CALCIO: RESUSCITA IL PAVIA VENDUTO A MISTER ZHOU ARENA LOMELLO: LA GRANDE FESTA LONGOBARDA DI GIUGNO Arena Mediastar supplemento del settimanale on line Commodity World Weekly Magazine - Anno I n,1/2014 registrazione al Tribunale di Pavia n. ,11/5/2007 WEB MAGAZINE D GIUGNO 2015 MEDIASTAR LE PRIME 4 TAPPE DEL NOSTRO TOUR IN LOMBARDIA Il cinemaè donna Mariagrazia cucinotta GIUGNO IN VIAGGIO: GLI HOTEL PIU’ PAZZI DEL MONDO GIORNATA A EXPO 2015: RISTORANTI, CHIOSCHI E BISTROT DA PROVARE. IL TESORO D’ITALIA, LA MOSTRA DI SGARBI www.arenamediastar.com ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Editoriale IN COPERTINA: MARIA GRAZIA CUCINOTTA, STAR IN ‘MAGIC CARD’, CI RACCONTA IL’SUO’ CINEMA ARENA MEDIASTAR, supplemento di Commodity World Weekly Magazine, è il mensile in cui le materie prime diventano prodotto finito: cibi sopraffini, gioielli, oggetti per la casa, automobili, inimitabili pezzi d’arte. In questo numero la cover story è dedicata alla bellissima Maria Grazia Cucinotta ci racconta la sua esperienza di attrice, produttrice e regista. Varie pagine sono dedicate alla Biennale d’arte (che ci è piaciuta poco) e all’ Expo 2015, un evento tutto da gustare con il palato e con gli occhi grazie alla mostra sui tesori d’Italia curata da Vittorio Sgarbi. Raccontiamo le prime tappe in Lombardia del evento nazionale “Passeggia con Leonardo” e vi portiamo in Lomellina, dove si terrà una tre giorni Katia Ferri dedicata ai Longobardi. Ci prepariamo intanto per le vacanze, quelle vere: dando Melzi d’Eril un’occhiata agli hotel più pazzi del mondo. E scegliendo i pezzi più adatti per coDirettore re- gliere il primo sole, sulle spiaggie più belle del Mediterraneo. sponsabile di Commodity World Weekly Magazine ritratta da Luigi Ontani, 1983 Contributors di questo numero: Stories Rubriche Graphic Design Photographers Alessandro Chiara Niccolò Carcano Diletta Evangelisti Timur De Angeli Alessandro Buffone Fiammetta Trallo Filippo Bortolan Francesco Curci Galeazzo Melzi d’Eril Giuseppe Bruni Giorgia Pertosa Alessandro Chiara Alessandro Chiara Matteo Zerbi Grazia Mantelli Margherita Vighi ARENA MEDIA STAR anno I n.2, giugno 2015- web magazine, supplemento mensile di Commodity World Weekly Magazine registrato presso il Tribunale di Pavia n..1 11/5/2007 Edito da Katia Ferri Melzi d’Eril in collaborazione con l’associazione culturale non profit Arena Media Star Sede legale: Via S. Giovannino 5, 27100 Pavia tel. 0039 349 8610239 www.arenamediastar.com; [email protected] Le pagine pubblicitarie (mostre o campagne sociali) sono scelte ogni mese dalla redazione e inserite a fronte di nessun compenso 2 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Sommario ESCLUSIVO: LA RISCOSSA DEL PAVIA CALCIO, CON L’ARRIVO DELLA NUOVA PROPRIETA’ CINESE Giugno 2015: Rubriche: Cover Story| 10 Cinema: Maria Grazia Cucinotta Musica | 17 Alexia rinasce, Concita Wurst stupisce Grand Tour| 24 Gli hotel più pazzi del mondo Top Nightlife| 22 Alessandro Borghese alla Palazzina G Grand Tour 29 A volte ritornano, i Longobardi Food & Co | 32 Mangiare all’Expo Wine &Co| 33 La riscossa dello spumante italiano Ecogreen| 45 L’Italia è leader nella sun energy Biennale Arte| 36 Il futuro dell’arte? Non si vede Fashion | 48 Preparare la valigia per il mare Salute| 62 La nuova ‘notomia’ firmata Leonardo Sport| 66 Dalla Cina arriva la riscossa del Pavia Sotto: Chiesa di S. Andrea a Melzo e Villa Melzi a Vaprio, due mete del nostro evento “Passeggia con Leonardo” in Lombardia. Prossime tappe di giugno: Firenze (6),Pisa (14), Imola/Bologna (21), Roma (27). 3 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Eventi Nord BODY POWER DI SCHATZ LEONARDO 1452-1519 LOMBARD/MILANO, PALAZZO REALE, Leonardo 1452-1519 Piazza del Duomo 12 prenotazioni tel 0254911 fino al 19 luglio 2015 LOMBARDIA/MILANO, TRIENNALE DI MILANO HOWARD SCHATZ. BODY POWER fino al 7 giugno 2015 LOMBARDIA/MILANO, TRIENNALE DI MILANO, Via Alemagna 6 tel. 02/724341 Architetti italiani under 50 fino al 12 giugno 2015 L’esplosione della città fino al 30 giugno 2015 Vuoto per il pieno Dal 24 giugno al 18 settembre PIEMONTE/TORINO, PALAZZO CHIABLESE TAMARA DE LEMPICKA fino al 30 agosto 2015 PIEMONTE/TORINO, GAM GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA MODIGLIANI E LA BOHEME DI PARIGI fino al 12 luglio 2015 LOMBARDIA/MILANO, MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE, Corso Venezia 55, tel 0288463337 Food. Cibo. Dai semi ai piatti fino al 24/6/2015 LOMBARDIA/MILANO/MUSEO DIOCESANO Corso di Porta Ticinese 95 BENEDETTO PIETROGRANDE. IN VIAGGIO fino al 30 agosto 2015 4 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Eventi Nord IL CANDORE ARCAICO CARPACCIO A CONEGLIANO VENETO/VENEZIA/MUSEO CORRER, Piazza S. Marco “Nuova oggettività” fino all’30/8/2015 VENETO/CONEGLIANO/ PALAZZO SARCINELLI “Carpaccio, Vittore e Benedetto da Venezia all’Istria fino al 28 giugno 2015 VENETO/VENEZIA/PALAZZO DUCALE Piazza S. Marco Henri Rousseau “Il candore arcaico” fino al 5 luglio 2015 VENETO/PADOVA/MUSEI CIVICI AGLI EREMITANI “Donatello e la sua lezione” fino al 26/7/2015 VENETO/STRA/VILLA PISANI “Italiani a tavola” 1860-1960 fino al 31/10/2015 VENETO/VENEZIA/ CA’ PESARO “CY Twombly. Paradise” fino al 13/9/2015 VENETO/VERONA/ PALAZZO DELLA GRAN GUARDIA “Arte e vino” fino al 16 agosto 2015 VENETO/VENEZIA/GIARDINI E ARSENALE Biennale d’Arte 2015 fino al 4/1/2015 VENETO/VERONA/, ARENA DI VERONA Festival lirico fino al 6/9/2015 5 DOMENICA 6 GIUGNO FIRENZE con il Patrocinio l’Associazione Culturale senza scopo di lucro ARENA MEDIA STAR organizza: h.9.00 Ritrovo presso libreria Feltrinelli, Stazione S. Maria Novella, sincronizzazione delle walking app. 9.30 Tour del centro storico di Firenze, tra Duomo, Palazzo Vecchio, S. Marco, Ponte Vecchio, a caccia dei luoghi dove visse e lavorò Leonardo. Visita al Museo del Bargello. 11.30 Coffee break 12.00 Visita a San Miniato h.13.00 Lunch in osteria tipica h.14.00 Daniela Monteduro ci racconta “Leonardo e gli studi di farmacia, dalla botanica alla guerra chimica” PASSEGGIA con FIRENZE 6 GIUGNO 2015 LEONARDO www.facebook.com/pages/Passeggia-con-Leonardo Con il Patrocinio di: www.arenamediastar.com COMUNE DI VAPRIO D’ADDA In collaborazione con: ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Eventi Centro FIRENZE CAPITALE D’ITALIA MEDIOEVO IN VIAGGIO TOSCANA/FIRENZE/BIBLIOTECA MARCELLIANA Lo spettacolo nella Firenze capitale d’Italia (1865-1870) dal 28 maggio al 31 ottobre 2015 TOSCANA/VOLTERRA, PINACOTECA CIVICA, PALAZZO MINUCCI SOLAINI, tel. 058887580 Rosso Fiorentino. Rosso Vivo fino al 31/12/2015 . TOSCANA/FIRENZE, MUSEO MARINO MARINI MARINELLA SENATORE, JAMMING DRAMA PROJECT fino al 10 giugno 2015 TOSCANA/FIRENZE/PALAZZO STROZZI Potere e pathos, bronzetti dal mondo ellenistico fino al 21 giugno 2015 TOSCANA/FIRENZE/TORNABUONI ARTE “Antologia scelta” fino al 28 novembre 2015 TOSCANA/FIRENZE/ARCHIVIO DI STATO “Una capitale e il suo architetto, Giuseppe Poggi” fino al 6 giugno 2015 TOSCANA/POGGIO A CAIANO/MUSEO SOFFICI DEL ‘900 “Ardengo Soffici e Mario Sironi, silenzio ed inquietudine” Fino al 19 luglio 2015 TOSCANA/FIRENZE/MUSEO DEL BARGELLO “The Middle Ages on the road” fino al 21 giugno 2015 TOSCANA/IRENZE/PALAZZO PITTI/ GALLERIA PALATINA Dolci trionfi e finissime piegature Fino al 7 giugno 2015 TOSCANA/PESCIA/ ARCHIVIO DI STATO Convegno “ La nobiltà pesciatina, le alleanze matrimoniali e le dimore” Sabato 13 giugno alle ore 16.30 7 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Eventi Sud IL GRAN SASSO E GLI UOMINI POMPEI E L’EUROPA CAMPANIA/NAPOLI/ MADRE Daniel Buren, come un gioco da bambino, lavoro in situ fino al 31/8/201 CAMPANIA/NAPOLI/MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE - SCAVI DI POMPEI Pompei e l’Europa Fino al 2/11/2015 ABRUZZO/L’AQUILA/ARCIHVIO DI STATO DELL’AQUILA Il Gran Sasso e gli uomini fino al 30 giugno 2015 ABRUZZO/SULMONA/ABBASIA DI SANTO SPIRITO AL MORRONE Prima guerra mondiale “Ricordi e testimonianze di un territorio” fino al 30 luglio 2015 BASILICATA/POTENZA/TORRE DI SATRIANO Invito a casa del Principe fino al 31 dicembre 2015 PUGLIA/TARANTO/MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI TARANTO, tel 099/4532112 Giacomo Manzù e le sue donne fino al 30 gennaio 2015 SICILIA/CATANIA, CASTELLO URSINO Picasso e le sue passioni fino al 28 giugno 2015 SARDEGNA/CAGLIARI/ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI La grande guerra, vicende uomoni, società fino al 31 dicembre 2015 8 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Mostre Top TESORO D’ITALIA A EXPO VIAGGIO NELL’ARTE A ROMA, 3 DATE E’ stata inaugurata venerdì 22 maggio all’interno di Expo Milano 2015, nel Padiglione di Eataly, la mostra “Il Tesoro d’Italia”, la mostra a cura di Vittorio Sgarbi che celebra le meraviglie artistiche del nostro Paese con una ricca selezione di opere, circa 350, da Tiziano a Gaetano Pesce. La rassegna vuole evidenziare e proporre ai visitatori una parte dell’inestimabile patrimonio culturale regionale italiano, con un focus su 25 artisti attuali, uno per ogni Regione d’Italia. Alla conferenza stampa hanno partecipato Oscar Farinetti, Giuseppe Sala (Commissario Unico Delegato del Governo per Expo Milano 2015), Lucia De Cesaris (vice Sindaco del Comune di Milano), Vittorio Sgarbi (Critico d’arte) e Francesco Scoppola (Direttore Generale delle Belle Arti e Paesaggi del Ministero). Farinetti si è detto orgoglioso dell’iniziativa: “Quello che è stato fatto è incredibile, Eataly non è solo un ristorante, ma un luogo dove si celebra la biodiverstità italiana: agroalimentare, umana, paesagistica e artistica. Abbiamo il 70% del patrimonio artistico del mondo, ma ora vogliamo dimostrare che l’Italia ha anche la maggiore biodiversità artistica del mondo. Il nostro è un dono che facciamo ai visitatori, chi vuole venire qui a vedere le opere, non deve pagare nulla, neanche il prezzo di un caffè. Vi segnalo in particolar modo, le opere degli artisti Vittorio Nocera e Pier Paolo Perretta. E ringrazio Sgarbi, solo lui poteva aiutarci a realizzare questa mostra, il suo sforzo è stato immane”. Anche De Cesaris è soddisfatta: “Expo Milano 2015 vuole nutrire il Pianeta” ha affermato il vice Sindaco. “L’Italia però può farlo solo promuovendo anche l’arte”. Sgarbi, in particolare, nel suo intervento ha voluto porgere i suoi ringraziamenti a Francesco Coppola “senza il quale non avremmo avuto tutti i permessi necessari per la realizzazione della mostra”. Nello spazio espositivo è presente una ricchissima (anche troppo secondo alcuni) selezione di opere d’arte provenienti da chiese, musei, istituzioni e importanti collezioni private. La scelta delle opere, dal Medioevo all’arte contemporanea, è stata ispitata dalla Regione di orgine dell’artista: Agostino da Lodi, Ludovico Carracci, Renato Guttuso, Lorenzo Bernini, Giovanni da Nola, sono solo alcuni degli artisti selezionati da Sgarbi. Numerosi anche gli artisti viventi presenti nella mostra: Piero Guccione, Giuseppe Gallo, Pizzi Cannella, Enzo Cucchi, Andrea Martinelli, Enrico Castellani, Carol Rama, Giò Pomodoro. Luca Timur De Angeli A partire da venerdì 5 giugno l’Università eCampus ospiterà, presso la sua sede romana di Via Matera 18 (Metro Re di Roma, Complesso S. Dorotea, IV piano), una serie d’incontri dal titolo “Viaggio nell’Arte a Roma”, a cura della storica e critica d’arte Roberta Bernabei, fondatrice e presidente dell’Associazione Culturale Eos che ha ideato e promosso l’iniziativa. Tre lezioni, tenute dalla stessa Roberta Bernabei, dedicate ad altrettanti maestri del passato: Henri Matisse, Giorgio Morandi e Caravaggio. Il progetto, realizzato in convenzione con La Feltrinelli, gode peraltro del patrocinio del Comune di Roma e dell’Ateneo ospitante.Il primo appuntamento - “Henri Matisse, la seduzione del colore” - in programma venerdì 5 giugno a partire dalle ore 18.30, verterà sulla figura di Henri Matisse, artista eclettico nonché caposcuola del Fauvismo, che con i suoi vividi richiami cromatici , segnò un punto di svolta nell’arte del primo Novecento. Giovedì 18 giugno, sempre alle ore 18.30, l’attenzione si sposterà su “I silenzi di Giorgio Morandi”, tutt’oggi ritenuto uno degli artisti più significativi dello scenario novecentesco italiano. Espose con i Futuristi per poi avvicinarsi, all’inizio degli Anni Venti, al gruppo “Valori Plastici”, influenzato poi da De Chirico e Carrà. Infine, venerdì 26 giugno, “La Roma di Caravaggio”, viaggio alla scoperta di uno degli artisti più controversi e intensi che la storia ci abbia mai consegnato. Vissuto tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII secolo, Caravaggio è noto per l’indole ribelle e per lo stile rivoluzionario. Fu lui a inventare il concetto di natura morta quando, preferiva dipingere grandi cesti di frutta al posto delle convenzionali Madonne 9 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Cover Story Il cinema è donna: Maria Grazia Cucinotta i Attrice, regista e produttrice di film italiani e pellicole internazionali, come “Magic Card” 10 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Cover Story L ’ accento è sempre quello della sua terra, lo sguardo è indagatore e penetrante come sempre, la sua bellezza statuaria a 47 anni lascia ancora senza parole le platee di tutto il mondo. Ma a pensarci bene, quel che colpisce di più della star Maria Grazia Cucinotta è la tenacia con la quale la ragazza siciliana acqua e sapone ha scalato tutte le professioni del cinema e della tv, dalla sua prima apparizione in Rai, quando si piazzò al terzo posto al concorso di Miss Italia, dopo una fulminante carriera di modella. Attrice, doppiatrice, sceneggiatrice, regista, produttrice indipendente e coproduttrice internazionale. Ecco qualche flash sulla sua vita di ieri e di oggi in esclusiva per Arena Media Star a conclusione NEL 2012 IL CORTO D’ARGENTO Dopo il grande successo come attrice, arrivano anche i primi riconoscimenti al suo lavoro dietro la macchina da presa. Come il nastro d’Argento speciale a Maria Grazia Cucinotta “esordiente alla regia dell’anno” per il cortometraggio “Il maestro”. L’attrice lo ha ricevuto a Roma dal Direttivo del SNGCI che ha voluto fare un anticipo sull’annuncio dei Corti d’Argento 2012 (sono stati proclamati e consegnati il 24 Marzo 2012 a Cortina d’Ampezzo, al termine di Cortinametraggio). Maria Grazia Cucinotta delle riprese di Magic Card, il film italo-cinese con alcune scene girate anche in Italia. Al centro della pellicola, un traffico illegale di carte di credito tra l’Expo di Shangai 2010 e quello di Milano. Il ruolo della Cucinotta è quello di “un’imprenditrice che lotta per difendere il Made in Italy”. Che cosa vuol dire per essere un’imprenditrice non solo in questo film ma anche nella sua vita, poichè nel cinema oggi lei lavora sia dietro che davanti alla macchina da presa? “Significa molto: tutte queste esperienze hanno contribuito alla crescita professionale che volevo: diventare adulta in questo mondo. Cominciando a lavorare presto, come è successo a me a 21 anni, si ha il tempo di osservare e apprendere tutto con calma, maturare nei tempi giusti, elaborare tutte le informazioni, puntare a un risultato. Certo: più lavori come attrice, più apprendi, più quella certa spontaneità, quella freschezza interpretativa degli esordi si perdono. Ma si guadagnano altre cose, naturalmente. Si impara a capire il senso di un personaggio, di una scena.” Il senso del personaggio, ecco. Che cosa le fece fare Massimo Troisi durante il famoso provino per “Il Postino?” “Penso ancora a quel momento con profonda emozione. Avevo dovuto preparato un dialogo, dovevo recitare la mia parte, non solo leggerla. Ho superato non una ma 5 selezioni. In tutti i provini Troisi mi chiedeva A CORTINAMETRAGGIO ha festeggiato commossa il suo debutto dietro la macchina da presa sottolineando la motivazione diffusa dalla giuria dei corti “La qualità ma anche la delicatezza, lpazienza e la professionalità (ormai non più solo da attrice) di una regia ben supportata. Avendo diretto in particolare, tra gli interpreti, Renato Scarpa e un cast tecnico e artistico nel quale spiccano anche la freschezza e l’entusiasmo di un’autentica classe di piccoli protagonisti“. 11 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.2 1/2015 Cover Story “Troisi mi chiesee di essere spontanea, naturale. Poi capii che mi voleva timida ma anche un po’ arrogante... 12 “Essere premiati per la regia di un corto vuol dire diventare adulti, nel cinema” di essere spontanea, naturale. Poi capii che servivano le espressioni di una ragazza timida ma anche un po’ arrogante, come capita quando alla bellezza si accompagna l’ignoranza, la mancanza di un’istruzione adeguata. Lei il suo diploma di analista contabile l’ha, ma messo nel cassetto... Solo per qualche anno, per la verità. Ho apprezzato il valore dei miei studi quando ho cominciato a lavorare sui soggetti e sui budget. Quando scelgo di interprestare una storia, mi guida solo l’emozione. Ma quando voglio produrre un film, mi concentro sul budget ed è una fatica, perchè nel nostro Paese ci sono poche sovvenzioni e non ci sono leggi che tutelano il prodotto cinematografico italiano. Bisogna prevedere i costi, gli imprevisti e gli extra, non si finisce mai. Un film vive attraverso gli occhi degli spettatori che lo vedono, ma se bisogna lottare pure per portarlo nelle sale, lottare come produttore indipendente per farsi apprezzare dai distributori, è tutto molto faticoso, mi creda. Nelle sale cinematografiche si proiettano all’80% film stranieri, solo il 20% sono film italiani.” ma bisogna essere guidati da forti valori, per esempio il rispetto degli altri. Bisogna vivere le loro vite, essere attenti alle reazioni che i familiari hanno di fronte alle proprie scelte professionali. Bisogna agevolarsi reciprocamente, salvaguardare la libertà di espressione di tutti. Mia figlia ha scoperto piuttosto tardi che la mamma fa l’attrice, la produttrice, la regista. Con mio marito Giulio siamo riusciti a tenerla all’oscuro più possibile. Dunque ha potuto comprendere la mia notorietà all’età giusta e nel modo giusto. La ‘mamma diva’ può essere un grosso problema. Ma mia figlia vive questa realtà in modo serio, tranquillo. Qualche volta mi prende in giro, qualche volta mi aiuta: mi indica qualcuno dietro le spalle che aspetta per avere un autografo o fare un selfie. Ha capito che tutto questo è un lavoro. Nella mia famiglia di origine invece, è tutto come prima: sono sempre la figlia alla quale si raccomanda di mangiare bene, di dormire, di struccarsi con cura tutte le sere. Mia madre non viaggia più volentieri, dunque andiamo spesso a trovarla, me le sento dire tutte dal vivo. Insomma, è’ fantastico. “ - Lei è molto diversa nella vita privata rispetto all’immagine di seduttrice che talvolta le hanno chiesto di interpretare sul grande schermo. E’ più severa, riservata. Come la vedono i suoi familiari? Quali valori vi tengono uniti? “Il riserbo è tutto. Lavorare nel cinema e avere una famiglia è possibile, Lei ha girato alcune scene del film “Credit Card” che interpreta con Adriano Giannini e sarà presentato alla prossima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel centro di Pavia, tra il Ponte Coperto e Piazza della Vittoria. Cosa le ha lasciato questa esperienza? “La città è bellissima, piena di gio- Di fianco, foto ricordo con gli addetti della casa di produzione, alla consegna del Nastro d’Argento, dopo la cerimonia a Cortina d’Ampezzo. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Cover Story Nata il 27 Luglio 1969 a Messina, Maria Grazia Cucinotta è riuscita in poco tempo a riempire il vuoto lasciato dalle altre storiche bellezze mediterranee come Sophia Loren, Claudia Cardinale e Gina Lollobrigida. dGrazie alle sue interpretazioni nelle fiction sul piccolo schermo, ricopre da qualche tempo anche il ruolo di ambasciatrice nazionale, compare spesso come madrina in importanti manifestazioni istituzionali come l’Expo 2015 e la Fiera di Mosca. nel 1987 esordisce nello storico varietà di Renzo Arbore “Indietro tutta” che la fa apprezzare sia al grande pubblico che ai produttori. Ecco allora che finalmente si aprono le porte del cinema. Il grande e sfortunato Massimo Troisi la chiama per il “Il postino”, ma prima ilm con belle donne, la chiama per “I laureati” . Poi è la volta di “Italiani”, in cui la vediamo nei panni di una popolana che partorisce in un treno asappare in “Vacanze di Natale ‘90” diretto da Enrico Oldoini e poi in “Abbronzatissimi 2 - un anno dopo” di Bruno Gaburro. E’ proprio il ruolo di Beatrice, la fidanzata del portalettere Mario, del film ‘Il postino’ (di Michael Radford) che permette a Maria Grazia di affermarsi come attrice internazionale. Cominciano a fioccare le offerte. Pieraccioni la chiama per “I laureati”. Poi è la volta di “Italiani”, recita nei panni di una popolana che partorisce in un treno assistita da un imbarazzato pretino. In “A Brooklyn State of Mind” (1997) di F. Rainone, sembra lanciata verso una nuova carriera a Hollywood, ma poi torna in Italia per il primo film di cui è protagonista, “La seconda moglie”. In seguito, è apparsa anche in film popolari di grande incasso come “Vacanze di Natale”. A destra: Maria Grazia Cucinotta con la troupe del corto “Il Maestro”, premiato a Cortinametraggio. Sotto, con il cast dei piccoli attori. A fianco, diva alla 68° Mostra internazionale del cinema e allo Shangai Film Festival. 23 13 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Cover Story tutto super controllato, sicuro, confortevole. Il livello di comunicazione degli americani è stratosferico, io ho imparato tutto da loro, su come si deve fare o non fare ogni cosa in un film. A Hollywood si lavora senza rischio, un film americano rientrerà sempre dei costi, sarà venduto in tutto il mondo. Noi invece abbiamo soprattutto questo problema, possiamo produrre solo cose semplici, niente scene di massa molto spettacolari. I cinesi si muovono su un piano diverso, hanno una loro visione del cinema. Si sono evoluti molto nell’ultimo decennio, il pubblico sta crescendo a un ritmo del 30% all’anno. Ci sono grandi potenzialità e tante opportunità da cogliere.In Cina hanno lanciato un festival di film per il cellulare, qualcosa di inedito, che dà l’idea di una nuova dimensione del cinema, che dà spazio all’autonomia, al web.” vani e la gente è straordinaria. Pavia è uno di quei luoghi di cui nel Nel 1999 è la volta di una tempo senti la mancanza, è una città fictiona una televisiva “L’Avvocavicina grande metropoli, ma atomisura d’uomo. Paviapartecicolpisce Porta”, e diDiuna soprattutto il calore della sua genpazione alla diciannovesima te. Durante le riprese si era creata avventura dellaallargata serie di Jacome una famiglia intorno alla ai mes nostra Bond,troupe, “007 dall’albergo - Il mondo ristoranti, ogni sera sapevano già non basta” diretto da Michacosa avrei desiderato. “ el Apted. Poi gira “Just one Durante le riprese di un film cosa night” con Timothy Hutton. Il le manca di più, rispetto alla sua 2000 la vede prendere parte vita quotidiana? al film di Alfonso Arauma“Ho “La famiglia naturalmente, anche lo stare con gli amici più cari. solo fatto a pezzi mia moglie” Un cortometraggio che ho diretto che vede protagonisti Woody è dedicato appunto a un’amica che Allen Sharon Stone.molto. L’ultinon c’è e più, che mi manca ma sua interpretazione è nel Che cosa le interessa fare e cosa no, film “Stregati dalla luna” di in questo momento? Pino miAmmendola e Nicola “Non interessano i ruoli da ventenne, non una con di quelle che Pistoia insono coppia Megan non vogliono mai invecchiare. BiGale. sogna dare spazio alle giovani at- trici. Come produttrice voglio dare spazio ai giovani registi. Ho appena Ultimamente l’attrice si è prodotto un film di Maurizio Caesposta con un atto di vero sagrande “Babbo Natale non viene coraggio comemolta testimonial dal Nord”. Con attenzione al lo volevo Spero delbudget. Gay Ma Pride che sifare. è tenuche vi emozioni e vi sorprenda. to a Roma, una scelta che avrebbe potuto alienarle che le Passando alle parthership, differenza c’è fra lavorare con una simpatie di una certa frangia produzione americana e lavorare benpensante della società. con una produzione cinese? Va dato atto a Ma-è Nel grandedunque cinema statunitense 14 Immagini di Maria Grazia Cucinotta nei panni di ambasciatrice italiana all’estero: “Vorrei poter continuare a portare in giro un pezzo della nostra storia, della nostra unicità.”. Mariagrazia Cucinotta è coproduttrice di Magic Card, un film italocinese nel quale lavora a fianco di Adriano Giannini. La trama, girata in Cina e in alcune città d’arte italiane, si snoda intorno a una storia di carte di credito rubate. E lei come si vede in questo futuro? Cosa ha in mente di fare? Nel breve termine sono molto contenta di fare questa coproduzione cinese, è un’esperienza davvero entusiasmante. Vorrei continuare a portare in giro un pezzo d’Italia, della nostra storia e della nostra unicità. Per quanto riguarda i progetti, non ho ancora trovato il prossimo, sto leggendo molte storie, sto aspettando di emozionarmi. Me l’ha insegnato Troisi, me l’hanno insegnato a Holliwood: l’emozione è tutto.” Katia Ferri Melzi d’Eril ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Cover Story Tre settimane ‘calde’ per le riprese del film “Magic Card” a Pavia E’ salita la febbre a Pavia durante le tre settimane di riprese del film Magic Card con Adriano Giannini, Maria Grazia Cucinotta, Simon Yam, Tony Leung Ka Fai. L’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Massimo De Paoli ha puntato tutto sulle ricadute, in termini economici, del film. I 10 giorni di set per «Magic Card», la pellicola di produzione cinese (tra gli investitori anche il presidente del Pavia Calcio, Xiadong Zhu) interpretata da Maria Grazia Cucinotta e Adriano Giannini, porteranno attenzione sulla città e le sue antiche vie, divenute teatro di inseguimenti spettacolari, in una trama che si snoda fra due edizioni di Expo, quel- Maria Grazia Cucinotta al Lido di Venezia la di Shangai e quella di Milano 2015 tuttora in corso. Il primo ciak pavese ha visto la troupe e le centinaia di comparse impegnate fra Ponte Coperto e Borgo Ticino, piazzale Ghinaglia e via Milazzo. Poi l’azione si è spostata in piazza della Vittoria, in corso Strada Nuova (nel tratto fra le vie Gatti e Calatafimi), e poi ancora in Strada Nuova e alla Cupola Arnaboldi. «Abbiamo chiesto ai cittadini pavesi di portare un po’ di pazienza per i disagi – disse a gennaio scorso il sindaco – e per l’allestimento dei set cinematografici. I disagi saranno però ampiamente compensati dal vedere Pavia in un film internazionale». I disagi viabilistici per la verità sono stati in verità molto limitati. Per quel che riguarda invece le ricadute economiche, fin dalla presentazione dello scorso 22 gennaio, il sindaco De Paoli e il responsabile Turismo del Pavia Calcio, Alessandro Della Giovanna, avevano sottolineato l’obiettivo di far conoscere Pavia, attraverso la pellicola anche ai cinesi. Micaela Guenzi di Lombardia Film Commission ha riferito che le ricadute economiche, con indotto diretto e indiretto, portano almeno 6 o 7 euro al territorio di riprese, per ogni euro speso. Il film Magic Card, su un totale di 14 milioni di euro, ne vede 2 investiti sulle riprese in Italia. E se i conti fatti dall’Università di Lugano fossero giusti, tra i 12 e i 14 milioni di euro arriveranno dunque anche a Pavia. Sul set in città ha lavorato anche il coreografo Ming Jian Huang, famoso nell’ambiente cinematografico per le coreografie del film “Shaolin soccer”. E’ stata girata una suggestiva “danza del leone”, con i festeggiamenti cinesi però interrotti dalla “rivolta” (sempre nella finzione cinematografica) dei negozianti pavesi (circa 70 comparse) che si sono opposti all’acquisto di tutta la Strada Nuova da parte del magnate cinese. Nelle scene girate in piazza della Vittoria, il personaggio interpretato da Maria Grazia Cucinotta funge da mediatore tra i commercianti in rivolta e gli acquirenti cinesi, arrivando a una soluzione che soddisfa tutti. Non mancano le scene d’azione, con stuntman in moto e combattimenti in vicolo San Marino, che è stato transennato fra via Siro Comi e vicolo San Sebastiano. Nella locandina provvisoria del film oltre a Shanghai si mostrano le bellezze di alcune città italiane come il Colosseo, il Duomo di Milano e la Torre di Pisa. 23 15 DOMENICA 14 GIUGNO PISA con il Patrocinio l’Associazione Culturale senza scopo di lucro ARENA MEDIA STAR organizza: h.9.00 Ritrovo presso la libreria BluBook, sincronizzazione delle walking app. 9.30 Tour del centro storico di Pisa, tra mura, università, nobili palazzi e centri di potere che si opposero con fierezza ai Medici di Firenze 11.30 Coffee break 12.00 Tour sulle colline pisane caccia ai punti di osservazione di Leonardo, che progettava l’assedio alla città h.13.00 Lunch in osteria tipica h.15.00 Visitiamo la Villa di Corliano, talk su Leonardo e lo studio del paesaggio toscano PASSEGGIA con PISA 14 GIUGNO 2015 LEONARDO www.facebook.com/pages/Passeggia-con-Leonardo Con il Patrocinio di: www.arenamediastar.com COMUNE DI VAPRIO D’ADDA In collaborazione con: ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Pop & Rock LA RINASCITA DI ALEXIA LE GIRANDOLE DI MORO Moro, là dove ti porta il cuore Dovendo utilizzare un solo aggettivo per descrivere il nuovo album di Fabrizio Moro, certamente adotterei geniale. Geniale nel titolo, Via delle girandole 10, nelle sonorità, nei temi, tanti e di grande attualità. Si avvicendano lucidi ricordi d’infanzia (Buongiorno papà) a riflessioni sulla violenza che ruota attorno alle tifoserie negli stadi (La partita). Una nostalgica dimensione di astralità nell’unica ballata del disco (Acqua), una vibrante dedica ad un compianto zio Vittorio (Tu), uno scanzonato omaggio ad un’amica d’infanzia scomparsa prematuramente (Alessandra sarà sempre più bella) dal sapore anni ’70 in perfetto stile Gaetano. Arrangiamenti che rammentano i grandi inni partigiani (Da una sola parte), dimensioni intimiste (L’illusione), spietate visioni dell’oltreoceano (I remember you), e una chiusura strumentale, affidata a “Ciao zì”, l’ennesima dedica a zio Vittorio che Fabrizio non ha avuto il tempo di salutare. Un disco in cui si mescolano fascinosamente folk, country, rock, e che rivela un Moro cresciuto, appassionato, in un disco “sofferto” che conferma e consolida le sue indubbie doti di musicista e cantautore tra i più ispirati del nostro tempo. Alexia, il coraggio di rinascere Cinque anni, lunghi ed intensi, per rinascere artisticamente come una fenice; e la parola chiave sembra essere contenuta proprio nel titolo del disco “Tu puoi se vuoi” come un’esortazione, uno sprono, la stessa parola che Alexia si è tatuata sul braccio e che sfoggia in copertina al centro di un vistoso tatuaggio, frutto di un accurato lavoro di body painting, in cui ogni tratto è il tassello per ricostruire un mosaico che contiene i dettagli legati agli anni in cui l’artista si è allontanata dalle scene, concedendosi una seconda maternità e dedicandosi ad un’intensa attività dal vivo in giro per il mondo. Un album colorato, non solo nella grafica e nella nuova immagine bionda e glam, ma anche nei suoni che sembrano contenere praticamente tutto: il soul (Il mondo non accetta le parole), il funky (Sento), l’elettronica (Tu puoi se vuoi), il blues (Bianca), il rock (Come una raffica). I testi questa volta si fanno impegnati, dotti, criptici (Ma provo a districare il mio profondo/e rido alimentando l’anima/ luce sia con me), quasi verrebbe voglia di chiedersi se si tratta realmente della stessa autrice di “Ti amo ti amo” o “Uh la la la”, e raccontano dolore, amore, emozioni, mondo, incertezze, vita. Gli arrangiamenti si aprono ad ogni nuovo ascolto e con le loro caleidoscopiche sfumature rendono il sound internazionale. A dominare sono gli archi (Essere normale), ruvidi assoli di chitarre (Prenditi la vita), fino agli affascinanti suoni di trumpet che fanno capolino qua e là in mezzo a tappeti sonori di estrema sofisticatezza. Alexia appare dolce, morbida, diventando strumento al centro di tanti strumenti. Registrato tra Italia, Olanda e Stati Uniti, “Tu puoi se vuoi” vede riunito un gruppo di lavoro tutto nuovo, che la cantautrice ligure ha scelto per rilanciarsi, e in cui sembra che proprio tutto suoni davvero possibile. Conchita canta il sociale In alto, Fabrizio Moro. Sotto, Alexia in versione bionda e glam. Qui sopra, il cantante austrico Thomas Neuwirt, in arte Conchita Wurst. Conchita Würst, registrata all’anagrafe con il nome di Thomas “Tom” Neuwirth, ha fatto proprio del suo aspetto “ibrido” - folta barba mista a rimmel e rossetto - il punto di forza del suo successo. Eppure a dispetto di quello che può apparire un personaggio costruito a tavolino, che punta tutto sull’immagine Conchita il talento ce l’ha e l’ha dimostrato apertamente sul palco dell’Eurovision Song Contest lo scorso anno, dove ha trionfato con un brano dal sapore soul come “Rise like a Phoenix” tutto rigorosamente costruito in crescendo. La prima fatica discografica della cantante austriaca, rivela un’eterogeneità di suoni, spaziando dalla dance (Up for Air) al gospel (Put that fire out), fino al soul puro che ben si sposa con una vocalità indefinita, a metà tra un timbro maschile e un timbro femminile. Gli arrangiamenti sono aulici, eleganti, I testi raccontano per lo più di sociale, di diritti, perché sembra proprio che la reale missione di questa cantante sia la lotta contro le discriminazioni. Francesco Curci 17 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Cinema &Tv GLI SCONFITTI Film italiani delusi dal Festival di Cannes. Locarno premierà Marco Bellocchio col Pardo alla carriera Da sinistra: il grande deluso Nanni Moretti. A fianco il regista Jacques Audiard con Emmanuel Bercot e Vincent Lindon I n attesa del Festival del Cinema di Locarno, che si terrà sul lago svizzero ad agosto, non si placano le polemiche sul Festival di Cannes che come sempre ha attirato il mondo sulla Croisette. I tre film italiani favoriti in concorso non hanno vinto alcun premio; anche se tutte e tre le opere e i relativi registi sono apprezzatissimi in patria e a livello internazionale. Paolo Sorrentino con il film “Youth”, Nanni Moretti con il film “Mia madre” e Matteo Garrone con il film “Racconto dei racconti”. Invece una vittoria esuberante è arrivata per francese Jacques Audiard con il film “Dheepan” che ottiene la Palma d’oro del sessantottesimo Festival di Cannes, non senza qualche strascico polemico anche qui. La cinematografia francese infatti è molto sostenuta dallo Stato, mentre quella di altri Paesi, inclusa l’Italia, si finanzia unicamente con capitali privati. Il lungometraggio racconta della guerra in Sri Lanka, di soprusi, di immigrazione e della difficile integrazione a Parigi, un chiaro appello di contenuto sociale. Gli altri premi eccellenti vanno: al regista cinese Hou Hsiao-Xsien che ha partecipato con “Nie Yinniang” (The Assassin) palma d’oro per la miglior regia; Roony Mara per “Carol” e Emmanuel Bercot per “Mon Roi”, sono state premiate a pari merito con il riconoscimento per la miglior attrice; il premio per la miglior sceneggiatura va a Michel Franco, regista messicano, in concorso con il film “Chronic”; il premio della giuria è stato assegnato al film “The Lobster” del regista greco Yorgos Lanthimos. Vincent Lindon è stato giudicato miglior attore 2015 con “La loi du marchè” (The Measure of a Man); il colombiano Cesar Augusto Acevedo riceve il premio Camera d’oro per il film “La tierra y la sombre”; il regista ungherese Laszlo Nemes vince il Grand Prix speciale della giuria con il film “San Fia” (Il figlio di Saul). Infine un premio va anche a Ely Dagher, la Palma d’oro al cortometraggio di Waves ‘98 dal titolo “Fiction was an obvious choice”. La giuria del 68esimo Festival di Cannes era presieduta da Joel e Ethan Coen, con Sophie Marceau, Jake Gyllenhaal, Sienna Miller, Guillermo Del Toro, Rokia Traoré, Xavier Dolan e Rossy De Palma; tutte figure inconfondibili dell’arte cinematografica internazionale. Giuseppe Bruni La 68a edizione del Festival del film Locarno attribuirà al regista italiano Marco Bellocchio il prestigioso premio Pardo d’onore donato da Swisscom. Il Festival svizzero rende omaggio alla sua carriera ricchissima e suggella il legame profondo che intercorre tra Locarno e Bellocchio, iniziato nel 1965 con la proiezione del suo lungometraggio d’esordio,”I pugni in tasca” vincitrice della Vela d’argento. Marco Bellocchio è nuovamente protagonista a Locarno, nel 1976 con Marcia trionfale, nel 1997 presiede la giuria e partecipa al progetto collettivo Locarno demisiècle; nel 1998 il Festival gli dedica una grande retrospettiva. Carlo Chatrian, Direttore artistico del Festival: “ ‘I pugni in tasca’ resta tra quei film che hanno fatto la storia di Locarno come luogo di scoperta e lancio di opere che, senza paura di essere fraintesi, possono essere definite scomode. Ripresentarlo in una versione restaurata è insieme un doveroso omaggio all’atto d’inizio del grande cineasta italiano”. (G.B) 19 DOMENICA 21 /6 IMOLA con il Patrocinio 9.30 Ritrovo alla Rocca di Imola, avvio app. 10.00 Passeggiata e concerto 11.00 Coffee & talk, shopping 13.00 Lunch in osteria tipica DOMENICA 21/6 BOLOGNA l’Associazione Culturale senza scopo di lucro ARENA MEDIA STAR organizza: h.15.30 Ritrovo in Piazza Maggiore, avvio app, tour fra le torri nobiliari, l’Università dove insegnava Luca Pacioli. Visita a chiese, torri, nobili palazzi rinascimentali 17.00 Coffee & talk sui legami tra Leonardo, gli astronomi, i matematici, gli alchimisti bolognesi del suo tempo. PASSEGGIA con IMOLA/BOLOGNA 21GIUGNO LEONARDO www.facebook.com/pages/Passeggia-con-Leonardo Con il Patrocinio di: www.arenamediastar.com COMUNE DI VAPRIO D’ADDA In collaborazione con: ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Classica/Opera BONOLIS INAUGURA L’ARENA 2015 GUEST STAR: BRIAN MAY Il fondatore dei Queen proporrà vari duetti tra lirica e pop, con oltre 200 artisti sul palco nei bellissimi costumi creati per Bohemian Rapsody. Con Bonolis presentano Belen Rodriguez e Elena Santarelli. P aolo Bonolis ha condotto su Canale 5 l’anteprima televisiva della stagione lirica areniana con «Arena di Verona 2015 - Lo spettacolo sta per iniziare», show dove trionfano musica e bellezza, con le bellissime showgirl Belen Rodriguez e Elena Santarelli. E’ uno spettacolo internazionale unico e irripetibile, un evento dedicata al bel canto, al melodramma, a quelle romanze e arie straordinarie che hanno creato il mito areniano e anche alla storia della più grande musica rock e pop di tutti i tempi. Dal «Nabucco» all’«Aida», dalla «Tosca» ai «Carmina Burana», da «Romeo et Juliette» al «Barbiere di Siviglia»: le arie di queste celebri opere sono state eseguite dall’Orchestra dell’Arena di Verona diretta dal Maestro Andrea Battistoni con la partecipazione del Coro e dei complessi artistici areniani - oltre 500 artisti - nei loro splendidi costumi. Ha cantato poi la pop star Brian May il chitarrista e fondatore dei Queen. La leggenda del rock mondiale ha duettato con Kerry Ellis e Vittorio Grigolo, uno dei massimi esponenti della lirica internazionale sulle note di «Who wants to live forever». May si è esibito accompagnato dall’orchestra e dal coro dell’Arena di Verona in alcuni tra i più grandi successi della storica band inglese e con oltre 200 artisti sul palco interpreterà «Bohemian Rhapsody», brano di Freddy Mercury, con cui l’artista si esibisce solo in occasioni molto speciali. Si è creato così un fil rouge tra i grandi classici del rock di tutti i tempi e la tradizione del melodramma italiano. I Queen avevano già duettato con la lirica, con Montserrat Caballè. La cantante spagnola aveva collaborato gomito a gomito con l’indimenticato Freddy Mercury e insieme cantarono «Barcelona».La serata ha visto ospite Nina Zilli interprete di «Back to black» di Amy Winehouse, mentre il soprano Jessica Nuccio ha proposto la «Memory» tratta dal musical «Cats». (G.R) Il programma dell’Arena di Verona 2015 Nabucco dramma lirico in 4 atti di Giuseppe Verdi Regia di Gianfranco de Bosio, Scene Rinaldo Olivieri • 19 e 25 giugno ore 21;• 3, 9, 15, 18 e 23 luglio ore 21 • 13, 18, 22, 26 e 29 agosto ore 20.45;• 1 e 5 settembre ore 20.45 Aida Opera in 4 tti di Giuseppe Verdi,Regia e scene Franco Zeffirelli • 20 e 27 giugno ore 21 • 5, 7, 12, 14, 19, 25 e 31 luglio ore 21;• 9, 11, 15, 19, 23,27 e 30 agosto ore 20.45;• 2 e 6 settembre ore 20.45 Tosca Melodramma in tre atti di Giacomo Puccini,Regia Hugo de Ana • 26 giugno h.21;• 8, 11 ,16 luglio h.21,• 6 ,14 agosto ore 20.45 Don Giovanni Dramma giocoso in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart Regia Franco Zeffirelli • 4, 10, 17 e 30 luglio ore 21• 12 agosto ore 20.45 Roberto Bolle and Friends 22 luglio ore 22 Carmen Gala Concert con Omer Meir Wellber Violino solista Giovanni Andrea Zanon• 24 luglio ore 22 Il Barbiere di Siviglia Dramma comico in due atti di Gioacchino Rossini Regia Hugo de Ana • 1, 7, 20 e 28 agosto ore 20.45• 4 settembre ore 20.45 Roméo et Juliette Opera in 5 atti di Charles Gounod, Regia di Francesco Micheli • 8 e 21 agosto ore 20.45• 3 settembre ore 20.45 Carmina Burana di Carl Orff 25 agosto h. 22 21 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 TopNightlife TOP NIGHTLIFE i Gossip, star, news selezionate dagli autori del nostro tv show che si preparano ad andare in vacanza 16 22 In alto da sinistra: il superchef Alessandro Borghese, lo chef Antonino Cannavacciuolo, l’invito alla soireè di Palazzina G. Sotto, antica locandina de La Traviata, il baritono Giuseppe Riva con la soprano Katia Ricciarelli e ancora con Franca Valeri in un’edizione di Traviata del 1982. Sotto, Riva oggi nei panni dell’anziano Alfredo al Festival di Noli. A destra, il direttore di Golf People Stefano Masullo con le madrine Nausica Re, Cristiana Bertasi e Megan Ngigi. Di fianco,sautè di gamberoni di Alessandro Borghese. In basso, un’altra hit dello chef romano: l’arrosto di tonno. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 TopNightlife Alessandro Borghese all’hotel Palazzina G, golf contest a Zoate Show cooking a Palazzina G Prosegue il contest più cool del panorama culinario italiano a Palazzina G, il 5 stelle veneziano firmato Philippe Starck, che ha presentato il quarto appuntamento dedicato al cibo e alle sue tentacolari esperienze. La #cenasenzasensidicolpa firmata Alessandro Borghese, dopo i menu estrosi di Chef Rubio, di Antonino Cannavacciuolo e di Chicco Cerea, è stata uno showcooking in salsa hot. Lo chef romano, eclettico e innovativo, omaggia da sempre la cucina italiana con la sua filosofia incentrata sul “lusso della semplicità”, da cui prende il nome la sua azienda di catering e food consulting. Forte di un’esperienza poliedrica e cosmopolita, Alessandro Borghese è conosciuto per il carattere inventivo e generoso della sua cucina, capace di coniugare la tradizione e l’eccellenza delle materie prime a una raffinata semplicità nella preparazione. Capostipite degli chef televisivi, Alessandro Borghese è noto al grande pubblico per la sua partecipazione come giudice a Junior Masterchef versione italiana. Attualmente è conduttore e autore di «Alessandro Borghese 4 ristoranti». Sabato 30 maggio lo chef ha improvvisato per i suoi ospiti uno speciale menu incentrato sui suoi sensi di colpa legati al cibo coinvolgendo i presenti in uno showcooking che li ha resi complici, solleticando le loro emozioni più intime. L’entrée è stata affidata a una giardiniera di vignarola con pane bruscato, burrata con granella di cucunci e guanciale; i palati dei commensali sono stati stuzzicati, poi, da un primo piatto di fusilloni alla moda di Nerano, con zucchine, provolone del Monaco semi stagionato e basilico fresco. A seguire le tentazioni irresistibili nate dalla pancia di maiale marinata nel calvados con mele ed erbette di campo per finire in dolcezza con una mousse al cioccolato fondente con besciamella alla vaniglia bourbon e carote fritte. In un gioco di gusti e di sapori, in piatti caratterizzati da contrasti inusuali e abbinamenti sorprendenti hanno stupefatto i palati dei commensali. Borghese li ha spinti tentazioni segrete e peccati nascosti. Il food contest peccaminoso è stato reso interattivo dalla possibilità di condividere le comuni impressioni sulle pagine dei social dedicate all’experience, utilizzando l’hasthag #senzasensidicolpa: il senso di colpa più originale è stato premiato con un biglietto per due persone per un volo Emirates. Sponsor della serata sono stati Emirates, American Express e Castello Banfi. la tenuta vitivinicola toscana di proprietà della famiglia Mariani, conosciuta in tutto il mondo per il Brunello di Montalcino e, dal 1978. PalazzinaG è il primo hotel realizzato da Philippe Starck in Italia: un cinque stelle lusso di nuova generazione dove convivono atmosfere oniriche, materiali preziosi e nuove filosofie di ospitalità. PalazzinaG fa parte della “hot list” di Condè Nast Traveller dei 50 migliori alberghi in tutto il mondo. Italian Excellence Golf Circus Zoate Golf People Club Magazine ha organizzato la seconda tappa del circuito denominato Giacomo Milano Italian Excellence Golf Circus , svoltasi nella suggestiva cornice del Circolo di Campagna Zoate Golf Club. 160 i partecipanti al torneo, 60 i premi in palio per un controvalore pari a 30.000 euro. I vincitori hanno brindato con il Brut Rosè prodotto dalla azienda vinicola Rossello 1920 . Ospiti le bellissime Nausica Re, Cristiana Bertasi e Megan Ngigi. Traviata notturna a Vaprio d’Adda Andrà in scena l’8 agosto prossimo nella splendida cornice della villa Simonetta Castelbarco Albani di Vaprio d’Adda una versione ‘sotto le stelle’ de la Traviata di Giuseppe Verdi, la famosa opera ispirata al romanzo “La signora delle camelie” di Alexandre Dumas con libretto scritto da Matteo Peirone. Il baritono bergamasco Giuseppe Riva- che ha cantato con Mirella Freni, Renata Tebaldi, Josè Carreras, Katia Ricciarelli, Caballè, che era grande amico anche di Luciano Pavarotti (che lo volle sempre come interprete di Silvano in tutti ‘Ballo inaschera che cantò) è ancora sulle scene come attore, recita nei panni di un anziano Alfredo Germont che ricorda i bei tempi del suo grande amore con l’esuberante Violetta. Tra i cantanti principali di questa versione con regia di Matteo Peirone, che è già andata in scena un anno fa in Liguria, al Noli Musica Festival, figurano Linda Campanella nei panni di Violetta Valery, Marzio Grossi nei panni di Giorgio Germont, Oreste Cosimo nei panni di Alfredo Germont. Qui sopra: la troupe di Top Nightlife con uno dei protagonisti, Matteo Ferrando. La terza puntata è andata in onda lo scorso aprile. Rivedile tutte sul nostro sito, www.arenamediastar.com 23 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Grand Tour Vintage OH CHE BELL’HOTEL T 24 24 Se gli alberghi anonimi soffrono, soppiantati dal subaffitto di case private, quelli estrosi sono sempre pienissimi e da prenotare in anticipo. Perchè i curiosi non mancano... ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Grand Tour Costano poco e offrono una vera esperienza cyberpunk. V8 Hotel I patiti di motori rombano volentieri verso il Motorworld Region Stuttgart, in Germania. Si può dormire in una Mercedes o all’interno di un’officina T A sinistra l’Hobbit Motel. Qui sopra l’hotel capsule all’aeroporto di Narita ra i ricordi di viaggio da mostrare agli amici non ci sono solo le foto di monumenti, panorami e piatti curiosi gustati con un po’ di sospetto. Ora si includono anche quelle degli hotel, fatte con lo spirito del “censore di Tripadvisor” (guardate in che stato era il bagno) o del recensore “Guida Michelin” che valuta location, servizi, pure la distanza dall’autostrada. Ma ci sono alberghi, isolati e non, che non sono inclusi in questi blog e classifiche, semplicemente perchè sono talmente assurdi nella loro concezione (fantasy o caratteristici) da suscitare stupore, riso e curiosità in chiunque. Sono gli alberghi tematici più pazzi del mondo, dedicati a un perido storico, un film, una fantasia. E proprio per questo non conoscono crisi. Ecco i più improbabili, a tutte le latitudini. questo motel di Woodlyn Park, in Nuova Zelanda Das Park Hotel Situato a Linz, in Austria, offre delle stanze doppie ricavate da vecchi tubi per impianti fognari. Null Stern Il primo hotel senza stelle del mondo. Si trova a Teufen, in Svizzera, è ricavato da un bunker della Guerra Fredda e non ha finestre. Come dice il motto, “Qui l’unica stella sei tu”. Ora è diventato una catena. Casanus Ideato dall’artista Joep Van Lieshout, si trova a Kemzeke, in Belgio, ed è ispirato all’intestino umano. In fondo ha una finestra tutta rosa (non affacciatevi). Palacio del Sal Elegante e ben curato, è realizzato tutto in sale e si trova nel Salar de Uyuni, il deserto di sale della Bolivia. Kolarbyn Ecolodge Sempre in Svezia, a Kolarbyn, troviamo questo albergo dall’aria ecologica che offre rifugi in mezzo alla foresta senza elettricità né docce. Solo natura e niente di più. The Hobbit Motel Per entrare nel mondo di J.R.R. Tolkien non c’è niente di meglio di Capsule Hotel I capsule hotel offrono dei cubicoli di due metri per uno alti un metro. Dog Bark Park Inn Dedicato agli amanti dei cani, questo albergo a forma di cane a Cottonwood, nell’Idaho, permette di dormire nella pancia del miglior amico dell’uomo. Hilton Maldives Resort Situato in una delle isole più incantevoli dell’arcipelago Rangali, offre stanze sotterranee, sembra di dormire sul fondo del mare, si vedono i pesci guizzare sopra il letto. Kagga Kamma Un’altra location straordinaria è in Sudafrica, un hotel ricavato su speroni di roccia che fanno parte di una riserva naturale privata. Hotel Alfina Per sentirsi come una gemma nella sua locazione naturale, l’Hotel Alfina è un romantico “special class”, scavato nella roccia e progettato per fondere insieme la drammatica bellezza della Cappadocia, i camini di fata, e la splendida posizione del sole. Molto mistico, eleganza rustica ma anche tanto comfort. Ice Hotel Si trova nel Lapland, in Svezia, offre 65 stanze tutte di ghiaccio dove trascorrere vacanze a -5 gradi. Hotel Drumlerhorf Ancora, per dormire dentro il ghiaccio, in provincia di Bolzano c’è l’hotel Drumlerhof di Campo Tures dove si può vivere in prima persona 25 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Grand Tour Un luxury lodge su palafitte, per ammirare i leoni alla caccia l’esperienza di pernottare in un autentico igloo a 2.000 metri d’altitudine, avvolti in un caldo sacco a pelo. Hotel Kakslauttaner Sempre in un igloo, ma di vetro, si ammira l’aurora boreale finlandese. Gli igloo possono ospitare 2 persone e sono equipaggiati con letti e bagno . Lo spettacolo del cielo stellato è assolutamente unico, anche senza aurora boreale. Rovos Rail E’ un hotel viaggiante anche per 28 giorni. Rovos Rail vi porta da Cape Town fino in Namibia su un treno con carrozze che sono vere stanze di un lussuoso hotel in movimento. Il panorama cambia continuamente, il servizio è quello di un lussuoso cinque stelle: una confortevolissima avventura. Lion Sand Sempre in Africa, ecco il Lions Sand di Kingston dove dormire appollaiati su un albero, in mezzo alla selvaggia savana del Parco nazionale Kruger, il più grande e suggestivo del Sudafrica. Manuel Antonio National Park Un aereo che non vola e che sembra precipitato nella foresta tropicale, in Costarica: l’hotel è in un Boeing 727 del 1965 conficcato a 20 metri da terra, nel Manuel Antonio National Park. Due esclusive camere da letto e un ingresso direttamente in cabina. Buon viaggio. Trulli Holiday Nel resort di Alberobello ogni camera o appartamento si trova all’interno di un trullo. 26 Sextantio Ha due sedi, la prima in provincia de L’Aquila a Santo Stefano di Sessanio che si sviluppa all’interno di un borgo antico e di un castello. L’altra, molto suggestiva, si sviluppa all’interno delle Grotte della Civita a Matera. E’ stato ricavato ricavato nei Sassi, resi famosi dal film Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini. Il sito perfettamente restaurato è confortevolissimo e a misura d’uomo. In alto, il lodge in Kenya per gli amanti del safari. Al Sextantio Matera si dorme in stanze ricavate nei ‘sassi’. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Grand Tour Dormire in una stanza ‘Star Trek’ a Rimini o in un igloo al Polo Castello di Petroia Oltre alle camere all’interno del castello che mantengono la struttura originale, vi è la possibilità di soggiornare nella torre medievale e partecipare alle cene storiche. Al Ponte dei Sospiri Si trova a Venezia, con alcune camere che si affacciano proprio sul famoso ponte e con arredi che richiamano gli antichi fasti della città del Doge. Capo Spartivento Per gli amanti del mare è imperdibile il Faro di Capospartivento in Sardegna, un luxury resort all’interno dell’antico faro. Duomo Hotel Nel centro di Rimini, un hotel dal design avveniristico, a partire dalla reception, con stanze piene di oblò, degne di Star Trek L’hotel Duomo, cult per gli amanti di Star Trek. Qui sopra: l’aurora boreale si guarda dall’hotel igloo Art Hotel Per gli amanti dell’arte imperdibile l’Abitart Hotel di Roma all’interno del quale si trovano 8 suite dedicate all’arte. Georgian House Hotel, il resort di Harry Potter L’albergo è stato disegnato proprio come gli interni delle camere del castello di Hogwarts. Gli arredi sono ispirati a quelli originali del film con i colori delle House del College dei Maghi. Con un aspetto gotico: non mancano calderoni, libri di magia, bottiglie, letti a baldacchino e pozioni magiche. Oltre alle stanze a tema, l’hotel offre anche un pacchetto che comprende una visita delle attrazioni di Londra presenti nei film di Harry Potter e il tour agli studi della Waner Bros, dove si possono scoprire le scenografie dei film, gli oggetti di scena e tanto altro ancora. Il prezzo? Per due persone, 1 notte in hotel con prima colazione colazione e la visita guidata “Babbano Tour” ai luoghi di Londra in cui sono state girate alcune scene costa £249. Invece, sempre per due persone, 1 notte in hotel con prima colazione, “Babbano Tour” e ingresso agli studio della Warner Bros supera le 300 sterline. 27 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Grand Tour Vintage LONGOBARDI 28 A volte ritornano: nel cuore della Lomellina, si rievoca la dominazione della grande tribù di barbari che si fermarono qui e crearono un grande e potente Regno. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Grand Tour A sinis P er tre giorni, dal 19 al 21 giugno la placida Lomello risuonerà del clangore delle armi, del cozzare delle spade e assaggerà i piatti tradizionali di un passato oscuro e per questo sempre più studiato, la dominazione longobarda. L’immigrazione disperata di oggi è la versione soft di quello che 1500 anni fa accadeva all’improvviso e con inaudita violenza nelle nostre terre fertili e ridenti, quando gli inverni gelidi spingevano al sud le tribù nordiche e centinaia di nuclei familiari si spostavano contemporaneamente in cerca di cibo e di una vita migliore. Quelli che non potevano fuggire sui monti e rifugiarsi ne castelli, impararono a convivere con nuove leggi, nuovi capi, nuove abitudini, nuovi dei. Nel 479, gli Ostrogoti di Teodorico, con una marcia velocissima, occupano tutta l’Italia settentrionale. Due anni dopo, nel 491, scesero dal nord i Borgognoni e fecero delle nostre campagne e di Milano il deserto; quel poco di vita che rimase, o che risorse, fu merito della carità dei vescovi, primo fra tutti il santo vescovo milanese Lorenzo. La guerra tra Goti e Bizantini recò gravi lutti all’Italia. La sospirata pace venne, dopo centocinquant’an- ni di stragi, con l’arrivo, nel 568, dei Longobardi, con a capo Alboino, che scesero in Italia e posero la capitale a Pavia. I Longobardi provenivano dalla Pannonia, assieme, come narra Paolo Diacono, a molti Cepiti, Bulgari, Sarmati, Pannoni e Norici. Ventimila Bulgari si stabilirono sulle sponde del Ticino (da Galliate fin quasi a Pavia) e vi fondarono il “Comitato di Bulgaria”, con capitale Vigevano. In questo periodo crebbero molte foreste, già estese dopo l’invasione dei Goti, tanto che la Lomellina fu coperta da una smisurata coltre di boschi. Quasi non ci si crede, vedendola oggi completamente sgombra e coltivata a risaie.Le città erano composte in prevalenza di case costruite con creta e vimini e coperte di paglia. Per la Lomellina ebbe inizio un periodo glorioso. Sotto la dominazione dei Longobardi, infatti, il centro di Lomello assume grande importanza tanto da estendere il proprio nome all’intero territorio; venne anche munito di un forte castello e fu difeso con solide mura. Vi fu insediato un “graf” (conte) e fu capoluogo amministartivo della regione. Proprio qui avvenne il celebre incontro che precedette le nozze tra la regina Teodolinda, vedova di Autari, ed il Duca di Torino, Agilulfo. La chiesa di S. Maria Maggiore venne da lei beneficata con donazioni ricchissime. La regina Teodolinda fondò qui anche due importanti monasteri. Proprio Lomello, come ne fanno testimonianza documenti del X secolo, fu sede di una “iudicaria”. Infatti, in una torre dell’antica rocca, oggi scomparsa, nel 629 viene imprigionata Gundeberga, figlia di Teodolinda e Agilulfo, che era stata data in sposa ad Arioaldo; venne accusata di tradimento nei confronti del marito, fu liberata dopo tre giorni, grazie alla conclusione favorevole del duello tra il suo paladino Pittone ed il suo accusatore (il respinto Adalulfo), in quello che è fu il primo “giudizio di Dio” celebrato in Italia. La Lomellina fu destinata ad essere teatro della fine del regno dei Longobardi: infatti, nel 773 Carlo Magno, ripudiata la moglie longobarda Ermengarda, scese in Italia dal Moncenisio tentando di aggirare alle Chiuse l’esercito longobardo guidato dal re Desiderio. Sfuggito all’aggiramento dell’esercito franco, egli attese il nemico a Mortara, fino ad allora chiamata “Pulchra Silva” o Silvabella, era una terra bellisisma di boschi, già residenza di caccia di re Rotari. Lo scontro avvenne il 12 ottobre 773 nel luogo ove ora sorge l’Abbazia di Sant’Albino. Fu quella una giornata veramente epica, vinta, dopo una vera ecatombe di Longobardi, dal re Carlo Magno. Gli studi storici sui Longobardi sono dunque molto intensi non solo nell’area di Monza, dove si trova il più importante museo dedicato a questo popolo scomparso, ma anche in Lomellina, dove c’è ancora molto da scoprire e da scavare. Per chi volesse intanto immergersi 23 29 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Grand Tour nell’atmosfera tardoantica e altomedioevale delle invasioni barbaraiche, la tre giorni di convegni, feste e banchetti a Lomello sarà davvero illuminante perchè gli organizzatori sono molto impegnati al rispetto filologico delle ricostruzioni e delle rievocazioni. “Laumellum: la Grande Festa Longobarda per le Nozze di Teodolinda” è un evento organizato dalla Pro Loco Lomello, in stretta sinergia e con il fondamentale contributo dell’Amministrazione Comunale. Questa edizione sarà caratterizzata dalla presenza di un campo longobardo di notevole spessore filologico culturale realizzato da gruppi di figuranti in costume:ForteBraccio Veregrense, Bandum Freae, Helvargar, Insubria Antiqua che lavoreranno a stretto contatto con L’Arc, Centro Ricerche Archeologiche Sperimentali. Per gli studiosi il 29 maggio si terrà la conferenza I reperti archeologici rinvenuti a Lomello e la loro attuale collocazione, tenuta dalla dott. ssa Serena Scansetti, archeologa altomedievale e guida turistica della Provincia di Pavia, presso la chiesa-oratorio di San Rocco. Il programma della tre giorni longobarda di giugno celebra l’incontro e gli sponsali tra la regina Teodolinda e il suo secondo marito Agilulfo, duca di Torino, fatti avvenuti a Lomello nell’anno 590 d.C. è piuttosto intenso.Venerdì 19 giugno si terrà una conferenza sul tema “Larrivo dei Longobardi, alba di un nuovo regno” tenuta da Cristiano Brandolini. Sabato 20 giugno alle 14 sarà inaugurato il museo longobardo itinerante. Dalle 14 alle 18 si potrà visitare il campo 30 longobardo e il complesso monumentale di S. Maria maggiore e il battistero longobardo di San Giovanni ad Fontes. Prima del tramonso si terrà la rievocazione storica dell’ncontro tra la regina Teodolinda e il duca di Torino Agilulfo, cui seguirà il grande banchetto con piatti rigorosamente longobardi. Domenica 21 giugno fin dal mattino saranno aperti il campo, il museo itinerante e il mercato. Alle ore 11 nella basilica di S. Maria Maggiore sarà celebrata una bella messa in latino con canti antichi, con ingresso e uscita del corteo di Teodolinda che riceverà alcuni doni dall’antico popolo di Lomello. Si terrà anche un corteo con le autorità cittadine e naturalmente saranno aperti stand e chioschi per la degustazione di piatti longobardi. Nel pomeriggio, si terranno sessioni di didattica per bambini al campo, torneo d’armi, cortili aperti con mostra mercato, animazione per le vie del centro storico. Alle 1730 sarà rievocata la celebrazione del matrimonio di Teodolinda e Agilulfo, con corteo storico, giostra e musica del tempo. Tra le particolarità di questo evento, il museo iterante che propone una ricca esposizione di armi, di oggetti e di monili longobardi, riprodotti sulla base di reperti originali e visibili in apposite teche. Il tutto è corredato da pannelli illustrativi con testi messi a punto dagli esperti ricostruttori, facenti parte del gruppo L’ARC – Centro Ricerche Archeologiche Sperimentali. La mostra, allestita presso la chiesa-oratorio di San Rocco, sarà inaugurata dal sindaco Silvia Ruggia alle ore 14:00 di sabato 20 giugno e resterà aperta per i visitatori per tutta A destra: il complesso monumentale di Lomello, basilica e battistero. Figuranti in costume durante la festa longobarda. Qui a fianco: la rievocazione di un assalto. Sotto da sinistra: arcieri, la bottega di un artigiano. Lenticchie servite su focacce di pane, dettaglio della cotta di maglia in ferro dell’elmo la durata della Festa Longobarda. Tra le maggiori attrazioni della festa longobarda, il grande banchetto che si svolgerà alla presenza della coppia reale, Agilulfo e Teodolinda, durante la quale saranno gli antichi piatti altomedioevali, riproposti senza alcuna contaminazione moderna. Dunque non ci sono il risotto, piatto tipico lomellino dal Rinascimento ad oggi, nè i pomodori nè il cioccolato. Scorreranno però fiumi di vino speziato e di birra artigianale.Il banchetto sarà caratterizzato da una caratteristica e unica animazione longobarda con cantastorie, combattimenti di armati, giochi e dispute. E naturalmente con sfiziose ricette medievali, tutte da provare... Il menù del 2015 prevede: Ante coena (antipasti) - Naviculae casei (navicelle ai formaggi) - Volutum lucanigae et mali (rotolo di salsiccia e mela) - Perna et pira circuiti (involtini prosciutto e pera) - Quadra cum suco carotae (crostone con paté di carote) Mensa prima (primi piatti) - Sorbitio nuptialis (zuppa nuziale) - Hordeum odoribus horti (orzotto ai profumi dell’orto) Mensa secunda (secondi piatti) - Calathus cum offulis liquamitis (cestino di polpette) - Venobulo supra stratura lenticulae (spiedino su letto di lenticchie) Dulcis in fundo (dolci) - Dulcitudo pirae et cinnami (mousse di pera alla cannella) Sphaerula Agi (Palla di Agilulfo)  - Basium Theudelindae (Bacio di Teodolinda) ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Grand Tour IL GRANDE CAMPO LONGOBARDO Nelle giornate di sabato 20 e domenica 21 giugno sarà allestito un campo di ricostruzione dell’epoca longobarda, organizzato in 8 tende storiche e con la partecipazione di 50 figuranti in abito longobardo, sia figure femminili che maschili. All’interno del campo saranno visibili importanti esposizioni di arredi, tra cui le ricostruzioni del tavolino da gioco e del mobilio della tomba 58 di Trossingen, alcune rastrelliere d’armi e diversi tipologie di telaio; fondamentali saranno le attività di didattica, che riguarderanno i seguenti argomenti: armi e arte bellica, medicina, alimentazione, filatura e tessitura, lavorazione della ceramica, gioco del tavoliere, musica con strumenti del VI e VII secolo, fusione del vetro mediante fornetto e del bronzo per mezzo di forgia a mantici; il pubblico presente potrà ammirare tiri di francische e barbute, gare di tiro con l’arco, dimostrazioni di combattimenti. In particolare, nel pomeriggio di sabato 20 giugno sarà dedicato al coinvolgimento dei ragazzi delle scuole primarie e secondarie o partecipanti ai centri estivi della zona, con didattica appositamente dedicata loro. Per partecipare alla tre giorni longobarda di Lomello: Contatti telefonici Pro Loco Lomello: 327 1085241; prenotazione banchetto: 346 0096073. Mail: [email protected]. Blog: http://prolocolomello.blogspot.it/ Facebook: https://it-it.facebook.com/festalongobarda 31 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Food & Co S e la prima domanda una volta varcati i cancelli dell’Expo è “dove si mangia”, eccovi serviti. Oltre 150 ristoranti, bar, corner food & beverage, chioschi e postazioni street food. Expo Milano 2015 è il più grande ristorante del mondo dove è possibile gustare la cucina italiana ma non solo. L’offerta presente è adatta a tutte le età, tutte le tasche e tutti i gusti. Se non volete perder tempo al ristorante, ci sono self service, bar, chioschi e street food: il cibo servito in tutte le sue declinazioni per celebrare le eccellenze e la qualità a tavola di tutti Paesi. Da Identità Golose ci sono Andrea Berton, Viviana Varese (Alice), Claudio Sadler, Davide Oldani o Carlo Cracco. Il prezzo delle cene d’autore da Identità Golose è calmierato: quattro portate e i vini a 75 euro, imperdibile. Tra i più interessanti dal 27 al 31 maggio Tomaz Kavcic, punta di diamante della nuova cucina slovena; dal 3 al 7 giugno Moreno Cedroni, re della cucina di pesce a Senigallia (Ancona); dal 22 al 26 luglio l’Enoteca Pinchiorri di Firenze: Annie Féolde, Italo Bassi e Riccardo Monco. Vladimir Mukin da Mosca (23-27 settembre, i prodigiosi Cerea da Brusaporto (Bergamo) tra settembre e ottobre Il divo degli chef tv, Carlo Cracco, ci sarà dal 14 al 18 ottobre. Tra gli ospiti di Eataly anche due superchef: Viviana Varese, di Alice (che ha sede dentro Eataly Smeraldo) e Niko Romito, dall’Aquila, con i sapori abruzzesi. RISTORANTI Sedersi a tavola per trascorrere una pausa pranzo in tranquillità e in compagnia del buon cibo made in Italy. E’ possibile entrando nei due grandi locali di Eataly (H15), orientati alla riscoperta della tradizione regionale italiana a partire dal concetto di biodiversità, o nel temporary restaurant Aromatica (H17), 140 coperti con servizio al tavolo, che offre una raffinata proposta gastronomica sempre diversa e variegata e postazioni per la ricarica in sicurezza dei propri mobile device. Una valida alternativa è un tagliere nel ristorante Ferrarini (D18) tra salumi senza glutine e formaggio Parmigiano Reggiano accompagnati da un buon bicchiere di vino. Ventisei tra i più grandi chef italiani e internazionali firmano, invece, i menu di Identità Golose Expo (G12): ristorazione di qualità, stile contemporaneo e la tipica ospitalità italiana . Nella. Collina Mediterranea Slow Food (H14) offre l’opportunità di degustare formaggi e vini. SELF SERVICE Per chi preferisce la formula self service Tracce (Aree A, G1, G2, H1) e ViaVai (Aree B2, F2, G1, H2) sono la risposta: freschezza e genuinità dei prodotti, dagli snack ai gelati, piatti della tradizione e aree caffè. L’offerta Cir Food, che include anche i format Tracce e Chiccotosto (H9) per 20 locali tra bar, ristoranti e quick service, è caratterizzata da un contesto fatto di materiali sostenibili e prodotti di prima scelta. Per accontentare tutta la famiglia, dai più piccoli ai più grandi, Let’s toast! (Aree F2, G1, H1, H2) Qui l’intramontabile pane in cassetta viene abbinato a ricette gourmet rivisitando una formula fast food. DEGUSTANDO EXPO 32 Chef stellati, cibi da strada, snack A Rho si mangia a tutte le ore, a tutti i livelli di prezzo e scegliendo fra gustose specialità di tutto il mondo. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Food & Co I più affollati? I ristoranti stellati e quelli etnici, di Paesi lontani CHIOSCHI Davide Oldani (J7), nel chiosco gestito in partnership con MyChef, offre il suo risotto con spirali di zafferano omaggio dello chef stellato all’Esposizione Universale meneghina. Il chiosco Dispensa Emilia (E10), è una tigelleria con l’innovazione di una ristorazione con servizio veloce, ricca di scelta e conveniente. Al chiosco Juicebar (J8) è possibile gustare un frullato o un centrifugato di frutta e verdura. La Piada & le Bolle (J7) è una cucina-laboratorio che offre l’alimento tradizionale sammarinese e un calice di champagne, oltre a incontri e degustazioni aperte a tutti. Pane, focaccia, pizza, invece, nel chiosco Maria Marinoni (E9): tutta l’offerta del forno da gustare comodamente seduti al tavolo e happy hour dalle 17. Un chiosco fisso è dedicato al gelato Grom (H7, F16, I24)) .All’ombra di un gazebo si tengono incontri con scrittori e corsi di agricoltura e il laboratorio a vista si trasforma in aula per le lezioni di gelato. STREET FOOD PoPi-Gusto (F8) offre un menu sfizioso e un vasto assortimento di bevande. Ape Pizza è la pizzeria itineranteche offre la “pizza a portafoglio”. Zeppoline, montanare, scagliozzi di polenta, polpettine di melanzane e frittatine di spaghetti (ma anche frutta fresca e secca)si gustano da Ape Fritto & Frutta, la friggitoria da strada che serve nei classici cuoppi da passeggio. Ancora street food con Sharky, che offre Fish, Fried & More e con Zini Gourmet, il pastificio che ogni giorno offre tanti primi piatti a chilometro zero. Food Truck Citroen HY The Rolling Star ospita il ristorante stellato Unico Milano specializzato in pulled pork, fish gaspacho, insalate vegetariane e vegane, smoothies, crepes salate e dolci Per chi ha esigenze particolari c’è Gluten Free Fest, propone in due postazioni un’offerta sana e saporita per il pubblico celiaco; a Toast & Zuppe si presenta un menu ricco e un vasto assortimento di bevande. ETNICO Non poteva mancare l il tipico barbecue americano di BBQ Hooligans. Né poteva mancare la quinoa, la “madre di tutti i semi”, versatile e senza glutine, presente in diverse forme grazie a Los Granos de mi Tierra. Chi ama la cucina orientale può assaporare il cibo di strada da Zen Express e rievocare le atmosfere di Hong Kong, Shanghai, Bangkok o Singapore: ramen, noodles, sushi o ravioli al vapore? Clément Doyen dal Belgio, è il custode di una tradizione gastronomica che prevede crocchette di gamberetti grigi, spezzato di manzo alla fiamminga, cozze alla birra. Narise Kamber porta all’Expo la cucina del Bahrain. Altra scoperta sarà la Corea, che nello snack bar e nel ristorante propone menù alla carta ma anche a tema, basati sulle virtù degli ingredienti che portano salute e benessere. Se si può spendere son imperdibili i menù stellati del padiglione giapponese o i raffinati tagli di carne del ristorante uruguaiano. Al padiglione Indonesia bastano 10 euro per assaggiare quattro specialità locali in versione take away. Al padiglione del Marocco , un tajine di pollo costa altrettanto. Il«menù del dia» della Colombia propone empanadas de carne a 6 euro e arepa di carne con queso a 8 euro. In un baretto interno al padiglione colombiano si può degustare una varietà infinita di caffè locali a 1,50 euro. Una soluzione gradita a parecchi sembra quella proposta dall’ Olanda : polpette e patatine fritte d’asporto, panini e hot dog a 7 euro. E pure pinte di birra da sorseggiare a bordo di una mini ruota panoramica o centrifugati di frutta, verdura e zenzero a 4,50 euro. Abbordabilissimo anche il menù della Malesia : spiedini Satay con spezie a 6 euro, involtini Randang di agnello con uova e patate a 10 euro. Gradita, per gusto e per costo, anche la cucina dell’ Angola : gallette di patate e salmone a 8 euro, così come un piatto di crema di carote con zenzero e arancia. 23 33 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Libri& Co ISLAM A ROMA Il saggio di Pietrangelo Buttafuoco e la donna in bianco di Wilkie Collins La copertina del. P 34 iù che la scimitarra, noi avevamo in mente la mezzaluna e le forbici. Questa era la percezione dell’Islam nell’immaginario degli italiani. Le forbici sul fez del Turco napoletano, una delle più fortunate maschere di Totò, la simpatia malandrina del Sarracino cantato da Carosone, o l’alone fiabesco del Saladino della pubblicità Perugina. Da religione lontana, misteriosa, l’Islam oggi è diventato un incubo, il Califfato bussa alla porta di ciascuno di noi, insinuandosi nella nostra più privata quotidianità. Della strage di “Charlie Hebdo” a Parigi resta un fotogramma che ci ha raggelati: un musulmano che spara a un altro musulmano. Due individui colti nel momento in cui la guerra civile globale diventa – ben oltre l’immagine – un fatto con- clamato. Il primo uccide in nome di Allah, il secondo muore invocandolo. È una sanguinosa guerra civile all’interno dell’Islam quella che, nel solco delle primavere arabe, dei flussi migratori e del dilagare del terrorismo internazionale, incendia la comunità musulmana. Si chiama fitna ed è la discordia insanabile, una faida che non trova tregua e che trascina nel proprio gorgo tutti. L’Isis cancella coi caterpillar l’antica città di Hatra. Come a Mosul, così a Nimrud. Di duemila anni di storia resta la polvere e una minaccia: la demolizione delle Piramidi in Egitto. Uno scempio messo in atto dai terroristi che non risparmia neppure i luoghi santi della religione di Maometto. Che cosa ci aspetta in un’Europa sempre più islamizzata, non lo sappiamo. Di certo l’Islam moderno non è solo quello che si legge nel libro di Buttafuoco, che però ci invita a una riflessione imprescindibile. Ci sono tante facce e tanti giovani che non condividono l’estremismo. Ma bisogna andarle a scoprire con i propri occhi in Marocco, a Ankara, negli Emirati e persino nella temuta Teheran. Pietrangelo Buttafuoco scrive su “Il Fatto” e “Il Foglio”. È ospite fisso del programma di Giovanni Minoli “Mix24” in onda su Radio24. È autore, tra i romanzi, di Le uova del drago (Mondadori, 2005), L’ultima del diavolo (Mondadori, 2008), Il lupo e la luna (Bompiani, 2011) e Il dolore pazzo dell’amore (Bompiani, 2013). Tra i saggi, ha pubblicato Cabaret Voltaire (Bompiani, 2008) e Buttanissima Sicilia (Bompiani, 2014). DONNA IN BIANCO Quale terribile segreto nasconde la misteriosa figura femminile che si aggira per le buie strade di Londra?È solo il primo di una serie di intrighi, apparizioni e sparizioni, delitti e scambi di identità che compongono la trama de La donna in bianco, tessuta con magistrale sapienza da Wilkie Collins, edito da Fazi. Nel 1860 Charles Dickens pubblicò il romanzo sulla sua rivista All the Year Round. IL pubblico seguì per un intero anno le vicende della sventurata Anne Catherick e quelle degli altri personaggi, descritti con impareggiabile abilità psicologica, come l’impavida Marian Halcombe, il coraggioso Walter Hartright e l’affascinante conte Fosco. Il lettore moderno non può che rimanere piacevolmente intrappolato negli ingranaggi di questa straordinaria macchina narrativa, diventata un musical nella trasposizione di Andrew Lloyd Webber, che ha segnato la tradizione del mistery. L’autore fu definito “padre del poliziesco moderno”. ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 n.712/2014 6/2015 Wine & Co iBRINDISI Vino, Padiglione PREZIOSO all’Expo San Silvestro, i superdry Astoria, Coldiretti: Per vendite dello spumante salitedidel 43% che propone anche un brut ‘zero in Usa e del 55% in Uk, segue un + 46% in alcool’ Cina L e vendite dello spumante italiano all’estero fanno segnare un record storico spinte dal balzo del 43 per cento in Usa e del 55% in Gran Bretagna, ma un aumento del fatturato rilevante si registra sui mercati emergenti come la Cina con +46 per cento e su quelli sofisticati come la Francia con un +20 per cento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo bimestre del 2015 dalla quale si evidenzia un aumento medio del 12 per cento nel valore delle esportazioni di bollicine italiane che potrà essere ulteriormente incrementato con l’inaugurazione del Padiglione del vino ad Expo 2015. All’estero non si è mai speso tanto per le bollicine italiane ma in termini di valore i principali mercati di sbocco nei due mesi di inizio dell’anno sono stati gli Stati Uniti, anche per il tasso di cambio favorevole, e la Gran Bretagna che da soli coprono circa la metà del fatturato estero mentre in posizione piu’ defilata la Germania dove le vendite sono pressoché stabili (+3 per cento). Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel resto del mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese. Tra i prosecchi, si distinguono le bollicine di Valdobbiadene e migliorano anche quelle dell’Oltrepò Pavese. Nel 2014 – riferisce con orgoglio la Coldiretti – con 320 milioni di bottiglie stappate all’estero fuori dai confini nazionali si è bevuto piu’ spumante italiano che champagne francese le cui esportazioni si sono fermate a 307 milioni di bottiglie, con un debole aumento dello 0,7 per cento. Con il successo internazionale sono aumentate sui mercati esteri le imitazioni che colpiscono soprattutto il Prosecco. Non viene molto da sorridere vedendo i numeri che mancinano le bottiglie Kressecco e di Meer-Secco prodotte in Germania ma anche quelle con la parola Prosecco scritta in cirillico prodotto in Crimea. I produttori evidenziano la necessità di intensificare le attività di contrasto ma anche le negoziazioni internaizonali per la tutela delle denominazioni.Lo strepitoso risultato dello spumante italiano all’estero per ora – afferma la Coldiretti – sostiene l’intero comparto del vino che si è classificato come la principale voce dell’export agroalimentare nazionale con oltre la metà delle bottiglie prodotte in Italia che sono consumate all’estero dove si è realizzato un fatturato record di oltre 5,1 miliardi nel 2014. A preoccupare quest’anno – conclude la Coldiretti – è il posisbile crollo della produzione nazionale a causa del maltempo, che ha tagliato del 15 per cento i raccolti con la vendemmia 2014. Questa annata si classifica dunque come la piu’ scarsa mai ricordata, dal 1950 ad oggi. Potrà contare solo su 41 milioni di ettolitri. Filippo Bortolan TUTTE LE FOTO DA CAMBIARE 35 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 BiennaleArte Vintage PSYCOBIENNALE A spasso fra le opere dell’edizione 2015, curata da Okwui Enwezor che ha riscosso più polemiche che consensi 36 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 BiennaleArte Tutte le immagini di questo servizio sono state realizzate daAlessandro Chiara Un titolo roboande ma del futuro, dei futuri di tutto il mondo, neanche l’ombra L a 56° Mostra Internazionale Biennale d’Arte che ha aperto i battenti un mese fa a Venezia, curata di Okwui Enwezor, ha sollevato un mucchio di polemiche. E la cosa va benissimo, perché più si alimenta la polemica, più il pubblico si infoltisce anche di quegli eserciti di curiosi che altrimenti in un evento del genere non metterebbero piede: gente che capisce un ventesimo di quel che vede, ma paga il suo rispettabile biglietto. Noi di Arena Media Star siamo felici che aumentino i visitatori di questo fiore all’occhiello della cultura italiana. Ma per i nostri lettori che volessero sentire anche il nostro parere, leggere sulle nostre pagine quali opere non perdersi e quali emozioni visive riserverà loro questa Biennale tra Arsenale e Giardini, diciamo subito: il nuovo taglio whasp dato dal curatore di quest’anno ci pare – come hanno già scritto vari autorevoli osservatori, più autorevoli di noi – molto autoreferenziale per il curatore, che pare più attento alle pr che all’allestimento e pare molto antipopolare, nonostante le molte pretese e le molte premesse. Gli artisti di provenienza anglosas- sone sono in larghissima maggioranza. Come dire, occhio al mercato, che sta da un’altra parte. Del futuro, dei futuri di tutto il mondo, nonostante il titolo roboante, egli si guarda bene dall’indagare. Le sue scelte denunciano la sua appartenenza a quella categoria di curatori che paiono non seguire l’arte, forse non la amano davvero, non li si vedono mai visitare gli studi, non si fanno alcuna idea di dove l’arte contemporanea stia andando. In più Enwezor non pare avere la preoccupazione che attanaglia gli altri: di sbagliare se espongono troppa carne al fuoco. Espone tante opere quante ne possono contenere i padiglioni che scoppiano, ci sono opere pure nei corridoi piccoli e i passaggi, sono rimasti illesi bagni, guardaroba, biglietterie e i muri dei bar. Tre Biennali fa la Curiger aveva esordito con dei magnifici Tintoretto sul tema della luce: ma avremmo dato un premio a chi avesse trovato qualche preciso riscontro tra questo gigante e le innumerevoli opere esposte. A scuola direbbero: era brava ma non si applicava. L’ultima edizione ci ha offerto in esposizione una serie di musei privati, senza dubbio coerenti e affascinanti, ma totalmente lontani dall’attuale scena dell’arte. A scuola direbbero: elaborato fuori tema. Enwezor però ha fatto rimpiangere tutti e due i suoi predecessori, ha semplicemente esagerato su ogni fronte e d è andato addirittura a ripescare Carl Marx, di cui propina una noiosa ed estenuante lettura integrale del Capitale. Ok, Marx negli ultimi tempi è stato piuttosto trascurato, ma per rimediare sarebbero certamente più adatti convegni, simposi, pubblicazioni: il suo impatto sulle arti visive è nullo, e infatti a la sussiegosa proposta del curatore si dissolve appena si passa nel Padiglione a fianco. Quando il presente è nel caos, “il linguaggio diviene gutturale e si trasforma in pietra“, scrive il curatore Okwui Enwezor nel catalogo della Biennale di Venezia 2015. “L’esposizione“, prosegue, “si inserisce nel rumoroso, polveroso e flemmatico oggi” e pertanto pullula di opere che si riferiscono a rovine, incertezze e confusione, soprattutto all’Arsenale. L’esposizione non è allestita in base a proporzioni auree perché è la realtà stessa a non essere ordinata né ordinabile. Ma qui…come dire? Si manca al dovere elementare di tentare almeno di fare ordine, di collocare gli artisti prescelti secondo filoni o tendenze. Per esempio, nel padiglione centrale si da immotivatamente spazio a Hans Haacke, un artista semplicemente inespressivo. Invece, lì a pochi passi in uno spazio ridotto c’è Marlene Dumas, con i suoi teschi. Che ‘perlomeno fa qualcosa di pittorico’ si potrebbe dire, parafrasando Nanni Moretti. 37 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 BiennaleArte Una mostra caotica, dove mancano le didascalie C’è talmente tanto caos che mancano pure le didascalie, mancano quelle poche indicazioni che piacciono tanto al grande pubblico, ai non addetti ai lavori, considerate invece inutili da quei pochissimi che all’inaugurazione ai primi di maggio annuivano perché conoscevano tutto e tutti gli artisti… beati loro. Mancano introduzioni, spiegazioni, paline. Tutti, compresi quelli che dicevano sottovoce che qualcuna delle opere d’arte esposte a Venezia le hanno comprate per sè e per la loro azienda, qualche giorno fa scrutavano disperati le targhette e poi si affannavano in giro con l’iPhone o il Samsung o il Nokia Lumia a cercare affannosamente qualcosa a video su questo o quell’autore, con dipinta in faccia un’aria che più delusa non si può. Rendere più difficile al pubblico la lettura di un evento tanto atteso e tanto visitato come la Biennale, perché mai? Perché rende ancora più ostica la comunicazione dello spettatore con le opere di artisti poco noti e con le brutte prove di grandi artisti o le opere trascurabili di giovani e trascurabili artisti? Che sensazione trovarsi ad ogni passo tutte quelle campane deposte, staccate, che a noi ricordano sinistramente quelle viste in televisione o dal vivo in occasione dei grandi terremoti che devastano periodicamente il nostro Paese. Ma forse il curatore questo aspetto non lo ha considerato. O forse sì, sapendo che sarebbero arrivate in mostra opere come il video di Steve McQueen Ashes o la videoinstallazione di Theaster Gates, Gone are the days of shelter and martyr. A proposito di campane, le più stupefacenti sono The Bell di Hiwa K, fusa con metallo di armi, e quelle che Christian Boltansky dissemina su un campo per anime trapassate e che, non a caso, si intitola Animitas. L’assenza di didascalie ragionate che aiutino il visitatore, dicono imbarazzate alcune guide, è una cosa normale, perchè la realtà mica ci offre sempre gli strumenti per decrittarla, no? Forse è opportuno usare altri sistemi di comprensione, magari mutuati da altre culture più a loro agio con la mescolanza disordinata e le percezioni di tutti i cinque sensi. Questo sembra suggerire il curatore quando seleziona tanti lavori di 38 artisti sconosciuti ai più: abbiamo fatto un sondaggio in loco su Gonçalo Mabunda a Barthélémy Toguo. Vuoto pneumatico. A quelli che vogliono sapere a questo punto quale è l’opera forse più forte di questa Biennale, diamo due nomi. Lasciamo stare la vincitrice del primo premio Adrian Piper, con un lavoro che più incolore non si può. Adrian Piper espone foto cancellate con la scritta “Everything will be taken away“,con un gesto ci ricorda il nostro passaggio effimero e fugace sulla terra, la Storia spazza tutto via. Ecco il vero primo classificato secondo noi: Meriç Algün Ringborg, che propone un interno borghese composto fino alla glaciazione della morte, una annunciazione funeraria che precede una specie di morgue dedicata a Baselitz, viene in mente una fossa comune dell’umanità. Ma ora passiamo al secondo: Christoph Büchel. E’ certo che si ricorderà per molto tempo l’ ultimatum al Padiglione islandese e all’artista svizzero ad appena una settimana dall’inaugurazione. In un Paese come l’Italia in cui la popolazione musulmana supera ormai il milione e sono solo otto le moschee ufficiali dislocate sul territorio nazionale, cosa ci si poteva aspettare in reazione ad un artista che decide di convertire temporaneamente una chiesa cattolica in una moschea con tutti i crismi? Quando l’artista ha aperto la moschea di Santa Maria della Misericordia a Cannaregio, altro che fulmine a ciel sereno, è semplicemente scoppiata una bomba. L’artista è riuscito nell’intento di riaccendere la discussione attorno all’assenza ingiustificata di luoghi di culto islamici a Venezia, e in generale in tutta Italia. Già l’anno scorso, un altro artista, Nicoló Degiorgis, aveva affrontato il tema nel libro fotografico Hidden Islam, svelando il mondo nascosto degli immigrati islamici in Italia, costretti a luoghi di preghiera informali, al limite della legalità, arrangiati tra garage e vecchi capannoni industriali. Ai Giardini si torna più volte sul tema della morte. Ma non stupisce Murillo, arriva con bandiere nere che non dicono nulla di nuovo alla Biennale e che inquietano i visitatori abituati a leggere articoli di cronaca di guerra, più che recensioni d’arte. Niente di nuovo neanche nella sala successiva dove Fabio Mauri propone in dodecafonia la parola FINE / THE END. Ma il tema ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Il Padiglione Armeno ha vinto il Leone d’Oro 2015 BiennaleArte Il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale è stato assegnato alla Repubblica dell’Armenia per aver creato un padiglione basato su un popolo in diaspora, dove ogni artista si confronta non solo con la sua località specifica, ma anche con il suo retaggio culturale. Il padiglione prende la forma di un palinsesto, con elementi contemporanei inseriti in un sito del patrimonio storico. Nell’anno che segna un’importante pietra miliare per il popolo armeno, questo padiglione rappresenta la tenacia della confluenza e degli scambi transculturali. La mostra Armenity, allestita nella suggestiva cornice del Monastero Mekhitarista dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni, e curata da Adelina von Furstenberg rafforza la nozione di dislocamento e di territorio, di giustizia e di riconciliazione, di ethos e di resilienza cosi, indipendentemente dal loro luogo di nascita, ciascuno degli artisti parte di questo progetto porta con sé la memoria, l’identità e la verità delle sue origini. Un’adunata “transnazionale” sotto l’insegna di un’identità frammentata e dispersa, ricostruita e rinnovata con il talento di questi artisti, nipoti di coloro che sono sfuggiti al Genocidio Armeno nel 1915, il primo del XX secolo. Il loro radicato interesse nei confronti dell’identità e della memoria si sovrappone sapientemente alle nozioni di territorio, confine e geografia. Che siano nati a Beirut, Lione, Los Angeles o al Cairo e ovunque essi vivano, questi cittadini globali mettono costantemente in discussione e reinventano la loro armenità. 39 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 BiennaleArte Alcune opere sembrano vignette satiriche francesi in 3D della mostra non era il futuro, anzi i futuri declinati a livello globale? Insomma, in questa mostra si distinguono opere mortuarie e artisti vicini alla morte, ultrasessantenni. E tutti i futuri del mondo che si sono sollecitati agli artisti sembrano tutti futuri sono finiti da un pezzo, la parola “fine” l’ha scritta un artista morto di vecchiaia sei anni fa. Tra quelli che non mostrano teschi, cadaveri, sangue, cadaveri, impiccati, ecc. rientra anche il ‘crocefisso fulminato’ di Juan Carlos Distefano nel padiglione argentino. Girando per i padiglioni ci si domanda, a parte quella ventina di pezzi degni di nota, cosa ci stanno a fare tutte quelle centinaia di opere incolori appese occupando ogni spazio possibile. O altre di cui non si capisce la valenza artistica, ma solo quella polemica, ad esempio “Edicula Mundo” di Francesc Ruiz o “Senza titolo” dell’austriaco Heimo Zobernig. Ma anche l’inquietante ‘doctor Lecter’ assorto in lettura di Jannis Kounellis nel Padiglione Italiano. Forse fanno parte di un rito collettivo, per masse che non capiscono cosa sta succedendo sull’altare, le regole le sanno i pochi sacerdoti vestiti d’oro e i reali seduti sui troni naturalmente. Vale per l’opera “Portrait of Sakip Sabanci” al Padiglione turco. E anche per il lavoro di Claudio Parmeggiani, nel Padiglione Italiano, che agli spettatori di casa nostra fa venire in mente l’inchino del comandante Schettino della Costa Concordia e susciata nessuna voglia di metterselo in una casa privata (commenti raccolti sul posto), ma potrebbero pensarci seriamente quelli dell’Isola del Giglio. A questo punto ci si domanda come mai ci siano ancora in giro gli stessi nomi delle ultime stagioni come Fabio Mauri per esempio. Un gallerista inglese navigatissimo mi sussurra la risposta in un orecchio: è la strategia dell’usato sicuro, mia cara. Ma siamo sicuri che si prendano grandi applausi tornando ad a invitare chi ha già avuto un intero padiglione in passato? Oppure si lascia solo intendere che si vuole riempire senza rischio? Io dico che lo hanno capito tutti qual è la risposta: dunque ecco, alle Corderie ci ripropinano Bruce Nauman con una serie di barbosi neon pirotecnici, poi tocca ai documentari di Steven McQueen, allo svizzero Hirschhorn. Sbadigli. Niente da dire invece sulla riproposta di nomi come Boltanski, che dopo aver esposto stracci di vittime di qualche olocausto, è tornato con uno spettacolo di campanelli. O come Chris Ofili, maestra del decorativo. 40 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Bellissime le ‘proposte choc’, meno le opere “usato sicuro” Tra le altre note positive, Now di Chantal Akerman, un’installazione video su numerosi schermi al centro di una stanza. Immagini del deserto riprese da una macchina in movimento con contorno assordanti detonazioni e spari, come se fossimo nei territori conquistati in Libia. Mi si è stretto il cuore. Ho osservato un momento di solenzio, ho pensato a tutti i civili recentemente caduti sotto la scimitarra. Sarà per questo che di fianco sorgono le sculture composte da strumenti musicali, mute e impotenti di Terry Adkins? Tra le proposte scioccanti, l’opera “High visible Burqa” dell’artista Marco Biagini, che ha vestito dalla testa ai piedi una ragazza, con un burqa giallo evidenziatore con strisce catarifrangenti grigie, come i gilè che si devono indossare in autostrada quando si fora una gomma per essere ben visibili a tutti. Bello anche “Iceberg a Venezia” dell’italo-albanese Helidon Xhixha, in acqua davanti a Piazza San Marco, ma sotto la bandiera della Siria. Antonio Manuel, nel padiglione del Brasile, ha creato muri con grandi fori che i fruitori dell’opera Occupation/Discoveries si divertono ad attraversare ma non si sa quanto riescano a capire. Poi, proseguendo il percorso, si riprende con le opere sonore: dalla Exquisite Cacophony di Sonia Boyce a Gone Are the Days of Shelter and Martyr di Theaster Gates. Carsten Höller propone Fara Fara, una videoinstallazione in cui racconta di due cantanti rivali di Kinshasa, dove è viva una tradizione musicale che ha un seguito enorme. Christian Boltanski risponde con il tintinnare delle campanelle della videoinstallazione Animitas, un desolato monumento che risuona nelle praterie cilene. Servono le orecchie per godere anche dell’opera di Charles Gaines. Più pazien- BiennaleArte za che concentrazione è necessaria per assistere al programma di letture e performance nell’Arena allestita nella “struttura sepolcrale” del Padiglione centrale, nel “gran bazar” della “terra incognita” dei Giardini. Si parla di tromba, ma la tromba non si sente a proposito dell’ingombrante installazione di Katharina Grosse, “Untitlet Trumpet”. Se poi volete fidarvi non di noi, ma di un vero esperto, ecco le sagge scelte di Renato Barilli: egli consiglia di non farsi sfuggire, nella zona ‘ usato sicuro’ , il cannone di Pascali, che però spara a vuoto, del tutto decontestualizzato, e le brave, Rosa Barba e Monica Bonvicini, due artista che si vedono spesso in Laguna ma se lo meritano. Un altro che alla tavola veneziana c’è sempre è lo stucchevole Tiravanja, che però stavolta delude un po’, annoia anche i visitatori più tenaci, offrendo una serie di foto, ricopiate a mano non si sa perchè. Un’altra vecchia gloria che si rivede da queste parti è il belga Broodthaers, che in altri consessi sarebbe stato mandato benevolmente a casa o avviato alla rottamazione. Barilli è tremendo con il direttore di turno, che ha ammesso Abdessemed con le sue panoplie di strumenti taglienti e tanti asiatici, cinesi, coreani, sudamericani, che in genere hanno il tocco leggero, la fantasia aguzza, sono interessanti e creativi. Ma qui sono stati utilizzati per degli intermezzi, delle inserzioni dal Terzo Mondo, in modo che non possano disturbare i manovratori, gli artisti dell’usato sicuro o i top anglosassoni (con qualche eccezione tedesca) che tengono i fili e gli equilibri del mondo dell’arte mondiale. Insomma: noi abbiamo detto la nostra, ora tocca a voi. 41 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 BiennaleArte Marco Lodola tra i grandi artisti alla Fondazione Mazzoleni Sabato 2 maggio 2015 è stata inaugurata da Vittorio Sgarbi la prima edizione di “Sculture nel parco”, una mostra internazionale con 23 opere magnifiche selezionate accuratamente da Mario Mazzoleni, presidente della omonima Fondazione. In concomitanza oè stato aperto il nuovo spazio espositivo della Fondazione Mazzoleni all’interno del lussuoso JW Marriot Resort & Spa di Venezia sull’isola di Sacca Sessola (isola delle Rose) dove trovano spazio le opere di grandi artisti come Warhol e Dalì, affiancati dalle creazioni degli artisti contemporanei selezionati dalla Fondazione. La mostra, in concomitanza con la Biennale d’arte di Venezia, giunta alla sua 56° edizione, resterà aperta e visibile al pubblico tutti i giorni fino al 19 Ottobre 2015. Tra i 25 artisti selezionati per il progetto “ Sculture nel Parco”, Simona Ragazzi, Raffaele Sammarco, Grazia Simeone. Tra i 60 artisti contemporanei presenti nella nuova Galleria della Fondazione: Ali Hassun, Paul Kostaby, Massimo Lomi, Ciro Palumbo, Simona Ragazzi, Francesco Verdi. Tra gli artisti internazionale presenti con le loro opere sia alla mostra inaugurale sia tra quelli che inaugureranno la nuova Galleria della Fondazione, abbiamo scelto Marco Lodola, che è presente in questi giorni anche a Expo 2015 nella mostra “Il Tesoro d’Italia” nel padiglione Eataly. Per l’occasione, abbiamo deciso di riproporre la recensione che gli dedicò Vittorio Sgarbi nel 2004 sulla rivista Controluce. “Se dovessi indicare la prima cosa positiva pensando a Marco Lodola, direi che non si tratta di un artista “nuovo”, o almeno totalmente nuovo. Non ritengo affatto che il nuovo sia un valore positivo in arte. Lo è sicuramente per il mercato, il vero, grande dominatore dell’arte contemporanea, secondo una legge del marketing moderno che è valida per i dipinti come per le automobili: bisogna offrire prodotti sempre rinnovati per stimolare le vendite, promuoverli come tali, creare bisogni indotti negli acquirenti. Quando i mercati e i loro fedeli alleati (i critici, i collezionisti) hanno scoperto, intorno alla metà del secolo scorso, che l’Avanguardia si accorda perfettamente al principio della merce nuova, l’arte è diventata moda. Una metamorfosi che ha quasi capovolto il senso stesso dell’arte così come era stato inteso fino all’Ottocento, quando si creava non per fare qualcosa di nuovo, ma di eterno. Assurdamente, il culto del nuovo artistico ha finito per trasformare il passato quasi in un nemico da combattere; solo di recente, quando ci si è accorti che anche il passato poteva essere a vantaggio di un nuovo sempre più richiesto, è tornato a essere preso in considerazione. Ci ritroviamo cosi a guardare tanta arte contemporanea degli anni precedenti. Con Lodola certi pericoli dovrebbero essere scongiurati, proprio per il suo essere “non nuovo”. Dietro le sue sagome di plexiglas, dietro le sue luci al neon, dietro le sue campiture cromatiche, c’è una precisa storia dell’arte che è stata conosciuta, meditata criticamente, rielaborata: il Futurismo, il colorismo ritmico della Delaunay, la Pop Art, per dire solo di ciò che sembrerebbe più evidente. Un certo modo di ridurre la figura a sagoma, contorno, minimo denominatore grafico, era stato tipico del modo con cui la Pop Art ha sviluppato gli spunti provenienti dalla figurazione pubblicitaria (si pensi, più ancora che a Warhol e a Lichtenstein, ad Allen Jones. Tom Wesselmann, James Rosenquist). Il neon aveva avuto in ambiti per la verità distanti da Lodola, il minimalismo di Dan Flavin e il concettualismo di Mario Merz, il suo impiego artistico più rilevante. Ma in fondo, a ben vedere, anche Lodola possiede una sua cifra non certo concettuale, ma almeno minimalista, un minimalismo della figura che è comunque esente dagli intellettualismi o dagli slanci mistici di Flavin e compagni. In quanto al colore, alla sua organizzazione in stesure distinte, planari e uniformi, vivacissime, il riferimento immediato è al Futurismo non tanto dei maestri fondatori, quanto di chi con il linguaggio dei maestri è diventato il grande compositore nei mobili, nei tessuti, in tutto ciò che poteva essere decorazione: Fortunato Depero; un aggancio, quello con Depero, capace di associare Lodola a un altro artista contemporaneo che ha avvertito analoghi stimoli, Ugo Nespolo, anche se, 42 Le opere luminose di Marco Lodola sono esposte in musei e spazi all’aperto in varie città mondiali, proprio come aveva predetto Sgarbi un decennio fa. Sono state sul palco dell’Ariston durante la performance di Gianluca Grignani e sul palco di X Factor 2014. A destra: i nuovi occhiali con il suo caratteristico dècor, indossati da Marco Lodola. ARENA E’ presente anche nella mostra di Sgarbi a Expo 2015 MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 BiennaleArte in seguito, con un percorso formale piuttosto diverso dal suo. Lodola “non nuovo”, quindi, perché saggio rispetto al passato, sul solco di esperienze storiche che, seppure ancora attuali, sono già patrimonio acquisito, tradizione. Ma va anche ammesso che il suo modo di essere “non nuovo” possiede un’originalità indubbia, al punto da non poterlo definire né un neo-futurista, come avrebbe voluto da giovane, né un “post-pop”, né con qualunque altra definizione che lo identifichi come un continuatore di qualcosa che era stata inventata prima di lui. Lodola è soprattutto Lodola, prima di ogni altra considerazione.Cosi è stato sentito, cosi è stato subito apprezzato, così il suo essere “non nuovo” è finito per diventare una novità rispetto al nuovo non vero, il nuovo per il nuovo che piace tanto ai mercati, a certi critici e a loro soltanto. Non a caso gli esordi di Lodola sono avvenuti sulla scia di esperienze come i “Nuovi Nuovi” di Renato Barilli, che cosi nuovi in fondo non erano. Come in molta dell’arte dei “Nuovi Nuovi”, Lodola ha recuperato il piacere di un’arte che non stabilisce più differenze con l’applicazione (la maggior parte delle sue opere sono potenziali oggetti d’arredamento), perché l’arte - come pensavano Depero, Delaunay, Léger - serve a decorare e reinventare il mondo dell’uomo, a entrare concretamente nel suo quotidiano. Lodola ha recuperato, o forse trovato per proprio conto il piacere di un citazionismo quasi involontario, non ostentato, senza nessun interesse ad apparire colto e superbo, in questo così diverso dal post-moderno alla Mendini al quale pure potrebbe assomigliare. Lodola pensa solo a far vedere, a illustrare, è quello il suo compito, sia che collabori con gli scrittori o con le grandi industrie, con i musicisti pop o con i pubblicitari. E quello che ci fa vedere più di frequente sono i miti dell’inconscio collettivo nell’era mass-mediatica, la musica, il cinema, senza idealizzarli, ma anzi trattandoli in modo divertito e divertente, basta che il tutto si dia sempre come un gioco. Alla fine quello che conta è il piacere dell’effetto, l’immediatezza della comunicazione, il gusto di un’immagine, di uno stile, di un oggetto, subito riconoscibili nelle loro componenti fondamentali, come una sigla, un’icona, un “logo”, senza altre inutili complicazioni. Sigle, icone, loghi che giungono ad abitare nell’inconscio e a convivere con quegli stessi miti dai quali provenivano, confondendosi con essi in un continuo meccanismo di specchi riflettenti. Galleggiare, stare in superficie senza essere superficiali, ecco il grande azzardo dell’arte di Lodola; perché il piacere è qualcosa di rapido e di evanescente, esiste solo se non si va a scavare nelle nostre complicazioni, nelle nostre intricate psicologie, nelle nostre eterne insoddisfazioni. È questa anche la “popolarità” di Lodola, vocazione anti-intellettualistica a rivolgersi allo stesso pubblico a cui si rivolge il cinema, la televisione, la pubblicità, la musica delle rockstar, ad adeguare i tempi e i modi dell’arte a quelli della vita contemporanea. Le opere di Lodola si potrebbero vedere muovendosi in un’automobile lungo un tratto urbano, fuori dai finestrini, oppure lungo il percorso di una metropolitana: c’è da stare certi che qualcosa di loro rimarrebbe certamente nei nostri occhi e nella nostra mente. Di quanti altri artisti si potrebbe dire altrettanto? 43 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Junior Zone TUTTI AL CAMP Per la pagella, fate basta coi soliti regali: meglio un viaggio-studio A destra, le vele della scuola Horca Miseria. A fianco e in alto il college Ardmore e il campo da calcio e rugby A 44 gli adolescenti per la Cresima o la fine della scuola di solito regalano orologi di plastica, buoni per acquisti online, macchine fotografiche digitali. Invece che sugli oggetti, bisogna indirizzare i vari benefattori (amici, parenti, ecc.) sui corsi e sui camp: di inglese, di informatica, di danza, di pittura, di archeologia, di qualsiasi disciplina sportiva, ce ne sono dal calcio al basket, dal tennis alla scherma. Io quest’anno ho indirizzato i miei benefattori su due progetti molto interessanti, un camp d’inglese e uno di vela. Quello di inglese io vado a farlo proprio in queste settimane in Inghilterra, vicino al Castello di Windsor, a Ardmore. In questa summer school, imparare e divertirsi sono concetti inseparabili. Ci sono tre ore di grammatica al mattino, ma al pomeriggio si praticano vari sport di gruppo dal calcio al rugby, oppure si fa il giornalino del college. Nel week end si visitano Londra e i castelli più vicini. Arrivano ragazzi da tutto il mondo, dunque si parla inglese dalla mattina alla sera. Ragazzi e ragazze dormono in padiglioni separati, ma si trovano fino a tarda sera in uno spazio comune dove non ci sono i pc, si fa conversazione. Dopo questa bella esperienza, spero di poter fare un corso di vela per principianti. Tra le varie proposte che ho incontrato su internet, mi ha colpito molto l’offerte di Horca Miseria, una scuola di vela che tiene i corsi per ragazzi tra i 10 e i 14 anni a Base Due, un piccolo borgo marinaro situato in Costa Smeralda. Si pratica una vita molto spartana, da lupi di mare. Base due è composta da quattro case mobili indipendenti con servizi, cucina, soggiorno, camere e una serie di tende-casetta attrezzate che si affacciano su un gazebo gigante, sotto la cui ombra si mangia, si parla e si sta insieme. C’è un camino per le grigliate intorno alle quali si tengono per serate indimenticabili e funge da “faro” per tutto il gruppo degli studenti.. La scuola di Horca Miseria istruisce all’autonomia e ordine,, a gestire la libertà e a godersi il massimo divertimento: stare bene con tutti. I corsi si suddividono in quattro attività distinte, in modo da poter accontentare tutti, dai meno esperti ai più bravi. I ragazzi trovano tante barche e tanti istruttori pronti a soddisfare tutte le esigenze e a incrementare tutti i livelli di preparazione: dal principiante assoluto al derivista d’acciaio, dallo skipper d’altura all’ozioso da crociera, dal timido grinder alle prime armi al più scatenato dei prodieri al trapezio. I principianti assoluti imparano in una settimana acondurre una piccola barca a vela in piena sicurezza ed autonomia. Galeazzo Melzi d’Eril IL TELEFONO? E’ UN TELECOMANDO Non tutti sanno che si può usare il telefono cellulare come telecomendo. Sono varie le vie per poter comandare la TV con lo smartphone, una di queste è disporre di una televisione con Wi-Fi, il che però potrebbe essere scomodo per via dell’eccessivo consumo della batteria. La via più semplice, che viene adottata da molti produttori come LG, è quella di implementare gli infrarossi che si trovano nei telecomandi comuni all’interno degli Smartphone. in modo che possano dialogare con tutti i telefoni android che dispongono di infrarossi. Con meno di 10€ è possibile acquistare un adattatore IR compatto, di piccole dimensioni e portatile per poter comandare tv, aria condizionata, set-top box / satellite, ventilatore, reflex, proiettore, IPTV, DVD / VCD / AV e molto altro anche se non dispongano di wi-fi. GMDE ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Eco Green iRISORSA SOLE N egli ultimi dieci anni le fonti rinnovabili hanno contribuito a cambiare il sistema energetico italiano. Oggi gli impianti sono presenti in tutti gli 8.047 Comuni italiani, con una progressione costante: erano 6.993 nel 2009, 3.190 nel 2007, 356 nel 2005 e con risultati sempre più importanti di copertura dei fabbisogni elettrici e termici locali. Complessivamente in Italia nel 2014 le rinnovabili hanno contribuito a soddisfare il 38,2% dei consumi elettrici complessivi (nel 2005 si era al 15,4) e il 16% dei consumi energetici finali (quando nel 2005 eravamo al 5,3%). Oggi l’Italia è il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici (ad Aprile 2015 oltre l’11%!). A impressionare sono da un lato i numeri della produzione da fonti rinnovabili passata in tre anni da 84,8 a 118 TWh, e dall’altro quelli di distribuzione degli impianti da fonti rinnovabili: circa 800mila, tra elettrici e termici, distribuiti nel territorio e nelle città, sempre più spesso integrati con smart grid e sistemi di accumulo o in autoproduzione, che oggi sono la frontiera dell’innovazione energetica nel mondo. Attraverso il contributo di questi impianti, e il calo dei consumi energetici, l’Italia ha ridotto le importazioni dall’estero di fonti fossili, la produzione dagli impianti più inquinanti e dannosi per il Clima (nel termoelettrico -34,2% dal 2005) e si è ridotto anche il costo dell’energia elettrica. Ad analizzare la mappatura delle rinnovabili in Italia e la loro crescita costante sul territorio è il rapporto Comuni Rinnovabili 2015 di Legambiente, giunto alla sua decima edizione, realizzato con il contributo del Gruppo Asja e in collaborazione con il GSE.“Questi risultati dimostrano quanto oggi uno scenario energetico incentrato su fonti rinnovabili e efficienza energetica sia già realtà e nell’interesse di un Paese come l’Italia. - ha commentato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente. Ora occorre aprire una seconda fase di questa rivoluzione energetica dal basso che possa cogliere tutte le opportunità legate alla riduzione dei costi delle tecnologie. Se infatti nel corso del 2014 sono aumentate le installazioni per tutte le fonti, i ritmi di crescita sono purtroppo molto inferiori rispetto al passato: per il fotovoltaico negli ultimi due anni sono stati installati 1.864MW contro i 13.194 del biennio 2011-2012, nell’eolico sono stati installati 170MW nel 2014 contro una media di 770 degli anni passati, stessi dati per il mini idroelettrico e le altre fonti. Le ragioni di questa situazione sono due, la prima riguarda l’assenza di procedure chiare per l’approvazione dei progetti che blocca gli impianti eolici (per quelli offshore ancora nessun impianto è stato realizzato a fronte di 15 progetti presentati), solari termodinamici, da biomasse, mini idroelettrici, geotermici. La seconda ragione Rapporto Legambiente: l’Italia è il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici complessivi sta nella totale incertezza in cui il settore si trova a seguito di interventi normativi che in questi anni hanno introdotto tagli agli incentivi, barriere e tasse senza al contempo dare alcuna prospettiva chiara per il futuro. “Gli operatori nazionali ed esteri - commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili e di Asja Ambiente Italia - chiedono, per continuare a investire nel nostro Paese, regole chiare, certe, stabili nel tempo e che, soprattutto, siano coerenti con un preciso disegno di politica energetica di lungo periodo. All’incertezza si aggiungono, inoltre, gravi e numerosi ritardi nell’emanazione di decreti e regolamenti attuativi che rendono, di fatto, le norme approvate inapplicabili. Il premio “Comuni Rinnovabili 2015” è andato a Campo Tures, una realtà altoatesina che è riuscita a portare avanti una lungimirante politica di interventi che ha permesso di arrivare a soddisfare l’intero fabbisogno energetico del territorio grazie a un mix di 7 tecnologie da fonti rinnovabili elettriche e termiche e alla gestione locale dell’intera filiera energetica (sia la rete elettrica che quella di teleriscaldamento sono di proprietà comunale). Nel Comune, di circa 5.200 abitanti, una cooperativa energetica con 1.500 soci tra cui lo stesso Comune, serve le circa 2.000 utenze, sia per la parte elettrica che per quella termica, con un risparmio medio del 30% rispetto ai prezzi di mercato. L’obiettivo ora è diventare un Comune a emissioni zero. Alessandro Buffone, ingegnere ambientale 45 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Fashion&Co SAPORE DI SALE Fuga a due sulle spiagge: Sardegna, Formentera, Eolie. Nei primi giorni di giugno, quando sono semivuote.. L Qui sopra: la classica in tela e gomma firmata Helly Hansen Sotto: le stupefacenti pochette marine, griffate Mary Frances 46 e spiagge delle riviere e delle isole Mediterranee sono assolutamente da preferire nel mese di giugno, quando sono ancora poco popolate. Non ci sono code per raggiungere Formentera o Sibari, non si devono prenotare la sdraio o il lettino, la capanna o la tienda. I bagnini sono ancora di ottimo umore e si trovano in affitto tutti i tipi di imbarcazione e simili, dal windsurf al gozzo a remi al gommone a motore. Appena spiegato il telo da bagno, un’occhiata in giro, per vedere se tutte hanno acquistato i costumi di moda per il 2015. Le tendenze sono poche ma decise: il costume intero sceglie la geometria grande, da tribù africana con predominio di bianco e nero, giallo, arancio e geranio . Vince anche il millerighe sottili con tinte tutte giocate fra i colori del mare fra gli scogli e quelli delle pietre dure da divinità sudamericane: verde, rosa, azzurro, giallo, arancio. La grande novità 2015, per l’intero o per bikini è il decolletè schermato in tutto o in parte, da un velo o da un pizzo, da una griglia o da un tulle. Purchè si veda e non si veda. Lo schermo si aggancia al collo per conto suo, diventa una collana. Passando al bikini, si sottolinea la presenza di slip molto severi e castigati per molte griffes, ma ci sono alcuni marchi che hanno già pronta l’alternativa, la mu tanda mare vintage, altissima, che si spinge fino all’ombelico, un modello indossato da tutte le storiche maggiorate del nostro cinema, da Sophia Loren a Gina Lollobrigida a Claudia Cardinale. Il nuovo due pezzi, se a grandi fiori da divano, si accompagna con uno scenografico caftano lungo fino ai piedi, aperto davanti, di chiffon o organza, vivace per colori e per fantasia. Oppure con un abito d’ispirazione Anni Settanta, con geometrie declinate in arancio e giallo, da indiani pellerossa con oblò sui fianchi. Per chi non vuole coprirsi troppo, gonne e prendisole terminano spesso con reggiseni a incrocio. Le amanti dell’animalier, si devono aggiornare. Quest’anno il maculato non si porta da solo, ma con intarsi in tessuto a fondo bianco e geometrie multicolori. Il nuovo bikini anche qui si porta con un caftano aperto o chiuso e lo si accompagna rigorosamente con quelle collane in stile Masai che tutte quante hanno da parte in un cassetto. Se piacciono i pendant, l’ideale è uscire con geometrie identiche per il costume e il telo da mare. Qualcuno osa il vestitino corto traforato, ad imitazione della paglia di Vienna. Ma in verità sembra molto più godibile, anche per chi la indossa, una tuta pantalone leggerissima e multicolore, anche con il fondo sorvegliato da un elastico leggero. Per il dopospiaggia i must have dell’estate 2015 sono una ventina: innanzitutto qualcosa di Gingham, così si ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Fashion&Co Il floreale del bermuda per la spiaggia è grande e sgargiante chiama il quadrettino vichy reso celebre da Brigitte Bardot. I colori giusti sono azzurro, nero e beige. Poi qualcosa di verde militare: i pantaloni di lino ampio da rivoltare alla caviglia, il camouflage rivisitato da portare con sandali bassi oro e una t-shirt semplice o con colletto polo. Il floreale dei bermuda è grande, ispirato alle stampe da foulard o da tappezzeria, colori top: beige, azzurro, nero, turchese e blu. Total stripes: le righe, orizzontali, coloratissime e brillanti (potendosele permettere però) sono di gran moda anche al maschile. Il pantalone è ampissimo o a zampa d’elefante. La borsa è in stile Hobo oppure equestre, piccola, in cuoio naturale e possibilmente griffatissima. Lo stile hippie direttamente dal Grand Canyon, con pantaloni a zampa, frange e camicioni ricamati non è per tutte. Per togliersi la voglia, tubino in camoscio, in suede o anche in alcantara. Colori: terra bruciata, arancio, giallo daino. A chi piace, in denim rivisitato che diventa abito da sera se abbinato al tulle o all’organza. Oppure diventa tuta, camicione maxi per andare in spiaggia. Lo chemisier in alternativa si porta bianco in lino candido, ampissimo. E con grandi occhiali tondi rigorosamente arancio e un enorme cappello di paglia. TRASPARENZE PER LA SERA Floreali, delicate, botticelliane. Non abbiate paura di osare qualcosa che riveli braccia e anche tutte le gambe, mentre il resto è nascosto sotto quintali di pizzo, di ricami, di paillettes e di ruches. I colori giusti per un abito trasparente sono quelli pastello, rosa, giallo, azzurro, floreali e molto delicati. Ma di sera, nei posti giusti, si può osare anche il tulle nero lungo fino ai piedi con altissimi bordi colorati, applicazioni molto sgargianti in fantasie jungla o alla Frida Khalo. In alto: costume da bagno maschile e scarpa comoda da barca Helly Hansen. Qui sopra, le trasparenze di Valentino per la sera. 47 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Passeggia con Leonardo Vintage LEONARDO SEGRETO Le ultime, sensazionali scoperte sul Genio di Vinci, diffuse al Convegno Internazionale organizzato dal prof. Pietro Marani al Politecnico di Milano 46 48 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Passeggia con Leonardo I l nostro evento nazionale “Passeggia con Leonardo” con tappe in 10 città non poteva non iniziare con una ‘preparazione atletica’ adeguata. Nel nostro caso è stato cruciale il seguire lo straordinario Convegno Internazionale “Leonardo da Vinci: Metodi e Tecniche per la Costruzione della Conoscenza” organizzato dal prof. Pietro Marani al Politecnico di Milano, al quale sono intervenuti i più importanti studiosi internazionali su Leonardo. Promosso dall’Ateneo milanese e da Raccolta Vinciana, ha offerto un ricchisismo ventaglio di aggiornamenti sulle opere di Leonardo, alcuni veramente stupefacenti. Per iniziare, un saluto del Rettore del Politecnico Giovanni Azzone e un ricordo del grande lavoro di Antonietta Gallone Galassi, fra che ha condotto le prime indagini diagnostiche sulle opere di Leonardo, i primi esami al micoscopio ottico sul Cenacolo vinciano: ha scoperto che nel blu era stato mescolato del vetro macinato per dare maggiore lucentezza al dipinto. Poi la parola è passata al prof. Martin Kemp, uno dei più importanti studiosi al mondo di Leonardo (professore emerito alla Oxford University). egli ha parlato degli specchi d’acqua nei più famosi dipinti leonardeschi come la Gioconda. Gli ultimi restauri con la rimozione di alcuni strati di vernice protettiva ingiallita, hanno mostrato colori azzurri più brillanti e specchi d’acqua particolari, caratterizzati da una fluidità che Leonardo amava molto. I vortici lo affascinavano, li aveva ripresi anche per ideare complicate acconciature di capelli. Ma quali sono e dove sono questi specchi d’acqua studiati attentamente da Leonardo, per dipingerli con una trasparenza geometrica? Kemp mostra le sponde dell’Adda a Vaprio viste dalla villa Melzi e la grande pianura allunvionale verso tra Arezzo e Perugia dove sorgevano due laghi. Kemp non dichiara che sono questi i luoghi rappresentati nella Monna Lisa, ma sono questi che mostra nelle sue slides, mentre sottolinea gli studi sulla turbolenza dei fluidi, le scale d’acqua. Il corpo della terra pervaso dalle acque nelle famose similitudini leonardesche (egli non usava la metafora) si accosta al corpo umano percorso dalle vene. L’acqua insomma per Leonardo non è solo un fenomeno idrologico: essa aiuta a studiare anche le leggi dell’acustica, delle onde d’urto, della gravità. Frank Ferembach (Università di Amburgo) ha impressionato la platea parlando del Dark Eye di Leonardo, che aveva letto attentamente gli scritti di Aristotele sull’animo umano. Il sesto senso, fornisce un sostituto mentale di ciè che è assente, elabora sia le rappresentazioni che i ricordi. Per i pensatori antichi la fantasia era qualcosa di sospetto. Leonardo sostiene che le immagini profonde, interne, sono figli mentali della nostra mente. Egli dimostra una stupefacente conoscenza del potere immaginifico, si chiede perchè i sogni sono più vivaci delle invenzioni prodotte in uno stato di veglia. Quando Leonardo parla di occhi tenebroso egli si riferisce a un topos religioso, contenuto nel salmo 69 di Isaia (32.2). L’immaginazione per Leonardo è associata all’oscurità, egli decide di conferire massima importanza all’ombra, l’opposto della luce, dell’epifania. Leonardo in tarda età studia l’oscurità che precede tempeste, cataclismi (alluvioni e terremoti che sono spesso presenti in forma di smottamenti nei suoi qua- dri). Quando egli imposta la battaglia di Anghiari, ma anche negli ultimi disegni del 1515 è chiaro il riferimento alla vicinanza dell’oscurità con l’immaginezione letteraria ma anche con la morte, come si recita in molti passaggi della Bibbia:“Il giorno era diventato scuro come la notte”. L’intervento di Carmen Bambach (Metropolitan Museum of Arts) è stato sorprendente. La studiosa americana ha lavorato sulla figura di Leonardo come essa emerge dagli scritti del ‘600, per esempio di Benedetto Varchi che parla di Michelangelo e Leonardo nell’orazione funebre scritta per Pier Vettori nel 1464, vale a dire 4 anni prima dell’uscita delle biografie di Vasari. Il Varchi scrive su Leonardo cose diverse dal Vasari perchè la sua fonte è Paolo Giovio che era molto amico di Pier Vettori. E il Vettori faceva parte dell’èlite fiorentina, così come suo padre Francesco, che era stato tentato di sostenere il Soderini. Mentre il fratello Paolo aveva seguito fedelmente i Medici. Negli scritti di Varchi si legge che Giuliano de’ Medici era un bon viveur, generoso, geniale. Spendeva sconsideratamente, voleva presso di sè i maggiori pittori e artisti e li pagava In alto, Katia Ferri Melzi d’Eril con il prof. Pietro Marani, docente al Politecnico e curatore della mostra su Leonardo al Palazzo Reale di Milano. In basso, Martin Kemp (Oxford University) 49 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Passeggia con Leonardo Cereali molto bene. Leonardo era uno di questi. Giuliano de’Medici lo trattava da familiare “lo trattava piuttosto da fratello che da compagno”. Nella lista della spesa di Giuliano de’ Medici compaiono frequenti acquisti di cavalli e si legge che Leonardo fosse un grande esperto di trattamento sanitario dei cavalli, di medicina naturale. Tutto ciò coincide con gli studi di Leonardo sui cavalli degli anni 151316. Il Varchi acquisisce tramite Pier Vettori informazioni di prima mano su Giuliano de’ Medici e questo ci permette di confermare la poliedricità di Leonardo. Marzia Faietti (Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi di Firenze) ha parlato della riflessione teorica sul disegno intorno alla metà del Cinquecento e del ritorno alla rappresentazione della natura. Sui primi disegni di Leonardo era forte l’ascendente di Verrocchio. Lo si capisce dal tratteggio incrociato a penna che Leonardo apprende a Firenze, il tratteggio incrociato crea una solidità alle figure che altrimenti apparirebbero animate da un equilibrio precario. Anche Cennino Cennini raccomanda il disegno a penna. Ma nel paesaggio la polarità fra fedeltà e astrazione si fa strada in Leonardo, si preferiscono le pose classiche ma desuete dall’antico. Già Piero del Pollaiolo in una testa della fede si prefigge una resa più allegorica. Leonardo ricorda la lezione di Verrocchio che dice che pe ritrarre bene gli uomini bisogna imparare a ritrarre lo scheletro. E anche quella di Filippino Lippi che esaltava le sue figure umane attraverso il chiaroscuro. Queste tecniche si allontanano però dalla verosimiglianza naturalistica, seguendo Pollaiolo Leonardo egli sarebbe giunto ad una astrazione 52 48 50 Il saluto del Rettore del Politecnico Giovanni Azzone del segno. Invece egli trova una nuova via, un nuovo equilibrio fra astrazione e natura. Bruno Mottin (Centre de Recherche e de la Restauration, Musee du Louvre) ha svelato importanti novità su La Vergine delle Rocce, sottolineando le scoperte sulla pittura leonardesca ottenute grazie alle moderne tecnologie della fotografia digitale, del microscopio elettronico, della reflettografia a infrarossi. E’ certo che i dipinto è stato tratto da un modello trasferito a carboncino, i dettagli di questo si vedono al microscopio nella figura del S.Giovanni Battista. La mano dell’angelo è stata aggiunta tardi, ci sono stati alcuni pentimenti, forse dopo il giudizio di terzi ( i committenti?). La Gioconda è invece stata dipinta senza una base preparatoria, con una grande qualità delle trasparenze. La copia di Madrid della Gioconda attribuita a Caprotti mostra alcune modifiche nel velo. Nel quadro della S. Anna si evidenziano i punti del disegno preparatorio che però è stato variato durante la sua esecuzione. Si vedono linee trasposte e altre integrate o modificate, una rielaborazione della testa, del paesaggio, vari discrepanze riguardano anche il velo, la testa del Bambino, il piede sinistro. La mano è stata completamente spostata. La prima traccia di Leonardo da Vinci, insomma, è un po’ come la sua personalità, un po’ imprevedibile. Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, ha tenuto poi una mirabile lezione sull’Adorazione dei Magi. La pala rivela un’aderenza stretta alla esegesi di S. Agostino, su richiesta dei committenti: il valore di festa, da più parte arrivano anche tutti i popoli pagani. L’apertura del Convegno a cura del prof. Pietro Marani Gli appunti di Leonardo da Vinci con la scrittura rovesciata ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Passeggia con Leonardo Al contrario di Filippino Lippi, Leonardo pone in secondo piano figure di cavalli e cavalieri e una architettura. Il Vasari disse che Leonardo ‘sa dare alle sue figure il moto e il fiato’. A ben guardare si tratta di una architettura in ricostruzione, ci sono i manovali al lavoro: chi porta un’asse, chi un canestro, chi dirige. Perchè Leonardo sceglie proprio il restauro di un edificio rovinoso? Si fa strada la simbologia del figlio di Dio che scende in terra non a distruggere ma a ricostruire. In un foglio conservato agli Uffizi ci sono i disegni preparatori di cavalli e cavalieri. Si sospetta che questa architettura sia qualcosa di più emblematico della villa di Poggio a Caiano progettata da Giuliano da Sangallo. Se cerchiamo il modello calzante, spiega Natali, lo troviamo perfettamente a San Miniato. A quel tempo era la chiesa più importante per i fiorentini. Tutti potevano riconoscere questa allusione vedendo i tre archi. Eavrebbero capito che gli operai stavano ricostruendo un tempio sacro e che la sua presenza avrebbe fatto da contraltare alla battaglia dei cavalieri posta lì a fianco. Per capire bisogna leggere il profeta Isaia:”Renderò splendido il tempio della mia gloria” Nel libro di Isaia si alternano scene di distruzione e di morte a scene di restauro del Tempio. Sono citati anche i cipressi, e nel dipinto di Leonardo ci sono, ci sono anche nell’Annunciazione. Fra i var personaggi ci potrebbe essere anche un autoritratto di Leonardo? Non lo sappiamo. Sappiamo solo che quest’opera è stata interrotta ex abrupto, forse Leonardo è dovuto andare via o forse non pensava di non tornare a completarla. Fra le varie curiosità emerse di recente, anche il profilo di un elefante. Gli studi sugli specchi d’acqua che circondano Monna Lisa Larry Keith (National Gallery) ha parlato del restauro della Vergine delle Rocce. E’ stato piuttosto difficile rimuovere gli strati di vernice protettiva, inoltre nel colore sono presenti olio di semi di lino, olio di noce ma anche amido che ha creato molti problemi. Nel dipinto ci sono punti non coerenti, si evidenziano le mani degli assistenti. Vincent Delieuvin e Elizabeth Ravaud hanno parlato della Belle Ferroniere, il quadre è stato pulito di recente da un diffuso rossore sulla guancia che è stato interpretato erroneamente per anni, derivante da un viraggio delle vernici. Durante il restauro è emerso che sono stati aggiunti i capelli, che è stato aggiunto successivamente il gioiello sulla fronte, che i bordi del quadro sono stati eseguiti da altre mani, che ci sono stati dei pentimenti e delle correzioni, che i lacci di cuoio che decorano la veste sono stati aggiunti successivamente. Che il parapetto che si trova davanti al personaggio non è coerente con un progetto originario che prevedeva forse anche la presenza dell’altro braccio. Che la figura, decentrata, ha assunto la leggera torsione durante la pittura e non la stesura del disegno preparatorio. Dettaglio dei disegni preparatori de La Vergine delle Rocce Il direttore del nostro magazine con il prof. Martin Kemp 25 51 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 SLeonardom- P rime tappe in Lombardia per il nostro eventto nazionale che tocca 10 città italiane. Siamo in partenza per Firenze (6 giugno), Pisa (14 giugno), Bologna (21 giugno) e Roma (27 giugno) dove ci attendono gruppi entusiastici di amici e di soci di Arena Mediastar. Ecco intanto il reportage delle giornate che hanno riscosso il patrocinio di Expo Padiglione Italia, Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Provincia di Pavia, Comuni di Pavia e Vaprio d’Adda., Coni, Associazione Città Ideale di Vigevano, Associazione Città Ideale (Vigevano) Associazione Amici di S. Andrea (Melzo), Associazione I Cavalieri (Pisa) e Associazione culturale Eos (Roma). Tutte le foto e i video sono visibili sulla pagina Facebook “Passeggia con Leonardo”. PASSEGGIA CON LEONARDO A PAVIA/1 Il 9 maggio abbiamo visitato la Certosa delle Grazie, il maestoso monumento voluto dalla Famiglia Sforza, situato alla fine dell’immenso parco (lungo 8 km) che si estendeva verso Milano a partire dal Castello Visconteo di Pavia. Leonardo conosceva bene questo monumento mirabilmente decorato da Bergognone. Siamo partiti da qui per trasmettere a tutti il livello di potenza delle grandi famiglie ducali lombarde, i Visconti e gli Sforza, presso i quali Lorenzo il Magnifico aveva inviato i suoi migliori artisti, tra i quali Leonardo da Vinci, nell’ultimo quarto del XV secolo. L’effigie di Ludovico Sforza e di Beatrice d’Este si trova all’interno della Certosa: solo quella di Beatrice, quando era situata a S. Maria delle Grazie conteneva effettivamente le sue spoglie. Il sarcofago di Ludovico è vuoto, egli è morto lontano da Milano e dal suo feudo, in una oscura prigione. Ma per vent’anni Leonardo lavorò alle sue dipendenze tra Milano, Vigevano e Pavia, come ingegnere ducale, pittore e gran maestro di cerimonie nuziali e straordinarie feste, allietate da spettacoli stupefacenti per le macchine sceniche che Leonardo sapeve inventare ogni giorno, grazie ai suoi studi di meccanica, fisica, astronomia e matematica. A Pavia siamo stati supportati dalla Provincia di Pavia che ci ha concesso la Sala dell’Annunciata per la conferenza inaugurale, dal Comune di Pavia e dall’Università di Pavia che ha aperto eccezionalmente per noi la cripta del monastero di San Felice, che si trova sotto la bellissima chiesa rinascimentale inclusa oggi nel Dipartimento di Scienze Economiche e aziendali. 52 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Vintage Leonardo Passeggia con Leonardo Le prime tappe lombarde del nostro tour a Pavia, Vigevano, Milano, Melzo/Vaprio d’Adda. 53 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Leonardo Alla Certosa delle Grazie, l’effigie di Ludovico e Beatrice Il ricco archivio del monastero è conservato oggi nella Biblioteca Bonetta. La nostra passeggiata con Leonardo a Pavia è proseguita sabato 9 maggio con la visita alla bella mostra “Le carte dei cibi” organizzata presso la Biblioteca Universitaria di Pavia, facente capo direttamente al Ministero dei Beni culturali. Oltre alle cinquecentine e ai manoscritti dedicati alle erbe e alle coltivazioni locali (non dimentichiamo che è stato Galeazzo Maria Sforza ad avviare qui la coltivazione del riso, nelle cascine tra Pavia e Vigevano) ci sono stati mostrate alcune preziose edizioni della prima metà del Cinquecento della Summa di Luca da Borgo, vale a dire Luca Pacioli, il francescano amicissimo di Leonardo da Vinci, per il quale il genio fiorentino ha disegnato alcune illustrazioni con mirabili effetti di ombre. Cereali PASSEGGIA CON LEONARDO A PAVIA/2 La seconda giornata della tappa pavese, il 10 maggio ha preso il via dalla libreria Clu di Pavia che ha esposto una ricca selezione di opere dedicate a Leonardo da Vinci uscite in occasione della grande mostra milanese su Leonardo e qualche pezzo raro prestato da illustri collezionisti. Siamo poi transitati nei cortili rinascimentali dell’Università degli Studi di Pavia per localizzare il suo nucleo originario: al tempo di Leonardo si chiamava Studium, era stato aperto nel Palazzo di Azzone Visconti che era stato donato agli studiosi da Ludovico il Moro. Nel cortile delle Statue, si ammirano bellisismi bassorilievi medioevali e rinascimentali del periodo Visconteo e Sforzesco. Abbiamo proseguito poi verso la Piazza Leonardo da Vinci, dove 54 9 maggio: accoglienza del gruppo alla Certosa di Pavia - come ci ha spiegato durante la conferenza inaugurale Fiammetta Trallo (specialista in ginecologia a Bologna e penna illustre sulle pagine salute di Quotidiano Nazionale e di varie riviste mediche) il genio fiorentino incontrava il famoso medico e anatomista Marco della Torre, poichè qui c’era l’Ospedale, oggi occupato dall’Aula del ‘400. Sulla Piazza, all’ombra delle altissime torri che già allora sorvegliavano la città (erano circa 400 fra torri e case torri) si staglia ancor oggi il Palazzo Del Maino, sede amministrativa dell’Ateneo, che al tempo era la dimora della potente famiglia di omonimi giuristi. Giasone del Maino era l’esponente più importante ed era uno degli autori della perorazione di Ludovico il Moro presso l’Imperatore perchè, morto il rampollo di cui egli era tutore, potesse venir proclamato Duca di Milano. Dopo una deliziosa colazione rinascimentale ideata appositamente per noi dal ristorante Bottigella, che prende il nome di un cortigiano di quel tempo, abbiamo visitato la prospieciente Chiesa del Carmine, un grande monumento voluto dai Visconti mentre era in costruzione il Castello Visconteo, che si staglia con le sue torri e le sue bellissime bifore a poca distanza. Nel Castello Visconteo si dice che Leonardo abbia operato come consulente per qualche opera nel cortile centrale, ma finora non sono stati trovati documenti in proposito. Si ha solo notizia del pagamento della sua consulenza, insieme a quella dell’architetto Francesco Di Giorgio Martini, per i lavori del Duomo, che si trova anch’esso a 5 minuti di cammino, oltre la Piazza Petrarca dove Leonardo, come All’interno si conserva l’effigie di Ludovico e Beatrice 10 maggio, ore 9: la partenza tel tour a Pavia dalla libreria Clu ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Leonardo Pavia: dal Castello all’Università, il Regisole e il Duomo ci ha spiegato alla conferenza inaugurale Marco Galandra studioso di storia pavese e autore di un fortunatissimo saggio sulla Battaglia di Pavia. Entrando nel Duomo, per ritrovare l’intervento originario di Bramante e le consulenze di Leonardo bisogna guardare l’abside e i primi anelli della cupola, poichè tutto il resto è stato poi costruito successivamente. Durante questi studi pavesi Leonardo ha disegnato la statua del Regisole, che si trova nella Piazza del Duomo ancora oggi (ma è una copia) e ha soggiornato all’osteria del Saracino, che si trovava nella attuale Piazza della Vittoria, sul lato opposto rispetto a quello occupato dal Broletto. Oltre all’osteria, Leonardo qui ha frequentato forse anche qualcuno dei frequentatissimi bordelli cittadini. Ce n’era uno di fronte alla Chiesa di San Teodoro, ci ha spiegato la nostra guida Luisella Cerri. Ma ce n’era anche un’altro più lontano, vicino al Parco della Vernavola. Tra le altre conoscenze che Leonardo frequentava in città, sicuramente i Cardano, matematici, astronomi, grandi studiosi anch’essi collegati al Pacioli. La nostra “Passeggiata con Leonardo” si è conclusa in Piazza Petrarca, con la conferenza inaugurale del tour, aperta dalla Vicepresidente della Provincia di Pavia Milena d’Imperio, dall’Assessore provinciale allo Sport Francesco Brendolise e da altri importanti ospiti come l’architetto milanese Empio Malara, autore di numerosi restauri, studi e saggi sui Navigli milanesi e sulle conche, per le quali Leonardo lavorò assiduamente nell’ultimo decennio del Quattrocento. Il light designer Marco Pollice ha poi mo- In Piazza della Vittoria c’era la locanda dove dormì Leonardo strato il lavoro compiuto da lui stesso e dalla sua famiglia di graper l’illuminazione del Duomo di Milano, del Cenacolo Vinciano e per l’ambientazione della mostra su Leonardo tenutasi alcuni anni fa al Palazzo Grassi di Venezia. Poi ha preso la parola Marco Galandra, che ha ripercorso gli anni della peromanenza di Leonardo a Pavia con dovizia di dettagli storici. L’ing. Luca Fraschini ha parlato invece dei Navigli pavesi e della progettazione dei canali irrigui ad opera del Genio fiorentino, spiegandone l’esatto funzionamento e sottolineando l’attualità di alcune soluzioni ancora in funzione nei canali che servono i terreni agricoli. Gran finale con la premiazione della gara di disegno per bambini “Passeggia con Leonardo” e l’esposizione di gioielli con nodi vinciani appositamente creato per l’evento da Sonia Avanzi . Sui misteriosi nodi vinciani ha parlato l’architetto Diletta Evangelisti, che ha rievocato la vicenda del misterioso assassinio di Galeazzo Maria Sforza, ucciso nel giorno di Santo Stefano per mano di alcuni nobili congiurati. Giorgia Pertosa La nostra conferenza inaugurale alla sala dell’Annunciata Il palazzo di Azzone Visconti dove insegnava Luca Pacioli 25 55 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Leonardo PASSEGGIA CON LEONARDO, VIGEVANO 17 maggio La terza tappa del tour si è tenuta a Vigevano il 17 maggio con inizio dall’Ecomuseo della Roggia Mora, un possedimento che Ludovico il Moro utilizzava per incontrare la sua amante Cecilia Gallerani quando era con la corte a Vigevano. Si dice che egli abbia sistemato questi canali e creato una ‘scala d’acqua’ nella vicina tenuta detta ‘La Sforzesca’ e che proprio in queste stanze abbia dipinto la “Dama con l’Ermellino”. Nel Mulino di Mora Bassa la nostra guida Claudia Bellone ci ha mostrato il funzionamento di varie macchine leonardesche, ricostruite fedelmente dai soci dell’Associazione Città Ideale. Poi ci siamo trasferiti nel centro città, sulla bellissima Piazza Ducale, per comprendere le sistemazioni volute da Ludovico il Moro ad opera di Bramante. Forse la mano di Leonardo, che considerava questa la città ideale per vivere, potrebbe essere stata impiegata per scegliere le decorazioni murali della piazza (che era stupefacente, ricca di oro e di azzurro) . E forse potrebbe aver anche collaborato al progetto delle stalle dove il Moro faceva allevare bellissimi cavalli che donò al nipote Gian Galeazzo Maria prima di progettarne l’avvelenamento. C’è un disegno di Leonardo di queste stalle per le quali progettà una sistemazione migliore dal punto di vista del foraggiamento e dell’igiene. Non si sa nulla di suoi interventi nel Castello, forse fu coinvolto in qualche opera per la sistemazione dell’appartamento della Duchessa che aveva un bellissimo giardino pensile, le cui tracce si possono ammirare fuori dal Castello, dalla grande porta a Nord. Noi abbiamo percorso il maestoso cortile interno, abbiamo ammirato la colombaia e la decorazione ricchissima delle finestre, la Sala dell’Affresco. Abbiamo poi imboccato l’imponente Strada Coperta e abbiamo percorso la Strada Sotterranea, immaginando il clangore delle armi e il tumultuoso passaggio di cortei a cavalli su questa terra battuta. La giornata si è conclusa con una visita al Museo della Calzatura, per vedere la famosa ‘Pantofola di Beatrice’, ritrovata incredibilmente durante un recente restauro. E con un lunch tipico lomellino a base di risotto. Niccolò Carcano 56 PASSEGGIA CON LEONARDO, MILANO 30 maggio La tappa milanese del nostro evento è stata molto intensa, ma ci ha permesso di vivere straordinarie emozioni. Siamo partiti dallo studio di illuminotecnica del light designer Marco Pollice che ci ha raccontato le ultime novità in fatto di restauro dei dipinti vinciani e ci ha parlato del concetto di ‘Dark eye’, occhio tenebroso nella tecnica pittorica di Leonardo. L’architetto Diletta Evangelisti ci ha Vintage parlato dell’attività di Leonardo alla corte dello Sforza e in particolare del complesso decoro che occupa il soffitto della Sala delle Asse. Ci sia mo poi diretti verso la Basilica di S. Maria delle Grazie, per ammirare il lavoro di Bramante, nell’abside, nelle cappelle del Transetto e nella cupola. Con un fortunato tentativo, abbiamo trovato i biglietti per visitare il Cenacolo vinciano al nostro ritorno, a fine pomeriggio. Abbiamo prenotato anche i biglietti per visitare la Casa degli Atellani e la vigna di Leonardo, che di recente è stata aperta al pubblico. Sono visitabili due stanze al piano terra, Leonardo sicuramente dipingeva qui, con la bellissima luce radente che abbiamo potuto cogliere nella nostra visita pomeridiana, in attesa di metterci in coda per il Cenacolo. Alle ore 12 in Piazza del Duomo abbiamo raggiunto l’ing. Benigno Moerlin Visconti che ci aspettava davanti alla Galleria Vittorio Emanuele. Egli ha lavorato per oltre 40 anni alla Veneranda Fabbrica del Duomo, occupandosi di restauro delle guglie e della statuaria. Dunque ci ha spiegato esattamente cosa era in piedi del Duomo al tempo di Leonardo e come egli sia ancora iscritto nei libri contabili per un debito che ha nei confronti della Fabbrica. Il progetto che presentò per migliorare l’assetto del tiburio, lo ritirò dopo averlo consegnato e aver ricevuto il pagamento. Ma poi non lo restituì affatto con le modifiche che aveva in mente... Sul lato sinistro del Duomo c’è la Corte Vecchia dove Leonardo lavorava, nello studio messogli a disposizione da Ludovico il Moro per conpletare, fra le altre cose, un mastodontico cavallo. E’ proprio là in quelle stanze che Leonardo è tornato da circa un mese con una buona parte delle sue opere, per la magnifica mostra “Leonardo 1452-1519”. Una parte del nostro gruppo di passeggiatori ha preso i biglietti per visitarlo nel pomeriggio. Altri invece sono andati al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, dove hanno potuto ammirare una parte della grande col- ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Leonardo lezione di macchine leonardesche. Altri infine hanno scelto, per l’itinerario del pomeriggio, la visita alla Pinacoteca Ambrosiana dove sono esposte molte opere di artisti contemporanei di Leonardo. Del genio di Vinci sono esposte invece numerose pagine del Codice Atlantico (una parte sono attualmente alla mostra a Palazzo Reale insieme al dipinto “Ritratto di musico”. Io ho scelto il gruppo che ha visitato il Castello Sforzesco, che al tempo si chiamava Castello di Porta Giovia, con i suoi bellissimi ambienti dai soffitti decorati con gli stemmi e i simboli di Galeazzo Maria, nei quali sono esposte decine di opere di statuaria, arazzi, armi, bassorilievi. Abbiamo ammirato il monumento funebre di Gaston de Foix di Bambaia e il nuovo allestimento per la Pietà Rondanini di Michelangelo che era uno dei più acerrimi concorrenti di Leonardo. Ma il momento cloù è stato la visita alla Sala delle Asse che al tempo di Ludovico il Moro si chiamava Camera dei Moroni (come emerso da un recente ritrovamento). Gli esperti di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze spiegano in un filmato che la Sala, per anni rivestita di legno, viene ora riportata alla sua conformazione originale, con 16 alberi dipinti lungo le pareti da Leonardo stesso e suoi allievi. Una parete era occupata da un camino di cui è stata ritrovata la canna fumaria. La decorazione procedeva dall’alto, dove si ammira il bellissimo gioco di intrecci e nodi tra fronde e cordoni dorati e prosegiuva negli angoli dove sono stati scoperti piccoli paesaggi. I rami si diradavano verso il fusto, che procedeva poi diritto verso il pavimento, senza raggiungerlo. Gli allberi dipinti si incuneavano con le loro radici tra i mattoni e le pietre della parete. Insomma, questo ambiente sta acquisendo una fisionomia completamente diversa da quella che gli aveva conferito Luca Beltrami alla fine dell’Ottocento. Dopo un’occhiata alla mostra sulla collezione dei libri del Trivulzio e una passeggiata nei grandi cortili del Castello Sforzesco, ammirando le parti meno ricostruite in tempi recenti, ci siamo ancora divisi. Alcuni hanno visitato i camminamenti segreti che portavano rapidamente alla Rocchetta in caso di pericolo. E alcuni si sono avventurati tra i passaggi, fermandosi davanti all’ingresso di quello che, non solo per sentito dire, è un lunghisismo cammi- namento segreto che parte dal Castello Sforzesco e arriva alla Basilica delle Grazie. Dopo un’altra sosta in piazza Cairoli, siamo tornati sui nostri passi verso il Cenacolo e la Vigna di Leonardo. Nella casa degli Atellani sono soprattutto la prima stanza e il giardino interno ad affascinare il visitatore. Nell’ingresso sono visibili ancora le decorazioni rinasciemntali, mentre negli altri ambienti della casa le pareti hanno subito rimaneggiamenti e modifiche significative. Nella stanza che si affaccia sulla vigna, lo sguardo va subito al soffitto, dove troneggiano i volti degli Sforza, dipinti a colori vivaci. Il salotto con il camino decorato da un grande stemma colpisce soprattutto per le opere d’arte che contiene e per la spettacolare boiserie che ricopre le pareti, anche se successiva all’epoca di Leonardo. Il giardino, circondato da palazzi, grattacieli e abitazioni moderne, è un fazzoletto verde in un mare di tetti, visto dall’alto. Si può immaginarlo completamente coltivato a vigna, con Leonardo e i suoi discepoli che lo percorrono per osservare dal vivo le corolle di qualche fiore. Attualmente la vigna è stata ricostruita solo nella parte finale, a titolo simbolico. Ma vi è stata piantata la malvasia di Candia, quella che, esaminando i filamenti presenti nel terreno, era la varietà preferita da Leonardo. Per gli amanti del vino, la caffetteria della Vigna di Leonardo, offre la possibilità di degustare e acquistare una selezione di vere eccellenze in fatto di vino italiano. Dunque l’aperitivo, prima di concedersi la magica visita al Cenacolo, è quasi obbligatorio. L’ingresso al Cenacolo è come sempre preceduto da un’attesa trepidante, come in un aeroporto o nel foyer di un teatro quando si aspetta di entrare per una prima. Il sistema di illuminazione e climatizzazione del Refettorio è studiato per non danneggiare il dipinto, che però appare smpre più fragile e il volto di qualche personaggio ormai non si vede quasi più. L’effetto complessivo, anche se lo si va a visitare più volte è sempre molto emozionante e non è un caso che i visitatori restino quasi in silenzio per tutta la durata della visita, consci di stare ammirando qualcosa di unico al mondo. Pochi si volgono a guardare la pur mirabile Crocefissione del Montorfano, che, come disse il priore delle Grazie in una lettera al Moro era preciso e puntuale e non aveva disturbato per così tanto tempo la serenità dei pasti dei francescaani: che in quella stanza chiedevano solo di poter mangiare. 57 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.2 1/2015 Hi - Tech Melzo: l’oscuro mistero di S. Andrea La chiesa di S. Andrea a Melzo con i suoi misteriosi affreschi. Foto ricordo con l’’Associazione Amici di S. Andrea. 58 PASSEGGIA CON LEONARDO A MELZO E VAPRIO D’ADDA 31 MAGGIO 2015 l nostro evento “Passeggia con Leonardo” inizia a Melzo, nella chiesa di S. Andrea dove si trovano importanti affreschi sulla storia degli Sforza. La chiesa di Sant’Andrea a Melzo risale al XI o XII secolo. Contiene affreschi attribuibili alla scuola di Leonardo da Vinci. Nasce come oratorio e cappella privata, ci spiega il board dell’Associazione Amici di S. Andrea che ci accoglie per la visita. La fondazione avviene ad opera di cittadini melzesi con diritto di Jus et patronatus e nomina dei canonici sin dal XIII secolo.Ha una pianta rettangolare, con navata, muri di pietra e originario stile gotico-lombardo che si trasforma in barocco nel Settecento. Gli affreschi sono della fine del Quattrocento. Durante i lavori di restauro iniziati nel 1980 è stato rinvenuto un teschio, all’interno dell’abside, sotto l’altare. Si ritiene che appartenga ai resti di Galeazzo Maria Sforza duca di Milano e che sia stata la sua amante Lucia Marliani, che gli diede due figli, a farlo tumulare qui in gran segreto, dopo la frettolosa sepoltura del Duca fra due colonne del Duomo di Milano.Nella chiesa, secondo gli Amici di Sant’Andrea, Bernardo Zenale realizzò con Bernardino Butinone il trittico dell’Immacolata Concezione con gli offerenti a destra santa Caterina d’Alessandria, a sinistra san Girolamo. I committenti che l’associazione melzese ha identificato dalla loro simbologia sarebbero Caterina Sforza Riario figlia di Galeazzo Maria Sforza, e il marito Girolamo Riario. La chiesa è costellata di segni e simboli sforzeschi. La loro presenza rievocherebbe la congiura contro Galeazzo Maria Sforza del 1476, riproposta nella cappella Grifi e realizzata da Zenale e Butinone nella chiesa di San Pietro in Gessate. Ma su questa attribuzione gli studiosi non concordano.Secondo un ricerca recente, al contrario, gli affreschi dell’abside risalgono parte al 1524 (per opera di Nicola Mangone detto il Moietta) parte al 1573-74 per opera di Ottavio Semino. È stato il professor Giovanni Agosti in un suo libro sul Mantegna il primo studioso ad attribuire l’affresco all’arte del Moietta. Il professor Giulio Bora, esperto della pittura del Cinquecento lombardo, insieme agli storici dell’arte Federico Cavalieri e Stefano Bruzzese, confermano queste attribuzioni. Dunque il mistero di S. Andrea continua. La nostra passeggiata prosesgue poi a Vaprio d’Adda, uno dei luoghi più amati dal Maestro di Vinci che vi ha soggiornato più volte, ospite della famiglia Melzi dal 1506 in poi e forse anche prima, durante la cacciata dello Sforza. Abbiamo visitato la Casa del Custode delle Acque, la stazione di posta fluviale che fu creata alla metà del Rinascimento. Oggi ospita una grande installazione multimediale e un progetto sperimentale del Politecnico di Milano che permette di osservare come si creano vortici e mulinelli nell’Adda. Nella villa Melzi, tuttora appartenente alla famiglia, sono stati conservati da Francesco Melzi tutti i taccuini di Leonardo, oggi conosciuti come Codici. Per tutta la sua vita egli li custodì gelosamente e si dedicò a stendere il Trattato della Pittura secondo il volere di Leonardo, che egli aveva seguito come archivista e allievo di pittura per alcuni anni. Suo figlio Orazio ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.2 1/2015 Sport & Co RITORNO A VAPRIO I misteri degli Sforza a Melzo. L’ansa dell’Adda che si scorge ne “La Gioconda” purtroppo non apprezzò questo importante lascito e i successivi eredi dispersero la preziosa eredità di Leonardo. Sul luogo erano presenti fabbriche militari difensive sul confine tra Ducato di Milano e Repubblica di Venezia, collocate in corrispondenza del traghetto che consentiva l’attraversamento del fiume, con conseguente passaggio di merci e viaggiatori.Giovanni Melzi, conte palatino, acquistò il terreno insieme ad una estesa tenuta irrigua circostante e fece costruire nel 1482 una residenza nobiliare, affacciata, sopra tre terrazzature, sul fiume Adda, dandole una configurazione più di tipo politico-strategico che come centro amministrativo fondiario. Il nucleo originario della Torre de’ Vaveri era costituito da un piano terra e un primo piano con una loggia decorata con un affresco della Madonna col Bambino. Non si sa se in quest’opera, visibile da chi si recava al traghetto, sia intervenuta la mano di Leonardo. L’influenza dei suoi insegnamenti tuttavia è indubbia. Nella villa Gerolamo Melzi, pronipote di Giovanni, ospitò tra il 1511 e il 1513 Leonardo da Vinci, che vi realizzò dei disegni oggi conservati presso la Biblioteca Ambrosiana e a Windsor relativi alla proposta di un grandioso restauro dell’edificio, non eseguito, in cui prevale l’aspetto scenico in chiave di maturo classicismo. La villa durante tutto il Cinquecento conservava disegni e macchine di Leonardo da Vinci lasciate a Giovanni Francesco, il figlio di Gerolamo il quale, seguendo il progetto di Leonardo da Vinci, avrebbe compilato a Vaprio d’Adda il Trattato della pittura o Libro di pittura. Alla fine del Cinquecento la villa Melzi raggiunse la sua forma definitiva. Si apprezza il classicismo austero con richiami all’architettura romana, con le facciate rinserrate tra il bugnato angolare e il chiaroscuro dei mensoloni di gronda. Tra le sue mura passarono importanti personalità, che attraversavano l’Adda per entrare nello stato milanese: nel 1598 Margherita d’Austria, promessa sposa al re Filippo III di Spagna; nel 1708 Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, in viaggio per le nozze con l’imperatore Carlo VI d’Asburgo. Nel 1716 venne accolto il governatore della Lombardia Karl di Löwenstein.Sullo scorcio del Settecento la villa fu anche residenza di villeggiatura di Ercole III d’Este e di sua figlia Maria Beatrice d’Este.La villa è stata rappresentata nelle vedute di Vaprio d’Adda di Gaspar van Wittel e di Bernardo Bellotto: la riviera del fiume rappresentò il luogo di villeggiature e “delizia” del Ducato di Milano nel Settecento e Ottocento. srch. Diletta Evangelisti La Villa Melzi di Vaprio d’Adda. Il fiume e il Naviglio della Martesana che scorre in parallelo. In basso, i disegni dell’Adda di Leonardo da Vinci e la riva di Canonica, come si presenta ancora oggi, mostrati da Martin Kemp nella sua relazione, a proposito del paesaggio della Gioconda. 59 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Leonardo Gioielli in argento, corallo perle bianche e nere con nodi vinciani creati per il nostro evento “Passeggia con Leonardo” da Sonia Avanzi 60 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.1 n.712/2014 6/2015 Fashion I restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze al lavoro nella Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano. Sono già restaurati i fusti dei 16 gelsi con le loro fronde. Lo stato dei lavori è visibile per alcuni mesi durante l’Expo grazie a una spettacolare presentazione vista durante la nostra tappa milanese di “Passeggia con Leonardo”. Si ringraziano per le immagini le Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco, Milano. Copyright Comune di Milano, tutti i diritti riservati. 61 50 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Salute & Co L a verità si trae dall’osservazione dei fenomeni e dall’osservazione diretta della natura.” Leonardo da Vinci non conosceva il latino ma voleva praticare rigorosamente la scienza. All’inizio è stato un po’ escluso dai dotti dell’epoca, ma poi qualcuno come il famoso chirurgo Marco Della Torre ha voluto assolutamente lavorare al suo fianco e qualcun altro come il Papa Leone X gli ha dato il permesso di sezionare i cadaveri, nei confini del suo Stato. Gli studi scientifici di Leonardo, accompagnati da mirabili disegni oggi conservati al Castello di Windsor sono straordinari. Il suo studio del corpo umano ha dato un impulso fortissimo ai ricercatori suoi contemporanei e a tutti gli studiosi di anatomia che, nei secoli successivi al Rinascimento, lo hanno scoperto e valorizzato. Ecco alcune delle sue efficaci innovazioni. Leonardo ha introdotto un originale metodo di studio dei muscoli usato anche dai più moderni anatomisti. La sostituzione figurativa dei muscoli degli arti con fili di rame ricotto inseriti nei punti dello scheletro corrispondenti alle rispettive inserzioni muscolari. Tale metodo gli permise la precisazione della finalità funzionale, il sinergismo e l’antagonismo dei muscoli. E lo studioVintage dei punti in cui i vasi sanguigni e i nervi penetrano nel muscolo e si fissano allo scheletro. Il genio di Vinci esaminò con attenzione i muscoli della faccia, delle labbra, della bocca e annotò la distinzione tra movimenti volontari e involontari. In particolare nell’esaminare la muscolatura del viso è riuscito a stabilire un nesso tra i movimenti dei muscoli e l’espressione del volto. Dal suo studio della fisiognomica nasce l’espressione enigmatica della Gioconda. Passando al cuore, Leonardo studiò le quattro camere cardiache con la tecnica dei “calchi in cera”. LA NUOVA 62 Un brano dell’intervento tenuto alla conferenza inaugurale di “Passeggia con Leonardo”alla Sala dell’Annunciata della Provincia di Pavia ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Salute & Co Leonardo era affascinato dal cranio: lo studiò a lungo per ricercare l’anima Descrisse il cuore come una spessa struttura muscolare, servita da arterie e vene come tutti gli altri muscoli, aggiungendo che si trattava di un muscolo involontario che non cessava mai di contrarsi. Fece descrizioni dettagliate delle valvole cardiache e del loro funzionamento, delle cavità cardiache con la distinzione dei ventricoli dagli atri e dalle arterie coronarie La scoperta della circolazione del sangue nasce dall’osservazione che la contrazione degli atri coincide con la diastole. ventricolare.Viceversa la sistole dei ventricoli avviene contemporaneamente alla dilatazione degli atri. Per analizzare l’attività cardiaca. Leonardo si servì di esperimenti di vivisezione grazie ai quali studiò indirettamente i movimenti del cuore, assistendo all’uccisione dei maiali mediante la trafissione del cuore. “Il core è un vaso fatto di denso muscolo, vivificato e nutrito dall’arteria e vena, come son gli altri muscoli”, “le coronarie nascono da due usciuoli esteriori del ventricolo sinistro”, “instrumento mirabile, intenzionato dal Sommo Maestro”, “è potentissimo sopra gli altri muscoli” e “si muove da sé e non si ferma, se non eternamente”. Leonardo è riuscito anche a studiare l’anatomia fetale e capire quali sono le principali strutture che si formano nell’arco una gravidanza. Nei fogli 18 e 19 consrvati alla Biblioteca Reale al Castello di Windsor, egli nota che “il putto dentro la matrice” (il feto nell’utero) ha tre panniculi che lo circondano, “il primo se domanda animus” (è l’amnios, le membrane, il sacco amniotico nel quale risiede il feto) il secondo è l’ allancoidea (l’allantoide) il terzo è la secondina. Egli descrive i cotiledoni, ancora oggi si chiamano così “e tutte se congiungono en lo ombelico”: il cordone ombelicale è composto da vasi sanguigni, che portano nutrimento al bambino e convogliano l’anidride carbonica verso i polmoni della madre. Leonardo intuisce che il feto immerso nel liquido amniotico non respira: “Se alitasse annegherebbe” perchè ingoierebbe il liquido. “Ma l’alitare non gli è necessario” : egli intuisce perfettamente dunque anche l’aspetto circolatorio nello scambio tra madre e bambino. Il Vinci è poi affascinato dal cranio: lo seziona, lo misura, vorrebbe localizzare l’anima. Nei suoi disegni del cranio e del cervello Leonardo disegna sempre accuratissime, sezioni. Egli cerca sempre di ricostruire le figure in più piani e nelle forme tridimensionali. In questi disegni di crani e cervelli sono fortemente inovativi, egli pensa allo sfogliamento di una cipolla per rendere comprensibile le sue osservazioni e infatti ne disegna una di fianco a una straordinaria raffigurazione di cranio e cervello in sequenza. Con ciò inventa la tecnica definita di immagine esplosa, utilizzata ancor oggi dagli anatomisti per mostrare come un organo sia contenuto in un altro. Una curiosità: nello studio della testa egli riuscì ad individuare il seno paranasale, che dovrebbe chiamarsi ‘antro di Leonardo’. Tuttavia i suoi quaderni, quando un altro studioso si dedicò a questo studio, non erano ancora conosciuti, dunque si lasciò il merito al secondo. Mi sembra una grave scorrettezza nei confronti di Leonardo non tributargli almeno questo riconoscimento. dott. ssa FiammettaTrallo, specialista in ginecologia NOTOMIA 63 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Protagonisti Energia LA SCOMMESSA PAVIA CALCIO 62 64 Arriva Mr. Zhou. E con lui un sogno: la rinascita sportiva di una città e della sua squadra... ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Ptotagonisti L a riscossa di una città passa anche per lo sport. E questa stagione del Pavia Calcio, chiusa in cima alla classifica, giusto dietro alle squadre migliori che puntavano alla promozione in serie B, dopo nove anni di prestazioni pietose, ha ridato una speranza che pareva perduta a questa comunità, sul fronte calcistico e non solo. Il nome di Pavia ricomincia a circolare nelle pagine sportive dei quotidiani nazionali, sulle radio, tra i mensili e sui siti. A bordo campo si rivedono le telecamere Rai. Nei bar e negli oratori sono comparse le foto della squadra e la curva ha innalzato frasi che rispolverano un classico di Mel Brooks: “Si può fare!”. Sì, si può fare: lo pensiamo anche noi che il calcio non lo seguiamo da vicino, ma la città sì. E siamo orgogliosi di incontrare la squadra biancazzurra che saluterà la città alla vigilia della partenza per la Cina, dove ai primi di luglio riscuoterà il successo che si merita in una applauditissima tourneè che partirà da Shangai, la città dove risiedono i nuovi proprietari della squadra. Già, proprio così. Pe chi non lo sapesse, in casa del Pavia ora si parla cinese: tutto è cambiato il 3 luglio 2014, quando la famiglia Zanchi ha deciso di cedere il club di Lega Pro al terzo straniero pronto al soccer shopping dopo James Pallotta e Erick Thohir. Ovvio, nella centralissima Piazza della Vittoria all’inizio nessuno ci poteva credere. L’ arrivo di Xiaodong Zhu, neo presidente del Pavia Calcio ceduto alla società Agenzia per l’Italia, con sede a Milano, controllata dal fondo Pingj Shanghai Investments, ha suscitato un grande stupore. «Nel calcio tutti i capitali sono utili, non importa se sono targati Italia o se arrivano dall’estero. Se qualcuno vuole investire nel nostro settore, dico investire per modo di dire, ovviamente, va comunque bene. Noi della Lega Pro restiamo la terza serie calcistica italiana» ha dichiarato il presidente della Lega Pro Mario Macalli alla notizia della firma. Non si capisce perchè poi la Lega Pro non abbia steso un contratto con una televisione cinese, per mandare in onda laggiù, anche in differita di un giorno, le partite del Pavia calcio, visto che dalla Cina i nostri siti web si vedono molto male e le partite risultano al rallentatore. Avrebbero potuto produrne altri di capitali, per La corsa del Pavia si ferma a Matera il 17 maggio 2015 davanti a un centinaio di tifosi arrivati sino in Basilicata per sostenere la squadra nella sfida per l’accesso alla serie B. I ragazzi di Vavassori sono stati battuti per 2-1 ai tempi supplementari, rimontati dal Matera di Gaetano Auteri grazie a una doppietta di Pagliarini. I 90 minuti regolamentari erano finiti con i gol nel secondo tempo del pavese Marchi al 102 e il pareggio di Pagliarini al ‘30. Pagliarini ha consegnato il gol della vittoria al 10’ del secondo supplementare. Alle semifiali sono passati Como, Matera, Bassano e Reggiana, con partite di andata domenica 24 maggio e ritorno domenica 31 maggio. 63 65 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Protagonisti In Piazza della Vittoria apre Casa Pavia, per vedere tutti insieme le partite di trasferta poter sostenere tutte le squadre.. Misteri della Lega... Ma torniamo all’A.C. Pavia, diventata il primo club italiano di proprietà cinese, con il 100% delle quote, ottenute da Zhu dopo una lunga trattativa anche con i soci di minoranza, che avevano resistito al passaggio del testimone tra Pierlorenzo Zanchi, detentore del 90,5% dal 2009 e i nuovi investitori. I nuovi azionisti hanno subito puntato a conquistare il cuore della città, ristrutturando le fognature marcite che stavano per far crollare la tribuna centrale. Stanno ora sistemando parte delle tribune popolari e si stanno impegnando per riattivare, dalla prossima stagione, anche i posti della tribuna ‘distinti’. Quest’anno, invece dei soliti 300 spettatori, il Pavia Calcio ha avuto 2000 presenze a partita (chi con l’abbonamento da 135-425 euro, chi con il biglietto-partita da 9 a 20 euro). Ha avuto un pullman pieno di tifosi che lo ha seguito in trasferta: persino in Basilicata, nel momento più difficile del campionato. E molti pavesi hanno tifato dal Cortile del Broletto dove è stato posto uno schermo per consentire la visione delle partite in trasferta più importanti. Quest’anno, invece della rete metal- 66 lica vuota, i calciatori in campo hanno visto i cartelli degli sponsor e i loro loghi sono spuntati anche sul sito. Riso Scotti ha confermato la volontà di occupare il posto d’onore sopra la curva. Ubi Banca ha fatto capolino tra gli sponsor dopo aver seguito la cessione come advisor bancario, poi sono arrivati i contributi di Bozart fashion, Manpower, Rattservice, Garman divise sportive, Sixtus, Fonte Tavina, mobili Suardi e Distretto Vini dell’Oltrepò. Dopo gli sforzi di tutti e soprattutto della squadra, il Presidente cinese ha promesso che non getterà la spugna dopo la prima stagione, poichè il successo era davvero molto vicino. Anzi: farà due nuovi investimenti per rinfoltire la tifoseria decimata dalle ultime sconfitte, dopo oltre 100 anni di storia fatta di alti e bassi, di gioie e di sofferenze. I supporter potranno tornare alla mitica Curva Sud, come da tradizione, perchè i lavori estivi puntano a ridare conforti, sicurezza e dignità agli spalti dello stadio Fortunati. Se le cose andassero per il verso giusto, nel medio lungo termine, essere addirittura abbandonato per quello nuovo, che potrebbe sorgere a poca distanza, nell’ex area Necchi. Bisogna che il progetto dell’impianto di un grande parcheggio e attività commerciali connesse, necessarie per far funzionare il complesso, siano approvati. E su questo l’accordo ancora non c’è. Per finanziarsi, la squadra per ora ci si potrà muovere altrove, in Piazza della Vittoria: sull’angolo ovest, vicino al chiosco del fiorista, sta per aprire Casa Pavia, un Fan Club di proprietà di Pavia Calcio Service con bar, ristorante e ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Protagonisti LA RINASCITA DELLO STADIO PAVESE Lo stadio Pietro Fortunati è l’ unico grande impianto per il calcio di Pavia, sede abituale delle partite interne dell’Associazione Calcio Pavia. E’ dedicato alla memoria di Pietro Fortunati, presidente della squadra di calcio del Pavia tra gli anni trenta e quaranta. Classico esempio di stadio all’inglese, si caratterizza per la vicinanza delle curve e delle tribune al terreno di gioco. Ciò permette agli spettatori di godere di un’ottima visuale. In passato conteneva 6.000 posti a sedere. Lo stadio in seguito alle recenti normative sulla sicurezza degli stadi italiani ha subito una riduzione di capienza la quale ora è di 3999 posti a sedere. A differenza di altri stadi, visto il tasso di pioggia tipico del territoroi pavese, tutte le tribune (comprese le curve) sono coperte. Le curve riservate ai tifosi del Pavia Calcio e della squadra ospite possono contenere, rispettivamente, 1000 e 920 persone. Lo stadio ha ospitato in anni recenti anche partite ufficiali della Nazionale Italiana Under 21 (il 5 settembre 2003 fu giocata ItaliaGalles, terminata 8-1 per gli azzurri), ma appare inadeguato per la Serie B. In occasione di incontri di cartello, con l’arrivo di molti tifosi ospiti, si è riscontrato il rischio di rinvio per motivi d’ordine pubblico, come si è verificato per la partita Pavia-Genoa del Campionato di Serie C1 2005/2006, rinviata di un mese su ordine del prefetto. Il cuore del tifo pavese è stato spostato alla curva nord ma presto sarà possibile il ritorno alla tradizionale curva Sud. 67 ARENA MEDIASTAR MAGAZINE n.7 6/2015 Protagonisti saletta per vedere e rivedere i match che porterà la squadra più vicina al cuore della città e al portafoglio di tifosi vecchi e nuovi. E che fungerà anche da punto di orientamento per i turisti cinesi che volessero recarsi allo stadio a vedere una partita della squadra. In Casa Pavia non mancheranno l’esposizione di cimeli storici, racconteranno la storia della squadra ed emozioneranno i tifosi più longevi. Il Club fu fondato nel 1911, dal Cav. Piero Fortunati con la promozione in serie B. Dopo il fallimento del 1957, festeggiò la rinascita nel campionato 1976-1977 con al timone di Mario Migliorini. Negli Anni Novanta arrivò la crisi, culminò con la retrocessione in eccellenza. Poi la squadra visse ancora un decennio di speranza, fino alla stagione 2008-2009 terminata con la salvezza raggiunta all’ultima di campionato e la permanenza in Lega Pro Seconda Divisione, nonostante gli undici punti di penalizzazione. Ci fu infatti una svista della società, dovuta all’acquisto del calciatore Michele Menicozzo in stato di diffida (era stato ammonito durante l’ultima giornata,ndr.) il quale fu regolarmente convocato e schierato. La svolta del 3 luglio scorso ha portato la proprietà cinese all’acquisto del club per 1 euro e all’accollo di circa 1,7 milioni di debiti. Questo 68 prima ancora di effettuare tutti gli investimenti necessari per avviare il campionato. Negli uffici allo stadio oggi si respira un’altra aria, ci lavorano 50 dipendenti. Della vecchia squadra sono rimasti solo il portiere Davide Facchin e Federico Carraro, riscattato dalla comproprietà con la Fiorentina, Paolo Bracchi, fresca risorsa proveniente dalle giovanili, mentre Federico Sorbo ha giocato per un semestre, poi è stato ceduto al Prato lo scorso gennaio. Anche sul fronte tecnico le cose sono cambiate, l’allenatore Riccardo Maspero è stato esonerato a fine maggio e rimpiazzato da Giovanni Vavassori. Gli altri ad oggi in campo sono tutti nomi nuovi da queste parti, ma noti alle cronache sportive e non solo. Quest’anno si sono fatti conoscere per la loro bravura e qualcuno anche per la particolare avvenenza. Da qui a settembre sono previsti nuovi acquisti pare, ma le bocche sono tutte cucite, prima fra tutti quella del Presidente che pensa veloce e agisce ancora più veloce. Le altre novità di cui si può dar notizia sono la vendita di maglie, cappellini e sciarpe (finalmente), gli spettacoli di intrattenimento durante gli intervalli, gli eventi con la squadra, le serate e le feste. In una città che non vede l’ora che arrivi settembre. Luca Tolentino DOMENICA 27 GIUGNO ROMA con il Patrocinio l’Associazione Culturale senza scopo di lucro ARENA MEDIA STAR organizza: h.9.00 Itinerario 1 Ritrovo in Piazza Pio XII con Carlo Sportelli, storico dell’arte 9.30 Tour fra S.Spirito, San Giovanni de’ Fiorentini e P.zza Navona, con soste presso chiese e palazzi abitati dai potenti nella Roma di Leone X 13.00 Lunch a Campo de’ Fiori 15.30 Itinerario 2 Ritrovo: P.zza Risorgimento con Roberta Bernabei, storica dell’arte 16.00 Tour fra Castel Sant’Angelo, S. Spirito, S. Giovanni dei Fiorentini,Via Giulia, Piazza Farnese, Pantheon. 18.00 Drink a Campo de’ Fiori E’previsto il pagamento delle radiocuffie E’ previsto il pagamento delle guide turistiche autorizzate, Nessun compenso è previsto per Arena Media Star. PASSEGGIA con ROMA 27 GIUGNO 2015 LEONARDO www.facebook.com/pages/Passeggia-con-Leonardo Con il Patrocinio di: www.arenamediastar.com COMUNE DI VAPRIO D’ADDA In collaborazione con: