CAPITOLO 15
Oligopolio
Cosa impareremo in questo capitolo:
Il significato di oligopolio, e perchè si instaura
Perchè gli oligopolisti hanno incentivo ad agire in
modi che riducono il profitto complessivo del settore,
e perchè traggono vantaggio dalla collusione
Come la comprensione dell’oligopolio possa essere
migliorata ricorrendo alla teoria dei giochi, e
soprattutto al dilemma del prigioniero
Come le interazioni ripetute tra oligopolisti possano
indurli a praticare una collusione tacita
Come funzionano nella realtà gli oligopoli dati i
vincoli giuridici imposti dalla normativa antitrust
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La prevalenza dell’ oligopolio
Oltre alla concorrenza perfetta e al monopolio, ci
sono altre due importanti strutture di mercato:
l’oligopolio and la concorrenza monopolistica. Queste
sono forme di concorrenza imperfetta.
La concorrenza imperfetta è una situazione in cui le
imprese competono, ma hanno anche un potere di
mercato che permette loro di influire sul prezzo.
L’oligopolio è il risultato degli stessi fattori che a
volte danno vita al monopolio, ma in forma più
debole. È un settore in cui agisce un numero ridotto
di imprese. Un’impresa che opera in un oligopolio è
detta oligopolista.
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Alcuni settori oligopolistici
L’economia in azione – per avere un quadro più chiaro
della struttura di mercato, si è soliti ricorrere all’
”indice di concentrazione delle prime quattro
imprese” che calcola la % del fatturato del settore
coperta dalle 4 imprese di maggiori dimensioni.
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Capire l’ oligopolio
Esaminiamo le questioni sollevate dall’ oligopolio
nella sua versione più semplice, il duopolio.
Con due sole imprese nel mercato, ciascuna di esse
si rende conto che la decisione di aumentare la
produzione non fa che spingere verso il basso il
prezzo di mercato. Ognuna di esse, come un
monopolista, sa di poter guadagnare un profitto
maggiore riducendo la produzione.
Quindi, quanto produrranno le due imprese?
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Capire l’oligopolio
Una possibilità è che le 2 imprese pratichino la
collusione, accordandosi per mantenere alti i
profitti.
La forma più forte di collusione è il cartello, un
accordo che stabilisce la quantità che ciascuna
impresa può produrre (es.: OPEC).
Un’altra possibilità è che le 2 imprese pratichino un
comportamento non cooperativo, con il singolo
produttore che agisce nel proprio esclusivo interesse,
ignorando gli effetti delle proprie azioni sul profitto
delle imprese concorrenti.
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Capire l’oligopolio
Agendo come se fossero un singolo monopolista, gli
oligopolisti massimizzano il profitto congiunto. Quindi
c’è un incentivo a formare un cartello.
D’altra parte, ciascuna impresa ha incentivo a
infrangere l’accordo e produrre una quantità
maggiore di quella concordata. In conclusione sono
due i possibili risultati (esiti): le imprese cooperano
(collusione) oppure agiscono in maniera non
cooperativa.
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Concorrenza sul prezzo e concorrenza sulla
quantità
Le imprese possono scegliere la quantità da produrre
(es.: mercato della lisina) oppure il prezzo (es.: settore
automobilistico)
Il risultato fondamentale della concorrenza sulla
quantità (modello di Cournot) è che quando le
imprese sono soggette a restrizioni sulla quantità che
possono produrre, è più facile che riescano a evitare di
farsi concorrenza e a “spartirsi” il mercato, praticando
prezzi superiori al costo marginale e realizzando profitti.
È più facile cioè che raggiungano un risultato simile alla
collusione senza stipulare un accordo formale.
Es.: produzione di aeromobili per trasporto passeggeri8
Concorrenza sul prezzo e concorrenza sulla
quantità
La logica dietro la concorrenza sul prezzo (o
modello di Bertrand) è che quando le imprese
producono sostituti perfetti e hanno capacità sufficiente
per soddisfare la domanda quando il prezzo è uguale al
costo marginale, allora ogni impresa sarà indotta a fare
concorrenza ai rivali, tagliando il prezzo fino a quando
questo non raggiunge il costo marginale, cioè il livello
che si affermerebbe in concorrenza perfetta (gli
oligopolisti realizzano profitti nulli).
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Teoria dei giochi
Quando le decisioni di una o più imprese influenzano
significativamente il profitto delle altre, queste imprese sono in
una situazione di interdipendenza.
La teoria dei giochi studia il comportamento in situazioni di
interdipendanza.
Il compenso che riceve un partecipante a un gioco è il suo
payoff; un esempio di payoff è il profitto guadagnato da un
oligopolista
Una matrice di payoff è un diagramma che mostra come il
payoff di ogni giocatore (in un gioco a due) dipenda dalle
decisioni di entrambi i giocatori; tale matrice si usa per
analizzare i comportamenti in situazioni di interdipendenza.
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Due imprese, ADM e
Ajinomoto, devono decidere
quanta lisina produrre. I
profitti delle 2 imprese sono
interdipendenti: il profitto di
ciascuna dipende non solo
dalle proprie decisioni ma
anche da quelle dell’altra
impresa. Ogni riga
rappresenta un azione dell’
ADM, ogni colonna un’azione
dell’Ajinomoto.
Matrice di payoff
Entrambe le imprese si metterebbero nella condizione
migliore se scegliessero il livello di produzione più basso;
ma è nell’interesse della singola impresa scegliere quello
più alto.
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Il dilemma del prigioniero
Gli economisti usano la teoria dei giochi per
studiare il comportamento delle imprese in
situazioni di interdipendenza.
Il gioco può essere rappresentato con una matrice
di payoff.
La situazione in cui ciascuna impresa ha incentivo a
rompere l’accordo, ma entrambe stanno peggio se
lo fanno, è nota come dilemma del prigioniero.
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Dilemma del prigioniero
Gioco basato su due presupposti:
(1) Ogni giocatore ha un incentivo a scegliere
l’azione che lo avvantaggia a discapito dell’altro.
(2) Se entrambi i giocatori agiscono in questo
modo, entrambi si trovano in una condizione
peggiore rispetto a quella generata dalla scelta
alternativa.
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Dilemma del
prigioniero
Sarebbe nell’interesse comune
delle due prigioniere non
collaborare, ma è nell’interesse
individuale di ciascuna farlo.
Le due prigioniere, sono
tenuti in celle separate. La
polizia offre a ciascuna un
accordo: una sentenza
mite se collabora e accusa
la sua complice, mentre
quest’ultima non
collabora; una sentenza
severa se non collabora e
la sua complice decide di
farlo; un piccolo sconto di
pena se collaborano
entrambe.
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Dilemma del prigioniero
Una strategia dominante è l’azione migliore
possibile che un giocatore può intraprendere, a
prescindere dal comportamento dell’avversario.
Non tutti i giochi hanno una strategia dominante,
tutto dipende dalla struttura dei payoff del gioco.
Un equilibrium di Nash, noto anche come
equilibrio non-cooperativo, è il risultato cui si
perviene quando ciascun giocatore sceglie l’azione
che massimizza il proprio pay-off, date le decisioni
degli altri giocatori, non tenendo conto degli effetti di
questa sua decisione sul pay-off degli altri giocatori.
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Superare il dilemma del prigioniero
Interazione ripetuta e collusione implicita
Quando un gioco è giocato ripetutamente, i giocatori possono
intraprendere un comportamento strategico sacrificando i
profitti di breve periodo per influire sulle azioni future degli
altri giocatori.
Strategia occhio per occhio: adottare inizialmente un
comportamento cooperativo, per poi comportarsi esattamente
come si è comportato l’avversario nel periodo precedente.
Nel dilemma del prigioniero ripetuto, tit for tat (occhio per
occhio) è una buona strategia che può portare alla collusione
implicita.
La collusione implicita è la situazione che si verifica quando
le imprese limitano la propria produzione in modo da
accrescere i profitti delle altre imprese, aspettando che le altre
ricambino la cortesia, pur non avendo stipulato un accordo
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vincolante.
Interazione ripetuta e
collusione
La strategia “occhio per
occhio” comporta che il
giocatore abbia inizialmente un
comportamento cooperativo, che
viene mantenuto solo se l’altro
giocatore fa altrettanto,
premiando il comportamento
virtuoso e sanzionando quello
perverso. Se l’altro giocatore
“tradisce”, la strategia “occhio
per occhio” comporta solo una
perdita nel breve periodo,
rispetto alla strategia “tradire
sempre”. Ma se anche l’altro
giocatore adotta la strategia
“occhio per occhio,” si realizza
un guadagno considerevole nel
lungo periodo.
Se l’impresa si aspetta che le altre adottino la strategia “occhio
per occhio”, probabilmente decide di adottare la medesima
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strategia, giungendo a una collusione implicita.
La curva di domanda spezzata
È la curva di domanda che fronteggia un oligopolista
che, a partire da un equilibrio di collusione implicita, è
convinto di perdere una quota sostanziale delle
proprie vendite se riduce la produzione e aumenta il
prezzo, ma di realizzare un aumento contenuto delle
vendite aumentando la produzione e riducendo il
prezzo
Questa curva illustra come, partendo dal livello di
produzione di collusione implicita, la produzione
dell’oligopolista non reagisce a variazioni del costo
marginale entro una certa banda di oscillazione,
quando un produttore ritiene di essere l’unico a
subire una variazione del costo marginale.
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L’oligopolista ritiene che se
aumentasse la produzione e
riducesse il prezzo, le imprese
rivali reagirebbero facendo lo
stesso, consentendogli di
aumentare le vendite in misura
limitata. In conseguenza, a destra
di Q*, la sua curva di domanda ha
una pendenza elevata. Allo stesso
tempo, egli è convinto che, se
diminuisse la produzione e
aumentasse il prezzo, le imprese
concorrenti non farebbero
altrettanto, sottraendogli così una
quota di mercato rilevante. In
conseguenza, a sinistra di Q*, la
sua curva di domanda ha
pendenza moderata. Alla curva di
domanda spezzata corrisponde
una curva di ricavo marginale
interrotta nel segmento XY
La curva di domanda spezzata
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Ascesa e caduta e ascesa dell’ OPEC
Economia in azione
L’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio,
conosciuta come OPEC, è formata dai governi di 11
paesi (Algeria, Indonesia, Iran, Iraq, Kuwait, Libia,
Nigeria, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, e
Venezuela). Altri 2 paesi esportatori di petrolio,
Norvegia e Messico, benchè non siano membri del
cartello si comportano come se lo fossero. (La Russia,
altro importante esportatore di petrolio, non è ancora
entrata a far parte del club.)
Diversamente dalle imprese, a cui spesso le
normative antitrust proibiscono di mettersi d’accordo
per fissare produzione e prezzi, i governi nazionali
possono discutere di tutto ciò che desiderano.
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L’andamento
del prezzo del
petrolio
L’OPEC è un cartello legale, ma ha avuto i suoi alti e bassi. Dal
1974 al 1985 è riuscito a mantenere alto il prezzo mondiale del
petrolio, portandolo a livelli mai raggiunti in precedenza. In
seguito il prezzo del petrolio è crollato, per tornare a crescere
solo nel 1998, quando il cartello è tornato a essere efficiace.
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L’Oligopolio nella prassi
Il contesto giuridico
La politica antitrust è l’insieme dei provvedimenti e delle
iniziative intraprese dal governo e dal legislatore per impedire
alle imprese nei settori oligopolistici di colludere e comportarsi
come monopolisti. Molti però riescono ad arrivare alla
collusione implicita.
Pur essendo così diffusa, comunque, la collusione implicita non
consente quasi mai alle imprese di un settore di spingere il
prezzo fino al livello di monopolio a causa di vari fattori, tra
cui:
Il
numero delle imprese,
Prodotti
Gli
Il
complessi e strategie di prezzo
interessi divergenti
potere negoziale dei compratori
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L’oligopolio nella prassi
Quando la collusione si interrompe, scoppia una
guerra di prezzo.
Per ridurre la concorrenza, gli oligopolisti spesso
praticano la differenziazione del prodotto.
Quando i prodotti sono differenziati, è possibile per
un’industria raggiungere la collusione implicita
tramite la leadership di prezzo.
Gli oligopolisti spesso evitano di farsi concorrenza
sul prezzo, praticando invece una feroce
concorrenza basata su altri fattori.
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