Diritto internazionale dell’ambiente Strumenti di diritto internazionale applicati al “sistema” ambiente Complessità del sistema “ambiente” Presenza congiunta di fenomeni critici nei confronti dell’ambiente sia a livello internazionale (es:piogge acide, effetto serra, assottigliamento della fasci di ozono) che a livello locale (inquinamento atmosferico, gestione dei rifiuti, aree naturali protette) Da un lato diventa necessario per gli stati nazionali la ricerca di comportamenti sinergici e standard uniformi, dall’altro occorre tener presenti le forti differenze economiche, industriali e culturali tra i vari stati Comportamenti virtuosi o “aggressivi” nei confronti dell’ambiente possono essere attivati sia da soggetti pubblici che privati, nel ruolo di imprese o di consumatori finali Problema concettuale di fondo:di chi è l’ambiente? A chi spetta la sua tutela? E’ possibile dare una definizione unica di ambiente? Livello internazionale Alcuni fenomeni di aggressione nei confronti dell’ambiente sono percepibili ed affrontabili solo a livello mondiale Sarebbe disincentivante e sostanzialmente inutile una politica finalizzata a mitigare gli impatti sull’ambiente da parte dei singoli Stati. Per affrontare efficacemente le problematiche ambientali gli Stati si “legano le mani” tramite accordi internazionali che hanno ricadute sulle normative nazionali. Come opera il diritto internazionale? Il diritto internazionale agisce nei confronti del diritto interno in 3 modi differenti: 1) Norme consuetudinarie 2) Dichiarazioni di principio 3) Patti internazionali 1) Norme consuetudinarie Nel campo del diritto internazionale esistono alcune norme generalmente riconosciute di formazione consuetudinaria Esse subentrano automaticamente nel diritto interno in virtù dell’art. 10 della Costituzione senza bisogno di nessun atto di recepimento “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”. Art 10 comma 1 della Costituzione 2) Dichiarazioni di principio Non sono vincolanti in sé ma per essere espressione di un soggetto internazionale importante e per il contenuto di alto valore etico che esse sanciscono Sono risultate importanti per elevare l’ambiente a livello di “valore” da proteggere Le dichiarazioni di principio (o soft law) anticipano in genere impegni vincolanti successivi per i partners firmatari Il primo documento ambientale “soft” è la Dichiarazione di Stoccolma, approvata il 16 giugno 1972 nell’ambito di una Conferenza ONU, la quale contiene 26 principi La Carta di Stoccolma 1. L'uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all'eguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere, ed è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell'ambiente davanti alle generazioni future. Per questo le politiche che promuovono e perpetuano l'apartheid, la segregazione razziale, la discriminazione, il colonialismo ed altre forme di oppressione e di dominanza straniera, vanno condannate ed eliminate. Il DNA dello sviluppo sostenibile 2. Le risorse naturali della Terra, ivi incluse l'aria, l'acqua, la flora, la fauna e particolarmente il sistema ecologico naturale, devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e future, mediante una programmazione accurata o una appropriata amministrazione. 3. La capacità della Terra di produrre risorse naturali rinnovabili deve essere mantenuta e, ove ciò sia possibile, ripristinata e migliorata. Il concetto di sostenibilità 1987 – Rapporto Bruntland “Our common future” Sviluppo sostenibile: “uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”. L’emersione di tale principio di sviluppo economico impone un cambiamento radicale nella modalità di sfruttamento delle risorse ambientali, nella pianificazione degli operatori pubblici e privati, negli stili di vita e consumo. Dal “far west” alla “navicella spaziale” La Dichiarazione di Rio de Janeiro Altro momento importante per la riflessione internazionale sulle tematiche ambientale fu l’Earth Summit delle Nazioni Unite, tenutasi dal 2 al 14 giugno 1992 a Rio de Janeiro, dove fu approvata (anche) la “Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo” In essa viene arricchito il quadro della Conferenza di Stoccolma e trovano spazio il concetto di sviluppo sostenibile, il principio di precauzione, la valutazione d’impatto ambientale, il principio di internalizzazione dei costi, etc. etc. Agenda XXI A Rio de Janeiro nel 1992 viene firmata anche “Agenda XXI”, dove viene riconosciuto un ruolo decisivo alle comunità locali nell'attuare le politiche di sviluppo sostenibile. "Ogni amministrazione locale dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private e adottare una propria Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le amministrazioni locali dovrebbero apprendere e acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale, le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie". 3) Patti internazionali E’ il caso più frequente. Vengono stipulati appositi patti internazionali che usualmente prendono il nome di “Convenzioni”. Segue una legge di ratifica che rende efficace il contenuto dei patti rispetto alle norme interne. Le Convenzioni in genere pongono soltanto dei principi generali e vengono applicate tramite “Protocolli”. E’ il caso della Convenzione sui cambiamenti climatici (1992), attuata tramite il Protocollo di Kyoto (1997) Tipologia di Patti internazionali settore marino, Convenzione di Montego Bay del 1982 sul diritto del mare settore dei corsi d’acqua, Convenzione di Helsinki del 1992 sulla protezione e uso dei corsi d’acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali settore dell’atmosfera, Convenzione di Vienna sulla protezione dell’ozonosfera del 1985, anti CFC antidesertificazione e siccità, Convenzione di Parigi del 1994 Convenzione sui cambiamenti climatici, Rio de Janeiro 1992 1992 Earth Summit di Rio de Janeiro Vengono firmate: a) 3 dichiarazioni di principio: Foreste, Agenda XXI e Ambiente e sviluppo b) 2 Convenzioni quadro, Tutela della Biodiversità e Cambiamenti climatici La Convenzione quadro sui cambiamenti climatici ha il fine di affrontare il problema (principalmente) dell’effetto serra e rappresenta una tappa fondamentale per l’evoluzione del concetto di sostenibilità Impatto demografico Dal 1900 al 2000 la popolazione mondiale è passata da 1,6 a 6,1 miliardi I ritmi di crescita stanno rallentando ma, secondo le proiezioni ONU, la popolazione mondiale arriverà a 8 miliardi nel 2030 Crescita non uniforme: 2% in aree sviluppate, 38% nelle altre Nel 1900 l’86% della popolazione viveva in campagna ed il 14% in città; nel 2000 il 53% vive in campagna ed il 47 % in città. Nel 2030 circa il 60% vivrà in città Politiche e programmi europei per l’ambiente La politica ambientale nell’Unione europea La crescita costante dei danni all’ambiente ha spinto l’Europa a fare della protezione dell’ambiente una delle maggiori sfide per la Comunità. La politica ambientale deve contribuire al perseguimento di quattro obiettivi: la qualità dell’ambiente; la protezione della salute umana; l’utilizzazione accorta delle risorse naturali; misure internazionali per risolvere i problemi dell’ambiente. La politica ambientale nell’Unione europea Il Sesto programma di azione per l’ambiente (6°PAA) Ambiente 2010: il nostro futuro la nostra scelta Adottato nel 2001, il 6°PAA rappresenta uno dei documenti programmatici più significativi in tema di ambiente. Definisce le priorità e gli obiettivi della politica ambientale fino al 2010 (e oltre) in 4 settori di azione prioritaria: cambiamento climatico, natura e biodiversità, ambiente e salute, gestione delle risorse naturali e dei rifiuti. La politica ambientale nell’Unione europea Il Sesto programma di azione per l’ambiente (6°PAA) Ambiente 2010: il nostro futuro la nostra scelta • Cambiamento climatico: l’obiettivo è ridurre dell’8% le emissioni dei gas ad effetto serra rispetto ai livelli del 1990, entro il 2008 - 2012, e del 20-40% entro il 2020 incentivando il risparmio energetico, integrando questo tema nelle varie politiche comunitarie, sfruttando le fonti energetiche rinnovabili, promuovendo accordi con l’industria e la ricerca, fornendo ai cittadini migliori informazioni su questi temi. La politica ambientale nell’Unione europea Il Sesto programma di azione per l’ambiente (6°PAA) Ambiente 2010: il nostro futuro la nostra scelta • Natura e biodiversità: l’obiettivo è la salvaguardia delle risorse naturali e della biodiversità attraverso azioni di coordinamento a livello comunitario, studio e protezione degli animali e delle piante, tutela e ripristino dei paesaggi, miglioramento dei controlli, dell’etichettatura e della tracciabilità degli OGM, l’elaborazione di programmi di raccolta di dati sulla tutela della natura e la biodiversità. La politica ambientale nell’Unione europea Il Sesto programma di azione per l’ambiente (6°PAA) Ambiente 2010: il nostro futuro la nostra scelta • Ambiente e salute: l’obiettivo è potenziare la ricerca nel campo della salute e dell’ambiente; sviluppare un nuovo sistema di valutazione e gestione del rischio delle sostanze chimiche; vietare o limitare l’uso dei pesticidi più pericolosi; garantire l’applicazione della legislazione sulle acque, sulla qualità dell’aria e definire una strategia inerente l’inquinamento atmosferico; adottare ed applicare la direttiva sull’inquinamento acustico. La politica ambientale nell’Unione europea Il Sesto programma di azione per l’ambiente (6°PAA) Ambiente 2010: il nostro futuro la nostra scelta • Gestione delle risorse naturali e dei rifiuti: l’obiettivo è migliorare l’efficienza delle risorse e diminuire la produzione di rifiuti del 20% entro il 2010 e del 50% entro il 2050 attraverso: una strategia per la gestione sostenibile delle risorse; l’introduzione di oneri fiscali; l’inserimento delle considerazioni di efficienza delle risorse nella politica integrata dei prodotti, nei programmi di etichettatura ecologica, nei sistemi di valutazione ambientale e di gestione dei rifiuti. La politica ambientale nell’Unione europea Il Sesto programma di azione per l’ambiente (6°PAA) Ambiente 2010: il nostro futuro la nostra scelta Per realizzare tali priorità vengono proposti i seguenti assi di azione strategica: • migliorare l’applicazione della legislazione vigente; • collaborare con il mercato; • coinvolgere i cittadini modificandone i comportamenti; La politica ambientale nell’Unione europea Il Sesto programma di azione per l’ambiente (6°PAA) Ambiente 2010: il nostro futuro la nostra scelta • aumentare l’integrazione della componente ambientale nelle altre politiche comunitarie; • tener conto dell’ambiente nelle decisioni in materia di assetto e gestione territoriale.