Laboratorio di Italiano Annalisa Ghisalberti L.C. “Zucchi” di Monza Docente Lingua Greca – Università Cattolica del Sacro Cuore Scheda di progettazione Incontro iniziale Obiettivi specifici - Individuazione del cambiamento didattico proposto dal Riordino dei cicli e del suo significato, declinazione delle possibili modalità di attuazione: didattica per competenze e didattica laboratoriale. - Individuazione dei nuclei fondamentali della disciplina Italiano (nel biennio), quali previsti dal Riordino dei cicli per licei e istituti tecnici e professionali: punti in comune e distinzioni necessarie. - Riflessione sui possibili scenari di sviluppo interdisciplinari di area umanistica, soprattutto nel biennio dei licei. - Studio di esempi di didattica laboratoriale e di unità di apprendimento legate all’italiano, con eventuali legami ad altre discipline dell’area umanistica. Attività proposte in aula - Definizione dell’ambito di interesse dell’incontro, con chiarimento del perché si prenda in considerazione “l’area umanistica”: ferma restando la centralità dell’attenzione sulla disciplina italiano, che si suppone sia l’unica che accomuni tutti i docenti presenti, la nuova didattica dovrà sempre più lavorare per ambiti disciplinari o comunque in modo congiunto, e per la mera necessità di non disperdere tempo ed energie, e per la natura degli obiettivi che si propone di raggiungere. Volere sviluppare competenze esige, di per se stesso, un approccio che superi barriere formali tra le discipline e che si articoli e si moduli in esperienze ad ampio respiro di confronto, analisi ecc. (Accanto all’italiano si prenderanno, perciò, in considerazione, per brevi spunti e riferimenti, il latino e il greco e la storia del biennio, cui però è dedicato un incontro apposito, al quale si rimandano i corsisti interessati). - Definizione e analisi dei nuclei rilevanti nella didattica dell’italiano nel biennio dei licei e degli istituti tecnici e professionali: punti in comune e punti di necessaria divergenza; i cambiamenti nella disciplina, la didattica per competenze, la valutazione, il quadro orario. - Brevi considerazioni in merito a come possa essere riconsiderata la didattica del latino e del greco in relazione a quella dell’italiano (in funzione dei partecipanti). - Definizione di didattica laboratoriale. - Presentazione di almeno un esempio significativo di unità di apprendimento di argomento legato all’Italiano del biennio, ma che può essere ampliato da aperture ad altre discipline, quale per esempio il latino. Risultati attesi - Stimolare la riflessione sul significato del cambiamento della didattica proposto dalle indicazioni del Riordino dei cicli. - Sollecitare la consapevolezza della necessità di rivisitare la propria didattica, primariamente dell’Italiano, in ordine ad alcune “nuove” finalità e di riformulare la propria programmazione e valutazione in quest’ottica. - Stimolare alla didattica in stile “interdisciplinare” e “laboratoriale” come modalità privilegiata per il conseguimento dei nuovi obiettivi. Lavoro a distanza Stimoli per il lavoro a distanza - Ogni docente sarà invitato a formulare una unità di apprendimento su un nucleo tematico di rilievo dell’insegnamento dell’italiano nel biennio: il lavoro dovrà tener conto delle considerazioni svolte in merito ai nuclei di significativa novità proposti in relazione al Riordino, dovrà prevedere la collaborazione di almeno un’altra disciplina dell’area umanistica, e dovrà proporre una modalità didattica “laboratoriale”. Sarà proposto ed illustrato in aula uno schema di massima del lavoro. - I docenti partecipanti al lavoro “a distanza” potranno accedere alla comunità virtuale on line, rivolgendo domande ai colleghi in merito al compito in via di svolgimento e condividendo stimoli e riflessioni che accompagnino il loro lavoro. Momento finale - Condivisione critica dei lavori svolti e delle riflessioni sviluppatesi in merito. - Eventuale creazione di un primo, piccolo archivio di materiali che servano da modello cui rifarsi in questa fase di cambiamento. Presentazione delle attività e riflessione sui suoi esiti Nel laboratorio ho cercato di mettere in luce il significato del Riordino della secondaria per quanto concerne la didattica dell’italiano, tenendo presente in generale l’orizzonte delle discipline umanistiche, insistendo sulla centralità dello sviluppo dei traguardi di competenza da introdurre nella didattica e sul nesso tra sviluppo delle competenze e alcune modalità e strategie didattiche specifiche. Dopo aver illustrato alcuni esempi di didattica da me sperimentata che procede secondo queste indicazioni, al termine dell’incontro ho proposto ai docenti presenti di provare a formulare una prova di Italiano che mettesse in evidenza l’acquisizione di competenze di base preparando anche indicatori e descrittori delle competenze e griglie di valutazione. Riporterò di seguito alcuni stralci da una prova svolta da una coppia di docenti. In nota al breve testo che segue ho inserito i rimandi espliciti alle slides che rappresentano lo scheletro del discorso. Nelle Linee guida per i nuovi tecnici e professionali e nelle Indicazioni nazionali per i licei presentati in occasione del Riordino della scuola secondaria finalità ed obiettivi della didattica sono descritti e declinati in termini di conoscenze, capacità e competenze da raggiungere e si accompagnano alla stesura del profilo dello studente al termine delle principali tappe dell’istruzione secondaria. Si presenta, cioè, il quadro di competenze che lo studente avrà, espresse con verbi, indicanti azioni che rimandano ad un “saper essere” più che ad un “saper fare”, per usare un linguaggio un po’ datato ma forse comprensibile a tutti. Non è una rinuncia all’insegnamento dei contenuti quella che si profila, a mio giudizio, ma uno spostamento di accento: i contenuti devono poter essere “agìti”, e non solo in un’ottica di così detta “spendibilità pratica”, ma anche nell’ottica della realizzazione di una persona adulta, capace di relazioni serene e costruttive con sé e con gli altri, competente nell’esercizio della propria cittadinanza, italiana ed europea. La svolta muove dalla riflessione sull’urgenza di un cambiamento nella definizione delle priorità di educazione e di istruzione, di un rinnovato legame tra istruzione, formazione e mondo del lavoro, con uno sguardo aperto alla dimensione europea, evidenziato, come noto, tra l’altro dagli esiti di alcune indagini svolte nelle scuole a livello nazionale. Dall’analisi della normativa emerge chiaramente che quelle perseguite dall’Italiano sono finalità comuni e traversali a tutte le discipline, il che impone che la collaborazione con le altre discipline sia effettiva e programmata, e al contempo si evince che il processo di insegnamentoapprendimento della lingua e della letteratura italiana, come delle altre discipline umanistiche, deve a sua volta perseguire anche finalità trasversali, quali le competenze di cittadinanza e tutta l’area delle competenze di natura metacognitiva, relazionale. Trascurando di riportare qui l’analisi e le riflessioni più puntuali svolte sulle varie finalità dell’insegnamento – apprendimento dell’italiano, mi limito a qualche rilievo: l’importanza data alle competenze di comunicazione può essere letta anche come il segno dell’attenzione alla costruzione di una vita piena e relazionale, di una cittadinanza attiva, mentre mi pare che la puntualizzazione sulla finalità di acquisizione di una coscienza della storicità della lingua sottolinei il valore formativo attribuito ad una coscienza storica in generale, che dice di una abitudine e di una attitudine a valutare ogni dato, compreso quello linguistico, nel suo contesto. L’enfasi con cui, poi, si rimarca il fine della acquisizione di un “gusto per la lettura” si colloca in linea con un’ottica di creatività, autonomia critica e piacevolezza dello studio di cui ci occuperemo. Se, dunque, si vogliono stimolare la capacità di applicazione dei saperi, ma soprattutto i processi di interiorizzazione e di autonomia di conoscenze e competenze, se, in definitiva, si intende riconoscere un ruolo primario alla costruzione di competenze, occorre certamente privilegiare, tra le proprie modalità e strategie didattiche quelle che si pensano più idonee a tal scopo. In occasione di questo Laboratorio se ne sono considerate alcune che a me paiono tra le più significative e che sono certamente trasferibili anche ad altre discipline: si tratta della laboratorialità, della interdisciplinarità, della creatività, della metacognizione e della dimensione ludica. Laboratorialità1. Più che di laboratorio disciplinare, mi pare opportuno parlare di didattica laboratoriale in senso trasversale alle ore a disposizione per settimana, intendendo con ciò uno stile e un metodo di insegnamento che possano perseguire con più efficacia e probabilità di successo gli obiettivi indicati e i nodi più significativi delle proposte del Riordino in relazione alla disciplina ma anche all’ambito delle competenze linguistiche e all’asse dei linguaggi più in generale. Quello che si propone è un modo di insegnare diffuso a tutte le ore, che parta sempre dall'allievo e dai suoi bisogni, che sappia suscitare domande prima di fornire risposte, che lasci intravedere la meta e accompagni nel percorso di ricerca chi ci si voglia avventurare, lasciandolo, però, libero di qualche deviazione, nella certezza dell'arricchimento che esse porteranno. Che stimoli il lavoro e il dibattito di gruppo, sapendo per certo che esso non potrà che portare risultati didattici e formativi positivi, che parta dal testo e dalla lettura originale, che stimoli la sinossi, che oscilli continuamente tra presente e passato, alla ricerca di elementi di continuità e alterità. Che non si irrigidisca, che si sperimenti, che si verifichi. Non si vuole con questo intendere che tali modalità siano le uniche da proporre, anzitutto perché variare stile all’interno del proprio insegnamento può utilmente suggerire agli studenti di confrontarsi anche con stili diversi di apprendimento alla ricerca del più adatto a sé; inoltre non si può sperimentare tutto in classe, non solo per l’ovvio problema della mancanza di tempo, ma anche 1 Cfr. slides 12-13-14 dove sono riportati anche semplici esempi di didattica laboratoriale dell’italiano nel biennio. perché non sarebbe opportuno, perché è bene esistano altre modalità di fruizione più singola delle spiegazioni, come anche è bene, per esempio, che uno studente liceale trovi a casa uno spazio e un tempo di autonomia, di “solitudine pensosa”. Mi pare, infatti, che il senso e l’autonomia critica di uno studente abbiano bisogno per svilupparsi, oltre che di stimoli e di confronti, anche di tempi e spazi di ripensamento autonomi: quel senso di vuoto e di silenzio che nei pomeriggi di uno studente liceale devono almeno in parte tradursi in concentrazione e ripensamento, in desiderio di una lettura personale, diversa da quelle suggerite a scuola, della visione di un film ecc. Interdisciplinarietà2. La nuova didattica dovrà sempre più lavorare per ambiti disciplinari o comunque in modo congiunto, e per la mera necessità di non disperdere tempo ed energie, e per la natura degli obiettivi che si propone di raggiungere: volere sviluppare competenze esige, di per sé, un approccio che superi barriere formali tra le discipline e che si articoli e si moduli in esperienze ad ampio respiro di confronto e di analisi. Il primo e maggior vantaggio di tale accorpamento è la possibilità di offrire omogeneità nel metodo e nello stile di insegnamento di materie fondamentali e affini sotto molti punti di vista e l’opportunità di studiare scelte opportune nella programmazione dei tempi di svolgimento degli argomenti, come, solo per fare l’esempio più ovvio, nel caso della riflessione sulla lingua, componente determinante di tutte le discipline linguistiche, moderne e antiche. Tale comunanza può semplicemente portare a trattare in parallelo argomenti affini o che si prestino ad un confronto o suggerire negli stessi allievi processi di collegamento e di comparazione che magari altrimenti andrebbero persi, semplificandone e velocizzandone come anche approfondendone, di fatto, l'apprendimento, ma può condurre fino alla possibilità, potremmo dire, implicita, di una condivisione delle spiegazioni. Si rende evidente la necessità di una programmazione collegiale, multidisciplinare e interdisciplinare, che sappia condividere obiettivi e strategie, che faciliti negli allievi l'apprendimento e lo consolidi, favorendo anche i processi di trasferimento delle nozioni e delle competenze da una materia all'altra. Creatività3. Il pensiero e l'azione creativa, intesi qui non in senso “elitario” o strettamente artistico, presuppongono, tra le altre, caratteristiche quali flessibilità, dinamicità e intuito: la persona che sia capace di percorsi cognitivi e di un agire creativi deve avere sviluppato quello che si era 2 Cfr. slide 22 dove si cita un modulo interdisciplinare dedicato alla "percezione", svolto in una prima liceo: in quest'ultimo caso gli insegnanti di italiano e di storia dell'arte hanno proposto un lavoro sugli elementi e sui modi della percezione, hanno lavorato sulla descrizione e sull'analisi e la lettura di una immagine, hanno condotto la classe a una mostra su Boccioni e a partecipare ad una particolare esperienza organizzata dall'Istituto dei Ciechi a Milano, dal titolo Cammino nel buio: un tuffo nel buio che spinge all'utilizzo degli altri sensi e delle altre modalità percettive per lo svolgimento di azioni quotidiane che lì vengono simulate, quali l'attraversamento di una strada, l'acquisto di una bevanda al bar ecc., volto a far conoscere la realtà dei non vedenti. 3 Cfr. slides da 14 a 18, dove, sono anche riportati esempi strutturati di compiti delle vacanze assegnati durante un’estate ad una classe: suddivisa la classe in coppie, ho attribuito a ciascuna un lavoro che prevedesse un inizio svolto da una allievo, l’invio della prima metà del lavoro, tramite e-mail ad un compagno prestabilito, e quindi la fase conclusiva del lavoro svolta da quest’ultimo. soliti indicare come "il pensiero divergente", quel pensiero, cioè, che davanti a un problema o a un quesito non utilizza i dati presenti in cerca di un'unica soluzione ma che è in grado di fornirne di più, aprendo a ventaglio, in un orizzonte divergente, appunto, le vie d'uscita e non chiudendosi "ad imbuto", incanalando le informazioni alla ricerca di un'unica soluzione pensata come giusta. La creatività è da intendersi sia come carattere e stile da dare al proprio insegnamento sia come strada preferenziale da suggerire e da stimolare negli alunni per imparare di più e più a fondo, ma anche per conoscersi e relazionarsi tra loro: cambiare punto di vista, combinare le idee in modi diversi da quelli usualmente pensati e da quelli appena pensati, imparando ad affrontare e a risolvere i problemi, a essere flessibili e elastici, saranno tutti percorsi impegnativi, adatti al raggiungimento delle “competenze chiave di cittadinanza”. Molti sono gli esempi di didattica laboratoriale in cui può trovare spazio una dimensione creativa o che miri allo sviluppo della creatività, ma uno spazio privilegiato può essere il laboratorio di scrittura creativa, non secondo l'accezione di origine anglo-americana del termine, l'invenzione e la stesura di opere letterarie, ma uno spazio dove sperimentare, per esempio, una scrittura con vincoli fissi sotto forma di consegne date dall'insegnante, che promuova la capacità di adattamento, di originalità, di ricerca di soluzioni creative, un tempo in cui promuovere la capacità di vedere parole dietro alle lettere, storie dietro alle parole, di giocare con suoni e rime per esprimersi, per raccontare qualcosa di sé e delle proprie idee, per narrare il mondo e la vita dal proprio punto di vista. Metacognizione4. Come finalità la metacognizione, “l’imparare a imparare”, è indicata tra le “competenze chiave di cittadinanza” ed è, in generale, tra le finalità trasversali più importanti della didattica, necessariamente trans-disciplinare. Essa è sia una finalità in sé da perseguire, che un strumento, una modalità didattica da adottare per raggiungere importanti obiettivi di apprendimento anche disciplinare. Imparare ad imparare significa mettere in atto processi metacognitivi, di consapevolezza e controllo sul proprio processo di apprendimento che lo favoriscono, lo agevolano e lo incentivano. Se, per rimanere legati ad una attività di scrittura, tipica dell’insegnamento-apprendimento dell’Italiano, è esperienza comune che scrivere aiuta anche la consapevolezza meta cognitiva, perché scrivendo si capisce anche ciò che effettivamente si sa e spesso si intuisce il percorso logico attraverso il quale si è organizzato questo sapere, è però anche vero che non può bastare questo o un simile approccio intuitivo, o di “buon senso”, ma che occorrerà mettere in atto da un lato una programmazione volta ad ottenere tale competenza e dall’altro una programmazione che usi le acquisizioni legate a tale competenza per l’apprendimento. 4 Cfr. slides da 19. Oltre alla ripresa di pratiche didattiche semplici che possono incentivare processi metacognitivi, quali l’anteporre alle proprie spiegazioni un titolo, un breve riassunto di quanto si intende dire, corredato dello scopo e del metodo che si vuole adottare per raggiungere tale scopo, ho presentato una ipotesi di strumento5 più strutturato di indagine ed azione metacognitiva nel contempo: una scheda da somministrare agli allievi in alcuni momenti dell’anno appositamente selezionati, in cui si chiede a ciascuno di riflettere in merito a contenuti e modalità, strumenti, tempi ecc del proprio apprendimento. La condivisione e la discussione dei dati emersi dalla scheda susciterà dapprima uno stimolo alla metacognizione, al fine di sapere costruire ciascuno il proprio percorso di apprendimento personalizzato, e più avanti anche la possibilità di valutarla. Dimensione ludica. Mi piace citare sul finire anche la dimensione ludica quale stile didattico da perseguire, a mio giudizio, in molte circostanze, specialmente nella didattica laboratoriale del biennio: ben lungi dall’essere una semplificazione didattica (“giochini”), essa può essere intesa in senso stretto come proposta di un gioco o in senso lato come uno stile divertito dell’apprendere, che lascia spazio a fantasia, creatività e ironia. Scopo è motivare al lavoro, suscitando curiosità, promuovendo partecipazione attiva, impegno personale e autonomo e talvolta anche sano agonismo e rincuorando sulla piacevolezza dell’impegno di studio necessario all’apprendimento. Valutazione. Certamente a quanto detto si deve aggiungere la questione della valutazione delle competenze, che al momento presenta un aspetto di urgenza perché siamo chiamati a compilare una tabella di certificazione delle competenze acquisite al termine del biennio. Senza che sia stato possibile inoltrarsi sul significato di certificazione che, come facile intuire, apre ulteriori questioni e riflessioni, né sulle obiezioni, facili, che si possono muovere alla scheda che è stata predisposta, il discorso si è concentrato sull’individuazione di modalità con cui valutare le competenze e sulla valutazione da attuare nei contesti didattici delineati. Se molti pedagogisti e studiosi pensano al portfolio, ma sottolineano la difficoltà di realizzarlo a scuola, sarà opportuno dire che occorrerà studiare strumenti di verifica adatti ai percorsi che si sono costruiti, alle modalità didattiche attuate e ai contesti nei quali si lavora. Una operazione importante che si può mettere in atto durante un laboratorio può essere l’osservazione strutturata di comportamenti in situazione, realizzata mediante l’uso di check list, che rappresenta una forma di verifica, non ancora di valutazione, utile a raccogliere elementi per una valutazione delle competenze. Sarà allora necessario procedere ad individuare quali comportamenti e quali atteggiamenti sono per noi significativi indicatori delle presenza o dell’assenza di una competenza, oltre che di una capacità/abilità. 5 Cfr. slides 20-21. In aggiunta a questo, siccome la competenza, si è detto, si configura nell’ambito della autonomia, della personalizzazione, della responsabilità, si può pensare che per valutarla si debba assegnare un compito creativo che sondi proprio questi fattori. Partendo da conoscenze e capacità acquisite in un dato ambito, chieda di spostarsi in un contesto altro, dove utilizzarle con creatività e autonomia. Mi sembra si siano mosse in questa direzione le due docenti che, nello svolgere il compito assegnato al termine del Laboratorio, hanno lavorato con competenza e creatività all’Unità didattica di apprendimento che segue, che pertanto propongo volentieri in lettura. L’esperienza di certificazione che a breve ci vedrà impegnati saprà sicuramente suscitare dubbi e quesiti e insieme i primi tentativi di soluzione che sarebbe interessante ed opportuno riprendere collegialmente in una rivisitazione critica, nella convinzione che anche per noi Docenti il confronto sull’operato e sulle convinzioni che lo muovono e, se possibile, anche la realizzazione di prodotti comuni in una dimensione laboratoriale rappresentino una via di lavoro da privilegiare. Riferimenti bibliografici e presentazione dei materiali di lettura integrativi Le slides conclusive presentano alcuni riferimenti bibliografici. Nella prima (nr. 24) sono elencati i testi da me pubblicati che presentano riflessioni ed esempi didattici legati, in vario modo, ai contenuti e ai percorsi citati. Nella seconda e nella terza (nr. 25 e 26) sono elencati alcuni testi di riferimento per le tematiche citate, enucleati dalla bibliografia degli articoli precedentemente citati. Tra i materiali aggiuntivi forniti ai docenti per il lavoro autonomo si è scelto di riproporre qui il fac simile della scheda di certificazione delle competenze di base, più volte citata nel corso del lavoro, l’elenco delle “Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria” e un articolo precedentemente pubblicato on line, che descrive un esempio di didattica laboratoriale: Annalisa Ghisalberti, "Il comico: da Calvino a Zelig", viagonzagadue, rivista di scrittura cultura e scuola dell'Ufficio (www.viagonzagadue.it – giugno 2006). Scolastico Regionale per la Lombardia Misure di accompagnamento al riordino del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione per le scuole secondarie di secondo grado della provincia di Lodi Laboratorio disciplinare di area umanistica Lodi 23 febbraio 2011 Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 La normativa 1. Regolamento dei Nuovi Licei Regolamento dei Nuovi Istituti Tecnici Regolamento dei Nuovi Istituti Professionali 2. Indicazioni Nazionali per i Licei Linee Guida per i Tecnici Linee Guida per i Professionali 3. Decreto 22 agosto 2007 nr. 139 (Fioroni) che sancisce il nuovo obbligo di istruzione, definisce le Competenze chiave di cittadinanza e gli assi culturali di riferimento dei saperi e delle competenze, articolati in conoscenze e abilità. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 La normativa 4. 5. 6. DPR n. 275/99 (regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche) riconosce alle scuole una forte autonomia didattica e progettuale. Raccomandazioni del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea relative al Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF, aprile 2008) Certificato delle competenze di base (scheda di certificazione delle competenze al termine del primo biennio) Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 • Definizione di conoscenza Risultato dell'assimilazione di informazioni attraverso l'apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche. Fonte: Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (2008/C 111/01) Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 • Definizione di abilità Le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare knowhow per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l'uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l'abilità manuale e l'uso di metodi, materiali, strumenti). Fonte: Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (2008/C 111/01) Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 • Definizione di competenza Comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadro Europeo delle Qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. Fonte: Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (2008/C 111/01) Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 • Competenze chiave di cittadinanza Otto competenze, da acquisire al termine dell’obbligo d’istruzione, che costituiscono il risultato che si può conseguire – all’interno di un unico processo di insegnamento/apprendimento - attraverso la reciproca integrazione e interdipendenza tra i saperi e le competenze contenuti negli assi culturali (DM 139/2007). 1. Imparare ad imparare 2. Progettare 3. Comunicare 4. Collaborare e partecipare 5. Agire in modo autonomo e responsabile 6. Risolvere problemi 7. Individuare collegamenti e relazioni 8. Acquisire e interpretare l’informazione Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 • Certificato delle competenze di base: competenze dell’asse dei linguaggi – italiano a) Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti b) Leggere comprendere e interpretare testi scritti di vario tipo c) Produzione testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 E in aggiunta: • "Letteratura" - utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario (che nelle finalità legate all’assolvimento dell’obbligo di istruzione è legato a “altri linguaggi”, insieme quindi con i linguaggi non verbali e l’utilizzare e produrre testi multimediali ). Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 • Tali competenze sono da perseguire con modalità didattiche idonee, che quindi vanno attivate e favorite perché gli obiettivi siano più facilmente raggiungibili. a) b) c) d) e) Laboratorialità Creatività Metacognizione Interdisciplinarità Dimensione ludica Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Didattica laboratoriale Un modo di insegnare diffuso a tutte le ore, che abbia le caratteristiche della "lezione partecipata", che parta sempre dall'allievo e dai suoi bisogni, che sappia suscitare domande prima di fornire risposte, che lasci intravedere la meta e accompagni nel percorso di ricerca chi ci si voglia avventurare, lasciandolo, però, libero di qualche deviazione, nella certezza dell'arricchimento che esse porteranno. (...) Che non si irrigidisca, che si sperimenti, che si verifichi. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Didattica laboratoriale • Esempio breve • Finalità: padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti • Il dibattito in classe, su un libro, su un film, su una problematica: il dibattito può essere libero, strutturato, guidato; può prevedere l’obbligo per gli allievi di sostenere prima una posizione a favore e poi una contraria alla tesi espressa, per sforzarsi di trovare ragioni ed argomentazioni per tutti i punti di vista • Simulazione di una assemblea antica o moderna, con attribuzioni di ruoli e sperimentazione delle varie fasi • “Gioco di ruolo” : ex. si immagina di partecipare all’assemblea dell’Iliade dove un allievo ricopre il ruolo del personaggio Tersite e uno di Agamennone ecc. e si sostengono le varie opinioni. • L’organizzazione e l’esposizione di un approfondimento curato da uno o due studenti con possibilità da parte della classe di intervenire con domande. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Curricolo lettura-scritura • Esempio breve • Finalità: padroneggiare strumenti di lettura e scrittura • (almeno: Leggere, comprendere e interpretare testi scritti di vario tipo; • Produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi) • Epica, I Liceo Classico, verso la fine del I quadrimestre. • Consegna: scrivi una breve narrazione (in prosa o in versi) che emuli la lingua (anche se in traduzione italiana) e lo stile omerico da te appreso studiando l’Iliade e che abbia per oggetto la tua vita scolastica. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Creatività • Antonietti: “la creatività si presenta oggi come una modalità di pensiero che, pur basandosi su meccanismi cognitivi in parte comuni ad altri processi intellettivi e talvolta intrecciata a questi ultimi, produce, sulla scorta di processi peculiari, nuovi esiti“. • É da intendersi sia come carattere e stile da dare al proprio insegnamento sia come strada preferenziale da suggerire e da stimolare negli alunni per imparare ma anche per conoscersi e relazionarsi tra loro. • Pensiero divergente: pensiero che davanti a un problema o a un quesito non utilizza i dati presenti in cerca di un'unica soluzione ma è in grado di fornirne di più, aprendo a ventaglio, in un orizzonte divergente, appunto, le vie d'uscita e non chiudendosi "ad imbuto", incanalando le informazioni alla ricerca di un'unica soluzione pensata come giusta. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Creatività • Esempio strutturato • Consegne di Sara e Ludovica • 1) Sara, ora che hai letto Peter Pan, devi cominciare e sviluppare un racconto, in non più di una cartella e mezzo, di cui sia protagonista la "scuola che non c'è". Cerca di imitare lo stile e i modi con cui Barrie descrive la sua isola. Quindi spedisci il tutto a Ludovica. • 2) Ludovica, hai ricevuto l'email di Sara? Ora devi terminare (in non più di una cartella e mezzo) il suo racconto, cercando di portare a termine in modo logico e consequenziale quanto lei ha intrapreso (per esempio, facendo parlare i personaggi con la stessa lingua e con lo stesso stile ecc.). Tieni, poi, tutto il racconto che consegnerai a settembre. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Creatività • Esempio strutturato • Consegne di Silvia e Federica • 1) Silvia, la tua ombra (!) è scappata! Dov'è andata? Perché? Vai a cercarla e raccontaci..., in non più di una cartella e mezzo, la vostra (tua e dell'ombra!) vicenda... Quindi spedisci il tutto a Federica, che avrà il compito di terminare il tuo racconto. • 2) Federica, hai ricevuto l'email di Silvia? Ora devi terminare (in non più di una cartella e mezzo) il suo racconto, cercando di portare a termine in modo logico e consequenziale quanto lei ha intrapreso (per esempio, facendo parlare i personaggi con la stessa lingua e con lo stesso stile ecc.). Tieni, poi, tutto il racconto che consegnerai a settembre. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Creatività • A un gruppo di quattro allievi è stata data questa consegna: La tua servetta, Fantasia, ha inventato per te un personaggio in stile pirandelliano: descrivilo e spedisci il tutto a Silvia (due allievi) o a Sara (due allievi), ...in cerca d'autore... • Sara e Silvia ricevono, invece, questa consegna • Silvia/Sara, hai ricevuto via email i testi dei tuoi compagni? Bene! Sono personaggi che cercano un autore e altrettanto fanno, in contemporanea, altri due personaggi inviati rispettivamente a Sara/Silvia. Il vostro (arduo!) compito è di scrivere il loro copione, lavorando insieme per arrivare ad un unico testo (sullo stile di Sei personaggi in cerca d'autore) con i 4 personaggi. Quindi spedite tutto ad Alejandra, la regista, che ha il compito di aggiungere didascalie e note sceniche per rendere "rappresentabile" in scena il vostro testo. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Creatività • Consegna ad Alejandra • Alejandra, hai ricevuto il testo del copione scritto dalle autrici Silvia e Sara? Bene! Tu, in qualità di regista, devi scrivere le didascalie, le indicazioni sceniche e tutto ciò che potrebbe servire per la messa in scena del copione... Quando hai finito, spedisci il tutto a Martina. • Consegna a Martina • Martina, hai ricevuto il copione scritto da Sara e Silvia e con le didascalie della regista Alejandra? Bene! Tu sei un critico teatrale: scrivi la tua recensione per un giornale! Tieni, poi, tutto (il copione e la tua recensione) che consegnerai a settembre. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Metacognizione • L’imparare a imparare è indicato tra le Competenze chiave di cittadinanza ed è, in generale, tra le finalità trasversali più importanti della didattica, necessariamente trans-disciplinare. • La metacognizione è sia una finalità in sé da perseguire, che un strumento, una modalità didattica da perseguire per raggiungere importanti obiettivi di apprendimento anche disciplinare. • Imparare ad imparare significa mettere in atto processi metacognitivi, di consapevolezza e controllo sul proprio processo di apprendimento che lo favoriscono, lo agevolano e lo incentivano. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Metacognizione Che cosa ho imparato fino ad oggi? Come ho fatto ad impararlo? (spiegazioni, discussioni in classe, studio personale…) Con quali strumenti? (ex. Libro, pc, video, appunti durante discussioni, spiegazioni…) Mi serve? A che cosa mi serve? Mi serve ad imparare altro? Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Metacognizione Hai imparato a … Sì, no… Come hai fatto ad impararlo? (spiegazioni, discussioni, studio personale…) Con quali strumenti? (ex. Libro, pc, video, appunti durante discussioni, spiegazioni…) In quanto tempo? Ti serve? A che cosa ti serve? Ti serve ad imparare altro? … leggere e comprendere il testo dell’Iliade? Progettare un approfondimento e una esposizione in classe? La nozione di connettivo testuale? L’uso dei connettivi testuali Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Interdisciplinarità • Un modulo dedicato alla "percezione", svolto in I LCE: gli Insegnanti di Italiano e di Storia dell'Arte hanno proposto un lavoro sugli elementi e sui modi della percezione (cinque sensi ecc.) e le diverse tipologie di essa. • Hanno lavorato sulla descrizione e sull'analisi e la lettura di una immagine. • Hanno condotto la classe a una mostra su Boccioni e a partecipare ad una particolare esperienza organizzata dall'Istituto dei Ciechi a Milano, dal titolo “Cammino nel buio”. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 • CONSEGNA PER LAVORO A DISTANZA • Destinatari: ciascuno di voi - o, se lo ritenete più opportuno, coppie/piccoli gruppi di lavoro (per esempio Docenti provenienti dal medesimo istituto scolastico) • Consegna: formulare una prova di verifica che metta in evidenza l’acquisizione di competenze di base legate all’Italiano (cfr. le tre competenze indicate sulla scheda di certificazione delle competenze di base analizzata insieme e pubblicata tra i materiali): preparare anche indicatori e descrittori delle competenze e griglie di valutazione. • Tempi: consegna entro fine marzo • Modalità: a) i lavori andranno inviati e “pubblicati” sulla piattaforma Blackboard alla quale siete stati abilitati; b) durante e immediatamente dopo la fase di lavoro è possibile condividere opinioni, dubbi, fasi del lavoro ecc, prendendo parte al Forum. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Bibliografia di riferimento Pubblicazioni mie inerenti i percorsi citati (o affini) • "Il comico: da Calvino a Zelig" pubblicato online su viagonzagadue, rivista di scrittura cultura e scuola dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia (www.viagonzagadue.it). • "La scrittura creativa come via per costruire il benessere a scuola" pubblicato sulla rivista Dirigenti Scuola, La Scuola editrice, 2004. • "Amare ieri e oggi. Benessere salute e affettività" pubblicato online su viagonzagadue, rivista di scrittura cultura e scuola dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia (www.viagonzagadue.it). • "La complessa arte di amare ieri e oggi", I quaderni di Stoppaiz, Proposte didattiche nr. 3 (2003). • Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Bibliografia essenziale di riferimento per la creatività, la scrittura creativa, il benessere a scuola • • • • • • • Alessandro ANTONIETTI, Il pensiero efficace. Metodi e tecniche per la soluzione creativa dei problemi, Milano, Franco Angeli, 1994. Alessandro ANTONIETTI e Luciano CERIOLI a cura di, Creativi a scuola. Oltre l'apprendimento inerte, Milano, Franco Angeli, 1996. Alessandro ANTONIETTI e Maria Nivea ARMELLIN, Creatività in classe, Brescia, La scuola, 1999. Monica e Rossana COLLI, Il laboratorio di scrittura creativa, La Scuola, 1999. Arthur CROPLEY, La creatività nella scuola e nella società, trad. it. Roma, Armando Editore 1983. Gianni RODARI, Grammatica della fantasia, Introduzione all'arte di inventare storie, Torino, Einaudi, 1973 e 1981. Costruire il benessere una sfida per la scuola nella società dell'incertezza, Milano 13 maggio 1997, in Atti dei Convegni Regionali, IRRSAE Lombardia, Università degli Studi di Milano, Regione Lombardia. Annalisa Ghisalberti Laboratorio disciplinare di area umanistica – Lodi 23 febbraio 2011 Bibliografia di riferimento per il percorso su amore e matrimonio tra cultura classica e contemporanea • Giuseppe CAMBIANO, «Diventare uomo», in a cura di Jean-Pierre Vernant, L'uomo greco, Roma-Bari, Ed. Laterza, 1991. • Eva CANTARELLA, Corso di Diritto Greco, Librerie Cuem, Università degli Studi di Milano, Milano 1993/1994. • Barbara GREGORI, Le donne nel mondo antico, Roma-Bari, Ed. Laterza, 2000. • Oswyn MURRAY, «L'uomo e le forme della socialità», in a cura di Jean-Pierre Vernant, L'uomo greco, Roma-Bari, Ed. Laterza, 1991. • James REDFIELD, «L'uomo e la vita domestica», in a cura di JeanPierre Vernant, L'uomo greco, Roma-Bari, Ed. Laterza, 1991. Annalisa Ghisalberti TITOLO DELL‟UDA : DIFENDIAMO Gertrude ed Egidio Classe: classi seconde del Liceo Statale Giuseppe Novello, Codogno Docenti: Gambarini Valentina & Rizzi Antonia Anno scolastico 2010/2011 N. ore previste: 11 Competenze di cittadinanza: comunicare; progettare; collaborare e partecipare; individuare collegamenti e relazioni. Competenze dell’asse culturale (discipline coinvolte: Italiano e Storia ) padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l'interazione comunicativa verbale leggere, comprendere e interpretare testi di vario tipo produrre testi di vario tipo (oralmente o scritti) in relazione ai diversi scopi comunicativi utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario utilizzare e produrre elaborati / risorse multimediali comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici in una dimensione diacronica attraverso il confronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali Abilità/capacità: Lo studente: 1. legge, comprende e interpreta messaggi verbali e non verbali in contesti e codici comunicativi diversi (film, libri, testi pragmatici) 2. sa spiegare (oralmente e per iscritto) dei concetti, utilizzando esempi concreti, in modo che risultino comprensibili ai coetanei 3. legge, comprende e interpreta testi in lingua letteraria 4. comprende il cambiamento in relazione agli usi, alle abitudini, al vivere quotidiano nel confronto con la propria esperienza personale. 5. legge anche in modalità multimediale le diverse fonti documentarie, letterarie e iconografiche 6. elabora strategie di raccolta dati e rielaborazione degli stessi Conoscenze: 1. conoscere i capitoli IX e X de “I promessi sposi” 2. conoscere il contesto storico sociale del „600 3. conoscere le regole strutturali del testo argomentativo Metodologia attiva: 1. Lezione frontale 2. lavoro collaborativo in classe 3. lavoro individuale su stimolo 4. plenaria (lettura; visione del film) 5. gruppo classe per valutazione finale 1 Percorso: FASI / ATTIVITÀ Prima fase: lettura dei capitoli IX e X in classe Seconda fase: stesura da parte di ogni alunno del lavoro di analisi Terza fase: gruppo classe Quarta fase: attività domestica N. ORE 3 MATERIALI DIDATTICI Testo de “I promessi sposi” DESCRIZIONE Lettura dialogata dei capitoli in classe con commento del docente 1 Domande di comprensione dei testi fornite dal docente 2 Spezzone dallo sceneggiato televisivo di Bolchi “I promessi sposi” Ricerca sul testo in adozione delle caratteristiche della società del 600 Ogni alunno rifletterà sul contenuto dei documenti analizzati e sottolineerà gli elementi rilevanti dal punto di vista del significato Visione del filmato e confronto fra linguaggio verbale e visivo 1 Quinta fase: attività di gruppo 1/2 Sesta fase: confronto 1/2 Settima fase: analisi di esemplificazione 1 Ottava fase: realizzazione della memoria difensiva di Gertrude 2 Materiale di supporto fornito dal docente: passo degli atti del processo di suor Virginia Maria Discussione Lettera a Manzoni con memoria difensiva di Egidio preparata insieme al docente Verifica scritta Individuazione sul testo in adozione de “I promessi sposi” degli elementi storico- sociali significativi della società del „600 ed elaborazione di uno schema o mappa concettuale Il docente di italiano assegna ad ogni gruppo, sul testo di riferimento, la ricerca di uno o più elementi di difesa che possano scagionare Egidio dalle accuse infamanti di scellerato Il docente di lettere verifica il lavoro svolto ricomponendo i dati osservati Stesura della lettera ed analisi in classe Confronto e ricaduta dell‟attività sulla classe, con l‟elaborazione di un testo complesso che tenga in considerazione gli stimoli offerti, con stesura di una lettera a Manzoni in cui Gertrude si difenda dall‟accusa di “sventurata” 2 Materiali 1. Libro di testo con commento e note storiche (A. Manzoni, I promessi sposi, a cura di D.Cotroneo, Hoepli) 2. Spezzoni del film-sceneggiato “ I promessi sposi” di Sandro Bolchi (1967) 3. Domande di comprensione assegnate dal docente a. b. c. d. e. f. Come la gente comune vede la figura della monaca? Come viene presentato questo personaggio? Qual è la vera storia della monaca? Per quale motivo il principe suo padre la vuole monaca? Con quali mezzi e per quali vie Gertrude viene costretta alla monacazione? Che atteggiamento assume Manzoni nei confronti del suo personaggio? Dove lo noti in particolare? La storia di Gertrude rappresenta l‟espressione più acuta e completa del giudizio dell‟autore sulla società del Seicento: come e dove lo puoi verificare? 4. Stralcio di documentazione del processo a suor Virginia Maria (vedi allegato) 5. Assegnazione di un primo compito con esecuzione guidata “Leggi attentamente la testimonianza fornita dagli atti del processo di suor Virginia Maria de Leyva. Immagina di essere Egidio, ovvero Giovanni Paolo Osio, e di voler scrivere una lettera a Manzoni per come sei stato trattato nel suo romanzo.” 6. Assegnazione di un secondo compito con modello di riferimento “Tenendo in considerazione i diversi materiali analizzati ed elaborati, immagina di essere Gertrude, ovvero Marianna de Leyva, e di voler scrivere una lettera a Manzoni in cui ti lamenti di come sei stata trattata dall‟autore nel suo romanzo e in cui cerchi di dare di te stessa un‟immagine meno negativa.” VALUTAZIONE La valutazione terrà conto in modo particolare del livello in cui: a) L‟alunno discute gli argomenti proposti, offrendo contributi pertinenti ed originali e prendendo spunto dalle conoscenze in materia e dall‟esperienza. b) L‟alunno progetta e produce un testo appartenente ad una tipologia specifica (informativa, argomentativa, interpretativa). c) L‟alunno lavora in gruppo o singolarmente, in modo propositivo, partecipando all‟elaborazione condivisa delle consegne. d) L‟alunno mostra di avere consapevolezza dell‟efficacia delle azioni intraprese e si mostra capace di cambiare o rivedere le proprie strategie. 3 4 Allegato 2 Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria competenze chiave di cittadinanza L’elevamento dell’obbligo di istruzione a dieci anni intende favorire il pieno sviluppo della persona nella costruzione del sé, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale. • Imparare ad imparare: organizzare il proprio apprendimento, individuando, scegliendo ed utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione e di formazione (formale, non formale ed informale), anche in funzione dei tempi disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di studio e di lavoro. • Progettare: elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio e di lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per stabilire obiettivi significativi e realistici e le relative priorità, valutando i vincoli e le possibilità esistenti, definendo strategie di azione e verificando i risultati raggiunti. • Comunicare o comprendere messaggi di genere diverso (quotidiano, letterario, tecnico, scientifico) e di complessità diversa, trasmessi utilizzando linguaggi diversi (verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) mediante diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali) o rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure, atteggiamenti, stati d’animo, emozioni, ecc. utilizzando linguaggi diversi (verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) e diverse conoscenze disciplinari, mediante diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali). • Collaborare e partecipare: interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di vista, valorizzando le proprie e le altrui capacità, gestendo la conflittualità, contribuendo all’apprendimento comune ed alla realizzazione delle attività collettive, nel riconoscimento dei diritti fondamentali degli altri. • Agire in modo autonomo e responsabile: sapersi inserire in modo attivo e consapevole nella vita sociale e far valere al suo interno i propri diritti e bisogni riconoscendo al contempo quelli altrui, le opportunità comuni, i limiti, le regole, le responsabilità. • Risolvere problemi: affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando ipotesi, individuando le fonti e le risorse adeguate, raccogliendo e valutando i dati, proponendo soluzioni utilizzando, secondo il tipo di problema, contenuti e metodi delle diverse discipline. Individuare collegamenti e relazioni: individuare e rappresentare, elaborando argomentazioni coerenti, collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti diversi, anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari, e lontani nello spazio e nel tempo, cogliendone la natura sistemica, individuando analogie e differenze, coerenze ed incoerenze, cause ed effetti e la loro natura probabilistica. Acquisire ed interpretare l’informazione: acquisire ed interpretare criticamente l'informazione ricevuta nei diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti comunicativi, valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni. • • Annalisa Ghisalberti, "Il comico: da Calvino a Zelig" pubblicato online su viagonzagadue, rivista di scrittura cultura e scuola dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia (www.viagonzagadue.it – giugno 2006). Il comico: da Calvino a Zelig Uno dei metodi più efficaci per insegnare a scrivere con numerosi e selezionati strumenti linguistici e stilistici e con maggiore consapevolezza nelle scelte è giocare con la lingua, decodificando testi e provando a riscriverne e a scriverne ex novo. Il gioco, come è noto, è un ottimo compagno dell'apprendimento, perché consente l'attivazione al massimo grado delle proprie abilità e capacità in un clima disteso, motivata da una sana competizione o dal desiderio di fruire di modalità piacevolmente lontane da quelle più strettamente istituzionali. Quando poi il gioco riguarda il comico e la scrittura comica si aggiungono altri elementi motivanti: la comicità, infatti, porta con sé il benessere della risata e il gusto di conquistare l'altro, il proprio pubblico, alle cui esigenze e sensibilità sarà diretta un'attenzione particolare. Qualche tempo fa mi è capitato di notare che gran parte dei riferimenti comici che popolavano i discorsi nelle mie classi provenivano dalla trasmissione televisiva Zelig e dai libri che da essa erano tratti. L'idea si può dire sia nata spontanea: condurre un piccolo laboratorio di scrittura creativa sul comico che, accanto ad un "classico" del genere come Calvino, maestro, tra le altre cose, di fantasia e comicità, tenesse conto anche di questi nuovi autori. Il comico: la teoria "Il comico è una faccenda difficile: a capirlo si è risolto il problema dell'uomo sulla terra" (Umberto Eco) In molti hanno provato a definire l'universo del comico, letterati, filosofi, sociologi ecc., e tante sono state le ipotesi avanzate: nessuna, però, riesce a spiegare in modo esaustivo un tema per sua natura così vasto e variegato. Il comico, si è detto, non è un genere letterario in sé, ma un'attitudine che abita nei diversi generi e li degrada, li allontana dai parametri 1 normali; secondo Nino Borsellino1 il comico è una sorta di "corpo mobile", una "galassia" soggetta a pressioni insondabili e a dilatazioni della propria "massa" interna. È, invece, più semplice rintracciare le tecniche che sul piano linguistico producono effetti comici. Ci sono strategie linguistiche che, pur variando le situazioni spazio-temporali, presentano tratti comuni, ma tipici del comico sono anche espedienti che si inscrivono in modelli socio-culturali e meccanismi di riconoscimento mutevoli nel tempo e nello spazio. Così, contrariamente al tragico, il comico è una categoria contingente, legata alla soggettività, all'apprezzamento individuale e all'hic et nunc2. Ecco perché il comico è un genere poco “esportabile” e spesso per ridere di barzellette di provenienza "straniera" abbiamo bisogno di mediazioni e spiegazioni e percepiamo una distanza tale da catalogare tali espressioni sotto definizioni specifiche, quale, per esempio, "humor all'inglese"... Il laboratorio sulla scrittura comica (tempo di svolgimento almeno 2 h) Due classi parallele, una III Liceo Classico Europeo e una I Liceo Classico3, hanno analizzato brevi testi comici, tratti dalle opere di Calvino e dai monologhi dei comici di Zelig da loro amati e hanno individuato gli elementi che in essi suscitano l'effetto comico. Quindi hanno provato a scrivere brevi brani comici contenenti gli stratagemmi da loro evidenziati. Si riporta qui una sintesi del laboratorio, con gli esercizi che hanno riscosso maggior apprezzamento da parte delle classi e la selezione di alcune tra le soluzioni più creative. Il comico da infrazione A) Spesso il gioco comico si basa sull'infrazione delle convenzioni che abitualmente regolano la comunicazione tra individui. Così il comico nasce dalla sorpresa per ciò che disattende un'attesa: quando, per esempio, a una frase dai toni e dallo stile elevati segue una risposta banale, o di basso registro linguistico, o quando vengono meno i legami logici tra un enunciato e l'altro, nei contenuti come nella forma. Esempi 1 Cfr. N. BORSELLINO, Il comico, in AA.VV., Letteratura italiana, vol. V, Le Questioni, Torino 1986, p. 424. 2 Cfr. E. BANFI, a cura di, Sei lezioni sul linguaggio comico, Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche, Trento 1995, p. 23 e segg.. 3 Si tratta della III Liceo Classico Europeo e della I Liceo Classico dell'Educandato Setti Carraro Dalla Chiesa dell'anno scolastico 2003-2004: colgo qui l'occasione per ringraziare le alunne, autrici dei lavori che seguono, e la Professoressa Laura Pizzetti, che ha condiviso con me questa esperienza di laboratorio a classi riunite. 2 Esempio tipico di rottura, disillusione di un'attesa è la comicità di Flavio Oreglio, autore, de Il momento è catartico, da cui sono tratti i seguenti testi: Amore, i tuoi occhi parlano, le tue orecchie fischiano... Spero che gli altri sensi siano normali... (Oreglio) Vedo un camoscio E gli stambecchi saltare. Un'aquila vola in alto E le marmotte Zampettano circospette... Amore, sei sicura che andiamo bene per Rimini? (Oreglio) Esercizi: 1) Seguendo l'esempio di Oreglio, completa i seguenti versi, inserendo la battuta finale che disattenda le aspettative contenutistiche e formali create dai versi precedenti: Amore Ho scritto amore sulla sabbia, ho scritto amore nel cielo, ho scritto amore nel mio cuore... ...................................................... Ed ecco che cosa hanno scritto: Ho scritto amore sulla sabbia, ho scritto amore nel cielo, ho scritto amore nel mio cuore… ma non ho scritto imbecille sul libretto degli assegni! Ho scritto amore sulla sabbia, ho scritto amore nel cielo, ho scritto amore nel mio cuore… mi hanno arrestato per atti vandalici! 3 Ho scritto amore sulla sabbia, ho scritto amore nel cielo, ho scritto amore nel mio cuore... per fortuna si può cancellare! Acque Chiare, fresche, dolci acque ....................................................... Ed ecco che cosa hanno scritto: Chiare, fresche e dolci acque… AFFOGOOO!!!!!! Chiare, fresche e dolci acque… Amore, mi si è di nuovo allagata la casa! 2) Ora, invece, crea i versi iniziali a partire dalla battuta finale: .............................................................................. .............................................................................. .............................................................................. Ma non eri tu Ed ecco che cosa hanno scritto: C’era una donna che mi faceva sognare C’era una donna bella come il sole C’era una donna che mi faceva impazzire Ma……..non eri tu. .............................................................................. .............................................................................. .............................................................................. La prossima volta ti porti Michele Ed ecco che cosa hanno scritto: Mi hai portato a fare shopping Mi hai portato alle Maldive Mi hai portato in bancarotta La prossima volta ci porti Michele. 4 B) Un altro espediente vicino al comico da infrazione sono i procedimenti della variazione ottenuti con la manipolazione di registri e sottocodici. Maestro di tale genere, Italo Calvino4 altera la corrispondenza tra le situazioni e le forme espressive solitamente chiamate a illustrarle, spesso per mezzo dell'abbassamento del lessico a livello colloquiale, come nel Cavaliere inesistente, in cui Bradamante riflette così: Esempio Aveva intrapreso la vita della cavalleria per l'amore che portava verso tutto ciò che era severo, esatto, rigoroso, conforme a una regola morale e – nel maneggio delle armi e dei cavalli – a un'estrema precisione di movenze. Invece, cosa aveva intorno? Omacci sudati, che ci davan dentro a far la guerra con approssimazione e incuranza, e appena fuori dell'orario di servizio erano sempre a prender ciucche o a ciondolare goffi dietro a lei per vedere chi di loro si sarebbe decisa a portarsi nelle tende quella sera. Esercizio: A) Ora prova tu, sull'esempio di Calvino, a creare una sequenza in cui sia presente l'abbassamento colloquiale. Il contesto deve essere una lezione in classe: ....................................................................................................................................................... Ed ecco che cosa hanno scritto: La prof. sta spiegando con dedizione alla classe il proemio della Teogonia… Prof.: “Evinciamo dal proemio dell’opera esiodea aspetti autobiografici: possiamo notare, infatti, come egli narri in questi versi dell’investitura compiuta dalle muse…” Alunna: “Scusi, prof! investitura?!? Com'è stata la dinamica dell'incidente?" Prof.: “Sì, certo: mentre PASCOLAVA è stato investito da ... muse MOTORIZZATE!” Analogo effetto si ottiene con il procedimento inverso, dal basso all'alto, come nel Cavaliere inesistente, quando Rambaldo osserva Bradamante: 4 Cfr. B. FALCETTO, «Sorriso, riso, smorfia. Il comico nello stile di Calvino», in L. CLERICI e B. FALCETTO, a cura di, Calvino & il comico, Marcos y Marcos, Milano 1994, pp.43-81. 5 Esempio Rambaldo non credeva ai suoi occhi. Perché quella nudità era di donna: un liscio ventre piumato d'oro, e tonde natiche di rosa, e tese lunghe gambe di fanciulla. Questa metà di fanciulla (...) si girò su se stessa, cercò un luogo accogliente, puntò un piede da una parte e l'altro dall'altra di un ruscello, piegò un poco i ginocchi, v'appoggiò le braccia dalle ferree cubitiere, protese avanti il capo e indietro il tergo, e si mise tranquilla e altera a far pipì. Era una donna di armoniose lune, di piuma tenera e di fiotto gentile. Rambaldo ne fu tosto innamorato. Esercizio: A) Ora prova tu, sull'esempio di Calvino, a creare una sequenza in cui si alzi il registro in modo non strettamente logico rispetto al contesto. ....................................................................................................................................................... Ed ecco che cosa hanno scritto: Il suo volto si girò e i suoi occhi incrociarono quelli di lui, la ragazza fissava il suo dolce volto leggermente chinato. Il giovane, portandosi una mano al viso, quasi imbarazzato, con nonchalance le sussurrava importanti parole. I due si alzarono, camminarono vicini quasi per darsi coraggio l’un l’altro. Si guardarono negli occhi e lei sussurrò: “Grazie, senza di te non ce l’avrei mai fatta…” Si guardarono ancora per un lungo istante… …poi, soddisfatti, consegnarono la versione. Il netturbino non credeva ai suoi occhi: era il sacchetto dei rifiuti organici più pulito che avesse mai visto; da lui si dipartiva un olezzo così tenue e gradevole che l’aere ne era pervasa. L’olio del tonno che gocciolava placido e ritmico sull’asfalto della strada; il torsolo di una mela ingiallito che sortiva elegantemente dalle pieghe del sacchetto. Il netturbino, commosso nel profondo dalla bellezza dell’oggetto, decise di lasciarlo dov’era. C) Tra gli altri aspetti formali che, accanto a quello lessicale, rivestono un ruolo fondamentale nel testo comico si ha anche quello fonologico. Di particolare efficacia sono certamente alcuni 6 tratti sovrasegmentali, come la voce, il ritmo, la velocità della parlata, l'accento, il dialetto ecc.. Talvolta a suscitare l'effetto comico sono semplici espedienti sonori. Esempio Celebre esempio è quello del racconto La quercia del tasso di Achille Campanile: Quell'antico tronco d'albero che si vede ancor oggi sul Gianicolo a Roma, secco, morto, corroso e ormai quasi informe, tenuto su da un muricciolo dentro il quale è stato murato acciocché non cada o non possa farsene legna da ardere, si chiama la quercia del Tasso perché, come avverte una lapide, Torquato Tasso andava a sedervisi sotto quand'essa era frondosa. Anche a quei tempi la chiamavano così. Fin qui niente di nuovo. Lo sanno tutti e lo dicono le guide. Meno noto è che poco lungi da essa, c'era, ai tempi del grande e infelice poeta, un'altra quercia fra le cui radici abitava uno di quegli animaletti del genere dei plantigradi, detti tassi. Un caso. Ma a cagione di esso si parlava della quercia del Tasso con la "t" maiuscola e della quercia del tasso con la "t" minuscola. In verità c'era anche un tasso nella quercia del Tasso e questo animaletto, per distinguerlo dall'altro, lo chiamavano il tasso della quercia del Tasso. Alcuni credevano che appartenesse al poeta, perciò lo chiamavano il tasso del Tasso e l'albero era detto "la quercia del tasso del Tasso" da alcuni, e "la quercia del Tasso del tasso" da altri. Siccome c'era un altro Tasso (Bernardo, padre di Torquato, e poeta anch'egli) il quale andava a mettersi sotto un olmo, il popolino diceva: "È il Tasso dell'olmo o il Tasso della quercia?". Così, poi, quando si sentiva dire "il Tasso della quercia" qualcuno domandava: "Di quale quercia?". "Della quercia del Tasso". E dell'animaletto di cui sopra ch'era stato donato al poeta in omaggio al suo nome, si disse: "il tasso del Tasso della quercia del Tasso". Poi c'era la guercia del Tasso: una poverina con un occhio storto, che s'era dedicata al poeta e perciò era detta la guercia del Tasso della quercia, per distinguerla da un'altra guercia che s'era dedicata al Tasso dell'olmo (perché c'era un grande antagonismo fra i due). Ella andava a sedersi sotto una quercia poco distante da quella del suo principale e perciò detta la quercia della guercia del 7 Tasso; mentre quella del Tasso era detta la quercia del Tasso della guercia: qualche volta si vide anche la guercia del Tasso sotto la quercia del Tasso. Qualcuno più brevemente diceva: la quercia della guercia o la guercia della quercia. Poi, sapete com'è la gente, si parlò anche del Tasso della quercia della quercia e, quando lui si metteva sotto l'albero di lei, si alludeva al Tasso della quercia della guercia. Ora voi vorrete sapere se anche nella quercia della guercia vivesse uno di quegli animaletti detti tassi. Viveva. E lo chiamavano il tasso della quercia della guercia del Tasso, mentre l'albero era detto la quercia del tasso della guercia del Tasso e lei la guercia del Tasso della quercia del tasso. Successivamente Torquato cambiò albero: si trasferì (capriccio di poeta) sotto un tasso (albero delle Alpi), che per un certo tempo fu detto il tasso del Tasso. Anche il piccolo quadrupede del genere degli orsi lo seguì fedelmente e, durante il tempo in cui essi stettero sotto il nuovo albero, l'animaletto venne indicato come il tasso del tasso del Tasso. Quanto a Bernardo, non potendo trasferirsi all'ombra d'un tasso perché non ce n'erano a portata di mano, si spostò accanto a un tasso barbasso (nota pianta, detta pure verbasco), che fu chiamato da allora il tasso barbasso del Tasso; e Bernardo fu chiamato il Tasso del tasso barbasso, per distinguerlo dal Tasso del tasso. Quanto al piccolo tasso di Bernardo, questi lo volle con sé, quindi da allora l'animaletto fu indicato da alcuni come il tasso del Tasso del tasso barbasso, per distinguerlo dal tasso del Tasso del tasso; e da altri come il tasso del tasso barbasso del Tasso, per distinguerlo dal tasso del tasso del Tasso. Il comune di Roma voleva che i due poeti pagassero qualcosa per la sosta delle bestiole sotto gli alberi, ma fu difficile stabilire il tasso da pagare; cioè il tasso del tasso del tasso del Tasso e il tasso del tasso del tasso barbasso del Tasso. Esercizio: Crea ora un breve testo di senso compiuto fondato, come quello di Campanile, sui giochi di parola (lessicali, fonetici e sull'ordine delle parole). ....................................................................................................................................................... Ed ecco che cosa hanno scritto: Impropriamente, Prospero Prozzini veniva chiamato Principe del Foro; questo perché il proprio pastrano era ridotto a colapasta, essendo lui un povero tapino. Però spesso le persone lo prendevano per il noto Priamo Prozzini, propriamente Principe del Foro, che prostrava i rei 8 nei processi. Per precisare chi fosse tra i due, se Prospero o Priamo, appiopparono al primo il soprannome di “Procura Problemi”, che divenne così “Prospero Prozzini, il Principe del Foro, ovvero il Procura Problemi”, poiché ovunque appraiva avvenivano sciagure. Però proposero poi un soprannome anche al noto Priamo Prozzini, propriamente Principe del Foro: i due diventarono così “Prospero Prozzini, il Principe del Foro, Procura Problemi” e “Priamo Prozzini, propriamente Principe del Foro, Primo Procuratore tra i Processatori”. D) Altre volte il gioco comico si spinge fino alla creazione di un linguaggio speciale, come nel caso della comica Sconsolata di Zelig, che si è creata un linguaggio tutto suo, che gioca, fra le altre cose, sul lessico, sui modi di dire, ma anche sulla grafia e sul dialetto: Esempio APPELLO A KLEDI! Kiungue conosca questuomo melo porti qui. Vivo! E' alto coi capelli bassi. Cià tutti i peli sul petto come piace ammia. Si chiama Kledi con la Kappa: Kledi, S...KAPPA con me! Kledi, ò letto una tua dichiarazione: " - Tu sei sensibbile, io pure (sensibbilissima...), - Tu sei straniero, io pure ( poi casomai ti interpreto...) - Tu sei secksi, io pure (ò stata anghio ragazza meloimmagino, ò fatto anghio la tubista da mio cognato idraulico, 'nvatti m'anno kiamato per Miss Muretto, ciò detto: ' No grazie. Sono già Miss Piastrella!' ). - Tu sei ballerino, io pure (ti posso fare un passo doppler; un demì-pliants, tu mi puoi fare una salsa, io ti faccio due spaghetti, poi se vuoi vieni a prendere quaccosa su... di me, facciamo un tucca-tucca... e vedrai ke ti trovi bene). - Kledimi, Kledi! - Se sei ghei, dimmelo! Perkè io non ò pregiudizi, ma esiggenze..." Mi rivolgo in questo momendo a quaccuno ventualmente conoscesse la signora Maria De Filippi: Maria, tu mi capisci... Kledi...C'E' POSTO PER TE! Esercizio: 9 A) Ora prova tu, sull'esempio di Sconsolata, a creare un brano che giochi su elementi dialettali e grafici (oltre che su lessico ecc.) ....................................................................................................................................................... Ed ecco che cosa hanno scritto: Catania 1935: Johnny e Jack in partenza per New York (da leggersi con spiccato accento palermitano) Johnny: “Che disci, pattiamo?” Jack: “E pattiamo!” Johnny: “I documenti falsi li hai preparati? Cammine ha eseguito gli oddini? Ha fatto un lavoro pulito?” Jack: “Mii, Johnny, me li sono dimenticati!!” Johnny: “Jack, te l’avevo detto di falsificarli! Ma tanto quando ti dico di fare una cosa o ti punto il ferro alla testa o non esegui! La vuoi una soppresina? Che dici?” Jack: “Dimmi dimmi, Johnny! Dimmi!” Johnny: “Che disci, lo vuoi un bel cappottino?… Sai di guelli che non si sgualciscono maai.. Sempitenni sono!” Jack: “Grazie Johnny! Ti sono debbitore! Sei un fratello per mmia! Tu solo potesti peddonammi!” Johnny: “Ma io dico uno de quelli proprio de classe, de stile… Sai, come dicono a New York?…Unisex! Te lo metti oggi e non te lo togli più… Un bel cappottino de mogano!” RIFLESSIONI DI UN CUOCO (qui l’accento è veneziano) S’erano molti rati, senior padrun, uno s’era così groso, che non se stava in pentola; ho dovuto usare il piffero di mi nono! Doean eser stranieri. Ché non cunuscevano la canzone del pifferaio. Alor gh’ho sunato la cansun del gondoliere, ma i rati cantavan “O sole mio”. Insuma, l’eran terun!” 10 MONOLOGO DAL BALCONE (spiccato accento tedesco) “Oh. Rromeo, Rromeo, perké bist du Rromeo? Se fuoi, te lo tico io, pel pampino: perké se tu eri Chonny Tepp, io ero cià scesa da qvesto palkone, ja? Rrinneca tüo patre, tüo nome, se possipile tüa signora, ma il conto in panca lascialo lì dof’è, che sta penissimo! Non cominciare con tütte tüe solite palle di scafalcare i müri, che i miei hanno messo l’antifürto, e poi sfegliamo tütto il ficinato, compresa qvella infidiosa di Raperronzolo, con le süe treccione demodé. Ancora eine kosa: fisto che, ültimamente, poste italiane fünzionare come mensa in Kollecio di Fanciülle, tü aspettati eine e-mail prima o poi, e fedi ti leccerla, o finiamo tütti in melma!” VIAGGIO PREMIO (spiccato accento siciliano) Viaggio premio in Trinacria vinto grazzie alla raccolta punti della “Pammiggiana Liofilizzata Esselunga”. Pattenza: Milano Rogoredo ore 5.33 a.m. (al mattino): nòi non amiamo il traffico ubbanistico! Arrivo previsto a Trapani alle 5.33 a.m.d. (al mattino dopo). Il viaggio è attrezzato: a colaziòne il menus propòne tre chili di soppressata, quattro teglie di Pammiggiana Esselunga, cassata e ricotta q.b. (quanto bbasta). Niente drinks causa siccità. Ore 6.11 ci abbiamo la pòssibbbilità di avere un metings con il rinomato Don Calò e, previa prenotaziòne, possiamo assistere a una sparatoria nel centro cittadino: se non paghi, fungerai da protagonista. Ore 11.52 gita ammare. Pranzo ai sacchi: panino con cotoletta impanata, pasta al fòrno, arange di Sicilia. Pernottamento garantito da nonna Concettina. Pattenza per il ritorno a nuoto dallo stretto di Messina (sciopero dei trasporti) alle 4.27 a.m.d.a. (al mattino dopo ancora). AAA, scusassero, abbito cercasi (spiccato accento calabrese) Cercassi un abbito da coctàil (analcolico, perché astemmia sògno!) Possibbilmente non bianco, perchè sennò confino con la tedeschia. La mia taglia shtà come Los Angeles a Veduggio (stretta!): di sopra sògno una 42, in vita una 44, e poi una 46 (modello abete). Se volete mandarmi anche gli ometti, sappiate che li preferisco biondi, alti, tipo Bradd Pitte! Chi mi ricercasse, chiedesse di Maria Addolorata Santuzzo, mentre stiro vi rispondo! Breve bibliografia di riferimento per la parte teorica: E. BANFI, a cura di, Sei lezioni sul linguaggio comico, Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche, Trento 1995. 11 N. BORSELLINO, Il comico, in AA.VV., Letteratura italiana, vol. V, Le Questioni, Torino 1986. L. CLERICI e B. FALCETTO, a cura di, Calvino e il comico, Marcos y Marcos, Milano 1994. 12