MAGGIO
LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM
5
rivista programma dei cinema
poste italiane spa.
-
spedizione in abbonamento postale
- 70% -
dcb roma
www.primissima.it
n°
Toni Servillo
Il Divo di Cannes
sex and the
city
Speed Racer
gomorra
Sangue pazzo
interviste: Matteo Garrone, Toni Servillo
4
speciale festival di cannes 2008
INTERVISTE
6
il TRENO PER IL DARJEELING
24
Gomorra
8
Iron Man
26
Certamente, forse
28
Fireflies In The Garden
rise - LA SETTA DELLE TENEBRE
30
be kind rewind - l'acchiappafilm
32
il divo
34
Sangue pazzo
10
caccia spietata
Carnera - The Walking Mountain
slipstream
la masai bianca
SOLO UN BACIO... PER FAVORE
12
Notte Brava a Las Vegas
14
Speed Race
16
mongol
18
36
alla scoperta di charlie
Superhero movie
Underdog
Storia di un vero supereroe
In Bruges - La coscienza
dell'assassino
38
charlie bartlett
22
Ultimi della classe
40
sex and the city
22
26
rivista programmma dei cinema • anno 19 n.5 - maggio 2008
Editore
primissima srl
via Lorenzo il Magnifico 50, 00162 Roma
tel. +39 0645437670 • +39 0645437693 • fax +39 0697603680
[email protected]
www.primissima.it
Art direction BRIVIDO & SGANASCIA
RUBRICHE
48
50
54
Dvd del mese
gli altri dvd
anteprimissime
8
Foto di copertina di marco caselli
Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane
Direttore responsabile
Grafici PATRIZIA MORFù [email protected]
piero cinelli
LUCA FODDIS
[email protected]
hanno collaborato a questo numero
Direttore editoriale
Paolo Sivori
Matteo Garrone
Toni Servillo
La notte dei girasoli
Once
THE HITCHER
Tropa de Elite
Che la fine abbia inizio:
l’ultimo giorno di scuola, il
primo incontro con la morte
20
12
42
44
nicoletta gemmi, MARCO SPAGNOLI,
boris sollazzo, pierpaolo festa,
LIVIA SAMBROTTA
30
pubblicità
intermedia
via Giano Parrasio 23 - 00152 Roma
tel +39 06.5899247/4534
fax +39 06.5819897
Calendario a cura di nicoletta gemmi
stampa PFG Grafiche • Ariccia (RM)
distribuzione nazionale CTE
Reg. Trib. Roma n. 73/90 del 1/2/1990
P.Iva/C.F. 05904851002
LA RIVISTA IN ESCLUSIVA
NELLE SALE ASSOCIATE ANEC
PRossimamente
A
nnata eccellente per l’Italia al 61°
Festival di Cannes (14-25 maggio):
tre pellicole in front line: Gomorra di
Garrone e Il Divo di Sorrentino in concorso,
fuori competizione Sangue pazzo di Giordana. Inoltre alla Quinzaine Il Resto della
Notte di Munzi.
Protagonista delle due pellicole in concorso, l’attore feticcio Toni Servillo, colui
che indubbiamente rappresenta meglio di
chiunque altro l’Italia di oggi. Due storie
emblematiche della vita politica e sociale del nostro Paese. Dell’Italia
cinica e gattopardesca, fedele
al potere nei secoli, a qualsiasi prezzo. Ne Il Divo
di Paolo Sorrentino,
per la terza volta in
concorso a Cannes,
Servillo interpreta
uno dei personaggi più autorevoli
e controversi della
scena politica degli
ultimi decenni, il senatore a vita Giulio Andreotti, mentre in Gomorra
di Matteo Garrone interpreta
un affiliato alla camorra. Fuori
concorso, nella sezione Seance
speciale, ci sarà Sangue pazzo
di Marco Tullio Giordana, interpretato da Monica Bellucci e Luca Zingaretti nei ruoli della coppia
Ferida-Valenti, due star del cinema
fascista, fucilate dalla Resistenza.
Alla Quinzaine il nuovo film, dopo
Saimir, di Francesco Munzi: Il Resto
della Notte, interpretato da Sandra
Ceccarelli, Aurélien Recoing, Stefano
Cassetti, una storia ambientata a Torino
in cui convivono diversità, emarginazione e
male di vivere. Sorrentino e Garrone dovran-
no vedersela in concorso con mostri sacri del
livello di Clint Eastwood, Steven Soderbergh,
Charlie Kaufman, oltre a Wim Wenders con
Palermo Shooting con la nostra Giovanna
Mezzogiorno, i fratelli belgi Dardenne con
Le silence de Lorna, i francesi Arnaud Desplechin con Un conte de Noel, Philippe
Garrel (La frontiere de l’ aube), gli argentini Lucrecia Martel (La femme sans tete) e
Pablo Trapero (Leonera); l’israeliano Ari Folman (Waltz with Bashir), il canadese Atom
Egoyan (Adoration) etc. Snella e prestigiosa
la presenza americana in concorso, con tre
(quattro?) pellicole: The Changeling di Eastwood, un noir su un rapimento ambientato
nel 1920; Synechdoche, New York, esordio
alla regia dello sceneggiatore Charlie Kaufman, e la doppia pellicola di circa quattro
ore (che verrà distribuita in due film) The
Argentine & Guerrilla di Steven Soderbergh, un biopic sul mitico personaggio di Che
Guevara, interpretato da Benicio Del Toro.
Massiccia e mainstream invece la presenza
fuori concorso, a cominciare dall’attesissimo
quarto capitolo della saga Indiana Jones e il
Regno del Teschio di Cristallo, che porterà
a Cannes il super cast: Spielberg, Lucas, Ford
etc., il nuovo Woody Allen ‘spagnolo’ (Vicky
Cristina Barcelona), con Scarlet Johansson
e Penelope Cruz, ed il nuovo mega-cartone
3D della Dreamworks Kung Fu Panda. Solo
due titoli asiatici: il cinese 24 City di Jia
Zhangke, e My Magic di Eric Khoo (Singapore), più nutrita la presenza sudamericana:
torna Walter Salles con Linha de passe, un
road movie ambientato nelle periferie di Sao
Paulo, ed inoltre due titoli dall’Argentina: La
Mujer Sin Cabeza di Lucrecia Martel e Leonera di Pablo Trapero. La giuria internazionale, di cui fa parte l’attore-regista Sergio
Castellitto, è presieduta dall’attore-regista
americano Sean Penn.
Servillo alla conqui
Concorso
24 City
(Jia Zhang Ke, Cina)
Adoration
(Atom Egoyan, Canada)
Delta
(Kornel Mundruczo, Ungheria)
Gomorra
(Matteo Garrone, IT)
Il Divo
(Paolo Sorrentino, IT)
La Femme sans tête
(Lucrecia Martel, Argentina)
La Frontière de l’aube
(Louis Garrel, Francia)
Le Che (1ère partie : Argentine)
(Steven Soderbergh, Usa)
Le Silence de Lorna
(Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne, Belgio)
Leonera
(Pablo Trapero, Argentina)
Linha de Passe
(Walter Salles, Daniela Thomas, Brasile)
My Magic
(Eric Khoo, Singapore)
Serbis
(Brillante Mendoza,
Synecdoque
(Charlie Kaufman, Usa)
The Changeling
(Clint Eastwood, Usa)
The Palermo Shooting
(Wim Wenders, Germania)
Un conte de Noël
(Arnaud Desplechin, Francia)
Waltz with Bashir
(Ari Folman, Israele)
Uc maymun
(Nuri Bilge Ceylan, Turchia)
Fuori concorso
C’est dur d’être aimé par des cons
(Daniel Leconte, Francia)
Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo
(Steven Spielberg, Usa)
Kung Fu Panda
(Mark Osborne, John Stevenson, Usa)
Le Bon, la Brute et le Cinglé
(Kim Jee-Woon, Sud Corea)
Les Cendres du temps
(Wong Kar-Wai, Cina)
Maradona
(Emir Kusturica, Serbia)
Of Time and the City
(Terence Davies, UK)
Roman Polanski: Wanted and Desired
(Marina Zenovich, Usa)
Sangue Pazzo
(Marco Tullio Giordana, IT)
Surveillance
(Jennifer Chambers Lynch, Usa)
The Chaser
(Jin-ah Hong, Sud Corea)
Vicky Cristina Barcelona
(Woody Allen, Usa)
What just happened?
(Barry Levinson, Usa)
ista di Cannes
1/2 maggio
il TRENO PER IL DARJEELING
(The Darjeeling Limited, Usa, 2007)
Regia di Wes Anderson
con Owen Wilson, Adrien Brody, Jason
Schwartzman
91’, 20th Century Fox, commedia
Dal regista culto di I Tenenbaum, un’altra psicadelica avventura di tre fratelli in viaggio in
treno in India. Scritto da Anderson a Parigi coi
cugini Roman Coppola e Jason Schwartzman,
il film mescola la follia beatlesiana di Tutti
per uno con un omaggio al maestro indiano
Satyajit Ray, confermando l’eccentricità allegramente dissociata dell’autore. Alla morte del
padre, tre fratelli che non si parlano da tempo,
decidono di partire insieme in un viaggio in
treno attraverso l’India, per ridiventare fratelli,
come una volta. Il loro viaggio spirituale ben
presto deraglia. Lasciandoli in mezzo al deserto
con un mare di bagagli.
BASTA UN NUMERO
PER AVERLI TUTTI
Chiama il 12.44 e trova tutti gli abbonati
dell’elenco telefonico, al prezzo più basso di
tutti*. Ristoranti, alberghi, farmacie di turno, i
film e le sale cinematografiche a partata di
mano, basta una telefonata! Fatti trasferire la
chiamata o richiedi il numero che cerchi sul
tuo telefonino, è gratis. 12.44, non ti stressare.
Viene a visitarci sul nostro sito: www.1244.it
1,44 €
1,00 €
1,44 €
1,44 €
* Prezzi calcolati iva inclusa per la durata di 1 min. di chiamata, escluso scatto alla risposta (36 centesimi) da rete fissa. Fonte AGCom. Il
servizio è attivo da Tim, Vodafone, Wind e telefono fisso. E’ attivo il trasferimento di chiamata e l’invio del numero tramite sms gratuito.
1 maggio
Iron Man inaugura una nuova generazione di supereroi. Uomini che hanno
ricevuto grandi poteri a rischio della loro stessa vita e che hanno scoperto
che la loro salvezza passa solo attraverso la salvezza degli altri. Che oltre
a grandi muscoli devono possedere un grande cuore.
Iron Man
M
iliardario, donnaiolo, alcolista,
l’industriale Tony Stark (Robert
Downey Jr.) è un importante
costruttore d’armi. E’ uno dei principali
fornitori di armi high tech dell’esercito degli
Stati Uniti. Quando un gruppo di terroristi
lo sequestra in Afghanistan, in seguito
allo scoppio di una granata che lo ferisce
gravemente, Stark viene obbligato dai suoi
rapitori a costruire un missile nucleare.
Ma il geniale inventore costruisce invece
una super armatura a prova di proiettile e
capace di volare, con cui riesce a scappare.
Scampato alla morte e tornato finalmente
a casa, comprendendo la potenza di questa
sua invenzione, decide di perfezionarla e
di utilizzarla per difendere gli innocenti,
trasformandosi in Iron Man.
Una trasformazione radicale quella di Stark:
da uomo arrogante, egoista, mercante d’armi
attratto dal lato oscuro, adesso decide di
dedicare la propria vita a combattere il
male. Avrà la sua prima grande occasione
affrontando Iron Monger (Jeff Bridges),
alias Obadiah Stane, un tempo mentore di
Stark e ora suo acerrimo rivale. Al suo fianco
la bella assistente Virginia Potts (Gwyneth
Paltrow) e Jim Rhodes (Terrence Howard),
pezzo grosso dell’esercito e grande amico
del nostro eroe.
Politica e fumetti? Il connubbio, nel caso di
Iron Man - come di moltissimi personaggi
Marvel -, nasce dalla matita di Stan Lee
che, nel 1963, crea questo personaggio,
nato in piena Guerra Fredda e ferocemente
anti-sovietico. Ora sono passati molti anni
e il regista Jon Favreau afferma: “Abbiamo
spostato l’azione dal Vietnam all’Afghanistan
perché il nostro Iron Man è un personaggio
assolutamente contemporaneo. Non potevamo
vincolarlo a un’epoca oramai conclusa”. Ed il
protagonista Robert Downey Jr. precisa:
“Quella di Stan Lee è stata una vera
e propria sfida: creare sullo sfondo
della guerra fredda il personaggio
di un mercante d’armi miliardario,
donnaiolo, inquieto. Noi abbiamo
dato minore importanza al messaggio politico,
senza rinunciare alla metafora consumistica e
di sfruttamento della società in cui viviamo”.
Decisamente innovativa la scelta di Robert
Downey Jr. per il ruolo di Stark/Iron Man. Ma
rientra a pieno titolo nella nuova strategia
della Marvel, che debutta nella produzione
con questo film (186 milioni di dollari
di budget) con l’obiettivo di raccontare i
supereroi in modo diverso, più vicino alla
realtà, adottando uno stile controcorrente
davanti e dietro la macchina da presa.
Grandissimo fan dei fumetti della serie,
Robert Downey Jr. ha messo anima e corpo
nel progetto. Per prepararsi al ruolo, l’attore
ha passato cinque giorni alla settimana ad
allenarsi e praticare arti marziali. Dopo le
riprese ha lavorato per ben otto mesi alla
motion-capture per donare ad Iron Man i
movimenti più realistici possibili.
Iron Man
(Usa, 2008)
Regia di Jon Favreau
con Robert Downey Jr., Terrence Howard,
Gwyneth Paltrow, Jeff Bridges,
125’, Paramount Pictures, Azione
9 maggio
caccia spietata
slipstream
nella mente oscura di H
(Slipstream, Usa, 2007)
Regia di Anthony Hopkins con Anthony
Hopkins, Stella Arroyave, Christian
Slater, John Turturro, Lisa Pepper,
Micheal Clarke Duncan
96’, Delta Pictures, drammatico/fantasy
(Seraphim Falls, Usa, 2006)
Regia di David Von Ancken con Liam
Neeson, Pierce Brosnan, Michael Wincott,
Anjelica Huston
115’, Eagle Pictures, drammatico/
guerra
La guerra civile è ormai giunta alla fine,
ma il Colonnello Morsman Carver (Neeson)
ha un’ultima missione del tutto personale
da compiere: scovare e uccidere Gideon
(Brosnan), a qualsiasi costo. Questa
inesorabile caccia spingerà i due avversari
attraverso le montagne rocciose, sempre
più lontano dalle sicurezze della civiltà e
nei meandri più oscuri della propria anima.
Passato al Festival di Toronto del 2007,
Caccia spietata è un film d’azione e di
tensione psicologica, dialoghi all’osso e
splendidi ambienti naturali, che racconta
un epico inseguimento e una battaglia
all’ultimo sangue.
Carnera - The Walking Mountain
(Italia, 2008)
Regia di Renzo Martinelli con Andrea
Iaia, Anna Valle, F. Murray Abraham,
Antonio Cupo
123’, Medusa, biografico
Il mito di Carnera, primo italiano ad
avere vinto il titolo dei pesi massimi e
soprannominato ‘la montagna che cammina’,
rivive nel film di Martinelli interpretato
dall’atleta Andrea Iaia, due metri e cinque
cm. di altezza. Il film ricostruisce la sua
esaltante carriera, agli albori del pugilato,
a partire dagli inizi a Parigi nel 1928, fino
alla sconfitta del 1934 per mano di Max
Baer, l’avversario che gli strappò il titolo,
ripercorrendo anche la sua vita privata
fino alla sua morte, avvenuta nel 1967 a
Sequals (vicino a Pordenone), il paese dove
era nato.
SOLO UN BACIO...
PER FAVORE
(Un Baiser s’il Vous Plaît, Francia, 2007)
Regia di Emmanuel Mouret con Virginie
Ledoyen, Stefano Accorsi, Emmanuel
Mouret, Julie Gayet, Michael Cohen
97’, Officine Ubu, commedia
Quando Gabriel e Emilie si incontrano, per
puro caso, non immaginano che quello sarà
l’inizio di una lunga storia. Con una serie di
scuse banali Gabriel convince Emilie a passare
la serata insieme e quando le chiede un bacio,
lei lo rifiuta. Per spiegare i motivi del suo
‘no’ Emilie comincia a raccontare la storia dei
suoi amici Nicolas e Judith e di quello che ha
comportato il loro primo, innocente bacio.
Una reazione a catena con conseguenze
imprevedibili. Nessun bacio è innocente. Una
lieve e delicata commedia, molto francese,
sulle conseguenze di un bacio.
Scritto, diretto, prodotto e interpretato
dal Premio Oscar Anthony Hopkins, che lo
ha presentato l’anno scorso al Sundance
come “un piccolo gioco”, molto intrigante,
e sperimentale, per un divo di 69 anni,
aggiungiamo noi. Un racconto surreale e
onirico che oltrepassa i confini tra il reale
e l’immaginario. Felix Bonhoeffer (Hopkins),
è uno sceneggiatore, la cui esistenza si
complica quando i personaggi che lui stesso
ha creato cominciano ad apparire nel suo
mondo reale e ad interagire nella sua stessa
vita. “La vita - ha affermato Hopkins - ha
una dimensione così illusoria e onirica, che
credo che tutto sia un sogno, un sogno
dentro un sogno”.
la masai bianca
(Die weisse Massai, Germania, 2005)
Regia di Hermine Huntgeburth con Nina
Hoss, Jacky Ido, Katja Flint, Antonio
Prester, Janek Rieke
131’, Filmauro, biografico/drammatico
Carola Lehmann è una giovane donna con una
famiglia, una boutique avviata, dei progetti
e un fidanzato. Con lui decide di trascorrere
una vacanza in Kenya. Ma l’incontro con
Lemalian, un guerriero samburu, cambierà
la sua vita per sempre. I due non hanno
nulla in comune, si capiscono a stento.
Eppure, senza esitare, Carola abbandona
tutto e si trasferisce nella savana, per una
esperienza durissima ed entusiasmante,
che durerà quattro anni. Fino a quando le
enormi barriere culturali avranno la meglio,
e la donna deciderà di tornare nella natia
Svizzera con Napirai, la figlia che ha avuto da
Lemalian. Tratto dal romanzo autobiografico
di Corinne Hoffmann, che ha venduto circa
4 milioni di copie.
crediti non contrattuali
$/-%.)#/02/#!##)
02%3%.4!
$!,-!'')/!,#).%-!
9 m a gg i o
Dopo una notte di bagordi un
uomo ed una donna si svegliano
nello stesso letto con la fede al
dito. E con un jack pot di 3 milioni
di dollari. Chi riuscirà a portarsi
a casa il malloppo?
J
oy (Cameron Diaz) e Jack (Ashton Kutcher)
non si conoscono. In comune hanno la
città di provenienza, New York, e l’essere
a Las Vegas per qualche giorno per rilassarsi e
consolarsi, dato che entrambi sono stati scaricati. Lei, dal fidanzato, e lui, economicamente,
dal padre. Entrambi giovani e carini i due fanno
immediatamente amicizia al tavolo da gioco e,
da quel momento, la serata diventa una vera
e propria notte sfrenata. Il mattino seguente i
due si svegliano nella stessa suite e soprattutto
nello stesso letto matrimoniale, ma le sorprese
non sono finite. Quello che li unisce veramente è
una fede al dito, dato che tra i bagordi c’è finito
pure un matrimonio. E se è vero che ‘quello che
succede a Las Vegas resta a Las Vegas’, anche un
matrimonio sbrigativo, potrebbe essere risolto
con un frettoloso divorzio. Se non fosse che, a
complicare le cose, ci si mette una slot machine
che imprevedibilmente regala a Jack un assegno
di 3 milioni di dollari, grazie a Joy che gli ha
prestato la moneta vincente. Tornati a New York,
i due just married si presentano in un’aula di tribunale per ottenere il divorzio e la ripartizione
della vincita, cui nessuno di loro vuole rinunciare.
Ma un giudice implacabile intuisce che dietro al
disprezzo che i due manifestano reciprocamente potrebbe nascondersi qualcosa di diverso. E
li condanna a sei mesi di ‘duro matrimonio’. Poi
si vedrà.
Larger than life, ha detto la sceneggiatrice del
film Dana Fox (che ha scritto anche The Wedding Date), ovvero quando la verità supera
la fantasia. Anche Notte brava a Las Vegas
prende spunto dalla cronaca, visto che i ma-
Notte brava a
trimoni ad alto tasso alcolico a Las Vegas sono
piuttosto frequenti (vedi ad esempio Britney
Spears), per virare su una situazione altrettanto paradossale, alla Guerra dei Roses, dove
i due più o meno involontari sposini cercano
di eliminarsi nei modi più incredibili per non
spartire la favolosa vincita. Il tutto raccontato
in chiave di commedia scoppiettante, e, sotto
sotto, romantica, visto che la bizzarra relazione non può, a norma di tribunale, considerarsi
finita. Riusciranno Joy e Jack a superare le
resistenze personali e la reciproca avversione
e fare quanto è umanamente possibile per far
funzionare una coppia? Una delle sfide più difficili del nostro tempo.
Notte brava a Las Vegas
(What Happens in Vegas..., Usa, 2008)
Regia di Tom Vaughan
con Cameron Diaz, Ashton Kutcher, Lake Bell,
Queen Latifah
100’, 20th Century Fox, commedia romantica
Las Vegas
9 m a gg i o
Dimenticatevi le cupe atmosfere esistenzialiste di Matrix o le
angoscianti metafore politiche di V per Vendetta. Con Speed Racer i
fratelli Wachowski si ispirano all’animazione giapponese tra colori
abbaglianti, corse mozzafiato ed emozioni da montagne russe.
S
peed Racer (Hirsch) è un giovane pilota
di auto. Le corse le ha nel sangue, dato
che tutta la sua famiglia, a cominciare
dal padre Pops (John Goodman), dalla madre
(Susan Sarandon) e dalla fidanzata (Christina
Ricci), si occupano da sempre di corse automobilistiche. Il suo grande rivale è Racer X (Matthew Fox), il pilota mascherato, ma la sua vera
competizione è con la memoria di suo fratello,
il grande campione Rex Racer, la cui morte in
pista gli ha lasciato una leggenda difficile da
dimenticare. L’auto che Speed guida è la Mach 5, potentissima vettura costruita dal padre
e ricca di gadget elettronici attivati da sette
pulsanti posti sul volante. Leale con la propria
famiglia e temerario con i suoi rivali, Speed rifiuta sdegnosamente la ricchissima proposta di
Arnold Royalton (Roger Allam), manager senza
scrupoli delle potentissime Royalton Industries,
che senza mezzi termini gli rivela come le corse
più importanti siano manipolate dai maggiori
gruppi automobilistici, con la complicità dei
piloti. Speed rifiuta di farsi comprare, scatenando le ire di Royalton, che lo minaccia che
da quel momento sarà molto difficile per lui
portare a termine la corsa. Speed non ha altra
scelta, per salvare non solo la sua reputazione
ma anche l'attività di tutta la famiglia, deve
battere Royalton in pista. Un aiuto insperato
gli viene dal suo ex rivale Racer X, e la prossima
gara, determinante per tutti, è proprio quella
nominata ‘Il Crogiolo’, un rally massacrante e
pieno di insidie, ma soprattutto la gara durante
la quale, anni prima, suo fratello perse la vita.
Da sempre cinema mutante, quello dei fratelli Wachowski, cinema d’azione spettacolare, slegato dalle leggi della fisica, condito di
idealismo e di un pizzico di anarchia. Adesso
firmano un live action ispirato all’animazione
giapponese e in particolare a Mach Go Go Go,
popolarissima ed innovativa serie degli anni ‘60
creata da Tatsuo Yoshida e trasmessa in Italia
come Superauto Mach 5. Un film di intrattenimento per famiglie, rivisitato in computer grafica per realizzare un'opera che prima di tutto
vuole essere un’esperienza visiva e sensoriale:
colori saturi, al limite del fosforescente, fanno
da sfondo a questa ambientazione tra il surreale e il fantascientifico. Grazie soprattutto
al lavoro del direttore della fotografia David
Tattersall che ha elaborato i valori cromatici
ispirandosi alla grafica psichedelica degli anni
Sessanta, alla sensibilità pop di Andy Wahrol e
alle suggestioni urbane di Blade Runner. Oltre
agli incredibili effetti visivi curati da John Gaeta, lo stesso della trilogia di Matrix. Gaeta ha
utilizzato gli ultimi ritrovati del ‘green screen’
che permette di integrare attori in carne ed
ossa con ambienti ricreati in computer grafica.
Anche il cast è di prim’ordine: Speed è Emile Hirsh (Into the Wild), i suoi genitori sono
Susan Sarandon e John Goodman, la fidanzata
Trixie è Christina Ricci e il suo ‘nemico’ Racer
X, che diventerà il suo miglior alleato, è Matthew Fox.
Speed Racer
(Usa, 2008)
Regia di Andy Wachowski, Larry Wachowski con
Emile Hirsch, Christina Ricci, Susan Sarandon,
Matthew Fox, John Goodman
Warner Bros., azione
Speed Racer
15
9 maggio
Nominato all’Oscar come migliore produzione straniera
e presentato in concorso alla
Festa del Cinema di Roma, il
film diretto da Sergei Bodrov,
regista russo già nominato
dall’Academy per Il prigioniero del Caucaso, inserisce
in uno spettacolare scenario
epico-storico il ritratto privato di Genghis Khan.
L
a vita di Temudjin, il futuro Genghis
Khan, ci viene raccontata da quando
a nove anni attraversa la steppa
mongola col padre, sovrano di una tribù in
missione di pace, e per la prima volta vede
Borte, l’amata a cui sarà fedele per tutta
la vita. Coppia lungamente separata da
tragiche circostanze - il padre verrà ucciso,
Temudjin finirà schiavo e poi cercherà la
vendetta nei confronti della tribù nemica
dei Merkits, mentre Borte, strappata a forza
da lui, si ritroverà concubina di un mercante
cinese. La coppia si ricongiungerà solo dopo
mille avventure e finalmente il protagonista
sarà eletto Khan, ovvero sovrano, di tutti i
Mongoli.
Sergei Bodrov anziché raccontare la sua
grandezza imperiale preferisce seguire
la vita di Temudjin (nato nel 1162) a
cominciare dalla sua difficile infanzia, fino
alla battaglia che segnerà il suo destino,
proprio per realizzare un ritratto complesso e
veritiero dell’uomo. In particolare mettendo
in evidenza il fondamento su cui poggiava
gran parte della sua forza: il rapporto con la
moglie Borte, grande amore della sua vita
e sua più fidata consigliera. “I russi hanno
vissuto sotto la dominazione mongola per
oltre 200 anni, ha dichiarato Bodrov, nei
nostri testi di storia, Genghis Khan veniva
raffigurato come un mostro. Quei libri erano
il prodotto dei tempi, certo, e le descrizioni
erano decisamente rozze e semplicistiche.
Mongol
Con questo film ho voluto rendere
omaggio ad un grande uomo, non
sempre raccontato correttamente”.
Nei panni del grande condottiero c’è
l’attore giapponese Tadanobu Asano,
già antagonista di Takeshi Kitano
in Zatoichi. Inoltre, il film, è stato
interamente girato nei luoghi che
hanno dato i natali a Khan, fra la
Mongolia e il Kazakistan.
Mongol
(Russia, 2007)
Regia di Sergei Bodrov
con Tadanobu Asano, Khulan Chuluun,
Aliya, Tegen Ao, Bayertsetseg Erdenebat
120’, Bim, storico
17
16 maggio
alla scoperta di
charlie
(King of California, Usa, 2007)
Regia di Mike Cahill con Michael
Douglas, Evan Rachel Wood, Allisyn
Ashley Arm, Greg Davis Jr.
93’, Moviemax, commedia
Michael Douglas e Evan Rachel Wood in
una divertente variazione sul tema della
‘strana coppia’ padre-figlia. Miranda (Wood)
ha 16 anni e deve badare a se stessa.
Abbandonata dalla madre, lasciati gli studi
e con un padre (Douglas) ricoverato in un
ospedale psichiatrico, la ragazza sbarca il
lunario lavorando in un fast food. Fino a
quando il padre, maniaco depressivo, esce
dalla clinica e va a vivere con lei. Da quel
Superhero movie
(Usa, 2008)
Regia di Craig Mazin con Leslie
Nielsen, Drake Bell, Pamela Anderson,
Sara Paxton
85’, Medusa, commedia demenziale
Dopo quelle dei film catastrofici, epici,
sentimentali, non poteva mancare la
parodia dei supereroi. Spider-Man, X-Man, I
Fantastici 4, passati nel tritatutto di Robert
K. Weiss e David Zucker, i due (ir)responsabili
autori di Una pallottola spuntata e Scary
Movie. Il giovane adolescente Rick Riker
dopo essere stato morso da una libellula,
sviluppa dei superpoteri che lo trasformano
in Dragonfly. Il suo acerrimo avversario sarà
il perfido Lou Landers alias The Hourglass,
un miliardario che per diventare immortale
ruba di nascosto la forza alle persone.
Nonostante una tuta molto scomoda,
riuscirà Dragonfly a sconfiggere il nemico e
salvare i nostri destini e soprattutto quello
della bionda vicina di casa?
momento niente sarà più come prima anche
perché l’uomo, appassionato di vecchie
mappe e documenti, è convinto che da
qualche parte, nella zona dove si trovano, sia
sepolto il tesoro dell’esploratore spagnolo
Juan Florismarte Garcés e coinvolge la figlia
in un’assurda caccia al tesoro.
Underdog
Storia di un vero
supereroe
(Underdog, Usa, 2007)
Regia di Frederik Du Chau con Ezra
Buzzington, Peter Dinklage, James
Belushi 84’,
84’, Walt Disney, commedia
Il supereroe canino con il talento per le
rime torna in una nuova versione live-action
di una serie animata della tv Usa degli
anni sessanta. Avrebbe potuto chiamarsi
Superdog, se il nostro supereroe a quattro
zampe, acerrimo nemico dei malvagi, non
avesse scelto l’anonimato. Usato come cavia
da un cattivissimo scienziato, un simpatico
beagle si ritrova dotato di super-poteri: può
parlare, volare ed ha una forza incredibile.
Condividerà il suo segreto con Jack, un
ragazzo che ha scelto come suo padrone, e
dopo essersi vendicato dell’uomo che lo ha
geneticamente modificato, metterà i suoi
superpoteri a disposizione dell’umanità.
16 maggio
In Bruges
La coscienza dell'assassino
La fuga forzata di due assassini irlandesi in Belgio si tinge di commedia nera, raccontando tragicomicamente un
percorso di impossibile redenzione. Quanto vale l’anima di un assassino?
R
ay (Farrell) e Ken (Gleeson) fanno un
mestiere decisamente infame: sono
due assassini su commissione. Ray
ha appena portato a termine, malamente,
il suo primo incarico. Ma oltre al prete che
gli era stato indicato, ha fatto fuori anche
un ragazzino che stava pregando. Ray non
sembra prendersela più di tanto, ma il loro capo Harry (Ralph Fiennes) decide di far
cambiare aria ai due killer, finché le acque
non si calmano. Una vacanza forzata di due
settimane a Bruges, un posto dove a nessuno
verrebbe in mente di andarli a cercare, una
cittadina belga dal fascino medievale, in cui
Ray non vorrebbe passare nemmeno due ore.
Inizialmente scontroso, il rapporto tra i due
si andrà ben presto a delineare quasi come
quello tra padre e figlio… finché Ken non
riceve un ordine molto preciso.
Diretto da Martin McDonagh (Premio Oscar
per il suo cortometraggio Six Shooter nel
2006), tra noir, dark comedy, racconto morale, thriller, il film è deliberatamente un
cocktail di ingredienti. Un B-movie alla Ta-
20
rantino immerso nel nihilismo morale dei
fratelli Coen di Non è un paese per vecchi.
Ma con una vaga speranza di redenzione. La
storia - sempre in bilico tra ironia e tragedia
- di due poveri cristi che si guadagnano da
vivere uccidendo la gente su commissione,
diventa imprevedibilmente una riflessione sul
peccato, sul destino e sull’aldilà.
Bruges è l’altra protagonista del film. Una
città il cui fascino gotico e dark diventa parte centrale della storia e trasmette l’ineluttabilità e la sacralità del destino che di lì a
poco dovrà compiersi.
In Bruges
La coscienza dell’assassino
(UK/Belgio, 2008)
Regia di Martin McDonagh
con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Ralph
Fiennes, Clémence Poésy, Thekla Reuten
107’, Mikado, Noir
16 maggio
ultimi della classe
Scordatevi le Notti prima degli esami, arrivano gli Ultimi della classe, nuove storie di adolescenti firmate da Luca
Biglione. Nel cast Sara Tommasi ex-naufraga dell’Isola dei Famosi e Andrea De Rosa coprotagonista dei film di Brizzi.
M
ichele (Andrea De Rosa), liceale un
po’ imbranato e con la tendenza ad
innamorarsi della ragazza sbagliata,
dopo una catastrofica pagella invernale viene ritirato da scuola. I genitori hanno deciso
che prenderà lezioni private per sostenere gli
esami da privatista a giugno. Ma non tutto il male viene per nuocere perché quando
Michele vede la sua insegnante privata di
italiano e latino (Sara Tommasi) rimarrà piacevolmente sorpreso. E dopo avere scoperto
che l’avvenente professoressa nasconde un
piccolo segreto (in passato ha posato nuda
per un calendario), Michele le propone un
patto: lui si metterà a studiare, ma quando
farà progressi lei si dovrà spogliare e rifare,
per lui, i mesi del calendario. Imprevedibilmente la giovane insegnante, per la quale la
promozione di Michele è una sfida di vitale
importanza, accetta. Non sa però che il vero intento di Michele è riprenderla con una
webcam quando si spoglia e mandarla di nascosto su Internet per fare bella figura agli
occhi degli amici che lo ritengono un perdente. Grazie al patto con la donna, comunque,
Michele, per la prima volta nella sua vita,
22
comincia a studiare. Giovane evidentemente
immaturo, grazie a questo bizzarro rapporto, comincerà a cambiare. Sarà sufficiente a
fargli risolvere i suoi problemi sentimentali e
a fargli conquistare la promozione?
Luca Biglione, alla sua seconda regia, firma una commedia sentimentale giovanile.
“L’idea era quella di affrontare - ha detto
il regista - in modo leggero tematiche come
la scuola, l’insegnamento, Internet, i Blog,
l’amore, il fatto che la realtà spesso è diversa
dall’apparenza (come il protagonista, sfigato
nella vita, eroe nel suo blog). Tutto ciò in un
susseguirsi di vicende nelle quali si ride, senza
mai perdere di vista i sentimenti”.
Ultimi della classe
(Italia, 2007)
Regia di Luca Biglione
con Andrea De Rosa, Sara Tommasi,
Clizia Fornasier, Giulia Elettra Gorietti
90’, 01 Distribution, commedia
16 maggio
GOMORRA
Un film di guerra, come in modo provocatorio lo definisce il regista, che racconta con sconvolgente precisione la
quotidianità, la ‘normalità’ della vita in una zona controllata dalla camorra.
G
omorra è prima di tutto un
libro, scritto da Roberto Saviano
(che è sotto scorta dalla prima
pubblicazione), che racconta il potere della
camorra, la sua affermazione economica e
finanziaria, e la sua potenza militare, la
sua metamorfosi in comitato d’affari. Una
scrittura in prima persona fatta dal luogo
degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche
dei clan, raccogliendo testimonianze e
leggende. La storia parte dalla guerra di
Secondigliano, dall’ascesa del gruppo Di
Lauro al conflitto interno che ha generato
80 morti in poco più di un mese. Una
narrazione-reportage che svela i misteri
del “Sistema” (così gli affiliati parlano
della camorra, termine quest’ultimo che
nessuno più usa), di un’organizzazione che
è riuscita ad inserirsi massicciamente nel
tessuto sociale, sostituendosi spesso alle
istituzioni, e che nel silenzio generale è
diventata potentissima superando persino
Cosa Nostra per numero di affiliati e giro
d’affari.
Dal libro al film
“Un film di guerra ambientato nel 2007 a
150 km da Roma”, così Matteo Garrone
definisce il suo Gomorra tratto dal
bestseller di Saviano. Autore intelligente
e talentuoso, Garrone (Primo amore,
L’Imbalsamatore) non ha rinunciato alla
sua personale chiave di lettura. Se il libro
di Saviano è un viaggio, raccontato in prima
persona nel potere economico e militare
della camorra, Garrone ha scelto invece di
raccontare sei episodi (in un primo tempo
il film doveva intitolarsi Sei brevi storie),
soffermandosi“ con delle pennellate sui
personaggi che il libro racconta”. Piccole
terribili storie come quella di Franco (Toni
Servillo), coinvolto nel giro dei rifiuti
tossici, o Tonino (Salvatore Ruocco) il killer,
cresciuto alle Vele di Scampia. I luoghi sono
il porto di Napoli, Scampia, Castelvolturno e
24
Terzigno. Garrone ha scelto gli attori dopo
centinaia di provini nei teatri della provincia
partenopea, alla ricerca di una genuina
espressività napoletana. “Non aspettatevi
un film di denuncia, ne’ una inchiesta. Non
voglio fare il moralista. Mi sono soffermato
sui personaggi. Studiare questa umanità
è stato l’aspetto che mi ha interessato
maggiormente”. E che vuole essere anche
un autentico affresco della ‘gens’ campana,
complice e vittima di una delle più grandi
tragedie moderne. Un film di cui si parlerà a
lungo, e che potrebbe rilanciare, in un’Italia
sempre più compromessa, una solidarietà
se non una maggiore determinazione a
lottare.
Gomorra
(Italia, 2008)
Regia di Matteo Garrone
con Toni Servillo, Ernesto Mahieux,
Salvatore Ruocco, Gianfelice Imparato
01 Distribution, drammatico
61°Festival di Cannes
16 maggio
Ryan Reynolds è un padre dalla
vita incasinata e nel bel mezzo
di un divorzio. Abigail Breslin è
sua figlia, seriamente intenzionata a sapere tutto sul passato
amoroso dei suoi genitori.
Certamente,
Certamente, forse
(Definitely, Maybe, Usa, 2008)
Regia di Adam Brooks
con Ryan Reynolds, Isla Fisher, Rachel
Weisz, Derek Luke, Elizabeth Banks,
Abigail Breslin
112’, Universal Pictures, commedia
forse
W
ill Hayes (Reynolds), papà poco più che trentenne di Manhattan alle
prese con il divorzio, viene preso alla sprovvista quando sua figlia Maya
(Breslin) comincia a fargli domande sulla sua vita prima del matrimonio.
La storia che Will racconta a Maya, inizia nel 1992 quando era un giovane
aspirante politico pieno di speranza trasferitosi a New York dal Wisconsin per
lavorare alla campagna presidenziale. Ma quello che Maya vuole conoscere non è
la sua vita lavorativa, ma quella sentimentale. Maya vuole sapere tutti i particolari
di come i suoi genitori si sono conosciuti e innamorati. Will le propone un gioco,
dovrà indovinare quale delle tre donne più importanti della sua vita è la donna
che alla fine suo padre ha sposato. Sua madre è forse l’affidabile ragazza della
porta accanto Emily (Banks)? Oppure la sua migliore amica e confidente di lunga
data, l’apolitica April (Fisher)? O invece la disinvolta ma ambiziosa giornalista
Summer (Weisz)? Mentre Maya cerca di mettere insieme i pezzi della misteriosa
storia d’amore di suo padre, comincia anche a capire che l’amore non è facile
né semplice, aiutando il genitore a comprendere che non è mai troppo tardi per
tornare indietro, e, forse, trovare un lieto fine.
Adam Brooks (sceneggiatore di Bridget Jones, French Kiss, Wimbledon) dirige
una commedia agro-dolce e molto romantica sulle conseguenze dell’amore
e trova nei suoi interpreti principali quelli giusti per dare corpo e voce alle
idiosincrasie di due generazioni, una cresciuta senza troppi ideali e un’altra che
cerca invece di ricostruirli. Ma sullo sfondo dell’ambiente della politica,
dove il protagonista lavora e vuole affermarsi, è l’amore il centro
della storia. L’amore di un padre per la propria figlia, forse
l’unica anima gemella che incontrerà nella sua vita, oltre a tre
personaggi femminili che ruotano in flash back intorno alla
sua vita. Sebbene il titolo di questa insolita commedia lascia
la speranza di un possibile lieto fine, Rdeynolds ci ha detto:
“Dico sempre che questo è un giallo romantico”. “Le commedie
romantiche, di solito, sai dove vanno a parare già dalla seconda
pagina. Leggendo questa non avevo idea di cosa sarebbe successo
fino all’ultima”. Per quanto il punto di vista sia quello maschile,
le presenze femminili sono decisamente predominanti, a
cominciare dalle tre donne ‘della vita’: Rachel Weisz,
Elisabeth Banks e Isla Fischer, per finire con la
piccola e formidabile Abigail Breslin, che porta
via la scena a tutti.
27
23 maggio
rise
Fireflies In The Garden
(Usa, 2008)
Regia di Dennis Lee con Julia Roberts,
Willem Dafoe, Emily Watson, Ryan
Reynolds, Carrie-Anne Moss, Hayden
Panettiere
120’, Medusa, drammatico
Un tragico incidente funesta una riunione
familiare in occasione di un anniversario
e fa riemergere i gravi problemi di una
famiglia apparentemente normale ma da
sempre condizionata da una figura paterna
autoritaria ed egocentrica. Esordio alla regia
del giovane e promettente sceneggiatore
texano Dennis Lee, con un cast all star, a
cominciare da Julia Roberts che torna sul
grande schermo col pancione di sei mesi,
nella parte di una donna incinta, accanto a
Willem Dafoe ed Emily Watson.
LA SETTA DELLE TENEBRE
(Rise, Usa, 2007)
Regia di Sebastian Gutierrez con
Lucy Liu, James D’Arcy, Carla Gugino,
Michael Chiklis, Allan Rich
94’, Eagle Pictures, horror
Sadie (Liu) è una giornalista coraggiosa e
ficcanaso. Nel bel mezzo di una inchiesta
sulla cultura gotica si spinge troppo in là
e viene uccisa da Bishop (D’Arcy) e Eve
(Gugino), una coppia di vampiri molto
glamour. Quando si risveglia nella camera
morturia capisce che è diventata anche
lei un vampiro. Armata come una ninja
con corde e balestra, Sadie inizia la sua
tremenda vendetta. B-movie con un solido
cast, apprezzatissimo negli Usa tanto che
De Niro lo ha voluto per il suo Tribeca Film
Festival. Da segnalare un cameo del satanico
Marylin Manson.
Un cast straordinario
DA MAGGIO
in dvd
Un senatore americano, una giornalista tv,
un professore universitario, uno studente
e due giovani militari in Afghanistan.
Quattro vite diverse,
indissolubilmente legate dagli eventi.
LIONS FOR LAMBS © 2007 United Artists Production Finance LLC. All Rights Reserved. Package Design © 2008 Metro-Goldwyn-Mayer Studios Inc. All Rights Reserved. Distributed by Twentieth Century Fox Home Entertainment LLC. TWENTIETH CENTURY FOX, FOX and associated logos
are trademarks of Twentieth Century Fox Film Corporation and its related entities.
TM
TM
23 maggio
Be Kind Rewind
Gli Acchiappafilm
Il talentuoso premio Oscar francese Gondry dirige Jack Black in
un’esilarante, eccentrica presa in giro di Hollywood e dintorni.
J
erry (Jack Black) è un meccanico del New
Jersey. Nel tentativo di sabotare la centrale elettrica, responsabile, secondo lui, dei
suoi mal di testa, viene colpito da una scarica
fulminante che, invece di ridurlo in cenere, gli
magnetizza il cervello. Ovvero diventa un vero e
proprio campo magnetico vivente. Il risultato è
che quando Jerry si reca a far visita al suo amico
Mike (Mos Def) alla videoteca dove lavora, finisce per cancellare totalmente i (pochi) nastri VHS
presenti. Per non deludere l’unica cliente abituale,
una vecchia signora un pò svanita, i due amici
decidono di girare loro stessi, il remake di uno
dei film cancellati. Con grande sorpresa, quella
singolare versione del film è un successo. Ben
presto, prima Mike e Jerry poi anche gli abitanti
del quartiere si ritrovano impegnati a girare nuove versioni dei film più amati, da Ghostbusters
a 2001 Odissea nello spazio, Rush Hour 2, A
spasso con Daisy. Quello che viene fuori è, non
soltanto un incremento degli affari del negozio,
ma anche della vita dell’intera comunità. Ma sarà
sufficente questa trovata a salvare il negozio dalla
annunciata chiusura? E come reagirà Hollywood
alla loro produzione?
Uno dei talenti più eccentrici e capricciosi del
cinema internazionale, allievo del cinema surrealista di Charlie Kaufman, filmaker indipendente, di
scuola europea, dopo i più autorali e sofisticati Se
mi lasci ti cancello (con Jim Carrey) e L’arte del
sogno (con Gael Garcia Bernal), Be Kind Rewind
è forse il suo lavoro più felice e lineare. Anche
questa volta è la memoria il centro dell’azione
scenica, non più quella personale, come nei due
film precedenti, ma stavolta quella del cinema e
quindi collettiva. Senza tralasciare il lato ironico
e beffardo di un cinema che ‘si cancella’ e reinventa se stesso, diventando altro, affrancandosi
da Hollywood per avvicinarsi alla gente comune.
“Il messaggio del film - ha detto il vulcanico Jack
Black a Primissima - è che l’arte più pura e le
idee migliori possono arrivare anche dalle zone
più depresse del nostro pianeta. Anzi, è proprio in
posti improbabili come la periferia del New Jersey
che queste cose possono accadere con maggiore
facilità”.
Be Kind Rewind
Gli Acchiappafilm
,
(Be Kind Rewind Usa, 2008)
Regia di Michel Gondry
con Jack Black, Danny Glover, Mos Def, Melonie
Diaz, Mia Farrow, Sigourney Weaver
101’, Bim, commedia
30
LA
VERA STORIA DI
UN FILM DI
GENGIS KHAN
SERGEI BODROV
S C H I AV O . G U E R R I E R O . I M P E R A T O R E .
WWW.MONGOLMOVIE.NET
DA MAGGIO AL CINEMA
WWW.BIMFILM.COM
2 8 m a gg i o
Otta n ta n o v e a n n i c o m p i ut i .
Q u i n d i c i l e g i s l a tu r e ( c i o è
tutte), sette volte Presidente del
Consiglio, ventun volte ministro,
senatore a vita dal maggio 1991.
Battuta più celebre: “Il potere
logora chi non ce l’ha” (in realtà
di Talleyrand). Soprannomi: Zio
Giulio, Belzebù e il Divo. Giulio
Andreotti: un ritratto d’autore.
L
a storia del senatore a vita Giulio
Andreotti dalla fine del suo settimo
governo nell’aprile 1992, alla vigilia
dello storico processo di Palermo, dove fu
rinviato a giudizio per associazione mafiosa,
con in mezzo la mancata conquista del Quirinale, la strage di Falcone e la malattia.
Si può portare sullo schermo un personaggio
così impenetrabile come Giulio Andreotti, così immobile ed uguale a se stesso, dominato
da una sola passione visibile, quella per il
potere senza aggettivi, senza contaminazioni ideologiche, senza emozioni sentimentali?
Alla domanda che Eugenio Scalfari poneva ai
lettori di Repubblica possiamo ora rispondere: sì. Il talentuoso regista napoletano Paolo Sorrentino ha scritto (con la consulenza
del giornalista Giuseppe D’Avanzo) e diretto
Il Divo, atteso ritratto di Giulio Andreotti.
Sorrentino ha chiesto a Toni Servillo, - ma-
Il Divo
gnifico interprete -, di trasformarsi: il copione lo vuole anziano, ingobbito, chino su un
diario mentre scrive. Ci hanno pensato Aldo
Signoretti e Vittorio Sodano, truccatori già
candidati per Apocalypto, a incurvarlo, con
le orecchie ‘a triangolo’ e il passo felpato,
inconfondibile. Il film si apre a Roma, inizio
anni ‘90, nella casa di Andreotti, la voce di
Servillo nella prima scena è off ed è pacata
e monocorde. Altro marchio di fabbrica del
personaggio. “Il Divo - ha affermato il regista - è un uomo di ghiaccio, dallo sguardo
fisso e imperturbabile. Con la calma di un
Buddha, si sofferma a osservare le 11 lauree
ad honorem appese su una parete del suo studio così come ‘le scritte qualunquiste’ incise
su un muro di via del Corso, a un passo dal
suo studio di piazza in Lucina: ‘Stragi e complotti portano la firma di Craxi e Andreotti’”.
Del cast fanno parte: Anna Bonaiuto che è
la moglie Livia, Piera Degli Esposti la celebre
segretaria Vincenza Enea, Carlo Buccirosso è
Paolo Cirino Pomicino, Flavio Bucci è Franco
Evangelisti, Massimo Popolizio è lo ‘Squalo’
Dc Vittorio Sbardella e Paolo Graziosi è Aldo
Moro. Michele Placido che doveva interpretare Evangelisti ma che ha dovuto rifiutare, a
malincuore, per impegni precedenti ha detto:
“E’ un film sublime all’altezza di Elio Petri e
Francesco Rosi, anche se con un filo di ironia
e ambiguità in più”. “Non mi interessa - ha
continuato Sorrentino - prendere posizione,
toccherà allo spettatore risolvere, se ci riesce, l’enigma andreottiano”. Il copione cita
Indro Montanelli che diceva: “De Gasperi e
Andreotti andavano insieme a messa e tutti
credevano che facessero la stessa cosa, ma
non era così. In chiesa De Gasperi parlava con
Dio, Andreotti con il prete”. “I preti votano.
Dio no.”, gli risponde Il Divo accennando un
sorriso.
Il Divo
(Italia, 2008)
Regia di Paolo Sorrentino
con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Piera Degli Esposti,
Paolo Graziosi, Giulio Bosetti, Carlo Buccirosso
Lucky Red, biografico
61°Festival di Cannes
33
2 3 m a gg i o
La parabola artistica
e umana di Luisa Ferida
e Os v a l d o V a l e n t i ,
celebri attori del cinema
fascista che aderirono
a l l a R e p ubb l i c a d i
S a l ò . A c c us a t i d i
c o l l a b o r a z i o n i s m o,
f i n i r o n o fu c i l at i d a i
partigiani.
61°Festival di Cannes
Sangue pa
N
el 1935 un incendio manda letteralmente in fumo gli studi della Cines,
fino ad allora il maggiore complesso cinematografico d’Italia. In pieno clima
fascista da quelle ceneri, un anno e mezzo
dopo, nasce Cinecittà. Inizia così il
periodo d’oro del cinema italiano, cullato nel protezionismo statale che non
azzo
vede di buon occhio le pellicole straniere
e vuole incrementare le produzioni nazionali. Tante sono le star di allora: da Amedeo
Nazzari, a Doris Duranti o Clara Calamai. Ma
tra gli attori più attivi e amati dal regime ci
sono Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, compagni di lavoro e nella vita. Attori, fascisti, i
due si conobbero sul set di Un’avventura di
Salvator Rosa di Alessandro Blasetti e da lì
prese il via un lungo sodalizio professionale
e sentimentale. Valenti è un aristocratico,
un istrione di grande fascino e di insospettabile durezza. Luisa Ferida, giovane e bella,
proviene da una compagnia teatrale dove ha
debuttato giovanissima. La loro coppia diviene subito popolarissima. Ed i due passano
da un set all’altro. Anche la loro vita privata
ed il loro menage passionale e tumultuoso,
diviene oggetto di attenzione mediatica.
La parabola discendente arriva dopo l’8
settembre del 1943. Valenti sceglie
di arruolarsi nella Decima Mas,
ed è tra i primi ad aderire alla
Repubblica di Salò, dove entrambi entrano in contatto con il famigerato
Pietro Koch,
r e -
sponsabile di una efferata polizia sociale,
e che, a Villa Triste, torturava i partigiani
e qualsiasi oppositore politico. Pochi giorni
dopo la fine della guerra, il 29 aprile del
1945, Osvaldo Valenti e Luisa Ferida vengono
catturati dalla banda partigiana del comandante Mazorin. Accusati di aver partecipato
alle torture, il giorno successivo vengono
fucilati sul marciapiede di Via Poliziano a
Milano.
“So che quando uscirà il film dovró affrontare il fuoco incrociato che verrà da destra e
sinistra, ma sono pronto perché il narratore,
con l’onestà di non voler confondere le idee,
non deve avere paura nel raccontare le storie
con chiarezza”. E’ effettivamente delicato
l’argomento che Marco Tullio Giordana tratta
in Sangue pazzo, scritto dal regista insieme
a Leone Colonna e Enzo Ungari. Gli storici,
soprattutto negli ultimi anni, si sono divisi, dando interpretazioni molto diverse sulle
vicende che hanno visto coinvolti Valenti e
la Ferida. “Ho iniziato a scrivere questo film
almeno 25 anni fa - ha continuato Giordana
- ci siamo documentati moltissimo e ci siamo
sempre tenuti aggiornati. Allora non è stato
possibile realizzarlo perché costava troppo ed
è rimasto nel cassetto”. Interessante la scelta
dei due protagonisti, che prestano volto e
corpo ai due attori, ovvero Luca Zingaretti
e Monica Bellucci.
Sangue pazzo
(Italia/Francia, 2008)
Regia di Marco Tullio Giordana
con Monica Bellucci, Luca Zingaretti, Alessio Boni,
Maurizio Donadoni, Tresy Taddei, Luigi Diberti
01 Distribution, drammatico
30 maggio
Tropa de Elite
(Brasile, 2007)
Regia di José Padilha con Wagner
Moura, Caio Junqueira, André Ramiro
118’, Mikado, drammatico
La notte dei girasoli
(La noche de los girasoles, Spagna,
2007)
Regia di Jorge Sánchez-Cabezudo
con Carmelo Gómez, Judith Diakhate,
Mariano Alameda, Celso Bugallo,
Manuel Morón, Vicente Romero
123’, Istituto Luce, drammatico/noir
Pedro ed Esteban sono due speleologi che
giungono in una zona montagnosa per
indagare sulla scoperta di una cava e per
verificarne l’interesse scientifico. Gabi,
Once
la ragazza di Esteban, li aspetta ai piedi
della montagna. Ma quando gli esperti
escono dalla grotta, la trovano in stato
di shock, perché qualcuno l’ha violentata.
L’opera prima di Jorge Sánchez-Cabezudo
è un noir, diviso in sei capitoli raccontati
da sei personaggi, ambientato in una zona
montagnosa e impervia. Un crescendo di
tensione e di degrado umano e morale, con
la suspence capovolta: lo spettatore viene
informato preventivamente di quello che sta
per accadere ai protagonisti.
(Irlanda, 2006)
Regia di John Carney con Glen
Hansard, Markéta Irglová, Hugh Walsh,
Gerard Hendrick
85’, Sacher Distribuzione,
drammatico/musicale
Once è un piccolo cult-movie che ha avuto un
incredibile successo in patria ed ha raggiunto
quasi 10 milioni di dollari al Box Office Usa.
Steven Spielberg, che lo ha adorato, dice: “è
un piccolo film che mi ha dato ispirazione per
il resto dell’anno”. Un giovane chitarrista che
ripara aspirapolveri nel negozio paterno e una
pianista ceca che svolge i lavori più umili per
mantenere la madre e la figlia si incontrano a
Dublino. Sarà la musica ad unirli permettendo
a lui di realizzare un demo da far circolare tra
le case discografiche e facendo nascere tra i
due un tenero sentimento.
THE HITCHER
(Usa, 2007)
Regia di Dave Meyers con Sean Bean,
Sophia Bush, Zachary Knighton, Neal
McDonough
90’, Medusa, thriller/horror
Guidando attraverso il deserto del New
Mexico in una notte di temporale, una
coppia di studenti, Jim e la sua ragazza
Grace, raccoglie sulla strada, dopo averlo
visto con la sua macchina in panne, un
uomo che chiede un passaggio. Una volta
a bordo l’uomo si rivela per essere uno
psicopatico e cerca di uccidere Jim con un
coltello. Quest’ultimo riesce a buttarlo fuori
dalla macchina e fuggire. E’ solo l’inizio
di un ferocissimo gioco gatto-topo che
vedrà coinvolti molti altri ignari quanto
sfortunati personaggi. Remake di The
Hitcher - La lunga strada della paura del
1986 interpretato da Rutger Hauer.
Orso d’Oro al Festival di Berlino di
quest’anno. Costruito come un thriller
d’azione dal montaggio nervoso e dallo stile
quasi documentaristico, ispirato a fatti e
personaggi della cronaca nera brasiliana,
Tropa de elite racconta delle violenze
quotidiane cui ricorre uno speciale corpo di
polizia brasiliana, il BOPE, colto in particolare
durante le brutali operazioni di bonifica di
alcune favelas in occasione della visita in
Brasile di Giovanni Paolo II nel 1997. “Sono
molto fiero di questo premio - ha affermato
Padilha in occasione della vittoria a Berlino
- e di essere stato premiato da una giuria il
cui presidente è Costa Gavras, un regista che
per i film che ha fatto è un eroe per tutti noi
sudamericani e non solo”.
Che la fine abbia
inizio: l’ultimo giorno
di scuola, il primo
incontro con la morte
(Prom Night, Usa, 2008)
Regia di Nelson McCormick con Brittany
Snow, Johnathon Schaech, Jessica
Stroup, Kellan Lutz, Jana Kramer
88’, Sony Pictures, horror
Donna (Snow) si sta preparando al ballo di
fine anno, quella che dovrebbe essere una
delle più belle notti della sua vita; l’ultima
occasione per divertirsi con i suoi amici
prima dell’Università. Circondata dai suoi
compagni, si ritroverà di colpo a fare i conti
con un terribile passato che sembrava aver
rimosso. Un uomo, uno psicopatico che la
ragazza pensava scomparso per sempre dalla
sua vita è fuggito dal manicomio criminale
ed è tornato per esigere il pegno del suo
folle amore.
Ispirato a Non entrate in quella casa del
1980, “Prom Night - ha affermato il regista
- è un incrocio tra un teen movie ed un
poliziesco. C’è un killer in libertà che deve
essere fermato prima che uccida nuovamente;
ma la cosa può non essere semplice”.
ALTA
DEFINIZIONE
Motion Picture © 2007 Revolution Studios Distribution Company, LLC. Tutti i diritti riservati.
© 2008 Layout and Design Sony Pictures Home Entertainment Inc. Tutti i diritti riservati.
www.sonypictures.it
30 MAGGIO
CHARLIE BARTLETT
Una commedia ambientata nell’era del Prozac. Charlie Bartlett è
un ragazzo depresso che, attraverso consigli psicologici e farmacologici, riesce ad aiutare gli altri e, alla fine, anche se stesso.
Applauditissimo al Torino Film Festival.
C
harlie Bartlett è figlio unico di madre
ricca e divorziata. Ragazzo molto intelligente ma anche, o forse proprio
per questo, depresso e infelice. Espulso dal
liceo privato che frequentava, Charlie viene
ammesso in una scuola pubblica dove gli è
difficile - lui sempre in giacca e cravatta farsi accettare, sia dai compagni, sia dal Preside che non lo vede di buon occhio anche
perché sa che il ragazzo è innamorato di sua
figlia. Ma trafficando in psicofarmaci e grazie anche all’esperienza acquisita durante le
sedute analitiche fatte per affrontare i propri
problemi,
Charlie diventa pian piano il punto di riferimento per tutti i ragazzi che hanno dei problemi, diventando una specie di guru della
scuola. E saranno proprio la sua personalità
borderline e le sue ‘nevrosi’ ad affermarlo
come psicoterapeuta sui generis, capace alla
fine, più che di curare, di ascoltare e di capire i problemi dei suoi compagni.
Jon Poll firma il suo film di debutto con
un’opera a metà strada tra Harold e Maude
e American Pie. Charlie Bartlett è stato
definito ‘il lato autorale e intellettuale del
college movie’, dove la materia adolescenziale viene
trattata con distacco e fine
ironia. Oltre ai bravissimi
Robert Downey Jr. e Hope
Davis, una lode merita Anton
Yelchin che da Alpha Dog si
sta imponendo come uno dei
migliori giovanissimi attori
in circolazione.
38
Charlie Bartlett
(Usa, 2007)
Regia di Jon Poll
con Anton Yelchin, Robert Downey Jr.,
Hope Davis, Kat Dennings
97’, Dnc, drammatico/commedia
LA NUOVA COMMEDIA ROMANTICA DAI REALIZZATORI DI
LOVE ACTUALLY E IL DIARIO DI BRIDGET JONES
TRE RELAZIONI.
TRE DISASTRI.
UN’ULTIMA OCCASIONE.
UNIVERSAL PICTURES PRESENTA IN ASSOCIAZIONE CON STUDIOCANAL
UNA PRODUZIONE WORKING TITLE UN FILM DI ADAM BROOKS “CERTAMENTE, FORSE”
(DEFINITELY, MAYBE) RYAN REYNOLDS ISLA FISHER DEREK LUKE
ABIGAIL BRESLIN ELIZABETH BANKS E RACHEL WEISZ
MUSICHE DI CLINT MANSELL COSTUMI DI GARY JONES
MONTAGGIO DI PETER TESCHNER SCENOGRAFIE DI STEPHANIE CARROLL
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA FLORIAN BALLHAUS CO-PRODUTTORE ESECUTIVO KERRY ORENT
PRODUTTORI ESECUTIVI LIZA CHASIN BOBBY COHEN
PRODOTTO DA TIM BEVAN ERIC FELLNER
SCRITTO E DIRETTO DA ADAM BROOKS
www.certamenteforse-ilfilm.it
DAL 16 MAGGIO AL CINEMA
30 maggio
Carrie, Samantha, Charlotte
e Miranda sono tornate. le 4
donne più sexy e glamour di
Manhattan, arrivano come un
ciclone sul grande schermo
con i loro tacchi 12 cm. i loro
completini firmatissimi, i loro
uomini sull’orlo di una crisi
di nervi.
Sex and th
A
quattro anni dalla fine del serial tv
che è diventato un vero e proprio fenomeno di costume in tutto il mondo, un ‘glamour cult’, ritornano le quattro
protagoniste capitanate da Carrie Bradshaw
(Sarah Jessica Parker), la giornalista del New
York Star che tiene la rubrica che dà il titolo
al film. In sei stagioni, per la bellezza di 94
puntate, ne sono successe di cose a Carrie
e alle sue amiche, Samantha (Kim Cattrall),
Charlotte (Kristin Davis) e Miranda (Cynthia
Nixon). Quando tutto ebbe inizio avevano
32 anni, amavano uscire, vestirsi alla moda
e rimorchiare uomini. Ora sono tutte sulla
quarantina, alcune cose sono cambiate radicalmente altre restano immutate per sempre: la loro amicizia, per esempio, come la
loro voglia di vivere pienamente la vita. Il
film riprende dall’ultima puntata della sesta stagione dove abbiamo visto Carrie che,
una volta tornata dal suo ‘esilio’ parigino,
si rimette con l’amore di sempre Mister Big
- questa volta conosceremo anche il suo vero
nome: John James Prescott (Chris Noth) - e
i due sono in procinto di sposarsi. Charlotte
è finalmente incinta, Miranda scopre che il
marito la tradisce mentre Samantha - nonostante sia fidanzata - si trasferisce per un
po’ a Los Angeles e continua ad essere la
mangiauomini di sempre. “Dopo anni di vita
in città, pensavo che, se io e le mie amiche
avessimo avuto dei finali degni di una fiaba, avrebbero significato la conclusione della
storia. Ma la vita reale riserva sempre delle
sorprese”. Così scrive Carrie Bradshaw nella
sua rubrica e quindi, dato che la vita non è
una fiaba, molte domande troveranno risposta solo nel film: Carrie e Big convoleranno a
nozze? Samantha può veramente essere soddisfatta con un solo uomo? Charlotte riuscirà
a rimanere incinta? Miranda e Steve potranno
vivere felicemente insieme per l’eternità?
quattro ‘eroine’. Insomma Sex and the City è
andato oltre lo schermo televisivo diventando per molte uno stile di vita da difendere.
La forza delle 4 newyorkesi (la città è la vera
quinta protagonista del serial e del film) è
sicuramente l’amicizia e la difesa delle proprie libertà. Una complicità che le unisce e
le rende capaci di affrontare gli amori finiti,
quelli nati, le lacrime, la gioia, la carriera, i
party, i tacchi da 12 cm.
La serie come pure il film prende spunto dalla rubrica autobiografica scritta da Candance
Bushnell sul quotidiano New York Observer.
In maniera intelligente ed ironica, la rubrica raccontava la libertà sessuale conquistata
dalle giovani trentenni di New York. Carrie e
le sue amiche hanno rappresentato uno spaccato delle donne americane contemporanee.
Tutte le donne si sono riconosciute in queste
quattro amiche che si confidano e discutono
senza inibizioni di desideri erotici, fantasie e
intrecci amorosi. Moltissimi fan si sono
sentiti orfani quando la serie si concluse nel 2004, e ora attendono il film per
vedere che cosa è successo alle nostre
he City
Sex and the City
(Sex and the City: The Movie,
Usa, 2008)
Regia di Michael Patrick King
con Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall,
Cynthia Nixon, Kristin Davis, Chris Noth
01 Distribution, commedia
Matteo Garrone
Gomorra:
Un Posto al Solarium
di Marco Spagnoli
A quattro anni di distanza da Primo Amore e sei anni dopo essere stato a Cannes con L’Imbalsamatore,
Matteo Garrone è in concorso sulla Croisette con quello che, forse, può essere considerato il suo
progetto più ambizioso: Gomorra, tratto dal libro di Roberto Saviano.
Un film diviso in cinque episodi con alcuni punti di
contatto tra loro in cui il regista romano esplora l’universo enigmatico e inquietante della Camorra e il suo
radicamento nel territorio campano e nell’anima delle
persone. “Questo è il mio sesto film” spiega Garrone
che compirà quaranta anni a metà ottobre “Ho seguito
il mio percorso in maniera piuttosto inconsapevole, alla
ricerca di un’idea figurativa per rappresentare la camorra
dall’ interno, con uno sguardo nuovo su una realtà piena
di contraddizioni ed in continua evoluzione. Non è un
caso che il film si apra con una scena ambientata in
un solarium. Una sequenza che ho immaginato mentre
stavo già lavorando sul set e che mi sono sentito in dovere di aggiungere dopo avere scoperto che i criminali
hanno tutti quanti il culto della bellezza e della moda.
Il solarium dove avviene la sanguinosa frattura all’interno di un clan mi sembrava un luogo simbolico perfetto.
L’equivalente postmoderno della classica scena di tanto
cinema noir ambientata in un salone da barbiere. Mi
affascinava l’idea della fusione di culto per il corpo e
brutalità, di violenza e bellezza.”
Cosa l’attirava del libro di Roberto Saviano al punto
da decidere di farne un film prima ancora che avesse
successo?
Una serie di immagini potentissime. Alcune che sono
entrate poi nel film e altre che ho preferito non utilizzare, ma che al tempo stesso hanno innescato la mia
riflessione su come adattare questa narrazione.
Ovvero?
Seguendo una suggestione da un lato un po’ fantascientifica e dall’altro mitologica. In Gomorra, infatti, ‘gli dei
non si vedono mai’ e ho preferito seguire le vite delle
persone ‘dal basso’. Ho voluto mettere in risalto, soprattutto, come il
sistema esistente in quei luoghi,
condizioni la vita delle persone
che si trovano ad agire, obbligandole, più o meno loro malgrado, a
fare parte di un ingranaggio perverso. Non mi interessava fare un
film a tesi e ho scelto di raccontare i protagonisti di
Gomorra senza avere mai un intento
moralistico o di
denuncia. Ho
voluto, invece,
stigmatizzare
come, in certe
condizioni, si
42
viva senza avere mai la possibilità di scegliere. Io ho
raccontato la storia di Gomorra seguendo le azioni dei
protagonisti senza avere mai un intento moralistico o
di denuncia.
Quali differenze ci sono rispetto al lavoro di Saviano?
Il libro è un reportage quasi del tutto privo di drammaturgia. E’ come se fosse un grande mosaico da cui abbiamo scelto alcune storie per poi svilupparle con libertà
nella sceneggiatura. Abbiamo identificato un percorso
narrativo e drammaturgico che ci avrebbe consentito
di utilizzare alcuni degli elementi più interessanti di
questo libro. Per noi il film doveva ispirarsi a dei temi
universali e alla vita reale delle persone. Ci interessava concentrarci su delle dinamiche comprensibili a
chiunque. Per me la cosa più importante era potere
creare delle forti emozioni utilizzando una regia molto
semplice che mi consentisse di rendermi invisibile per
restituire allo spettatore l’ esperienza emotiva che ho
vissuto durante la lavorazione del film.
In che senso?
Solo se è il regista stesso a sorprendersi di quello che
racconta si può pensare di riuscire a sorprendere anche
lo spettatore. Ho tentato di utilizzare una regia invisibile e di essere il più semplice possibile.
Parliamo di Cannes: lei si trova sulla Croisette insieme al suo amico e collega Paolo Sorrentino…
E’ un segnale molto bello e positivo per tutti che ci
siano due film italiani in concorso. Evidentemente non
potevano ‘farne a meno’. Visto e considerata anche la
poca stima che gode il cinema italiano all’estero, talora
anche giustificata nei momenti più ‘bui’ della nostra
produzione, è un risultato molto importante.
Sia io che Paolo lavoriamo su una rappresentazione della
realtà che non sia la sua imitazione, bensì interpretazione. Per noi conta più l’idea visiva legata al racconto
che l’informazione. Il mio
augurio è che i nostri film
possano emozionare e colpire allo stomaco il pubblico. Mi piace pensare che la
razionalità resti in secondo
piano rispetto ad una
risposta emotiva da
parte degli spettatori. Emozionare è per me
la cosa più
importante.
Il Divo: Cinquanta anni
di solitudine
Toni Servillo
di Marco Spagnoli
“Interpretare un ruolo ispirato ad una persona reale e vivente è sicuramente più difficile che portare sullo schermo una figura frutto dell’invenzione di un autore. Soprattutto quando si tratta di
qualcuno così famoso come Giulio Andreotti.”
Toni Servillo racconta così il suo approccio a Il Divo,
film diretto da Paolo Sorrentino in cui interpreta il
politico democristiano che meglio di ogni altro ha incarnato il primo mezzo secolo di vita della Repubblica
Italiana “Sin da subito ho fatto piazza pulita di qualsiasi
tentativo di immedesimazione e del rischio di scivolare
in un’interpretazione dalla deriva ‘caricaturale’.” Continua l’attore vincitore del David di Donatello 2008 per
la sua interpretazione ne La ragazza del lago di Andrea
Molaioli. “Ho cercato, come sempre, di spingermi lungo
la linea tracciata dalla sceneggiatura. Il copione scritto
da Paolo Sorrentino era abbastanza eloquente riguardo
a come questo personaggio dovesse muoversi sullo sfondo dei cinque anni
cruciali del-
44
la storia politica e del costume del nostro paese, dal
1991 al 1996. Il Divo prende ispirazione da una base
documentata di fatti reali, per poi sconfinare, oltre
il limite indicato dalla cronaca. Ho provato, quindi, a
costruire questo personaggio come qualcuno alieno da
me e quanto il più possibile rispondente alle esigenze
della sceneggiatura.”
Un lavoro estremamente complesso…
Ci sono personaggi cui non puoi prestare nulla di te
stesso e quello de Il Divo è sicuramente uno di questi.
In alcuni ruoli puoi immettere qualcosa del tuo modo
di fare, di comportarti e – perfino - della tua voce. Qui,
invece, ho dovuto ‘cancellarmi’, iniziando tutto da zero,
tentando di mettere la costruzione del ruolo in relazione
con tutti gli altri segnali che ricevevo dal racconto degli
eventi proposti nel film. Nel mio lavoro ho cercato anche di fare tesoro dell’idea che avevo di Andreotti prima
di affrontare questa parte. Soprattutto per quello che
riguarda i suoi atteggiamenti, la postura, il suo modo di
mettersi in relazione con gli altri e di vivere la propria
vicenda pubblica e privata. Ho cercato di tradurre le mie
idee personali in quello che poi è finito sullo schermo,
catturato dalla macchina da presa.
Era possibile anche una ‘sospensione del giudizio’
dal punto di vista umano e politico?
Ho recitato la parte così come era scritta nella sceneggiatura di Paolo Sorrentino, ovvero seguendo dei
presupposti precisi: raccontare una storia ispirata dalla
cronaca, ma non solo, che desse la misura della complessità di quegli anni fatti da un numero infinito di
tasselli e di relazioni presenti sulla scena politica. Il
quinquennio in cui è ambientato il film è quello del
crollo del comunismo, dei grandi assassini di Mafia, di
Tangentopoli e di Gladio. E’ in quel lasso di tempo
che l’Italia ha iniziato a cambiare in maniera
estremamente significativa ed è sullo sfondo
di un periodo così confuso e incerto che Il
Divo segue la vita di Giulio Andreotti. Ho
cercato di mantenere il mio lavoro in una
dimensione “interlocutoria”. Alla fine io non
ho pensato più alla vicenda umana specifica di Giulio Andreotti, ma ho iniziato a
lavorare a partire dai fatti che lo hanno
riguardato per raccontare la solitudine,
il mistero, l’imperscrutabilità di una
figura politica e storica, legata saldamente all’amministrazione del potere
Toni Servillo
in questo paese. Il mio approccio è stato quasi di natura ‘brechtiana’: lasciando, in alcuni momenti, emergere
certe emozioni che appartenessero al personaggio e
poco a me. Passioni momentanee prime espresse eppoi
subito dopo ritratte. L’investimento personale su un
personaggio così distante da me per età, vita e ruolo,
mi imponeva un atteggiamento di questo tipo.
Lei ha vinto qualche settimana fa il David di Donatello: crede che questo successo porti ad un’attenzione mediatica particolare su Il Divo e anche su
Gomorra in cui lei è il protagonista di un episodio?
E’ un risultato del tutto imprevisto, che ha sorpreso
anche me, ma che non ha alcuna relazione diretta con il
lavoro con Paolo Sorrentino e Matteo Garrone. Si tratta
solo di una coincidenza temporale.
E’ una ‘coincidenza’ anche il fatto che lei vada a Cannes con due film diretti da registi considerati come
tra i più interessanti del nuovo cinema italiano?
Includendo anche la ripresa televisiva dello spettacolo
teatrale Sabato, Domenica e Lunedì è la quarta volta
che lavoro con Paolo con cui ho un rapporto di grande
affetto e collaborazione. Conosco Matteo Garrone da
quando era ragazzino. Ci siamo sempre stimati reciprocamente e sapevamo che, prima o poi, ci saremmo
incontrati anche professionalmente. Quando lui è venuto a girare a Napoli, mi ha offerto un ruolo da coprotagonista insieme a tanti magnifici attori e non attori.
Trattandosi del libro di Saviano e di storie legate alla
mia terra ho accettato subito con entusiasmo, perché
ho molto amato i film di Garrone. Il fatto è che io mi
metto al servizio di progetti che amo e di registi con
cui mi sento di potere fare certe cose, come loro due,
ma anche come Andrea Molaioli.
Cosa pensa del fatto che sia Il Divo che Gomorra
vadano a Cannes entrambi in concorso?
E’ un bellissimo segnale per il nostro cinema. Abbiamo
due registi al di sotto dei quaranta anni in concorso a
Cannes, universalmente considerati tra i più promettenti espressi dal nostro panorama cinematografico e
una ribalta internazionale come quella della Croisette
se ne è accorta. Sono due autori che, attraverso le storie che raccontano, tentano di coniugare, di nuovo, il
tema civile ad un’interpretazione personale dalla natura
sociale e civile. Il loro cinema riflette sull’Italia e prova
a raccontare la nostra storia e identità attraverso il proprio punto di punto di vista. Garrone e Sorrentino sono
autori originali che con ogni film tentano una sfida di
linguaggio e tematica molto personale. Il loro è uno
sguardo complesso che emerge sul cinema di un paese
che, invece, si sta appiattendo. La visione della nostra
46
vita è spesso pacificata e anestetizzata dai film prodotti
in Italia in questo periodo, mentre loro due si portano
dietro una grande dose di complessità e io sono felice
di fare parte dei loro progetti.
Lei è considerato un’icona per un certo tipo di cinema d’autore…
La parola ‘icona’ applicata su di me non sortisce alcun
effetto particolare. Quando io ho iniziato a fare teatro
in maniera indipendente con la mia compagnia Teatri
Uniti, Mario Martone ha inventato quell’avventura di cinema indipendente, iniziata con Morte di un matematico
napoletano in cui io ho esordito. Oggi sento di vivere,
con la casa di produzione Indigo da una parte e con
registi come Paolo e Matteo dall’altra, una continuità
di esperienza ‘condivisa’. C’è un certo modo di intendere
il proprio rapporto con questo mestiere fatto di valori,
di approfondimento, di volere battere strade di un cinema complesso, indipendente e non necessariamente
commerciale. Non mi sento l’icona di nulla, ma al tempo
stesso sono lieto di essere stato riconosciuto da queste
persone come parte di una storia e di un’esperienza
comuni.
Qual è la sua sfida oggi?
Quest’anno ho interpretato circa centocinquanta repliche della Trilogia della Villeggiatura di Goldoni. Uno
spettacolo che l’anno prossimo porterò anche all’estero
da Mosca a New York, da Parigi a Berlino e San Pietroburgo. Tra un film e l’altro io continuo a fare il mio
lavoro che è quello del teatro. Questo crea un rapporto
con la mia professione che è molto materiale e quotidiano. Essere un attore, per me, è qualcosa di molto
concreto, fatto anche di inciampi, di frustrazioni perché
una serata va male e uno spettacolo non funziona in
una città. La mia sfida è quella di ‘andare in scena’
tutte le sere. Mi riferisco sia al
cinema che al teatro, con la
consapevolezza di credere
in quello che faccio e di
sapere che recitare mi
corrisponde. La mia sfida
è mettermi continuamente alla prova.
DVD
DEL
MESE
DVD DEL ME
di Marco Spagnoli
Beatles
Revolution
Qualcosa
è (forse) cambiato
“
Intervista
a Ferzan Ozpetek
Quella ragazzina che apre la porta
ad un certo punto del film sono io.”
Così Julie Taymor racconta il proprio coinvolgimento emotivo in Across
the Universe musical basato sull’utilizzo
di trentatré canzoni dal catalogo dei Beatles. “Quello che si vede nel film è parte
di quello che ho vissuto da piccola: gli
anni Sessanta, un’era di trasformazioni
e grandi cambiamenti. Soprattutto nelle
famiglie. Mio fratello e mia sorella erano più grandi di me. Sono sempre stata
un’osservatrice dei fuochi d’artificio che
esplodevano regolarmente a casa mia a
tavola la sera. In questo film ho voluto
restituire parte dell’atmosfera di quegli
anni, raccontando anche il distacco che si
viveva tra genitori e figli.” Spiega la regista che aggiunge: “Il concetto alla base
di questo musical è che fossero esclusivamente le parole delle canzoni dei Beatles
a raccontare la storia. Sono il libretto,
le ‘arie’, le emozioni di tutti i personaggi. Avevamo la possibilità di scegliere le
canzoni del nostro film da un catalogo
di oltre duecento brani composti dai Beatles.” Aggiunge la regista “Le trentatré
che abbiamo selezionato erano quelle che
ritenevamo incarnassero meglio la storia
di una generazione e di un’epoca. Noi abbiamo voluto reinterpretare lo spirito di
un’era come quella degli anni Sessanta
che è stata ed è ancora particolarmente
importante per tutti quanti noi.”
Tutto è partito dai Beatles, quindi?
No, affatto. Tutto è partito dalla musica
e dal periodo. Abbiamo cercato di capire
quale fosse il periodo migliore per una
storia come la immaginavamo all’inizio.
Il tempo migliore erano gli anni Sessanta e – a quel punto – su tutti c’erano i
Beatles.
Un’Era…
Compressa, però, in due ore di film che
vanno dal 1963 e arrivano al 1969. Abbiamo seguito l’evoluzione della musica e
dei personaggi. Per Across the Universe
abbiamo seguito il trascorrere del tempo.
Si può dire che abbiamo seguito l’evoluzione dei Beatles stessi e la loro presa di
coscienza rispetto a determinate problematiche dall’esplorazione della mente fino
all’amore libero.
Paul McCartney ha visto il film?
Sì, era al mio fianco per tutto il tempo e ha commentato ogni scena...
E’ rimasto molto impressionato da tutte le
performances degli attori e ha apprezzato
in particolare Let it be. McCartney ama il
senso di teatralità e questo film ha fatto
appello a questa sua passione. In più i
Beatles hanno sempre dichiarato di avere
attinto a piene mani dalla tradizione ‘gospel’. Così più eravamo lontani dall’arrangiamento originale, meglio era per tutti.
Del resto non avrebbe avuto alcun senso
utilizzare le canzoni originale con degli
attori che andavano in sincrono con le
canzoni cantate da John Lennon.
Crede di avere restituito anche il senso
di insofferenza e di anarchia delle canzoni dei Beatles dell’ultimo periodo?
La gente spesso crede che i Beatles non
fossero politici. In realtà lo erano. E molto. Credo che Revolution sia la canzone
più rappresentativa in questo senso,
quando dice: ‘Tutti vogliamo cambiare il
mondo, ma se parlate di distruzione po-
Across the Universe – Edizione in due dischi
Di Julie Taymor con Evan Rachel Wood, Jim
Sturgess, Joe Anderson, Joe Cocker, Salma
Hayek, Bono Vox
Audio DD 5.1: Italiano, Inglese
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Arabo, Bulgaro, Ceco, Croato, Greco, Hindi, Islandese,
Polacco, Rumeno, Serbo, Slovacco, Sloveno,
Turco e Ungherese
Extra: Commento di Julie Taymor ed Elliot
Goldentha, Creando l’universo - Dietro le
quinte, Tutto sulla musica, Scena eliminata, Mr. Kite - Riprese alternative, Galleria
fotografica, Filmato - Le stelle di domani,
Across the Universe - Le coreografie, Gli effetti speciali, Brani musicali completi
Quando Jude, giovane operaio di Liverpool, approda a New York in cerca di suo padre, ancora
non sa che la sua vita sta per cambiare per
sempre. E sullo sfondo di un’America in lotta
per rivendicare la propria identità, conoscerà
l’amore e il dolore, la follia e l’importanza di
sognare…
Sony Pictures Home Entertainment - € 22
58
Julie Taymor
tete fare a meno di me’ (‘We all want to
change the world / but if you’re talking
about destruction, you can count me
out’). Nel film questo momento diventa
un po’ come l’incarnazione del rapporto
tra Bob Dylan e Joan Baez: lui non voleva essere apertamente politico. Lei sì.
In questo senso anche l’ambientazione a
Liverpool ha acquistato un senso molto
particolare.
ESE
Quel leone di Redford
“
Quando ho letto la sceneggiatura sono rimasto subito impressionato dalla sua eleganza ed intelligenza. Non riguardava soltanto la guerra in Iraq, ma affrontava qualcosa di
molto più profondo: gli effetti e le conseguenze di quello che
è successo in America negli ultimi anni sui media, sul sistema
educativo e sulla politica.” E’ questa la motivazione principale
che ha spinto Robert Redford a tornare dietro alla macchina da
presa a sette anni di distanza da La leggenda di Bagger Vance
per dirigere Leoni per Agnelli, film dalla fortissima carica politica e morale, presentato in anteprima mondiale alla Festa del
Cinema di Roma. “Sapevo di trovarmi davanti ad una sfida particolarmente complessa in virtù di una sceneggiatura con molti
dialoghi, ma sapevo anche di potere contare sulla disponibilità
di Tom Cruise e di Meryl Streep per affrontare insieme un film
che ci riguarda tutti da molto vicino.”
Cosa è cambiato nel suo cinema politico dagli anni Settanta
a oggi?
“Io non sono un politico. Il mio lavoro è quello di intrattenere le persone e non necessariamente obbligarle a riflettere su
tematiche sociali e di attualità. Nutro, però, un forte interesse
nella politica sia come artista che come cittadino. Poiché le
decisioni che vengono prese dal governo del tuo paese sono in
grado di cambiare radicalmente la tua vita, ti trovi davanti a due
scelte. O te ne interessi, oppure no. Nel mio caso, ho voluto occuparmene e, quando ho iniziato la mia carriera, ho pensato che
volevo mettere in alcuni dei miei film le cose che ho imparato
attraverso le mie esperienze: i miei sentimenti e, in particolare,
l’amore che provo per il mio paese. La ragione per cui ho iniziato
a fare film politici è stata quella di volere guardare alla situazione del mio paese seguendo un punto di vista di entertainment.
Ho deciso che avrei come puntato una freccia su certe situazioni
che si verificavano negli Stati Uniti, aggiustando, di tanto in
tanto, la mira. Per mostrare come eleggiamo i nostri politici,
nel 1972 ho interpretato Il candidato. Il messaggio che volevo
mandare al mondo in maniera un po’ comica e dark, era che la
gente sembrava molto più interessata nell’estetica dei politici
che nella loro etica e, soprattutto, nelle loro idee. Poi è venuto
Tutti gli uomini del Presidente che ha raccontato uno dei momenti più alti del giornalismo americano e della democrazia. Poi ci
sono stati altri film come I tre giorni del Condor che rifletteva
sugli effetti di avere un’Agenzia governativa troppo potente e fuori da ogni controllo. Oggi le cose sono molto cambiate,
con Internet, la televisione via cavo molto
diffusa, le fonte di informazioni sono così
tante da consentire meno opportunità per la
loro manipolazione e alterazione. Leoni per
Agnelli, quindi, non nasce dalla necessità
di raccontare le cose che accadono
nel mio paese, bensì di riflettere
riguardo a quanto abbiamo perso
negli ultimi anni in termini di vite umane, di libertà, di stabilità
finanziaria e di rispetto da parte
del resto del mondo.”
“Volevo porre delle domande soprattutto sui legami tra i media,
il potere politico e la gente comune, e di come siano importanti in questo passaggio l’educazione e la cultura. Il futuro appartiene ai giovani che devono
operare una scelta: diventare
politicamente attivi o scappare dalla politica in quanto
disgustati e disillusi. “
Una scelta ‘necessaria’?
“Assolutamente. Se i giovani, non solo americani, non cambieranno,
continueranno a restare fuori dal processo
decisionale, mentre se
si impegneranno per il
loro paese e il proprio
futuro potranno arrivare,
finalmente, a cambiare le
cose.”
Leoni per Agnelli
Regia di e con Robert Redford,
Tom Cruise, Meryl Streep
Audio DD 5.1: Italiano, Inglese
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Spagnolo
Extra: Commento del regista Robert
Redford, Making of, Dal copione allo
schermo, La storia di United Artists,
Trailer d’anteprima, Trailer cinematografico
Washington pronto a compiere scelte importanti, una giornalista televisiva (Maryl
Streep) alla caccia di una storia importante e un maturo professore (Robert Redford) che si confronta con uno studente
sveglio e capace. E la guerra come sfondo a tutte e tre le conversazioni e come
struttura portante dell’ultimo film di uno
dei grandi registi di Hollywood.
Un ambizioso senatore (Tom Cruise) di
20th Century Fox Home Entertainment
Robert Redford
DVD
Alvin Superstar
di Tim Hill con Jason Lee, David Cross
Audio DD 5.1: Italiano, Inglese,
Spagnolo, Russo
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Spagnolo,
e altre
Extra: La storia de I Chipmunks, Gli
effetti speciali di Alvin Superstar, La
musica in Alvin Superstar, Balla come
Alvin, Theodore e Simon
20th Century Fox Home Entertainment - € 19
Dave Neville (Jason Lee) è un musicista
che tenta disperatamente di scrivere una
canzone di successo per la Jett Records,
di proprietà del furbo businessman Ian
Hawk. Accade però che Dave si imbatte
in tre scoiattoli che invadono casa sua,
mettendo letteralmente “sotto sopra” la
sua vita privata e… il suo lavoro! Ma Alvin,
Simon e Theodore non sono scoiattoli qualsiasi, bensì i Chipmunks, e parlano,
ballano e… cantano! Dave
si rende conto di quanto la
sua vita senza di loro possa
essere davvero infelice…
L’Amore ai tempi del colera
di Mike Newell con Javier Bardem,
Giovanna Mezzogiorno, Benjamin
Bratt, Catalina Sandino Moreno, Hector
Elizondo, Liev Schreiber, Fernando
Montenegro, Laura Harring
John Leguizamo
Audio DD 5.1: Italiano, Inglese
Sottotitoli: Italiano per non udenti,
Inglese, Danese
Extra: Backstage, Scene eliminate,
Interviste, Trailer
01 Distribution - € 20
Florentino Ariza, poeta e impiegato al telegrafo, scopre la passione della sua vita
quando vede Fermina Daza dalle finestre
della villa del padre. Grazie ad una serie di
lettere appassionate, Florentino gradualmente conquista il cuore della giovane.
Fermina è, però, costretta a sposare un
sofisticato aristocratico che la porta con
sé a Parigi dove rimangono per anni.
Quando rientrano
insieme a Cartagena, lei ha praticamente dimenticato
il suo primo amore.
Ma Florentino non
l’ha scordata.
American Gangster - Edizione Estesa
di Ridley Scott con Denzel Washington, Russell Crowe,
Chiwetel Ejiofor, Josh Brolin
Audio DD 5.1: Italiano, Inglese, Spagnolo, Russo
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Spagnolo, e altre
Extra: Commento audio del regista Ridley Scott e dello
sceneggiatore Steven Zaillian per tutta la durata del film
Universal Pictures - € 21
Edizione estesa con 18 minuti di film in più rispetto a quella
cinematografica che racconta la storia del boss Frank Lucas
che, in breve tempo, ha iniziato a governare il narcotraffico di New York, inondando le
strade di un prodotto più puro ad un prezzo migliore: la blue magic. Richie Roberts (è
un poliziotto scaltro e duro, con lo stesso rigoroso codice etico di Lucas); sono due
lupi solitari ai lati opposti della legge. I destini di questi due uomini si intrecceranno in
un incontro-scontro che non solo cambierà le loro vite, ma anche il destino di un’intera
Io sono Leggenda
Di Francis Lawrence con Will Smith, Alice Braga, Dask Mihok
Audio DD 5.1: Italiano, Inglese
Sottotitoli: Italiano per non udenti, Inglese, Danese
Extra: Quattro sconvolgenti animazioni, Versione del film con finale alternativo,
La realizzazione di “Io sono leggenda”: cronaca della creazione del film, Il film e
la scienza: un esame della storia e un’indagine sullo stato attuale delle infezioni
virali mortali
Warner Home Video - € 22
Il racconto di Richard Matheson è ambientato nella New
York del 2012. Un virus ha ucciso tutti gli uomini o li ha
trasformati in vampiri assetati di sangue. La città è deserta.
Vi si aggira un solo sopravvissuto, il dottor Robert Neville,
scienziato alla ricerca di un possibile siero che possa riportare alla normalità l’umanità. Neville si muove alla luce del
giorno con il suo pastore tedesco, cercando di ricostruire
le parvenze di una vita normale, in attesa che giunga la
notte, quando i vampiri escono all’aperto attaccando tutto
ciò che incontrano.
Cloverfield
di Matt Reeves con Michael Stahl-David, Mike Vogel, Odette Yustman,
Lizzy Caplan
Audio DD 5.1: Italiano, Inglese
Sottotitoli: Italiano, Inglese
Extra: Commenti del regista Matt Reeves; Le riprese di Cloverfield;
L’ho visto! È vivo ed è enorme; Gli effetti visivi di
Cloverfield; Clover fun;
Scene inedite; Finali alternativi
Paramount Home Entertainment - € 19,90
New York : Un gruppo di amici sta festeggiando il
giovane Rob che sta per trasferirsi in Giappone. Hud
ha il compito di documentare l’evento con una videocamera. Le sue riprese diventeranno la testimonianza
diretta dell’evento mostruoso che ha sconvolto New
York e dell’incapacità dell’Esercito di difendere la
città, costringendo Hud ed i suoi amici a tentare di
salvarsi con ogni mezzo disponibile.
LE BATTUTE
di Boris Sollazzo
Interview
“Non ho visto nessuno dei suoi film. So chi è, la conosco
più che altro per la sua reputazione”
posto del cervello”
“Sempre meglio che avercelo su per il culo”
“La verità di un poliziotto non è sempre la migliore delle verità”
“Cioè per le persone con cui vado a letto”
“Siamo già bagnati prima di aprire l’ombrello”
“Perché mi hai mentito dicendomi che
non avevi visto nessuno dei miei film?”
“Me l’ero dimenticato, non era memorabile. L’ho visto senza audio in aereo e
nonostante questo speravo
precipitassimo”
“Dimmi, sei brava a sedurre gli uomini?”
“Dimmi, sei gay Pierre?”
Shoot’em up
“Sai cosa odio? Questi 40enni coglionastri che portano il codino”
“Fottetevi fottuti fotti in culo”
“Sapete perché una pistola è meglio di una
moglie? A una pistola puoi mettere il silenziatore”
“Sei l’uomo più incazzoso del mondo”
“Se ricordo bene un tempo questo ti piaceva”
10 cose di noi
“E’ solo un filmetto indipendente. Se è un successo bene, se è
un flop neanche conta”
“Come un pompino”
“Ma voi famosi cosa fate quando vi mettete nei guai?”
“Chiamiamo l’agente”
“Perché voi attori guadagnate tanti soldi e vi affannate tanto
per non spenderli?”
“Sei troppo giovane per ricordarlo, ma sai quanti mesi sono
serviti per farmi diventare una donna? Mi entravano solo le
taglie 50, abbiamo lavorato di cesello. E alla fine anche gli
attrezzisti volevano scoparmi”
Iron man
“La chiamano il Da Vinci dei nostri tempi”
“E’ ridicolo, io non dipingo”
“E del “mercante di morte” come soprannome che ne
dice?”
“Quello non è male”
“Ha mai perso un’ora di sonno?”
“Ne perderei volentieri qualcuna con lei”
“Il capo che sta indietro lo prende nel didietro”
“Dio mio, siamo davvero delle schiappe, oppure
quello là ci sa fare davvero”
“La vita è fatta a scale”
“C’è chi si fa le seghe e chi sale”
Riprendimi
“In questa società liquida devi essere mobile, libero, i legami
non contano più nulla. Il matrimonio è roba da posto fisso”
“Mi vuoi dire che se uno è precario nell’animo lo è anche nel lavoro?”
“Io fumo soltanto se bevo e bevo soltanto se fumo”
“Lei starebbe con uno che non l’ama”
“Ma lui mi doveva amare!”
“Faccio fatica a essere felice io, non posso sempre pensare alle felicità
degli altri. E chi sono, Dio?”
“Te dici che vuoi stare da solo, poi non riesci a star solo cinque minuti. Sei un tossico, un tossico di donne”
L’ultima missione
“Sai qual è il problema con voi della criminale? Che avete il cazzo al
“E’ il tuo compleanno? Lo sapevo! Così presto?”
“Sì, pensi, è lo stesso giorno dell’anno scorso”
“Comprati una cosa da parte mia”
“Già fatto, ed è bello, molto raffinato. Grazie signor Stark”
DEL MESE
“Dove andremo a finire se uno deve imbucarsi alla propria
festa”
“Ehi Tony ti ricordi di me?”
“Certo che no!”
Solo un bacio
“Quello che mi eccita di più è dare piacere all’altro”
“Anche a me!”
“Ti piace se ti tocco il seno
così”
“So che ti dà piacere e quindi
piace anche a me!”
“Non è giusto, ti ho appena
lasciato e scopro che hai un
fascino pazzesco!”
“Grazie, è un complimento carino”
“E’ strano, ho voglia di baciarti”
“Meglio lasciare le cose come stanno”
“Ho guadagnato un’amica…”
“E io un amico…”
“Contaci. Il percorso che porta all’amicizia è misterioso quanto quello che porta all’amore”
“Io intendevo solo un piccolo bacio”
“Prima di darlo o riceverlo nessuno può dire se un bacio è piccolo o grande”
La sposa fantasma
“Janet? Posso già dirti che non mi piace. Dal nome si direbbe
una che mira solo a irretirti”
“E allora? Non hai più intenzione di uscire con nessuna?”
“Uscirò solo quando troverò la persona giusta”
“Okay, e se ti dicessi che è una massaggiatrice sexy di 18 anni, con due enormi tette vere, a cui piace la cucina da buongustai, guardare lo sport, fare sesso orale e, quando non fa
nessuna di queste cose, ama salvare le balene?”
“Potremmo pranzare insieme”
“D’accordo. E se non facesse nessuna di queste cose?”
“Ciao, Chloe”
“Padre Marks?”
“Ashley. Da quant’è che non ti vedo? Saranno dieci anni?”
“Credo di essere venuta a qualche messa di Natale”
“Beh, perché il prossimo Natale non vieni a salutarmi?”
“Certo, me lo appunto subito sul calendario”
“25 dicembre”
Certamente, forse
“Se non volevano un bambino, perché hanno fatto sesso?”
“E’ un’ottima domanda…diciamo che si
stavano allenando”
“Tanto tempo fa, prima della mail, dei
cellulari e dei reality televisivi, per
l’esattezza nel lontano 1992…”
“Un pacchetto di Marley”
“Sono 3 dollari e 25”
“Ma queste costano 2 e 15 a Madison in Wisconsin!”
“Allora tornatene lì. E mi raccomando, mandaci una cartolina! Non te
lo scordare”
“Anche Bush ha un’amante e tutti ne parlano. Perché Bill non può?”
“Per il tipo di donna. Solo per quell’acconciatura Clinton andrebbe incriminato”
“Che cos’è un mènage a trois?”
“Mmm… diciamo che è un gioco che gli adulti fanno quando si annoiano”
“Perché mai vuoi sposarmi? Per soddisfare l’ispirazione
borghese di creare una famiglia che serva a ribadire e
rinforzare il sistema capitalista?”
“Mi dispiace per ieri, ma saremmo come cane e gatto, io e te”
“Come l’olio e l’acqua”
“Come la carta vetrata e un sedere nudo”
“Ma che paragone disgustoso!”
“Tu saresti il sedere, ovvio”
“Will, il mio uomo bambino preferito! Hai un’aria molto maschia oggi”
“Ci sto provando, grazie”
“Il mio professore mi ha lasciato per una del secondo anno, dicendomi
che lo faceva per il mio bene”
“E’ una battuta che va molto di moda oggigiorno”
“Sai che cosa non ho mai fatto, Will? Non ho mai passato tutto il giorno a letto con un ragazzo fantastico”
“Neanche io!”
“Mi distrugge vederti uscire con quel ragazzino”
“Ah, non l’abuso di alcol, sigarette e giovani matricole?”
“Guarda, ho donato tutti i miei organi alla ricerca scientifica, tranne
uno, quello è per te”
“Caro, grazie, non dovevi, che pensiero carino!”
“No, che hai capito, non quello. Parlo del mio cuore!”
“Grazie per avermi raccontato la storia”
“E non ti ho raccontato il meraviglioso finale”
“E qual è?”
“Sei tu”
Oltre il fuoco
“Mi tradisce con il vicino”
“Vedila dal lato buono. Lo fai ancora con lei?”
“Sì”
“Allora rientri ancora nella rotazione”
“Ti piace casa mia? Per l’arredamento mia moglie
Doris si fa consigliare da Uday Hussein”
“Com’è l’eroina?”
“Mai sentita l’espressione “sentirsi abbracciato da Dio?” All’inizio è così”
George, what else!
Foto di Giambalvo & Napolitano
C
olui che il Time ha definito “The last
movie star” (L’ultima star del cinema),
ovvero George Clooney, è amato,
adorato, un po’ ovunque, in particolare
nel nostro Paese. Il suo arrivo a Roma
per la presentazione della sua terza regia,
In amore niente regole, di cui è anche
protagonista al fianco di Renée Zellweger
e John Krasinski, ha scatenato l’entusiasmo
dei fan che sono accorsi all’anteprima.
Una vera e propria folla di vip si sono dati
appuntamento per vederlo e salutarlo, in
occasione dell'anteprima romana. Clooney,
accompagnato da Renée Zellweger in
grande forma, che, oltre ad essere bello
e intelligente, è
anche estremamente
simpatico non si è
sottratto
agli
autografi, alle
foto
e
a
battute
di
spirito. A riceverlo il quartier generale della
Universal Pictures, con il Direttore Generale
Richard Borg in prima linea e l’ottimo staff
dell’ufficio stampa, capeggiato da Cristina
Casati, insieme ai collaboratori Marina
Caprioli e Riccardo Tinnirello. La serata
organizzata, dalla Universal e dal team
di Tiziana Rocca, vedeva tra gli invitati:
l’attrice Valeria Solarino, Ursula Andress,
Remo Girone e Victoria Zinni, Blas Roca
Rey, Valeria Marini, Giampiero Ingrassia
accompagnato dalla moglie, Elena Buryka e
Mauro Leone, la famiglia di doppiatori Izzo,
Michele Cucuzza, Christiane Filangieri,
Dario Ballantini travestito da Valentino e
Michele e Manuele Malenotti di Belstaff
che hanno fornito le splendide giacche di
pelle che l’attore indossa nel film.
George Clooney e Renée Zellweger
Valeria Solarino
Richard Borg e George Clooney
George Clooney
George Clooney e Dario Ballantini
Tutti al Lago
villo); Miglior Fotografia (Ramiro Civita); Migliore Montatore (Giorgio Franchini); Miglior
Fonico (Alessandro Zanon) e Migliori Effetti
Speciali Visivi (Paolo Trisoglio, Stefano Marinoni). 3 Premi per Caos Calmo ad Alessandro Gassman come Migliore Attore Non Protagonista, a Paolo Buonvino come Migliore
Musicista e ad Ivano Fossati per la canzone
originale. Da segnalare anche la vittoria delle
due straordinarie attrici di Giorni e Nuvole di
Silvio Soldini: come protagonista Margherita
Buy e non protagonista Alba Rorwacher. Anche I Viceré di Roberto Faenza conquista 3
premi per la Migliore Scenografia, Migliore
Costumista e Miglior Truccatore. Miglior Film
Straniero l’oscarizzato Non è un paese per
vecchi di Joel e Ethan Coen, mentre una giuria
di studenti ha assegnato il David Giovani a
Parlami d’amore di Silvio Muccino.
Foto di Pietro Coccia
Annus horribilis per il nostro Nanni Moretti.
Come se non fossero bastati i risultati delle
elezioni, anche i David di Donatello lo hanno
snobbato, nonostante le 18 candidature di Caos
Calmo e la sua statuetta annunciata come miglior attore protagonista. Ironia della sorte, il
trionfatore della kermesse degli Oscar italiani,
giunti alla 52a edizione,
è stato Andrea Molaioli, un suo allievo, cresciuto alla sua ‘dura e pura’ scuola. Nonostante le
previsioni, che davano favorito Caos Calmo
di Antonello Grimaldi con Nanni Moretti, che
aveva ottenuto ben 18 candidature, La ragazza del lago di Andrea Molaioli si è portato
a casa 10 David: Miglior Film; Miglior Regista
e Regista esordiente (Andrea Molaioli); Miglior Sceneggiatura (Sandro Petraglia); Miglior Produttore (Nicola Giuliano e Francesca
Cima); Miglior Attore Protagonista (Toni Ser-
Alessandro Gassman e la moglie
Margherita Buy
Nicola Giuliano, Francesca Cima, Toni Servillo, Andrea Molaioli e Giampaolo Letta
Scarica

scarica pdf - Primissima