ANNO PRIMO n. 1
BAH CHE LET-TORI
Salentu: pro e
contru de lu ientu
La voce della nuova generazione
Il”BAH CHE LET-TORI” nasce dalla volontà degli
studenti dell’ I.T.C. Bachelet per permettere ad ogni
giovane, uomo o donna che sia, la possibilità di dar
voce alle proprie idee e riflessioni.
Finestra ideale sul quotidiano il Giornale offre l’occasione allo studente di sentirsi parte integrante di
un progetto comune e condiviso.
Ma non vorrei tediare il lettore con eccessivi e inutili
preamboli, ora andrò ad illustrare nel dettaglio questa grande famiglia, quale è quella del “BAH CHE
LET-TORI”.
Il nostro team è composto da 20 ragazzi, i quali sono
il cuore pulsante della redazione.
Campioni non si nasce…
…ma si diventa
(la freccia del sud)
Dante con passione
Peluso all’opera
68/2008 LA STORIA SI RIPETE?
L’amore in anonimo
EDITORIALE
a cura di Marco Rhao
Distinti in piccole squadre redazionali, si occupano dei più svariati argomenti; dalla musica al teatro, dalla
cultura all’attualità, dalla politica alle scienze; impegnando anima e corpo in questa insolita attività. Ognuno di noi fa proprio lo spirito su cui, il giornale, affonda le sue radici.
Il “BAH CHE LET-TORI” è unione, è amicizia e sostegno l’un con l’altro.
Ci permette, inoltre, di instaurare un rapporto di reciproca amicizia con i nostri prof che da sinistre figure,
celate dalla cattedra o dal registro, visti come spietati boia dallo studente, divengono amici e, in alcuni fortuiti casi, fidati confidenti. Come non parlare delle nostre professoresse: Adriana Greco, Maria Rosaria
Cappello e Francesca Liaci; ineguagliabile acropoli della nostra polis giornalistica e che hanno accompagnato il nostro team nella sua prima esperienza giornalistica con il progetto “NEWS PAPER GAMES” nello
scorso anno scolastico. La nascita del BAH CHE LET-TORI è dovuta alla passata esperienza, grazie alla
quale abbiamo potuto apprezzare il piacere del giornalismo, se pur in minima parte.
Con questa nuova impresa ci prefiggiamo l’obiettivo di dare voce in toto al giovane il quale può così dare
risposta agli interrogativi che, venendo a contatto con l’opinione pubblica, si pone, in alcuni casi non trovando alcuna risposta.
Parliamo ora di colui che, dall’alto della sua poltrona, fa si che tutto ciò possa avvenire; il nostro Dirigente
d’istituto Cosimo Esposito. Personaggio carismatico, disponibile ad ogni nostra richiesta, costante punto di
riferimento per ogni problematica che possa insorgere in ogni ambito della didattica.
Silenziosa sentinella, se pur non invadente, osserva, a debita distanza, l’operato di chi ha deciso di muovere
i suoi primi passi nell’intrigante ed affascinante mondo del giornalismo.
E noi?
Da parte nostra, ci impegneremo, al fine di non deludere le innumerevoli aspettative ; chiedendo fin d’ora
clemenza e comprensione dagli addetti ai lavori !!!
Cronaca
68/2008
LA STORIA SI RIPETE?
A cura di Marco Rhao
Nell’ultimo periodo siamo venuti a contatto con una recrudescenza della protesta giovanile. Il movimento
delle nuove generazioni nasce dalla contestazione alla cosiddetta “RIFORMA GELMINI”, ritenuta dagli
studenti iniqua e subdola manovra, il cui unico fine non sarebbe altro che quello di rimpinguare le casse dello
stato secondo quanto sostiene la “voce del popolo”.
Ma fermiamoci a pensare un momento sulla cosiddetta “VOCE DEL POPOLO”: ci basta seguire un telegiornale o una trasmissione a carattere politico o leggere un quotidiano per renderci conto che siamo tempestati
da notizie, informazioni e voci dissonanti l’una dall’altra.
Ognuno di noi deve scegliere ciò che ritiene veritiero; ma dobbiamo interrogarci se tutto ciò sia solo una fantasiosa utopia, la quale ci aliena dal duro universo che ci circonda, facendoci apparire irrilevanti, fino a renderle inesistenti, le vere problematiche con le quali si devono fare i conti.
Non è forse vero che per risolvere gravi pecche, quali sono quelle presenti in Italia, si è costretti, come insegna la storia, ad adottare il pugno di ferro?
E’ si pur vero che tale comportamento inciderebbe negativamente sulla qualità della vita del cittadino, ma,
forse, solo al fine di renderla migliore.
Rivolgiamo l’attenzione sui punti fondamentali della “RIFORMA GELMINI”.
Chi di noi ha passato in rassegna, in toto, i punti della Riforma? Chi di noi ha provato ad analizzala spogliandosi di qualunque ideologia politica ed affidandosi al proprio sapere e alla propria intelligenza?
Pochi, suppongo, tenendo in considerazione le numerose interviste agli studenti, dalle quali si evince una
scandalosa ignoranza in materia, in una questione che, invece, li riguarda da vicino.
Se si analizza la riforma ci si rende conto che, questa, ha sì dei lati negativi quali, ad esempio, le assunzioni
dei docenti direttamente da parte del dirigente di Istituto, ma vi sono, anche, lati positivi come la rivalorizzazione del trinomio leggere, scrivere e far di conto o l’introduzione del maestro prevalente.
Maestro prevalente che ha suscitato nell’opinione pubblica reazioni contrastanti, una cattiva informazione,
infatti, ha portato a ritenerlo come maestro unico. L’introduzione di questa figura è dovuta, secondo il parere
del ministro Gelmini, alla necessità, per il discente, della presenza di una figura materna, nella quale il bambino possa ritrovare un punto di riferimento.
Si può forse ritenere questo il “NUOVO SESSANTOTTO”? O è un movimento fondato su slogan privi di
qualunque ideologia e mirato al non far nulla, inneggiando a nobili ideali svuotati, però, del loro primigenio
significato?
Paragonando tutto ciò alle ideologie del sessantotto non è altro che una gratuita e mera offesa nei confronti
del movimento sessantottino.
Ora, dopo aver analizzato i punti della riforma, domandiamoci quanto questa sia deleteria per lo studente e se
questa sia una mera manovra economica da parte del governo.
Lascio al lettore l’onere e l’onore di dare una risposta a tale quesito confidando nella sua intelligenza e, soprattutto, convinto del buon senso presente in ognuno di noi.
A CACCIA DI OPINIONI
osservando il governo dall’interno
Un’intervista per dare spiegazione alle mille parole che, per gran parte dei giovani, risultano prive
di significato e con le quali veniamo a contatto, ogni giorno, seguendo un telegiornale o leggendo
una testata giornalistica.
La nostra idea, cioè realizzare tale intervista, è nata dalla volontà di avvicinare il mondo della politica alle nuove generazioni, facendo si che ogni ragazzo o ragazza possa comprendere al meglio ciò
che accade intorno e, comprendendolo, dar voce alle proprie idee. Ci auguriamo, quindi, di distruggere o, almeno, ridimensionare il pregiudizio secondo cui le nuove generazioni sono apatiche
nei confronti della politica, dimostrando, così, che, molte volte, è la politica ad essere apatica nei
confronti della gioventù.
Il secondo fine, della nostra intervista, è quello di dare risposta alle numerose problematiche presenti in ognuno di noi e, per raggiungere tale scopo, ci siamo proposti di intervistare esponenti locali e nazionali della politica. Con questo numero riportiamo l’intervista rivolta ad un esponente
dell’UDEUR, “Antonio Buccoliero”, attuale consigliere regionale e vice-segretario, a cui abbiamo
posto domande in merito a tematiche di carattere generale vicine all’interesse delle nuove generazioni.
Che cos’è il governo e qual è la sua funzione attuale?
Il governo rappresenta, in un moderno stato, il potere esecutivo e si occupa di gestire la cosa pubblica, di dare soluzione alle problematiche che derivano dalla gestione concrete del potere.
Che cos’è a suo parere la maggioranza ed il governo ombra?
La maggioranza, per me, rappresenta, in uno stato democratico, il metodo attraverso il quale poter
conferire il potere di scelta di rappresentanti istituzionali, mentre il governo ombra è il governo di
chi rappresenta la minoranza e, quindi, l’opposizione.
In passato le coalizioni si fondavano su una linea di pensiero condivisa da ogni partito, come
mai, nel tempo, tale condivisione è venuta meno?
Ogni forza politica possiede una sensibilità diversa che, a volte, riesce ad essere omologata in una
coalizione in cui alcune forze politiche decidono di assumere una linea comune, nel tentativo di
raggiungere il potere.
Cosa risponde a tutti coloro che considerano la politica una fossa di serpenti? E a coloro che
definiscono i politici: lupi il cui unico interesse è il “DIO DENARO” o uomini disposti ad usare mezzi illegali?
La politica dovrebbe essere l’attività più nobile dell’uomo. In alcuni casi, però, si verificano situazioni in cui ciò non accade, ma posso assicurare che la prevalenza dei rappresentanti istituzionali si
preoccupa di raggiungere il cosiddetto “Bene Comune”. Sono sicuramente da rinnegare tutti quegli
atteggiamenti che non sono costruttivi, ma, nello stesso tempo, si deve nutrire la speranza affinché
si possa costruire una classe dirigente di politici che mirino al bene comune.
Come vede il nostro Paese oggi e nei prossimi anni?
È molto difficile fare un’analisi del Paese in questi giorni, è chiaro che è diventato ancor più difficile individuare
quali saranno le problematiche future.
L’italiano medio, a suo parere, come vede attualmente il governo Berlusconi e come ricorda quello Prodi?
Sicuramente sono due modi differenti di governare naturalmente non entro nel merito della linea politica perché
sarebbe scontato criticare l’uno e promuovere l’altro. Dico soltanto che tutti noi dobbiamo augurarci che l’attuale
governo sappia gestire la cosa pubblica.
Che voto darebbe al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al principale oppositore Walter Veltroni?
Non darei un voto perché non siamo in classe, non siamo in una scuola, qui c’è in gioco il bene comune che non
deve essere frammentato secondo delle appartenenze politiche. Io credo che sia Silvio Berlusconi, in quanto presidente del consiglio, sia Walter Veltroni, in quanto principale oppositore in parlamento, possano, in qualche modo,
confrontarsi in maniera costruttiva affinché si possa raggiungere un livello di confronto civile che contribuisca a
dare soluzione ai sempre più gravi problemi in cui versa il nostro Paese.
Ritiene che il presidente del consiglio abbia pugno di ferro in guanto di velluto o pugno di velluto in guanto
di ferro?
Siamo abituati a conoscere Silvio Berlusconi come presidente del consiglio capace di meravigliare, in alcuni casi,
per la sua simpatia, per le sue trovate, ma non lo giudicherei né pugno di ferro né guanto di velluto. Quello che ci
auguriamo è che possa avere un polso fermo e che sappia dare risposta a ciò che i cittadini sperano.
L’opposizione oggi si può considerare costruttiva o distruttiva? Perchè?
Anche qui l’opposizione non è mai costruttiva o distruttiva dipende dai casi che abbiamo notato in questo periodo.
Ma questo vale per tutte le realtà istituzionali, non sempre l’opposizione è costruttiva perché è schiava della ricerca
del consenso e, pur di mettere in negativo e in difficoltà il governo protempore, sicuramente, è capace di andare al
di là delle giuste critiche per cui noi ci dobbiamo augurare soltanto che il confronto possa essere esclusivamente
costruttivo. La ricerca del consenso non deve essere limitata, solamente, al periodo elettorale quando, appunto,
ogni forza politica tenta di recuperare quanto più consensi possibili e, una volta che la campagna elettorale è finita,
lasciarsi alle spalle quanto promesso! Sicuramente l’interesse di tutti è senz’altro che ci sia un confronto leale fra
maggioranza e opposizione.
Quali sono le sue proposte concrete per il riconoscimento dei diritti civili alle coppie di fatto eterosessuali ed
omosessuali?
Anche qui il Paese è cambiato moltissimo rispetto al passato. Le regioni, in qualche modo, si sono distinte per iniziative che, nel rafforzare il riconoscimenti dei diritti di chiunque non necessariamente legato all’appartenenza di
una categoria sessuale rispetto ad un’altra; si sono impegnate nel riconoscimento dei diritti dei singoli. Naturalmente tutto questo non può portare a dimenticare che l’investimento reale deve essere fatto dalle istituzioni verso
la famiglia intesa come legame tra uomo e donna.
Come si intendono affrontare alcune disparità di retribuzione, di carriera e di presenza delle donne, nel
lavoro e nella politica?
Esistono ancora differenze notevoli sia di condizione di lavoro che di retribuzione e di carriera, naturalmente a
sfavore delle donne; però c’è anche da dire che rispetto ad alcuni anni fa molti progressi sono stati fatti in questo
settore. Se noi immaginiamo che fino a sessant’anni fa la donna non aveva nessun diritto di voto, è chiaro che si
stanno affermando, sempre di più, quelle politiche a favore della realizzazione completa della donna, mi viene da
dire che di progressi ne sono stati fatti tantissimi e non bisogna, naturalmente, rallentare questa corsa per raggiungere una parità effettiva.
Il governo vuole insegnare italiano ai bambini stranieri, ma la sinistra si oppone : cosa ne pensa delle classi
ponte? Possiamo finire dicendo che sui bambini non si scherza?
Io ritengo che non si possa costruire un modello scolastico che distingua i ragazzi stranieri da quelli italiani in
quanto il vero obiettivo che deve avere il Paese è quello dell’integrazione tra stranieri e italiani. Se questa idea
della classe ponte può avere il fine di migliorare l’apprendimento degli studenti stranieri, in merito alla lingua italiana che potrà essere utilizzata dagli stessi sul territorio, penso che possa servire come strumento per potersi meglio integrare. Se tutto ciò è l’obiettivo da raggiungere, tale soluzione può essere accettata; tuttavia rimane primario quello dell’integrazione e della necessità che i ragazzi stranieri possano trovare una giusta collocazione nelle
classi italiane.
I politici, si sa, hanno in mano sempre l’arma della diplomazia e della cauta reticenza. Con questa intervista, comunque, ci auguriamo di fornire un valido strumento per avvicinarsi a quel mondo così estraneo e, al contempo,così vicino ai giovani qual è quello della politica. Speriamo che le nuove generazioni possano comprendere che,
per gestire le innumerevoli problematiche che la società di oggi e quella di domani devono e dovranno affrontare,
non si può far finta di nulla ed astenersi dall’informarsi e dall’impegnarsi in prima persona!
Caputo Mauro
Rhao Marco
Attualità
LECCE : CAPUT MEDITERRANEI
“A sud ! A sud !”
Tra i molti giovani ospiti del “ Mediterranean Peace Forum”, sabato 29 novembre 2008, nella Sala Conferenze dell’Hotel President di Lecce, era ospite anche una piccola rappresentanza del nostro Istituto. La Puglia
per tre giorni, dal 27 al 29-11, è stata eletta capitale del Mediterraneo.
Questa iniziativa giunge come riconoscimento del ruolo rivestito dalla Puglia se si tiene conto dei dati dell’Istituto per il commercio estero che, solo nei primi mesi dell’anno in corso, hanno registrato una crescita del
61% dell’export della regione verso le aree del “mare nostrum”.
“Stiamo dando sostanza, ha precisato il vicepresidente della Regione, S. Frisullo, alle politiche di cooperazione e di internazionalizzazione rafforzando il partenariato con economie integrate e complementari e secondo
una visione non predatoria, ma che tenga conto delle peculiarità dei territori dove costruiamo le partnership.”
Il segretario generale del Forum, O. Massalha, ha voluto precisare che “per competere nell’era della globalizzazione, con i due blocchi, Asia-Russia a est e USA-Canada-Mexico ad ovest, l’Europa deve avere un grande
mercato a costi bassi di manodopera e ciò può avvenire solo se farà del Mediterraneo non la periferia ma il
suo centro”.
Promosso e organizzato dall’organizzazione non governativa Mediterranean Peace , costituita a Parigi nel
2006 in ambito UNESCO, in collaborazione con la Provincia di Lecce, il Forum si propone come luogo di
incontro e di riflessione per promuovere la costruzione di uno spazio mediterraneo unito, pur nella sua diversità, nel segno della pace e della coesistenza fra culture.
Al centro degli interventi dei relatori e delle numerose tavole rotonde, organizzate nelle due sedi di Lecce e
di Acaya, sono state dibattute le dinamiche socio-politiche fra gli attori della regione mediterranea, sono stati
esaminati lo stato del dialogo tra le culture che popolano l’area e il confronto tra le religioni monoteistiche
che hanno fatto, nel passato, del Mediterraneo l’area delle certezze, secondo quanto sottolineato nell’intervento di Daher.
”Cooperazione, non coesistenza”sembra, comunque, essere l’obiettivo primario da perseguire in campo economico, come denuncia l’on. Boccia: “In un momento di grande recessione si devono stipulare accordi con i
Paesi del Mediterraneo per riscrivere regole di cooperazione economica nel sud d’Europa”. E dello stesso
avviso è il presidente della Fiera del Levante C. Lacitignola che ha rilevato come “la regione mediterranea si
presenta come un’area estremamente vulnerabile e complessa. Vulnerabile perché, situata nel cuore di tensioni internazionali, subisce pesantemente le distorsioni provocate dalla mondializzazione, incapace di intraprendere percorsi di crescita e di sviluppo. Complessa perché esistono profonde disparità economiche e sociali, rese palesi dall’analisi degli indicatori macroeconomici della regione”.
Altro problema scottante dell’area, affrontato nel Forum, la maggiore attenzione da riservare al conflitto arabo-israeliano che dura da ben 60 anni e la cui soluzione non può prescindere dal ritorno dei palestinesi rifugiati in Israele senza intaccare il carattere ebraico di questo Stato. “Solo se si riuscirà a fare il contrario della
guerra, afferma l’assessore regionale S. Godelli, occupandoci di acqua, di questioni climatiche, di risorse
primarie, forse si potrà dare un contributo parziale a creare un clima di maggiore e reciproca fiducia” nel
tentativo di avviare percorsi di pace e di sviluppo.
F. Cardini, da parte sua, ha precisato che “non sono le guerre di religione ad insanguinare il mondo, ma le
abissali disuguaglianze tra ricchi e poveri che, nell’era dell’informazione globale, non è più possibile negare
o sottacere”.
La coesistenza pacifica tra i popoli del Mediterraneo è sempre più legata alla giustizia sociale, alla distribuzione della ricchezza, all’affermazione dei diritti umani come hanno sottolineato nei loro interventi il cardinale De Giorgi e Mongi Bousnina, direttore generale dell’Alecso (Lega araba per l’educazione, cultura e
scienza) dibattendo sul confronto interreligioso nella regione euromediterranea.
“Il dialogo sincero ed autentico” avviato da Giovanni Paolo II e l’integrazione culturale tra le due religioni nel
rispetto delle diversità i punti sviluppati da due relatori con la precisazione, da parte di Bousnina, del delicato
ruolo dei media i quali, nel diritto-dovere di informare, hanno il compito di seguire verità e trasparenza senza
censure né strumentalizzazioni che “in alcuni casi sono alla base dell’aggressività che può sfociare in atti di
terrorismo”.
SOLO PAROLE ?
Forse no, se non vogliamo essere solo un’Europa delle banche ma guardare con più attenzione al più grande
lago del mondo come radice della cultura europea, confluenza e crogiolo di linguaggi, tradizioni e religioni.
La magia delle “Mille e una notte” può sempre rinascere in mezzo ai fragori della guerra con il vecchio trucco
di Sheherazade “raccontare per non morire” !
Adriana Greco
Francesco Vadacca
La notte bianca a Lecce
Venerdì 5 Dicembre, nel cuore di Lecce, è stata organizzato dalla regione Puglia l’evento “Puglia night
parade”. Una manifestazione che ha interessato anche i maggiori capoluoghi della regione. Numerose le iniziative tenutesi nelle splendide piazze e nelle più rinomate vie della capitale del Barocco, quale ad esempio lo
spettacolo circense del “CIRCUS DE SOLEIL” tra i più noti e rinomati al mondo.
I giovani hanno affollato Piazza S. Oronzo, dimostratasi fulcro dell’interesse delle nuove generazioni.
Tale affluenza è stata favorita dai negozianti Salentini che hanno continuato la loro attività per tutta la notte
rispondendo alla crisi economica che “in questi giorni” coinvolge le piccole e grandi attività.
L’ineguagliabile bellezza dell’architettura Barocca è stata cornice della serata; serata costellata dalle luci dei
riflettori, dalle note degli artisti di strada, dalle splendide vetrine illuminate e dalle innumerevoli decorazioni
natalizie.
I giovani hanno vissuto la nottata tra stupore e allegria sentendosi non solo spettatori ma anche protagonisti,
fieri delle proprie radici salentine, senza nulla invidiare alle iniziative delle grandi metropoli.
Vadacca Francesco
Pagina Scientifica
SALENTU: PRO E CONTRU DE LU IENTU
(SALENTO: PRO E CONTRO DEL VENTO)
Il Salento potrebbe produrre più energia di quanta ne consuma!
Questo lo rivelano i vari dati statistici eseguiti fino ad ora, in quanto il Salento dispone di numerose fonti
rinnovabili tra cui: l’energia fotovoltaica (tratta dal Sole), l’energia eolica (ottenuta dal vento) e l’energia
ricavata dal movimento delle maree.
Il Salento, purtroppo, non sfrutta tutte queste fonti poiché
non ha grandi quantità di denaro sufficienti per produrre
energia alternativa.
Gli impianti, per adesso, più usati sono le pale eoliche e i
pannelli solari. Le pale eoliche sono state, di recente, installate nel nostro territorio, principalmente a Surbo, e comportano dei pro e dei contro per l’ambiente.
Molte persone esprimono il loro dissenso in merito alla loro
installazione poiché danneggiano la bellezza del paesaggio
salentino; ma altri avvalorano la loro opinione positiva sottolineando che questi sistemi fanno sì che l’emissione di
CO2 possa calare.
A mio parere l’eolico si può ritenere una delle migliori soluzioni nella lotta alle centrali a carbone ed a petrolio; è
stupido, ancora oggi, pensare che le emissioni di CO2 non siano nocive per il nostro Pianeta ed ancora più
stupida è l’ostinazione di coloro che, ancora oggi, si oppongono a questi sistemi innovativi perché inciderebbero negativamente sull’ aspetto fisico del paesaggio.
Si può posporre il bene del Pianeta alla bellezza del paesaggio rurale?
Si può essere stupidi a tal punto da preferire nocive emissioni di CO2 alla vista di una pala eolica tra gli uliveti ed i vigneti salentini?
Quale la risposta?
Vadacca
Francesco
L’energia eolica: un futuro… via col vento
In questi ultimi anni la sempre più massiccia riduzione delle energie rinnovabili sta diventando una problematica a cui urge, al più presto, trovare dei rimedi concreti.
E’ allarme generalizzato,secondo quanto vanno diffondendo i media, che le fonti attualmente utilizzate, come
petrolio o carbone, fra una decina di anni, dovrebbero ridursi drasticamente. Per far sì che questi rischi non
incombano, pesantemente ed irreversibilmente, sulla testa delle gente rendendo quasi impossibile la vita sul
Pianeta Terra, lo Stato e le varie regioni italiane hanno cercato di sperimentare varie soluzioni per produrre
energia, ma la più conveniente, secondo me e anche secondo molti esperti, è senz’altro quella eolica.
Questa fonte di energia è il prodotto della conversione dell’energia cinetica prodotta dal vento in energia
elettrica nonché la prima fonte di energia rinnovabile usata dall’uomo e quelle che, oggi, vengono chiamate
macchine, un tempo altro non erano che semplici mulini a vento in grado di pompare acqua.
Ormai in quasi tutte le regioni meridionali sono state installate delle pale eoliche, anche nel nostro Salento
dove sono state impiantate 18 strutture eoliche nei pressi di Surbo, nelle estrema periferia della città di Lecce.
Come rende noto la Vestas, la Puglia, dal 2005 ad oggi, ha registrato il più alto tasso di crescita della domanda di energia pari quasi al +3,9%; inoltre queste 18 nuove apparecchiature riusciranno a soddisfare la domanda di energia di 33 mila famiglie salentine.
Oggi mettere a frutto attrezzature eoliche, secondo me, produrrebbe sia dei risultati positivi, ma, anche, negativi. Gli aspetti che, a mio parere, sembrerebbero ottimi sono sicuramente due:
l’ambiente non subirà danni grazie alla non emissione di ben 52 mila tonnellate di CO2 l’anno;
sarebbe la fonte di energia più conveniente nel rapporto costo/ produzione, in quanto grazie ai recenti
sviluppi tecnologici, l’energia eolica inizia ad essere economicamente vantaggiosa. Secondo l’International Agency,infatti, il costo medio di produzione calcolato fino ad ora si aggirerebbe intorno a
0,04-0,03 € per kWh.
A quanto detto,però, si affiancano anche degli aspetti negativi che sarebbe bene citare:
1) queste pale, essendo spinte dalla sola forza del vento, producono energia ad intermittenza, questo perché non essendo in un’area montuosa il vento non è sempre presente.
2) un altro problema insorgerebbe dall’impatto ambientale che, se pur rivalutato negli ultimi anni, resta
un enorme disincentivo all’istallazione di questo genere di impianti.
Di sicuro non si può che essere favorevoli all’istallazione di strutture eoliche (se impiantate in luoghi
sicuri e non dannosi per l’ambiente), perché, grazie ad esse, possiamo ricavare energia con la sola forza
del vento e consegnare alle future generazioni un mondo più pulito e respirabile.
Macchia Giulio
LE ALI DELLA CROCE
Recensione di Luca Bartolotti
Se si dovesse definire con due parole il libro del Prof Cosimo Esposito: “Le Ali Della Croce” si potrebbe
essere indotti a dire, in maniera semplicistica, che è un libro che parla della vita di San Giuseppe da Copertino. Si potrebbe, di conseguenza, ritenere che si tratti di una semplice agiografia, di uno di quei libri che
fa la “cronistoria” della vita dei santi. Ma questo sarebbe vero solo in minima parte. La grande abilità narrativa dell’Autore, infatti, unita alla particolarità della vita di San Giuseppe hanno fatto sì che “Le Ali Della
Croce” non sia un ‘agiografia, ma un romanzo di pregevole fattura, un libro ben scritto, come oggi se ne
trovano pochi. E non solo,in quanto, anche la trama è molto avvincente, senza, però, mai perdere di vista
quello che, a mio parere, è il significato vero e profondo del libro: un messaggio di forte pregnanza simbolica. Chi dovesse leggere questo romanzo senza attenzione potrebbe ritenere che si tratti di un semplice romanzetto, ma il lettore attento viene trasportato e proiettato, dalle parole del libro, in un cammino di fede e
di speranza di cui, al giorno d’oggi, c’è tanto bisogno. Il figlio della Franceschina, che aveva avuto guai
con la legge e che entra in convento tra i mugugni severi dei suoi superiori, che lo consideravano una sorta
di inetto, è destinato a superarli in sapienza e santità. Ne “Le Ali Della Croce” si ritrova il messaggio evangelico. Il messaggio di un Padre che è Dio che dà a tutti i sui figli, pur nel libero arbitrio, la possibilità di
essere Santi, anzi che li chiama ad essere santi. Così la difficoltà di San Giuseppe per i beni materiali si trasforma in grande passione per i beni spirituali. D’altro canto è scritto anche nei Vangeli ed è riferito niente
meno che a Gesù: “ la pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’ angolo “. Così ecco che chi dai frati
veniva considerato come il più piccolo diventa, grazie alla sua fede, il più grande, diventa lo strumento attraverso cui piacque a Dio manifestare la sua onnipotenza. Insomma da un educatore speciale, qual è il Prof.
Cosimo Esposito, viene un libro che molto educa, un libro assolutamente da leggere perché apre la mente e
riscalda il cuore !
ARTERIA POETICA
Recensione di Luca Bartolotti
Spesso, troppo spesso, i giovani sono lontano dalla poesia, non conoscono o non vogliono conoscere il
suo grande valore comunicativo. E, a volte, dobbiamo dirlo, anche gli adulti, presi come sono da mille
impegni, travolti dal flusso alienante degli eventi che danno forma alla nostra esistenza, non trovano il tempo per regalarsi quel momento di profonda introspezione che la poesia comporta. Non per me che ho avuto modo, fortunatamente, di apprezzare il valore dei versi fin da bambino. Così con l’ amico Enzo Mega
abbiamo voluto dar corso ad un ciclo,un ciclo che ci porterà a presentare parecchi libri, soprattutto di poesia. Abbiamo cominciato, di recente, con la presentazione di “Arteria Poetica” del dott. Salvatore Perfetto,
una fenomenale antologia poetica che ti catapulta, inevitabilmente, in una seria e profonda riflessione. Un
libro che non ha l’ intento di narrare gesta eroiche o fatti di cronaca che troviamo sui giornali e non ha
neanche la presunzione di entrare nelle collane dei libri più blasonati. Un libro scritto da un uomo qualunque che si dimena tra le fatiche della vita, tra i sentimenti contrastanti che la professione medica gli suscita, tra i paradossi del tempo che viviamo. L’essere scritto da un uomo qualunque è il punto di forza di questo libro, nel quale ognuno di noi può ritrovare i suoi tormenti interiori, la sua vita quotidiana, le sue radici. E lungo tutte le pagine del libro ci si accorge di come il sottotitolo:”trentanove poesie terapeutiche “ sia
quanto mai azzeccato, infatti ecco che con lo scorrere delle pagine la poesia diventa terapia, se non medicina per l’ anima, un modo di scacciare i pensieri, di reprimere le angosce della vita di tutti i giorni proiettandosi in un viaggio tra quei fiumi di inchiostro che scorrono su chilometri di pagine bianche che, ad un
certo punto, diventa anche un viaggio dentro noi stessi, nei nostri sentimenti più nascosti. Mestiere del
poeta è proprio quello di scrutare nell’ animo umano. Salvatore Perfetto, che poeta di professione non è, ci
è riuscito alla perfezione, portandoci con sé in un viaggio dentro la vita che parte dal pessimismo, primo
capitoletto dell’ antologia. e giunge al vernacolo, ultimo dei sei capitoletti e simbolo di una riscoperta delle
propri radici, arrivando a toccarci le corde dell’anima. Nel corso delle tre serate che abbiamo voluto dedicare alla presentazione di questo libro, si sono poi tenute degustazioni ragionate di vino novello guidate
dall’ Amico Luigi Sances perché la poesia non è trascendentale, ma è legata alla nostra vita come il nostro
vino è legato al territorio .Abbiamo, così, voluto unire al viaggio tra i sei capitoletti di questo libro anche un
viaggio nel nostro territorio in una piacevolissima commistione tra il vino ( nettare degli Dei ) e la poesia
prezioso nettare dell’ animo umano.
Quattro passi nel Salento
….guardiamo intorno, scopriamo le nostre
storie…
di Beatrice De Mitri
Quante volte passeggiamo sotto il sole della nostra città vediamo quei monumenti che hanno fatto la storia
del nostro paese. Quel monumento che ci raramente rappresenta, ma i nostri occhi si soffermano a guardare i
particolari, i simboli che li ornano: scoprire un po’di storia della nostra città di Copertino, è opportuno, di
conseguenza.
Copertino sorse nel 560 o nel 615 d.C. dalla riunione degli abitanti dispersi dei casali di Cambrò, Mollone,
Casole, Cigliano.
Il suo nome ha avuto varie modifiche nel corso degli anni gli abitanti dapprima la chiamarono “Cittadella”, in
seguito decisero di chiamarla Convertino, poi Cupertino ed, infine, Copertino.
Intorno al 1400 Copertino ha adottato come arma civica un albero di pino con le radici affioranti e ai lati del
tronco sono impresse due lettere C e P cioè Conventio Populorum (accordo dei popoli).
Gli elementi decorativi dello stemma del Comune di Copertino sono:
LA CORONA: indica che Copertino è un comune
L’ALLORO: simbolo dello splendore,della fama e della gloria
LA QUERCIA: simbolo della forza, della stabilità e del vigore.
Uno dei più importanti monumenti della città di Copertino è il suo castello Angioino
situato a Nord-Ovest della città, sorto in epoca normanna e sveva e completato, in seguito,dagli Angioini.
Il suo tessuto murario è formato da blocchi regolari sovrapposti di carparo bruno,la sua forma è quadrangolare con torrioni collegati da lunghi corridoi e all’esterno è circondato da un fossato.
Quello che noi vediamo ora è opera di Evangelista Menga che, su ordine di Alfonso Castrista, apportò molte
modifiche lasciando intatte solo la torre e le stanze del lato nord,queste modifiche furono apportate per rendere il castello una fortezza militare.
E, dopo un po’ di storia, passiamo all’analisi del portale del nostro castello, laddove Evangelista Menga volle raccogliere una sintesi delle numerose Signorie che avevano dominato la contea di Copertino e che ne
detennero il possesso. Poiché i volti raffigurati sono venti e sembrano distribuiti in ordine cronologico, si può
pensare che il Menga abbia voluto narrare la storia del cinquecento salentino, questo probabilmente è dedotto
da una una fonte manoscritta che se veritiera è proprio contemporanea al rifacimento del castello.
Il portale può essere diviso in due parti:superiore e inferiore. Nella parte superiore sono poste 19 teste; in
quella inferiore otto .
Il manoscritto afferma che la nicchia posta nella parte superiore,oggi vuota, era destinata a Carlo V.
Torniamo alle nostre 19 teste nella parte superiore, tre sono di donne e i restanti di uomini;
supponendo che si inizi a guardare da sinistra il primo è Goffredo, poi viene Manfredi , il terzo Carlo
I,scendendo giù orizzontalmente abbiamo Gualtieri di Brienne e Giovanni D’Enghien, poi ancora più giù
Tristano Chiaromonte, Caterina Orsini Del Balzo, Maria D’Enghien e re Ladislao, infine vengono rappresentati Isabella Del Balzo o Sancia Chiaromonte Orsini Del Balzo e Raimondello Orsini..
La parte inferiore conserva otto effigi dei Granai-Castriota, il manoscritto, però, ne ricorda solo quattro quelle di :«Bernardo, Maria, Alfonso e Antonio»Granai.
Sull’architrave del castello i punti più importanti dovrebbero essere gli estremi, di verso opposto. Il primo, a
partire da sinistra, sembra un volto giovane e si deduce che sia di Antonio Granai primo dei figli di Alfonso
ed erede feudale, l’ultimo, invece, potrebbe essere il volto di Maria Zardari, moglie di Bernardo Granai
Il secondo da sinistra raffigura Giovanni j, secondogenito di Alfonso, proseguendo verso destra abbiamo
Alfonso Granai,Pirro, Giovanni,Bernardo e infine Ferrante.
Al portale sono presenti due colonne vestibolo gerosolimitano che nella simbologia rappresentano LA FORTEZZA e LA TEMPERANZA.
Nella parte superiore dell’architrave sono scolpiti dei trofei che stanno a simboleggiare che il castello è stato
costruito per difendere la Cittadella dagli attacchi dei turchi.
Ai lati del portale si possono notare dei cavalli marini che simboleggiano con il fossato sottostante
fosse sommerso dall’acqua, per questo, era presente, ora non più, con un ponte levatoio che all’attacco del
nemico si alzava per farlo cadere nelle acque e annientarlo.
Sul portale si possono vedere anche degli elementi decorativi come un ricco fogliame ed un diffuso carattere
favolistico di cui rimangono alcune tracce sul lato sinistro.
E bene, io ho raccontato quel che è possibile sul Castello Angioino, mi è stato raccomando di aprire gli occhi
su tutto ciò che ci circonda per scoprire mondi fantastici come quelli del passato della nostra città….
Da “La guida verde della città di Copertino”, di Giancarlo Vallone
Nel cuore del Salento, più precisamente a Leverano, sorge la
torre di Federico II di Svevia. Uno dei monumenti più belli e impetuosi della nostra bellissima
terra. La torre risale al 1220
quando fu fatta costruire, appunto, per volere di Federico II. Si
innalza per un’altezza di 28 metri ed è una “torre parallelepipeda a base quadrata”, con le facce orientate secondo i quattro
punti cardinali, decorata da merli
a tre punte; si aprono finestre
bifore decorate con pietra calcarea di colore bianco. Originariamente era divisa in quattro piani
collegati da una scala a forma di
elica che raggiungeva l’ultimo
piano. La storia della torre, nonostante sia molto amata dai leveranesi, rimane pressoché sconosciuta alla gran parte dei cittadini. Poche le persone che sono
riuscite a visitarla dall’interno, mentre in molti si sono limitati a vederla dall’esterno.
Dal 1200 al 1400, la torre assolve la funzione difensiva per la quale era sorta. Dal
1400 in poi, con la caduta di Gallipoli e sotto la dominazione dei Veneziani, inizia
la sua decadenza ed ora è usata come magazzino. Nel 1808, i leveranesi assistono al crollo dei ballatoi e del ponte levatoio. Nel 1870 viene riconosciuta
“monumento nazionale”, ma solo diciannove anni dopo iniziano i lavori di restauro,
terminati nel 1891, che valgono a salvarla dal crollo anche se continua ad essere
deturpate da abitazioni private che sorgono proprio a ridosso della sua base. Si
pensa che il castello di Copertino e la torre di Leverano potessero essere collegate da un tunnel sotterraneo perché, al di là della leggenda, sono state trovate due
gallerie convergenti nell’orientamento, che partono dalle basi delle due fortificazioni. Il 23 febbraio del 1919 la Signora Teresa Giuseppa Della Ratta vende la torre
al Signor Eugenio Negro, con atto del notaio Pio Piccione registrato il 3 marzo 1919. Attualmente la torre è di proprietà del Comune, che l’ha parzialmente restaurata. Sarebbe bello in futuro vedere questo monumento ritornare al suo antico splendore, magari come sede di un museo o di una mostra permanente a storia locale.
Stefano Trono
VOLARE
SVEGLIA RAGAZZI
Metto un paio d’ali e volo via,
via da questa buia stanza
verso un mondo nuovo
verso la libertà
e volo, volo sempre più in alto
un gabbiano su un oceano,
la vita nelle mie vene
la mia bocca come un pagliaccio.
Le mie mani racchiudono il mondo
Io la regina della storia
Solo io voglio, solo io posso
Solo io vivo
Tutto il resto non conta
Sola con il mio mondo.
Non trascinate la vita, iniziate pian pianino
A fissare negli occhi;
con discrezione, con timore, con ardore.
Meraviglia e stupore
Siano vostre compagne di viaggio, sempre.
Meraviglia per inneggiare all’Eterno,
stupore per godere del creato!
Componete la melodia della gioia
Sulle note di un angelico canto…
Sveglia ragazzi:
gioisosi, amabili, spensierati,
camminate sulle strade del mondo spediti.
Incrociate le dita uscire allo scoperto,
ascoltate chi, con onore e dolore,
ha sprezzato i qualunquismi,
pagando un prezzo amaro colmo di rabbia,
rancore, ma con l’amore dietro l’angolo…
l’aurora della gioia pura sia il vostro inno,
composto con le note ottimismo;
trasformi il grigiore di giornate stanche
in alba chiara e radiosa.
Canteremo insieme l ’inno alla vita,
con rispettoso silenzio
apriremo all’Amore che non tramonta,
seguiremo la scia di chi ci ha creati e redenti
nel silenzio di un caloroso abbraccio.
Forza ragazzi… forza e coraggio…
Buon cammino…
De Mitri Beatrice
Don Franco Vantaggiato
LA MAMMA MIA
TRADUZIONE
Quantu mi parìa beddhra la mamma mia
Quannu, sthracca ti fore la sira si ni inìa …
Iou, pi rispettu, mancu mi bbicinava
E cu nni fazzu nna carezza puru rinunciava.
Quanto mi sembrava bella la mamma mia
Quando stanca dalla campagna la sera se ne tornava…
Io, per rispetto, nemmeno mi avvicinavo
E persino a farle una carezza rinunciavo.
Iddhra, tutta ndaffarata, giustava cu mangiamu
E quiddhru era lu momentu cu cuntamu:
Ti la scola, ti la fatìa ca fore nc’era ta fare,
Ti quiddhru ca era successu alla cummare.
Poi mmundava li foje e mintìa la pignata pi llu crai
E parìa comu sia ca no’ si straccava mai:
Annanzi llu fuecu ssittata la lana pi li camisole filava
O allu talaru, cu ttesse rrobbe pi lla tota si ssittava.
Moi, la mamma mia ecchia è ddintata
Tene sempre l’uecchi tristi e a ddoi s’è curvata
Tuttu lu ggiurnu stae ssittata e si stizza ca no’ bbite cu
fatìa Iou la vvardu: quantu mi pare beddhra la mamma mia….
Luigina Nestola
Lei, tutta indaffarata, preparava la cena
E quello era il momento per parlare:
della scuola, del lavoro che in campagna c’era da
fare
Di quello che era successo alla comare.
Poi, puliva la verdura e metteva a bagno i legumi
per l’indomani
E sembrava come se non si stancasse mai:
davanti al fuoco seduta, la lana per le maglie filava
o al telaio per tessere robe per la dote si sedeva.
Adesso, la mamma mia vecchia è diventata
Tiene sempre gli occhi tristi e in due si è piegata.
Tutto il giorno sta seduta e si arrabbia perché non
vede per lavorare.
Io la guardo: quanto mi sembra bella la mamma
mia…
GOSSIP
Gossip, gossip gossip.
Il mondo sembra esserne assetato, non poterne più fare a meno…e anche noi, nella nostra scuola e nel nostro
piccolo, siamo sempre pronti a immischiarci nelle faccende altrui, creando, così, un chiaccherato passaparola
di novità e particolari piccanti. Anche commenti, osservazioni e critiche su abbigliamento e accessori non
potevano certo mancare… E naturalmente, anche i professori sono stati bersaglio dei nostri giudizi. Abbiamo
notato quelli vestiti all’ultimo grido e quelli che, invece, sono rimasti alla moda del loro tempo. Fra i prof,
infatti, c’è chi spicca grazie al suo abbigliamento, trendy e attraente, con il quale, abbinano anche accessori
griffati e trucco giovanile, c’è chi si fa benvolere dagli alunni e chi, invece, si attira addosso brutte battutine
perché, magari, non è proprio acconciato secondo i canoni estetici dell’ultima ora .
In ogni caso, la scuola è un luogo di studio, e non una passerella di moda, e, nel campo scolastico, vince il
professore che si fa apprezzare non per il suo modo di vestire, ma per il suo modo di insegnare e di impartirci
lezioni di vita, oltre a quelle di italiano, matematica, inglese,……………………………………………….
Matino Alessia
Dante con passione
Peluso all’opera
Il 12 ottobre 2008, in assenza del prof. Vito Pati impegnato in un’ importante missione di ristabilimento fisico, il docente Mauro Peluso si accingeva a narrare in maniera alquanto alternativa la così amata Divina
Commedia da allora ribattezzata dai fortunati testimoni della 3^a:
DANTE CON PASSIONE…
Garantiamo con, tanto di esperienza personale che i risultati ottenuti sono stati dei migliori e quindi, gloria a
Peluso! Ogni sua parola è pura poesia! Altro che Dante!!!
Nel mezzo del cammin di nostra vita…bla bla bla…
Allora…intra l’infiernu ci sontu tutti li disgraziati, li puttanieri, li cornuti, li malfattori, ecc….
Intra lu paraisu ncete:…”passame la nuvoletta a me ca io ti la passu a te…e dai! La nuvoletta su…la nuvoletta giù…”
Stia comu rincoglionitu. Comu se m’era fatta na canna, mienzu macu…comu s’era persa la strata ti la verità…a nu certu puntu riu intra la valle a do zziccu a bitire la luce.
“ahh….porca miseria…l’aggiu scampata bona!!! Sorte mia!!! Ni l’aggiu fatta…”
Pausa musicale…..
La canzone ti la savana….
Spiccia la canzone….
No si glià ti nanzi la lonza cu lu pilu mmaculatu e iò:”ma ce bole sta lonza??!!...insomma ma ce buei?!?!” A
nu certu puntu ticu: ”Meh! Vaffanculu mi ni sta bau!”….e mi gnau…
Ntorna pausa musicale (mannaggia la cicoria!)
Spiccia la canzone….ricominciamo…
Albeggia e mi cumpare nu leone ncazzatu e affamatu, tinia talmente tanta fame ca puru l’aria trimà!
“porca miseria! Lu leone, la lonza, puru la lupa ncete!” dopo perdu tutte li speranze….
“ah comu quiddhru ca tae li sordi ti na parte all’aura e poi perde tuttu…cussì mi sentu iò…dopu ca itia la
luce…mi si mente annanzi la lupa e dicu: ”pussa via! E a ba pigghiatila anculu…”.
Dopu st’affrontu capescu ca no ghera queddhra la strata mia, tornu a retu e sentu na voce rauca ca mi tice:
”ma a do sta bai?!” e dicu: ”ma ci ete ‘ntorna quistu, povero a me, a do aggiu ccappatu! Ce sinti? Ombra
anima o spettru?”.
Mi risponde: “no sontu uomu…ma uomu fui!!!”
“Minchia!”
“E li parenti mia eranu lombardi…”
“Capu ti stu cazzu!”
“Aggiu vissutu a Roma sottu Augustu e aggiu dintatu poeta…”
“ahh suezzi simu!”
La voce: ”ma piccè sta tuerni a retu?”
“Allora sinti tune Virgilio? Bruttu discraziatu dopu ca aggiu studiatu tantu li opere tua ce buei? M’ha fattu
cacare sotta però sinti lu mesciu mia. Tamme na manu cu sti animali ca mi fannu mpaurare”
“ma cangia strata piccè sennò spicci fiaccu”. Dittu cu lu gergu allegoricu: “tocca cangi vita!!!”
“Sta ziccu a tinire paura..”
continua: ”e i miei parenti furono lombardi…”
“A te ti sta bbene la fifa a quantu aggiu capitu! Mi sembra ca no ti sta fidi tantu di quiddhru ca ti sta dicu. Ti
spiegu piccè stau a quai!!! Iò era sospesu tra gioie e sofferenze quannu na femmina m’ha dummannatu cu
begnu ti salvu…m’ha dittu ca l’amicu sua s’ha persu e cu ni tau na manu! Puru sobbra all’alto ti li cieli sapinu ca tune t’ha persu!”
Lei:”sontu Beatrice, egniu ti lu paraisu a do ogghiu cu tornu…mi raccomandu a stu vagnone tanne na manu
tune! e ricordate ca tuttu quiddhru ca faci non ni lu scirramu…mentu io na bona parola cu lu signore quannu
poi sali sobbra!”
Dopu li sviolinate ti Virgiliu a Beatrice…
Virgiliu: ”Si tanta bona ca no c’è bisuegnu ti raccomandazioni. Tu si bona si tuttu…poi itimu ce si pote fare!
Ma tu piccè stai a quai??? No t’ha cacata filu sotta???”
“Istu ca uei cu lu sai, moi ti ticu lu motivu mia veru…no m’aggiu mpaurata istu ca bisogna tinire paura sulu
ti li cose ca potinu fare tannu a quacche tunu. Puru ci passu ti l’Infernu iò, facennu parte ti li raccomandati ti
lu Signore, li fiamme mi fannu solletucu! La Matonna ha fatta na riunione piccè s’accorta ca Dante stae in
difficoltà. Ha misu ti paru tutti li Santi compresa Santa Lucia e m’ha dittu:<<iti ca nc’ete lu zitu tua ca tene
bisuegnu…nah! Pigghiate sta raccomandazione>>…e poi m’aggiu precipitata cu ti dummannu aiutu”.
Virgiliu: ”Dopu ca mi tisse sta cosa chiangennu, m’aggiu commossu e so binutu subitu cu risolvu lu problema…so riatu a tiempu a tiempu cu ti salvu”.
E iò rimasi di cazzu!…
Virgiliu: ”Ha rincoglionitu? Li femmine sta cercanu cu ti iutanu!”
E iò dissi: ”Wei Virgiliu appostu…putimu scire! Aggiu capitu finalmente! Partimu…faciti ti me tuttu quiddhru ca uliti tantu io so raccomandatu ah! ah! ah!”
E scimmu tutti toi verso l’Infiernu…
TRADUZIONE
Nel mezzo del cammin di nostra vita…
Nell’inferno ci sono tutti i disgraziati, i puttanieri, i cornuti, i malfattori ecc….
Nel paradiso c’è: …..passami la nuvoletta tu….che io la passo a te….e dai…..la nuvoletta su…la nuvoletta
giù…
Stavo come “rincoglionito”, come se mi fossi fatta una canna, mezzo scemo, come se avessi perso la via
della verità!!!
Ad un certo punto arrivo nella valle dove inizio a vedere la luce…..
Ah…. Porca miseria l’ho scampata bella!!! Ce l’ho fatta!
Pausa musicale……..
Canzone AH, AH, AH, “SAVANA”
Fine pausa musicale…
La lonza non si toglieva davanti con il pelo maculato e io: ”Ma che vuole questa lonza? Insomma ma che
vuoi???” ad un certo punto dico: ”Vaff…me ne sto andando!!!” e me ne vado.
Rii…pausa musicale… … …
Albeggia e mi appare davanti un leone arrabbiato con tanta fame, era talmente affamato che anche l’aria tremava.
”Porca miseria!!! Il leone…la lonza…anche la lupa c’è!”
Ho perso tutte le speranze.
“Ah…come quello che dà soldi da una parte all’altra e poi perde tutto…così mi sento io…dopo che vedevo
la luce…mi si presenta davanti una lupa e dico: ” vai via! Vatt…”.
Dopo questo affronto capisco che quella non era la mia strada…torno indietro e sento una voce rauca che
dice: “Dove stai andando?” e io dico: ”Chi sei tu di nuovo? Povero me! Dove sono capitato? Cosa sei? Ombra…anima o spettro???”
Mi risponde: ”non sono uomo…ma uomo fui!!!”
“Perbacco!!!”
“Perdinci!!!”
e ancora: ”vissi a Roma sotto Augusto e fui poeta!!!
“Perdindirindina! Siamo uguali!”
voce: ”Perché torni indietro?”
“Allora tu sei Virgilio! Brutto disgraziato…dopo che ho studiato tanto le tue opere, cosa vuoi? Mi hai fatto
spaventare, però sei il mio maestro! Dammi una mano tu perchè queste bestie mi fanno paura…”.
Virgilio:”Devi cambiare strada perché altrimenti rischi la vita!!!”
“Inizio ad aver paura…”
Virgilio: ”A quanto ho capito non ti stai fidando di me!...ora ti spiego perché sono qui! Sono qui per guidarti
sulla via della salvezza! Ero sospeso tra gioia e sofferenza quando una donna mi ha chiesto di venire ad aiutarti. Mi ha detto che un suo amico si era perso e mi ha chiesto di dargli una mano .
Anche nell’Alto dei Cieli sanno che tu ti sei perso.”
Lei: ”Sono Beatrice vengo dal paradiso dove desidero tornare, mi raccomando dagli una mano! E Ricordati
che tutto quello che fai non sarà dimenticato, metterò una buona parola con il Signore quando verrai su”.
Dopo le sviolinate di Virgilio a Beatrice…
Virgilio: ”Sei così bella che non hai bisogno di raccomandazioni. Vedremo cosa si può fare…Ma tu perché
sei qua? Non hai avuto paura?”.
E lei: ”Dato che lo vuoi sapere ti dirò il mio vero motivo: non ho avuto paura perché bisogna avere paura
solo delle cose che recano danno a qualcuno. Anche se passo dall’Inferno io, essendo raccomandata dal Signore, le fiamme mi fanno il solletico…La Madonna ha fatto una riunione perchè si è accorta che Dante è in
difficoltà. Ha riunito tutti i Santi compresa Santa Lucia. E poi mi sono precipitata a chiederti aiuto”.
Virgilio: ”Dopo che mi disse questa cosa piangendo, io mi sono commosso e sono subito venuto a risolvere il
problema. Sono arrivata appena in tempo per salvarti”.
Ed io rimasi senza parole…
Virgilio: ”Ma ti sei rimbambito? Le donne stanno cercando d’aiutarti”.
Ed io dissi: ”D’accordo Virgilio possiamo partire! Ho capito finalmente! Partiamo! Fate di me quello che
volete tanto io sono raccomandato ah! ah! ah!
Ci avviammo verso l’Inferno…
Fine prima parte…
Troso Virginia
Dragone Tania
Ferrari Stefania
De Medio Sara
Sport
I CAMPIONI DEL BACHELET
IL SOLLEVAMENTO PESI A COPERTINO
È davvero prestigioso il bilancio degli atleti dell’ Istituto Tecnico Commerciale “ V. Bachelet ” di Copertino
nel Campionato Regionale Under 18 di Sollevamento Pesi che si è tenuto il 9 Novembre nel palazzetto dello
sport della nostra città.
Organizzata dalla locale “ Body’s Training ”, la competizione ha visto la partecipazione di cinque società
pugliesi: la “ Pesistica Salentina “ di Aradeo, l’ “ Angiulli “ di Bari, la “ Body Line “ di Leverano e la “
Fitness Center “ di Acqua Viva delle Fonti, oltre alla società organizzatrice; per un totale di circa 50 giovani
atleti.
In particolare si sono messi in evidenza alcuni atleti della nostra scuola: Andrea Sederino, primo classificato
nella Cat. 56 Kg.; Gianluca Cordella che si è laureato campione regionale nella Cat. 62 Kg. con un totale di
165 Kg.; e ottima medaglia d’argento per Luigi Nestola vice campione regionale nella Cat. 94 Kg. con un
totale di 180 Kg. Ai piedi del podio si sono classificati Marco Greco ( Cat. 56 Kg. ) e Stefano Calasso ( Cat.
62 Kg. ).
Paura per l’atleta Luigi Nestola che, nell’ eseguire la prova di slancio, si è accasciato a terra nel sollevamento
di 102 Kg. senza aver riportato, però, grosse conseguenze. Con 9 titoli la “ Body’ s Training “ si è aggiudicata il primo posto.
Gianluca Cordella
Luigi Nestola
CAMPIONI NON SI NASCE…..MA SI DIVENTA !
( LA FRECCIA DEL SUD )
di Adriana Greco
Alto, snello, viso furbetto, occhi vispi , ma, soprattutto, CUORE E POLMONI D’ACCIAIO come sono i
muscoli delle sue giovani gambe. E’ questo il piccolo, d’età, ma grande, per bravura, campione dell’ITC
“Bachelet”: Riccardo Vangeli. Riccardo non è più una promessa, ma una splendida realtà del ciclismo italiano. Tante, veramente tante le gare in cui è stato osannato come vincitore e innumerevoli i premi e i riconoscimenti custoditi nella sua bacheca. Il nostro Istituto ne è fiero anche perché il giovane campione delle due
ruote continua ad essere un ragazzo semplice e cordiale e, nonostante i pesanti sacrifici cui si sottopone, tra
allenamenti e gare stressanti, frequenta le lezioni con costanza ed ama festeggiare in classe, con i compagni
e i professori, le sue, ormai nazionali, vittorie! Che sia l’aria da champions che si respira nel nostro Istituto
ad aver contribuito a farne l’astro nascente di uno sport troppo spesso sotto accusa nelle nostre italiche contrade? A noi piace pensarlo!
Giochi
Di Vincenzo Raganato
IL SUDOKU
Sudoku (giapponese: sūdoku, nome completo Sūji wa dokushin ni kagiru) (che in giapponese significa (più o
meno) "sono ammessi solo numeri singoli") è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la
griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 "sottogriglie",
chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un
numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni
riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.
Il SUDOKU e le sue vere origini.
Le vere radici del quadrato del SUDOKU sono molto vicine a noi, sia nel tempo (era il 1783) che nello spazio: il suo luogo di nascita è, infatti, la Svizzera, e Leonhard Euler, è il suo creatore. Questo giochetto fece
perdere magicamente le sue tracce per circa duecento anni, ricomparendo negli Stati Uniti alla fine degli anni
‘80 su una rivista di enigmistica. Lì lo vide un editore giapponese e, siccome, i giapponesi copiano tutto, tornato in patria pubblicò un librettino con una serie di quadrati da risolvere, sotto il nome di Sudoku.
Il merito della sua diffusione spetta, invece ad un neozelandese: Wayne Gould che, nel 1997, durante una
vacanza a Tokyo, scoprì questo libretto in una libreria e lo acquistò.
Creò, poi, un programma al computer col quale si potevano produrre centinaia di combinazioni e lo propose
al Times. Gli inglesi lo accettarono: ma nemmeno loro, che hanno di solito un buon fiuto per tutto quel che
riguarda i giochi di ogni genere, immaginavano che il Sudoku sarebbe diventato un successo mondiale.
LA PIRAMIDE
Cerca quale numero va nella casella in basso,
sapendo,
che il numero posto nella casella in basso,
è sempre il totale delle due caselle superiore.
Alla lavagna con Bart
Colloca le cinque cifre fra i quattro segni matematici, in modo tale che Bart, trovi il
risultato finale dell’operazione, che è 18
L’Amore in anonimo….
Francesca Rossetti
L’Amore in anonimo….
“Se in autunno venissi da me caccerei l’estate” scriveva la poetessa Emily Dickinson. E noi immersi nell’inizio di questo autunno, a osservare le luci che si affievoliscono, respirando la dolcezza del
tiepido freddo che si accinge con i giorni a diventare sempre più pungente, ci riscaldiamo dentro
caldi maglioni e incominciamo la cosiddetta routine. Tornare a casa, riprendere i propri ritmi le proprie responsabilità e il tran tran del quotidiano.
Ogni mattina è sempre la stessa musica. Sveglia alle 6.45 e, mentre, continua a strillare, mentre le luci dell’alba cominciano a schiarire il cielo, la radio accompagna il dolce risveglio a tutta la famiglia. Chissà come
mai, forse capita solo a me, ma a prima mattina ogni tipo di musica, di canzone a volte sembra irritante, a
volte, invece, sembra particolarmente bella tanto che con gli occhi semichiusi incominci a canticchiarla, ne
alteri le parole, alcune le dimentichi pure e contemporaneamente incominci a riorganizzare la mente per la
giornata. Pian piano con il ritmo della musica riesci a sollevare le coperte, fino a quando appoggi i piedi sul
pavimento, sei più stanca del solito, beh, esattamente hai solo dormito. Ti guardi allo specchio con l’idea che
quel “mostro” non sei veramente tu. Mentre la radio continua a cantare, sei lì di fronte all’armadio che non
sai quale vestito metterti, quale è il giusto per un lunedì o un sabato mattina. Vedi l’armadio e c’è qualcosa
che non va, stai cambiando. Sei confusa, gli abiti che hai amato ieri, oggi non ti rappresentano più. Qualcosa
è cambiato e cambierà in continuazione. La canzone che hai ascoltato fino ad ora non è detto che susciterà le
stesse emozioni in un vicino futuro. Guardi l’orologio, è tardissimo, mentre pensi, mentre rifletti il tempo
vola via e non te ne accorgi che sei in un ritardo tirannico. Decisa, tiri fuori una maglietta e un jeans, scendi
di fretta le scale, entri in bagno, ti lavi il viso, ti sistemi un po’ il trucco. Prendi la giacca, metti sulle spalle la
cartella .Ti senti più o meno felice, tutto per lo meno, per ora va bene, ti ricordi che la radio, su, è ancora accesa, ti sbrighi, sei proprio oltre il cosiddetto ritardo. Ma, quando varchi la porta per entrare nella tua stanza,
qualcosa ti lacera il cuore, la radio ti fa ascoltare ciò che non doveva, sei distrutta, tutta la grinta che avevi
ora non c’è più, ti senti un brivido alla schiena, senti un vuoto nel petto, forse il cuore ha smesso di battere?
Non sai nemmeno tu che ti sta succedendo, quando una storia finisce il dolore normalmente è relativo alla
bellezza dell’amore che si è vissuto e, allora arrivano regolarmente a ripicca i ricordi e anche una canzone
ricorda quello che faticosamente sei riuscito a scordare. La tua canzone, la vostra canzone reduce di un vulnerabile tormento. Il vostro grande amore, che ora è solo un ricordo che annulla la felicità, che ora è rimasto
solo inciso sulla vostra pietra che solo chi ha amato veramente custodisce con riguardo. Attimi che in un giro
di secondi ti cambiano la vita, una banalissima canzone ricorda bellissimi momenti trascorsi e nello stesso
tempo, cancellati come un colpo di bacchetta magica. Udire e far finta di non ascoltare quello che o per coincidenza o per pura casualità non vorresti sentire. Ora sei lì immersa in quel vortice di ricordi, era una canzone che non ascoltavi da parecchio tempo, quei ricordi tanto lontani che ora sono in grado anche di turbarti la
giornata, di rovinartela esattamente. Senti delle voci di sottofondo, oltre a Fabrizio Moro c’è qualcun altro
che urla, cerchi di decifrare che cosa potrebbero significare quelle grida fin quando la voce ti sembra familiare e ti accorgi che tua madre grida a squarciagola perchè sono già le 7.40 e tra non meno di un minuto passerà la corriera e tu l’avrai persa. Il tempo vola via e sembra che in quei momenti non fai caso più a quello che
ti succede intorno o precisamente alla lancetta dell’orologio che pian piano prosegue, come di consueto, in
avanti. Incominci a correre per le scale, entri in macchina, la strada sembra più lunga del solito, arrivi alla
fermata e la corriera è quasi arrivata, scendi di corsa dalla macchina e entri direttamente in corriera, l’autista
ti conosce, ti fa un sorriso sdolcinato e non ti chiede neanche il biglietto. Non lo obliteri tanto non è mai passato il controllore, e anche se passasse tu conosci l’autista e, quindi, non c’è nessun problema. La corriera è
mezza piena, un ragazzo in fondo ha un posto libero affianco al suo, avanzi verso di lui, ti siedi. Non fai neppure caso chi è. Ha uno sguardo strano, ti fissa ogni movimento che fai e ti senti un po’ in imbarazzo, i suoi
occhi sono puntati su di te credi, che hai qualcosa fuori posto perciò ti giri verso di lui, i suoi occhi e tuoi si
incrociano, gli fai un sorriso: lui te lo ricambia. Mentre la corriera riparte il telefono ti vibra, un altro messaggio, un altro messaggio sconosciuto, lo apri, c’è scritto un grandissimo ti amo attorniato da tante faccine e,
poi, infine, una faccina triste. Ti guardi intorno cerchi di capire in quale mischia ti ritrovi, davanti c’è gente
che studia latino con dei libri in mano, di lato, invece, tanti gruppetti di ragazzi che raccontano tutto quello
che è successo la sera precedente. Tu sei lì, ti senti un po’ strana, quello non è il tuo posto, oggi è proprio una
giornata diversa, ogni mattina la
corriera è sempre nella pace assoluta, tutti calmi, con gli occhi semichiusi, ancora immersi nella fase
del risveglio. Tu, invece, nella tua mente un ingarbuglio di ricordi, tante domande che non hanno
una risposta. Tutti i ricordi ti assalgono e aprono quella ferita che si stava rimarginando. Hai quella
canzone in mente e non sai cosa fare per levartela dalla testa. Nel frattempo scendi dalla corriera, ti
vibra il cellulare, un altro messaggio sconosciuto, e un altro, e un altro ancora, non riesci neppure ad
aprirne uno che ne arriva subito un altro, il telefono sembra impazzito, all’incirca dieci messaggi ti
arrivano quasi tutti in contemporanea, cerchi di aprirne uno, lo apri e compaiono dei punti interrogativi. Il messaggio è strano non fa capire esattamente niente, dice solo tanto: “Non sono le parole ad
aiutarci a capire, sono le mie parole che incontrano le tue, il ritmo lento dei nostri respiri che si uniscono ci accomunano. Ki 6? Xk mi hai rubato il cuore?” Tutto qui. La giornata prosegue con lo stesso ritmo irrefrenabile, le solite interrogazioni, la solita noia di tutti giorni. E, come inizia, così finisce
senza emozioni, senza divertimento senza sapore l’ora di matematica. Tanti numeri, tanti segni che,
poi, saranno utili solo in pochi. Le ore successive riescono un po’ a far riprendere la classe dallo stordimento iniziale. Le sei ore finiscono, ognuno esce di scuola, tu sei lì fuori a rileggere quel messaggio tanto strano che ti è arrivato questa mattina in corriera, non riesci a capire se è uno scherzo oppure se veramente qualcuno mette nero su bianco i suoi sentimenti. Non ne hai fatto voce a nessuno, né le tue amiche né gli altri sanno di questi strani messaggi. Non vuoi farne voce a nessuno,
questa è la prima volta che riesci a mantenere qualcosa dentro senza dire niente a nessuno. Non ti
fidi tanto, ma, nello stesso tempo, non ti vuoi fare tante illusioni, semmai fosse una burla, di sicuro,
impulsiva che sei, reagiresti male. Guardi e riguardi lo schermo nero. Aspetti che appaia un messaggio in grado di decodificare quella strana frase. Niente da fare, non arriva nessun messaggio. Nel
frattempo arriva la corriera. L’autista di oggi è uno nuovo, dimostra più o meno quindici anni, e si sta
chiaramente allenando per la Formula Uno. La corriera sbuca dalla curva a tutta velocità su due ruote, poi si ferma di botto facendo stridere i freni e catapultando i passeggeri in avanti. Una manovra
pericolosissima, tutti si scagliano in avanti per salire. Calci pugni, a mala pena riesci a salire tutta
intera, gente che spinge, che si fa spazio tra gli altri spostando bruscamente le cartelle per trovare
un cunicolo adatto per riuscire ad entrare. Tu, trovi una piccola fessura tra un braccio e un gomito
sinistro, infili la testa in avanti, ti fai piccola piccola e riesci a salire. Normalmente è sempre così, si
lotta per riuscire a prendere un minimo di posto. Salti su, il principiante della Formula Uno ti guarda
strana, ha una faccia che non sembra esattamente idonea per un autista. Tutto antipatico, con una
faccia da speriamo l’ora che finisca il mio turno. Sali e mentre obliteri il biglietto, ti vibra mezza gamba sinistra per un paio di minuti,si ferma e poi continua ancora. Trovi un posto, ti siedi e cerchi di far
uscire dalla tasca il cellulare. Speri che sia qualcosa di bello, qualcosa da rimanere un po’ diversi da
prima. Lo apri ed è di nuovo un anonimo, è una catena stupida. Non riesci a capire perché te l’ha
mandata e, soprattutto, perché è in anonimo. Incominci a leggerla e dice: “Vorresti un fida k ti dia tnt
attenzioni?k ti sussurri ti amo in ogni momento?” E poi tante faccine, prosegui giù e dice: “Beh, tutto
questo non ti sarà possibile!” Sei rimasta un po’ sconvolta, esattamente lo sapevi che non era così
facile ma sentirtelo dire così di punto in bianco ti lascia un po’ con un tale sbigottimento, ti fa capire
che sono solo una presa per i fondelli questi messaggi e immagini di sicuro che qualcuno sta giocando per colpirti nella parte più debole. Sei afflitta, speravi in qualcosa di diverso ma, ecco, come sempre i soliti scherzi anonimi vanno di moda. Tutto ad un tratto il pazzo scatenato del rally fa una frenata improvvisa, in fondo, c’è gente che avendo già esaminato quell’essere incominciano a chiamarlo
di tutti i colori. Tu, esausta come al solito appoggi il viso sul vetro, un tizio appena salito si siede vicino a te, ha l’aria di un ammazzasette, di uno spaccone, si gira verso di te, lo guardi, ha un piercing
sulla ciglia destra, occhi verdi, grandi e capelli castano chiaro. Un tipo tutto strano. Cerchi di evitarlo,
proprio oggi non è giornata, incomincia a chiederti come ti chiami, chi sei, da dove vieni, vuole perfino il tuo numero…
Lo guardi, gli spieghi che non vale la pena rispondere a tutte queste domande perché a non meno di dieci minuti tu sarai scesa e lo avrai perso per sempre. Dopo che gli spieghi la situazione lui annuisce, si gira dall’altra
parte, lo guardi, si rigira e continua a torturarti. Semmai fosse stato un tipo che assomigliasse a uno dei tuoi
prototipi gli avresti dato il numero, alla fine cedi, gli dici come ti chiami, lui cerca di fare il capitano dei sette
mondi, ma già il fatto che non riesce ad infilare delle parole per farsi capire è un altro punto a suo sfavore. Finalmente sei arrivata, scendi, non lo neanche saluti, e vai via. Sei quasi arrivata a casa, cacci dalla borsa le chiavi, apri la porta ed entri a casa. Sei sola, i tuoi non ci sono, staranno fuori per tutto il pomeriggio. Mangi con
una velocità pazzesca un panino vuoto. Ti ritrovi davanti ad una pila di roba da stirare, che ignori. Lo stesso
dicasi per il bucato. Riesci a vincere la tentazione di crollare davanti al televisore a guardare i soliti programmi,
ti incammini verso al salotto, sistemi la giacca nell’armadio e togli dalla tasca
il cellulare. Lo schermo è acceso e compare la scritta nuovo messaggio. Sta volta di sicuro, lo apri con tutta
l’indifferenza possibile. Il messaggio dice: mai dire mai, di sicuro incontrerai qualcuno, quello sarà quello giusto per te e… forse se tu vorrai sarà ancora più semplice volare oltre l’infinito. Ti ho vista, avrei voglia di parlare con te, di vederti, ma forse non sarà possibile, sei irraggiungibile ☺☺☺☺☺☺☺☺. Rimani esattamente un
po’ turbata, non sai chi possa essere, non pensi a nessuno che sia in grado di poter mandarti questi messaggi.
Sali su accendi la radio e incominci a prendere la cartella per fare i compiti per domani, ma il pensiero di chi
possa essere l’artefice non ti riesce a far concentrare. Tutto ad un tratto mentre hai preso a capire che sfortunatamente sei ancora sul pianeta terra, il cellulare vibra un altro messaggio sta volta sullo schermo appare un numero, una bellissima catena compare sul display , sul tuo volto ti si colora un bellissimo sorriso, la leggi e la
rileggi è bellissima. C’è l’hai fatta, ha ceduto. Incominci a rileggerti tutti quei messaggi anonimi per vedere
cosa potresti scrivere. Aspetti un paio di minuti tanto per non fargli vedere che stai morendo dalla voglia di
capire chi è. Gli mandi un messaggio – Ki 6?- i tuoi occhi sono puntati sul cellulare fin quando non si illumina,
lo apri ed è un’altra catena, questo gioco dura per un paio di volte, non sai come fagli dire chi potrebbe essere,
allora gli dici che è proprio una stupidata farsi sentire e non farsi identificare, nello stesso tempo gli chiedi se è
un maschio o una femmina. Ti risponde che è un uomo, non maschio, ha 17 anni e che ti ha visto più di una
volta. È strana la cosa, tu non lo conosci. Ha voglia di vederti , di incrociare i suoi occhi con i tuoi ed ascoltare
i vostri silenzi, senza nessuna spiegazione,vi date appuntamento al chiosco davanti al porticciolo grande, gli
dici che per te non c’è nessun problema e accetti così. Sei felice, non sai neanche il perché, salti su dal
letto e ti senti uno spirito guerriero dentro. Dimenticare gli amari ricordi del passato, le grandi sconfitte che hai ricevuto per poi ritrovarti, ora come ora, libera da quel vortice di rimpianti. Chi non ha mai
sofferto non sa cosa vuol dire quando tra le nuvole si fa spazio un po’ di luce e quella luce è la tua
rivincita contro chi ha tolto un qualcosa d’importante che non doveva. Non sai più come comportarti,
se illuderti immaginando semmai un vero principe azzurro di sangue reale oppure rimanere indifferenti e pensare un po’ di negativo per poi non rimanere utopisti. Credi che hai tempo per decidere su
cosa potrà succedere e programmarti la giornata fin quando ti accorgi che sabato sera sarà proprio
domani. Non hai niente da metterti, non sai cosa sia ideale per un incontro così, un perfetto incontro
al buio. Chiami una tua amica, decidete di investire tutti i risparmi su qualche negozio di grande importanza. Girate per negozi uno dietro l’altro alla fine dopo aver fatto impazzire le commesse uscite
con qualche busta. Un bellissimo vestitino nero corto fino al ginocchio, con delle particolarità varie,
una bellissima giacca lunga ed infine un paio di decolté color nero vernice. Un abbinamento perfetto
per una serata strana, diversa dalle solite serate. Dopo aver fatto la provvista nell’armadio, non di
abiti ma bensì modi di essere decidi di andare a dormire perché domani sarà proprio un giornata terribile. Finalmente arriva il grande giorno. Stasera uscirai con lui, non stai più nella pelle, una tua amica si è offerta di uscire con te, non sa niente che tu incontrerai qualcuno al porticciolo.
…. CONTINUEZ….
Attività del Bachelet
PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
a cura di Perrone Cinzia e Greco Anna Maria
Arrivati al traguardo e preso il diploma di scuola superiore si apre davanti a noi un mondo fondamentalmente diverso, quando smettiamo di essere bambini e iniziamo la nostra vita da adulti. In realtà il diploma
non è un traguardo, ma un trampolino di lancio nel mondo reale, pieno di responsabilità e di sacrifici nel lavoro. Ambizione, credo, di tutti noi, che scegliamo di prendere questo pezzo di carta con il sogno che ci garantisca un lavoro quanto meno decente; a parte qualche lavoretto estivo non abbiamo idea di quello che ci aspetta o
di come davvero è l’ambiente lavorativo, non possiamo saperlo.
O forse possiamo? Ebbene noi dell’ I.T.C. Bachelet abbiamo quest’opportunità grazie al progetto alternanza scuola lavoro che ha inizio nel terzo anno dell’ indirizzo IGEA: il percorso di studio è lo stesso ma in
più si trascorrono ben 130 ore in azienda, occupati nell’ambito della contabilità aziendale e oltre 20 ore trascorse con degli esperti nel campo aziendale e altro. È un’ottima occasione per noi ragazzi, perché ci da la possibilità di sviluppare nuove o alternative modalità di apprendimento motivato, affiancando al noioso studio sui banchi di scuola quello diretto sul campo… tutto un altro mondo! Ma, soprattutto, è un’esperienza aziendale reale
e protetta che ci avvicina al mondo del lavoro e al suo ambiente formando la nostra personalità e permettendoci
di sviluppare concetti fondamentali, come il lavoro di squadra e le strategie aziendali, che, difficilmente, si apprendono in classe.
“ Sapere”, “saper fare” e “saper essere” sono le competenze e le abilità che ci permette di acquisire
questo percorso che ha termine col quarto anno e riguardano la cultura a livello scolastico, da non sottovalutare,
ma anche trucchi e conoscenze specifiche che solo tale esperienza può trasmetterci. Non solo perché è importante sapere applicare ciò che studiamo teoricamente, ma abbiamo modo anche di imparare come bisogna relazionarsi con i “colleghi” e tutto il personale lavorativo del posto ed affrontare ogni situazione che può crearsi
durante il lavoro in azienda.
Crediamo di parlare a nome di tutti quando diciamo che il semplice studio è poco stimolante e noioso
ma così le cose cambiano, prendono un’altra piega e noi questo l’abbiamo capito, ed è stato soprattutto ciò a
farci riflettere, infatti siamo due portavoce di un gruppo di venti ragazzi che questa scelta l’ hanno compiuta
l’anno scorso e che si sentono all’altezza del compito. Per noi è il primo anno e le nostre aspettative sono alte,
ma, anche noi abbiamo dei doveri nei confronti dei professori, della scuola e delle aziende che tanto ci hanno
raccomandato sul comportamento da tenere in azienda e sulla necessità di rispettare gli ordini e la privacy aziendale. Bisogna anche essere consapevoli che scegliere questo percorso non basta perché le classi hanno un
numero limitato di alunni partecipanti e questo dipende dalla disponibilità delle aziende che appoggiano il progetto. Per questo vengono condotti dei test e dei colloqui orali con degli esperti che valutano sia la condotta che
il livello scolastico, ma in particolare altri aspetti quali le motivazioni e l’interesse necessari per seguire con
serietà l’intero percorso di studio. Ragazzi, dunque non fatevi sfuggire quest’occasione e scegliete con cura il
vostro indirizzo di studio.
BACHELET: ATTIVITA’ E CULTURA
La Scuola: luogo di cultura? No! Non è solo trasmissione dei Programmi Ministeriali.
Cultura è anche ciò che si apprende attraverso i media; è ciò che si ascolta da chi ha
più anni di noi; è guardarsi intorno per imparare. E questo è l’obiettivo del Bachelet .
AttivaMente
Corso di chitarra
Grande successo ha riscosso il Corso concorso
“AttivaMente”, riservato a squadre di studenti di
Seconda e terza Media, che vogliono avvicinarsi
alle materie di studio del nostro Istituto, utilizzando le tecnologie informatiche.
Ogni squadra, composta da quattro studenti di
Terza e da uno di Seconda, dopo aver acquisito le
necessarie competenze con la frequenza di tre
moduli, realizzerà un prodotto multimediale. Il
nostro Istituto ha messo a disposizione un pullman e le nostre moderne aule d’informatica.
I nostri fratellini e cuginetti sono contenti… E
sognano di vincere ( come in tutti i Concorsi, c’è
sempre un bel premio finale) l’esame gratuito
ECDL, compreso di
SKILL CARD, ed un buono da spendere in apparecchiature elettroniche/informatiche.
Buon lavoro e…vinca il migliore!
L'Istituto Tecnico Commerciale ha
tenuto tra i suoi banchi, nella sede di
Via Pirandello, Andrea Mariano, tastierista dei "Negramaro".
Oggi, che la scuola è ubicata in Via
Verdesca, sono diversi i ragazzi che la
frequentano, che fanno musica o che
vorrebbero imparare.
Sulla scia di questa favorevole tradizione musicale, da anni si dà vita ad un
corso di chitarra che vede impegnati,
per alcuni mesi, un gruppo di studenti
e di docenti pronti, sotto la guida di
un maestro di questo popolare strumento, ad imparare a suonarlo.
A giorni inizierà il nuovo corso, a cui si
sono iscritti in tanti.
A.T.
ECDL
Quest’anno a noi ragazzi di prima è stata data la possibilità di frequentare un corso gratuito
per poi sostenere gli esami per la Patente Europea.
Questo corso è frequentato da un bel numero di ragazzi che si stanno appassionando nei suoi
quattro moduli.
I primi di febbraio si svolgeranno gli esami in cui ci metteremo alla prova.
Il costo dell’esame è di Euro 108, con l’acquisto della SKILL CARD. V.T.
Fare Salento
Altra iniziativa è il Progetto “Fare Salento”, in collaborazione con le Istituzioni locali ed in
particolare con il Liceo Classico Palmieri di Lecce e l’Università del Salento.
Durante le ore curriculari alcuni studenti si avvicineranno alla figura e all’opera di Girolamo
Comi: per molti è il nome di un illustre sconosciuto ma, con Vittorio Bodini, Vittorio Pagano,
Rina Durante (e tanti altri) è una gloria del nostro Salento.
Gli studenti coinvolti nel progetto produrranno un testo creativo, o un saggio, o un articolo…
che potrebbero essere pubblicati ed essere letti durante l’evento “Trilli di blu”, organizzato
dall’anno scorso dal nostro mitico Giuliano Sangiorgi (il leader dei Negramaro)
Il lavoro da fare è tanto ma ce ne scordiamo ricordando una magica serata, il giugno scorso
Solidarietà
La nostra Scuola vuole essere anche luogo di solidarietà.
Da anni partecipiamo all’iniziativa CuoreAmico, espressione di un Salento, terra di sole,
di mare, di vento … di scirocco, che pensa anche a quei bambini che vivono tra noi, ma
non possono vivere pienamente la loro età perché non stanno bene.
Quest’anno abbiamo anche adottato tante Pigotte e tanti Pigottini, aderendo alla storica iniziativa dell’Unicef. Abbiamo, così, dato il nostro piccolo contributo per vaccinare
dei bimbi dell’Africa.
E poi dicono che a scuola non si fa mai niente di nuovo!
www.etwinning.net
Ma chi dice che noi Meridionali non siamo bravi con la tecnologia e con le Lingue!?
Chat, Forum, Mailbox, Bacheca degli Annunci (virtuale, ovvio!) sono gli strumenti di un gemellaggio elettronico, in lingua francese, con il Liceo Guy de Maupassant di Fecamp: coinvolti
gruppi di alunni delle classi II B, III C e IVC.
Nel corso di una regolare corrispondenza elettronica, circa una volta al mese, condividiamo le
nostre idee sull’ambiente e l’ecologia, su temi culturali e letterari: interessante è il lavoro su
Girolamo Comi, autore salentino vissuto a Parigi.
Communiquen c’est bien!!!
Communiquen en Europe c’est mieux!!!
R.A.R.
R.A.R.
Tvb
Ciao, ragazzi.
Volevo dirvi che il 27 novembre nel nostro Istituto noi ragazzi di prima abbiamo partecipato
al Concorso Tvb, ideato dall’ADMO:
Abbiamo partecipato in molti, frequentanti i vari Istituti del territorio.
Il tema riguardava la donazione del midollo osseo. Purtroppo malattie come la leucemia sono
molto diffuse ma si possono sconfiggere grazie alla generosità di chi dona, senza alcun tornaconto.
Chi vuol diventare donatore fa i necessari esami e viene inserito nella lista dei donatori di
tutta Italia..Purtroppo non sono in tanti per mancanza di informazioni e per paura... ma perché aver paura di dire Tvb?
V.T.
PIRANDELLO “FOREVER”…
… sicuramente uno dei motti che contraddistinguono la storia del nostro Istituto che ha
partecipato , come è ormai consuetudine, al 45° Convegno Internazionale di Studi Pirandelliani, tenutosi ad Agrigento, preparandosi all’evento lungo un intero anno scolastico.
Per l’edizione del 2008 è stata elaborata una tesina dal titolo“Lei, lui, l’altro…
L’esclusa” (storie di adulteri e trasgressioni) con la supervisione della Prof. Luciana Renna e
il “dispendio energetico” degli alunni: Ala E., Carlino C., Mazzotta D., Montefrancesco S. e
Pugliese M.G.
La partecipazione del sempre vigile Dirigente Scolastico, quale perenne estimatore dell’agrigentino genio del teatro e della letteratura italiani, ha inciso significativamente facendo volar via, dalla mente di chi aveva appena distolto lo sguardo dalle sudate carte, l’idea di una
serena vacanza isolana, anche se fredda e decembrina.
Ai futuribili “designandi” non resta che meditare!!!
A.G.
A cura della prof. Maria Rosaria Cappello
Un percorso di micro storia: analisi del diario “ Ricordi di guerra” del magliese
F. De Donno. Esempio di didattica collaborativa: classe 2° D.
I.T.C. “V. Bachelet” Copertino (Le).
Non è più pensabile affidare la didattica della lingua italiana e della Storia all'improvvisazione, a una serie di
attività slegate tra loro, non accomunate da un'idea progettuale unitaria,scientificamente fondata, che prenda
in considerazione gli studi della semiologia,della sociolinguistica, nella consapevolezza che la scrittura è un
atto sociale e che occorre considerare un concetto allargato e dinamico di testo, nel quale lo studente non è un
mero fruitore ma consapevole lettore.
Come insegnante di lettere, quotidianamente mi interrogo su come motivare i miei studenti per riuscire a
vederli seriamente impegnati a studiare l'Italiano e la Storia, con entusiasmo e curiosità di sapere che l'interesse, quando c'è, non sia finalizzato solo alla semplice valutazione, ma miri alla conoscenza, attraverso la
quale si diviene cittadini maturi e responsabili. In quest’ottica di pensiero sono calibrate le mie lezioni .
Ad esempio, l’esperienza didattica su che cos’è la guerra è nata quando si analizzavano in classe i testi poetici di Ungaretti e Saba.
Nella didattica in classe ho condotto i ragazzi a riflettere sul terribile flagello che è la guerra con le sue stragi,
gli sconvolgimenti anche degli animi e delle coscienze e come Storia e Letteratura rendano più viva la testimonianza.
Osservare come questo argomento suscitasse interesse e curiosità nei miei alunni mi ha spinto a far conoscere loro la Storia, realmente vissuta sulle trincee , del magliese Fortunato De Donno, attraverso la lettura e la
analisi delle sue memorie.
Così la lettura approfondita e la decodifica delle fonti del diario “Ricordi di guerra” dello scrittore Fortunato
De Donno, in arte Spartacus, ha permesso agli alunni di una mia classe, la 2° D dell’I.T.C.”Bachelet” di Copertino, di comprendere il periodo storico contemporaneo all’autore, nostro conterraneo, facendoli riflettere
sugli eventi prebellici della prima guerra mondiale.
La classe è stata divisa in gruppi: alcuni hanno lavorato sulla ricostruzione biografica dell’autore, altri hanno
analizzato le cartoline postali che F. De Donno inviava alla moglie dal fronte di guerra.
Il lavoro di ricerca della mia classe 2° D, è stato presentato in occasione del Seminario organizzato dalla Sezione salentina dell’ADI-SD, aperto alle componenti scolastiche e universitarie.
Questi lavori di ricerca universitaria e didattica scolastica ora sono disponibili nel volume che raccoglie gli
Atti del Seminario: “ Salento da leggere”. Proposte di lettura ed esperienze didattiche tra '600 e '900” svoltosi
a Lecce il 19 e 20 Aprile 2007.
Il volume di piccola ricerca sperimentale ha soddisfatto i miei alunni che si sono sentiti protagonisti nel giorno della presentazione, il 28 Novembre, presso l’Aula Consigliare, in occasione della XIV Rassegna Nazionale degli Autori e degli Editori che si svolge annualmente a Campi.
Colgo l'occasione per ringraziare il dirigente della scuola dove insegno, prof. re C. Esposito e la prof.ssa L.
Renna che hanno collaborato per la buona riuscita dell'evento.
Prof.ssa Teresa Pascali
IL NOSTRO TEAM REDAZIONALE
Caputo Mauro II a
Macchia Giulio II a
Raganato Vincenzo Andrea II a
Rhao Marco II a
Vadacca Francesco II a
Rossetti Francesca II c
De Medio Sara III a
Dragone Tania III a
Trono Stefano III a
Ferrari Stefania III a
Troso Virginia III a
Cordella Gianluca III c
Nestola Luigi III c
Perrone Cinzia III c
Bartolotti Luca IV d
De Mitri Beatrice IV d
Politano Tatiana IV d
Ratta Antonio IV d
Mattia Walter IV d
Prof. Adriana Greco
Prof. Francesca Liaci
Prof. Maria Rosaria Cappello
Direttore: Marco Rhao
Segretario: Francesco Vadacca
Operatore grafico: Mauro Caputo e Francesco Vadacca
Vignettista: Antonio Ratta e Walter Mattia
Operatore Informatico: Francesca Liaci e Francesco Vadacca
Correzione elaborati: Adriana Greco e Maria Rosaria Cappello
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