno sano, ma sviluppatasi in loco intorno alla cosiddetta «zona grigia». Quella, cioè, in cui prendono forma «rapporti di scambio reciprocamente vantaggiosi tra mafiosi, imprenditori, politici, liberi professionisti e funzionari pubblici». Una zona che è più «accogliente», a quanto pare, nelle medie città tra i venti e i cinquanta mila abitanti, dove risulta più facile controllare la Pubblica amministrazione. A questo proposito, ai primi posti per livello di illegalità economicoamministrativa risultano le regioni a statuto speciale del Nord insieme con Campania, Sicilia e Calabria. Nel definire la nuova geografia degli insediamenti mafiosi, utilizzando dati Istat, materiale giudiziario e rilevazioni sul campo, il gruppo di Sciarrone fa distinzione tra power syndacate (controllo del territorio) e enterprise syndacate (traffici illeciti) e anche in questo caso le sorprese non sono poche. Sul fronte del power, l’indice calcolato sulla base degli omicidi, delle estorsioni, dei beni confiscati e dei consigli comunali sciolti per mafia, rivela che le province che mostrano valori superiori alla media sono innanzitutto quelle «tradizionali»: Palermo 6,22; Reggio Calabria 10,36; Catanzaro 4,48; Napoli 7,76; Caserta 6,75. Mentre Torino, Bologna, Prato e Imperia non superano lo 0,61 di Milano. Sul fronte dell’enterprise, invece, Nord e Sud si alternano. E la classifica elaborata sulla base del traffico di stupefacenti, rapine in banca, sfruttamento della prostituzione e via delinquendo, è questa: Imperia 1,64; Trieste,1,47; Prato 1,42; Napoli 1,32; Bologna 1,28; Milano 1,20; Catania 1,16; Roma 1,13; Caserta 1,09; Firenze 1,08; Torino 1,07. Alessandra Arachi ettari, l’estensione degli scavi di Pompei che contengono uno dei migliori esempi della vita romana, nonché la città meglio conservata dell’epoca CITTÀ DEL NORD a Roma, pensavo fosse lui...» In tanti (il dj antidroga Aniceto, i sindaci del Catanzarese, il sindacato dei prefetti) le hanno manifestato solidarietà. Chi l’ha chiamata? «Tantissime persone, dalle Alpi alle Piramidi, potrei dire. Ma non vorrei essere accusato di captatio benevolentiae. Ho dato la vita per lo Stato, in Calabria ho subìto anche intimidazioni. Quattro anni di sacrifici, in vita mia ho sempre obbedito. Una carriera fatta di servizio rovinata da una frase». Il commento di Mario Garofalo nelle Idee&Opinioni Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 italia: 51575551575557 17 18 Cronache Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # La polemica Dopo le frasi del patron di Tod’s New York Bazoli a Della Valle: «Ora basta ingiurie, sono inaccettabili» De Blasio diventa un pirata Ieri a New York, la spiaggia di Coney Island è stata presa d’assalto da migliaia di pirati, marinai e sirene per la «Mermaid Parade» che rappresenta l’inizio dell’estate. Ospite d’onore è stato Bill de Blasio, sindaco della Grande Mela, che ha partecipato travestito da pirata mentre la moglie Chirlane McCray era in costume da sirenetta (a sinistra mentre si baciano Ap Photo). I suoi figli Dante e Chiara, invece, sono stati «insigniti» del titolo di Re Nettuno e Regina Sirena Il presidente di Intesa: iniziative legali MILANO — Giovanni Bazoli interviene dopo il nuovo affondo di Diego Della Valle. Il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo ha diffuso ieri una nota che segue di 24 ore quella dell’imprenditore della Tod’s: «Da troppo tempo il signor Della Valle si esibisce con dichiarazioni nei miei confronti che sono ingiuriose e inaccettabili: quindi ne dovrà rispondere nelle opportune sedi giudiziarie nei tempi e nei modi che mi riservo di valutare». L’indicazione relativa alla possibilità di vie legali da parte del banchiere può rappresentare un cambio significativo nel confronto che da tempo è in atto fra il presidente di Intesa Sanpaolo, istituto socio di Rcs, società che pubblica il «Corriere della Sera», con il 4,1%, e Della Valle, anch’egli azionista del gruppo editoriale con il 7,3%: Bazoli in passato non aveva pressoché replicato ai numerosi attacchi portati nei suoi confronti dall’industriale marchigiano. Della Valle sabato, facendo riferimento a fonti di stampa, ha diffuso un comunicato nel quale si sosteneva che «se Bazoli avesse un briciolo di dignità dovrebbe chiedere scusa agli italiani e dimettersi da ogni incarico pubblico». Le fonti di stampa riprese da Della Valle riportavano all’inchiesta avviata dalla Procura di Bergamo e che ha ipotizzato un sorta di patto parasociale occulto in Ubi banca fra due associazioni di azionisti dell’istituto guidate dall’ex presidente del consiglio di sorveglianza della stessa Ubi, Emilio Zanetti, e da Bazoli. Ipotesi che avrebbe di conseguenza portato a indagini per presunto ostacolo alla vigilanza. Punto sul quale il presidente di Intesa Sanpaolo ha aggiunto nella nota di ieri: «Quanto alle indagini della Procura di Bergamo relativamente alla governance di Ubi banca, tengo a ribadire la mia serenità di aver agito nel più totale rispetto delle leggi, come del resto è stato nel corso di tutta la mia vita professionale». Bazoli era già intervenuto subito sulla questione quando, in maggio, si era saputo dell’inchiesta. Il banchiere si era detto «profondamente sorpreso»: «Ho sempre rispettato e difeso la magistratura, e per coerenza devo quindi rispettarla anche nel momento in cui vengo interessato da un provvedimento che mi sorprende profondamente, avendo io sempre testimoniato nella mia vita e nei miei comportamenti una totale e leale osservanza delle regole e delle leggi». Sul tema poi in quelle stesse ore aveva diffuso una nota il legale del presidente di Intesa Sanpaolo, Stefano Lojacono. «L’indagine in corso da parte della Procura di Bergamo interessa il professor Bazoli esclusivamente in quanto presidente di un’associazione di azionisti di Ubi banca». Il legale precisava poi «al riguardo che gli accordi che hanno dato vita a Ubi (dal cui consiglio di sorveglianza il professor Bazoli è peraltro uscito da oltre due anni) così come tutti i successivi sono stati recepiti negli statuti e in atti ufficiali debitamente comunicati». Infine si sottolineava «con assoluta chiarez- za» che «quanto alle altre ipotesi di reato oggetto delle indagini di cui oggi si ha notizia, si sottolinea con assoluta chiarezza che esse non riguardano in nessun modo il professor Bazoli». Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA Salute Le inchieste, l’assenza di prove scientifiche e le irregolarità non fermano le ordinanze. Le cure a una bimba di 4 anni Dopo la scomunica Il giudice: trovare ovunque un medico per Stamina Le nuove regole nelle chiese contro i mafiosi La decisione del tribunale di Venezia «Cercare in tutta Italia chi può fare infusioni» ROMA — Sempre più profonda la spaccatura su Stamina, la cura a base di cellule staminali che risolverebbe, secondo chi l’ha lanciata, malattie molto gravi. Da una parte gli organismi scientifici e i medici che non la ritengono efficace e sicura e l’hanno condannata con documenti ufficiali. Dall’altra i giudici che ordinano di riprendere le infusioni sui bambini. L’ultimo caso riguarda Celeste, quattro anni, colpita da atrofia muscolare spinale, la Sma, causa di crudele degenerazione. Il tribunale di Venezia ha deciso che entro la fine di luglio l’Asl di Brescia dovrà individuare un anestesista pediatrico e un infusore cercandolo in tutta Italia perché la piccola possa riprendere la terapia presso gli Spedali Civili della città lombarda. Il che potrebbe significare che si riuscirà ad individuare un non obiettore. Celeste è una delle prime bambine trattate con queste cellule. I genitori hanno portato avanti una strenua battaglia legale affinché il trattamento non venisse interrotto. Adesso ricominciano a sperare: «La sentenza conferma che abbiamo ragione. Celeste sta meglio, lo abbiamo dimostrato facendolo attestare dalle persone che l’hanno seguita in questi anni, ma nessuno ci ha creduti. Ci auguriamo si faccia in fretta». Nell’ospedale bresciano però nessun medico è più disposto a fare le infusioni almeno fino a quando non arriverà la decisione della Commissione scientifica nominata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e coordinata dall’oncologo Michele Baccarani, sull’eventuale avvio di una sperimentazione. Dietro speranze e illusioni di tante famiglie si intrecciano eventi molto negativi per Stamina. Innanzitutto il rinvio a giu- 7 i membri della nuova commissione internazionale per la sperimentazione, nominata lo scorso marzo dal ministro per la Salute Beatrice Lorenzin. Presieduta da Michele Baccarani, è composta da 4 stranieri e 3 italiani dizio da parte della Procura torinese dei suoi inventori, Davide Vannoni e Marino Andolina. Truffa, associazione a delinquere e abuso d’ufficio. Poi il rapporto dei Nas, i carabinieri del nucleo antisofisticazioni, che hanno trovato grosse irregolarità a tutti i livelli. Dal punto di vista scientifico non ci sono prove che la cura funzioni e Vannoni non ha portato prove confortanti. L’ordinanza di Venezia segue di pochi giorni quella del tribunale di Pesaro che ha nominato Andolina commissario per le infusioni di staminali su Federico, un bambino di Fano con morbo di Krabbe. Impossibile trovare medici non obiettori ed ecco allora il sorprendente intervento dei giudici: l’incarico di supplente affidato a un personaggio coinvolto nelle indagini di Torino. Un’iniziativa che si è trasformata in un caso spinoso. Il Consiglio Superiore della magistratura ha trasmesso alla Procura generale della Cassazione un fascicolo sui giudici marchigiani. È il primo passo verso un’azione disciplinare. C’è chi, come Amedeo Santosuosso (Corte d’appello), ha invocato l’intervento dell’Avvocatura di Stato. Ma è opportuno che i tribunali contraddicano la scienza che ha liquidato come inutile e anche dannosa la cura Stamina? Il ministro della Giustizia Orlando si è sempre tenuto lontano da questa polemica. Mai pronunciato una parola su Stamina. Diplomatica la Lorenzin, la scorsa settimana ascoltata in audizione in Senato: «Bisogna aprire una riflessione con la magistratura, e non contro, nel rispetto della sua autonomia, su questo difficile tema. La convivenza tra verità scientifica e verità processuale». E ancora: «Quanto accade a Brescia travalica la volontà del legislatore cioè il proseguimento delle cure per chi le aveva cominciate». Il ministro si riferisce al no alla sperimentazione deciso lo scorso anno dalla prima Commissione ministeriale su Stamina poi sospesa dal Tar su ricorso di Vannoni. Ecco allora la scelta di un secondo gruppo di esperti che hanno cominciato a lavorare. È di dieci giorni fa la durissima presa di posizione della Federazione dell’Ordine dei medici (Fnomceo): «No alle ordinanze dei giudici. Noi non siamo contro ma al servizio del diritto alla tutela della salute. L’esercizio della nostra professione si basa su autonomia e responsabilità. La nostra pratica è basata su evidenze scientifiche, dobbiamo perseguire efficacia, appropriatezza e sicurezza delle cure». Margherita De Bac [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA La terapia e i contrasti Il trattamento inventato da Vannoni Il metodo Stamina è un trattamento a base di cellule staminali sviluppato dallo psicologo Davide Vannoni che sostiene di poter così curare malattie neurodegenerative molto diverse Gli Spedali Civili di Brescia e il laboratorio Stamina A fine settembre 2011 gli Spedali Civili di Brescia iniziano ad applicare il metodo Stamina in uno dei loro laboratori. A maggio del 2012 l’Aifa lo chiude perché poco sicuro e senza autorizzazioni Le cure ordinate dai Tribunali del lavoro Ad agosto 2012 il Tribunale di Venezia impone agli Spedali Civili di continuare il trattamento su una paziente. Alcune decine di persone ottengono l’ingiunzione alle cure dai giudici del lavoro La bocciatura della scienza e l’accusa di truffa Gli esperti del ministero della Salute bocciano il metodo ad agosto 2013. Ad aprile 2014 la Procura di Roma accusa Vannoni e altri 19 di truffa e associazione a delinquere. Brescia sospende le cure DAL NOSTRO INVIATO CASSANO ALL’IONIO (Cosenza) — Cassano all’Ionio, sabato sera. Un gruppo di ragazzi, le magliette rosse dei volontari che hanno lavorato ad organizzare la visita del Papa, si ritrova nella piazzetta sotto una casa accanto alla cattedrale, «don Nunziooo!». Attendono che si affacci ma lui, il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, sbuca dal portone e si ferma a chiacchierare con loro accanto alla fontana. Abbracci, foto. «La gioia e l’emozione sono grandi, ma per noi il difficile comincia adesso», spiega ora Galantino. Francesco ha scomunicato i mafiosi «che adorano il male». È risalito alla coscienza, come ha fatto anche ieri in vista della Giornata Onu per le vittime di tortura: «Torturare le persone è un peccato mortale!». Ma adesso, in concreto, che si fa con i mafiosi scomunicati? «Quando si presentano questi che vogliono farla da padroni, ricevere i sacramenti, rifarsi una verginità partecipando o addirittura gestendo una processione, è un problema. Ci vuole una Chiesa che non lasci soli i preti di frontiera, il parroco del paese dove tutti sanno chi è il mafioso e se lo ritrova la domenica in prima fila. Una nuova consapevolezza, a cominciare dai vescovi». Galantino riunirà i suoi sacerdoti per parlarne. «Dovremo imparare a gestire queste cose, impostare un percorso formativo. La Chiesa denuncia da tempo questo peccato grave. Ma le parole di Francesco vanno oltre. La scomunica significa che ai mafiosi è preclusa la vita nella Chiesa. Hanno scelto il male come sistema di vita. E quando questo accade sei fuori dalla comunione. Non puoi ricevere i sacramenti, fare da padrino, entrare nel comitato del patrono, niente. Non è la tua comunità. E non importa che tu tenga l’immagine della Madonna o un altarino o la Bibbia nelle topaie dove ti nascondi: non significa un bel niente». La scomunica del Papa «ha una dimensione pubblica e un effetto sociale: aiuta la consapevolezza della gente». E riguarda tutti: «Ci fa capire che chiunque adori il male e ne faccia un sistema, non è uno dei tanti peccatori che si possono aspettare il perdono da Dio o dalla Chiesa. Non basta la confessione. Ci deve essere un pentimento e una presa di distanza pubblica ed esplicita dal male, seguita da gesti concreti». Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 italia: 51575551575557 19 20 Cronache Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Il programma Dalla Casa Bianca fondi straordinari La missione di Obama Curare le piccole api per salvare l’agricoltura di DANILO MAINARDI La gravità di quanto sta accadendo alle api e agli impollinatori in genere negli Stati Uniti la si capisce dal fatto che è Barak Obama ad intervenire personalmente. La Casa Bianca ha infatti annunciato che allo scopo di arrestare il declino, in atto ormai da alcuni anni, di queste specie, è stata creata un’apposita task force, stanziati consistenti fondi e adottate tutte le misure necessarie. La diminuzione delle api sta infatti mettendo in crisi l’economia alimentare del Nord America dove il 90% delle piante coltivate si fonda Le cause Parassiti e pesticidi hanno contribuito a impoverire la popolazione degli insetti Le conseguenze La crisi di questa specie mette a rischio l’equilibrio di una comunità più vasta sull’impollinazione da parte di questi insetti e 87 delle 115 principali colture alimentari dipendono dal meccanismo di impollinazione animale che, oltre alle api, coinvolge farfalle, uccelli e pipistrelli. È stato calcolato che il valore della produzione agricola made in Usa che dipende dalle api ha un valore annuo di 15 miliardi di dollari. Una scelta politica chiara e un’iniziativa forte perché del resto è solo investendo risorse, incluse quelle scientifiche e tecnologiche, che si possono affrontare seriamente temi importanti che riguardano non solo l’economia nazionale ma anche il tema ambientale. Alla crisi delle popolazioni delle api infatti sembra concorra una molteplicità di fattori, quali infestazioni di parassiti, perdita di variabilità genetica ed esposizione a pesticidi. Quest’ultima ha senza dubbio un ruolo significativo ed è frutto di un’agricoltura aggressiva ed impattante praticata ormai in tutto il mondo. L’uso dissennato della chimica è all’origine della moria di api in quanto responsabile di un generale indebolimento fisico che poi a sua volta innesca una minor resistenza agli attacchi parassitari e ad altre malattie che quindi sinergicamente concorrono al declino delle popolazioni. In particolare sotto accusa negli Stati Uniti sono soprattutto i pesticidi cosiddetti «neonicotinoidi» dei quali è nota la pericolosità. Il trattamento con queste sostanze garantisce lunga protezione ai vegetali, ma non è selettivo e risulta fortemente tossico per gli insetti pronubi. La crisi delle api e di tutti gli impollinatori mette a rischio in realtà un’intera comunità naturale ed è un vero allarme ambientale. Se questi insetti e tutti gli impollinatori scomparissero le conseguenze ecologiche sarebbero difficilmente commisurabili ma comunque ben maggiori di quelle economiche che, come abbiamo visto, sono tutt’altro che trascurabili. Sarebbe un disastro ambientale che metterebbe in crisi buona parte della complessa rete di relazioni che regolano i rapporti tra le diverse specie animali e vegetali. Il che implica intaccare gli equilibri naturali e la struttura delle comunità ecologiche e quindi, in altre parole, compromettere un intero sistema con la propria biodiversità. Il -10/15% 6 milioni 4 milioni 3 milioni 2,5 milioni le arnie perse negli Stati Uniti per un valore complessivo di 2 miliardi di dollari L’investimento del governo Obama per salvare le api I nemici delle api Le mandorle Per coltivarle servono ogni anno milioni l’80% delle mandorle al mondo VICENZA — La strage di bovini che un orso sta compiendo in questi giorni sull’Altopiano di Asiago ha provocato ieri la reazione di Coldiretti Vicenza che punta il dito sulle responsabilità della Regione. «Da tempo segnaliamo il problema alla Regione Veneto — spiega il presidente Martino Cerantola — ma l’atteggiamento di attesa e indagine ha prevalso ancora una volta sul fare. Basti pensare che la Regione ha finanziato un progetto di ripopolamento di orsi, lupi e linci in tutta la montagna veneta, ma non ha pensato di far fronte alle conseguenze che gli stessi avrebbero determinato se non adeguatamente monitorati». «È arrivato il momento di affrontare in modo consapevole il problema degli orsi sull’Altopiano di Asiago — prosegue Cerantola —. La situazione che viviamo nel Vicentino non è paragonabile a quella del Trentino Alto Adige, dove gli animali sono attentamente monitorati». Sabato l’ultimo colpo messo a segno da uno degli orsi presenti sull’Altopiano in Malga Galmarara vicino a Camporovere, in comune di Lusiana: due vacche uccise, altre agonizzanti ed una ventina di animali scappati dalla mandria per la paura e di cui nessuno indennizzerà mai la ridotta produzione ed il trauma subito. Dal 14 giugno sono stati uccisi cinque capi. «Mentre gli esperti perdono tempo a studiare le abitudini dell’orso o degli orsi presenti sul nostro Altopiano — sottolinea Cerantola — questo continua ad agire indisturbato per procurarsi cibo. Tutelare gli animali è un nostro dovere, ma non si può farlo non pensando alla sopravvivenza delle attività produttive». 2013-2014 milioni 50 milioni di dollari La California produce -30% 10 Il valore per l’agricoltura del lavoro di impollinazione fatto dalle api forte intervento del presidente Obama a favore degli impollinatori va nella direzione di salvaguardare insieme economia e ambiente, binomio sempre difficile da declinare in modo congiunto e fonte di permanente conflitto. Sono chiamati in causa infatti sia l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) che il Dipartimento dell’agricoltura, che insieme dovranno operare alla conservazione degli impollinatori e alla ricerca sulle cause del loro declino. Sostiene E. O. Wilson che ogni nazione ha tre patrimoni diversi: quello materiale, quello culturale e quello biologico. Troppo a lungo la natura è stata solo oggetto di sfruttamento indiscriminato. Ma ora ci sono chiari segni di un diverso atteggiamento dove si inizia a considerare la biodiversità un valore e un bene al pari di altri patrimoni. È una vera rivoluzione culturale, un’acquisizione che il presidente Obama ha fatto propria e che, speriamo, diventi un modello per altre nazioni. 2006-2012 -23% 15 miliardi di dollari l’anno Il loro valore? 15 miliardi di dollari «Proteggete le mucche dall’orso affamato» Pre 1947 Il numero di arnie negli Usa 1947 1970 1990 2014 Vicenza Perdita annuale di arnie Le operaie invisibili 1,4 di arnie Diminuzione della flora di cui si nutrono Diffusione degli acari loro parassiti Pesticidi il 60% di quelle presenti negli Usa © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Casa Bianca © RIPRODUZIONE RISERVATA D’ARCO I vigneti patrimonio dell’umanità LANGHE E MONFERRATO, L’UNESCO PREMIA GLI EX POVERI di ALDO GRASSO Con Langhe-Roero e Monferrato sono saliti a 50 i siti italiani che fanno parte della World Heritage List dell’Unesco, il patrimonio artistico e ambientale dell’umanità. Il nuovo sito Unesco ha una estensione di oltre diecimila ettari. Le sei zone principali sono: Langa del Barolo, Castello di Grinzane Cavour, Colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante, Monferrato degli «infernot». Così si legge nella motivazione: «Un esempio eccezionale di paesaggio culturale inteso come prodotto nel tempo dell’interazione tra uomo e natura, plasmato dalla continuità di una tradizione antica finalizzata a una produzione vinicola di eccellenza». Il sì definitivo alla candidatura è arrivato dal comitato dell’Unesco, riunito a Doha, nel Qatar. Quando sono nato, in quei posti ora protetti dall’Unesco, sui cartelli stradali che cadenzavano i paesi, lungo la sinuosa provinciale che da Montezemolo porta ad Alba, appariva la scritta «zona depressa». C’era povertà, c’era malora, c’era necessità di scappar via: prima della guerra, molti erano andati a cercar fortuna in Francia, in America; dopo la guerra, molti avevano venduto quel poco che avevano per andare a trovare un lavoro altrove, specie in Liguria: diventarono panettieri, osti, macellai. Forse è quell’antica povertà che ha preservato il territorio da un eccesso di bruttura (capannoni, villette a schiera, condomini disarmonici…). Perché poi, quando il vino è diventato business, il territorio si è un po’ snaturato (l’Unesco, infatti, premia a pelle di leopardo). Bartolo Mascarello sosteneva, nel momento di massimo splendore per i vi- gnaioli locali, che al posto dei cartelli di «zona depressa» avrebbero dovuto metterne altri: «Zona colpita da improvviso benessere». Ma se un grande patrimonio ha resistito al tempo — il tesoro delle Langhe — lo si deve proprio a una razza di viticultori, tenaci e intelligenti, che hanno saputo valorizza- Colline I vigneti nelle Langhe: per la prima volta l’Unesco ha riconosciuto come Patrimonio un sito basato sulla cultura del vino re, affinare e rendere grandi i vini del posto. Mentre il tessuto sociale delle Langhe cominciava a sfaldarsi inesorabilmente, un’aristocrazia contadina (vignaioli, enologi, cantinieri e nobili imprenditori) ha tenuto duro puntando sulle uniche cose su cui si doveva puntare, il vino e la qualità. E bisogna dire grazie anche a Carlin Petrini, l’inventore di «Slow Food», adesso che in molti lo prendono in giro per la filosofia del Km zero. Con lui la Langa ha riperso a pensare in grande, tentando di scrollarsi di dosso il cattivo gusto, i presepi viventi, i finti Pavese, i finti Fenoglio, i finti Einaudi. Non si sa bene da dove derivi il nome Langa: secondo alcuni dal latino «lingua» e poi dal francese «langue», lingua, fascia, striscia di terra. Secondo altri più probabilmente da un nome etnico ligure che sta a significare il castello che sorge sulla sommità delle colline. Per noi nativi «langa» è la cresta della collina, la cima tempestosa. È come se l’Unesco avesse messo sotto tutela il paesaggio descritto da Beppe Fenoglio (un «paesaggio morale» disegnato da un cartografo dell’anima) che si stende da Alba, dove Beppe è nato, verso la collina, la Langa, quella più alta, quella che Nuto Revelli ha percorso casa per casa per descrivere «il mondo dei vinti», tanta era la povertà che vi dominava. E dalla collina ridiscende giù, spesso in maniera scomposta, come quando i partigiani conquistano Alba per 23 giorni: «Fu la più selvaggia parata della storia moderna: solamente di divise ce n’era per cento carnevali». Nel dialetto langarolo non esistono i superlativi e il passato remoto. L’assenza dei superlativi deriva dal fatto che, da quando nasci, c’è sempre qualcuno che ti ripete «esageroma nen» (non esageriamo). Quanto alla coniugazione, negare il passato significa, per fortuna, vivere sempre nella pienezza e nella scansione del presente. Me li vedo i membri del comitato dell’Unesco, riuniti nel Qatar. Altro che Fenoglio! La documentazione che hanno sotto mano è una lunga fila di bottiglie. Leggono i nomi: Gaja, Altare, Rivetti, Ceretto, Giacosa, Chiarlo, Scavino, Conterno, Fantino, Voerzio, Einaudi, Caviola, Pecchenino, Braida, Nebbiolo, Barolo, Barbaresco, Dolcetto, Barbera, Moscato, Asti spumante… Come potevano non tutelare tanto bendidio? Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 italia: 51575551575557 21 22 italia: 51575551575557 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Oggi si decide L’assemblea della Lega esamina le risposte al bando per trasmettere tre campionati di A, dal 2015 al 2018 Cronache 23 italia: 51575551575557 Le offerte I ricavi 838 milioni di euro 770 incassati dalla Lega Calcio per la stagione 2013-14 415 1.105 milioni di euro che la Lega Calcio incasserebbe per ognuno dei tre campionati se le offerte più alte venissero accolte 931 I TOP CLUB Offerte complessive in milioni di euro ricevute dalla Lega Calcio per i diritti di ogni campionato (l’accordo varrà tre stagioni: 2015-16, 2016-17 e 2017-18) Juventus Inter Milan 123 104 102 Le tre squadre che incasserebbero di più dall’eventuale nuovo accordo (cifre in milioni di euro) Calcio, l’asta dei record per le partite in tv Offerte altissime da Sky e Mediaset, ma tutto potrebbe essere annullato Gli sfidanti L’obiettivo di Sky riprendere il controllo Sky (nella foto l’ad Andrea Zappia) ha presentato le maggiori offerte sia per il pacchetto A da cui dipende la trasmissione delle migliori partite in termini di share sul satellite sia per quello B che regola gli stessi match sul digitale terrestre. La posizione del gruppo televisivo guidato da Murdoch è che vince il mercato. La Lega dovrebbe accettare le migliori offerte massimizzando i guadagni. L’obiettivo è riacquisire potere contrattuale dopo aver perso la Champions. Mediaset invoca la legge Melandri Il gruppo del Biscione (nella foto Pier Silvio Berlusconi) invoca il rispetto di una norma della legge Melandri che impedisce a un unico operatore di controllare tutte le partite, ma in realtà Sky non ha presentato offerte per le squadre minori. Mediaset ha messo sotto accusa anche l’accerchiamento subito dalle società di Murdoch. La struttura delle offerte è tale che, in ogni caso, la seconda offerta migliore per il digitale terrestre arriva da Fox, società cugina di Sky. Oggi si capirà su quale punto Mediaset vorrà puntare per bloccare il concorrente nella corsa ai diritti tv della serie A. Per capire come mai oggi in via Rossellini 4 a Milano, per l’assemblea della Lega Calcio sui diritti tv ‘15-18 della serie A, è a t tes a u n a te m p e r a t u r a e un’umidità superiori a quelle che c’erano in campo a Recife per Italia-Costa Rica bisogna mettere insieme tutta una serie di terremoti che stanno smuovendo le placche tettoniche del calcio italiano e delle piattaforme tv. Sul piatto non ci sono solo un miliardo e 96 milioni di euro, il totalone che si ottiene sommando tutte le offerte maggiori per ogni pacchetto. Anzi, dimenticate le partite in chiaro. Quelle che contano sono le dispute criptate dell’advisor Infront: la Calcionomics in Italia dovrebbe chiamarsi «Bogarellinomics», perché è Marco Bogarelli — che piaccia o no — ad avere costruito un modello di funzionamento della Legge Melandri rielaborando l’esperienza fatta nel mondo dello sci ai tempi di Tomba. Ma partiamo dall’inizio: sulla carta Infront ha fatto un ottimo lavoro e dovrebbe essere contentissimo (invece, chissà perché, è nervoso. Forse perché con il nuovo contratto non ha più incentivi progressivi e per lui è meglio restare sulla linea dei 980 milioni che ha garantito?). Scatenando la competizione sull’asta ha ottenuto cifre che il calcio italiano non sperava nemmeno di ottenere (non le sperava nemmeno Bogarelli che, meno di un anno fa, quando doveva rinnovare il proprio mandato, andava raccontando che la serie A italiana era in sala di rianimazione). La suddivisione dei pacchetti per trasmettere il calcio in Italia dalla prossima stagione ‘15-16 prevedeva una base d’asta di 273 milioni di euro cadauno per l’A e il B (solo 8 squadre, ma le migliori con uno share televisivo del 69%), dove la differenza è che il primo offre l’esclusiva di queste partite per il satellite e il secondo per il digitale terrestre. È qui che sono arrivate, chiaramente, le offerte migliori: 355 di Sky per l’A e 420 sempre di Sky per il B. Mediaset ha offerto rispettivamente 350 e 275, vincolando però i 306 milioni per il pacchetto D (12 squadre minori con share del 31%) alla riuscita di una delle prime due offerte. Anche se i vincoli non sono ammessi dal bando. In mezzo si è infilata Fox (difficile non notare che è una società cugina di Sky) con 400 milioni per il B. Tanto per chiudere con i numeri, Sky e Fox hanno offerto 15 milioni per il C che, ci crediate o no, sono i diritti per vedere dentro gli spogliatoi. Notate nulla di strano? Mediaset Premium che non ha il satellite ha offerto la propria cifra maggiore per il pacchetto A, Sky che ha il satellite ha offerto la maxi cifra per il B. Facile pensare a una confusione generalizzata, ma si tratta di fini strategie. Il numero uno di Sky in Italia, Andrea Zappia, è innegabilmente sotto pressione: ha da poco perso i diritti per la Champions League a favore di Mediaset. Un destro al quale si aggiunge quello che a posteriori è considerato un eccessivo fair play anglosas- Spettatori Il gruppo di Murdoch ha perso la Champions, rischiano di essere penalizzati gli spettatori sone (quando aveva lui l’esclusiva per la Champions aveva concesso un facile accordo alla tv a pagamento del Biscione per la condivisione dei diritti). Insomma, la strategia ora è prendere tutto per riacquistare un potere negoziale perso. Peccato che 1) anche Mediaset stia giocando il tutto per tutto per fare entrare un socio estero che secondo «rumor» mai confermati e mai smentiti vedrebbero Al Jazeera in prima fila. E come se non bastasse ha sbagliato i calcoli andando sotto. 2) Che i club ora sono ingolositi dalla possibilità di avere più soldi per il calcio mercato grazie al meccanismo delle fideiussioni, anche se quasi tutti hanno dei contratti con Infront che, in qualche maniera, li influenza. 3) Che ancora non si è parlato dell’altra partita, quella della vendita dei diritti tv del calcio all’estero dove entrerà in campo l’ex socio di Bogarelli, Riccardo Silva con la sua Mp Silva. 4) E non ultimo: che anche Bridgepoint, azionista di Infront, sta cercando un acquirente per vendere la società. Insomma, oggi si giocherà la partita dei destini incrociati e sono attesi colpi anche bassi. L’Agcom (che pure prende una parte delle risorse derivanti dai diritti tv, pari per la stagione in corso a 5 milioni) sta lavorando dietro le quinte per un accordo incrociato: Mediaset prende il satellite per 350 e Sky il digitale terrestre per 420 per poi fare uno scambio. Ma non si capirebbe perché Sky dovrebbe pagare di più per poi cedere il pacchetto. Soluzioni possibili? C’è chi invoca l’annullamento, chi il cambio di regole in corsa. In mezzo resta un dubbio: ma il povero tifoso italiano si deve seguire tutta questa «Iliade» per capire a chi dovrà abbonarsi dal prossimo anno? Massimo Sideri [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 italia: 51575551575557 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 Papà celebri L’imprenditore John Roberts, 40enne inglese fondatore del sito di casalinghi Ao.com, con William, 3 anni, uno dei suoi cinque figli. Ha detto che non lascerà loro i suoi 600 milioni di euro: «Voglio che vadano a costruirsi la loro vita», ha spiegato (Guzelian) L’attore Jackie Chan, 60 anni, con il figlio Jaycee, 31. L’attore, nel 2011, ha dichiarato che non gli lascerà la sua fortuna (China Foto Press -Getty Images) La rockstar Gene Simmons dei Kiss ha assicurato che i suoi figli (Sophie e Nick, sopra) «non diventeranno mai ricchi con i miei soldi» (Olycom) Ex Police Sting con la moglie Trudie Styler e la figlia Coco, in una foto d’archivio. Il cantante 62enne ha due figli con la prima moglie Frances: Joseph (37 anni) e Kate (32). Gli altri quattro, Mickey (30), Jake (29), Coco (24) e Giacomo Luke (18), sono nati dal matrimonio con Trudie (Reuters/Fred Prouser) Famiglie Da Bill Gates a John Roberts, la scelta di non dare per scontata la ricchezza Sting e gli altri milionari che lasciano i figli senza eredità Il cantante: spenderò tutto, loro dovranno lavorare «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno». Sting deve aver letto questo passo del Vangelo di Luca, prima di decidere insieme con la moglie Trudy («la Regina Madre» la chiama rispettosamente il musicista): uomo pragmatico, il musicista ha deciso di evitare che qualcuno dei suoi sei figli emuli il giovane scialacquatore della parabola risolvendo il problema alla radice: non lasciando loro in eredità il suo patrimonio, che al momento ammonta a circa 250 milioni di euro. «Non voglio che vivere di rendita si trasformi per loro in una palla al piede», ha spiegato al Daily Mail, ricordando di aver sempre incoraggiato l’indipendenza nella sua numerosa prole (dalla prima moglie ha avuto Joseph, nato nel 1976 e Kate nell’82, poi da Trudy Mickey nato nell’84, Jake l’anno dopo, Coco nel 1990, e Giacomo Luke nel 1995). «Non mi hanno mai chiesto granché, hanno cercato la loro strada nella vita, e questo me li fa apprezzare ancora di più», ha spiegato. Ex campione Canottaggio, bronzo al Procuratore Antimafia Franco Roberti ( foto sopra), Procuratore Nazionale Antimafia in carica ed ex campione italiano di canottaggio, ha vinto la medaglia di bronzo ai Campionati Italiani Master di San Miniato sull’otto della Canottieri Napoli. La Canottieri Napoli ha chiuso la propria finale al terzo posto alle spalle del RCC Cerea medaglia d’argento e del Pontemollo campione d’Italia. Roberti, 66 anni, napoletano, è stato scelto come Procuratore Antimafia nel luglio del 2013 in sostituzione di Piero Grasso nominato presidente del Senato. © RIPRODUZIONE RISERVATA È l’etica del lavoro dell’ex ragazzo del popolo nato nei sobborghi di Newcastle, figlio d’un lattaio e di un’infermiera. «Se tutto mi fosse stato concesso su un piatto d’argento, non credo che sarei sopravvissuto», ha spiegato ricordando la gavetta nei pub a cantare e suonare per gli ubriachi, il doppio lavoro, il sogno di una vita migliore per la sua giovane famiglia. «Ho spiegato loro che quando morirò non ci sarà molto da parte perché quel denaro lo stiamo spendendo. Ci sono molte spese. I miei figli devono lavorare, e lo sanno. Ovviamente sono pronto ad aiutarli se dovessero avere dei problemi ma non è mai successo, finora». Se Sting non dovesse spendere fino all’ultimo il suo considerevole patrimonio è ipotizzabile che lascerà royalties e altro a una fondazione benefica (una delle sue cause preferite è l’Amazzonia) . È insomma Sting l’ultimo dei super ricchi — provenienti da un po’ tutti i campi, dalla tecnologia come la finanza e lo spettacolo — a fare una scelta di sobrietà. Decidendo che il patrimonio verrà ereditato da una fondazione benefica, e non dai figli, per incoraggiarli (costringerli) a trovare una strada nella vita. L’esempio più famoso di questa tendenza è l’uomo più ricco del mondo, Bill Gates (peraltro non esattamente un self-made man: suo padre, ancora in vita, è stato un Stati Uniti Legge coprifuoco, i 16 enni a casa entro le 22 DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Tutti a casa alle 10 di sera, alle 11 nei giorni di festa, ma se si hanno meno di 14 anni il limite scatta già alle 9. La città di Baltimora istituisce il coprifuoco più restrittivo riservato ai ragazzi al di sotto dei 16 anni. Quelli che verranno pizzicati dalla polizia a bighellonare per strada finiranno in un centro specializzato dal quale i genitori potranno tirarli fuori solo pagando una multa fino a 500 dollari oppure accettando un programma di consulenza educativa. Proteggere i giovani dalla violenza oppure evitare che loro stessi commettano atti criminali è l’obiettivo dichiarato dal sindaco democratico Stephanie Rawlings-Blake, la quale ha firmato il nuovo regolamento comunale che entrerà in vigore tra sessanta giorni. Solo nel 2014, come riporta il New York Times, nella città del Maryland sono stati uccisi 9 giovani di età fino a 18 anni. grande avvocato di Seattle) che ha già spiegato di voler investire tutto nelle sue cause benefiche — la lotta alla malaria su scala globale, l’accesso a acqua pulita per le popolazioni disagiate, le vaccinazioni — lasciando ai figli il minimo indispensabile a non apparire un novello Scrooge del canto di Natale dickensiano. La linea-Gates viene seguita da altri grandi della tecnologia (non da Larry Ellison: la figlia è produttrice di film da Oscar grazie al patrimonio paterno, ma i risultati parlano) come John Roberts fondatore del sito di casalinghi Ao.com, i cui figli dovranno Lauti guadagni Ha un patrimonio stimato di 225 milioni: «È raro che i ragazzi mi chiedano qualcosa, ne sono felice» «costruire la loro vita» come lui ha costruito il suo sito, cioè con immaginazione e spirito imprenditoriale. Vidal Sassoon, creatore della catena di parrucchieri, «tagliò» dal testamento tre ex mogli e un figlio adottivo, e nel mondo dello spettacolo personaggi diversissimi tra loro come il divo del cinema asiatico d’azione Jackie Chan e il linguacciuto rocker Gene Simmons dei Kiss hanno garantito che il loro consistente pa- trimonio non finirà ai figli. Che si troveranno ad assistere a una massiccia fuga di capitali (dalle loro tasche), diseredati da genitori multimilionari. Ma anche in quel caso ai figlioli prodighi mancati, potrà essere utile una citazione dai Vangeli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe». Matteo Persivale © RIPRODUZIONE RISERVATA 1SHIVRE SJJIVXE %PP -RGPYWMZI RIP TEVGS REXYVEPI HM 9KIRXS (MVIXXEQIRXI WYP QEVI 6IPE\ WSXXS KPM EPFIVM HqYPMZS -FIVSXIP 7TE SEWM HM FIRIWWIVI -P TMÖ KVERHI TEIWEKKMS HM TMWGMRI HIP 7YH -XEPME 'SQJSVX I VIPE\ RIPPE XVERUYMPPMX½ HIPPE RSWXVE TMRIXE EXXMZMX½ %PP -RGPYWMZI TIV EHYPXM I FEQFMRM 4IVGSVWM EZZIRXYVE WYKPM EPFIVM (VEKSR &SEXW )GS +SPJ %GEHIQ] %HZIRXYVI +SPJ 4VSKVEQQE %RXMWXVIWW 4IVWSREPM^^EXS ,GHDOH SHU HYHQWL PHHWLQJV LQFHQWLYHV H WHDP EXLOGLQJ <RXU H[FOXVLYH DOO LQFOXVLYH DQWLVWUHVV UHVRUW LQ 6DOHQWR Prima il divieto di uscire di casa dopo le 11 riguardava tutti i minori di 17 anni, ora la nuova regola impone che quelli fino a 14 anni restino in casa dopo le 9 di sera mentre coloro che hanno fino a 16 anni potranno uscire fino alle 10 nei giorni feriali e fino alle 11 nei La scelta di Baltimora Gli adolescenti trovati in strada la sera oltre l’orario stabilito, saranno portati in un centro apposito in attesa dei genitori weekend e durante le vacanze. Le uniche eccezioni ammesse sono per i ragazzi che rientrano a casa dopo aver lavorato o dopo aver partecipato ad attività scolastiche. Giuseppe Guastella © RIPRODUZIONE RISERVATA &RQWDWWDWHFL SHU OD YRVWUD RIIHUWD SHUVRQDOL]]DWD ZZZLEHURWHODSXOLDFRP -FIVSXIP %TYPME :ME :MGMREPI *SRXERIPPI 1EVMRE HM 9KIRXS 0) 8 * IQEMP MRJS$MFIVSXIPETYPMEGSQ 26 Cronache Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Pieghe D opo aver detronizzato attori e rock star, pareva pacifico che fossero i calciatori i più autorevoli trend setter in fatto di capigliature scolpite, occhiali da diva e altre trovatine sobrie per passare inosservati. Non a caso le scorse passerelle si sono liberamente ispirate a personalità calcianti ammirate da tante ragazze con tanto tempo libero. Il mondo della moda si sta però riappropriando d’un ruolo centrale in materia: si vedono modelli che per libera scelta o perché imbrigliati dalla creatività degli stilisti sanno ridimensionare pure il più eccentrico dei goleador. Basta dare un’occhiata da John Richmond per capire che Mauro Icardi, centravanti interista noto anche per tatuaggi kolossal in onore dell’ormai celebre Wanda, sono cosa da dilettanti rispetto a certe costruzione fantasy viste in passerella. Disegni metà farfalla metà donna che si avviluppano attorno al collo e lanciano propaggini dietro le orecchie, sotto l’occhio, sulle guance. Sempre da Richmond ammirato pure un modello con l’anello al naso, variabile che nemmeno il più volenteroso Cassano ha mai azzardato. In quanto ai praticanti abituali di cerchietti, come i lungo-criniera Montolivo, Cavani, Marchetti, Torres, dopo la sfilata di Bottega Veneta con i modelli che inforcano il cerchietto anche sui capelli a spazzola, si rassegnino a rientrare nei ranghi: per farsi notare urgonsi nuove soluzioni. Serapian Party per la presentazione del libro Philipp Plein Lo show in piscina Nel giardino «Pantaloncini corti, calzoni lunghi di lino bianco, una giacca di fustagno marrone, sahariana color crema…». Non è l’estratto d’una nota-stampa di queste collezioni ma l’assemblaggio d’un paio di citazioni de «Il giardino dei Finzi-Contini» di Giorgio Bassani. Stile buono per andare al tennis o in bicicletta, tipico di tante immagini Anni 3040 e ora di nuovo in pista. Anche per le tonalità, nonostante il marrone diventi cacao, terra, legno e le sfumature chiare si chiamino perla, mastice, fromage blanc, calamaro. Giacche strette in vita, magari tramite cintura come da Zegna e Ferragamo, pantaloni spaziosi, cardigan, gilet. Stile azzeccato su bei tenebrosi. O almeno aspiranti tali. Sotto la caviglia Ciclicamente la moda celebra o rivaluta una parte del corpo. Il proliferare di pantaloni ben sopra la caviglia diventa la celebrazione del piede. Nudo, eventualità poco praticabile in città, o fasciato nel sandalo. Chiaro che ciò comporterà una certa cura perché il risultato estetico, in presenza di gibbosità varie, potrebbe non essere esaltante. Mai però esagerare: alle unghie lucide di smalto (viste su qualche modello) non siamo ancora pronti. © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANOMODAUOMO Sì ai piedi curati Ma per lo smalto non siamo pronti STILI A CONFRONTO di Gian Luigi Paracchini Bottega Veneta Lino stropicciato Iceberg A contatto con la natura Calvin Klein Pvc e colori pop Missoni Mood e colori da surfista Le sfilate La pelle e il pvc di Calvin Klein, le forme morbide e i materiali naturali di Iceberg Cuciture come ricami Il classico di Prada A lla voce «classici» Prada interpreta e aggiorna. Come? Sottolineando ogni capo — giacche, pantaloni, cappottini, blouson, impermeabili — con grandi o piccole, bianche o colorate o brillanti impunture. E tutto ha già un twist diverso. Nel guardaroba maschile e in quello femminile — quindi anche gonne, a pieghe — perché sulla passerella di moquette marrone che gira intorno a una superficie d’acqua blu (by Amo dell’architetto Rem Koolhaas che è giustappunto un nuotatore seriale) ci sono anche le donne. «Abbiamo fatto migliaia di prove — racconta soddisfatta Miuccia Prada —, alla fine abbiamo trovato i punti giusti! E il classico è diventato il nuovo. Era da un po’ che ci pensavo e mi sembrava il momento giusto». Perché ora? «Non credo sia un’esigenza di ciclo della moda, forse di società, sì. Bisogno di un po’ di serietà». E forse sicurezza, anche. Così non c’è pezzo che non sia «rassicurante»: per colori (blu, verde, cammello, marrone, beige), tessuti (pelle, jeans, canvas, kid mohair, jersey) e forme (ispirazione Settanta, dunque libere). Molto primaverile, però. D’estivo da caldo e sole, ci sono i sandali. Meglio così: a bermuda e canotte ci sta pensando l’universo mondo! Massimiliano Giornetti, stilista per Il «filo rosso» Le impunture diventano il filo rosso dell’intera collezione. Niente bermuda o canotte, ma i sandali ai piedi bene alla corte di Ferragamo, ripercorre a ritroso una storia fatta di eleganze «sentimentali», come le definisce lui. Gli anni Quaranta l’unico, vero, riferimento temporale e poi in viaggi: giacche e pantaloni e bermuda e spolverini di una leggerezza piacevolmente imbarazzante in controluce. Riecco la polo e la camicia a manica corta. Fluidità estrema ma punto vita sempre segnato da cinte dentro o fuori i capi. Lino, tanto e lana peso piuma. E seta. Tutto sembra e nulla è: sovrastampe e grafie sono come ombre sui bruciati, i salvia, i beige, i ruggine. Un solo disegno, sofisticato: una piccola giraffa. Sandali da manuale con le frange come perfette scarpe inglesi. Da Tod’s esordio (con classe) di Andrea Incontri, il 43enne mantovano e architetto. Una sfilata al contrario con il pubblico invitato a entrare dentro all’universo maschile (e privato) del J.P. Club: un guardaroba essenziale ma trasversale fatto di giacche doppiopetto o un bottone, polo, cardigan, blouson, pantaloni asciutti, gilet. Tessuti classici: dal lino stropicciato alla seta, al cashmere. Tre quadri di colori: i blu, i naturali e il nero; altrettante stampe dal floreale ai quadri a piccole pennellate. La J.P. Jacket che è la classica formale sulla quale sé poggiato un gilet con le quattro tasche. Mentre nel club entra anche la scarpa gommino con a decoro l’iconico brac- Contrasti La collezione Prada per la prossima estate ciale scooby-doo. E un giovane (e sciccosissimo) pescatore l’uomo in bermuda over o pantaloni arrotolati di Bottega Veneta. Tomas Maier sceglie e non cambia idea: eleganza rilassata e leggera per muoversi senza costrizione lasciando che siano i corpi e creare le silhouette. Tre-quattro giacche in tutto e stop. Naturalmente in lino, naturalmente stropicciato, scolorito, polverizzato, come i cotoni o le sete o la maglia. E poi cardigan e giubbotti, t-shirt over e felpe, pullover e chiodi, canottiere e sahariane. Polpacci, bicipiti e tanta spensieratezza. Punta sulla boxe Thomas Brown per la Moncler Gamme Bleu e allestisce un ring nel cortile del seicentesco palazzo Senato a ritmo di Rocky. Poi affronta ed enfatizza il tema: le bermuda che sono i bragoni da boxeur e gli spolverini che sono le vestaglie del pugile, le giacche che hanno le impunture elastiche in vita; canottiere di rete; sneakers da boxeur. Bianco, rosso, nero e blu. La natura secondo Federico Curradi, lo stilista di Iceberg, è vivere in totale libertà e confidenza con la natura stessa. E nessuno meglio di lui, che vive fra New York (Manhattan) e il Chianti (casa colonica con cani, cavalli, galline, e una mucca), lo sa. Dunque perché stupirsi se ben interpreta il concetto negli abiti? Forme morbide (vagamente ‘70, ancora, pantaloni sottili e blouson o tshirt over) e materiali naturali (dal cotone ai cashmere) a definire un neo sportwear elegante. Da Calvin Klein lo stilista Italo Zucchelli scopre più del solito ed è la fisicità a colpire là dove ha sempre regnato il rigore monastico. È che partendo dalla pelle (vera o ad effetto) tutto torna: canotte allora e bermuda ovunque l’underwear ciclista che spunta. Forti i capi in pvc a colori pop (per giubbotti e trench) e poi t-shirt di rete e felpe. Insegue l’onda sulle coste d’Europa e poi in Nord Africa il surfista di Missoni: i blu e i colori delle spezie. Poi il giubbotto tecnico diventa un vezzoso gilet di maglia che si porta sotto a tutte le giacche tessute con i telai di famiglia e così i bermuda e i pantaloni. Le camicie di seta hanno stampate le meduse e ci sono felpe e t-shirt al tatto come spugne. Si converte allo sportwear («ma per favore trovate un altro termine», implora) John Richmond. Possibile? Senza esagerare: felpa di neoprene si ma stampa teschi e skyline di città. Pantaloni da jogging e blazer di cotone doppiato e laserato; bermudoni e bomber di pitone stampa tatoo. Vivienne Westwood, infine, il messaggio sociale: stop agli allevamenti. Un maiale in video e qualche modello con naso suino in segno di protesta poi le braghe alla Nurejev, le giacche tatoo e le maglie taglio al vivo. Paola Pollo © RIPRODUZIONE RISERVATA Abbiamo fatto migliaia di prove e alla fine abbiamo trovato i punti giusti Ci pensavo da tempo, c’è bisogno di un po’ di serietà ❜❜ Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Cronache 27 italia: 51575551575557 Le presentazioni Torna la maglia con scollo a «V» sotto la giacca Le sneaker mocassino Nascono le scarpe ibride Dai Fratelli Rossetti a Santoni: mix insoliti «L’ Daks Maglie leggerissime e grafiche John Richmond Dettagli in neoprene Vivienne Westwood All’uncinetto arancio, rosso — schierate a Palazzo Visconti. «Siamo partiti dalla suola a cassetta e abbiamo aggiunto una tomaia in cervo come quella del mocassino con le nappine e c’è anche la francesina senza stringhe fino a ieri scarpa solo femminile». L’arancio, l’azzurro fino al verde acqua dominano anche da Lanificio Colombo. Protagonista è la giacca: in tessuto prezioso, cashmere e lino, ritorti in un sol filo. È Dettagli La stringata oggi è per metà sandalo. Nella tomaia della sportiva c’è il lattice «memory» sfoderata e tinta in capo così assume un aspetto sportivo. Abbinata alla maglia scollo a «V» in cashmere seta melange sovratinto con bordo in cotone color indaco e alla camicia denim. Yvan Benbanaste, fashion coordinator di Pal Zileri dice che siamo di fronte a un cambiamento che condizionerà la moda uomo dei prossimi due anni. I revers a lancia della giacca sono il segno più significativo: «L’uomo torna più sexy. La strada è stata aperta da Tom Ford», afferma. Il colore dominante della nuova moda è il blu, non a caso quello dell’indaco e dello sport, a cui si aggiungono verde, senape e grigio. «La tecnologia sposa la tradizione biellese», spiega Benbanaste mostrando il gilet imbottito di piuma che sembra nylon e invece è seta (stampata Principe di Galles). Ed in seta è anche l’impermeabile con il collo a giacca. Torna anche il doppiopetto. Ma la giacca di Al Capone oggi è tutta ingentilita e veste a pennello il giovane bohemien digitale come dimostra Jay Vosoghi, americano, direttore creativo di Boglioli che fa la verde, blu royal e anche gialla, abbinata ai pantaloni rossi. «L’uomo ama vestire in moda più spensierato e informale», conferma Andrea Santoni fondatore del marchio sfoggiando un paio di lussuosissime scarpe in coccodrillo dalle sfumature vinaccia «sono realizzate tutte a mano», dice ricordando il lavoro prezioso dei suoi 500 artigiani. «A livello di costruzione si lavora ancora come 30 anni fa, la suola Goodyear è cucita a mano, le scarpe restano a stagionare per 3 settimane. È cambiato lo stile». Per il bohemien 2015 c’è la scarpa sandalo e quella tutta intrecciata «come un cestino». Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA TOD’S MONCLER GAMME BLEU SALVATORE FERRAGAMO L’esordio di Andrea Incontri da Tod’s Moncler gioca con i pantaloni da boxeur Ispirazione anni Quaranta per Ferragamo uomo è noioso ma ha voglia di cambiarsi». Giuseppe Zanotti con sintesi romagnola spiega così la moda contemporanea. Una moda che si rifà ai fondamentali dell’eleganza più raffinata, quella degli Anni 50 e 60 caratterizzata da grisaglie, doppiopetto, gessati, jacquard marron e grigi, scarpe stringate leggermente appuntite. «Ma oggi lo street style, lo sportwear e la tecnologia influenzano il mondo formale, si tratti di abbigliamento o accessori», continua Zanotti piegando in due le pantofole-espadrillas con il suo nome in oro ricamato sopra «Sono un po’ cafone, ma divertenti, comodissime». Invita a sentire la leggerezza an anche delle sneaker bianche con su a cassetta in pelle morbidissuola sim imbottita di lattice memory sima co i materassi. come Alle presentazioni i signori delm la moda spiegano che l’uomo vuov le vestire bene anche nel tempo libe ma poi si capisce che un mobero, ca cassino-sneaker in cervo e una gia giacca in canapa-lana dall’aspetto tri tridimensionale grazie ai 4 fili ritor entreranno anche negli uffici, torti cam cambiando aspetto alle grisaglie. Di contaminazione parlano i Fr Fratelli Rossetti (Diego, Dario e Lu Luca) davanti alle loro scarpe di tu i colori — turchese, verde, tutti Tendenze globali E L’ORTO DIVENTA IL NUOVO SIMBOLO DEL VERO LUSSO di MATTEO PERSIVALE T omas Maier annuiva allegro quando gli si faceva presente che tra gli oggetti più fotografati, ieri mattina, alla sfilata di Bottega Veneta, c’era anche un peperone. Non si trattava di una sorprendente capsule collection di ortaggi sulla passerella del marchio del «no logo», della leggerezza, che rifugge il marketing fatto con i personaggi famosi perché «bastano le tue iniziali»: il consueto caffè pre-sfilata è stato offerto nel giardino della sede della maison. Proprio accanto all’orto biologico, con verdura ed erbe profumate, che rifornisce il ristorante interno. Ecco così che il variopinto popolo di fashion editor e buyer ha ammirato le piante e scattato numerose foto, subito finite su Internet e rimbalzate tra i social network. «Un buon caffè bevuto in giardino, per cominciare con serenità una così bella giornata: ecco un lusso autentico. La semplicità, la mancanza di ansia in un mondo che ci mette sempre sotto pressione», spiegava lo stilista. Mentre Marco Bizzarri, ceo della divisione «Luxury-Couture & Leather Goods» del gruppo Kering e presidente di Bottega Veneta, confermava: «Saper fare bene una borsa, un abito è parte di un contesto più ampio: nulla è più inelegante dell’ostentazione, nulla più brutto del pacchiano. E nulla è più lussuoso — autenticamente lussuoso — di una cosa buona cresciuta nel rispetto dell’ambiente, curata con attenzione, e gustata con serenità. Penso a quei grandissimi manager giapponesi che mangiano, a casa loro, seduti al tavolino basso della tradizione, cibi semplicissimi fatti di ingredienti raffinati. Ormai possiamo dire davvero che il vero lusso è semplicità». Faceva effetto, immediatamente dopo la sfilata di Bottega accessoriata con l’orto biologico profumato, ascoltare parole quasi identiche da Massimo Piombo alla presentazione del suo «MP Massimo Piombo». Lo stilista, molto apprezzato all’estero, era circondato dal solito drappello di influenti fashion editor e direttori stranieri — da Nick Sullivan e Wendell Brown di Esquire a Michael Hainey e Jim Moore di GQ a Tim Blanks di Style.com — Nel verde Il giardino di Bottega Veneta a Milano: caffé all’aperto prima della sfilata di ieri mattina tra salvia, zucchine e insalata mostrava le sue nuove felpe da 40 euro con le grandi iniziali «MP» stile college americano rétro sistemate accanto agli abiti come sempre ricercatissimi (realizzati da Kiton) e costosi: «Il falso lusso fatto di ostentazione ridicolizza e strangola il lusso vero: è cattiva moda e cattivo business, perché corrompe il gusto. La vera élite è quella della sensibilità, non del portafoglio. Quando vedo l’ostentazione penso a una cosa vecchissima. Perché ho messo le felpe da 40 euro accanto agli abiti sartoriali? Perché mi ero stancato di vedere tutti quelli che si trovano costretti a andare da Uniqlo (popolare marchio giapponese della grande distribuzione con negozi anche a Parigi, Londra, New York, ndr) per trovare una bella felpa e una bella t-shirt in vendita a un prezzo sensato». © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Cronache Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Le iniziative del Corriere Guida ai rifugi del Cai In vetta Rinunciare a qualche comodità per godersi i ritmi della natura Il più alto La Capanna regina Margherita (sopra) è il rifugio più in alto d’Europa. Fu inaugurato alla presenza della regina (a lato l’ascensione) nel 1893 In viaggio tra le «capanne» d’alta quota Scoprire la montagna a passo lento Il Cai Dormire in camerata e mangiare al sacco. Percorsi anche per i meno esperti di LORENZO CREMONESI L a montagna si gode solo col bel tempo? «Non è affatto vero. Impossibile non apprezzare la bellezza di una improvvisa nevicata autunnale nel bosco. Quando i colori del tardo ottobre si ammantano del primo bianco. Oppure la pioggia che scroscia sul tetto del rifugio la notte. Con i lampi e i tuoni, il ticchettio delle gocce e l’erba che si impregna mentre tu stai al caldo in branda. E le nebbie, le nuvole basse. Il cielo rabbioso dalle mille sfumature in grigio e nero delle tempeste d’alta quota può essere molto più interessante del blu monotono e il sole accecante«, sosteneva l’estate scorsa il gestore di uno dei rifugi più noti d’Italia, il Carè Alto, a 2.600 metri in Val Rendena, nella parte trentina del gruppo dell’Adamello. Il rifugista si sfogava in un’uggiosa mattinata per la scarsità delle presenze. Il borbottio della teiera sulla stufa e la penombra calma. Tanti villeggianti giù nelle valli. E quasi nessuno a camminare sui sentieri sotto le cime. «Colpa delle previsioni meteo, che sono diventate l’ossessione popolare. Si parte solo col tempo perfetto. Ma si dimentica cha madre natura è molto più ricca, variegata, articolata. E poi non è detto che il microclima non ci metta del suo. Prevedono bassa pressione generale, ma magari nella zona particolare dove ti trovi non è così brutto come pensavi e la giornata la salvi comunque», brontolava. Sfoghi d’altri tempi di un gestore frustrato, direte voi. Forse, però il suo ragionamento ha almeno un merito: se scegliamo di restare a dormire in rifugio la percezione della gita di un mezzo weekend diventa subito più lunga in modo non proporzionato, la parentesi della giornata fuori si trasforma in vacanza e torni a casa con l’impressione di essere stato via molto, ma molto più che non 48 ore. Salire sul Monte Rosa, bere una birra ai 4.560 metri della Capanna Margherita sulla Punta Gnifetti e scendere a perdifiato per non perdere l’ultima funivia diretta ad Alagna è infinitamente diverso che non restare a dormire per godere l’alba, che a quell’altezza invade gradualmente e indisturbata l’orizzonte di luce da Il tempo «Non serve sempre il bel tempo. Le nebbie, la pioggerellina sul tetto e le nuvole basse sono uno spettacolo», dicono al Carè Alto in Val Rendena oriente o occidente. Pensieri da rifugio. Che non è un albergo, anche se ormai da tempo tanti vorrebbero trasformarlo in qualche cosa di molto simile. Mentre il rifugio tradizionale del Club alpino italiano mantiene ancora il principio per cui si può andare in montagna spendendo poco, mangiare del proprio, dormire nelle camerate comuni, utilizzare i servizi igienici spartani, studiare le vecchie carte geo- grafiche appese al muro. E soprattutto assaporare con la lentezza ritmata soltanto dalla propria preparazione fisica e la disponibilità alla fatica il piacere del tempo che passa rimanendo in quota. All’estero, specie in Francia e Germania, resta molto diffusa la pratica dei lunghi concatenamenti tra rifugi. E vengono in Italia a praticarli. Sanno che spesso non troveranno le camerate troppo piene. Per esempio il I luoghi «Luigi Gianetti» Quintino Sella al Monte Bianco Il rifugio è al centro dell’anfiteatro della Val Porcellizzo a 2.534 metri lungo il sentiero Roma, uno dei più classici itinerari delle Alpi Si trova sulla dorsale sud ovest del Rocher del Monte Bianco, nel comune di Courmayer (Aosta), ha 10 posti letto ed è sempre aperto La nascita Il Club alpino italiano è stato costituito il 23 ottobre 1863 a Torino. Le basi della sua fondazione furono gettate il 12 agosto dello stesso anno, durante la salita al Monviso di Quintino Sella, Giovanni Barracco, Paolo e Giacinto di Saint Robert Lo scopo Il Club alpino italiano è una libera associazione nazionale che, come recita l’articolo 1 del suo Statuto, «ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale». L’organizzazione Ha sede a Milano e, dall’ultimo censimento, risultano 319.467 soci che partecipano alle attività di 496 sezioni e 308 sottosezioni appartenenti a 21 gruppi regionali di cui 2 raggruppamenti provinciali (Trentino e Alto Adige)• L’opera Tutti gli itinerari dalle Alpi alla Sicilia Ecco la guida per gli escursionisti Dalle Alpi alla Sicilia fondendo il turismo con la natura incontaminata delle nostre montagne. Senza tralasciare l’enogastronomia. È questa la lunga storia d’amore che, da oltre 150 anni, ha consentito al Club alpino italiano di gestire 23.044 posti letto in 744 rifugi e bivacchi fissi. Il Cai ne ha selezionati 373 nel volume, in edicola da oggi con il Corriere della Sera, intitolato la «Guida ai Rifugi» (480 pagine, 12,90 euro più il costo del quotidiano oppure in formato ebook a 7,99 euro). Un’impegno, quello del Cai, che consente agli appassionati di alpinismo di tutto il mondo di vivere a pieno esperienze emozionanti. «Oggi l’Associazione è prima impresa alberghiera d’Italia — sostiene Umberto Martini, presidente del Cai — estesa a tutto il territorio nazionale». Ed è proprio per aiutare i vacanzieri a pianificare le proprie escursioni alle più suggestive In edicola La guida è disponibile da oggi a 12,90 € più il costo del quotidiano (versione ebook a 7,99 €) strutture che nasce questo volume, di facile consultazione e corredato da schede illustrate e complete delle informazioni pratiche su come raggiungere 373 strutture. « Dopo il successo della prima edizione della Guida, se ne è resa necessaria una seconda. Questa nuova edizione si arricchisce di un elemento importante: la presentazione del Bi-decalogo. Contiene le strategie e l’impegno del Cai per l’ambiente e i territori montani e si sottolinea che i rifugi, i bivacchi e le capanne sociali sono anche “sentinelle in quota del territorio montano”». A.Rib. © RIPRODUZIONE RISERVATA tour del Gran Paradiso, o quello del Monviso: anelli di sentieri dove a ogni tappa il panorama cambia e puoi osservare la medesima cima da prospettive completamente diverse. Sulle Dolomiti tra luglio e agosto occorre prenotare, ma la cosa è meno necessaria per i massici centro-occidentali. Uno stupendo concatenamento tra rifugi è quello che segue il «sentiero Roma» lungo la testata della Val Masino. Il percorso è classico, eppure spesso dimenticato. Le guide specializzate lo situano in Val Bregaglia, nelle Alpi Retiche Occidentali, a noi basta semplificare dicendo che si tratta di una laterale della Valtellina. Una volta era la perla delle proposte del Cai lombardo. Negli anni Trenta del Novecento su quelle cime si cimentarono i nomi migliori dell’alpinismo internazionale. E non è affatto strano. Vi si incontrano pareti di granito sano, solido e 6925 I Tecnici Di soccorso alpino e speleologico (di cui 264 medici) compatto che non sfigurano di fronte a quelle di «El Capitan» nella Yosemite Valley in California. Qui i rifugi sono antichi, costruiti in pietra grigia, vennero bruciati dai nazi-fascisti durante la Seconda guerra mondiale e gradualmente ricostruiti negli anni Cinquanta. Tutti necessitano di lunghe camminate per raggiungerli. Così è per la Capanna Omio, a 2.100 metri in Valle dell’Oro; per l’Allievi-Bonacossa a 2.385 metri; o la Capanna Ponti, 2.559 metri, base di partenza per la salita al Monte Disgrazia. Il più classico di tutti è il Rifugio Gianetti, a 2534 metri in Valle Porcellizzo, posto a un’ora di marcia dall’attacco per la via più semplice, ma sempre di arrampicata, che adduce al Pizzo Badile. Negli ultimi anni il concatenamento di questi rifugi partendo da Bagni Masino viene percorso in poche ore di corsa dagli skyrunners che partecipano alla gara di 50 chilometri per 3.800 metri di dislivello del «Trofeo Kima». Ma ovviamente tutto ciò nulla ha a che fare con gli avventori dei rifugi amanti della «slow mountain», che si guarderanno bene di evitare di restare ingolfati nel caos della gara pianificata per il 30 agosto. Per il resto dell’anno le vallate sono silenziose, discrete. Unici rumori nei mesi estivi sono il brusio dei torrenti e gli strilli di allarme delle marmotte prima di scappare nelle loro tane. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 29 italia: 51575551575557 Il Corriere della Sera - 23/06/2014 Chi è Terna S.p.A. Il Gruppo Terna è proprietario in Italia della Rete di Trasmissione Nazionale di energia elettrica con oltre 63.500 km di linee in Alta Tensione su tutto il territorio nazionale. Terna ha la responsabilità di sviluppare la rete dell’Alta Tensione per migliorare la sicurezza e l’efficienza e ridurre il costo per imprese e cittadini. Terna è anche responsabile, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, della trasmissione e del dispacciamento dell’energia e quindi della gestione in sicurezza dell’equilibrio tra la domanda e l’offerta di energia elettrica nel paese. Quotata alla Borsa Italiana dal 2004, la Società provvede alla manutenzione e allo sviluppo della rete elettrica nel rispetto dell'ambiente, coniugando competenze e tecnologie per migliorarne l'efficienza. Il Gruppo Terna è una realtà di eccellenza europea, con oltre 3500 professionisti impegnati quotidianamente nella sicurezza del sistema elettrico nazionale. La Società è responsabile della programmazione, sviluppo e manutenzione della Rete, coniugando competenze, tecnologie e innovazione in linea con le best practices internazionali. Perché serve realizzare l’opera Terna ha pianificato la realizzazione di un elettrodotto a 380 kV tra Milano e Brescia prevedendo la riqualificazione dell’elettrodotto 220 kV esistente tra le stazioni di Cassano e di Brescia includendo l’entra esce all’esistente stazione 380 kV di Chiari. L’opera, in sinergia con i lavori per il collegamento autostradale BRE-BE-MI sarà realizzata in due fasi. La prima fase prevede la realizzazione del primo tratto di linea tra le stazioni di Cassano e Chiari, mentre in una fase successiva sarà effettuata la riqualificazione dell’intera tratta fino a Brescia. L’opera consentirà una maggiore qualità e sicurezza del servizio elettrico su rete primaria, garantendo più ampi margini di sicurezza e di affidabilità di esercizio mediante la riqualificazione di un assett esistente ai più nuovi standard tecnologici permettendo all’energia elettrica di convogliare dai centri di produzione dell’area a nord ovest della regione verso l’area di carico a est, funzionale al completamento del rafforzamento della rete elettrica tra l’area Nord Ovest e Nord Est del Paese. Benefici dell’opera Incremento della capacità produttiva liberata per la copertura del fabbisogno da produzione più efficiente;aumento dell’efficacia e dell’efficienza nella gestione della rete, grazie alla riduzione delle perdite. Il risparmio per il sistema elettrico è stato stimato in oltre 10 Mln€(benefici annui attualizzati). Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.terna.it nella sezione Cantieri Terna per l’Italia. AVVISO AL PUBBLICO RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ALLA COSTRUZIONE E ALL’ESERCIZIO AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DI CONCERTO CON IL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE e RICHIESTA DI PRONUNCIA DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE AL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DI CONCERTO CON IL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI La Società Terna Rete Italia S.p.A., con sede legale in Viale E. Galbani, 70 – 00156 ROMA, in nome e per conto di Terna S.p.A. con sede legale in Viale E. Galbani, 70 – 00156 ROMA RENDE NOTO CHE: • Terna S.p.A ha presentato, in data 09/12/2013, ai sensi del combinato disposto dell’art. 1 sexies del Decreto Legge 29/08/2003 n. 239, convertito con modificazioni in Legge 27/10/2003 n. 290 e ss.mm.ii. e del T.U. sulle acque e sugli impianti elettrici del 11/12/1933 n. 1775 e successive modificazioni, la domanda con relativo progetto al Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per l’Energia Nucleare e le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica, ed al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse Idriche, al fine di ottenere l’autorizzazione alla costruzione ed esercizio, avente efficacia di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità; • Con nota prot.TRISPA/P20140004526 dell’11/4/2014 inviata ai Ministeri di cui sopra Terna S.p.A. ha integrato l’istanza di autorizzazione sopra citata; • con nota prot. 0008334 del 29/04/2014 il Ministero per lo Sviluppo Economico – D.G. per l’Energia Nucleare e le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica ha comunicato l’avvio del procedimento relativo all’opera in oggetto. • l’intervento, denominato EL 326: Elettrodotto 380 kV “Cassano- Chiari” - Riqualificazione a 380 kV dell’elettrodotto aereo “Cassano - Ric. Ovest Brescia” nella tratta compresa tra le stazioni elettriche di Cassano D’Adda e Chiari ed opere connesse è costituito da: 1. Nuovo collegamento a 380 kV in semplice terna sdoppiata e ottimizzata tra le esistenti stazioni elettriche a 380 kV di Cassano d’Adda e Chiari per uno sviluppo complessivo di circa 35,7 km, realizzato prevalentemente in corrispondenza dell’asse dell’elettrodotto a 220 kV esistente, che sarà così costituito: per le seguenti tratte, in prossimità delle future infrastrutture di trasporto autostradale (BRE-BE-MI) e ferroviaria (linea AV/AC Milano Verona), ovvero: - in Comune di Cassano d’Adda, per 1,7 km; - nei Comuni di Caravaggio e Bariano, per 4,3 km; - nei Comuni di Calcio, Urago, per 4,7 km; per un totale di circa 10,7 km, gli interventi consistono nella sola installazione delle mensole, degli armamenti e dei conduttori trinati sui sostegni esistenti, attualmente già idonei per l’impiego a 380 kV. Sulle rimanenti tratte (ca 20,7 km) si procederà invece alla demolizione dei sostegni della esistente linea a 220 kV e alla realizzazione del nuovo elettrodotto a 380 kV. L’intervento prevede inoltre la connessione con la esistente Stazione di Chiari tramite la realizzazione di un nuovo raccordo aereo in entra-esce (ingresso su Chiari) della lunghezza di circa 4,3 km, a 380 kV in doppia terna. 2. Spostamento degli ingressi attuali alla stazione di Cassano delle linee esistenti a 380 kV denominate T. 304 e T. 361, modificando le sole campate di discesa dai sostegni esistenti ai portali adiacenti agli attuali. Questi spostamenti si rendono necessari per consentire l’arrivo in stazione del nuovo elettrodotto ed interessano i Comuni di Cassano d’Adda e di Truccazzano. 3. Collegamento a 220 kV, mediante una campata tra i nuovi sostegni 87 e 68 nel Comune di Urago d’Oglio, tra il tratto dell’elettrodotto L18 (ST a 220 kV) che rimarrà in opera, fino alla stazione Ric. Ovest di Brescia e quello nuovo (DT a 380 kV) diretto verso la stazione di Chiari. 4. Abbassamento dell’ingresso nella Stazione di Chiari dell’esistente elettrodotto DT 132 kV n° 141/142 “Chiari - Cividate”. L’intervento, ricadente nel Comune di Chiari, consiste nella sostituzione dei sostegni n. 2 e n. 3 al fine di abbassarne i conduttori ed ottimizzare l’attraversamento con il nuovo collegamento a 380 kV “Cassano - Chiari” Nel dettaglio: - i sostegni al picchetto n.2 installati all’interno della Stazione di Chiari, attualmente costituiti da 2 sostegni a traliccio del tipo ST, saranno sostituiti da un unico sostegno del tipo a doppia terna; - il sostegno al picchetto n.3, attualmente costituito da un sostegno DT, verrà sostituito con 2 sostegni di tipo ST a delta rovesciato. L’intervento descritto presenta la seguente localizzazione: Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comuni di: Cassano d’Adda, Truccazzano; Provincia di Bergamo, Comuni di: Casirate d’Adda, Treviglio, Calvenzano, Caravaggio, Bariano, Romano di Lombardia, Covo, Antegnate, Fornovo S. Giovanni, Calcio; Provincia di Brescia, Comuni di: Urago d’Oglio, Rudiano, Chiari. • le altre caratteristiche tecniche principali dei collegamenti sono: Caratteristiche tecniche Elettrodotti a 380 kV Elettrodotti a 220 kV Elettrodotti a 132 kV Frequenza nominale Tensione nominale Potenza nominale (per terna) Altezza minima dei conduttori dal suolo 50 Hz 380.000 V 1000 MVA 11,50 50 Hz 220.000 V 200 MVA 7,0 50 Hz 132.000 V 120 MVA 6,50 • i fondi interessati ai fini dell’apposizione del vincolo preordinato all’imposizione in via coattiva della servitù di elettrodotto, sono in appresso così indicati: Cognome e Nome dell’intestatario catastale, luogo e data di nascita (o la denominazione dell’ente e/o società intestatari), Foglio e Particelle ed aventi causa dagli stessi; COMUNE DI ANTEGNATE CAPOFERRI Claudio, ROVATO, 18/11/1957 FG 9 P.66 67 68 69 94 103 141; CAPOFERRI Sergio, ROVATO, 05/06/1955 FG 9 P.66 67 68 69 94 103 141; CERIOLI Costanza, MILANO , 11/11/1959 FG 9 P.13 406; CERIOLI Giovanbattista, MILANO, 24/04/1954 FG 9 P.405; COLOMBO Caterina, ROMANO DI LOMBARDIA, 28/05/1937 FG 9 P.143; CURTI Gabriella, MILANO, 01/10/1940 FG 9 P.154; CURTI Giovanni , MILANO, 21/09/1950 FG 9 P.154; CURTI Maurizio, MILANO, 10/03/1942 FG 9 P.154; FACCHI Adriana, COVO, 26/02/1964 FG 9 P.14 16; FACCHI Anna, COVO, 23/06/1967 FG 9 P.14 16; FACCHI Annibale, URAGO D`OGLIO, 15/04/1937 FG 9 P.14 15 16; FACCHI Giacomo, CHIARI , 21/03/1928 FG 9 P.14 15 16; FACCHI Luigina, COVO, 01/11/1961 FG 9 P.14 16; FACCHI Maria Angela, COVO, 03/03/1959 FG 9 P.14 16; FACCHI Stefania, ROMANO DI LOMBARDIA, 01/05/1969 FG 9 P.14 16; FAPPANI Domenico, BARBARIGA, 21/11/1937 FG 9 P.19 151 177 178; FAPPANI Sergio, BRESCIA, 26/03/1946 FG 9 P.19 151 177 178; LOCATELLI Fausto,ROMANO DI LOMBARDIA, 15/12/1961 FG 9 P.143; LOCATELLI Gianmario, ANTEGNATE, 07/04/1956 FG 9 P.143; LOCATELLI Maria Rosa, ROMANO DI LOMBARDIA, 20/12/1963 FG 9 P.143; LOCATELLI Simona, ROMANO DI LOMBARDIA, 18/11/1972 FG 9 P.143; MODINA Maria PONTOGLIO, 13/07/1951 FG 9 P.9; MUSSI Giulia ANTEGNATE, 26/06/1931 FG 9 P.143; SOCIETA` AGRICOLA S.S.B. DI MACCALI GUGLIELMO & C. S.S. CON SEDE IN ANTEGNATE FG 9 P.24 77 173; SOLDATI Giovanna CASTIGLIONE D`ADDA, 20/02/1933 FG 9 P.13 405 406; TURRINI Antonio CASTELCOVATI, 25/05/1929 FG 9 P.8; TURRINI Giuseppe CHIARI, 08/05/1972 FG 9 P.8; TURRINI Liliana CHIARI, 12/01/1963 FG 9 P.8; VOLPI Agnese ADRARA SAN MARTINO, 21/10/1931 FG 9 P.103; COMUNE DI BARIANO AMBROSINI Oldina, FARA OLIVANA CON SOLA, 10/03/1931, FG 9 P.4667, 4668, 4671, 4672, 4673, 4674, 4675, 4676, 4678, 4679, 4680; BASSI Mariarosa, BERGAMO, 16/03/1958, FG 9 P.1307; BASSI Rosaria, BERGAMO, 20/06/1959, FG 9 P.1307; BASSI Valeria, BERGAMO, 09/08/1961, FG 9 P.1307; BELLOLI Annibale, BARIANO, 12/02/1930, FG 9 P.397, 3949; BETTANI Antonietta, BARIANO, 09/01/1929, FG 9 P.1460; BETTANI Luigi, BARIANO, 25/04/1931, FG 9 P.1460; BETTANI Luigina, BARIANO, 16/11/1946, FG 9 P.279; CASEIFICIO MONACI S.N.C. CON SEDE IN SAN GIOVANNI BIANCO, FG 9 P.392, 785; CHIAPPARINI Giacomo, CORTENUOVA, 13/11/1948, FG 9 P.404; COLZANI Gabriele, BARIANO, 10/10/1961, FG 9 P.4667, 4668, 4671, 4672, 4673, 4674, 4675, 4676, 4678, 4679, 4680; CORNA Angelo, BARIANO, 29/07/1944, FG 9 P.325; CORNA Clara, BARIANO, 22/01/1915, FG 9 P.325; CORNARI Giacomo, BARIANO, 07/08/1933, FG 9 P.403, 1130, 1131; CORNARI Pietro, BARIANO, 24/09/1942, FG 9 P.403, 1131; DANELLI Rita, BARIANO, 11/10/1957, FG 9 P.1309; DE AGOSTINI Eugenio Roberto, BARIANO, 19/10/1943, FG 9 P.277, 278; DEMANIO PUBBLICO DELLO STATO, FG 9 P.1991, 2340, 2342; FACCHETTI Maria Ernesta, ROMANO DI LOMBARDIA, 28/07/1938, FG 9 P.326, 1291, 1456; FERRARI Clelia, BARIANO, 02/04/1943, FG 9 P.395; FERRARI Elvira, BARIANO, 29/06/1938, FG 9 P.395; FERRARI Marcella, BARIANO, 13/03/1937, FG 9 P.395; FERRARI Marcellina, BARIANO, 13/03/1937, FG 9 P.1306; FORLANI Alessandro, BARIANO, 10/12/1947, FG 9 P.509; FORLANI Emiliano, ROMANO DI LOMBARDIA, 09/08/1971, FG 9 P.326, 1291, 1456; FORLANI Giovanni, ROMANO DI LOMBARDIA, 23/08/1968, FG 9 P.326, 1291, 1456; FORLANI Liliana Paola, ROMANO DI LOMBARDIA, 16/10/1974, FG 9 P.326, 1291, 1456; GASTALDI Angelo, BARIANO, 06/02/1940, FG 9 P.1070; GASTALDI Giacomo, BARIANO, 18/05/1937, FG 9 P.2142; GASTALDI Vincenzo, BARIANO, 01/12/1947, FG 9 P.1031, 1032, 2141; GASTOLDI Angelo, BARIANO, 06/02/1940, FG 9 P.393; ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO CON SEDE IN BERGAMO, FG 9 P.315, 390, 396; LANZINI Marina, ROMANO DI LOMBARDIA, 13/01/1939, FG 9 P.403, 1131; LUOGO PIO GRATTAROLI DETTO DEI POVERI INFERMI IN BARIANO, FG 9 P.276, 4665, 4666, 4690, 4691, 4699, 4791, 4793; MOLERI Angelo, BARIANO, 05/12/1944, FG 9 P.922; MOLERI Angelo; FU GIUSEPPE, FG 9 P.1306; MOLERI Antonio; FU GIUSEPPE, FG 9 P.1306; MOLERI Fabiola Pasquina, BARIANO, 25/02/1963, FG 9 P.328; MONACI Diego, SAN GIOVANNI BIANCO, 26/10/1985, FG 9 P.1308; MONACI Ivan, SAN GIOVANNI BIANCO,16/05/1989, FG 9 P.1308; NESSUNA CORRISPONDENZA TROVATA, FG 9 P.2641; PIZZOCCHERO Laura, TREVIGLIO, 09/03/1972, FG 9 P.500, 4694, 4769; PIZZOCCHERO Lorenzo, ROMANO DI LOMBARDIA, 25/11/1969, FG 9 P.500, 4694, 4769; PIZZOCCHERO Roberto, TREVIGLIO, 16/08/1987, FG 9 P.500, 4694, 4769; RADICI Marino, BARIANO, 09/01/1935, FG 9 P.394; RESMINI Giovanni, BARIANO, 18/04/1946, FG 9 P.389; RETE FERROVIARIA ITALIANA S.P.A. con sede in ROMA (RM), FG 9 P.4792; SANTINELLI Giovanni, MORNICO AL SERIO, 02/12/1946, FG 9 P.1416, 3235; SINGUAROLI Angelo, ROMANO DI LOMBARDIA, 15/08/1964, FG 9 P.303, 4558, 4569; SINGUAROLI Giuseppe, BARIANO, 05/05/1937, FG 9 P.304, 305, 316, 1455, 2500; SINGUAROLI Mario, BARIANO, 21/05/1942, FG 9 P.304, 305, 316, 2500; SINGUAROLI Pietro Mario, BARIANO, 30/03/1939, FG 9 P.1305; SINGUAROLI Vincenzo, BARIANO, 14/03/1944, FG 9 P.304, 305, 316, 2500; COMUNE DI CALCIO BARISELLI Maria, CALCIO, 04/05/1950, FG 10 P.113, 114, 115; BERGAMASCHI Giovanni, CALCIO, 18/09/1948, FG 7 P.105, 106, 107, 108, 109, 110, 111, 112, FG 10 P.129, 132; BERGAMASCHI Pierluigi, CALCIO, 28/11/1961, FG 7 P.113, 114; BERTA Emanuele Battista, CALCINATE, 11/05/1979, FG 10 P.113, 114, 115; BERTA Ferdinando, CALCIO, 25/03/1947, FG 10 P.113, 114, 115; BERTA Luigi, BERGAMO, 18/08/1951, FG 10 P.113, 114, 115; BERTA Mario, CALCIO, 11/02/1940, FG 10 P.113, 114, 115; BERTA Veronica, CALCINATE, 01/11/1988, FG 10 P.113, 114, 115; BRAITO Emanuela Monica, MILANO, 20/07/1960, FG 11 P.3, 8, 239, 240, 249, 289, 290, 291, 292, 293, 294, 295, 296, 297, 301, 302, 303; BRAITO Emiliana, MILANO, 20/11/1924, FG 11 P.3, 8, 239, 240, 249, 289, 290, 291, 292, 293, 294, 295, 296, 297, 301, 302, 303; BRESSANINI Luisa, MORNICO AL SERIO, 29/10/1948, FG 11 P.241, 242; BRIGNOLI Luigia, CALCIO, 26/12/1926, FG 10 P.128, 494, 495, 496, 506, 507, 508, 509, 516, 517, 518; BRUGNONI Annamaria, MILANO, 23/06/1929, FG 11 P.3, 8, 239, 240, 249, 289, 290, 291, 292, 293, 294, 295, 296, 297, 301, 302, 303; CADEVILLA S.R.L. CON SEDE IN MILANO, FG 7 P.102, FG 11 P.328, 329, 331, 334; CATTANEO Maria Teresa, MILANO, 15/04/1964, FG 10 P.180; CATTANEO Walter, CALCINATE, 22/01/1967, FG 10 P.123, 124; COMUNE DI CALCIO, FG 10 P.212, 256; CONSORZIO PER L`INCREMENTO DELL`IRRIGAZIONE NEL TERRITORIO CREMONESE CON SEDE IN CREMONA, FG 10 P.163, 164, 453, 456, 459, 462, 465; COSTA Alessandra, CHIARI, 30/05/1982, FG 10 P.447, 450; COSTA Luca, CHIARI, 02/10/1983, FG 10 P.447, 450; COSTA Mauro Alessandro, CALCIO, 29/03/1958, FG 10 P.447, 450; COSTA Vanessa, CHIARI, 05/12/1986, FG 10 P.447, 450; CRAVEN Arturo, FG 10 P.165; CRAVEN Arturo; FU WALTER, FG 10 P.172, 173; CRAVEN Giulia, FG 10 P.165; CRAVEN Giulio; FU WALTER, FG 10 P.172, 173; CRAVEN Luigi, FG 10 P.165; CRAVEN Luigi; FU WALTER, FG 10 P.172, 173; CRAVEN Maria, FG 10 P.165; CRAVEN Maria; FU WALTER, FG 10 P.172, 173; CRESCI Annibale, CALCIO, 16/09/1956, FG 11 P.244, 245, 288; CRESCI Donatella, CALCIO, 20/06/1959, FG 11 P.244, 245, 288; CRESCI Mario, CALCINATE, 14/07/1961, FG 11 P.244, 245, 288; CRESCI Santina, CALCIO, 17/12/1954, FG 11 P.244, 245, 288; DE GIORGIO Pasquale, VARAPODIO, 14/10/1947, FG 10 P.497, 498, 499; DEL NERO Natalina, RUDIANO, 25/12/1953, FG 10 P.447, 450; ENTE COMUNALE DI ASSISTENZA DI CALCIO, FG 10 P.500, 501, 502; ENTE URBANO, FG 10 P.226; FACCHINETTI Giovanna, CALCIO, 22/11/1928, FG 11 P.244, 245, 288; FEDERAZIONE UTENZE IRRIGUE SPONDA DESTRA FIUME OGLIO BASSA PIANURA BERGAMASCA con sede in CHIARI, FG 7 P.469, FG 10 P.380, 384, 385, 387, 388, 503, 504, 505, 510, 511, 512, 513, 514, 530, 531, 532, FG 11 P.146, 147, 148, 149, 150, 151; FICHERA Domenico, CATANIA, 23/06/1941, FG 7 P.104; FIOCCHI Lina, MONTU` BECCARIA, 26/11/1925, FG 11 P.173, 175, 198, 251, 252, 255, 256, 298, 299, 300, 325, 326; FOGLIATA Fernanda, FONTANELLA, 03/07/1947, FG 11 P.18, 336; FONDAZIONE “”GIUSEPPE VESCOVI CON SEDE IN CALCIO, FG 10 P.428, 429; FRATELLI Aldino, CALCIO, 07/02/1945, FG 11 P.163, 164, 298, 299, 300; FRATELLI Angelo, ARZAGO D`ADDA, 21/11/1937, FG 11 P.161, 298, 299, 300; FRATELLI Natalina Teresina, CALCIO, 16/05/1939, FG 11 P.298, 299, 300; FRATELLI Umile, CALCIO, 26/12/1949, FG 11 P.166, 298, 299, 300; FRATUS Bruno, TELGATE, 02/10/1942, FG 10 P.174, 175; FUSARI Maria Angela, RUDIANO, 27/12/1955, FG 11 P.241, 242; GRUMELLI Giovanna, BRESCIA, 27/01/1962, FG 10 P.122; GRUMELLI Maria, BRESCIA, 06/03/1958, FG 10 P.122; GUERRINI Valentino, CALCIO, 24/09/1925, FG 10 P.168, 169, 170, 171; LAMERA Mario Gian Antonio, URAGO D`OGLIO, 16/12/1961, FG 10 P.185, 186, 187, 494, 495, 496, 506, 507, 508, 509, 516, 517, 518; LAMERA Natale Giuseppe, URAGO D`OGLIO, 21/03/1953, FG 10 P.185, 186, 187, 494, 495, 496, 506, 507, 508, 509, 516, 517, 518; LAZZARINI Luigia, CALCIO, 22/07/1911, FG 10 P.519, 520, 522, 523; LUPI Mario, CALCIO, 07/10/1950, FG 10 P.172, 173; MAFFI Alessandra, CALCIO, 23/05/1970, FG 10 P.112; MAFFI Giuliana, CALCIO, 24/12/1965, FG 10 P.112; MAFFI Ombretta, PALAZZOLO SULL`OGLIO, 25/04/1963, FG 10 P.112; MAFFI Paola, CALCINATE, 11/05/1974, FG 10 P.112; MANTEGARI Maria, ANTEGNATE, 07/05/1937, FG 10 P.127; MERCANDELLI Gian Franca, CALCIO, 24/09/1947, FG 10 P.485; MERCANDELLI Gian Paolo, CALCIO, 18/05/1954, FG 10 P.411, 412, 614, 615; MERCANDELLI Nicola, CALCIO, 04/08/1947, FG 10 P.411, 412, 614, 615; NESSUNA CORRISPONDENZA TROVATA, FG 10 P.255; PAGANARDI Angelina, CIVIDATE AL PIANO, 28/11/1949, FG 10 P.528; PAGANARDI Enrica, CIVIDATE AL PIANO, 27/08/1948, FG 10 P.405, 408, 488, 489, 490, 491, 492, 493; PALOSCHI Antonia, CALCIO, 13/09/1938, FG 10 P.153, 154, 155, 425, 426; PASINETTI Felice, CALCIO, 19/12/1939, FG 10 P.127; PATELLI Davide, CALCINATE, 04/02/1975, FG 11 P.304, 305, 306, 307, 308, 309, 310, 311, 312; PATELLI Lorenzo, CALCIO, 07/02/1957, FG 11 P.316, 317, 318; PATELLI Sabina, CALCIO, 02/03/1948, FG 11 P.313, 314, 315; PESENTI Daniela, CALCINATE, 24/06/1989, FG 11 P.241, 242; PESENTI Dario, CALCINATE, 30/11/1981, FG 11 P.241, 242; PESENTI Matteo, Nato 23/11/1951, FG 11 P.319, 320, 321, 322, 323, 324; PESENTI Vincenzo, GAVERINA TERME, 26/11/1945, FG 11 P.241, 242; QUAGLIOTTI Daniela, URAGO D`OGLIO, 07/02/1954, FG 10 P.113, 114, 115; RANGHETTI Giacomo, CALCIO, 17/06/1948, FG 10 P.405, 408, 488, 489, 490, 491, 492, 493; RANGHETTI Maria, CALCIO, 02/11/1954, FG 10 P.167, 172, 173; RANGHETTI Primo Giuseppe, CALCIO, 04/03/1948, FG 10 P.526, 527, 528; RANGHETTI Vittorina, CALCIO, 26/12/1945, FG 10 P.526, 527; RESTELLI Daniela, ROMANO DI LOMBARDIA, 13/05/1980, FG 10 P.417, 418, 419, 422, 423; RESTELLI Franca Maddalena, CALCIO, 29/04/1945, FG 10 P.417, 418, 419, 422, 423; RESTELLI Maria, CALCIO, 16/06/1940, FG 10 P.417, 418, 419, 422, 423; RESTELLI Massimo, ROMANO DI LOMBARDIA, 03/05/1977, FG 10 P.417, 418, 419, 422, 423; ROSSI Alessandro, CALCIO, 16/05/1945, FG 10 P.165; ROSSI Alessandro Carlo, CALCIO, 16/05/1945, FG 10 P.166; RUDELLI Alma Ernestina, GUATEMALA, 04/02/1967, FG 11 P.173, 175, 198, 251, 252, 255, 256, 298, 299, 300, 325, 326; RUDELLI Giuseppe Andrea, GUATEMALA, 21/08/1961, FG 11 P.173, 175, 198, 251, 252, 255, 256, 298, 299, 300, 325, 326; RUDELLI Paolo, GANDINO, 07/04/1913, FG 11 P.298, 299, 300; SCABURRI Giuseppe, PALOSCO, 24/05/1933, FG 10 P.609, 611, 613; SCHIEPPATI Carlo, CALCIO, 09/11/1939, FG 10 P.519, 520, 522, 523; SCHIEPPATI Francesco, CALCIO, 14/12/1949, FG 10 P.519, 520, 522, 523; SCHIEPPATI Laura, CALCIO, 07/03/1945, FG 10 P.519, 520, 522, 523; SCHIEPPATI Luigi, CALCIO, 04/05/1941, FG 10 P.519, 520, 522, 523; SCHIEPPATI Maria Rosaria, CALCIO, 18/10/1947, FG 10 P.519, 520, 522, 523; SCHIEPPATI Rosaria, CALCIO, 18/10/1947, FG 7 P.104; SEGHEZZI Angela, ROMANO DI LOMBARDIA, 23/07/1950, FG 10 P.165, 166; SORBARA Maria Stella, SAN GIORGIO MORGETO, 15/08/1953, FG 10 P.497, 498, 499; TANSINI Francesca, TORRE PALLAVICINA, 11/11/1947, FG 7 P.107, 108, 109, 110, 111, 112, FG 10 P.129, 132; TRAPLETTI Mose` Angelo, ANTEGNATE, 11/05/1943, FG 10 P.485; VALENTI Maddalena, Nato 06/06/1953, FG 11 P.319, 320, 321, 322, 323, 324; VEZZOLI Angelo, CALCIO, 20/12/1927, FG 7 P.115, 116; VEZZOLI Nicola, CALCIO, 03/02/1932, FG 10 P.155; ZANETTI Luigi, CALCIO, 18/11/1948, FG 10 P.431, 432, 606; ZANETTI Vittorio, CALCIO, 10/01/1957, FG 10 P.145, 436, 437, 440, 441, 443; COMUNE DI CALVENZANO BOSCO Alessandro, TREVIGLIO, 22/01/1975, FG 9 P.3338, 3339, 3340, 3341, 3342, 3343; CRIPPA Guido, TREVIGLIO, 14/03/1934, FG 9 P.3344, 3345, 3346, 3347, 3348, 3349, 3350, 3351, 3352, 3355, 3356, 3358, 3359, 3361, 3362, 3363, 3364, 3365, 3366; ENTE FERROVIE DELLO STATO, FG 9 P.292, 333, 444; MAESTRI Paolo, ROMANO DI LOMBARDIA, 16/11/1983, FG 9 P.3329, 3331, 3333, 3334, 3335, 3337, 3368, 3371, 3372, 3373, 3374; MAESTRI Renato, ROMANO DI LOMBARDIA, 03/08/1974, FG 9 P.3329, 3331, 3333, 3334, 3335, 3337, 3368, 3371, 3372, 3373, 3374; MAESTRI Rosanna, ROMANO DI LOMBARDIA, 05/08/1969, FG 9 P.3329, 3331, 3333, 3334, 3335, 3337, 3368, 3371, 3372, 3373, 3374; MAPELLI Francesco, CALVENZANO, 06/03/1947, FG 9 P.3328, 3332, 3336; MAPELLI Pompilio Luigi, CALVENZANO, 29/09/1963, FG 9 P.3328, 3332, 3336; SEGALLI Carlo, CARAVAGGIO, 22/09/1952, FG 9 P.3375; SEGALLI Maria Teresa, CARAVAGGIO, 13/06/1956, FG 9 P.3375; 30 italia: 51575551575557 COMUNE DI CARAVAGGIO BARONI Cristiano, BERGAMO, 21/06/1968, FG 9 P.1444; BERNA Alex, TREVIGLIO, 02/05/1994, FG 9 P.13661, 13662; BERNA Angelo Davide, CARAVAGGIO, 05/05/1960, FG 9 P.13661, 13662; BERNA Anna Maria, CARAVAGGIO, 27/05/1963, FG 9 P.13661, 13662; BERNA Maria Francesca, CARAVAGGIO, 23/12/1942, FG 9 P.13111, 13112; BERNA Melissa, TREVIGLIO, 19/09/1979, FG 9 P.13661, 13662; BERTONCINI Gian Luigi, BERGAMO, 28/09/1996, FG 9 P.6463; BERTONCINI Guia Tina, BERGAMO, 08/04/1987, FG 9 P.6463; BERTONCINI Marta Anna, BERGAMO, 08/04/1987, FG 9 P.6463; BIANCHI Mario, CARAVAGGIO, 17/07/1928, FG 9 P.1223, 4354, 13552, 13553, 13555, 13556, 13557, 13597, 13598, 13599, 13600, 13601, 13602, 13603; BIZZONI Luisa Liliana, CARAVAGGIO, 16/11/1928, FG 9 P.1478; BIZZONI Silene, CARAVAGGIO, 05/12/1934, FG 9 P.1478; BONAITA Gian Paolo Alessandro, MARTINENGO, 01/04/1969, FG 9 P.12017, 12121, 13777; BONICELLI Angiola Maria, BERGAMO, 17/02/1926, FG 9 P.1444; BONICELLI Francesco, BERGAMO, 06/10/1963, FG 9 P.1444; BONICELLI Lucia, BERGAMO, 15/05/1935, FG 9 P.1444; BONICELLI Maria Paola, BERGAMO, 07/05/1965, FG 9 P.1444; BONICELLI Mario, BERGAMO, 17/09/1961, FG 9 P.1444; BONICELLI Michele, BERGAMO, 19/07/1961, FG 9 P.1444; BONICELLI Patrizia, MILANO, 09/05/1962, FG 9 P.1444; BONICELLI Pietro, BERGAMO, 19/07/1959, FG 9 P.1444; BONICELLI Simonetta, BERGAMO, 04/03/1971, FG 9 P.1444; BORELLA Maria Luisa, FORNOVO SAN GIOVANNI, 08/05/1951, FG 9 P.13593, 13594, 13595, 13596; CALZI Giovanna, SPINO D`ADDA, 24/02/1946, FG 9 P.1425, 13494, 13495, 13496, 13497; CANEVISIO Giovanna, FORNOVO SAN GIOVANNI, 02/07/1949, FG 9 P.13648, 13649, 13650, 13651; CANTINI Carlo, BERGAMO, 07/04/1968, FG 9 P.13315, 13316, 13317, 13319, 13320, 13321; CANTINI Francesco, CARAVAGGIO, 19/10/1933, FG 9 P.13311, 13312, 13313, 13315, 13316, 13317, 13319, 13320, 13321; CANTINI Giacomina, CARAVAGGIO, 05/08/1928, FG 9 P.13311, 13312, 13313; CANTINI Givanna, CARAVAGGIO, 08/10/1938, FG 9 P.13311, 13312, 13313; CASAROTTI GIAN PIETRO, CASIRATE D’ADDA, 02/10/1965, FG 14 P.14220; CATTANEO Rosa; FU GIOVANNI MAR FRANZOSI, FG 9 P.13375, 13376, 13377, 13378; CAVALERA Maria Beatrice, CARAVAGGIO, 06/12/1966, FG 9 P.13482, 13483, 13484, 13485, 13490, 13491, 13492, 13493; CAVALERA Maria Laura, ROMANO DI LOMBARDIA, 12/07/1969, FG 9 P.13482, 13483, 13484, 13485, 13490, 13491, 13492, 13493; CAVALLOTTI Andrea, MILANO, 20/10/1934, FG 9 P.1481, 2742, 2782, 2789, 4008, 4009, 4405, 13099, 13100, 13101, 13102, 13103, 13104, 13105, 13106, 13107, 13323, 13324, 13325, 13328, 13329, 13332, 13333, 13334, 13335, 13487, 13488, 13489, 13517, 13518, 13519; CAVALLOTTI Paolo, MILANO, 19/12/1974, FG 9 P.13102, 13103, 13104:CERUTI Luigi, CARAVAGGIO, 24/05/1943, FG 9 P.14022; COMUNE DI CARAVAGGIO CON SEDE IN CARAVAGGIO, FG 9 P.10, 20, 38, 58, 13337, 13808, 13813, 14030, 14043, 13336, 15532; CREMONA Angela, CARAVAGGIO, 23/03/1946, FG 9 P.13657; CRIPPA Rino, TREVIGLIO, 27/12/1937, FG 9 P.13624, 13625; DANUVOLA Silvia Divina Maria, MILANO, 30/03/1982, FG 9 P.1444; DEFENDI Giovanni Manrico, BERGAMO, 28/02/1960, FG 9 P.2357, 2364, 13227, 13228, 13229, 13231, 13232, 13233, 13234; DIOCESI DI CREMONA CON SEDE IN CREMONA, FG 9 P.13479, 13477, 13478; DOGNINI Franco Stefano, CARAVAGGIO, 23/05/1951, FG 9 P.13580, 13581, 13582, 13583; FANZAGA Agata, MORENGO, 12/06/1938, FG 9 P.13090, 13091, 13092, 13093, 13094, 13095, 13096, 13097, 13098; FERRI Angela, CARAVAGGIO, 10/02/1937, FG 9 P.1412, 13586, 13587, 13588, 13589, 13590, 13591; FERRI Angelo, CARAVAGGIO, 18/12/1953, FG 9 P.1420, 1425, 13494, 13495, 13496, 13497; FERRI Angelo; FU GABRIELE, FG 9 P.13375, 13376, 13377, 13378; FERRI Battista, CARAVAGGIO, 04/01/1956, FG 9 P.1420; FERRI Carla, CARAVAGGIO, 29/03/1933, FG 9 P.1412, 13586, 13587, 13588, 13589, 13590, 13591; FERRI Giacomina, CARAVAGGIO, 15/02/1940, FG 9 P.13482, 13483, 13484, 13485, 13490, 13491, 13492, 13493; FERRI Giovanni, CARAVAGGIO, 26/12/1929, FG 9 P.1420; FERRI Guido, CARAVAGGIO, 10/09/1959, FG 9 P.1420; FRATELLI Daniele, CARAVAGGIO, 16/02/1950, FG 9 P.13655, 13656; FRATELLI Delfina, CARAVAGGIO, 27/04/1945, FG 9 P.13132, 13133, 13134, 13135, 13136; FRATELLI Gabriella, FORNOVO SAN GIOVANNI, 07/03/1949, FG 9 P.175, 182; FRATELLI Giulio Andrea, CARAVAGGIO, 12/06/1955, FG 9 P.1198, 1207, 3783, 13663, 13664, 13665, 13666, 13720, 13721; GATTI Ambrogio, BERGAMO, 03/02/1973, FG 9 P.1220; GATTI Angelo, FG 9 P.13375, 13376, 13377, 13378, 13694, 13695, 13696; GATTI Francesco, CARAVAGGIO, 05/03/1946, FG 9 P.13593, 13594, 13595, 13596; GATTI Franco, CARAVAGGIO, 25/11/1968, FG 9 P.1220; GATTI Gianpietro, CARAVAGGIO, 22/03/1940, FG 9 P.1437, 13362, 13363, 13364, 13365; GATTI Giovanna; FU LUIGI, FG 9 P.185; GATTI Ivana, TREVIGLIO, 22/07/1975, FG 9 P.13349, 13350, 13351, 13352, 13357, 13358; GATTI Maria, CARAVAGGIO, 15/09/1943, FG 9 P.13342, 13343, 13344, 13345, 13346, 13347, 13348; IMPRESA EDILE F.LLI ABSINTA - DI ABSINTA VINCENZO SNC, FG 9 P.15527; ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO CON SEDE IN CREMONA, FG 9 P.13308, 13309; JANKOVICH Metka Marjeta, IUGOSLAVIA, 30/06/1927, FG 9 P.1444; LA ROSA Giovanna, BERGAMO, 07/03/1936, FG 9 P.1444; LANZENI Angela Maria, CARAVAGGIO, 29/11/1965, FG 9 P.10941; LANZENI Angelo, CARAVAGGIO, 14/06/1939, FG 9 P.13550, 13558, 13559, 13560, 13561, 13562; LANZENI Antonio, TREVIGLIO, 19/04/1974, FG 9 P.13550; LANZENI Elia, CARAVAGGIO, 07/06/1969, FG 9 P.13550; LANZENI Franca, CARAVAGGIO, 22/07/1966, FG 9 P.13550; LANZENI Michele, CARAVAGGIO, 07/01/1969, FG 9 P.13741, 13742, 13743; LANZENI Silvana, CARAVAGGIO, 09/11/1967, FG 9 P.10942; LENZENI Michele, CARAVAGGIO, 07/01/1969, FG 9 P.1231, 1407; MANGONI Bruno, CARAVAGGIO, 06/01/1943, FG 9 P.13620, 13621, 13622; MANGONI Liana, TREVIGLIO, 11/11/1970, FG 9 P.13620, 13621, 13622; MANGONI Silvia, TREVIGLIO, 13/12/1977, FG 9 P.13620, 13621, 13622; MANGONI Tecla, TREVIGLIO, 01/02/1973, FG 9 P.13620, 13621, 13622; MARCHESI Savina, FG 9 P.13311, 13312, 13313; MASCARETTI Antonia, CARAVAGGIO, 27/02/1938, FG 9 P.3372, 13633, 13635; MATUCCI Ersilia, ROCCA SAN GIOVANNI, 06/03/1939, FG 9 P.1231, 1407; MILANESI Roberto, CARAVAGGIO, 25/02/1944, FG 9 P.13379, 13380, 13381, 13382; MINUTI Daniela, CALVENZANO, 01/09/1961, FG 9 P.14004, 14008, 14012,14013, 14014; NESSUN DATO TROVATO, FG 9 P.x26, x32, x33, x34, x35; NICOLA Angiola, MILANO, 23/08/1928, FG 9 P.1444; PALA Giancarlo, CARAVAGGIO, 25/06/1951, FG 9 P.189; PEDONE Giuliana, MILANO, 22/02/1939, FG 9 P.13323, 13324, 13325, 13328, 13329, 13332, 13333, 13334, 13335; PIZZOCCHERO Laura, TREVIGLIO, 09/03/1972, FG 9 P.9, 41, 13826, 13828, 13830; PIZZOCCHERO Lorenzo, ROMANO DI LOMBARDIA, 25/11/1969, FG 9 P.9, 41, 13826, 13828, 13830; PIZZOCCHERO Luigi, CARAVAGGIO, 04/01/1933, FG 9 P.41; PIZZOCCHERO Roberto, TREVIGLIO, 16/08/1987, FG 9 P.9, 13826, 13828, 13830; PIZZOCCHERO Roberto Luigi, TREVIGLIO, 16/08/1987, FG 9 P.41; POLETTI Anastasia, CARAVAGGIO, 16/11/1934, FG 9 P.13574, 13575, 13576, 13577, 13578, 13579; PREMOLI Marianna, CARAVAGGIO, 11/05/1903, FG 9 P.1478; QUIRICO Giacomo, CARAVAGGIO, 05/05/1944, FG 9 P.13648, 13649, 13650, 13651; QUIRICO Mario, CARAVAGGIO, 15/09/1960, FG 9 P.180, 181, 4254, 13670, 13671, 13672; RECANATI Alfredo, CARAVAGGIO, 10/09/1956, FG 9 P.13728, 13729, 14004, 14008, 14012, 14013, 14014; RECANATI Angelo, CARAVAGGIO, 18/10/1944, FG 9 P.13513; RECANATI Claudia, CARAVAGGIO, 13/05/1966, FG 9 P.13090, 13091, 13092, 13093, 13094, 13095, 13096, 13097, 13098; RECANATI Ermanna, CARAVAGGIO, 23/01/1965, FG 9 P.13090, 13091, 13092, 13093, 13094, 13095, 13096, 13097, 13098; RECANATI Mario, CARAVAGGIO, 04/04/1948, FG 9 P.13659, 13660, 13677, 13985, 13999, 14001; RIBOLI Giovanni, GRASSOBBIO, 23/10/1956, FG 9 P.2366; RIBOLI Paolo, ZANICA, 30/05/1962, FG 9 P.2366; RIVA Giuseppe, TREVIGLIO, 15/10/1970, FG 9 P.13169, 13170, 13171; RIVA Massimo, TREVIGLIO, 10/09/1974, FG 9 P.13169, 13170, 13171; ROSSI Angela, CARAVAGGIO, 19/05/1923, FG 9 P.13108, 13109, 13110; ROSSI Giambattista, CARAVAGGIO, 22/05/1964, FG 9 P.187,7831, 7832; ROSSI Ida, CARAVAGGIO, 01/07/1943, FG 9 P.185; SALVI Antonio, BERGAMO, 04/04/1927, FG 9 P.6463, 13641, 13642, 13643; SALVI Mario, BERGAMO, 31/03/1956, FG 9 P.13641, 13642, 13643; SOCIETA` DI PROGETTO BREBEMI SPA CON SEDE IN BRESCIA, FG 9 P.13523, 13524, 13529, 13530, 13536, 13542, 13537, 13543, 13544; SOCIETA` SGRICOLA LUIGI DEFENDI S.S. CON SEDE IN CARAVAGGIO, FG 9 P.59, 190, 191, 192, 194, 195, 356, 357, 358, 362, 366, 385, 407, 429, 14016; TADINI Gian Carlo Francesco Maria, PAGAZZANO, 11/05/1962, FG 9 P.189; TOFFETTI Marco, ROMANO DI LOMBARDIA, 01/11/1976, FG 9 P.1438; VICARIO Ornella, CARAVAGGIO, 06/01/1951, FG 9 P.13349, 13350, 13351, 13352, 13357, 13358; ZANI Gian Mario, VERCELLI, 06/12/1963, FG 9 P.1227, 1229, 13751, 13752, 13755; COMUNE DI CASIRATE D’ ADDA BRAMBILLA Carolina, CASIRATE D`ADDA, 13/11/1938, FG 9 P.4658, 4660, 4661; CARMINATI ANTONIETTA, GREZZAGO (MI), 12/03/1913, FG 9 P.45; CASSANI Paolo, TREVIGLIO, 01/05/1924, FG 9 P.4637, 4638, 4639, 4649, 4650, 4651, 4652, 4653; COLOMBO Giovanni, CASIRATE D`ADDA, 24/06/1947, FG 9 P.4689, 4694, 4702; COLOMBO Luciano, CASIRATE D`ADDA, 03/04/1951, FG 9 P.4689, 4694, 4702; COLTURANI Pierino, CASIRATE D`ADDA, 30/11/1942, FG 9 P.468; CONSOLO Stefano, MESSINA, 07/06/1922, FG 9 P.1012; CONTI GIACOMO, FG 9 P.45; CONTI GIOVANNI, FG 9 P.45; DIBLOSI Maria; MAR CONSOLO IN COMUNIONE LEGALE CON CONSOLO STEFANO, MESSINA, 02/07/1929, FG 9 P.1012; DONIOTTI Pierina; VED NEMBRI, AGNADELLO, 21/10/1893, FG 9 P.4551, 4552, 4553, 4554; EDIL-NARA S.R.L. con sede in MILANO (MI), FG 9 P.45; ENI S.P.A., FG 9 P.4491, 4492, 4493, 4505, 4506, 4507, 4509, 4513, 4514, 4515, 4521, 4522, 4523, 4524, 4525, 4526, 4529, 4535, 4536, 4537, 4538, 4539, 4540, 4541, 4685; ENI S.P.A. CON SEDE IN ROMA, FG 9 P.4504, 4508, 4511, 4516, 4527, 4528, 4684, 4811, 4812ENTE URBANO, FG 9 P.42, 4530; Ente Urbano - Area di enti urbani e promiscui, FG 9 P.3904, 4977; Ente Urbano - NCT, FG 9 P.4531, 4532, 4533, 4534, 4970, 4971, 4972, 4973, 4974; FABBRICERIA DI CARAVAGGIO CON SEDE IN ADRARA SAN MARTINO, FG 9 P.4905, 4906, 4908, 4912, 4913; GRASSELLI Guido, TREVIGLIO, 19/08/1982, FG 9 P.4813, 4814, 4815, 4816, 4817, 4818, 4941, 4942; GUERINI Maria Camilla, CORTE PALASIO, 09/03/1940, FG 9 P.4872, 4874, 4875, 4876, 4877, 4878, 4883, 4884, 4885, 4893; ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO CON SEDE IN CREMONA, FG 9 P.445; LESUNO Maria; LUISA, MONZA, 14/09/1958, FG 9 P.460, 4611, 4612, 4613, 4614; MANENTI Antonio, TREVIGLIO, 08/06/1971, FG 9 P.469, 4562, 4563, 4564, 4565, 4566, 4567, 4568, 4569, 4570, 4571, 4589, 4590, 4591, 4594, 4595, 4937, 4938; MANENTI Federico, TREVIGLIO, 05/03/1981, FG 9 P.469, 4562, 4563, 4564, 4565, 4566, 4567, 4568, 4569, 4570, 4571, 4589, 4590, 4591, 4594, 4595, 4937, 4938; MANENTI Matteo, TREVIGLIO, 21/05/1983, FG 9 P.469, 4562, 4563, 4564, 4565, 4566, 4567, 4568, 4569, 4570, 4571, 4590, 4591, 4594, 4595, 4937, 4938, FG 906 P.4589; MAVERO Ermanno, CASIRATE D`ADDA, 19/04/1941, FG 9 P.4542, 4543, 4544, 4545, 4546, 4547, 4724, 4726, 4728; MERISI Vincenzo, CASIRATE D`ADDA, 08/12/1944, FG 9 P.4628, 4629, 4633, 4634, 4635; MIDALI Pietro, BRANZI, 04/07/1979, FG 9 P.460, 4611, 4612, 4613, 4614; MIDALI Valeria, MONZA, 29/07/1927, FG 9 P.460, 4611, 4612, 4613, 4614; NEMBRI Luigi, CASIRATE D`ADDA, 14/03/1927, FG 9 P.4551, 4552, 4553, 4554; NEMBRI Pierangela, TREVIGLIO, 30/05/1974, FG 9 P.4557, 4558, 4559, 4560, 4561; ORSANIGO Agostina Elsa, TREVIGLIO, 20/01/1938, FG 9 P.1611, 4668; PARMA ALBERTO, TREZZO SULL’ADDA (MI), 08/05/1938, FG 9 P.45; PASQUALINO DI MARINEO Beatrice, MILANO, 23/01/1941, FG 9 P.4605, 4608, 4609, 4610, 4622, 4623, 4624, 4625, 4626, 4630, 4631, 4632; PASQUALINO DI MARINEO Beatrice Emanuela Maria, MILANO, 23/01/1941, FG 9 P.4736, 4737, 4740, 4741; PASQUALINO DI MARINEO Guido, MILANO, 02/06/1948, FG 9 P.4641, 4643, 4644, 4645, 4646; PIROVANO Gaetano, TREVIGLIO, 11/09/1938, FG 9 P.439, 1611, 4665, 4666, 4668; PRUNERI Bernardino, GROSIO, 07/11/1926, FG 9 P.2564, 4658, 4660, 4661, 4662, 4663, 4664; PRUNERI Gabriele, TREVIGLIO, 04/10/1958, FG 9 P.4658, 4660, 4661; PRUNERI Giuseppe, MAZZO DI VALTELLINA, 21/06/1939, FG 9 P.2564, 4662, 4663, 4664; PRUNERI Renato, CASIRATE D`ADDA, 24/12/1966, FG 9 P.4658, 4660, 4661; PRUNERI Roberto, MAZZO DI VALTELLINA, 02/04/1937, FG 9 P.2564, 4658, 4660, 4661, 4662, 4663, 4664; ROTA Alba, LODI, 14/12/1967, FG 9 P.4872, 4874, 4875, 4876, 4877, 4878, 4883, 4884, 4885, 4893; ROTA ANGELINA O ANGELA, CASIRATE D`ADDA, 18/12/1945, FG 9 P.45; ROTA Carla, LODI, 08/07/1976, FG 9 P.4872, 4874, 4875, 4876, 4877, 4878, 4883, 4884, 4885, 4893; ROTA Gianfranco, LODI, 17/06/1971, FG 9 P.4872, 4874, 4875, 4876, 4877, 4878, 4883, 4884, 4885, 4893; ROTA MARIA, CASIRATE D`ADDA, 21/08/1947, FG 9 P.45; ROTA PIERGIUSEPPE, CASIRATE D`ADDA, 29/06/1952, FG 9 P.45; SNAM RETE GAS S.P.A., FG 9 P.3071; SNAM RETE GAS S.P.A. con sede in SAN DONATO MILANESE (MI), FG 9 P.608; STUCCHI Annamaria, CASIRATE D`ADDA, 07/03/1946, FG 9 P.457, 4548, 4549, 4550, 4556; STUCCHI Giancarlo, CASIRATE D`ADDA, 24/06/1950, FG 9 P.457, 505, 4548, 4549, 4550, 4556, 4599, 4615, 4616, 4617, 4618, 4745, 4746; STUCCHI Giuseppina, CASIRATE D`ADDA, 26/06/1951, FG 9 P.457, 4548, 4549, 4550, 4556; STUCCHI Natale, CASIRATE D`ADDA, 11/02/1950, FG 9 P.457, 505, 4548, 4549, 4550, 4556, 4599, 4615,4616, 4617, 4618, 4745, 4746; STUCCHI Stefano, CASIRATE D`ADDA, 05/10/1948, FG 9 P.457, 505,4548, 4549, 4550, 4556, 4599, 4615, 4616, 4617, 4618, 4745, 4746; TIRABOSCHI Vittorio, OLTRE IL COLLE, 10/04/1960, FG 9 P.750, 1492; VOLPI Pierino, ADRARA SAN MARTINO, 14/10/1956, FG 9 P.752, 1093, 1424, 4820, 4865, 4897, 4899, 4903, 4904, 4905, 4906, 4908, 4912, 4913, 4915; COMUNE DI CASSANO D’ ADDA A2A S.P.A. con sede in BRESCIA (BS), FG 26 P.30, 76, 97; BORROMEO, FG 27 P.264; BRAMBILLA Anita, RIVOLTA D`ADDA, 18/09/1926, FG 28 P.254, 422, 424, 454, 456, 484, 486, 488, 490; BRUGALI Giulia Emilia, RODANO, 25/10/1945, FG 26 P.124, 125, 126, 127, 130, 131, 136, 138; BRULLI TRISMISSIONE S.R.L. con sede in REGGIO NELL’EMILIA (RE), FG 26 P.97; CARINI Alessandro; FU GIUSEPPE, FG 27 P.264; COGLIATI Emilio, INZAGO, 07/01/1945, FG 28 P.344, 345; COMI Rino, RONCELLO, 29/04/1929, FG 27 P.261, 262; COMUNE CASSANO D`ADDA CON SEDE IN CASSANO D`ADDA, FG 28 P.286, 287, 288, 289, 290, 291, 455, 485, 487, 489, 491; DEMANIO PUBBLICO DELLO STATO, FG 26 P.113; DIREZIONE GENERALE DEL DEMANIO-MINISTERO FINANZE CON SEDE IN ROMA, FG 27 P.188, 187ENTE URBANO, FG 27 P.271, 272; FAGNANI Gianfranco, CASSANO D`ADDA, 06/06/1950, FG 27 P.323, 324, 325, 326, 327, 328, 329, 330, 331, 332, 333, 334; FRIGERIO Renato, CASSANO D`ADDA, 10/06/1949, FG 30 P.279, 280, 281, 282, 283; INVERNIZZI Nadia, CERNUSCO SUL NAVIGLIO, 09/09/1963, FG 27 P.348, 349, 350, 351; ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO, FG 30 P.157, 269, 270; LAMPERTI Lino, INZAGO, 16/12/1944, FG 28 P.285, 362, 363, 364, 365; LEONI Giovanni, CASSANO D`ADDA, 04/06/1936, FG 28 P.341, 347, 348, 349, 350, 352, 353, 354; LEONI Leopolda, CASSANO D`ADDA, 03/02/1951, FG 30 P.148, 253, 254; MALANCHINI Emilio, CASSANO D`ADDA, 23/07/1963, FG 26 P.132, 133; MALANCHINI Roberta, CASSANO D`ADDA, 26/02/1966, FG 26 P.132, 133; MAMBRETTI Leonardo, MILANO, 12/05/1976, FG 26 P.121, 122; MANZONI Fernanda, CASSANO D`ADDA, 30/03/1925, FG 30 P.151, 257, 258; MAPELLI Claudio, CASSANO D`ADDA, 25/12/1965, FG 28 P.357, 358, 359, 360, 361; MARTINELLI Giuseppe, CASIRATE D`ADDA, 27/09/1952, FG 30 P.338; MAZZOLA Angela Santina, MILANO, 10/01/1948, FG 24 P.264, 287, 309, 310, 311, 312; MAZZOLA Battista Francesco, MILANO, 03/04/1958, FG 24 P.264, 287, 309, 310, 311, 312; MELZI Maurizio, MILANO, 17/02/1959, FG 24 P.269, 319, 320, 321, 323, 348, FG 30 P.145, 249, 250; NICOLA Giovanni, RIVOLTA D`ADDA, 01/11/1942, FG 30 P.148, 253, 254; ORIGGI Irma, CASSANO D`ADDA, 17/10/1939, FG 27 P.335, 336, 337, 338, 339; PALADINI Leopoldina, MILANO, 29/07/1953, FG 30 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera P.332; PALADINI Vittorio, MILANO, 05/02/1955, FG 30 P.332; PAPARELLA Franco Alfredo, VAPRIO D`ADDA, 09/03/1965, FG 27 P.348, 349, 350, 351; PAPARELLA Paolo, MONZA, 09/03/1963, FG 27 P.348, 349, 350, 351; PAROLINI Angelo, RIVOLTA D`ADDA, 01/02/1937, FG 28 P.337, 338, 425, 426, 429, 430, 438, 439, 440, 441, 442, 449, 450, 451, 452, 496; PEDILLO Michele Luigi, PALAZZO PIGNANO, 27/12/1925, FG 30 P.154, 261, 262; PIACENTINI Anna Maria, CASSANO D`ADDA, 13/09/1964, FG 24 P.266, 314, 315, 316, 317; PIACENTINI Eleonora, TREVIGLIO, 18/07/1979, FG 24 P.266, 314, 315, 316, 317; PIACENTINI Paolo, CASSANO D`ADDA, 22/11/1965, FG 24 P.266, 314, 315, 316, 317; PIACENTINI Piero, TREVIGLIO, 26/09/1976, FG 24 P.266, 314, 315, 316, 317; POZZI Maria, TRUCCAZZANO, 23/07/1927, FG 26 P.132, 133; POZZI Regina, TRUCCAZZANO, 29/05/1930, FG 26 P.132, 133; PRADA Annunciata, MILANO, 04/12/1962, FG 27 P.348, 349, 350, 351; PRETALLI Angela, MELZO, 12/11/1970, FG 26 P.124, 125, 126, 127, 130, 131, 136, 138; PRETALLI Ersilia, CASSANO D`ADDA, 10/09/1973, FG 26 P.124, 125, 126, 127, 130, 131, 136, 138; PRETALLI Giovanni Daniele, CASSANO D`ADDA, 08/01/1983, FG 26 P.124, 125, 126, 127, 130, 131, 136, 138; PRETALLI Martino, PIOLTELLO, 04/01/1970, FG 26 P.124, 125, 126, 127, 130, 131, 136, 138; PRETALLI Roberta, CASSANO D`ADDA, 17/12/1976, FG 26 P.124, 125, 126, 127, 130, 131, 136, 138; QUADRIO Fabio, PADOVA, 16/10/1973, FG 27 P.183, 191, 194, 249, 250, 251, 253, 254, 255, 256, 257, 258, 259, 266, 267, 269, 270, 273, 274, 275; RETE FERROVIARIA ITALIANA S.P.A. - CON SEDE IN ROMA, FG 26 P.101, 104, 105, 107, 110, FG 27 P.190, 193, 198, FG 28 P.427, 428, 444, 445, 446, 447, 448”; RIVA Ernesto Bruno, INZAGO, 07/12/1930, FG 28 P.285, 362, 363, 364, 365; RONCHI Giuseppe, TRUCCAZZANO, 13/07/1936, FG 26 P.102; ROSSI Piera Angela, CASSANO D`ADDA, 14/02/1947, FG 27 P.159, 298, 305, 340, 341, 342, 343, 344, 345, 346, 347; ROSSI Rosa, CASSANO D`ADDA, 27/07/1941, FG 27 P.159, 298, 305, 340, 341, 342, 343, 344, 345, 346, 347ROTA Maurizio, INZAGO, 13/01/1971, FG 27 P.282, 284, 287, 303, 307, 312, 313, 352, 353, 354, 355, 357, 358, 359, 360, 361, 362, 363, 364; ROTA Roberto, CASSANO D`ADDA, 04/04/1965, FG 27 P.282, 284, 287, 303, 307, 312, 313, 352, 353, 354, 355, 357, 358, 359, 360, 361, 362, 363, 364; ROTA Sergio Maria, CASSANO D`ADDA, 02/02/1967, FG 27 P.282, 284, 287, 303, 307, 312, 313, 352, 353, 354, 355, 357, 358, 359, 360, 361, 362, 363, 364; SOCIETA` AGRICOLA PALLAVICINA S.R.L., FG 30 P.52, 53, 54, 59, 288, 289, 290, 291, 292, 293, 297, 298, 299, 300, 301, 304, 305, 327; SOCIETA` AGRICOLA PALLAVICINA S.R.L. CON SEDE IN TREVIGLIO, FG 30 P.58, 80, 286, 294, 296, 302, 303, 306, 307, 313, 314, 315, 316, 324, 325, 326; SOCIETA` DI PROGETTO AUTOSTRADA DIRETTA BRESCIA MILANO S.P.A. CON SEDE IN BRESCIA, FG 24 P.158, 159, 160; SOCIETA` DI PROGETTO BREBEMI SPA CON SEDE IN BRESCIA, FG 27 P.295; TREVIZA S.A.S. DI DEPONTI DARIO E C., FG 30 P.81; COMUNE DI CHIARI BELOTTI Gina Marianunzia, ERBUSCO, 03/01/1964, FG 42 P.128; BERGAMASCHI Giuseppina, URAGO D`OGLIO, 13/03/1949, FG 42 P.67; BERTONI Luciano, POVOLETTO, 25/04/1953, FG 26 P.40, 41; BETTI Alberto, CHIARI, 21/05/1958, FG 21 P.15, 16; BETTI Renato, CHIARI, 07/05/1960, FG 21 P.15, 16; BOLGARINI Abele, CHIARI, 22/08/1939, FG 26 P.97; BONAITA Silvia, Nata a: CHIARI, il 23/06/1981, FG 12 P.250; BORDIGA Giuseppina, ERBUSCO, 01/03/1949, FG 26 P.164; BRESCIALAT S.P.A CON SEDE IN MARIANAMANTOVANA, FG 42 P.29, 113, 145, 146, 147, 151, 152, 153, 154; BULGARINI Carlo, CHIARI, 13/05/1944, FG 42 P.114, 115, 116; CAVINA PRATESI Alessandra, PAVIA, 01/08/1966, FG 26 P.42; CAVINA PRATESI Carla, CHIARI, 09/02/1933, FG 26 P.42; CAVINA PRATESI Franco, BRESCIA, 27/12/1968, FG 26 P.42; CHIARI Bruna, CHIARI, 21/08/1944, FG 21 P.12, 13, 14, 36, 108; CHIARI Elisabetta, CHIARI, 11/02/1938, FG 12 P.99; CHIARI Severino, CHIARI, 25/06/1938, FG 21 P.138, 139; CHIARI Vittorio, CHIARI, 21/01/1948, FG 21 P.110; CIRIMBELLI Giovanna, CHIARI, 25/05/1973, FG 12 P.99; CONSOLI Anna, CHIARI, 21/02/1939, FG 26 P.305, 306, 307; CONSORZIO IRRIGUO ROGGIA CASTELLANA CON SEDE IN CHIARI, FG 42 P.93; CONSORZIO SERIOLA BAJONA CON SEDE IN CHIARI, FG 42 P.118; CUCCHI Marianna, CHIARI, 27/08/1973, FG 42 P.81, 82; DEL PANNO Bruno, CHIARI, 15/05/1954, FG 42 P.34, 47; FESTA Carla, CHIARI, 29/07/1960, FG 21 P.77, 78, 141; FESTA Daniele, CHIARI, 16/09/1949, FG 26 P.11, 242; FESTA Felice, CHIARI, 18/09/1948, FG 42 P.57; FESTA Giuseppe, CHIARI, 15/05/1941, FG 26 P.11, 98, 242; FESTA Michele, CHIARI, 18/05/1966, FG 26 P.275; FESTA Raffaele, CHIARI, 04/06/1937, FG 26 P.11, 242; FOSCHETTI Eugenio, CHIARI, 21/02/1967, FG 26 P.305, 306, 307; FOSCHETTI Guido, CHIARI, 18/09/1970, FG 26 P.305, 306, 307; FOSCHETTI Marco, CHIARI, 21/08/1971, FG 26 P.309; FOSCHETTI Rosa, CHIARI, 20/07/1963, FG 26 P.305, 306, 307; GIASSONI Maria, CHIARI, 17/07/1971, FG 12 P.248, 249; GOZZINI Giuseppe, CHIARI, 11/07/1944, FG 42 P.67; IORE Costante, CHIARI, 01/06/1949, FG 26 P.255; IORE Margherita, CHIARI, 27/05/1939, FG 21 P.139; IORE Marghetita, CHIARI, 27/05/1939, FG 21 P.138; MARANESI Alberto, ROVATO, 22/03/1962, FG 42 P.128; MARANESI Anna Maria, ROVATO, 24/07/1972, FG 42 P.128; MARANESI Enzo, ROVATO, 20/10/1965, FG 42 P.128; MARANESI Francesco Claudio, ROVATO, 04/04/1958, FG 42 P.128; MARANESI Mario, ROVATO, 22/05/1944, FG 42 P.128; MARANESI Sergio, ROVATO, 16/12/1960, FG 42 P.128; MARTINELLI Antonia, CHIARI, 25/03/1950, FG 26 P.40, 41; MARTINELLI Carla, CHIARI, 02/03/1960, FG 26 P.40, 41; MARTINELLI Francesco, CHIARI, 12/10/1947, FG 26 P.164; MARTINELLI Luisa, CHIARI, 27/03/1958, FG 26 P.40, 41; METELLI Emanuela, CHIARI, 24/09/1953, FG 42 P.57; NOGGLER Irene, CURON VENOSTA .GRAUN IN VINSCHGAU., 26/08/1940, FG 42 P.128; PIO RICOVERO BETTOLINI D ISTRUZIONE AGRARI IN CHIARI, FG 12 P.247; RETE FERROVIARIA ITALIANA SPA IN SIGLA RFI SPA CON SEDE IN ROMA, FG 21 P.191, FG 26 P.158, 159; RICCARDI Marco, ROCCAFRANCA, 09/10/1960, FG 26 P.40, 41; SALVANI Bernardino, URAGO D`OGLIO, 31/10/1906, FG 42 P.49; SCALVINI Catina Letizia, CASTELCOVATI, 23/04/1941, FG 42 P.128; T.E.R.NA. TRASMISSIONE ELETTRICITA’ RETE NAZIONALE SPA con sede in ROMA (RM), FG 12 P.91; TIRONI Silvana, ORZINUOVI, 07/06/1957, FG 42 P.34, 47; VERTUA Roberto, CHIARI, 21/12/1964, FG 42 P.81, 82; VEZZOLI Edvige, CHIARI, 15/10/1931, FG 21 P.13, 108; VEZZOLI Giuseppe, CHIARI, 26/09/1966, FG 21 P.12, 13, 14, 36, 108; VEZZOLI Massimo, CHIARI, 23/01/1971, FG 21 P.12, 13, 14, 36, 108; VIGORELLI Battista, COLOGNE, 15/06/1931, FG 12 P.90; COMUNE DI COVO AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BERGAMO CON SEDE IN BERGAMO, FG 9 P.2427, 2428, 2429, 2430, 2431, 2432, 2433; BEZZI Giuseppina, COVO, 23/08/1933, FG 9 P.931; BEZZI Lucia, COVO, 18/07/1928, FG 9 P.1985, 2527; CAPELLETTI Caterina, COVO, 28/01/1939, FG 9 P.1132, 1663, 1862; CERIBELLI Alessandra Maria Rosa, ROMANO DI LOMBARDIA, 28/04/1967, FG 9 P.179, 568, 570, 1662; CERIBELLI Fulvio, COVO, 18/02/1951, FG 9 P.179, 568, 570, 1662; CERIBELLI Gabriella, COVO, 14/08/1958, FG 9 P.179, 568, 570, 1662; CERIBELLI Gian Pietro, ROMANO DI LOMBARDIA, 17/09/1968, FG 9 P.179, 568, 570, 1662; CERIBELLI Gianluigi, ROMANO DI LOMBARDIA, 26/03/1964, FG 9 P.179, 568, 570, 1662; CERIBELLI Paolo, COVO, 06/12/1955, FG 9 P.179, 570, 1662, 568; CERIOLI Costanza, MILANO, 11/11/1959, FG 9 P.668, 673, 4862, 4938; CERIOLI Giovanbattista, MILANO, 24/04/1954, FG 9 P.633, 634, 635, 636, 637, 647, 657, 1477, 4206, 4862, 4938; COLPANI Luigi, CORTENUOVA, 17/07/1917, FG 9 P.178; COMUNE DI COVO CON SEDE IN COVO,FG 9 P.3845, 3847, 3850, 3853, 3856, 3858, 3861, 4096, 4097, 4098, 4161, 4162, 4163; CONSORZIO B.B.M. CON SEDE IN PARMA, FG 9 P.4781, 4793; FACCHI Adriana, COVO, 26/02/1964, FG 9 P.669, 670, 1153, 4643; FACCHI Anna, COVO, 23/06/1967, FG 9 P.669, 670, 1153, 4643; FACCHI Annibale, URAGO D`OGLIO, 15/04/1937, FG 9 P.669, 670, 672, 1074, 1153, 1155, 1156, 4643, 4647; FACCHI Giacomo, CHIARI, 21/03/1928, FG 9 P.669, 670, 672, 1074, 1153, 1155, 1156, 4643, 4647; FACCHI Luigina, COVO, 01/11/1961, FG 9 P.669, 670, 1153, 4643; FACCHI Maria Angela, COVO, 03/03/1959, FG 9 P.669, 670, 1153, 4643; FACCHI Stefania, ROMANO DI LOMBARDIA, 01/05/1969, FG 9 P.669, 670, 1153, 4643; FOGLIATA Alessandro, COVO, 23/06/1955, FG 9 P.113, 1986, 3852, 3854; FOGLIATA Eldina Laura Rosa, COVO, 16/05/1957, FG 9 P.113, 1986, 3725, 3852, 3854; FRANZONI Silverio, COVO, 25/04/1937, FG 9 P.1132, 1663, 1862; FRIGA Celeste, SONCINO, 09/03/1935, FG 9 P.592; GALLIANI Ambrogio, SONCINO, 01/10/1928, FG 9 P.3675, 3849, 3857, 3859, 3860, 4095; GALLIANI Angelo, COVO, 01/05/1946, FG 9 P.55, 155, 177; GALLIANI Camilla, ROMANO DI LOMBARDIA, 03/02/1970, FG 9 P.113, 3852, 3854; GALLIANI Gianagostino, COVO, 18/04/1971, FG 9 P.113, 3667, 3676, 3679, 3852, 3854; GALLIANI Giovanni; BATTISTA FU LUIGI, FG 9 P.3849, 3857, 3859, 3860, 4095; GALLIANI Luigi, SONCINO, 27/05/1937, FG 9 P.3849, 3857, 3859, 3860, 4095; GALLIANI Maria, SONCINO, 08/03/1927, FG 9 P.3849, 3857, 3859, 3860, 4095; GALLIANI Milena, BERGAMO, 10/08/1969, FG 9 P.113, 3676, 3679, 3852, 3854; GALLIANI Rosella, BERGAMO, 22/07/1971, FG 9 P.113, 3852, 3854; GAMBA Maria, ROMANO DI LOMBARDIA, 16/10/1926, FG 9 P.179, 568, 570, 1662; GATTI Lorenza, COVO, 12/02/1948, FG 9 P.113, 3852, 3854; GATTI Silvana, COVO, 25/06/1942, FG 9 P.629, 630, 2239; GHISLANDI Zaverio, Nato 03/12/1933, FG 9 P.604, 1135; MARIN MORTE Maria De Fatima, SPAGNA, 13/05/1961, FG 9 P.3222; MASCHERETTI Maria Richelma, CISERANO, 26/01/1956, FG 9 P.573, 574, 593, 594, 595, 597, 603; NAVA Angelo, COVO, 21/05/1928, FG 9 P.4920; NAVA Pierluigi, COVO, 01/10/1958, FG 9 P.1481, 2434, 3851; ORISIO Anna Maria, ROMANO DILOMBARDIA, 06/08/1952, FG 9 P.935, 4782, 4794; PESENTI Alberto, CALCINATE, 12/11/1985, FG 9 P.629, 630, 2239; PESENTI Alfredo, COVO, 22/04/1961, FG 9 P.629, 630, 2239; PESENTI Alice, CALCINATE, 29/06/1983, FG 9 P.629, 630, 2239; PESENTI Battista, COVO, 31/08/1941, FG 9 P.935, 4782; PESENTI BATTISTA - SOCIETA` AGRICOLA SEMPLICE CON SEDE IN COVO, FG 9 P.1573; PESENTI Emilio Luigi, COVO, 16/10/1953, FG 9 P.935, 4782; PESENTI Giorgio, ROMANO DI LOMBARDIA, 18/09/1964, FG 9 P.935, 4782; PESENTI Giuseppe, ROMANO DI LOMBARDIA, 17/10/1976, FG 9 P.629, 630, 2239; PESENTI Margherita, Nato 16/04/1935, FG 9 P.604, 1135; PESENTI Rita, ROMANO DI LOMBARDIA, 10/08/1967, FG 9 P.629, 630, 2239; PINETTI Francesco Emiliano, COVO, 03/03/1956, FG 9 P.1985, 2527; PINETTI Giuseppe, COVO, 15/10/1961, FG 9 P.1985, 2527; PINETTI Luigi, COVO, 24/09/1927, FG 9 P.931; PINETTI Pierina, COVO, 04/08/1954, FG 9 P.1985, 2527; RELIQUATI DI ACC. COM. DI ACQ. ES. E RELIT. STRAD., FG 9 P.3224; ROSSONI Pierino, COVO, 29/06/1930, FG 9 P.48, 170, 171, 172, 2308, 3865; ROSSONI Rosa Angela, COVO, 19/05/1961, FG 9 P.48, 170, 171, 172, 2308, 3865; RS, FG 9 P.4795; SCALABRINO Virginia, COVO, 01/07/1931, FG 9 P.4920; SCAVI PESENTI S.R.L. CON SEDE IN COVO, FG 9 P.125, 134, 135, 162, 3855, 4921; SOCIETA` AGRICOLA S.S.B. DI MACCALI GUGLIELMO & C. S.S. CON SEDE IN ANTEGNATE, FG 9 P.631, 632; SOLDATI Giovanna, CASTIGLIONE D`ADDA, 20/02/1933, FG 9 P.633, 634, 635, 636, 637, 647, 657, 668, 673, 1477, 4206, 4862, 4938; TOMASONI Maria, COVO, 22/02/1959, FG 9 P.1574; TUROTTI Luciana, FONTANELLA, 12/09/1937, FG 9 P.113, 3676, 3679, 3852, 3854; TURRINI Alberto, CASTELCOVATI, 24/09/1948, FG 9 P.937, 2528; TURRINI Francesco, CASTELCOVATI, 15/02/1942, FG 9 P.933, 938; TURRINI Giuseppe, CHIARI, 08/05/1972, FG 9 P.933, 938; TURRINI Pierluigi, ORZINUOVI, 17/11/1977, FG 9 P.933, 938; VECCHI Lucia, ROMANO DI LOMBARDIA, 24/08/1964, FG 9 P.629, 630, 2239; VIOLA Agata, SPAGNA, 26/10/1991, FG 9 P.3222; VIOLA Gianluca, BERGAMO, 30/11/1958, FG 9 P.566, 1516, 3222; VIOLA Paola, COVO, 12/01/1953, FG 9 P.566, 1516, 3222; COMUNE DI FORNOVO SAN GIOVANNI PIZZOCCHERO Lorenzo, ROMANO DI LOMBARDIA, 25/11/1969, FG 9 P.1903; MORETTI Celestina, VIGENTINO, 27/09/1921, FG 9 P.1904; COMUNE DI ROMANO DI LOMBARDIA (H509) AGLIARDI Fabio, ROMANO DI LOMBARDIA, 01/04/1969, FG 9 P.9005, 9008; AMBROSINI Massimo, ROMANO DI LOMBARDIA, 15/01/1981, FG 9 P.621, 1199, 1278, 1280, 1281, 2881, 8687, 9727, 12083, 12084, 12096, 12097, 12098, 12116, 12117, 12118; AMBROSINI Pietro, FARA OLIVANA CON SOLA, 18/11/1937, FG 9 P.1278, 1280, 1281, 2881, 12096, 12097, 12098; AMBROSINI Stefano, ROMANO DI LOMBARDIA, 10/06/1975, FG 9 P.621, 1199, 1278, 1280, 1281, 2881, 8687, 9727, 12083, 12084, 12096, 12097, 12098, 12116, 12117, 12118; BATTAGLIA Benedetto, BERGAMO, 22/05/1968, FG 9 P.5516; BATTAGLIA Guido, BERGAMO, 16/11/1969, FG 9 P.5516; BONAITA Maria, MARTINENGO, 08/11/1934, FG 9 P.1260; BRIGNOLI Aller Giuliano, ROMANO DI LOMBARDIA, 25/01/1969, FG 9 P.1249, 4263, 6331, 8545; BRIGNOLI Amrin, ROMANO DI LOMBARDIA, 05/04/1971, FG 9 P.1249, 4263, 6331, 8545; BRIGNOLI Luigi, PALOSCO, 13/05/1942, FG 9 P.1249, 4263, 6331, 8545; CHIAPPARINI Giacomo, CORTENUOVA, 13/11/1948, FG 9 P.1156, 1159, 1285, 1940, 2878, 2879, 4712, 8786, 9458, 9462; CHIAPPARINI Giovanna, ROMANO DI LOMBARDIA, 10/10/1974, FG 9 P.600; CHIAPPARINI Pierino, FARA OLIVANA CON SOLA, 30/01/1940, FG 9 P.8986; COMETTI ERNESTINA, BERGAMO, 26/02/1944, FG 9 P.11927; COMETTI GIOVANNI, BERGAMO, 01/11/1963, FG 9 P.11927; COSTELLI Gabriella, CALCIO, 07/12/1944, FG 9 P.7183, 8790; ENTE URBANO, FG 9 P.485, 6742, 8810, 9679, 9680, 9681, 9682, 9683, 9684, 9685, 9686, 9687, 9688, 9689, 9690, 9692; FINAZZI Giuditta, ROMANO DI LOMBARDIA, 30/10/1949, FG 9 P.1261, 1265; FINAZZI Giulio, ROMANO DI LOMBARDIA, 14/08/1953, FG 9 P.1261, 1265; FINAZZI Pietro Giuseppe, ROMANO DI LOMBARDIA, 27/05/1951, FG 9 P.1261, 1265; FORLANI Defendente, ROMANO DI LOMBARDIA, 16/12/1924, FG 9 P.8689; FORLANI Maria, COVO, 15/07/1948, FG 9 P.621, 1199, 1280, 1281, 8687, 9727, 12083, 12084, 12116, 12117, 12118; FRATUS MOLARI Agata, MARTINENGO, 05/12/1935, FG 9 P.8689; GIBELLINI Giuseppe, ROMANO DI LOMBARDIA, 25/11/1969, FG 9 P.1096; IMMOBILIARE FIENIL NUOVO SRL CON SEDE IN COVO, FG 9 P.647; ISCANDRI Dario Giacomo, ROMANO DI LOMBARDIA, 14/10/1949, FG 9 P.8539, 10723; LAMERA CAROLA, ROMANO DI LOMBARDIA, 26/03/1924, FG 9 P.10044; LAMERA Giuseppe, BERGAMO, 28/08/1945, FG 9 P.7183, 8790; MAFFI Emilio Mario, ROMANO DI LOMBARDIA, 09/05/1965, FG 9 P.1048, 1050; MAFFI Mario, ROMANO DI LOMBARDIA, 22/02/1964, FG 9 P.1048, 1050; MAFFI Milena Teresa, ROMANO DI LOMBARDIA, 20/09/1967, FG 9 P.1048, 1050; MARTINELLI Angela, MARTINENGO, 22/10/1934, FG 9 P.9824; MESSINA GIUSEPPE, CAPACI (PA), 16/05/1945, FG 9 P.11927; MOLERI Giuliano, ROMANO DI LOMBARDIA, 27/04/1973, FG 9 P.9010, 9011; NAVIGLIO DELLA CITTA DI CREMONA, FG 9 P.988, 2159, 2811, 9530; NESSU DATO TROVATO, FG 9 P.3938, 4965; PAGANI Angelo, ROMANO DI LOMBARDIA, 07/06/1950, FG 9 P.1192, 8673, 8675, 11622; PAGANI Defendente, ROMANO DI LOMBARDIA, 08/02/1973, FG 9 P.1183, 1282, 1283, 4973, 4974, 8672, 8674; PAGANI Luigi, COVO, 22/07/1933, FG 9 P.4505, 4506, 5893; PAGANI Sergio, ROMANO DI LOMBARDIA, 14/11/1952, FG 9 P.1271; POLONI Emilio, ROMANO DI LOMBARDIA, 04/07/1931, FG 9 P.10724; POLONI Luciano, ROMANO DI LOMBARDIA, 01/07/1959, FG 9 P.1263, 1266, 10044, 10645, 10647; PREMOLI Antonio, FARA OLIVANA CON SOLA, 16/06/1960, FG 9 P.8985, 9009, 11854, 11855; PROVINCIA DI BERGAMO CON SEDE IN BERGAMO, FG 9 P.8686; PULINETTI Daniela, ROMANO DI LOMBARDIA, 12/04/1966, FG 9 P.1275; PULINETTI Dario, ROMANO DI LOMBARDIA, 21/05/1951, FG 9 P.1275; PULINETTI Grazia Maria, ROMANO DI LOMBARDIA, 11/06/1962, FG 9 P.1275; PULINETTI Lauro, ROMANO DI LOMBARDIA, 09/10/1924, FG 9 P.1275; PULINETTI Lucia, ROMANO DI LOMBARDIA, 28/06/1968, FG 9 P.1275; RODOLFI Antonietta, ROMANO DI LOMBARDIA, 16/12/1945, FG 9 P.1183, 1282, 1283, 4973, 4974; SANGALLI Angela, ISSO, 04/08/1952, FG 9 P.1047, 1049, 8984, 9006, 9007; SANGALLI Caterina, ISSO, 26/08/1968, FG 9 P.1047, 1049, 8984, 9006, 9007; SANGALLI Cecilia, ISSO, 02/08/1960, FG 9 P.1047, 1049, Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 31 italia: 51575551575557 8984, 9006, 9007; SANGALLI Cesare, FARA OLIVANA CON SOLA, 12/01/1932, FG 9 P.9050, 10107; SANGALLI Ermellina, ISSO, 19/01/1959, FG 9 P.1047, 1049, 8984, 9006, 9007; SANGALLI Giuseppe, ISSO, 02/04/1963, FG 9 P.1047, 1049, 8984, 9006, 9007; SANGALLI Luigi, ISSO, 23/08/1957, FG 9 P.1047, 1049, 8984, 9006, 9007, 1010; 6SCALABRINO Gabriella, COVO, 20/08/1938, FG 9 P.4505, 4506, 5893; SELVAGGIO Battistina, FARA OLIVANA CON SOLA, 04/03/1946, FG 9 P.8986; SELVAGGIO Tommaso, FARA OLIVANA CON SOLA, 05/02/1943, FG 9 P.8987; SOPPRESSO, FG 9 P.8783, 8791, 9691, 9825; SOPPRESSO (La soppressione ha originato e/o variato i seguenti immobili:, FG 9 P.2688; SOPPRESSO (La soppressione ha originato e/o variato i seguenti immobili: foglio 9 particella 10106 - foglio 9 particella 10107), FG 9 P.1063; SOPPRESSO (La soppressione ha originato e/o variato i seguenti immobili: foglio 9 particella 8783 - foglio 9 particella 8810), FG 9 P.8785; SOPPRESSO (La soppressione ha originato e/o variato i seguenti immobili: foglio 9 particella 9005 - foglio 9 particella 9006), FG 9 P.1093; SOPPRESSO (La soppressione ha originato e/o variato i seguenti immobili: foglio 9 particella 9007 - foglio 9 particella 9008), FG 9 P.1095; SOPPRESSO (La soppressione ha originato e/o variato i seguenti immobili: foglio 9 particella 9009 - foglio 9 particella 9010 - foglio 9 particella 9011), FG 9 P.1097; SOPPRESSO (La soppressione ha originato e/o variato i seguenti immobili: foglio 9 particella 9825 - foglio 9 particella 9824), FG 9 P.1184; SOPPRESSO (La soppressione ha originato e/o variato i seguenti immobili:foglio 9 particella 8790 - foglio 9 particella 8791), FG 9 P.7184; SOPPRESSO (La soppressione ha originato e/o variato i seguenti immobili:foglio 9 particella 8984 - foglio 9 particella 8985 - foglio 9 particella 8986 - foglio 9 particella 8987), FG 9 P.370; VILLA Albina, ROMANO DI LOMBARDIA, 31/10/1977, FG 9 P.1260; VILLA Daniela, ROMANO DI LOMBARDIA, 21/10/1970, FG 9 P.1202; VILLA Giovanni Angelo, ROMANO DI LOMBARDIA, 03/12/1963, FG 9 P.1260; VILLA Graziella, ROMANO DI LOMBARDIA, 22/11/1967, FG 9 P.1260; VILLA Maria Cristina, ROMANO DI LOMBARDIA, 07/11/1968, FG 9 P.1202; VILLA Ornella, ROMANO DI LOMBARDIA, 19/01/1969, FG 9 P.1260; COMUNE DI RUDIANO COMUNE DI RUDIANO CON SEDE IN RUDIANO 832180178, FG 1 P.192; CONSORZIO DI MIGLIORAMENTO FONDIZIO ROGGIA RUDIANA CON SEDE IN RUDIANO, FG 2 P.184; FOGLIA Luigi, RUDIANO, 26/07/1938, FG 2 P.1, 2, 3; GANDOLA BISCOTTI S.P.A. con sede in RUDIANO (BS), FG 1 P.209, 275; NICOLI Giovanni, MONTICHIARI, 30/08/1944, FG 1 P.5; NOLI Lucia, COLOGNE, 30/04/1950, FG 2 P.518, 582; COMUNE DI TREVIGLIO AIROLDI Angela, TREVIGLIO, 17/11/1953, FG 9 P.17148, 17149; AIROLDI Angelo Giuseppe, TREVIGLIO, 17/12/1961, FG 9 P.17148, 17149; AIROLDI Cristina Maria, TREVIGLIO, 24/07/1951, FG 9 P.17148, 17149; AIROLDI Livia Barbara, TREVIGLIO, 12/06/1963, FG 9 P.17148, 17149; AIROLDI Lucia Raffaella, TREVIGLIO, 25/12/1959, FG 9 P.17148, 17149; AIROLDI Massimo, TREVIGLIO, 09/09/1952, FG 9 P.17148, 17149; AIROLDI Mauro, TREVIGLIO, 24/03/1955, FG 9 P.17148, 17149; AIROLDI Paola, TREVIGLIO, 05/04/1967, FG 9 P.17148, 17149; AIROLDI Stefano Aristide, TREVIGLIO, 29/11/1965, FG 9 P.17148, 17149; ARTEMISIA S.R.L. con sede in TREVIGLIO (BG), FG 9 P.9989; BADONI Dario, TREVIGLIO, 01/03/1955, FG 9 P.17148, 17149; BADONI Fiorangela, TREVIGLIO, 21/09/1959, FG 9 P.17148, 17149; BAGINI Lorenzo, BERGAMO, 10/05/1990, FG 9 P.2779, 16589, 16590; BARUFFI Giuseppina Maria, CARAVAGGIO, 11/07/1939, FG 9 P.2545; BARZAGO Giulia, TREVIGLIO, 17/04/1930, FG 9 P.16604, 16606, 16607; BERGAMINI Aldo Andrea, TREVIGLIO, 11/08/1951, FG 9 P.1438, 15310, 16579, 16580, 16592, 16593, 16595, 16596; BERGAMINI Andrea, TREVIGLIO, 10/12/1955, FG 9 P.2754, 16604, 16606, 16607; BERGAMINI Andrea Clemente, TREVIGLIO, 10/12/1955, FG 9 P.16597, 16598; BERGAMINI Angelo, TREVIGLIO, 21/01/1964, FG 9 P.16597, 16598, 16604, 16606, 16607; BERGAMINI Cesare, TREVIGLIO, 08/03/1965, FG 9 P.2745, 5009, 12591, 12592, 16893, 16894, 16897, 16898; BERGAMINI Clementina, TREVIGLIO, 19/02/1959, FG 9 P.16604, 16606, 16607; BERGAMINI Clementina Maria, TREVIGLIO, 19/02/1959, FG 9 P.16597, 16598; BERGAMINI Giuseppe Antonio, TREVIGLIO, 06/05/1956, FG 9 P.1438, 15310, 16579, 16580, 16592, 16593, 16595, 16596; BERGAMINI Iole, BERGAMO, 30/04/1971, FG 9 P.1438, 15310, 16579, 16580, 16592, 16593, 16595, 16596; BERGAMINI Maria Grazia, TREVIGLIO, 04/04/1960, FG 9 P.1438, 15310, 16579, 16580, 16592, 16593, 16595, 16596; BERGAMINI Rosalia Antonietta, TREVIGLIO, 13/06/1953, FG 9 P.1438, 15310, 16579, 16580, 16592, 16593, 16595, 16596; BOLZONI Maria, PALAZZO PIGNANO, 17/12/1922, FG 9 P.16961, 16962, 16963, 16964, 16965, 16966; BOSCHI Luigi, TREVIGLIO, 05/01/1933, FG 9 P.1444, 2797, 17131, 17132; BRAMBILLA Giuseppe, CARAVAGGIO, 18/09/1928, FG 9 P.2545; CANEVISIO Grazia, CASSANO D`ADDA, 29/10/1945, FG 9 P.2779, 16589, 16590; CANEVISIO Loredana, FARA GERA D`ADDA, 12/06/1943, FG 9 P.2779, 16589, 16590; CARMINATI Donatella, BERGAMO, 06/02/1964, FG 9 P.17154; CARMINATI GILARDI Maria Pia, VIMERCATE, 07/12/1948, FG 9 P.17154; CARMINATI Maria Pia Matilde, TREVIGLIO, 26/11/1956, FG 9 P.17154; CARMINATI Matilde, TREVIGLIO, 22/11/1969, FG 9 P.17154; CARMINATI MOLINA Emanuele Pio Francesco, TREVIGLIO, 08/08/1952, FG 9 P.17154; CASATI Rosangela Enrica, TREVIGLIO, 07/03/1957, FG 9 P.17104, 17105; CIOCCA Angelo, TREVIGLIO, 30/04/1943, FG 9 P.2778, 16608, 16609, 16611, 16612, 16614, 16615; COLOMBO Gianluigi, TREVIGLIO, 07/12/1965, FG 9 P.17300, 17301, 17302, 17303; COLOMBO Maria, MILANO, 17/04/1936, FG 9 P.2737; COMUNE DI CARAVAGGIO CON SEDE IN CARAVAGGIO, FG 9 P.2840, 16915, 16916, 16921, 16922, 16942, 16943, 16944, 16945, 16950, 16959, 2546, 16917, 16923, 16924, 16946; COMUNE DI TREVIGLIO CON SEDE IN TREVIGLIO, FG 9 P.2840, 16578, 16915, 16916, 16921, 16922, 16942, 16943, 16944, 16945, 16950, 16959, 2546, 12368, 16577, 16917, 16923, 16924, 16946, 16968, 16969, 17074, 17075, 17093, 17094, 17095, 17096, 17097, 17098; CORTESI BRUNO, FG 9 P.9684; DE VECCHI Rosa Angela, CASSANO D`ADDA, 08/03/1958, FG 9 P.2754; DEPONTI Livia, TREVIGLIO, 07/04/1930, FG 9 P.17152, 17153; DONARINI Adele, TORLINO VIMERCATI, 02/02/1927, FG 9 P.2779, 16589, 16590; DONARINI Paola Giovanna Maria, TREVIGLIO, 21/03/1963, FG 9 P.16899, 16900, 16903, 16904, 17158, 17159, 17160, 17163, 17164; ENTE FERROVIE DELLO STATO CON SEDE IN MILANO, FG 9 P.3377; ENTE URBANO, FG 9 P.9708; Ente Urbano - NCT, FG 9 P.17049; Ente Urbano - NCT (generato da 2886), FG 9 P.13710, 13713; FRIGERIO Antonia, TREVIGLIO, 14/11/1938, FG 9 P.17137, 17138, 17139; FRIGERIO Antonia; CARLA, TREVIGLIO, 14/11/1938, FG 9 P.17133, 17134; GAMBA Lucia, ROMANO DI LOMBARDIA, 12/09/1958, FG 9 P.17295, 17296; GATTI Elisa, TREVIGLIO, 01/01/1945, FG 9 P.17148, 17149; GATTI Emilia, TREVIGLIO, 02/08/1946, FG 9 P.5190, 17021, 17022, 17025, 17026, 17027, 17030, 17031, 17035, 17036, 17039, 17042, 17045, 17065, 17066, 17067, 17068, 17071, 17286, 17287, 17289, 17290; GATTI Lorenzo, TREVIGLIO, 13/06/1946, FG 9 P.17025, 17026, 17027; GAVAZZI STEFANO, TREVIGLIO, 01/11/1931, FG 9 P.9686; GENTILI Guglielma; FU PIETRO, FG 9 P.3393; GIOVILLI Giovanni, TREVIGLIO, 09/09/1946, FG 9 P.17148, 17149; GIOVILLI Giuseppe, TREVIGLIO, 11/07/1951, FG 9 P.17148, 17149; GIUSSANI Ermellina, TREVIGLIO, 25/09/1925, FG 9 P.1438, 8107, 15310, 16579, 16580, 16592, 16593, 16595, 16596; GIUSSANI Giuseppe, TREVIGLIO, 21/01/1938, FG 9 P.2713, 8108, 17170, 17171; GIUSSANI Luigia, TREVIGLIO, 19/09/1931, FG 9 P.17297; IMMOBILIARE COFFERIGI SOCIETA’ A RESPONSABILITA’ LIMITATA con sede in MILANO (MI), FG 9 P.9685, 9688; ISTITUTO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO, FG 9 P.16575, 16576; LANZENI Giovanni Battista, TREVIGLIO, 10/05/1927, FG 9 P.12268, 12272; LEGNANI Fiorenzo, PONTIROLO NUOVO, 13/06/1955, FG 9 P.1467, 12363, 17099; MAESTRI Paolo, ROMANO DI LOMBARDIA, 16/11/1983, FG 9 P.17079, 17083, 17084, 17089, 17090; MAESTRI Renato, ROMANO DI LOMBARDIA, 03/08/1974, FG 9 P.17079, 17083, 17084, 17089, 17090; MAESTRI Rosanna, ROMANO DI LOMBARDIA, 05/08/1969, FG 9 P.17079, 17083, 17084, 17089, 17090; MANENTI Giovanni Eugenio, TREVIGLIO, 13/07/1953, FG 9 P.16618, 16621; MANGONI Carlo, CARAVAGGIO, 11/02/1956, FG 9 P.16961, 16962, 16963, 16964, 16965, 16966; MONTI Andrea, BERGAMO, 22/04/1983, FG 9 P.2779, 16589, 16590; MORIGGI Anna Maria, TREVIGLIO, 26/07/1956, FG 9 P.16886, 16887, 16888, 16889, 17166, 17167; MORIGGI Margherita, TREVIGLIO, 26/12/1954, FG 9 P.16886, 16887, 16888, 16889, 17166, 17167; MOSCONI Maria Rosa, GROSIO, 26/04/1932, FG 9 P.3351, 5438; Nessuna corrispondenza trovata, FG 9 P.X581, X601, X631, X632; ORTELLI Ersilia Luisa, BERGAMO, 08/11/1952, FG 9 P.2779, 16589, 16590; ORTELLI Marina, BERGAMO, 28/05/1959, FG 9 P.2779, 16589, 16590; PANCERA Daniela Alba Rachele, OFFLAGA, 30/05/1963, FG 9 P.17293, 17294; PANCERA Mauro, OFFLAGA, 12/03/1961, FG 9 P.17293, 17294; PANCERA Riccardo, TREVIGLIO, 15/02/1967, FG 9 P.17293, 17294; PARIGI Carla, TREVIGLIO, 09/09/1938, FG 9 P.17295, 17296; PAROLARI Primo Mino, TREVIGLIO, 28/01/1934, FG 9 P.17168, 17169, 17177; PATONE Laura, SAN VITO CHIETINO, 28/09/1941, FG 9 P.16938, 16939, 16940; POLA Amelia, SONCINO, 29/07/1928, FG 9 P.12268, 12272; POLIANI Santina, BERGAMO, 29/11/1962, FG 9 P.1467, 12363, 17099; PRUNERI Augusta Pierina, GROSIO, 23/07/1945, FG 9 P.3351, 17137, 17138, 17139; PRUNERI Bernardino, GROSIO, 07/11/1926, FG 9 P.3351, 5438; PRUNERI Caterina, GROSIO, 24/10/1922, FG 9 P.3351, 17137, 17138, 17139; PRUNERI Enrico, GROSIO, 15/03/1931, FG 9 P.3351, 5438; PRUNERI Gabriele, TREVIGLIO, 04/10/1958, FG 9 P.3351, 5438; PRUNERI Mario, MAZZO DI VALTELLINA, 17/10/1934, FG 9 P.17133, 17134, 17137, 17138, 17139; REDUZZI LUCIA, FG 9 P.9684; REMONTI Mario, TREVIGLIO, 27/07/1963, FG 9 P.12456; REMONTI Mario Angelo, TREVIGLIO, 27/07/1963, FG 9 P.8280; RETE FERROVIARIA ITALIANA S.P.A., FG 9 P.10060, 10061, 16617, 16620; RIBOLI Giovanni, GRASSOBBIO, 23/10/1956, FG 9 P.16970, 16971, 16972, 16973, 16974, 16975, 16976, 16977, 16978, 16979, 16982, 16983, 16984, 16985, 16986, 16987, 16988, 16990, 16991, 16992, 16993, 16994, 16995; RIBOLI Giovanni Benedetto, GRASSOBBIO, 23/10/1956, FG 9 P.16970, 16971, 16972, 16973, 16974, 16975, 16976, 16977, 16978, 16979, 16982, 16983, 16984, 16985, 16986, 16987, 16988; RIBOLI Paolo, ZANICA, 30/05/1962, FG 9 P.16970, 16971, 16972, 16973, 16974, 16975, 16976, 16977, 16978, 16979, 16982, 16983, 16984, 16985, 16986, 16987, 16988, 16990, 16991, 16992, 16993, 16994, 16995; RIBOLI Paolo Maria, ZANICA, 30/05/1962, FG 9 P.16970, 16971, 16972, 16973, 16974, 16975, 16976, 16977, 16978, 16979, 16982, 16983, 16984, 16985, 16986, 16987, 16988; RIVOLTELLA Barbara, TREVIGLIO, 13/01/1939, FG 9 P.2713, 8108, 17170, 17171; RIVOLTELLA Gianfranco, TREVIGLIO, 13/08/1940, FG 9 P.17152, 17153; RIVOLTELLA Ida, TREVIGLIO, 11/08/1929, FG 9 P.17152, 17153; RIVOLTELLA Marco, TREVIGLIO, 26/12/1957, FG 9 P.17152, 17153; ROSSI Enrico, ISSO, 09/01/1931, FG 9 P.1390, 1391; ROVIDA Cesare, PAVIA, 11/08/1934, FG 9 P.3347, 17129, 17130; ROZZONI Costantino, TREVIGLIO, 19/09/1924, FG 9 P.17148, 17149; ROZZONI Elisabetta, RIVOLTA D`ADDA, 31/01/1963, FG 9 P.17148, 17149; ROZZONI Giannina, TREVIGLIO, 29/07/1929, FG 9 P.16886, 16887, 16888, 17166, 17167; ROZZONI Giuseppina Patrizia, RIVOLTA D`ADDA, 19/03/1957, FG 9 P.17148, 17149; ROZZONI Massimiliano, TREVIGLIO, 19/10/1971, FG 9 P.17148, 17149; ROZZONI Matteo, TREVIGLIO, 29/11/1968, FG 9 P.17148, 17149; SIGNORELLI Massimo, TREVIGLIO, 18/07/1965, FG 9 P.1493, 16926, 16927, 16928, 16930, 16935, 16936, 17000, 17001, 17002; SINCINELLI Alessandro, TREVIGLIO, 08/09/1966, FG 9 P.17297; SINCINELLI Angelo, TREVIGLIO, 09/08/1961, FG 9 P.17297; SINCINELLI Antonio, TREVIGLIO, 11/01/1960, FG 9 P.17295, 17296; SINCINELLI Gian Pietro, TREVIGLIO, 10/05/1959, FG 9 P.17297; SINCINELLI Giuseppina, TREVIGLIO, 11/09/1956, FG 9 P.17297; SINCINELLI Severino, TREVIGLIO, 17/04/1958, FG 9 P.17297; SINCINELLI Simonetta, ROMANO DI LOMBARDIA, 15/03/1971, FG 9 P.17297; SOPPRESSO, ha generato 13710 e 13713, FG 9 P.2886; TOMASELLI Enrichetta, BARBATA, 22/03/1922, FG 9 P.17035, 17036, 17039, 17042, 17045, 17065, 17066,17067, 17068, 17286, 17287; VALTULINI Giovanni, ROCCAFRANCA, 04/06/1962, FG 9 P.17087, 17088; VITALI Rosina, TRUCCAZZANO, 06/02/1930, FG 9 P.17148, 17149; COMUNE DI TRUCCAZZANO A2A S.P.A. CON SEDE IN BRESCIA, FG 1 P.129; CONSORZIO BONIFICA MUZZA BASSA LODIGIANA CON SEDE IN LODI, FG 2 P.258, 260, 262, 263, 284, 285; DEMANIO PUBBLICO DELLO STATO, FG 2 P.266, 267; MORETTI Alessandra, MELZO, 01/03/1970, FG 2 P.326; MORETTI Anna, MELZO, 24/08/1957, FG 2 P.326; MORETTI Lidia, MELZO, 05/01/1959, FG 2 P.326; MORETTI Luciano, MELZO, 22/02/1962, FG 2 P.326; RETE FERROVIARIA ITALIANA S.P.A. - CON SEDE IN ROMA, FG 2 P.259, 264, 287, 288; RONCHI Giuseppe, TRUCCAZZANO, 13/07/1936, FG 2 P.327, 328, 340, 341, 343, 344; VISMARA Emiliana, RIVOLTA D`ADDA, 20/07/1936, FG 2 P.320, 321, 323, 324; COMUNE DI URAGO D’OGLIO BARBIERI Attilio, URAGO D`OGLIO, 23/09/1940, FG 11 P.44; BARBIERI Rosa, URAGO D`OGLIO, 07/12/1927, FG 16 P.188; BARISELLI Maria, CHIARI, 24/02/1945, FG 16 P.111, 126, 127, 128, 129; BELLEPIETRE BIOLCHERIA AZIENDA AGRICOLA S.R.L. CON SEDE IN URAGO D`OGLIO, FG 11 P.81, FG 15 P.4; BERTA Mario, CHIARI, 06/10/1940, FG 13 P.62, 199, 220; BETTI Angelo, CHIARI, 14/10/1960, FG 11 P.41, 44; BETTI Anna Marinella, CHIARI, 27/06/1958, FG 11 P.9; BETTI Giuseppe, CHIARI, 04/07/1955, FG 11 P.41, 44; BETTI Lucia, CHIARI, 06/11/1963, FG 11 P.9; BOCCHI Giovanni; FU G BATTISTA, CASTELCOVATI, 24/11/1912, FG 11 P.322; BOCCHI Maria, URAGO D`OGLIO, 01/10/1939, FG 11 P.44; BOMBARDIERI Maria, BRESCIA, 10/05/1931, FG 14 P.290; BOMBERDIERI Maria, BRESCIA, 10/05/1931, FG 14 P.39, 286, 289; “BRESCIALAT S.P.A CON SEDE IN MARIANA MANTOVANA, FG 13 P.239”; BRIONI Fausta, CHIARI, 07/10/1927, FG 15 P.37, 285; CADEO Alessandra, CALCIO, 05/09/1922, FG 13 P.63, 67, 223, 234, 235, 242, 245; COMUNE DI URAGO D OGLIO, FG 14 P.120; CONSORZIO DI MIGLIORAMENTO FONDIARIO ROGGIA RUDIANA CON SEDE IN RUDIANO, FG 14 P.274, FG 15 P.229, 230, 258, 264, 274, FG 16 P.122, 124, 125, 132, 200, 201, 202, 263; CONSORZIO IRRIGUO ROGGIA CASTELLANA CON SEDE IN CHIARI, FG 13 P.198, FG 14 P.269, 272, FG 16 P.219; CORTELLINI Paolo, RUDIANO, 10/01/1927, FG 16 P.104; ENTE URBANO (Area di enti urbani e promiscui), FG 15; P.234, 235; FOGLIA ANTONIO, RUDIANO, 03/06/1941, FG 15 P.55; FOGLIA Luigi, RUDIANO, 26/07/1938, FG 15 P.43, 56, 231, 233; FOGLIA VINCENZO, ORZINUOVI (BS), 04/07/1976, FG 15 P.208; GOZZINI Angelo; FU ANGELO, FG 11 P.38; GOZZINI Ester, CHIARI, 22/06/1921, FG 11 P.44; GOZZINI Giacomo; FU ANGELO, FG 11 P.38; GOZZINI Luigi; DI ANGELO, FG 11 P.409; INNO Maria, COMEZZANO-CIZZAGO, 25/08/1949, FG 16 P.9, 137, 220, 221, 222, 223; INVERNIZZI Remo, BELLINZAGO LOMBARDO, 16/09/1916, FG 7 P.6, 7, 19, 33, FG 11 P.15; ISTITUTO DIOCESANO DI SOSTENTAMENTO DEL CLERO CON SEDE IN BRESCIA, FG 11 P.39; MANZONI Giuseppe Luigi, ROCCAFRANCA, 10/04/1949, FG 16 P.193, 194, 195, 196, 205, 206, 207, 208, 274, 31; MAZZOTTI Elisabetta, CALCIO, 23/09/1930, FG 11 P.12, 13, 42; MAZZOTTI Felice, CHIARI, 31/07/1969, FG 16 P.32, 83; MAZZOTTI Francesco, ROVATO, 15/06/1966, FG 16 P.32, 83; NESSUN DATO TROVATO, FG 13 P.115; NICOLI Angelo, MONTICHIARI, 13/11/1949, FG 14 P.47, 228, 230; NICOLI Giovanni, MONTICHIARI, 30/08/1944, FG 14 P.45, 46; PODAVITTE Angelo, URAGO D`OGLIO, 26/06/1942, FG 16 P.111, 126, 127, 128, 129; PROVINCIA DI BRESCIA 80008750178, FG 16 P.214; RANSENIGO Alfonso, RUDIANO, 20/11/1925, FG 16 P.168; RANSENIGO Angelo, URAGO D`OGLIO, 10/12/1938, FG 16 P.180; RANSENIGO Francesco, URAGO D`OGLIO, 18/09/1940, FG 16 P.180; RANSENIGO Luciana, URAGO D`OGLIO, 07/02/1951, FG 16 P.188; RANSENIGO Renato, URAGO D`OGLIO, 27/06/1953, FG 16 P.188; RANZANIGO Anna Maria, URAGO D`OGLIO, 22/12/1947, FG 16 P.180; RUBAGOTTI Mario, CAPRIOLO, 13/02/1932, FG 14 P.124, 276, 277; SCALVINI Guglielmo, CHIARI, 23/11/1962, FG 11 P.321; SCARCELLA CAROLINA, OPPIDO MAMERTINA (RC), 01/03/1952, FG 15 P.207; SOCIETA` AGRICOLA ALLEVAMENTO LE BETULLE SRL CON SEDE IN COGLIATE, FG 13 P.238, 240; TRAFILERIE CARLO GNUTTI SPA CON SEDE IN CHIARI, FG 7 P.20, 52; VALENTI Francesca; FU ANTONIO, FG 13 P.63, 67, 223, 242, 245; ZANI Rosa, ROVATO, 01/09/1935, FG 11 P.9; ZANINI Fabio, CASTELLI CALEPIO, 05/05/1965, FG 14 P.278, 279, 282, 283, 294, 295; ZANOTTI Angelo, URAGO D`OGLIO, 05/03/1947, FG 13 P.63, 67, 223, 242, 245; ZANOTTI Luigi, URAGO D`OGLIO, 29/10/1948, FG 13 P.63, 67, 223, 234, 235, 242, 245; ZANOTTI Marina, URAGO D`OGLIO, 17/01/1946, FG 13 P.63, 67, 223, 242, 245; ZANOTTI Raffaella, URAGO D`OGLIO, 15/04/1956, FG 13 P.63, 65, 67, 223, 226, 242, 245; • le opere saranno realizzate secondo le modalità tecniche e le norme vigenti in materia, come meglio indicato nel progetto depositato (come in appresso specificato) e che in particolare il tracciato degli elettrodotti è stato studiato in armonia con quanto dettato dall’art. 121 del T.U. del 11/12/1933 n. 1775, comparando le esigenze della pubblica utilità delle opere con gli interessi sia pubblici che privati coinvolti, in modo tale da recare il minore sacrificio possibile alle proprietà interessate, avendo avuto cura di vagliare le situazioni esistenti sui fondi da asservire rispetto anche alle condizioni dei terreni limitrofi; • per la particolare importanza degli elettrodotti, è stato richiesto il carattere di inamovibilità e pertanto le relative servitù di elettrodotto potranno essere imposte conseguentemente in deroga alle disposizioni di cui all’art. 122, commi 4-5, del R.D. 11.12.1933 n. 1775; • INOLTRE, tutte le opere di cui sopra sono da assoggettare a Valutazione di Impatto Ambientale Nazionale ai sensi del Decreto Legislativo 152 del 03/04/2006 e ss.mm.ii., compresa la “Valutazione di Incidenza” ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. 8/9/1997 n. 357 così come modificato dall’art. 6 del D.P.R. 12 Marzo 2003 n. 120 in quanto il progetto il progetto ha una distanza inferiore ai 5 km dalle seguenti aree protette: SIC “Fontanile Brancaleone” IT2060013 • Terna Rete Italia S.p.A. per tali interventi ha presentato in pari data del presente Avviso, in nome e per conto di Terna S.p.A., al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo- Direzione Generale per La Qualità e la Tutela del Paesaggio, l’Architettura e l’Arte Contemporanee, istanza di Valutazione dell’Impatto Ambientale delle opere nonché istanza per la Valutazione di Incidenza ai sensi delle richiamate disposizioni; • la tipologia degli interventi non comporta particolare impatto sul territorio salvo che eventualmente per l’aspetto paesaggistico legato alla presenza dei sostegni e dei conduttori che, nella specie, sono stati oggetto comunque di attente ed approfondite valutazioni al fine di una collocazione, per quanto possibile, meno invasiva; La documentazione ai fini della consultazione del pubblico è così depositata: • copia della documentazione progettuale è depositata in formato sia cartaceo che digitale presso i seguenti Uffici: - Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per l’Energia Nucleare e le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica – Divisione III – Reti elettriche – Via Molise 2, 00187 ROMA; - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse Idriche - Divisione IX - Assetto e rappresentazione cartografica del territorio-Sezione Elettrodotti - Via C. Colombo, 44 – 00147 ROMA. • copia della documentazione progettuale e ambientale è depositata in formato sia cartaceo che digitale presso i seguenti Uffici: - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Valutazioni Ambientali, Via C. Colombo, 44 00147 Roma; - Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee, via di San Michele, 22 00153 – Roma. • copia della medesima documentazione progettuale e ambientale è depositata in formato sia cartaceo che digitale presso i seguenti Uffici: - Regione Lombardia D.G. Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile - Settore Valutazione Impatto Ambientale Piazza Città di Lombardia, 1 20124 Milano - Provincia di Milano - Area Programmazione territoriale - Settore Pianificazione e programmazione delle infrastrutture - Paesaggio ed Ambiente - Viale Piceno, 60 - 20129 Milano (MI) - Provincia di Brescia - Area Sviluppo Economico - Settore Ambiente, Attività Estrattive, Rifiuti ed Energia - Via Milano, 13 25126 Brescia - Provincia di Bergamo- Settore Ambiente - Servizio Produzione e Trasporto di Energia - Via Camozzi 95 24121 Bergamo • Inoltre, la stessa documentazione progettuale e ambientale in formato digitale unitamente alla copia cartacea dell’ Appendice A – Planimetria catastale con area potenzialmente impegnata relativa al Comune interessato e Sintesi non Tecnica dello Studio di Impatto Ambientale è depositata presso: - Comune di Cassano d’Adda - Piazza Matteotti 1 - 20062 Cassano d’Adda (MI) - Comune di Truccazzano - Via G. Scotti 50 - 20060 Truccazzano (MI) - Comune di Casirate d’Adda- Viale Massimo d’Azeglio, 5 - 24040 Casirate d’Adda (BG) - Comune di Treviglio - Piazza L. Manara, 1 - 24047 Treviglio (BG) - Comune di Calvenzano - Piazza Vittorio Emanuele II, 6 - 24040 Calvenzano (BG) - Comune di Caravaggio- Piazza Garibaldi, 9 - 24043 Caravaggio (BG) - Comune di Fornovo San Giovanni- Piazza San Giovanni, 1- 24040 Fornovo San Giovanni (BG) - Comune di Bariano- Via A. Locatelli, 2/4 - 24050 Bariano (BG) - Comune di Romano di Lombardia- Piazza Giuseppe Longhi, 5 - 24058 Romano di Lombardia (BG) - Comune di Covo- Piazza S.S. Apostoli, 1 - 24050 Covo (BG) - Comune di Antegnate- Via Castello - 24051 Antegnate (BG) - Comune di Calcio - Via Papa Giovanni XXIII, 127 - 24054 Calcio (BG) - Comune di Urago d’Oglio- Piazza Marconi, 26- 25030 Urago d’Oglio (BS) - Comune di Rudiano- Piazza Martiri Libertà, 21- 25030 Rudiano (BS) - Comune di Chiari - Piazza Martiri Libertà, 26 - 25032 Chiari (BS) La documentazione progettuale ed ambientale è anche consultabile presso il sito www.terna.it. e sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare all’indirizzo www.va.minambiente.it. Tutto ciò premesso, si COMUNICA Ai fini della “Partecipazione al procedimento amministrativo”, dell’apposizione del “Vincolo preordinato all’imposizione in via coattiva delle servitù di elettrodotto” sui fondi attraversati dalle linee elettriche e della “Dichiarazione di pubblica utilità” secondo il combinato disposto dell’art. 7 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e del DPR 8 giugno 2001 n. 327 e successive modificazioni, che: • “l’oggetto del procedimento promosso” è l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio delle opere denominate:elettrodotto 380 kV “Cassano- Chiari”: Riqualificazione a 380 kV dell’elettrodotto aereo “Cassano - Ric. Ovest Brescia” nella tratta compresa tra le stazioni elettriche di Cassano D’Adda e Chiari ed opere connesse • “l’Amministrazione competente a rilasciare l’autorizzazione” è il Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per l’Energia Nucleare e le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica – Divisione III – Reti elettriche – Via Molise 2, 00187 ROMA di concerto con Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse Idriche Divisione IX - Assetto e rappresentazione cartografica del territorio-Sezione Elettrodotti - Via C. Colombo, 44 – 00147 ROMA; • “il Responsabile del procedimento” è l’ing. Gianfelice POLIGIONI, Dirigente del suddetto Ufficio Reti Elettriche; • chiunque, ed in particolare i soggetti nei confronti dei quali possa derivare pregiudizio dal provvedimento finale di approvazione, possono prendere visione della domanda e relativo progetto nonché presentare osservazioni scritte, nel termine di 30 (trenta) giorni dalla presente pubblicazione a: - Ministero dello Sviluppo Economico Direzione Generale per l’Energia Nucleare e le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica – Divisione III – Reti elettriche – Via Molise 2, 00187 ROMA, - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse Idriche Divisione IX - Assetto e rappresentazione cartografica del territorio-Sezione Elettrodotti - Via C. Colombo, 44 – 00147 ROMA, - Terna Rete Italia S.p.A., Funzione Autorizzazioni e Concertazione Viale E. Galbani, 70 – 00156 Roma. • Ai fini del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale che: - ai sensi dell’art. 24 comma 4 del richiamato D. Lgs. 152/2006, entro il termine di 60 (sessanta) giorni dalla presente pubblicazione, chiunque abbia interesse può prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale, presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi a: - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Valutazioni Ambientali, Via C. Colombo, 44 00147 Roma - Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee, via di San Michele, 22 00153 - Roma Terna Rete Italia S.p.A Sede Legale Viale Egidio Galbani, 70 - 00156 Roma Reg. Imprese, C.F. e P.I. 11799181000 REA 1328587 Capitale Sociale 120.000,00 Euro i.v. – Socio Unico Direzione e coordinamento di “Terna Rete Elettrica Nazionale S.p.A” 32 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cultura Un parco per Caravaggio Verrà inaugurato il 18 luglio a Porto Ercole (Grosseto) il Parco monumentale funerario dedicato al Caravaggio (1571-1610, nel ritratto). L’annuncio è stato dato da Silvano Vinceti, presidente della Fondazione Caravaggio e responsabile del ritrovamento dei resti mortali del pittore proprio a Porto Ercole. Conversazione Lo scrittore italoamericano, che prepara un nuovo romanzo, confessa i suoi timori sul ruolo della tecnologia e la minaccia terroristica dal nostro corrispondente MASSIMO GAGGI NEW YORK — La parola «ipnosi» lui non la usa, ma Don DeLillo sembra pensare a qualcosa di simile mentre mi parla della sua diffidenza nei confronti della tecnologia e della sua capacità di cambiare in profondità l’individuo e le sue relazioni sociali: «Più ancora della rapidissima evoluzione» spiega il grande romanziere americano di origine molisana, «a lasciare senza fiato è la sua capacità di alterare i comportamenti umani, il nostro senso della necessità. Qualunque novità offerta dalla tecnologia, che sia o no significativa, diventa immediatamente la cosa di cui abbiamo disperatamente bisogno. Se la tecnologia ci consente di alterare la realtà con le sue novità e i suoi trucchi, noi siamo assolutamente determinati a battere queste nuove strade senza preoccuparci delle conseguenze, senza porci alcun quesito etico. La tecnica prevale su ogni scrupolo». L’attenzione per la capacità della tecnologia di modificare i comportamenti dell’uomo è una costante dell’attività letteraria di DeLillo: «È stata per me una questione centrale fin dagli anni Settanta», dice l’autore di Underworld e Rumore bianco, che con le sue opere ha influenzato un’intera generazione di scrittori americani, da Jonathan Franzen a David Foster Wallace, a Martin Amis, passando per autori come Dave Eggers che hanno messo al centro della loro opera l’incubo di una tecnologia che può sottrarre all’individuo diverse libertà oltre alla sua privacy. «Noi non sappiamo dove ci porta la tecnologia: ora abbiamo a che fare con le tecniche di riconoscimento facciale, ma cosa verrà dopo? Magari la capacità di riconoscere gli individui dagli odori emessi dal loro corpo. Non lo sappiamo, ma sappiamo che queste tecnologie si stanno trasformando in una nuova forma di consapevolezza. Sono una forza che, nel bene o nel male, incide sulla formazione degli individui, dà forma alla nostra identità». L’ipnosi digitale sarà al centro del nuovo romanzo di DeLillo, il sedicesimo, al quale lo scrittore newyorchese sta lavorando da tempo? Abbiamo letto indiscrezioni su un protagonista che passa gran parte del suo tempo ad osservare filmati di disastri proiettati su un grande schermo. Lo scrittore, celebre per il suo temperamento schivo e la diffidenza nei confronti della stampa che preferisce tenere a distanza — rarissime le sue interviste — si chiude subito in difesa: «Non posso anticiparle nulla, ho ancora molto lavoro da fare. Nessuno sa niente del mio main character. E ci vorrà ancora tempo: troppe distrazioni, troppe interruzioni», sussurra DeLillo, che ha aspettato un quarto di secolo prima di scrivere Libra, la sua ricostruzione romanzata della vita di Lee Oswald e dell’assassinio del presidente Kennedy, pubblicata nel 1988. «Posso solo dirle che la tecnologia non ha impatto sul mio lavoro. Continuo a usare una macchina da scrivere meccanica: lavoro manuale, i caratteri impressi sulla carta. Significa molto per me», spiega il celebre artigiano delle parole, convinto che solo in questo modo può dare consistenza scultorea alle frasi: «Così ho la possibilità di studiare la pagina non solo per il significato delle parole e dei periodi, ma anche per il loro effetto visivo. Una parola su carta ha un effetto diverso rispetto allo schermo. Quello della carta è un mondo più personale, intimo rispetto all’universo digitale». Gli chiedo se non lo tentano le nuove forme nar- Don DeLillo Il 5 luglio a Capri La nona edizione delle Conversazioni entra nel vivo (nella tradizionale sede di Capri) il 27, 28 e 29 giugno e il 4, 5 e 6 luglio e porta nella Rotonda di Tragara alcuni autori e artisti tra i più interessanti del panorama anglosassone. Ogni sera alle 19, un ospite dialogherà con l’ideatore della rassegna, Antonio Monda, intorno al tema di questa edizione: Corruzione e Purezza. Prima autrice invitata, venerdì 27, sarà la scrittrice americana Marilynne Robinson, vincitrice, tra l’altro, dell’Orange Prize nel 2009 con il romanzo Casa (Einaudi). Sabato 28, si potrà ascoltare lo scrittore britannico Hanif Kureishi, autore del recente Le Weekend (Bompiani). L’architetto Daniel Libeskind sarà il protagonista della serata di domenica 29 giugno; Le Conversazioni riprenderanno venerdì 4 luglio con l’australiana Anna Funder, autrice di Tutto ciò (Feltrinelli). Sabato 5 luglio, in una delle sue rare apparizioni in pubblico (in Italia in esclusiva per Le Conversazioni) sarà la volta del newyorchese Don DeLillo, autore di romanzi come Underworld e del nuovo End Zone (tutti editi da Einaudi). Il festival si chiuderà domenica 6 luglio con la scrittrice americana Rachel Kushner, autrice del recente I lanciafiamme (Ponte alle Grazie). Come ogni anno, Le Conversazioni continueranno a New York in autunno, il 6 novembre, con Patrick McGrath e Zadie Smith dettagli, lingua, gerghi, descrizioni incisive senza una vera trama — ispirato a espressionismo astratto, jazz e film stranieri, a cominciare da Fellini, Antonioni, Bertolucci e Jean Luc Godard. A Capri, dove quest’anno si discute di «corruzione e purezza», DeLillo presenterà un testo nel quale ripercorre con linguaggio secco, essenziale, Deserto Rosso, un film di Antonioni che è stato molto importante nella formazione dello scrittore: «Mesi fa», racconta DeLillo, ero a un film festival in Portogallo, all’Estoril, dove ho rivisto dopo tanti anni Deserto Rosso sul grande schermo. Un’emozione enorme. Mi è venuto il desiderio di scriverne esclusivamente dal punto di vista della sua straordinaria bellezza visiva, prescindendo dai personaggi e dalla trama, dal significato del film». Erano gli anni dell’industrializzazione forzata, dell’Italia che si risvegliava dal sogno di un benessere senza costi. Anche l’American dream, che DeLillo ha vissuto in pieno — nonno carpentiere, padre impiegato delle assicurazioni, un’infanzia non facile nel Bronx, dov’è nato 78 anni fa — sta diventando un sogno proibito per chi arriva negli Usa. Quel sogno appassito lo scrittore l’ha raccontato tante volte, e oggi si dice colpito dalla nuova ondata di immigrati clandestini alla frontiera col Messico, come dall’imponenza degli esodi dall’Africa verso l’Europa, dettati da disperazione infinita. Ma, più ancora che dalla tragedia dei migranti, Le domande e l’ignoto Dopo il riconoscimento facciale, quale sarà la nuova scoperta? Magari la capacità di riconoscere gli individui dagli odori del loro corpo Don DeLillo (1936) fotografato da Christian Bourcart (Getty images) Solo un romanzo di carta oggi può salvarci dalla dittatura digitale rative della modernità: nell’era digitale tutto si brucia in fretta, la capacità di concentrazione è ridotta, la lettura di testi lunghi diventa problematica. E la sua ultima opera, Point Omega, è stato anche il suo racconto più breve. «No, non tento di adattarmi ai gusti contemporanei» risponde DeLillo che sta tornando a un’opera più ampia dopo l’esperienza nel romanzo breve che non è stata di grande successo: «Sarebbe un errore per me o per qualunque scrittore alterare la scrittura abituale semplicemente per cercare di sedurre il mercato, per inseguire gli stati d’animo del momento. I nuovi autori possono farlo certamente con maggiore naturalezza, ma per chi ha scritto per decenni in un altro modo, no, sarebbe un errore imperdonabile». La fedeltà al suo stile la vedi anche nelle scelte di questi giorni. DeLillo sta per venire in Italia per partecipare alle «Conversazioni», il festival di letteratura internazionale ideato da Antonio Monda e Davide Azzolini che si svolge all’inizio di ogni estate a Capri. Lo scrittore, che ha raccontato le odissee di un’America postmoderna scarnificata, con le famiglie disintegrate, votata a un consumismo senza limiti e soffocata dai rifiuti, ha compiuto anche un percorso di rarefazione stilistica — più attenzione a oggi il suo istinto letterario è attratto dal terrorismo «che piano piano, senza che ce ne accorgessimo, è diventato una delle forze dominanti delle nostre vite». Ci sono i terroristi dell’Isil che stanno conquistando un intero Stato, l’Iraq, ma DeLillo rifugge dalla cronaca. Ha sempre considerato una catastrofe l’occupazione americana del Paese di Saddam Hussein e lo ribadisce anche ora: «Dieci anni fa abbiamo fatto un errore enorme: ne pagheremo le conseguenze chissà per quanto tempo ancora». Ma a interessarlo è soprattutto il terrore come strumento di comunicazione. Anche qui, non una scoperta recente. In Rumore bianco, che è di trent’anni fa, il protagonista è un accademico che studia il regime hitleriano del terrore. E Mao II, sei anni dopo, è il racconto di una società dominata dai media e dal terrorismo. E sei anni dopo l’attacco di Al Qaeda alle Torri gemelle di Manhattan, l’11 settembre del 2001, DeLillo pubblicherà L’uomo che cade, un racconto intimo, il dolore delle famiglie delle vittime intrappolate nei grattacieli. «Ma alla fine il punto vero» conclude DeLillo, «è che il terrore l’abbiamo ormai accettato come compagno di strada, fa parte della nostra vite. Sempre e ovunque, a cominciare dagli aeroporti. Ma anche nella metropolitana, a New York, se vedi un pacco abbandonato non pensi più a una dimenticanza, pensi al peggio, avverti le autorità. È un cambiamento epocale che dà al terrorismo un ruolo enorme nelle nostre vite». La collezione A Castel San Giovanni, nel Piacentino, i dischi più amati dal protagonista della Ostpolitik, ora accessibili al pubblico Bach, Mozart, folk: il tesoro in vinile del cardinal Casaroli di PIERLUIGI PANZA A Villa Braghieri di Castel San Giovanni, nel Piacentino, esiste una saletta della musica dove, fino a non molti anni fa, erano conservati pregevoli strumenti e arredi d’epoca. Una saletta che testimonia il legame con la musica classica e che ora si rinnova: nel centenario dalla nascita del cardinale Agostino Casaroli — il grande diplomatico di papa Wojtyla — qui viene ospitata la straordinaria collezione di dischi in vinile a lui appartenuta. La famiglia (la nipote Orietta) li ha messi a disposizione, con un contributo della Regione sono stati catalogati e, dopo un ulteriore perfezionamento di strumenti per l’ascolto, comunica il responsabile Giuseppe Gandini, la biblioteca della città li rende ora accessibili al pubblico. IIl cardinale Agostino Casaroli (1914-98) Se complessivamente il fondo musicale di Casaroli supera i mille pezzi (compresi audiocassette e videocassette), quelli accuratamente catalogati da Elisabetta Martinelli e in possesso della biblioteca di Castel San Giovanni sono 857 (quasi tutti dischi in vinile), e si affiancano al fondo librario Casaroli già custodito nella villa. Altro materiale del cardinale è invece al seminario di Bedonia, dove trascorreva le vacanze, altro all’Accademia diplomatica di Roma, al carcere di Casal del Mamo e all’Archivio di Stato di Parma. Il cardinale, che studiò pianoforte e sapeva leggere lo spartito, si dimostra un bel collezionista di musica classica; classico anche il gusto; ma con qualche licenzia e alcune preziosità. Sui gusti musicali, oltre a una tesi di laurea di Sabrina Pancali dell’Università di Pavia, ha scritto il suo amico e docente in Austria Herbert Schambeck. Se il musicista più collezionato dal porporato è Bach, la raccolta più raffinata riguarda Chopin. Il cardinale possedeva l’opera omnia in cofanetti (anche con 10-15 dischi) interpretata esclusivamente da artisti polacchi, un’assoluta rarità. Quanto alla raccolta di Bach ci sono brani eseguiti su pregiati organi Johann Gottfried Silbermann, uno dei più famosi strumenti che nel XVIII secolo era diffuso nelle chiese dei regni di Germania. Bach era il suo preferito, come lui Fra i prediletti La sezione più raffinata della raccolta riguarda Chopin, con l’opera omnia interpretata soltanto da artisti polacchi stesso ricordava: «Di Bach due brani mi accompagnano costantemente. Uno per nutrire la mia pietà, Jesu meine Freude (Gesù mia gioia); l’altro a cui ricorro quando voglio prendere entusiasmo ed è un coro dell’Oratorio sulla Resurrezione che comincia Lobet Gott In Seinen Reichen (Lodate Dio nel suo Regno)». Un’osservazione che nota come in Casaroli la funzione della musica fosse persuasiva e commotiva, in grado di accompagnare e indirizzare sentimenti e stati d’animo. Poi c’è Mozart, un rapporto più complesso. Casaroli apprezzava la musica sacra di Mozart, ma anche quella massonica, come la Musica funebre massonica K 477 (scritta nel luglio del 1785). Dell’interesse di Casaroli anche per la cultura massonica accenna un libro di Ferruccio Pinotti e Giacomo Galeazzi, Vaticano Massone (Piemme); dalla musica ne verrebbe © RIPRODUZIONE RISERVATA una conferma. Ci sono molte opere anche di Beethoven, Haydn, Haendel, Bruckner. Ma anche precedenti nella musica sacra, da Giovanni Pierluigi da Palestrina a Orlando di Lasso, madigralista del XVI secolo. Nelle sue Lagrime di San Pietro fuse perfettamente sacro e profano utilizzando le liriche di Luigi Tansillo, uno dei maggiori poeti erotici italiani del tempo. Ovviamente si trovano Monteverdi, Scarlatti e persino Giacomo Carissimi , secentesco compositore di oratòri latini assai rari. Tra gli operisti, figurano Verdi, Wagner, Donizetti, ma la sua predilezione pare andare a Rossini. Un ultimo sguardo può essere rivolto alla musica folk: collezionava, soprattutto, quella dell’Est Europa, quasi a testimonianza del suo infaticabile lavoro diplomatico ai tempi della Guerra Fredda. Casaroli fu il protagonista della Ostpolitik della Chiesa, ovvero la politica di cauta apertura verso i Paesi comunisti e con il socialista Bettino Craxi il 18 febbraio del 1984 firmò il nuovo Concordato tra gli Stati italiano e vaticano. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Mostre Alla Tretjakov di Mosca la retrospettiva dedicata al padre del concettualismo sovietico L’intervento Il presidente del Centro per il libro e la lettura BIBLIOTECHE ADOTTATE CON GLI SGRAVI FISCALI di ROMANO MONTRONI H o letto con interesse gli interventi sulla scuola pubblicati da «la Lettura». Da libraio, mi hanno colpito in particolare le considerazioni sul ruolo degli insegnanti come personaggi capaci di ispirare passione per i libri, sulla scuola come vivaio di lettori, luogo in cui si creano e si radicano le abitudini di lettura. In qualità di presidente del Centro per il libro e la lettura, adesso provo a dire la mia. Il libro è uno strumento fondamentale di crescita individuale e collettiva: avvicinare i bambini alla lettura è un compito importantissimo di genitori e insegnanti. Leggere ai bambini vuol dire aumentare le possibilità di fare di loro dei lettori appassionati: i primi anni di vita sono cruciali per lo sviluppo delle competenze linguistiche e per la capacità di acquisirne di nuove. La lettura ad alta voce aumenta l’intelligenza del bambino e gli assicura una padronanza di linguaggio maggiore: il quoziente intellettivo aumenta, il vocabolario diventa più ricco e la ❜❜ Politica e scuola devono essere in prima linea nella battaglia di rinascita civile capacità di comprensione cresce! La lettura precoce aiuta inoltre i bambini a formare la loro personalità: identificandosi con i personaggi delle storie imparano a conoscere se stessi e a comprendere le proprie emozioni e i propri sentimenti. È dunque fondamentale che la scuola divenga parte attiva di un processo che nelle intenzioni del Centro prevede un’azione congiunta tra genitori, insegnanti, pedagogisti, editori, scrittori, associazioni culturali, biblioteche, per portare i libri — e gli scrittori — nelle scuole. Pensate a quale impatto potrebbe avere, sui ragazzi, l’incontro con uno scrittore che racconta come i libri e la lettura gli abbiano cambiato la vita, che legge ad alta voce, che trasmette e condivide emozioni. Ma si potrebbe cominciare consolidando le (poche) biblioteche scolastiche e creandone di nuove: fin dall’asilo i bambini dovrebbero essere incoraggiati ad avvicinarsi ai libri! Gran parte del sistema, oggi, si regge sull’iniziativa e la passione di singoli insegnanti, ma non esistono programmi strutturati e si rischia così di disperdere le energie. Di recente, l’antropologo Marino Niola ha affermato che, per portare più gente dentro le biblioteche, è nelle scuole che Cultura 33 italia: 51575551575557 Prigov, l’arte è (davvero) totale Star e provocatore sulle orme di Warhol e Piero Manzoni di SEBASTIANO GRASSO bisogna cominciare a seminare: in Italia esistono biblioteche meravigliose, ma sembra che a nessuno importi davvero. Se formiamo i lettori, saranno loro stessi a chiedere biblioteche di quartiere idonee a soddisfare i loro bisogni: in Paesi come la Gran Bretagna e la Germania, la biblioteca fa parte della quotidianità dei cittadini. Finalmente, in Italia è possibile devolvere fondi in favore di un’opera che appartiene al patrimonio culturale del Paese detraendo l’importo dalle tasse: perché allora non stimolare i cittadini ad «adottare» le biblioteche scolastiche? Oggi, i lettori in Italia sono appena il 43 per cento della popolazione e gli acquirenti di libri il 37 per cento: è una vera e propria calamità civile (in Germania sono l’82, in Inghilterra il 76, in Francia il 70, in Spagna il 62). Rischiamo di diventare — se non lo siamo già — un popolo di ignoranti, e le conseguenze saranno terribili. Perché l’ignoranza sfigura le coscienze, travolge i princìpi, i valori e gli ideali, ci rende insensibili, ottusi, indifferenti, ci toglie la consapevolezza di chi siamo, dei nostri diritti e dei nostri doveri — verso noi stessi, verso gli altri, verso la comunità. Ci toglie la voglia di migliorare, ci priva dei punti di riferimento: in una parola, ci imbarbarisce. Dobbiamo mobilitarci tutti e la scuola dev’essere in prima linea in questa battaglia di rinascita culturale e civile. Sono convinto che, oltre a coinvolgere gli insegnanti, si potrebbe creare una forma di volontariato civile: penso alla passione, all’entusiasmo e alla competenza che insegnanti in pensione, circoli di lettura, forti lettori potrebbero mettere a disposizione di una causa importante come la diffusione del valore sociale della lettura, aiutando i ragazzi a capire che i libri possono essere compagni di vita preziosi, insostituibili. Provate a immaginare, in prospettiva, i risultati di un’operazione del genere. A me piace pensare che un Paese di cittadini che amano i libri è un Paese migliore. Sono certo che il mondo della scuola ci aiuterà a innalzare gli indici di lettura e che il recente protocollo firmato dal ministro Franceschini e dal ministro Giannini per promuovere la cultura materiale e immateriale all’interno delle aule scolastiche sia un passo decisivo per una nuova politica della lettura, per tentare di superare l’emergenza attuale e restituire all’Italia prospettive di crescita culturale, sociale ed economica. Ma dobbiamo crederci tutti, e impegnarci perché succeda: sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo, ha detto Gandhi... diamoci da fare! © RIPRODUZIONE RISERVATA «La vita che scorre» (Longanesi) Emmanuelle de Villepin vince il premio Rapallo Carige Emmanuelle de Villepin con il romanzo La vita che scorre (pubblicato da Longanesi) ha vinto la XXX edizione del Premio letterario per la donna scrittrice «Rapallo Carige», promosso dal Comune di Rapallo e dalla Banca Carige. Il premio speciale della giuria, intitolato ad Anna Maria Ortese, è stato assegnato a Marta Morazzoni per Il fuoco di Jeanne (Guanda). Il premio opera prima è invece andato a Giuliana Altamura per il romanzo Corpi di Gloria (Marsilio). Il Premio internazionale, istituito in occasione della trentesima edizione del «Rapallo Carige», è stato attribuito alla scrittrice britannica Jeanette Winterson. È possibile scrivere versi su un poliziotto? Dmitrij Aleksandrovic Prigov (1940-2007) ci ha provato. «Dappertutto puoi vedere il Poliziotto / E da Oriente puoi vedere il Poliziotto / Da sud pure puoi vedere il poliziotto / E dal mare puoi vedere il Poliziotto / E dal cielo puoi vedere il Poliziotto / e anche da sottoterra… / ma poi mica a noi si cela»: ecco alcuni versi, tradotti da Alessandro Niero, nel 2011, per le edizioni Terra Ferma. Il poliziotto, naturalmente, era l’espressione del potere sovietico. «Inserire quel protagonista in poesia era come invitare un poliziotto ad una serata letteraria clandestina. I poeti dell’underground idolatravano l’Achmatova, Mandel’stam, leggevano sino alla nausea il raffinato Brodskij. E qui, un poliziotto. Che schifo! Il vero poeta passava accanto ai poliziotti quasi di corsa, come accanto ai cartelloni pubblicitari, agli enti statali, ai monumenti», scrive Vladimir Sorokin nel saggio del catalogo della grande rassegna che la Tretjakov di Mosca dedica a Prigov. Esposti 350 lavori (installazioni, libri-oggetto e oggetti vari, disegni, poesia visiva) del padre del concettualismo russo, considerato «artista totale» perché poeta, narratore, pittore, scultore, musicista, attore, autore di canzoni e video, tanto da autodefinirsi Progetto Prigov. Assieme a Lev Rubinstejn, negli anni Sessanta, dà origine, appunto, alla cosiddetta Scuola concettualista e, sempre con l’amico, alle performance. Una vera forza della natura, Dmitrij. «Star, caposcuola, autorità morale, provocatore, enfant terrible» l’ha definito Viktor Misiano. Viene in mente Marinetti. Ricordate i barattoli di Andy Warhol e quelli di Piero Manzoni? Quelli di Dmitrij sono riempiti a metà di gesso, con un’asta piantata in mezzo, e, a mo’ di bandiera, un’etichetta per spiegare di che cosa si tratta: Barattolo di versi (scritti a macchina su foglietti ritagliati e incollati attorno), Barattolo di date, Barattolo del giorno e della notte, e così via. Sorokin: «C’è anche il Barattolo per il disarmo completo e incondizionato degli Usa». Accanto a questi, i barattolibouquet, dove, come fiori, sono infilati fogli (arrotolati come sigarette) di poesie scartate. Non essendo possibile leggerle, Pavel Pepperstein, tratteggiati con penne a sfera? Resta deluso chi pensa di trovarsi dinanzi al ritratto classico. Dmitrij vuole scandagliare «l’essenza» dei personaggi e per farlo attinge alla mitologia greca: animali e piante. Motivo ricorrente dei suoi lavori, l’occhio (divino) che dall’alto osserva gli «omuncoli minuti, con le loro passioni semplici, indaffarati», frenetici come formiche («Sfoglia il Signore il libro della vita / E pensa: chi potrei portarmi a casa / (…) Fruga negli angoli con la sua mano e / Ghermisce un povero, che trema e si dimena, / Guarda il Signore negli occhi e sente dire: Dio è con te / Che ti dimeni a fare?»). Prigov è nato a Mosca. Di famiglia benestante (padre ingegnere e madre pianista), ancora studente lavora in fabbrica. Come scultore, comincia modellando la creta e come poeta scrivendo decine di versi al giorno (pare che, complessiva- Retrospettiva Dmitrij Prigov. Dal Rinascimento all’Arte concettuale e oltre, Mosca, Tretjakov State Gallery, fino al 9 novembre, a cura di Kirill Svetljakov (Info Tel +7 495 951 1362; www.tretjakov gallery.com). In mostra 350 lavori tra installazioni, libri, oggetti vari, poesie visive Ossessioni Nel suo universo ci sono tanti piccoli omuncoli indaffarati come formiche che l’occhio di Dio osserva e giudica Il personaggio Poeta, scultore, pittore, video maker, disegnatore, Dmitrij Prigov (1940-2007) è considerato uno tra i più interessanti artisti contemporanei russi. La ultima performance dell’artista (rimasta incompiuta) risale al 2007 e prevedeva che Prigov rimanesse chiuso per tre giorni in una cassaforte metallica dell’Università di Mosca, mentre gli studenti lo portavano su e giù dalle scale per trenta piani «continuano a risuonare e, in assenza delle parole, vengono percepite come poesia pura». Punto di riferimento: Anna Achmatova. Sempre agli anni Settanta risalgono un buon numero di disegni che si ispirano al Surrealismo di bretoniana memoria, e gli stikhogrammy, realizzati con la tradizionale macchina per scrivere: «I testi si ordinano secondo un particolare ordine — nota Olga Strada — e danno vita, attraverso le parole dattiloscritte, a immagini di notevole impatto». Composizioni, queste — sempre anni Settanta — che rimandano al fenomeno sovietico del samizdat (edito in proprio). E che dire dei Bestiari, ritratti di Vermeer, Chagall, Sopra: Dmitrij Prigov, Occhio (1994). A sinistra: un ritratto fotografico dell’artista e scrittore russo (1940-2007) mente, siano 35 mila). Pubblica i primi all’estero: Stati Uniti e Germania dove ha il premio Puskin. Poi tra il poeta, il filosofo e l’artista prevale l’artista e il «gran lavoratore della cultura» (la definizione è del suo amico Lev Rubinstejn) rimane quasi ossessionato dalla volontà creativa. Senza sosta. «Annunci di pubblico servizio», chiama le sue poesie. Mentre le affigge sui lampioni o sui muri di Mosca, viene preso dal Kgb e internato in un ospedale psichiatrico. Non ci rimane molto, grazie alla mobilitazione di molti intellettuali. Mentre esce dal nosocomio comincia a diluviare. Dmitrij si siede su una panchina, alza il viso e apre la bocca per accogliere l’acqua, mentre un paio di scarafaggi si muovono sulla seduta: «Ecco, piove, siedo con uno scarafaggio / Accanto a una finestra bagnata / Guardiamo la lontananza, dove s’erge / Dalla nebbia il paese desiderato / Come in un fumo oltre i limiti / Io dico con un certo languore: / Ebbene, villoso, voliamo via! / — Io non posso, i o so solo / Correre… / Beh, corri, corri». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Romanzo «Una commedia italiana» di Piersandro Pallavicini (Feltrinelli) racconta l’audace vita di un industriale Il Gunter Sachs della Maggiolina che fece piovere rose su Brigitte Bardot di STEFANO MONTEFIORI G enerazioni di amanti della Francia, della Costa Azzurra e delle sue leggende, e quindi inevitabilmente di Brigitte Bardot, coltivano tra i miti fondatori il corteggiamento lampo del playboy tedesco Gunter Sachs a una BB conosciuta la sera prima a Saint Tropez, nell’estate del 1966: da un elicottero piovono un quintale di rose rosse sulla villa La Madrague e su Brigitte che sta prendendo il sole nuda sul porticciolo, «mentre Sachs arriva via mare, per una volta in smoking, con sulle spalle un mantello che svolazza, a portarla via sul suo motoscafo Riva», scrive Piersandro Pallavicini nel romanzo Una commedia italiana. La scena, da allora asticella altissima per qualsiasi aspirante playboy, è nota. L’autore ne fa lo spunto per un esilarante spin-off, protagonista il Gunter Sachs allo zafferano, il furmagiätt in Jaguar, ossia Pampaloni Alfredo, industriale del formaggio, noto al mondo per i suoi Pampanini. Colui che — secondo la versione Pallavicini — incontrò Sachs al café Sénéquier, ne divenne amico, ed era ai comandi dell’helikopter durante quell’insuperabile azione pre-erotica. Se il precedente Romanzo per Si- gnora era ambientato tutto o quasi a Nizza, sorta di California per mai domi pensionati di Vigevano, nel nuovo libro di Pallavicini l’azione si sposta subito tra Londra e il Trentino, nell’immaginario paesino di Solària, dove il Pampaloni costruì negli anni 60 la grande villa di famiglia che sanciva il suo successo di imprenditore. Il «Gunter Sachs della Maggiolina», omaggio dell’autore al grande Zampetti eroe di tante commedie all’italiana, non è stanco ma vecchio sì, e ha Gunter Sachs e la Bardot nel ‘66 (AP) chiamato a raccolta per un’ultima vacanza i due figli e le loro famiglie: l’io narrante Carla, docente di chimica in preda alle caldane della menopausa, e l’odioso Rogoredo detto Edo, mercante d’arte che vive a Londra. Dall’esperienza all’estero Edo ha tratto solo quel vezzo caro a tanti italiani anglofoni: emettere un ahh strascicato mentre cercano la parola. «Gesù. Siete ancora appassionate di quei… ahh… vecchi arnesi?», dice Edo alla sorella Carla e alla sua amica del cuore, Paola Ottolina, detta «il castoro» o «il can-bulldog» (il Pampaloni non sarebbe cattivo ma è scorretto in modo osceno con le donne). I «vecchi arnesi» sono i Genesis, coprotagonisti del romanzo assieme ai Van der Graaf Generator e agli altri grandi gruppi del progressive britannico, perché la Carla e soprattutto la Paola amano calarsi nell’universo parallelo di folletti, volpi e paggetti di quel barocco e desueto genere musicale. Il libro di Pallavicini è strutturato secondo un’alternanza tra «Autunno inglese» e «Estate italiana»: in Italia la famiglia Pampaloni litiga per l’eredità e si scontra con «i villici», gli autoctoni che non hanno mai sopportato gli atteggiamenti da ganassa dell’indu- striale milanese; l’Inghilterra è la casa di Edo ma soprattutto il luogo-rifugio di Carla e Paola, che nei momenti chiave delle loro vite prendono l’aereo per Luton in cerca di quell’odore inconfondibile, l’odore di Londra. Una commedia italiana è un romanzo davvero riuscito. Intanto, fa ridere. Ed è una storia toccante che parla di amore per la vita, per i figli e per i padri pazzi ma generosi, piena di trovate geniali che alla fine raccontano come si sia formata nei decenni una specie di nuova identità italiana-europea. Carla Pampaloni è l’eroina: chiara somiglianza con Ave Ninchi, buona come il pane, genio della chimica penalizzata perché donna, cresciuta con le avventure di Valentina Mela Verde di Grazia Nidasio, e capace di commuoversi quando sente nell’altra stanza l’amica Paola cantare, stonatissima, Supper’s Ready. Una persona apparentemente banale, la Carla, in realtà pronta a esaltarsi allo stesso tempo per l’arseniato di gadolinio e il fulminato di mercurio, per l’Ottolina (l’amica can-bulldog travestita da Peter Gabriel nella tournée di Foxtrot), e per quel papà adorabile così poco british, tra Gunter Sachs e Johnny Dorelli. @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro «Una commedia italiana» di Piersandro Pallavicini, Feltrinelli, pagine 309, 17 34 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile IL CASO STAMINA ✒ Tacerà anche Renzi? Ma no, alla fine parleranno tutti: lui, Angela Merkel, Hollande, tutti i 28 leader. Almeno via Twitter, o grazie a qualche portavoce esperto, parleranno. Ma fino a oggi, il vertice dei capi di Stato e di governo della Ue fissato per il 26-27 giugno è incoronato da un monito ufficiale: niente conferenze stampa o briefing, né contatti fra i giornalisti e i leader, «niente attività per i media», almeno nella prima giornata. L’avesse deciso Vladimir Putin, lo avremmo severamente redarguito. Ma lo decide invece la Ue, quella stessa Ue che, dopo la vittoria elettorale degli anti-europeisti, ha promesso trasparenza, apertura e massima comunicazione. Giustificazione del monito di Bruxelles: quella del 26 giugno sarà una giornata «cerimoniale» che si terrà a Ypres, città di prima linea della Grande Guerra, con l’intento di commemorare appunto quella tragedia; spazi limitati, difficoltà logistiche, insomma necessità di silenzio-stampa o quasi (ci sarà sì una diretta-video, ma riguarderà solo le cerimonie, e ci sarà un servizio affidato a un piccolo «pool» di media preselezionati, con criteri non ancora specificati). Spiegazioni condivisibili: dopotutto, il giorno dopo a Bruxelles, i mille giornalisti d’Europa accorsi per l’evento (finanziato da tutti noi, sarà populistico dirlo ma è così) potranno finalmente fare qualche domanda ai leader politici, e riferire le risposte alla pubblica opinione europea. Ma qualcosa si può chiedere fin d’ora: la programmazione di questo vertice è iniziata circa sei mesi fa, possibile che ci si sia accorti solo ora degli spazi limitati a Ypres? E poi il 26, a cena, ci sarà poco di «cerimoniale» e molto di politico: si discuterà la questione delle nomine, Juncker sì o no, si aprirà il negoziato MerkelCameron-Renzi-Hollande. Un briefing subito dopo, anche dei singoli leader, avrebbe ribadito che l’Ue è davvero una casa di vetro. Invece no, nota del Consiglio Ue: «Vogliate prender nota che nessuna attività per la stampa è prevista dopo la cena». Come ha confermato anche la Rappresentanza italiana presso la Ue, in una nota diffusa ai giornalisti: «Non sono previste dichiarazioni al termine dei lavori e non sono state approntate locations per briefing nazionali». La nostra Rappresentanza ha fatto quanto ha potuto per garantire una piena informazione a tutti. Bruxelles è invece parsa un po’ distratta. Meno male che c’è Twitter. Ma se i vertici Ue diverranno camere oscure, chissà come andrà il prossimo sondaggio sul sostegno alle falangi anti-europeiste. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA PAGARE MUSICA E VIDEO SUI CELLULARI UN AUMENTO PER DIFENDERE GLI AUTORI ✒ Il decreto del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini — che aggiorna il compenso per la riproduzione privata di musica e video, previsto dalla legge sul diritto d’autore (la cosiddetta «copia privata») — è un atto importante con cui, senza gravare sui consumatori, si garantisce il diritto di chi crea alla giusta remunerazione. Parlare di «tassa sui telefonini» non è corretto: il decreto non introduce alcuna tassa, ma aggiorna le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere agli artisti, a titolo d’indennizzo forfettario sui nuovi prodotti, per la riproduzione a uso personale di brani e video scaricati dal web; inoltre, non prevede incrementi automatici dei prezzi di vendita. Il decreto Franceschini è tutt’altro che scontato. Duramente combattuto dai produttori di tecnologie, risponde alle sollecitazioni provenienti dal mondo della cultura. Solo un mese fa, 4mila autori hanno chiesto al governo di difendere il diritto alla creatività. L’adeguamento italiano è peraltro in linea con quanto avviene in tutti i Paesi in cui s’è deciso d’introdurre la cosiddetta «ecce- zione». Di che cosa si tratta? Tecnicamente il diritto d’autore è un’esclusiva, il che significa che non si può riprodurre un contenuto senza il consenso dell’autore. Nel caso della copia privata si è fatta un’eccezione: l’autore non può opporsi alla copia ma per questa rinuncia ottiene un compenso, chiamato «licenza legale». Gli Stati che hanno adottato questo regime devono prevedere un equo compenso: su come applicarlo, purtroppo l’Ue non ha armonizzato le proprie regole, ma i Paesi principali hanno comunque introdotto compensi per smartphone e tablet. È assolutamente falso che questo meccanismo deprima l’innovazione. In Francia e in Germania, dove i compensi sono molto più alti dei nostri, la crescita di smartphone e tablet è stata più elevata che in Italia. In Francia (dati Comscore), gli smartphone erano il 25% del mercato nel 2012 e alla fine dell’anno Parigi ha innalzato ancora la remunerazione. Nel 2013, sono arrivati al 35%: segno che il compenso è ininfluente sullo sviluppo del mercato. Edoardo Segantini twitter@SegantiniE © RIPRODUZIONE RISERVATA QUEL PREFETTO E L’INVITO AL SUICIDIO L’IMPOSSIBILE DIFESA DI TRENTA SINDACI ✒ Trenta sindaci e un disc jockey si sono sentiti in dovere, ieri, di intervenire in difesa del prefetto Antonio Reppucci, che aveva invitato a «suicidarsi» le madri che non si accorgono dei figli drogati ed era stato perciò prontamente richiamato (in vista della rimozione) dal premier Matteo Renzi e dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. I trenta eletti dal popolo guidano Comuni del Catanzarese e hanno potuto constatare l’«ottimo lavoro» svolto dal suddetto nella loro provincia prima del trasferimento a Perugia: tanto quanto basta per criticare «una punizione giunta a tempo di record, sulla spinta di un’indignazione politica sorprendentemente tempestiva, che a volte non si riscontra neanche di fronte a comportamenti di tanto più gravi». Il dj è Aniceto, testimonial di campagne antidroga, che non condivide le frasi di Reppucci, ma ritiene eccessiva la decisione di rimuoverlo. Va detto, però, che Sua eccellenza il prefetto ha sbagliato di grosso. Adesso spiega di essere stato frainteso, di venire impiccato per una sola frase tirata fuori dal contesto, dopo una vita di impegno profuso per il Paese e perfino le minacce ricevute dalla criminalità organizzata. Ma un conto è richiamare le famiglie alla giusta collaborazione nella lotta all’uso di stupefacenti, altro conto è dire che «se una mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare», o che «i padri devono tagliare le teste alla prole che assume stupefacenti». Reppucci ha usato un linguaggio violento, aggressivo, al quale ci stiamo purtroppo abituando frequentando le Reti sociali e i talk show di serie B, ma che certo non si addice a un uomo delle istituzioni. Oltre tutto, non lo ha fatto mentre giocava a bocce con un gruppo ristretto di amici, ma in una sede pubblica, nel corso di una conferenza stampa, davanti alle telecamere e ai taccuini dei giornalisti. È indiscutibile che chi parla così — chi pensa così — non possa rappresentare il governo davanti ai cittadini. Mario Garofalo garofalo_ma © RIPRODUZIONE RISERVATA Se è solo il giudice a decidere le cure Le troppe confusioni dei ministri di GIUSEPPE REMUZZI SEGUE DALLA PRIMA Ma quel parere non vale, sentenzia il Tar del Lazio, perché quegli esperti si erano già espressi contro Stamina. Chi la sbroglia, una matassa così? Il ministro della Giustizia tace. Quello della Sanità anche. Il Csm non interviene. Gli Ordini dei medici aspettano. Domandiamoci se tutto questo potrebbe accadere un giorno anche in Germania, in Francia o in Inghilterra? No, non può succedere. Se cerchiamo di capire perché, forse troviamo anche il modo di uscirne. In nessun altro Paese dell’Europa, un professore di psicologia si sognerebbe di mettere a punto una trattamento che comporti l’impiego di cellule staminali e, se lo facesse, non si troverebbe un solo medico disposto ad assecondarlo. Da noi quelli di Stamina medici ne hanno trovati e anche più di uno, ma bastava che l’Ordine dicesse «no» in base al Codice deontologico (nessuno di noi può praticare terapie segrete e non approvate dall’autorità regolatoria ) perché finisse tutto subito. Per praticare quelle infusioni, serve il parere di un comitato etico che in qualunque altro Paese avrebbe detto «no» perché non c’era nessuna ipotesi scientifica a sostegno di quel trattamento e nessuna prova di efficacia. E la Turco-Fazio, quella delle cure compassionevoli? Quella legge prevede che in casi davvero eccezionali si possa fare terapia cellulare anche senza l’avallo delle autorità regolatorie, purché ci siano dati che ne giustifichino l’uso pubblicati su accreditate riviste internazionali e a condizione che, quel che s’infonde, sia allestito in laboratori autorizzati nel rispetto dei requisiti di qualità previsti dalla legge. Stamina non risponde a nessuno di questi requisiti. Vuol dire che il comitato etico ha violato la legge ? Proprio così (anche perché, per legge, serve il consenso degli ammalati dopo che sono stati informati sul «rapporto favorevole fra i benefici ipotizzabili e i rischi prevedibili del CONC STRANO VERTICE CON «SILENZIO-STAMPA» IL MITO EUROPEO DELLA TRASPARENZA trattamento»: chi può dirlo, nel caso di Stamina?). Meglio del comitato etico ha fatto il giudice Ciocchetti del tribunale di Torino, che ha respinto la domanda dei genitori di un bambino con una grave malattia del sistema nervoso perché «i preparati di Stamina non risultano conformi alle norme europee di fabbricazione dei medicinali e nemmeno alle disposizioni del decreto del ministero della Salute del 2006». Impeccabile e soprattutto coerente con la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 28 maggio, «non è un diritto dei pazienti quello di ricevere terapie che non hanno prove scientifiche». Ma tutto questo, ai giudici che invece continuano a ordinare che a Brescia si proseguano le infusioni di Stamina, dev’essere sfuggito. Certo, in un altro Paese nessun giudice prescriverebbe una cura, tanto che il Lancet a proposito di Di Bella scrisse dell’Italia prendendo un po’ in giro medici e giudici: «Più giudizio clinico, meno giudici clinici». Loro, i giudici del lavoro , dicono che non prescrivono, dispongono solo che si dia seguito alla prescrizione di un medico; però dovrebbero poter giudicare che quel che il medico prescrive sia «prescrivibile», se no che giudici sono? Ma possibile che nessuno abbia fatto il suo lavoro con competenza e responsabilità, in questa storia ? L’hanno fatto i Nas e l’Aifa con l’ordinanza di blocco , e in qualunque altro Paese dell’Europa sarebbe bastato a fermare tutto . Come uscirne adesso? E cosa possono fare il ministro della Salute e quello della Giustizia? È vero che si dovrebbe cambiare la legge sulle cure compassionevoli? No, basta farla rispettare (aggiungendo se mai che non si può fare mai, per nessuna ragione, nessun trattamento di cellule che non sia autorizzato da Aifa e Istituto superiore di sanità). E la nuova commissione? Serve solo per stabilire se dar corso al decreto Balduzzi che però ha chiesto che si sperimentasse qualcosa che per legge non si può sperimentare; questo in Francia o in Inghilterra non succede mai. Una cosa potrebbero fare subito il ministro della Salute e quello della Giustizia: una lettera rispettivamente ai presidenti degli Ordini dei medici e ai giudici del lavoro, in cui richiamano i dispositivi di legge in casi come quello di Stamina, chiedendo di rispettarli e di sanzionare chi non lo fa. Alla lettera ai giudici del lavoro si potrebbe allegare l’ordinanza, documentatissima, del loro collega Vincenzo Ciocchetti; chi non avesse avuto tempo o voglia di approfondire la materia, troverebbe lì tutti i riferimenti per deliberare in sintonia con le disposizioni vigenti, le norme europee e le ragioni della scienza. Che ha un obiettivo solo, quello di proteggere gli ammalati. © RIPRODUZIONE RISERVATA CREDITO E IMPRESE Fra ripresa e rischio di nuove bolle di SALVATORE BRAGANTINI P er la prima volta dallo scoppio della crisi, le aziende tornano al mercato per cifre importanti; nel primo semestre del 2014, le offerte al pubblico di imprese che si quotano (in gergo, Initial public offering, o Ipo) hanno riguardato Anima Holding, Fincantieri, Fineco e Cerved sul mercato principale, per una raccolta stimata in poco meno di 3 miliardi se si tiene conto delle numerose Ipo su Aim Italia, il mercato minore. In tutto il 2013, le Ipo avevano incassato 1,2 miliardi e solo 0,2 nel 2012. La cifra salirà molto se andrà avanti la quotazione di Poste italiane, su cui però pare in atto una riflessione. Tali operazioni per lo più mirano ad aumentare il capitale dell’impresa, in altri casi consentono agli azionisti di vendere azioni non necessarie al controllo. Senz’altro le prime, ma in parte anche le seconde (se una banca vende azioni esistenti, libera capitale immobilizzato), hanno oggi particolare rilievo. Il credito alle imprese è sceso per molti motivi, dalla necessità per le banche di alleggerire — prima dell’esito degli esami Bce — bilanci appesantiti, fino alla flebile domanda delle imprese, riluttanti spesso ad assumere impegni data la fiacca domanda interna. Pesa molto anche la debolezza finanziaria di tante imprese, il cui capitale è insufficiente rispetto ai debiti, per di più sbilanciati sul breve termine. Nella misura in cui raccolgono mezzi freschi, le Ipo migliorano il merito di credito delle aziende, premessa forse del riavvio dei meccanismi creditizi, gravemente danneggiati. A soffiare nelle vele delle Ipo è, oltre al timido germoglio di ripresa nelle prospettive delle imprese, la politica monetaria volta all’espansione: ardita in Giappone e negli Usa, più cauta nell’eurozona, dove però vanno aggiustati i malconci meccanismi di uniforme trasmissione della politica monetaria. Viviamo una fase di (obbligata) repressione finanziaria, che costringe chi vuole rendimenti reali positivi a cercarli assumendo più rischi, sia nel reddito fisso, sia nelle azioni, Ipo incluse. Queste si rivolgono dunque a un pubblico affamato di rischio: è ragionevole tenerne conto, le imprese fan bene a valersi del lieve vento che spira nelle vele, purché ricordino una regola di saggezza. Come si direbbe a Torino, esageruma nen. I recenti decreti del governo permettono agli statuti delle imprese di raddoppiare (sotto date soglie numeriche) i diritti di voto a chi detenga per oltre due anni le azioni. La misura incoraggia sì l’investimento stabile rispetto al «mordi e fuggi», ma consente ai soci di controllo di ridurre molto la propria quota senza far calare i propri diritti di voto; ciò aumenterà il disallineamento degli interessi di maggioranze e minoranze. Pensata per indurre, con altre misure, le imprese a quotarsi, questa però dissuaderà dall’acquisto gli istituzionali, ossessionati dalla liquidità. Il nostro vero problema non è tanto la riluttanza delle imprese a quotarsi, quanto quella degli investitori, specie esteri, a comprare le loro azioni. C’è poi il tema delle valutazioni. La bolla che le banche centrali han lasciato montare prima su Internet, poi fino al 2007, non deve far credere che assisterebbero senza intervenire a un’altra fase di gonfiamento dei prezzi di case e azioni. Esse sono sì propense a tollerare più inflazione di quella ufficialmente desiderabile (eppure neanche a quella si arriva), consce come sono dei negativi effetti di una persistente, bassa inflazione sui processi di aggiustamento in Paesi come l’Italia. Una causa del perdurare della crisi, va ricordato, è la repressione salariale legata a quegli aggiustamenti; essa comprimerà la domanda annullando gli effetti delle riforme se, come tutto fa pensare, l’inflazione resterà bassa ancora a lungo. Le banche centrali tuttavia difficilmente sarebbero inerti davanti al formarsi di altre bolle. La crisi lo insegna: i prezzi dei beni reali van sorvegliati con attenzione, pur se non «fanno inflazione». Dalla fine di Leh- man in poi sappiamo che le banche centrali eviteranno nuove bolle «appoggiandosi controvento» (leaning against the wind), non con i tassi ma con mezzi adeguati. Ciò perché le conseguenze di un’altra bolla mondiale sarebbero inconcepibili: non avremmo, semplicemente, abbastanza risorse pubbliche. Per questo ormai da sette anni viviamo nella legge marziale. La stabilità finanziaria viene, per forza, prima di tutto: della trasparenza dei mercati, della sostenibilità dei fondi pensione — il valore reale dei loro debiti sale quando i tassi scendono e restano bassissimi a lungo — della correttezza delle banche nei rapporti con i risparmiatori. Tanto dominante è la ricerca della stabilità che il cerchio si chiude; si torna al punto di partenza facendo tornare in auge correttezza e trasparenza che, uscite dalla porta, così rientrano dalla finestra. Sul Financial Times del 18 giugno, Paul Tucker, ex numero due della Bank of England, scrive che le banche centrali avrebbero dovuto, prima della crisi, domandarsi cosa sarebbe successo in caso di blocco di un mercato importante; bisogna rivedere, dice, le priorità e anche chi sorveglia i mercati finanziari, per evitare nuove crisi dovrà concentrarsi sui rischi alla stabilità. Poi arriva al punto; la sorveglianza macroprudenziale (che vigila sugli squilibri dei grandi aggregati del sistema) deve poter impedire minacce alla stabilità. Coloro che autorizzano le quotazioni sui mercati dovranno «adottare un approccio macroprudenziale, per contribuire di più a mantenere la stabilità. Se un eccesso di offerta di certi titoli rende un mercato fragile, esse dovrebbero strillare. Altrimenti è probabile che quel mercato si esaurisca se succede qualcosa che lo mette sotto pressione». È davvero paradossale, ma meglio così; potremo tornare a occuparci di trasparenza e correttezza, però nel soverchiante nome della stabilità. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 35 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere TONY BLAIR PARLA DELL’IRAQ UN’ARRINGA PER LA SUA DIFESA Risponde Sergio Romano to alle armi. Credo che sia piuttosto la mossa con cui l’ex Premier cerca di respingere le accuse che gli sono state indirizzate dai suoi connazionali e dirottare su altri le responsabilità di ciò che è accaduto in Iraq dopo la guerra del 2003. Per meglio giustificare l’intervento della Gran Bretagna a fianco degli Stati Uniti, Blair distingue fra due fasi: quella, sino a tre o quattro anni fa, durante la quale le forze alleate riuscirono a eliminare una buona parte delle formazioni qaediste che scorrazzavano attraverso il Paese lasciandosi alle spalle una interminabile scia di sanguinosi attentatati; e quella, più recente, durante la quale il governo di Al Maliki ha dissipato il capitale accumulato Tony Blair invoca un intervento militare per scongiurare una Caporetto irachena di fronte all’avanzata degli estremisti dell’Isis. Si può discutere se la rimozione di Saddam Hussein per opera dello stesso Blair e di Bush nel 2003 non abbia contribuito alla destabilizzazione del Paese, ma non è stato improvvido il definitivo disimpegno delle forze armate americane voluto da Obama? Giuseppe Toscani [email protected] Caro Toscani, on credo che il lungo articolo sulla situazione irachena e mediorientale, pubblicato da Tony Blair nel suo sito, sia un invi- N UNIONE EUROPEA So che questo principio è implicitamente contraddetto dall’impegno con cui ogni Paese si batte perché al connazionale designato per la commissione venga dato un portafoglio importante. Ma il commissario che favorisce scopertamente il proprio Paese perde rapidamente qualsiasi credibilità. Interessi nazionali Tra le tante peculiarità di noi italiani, vi è quella di andare contro il nostro Paese, per interesse di parte. Abbiamo assistito alla sollecitazione, da parte di un commissario europeo italiano, di una procedura di infrazione, soldi che noi cittadini dovremo pagare, da parte dell’Unione europea. In una situazione drammatica per la nostra economia, andare a sollecitare multe è paradossale. Del resto, caso unico nel mondo, un partito italiano ha pagato una pagina su un giornale di un Paese straniero, per parlare di lotta politica italiana. PAESI DELL’EURO Prezzi raddoppiati Sarà anche vero che l’euro ha tante colpe ma a mio giudizio la più grave è quella di aver favorito la riduzione di stipendi e pensioni con il La tua opinione su sonar.corriere.it Sergio Guadagnolo sergioguadagnolo@ virgilio.it Il ministro Maria Elena Boschi: riforme costituzionali approvate entro luglio. Ce la farà? Nelle intenzioni dei fondatori della Comunità europea la nazionalità del commissario dovrebbe essere irrilevante. Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 negli anni precedenti. Anziché promuovere la riconciliazione nazionale e creare un esercito rappresentativo di tutte le componenti etniche e religiose del Paese, il premier iracheno avrebbe escluso i sunniti dalla vita pubblica, voltato le spalle ai curdi e creato un sistema clientelare da cui soltanto gli sciiti possono trarre qualche vantaggio. La principale responsabilità di quanto sta accadendo sarebbe quindi della nuova classe dirigente irachena. Non basta, continua Blair. Gli eventi degli scorsi giorni non vi sarebbero stati se la Siria, nel raddoppio dei prezzi di merci e servizi nell’arco di un paio d’anni dalla sua introduzione. Tanta ricchezza sottratta alla massa e finita nelle tasche di una minoranza, oltre ad aver aumentato la forbice tra ricchi e poveri, ha dimezzato i consumi interni e contribuito a produrre la crisi economica che ci affligge in modo particolare nei Paesi dell’euro. Non si vede come l’uscita dall’euro possa risollevarci e riportarci allo status quo frattempo, non fosse divenuta il luogo in cui gli estremisti dell’Isis hanno reclutato le loro truppe, riempito i loro arsenali, addestrato i volontari nel fuoco della guerra, installato basi da cui hanno potuto muovere alla conquista di territori iracheni. Quanto alla decisione d’invadere l’Iraq nel 2003, Blair riconosce che le armi di distruzione di massa non furono trovate, ma ricorda che Saddam aveva armi chimiche di cui aveva già fatto uso contro i curdi e gli iraniani. Forse l’argomento sarebbe stato più convincente se Blair avesse anche ammesso che l’uso dei gas contro gli iraniani, allora considerati il maggior pericolo della regione, non aveva suscitato allora la riprovazione e le sanzioni di Washington e Londra. Una buona parte dell’articolo di Blair, infine, è occupata dall’esistenza di un estremismo islamico contro cui dovrebbero mobilitarsi insieme, l’Est e l’Ovest, la Cina e la Russia, gli Stati Uniti e l’Europa. Un’ultima osservazione infine, caro Toscani, sulle ragioni per cui gli americani non hanno lasciato in Iraq un contingente militare. Volevano farlo, ma alla condizione che le truppe degli Stati Uniti godessero, come in tutte le altre basi americane, di immunità giurisdizionale di fronte alla giustizia irachena: una condizione che il governo di Bagdad, forse consigliato da Teheran, non volle accettare. ante. Gli 80 euro messi in busta paga degli stipendi medio bassi vanno in questa direzione, ma sono parziali e insufficienti. Occorrerebbe dare a tutti, dipendenti e pensionati, almeno dieci volte tanto. Succederà? Luigi Nale, Modena voti, ma avrei fatto giustizia, e finalmente la Costituzione non sarebbe più la mamma di figli e figliastri. Enzo Bernasconi, Varese REGIONI DA ABOLIRE A statuto speciale La prima riforma vera che avrei fatto se fossi stato in Renzi, sarebbe stata l’abolizione delle Regioni a statuto speciale, pur sapendo che dal punto di vista elettorale avrei perso parecchi SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Papa Francesco va in Calabria e scomunica i mafiosi. È un passo decisivo della Chiesa. Avrà effetti? 71 No 29 © RIPRODUZIONE RISERVATA MODULI PRECOMPILATI Passo avanti Con gioia i pensionati e non solo hanno accolto la notizia dell’invio telematico della dichiarazione dei redditi precompilata. Certo è che non tutti sono dotati di strumenti informatici e, nell’attesa dell’invio di un pc con relativo collegamento, dovranno ancora rivolgersi ai commercialisti o ai Caf come prima. Per quanto riguarda le detrazioni, elemento variabile come tanti altri, come ci si dovrà comportare? L’unica nota positiva è che almeno, si spera, verranno eliminati i quintali di carta delle istruzioni allegate a ogni modello. Umberto Brusco Bardolino Interventi & Repliche Avvocati pubblici e meritocrazia Recenti articoli di Sergio Rizzo hanno descritto gli avvocati pubblici come una casta beneficiaria di privilegi tra cui la possibilità di percepire un compenso aggiuntivo secondo la tariffa professionale sulle cause vinte. Questa campagna ha indotto il governo ad inserire nel provvedimento di riforma della Pa una norma che azzera questi emolumenti in danno degli avvocati dello Stato (che però hanno un trattamento di base assimilabile a quello dei magistrati) ed anche in danno degli avvocati degli enti pubblici. Tuttavia gli avvocati degli enti pubblici percepiscono uno stipendio base di poco superiore ai 2000 euro netti, come dimostra da busta paga dello scrivente. Eppure gli avvocati pubblici affrontano cause di estrema rilevanza come, ad esempio, il giudizio alla Corte Costituzionale relativo al contributo di solidarietà sulle «pensioni d’oro» norma dichiarata illegittima con notevoli oneri per lo Stato che per restituire quelle somme ha dovuto emanare una norma apposita nella legge di Stabilità. Se quella controversia fosse stata patrocinata da un avvocato specialista in previdenza ed in diritto costituzionale il costo per la collettività sarebbe stato superiore a parecchie mensilità dello stipendio medio di un avvocato pubblico. D’altronde, i costi di un giudizio di quel tipo sono verificabili da codesto quotidiano, dal momento che, in quella controversia, hanno partecipato anche i giornalisti con una associazione di categoria. Allora come è possibile che gli avvocati degli enti, con stipendi così bassi, sono considerati tra gli impiegati meglio pagati della Pa? La ragione è semplice lavorano moltissimo, anche 12 ore al giorno, e difendono il cliente in un numero enorme di giudizi (circa un quarto di tutte le cause civili), hanno un’altissima percentuale di vittorie sicché, i compensi per onorari sono superiori allo stipendio base. Si tratta di dipendenti pubblici per i quali l’espressione «meritocrazia» è una realtà di fatto. È quindi comprensibile la protesta contro il progetto del Governo e, se necessario, gli avvocati dovranno agire in giudizio con l’auspicio che la norma venga annullata dalla Corte Costituzionale (come accaduto quando anche i giornalisti hanno fatto ricorso contro il contributo sulle pensioni eccedenti 90.000 euro annui). La norma è infatti illegittima perché la retribuzione degli avvocati degli enti non è prevista dalla legge ma è disciplinata dal Ccnl di comparto (tra l’altro fermo al 2009). Quindi con questa norma il Governo costringerebbe un datore di lavoro a stracciare un contratto sottoscritto ed ancora vigente. Permettere al Governo di fare questo, oltretutto con un decreto legge senza motivi di urgenza, creerebbe un pericoloso pretendente. Domani il Governo potrebbe intervenire con legge sui contratti di lavoro dei © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI DEL LUNEDÌ CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. 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Sentivano il riconoscimento sociale tributato loro attraverso una misura di rispetto e di gratitudine. Li vedevo, in fila alle Scuderie del Quirinale o alla Pinacoteca di Brera, muniti del documento di identità che attestava il loro ingresso nella speciale categoria, «Over 65», insignita dell’onore di non pagare il biglietto. Ora, un decreto del ministro Franceschini li rottama, li indica come biechi privilegiati che campano sulla cultura gratuita alle spalle dei giovani, membri di una casta sovraccarica di favori: vecchi da punire con il ritiro di un immeritato vantaggio. Erano contenti di gustare gratuitamente le opere di Frida Kahlo o le raccolte di Andy Warhol? Basta, è finita: d’ora in poi pagheranno caro, pagheranno tutto. Ma perché? E perché i ministri danno retta ai loro consiglieri, gente algida che non conosce la vita e misura i comportamenti con le astrazioni di un’econometria priva di anima? Dicono che con i soldi dei biglietti non più distribuiti gratis ai vecchi, potranno finanziare la gratuità per i ragazzini e per le notti dei musei a un euro. Pura illusione: tanti «Over 65» nei musei non metteranno più piede, si sentiranno umiliati e mortificati, non incrementeGli over 65 gli introiti delle mostre, pagheranno per ranno perché le diserteranno, perché con la loro pensione non agentrare nei un’altra spesa inmusei, ma quanti giungeranno sostenibile. Per cui niente introiti. Niente anziani disposti a diserteranno? pagare il biglietto. Gli amici pensionati di mia madre si davano appuntamento davanti al museo, sempre in anticipo perché le persone anziane sono ossessionate dalla puntualità e perché uscire e andare al museo per loro era una festa, un appuntamento da non mancare. Ora resteranno a casa, o al massimo centellineranno le loro presenze ai botteghini dei musei dove chiedono cifre impegnative per loro. Demagogia? E chi lo dice, il ministro di un governo che ha appena difeso il diritto della gente di esser felice di 80 euro in più al mese senza essere derisa? Lo dicono i burocrati del ministero, con i loro pallottolieri di plastica, che non conoscono di quanto rancore possa essere capace una persona anziana messa al bando perché anziana? E non pensano, i burocrati con il pallottoliere e il ministro che ha dato loro retta, che una comunità che offriva agli anziani il godimento della cultura, dell’arte, del paesaggio di cui essa è ricca era una comunità che sapeva risarcire gli «Over 65» per quello che avevano fatto nella vita? E che diavolo c’entrano le giuste politiche per i giovani con l’arroganza sull’anziano che non metterà più piede in un museo? ❜❜ giornalisti o di altre categorie di dipendenti meno «impopolari» di quella degli avvocati pubblici. Filippo Mangiapane, Avvocatura Inps © RIPRODUZIONE RISERVATA Bozzetto Negli enti pubblici ci sono bravissimi avvocati dipendenti con paghe modeste, e legali che hanno stipendi d’oro (più onorari di platino) senza essere dei principi del foro. Così come ci sono avvocati che lavorano 12 ore al giorno e loro colleghi che non si impegnano affatto. Per non parlare delle decine e decine di migliaia di avvocati che svolgono la professione senza avere uno stipendio «base» e neppure la sicurezza del posto di lavoro che 2.000 euro al mese se li sognano. Il punto è se un professionista assunto a tempo indeterminato e regolarmente stipendiato debba incassare per fare ciò per cui è pagato anche un onorario: che si meta in discussione questo principio non mi sembra francamente uno scandalo. (s. riz.) EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. 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Verdone (premiato da una giuria composta da circa 23.000 spettatori) ha commentato: «Questo premio conferma che il tema del film è internazionale e comprensibile da tutti i tipi di pubblico». L’evento a Roma In oltre 70 mila al Circo Massimo per l’unica data italiana della band inglese. Bloccate 500 persone con biglietti falsi ROMA — Sfere infuocate che esplodono, la scena si colora di rosso. Il palco sembra prendere fuoco. Ieri sera i Rolling Stones sono scesi nell’arena del Circo Massimo, come moderni gladiatori del rock. Mick Jagger indossa una giacca dorata sopra i pantaloni neri; Keith Richards porta l’inseparabile bandana per fermare i capelli bianchi ribelli; Ronnie Wood è una chiazza di colore con il giubbotto blu elettrico; Charlie Watts è l’unico che non si scompone, seduto dietro la batteria. Le note di «Jumpin’ Jack Flash» danno il via all’unica data italiana del tour mondiale «14 on fire». Jagger urla: «Come è bello stare di nuovo a Roma, che posto meraviglioso il Circo Massimo». Sempre in italiano fa gli auguri agli azzurri di Prandelli, impegnati nel mondiale brasiliano. «L’Italia vincerà la coppa del mondo — preannuncia ruffiano —. In bocca al lupo per martedì, vincerete per 2 a 1». Così il quartetto inglese incontra la Storia, profana le «sacre rovine» e con irriverente spensieratezza dà un calcio alle polemiche dei giorni scorsi sull’uso dei monumenti prestati ai «vandali» del rock. «È bello cantare in un posto più vecchio di me», è stato l’ironico commento di Mick Jagger prima di entrare in scena. In 71 mila aspettavano la festa che è arrivata puntuale. La folla che riempiva il prato — uno spettacolo nello spettacolo — è stata ripagata con uno show formidabile e, soprattutto, unico perché consumato nell’antica arena. Blindatissima, con i millenari resti guardati a vista. Il concerto, più che una chiamata alle armi della nostalgia, è stato un evento irripetibile. Qualcuno ha anche provato a imbucarsi: i controlli agli ingressi hanno bloccato 500 persone con biglietti falsi. Sul palco un maxischermo centrale e due laterali circondati da una cornice dorata che li fa assomigliare agli incantati specchi delle favole. La storia dei Rolling Stones, in effetti, assomiglia a una fiaba che dura ormai da più di cinquant’anni e non si è mai interrotta, nonostante eccessi, tradimenti, malattie, intricati triangoli amorosi. Si va sempre avanti. Il lutto Sacre rovine Charlie Watts (73), Mick Jagger (70 anni) e Keith Richards (70) ieri in concerto al Circo Massimo per l’unica data italiana del tour mondiale «14 on fire» dei Rolling Stones. Sul palco (con Ronnie Wood, 67 anni) un maxischermo centrale e due laterali, tutti circondati da una cornice che li fa assomigliare agli incantati specchi delle favole I Rolling Stones accendono l’arena come moderni gladiatori del rock L’ironia di Jagger: bello suonare in un posto più vecchio di me che ha colpito Jagger a marzo, quando la sua compagna L’Wren Scott si è suicidata, non finisce sul palco. È un dolore privato che merita la dignità del pudore. Non ci si può scandalizzare per questo. È il rock, bellezza. La verità è che dopo più di mezzo secolo passato «on the road», gli Sto- nes sono i primi a divertirsi. Jagger dà via subito il suo miglior repertorio di mossette, smorfie, provocazioni. Non smette mai, nelle due ore di concerto, di correre su e giù per il palco, di incitare la folla. Cede il microfono per un paio di brani a Keith Richards ma se ne rimpossessa subito, come un vam- piro assetato di applausi e consensi. Non è vero che gli Stones non hanno più niente da dimostrare, sono pur sempre «The greatest rock’n’roll band in the world». E come si fa a dimenticare che il quartetto vanta una media di settant’anni? Ronnie Wood è il più giovane (67 anni), Charlie Il leader Mick: «L’Italia vincerà la coppa del mondo. In bocca al lupo per martedì, vincerete per 2 a 1» Il parterre E in tribuna d’onore arriva anche Grillo tra premi Oscar, attori e cantautori Molti nomi della cultura, della politica e dello spettacolo che non hanno resistito al fascino dei Rolling Stones al Circo Massimo. La tribuna vip si è iniziata a riempire nel tardo pomeriggio, prima ancora che iniziasse a cantare John Mayer, il cantautore che ha aperto il concerto degli Stones. A sorpresa è arrivato il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo (nella foto mentre arriva all’arena). Il comico genovese ha accettato di farsi fotografare dal pubblico in tribuna. Non solo Grillo. Fra gli spettatori c’erano anche i registi da premio Oscar Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore (l’autore di Nuovo cinema Paradiso sabato sera ha cenato con Mick Jagger e altri amici in un noto ristorante romano), Zucchero, Sabina Guzzanti, l’attrice Paola Cortellesi, il cantautore Edoardo Bennato, Gianni Minà e Roberto D’Agostino. All’appuntamento non hanno voluto mancare nemmeno Emanuele Filiberto e Giorgia Surina. Watts il più anziano (73), in mezzo i coetanei Keith Richards e Mick Jagger (70). E nessuno di loro nasconde i segni dell’età: non sfoggiano le rughe, piuttosto se ne fregano. Sugli schermi scorrono presente e passato: le immagini degli Stones impegnati a suonare al Circo Massimo e il pubblico che negli anni ha affollato i loro concerti. Il tempo che passa non è clemente, ma come picchia Watts su quella batteria, le chitarre di Richards e Wood viaggiano con un’alchimia perfetta. Jagger — bisnonno da poche settimane — tiene la scena come nessun’altro, è carismatico anche quando presenta tutta la band (turnisti compresi). E sanno essere generosi. Hanno offerto il loro elisir di lunga vita anche a Mick Taylor, chitarrista dal ’69 al ’74, che li ricambia con una insuperabile versione di «Midnight Rambler». Sono 19 le canzoni in scaletta, una quindicina non cambiano mai. «Streets of Love» Jagger la dedica al pubblico, «Respectable» è il brano che hanno scelto i fan su Twitter e viene proposta insieme a John Mayer, il cantautore Don Giovanni che ha aperto la data romana. Il finale è affidato a «You Can’t Always Get What You Want» — presentato con il Coro giovanile italiano — e «Satisfaction» con il suo grido liberatorio: «I can’t get no satisfaction». Da cantare a squarciagola, fino a far tremare le antiche rovine del Circo Massimo, fino a farle rivivere sotto le carezze elettriche del rock’n’roll. Sandra Cesarale © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 italia: 51575551575557 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Spettacoli 39 italia: 51575551575557 # Il personaggio L’attrice, sorellastra di Vincent, debutta con l’album «My Name Is». Monica Bellucci è la sua ex cognata: «Resto legata a lei, siamo cresciute assieme» Cécile Cassel, la svolta: cambio nome, canto e divento anche bionda Sexy Cécile Cassel (31) in versione cantante. «Il mio è uno stile rock, ma un po’ più sofisticato» più sofisticato». Che è il frutto di molte influenze: «Il mio mito è Michael Jackson. Ma ho sempre amato anche Stevie Wonder, Ray Charles. Da adolescente mi sono spostata verso l’hiphop. Cantanti italiani? Celentano». Tra gli artisti che più ama c’è poi Beyoncé: «È un Michael Jackson al femminile: canta come nessuno, balla come nessuno». Un insieme di talenti che ammira da sempre: «Ho iniziato a recitare perché amavo i musical: studiavo pianoforte da quando avevo quattro anni, facevo corsi di danza e ho cominciato quelli di recitazione Adesso è HollySiz. «Così mi sento me stessa» «L a musica ha sempre fatto parte della mia vita. Era nella mia testa. Quando ho imparato a camminare in realtà stavo già danzando». Eppure, perché decidesse di pubblicare il suo primo disco ci sono voluti 31 anni e quella bambina, la piccola Cécile Cassel, nel frattempo è diventata una biondissima giovane donna con le labbra carnose dipinte di rosso e gli occhi azzurri sempre più simili a quelli del papà, l’attore Jean Pierre Cassel (ereditati anche dal suo fratellastro, Vincent). «È stato un lungo percorso — racconta — ma non ho rimpianti. Tutto quello che è successo è capitato per una ragione. Anche le cose meno belle mi sono servite per crescere, diventare un po’ più matura e alla fine hanno permesso che il mio progetto fosse quello che è. Non cambierei il passato perché mi ha reso quella che sono oggi». E oggi Cécile Cassel non è solo un’attrice applaudita a teatro e cercata dal cinema. Oggi è HollySiz: «L’ho scelto perché Siz era come mi chiamavano in famiglia quando ero piccola, mentre Holly mi sembrava un nome da cantante... Il personaggio Chi è Cécile Cassel, all’anagrafe Cécile Crochon, è nata a Parigi il 25 giugno 1982. Sorellastra dell’attore Vincent Cassel, ha debuttato sul grande schermo con «Vivante» (2002) film di Sandrine Ray che ha dato il via alla sua carriera di attrice La carriera Nel 2008 interpreta il ruolo di Monìque in «Ex» di Fausto Brizzi (nella foto con il protagonista Fabio De Luigi), mentre l’anno successivo si aggiudica il ruolo di Beatrice di Borgogna nel film «Barbarossa» di Renzo Martinelli bionda». Biondissima adesso lo è anche lei, ma, soprattutto, è una cantante che con il suo album di debutto, «My Name Is», non solo si è guadagnata ottime critiche nonostante il diffuso pregiudizio che c’è quando un’attrice si propone come cantante, ma ha registrato il tutto esaurito con la sua tournée. «Non mi aspettavo che la risposta del pubblico sarebbe arrivata così velocemente. Sono onorata e felice». Ma la gioia più grande è stata «vedere le persone ai miei concerti. I numeri che crescono su iTunes o su YouTube fanno impressione ma non ti soffermi a pensare che dietro quei clic ci sono persone vere. Quando le ho viste ai miei concerti, mi sembrava incredibile fossero così tante». E proprio i concerti ora «sono la parte che mi piace di più». Salire sul palco per cantare è simile a quando lo si fa per recitare? «Per me è molto diverso. Quando recito devo interpretare la storia di qualcun altro. L’attore è solo un pezzettino della storia di altri. In questo caso invece la storia è la mia, ne ho scritto ogni capitolo». Non è un modo di dire. HollySiz non solo ha composto le canzoni del disco, le ha anche cantate e prodotte. E per festeggiare la sua nuova vita, si è anche stravolta il look: «Ho deciso di calcare ❜❜ Differenze Quando recito interpreto la storia di un altro, quando scrivo un brano la storia è la mia l’acceleratore sul look che mi piace di più: ecco i capelli biondissimi. Così mi sento davvero me stessa». Ed è questa la persona che si racconta nelle canzoni: «Descrivere questo disco è difficile perché è come se dovessi descrivere me stessa. Ci ho messo molto perché continuavo a lavorarci anche mentre facevo altro: gi- ravo un film e nel frattempo scrivevo le canzoni. Non ho mai abbandonato. È un lavoro personale, che mi appartiene. Spero sia un album felice. Anche se ha un lato oscuro, penso non manchi mai la speranza». Se dovesse descrivere il suo stile, sceglierebbe una parola «che mi piace tanto: glam rock, un rock un po’ Opera di Roma Zavalloni nell’opera di Bizet che apre Caracalla «Sarò una Carmen incinta Provocatoria ma più dolce» Le prove La cantante Cristina Zavalloni (41 anni), all’ottavo mese di gravidanza, sarà la protagonista di «Carmen» (da George Bizet) nell’inedita rilettura dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Lo spettacolo aprirà la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma alle Terme di Caracalla ROMA — La Carmen indiana dell’Orchestra di Piazza Vittorio ha messo via i preziosi bolerini ricamati e aderenti. «Scoprono la pancia, proprio non si può», dice Cristina Zavalloni che dà volto, voce e corpo alla prorompente sigaraia di Bizet. Ancora una volta nel colorato e indisciplinato ensemble multietnico diretto da Mario Tronco la vita è entrata prepotente. Così nello spettacolo che aprirà domani la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma alle Terme di Caracalla si vedrà una Carmen incinta, una figura trasgressiva. Più del solito. «Manca un mese al parto — racconta Cristina, cantante e compositrice —. Questo spettacolo è un’avventura. Non ho idea di cosa verrà fuori. Una donna con il pancione fa germogliare nel cuore dello spettatore mille significati. Sarà certo una Carmen più provocatoria, ma anche più dolce. È una donna che mi fa tenerezza perché la sento sola, tutta quella spacconaggine non è reale: chi è veramente libero non ha bisogno di dirlo. Però non mi preoccupo del messaggio. Quan- do lavori a qualcosa di bello puoi lasciarti andare, affidarti alla musica e questo ti alleggerisce il cuore. Noi artisti siamo persone semplici, vogliamo soltanto divertirci... come giullari di corte». L’Orchestra che ha affascinato Robert De Niro e Peter Gabriel, nel 2013 ha conquistato anche il Festival Les Nuits de Fourvière, a Lione, con la rilettura dell’opera La sfida «Questo spettacolo è un’avventura. Una donna con il pancione fa venire in mente mille significati» di Bizet. La storia, almeno nell’ambientazione, è stata stravolta: le atmosfere andaluse sono state sostituite da suggestioni indiane. E Carmen muore per mano di un giovanissimo Don José, interpretato da Sanjay Khan, prodigio della dinastia dei Dhoad, antica famiglia di musicisti gitani. La patina del tempo viene spazzata via dai confronti con tante trage- die moderne. «Carmen è una storia tristemente contemporanea — racconta il regista Mario Tronco, che con il direttore dell’Orchestra Leandro Piccioni ha curato anche elaborazione musicale e arrangiamenti —. Un fenomeno che oggi si definisce con la parola femminicidio, che in passato in Italia veniva giudicato come delitto passionale, ma che, cambiando i termini, produce sempre lo stesso risultato. Sono sempre gli uomini ad ammazzare le donne». Considerata l’erede di Cathy Berberian («Rido quando lo dicono, perché so che non è vero»), Cristina è una donna di cristallo (per citare un suo album) dalla voce impetuosa e suadente. «Non sono procace, non ho quella sensualità prorompente legata a Carmen — sottolinea —. Sono longilinea, nervosa, il fuoco viene fuori da un’energia micidiale, androgina, spigolosa. Non ho scimmiottato caratteristiche che non mi appartengono. Preferisco giocare sui punti di forza più che sui limiti». S. Cs. © RIPRODUZIONE RISERVATA REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE DELLE IMPRESE DI MILANO SEZIONE IA CIVILE Composto dai Signori magistrati: dott. Ciampi Presidente relatore dott. Marangoni Giudice dott. Zana Giudice ha pronunciato la seguente SENTENZA Nella causa civile iscritta al numero di ruolo generale sopra riportato, promossa DA PIRELLI TYRE S.p.A. e DRIVER ITALIA S.p.A. con gli Avv.ti Enrico Adriano Raffaelli e Michele Franzosi - parte attrice CONTRO YOKOHAMA ITALIA S.p.A. [omissis] - parte convenuta P.Q.M. Il Tribunale, non definitivamente pronunciando sulle domande; accoglie parzialmente le proposte domande attoree e, per l’effetto, inibisce alla convenuta Yokohama Italia l’ulteriore uso dei marchi individuati in atti e contraffattori dei marchi attorei Mazza Logo e Driver, con penale di € 500,00 per ogni violazione dell’inibitoria; ordina il ritiro dal commercio degli oggetti contraffattori, nonché di tutto il materiale pubblicitario correlativo; ordina la pubblicazione, per una volta ed a caratteri semplici, sul “Corriere della Sera” e sulla rivista “Pneurama”, dell’intestazione e del dispositivo della presente sentenza e ciò a cura di parte attrice ed a carico della convenuta; dispone procedersi ad un supplemento di istruttoria in ordine al risarcimento del danno, per cui provvede con separata ordinanza; rimette al definitivo la disciplina delle spese anche di questa fase del presente giudizio. Milano, 29 maggio 2014 Il Giudice Estensore (dott. Fernando Ciampi) Tribunale di Milano Concordato Preventivo Legnanoplastica (già SIMAPLAST) Srl in liq. - R.G.61/2013 AVVISO PER L’ACQUISIZIONE DI MANIFESTAZIONI DI INTERESSE AVENTI AD OGGETTO CESSIONE DI RAMO D’AZIENDA Il Liquidatore giudiziale del Concordato Preventivo Legnanoplastica (già SIMAPLAST) Srl in liquidazione, senza vincolo alcuno per la procedura, invita a presentare, entro il giorno 8 luglio 2014, manifestazioni di interesse non vincolanti aventi ad oggetto: • cessione del ramo d’azienda costituito da stabilimento e uffici in San Giorgio Su Legnano, via Edison snc e dal complesso dei beni mobili organizzati per l’esercizio dell’attività di produzione di film plastici per l’imballaggio. Maggiori informazioni possono essere acquisite presso lo studio del Liquidatore giudiziale (Studio Buraggi - tel. 02.784851) all’indirizzo di posta elettronica certificata [email protected]. Si precisa che il presente annuncio non costituisce proposta né offerta al pubblico ex art. 1336 c.c. né sollecitazione al pubblico risparmio, né impegna in alcun modo la procedura concordataria. IL LIQUIDATORE GIUDIZIALE DOTT. LORENZO BURAGGI per essere completa». Poi la recitazione ha preso il sopravvento, ma «non ho mai smesso di fare musica, anche se in modo non professionale. Ora sto dedicandole tutto il mio tempo». La famiglia in questa scelta «mi supporta moltissimo. Vengono a tutti i miei concerti. Sono tutti felici per me». Anche Monica Bellucci, sua ex cognata: «Resta mia sorella, siamo cresciute assieme». Adora l’Italia «quando non si tratta di calcio» e in futuro vorrebbe venirci più spesso di quello che già fa: «È un posto dove mi sento a casa. In generale amo viaggiare e continuare a farlo è uno dei miei sogni per il futuro». E se dovesse svelarne altri... «Vorrei scrivere un secondo album. E anche un terzo, un quarto...». Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA AVVISO DI VENDITA DI TERRENO La S.I.P.A. S.p.A. con sede in Perugia, via M. Fanti, 2/b, pone in vendita il seguente terreno sito in Perugia, località Pian di Massiano: terreno edificabile per destinazioni commerciali, direzionali e artigianali per complessivi mq. 4.200 circa di altezza massima di mt. 6,50, individuato nel Catasto dei Terreni di Perugia al Foglio 232, Particelle 723, 721, 725, 728, 730, 732, 736, 416, 740, 742, 734. Importo a base d’asta € 1.588.000,00 con aggiudicazione al miglior offerente. Non sono ammesse offerte al ribasso. Presentazione offerte entro il 16/07/2014, ore 14.30 presso la sede della S.I.P.A. S.p.A. L’avviso di vendita integrale e l’allegata documentazione, disponibili presso S.I.P.A. S.p.A., via M. Fanti, 2/b, Perugia, sono richiedibili a mezzo email [email protected] e a mezzo fax al n. 075/5732408 indicando le proprie generalità e recapiti. Perugia, 16/06/2014 S.I.P.A. S.p.A. Via M. Fanti, 2/b - Perugia Tel. 075/5721938 - Fax 075/5732408 - E mail [email protected] ESTRATTO DI BANDO DI GARA PER PROCEDURA RISTRETTA 1. Ente Appaltante: Aeroporti di Roma S.p.A. - Via dell’Aeroporto di Fiumicino n. 320 - 00054 - Fiumicino (RM) - Telefono 0039/06/65952542, https://vendor.i-faber.com/adr. 2. Appalto di fornitura: fornitura di n. 12 apparati di controllo per la rilevazione automatica degli esplosivi (EDS) nei bagagli da stiva per l’aeroporto di Fiumicino, conformi alla normativa ECAC (Standard 3), con velocità di movimento del nastro interno all’apparato di almeno 0,5 m/sec. (C.I.G. n. 5785005126). La Committente si riserva l’opzione, esercitabile entro 12 mesi dalla data di sottoscrizione del contratto, di acquistare, a propria discrezione e senza necessità di ulteriore accettazione da parte dell’Appaltatore, fino ad un massimo di n. 12 ulteriori apparati della stessa tipologia ai medesimi prezzi, patti e condizioni di cui al contratto. 3. Importo a base d’asta: € 14.400.000,00, I.V.A. esclusa. 4. Aggiudicazione ai sensi dell’art. 83 del D. Lgs. 163/2006: offerta economicamente più vantaggiosa in base ai seguenti criteri con i relativi punteggi massimi loro attribuibili: a. Prezzo: 75 b. Altri criteri (che saranno specificati nella lettera di invito): 25 5. Le domande di partecipazione, comprensive di tutte le dichiarazioni e/o documenti richiesti nella sezione terza del bando di gara integrale, dovranno, a pena di esclusione, essere inserite, firmate digitalmente, sul Portale acquisti ADR, in apposita busta chiusa digitale, entro e non oltre le ore 15:00 del 14/07/2014. 6. Non è stata pubblicata preinformazione. Il bando di gara integrale è stato inviato all’Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali dell’Unione Europea il 19/6/2014, che lo ha ricevuto in pari data ed è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 5^ Serie Speciale n. 70 del 23/6/2014 e sul sito web dell’Ente Appaltante www.adr.it. Aeroporti di Roma S.p.A. L’Amministratore Delegato Ing. L. Lo Presti Per la pubblicità Via Rizzoli, 8 legale e finanziaria 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 rivolgersi a: 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 40 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 MondialiBrasile 4-1-4-1 rra Con l’Inghilte Rica Con la Costa 4-1-4-1 Un tweet al giorno Mario Balotelli @FinallyMario Voglio sorridere ancora! Anche se non sembra IO AMO sorridere! Forza azzurri. Sempre e comunque 3-5-2 Con l’Uruguay LLI OTELLL OTE BALLOT BIILEE BIL OB MO IMM LL ELLI O EL OTE OT BALLOT LLI OTELL OTE BALLOT (Immobile) ✒ L'analisi CORAGGIO OK ADESSO TOCCA A LORO di DANIELE DALLERA C i vuole coraggio. È il messaggio che manda Cesare Prandelli alla sua Italia e all’Uruguay che si fa forte della coppia gol, Suarez & Cavani, invidiata da mezzo mondo. Forse in leggero ritardo, il saggio c.t. azzurro rivede certe convinzioni, che accompagnano ogni grande allenatore, spesso non comprese da quegli altri 30 milioni di commissari tecnici che seguono da sempre con spirito critico la nazionale, e mette in vetrina la sua coppia inedita di bomber: Balotelli & Immobile. S’è sempre detto che non li avrebbe fatti giocare insieme, che Immobile sarebbe stato l’alternativa naturale a Supermario nazionale, che Prandelli non vedeva di buon occhio la convivenza tra il milanista e il neo attaccante del Borussia Dortmund (ahinoi). Prandelli dimostra con questa mossa elasticità nella riflessione, che sa aggiornare certe posizioni e cambiare idea, non certo che possa scopiazzare o prendere in prestito le altrui opinioni tecnico tattiche. No, Prandelli osserva, studia gli avversari, riflette sugli errori commessi, su certe scelte che si sono rivelate avventate, soprattutto contro la Costa Rica, e poi sceglie: la decisione è sua, non è certo condizionata da critiche esterne. Addirittura cambia modulo per agevolare la coesistenza di Balotelli e Immobile. Adesso tocca a quei due attaccanti ricchi di talento (e non solo) non tradire la fiducia di Prandelli. È la loro grande occasione, un colossale errore non sfruttarla, eseguano alla perfezione le indicazioni del tecnico facendo capire a tutti che Suarez & Cavani sono sì una coppia stellare, consacrata dai gol e dai milioni di euro che guadagnano, ma loro non hanno nulla da invidiare (e non solo dal punto di vista dei guadagni). Prandelli ha messo l’Italia nelle loro mani (e nei loro piedi): la prima cosa da fare è metterci anche il loro cuore. Solo così si manda a casa l’Uruguay (e Suarez & Cavani). © RIPRODUZIONE RISERVATA I IS HISIO CH MARCH EVA DRE DREVA DR ND CAN (Parolo) TTI ATT RA RAT RRA ERR VER LO RLO RL PIR (Thiago Motta) EVA DRE DREVA DR ND CAN (Insigne) IS HISIO CH MARCH (Cerci) RLLO RLO PIR GLIO IGL SCCIG DEE SCI M TTA GO MO THIAGO (Cassano) AN IAN MIA M RM ARM DAR RLLO RLO PIR ISSI IS HISIO CCH CHI MARCH TTI ATT A RAT RA R RRA VER SSI OSSI R ROS DEE RO SSI OSSI ROS DEE RO I LINI LLI ELL CHIIEL TE ATTE A BAT ABA AN IAN MIA MI M RM ARM DAR IAN MIA M RM DAR GLLI AG AGL ZAG ZA RZA ARZ LLIN LLINI BAR ELL HIEEEL CHI GLI AGL ZAG ZA RZA ARZ TA BAR ETTTA ETT LET ALE PAL NI LINI ELLLI ELL CHIIEL C CCI UCCCC U NU ON BO GLI AGL ZAG ZA RZA ARZ BAR ON FON FFO FFFO UFF BUF O FO FON FFO UFF BUF GU IGU RIG SIR DA UNO DEI NOSTRI INVIATI NATAL — La difesa di ferro della Juventus e la freschezza di Ciro Immobile. Cesare Prandelli, sotto il sole cocente attenuato dal maestrale, ha provato l’Italia della speranza e, speriamo, della resurrezione. Nell’ora della verità l’allenatore azzurro ha scelto il blocco bianconero, trasferendo in nazionale la personalità e le qualità della squadra migliore. Contro l’Inghilterra gli juventini in campo erano quattro, contro Costa Rica sono saliti a cinque. Stavolta, nell’appuntamento cruciale del nostro Mon- Attesi Mario Balotelli, 23 anni, e Ciro Immobile, 24 anni, cercheranno di trascinare gli azzurri agli ottavi: contro l’Uruguay serve la loro brillantezza in avanti (Olympia) Andiamo all’attacco diale, sono addirittura sei su undici. L’ultimo dubbio Prandelli l’ha risolto dentro il campetto del Frasqueirao, lo stadio di Natal, sulla strada principale che conduce nel cuore della città moderna: Immobile dovrebbe giocare dall’inizio accanto a Balotelli. Due punte (anziché una) contro la crisi. Anche un messaggio al gruppo: accontentarsi del pareggio può essere pericoloso. Meglio provare a vincere. Una scelta che rispecchia la filosofia del tecnico. Immobile è stato il capocannoniere del campionato con 22 gol, è stato appena acquistato dal Borussia Dortmund per 19 milioni e mezzo di euro ed è spinto da un’intera nazione. Ciro, sorridente e scalpitante, è la medicina per risolvere l’anemia dell’attacco azzurro. Era la soluzione L’Italia della speranza punta su Balotelli&Immobile Prandelli risponde così alla coppia Cavani&Suarez più probabile sin da sabato, ma il c.t. ha voluto dormirci ancora una notte prima di sciogliere le riserve. L’idea di sostituire Balotelli con Immobile è stata subito scartata per una serie di ragioni ovvie. Mario è stato deleterio contro Costa Rica, ma merita Blocco Juve Il c.t. si affida al blocco Juve che sale a 6 presenze con Bonucci. Dentro anche De Sciglio una prova d’appello ed è, sulla carta, il nostro giocatore di maggior talento, uno dei pochi a poter cambiare la partita in qualsiasi momento. Lui, inoltre, sembra voglioso di ben figurare. «Voglio sorridere ancora. Anche se non sembra, mi piace molto sorridere», il tweet postato dal milanista. Speriamo che domani sera possa farlo insieme a tutta l’Italia. Intanto meno tweet e più gol. Più concentrazione. Più feroce determinazione. Di sicuro Prandelli ha scelto di osare. Balotelli-Immobile sono la L’arbitro Dirige «Dracula» Rodriguez L’arbitro di Italia-Uruguay è il 40enne messicano Rodriguez, soprannominato «Dracula» per i nerissimi capelli impomatati di gel e pettinati all’indietro, ma anche per la severità delle sue direzioni. Gli azzurri incrociano le dita anche per un altro motivo: oltre a Marco e Antonio, di nome fa Moreno. Ha già diretto Belgio-Algeria (1-1). © RIPRODUZIONE RISERVATA risposta italiana a Cavani-Suarez. Sulla carta il confronto tra le due coppie non esiste. Meglio la loro: più pronta e per adesso più brava. Ecco perché serve la squadra: la difesa granitica della Juve; la freschezza dei due terzini di scuola Milan, Darmian e De Sciglio, che avranno il compito di spingere sulle fasce ma al tempo stesso dovranno essere lesti nei ripiegamenti; la classe genuina di Pirlo, che sarà il padrone del gioco anche se al suo fianco avrà il talentino Verratti, l’altro regista, stavolta impiegato da interno. Marchisio sarà il terzo centro- In ritiro Cena allargata, però chi ha moglie e figli tende a isolarsi L’abbraccio delle famiglie Ma non è gradito a tutti DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Paura Voragine a 4 km dallo stadio Un’enorme voragine che ha inghiottito baracche, auto e materiali si è aperta nella favela di Mae Luisa, a circa 4 km dallo stadio di Natal, sede di Italia-Uruguay. La zona è stata evacuata. NATAL — Conta solo passare il turno, scacciare i fantasmi, scivolare leggeri verso gli ottavi di un Mondiale cominciato con il vento in poppa e adesso accompagnato dall’incubo del fallimento. Prandelli lavora su tutto: tattica, tecnica, anche sulla testa dei suoi discepoli. «Cesare è lo psicologo della squadra», scherzava due giorni fa il professor Castellacci. L’allenatore sabato sera ha convocato nell’albergo che ospita la nazionale le famiglie dei giocatori. Una cena tutti insieme per cementare lo spirito di gruppo che, secondo alcuni spifferi, proprio per la presenza dei familiari non sarebbe granitico. Per un motivo semplice e comprensibile: chi ha moglie e figli tende a isolarsi. «Sono Mogli Michela Quattrociocche (Aquilani) e Carolina Marcialis (Cassano) (LaPresse) discorsi futili, possiamo anche parlarne, però alla fine non direi ciò che penso. Noi dobbiamo dimostrare solo sul campo la nostra professionalità. L’anno scorso alla Confederations avere le famiglie accanto sembrava un valore aggiunto, ma è inevitabile che se fai una scelta così impopolare ti apri alle critiche», l’analisi del capitano Gigi Buffon. Come sempre quando vinci ogni scelta è giusta e quando perdi la stessa identica scelta è sbagliata. Prandelli ha deciso per il ritiro al- l’olandese, dando a tutti la possibilità di portare le famiglie nello stesso resort della squadra, ma in un’ala a parte, con orari e regole diverse da quelle dei giocatori. Lo ha fatto anche per evitare tentazioni sul posto e, magari, cadere in qualche trappola come è successo l’anno scorso agli spagnoli. Dall’Italia sono partite subito le famiglie di Cassano e Marchisio e l’attrice Michela Quattrociocche, compagna di Aquilani, che è appena rientrata in Italia. Poi è arrivata Fanny per stare con Balotel- li e via via le mogli di Immobile, Insigne, Darmian, Parolo, Thiago Motta e Paletta. Anche la fidanzata di Cerci e la nuova compagna di Pirlo. A Recife c’era Alena Seredova, ex signora Buffon, che a dispetto della crisi coniugale ormai acclarata si è presentata allo stadio con i figli e, soprattutto, con la maglietta di Gigi. Alla cena i famigliari erano una quarantina: Chiellini aveva i genitori, Balotelli anche il fratello Enoch e l’amico Antony. Un gruppone. Per cementare l’intesa e non per creare distrazioni. «Era così anche l’anno scorso», ha chiuso la questione il capo delegazione Demetrio Albertini. Inoltre a Natal i parenti non sono nell’albergo dell’Italia, dove invece ha preso alloggio Paolo Bonolis, in Brasile con il figlio di dieci anni e il manager Lucio Presta. Ieri il conduttore ha seguito pure l’allenamento a porte chiuse e domani tiferà sugli spalti. Speriamo che le sue battute abbiano portato un po’ di allegria nel gruppo depresso per la sconfitta con la Costa Rica. a. bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA in tv Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Le partite di ieri RIO DE JANEIRO Girone H BELGIO RUSSIA 1 0 Sport 41 italia: 51575551575557 Le quote Snai Le partite di oggi PORTO ALEGRE Girone H MANAUS Girone G SAN PAOLO Girone B CURITIBA Girone B BRASILIA Girone A RECIFE Girone A COREA DEL SUD 2 ALGERIA 4 USA PORTOGALLO OLANDA CILE ore 18 Sky Mondiale 2 AUSTRALIA SPAGNA ore 18 Sky Mondiale 1 CAMERUN BRASILE ore 22 Raiuno, Sky Mondiale 1 CROAZIA MESSICO ore 22 Sky Mondiale 2 1 X Australia – Spagna Olanda – Cile 8,00 Croazia – Messico Ottimismo Il portiere ci crede: «A noi vanno bene due risultati su tre, non è così male» 2,70 9,00 28,00 2,40 1,38 3,30 2,55 Camerun – Brasile 2 4,75 3,30 1,10 2,90 Gli avversari Buffon: «Ora serve autostima Se la posta è alta l’Italia risponde» «Non siamo i più forti, ma abbiamo senso di appartenenza» NATAL — Utilizza parole ricercate come «panacea», «sciorinare» e «riverbero». Ha l’aria disincantata perché «non ci sono certezze, anche se la storia dice che quando la posta in palio è alta probabilmente riusciamo a rispondere meglio». Ma Gigi Buffon non rinuncia a mostrare i muscoli del capitano di una nazionale orgogliosa. «E aperta a tutto, perché uno dei nostri pregi è quello di poter essere camaleontici. Mi auguro — dice il numero azzurro — che questa duttilità possa portare ai risultati a cui tutti ambiamo. L’unico vero messaggio di ottimismo lo possiamo lanciare con una grande prestazione». Buffon sta vivendo una situazione personale particolare, dopo la separazione da Alena Seredova, che lo ha raggiunto qui con i due figli. Venerdì è tornato in campo molto tima prestazione avrà il suo peso: loro vengono da una vittoria che dà convinzione e morale. Ma a noi servono due risultati su tre: non è proprio male come situazione. Anche perché noi non siamo quelli che hanno perso con la Costa Rica, contro cui non siamo riusciti neanche a sprazzi a sciorinare il gioco che si è visto contro l’Inghilterra». Per la verità siamo anche quelli che hanno perso contro la Slovacchia nel 2010, dopo i pareggi con Paraguay e Nuova Zelanda. Un piccolo cult dell’horror calcistico che Buffon non vuole rivivere: «Qui l’impegno è più gravoso e difficile, ma in dieci competizioni che ho fatto con la maglia azzurra solo l’anno scorso in Confederations ci siamo qualificati dopo le prime due giornate del girone. Tutte le altre volte eravamo costretti a far risultato, fa parte del nostro Dna. Solo che adesso ci portiamo dietro la sconfitta con la Costa Rica che fa sembrare l’impegno da- ❜❜ Il rischio nel Dna ❜❜ Le scelte difficili In dieci tornei con gli azzurri solo in Confederations ci siamo qualificati dopo le due prime giornate La coppia Balotelli-Immobile sarebbe una novità, con tutti i rischi ma anche i benefici del caso. Parlerà il campo più in fretta del previsto dopo la storta alla caviglia che lo ha azzoppato alla vigilia del debutto contro l’Inghilterra: «E questo mi ha messo di buon umore. Mi ci voleva». Purtroppo per lui è tornato in tempo per quella che definisce «una brutta bordata» contro la Costa Rica. Quindi adesso è già tempo di dentro o fuori, in pieno stile azzurro: «Sarebbe un fallimento se venissimo eliminati — riconosce lo juventino — questo è innegabile. Sarebbe una grande delusione personale e di gruppo. Ma qui nessuno ha paura di prendersi questo tipo di responsabilità. C’è bisogno di positività. Serve autostima, serve convinzione. Servono un cuore caldo e una mente fredda». Pretendere spiegazioni dopo la figuraccia contro i Ticos non è facile. Il capitano della nazionale non si tira indietro, ricordando, magari anche a qualche compagno, «che non siamo i più forti, ma una squadra che ha sempre messo senso di appartenenza e attaccamento alla maglia. Il riverbero dell’ul- vanti a noi ancora più difficile di quello che realmente è». Gigi rimpiange un amico e un campione come Fabio Cannavaro («purtroppo fa parte del passato») ma ritrova per intero la sua difesa juventina. Quando si parla del nuovo attacco Balotelli-Immobile invece abbozza, mandando messaggi trasversali: «Sarebbe una novità, con tutti i rischi del caso, ma anche i benefici: sarà il campo a dire se è una scelta giusta. L’importante è pensare al noi e non all’io. Questa è una medicina che in un certo momento può far sì che la squadra si esprima al meglio». Più del tiki taka all’italiana? «Cinque giorni fa la ricerca del gioco e del possesso palla sembrava la panacea e ora la vogliamo archiviare. Mi sembra esagerato. Ma in questo momento, lo dico senza spocchia, dobbiamo estraniarci da tutto ciò che ci gravita attorno». Per tornare ad essere davvero l’Italia. Davvero una squadra. DA UNO DEI NOSTRI INVIATI campista con licenza di attaccare la profondità centralmente, in modo da trasformare il 3-5-2 scelto da Prandelli in un 3-4-1-2. Una squadra solida, esperta, con una ventata di freschezza portata da Verratti e da De Sciglio, che fa l’esordio Mondiale così come Bonucci, sino adesso ai margini. Una squadra senza mediani, nata per tenere l’Uruguay lontano dall’area di Buffon, per costringere la Celeste a preoccuparsi dei nostri attaccanti più che a rifornire il pistolero Suarez e il matador Cavani. Abbiamo a disposizione due risultati su tre, ma in campo bisogna andare per vincere. Prandelli, prima del provino, ha radunato il gruppo al centro del campo per un lungo discorso (dieci minuti). Ha chiesto a tutti un atto di responsabilità. «L’Italia ci guarda». Tornare a casa adesso sarebbe una figuraccia. Il charter dell’Alitalia ha già scaldato i motori e organizzato il rientro: partenza mercoledì pomeriggio alle 17,30 ora di Rio. Nessuno vuole salire su quell’aereo. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Tomaselli Capitano Gigi Buffon, 36 anni, in azione (Aldo Liverani) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il fenomeno Abbiamo rinnegato il nostro marchio di fabbrica. L’ultimo gol così è stato quello di Del Piero alla Germania nel 2006 Il contropiede: inventato, esportato e poi dimenticato DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SAN PAOLO — L’ultimo contropiede della storia del calcio italiano si verifica il 4 luglio 2006 in una calda notte di Dortmund, al Westfalenstadion. È il minuto 120+2, come recitano i brogliacci Fifa e l’Italia è in vantaggio per 1-0 nella semifinale della Coppa del Mondo contro la Germania, gol di Grosso (119’). La Germania attacca. Cannavaro, in quel torneo un incrocio tra l’Uomo Ragno e Iron Man, respinge (due volte) un pallone di testa e poi lo lascia a Totti che allunga in verticale a Gilardino che racconterà: «Sentivo Del Piero urlare: arrivo, arrivo». Il capitano della Juventus si fa tutta la fascia di corsa, ma ha ancora fiato e lucidità: Gilardino difende bene il pallone al limite dell’area con un tedesco alle spalle e, senza guardare, lo manda avanti. Del Piero lo colpisce con il piatto a giro di prima, 2-0 e siamo a Berlino. È storia. Da allora il contropiede, marchio di fabbrica del nostro calcio, è andato in archivio insieme con il brogliaccio ufficiale di quella partita. Nel senso che noi non lo pratichiamo più. Cresciuti a catenaccio e contropiede, ora ci vergogniamo a pronunciare questi termini. Ma, ammesso che il catenaccio sia una cosa brutta (lo possiamo mascherare: come l’avarizia diventa un’intelligente gestione delle proprie finanze, il catenaccio 2006 Del Piero fa gol alla Germania (Reuters) può essere rinominato: un’attenta manovra difensiva), il contropiede non lo è di certo. E infatti, ora che noi ce ne siamo liberati come un retaggio del passato, tutti gli altri se ne sono impossessati. Il Belgio ha appena battuto la Russia con una micidiale ripartenza (a proposito di alleggerimento dei termini) con palla conquistata davanti alla propria area. Lo stesso aveva imbandito all’Algeria nella prima partita (rete del napoletano Mertens). L’Olanda possiede il più grande contropiedista esistente, Arjen Robben (rivedere i gol alla Spagna e all’Australia). La Francia, contro la Svizzera, ha messo in piedi uno spettacolo pirotecnico con Benzema terminale perfetto. La Germania è micidiale nel verticalizzare la sua azione offensiva. Sabato si sono esibiti nel contropiede anche i giocatori di Iran e Ghana, i primi mancando di pochissimo (causa esperienza) il gol contro l’Argentina, i secondi annichilendo la Germania e sprecando per un passaggio troppo ritardato, nel finale, un’azione in cui erano in vantaggio 4 contro 2. E noi? Ora che il tiki-taka percorre il suo Sunset Boulevard con l’eliminazione dei maestri spagnoli, noi sembriamo volercene appropriare. Il problema è culturale. È vero che la grande rivoluzione sacchiana ha portato una nuova consapevolezza nel calcio italiano e un gioco più propositivo, ma questo non presuppone la cancellazione del contropiede. Il controllo non esclude la capacità di sfruttare gli spazi, all’occorrenza. Eppure. Sembra che una epidemia abbia cancellato il contropiede. La squadra che ha dominato il calcio italiano negli ultimi tre anni, la Juventus di Antonio Conte, ad esempio, non lo prevede. A memoria ricordiamo qualche verticalizzazione, ma nulla di più. Nel campionato italiano concluso a maggio senz’altro il gruppo più brillante, in questa noble art, è stato quello della Roma con Gervinho protagonista assoluto. E con lui Alessandro Florenzi, un giocatore che avrebbe potuto fare comodo a Prandelli per tirare fuori il contropiede azzurro dalla naftalina. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Maestro Oscar Washington Tabarez (Afp) Suarez fa paura ma l’Uruguay non è perfetto DA UNO DEI NOSTRI INVIATI NATAL — C’è qualcosa di peggio che perdere 1-0 con la Costa Rica alla seconda partita? Certo. E l’Uruguay lo sa bene: dal 1970 la Celeste non vince al debutto mondiale, ma andare in vantaggio contro i centroamericani e poi prendere i tre gol che adesso la costringono a battere l’Italia per poter passare il turno era impensabile. Il successo contro l’Inghilterra, con il rientro di Luis Suarez a un mese dall’operazione al menisco, è stata il primo contro una squadra europea dopo quindici partite ai Mondiali: i giocatori uruguaiani che pure ci conoscono in modo approfondito, soffrono gli azzurri, contro cui hanno perso ai rigori il terzo posto in Confederations un anno fa. Il 2-1 contro gli inglesi ha confermato che la squadra è composta da un fuoriclasse come Suarez più altri dieci giocatori. Adesso la tenuta dell’attaccante del Liverpool dopo la gara di rientro, filata via sull’onda dell’entusiasmo, è tutta da verificare e sarà una delle chiavi della partita: Qualità perfino El Matador Il centrocampo Cavani è cresciuto ha poca qualità nella seconda partita soprattutto e Godin ha le in funzione del gomme sgonfie Pistolero, a cui ha servito un assist. Nella prima gara, in cui aveva segnato su rigore il gol del vantaggio, l’ex stella del Napoli era rimasto troppo isolato in avanti. L’Uruguay, particolare non secondario, soffre il caldo quanto noi. A Montevideo è autunno e a Fortaleza nella prima partita la squadra di Tabarez ha pagato tantissimo la temperatura elevata e l’umidità tropicale. Giocare ai 15 gradi di San Paolo contro Rooney e soci ha risollevato la Celeste che è arrivata ieri sera a Natal, ma un nuovo sbalzo termico può farsi sentire. Se Italia-Inghilterra ha avuto la percentuale più alta di passaggi utili (92,2%), Uruguay-Inghilterra ha avuto quella più bassa (75%). Segno che i sudamericani come sempre fanno giocare male l’avversario, certo. Ma anche che hanno poca qualità nella manovra e sono piuttosto lenti nel recupero del pallone, sia con la difesa che col centrocampo, composto da corridori come il laziale Gonzalez e da mazzolatori come l’ex palermitano Arevalo Rios. Lodeiro, uomo di raccordo con le due punte nel 4-3-1-2 che diventa 4-4-2 non convince. La squadra di Tabarez è anche la più sanzionata del torneo con quattro gialli e un rosso: storicamente una costante di questa nazionale che fa della «garra charrua» il suo motore, ma che nel finale contro la Costa Rica ha perso la testa. La difesa contro Bolanos e Campbell ha subito due gol su palle inattive: anche il solidissimo Godin ammirato nell’Atletico Madrid sembra arrivato in Brasile con le gomme un po’ sgonfie. E il portiere Muslera, ex Lazio, è ricordato a Roma per le sue topiche. Da allora è cresciuto molto, senza diventare una sicurezza. Il maestro Tabarez, molto invecchiato, ha Suarez, l’alunno più forte e indisciplinato. Ma ha anche il registro pieno di segnacci rossi. p.tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Sport Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Mondiali Brasile Nuovi equilibri Poker L’Algeria si scatena la Corea esce a pezzi DA UNO DEI NOSTRI INVIATI PORTO ALEGRE – L’Algeria all’esordio con il Belgio era stata in vantaggio 70’ prima di perdere 2-1 in extremis. Non era un caso. Ieri il suo potenziale si è scatenato contro la Corea del Sud, impresentabile per un tempo e svegliatasi troppo tardi quando gli avversari hanno mollato la presa. La squadra allenata dal bosniaco Halilhodzic non solo è la prima africana a compiere l’impresa di segnare 4 gol in una partita della Coppa del Mondo, ma sale al 2° posto nel girone e sogna legittimamente gli ottavi. Tutto si deciderà contro la Russia giovedì a Curitiba, dove gli africani voleranno da favoriti. Sempre che giochino come il primo e non come il secondo tempo. Ieri si è deciso tutto in 45’. Troppo distratta la Corea dietro e 3 gol, meritati, degli algerini, tecnici, veloci e cinici: ha aperto Slimani (lancio di 46 metri di Medjani, il centravanti sfonda fra stopper leggeri come piume), ha proseguito Haliche di testa su corner di Djabou (il portiere Jung a farfalle) e ha chiuso Djabou su assist di Slimani. Nella ripresa la Corea si è svegliata accorciando con Son Heungmin e, proprio quando dava l’impressione di poter fare la clamorosa rimonta, l’Algeria, nel suo momento peggiore, ha trovato una gran combinazione sull’asse Fegouli-Brahimi e ha chiuso il match. Inutile così il 2-4 coreano di Koo Ja-cheol. La Coppa per gli asiatici, a meno di un successo sul Belgio e combinazioni favorevoli sulla differenza reti, è praticamente finita. al. p. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corea del Sud Algeria 2 4 Marcatori: Slimani 26’, Halliche 28’, Djabou 38’ p.t.; Son Heungmin 4’, Brahimi 17’, Koo 27’ s.t. COREA DEL SUD (4-4-2): Jung Sung-ryong 5; Lee Yong 5, Hong Jeong-ho 4, Kim Young-gwon 4, Yun Suk-young 5; Lee Chungyong 5,5, Han Kook-young 5 (Dong-Won Ji s.v. 33’ s.t.), Ki Sung-yueng 5, Son Heung-min 6,5; Koo Ja-cheol 6, Park Chuyoung 5,5 (Kim Shin-Wook 6 12’ s.t.). C.t..: Hong Myung-bo 5 ALGERIA (4-2-3-1): M’Bolhi 6,5; Mandi 5,5, Bougherra 5 (Belkalem s.v. 44’ s.t.), Halliche 6,5, Mesbah 6; Medjani 7, Bentaleb 6,5; Feghouli 7, Brahimi 7 (Lacen s.v. 32’ s.t.), Djabou 7 (Ghilas s.v. 28’ s.t.), Slimani 7. C.t.: Halilhodzic 6,5 Arbitro: Roldan (Colombia) 6 Ammoniti: Lee, Bouguerra, Han Recuperi: 2’ più 4’ Già qualificata Michael Barrantes della Costa Rica: a sorpresa la squadra di Pinto ha battuto Inghilterra e Italia (Afp) Adios Iker Casillas si dispera dopo l’eliminazione della Spagna: finisce il ciclo dei campioni (Action Images) Con onore Jahan Bakhsh: l’Iran ha perso contro l’Argentina solo per un gol capolavoro di Leo Messi al 46’ (LaPresse) Un torneo pazzo: sorprese per tutti i gusti DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RECIFE — È il Mondiale delle sorprese. Ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti. La più clamorosa resta quella della Costa Rica, che si è qualificata agli ottavi di finale con una giornata di anticipo nel gruppo D, quello dei tre campioni del mondo (Italia, Uruguay e Inghilterra). Paulo Wanchope, il più famoso fra i giocatori costaricensi del passato (ex attaccante di Derby County, West Ham e Manchester City), ora vice del c.t. Pinto, è di parere opposto: «Noi sorprendenti? E perché? Abbiamo sempre creduto alla possibilità di andare avanti; il calcio non è deciso dalla maglia che indossi. Con il lavoro e il sacrificio, puoi vincere contro chiunque. Noi vogliamo fare ancora di più. Siamo parte della storia, perché nessuno avrebbe puntato un solo dollaro sulla nostra qualificazione, ma eccoci qua, pronti a battere domani anche l’Inghilterra». Spagna fuori dopo due partite: mai successo ai campioni Iran e Costa Rica le squadre più organizzate, Francia super È più che una sorpresa pensare che oggi contro l’Australia andrà in campo la Spagna, che è già eliminata, dopo il triplete 2008-2010-2012 (EuropeoMondiale-Europeo), che è passato alla storia perché mai riuscito a nessuna squadra europea e dopo che i club spagnoli avevano appena vinto Champions League ed Europa League. Negli ultimi sessant’anni, altre tre volte la squadra campione in carica era uscita dopo la prima fase (Brasile 1966, Francia 2002, Italia 2010), mai però era accaduto che questo avvenisse dopo sole due gare. Ma quando si arriva al Mondiale dopo una stagione nella quale i giocatori hanno bruciato tutto fra Liga e coppe, capita. E non era del tutto scontato che gli inglesi si sarebbero bruciati le speranze di qualificazione in appena 180’, anche se forse c’era troppo ottimismo alla partenza da Londra della squadra di Hodgson. L’Olanda si è presentata da vicecampione del mondo, ma c’erano molte perplessità su quanto avrebbe potuto fare in un girone con Spagna e Cile. Invece ha sorpreso la qualità del gioco, la freschezza di alcuni suoi interpreti, la facilità in fase offensiva, giusto omaggio all’Olanda del calcio totale, scoperto in tv quarant’anni fa al Mondiale in Germania. Anche se in Brasile aleggia sempre l’ombra del Maracanaço 1950, è quantomeno insolito scoprire che la Seleçao, dopo due giornate, non è ancora qualificata e rischia il primo posto nel girone, dopo lo 0-0 con il Messico a Fortaleza. L’Argentina, invece, è già agli ottavi, ma a parte il pessimo calcio che ha espresso e la grandezza di Messi, resta il fatto che sabato è riuscita a battere l’Iran al 46’ della ripresa, dopo essere stata graziata dall’arbitro (rigore contro non fischiato). L’Iran, insieme con la Costa Rica, ha dimostrato di essere la squadra più organizzata del Mondiale, grazie all’alto magistero tecnico-tattico del portoghese (nato in Mozambico) Carlos Queiroz, 61 anni, che lascerà la panchina iraniana, per inseguire una nuova avventura e qualificarsi al Mondiale 2018 con la quinta nazionale diversa. Non male, come risultato, per una squadra costretta a far quasi tutto da sola, perché non trovava nemmeno gli avversari per le amichevoli. Ha sorpreso fin qui anche la Francia, dopo il disastro combinato nel 2010, con l’ammutinamento verso il c.t. Domenech: Deschamps ha messo insieme una squadra che per ora stravince (3-0 all’Honduras, 5-2 alla Svizzera) e diverte. Capitolo-Africa: sorprendente, in senso negativo, il Camerun, forse la peggiore delle squadra viste al Mondiale, svogliata e svuotata. In senso positivo, il Ghana, che pure aveva sfiorato le semifinali nel 2010, ma che ha messo alle corde la Germania (2-2), andando vicino alla vittoria in tre occasioni. Fra le asiatiche, ci si aspettava di più dal Giappone, che domani si gioca la qualificazione con la Colombia (non una sorpresa, però sta facendo benissimo, come il Cile): la squadra di Zaccheroni era stata molto più convincente nelle qualificazioni e alla Confederations Cup. Ma il Mondiale è un torneo dove tutto è complicato. Anche troppo. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVAT Girone F Grondona: «Maradona un gufo» Nigeria , ottavi vicini Bosnia già eliminata DA UNO DEI NOSTRI INVIATI CUIABÀ — La Bosnia è la prova che la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. Un gol regolare di Dzeko annullato dalla disastrosa terna arbitrale neozelandese sullo 0-0; un probabile fallo di Emenike su Spajic nell’azione che ha portato al gol di Odemwingie; un palo di Dzeko nei minuti di recupero. È finita così l’avventura dell’unica debuttante al Mondiale. Resta da giocare l’ultima, contro l’Iran, ma conterà solo per i persiani. Non è stata, però, solo sfortuna. La Nigeria ha giocato una gara coraggiosa, con Odemwingie aggiunto a Emenike in attacco, mentre Susic ha continuato con Dzeko solo in avanti e con l’inutile Misimovic che toglieva spazio a Pjanic, il migliore dei bosniaci, assieme al promettente Besic, centrocampista difensivo che gioca in Ungheria, al Ferencvaros, ed è sul taccuino di molti club. Arrivare al Mondiale per la Bosnia — una nazione con meno di 4 milioni di abitanti, il 45% di disoccupazione e le ferite delle guerra aggravate nelle settimane scorse dalle inondazioni — è stata comunque un’impresa. Il c.t. Safet Susic, che non ha fatto una gran figura facendo entrare come terza e ultima sostituzione il nipote Tino, dovrebbe lasciare la panchina al rientro dal Brasile. È stato più grande da giocatore che da allenatore. La Nigeria, dopo lo 0-0 con l’Iran, è apparsa in crescita e nell’ultima partita del girone contenderà all’Argentina il primo posto, anche se un pareggio farebbe felici tutte e due le squadre. Andrà così? Se lo chiede anche il c.t. Sabella, in dubbio se risparmiare Messi e Di Maria mercoledì a Porto Alegre. Chissà cosa ne pensa Maradona, che è stato protagonista dell’ennesimo scontro con il presidente della Federazione. Grondona gli ha dato del «gufo», dicendo che, contro l’Iran, l’Argentina ha segnato solo nel recupero perché Maradona aveva lasciato il suo posto in anticipo. Diego ha detto che ne parlerà con i suoi avvocati e ha risposto, davanti a una telecamera, con il dito medio alzato. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Nigeria Bosnia 1 0 Marcatore: Odemwingie 29’ p.t.. NIGERIA (4-2-3-1): Enyeama 7; Ambrose 6, Yobo 6, Omeruo 6, Oshaniwa 6; Onazi 6, Obi Mikel 6,5; Musa 6 (Ameobi 6 20’ s.t.), Babatunde 6,5 (Uzoenyi s.v. 30’ s.t.), Odemwingie 7; Emenike 7,5. C.t.: Keshi 6,5 BOSNIA (4-2-3-1): Begovic 7; Mujzda 6, Sunjic 5, Spahic 4, Lulic 4 (Salihovic 6 12’ s.t.; Besic 7, Medunjanin 5 (T. Susic 5 19’ s.t.); Hajrovic 5,5 (Ibisevic 5,5 12’ s.t.), Misimovic 4, Pjanic 7; Dzeko 6. C.t.: S. Susic 4,5 Arbitro: O’Leary (Nuova Zelanda) 4,5 Ammoniti: Medunjanin, Obi Mikel Recuperi: 2’ più 3’ Campione Edin Dzeko bambino palleggia tra le rovine di Sarajevo e, a destra, in campo contro la Nigeria (Epa) Pianto e orgoglio Il sogno svanito della generazione rinata dal nulla da uno dei nostri inviati ALDO CAZZULLO NATAL — Quando i mortai sparavano sul mercato di Sarajevo, la sua città, Edin Dzeko aveva otto anni e giocava a pallone per strada: un giorno sua madre lo richiamò strillando con particolare convinzione, lui a malincuore le diede retta; poco dopo la piazza dove si ritrovavano i ragazzi fu devastata da un’esplosione. Quando l’Europa perdeva la propria dignità e i miliziani di Mladic — e della Tigre Arkan, tutt’ora onorata nelle curve italiane: un guerrigliero che si diceva comunista acclamato da ultrà che si dicono fascisti — massacravano i musulmani di Srebrenica, Miralem Pjanic era un bambino dell’asilo: i genitori lo portarono via da Tuzla e fuggirono in Lussemburgo. Solo l’intervento Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 ❜❜ Sport 43 italia: 51575551575557 Certo che ci credo ancora, abbiamo giocato per vincere e preso un gol in contropiede. Ora non ci resta che battere l’Algeria Fabio Capello, c.t. della Russia ❜❜ Missione compiuta. Anche questa volta sono stati decisivi i cambi, i ragazzi entrati freschi dalla panchina: faceva molto caldo Marc Wilmot, c.t. del Belgio Promossi Decide la rete di Origi dopo i fischi del Maracanà I portieri rivelazione Il Belgio al fotofinish mette nei guai Capello Russia Marcatore: Origi 43’ s.t. Russia k.o. all’88’, Hazard e compagni qualificati DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RIO DE JANEIRO — La sofferenza del Belgio termina all’88’, quando già l’insofferenza del pubblico del Maracanà contro la Russia si era da tempo manifestata con fischi, buuu e cori che più o meno dicevano «Vergogna, che brutto calcio, roba da serie B». Il che è piuttosto strano: quando Hazard, che da pochi minuti si è risvegliato dal sonnellino iniziato alla mezz’ora del primo tempo, va via sulla sinistra e mette in mezzo un pallone perfetto per Origi che da dentro l’area la piazza sotto la traversa, tutto si può dire della squadra di Fabio Capello tranne che stesse giocando un brutto secondo tempo. Per carità, il calcio spettacolo resta un’altra cosa, però non è che fino a quel punto si potesse dire che il Belgio aveva mostrato miracoli. Era partito meglio, questo sì. Con Mertens dall’inizio, terzo a destra nel 4-2-3-1. E, dietro di lui, rispetto all’esordio con l’Algeria Wilmots aveva messo Fellaini di fianco a Witsel, e non solo con l’intenzione di fare densità a centrocampo. L’idea si rivela giusta: la diga funziona, Hazard a sinistra e (soprattutto) Mertens a destra creano un sacco di problemi a Kozlov e Kombarov, i laterali di uno schieramento russo teoricamente gemello, ma più schiacciato e con il forte sospetto che don Fabio abbia detto a Glushakov di seguire Fellaini anche dal parrucchiere. E poi c’è De Bruyne, che prima con una ripartenza e poi tagliando splendidamente il campo da si- 1 0 Belgio BELGIO (4-2-3-1): Courtois 6; Alderweireld 5,5, Van Buyten 6, Kompany 5,5, Vermaelen 6 (Vertonghen 6 31’ p.t.); Witsel 6, Fellaini 6; Mertens 6,5 (Mirallas 6 30’ s.t.), De Bruyne 6, Hazard 7; Lukaku 5 (Origi 7 12’ s.t.). C.t.: Wilmots 6,5 RUSSIA (4-2-3-1): Akinfeev 6; Kozlov 6 (Eschchenko 6 17’ s.t.), Berezutskij 6, Ignashevich 6, Kombarov 5; Glushakov 6,5, Faizulin 6,5; Samedov 6,5 (Kerzhakov s.v. 45’ s.t.), Shatov 6 (Dzagoev s.v. 38’ s.t.), Kanunnikov 7; Kokorin 5,5. C.t.: Capello 6 Arbitro: Brych (Germania) 6 Ammoniti: Glushakov, Witsel, Alderweireld Recuperi: 2’ più 3’ Punteggio pieno Il 19enne Divock Origi salta Berezutskiy e realizza il gol che regala il successo sulla Russia e la qualificazione del Belgio agli ottavi. La squadra guidata da Wilmots aveva battuto 2-1 anche l’Algeria (Epa) nistra a destra con un calcio di 40 metri, avvia due volte l’esterno del Napoli. La prima volta mette in mezzo un pallone basso e ovvio per Lukaku. La seconda tira, ma Akinfeev respinge. Visto il sole che batte sul Maracanà, sarebbe inesatto dire che a quel punto per il Belgio si spegne la luce. Certo è che la Russia mette fuori la testa un po’ più stabilmente, dopo il tiro spot di Faizulin, al 12’. Al 25’ Kannunikov entra in area, quello che Alderweireld vorrebbe tanto colpire è il pallone e invece è il piede, ma l’arbitro fa giocare. Un’esortazione che la Russia decide di fare sua: Kannunikov tardivo di Clinton e della Nato spezzarono l’assedio di Sarajevo e fermarono la pulizia etnica. Per molti ragazzi che non erano potuti fuggire fu troppo tardi. La Bosnia è la cattiva coscienza del mondo. Anche per questo in Brasile è stata accolta con simpatia da tutti ( tranne che dagli arbitri). Oggi un Paese che vent’anni fa non c’era se la gioca quasi alla pari con le grandi del calcio, a conferma che non è vero che la storia peggiora e un tempo tutto era meglio. Per imprimere la propria esistenza nella memoria del pianeta, la Bosnia porta sulla maglia, all’altezza del cuore, la mappa geografica del Paese. E sabato sera, nello stadio che si chiama come un’altra regione periferica del mondo, il Pantanal, nel 12 presenze del Belgio alla fase finale della Coppa del Mondo 4° posto il miglior piazzamento, nell’86 cuore del Mato Grosso, i bosniaci si sono accattivati il favore del pubblico internazionale anche per i torti subìti contro la Nigeria: Dzeko fermato davanti al portiere per un fuorigioco inesistente, il capitano Spahic abbattuto dal centravanti avversario sull’azione del gol. Alla fine hanno salutato il Mondiale senza badare all’orgoglio: quasi tutti sdraiati sul prato a piangere. I brasiliani hanno capito, e se al Maracanà contro l’Argentina avevano tifato Bosnia per dispetto, l’altra sera hanno applaudito sinceramente. Dzeko, che ha più uso di mondo, ha affettato noncuranza ed è andato a salutare i nigeriani uno a uno. Alla fine però ha pianto anche lui. La stessa sorte che ha riservato alla Bosnia anni di guerra e di sangue, nell’indifferenza del mondo, ha fatto sì che in quella terra martoriata crescesse una generazione di campioni. Quasi tutti sono dovuti fuggire all’estero per poter giocare a calcio: Ermin Bikakcic in Germania, Haris Medjunanin in Olanda, Asmir Begovic, il portiere che l’altra sera si è lasciato passare la palla tra le gambe (ma ha parato tutto il resto), in Canada. Pjanic è un giramondo che parla sei lingue, bosniaco, inglese, tedesco, lussemburghese, francese e, da quando gioca nella Roma, l’italiano; Senad Lulic, l’eroe della città laziale che continua a scrivere il suo nome sui muri per ricordare il gol nella finale della Coppa Italia impegna Courtois da fuori, Faizulin tira alto, ma soprattutto Kokorin si mangia un gol enorme. Il cross di Glushakov da sinistra è perfetto, anche perché Kompany dorme, ma il centravanti russo nemmeno centra la porta. Nella ripresa Samedov s’impossessa della fascia destra, benché sia quella assolata. Come con l’Algeria, Wilmots toglie Lukaku per Divock Origi e infine fa esordire al Mondiale Kevin Mirallas (per Mertens). Sono le contromosse del c.t. belga di fronte a una Russia che, senza mai costruire niente di davvero pericoloso, si è comunque presa 2013, è cresciuto in Svizzera negli Young Boys; Zvejezan Misimovic è nato in Germania da due emigrati di Bosanka Gradiska ed è tornato in patria dopo essere stato scartato dal Montenegro; Vedad Ibisevic, l’attaccante che fece il gol decisivo per portare la squadra in Brasile, e che contro l’Argentina ha segnato il primo gol ai Mondiali nella storia della Bo- Monito al mondo Sulla maglia, all’altezza del cuore, c’è impressa la mappa geografica del Paese, a ribadire la propria esistenza snia, si è formato a Saint Louis, Missouri. L’unico a essere rimasto sempre a Sarajevo è Dzeko. Anche per questo è il più popolare. Ora vive in Inghilterra, ha appena vinto la premier con il Manchester City, guadagna 9 milioni di euro lordi l’anno. La nazionale racchiude in sé tutte le etnie, e da tutte viene sostenuta. La barba islamica di Aris Medunjanin convive con la fede ortodossa dei giocatori di origine serba e con i cattolici di radici croate. «Siamo tutti bosniaci, e basta» dice il c.t., che è nato a Zavidovici, sulle rive della Bosna, il fiume che dà il nome alla patria, e ha giocato 600 partite nel Sarajevo, segnando 400 gol. Per la generazione che fu ragazza negli anni 70, Safet Susic è parte il campo e prova a vincere la partita («proprio questo volevo fare mettendo Dzagoev», spiegherà più tardi Capello). Ma il Belgio dei ragazzi ha la cattiveria dei grandi. Mirallas centra il palo con una punizione rasoterra, ma intanto Hazard ha ripreso a correre a un’altra velocità. Prima ci prova da solo, con slalom e tiro fuori di pochissimo. Poi l’assist per Origi, che in un colpo solo chiude la partita e il discorso qualificazione. Quello cui Capello giustamente dice di credere ancora. Che l’Algeria battesse o meno la Corea del Sud. Tommaso Pellizzari © RIPRODUZIONE RISERVATA della memoria collettiva, come le diapositive, il meccano, il subbuteo e i gettoni del telefono. Classico giocatore della nazionale jugoslava: geniali presi uno per uno; quasi sempre un disastro tutti insieme. Dopo il Mondiale spagnolo, Torino e Inter lo chiamarono in Italia. Per non deludere nessuno, Susic firmò per entrambe. Finì al Paris Saint Germain. In un’amichevole con gli azzurri ci aveva rifilato tre gol: era il 1979, da allora nessuno ci è più riuscito. In Bosnia il calcio è stata la prima cosa a rinascere. La nazionale giocò la prima partita — contro l’Albania — il 30 novembre 1995, pochi giorni dopo gli accordi di Dayton che posero fine a tre anni e mezzo di guerra civile. La prima vittoria importante, tanto per cambiare, fu sull’Italia di Sacchi, vicecampione del mondo: 2-1 a Sarajevo. Per due volte la strada verso il Mondiale è stata sbarrata all’ultima partita dal Portogallo di Cristiano Ronaldo. Ma questa generazione meritava la consacrazione del Brasile. E il caso, o forse l’esosità della federazione, accusata di aver chiesto una tangente per farlo giocare, ha tolto alla nazionale il suo figlio più illustre: Zlatan Ibrahimovic, che sognava di vestire la maglia del Paese di suo padre. E chissà quanti ragazzi che non sono diventati calciatori avrebbero potuto giocare l’altra sera, e battere la Nigeria. © RIPRODUZIONE RISERVATA Navas, Ochoa e Haghighi, l’iraniano bello e mai banale Non solo folklore tra i pali DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RIO DE JANEIRO — L’equazione tanti gol = portieri e difese scarse è uno dei capisaldi del calcio. Il Mondiale brasiliano viaggia a una media di 2,8 gol a gara ma, tolta qualche papera fisiologica (il russo Akinfeev contro la Corea del Sud) e il crollo verticale di Casillas, i portieri se la sono cavata molto bene. E non parliamo dei soliti noti, tipo Neuer, Buffon, Lloris e Julio Cesar. I migliori vengono da Paesi con poca tradizione e scuole magari efficaci ma spesso folkloristiche. Di Keylor Navas (27 anni, 1.84 per 78 kg) parlavano bene i conoscitori della Liga o chi aveva letto la spavalda intervista, pubblicata in tempi non sospetti dalla Gazzetta dello Sport, in cui chiariva all’Italia che nel gruppo della morte c’era un solo posto disponibile per gli ottavi di finale, perché il primo era già stato prenotato dalla Costa Rica. Navas, con il Levante, è stato eletto secondo miglior portiere del campionato, dopo il belga Courtois, ed è quello che ha effettuato più parate. È in scadenza di contratto nel giugno 2015, ha una clausola di 8 milioni. Interessa a tante squadre, la più avanti sembra il Porto. Il suo segreto è la dieta: il preparatore del Levante lo ha fatto dimagrire 4 chili e, da allora, vola. Il Sorpresa Navas (Reuters) messicano Guillermo Ochoa (28 anni, 1.85 per 78 kg) ha parato di tutto contro il Brasile, a volte con bello stile e altre come veniva. Nell’ultima Ligue 1 è retrocesso con molto anticipo, difendendo la porta dell’Ajaccio. Ha subito 71 gol in 37 presenze ma Fabrizio Ravanelli, che è stato il suo allenatore, ne parla così: «È pronto per la serie A. Ha solo il problema del passaporto extracomunitario. Grande professionista, si allena anche nei giorni liberi». Sulle sue tracce c’è l’Atletico Madrid, perché Mourinho ha rivoluto Courtois al Chelsea. Ochoa ha evitato una squalifica per doping (clenbuterolo) Paratutto Ochoa (Afp) convincendo i giudici (messicani) che aveva mangiato carne avariata. È sposato con la popstar Dulce Maria e con il nigeriano Enyeama è l’unico ad avere la porta inviolata al Mondiale. Meno esplosivo, ma con più tecnica, è il cileno Claudio Bravo. Sampaoli, il giorno stesso della sua investitura a c.t. del Cile, è partito per l’Europa per convincerlo del suo progetto. Bravo ha giocato nel Colo Colo e nella Real Sociedad, dove ha segnato anche un gol su punizione (in serie B, contro il Nastic, il 14 febbraio 2010; da ragazzino giocava in attacco). Pagato dalla Real Beffato Haghighi (Reuters) Sociedad 1,2 milioni di euro, è stato appena rivenduto al Barcellona per 12. Si giocherà il posto con il giovane e promettente tedesco Marc-André ter Stegen. A casa sua, Buin, gli hanno addirittura dedicato il nome di una via. Il più sconosciuto è l’iraniano Alireza Haghighi (26 anni, 1.90 per 85 kg). C’è voluta una magia di Messi, a tempo scaduto, per batterlo. È di proprietà del Rubin Kazan, che però non gli ha mai fatto giocare una partita, prestandolo allo Sporting Covilha, in serie B portoghese. I suoi debutti non sono mai banali. Nella prima partita di campionato, a 18 anni, parò un rigore ad Alì Daei, che in Iran è come dire Roberto Baggio. Il debutto in nazionale lo ha fatto il 5 ottobre 2011, contro la Palestina. Chi lo prende fa un affare anche di marketing: per le tifose è uno dei più belli del Mondiale. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Palla avvelenata Blatter non lascia e raddoppia i compensi Ogni domenica c’è una novità per i signori della Fifa e non proprio divertente. Dopo le pesanti accuse di corruzione relative all’assegnazione del Mondiale 2022 al Qatar, il Sunday Times ha rivelato che i 25 componenti dell’Esecutivo avrebbero aggirato le nuove regole sull’etica di comportamento. Dopo aver rinunciato ai bonus di 100 mila dollari previsti in un allegro passato, si sarebbero raddoppiati in segreto i compensi, passando a 200 mila dollari per il loro impegno part-time. Tutto questo sarebbe stato possibile perché la Fifa, guidata da Sepp Blatter, consente che i pagamenti avvengano presso conti aperti dalla Federcalcio mondiale in una banca svizzera, da cui i dirigenti possono prelevare le somme cash. Il Sunday Times ha spiegato che i membri dell’Esecutivo hanno altri benefit: voli aerei in business class, hotel a cinque stelle e ristoranti di lusso. Tutto gratis. I vertici della Fifa, interpellati al riguardo, hanno risposto con un secco: no comment. Mai come in questo caso è giusto dire che il silenzio è d’oro. f. mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Sport Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Mondiali Brasile La Seleçao Le sfide del Brasile Far decollare Neymar e conquistare la torcida Girone B Olanda e Cile per la vetta Van Gaal contro tutti Contro il Camerun per passare agli ottavi r.per. © RIPRODUZIONE RISERVATA San Paolo, ore 18 Olanda Cile (4-3-3) 1 Cillessen 7 Janmaat 3 De Vrij 2 Vlaar 5 Blind 18 Wijnaldum 6 De Jong 10 Sneijder 15 Kuyt 17 Lens 11 Robben (3-5-2) 1 Bravo 17 Medel 5 Silva 18 Jara 4 Isla 21 Diaz 16 Gutierrez 20 Aranguiz 2 Mena 7 Sanchez 11 Vargas Arbitro: GASSAMA (Gambia) Tv: ore 18 Sky Mondiale 2 Curitiba, ore 18 Australia Spagna (4-2-3-1) 1 Ryan 19 McGowan 22 Wilkinson 6 Spiranovic 3 Davidson 15 Jedinak 17 McKay 7 Leckie 23 Bresciano 11 Oar 11 Halloran (4-2-3-1) 23 Reina 22 Azpilicueta 4 Javi Martinez 15 Sergio Ramos 18 Jordi Alba 21 David Silva 14 Xabi Alonso 6 Iniesta 11 Pedro 19 Diego Costa 9 Torres Tifo timido, Scolari nervoso, stelle sbiadite que altro segnale è atteso con trepidazione dal pubblico di casa. Lo 0-0 con il Messico ha lasciato il segno, i dubbi sono tanti, su uomini e qualità del gioco: una goleada con gli africani appare a questo punto necessaria per recuperare fiducia interna e stima della torcida. È un torneo di alto livello, e la posizione di superfavorita non arriva per diritto divino. Il calendario, oltretutto, prevede per il Brasile un ottavo già dif- ficile: Olanda o Cile. Felipe Scolari ha cambiato atteggiamento. In pubblico continua a elogiare i suoi, ma le critiche lo hanno innervosito, e soprattutto si è reso conto che gli avversari sanno benissimo come gioca il Brasile. È l’effetto Confederations: la scelta di mantenere uomini e schemi di un anno fa, dove funzionò tutto alla perfezione in una squadra nuova e poco conosciuta. Dopo settimane di trasparenza e ostentazione di relax, il c.t. ha infine chiuso gli ultimi allenamenti e parlato poco. Lascia intendere che non cambierà nulla, dal sacro 4-2-3-1 al contestatissimo Fred al centro dell’attacco, almeno in partenza. E Hulk, non troppo in forma, dovrebbe rientrare da un infortunio che secondo i medici è solo nella testa del giocatore. Ma la partita di oggi, soprattutto se cominciasse in discesa, potrebbe essere l’occasione per provare alternative. Il Brasile non ha problemi in difesa Centravanti di razza Come il tedesco (15 gol in Coppa) sono Suarez, Van Persie, Mandzukic Decisivi, senza fronzoli, «verissimi» nove Klose & Co.: i bomber da «una palla, un gol» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI FORTALEZA — Dov’eravate voi il primo giugno 2002? Miroslav Klose era a Sapporo, Giappone, giocava la sua prima partita in un Mondiale e segnava una tripletta nell’8-0 della Germania all’Arabia Saudita. Da allora ne fatti altri 12, facili, difficili, più o meno decisivi, l’ultimo sabato al Ghana, eguagliando Ronaldo come miglior marcatore di sempre in Coppa. Dodici anni; quattro Mondiali; ore e ore di gioco e battaglie nelle aree tonnare; gli infortuni; il tempo che passa; i de profundis dei soloni; la strana sottovalutazione che, forse anche perché poi un Mondiale Klose non l’ha mai vinto, ha sempre portato a dire «sì, fa gol, però…» (ma però che?): niente ha mai scalfito l’istinto del centravanti che segna ancora come quando aveva 24 anni. E niente ha mai contaminato il suo stile di vita fatto di lavoro serio, disciplina monacale, basso profilo e innata timidezza: «Sapevo che da quello schema su corner poteva arrivarmi la palla, sono stato solo pronto — ha raccontato dopo la partita allegro come un esistenzialista francese —. Un’impresa? Io sono soprattutto contento di aver aiutato la Germania. E poi il mio gol più importante è stato quello all’Argentina nel 2006: pareggiai, andammo ai rigori e ci qualificammo alla semifinale». Così, come spesso accade davanti alle magie dei modesti, a esaltarsi sono gli altri. Il suo presidente Claudio Lotito da Roma ha gongolato sopra le righe, e fin lì ce lo potevamo aspettare: «Visto che ho fatto bene a rifargli il contratto? Mica siamo la Roma noi...». Quello che colpisce e dà la misura delle gesta del polacco di Nel club dei 15 Miroslav Klose, 36 anni, esulta dopo il gol sul Ghana (Getty) Gli infallibili Arbitro: SHUKRALLA (Bahrein) Tv: ore 18 Sky Mondiale 1 Pistolero Luis Suarez, 27 anni, attaccante dell’Uruguay prossimo avversario degli azzurri (Ansa) Il tuffo Robin van Persie, 30 anni, autore di due gol (uno in tuffo di testa) contro la Spagna (Afp) Croato Mario Mandzukic, attaccante del Bayern, autore di 15 reti con la Croazia (Reuters) Germania è invece l’entusiasmo dei brasiliani. Tra i vari complimenti, in tv si è vista anche una bellissima clip che proponeva affiancati i 15 gol di Klose e Ronaldo. Commento? «Fenomeni!». E proprio dal Fenomeno per antonomasia è arrivato l’imprimatur: «Bravo, benvenuto nel club!». Ronaldo intende il club dei Quindici Gol, ma forse anche il club dei bomber nati, quelli che segnano sempre, ovunque, al di là di mode e moduli. Il signor K è infatti il centravanti da riporto. Potreste bendarlo e lui annusa la porta, la trova, ci butta dentro il pallone e poi ve lo restituisce a centrocampo. Sempre. Gli inglesi del Guardian lo hanno paragonato a Pippo Inzaghi. Ci sta, anche se Klose, per bellezza dei gesti, si colloca piuttosto a metà strada tra il cinismo predatorio dell’ex rossobianconero (spesso sgraziato nelle sue sortite vincenti) e la sublime arte pallonara di Ronaldo, che sapeva costruirsi i gol da solo, anche da fuori area, forte di un mix tecnica-potenza mai visto nella storia del calcio. È questo il genere di attaccante sempre indispensabile, quel genere che anche stavolta si sta dimostrando non passare mai di moda. Come Klose sono l’uruguagio Suarez, l’olandese Van Persie, il croato Mandzukic. Arrivano e colpiscono, senza fronzoli, freddi e rapaci. I dibattiti e gli scontri ideologici sul falso nove non li toccano perché il loro motto è: «una palla, un gol». Spesso decisivo. Così, nonostante la giusta fascinazione per un football diverso e corale, la loro necessità resta evidente: «Sapere di avere un giocatore come Klose è fondamentale — ha ammesso il c.t. tedesco Low —. Con gente simile puoi cambiare la partita in ogni momento». Così parla un tecnico intelligente e flessibile. Necessari ma anche complementari, i bomber da riporto possono infatti anche aspettare in panchina il loro momento. Tanto, prima o poi, a tutti serve un attaccante risolviproblemi. Lo confermano, per opposizione, i guai che a volte ha avuto persino il Barcellona di Guardiola e che qui hanno sofferto per esempio il Brasile con Fred (pronuncia «Fresgi»), l’Italia con Balotelli o proprio l’Inghilterra con Nobody. L’avessero avuto gli inglesi un Klose da buttare nella mischia, forse ora non starebbero già a casa a invidiare i centravanti degli altri. Alessandro Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA Macarrão BRASILIA — Solo a pensarci quella parola — eliminazione — suona irriverente, ma i numeri sono numeri e alla vigilia della terza partita il Brasile non ha ancora in tasca il passaggio agli ottavi. Alla Seleçao spetta oggi chiudere la questione con il Camerun, squadra ormai senza chance e tra le più fragili viste fin qui. Scenario catastrofico a parte (una sconfitta con molti gol, la Croazia che batte di misura il Messico), qualun- O RD EM M E PR OG GRE RES SSO SO DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SAN PAOLO — Olanda (senza Van Persie) e Cile (privo di Vidal) per la vetta del gruppo B (agli arancioni basta il pari) e Louis van Gaal per la vendetta. Il c.t. olandese è un fiume in piena. Arbitri: «Non conosco il gambiano Gassama, spero sia migliore dei precedenti. Contro Spagna e Australia ci hanno fischiato contro due rigori fasulli». Programma: «È ridicolo che il Brasile giochi conoscendo chi sarà l’avversaria negli ottavi. La Fifa fa sempre pubblicità sul fair-play: spero che i brasiliani facciano il loro dovere». Conferenza stampa: «Poco intelligente metterla prima dell’allenamento. Così io ho portato Martins Indi, perché non gioca ». Stampa olandese (un giornale ha filmato l’allenamento a porte chiuse): «Non capisco perché vogliate favorire gli avversari». Non da meno il c.t. cileno, Jorge Sampaoli. «Niente allenamento dove si gioca perché i campi dei Mondiali sono già troppo malandati». Spagna, malinconicamente, senza Casillas e Xavi con l’Australia. È finita un’era. (ha preso un solo gol in gare ufficiali nel 2014), ma poi cominciano i difetti. L’incapacità nelle prime due partite di tener palla e dominare il centrocampo è stata evidente. Neymar continua ad avere un compito troppo gravoso, per mancanza Pallone peloso uomo fortunoso di LUCA BOTTURA C’E’ POSTA PER LUI Ultim’ora: a differenza di quanto riportato da alcuni siti pirata, la frase pronunciata ieri da Gigi Buffon è: «Quando la posta è alta, l’Italia c’è» e non: «Quando la posta è alta, verifico che ci sia una ricevitoria aperta». RIVELAZIONI «Se dovessimo uscire al primo turno, non entreremo nella storia come l’Italia migliore» (Gianluigi Buffon, «Copacabana Live», Sky). INFANZIE DIFFICILI «L’Unione Sovietica aveva sulle magliette CCCP, col cavolo che perdo, come si diceva alle scuole elementari» (Marco Cattaneo, «Copacabana Live», Sky). IN CATTIVE ACQUE «Direttamente dalla Croisette di Cannes hihihihi, il nostro skipper Marco Bucciantini dell’Unità! Ahah ti piace la presentazione? Siamo uomini di mare noi...» (Paolo Paganini a un’ora pericolosamente tarda del pomeriggio, «Talk Pomeriggio Mondiale», RaiSport). CHIARISSIMO «Cerci è entrato bene in partita: non puoi, è chiaro che devi vuoi qualcosa» (Fabio Petruzzi, «Talk Pomeriggio Mondiale», RaiSport). IN PRINCIPIO, L’AVVERBIO «I belgi sono cresciuti vertiginolmente negli ultimi dodici mesi» (Federico Buffa, «Copacabana Live», Sky). PRESEPICi sarà qualche rivelazione a sorpresa di Prandelli, un’epifania a Natal? (Marco Cattaneo, «Copacabana Live», Sky). FERRARI TURBO Dopo i ripetuti apprezzamenti nei confronti del portiere dell’Iran a «Diario Mondiale», Paola Ferrari è stata tradotta in una prigione di Teheran dove per punizione le tengono le luci accese anche di notte. Ha ringraziato. TIRA PIU’ UN PELO DI PALLONE... «Zabaleta è stato fortunato perché ha toccato un pelo di pallone» (Daniele Adani, «Copacabana Live», Sky). TU EAT? C’è un tweet interessante di Rihanna che tifa Italia: vediamolo... (poi Paola Ferrari ammutolisce, ma non certo perché il tweet è in inglese e non sa tradurlo, «Diario Mondiale», Raidue). BIANCO O NERO «È ora di finirle con queste insinuazioni sulla presunta sudditanza della nazionale nei confronti della Juve». Lo ha dichiarato il c.t. azzurro, Antonio Conte. (ha collaborato Francesco Carabelli) © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Sport 45 italia: 51575551575557 ❜❜ Il duello rusticano Neymar contrastato da Fernandinho durante l’allenamento della Seleçao a Teresopolis. Dalla squadra di Scolari i tifosi di casa si aspettano di più dopo il successo sulla Croazia e il pari con il Messico (Reuters) Tutti hanno visto come abbiamo perso con il Brasile e io non ho ancora digerito la sconfitta Nico Kovac, c.t. della Croazia Voglia di ottavi Nello scontro diretto, ai centroamericani basta un punto dalle statistiche: tira poco in porta ed è appena 19°, qui al Mondiale, nei passaggi indovinati. Sorprendente poi un’altra preoccupazione: il tifo è considerato poco acceso, il pubblico si è eccitato finora soltanto con la squadra in vantaggio. Pare insomma che del fattore campo abbiamo goduto di più argentini e cileni. Strano, per un Paese dove tutto si è paralizzato da due settimane e non si parla d’altro. Visti i prezzi, allo stadio evidentemente ci va soltanto il torcedor critico. Per il Camerun, resta l’occasione di fare una buona figura prima di tornare a casa. Il c.t. Volker Finke potrebbe rimettere in campo Eto’o, che ha un problema al ginocchio destro. L’attaccante vuole esserci in quella che sarà la sua ultima partita in un Mondiale. «La necessità del Brasile di far risultato, anche se basta un pareggio, potrebbe venire a nostro vantaggio», dice Finke. Brasilia, ore 22 ORD EM E P ROGRESS GRESSO SO O Camerun Brasile (4-3-3) 16 Itandje 2 Assou Ekotto 14 Chedjou 3 N’Koulou 5 Nounkeu 21 Matip 17 Mbia 18 Enoh 15 Webo 8 Moukandjo 13 Choupo Moting (4-2-3-1) 12 Julio Cesar 2 Dani Alves 3 Thiago Silva 4 David Luiz 6 Marcelo 18 Hernanes 17 Luiz Gustavo 7 Hulk 10 Neymar 11 Oscar 9 Fred Arbitro: ERIKSSON (Svezia) Tv: ore 22 Raiuno, Sky Mondiale 1 nuti, che lo portano per scarsa abilità nel ruolo a commettere un numero eccessivo di falli. Nel torneo dello scorso anno Neymar arrivò addirittura a una media di 3,6 a partita. Il Brasile delle prime due partite è condannato anche di alternative nelle azioni offensive. La giovane stella ha anche il problema del cartellino giallo: non può prenderne un altro sennò salterà un ottavo o un quarto. Scolari dovrebbe alleggerire i suoi compiti di pressing, sempre molto soste- Messico per la sesta qualificazione Croazia per cancellare le polemiche DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RECIFE — Messico e Croazia si giocano stasera, nello scontro diretto, la qualificazione agli ottavi del Mondiale, perché se il Brasile non si suicida con il Camerun (traduzione: rovinosa sconfitta) c’è un solo posto a disposizione per andare avanti. Le due squadre fin qui hanno giocato un buon calcio: i messicani hanno addirittura imposto lo 0-0 alla Seleçao, che aveva sconfitto la Croazia all’esordio fra le polemiche (rigore su Fred). Con un punto in più dei croati, agli uomini di Miguel Herrera basta pareggiare, per conquistare la sesta qualificazione consecutiva agli ottavi. «Miglioriamo ogni giorno», ha garantito il c.t. e se il portiere Ochoa ripete le prodez- Rocco Cotroneo Veterano Marquez (Getty) © RIPRODUZIONE RISERVATA za di Fortaleza ha la qualificazione in tasca. Però il Messico, pur con qualche difficoltà in fase realizzativa, contro il Brasile non ha pensato soltanto a difendersi, come ricorda bene Julio Cesar. La Croazia, dopo il 4-0 al Camerun, è convinta di avere un’occasione d’oro per andare avanti. Ha detto il c.t., Niko Kovac: «Il Messico non ha ancora preso un gol; sarà una battaglia. Tutti hanno visto come abbiamo perso con il Brasile e io non ho ancora digerito la sconfitta». Oggi serve il successo; Olic e Mandzukic, una doppietta a testa contro il Camerun, proveranno a far meglio di Neymar e C. di fronte all’indiavolato Ochoa. Recife, ore 22 f.mo. Croazia Messico (4-5-1) 1 Pletikosa 11 Srna 5 Corluka 6 Lovren 3 Pranjic 4 Perisic 10 Modric 19 Sammir 7 Rakitic 18 Olic 17 Mandzukic (5-3-2) 13 Ochoa 22 Aguilar 2 F. Rodriguez 4 Marquez 15 H. Moreno 7 Layun 6 H. Herrera 23 Vazquez 18 Guardado 19 Peralta 10 Geovani Dos Santos Arbitro: IRMATOV (Uzbekistan) Tv: ore 22 Sky Mondiale 2 © RIPRODUZIONE RISERVATA Il cammino verso la Coppa GIRONE A GIRONE B GIRONE C GIRONE D GIRONE E GIRONE F GIRONE G GIRONE H Ore Data Ore Data 3-1 Spagna Olanda 1-5 Colombia Grecia Messico Camerun 1-0 Cile Australia 3-1 Brasile Messico 0-0 Australia Olanda 2-3 Camerun Croazia 0-4 Spagna Cile 0-2 Giappone Grecia oggi Camerun Brasile 22 oggi Australia Spagna 18 domani Giappone Colombia oggi Croazia Messico 22 oggi Olanda Cile 18 domani Grecia Data C. d’Avorio Giappone 2-1 Colombia 2-1 0-0 Ore Costa Rica Data Ore Data Incontro Data Bosnia 2-1 Germania Portogallo 4-0 Belgio Algeria 2-1 Inghilterra ITALIA 1-2 Francia Honduras 3-0 Iran Nigeria 0-0 Ghana Stati Uniti 1-2 Russia Sud Corea 1-1 Uruguay Inghilterra 2-1 Svizzera Francia 2-5 Argentina Iran 1-0 Germania Ghana 2-2 Belgio Russia 1-0 ITALIA Costa Rica 0-1 Honduras Ecuador 1-2 Nigeria Bosnia 1-0 Stati Uniti Portogallo Sud Corea Algeria 2-4 22 domani Costa Rica Inghilterra 18 25/6 Honduras Svizzera 22 25/6 Nigeria Argentina 18 26/6 Portogallo Ghana 18 26/6 Algeria Russia 22 22 domani ITALIA 18 25/6 Ecuador 22 25/6 Bosnia Iran 18 26/6 Stati Uniti Germania 18 26/6 Sud Corea Belgio 22 Uruguay Francia P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica Brasile 4 2 1 1 0 3 1 Olanda 6 2 2 0 0 8 3 Colombia 6 2 2 0 0 5 1 Costa Rica 6 2 2 0 0 4 1 Francia 6 2 2 0 0 8 2 Argentina Messico 4 2 1 1 0 1 0 Cile 6 2 2 0 0 5 1 C. d’Avorio 3 2 1 0 1 3 3 ITALIA 3 2 1 0 1 2 2 Ecuador 3 2 1 0 1 3 1 Nigeria Croazia 3 2 1 0 1 5 3 Australia 0 2 0 0 2 3 6 Giappone 1 2 0 1 1 1 2 Uruguay 3 2 1 0 1 3 4 Svizzera 3 2 1 0 1 4 6 Iran Camerun 0 2 0 0 2 0 5 Spagna 0 1 0 0 1 1 7 Grecia 1 2 0 1 1 0 3 Inghilterra 0 2 0 0 2 2 4 Honduras 0 2 0 0 2 1 5 Bosnia P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S 6 2 2 0 0 3 1 Germania 4 2 1 1 0 6 2 Belgio 6 2 2 0 0 3 1 4 2 1 1 0 1 0 Stati Uniti 3 1 1 0 0 2 1 Algeria 3 2 1 0 1 5 4 1 2 0 1 1 0 1 Ghana 1 2 0 1 1 3 4 Russia 1 2 0 1 1 1 2 0 2 0 0 2 1 3 Portogallo 0 1 0 0 1 0 4 Sud Corea 1 2 0 1 1 3 5 1 OTTAVI DI FINALE 2 OTTAVI DI FINALE 3 OTTAVI DI FINALE 4 OTTAVI DI FINALE 5 OTTAVI DI FINALE 6 OTTAVI DI FINALE 7 OTTAVI DI FINALE 8 OTTAVI DI FINALE 1ª girone A - 2ª girone B 1ª girone C - 2ª girone D 1ª girone E - 2ª girone F 1ª girone G - 2ª girone H 1ª girone B - 2ª girone A 1ª girone D - 2ª girone C 1ª girone F - 2ª girone E 1ª girone H - 2ª girone G Belo Horizonte 28/6 ore 18 Rio de Janeiro Brasilia Porto Alegre Fortaleza Recife San Paolo Salvador 30/6 ore 22 10 QUARTI DI FINALE 29/6 ore 18 29/6 ore 22 11 QUARTI DI FINALE 1/7 ore 18 Le città del Mondiale 1/7 ore 22 12 QUARTI DI FINALE Fortaleza na Manaus Vincitore 3 - Vincitore 4 4/7 ore 22 Rio de Janeiro Vincitore 9 - Vincitore 10 Belo Horizonte 4/7 ore 18 Vincitore 5 - Vincitore 6 FINALE 3° E 4° POSTO Perdente 14 - Perdente 13 13 SEMIFINALI 8/7 ore 22 Brasilia 12/7 ore 22 FINALE Vincitore 14 - Vincitore 13 Tutte le partite in diretta online su www.corriere.it or Ore Argentina Classifica Fortaleza dC Su Incontro 2-1 P G V N P F S Vincitore 1 - Vincitore 2 ea ia ss ria ge Ru io Data Ecuador Classifica 30/6 ore 18 Al ti Ore Svizzera P G V N P F S 28/6 ore 22 lg St Incontro 1-3 Classifica 9 QUARTI DI FINALE Be a ni llo an iU at Gh ia ga an rto rm Ge Ore Po n ria Ni ge ia Bo Ira sn in a as nt ur Ho ge nd an Fr Incontro Ar r cia a do Ec IT Sv ua izz AL er IA ra ica Uruguay C. d’Avorio ilt gh In Incontro 3-0 C. d’Avorio er y aR ua Co Ur Ore Croazia st ne Incontro Brasile ug rio C. Gi d’A ap vo po ia a m Gr lo Co Au Incontro ec bi lia le st ra Ci da na an ag Sp Ca Incontro Ol o m er sic zia oa as Cr Br Data un O es E SSSS M GR ile O RD E M E PRO Rio de Janeiro 13/7 ore 21 Salvador Vincitore 7 - Vincitore 8 5/7 ore 22 Brasilia B R A S I L E 5/7 ore 18 Cuiaba Brasilia Salvador Belo Horizonte 14 SEMIFINALI Vincitore 11 - Vincitore 12 San Paolo Natal Recife 9/7 ore 22 S U D A M E R I C A San Paolo Curitiba Rio de Janeiro Porto Alegre CORRIERE DELLA SERA 46 italia: 51575551575557 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Sport 47 italia: 51575551575557 Superbike, Sykes re a Misano Volley, azzurri sconfitti dall’Iran Atletica, l’Italia non retrocede Tom Sykes (Kawasaki Racing Team) lascia Misano con una doppietta (la terza della stagione) che gli permette di allungare in classifica, portandosi a +39 punti sul francese dell’Aprilia Guintoli (251 contro 212). Dopo aver dominato gara 1, il campione del mondo si è ripetuto in gara 2. Terzo per due volte nel podio-fotocopia Marco Melandri. Quarta sconfitta consecutiva per l’Italia nella World League di volley. Gli azzurri di Berruto sono stati nuovamente battuti dall’Iran: 3-1 il punteggio per gli asiatici (25-22, 25-19, 19-25, 25-20). CICLISMO — Il portoghese Rui Costa ha vinto per il terzo anno di fila il Giro della Svizzera. Migliore degli italiani Davide Formolo, 7°. Dopo la prima disastrosa giornata, l’Italia chiude settima l’Europeo per nazioni, scacciando l’incubo retrocessione. Nessuna vittoria individuale ma una serie di prestazioni di livello: il migliore è stato Fabrizio Donato, secondo nel triplo con 16,82 m, ma vanno sottolineati anche i terzi posti della Rosa nel peso, di Benedetti negli 800 e della Viola nei 5.000. F1 Il Gp d’ Austria ridimensiona le Williams. Incubo Red Bull La Ferrari È sempre Mercedes Sesta doppietta e Rosberg va in fuga Fernando sorride Raikkonen si arrabbia con il team DAL NOSTRO INVIATO SPIELBERG — C’è una frase che incupisce Marco Mattiacci nell’incontro con la stampa: «Mercedes, Mercedes, Mercedes, Mercedes. Poi Alonso». Vuol dire: solo Fernando riesce a coprire la debolezza del motore Ferrari (e su questo tema, il team principal, deve rispondere pure a una domanda diretta). La risposta è un elogio dello spagnolo («Sappiamo che è un grande»), una difesa del lavoro svolto («Siamo cresciuti, ma tutto va Gran rimonta di Hamilton: 2°. Alonso 5° Dominio Nico Rosberg vince davanti al compagno Lewis Hamilton anche il Gp d’Austria: ora il vantaggio in classifica è di 29 punti (Getty Images) DAL NOSTRO INVIATO SPIELBERG — I moti rivoluzionari per liberare la F1 dal dominio della Mercedes, innescati dalla vittoria di Daniel Ricciardo in Canada e dalla prima fila tutta Williams nelle qualifiche del ritrovato Gp d’Austria, sono stati subito soffocati da chi ha stabilito che il 2014 deve essere una stagione all’insegna di un giogo argentato. Il metodo è il solito, Mercedes way. Brutale: 43 punti, sesta doppietta in 8 corse (ne restano 11 per battere il record in un campionato, detenuto con 10 dalla McLaren), vittoria a Nico Rosberg su Lewis Hamilton — stavolta senza polemiche — e tutti di nuovo in catene sul pendio che Dietrich Mateschitz ha trasformato in «Haus Red Bull», sborsando 250 milioni di euro e restaurando, oltre all’Oesterreichring, le abitazioni limitrofe. Ma nemmeno tanta ospitalità e una cornice fantastica (tribune zeppe e panoramica quasi totale sul tracciato) hanno intenerito i cuori dei Barbari della «Stella a Tre Punte». Rosberg, per balzare in testa, non ha dovuto forzare la situazione: ha semplicemente atteso che gli eventi, cioè il primo turno di soste, arrivassero a lui. Hamilton, invece, si è esibito in un capolavoro — scattato nono, dopo cinque chilometri era già quarto, davanti ad un Alonso che ha definito «incredibile la differenza tra le due auto» — e ha ribaltato una gara che aveva pregiudicato in qualifica. Dopo un Gp noiosetto, anche se caratterizzato da cambi di leadership grazie ai pit stop e marchiato pure dalla bella rimonta di Perez (partiva quindicesimo e ha chiuso sesto, dopo Fernando), si sperava in un finale di scintille. Ma tra Nico, che ha allungato nel Mondiale, e Lewis, che stavolta ha tenuto chiuso il becco, evitando pure di commentare quel divario di 1’’9 rispetto al compagno nella somma dei tempi ai box, c’è stato solo un abbozzo di battaglia: «Non avevo la possibilità di passarlo» è la frase-resa di Lewis. «Strategia perfetta — aggiunge Rosberg — e missione compiuta: ho aumentato il vantaggio». Al bar dei perdenti si sono ritrovati tutti gli altri, partendo dalla Williams, anestetizzata nelle ambizioni. Bottas si è preso le briciole del banchetto, ma non ha mai dato l’idea di svicolare dalla tenaglia Rosberg-Hamilton, mentre il poleman Massa s’è ritrovato con la medaglia di legno perché Felipe non riesce a sganciarsi da un destino di contrattempi. Ieri l’ha punito il primo pit stop, per quanto privo di problemi: «È stato però lento e in uscita ho trovato Raikkonen — racconta —. Ero al comando, mi sono ritrovato quarto: incredibile, ma anche inevitabile perché su una pista corta i dettagli fanno la differenza». Meglio non lamentarsi, ad ogni modo. Un cedimento idraulico nei sei giri finali ha infatti rischiato di favorire il sorpasso di Alonso: «Ho fatto in tempo ad aprire il gas e a scrollarmelo di dosso» sospira Massa. Almeno quello. La Red Bull è stata invece presa a schiaffi: lenta in qualifica, ha vissuto il nuovo psicodramma di Vettel (un flop elettrico l’ha azzoppato al primo giro, un tocco con Gutierrez — che a Silverstone sarà punito con un -10 sulla griglia — ha poi suggerito di ritirare l’auto) e la giornata nera di Ricciardo, naufragato già in partenza. Tira aria grama, la Renault è nel mirino («Inaccettabile la sua forma», criticano alla RB) e magari questo solleva il morale alla Ferrari, ancora una volta salvata da Alonso. «Non sono né soddisfatto né insoddisfatto», osserva il team principal Marco Mattiacci. Meglio non illudersi: se su una pista breve, ma di potenza e accelerazione, il distacco è stato di 19’’, sulle salite e sui rettifili di Spa la Rossa rischia di arrivare dopo il cambio di data. Flavio Vanetti LOCMAN ITALY © RIPRODUZIONE RISERVATA ® Barbera & champagne Non resta che Hamilton per sconfiggere il sonno N ico Rosberg, più che a babbo Keke, somiglia a Niki Lauda. Non il più veloce sempre ma velocissimo quando serve. A capire per poi colpire. È solo questione di testa quando il gioco si fa duro e per Ginetto Hamilton la sveglia suona da un pezzo, senza riuscire a farlo saltar giù dal suo letto d’oro. Kimi Raikkonen, più che al finlandese che conquista, somiglia a Felipe Massa, il brasiliano che patisce. Anche qui servirebbe una doccia gelata o, almeno, qualcuno, in casa Ferrari, che spieghi e provi a difendere questo naufragio. Va bene Alonso, che rema in pianta stabile, ma siamo di fronte a un film capace di trasformare un campione in un pasticcione. Un ricostituente? Una carezza sul testone? Boh. Nell’attesa, gradiremmo almeno una buona parola da parte della sua famiglia, ammesso che Kimi ne faccia ancora e davvero parte. Sebastian Vettel somiglia a Mark Webber, non a caso comparso nella verde Stiria per far saltare la festa Red Bull. Passare da «uomo solo al comando» a «ultimo uomo in pista» pare un po’ troppo anche per un ragazzo che ha avuto tutto. Trasportato come un manichino dentro una macchina che si ferma e poi riparte da sola, per dire in che landa misteriosa siamo messi tutti, sballottati da una tecnologia padrona, da un’unica squadra padrona. L’illusione canadese è durata un giorno. E adesso l’armata tedesca, dopo l’occupazione dell’Austria, marcia verso l’Inghilterra dove si spera resista almeno Hamilton, l’unico per il quale vale la pena fare il tifo, pena definitiva e collettiva sonnolenza. Giorgio Terruzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA MONTECRISTO Movimento meccanico automatico S.I.O. (Scuola Italiana di Orologeria) o cronografo al quarzo. Titanio e acciaio. Impermeabile fino a 10 atm. Gp d’Austria Ordine d’arrivo 71 giri pari a 307,020 km: 1. Rosberg (Ger) Mercedes in 1.27’54’’967 (media 209,531 km/h) 2. Hamilton (Gbr) Mercedes a 1’’932 3. Bottas (Fin) Williams a 8’’172 4. Massa (Bra) Williams a 17’’358 5. Alonso (Spa) Ferrari a 18’’553 6. Perez (Mes) Force India a Mercedes 28’’546 7. Magnussen (Dan) McLaren a 32’’031 8. Ricciardo (Aus) Red Bull a 43’’522 9. Hulkenberg (Ger) Force India a 44’’137 10. Raikkonen (Fin) Ferrari a 47’’777 11. Button (Gbr) McLaren a 50’’966 12. Maldonado (Ven) Lotus a 1 giro 13. Sutil (Ger) Sauber a 1 giro 14. Grosjean (Fra) Lotus a 1 giro 15. Bianchi (Fra) Marussia a 2 giri 16. Kobayashi (Gia) Caterham a 2 giri 17. Chilton (Gbr) Marussia a 2 giri 18. Ericsson (Sve) Caterham a 2 giri 19. Gutierrez(Mes) Sauber a 2 giri Motivi dei ritiri 25° giro: Kvyat (Rus) Toro Rosso uscita di pista 35° giro: Vettel (Ger) Red Bull trasmissione 60° giro: Vergne (Fra) Toro Rosso freni Giro più veloce Il 59° di Perez (Mes) Force India in 1’12’’142 Mondiale piloti 1. Rosberg (Ger) 165 2. Hamilton (Gbr) 136 3. Ricciardo (Aus) 83 4. Alonso (Esp) 79 5. Vettel (Ger) 60 6. Hulkenberg (Ger) 59 7. Bottas (Fin) 55 8. Button (Gbr) 43 9. Massa (Bra) 30 10. Magnussen (Dan) 29 11. Perez (Mes) 28 12. Raikkonen (Fin) 19 8 13. Grosjean (Fra) 14. Vergne (Fra) 8 15. Kvyat (Rus) 4 16. Bianchi (Fra) 2 Mondiale costruttori 1. Mercedes 301 2. Red Bull-Renault 143 3. Ferrari 98 4. Force India-Mercedes 87 5. Williams-Mercedes 85 6. McLaren-Mercedes 72 7. Toro Rosso-Renault 12 8. Lotus-Renault 8 9. Marussia-Ferrari 2 Prossimo appuntamento 6/7 Gp Gr. Bretagna (Silverstone) contestualizzato rispetto ai progressi dei rivali») e un salvagente da lanciare a Kimi Raikkonen, imbrigliato da una corsa che fa a pugni con il suo passato: «Kimi è sempre combattivo: sarà il miglioramento dell’auto a valorizzarne il talento». Però Iceman, alla fine 10°, è di nuovo arrabbiato con la squadra: «È stato pessimo il timing di rientro al primo pit stop: avrebbero dovuto richiamarmi prima, così ho perso due posizioni». Invece Alonso (foto) si concede un sorriso, anche se il 5° posto «era il massimo possibile». Ma resistere all’onda d’urto Mercedes l’ha reso di umore migliore rispetto a Montreal: «È stata la mia gara più bella della stagione: è come se avessi completato 71 giri di qualifica. Ho tirato senza problemi: passo dopo passo, si migliora». Ma non c’è gioia nell’essere considerato il numero 1 tra i piloti che non dispongono dei motori Mercedes. «Fa piacere — osserva Fernando —; e comunque è da cinque anni che sento dire certe cose... Però preferirei essere rispettato di meno e vincere di più». Per questo dovrà ancora attendere, ahilui. «Chiudere il divario con la Mercedes già nel 2014? Impossibile, anche se abbiamo risorse, uomini e tecnologia per crescere. Il 2015 darà l’occasione di progredire: sarà il momento di provare ad avvicinare chi comanda, l’ambizione è essere come loro». Il sigillo è di Mattiacci: «È in arrivo uno step radicale? No. Uno step radicale farebbe sì che si fosse davanti alla Mercedes». Quindi, è utopia. Almeno per ora. f. van. © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE impiegata tecnico-commerciale offresi part-time. Pluriennale esperienza settore illuminazione, arredamento e allestimenti. Offerte commerciali; ufficio acquisti, gestione fornitori, Autocad. 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Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Sport 49 italia: 51575551575557 Futuro L’area Expo per il nuovo stadio Tennis Sull’erba oggi scatta il torneo più prestigioso: tra gli outsider il re del Queens «Mi manda la Sharapova per stupire Wimbledon» In crociera Barbara Berlusconi ieri a Genova (Buzzi) Lady Barbara congeda Balotelli e Kakà «Al Milan nessuno è insostituibile» GENOVA — Barbara Berlusconi promette un nuovo stadio entro cinque anni, congeda Kakà e Balotelli dal Milan che verrà e indica l’obiettivo per la prossima stagione: «Il must è tornare a qualificarci per la futura Champions League: è fondamentale arrivare nei primi tre posti anche per le prossime iniziative commerciali». L’amministratore delegato milanista, alla partenza della crociera rossonera, dopo aver trattato con Pierfrancesco Vago — presidente di Msc— il rinnovo triennale dell’accordo di sponsorizzazione, ha svelato il desiderio per la cui realizzazione chiede il contributo di papà Silvio: «Se potessi chiedergli una cosa, lo pregherei di aiutarmi a costruire lo stadio. Sarebbe il passo più importante per la nostra società». Ha le idee chiare il vice-presidente rossonero, che dopo aver contribuito alla costruzione di Casa Milan ora intende progettare una dimora per i tifosi. «Stiamo valutando diverse zone, tra cui l’area Expo per la quale abbiamo già inviato la lettera di manifestazione di interesse. Mi auguro che entro il 2019 il Milan possa giocare in uno stadio di proprietà». L’area Expo (piuttosto cara) non è l’unica a essere tenuta sotto osservazione. «Mi piacerebbe che l’impianto, al massimo 50 mila posti, fosse collocato in città». Ovvero sui terreni dove ora sorgono le caserme messe in vendita dallo Stato. «Costerebbe meno di 300 milioni, noi in teoria saremmo già pronti. Mi auguro che il Comune e la Regione non pongano troppi ostacoli burocratici». Il nuovo campionato intanto è alle porte. Il raduno, contrariamente alle consolidate abitudini, si terrà a Casa Milan il 10 luglio, così da poter ospitare nell’ampia piazza su cui si affaccia la sede migliaia di tifosi. Nell’occasione verrà battezzata la squadra di Pippo Inzaghi. «Ha una mentalità vincente e siamo sicuri che farà bene. Spero che con il suo entusiasmo possa contagiare tutta la squadra». L’avventura con Clarence Seedorf, iniziata con grandi aspettative e con la benedizione di tutte le componenti societarie, si è sgretolata con un esonero sotto i colpi Via da Milano Kakà verso San Paolo od Orlando (Usa) (LaPresse) delle polemiche. Barbara non infierisce e usa toni concilianti: «È arrivato in una stagione complicata, gli auguro il meglio per la carriera. Sono sicura che sarà in grado di fare molto bene nella squadra che gli verrà consegnata». Ma quale Milan ci sarà il prossimo anno? Gli ultimi rumors provenienti dal Brasile confermano le difficoltà del club paulista a garantire a Kakà lo stesso stipendio che la società di via Aldo Rossi gli corrisponde (4 milioni). «Non possiamo permetterci il suo ingaggio — spiega Ataide Guerreiro, vicepresidente del San Paolo —. Ho parlato con il padre del ragazzo e abbiamo offerto loro il massimo. Nello stesso meeting c’era il presidente degli Orlando City, che mi ha confermato il desiderio di voler prestare il trequartista a qualche squadra brasiliana per 6 mesi. Vedo la trattativa irrealistica». Barbara lascia al 22 rossonero libertà di scelta: «Ricky è un giocatore straordinario, che ha fatto la storia del Milan. Sta prendendo una decisione importante, spero che lo faccia con la maggior serenità. Saremo felici sia per un suo ritorno che per uno sviluppo altrove della carriera». Si svolgerà in un altro paese (Inghilterra?) anche il percorso di Balotelli? «Mario è un grande giocatore e un talento italiano. Tuttavia penso che nessuno sia insostituibile, vediamo cosa succederà...». Il destino è nelle mani del presidente Berlusconi che, ritrovata l’antica passione, impiegherà energie (e fondi) nel Milan. «La recente visita alla sede gli ha suscitato il desiderio di vedere di nuovo una squadra vincente, ecco perché ha deciso di impegnarsi in maniera consistente per i prossimi anni. Iturbe futuro acquisto? Lo trattano mio papà e il signor Galliani» chiude Barbara, che realisticamente non indica lo scudetto come obiettivo immediato: «Se non sarà un traguardo per quest’anno lo sarà per i prossimi. Conquistare un posto in Champions, questo sì è decisivo». Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Dimitrov, l’astro nascente che ama l’arte, i musei e Maria Il toy boy sta crescendo a vista d’occhio. E ha sufficiente humour per non negarlo. «Si vede che sto andando a scuola da Maria, eh...?». Grigor Dimitrov, 23 anni, bulgaro spiritoso, 4 titoli Atp in carriera, l’ultimo (il più prestigioso) sull’erba del Queens, anticamera di Wimbledon che scatta oggi: ci spiega lei chi è Maria? «Maria Sharapova, la mia ragazza. Un esempio, per me, dentro e fuori dal campo. Una campionessa straordinaria e generosa, che mi sta insegnando, insieme al mio coach Roger Rasheed, tutto». Un anno fa, a Madrid, la foto galeotta del bacio. Lì scoprimmo chi è Dimitrov. «Be’, un po’ ingeneroso... Ma capisco: quella foto paparazzata per strada (non c’è dubbio che fosse rubata, io ero in felpa e Maria in tuta: avessimo saputo che ci seguivano, ci saremmo messi più in tiro!) mi diede una dimensione diversa». Il resto l’ha fatto da solo, però. Primo titolo a Stoccolma, primi quarti Slam in Australia, quest’anno tre tornei vinti su tre superfici diverse. Dove vuole arrivare, Gregorio, oggi che affronta Wimbledon da possibile outsider e da numero 13 del mondo? «In vetta. Sarebbe sciocco negarlo. Che senso avrebbe fare 5 azzurri in campo Il programma degli italiani Oggi 5 azzurri in campo sugli 11 in tabellone. Uomini: Seppi (n. 25)-Mayer (Arg), Fognini (n. 16)-Kuznetsov (Rus), Volandri-Vasselin (Fra) Donne: Errani (n. 14)-Garcia (Spa), Pennetta (n. 12)Cepelova (Svk) In azione Dimitrov al Queens e con la fidanzata Sharapova (Epa) il tennista e non ambire al top? Certo se vinci uno Slam, il ranking migliora drasticamente. Poi è vero che ci sono tante cose importanti, oltre al tennis: cerco di non dimenticarlo mai». Ad esempio? «Attraverso il mio sport vor- rei essere d’aiuto agli altri. Beneficenza, una fondazione, non so... Sono giovane, sto mettendo a fuoco le idee. È tutto così veloce: 10-15 anni al vertice, ed è tutto finito. Da bambino, a Haskovo, in Bulgaria, per andare ad allenarmi passavo davanti L’esordio di Murray Come da tradizioni, che a Wimbledon sono sacre, a inaugurare il campo centrale alle ore 13 (italiane) sarà il campione in carica: Andy Murray affronta al primo turno il belga Goffin sulla strada della difesa dello storico titolo conquistato l’anno scorso sui prati di Church Road Così in tv ore 13: diretta SkySport (6 canali dedicati al torneo) a una scuola di bambini poverissimi. Allungavano la mano attraverso la grata per chiedere la carità. Non me lo scorderò mai». Che posto è Haskovo, città di confine affacciata su Grecia e Turchia? «Una piccola cittadina del sud, che per inseguire il sogno del tennis ho lasciato a 12 anni. Ho vissuto a Parigi, Miami, Stoccolma, oggi a Los Angeles. Ma i miei genitori (papà Dimitar coach e mamma Maria ex pallavolista) e i miei ricordi sono là». Come si descriverebbe, Gregorio? «Sono un tipo solitario, mi piace l’arte moderna, adoro leggere, faccio di tutto per non essere ossessionato dal tennis né circondato sempre dalle stesse persone, sennò diventa tutto un po’ alienante. A Roma, per il mio compleanno, mi sono regalato un museo». Complimenti. Atleta atipico. Maria ha scelto bene... «Benedico ogni momento che passo con lei. Ci facciamo del bene a vicenda. E di tennis parliamo pochissimo». Cosa le piace leggere? «Romanzi, saggi, biografie, di tutto... Ho letto “Open” di Agassi, naturalmente: genuino, brutale, bellissimo. Anch’io ho imparato a giocare a tennis da mio padre, e per di più da figlio unico. La pressione l’ho sentita, certo, ma non necessariamente si è rivelata sempre negativa». Idoli d’infanzia? «Agassi e Sampras». E le icone bulgare? Stoichkov, la Kostadinova...? «Stefka l’ho conosciuta in Davis, quando è venuta a Sofia a fare il tifo. Hristo? Sì, certo, in Bulgaria è un idolo ma io non vado matto per il calcio». Le dà fastidio quando, per il suo indubbio talento e la somiglianza nello stile, la definiscono Baby Federer? «Come potrebbe mai darmi fastidio un paragone così nobile? La verità è che ho molti compiti da fare, ancora, prima di avvicinarmi solo lontanamente al maestro. Rasheed, il mio nuovo coach, ha portato ordine nel mio tennis. E spostarmi a Los Angeles è stata una grande mossa per la carriera e la vita privata». Obiettivo per fine anno? «Intanto fare un Wimbledon coi fiocchi: il Queens mi ha dato grande fiducia sull’erba. Poi giocare il Master di Londra. E continuare a fare quello che mi piace con le persone che amo». Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA Basket Milano-Siena si riparte da capo MILANO — (w.p.) Si ricomincia da capo: due vittorie per Milano in casa, due vittorie per Siena in casa, da stasera (ore 20.30, RaiSport2) si gioca una finale scudetto del basket al meglio delle tre partite. L’EA7 ha il vantaggio del fattore campo ma molte certezze in meno, dopo le due sconfitte in terra di Toscana, impreviste nel modo prima ancora che nel risultato; la Montepaschi ha la leggerezza di chi ha poco da perdere, tranne il proprio futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA 50 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera / Mirco Tangherlini CorriereMotori Audi da anni vince a Le Mans con motori diesel. Alcune soluzioni dei V6 TDI da corsa vengono utilizzate sulle auto di serie: dall’impiego di leghe leggere, alle turbine ad alta pressione, all’iniezione diretta Harley-Davidson elettrica Niente più «musica» e da 0 a 100 in 4 secondi INDICATORE DI CONSUMO MOTORE Nel 2004 sono state introdotte per la prima volta le luci a Led, ora tocca ai fari al laser. Hanno una profondità doppia rispetto ai precedenti e illuminano per più di 800 metri. La prima Audi a montarli di serie è l’R8 LMX (nella foto a destra) FARI La R18 e-tron quattro ha usato un nuovo sistema ibrido, con un motore elettrico da 170 kW collegato alle ruote anteriori e con un volano che immagazzina l’energia recuperata in fase di frenata al posto delle batterie. Così si risparmiamo chilogrammi. La A3 e-tron è il primo modello di una nuova generazione di ibride stradali che sfrutta le esperienze del motorsport MOTORE IBRIDO FIBRA DI CARBONIO Tecnologia La prima di una generazione di auto nate da questi esperimenti è la A3 E-Tron in arrivo nei prossimi mesi sul mercato La grande corsa dell’ibrido sportivo MILANO — Dove finisce la pista comincia la strada. Il travaso di tecnologie dalle corse alle auto stradali di solito richiede tempo, ma l’Audi ha trovato il modo di bruciare le tappe sviluppando i progetti in parallelo. La ventiquattr’ore di Le Mans è il posto giusto per gli esperimenti: con tredici vittorie nella mitica gara di durata i tedeschi hanno accumulato una quantità tale di dati e test che pochi altri costruttori possono vantare. Un esempio? I fari a led. Montati per la prima volta dieci anni fa sull’ammiraglia A8 e sulle vetture dei campionati Dtm sono diventati la regola. Ora li hanno quasi tutti i costruttori. I led hanno cambiato il design e l’immagine di Audi, più di tante altre innovazioni meno visibili. Spiega Wolfgang Huhn capo dei sistemi di illuminazione della Casa tedesca: «Grazie alle gare di durata abbiamo imparato a renderli sempre più compatti e leg- Dai bolidi Audi vincitori di Le Mans alle vetture di serie La ricerca sul plug-in per sposare prestazioni e consumi geri perché a Le Mans non puoi permetterti di avere chilogrammi in più». Ora sulla R18 e-tron quattro da competizione hanno debuttato le luci al laser, più potenti dei Led con una profondità superiore agli 800 metri. Ma costano ancora care, non a caso la prima auto di serie ad averli è l’R8. Proposta nella versione in serie limitata «Lmx» — solo 99 unità — a più di 200 mila euro. Rispetto alla pista ci sono differenze: per evitare di accecare gli altri automobilisti, le luci regolano automaticamente l’intensità e la portata attraverso sensori e telecamera quando incontrano altri veicoli. I laser saranno introdotti gradualmente sul resto della gamma. Discorso simile per i sistemi ibridi: quello di Le Mans è composto da un motore elettrico all’avantreno che recupera l’energia generata in frenata. C’è poi un altro modulo elettrico che lavora insieme al V6 turbodiesel per convertire il calore dei gas di scarico in elettricità. Risultato: i consumi calano del 30%. Da queste basi nascono le ibride di domani. I prototipi circolano già: l’RS5 con turbo- La Audi R8 Lmx: è la prima auto di serie a montare fari al laser compressore elettrico promette prestazioni da supercar (oltre 280 km/h) e consumi di gasolio da familiare (18 chilometri al litro). Prima però arriveranno sul mercato le ibride a benzina, rivela Ulrich Hackenberg, responsabile dello sviluppo tecnico di Audi: «Avevamo già alcuni modelli ibridi, ma la più importante è l’A3 e-tron perché è la prima di una nuova generazione di vetture “plug-in” ad alte prestazioni con il motore a benzina e quello elettrico. Può percorrere fino a 50 km con le batterie». Una soluzione che serve a superare i limiti di autonomia delle auto elettriche «pure». La tecnologia sarà applicata anche sulla A8, sulla prossima serie della A4 — in arrivo nel 2015 — e sul Suv Q5. L’Audi vuole diventare leader mondiale con 2 milioni di macchine vendute al 2020, l’anno scorso sono state 1 milione e 600 mila. Per farlo deve scalzare dal trono Bmw e guardarsi le spalle da Mercedes che grazie alle compatte e ai successi in Formula 1 ha ripreso a correre. «Concentreremo gli investimenti su quattro pilastri: il tema Viva la leggerezza Grazie alle gare di durata, i fari sono diventati sempre più compatti e leggeri «quattro», le Audi a trazione integrale sono scelte dal 44% dei clienti»; quello della sostenibilità ambientale con la linea di prodotti basse emissioni “ultra”; quello tecnologico con la gamma “e-tron”; e il lato sportivo» precisa Luca De Meo consigliere d’amministrazione con delega alle vendite e al marketing aggiungendo che questa divisione consente di «gestire dall’alto una realtà che è diventata enorme e complessa. Appena 5 anni fa non arrivavamo a un milione di macchine». La sfida passa anche per la velocità di aggiornamento dei prodotti: «Bisogna trovare il modo di dividere la vita dell “hardware”, in questo caso la macchina, dai suoi sistemi elettronici. Ci sono vetture di 7-8 anni che vanno ancora bene, ma nessuno prova piacere nel vedere un vecchio lettore Cd...» Daniele Sparisci danielesparisci © RIPRODUZIONE RISERVATA City car Tre marchi (Toyota, Peugeot e Citroën), stessa meccanica. Il progetto, guidato da un giapponese, è stato sviluppato anche nei vicoli della capitale Aygo, 108 e C1: collaudate sui sanpietrini di Roma ROMA — Le nuove Citroën C1, Peugeot 108 e Toyota Aygo non sembrano neppure sorelle. Eppure nascono nello stesso stabilimento di Kolin, in Repubblica Ceca, condividendo la meccanica. A cambiare è il design: anticonformista e giovanile la C1, classica ed elegante la 108, sportiva ed eccentrica l’Aygo. Una sorta di cubo di Rubik dalle diverse facce: «L’idea del progetto era differenziare le tre auto più di quanto sia accaduto nella prima generazione», spiega Carlo Bonzanigo, responsabile design della C1. Risultato raggiunto. Anche se non dev’essere stato semplice: «È come andare in vacanza con tre famiglie: per non rovinare i rapporti è meglio mettere in chiaro sin dall’inizio, obiettivi e idee di tutti», continua. Compromessi inevitabili. Per questo a capo del progetto è stato scelto David Terai, ingegnere Toyota, fama da mediatore conquistata sul campo nella fabbrica Nummi in California, condivisa da giapponesi e americani di Gm. Design a parte, l’obiettivo era «produrre un’auto più matura, in grado di offrire una migliore dinamica di guida e una maggiore silenziosità», racconta proprio Terai. Per questo l’ingegnere giapponese si mette a bordo di una «vecchia» Aygo e affronta traffico, sanpietrini e vicoli di Roma, alla ricerca dei possibili miglioramenti: «Se si progetta una city car con in mente le sollecitazioni a cui è soggetta a Roma, l’auto andrà bene ovunque», continua. Non è un caso che, poi, Citroën abbia scelto proprio la capitale italiana per presentare la C1. Il test romano ha colpito nel segno: C1, 108 e Aygo sono più silenziose, migliori nell’assetto e più reattive nel posteriore. Le «piccole» si girano in un fazzoletto di strada e il motore 1.0 benzina a tre cilindri da 69 cavalli, uguale per tutte, si dimostra equilibrato per la città, con consumi di circa 25 km/litro. La coppia è aumentata di 2 Nm Toyota Aygo Nel design, è la più eccentrica delle tre. Il listino parte da 10.250 euro (ora sono 95 Nm), ma l’incremento è impercettibile. C1 e 108 vengono proposte anche con il 1.2 VTi a benzina da 82 cavalli, che consente di affrontare l’autostrada con una buona fluidità di marcia. Le francesi Peugeot 108 È la più elegante (nella foto, la 3 porte): i prezzi partono da 10 mila euro possono contare anche sul tetto in tela, apribile elettronicamente e personalizzabile. Sull’Aygo arriverà nella primavera del 2015. Per il resto, tutte e tre sono disponibili a tre e cinque porte (cristalli posteriori a com- Citroën C1 Come la 108, ha anche il motore 1.2 a benzina: il listino parte da 9.800 euro passo), cambio manuale a cinque marce o automatico robotizzato con comandi al volante. Le differenze sono anche nelle strategie commerciali. La C1 è più «protetta»: a 9.800 euro (con rottamazione) c’è il sistema Cardeluxe, una marchiatura elettronica contro i furti. La 108 è più «accessibile»: a 10 mila euro (con rottamazione o permuta) ha le cinque porte e il sistema multimediale con touchscreen sette pollici. La Toyota Aygo è più «ricca»: a 10.250 euro ha anch’essa il sistema multimediale touchscreen, ma anche il clima automatico (sulle altre è manuale), la camera posteriore, il volante in pelle, i cerchi da 15 pollici e la garanzia di tre anni (due per C1 e 108). A voi la scelta. Alessandro Marchetti Tricamo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 Motori 51 italia: 51575551575557 Si chiama LiveWire ed è la prima Harley-Davidson elettrica, silenziosa o quasi. Curata in termini di design e finiture, non viene messa subito in produzione: serve alla Casa di Milwaukee per raccogliere opinioni, impressioni di guida e suggerimenti da clienti selezionati per definire il modello definitivo. La potenza? Si parla di circa 55 kW, con oltre 70 Nm di coppia massima e uno 0-100 in 4 secondi. (s.b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il motorhome profilato Laika Ecovip. Sopra: l’interno, zona dinette Il nuovo Mobilvetta Kea P63. Sopra, il letto dotato di saliscendi elettrico Caravan Nonostante la crisi, l’Italia resta il terzo produttore europeo Per rispettare i limiti di consumo il volante delle Audi R18 e-tron quattro ha un sistema che calcola in tempo reale il livello di efficienza e di prestazioni da rispettare per evitare penalità ai piloti. Sistemi simili potrebbero debuttare sulle Audi di serie Massello e soluzioni hi-tech Così il camper si fa lussuoso Cresce il comfort ma i modelli più venduti sono usati La monoscocca della R18 è fatta interamente di fibra di carbonio. Quest’ultimo materiale molto costoso trova spazio sulle supercar come l’R8, mentre l’alluminio è ampiamente usato su tutta la gamma Audi Il pilota Baumgartner: «Ora guido ma prima sapevo volare» «Quando ero piccolo sognavo di fare il pilota, ma nella mia famiglia non c’erano i soldi. Dopo 40 anni finalmente il desiderio si è avverato». Felix Baumgartner ha gli occhi che brillano, un fisico perfetto di chi ha passato anni ad allenarsi per entrare nella storia. Missione compiuta nell’ottobre di due anni fa con il lancio in caduta libera da 39 km di altezza durante il quale ha superato la velocità del suono. L’austriaco, un «professionista del rischio» l’hanno definito, ha corso su di un’Audi R8 nella categoria GT la ventiquattr’ore del Nürburgring. «Penso che sia tutta una questione di calma e disciplina mentale, i lanci mi hanno insegnato questo: ad arrivare preparato. Mi piacciono le sfide,soprattutto quelle che non ho mai provato prima. Sette mesi fa non avevo idea di come si guidasse una macchina da corsa, ho Felix Baumgartner imparato prima da passeggero con l’insegnante e poi da solo». Il pensiero torna a quel salto dallo stratosfera che gli ha cambiato la vita: «Ho promesso a mia madre che se ce l’avessi fatta avrei smesso di lanciarmi per dedicarmi ad altro. Dopo venticinque anni di sport estremi sono fortunato a essere ancora vivo. Ma sono ormai troppo vecchio per iniziare una carriera da pilota professionista». d.s. © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Sempre più confortevoli e lussuosi. Mini appartamenti su quattro ruote che hanno poco da invidiare ad alcune seconde case. Scordatevi i rustici mezzi di qualche anno fa. Oggi i camper — più correttamente: autocaravan — si adattano sempre di più alle esigenze dei turisti en plein air. Che amano sì la sensazione di libertà consentita dalla vacanza itinerante, ma senza rinunciare agli agi. Di tutti i tipi saranno allora le novità presenti al prossimo Salone annuale del camper che si terrà a Parma dal 13 al 21 settembre e, secondo il nuovo accordo con la Fiera emiliana, ancora fino al 2019. Tra le principali, la nuova gamma degli integrali Laika: nove modelli Ecovip, tutti sempre più alti (2,05 metri), dotati di luci di cortesia e porta usb vicino ai letti, con pensili e armadi di dimensioni maggiori e una nuova coibentazione che consente di viaggiare bene anche in inverno. E poi il nuovo modello Kea P63 della Mobilvetta (l’azienda italiana nata nel 1961 come produttrice di mobili) con letto dotato di saliscendi elettrico. O i Super Brig della Rimor tutti rinnovati all’interno: nuove luci, tavolo in massello, moderno piano cottura. Insomma, il settore resta vivace nonostante il momento di difficoltà. Secondo i dati dell’ultimo rapporto presentato da Apc, l’associazione dei produttori, l’Italia resta il terzo produttore europeo di camper (con il 90% della produzione nel distretto della Val d’Elsa). Ma il mercato del caravanning ha registrato nel 2013 un calo delle immatricolazioni del 19%. «È il sintomo della crisi economica che perdura — dice Jan de Haas, presidente dell’associazione. — Ma numerosi segnali ci dicono che l’esperienza del camper continua a piacere». In controtendenza, infatti, cresce l’usato: nel 2013 i trasferimenti di proprietà (29.142) sono aumentati del 54% rispetto al 2012. Così quasi Base Jumper Il Giottiline G-Line 936 è realizzato su base Citroën Jumper special: è lungo 699 centimetri e alto 292. Monta motori turbodiesel Hdi da 130 a 180 cavalli. Nella seconda foto dall’alto, l’ampia dinette 5,7 milioni sono i turisti itineranti, di cui oltre 800 mila camperisti italiani, in grado di generare una spesa di 2,6 miliardi di euro. Il problema, semmai, è che in Italia circolano mezzi troppo vecchi: il 61,5% (più di 128 mila autocaravan) ha più di dieci anni e sono quindi più inquinanti. Ma come orientarsi al momento dell’acquisto? «Per chi ha a disposizione cifre più alte, da un minimo di 40 mila euro a oltre 100 mila, il nuovo offre ovviamente dei vantaggi — spiega Gianni Brogini, direttore marketing di Apc. — La garanzia è di due anni e la meccanica è adeguata alle normative. Con un mezzo Euro 0 o 1 si rischia di non poter circolare in alcune città». L’usato consente però di fare buoni affari: «L’importante è lasciar perdere camper con più di dieci anni. Con 25 mila euro se ne riescono a trovare di ottimi di cinque anni». Se poi a viaggiare è una coppia giovane che vuole percorrere molti chilometri l’ideale è un modello profilato: «Ribassato, viaggia più velocemente e consuma meno. Per le famiglie numerose sono più adatti, invece, i mansardati, con la cellula abitativa che continua sopra il posto di guida, oppure i più spaziosi motorhome». Isabella Fantigrossi Le 10 regole 1 Prima di partire, cercate di sistemare i bagagli con ordine: i più pesanti in basso, sotto il pavimento o nei vani appositi della dinette (la zona giorno del camper); quelli più leggeri in alto. In questo modo si eviteranno pericolose cadute di oggetti. 2 In strada mantenete una giusta andatura per non mettere in pericolo i passeggeri né intralciare la circolazione. 3 Se possibile, agevolate il sorpasso delle auto che seguono o accostate ogni tanto per lasciar passare i mezzi più veloci. 4 Per i camper con peso inferiore a 3,5 tonnellate i limiti di velocità sono gli stessi delle auto. Gli altri hanno il limite di 80 km/h fuori dai centri abitati e di 100 in autostrada. 5 Il numero delle persone che possono essere trasportate è indicato nella carta di circolazione. 6 In marcia, per sicurezza, i passeggeri non possono stare a letto: devono sedersi nei posti previsti. 7 Il camper può essere parcheggiato nei normali posteggi. Ma attenti a evitare i punti in cui può essere d’intralcio o copre monumenti e vetrine. 8 Nelle aree attrezzate per il campeggio notturno, cercate di rispettare la privacy degli altri e di non sostare troppo vicino ai mezzi già presenti. 9 A bordo, meglio usare piatti, posate e bicchieri lavabili per non produrre troppa spazzatura che deve poi essere buttata nei cassonetti appositi. 10 Lo scarico delle acque bianche e nere è consentito solo nelle aree attrezzate. Dopo la notte non abbandonate nulla e cercate di lasciate l’area pulita. © RIPRODUZIONE RISERVATA Anniversari Inaugurata l’esposizione che si chiuderà a gennaio. Montezemolo: «Questa è la prova della capacità italiana di creare vetture che fanno sognare» Un secolo di Maserati nella mostra delle auto mitiche DAL NOSTRO INVIATO MODENA — C’è la 3500 GT nata all’alba del boom economico (1957): l’eleganza che veste la potenza, l’auto su misura per i commendatori in ascesa, la sensualità veloce che si ritaglia una parte anche nello scandaloso film di Lattuada I dolci inganni, con una conturbante Catherine Spaak in fiore. Della 3500 GT c’è pure la versione spyder (’59), con la firma di Zagato e l’anima infusa da quel genio di designer che fu Michelotti. C’è la fiabesca 5000 GT di Reza Palhavi: dopo aver provato una 3500 GT, lo scià di Persia espresse il desiderio di una coupé ancora più potente e carrozzata Touring. Lo accontentarono, ovviamente. C’è la mitica A6GCS/53: A come Alfieri, il nome del fondatore delle Officine; 6 come i cilindri; G come la ghisa del motore; CS come Corsa e Sport; 53 come l’anno in cui nasce, evoluzione di un modello che nelle mani di Ascari e Villoresi vinceva una corsa dopo l’altra... Uomini che amano le auto. Guidano, studiano, lavorano, rischiano. L’Italia del dopoguerra timida e smaniosa di mettersi in viaggio e quella che oggi parte all’attacco dei mercati globali. Le autostrade semideserte di ieri, con le cattedrali della Supercortemaggiore, e i circuiti FIA GT di oggi. A proposito: c’è anche una MC12 Corsa, nel classico Blu Vittoria. C’è la storia, grande e piccola, dietro ognuna delle Mase- rati in mostra (fino a gennaio 2015) sotto l’enorme e avveniristico carapace giallo del Museo Enzo Ferrari di Modena, poco distante dalla sede del Tridente in viale Ciro Menotti. La mostra del centenario. Il 1° dicembre 1914 i fratelli Maserati (Alfieri, Ettore ed Ernesto) aprono un’officina a Bologna per assistere le Isotta Fraschini: è la scintilla. Nel ’37, cinque anni dopo la morte di Alfieri, il modenese Adolfo Orsi acquista l’azienda e la trapianta nella sua città. La storia è un fiume in piena: la Maserati, poi, passerà alla Citroën (’68), ad Alejandro de Tomaso (’75), alla Fiat (’93), alla Ferrari (’97), di nuovo alla Fiat (2005). Il rilancio di questi anni è nel tipico stile Tridente: affrontare le sfide calcando le ambizioni, andare all’attacco anziché chiudersi in difesa. All’inaugurazione della mostra, accanto al presidente della Ferrari Luca di Montezemolo e al sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli, e di fronte a Stirling Moss, divinità della Formula 1 anni Cinquanta, il ceo dell’azienda Harald Wester parla di vendite che crescono di mese in mese. Di Stati Uniti primo mercato. Di Cina subito dietro. Delle nuove Quattroporte e Ghibli che vanno a tutta velocità. Il valore totale delle 21 auto esposte a Modena si aggira sui 70 milioni di euro. La Tipo V4 Sport Zagato del ’32 è assicurata per 30 milioni di dollari. La A sinistra: la 3500 GT Touring (’61); sullo sfondo la 420 M Eldorado (’58). Sopra: la MC12 Corsa (2006); dietro, la Boomerang (’71) 3500 GT Touring, nell’originale color Verde Tevere, è costata 50mila euro prossima al rottame e per rimetterla a nuovo il collezionista ha speso anche di più (18mila euro soltanto l’impianto elettrico). Ma il valore commerciale di questi gioielli (dalla Tipo 26 alla 250F, dalla Quattroporte del ’65 appartenuta a Marcello Mastroianni alla Boomerang del ’71 disegnata da Giorgetto Giugiaro) impallidisce a confronto del loro valore come testimonianze — per dirlo con Montezemolo — «della capacità italiana di creare da sempre automobili che fanno sognare». Roberto Iasoni © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 italia: 51575551575557 Maria Grazia e Chiara con Diego partecipano limprovvisa scomparsa dellamatissimo Felice Santonastaso Le esequie si svolgeranno alle ore 10 di martedì 24 giugno alla parrocchia del Sacro Cuore del Suffragio, Lungotevere Prati. - Roma, 22 giugno 2014. Pia Bruno Tolomei Frigerio con la figlia Isabella ed il genero Duccio Astaldi si stringono affettuosamente a Maria Grazia e famiglia nel grande dolore per limprovvisa perdita del carissimo amico Felice Santonastaso - Roma, 22 giugno 2014. Il Consiglio di Sorveglianza, il Consiglio di Gestione, i dirigenti e tutti i dipendenti della Società Italiana per Condotte dAcqua, si uniscono al dolore di Maria Grazia e della famiglia per la perdita del proprio VicePresidente Prof. Avv. Felice Santonastaso uomo di eccezionali doti umane e professionali. - Roma, 22 giugno 2014. Ettore Bernabei partecipa al dolore della famiglia Santonastaso per la improvvisa scomparsa dellamico carissimo Felice e formula preghiere di suffragio per la sua anima eletta ricordando con gratitudine il proficuo lavoro svolto assieme nelle aziende a partecipazione statale. - Roma, 22 giugno 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Giorgio Gozzetti Addolorati ne danno il triste annuncio la moglie Carla, i figli Luca con Giulia, Marta con Massimo e i nipoti Alessandro Francesco e Andrea. - Introbio (LC), 22 giugno 2014. Sono commossamente vicino alla carissima signora Lina, i figli Ruggero e Luigi, la nuora Nadia e la nipote Roberta per la perdita di Rinaldo Riva marito e padre esemplare.- Con affetto Luigi Lucini. - Milano, 22 giugno 2014. Un forte abbraccio allamico È serenamente spirata nella sua amata Vaglia il giorno 21 giugno Andrea Donna un leale collega e una bella persona che non dimenticheremo mai.- Michele Barrile Antonella e Veronica. - Milano, 22 giugno 2014. Maria Menarini profondamente colpita ed addolorata dalla scomparsa di Andrea Papalia ricorda un amico una bella persona dolce e disponibile. - Firenze, 22 giugno 2014. Abbiamo perso uno di noi... sembrava lontano, quasi non possibile come pensiero e questo è avvenuto senza preavviso... un pezzo di noi è andato.- Dobbiamo fare in modo di non dimenticarlo.- Ci manchi moltissimo Andrea e non smetteremo di volerti bene, per sempre.Ferdi e i tuoi compagni e amici di FeP. - Milano, 23 giugno 2014. Ciao Nerina Corsini Incisa della Rocchetta La ricordano con amore i figli Eleonora, Giovanni e Piero insieme al carissimo Gilberto Ghinassi.Il funerale sarà lunedì 23 giugno alle ore 10.30 presso la cappella di famiglia in via Torre dei Nocenti 1387 - Vaglia. - Vaglia (FI), 23 giugno 2014. Arrivederci Nerina Gilberto.- Non fiori, ma offerte alla Misericordia di Vaglia. - Vaglia (FI), 23 giugno 2014. 23 giugno 2007 - 23 giugno 2014 Caro papà, questanno anche la mamma ci ha lasciati, insieme continuerete a vivere nei nostri pensieri e nelle nostre azioni così fortemente ispirati dal vostro esempio e dal vostro amore.- Anna, Paolo, Cristina, Chiara e Monica in ricordo del papà e della mamma nel settimo anniversario della scomparsa del Dott. Ing. Bruno Mondello Andrea - Milano, 23 giugno 2014. ci mancherai molto.- Dalia, Francesca, Betta, Giulia e tutta Goigest. - Milano, 23 giugno 2014. Dopo lunga malattia ci ha lasciati il nostro caro Giovanni (Gianni) Zampato Lo annunciano con dolore la moglie Gabriella, ladorata figlia Francesca unitamente ad Erminia e a tutti i parenti in Svizzera ed Italia.- I funerali si svolgeranno martedì 24 alle 15.30 nella parrocchia di Ponte Tresa (Svizzera).- La sepoltura in forma strettamente privata presso il cimitero di Giubiano - Varese. - Ponte Tresa - Caslano, 22 giugno 2014. Giorgio Rezzonico si stringe alla famiglia per la scomparsa di Gianni Zampato straordinario compagno di vita e professione nella difesa dei diritti dei più deboli. - Milano, 22 giugno 2014. 23 giugno 2007 - 23 giugno 2014 Amministratori, Dirigenti, dipendenti, collaboratori e pensionati di Costacurta S.p.A.-VICO ricordano con la stima e laffetto di sempre il Dott. Ing. Bruno Mondello che per tanti anni ha guidato la società con saggezza, energia e passione. - Milano, 23 giugno 2014. 23 giugno 2003 - 23 giugno 2014 Ettore Tito Caro papà ora come allora continui ad essere un faro per tutti noi.- La moglie Iolanda, i figli Giuseppe e Claudio con Daniela e i nipoti Eleonora e FrancescoEttore. - Roma, 23 giugno 2014. Armando e Maria Rosa ricordano con immenso rimpianto linsegnamento prezioso e lumanità del loro caro maestro Guglielmo Zambrini - Milano - Venezia, 23 giugno 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it - e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 - fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Servizio sportello da lunedì a venerdì: Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). 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I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 53 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 59 595 4 5945 5 5**( 4* 5941 4 59 4 5** 4( 5**5 55 5*94 5( 5*95 45 5*99 -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" $') &3 033$&' 6' &)/3) %600) $ )//'3$ $'03$%$ 3%'3$# )'3$'6/ $'3/00/ % ')03/ /!$)'$ 033'3/$)'%$ +)/3') $60&'3 '6$ /)70$ 3&+)/%$ 06%% %+$ 06%% /%+$ & '# $' 06%% %3 &$ / +$'!!$'3$, %3 +/00$)' % 3&+) % '3/)06, %% 0)' +/3 %% 033$&' &!!$)/ 0)%!!$&'3) '# % '3/)')/ 0%7) -6%# $036/) 0+$ +)&/$$') 06$ /$%$7$, ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" )03 )/$') ')7 )%)!' )& &+)00) , %/$ 3'$ $%') /'3) '8$ /$03 $/'8 /6!$ ')' .-6$% +)%$ /$ )3'8 3 $-%( %/&) %!#/) !%$/$ 6/ $ %$ )% 67)%) )+/3) $)!!$ )70$ &+)/%$ 7 )/3) )/3 )%3) )/3 %&) %8 ')' )03 /$ )%)!' )%8') /0$ !%$/$ )/ )/ )/ ) )0 )/ )/ 4 40 4 4' 3; 4 4' /') $)!!$ %8 ) ) ) )0 )0 4; )' 4 4 4' 40 3; 4 4 67)%)0) .-6$% 00$' $%') +)%$ %$ %/&) &+)/% %"& %8 ) ) ) )' ) )/ )' 4 4 3; 4' 4' 34 3; )+/3) /& /6!$ 0/ $0 )3'8 , %/$ $&$'$ 7 %"& %8 )/ ) )0 )/ )4 ) )0 3; 4/ 4' 40 4 3; 3; )70$ )& )/$') /'3) /$03 $' '8$ /)' %"& %8 ) )' ) )/ )0 )' )' 4 4/ 4 4 40 4/ 4' 3 9 6 8 1 7 4 6 4 2 8 5 Puzzles by Pappocom 7 5 9 7 6 3 2 1 3 2 Altri giochi su www.corriere.it 7 LA SOLUZIONE DI IERI 9 7 9 5 4 2 8 3 1 6 1 6 2 3 5 9 7 4 8 4 3 8 6 7 1 9 5 2 5 2 9 7 1 4 6 8 3 8 4 6 2 3 5 1 7 9 3 1 7 9 8 6 5 2 4 9 5 4 1 6 2 8 3 7 6 8 3 5 4 7 2 9 1 "6 -$"&( -.6" - (&- %.2-% "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 2& 5&"." $-" 2 7 1 8 9 3 4 6 5 $!" !&!" a 11,90 euro più il prezzo del quotidiano .$& &(56- 9&9 !"( &2"( 7 (-# & -&".( (. &$. $ "-( "% In edicola con il Corriere della Sera il quarto volume della collana dedicata ai libri di J. K. Rowling sul maghetto Harry Potter. Disponibile: Harry Potter e il calice di fuoco (#9( "-2 -. ((2 &#(# 5$ In edicola con il Corriere Il quarto libro sul maghetto Harry Potter Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 5 3 2(($% (*&!& 5$"&( !"&( $ Sudoku Difficile 1 $."&#" .$( "%5-( !$33) %"& &+)00) 3'$ /)3)' 6') $/'8 ')7 &+/$ )00) %"& )% $ ' 703 / +/00$)'/$ +/0'3 06%% +/3 )/$'3% % )'3$''3 )'3$'6 +)/3/ $60 +/$+$38$)'$ %% '$'7$ $') %% / /$)00) % / /), 6$ 033)/$ )$'3%$ 0$ $'') 6 0$368$)'$ )++)03 6' '3$$%)' )' &00$&) )703 %% /' /3!' 6' 00 +/00$)' +)0$8$)'3 06%% +!', %$& %) 03$7) -60$ )76'-6, "( &"-( 5&(. "-. "-(" (. 5& "22 $ *( "22 $ .."( Oggi su www.corriere.it I più letti New York Il sindaco-pirata Immagini De Blasio si è travestito per partecipare alla Mermaid Parade. Foto Le Langhe e l’Unesco Olanda ero a Brembate per 1 «Non Yara ma per mio fratello» Rimosso il prefetto dopo 2 le frasi choc sulla droga la sposa bambina 3 Achemorte si ribellò al marito Le tracce del telefonino: 4 «Yara spiata tre volte» tifosa in sedia 5 Brasile, a rotelle esulta e si alza «Canna elettronica» Simile a una sigaretta elettronica, è monouso e costa circa 9 euro Salute Il test dell’Alzheimer Iniziativa americana, aiuta a intervenire sulla malattia Langhe-Roero e Monferrato entrano nel patrimonio dell’umanità. Ora sono 50 i luoghi italiani tutelati dall’Unesco Sul sito le immagini delle colline da Barolo a Grinzane Cavour 54 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CONOSCERE PER RIFLETTERE Il peronismo in Argentina Serata dedicata all’orgoglio gay Il documentario «Juan Domingo ed Evita. L’Argentina dei Perón» racconta la storia di Juan Domingo Perón e sua moglie Evita (foto), quindi la storia del peronismo in Argentina. Lui politico e militare, potente; lei piena di fascino e carisma, approdata alla Casa Rosada dopo un’infanzia di povertà e una dura gavetta nei teatri di Buenos Aires. Personaggio adorato dal suo popolo quando era in vita e idolatrata dopo la morte. Per Juan Domingo ci sarà un lungo esilio dal quale tornerà nel 1973, vecchio e malato. In conclusione l’editoriale di Paolo Mieli. Serata speciale dedicata alla settimana del Gay Pride. Si comincia con la divertente commedia spagnola Reinas – Il matrimonio che mancava (nella foto una scena del film), di Manuel Gómez Pereira, che racconta in maniera gentile e ironica il periodo dei primi matrimoni gay in Spagna. Si prosegue con l’inchiesta «Scene da un matrimonio gay» firmata dal regista Alberto D’Onofrio che racconta storie di uomini e donne che hanno scelto di vivere la propria sessualità in maniera libera. In particolare D’Onofrio ha incontrato da vicino alcuni gay cattolici. Correva l’anno Rai3, ore 22.45 Reinas - Il matrimonio che mancava; Cielo, dalle ore 21 ,>Ó À>°Ì È°{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°Îä -*", -"° ÌÌÕ>ÌD ££°Óä " //" ΰ ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« "«iÀ> £x°ää 1 " n° -iÀi £È°xä , *, /" /", ° /*" ° £Ç°ää / £° £Ç°£ä -// ,//° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi iÀ> >ii] i`iÀV +Õ>À>Ì> £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD° `ÕVi >`iÕà Óä°ää /", ° Óä°Îä ," " ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi *>> iÀÀ>À -, Ó£°£x *" / " " ,- Óä£{\ Ài \ >iÀÕ À>Ãi° >V ÀiÌÌ>® i «À}À>>\ /} £ Èä ÃiV` ä°äx "// " ° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ> £°Îä /£ "//° Ó°ää /*" ° Ó°äx -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD Ó°Îx /,< * ° ÌÌÕ>ÌD ,>Î À>°Ì ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì n°Óä -", "° /iiv °{x *-" *,"° /iiv £ä°Îä /Ó -° ÌÌ° £ä°{ä / Ó -/",° , " / -// ° ÌÌ° ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó °°°-// " "-/1° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> £{°ää //" //" 8° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä / "" 7° /iiv £È°ää **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää , " ° ,ÕLÀV> £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° È°ää , 7- ", 7-° ÌÌÕ>ÌD n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°£ä *'° À>°] £x®° ££°xx /" ΰ £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌÕ>ÌD £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ," ° /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î -° £x°ää /,, "-/, Ó° /iiv £x°{x ,<<" " " ½"," x° âi] £Ó® £Ç°£x " < Óä£{° VÕ° £°ää / ΰ £°Îä / ," ° /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Ç°Óä 6 ° /iiv n°£x 1 /,° /iiv °{ä , ,° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌ° ££°Ón /*, / {° ££°Îä / {° £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Ó°xx - ", "° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 1, -/,//" Ó£° /iiv £È°Îx " / ", /° /iiv £n°xä /*, / {° £n°xx / {° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Îx , " /6 ° 6>ÀiÌD £°xx /*-/ ½",° ->« "«iÀ> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°xä 1 ,/" { <*° >Ì>ÃÌV] Óää{® ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° i «À}À>>\ iÌi°Ì £Î°{ä 1/1° ->« "«iÀ> £{°£ä 1", ,° /iiÛi> £{°{x 1" " *"° /> à ܰ `ÕVi >À> i «« £È°£ä /, ,"- 6 Ó° ÃiÀi £Ç°ää 7/, ,° i`>] 1Ã>] Óää® £n°xä -,/"° /iiÛi> Óä°ää / x° Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD È°£x , -° -iÀi È°Îx , 1-° /iiv Ç°Îä 8 ] *, *-- 1,,,° /iiv n°Óx /° /iiv °Îä 9 Èä° VÕiÌ>À £ä°{x /1, ", 1 /,-° VÕiÌ>À ££°Óä 1, /1,° VÕiÌ>À ££°xä * / "-1,° VÕiÌ>À £Ó°Óx -/1" *,/" £Î°ää -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îä 1/1,° >ÀÌ £{°xx /° /iiv £È°{ä "° ° /iiv £n°Îä -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Óä *,-" " /,-/° /iiv° >Ûiâi] />À> *° ià Ȱää / Ç Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ ££°{ä ½, /, ,"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÞÀÌ> iÀ £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv° *iÀÀi `Þ] ÀÕ >`iÀ] Ìi> Õ>` £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / Ç° Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ £x°£ä /", "6 -*, <° 6>ÀiÌD £È°ää - ,1-° -iÀi £È°xä / 8 79¶ ,/", " -¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £n°xä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD £°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£x /-\ - //½ -iÀi Ó£°£ä , 9"1 / " ¶ 1 -*, /" ½",° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää "1- " "" *, * / 1 ° 6>ÀiÌD £n°{x "--," ,8° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä -"1 -1,,° }À>vV] 1Ã>] Ó䣣®° ,i}> ` -i> V >>À>° >-« > ,LL] ià +Õ>` Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx ,° -,° /iiv° iÀiÞ *Ûi] >Ì iÀi iÞ ÓÓ°{x ",,6 ½ "° ÌÌÕ>ÌD Óä°Îä -,/"° /iiÛi> Ó£°£x 6 *,- /" " ° À>>ÌV] 1Ã>] £n®° ,i}> ` >ÀÌ ÀiÃÌ° À>` *ÌÌ] Ì Þ «Ã] >Ài À> Ó£°£ä 8/, "6, " /" ° ,i>ÌÞ ÓΰÎä " -*//6"° i`>] 1Ã>] ÓääÈ®° ,i}> ` >Ì > >Ã`>° `> À`Þ] i} ,Þ> Ó£°£ä -," "- -/ " -,6° >] >>`>] Óäää®° ,i}> ` ,`iÞ LLð >ÌÌ ÀiÜiÀ] iiÌ 7ià ] >à ` Ó£°£ä ½, /, -/-,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÞÀÌ> iÀ Ó{°ää / Ç° ä°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD ä°£x "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ Óΰ£x / Ó° ÓΰÎä 7- " //, /" /," " **"° °] Óää{® Óΰ{x Ó{°ää ä°£ä £°äx ,>x ,> -ÌÀ> "° ÌÌÕ>ÌD / Î "//° / ," ° 1", ",,"° "- ® 6-/° ÌÌÕ>ÌD ä°{ä 7 - "6, " 1 <" 6/° À>>ÌV] >>ÀV>ÉL] Óääx® £°Îä / x "//° i «À}À>>\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«>Æ iÌi°Ì Ó°ää **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Óΰ£ä / 1 " - " "- 1/"° / ÀiÀ] 1Ã>] ÓääÈ®° ,i}> ` - 7iÃÌ° >> ii® ä°xx " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> Ó°£ä 1-/,\ 1-/" -" "° VÕiÌ>À ii>Þ /6 £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää *,// " /,"**"° -iÀi £°Îä 6 -- Ó° -iÀi Óä°ää +1 " -/ "° 6>ÀiÌD Óä°Îä ", *-1° ÕÃV>i Óä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°Îä *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ ÓÓ°ää ,6 £° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 Film e programmi L’idealista Damon patriota corrotto Marcuzzi, l’ultima ristrutturazione ,>{ Un giovane patriota (Matt Damon, foto) viene assunto dall’Ufficio Servizi Strategici (Oss), antesignano della Cia: il suo idealismo verrà corrotto. The Good Shepherd L’ombra del potere Iris, ore 21.10 Ultima puntata del programma condotto da Alessia Marcuzzi (foto) che stasera si reca nel Lazio per realizzare il sogno della famiglia Policaro: una casa tutta nuova. Extreme Makeover Home Edition; Canale 5, ore 21.10 Ferrandino parla di morti sul lavoro Meloni e Landini ospiti di Merlino Tra crisi e lavoro in nero, le cifre ufficiali indicano un calo delle «morti bianche». Che restano comunque sempre troppe. Margherita Ferrandino ne parla con l’avvocato generale dell’Inail. Fuori Tg - Morti sul lavoro Rai3, ore 12.25 Quarto appuntamento con il programma condotto da Myrta Merlino. Tra gli ospiti in studio Giorgia Meloni, Maurizio Landini, Virman Cusenza, Gian Antonio Stella e Federico Geremicca. L’aria che tira stasera La7, ore 21.10 È°Îä È°{x Ç°äx Ç°xä n°{ä °Îä £ä°Îx ££°Óä £Ó°äx £Ó°{ä £Ó°xä £{°Îä £x°Óä £È°äx £È°xx £Ç°{ä £Ç°{x £n°Îx £°Óä Óä°Óä Ó£°£ä ÓÓ°xx Óΰ{x À>°Ì À>°Ì 1- ° ÌÌÕ>ÌD Îä ," ° -iÀi ,/ ° -iÀi ,° -iÀi " " , ° -iÀi 1 ° -iÀi ° -iÀi -/,° -iÀi -/,° -iÀi -/,/ / /-° /iiv -*" /° -iÀi " /", 7"° -iÀi äÓ£ä° -iÀi -/,° -iÀi -/,° -iÀi , 7- ", "° " " , ° -iÀi ,° -iÀi " /", 7"° -iÀi -/,/ / /-° /iiv 6 /" "° âi®° ,i}> ` >Vi >° 6 -° -iÀi ,"° -iÀi £Ç°{x , 7- ", "° £Ç°xä 6 //, -"7° /> Ã Ü £n°{ä -/ ] 6",° ÕÃV> £°Îä -1° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌ° Ó£°£x x 1" "/6° VÕiÌ>À Ó£°Óä *"/, ",° /i>ÌÀ £°Îä -/,", , -/", ½/° VÕiÌ Óä°Îä ", " -/",° VÕiÌ Óä°xä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Îx ,7 ," ° VÕiÌ ÓÓ°xä ",/",° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x /"*<"° /iiÛi> £n°Îä - / ,° /iiÛi> £°£x 1 E ° -iÀi Óä°£ä ,,° -iÀi Ó£°£ä ° -iÀi ÓÓ°{ä ," ,° ÃiÀi ä°Óx , 7- "//° À>°Ì À>°Ì £Ç°xä *", ½/, 1 ° £°Îä -" " / /"° Ó£°£x " 7- ,6<" ° -iÀi ÓÓ°äx " 7- , /"° -iÀi ÓÓ°xx , " " -* /", ° ÌÌÕ>ÌD ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £Ç°Îä / 1 ""° >ÀÌ £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x -1, ,-° /iiv £°Îx 6"//° /iiv Óä°Óx /1//" ,/"° /iiv Ó£°£x 7 8 1° >ÀÌ £n°Îx "/" ° ÌÌÕ>ÌD £°Óx "-- /",/\ -° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä 8/, "6,\ / /" ° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä " "----" ° ÌÌÕ>ÌD °äx *," /*"° ÌÌÕ>ÌD £ä°Îä " " ° -iÀi £Î°Óä -," ° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°{x -/,//" *"< Ó° -iÀi Óä°{ä 1 / ΰ ÓÓ°Îä " - "° ÌÌ° £n°Îx *,"*,/9 7,-° VÕiÌ>À £°Îä , 6° VÕiÌ>À Óä°Óä " ,° VÕiÌ>À Ó£°£ä , 1" ° VÕiÌ>À Ó£°Îx , 1" ° V° £È°xx -°"°-° //° ,i>ÌÞ £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌÕ>ÌD £°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä -8 / /9° /iiv ÓÓ°{ä 1 888" ° /> Ã Ü ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £n°Îä **° >ÀÌ £n°xx "9° >ÀÌ £°£ä - ½",-"° >ÀÌ £°Îä *,/ ½ -" " ½ ° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ","° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì ViÌÛ°Ì £Ç°{n <," " "//° £°ÎÓ 1 *°° /iiv Óä°£ <<,° /iiv Ó£°£ä / "" -*, ½", *"/,° ä°Ón - 7/ 1"° £n°£x 19 E - ° VÕiÌ>À £°£ä , 1"° V° Óä°£ä , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä , - /," " 6° °] -«>}>] Óääx° Óΰäx 6"/ ½,"-° V° i`>ÃiÌ°Ì £°Óä "--* ,° /iiv Óä°£x "* -* ° -iÀi Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°£ä 1", - " ° i «À}À>>\ /} Æ iÌi°Ì Óΰ£ä 9 9 ,° -iÀi ÌÛÓäää°Ì Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä 1", ", "° ÌÌÕ>ÌD Óä°xx / /° Ó£°Óä 1 " - ," /1//" ½","° ÓÓ°xä **9 9-° /iiv Corriere della Sera Lunedì 23 Giugno 2014 55 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Leo DiCaprio milionario infelice Long Island, 1922. Il giovane Nick Carraway conosce il milionario Jay Gatsby (Leonardo DiCaprio, foto). L’uomo è da sempre innamorato di Daisy Buchanan (Carey Mulligan), ma il loro è un amore impossibile. Il grande Gatsby Sky Cinema 1, ore 21.10 Il capitano Kirk contro un superuomo -Þ i> -«ÀÌ ££°{x *, / 1 ÀÌi i >i] VÃÌÀiÌÌ > v>Ài `> L>LÞÃÌÌiÀ > ÌÀi «Ì] `iÛ >ÌÌiiÀà > iÌ` i`ÕV>ÌÛ `i> v}>°°° -Þ i> £ £Ó°xä 1 / "/" -* i `>} iÃ>À>Ì ` `Õi >}iÌ `i> «â> ` *>À} «iÀ ÃV«ÀÀi ½>ÃÃ>Ãà `i> V«>}> `i «ÀiiÀ vÀ>ViÃi >}Þ° -Þ i> >Ý £Î°£x ,<< " ½", " *, ivÌ] £ÈÈx\ > £Çii ÀiÌ -° >Ãî >ÛÀ> «ÀiÃà «ÌÌÀi 6iÀiiÀ ° ÀÌ ®] V i `iV`i ` ÀÌÀ>À>° -Þ i> *>Ãà £{°{x " ", 1/" `Ài> 1° /}>ââ® m VÛÌ V i > }i ° >À`>i® ÌÀ>`ÃV>° -Þ i> >ÃÃVà £x°Îä ," >V] >}iÌi ` ÃVii}}>ÌÀ ` ÃÕVViÃÃ] ÛÛi V ½>}ÃV> V i > }i ÌÀ>`ÃV>° -Þ i> £ £È°Óä , 7 « >ÛiÀ «iÀà ÃÕ vi`ii V>i -«>ÀÞ] }Û>i 6VÌÀ ÃvÀÕÌÌ> «ÌiÀi `i> ÃViâ> «iÀ À«ÀÌ>Ài ÛÌ> ÃÕ >V° -Þ i> >Þ £Ç°Îx -*"- *,"-- - À>] }Û>i ÃÀ>i>> ` /i ÛÛ] m «ÀiÃÃ> ëÃ> > >ÀÌ `i> ÃÀi> `ivÕÌ> > ÃÕ VÕÀi L>ÌÌi «iÀ Õ >ÌÀ° -Þ i> ÕÌ £n°{ä - , <",," ° «Ã ÀiÃVi > ÌÀ>ÃvÀ>Ài L>`Ì ° >`iÀ>Ã Õ «iÀviÌÌ Ã«>`>VV\ <ÀÀ° -Þ i> >Ý £°£ä -6"/ *, ""- ÌÀ>ÛiiÀ >iÀV>] >` `Ûà }ÀÕ««] Û>}> ÌÀ> Ûiâ> i «ÛiÀÌD ÌiÀ>` vÕÀÌ] V` > ÌÀ>`iÌ `i «À«À Ài}>iÌ° -Þ i> ÕÌ £°Îx "- " 1 Õ}iÌÀ>}} ` >>âi\ > ViÌÀ `i> ÛVi`> V½m ,] Õ ÌÀ>«Ài`iÌi «ÀVi° -Þ i> >Þ Ó£°ää -/, "** iÝ ° i®] >ÀÌ VÀÃ] à ÌÀ>ÃviÀÃVi `>½>V "ÃV>À 7° >ÌÌ >Õ®] > > VÛÛiâ> m V«V>Ì>° > i -° -Þ i> >ÃÃVà ½"-*/ //-" 1 «ÀviÃÃÀi ÕÛiÀÃÌ>À ÃV«Ài V i ÃÕ >««>ÀÌ>iÌ m ÃÌ>Ì >vvÌÌ>Ì > Õ> V««> ` }À>Ì° /À> À â> Õ½>Vâ>° -Þ i> ÕÌ " 6" "t >] >] à ÌÀ>ÃviÀÃVi Õ> ÕÛ> VÌÌD i Ã}> ` ÌÀÛ>Ài Õ½>V> V VÕ V`Û`iÀi ÌÕÌÌ° /ÀÛiÀD ] i>À}>Ì> `> ÌÕÌÌ° -Þ i> >Þ /" , -- -/, /, ½ÌiÀ«ÀÃi ÃÌ> ÀÌÀ>` ÛiÀà V>Ã> µÕ>` ½iµÕ«>}} ÃV«Ài Õ> ÌiÀÀvV>Ìi vÀâ> >½ÌiÀ `i½À}>ââ>âi° -Þ i> >Ý " *, ", iÌD > µÕ>Ì>\ ÃÌi 7° >ÌÌ >Õ®] `iV`i ` ÃÌÀ>Û}iÀi > ÛÌ> >ÀÃ> `i> ÃÕ> Ìi}iÌÃÃ> «Ìi >Ì iÀi ° ,Þ>®° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä , /-9 À>â ` Ìâ}iÀ>` Õ> ÕÛ> ÛiÀÃi V i iÃ>Ì> ½>ÌÃviÀ> ëi`iÌi `i} > Óä° *>ÃÃ] ÌÀ>`iÌ] Ãi}ÀiÌ°°° -Þ i> £ 1" -/,", , 1 }ÀÕ«« ` ÃÕ«iÀiÀ ÌÀ> VÕ >«Ì> i] ½Õ ÛÃLi i `ÌÌÀ iÞ À° Þ`i à ÃÃi > 6iiâ>° -° iÀÞ° -Þ i> Ìà ÓÓ°{ä , " m Õ Ã`>Ì V i] Viâ>] à >À>] ÀV>L>Ì] ` ->Û>> ° « ½££ ÃiÌÌiLÀi «iÀ¢] «>ÀÌi «iÀ i` "ÀiÌi° -Þ i> *>Ãà ÓÓ°{x /1, , º - ,"» / >à m Õ «âÌÌ ÃÌÀ>«>>Ì V i ÀÃÛi V>à ` Õ V` V ½>ÕÌ ` Õ >ÃÌ° -Þ i> >Þ £{°Îä "\ 1" ", " ," ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £{°{ä ,"\ £ ", / 7ÕÝ >ÃÃV° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £x°ää "\ ", -1 , `> Óä£{ -Þ `>i £ £x°Îä "\ " ,1-- `> Óä£{ -Þ `>i £ £È°ää "\ 1- *",/"" `> Óä£{ -Þ `>i £ £Ç°Îä "\ 1" ", " ," ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £n°ää "\ ,1**" ° Î ", / `> Óä£{ ÀiÌÌ> ° ÀiÌÌ> -Þ `>i £ £°ää 7,-/ \ 77 8*, -Þ -«ÀÌ Ó Óä°ää 1/""-"\ /,"" *, iÀÀ>À >i}i -Þ -«ÀÌ Ó Ó£°ää 7,-/ \ /- 7 " 77 ÕÀëÀÌ "\ * 1,"* /"1, Àà "«i -Þ -«ÀÌ Ó Ó£°Óä "\ 8 " " ,< ,1**" \ ,1 ,- ,>-«ÀÌ £ ÓÓ°ää "\ ,1**" ° Î ", / `> Óä£{ ÀiÌÌ> ° ÀiÌÌ> -Þ `>i £ Óΰää +1/<" \ ",- , / ÕÀëÀÌ 7,-/ \ 77 8/ -Þ -«ÀÌ Ó -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°ää / -/, -, ÃiÞ >i £{°xä 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i £x°£x -- ÃiÞ >i £È°{ä - < /, Ý Ài £Ç°xä /- ÃiÞ >i £n°Óä 7 E ",, Ý Ài /1//" Ý £°£ä -*-" Ý -1, ,- ,> Õ« Óä°äx / /",9 Ý "9 " *,"" Ý vi Ó£°ää °-°° 7 9", Ý Ài Ó{\ 6 "/, 9 Ý ,9½- /"9 Ý vi Ó£°£ä 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i Ó£°£x /1 , Vi`i £{°£ä *," / ,1 79 / Ý vi £x°£ä , / ", 1 -Þ 1 £È°xä -/, 1- -Þ 1 £Ç°äx 6-/ -*"- " /," -1" , £n°Îä - " / -*// -Þ 1 £°Óä "-- - -Þ 1 £°{ä 1 " "<, " Ý vi "6-/,1 \ / 1- -Þ i> Ìà £°{x "-- - -Þ 1 £°xä 1 " "<, " Ý vi Óä°£ä ,- 9 -Þ 1 Ó£°£ä ,/ ½- "/ / / -Þ 1 ÓÓ°ää £ä *5 "6 1-/, £{°äx "9 // - , i`à £{°{ä ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ £x°äx ," "" " +1-/ -,7"" i`à £È°£ä / , -"7 iÀ>} £È°{x ½" "-/, i`à £Ç°äx " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ £n°£x 7 8 1 i`à £°Îä /1//" ,/9\ ½-" */7 Ó Óä°ää 1 , * >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°äx - ""9"" 9-/,9 ° iÀ>} /" i`à ӣ°£ä "9 // - , Ó £{°äx *,"*,/9 7,ÃVÛiÀÞ >i £x°£ä " //" ÃVÛiÀÞ -ViVi £È°äx ,"\ /," " 1/ ÃÌÀÞ >i £Ç°ää -/", ½1 6,-" ÃÌÀÞ >i £n°ää ÃÌÀÞ >i £n°Îx , " , ÃVÛiÀÞ >i £°Óä , 1/1," ÃVÛiÀÞ -ViVi Óä°£x - 1/1," " 7""- ÃVÛiÀÞ -ViVi Ó£°ää ," / \ , << ÃÌÀÞ >i *,/",,' /1" " Ó£°£ä , " , ÃVÛiÀÞ -ViVi £{°Óx ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°ÎÇ -* "° ,ÕLÀV> " £{°ÎÇ /," " /, ° 9 £{°x{ ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°£ "97"" " ° *ÀiÕ i> £x°{È ,° "1- 6-" ° /iiv " £È°£Î 1 *, ° /iiv 9 £È°Óä *, 6-/° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°äÓ **1 / /" - 6 / "° /Û 9 £Ç°Óä -/, -+1° *ÀiÕ i> £Ç°ÓÇ / ° /iiv " £Ç°xÓ *,- , ,/" ° /iiv " £n°Îx "- 1*° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{£ 1 *, ° /iiv 9 £°äx ½," *5 *<<" " "°°° -*, *5 *<<"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> L’equipaggio dell’Enterprise guidato dal capitano Kirk (Chris Pine) deve catturare Khan (Benedict Cumberbatch, foto), un superuomo dai poteri terrificanti risvegliato dall’ibernazione da un traditore. Into Darkness - Star Trek Sky Cinema Max, ore 21 Jeremy Renner braccato dalla Cia La Cia teme che un programma segreto venga scoperto e decide di cancellarne ogni traccia. L’agente Aaron Cross (Jeremy Renner, foto) si trova a lottare per la sua sopravvivenza. The Bourne Legacy Cinema Energy, ore 21.15 Capire le creazioni di Anselm Kiefer i`>ÃiÌ *ÀiÕ La regista Sophie Fiennes racconta il pittore e scultore tedesco Anselm Kiefer a partire dalle sue strutture monumentali, intrise di riferimenti filosofici, alchemici e religiosi. Anselm Kiefer - L’atto della creazione Sky Arte HD, ore 21.10 £Ó°äÈ , *, ° /iiv 9 £Ó°xÇ *, /""° /iiv 9 £Î°£ä 1/6"° *ÀiÕ i> £Î°{È 1 *, ° /iiv 9 £Î°xx "97""½- -/ , /",-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> A fil di rete di Aldo Grasso La fine trama a incastri di «Trono di spade» A nche in Italia, pochi giorni dopo rispetto agli Stati Uniti, è arrivata alla sua conclusione la quarta stagione della saga fantasy «Trono di spade», trasmessa da Sky Atlantic (venerdì, ore 21.10). Com’è noto, il telefilm è una produzione ad alto budget che il canale americano HBO (quello di «Sex and the City» e «I Soprano», solo per citare alcune delle sue serie più celebri) ha realizzato adattando per la televisione i romanzi di George R. R. Martin. La serie si regge su un vastisVincitori e vinti simo cast corale che dà vita a un racconto «a incastro» in cui Joachim è difficile trovare un protagoniLöw sta assoluto: il finale di questa La Germania stagione sembra aver stretto in campo l’attenzione su quattro persobatte la naggi, curiosamente tutti «ecGermania in fiction. centrici», su cui all’inizio non Prima serata tutta avremmo scommesso molto. per Germania-Ghana C’è la ragazzina ribelle Arya, dal Brasile: per la che al ricamo preferisce le lesquadra allenata zioni di spada, c’è il suo fratello dall’ex attaccante Bran, che non può più cammitedesco Joachim Löw nare ma è dotato di poteri so6.046.000 spettatori, vrannaturali. C’è Jon Snow, il 31,2% di share figlio bastardo del defunto Ned Stark e infine c’è Tyrion, il fiDenise glio nano del potente clan LanZich nister che viene fortunosaLa Germania mente aiutato a fuggire dopo in fiction esser stato condannato a morte superata dalla sua stessa famiglia. Il rapdalla Germania in porto con suo padre, vero spetcampo. Canale 5 tro che agita la coscienza di risponde in prime time Tyrion e vero nodo narrativo da con «Rosamunde sciogliere, arriva nel finale di Pilcher - Il castello dei stagione a un punto di non rimiracoli», con Denise torno. Zich : per 1.838.000 La cosa più interessante di spettatori, e una «Trono di spade» è proprio share del 9,7% questo suo racconto a incastro: con così tanti personaggi da gestire, spesso posizionati in ambienti lontanissimi uno dall’altro, i suoi autori hanno scelto di costruire ogni episodio attraverso una serie di «quadri» distinti e separati che seguono ciascuno la sua storia, senza incrociarsi per molto tempo. Una scelta, in fondo, antitelevisiva, che rende la serie un raffinato esercizio di stile ma che la espone a rischio di qualche sbavatura narrativa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv £°Î£ / , 1,/ 7" ,-/" ° *ÀiÕ i> £°ÎÓ / 6*, ,-° /iiv 9 £°ÎÇ -1/-° /iiv " Óä°Ó£ / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°Óx -1/-° /iiv " Óä°{ä " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x " /,1 *,//° *ÀiÕ i> Ó£°£x ---° /iiv " Ó£°£x *, /""° /iiv 9 Ó£°£ 6, ", "6-/° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx , 9° /iiv 9 ÓÓ°£È 1 / -//- " /,° /iiv " ÓÓ°xn *½ /1 ° /iiv 9 56 italia: 51575551575557 Lunedì 23 Giugno 2014 Corriere della Sera