1 Liceo Classico “F. Scaduto” - Bagheria - Storia del cinema - prof. D. Aiello SCHEDA DI ANALISI DEL FILM Classe III C alunna Maria Antonina Corona data 29 gennaio 2008 1. Il film 1.1. Compila la seguente scheda riassuntiva delle informazioni più importanti che servono per precisare le varie componenti del film che devi analizzare. Componenti Titolo Titolo originale Regista Genere Attori principali Informazioni I Viceré I Viceré Roberto Faenza drammatico/storico Alessandro Preziosi, Lando Buzzanca, Cristiana Capotondi, Lucia Bosè, Guido Caprino, Franco Branciaroli, Assumpta Serna, Sebastiano Lo Monaco, Giselda Volodi Sceneggiatura Roberto Faenza, Filippo Gentili, Andrea Porporati, Francesco Bruni Fotografia Maurizio Calvesi Scenografia Franco Frigeri Montaggio Massimo Fiocchi Costumi Milena Canonero Produttore Elda Ferri Produttore esecutivo Giulio Cestari Produzione Jean Vigo Italia S. r. l., Institut del Cinema Català (I. C. C.), RAI Cinema Distribuzione 01 Distribution Musica Paolo Buonvino Data di produzione 2007 Durata 120 minuti Note particolari Le riprese si sono svolte in Sicilia, in particolare a Catania, a Palazzo Chigi di Ariccia e a Roma, per complessive dodici settimane. Il film avrà una duplice versione: a quella cinematografica, che è uscita nelle sale il 9 novembre 2007 con 01 Distribution, seguirà un’edizione più lunga in due puntate destinata alla prima serata di Rai Uno. Consulenza storicoletteraria: Antonio Di Grado e Sandro Bonella. 2 1.2– La sceneggiatura del film è originale oppure è tratta dalla letteratura o da qualche libro-inchiesta, saggio, biografia, ecc.? La sceneggiatura del film, tratta dal romanzo “I Viceré” di Federico De Roberto (censurato per quasi 100 anni), racconta la storia di un’antica famiglia catanese d’origine spagnola, gli Uzeda di Francalanza, sullo sfondo di un’Italia a cavallo tra il Risorgimento e l’unificazione. 2. La storia, la struttura narrativa e i personaggi 2.1 – Riassumi brevemente la storia che il film racconta, badando a indicare l’inizio (la situazione iniziale e le condizioni che rendono possibile lo svolgimento delle vicende successive), lo svolgimento (sintesi delle vicende principali attraverso le quali si passa dalla situazione iniziale a quella finale) e il finale (come si concludono le vicende). a) inizio Il racconto comincia a metà dell’800, negli ultimi anni della dominazione borbonica in Sicilia, alla vigilia della nascita dello Stato italiano. Le esequie della principessa Teresa sono l’occasione per presentare i personaggi della famiglia Uzeda, discendenti dei Viceré di Spagna. Lo spettatore è subito introdotto in un mondo fi fasto, di splendore, ma anche di prepotenza e di miseria, che appare agli occhi contemporanei familiare ed estraneo al tempo stesso. È questo uno dei punti di forza della storia: il mescolarsi del favoloso con il reale in un impasto di profondo fascino narrativo. Attraverso gli occhi di un ragazzino, Consalvo, ultimo erede degli Uzeda, si svelano i misteri, gli intrighi, le complesse personalità degli appartenenti alla famiglia, tutti dominati da grandi ossessioni e passioni. Le vicende degli Uzeda e i loro intrighi, raccontati negli anni attraverso gli occhi di Consalvo rappresentano la società dell'epoca in rapido divenire, in cui sopravvivere significa innanzitutto essere schiavo di regole e tradizioni. b) svolgimento In lotta l’uno con l’altro, gli Uzeda si combattono per l’eredità della principessa defunta e per i desideri contrastanti di ognuno di loro. Il piccolo Consalvo cresce così in una famiglia in perpetua guerra. È confortato nei suoi primi anni dall’amore della madre, condannata a morte prematura, e dall’affetto della sorellina complice di ogni ventura. Ma si trova in conflitto, sin da bambino, con un padre superstizioso e tirannico, il principe Giacomo, più interessato al patrimonio di famiglia che all’amore per i propri cari, pronto a lasciar morire la moglie e a risposarsi poco dopo con una cugina. c) finale La storia di Consalvo avanza in un percorso di formazione emblematico: dopo essere stato esiliato dal padre nel mondo di un monastero benedettino tra privazioni, corruzione e fasti spagnoleschi si affaccia a una giovinezza scapestrata da ribelle, simile nello spirito a quella di tanti giovani d’oggi. Il tragitto di Consalvo ha una forte attinenza con il nostro presente. Dal mondo che lo circonda, fatto di compromessi e 3 viltà, Consalvo coglie una profonda lezione di vita e alla fine sceglie di impossessarsi del potere per non lasciarsi sopraffare da quello stesso mondo. È la storia travolgente del finire di un secolo, che oggi si ripropone in circostanze diversissime, eppure sorprendentemente rassomiglianti. Una grande lezione di pathos, un affresco a forti tinte, cui lo schermo può prestare carne e sangue, ambientazioni e costumi, volti e gesti indimenticabili. 2.2 – Analizza la struttura narrativa completando il seguente schema: ° TEMPO E AMBIENTE a) Periodo storico delle vicende narrate Ultimi anni di dominazione borbonica prima della nascita dello Stato italiano. b) Ambienti e luoghi principali La vicenda si svolge in Sicilia. c) Arco di tempo in cui si sviluppa la storia La storia si sviluppa in tre decenni cruciali dell’Ottocento indigeno, dal 19 maggio del 1855, giorno della morte della matriarca, la principessa Teresa Uzeda di Francalanza, al 1882 dopo la svolta politica della sinistra. ° PERSONAGGI Descrizione (nome, aspetto fisico, personalità): 1. Consalvo (Alessandro Preziosi). Giovane, bello, ambizioso, caparbio, diverrà il vero erede della stirpe degli Uzeda, discendenti dei Viceré. Sin da bambino in perenne lotta con il padre, al quale rimprovera la morte della madre. Personaggio estremamente moderno per la sua personalità e contraddittorietà, farà una scelta sorprendente per non soccombere. 2. Principe Giacomo (Lando Buzzanca). Personaggio dallo spessore scespiriano, primogenito del casato, vittima dello strapotere della madre, diventa a sua volta carnefice dei fratelli e delle sorelle. Si scontrerà col figlio Consalvo, l’unico che non si piega ai suoi desideri. 3. Teresa (Cristiana Capotondi). Sorella di Consalvo, bellissima, dolce, affettuosa, finisce per cedere alla volontà paterna, abbandonando l’amore per Giovannino e accettando di sposare il fratello sgorbio, Michele, andando incontro al sacrificio. 4. Donna Ferdinanda (Lucia Bosé). Sarcastica, eccentrica, bizzarra. Suo solo protetto il pronipote Consalvo, al quale perdona tutto meno che il suo ingresso in politica insieme ai progressisti. 5. Donna Margherita (Katia Pietrobelli). Moglie del principe Giacomo, madre dolcissima di Consalvo e Teresa, verrà spodestata dalla cugina Graziella, che prenderà il suo posto nel dominio della casa. 4 6. Fra Carmelo (Vito). Fratello bastardo di Don Blasco, gli fa da servitore devoto e umile. Forse l’unico degli Uzeda a credere in qualcosa. Fedele a Don Blasco, diventerà il suo erede. 3. Significato globale del film 3.1 – Sapresti indicare brevemente qual è il messaggio più significativo del film? La famiglia, lo Stato, la Chiesa sono i motori attorno ai quali gira il racconto, uniti in un solo credo: la sopraffazione. È la sopraffazione dei forti sui deboli, dei ricchi sui poveri, dei potenti sul popolo a guidare i personaggi, i quali in nome di un distorto senso del dominio calpestano e travolgono tutto ciò che incontrano sul loro cammino. Ciò che siamo stati e ciò che siamo, i vizi che ci affliggono, la resistenza a ogni cambiamento e, per contro, la vocazione al conformismo, la tempestività a chinare la schiena di fronte ai vincitori… questa la materia di cui è fatta la pellicola, che si snoda impiegando i tratti del dramma e del grottesco. I Viceré è un quadro feroce di quello che siamo noi italiani. Il messaggio che passa è quello che allora come oggi: “Tutto cambia perché tutto resti uguale” e che sono l’avidità, la sete di potere, le meschinità e gli odi privati a muovere gli uomini. 3.2 – Prova ad indicare quali sono i temi che il film affronta, aiutandoti con quelli proposti e aggiungendone eventualmente degli altri: □ l’amore □ la guerra □ la giustizia □ la giovinezza □ la vecchiaia □ l’incomprensione □ il desiderio di successo □ il destino □ la natura □ l’ambizione personale □ la violenza ■ la famiglia □ il futuro ■ le istituzioni sociali □ il lavoro ■ l’invidia ■ l’onore ■ il denaro ■ lo Stato ■ la Chiesa 4. Giudizio personale 4.1 – Spiega se e perché ti è piaciuto il film (o non ti è piaciuto) tenendo conto del modo in cui è stato realizzato (interesse per la storia narrata, recitazione, fotografia, costumi, musica, ecc). I luoghi, le abitudini, le parentele, l'invidia, l'onore e il denaro, sono introdotti in modo impietoso, nella prima parte del film. L'insieme e il singolo sono descritti efficacemente attraverso momenti chiave in cui gli Uzeda si ritrovano: le esequie della principessa, la lettura del testamento, la nascita di un figlio, la caduta dei Borboni. Sono questi gli attimi in cui il film riesce a convincere, grazie anche alle credibili ambientazioni, alla fotografia di Maurizio Calvesi (che utilizza luci e ombre, alternando teatralità e realismo), ai costumi di Milena Canonero, e all'ottima interpretazione di Lando Buzzanca, arrogante pater familias. Quando la storia si sposta però sulla crescita e sulla vita di Consalvo (Alessandro Preziosi), I Viceré abbandona il ritratto d'insieme e mostra un personaggio in bilico fra perfida, anarchia e celata redenzione, che non riesce ad affascinare, paradossalmente perchè esce dagli stereotipi dell'eroe, sia esso positivo o negativo. Consalvo, potenzialmente un paladino di un'Italietta cha già allora era fondata sui compromessi, disorienta, e si manifesta in molteplici situazioni che dovrebbero servire a descrivere il suo essere, e che creano tuttavia un senso di ripetitività. È necessario sottolineare come il progetto di Faenza sarà sviluppato, in seguito, in versione estesa per la televisione (i campi infatti sono spesso molto stretti), e, di conseguenza, il percorso del protagonista, così come messo in scena, si adatterà meglio al piccolo schermo. 5 Se, infine, I Viceré vuol essere un parallelo fra la società attuale e quella dell'epoca (la politica entra in scena nell'ultima parte), il rischio che affronta è quello di puntare su concetti semplici e diretti, che sfiorano il didascalismo, con la coscienza di saper trasferire il messaggio quando è la famiglia a parlare, eterno manifesto di ciò che siamo. Roberto Faenza nella trasposizione dal romanzo al film ha cercato soprattutto di rendere evidenti i parallelismi tra la situazione politica di allora e quella attuale, sacrificando all’altare dell’attualità l’evoluzione emotiva dei personaggi. Ciò che manca è la componente emotiva del racconto, i personaggi non riescono a creare empatia con il pubblico, non ci si appassiona alle loro vicende e due ore di film senza un minimo di partecipazione sono lunghe da reggere. Tra l’altro, il film prodotto dalla Rai è evidentemente pensato per trasformarsi presto in fiction televisiva: la confezione, i ritmi, le inquadrature e la scelta degli attori, tutto è pensato per funzionare al meglio sul piccolo schermo. Tra le note positive la performance di Lando Buzzanca nel ruolo del dispotico principe Giacomo, una prima parte interessante, in cui tutte le vicende della famiglia vengono raccontate attraverso gli occhi divertiti dei bambini, che si scambiano pettegolezzi e impressioni e le bellissime location scelte. 4.2 – A tuo parere, è un film adatto ai ragazzi della tua età? Motiva la risposta. Il film è adatto a tutti. Il messaggio principale è quello che la storia si ripete sempre. È un ciclo di situazioni che si ripetono sempre nell’arco degli anni. La storia è una monotona ripetizione, gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi. Con questo la vicenda vuole rappresentare la civiltà di ieri e paragonarla all’oggi. 5. Il Linguaggio del cinema 5.1 Riconosci se il narratore è □ Interno □ Esterno ■ Assente 5.2 Il ritmo del montaggio è □ Lento □ Rapido ■ Alternato 5.3 Considera gli effetti di luce e l’uso del colore. Rivestono particolare importanza? Quali scene ne risultano poste in evidenza? Le scene in cui la luce e il colore rivestono particolare importanza sono quelle dove vengono rappresentate le scene a teatro. 5.4 Prendi in esame la colonna sonora e in particolare: -la funzione del commento musicale: le musiche composte e dirette da Paolo Buonvino ed eseguite dall’Orchestra Roma Sinfionetta creano nelle scene senso di pathos e di suspence. 5.5 Rintraccia le scene in cui gli effetti sonori, musicali e di luce e colore sono complementari e funzionali ad ottenere particolari risultati: 6 La scena in cui tutti questi elementi sono complementari e funzionali è quella in cui Consalvo si trova sul traghetto sullo stretto di Messina e sta tornando dall’esilio forzato da cui era stato costretto dal padre. Da notare soprattutto la scena quando Consalvo chiede alla bambina che si trova sul traghetto se fosse mai stata in Sicilia e la bambina rispose che non era mai uscita dall’Italia. Qui si nota coma la Sicilia non è concepita ancora come una regione italiana ma un Paese a parte. 5.6 Considera la recitazione degli attori e chiarisci se è: □ naturale □ enfatica effetto □ trasandata ■ meccanica ■ teatrale □ ad 5.7 Parla della sequenza, a tuo avviso, importante e/o particolarmente significativa, indimenticabile… La scena che mi è rimasta in mente perché particolare è stata quella in cui il feto di un bambino partorito viene conservato in un barattolo di vetro dentro un armadio. Soprattutto indimenticabile il volto del piccolo Consalvo alla visione di questo terribile spettacolo. 6 Storia del cinema 6.1 Chi è il regista? Aggiungi altre informazioni e la filmografia essenziale Roberto Faenza (Torino, 21 febbraio 1943) è un regista e sceneggiatore italiano. Si laurea in Scienze Politiche e si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia. Debutta nella regia nel 1968 con un successo internazionale, Escalation, film che descrive le diverse facce del potere attraverso il rapporto tra un padre borghese e il figlio hippy. Subito dopo realizza H2S, apologo sessantottesco che viene sequestrato due giorni dopo l’uscita e mai più distribuito. In seguito al sequestro si reca negli Stati Uniti per insegnare al Federal City College di Washington DC. Nel novembre del 1974 fonda Radio Bologna per l'accesso pubblico, una delle primissime radio libere italiane. Nel 1978 realizza Forza Italia!, feroce satira sul potere che ripercorre trent'anni di storia politica italiana. Il film viene ritirato dalle sale il giorno del sequestro Moro e resterà bandito per oltre quindici anni. Proprio Aldo Moro terminerà la sua vita suggerendo (nel memoriale scritto di suo pugno trovato a Milano nel covo BR di via Monte Nevoso) di vedere il film se ci si vuole rendere conto della spregiudicatezza dei suoi colleghi di partito. Nel 2006 è uscito un cofanetto contenente il DVD di Forza Italia! insieme a un libretto con varie testimonianze che ne ricordano le traversie. Nel 1980 Faenza prende di mira il Partito Comunista Italiano con Si salvi chi vuole. Considerato un regista 'scomodo', è costretto a lavorare fuori dall'Italia per trovare i finanziamenti: nel 1983 a New York gira Copkiller con Harvey Keitel, Nicole Garcia e il leader dei Sex Pistols Johnny Rotten. La sua attività non si limita al cinema: autore di saggi e di libri (tra questi i più noti: Senza chiedere permesso, Il malaffare, Gli americani in Italia), rientrato in Italia prende a insegnare Comunicazione di massa all'Università di Pisa e di recente Cinema alla Sapienza di Roma. 7 Dopo Copkiller inizia a ispirarsi alla letteratura come fonte di narrazione. Nel 1990 realizza Mio caro dottor Gräsler, tratto da un romanzo breve di Arthur Schnitzler con un cast prestigioso: Keith Carradine, Miranda Richardson, Kristin Scott Thomas e Max von Sydow. Nel 1993 dirige Jona che visse nella balena per cui è premiato con il David di Donatello come miglior regista dell’anno e con l’Efebo d'oro. Due anni dopo è ancora un romanzo (questa volta di Antonio Tabucchi) a ispirare il film Sostiene Pereira, l’ultima pellicola italiana di Marcello Mastroianni, premiato come migliore attore protagonista con il David di Donatello. Nel 1997 firma Marianna Ucria tratto dal romanzo La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini. Nel 1999 dirige L'amante perduto, ispirato al romanzo di Abraham B. Yehoshua sullo scontro in atto tra ebrei e palestinesi. Nel 2003 firma un altro successo internazionale, Prendimi l'anima, che racconta la passione tra Carl Gustav Jung e la sua giovane paziente russa Sabina Spielrein. I suoi film più recenti sono: Alla luce del sole, sulla vita di Don Pino Puglisi, il parroco assassinato a Palermo dalla mafia nel 1993 e interpretato da Luca Zingaretti (Nomination European Film Award Miglior Regista 2005, Premio David Giovani Miglior Film 2005, Premio migliore attore protagonista al Festival di Karlovy Vary 2005); I giorni dell'abbandono, presentato in concorso alla 62° edizione del Fest ival di Venezia, ispirato al romanzo di Elena Ferrante, con Margherita Buy, Luca Zingaretti e il musicista Goran Bregović. Nel 2006 gira I Viceré ispirato al romanzo di Federico De Roberto. Attualmente insegna teorie e tecniche del linguaggio cinematografico presso la facoltà di Scienze della Comunicazione presso l'università La Sapienza di Roma. Filmografia Regista I Viceré (2007) I giorni dell’abbandono (2005) Alla luce del sole (2005) Prendimi l’anima (2002) L’amante perduto (1999) Marianna Ucrìa (1997) Sostiene Pereira (1996) Jona che visse nella balena (1993) Mio caro dottor Grasler (1991) Copkiller (1983) Si salvi chi vuole (1980) Forza Italia! (1978) H2S (1969) Escalation (1968) Sceneggiatore I giorni dell’abbandono (2005) Alla luce del sole (2005) Prendimi l’anima (2002) L’amante perduto (1999) Marianna Ucrìa (1997) Sostiene Pereira (1996) Jona che visse nella balena (1993) 8 Mio caro dottor Grasler (1991) Copkiller (1983) Forza Italia! (1978) H2S (1969) Escalation (1968) Intervista a Roberto Faenza Indro Montanelli si chiedeva come mai un Paese che ha portato sullo schermo una parte cospicua della propria letteratura, tra cui I Promessi Sposi per quattro volte (oltre a tre trasposizioni televisive), non avesse prodotto, almeno una volta, un film ispirato a I Viceré. Questo non è strano. Il romanzo di De Roberto è un impietoso ritratto del nostro Paese di cui mette a nudo vizi, tare e miserie. E ne ha per tutti: per la classe politica, per la Chiesa e anche per la famiglia verso cui è ferocemente critico. Per questi motivi, dalla sua pubblicazione nel 1894 e per oltre un secolo, il lavoro di De Roberto è stato osteggiato da tutti. Inoltre, a differenza del capolavoro manzoniano, I Viceré e tutta la produzione di De Roberto non hanno conosciuto alcuna fortuna critica. Basti pensare alla stroncatura di Croce che lo bollò come "un'opera pesante che non illumina l'intelligenza e non fa battere il cuore". So che prima del mio film c'erano stati alcuni tentativi, senza risultati, di Visconti, Rossellini e Bolchi. Per quello che mi riguarda tenevo molto a realizzare questo film perchè trovo che I Viceré sia un'opera straordinariamente moderna, importante per capire il Dna del nostro Paese. Sempre a proposito di rapporti tra letteratura e cinema è spontaneo il confronto con Il Gattopardo. Sono due grandi romanzi che fotografano la Sicilia e la nascita dell'Italia unita, ma cambia la prospettiva e quel che è più importante, anche il giudizio storico. De Roberto vedeva l'aristocrazia malata nel sangue e nella morale e in essa coglieva i germi del malessere italico. Il principe Tomasi di Lampedusa invece vedeva nella nobiltà il baluardo contro il decadimento morale e materiale dell'Italia. Su un piano più generale comunque, Il Gattopardo è successivo a I Viceré e Tomasi ha attinto largamente all'opera derobertiana. I Viceré è un romanzo corale che si muove su due ambiti, quello privato - familiare e sentimentale - e quello pubblico - sociale, storico e politico. Come è riuscito ad aver ragione della sua complessità? E' stato un lavoro lungo che ho cominciato nel '95. Un film è cosa diversa dal libro da cui è tratto. Io ho privilegiato il coté privato della vicenda. Mi interessava raccontare l'aspetto patologico dell'istituto familiare. La famiglia degli Uzeda si nutre di odio e di sopraffazione e questo condiziona e corrompe la vita dei protagonisti che sono prima vittime e poi carnefici. Del resto la famiglia è uno dei cardini della società italiana e le logiche di potere messe in atto al suo interno si allargano poi a tutta la società. Nel film ci sono molte citazioni pittoriche, per esempio la scena della morte di Giovannino riproduce la Deposizione di Andrea Mantegna. E' vero. Nel nostro cinema c'è sempre stata una grande sensibilità verso la cultura pittorica, basti pensare a Visconti. Maurizio Calvesi, che ha curato la fotografia del film, si è mosso nel solco di questa tradizione. Oltre ai riferimenti pittorici, tutto il film, sul piano visivo, si ispira al barocco catanese, sontuoso e cupo insieme, e siamo riusciti con particolari procedimenti di laboratorio a riprodurre quella velatura nella luce che riesce a raccontare la decadenza in modo straordinario. 9 6.2 Aggiungi informazioni sul contesto produttivo e/o autoriale, e altre notizie sul film. Successo a Bruxelles per l'anteprima del film "I Vicerè" Il nuovo film di Roberto Faenza "I Viceré" è stato proiettato in anteprima a Bruxelles per gli europarlamentari. La pellicola, che uscirà in sala il 9 novembre 2007 distribuito dalla 01 Distribution, è stato accolto con un grande applauso finale da parte dei nostri parlamentari. Il regista ha dichiarato all'Ansa "Si potrebbe pensare che si tratta di battute riadattate per renderle attuali, invece non è stata cambiata nemmeno una virgola del romanzo. Non è un film anticlericale - ha sottolineato Faenza - così come non è una critica tout court contro lo Stato ma vuole far riflettere su alcune cose che accadono anche oggi. Non è un film pessimista ma tutt'altro, perché l'amara presa di coscienza è il primo passo verso il cambiamento". (pubblicato da Simone Pinchiorri) 10