Scuola secondaria di primo grado
“Alberto Sordi”
Progetto della memoria:
Il nostro futuro
è
la nostra memoria
CLASSI 3 N - 3G
A. S. 2011 - 2012
Che cos’è la Memoria?
Il dizionario dà questa definizione:
“ Funzione della mente consistente nel
rinascere l'esperienza passata.”
far
La memoria, quindi, vuol dire riportare alla
mente cose accadute nel passato, positive o
negative.
In seguito questo termine venne adottato per
ricordare il genocidio della razza ebrei: la
Shoah. Su questo ci siamo soffermati.
… ma cosa significa “Shoah”?
Abbiamo iniziato il nostro percorso con il cercare di
capire cosa significasse il termine Shoah:
"Shoah" (in lingua ebraica ‫)שואה‬, significa "desolazione,
catastrofe, disastro". Questo termine venne usato per la
prima volta nel 1940 dalla comunità ebraica in Palestina,
in riferimento alla distruzione degli ebrei polacchi. Da
allora definisce nella sua interezza il genocidio della
popolazione ebraica d'Europa.
Ed ora...
un
po’
di storia.
Il periodo della Shoah
L'espressione Shoah si riferisce al periodo che intercorre fra
il 30 Gennaio 1933, quando Hitler divenne Cancelliere della
Germania, e l'8 Maggio 1945, la fine della guerra in Europa:
in questo periodo furono milioni le persone soppresse dal
folle odio razziale non solo nei confronti degli ebrei. Pur
essendo impossibile accertare l'esatto numero di vittime
ebree, le statistiche indicano che il totale fu di oltre
5.860.000 persone.
Adolf Hitler
GERMANIA
Benito Mussolini
ITALIA
Chi era coinvolto nello sterminio?
Tra i gruppi assassinati e perseguitati da
Hitler e dai suoi collaboratori nazisti , vi
erano: zingari, serbi, membri
dell'intelligenza polacca, oppositori della
resistenza di tutte le nazionalità, tedeschi
oppositori del nazismo, omosessuali,
testimoni di Geova, delinquenti abituali, o
persone definite "anti sociali", come, ad
esempio, mendicanti, vagabondi e
venditori ambulanti... ed anche gli Ebrei !
Soluzione finale
La maggior parte delle persone soppresse passarono
per i campi di sterminio, che erano campi di
concentramento con attrezzature speciali progettate
per uccidere in forma sistematica.
Storicamente il partito nazista prese la decisone di
dare avvio alla cosiddetta "Soluzione Finale" (Endl
sung). In realtà molti ebrei erano già morti a causa
delle misure discriminatorie adottate contro di loro
durante i primi anni del Terzo Reich, ma lo
sterminio sistematico e scientifico degli ebrei non
ebbe inizio fino all'invasione, da parte della
Germania, dell'Unione Sovietica nel Giugno 1941.
I campi di concentramento
I campi
di concentramento
• Tra il 1933 e il 1945, la Germania Nazista costruì
circa 20.000 campi di concentramento, con l' intento
di imprigionarvi milioni di persone. Il campo era una
citta' concepita, studiata e strutturata apposta per
violentare la persona, per umiliarla, per distruggerla,
per renderla bestia. Nei campi si puntava a
distruggere,
oltre
che
fisicamente,
anche
mentalmente
un
individuo.
Le “città” dell’odio:
AUSCHWITZ . . .
La poesia che nasce dal dolore:
Se questo è un uomo
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
I nostri percorsi
Durante quest’anno abbiamo svolto varie attività come
incontri, visioni di film, letture di testi e poesie, uscite
didattiche che ci hanno permesso di comprendere meglio il
concetto della memoria e di vedere con i nostri occhi fin dove
arriva la crudeltà umana.
Incontri
Uno degli incontri più importanti che abbiamo fatto è stato senz’altro quello con
una professoressa specializzata nella storia del fascismo, che ci ha parlato della
scuola italiana durante il periodo della dittatura fascista e dei vari diritti negati
agli ebrei o degli obblighi per noi oggi assurdi come: indossare la stella di Davide,
registrarsi a scuola come “di razza Ebraica”, i matrimoni misti proibiti e le regole
per valutare la discendenza ebraica.
Tutti questi argomenti venivano accompagnati da riproduzioni di molti
documenti: foto e testimonianze scritte che la professoressa ci aveva portato per
farci vedere con i nostri occhi come veramente accadevano quelle cose. Forse la
testimonianza che più ci ha colpito è stata quella della pagella di una bambina la
quale era stata timbrata con la scritta “ di Razza Ebraica”. È stato molto
interessante e coinvolgente!!!
‫חנוכה‬
Hanukkah
21 dicembre 2011
La festa di Chanukkah
Una delle prime tappe è stata quella della festa
di Chanukkah, nel mese di Dicembre, che ci ha
avvicinato alle tradizioni e alle usanze degli
Ebrei.La Chanukkah è chiamata anche Festa delle
Luci e ricorda come la luce di una sola fiaccola
bastò per tutto il tempo della ricostruzione del
Tempio di Gerusalemme.
Durante questa festa, che dura 8 giorni, si
accende ogni giorno una candela della Menorah,
un candelabro a nove bracci; i bambini giocano
con una trottola chiamata “Sevivon” sulla quale
c’è scritto in ebraico: “un grande miracolo
avverrà qui” e si mangiano dei dolcetti chiamati
Sufganiot che noi stessi abbiamo mangiato:
erano molto buoni!!!
Per saperne di più ...
In ebraico la parola chanukkah significa "dedica" e infatti la festa
commemora la consacrazione di un nuovo altare nel Tempio di
Gerusalemme dopo la libertà, data loro dai Greci. La festività
dura 8 giorni e la prima sera, chiamata Erev Chanukkah, inizia
al tramonto del 24 del mese di kislev. Secondo il procedere del
calendario ebraico, quindi, il primo giorno della festa cade il 25
di kislev. È l'unica festività religiosa ebraica che si svolge a
cavallo di due mesi, inizia a kislev e finisce in tevet. In
particolare se kislev dura 29 giorni finisce il 3 tevet, mentre
quando kislev ha 30 giorni finisce il 2 tevet. È, assieme a Purim,
la seconda delle feste stabilite per decreto rabbinico, ovvero le
feste stabilite dopo il dono della Torah.
Oggetti liturgici di Chanukkah
Sevivon (in ebraico) o Dreidel (in yiddish) è il nome di un oggetto
liturgico tipico della festa di Hanukkah.
Esso è una sorta di trottola a quattro facce: su ciascuna delle facce è
impressa una lettera in modo da formare la frase "Un grande
miracolo avverrà qui".
‫סביבון‬
La Hanukkiah, (plurale Hanukkioth), è il candelabro a nove bracci
(otto bracci più un braccio per l'ampolla) utilizzato per accendere i
lumi appositi ogni sera durante la celebrazione della festa di
Hanukkah.
L'accensione in ogni famiglia di questo candelabro esprime
simbolicamente la perennità e la vitalità del giudaismo nella sua
fedeltà alla Legge e per questo si accende un lume il primo giorno e
progressivamente se ne incrementa il numero: ogni sera un lume in
più.
La Hanukkiah va posta in mostra sulla strada: per fare ciò è diventato
uso metterla sul davanzale della finestra sebbene in antichità si usasse
mostrarla fuori dalla porta di casa.
‫חנוכה‬
Curiosità
Dicembre è il mese delle feste, delle luci, del
calore familiare ma soprattutto è il mese dei
bambini.
In questa festività ebraica si usa fare l’albero,come
nella tradizione cristiana del Natale . Anche nella
festa ebraica il rito è legato alla luce (pur avendo
origine da storie diverse) e si usa accendere delle
candele, una per ogni serata della ricorrenza, per
un totale di otto giorni.
I protagonisti assoluti di queste due feste religiose
restano comunque i bambini, ai quali vanno fatti
rigorosamente dei “meritati” regali. E come in tutte
le feste che si rispettano non può mancare un
menu creato per l’occasione. Nella tradizione
ebraica le Sufganiot (ciambelle fritte) sono dei
dolci caratteristici della festa di Hanukkah. Eccovi
la ricetta, facile e deliziosa.
SUFGAINOT
Ingredienti:
20 gr. Lievito di birra
¾ bicchiere acqua tiepida
1 cucchiaino zucchero
‫סופגניות‬
2½ bicchieri farina
125 gr di margarina
2 uova
2 cucchiai di zucchero a velo
Mischiare i primi tre ingredienti e
lasciar lievitare. Aggiungere gli altri
ingredienti e lavorare finché diventa un
impasto. Lasciar crescere finché di
raddoppia. Stendere l’impasto e formare
dei cerchi col bordo del bicchiere.
Lasciar lievitare ancora per ¾ d’ora.
Friggere immergendo bene nell’olio
finché
saranno
dorati.
Lasciar
raffreddare e spruzzare zucchero a velo
sulle ciambelle.
Ghetto e Sinagoga di
Roma
8 febbraio 2012
L’uscita alla Sinagoga e al Ghetto è stata una delle nostre tappe più
importanti perché è proprio da lì che è iniziato tutto qui a Roma, ed
infatti, ci siamo soffermati a lungo su questo.
Durante questa uscita abbiamo visto le stradine dove vivevano gli
Ebrei, il Portico d’Ottavia, la lapide che ricorda il 16/10/1943
quando vennero deportati gli ebrei di Roma e infine La Sinagoga con
il suo museo, i suoi giardini, il Tempio Maggiore e la Cappella
Spagnola o Tempio spagnolo.
Il Ghetto ebraico di Roma è tra i più antichi ghetti del mondo; è
sorto infatti 40 anni dopo quello di Venezia che è stato il
primo in assoluto. Il termine deriva dal nome della contrada
veneziana ”Gheto”(quartiere), ove gli ebrei di quella città
furono costretti a risiedere.
La zona che i romani oggi indicano come Ghetto è all'incirca
delimitata da Via Arenula, Via dei Falegnami, Via de' Funari,
Via della Tribuna di Campitelli, Via del Portico d'Ottavia e
Lungotevere de' Cenci.
Il Ghetto storico era invece molto più ristretto e situato
all'incirca tra le attuali Via del Portico d'Ottavia, Piazza delle
Cinque Scole ed il Tevere.
Ci siamo soffermati in modo
particolare ad osservare le
“pietre d'inciampo”
che recentemente sono state
poste davanti ai portoni dai quali
dovettero uscire, il 16 ottobre
del '43, quegli Ebrei, anche
intere famiglie, che mai più
tornarono a casa ...!
Esse recano incisi nome, cognome, data di
nascita e luogo di morte di ciascuno.
Fosse Ardeatine 23 marzo
Il giorno 23 marzo 2012 siamo stati invitati alla
commemorazione dell’eccidio tenutosi alle
Fosse Ardeatine durante la 2° guerra mondiale.
Erano presenti molte persone tra cui membri
delle Forze dell’Ordine , il Sindaco di Roma
Alemanno ed il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano .
È stato molto interessante ascoltare le
preghiere cattoliche ed ebraiche.
È stato commovente ascoltare i nomi UNO AD
UNO di tutte le vittime.
Film e letture di libri
Abbiamo visto insieme alcuni film come “ La vita è bella” e
“Vento di Primavera” sui quali abbiamo fatto delle recensioni
e dei commenti personali.
Oltre ai testi presenti nella nostra antologia, abbiamo letto
“Il Bambino con il pigiama a righe”, un libro recente,
famoso in tutto il mondo dal quale è stato tratto un film: ci è
piaciuto molto.
Vento
di
primavera
Titolo originale: La Rafle
Lingua: francese
Paese: Francia
Anno: 2010
Durata: 115 minuti
Colore: a colori
Audio: sonoro
Genere:storiso,drammatico
Regia: Roselyne Bosch
Personaggi
Jean Reno : Dr. David Sheinbaum
Mèlanie Laurent : Annet Monod
Gad Elmaleh : Schmuel Weismann
Doppiatori
Rodolfo Bianchi: Dr. David Sheinbaum
Trama:
Parigi, durante l'estate del 1942, è sotto l'occupazione tedesca e gli ebrei sono costretti ad
indossare la stella gialla. Nel quartiere della Butte Montmartre vivono due famiglie ebree. A
Parigi, i pareri sono divisi, alcuni vogliono proteggere e nascondere gli ebrei, altri come il
fornaio, preferiscono insultarli.
Nella notte fra il 15 e il 16 luglio, queste due famiglie subiranno un tragico cambiamento
in seguito ad un accordo tra i nazisti e le autorità francesi per l'arresto e la deportazione di
molti ebrei. A seguito di questo rastrellamento vengono portati nel Vél d'Hiv, dove due
bambini protagonisti incontrano un'infermiera, Annette Monod, che farà tutto il possibile
per aiutare loro ed altri bambini ebrei. Nel velodromo le condizioni sono precarie e
malsane: non hanno acqua, sono ammassati e costretti a fare i loro bisogni dove c'è spazio.
Il cibo scarso deve essere diviso in modo che ognuno di loro abbia qualcosa da mangiare.
Una mattina, mentre i detenuti sono assetati, i pompieri simulano un incendio per aprire le
porte e dare loro da bere, e molti degli ebrei consegnano delle lettere destinate a parenti ai
vigili arrivati in loro soccorso.
Dopo due giorni, i prigionieri vengono portati in un campo di transito a Beaune-laRolande nel dipartimento della Loira. Affamati e deboli, gli ebrei affrontano la fame e la
sete. Pochi giorni dopo, i genitori ed i bambini più grandi vengono deportati nel campo di
sterminio di Auschwitz, solo i più giovani rimangono con la speranza di un loro ritorno che
non si verificherà. Annette deve raddoppiare gli sforzi, nonostante la fatica, per prendersi
cura di loro.
Mettendo in atto gli ultimi consigli di sua madre, Joseph ed un suo compagno si danno alla
fuga grazie all'aiuto dei loro compagni. Joseph sopravvisse alla fine del viaggio assieme a
Noah che era fuggito dal treno ed era stato salvato da una coppia di anziani. Nel 1945, alla
fine della guerra, entrambi ritrovano Annette all'Hotel Lutetia, un hotel parigino dove
vengono accolti i sopravvissuti dei Campi di Concentramento.
I
Ma chi può decidere
Se una persona è degna o no
di vivere?
Chi può decidere in cosa è
giusto credere?
Sono vissute persone che hanno
“fatto la differenza “
mettendo a rischio la loro stessa
vita per agire
in difesa degli Ebrei:
I GIUSTI
‫רק‬
Giorgio Perlasca
Giorgio Perlasca (Como, 31 gennaio 1910 –
Padova, 15 agosto 1992) è stato un
funzionario e commerciante italiano.
Divenne famoso quando fu reso noto che
aveva salvato la vita di oltre cinquemila
ebrei ungheresi durante la seconda guerra
mondiale, strappandoli alla deportazione
nazista, fingendosi un diplomatico
spagnolo.
Da giovane, Giorgio Perlasca aderì in modo convinto al Partito Fascista e combatté come volontario nel Regio
Esercito.Il giorno dell'armistizio tra l'Italia e gli Alleati (8 settembre 1943) si trovava a lavorare nella capitale
ungherese e, prestando fedeltà al giuramento fatto al Re, rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Per
questo motivo si trovò ad essere ricercato dai tedeschi e fu costretto a trovare rifugio presso l'ambasciata spagnola.
Ottenuti dall'ambasciata una cittadinanza fittizia e un passaporto spagnoli, si trasformò in «Jorge Perlasca» e fu
impiegato dall'ambasciatore Ángel Sanz Briz nel tentativo di salvare gli ebrei di Budapest, ospitati in apposite «case
protette» dietro il rilascio di salvacondotti. Tale operazione era stata organizzata con la collaborazione di alcune
ambasciate di altre nazioni.
Nel novembre 1944 Perlasca decise di restare e spacciarsi come sostituto del console partente, all'insaputa dello
stesso, redigendo di suo pugno la nomina ad ambasciatore con tanto di timbri e carta intestata.
Da quel momento Perlasca si trovò a gestire il "traffico" di migliaia di ebrei, nascosti nell'ambasciata e nelle case
protette sparse per la città, unendosi agli sforzi compiuti con gli stessi mezzi e con gli stessi obiettivi dal diplomatico
svedese Raoul Wallenberg e dal nunzio apostolico Mons. Angelo Rotta. Tra il 1º dicembre 1944 e il 16 gennaio 1945
Perlasca rilasciò migliaia di finti salvacondotti che conferivano la cittadinanza spagnola agli ebrei, arrivando più volte
a strappare letteralmente dalle mani delle Croci Frecciate i deportati sui binari delle stazioni ferroviarie.
Si calcola che grazie all'opera di Perlasca circa 5.200 ebrei furono salvati dalla deportazione, circa quattro volte di
più di quelli salvati da Oskar Schindler.
Soltanto nel 1987, oltre quarant'anni dopo, alcuni ebrei ungheresi residenti in Israele rintracciarono finalmente
Perlasca (reputato da molti un cittadino spagnolo) e divulgarono la sua storia di coraggio e solidarietà. Perlasca ha
ricevuto per la sua opera numerose medaglie e riconoscimenti.
Il 23 settembre 1989 fu insignito da Israele del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni. Al museo Yad Vashem di
Gerusalemme, nel vialetto dietro al memoriale dei bambini è stato piantato un albero a lui intitolato. Anche a
Budapest, nel cortile della Sinagoga, il nome di Perlasca appare in una lapide che riporta l'elenco dei giusti.
È morto a Padova nel 1992 all'età di 82 anni. È sepolto a Maserà di Padova.
In Israele gli è stata dedicata una Foresta, in cui sono stati piantati 10.000 alberi,
a simboleggiare le vite degli ebrei da lui salvati in Ungheria.
Lapide nel museo di Yad Vashem a
Israele (Gerusalemme)
Museo di Yad Vashem
Lapide a Budapest
Una scultura del museo Yad Vashem
Scultura del museo Yad Vashem
Giorgio Perlasca
Un monumento del museo Yad Vashem
“Il mio nome è mai più, mai più, mai più ...”
Ligabue
“”(...) I ‘’capi’’ che decidono della vita altrui sono così
convincenti da riuscire a portare una nazione (... quasi tutta)
a credere che sia giusto decidere della vita degli altri.
Noi crediamo che ciò che è stato non debba più ripetersi .
Questo per me, per noi, significa memoria. Questo
significa vita.(...)”
Alessia
‘
Tu impara ad amare ….
ricordati che la vita è amore!
APPROFONDIMENTI:
IL
RAZZISMO
• Il termine razzismo storicamente rappresenta un
insieme di teorie che sostengono che la specie
umana sarebbe un insieme di razze, differenti, e
gerarchicamente ineguali.
• Definisce ogni atteggiamento attivo di intolleranza
(che puo' tradursi in minacce e violenze).
• In senso piu' lato comprende anche ogni
atteggiamento passivo di insofferenza, pregiudizio,
discriminazione.
Con il termine razzismo,
quindi, si intende la
supremazia di una razza
sulle altre e si
attribuisce la decadenza
della civiltà alla
mescolanza tra le razze.
L’ appartenenza ai vari
gruppi veniva
determinata in funzione
del colore della pelle,
riconoscendo la
superiorità alla razza
bianca.
Razzismo scientifico
• Il razzismo scientifico venne rifiutato politicamente e
scientificamente solo dopo la fine della seconda
guerra mondiale, quando con la pubblicazione della
«Dichiarazione sulla razza» nel 1950, l'UNESCO
decretò in modo ufficiale la non esistenza delle razze
umane e incoraggiò i numerosi biologi a ricordare
costantemente l'assenza di validità scientifica della
nozione di "razze umane".
• “L’ unica razza che conosco è quella umana.”
( Albert Einstein)
Fate come noi:
evitate l’indifferenza!
Oltre a trattare l’argomento della Shoah
abbiamo parlato anche dell'orrore di altri eccidi:
le
FOIBE.
Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un
ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che
fra il 1943 e il 1947 sono gettati, vivi e morti, quasi
diecimila italiani.
La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma
dell’armistizio dell’8 settembre 1943: in Istria e in
Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e
gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano,
affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di
persone. Li considerano “nemici del popolo”. Ma la
violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la
Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe del
Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere
dentro le
foibe ci sono fascisti,
cattolici,
liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne,
anziani e bambini. È una carneficina che testimonia
l’odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da
Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non
comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera
del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra
l’Italia e la Jugoslavia.
Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce.
Nel febbraio del 1947 l’Italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale:
l’Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformano in
esuli. Scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare che non trovano in Italia una
grande accoglienza. La sinistra italiana li ignora: non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla
Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell’URSS, in cui si è realizzato il sogno del socialismo reale. La
stessa classe dirigente democristiana considera i profughi dalmati “cittadini di serie B” e non
approfondisce la tragedia delle foibe. I neofascisti, d’altra parte, non si mostrano particolarmente
propensi a raccontare cosa avvenne alla fine della seconda guerra mondiale nei territori istriani in
quanto fra il 1943 e il 1945 quelle terre sono state annesse al Reich tedesco.
Per quasi cinquant’anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli
italiani uccisi nelle foibe istriane. È una ferita ancora aperta “perché, r è stata ignorata per molto tempo”.
Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe.
Inizia l’elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia.
CI SONO STATI
UOMINI VISSUTI PER
LA
PACE
Mohandas Karamchard Gandhi,
detto il Mahatma
“Mantieni i tuoi pensieri positivi
perché i tuoi pensieri diventano parole.
Mantieni le tue parole positive
perché le tue parole diventano i tuoi
comportamenti.
Mantieni i tuoi comportamenti positivi
perché i tuoi comportamenti diventano
le tue abitudini.
Mantieni le tue abitudini positive
perché le tue abitudini diventano i tuoi
valori.
Mantieni i tuoi valori positivi
perché i tuoi valori diventano il tuo
destino.”
Martin Luther King
“Ho un sogno:che un
giorno questa nazione
si sollevi e viva
pienamente il vero
significato del suo credo.”
“Riteniamo queste verità
di per se stesse evidenti:
che tutti gli uomini sono
stati creati uguali”
Nelson Mandela
Fu fatto prigioniero nel
1969 solo per aver difeso
i diritti degli uomini
di colore e scarcerato 27
anni dopo nel 1996.
E’ stato il primo
primo presidente ad essere eletto
dopo la fine dell’apartheid
nel suo Paese.
Premio Nobel per la pace nel 1993.
“ Tutti apparteniamo al mondo:
nessuno ne è padrone”
RINGRAZIAMO:
• Il Comune di ROMA
•La Fondazione “MUSEO DELLA SHOAH “
•La Fondazione “EX CAMPO FOSSOLI“
•L’ A.N.E.D.
•Il D. S. della nostra scuola Prof. Maria Laura Cannilla
… E TUTTI COLORO CHE CI HANNO PERMESSO DI
AMPLIARE LE NOSTRE CONOSCENZE CON
QUESTO PROGETTO E DI DIVENTARE TESTIMONI.
13/05/12
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Progetto della memoria